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Centro Studi C.N.I. - 25 agosto 2014

Centro Studi C.N.I. - 25 agosto 2014€¦ · INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 25 agosto 2014 Pagina I APPALTI Sole 24 Ore 25/08/14 P. 4 Appalti

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Centro Studi C.N.I. - 25 agosto 2014

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 25 agosto 2014

Pagina I

APPALTI

Appalti senza tregua: norme riscritte 200 volteSole 24 Ore 25/08/14 P. 4 Valeria Uva 1

GRANDI OPERE

Il «miracolo» delle grandi opereSole 24 Ore 25/08/14 P. 14 Valerio Castronovo 3

INFRASTRUTTURE

Ecco la lista dei 700 cantieri da sbloccare, il Lazio in testaMessaggero 25/08/14 P. 9 Gerardo Ausiello 4

INNOVAZIONE E RICERCA

Innovazione in salita per le PmiSole 24 Ore 25/08/14 P. 15 Enrico Netti 5

PREVIDENZA

Professioni, sos contributiItalia Oggi Sette 25/08/14 P. 1 Marino Longoni 7

Casse di previdenza a caccia di tutti i contributi non versatiItalia Oggi Sette 25/08/14 P. 3 Ignazio Marino 9

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L'ennesima riforma del Codice dei contratti I Perle cause di esclusione dalle gareè al sesto punto del decreto legge I in tre anni 22 correzioni al testo

Appalti senza tregua;norme riscritte 200 volteIn otto anni sono intervenuti tutti i quattro governi

Valeria uva

La riforma degli appalti è alsesto punto dei dieci di cui si com-pone il decreto Sblocca-Italia cheil Governo si appresta avarare ve-nerdì. L'intervento sul Codice deicontratti è uno dei tasselli messiin campo da Renzi insieme allamanovra sulle infrastrutture(conio miliardi di opere darimet-tere in moto anche attraversosemplificazioni) e a quella sui pic-coli cantieri (il piano dei 6milacampanili e le oltre 1.400 segnala-zioni arrivate direttamente daisindaci su lavori fermi).

Ma la riforma del Codice deicontratti pubblici di lavori, servi-zi e forniture non avrà il saporedella novità. Al contrario, per leimprese che negoziano con lapubblica amministrazione ri-schia di essere un film già visto.Molte volte. Già perché il Codicedei contratti pubblici (il Dlgs163/2006), vecchio di soli otto an-ni, ha subìto finora 223 interventi,una media di oltre due almese pertutti i cento mesi di vita del prov-vedimento.

Quando fu varato il decreto 163nel 2006 fu salutato come stru-mento digrande innovazione pro-prio perché accorpava in un Te-sto unico tutte le norme per i con-tratti pubblici. L'illusione di stabi-lità è durata poco: a colpi di decre-ti legge di somma urgenza, leggidi stabilità e leggine varie Il Codi-ce è sì rimasto unico ma è stato ri-scritto e ritoccato appunto 223 vol-te (siveda la scheda a fianco). Sen-za contare, poi, le altre norme che

senza andare a incidere diretta-mente sul decreto 163 hanno avu-to comunque unimpatto sulla ma-teria: dalla trasparenza per la Paal nuovo codice antimafia, all'anti-corruzione tanto per citare unesempio.

Obiettivi diversiTutti i quattro Governi che si so-no succeduti in questo arco ditempo hanno voluto sperimenta-re la propria ricetta per i contrat-ti pubblici. Con obiettivi anchemolto diversi tra loro. La riformapiù corposa è quella a firma Ber-lusc oni-Tremonti-M atte oli delton: il decreto sviluppo infatticonteneva oltre 100 modifiche

Mercato in frenata

Contratti pubblici nel 2013Importi in miliardi di euro

Servizi Forniture38,5 26,9(44,1%) (30,9%)

Lavori21,7

(25,0%)

Fonte: elaborazione Ance su dati Avcp

del Codice. La spinta, soprattut-to nelle intenzioni di Tremonti,era quella ad arginare il vortico-so aumento dei costi delle grandiopere. Si spiegano così i tetti im-posti alle varianti in corso d'ope-ra e alle riserve contabili, ovveroalle richieste di aumenti avanza-te dai costruttori.

Sempre al ton risale il primo epiù sostanzioso intervento sullanorma più tormentata del Codiceappalti: l'articolo 38 sulle cause diesclusione dalle gare. Soltantocon il Dl sviluppo ha subìto 18 mo-difiche. Certo, l'importanza è cen-trale, perché è la norma che allar-gao restringe il perimetro dei con-correnti e dunque il mercato. Eforse è proprio per questo che l'ar-ticolo 38 è rimasto in balia delle ur-genze e delle pressioni del mo-mento: dopo la riscrittura datatamaggio 2011 si è avvertita di nuo-vo l'esigenza di un ritocco sei me-si dopo per aprire alle Pini (Statu-to imprese) e il mese successivoper l'autocertificazione (legge distabilità). A febbraio 2012, in no-me della semplificazione, ancheMonti havoluto lasciare un picco-lo segno, rendendo più flessibilela sanzione dell'esclusione dallegare con il Dl "semplifica-Italia"."Putto qui? No di certo. L'ultimapuntata (per ora) porta la data del18 agosto scorso, quando la leggedi conversione del Dl 90/2014 hareso sanabili alcuni errori formalinella documentazione. Per chiavesse perso il conto, in tutto fan-no 22 ino difiche. Nate con l'inten-to di semplificare e agevolare la

partecipazione agli appalti, maimpossibili da "digerire" con faci-lità per qualsiasi operatore.

Ed è sempre la semplificazio-ne, insieme con il sostegno ai ca-pitali privati per le infrastruttu-re, la chiave di volta delle modifi-che targate Monti. Il primo obiet-tivo è basato soprattutto sullabanca dati dei contratti pubblici(Avcpass), che doveva eliminarealle imprese l'onere di documen-tare i requisiti di gara, ma che trafarraginosità, ritardi e cancella-zione dell'Authority non è ancorapartita. Proj ect bond, riforma del-la finanza di progetto e defiscaliz-zazione degli investimenti priva-ti, poi, sono l'eredità dell'ex mini-stro banchiere, Corrado Passera.Letta si è distinto invece per la so-lidarietà alle aziende in crisi di li-quidità, con alcuni ammorbidi-menti procedurali.

Lo sblocca-ItaliaOra tocca a Renzi che ha annun-ciato l'ennesima riforma del Codi-ce degli appalti («con delega legi-slativa»), presentando le lineeguida dello Sblocca-Italia. Finorail suo Governo è intervenuto solosull'Authority di settore, primarafforzandone i compiti divigilan-za sulla spesa (DIIrpef) e due me-si dopo cancellandola. Ora il ridi-segno dovrebbe essere più organi-co. Dalla sua, stavolta, il premierha il fatto che le modifiche sononecessarie per recepire, entro il2016, l'ulteriore tornata di diretti-ve europee sugli appalti.

IIPRODDZIONE RISERVATA

Appalti Pagina 1

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La sequenza delle modifiche

Provvedimento Numero Sintesi

Decreto sviluppoItalia DI 70/2011

Decreto appalti DifesaDigs 208/2011

Statuto delle impreseLegge 180/2011

modifiche

102

È l'intervento di riforma più corposo. Due le principali linee guida: 1) Contenimento deicosti delle grandi opere attraverso limiti alle varianti e alle riserve e sanzioni per le lititemerarie 2) Snellimenti procedurali quali ad esempio ampliamento della trattativa privatain caso di gara deserta, white list, riduzione dei tempi per la conferenza di servizi

Applicazione del Codice appalti anche ai contratti perla difesa con alcune specificità

Interventi di tutela delle Pmi anche negli appalti attraverso il frazionamento in piccoli lottidelle gare, minori controlli in fase di gara, il pagamento diretto dei subappaltatori da partedell'amministrazione al posto della grande impresa

Il primo intervento dei tecnici di Monti si concentra soprattutto sulla spinta ai capitaliDecreto salva Italia privati nelle opere pubbliche: si allarga il perimetro del project financing e si intervieneDI 20112011 sulle concessioni di lavori pubblici . Inoltre risolti alcuni problemi legati ai fallimenti degli

appaltori

Legge stabilità 2012 Sempre in chiave di coinvolgimento dei privati nel finanziamento delle infrastruttureLegge 183 /2011 3 concessa la defiscalizzazione per gli investimenti privati in opere pubbliche

Decreto cresci Italia 16 Ennesimo intervento sulle infrastrutture da realizzare con capitali privati: nascono i project(Dl 1/2012 ) band e il contratto di disponibilità

Legge anti - usuraLegge 3/2012 Anche l'usura tra i reati che fanno scattare la fine del contratto

Decreto semplifica In materia di appalti la semplificazione passa per una banca dati dei contratti pubblici incui le amministrazioni ossono controllare direttamente la storia e i re uisiti dei candidatiItalia DI 512012

p q'agli appalti. L obiettivo è di eliminare le certificazioni a carico delle imprese

Semplificazionitributarie Dl 16/2012 Chiarisce quali irregolarità fiscali fanno scattare l'esclusione dalle gare

Spending review Trasparenza e monitoraggio più incisivo della spesa pubblica per contratti di appalto diDl 52/2012 - lavori, servizi e forniture

Decreto sviluppo -bisDl 179/2012 Spese di pubblicità legale dei bandi diventano a carico delleimprese

TrasparenzaLegge 190/2012 Salva il valore legale della pubblicità dei bandi sui quotidiani

Decreto FareDl 69/2013

Decreto destinazioneItalia Dl 145/2013

Legge di stabilitàLegge 147/2013

Decreto IrpefDl 66/2014

Riforma della PaDI 90/2014

Mano tesa alle imprese provate dalla crisi: ripristinata l'anticipazione di un 10%dell'appalto a inizio lavori e prorogati i requisiti morbidi per accesso alle gare . Riforma delDurc

Sostegno ai subappaltatori per crisi di liquidità degli appaltatori

Nuovi obblighi delle grandi imprese verso gli affidatari

Il primo provvedimento del Governo Renzi dà una ulteriore spinta all'accelerazione diacquisti di beni e servizi attraverso centrali di acquisto e sorveglianza sui prezzi. Interventianche sulla pubblicità dei bandi

Sopprime l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e ne trasferisce le funzioniall'Autorità anticorruzione di Cantone. Sotto osservazione anche le varianti alle opere soprai 5 milioni. Interventi anche sugli appalti centralizzati dei Comuni non capoluogo (proroga)e sulle cause di esclusione dalle gare. Rafforzate le sanzioni per le liti temerarie

Appalti Pagina 2

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RICETTE PER L SY

Il «miracolo» delle grandi opereSulle infrastrutture puntava anche il «Piano V oni» degli n15®

di Valerio Castronovo

articolari sconti fiscali perle in-frastrutture figurano nel decretolegge "Sblocca Italia", previstonel Consiglio dei ministri di fine

agosto. Le opere pubbliche, insiemeall'edilizia, erano le leve su cui facevaaffidamento anche lo "Schema" per losviluppo del reddito e dell'occupazio-ne (a cui venne dato poi il nome di "Pia-no") che il ministro del Bilancio, EzioVanoni, mise apunto insieme aPasqua-le Saraceno, 6o anni fa, nell'agosto 1954,durante alcuni giorni di vacanza che es-si passarono in Valtellina, a Morbegnoe in Val Masino.

Ministro del Commercio estero nel1947, Vanoni aveva svolto un ruolo dirilievo dal 1948 al 1953, quale titolaredelle Finanze (a lui si dovevano, fra l'al-tro, la riforma tributaria e l'istituzionedell'Eni); Saraceno, un veterano dal1933 dell'Iri (dove dirigeva il Serviziostudi), era stato fra i promotori dellaSvi-mez e proprio nell'ambito dell'Agenziaperlo sviluppo delMezzogiorno (unce-nacolo di autorevoli meridionalisti e gio-van i studiosi di valore) s'era avviato - incoincidenza con la redazione di un docu-mento presentato in aprile all'Oece sul-la struttura dualistica dell'economia ita-liana - un progetto inteso a individuaree valutare quali avrebbero potuto esse-re i fattori propulsivi per una crescitadell'economia e del lavoro e per la ridu-zione del divario fra Nord e Sud.

L'annuncio da parte di De Gasperi,in giugno, al Congresso della Dc a Na-poli, che Vanoni stava lavorando a unpiano in grado di «assicurare a ciascu-

no un lavoro, una casa, una sussistenzadegna di un uomo libero», suscitò natu-ralmente molte aspettative. Si era or-mai esaurita la spinta impressa all'eco-nomia italiana dal recupero nel dopo-guerra degli impianti non totalmenteutilizzati, dalla ripresa fisiologicadell'agricoltura e dagli aiuti straordina-ri del Piano Marshall; inoltre s'era mani-festato un disavanzo complessivo del-labilancia commerciale, che registravasaldi attivi soltanto con la Svizzera e laGermania occidentale.

In pratica, lo "Schema" di sviluppo acui lavorò, sotto la regìa di Vanoni, ungruppo di esperti della Svimez e di con-sulenti stranieri (tra i quali Paul Rosen-stein Rodan e Jan Timbergen) era unasorta di "manifesto", di disegno di pro-grammazione, per una politica economi-ca di lungo periodo, che assicurasse unefficace coordinamento dei provvedi-menti dello Stato e un buon funziona-mento del mercato. In sostanza, nell'ar-co di un decennio ci si proponeva di con-seguiretre obiettivi: la creazione di quat-tro milioni di posti di lavoro nei settoriindustriale e terziario, che compensas-sero la riduzione dell'occupazione agri-cola (destinata a scendere, stando alleprevisioni, dal 41 al 33.1. del totale); il su-peramento del divario Nord-Sud attra-verso la promozione degli investimentinel comparto industriale; il raggiungi-mento dell'equilibrio della bilancia deipagamenti. Affinché tutto ciò si realiz-

zasse, si calcolava che ci sarebbero volu-ti un tasso di sviluppo medio annuo del5%, un costante aumento della propen-sione al risparmio, e un mutamento del-la ripartizione settoriale e territoriale de-gli investimenti, sostenuti in particolaredallo Stato e dalle imprese pubbliche.

Approvato alla fine del 1954 dal Go-verno centrista presieduto da MarioScelba, questo "Piano" raggiunse, allafine del decennio, alcuni risultati di ri-lievo: come, l'aumento di 2,6 milioni diaddetti nell'occupazione extra-agrico-la (sebbene l'esodo dalle campagnefosse stato superiore alle previsioni) el'equilibrio della bilancia dei pagamen-ti. Inoltre, il varo dello "Schema Vano-ni" concorse alla decisione della Ban-ca internazionale perla ricostruzionee lo sviluppo di incrementare i suoiprestiti, di cui venne a beneficiare laCassa del Mezzogiorno.

Tuttavia, furono soprattutto l'aumen-to della produttività per unità di lavoroe gli effetti dei progressi tecnologici e or-ganizzativi, con le relative economie discala, nonché l'incipiente espansionedella domanda dibeni di consumo dure-voli, a determinare un salto di qualità,nel giro di pochi anni, rispetto all'idea diun'evoluzione assai più graduale in cuis'imperniava il Piano Vanoni. D'altraparte, agì da acceleratore l'adesionedell'Italia nel marzo 1957 alla Comunitàeconomica europea e, quindi, l'impe-gno per una progressiva liberalizzazio-ne degli scambi.

Stadi fatto che mano pubblica e manoprivata posero, ognuna per la propriaparte, le basi del "miracolo economico".

OR I PRO D U ZIO NE RISERVATA

«Schema» vincente . Il «Piano» approvato dal governo Scelba nel 1954 puntava sulleinfrastrutture e diede buoni risultati: la stessa ricetta si ritrova anche nel Dl sblocca-Italia

Grandi opere Pagina 3

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Ecco la lista dei 700 cantieri da sbloccare, il Lazio in testaI l CASONAPOLI Quasi 700 cantieri «fan-tasma», a voler essere ottimisti.Sono le opere avviate ma inter-rotte per mancanza di fondi eproblemi tecnici, o peggio anco-ra quelle concluse ma che nonverranno mai inaugurate per-ché non conformi alla legge o airequisiti contrattuali. Una lun-ga e inquietante black list chenon risparmia nessuno, neppu-re le virtuose province autono-me dì Trento e Bolzano o l'illu-minata Valle d'Aosta, e che, co-me una livella, mette sullo stes-so piano Nord, Centro e Sud. Ëun male tutto italiano quellodegli interventi programmatima rimasti nel cassetto. Tant'èche il governo Renzi punta ora

ad utilizzare i fondi europeinon spesi per completare pro-prio le opere bloccate.

Eccola allora la mappa, inpossesso del ministero delle In-frastrutture, delle opere incom-plete, segnalate a Roma diretta-mente da Regioni, Province eComuni, che sperano dunquedi poter ottenere da PalazzoChigi il supporto tecnico ed eco-nomico necessario per farle ri-partire. L'elenco delle incom-piute, che è poi l'anagrafe delministero delle Infrastrutturevoluta dal governo Monti nel2011, non è ancora definitivoma le cifre già non passanoinosservate: da una parte all'al-tra del Paese vanno rimessi inmoto complessivamente 671cantieri (e mancano ancora idati della Calabria). Quanto val-gono? Sommando il lungo elen-co, si arriva un patrimonio da2,6 miliardi di giuro che necessi-ta almeno di un altro miliardo emezzo per essere recuperato,valorizzato e messo in funzio-ne. In totale 4 miliardi bloccati.Eppure, stando agli esperti, inumeri sono destinati a cresce-re perché molti cantieri non sa-rebbero stati segnalati. Qual-che esempio? Come scrive Il So-le 24 Ore, tra le lacune più cla-morose rientra a pieno titolo ilcantiere del Palasport di TorVergata a Roma, firmato daSantiago Calatrava e ridotto auno scheletro per mancanza difondi.

no di sbloccare? Si tratta so-prattutto di strade e collega-menti viari, scuole da costruireo mettere in sicurezza, ospedalida ristrutturare o ampliare, im-pianti sportivi, fogne e depura-tori. Guida la speciale classificanegativa il Lazio, con ben 82opere in sospeso, che valgonofinora 250 milioni di euro: aconti fatti, ne servirebbero altri78 per terminare gli interventiavviati. Seguono a ruota Sarde-gna e Sicilia: nel primo caso sidovrà lavorare per rimettere inmoto 68 progetti (vanno trovatialtri 22 milioni), nel secondoper farne ripartire 67 (manca-no 98 milioni). La musica noncambia in Puglia, dove serveuna copertura di oltre 100 mi-lioni per sbloccare 59 interven-ti. Anche al Nord il quadro non

è dei migliori. Già, perché in Ve-neto e Piemonte sono 25 i can-tieri «fantasma», in Lombardia19, in Liguria 18. E la sola pro-vincia autonoma di Bolzanobatte il Friuli Venezia Puglia,con 14 flop a 13. D'accordo, si di-rà, almeno nelle regioni centra-li le cose vanno diversamente.E invece no. In Toscana, infatti,ci sono 43 situazioni su cui bi-sogna vederci chiaro per poi

IL QUADRO NAZIONALEMa quali sono i cantieri che go-verno ed enti locali cercheran-

DAL NORD Al SUOSTILATO L'ELENCO

L INCOMPIUTE:PER Il KILANCIO

SCUOLE E OSPEDALIagire allo scopo di rimuoveregli ostacoli, in Abruzzo 33, nel-le Marche 20. Insolitamentevirtuosa la Campania, con ap-pena 10 opere mai terminate (acui bisogna aggiungere quellestatali e sovraregionali.È il caso di quattro alloggi diedilizia residenziale pubblica aCalvi Risorta, comune di 6milaanime in provincia di Caserta;dei lavori di ristrutturazione diun ex plesso scolastico da adibi-re a centro socioeducativo nelcomune di Arzano, in provin-cia di Napoli; della messa in si-curezza di un istituto scolasticoe del completamento di un im-pianto sportivo a Montoro e Ot-tati, rispettivamente in Irpiniae nel Salernitano.

Gerardo Ausiello© RIPRODUZIONE RISERVATA

Infrastrutture Pagina 4

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Indagine Fondazione Impresa: è calato del10%il numero delle piccole aziende che rinnovano prodotti e processi

rinovazione in salita perle P0

Per tornare a investire si punta sulla «nuova Sabatini» e sulla «Tremonti quater»

Enrico Netti

Agganciare il treno dell'in-novazione. Dovrebbe essere unpasso di ordinaria amministra-zione per le imprese italiane, maquesta regola non vale per tutte.Nel biennio 2013-2014 le aziendecon meno di venti addetti chehanno innovato segnano un calodi dieci punti. Solo una "piccola"su cinque è riuscita a investireper apportare dei miglioramentiall'attività. Nelbiennio 2010-2011il valore era di poco superiore al29 per cento. E quanto rivelaun'indagine di Fondazione Im-presa che ha analizzato l'anda-mento dei processi di ammoder-namento nell'universo delle pie-cole aziende. Il trend è in calo intutto il paese, ma al Nord si con-centrano tassi di rinnovamentosuperiori alla media nazionale.

A rallentare l'attività di R&S èsoprattutto la lunga crisi, che haportato viavia aprosciugare le ri-sorse finanziarie degli imprendi-tori: lo conferma un terzo delcampione intervistato. Tra leconcause, l'idea che le innovazio-ni non siano necessarie per sod-disfare la clientela o la convinzio-ne che facciano già parte delknow how.

«Conun clima di fiducia almi-nimo parecchie aziende preferi-scono non avventurarsi su nuo-ve vie, rimandando gli investi-menti a tempi migliori - spiegaDaniele Nicolai, ricercatore diFondazione Impresa-. L'innova-zione nelle piccole avviene a ci-cli, quasi "a balzi", e non semprein modo continuativo».

Progressi spesso nella testa dipoche persone. «In una piccolarealtà, se ben gestita, si può fareinnovazione anche ad altissimili-velli e spesso ciò è legato alla per-sona stessa dell'imprenditore -aggiunge Marina Puricelli, do-cente senior della Sda Bocconi -.Il valore dei risultati viene poi ri-

conosciuto sui mercati interna-zionali».

Nel manifatturiero, in un casosu due, le innovazioni sono quel-le legate al prodotto, un record ri-spetto al passato; nel 44% dei ca-si si è lavorato anche sul proces-so, dove dominano l'automazio-ne e l'introduzione di nuovi mac-chinari, e nel 22,7%, sul modelloorganizzativo. Per quanto riguar-da l'innovazione di pro dotto, l'in-dagine evidenzia un impegnoche punta a introdurre nuovimo-delli, segno che una minoranza(i6°io) delle piccole aziende rie-sce apercorrere lavia di un eleva-to salto di qualità.

Una via resa più agevole daprovvedimenti come la "nuova

-- -- -- --

Nel settore manifatturiero,in un caso su due,gli interventi hannoriguardato il prodotto:un record rispetto al passato

Sabatini" e la "Tremonti quater",che dovrebbero stimolare gli im-prenditori al rinnovamento dimacchinari e impianti. «Ben ven-gano gli incentivi, ma occorre al-leggerire anche la pressione fi-scale», rimarca la Puricelli.

«Le imprese non cresconoperché non investono in innova-zione, un motore che porta a unacrescita dimensionale e sui mer-cati esteri - ricorda Paolo Boccar-delli, ordinario di Economia e ge-stione delle imprese e strategiad'impresa alla Luiss -. L'unicomodoperuscire dallacrisi è inve-stire in ricerca, anche con l'aiutodi questi provvedimenti».

La "nuova Sabatini" riscuoteun buon successo tra le "picco-le" del manifatturiero: il 4,6% delcampione interpellato da Fonda-

zioneImpresa ha -già fatto richie-sta degli incentivi, privilegiandoi macchinari per la produzione.In prospettiva l'interesse perquesto bonus è destinato a cre-scere ed entro la fine dell'almo laquota di piccole che ne farannorichiesta salirà all'8,5 per cento.E anche la "Tremonti quater" do-vrebbe dispiegare i suoi effetti.

«Senza la "nuova Sabatini"quest'anno avrei rinunciato», di-ce Mauro Zampieri, alla guidadel calzaturificio Gritti. Alla finedi luglio l'imprenditore ha ordi-nato due banchi da taglio Caddelvalore di 3oolnila curo. «Nel-le prossime settimane investire-mo 85omila curo in attrezzaturee macchinari - aggiunge France-sco Mangione, presidente dellaSpiFinestre-. Lo stimolo maggio-re arriva dal credito d'imposta,che ci permetterà di migliorare iprocessi e gli standard di sicurez-za». Anche Giampaolo Sabbati-ni, a.d. della Sirius ( sistemi di si-curezza), sta pianificando alcuniinvestimenti, mentre FlorenzoVanzetto, a.d. della Vrm (mecca-nica di precisione), a inizio ago-sto ha ordinato nuovi macchina-ri per un valore di due milioni.«Sto analizzando il decreto delFare e calcolando la media degliinvestimenti nel quinquennio:poi deciderò quale sarà lo stru-mento più vantaggioso».

Le opportunità ci sono e perprogredire basta poco. Secondol'indagine, peri due terzi del cam-pione l'investimento maggiore èstato sotto i 25mila giuro. Unbud-get low cost, ma redditizio. Il90% di chiha investito dice di es-sere soddisfatto delle scelte fat-te: i143% è riuscito ad ampliare leproprie posizioni sulmercato in-terno, il 39%io ha fatto progressiall'estero e l'8% riesce a lavorarein sub-fornitura.

[email protected]

RIPRODUZIONE RISERVATA

Innovazione e ricerca Pagina 5

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Uno scenario difficile

FRENA SOPRATTUTTO IL NORD OVESTTrend delle piccole imprese che hanno fatto innovazione. Valori percentuali

Biennio 2010/11 Biennio 2013/14

ITALIA

GLI AMBITITipologie di novità introdotte nell'ultimo biennioIn percentuale

Si No

Di prodotto

48,7

D ; pi

............................................... 41,5

Partecipazione a progetti collettivi

8,5

........................................................................_ 8,5

RICERCA LOW COSTRisorse destinate al principale investimento in innovazione nel biennio 2013-2014. In percentuale

Sotto10.00i) €

3(-»

da 11.00025.000

30,1

cia 26.000a 50.OC;í; €

19,4

CRESCE LA SPINTA DEI CLIENTILe motivazioni che portanoall'innovazione. In percentuale

Vocazione interna all'azienda

da 50.000a 1.00.000 €

da 100.000"J_00.000 €

Sopra i200.(3 OC) €

7,8

2,9 2,9

Innovazione e ricerca Pagina 6

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Professioni, sos contributiNei bilanci delle casse circa 2 miliardi di crediti previdenziali non versati dagli

iscritti. Corte conti invita alla tolleranza zero. E parte la controffensiva degli enti

DI Teramo LoNGoNi [email protected]

e Casse di previdenza dei liberi professionisti sono roseLda un tarlo che si fa di anno in anno sempre più vorace:se ne parla a mezza voce nei corridoi e negli uffici di presi-denza, ma si preferisce non far scoppiare il bubbone. Il pro-blema è quello della riscossione dei contributi pre-videnziali . Complice la crisi economica e ledifficoltà che incontrano i professionistia farsi pagare dai loro clienti , quello

mancato versamento dei contributi fino a poco tempo fa. nonera considerato da molti professionisti un vero e proprio ina-

dempimento. 1 contributi li pagava , sostanzialmente,chi voleva. Poi la Corte dei conti ha cominciato adaccendere i riflettori e, pur riconoscendo che laprivatizzazione delle Casse è stata sicuramentepositiva per le categorie interessate , ha comincia-

to a preoccuparsi del fatto

che era un fenomeno tutto somma-to fisiologico sta diventando unavalanga sempre più difficile datenere sotto controllo. Sono 2miliardi i crediti non riscossi,anche se non tutte questemancate entrate derivanoda inadempimenti contri-butivi. Negli ultimi annimolte Casse sono passate alcontrattacco, adottando mi-sure di restituzioni nei ter-mini , riduzioni di sanzioni,facilitazioni di pagamento,rateizzazioni. M. a. non è ba-stato. E adesso si sta comin-ciando a , pensare a metodi piùbruschi.

1 problemi più grossi li han-no Cassa forense (oltre 50 milaposizioni irregolari) e Inarcassa,ma anche Cassa ragionieri ha le suegatte da pelare , con 16 mila irregola-rità su 35 mila iscritti . C'è un proble-ma storico di cultura previdenziale: il

che, specie in anni di,crisi, i contributi ven-gano effettivamente

versati , senza sconti pernessuno, per evitare cheun domani sia lo Statoa doverci rimettere.

Con l'intro-duzione

dell'ob-bligodei bi-

lanci a50 anni,

poi, il problemaè emerso in tut-

ta la sua dramma-ticita, le regole si

sono fatte sem-pre più strette.Di conseguenza.le Casse hannodovuto correre ai

ripari, anche per-ché sono semprepiù numerosiquelli che non rie-

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stono a tenere il passo dei versamenti contributivi, semprepiù costosi proprio per fare fronte alla necessità di garantirel'equilibrio previdenziale anche nel lungo periodo. Ogni cate-goria ha i suoi problemi particolari: i farmacisti non riesconoa farsi pagare in modo puntuale dallo Stato; i ragionieri era-no abituati a fatturare parte della loro attività a una societàdi servizi con ciò evitando di versare i contributi previden-ziali, finché l'ente di previdenza ha cominciato a chiedere icontributi anche sull'utile che il professionista prelevava damolte di queste società; per gli avvocati c'è un eccesso di liti-giosità tipica della categoria e il fatto che non esisteva obbli-go contributivo se il reddito dichiarato era inferiore a 10.300euro, la caduta di questo baluardo sta scatenando polemichea non finire; per i consulenti del lavoro la contribuzione eralegata all'anzianità professionale, ma non sempre un consu-lente anziano ha un reddito più alto di uno giovane, e anchequesto ha generato difficoltà nei versamenti.

Per vari motivi nel corso degli anni si sono accumulatemasse di crediti non riscossi che ora non sono più tollerabili.Non a caso la Corte dei conti sta lanciando appelli semprepiù perentori alle Casse a curare con maggior determinazio-ne la riscossione coattiva.

Così tutte le Casse hanno dovuto prendere atto che glianni delle vacche grasse sono finite. E hanno dovuto correreai ripari. Con riapertura. dei termini, dilazioni e rateizzazio-ni, abbattimento di sanzioni: pochi maledetti e subito. Maquesto potrebbe non bastare e qualcuno sta già pensandodi passare alle maniere forti. Per esempio la Cassa forense,dopo aver concesso dilazioni di pagamento e rateizzazionianche a dieci anni, ha provveduto a compilare l'elenco deicontribuenti ancora inadempienti e li si sta ora trasmetten-do agli ordini territoriali di competenza perché assumano gliopportuni provvedimenti sanzionatori.

I pasti gratis sono proprio finiti.------ nRiproduzione riservata.- æ

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Ima Corte del contipcrata i fari sulle gestioni ar etonorne e inivita (1, essere trieno

Casse di previdenza a cacciadi tutti i contributi non versati

DI IGNAZIO 1VIAPJNO

e casse di previdenzacambiano passo sulla ri-scossione dei contributiregressi. Sarà perché

la necessità di far quadrare iconti, dopo la riforma che haimposto bilanci a cinquant'an-ni, si è fatta più stringente. Operché la crisi, riducendo ifatturati dei professionisti,ha favorito i ritardi nei pa-gamenti. Di fatto, situazionicome quelle dei ragionieriiscritti alla Cnpr (16 mila su35 mila in posizione irregolare)o degli avvocati iscritti a Cassaforense (50 mila su 150 milanel 2012) sono diventate nonpiù tollerabili. E i rispettivienti (come molti altri), aiutatinell'operazione di recupero daicontinui inviti della Corte deiconti, stanno mettendo in attotutte le azioni possibili: dall'ab-battimento delle sanzioni allarateizzazione in cinque anni diquanto dovuto fino alla minac-cia di cancellazione dall'albodegli iscritti. Stando alle ulti-me delibere della magistratu-ra contabile (si veda tabella inpagina), si aggira in-torno ai 2 miliardi lacifra dei versamentinon effettuati neitermini da parte diconsulenti del lavoro,avvocati, ingegneri earchitetti, geometri,ragionieri e perfinofarmacisti e infer-mieri. Anche se vachiarito che le som-me messe a bilancio compren-dono anche una quota parte dicontributi da incassare (vedasii conguagli) l'anno successivo.Tuttavia, la sostanza non cam-bia. E la Corte dei conti non cigira troppo intorno: i contributidovuti vanno incassati. Vedia-mo nel dettaglio la situazione.

Avvocati. Nell'ultima ana-lisi del 2013 riferita però allagestione 2011 di Cassa Foren-se, la magistratura contabileconteggiava quasi 700 min dieuro divisi tra crediti iscrittinelle immobilizzazio-ni (141,7 mln, erano116 nel 2010 e 85,6nel 2008) e nell'attivocircolante (549,6 mindi euro, erano 403,7

nel 2010). Creditiprincipalmente versoiscritti e concessionari.«Dai dati citati», si leg-ge nella relazione della Corte,«emerge un'evidente difficoltànella fase della riscossione deicrediti da parte della Cassa» (siveda altro pezzo nella paginaseguente).

Architetti e ingegneri.«In considerazione di quantoespresso nelle precedenti rela-zioni e delle raccomandazioniformulate dai ministeri vigi-lanti», si legge invece nell'ul-

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timo referto su Inarcassa diqualche mese fa, «merita anco-ra una particolare attenzionel'esame della posizione credito-ria dell'ente nei confronti degliiscritti». Analizzando il trend

nel periodo 2010-2012, si rileva chenel 2012 si è ve-rificato un incre-mento del 24,01%rispetto al 2011(in valore assolu-to +107,5 min dieuro). A seguitodegli interventimigliorativi ese-guiti nell'ambito

del processo di recupero deicrediti, che hanno determina-to una modifica dei criteriin base ai quali selezionarele posizioni da affidare allesocietà esterne di recupero(dal criterio del recuperodei crediti riferiti all'ultimaannualità contabilmentechiusa al criterio dell'inte-ra posizione contributivadei professionisti morosi),commentano i magistrati,«nel 2012 si è assistito a unacrescita dei crediti che passano

dai 580,1 min del2011 ai 707,7 mIndi euro del 2012.Questo significativoincremento, però,riflette gli effettidella riforma con-tributiva del 2010.Al suo terzo annodi attuazione, tale

provvedimento fa ricadere nelbilancio 2012 i suoi effetti po-sitivi connessi all'incrementodell'aliquota del contributo sog-gettivo (dall'11,5% al 12,5%) edi quella del contributo inte-grativo (dal 2% al 4%)».

Geometri. Nei crediti dell'at-tivo circolante del bilancio del-la Cipag, la principale partitaè rappresentata dai crediti percontributi, sanzioni, interessi

e oneri accessori e dai credi-ti per partite contributive incorso alla fine dell'esercizio, ilcui saldo, al netto dell'appositofondo di svalutazione di 26,755mln, è di 352,885 mIn (309,994mIn nel 2010). E sempre laCorte dei conti, in una re-lazione un po' datata maultima in ordine di tempo,a rilevarlo. In quest'ambito,i crediti accertati nell'eser-cizio sono pari al valorelordo di 90,882 mln, quellirelativi a esercizi preceden-ti a 198,823. Quanto alla primacategoria di crediti, essi riguar-dano inadempienze di varia na-tura relative sia all'emissionedel Mav, sia a contributi iscritti

a ruolo ordinario, sia connessialla cosiddetta verifica-finanze(che si sostanzia in un'attivitàamministrativa di controlloincrociato tra le dichiarazionifiscali prodotte dai geometri ele dichiarazioni degli stessi aifini previdenziali nel periodo1998-2006). A tale riguardoriferisce la Cassa alla magi-stratura contabile di avereavviato in questi anni un'atti-vità di monitoraggio dei versa-menti effettuati richiamandole agenzie di riscossione altempestivo adempimento delleobbligazioni assunte e invian-do, comunque, agli interessatisolleciti di pagamento degli im-porti iscritti a ruolo. Tuttavia,ricorda la Corte dei conti, «larilevanza del valore complessi-vo di queste partite creditorie,

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in incremento tra il 2010 e il2011 di circa 43 min (al nettodel fondo svalutazioni), impo-ne che gli organi della Cassaperseverino in ogni utile azio-ne volta al recupero dei crediti

contributivi specie quelli rela-tivi a esercizi pregressi».

Ragionieri. I crediti per con-tributi non riscossi alla fine del2012, al netto del fondo di sva-

lutazione pari a2,5 min di euro,ammontanocomplessiva-mente a 314,4min di euro(al 31/12/2011l'importo eradi 292,9 min di euro). Taleincremento, pari al 7,4% ri-spetto all'anno precedente equantificabile in 21,6 mIn di

euro, è dovuto sia alla dinami-ca dell'andamento dei ricaviche al tasso piuttosto costantedi morosità. Anche per il 2012,l'ente dei ragionieri (Cnpr) hasegnalato la necessità di man-tenere un attento monitorag-gio verso la suddetta tipologiadi crediti, procedendo sia conazioni di recupero crediti checon operazioni di verifica edi confronto delle dichiara-zioni dei redditi e dei volumid'affari dichiarati per gli anni2006/2010. Dai primi riscontrisi evidenzia un maggior accer-tamento per contributi di cir-ca 13 min di euro. Nell'ultimotriennio, l'incremento dei credi-ti è pari al 9,2%, vale a dire cheda 287,8 mIn di euro totalizzatinel 2010, e 292,9 nel 2011, siarriva a 314,4 min di euro nel

2012. Da notare, la crescita deicontributi integrativi (+10% ri-spetto al 2010), che da 103,6min di euro nel 2010 passanoa 114 min nel 2012 e dei con-tributi soggettivi (da 125,1 min

nel 2010 a 145,9 nel 2012,registrando +16,6%).«Quanto esposto», ribadi-sce la Corte dei conti an-cora una volta nel 2014,«evidenzia una carenzadell'ente relativamentealla fase della riscossio-ne dei propri crediti. Ciò

deve comportare l'adozione ditutte le necessarie misure or-

ganizzative, oltre a quelle giàin corso, sia per il tempestivorecupero dei crediti sia per ef-

fettuare un piùattento monito-raggio del feno-meno».

Consulen-ti del lavoro.Ancora recen-temente l'or-

ganismo di controllo registra-va un'evoluzione dei creditiiscritti in bilancio che per glianni 2011 e 2012 erano, ri-spettivamente, di 80,4 e 94,3min di euro, con un incremento

rispetto all'anno precedente ri-spettivamente del 14,42% e del12,37%. «Un trend che inducequesta Corte», si legge nell'ulti-ma determinazione, «a reitera-

continua a pag. 4

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re l'invito, peraltro effettuato anche dal collegio sindacale,di monitorare il fenomeno e intensificare l'attività di recu-pero dei crediti stessi individuando strumenti di maggioreincisività di quelli utilizzati finora». Appello che ha portatol'Enpacl a fare di più, come dimostrano anche i risultatidell'azione di contrasto riportati nel box accanto.

Farmacisti . Continua a rivestire una qualche consisten-za anche la massa dei crediti della Fondazione Enpaf versoiscritti e terzi contribuenti, che nel 2013 si attestava su53,248 min (49,961 nel 2012), di cui 25,237 min (28,992min nel 2012) affe-renti al debito delleAsl per il contributodello 0,90. I creditiper contributi or-dinari raggiungononel 2013 i 26,084min (19,353 nel2012), dei quali piùdel 50% è rappre-sentato da crediti pregressi, «sicché si torna a ribadirel'esigenza», sottolineata anche dal Collegio dei sindaci,«che l'ente ponga in essere ogni utile iniziativa ai fini dellaloro riscossione, specialmente di quelli risalenti a esercizi

oti e comunque a verificarne l'esigibilità».Infermieri. «La consistenza dei crediti vantati dall'ente

nei confronti dei suoi iscritti», argomentano i magistratisull'Enpapi , «ha raggiunto un importo tale per cui risultanecessaria un'attenta attività di monitoraggio rivolta aindividuare anche nuovi strumenti per il loro contenimen-to. Dopo un trend di crescita fino al 2008 e una flessionenel 2009 dell'8,7% ( attestandosi su 69 ,6 min di euro), nel2010 si registra un nuovo incremento del 22 , 1%, portantoi contributi non riscossi a circa 85 min di euro . Nel cor-so del 2010 è proseguita l'attività volta al recupero siadella contribuzione dovuta dagli iscritti ma non versata,sia delle iscrizioni di coloro che, pur obbligati , non hannoprovveduto all'iscrizione all'ente , mentre con il supportodell'Agenzia delle entrate è continuata la lotta all 'evasionecontributiva.

-QRipmdurione riservata----'

Cassa di previdenza Anno dì analisida parte

della Cortedei conti

Ultimadeterminazione

della Cortedei conti

Crediti non riscossiiscritti a bilancio

Inarcassa - Ingegneri e architetti 2012 n. 23/2014 707,7 milioni di euro

Cassa Forense - Avvocati 2011 n. 43/2013 691,3 milioni di euro*

Cipag - Geometri 2011 n. 75/2012 352,8 milioni di euro

Cassa Ragionieri 2012 n. 3/2014 314,4 milioni di euro

Enpapi - Infermieri liberi professionisti 2010 n. 78/2012 85 milioni di euro

Enpacl - Consulenti dei lavoro 2012 n. 54/2014 94,3 milioni di euro

Enpaf - Farmacisti 2013 n. 67/20104 53,2 milioni di euro

* i 1,7niln nelle imniobilizzc 'oni fznan--inrie + e9,6 min r. T 'ivo circolante

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