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44 Cheri Dubreuil, “ritrattista di navi” di Maurizio Solera Curiosità

Cheri Dubreuil, “ritrattista di navi” · 2011-10-21 · E quasi come nell’incipit del capitolo VIII de “I Promessi Sposi”, più di una volta mi sono chiesto “Cheri Dubreuil!

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Cheri Dubreuil, “ritrattista di navi”di Maurizio Solera

Curiosità

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E quasi come nell’incipit del capitoloVIII de “I Promessi Sposi”, più di unavolta mi sono chiesto “Cheri Dubreuil!Chi era costui?”, senza poter dare ri-sposta. La mia richiesta di informazionisu questo artista ai conservatori deimusei non ha mai avuto soddisfazio-

ne: le risposte erano tutte di questo te-nore: “di lui sappiamo ben poco...”quasi intendessero scoraggiarmi e nonvolessero repliche.Perché questo “emerito sconosciuto”non ha mai sollecitato una ricerca,neanche da parte di chi per motivi di

lavoro ha dovuto compilare le sche-de delle sue opere? Le difficoltà sonoforse insormontabili?... Ho fatto una specie di scommessa conme stesso e ho cocciutamente fre-quentato i musei, gli archivi e le bi-blioteche di Genova (e di altre città),

La fitta nebbia che avvolgeva il pittore Cheri Dubreuil si sta diradando. Numerose sue tele a soggetto marinaro sono conservate a Genova in musei cittadini e appaiono spesso anche nei cataloghi d’asta marinara.

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cercando notizie su questo pittore, cheha profuso arte nelle sue marine e nel-le scene storiche del Risorgimento, incui compare anche Genova.La prima tappa della ricerca è stataal “Centro di Documentazione per laStoria, l’Arte e l’Immagine di Geno-va”, dove ha sede l’Archivio Foto-grafico. Lì ho trovato10 negativi di al-trettante opere firmate Dubreuil conle indicazioni delle collocazioni del-le opere: 2 presso il Museo del Ri-sorgimento di Genova, 2 in una col-lezione privata, 6 presso il Museo Na-vale di Genova, tutte con titolo e da-tazione, e 5 fotografie di altrettantelitografie (di cui 1 a colori), firmatee datate 1858 o 1859 e conservate alMuseo Navale di Genova.Dal momento che sia le opere con-servate al Museo del Risorgimento diGenova (“Il Cagliari fermato dalle na-

vi nemiche” e “Restituzione del Ca-gliari”)1 sia quelle del Museo Navale(“Sciabecco e tartana spagnoli e un pi-roscafo a ruota”, “Regia fregata sar-da che esce dal porto di Genova”, “Va-scello a due ponti che corre in fil diruota”, “Fregata sarda in una violen-ta tempesta, “Fregata e corazzatafrancesi, “Fregata italiana alla fonda”)2

sia quelle di alcune collezioni priva-te genovesi, sono datate 1858, ho ipo-tizzato un soggiorno del nostro pit-tore a Genova. Inaspettatamente fruttuosa è stata laseconda tappa della ricerca pressol’Archivio Storico del Comune di Ge-nova: infatti nel censimento del 1856(volume 27) risulta che Cheri Du-breuil, nato nel 1828, e “ammogliato”con Marie Iacomme, nata a Parigi nel1839, era residente “in Portoria, Piaz-za G. Alessi – casa Pallavicini in ci-ma”, con il suocero Claudio Jacom-me, e di fede cattolica, “artista pitto-re” di professione. Ho cercato allora notizie sul suoce-ro, e dallo stesso censimento, alla vo-ce Jacomme Claude (volume 40) ri-sulta anche che Claudio Iacomme (re-sidente in Genova - Portoria Piazza

Galeazzo Alessi casa Pallavicini in ci-ma) era nato nel 1816 a Parigi, era diprofessione litografo, e ammogliato.Nella stessa abitazione, dunque, vi-vevano i figli Paolo Alberto nato a Pa-rigi nel 1842, Leonida nato a Parigi nel1842, Giorgio nato a Parigi nel 1852,e la figlia Maria nata a Parigi nel 1839,“in Dubreuil”. A questo punto ho tralasciato le ri-cerche su Dubreuil, per dedicarmi a Ja-comme, alla sua professione e per ten-tare di capire perché fosse capitato aGenova. Ma non esiste alcuna pub-blicazione monografica sui litografie sulla loro attività a Genova nella se-conda metà dell’Ottocento. Consultando però un catalogo distampe storiche3 e il catalogo dell’E-sposizione italiana in Firenze del18614 sono venuto a conoscenza del-l’attività a Genova dei litografi Lui-gi e Giuseppe Pellas5. Luigi Pellas cheaveva creato uno stabilimento in cit-tà (ubicato in via San Giuseppe, nel-l’ex convento di Santa Marta)6, vo-lendo puntare sulla qualità della pro-duzione, aveva chiamato a dirigere lasua stamperia Claude Jacomme, giàoperaio stampatore presso la presti-

“Débarquement des troupes françaises à Gênes”, litografia. CollezioneTopografica del Comune di Genova.

Alle pagine precedenti“Sbarco di Sua Maestà l’ImperatoreNapoleone III in Genova 12 maggio1859”, litografia. CollezioneTopografica del Comune di Genova.

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giosa litografia Lemercier di Parigi.Quando giunse a Genova, Jacommeera già affermato nella professione;infatti aveva ottenuto un premio al-la Esposizione di Parigi e, quando eraa capo di una propria litografia, erastato insignito di medaglia di primaclasse alla Esposizione Universale del18557. A questo punto la mia ricercaassumeva una duplice valenza: lenotizie rinvenute sull’uno potevanointegrarsi con quelle dell’altro. Si può ipotizzare che Cheri Dubreuilinsieme alla moglie sia giunto a Ge-nova con la famiglia del suoceroClaude Jacomme, in occasione del suotrasferimento da Parigi, sistemando-si nella stessa casa in Carignano, e cheabbia scelto Genova come città do-ve lavorare da pittore. Si può ipotiz-zare anche che Claude Jacomme ab-bia caldeggiato che il genero lo se-guisse a Genova per “promuovere”a Genova la sua attività pittorica edaffermarne anche la sua opera lito-grafica.Nel periodo di residenza in GenovaDubreuil ha dunque vissuto in un

ambiente in cui si respirava una cer-ta aria artistica: il suocero Jacommelitografo era a contatto con artisti chevolevano avvalersi di lui per la im-pressione dei loro lavori (a Parigi ave-va stampato opere di Calame e di De-lacroix e le prime due tavole dell’ “Al-bum pittoresco di Genova” della pit-trice veneziana Leopoldina Zanetti,che, esule per motivi politici, era ar-rivata a Genova dove in seguito spo-serà il pittore Ulisse Borzino, inse-gnante alla Ligustica).8

Ma nel successivo censimento del 1871né il nostro pittore né Claude Jacom-me risultano più residenti in città.Presso la Collezione Cartografica eTopografica del Comune di Genova èconservato un quadro dal titolo “Par-ziale veduta del porto di Genova” fir-mato e datato 1869. Quest’opera perla cura del dettaglio e dei particolaripaesaggistici non sembra eseguita difantasia, ma dal vero. Si può pensare che in tale data Du-breuil risiedesse ancora in città?9

Tra le altre questioni aperte non risultapoi che l’artista abbia avuto contatti

con “la cultura ufficiale“ né con i pit-tori della Ligustica. Da una ricerca al-l’Archivio dell’Accademia Ligustica diBelle Arti di Genova il nome Dubreuilnon compare né nell’elenco degli al-lievi dell’Accademia, né tra gli acca-demici di merito, né tra gli artisti cheparteciparono alle esposizioni dellaSocietà Promotrice di Belle Arti nelperiodo compreso tra il 1850 e il 1871. Se non ci sono stati, o se non sono do-cumentati, rapporti con i pittori del-la Ligustica, sono forse esistiti (ma nonsono documentati) rapporti con la pit-trice Leopoldina Zanetti, il cui padreAlessandro Zanetti era amico di Clau-de Jacomme, e il cui marito Ulisse Bor-zino (pittore e direttore per ben ven-titré anni delle scuole di pittura del-l’Accademia Ligustica di Belle Arti)aveva raggiunto una certa notorietà an-che come litografo, utilizzando ilmetodo Jacomme quando lavoravapresso lo stabilimento di Luigi Pel-

“Parziale veduta di Genova”.Collezione Topografica del Comune di Genova.

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las.10Sono poi documentati i rapporticon i fratelli Pellas, che dalle opere pit-toriche ricavavano litografie, con unatecnica che nell’Ottocento era a dis-posizione dell’arte per la divulgazio-ne, e il successo delle opere. E la Pro-motrice di Belle Arti aveva consuetu-dine di “tradurre” in incisioni quadridi allievi della Ligustica da donare aisoci promotori. Risulta allora intensa la relazione traC. Dubreuil, i fratelli Pellas e ClaudeJacomme; le litografie della StamperiaPellas furono premiate all’Esposizio-ne di Firenze del 186111, alcuni esem-plari in foto sono conservati nell’Ar-chivio Fotografico di Genova12.Le ricerche presso la BibliothèqueNationale Mitterand e presso il Mu-seo Nazionale della Marina di Pari-gi e all’annessa biblioteca del museohanno contribuito allo sviluppo di

una biografia del pittore e alla mi-gliore conoscenza della sua produ-zione artistica. Nel “Dictionnaire des peintres fran-çais de la mer e de la marine” (sine da-ta) sub voce Dubreuil Francois Mar-guerite Cheri, si legge che il pittore ènato il 6 febbraio 1828 a Vic en Bigorre(Alti Pirenei), figlio del barone Pier-re Luis Margherite. Nel 1848 comeaspirante ausiliario sulla fregata Mo-dagor fu a Rochefort, nel 1854 se-condo maestro di timoneria volonta-ria e poi ufficiale di marina13

Scarne invece le notizie rilevate sulBenezit dell’ultima edizione14, sulThieme-Beker15, sul “The dictinonaryof sea painters of Europa and Ame-rica” di E.H.H. Archibald, Antiquecollectors club del 1980 alla voce“Dubreuil Cherì”. Nella stessa biblioteca del Museo del-la Marina di Parigi è conservata unacapace cartella con foto in bianco enero di suoi quadri a soggetto ma-

rino conservati presso i musei fran-cesi e presso collezioni private. La do-cumentazione fotografica è comple-tata dalle numerose fotocopie di ca-taloghi di case d’asta francesi, che at-testano la presenza piuttosto fre-quente di questo artista nelle vendi-te pubbliche, specialmente a Parigi(Hotel des Ventes Drouot), Bor-deaux, Toulon, Brest.Il Museo Nazionale della Marina diParigi possiede 4 grandi quadri ad olio:solitamente nei depositi del museo,due di questi, il “Bombardamento diSan Juan d’Uloa a Vera Cruz” e “Ilbombardamento di Tangeri” sono at-tualmente all’Expo “Navires à la mer”del Museo della Marina di Toulon egli altri due sono in prestito, ma nonesposti al pubblico, presso la Prefet-tura marittima di Toulon.Nelle opere presenti nei musei di Ge-nova, il nostro pittore non appare so-lamente ‘definitore’ di paesaggi mari-ni, ma anche di scene storiche dal com-

“Cattura del Cagliari”. Comune di Genova, Istituto Mazziniano.

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plesso impianto narrativo, che dimo-strano un’ abilità compositiva non co-mune, sorretta da una indubbia peri-zia pittorica.Non è ancora dato sapere se o quan-do avesse interrotto la sua carriera diuomo di mare o l’avesse affiancata al-la sua attività di pittore. Ma agli annivissuti a Genova risale una produ-zione artistica abbastanza intensa eper i suoi quadri Dubreuil ha utiliz-zato la sua conoscenza di cose di ma-re (attrezzatura velica, varietà di al-beratura, tipologia delle imbarcazio-ni: pinchi, sciabecchi, polacche, bri-gantini, golette, navi da guerra dellamarina sarda) e i suoi quadri sono do-cumentazione ad ampio raggio dellamarina dell’Ottocento.Il nostro pittore ha dipinto a Genovanegli stessi anni in cui anche altri pit-tori di marine hanno “prodotto”: mi ri-ferisco a Domenico Gavarrone (attivonegli anni 1843-74) e ad Angelo Arpe(attivo negli anni 1857-1896).16

Gavarrone ed Arpe, considerati veri epropri “ritrattisti” di navi, negli an-ni che precedevano la fotografia, ri-cevevano dagli armatori genovesi l’in-carico di eseguire con precisione i ri-tratti delle loro navi, per creare l’uni-co possibile “album-memoria di fa-miglia”. I “ritratti” erano appesi ne-gli scagni, uffici, degli stessi armato-ri, segno e gloria della loro potenzaeconomica. Caratteristica di questeopere era senza dubbio la precisione,ma anche una certa fissità: il mare erasolo una striscia azzurra, la nave do-minava la composizione, vista da unfianco; esistono però reperti artisti-camente migliori: alcuni propongo-no velieri che costeggiano il litorale li-gure, e i più felici hanno ad esempiolo sfondo del promontorio di Porto-fino o il porto di Genova con la Lan-terna. Alcune opere di Gavarrone so-no ex voto degli armatori al santuariodi N. Signora del Boschetto di Ca-mogli, e altre sono conservate al mu-

seo Galata e altre al navale di Pegli.Le frequenti aste marinare a Geno-va, con i lotti battuti che raggiungo-no rapidamente strabilianti quotazio-ni, attestano che questa città di mareha sempre particolare interesse aiquadri di Dubreuil, di Arpe, di Ga-varrone.E in due tele di Dubreuil, datate 1858,di collezione privata, si può notarela particolare tecnica della sintassi nar-rativa: l’artista ama la rappresenta-zione precisa dell’imbarcazione, e lacolloca in una scena geografica piùcomplessa, come in quasi tutte le sueopere. Nelle due tele qui riprodotte so-no ritratte numerose navi collocate inun ben definito ambiente (Genova vi-sta dal mare con il porto e la Lanter-na in una, e la baia di santa Cruz diTenerife con l’immancabile Picco nel-

“Il vapore Cagliari rientra a Genova”.Comune di Genova, IstitutoMazziniano.

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l’altra). Sui vessilli si leggono nomi didonna e il nome dell’armatore “V.Giannello”. Ciò fa supporre che Du-breuil, come Gavarrone ed Arpe, siastato “ritrattista” di navi, anche se nonsistematicamente o con regolarità, eabbia eseguito su commissione da par-te di Giannello i ritratti alle navi del-la sua flotta. Gio Bono Ferrari, nel suointeressante studio sui bastimenti diGenova e della riviera di ponente, in-serisce nell’elenco degli armatori an-che V. Gianello, parla della sua attivi-tà e dei suoi viaggi in Uruguay17.I Dizionari o i repertori più recenti dipittori hanno un vuoto di notizie suDubreuil dopo il 1869, e ipotizzanola sua morte “intorno al 1880”.18

Insomma, di certo sappiamo che sog-giornò a Genova tra il ‘56 e il ‘69, chedipinse ed ebbe rapporti artistici coilitografi che ruotavano intorno alsuocero Jacomme e che ne avevanoadottato il metodo.Perché dunque nessuno lo ha mai stu-

diato? Che “difficoltà” implica que-sto personaggio?Sicuramente le difficoltà sono di tipodocumentario, le stesse che lascianoancora aperte molte questioni: infat-ti non era italiano, non ci sono traccedella sua partecipazione alla cultura uf-ficiale, non ha lasciato testimonianzedirette della sua presenza nei docu-menti pubblici, e non sappiamo ancorané dove studiò pittura, né dove visseparte della vita, né per chi lavorò, néquando, né dove morì. Sarebbe poi interessante indagaresull’ambiente patriottico che a Ge-nova aveva contagiato anche artistie poeti: infatti non si sa se i quadridi Dubreuil conservati al Museo delRisorgimento di Genova che hannoper soggetto il sequestro e la ricon-segna del Cagliari19 (episodi del 1858che avevano scosso e coinvolto l’o-pinione pubblica cittadina20) furonoeseguiti su commissione o per pas-sione politica personale o sulla scia

della suggestione collettiva. Dubreuil poi ha affrontato con la tec-nica litografica anche un altro mo-mento del Risorgimento, lo sbarco diNapoleone III in Genova avvenuto il12 maggio 1859, che aveva suscitatoentusiasmo nei genovesi pronti allaguerra contro l’Austria.21 Lo stessosoggetto della litografia di Dubreuil furealizzato anche da Leopoldina Za-netti, la cui fede risorgimentale è con-clamata, e che visse in un clima di fer-vore patriottico col marito, amico diMazzini e di Mameli22.Anche Dubreuil era “patriota”? In-tendeva celebrare quei momenti di sto-ria contemporanea, quasi cronista delsuo tempo? O era pittore su commissione?Questo e altri interrogativi ancora sen-za risposta possono lasciare spazio adulteriori sviluppi...

“Veduta di Genova”. Collezioneprivata.

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Note

1 Museo del Risorgimento, Istituto Mazzi-niano, Genova, Catalogo a cura di Leo Mo-rabito, 1987, n. inv 750 C. Dubreuil, “Cat-tura del Cagliari”, olio su cartone, 1858,64x88…; n.inv 751, C. Dubreuil, “Restitu-zione del Cagliari”, olio su cartone,62x88,5; ... n. inv 765 e 766 due tavole adolio della pittrice Leopoldina Zanetti“Sbarco delle truppe francesi a Genova nel1859,lo stesso soggetto della litografia di C.Dubreuil conservata al Casrtello Sforzescodi Milano).Museo del Risorgimento, catalogo compilatoda Achille Neri, Milano, 1915:a pag 593 n.inv593 e 594 sono inventariati “Il Cagliari, vaporedella Società Ribattino & C sul quale salpò laspedizione di Sapri nel 1857 fermato nel Gol-fo di Napoli dalle cannoniere napoletane” (sen-za il nome del pittore), il secondo quadro “ Lostesso, restituito, entra a Genova” (senza no-me del pittore); al n inv 756 “Restituzione delCagliari vapore sardo Cap A. Sizia arrivato aGenova il 22 giugno 1858”, litografia C. Du-breuil- lit. L. Pellas in Genova.2 Guida al Museo Navale di Genova Pegli,pubblicazione del Comune di Genova cura-ta da Laura Secchi, (sine data), pag 32 “salaIo (sacerdotessa di Giunone) parete ovest inalto 3 quadri del pittore francese C. Du-breuil”. Nella successiva pubblicazione del-la stessa Secchi, Museo Navale di Villa Do-ria, Genova, non viene citata nessuna operadi Dubreuil. 3 Paolo Arrigoni- Achille Bertarelli, Lestampe storiche conservate nella raccolta delCastello Sforzesco. Catalogo descrittivo,Milano 1932.4 Esposizione italiana tenuta in Firenze nel1861, Firenze 1865, vol III, pag 250.5 Luigi Servolini, Dizionario illustrato degli

incisori italiani moderni e contemporanei,Milano,1955. pag 626, s.v. Pellas Giuseppe;A.M. Comanducci, Dizionario illustratodei pittori, disegnatori e incisori italiani mo-derni e contemporanei, Milano, 1973, IV, pag2393 s.v. Pellas Giuseppe; Beringheli Ger-mano, Dizionario degli artisti liguri, Geno-va, 1991, s.v. Pellas Giuseppe e Pellas Luigi.6 E.M. Chiazza, Guida commerciale descrit-tiva di Genova, Genova 1874-1875, sub vo-ce “Litografi” pag 5677 Rivista di Firenze, I , Firenze, 1857, vol 1,pagg 226, 470, 474-75. Jacomme fornisce no-tizie di sé in una lettera rivolta al direttoredella Gazzetta di Genova pubblicata sul gior-nale dell’11 agosto 1858.8 Le prime due litografie dell’album pittore-sco di Genova, realizzate da Iacomme, so-no conservate nelle Collezioni cartograficae topografica del Comune di Genova. “Tor-re della Lanterna”, e “Palazzo San Giorgio” 9 Collezioni Cartografica e Topografica delComune di Genova, n.inv. 1449, esposizio-ni : Museo della Villetta Di Negro dal 1934al 1942; Darsena nel marzo del 1950.10 Vitaliano Rocchiero, Scuole, gruppi, pit-tori dell’Ottocento Ligure, Genova 1981,pag 75-76. 11 vedi nota 3; n. 4320 del catalogo “Resti-tuzione del Cagliari vapore arrivato a Genovail 22 giugno 1858” C. Dubreuil fece, 1858.Genova, Lit. Pellas; n. 4336 “Debarquementdes troupes Françaises à Gênes” C. Dubreuildis(egnò),Genova 1859, lit(grafo) Pellas.12 Centro di Documentazione per la Storia,l’Arte e l’Immagine di Genova, Archivio fo-tografico. Litografie di Cheri Dubreuil, tracui: “Escadre moeuvrant sous voile et va-peur” litografia a colori, N.I.M.N.2295;«Sbarco di Sua Maestà l’imperatore Napo-leone III in Genova 12 maggio 1859”, li-tografia, N.I.M.N.1012; “Restituzione delCagliari” N.I.M.N.377; “La nave a vapore

e vele Conte di Cavour”litografia di Pellasdiretta da Jacomme, N.I.M.N.11731.13 Ringrazio Madame Theis Annick capo delServizio della Biblioteca di Vic en Bigorre,per avermi messo in contatto con gli Archi-ves Departementales des Hautes Pyrenée deTarbes dai quali ho ricevuto il microfilm del-l’atto di nascita del pittore.14 E. Benezit, Dictionnaire des peintres..., Pa-ris, 1911 e succ.15 Thieme-Becker, Allgemeines Lexikon derbildenden den Künstler, Leipzig, 1907 e succ.16 P. Campodonico, I velieri di Domenico Ga-varrone, Tormena Genova, 2000.17 G. Bono Ferrari, L’epoca eroica della ve-la. Capitani e bastimenti di Genova e dellariviera di ponente nel sec. XIX, 1941. pag. 41.18 SAUR, Enciclopedia Universale degli ar-tisti K.G. Saur, München- Leipzig, 1999.19 Vedi nota 120 Carlo Pisacane, intenzionato a sollevarele popolazioni del sud contro i Borboni,aveva preparato a Genova la spedizione perSapri per la quale aveva ottenuto il Cagliari,vapore postale della società Rubattino concui raggiungere il Sud, ma il piroscafo fu fer-mato a Capri e catturato dalle fregate bor-boniche; il governo sardo ne pretese la re-stituzione e Cavour si prodigò perché ri-tornasse a Genova.21 Archivio fotografico del Comune di Ge-nova, foto della litografia conservata in ori-ginale al Museo Navale di Genova. N. I.M.N.1012.22 Museo del Risorgimento di Genova, “ Sbar-co delle truppe francesi a Genova nel 1859”,olii su tavola, 1859, N. Inv 765-766.

“Baia di Santa Cruz di Tenerife”.Collezione privata.

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