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il tuo pacchetto vincente è La nuova confezione in cellophane. La soluzione ideale per allegati e volantini Anche se piove e tirA vento LA tuA pubbLicità è sempre AL sicuro! Chiama l’Ufficio Commerciale per ogni informazione: tel. 0541 780332 - [email protected] PESARO VIA C.B.CAVOUR 46 TEL. 0721 638935 SANTARCANGELO VIA PASCOLI, 30 RIMINI V.LE G. MATTEOTTI 13 TEL. 0541 23782 RIMINI CORSO D’AUGUSTO 251 TEL. 0541 29097 RICCIONE V.LE M. CECCARINI 227 TEL. 0541 604623 BELLARIA VIA PAOLO GUIDI 33 TEL. 0541 347974 La spending review a tavola di Lorella Barlaam pag. 15 Aquafan, vendita vicina? di Omer Gei pag. 13 cohousing, soluzioni contro la crisi di Beatrice Piva pag. 19 Gregorio Xii compì un atto simile quando era rifugiato a rimini di Stefano Cicchetti “È una scelta, la sua, da cui traspare un alto senso di responsabi- lità e nella quale si ravvisa la stessa umiltà e disponibilità con cui quasi otto anni fa intraprese il Pontificato. Qualche ora dopo la sua elezione, dichiarò alla folla riunita in piazza San Pietro, di sentirsi come «un semplice e umile servitore della vigna del Signore». Con questi atteggiamenti Benedetto XVI ha guidato giorno dopo giorno la barca di Pietro e con questi sentimenti conclude il suo servizio pontificale. Tutta questa vicenda ci invita a grande pre- ghiera per rendere grazie al Signore per avercelo dato come Ponte- fice, sicuri che Benedetto XVI continuerà a servire la Chiesa con il suo sacrificio e la sua grande preghiera”». Così scrive il nostro Ve- scovo, Monsignor Francesco Lambiasi. segue a pag. 3 LA GRANDE RINUNCIA, IL PICCOLO COMPLOTTISMO ® 13 > 26 febbraio 2013 Distribuito gratuitamente [email protected] www.chiamamicitta.net Anno XXIII n. 704 via Bonsi, 45 _ 47921 Rimini _ tel 0541.780332 seguici sul web

Chiamami Città 704

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13 febbraio_Borgo San Giuliano

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il tuo pacchettovincente è

La nuova confezione in cellophane. La soluzione ideale per allegati e volantiniAnche se piove e tirA vento LA tuA pubbLicità è sempre AL sicuro!Chiama l’Ufficio Commerciale per ogni informazione: tel. 0541 780332 - [email protected]

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La spending review a tavoladi Lorella Barlaam pag. 15

Aquafan, vendita vicina?di Omer Gei pag. 13

cohousing, soluzioni contro la crisidi Beatrice Piva pag. 19

Gregorio Xii compì un atto simile quando era rifugiato a rimini

di Stefano Cicchetti

“È una scelta, la sua, da cui traspare un alto senso di responsabi-lità e nella quale si ravvisa la stessa umiltà e disponibilità con cui quasi otto anni fa intraprese il Pontificato. Qualche ora dopo la sua elezione, dichiarò alla folla riunita in piazza San Pietro, di sentirsi come «un semplice e umile servitore della vigna del Signore».

Con questi atteggiamenti Benedetto XVI ha guidato giorno dopo giorno la barca di Pietro e con questi sentimenti conclude il suo servizio pontificale. Tutta questa vicenda ci invita a grande pre-ghiera per rendere grazie al Signore per avercelo dato come Ponte-fice, sicuri che Benedetto XVI continuerà a servire la Chiesa con il suo sacrificio e la sua grande preghiera”». Così scrive il nostro Ve-scovo, Monsignor Francesco Lambiasi. segue a pag. 3

LA GRANDE RINUNCIA, IL PICCOLO COMPLOTTISMO

®

13 > 26 febbraio 2013Distribuito gratuitamente [email protected] www.chiamamicitta.net Anno XXIII n. 704via Bonsi, 45 _ 47921 Rimini _ tel 0541.780332

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13 > 26 febbraio [email protected]

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3PRIMO PIANO

REDAZIONE - Pubblicità Rimini, Via Bonsi, 45 Tel. 0541 - 780332 - 780544 Fax 0541 - 784170 [email protected] codice ISNN 1971 - 565X - DIREZIONE - Direttore Responsabile Stefano Cicchetti Responsabile Privacy: Stefano Cicchetti Caporedattore: Claudio Costantini Segretaria di Redazione: Sara Sparaventi Redazione: Lorella Barlaam (cultura), Eva Micucci (spettacoli) Coordinatore progetto “Zeinta di Borg”: Antonio Cuccolo. AMMINISTRA-ZIONE - Proprietà: Ondalibera Srl Cap. Soc. Responsabile amministrazione: Madelena Cerbara Grafica: Newdada Comunicazione Via delle Officine, 8 - Rimini Stampa: Galeati Industrie Grafiche Via Selice, 188/189 Imola (BO) Distribuzione: Agenzia Bianchi & Memoli. Aut. del Trib. di Rimini n. 19 del 13/8/1988 Sede Legale: Via Bonsi, 45.

segue dalla prima pagina

13 > 26 febbraio 2013

La scelta epocale di benedetto Xvi sommersa dal chiacchiericcio più avvilente

LA GRANDE RINUNCIA,IL PICCOLO COMPLOTTISMO

di Stefano Cicchetti

Riflessioni e sentimenti che pervado-no tutto il mondo, attonito di fronte a un gesto che era stato compiuto

per l’ultima volta nel 1415.Fra l’altro, quasi 600 anni fa, Rimini ebbe una parte non piccola durante la dramma-tica crisi passata alla storia come “Scisma di Occidente”, che per quasi quarant’anni lacerò la Chiesa con la contrapposizione fra diversi Pontefici, fino ad averne perfino quattro contemporaneamente. Proprio nella nostra città, infatti, il legitti-mo Papa Gregorio XII si era dovuto rifu-giare, protetto dai fedeli Malatesta. E fu Carlo Malatesta in persona, quale delegato di Gregorio al Concilio di Costanza, a pro-nunciare la sua rinuncia all’ufficio di roma-no Pontefice.Ma la scelta di allora fu dettata da motivi

politici. Quella di oggi - e per favore, non chiamiamole “dimissioni” - con la commo-vente confessione di Benedetto - “Sento la fatica dell’età” - costituisce un atto inaudito nella bimillenaria storia del cattolicesimo, di cui tutti i successori al Soglio di Pietro dovranno tenere conto.Un gesto epocale, appunto. Di fronte al quale risaltano per contrasto tutte le miserie di un mondo che certo la Chiesa fa sempre più fatica a interpretare. Un mondo che da parte sua si dimostra desolatamente inca-pace di guardare oltre i suoi angustissimi limiti.Inevitabilmente, i dietrologi di professione, e per chissà quanti decenni, avranno di che scatenarsi. Dalle profezie di Malachia alle elucubrazioni in stile Dan Brown, lo scioc-chezzaio produrrà montagne di volumi, ca-

terve di post e uragani di cinguettii. E ce lo si poteva aspettare.Suona più imprevisto, e dunque ancora più doloroso, che a ciò si accodino personaggi che si erano fatti apprezzare per levatura morale e coerenza civile.“Mi dispiacerebbe se queste dimissioni, rese pubbliche ora e non dopo la formazio-ne di un governo, fossero strategiche per la campagna elettorale: mostrare la fragilità della Chiesa per chiedere compattezza al voto cattolico. Sarebbe terribile se fosse così”. E’ quanto ha scolpito Roberto Savia-no nella sua pagina Facebook.Scrisse Moliere: “Uno stolto che non dice verbo non si distingue da un savio che tace”. Purtroppo per lui, il Saviano che non ha taciuto non voluto distinguersi da quelli che parlano tanto per parlare.

Gregorio Xii compì un atto simile quando era rifugiato a rimini

segue dalla prima pagina

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Dal 23 al 26 febbraio alla Fiera

Le nuove frontiere della ristorazione e dell’ospitalità

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13 > 26 febbraio [email protected]

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Messaggio elettorale

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13 > 26 febbraio 2013 5

di Lia Celi

SORRISI E CASSONI

e la stazione di rimini è diventata di accogliente di quella di bologna

L’impagabilepiacere di tornarea casa

di Bellariva e Rivazzurra, non tirate fuori i coltelli: il panorama cui mi riferisco non assomiglia a Beverly Hills e nemmeno a Cannes, e lo sapete benissimo), ma il porto è decisamente più scenografico. Anche per-ché preceduto a distanza di un chilometro dai muraglioni rosa-marrone del cimitero di Rimini, e rispetto alla città di morti qualun-que città di vivi, ancorché imperfetta, fa la sua figura. Perfino la stazione - e qui vengo al punto che mi premeva - alla distanza si prende la sua rivincita, soprattutto rispetto alla Grande Sorella bolognese. Pendolari, ditemi se la nostra stazione in questo mo-mento non è più vivibile e accogliente di Bologna Centrale, con mille sottopassaggi e temporary stores e un unico sparuto bar dove bere un caffè, sempre stivato. Il nostro non sarà lo snodo ferroviario più importan-te del Centro-Nord, in compenso è diven-tata una piccola città con tanto di servizi, libreria-supermercato-farmacia-edicola-bancomat-tavola calda e due (diconsi 2) bar, di cui uno con tabaccheria, che servono entrambi un ottimo espresso. C’è più gusto sia a partire che a tornare; ma anche chi non pendola può trovare la nostra stazione più confortevole di altri angoli della città, la cui riqualificazione, e non solo per colpa della crisi, sembra bloccata su un binario morto.

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Il riminese non emigra. Fin che può, pendola; in auto, ma soprattutto in tre-no. Verso Nord, verso Sud, sulla dorsale

adriatica o sulla West Coast tirrenica dove il sole tramonta nel mare anziché dietro le colline e gli confonde le idee. L’importante, dopo 8 o 48 ore, è tornare a casa. Bisogna dire che chi torna dalla stazione di Bologna ha la visuale migliore. Rimini accoglie il

reduce con una delle sue più belle cartoline, perfettamente inquadrata nel finestrino: la scritta «Rimini» in bianco sul cartello az-zurro affisso a un muro rosso, e poi il porto, tutto colorato di giorno e punteggiato di luci di notte - e non parliamo di cos’è al tramon-to, sotto il cielo trionfante di arancio e rosa. Una botta d’orgoglio che un minuto dopo ti fa scendere dal treno contento e soddi-sfatto di essere tornato, e la prima boccata d’aria vagamente profumata di salsedine (a volte più una volenterosa illusione che una

realtà) cancella ogni eventuale residuo rim-pianto per le pulsanti e in genere puzzolenti metropoli che ti sei lasciato alle spalle, sia pure piene di opportunità che tra l’Arco e il ponte non sbocceranno mai.Chi arriva da Sud si sorbisce il lungo petti-ne di strade perpendicolari tra la ferrovia e il mare, che solo dopo anni di pendolarismo smettono di sembrare tutte dannatamente uguali. Oddìo, specie nelle giornate di sole quelle vie hanno il loro fascino minimalista da periferia balcano-mediterranea (ehi voi

MAI EMIGRANTISEMPRE PENDOLARI

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7COSì è...SE NON vI PIACE

di Nando Piccari

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ma è inquietante come il linguaggio di certuni si faccia semprepiù funerario

verso le elezioni facendo gli scongiuri

loneria beccona” degli Italiani, sancito da quanti rivoteranno Berlusconi non perché siano degli attaccabrighe alla Gasparri o delle anime perse tipo Bondi, ma solo per-ché continuano a vedere un superuomo in quel patetico vecchietto che “s’invrucchia” ogni giorno di più farfugliando le stesse panzane che ci somministra da vent’anni. Sarà anche un test per stimare la potenziale entità del danno procurabile alla Repubblica Italiana dal delirio a-democratico di Grillo, una volta che si sia “elettoralmente coniuga-to” alla piccineria e alla rozzezza culturale dei tanti afflitti dal perenne bisogno di un nemico da odiare e di un “vitello d’oro” da idolatrare e al quale affidare il proprio de-stino. Anche chi, al contrario di me, non sia prevenuto verso entrambi, deve riconosce-re che fra Berlusconi e Grillo c’è una sola

Nella tappa riminese del Cantagrillo il “belin a 5 stelle”, in coerenza col suo pensiero, ha dunque parlato di

fogne. Per far contenti i suoi valvassini lo-cali ha dato sfogo al panteganesco stridore

del suo eloquio con quella fraudolenta tro-vata del mare giallo e pieno di batteri. Qui c’è però una novità di non poco conto: una volta tanto Grillo s’è limitato ad inventare un demenziale presagio di malattia, contrai-bile da chi facesse il bagno a Rimini, an-ziché lanciare i consueti anatemi funebri e invocare i soliti scenari di morte, di cui ecco un piccolo florilegio: «Il linguaggio dei po-litici è quello dei morti/I partiti sono morti/Zombie in poltrona che ci spiegano la crisi/Loro sono morti e lo sanno/I politici, mor-ti viventi/I partiti, zombie che camminano/Quando entreremo in parlamento loro sono morti/Noi siamo vivi in un Paese di morti».Non è necessario essere psicanalisti per chiedersi se una così paranoica evocazio-ne funeraria, al di là dell’avversione per il Grillo padrone di partito, non debba susci-

tare un sentimento di umana compassione nei confronti di un uomo il cui inconscio sta forse cercando un rocambolesco “per-corso politico” nel tentativo di elaborare il senso di colpa per essersi reso responsabi-le di sia pur involontari lutti altrui. Siamo dunque all’antivigilia di un voto che, fra tanti significati, avrà anche quello di un duplice test. Un test sul livello di “credu-

sostanziale differenza: per pagarsi il suo protagonismo politico, il primo caccia dei bei soldini, come per il Milan e le olgetti-ne; mentre il secondo non ci pensa proprio e anzi, da quando è sceso nei bassifondi del-la politica, ha sensibilmente rimpinguato il suo reddito. Per il resto, molte sono le cose in cui si assomigliano: la megalomania; il disprezzo delle opinioni altrui; il fingere di improvvisare le cose che dicono, quando in-vece recitano copioni scritti da altri: in un caso dal cinguettante Signorini e dal suo garrulo pensatoio chiacchierino; nell’altro da Casaleggio che, al contrario, mostra l’al-legra aria di un pipistrello uscito dall’antro nottetempo. Un’altra comune caratteristica è la loro velocità nel ritrattare, per poter dire e all’occorrenza rettificare. Così, poco male se nel giorno della Shoah Berlusconi pensa bene di giustificare un Mussolini quasi bra-va persona, costretto a emanare le leggi raz-ziali per colpa di Hitler, quasi a dire “ma chi non ne avrebbe avuto paura?”. Tanto poi, di fronte alle sacrosante polemiche, lui giura di non avere mai pronunciato quelle mostruo-sità. La stessa cosa ha fatto Grillo, tentando pietosamente di negare che a Bologna abbia usato la sua lugubre ironia per invitare Al Qaeda a lanciare un missile sul Parlamento italiano.Si sente spesso dire che, così facendo, que-sti due cabarettisti della politica intendano “parlare alla pancia degli Italiani”. Special-mente di quelli propensi a ragionare col fon-do schiena.

QUANDO LA POLITICAè SOPRATTUTTO CABARET

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8 S/PUNTO DI vISTA

di Giampaolo Proni

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in Italia. E siamo veramente messi male. Stiamo diventando ogni giorno più poveri, e nessuno ha il coraggio di dire che l’unica cosa da fare è lavorare di più guadagnando di meno. Possibilmente tutti, però. Trasfor-mando centinaia di migliaia di inutili buro-crati in lavoratori utili.Al posto della moderazione ci metterei il buon senso, quello sì. E il buon senso mi dice che la Germania ha ragione. Avere i conti a posto è la condizione per avere l’Eu-ropa unita, forte e ben governata. Voi fareste una società con un socio che può spendere senza limiti e poi voi gli coprire i debiti? E avere l’Europa forte, unita e ben governata è la condizione per non farsi sopraffare dagli altri super-stati: USA, URSS, Cina, India,

Pubblicando su un quindicinale, pas-sano giorni tra il momento in cui scri-vo e quello in cui leggete. Essendo in

campagna elettorale, può succedere di tut-to. Se Bersani viene indagato per evasione fiscale, se Berlusconi si ritira in convento, se Monti strangola la suocera o se Pannella muore di fame, tutto può cambiare. Tutta-via, in Italia, come diceva Tomasi di Lam-pedusa, siamo esperti nel cambiare tutto per non cambiare niente.E dunque, lasciatemi un po’ di vanità per aver indovinato che avremo probabilmente un governo Bersani-Monti e che possiamo contare, se ci dice ben, sulla tutela euro-pea, cioè tedesca. Il che mi tranquillizza. Con l’età, e forse con la ragione, si è soliti

dire che si diventa moderati. Personalmen-te, non mi piace l’aggettivo moderato. Non mi sento moderato, anzi, mi sento radicale. Vorrei che questo paese venisse rovesciato come un calzino. La moderazione non ha senso quando si è nella cacca come siamo

ha ragione la Germania, senza i conti in ordine l’europa non sarà mai forte

ma un’unione federale è l’unico modo per fronteggiare gli altri super-stati

Brasile sono federazioni e saranno i prota-gonisti del prossimo secolo, e forse oltre. Una UE federale sarebbe la prima potenza economica e finanziaria del mondo, men-tre da sola la Germania ha un PIL inferiore all’India. La storia ci insegna che raramen-te la debolezza economica ha portato a una migliore qualità della vita, con buona pace dei fautori della decrescita. Certamente, il PIL non è Dio, e infatti penso che il PIL sia un mezzo per avere una buona qualità della vita. Dunque mi consola che Bersani, in attesa della quasi certa presidenza del Consiglio, ritorni da Berlino adeguatamente istruito e apra all’alleanza con Monti. E’ bene che l’Italia stia il più possibile sotto il controllo della UE, perché non è ancora matura per governarsi da sola. Personalmente ho un principale desiderio: che si decida se dob-biamo usare le spine tedesche o quelle ita-liane. Sono stufo di comprare adattatori.

NON MODERATI MA CON PIù BUON SENSO

Messaggio elettorale

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9CULTURA13 > 26 febbraio 2013

“Aldo Morto. Tragedia”, di e con Daniele Timpano, il 17 febbraio è al Rosaspina di Montescudo.

Non è solo che ha vinto il premio Rete Criti-ca 2012, è stato finalista all’Ubu o che Palazzi lo definisce “uno spettacolo geniale”. È che il 9 maggio 1978 me lo ricordo bene. Quando hanno trovato il cadavere di Moro in via Ca-etani. Il silenzio che c’era. Le facce scure dei compagni del Liceo. Ma cosa abbiamo capi-to? «È successo quando avevo quattro anni» dice Daniele, la voce di chi va di corsa, ge-nerosa di racconti. «Allora non mi è arrivato nulla, un certo uomo era morto… Moro l’ho poi scoperto nel film di Ferrara, per me ha la faccia e la voce di Vo-lonté. Ho deciso di farne un personaggio teatrale in continuità con i miei lavori precedenti, Dux in scato-la e Risorgimento pop. Mi sono accorto che i miei in-teressi da autore convergo-no verso il macabro - per un’ossessione personale verso la morte e la perdita - e la storia e l’identità del mio paese, che mi sembra un po’ in dismissione, in progressivo e peggiorativo sbiadimento. Potrei definirlo un frugare nell’identità nazionale, attraverso la sua storia, con alcuni suoi morti importan-ti collocati in punti di snodo. La mummia di Mazzini, metafora della Repubblica, il cada-vere di Mussolini, con le storie del ventennio legate all’esperienza di nonni e bisnonni, al loro qui ed ora… adesso il corpo morto “buo-

no” di Moro.» Mentre il nostro qui ed ora in teatro non sembra il presupposto del suo ruolo politico? «A teatro in qualche modo siamo co-stretti ad essere qui ed ora - una volta che ci sei entrato ti è comunque impedito di uscire - ed è importante costruire meccanismi di spettacolo in cui ci sia un pensiero anche contraddittorio, per spettatori che suppongo diversi tra loro; io cerco di creare un po’ di vita nelle teste, una frattura, una ricezione non condivisa in platea, una discussione rispetto ai contenuti, al punto di vista, a chi è il personaggio che dice “io”…

molti si irritano, e in qualche modo hanno ra-gione pure loro.» Come nascono i tuoi lavori? «La mia è una pseudometodologia, elaborata negli anni. In un certo senso mi faccio attra-versare da tantissimi materiali diversi, divento monomaniaco e ossessivo. Stavolta, per un lungo periodo, ho ascoltato solo canzoni degli anni ’70, Claudio Lolli, Gianfranco Manfredi, ho approfondito su tutti i piani… e una volta costruita l’ambientazione cerco di inquadra-

re l’immaginario, in un intreccio di materiali veri, falsi e verosimili.» “Aldo Morto” - riflet-te Daniele - tocca «una materia estremamen-te viva per alcuni spettatori, per altri solo un lontano sentito dire, con tante spiegazioni e parecchia nebbia intorno. Il paradosso è che molti degli ex giovani rivoluzionari di allora sono ancora qui, sono al telegiornale, nelle redazioni, sono “I borghesi” di Gaber, hanno passato il testimone. È uno spettacolo che ha a che fare con i padri della mia generazione. Io vivo adesso un senso di stallo, una terrificante

impossibilità di vedere orizzonti che non sia-no il mercato, la finanza. Niente possibilità sul piano professionale né politico e sociale, solo depressione e nessuna speranza palingenetica se non distruttiva. Lo spettacolo - attraverso Moro - parla soprattutto di questo senso di immobilità che è mio e generazionale e ge-neralizzabile, di questo mondo che mi è stato consegnato, mi interessa e in qualche modo mi soffoca…». http://lattoscuro.blogspot.it/

“Aldo morto. tragedia” ad oltremisura013

QUEL CADAvERE BUONO è ANCORA INSEPOLTOdi Lorella Barlaam

13 febbraiorimini. È in libreria “Formiche. La crisi dei mutui sub-prime in un for-micaio di città” (Capitani Editore), il nuovo libro di Giuseppe Chic-chi, «che ha come protagoniste le abitanti di un formicaio, che si sono indebitate con le banche per acquistare afidi da cui spremere melata, un dolce latte che ha sos-tituito nel formicaio l’antica attitu-dine alla raccolta» spiega l’autore. «Un esempio di “feticismo delle merci”, ma anche un apologo ap-ertamente riferito alla crisi dei mutui subprime e alle colpe del sistema finanziario.»

sAntArcAnGeLo. Anno Solare. “Compagnia di Giro”. Fino al 18 febbraio è possibile prenotare il pullman + biglietto per lo spetta-colo Poco lontano da qui di Chiara Guidi e Ermanna Montanari, il 26 febbraio al Teatro Rasi di Ravenna (ore 21.00). Dopo lo spettacolo, ci sarà un incontro con le attrici ed Ig-ort. Info e prenotazioni: 0541.626185 www.santarcangelofestival.it

14 febbraiobeLLAriA. “Per aspera ad astra”. Sabrina Impacciatore in E’ stato così di Natalia Ginzburg. Teatro As-tra, ore 21.15. Info: 339 4355515

15 febbraioLonGiAno. Teatro Petrella. Manuel Frattini nell’anteprima nazionale di Sindrome da musical, un best of del musical italiano e internazio-nale. Ore 21.00. Info tel 0547 665113 www.manuelfrattini.it

20 febbraiosAntArcAnGeLo. Anno Solare. “È primavera!”. La danzatrice e co-reografa Simona Bertozzi in Mimicry al Lavatoio ore 20.30, a seguire alle ore 22 proiezione di L’estate di Ki-kujiro di Takeshi Kitano e degustazi-one. Ingresso gratuito.Info: 0541 626185www.santarcangelofestival.it

23 febbraioriccione. Teatro del Mare. Io pro-vo a volare. Omaggio a Domenico Modugno di e con Gianfranco Be-rardi. Ore 21.15.Info: tel. 0541 690904

25 febbraiocesenA. “Poesia a teatro”. Presen-tazione del libro di Maurizio Bales-tra “Pignol: liberamente tratto dal Pinocchio di Collodi” (Tosca), inter-pretato da Lorenzo Scarponi nel di-aletto di Bordonchio e accompag-nato dalla musiche dei Gorg Scur. Foyer Teatro Bonci. Ore 21.Info: tel. 0547 355911

«Per certi lettori, il piacere della lettura è un piacere di intimità» scrive Alberto Manguel. «Ma ci sono lettori per i quali l’esperien-za condivisa prolunga e approfondisce il piacere dell’intimità.»Ad entrambi si rivolge la VI edizione di “Ritratti d’autore. Lettu-re e commenti ad alta voce” della Biblioteca di Misano, a cura di Gustavo Cecchini, invitando a condividere pagine ormai classi-che con lettori che sono tra i Maestri della cultura contemporanea. Ne risulta anche quest’anno una “biblioteca ideale”, tra antico e moderno. Si comincia il primo marzo con il romanziere Marcello Fois, che si misurerà con “I Promessi Sposi” di Alessandro Man-zoni, opera seminale della nostra letteratura. L’8 marzo Nadia Fusini, da anglista raffinata qual è, converserà su “La tempesta” di Shakespeare, enigmatica summa dell’arte del Bardo. Quattro gli appuntamenti con i filosofi. Maurizio Viroli, il 15 marzo, pro-porrà la sua lettura di “Il Principe” di Niccolò Machiavelli, di cui ricorre il cinquecentenario, il 22 marzo Massimo Cacciari commenterà “Le Nuvole” di Aristofane, grande commediografo dell’Atene di fine V secolo a.C, mentre il 5 aprile Salvatore Na-toli si misurerà con l’immenso “Qhoelet” (l’Ecclesiaste), e il 12 aprile Carlo Sini affronterà il tema della democrazia, partendo dalle “Storie” di Tucidide. Per chiudere con il matematico Pier-giorgio Odifreddi, il 19 aprile, che ripercorrerà il Viaggio di un naturalista attorno al mondo (1845) di Charles Darwin, ricerca di L’origine delle specie (1859). Gli incontri si terranno presso il Cinema-Teatro Astra di Misano Adriatico, con inizio alle ore 21. L’ingresso è libero sino ad esaurimento posti. Info: 0541 618424.

“ritratti d’autore. Letture e commenti ad alta voce”

A Misano i venerdìdei classici

«Che si tratti del giornale o di Proust, il testo ha significato solo attra-verso i suoi lettori (…) in un gioco di implicazioni e di astuzie tra due tipi di aspettative combinate: quella che organizza uno spazio leggibi-le (una letteralità) e quella che organizza un percorso necessario all’ef-fettuazione dell’opera (una lettura).» Potrebbe partire da questo assun-to di Michel de Certeau la rassegna “I lettori invitano gli autori”, che prenderà il via il primo marzo nella Sala del Settecento della Bibliote-ca Gambalunga. Un confronto al quale, forse per la prima volta nella nostra provincia, sono stati i lettori stessi ad aver invitato gli autori, promosso da una Biblioteca che vuol essere una ‘casa’ degli utenti, e per questo si è aperta ai diversi Gruppi di lettura che qui s’incontrano per condividere le pagine più amate. L’iniziativa, varata tre anni fa, ha avuto tanto successo che i Gruppi nel tempo sono diventati quattro, e si muovono tra narrativa, poesia, saggistica, filosofia e spiritualità. Na-sce proprio dai desiderata dei partecipanti il ‘cartellone’ della rasse-gna. A inaugurarla sarà il teologo Macjei Bielawski con “Panikkar. Un uomo e il suo pensiero” (Fazi editore, 2013), a seguire - il 9 marzo - la scrittrice Marta Morazzoni converserà su “La nota segreta” (Longane-si, 2010), il 16 marzo toccherà a Maria Pia Veladiano con “Il tempo è un dio breve” (Einaudi, 2012), per chiudere con “Via di qua. Imparare a morire” (Bollati Boringhieri, 2012) del filosofo Umberto Curi, il 23 marzo. Insomma, se «ciò che va rimesso in discussione è l’assi-milazione della lettura alla passività», come rivendicava De Certeau, l’iniziativa dei lettori della Gambalunga sta lì a confermarlo. Sala del Settecento Biblioteca Gambalunga, ore 17.30. Ingresso gratuito. Info: tel. 0541 7704486 - www.bibliotecagambalunga.it

“i lettori invitano gli autori”

A Rimini i desideratadei Gruppi di Lettura

Daniele timpano:“il paradosso è che moltidegli ex giovani rivoluzionari di allora sono ancora qui, sono al telegiornale, nelle redazioni,sono “i borghesi” di Gaber,hanno passato il testimone”

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10 CULTURA 13 > 26 febbraio 2013

Mabel Morri ha gli occhi luminosi dell’ar-tista soddisfatta del suo lavoro: oggi va in stampa per Kappalab la sua nuova graphic novel, “Cinquecento milioni di stelle”. Pro-prio quelle che le protagoniste, Rebecca e Caterina, guardano sdraiate in terrazza nell’ultima tavola. Poi le mani si intreccia-no. Desiderare, d’altra parte, è proprio nelle stelle che ha radice. «Sono molto orgogliosa di questo libro - sorride Mabel - che ha avuto una gestazione lunga, difficile, ma è venuto come me lo immaginavo… e non è una cosa che dico facilmente. C’è stata una crescita di livello nell’uso del colore, che ho usato negli ‘studi’ per i personaggi, e che nel libro si traduce in bei mezzi toni di grigio. Per la prima volta ho fatto uno studio preliminare dell’ambiente - una Rimini riconoscibile, anche se un po’ trasfigurata - immaginan-done gli angoli, le varie prospettive. E mi ha portata a migliorare molto. Anche il dise-gno è più curato, con grande attenzione per i

personaggi secondari, corpi contemporanei, con una loro storia. E per la prima volta non ci sono didascalie, solo dialoghi. Pochi, al posto giusto, con tantissime tavole ‘mute’ per dare leggerezza di respiro. Il libro è nato in maniera quasi magica… quando lo stavo scrivendo ho perso tutti gli appunti. Rico-struiti alcuni snodi narrativi essenziali, mi sono lasciata andare al disegno… e quando li ho ritrovati ho scoperto che erano tutti di-versi. La scena finale l’ho terminata in una notte, come in quei film dove l’artista si mette a dise-gnare e si vedono i fogli spargersi in giro uno dopo l’altro… andavo a manetta, ho dise-gnato tredici tavole a matita e intanto ascoltavo a loop

“By your side” di Sade, sapevo come do-veva essere ogni vignetta. È una delle notti che ricordo con più affetto, ma ci sono stati tanti momenti così. Quella di “Cinquecento milioni di stelle” in realtà - riflette Mabel - è una storia che parla del cuore delle persone, della fortuna di trovare la persona giusta, e scegliere di viverlo. Le scelte che vengono dal cuore sono quelle con le quali vinci, ma devi crederci davvero…» E poi, mentre par-liamo delle tavole con le Storie di san Mar-

tino che sta disegnando per la Parrocchia di san Martino in Riparotta, e della prima pre-sentazione del libro - domenica 24 febbraio alle 12 a Bologna, alla Libreria delle Mo-line - il Caffè Vecchi si riempie e si svuota più volte. Dal cappuccino della colazione la gente passa all’aperitivo poi al caffè del dopo pranzo… ma nel fervore di immagi-ni che Mabel disegna anche a parole, quasi non me ne accorgo.www.bilbolbul.net

“La Fondazione” di raffaello baldini a riccione e rimini

SE NON CI RESTA ChE LA vITA DELLE COSEdi Lorella Barlaam

A bilbolbul sarà presentata la nuova graphic novel di mabel morri

L’AMORE ACCENDECINQUECENTO MILIONI DI STELLE

Raffaello Baldini sarebbe da conside-rare, semplicemente, uno dei tre o quattro poeti più importanti d’Italia,

«se non restasse ancora vivo il pregiudizio pigro per il quale un poeta in dialetto è un “minore”», scriveva Pier Vincenzo Mengal-do. Ma «ci sono cose che sono accadute e continuano ad accadere in dialetto» sembra rispondere Baldini. Con la sua lingua madre creatrice di un universo poetico, che s’in-carna in Ivano Marescotti. Adesso l’attore romagnolo porta in scena La Fondazione, il testo che Baldini gli affidò prima di mori-re, nel 2004, dicendogli «fanne quello che vuoi.» La regia è di Valerio Binasco, e il 17 febbraio sarà al Teatro del Mare, a Riccione, e poi a Rimini, al Novelli, il 26. Chiedia-mo a Marescotti se è vero che Raffaello Baldini ha cominciato a scrivere per il teatro dietro suo sugge-rimento… «In effetti sono andato a Milano per in-contrarlo e chiederglielo - ogni sua poesia era già teatro! - e ne sono nati tre monologhi: Carta canta, Zitti tutti! e In fondo a de-stra. Invece di La Fonda-zione non mi aveva detto nulla, ha sorpreso anche me. È come un testamento culturale e artistico, una summa della sua opera.

E in fondo parla della morte, del non accet-tarla, tema sempre presente nelle sue poesie. Intercity, l’ultima raccolta, è proprio di que-sto viaggio che racconta. La Fondazione ha parti in italiano, ma si sente che il personaggio è ‘nato’ in dialetto, è come certe vecchie signore col loro italia-no pensato in dialetto…» Il protagonista è un uomo senza nome che accumula gli og-getti di una vita, in una sorta di pietas verso le cose e i pensieri che svaniscono: «non è solo della roba, sono delle creature…» Come l’ha costruito? «Sono più di vent’anni che leggo Baldini in pubblico, ormai i suoi personaggi li ho sotto pelle, me li porto in teatro, al cinema, quando faccio altre cose... e questo è un personaggio estremo, che fa

venire anche da ridere… ma col magone. È uno che ha trasferito la sua vita negli ogget-ti, nelle cose su cui proietta emozioni e sen-timenti. Mi ha fatto pensare alla differenza che traccia Remo Bodei tra oggetti, cose e merci in La vita delle cose. Un tema su cui in questi anni si sta indagan-do molto, e Baldini qui lo anticipa in pieno, da uomo geniale e grande poeta.» Com’era, Baldini? «Una persona splendida, squisita, di una gentilezza fuori dal comune, con una modestia reale ma consapevole della sua statura artistica. Una modestia che nasceva dal non dover di-mostrare nulla. Nei suoi versi c’è l’aspetto comico e tragi-co della vita della Romagna. E poi era un

lettore formidabile dei suoi testi, li leggeva meglio di chiunque. Io mi sento solo un interprete dei suoi per-sonaggi.» Di cui s’è detto che non sono “gli ultimi” ma “i penultimi”… «In fondo è vero: gli ultimi, come i barboni, si vedono. I penultimi non portano nemmeno la maglia nera, sono quelli più invisibili, nascosti nel-le case normali, persone chiuse in un mondo che non li mette in contatto con l’esterno. A loro, dà voce Baldini.» E lei è stato, magistralmente, tutti loro… chi è il suo preferito? «Forse c’è un unico personaggio, che si veste di parole diverse in situazioni diverse, e la mia è una ricerca in progress attraverso quello che chiamo il Lui di Baldini…»

ivano marescotti:“sono più di vent’anni

che leggo baldini in pubblico, ormai i suoi personaggi

li ho sotto pelle, me li porto in teatro, al cinema,

quando faccio altre cose...”

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11SPETTACOLI13 > 26 febbraio 2013

Saranno due weekend da segnare sull’agenda per gli amanti del rock/metal made in Italy che potranno gustarsi dal vivo due sto-rici gruppi del Belpaese: il 16 e il 23 febbraio saliranno sul palco del Vidia, in rigoroso ordine cronologico, i Modena City Ramblers e i Linea 77. Si parte dunque sabato 16 quando il club di Cese-na ospiterà i Modena City Ramblers in tour promozionale per il loro tredicesimo album “Niente di nuovo sul fronte occidentale”. Gli MCR hanno lavorato al nuovo progetto negli ultimi mesi dello scorso anno e ne è nato un disco di 18 brani che racconta il nostro Paese e ne esce un’immagine un po’ malconcia dell’Italia, come già si può intuire dalla copertina in cui compare una dea della giu-stizia bendata solo da un occhio, chiaro riferimento alla corruzione presente in vari ambiti sociali. Come sempre il live dei Modena sarà contraddistinto dall’energia rock e dagli spunti punk che tra-

scineranno i fan tra i successi del passato e le ultime canzoni. Sette giorni più tardi sullo stesso palco saliranno i Linea 77, band torinese nu metal anch’essa fresca di nuovo album e tour. Al Vidia i Linea faranno una tappa con il loro “Club Tour” partito da Roma il 1° febbraio dopo l’uscita dei cinque singoli che compongono il disco “Un uomo in meno”. Proprio la registrazione del nuovo lavoro ha portato ad un cambiamento storico nel gruppo con l’abbandono di Emi, uno dei due frontman, “invitato” a lasciare per insanabili di-vergenze artistiche con il resto dei componenti. Il concerto del 23 febbraio sarà l’occasione per vedere dal vivo la nuova formazione, priva di Emi e con gli ingressi di Maggio (già attivo nei Medusa) al basso, Paolo (Paolo Paganelli) alla chitarra mentre Dade sarà la nuova voce insieme a Nitto.

Matteo Ortalli

MCR E LINEA 77: LA ROMAGNA SI fA ROCkil 16 e il 23 al vidia di cesena le due storiche band italiane

Agendavenerdì 15Single in festa - all’Io Street Club Guenda party con dj Mas e Sylvain Le Kick

sabato 16Rock and Roll Night - sul pal-co del Boulevard di Misano Le rimmel, Just made e senza pretese

vanessa peters scalda il Cir-colo dei Malfattori - a Poggio Berni l’artista presenta l’album “The Burn, The Truth e The Lies

Domenica 17Le Gran Gala de carneval - tutti in maschera per il party all’Home Club di Misano con il dj set di Chicco Giuliani, Tibo e Marcky

martedì 19Un Bside made in Danemark - il rock di the raveonettes per l’evento del Velvet

venerdì 22Il Journey in rock tour parte da Rimini - allo Shooters la prima data dei black sheeps

a cura di Matteo Ortalli

in concerto con capiozzo&mecco band sabato 23 febbraio al bradipop di bellaria

LUCA SAPIO: vOCE MONDIALE DELL’ITALIA SOULdi Marta Ileana Tomasicchio

Un artista senza confini, per gli aman-ti della profondità soul, del virtuo-sismo jazz, della ruvidezza rock

blues intinta nella psichedelìa: Luca Sapio e la sua musica al nostro cospetto. In concerto sabato 23 febbraio nell’appuntamento Bra-dipop con Funk Rimini (info 377-9647434), sul palco con Christian Capiozzo e Mecco, in un ensemble complessivo di otto elemen-ti. Il primo album, “Who knows”, lo scorso anno ha vinto premi ed è finito dritto nella playlist del David Letterman Show grazie al singolo “How did we lose it”. Thomas “TNT” Brenneck ne è il produttore. Il mu-sicista newyorkese, noto per produzioni musicali di artisti come Mary J. Blige, St. Vincent e Amy Winehouse, ha intercettato l’italiano Sapio. Già voce e frontman nei Quintorigo per l’album “English Garden”, metà del duo Black Friday, progetto condi-viso con Adriano Viterbini dei Bud Spen-cer Blues Explosion, Sapio è ora immerso in questo suo percorso da solista, di cui ci racconta esperienze e stati d’animo, appena reduce da un recentissimo tour in Germania.Dunque questa data a Bellaria è la prima dopo i tuoi live di fronte al pubblico tede-sco. Le tue considerazioni sul pubblico ita-liano?

“Il pubblico italiano va conquistato con il classico “door to door”. Il soul in Italia ha davvero pochissimi precedenti che si per-dono nella notte dei tempi. Gli italiani non sono molto abituati a queste sonorità che vengono spesso attribuite erroneamente a tutto un altro circuito che poco ha a che fare con il soul e il blues. E’ emblematico un do-cumento RAI del 1971 di James Brown al palasport Bologna dove esegue una versio-ne al fulmicotone di “Give it up or turn it loose” e il pubblico risponde applaudendo timidamente e soprattutto tutti restano in-chiodati alle sedie e nessuno balla. Eppure gli italiani sono predisposti al “groove”, lo vedo ai miei concerti, dove superato il pri-mo impatto tutti iniziano a ballare e a muo-versi.”Il progetto con Capiozzo e Mecco sta ri-scuotendo vero successo internazionale. Se e quanto è stata determinante l’attenzione di Brenneck?“Tommy è stato fondamentale. Abbiamo trovato un grande feeling e la visione che avevamo del disco era comune. Unire il soul alla psichedelìa era quanto mi ero presup-posto. Una volta sentiti i provini del disco registrati nel mio studio, ha sposato in pieno la causa e ci ha invitati a registrare nei suoi

Dunham Studios di Brooklyn.”Come siete entrati in contatto?“Conosco Christian da almeno venti anni. Uno dei turning point della mia vita è sta-to l’incontro con suo padre Giulio. Il primo vero musicista a credere in me e a darmi fiducia. Tramite Giulio ho conosciuto Chri-stian e ci siamo sempre riproposti di fare qualcosa insieme prima o poi. Nel corso de-gli anni abbiamo suonato in tante situazio-ni diverse e in una di queste ho conosciuto

Mecco. Avevano questo formidabile duo di soul jazz e boogaloo, organo hammond e batteria, decisamente i primi in Italia. Così una volta che le idee dei brani per “Who knows” presero forma nella mia testa non ho esitato a chiamarli e a chiedere aiuto per arrangiarli e completarli. Mancava un pro-duttore ed ho pensato subito a Tommy. Sono prima di tutto un suo grande fan e di tutta la scena soul di Brooklyn che gravita intorno alla Daptone.”

Sapio è stato voce e frontman dei Quintorigo

Mostra “Il Colore del Suono”:la musica attraverso le copertine dei dischi

Dopo l’animata inaugurazione del 9 febbraio al Museo della Città di Rimini, prosegue fino al 3 marzo l’esposizione “Il Colore del Suono”, con copertine di dischi 16, 45, 33 e 78 giri dalle collezio-ni Vivaldi, Bucciano, Garattoni, Pecci e Piscaglia. Un emozionante excursus nel mondo delle copertine discografiche da-gli anni Trenta ad oggi, trasversalmente tra stili e generi, vero specchio di stretti

rapporti tra pittura, fotografia, design, società, moda e costume. Dedicata a Mauro Varriale, è occasione speciale per immergersi nella Cover Art grazie alla quale è possibile “ricomporre l’iter di un’intera generazione, dei suoi gusti e delle sue aspirazioni” (B. Martinelli). Nella mostra, copertine con evidenti riferimenti a opere d’arte note, come Pollock in “Free Jazz” di Ornette Cole-

man, così come esemplari interessanti per foto, grafica ed inventiva. Corpus di base sono le copertine dei dischi 33 giri, integrato da numerose di dischi 45 giri, molte di notevole rarità e di non facile godibilità “dal vivo”. Esposte anche le buste ed etichette dei dischi a 78 giri e qualche copertina di medio formato dei dischi a 16 giri. Ingresso libero.Info 329-1606272.

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12 SPETTACOLI 13 > 26 febbraio 2013

Per maggiori informazioni contattare l’Ufficio Politiche Giovanili della Provincia di Rimini, Piazzale Bornaccini n.1 - Facebook Giovani Provincia Riminielena malfatti [email protected] 0541/363983 / Francesca macchitella [email protected] 0541/363991

www.gaer.ws

“IL PRODOTTO DELLA CREATIVITà” - BANDO DI CONCORSO CREATIVITA’ E IMPRENDITORIA - GECO2.

Ancora qualche giorno per partecipare al bando “il prodotto della creatività”: le domande dovranno pervenire entro e non oltre le ore 14.00 di venerdì 1 Marzo 2013 presso la sede dell’Associazione GAER, Piazzetta Corbizzi n.9, 47121 Forlì (FC), Tel. 0543/712822. L’associazione GAER, (Giovani Artisti dell’Emilia Romagna) ha lanciato questa importante iniziativa attraverso i finanziamenti sulle politiche giovanili (GECO 2) della Regio-ne Emilia-Romagna. Il bando è interamente dedicato al sostegno alla creatività e imprenditoria nel segmento under 35. Per la prima volta otto enti della regione collaborano per mettere a sistema le proprie risorse e dare forza e sviluppo ai giovani creativi attraverso un bando che premia start-up d’impresa legate a produzioni, prodotti e servizi innovativi nell’ambito delle professioni creative e artistiche. Oltre a fornire un contributo economico per l’avvio di un’attività, il bando prevede un affiancamento per la crescita del progetto, la messa a disposizione di locali in concessione agevolata o gratuita, un sup-porto alla promozione della propria attività, consulenze gratuite e attività di formazione. La particolarità del bando è il suo essere unico per tutta la regione e contemporaneamente diverso in ogni territorio: in base alle proprie vocazioni, alle proprie politiche culturali ed economie e ai propri distretti creativi, ogni città premierà infatti progetti afferenti a diverse macro-aree di attività. Per presentare la propria candidatura è necessario essere residenti/domiciliati nella Regione Emilia Romagna e proporre progetti culturali innovativi da svilupparsi nei seguenti ambiti: belle arti, arti visive, graphic design, illustrazione, fumetto, fotografia, stampa, scultura, design 3D,design della moda, arti-gianato, gastronomia, film making, audiovisivi, animazione, game design, musica, danza, teatro, scrittura creativa, poesia, interior design, urban design, interaction design e product design. L’innovazione può riguardare sia il contenuto delle attività e del/i prodotto/i, sia le modalità di realizzazione delle stesse. Il progetto deve inoltre caratterizzarsi per un forte impatto a livello regionale e svilupparsi in primis nell’ambito di uno o più territori individuati nelle seguenti “aree territoriali”: Rimini, Bologna, Forlì-Cesena, Piacenza, Reggio Emilia.

Tonino, lo zingaro musicale

“Promised Land”

di Gus Van Sant con: Matt Damon, John Krasinski, Tim Guinee, Frances McDormand

“Noi siamo infinito”

di Stephen Chbosky con: Emma Watson, Nina Dobrev, Paul Rudd, Logan Lerman, Kate Walsh

Paolo Bronzetti

“Pinocchio”

di Enzo D’Alò

Il classico della letteratura per l’infanzia italiano portato al cinema da Enzo D’Alò con un lavoro artigianale durato quasi dieci anni. Preziosa la collaborazione di Lucio Dalla alle musiche. Sti-le classico e poetico per una storia senza tempo.

La storia di Charlie un adolescente particolare, timido e gentile. L’ingresso alle scuole superiori porta nella sua vita la sua prima festa, la prima rissa e la prima cotta...Stephen Chbosky trova il budget per portare il suo roman-zo (un cult fra i teenager americani) sullo schermo. Lette-rario e lontano dagli stereotipi adolescenziali è interpretato molto bene da un cast molto giovane.

il denaro la popolazione locale, in grossa crisi economica, a firmare dei diritti alla perforazione delle loro proprietà. Frank Yates, un insegnante del luogo è deciso a combatte-re. Un film su commissione per Van Sant. Su richiesta di Damon si mette dietro la macchina da presa.Lontano dai suoi temi il regista si limita a scrivere in bella copia.

AspettAnDo GLi oscAr tre peLLicoLe in uscitA DA veDere

“Io a Tonino lo chiamo Maestro” così ne parla Manu Chao, di questo zingaro musicale di passaggio in concerto a Ri-mini durante la serata Retropolis 2000 del Velvet. Tonino

Carotone ha lasciato un segno indelebile con ‘Me cago en el amor’. Il suo pregio va però al di là del successo di massa. Da Pamplona, Spagna, artista svincolato dai sistemi convenzionali del vivere la cultura e del vivere la vita, ha palesato amore per la musica italiana adottando, se pur con variazioni, look e cognomi di Renato Caroso-ne e Fred Buscaglione. Suoi obiettivi sono anche sociali, sostenuti da ironia dissacrante e melting pot sonoro mediterraneo. Già solo i titoli dei suoi tre album ne tracciano il profilo: 1999 “Mondo Diffi-cile” (nessuna opposizione a tale proposito); 2003 “Senza ritorno” (forse: ogni lasciata è persa?); 2008 “Ciao Mortali” (sì, forse è pro-babile di sì). Da queste premesse, chiacchiero con lui.Sei riuscito a distillare una cultura anarchica con spirito mediterra-neo. Progetti sui quali stai lavorando e forse presenterai a Rimini?“Il ‘mare nostrum’ è pieno di isole e culture simili, comuni, diverse e anche indipendenti, per quello è il più grande. Non annuncio nien-

te però si vedranno cose nuove e in un futuro prossimo ancora di più. Lavoro sempre a progetti diversi e pro-prio in questo periodo lo sto facendo.”Da conoscitore della musica italiana, chi apprezzi at-tualmente?“Sto studiando Giorgio Conte, credo che sia un grande anarchico musicale molto interessante.”Vivere la quotidianità senza ironia, è possibile secondo te?“Siamo latini o mediterranei, anche la quotidianità è ironica e io guardo al mondo con una certa punta di sarcasmo. Mi fa sentire un po’ meglio sempre. Parlo del mio senso quotidiano. Nella vita ci sono tante cose troppo serie, però c’è anche l’arte. La politica non è tanto ironica. Non solo l’italiana o questa particolare democrazia. La giustizia è uguale per tutti? Una rifles-sione per tutti/e è amore per l’ arte. E’ un mondo diffici-le! Ciao Mortali.” Info concerto 339-7571399.

UN TUffO NEL “MONDO DIffICILE” DI CAROTONEintervista a tonino, ospite il 23 alla serata retropolis del velvet di Marta Ileana Tomasicchio

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13ChIAMAMI RICCIONE

Distribuito gratuitamente via Bonsi, 45 _ 47921 Rimini _ tel 0541.780332 www.chiamamicitta.net - [email protected] 13 > 26 febbraio 2013 Anno XXIII n. 704

13 > 26 febbraio 2013

UN TUffO NEL “MONDO DIffICILE” DI CAROTONEintervista a tonino, ospite il 23 alla serata retropolis del velvet

Tonino, lo zingaro musicale

Parlare di tasse, soprattutto in questo mo-mento, è tema assai delicato. Ma c’è un’imposta che più di altre sta provocando

malumori e preoccupazione creando un clima di tutti contro tutti che, come spesso capita in questi casi, alla fine non giova a nessuno. Stiamo par-lando della tassa di soggiorno, argomento all’or-dine del giorno da qualche mese, ma che l’Am-

ministrazione riccionese, dopo i rinvii del 2012, sembra intenzionata ad applicare per la prossima stagione turistica. Tra le vibranti proteste degli albergatori. Fin qui stiamo parlando di un film già visto, sia a Riccione che in altri comuni della Riviera, dove ragionare tutti insieme evitando di

creare ridicole disparità a pochi chilometri di di-stanza è un’utopia che si inchina al sempre sacro campanile. Ma nella Perla Verde la polemica è andata ben sopra le righe, finendo per mettere le une contro le altre le categorie economiche cit-tadine. Se lo scorso anno alla fine tutto si risolse con la proposta condivisa dall’Associazione Al-bergatori di rimodulare le aliquote IMU, appli-

cando l’aliquota più alta agli alberghi per evitare di gravare sulle tasche di turisti già tartassati e sulle imprese già in gi-nocchio, quest’anno le cose stanno andando in modo decisamente di-verso. Nelle scorse set-timane infatti il Sindaco Pironi ha incontrato i

rappresentanti di CNA, Confartigianato, UPA, Confesercenti e Confcommercio per presentare il bilancio 2013 in cui è prevista la tanto temu-ta tassa. Dall’Amministrazione fanno sapere che “le politiche economiche sono volte a non varia-re la pressione fiscale sui residenti, la quale con-

tinua ad attestarsi ai livelli minimi territoriali, e a lasciare invariata l’aliquota IMU. D’altra parte “i finanziamenti statali e regionali sono passati da 10,6 a 4,8 milioni e tutti i costi di gestione, a partire da luce, acqua, gas e IVA hanno subito in-genti rincari”. Dunque, “la tassa di soggiorno ri-entra tra gli accorgimenti pensati nell’ottica degli investimenti necessari per il futuro, proseguendo con gli interventi di miglioramento dell’offerta dei servizi turistici e della bellezza della Città, per continuare a garantire a Riccione alti stan-dard di qualificazione internazionale”. A margine degli incontri, ai rappresentanti delle categorie è stato chiesto un giudizio sul bilancio e uno, chia-ramente, sulla tassa. L’opinione comune, al di là delle sfumature e dell’assoluta contrarietà della Confcommercio, è che in un momento così difficile è sempre spia-cevole parlare di tasse, ma certamente per far tornare i conti di un bilancio sempre più in boc-cheggiante, è impensabile andare a colpire le im-prese già pesantemente sofferenti. Pertanto, non un “sì” deciso alla tassa di soggiorno, ma un’ex-trema ratio i cui proventi vengano investiti per mantenere elevata la qualità della nostra offerta

turistica. Il giudizio delle categorie economiche, in particolare quello di CNA, non è andato giù all’Associazione Albergatori, che per bocca del Direttore Luca Cevoli ha minacciato addirittura di boicottare tutti gli artigiani CNA chiudendo loro le porte degli alberghi per ogni tipo di lavo-ro. Una presa di posizione forte quanto incom-prensibile, che i dirigenti di CNA Riccione hanno immediatamente stigmatizzato, auspicando ben altro tipo di comportamento e collaborazione tra chi rappresenta gli operatori in questo momento di difficoltà. Gli albergatori continuano nella guerra alla tassa, e questo è un loro legittimo diritto ma, vada come vada, l’auspicio è che il clima si rassereni e che, come recita la lettera che CNA ha scritto all’AIA “non ci si divida su contrapposizioni pregiudi-ziali, ma ci si batta perché la tassazione locale pesi di meno tutta quanta e per tutte le imprese. E’ importante affrontare la discussione su come reperire le risorse che servono al nostro sistema economico per rimanere competitivo nel turismo e sulla promozione della nostra città, nell’inte-resse non di quella o quell’altra categoria, ma di tutta la nostra comunità”.

cnA: “non dividiamoci ma pensiamo all’interesse di tutta la città”

TASSA DI SOGGIORNO, UNA GUERRA ChE NON GIOvA A NESSUNO

L’Associazione Albergatori di riccione era arrivata a minacciare il boicottaggio contro chi non la rifiuta a priori

problemi anche a italia in miniatura e Fiabilandia

AQUAfAN E OLTREMARE, SI TRATTA ANCORAvaldadige e compratori francesi vicini alla firma

Se ne parla ormai da un po’, ma l’attesa fumata bianca non è ancora arrivata. Già durante l’estate, a stagione in corso, fil-travano le prime voci di una possibile vendita di Aquafan ed Oltremare, ma dopo mesi di trattative ed indiscrezioni i due parchi tematici risultano ancora di proprietà di Valdadige. In prima linea per rilevare le due strutture riccionesi c’è un grosso gruppo imprenditoriale francese che, evidentemente, prima di fare un passo così importante vuole vederci chiaro: se da un lato infatti Aquafan ha chiuso anche il 2013 in utile, dall’altra Oltremare continua a generare debiti e necessitereb-be di una ristrutturazione e un rilancio importante per soprav-

vivere. La trattativa sembra comunque in dirittura d’arrivo, la stagione 2013 incombe e gli aspetti organizzativi non possono essere trascurati. Ai vertici di Aquafan resterebbe comunque tutto invariato, con la conferma di Enrico Muccioli, secondo la logica “squadra che vince non si cambia” mentre per Oltremare i punti interro-gativi sono parecchi. Le prossime settimane saranno decisive: oltre ai già citati dubbi su Oltremare, restano da sistemare al-cuni dettagli con i soci della s.p.a. poi probabilmente la collina riccionese comincerà a parlare francese. Il caso dei due parchi riccionesi non è l’unico che scuote la

Riviera. Sono tempi difficili anche per due storiche realtà ro-magnole come Italia in Miniatura e Fiabilandia. Per il parco viserbese si parla di una trattativa che vede impegnato il patron Rambaldi con due finanziarie inglesi e di un possibile trasfe-rimento a Bellaria (nel frattempo i dipendenti sono in cassa integrazione per qualche ora alla settimana). A Fiabilandia i 51 dipendenti attendono di conoscere il proprio destino, ma i problemi degli ultimi tempi potrebbero portare ad una riduzione del numero delle attrazioni e dei giorni di aper-tura nell’ottica di una generale e necessaria riduzione dei costi.

Omer Gei

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13 > 26 febbraio [email protected]

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15IL TACCUINO DELLA TAvOLA13 > 26 febbraio 2013

ristorante GuidoLungomare Spadazzi, 12 - Miramare di Ri-mini, tel. 0541 374612, www.ristoranteguido.it, [email protected], nasce nel 1946, chiuso il lunedì.

trattoria Farini Via Farini, 13/15 - Rimini - Centro storico, tel. 0541 709548, www.farini13.it. Chiuso il mar-tedì. Cucina stagionale con pesce fresco, salumi, formaggi e carni a Km zero.

ristorante il pescato del canevoneVia Tonini, 34 Rimini - Centro storico, tel. 366.3541510, www.ilpescatodelcanevone.it, chiuso sabato a pranzo e lunedì pranzo e cena. Ogni giorno pesce fresco direttamen-te dal nostro peschereccio.

il ristorante club nautico Largo Boscovich, 12 - Rimini Porto, tel. 0541 27005, www.ilristoranteclubnautico.it, [email protected], nasce nel 1983, chiuso il lunedì da ottobre a maggio. Terraz-zini esterni con tavolini alla francese aventi vista sul Porto Canale.

ristorante Dei marinaiLargo Boscovich, 2 - Rimini Porto, tel. 0541 28790, www.ristorantedeimarinai.it, [email protected], nasce nel 1963 solo per i soci - dal 1995 aperto a tutti, chiuso il lunedì.

ristorante bellavistaVia Roma, 1 - Montescudo, tel. 0541 984818, nasce nel 1991, chiuso il lunedì. Ampia ter-razza con vista mozzafiato. Piatti tipici nel segno della tradizione.

osteria Del vizioVia Circonvallazione Meridionale, 41 - Rimini - Centro storico, tel. 0541 783822, www.oste-riadelvizio.com, [email protected], nasce nel 2001, chiuso il martedì, ferie: luglio e agosto.

osteria Della piazzetta Vicolo Pescheria, 5 - Rimini - Centro storico, tel. 0541 783986, www.osteriadellapiazzetta.com, [email protected], na-sce nel 1998, chiuso la domenica da otto-bre a maggio escluso dicembre. Solo pesce fresco.

rosticceria il mare nel borgoVia XX Sttembre, 49 - Rimini, tel. 0541 020458, nuova gestione dal 2010, chiuso la domenica sera e il lunedì. Pescato fresco, cotto e preparato da asporto.

ristorante King thai Via Dante Alighieri, 39 Rimini Centro Storico, tel. 0541 412589, un ristorante dove gustare i piatti più prelibati della cucina thailande-se. Aperto tutti i giorni pranzo e cena. Menù turistico da 8€.

ristorante&vineria squilla mantisVia Tiberio, 11 - Rimini - Borgo San Giuliano tel. 0541 53577. A due passi dal Ponte di Tiberio, Squilla Mantis propone cucina di mare con prodotti di stagione e aperitivi. Aperto a pranzo e a cena.

osteria tiresia Via XX Settembre, 41 - Rimini - Centro sto-rico, tel. 0541 781896, www.osteriatiresia.it, [email protected], nasce nel 1997, chiu-so il lunedì. Ampio giardino estivo.

ristorante Le LoggeViale Trieste, 5 - Rimini - Marina Centro, tel. 0541 55978. Pasta fatta in casa, antipasti, crostini, secondi semplici, carne argentina, contorni sfiziosi, insalatone. Novità pizza: impasti Bio, kamut, farro e integrale. Aperto anche a mezzogiorno.

trattoria san GiovanniVia Flaminia, 11 - Rimini - Centro Storico tel. 0541 780394, nasce nel 2007, chiuso il mar-tedì. Cucina del territorio con prodotti di stagione e pasta al mattarello.

ristorante Da oberdanVia Destra del Porto, 159 - Rimini Porto, tel. 0541 27802/0541 55002, www.daoberdan.com, nasce all’inizio degli anni ‘60, chiuso il mercoledì.

trattoria tonino (il Lurido)Via Ortaggi, 7 - Rimini - Borgo San Giuliano, vicino al ponte di Tiberio, tel. 0541 24834, www.trattorialurido.it, nasce nel 1948, chiuso il martedì, ferie: nel periodo del fermo pesca. Dolci e dessert fatti in casa. Giardino estivo.

osteria san maurizio Via della Pace, 2 - Coriano, tel. 0541 657943, aperto nel 2010, aperto anche la domenica. Cucina toscana ed attenzione alla stagionalità in una delle location più belle della Provincia di Rimini.

trattoria Da marinelliVia Circonvallazione Occidentale, 36/38 - Rimini - Centro storico, tel. 0541 783289, www.damarinelli.it, [email protected], nasce nel 1987.

osteria il mare in piazzaVia Poletti, 3 - Rimini - Centro storico, tel. 0541 780423, www.ilmareinpiazza.it, nasce nel 2004. Menù a 15€.

osteria Delle storie Di mareVia Leurini Fratelli, 2 - Rimini Porto, tel. 0541 709279, nasce nel 2003, chiuso il lunedì, fe-rie: nel periodo del fermo pesca. Solo pe-sce fresco: di conseguenza il menù varia a seconda del pescato.

ristorante pic nicVia Tempio Malatestiano, 30 - Rimini - Cen-tro storico, tel. 0541 21916, nasce nel 1965, chiuso il lunedì eccetto luglio ed agosto. Giardino estivo.

taverna i tre moriVia XX Settembre, 11 - Rimini - Centro stori-co, tel. 0541 786604, www.myspace.com/tavernaitre, chiuso il lunedì sera. Crostini, piadina e affettati, formaggi.

osteria La chiacchieraVia Covignano, 271/M - Colle di Covigna-no, tel. 0541 751066, www.osterialachiac-chiera.it, aperto a pranzo e a cena. Giu-gno, luglio e agosto solo a cena. Cucina aperta fino a tardi. L’Osteria propone “i mangiari di Romagna” e la pasta fresca della mamma di Marco.

L’osteria L’AngolodivinoVia San Giuliano, 43 - Rimini - Borgo San Giuliano, tel. 0541 50641, [email protected], nasce nel 1985, aperto tutti i giorni anche a pranzo. La cucina prevede piatti del territorio preparati con carne di mora romagnola e chianina. Novità menù ve-getariano a pranzo!

trattoria Gambon Via Montefeltro 19/A - Rimini - Borgo Sant’Andrea, tel. 0541 718558, nuova ge-stione dal 2010, chiuso il martedì e il mer-coledì a pranzo. Cucina e prodotti della Valmarecchia, pane toscano di Novafel-tria del Forno Suzzi. Offerta pranzo con primo a scelta, acqua e caffè a 8€.

trattoria santa colombaVia Bologna 1/3 - Montecolombo, tel. 0541 984298 - 347 4341470- www.trattoriasan-tacolomba.it. Ambiente familiare e ben curato. Cucina di stagione con “incursio-ni” da altre regioni, vini all’altezza e pasta fatta in casa, i marchi di fabbrica. Aperto domenica a pranzo e chiuso lunedì.

pub, ristorantecerchi nel GranoVia Giacomo Matteotti, 28/I - Via Pozzet-to - Rimini - Borgo San Giuliano, tel. 0541 709400. Potrete scegliere i piatti della tra-dizione romagnola o golosi hamburger e pizze farcite. Ogni sera propone musica ed eventi speciali. Aperto tutti i giorni tran-ne il martedì, dalle 12 alle 14,30 e dalle 16 fino a tarda notte.

ristorantepizzeria Da marcoViale Tiberio, 8 - Rimini - Borgo San Giulia-no, tel. 0541 55118, www.ristorantedamar-co.com, [email protected], nasce nel 1970, chiuso il lunedì. Forno a legna.

ristorante pesceazzurroViale Principe di Piemonte, 2 - altezza Ba-gno 140 - Miramare di Rimini, www.pesce-azzurro.com, ristorante self service che propone pesce cucinato dai cuochi della cooperativa pescatori. Menù completo a 12 Euro. Lo trovi anche a Fano, Cattolica e Milano Marittima.

ristorante i tre reVia Fratelli Cervi, 1 - Poggio Berni, tel. 0541 629760, www.itrere.net, [email protected]. Il ristorante è un luogo di raffinata ospitali-tà in un ambiente caldo e familiare. Posto sulla sommità delle colline di Poggio Berni, offre uno splendido panorama. E’ aperto tutte le sere, escluso il martedì, la cantina il lunedì.

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«L’autarchia torna in tavola dove con la crisi c’è una crescita boom negli ac-

quisti degli ingredien ti base come farina, uova, zucchero e burro che non è mai stata registrata prima nel do poguerra..» In deci-sa controtendenza rispetto «al calo com-plessivo dell’1,5 per cento degli alimentari registrato nella grande distribuzione, con un taglio della spesa di 1,1 miliardi di euro sui prodotti confezionati.» Così una ricerca Coldiretti/Censis fotografa l’anno appena trascorso. Aggiungendo che «con la crisi si torna in cucina, ai fornelli dove in media gli italiani trascorrono 56 minuti al giorno nei giorni feriali che salgono ad oltre 69 minu-ti nei giorni festivi.» Più che una spending review, una “decrescita felice” a base di fragrante ciambella casalinga e tagliatelle dell’arzdora. Sapore, convivialità e rispar-mio, come promette anche il nuovo libro di Cinzia Bauzone, appena uscito da Raffaelli editore: “In cucina contro la crisi - dalla Ro-magna ricette per piatti semplici, economici e ricchi di soddisfazione”. Altro indice del ritorno alla sobrietà, il proliferare di consigli su come riciclare con gusto avanzi e “scar-ti”. Sul web, nei blog come ecocucina.org di Lisa Casali, nei giornali e in libreria, con ti-toli che rinnovano i fasti di “L’arte di utiliz-

zare gli avanzi della mensa” del romagnolo Olindo Guerrini, che su invito di Pellegrino Artusi compose un saporito e virtuoso “sil-labo” di ricette, uscito postumo nel 1918. «Nelle case non signorili - spiegava nell’in-troduzione - il saper preparare gli avanzi in modo ancor presentabile e mangiabile è un bel risparmio. Saranno sempre avanzi ed avranno perduto la freschezza e il sapo-re del piatto originario (…) ma tuttavia un

piatto sano, nutriente e spesso appetitoso, se ne potrà cavare, come si potrà cavare da questo libro, per imperfetto che sia, qualche non inutile notizia o consiglio.» Il ritorno alla polpetta riciclona della nonna come ultima frontiera dell’ecologia gastro-nomica? Non solo. Se la crisi ha avuto come effetto collaterale una virtuosa flessione nei consumi, pure non si può dimenticare che in ogni famiglia italiana «si stima che me-diamente si sprechi il 17% dei prodotti orto-

frutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pasta e pane, il 29% di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini» come da indagi-ne Coldiretti. Insomma, è urgente “Cucinare senza sprechi”, come insegna l’ultimo libro dell’economista Andrea Segrè, l’ideatore dei Last Minute Market recentemente insi-gnito del Premio Artusi. Che esorta:«Riprendiamo a guidare il carrello della spesa, riappropriamoci del frigorifero e del-

la nostra dispensa, impa-riamo a usare al meglio i nostri fornelli, mettiamo a dieta il bidone della spaz-zatura. Capiremo che il nuovo mondo, una rivo-luzionaria società a tripla E, nel senso di tre volte eco-logica, passa per la cucina. Dove il primo comandamento, quello a

monte di tutti gli altri, deve essere: NON SPRECARE». Tra ricette per trasformare in luverie bucce di patata, pane raffermo, insa-lata appassita si scopre che la parte che con-tiene più vitamine delle carote sono le foglie verdi, ottime cotte a vapore e condite con olio e limone. O che i baccelli delle fave, che sono il 60% del peso totale e di solito finiscono nella pattumiera, possono essere l’ingrediente gustoso di tanti piatti.

di Lorella Barlaam

Andrea segrè :“il nuovo mondo, una rivoluzionaria società a tripla e, nel senso di tre volte eco-logica, passa per la cucina. Dove il primo comandamento deve essere: non sprecAre”

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Ci siamo allevati esaltandoci e trepidando nell’ascoltare le radiocronache di Nicolò Carosio. Abbiamo delirato rincorrendo

con lo sguardo, la palla che disegnava labili, in-volute trame sull’erba malata del vecchio Stadio Comunale. Gli eroi di quegli anni hanno nomi che rappresentano punti fissi. Proviamo a leggere ad alta voce: Del Duca; Borsari, Veroli; Vanzolini, Monaco, Mantovani; Bordini, Giangolini, Fichera, Brando, Ampollini. E’ come se i luoghi mitici, quei luoghi ormai spariti, frequentati soltanto dalla nostalgia si ripresentassero davanti a noi con la nitidezza del bianco e nero e tra questi ricordi spicca la slanciata figura del “capitano” del Rimini: Renato Vanzolini. Nobile e generosa figura quella di Renato Vanzolini, riminese autentico che ha avuto i natali nel popolarissimo Borgo Sant’Andrea, nell’ormai lontano 1930. Il suo calcio era un altro, giocato su campi roventi, privi talvolta di recinzione, col pubblico che ti alitava sul collo. Derby rusticani tra compagini disorganizzate, mandate all’avventura, trasferte plebee, tra pas-

sione, ingenuità, esaltazione, incoscienza. Al Ri-mini l’aveva portato nel 1949 Guido Masetti, il vecchio portiere della Roma e della Nazionale, che aveva una capacità particolare nello scoprire e lanciare giovani talenti. Vanzolini si esprimeva al meglio nella classica posizione di mediano e

solo in seguito si sarebbe trasformato in centrale. Erano i tempi in cui la squadra riminese rovinava dalla Serie C, ai livelli minimi della Quarta Serie e poi della ignominiosa Promozione. Cercando di arrestare l’implacabile caduta, si ricorse ai giovani. Fecero le loro prime comparse, nel cam-

pionato 1951-52 i vari Bernucci, Gambi, Lucchi, Gianni, Polazzi. Renato Vanzolini, improvvisa-mente si trovò ad essere un veterano e toccò a lui farsi traghettatore della fragile navicella bian-corossa. Per dieci anni vestì la maglia a scacchi e nel 1959, la società, dandogli il benservito, gli

concedette la lista premio. Nel frattempo si era impiegato in Comune dove svol-geva la professione di geometra. Di sol-di, giocando, non ne aveva visti neppure l’ombra. Spese gli ultimi spiccioli nel Perticara. Nel paese dello zolfo raggiun-se i vecchi compagni: Massari, Budriesi, Cicchetti e Bezzi. Per tutto il campiona-to 1961-63 il Perticara non subì sconfit-te. Con un simile record ebbe termine la carriera calcistica di Renato Vanzolini. Di recente, in occasione del centenario della

Rimini calcio, è stato chiesto ai giornalisti rimi-nesi di comporre la formazione ideale; ebbene, per ricoprire il ruolo di “centromediano” tutti fu-rono concordi nell’indicare in Vanzolini l’atleta più degno e meritevole. Viene da chiedersi: chi altro se non lui?

renato vanzolini viene considerato il miglior centromediano che abbia giocato nel rimini

Agendasabato 16 e domenica 17pattinaggio:Campionato Regionali FIHPAl Playhall di Riccione la competizione per gruppi spettacolo e sincronizzato

Domenica 17calcio Lega pro 2a Divisione: Rimini - BellariaAspettando il recupero con il Forlì, un altro derby di fuoco per i biancorossi di D’Angelo

basket Dnb: Rimini - Don Bosco LivornoDopo due ko, al Flaminio i Crabs provano a risalire in classifica

podismo: Memorial Don Pippo Dai Casetti parte la 20a edizione della corsa (12,5 - 7 - 4 - 2,5 km)

venerdì 22 e sabato 23squash: Campionato italiano individualeAl centro Federale di Riccione si sfidano i migliori atleti e atlete della categoria veterani

sabato 23pallavolo serie b1: Viserba Volley - FilottranoTurno casalingo per le ragazze di Solforati per consolidare il primato

a cura di Matteo Ortalli

di Enzo Pirroni

Caro Sig. Enzo Pirroni,volevo ringraziarLa per aver scritto l’articolo riguardante, anche a mio avviso, il pi√π grande giocatore che abbia calcato il manto del Romeo Neri, il Grande Valerio Spadoni. Mi piacerebbe poter rivedere una sequenza dei suoi goals, quasi tutti di rara bellezza e penso che l’unico in grado di poterli far rivedere agli sportivi riminesi sia Romano Bedetti, grande cronista sportivo di quei tempi della tv locale. Valerio Spadoni fu poi il primo calciatore a tirare i rigori da fermo. Memorabili i 2 messi a segno nell’incontro Rimini-Ascoli finito 3 a 3, con in porta nell’ Ascoli il mitico Sclocchini. Bei tempi. La ringrazio ancora per questo raggio di sole in una giornata di nebbia.

Pier Giuseppe Babbi

Caro Sig. Giuseppe,sono pienamente d’accordo con lei circa la grandezza di Vale-rio Spadoni. Sicuramente è stato il miglior giocatore apparso a Rimini. Ricordo bene la partita in questione ed anch’io ritengo Sclocchini un portiere di grande valore. Un portiere, a mio avvi-so, che ha ottenuto molto meno di quanto i suoi mezzi e la di lui classe gli avrebbero permesso di ottenere. Per ciò che concerne Romano Bedetti, tra l’altro amico caro ed uomo buono, concordo pienamente con lei. Era bravo e non so se è tutt’ora in possesso della documentazione filmata. Le stringo la mano.

Enzo Pirroni

SPADONI NON SI DIMENTICA Lettera

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13 > 26 febbraio [email protected]

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IDEA CASA 1913 > 26 febbraio 2013

i primi “villaggi” sono nati in scandinavia negli anni ’60, ora esistono dall’America al Giappone

vIvERE ASSIEME, UNA RISPOSTA ALLA CRISIAnche in italia è nata la rete del cohousing, dove le famiglie realizzano una comunità di vicinato

di Beatrice Piva

L’erba del vicino….è anche mia! Il cohousing è una particolare realtà abitativa in forte espansione a li-vello internazionale. E’ un nuovo modo di abitare

che prevede spazi e servizi condivisi tra persone amiche che scelgono e progettano la loro comunità residenziale. Chi vive in cohousing - sono più di mille gli insediamenti di questo tipo nel mondo - vive una vita più semplice, meno costosa e meno faticosa decidendo innanzitutto cosa condividere: un micronido per i bambini, un orto o una serra, un living condominiale, un servizio di car sharing o una portineria in-telligente che paga le bollette e ritira la spesa. Solo per fare qualche esempio. Non è utopia ma l’esperienza quotidiana di migliaia di persone che hanno scelto di vivere in una co-munità residenziale a servizi condivisi. Il cohousing nasce in Scandinavia negli anni 60, ed è all’oggi, diffuso special-mente in Danimarca, Svezia, Olanda, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Australia e Giappone. Tipicamente consiste in un

insediamento di 20-40 unità operative, per famiglie e single, che si sono scelti tra loro e hanno deciso di vivere come una “comunità di vicinato” per poi dar vita, attraverso un proget-to di partecipazione partecipata, alla realizzazione di un “vil-laggio” dove coesistono spazi privati, la propria abitazione, e spazi comuni, servizi condivisi. Le motivazioni che portano alla co-residenza sono l’aspirazione a ritrovare dimensioni perdute di socialità, di aiuto reciproco e di buon vicinato. Ma anche il desiderio di ridurre la complessità della vita, dello stress e dei costi di gestione delle attività quotidiane. In Italia è stata costituita la Rete Italiana Cohousing che, costituita da associazioni e gruppi formali ed informali, spontanei e senza scopo di lucro, si occupa di promozione e realizzazione di

esperienze di questo tipo. Facendo una panoramica di proget-ti attualmente in corso di realizzazione in Italia scopriamo la cooperativa Numero Zero costituita da 6 nuclei familiari che ha acquistato una palazzina a Torino che prevede 30 alloggi, e ancora in provincia di Milano, nel centro storico di Nervia-no, tre corti di origine settecentesca saranno recuperate con un progetto dove vivranno in cohousing nove gruppo fami-liari, che potranno godere di spazi comuni importanti ricavati negli antichi fienili, nelle scuderie e nelle sale della filanda. Sempre in provincia di Milano, sorgerà l’Urban Village, una comunità di 33 unità abitative, ricavate da un ex opifi-cio munito di garage, giardini, piscina e, ovviamente spazi comuni come ad esempio la lavanderia - stireria e deposito Gas, gruppo d’acquisto solidale. Affascinante l’esperienza di quattro coppie con rispettivi figli che sulle colline bologne-si, hanno recuperato con le loro forze una struttura colonica realizzando, in cinque anni di lavoro, il loro sogno: il Podere

il Mucchio dove ogni nucleo ha il suo appartamento e in con-divisione la sala pranzo, una officina e angolo falegnameria, un laboratorio hobbistico dove il materiale di recupero pren-de forma e nuova vita, realizzando, oltre al restauro mobili anche lavori di cucito, ricamo, macramè e tombolo. Per concludere questa carrellata approdiamo a Colomarone, in provincia di Pisa, dove sta sorgendo una splendida abita-zione che ospiterà 60 famiglie. Riassumendo, l’esperienza di cohousing non è quindi solo la condivisione di una casa, ma è un modo di vivere che si pone al di fuori dei percorsi tradi-zionali e che punta a ridurre i costi della filiera immobiliare, a riscoprire il valore della comunità e soprattutto ad educare i figli a un futuro sostenibile, rispettando l’ambiente.

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13 > 26 febbraio [email protected]

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Tutti gli uomini liberi, ovunque si trovino, sono cittadini di Berlino.

Come uomo libero, quindi, mi vanto di dire: “Ich bin ein Berliner”

(J. F. Kennedy, 26 giugno 1963)

a cura di claudio costantini

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SEGRETERIA PROVINCIALE RIMINI Via Dei Martiri, 61/a - 47924 Rimini (RN) - Tel / Fax 0541.478956 Cell. 327.9597999 - email: [email protected]

verso le elezioni amministrative di maggio

UN DIRITTO AL vOTO DA ESERCITAREdi Raluca Albu

L’Istituto per la famiglia è un’associazione di volonta-riato, non lucrativa, che non ammette discriminazioni di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione, ideologia poli-tica. L’organizzazione ha finalità caritative proponendosi come obiettivo la solidarietà civile e culturale nei settori della beneficenza e dell’assistenza sociale al fine di mi-gliorare le condizioni di vita nella Nazione ed ancor pri-ma del suo elemento essenziale che è la famiglia. Dalla sede centrale di Gallico (RC), si è allargata in molti Paesi d’Italia e nel 2009 nasce a Rimini da un gruppo di per-sone appartenenti alla comunità evangelica multietnica, “Insieme per Cristo”, unitisi per diffondere i valori della cristianità. Anche qui svolge quindi un’opera di assisten-za familiare in collaborazione con il Banco Alimentare, promuove i diritti civili attraverso feste e convegni e or-ganizza azioni di educazione e prevenzione rispetto ad at-teggiamenti devianti dei giovani. Offre inoltre un servizio di mensa solidale per favorire momenti di condivisione e la nascita di spazi di confronto, sostenendo l’integrazione e lo scambio interculturale. In particolar modo il saba-to pomeriggio e sera promuove attività rivolte a giovani provenienti da ogni parte del mondo che si incontrano per svolgere uno dei laboratori inseriti all’interno del proget-to regionale Op.E.N. che darà vita ad un talent show dal titolo “Con Gesù non è noia ma è gioia”. Una delle vo-lontarie che segue accuratamente questo numeroso grup-po di ragazzi di ben 14 nazionalità differenti racconta “Il nostro laboratorio ha lo scopo di promuovere la crescita umana dei giovani di varie etnie, trattiamo temi sociali per poi parlarne attraverso la musica, il canto, la recita-zione e la danza”. Per info: Ipf Rimini - via Brodolini, 10 - Viserba - [email protected] - Tel. 0541 1904661.

Barbara Calabrese

Questa primavera (26 e 27 maggio) si svolgeranno in Italia elezioni co-munali, occasione in cui i cittadini

UE residenti in Italia potranno esercitare il loro diritto di voto sia come elettorato pas-sivo che attivo (quindi possono eleggere i candidati preferiti o si possono candidare come consiglieri). Ricordiamo che in Italia i cittadini provenienti da un paese UE che ivi risiedono legalmente hanno diritto di voto soltanto alle elezioni per il Parlamen-

to Europeo e alle elezioni amministrative, con la condizione di essere iscritti nelle liste elettorali aggiunte. La domanda di iscri-zione nelle liste aggiunte deve essere pre-sentata all’ufficio elettorale del comune di residenza con 40 giorni di anticipo rispetto alla data delle elezioni (quindi entro il 16 aprile 2013). Chi è già in possesso della tessera elettorale che permette di esercitare il diritto di voto alle amministrative (da non confondersi

con la tessera che da il diritto di voto per il Parlamento Europeo) si può presentare direttamente al suo seggio elettorale. Nella provincia di Rimini si svolgeranno elezioni amministrative solo a Gemmano. I cittadini UE ivi residenti che desidereranno eserci-tare il loro diritto di voto si dovranno pre-sentare al Servizio Elettorale dell’Ufficio Servizi Demografici del Comune di Gem-mano per richiedere l’iscrizione nelle liste elettorali aggiunte (Piazza Roma 1).

I suoi quadri sono firmati “Guevara”, co-gnome, che, non si sa come, le è stato tolto quando ha ricevuto la cittadinanza italiana. Ana Susana Carrasco è una pittrice di origi-ne peruviana che vive in Italia da 13 anni. L’arte, in generale, e la pittura, in partico-lare, è il filo conduttore della sua vita. Da piccola amava dipingere, poi ha studiato per 6 anni all’Accademia di Arte in Perù. Il desiderio di vedere dal vivo le opere degli artisti che aveva studiato e che tanto amava, di respirare l’aria piena di storia dell’Euro-pa l’hanno portata ad abbandonare il lavoro d’ufficio che svolgeva in Perù per arrivare prima in Francia, e poi in Italia. Gli inizi in Italia non sono stati facili. Ha dovuto la-vorare in albergo, poi ha fatto la badante, ma l’amore per la pittura che esercitava nel tempo libero le ha dato la forza e il coraggio di andare avanti tanto che la casa di San Leo dove abitava era diventata una vera galleria con tutti i suoi quadri. Grazie alla sua tena-cia e determinazione riesce ad avere una sua prima vera mostra individuale a San Leo su invito dell’allora sindaco, rimasto impres-sionato dal suo talento. In questa occasione conosce anche colui che diventerà suo mari-

to, un pittore con il quale condivide da molti anni l’amore per l’arte. Oggi Susana vive a San Mauro Pascoli. Questo paese, che l’ha accolta molto bene, le ha dato anche l’op-portunità di fare una mostra insieme a suo marito e di insegnare la pittura ai bambini delle scuole elementari. Attualmente la sua vita si divide tra l’Italia, la Francia (dove vive un suo nipote) e il Perù (dove abita sua sorella). Da 6 anni ha aperto a Rimini un bellissimo negozio con tutto il necessario per coloro che hanno il desiderio di dipinge-re. Affronta con coraggio e determinazione questo periodo di crisi economica. Crisi che, però, non la spaventa molto perché, come dice lei, “ho vissuto in un paese dove c’era la povertà, dove si lottava per andare avan-ti”. Vera amante dell’arte, Susana ha messo a disposizione di artisti riminesi il suo nego-zio che in varie occasioni ha ospitato mostre di pittura. Susana ha avuto l’opportunità di conoscere buona parte dell’Italia, “un mu-seo d’arte a cielo aperto dove ogni angolo respira storia. Sono rimasta impressionata dalla bellezza di questo paese e mi dispiace vedere che molti italiani rimangono indif-ferenti davanti alle innumerevoli ricchezze

artistiche che l’Italia offre. Mi piacerebbe vedere un po’ più di interesse per il patri-monio artistico del paese”. Per lei l’arte è una cosa seria che non dovrebbe essere col-legata ad interessi patrimoniali, ma all’idea di bellezza e talento. “Per me la pittura è anima, è un mio altro io, è una cosa che mi viene da dentro”. La nostalgia della propria terra si sente quando parla del suo paese e quando si guarda un suo bel quadro che rap-presenta una donna peruviana. In Italia “ho sentito forte il desiderio e il bisogno di di-pingere la donna peruviana e l’ho fatto con molta tristezza perché mi manca molto il mio paese”. Un giorno, magari nell’età del-la pensione, vorrebbe tornare nel suo paese. Magari vivere un po’ tra l’Italia e il Perù per insegnare ai giovanni peruviani ciò che ha imparato in Italia e trasmettere loro la pro-pria esperienza come persona e pittrice. Una delle scoperte più grandi in Italia? A parte tutta la cultura e la storia del paese, scoprire che Topo Gigio, personaggio che conosceva e amava da quando abitava in Perù, era ita-liano, come era diventata anche lei, è stato incredibilmente divertente.

R.A.

Associazione istituto per la Famiglia - ipf rimini

Giovani di tuttoil mondo protagonisti

di un talent showun dialogo con il linguaggio

della musica, il canto, la recitazione e la danza

storie di migranti

DAL PERù IN ITALIAPER AMORE DELL’ARTEi mille lavori per poi poter dipingere

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13 > 26 febbraio [email protected]

Da EPASA CNA ti aiutiamo a fare la domanda dell’indennità di disoccupazione

Il reddito dei lavoratori dipendenti rimasti privi di lavoro è tutelato dall’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria. Per maturare il diritto serve presentare la domanda di disoccupazione.

Presso il Patronato EPASA CNA è attivo il servizio di presentazione delle domande di disoccupazione, gratuito e rivolto a tutti i lavoratori dipendenti licenziati. Comprende:1. Verifica dei requisiti per richiedere l’indennità di disoccupazione ordinaria e da requisiti ridotti (stagionale)2. Compilazione della domanda di disoccupazione 3. Verifica dell’iter della praticaNella sede EPASA CNA di p.le Tosi, 4 a Rimini dopo la presentazione della domanda potrai rivolgerti a BuonLavoro CNA per lasciare il tuo curriculum e avere una consulenza gratuita su come presentarlo e affrontare positivi colloqui di lavoro. Inoltre ogni giovedì alle 17.00 Buon-Lavoro CNA organizza un incontro per le persone disoccupate che vogliono rimettersi in gioco nel mondo del lavoro.

Per informazioni: EPASA CNA dott.ssa Elisa Giungi tel. 0541 [email protected] - P.le Tosi 4, Rimini.Tutte le mattine, dal lunedì al giovedì: ore 8.30-12.30.Anche pomeriggio, martedì e giovedì: ore 14.30-18.30. Venerdì chiuso.

BuonLavoro CNA: Dott.ssa Chiara Francesconi tel. 0541-760268 [email protected]

INdENNITÀ dI dISOCCuPAZIONE?PASSA dA EPASA CNA!

La riforma delle pensioni. Cosa è cambiato e in quale modo?Illustrate al convegno promosso da CNA in collaborazione con l’Inps di Rimini le principali novità in materia previdenziale introdotte della recen-te riforma del sistema pensionistico entrata in vigore a gennaio 2013

Nella giornata di giovedì 7 febbraio si è svolto, presso la sede provinciale della CNA di Rimini, un incontro tra la cittadinanza e l’istituto Inps di Rimini per conoscere ed approfondire i cambiamenti intervenuti con l’entrata in vigore della riforma delle pensioni, nota come “Riforma Fornero”, che ha modifica-to le regole per accedere alla pensione introducendo significative modifiche al sistema precedente. Sono intervenuti il dottor Mario Alberico Cappelluzzo responsabile direzione provinciale Inps di Rimini area Assicurato/Pensionato e l’operatore del patronato EPASA CNA Alessi Isidoro, responsabile dell’area previdenziale. Dopo una breve esposizione della normativa, previgente neces-saria per comprendere l’attuale sistema, si è passati alla disamina delle novità introdotte dell’ultima riforma in vigore da gennaio 2013 .

In particolare:> estensione del metodo di calcolo contributivo pro rata per tutti> nuovi requisiti per la pensione di vecchiaia e anticipata (ex “anzianità”)> innalzamento progressivo dell’età pensionabile> sistema di disincentivi economici per chi sceglie di andare in pensione, avendo raggiunto il requisito contributivo previsto, prima dell’età ana- grafica prevista

In conclusione il funzionario Inps in collaborazione con l’operatore di patro-nato hanno risposto alle tante domande dei partecipanti su casi specifici. Naturalmente la consulenza si è limitata ad aspetti generali e non specifici, invitando i partecipanti, a fine conferenza, a prendere appuntamento presso gli uffici del patronato EPASA per approfondire la propria posizione previden-ziale. Presso gli uffici del patronato EPASA, infatti, è possibile ottenere una consulenza personalizzata in grado di individuare, con le normative in vigore, la decorrenza futura della pensione e l’importo presunto. Potrebbe essere uti-le anche per chi è ancora lontano dal raggiungimento di questo traguardo per avere consigli e chiarimenti sul proprio percorso e le conseguenze sul piano previdenziale delle scelte compiute in ambito lavorativo.

Per informazioni: Epasa CNA, Alessi Isidoro tel. 0541/760262email: [email protected] - Piazzale Tosi 4, Rimini

Il vero aiuto che si può dare a una persona, specie in questi tempi di crisi, è insegnargli un mestiere. E dare opportunità significa co-struire un futuro migliore per tutti.Il Gruppo imprenditori per la scuola di CNA, ormai attivo da molti anni attraverso i progetti di BuonLavoro, apre la propria PA-LESTRA FORMATIVA. Per un’azienda, aderire comporta mettere a disposizione un periodo di stage in base alle proprie possibilità. Anche una sola volta all’anno e per una sola persona. Mettendo in pratica, concretamente e a costo zero, la propria Responsabilità sociale d’impresa.Tante le opportunità per le imprese con varie tipologie di tirocinio.Tra questi gli stage organizzati attraverso Ecipar, ente di forma-zione di CNA, dotati di tutte le coperture assicurative. Qui gli sta-gisti, regolarmente iscritti ad un corso Ecipar che può coinvolgere persone di varie fasce di età, devono poter mettere in pratica in azienda le competenze acquisite e di cui sono in possesso. Tempi e modi variano da una tipologia all’altra, ma sempre senza costi per l’impresa.Attualmente sono in avvio stage di un mese nell’area segre-tariale commerciale e amministrativa, che si svolgeranno a marzo. Per informazioni:Dott. Gabriele Frisoni,Responsabile BuonLavoro CNA - Tel. 0541 760287Per aderire, invia una mail a: [email protected]

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[email protected] > 26 febbraio 2013 23

Adone in Siria.Lo spirito del grano era la volpe certamen-te in Borgogna. Demetra, la dea greca dei cereali (ma già venerata dalle popolazio-

ni pre-elleniche), era adorata in forma di volpe in Messenia, dove appariva nell’emblema araldico della regio-ne. Le volpi subivano crudeli rituali ne l l ’an-

t i c a Roma durante le feste in ono-

re di Cerere, equi- valente italica di Demetra: venivano fatte correre nel circo con le code in fiamme.E in Romagna? Eraldo Baldini, noto scrit-tore ma anche attento ricercatore delle tradizioni locali, in un suo contributo in “Romagna Arte e Storia” (n. 45 del 1995, “Un rito gridato. L’urlo meridiano dei fal-ciatori e dei mietitori nelle campagne ro-magnole”), scrive: “Nella Bassa Ferrarese e nel Polesine, gli animali impersonanti lo Spirito del grano potevano essere l’oca, la

volpe o la lepre. In queste zone è testimo-niato anche, fino ad epoca recentissima, il rito del legare qualcuno dentro l’ultimo covone, in una simulazione sacrificale”.“L’animale del grano” per eccellenza in Romagna era senza dubbio il gallo. La mietitura diventava infatti anche l’occa-sione per uccidere il gallo del pollaio, che

veniva sostituito da uno più giovane attra-verso minuziosi cerimoniali. E il galletto era il protagonista indiscusso nei pasti dei mietitori, che secondo Michele Placucci (“Usi e pregiudizi de’ contadini della Ro-magna”, 1818) dovevano essere in nume-ro di sette: certo per sostenere la durissi-ma fatica del campo, ma soprattutto per

la valenza magica del numero. Forse la volpe aveva preceduto il gallo in

una fase ancora più antica?Di certo il gallo giunse dal-

le nostre parti provenen-do dall’India e passan-do per Asia minore e

Grecia “solo” nel VI secolo a.C., mentre l’agricoltura, con tutti i suoi rituali,

era arrivata fin dal IV millen-

nio prima della no-

s t r a era. E

trac-ce di un “an- t a g o -

nismo” fra volpe e gallo sono presenti in tutte le tradizioni popolari. Basti pensare al “funerale delle volpe”, un motivo alle-gorico tratto da una favola di Esopo e rap-presentato in un mosaico di San Giovanni Evangelista a Ravenna, come nella pri-mitiva decorazione musiva di San Marco a Venezia, nella cattedrale di Modena, a San Zeno in Verona, a Murano, a Vercelli, a Trani, e ampiamente diffuso in Francia.Di nuovo, siamo nel campo delle pure congetture. Ma che darebbero un qualche senso alla nostra enigmatica voipa. Ma probabilmente ha ragione Quondamatteo e tutto è molto più semplice: da noi fra

le furbizie volpine sono rientrate anche quelle di chi abilmente lascia le fatiche ad altri. E non solo da noi: in inglese, ci fa notare proprio Eraldo Baldini, esi-ste l’espressione “lazy like a fox”, pigro come una volpe. Anche se per il povero galletto la volpe non sarà mai abbastanza pigra.

Le nostre parole

LA vOIPA DEI MISTERIdi Stefano Cicchetti

T’è la voipa!”; “Quel chi lè l’ha na voipa m’adoss…”. Avere la “volpe”, nel riminese si dice

allo scansafatiche, a chi non ha voglia di lavorare. Ci sono anche dei modi dire in proposito: “Voipa vot è brod? Sè, se tal me port!”: “Volpe vuoi il brodo? Sì, se me lo porti!”. Oppure, in Valconca: “La voipa veneranda la vin tre volte al di, la sera la mattina e pure te mizz’dì”, cioè: “La volpe veneranda viene tre volte al giorno, la sera la mattina e pure a mezzogiorno”.Però, a quanto ci risulta, nessuno si è pre-so mai la briga di spiegare come mai la volpe da noi, e solo da noi, sia considerata pigra. In tutto il mondo, invece, nelle tra-dizioni popolari come nelle fiabe, la volpe è furba, infingarda, perfino lussuriosa, se non addirittura incarnazione di Satana. Ma come il diavolo non dorme mai, alla volpe non è mai mancata la voglia di darsi da fare. E allora?Gianni Quondamatteo, nel suo “Diziona-rio Romagnolo (ragionato)”, lascia inten-dere che la pigrizia della volpe sia quella del furbacchione che scarica sugli altri i lavori più pesanti: “.. e volponi di questa specie ne abbiamo tanti ancora oggi”. Ma la spiegazione non convince del tutto. In-nanzi tutto perché non si comprende come mai solo qui la “volpaggine” equivalga all’indolenza, quando invece ovunque si-gnifica scaltrezza. E poi noi al fannullone non diciamo “sei una volpe”, ma “hai la volpe”.Ora, quell’avere ci spinge a suggestio-ni forse fantasiose, ma che qualcuno più qualificato di chi scrive potrebbe appro-fondire.Nella sua opera “Il ramo d’oro”, Sir Ja-mes Frazer descrisse accuratamente le tracce che i culti agrari ancestrali hanno lasciato nel folclore di tutto il mondo. Per

l’uomo primitivo, ogni essere, pianta o animale, possedeva uno “spirito” che lo animava. Studiando i riti della mietitura, Frazer notò che una delle credenze più diffuse riguardava lo “Spirito del gra-no”. Questo spirito, secondo i luoghi, poteva avere forme umane (come il celeberrimo John B a r l e y c o r n dell’Inghilterra e della Sco-zia), ma più frequentemente di ani-mali: fra i tanti, il cane, il lupo, il gallo, la quaglia, la lepre, o la volpe. Secon-do queste credenze, presenti in Francia come in Germania, fra gli Slavi come in Italia, lo spi-rito arretrava fra gli steli man mano che i mietitori avanzava-no, fino a rifugiarsi nell’ultimo covone. In molti luoghi, a chi tagliava l’ultimo stelo, o lega-va l’ultimo covone, si diceva “hai il cane”, o il lupo, il gallo, eccetera. Come “punizione” per essere arrivato per ultimo, il “pigro” era vittima di dileggi e scher-zi, spesso piuttosto pesanti. Secondo gli etnografi, queste angherie, che seguivano precisi rituali, non erano altro che i re-sidui di cerimonie assai più atroci, dove il disgraziato veniva addirittura messo a morte, poiché la divinità del cereale era “entrata” in lui. E il dio, per i nostri pro-genitori, non solo poteva morire, ma do-veva essere sacrificato per poter risorgere a nuova vita. Così accedeva, fra i tanti, a Osiride in Egitto, ad Attis in Frigia, ad

un modo dire poco diffusofuori dal rimineseche fa viaggiare la fantasia

Il funerale della volpe nel mosaico di San Marco a Venezia

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13 > 26 febbraio [email protected]

nei dispenser e a casa tua

riminiedicola imola - piazza Cavoururp comune - piazza Cavour, 29edicola moretti - piazzale Giulio Cesareedicola olivieri - piazza Tre Martiriedicola nicoletti - piazza Tre Martiriedicola bellavista - via Zavagli, 10edicola bondi - via Bastioni Occidentaliedicola toni - via Coriano, 58 c/o Grosedicola pecci e righetti - via Covignano, 120edicola tomassoni - via Pascoli, 83 Dedicola villa - via Flaminia Conca, 57edicola tripoli news - via Tripoli, 292/ang. Via Romaedicola papini - via Acquario, 12edicola michelotti - via Montescudo, 41edicola il Libro nella città - p.le Boscovichedicola celle - via XXIII Settembrecoop celle - via XXIII Settembre, 128cbr - via Emilia, 113centro i malatesta - via Emilia, 150sGr - via Chiabrera 34/BGelateria La romana - via Rimembranze, 74conad margherita - via Pintor fronte Ospedaleedicola emira - via Lagomaggio, 21centro saulle - p.le Pasolini, 3 c/o 105 Stadiumpoliambulatorio valturio - viale Valturio, 20/ADopo Lavoro Ferroviario - via Roma, 70edicola supporters - via della Grotta Rossa, 18AusL - via Circonvallazione OccidentaleAusL - via Coriano, 38 c/o ColosseocAr - via Caduti di Marzabotto, 47cGiL - via Caduti di Marzabotto, 30cnA provinciale - via Caduti di MarzabottoLegacoop - via Caduti di Marzabottotabaccheria bastianini - via Giovanni XXIIItribunale - via Dalla Chiesa, 11trAm - via C.A. Dalla Chiesa, 38trony - Strada Consolare, 15Garden sporting center - via Euterpe, 7provincia - piazzale Bornaccini, 1cnA - piazzale Tosi, 4bar c/o Fiat center - via Nuova Circonvallazione, 69iAt - piazzale Battistitabaccheria - via Madonna della Scalapoliambulatorio nuova ricerca - via Settembrini, 17/Htabaccheria Giorgetti - via Flaminia, 169/G Flaminiopoliambulatorio Flaminio - via Flaminia 169 Flaminioconad novelli - via Baldiniina casa - via Dario CampanaGrattacielo - viale Principe Amedeoconad - via Colettirimini terme - via Principe di Piemonte, 56

sAntArcAnGeLoedicola - piazza GanganellicnA - via Togliatti, 17baraonda - via Dante di Nannicoop - via Andrea Costaportico - via Lauro De Bosiscoop - via F.lli Cervi, 2caffè centrale - piazza Ganganelli, 21caffè del corso - via Garibaldicaffè commercio - via Don Giovanni Minzoni, 8

edicola - piazza Marini

coriAnoedicola - via Ausamercatone uno - via Ausa, 16ufficio turistico i.A.t. pro Loco - piazza Mazzini, 10

sAn mArinocentro comm. Atlante - via Tre settembre, 17 Doganacentro comm. Azzurro - via Moretti 23, Serravalle

riccionecomune - via Vittorio Emanueleedicola Guidotti - via Cervino, 11/cedicola pesaresi - via La Spezia, 20edicola il bruco - via Marsala, 7edicola tosi - via Empoli, 31Farmacia s. Lorenzo - via Flaminia, 25 tabaccheria morena - via Cervino, 1centro commerciale boschetto - via Veneto, 43/7conad Fontanelle - via Catullo, 8conad Fontanelle - via Siciliapoliambulatorio pegaso - viale Angeloni, 8edicola Girolami - viale Trento Triestesupermercato A & o - viale Ceccarinitabaccheria Galassi - via Giulio Cesare, 117AusL - via Cortemaggiore, 6supermercato A&o - Centro Comm.le San martinoedicola stazione - piazzale Cadorna, 2

verucchiocomune verucchio bar Gabrè - via del Decchio Ghetto, 1conad - via Casale, 70cnA - via Garibaldi, 14

e inoltre...

biblioteca comunale s. Giovanni in marignano - via Roma, 23urp comune morciano - piazza del Popolo, 1comune torrianacomune poggio berni comune montecolombosan clemente: comune, circolo Arci nova - piazza G. Mazzini montefiore: comune, caffè del borgo - piazza della Libertàmontescudo: comune, bar borgo - via Borgo Pandolfo Malatesta, 6 saludecio: comune, circolo Arci pierino Albini - via 24 Giugnomontegridolfo: comune, trattoria del castello - via borgo, 5 mondaino: comune - piazza Maggiore 1Gemmano: comune, bar sport - piazza Roma, 10 - Gemmano

[email protected] www.chiamamicitta.netvia Bonsi, 45 _ 47921 Rimini _ tel 0541.780332

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LO “ZOO”DEI MALATESTA

13 > 26 febbraio 2013 Distribuito gratuitamentewww.chiamamicitta.net Anno XXIII n. 221

Borgo Sant’Andrea

LA storiA

La seta di san Giuliano di Annamaria Bernucci pAGinA 2

Quando nel borgo c’era l’orto dei cervi di Oreste Delucca pAGinA 3

imprese e persone L’Angolo Divino conad tiberio pAGinA 4

inK3 pAGinA 5

neL borGo raccolti 6 mila euro per corare un bambino pAGinA 6

ponte di tiberio libero dalle auto per i suoi duemila anni?

nuova via sozzi ci siamo quasi pAGinA 7

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13 > 26 febbraio 20132

i tessuti ritrovati assieme alle reliquie sono reperti rarissimi

Gli orditi più antichi potrebbero avere 1500 anni

i loro sarcofagi. Il corredo funebre di S. Giuliano è esemplare a questo proposito e rappresenta per la sua conservazione un eccezionale ‘documento’ e ‘reliquia’ di età bizantina e medievale. Ci si riferisce a due stoffe di seta realizzate a taqueté operato, una tecnica raffinata che utilizza un intreccio complesso di trame multiple e due orditi; in una di esse, in quella da-tabile al V secolo, è ancora leggibile una rappresentazione di scena di caccia, con motivi tipici dei repertori tardo antichi (piccoli putti all’interno di volute vegeta-li si alternano a motivi zoomorfi, caval-li, leoni, cervi). A questa stoffa è cucito un altro frammento, decorato con piccoli motivi geometrici (ottagoni) e tralci di fo-glie di quercia. Queste iconografie hanno riscontri nei mosaici della basilica raven-nate di San Vitale, in particolare riferibili alla rappresentazione dell’imperatrice Te-odora con il suo seguito, dai sontuosi abiti decorati come era in uso nei cerimoniali e nelle ornamentazioni della corte bizanti-na. Solo di recente si è ipotizzato che tale stoffa costituisse una tunica tardo antica e quindi che facesse parte del corredo fune-bre originario di San Giuliano, quello più antico. Il secondo drappo, invece, potreb-be essere stato introdotto al momento del primo ritrovamento dell’arca, avvenuto nel X secolo, quando spiaggiò a Rimini. La tradizione vuole che ai tempi di Ottone I (961-973) con un maremoto l’arca giun-gesse al monastero benedettino dei santi Pietro e Paolo, poi chiesa di San Giulia-no: l’arca, come narra la leggenda venne aperta dal vescovo Giovanni di cui si han-no testimonianze databili verso il 967. I tessuti sono stati indagati nel volume Ri-mini Medievale, contributi per la storia della città a cura di A.Turchini (1992) e dall’archeologa M.Grazia Maioli. Un ul-teriore approfondimento è di M. Cuoghi Costantini nel saggio Sulla via della seta, testimonianze del Medioevo tra oriente e Occidente in Il filo della storia, tessuti an-tichi in Emilia Romagna, Bologna Clueb, 2005.

La seta è stata sin dal suo apparire nel mondo mediterraneo - l’arri-vo della bachicultura è databile

all’epoca di Giustiniano - merce rara e preziosa, similmente all’oro, materiale di elevato valore simbolico. Della seta tutto era tenuto misterioso: dalla lavorazione, alla provenienza, fino ai tragitti dei mer-canti. Durante tutto il medioevo la seta costi-tuì un bene suntuario, era status symbol ad esclusivo appannaggio della classe dominante. I filati, i tessuti e l’abbiglia-mento in seta erano destinati alle corti, ai dignitari, ai cerimoniali. L’arte della tessitura fu praticata da artigiani di ele-vatissima qualità nel mondo bizantino,

per abbigliamento, arredi e addobbi del-le corti, indicatori di precise gerarchie sociali. Nelle pratiche funebri per perso-naggi di alto lignaggio manufatti serici e drappi rivestivano le salme di vescovi e

LA SETA DI SAN GIULIANO

di Annamaria Bernucci

IL TELO DEI LEONIUn altro frammento di seta, realizza-to con filati di pregio, con la tecnica dello sciamito, seppur con le cromie attutite dalla corrosione del tempo, è celebre per la raffinatezza dei suoi disegni, “color celeste antico con fondo marrone simboleggiato in sei leoni”: così nel 1912 precisavano gli estensori del Verbale del scoperchia-mento dell’urna di S.Giuliano; ma è interessante anche per le sue dimen-sioni. Il telo in origine doveva essere assai più lungo del frammento attua-le, forse due metri, e doveva, piegato, sostenere la testa del santo a guisa di cuscino. Secondo studi recenti è da attribuire ad un opificio bizantino del X-XI sec. La decorazione è compo-sta da ‘ruote’ tangenti con all’interno leoni ‘andanti’ dalle possenti crinie-re. Nel corredo compare un altro telo di analoga lunghezza e tecnica: ha motivi decorativi con uccelli-grifone stilizzati all’interno di ‘orbicoli’, con giochi cromatici che alternano gial-lo, avorio, rosa e blu.

IL TESORO DELL’ARCAI ritrovamenti sono custoditi a Ra-venna. L’arca di marmo d’Istria di S.Giuliano ha suscitato sin dal suo rinvenimento attenzioni molteplici da parte degli storici e non solo per la narrazione leggendaria legata al suo approdo sulla costa riminese. L’interno del sarcofago ha infatti re-stituito, oltre alle ossa, monete ed al-tri oggetti, frammenti di tessuto coe-vo alla celebre arca, cioè d’età impe-riale, scoperti in occasione della sua prima apertura (nel 1584) cui fece seguito una successiva esplorazione nel 1912 che assunse un carattere più scientifico. Oltre a tele di lino e lacerti di lana, furono rinvenuti an-che magnifici frammenti serici, due drappi che sicuramente coprivano le spoglie del santo; con la supervi-sione di Corrado Ricci (1858-1934) archeologo, senatore del Regno d’Italia e nel 1898 Soprintendente ai monumenti di Ravenna, furono por-tati al Museo Nazionale di Ravenna, dove sono tuttora conservati.

LA STORIA

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13 > 26 febbraio 2013 3LA STORIA

Offerte di Lavoro

P.le Tosi, 4 Rimini - Tel 0541/760235 - Fax 0541/[email protected] - www.buonlavoro.biz

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Fra le fiere possedute anche leoni, orsi e perfino un elefante

IL “GIARDINO ZOOLOGICO”DEL BORGO SAN GIULIANO

di Oreste Delucca

Anche i malatestacoltivavano la passione medievale per gli animali esotici

dire la penetrazione nemica da quel lato. Il quadrilatero venutosi a creare fra i due muri del borgo San Giuliano non era occupato da edifici, ma da una boscaglia; e i Malatesta l’avevano per l’appunto destinato “ad uso di giardino e serraglio d’animali”.La prima notizia risale al 1376, quando il cardinale Gherardo de Puy, ospite della fami-glia Malatesta, “stava per suo dilecto a l’orto di signuri”. Nei decenni seguenti l’Orto vie-ne citato a più riprese fra le proprietà della famiglia signorile; fino a che, sulla metà del Quattrocento, Sigismondo Pandolfo lo dona al conte Antonio di Ser Giovanni Ugolini. Nel 1487 la boscaglia risulta ormai abbattuta, perché quello spazio viene chiamato “il Pra-to dei Cervi” e la nuova proprietaria, donna Antonia moglie del barbiere Giorgio di Leo-nardo, lo utilizza come allevamento di caval-

I Malatesta, come gli altri signori del loro tempo, avevano una forte passione per le bestie selvagge e feroci: le raffiguravano

nei loro stemmi; ne facevano oggetto di cac-ce e tornei; le custodivano in appositi serra-

gli. Naturalmente, alla passione si univa un forte desiderio di ostentazione, la volontà di stupire e di essere al centro delle attenzioni.Nelle carte malatestiane è documentato l’ac-quisto di una leonessa, il possesso di cervi e daini, la presenza di un orso e perfino di un elefante.Sappiamo che nel 1481 Roberto Malatesta intrattenne gli ambasciatori veneziani con giochi e spettacoli nel cosiddetto Orto di S. Cataldo, che esisteva entro il grande cortile del convento Domenicano di Rimini (situato all’incirca dove oggi via Gambalunga incro-cia via Roma). Il cronista racconta che “per dar gusto a questi signori fece la caccia al cervo; e un altro giorno quella del leone, nell’orto di San Cataldo, ove era stato me-nato un ferocissimo toro, il quale con molto impeto e furore l’incontrò con le corna; ma il leone, con agilità levandosi da parte, per uno

de’ corni l’afferrò e, battendolo e ribattendo-lo, in breve lo sbranò”.La famiglia Malatesta possedeva a Rimini anche uno spazio chiamato “Orto dei Cer-vi” oppure “Orto dei Daini”, una specie di giardino zoologico medievale. Verso la metà del Trecento, il borgo San Giuliano era stato ampliato costruendo verso il mare una nuova cerchia di mura che si allineava con il muro costruito dall’altra parte del Marecchia, pres-so la chiesa di San Nicolò, permettendo di tirare la “catena del porto” in modo da impe-

li. Nel 1493 cessa anche questa funzione: ora appartiene a Mattiolo di Leonardo Mattioli, che provvede a dissodarlo e lo trasforma in terreno arativo. Le fonti da quel momento lo chiameranno “Campo dei Daini”. Dunque, il declino della parabola malatestiana va di pari passo con l’esaurirsi dell’esperienza che ave-va fatto sorgere il “giardino zoologico” nel borgo San Giuliano. Ed è significativo che sul finire del Quattrocento Pandolfo IV, ul-timo rappresentante della famiglia signorile, mèmore delle antiche passioni del suo casa-to, faccia di tutto per acquistare un elefante, ma alla fine debba rinunciarvi per mancanza di soldi.

Il bastione di San Cataldo, ove si trovava l’orto dei Domenicani,

utilizzato dai Malatesta per le cacce con bestie feroci

< Il borgo San Giuliano, con la boscaglia destinata all’Orto dei Cervi, in un antico disegno presso l’Archivio di Stato riminese

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vegano per accontentare sia chi non ama mangiare carne, sia coloro che vogliono mantenersi leggeri, senza rinunciare però a ricette sfiziose e complete di tutte le proteine neces-sarie al fabbisogno. Una filosofia, quella del pranzo vegetariano, che si è espansa dando vita a “Ravis” per l’organizzazione di servizi di catering,

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i pranzi domenicali del ciclo “Ea-ting a Rainbow”, una domenica al mese fino a maggio, con menù incentrato ogni volta su un colore diverso (cromoterapia) e l’introdu-zione sul tema di una naturopata. Ma la sera “L’Angolo Divino” torna a proporvi, oltre ai menù vegetaria-ni, le migliori carni del territorio ac-compagnate da ottimo vino (dallo champagne ai vini delle migliori cantine romagnole, compresi al-

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i passatempi invernali di una volta dei ragazzini di città

In fretta i compiti e poi in giro con gli amici

Quella di noi ragazzini di città era una vita molto dura ca avemme poc e nint ma a savemme che in campagna la vita per i ragazzi era ancora più difficile perché non avevano nemmeno il pane, mentre noi non sapevamo come passare il tempo!Finita la scuola correvamo a casa dalla fame, si facevano i compiti in un baleno e poi giù in strada a giocare. Eravamo molto affascinati dal mondo degli adulti e dai mestieri che facevano: a me sarebbe piaciuto molto fare il macchinista per le Ferrovie dello Stato e allora trascorrevo tanto tempo con i ferrovieri per farmi spiegare cosa avrei dovuto fare per imparare il mestiere. Spesso andavamo all’osteria e ci mettevamo di fianco alla stufa per ascoltare i discorsi degli anziani, mentre fuori nevicava o pioveva e in lontananza si sentiva la sirena del porto.Nelle giornate di bel tempo invece si andava a San Giuliano da Gigetto e Mzler a casa sua e ci faceva vedere i suoi modellini o arrotava i suoi coltelli. A volte andavamo anche al forno Da Liverani e guardavamo la preparazione del pane per la notte successiva o facevamo la classica vasca in Centro.Poi si andava sul Marecchia a vedere le fiumane o in spiaggia aspettando che arrivasse l’estate e lì incontravamo i morosi che passeggiavano o gli anziani chi l’andeva a purazi.Le ragazzine invece gliera più maduri ad nun burdlaz e a 13 anni avevano già il moroso più grande.Erano passatempi semplici ma che ci riempivano la vita di felicità!

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gli argomenti della nuova Puntata

> Reinventarsi il lavoro in tempo di crisi. Interviste a commercianti, imprenditori, ristoratori da Rimini a Bellaria passando per Riccione che tengono testa alla contrazione dei consumi e lanciano nuove sfide

> Il Borgo San Giuliano dona un assegno a Natale, un bimbo affetto da una grave malattia

> Lo Storico Oreste Delucca e l’Arco D’Augusto

> Il Critico d’arte Alessandro Giovanardi e il Barocco alla Chiesa dei Servi di Rimini

> Il Dialetto per Principianti con Giuliano Casadei

Zeinta di Borg il programma realizzato da CnA Commercio e Turismo che racconta il territorio e i suoi operatori economici

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san Giuliano, un borgo solidale

IL SOGNO DI NATALE

Durante le ultime feste natalizie, i negozi, le pizzerie, i ristoranti del borgo avevano esposto un cartello

dove si chiedeva una offerta per un bambino di nome Natale, perché potesse curare la sua malattia. Sono stati molti quelli che hanno dato il loro contributo, altri soldi sono stati ricavati dalla cena a base di tortellini al ri-storante la Marianna con cuochi volontari, il nostro sindaco era uno di questi. La somma raccolta dall’associazione Com-mercianti del Borgo e la Società de Borg che hanno promosso l’iniziativa, ha raggiunto i seimila euro che domenica pomeriggio con una piccola cerimonia sono stati consegnati alla famiglia di Natale. La patologia che lo affligge è molto rara e le cure non disponibili in Italia. È la Leu-

codistrofia Metacromatica, una malattia degenerativa che per ora viene curata solo in via sperimentale in Israele e ci vogliono cifre significative per affrontare il viaggio e la terapia.

L’impegno del comitato il “Sogno di Nata-le”, la solidarietà del Borgo insieme a quel-la di altri enti fra cui la scuola materna di Viserba Il Galeone, hanno concretamente

aumentato la speranza della famiglia di Na-tale di poter curare il proprio figlio. Alla pic-cola cerimonia ha partecipato anche Natale in una carrozzina, accudito amorosamente dalla madre che ha un altro sogno, quello

che anche in Italia si possano attivare in un vicino futuro sperimentazioni e cure per la malattia del proprio bambino e di altri che di quella patologia soffrono.

Raccolti seimila europer curare un bambino affetto da una rara malattia

La nostragente di mare

Gli ottant’anni dell’Associazione marinai

d’italia di rimini

L’ ANMI, Associazione Nazionale Marinai d’Italia della sezione di Rimini ha festeggiato i suoi ot-tanta anni. Una pubblicazione del Corriere Padano ne dà notizia nel 1938 indicando la data del 1932 come anno di fondazione. Fu rifondata poi nel dopoguerra nell’ottobre del 1955. Il Cav. Va-lerio Moroni ricorda che l’associa-zione venne chiusa nel 1966 e 32 ex marinai in congedo la rifonda-rono di nuovo. Bisogna dar merito all’ANMI di aver, in questi anni, non solo tenuto vivo i valori e il culto della Patria, come è scritto nello statuto, ma anche le tradizio-ni della vita marinara, “mettendo a disposizione delle istituzioni una forza qualificata e volontaria”. Per l’ottantesimo anniversario è stata prodotta dall’Associazione una pubblicazione a cura dell’Amm. Angelo Mainardi “Breve storia della Marina Militare Italiana” correlata da interessanti fotografie sulle nostre forze navali, dall’in-crociatore Garibaldi del 1912 fino alla portaerei che oggi porta lo stesso nome.

I LAvORI AL SOTTOPASSO DI vIA TRIPOLIDue mesi a senso unico alternato per rimettere a nuovo una struttura fatiscente e fuori norma

Il semaforo “intelligente” per ora ha evitato grossi ingorghi in via Tripoli, dove per due mesi si potrà percorrere il sottopasso solo a senso unico alternato per la presenza di un cantiere. I lavori al vecchio quanto fre-quentatissimo sottopasso non erano più rin-viabili: intonaci cadenti, ringhiere divelte, pavimentazione sconnessa. Per non parlare

delle difficoltà insormontabili per i disabili e le carrozzine e i notevoli ostacoli anche per le biciclette. I lavori in corso prevedono pertanto il rifacimento dell’intonaco, la so-stituzione dei parapetti, una nuova pavimen-tazione dei percorsi pedonali e la tinteggia-tura di parti delle pareti interne ed esterne.L’intervento sarà sospeso dal 28 marzo al 3

aprile in occasione delle festività pasquali.La Polizia municipale, che sarà presente per monitorare le ore centrali della giorna-ta, consiglia comunque l’utilizzo di percorsi alternativi su viale Principe Amedeo, via Destra del Porto, via Chiabrera o, per la sola direzione mare - monte, il sottopasso di via Poerio.

NEL BORGO

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13 > 26 febbraio 2013 7NEL BORGO

Nel 2014 il ponte di Tiberio compirà duemila anni. La prima pietra ven-ne posata sotto Augusto nel 14 del-

la nostra era e fu terminato nel 21 quando imperatore era Tiberio. Gli è stato promesso solennemente un regalo, quello di togliere finalmente il traffico veicolare e riservare il passaggio solo ai pedoni e alle biciclette. Manca un anno alla data del compleanno, non è molto e ancora non vi è una data di inizio lavori. Non è una cosa facile pedo-nalizzare il ponte, bisogna creare percorsi alternativi e nuovi attraversamenti del vec-chio alveo del Marecchia. Qualsiasi solu-zione si sceglierà, dovrà essere assai ponde-rata perché influirà su buona parte della città

sia per la viabilità che per le soste e il com-mercio, quello del mercato bisettimanale soprattutto. Il Borgo San Giuliano sarà uno dei luoghi della città più interessato al nuo-vo assetto del ponte, ma fino a quando non

si discuterà su progetti concreti è difficile prendere una qualsiasi posizione. E’ chiaro che il Borgo non dovrà essere penalizzato, ma al contrario dovrà cogliere l’occasione

per migliorare l’arredo urbano, la viabilità, i parcheggi. L’invaso del Ponte, una volta bonificato, potrà diventare palcoscenico naturale per eventi e le banchine luoghi per passeggiare. Si sono, in diverse occasioni, sperimentati la chiusura del ponte al traffico veicolare e i sensi unici della vecchia Cir-convallazione e si è visto che soluzioni sono possibili, ma tutte per essere completate de-vono contare su un nuovo attraversamento del Marecchia che sia un ponte o un tunnel. Il costo dell’operazione è molto alto, si parla di 15 milioni di euro. Al borgo San Giuliano sanno che con questi progetti dovranno fare prima o poi i conti e pensano che sia ora di cominciare a farli.

un’arteria strategica che costerà 5,3 milioni

PROLUNGAMENTO DI vIA SOZZI: CI SIAMO QUASILa Giunta dà via libera al progetto che era stato bloccato dai ricorsi dei privati

Ci sono voluti quasi dieci anni, ma ora a quanto pare finalmente ci siamo: do-vrebbero partire fra breve i lavori per il tratto della “nuova viabilità in zona Viserba Monte - Nuova Fiera - Celle - Nuova Darsena”, meglio conosciuto come prolungamento di via Sozzi, che congiungerà le Celle tramite il sottopas-so di via Iolanda Capelli.La Giunta comunale infatti ha appro-vato la perizia di variante del IV lotto dell’opera ridefinendo amministrati-vamente alcuni costi marginali (circa

30.000 euro su oltre 5.300.000 euro del costo totale dell’opera) di un inter-vento nato nel 2004 e impastoiatosi nei ricorsi alla giustizia amministrativa di alcuni privati, come quello presentato dalla società Sacramora contro le proce-dure d’esproprio. “Si tratta - comunica la Giunta - di un’opera viaria strategica che - attraverso la realizzazione della nuova strada, dell’allargamento di quel-le esistenti, la costruzione di sottopassi - collegando il Peep di Viserba alla zona Celle costituirà un’alternativa a via Sa-

cramora, migliorando così la rete viaria di tutta la zona di Rimini nord a sup-porto, oltre che dei flussi nord - sud del traffico cittadino, del nuovo quartiere fieristico, dell’area artigianale, del cimi-tero urbano e, naturalmente, degli stessi insediamenti nel Peep Viserba”.La strada lunga 1,300 km che colleghe-rà Viserba alla città è dotata di un mar-ciapiede di due metri e di un percorso ciclopedonale di tre metri e separato da un’aiuola divisoria verde dalle due cor-sie della strada.

SICUREZZAANTISISMICA,

BANDO ANCORA APERTO

Fino al 10 marzo si possono chiedere contributi

a fondo perduto per adeguare gli edifici

Continuano le iniziative dopo il terre-moto che ha colpito l’Emilia. Si svol-gerà a Bologna (6-7 giugno 2013) il 5° Congresso nazionale di Geologia e Turismo, per conoscere le più recenti iniziative in campo geoturistico del-le diverse realtà italiane e ampliare il dibattito, che sempre più si sta viva-cizzando sui problemi e le strategie dell’informazione e della divulgazione delle Scienze della Terra. E’ possibile inviare i propri contributi entro il 20 marzo 2013. (Info: [email protected], www.geologia-eturismo.it). Per quanto riguarda il Comune di Rimini, è aperto fino al 10 marzo il bando che concede contributi a fondo perduto per interventi di prevenzione del rischio sismico. A disposizione dei riminesi, sia privati che aziende, ci sono 2 milioni di euro. Fra le imprese a associazioni che si sono attrezzate per fornire consulenze in proposito, Studio TI, Legacoop, CNA e C.A.R. hanno attivato un numero verde gratu-ito cui chiedere tutte le informazioni in merito: 800 58 69 37

ci saranno anche il tenore marco voleri e lo scrittore marco missiroli

LA CREATIvITà COME TERAPIAL’1 a rimini marzo un convegno organizzato dall’Aism

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d’eccezione, organizzato con Aism, l’Asso-ciazione che lotta contro la sclerosi multi-pla: il titolo è “CreativaSMente - Dalle basi biologiche della creatività alla creatività come terapia”. Vi parteciperanno fra gli al-tri il tenore Marco Voleri, che parlerà del-la sua convivenza con la malattia e del suo libro appena uscito, che ha lo stesso titolo del suo intervento al convegno. E lo scritto-re riminese Marco Missiroli, che con Aism collabora da anni e che ha chiesto di essere

presentato come “uno che vuole prendere a racchettate la sclerosi multipla”. Altri inter-venti saranno della neurologa Beatrice Viti e della psicoterapeuta Rosita Lappi. Moderatori saranno Lucio Bonafiglia, Mile-na Marchetti e Marco Pasquinelli.Il convegno si svolgerà nella Sala Marvelli della Provincia di Rimini (Via Dario Cam-pana 64). L’iscrizione è possibile entro il 22 febbraio 2013 (fino a esaurimento posti) esclusivamente on line tramite il sito www.adriacongrex.it/creativasmente2013.

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2014: duemila anni dalla prima pietra

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Un regalo di compleanno per il Ponte di Tiberio

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NEL BORGO8 19 dicembre 2012 > 15 gennaio 2013

Da quattro mesi sforna i suoi capolavori al ristorante “Da Marco” nel Borgo San Giuliano

LA PIZZA DEL CAMPIONErobbie pezzuol ha vinto anche la gara del sigep dopo aver collezionato successi in tutta europa

di Mara D’Angeli

La pizza al ristorante “Da Marco” è molto più di una fragrante e sempre apprezzata alternativa ai

gustosi e raffinati piatti di pesce che il menù del celebre locale di Mauro Bol-drini - in via Tiberio 8, Rimini - propone ogni giorno. Dovete sapere infatti che, dietro al soffice impasto e ai sapori e gli odori del piatto simbolo del Bel Pae-se, ci sono le mani e l’abilità di Robbie Pezzuol, 39 anni, pizzaiolo pluri-vincito-re di gare e campionati internazionali, europei, nazionali e regionali, appro-dato da circa quattro mesi al ristorante “Da Marco”. Si parla del campionato del 2009 a Salsomaggiore, di quegli europei nello stesso anno in Francia e nel 2010 in Sicilia, del campionato na-zionale a Scalea, di quello regionale a Barletta, del Giro Pizza d’Europa, solo per citarne alcuni. Insomma, un vero campione nell’arte della pizza. L’ultimo premio arriva direttamente dal Sigep di Rimini dove, il 21 e il 22 gennaio, si è svolta la quinta edizione del trofeo in-ternazionale “Pizza d’Autore” che ha visto tutti i componenti della squadra di Robbie piazzarsi ai primi posti della classifica e lui sul podio per quanto ri-guarda la categoria “Pizza d’Autore”. “È un onore avere in casa dei professio-nisti che ti mostrano sul campo quanto valgono”, ha commentato entusiasta Boldrini.Robbie, quando nasce la tua passio-ne?“Sono praticamente nato nel mondo della pizza. Nel 1982 la mia famiglia ha aperto una pizzeria in provincia di Bel-luno di cui sono originario e avevo do-dici anni quando ho iniziato a lavorarci. In più mia madre aveva già gestito un forno in precedenza”.Quanto tempo avete impiegato per

prepararvi alla competizione al Sigep di gennaio?“Poco più di un mese e devo ringraziare Mauro Boldrini che mi è venuto incontro dandomi la possibilità di portare avanti gli impegni legati alla gara. E proprio a lui è stata dedicata la pizza da presen-tare pensata con la mia squadra: una marinara con decorazioni a forma di barca realizzate con scorze d’arancia e olive, dal nome ‘Pizza dei Marinai’, in onore di Mauro e del suo Ristorante dei Marinai”. Che si è dimostrata un successone… “Sì, tutti i membri della squadra hanno guadagnato i primi posti della classifica. E per me è stato come vincere due volte vedendo in particola-

re Stefano Cassisa, mio giovane allievo, arrivare terzo. Ottimi risultati anche per Massimo Caniglia e Gianni Eusebi, gli altri due compagni di squadra. È stata una gara molto sentita, ci siamo trovati a competere con professionisti di tutto il mondo. Ma grazie a un impasto parti-colare, realizzato con circa sette cereali diversi amalgamati con la farina del Mo-lino Grossi, ce l’abbiamo fatta”.I prossimi obiettivi?“Ci stiamo preparando per il Giro Pizza d’Europa a Massa Carrara e per i cam-pionati mondiali a Parma, sempre con la tensione e la semplicità con cui sia-mo partiti”.Chi vuoi ringraziare?

“Mia mamma che mi ha inse-gnato tutto quello che so, la persona che mi sta accanto e mi sostiene, la squadra, Mauro

Boldrini naturalmente, il Molino Grossi che ci ha anche aiutati nella sponso-rizzazione assieme a Fungar. Una pas-sione, quella della pizza, che si sta tra-smettendo anche a mia figlia: a soli due anni e mezzo ne ha stesa una da sola e senza matterello!”.Al ristorante “Da Marco” avrete inoltre l’imbarazzo della scelta tra le numerose ricette che uniscono i sapori del mare a quelli della più tipica tradizione ro-magnola. Cavallo di battaglia i piatti a base di pesce dell’Adriatico che vanno dagli antipasti caldi e freddi agli ottimi primi con pasta tirata a mano e i se-condi come le grigliate miste, il fritto, gli spiedini di gamberi e calamari. Il tutto accompagnato da ottimo vino e prima di passare al dolce, da un fresco sor-betto al limone. E senza pagare pane e coperto!

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