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~ 1 ~ Chiesa Gnostica Egizia Apostolica Yohannita Le presenti note hanno lo scopo di rendere edotti i Carissimi Fratelli e le Carissime Sorelle del Nostro Regime in merito agli elementi essenziali della Dottrina Gnostica Antica e dello Gnosticismo moderno in ragione dell’attivazione, attraverso l’apertura della Camera di XXIX grado del R.R.M.M. della Linea Gnostica del Nostro Regime costituito, come specificato nelle Nostre Costituzioni, dal paritetico deposito Libero-Muratorio Egizio, Martinista e Gnostico da Noi ricevuto. Lo Gnosticismo Con il termine "gnosticismo" si designa un gruppo di correnti filosofico-religiose dell’antichità, che hanno avuto la loro massima diffusione nei secoli II e III dell’era cristiana nei maggiori centri culturali dell’area mediterranea, come Roma e Alessandria d’Egitto. In certi casi si tratta di scuole fondate da personaggi noti, come Basilide, Marcione o Valentino — tutti vissuti nel secolo II —, in altri casi di gruppi di cui non si conoscono i fondatori e la cui denominazione deriva da elementi dottrinali: per esempio, gli ofiti attribuiscono un ruolo importante al serpente, in greco ofis; i cainiti si richiamano a Caino, e così via. Fino al ritrovamento nel 1945 a Nag Hammadi, nell’Alto Egitto, di un’intera biblioteca gnostica, gli studiosi disponevano di scarsi testi originali e integrali, ritrovati nel corso del tempo, e le fonti per lo studio delle teorie gnostiche erano costituite per lo più da descrizioni e da citazioni contenute nelle confutazioni da parte di autori cristiani, che scrivono in difesa dell’ortodossia, come sant'Ireneo, vescovo di Lione (sec. II) nell’opera Denuncia e confutazione della pseudo-gnosi. Il Cristianesimo nei primi secoli è minacciato dallo gnosticismo tanto dall’esterno, cioè da movimenti che si pongono dichiaratamente in posizione alternativa a esso, quanto dall’interno, da gruppi che cercavano d’infiltrarsi in ambienti cristiani rifacendosi talvolta a scritti, come i vangeli apocrifi — cioè non riconosciuti nella Chiesa come ispirati —, ritenuti più autorevoli dei vangeli canonici: questi ultimi raccoglierebbero gl’insegnamenti di Gesù alle masse e avrebbero un carattere essoterico, mentre testi come La Sofia di Gesù Cristo o l’Apocrifo di Giovanni conterrebbero una dottrina rivelata da Gesù ad alcuni apostoli o a discepoli e destinata solo a pochi adepti.

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Chiesa Gnostica Egizia Apostolica Yohannita

Le presenti note hanno lo scopo di rendere edotti i Carissimi Fratelli e le Carissime Sorelle

del Nostro Regime in merito agli elementi essenziali della Dottrina Gnostica Antica e dello

Gnosticismo moderno in ragione dell’attivazione, attraverso l’apertura della Camera di

XXIX grado del R.R.M.M. della Linea Gnostica del Nostro Regime costituito, come

specificato nelle Nostre Costituzioni, dal paritetico deposito Libero-Muratorio Egizio,

Martinista e Gnostico da Noi ricevuto.

Lo Gnosticismo

Con il termine "gnosticismo" si designa un gruppo di correnti filosofico-religiose

dell’antichità, che hanno avuto la loro massima diffusione nei secoli II e III dell’era cristiana

nei maggiori centri culturali dell’area mediterranea, come Roma e Alessandria d’Egitto. In

certi casi si tratta di scuole fondate da personaggi noti, come Basilide, Marcione o Valentino

— tutti vissuti nel secolo II —, in altri casi di gruppi di cui non si conoscono i fondatori e la

cui denominazione deriva da elementi dottrinali: per esempio, gli ofiti attribuiscono un

ruolo importante al serpente, in greco ofis; i cainiti si richiamano a Caino, e così via.

Fino al ritrovamento nel 1945 a Nag Hammadi, nell’Alto Egitto, di un’intera biblioteca

gnostica, gli studiosi disponevano di scarsi testi originali e integrali, ritrovati nel corso del

tempo, e le fonti per lo studio delle teorie gnostiche erano costituite per lo più da descrizioni

e da citazioni contenute nelle confutazioni da parte di autori cristiani, che scrivono in difesa

dell’ortodossia, come sant'Ireneo, vescovo di Lione (sec. II) nell’opera Denuncia e

confutazione della pseudo-gnosi.

Il Cristianesimo nei primi secoli è minacciato dallo gnosticismo tanto dall’esterno, cioè da

movimenti che si pongono dichiaratamente in posizione alternativa a esso, quanto

dall’interno, da gruppi che cercavano d’infiltrarsi in ambienti cristiani rifacendosi talvolta a

scritti, come i vangeli apocrifi — cioè non riconosciuti nella Chiesa come ispirati —, ritenuti

più autorevoli dei vangeli canonici: questi ultimi raccoglierebbero gl’insegnamenti di Gesù

alle masse e avrebbero un carattere essoterico, mentre testi come La Sofia di Gesù Cristo o

l’Apocrifo di Giovanni conterrebbero una dottrina rivelata da Gesù ad alcuni apostoli o a

discepoli e destinata solo a pochi adepti.

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Trattiamo ora di alcune caratteristiche proprie delle correnti gnostiche egiziache e dell’area

mediterranea per come si vennero originariamente a sviluppare intorno al I-III secolo

dell’Era Volgare.

1. Dualismo

Un carattere fondamentale dello gnosticismo è il dualismo, più o meno radicale a seconda

delle sue correnti. Anche nella tradizione biblica esiste un dualismo fra Dio creatore da una

parte e l’uomo e l’universo dall’altra, ma tanto la creatura quanto il creato corrispondono a

un progetto divino e questo conferisce loro dignità: l’uomo è fatto a immagine e somiglianza

di Dio, la creazione contiene l’impronta del creatore. Per lo gnosticismo esiste diffusamente

una differenza abissale fra Dio e la realtà materiale: lo spirito è sostanzialmente estraneo

all’universo e il rapporto con il mondo materiale non può contribuire in nessun modo

all’elevazione spirituale dell’uomo.

Gli specialisti distinguono tuttavia due tipi principali di dualismo gnostico: il tipo iranico

ammette la contrapposizione di due princìpi in lotta fra di loro e considera il mondo

materiale come il dominio di una potenza negativa, mentre la speculazione siriaco-egizia —

secondo lo storico delle religioni e filosofo Hans Jonas (1903-1993) — fa "[…] derivare il

dualismo stesso, e la conseguente situazione del divino nel sistema di creazione, dall’unica

e indivisa fonte dell’essere, per mezzo di una genealogia di stati divini personificati che si

evolvono l’uno dall’altro e descrivono il progressivo oscuramento della Luce originaria in

categorie di colpa, errore e fallimento. Questa interna "involuzione" divina termina nella

decadenza completa dell’alienazione di sé che è questo mondo".

Caratteristica di molti sistemi gnostici è pure la descrizione mitologica dei passaggi

intermedi. Tanto ammettendo un processo di degenerazione o di "devoluzione", con la

comparsa di uno stato inferiore, quanto la creazione da parte di un essere malvagio, il

demiurgo, né la creazione del mondo né l’ordine di natura corrispondono alla volontà

dell’Essere Supremo. Le leggi di natura sarebbero dettate dal demiurgo che, orgoglioso del

proprio dominio, cerca d’indurre l’uomo a riprodursi, aumentando e prolungando la

condizione di alienazione dello spirito nella materia.

2. Dualismo antropologico

All’irriducibilità fra Essere Supremo e natura corrisponde quella fra spirito e materia, e, a

livello antropologico, fra anima e corpo. Lo spirito corrisponde a una particella divina, con

la vocazione a riunirsi all’Essere Supremo e quindi eterna, mentre il corpo costituisce solo il

carcere in cui l’anima è prigioniera o esiliata, ed è destinato a dissolversi nel nulla.

Certi sistemi gnostici inseriscono questa teoria in una visione astrologica basata sulla

concezione geocentrica. Per unirsi al corpo lo spirito deve arrivare sulla terra e attraversare

una dopo l’altra le sfere dei pianeti. In questa "caduta" nel mondo sublunare, prima di

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penetrare nel corpo materiale, lo spirito riceve una specie d’involucro, il "corpo astrale", che

cresce al passaggio da ogni sfera planetaria. Alla fine lo spirito risulta rivestito, occultato da

queste stratificazioni, che sono il presupposto delle corrispondenze cosmiche e delle

influenze astrali condizionanti l’esistenza umana.

Nella condizione terrena l’uomo avrebbe dimenticato la sua origine e si troverebbe come in

uno stato di ebbrezza, di sonno o di oblio, che lo porterebbe ad assoggettarsi alle leggi

demiurgiche della natura e alle influenze cosmiche. Per alcuni sistemi gnostici non tutti gli

uomini sarebbero in grado di pervenire alla conoscenza, alla gnosi, e quindi di superare la

condizione di alienazione.

Secondo il sistema valentiniano, per esempio, gli uomini per nascita sono di tre tipi diversi:

gli "spirituali" hanno la possibilità di pervenire alla conoscenza e, una volta arrivati a tale

livello, sono al di sopra delle leggi; gli "psichici" hanno bisogno per la loro realizzazione

delle leggi e delle dottrine di una religione, mentre gli "ilici" sono incapaci di superare i

condizionamenti materiali. Solo con un atto di ricordo o di risveglio l’uomo, o almeno chi

ha la necessaria vocazione, può riconoscere la propria natura spirituale e affrontare la via

della liberazione progressiva dai condizionamenti subiti al passaggio di ogni sfera.

Questo è possibile per mezzo di un processo descritto come ascesa dell’anima, in cui

l’adepto, percorrendo a ritroso l’itinerario della caduta, deve affrontare a ogni sfera gli esseri

spirituali a essa preposti, gli arconti, e riuscire a passare grazie alle formule e alle parole di

passo apprese nell’iniziazione gnostica.

In questo processo l’uomo deve staccarsi anche dagli elementi materiali della propria

individualità, riconoscendo che il proprio spirito è solamente una scintilla dell’Essere

Supremo e a esso identico, in altri termini di essere egli stesso Dio.

La concezione negativa dell’esistenza terrena e della vita condiziona profondamente anche

i rapporti fra i sessi. Ammesso che il piacere sessuale è una specie di esca con cui il demiurgo

induce l’uomo a riprodursi, lo gnostico ha due possibilità: astenersi da ogni attività sessuale,

oppure svincolare la sessualità dalla riproduzione, per poter godere del piacere sessuale

evitando però di procreare.

Effettivamente nei movimenti gnostici si possono osservare tanto un ascetismo radicale

quanto il libertinismo, comportamenti opposti ma che presentano un elemento comune: il

disprezzo per la vita.

3. Il rifiuto della tradizione biblica.

L’identificazione del Dio creatore della Bibbia con il demiurgo, quindi con una figura

negativa, comporta pure un rovesciamento nella valutazione dei singoli personaggi biblici,

con l’idealizzazione di chi ha infranto le leggi del Creatore, come Caino.

Il paradiso terrestre diventa una specie di giardino incantato in cui il Dio biblico tiene

Adamo ed Eva nell’ignoranza. Nell’Apocrifo di Giovanni lo stesso Cristo Salvatore incita i

progenitori a mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, con

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un’interpretazione che introduce una netta frattura fra il Dio creatore dell’Antico

Testamento e il Salvatore che proclama l’emancipazione dalla Legge.

Se alcuni studiosi hanno considerato eccessivo e di parte l’impegno degli apologisti cristiani

nel combattere lo gnosticismo e nel considerarlo estraneo al cristianesimo, nonostante le

pretese di alcuni gruppi di rappresentarne addirittura la tradizione più autentica, i

ritrovamenti di Nag Hammadi confermano le tesi degli apologisti.

Per esempio, uno dei testi ritrovati è La Sofia di Gesù Cristo, in cui Cristo ammaestra alcuni

discepoli rispondendo alle loro domande: ebbene, risulta essere trascrizione in forma di

dialogo di un testo gnostico più antico, Eugnosto il Beato, forse risalente al secolo I a. C.,

quindi conferma l’origine precristiana o almeno non cristiana di temi fondamentali, anche

prescindendo dal fatto che contatti secolari con il cristianesimo possono aver portato a una

certa cristianizzazione di un gnosticismo originariamente estraneo a esso.

4. Implicazioni sociali

Le teorie gnostiche non sono prive di conseguenze sociali: infatti, se la concezione della

realtà terrena come "acosmica", "senza ordine", mette in discussione l’esistenza del diritto

naturale, il giudizio negativo sulla vita e sulla procreazione mina le basi stesse della società,

della famiglia e della civiltà in genere. Quindi, lo gnosticismo non è solamente alternativo

al cristianesimo, ma anche al pensiero greco e al diritto romano.

L’affermazione del cristianesimo sullo gnosticismo non rappresenta quindi solo una

questione interna della Chiesa, ma il punto di partenza per la formazione di una nuova

civiltà, quella cristiana, con il riconoscimento del valore tanto dell’ordine spirituale quanto

di quello temporale.

Per questo il politologo Eric Voegelin (1901-1985) interpreta la secolarizzazione

dell’Occidente cristiano come effetto dell’azione di una serie di movimenti rivoluzionari, fra

i quali annovera la Riforma protestante, la Rivoluzione francese e il marxismo, in cui ritiene

di riconoscere tratti comuni gnostici.

5. Elementi gnostici nel Medioevo e nel mondo moderno

Se la rilevanza dello gnosticismo declina a partire dal secolo IV, dopo il quale per gli studiosi

non si può più parlare di gnosticismo in senso vero e proprio, il fenomeno sopravvive anche

in quelli successivi, assume nuove forme e raggiunge talvolta dimensioni inquietanti, come

con i catari.

Scienze come l’alchimia e l’astrologia nonché la pubblicazione da parte dell’umanista

Marsilio Ficino (1433-1499), nel 1463, del Corpus Hermeticum, una raccolta di scritti

sapienziali di epoca ellenistica attribuiti a Ermete Trismegisto, contribuiscono alla

diffusione di temi gnostici nella cultura rinascimentale.

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Lo Gnosticismo Moderno

La storia delle moderne Chiese gnostiche è inseparabile dall’avventura spirituale di Jules-

Benoît Doinel (1842-1902).

Nato a Moulins, nel 1842, in una famiglia di grande fede cattolica, nell’adolescenza

sperimenta esperienze mistiche e visioni di san Stanislao Kostka (1550-1568), un novizio

gesuita morto a diciotto anni e celebrato come esempio di obbedienza e di castità. Nel 1859

entra nel noviziato gesuita di Montciel: ma i gesuiti non apprezzano le sue visioni, e lo

allontanano nel 1861. A vent’anni, si lancia nell’archivistica a Parigi e si diploma alla

prestigiosa École des Chartes nel 1866; nello stesso anno è nominato archivista ad Aurillac.

Nel frattempo aveva abbandonato il cattolicesimo e si era scoperto doti di medium spiritista.

Tuttavia nel 1868 si sposa e la moglie, l’attrice Stéphanie-Françoise Le Clerc (1835-1873),

fervente cattolica, lo riporta alla fede della sua infanzia. Promosso archivista a Niort nel

1869, pur continuando a praticare la fede cattolica, Doinel riprende le sedute spiritiche.

Dopo la morte della moglie nel 1873 – e un secondo matrimonio nel 1874, che questa volta

lo fa entrare in relazione con una famiglia di tradizioni repubblicane e massoniche –

abbandona nuovamente la Chiesa ed è iniziato nel Grande Oriente di Francia nel 1884, dopo

essere stato promosso agli importanti archivi di Orléans nel 1875.

Le sue doti professionali, dopo l’ingresso in massoneria, lo portano a essere nominato

archivista del Grande Oriente e bibliotecario-conservatore del Museo massonico. Nel 1882

Doinel aderisce brevemente al curioso movimento monodista, promosso dal figlio del

famoso pastore protestante ginevrino Jean Monod (1765-1836), Guillaume Monod (1800-

1896), che si proclama il nuovo messia e il Cristo ritornato sulla Terra.

Nel 1890 – pur essendo ancora monodista – Doinel entra in contatto con Gérard Encausse,

detto “Papus” (1865-1916), e fonda la branca di Orléans del Gruppo Indipendente di Studi

Esoterici, aderendo anche all’Ordine Martinista.

Pur tra multiple appartenenze – fra cui non va dimenticata la Società Teosofica – Doinel

riserva i suoi maggiori interessi allo gnosticismo antico e ai catari, su cui pubblica vari saggi.

Decisivo per la successiva fondazione della Chiesa gnostica è l’incontro di Doinel con la

contessa Maria Mariátegui (1830-1895), divenuta per successivi matrimoni duchessa di

Pomar e Lady Caithness, il cui salotto parigino era frequentato dai principali protagonisti

del mondo esoterico, dello spiritismo e della Società Teosofica (fra cui la stessa Helena

Petrovna Blavatsky [1831-1891]).

La duchessa si diceva a sua volta favorita da visioni e si considerava la reincarnazione di

Maria Stuarda (1542-1587), in onore della quale aveva fondato una società segreta, il Cercle

de l’Étoile Celeste.

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La storia della nascita della Chiesa gnostica è stata raccontata dallo stesso Doinel, in fasi

diverse della sua vita, in modi differenti. È probabile che Doinel abbia anzitutto pensato alla

duchessa di Pomar come capo visibile di una Chiesa gnostica, di cui egli avrebbe dovuto

essere il vescovo. Qualche giorno prima del 17 maggio 1890 – quando Doinel firma il primo

“mandamento” come vescovo gnostico – è consacrato nell’oratorio della duchessa,

probabilmente dalla stessa nobildonna.

Successivamente, nel giugno 1890, si tiene sempre presso la duchessa di Pomar la famosa

seduta spiritica dove quarantuno vescovi catari si manifestano e consacrano Doinel come

patriarca e fondatore di una nuova Chiesa gnostica. Doinel riteneva che il suo ruolo dovesse

essere subordinato a quello di una “Sophia terrestre”, che – secondo la sua interpretazione

dell’insegnamento degli gnostici antichi – doveva essere costantemente presente sulla Terra.

Dopo il rifiuto della duchessa di Pomar e di altre candidate, Doinel – che sembra davvero

essere stato in contatto con tutte le religioni alternative del suo tempo – cerca conforto nella

Cappella Swedenborghiana della rue Thouin a Parigi, dove una visione lo convince ad

accontentarsi di una Sophia non incarnata e puramente spirituale.

Già nel 1890 l’archivista, con i poteri che ritiene gli siano stati conferiti, inizia a consacrare

vescovi gnostici, fra cui si contano i nomi più noti dell’esoterismo francese, da Papus a Paul

Sédir (pseudonimo di Yvon Le Loup, 1871-1926). Anche una donna, Marie Chauvel de

Chauvigny (1842-1927) è consacrata vescovo con il nome di Esclarmonde, sulla base di

dubbi precedenti catari. Nel 1892 si può riunire un sinodo della Chiesa gnostica, che

conferma la carica patriarcale di Doinel e gli conferisce il nome di Valentino II (Valentino I

essendo stato, in questa logica, lo gnostico del II secolo). In questo sinodo (secondo altri nel

secondo, tenuto nel 1894) è consacrato vescovo l’esoterista Léonce Fabre des Essarts (1848-

1917) con il nome di Synésius.

Negli anni fra il 1890 e il 1894 Doinel dà alla Chiesa gnostica un catechismo e un rituale, che

mescola – non senza creare un insieme a suo modo coerente – elementi dello gnosticismo

antico e del catarismo, argomenti su cui non si può non riconoscere a Doinel una grande

erudizione anche se – evidentemente – il tentativo di resuscitare esperienze religiose

terminate da secoli ha pur sempre un che di artificiale.

L’atteggiamento del fedele della Chiesa gnostica è riassunto in questa risposta del

Catechismo di Doinel:

“Sono Gnostico Valentiniano. Ho il Pleroma per Padre, Christo per Salvatore, Simone e Valentino

per dottori, Elena e Sophia per appoggi, e attendo l’avvento di Nostra Signora Pneuma-Agion,

l’Eterno Femminino”.

Nelle difficoltà di ricostruire la vita rituale dello gnosticismo antico, per i sacramenti Doinel

si rivolge ai catari di cui riprende il Consolamentum e l’Appareillantum (un rito penitenziale),

mentre per l’eucarestia si ispira liberamente alla messa cattolica.

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Nella sostanza con la Chiesa gnostica Doinel aveva creato una società iniziatica di

intonazione massonica, con una mitologia gnostica e un rituale cataro. Il suo successo si

doveva alla possibilità di una “doppia appartenenza” (e anche tripla o quadrupla) offerta a

chi già faceva parte di altre strutture iniziatiche: molti dei membri della Chiesa gnostica

erano anche massoni (regolari o “di frangia”), martinisti e membri di una grande varietà di

altre organizzazioni e società esoteriche.

Nel dicembre 1894 Doinel si dimette dalla massoneria e nel 1895 annuncia la sua

conversione al cattolicesimo. Nel maggio 1895 con lo pseudonimo Jean Kostka – che

rimanda al santo novizio gesuita venerato nell’adolescenza – pubblica Lucifer démasqué in

cui racconta in tono fortemente critico le sue esperienze nella massoneria, nella Società

Teosofica, nella cerchia della duchessa di Pomar (che muore nello stesso 1895) e nella Chiesa

gnostica.

Per comprendere l’impatto della conversione di Doinel e del volume occorre ricordare che

nel 1895 si è nel pieno del caso di Léo Taxil (pseudonimo di Marie-Joseph-Antoine-Gabriel

Jogand, 1854-1907), un ex-massone che afferma di essersi convertito al cattolicesimo e le cui

rivelazioni sulla presenza fisica di Satana e dei satanisti nelle logge massoniche dividono lo

stesso campo antimassonico, dove alcuni le abbracciano con entusiasmo, altri sospettano un

inganno.

È Taxil nel 1895 ad accogliere Doinel negli ambienti antimassonici più accesi, salutandolo

come un collega di conversione. Ne consegue che il Fr:.Gerard Encausse (Papus) che

ricevette da Doinel la Filizione Gnostica di Questi, dovette procedere ad una intensa

“rettificazione” del visionarismo medianico e misticheggiante di Doinel.

Jean Bricaud e la Chiesa Apostolica Yohannita

Jean Bricaud (1881-1934) nel 1918, successe a Teder nella Carica di Gran Jerofante del

Memphis e Misraim. Bricaud, gia' legato a Gerard Encausse (Papus), con cui aveva fondato

la Chiesa Gnostica Gallicana, era già, da alcuni anni, l'indiscusso Primate della Chiesa

Gnostica Universale, nata dalla confluenza, appunto nella Chiesa Gallicana, di altre linee

Ecclesiali Gnostiche per lo più provenienti da Doinel, con il nome di Tau Johannes.

Onestamente a Jean Bricaud del Regime Egizio importava assai poco ma “l'eredita ‘” di

Papus (e quindi del Suo Successore Teder) comprendeva la Gran Maestranza del Memphis

e Misraim, dell'Ordine Martinista e della Chiesa Gnostica, dunque, sotto certi aspetti,

Bricaud non aveva scelta. A tale regola, del resto, si attennero anche tutti i Successori di

Bricaud (Troglio, Chevillon, Dupont, Ambelain) che però, a differenza di Tau Johannes,

diedero alle Tre Linee Iniziatiche (Egizia, Martinista, Gnostica) unificate da Papus, lo stesso

valore e le medesime attenzioni.

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La contemporanea progressione dei Fratelli in tali Linee Iniziatiche, infatti, rappresenta

certamente un valore aggiunto per quei Regimi che le pratichino, a patto di mantenere

questi depositi nelle stesse mani e di non dimenticare mai le differenze che esistono in questi

Tre Percorsi che pure possiedono molteplici aspetti comuni.

In tutti i casi Bricaud desiderava che Coloro che giungevano ai vertici della Piramide Egizia

fossero legati indissolubilmente alla Chiesa Gnostica ed al Suo Primate (Lui, appunto),

pertanto creò ex novo un grado di consacrazione Episcopale a cui diede il nome di Patriarca

Gran Consacratore.

Data la non eccessiva dimestichezza del Fr:. Bricaud con i gradi della Piramide Egizia, detto

grado episcopale fu inserito al 66° gradino “promuovendo” alla 86° posizione il Sublime

Kawi che, prima dell’avvento di Bricaud alla carica di Gran Jerofante era il grado numero 66

della Piramide Egizia.

Analogamente Egli “gnosticizzò” il XXIX grado (Sublime Scozzese) inserendo a partire da

Esso la Linea Gnostica di cui era detentore.

Bricaud dà grande rilievo alla Scuola Alessandrina, che coadiuva lo "studente" in quel

processo dialettico di analisi e sintesi ben descritto dal pensiero e dalle parole di Platone, ciò

lo porta a prediligere la sintesi piuttosto che l’analisi nei propri studi.

Sistematizzando alcuni suoi assunti, principi e conseguimenti in un sintetico elenco d’effetto

si può dire che:

1) l’ermetismo è lo studio dei simboli esoterici;

2) l’alchimia è lo studio degli esseri inferiori della natura (minerali e vegetali);

3) la magia è lo studio e la messa in azione delle forze occulte dell’uomo e della natura;

4) l’astrologia è lo studio degli astri e dei loro influssi sugli esseri e sulle cose;

5) la cabala è la dottrina segreta dei caldei sulla costituzione del cosmo;

6) la teurgia è lo studio e la messa in pratica delle forze occulte dei piani superiori e del

piano divino.

Il caso, pertanto, non esiste e l’occultismo vede in ogni minimo fatto l’opera di una legge,

non esistono effetti senza cause.

Le leggi enucleate sono le seguenti:

1) legge dell’unità (Uno platonico, Bene);

2) legge del binario (Diade indefinita platonica, Male);

3) la legge del ternario che domina i tre mondi che compongono l'universo (fisico, psichico,

divino);

4) legge del quaternario: uomo-donna-figlio-figlia (famiglia – insieme); Tetragrammaton

(principio attivo I, passivo H, mediano V, transitivo H); il quarto termine è anche

l’intermediario, il tratto d’unione fra il ternario precedente e il successivo;

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5) legge del quinario = unione del binario-Male e del ternario Bene (2+3); principio della

distruzione delle forme;

6) legge del senario, d’involuzione ed evoluzione (esagramma): nel caos gestativo c'è una

lotta che vivifica il principio e si polarizza nella materia, per poi rispiritualizzarsi e tornare

all'Unità (Reintegrazione);

7) legge dell’analogia: "ciò che è in alto è come ciò che sta in basso";

8) legge delle corrispondenze: ad ogni cosa nel mondo spirituale ne corrisponde una nel

mondo naturale (genio-angelo-demone ed uomo, ecc.);

9) legge dell’equilibrio: gli opposti hanno un intermediario che li media (fra luce ed ombra

c'è sempre una mescolanza di penombra, diceva Goethe); fra ogni polarità positiva e

negativa, ce n’è sempre una neutra equilibrante;

10) legge delle segnature: influenza dello spirito e dell’anima sul corpo fisico;

11) legge della composizione delle calamite: il maschio è positivo nel sensibile e negativo

nell'intellegibile, la femmina il contrario;

12) legge dei segni di appoggio: l’uomo per agire all'esterno di se stesso ha bisogno di un

segno che corrisponda alla sua volontà;

- l’uomo è formato da 3 principi: corpo (che sostiene tutto; addome e apparato digerente) e

spirito (che dirige tutto; cervello e nervi), più un intermediario (anima, che muove tutto;

cervelletto e apparato respiratorio e circolatorio); quest'ultimo fornisce coesione all’essere

umano. Importanza degli elementi nell’uomo, come insegna anche Platone (Timeo): a) ossa,

b) muscoli e tendini, c) carne e tessuti molli, d) liquidi.

Il corpo fisico si manifesta coi bisogni, quello astrale/anima con le passioni, lo spirito con il

libero arbitrio (VI Trionfo, Innamorato);

- in tutte le azioni della vita occorre quindi un intermediario;

- tutto nell’uomo è mescolato (Filebo, Platone), ed anzi ogni cellula è un essere vivente

mescolato a sé; "è tutto strettamente inguainato" dice Bricaud;

- i 4 piani dell'uomo ermeticamente riguardano:

1) la Terra = il Corpo Fisico

2) l’Acqua = il Corpo Astrale, che anima il primo (e rimarrà col cadavere a decomporsi dopo

la morte)

3) l’Aria = la Psiche (Bricaud intende, la parte alta dell’anima: mi sembra che qui riappaia la

duplicità dell'anima platonica, Fedro) che è la forza nervosa, che muove tutto l'essere

4) il Fuoco = lo Spirito.

- il corpo astrale dirige la forza vitale; e ogni tipo di spirito ed anima hanno il corpo che "si

meritano"; esso non ha di per sé ne intelligenza ne coscienza;

- "il mondo spirituale produce e riempie il mondo astrale che, a sua volta, origina e ricolma

il mondo materiale": il mondo spirituale è come il Fuoco di cui parla Platone che, essendo

l'elemento più sottile e "pungente" si insinua in ogni altro elemento;

- ogni cosa è creata nel mondo divino in principio (in potenza), poi passa nel piano astrale

"in negativo" (e in maniera meno perfetta, direi, VII Lettera e Timeo) come un calco

(ricettacolo platonico?), poi inizia la creazione sul piano fisico;

- come ogni essere proietta un'ombra sul piano fisico, così ogni cosa del piano fisico proietta

un riflesso sul piano astrale;

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- il mondo astrale non è meno variato del mondo fisico, gli esseri elementali possono non

essere affatto non inferiori all’uomo, ma non hanno uno spirito immortale (Paracelso); anche

per essi predomina il principio trinitario di positività, negatività, neutralità perché sono

forze sempre presenti e in movimento; di per sé sono neutri: è l'intenzione di chi li usa

(principio agente, causa) come veicolo che ne determina l'azione (conseguenza).

Per questo di parla di purificazione e perfezionamento dello spirito;

- quando un essere od una cosa sparisce, il suo riflesso persiste in astrale, e l’immagine di

tal cosa o di tale essere perdura tale e quale era al momento preciso della sparizione;

- gli elementari sono cosa bene diversa: essi sono uomini disincarnati con potenza limitata

e in cui predomina l’istinto;

- Bricaud parla della Piccola (trasformazione di uno spirito umano, da grossolano in sottile,

da egoista in altruista) e Grande Opera (trasformazione della società umana, da bestiale in

morale, da crudele in caritatevole);

- quando Bricaud parla, di spazio e tempo, riprende ciò che Platone dice nel Timeo;

- nell’astrologia, cosa importante, "i pianeti predestinano, ma non determinano";

- il mago, che opera da solo, agisce in un primo tempo da attivo, proiettando idee; e poi da

ricettivo, percependo la realizzazione sottile di tali idee; il magista è armato di una spada o

di un ferro puntuto, col quale può dissolvere od allontanare le forze astrali. Essi hanno:

1. Lo scettro, cioè la bacchetta magica (l’asso di bastoni);

2. La coppa, cioè l'incensiere (le coppe);

3. il pugnale, o lo spadino, la spada, il fioretto (Il lingam, cioè il fallo o l’asso di spade);

4. Il siclo, o la moneta, cioè il talismano, il pentacolo (i denari);

- con l’evocazione si fa salire fino a sé un essere inferiore; con l'invocazione si fa scendere a

sé un essere superiore;

– Il verbo umano consta di 3 elementi: 1) pensiero 2) parola 3) intonazione della voce;

– "L’uomo, mediante uno speciale allenamento respiratorio, può accumulare in lui il

dinamismo nervoso. Mediante la preghiera, egli spiritualizza questa forza

accumulata; mediante il verbo la concreta e, con l'azione e la volontà, la dirige fuori

di se." (Papus)

– N.B. Le summenzionate Leggi o Principi verranno sviluppati nei quattro gradi che

compongono gli “Arcana-Arcanorum” o “Regime di Napoli”, la Cui operatività, del

resto, prende le mosse dalla Operatività Martinista insegnata nel III e nel IV grado

(S:::I::: e S:::I:::I:::) a conferma delle strettissime e non disgiungibili correlazioni che

esistono tra Libera Muratoria Egizia, Martinismo e Gnosi.

La Ecclesia Apostolica Yohannita dopo Bricaud

Alla morte di Bricaud il Fr:. Constant Chevillon assunse la Carica di Gran Jerofante del

Memphis-Misraim, di Gran Maestro dell’Ordine Martinista e di Primate della Chiesa

Gnostica. Il Serenissimo Fr:. Chevillon diede vita, nel 1936 alla F.U.D.O.F.S.I. allo scopo di

unire in una unica Federazione gli Ordini Iniziatici Occidentali Regolari, mantenendo però

ciascun Ordine Membro la propria autonomia e sovranità.

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La F.U.D.O.F.S.I. Terminò la propria vita con la tragica morte del Suo Fondatore assassinato

dai nazisti di Klaus Barbi nel 1944 ed è stata recentemente (gennaio 2014) ricostituita con la

presenza del Nostro Regime tra i Membri Fondatori essendo stato lo scrivente uno dei

firmatari della Carta di Bucarest con la quale la F.U.D.O.F.S.I. è stata ritualmente ricostituita.

Il Successore di Bricaud fu il Fratello Henri Charles Dupont il quale, nel 1957 tramise

all'Illustrissimo Fr:.Philippe Encausse, figlio del Grande Papus, la propria Linea Martinista,

Gnostica e Libera-Muratoria Egizia.

Il Fr:.Philippe Encausse aveva peraltro, nel 1933 ricevuto in Canada da Leone Caetani la

Linea del Mizraim Puro, Regime di Napoli ed era già detentore della Linea Gnostica del Fr:.

Leadbater e della Linea Martinista del Fr:::: Chaboseau.

Tali Linee furono da Lui trasmesse agli Illustrissimi Fratelli D’Aquino (1969) e Zuyute (1980)

che le hanno a Noi Ritualmente trasmesse.

Pertanto la Successione Lineare del Nostro Deposito Gnostico risulta essere la seguente:

Tau SYNESIUS (Leon Fabre des Essart)

Tau VINCENT (G. Encausse)

Tau JEAN (J. Bricaud)

Tau HIERAX (J. Chaboseau)

Tau ARMONIUS (C. Chevillon)

Tau HENRY-CHARLES (H. C. Dupont)

Tau PHILIPPUS (P. Encausse)

Tau YOHANNES-MARIA (J. M. D’Aquino)

Tau JULIANUS (F. Fiorini)

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Si può evincere dunque la ben maggiore prossimità e linearità del Nostro Deposito rispetto

alle frammentate e remote successioni delle Chiese Gnostiche Italiane: va parimenti notato

che il Fr:.Vincenzo Soro, indicato unanimemente dalle varie Filazioni Gnostiche Italiane

come “Padre Nobile” dello Gnosticismo Italico, rimase per tutta la vita fedele alla Ecclesia

Yohannita del Patriarca Bricaud da Egli definito “Sua Santità Tau Jean” come si può ancora

oggi leggere nei suoi scritti!

La forza del Deposito Gnostico Egizio Apostolico-Yohannita sta nel fatto che Esso, evitando

pericolose confusioni e fedele alle indicazioni dei Padri della Gnosi moderna riserva il

proprio lascito UNICAMENTE ai Fratelli ed alle Sorelle che abbiano già percorso un

significativo cammino all'interno della Libera Muratoria Egizia e/o dell’Ordine Martinista

e che, pertanto, si presuppone abbiano la necessaria maturità spirituale per poter seguire un

cammino Gnostico.

Su tale aspetto così si esprime Philippe Encausse in una lettera circolare inviata ad alcuni

Fratelli nel luglio del 1976:

“Ciò che mio Padre voleva evitare è che si potessero nel futuro riproporre certe deprecabilissime

vicende avvenute ai tempi di Vintras e di Peladan; con la scusa di reinterpretare, infatti, Simon Mago

ed Elena, si rischia di riproporre anche il mestiere della medesima, con i risultati che è facile

immaginare. Tutto deve procedere di pari passo, come Mio Padre stabilì e come Bricaud, Chevillon,

Dupont hanno confermato, con il progressivo conseguimento dei gradi Martinisti e di quelli

Massonici, Scozzesi, Inglesi o Egizi che siano. Non è pensabile aprire le porte del Tempio a dei profani

come, appunto, solevano fare Vintras e Peladan, peraltro il primo, non a caso, non era Massone né

Martinista e le conseguenze delle sue sconsideratezze sono attestate dalla storia.”

In una successiva circolare dell’11 gennaio 1977 riferendosi ad alcune iniziative di due

celebri esoteristi italiani che non è il caso qui di nominare così si esprime:

”Ho pertanto vivamente sconsigliato al Fr:. ****** venuto a Parigi per parlarmi, di creare pericolose

aperture all'esterno della Santa Gnosi e di riservare gli insegnamenti Gnostici ai soli Martinisti o ai

Fratelli che nella L.M. Scozzese abbiano raggiunto perlomeno il 18° grado. Ovviamente Egli non ha

alcun obbligo nei miei riguardi, gli obblighi, se mai, dovrebbero essere rivolti al Fr:. D'Aquino, ma se

egli intendeva tornarsene in Italia recando al seguito la benedizione del Figlio di Papus è stato

certamente disilluso in tale aspettativa. Le medesime cose le ho ripetute per iscritto, al Fr:.***** che

mi aveva indirizzato una lunga lettera dall’Italia.”

Riteniamo che ci sia ben poco da aggiungere!

PAX PROFUNDA!

Il Primate della Ecclesia Gnostica Egizia Apostolica Yohannita

+Tau Julianus