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University of Messina, Italy Chimica Analitica http://www.sepsci.unime.it

Chimica Analitica University of Messina, Italy … liquida ad alta efficienza. Confronto tra la cromatografia liquida ad alta prestazione e la cromatografia gas-liquido Analitica 1

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Chimica Analitica

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INTRODUZIONE

Obiettivi formativi

Il corso di Chimica Analitica fornisce allo Studente le nozioni fondamentali di chimica analitica utili all'espletamento ed alla valutazione dei controlli dei

medicamenti ed alla comprensione degli studi di validazione dei farmaci.

• Si propone di dare una visione globale del processo analitico, a partire dalla

scelta del metodo di analisi fino all'elaborazione dei risultati, e delle tipologie di

metodiche classiche e strumentali di analisi.

• Fornire gli strumenti per poter valutare criticamente (anche per via statistica e

chemiometrica) sia i risultati sperimentali ottenuti che quelli riportati negli studi

di applicazione dei farmaci e nel controllo di qualità dei medicinali e prodotti per

la salute.

• Consentire l’acquisizione di conoscenze culturali necessarie per affrontare i corsi degli anni seguenti, in particolare quelli di analisi dei medicinali

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CONTENUTI DEL CORSO

Introduzione alla Chimica Analitica

Riepilogo di alcuni concetti basilari

Gli errori nell'analisi chimica

Definizione dei termini. Errori causali. Il trattamento statistico dell'errore. La

deviazione standard di risultati calcolati. Metodi per riportare i dati analitici.

Valutazione dei dati analitici

Errori sistematici. Applicazione della statistica alla valutazione dei dati

Introduzione ai metodi spettroscopici di analisi.

Proprietà della radiazione elettromagnetica. Lo spettro elettromagnetico.

Componenti degli strumenti per spettroscopia ottica.

Teoria della spettroscopia di assorbimento molecolare

Termini impiegati in spettroscopia di assorbimento. La legge di Beer. Teoria

dell'assorbimento molecolare.

Applicazioni della spettroscopia di assorbimento molecolare

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CONTENUTI DEL CORSO

Strumenti per misure di assorbimento ottico. Spettrometria e fotometria

nell'ultravioletto/visibile Applicazioni della spettroscopia di assorbimento

nell'infrarosso. Errori nelle analisi spettrofotometriche.

Spettroscopia di fluorescenza molecolare

Teoria della fluorescenza molecolare. Effetto della concentrazione sull'intensità

di fluorescenza. Strumenti per la misura della fluorescenza.

Spettroscopia atomica

Origine degli spettri atomici. Spettroscopia basata sull'atomizzazione con fiamma. Spettroscopia atomica con atomizzatori elettrotermici. Metodi di

emissione atomica basati su sorgenti a plasma.

Separazioni analitiche per estrazione e scambio ionico

Separazione per estrazione. Separazione per scambio ionico.

Introduzione ai metodi cromatografici

Descrizione generale della cromatografia. Velocità di migrazione dei soluti.

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CONTENUTI DEL CORSO

Efficienza delle colonne cromatografiche. Risoluzione di una colonna.

Applicazioni della cromatografia.

Applicazioni della cromatografia

Cromatografia gas-liquido. Cromatografia liquida ad alta efficienza. Confronto tra la cromatografia liquida ad alta prestazione e la cromatografia gas-liquido

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Chimica Analitica

E’ costituita da due sezioni:

Chimica analitica qualitativa

che si occupa della determinazione di quale costituente o

costituenti esistono in un campione

Chimica analitica quantitativa

che si occupa della determinazione di quanto di una data sostanza

è presente nel campione

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Chimica Analitica

I metodi quantitativi si possono suddividere in diversi

gruppi, in funzione della misura finale che si ottiene

nell’analisi, la grandezza della quale è proporzionale alla

quantità di analita presente nel campione.

Esistono pertanto :

- analisi gravimetrica

- analisi volumetrica

- metodi elettroanalitici

- metodi spettroscopici (Strumentali)

Metodiche Analitiche

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§  definizione del problema

§  campionamento

§  preparazione del campione

§  trattamento del campione

§  separazione di potenziali interferenze

§  completamento dell’analisi

Procedimento analitico

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§  La scelta del metodo e l’attenzione con cui esso

viene eseguito sono strettamente dipendenti

dall’accuratezza che viene richiesta. L’ aumento

dell’attendibilità di una analisi richiede con ogni

probabilità un aumento esponenziale del tempo

di analisi. Un’analisi che non riuscirà a fornire

l’attendibilità richiesta sarà ovviamente uno

spreco di tempo

Scelta del Metodo di analisi

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Campionamento

§  E’ fondamentale, in qualsiasi analisi chimica,

essere in possesso di un campione la cui

composizione sia rappresentativa di una vasta

quantità di sostanza. Quanto più il materiale

iniziale è omogeneo, tanto più facile sarà

ottenere un campione rappresentativo.

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Preparazione del campione

§  Per quanto riguarda le sostanze solide il

campione deve essere macinato per ridurre la

grandezza delle particelle ed assicurarne

quindi l’omogeneità.

§  Per quanto riguarda le analisi che si effettuano

su soluzioni del campione il solvente dovrebbe

s c i o g l i e r e c o m p l e t a m e n t e l ’ a n a l i t a ,

rapidamente, stabilmente e nelle condizioni più

blande possibili.

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Trattamento del campione

§  Il campione come tale viene sottoposto ad una serie di trattamenti

atti a renderlo idoneo al tipo di analisi che si intende effettuare. Le

operazioni più comuni che si effettuano sono:

Macinazione (Solido), miscelazione, essiccamento, calcinazione,

filtrazione e solubilizzazione.

Spesso la determinazione sia qualitativa che quantititativa di un

analita è preceduta da operazioni di estrazione o separazione di

quest’ultimo dagli altri componenti presenti nel campione

§  Es. misurazione del pH diretta. Nella maggiorparte dei casi è

necessario trattare il campione

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Definizione dei campioni replicati

§  La maggior parte delle analisi chimiche viene eseguita su campioni replicati le cui

masse o volumi sono stati determinati da

misure accurate con una bilancia analitica o

con uno strumento volumetrico preciso. La

replicazione accresce la qualità dei risultati e

fornisce una misura della loro attendibilità.

Solitamente, le misure quantitative sui

replicati vengono mediate e sui risultati

vengono eseguiti i vari test statistici per

stabilirne l'attendibilità.

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15 Analitica 1 16/17

Separazione di potenziali interferenze

§  Le sostanze che ostacolano la misura diretta

della concentrazione di analita vengono dette

interferenze; la loro eliminazione prima della

misura finale è uno stadio importante nella

maggior parte delle analisi. Non esistono

regole assolute e veloci per eliminare le

interferenze; questa difficoltà spesso

rappresenta l’aspetto più problematico

dell’analisi.

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16 Analitica 1 16/17

Calibrazione e misura della concentrazione

Tutti i risultati analitici dipendono dalla misura finale X di una

proprietà fisica o chimica dell'analita.

Questa proprietà deve variare in modo noto e riproducibile con la

concentrazione cA dell'analita. Idealmente, la misura della proprietà è

direttamente proporzionale alla concentrazione. Cioè,

cA = kX

dove k è una costante di proporzionalità. Con poche eccezioni, i metodi analitici richiedono la determinazione empirica di k con

standard chimici per i quali cA sia noto.

Il processo di determinazione di k costituisce perciò una fase importante nella maggior parte delle analisi; questa fase è chiamata

calibrazione.

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Completamento dell’analisi

§  Questo generalmente è lo stadio più veloce e

facile di tutti, ma può essere attendibile solo se le

fasi precedenti sono state effettuate in maniera

corretta. Una necessità fondamentale è che sia

nota la proporzionalità tra la grandezza misurata e

la quantità di analita presente.

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UN RUOLO INTEGRALE PER L'ANALISI CHIMICA: SISTEMI DI CONTROLLO A RETROAZIONE

§  Si determina lo stato desiderato, si misura lo stato attuale del sistema e si confrontano i due stati. La differenza tra i due stati viene usata per variare una quantità controllabile che conduce ad una variazione dello stato del sistema. Sul sistema vengono nuovamente eseguite le misure quantitative e viene ripetuto il confronto. La nuova differenza tra lo stato desiderato e lo stato attuale viene ancora usata, se necessario, per cambiare lo stato del sistema. Il processo fornisce un continuo monitoraggio e feedback per mantenere la quantità controllabile, e quindi lo stato attuale, ad un livello appropriato. I l testo descrive i l monitoraggio e il controllo della concentrazione di glucosio nel sangue come esempio di un sistema di controllo retroattivo.

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MISURAZIONE DEL GLUCOSIO NEL SANGUE

Caratteristiche tecniche: • Dimensioni: 53 x 30 x 96 mm (2.1’’x1.2’’x 0.38’’) • Metodo di misurazione: tecnologia amperometrica con glucosio ossidasi • Gamma di risultati: 20 mg/dL ~ 600 mg/dL (1.1 mmol/L ~ 33.3 mmol/L) • Alimentazione: CA 3,0 V, CR1620 • Campione di sangue: sangue capillare completo • Volume di sangue: min. 0.7 µL

Quantificazione della reazione Enzimatica di ossidazione del glucosio, prporzionale alla sua concentrazione nel sangue ed operata dall’enzima glucosio ossidasi. Nel metodo impedenziomentrico viene misurata la conduttività elettrica del sangue stesso, indotta dalla corrente generata dalla reazione di ossidoriduzione stessa.

La glucosio ossidasi è un enzima ossidoredutatsi che catalizza: Β-D-glucosio + O2 àD-glucono-1,5-lattone + H2O2

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Un esempio pratico

Nel parco statale di “Land between the lakes” nel

Kentucky si verificò una moria di cervi nei pressi di

uno stagno. Venne sospettato l’utilizzo di un erbicida a

base di Arsenico. La preparazione dei campioni di reni

prelevati dagli animali morti vennero preparati per

incenerimento a secco in crogiuolo. Allo stesso modo

vennero preparati i campioni di erba.

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21 Analitica 1 16/17

Il solido essiccato in ciascuno dei crogiuoli fu

sciolto in HCl diluito, che trasformò l’As2O5 in

H3AsO4. L’Arsenico può essere separato da altre

sostanze che potrebbero interferire nell’analisi,

mediante trasformazione in Arsina, AsH3, un gas

tossico incolore che si sviluppa quando una

soluzione di H3AsO4 viene trattata con Zinco.

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Le soluzioni risultanti dai campioni di cervo e di erba furono

combinate con Sn2+ e fu aggiunta una piccola quantità di di ioni

ioduro per catalizzare la riduzione di H3AsO4 in H3AsO3 :

H3AsO4+ SnCl2+2HCl H3AsO3+ SnCl4+H2O

L’ H3AsO3 fu poi trasformato in AsH3 per aggiunta di Zn metallico

H3AsO3+ 3Zn+6HCl AsH3+ 3ZnCl2+3H2O

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L’intera reazione venne eseguita in beute munite di tappo e di

un tubo di trasferimento in modo tale che il gas di arsina

potesse essere raccolto nella soluzione assorbente

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L’ arsina viene raccolta in speciali contenitori trasparenti detti cuvette.

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25 Analitica 1 16/17

Non appena l’arsina gorgoglia nella soluzione

contenuta ne l la cuvet ta reagisce con i l

ditiocarbammato di argento per formare un complesso

colorato secondo la seguente reazione.

AsH3+ 6Ag++ 3

C2H5

C2H5

NS

S-

AsC2H5

C2H5

NS

S-6Ag+ + 3H+

rosso

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Oltre alle beute contenenti i campioni di cervo e di erba, ne furono

preparate diverse altre contenenti concentrazioni note di arsenico ed

anche una beuta contenente solo i reagenti ma non l’arsenico. Tale

campione viene chiamato bianco. Il complesso di arsenico

intensamente colorato che si formò non appena l’arsina gorgogliò nella

soluzione piridinica di dietilcarbammato, assorbiva luce alla lunghezza

d’onda di 535 nm.

Il grado di assorbimento della luce poteva essere usato per misurare la

concentrazione della specie assorbente utilizzando uno strumento

chiamato spettrofotometro. Come si può vedere, l’intensità di colore

delle soluzioni è proporzionale alla quantità di arsenico nei campioni. I

valori di assorbanza di soluzioni standard a concentrazione nota

registrati dallo spettrofotometro vennero utilizzati per tracciare una

curva di calibrazione.