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Cineturismo in Basilicata

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É il caso di “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo. E non mi riferisco alla pioggia di premi cinematografici che pur sempre gratificano il genius loci lucano. Rivolgo l’attenzione invece alla significativa vicenda economica e produttiva della pellicola in questione nata da un virtuosismo meridionale sfuggito all’attenzione generale. Il film infatti oggi è uno dei migliori esempi italiani di risultati raccolti a fronte dell’investimento impiegato. Cerchiamo di comprendere come è stato creato questo successo.

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CINETURISMO

IN BASILICATA

Proprietà letteraria riservataEditore

1a edizione: 2013Tutte le immaginisono utilizzatein questa pubblicazione ad esclusivo scopo didattico e divulgativo.

Foto tratte da Archivi fotografici:Comune di MateraAPT BasilicataFEEM

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Intervento di Paride Leporace...004Intervento di Pino Farinotti...007capitolo 1Le opportunità del cineturismo in Basilicata:

dal successo di Basilicata coast to coast

alla nascita della Fondazione Lucana Film Commission...010

INTRODUZIONE...0121. Cinema, turismo e sviluppo territoriale...014

1.1 Le immagini del turismo: il location placement...014

1.2 Effetti delle produzioni cinematografiche a livello locale...016

1.3 Effetti del cineturismo a livello locale...018

2. Le film commission...022 2.1 Le film commission italiane: costituzione e compiti...022

2.2 Le film commission italiane: alcuni casi di successo...025

2.3 La situazione internazionale delle film commission...026

3. Basilicata coast to coast: ruolo del paesaggio e opportunitá

per il cineturismo...030 3.1 Paesaggio e cinema...0303.2 Il paesaggio lucano nel cinema...031

3.3 Basilicata coast to coast: il film...034

3.4 Basilicata coast to coast: il paesaggio...035

3.5 Basilicata coast to coast: analisi cineturistica...038

4. L’analisi sul campo: l’impatto economico di Basilicata coast to coast...043

4.1 Obiettivi e metodologia dell’indagine...043

4.2 Il campione...044 4.3 La genesi del film...045 4.4 Le opportunità del cineturismo per l’immagine della Basilicata...046

4.5 Le opportunità del cineturismo per l’economia locale...047

4.6 Basilicata coast to coast: le iniziative collegate al film...049

4.7 Le opinioni dei turisti...050 CONCLUSIONI...053

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capitolo 2La formazione dell’immagine turistica

della Basilicata e il ruolo del cinema...060 INTRODUZIONE...062

1. La costruzione dell’immagine turistica...063

1.1 L’immagine turistica...0631.2 Gli agenti di formazione dell’immagine e la destination image...064

1.3 Il processo di “imagery”...066

2. Il ruolo del cinema nella formazione dell’immagine turistica...070

2.1 Le potenzialità dell’immagine cinematografica...070

2.2 Efficacia dell’immagine cinematografica per la promozione

turistica...0722.3 Il film induced tourism...077

3. L’immagine turistica della Basilicata e il cinema...082

3.1 L’immagine turistica della Basilicata...082

3.2 L’immagine della Basilicata attraverso il cinema...082

4. La ricerca sul campo...089 4.1 Metodologia, campione e obiettivi dell’indagine...089

4.2 I risultati dell’indagine...089CONCLUSIONI...102Film Commission. 10 film girati a Matera..105

Cineturismo QRcode & youtube..108I percorsi del cineturismo Basilicata alla BIT 2013...114

bibliografia, sitografia e filmografia...118

CAPITOLO 1...118CAPITOLO 2...121THE END...124

indice

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PARIDE LEPORACE“La Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi“

(Rocco Papaleo in “Basilicata coast to coast”)

La pubblicazione che vi accingete a leggere è molto preziosa. Una mappatura scientifica e tassonomica del fenomeno cineturistico tra i migliori che abbia letto in circolazione, supportata da ricerche sul campo che, nero su bianco, dimostrano come oggi la macchina produttiva del cinema sia fondamentale per lo sviluppo economico di un territorio particolare come può essere la Basilicata. Un testo che svela e demolisce molti luoghi comuni e che allo stesso tempo dimostra plasticamente quale sia la portata progressiva di una fondazione, quale quella intitolata ad Enrico Mattei, e che ruolo possa assumere come facilitatore di sviluppo dei nostri territori. Fondazione come la Lucana Film Commission, istituzione che mi onoro di dirigere dopo una lunga e complessa gestazione che tanta attesa ha creato nell’opinione pubblica lucana. Le due Fondazioni cooperano nel nome del bene comune e mi piace anche sottolineare il toponimo della consorella, intestato ad un grande italiano che nel film che ne indaga “il caso”, con tutto il rigore del metodo di Francesco Rosi, autore chiave della storia e geografia del cinema realizzato in Basilicata, non manca di citare anche la via lucana dell’energia. Oggi, nel difficile tempo che viviamo e in cui siamo obbligati a ripensare termini come “crisi” e “sviluppo”, risulta utile e giusto rifiltrare i passati che hanno permesso di avviare la Lucana Film Commission. Un contenitore postmoderno di percorsi inediti che interessano la piccola e media industria dell’audiovisivo che in Basilicata può e deve permettersi di essere strumento di lotta allo spopolamento giovanile e alla costruzione di nuovi modelli economici, originati in modo diverso dal recente passato. Dalle nostre parti spesso ignoriamo quello che facciamo bene. A volte molto bene. É il caso di “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo. E non mi riferisco alla pioggia di premi cinematografici che pur sempre gratificano il genius loci lucano. Rivolgo l’attenzione invece alla significativa vicenda economica e produttiva della pellicola in questione nata da un virtuosismo meridionale sfuggito all’attenzione generale. Il film infatti oggi è uno dei migliori esempi italiani di risultati raccolti a fronte dell’investimento impiegato. Cerchiamo di comprendere come è stato creato questo successo. Dal genio creativo di Rocco Papaleo è nata l’idea. Diventata sceneggiatura, progetto e poi film. É giunta una richiesta di finanziamento alla regione Basilicata che, pur non avendo all’epoca una struttura ad hoc, ha deciso di valutare uno studio affidato alla sua burocrazia. Che a volte è un’ottima burocrazia. Infatti è stato chiesto un parere consultivo all’apposita commissione nazionale che

finanzia i film di interesse culturale.

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I pareri sono stati molto positivi. É stato uno dei progetti meglio valutati. Si è così deciso di concedere finanziamenti al progetto. Il passaggio è significativo perché molti hanno la falsa convinzione che un lucano celebre come Papaleo va alla Regione e ottiene soldi per il suo DNA. Circostanza che ha registrato sprechi in altre zone d’Italia. Al film è stato abbinato un concorso che ha promosso anche il turismo lucano. In questo modo un film divertente ha scalato classifica e box office riuscendo a far conoscere dove è la Basilicata e il suo tempo lento. Non dimentichiamo che nelle sale c’era la corazzata “Avatar” che anche nelle nostre latitudini aveva segnato fior di biglietti. La lettura di quest’ultimo dato ci indica una strada maestra, tutta da costruire, e cioè che bisogna saper proporre anche un cinema regionale da far fruire ai lucani. E che ha grandi potenzialità di penetrazione tra le nostre comunità che vivono all’estero e in Italia. Per questo motivo siamo attenti al passaggio al digitale che può rivoluzionare il ruolo delle sale in una regione come la nostra.Sono tempi grami per lo spettacolo nazionale. La Basilicata ha potenzialità autonome per offrire non solo luoghi straordinari, ma una sfida economica molto innovativa. Le istituzioni locali sempre più sostengono direttamente la produzione di nuove pellicole e diventano strumento di erogazioni dirette a imprese, associazioni, cineasti e operatori del settore. Le buone pratiche di realtà come Friuli Venezia Giulia, Trentino e Puglia ci insegnano che ben lavorando si fa aumentare il PIL locale. Il fenomeno è internazionale. Paesi di grande tradizione cinematografica come Germania e Danimarca registrano finanziamenti regionali più alti di quelli statali. E non dimentichiamo quello che è accaduto ad Hollywood dove ha fatto scalpore la decisione dell’ex governatore californiano Arnold Schwarzenegger (che in materia ha qualche competenza) di far varare misure d’incentivazione per attrarre nuove produzioni nella mecca del cinema. Da tempo molti produttori hanno abbandonato Los Angeles per dirottarsi verso altri stati che, con delle agevolazioni vantaggiose, hanno attirato grandi film. A Milano e Roma oggi è complesso realizzare film o fiction: gli scenari e le ambientazioni strozzano le storie in deja vu triti e ritriti; i permessi burocratici difficili da ottenere; le tasse locali molto esose. In questi primi mesi di lavoro ho ricevuto decine di registi e produttori in Basilicata. Restano sempre incantati dalla luce lucana e dalla varietà dei nostri paesaggi. Sempre gratificati dalla nostra capacità di ospitalità. A questi buoni fattori ora dobbiamo solo aggiungere lavoro, lavoro, lavoro per far nascere altro lavoro creativo e produttivo. La Basilicata che ha accolto i grandi autori cinematografici nel passato ora deve saper affrontare le trasformazioni economiche e creative che stanno modificando il modo di produrre cinema. C’è bisogno che la nostra Film Commission sappia mettere in rete le molte esperienze maturate nel corso

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di questi anni valorizzando i molti talenti che crescono nei nostri confini e cercando di far tornare quelli sparsi nel mondo dalla diaspora lucana. Sono tanti gli attori, gli sceneggiatori, i registi, le professionalità lucane sparse nel mondo che possono tornare in Basilicata creando un percorso a ritroso virtuoso del talento costretto a cercare successo lontano da casa. I percorsi storici della filmografia lucana sono rigogliosi e conosciuti. Da Visconti a Rosi, alla Wertmuller fino a Salvatores passando per i Taviani e Tornatore, il cinema tricolore ha una sua storia e geografia lucana. Mezzo secolo fa, la ricerca innovativa di Pasolini scopriva, con il suo sguardo penetrante, le nostre terre come Palestina e indicava al futuro cinema americano quel teatro di posa di Sassi e natura chiamato Matera. Grazie a “The Passion” di Mel Gibson, una delle pellicole più celebri della storia del cinema, Matera nella carta del mondo diventa punto cardinale del cineturismo globale e riusce anche a far sorgere un “punctum” metacinematografico che interessa sempre più diverse generazioni di autori e filmaker. Tutto comunque all’epoca accadde in forma imprevista e non programmata. Oggi tutto va ripensato alla luce dell’esperienza vissuta e che ha fatto sorgere piccole factory gemmate in quel copione. Location manager, maestranze e tecnici hanno fatto notevoli passi in avanti. La possibile riconversione dell’industria decotta in laboratori di scenografia e studi di ripresa non è utopia. Senza dimenticare le numerose esperienze di cineclub, associazioni e di alcuni festival e Centri della creatività che risultano essere il corollario naturale per far decollare la Basilicata come una felicissima isola del nuovo immaginario italiano. Questo straordinario giacimento culturale va fatto confluire con raziocinio nella formazione universitaria e affidato a competenze rigorose e di livello che, con gerarchie ben strutturate, in autonomia dalla politica, devono conseguire risultati su obiettivi di prestigio. Una strada lunga ma densa di passione, come l’on the road proposto da Rocco Papaleo e che ha modificato alla Basilicata il cliché novecentesco del levismo pur omaggiandolo con fervore filiale insieme a Volontè.E rubando una battuta al film anche noi diciamo: “La Basilicata è come il concetto di Dio. O ci credi, o non ci credi”. Noi alla Basilicata ci crediamo. Molto.

13 maggio 2013 Paride LeporaceDirettore Lucana Film Commission

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PINO FARINOTTI BASILICATA, STORIA, CULTURA, CINEMA:

IL GRANDE INCANTOSe si potesse costruire un sensore capace di misurare la qualità e la potenza del cinema, attribuendo colori diversi rispetto all’intensità, partendo dal verde, poi il blu, e infine il rosso come colore dominante, e poi seminare nei territori del cinema del mondo i punti colorati, ebbene nella terra Basilicata il segnale rosso troverebbe una collocazione forte e legittima.

Il paesaggio, le cosiddette location, fanno parte dei film esattamente come i divi protagonisti e l’intreccio. L’energia sentimentale, la capacità di suggestione, la musica che attraversa e rilancia la storia, le inquadrature imponenti, il colore che supera il reale, l’appeal dei divi: tutto questo fa del cinema una disciplina che possiede tutte le ispirazioni e tutti i vantaggi, e che riesce a imporre modelli che finiscono per essere imprescindibili. Si collocano nella nostra coscienza e memoria, negli strati profondi, e lì rimangono, soprattutto se l’azione è stata prodotta nell’età vulnerabile. Ed è così, perché il cinema si fa capire da tutti a partire dagli anni dell’infanzia. È una parte dominante della nostra educazione sentimentale ed estetica. E le estetiche sono molte, così come gli scenari e i luoghi, e i modelli che il cinema ha trasmesso. La memoria immediata, che poi è quella più efficace, che seleziona in automatico e non sbaglia, ne richiama alcuni. Parto dall’oggi, da un edificio che il cinema contemporaneo ha adottato, certo suggestivo, la Burj Khalifa, la torre più alta del mondo, che fa parte del complesso del Dubai. Abbiamo visto Tom Cruise arrampicarsi lassù in un Mission Impossible. Il monte Rushmore, quello dei Presidenti, è un “attore” nella memoria di tutti, lo si deve a Hitchcock. La Monument Valley richiama il West e la lotta per costruirlo, con quelle piramidi e torri naturali, così dure, crudeli e accese dal sole. La baia di San Francisco ha accolto decine di storie, con l’immenso ponte d’oro, le strade ripide che scendono al mare, e l’isola di Alcatraz con la prigione. E poi Parigi, con l’ideale punto di partenza dell’Arco di trionfo dal quale si irradiano le architetture che fanno testo nel mondo e nei film: Eiffel, Notre-Dame, la Senna, il Louvre, e molto altro. E poi Venezia, San Marco e i canali, cari a Woody Allen. La Londra brumosa dello Sherlock Holmes classico in b/n, e quella ricostruita di Downey jr. Manhattan, collettore di tanti film, forse il centro, la prima agorà del cinema, deturpata da quell’11 settembre: quanto tempo ci vorrà per proporre ancora un happy end laggiù. Le piramidi e il deserto, scenario infinito e bruciante. Rio e la sua montagna: la vita trasgressiva e senza pensieri. La Roma di Trevi e del Colosseo: quante “cartoline” di cinema antico e recente.

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Concludo con un richiamo che chiude la premessa: la Sicilia del principe di Salina e di Montalbano. La Sicilia: così siamo tornati dalla parti del segnale rosso dell’inizio.

La location-Basilicata si allinea, senz’altro, a quelle dette sopra. Non intendo fare una gerarchia di sortilegio, di cultura o di box office, la Basilicata non propone effetti speciali o colossal o blockbuster, non è Parigi, o New York o tutto il resto, ma ha ospitato alcuni momenti che fanno testo. Ha accolto un codice prevalente, una mitologia alta, se vogliamo chiamarla così, quella che viene definita la più grande storia mai raccontata, a firmarla sono stati grandi autori, maestri accreditati, che hanno operato in chiavi diverse, magari opposte, trattando diversamente la mistica, l’umano e il trascendente, le etnie, la Storia e le scritture. Pier Paolo Pasolini e Mel Gibson coi loro “Vangelo secondo Matteo” e “Passione”, hanno scelto Matera coi suoi sassi e la sua terra e il suo dolore, immoti.

Questa vicenda e questo codice basterebbero da sole a inserire la Basilicata nella storia alta del cinema. Carlo Levi scriveva “Cristo si è fermato a Eboli”, sacrosanto certamente, ma applicando alcune facoltà che il cinema può permettersi, come la licenza e l’iperbole, dico che Cristo ha proseguito ed è arrivato fino a Matera per essere crocefisso fra i suoi sassi. L’agnostico Pasolini ha colto il carattere umano del Gesù, il maestro che laicamente porta comunque le indicazioni universali dei vangeli. Gibson credente radicale, ultramistico, ha percorso la sua via, raccontando la novella attraverso un linguaggio cinematografico attuale, magari scaltro, cogliendo alcuni estremi, come la violenza della tortura e la proposta ancestrale della lingua aramaica. Ricerche e risultati vasti, comunque.

Carlo Levi, lo scrittore piemontese che ha firmato, con “Cristo si è fermato a Eboli”, uno dei romanzi decisivi del novecento, costretto al confino in Basilicata, fra il 1934 e il ’36, per le sue idee antifasciste e... per essere ebreo, finì per innamorarsi di quella terra. La passione, magari triste dello scrittore, la lascio alle righe che seguono, estratte dalle prime pagine del romanzo.

“... Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi è arrivato il tempo, né l’anima individuale, né la speranza, né il legame tra le cause e gli effetti, la ragione e la Storia. Cristo non è arrivato, come non erano arrivati i romani, che presidiavano le grandi strade e non entravano fra i monti e nelle foreste, né i greci, che fiorivano sul mare di Metaponto e di Sibari: nessuno degli arditi uomini di occidente ha portato quaggiù il suo senso del tempo che si muove, né la sua teocrazia statale, né la sua perenne attività che cresce su se stessa. Nessuno ha toccato questa terra se non come un conquistatore o un

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nemico o un visitatore incomprensivo. Le stagioni scorrono sulla fatica contadina, oggi come tremila anni prima di Cristo: nessun messaggio umano o divino si è rivolto a questa povertà refrattaria...”

Nel 1979 Francesco Rosi ha realizzato il film, in Aliano, il borgo che ospitò Carlo Levi. Ebbene Rosi non ha dovuto fare grande fatica, non ha dovuto ricreare niente. C’era già tutto, perché tutto era rimasto uguale. Le donne vestite di nero, gli uomini seduti ai tavolini, dei bar: gli stessi di allora e di sempre. Le vie strette, deserte ora più di allora, la chiesa, la piazza. Location e generici perenni, naturali, lì sul posto. Anche adesso è così. Ma la tristezza e il dolore delle parole del romanzo, sono uno status da cui partire per un’evoluzione che la regione promette. Sono un punto fermo, e prezioso, di ricerca e di approdo. Chi passa da quelle parti ne riporta un ricordo e un amore struggente, come Carlo Levi. E chi passa da quelle parti poi ci ritorna. Perché ha trovato qualcosa che non è facile trovare, da nessuna parte.

Levi cita Sibari e Metaponto. Significa Magna Grecia, significa altra Storia lunga e nobile. Metapuntum fu fondata dai greci nel settimo secolo prima di Cristo. Roma... non era ancora uscita dal Lazio. I resti nella regione sono importanti, spicca, fra i molti, il tempio di Era del sesto secolo a.C. Quella sontuosa memoria rimane nella regione, le consegna identità e carattere. Basta cercarla. La storia insegna che non la si è cercata abbastanza. Continua ad essere qualcosa di esclusivo, quasi un unicum. Il concetto può essere quello del tesoro nascosto. La mistica, la storia antica, l’antropologia della cultura, sono le categorie garanti di tutto il resto del territorio. Che è quello del Sud, colline, pianure e rocce, e il sole che fa laggiù. Gian Maria Volonté, che fa Carlo Levi nel film di Rosi, si muove nel paese e nei dintorni, si affaccia a un parapetto sulla pianura in fondo, dove prevale il verde, interrotto da colline e rocce, e corsi d’acqua. Nel film “Io non ho paura”, tratto dal romanzo di Ammanniti, Gabriele Salvatores cercava una natura vasta e metafisica, e trovò, a nord della regione, la distesa dorata dei campi di grano del Volture Melfese.

“Basilicata coast to coast” è il compendio generale della regione. Un road che attraverso le vicende di quattro amici riporta sulla terra le categorie alte dette sopra, e che diventa un gradevole promo turistico. I quattro allacciano, procedendo a piedi, i due mari. Partono da Maratea sul Tirreno e arrivano a Scanzano Jonico. Al senso metaforico del viaggio, alla memoria e alla ricerca del significato della vita, si unisce la proposta fisica della regione. Un promemoria semplice che richiama tutto quanto è stato raccontato in questo scritto: la Basilicata, grandi anime e grande incanto. Da conoscere.

13 maggio 2013 Pino Farinotti Scrittore e critico cinematografico.

Fondatore del sito Mymovies e autore del “Dizionario di tutti i film”

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capitolo 1

Le opportunità del cineturismo in Basilicata:

dal successo di Basilicata coast to coast

alla nascita della Fondazione Lucana Film

Commission

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INTRODUZIONELa Fondazione Eni Enrico Mattei di Viaggiano ha avviato, all’interno del filone di indagine legato al turismo sostenibile, un’attività di ricerca relativa al cineturismo in Basilicata. Tale filone di ricerca nasce dalla consapevolezza che la realizzazione di un film, di una fiction o qualsiasi altro prodotto audiovisivo può apportare notevoli benefici in termini economici al luogo in cui essi sono girati, rappresentando un importante mezzo di promozione turistica dell’area. Con il termine cineturismo (film induced tourism) si indica quella forma di turismo praticata da chi trascorre le proprie vacanze nei luoghi che hanno ospitato un set cinematografico. Esiste un’ampia letteratura straniera relativa agli effetti generati dal cinema o dalle fiction televisive sul turismo1. Il presente lavoro espone l’analisi della letteratura esistente relativa alle tematiche del cineturismo e i risultati di un’indagine sul rapporto tra cinema e turismo, con un focus sulla Basilicata2. In Basilicata, a partire dagli anni ’50, sono stati realizzati più di quaranta film che hanno utilizzato gli innumerevoli paesaggi della regione come sfondo per storie neorealiste, film verità, cinematografia biblica, commedie, storie fantastiche. Una delle produzioni più recenti è “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo, storia di una combriccola di musicisti che attraversano a piedi la terra lucana da una costa all’altra per raggiungere il festival musicale di Scanzano. Il film ha avuto un buon successo al botteghino ed ha ottenuto alcuni importanti riconoscimenti nazionali.Nello specifico, la ricerca analizza i primi impatti turistici (e quindi anche economici) che il film “Basilicata coast to coast” ha avuto sul territorio. Lo scopo è quello di fornire un’analisi scientifica del fenomeno e delle sue ripercussioni sull’economia locale anche in vista della nascita della Film Commission della Basilicata.

Lo studio ha monitorato gli effetti che la pellicola ha avuto sulla promozione del territorio e, in particolar modo, delle location utilizzate dal film, fino ad oggi marginalmente interessate dai flussi turistici. L’indagine sul campo, svoltasi da novembre 2010 ad aprile 2011, si è avvalsa di un questionario, somministrato a tutti gli operatori turistici dei luoghi toccati dal film, i cui dati sono stati approfonditi da interviste faccia a faccia. Gli incontri hanno coinvolto sia enti e istituzioni che hanno dialogato con il regista e supportato (anche economicamente) la produzione, sia imprenditori locali, che hanno associato il titolo “Basilicata coast to coast” a eventi e manifestazioni organizzati nei mesi estivi, poco dopo l’uscita in sala del film. Infine, sono stati intervistati alcuni gruppi di turisti.

1 Vedere al riguardo: Cohen 1986; Schofield, 1996; Macionis, 2004; Beeton, 2005. 2 Documento redatto da Angelo Bencivenga, Livio Chiarullo, Delio Colangelo e Annalisa Percoco. Il lavoro di ricerca è stato coordinato da Livio Chiarullo.

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Da un punto di vista operativo è utile precisare che si tratta di un’indagine che ha dovuto confrontarsi in modo particolare con due limiti: il primo legato alla scarsa letteratura sull’argomento (è un fenomeno che soprattutto in Italia è stato ancora poco analizzato); il secondo relativo al non facile reperimento dei dati attinenti al budget e alle spese che una produzione deve sostenere per la realizzazione e promozione di un film (si tratta di informazioni che spesso sono disponibili in forma non adeguata per poter essere utilizzati in ricerche con un taglio socio - economico come quella qui presentata). Questo rapporto, quindi, può essere considerato un primo contributo a partire dal quale avviare ulteriori analisi su aspetti più specifici che risulterebbero utili per comprendere appieno la portata e gli impatti che le produzioni cinematografiche possono avere direttamente o indirettamente sulla promozione anche turistica di territori, paesaggi, identità locali e, quindi, sull’economia locale.

Il presente rapporto di ricerca si articola in 4 capitoli. Il primo, sulla base dello studio della letteratura esistente, affronta il tema della relazione esistente tra il cinema, il turismo e lo sviluppo territoriale, descrivendo la capacità che ha il cinema di costruire l’immagine di un territorio e gli effetti del cineturismo nel mondo e in Italia.Il secondo capitolo descrive le caratteristiche e le funzioni delle film commission. Una rassegna di alcune esperienze, nazionali e internazionali, permette di farne emergere la rilevanza all’interno del fenomeno del cineturismo.Nel terzo capitolo, dopo aver descritto il ruolo del paesaggio lucano in alcuni film (“Il Vangelo secondo Matteo”, “Cristo di è fermato a Eboli”, “The Passion”, “Io non ho Paura”) si analizza il film “Basilicata coast to coast” mettendone in luce le potenzialità cineturistiche.Il quarto capitolo descrive la ricerca sul campo, vera e propria, condotta con l’obiettivo di comprendere gli effetti che il film “Basilicata coast to coast” ha prodotto sul turismo in Basilicata. Vengono descritte le interviste preliminari effettuate a enti e istituzioni per capire come sia nata l’idea del film, i questionari telefonici somministrati agli operatori turistici per capire gli effetti sul territorio, le iniziative avviate in seguito alla realizzazione del film, le opinioni di alcuni turisti che hanno deciso di visitare la Basilicata proprio in seguito alla visione del film di Papaleo.Nelle conclusioni si cerca di ipotizzare una road map per la nascita di una film commission regionale, organo indispensabile per cogliere appieno le opportunità offerte dal cinema per la promozione turistica e per rendere il cineturismo un settore strategico e funzionale all’intero territorio.

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1.CINEMA, TURISMO E SVILUPPO TERRITORIALE

Il cineturismo o il film induced tourism è quel fenomeno legato proprio al desiderio degli spettatori di visitare i luoghi raccontati nei film, nelle fiction, luoghi vissuti dai personaggi dello schermo e nei quali lo spettatore spesso si identifica. Quella del film induced tourism è un’emergente motivazione al viaggio che si aggiunge alla già sfaccetta e complessa domanda turistica.La realizzazione di un film o di un qualsiasi altro prodotto audiovisivo, infatti, può apportare al luogo in cui essi sono girati anche un beneficio in termini economici. Potrebbe risultare utile, quindi, soprattutto per quei territori dotati di risorse sceniche e paesaggistiche di rilievo, cercare di attirare quante più produzioni possibili. La scelta delle location da parte di una produzione dipende dalla particolare conformazione del territorio ma anche dal supporto alla produzione che lo stesso territorio offre. È importante quindi che le amministrazioni locali e nazionali mettano in atto una serie di strumenti quali sovvenzioni e agevolazioni fiscali, servizi specifici, volti a incentivare la realizzazione dei film nel proprio territorio. C’è, infatti, da considerare che quando parliamo dell’impatto economico delle produzioni cinematografiche non bisogna pensare esclusivamente all’aumento del flusso turistico, ma anche ad altri aspetti quali, ad esempio, il beneficio generato dalla permanenza della troupe in un determinato luogo. Si tratta di considerare, da una parte, le ripercussioni della notorietà che un luogo ha ricevuto grazie al cinema e, dall’altra, l’iniezione immediata di investimenti sul territorio.

1.1 Le immagini del turismo: il location placement

L’immagine rappresenta un aspetto fondamentale per qualsiasi prodotto o azienda presente sul mercato. Questo, è tanto più vero per il mercato turistico, caratterizzato dall’immaterialità del prodotto all’interno del quale l’immagine produce una sensazione di familiarità, sicurezza e fiducia verso i luoghi, svolgendo un ruolo fondamentale nelle decisione di acquisto finale3. Gunn (1972), tra i primi ricercatori a studiare il processo di formazione dell’immagine di una destinazione turistica, distingue le organic images dalle induced images. Le prime provengono da fonti non strettamente legate al settore turistico (quali i film), le seconde sono immagini che provengono da fonti strettamente legate al turismo e hanno come obiettivo quello di pubblicizzare la destinazione.

3 Kim e Richardson (2002, p. 220) affermano: “ Image has emerged as a crucial marketing concept in the tourism industry.”4 Il product placement legato all’attività cinematografica viene disciplinato in Italia nel 2004 con il decreto legislativo 22 Gennaio 2004 n° 28. Per un’analisi dei molteplici aspetti legati al product placement si veda Nelli, Bensi, 2007.5 Al riguardo vedi: Morgan, Pritchard, 1998.

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Butler (1990) afferma che per la creazione dell’immagine di una destinazione i mezzi audiovisivi come il cinema, la tv, i video, sono spesso più efficaci dei mezzi stampati.Il territorio, al pari degli altri prodotti, può essere inserito in un film, in una fiction, o in altri prodotti cinematografici, i quali divengono strumenti di promozione a disposizione del destination manager nel costruire l’immagine della destinazione turistica.Collocare una destinazione in un film è una forma innovativa di product placement4 in campo turistico5: si parla in questi casi di destination placement o location placement.Alcuni dei vantaggi derivanti dal product placement sono (Karrh, 1998):

• l’elevata possibilità di segmentazione della target audience, infatti, ciascuna opera audiovisiva in base al genere, alla storia narrata, al cast impiegato è in grado di rivolgersi ad un target ben definito;

• la possibilità di reiterare per un lungo periodo il messaggio promozionale. I film possono godere di un lungo ciclo di vita. In seguito all’uscita al cinema, le opere vengono riprodotte in dvd per il noleggio o per la vendita, distribuite con riviste, vengono poi trasmesse sui circuiti di pay tv e dopo un certo periodo sono trasmesse anche sulla tv generalista;

• l’elevato grado di coinvolgimento dell’audience verso i personaggi, la storia, i luoghi raccontati. Gli spettatori seguono il racconto sullo schermo dimostrando un atteggiamento positivo verso le marche collegate ai personaggi;

• la tipologia di investimento. A differenza della pubblicità non c’è il bisogno di una soglia minima di investimento per assicurare la ripetizione del messaggio all’interno dell’opera audiovisiva. Ciò, è la conseguenza anche della mancanza di concorrenti: solitamente il placement è utilizzato da un solo brand o da diversi brand non in concorrenza tra loro;

• la bassa percezione nell’audience del fine commerciale. Lo spettatore difficilmente attribuisce un fine commerciale ad un prodotto o marchio inserito in modo naturale in un film (ad esempio, un attore sdraiato su un letto in una stanza d’albergo che indossa l’accappatoio con il logo della catena alberghiera), inoltre, il messaggio risulta meno invasivo in quanto è lo spettatore ad aver deciso di guardare il film e i suoi contenuti.

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1.2 Effetti delle produzioni cinematografiche a livello locale

Quando parliamo di effetti di una produzione cinematografica intendiamo gli impatti (diretti, indiretti, indotti) che la realizzazione di un prodotto audiovisivo produce sul territorio. Sono impatti diretti quelli legati alla spesa sostenuta dalla produzione per l’ottenimento di servizi locali, indiretti gli impatti legati agli investimenti effettuati dalle aziende locali in virtù dei guadagni ricavati dalla presenza della produzione sul territorio. Sono indotti, invece, quegli impatti legati alle spese sostenute dalla forza lavoro locale a fronte della remunerazione ottenuta all’interno del circolo virtuoso produzione - aziende. È possibile quantificare gli impatti diretti, e con una certa probabilità quelli indiretti e indotti, tenendo presente che ogni produzione ha una mole consistente di bisogni da soddisfare. Ad essere innanzitutto investita da questo aumento della domanda di servizi è l’industria turistica a cui è richiesta un’imponente disponibilità ricettiva da parte delle strutture alberghiere. La troupe, costituita dal personale tecnico, e il cast artistico devono pernottare per la durata delle riprese che può protrarsi anche per alcune settimane; a questo bisogna aggiungere l’acquisto di pasti presso ristoranti o società di catering. Il pernottamento e i pasti sono due voci che incidono sensibilmente su un film di medio budget. A queste due, poi, vanno associate le spese per il trasporto, per il noleggio di veicoli, l’affitto di locali. C’è poi da considerare la richiesta di manodopera che può essere consistente anche se, quasi sempre, a tempo determinato. Ogni film necessita di comparse, di attori locali per ruoli minori e la quantità varia a seconda del genere: aumenta nel caso di un film storico o di costume, mentre si riduce al minimo con un film drammatico o intimista. Allo stesso modo la troupe andrà rinforzata con professionisti locali, tecnici e artigiani, e quanto più il territorio sarà pronto a fornire manodopera specializzata, tanto più la produzione potrà limitare quella d’importazione. È da ricordare, inoltre, che la presenza del personale cinematografico non si limita solo alla durata delle riprese, ma prevede anche una variabile permanenza prima e dopo. Ci sono, infatti, la fase di pre - produzione (scelta delle location, disbrigo di pratiche burocratiche, ecc.) e quella di post - produzione necessaria per mettere a punto il film e occuparsi del montaggio (una parte del cast tecnico, in presenza di strutture adeguate, potrebbe decidere di rimanere in loco).Un caso interessante è quello della fiction “Don Matteo” che ha Gubbio come location e che è ormai giunta alla settima stagione per un totale di 144 puntate. Uno studio di Rocco (2001), commissionato dall’Umbria Film Commission, ha rilevato come la prima stagione, costituita da 16 puntate, ha determinato un impatto diretto di circa 1 milione di euro.

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sopra: Materasotto:Anfiteatro Grumentum

A questo dato è stato applicato un coefficiente del moltiplicatore della spesa compreso tra 1,5 e il 2 in modo da considerare anche l’impatto indiretto e quello indotto sul territorio, ottenendo così un totale di circa 3 milioni di euro. Le voci più importanti di spesa sono sempre quelle relative all’alloggio e alla ristorazione, per un onere complessivo di 550.000 euro, e all’impiego di risorse umane locali, per le quali sono stati spesi circa 250.000 euro.

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La durata delle riprese avvenute nel 1999, è stata di 7 mesi. Dal punto di vista dell’impatto economico della produzione sul territorio, è chiaro come la fiction sia sicuramente la tipologia di audiovisivo più redditizia. Una fiction di lunga durata è una vera e propria miniera d’oro per le comunità locali perché può assicurare, a differenza del film, un impatto economico di medio - lungo termine. Se, infatti, la troupe di un film può fermarsi sul territorio da 1 a 3 mesi, quella di una fiction può stabilirsi fino a 6 mesi e, soprattutto, può tornare l’anno successivo per una nuova serie6. In più c’è da tener conto della particolare attenzione che gli spettatori italiani hanno dimostrato negli ultimi anni verso questa tipologia di produzione cinematografica7.Un’ultima notazione riguarda la spinta indiretta alla creazione di microimprese e alla libera iniziativa. La domanda di servizi prodotta dal film può innescare nuovi scenari di azioni imprenditoriali oppure portare a diversificare l’offerta in un determinato settore. Le produzioni possono quindi generare ricchezza sul territorio e stimolare l’offerta di servizi e la piccola imprenditorialità.

1.3 Effetti del cineturismo a livello locale

A differenza dell’impatto economico che le produzioni hanno sul territorio e che può essere riscontrato e determinato con una certa precisione, gli effetti del cineturismo rimangono di più difficile comprensione. Non sempre, infatti, è facile riuscire a capire l’effetto. La prima indagine compiuta sul cineturismo è stata realizzata da Riley e Van Doren nel 1992 su 12 location di film di successo in cui si è potuto riscontrare un aumento di turismo direttamente legato al cinema. Analizzando i flussi nei dieci anni precedenti alla realizzazione dei film e nei cinque anni successivi alle uscite nelle sale, si è riscontrato un aumento medio del 54% delle visite grazie alla visibilità determinata dal cinema (Riley, Van Doren 1992). In alcuni casi vi è stato un vero e proprio exploit dopo l’arrivo del film sul silver screen, mentre in altri casi non si è registrata un’attenzione particolare. Secondo Riley e Van Doren ciò può dipendere da un insieme di diversi fattori che vanno dalla tipologia del film che può aver penalizzato il territorio fino alla mancata sollecitazione della domanda e alla diffidenza della popolazione residente verso il flusso turistico. Tuttavia, l’aver riscontrato una percentuale media così alta di aumento delle visite turistiche ha condotto i due studiosi a elaborare il concetto di icon (Riley, Baker, Van Doren 1998). La sollecitazione della curiosità verso le mete cinematografiche è generata sostanzialmente dalla capacità di un film di generare icone, astratte o tangibili, che rimangono nell’immaginario collettivo. Molti autori hanno sottolineato la stretta relazione tra il successo

al botteghino di un film e la sua capacità di

6 Una ricerca dal titolo “Film e fiction creano turismo” ripreso in Messina (2007) mostra come mentre un film o un film tv hanno un tempo di lavorazione di 8/15 settimane, la fiction passa dalle 12/17 di una miniserie sino alle 28/38 di una serie lunga (costituita da 24/50 puntate) alle 40 settimane di una serie lunghissima (230 puntate annue).7 La serialità italiana, infatti, sino agli anni ’90 risulta essere decisamente in ritardo,

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attrarre turisti (Riley, Baker, Van Doren 1998; Mazierska, Walton 2006). “Il Signore degli Anelli” così come “Il Codice da Vinci” o “Harry Potter” dimostrano la capacità di risonanza e diffusione di un messaggio di promozione turistica da parte dei film commerciali.

I casi citati mettono in evidenza come l’effetto mediatico provocato dal film non si esaurisca con la sua uscita nelle sale ma goda della longevità del prodotto audiovisivo. La longevity è uno dei concetti fondamentali del cineturisimo. Introdotto da Beeton (2005) nella discussione scientifica, con questo termine ci si riferisce soprattutto alla capacità delle fiction e delle serie tv di mantenere l’attenzione mediatica su un determinato luogo. Un caso, già citato, come “Don Matteo” ha permesso alla location di Gubbio di avere una visibilità settimanale sulle reti televisive nazionali. In questo modo l’attenzione dello spettatore è continuamente richiamata verso quei luoghi e la curiosità di visitarli viene riattivata a ogni puntata. Senza contare che “Don Matteo” ha vissuto più stagioni televisive, rafforzando il numero di fedelissimi davanti allo schermo.

Per quanto riguarda le motivazioni che spingono il turista a visitare i luoghi del set cinematografico, Macionis (2004), rifacendosi ai concetti di push factors e pull factors della teoria di Dann8 (1977), cerca di spiegare i fattori di spinta e di attrazione del cineturismo. Relativamente ai fattori di attrazione (pull) l’autore individua tre concetti fondamentali: place, performance e personality. Il place riguarda propriamente la location, promossa anche attraverso delle movie maps, in cui il film è stato girato e che può diventare un’icona dell’immaginario collettivo (ad esempio la fontana di Trevi immortalata da “La Dolce Vita”). La performance riguarda la storia o il tema del film che il cineturista vuol rivivere sul posto (la libertà di “Thelma e Louise”). Infine, la personality ovvero la presenza di star celebri come protagoniste (ad esempio grazie l’attenzione mediatica rivolta al film “Il mandolino del capitano Corelli”, è determinata più dalla coppia Cage - Cruz che dal film stesso). Per quanto riguarda i fattori di spinta (push), Macionis ne rintraccia di generici come il desiderio del viaggio, il romanticismo, la realizzazione di sé, e uno specifico: il vicarious consumption. Quest’ultimo fa riferimento al senso di familiarità che si ha con una destinazione già “consumata” indirettamente grazie a un film e che rende tale location turisticamente più appetibile di altre. Butler (1990) e Brown, Singhal (1993) hanno dimostrato come l’investimento nella produzione di immagini organiche, e quindi del vicarious consumption, è sicuramente più redditizia di una comunicazione turistica diretta. In quest’ultimo caso, infatti, il messaggio rimane freddo, neutrale, separato dalla vita delle persone, mentre nel primo caso c’è un coinvolgimento emotivo e una “familiarità” che rende la destinazione turistica particolarmente appetibile.

sia per ascolti che per struttura narrativa, rispetto a quella importata dagli Stati Uniti o dall’Europa. A parte qualche caso eccezionale, è stato a partire dalla metà degli anni ‘90 che la fiction italiana ha preso il volo conquistando i primi posti nella classifica

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Film/serie TV Location Impatto n. arrivi e entrate turistiche

Brevaheart Wallace Monument, Scozia +300% arrivi dopo l’uscita

Heartbeat Goathland, North Yorkshire, Inghilterra Tre volte il numero dei normali arrivi nel 1991

Un tranquillo weekend di paura

Rayburn County, Georgia 20.000 arrivi, ricavo lordo an-nuo 2 - 3 m. dollari

Balla coi lupi Fort Hayes, Kansas +25% arrivi rispetto al 7% dei precedenti 4 anni

Incontri ravvicinati del terzo tipo

Delvis Tower, Wyoming +75% arrivi nel 1975

Thelma e Louise Arches national monument, in Moab, Utah +19,1% nel 1991

L’uomo dei sogni Iowa 35.000 arrivi nel 1991 e incre-menti costanti

Dallas Southfork Ranch, Dallas 500.000 arrivi all’anno

Il Signore degli Anelli Nuova Zelanda +10% arrivi all’Inghilterra 1998 - 2003

Fiori d’acciaio Luisiana +48% arrivi dopo l’anno d’uscita

L’ultimo dei moicani Chimney Rock Park, North Carolina +25% arrivi dopo l’anno d’uscita

Il Fuggitivo Dillsboro, North Carolina +11% arrivi dopo l’anno d’uscita

Piccole donne Orchard House, Concord, Massachussetts +65% arrivi dopo l’anno d’uscita

Un gioco a tre mani Dhuram, North Carolina +25% presenze dopo l’anno d’uscita

Harry Potter Diverse località d’Inghilterra +50% arrivi o più in tutte le località

Mission impossible 2 Parchi Nazionali a Sidney +200% arrivi nel 2000

Gorilla nella nebbia Ruanda +20% arrivi nel 1998

Mr Crocodille Dundee Australia +20,5% arrivi statunitensi 1981 - 1988

The Beach Tailandia +22% del target giovani nel 2000

Creature grandi e piccole Yorkshire Dales entrate pari a 5 milioni di sterline nella località

To the manor born Cricket St. Thomas, Leisure Park, Inghilterra +37% arrivi 1978 - 1980

Middlemarch Stamford, Lincolnshire, Inghilterra +27% arrivi nel 1994

4 matrimoni e 1 funerale Il Crown Hotel, Amersham, Inghilterra piena occupazione per 3 anni all’hotel

La mia regina Osborne House, Isola di Wight, Inghilterra +25% arrivi

Notting Hill Kenwood House, Inghilterra +10% arrivi in un mese

degli ascolti. Gli ultimi anni hanno poi consacrato il cinema per la televisione e, soprattutto, hanno orientato le produzioni verso formati più impegnativi sia da un punto di vista economico che da quello della qualità (Salvatore 2007).

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Film/serie TV Location Impatto n. arrivi e entrate turistiche

Salvate il soldato Ryan Normandia, Francia +40% arrivi statunitensi

Ragione e sentimento Saltram House, Inghilterra +39% arrivi

Orgoglio e pregiudizio Lyme Park in Cheshire, Inghilterra +150% arrivi

Cin Cin Location in Boston 7 m. dollari in pubblicità gratis a location

Miami Vice Miami +150% arrivi tedeschi 1985 - 1988

Forrest Gump Savannah, Georgia +7% arrivi

Troy Canakkale, Turchia +73% arrivi

Il mandolino del capitano Corelli

Cefalonia, Grecia +50% arrivi lungo un periodo di tre anni

Tab.1 - Sintesi di Hudson e Ritchie (2006) di tutti gli impatti turistici delle location riscontrate nelle indagini di Riley e Van Doren (1998), Tooke e Baker (1996), Grihault (2003), Croy e Walker (2003), Cousins e Anderek (1993), Busby, Brunt e Lund (2003).

Nella società moderna, le immagini organiche hanno acquistato un posto sempre più determinante nella scelta della meta turistica. Schofield, in un articolo del 1996, spiega come tramite la televisione, internet, assorbiamo una grande quantità di stimoli e informazioni in modo assolutamente decontestualizzato9. Tutto ciò si riflette anche sul turismo e sul modo di essere turisti. Schofield parla di post tourism o new tourism indicando la tendenza a vivere un turismo non in base all’autenticità e al quadro storico - culturale dei luoghi, ma attraverso l’immagine prodotta dai media. In questo senso Schofield cita un caso paradigmatico di post - tourism che riguarda la città di Manchester. Si tratta di un tour legato al cinema dal titolo “Hollywood of the North” che propone un giro della città seguendo le location di film di successo. Schofield nota come questo tour offra un’immagine romantica che non appartiene alla storia della città, ma che è mediata dalle immagini cinematografiche. Si è trattato di ricostruire l’immagine della città attraverso i film donandole una nuova veste. Ecco, allora, che la ricostruzione dello sguardo, la sua rimodulazione avviene a partire dal vicarious consumption. L’idea di una destinazione turistica e il suo approccio a essa è condizionato dal consumo indotto dalle immagini cinematografiche e, più in generale, dei media.

8 Dann (1977) distingueva due fattori principali nella scelta di una meta turistica: push factors e pull factors. I primi sono i fattori di spinta e riguardano la predisposizione a viaggiare dell’individuo (il desiderio di svago, di conoscenza ecc..); i secondi sono i fattori di attrazione, relativi alle bellezze naturali e storiche di una località (spiagge, monumenti ecc..). I fattori di attrazione sono in genere considerati prevalenti nella decisione.9 Schofield spiega come l’iperrealtà uno dei concetti fondamentali per comprendere sia la società post moderna e il post-turismo. L’iperrealtà è lo spazio dominato dai mass media in cui si mescola alta cultura e cultura popolare, autenticità e inautenticità.

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2. LE FILM COMMISSIONLe film commission nascono negli anni ’40 negli Stati Uniti con il compito di intermediazione tra le produzioni e le autorità locali. L’esigenza da parte dei registi di uscire dai teatri di posa per girare in esterna e l’aumento significativo dei film prodotti hanno fatto emergere la necessità di semplificare le pratiche burocratiche per le riprese sul territorio. Così le produzioni hanno iniziato ad affidarsi a soggetti terzi a cui conferire il lavoro di dialogo con le istituzioni. Nate come società private, le film commission sono oggi delle strutture pubbliche che hanno notevolmente ampliato il loro raggio d’azione. In Europa le prime film commission nascono in Inghilterra e Francia alla fine degli anni ’80. La prima film commission italiana è fondata nel 1997 dalla regione Emilia Romagna.

2.1 Le film commission italiane: costituzione e compiti

Le film commission nascono in Italia con il compito di attrarre sul proprio territorio l’attività cinematografica e stimolarne l’impatto turistico. A partire dalla fine degli anni ’90 si è compreso che l’immagine televisiva e cinematografica può avere una funzione molto importante nella promozione turistica del territorio. In un secondo momento, ci si è accorti che il cinema produce anche un immediato beneficio economico grazie alla permanenza della troupe sul territorio e all’impiego delle risorse umane locali10. Oggi sono presenti più di trenta film commission sul territorio nazionale, di cui, solo alcune sono realmente attive. La mancanza di una normativa specifica che regoli questi istituti, ha prodotto un proliferare di associazioni profit o non profit che si sono denominate in questo modo pur in assenza di una delega regionale, provinciale o comunale. C’è poi anche da considerare il caso di più film commission nella stessa regione di cui una soltanto operativa grazie alla delega regionale, mentre le altre sono semplicemente riconosciute da un ente comunale. Considerando soltanto quelle che realmente operano sul territorio, possiamo ricondurre la loro natura giuridica a tre tipologie: fondazioni non profit che hanno come soci regione, province e comuni (Lombardia Film Commission, Torino Piemonte Film Commission, Apulia Film Commission), ufficio interno al soggetto pubblico regionale e direttamente dipendente dagli assessorati alla cultura e al turismo (Emilia Romagna Film Commission, Marche Film Commission) o dipartimento interno alle Mediateche Regionali (Toscana Film Commission, Sicilia Film Commission), associazione culturale senza scopo di lucro (Friuli Venezia Giulia Film Commission, Sicilia Film Commission) e agenzia regionale (Umbria Film Commission).Per quanto riguarda i compiti, le film commission puntano da una parte ad attrarre le produzioni sul proprio territorio e dall’altra a capitalizzare la loro

10 Vedi Ghedini 2006.

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sopra: Acquedotto Cavour, Sarconisotto:Parco Eolico, Montemurro

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presenza in termini economici e turistici. In questo senso un primo compito è legato all’attività di scouting e di promozione del territorio presso le produzioni. Le film commission si attivano attraverso la produzione di materiale cartaceo e digitale, guide e brevi video, l’invio di newsletter così da mettere in luce il potenziale della propria regione. Periodicamente organizzano fam tour: registi, sceneggiatori e produttori vengono invitati a compiere un piccolo itinerario guidato all’interno della dimensione culturale e paesaggistica della regione il cui fine è quello di stimolare lo sviluppo di storie legate al territorio. Durante la fase di pre - produzione, la film commission segue la procedura di scelta delle location, mettendo a disposizione del regista e del produttore un location manager con il compito di interpretare al meglio quelle che sono le loro esigenze artistiche ed economiche. Un altro compito riguarda la semplificazione delle pratiche burocratiche. La film commission si fa carico del disbrigo di tutte quelle pratiche per il rilascio di permessi e autorizzazioni, consentendo alle produzioni un risparmio di tempo e denaro. A ciò si può aggiungere anche la stipula di convenzioni con strutture alberghiere e ristoranti tali da garantire prezzi competitivi durante la permanenza della troupe. Alcune film commission prevedono anche l’erogazione di un finanziamento per la realizzazione del film in cambio di alcuni vantaggi in termini di visibilità del territorio. Oltre all’attività di assistenza alle produzioni, le film commission si occupano, promuovendo la specializzazione di figure tecniche e artistiche che possono essere coinvolte nelle riprese, anche della formazione di risorse umane in ambito cinematografico. La redazione di una banca dati con tutti i professionisti nel settore consente di aumentare la forza lavoro locale impiegata nella produzione; dall’altra parte si ritiene necessario stimolare il talento artistico dei giovani attraverso workshop e programmi di scambio culturale.Il lavoro delle film commission italiane è di grande importanza e comprende una vasta gamma di servizi e strumenti. Solo alcune, però, hanno un atteggiamento proattivo proponendo le proprie location alle produzioni e sostenendo economicamente la realizzazione di prodotti audiovisivi; in altri casi, per mancanza di finanziamenti o di un adeguato sostegno regionale, esse si limitano a svolgere una funzione da “sportello cinema” supportando l’organizzazione logistica della produzione cioè svolgono funzioni di semplificazione delle pratiche burocratiche e di rilascio dei permessi.

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2.2. Le film commission italiane: alcuni casi di successo

Nel panorama italiano vi sono, come detto, alcune realtà molto attive che sono riuscite non solo a permettere una ricaduta economica immediata sul territorio grazie ai numerosi set ospitati ma, soprattutto, a modificarne sensibilmente l’immagine. In tal senso è paradigmatico il caso della Torino Piemonte Film Commission. Nata nel 2000 come fondazione non profit voluta e finanziata dalla Regione e dalla città di Torino, nel primo decennio di attività ha collaborato alla realizzazione di circa 500 produzioni tra film, documentari, cortometraggi e fiction. Oltre ai tradizionali servizi offerti, la film commission piemontese si distingue per un ricco database con 8000 immagini di location, informazioni su tutti i film realizzati e l’elenco dei professionisti del cinema. Grazie a uno strategico piano operativo che assiste le produzioni durante tutto l’arco produttivo e all’ausilio di location manager in grado di consigliare registi e produttori sui luoghi in cui girare, la film commission piemontese è riuscita ad avviare un percorso per la creazione di una nuova immagine del territorio e, in particolare, della città di Torino. Questa importante operazione di rinnovo della propria immagine è stata resa possibile anche grazie ai numerosi documentari realizzati dai registi che si sono formati a Torino proprio con il sostegno della film commission. Nel 2007, inoltre, è stato istituito il Piemonte Doc Film Fund, un fondo destinato al sostegno di documentari che siano realizzati sul suolo piemontese. Il fondo interviene a sostegno delle due fasi realizzative: lo sviluppo del progetto (attività di ricerca e documentazione, scrittura, produzione di eventuale promo, ricerca di finanziamenti, coproduzioni, prevendite) e la produzione (riprese e postproduzione presso società piemontesi). Dalla sua istituzione ad oggi sono stati finanziati 128 documentari. A sostegno di queste iniziative vi sono altri strumenti che insieme compongono una filiera del cinema ben coordinata. L’organizzazione, ad esempio, di una serie di film festival tra cui il Torino Film Festival, nato nel 1982 come Festival Internazionale Cinema Giovani, insieme alla presenza del Museo del Cinema all’interno della Mole Antonelliana, hanno permesso una concentrazione dell’attenzione e di stimoli artistici nella città di Torino. C’è, infine, da rilevare la costruzione nel 2008 di un cineporto di 9.400 mq di superficie, con sala costumi, scenografie, sala visione giornalieri, casting, in grado di ospitare sino a 5 produzioni contemporaneamente. Un altro ente che, nonostante la sua recente fondazione, ha già ottenuto buoni risultati è l’Apulia Film Commission. Nata nel 2007 come fondazione, nel suo primo anno di vita ha subito dato impulso ad alcune iniziative importanti: la costruzione di due cineporti, la realizzazione di workshop, la costituzione di un film fund. Completati nel 2009, uno con sede a Bari e l’altro a Lecce, i cineporti offrono alle produzioni una serie di strutture e di servizi (uffici di produzione, scenografia, magazzini, sale trucco/parrucco,

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11 La seconda edizione si è svolta dal 22 al 29 gennaio 2011 e ha messo insieme il meglio della produzione cinematografica e televisiva dell’anno precedente. Vi sono state anche anteprime di film in uscita e incontri con registi e attori di primo piano.

sala casting, guardaroba, sala proiezione/ multimedia), permettendo un prolungamento della loro permanenza sul territorio. Sono stati, poi, investiti 1 milione e 700 mila euro per l’organizzazione di “Apulia Audiovisual Workshop Puglia Experience” (workshop formativo internazionale rivolto a giovani sceneggiatori europei) e di “Progetto Memoria” (per la produzione di documentari sulla storia del Novecento pugliese interamente finanziati dalla film commission) e per la realizzazione di “Pane e libertà”, film tv sulla vita di Giuseppe Di Vittorio andato in onda in due puntate su Rai Uno con più di 6 milioni di telespettatori. Anche in Puglia per il finanziamento delle produzioni è stato istituito un fondo, l’Apulia Film Fund, che prevede l’erogazione di contributi diretti a sostenere le opere audiovisive girate in tutto o in parte in Puglia. A fronte del finanziamento, le produzioni si impegnano a: reclutare per la troupe e per il cast il 35% di residenti nella regione; spendere almeno il 200% del finanziamento sul territorio; garantire da 2 a 4 settimane di lavorazione nella regione; inserire il logo della film commission nei titoli di testa; cedere gratuitamente i diritti per la promozione turistica; organizzare conferenze stampe e anteprime in Puglia. Parallelamente a queste iniziative, nel 2010 è stato organizzato la prima edizione del “Bari International Film e Tv Festival”11 che ha portato in Puglia il meglio delle produzioni cinematografiche e televisive con proiezioni di film, incontri e dibattiti. I due casi qui citati dimostrano che la possibilità di fornire finanziamenti è fondamentale per avere risultati concreti nella visibilità della propria regione su grande e piccolo schermo. Secondo una ricerca dell’Anica svolta nel 2010 sui fondi regionali, quasi tutte le regioni che possono contare su una film commission si sono dotate anche di un film fund e nell’arco temporale che va dal 2006 al 2009 le risorse drenate per la realizzazione di opere audiovisive sono quintuplicate. La Friuli Film Commission e la regione Friuli Venezia Giulia sono state le prime a istituire prima un Film Fund e, successivamente, a partire dal 2007, un Fondo Regionale per l’Audiovisivo, che hanno fatto crescere in modo esponenziale la presenza di set nella regione.

2.3. La situazione internazionale delle film commission

A livello internazionale, la diffusione di coproduzioni ha fatto nascere il bisogno di dar luogo a delle associazioni che potessero creare una rete di relazioni tra le film commission. La prima di queste è nata nel 1975, l’Association of Film Commissioners International, e comprende 300 film commission provenienti da 30 paesi. Compito di questa associazione è lo scambio di esperienze, la formazione sul campo e l’impulso alla collaborazione. A questa si affiancano altre associazioni di carattere continentale. Da una parte c’è l’Asian Film Commission Network, formata

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sopra: La città fantasma, Cracosotto:N’cap l’acqua, Tramutola

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da 29 strutture di 8 paesi asiatici, che si occupa soprattutto di risolvere le difficoltà, in termini giuridici e culturali, che le produzioni occidentali possono trovare decidendo di girare in Oriente; dall’altra l’European Commission Network Association che a partire dal 2005 ha messo insieme le più importanti film commission europee con il compito di promuovere le risorse turistiche e cinematografiche dell’Europa. Sempre del 2005 è l’accordo “Regioni Capitali di Cinema” tra le principali capitali europee (Roma, Parigi, Berlino e Madrid) finalizzato ad incentivare le coproduzioni a livello europeo. C’è, infine, un’altra iniziativa di ambito comunitario, “Villes Cinema”, che ha messo insieme sei città (Venezia, Porto, San Sebastian, Salonicco, Santiago de Compostela, Salamanca) unite nello sforzo di promozione del territorio attraverso l’audiovisivo. A livello nazionale, quasi tutte gli stati europei hanno un coordinamento delle loro film commission: l’Inghilterra e la Francia si distinguono per una struttura fortemente gerarchizzata mentre la Germania e la Spagna non hanno un forte organo coordinatore. In Italia dal 2001 esiste un Coordinamento delle Film Commission italiane che nel 2002 ha ottenuto anche il supporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Lo scopo del Coordinamento è quello di unire le forze per attrarre nuove produzioni straniere sul territorio nazionale. Il coordinamento e la stretta collaborazione tra le film commission locali può contribuire a invogliare le grandi produzioni a scegliere un determinato territorio nazionale per l’ambientazione del proprio progetto, ma spesso ciò non basta. È necessario, inoltre, un supporto delle autorità nazionali. Il Canada e l’Irlanda, ad esempio, hanno compreso che, offrendo alle produzioni una serie di benefici economici e fiscali, vi è in cambio un importante ritorno di immagine. L’Irlanda, infatti, è stata per molto tempo il luogo privilegiato per audiovisivi in lingua inglese grazie agli sgravi fiscali concessi alle produzioni; non è un caso se un film di grande successo commerciale come “Braveheart”, ambientato nella Scozia del XIII secolo, sia stato girato interamente sul suolo irlandese. Nel caso del film di Mel Gibson c’è stata da parte delle autorità irlandesi massima disponibilità verso la produzione: il Ministero della Difesa, ad esempio, ha messo a disposizione volontari e riserve dell’Irish Army per le scene di battaglia12. Per quanto riguarda il Canada, poi, Oreste Rossignoli della società di produzione Eagle Pictures, nella sua relazione al terzo convegno sul cineturismo di Ischia, ha spiegato come sia molto più facile trovare i finanziamenti nel territorio canadese. A fronte dell’obbligo di spendere un parte del proprio budget sul territorio e di pubblicizzare il più possibile i luoghi nei quali si gira, lo stato canadese offre contributi a fondo perduto, agevolazioni fiscali e un consistente risparmio sulla manodopera.

12 Vedi De Luca, 2004.

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Per la produzione di un film da 30 milioni di dollari, la Eagle Pictures ha ricevuto indietro il 16% di quanto speso per il personale utilizzato e ha potuto contare su un investimento della Telefilm Canada del 20-25% del budget complessivo. Ma per attrarre grandi progetti cinematografici i soli finanziamenti non bastano. In Nuova Zelanda e in Inghilterra, le film commission sono spesso affiancate da agenzie governative che permettono di sviluppare strategie di comunicazione e marketing su larga scala. È il caso del già citato “Il Signore degli Anelli” in Nuova Zelanda che ha visto quattro agenzie governative impegnate nel destination branding e nella produzione del mito della “Terra di Mezzo”.

Grumento Nova fotografato dal lago di Pietra del Pertusillo

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3. BASILICATA COAST TO COAST: RUOLO DEL PAESAGGIO

E OPPORTUNITÀ PER IL CINETURISMO

“Basilicata coast to coast”, film dal punto di vista cineturistico molto interessante, è oggetto di riflessione in questo capitolo. Rispetto ad altri film girati in Basilicata, che offrono un’immagine affascinante e coinvolgente del paesaggio lucano, il film di Papaleo vive di due anime: quella drammaturgica e quella più strettamente riconducibile alla promozione del territorio lucano. Dopo aver mostrato, attraverso alcuni film, il modo in cui il paesaggio lucano è stato rappresentato sul grande schermo, si analizzerà “Basilicata coast to coast” valutandone anche le sue potenzialità turistiche.

3.1. Paesaggio e cinema

Per comprendere l’influenza che può avere il cinema nella scelta turistica bisogna considerare un aspetto fino ad ora tenuto in minor conto: il rapporto tra cinema e paesaggio. Il paesaggio ha acquistato nel corso degli anni un’importanza sempre maggiore nella produzione audiovisiva così come l’attenzione artistica nei suoi confronti è aumentata in modo esponenziale. Non solo il cinema, ma anche la pubblicità e la serialità televisiva hanno rivalutato il suo ruolo all’interno della narrazione, liberandolo dal semplice compito di scenografia naturale. Il rapporto tra film e paesaggio è determinato dal rilievo che quest’ultimo ha nell’economia del racconto, soprattutto se esso viene considerato come elemento caratterizzante e simbolico oppure come coprotagonista. Alla stregua di un attore, il paesaggio assume sovente sfumature melodrammatiche, colori cupi o, viceversa, i toni vivaci e la patinatura da copertina della commedia. C’è quindi un lavoro sulla fotografia, sulla scelta delle immagini fatta in sede di montaggio che porta spesso a produrre una rappresentazione del paesaggio diversa dalla realtà del territorio. Esiste tra cinema e paesaggio una reciproca influenza: il film coglie e cerca di sfruttare al meglio le potenzialità del paesaggio, quest’ultimo, a sua volta, si caratterizza secondo il modo in cui viene veicolata la sua immagine attraverso la pellicola13. Il cinema ha, dunque, l’opportunità non solo di dare visibilità al paesaggio ma anche di contribuire alla produzione della sua immagine o, addirittura, diventare vettore di un’identità differente da quella radicata nel territorio.

13 Il caso del film “The Beach” ha dimostrato che la costruzione della location naturale della spiaggia tailandese (livellando il terreno e piantando alberi di cocco) in cui è ambientata la storia di una vacanza alternativa, ha prodotto nell’immaginario

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3.2. Il paesaggio lucano nel cinema A partire dal secondo dopoguerra, in Basilicata sono stati girati all’incirca quaranta lungometraggi rispondenti ai generi cinematografici più disparati, dal realismo all’horror, dal melodramma alla commedia.La scelta delle produzioni si è concentrata soprattutto su Matera, vera città lucana del cinema che grazie alla presenza dei Sassi è diventata spesso parte di un racconto oppure scelta come unica location. Si passa così da brevi apparizioni all’interno di commedie come “Anni Ruggenti” di Luigi Zampa o “Made in Italy” di Nanni Loy, di opere storiche come “Allonsanfan” dei fratelli Taviani, per arrivare a film come “Il Rabdomante” in cui la cittadina fa da sfondo all’intera vicenda oppure alle rappresentazioni di argomento religioso come “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini e le recenti “The Passion”di Mel Gibson e “The Nativity Story” di Hardwikie. Una certa visibilità, soprattutto a partire dagli anni ’60, è stata destinata anche alla cittadina costiera di Maratea, dove sono state girate alcuni scene di “La Vedovella” di Siani e “A Porte Chiuse” di Risi, a Craco che, grazie alla sua suggestiva atmosfera di paese abbandonato, ha consentito al regista Francesco Rosi di rappresentare la Basilicata degli anni ’30 di “Cristo si è fermato a Eboli”. Irsina, invece, fa da sfondo alle vicende del film “Del Perduto Amore” di Michele Placido, mentre il vulture melfese, zona a nord della regione, è ritratto mirabilmente da Gabriele Salvatores nel suo “Io non ho Paura”.In generale possiamo dire che il paesaggio lucano è stato rappresentato con alterna fortuna, seguendo sostanzialmente le tendenze del cinema italiano nel corso degli anni. È chiaro che la visibilità del paesaggio all’interno di un film è la condizione indispensabile perché possa nascere un interesse cineturistico verso un luogo. E, tuttavia, come vedremo, non sempre a una maggiore visibilità corrisponde un effetto positivo sulla promozione turistica dell’area e bisogna considerare anche il modo in cui il paesaggio viene rappresentato. Per semplicità e efficacia nella nostra analisi sul paesaggio lucano nei film, useremo la classificazione di Provenzano (2007) che ha suddiviso il paesaggio in cinque principali tipologie14. In questa sede, ci concentreremo sulle ultime tre tipologie di paesaggio (spazio, luogo, simbolico/metaforico) che rappresentato le più interessanti ai fini del nostro discorso.

Con “paesaggio spazio” si intende un paesaggio attivo, che prende parte all’azione narrativa e diventa esplicativo della narrazione in alcuni momenti del film. Attraverso la sua rappresentazione, il regista mette in luce alcuni aspetti della storia. Un esempio di paesaggio spazio è rappresentato dal

collettivo degli spettatori l’identificazione della Thailandia con quella spiaggia e con quella tipologia di vacanza. Su questo si veda Law L., Bunnell T., Ong C. (2007).14 Provenzano (2007): paesaggio invisibile (presenza del paesaggio limitatissima), paesaggio sfondo (inerte, senza funzione narrativa), paesaggio spazio (parte dell’azione narrativa), paesaggio luogo (portatore di un’identità

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film “Il Rabdomante” di Fabrizio Cattani che racconta la vicenda di una ragazza dell’Est in fuga da un boss. In una delle prime scene la protagonista, Harja, inseguita dagli scagnozzi del boss, arriva a Matera a bordo di un autobus e, appena scesa, corre nei Sassi per far perdere le sue tracce. Il regista offre allo spettatore una serie di campi lunghi, immagini da cartolina del paesaggio materano che vengono però lacerate dalla disperazione di Harja che l’attraversa freneticamente. Alla fine della scena la cinepresa stringe sul volto spaventato della protagonista per poi diventare soggettiva della stessa di fronte a quel labirinto di vie strette e scalini di pietra da cui non riesce a uscire. In quel momento, Harja capisce che non può continuare a scappare, che deve chiedere aiuto a qualcuno di cui possa fidarsi. I sassi di Matera che, nella prima parte della storia, vengono avvertiti da parte della protagonista straniera come una sorta di labirinto, diventano durante la narrazione, un luogo di progressiva scoperta, di protezione dal mondo di violenza e crudeltà da cui sta scappando. In questo senso, la particolare conformazione del paesaggio materano è fondamentale ai fini della narrazione. Anche nel film “The Passion” di Mel Gibson il paesaggio materano svolge un ruolo essenziale. In questo caso, Matera è stata scelta proprio per la sua somiglianza con Gerusalemme e, dunque, per la possibilità di esprimere al meglio l’effetto scenico della passione. È soprattutto nell’ultima parte del film che le strette vie dei Sassi, le scalinate, diventano teatro della narrazione con la rappresentazione della Via Crucis. Nel caso di “The Passion”, il paesaggio materano anche se non troppo visibile si carica comunque di un valore quasi “sacro” per il fatto di essere il luogo della rappresentazione di uno dei momenti più importanti della storia dell’Occidente. Proprio in virtù dell’identificazione di Matera con la Gerusalemme di un tempo, del sangue di Cristo che macchia la pietra bianca, esso assume un posto rilevante all’interno della storia e, di conseguenza, una valore di attrazione notevole.

Con “paesaggio luogo” saliamo un altro gradino della classifica elaborata da Provenzano. In questo caso, la rappresentazione del territorio che viene proposta è portatatrice di un’identità specifica. In altre parole, il luogo è assunto con tutta la tradizione culturale che porta con sé e non solo per la particolare conformazione del territorio. Il caso de “Il Vangelo secondo Matteo” è esemplare. Pasolini, sceglie Matera perché è rappresentativa del contesto socio - economico del sud d’Italia. L’idea principale, confermata da Murri (2003), è che la riconoscibilità del paesaggio lucano permette di smitizzare la vicenda di Cristo lasciandone però intatto il valore del messaggio. Così, se da una parte c’è l’intenzione autentica di sottolineare la forza rivoluzionaria del messaggio cristiano e ricollegarla a un generale senso del sacro, dall’altra è presente la necessità di rispondere all’urgenza di una critica all’autorità e all’istituzione religiosa. In

specifica), paesaggio simbolico/metaforico (riflesso dello stato d’animo e della psicologia del protagonista).

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questo senso, la purezza del messaggio cristiano deve far emergere la non purezza della Chiesa e della borghesia. Ancora Murri sottolinea come nel film si alternano primi piani di Cristo che diffonde il messaggio divino con campi lunghi in cui emerge l’arretratezza in cui versa la Basilicata e, più in generale, il Meridione. La macchina da presa si allontana dal protagonista per inquadrare i paesaggi, i volti scavati, alcuni dettagli, con la stessa attenzione dimostrata da Pasolini nei suoi precedenti film sulle borgate romane. Matera, quindi, così come Barile in cui sono girate le scene della natività e della strage degli innocenti, porta all’interno del film non solo la sua conformazione fisica ma anche la sua situazione sociale. In questo senso, il tentativo compiuto dal film è quello di far emergere l’immagine autentica di una Regione, anche se raccontando una storia che non le appartiene. L’attenzione all’identità specifica del territorio è comune anche a un’altra opera cardine della filmografia lucana: “Cristo si è fermato a Eboli”. Girato da Francesco Rosi nel 1979, il film è un riproposizione fedele di quanto raccontato da Carlo Levi nel suo romanzo. Il paesaggio lucano è il vero protagonista della vicenda all’interno del quale si muove Carlo come un “personaggio spettatore”15. Alla stregua di quest’ultimo, vi è una scoperta progressiva di una realtà ignota e la maggior parte delle immagini provengono da soggettive. Dal punto di vista stilistico, il regista cerca di mantenere lo stesso approccio del romanzo: in parte racconto, in parte trattato etnografico. La vicenda personale dell’esule passa spesso in secondo piano ed emerge la realtà contadina e profondamente rurale della Basilicata degli anni ’30. Dal film emerge un ritratto autentico del paesaggio con la sua vita ciclica, legata alla terra e alla natura, immersa in una tradizione pagana e antimodernista. C’è da considerare che il “paesaggio luogo”, pur offrendo un alto grado di riconoscibilità e visibilità delle location, può porre il problema dell’autenticità.

FontanaN’cap l’acqua, Tramutola

15 Vedo Mancino, Zambetti 1997.

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Nel caso di “Cristo si è fermato a Eboli”, la storia è ambientata ad Aliano ma il film è stato girato soprattutto a Craco che, in quanto paese abbandonato, ha offerto una scenografia più adatta a ritrarre la Basilicata degli anni ’30.

Parliamo, infine, di “paesaggio simbolico/metaforico” quando esso ha un ruolo fondamentale nella storia diventando riflesso della psicologia e dello stato d’animo del protagonista. A livello di sceneggiatura, tutte le sfumature del personaggio sono legate al cambiamento del paesaggio che si modella su di esso e può assumere un aspetto rassicurante oppure minaccioso. A questa tipologia vengono spesso associati i generi cinematografici del noir o del western in cui vi è quasi sempre una lotta tra il protagonista e l’ambiente che lo circonda e il paesaggio assume i caratteri di una presenza inquietante. Un film che utilizza il paesaggio metaforico è sicuramente “Io non ho Paura” di Gabriele Salvatores, girato nel 2002 nella zona del Vulture Melfese. Gli immensi campi di grano di un giallo abbagliante, che si dividono l’inquadratura soltanto con l’azzurro del cielo, sono teatro della vicenda di Michele e del suo percorso di maturazione. Giocando sul continuo rispecchiamento tra stato d’animo del protagonista e paesaggio, “Io non ho Paura” lega indissolubilmente i campi di grano con la storia; da un punto di vista registico, poi, essi godono di tutte le angolazioni visive, dalla panoramica al dettaglio. A questa notevole visibilità fa però da contrappeso la difficile riconoscibilità del paesaggio, privato della sua identità. A differenza, infatti, del “paesaggio spazio” di “The Passion” in cui sono riconoscibili (e marchiati dal sangue “filmico”) i Sassi, i campi di grano di “Io non ho Paura” non sono caratterizzanti di uno specifico paesaggio e rimangono nell’anonimato di un luogo non precisato del Sud Italia.

3.3. Basilicata coast to coast: il film

“Basilicata coast to coast” è la storia di un viaggio in terra lucana. Quattro amici, riuniti dalla passione per la musica, decidono di partire a piedi da Maratea, località balneare della Basilicata sul versante tirrenico, per raggiungere il “Festival di teatro canzone” di Scanzano (sul versante ionico della regione). Alla testa di quest’armata Brancaleone c’è Nicola Palmieri, professore di matematica con velleità artistiche, seguito da Salvatore Chiarelli, ex studente di medicina, Franco Cardillo, artigiano ammutolito da un amore infranto e Rocco Santamaria, volto noto locale. A loro si aggiunge Tropea Limongi, giornalista di una rivista parrocchiale costretta a seguirli per filmare l’impresa. Il tragitto è costellato di incontri, disavventure, musica, tradizione culinaria locale e paesaggi mozzafiato che renderanno unica questa loro esperienza. Il viaggio è l’occasione per fare un bilancio della

16 “Papaleo fa un film che ci fa scoprire poco a poco il paesaggio ma la sua non è una cartolina «calcolata» per esigenze tutistiche o da film commission” (Cristina Piccino, Il Manifesto), “Basilicata coast to coast non è uno spot alla regione, ma è una commedia musicale, sempre più rara nel panorama cinematografico italiano, nonché un atipico road-movie che la omaggia e la valorizza” (Antonio Valerio Spena, Close Up).

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propria vita, riscoprire motivazione e archiviare brutte esperienze; perché «la vita è un viaggio troppo corto, se non lo si allunga» (Basilicata coast to coast).

3.4. Basilicata coast to coast: il paesaggio

Un modo per spiegare il successo del film può essere quello di considerare la riuscita compenetrazione tra storia e paesaggio. In generale, la critica cinematografica ha apprezzato il tentativo di Rocco Papaleo di raccontare una storia semplice e, contemporaneamente, di presentare un’immagine seducente della Basilicata. Tutto il film si muove seguendo questi due obiettivi e, in questo senso, sarebbe riduttivo considerarlo soltanto un veicolo di promozione turistica16 così come è difficile separare la storia dall’aspetto paesaggistico. Se, quindi, da un punto di vista estetico alla pellicola viene riconosciuto soltanto la semplicità della struttura, una certa freschezza e un buon umorismo17, dal punto di vista cineturistico rappresenta un’opera interessante e aperta a una complessità di riflessioni. Un primo aspetto da considerare è quello della sceneggiatura. Non sempre infatti un luogo è di ispirazione per la scrittura del film. In questo caso, invece, vi è una scelta netta, sin dal titolo, di fare della Basilicata non solo il centro della narrazione, ma anche il punto di partenza da cui procedere nella articolazione della storia e dei personaggi. Possiamo dire che, l’elaborazione di una struttura narrativa semplice, il fatto di utilizzare un intreccio narrativo già presente nella storia del cinema (un gruppo di amici decide di fare un viaggio per ritrovare se stessi) sono funzionali all’esigenza di lasciare degli spazi di visibilità per il paesaggio. Infatti, la sceneggiatura, pur seguendo sapientemente i fili dei suoi cinque personaggi e destinando a ognuno il proprio spazio per l’approfondimento psicologico, lascia anche degli intervalli liberi in cui la regia interviene modulando musica e paesaggio. Non si tratta, quindi, semplicemente di alternare le vicende dei protagonisti con cartoline dalla Basilicata, ma di inserire momenti di interruzione narrativa per consentire la creazione di una “atmosfera lucana”. Il paesaggio presentato dal film è, ovviamente, del tipo “simbolico/metaforico” e quindi riflette lo stato d’animo dei protagonisti; ciò vuol dire che i momenti musicali concorrono alla rappresentazione dei personaggi e delle loro vicende. Lo stesso Papaleo ha più volte ribadito18 come il suo intento non fosse quello di rappresentare una Basilicata autentica quanto piuttosto quello di descrivere un luogo interiore legato alla sua infanzia e, aggiungiamo noi, alle vicende dei personaggi. Il viaggio che compiono i protagonisti è innanzitutto un percorso personale che li conduce, pur nella sconfitta e nella delusione finale (il gruppo non riuscirà a raggiungere la meta in tempo per il Festival), a scoprire i loro punti di forza. Al riguardo, è emblematica la frase pronunciata alla fine del film da Rocco (Gassman): “Forse non abbiamo

17 “Film vitale, simpatico, con qualcosa di prolisso e didascalico, ma pieno di una genuina voglia di cinema e racconto” (Maurizio Porro, Il Corriere della Sera), “un piccolo film che trova con spontaneità una sua intonata forma artistica” (Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa).

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capito chi siamo ma, almeno, abbiamo capito cosa non siamo”; Nicola, il professore insoddisfatto, riscopre la gioia della dimensione familiare, Rocco, l’attore senza lavoro, capisce che deve cambiare strada, Salvatore decide di laurearsi, Franco ritrova la parola grazie all’amore e Tropea scopre la sua vera vocazione. E la Basilicata rappresentata è il luogo dell’anima in cui avviene questo percorso. In tal senso, la riproposizione di un paesaggio lucano arcaico e quasi disabitato, più che perpetuare un comune stereotipo, è funzionale a produrre una dimensione quasi onirica in cui i protagonisti si muovono.Ed è proprio nel gioco di rispecchiamenti tra personaggi e paesaggio che la musica rappresenta un collante fondamentale. La scrittura filmica utilizza in parte lo schema del road movie e in parte quello della commedia musicale per sintetizzarli in un road movie musicale strutturato in capitoli ben definiti. Ogni capitolo, o tappa del percorso, da un punto di vista della storia, contribuisce a portare avanti uno o più fili della narrazione, ad approfondire la psicologia ora dell’uno ora dell’altro personaggio mentre, dal punto di vista del paesaggio, esso è caratterizzato da indicazioni ben precise sul luogo in cui si trovano legando a esso prodotti tipici e tradizioni19. Al termine di ogni tappa, la musica è il momento di sintesi dei due aspetti rivelandosi essenziale al fine di stringere il rapporto tra personaggi e paesaggio20. Tale struttura che in alcuni casi appesantisce il racconto (una sorta di doppia velocità del film, il continuo “camminare” delle storie e il rallentare della musica) è piuttosto anomala per una commedia che, per definizione, deve mantenere il ritmo del racconto sempre alto21. Tuttavia, essa va associata all’esigenza di mantenere unite le due anime del film, quella narrativa e quella promozionale.Da un punto di vista stilistico, il film è girato in modo da riflettere l’impostazione della sceneggiatura. Personaggi e paesaggio sono inquadrati rispettivamente attraverso primi piani e campi lunghi. Nei momenti in cui si privilegia la narrazione, la macchina da presa si posiziona sui volti dei personaggi così da catturarne gli stati d’animo, le emozioni. Durante il percorso, invece, essi rappresentano solo fugaci apparizioni nelle panoramiche sul paesaggio lucano. Se, come abbiamo detto, la musica è sempre il momento di conclusione e sintesi parziale all’interno del film, bisogna aggiungere che il paesaggio rappresenta quello iniziale. Ogni tappa viene contestualizzata attraverso alcune riprese del paesaggio e la macchina da presa mostra una mobilità maggiore in questo secondo caso, cercando di far calare lo spettatore nella realtà rappresentata. Bisogna considerare anche che il paesaggio, aprendo la sequenza, in genere anticipa e riflette ciò che sta succedendo ai protagonisti. Così, ad esempio, lo specchio d’acqua luccicante della diga del Pertusillo prelude alla storia d’amore tra Tropea e Franco mentre il paesaggio arido e avvolto dalla

nebbia dei calanchi di Aliano risente dell’abbandono di Rocco.

18 “È la regione che avevo in testa io, non quella reale, segnata dalla cultura beat e dai ricordi di bambino. È la Basilicata del mio cugino più grande che faceva la messa con chitarra elettrica e batteria sull’altare, in una sorta di controgospel. Erano gli anni ‘70 di Easy Rider, era il Sud di certe pulsioni. Questo è un omaggio verso la terra, non solo verso la mia terra” (intervista a Rocco Papaleo del 10 aprile 2010, “Basilicata coast to coast Un film «vetrina» sul paesaggio lucano” di Massimo Brancati, Gazzetta del Mezzogiorno).

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21 Ciò può aver tratto in inganno alcuni critici che nel commentare il film hanno detto: “Bislacca, fragile e tutto sommato noiosa commediola on the road dell’esordiente Rocco Papaleo. Una sconclusionata sciocchezzuola a passo di lumaca, che fa faticosamente sorridere nell’imbarazzante mancanza d’umorismo” (Bertarelli, Il Giornale).

sopra: Masseria, Sarconisotto:Diga di Lago di Pietra del Pertusillo

19 I luoghi citati esplicitamente nel film: Maratea, Trecchina, Lauria, Latronico, Tramutola, diga del Pertusillo, Aliano, Craco, Scanzano. Prodotti tipici citati: pane e frittata, peperone crusco, fagioli di Sarconi, gnumaridd, aglianico del Vulture. 20 Così la pianificazione del viaggio si chiude con la canzone “L’Americano” cantata nei rispettivi luoghi di partenza dei personaggi; “Pane e Frittata” alla prima sosta del viaggio; “Alba/Tramonto” e “Mariateresa” durante la sosta a Tramutola e l’arrivo di un nuovo personaggio; dopo la diga del Pertusillo la canzone “Il Calore” interpretata da Tropea segna il suo definitivo ingresso nel gruppo; “Basilicata is on my Mind” a Scanzano dopo la delusione del festival mancato.

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Un’ultima considerazione va fatta in merito al doppio sguardo presente nel film. Infatti il punto di vista oggettivo della macchina da presa viene spesso accompagnato da quello soggettivo della telecamera di Tropea, che scopre la passione per le riprese proprio nel corso di questo viaggio. L’incursione di immagini girate in modo amatoriale all’interno del film offre una sorta di guida non convenzionale della Basilicata.Lo sguardo di Tropea attraverso la telecamera può essere associato a quello dello spettatore che, all’inizio con un po’ di diffidenza e poi con maggiore convinzione, “entra” all’interno della storia. Durante il viaggio, i personaggi davanti alla telecamera raccontano qualcosa del posto in cui si trovano mettendo insieme informazioni sul paesaggio con notizie personali. È dunque un momento in cui si rafforza il rapporto tra paesaggio e storia, riaffermando un principio fondamentale ai fini del nostro discorso sul cineturismo: l’interesse per un luogo nasce se vi è compenetrazione tra l’aspetto narrativo e quello paesaggistico.

3.5. Basilicata coast to coast: analisi cineturistica

Dal punto di vista cineturistico, “Basilicata coast to coast” è un film molto interessante proprio perché condensa tutta una serie di elementi volti a tenere alta l’attenzione sulla terra lucana senza però pregiudicare lo svolgimento del film. Sin dal titolo si comprende l’intenzione di compiere un’operazione di branding attribuendo alla regione una filosofia di vita. Inserire, infatti, il nome della regione all’interno del titolo del film vuol dire associare le vicende dei protagonisti al territorio all’interno del quale avvengono. In questo modo lo spazio scenico in cui è ambientata la storia appare sin da subito come fortemente caratterizzato e portatore di valori ben precisi. La Basilicata è il luogo in cui avviene il viaggio, da costa a costa, in cui si incontrano delle persone, si riconosce una concezione dell’esistenza, si mette a nudo il proprio sé. Rilevante, da un punto di vista cineturistico, è la prima scena che risponde a un’esigenza pratica: collocare geograficamente una regione ancora poco conosciuta. A partire da una prospettiva extra terrestre, la cinepresa inquadra la regione su una mappa geografica dell’Italia e vi entra letteralmente dentro come a sottolineare che il viaggio metaforico è supportato da una presenza reale. «La Basilicata esiste» sottolinea Papaleo all’inizio del film, e il viaggio che i personaggi si accingono a compiere può essere rintracciato e ripercorso seguendo, come abbiamo visto, la precisa indicazione delle tappe. L’uso della musica, l’immagine di una terra quasi disabitata, l’inserimento di personaggi portatori di valori22 concorrono alla creazione di quella che abbiamo chiamato “l’atmosfera lucana”.

22 La ragazza di Tramutola che si unisce al gruppo è simbolo della voglia di libertà e di una filosofia di vita basata sul carpe diem di oraziana memoria; il contadino che li ospita esprime il distacco da una certa deriva culturale e l’attaccamento a valori profondi (la sera non guarda la tv, ma la moglie).

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Durante il film si respira questa atmosfera che non è altro che il tentativo di costituzione del brand Basilicata che ha nell’esaltazione di una vita autentica e lontana dalla frenesia moderna, in rapporti umani sinceri e nel coinvolgimento mistico generato da paesaggi fuori dal tempo, i suoi punti di forza. È chiaro che la rappresentazione di una Basilicata romantica può essere una risorsa preziosa in termini di “iconizzazione” del territorio e, quindi, di promozione turistica. In “Basilicata coast to coast”, vi è la precisa intenzione di ancorare la terra immaginaria a quella reale. Se da una parte la Basilicata rappresentata nel film è un luogo dell’anima e che non tiene conto della sua attuale condizione sociale e politica, dall’altra vi sono continui richiami a luoghi reali, a prodotti tipici e alle tradizioni locali. All’interno del film può essere rintracciato un efficace uso del product placement. Basti pensare agli “gnumaridd”23 un’attrazione culinaria a cui, nonostante la missione ascetica dei protagonisti, non è possibile resistere, o “all’Aglianico del vulture” usato per brindare alla memoria di Carlo Levi o, ancora, alla processione religiosa legata al culto della Madonna del Sacro Monte di Viggiano. In altre parole, prodotti e tradizioni sono inseriti all’interno del racconto con una doppia valenza: da un lato legano il paesaggio metaforico a quello reale e dall’altra assolvono all’esigenza di caratterizzare promuovere il territorio. Il product placement avviene già a livello di sceneggiatura, amalgamando i prodotti alla storia in modo che essi non risultino esterni alla narrazione ma diventino un pretesto per una scena umoristica o per la riflessione di un personaggio. Se analizziamo l’effetto sulla destinazione e quindi il destination placement è interessante la scelta, operata dal regista, di un percorso non convenzionale che lascia fuori Matera, a favore di una zona interna e meno conosciuta della Basilicata. Durante il film vengono attraversati paesi come Trecchina, Lauria, Tramutola, Latronico che godono di scarsa visibilità turistica a livello nazionale ma anche locale e sono pressoché assenti nella filmografia lucana. Ponendo la cinepresa in quei luoghi, è evidente che “Basilicata coast to coast” voglia far propria una delle potenzialità delle produzioni audiovisive ovvero quella di creare una destinazione turistica attraverso la visibilità prodotta dal grande schermo.Più in generale, possiamo dire che tutto il film concorre alla formazione del vicarious consumption considerato da Macionis come uno dei più importanti fattori di spinta del cineturismo. Attraverso il racconto del viaggio, lo spettatore acquisisce una serie di informazioni sul territorio, sulle sue tradizioni e quindi una preconoscenza delle località riprese nel film. Infatti, come detto, il cinema è capace di creare nello spettatore un senso di familiarità con i luoghi visti riducendo sensibilmente le possibili preoccupazioni del turista relative al viaggio in una destinazione sconosciuta. Se, infatti, il film di Papaleo è stato sovente criticato dai suoi conterranei in quanto non mostrerebbe abbastanza la Basilicata o non ne

23 Involtini preparati con le interiora di agnello e arrostiti alla brace.

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promuoverebbe la sua condizione reale, è proprio perché non si è considerato che l’esposizione non è direttamente proporzionale alla promozione del territorio e che l’autenticità di questo non è il primo obiettivo del film. Nel caso di “Basilicata coast to coast” è utile anche evidenziare come la rappresentazione di una regione “romantica” caratterizzata da elementi fortemente identitari sia in linea con la strategia dell’Azienda di Promozione Turistica (APT) locale impegnata nell’incentivare un turismo di qualità, legato soprattutto all’aspetto naturalistico e gastronomico del territorio. Non è un caso che Rocco Papaleo sia stato il testimonial dell’esposizione curata dall’APT presso la Borsa Internazionale del Turismo (BIT) 2011. Dal punto di vista della visibilità del film a livello nazionale e internazionale, bisogna sottolineare che “Basilicata coast to coast” ha riscosso un buon successo, ha avuto un incassodi 3.367.187 con 502.56063 spettatori ed è stato distribuito in tutta Italia in circa 215 copie, figurando nella classifica dei 20 film italiani di maggiore incasso nel 2010. Quanto alla sua esposizione internazionale, il film ha partecipato a 78 manifestazioni fra festival e rassegne di cinema in tutto il mondo ricevendo numerosi riconoscimenti. È importante notare che anche l’ambiente cinematografico ha dimostrato interesse verso il film di Papaleo premiandolo in due delle principali competizioni italiane: Nastro d’Argento e David di Donatello come miglior regista esordiente. “Basilicata coast to coast”, inserito anche nella lista dei dieci film in corsa per rappresentare l’Italia all’Oscar, ha quindi goduto di buona visibilità mediatica grazie alla partecipazione a questi premi riattivata, poi, dalla sua diffusione sui canali di Sky Cinema. La prima tv, avvenuta il 21 aprile 2011, ha registrato circa 241.000 spettatori, un buon numero in rapporto agli ascolti medi della piattaforma satellitare. Il film è stato immesso nel circuito homevideo attraverso l’uscita di due dvd, una in versione classica (allegato anche alla rivista “TV, Sorrisi e Canzoni”) e l’altro in blu ray. Nelle prime due settimane della sua uscita, il dvd prodotto dalla Eagle Pictures è stato tra i dieci dvd più venduti in Italia.La longevity di “Basilicata coast to coast” è stata sostenuta anche dalla diffusione della pellicola sugli aeromobili dell’Alitalia: tra novembre 2010 e gennaio 2011 il film è stato proiettato, nell’ambito della rassegna cinematografica denominata “Made in Italy” sugli aerei B777, A330E, A330 e B767 classe Magnifica e sugli aeromobili A320 e dei B767, classe Economica.“Basilicata coast to coast” è stato presentato anche come strumento di promozione del territorio lucano, in alcuni istituti italiani di cultura all’estero, tra cui quello di Parigi; è stato proiettato anche durante le manifestazioni “Incontri con il Cinema Italiano” e “Incontri con Regioni e Città Italiane nel Principato di Monaco”, promosse, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, dall’Ambasciata d’Italia nel Principato di Monaco, in collaborazione con l’associazione Monaco - Italie e con il Comites (Comitati

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sopra: Ponte romano, Sarconisotto:Casa con gli occhi, Aliano

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degli italiani presenti all’estero). La proiezione, avvenuta l’11 febbraio 2011, è stata anticipata da un aperitivo di benvenuto con degustazione di prodotti tipici e vini della Regione Basilicata organizzato dal Dipartimento Agricoltura della Regione.Simile iniziativa si è svolta il 26 aprile 2011 a Mar del Plata, nella provincia di Buenos Aires in Argentina, sempre in occasione del 150° anniversario dell’Unità dell’Italia. Il film è stato proiettato anche all’interno del “Lucania film family”, evento su cinema e prodotti tipici che si è svolto a Parigi coinvolgendo l’Istituto Italiano di Cultura.La proiezione della pellicola e l’attenzione sulla Basilicata è proseguita anche all’interno di altre iniziative non strettamente cinematografiche. Tra queste ricordiamo la tavola rotonda “L’esperienza lucana del distretto tecnologico dell’osservazione della terra” organizzata a Bruxelles dalla Regione Basilicata, al termine della quale è stato proiettato, con sottotitoli in inglese, il film del regista lucano.La reiterata attenzione sulla destinazione Basilicata passa anche attraverso altre forme mediatiche non strettamente visive ma sempre stimolate dal film. Ad esempio, il 2 aprile 2011 è stato pubblicato sul sito Web TG COM, nella sezione viaggi on the road, un articolo redazionale dal titolo “Basilicata coast to coast - un itinerario tra i paesaggi lucani ispirato al film di Rocco Papaleo”, che descrive i diversi luoghi della regione prendendo spunto dall’itinerario del lungometraggio. A dimostrazione della longevità del film è da sottolineare la richiesta da parte di alcune riviste di viaggi e turismo di conoscere il territorio lucano seguendo il tragitto delineato in “Basilicata coast to coast”. Infatti, al 19 maggio 2011 sono stati organizzati dall’Apt tre press tour per “Riders italian magazine”, “Itinerari e luoghi” e “Plein air”.

sopra: campagna valligiana

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4. L’ANALISI SUL CAMPO: L’IMPATTO ECONOMICO DI BASILICATA COAST TO COAST

4.1. Obiettivi e metodologia dell’indagine Per approfondire le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del film e per comprendere meglio la genesi di questo movie tour in Basilicata, l’indagine è stata avviata con alcune interviste semi strutturate che hanno coinvolto Enti e Istituzioni che hanno creduto nelle potenzialità del film e, quindi, sostenuto anche economicamente la produzione. Parallelamente, per comprendere le ripercussioni sul territorio riconducibili al film, è stato somministrato un questionario telefonico a tutti gli operatori turistici presenti nelle location utilizzate dal film. Questi due momenti dell’indagine hanno anche permesso di effettuare una mappatura delle iniziative attivate da istituzioni pubbliche e da privati proprio per utilizzare la popolarità del film “Basilicata coast to coast”, anche per fini turistici. L’analisi sul campo è stata completata dalla rilevazione delle opinioni di alcuni turisti che, dopo aver visto il film, hanno deciso di visitare la Basilicata nel corso dell’estate 2011. Le interviste semi strutturate rivolte alle Istituzioni locali avevano l’obiettivo di raccogliere in modo non standardizzato una serie di informazioni relative alla genesi del film di Papaleo e alla sua ripercussione sull’immagine turistica della regione. La tecnica dell’intervista semi strutturata24 ha permesso di raccogliere anche informazioni aggiuntive a quelle espressamente richieste arricchendo il quadro conoscitivo della ricerca di una serie di dati inizialmente non presi in esame. L’intervista è stata articolata in 4 sezioni: le prime domande avevano l’obiettivo di capire come fosse nata la collaborazione tra le istituzioni e la produzione e se le prime avessero giocato un ruolo attivo in tale progetto; la seconda era orientata a comprendere il perché del loro coinvolgimento e, in particolare, quali fossero state le motivazioni alla base del sostegno, anche economico, dato al film; la terza sezione chiedeva all’intervistato una valutazione del film in termini di impatto turistico sul territorio. L’ultima sezione cercava di capire se e in che termini la produzione o gli sviluppi turistici legati al film avessero avuto impatti sulla comunità locale.Il questionario telefonico, utilizzato per contattare gli operatori turistici dell’area, è stato scelto sia per ovviare ai problemi relativi al raggiungimento fisico degli intervistati25, sia per le minori resistenze alla concessione dell’intervista che solitamente si riscontrano con questo tipo di contatto. Il questionario è stato strutturato con 12 domande prevalentemente a risposta chiusa divise in tre sezioni.

24 Corbetta (2003) la definisce come «una conversazione avente finalità di tipo conoscitivo, provocata e guidata dall’intervistatore, sulla base di uno schema flessibile di interrogazione».25 Essendo un periodo di bassa stagione alcune strutture erano chiuse e i responsabili non reperibili in zona.

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La prima invitava l’intervistato a esprimere la propria opinione sul cineturismo quale possibile strumento di promozione della Basilicata e a indicare gli strumenti più efficaci per favorire un utilizzo delle location della Basilicata per fini cinematografici. La seconda parte indagava sugli effetti turistici prodotti dal film di Papaleo, sia in termini di immagine e conoscenza del territorio, sia in termini di flussi e quindi anche di ricavi per l’economia locale. La terza parte faceva emergere le eventuali azioni messe in atto dagli operatori turistici locali per sfruttare la popolarità del film “Basilicata coast to coast” al fine di promuovere il proprio territorio e la propria attività/prodotto. L’ultima fase dell’indagine ha coinvolto i turisti arrivati in Basilicata sulla scia del successo di “Basilicata coast to coast”. È stato loro proposto un questionario a risposta aperta che li invitava ad esprimersi sulle aspettative che avevano prima di intraprendere il viaggio, sull’immagine della Basilicata che il film aveva trasmesso loro (e sulla rispondenza di questa con la realtà che avevano “vissuto” durante il viaggio), sul grado di soddisfazione e sui punti di forza e di debolezza dell’offerta turistica lucana.

4.2. Il campione Per la prima fase dell’indagine, svolta tramite interviste faccia a faccia, sono stati coinvolti esponenti dell’Agenzia di Promozione Turistica (APT) della Basilicata, rappresentati della Regione26, i responsabili di 2 Gruppi di Azione Locale27 della Basilicata, alcuni esponenti dei comuni utilizzati come set per il film. Per l’indagine telefonica, invece, sono stati contattati tutti gli operatori turistici presenti nei comuni utilizzati come set per il film. In particolare sono stati intervistati: operatori della ricettività (hotel, bed and breakfast, agriturismi), titolari di attività ristorative, e intermediari del turismo (agenzie di viaggi e tour operator. Il 65% del nostro campione è costituito da titolari di hotel e ristoranti (strutture turistiche maggiormente presenti nell’area). Più del 60% dei questionari è stato somministrato ad operatori di Maratea, Scanzano Jonico e Lauria, comuni già interessati da flussi turistici e, per questo, dotate di un numero maggiore di servizi legati al settore turistico.I turisti sono stati contattati via mail o incontrati direttamente alla fine del loro viaggio. Si tratta di persone arrivate in Basilicata attraverso alcuni organizzatori di viaggi specializzati nel segmento della vacanza a piedi e del turismo responsabile. Il campione ha un’età media di 40/50 anni, istruzione medio - alta, per lo più liberi professionisti provenienti dal Centro - Nord.

26 La Regione ha finanziato con circa 300.000 euro le attività di promozione e commercializzazione del film utilizzando fondi Fesr - Fondo Sociale di Sviluppo Europeo. 27 GAL Akiris e GAL Basento Camastra che hanno co - finanziato l’idea e partecipato alla definizione del percorso e delle tappe del viaggio intrapreso dai protagonisti del film.

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4.3. La genesi del film Le informazioni raccolte dalle interviste faccia a faccia fanno emergere come il film abbia beneficiato, nella fase di ideazione, del supporto da parte di alcuni GAL lucani e di vari organi della Regione. La profonda conoscenza del territorio e delle sue risorse posseduta da questi Enti ha permesso al film di divenire reale strumento di promozione del territorio, descritto nelle sue caratteristiche paesaggistiche, storico - culturali ed enogastronomiche. I GAL28, in particolare, hanno aderito al progetto sia perché «ritengono il cinema un efficace mezzo di promozione del territorio, uno strumento molto più incisivo di altre micro iniziative attuate in passato, che rappresenta fedelmente quelle che sono le qualità/tipicità del territorio della Basilicata29», sia perché l’immagine della Basilicata che emerge dal film è in linea con l’idea del GAL, cioè «una Basilicata caratterizzata da un modo di vita alternativo, autentico e lento, un’immagine in grado di rivolgersi ad un target turistico in grado di apprezzare la ruralità di tali aree interne della regione30». Dalle testimonianze raccolte, emerge, quindi, un film che non solo parla della Basilicata ma che accoglie e fa proprie le voci del territorio, facendo emergere specificità riconosciute come tali anche dagli abitanti e dagli operatori dell’area.

28 Tutti i sei GAL della Basilicata hanno contribuito anche finanziariamente alla realizzazione del film.29 Intervista a Domenico Romaniello, Gal Basento Camastra, del 16 dicembre 2010.30 Intervista a Ennio Di Lorenzo, Gal Akiris, del 2 dicembre 2010.

sotto: Cacciatizze di Calvello

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Anche l’Ente regionale ha colto le potenzialità promozionali del film decidendo di contribuire economicamente al progetto, inserito tra le azioni di marketing territoriale. «La promozione della Basilicata tramite una pellicola cinematografica è un mezzo molto più efficace di un semplice spot sulla regione, che spesso può apparire come autoreferenziale e quindi con minore credibilità da parte dell’audience31». L’obiettivo era da un lato quello di avviare un posizionamento della Basilicata nel mercato del turismo rurale, presentata come destinazione immersa nel verde e caratterizzata da valori e tradizioni ancora radicate al territorio e, dall’altro, quello di fornire precise indicazioni geografiche e toponomastiche relative a questa regione non ben identificabile dell’Italia Il film quindi «ha rappresentato una ghiotta occasione per il solo fatto di avere il nome Basilicata nel titolo che è girato in tutta Italia, nelle maggiori città della penisola32».

4.4. Le opportunità del cineturismo per l’immagine della Basilicata

Il grande schermo è considerato dalla quasi totalità degli operatori turistici coinvolti tramite il questionario telefonico come una particolare tipologia di marketing territoriale che permetterebbe di diffondere maggiormente l’immagine e la conoscenza della Basilicata. Alla domanda “Ritiene che l’attività cinematografica possa rappresentare una forma di promozione del territorio” la quasi totalità (il 96,4%) degli intervistati dichiara che l’attività cinematografica effettivamente può rappresentare una forma di promozione del territorio della Basilicata. In particolare il cinema è considerato un ottimo strumento per promuovere territori poco conosciuti a cui spesso vengono associati, grazie alla narrazione cinematografica, significati simbolici che ne amplificano le specificità e suscitano una forte curiosità nello spettatore.Quasi il 70% degli intervistati ritiene che il film “Basilicata coast to coast” abbia influito positivamente sul turismo locale mostrando i colori e i paesaggi dell’area e, allo stesso tempo, facendo emergere le specificità identitarie di un territorio dotato di grandi potenzialità turistiche ancora da sfruttare appieno. Relativamente all’effetto generato sul territorio dalla realizzazione e successiva distribuzione del film, gli intervistati dichiarano che l’impatto principale è legato alla diffusione dell’immagine e alla maggiore conoscenza del territorio (40%), seguito da un effetto sull’economia locale (19%), dall’incremento dei flussi turistici (18%). Il 13% degli intervistati ritiene che abbia influito maggiormente sulla tutela e la valorizzazione dei luoghi e il restante 10% sulle infrastrutture. Quindi, secondo gli intervistati, uno dei principali meriti del film è quello di aver favorito la conoscenza del territorio della Basilicata e del suo patrimonio naturalistico e storico - culturale. Fig.1

31 Intervista a Raffaele Paciello, del 21 marzo 2011. 32 Intervista a Giampiero Perri, APT Basilicata, del 10 maggio 2011.

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Immagine e conoscenzadel territorio Economia localeFlussi turisticiTutela e valorizzazione dei luoghiInfrastrutture

40%

19%

18%

13%

10% Immagine e conoscenzadel territorio Economia localeFlussi turisticiTutela e valorizzazione dei luoghiInfrastrutture

40%

19%

18%

13%

10%

Fig.1 - Settori su cui il film “Basilicata coast to coast” ha avuto impatti

Anche dalle interviste ai Gal e alle Istituzioni locali emerge la convinzione che il cinema possa rappresentare uno strumento innovativo in grado di diffondere la conoscenza del territorio. Si pone l’accento, in particolare, sulle potenzialità legate alla velocità e alla diffusione che i prodotti cinematografici e i differenti modi di fruizione garantiscono all’immagine di un territorio. «Il film è uscito in 202 sale di molte città italiane ed è stato visto da circa 700.000 spettatori, per non contare poi della diffusione attraverso i cinema all’aperto, della versione dvd della Eagles Pictures, dei dvd noleggiati, della distribuzione nel circuito SKY Cinema e della prossima uscita su Mediaset33». Si ribadisce così la longevity dei prodotti audiovisivi. Interessante è anche il confronto con altri film che hanno “portato” la Basilicata sul grande schermo. Opinione condivisa da molti è che a differenza di altre produzioni cinematografiche che hanno usato la Basilicata per rappresentare altri luoghi (ad esempio “The Passion” in cui la città di Matera è utilizzata per “parlare” della Palestina), il film di Papaleo mettendo il territorio lucano al centro della narrazione, indicando le località e i prodotti tipici, garantisce al territorio una maggiore visibilità anche turistica.

4.5 Le opportunità del cineturismo per l’economia locale

Per quanto riguarda gli impatti sul turismo legati alla curiosità e al desiderio suscitati dalla visione di “Basilicata coast to coast” non è possibile riscontrare un dato certo dal momento che, come detto, il cineturismo è una delle motivazioni del viaggio. Tuttavia, dall’indagine emerge che poco meno del 50% degli operatori coinvolti nell’indagine telefonica dichiara di aver registrato nella propria attività lavorativa un incremento di turisti.

33 Intervista a Domenico Romaniello, Gal Basento Calastra, del 16 dicembre 2010.

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53%57%

4%4%

4%

47%31%

no

-10%

11 - 20%

21 - 30%

31 - 40%

41 - 50%

Dopo l’uscita del �lmha visto un aumento dei turisti?

Qual è stata la percentualedi aumento dei turisti?

Graf.1 - Incremento dei turisti collegabili al film Basilicata coast to coast

Graf.2 - Distribuzione degli incrementi dei ricavi per tipologia di struttura

-10%

11 - 20%

21 - 30%

31 - 40%

Dopo l’uscita del �lm ci può dire qual è stata la percentuale di incremento dei guadagni?

Hotel Ristorante Agriturismo B&B

Nello specifico, tale incremento di visitatori è stato inferiore al 10% per il 31% degli intervistati, tra il 10% e il 20% per il 57% degli operatori e compreso tra il 30% ed il 50% per il restante 12%. Graf.1Due domande del questionario cercavano di verificare se la maggiore visibilità della Basilicata e il maggior numero di visitatori riconducibili alla diffusione del film avessero anche contribuito ad accrescere il fatturato delle aziende presenti nei territori interessati dalle riprese. Il 45% dichiara di

34 Conferma della capacità del cinema di generare effetti economici viene anche da un operatore del settore ricettivo di Maratea la cui struttura è stata utilizzata dalla troupe durante la permanenza in Basilicata «ho ospitato per circa 60 giorni la troupe nella mia struttura con un incremento di fatturato di circa 60.000 €», dato che va letto anche in relazione al periodo di bassa stagione in cui si sono svolte le riprese e durante il quale la maggior parte delle strutture turistiche dell’area

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aver avuto un incremento dei ricavi (di cui, il 58% ha registrato un aumento inferiore al 10%, il 32% ha avuto una crescita compresa tra il 10 e il 20%, il restante 10% dichiara di aver registrato un incremento dei ricavi superiore al 20%). Le strutture che dichiarano di aver avuto un aumento dei propri ricavi sono in prevalenza gli hotel, i ristoranti e gli agriturismi che rappresentano circa il 90% di coloro che affermano di aver avuto vantaggi anche economici dalla realizzazione e diffusione del film34. Maratea, Scanzano Jonico e Trecchina sono i comuni nei quali si concentra il maggior numero di operatori che hanno registrato sia un aumento dei flussi sia un incremento dei ricavi (dato riconducibile anche alla maggiore esposizione che il film dà a queste località).Anche gli amministratori locali, intervistati nella prima fase dell’indagine sul campo, confermano un incremento degli arrivi in Basilicata sollecitati dal film: «Esiste una domanda che sta interessando la Basilicata proprio sulla scia della curiosità suscitata dalla visione del film. Ne sono esempi i pacchetti turistici venduti dai Tour Operator e la richiesta da parte di testate giornalistiche (nazionali e internazionali) di ripercorrere l’itinerario “coast to coast”35». Graf.2

4.6. Basilicata coast to coast: le iniziative collegate al film

Un ulteriore obiettivo dell’indagine è stato quello di ricercare e mappare le varie iniziative, provenienti sia dal pubblico che dai privati, nate sulla scia del film e che rappresentano azioni dirette a sfruttare la visibilità del territorio e la curiosità negli spettatori create dal film.Per la promozione del film e in particolare della Basilicata raccontata dal film di Rocco Papaleo sono state adottate differenti strategia di marketing. In occasione dell’uscita del film nelle sale italiane (9 aprile 2010), è stato indetto un concorso “Vedi il film e vinci un viaggio” per vincere un viaggio in Basilicata, promosso e sponsorizzato dall’APT regionale, dalla Shell e dalla Total. Per partecipare al concorso era sufficiente andare sul sito del film, compilare il modulo di adesione e inviare la domanda on line. Si è trattato di un’interessante azione promozionale diretta a trasformare la motivazione nata nello spettatore in una visita concreta della Basilicata.Altra iniziativa istituzionale sempre con l’obiettivo di sfruttare il cinema come nuovo strumento di marketing turistico è stata la conferenza stampa tenutasi alla Borsa Internazionale del Turismo del 2011 (BIT) dal titolo “Cinema in Basilicata e nuove forme di narrazione”. Tra gli ospiti intervenuti alla conferenza stampa di inaugurazione anche due protagonisti del film, il regista e l’attore Antonio Gerardi a cui è stato affidato, in qualità di testimonial della regione, il compito di promuovere in modo originale e meno formale, la Basilicata e le sue risorse.

registrano poche presenze.35 Intervista a Giampiero Perri, APT Basilicata, del 10 maggio 2011.

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In occasione della BIT 2011 è stato anche presentato l’aggiornamento alla guida “Ciak si viaggia! Location cinematografiche in Basilicata” curata dall’APT regionale e contenente una scheda del film e delle location di “Basilicata coast to coast”.Altro strumento di marketing territoriale legato ai film sono le movie map che propongono tour che seguono le location dei film. Anche per “Basilicata coast to coast” è stato predisposto tale strumento, inserito tuttavia solo nella seconda edizione del dvd, messo in commercio in un cofanetto contenente anche il “Post scriptum”, un filmato di circa 20 minuti girato da Rocco Palaleo sulla Basilicata. Originale, e soprattutto non legato ad un intervento pubblico, è stato “Basilicata coast to coast in 500 e macchine d’epoca” ideato da un imprenditore lucano di Scanzano Jonico: «All’evento svoltosi il 24 ottobre 2010, hanno aderito inizialmente in 50 ma lungo il percorso di 135 km (partenza da Maratea, sulla costa tirrenica e arrivo a Scanzano, sul versante Jonico) molte altre auto d’epoca si sono aggregate alla lunga carovana36». A conclusione della passeggiata motoristica a tutti i partecipanti è stata consegnata una targa a ricordo dell’evento e un cesto di prodotti tipici del territorio contenente anche una bottiglia di vino locale, appositamente imbottigliata per l’occasione. Sulla scia del film sono nati anche dei veri e propri pacchetti turistici ideati e proposti da operatori di portata nazionale specializzati in viaggi a piedi. Il primo è “Basilicata coast to coast. Dal Tirreno allo Ionio, sulle tracce delle suggestioni dell’omonimo film, per un viaggio senza programma in una terra da scoprire.” L’organizzazione tecnica è di “Walden - Viaggi a piedi” in collaborazione con Viaggi Solidali37. Il viaggio svoltosi dal 2 al 12 giugno 2011 con partenza da Maratea (costa tirrenica) e destinazione di arrivo a Policoro (costa ionica), è stato intrapreso da 12 camminatori desiderosi di scoprire, camminando, la regione e le sue risorse. Un altro pacchetto turistico è stato organizzato e proposto da La Via dei Canti38. Il viaggio che già nel titolo cita i “i luoghi del film di Rocco Papaleo” è presentato come un appassionante viaggio laico di paese in paese nel meridione d’Italia: “Cristo si è fermato ad Eboli? Andiamo a vedere”.

4.7. Le opinioni dei turisti

L’ultima parte della nostra indagine ha preso in esame anche le opinioni dei turisti che hanno scelto la Basilicata come destinazione turistica, a seguito della visione del film e su sollecitazione di alcune proposte “meno usuali” messe in atto da alcuni operatori nazionali di turismo responsabile.Alcuni turisti sono stati incontrati direttamente durante il loro viaggio a piedi in Basilicata altri, invece, contattati tramite mail. Questa fase ha cercato di indagare sulla conoscenza della Basilicata che ciascun partecipante aveva

36 Intervista a Franco Lupoli, ristoratore di Scanzano Jonico, del 23 marzo 2011.

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37 Walden viaggi a piedi e Viaggi solidali sono operatori specializzati nel turismo responsabile, entrambi sono iscritti a AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).38 La Via dei canti è un marchio alla scoperta della natura e delle iniziative locali sostenibili dell’operatore “Tra terra e cielo” specializzato in viaggi a piedi.

sopra: Campagna valligiana, Parco Eolico, Montemurrosotto:premi di “Basilicata coast to coast in 500 e macchine d’epoca”

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prima della visione del film (e su come eventualmente il film di Papaleo abbia influito nel modificarla), sulle motivazioni che hanno spinto a prendere parte al viaggio itinerante, e infine sulle aspettative che gli intervistati avevano quando hanno deciso di intraprendere il viaggio.Gran parte degli intervistati aveva, prima della visione del film, una conoscenza della Basilicata molto limitata, e spesso legata esclusivamente alla città di Matera. Alcuni degli intervistati non conoscevano affatto questo territorio. «Per me era, come si dice anche nel film, un buco nero nella geografia dell’Italia. Si legge molto poco della regione, e oltre a Maratea e a Matera, si conoscono pochissimo le sue ricchezze storico e naturalistiche39». Il film ha dato a tutti la possibilità di apprezzare in particolare le risorse naturalistiche e le caratteristiche di alcuni borghi della regione. Questa, richiama nell’immaginario di molti l’idea di un luogo ancora preservato, dove poter vivere in maniera semplice, una terra poco conosciuta ma che, proprio per questo, riserva al viaggiatore inattese possibilità ancora tutte da esplorare. In questo senso, la dimensione romantica e naturalistica espressa dal film di Papaleo sembra abbia stimolato la curiosità turistica e promosso un’immagine “trasognata”, ma comunque veritiera, della regione. La Basilicata colpisce per la sua tranquillità e per la lontananza dalla frenesia moderna, evidenziata anche dal film. La decisione di esplorare questa regione attraverso il cammino è legata in particolare alla convinzione che la strada a piedi permette di fare “esperienza di un territorio” e quindi di percepire con maggior forza e intensità, i luoghi, gli ambienti, la natura e le persone che si incontrano. Tutti gli intervistati concordano nel considerare le loro aspettative più che soddisfatte40 e individuano nell’ospitalità, nel paesaggio e nel buon cibo i punti di forza del territorio lucano. Allo stesso tempo, però, gli intervistati evidenziano la necessità di migliorare l’offerta turistica sia sfruttando maggiormente il patrimonio naturalistico della regione41 sia promuovendo in modo integrato le risorse locali, sostenendo e incentivando l’iniziativa privata42.

39 Intervista a Alessandro Vergari, Walden - viaggi a piedi, del 4 maggio 2011.40 Fra le risposte più quotate: «Ho trovato molta accoglienza, disponibilità e pulizia. Anche per la sicurezza non abbiamo avuto problemi». «Forse molto di più di quello che pensavo». «Le mie aspettative sono state soddisfatte». 41 Fra le risposte più quotate: «occorre una maggiore manutenzione e un miglioramento della segnaletica relativa alla rete sentieristica». «Tracciare o segnare percorsi tematici da fare a cavallo, mountain bike, a piedi permetterebbe di apprezzare maggiormente questo territorio». 42 Fra le risposte più quotate: «Sarebbe utile per gli operatori locali mettersi in rete in modo da unire i vari settori: gastronomia, ristorazione, alloggi, escursionismo e offrire così ai turisti prodotti più strutturati». «Ho trovato poche iniziative imprenditoriali legate a Basilicata coast to coast, occorre promuoverne altre. Ne vale la pena».

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CONCLUSIONEL’indagine sul campo conferma il ruolo che il cinema può avere nella promozione dell’immagine del territorio lucano, luogo dotato di un ricco e diversificato patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico culturale.Attraverso l’analisi della struttura narrativa del film, la ricerca ha messo in luce come “Basilicata coast to coast” abbia tutti gli elementi necessari per stimolare la scelta turistica e promuovere le risorse culturali e paesaggistiche della regione valorizzando l’identità specifica del territorio. Il film analizzato, quindi, può essere considerato un’azione mirata di marketing che ha posto le basi per la costituzione di un brand Basilicata e rafforzato la collocazione della regione sulla scena turistica nazionale e internazionale. Grazie al ritmo coinvolgente, alle intense immagini paesaggistiche, agli emozionanti momenti musicali, il film ha dato il via a quello che abbiamo chiamato la formazione di un’atmosfera lucana, o “iconizzazione” paesaggistica, così da legare la Basilicata all’immagine di una terra lontana dalla frenesia moderna e dove è possibile compiere un percorso di scoperta interiore. “Basilicata coast to coast”, fornendo un percorso facilmente rintracciabile (grazie alle puntuali indicazioni geografiche), effettuando un’importante azione di product placement dei prodotti tipici e facendo emergere nel corso della narrazione alcuni elementi caratterizzanti l’identità locale, ha stimolato la curiosità verso questa regione concorrendo alla definizione del vicarious consumption della destinazione, una sorta di esperienza preliminare del territorio vissuta dallo spettatore, che rende più facile e immediata la successiva scelta di visitare i luoghi visti sul grande schermo. Sulla scia del percorso realizzato dai protagonisti del film, sono nati pacchetti turistici ad hoc, realizzati da operatori turistici specializzati nel turismo a piedi, con l’obiettivo di ritrovare dal vivo le atmosfere fruite sul grande schermo. La diffusione dell’immagine di una Basilicata naturalistica, una terra incontaminata in cui riscoprire se stessi, ha fatto breccia nel target del turismo responsabile, stimolando la conoscenza esperienziale del territorio. Come abbiamo visto, il film di Rocco Papaleo risulta una riuscita operazione di promozione delle bellezze della regione, a cui è associato una sorta di elogio della lentezza. La scelta drammaturgica di proporre un road movie a piedi improntato sulla scoperta di sé, di un itinerario inteso come viaggio dell’anima è, in questo senso, particolarmente congeniale a stimolare un tipo di turismo responsabile. Considerando, poi, l’impatto turistico complessivo che può essere imputato al film, l’indagine ha dimostrato che i risultati possono essere considerati solo parzialmente soddisfacenti. Come abbiamo visto, in questo senso diventa decisiva la messa in campo di azioni

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di marketing che possano stimolare la curiosità dello spettatore e fornire un’adeguata offerta, anche di carattere cineturistico, al turista.Per “Basilicata coast to coast” da una parte vi è stata un’importante strategia di promozione cinematografica del territorio, ma dall’altra è mancato l’accompagnamento del film lungo il suo intero arco vitale. Attraverso una mappatura realizzata di tutti i canali attraverso i quali “Basilicata coast to coast” è stato fruito dal pubblico, l’indagine ha mostrato come il film ha potuto contare su una buona visibilità nazionale e su alcune interessanti iniziative che l’hanno promosso all’estero. In questo senso, si può parlare di un efficace sfruttamento della longevità del prodotto filmico. Tuttavia all’incremento di visibilità della Basilicata sul territorio nazionale, determinato dal successo del film e anche da alcune iniziative organizzate dall’APT Basilicata43, non ha fatto seguito un’altrettanto dinamica evoluzione dell’offerta locale che avrebbe potuto attivarsi per creare prodotti in linea con la domanda turistica. È mancata, quindi, un’efficace iniziativa privata volta a cogliere le opportunità offerte sia dal film, sia dalle azioni promozionali della pellicola garantite da alcune iniziative pubbliche.L’indagine ha messo in evidenza che, se si esclude l’evento “Basilicata coast to coast in 500 e macchine d’epoca” nessun’altra iniziativa di rilievo è stata messa in atto dagli imprenditori locali. Appare strategico, quindi, il ruolo che potrebbe avere una film commission regionale che, oltre al suo compito principale di attirare le produzioni cinematografiche sul territorio, potrebbe, in accordo con l’APT Basilicata, promuovere un’azione di coordinamento tra le iniziative di promozione dei film e operatori turistici. Come abbiamo detto, la tendenza delle film commission è quella di intervenire su tutta la filiera del cinema, dalla pre - produzione del film alla promozione. Una film commission lucana, dovrebbe attivarsi già in fase di pre - produzione del film sia per informare l’opinione pubblica, al fine di incentivare azioni volte a cogliere le potenzialità della promozione territoriale offerta dal film, sia per definire con la produzione cinematografica il modo in cui promuovere il territorio. Durante la fase di uscita e distribuzione del film, poi, è necessario intervenire favorendo attività di marketing legato ad esso sia ad opera di enti pubblici che attraverso l’incentivo dell’iniziativa privata.In questo senso, oltre alla funzione di sportello cinema, la film commission dovrebbe fornire tutti quei servizi aggiuntivi indispensabili per le produzioni cinetelevisive: dalla realizzazione di un book delle location, alle operazione di scouting territoriali con location manager qualificati e alla iniziative di formazione professionale. Fondamentale è l’istituzione di un film fund. Mettere delle risorse economiche a disposizione significa sostenere la filiera del cinema ma anche rafforzare l’industria locale: le produzioni co - finanziate dovrebbero obbligate a spendere parte del suo budget sul territorio, a girare gran parte delle riprese in

43 L’unica nota dolente è rappresentata dalla mancato utilizzo della velocità interattiva offerta dalle nuove tecnologie. Non è stato, ad esempio, creato un film site che fornisca dati e notizie sulla Basilicata quale set cinematografico, sulle produzioni realizzate e sulle relative location.

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loco e a utilizzare le professionalità del luogo. C’è poi da tener presente che il finanziamento pubblico statale ottenuto da una produzione non è mai sufficiente per coprire le spese e la possibilità di integrarlo con un contributo regionale è spesso di vitale importanza.Sarebbe opportuno, quindi, un avvio rapido delle attività dell’istituenda lucana Film Commission che permetterebbe alla regione di acquisire visibilità all’interno del panorama delle location italiane e, allo stesso tempo, alla pellicola di “Basilicata coast to coast” (e alle opportunità ad essa connesse) di non rimanere un semplice caso isolato com’è avvenuto per “The Passion”. La nascita di un’istituzione dotata di risorse da investire e di una chiara idea sulle produzioni da promuovere potrebbe avviare una pianificazione strategia di questo settore con ricadute positive anche in termini di visibilità e sviluppo turistico della regione.

Il presente lavoro di ricerca ha suscitato un interesse a livello nazionale e internazionale, infatti, i ricercatori che hanno lavorato all’indagine, hanno partecipato in veste di relatori a una serie di conferenze. In ambito nazionale: la “XXXII conferenza scientifica annuale Aisre” dell’Associazione Nazionale di Scienze Regionali, il convegno “Percorsi creativi del turismo urbano” presso l’università di Catania, la “IX conferenza internazionale sul cineturismo” organizzata dalla Bilc (Borsa internazionale delle location e del cineturismo) a Ischia, il XXXI Congresso Geografico Italiano a Milano.In ambito internazionale: la “Film Commission symposium” tenutasi dal 26 - 30 settembre 2011 all’Istituto Italiano di Cultura di New York44. Durante il simposio, nato con lo scopo di promuovere un dialogo sul cinema attraverso le presentazioni di casi italiani a critici cinematografici e cultori della città di New York, è stato presentato un estratto in inglese dell’indagine sul campo dal titolo “The impact Basilicata coast to coast on tourism in Basilicata”. Altra conferenza, tenutasi dal 25 al 28 giugno 2012 ad Odense in Danimarca, alla quale si è partecipato è la “II Conference on International Tourism” organizzata dalla SPACE45, dalla EAL - Lillebaelt Academy of Higher Professional Education46 e dalla North Sea Screen Partners47 membri Tietgen Business College48. A tale conferenza avente per tema il comportamento interculturale nell’industria del turismo, è stato presentato il paper in inglese dell’indagine FEEM “Destination image built by the cinema: the case of Basilicata coast to coast”. Ultima in ordine di tempo è la partecipazione al “2nd Partnership Transnational Meeting” del progetto “EuroScreen” tenutosi il 14 e 16 novembre 2012 a Bari, organizzato dalla Apulia Film Commission49. “EuroScreen” è un progetto di cooperazione interregionale, di cui fanno parte nove organizzazioni (fra film commission e agenzie di promozione turistica) di otto Paesi europei, mirante a incentivare le opportunità economiche e culturali delle attività cineturistiche, attraverso lo scambio e il trasferimento di buone prassi e

44 www.iicnewyork.esteri.it/IIC_NewYork/ 45 Space European Network For Business Studies and Languages è un programma dell’UE attivo dal 1989 per maggiori informazioni: www.space-eu.info 46 www.eal.dk/eal/site.aspx?p=58

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alla collaborazione con realtà appartenenti al settore. Capofila del progetto è la Film London50, organizzazione che ha ricevuto (biennio 2012 - 2014) 1.9 milioni di euro per lo sviluppo del cineturismo a Londra e in Europa. Il finanziamento, proveniente dal programma interregionale di cooperazione Interreg IVC - finanziato dal Fondo di Sviluppo Regionale dell’UE -, e da 400mila euro provenienti dalle organizzazioni partner, fornisce fondi per la cooperazione internazionale.La ricerca FEEM “Destination image built by the cinema: the case of Basilicata coast to coast” ha suscitato un forte interesse soprattutto presso la Film London e la Lund University51 svedese.

47 www.northseascreen.eu 48 http://tietgenportalen.tietgen.dk/en/vu/Pages/default.aspx 49 www.apuliafilmcommission.it/progetti/euroscreen 50 http://filmlondon.org.uk 51 www.lunduniversity.lu.se 52 Amministratore Delegato di 24 Ore Cultura e Alinari 24 Ore del Gruppo Sole 24 Ore.

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Una citazione a parte va fatta per la Summer School “Il Cineturismo come opportunità di Marketing Territoriale per lo sviluppo locale” tenutasi fra Matera e Policoro dal 18 al 22 giugno 2012, organizzata dalla Fondazione Eni Enrico Mattei, in partnership con il Gruppo 24 ore Cultura e Alinari 24 ore, con il patrocinio della Regione Basilicata, dell’Università degli Studi della Basilicata, l’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), la Rai Basilicata, l’APT Basilicata e Puglia Promozione. La Summer School è consistita in un ciclo di cinque workshop dedicati ovviamente alle tematiche del cineturismo e alle opportunità che esso può offrire per lo sviluppo territoriale e la promozione turistica di una destinazione. Tale iniziativa è stata un’occasione di formazione rivolta ai giovani, oltre che a specifici target di fruitori interessati ai singoli workshop tematici (comunicatori, giornalisti, dirigenti e tecnici della pubblica amministrazione, operatori turistici ecc.); ed è stata strutturata in modo da contribuire alla valorizzazione e promozione del capitale umano e del territorio della Basilicata.La partecipazione ai workshop, chiaramente previa iscrizione, è stata aperta a tutti. Alla fine del ciclo di workshop è stato rilasciato l’attestato di partecipazione. Per gli iscritti è stato previsto anche un servizio navetta Matera - Policoro Marinagri che permettesse di spostarsi per raggiungere le varie lezioni.Come ampiamente illustrato nelle pagine precedenti, i prodotti audiovisivi, anche se non realizzati con l’obiettivo principale della promozione turistica, possono essere uno strumento di costruzione e promozione dell’identità territoriale contribuendo a definire l’immagine del territorio, la quale rappresenta un aspetto determinante per il mercato turistico. Tutto ciò è ovviamente vero soprattutto per i film che hanno riscosso successo al botteghino, ma, come sappiamo ciò non basta. Perchè un film possa diventare realmente uno strumento di comunicazione e marketing territoriale efficace è necessario vengano attivate risorse umane, interventi e strategie volti a gestire la visibilità offerta da un tal genere di evento. La Summer School Cineturistica, muove da queste assunzioni di carattere generale, ha voluto contribuire al dibattito scientifico sul ruolo che l’industria audiovisiva può svolgere come catalizzatore dello sviluppo del turismo lucano.Nello specifico il programma dell’iniziativa è stato composto da un primo workshop “Il cinema per lo sviluppo del territorio”, nel quale viene delineata dai relatori l’occasione di promozione e opportunità economica offerta dalla macchina produttiva del cinema; ne hanno parlato Antonio Scuderi52, Gianpiero Perri53, Francesco Marano54, Marco Fanfani55. Nel secondo workshop “Cinema come opportunità di marketing territoriale” è stata presentata la visione del territorio come set cinematografico, e i case history di cineturismo più rilevanti. I relatori sono stati: Raffaele Paciello56, Angelo Bencivenga57, Francesca Medolago Albani58.

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Il terzo workshop “Il Cinema e la sua filiera industriale” con il focus su “Il progetto artistico e ideativo - la struttura e l’organizzazione produttiva di un film” è stato un momento di confronto sul valore ed i nuovi scenari della produzione cinematografica. Hanno animato la discussione: Gianni Celata59, Andrea Iervolino60, Delio Colangelo61.Nel quarto workshop “Il Cinema per la comunicazione del territorio” si è posta l’attenzione sull’importanza di mettere in atto strategie di marketing territoriale legate alle produzioni audiovisive. Relatori: Roberto Carella62, Alessandro Biasi63, Luigia Ierace64, Livio Chiarullo65. Nel quinto ed ultimo workshop “Il Cinema, i media e il rapporto con il territorio” è stato approfondito il rapporto esistente tra i mass media e territorio nell’ottica dello sviluppo turistico e delle opportunità di crescita connesse al settore della produzione audiovisiva. Ne hanno parlato: Daniela Viglione66, Fausto Taverniti67, Caterina Ruggi d’Aragona68.A coordinare tutti i lavori è stata Elisa Greco, esperta di comunicazione culturale e relazioni istituzionali, delegata Ferpi69 cultura. I vari momenti formativi, strutturati nella forma di un dibattito aperto fra i partecipanti e i relatori, sono stati un’occasione preziosa per l’avvio di un confronto scientifico che auspicabilmente necessiterà di ulteriori approfondimenti.

53 Direttore Generale APT Agenzia di Promozione Turistica Basilicata.

54 Ricercatore presso l’Università degli Studi della Basilicata.55 Amministratore Delegato Tbwa Italia e consulente presso il Ministero degli

Affari Regionali, il Turismo e lo Sport. 56 Ricercatore Università degli Studi di Napoli Federico II.

57 Ricercatore Fondazione Eni Enrico Mattei.58 Responsabile area studi, sviluppo e relazioni associative Anica.

59 Direttore MultimediaLab-Cattid, La Sapienza, Università di Roma.60 Produttore.

61 Ricercatore Fondazione Eni Enrico Mattei.62 Professore a contratto Università degli Studi della Basilicata.

63 Direttore Marketing Hotelplan Italia.64 Giornalista, La Gazzetta del Mezzogiorno.

65 Coordinatore della ricerca FEEM sul Cineturismo e attualmente impiegato anche presso l’Osservatorio

e destination audit Pugliapromozione. Agenzia Regionale del Turismo.66 Presidente Agi.

67 Direttore RAI Basilicata.68 Giornalista, Il Sole 24 Ore.

69 www.ferpi.it

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FINE 1° TEMPO

INIZIO 2° TEMPO

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capitolo 2

La formazione dell’immagine turistica

della Basilicata e il ruolo del cinema

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INTRODUZIONEA seguito della prima indagine sul cineturismo “Le opportunità del Cineturismo in Basilicata: dal successo di Basilicata coast to coast alla nascita della Fondazione Lucana Film Commission”, è stato definito un secondo lavoro di ricerca avente l’obiettivo di indagare più approfonditamente l’immagine della Basilicata percepita dai turisti e la potenziale domanda cineturistica sul territorio lucano.Il presente studio1 si propone di comprendere il processo di formazione dell’immagine della destinazione e, soprattutto, l’influenza che i film possono avere nella capitalizzazione dei flussi turistici, applicato al caso specifico della Basilicata. Il paper si divide in due parti: la prima parte definisce il contesto teorico all’interno del quale si opera mentre la seconda parte entra nel merito della ricerca sul campo che è stata effettuata.Il primo capitolo analizza la riflessione teorica sul modo in cui si costituisce l’immagine turistica attraverso le classificazione degli agenti di formazione. Il secondo capitolo, isolando l’agente cinema, ne valuta le potenzialità e ne analizza il rapporto con il turismo attraverso alcuni casi di successo. Il terzo capitolo contestualizza il rapporto tra cinema e turismo sul territorio lucano. Il quarto capitolo, invece, è quello dedicato alla ricerca sul campo: nel primo semestre del 2012 è stata effettuata un’indagine sui turisti in Basilicata per analizzare il loro rapporto con il cinema, la loro conoscenza della filmografia “lucana” e la potenziale domanda di cineturismo. Tale ricerca si inserisce nel percorso di indagine avviato nel 2011 con la rilevazione degli effetti turistici del film “Basilicata coast to coast”. Il crescente interesse verso i film girati in Basilicata, la recentissima nascita della Fondazione Lucana Film Commission rappresentano importanti opportunità per il turismo lucano che tuttavia necessitano di approfondimenti sia per la definizione di politiche di image building, sia per la promozione e lo sviluppo di azioni di film tourism.

1 Documento redatto da Angelo Bencivenga, Livio Chiarullo, Delio Colangeloe Annalisa Percoco. Il lavoro di ricerca è stato coordinato da Livio Chiarullo.

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1. LA COSTRUZIONE DELL’IMMAGINE TURISTICA

1.1 L’immagine turistica

È indubbio che a partire dalla metà del secolo scorso la vita delle persone e la società sono state caratterizzate dall’onnipresenza delle immagini a tal punto che si è parlato dell’emergere di una “civiltà dell’immagine” a scapito di quella della cultura scritta (Wunenburger 1999). Il tema dell’immagine è, ovviamente, molto vasto e il tentativo di analizzarlo presenta innumerevoli difficoltà. Nella letteratura scientifica sul turismo, l’immagine viene intesa come la rappresentazione mentale che si ha di un luogo, di una destinazione turistica; tale rappresentazione proviene da una quantità molto vasta di informazioni acquisite attraverso differenti canali. Secondo la definizione comunemente accettata, l’immagine è un insieme di credenze, informazioni, idee che una persona ha su un dato luogo (Crompton 1979). In questo senso, si parla di destination image, indicando proprio, come oggetto di riflessione, il rapporto tra l’immagine e il luogo. L’immagine di un luogo è, quindi, sempre una rappresentazione mentale, più o meno veritiera, che si costituisce a partire da convinzioni personali, informazioni visive e orali ottenute attraverso il contatto con altre persone oppure con i media. Come qualsiasi bene o servizio anche una destinazione turistica può essere associata a una immagine con l’obiettivo di creare consapevolezza e familiarità attorno al luogo e associarlo ad una immagine piacevole per incoraggiare la visita da parte dei turisti. I vantaggi legati all’immagine sono molteplici sia dal punto di vista dei turisti che da parte della destinazione turistica. La marca assume per il consumatore un significato unico, vivendo in un tempo complesso e frenetico la capacità di un brand di facilitare le decisioni di acquisto e ridurre il rischio è assolutamente preziosa (Keller, Busacca, Ostillo, 2005). Per quanto riguarda i vantaggi da parte delle imprese e delle destinazioni turistiche, gli stessi autori affermano che se è agevole duplicare processi produttivi da parte dei concorrenti, al contrario diventa difficile replicare immagini impresse nella mente dei consumatori, pertanto in questo senso l’immagine rappresenta un mezzo per assicurarsi un vantaggio competitivo. In un momento in cui non si acquista più un bene bensì l’idea che quel bene rappresenta (conceptual consuption)2, l’immagine diventa fondamentale a maggior ragione per una destinazione turistica che per i visitatori non costituisce semplicemente uno luogo fisico ma uno spazio caratterizzato da tradizioni, consuetudini, stile di vita della popolazione indigena. In questo senso, la letteratura scientifica sul tema è concorde nel ritenere l’immagine di una destinazione molto influente sul processo di acquisto, oltre

2 Ariely, Norton 2009.

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che sulle intenzioni di riacquisto e sul passaparola (Ferrari e Adamo 2004). Le politiche di image building messe in campo da operatori turistici e amministrazioni locali sono finalizzate alla definizione di una determinata immagine della destinazione in modo da farla apparire autentica e affidabile. Secondo Gronroos (1994), l’immagine determina la “qualità percepita” della destinazione che insieme alla “qualità funzionale” e alla “qualità tecnica” (ovvero l’offerta e le modalità di erogazione) rappresentano le chiavi del successo di un località turistica. La chance offerta dall’immagine risiede, quindi, nella possibilità di dare alla destinazione una veste appetibile, di renderla unica orientando il processo di decisione e acquisto del prodotto. Attraverso le immagini, come abbiamo già anticipato, il potenziale turista è in grado di farsi un’idea della destinazione, di fare un’esperienza preliminare di ciò che essa è in grado di offrire. Come vedremo, però, la costruzione della destination image è un’operazione piuttosto complessa che spesso, per via dell’estrema varietà dei canali di diffusione e per l’impossibilità di definire un’unica strategia di image building, non può essere determinata solo dalla volontà delle amministrazioni ma si costituisce anche a partire da fattori che trascendono le pianificazioni di marketing territoriale3. Concorrono alla formazione dell’immagine di una destinazione elementi provenienti dall’attività di progettazione e promozione ma anche elementi vari, che non hanno una natura turistica o commerciale. Infine, per il successo turistico di una destinazione una componente fondamentale è rappresentata dalla capacità - degli operatori turistici, delle autorità locali, dei policy maker - di produrre e diffondere un’immagine che metta in atto un processo di costruzione dell’autenticità della destinazione.

1.2. Gli agenti di formazione dell’immagine e la destination image

Come abbiamo detto, la formazione dell’immagine di un luogo dipende da una molteplicità di fattori, alcuni dei quali possono essere pilotati dalle politiche di image building mentre altri provengono dal mare magnum delle informazioni prodotte dai mezzi di comunicazione.Una prima distinzione degli agenti formativi che determinano l’immagine di un territorio si deve a Gunn4 (1988), che li ha ordinati in due categorie fondamentali: immagini indotte e immagini organiche. Le prime, specificatamente commerciali provengono dalle attività di promozione turistica (guide turistiche, brochure, pubblicità); le seconde, invece, non provengono dal mondo del turismo e producono informazioni sulla destinazione di natura non commerciale (media, educazione, cultura popolare).Le due categorie di immagini agiscono lungo un processo di formazione che l’autore suddivide in sette stadi:

3 A titolo di esempio si possono citare due eventi importanti che hanno caratterizzato l’inizio degli anni duemila: il G8 di Genova e l’ 11 settembre a di New York. Entrambi questi avvenimenti, evidentemente fuori dalla portata degli operatori di marketing, hanno prodotto effetti negativi di lungo termine sull’immagine e sul turismo delle due città.4 La teoria di Gunn è stata già citata al paragrafo 1.1 del capitolo 1.

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l’immagine della destinazione primadella visita, la modificazione della immagine attraverso la ricerca di nuove informazioni, la scelta della destinazione, la visita della destinazione, la condivisione della destinazione, il ritorno a casa e la modificazione dell’immagine in base all’esperienza accumulata. Secondo Gunn, quindi, il processo di formazione dell’immagine è in continua trasformazione e si modifica ad ogni stadio in base alle informazioni ricevute. Pur riscontrando nella fase pre - turistica una maggiore influenza delle immagini organiche e nella fase di decisione, invece, quella delle immagini indotte, lo schema di Gunn non vuol essere una struttura rigida anzi, prevede la sovrapposizione dei diversi tipi di agenti. Così, anche dopo il ritorno della vacanza, quando l’esperienza personale ha dato un’impronta decisiva alla destination image, le immagini indotte e organiche possono ancora lavorare nella mente del turista5. Il modello di Gunn è stato ripreso e ampliato da Gartner (1994) che ha classificato gli agenti formativi dell’immagine in otto tipologie principali: quattro di tipologia indotta, tre organiche e una autonoma. Nella catalogazione di Gartner, le immagini indotte vengono divise tra quelle palesemente progettate (le tradizionali forme di pubblicità e l’attività dei tour operator) e quelle immagini non direttamente con finalità commerciale (ad esempio, gli articoli sui giornali); le immagini organiche, invece, vengono inquadrate come informazioni ricevute attraverso il passaparola e suddivise tra quelle che sollecitano la visita e quelle che non la sollecitano. Le immagini provenienti da media vengono, invece, inserite in una nuova categoria che Gartner definisce come autonomous agent. Per valutare l’efficacia, gli agenti formativi sono messi in rapporto con tre parametri: credibilità, penetrazione di mercato e costo della destinazione. Secondo Gartner, le immagini organiche e quelle autonome risultano essere più credibili di quelle indotte proprio perché non esprimono un messaggio promozionale palese e offrono una descrizione originale della destinazione. Per quanto riguarda la penetrazione di mercato, hanno maggiore efficace e diffusione le immagini che provengono dal mondo dei media e della pubblicità anche perché possono essere inserite in una strategia organica di promozione della località mentre il passaparola è legato alle vicende particolari dei turisti. Infine, per quanto riguarda il costo della destinazione, esso è influenzato principalmente dalle campagne promozionali e quindi da agenti indotti. Da questa breve panoramica, si può mettere in evidenza come gli agenti autonomi, condividendo con le immagini indotte un alto livello di penetrazione e con quelle organiche un’ottima credibilità delle informazioni veicolate, risultano essere quelli più efficaci. In particolare il cinema, agendo sulla sfera emotiva e su quella dell’immaginario, offre ottime possibilità per lo sviluppo turistico. Le immagini dei media sono state a loro volta sistematizzate da Butler (1990) secondo uno schema che prevede tre tipologie: orali, letterali e

5 In particolar modo, se l’immagine reale è risultata positiva, le immagini organiche o indotte possono rafforzare la stessa o suggerirne un’altra interpretazione o variante.

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visive. Butler non tiene conto della finalità del messaggio (commerciale, informativo o artistico) ma soltanto alla sua natura; in questo senso, ogni categoria può mettere insieme elementi indotti, organici e autonomi: la dimensione orale spazia dal passaparola alle informazioni turistiche dei tour operator mentre quella letterale dai libri, ai giornali fino al web. Per quanto riguarda i media visivi (cartoline, fotografie, audiovisivo), l’autore sottolinea la loro capacità di altissima diffusione nella società e di grande influenza nelle motivazioni turistiche. Come Gartner, anche Butler è convinto che le immagini visive hanno un importante influenza sulla dimensione della formazione di immagini mentali che, è una parte fondamentale nel processo di scelta e acquisto di una destinazione.

1.3. Il processo di “imagery” Nella letteratura scientifica sul tema, in particolare quella che riguarda la psicologia del turismo, molti studiosi si sono interrogati sul percorso che porta dagli agenti informativi alla definizione della destination image. La riflessione scientifica si è soffermata sul concetto di imagery, inteso come il processo di visualizzazione mentale delle immagini tale per cui gli input esterni provenienti dagli agenti informativi vengono rielaborati mentalmente conducendo alla scelta del prodotto. Secondo Gartner (1994), il processo di formazione dell’immagine si finalizza attraverso tre stadi: cognitive, affective e conative. L’aspetto cognitivo si riferisce alle credenze o alla conoscenza che si hanno di un determinato luogo mentre l’aspetto affettivo riguarda le sensazioni o il sentimento che produce la destinazione. La dimensione conativa è quella di sintesi, in cui le altre due dimensioni si mescolano e danno il via alla definizione della scelta. È importante sottolineare che l’imagery non è una struttura mentale ma un processo multisensoriale in continua trasformazione e che non conduce mai alla definizione di un’unica immagine. MacInnis e Price (1987) hanno messo in risalto come nella definizione della scelta turistica, rientrano due componenti fondamentali: discursive infomation e imagery. Da una parte vi è un tipo di ragionamento deduttivo che si basa sull’analisi delle caratteristiche di un prodotto o una destinazione mentre, dall’altra parte, il processo di formazione dell’immagine tiene conto di componenti emotive. Secondo MacInnis e Price, l’indagine sull’imagery può avere importanti risvolti per comprendere meglio i comportamenti di consumo e il percorso di scelta e acquisto del prodotto. Nello specifico, la formazione dell’immagine assume, innanzi tutto, un ruolo molto importante nella conoscenza incidentale della destinazione: l’immagine proveniente da un film o da una brochure può innescare la curiosità e la volontà di acquisire altre informazioni. C’è poi anche da considerare che tale l’imagery può essere incoraggiata da

politiche di branding, attraverso le

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sopra: Il Redentore, Maratea

Sotto:La città fantasma, Craco

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quali si mostra al turista un’immagine definita e ben caratterizzata della destinazione semplificando la definizione personale della destination image. Infine, un punto chiave nel rapporto tra la formazione dell’immagine e la scelta di un prodotto è costituito dal vicarious consumption.Nel caso del turismo che, come abbiamo già detto, è caratterizzato dall’acquisto di un prodotto immateriale, la possibilità di pre - esperire una destinazione attraverso le immagini diventa un aspetto fondamentale. Attraverso il consumo indiretto e visivo del luogo, non solo il turista ha la possibilità di farsi un’idea della destinazione, ma anche di proiettare su di essa delle aspettative che possono essere più o meno intense a seconda del tipo di immagine diffusa.

sotto: Dettaglio della città fantasma, Craco.

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sopra: Parco Eolico, Montemurro

sotto: Parco Fotovoltaico, Viggiano

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2. IL RUOLO DEL CINEMA NELLA FORMAZIONE DELL’IMMAGINE TURISTICA

2.1. Le potenzialità dell’immagine cinematografica

Come abbiamo visto, il cinema, secondo le analisi di alcuni autori6, in qualità di agente autonomo ha grandi potenzialità in termini di diffusione dell’immagine e di credibilità dell’informazione veicolata. Riguardo al primo aspetto, è fuor di dubbio l’importanza e la pervasività che il cinema, e in generale gli audiovisivi, hanno assunto nell’esistenza di ogni persona, tanto che l’immagine audiovisiva è lo strumento veicolante buona parte delle informazioni ricevute ogni giorno. Quanto alla credibilità del messaggio, il cinema, proprio in quanto produzione artistica, risulta essere meno tendenziosa dei classici messaggi promozionali. A questi due aspetti ne va associato un altro, peraltro riscontrabile negli studi di Gartner (1994) e MacInnis e Price (1987): la seduttività dell’immagine cinematografica. I film, infatti, sono in grado di coinvolgere gli spettatori attraverso le storie che raccontano e influenzarne i comportamenti. Secondo il modello proposto da Kim, Robinson e Long (2006) la visione di un prodotto cinetelevisivo produce un coinvolgimento che è, allo stesso tempo, cognitivo, emozionale e partecipativo. Il coinvolgimento cognitivo riguarda l’attenzione che gli spettatori dedicano al tema e ai valori che il film sprigiona; quello emozionale attiene alla sfera del pathos suscitato dalla storia e quello partecipativo indica il tempo che viene impiegato nella discussione sui temi del film. Il livello di queste tre tipologie di coinvolgimento determinano l’attaccamento degli spettatori alla storia e all’atmosfera di un film. Quanto maggiore sarà l’attaccamento al prodotto di finzione tanto aumenteranno le possibilità che lo spettatore si rechi direttamente nei luoghi visti sul grande schermo. In ogni film una delle componenti fondamentali, oltre alla storia e ai personaggi, è proprio il luogo in cui si svolge la narrazione. L’identificazione che in genere lo spettatore prova verso i personaggi di una storia filmata è aiutato spesso dall’uso di uno scenario particolarmente suggestivo. Quest’ultimo, infatti, lungi dall’essere esclusivamente la cornice all’interno della quale si svolge la storia, diventa nell’animo dello spettatore una sorta di scrigno che racchiude le emozioni prodotte del film e che possono essere riattualizzate attraverso una visita sul posto. Al riguardo, la letteratura sul rapporto tra il cinema e il turismo sottolinea la fascinazione che la scenografia può produrre e il desiderio dello spettatore di diventare turista della location alla ricerca del filo emotivo che lega il film al luogo.

6 Vedi Butler 1990, Gartner 1994.7 Al riguardo vedi il paragrafo 1.3 del capitolo 1 del presente lavoro. 8 Vedi Rocco, Di Maira 2006.9 Al riguardo vedi il paragrafo1.3 del capitolo 1 del presente lavoro.

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In uno dei primi studi sul turismo cinematografico, realizzato da Riley e Van Doren (1992)7, il film viene considerato per il territorio che lo ospita alla stregua di un “evento di qualità”. I due autori riprendono la definizione di hallmark event di Ritchie, secondo la quale un evento di qualità è ciò che si svolge in una temporalità limitata ma può un’influenza sul lungo periodo; esso è in grado di stimolare la conoscenza, il fascino e la redditività di una destinazione. Il cinema in qualità di hallmark event è in grado di creare interesse e attenzione verso il luogo apparso sul grande schermo. In questo modo, una destinazione diventata location ne guadagna in popolarità, seduce lo spettatore con la sua nuova veste di celluloide e, soprattutto, può vedere incrementato l’incoming turistico. Secondo Riley e Van Doren la possibilità per un film di diventare un evento è commisurato alla sua capacità di produrre icone. L’icona è una singola scena, una performance oppure il tema di un film che rimane impressa nella memoria collettiva degli spettatori e che in genere vengono associate al luogo in cui si sono svolte. In questo senso, l’icona può essere astratta quando richiama sentimenti come l’amore o l’amicizia, oppure può essere tangibile se riguarda un avvenimento o un luogo in particolare. Un esempio di come l’icona può diventare una risorsa per promuovere una destinazione è quello del film “La Dolce Vita” di Fellini. Il film è stato l’emblema di uno stile di vita che era caratteristico della Roma degli anni ’60 a tal punto che il titolo della pellicola è diventato il modo per indicare comunemente la mondanità. Il fascino della Roma notturna, è ancora oggi, a cinquant’anni di distanza, evocativa a tal punto che una recente indagine sull’influenza del cinema italiano nei turisti stranieri vede proprio il film di Fellini tra quelli più citati8. Ma “La Dolce Vita” ha prodotto anche un’icona tangibile molto efficace, ovvero la scena del bagno nella Fontana di Trevi di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni che è diventata una delle scene più famose del cinema italiano. In questo processo di produzioni di icone sta, secondo Riley e Van Doren, la capacità di un film di diventare per il territorio un evento di qualità. Pur essendo la produzione e la realizzazione del film avvenute in un periodo limitato, le icone generate dal cinema rendono il film un evento ricorrente proprio in quanto riecheggiano nella memoria collettiva. La possibilità per le immagini cinematografiche di non esaurirsi una volta proiettate in sala, ma di ritornare più volte all’attenzione degli spettatori non dipende, però, solo dalla produzioni di icone ma, anche, da ciò che Beeton definisce longevity9. Secondo Beeton (2005), tutti i prodotti audiovisivi sono caratterizzati da una longevità intrinseca che garantisce una continua riproposizione delle immagini. Nel caso del cinema, i film, oltre alla loro apparizione nelle sale cinematografiche, possono sfruttare passaggi televisivi o in streaming, realizzazione di dvd, rassegne ecc. In questo senso, la forza dell’immagine autonoma può contare sulla lunga coda del prodotto filmico che garantisce la riattivazione dell’attenzione verso

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il film e la località in cui è stato girato. Del resto, anche Gartner (1994), riflettendo sulle proprietà dell’immagine autonoma, ne sottolinea l’aspetto di ricorrente e pervasiva visibilità.Oltre all’aspetto della visibilità, gli studi sulla formazione dell’immagine (MacInnis e Price 1987) mettono in risalto anche quello di consumo indiretto. È su questo punto che la letteratura sul turismo cinematografico insiste molto evidenziando la possibilità di pre - consumare la destinazione turistica attraverso la visione cinematografica. Sia che si parli di vicarious consumption (Schofield 1996) che di experience consumption (Riley, Van Doren 1992), gli autori sono concordi nel ritenere che nel processo di scelta e acquisto di una destinazione è di vitale importanza la possibilità di visionarne i luoghi principali. Sono due le ragioni che evidenziano i vantaggi del pre - esperienza e del consumo indiretto della destinazione: la prima risiede proprio in quella che abbiamo definito come la componente seduttiva dell’immagine mentre la seconda riguarda la familiarità con la destinazione che acquistiamo attraverso il film.

2.2. Efficacia dell’immagine cinematografica per la promozione turistica

A questo punto, è bene sottolineare che non tutti i film diventano degli efficaci ambasciatori dell’immagine di un territorio; ci sono almeno due aspetti da considerare per verificare se un film può o meno diventare uno strumento di promozione turistica. Innanzi tutto, condizione necessaria è il successo del film al botteghino: è lapalissiano dire che un film promuove un territorio solo se ha una distribuzione nelle sale cinematografiche e viene visto dal pubblico. Ad oggi, è ancora il box office che decide il ciclo di vita di un film per cui, l’insuccesso commerciale può voler dire nessun passaggio televisivo e la sua irreperibilità su altri supporti. Da un punto di vista della promozione territoriale, si può dire che un film di scarso successo commerciale non può godere di quelle caratteristiche, come la longevity e il vicarious consumption, che appaiono fondamentali nel rapporto tra cinema e turismo. Tuttavia, anche nel caso di film di successo non è detto che si inneschi quel circolo virtuoso tra immagine cinematografica e territorio. Non è sufficiente che il film sia visibile e longevo ma è indispensabile anche che il territorio sia mostrato e ben caratterizzato. Ci sono film, infatti, in cui il territorio è invisibile o non riconoscibile, che non hanno alcun effetto turistico sul luogo in cui sono stati girati. In questo senso, la seconda condizione perché l’immagine turistica sia efficace è che il territorio sia presente nella narrazione, facendo da sfondo alla storia o, ancora meglio, diventandone parte integrante.

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sopra: Lago di Pietra del Pertusilo, Montemurrosotto:Campagna valligiana,Montemurro

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Uno studio sul rapporto tra un film di successo e l’immagine che viene percepita dei luoghi in cui è stato girato, è quello di Rodriguez, Fraiz e Rodriguez - Toubes (2011) sul caso “Vicky Cristina Barcellona” (2008). Il film, girato a Barcellona, ha avuto un buon successo commerciale ed è stato distribuito in quasi tutti i paesi grazie anche ai nomi di grande richiamo del cast artistico10. L’indagine ha coinvolto gli spettatori prima e dopo aver visto il film con l’obiettivo di valutare se le immagini cinematografiche avessero una qualche influenza nella rappresentazione che gli spettatori si erano fatto della città di Barcellona. È interessante notare come dopo la visione del film, alcuni luoghi mostrati nel film hanno assunto un’importanza maggiore rispetto a quanto era stato dichiarato nel questionario prima di entrare in sala11. Dunque, soltanto i film che ottengono un buon successo di pubblico e che riservano uno spazio importante alle proprie location possono diventare strumenti di promozione turistica. Si possono distinguere due categorie fondamentali di questa tipologia di film: film che mostrano un’immagine reale del territorio e film che ne mostrano una non - reale12. I film a immagine reale adottano una location per quella che è, senza apportare modifiche all’ambientazione, in modo tale ciò che osserviamo sul grande schermo è, poi, quello che possiamo visitare dal vivo. Tale tipologia di film ha un alto valore sia da un punto di vista dell’esposizione del territorio che da quello della riconoscibilità di esso. Nella rappresentazione cinematografica, il territorio entra mostrandosi come è nella realtà e risulta essere un attore che porta nel racconto la propria storia, i propri valori. Un esempio paradigmatico di questa tipologia di film è “Sideways13”(2004), film girato nella Santa Ynez Valley, area vinicola della Contea di Santa Barbara. Il film è un road movie tra le cantine della California meridionale che, seguendo le vicende dei due protagonisti, mostra allo spettatore un territorio ben caratterizzato e autentico. Il territorio entra nel film non solo in quanto luogo in cui si racconta la storia, ma anche con le sue specificità e risorse. Il leit motiv del film è, infatti, il vino che viene presentato come indissolubilmente legato al territorio della California14. In questo modo c’è un filo rosso visibile tra le immagini, i valori che emergono dall’opera cinematografica e ciò che il territorio offre a livello turistico. L’incremento di flussi turistici determinato dal film, che vedremo nel prossimo paragrafo, è stato reso possibile grazie a una forte interrelazione tra storia e luoghi e alla capacità di catturare l’autenticità del territorio (Turner Brooks 2006).

Per quanto riguarda i film a immagine non reale, si possono distinguere due macro categorie: i film a immagine non reale modificata e film a immagine non reale ricreata. Alla prima categoria appartengono quei film che intervengono parzialmente sul territorio, per esigenze legate alla narrazione, modificandolo e, dunque, creando un divario tra la location e

10 Il film, diretto da Woody Allen e interpretato da Javier Bardem, Penelope Cruz e Scarlett Johansson, racconta la storia di un pittore spagnolo, Juan Antonio, che conosce due turiste americane, Vicky e Cristina. La prima è una ragazza tranquilla in procinto di sposarsi, la seconda in cerca di avventure. La loro relazione manderà sulle furie l’ex fidanzata del pittore, Maria Elena.

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la destinazione turistica; alla seconda appartengono, invece, quei film che utilizzano il luogo come sfondo della narrazione ma modificandolo radicalmente in modo tale che risulti difficilmente riconoscibile e lontano dalle tradizioni del territorio.

Un esempio di film a immagine non reale è quello di “The Beach15” (2000), che racconta la vacanza non convenzionale di un giovane turista americano in Thailandia. Il film ha prodotto un aumento di curiosità e di flussi turistici verso la Thailandia e, in particolare, verso le location, soprattutto “la spiaggia” in cui è ambientata la storia. Secondo Bunnell, Law e Ong (2007), autori di uno studio sull’argomento, i turisti sono stati mossi dalla ricerca dell’esoticità e della natura incontaminata che viene mostrata nel film e tuttavia, è interessante sottolineare come la scenografia naturale sia in parte costruita. In particolare, la spiaggia, Maya Bay, oggetto di gran curiosità e di tour dedicato al film (“The Beach Tours”) durante la produzione del film è stata al centro di numerosi interventi per produrre un’immagine esotica idealizzata. Riprendendo il concetto di autenticità definito da MacCannell16 e Wang17, gli autori dello studio sostengono che tale autenticità ricercata dai turisti sia qualcosa di costruito e mediato attraverso il film. I turisti non trovano sul posto qualcosa di autentico ma lo percepiscono come tale perchè l’hanno visto sullo schermo.Un altro esempio di film a immagine non reale è la trilogia de “Il Signore

11 Ad esempio, il Parco Guell, che è tra location del film, viene menzionato dal 21% del campione dopo il film mentre solo dal 9% prima del film; dall’altro lato, La Rambla, che non è presente nel film, citato dal 17% del campione prima del film viene considerato, dopo la visione, solo dal 5%.12 La distinzione tra immagine reale e non reale è, in questa sede, funzionale solo all’analisi del potenziale cineturistico di un film in rapporto al territorio/location rappresentato senza voler aprire questioni di estetica cinematografica.13 Sideways” racconta la storia di Miles e Jack, amici fin dai tempi del college. Poco prima che il secondo si sposi, partono per una vacanza da passare fra i vigneti della California. Miles è infatti un grande esperto di vino, oltre che un aspirante scrittore. Tra incontri, situazioni comiche e bizzarre, il periodo passato assieme darà loro modo di riflettere sulla vita e sulle proprie aspirazioni.14 Le qualità di vino che vengono prodotte nella zona vengono nel film associate al modo di vivere dei diversi personaggi e alla loro visione dell’esistenza umana.15 “The Beach” racconta la storia di Richard (Leonardo Di Caprio), un giovane turista americano che soggiorna in un ostello a Bangkok. Il suo vicino di stanza, prima di togliersi la vita, gli consegna una mappa per raggiungere una meravigliosa e misteriosa isola esotica. In compagnia di una coppia di turisti francesi raggiunge l’isola segreta. Arrivato sul posto scopre una comunità di viaggiatori e avventurieri organizzati a trascorrere la loro vita sulla spiaggia. Richard decide così di integrarsi con il gruppo.16 MacCannel parla di staged authenticity. L’autenticità viene definita, infatti, come un processo costruttivo in cui il materiale della tradizione, i segni e simboli della cultura di un territorio vengono rielaborati, in un certo senso attualizzati, in modo tale da offrire una fruizione più efficace. L’autenticità di un luogo viene percepita come tale quando il rapporto tra la tradizione e l’aspetto di consumo turistico è messo in un rapporto dialettico tale per cui i valori culturali non vengono “traditi” ma, allo stesso tempo, vengono utilizzati per trarne un beneficio economico.17 Wang parla di existential authenticity, con un chiaro riferimento all’aspetto esperienziale del turismo. Il discorso sull’autenticità esistenziale si concentra infatti sul turista e sul modo in cui egli percepisce la destinazione. Da questo punto di vista, l’autenticità dell’esperienza turistica si valuta soprattutto in rapporto alla possibilità per il turista di partecipare attivamente alla formazione di tale autenticità attraverso pratiche interattive promosse dagli addetti del settore.

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degli Anelli18” (2001 - 2002 - 2003). I film, basati sui libri omonimi di Tolkien, girati in Nuova Zelanda hanno avuto un grande successo di pubblico. Grazie al particolare timing di uscita19, le location del film hanno potuto trarne il massimo vantaggio dalla longevity. Essendo una trilogia fantasy, non vi è nella storia alcun legame a elementi reali della tradizione e della cultura neozelandese e buona parte della scenografia è stata ricreata attraverso le tecnologie degli effetti speciali. Tuttavia, come visto, la Nuova Zelanda ha avuto un ottimo successo turistico legato al film. Ciò dipende secondo Tzanelli (2004), autore di uno studio sull’argomento, da due fattori: il primo è che il film, pur avendo una scenografia ricostruita al computer, mostra anche dei paesaggi naturali che esistono realmente e il secondo è che, attraverso la trilogia, vi è una “riconfigurazione” del luogo e della cultura nel turismo. Infatti, escludendo tutte le immagini fantastiche di castelli e fortezze di cui i film sono pieni ma che non fanno parte della realtà, vi sono molte immagini del patrimonio naturalistico dell’isola che, secondo l’autore, hanno il pregio di impressionare notevolmente lo spettatore. Tale rappresentazione si trova in linea con azioni di promozione delle bellezze naturali della Nuova Zelanda realizzato dalle autorità locali e condensanti nello slogan “100% Pure New Zealand”. A questo aspetto si associa il fatto, di estrema importanza, che la narrazione di un mondo fantastico, di un’epica, hanno una grande influenza sullo spettatore al punto da essere riconosciuta come parte della tradizione di quel paese. Tzanelli, in questo senso, sottolinea come la cultura non è solo legata a luoghi storici ma anche a processi virtuali e di finzione così che “Il Signore degli Anelli”, piuttosto che rinarrare la cultura e le tradizioni locali (come potrebbe fare un film a immagine realistica) ha ampliato e integrato il patrimonio culturale della Nuova Zelanda. La tesi di Tzanelli è rafforzata da un’indagine svolta sul campo, realizzata da Buchmann, Moore e Fisher (2010), che si sono preoccupati proprio di appurare se l’immagine della Nuova Zelanda veicolata dal film ha trovato poi riscontro nell’esperienza diretta dei turisti sul posto. L’indagine20, che aveva come obiettivo quello di analizzare le motivazioni, le aspettative e l’esperienza sul posto, ha seguito alcuni gruppi di turisti arrivati in Nuova Zelanda. La maggior parte di loro, pur non considerandosi dei fan della trilogia, erano molto curiosi di vedere le location e, una volta sul posto, hanno trovato una certa continuità tra l’immagine del film e quella reale. Nello specifico, gli autori insistono su come i turisti, pur essendo consapevoli di avere a che fare con una finzione, attraversando le location risultano molto colpiti dai luoghi e, in un certo senso, completano un’esperienza che è iniziata nella sala cinematografica. Vivendo il movie tour come un’esperienza autentica in cui la Nuova Zelanda viene percepita davvero come se fosse la “Terra di Mezzo” in cui si svolgevano le storie di fantasia de “Il Signore degli Anelli”, i turisti dimostrano che l’immagine cinematografica ha un ruolo significativo nella costruzione dell’autenticità di una destinazione.

18 La trilogia si svolge in un mondo fantastico, la Terra di Mezzo, popolata da diverse razze di cui quattro sono quelle principali: gli uomini, gli elfi, i nani e gli hobbit. Al centro della vicenda c’è l’anello del potere che se viene messo al dito rende invisibili

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È da chiarire, però, che non tutte le immagini cinematografiche hanno un effetto positivo sulla destinazione. Vi sono immagini che Beeton (2002) definisce come “indesiderabili”, in quanto hanno sul territorio e sulla comunità un effetto negativo. Secondo Beeton, vi sono tre tipologie principali di immagini indesiderabili: l’immagine derivata da una storia negativa, l’immagine che ha un impatto negativo sulla comunità e quella che crea false aspettative. Alla prima categoria appartengono film che raccontano storie di violenza e criminalità e che, di conseguenza, possono dare allo spettatore una sensazione di insicurezza della destinazione e inibirne la scelta21. Alla seconda appartengono film come “Witness”22 (1985), girato in una comunità Amish e che ha avuto come effetto quello di attirare molti curiosi presso i luoghi del film mettendo in difficoltà la comunità non pronta né particolarmente predisposta ad accogliere i turisti. All’ultima categoria appartengono film che danno un’immagine falsa del territorio, spesso in conseguenza del fatto che non vengono girati nei luoghi che rappresentano creando quello che Bolan (2010) chiama un effetto “displacement”. Non è infrequente, infatti, che le produzioni scelgano le location in base a vantaggi di carattere economico piuttosto che all’aderenza e alla vicinanza con la storia rappresentata; in questo caso, il turista si può trovare nella situazione di veder deluse le sue aspettative proprio per via di una distanza tra la location del film e il luogo rappresentato.

2.3 Il film induced tourism

È indubbio che le immagini cinematografiche hanno la capacità di creare una forte fascinazione verso le location dei film fino a indurre il desiderio di visitarle direttamente. Quando il desiderio si traduce in viaggio si parla di film induced tourism, indicando in questo modo quel fenomeno costituito dai flussi turistici diretti verso le destinazioni apparse in opere audiovisive. Come detto, si tratta di un fenomeno analizzato solo a partire dagli anni ‘90 e che, pur nell’evidenza della sua importanza, pone ancora alcune difficoltà circa la sua analisi e misurazione.

rendendo il portatore in grado di percepire il mondo degli spiriti. Se utilizzato dal suo creatore (Sauron) o da un esperto di magia

però, è in grado di conferire un potere senza limiti.19 I tre capitoli della saga de “Il Signore degli Anelli” sono arrivati

nelle sale a distanza di un anno l’uno dall’altro. 20 L’indagine è stata condotta nell’arco di quattro anni, contattando

turisti provenienti soprattutto da Inghilterra, Australia e Stati Uniti. I turisti, che avevano scelto un tour di 15 giorni, hanno risposto a un

questionario prima di essere in Nuova Zelanda e dopo la loro vacanza.21 Non è scontato, però, che i film che raccontano storie violente abbiano

un effetto negative sul territorio; basti pensare al filone dei gangster movie che hanno contribuito non poco a creare il fascino “maledetto” degli Stati

Uniti d’America.22 Il film inizia con un omicidio nei bagni pubblici di Philadelphia. Un solo

testimone, Samuel Lapp. Samuel è un bambino ed è la prima volta che mette piede fuori dalla sua comunità Amish insieme a sua madre, appena rimasta

vedova. A John Book viene affidato il caso, ma, appena viene a conoscenza dal ragazzino dell’identità dell’omicida, scatta un processo di insabbiamento del caso

da parte di persone di grado a lui superiore che porterà l’ispettore, in pericolo di vita, a fuggire assieme al ragazzo e a sua madre nella loro comunità.

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La prima consiste nella difficoltà di scindere la componente cinematografica da altre nel processo di scelta turistica e la seconda consiste nella difficoltà di quantificazione del fenomeno quando la destinazione è già nota.Come abbiamo visto, il processo di definizione dell’immagine di una destinazione è qualcosa di complesso, che fa appello a una varietà di fonti e identificabile come un work in progress, e, dunque, risulta complicato quantificare esclusivamente l’influenza cinematografica. Allo stesso modo, nel caso in cui è oggetto di studio una destinazione/location già di successo turistico, non è facile attribuire al cinema la sua azione catalizzatrice del flusso turistico. Tali questioni pongono la necessità di interrogarsi ancora sul fenomeno. In generale, possiamo dire che le ricerche finora effettuate sul rapporto tra cinema e turismo si dividono in due principali tipologie: gli studi che a partire da un dato film analizzano il suo impatto turistico ed economico sul territorio in cui è stato realizzato e quelli che, invece, si occupano di comprendere l’influenza cinematografica sul turista e quindi anche la potenziale domanda cineturistica. I primi, numericamente superiori ai secondi, hanno come capostipite la ricerca condotta da Riley e Van Doren (1992) seguita da molte altre23. Tali ricerche hanno mostrato come le destinazioni utilizzate come location di film hanno visto negli anni successivi all’uscita nelle sale dell’opera cinematografica un aumento del flusso turistico significativo. I secondi, invece, hanno un primo sistematico tentativo nella ricerca condotta dalla Hydra Associates (1997) per conto della British Film Commission, dello Scottish Screen Locations e dello Scottish Tourist Board, che ha coinvolto 720 turisti in località scozzesi per scoprire in che misura i film ambientati in Scozia avessero inciso sulla scelta della destinazione. Recentemente, è stato realizzato anche uno studio sul territorio italiano24 che ha constatato come più del 50% del campione intervistato abbia riconosciuto che la visione di un film ha in qualche modo inciso sul proprio immaginario turistico25. Un dato interessante che emerge dalla ricerca di Di Cesare e Rech è che tale influenza e desiderio indotto dal film tende a ridursi notevolmente quando si passa all’acquisto della destinazione turistica; così se la metà del campione afferma di essere stato influenzato dal cinema, solo il 15% ha realmente visitato i luoghi del set. Secondo gli autori, ciò sta a indicare che il processo che conduce dalla visione del film all’acquisto della vacanza è qualcosa di complesso, che tiene conto di vari fattori, e che non può essere messo in un semplice rapporto di causa - effetto26. Il film tourism non può essere un processo automatico anzi, il suo successo dipende dalla capacità del territorio/location di utilizzare la visibilità ricevuta attraverso politiche di marketing. Vi sono casi studio, infatti, che dimostrano come una destinazione/location può vedere incrementati i propri flussi nell’immediatezza dell’uscita in sala

23 Al riguardo vedi: Riley e Van Doren 1998, Tooke e Baker 1996, Grihault 2003, Croy e Walker 2003, Cousins e Anderek 1993, Busby, Brunt e Lund 2003, Hudson e Ritchie 2006. 24 Al riguardo vedi Di Cesare, Rech 2007 al paragrafo 1.1, 2.2 del capitolo 1 del presente lavoro. 25 La rilevazione, effettuata in modalità di web survey, ha coinvolto circa 900 soggetti.

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del film senza però riuscire a mantenere nel tempo il trend positivo. Un caso emblematico è quello del film “Il Mandolino del Capitano Corelli” (2001)27 girato nell’isola greca di Cefalonia e interpretato da due star come Nicolas Cage e Penelope Cruz. Il film, che dà ampio spazio alle bellezze naturalistiche dell’isola e ne traccia un’immagine esotica e romantica, è stato artefice di una grande visibilità per Cefalonia a tal punto che, nell’anno successivo all’uscita del film nelle sale, vi è stato un incremento degli arrivi pari a circa il 20% (Hudson e Ritchie 2006). Dopo aver registrato un +10% nel secondo anno dall’uscita del film, gli arrivi sull’isola hanno avuto una flessione negativa negli anni successivi. Secondo Hudson e Ritchie, autori dello studio sul caso, le ragioni di questa inversione di tendenza sono da attribuirsi al fatto che sul territorio non è stata realizzata alcuna iniziativa promozionale legata al film28 da proporre ai turisti.Casi di successo, invece, in cui alla forza dell’immagine sono state affiancate interessanti strategie di marketing territoriale, sono quelli già citati di “Sideways” e “Il Signore degli Anelli”. Il primo film, come abbiamo visto, ha tra i suo punti di forza quello di essere un’opera che restituisce un’immagine realistica del territorio vinicolo californiano e lega indissolubilmente il prodotto vino alla storia. Alla visibilità e alla curiosità innescata dal film sono seguite una serie di iniziative che hanno portato nei 18 mesi successivi all’uscita nelle sale ad un aumento del 15% del giro d’affari del turismo (Rocco 2006) con una previsione di aumento di circa il 50% di visitatori nei successivi quattro anni (Turner Brook 2006). La chiave del successo sta nel fatto che la Santa Barbara film commission, ente pubblico che si occupa di offrire servizi alle produzioni cinematografiche sul territorio, ha lavorato fin dalla pre - produzione al fianco del regista per utilizzare al massimo la capacità “promozionale” del cinema. Il risultato è stato un ruolo di co - protagonista nella storia per il territorio attraverso un costante riferimento al vino prodotto nella zona e alle numerose cantine sparse nella regione. Tale visibilità è stata, poi, mantenuta attiva e supportata dagli altri media29. In particolare, di grande efficacia è risultata la realizzazione di una movie map, ovvero di una cartina che mettesse insieme tutte le cantine/location attraversate dal film; uno strumento, attraverso il quale, i turisti hanno potuto facilmente rivivere le atmosfere del film e assaporare i vini citati sul grande schermo30. Vi è stato, poi, un percorso volto a incentivare gli operatori turistici a promuovere pacchetti legati al film; tutto ciò è servito alla riaffermazione della destinazione enogastronomica della California meridionale che subisce la concorrenza delle zone di Napa e Sonoma della California settentrionale (Rocco 2006). Allo stesso modo “Il Signore degli Anelli”, film come abbiamo visto molto lontano da “Sideways” quanto a tipologia e immagine veicolata, è stato affiancato da efficaci operazioni di marketing territoriale. Anche nel caso della trilogia fantasy de “Il Signore degli Anelli”, infatti, vi è stata un’importante azione delle autorità locali neozelandesi per sfruttare al

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massimo il successo del film. Quattro agenzie governative (Investment Nz, Tourism Nz, Trade Nz, e Film Nz) hanno lavorato a stretto contatto per promuovere il turismo legato ai film, coinvolgendo anche l’Air New Zealand, la compagnia di bandiera del paese. Privilegiando l’aspetto naturalistico che emerge dal film, la trilogia si è rivelata un ottimo modo per rafforzare l’immagine della Nuova Zelanda e il suo brand promosso attraverso la campagna pubblicitaria precedente ai film “100% Pure New Zealand” (Kraaijenzank 2009). Secondo un’indagine condotta dalla Tourism New Zealand nel 2003, il 65% dei turisti arrivati sull’isola affermano di essere stati influenzati dal film. Anche in questo caso, quindi, ciò che ha fatto la differenza risiede nelle azioni di promozione e marketing che sono state affiancate alla visibilità e al successo cinematografico. In particolare, per far fronte alla bassa riconoscibilità dei luoghi utilizzati come location (il film utilizza immagini non realistiche), tutta la campagna promozionale legata al film è stata realizzata intorno allo slogan “New Zealand is Middle - Earth”. Tutti gli sforzi sono stati concentrati nel processo di identificazione, attraverso i media, tra la Nuova Zelanda, location dei film, e la Terra di Mezzo, luogo immaginario in cui è ambientata la storia.Si può, quindi, concludere che il cinema ha una forte capacità di impressionare con le sue immagini lo spettatore e indurlo a visitare i luoghi diventati set. Tuttavia, i casi di successo citati mostrano come la visibilità cinematografica non basta a fare della destinazione una meta di film tourism e che l’effetto mediatico tende a svanire rapidamente. In questo senso, solo l’utilizzo di efficaci politiche di marketing territoriale, che uniscano sforzi pubblici e privati, garantiscono il successo duraturo di una location/destinazione.

26 Di Cesare e Rech sottolineano che “il film induced tourism” può manifestarsi solo marginalmente come fruizione turistica direttamente motivata dalla visita di luoghi visti al cinema, per crescere quando la motivazione diventa secondaria o comunque di supporto ad altre più rilevanti” .27 Il film racconta dell’occupazione italiana in Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale. I soldati occupano la tranquilla isola di Cefalonia. Tra loro c’è il Capitano Antonio Corelli, un ufficiale dal carattere gioviale e con la passione per il mandolino. Superati i primi screzi con il soldato italiano, la bella Pelagia, figlia del medico del villaggio, finisce col cedere al suo indubbio fascino. La guerra si avvicina e Antonio e Pelagia devono scegliere tra la fedeltà ai loro rispettivi paesi ed il loro amore.28 L’unica azione da parte degli operatori del settore all’iniziale aumento del turismo sull’isola è stata quella di ritoccare al rialzo i propri prezzi (Hudson e Ritchie 2006).29 Si è stimato che il film è stato menzionato circa 450 volte sui media (tv, giornali, riviste e web) raggiungendo un audience di 103 milioni di persone e per un valore pubblicitario di 3,5 milioni di dollari (Turner Brooks 2006).30 Di movie map cartacee ne sono state distribuiti circa 50.000; la map può essere anche scaricata da internet, sul sito della film commission di Santa Barbara mentre sul sito della produzione, la Fox Serchlight, vi è una pagina dedicata al film in cui vi è la possibilità di acquistare soggiorni nelle location del film e i vini prodotti (Turner Brooks 2006).

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sopra: Val d’Agri e Monte Sirino tra le nuvole

sotto: campi coltivati della Valle

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3. L’IMMAGINE TURISTICA DELLA BASILICATAE IL CINEMA

3.1. L’immagine turistica della Basilicata

Sull’immagine della Basilicata percepita dai turisti non vi è molto materiale e ciò rappresenta un incentivo ad approfondire l’argomento. Il Piano Turistico Regionale (PTR) del 2008 cita una studio commissionato nel 2004 alla società Swg dal quale emerge che la regione Basilicata evoca parole come tradizione (51%), naturalità (41%), genuinità (35%), sud (24%), e solo marginalmente arretratezza (9%), inquinamento (4%). Da questo punto di vista, è interessante notare come la Basilicata viene inquadrata soprattutto nella sua dimensione storico - culturale e riguardo al suo patrimonio naturalistico. Anche l’analisi delle guide turistiche straniere e dei giornali italiani e stranieri, sempre contenuta nel PTR del 2008, fa emergere come l’aspetto naturale, di una terra da scoprire e ricca di stupendi paesaggi, risulta essere quello principale. Mentre la rappresentazione della Basilicata contenuta nelle guide straniere, ancora filtrata dalla descrizione della terra lucana ad opera di Carlo Levi nel suo “Cristo si è fermato a Eboli”, insiste sul suo carattere di miseria e arretratezza, quelle italiane ne mettono in luce la ricchezza del territorio. Oltre al carattere naturalistico emerge quello storico - culturale con la descrizione di Matera e, talvolta, anche di Melfi. Infine vi sono riferimenti alla sua connotazione balneare, con Maratea e Metaponto a rappresentare le due coste. Per quanto riguarda i giornali, mentre quelli stranieri insistono molto sul carattere misterioso sia nella sua accezione naturalistica che in quella storica dei Sassi, quelli italiani danno anche spazio alle coste e, in misura minore, all’entroterra.

3.2. L’immagine della Basilicata attraverso il cinema La Basilicata, come detto, è stata la scenografia naturale di più di 40 pellicole, dirette da alcuni dei più importanti registi italiani e stranieri (Taviani, Rosi, Rossellini, Pasolini, Gibson). Il successo delle location lucane si deve, con buona probabilità, alla morfologia della regione capace di soddisfare le esigenze stilistiche delle produzioni cinematografiche. La Basilicata è stata, infatti, utilizzata per opere di carattere comico (“La Nonna Sabella”, “Ogni lasciato è perso”), drammatiche (“Tre Fratelli”, “Del perduto Amore”), storico (“King David”, “Allosanfan”), horror (“Non si sevizia un paperino”, “The Omen il presagio”).

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I film girati in Basilicata

Passannante di Sergio Colabona, 2011Un giorno della vita di Giuseppe Papasso, 2011Basilicata Coast to Coast di Rocco Papaleo, 2010Mineurs di Fulvio Wetzl, 2007The Nativity Story di Catherine Hardwicke, 2006The Omen Il presagio di John Moore, 2006Il Rabdomante di Fabrizio Cattani, 2005The Passion of the Christ di Mel Gibson, 2003Io non ho paura di Gabriele Salvatores, 2002Ogni lasciato è perso di Piero Chiambretti 2000Terra Bruciata di Fabio Segatori, 1999Del perduto Amore di Michele Placido, 1998L’ Uomo delle Stelle di Giuseppe Tornatore, 1995Il sole anche di notte di Paolo e Vittorio Taviani, 1990King David di Bruce Beresford, 1985Tre Fratelli di Francesco Rosi, 1981Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, 1979Volontari per destinazione ignota di Alberto Negrin, 1978L’Albero di Guernica di Fernando Arrabal, 1975Qui comincia l’avventura di Carlo di Palma, 1975Il tempo dell’inizio di Luigi Di Gianni, 1974Allonsanfan di Paolo e Vittorio Taviani, 1974Anno Uno di Roberto Rossellini, 1974Il decamerone nero di Piero Vivarelli, 1972Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci, 1972C’era una Volta di Francesco Rosi, 1967Made in Italy di Nanni Loy, 1965Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, 1964Il Demonio di Brunello Rondi, 1963Gli anni Ruggenti di Luigi Zampa, 1962La Vedovella di Silvio Siani, 1962Italia ’61 di Jan Lenica, 1961Viva l’Italia! di Roberto Rossellini, 1961A porte chiuse di Dino Risi, 1960La nonna Sabella di Dino Risi, 1957La Lupa di Alberto Lattuada, 1953Le due sorelle di Mario Volpe, 1950Nel mezzogiorno qualcosa è cambiato di C. Lizzani, 1949

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L’immagine mostrata dalle pellicole è di una regione con un ricco e intatto patrimonio natu-ralistico, talvolta mettendo in luce l’arretratezza, la povertà e le superstizioni che l’hanno afflitta (“Cristo si è fermato a Eboli”, “Il Demonio”). Allo stesso tempo, bisogna sottolineare che la terra lucana è stata spesso utilizzata per rappresentare altri luoghi: la Puglia (“Io non ho Paura”), la Sicilia (“L’Uomo delle Stelle”), la Palestina (“Il Vangelo secondo Matteo”). Così, se da una parte la regione è apparsa in molti film con un alto valore espositivo, dall’altra la riconoscibilità dei luoghi è stata quasi sempre di difficile identificazione. In questo senso, per lungo tempo non vi è stato alcun effetto turistico legato alle opere cinematografiche né alcuna opera di promozione delle location e dei film girati sul territorio.Si può dire che è solo a partire dal film “The Passion31” (2004), girato da Mel Gibson a Matera, che ci sono stati i primi tangibili effetti dell’immagine cinematografica e del film induced tourism. Il film sulla passione di Cristo, infatti, potendo contare su un cast e una distribuzione internazionale, ha avuto il merito di dare grande visibilità alla cittadina soprattutto sul mercato turistico internazionale32. Nel caso del film di Gibson, ci troviamo davanti a un’immagine cinematografica non reale, che utilizza lo scenario materano per rappresentare la Gerusalemme biblica. “The Passion”, quindi, non mostra la Basilicata per quella che è e, tuttavia, seguendo le tragiche vicende della passione di Cristo, lo spettatore può ammirare gli scorci dei Sassi immortalati dalla

31 Il film racconta le ultime dodici ore della vita di Cristo. 32 In questo senso, però, è bene evidenziare che i Sassi della città di Matera, location del film, è un sito Unesco (patrimonio mondiale dell’umanità) dal 1993. Secondo i dati dell’Apt, a partire dal 2004, data di uscita del film, c’è stato un aumento significativo delle presenze: quelle italiane dal 2003 al 2006 passano dalle 37000 alle 57000 mentre quelle straniere raddoppiano passando da 9000 a 18000.

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cinepresa. In questo senso, il film ha dato un ottima visibilità alla città determinata anche grazie al processo di iconizzazione che ha avvolto il centro della città con un aura di sacralità33. L’effetto turistico indotto dal film, però, è stato qualcosa di esclusivamente spontaneo, non incentivato nè da iniziative pubbliche nè da private, e quindi destinato a non crescere più una volta esaurita l’immediata visibilità34.Vi è poi un’altro film importante ai fini del nostro discorso, soprattutto in quanto esprime la presa di coscienza da parte delle autorità locali della strategicità del film tourism: “Basilicata coast to coast” (2010) di Rocco Papaleo. Dal film, ampiamente spiegato nel nostro precedente lavoro di ricerca riguardante il cineturismo35, emerge un’immagine realistica della regione, anche se un po’ romantica, in cui vi sono continui riferimenti alla tradizione e cultura lucana. Come abbiamo detto, il film ha avuto anche il merito di rafforzare la convinzione delle autorità locali sulle opportunità turistiche promosse (anche attraverso la realizzazione di una film commission regionale). Ciò che, invece, è venuta a mancare riguarda l’iniziativa privata che capitalizzasse i risultati del film: non vi sono state iniziative legate al film realizzate dagli operatori turistici. Così se l’analisi sull’impatto turistico del film nell’anno successivo alla sua uscita ha visto per quasi la metà degli operatori contattati un aumento del flusso turistico36 dimostrando la capacità promozionale del film di Papaleo, dall’altra parte bisogna registrare che non si è sfruttato al massimo la visibilità ottenuta. Si può concludere che, anche se in differente misura, sia l’immagine reale di “Basilicata coast to coast” che l’immagine non

Più ottimista lo studio compiuto nel 2006 dall’Isnart che parla di un aumento del 143% di turisti stranieri nella provincia materana l’anno successivo all’uscita del film.

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reale di “The Passion” sono stati efficaci strumenti di promozione territoriale. Il primo film attraverso una storia radicata nel territorio

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che ha coniugato comicità e tradizioni locali, il secondo raccontando una vicenda che ha conferito alla sua location un’atmosfera mistica. Allo stesso modo, però, entrambi i film non sembrano essere stati utilizzati fino in fondo per completare quel ciclo che dal vicarious consumption porta alla

destination choise.

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33 “The Passion” non è l’unico film a tema biblico: da “Il Vangelo secondo Matteo” fino a “The Nativity Story”, Matera è diventata la location privilegiata per film a carattere religioso.

34 Tant’è che dal 2006 al 2009 le presenze straniere restano stabili intorno alle 18000 unità mentre quelle italiane aumentano di poco, da 58000 a 63000.

35 “Le opportunità di cineturismo in Basilicata: dal successo di Basilicata coast to coast alla nascita della Fondazione Lucana Film Commission”.

36 Bencivenga, Chiarullo, Colangelo, Percoco 2011.

sotto: le riprese de “La Passione di Cristo”,

Matera

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4. LA RICERCA SUL CAMPO

4.1.Metodologia, campione e obiettivi dell’indagine

L’indagine è stata realizzata nei primi sei mesi del 2012 con l’obiettivo di studiare il processo di formazione dell’immagine turistica della Basilicata e l’influenza del cinema girato sul territorio lucano. Il campione comprende turisti in vacanza (anche solo per un giorno) in Basilicata intercettati su tutto il territorio della regione. Nello specifico si è adottato un campionamento non probabilistico con quote uguali riferite alle principali tipologie di turismi presenti nella regione. Sono stati intervistati 330 turisti incontrati in differenti luoghi della Basilicata ed equamente ripartiti in quattro sottocampioni costituiti da turismo culturale, turismo natura, turismo sportivo - invernale e turismo balneare. I turisti culturali sono stati intercettati in città d’arte, durante eventi culturali e musei; i turisti natura sono stati incontrati nelle aree protette; i turisti sportivi presso gli impianti sciistici e quelli balneari sulle due coste lucane. Il campione è costituito prevalentemente dal turismo di nazionalità italiana (92%) e di prossimità (il 65% proviene da Puglia, Campania e Lazio). Si tratta di turisti di formazione medio - alta (l’82% ha almeno il diploma) e di estrazione impiegatizia (il 40% svolge un lavoro dipendente) di cui il 43% visita per la prima volta la Basilicata.Nello specifico, il questionario ha l’obiettivo di appurare innanzi tutto l’immagine della Basilicata che hanno i turisti e attraverso quali canali si è costituita; in secondo luogo, di verificare se e in che modo è conosciuta la filmografia “lucana”, se ha influenzato la scelta della destinazione e se ci sia un interesse ad acquistare un tour cinematografico. Il questionario è composto da 16 domande a risposta multipla; data la sua natura piuttosto complessa, la somministrazione è avvenuta esclusivamente face to face. Questo se da un lato ha comportato un maggiore sforzo ed impiego di risorse per la somministrazione, dall’altro ha assicurato una migliore qualità dei questionari raccolti ed ha permesso di raccogliere tutta una serie di informazioni e di commenti, fatti a margine del questionario, che potrebbero risultare importanti elementi ai fini della ricerca.

4.2. I risultati dell’indagine

La prima parte del questionario ha l’obiettivo di analizzare che tipo di immagine della Basilicata hanno i turisti e in che si è formata. La prima domanda chiede ai turisti di indicare, tra cinque possibilità, che immagine si sono fatti della Basilicata prima di visitarla. Esattamente la metà del campione vede la Basilicata come una regione prevalentemente naturalistica, seguita dal 20% che la considera una regione con un ricco

Page 92: Cineturismo in Basilicata

90

patrimonio storico - culturale, poi il 13% una regione adatta al turismo balneare, l’11% a vocazione enogastronomica e il 6% un luogo dove praticare sport. Graf.1Per quanto riguarda, poi, i canali di formazione dell’immagine, la domanda nel questionario è impostata tenendo conto della classificazione delineata da Gartner (1994) ed è data la possibilità al campione di segnalare due opzioni considerando il fatto che non è mai un solo agente a determinare l’immagine di un luogo. Il 49% del campione cita il “consiglio di parenti e amici” come una delle fonti informative, mostrando come esso rappresenta ancora il principale canale informativo, specialmente per i turisti balneari e sportivi. Graf.2

37 Invece, il consiglio di parenti e amici sale per il turista sportivo al 64% e per il turista balneare al 72%.38 Nello specifico: la Magna Grecia il 2%, il Brigantaggio il 2%, i Castelli Medievali il 2%,Maratea l’8%, il Parco Nazionale del Pollino il 6%, i Calanchi di Craco e Aliano 1%, le Dolomiti Lucane il 6%, l’Aglianico del Vulture il 5%, le Acque Minerali il 2%.

Immagine della Basilicata prima di visitarla Agenti formativi dell’immagine della Basilicata

Regione con un riccopatrimonio naturaistico

Regione dovepraticare sport

Regione a vocazioneenogastronomica

Regione con un importante patrimonio

storico-culturale

Regione adatta al turismo balneare

50%

13%

11%

20%

6%

12%

31%

13%

12%

25%

49%

10%

6%

Pubblicitàsu radio e tv

Pubblicità sucarta stampata

Consiglio diparenti/amici

Materialepromozionale

Partecipazioni adeventi e fiere

Film

Libri

Web

Graf.1 - L’immagine della Basilicata dichiarata dai turisti prima di visitarlaGraf.2 - Gli agenti formativi dell’immagine della Basilicata citati dai turisti

A tale agente, però, se ne affiancano due “moderni” come il cinema e il web, citati rispettivamente dal 31% e dal 25% del campione. Il cinema, in particolare, cresce in percentuale per il turista culturale e quello natura e rappresenta rispettivamente il 39% e il 41%37.

L’ultima domanda del questionario relativa alla formazione dell’immagine turistica, chiede al campione di indicare a cosa associa principalmente la Basilicata. Tenendo conto del ruolo importante che spesso hanno le icone per il place identity della destinazione, vengono proposte una serie di icone di carattere storico - culturale (I Sassi si Matera, la Magna Grecia, il Brigantaggio, i Castelli Medievali), naturalistico (Maratea, il Parco Nazionale del Pollino, i Calanchi di Craco e Aliano, le Dolomiti Lucane) e enogastronomico (L’Aglianico del Vulture, le Acque Minerali). Una percentuale molto alta di risposte, il 63%, indica i Sassi come l’icona più rappresentativa della Basilicata che, sommata alle altre icone del suo campo, raggiungono il 69% nel settore storico - culturale, seguite dalle icone del patrimonio naturalistico con il 21% e quelle del patrimonio

enogastronomico con il 7%.

Page 93: Cineturismo in Basilicata

91

I Sassi di Matera Icone del patrimonio

storico-culturale

Icone del patrimonio

enogastronomico

Icone del patrimonio naturalistico

Nessuno in particolare

63%

6% 7%

21%

3%

Graf.3 - Le icone della Basilicata

I Sassi di Matera, dunque, rappresentano di gran lunga l’immagine della Basilicata mentre le altre icone, prese singolarmente, raggiungono percentuali che vanno dall’1% all’8%38. Tale risultato può essere spiegato con il fatto che in genere la Basilicata viene identificata con la città di Matera che, a livello nazionale e internazionale, rappresenta la vera specificità della regione. Graf.3

La seconda parte del questionario entra nel merito del rapporto tra cinema e turismo. Alcune domande preliminari hanno il compito di inquadrare il campione secondo le proprie abitudini di fruizione cinematografica.

Innanzi tutto, si chiede al campione di indicare lo strumento più utilizzato per vedere i film. Più di metà del campione, il 56%, fruisce i film principalmente attraverso la tv, mentre il 24% guarda i film nelle sale cinematografiche. Web e dvd raccolgono insieme solo il 20%, confermando che il rapporto tra cinema e web è ancora in una fase esplorativa mentre il dvd rappresenta ormai uno strumento di fruizione obsoleto.Entrando nel merito della visione cinematografica, una domanda chiede ai turisti cosa li colpisce maggiormente. Le opzioni di risposta sono modellate sulla tripartizione place, performance e personality realizzata da Macionis (2004). Il paesaggio e la storia vengono scelte dal 90% del campione e ripartite equamente (45%), mentre il cast conta solo per il 10%, é interessante notare come il paesaggio rivesta un ruolo importante all’interno del film, al pari della storia, confermando l’idea che una suggestiva rappresentazione filmica di un territorio può avere un’influenza importante sugli spettatori e diventare uno strategico biglietto da visita della destinazione.Ciò è confermato anche dalla successiva domanda, in cui si chiede quando un film può essere considerato uno strumento di promozione territoriale.

Graf.4

Page 94: Cineturismo in Basilicata

9239 Viene proposta nel questionario una tabella con tutti i film girati in Basilicata.

Quando un �lm sembra trasmettere la cultura e le tradizioni del luogo

Quando un �lm è strumento di promozione del territorio?

Quando i luoghi sono protagonisti del �lm

Quando la storia è coinvolgente

Il �lm non è uno strumento di promozione

15%

39%

40%

6%

Graf.4 - Il film come promozione territoriale

Quasi l’80% è convinto che un film promuove il territorio se mostra adeguatamente i suoi paesaggi e se fa riferimento alla tradizioni e alla sua cultura. In questo modo, attraverso il film si può realizzare quel vicarious consumption che dà alla destinazione un senso di familiarità. Solo per il 15%, è sufficiente che la struttura narrativa del film sia coinvolgente per stimolare la visita nelle sue location.Viene chiesto ai turisti anche se hanno avuto esperienze pregresse di movie tour e se durante la loro permanenza in Basilicata hanno visitato luoghi che riconoscevano come location di film. Solo il 10% del campione afferma di aver partecipato a dei movie tour confermando il fatto che il film tourism è una tipologia di turismo ancora in fase esplorativa. Soprattutto in Italia, il cineturismo appare poche volte come una proposta organizzata mentre spesso mostra le sue potenzialità attraverso l’emergere di fenomeni spontanei che si possono attribuire a esso. Per quanto riguarda la visita alle location lucane, il 22% del campione afferma di aver visitato le location dei film e ciò avviene soprattutto nel caso dei turisti a Matera, scenografia della maggior parte dei film lucani e le cui location sono concentrate nel centro storico de I Sassi. Entrando, poi, nel merito del cinema girato in Basilicata, si vuole appurare che tipo di conoscenza i turisti hanno della filmografia lucana39. Nel questionario viene proposta una tabella con tutti i film girati in Basilicata e vi è la possibilità, da parte del campione, di indicare tutte le opere che conoscono e che hanno visto. “The Passion” e “Basilicata coast to coast” rappresentano di gran lunga i due film più conosciuti, rispettivamente con 204 e 170 citazioni. Probabilmente a loro favore gioca il fatto di essere stati realizzati negli ultimi anni e di aver avuto un’ottima risonanza internazionale e nazionale. A seguire c’è “Io non ho paura”, film di successo e realizzato da un regista premio Oscar come Gabriele Salvatores. Ricevono un buon numero di citazioni anche “Il Vangelo secondo Matteo” e “Cristo si è

Page 95: Cineturismo in Basilicata

93

16

4115

210

3594

551420

1172

144632

10223

1312

5631

2410

126204

112226

1170

913

Nel Mezzogiorno qualcosa è...

Le due sorelle

La lupa

La nonna Sabella

A porte chiuse

Viva l'Italia!

Italia '61

La vedovella

Gli anni ruggenti

Il demonio

Il Vangelo secondo Matteo

Made in Italy

C'era una volta

Non si sevizia un paperino

Il Decamerone nero

Anno uno

Allonsanfan

Il tempo dell'inizio

Qui comincia l'avventura

L'albero di Guernica

Volonari per destinazione ignota

Cristo si è fermato ad Eboli

Tre fratelli

King David

Il sole anche di notte

L'uomo delle stelle

Del perduto amore

Terra bruciata

Ogni lasciato è perso

Io non ho paura

The passion of the Christ

Il rabdomante

The omen il presagio

The nativity story

Mineurs

Basilicata coast to coast

Un giorno nella vita

Passanante

Graf.5 - I film citati dai turisti

Page 96: Cineturismo in Basilicata

94

Due scene dal film “La Lupa”

Page 97: Cineturismo in Basilicata

95

Due scene dal film “La Passione di Cristo”

Page 98: Cineturismo in Basilicata

96

fermato a Eboli”, rispettivamente con 55 e 102. Entrambi i film, benchè realizzati diversi anni fa, sono molto rappresentativi non solo della filmografia “lucana” ma anche della tradizione storico - culturale della Basilicata. In questo caso, bisogna considerare che, probabilmente, il dato sui film risulta essere un po’ sovrastimato; tuttavia, in sede di definizione del questionario, si è preferito inserire i nomi dei film piuttosto che dare spazio a citazioni spontanee sia perchè in questo modo il turista poteva avere un quadro completo della cinematografia in Basilicata sia perchè alcuni film, non essendo molto rappresentativi del territorio in cui sono stati girati, rischiavano di non essere considerati. Graf.5

Due domande del questionario chiedono quanto i film influenzino la scelta della destinazione sia facendo appello alla tendenza generale che, nello specifico, riguardo al proprio viaggio in Basilicata. In altre parole, si può scegliere tra cinque opzioni (per niente, poco, abbastanza, molto, è l’unica motivazione) per indicare il grado di importanza dei film per la scelta delle destinazione dei viaggi precedenti e per l’attuale vacanza in Basilicata. Il cinema, considerato nella sua influenza generale sul desiderio di visita, risulta essere un agente molto influente. Il 69% del campione, infatti, sostiene di essere influenzato abbastanza o molto nella scelta delle destinazioni confermando le teorie affermate dagli studi sulla formazione della destination image40. E, tuttavia, tale dato va considerato, come dimostra anche la ricerca di Di Cesare e Rech (2007), nella complessità del processo di scelta turistica. Confrontando questo dato con l’influenza dichiarata in relazione alla vacanza in Basilicata, è interessante notare che la percentuale di turisti che sostengono di essere stati influenzati abbastanza o molto dal cinema scende al 34%. In altre parole, se due persone su tre dichiarano di essere influenzati dal cinema nelle loro intenzioni di viaggio, uno su tre sostiene di esserlo stato nel caso della vacanza in Basilicata. Il dato dell’influenza di film “lucani”, benchè molto più basso di quella del cinema in generale, è tuttavia un risultato molto interessante se contestualizzato; la Basilicata, infatti, è stata per lungo tempo una location cinematografica poco conosciuta e poco pubblicizzata, utilizzata spesso per rappresentare altri luoghi e quindi non rappresentativa dell’identità del territorio. Probabilmente, tale risultato è frutto di un trend positivo inaugurato con “The Passion” e rafforzato da “Basilicata coast to coast”. Graf.6

Guardando poi alle risposte considerate per tipologia di turista, risulta chiaro che l’influenza del cinema girato in Basilicata agisce soprattutto sui turisti culturali e natura, che rispettivamente sostengono di essere stati influenzati abbastanza o molto rispettivamente dal 47% e 41%, mentre per i turisti sportivi e balneari l’influenza risulta ridotta (per i primi il 25%, per i

secondi il 17%). Graf.7

40 Al riguardo vedi Gunn 1988; Butler 1990; Gartner 1994.

Page 99: Cineturismo in Basilicata

97

In�uenza del cinema nella scelta della destinazione

molto abbastanza poco per niente

in�uenzagenerica

in�uenzaBasilicata

20%

49%

26%

5%30%

36%

29%

5%

In�uenza del cinema per tipologia di turista

turistaculturale

turistasportivo

turistanatura

turistabalneare

30%19%37%

25%41%

42%

14%

3%

34%

33%

8%

38%

21%

4%

34%

41%

6%

In�uenza del cinema per tipologia di turista

molto

abbastanza

turistaculturale

turistasportivo

turistanatura

turistabalneare

poco

per niente

30%19%

37%25%

41%

42%

14%

3%

34%

33%

8%

38%

21%

4%

34%

41%

6%

Graf.6 - Influenza del cinema nella scelta delle vacanze in generale e nella scelta del viaggio in Basilicata

Graf.7 - Influenza del cinema per tipologia di turista

Un’altra domanda del questionario ha come obiettivo quello di verificare se l’influenza del cinema possa tradursi nella disponibilità a visitare le location cinematografiche lucane, acquistando un movie tour, ovvero una gita nel luoghi del cinema che comprenda il trasporto e la visita guidata. Viene chiesto ai turisti di indicare se vi è un interesse in tal senso e la disponibilità di spesa condensata in quattro fasce principali. Esattamente la metà del campione dichiara di essere interessato ad acquistare un movie tour, di

Page 100: Cineturismo in Basilicata

98

Disponibilità a pagare per tipologia di turista65%

49%

59%

35%

19%

10%

20%

24% 9% 2%

4%

1%

5%

13% 15%

17% 13%

18% 22%

+ 40 euro

30 - 40 euro

20 - 30 euro

10 - 20 euro

turistaculturale

turistasportivo

turistanatura

turistabalneare

Disponibilità a pagare per tipologia di turista65%

49%

59%

35%

19%

10%

20%

24% 9% 2%

4%

1%

5%

13% 15%

17% 13%

18% 22%

+ 40 euro

30 - 40 euro

20 - 30 euro

10 - 20 euro

turistaculturale

turistasportivo

turistanatura

turistabalneare

Disponibilità a pagare per tipologia di turista65%

49%

59%

35%

19%

10%

20%

24% 9% 2%

4%

1%

5%

13% 15%

17% 13%

18% 22%

+ 40 euro

30 - 40 euro

20 - 30 euro

10 - 20 euro

turistaculturale

turistasportivo

turistanatura

turistabalneare

Disponibilità a pagare per tipologia di turista65%

49%

59%

35%

19%

10%

20%

24% 9% 2%

4%

1%

5%

13% 15%

17% 13%

18% 22%

+ 40 euro

30 - 40 euro

20 - 30 euro

10 - 20 euro

turistaculturale

turistasportivo

turistanatura

turistabalneare

Graf.9 - Disponibilità a pagare per tipologia di turista

Disponibilità a pagare5%

36%27%

32%

+ 40 euro

30 - 40 euro

20 - 30 euro

10 - 20 euro

Graf.8 - Disponibilità a pagare

cui il 36% è disposto a spendere tra i 10€ e i 20€, il 32% tra 20€ e 30€, il 27% tra 30€ e 40€, il 5% più di 40€. Considerando le risposte per tipologia di turisti, viene confermato l’interessamento maggiore verso il cinema che si può riscontrare nei turisti culturali e natura rispetto a quelli balneari e sportivi. Graf.8

Page 101: Cineturismo in Basilicata

99

Iniziative per il turismo (rispote totali) Iniziative per il cineturismo (rispote totali)

Niente 5

83

60

124

132

124

44

Iniziative

85

90

52

45

86

122

Iniziative

Pacchetti tuisticia tema

Sito web

Movie map

Promozione location

Promozione filmall’estero

Organizzazionemostre/eventi sul cinemaTutela e valorizzazione

delle tradizioni locali

Miglioramento della qualitàdei servizi turistici

Maggiore cura e valorizzazionedi luoghi e risorse

Creazione pacchettituritici

Valorizazione prodottienogastronomici

Potenziamento trasportie collegamenti interni

Iniziative per il turismo (rispote totali) Iniziative per il cineturismo (rispote totali)

Niente 5

83

60

124

132

124

44

Iniziative

85

90

52

45

86

122

Iniziative

Pacchetti tuisticia tema

Sito web

Movie map

Promozione location

Promozione filmall’estero

Organizzazionemostre/eventi sul cinemaTutela e valorizzazione

delle tradizioni locali

Miglioramento della qualitàdei servizi turistici

Maggiore cura e valorizzazionedi luoghi e risorse

Creazione pacchettituritici

Valorizazione prodottienogastronomici

Potenziamento trasportie collegamenti interni

Graf.10 - Le iniziative per il turismo (Risposte totali)

Graf.11 - Le iniziative per il cineturismo (Risposte totali)

Tra questi ultimi, infatti, rispettivamente solo il 35% e il 41% sostiene di essere interessati ad acquistare un movie tour, mentre nel caso dei turisti natura e culturali la percentuale sale per i primi al 51% e per i secondi al 65%. Anche sul fronte della disponibilità a pagare vi è una sostanziale differenza: mentre un turista natura o culturale su quattro spenderebbe più di 30€, solo uno su dieci dei turisti sportivi o balneari farebbe lo stesso.

Page 102: Cineturismo in Basilicata

100

Si può, dunque, concludere che indubbiamente il target di riferimento per un’offerta cineturistica è quello dei turisti culturali e natura. In particolare, il cineturismo potrebbe essere una risorsa importante per la Basilicata nell’invertire la tendenza di un turismo costituito in larga parte da visitatori giornalieri. Per entrambe le tipologie, infatti, acquistare un movie tour potrebbe essere l’occasione per allungare la vacanza: nel caso dei turisti culturali, l’offerta sarebbe anche molto agevole dal momento che la maggior parte delle location sono concentrate nella città di Matera mentre, nel caso dei turisti natura, sarebbe un occasione per diversificare la propria visita. Se poi si considera esclusivamente il sottogruppo dei turisti stranieri - incontrati prevalentemente nella città de I Sassi - si trova un a percentuale molto alta di interesse verso i movie tour pari al 70%. Per quanto riguarda i turisti sportivi, il loro minor interesse si deve proprio alla tipologia di turismo invernale costituito perlopiù da visitatori giornalieri che concentrano la loro giornata sulle piste sciistiche. La bassa percentuale, invece, di turisti invernali che si fermano in Basilicata per la settimana bianca sono proprio quelli che hanno interesse per il movie tour mostrando l’esigenza di diversificare la propria vacanza. Infine, i turisti balneari risultano essere quelli con scarso

interesse verso il cineturismo probabilmente per effetto della vacanza scelta, caratterizzata da una lunga

permanenza ma con poco

Page 103: Cineturismo in Basilicata

101

interesse a spostarsi verso altre zone della Basilicata. Graf.9

Le ultime due domande chiedono al turista di dare un parere su alcune iniziative che possono essere prese in considerazione per sviluppare il turismo in Basilicata, sia dal punto di vista generale che da quello del cineturismo. Ai turisti vengono offerte una serie di opzioni e la possibilità di indicare le due che a loro parere risultano più urgenti. Sul fronte del turismo in generale, le tre principali azioni che vengono segnalate sono la cura e valorizzazione delle risorse (132), il miglioramento della qualità dei servizi turistici (124) e i pacchetti turistici a tema (124). Se a queste associamo le iniziative per il cineturismo, è interessante notare che la più selezionata è quella sulla costruzione di un pacchetto turistico a tema cineturismo

(122). Ciò dimostra la necessità, nei turisti, di avere un’offerta integrata, che offra varie attività. Tra le altre iniziative segnalate per

sviluppare il cineturismo in Basilicata, vengono citate la costruzione di un sito web a esso dedicato (86),

l’elaborazione di movie map (85) e la promozione delle location

(90). Graf.10,11

a sinistra: Terrazza della Casa di Confino di Carlo Levi, Aliano

sotto:Matera, riprese de “La Passione di Cristo”

Page 104: Cineturismo in Basilicata

102

CONCLUSIONIL’indagine sul campo ha due obiettivi specifici: indagare sul processo di formazione dell’immagine turistica della Basilicata e verificare la conoscenza e la predisposizione dei turisti in vacanza sul territorio lucano verso il cinema girato nella regione. Innanzi tutto c’è da sottolineare che la rappresentazione di una regione naturalistica è quella che domina l’immaginario collettivo confermando quindi l’analisi dell’immagine della Basilicata contenuta nel Ptr 2008. La metà del campione intervistato, infatti, vede la Basilicata come una regione prevalentemente naturalistica. Nella definizione dell’impianto teorico su cui basare il questionario si è fatto ricorso alla riflessione critica sulla destination image che da Gunn (1988) a Gartner (1993) ha definito tre categorie di agenti di formazione: indotte, organiche e autonome. Nel caso della Basilicata è risultato come la tipologia di informazione organica, relativa alle indicazioni di parenti e amici, rappresenta la modalità principale attraverso la quale il turista si forma un’immagine della Basilicata. In più c’è da considerare che dopo il consiglio di parenti e amici (49%), risultano citati due agenti autonomi, come il cinema (32%) e il web (25%). Non vi sono studi di riferimento con cui confrontare i dati, ma probabilmente se quasi un turista su tre cita il web o i film come agenti di formazione, ciò è dovuto a un fenomeno in crescita che ha interessato la regione negli ultimi anni. Il cinema girato in Basilicata, in particolare, ha inaugurato un trend turistico positivo a partire dal 2000 prima con “The Passion” di Mel Gibson e, recentemente, con “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo.

sotto: Aliano

Page 105: Cineturismo in Basilicata

103

L’indagine sul campo conferma il ruolo che il cinema può avere nella promozione dell’immagine di un territorio e sulla capacità di influenzare la scelta turistica. Un’ampia riflessione teorica [Gunn 1988; Butler 1990; Riley, Van Doren 1992; Gartner 1994; Schoefield 1996] ha messo in luce come il cinema, in qualità di agente autonomo, è in grado di fornire una rappresentazione originale e suggestiva dei luoghi in cui vi è stata una produzione cinematografica. In questo senso il territorio lucano, dotato di un ricco e diversificato patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico culturale, si presta particolarmente a questo tipo di rappresentazione. La consapevolezza delle potenzialità promozionali del cinema, nata dopo l’exploit di arrivi internazionali all’indomani dell’uscita nelle sale di “The Passion”, si è tradotta in azione con il film di Rocco Papaleo, cofinanziato dall’ente regionale.

Come del resto confermato dall’indagine su un campione di turisti in Basilicata, uno su tre dichiara di esser stato influenzato dai film “lucani” per la scelta della loro vacanza. Tale dato con buona probabilità va rapportato proprio alla notorietà di “Basilicata coast to coast” e di “The Passion” che più della metà del campione dichiara di aver visto - e alla stretta correlazione, anche se in differente modo, che vi è tra narrazione e territorio nei due film. In questo senso, il crescente interesse nazionale e internazionale che si è manifestato soprattutto negli ultimi anni verso il film tourism può essere una risorsa importante per una regione come la Basilicata. Obiettivo dell’indagine era anche quello di verificare se vi fosse un reale interesse e quindi una domanda turistica verso la più comune manifestazione del cineturismo: il movie tour. La metà del campione ha dichiarato di essere interessato ad acquistare un tour nei luoghi del cinema, ma la percentuale diventa più alta se consideriamo il segmento di turisti natura e, soprattutto, quello dei turisti culturale che sono ovviamente i più motivati verso questa tipologia di proposta. In particolare, il cineturismo può risultare una risorsa aggiuntiva importante per il turismo in Basilicata non tanto come motivazione principale, ma nella sua capacità di offrire un’alternativa efficace per allungare il soggiorno dei visitatori. Le esperienze prodotte dai film di Gibson e Papaleo e l’indagine tra i turisti dimostrano come vi sia un reale interesse verso il cineturismo che, però, è necessario supportare con politiche di marketing territoriale e, soprattutto, con iniziative private. In futuro, l’attivismo degli operatori turistici sarà la vera chiave di volta per lo sviluppo della nuova frontiera film tourism, considerando il fatto che da parte delle autorità locali vi è stato già un primo significativo passo non solo con la partecipazione al percorso produttivo di “Basilicata coast to coast” ma anche con la recentissima istituzione di una film commission41

che avrà il compito di attrarre nuove produzioni cinematografiche sul territorio lucano.

41 La Fondazione Lucana Film Commission è stata istituita il 19 ottobre 2012. La fondazione ha come soci la Regione, le due Province e i due comuni di Potenza e Matera. L’obiettivo dell’ente è quello di stimolare le produzione cinematografiche sul territorio lucano e, attraverso esse, promuoverne le bellezze paesaggistiche.

Page 106: Cineturismo in Basilicata

104

sopra: Cracosotto: on the road

sulla SS598 “Fondovalle dell’Agri”

Page 107: Cineturismo in Basilicata

105

La città di Matera, patrimonio

dell’UNESCO, é una scenografia paesaggistica che ha

attirato i set di grandi registi. Le suggestioni evocate dal territorio della murgia materana hanno

mosso gli spiriti per l’ambientazione di film religiosi e biblici.Lungo le vie esterne che danno verso le Murge, in spazi aperti come

parcheggi ed aree belvedere, oppure in zone centrali di Matera ad alta affluenza e frequentazione, vengono affisse dei manifesti con QRcode

che permettono agli smartphone di riprodurre i filmati dei trailers cinemato - grafici dei film girati a Matera.

L’itinerario, partendo dalle Murge ci accompagna nella visita dei set cinematografici che disegnano Matera come Gerusalemme: Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini (1964), King David di Bruce Beresford (1985), The Passion of the Christ di Mel Gibson (2003) e Nativity Story di Catherine Hardwicke (2006), nella stessa area sono state riprese alcune scene di Cristo si é fermato ad Eboli

di Francesco Rosi (1979). Per il film di L’Uomo delle Stelle di Giuseppe Tornatore (1995) é stata scelta

una zona interna nel centro della città, a 500 metri da San Pietro Caveoso, sulla piazzetta San Pietro Barisano pavimentata a pavé, ricordando la scena in cui

Castellitto gira in automobile con i megafoni in cerca di comparse.

FILM COMMISSION

10 film girati a MATERA

Page 108: Cineturismo in Basilicata

106

Page 109: Cineturismo in Basilicata

107

Per il Sole anche di notte dei fratelli Taviani (1990) é stata scelta una location vicina a San Pietro Caveoso, mentre per Tre fratelli di Francesco Rosi (1981) e

Passannante (2011) sono state selezionate parti più interne e centrali attraversate da flussi di persone.

http://goo.gl/maps/t16g

Page 110: Cineturismo in Basilicata

108

BASILICATA coast to coast

La PASSIONE di CRISTO

TERRAbruciata

the NativitySTORY

Partenza > Maratea

Aliano

MateraCraco

CracoMatera

Trecchina

Craco

Matera

Fine 1° Tempo

Inizio 2° Tempo

Page 111: Cineturismo in Basilicata

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CINETURISMO QRcode & YOUTUBE

la LUPA king

DAVID

CRISTO si è fermato a EBOLI

L’UOMO delle stelle

Matera - Madonna de IdrisMatera - Madonna de Idris

Belvedere Murgia

Lauria

Scanzano Jonico

Craco

Matera - Piazza San Pietro Caveoso

TramutolaDiga di Lago di Pietra Pertusillo

Viggiano

THE END

Page 112: Cineturismo in Basilicata

110

il DEMONIO

io NON ho

PAURA

anno

UNO

C’era

una volta Made in

ITALY

un GIORNO

della VITA

gli anni

RUGGENTI il RABDOMANTE

il vangelo

secondo MATTEO

Partenza > Maratea

Melfi

Matera

Melfi

Matera

Page 113: Cineturismo in Basilicata

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C’era

una volta

il TEMPO

dell’inizio

l’ALBERO di

GUERNICA

allosanfan

del PERDUTO

amore

i Basilischi

Matera - Murgia

IrsiniaPalazzo San Gervasio

Matera - Madonna de Idris Matera

Page 114: Cineturismo in Basilicata

112

nel MEZZOGIORNOqualcosa è cambiato

qui comincial’AVVENTURA

Mineurs

il SOLE anchedi NOTTE

OMEN - il presagio

la NonnaSabella

Page 115: Cineturismo in Basilicata

113

non si seviziaun PAPERINO

to be continued....

Passannante viva

l’ITALIA!

Page 116: Cineturismo in Basilicata

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i percorsi del cineturismo Basilicata

alla BIT 2013

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ITINERARI CINETURISTICI

ITINERARI CINETURISTICIBASILICATA coast to coast

BASILICATA coast to coast

“Basilicata coast to coast”, film dell’attore e

regista lucano Rocco Papaleo uscito nel 2010,

è un atto d’amore alla sua terra. Racconta

la storia di quattro amici (Rocco Papaleo,

Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max

Gazzè) e una apatica giornalista (Giovanna

Mezzogiorno) che decidono di partire da

Maratea, sulla costa tirrenica della regione

e raggiungere Scanzano Jonico, sulla costa

ionica, per partecipare a un festival musicale.

Attraverso un percorso rigorosamente a piedi,

nato proprio per allungare il viaggio invece

di ridurlo, la combriccola musicale vivrà una

serie di divertenti avventure. Dieci giorni per

attraversare la Basilicata (invece di un’ora e

mezza in auto) e capire qualcosa di più su loro

stessi.L’itinerario cinematografico nasce dal successo

del film e dal desiderio di tanti turisti di

ripercorre il viaggio dei protagonisti. Come il

film, è separato in primo e secondo tempo;

due percorsi, uno da Maratea alla Val d’Agri

e l’altro da Aliano a Scanzano Jonico. Due

itinerari che racchiudono le più importanti

tappe del film e pensati per essere percorsi

in una giornata (a chi può, consigliamo di

allungarli!). Ma ognuno può cominciarli e

terminarli come vuole, magari partendo dalla

costa e risalendo all’interno. Ad ogni tappa è

associato un qr code che rimanda alla scena del

film. Così, una volta sul posto, si può rivivere la

magia di “Basilicata coast to coast”.

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a sinistra: fronte aperto della brochure presentata alla BIT 2013a destra:retro aperto della brochure presentata alla BIT 2013, con i percorsi e le tappe, ossia le location del film Basilicata coast to coast

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Mar Jonio

Mar Tirreno

coast

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BASILICATA

to

Maratea - Il viaggio di Nicola, Rocco, Franco e Salvatore comincia dalla perla del Tirreno. La piazzetta di Maratea è il punto di partenza, dove si condensa tutto l’entusiasmo dei protagonisti, mentre la Statua del Redentore

questa singolare impresa.

Aliano - Sul terrazzo da cui Carlo Levi osservava la civiltà lucana, i quattro brindano con il vino Aglianico alla memoria dello scrittore confinato dal

Fascismo e di Gianmaria Volontè, l’attore che lo ha rappresentato sul grande schermo in “Cristo si è fermato a Eboli”.

Craco - La città fantasma della Basilicata è l’ultima tappa prima di giungere sulla costa. Craco, grazie alla sua atmosfera suggestiva, è stata location di molti film

tra cui “Cristo si è fermato a Eboli” di Francesco Rosi e “The Passion of the Christ” di Mel Gibson.

Scanzano Jonico - Il gruppo è arrivato a destinazione, ma troppo tardi. Il festival si è concluso e la piazza Ascalesi di Scanzano è popolata solo di bottiglie vuote. Nicola,

Rocco, Franco e Salvatore decidono comunque di fare la loro esibizione davanti a un pubblico immaginario.

Tramutola - Nella piazzetta del lavatorio pubblico si svolge una serata a base di “Jazz e Cocomeri”. E’ la prima apparizione pubblica della band “Le Pale Eoliche” capeggiata da Nicola/Papaleo. A detta di quest’ultimo, a Tramutola ci sono le più belle ragazze della regione.

Diga del Pertusillo - La diga del Pertusillo è il luogo di una piacevole sosta prima di ricominciare il cammino. C’è chi si riposa, chi si dedica alla pesca e chi si concede una doccia. Ma è anche il luogo in cui avviene il secondo incontro con il terribile brigante Carmine.

SS 598

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Tramutola

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Page 118: Cineturismo in Basilicata

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e raggiungere Scanzano Jonico, sulla costa

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“Basilicata coast to coast” is the story of a trip through Lucania. Four friends, united by their passion for music, decide to leave Maratea, a beach town in Basilicata on the Tyrrhenian coast, and walk to the “Festival di teatro canzone” in Scanzano (on the Ionian coast of the region). The trip is dotted with meetings, misadventures, music, local culinary tradition and breathtaking scenery which makes their experience unique. The trip is an opportunity to assess their lives to date, rediscover motivations and file away bad experiences because: “life is a trip which is too short unless you stretch it

out” (Basilicata coast to coast).The movie route arises from the success of the film and the desire of tourists to retrace the journey of the protagonists. There are two routes, one from Maratea to Val d’Agri, the other one from Aliano to Scanzano jonico. Two routes that contain the most important stages of the movie and designed to be covered in one day. But everyone can start and finish them as he wishes. Each stage is associated with a qr code that refer to the movie scenes. So once in place you can relive the magic of “Basilicata coast to coast”.

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Film-und

ReiseRouten

BASILICATA coast to coast

Basilicata-Von KÜste zu KÜste ist ein Film des

lukanischen Schauspielers und Reggisseurs Rocco

Papaleo, veröffentlicht im Jahr 2010, ist ein Zeichen

der Liebe zu seinem land. Die Geschichte erzählt

von 4 Freunden (Rocco Papaleo, Alessandro

Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè) und einer

apathischen Journalistin (Giovanna Mezzogiorno),

die beschliessen ihre Reise in Maratea an der

tyrrhenische KÜste in Basilikata zu starten und in

Scanzano Jonico an der jonischen KÜste, um an

einem Musikfestval teilzunehmen, zu beenden.

Während ihres striktem Fussmarsches, zu dem sie

sich gemeinsam entschieden haben, um die Reise

zu verlängern, erlebt die musikalische Gruppe eine

Reihe lustiger Abenteuer. Zehn Tage um die Basilikata

zu durchqueren (anstatt eineinhalb Stunden mit dem

Auto) und um die eigenen Grenzen kennenzulernen.

Die Reiseroute des Films wurde durch den Erfolg des

Films und dem Wunsch vieler Touristen die gleiche

Strecke der Schauspieler zurÜckzulegen, geboren.

Wie im Film ist die Route in zwei Teile aufgeteilt.

Eine Strecke fÜhrt von Maratea nach Val d’Agri

und die andere von Aliano nach Scanzano Jonico.

Zwei Routen, die die wichtigsten Anlaufpunkte des

Films einschliessen, so organisiert, um sie in einem

Tag zurÜckzulegen.( wer kann, dem empfehlen

wir sich mehr Zeit zu nehmen). Aber jeder kann

die Reise nach seinem Geschmack beginnen und

beenden; eventuell an der KÜste startend und ins

Landesinnere folgend. Jeder Aufenthaltspunkt ist

mit einem QR-Code versehen, der zu der Szene des

Films fÜhrt. So kann man, wenn man einmal vor Ort

ist, den Zauber von Basilikata-Von KÜste zu KÜste

wiederbeleben.

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Il segnalibro con QRcode per accedere alla partizione del sito dedicato agli itinerari cineturistici; le brochure chiuse presentate alla BIT 2013 in italiano, tedesco e inglese.

Page 119: Cineturismo in Basilicata

117

Allestimento dell’APT Basilicataper la BIT 2013 nell’ambito del qualeè stato presentato il progetto degli itinerari cineturistici Rollup dei progetti

presentati alla BIT

Page 120: Cineturismo in Basilicata

BIBLIOGRAFIA, SITOGRAFIA e FILMOGRAFIA

CAPITOLO 1 - BIBLIOGRAFIA

• Ajay K. Kolhy, Bernard J. Yaworsky (1990), “Market orientation. The construct, research Propositions, and managerial implications, journal of Marketing, , pag. 1 - 18

• Apt Basilicata (2011), Ciak si viaggia, Potenza• Arecco S. (2009), Cinema e paesaggio. Dizionario critico da Accattone a Volver, Genova, Le Mani• Assunto R. (1999), Il paesaggio e l’estetica, Guerini, Napoli• Balasubramaniam S.K. (1994), Beyond advertising and publicity: Hybrid messages and public policy issues,

Journal of Advertising• Bazin A. (1973), Che cos’è il cinema?, Garzanti, Milano• Benjamin W. (1966) L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Einaudi, Torino• Bernardi S. (2002), Il paesaggio nel cinema italiano, Venezia, Marsilio• Beeton S. (2005), Film induced tourism, Channel View Publications, Clevedon• Beeton S. (2007), The future impact of film on regions: can we predict film induced tourism? in I quaderni

del cineturismo, V convegno• Busby G., Klug J. (2001), Movie-induced tourism: the challenge of measurement and other issues, in Journal

of Vacation Marketing, vol. 7, n. 4, pp. 316 - 332• Butler R.W. (1990), The influence of the media un shaping international tourist patterns, in Tourism

Recreation Research, vol. 15, n. 2, pp. 46 - 53• Candela G., Ficini P. (2003) , Economia del turismo, McGraw - Hill• Canova G. (1999), L’occhio che ride. Commedia e Anti-commedia nel cinema italiano, Editoriale Modo,

Milano• Chierchia V. (2005), Boom del cineturismo. L’Italia tenta il recupero, in Il Sole 24 Ore, 28 agosto• Clewley M. (2005), Placement territoriale volano tra industria cinematografica e turistica? in I quaderni del

cineturismo, IV convegno• Connell, J. (2005a), Toddlers, tourism and Tobermory: Destination marketing issues and TV-induced

tourism. Tourism Management, 26(5), 749 - 755• Corbetta P. (2003), La ricerca sociale: metodologia e tecniche (Vol. 2 e 3), Il Mulino, Bologna• Costa A. (2002), Il cinema e le arti visive, Einaudi, Torino• D’amico A. (2006), Demarketing e turismo sostenibile in III convegno annuale della società italiana di

marketing• Dalli D. (2005), Il product placement tra realismo cinematografico e comunicazione, in Economia &

Management, n. 4, pp. 79 - 90• Dann, G.M.S. (1977), Anomie, Ego - Enhancement in Tourism in Annals of Tourism Research, p. 184 - 194• De Falco C. (2007), La promozione del territorio tramite I media: il successo del cinetursimo a Matera,

Università di Napoli• De Luca F. (2004), L’irlanda sul set in I quaderni del cineturismo, II convegno• Di Cesare F., Rech G. (2007), Le produzioni cinematografiche, il turismo, il territorio, Carocci, Roma• Ejarque J.(2003), La destinazione turistica di successo, Hoepli, Milano• Fagiani M. L (2008), Città, cinema, società: immaginari urbani negli USA e in Italia, Franco Angeli, Milano• Fagiani M. L. (2009), L’ immagine dei territori: cineturismo e altri percorsi, Centro Editoriale e Librario,

Cosenza• Ferrero A. (2005), Il cinema di Pier Paolo Pasolini, Marsilio, Venezia• Gartner W.C. (1993), Image formation process, in Journal of Travel and Tourism Marketing, vol. 2, n. 3,

pp.191 - 215• Ghedini O.P. (2006), Le Film Commission: esperienze e prospettive, in “Le istituzioni del federalismo”,

suppl. rivista Studi giuridici e politici della Regione Emilia Romagna, suppl. 4, pp. 29 - 3.• Gunn, C. (1972). Vacationscape: Designing tourist regions. Austin, TX: University of Texas Press• Gupta P.B., Gould S.J. (1997), Consumers’ perception of the ethics and acceptability of product placements

in movies: Product category and individual differences in Journal of Current Issues and Research in Advertising

• Hudson S., Brent Ritchie J.R. (2006), Promoting Destinations via Film Tourism: An Empirical Identification of Supporting Marketing Initiatives, in Journal of Travel

• Research, vol. 44, n.4, pp. 387 - 396• Hudson S., Ritchie B. (2006), Film tourism and destination marketing: the case of Captain Corelli’s

mandolin, Journal of Vacation Marketing, n.12, 257 - 267• Ischia Film Location, I quaderni del cineturismo, II convegno 2004• Ischia Film Location, I quaderni del cineturismo, III convegno 2005• Ischia Film Location, I quaderni del cineturismo, IV convegno 2006• Ischia Film Location, I quaderni del cineturismo, V convegno 2007• Karrh J.A. (1998), Brand placement: A review in Journal of Current Issues and Research in Advertising

118

Page 121: Cineturismo in Basilicata

• Kim H., Richardson S. (2002), Motion Picture Impacts on Destination Images, in Annals of Tourism Research, vol. 30, n. 1, pp. 216 - 237

• La valorizzazione del territorio attraverso l’industria cinematografica:analisi e strumenti. III convegno sul cineturismo, Ischia film festival 2006

• Law L., Bunnell T., Ong C. (2007), The Beach, the Gaze and Film tourism in Tourist Studies, vol. 7, pp. 140 - 164

• Levi C. (1945), Cristo si è fermato a Eboli, Einaudi, Torino• Macionis N. (2004), Understanding the Film Induced Tourist, in International Tourism and Media

Conference Proceedings, 24th - 26th November, Melbourne: Tourism Research Unit.,• Magariello G. (2005), Placement territorial volano tra industria cinematografica e turistica in I quaderni del

cineturismo, IV convegno• Malavasi L. (2005), Gabriele Salvatores, Il Castoro, Milano• Martini U. (2005), Management dei sistemi territoriali: gestione e marketing delle destinazioni turistiche,

Giappichelli, Torino• Messina E. (2007), Product placement e percezione del valore territoriale in I quaderni del cineturismo, V

convegno• Morgan N., Pritchard A. (1998), Tourism promotion and power, creating images, • creating identities• Murri S. (2003), Pier Paolo Pasolini, Il Castoro, Milano• Natale R. (2007), Il location placement: le problematiche italiane da un confronto internazionale in in I

quaderni del cineturismo, • V convegno• Nelli R.P., Bensi P. (2007), Il Product Placement nelle strategie di convergenza della marca nel settore

dell’intrattenimento, Vita e Pensiero, Milano• Plan desarrollo turistico de Sevilla 2006• Provenzano R.C. (a cura di) (2007), Al cinema con la valigia. I film di viaggio e il cineturismo, Franco Angeli,

Milano• Pugini M.V. (2007), Dalle run-away alle lost&misplaced productions: l’anomalia italiana! in I quaderni del

cineturismo, V convegno• Raffestin C. (2005), Dalla nostalgia del territorio al desiderio di paesaggio. Elementi per una teoria del

paesaggio, Alinea, Firenze• Riley R., Baker D., Van Doren C.S. (1998), Movie Induced Tourism, in Annals of Tourism Research, vol. 25,

n. 4, pp. 919 - 935• Riley R., Van Doren C.S. (1992), Movie as Tourism Promotion: A “Pull” Factor in a “Push” Location,

in Tourism Management, vol. 13, n. 3, pp. 267 - 274.Risposte Turismo (2006), Le produzioni cinematografiche, il turismo e i territori, Venezia.

• Rocco A. (2006), Da location a destination, ecco i casi di successo, in La rivista del turismo• Rocco A. (a cura di) (2001), Studio sull’impatto economico delle produzioni cinematografiche e televisive

sul territorio umbro, Umbria Film Commission, Terni• Rossignoli O. (2006), Turismo: fonte di finanziamento del cinema italiano in I quaderni del cineturismo, III

convegno• Salvatore M. (2007), L’immaginario dei luoghi. Pellegrinaggi mediatici e percorsi simbolici in I quaderni del

cineturismo, V convegno• Schofield, P. (1996). Cinematographic images of a city. Tourism Management, 17(5), 333 - 340• Terrone E. (2010), Cinema e Geografia: un territorio da esplorare• Tooke N., Baker M. (1996), Seeing is beeliving: the effect of film on visitor numbers to screened locations,

Tourist Management, vol.17, no.2,• 87 - 94.• Tourism Research, vol. 30, n. 1, pp. 216 - 237.• Turri E. (1998), Paesaggio come teatro, Marsilio, Venezia• Valdani E., Guenzi P. (1998), Il marketing nei parchi tematici. Un modello di gestione per le imprese

dell’entertainment, Egea, Milano• Urry G. (1990), The tourist gaze: leisure and travel in contemporary society, Sage, Londra

CAPITOLO 1 - SITOGRAFIA • http://english.visitkorea.or.kr/enu/index.kto visitato il 5 giugno 2011• www.aiig.it/Documenti/rivista/2010/n6/n06_14.pdf visitato il 5 giugno 2011• www.anica.it/online/index.php/fondi-regionali.html visitato il 5 giugno 2011• www.eagledvdshop.it/dvd/commedia/basilicatacoasttocoast.html?id=1606 visitato il 21 aprile 2011• www.mymovies.it/film/2010/basilicatacoasttocoast/ visitato il 5 giugno 2011• www.newzealand.com/travel/about-nz/culture/culture-arts.cfm visitato il 5 giugno 2011• http://www.santabarbaraca.com/includes/media/docs/Sidways_Map-Apr10-web.pdf, visitato l’8 aprile 2011.

119

Page 122: Cineturismo in Basilicata

• www.visitbritain.com/it/Things-to-do/Leisure-and-Entertainment/Top-British-Film-Locations.htm visitato il 21 aprile 2011

• www.visitbritainshop.com/italia/attrazioni/musica-e-film/product/harry-potter-walking-tour-of-london.html visitato il 5 giugno 2011

• www.foxsearchlight.com/sideways, visitato l’ 8 aprile 2011.• www.basilicatacoasttocoast.it visitato il 21 aprile 2011• www.viaggisolidali.it visitato il 21 aprile 2011• www.viedeicanti.it visitato il 21 aprile 2011• www.waldenviaggiapiedi.it visitato il 21 aprile 2011• www.cineturismo.it visitato il 5 giugno 2011• www.cineconomy.it/ visitato il 5 giugno 2011• www.cinemaevideo.it/ visitato il 5 giugno 2011• www.afci.org/ visitato il 5 giugno 2011• www.apuliafilmcommission.it/ visitato il 5 giugno 2011• www.fctp.it/info_pdff.php visitato il 5 giugno 2011• www.fvgfilmcommission.com/ visitato il 5 giugno 2011• www.lordoftherings.net/ visitato il 5 giugno 2011• www.romalaziofilmcommission.it/ visitato il 5 giugno 2011• www.thepassionofchrist.com/skip.html • visitato il 5 giugno 2011• www.visitbritainsuperblog.com/tag/movies visitato il 5 giugno 2011

CAPITOLO 1 - FILMOGRAFIA• A Porte Chiuse (Dino Risi, 1960) film• Angeli e Demoni (Ron Howard, 2009) film• Basilicata coast to coast (Rocco Papaleo, 2010) film• Braveheart (Mel Gibson, 1995) film• Capri (Francesca Marra, Dario Acocella, 2006-2010) fiction• Cristo si è fermato a Eboli (Francesco Rosi, 1979) film• Del Perduto Amore (Michele Placido, 1998) film• Don Matteo (Giulio Base, Lodovico Gasparini, 2000-2009) fiction• Gli anni Ruggenti (Luigi Zampa, 1962) film• Il Codice da Vinci (Ron Howard, 2006) film• Il Mandolino del Capitano Corelli (John Madden, 2001) film• Il Rabdomante (Fabrizio Cattani, 2005) film• Il Signore degli Anelli (Peter Jackson, 2002-2004) film• Il Vangelo secondo Matteo (Pier Paolo Pasolini, 1964) film• Io non ho paura (Gabriele Salvatores, 2002) film• L’Ultimo Samurai (Edward Zwick, 2003) film• La Dolce Vita (Federico Fellini, 1960) film• La Passione di Cristo (Mel Gibson, 2003) film• La Vedovella (Silvio Siani, 1962) film• Made in Italy (Nanni Loy, 1965) film• Pane e Libertà (Alberto Negrin, 2009) film tv• Salvate il Soldato Ryan (Steven Spielberg, 1998) film• Sideways (Alexander Payne, 2004) film • The Beach (Danny Boyle, 2000) film• The Nativity Story (Catherine Hardwicke, 2006) film• Thelma & Louise (Ridley Scott, 1991) film• Tre Fratelli (Francesco Rosi, 1981) film

120

Page 123: Cineturismo in Basilicata

121

CAPITOLO 2 - BIBLIOGRAFIA Su modernità, postmodernità e turismo

• Ariely D., Norton M.I., How concepts affect consumption, Harvard business review, 2009• Augè M., Disneyland e altri nonluoghi, Bollati Boringhieri, Torino, 1999• Augè M., Nonluoghi. Introduzione a un’antropologia della surmodernità, Elèuthera, Milano, 1999• Baudrillard J., Simulations, Semiotext, New York, 1983• Bauman Z., Modernità liquida, Laterza, Bari, 2002• Butler R. W., 1980. The concept of a tourist area cycle of evolution: implications for management of

resources, Canadian Geographer 24:5 - 12• Cohen E. (1974), Who is a tourist? A conceptual clarification, The Sociological Review, Vol. 22, Issue 4, pp.

527 - 555• Cohen E., 1993. “Contemporary Tourism - Trends and Challenges”, in Nocifora E.(a cura di), Il turismo

mediterraneo come risorsa e come rischio. Strategie di comunicazione,Roma, Edizioni Seam, 1993, pp. 18 - 28

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capitolo 2 - filmografia• Basilicata coast to coast (Rocco Papaleo, 2010) film• Cristo si è fermato a Eboli (Francesco Rosi, 1979) film• Il Mandolino del Capitano Corelli (John Madden, 2001) film• Il Signore degli Anelli (Peter Jackson, 2002-2004) film• Il Vangelo secondo Matteo (Pier Paolo Pasolini, 1964) film• Io non ho paura (Gabriele Salvatores, 2002) film• La Dolce Vita (Federico Fellini, 1960) film• The Passion of the Christ (Mel Gibson, 2003) film• Sideways (Alexander Payne, 2004) film

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THE END

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