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Circolare GIUGNO 2010 Pag. 1 A tutti i clienti in indirizzo CIRCOLARE MENSILE Giugno 2010 AGEVOLAZIONI IN SCADENZA: TREMONTI-TER e MORATORIA DEI DEBITI Decreto anticrisi: D.L. 78/2009 Il prossimo 30 giugno 2010 scadono i termini per fruire delle disposizioni agevolative introdotte dal D.L. n. 78/09 (c.d. decreto anticrisi). In particolare, si ricordano le due seguenti misure che prevedono la possibilità di: - detassare un importo pari al 50% del valore degli investimenti in macchinari e attrezzature nuovi individuati alla divisione 28 della tabella Ateco 2007 per tutti i titolari di reddito di impresa ( c.d. Tremonti Ter); - sospendere i debiti contratti da piccole e medie imprese con le banche e le società di leasing (per 12 mesi con riferimento al pagamento della quota capitale della rata dei mutui , per 6 o 12 mesi con riguardo al pagamento della quota capitale implicita dei canoni di leasing mobiliari o immobiliari). L’agevolazione Tremonti -ter Rimandando alle nostre precedenti comunicazioni per un maggior dettaglio, si ricorda che la possibilità di fruire della detassazione in commento è concessa a tutti i titolari di reddito d’impresa, sia organizzati in forma individuale che societaria, a prescindere dal regime contabile adottato, per gli investimenti effettuati tra l’1/7/2009 e il 30/6/2010. Non rileva l’attività svolta dal cedente o dall’acquirente, ma solo il fatto che venga ceduto un bene appartenente alla divisione 28 della tabella Ateco 2007 (scaricabile gratuitamente al seguente link: http://www.istat.it/strumenti/definizioni/ateco/ . I beni detassabili sono unicamente quelli che si possono classificare tra le immobilizzazioni quali cespiti, cioè beni strumentali. Si ricorda che il costo dei beni agevolabili comprende gli oneri accessori di diretta imputazione (spese di progettazione, trasporti, montaggio, installazione, messa a punto, spese per perizie e collaudi). Inoltre, l’acquisto è agevolabile anche se effettuato mediante leasing o con contratto di appalto: in questi casi l’importo rilevante ai fini della tassazione è quello desumibile dal contratto. Secondo quanto stabilito dall’art. 5 del D.L. 78/2009, il momento di effettuazione degli investimenti, e di conseguenza dell’agevolazione in commento, si individua sulla base del criterio di competenza. Pertanto, occorrerà fare riferimento alle regole previste in relazione alle diverse tipologie di acquisto secondo quanto sinteticamente riportato nel prospetto che segue. In ogni caso l’investimento dovrà essere effettuato entro il 30 giugno 2010. Tipologia di acquisto Momento rilevante dell’acquisto Acquisto Consegna o spedizione del bene o, se successiva, data in cui si verifica l’effetto traslativo della proprietà Appalto Il momento di effettuazione d ell’investimento coincide con il momento

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Circolare GIUGNO 2010

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A tutti i clienti in indirizzo

CIRCOLARE MENSILE

Giugno 2010

AAGGEEVVOOLLAAZZIIOONNII IINN SSCCAADDEENNZZAA:: TTRREEMMOONNTTII--TTEERR ee MMOORRAATTOORRIIAA DDEEII DDEEBBIITTII Decreto anticrisi: D.L. 78/2009

Il prossimo 30 giugno 2010 scadono i termini per fruire delle disposizioni agevolative introdotte dal D.L. n. 78/09 (c.d. decreto anticrisi). In particolare, si ricordano le due seguenti misure che prevedono la possibilità di:

- detassare un importo pari al 50% del valore degli investimenti in macchinari e attrezzature nuovi individuati alla divisione 28 della tabella Ateco 2007 per tutti i titolari di reddito di impresa (c.d. Tremonti Ter);

- sospendere i debiti contratti da piccole e medie imprese con le banche e le società di leasing (per 12 mesi con riferimento al pagamento della quota capitale della rata dei mutui, per 6 o 12 mesi con riguardo al pagamento della quota capitale implicita dei canoni di leasing mobiliari o immobiliari).

L’agevolazione Tremonti -ter Rimandando alle nostre precedenti comunicazioni per un maggior dettaglio, si ricorda che la possibilità di fruire della detassazione in commento è concessa a tutti i titolari di reddito d’impresa, sia organizzati in forma individuale che societaria, a prescindere dal regime contabile adottato, per gli investimenti effettuati tra l’1/7/2009 e il 30/6/2010. Non rileva l’attività svolta dal cedente o dall’acquirente, ma solo il fatto che venga ceduto un bene appartenente alla divisione 28 della tabella Ateco 2007 (scaricabile gratuitamente al seguente link: http://www.istat.it/strumenti/definizioni/ateco/. I beni detassabili sono unicamente quelli che si possono classificare tra le immobilizzazioni quali cespiti, cioè beni strumentali. Si ricorda che il costo dei beni agevolabili comprende gli oneri accessori di diretta imputazione (spese di progettazione, trasporti, montaggio, installazione, messa a punto, spese per perizie e collaudi). Inoltre, l’acquisto è agevolabile anche se effettuato mediante leasing o con contratto di appalto: in questi casi l’importo rilevante ai fini della tassazione è quello desumibile dal contratto. Secondo quanto stabilito dall’art. 5 del D.L. 78/2009, il momento di effettuazione degli investimenti, e di conseguenza dell’agevolazione in commento, si individua sulla base del criterio di competenza. Pertanto, occorrerà fare riferimento alle regole previste in relazione alle diverse tipologie di acquisto secondo quanto sinteticamente riportato nel prospetto che segue. In ogni caso l’investimento dovrà essere effettuato entro il 30 giugno 2010.

Tipologia di acquisto Momento rilevante dell’acquisto Acquisto Consegna o spedizione del bene o, se successiva, data in cui si verifica

l’effetto traslativo della proprietà Appalto Il momento di effettuazione dell’investimento coincide con il momento

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in cui l’utilizzatore entra nella disponibilità del bene. (si ricorda che nell’ipotesi in cui la complessità del contratto richieda l’indicazione di specifici Stati di avanzamento lavori (c.d. SAL) l’importo dell’investimento da assumere a riferimento per la determinazione dell’agevolazione in ciascun periodo è commisurato ai corrispettivi liquidati in modo definitivo dal soggetto appaltatore.)

Leasing Consegna del bene (n.b.: l’agevolazione non spetta, invece, per l’acquisizione dei beni mediante il c.d. “leasing operativo”).

Beni realizzati in economia Ultimazione dei lavori di realizzazione Si ricordi inoltre che: - sono compresi tra i beni agevolabili anche gli investimenti in beni di costo unitario inferiore ad €

516,46, ancorché dedotti integralmente nell’esercizio di sostenimento del costo; - è agevolabile anche l’investimento di un bene che, compreso nella citata divisione 28, è parte di

“impianti e strutture più complessi già esistenti” non compresi nella citata divisione; - è agevolabile anche l’investimento di un bene che, non compreso nella citata divisione 28, costituisce

una “dotazione” dell’investimento (agevolabile), intesa quale componente o parte indispensabile al funzionamento dello stesso (ad esempio, computer e software necessari a far funzionare i macchinari e le apparecchiature);

- la fruizione dell’agevolazione non è condizionata dall’entrata in funzione del bene oggetto dell’investimento;

- il bene agevolabile può essere allocato in strutture produttive site in Italia, in uno Stato UE, oppure in uno Stato SEE (Spazio Economico Europeo);

- nel caso in cui i beni agevolabili siano acquistati attraverso l’ottenimento di contributi in conto impianti, secondo quanto indicato nella c.m. n. 90/e/2001, il valore “agevolabile” dei beni strumentali deve essere assunto al netto di tali contributi ricevuti.

Da ultimo, si ricorda che il comma 3, dell’articolo 5, del DL in esame, reca una previsione generale di revoca del beneficio nel caso in cui “l’imprenditore cede a terzi o destina i beni oggetto degli investimenti agevolati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa prima del secondo periodo d’imposta successivo all’acquisto”. In altri termini, il mantenimento dell’agevolazione è condizionato alla permanenza dei beni oggetto di investimento agevolato per il periodo d’imposta in cui sono stati acquisiti e per il successivo. Si tratta di una condizione che, salvo la riduzione da tre a due dei periodi di vincolo dei beni, opera in modo del tutto simile a quella prevista nella precedente disciplina della Tremonti -bis. La sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese Innanzitutto, si ricorda che l e PMI interessate alle misure previste dal DL in esame devono avere un numero di dipendenti non superiore a 250 unità ed un fatturato annuo minore di euro 50.000.000 (oppure un totale di attivo di bilancio minore di euro 43.000.000). Le domande devono essere presentate dalle imprese interessate alle banche ed agli intermediari entro il 30 giugno 2010. In breve si ricorda che: Soggetti beneficiari Aziende con non più di 250 dipendenti e con fatturato non superiore ai 50 milioni di euro (oppure con totale attivo di bilancio fino a 43 milioni di euro). Oggetto della moratoria

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- Sospensione del pagamento delle quote capitale delle rate di mutuo vantate dalle banche per 12 mesi. - Sospensione del pagamento della quota capitale implicita nei canoni di leasing immobiliare o mobiliare

(in questo caso la sospensione può arrivare a soli 6 mesi) - Allungamento a 270 giorni delle scadenze di credito a breve termine (anticipazioni di crediti certi ed

esigibili) Domanda da presentare alla banca E' necessario fare domanda alla propria banca entro il 30 giugno 2010. La risposta da parte della banca deve arrivare entro 30 giorni dal ricevimento della domanda. Le banche, in virtù della sospensione, non possono applicare o chiedere: - aumenti dei tassi di interesse rispetto a quelli indicati nel contratto originario (pertanto rimangono in

essere i tassi concordati e la periodicità contrattuale); - interessi di mora; - commissioni o spese di istruttoria, salvo il rimborso di eventuali spese vive sostenute dalla banca nei

confronti di terzi e da documentare adeguatamente ai clienti: - garanzie aggiuntive. La domanda va presentata alle banche che hanno aderito all’iniziativa, cioè a quelle che hanno fatto la relativa comunicazione all’ABI, impegnandosi a rendere effettiva l’adesione entro 45 giorni dalla comunicazione stessa. Le banche che ricevono la richiesta di moratoria sono tenute a fornire una risposta alle imprese istanti entro 30 giorni lavorativi dalla presentazione della domanda completa di tutti i documenti . Meccanismo tecnico della moratoria La sospensione della quota capitale determina la traslazione del piano di ammortamento per il periodo corrispondente. Le rate sospese, per la quota capitale, vengono ammortizzate con lo stesso tasso contrattuale e la stessa periodicità stabilita ad inizio contratto.

IICCII:: AACCCCOONNTTOO 22001100 Come noto, l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) viene ordinariamente versata, in relazione all'anno di riferimento, in due scadenze: - Acconto - entro il 16 giugno: viene determinato in via provvisoria quale 50% dell'imposta dovuta sulla

base di aliquote e detrazioni che ciascun Comune ha previsto per il periodo d'imposta precedente; - Saldo - entro il 16 dicembre: viene determinata l'imposta effettivamente dovuta, con l’applicazione di

detrazioni e aliquote previste per l'anno in corso, conguagliando quanto già versato in sede di acconto. In alternativa il contribuente ha la possibilità di effettuare il versamento in unica soluzione entro il termine previsto per il versamento dell'acconto (quindi entro il 16 giugno). In questo caso, il contribuente dovrà preoccuparsi di determinare già da subito il suo reale debito d'imposta utilizzando aliquote e detrazioni deliberate per l'anno in corso. Il versamento dell’acconto è per così dire “provvisorio”, in quanto viene effettuato sulla base della situazione reale del 2010 (quindi tenendo conto di eventuali acquisti, vendite, modifiche catastali o altro intervenuti dal 1/1 al 15/6/2010), applicando però le aliquote e le detrazioni deliberate dai Comuni ove insistono i terreni o i fabbricati con riferimento all’anno 2009. In linea generale, si ricorda che, ai fini del versamento Ici: - l’importo complessivo da pagare deve essere opportunamente arrotondato all’unità di euro (per

difetto, se la frazione non è superiore a 49 centesimi; per eccesso, se superiore a detto importo); - il versamento minimo è fissato in 12 euro salvo diversa previsione del regolamento comunale;

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- per gli immobili cointestati, ogni contitolare deve effettuare un distinto versamento, salvo che il Comune abbia deliberato nel senso di ritenere validi i versamenti effettuati da uno solo dei titolari anche per conto degli altri.

Il versamento potrà essere effettuato utilizzando: - il tradizionale bollettino postale, conforme al modello ministeriale approvato col DM 25 marzo 2009, il

quale, a seconda che il Comune si avvalga o meno della riscossione diretta, deve essere intestato al conto di tesoreria messo a disposizione dall'Ente ovvero al Concessionario;

- il modello F24. I codici tributo da utilizzare, istituiti attraverso la Risoluzione Ministeriale n. 201/E del 2002, sono: - Codice tributo 3901 per l'abitazione principale - Codice tributo 3902 per i terreni agricoli - Codice tributo 3903 per le aree fabbricabili - Codice tributo 3904 per gli altri fabbricati.

Questa seconda forma di pagamento (Mod. F24) offre l'indubbio vantaggio di poter utilizzare altri crediti tributari o contributivi in compensazione dell'Ici dovuta; I soggetti titolari di partita IVA che intendano eseguire il pagamento con il modello F24 devono utilizzare una delle seguenti procedure:

- “F24 on line”, con addebito sul proprio conto corrente; - “F24 cumulativo”, riservato agli intermediari abilitati ad Entratel (escluse le società del gruppo), per

effettuare telematicamente i versamenti dei propri clienti, con addebito sui relativi conti correnti o sul conto corrente dell’intermediario;

- sistemi di home banking collegati al circuito CBI (Corporate Banking Interbancari) del sistema bancario o altri sistemi di home banking offerti dagli istituti di credito o dalla società Poste Italiane S.p.A.

Si ricorda che sono soggetti al tributo: - i terreni agricoli, sulla base del reddito dominicale rivalutato (ad eccezione di quelli ubicati nei comuni

definiti “montani”); - le aree edificabili, sulla base del valore venale (si ricorda che, ai sensi del D.L. n. 223/06, in caso di

modifiche al piano regolatore, tali modifiche si devono considerare ai fini fiscali sin dalla data dell’adozione da parte del Comune; sono irrilevanti i piani attuativi);

- i fabbricati, sulla base della rendita catastale rivalutata (con esclusione di quelli esenti). Esenzione per abitazione principale Sono esenti da Ici l’abitazione principale e le relative pertinenze, queste ultime nel limite di numero e tipologia previsto dal regolamento comunale. L’esenzione non si applica alle abitazioni:

- di pregio censite nelle categorie catastali A/1 – A/8 e A/9; - tenute a disposizione in Italia dai cittadini italiani residenti all’estero.

Come chiarito dalla risoluzione 1/DF del 4 marzo 2009, l’esenzione è riconosciuta solo per le assimilazioni previste da specifiche disposizioni di legge; al riguardo occorre però distinguere le assimilazioni: - “obbligatorie” (quali gli immobili delle IACP e delle cooperative edilizie a proprietà indivisa, così l’ex

casa coniugale nel caso di separazione) che riconoscono il diritto all’esenzione senza necessità di una specifica previsione regolamentare da parte del Comune;

- “facoltative” (come gli immobili concessi in uso gratuito e gli immobili di anziani e disabili che hanno

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trasferito la residenza in istituto di ricovero o sanitario) che conferiscono il diritto all’esenzione solo se esplicitamente introdotte da ciascun Comune.

Variazioni intervenute nel corso del 2010 Da ultimo, si rammenta che sulla quantificazione dell’imposta dovuta incidono, principalmente, le seguenti variazioni: - Modificazioni relative al bene

- nuovi accatastamenti, frazionamenti, demolizioni, ristrutturazioni, inagibilità, fusioni o comunque altre variazioni che riguardino i fabbricati; variazioni di coltura che riguardino i terreni agricoli; variazioni di classificazione nel P.R.G. del Comune dell’area edificabile;

- Modificazioni relative alla titolarità - cessioni o acquisizioni di immobili, cessazioni o costituzioni di diritti di usufrutto, uso o abitazione,

ottenimento in concessione o in diritto di superficie di un terreno, sottoscrizione di un contratto di leasing immobiliare, successioni o riunioni di usufrutto.

DDIIRRIITTTTOO CCAAMMEERRAALLEE 22001100 Il prossimo il 16 giugno scade il termine per il pagamento del diritto annuale a favore della Camera di Commercio territorialmente competente, ovvero nel cui territorio provinciale è ubicata la sede dell’impresa o della società. Il tributo è dovuto da ogni impresa, iscritta o annotata presso il registro delle imprese.

Soggetti interessati Sono obbligati al pagamento del diritto annuale tutte le imprese iscritte o annotate nel Registro delle Imprese al 1° gennaio 2010, anche se poste in liquidazione. Nel caso di iscrizione in corso d’anno, per le imprese di nuova costituzione, è dovuto per l’intero importo e va versato entro 30 giorni dall’iscrizione. Sono altresì obbligate le imprese che, pur avendo cessato l’attività, non risultano cancellate dal Registro delle Imprese. Soggetti obbligati e soggetti esonerati

Soggetti obbligati - Imprese individuali iscritte o annotate nella

sezione ordinaria e speciale; - Società semplici agricole; - Società cooperative e Consorzi; - Enti economici pubblici e privati; - Aziende speciali e consorzi previsti dalla L.

n.267/00; - GEIE- gruppo europeo di interesse economico;

- Società semplici non agricole; - Società di persone (Snc, Sas); - Società tra avvocati D.Lgs. n.96/01; - Imprese estere con unità locali in Italia; - Srl (anche unipersonale), Spa e società in

accomandita per azioni; - Società consortili a responsabilità limitata per

azioni.

Soggetti esonerati - soggetti iscritti solo al REA (repertorio economico amministrativo); - le imprese che, al 31 dicembre 2009, risultavano in fallimento o in liquidazione coatta amministrativa,

salvo l'esercizio provvisorio dell'attività (le imprese soggette alle altre procedure concorsuali non sono esonerate dal pagamento del diritto annuale);

- le imprese individuali che hanno cessato l'attività entro il 31 dicembre 2009 purché abbiano

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presentato la domanda di cancellazione dal Registro delle Imprese entro il 30 gennaio 2010; - le società e gli altri soggetti collettivi che hanno approvato il bilancio finale di liquidazione entro il 31

dicembre 2009, purché abbiano presentato la domanda di cancellazione dal Registro delle imprese entro il 30 gennaio 2010;

- le cooperative che alla data del 31 dicembre 2009 sono state sciolte per effetto di un provvedimento dell'Autorità Governativa.

Importi da versare L’importo da versare è diverso a seconda che il soggetto interessato sia iscritto nella sezione speciale o ordinaria del Registro Imprese. I soggetti iscritti nella sezione speciale del Registro Imprese sono tenuti al pagamento del diritto annuale in misura fissa (a prescindere da qualsiasi altro parametro), nelle seguenti misure:

Imprese Diritto 2010 Imprese individuali € 88,00 Società semplici agricole € 88,00 Società semplici non agricole € 144,00 Società tra avvocati € 170,00

I soggetti iscritti alla sezione ordinaria del Registro Imprese, invece, calcolano la misura del diritto annuale in base alla fascia di fatturato, realizzato nell’anno precedente e risultante dalla dichiarazione Irap. , secondo i seguenti scaglioni:

Scaglioni di fatturato Aliquote

Da Euro A Euro 0 100.000,00 €. 200,00 in misura fissa

100.000,00 250.000,00 0,015% 250.000,00 500.000,00 0,013% 500.000,00 1.000.000,00 0,010%

1.000.000,00 10.000.000,00 0,009% 10.000.000,00 35.000.000,00 0,005% 35.000.000,00 50.000.000,00 0,003%

Oltre 50.000.000,00 0,001% (fino ad un massimo di € 40.000,00)

Unità locali Gli importi riportati in tabella si riferiscono alla sede principale dell’impresa; se questa ha anche delle unità locali, per ciascuna di queste è dovuto un importo pari al 20% di quanto dovuto per la sede principale fino ad un massimo di € 200. Le imprese con sede principale all’estero, per ogni unità locale o sede secondaria sul territorio nazionale devono corrispondere un importo fisso pari ad € 110.

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Modalità di versamento Il versamento del diritto camerale deve avvenire in unica soluzione entro il termine per il pagamento del primo acconto delle imposte 2010 (ordinariamente, entro il 16 giugno 2010 ovvero entro il 16 luglio 2010 con maggiorazione dello 0,4%), attraverso il modello F24 indicando nella sezione “ICI ed altri tributi locali”:

- il codice ente (sigla della provincia); - il codice tributo 3850; - l’anno di riferimento 2010.

Nel caso di unità locali ubicate in province diverse, il versamento dovrà essere effettuato distintamente con riferimento a ciascuna Camera di Commercio territorialmente competente. Nel caso di variazione della sede legale, il versamento del diritto annuale deve essere effettuato presso la Camera di Commercio dove è ubicata la sede legale al 1° gennaio dell’anno di competenza.

Ravvedimento operoso Il ritardato versamento del diritto camerale può essere regolarizzato tramite ravvedimento operoso, versando unitamente al contributo:

- gli interessi al tasso legale (1%) maturati dalla scadenza di versamento alla data del versamento effettivo (utilizzando il codice tributo 3851);

- le sanzioni ridotte al 2,5% se la regolarizzazione avviene entro i 30 giorni ovvero al 3% se avviene oltre i 30 giorni (utilizzando il codice tributo 3852).

Infine, si ricorda che il mancato pagamento del diritto annuale impedisce il rilascio dei certificati del Registro Imprese e della firma digitale. PPRREESSTTAAZZIIOONNII AALLBBEERRGGHHIIEERREE EE SSOOMMMMIINNIISSTTRRAAZZIIOONNII DDII AALLIIMMEENNTTII EE BBEEVVAANNDDEE -- (CM

n. 25/E del 19/5/2010) Come noto, la normativa vigente consente la detrazione dell’Iva gravante sulle spese di vitto e alloggio sostenute in occasione di trasferte legate allo svolgimento dell’attività di impresa alla condizione che sia rilasciata e registrata la fattura. Non è raro però che, in relazione a pasti di modesto importo, le imprese non richiedano la fattura, con la conseguenza che la spesa viene “certificata” mediante il rilascio della ricevuta fiscale o dello scontrino. Lo scorso anno, l’Agenzia aveva sostenuto che, in tal caso, l’Iva compresa nel corrispettivo pagato non poteva essere dedotta né dal reddito, né ai fini Irap, in quanto spesa non inerente. Finalmente, l’Agenzia delle Entrate, con la circ. 19/5/2010 n. 25, ha definito le condizioni al ricorrere delle quali l’IVA non detratta sulle prestazioni alberghiere e sulle somministrazioni di alimenti e bevande è deducibile dal reddito d’impresa e dalla base imponibile IRAP. L’Amministrazione finanziaria, richiamando il contenuto della precedente R.M. 6.9.80 n. 9/517, nella quale, in materia di rinunce a crediti, è stata riconosciuta la deducibilità delle relative perdite qualora la rinuncia stessa si ponga “in una scelta di convenienza per l’imprenditore ovverosia quando il fine perseguito è pur sempre quello di pervenire al maggior risultato economico”, ha rivisto la sua precedente posizione. Pertanto, qualora l’imprenditore e il professionista decidano, relativamente alle prestazioni alberghiere e di ristorazione, di non richiedere le fatture e, quindi, di non detrarre l’IVA assolta sulle stesse, poiché i costi da sostenere per eseguire gli adempimenti IVA connessi alle fatture sono superiori al vantaggio economico

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costituito dall’importo dell’IVA detraibile, all’IVA non detratta può essere riconosciuta la natura di costo inerente all’attività esercitata, con la conseguente deducibilità ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP. Evidentemente la ricevuta fiscale o lo scontrino dovranno essere debitamente conservati a giustificazione della spesa sostenuta. Diversamente da quanto sopra, non può costituire un costo inerente, e quindi non è deducibile dal reddito, l’Iva documentata tramite fattura ma rimasta a carico poiché l’impresa o il professionista non hanno esercitato i l diritto alla detrazione.

CCOOMMPPEENNSSAAZZIIOONNII IIVVAA:: CCHHIIAARRIIMMEENNTTII DDEELLLL’’AAGGEENNZZIIAA ((CCMM nn.. 2299//EE ddeell 33 ggiiuuggnnoo 22001100))

Con la circolare n. 29 del 3 giugno scorso, l’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti sulle modalità di compilazione del modello F24, con particolare attenzione al caso di compensazioni IVA. Di seguito si elencano i principali chiarimenti al fine di poter beneficiare della compensazione stessa: - rientrano nel calcolo del tetto di compensabilità di 10.000 e 15.000 euro le compensazioni di crediti

relativi a un periodo successivo rispetto a quello del debito che si vuole estinguere. Il credito, infatti, deve essere sempre precedente al debito che si intende compensare. Diversamente se il debito è sorto prima del credito non è ammessa la compensazione interna (IVA su IVA) ma solo quella esterna (in F24); quest'ultima risente quindi delle limitazioni in materia di compensazione (euro 10.000/euro 15.000);

- come già chiarito dalla risoluzione n. 40 dello scorso 18 maggio 2010, il campo “rateazione” del modello F24 potrà essere compilato dai contribuenti che hanno optato per la dilazione dell’Iva dovuta per l’adeguamento agli studi di settore;

- il codice identificativo "62" (soggetto diverso dal fruitore del credito), non va utilizzato nel caso di IVA di gruppo o regime di trasparenza;

- per le società e le associazioni che utilizzano in compensazione il credito derivante dalla riattribuzione, da parte dei soci (o degli associati) delle ritenute residue, l’anno di riferimento da indicare in F24 è quello relativo alla dichiarazione dei redditi dalla quale emerge il credito.

IISSTTAATT:: IINNDDIICCEE DDEEII PPRREEZZZZII AALL CCOONNSSUUMMOO DDII AAPPRRIILLEE 22001100 ((IIssttaatt,, CCoommuunniiccaattoo,, 1144//0055//22001100))

L’Istat ha reso noto l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al me se di aprile 2010, pubblicato ai sensi dell’art.81 della L. n.392/78 (disciplina delle locazioni di immobili urbani) e dell’art.54 della L. n.449/97 (misure per la stabilizzazione della finanza pubblica). L’indice è pari a 137. La variazione dell’indice, rispetto a quello del corrispondente mese dell’anno precedente, è pari a +1,6%.

MMAANNOOVVRRAA CCOORRRREETTTTIIVVAA:: SSIINNTTEESSII DDEELLLLEE PPRRIINNCCIIPPAALLII NNOOVVIITTAA’’ DD..LL.. ddeell 3311//55//22001100 nn.. 7788 -- PPuubbbblliiccaattoo iinn GGUU nn.. 112255 ddeell 3311//55//22001100 -- SSOO

Nel presente paragrafo si illustrano (in estrema sintesi) le principali novità fiscali introdotte dalla c.d. Manovra correttiva. Con l’impegno di tornare sull’argomento, qui di seguito si riportano le principali disposizioni adottate in materia fiscale.

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Comunicazione telematica operazioni soggette ad IVA: “nuova versione” degli elenchi clienti fornitori Col fine di contrastare le frodi IVA, è stato introdotto l'obbligo di comunicare telematicamente all'Agenzia delle Entrate le operazioni rilevanti ai fini IVA, di importo non inferiore a 3.000 euro. Sono tenuti a tale adempimento tutti i soggetti passivi IVA, imprese e liberi professionisti. La comunicazione avrà ad oggetto tutte le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rilevanti ai fini IVA, di importo non inferiore a 3.000 Euro. Le operazioni ogge tto di controllo potrebbero riguardare anche gli acquisti al dettaglio, relativi sia l’acquisto di merce inerente all’attività d’impresa, sia all’acquisto di merce inerente la sfera personale ampliando la capacità di controllo del fisco. La disposizione in commento entrerà in vigore successivamente all’emanazione di un apposito provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate, (in attesa di pubblicazione), nel quale saranno chiarite le modalità operative ed i termini per effettuare le comunicazioni. Tracciabilità dei pagamenti: nuovo limite di 5.000 euro alla circolazione di contante In tema di prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo è stato ridotto a 5.000 Euro, (rispetto alla precedente soglia di 12.500 Euro), il limite per l’utilizzo:

- di denaro contante; - assegni trasferibili; - titoli al portatore.

Pertanto, è ora vietato il pagamento in contanti per importi complessivamente pari o superiori a 5.000 euro mediante utilizzo di denaro contante, libretti di deposito bancari, libretti postali al portatore, titoli al portatore. Gli assegni bancari e postali se emessi per importi pari o superiori a 5.000 euro dovranno recare l'indicazione: del nome o della ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilità. I libretti di deposito bancari o postali al portatore: - se aperti successivamente al 31/05/2010 dovranno avere un saldo inferiore a 5.000 euro; - per quelli già esistenti alla data del 31/05/2010 sarà necessario provvedere entro il 30 giugno 2011

all’estinzione, ad opera del portatore, oppure alla riduzione del saldo ad una somma inferiore a 5.000 euro.

Da ultimo, si ricorda che le violazione delle disposizioni al limite della circolazione di denaro in contante di cui sopra sono punibili con pesanti sanzioni. Nuovo redditometro: ampliati gli indici di spesa e introdotta anche la discriminante famiglia e territorio Vengono introdotte le attese disposizioni relative al “nuovo redditometro”, ossia al nuovo strumento di accertamento del reddito presunto sulla base della capacità di spesa accertabile del contribuente. Il redditometro riguarda il (solo) reddito delle persone fisiche e, nella nuova versione, si applicherà a partire dai redditi dichiarati nel 2009. Il redditometro è uno strumento di accertamento che pone a confronto il reddito dichiarato dal contribuente con il reddito presunto dal fisco dedotto dalle spese accertabili. Per calcolare il reddito presunto il nuovo redditometro farà riferimento a: - nuovi indici di spesa accertabili quali: l’iscrizione a centri benessere, circoli esclusivi, scuole private di

prestigio, beni di lusso in leasing; - le spese sostenute vengono differenziate tra quelle “base” e quelle “voluttuarie”; assumono rilevanza,

inoltre, le sole spese sostenute con i redditi conseguiti nell’anno preso in esame; - sono introdotti, come elementi per la determinazione del reddito accertabile, la famiglia, (ossia la

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capacità reddituale del nucleo familiare nel suo complesso), e il territorio, evidenziando differenze geografiche oltre che inerenti a Città, Comuni, piccoli paesi;

- il reddito accertato e quello dichiarato andranno assunti al lordo di eventuali detrazioni o deduzioni; - per procedere all’accertamento è necessario evidenziare uno scostamento del 20% (e non più del 25%)

tra reddito accertato e reddito dichiarato anche per un solo periodo d’imposta (e non due come nella precedente versione).

Comuni: incentivata l’azione al controllo fiscale Viene riconosciuto ai comuni un ruolo primario nella lotta all’evasione fiscale: è previsto l’obbligo (finora era facoltà) per i Comuni con più di 5mila abitanti di costituire, entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto, il Consiglio tributario (i Comuni sotto i 5.000 privi di un Consiglio tributario sono obbligati a riunirsi in Consorzio), con il compito di segnalare ad Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e INPS gli elementi che possono essere utili al fine di delineare la situazione reddituale del contribuente e far emergere maggiori imponibili fiscali e contributivi. La partecipazione dei Comuni alla lotta all’evasione fiscale sarà riconosciuta con una quota pari al 33% (prima era del 30%) delle maggiori somme riscosse, con l’aggiunta delle sanzioni civili, applicate sui maggiori contributi, che vengono riscosse. Compravendita e locazione: indicazione dei corretti dati catastali A partire dal 1° luglio 2010 negli atti aventi come oggetto gli immobili e inerenti la costruzione, il trasferimento, lo scioglimento di comunione dei diritti reali il notaio è tenuto a verificare preventivamente gli intestatari catastali e la loro conformità con le risultanze dei registri immobiliari. A pena di nullità, negli atti sarà necessario indicare: - l’identificazione catastale; - il riferimento alle planimetrie depositate in Catasto; - la dichiarazione, resa dagli intestatari, della conformità dei dati catastali e delle planimetrie allo stato di

fatto dell’immobile. L’indicazione dei dati catastali degli immobili è necessaria anche nella registrazione dei contratti di locazione o affitto di beni immobili. Aggiornamento catastale: valevole ai soli fini fiscali Entro il 31 dicembre 2010 i proprietari di diritti reali su immobili dovranno fare spontanea denuncia per l’aggiornamento catastale degli edifici nel caso in cui questi non risultino iscritti in catasto o siano stati oggetto di modifiche che hanno comportato una variazione del valore catastale o di destinazione d’uso. Il suddetto aggiornamento comporterà:

- nuove rendite attribuite dal 01.01.2009; - pagamento delle omesse imposte; - riduzione di 1/3 delle sanzioni.

Ritenuta d’acconto per ristrutturazioni edilizie (36%) e bonus energia (55%) I soggetti che effettuano ristrutturazioni edilizie o interventi di riqualificazione energetica possono usufruire della detrazione spettante solo a condizione che i pagamenti per le opere eseguite vengano effettuati tramite bonifici emessi dei contribuenti, sui quali è indicata la partita Iva dell’impresa che esegue i lavori beneficiaria del pagamento. E’ inoltre stato disposto che a partire dal 1° luglio 2010 le banche o le Poste trattengano una ritenuta d’acconto del 10% sui bonifici effettuati in favore delle imprese che hanno eseguito i lavori di

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ristrutturazione e per i quali è stata richiesta l’agevolazione del 36% o il bonus energia del 55%. Detta ritenuta sarà versata direttamente al Fisco. Somme iscritte a ruolo: vietata la compensazione Dal 1° gennaio 2011 i crediti relativi alle imposte erariali non potranno più essere compensati in presenza di ruoli erariali superiori a 1.500 Euro per i quali è scaduto il termine di pagamento. Viene tuttavia riconosciuta la possibilità di provvedere al pagamento dei debiti erariali anche mediante compensazione dei crediti relativi alle stesse imposte.

DDOOCCUUMMEENNTTOO UUNNIICCOO DDII RREEGGOOLLAARRIITTAA’’ CCOONNTTRRIIBBUUTTIIVVAA –– DDUURRCC (Ministero del Lavoro, Lettera Circolare n. 1472 del 12.05.2010 - Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, Circolare n. 8 del 24.05.2010 – INPS, Circolare n. 6 del 13.01.2010 – Accordi di rinnovo CCNL Edilizia Industria e CCNL Cooperative Edili)

In relazione all’ argomento in esame, si ritiene opportuno evidenziare che il Ministero del Lavoro ha recentemente precisato che il mancato od il tardivo invio alla Direzione provinciale del Lavoro dell’ autocertificazione atte stante l’ inesistenza a carico datore di lavoro di provvedimenti amministrativi o giurisdizionali in relazione alla commissione delle violazioni elencate nel DM 24.10.2007 non preclude la concessione dei benefici previdenziali ed assicurativi. Quanto sopra in virtù del fatto che la tardiva o l’ inesatta autocertificazione configurano un inadempimento formale che non è di per sé causa ostativa alla fruizione dei benefici. Inoltre, facendo seguito ai recenti rinnovi del CCNL Edilizia Industria e CCNL Cooperative Edili che hanno introdotto (analogamente a quanto previsto nei CCNL Edilizia Confapi ed Edilizia Artigianato) un limite massimo di ricorso al part-time nei confronti del personale operaio, la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro è intervenuta contestando la legittimità dell’ interpretazione INPS secondo la quale il superamento dei sopraccitati limiti prevede l’ applicazione della contribuzione virtuale per i contratti part-time stipulati in esubero. In particolare, i rinnovi dei CCNL prevedono che “i rapporti di lavoro a tempo parziale sono consentiti per una percentuale non superiore al 3% degli addetti in forza a tempo indeterminato. Resta in ogni caso consentita alle imprese la possibilità di impiegare almeno uno (1) operaio a tempo parziale, laddove non ecceda il 30% degli operai a tempo pieno dipendenti dell'impresa”.

LAVORO OCCASIONALE ACCESSORIO (INPS, messaggi nn. 12082 del 04.05.2010, 13211 del 14.05.2010 e 13212 del

14.05.2010) Facendo seguito alla nostra comunicazione di febbraio si ritiene opportuno evidenziare alcuni interventi in tema di lavoro occasionale accessorio:

allo scopo di garantire una maggior capillarizzazione dei punti vendita dal 17 maggio 2010 i buoni lavoro (vuocher) possono essere acquistati presso le tabaccherie aderenti all’ iniziativa (circa tremila su tutto il territorio nazionale). Prima dell´inizio della prestazione di lavoro il committente deve effettuare la comunicazione di inizio prestazione all´INPS, utilizzando i seguenti canali: Contact Center INPS-INAIL n. 803164; sito www.inps.it, attivando la connessione alla pagina Lavoro Occasionale; presso una sede INPS.

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Questa operazione è necessaria per l´attivazione del buono lavoro, che consente la riscossione da parte del prestatore e il corretto accredito dei contributi. Il prestatore può riscuotere i voucher presso qualsiasi rivenditore autorizzato, dal secondo giorno successivo alla fine della prestazione del lavoro occasionale accessorio e dovrà presentarsi con la propria tessera sanitaria per la verifica del codice fiscale. Prima di consentire il pagamento la procedura controlla che i dati del prestatore corrispondano a quanto dichiarato dal committente. La riscossione dei voucher è possibile entro un anno dal giorno dell´emissione.

sono fornite le indicazioni operative da seguire sia in caso di rimborso dei buoni lavoro cartacei non utilizzati che in caso di smarrimento o furto degli stesso occorso al committente o al lavoratore.

l’ indennità di disoccupazione in agricoltura è riconosciuta anche a coloro che hanno svolto un lavoro accessorio purchè i relativi compensi non superino il limite di €. 3.000 netti nell’ anno solare (pari ad €. 4.000 lordi).

Infine, è doveroso ricordare che per prestazioni di lavoro occasionale accessorio debbono intendersi attività lavorative di natura esclusivamente occasionale ed accessoria, non riconducibili in alcun modo ad altre tipologie contrattuali di lavoro subordinato e/o autonomo, ma mere prestazioni di lavoro effettivamente occasionali o accessorie e che le stesse possono essere svolte anche da percettori di prestazioni a sostegno al reddito. Quest’ ultima categoria di lavoratori può accedere al lavoro occasionale accessorio in qualsiasi settore produttivo e per qualsiasi attività nel sopraccitato limite di €. 3.000 netti.

IINNTTEERRVVEENNTTII GGIIUURRIISSPPRRUUDDEENNZZIIAALLII (Corte di Cassazione, sentenze nn. 20272 del 18.09.2009, 6328 del 16.03.2010 e n.

8237 del 07.04.2010) Negli ultimi mesi la Corte di Cassazione è intervenuta fornendo alcune utili indicazioni nella gestione del rapporto di lavoro. In particolare, vale la pena evidenziare le seguenti massime:

“il rifiuto di ricevere l’atto scritto di licenziamento non esclude che la comunicazione del medesimo sia avvenuta. Infatti, costituisce principio di diritto sia sostanziale che processuale, che il rifiuto di una prestazione o di un adempimento da parte del destinatario non possa risolversi a danno dell’obbligato, inficiandone l’adempimento”.

Per evitare il rischio di un uso indiscriminato dell'istituto del contratto a tempo determinato, “il legislatore ha imposto la trasparenza, la riconoscibilità e la verificabilità della causale assunta a giustificazione del termine, già a partire dal momento della stipulazione del contratto di lavoro, attraverso la previsione dell'onere di specificazione, vale a dire di una indicazione sufficientemente dettagliata della causale nelle sue componenti identificative essenziali, sia quanto al contento che con riguardo alla sua portata spazio-temporale (durata del contratto). In altri termini, tali ragioni giustificatrici, non devono essere generiche ma devono essere sufficientemente particolareggiate, in maniera da rendere possibile la conoscenza dell'effettiva portata delle stesse e quindi il relativo controllo di effettività.” Inoltre, “se nel caso concreto ricorrono due ragioni legittimanti è ben possibile che le parti, nel rispetto del criterio di specificità, le indichino entrambe ove non sussista incompatibilità o intrinseca contraddittorietà”.

“In materia di licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo occorre la rigorosa dimostrazione della sussistenza delle ragioni addotte e del nesso di causalità con il recesso e, fatto

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ciò, il datore di lavoro ha l'ulteriore onere di provare l'impossibilità di adibire utilmente il lavoratore in mansioni diverse da quelle che prima svolgeva. Rientrano attualmente in questo alveo, le ipotesi di riassetti organizzativi attuati per la più economica gestione dell'azienda, che peraltro non devono essere pretestuosi e strumentali, ma volti a fronteggiare situazioni sfavorevoli non contingenti che influiscano decisamente sulla normale attività produttiva imponendo un'effettiva necessità di riduzione dei costi. In tema di giustificato motivo di licenziamento relativamente ai necessari profili di congruità ed opportunità che caratterizzano tale disciplina, la scelta imprenditoriale che abbia avuto come conseguenza la soppressione del posto di lavoro cui era addetto il dipendente sottoposto a licenziamento non è sindacabile a condizione che risulti oggettivo e non pretestuoso il riassetto organizzativo della compagine lavorativa che ha determinato la scelta di licenziare detto dipendente. Infine, la scelta può considerarsi correttamente motivata dal fatto che si trattava della più giovane del comparto che presentava l'esubero e priva di carichi di famiglia”.

IINNTTEERRVVEENNTTII IINN TTEEMMAA DDII PPRRIIVVAACCYY DDEEII LLAAVVOORRAATTOORRII

(Ministero del Lavoro, interpello n. 2 del 01.03.2010 – Garante Privacy, provvedimento del 08.04.2010 – Garante Privacy, newsletter 355 del 01.03.2010 -

Corte di Cassazione, sentenza n. 4375 del 23.02.2010) Si ritiene opportuno dare evidenza ad alcuni recenti interventi in relazione al divieto di controlli a distanza previsto dall’ art. 4 dello Statuto dei Lavoratori ed alla normativa in tema di privacy. In particolare, vale la pena mettere in evidenza i seguenti interventi:

con apposito provvedimento in tema di videosorveglianza il Garante della privacy ha, tra l’ altro, ribadito che “nelle attività di videosorveglianza occorre rispettare il divieto di controllo a distanza dell'attività lavorativa, pertanto è vietata l'installazione di apparecchiature specificatamente preordinate alla predetta finalità: non devono quindi essere effettuate riprese al fine di verificare l'osservanza dei doveri di diligenza stabiliti per il rispetto dell'orario di lavoro e la correttezza nell'esecuzione della prestazione lavorativa (ad es. orientando la telecamera sul badge). Vanno poi osservate le garanzie previste in materia di lavoro quando la videosorveglianza è resa necessaria da esigenze organizzative o produttive, ovvero è richiesta per la sicurezza del lavoro: in tali casi, ai sensi dell'art. 4 della l. n. 300/1970, gli impianti e le apparecchiature, "dai quali può derivare anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, possono essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna. In difetto di accordo, su istanza del datore di lavoro, provvede l'Ispettorato del lavoro, dettando, ove occorra, le modalità per l'uso di tali impianti"

il controllo a distanza è sempre ammesso, non essendo in contrasto con lo Statuto dei Lavoratori, quando non viene violata la privacy dei lavoratori e quando le risultanze dei controlli non hanno alcuna ripercussione sul rapporto di lavoro. Nella fattispecie è stata considerata legittima la condotta di un’ azienda di telecomunicazioni che ha installato un sistema di registrazione delle chiamate telefoniche in ingresso ed uscita per il solo scopo di monitorare la qualità dei servizi garantiti e senza che in alcun modo risulti possibile identificare né l’ operatore né il cliente;

è ammessa la rilevazione delle impronte digitali dei lavoratori all’ interno di un complesso sistema di misure di sicurezza installato allo scopo di tutela del patrimonio aziendale purchè lo stesso non possa neppur indirettamente essere utilizzato per il controllo dei lavoratori (neppure per la registrazione delle ore di lavoro);

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in assenza di apposito accordo sindacale ovvero di autorizzazione da parte della Direzione Provinciale del Lavoro i programmi informatici che consentono il monitoraggio della posta elettronica e degli accessi Internet sono necessariamente apparecchiature di controllo nel momento in cui, in ragione delle loro caratteristiche, consentono al datore di lavoro di controllare a distanza e in via continuativa durante la prestazione, l'attività lavorativa e se la stessa sia svolta in termini di diligenza e di corretto adempimento. Pertanto, trovandoci in presenza di una violazione dell' art. 4 dello Statuto dei Lavoratori, i dati risultati dal sistema di controllo adottato non potranno essere utilizzati dal datore di lavoro per l’ adozione di provvedimenti disciplinari.

NOVITA’ PREVIDENZIALI

(INPS, circolari nn. 62 del 29.04.2010, 69 del 26.05.2010 - INPS, Messaggi nn. 13212 del 14.05.2010, 13228 del 14.05.2010, 14480 del 28.05.2010, 14811 del

03.06.2010) L’ INPS, oltre ad aver provveduto a rivalutare i livelli di reddito familiare ai fini della corresponsione dell’ assegno per il nucleo familiare , ha fornito chiarimenti in relazione:

Ad alcune problematiche sorte in tema di indennità di maternità. In particolare, sono state fornite precisazioni in merito: üü ai requisiti necessari affinchè le lavoratrici iscritte alla gestione separata possano ottenere il

riconoscimento dell’ assegno di maternità a carico dello Stato; ü all’ impossibilità di svolgere altra attività lavorativa (subordinata, parasubordinata oppure

autonoma) durante il congedo parentale. Quanto sopra non potrà trovare applicazione nell’ ipotesi in cui il genitore sia titolare di due rapporti di lavoro part-time ed eserciti il diritto al congedo parentale limitatamente ad uno solo dei rapporti di lavoro, proseguendo l’ attività nell’ altro o negli altri rapporti. In tale caso infatti, non ci troviamo di fronte all’ ipotesi di utilizzo del congedo parentale per intraprendere una nuova attività lavorativa, ma ci si limita a proseguire l’attività o le attività già in essere al momento della richiesta di congedo. Infine, i lavoratori iscritti alla Gestione Separata aventi diritto al congedo parentale (lavoratori a progetto, collaboratori coordinati e continuativi presso la P.A. e titolari di assegno di ricerca) e le lavoratrici autonome non possono proseguire l’attività lavorativa nel periodo in cui fruiscono dell’indennità per congedo parentale, né possono intraprendere, durante il periodo medesimo, una nuova attività (sia essa dipendente, parasubordinata o autonoma). In caso di mancato rispetto delle sopraccitate disposizioni l’ Istituto Previdenziale provvederà a recuperare l’eventuale trattamento indebitamente concesso a titolo di congedo parentale.

ü alla proroga, con conseguente riconoscimento di un periodo di congedo post partum complessivamente di maggiore durata (pari ai giorni di congedo obbligatorio non goduti prima del parto), nell’ ipotesi di parto prematuro da parte di lavoratrice autorizzata all’interdizione dal lavoro fino ad un periodo di 7 mesi dopo il parto;

ü alla possibilità di attestare la malattia connessa a puerperio (per la sua esclusione dal computo del limite massimo indennizzabile di 180 giorni nell’arco dell’anno solare) non solamente da un medico specialista del SSN ma anche da medici convenzionati.

alla possibilità di fruire dei permessi per l’ assistenza di familiari in situazione di gravità ricoverati a tempo pieno.

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Quanto sopra, potrà avvenire: üü nell’ eventualità che il familiare debba essere accompagnato a visite specialistiche e/o terapie al

di fuori della struttura sanitaria ospitante; üü previa apposita domanda da presentare prima del godimento dei permessi.

Per una corretta definizione della pratica sarà altresì necessario presentare alla sede competente la documentazione necessaria a certificare l’avvenuto accesso alle strutture sanitarie e la dichiarazione sottoscritta dalla struttura di ricovero che attesti l’affidamento del disabile alla responsabilità dei parenti per tutto il periodo di tempo in cui lo stesso si trova all'esterno della struttura sanitaria ospitante per finalità diagnostico/accertative e di cure;

al nuovo servizio di invio telematico delle domande di autorizzazione alla CIG Ordinaria (Modelli IGI 15).

CCOOEEFFFFIICCIIEENNTTEE DDII RRIIVVAALLUUTTAAZZIIOONNEE DDEELL TT..FF..RR.. L’ Istat ha reso noto il coefficiente di rivalutazione del trattamento di fine rapporto relativo al periodo dal 14.04.2010 al 15.05.2010. Il coefficiente è pari a 1,162739 %.

LO STUDIO