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PROVINCIA DI POTENZA Assessorato alla Cultura 2008 ParoleSonore Estate della Provincia di Potenza Curricula Artisti Dante. Canti Claudio Brizi Ha studiato Organo e Composizione organistica presso il Conservatorio “Morlacchi” di Perugia con Ottorino Baldassarri e Wjinand van de Pol e clavicembalo presso il Conservatorio “Martini” di Bologna con Annaberta Conti.Svolge un'intensa attività concertistica in tutta Europa, Messico, Stati Uniti e Giappone presso di prestigiose istituzioni musicali (Gewandhaus, Thomaskirche e Bach-Archiv a Lipsia; Schauspielhaus, Charlottenburg-Schloß, Französischer Dom a Berlino; Casals Hall, Triphony Hall, Musashino Hall a Tokyo); Come organista ha suonato e/o inciso su strumenti particolarmente significativi:Valère-Sion (l’organo più antico del mondo), Dresda Hofkirche (il più grande strumento costruito da G. Silbermann), Berlin Karlshorst (l’organo Migendt di C. Ph. E. Bach), Duomo di Brandeburgo (il più grande organo Wagner), Azkoitia (l’ultimo strumento di Cavaillé-Coll), Città del Messico (i grandi organi spagnoli della Cattedrale). 1

Claudio Brizi - Provincia di Potenza - · Web view-partecipa al concerto di Andrea Bocelli affiancato da Noa, Nicola Piovani e Roberto Bolle presso il Teatro del Silenzio di Lajatico

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PROVINCIA DI POTENZAAssessorato alla Cultura

2008 ParoleSonoreEstate della Provincia di Potenza

Curricula Artisti

Dante. Canti

Claudio Brizi

Ha studiato Organo e Composizione organistica presso il Conservatorio “Morlacchi” di Perugia con Ottorino Baldassarri e Wjinand van de Pol e clavicembalo presso il Conservatorio “Martini” di Bologna con Annaberta Conti.Svolge un'intensa attività concertistica in tutta Europa, Messico, Stati Uniti e Giappone presso di prestigiose istituzioni musicali (Gewandhaus, Thomaskirche e Bach-Archiv a Lipsia; Schauspielhaus, Charlottenburg-Schloß, Französischer Dom a Berlino; Casals Hall, Triphony Hall, Musashino Hall a Tokyo); Come organista ha suonato e/o inciso su strumenti particolarmente significativi:Valère-Sion (l’organo più antico del mondo), Dresda Hofkirche (il più grande strumento costruito da G. Silbermann), Berlin Karlshorst (l’organo Migendt di C. Ph. E. Bach), Duomo di Brandeburgo (il più grande organo Wagner), Azkoitia (l’ultimo strumento di Cavaillé-Coll), Città del Messico (i grandi organi spagnoli della Cattedrale). Come solista e solista/direttore ha interpretato le più importanti composizioni per organo o clavicembalo e orchestra ed è regolarmente invitato da orchestre e Festivals internazionali. Particolarmente attratto dal repertorio cameristico, collabora abitualmente con musicisti di fama internazionale (Edith Mathis e Françoise Poullet [voce]; Wolfgang Schulz, Mario Ancillotti, Angelo Persichilli, Andras Adorjan [flauto]; Thomas Indermühle, Jacques Tys, Hans-Jörg Schellenberger [oboe], Wolfgang Meyer, Karl Leister, Giora Feidmann [clarinetto]; Milan Turkovic, Henk de Wit [fagotto], Hans Peter Schuh, Edward

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H. Tarr [tromba]; Lars Michael Stransky [corno]; Saschko Gawriloff, Markus Wolf, Werner Hink, Carlo Chiarappa, Cristiano Rossi, Pierre Amoyal [violino]; Wolfgang Boettcher e Christoph Henkel [violoncello]; Siegfried e Renate Pank [viola da gamba]; Cathèrine Michel [arpa]; Bruno Canino [pianoforte]).Ha inciso circa quaranta CD spaziando dal tardo Rinascimento alle più recenti espressioni dell'Avanguardia ed è attualmente impegnato nella registrazione integrale dell’opera per organo di Johann Sebastian Bach per l’Etichetta giapponese Camerata.Dal “10” della rivista Francese “Repertoire” al “10” di “CD Classics”, dallo “Strabiliante” di “La Revue de L’Orgue” (recensione a firma di Guy Bovet!) alle “5 Stelle” di “Amadeus” La stampa specializzata internazionale ha espresso i più lusinghieri giudizi sui suoi lavori discografici. Da molti anni cura particolarmente lo studio delle espressioni musicali del nostro tempo collaborando con celebri compositori italiani e stranieri. Attivo egli stesso come compositore, riceve regolari commissioni da parte di Festivals ed Associazioni Musicali. Si occupa di organaria ed ha al suo attivo la progettazione di diverse decine di strumenti in Italia, Germania e Giappone (ha collaborato, tra l’altro, alla progettazione del monumentale organo Pinchi per il Centro di Spiritualità “P. Pio” dell’architetto Renzo Piano).Da circa un anno e mezzo dispone inoltre di un claviorgano di sua concezione costruito da Claudio Pinchi e Franco Barucchieri con il quale ha finora realizzato 6 registrazioni discografiche - accolte dalla Critica con frasi del tipo: “ C. Brizi ha una capacità sovrumana di gestire la polifonia” (Mostly Classic – 6.2003) – e numerose tounées per prestigiosi cartelloni (da “Settembre Musica” a Torino a “Musica e Poesia in S. Maurizio” a Milano). Tiene corsi di perfezionamento e master classes presso Istituzioni musicali ed universitarie in Germania (Università di Karlsruhe), Spagna (Musica d’Estiu Xabia) e Giappone (Università di Kobe). Da Cinque anni è Docente alla prestigiosa Kusatsu Summer Music Academy.

Ferdinando Gazzolo

(Savona, 16 ottobre 1928) è un attore e doppiatore italiano.Figlio di Lauro Gazzolo e fratello maggiore di Virginio, debutta a vent'anni nel teatro di prosa lavorando fino al 1955 con varie compagnie. Al cinema esordisce nel 1961 con il film storico Costantino il grande, ma a fronte dei pochi ruoli interpretati come attore, lavora nel doppiaggio di centinaia di film prestando la sua voce ad attori prestigiosi quali David Niven, Michael Caine, Frank Sinatra, Yul Brynner e numerosissimi altri. La sua dizione chiara e il suo timbro di voce sono adatti anche a fare da voce narrante fuori campo in moltissime pellicole, anche di genere documentario.Parallelamente al lavoro di doppiatore, Gazzolo sviluppa un'ottima carriera anche in radio e in televisione, dove lo vediamo interprete di numerosi sceneggiati quali La Cittadella tratto da Cronin, Capitan Fracassa, La sciarpa, celebre giallo di Francis Durbridge, Oblomov e La fiera delle vanità.

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Nel 1968, sempre per la televisione ha interpretato Sherlock Holmes (con Gianni Bonagura nel ruolo di Watson) in una fortunatissima serie che però non ha avuto un seguito negli anni successivi. Nel 1971 recita ne I Buddenbrook tratto dall'omonimo lavoro di Thomas Mann, ed è la voce narrante nella celebre versione televisiva di Bolchi de Il mulino del Po.Lungo tutti gli anni '70 è stato elegante testimonial dell'Amaretto di Saronno in caroselli in cui declama brani teatrali e poesie, parla di eventi storici e di tradizioni del costume italiano, legge frammenti di opere narrative e conversa con gli ospiti a tavola.Negli anni '80 partecipa come narratore ai Raccontastorie, raccolta di fiabe per bambini lette dai migliori attori e doppiatori italiani.Nel 2000 ha partecipato alla serie Valeria medico legale, trasmessa da Canale 5, con Claudia Koll come protagonista.È stato marito di Rita Di Leonardo, oggi scomparsa, ed è padre di Matteo Gazzolo, anch'egli attore.

Pierino e il lupoFavola per voce recitante e orchestra

di Sergej Prokofiev

Orchestra del Teatro Rendano di Cosenza

BI

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Il viaggio di un Poeta con Ulissedi Tonino Guerra

Mario Pietrodarchi

Nasce in Atessa (CH) il 26.12.1980, all' età di nove anni intraprende lo studio della fisarmonica e successivamente del bandoneon. Dal 1993 al 2001 frequenta i corsi del M° C. Calista e successivamente del M° C. Chiacchiaretta presso la Scuola Civica Musicale F. Fenaroli di Lanciano. Nel 2007 si diploma con la Lode presso il Conservatorio Musicale S.Cecilia di Roma. Ha frequentato corsi di perfezionamento in Italia e all'estero con J.Mornet, W.Zubitsky, A.L.Castano, C.Rossi, Y. Shishkin, M.Pitocco. Esecutore brillante e di raffinata musicalità, ha vinto numerosi concorsi nazionali ed internazionali tra cui ricordiamo: 1° Premio assoluto al Concorso Nazionale "Città di Latina" (1996, 1997);1° Premio assoluto al Concorso Nazionale "Città di Montese "(MO) (1997);1° Premio assoluto al Concorso Internazionale "S. Bizzarri di Morro D 'Oro " (TE) cat. Junior (1997); Nel luglio 1998 é stato prescelto per rappresentare l'Italia al Trofeo Mondiale C.M.A. (Junior) a RecoaroTerme, (Italy);

Luca Lucini

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Intraprende lo studio della chitarra sotto la guida di Massimo Ferrari e in seguito con Sergio Bertasio sotto la cui guida si diploma brillantemente nel 1997. Dal 1999 frequenta l’Accademia di Alto Perfezionamento del Teatro Cinghio di Parma, dove studia con Giampaolo Bandini, e nel 2000 viene ammesso ai corsi di Giovanni Puddu presso l’Accademia Musicale di Palazzo Cattaneo in Cremona. Segue inoltre le master class di Paolo Pegoraro, Alvaro Pierri, Walter Zanetti, Tilman Hoppstock, Aniello Desiderio, Oscar Ghiglia, e per la musica da camera del Trio di Parma.È risultato vincitore del Concorso chitarristico “Niccolò Paganini” di Parma, terzo classificato al “Nicola Fago” di Taranto, Premio miglior esecuzione nell’ambito del V Concorso Internazionale di Chitarra “Benvenuto Terzi”, vincitore del primo premio “Città di Voghera” in duo, premiato al Concorso Nazionale “Giulio Rospigliosi” di Lamporecchio.Ha al suo attivo numerose collaborazioni con artisti di fama internazionale, tra i quali il violinista Nobuhiko Asaeda, il violinista Marco Fornaciari, con i quali ha tenuto concerti in Giappone (Teatro “Tokyo City Philarmonica Orchestra”, Teatro “Città di Nara”), Germania ed Olanda, il Direttore José Luis Basso, la cantante Laura Crescini, il violoncellista Frieder Berthold. Ha suonato nelle seguenti Rassegne musicali: LXVII Stagione del Maggio Musicale Fiorentino, varie edizioni del Festival internazionale della chitarra "Nicolò Paganini" di Parma, VII Festival chitarristico Internazionale del Friuli Venezia Giulia, “Estri Armonici” e “Estri d’estate” di Parma, VI Rassegna di musica da camera di Lugano, “Concerti d’autunno di Imperia”, “Piediluco in musica”, Festival musicale di Opera (Milano), Stagione del Teatro Parvum di Alessandria, Stagione “Notte ai Musei” di Reggio Emilia, nell’ambito della Triennale a Palazzo Cattaneo (Cremona), “Incontri culturali d’autunno” di Bassano del Grappa, Festival di Torrechiara, X Stagione di Musica Classica di Limone sul Garda.E’ assistente al Teatro Cinghio di Parma del Maestro Giampaolo Bandini. Suona una chitarra del liutaio Antonino Scandurra.

Meme Fiano

TEATRO- nel maggio 2007 diventa l’interprete ufficiale della poesia del Maestro Tonino Guerra,insieme al quale nel settembre 2007 intraprende una tournée in Russia per letture-concerto con i musicisti A. Di Paolo e M. Pietrodarchi dei Tango x due.-recita nell' anteprima nazionale della presentazione-spettacolo dell'Odissea di Tonino Guerra a Castel Fidardo insieme al Maestro Guerra e al fisarmonicista M. Pietrodarchi- legge con il Maestro Guerra l’Odissea a Faenza, presso la Loggetta del Trentanove- legge Arrivano le donne in occasione della presentazione nazionale a Faenza, ospite dell’artista Muky- recita sul palco del teatro di Pennabilli a fianco del Maestro Guerra e i registi Armen Mazmanyan e Saven Sargsyan per lo spettacolo che celebra gli 88 anni di Guerra il 13 marzo 2008

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-e nel maggio 2007 recita a fianco del Maestro nello spettacolo Parole e suoni che curano, in scena nel teatro di Pennabilli .-partecipa al concerto di Andrea Bocelli affiancato da Noa, Nicola Piovani e Roberto Bolle presso il Teatro del Silenzio di Lajatico con una performance di movimento espressivo il 20 luglio 2008. -è in scena a Torino , Palazzo Granieri della Roccia, Circolo dei Lettori e presso il Teatro della Caduta insieme ai Tango x due con una lettura-concerto, poesie di Tonino Guerra musiche di Astor Piazzolla- recita nella stagione teatrale 2007/08 del Teatro Diego Fabbri di Forlì per la rassegna L'autore, il testo, la scena con readings da Shakespeare (Otello, Amleto, Machbeth), Goethe (Faust), Goldoni (I due gemelli veneziani ), Fabbri ( Lascio alle mie donne, Processo a Gesù ), Aristofane ( Le rane ), Plauto ( Aulularia ) - recita la Costituzione Italiana nella rassegna Incontro con le musiche 2008 a Forlì, per la direzione Artistica di Luigi Pestalozza -partecipa alle stagioni 2003, 2004, 2005 della compagnia dei suoi insegnanti di recitazione Pitta e Rimondi Teatro dei dispersi, nella quale è stata assunta subito dopo il Diploma.Con spettacoli e letture da Brecht, Beckett, Dante, Pirandello, Rimondi: Guignoleide, Come dire…, La paura di Dante, Pirandelliana, La fontana del tempo, Merce a destinazione, L’eroica e fantastica operetta di via del Pratello.Per la regia di Gianfranco Rimondi e Sergio Ciulli- è in scena nel marzo 2005 a Berlino , teatro Kreuzberg con la pièce Esiliati, migranti...carne buttata di G.Rimondi- è protagonista femminile della farsa Una tonnellata di soldi in scena a Sassari per la compagnia Nuovo Sipario 78 di Pierangelo Sanna.- protagonista femminile nello spettacolo comico multimediale Killer TV di M.Dessì.- recita nello spettacolo "enogastronomicomico" Eros in agrodolce in scena al circolo Pavese a Bologna insieme all'associazione culturale Sagapo'.- interpreta L’amante, di Harold Pinter sul palco del Teatro Betti di Roma e al Teatro Comunale di Zola Predosa, Bologna, diretta da Annalisa Trillo- è voce recitante insieme al pianista G.Deserti nei melologhi Storia di Babar, l'elefantino, musica di Poulenc e testo di J. De Brunhoff e Il carnevale degli animali, di Camille Saint Saens rappresentati a Bologna e Ferrara.- partecipa come lettrice insieme a WU MING 2 alla presentazione del suo romanzo Guerra agli umani-è lettrice alle presentazioni del romanzo Sull’acqua e sul vento di D.Barone a Ragusa, Cremona, Parma, Bologna e Forlì.-lettrice in occasione della staffetta in bicicletta in ricordo di Marco Biagi in via Valdonica a Bologna.- conduce laboratori teatrali e corsi di formazione alla lettura espressiva per insegnanti e alunni della scuola primaria Diego Fabbri, nella scuola media inferiore Villafranca e presso gli istituti superiori Ruffilli e I.T.I. a Forlì.- conduce da due anni laboratori di lettura espressiva e interpreta letture animate in collaborazione con la biblioteca delle scuole primarie dell'VIII circolo a Bologna- ha condotto, durante l’intero anno scolastico 2005/06 un laboratorio teatrale

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per bambini nella scuola d’infanzia Santarelli a Forlì.- spettacolo per bambini Strane storie e altre fiabe a Bologna per la Festa de l'Unità

CINEMA - protagonista del mediometraggio Simposio, regia M.Dessi' prodotto da Sagaporecita nei cortometraggi Fuori a cena , Non-incontri ravvicinati di Ridolfi-Kregel-Dessì e Buona la prima di Michele Dessìed è protagonista di due cortometraggi in fase di realizzazione presso la New York Film Academy a Firenze

DOPPIAGGIO

serie animate -Fushigi-Yugi -Ayashi no Ceres diretta da U.Bortolani presso la studio Florian a Bolognaserie tv -Dirty sexy money, in onda su sky,diretta da Danilo de Girolamofilm -La seconda notte di nozze e -Il papà di Giovanna di Pupi Avati, diretta da L.Sorrentino presso la Fono Romahome video -Hammer boy, nel ruolo della madre di Angdu

-Alien abduction, nel ruolo del capitano Hellens , diretta da Tony Fuochi Presso lo studio DEA a Milano

cortometraggi -Julia dream -Come al solito,della Crackers film, presso il Baule dei suoni a

Bologna- doppia insieme a Danilo de Girolamo nel convegno Between Text and Image. Updating Research in Screen Translation, organizzato dalla Facoltà Interpreti e Traduttori di Bologna a Forlì, ottobre 2005. E’ iscritta all’ A.N.A.D.(Associazione Italiana Attori Doppiatori) dal 2006.

RADIO

- partecipa ai radiodrammi Il villaggio e Perchè, sennò cosa fai? di A.Zurla

PUBBLICITA’- Poltrone e Sofà, campagna fotografica 2008- Ricci Casa, campagna fotografica 2008- Recita nella pubblicità on line di Federmanager, per la regia di Davide Mannella, 2005 - il suo volto viene scelto dall’azienda pubblicitaria Sogest per una promozione

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di PlusValore 2004

Formazione artistica

TEATRO: - Diplomata nel 2004 presso l’ Accademia di Arte Drammatica di Bologna Accademia 96 di Marina Pitta e Gianfranco Rimondi.- dal 2005 è allieva dell’insegnante e membro onorario a vita dell’ Actors studio di New York Danny Lemmo, del quale frequenta private classes insieme ad un gruppo di dieci attori.-laboratorio intensivo presso la scuola Théatre en vol di Michelle Kramer, in Sardegna.-seminario de l’ Ecole de Mime Marcel Marceau di tecniche di mimo con Stefano Amori e Luca Lomazzi-seminario L’Alter Ego con Marinella Manicardi

CINEMA:-partecipa a diversi workshops diretti dal suo insegnante e coach Danny Lemmo, -workshop di tecniche di immedesimazione -workshop di recitazione cinematografica, televisiva e direzione degli attori.-masterclass di perfezionamento attoriale The Actor's work-partecipa allo stage di recitazione cinematografica metodo Strasberg con Mauro Marchese presso Accademia 96

DOPPIAGGIO:-corso professionale con Tony Fuochi presso lo studio DEA a Milano -stage di doppiaggio e speakeraggio con M.Pitta e G.Rimondi presso il Baule dei suoni a Bologna

CANTO:-studia con la maestra Susanna Baldini dal 2006 a Bologna-seminario di canto in scena Café Chantant col Maestro Salvo Nicotra

DANZA:-tre anni di ginnastica ritmica e uno di ginnastica artistica.Ginnasta nei campionati giovanili- dal 2002 al 2004 laboratorio di movimento espressivo e elementi di tango argentino con la ballerina Anna Russo presso Accademia 96-partecipa al laboratorio di danza educativa della facoltà di Scienze della Formazione Primaria di Bologna condotto dalla dottoressa Marina Maffioli.

MUSICA:- suona il pianoforte.- laboratorio di didattica della musica della facoltà di Scienze della Formazione Primaria condotto dal Maestro Angela Cattelan

Premi e concorsi

-vincitrice del Premio Internazionale canoro Carena a Barcellona, Spagna nel 1992-è tre i sei attori finalisti al Premio Wanda Capodaglio , giugno 2005

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-è protagonista femminile nel cortometraggio Non-incontri ravvicinati, premio della giuria al concorso Video Arena 2006 a Bologna.

Formazione generale

-Maturità classica. Iscritta alla facoltà di Scienze della Formazione Primaria, Ateneo di Bologna.

-sport: Kung fu, equitazione, ginnastica ritmica e artistica, sci, tennis, vela.-Lingue straniere: INGLESE, FRANCESE.

I quadri della vita di Andrés Segovia

di Guido Barbieri

Nello Alessi

Nello Alessi chitarrista, conduce una attività concertistica internazionale che lo vede presente, in qualità di solista e con orchestra, nelle più significative stagioni musicali in Italia e all’estero (Germania, Francia, Spagna, Belgio, Svizzera, Russia, Stati Uniti d’America), in margine alla quale vanno menzionati i primi premi ottenuti in concorsi nazionali ed internazionali di interpretazione musicale alla chitarra (Loreto, Ancona, Mondovì e Bardolino).Dal 1996 collabora stabilmente con il quartetto d’archi russo Rimskij-Korsakov, insieme al quale ha compiuto tournee in Europa e Russia esibendo le pagine più rappresentative del repertorio classico e moderno scritto per una siffatta formazione.Di recente pubblicazione un CD, prodotto dalla “Melodia “ di San Pietroburgo, con i quintetti per chitarra e archi di Mario Castelnuovo Tedesco e Leo Brouwer incisi appunto in collaborazione con il quartetto “Rimskij-Korsakov”. Dal 1996 è responsabile della direzione artistica e ideatore del Festival Internazionale della Chitarra “Città di Siracusa”.Nello Alessi si occupa attivamente di didattica ed è invitato frequentemente a tenere corsi di perfezionamento e master classes in Italia e all’estero (Stati Uniti, Spagna, Germania e Russia).E’ titolare della cattedra di chitarra presso il Conservatorio di Musica “Antonio Scontrino ” di Trapani.

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Vittorio Failla

Reso famoso dal ruolo del dott. Mari, medico legale della serie televisiva “La Squadra”, ha svolto una lunga carriera teatrale lavorando a fianco di Sandro Massimini, Arnoldo Foà, Valeria Morioni, Giulio Borsetti, Giorgio Streheler. Per il cinema ha lavorato con Pupi Avati, Squitieri, Luchetti, Claudia Cardinale, Luca Zingaretti. Ha partecipato a due edizioni del Festival Internazionale dell’Operetta di Trieste ed ha lavorato per la ditta “Guarirei e Giovannini” per due stagioni.

Scena VerticaleDissonorata

di Saverio La RuinaPremio UBU 2008 “Migliore attore” e “Migliore novità italiana”

Scena Verticale

Scena Verticale nasce il 24/11/1992 a Castrovillari (CS) per opera di Saverio La Ruina (uscito dalla Scuola di Teatro di Bologna, proseguito la sua formazione con Jerzy Sthur e lavorato nelle compagnie di Leo De Berardinis e Remondi e Caporossi, è tra i giovani registi selezionati agli atelier di regia curati da Eimuntas Nekrosius per La Biennale di Venezia nelle edizioni 1999 e 2000) e Dario De Luca (uscito dai Corsi di Formazione Professionale della Regione Calabria, ha continuato la sua formazione con Alfonso Santagata, Laura Curino e Armando Punzo). Nel 2001 si aggiunge alla compagnia Settimio Pisano (uscito nel 1999 dal Corso di Formazione Gestionale per Operatori di attività Teatrali e di Spettacolo, diretto da Lucio Argano e promosso dall’Eti - Ente Teatrale Italiano) che ne cura l’aspetto organizzativo.

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La compagnia debutta nel '96 al II Incontro Nazionale dei Teatri Invisibili con La Stanza della memoria, testo e regia di Saverio La Ruina e Dario De Luca. Uno studio dello spettacolo giunge finalista al Premio ETI Vetrine '96, mentre il testo ottiene nello stesso anno una segnalazione al Premio Nazionale Teatrale Città di Reggio Calabria presieduto da Ugo Ronfani. Con de-viados (dal progetto finalista al Premio Scenario ’97), di Saverio La Ruina, regia di Saverio La Ruina e Dario De Luca, debutta al festival Teatri 90 di Milano nel 1999. Nel 2000 Hardore di Otello (tragedia calabro-scespiriana), testo e regia di Saverio La Ruina, è proposto in forma di studio a Roma all’interno del Maggio cercando i teatri organizzato dall’ETI e debutta al festival Santarcangelo dei Teatri. Nel 2002 debutta al Festival delle Colline Torinesi Amleto ovvero Cara mammina di Saverio La Ruina. Kitsch Hamlet di Saverio La Ruina (testo segnalato al Premio Ugo Betti 2005), debutta nel 2004 al Teatro Vascello di Roma nella stagione di teatro contemporaneo organizzata dall’ETI. Un progetto in divenire dello stesso autore, La famiglia, giunge finalista al Premio Dante Cappelletti alle Arti Sceniche ed è presentato nel mese di ottobre 2004 al Teatro Valle di Roma. Nell’estate 2006 Elettra. Tre variazioni sul mito, diretto da Dario De Luca con Alvia Reale nel ruolo della protagonista, è allestito per il festival Magna Graecia Teatro 2006 e viene rappresentato in alcuni siti archeologici calabresi.Dissonorata, scritto diretto e interpretato da Saverio La Ruina, è presentato nel mese di settembre 2006 in anteprima nazionale al festival Benevento Città Spettacolo e in prima nazionale al festival Bella Ciao, diretto da Ascanio Celestini. Per l’interpretazione e la drammaturgia di questo spettacolo, Saverio La Ruina riceve due Premi UBU 2007 nella categorie “Migliore attore” e “Nuovo testo italiano” ed è nella terna dei finalisti al Premio ETI – Gli Olimpici del Teatro 2007 nella categoria “Migliore interprete di monologo”. Nel 2007 debutta Le tre malebestie – Luigi Sturzo, diretto da Dario De Luca, allestito per il progetto Storie Interrotte promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico, realizzato in collaborazione con l’Ente Teatrale Italiano e con Rai Radio 3. Dal 1997 la compagnia è riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nel 2001 riceve il Premio Bartolucci “per una realtà nuova”, presieduto da Franco Quadri. Nel 2003 ottiene il Premio della Critica Teatrale, assegnato dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Scena Verticale è inoltre ideatrice e organizzatrice del festival sui nuovi linguaggi scenici Primavera dei Teatri, giunto nel giugno 2008 alla nona edizione, realizzato negli anni col contributo dell’Ente Teatrale Italiano, della Regione Calabria e di altri enti territoriali.

ESTRATTI DALLA RASSEGNA STAMPA

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La scrittura è un calabrese stretto come quello che si può sentire a Castrovillari, un cunto tutto parole corte e contratte, che ti attanaglia dal principio per la musicalità di inesorabile nenia in una scena che non è una scena. Davanti ai teli neri c’è solo la sedia su cui Saverio La Ruina, regista e autore per Scena Verticale, siede per 80 lunghi minuti, preso dal vortice delle sue parole che si interrompe solo alle svolte del racconto, per dar modo a Gianfranco De Franco, dietro a lui, di spezzare il flusso con i suoni dei suoi strumenti. Ma senza alterare la voce né ritoccare la pettinatura, serbando i pantaloni neri sotto l’abituccio femminile, il superbo protagonista interpreta una figura di donna senza nome, la Dissonorata del titolo, una vecchia ragazza dedita a raccontare la sua storia di figlia costretta dalle consuetudini a restare “zitellona”; e lei che un pretendente ce l’ha, manco lo può guardare, può solo curare le pecore e contare le pietre. Quando oserà parlargli, lui la vorrà toccare e poi sparirà lasciandola “rotta”, con la pancia, la famiglia che la condanna, cosparsa di petrolio e bruciata, ma condannata a sopravvivere. E qui la vicenda, che nella ridda di particolari non rinuncia mai all’ironia, gioca lo sbocco nel mito quando, assistita da zia Stella, la poveretta partorisce in una stalla nella notte di Natale, e il bimbo non lo chiama Gesù, “il santo più importante che c’è”, ma Saverio come l’autore, insinuando in questa feroce condanna dei costumi il sospetto dell’autobiografia. Da non mancare Franco Quadri – la Repubblica – 18/09/2006

[…] La Ruina è una presenza indiscutibile, lo si capisce subito, dopo due minuti che lo si vede o lo si sente parlare, o recitare, o raccontare, forse il verbo giusto è raccontare. C’è una sedia, in un semibuio, in fondo c’è solo un musicista, al quale sono affidati dei brevi intermezzi. Poi c’è lui, La Ruina, vestito da donna, con dei pantaloni e con sopra una gonna, un vestito da donna del Sud. La Ruina è uno spettacolo in sé, anzi è lo spettacolo tutto intero, non importano le raffinate luci, non importano gli stacchi musicali, non importa neppure ciò che dice. Se devo essere sincero, ciò che dice non l’ho capito. Gli amici che erano con me dicono di aver capito tutto, poi mi hanno raccontato i particolari della storia (avevo intuito all’ingrosso); personalmente, dopo quei due primi minuti mi ero astratto, o arreso. Perché debbo sforzarmi di capire il dialetto? In questo caso, come ovvio, il calabrese, o una roba (sto citando), a cavallo tra Calabria e Basilicata. La storia, per la cronaca, è come già dice il titolo (anch’esso dialettale, suppongo), è la storia di una pastorella ingannata e, appunto, disonorata; e delle sevizie poi perpetrate sul suo povero corpo. Però è questa una storia interessante? Non è una storia che conosciamo già, una storia antica, di cui possiamo solo servirci come pietra di paragone nei confronti di storie analoghe che oggi accadono a persone di cultura diversa dalla nostra? L’interesse per ciò che La Ruina diceva era per me pari a zero. Mi piaceva invece il modo di dire, di raccontare, di muovere le mani, di non muovere il corpo, di flettere la voce, di rendere femminile la voce maschile, di ingentilire, più e più, ciò che avevo intuito gentile. “ Dissonorata” nel mondo nostro, contemporaneo, si giustifica nella misura in cui da spettacolo di teatro, o da racconto, si

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trasforma in concerto, in una jam session, in una performance musicale. Franco Cordelli - Corriere della Sera, ed. Roma - 16/09/2006

Le cronache degli ultimi mesi sono costellate di delitti che hanno avuto per vittime ragazze il cui solo torto è stato quello di sottrarsi alla volontà di possesso del maschio, e non solo in ambito islamico. Se nel nostro Sud sopravvivono forme di delitto d’onore, anche in aree della società all’apparenza più emancipate, accade di morire perché non si ama più qualcuno o si ama qualcun altro. I responsabili sono spesso descritti come brave persone in preda a raptus. Ma dietro il raptus c’è sempre una cultura, un’idea della donna come oggetto di controllo da parte di mariti, padri, amanti. Proprio dall’intento di ricostruire passo passo i meccanismi su cui si fonda una simile cultura è intelligentemente partito Saverio La Ruina uno degli intraprendenti fondatori del gruppo calabrese Scena Verticale, per sviluppare il suo struggente monologo Dissonorata: il breve ma aguzzo spettacolo ripercorre infatti in un dialetto strettissimo un episodio di ordinaria sopraffazione famigliare. La protagonista è prigioniera di una rete di condizionamenti che dall’inizio la inchiodano inesorabilmente alla sua sorte: in base alle usanze lei deve vestire di nero, tenere gli occhi bassi, starsene da parte senza scambiare parola con nessuno. I parenti le trovano un aspirante marito, ma prima occorre che si accasino le sorelle maggiori: così viene presa dal timore che il fidanzato rifiuti di aspettarla, e allora – sprovveduta com’è – cede alle sue pressioni e resta incinta. Mentre l’uomo fugge lontano, il padre e i fratelli la castigano cospargendola di benzina e tentando di bruciarla. L’atroce caso si conclude per fortuna con una specie di mezzo lieto fine che apre uno spiraglio di speranza senza attenuare l’efficacia del racconto: la forza di quest’ultimo d’altronde, non sta tanto nella truculenza dei particolari, quanto nella capacità di far coesistere l’ironia e la tenerezza con la lucida oggettività di un’illuminante testimonianza antropologica. Ad aggiungere una nota di ulteriore commozione c’è il fatto che il bambino nato nonostante tutto viene chiamato Saverio, come l’interprete, suggerendo toccanti risvolti autobiografici. E poi c’è la bravura dello stesso La Ruina, che nei panni della narratrice offre una prova recitativa a tutto tondo, in fondo insolita nel panorama della sua generazione: seduto su una seggiolina, le ginocchia unite, l’atteggiamento composto e rassegnato, sfiorerebbe un’impressionante immedesimazione, non fosse per l’abito maschile che conserva sotto un dimesso grembiulino, e per la scelta di non modificare il proprio aspetto. Ma questa lieve presa di distanze nulla toglie all’intensità della sua esibizione.

Renato Palazzi – Il Sole 24ore – 05/11/2006

Attento osservatore delle realtà della propria terra, il gruppo calabrese Scena Verticale - una delle espressioni più vivaci del nuovo teatro del nostro Sud - punta da sempre a una pungente analisi della sottocultura meridionale e di tutte le contraddizioni, di tutte le storture che essa innesca, passando in special modo per una rilettura caustica e grottesca di alcuni grandi classici della scena. Se in Dissonorata. Un delitto d'onore in Calabria il terreno dell'esplorazione resta in sostanza lo stesso, cambia però - almeno in apparenza - il tono di fondo, che pur mantenendo intatta una certa vena ironica evidenzia stavolta un'inedita

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componente di asciutta commozione. La storia della feroce punizione inflitta dai familiari a una giovane rimasta incinta sembra semplice fino a risultare elementare, una di quelle storie che ci capita sovente di leggere sui giornali, e che ci appaiono tanto comuni da ritenerle persino scontate: invece, così centellinata alla ribalta, stagliata sulla spietata lastra radiografica di un'asciutta elaborazione drammaturgica, essa ha come primo e principale effetto il fatto di ricordarci che di scontato, in simili episodi, non v'è nulla, che in nessun modo essi devono essere considerati abituali e consueti, il che già sarebbe una forma di indiretta ma inaccettabile accettazione da parte di chi osserva. Tanto per sottolineare che non siamo di fronte a un caso isolato, ma agli esiti di un costume secolare, l'intenso spettacolo proposto a Bella Ciao, il festival di Ascanio Celestini, ci mostra come l'epilogo violento non sia che il corollario di una lunga catena di sopraffazioni nei riguardi delle donne, costrette a vestire di nero, a vivere appartate, ad attendere che le sorelle maggiori abbiano la precedenza rispetto al matrimonio. Così la protagonista, timorosa che l'aspirante marito non l'aspetti, cede alle lusinghe dell'uomo, che dopo averla compromessa la pianta in asso lasciando che i parenti tentino di bruciarla viva dopo averla cosparsa di benzina. Per aggirare l'ombra nera del melodramma, sempre incombente su vicende di questo tipo, l'autore e regista Saverio La Ruina incarna egli stesso il ruolo della vittima ormai invecchiata che in un dialetto strettissimo ripercorre il filo del proprio destino: seduto su una seggiolina coi suoi abiti maschili sui quali spicca appena una specie di grembiule scuro, la posa composta e dimessa di un'anziana cui le disgrazie non hanno spento il sorriso, dovrebbe indurci a prendere un po' le distanze, ma in parte per la sua bravura, in parte per quell'aria fuori posto riesce a rendere il tutto ancora più struggente. Ad acuire l'emozione c'è la scoperta che il figlioletto nato alla sopravvissuta si chiama come lui, Saverio, il che implica risvolti autobiografici su cui non è necessario far luce, ma che non possono lasciare indifferenti. Renato Palazzi –www.delteatro.it – 20/09/2006

[…] Chi invece offre la sicurezza di uno spettacolo già “di culto”, è la compagnia padrona di casa, Scena Verticale. Dissonorata, scritto e interpretato in sobri abiti femminili da Saverio La Ruina (che con Dario De Luca anima il gruppo), è la storia di una donna, anzi di “un delitto d’onore in Calabria”, come recita il sottotitolo. Ma non è tanto l’aspetto giudiziario o di colore a conquistare lo spettatore, quanto l’intensa umanità del personaggio. Una quotidianità di sofferenza e “attesa” in un sud eterno, nonostante il racconto si sviluppi a cavallo della metà del secolo scorso. Educazione e creanza di un ruolo femminile che include sottomissione perpetua, e che la protagonista rompe solo per un amore che è tutto suo, tanto che nel momento in cui si accorgerà di attendere un figlio (che nel testo ha il nome dell’autore / attore) rimane ancor più sola, senza amante e senza famiglia, e dissonorata appunto. In una lingua poetica e oscura come può esserlo il calabrese, ma che continuamente si accende di folgorazioni che hanno il calor bianco di una vita vissuta intensamente. Una prova d’attore straordinaria, capace di inquadrare nel rigore il suo racconto non meno straordinario.

Gianfranco Capitta – il Manifesto – 17/06/2007

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[…] l’elogiatissimo Dissonorata di e con Saverio La Ruina, uno dei recenti successi del teatro alternativo, forte ormai di una sessantina di repliche qua e là per l’Italia […] un paio di elementi rendono la serata assai notevole. Il primo è la lingua, un calabrese raro e mi dicono bastardo, ossia di una zona periferica, confinante con la Basilicata, comunque ipnotico per le sue saporite anche quando poco comprensibili sonorità snocciolate a ritmo di cantilena veloce. Il secondo è l’interpretazione di La Ruina, il quale consegna il racconto autobiografico della donna senza alcun tentativo di travestimento […] e rende superbamente l’invincibilità di una sventurata che snocciola la cronaca delle proprie disgrazie e sofferenze senza malanimo, anzi, con un certo umorismo se non addirittura con allegria […]

Masolino D’Amico – La Stampa – 10/06/2007

Saverio La Ruina racconta in “Dissonorata” la storia di una donna del Sud, meglio di tutte le donne che un tempo nel nostro paese erano considerate oggetto di possesso prima dei padri e poi del marito, donne che dovevano camminare con gli occhi bassi contando le pietre che lastricavano le vie, che non potevano uscire se non accompagnate dalla madre o dal padre o da un altro famigliare. Ma leggendo sui nostri giornali di ex fidanzati o ex mariti che uccidono chi li ha lasciati, magari dopo anni, perché non si rassegnano ad essere “sostituiti” da un altro uomo, o di donne musulmane sfigurate o uccise perché colpevoli agli occhi dei famigliari di una condotta troppo “libera”, c’è da constatare amaramente che il concetto di “possesso”, del potere di vita e di morte dell’uomo sulla donna è ancora oggi vivissimo e portatore di infami lutti. Riflessioni indotte dal monologo crudele e tenero, in calabrese, del bravo Saverio La Ruina, attore oltre che autore, che racconta, contrappuntato dalle musiche di Gianfranco De Franco, con pacata dolcezza e guizzi di disperata ironia, la storia di una ragazza del Sud in un dopoguerra attanagliato dalla fame e dall’ignoranza quando le donne erano imbozzolate in un reticolo di sopraffazioni, dal dover vestire di nero, al lavorare come muli fuori e dentro casa, al non avere diritto all’istruzione proprio perché donne e destinate al matrimonio. La storia della ragazza è una piccola storia: un matrimonio vagheggiato, il dover aspettare che si sposi la sorella più grande che nessuno sembra volere, la paura che l’uomo, scelto ovviamente dal padre, si stanchi, il cedere alle lusinghe, l’attesa di un bimbo, il tentativo dei famigliari di ucciderla col fuoco perché disonorata, la nascita del bimbo. Lei sfigurata e sola con il suo bambino ha ancora la forza di sorridere alla vita, un sorriso struggente. Una piccola, grande storia. Magda Poli – Corriere della Sera, ed. Milano – 04/11/2006

Perché mentre assistevo a Dissonorata […] mi è tornato in mente il Canone di Pachebel e ho ripensato all’ingresso solenne del grande organista nella cattedrale di San Sebaldo? Che cosa c’entra la musica barocca e quell’imponenza con la storia – minima seppur terribile – di una ragazza che, rimasta incinta senza essere sposata, i parenti tentano di bruciare viva dopo averla cosparsa di benzina? C’entrano, c’entrano. Il canone – la più semplice e insieme più rigorosa forma di scrittura polifonica – è caratterizzata dalla continua imitazione delle

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voci. E quello di Pachebel, il quale volle coniugare il ferreo contrappunto del Nord e la melodia cantabile del Sud, realizza ben ventotto variazioni sulla base del basso ostinato. Voglio dire, in breve, che il testo e l’interpretazione di La Ruina, per molti versi straordinari, sono proprio tutto questo: a cominciare, per l’appunto, dall’adozione sistematica della sottolineatura per contrasto. Il testo […] mi fa pensare al Casanova di Schnitzler che alle soglie della vecchiaia comincia a girare intorno alla sua città natale, Venezia, <<simile a un uccello che vien giù a morire calando da libere altezze in sempre più strette volute>>. Il pregio del monologo di La Ruina, infatti, sta nella capacità di avvicinarsi in cerchi concentrici all’oggetto dei singoli nodi narrativi e al tema di volta in volta affrontato: e quando lo ha raggiunto, quell’oggetto, e quando lo ha sviluppato, quel tema, nello stesso momento <<muore>>. Ma, beninteso, si tratta soltanto della necessità – per quelle parole in stretto dialetto calabrese – di sottrarsi alla trappola del ricalco realistico. Dunque vanno ciclicamente ad annullarsi, giuste le <<morti>> predette, nei suoni volutamente disarticolati emessi dai fiati e dalle percussioni del bravo Gianfranco De Franco. E subito dopo, però, proprio da quei suoni rinascono, come l’araba fenice, per risollevarsi in volo e raggiungere, addirittura, l’iperbole surreale: vedi il passo, naturalmente non scevro d’ironia, in cui il lutto perenne imposto alle vedove s’estende anche alle lenzuola. Allo stesso modo si comporta La Ruina in quanto interprete. Non cerca di sembrare la ragazza in questione, e cioè di imitarla, ma la cita: e quindi niente trucco, niente parrucca, bensì uno stremenzito vestituccio femminile da cui sbucano, eclatanti, i pantaloni. E poiché la citazione significa simbolo, ecco che qui si celebra il teatro, che è appunto il regno del simbolo, non attraverso la semplice recitazione ma per mezzo (e così torniamo al Canone di Pachebel) della re-citazione, ossia della citazione ad oltranza: vedi le varianti del gesto di lisciarsi l’orlo della gonna sulle ginocchia, per alludere, di volta in volta, alla nevrosi, alla solitudine o al sogno. La sottolineatura per contrasto, poi, trova un esempio lancinante nel fatto che quel figlio illegittimo nasce nella notte di Natale. Siamo allo scarto, in chiave mitica, fra la Colpa e la Redenzione. Ma infine, in margine a questo che, ripeto, è uno spettacolo straordinario, mi tocca un interrogativo amaro. Perché l’altra sera, alla seconda replica, invece degli spettatori c’erano soltanto una ventina di addetti ai lavori? Enrico Fiore – Il Mattino – 16/02/2007

Teniamo d’occhio Saverio La Ruina, un autore-regista che pochi conoscono ma il cui lavoro drammaturgico, lontano dai clamori ufficiali, sta affermandosi come una delle voci più nuove e più pure di questa strana stasi del teatro italiano. [...] In un paese come il nostro dove tra i dialetti che hanno ricevuto l’imprimatur oggi spicca il napoletano, a dispetto delle antiche glorie del veneto e del milanese, La Ruina che compone in un calabrese stretto che insieme sa di sprezzatura contemporanea, delle splendide saghe popolari dei Re di Francia e della tradizione fiabesca per primo rivalutata dal grande Luigi Capuana, da un anno gira l’Italia con una cronaca poetica di singolare incisività polemicamente intitolata Dissonorata. […] L’autore-interprete di questo patetico atto d’accusa [...] testimonia il dramma della sua protagonista nei toni accesi di un Calvino innamorato dei toni acerbi e incantevoli della fiaba. Con un lessico di rara sobrietà che non esclude una dolente partecipazione emotiva, si snoda dalla

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ribalta la vicenda di Pascalina. [...] Fino al bellissimo epilogo che, a somiglianza della Magnani nel Miracolo di Rossellini, la vede partorire nella stalla il nuovo Gesù delle favele di casa nostra.

Enrico Groppali – il Giornale – 29/05/2007

[…] In “Dissonorata”, visto all’ITC di San Lazzaro, siamo noi ad essere trasportati dalla sua voce calma come quella di una donna calabrese che racconta una favola nella vicenda di una ragazza che si innamora, viene sedotta e abbandonata e poi bruciata dai parenti perché disonorata. La violenza, la tragedia si fanno strada in quella cantilena in dialetto stretto che incanta. La Ruina ci seduce e ci ferisce; in quell’orrore di ignoranza e oppressione, non confinato solo nel passato, ci dà la speranza di un figlio, di una vita che continua, di una voce che sa nominare la disperazione e la necessità di un futuro.

Massimo Marino – Corriere di Bologna – 05/02/2008

Un piccolo, prezioso e rarissimo, capolavoro. Da tempo si stima molto la compagnia Scena Verticale che, dopo il Premio Giuseppe Bartolucci 2001 e il Premio della Critica Teatrale 2002 per l’intelligente cura dei propri lavori e il Festival di Castrovillari, ha meritato, notizia più fresca, un doppio Premio Ubu per Dissonorata – Un delitto d’onore in Calabria di/ con Saverio La Ruina, una grande gioia per il giusto riconoscimento a uno spettacolo perfetto, di magica forza poetica e comunicativa, unanime entusiasmo, affascinata la critica, una rassegna stampa da grande evento. Lo si era visto - finalmente! – per la rassegna Terre d’Acqua: davvero indimenticabile! Un equilibrio di elementi di travolgente rigore e commozione insieme: la lingua propria della Calabria, che inizialmente può turbare nel timore di non capire, diviene presto puro incanto, dal pacato ritmo narrativo, come un canto della memoria, non importa se qualche parola sfugge, la situazione presto evidente alla mente e al cuore; la postura dell’autore/interprete, seduto su una sedia, in abito femminile, un atteggiamento quieto di comprensione del mondo, accettazione della vita, una dolcezza velata d’ironia, il dolore sofferto elaborato alle radici, quasi distaccato, i movimenti ritmici, scanditi, come a seguire il flusso delle parole, ma nell’astrazione anche un’intensa espressività; la sonorità complessiva, discreto ma essenziale l’intervento musicale di Gianfranco De Franco, una teatralità pensata, ragionata in ogni sua parte ma amalgamata così da apparire di fresca immediatezza, lo sguardo insieme interiore e aperto, rivolto ad ogni singolo spettatore. Una storia del nostro sud – Dissonorata riproposto a Ragazzola nell’ambito del Festival dei Diritti Umani - che ricorda però situazioni parallele, analoghe in altre culture che pretendono, anche con gesti crudeli all’interno della stessa famiglia, la sottomissione femminile: ancora oggi. Passaggi che toccano profondamente, anche attraverso la sorpresa… con quel bimbo nato a Natale dallo stesso nome dell’attore! Un profondo coinvolgimento emotivo. Grande teatro. Sì: indimenticabile! Valeria Ottolenghi– Gazzetta di Parma – 07/04/2008

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Riscontri poeticia cura di Paola Loreto

Miserere: una carovana, un pellegrinaggio, un canto d’amore, una preghiera

«Piano, fate piano per favore,/ non vi accalcate,/ uno alla volta,/ piano per favore,/ senza fretta, non c’è nessuna fretta».Prega anche così il Miserere di Canio Loguercio, spettacolo video-musicale messo su poco meno di due anni fa, come «preghiera d’amore al netto di indulgenze e per appuntamento», operazione originale in cui il cantautore lucano ha unito, in una sorta di circo felliniano itinerante, una compagnia di tutto rispetto che va dal videoartista Antonello Matarazzo, a vivaci poeti come Gabriele Frasca, Rosaria Lo Russo, Lello Voce, Tommaso Ottonieri, Sara Ventroni, Enzo Mansueto, a musicisti come Paolo Fresu, Maria Pia De Vito, Rocco De Rosa. Oggi quello spettacolo diventa libro più cd e dvd, Il miserere di Canio Lo Guercio (edizioni Squilibri, euro 19). Un libro arricchito da nuovi interventi poetici originali di Franco Arminio, Maria Grazia Calandrone, Azzurra D’Agostino, Eugenio Lucrezi, Luigia Sorrentino. Uno spettacolo work in progress, preghiera della protesta di un mondo smarrito, rabbioso e ironico, dove l’itinerario di un gruppo di disabili sulle loro carrozzelle guidati da Canio Loguercio e al seguito del regista Antonello Matarazzo (che vi gira il suo Miserere cantus, dedicato «a tutti coloro che non possono affermare con assoluta certezza l’esistenza di Dio»), si snoda come una novella «via lattea» di bunueliana memoria. Una carovana che gira tra le macerie dismesse dei capannoni dell’ex Italsider di Bagnoli di Napoli, archeologia industriale che

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rimanda anche a un mondo in quasi impossibile ricomposizione, per terminare (terminare?) tra le pale eoliche delle montagne dell’interno, nuovi mulini a vento dove proseguono la loro processione laica i disabili in carrozzella. Novelli guitti, che sanno sorridere al momento opportuno, sanno vivere tra di loro e con gli altri, autonomia conquistata a prezzo salato ma lontana da un mondo sano forse irrimediabilmente perduto. Le canzoni di Canio Loguercio, a partire dall’uso di una lingua amatissima come il napoletano, accompagnano, insieme alla voce di Maria Pia De Vito, alla tromba di Paolo Fresu e alle tastiere di Rocco De Rosa, questa bella preghiera sulla sofferenza umana come una moderna processione di misteri e dolori (la storia è scomposta nel video dalle scene della processione dei Battenti di Guardia Sanframondi). E così le canzoni si alternano ai versi dei poeti. Canzoni che hanno i nomi delle preghiere (accettazione, raccoglimento, pentimento) così come le poesie sono canti laici di altrettante preghiere («Questa carne che da sola esala l’ultima parola / e sospira…» recita la voce di Sara Ventroni all’inizio del Miserere). Loguercio, che con Indifferentemente, primo cd da solista (i cd del manifesto) aveva già messo in gioco tutte le sue esperienze passate, con questa ultima operazione, si misura ancor di più con i meccanismi di una originale e amata multimedialità.A quattro mani con una delle espressioni più interessanti dell’ultima generazione di videoartisti, Antonello Matarazzo, che, iniziato il suo cammino di pittore con le rivisitazioni dei Freaks di Tod Browning (lo straordinario film sui «deformi» del 1932), è riapprodato di nuovo al rapporto con uomini e donne più sfortunati. «Spero di aver affrontato un’altra lettura della disabilità -racconta in una intervista nel dvd- decontestualizzata. Il disabile di solito cammina in luoghi in cui gli si consente di camminare». Certo non tra le macerie di una speranza industriale finita. Il libro è dedicato alla memoria di Pasquale Trivigno, musicista e tecnico del suono protagonista di questa operazione, scomparso l’anno scorsoi.

Michele Fumagallo (IL MANIFESTO - 07/04/07)

Matarazzo, quando il video diventa opera totaleTutto il lavoro di Antonello Matarazzo è dialogo, costruzione e, come più volte sottolineato, contaminazione di forme e stili (in piena linea con le idee guida del Medialismo). Con il suo lavoro più recente, Miserere (2005), Antonello Matarazzo stringe un sodalizio professionale con il musicista Canio Loguercio. Per quanto riguarda il video, al momento esistono due versioni: una di 20 minuti con musiche originali di Canio Loguercio e Fabrizio Castanìa e un videoclip di 8 minuti per il solo brano (Miserere) di Loguercio, ma l'operazione è più articolata e punta a realizzare un vero e proprio lavoro multimediale fatto di immagini, storie, musiche, racconti ancestrali, spaccati rituali, antropologia e poi realizzazione di concerti, dvd, libri... una carovana dove troveranno eco tantissimi volti e nomi della creatività contemporanea (per avvicinare il progetto

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in generale: www.miserere.info; da leggere anche l'intervista a Matarazzo e Loguercio su www.shortvillage.com). [...] leggi tutto

Alfonso Amendola (L'UNITA' - 06/02/05)

Canio Loguercio

Musicista, performer, architetto.Lucano di nascita, napoletano d'adozione, vivo a Roma. Sono stato definito "artista poliedrico ed eclettico", "agitatore culturale", può essere. Di sicuro so che con l'etichetta indipendente Officina ho ideato e realizzato numerosi progetti musicali fra cui, Kufia-canto per la Palestina , Trasmigrazioni , Balkanjia , Prima della pioggia, Hata , Viaggi fuori dai paraggi, pubblicati con " il manifesto" . Conduttore di Audiobox, sono stato anche autore e regista di numerosi altri programmi radiofonici per Radio Rai. Finalista a tre diverse edizioni del Premio Recanati, ho collaborato con vari musicisti. Con Indifferentemente , cerimonia di canzoni a domicilio con la collaborazione di Massimiliano Civica, giro per case a cantare brani appassionati. Con pochi strumenti, un fornellino, torce elettriche e una trentina di uova sode.Lascio che ad accogliere il pubblico sia Petula Clark con Round every corner uno dei suoi brani meno noti . Poi nel buio avvio la mia "cerimonia". Poco più di un'ora per una decina di canzoni - scritte con l'ausilio fondamentale di Rocco De Rosa - , come tante 'stazioni' di una via Crucis. Indifferentemente è una sgangherata bio-installazione sonora, una processione che si snoda con le sue litanie, i suoi riti, le giaculatorie... ovvero un banale concertino di 'love songs', sebbene quasi tutte scritte in napoletano, la "sacra" madrelingua delle passioni. Il CD che ripropone lo spettacolo - 16 brani, fra i quali quello che qui presento - e' in uscita in questo dicembre 2003 fra i materiali musicali de "il manifesto", Edizioni Musicali Officina.

Antonello Matarazzo

Pittore, regista e video artista. Ha lavorato come costumista e aiuto regista al Teatro Bellini di Catania. Dal 1990 è impegnato nella ricerca nel campo delle arti visive. Il suo lavoro si colloca nella più recente tendenza ("Medialismo") intesa come integrazione dei vari media (fotografia, pittura, video ecc.). Dal 2000, data del suo cortometraggio d'esordio, The Fable (18° Bellaria Film Festival) – prodotto da Fuori Orario (Raitre) – ha affiancato il video alla produzione di opere "fisse", partecipando a numerosi festival cinematografici nazionali ed internazionali (Mostra Cinematografica di Venezia, Festival Cinéma Méditerranéen Montpellier, Torino Film Festival, Festival du Film sur l'Art de Montréal, Festival Internacional de Cine de Mar del Plata, Festival del Cinema Locarno ecc.). Nel 2006 la 42° Mostra

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Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro dedica una retrospettiva completa al suo lavoro. Le Università di Brera, Chieti, Genova, Salerno, Pisa e Cambridge hanno proiettato suoi cortometraggi a scopo didattico.

Mostre

08 Project 59, cura di Irina Danilova, Hiram Levy, organizzazione Hervé Constant – Studio 29, London (GB) LINK08 Project 59, cura di Irina Danilova, Hiram Levy, organizzazione Josephine Bonnet – Schauraum, Nürtingen (D) 08 Project 59, organizzazione Morten Kvamme – Landmark, Bergen Kunsthall, Bergen (N) LINK08 Sguardi Sonori 2008, Sixsecondsaroundme, organizzazione FaticArt – Lanificio Conte, Schio, VI LINK08 Project 59, cura di Irina Danilova, Hiram Levy, organizzazione David Gryn – Artprojx Space, London (GB) LINK08 Archeologie del futuro, cura di Marisa Vescovo, Alessandro Carrer – Studio Vigato, Castelceriolo AL LINK08 Project 59, organizzazione Rahel Joseph, Galeri Petronas, Kuala Lumpur (MAL)08 Corti d'arte, cura di Irene Petrella, Chiostro di Sant'Agostino, Caserta 08 Project 59, cura di Irina Danilova, organizzazione Jade Walker, Creative Research Laboratory, The University of Texas at Austin, Austin, Texas (USA) LINK 08 Project 59, cura di Irina Danilova, organizzazione Laura Conchelos, B1 Lounge, South Pole / The University of Southern Maine, Portland (ME) LINK08 Arte Fiera 2008, stand Galleria Studio Legale – padiglione Bologna Fiere, Bologna07 Project 59, cura di Irina Danilova, organizzazione Karl Lind – Gallery Homeland, Portland, Oregon (USA) LINK 07 The best of Invideo 2007, cura di Chicca Bergonzi, Romano Fattorossi, Sandra Lischi – Sala Tamagni, San Gimignano SI LINK07 Made in Italy - Genius Loci, cura di Bruno Roberti / Archivio Raro video, cura di Bruno Di Marino – Filmstudio, Roma LINK07 Attori/Spettatori, cura di Raffaele Curi, Bruno Di Marino – Fondazione Alda Fendi, Roma LINK07 Project 59, organizzazione Tamara Alexandrovna Galeyeva – Center of Contemporary Culture, The Urals State University, Yekaterinburg (RUS)07 Project 59, cura di Irina Danilova – OkNo Gallery, Chelyabinsk (RUS) LINK07 La posa infinita (personale), coordinamento Milano Doc Festival – Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci", Milano LINK | LINK07 Project 59, cura di Irina Danilova – The Galaxie, Doc Films / University of Chicago, Chicago (USA)07 Interreg III C - Noè, cura di Simona Isgrò, Valentina Valerio – sede Conseil de la Région PACA, Marsiglia (F)

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07 Opus Loci, cura di Daria Catalano, Simona Isgrò, Valentina Valerio – Grandi Magazzini Teatrali, Campobasso LINK07 Conversazioni Video, cura di Rubino Rubini – Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci", Milano07 Miserere, videoproiezione a cura di Canio Loguercio – PAN (Palazzo delle Arti), Napoli LINK07 Videofusion1, cura di Gabriele Perretta – Studio.Ra Contemporanea, Roma LINK07 Arte Fiera 2007, stand Galleria Six (StudioSei) – padiglione Bologna Fiere, Bologna06 Miserere, videoproiezione a cura di Canio Loguercio – Basilica di S. Maria in Ara Coeli, Roma06 Bottom-up: circostanze dell'immagine mediale, cura di Gabriele Perretta – StudioSei Arte Contemporanea, Milano LINK06 10 secondi (personale), coordinamento Fondazione RomaEuropa – Teatro Palladium, Roma06 Friday I'm in Love, cura di Rubino Rubini – Centro Polivalente Villa Serena, Bologna06 One Image Portrait, cura di Daniele Brocchi, Carlo Fatigoni – Fortezza Medicea, Cortona06 Ad Hoc - archeologia del contemporaneo, cura di Gabriele Perretta – sedi varie, Sant'Agata dei Goti BN LINK06 Profondoblu (videoretrospettiva), coordinamento Nuvole Arte Contemporanea – Rocca dei Rettori, Benevento06 4° International design expo - Trasversalità, cura di Federica Dal Falco, Antonella Greco – Ex Magazzini Generali, Roma06 10 secondi (personale) – Changing Role-Move Over Gallery, Napoli LINK | intervista06 22e Art Amsterdam KunstRAI (personale), stand StudioSei Arte Contemporanea – padiglione Amsterdam Art Fair, Amsterdam (NL)06 Phoenix, A transformative Multi Media Co-creation, coordinamento Bayennale 2006 – Ghost Town Galleries, Oakland - California (USA)06 Città Elettroniche, cura di Bruno Di Marino – Cinema-Teatro Augusteo, Salerno06 Video On/On Video, cura di Bruno Di Marino – padiglione Arte Parma, Parma06 p.I.T.t.u.r.a. (ipotesi figurative italiane), cura di Gianluca Marziani – StudioSei Arte Contemporanea, Milano LINK06 Arco, stand Changing Role-Move Over Gallery – padiglione Arco, Madrid (SP)05 Carta bianca, cura di Manuela De Noia – Nuvole Arte Contemporanea, Montesarchio BN05 Miserere, videoproiezione a cura di Canio Loguercio – Fabbrica del Vapore, Milano05 Personale, testi di Alfonso Amendola, Enrico Ghezzi, Gabriele Perretta, Marisa Vescovo – StudioSei, Milano LINK05 Artissima 12, stand Changing Role-Move Over Gallery – Lingotto Fiere, Torino05 Those Misunderstood, cura di Eugenio Viola, organizzazione Changing Role-Move Over Gallery – II Università degli Studi di Napoli, Capua CE

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05 Fujiyama vs. Vesuvio (videoretrospettiva), cura di Alfonso Amendola, Antonello Tolve, coordinamento Doc Fest – Villa Campolieto, Ercolano NA05 Plaid, cura di Vittoria Broggini, Emma Zanella – Galleria d'Arte Moderna, Gallarate VA05 Arte/Scienza di Pace - 10 artisti campani per la pace, cura di Anna Cochetti, Enzo Battarra – Palazzo Fazio, Capua CE05 Fair Play, cura di Laura Carcano, coordinamento MB47 Arte Contemporanea – Complesso Monumentale di S. Sofia, Salerno05 Nei pressi della pietra rossa, cura di Gabriele Perretta – Villa La Colombaia, Ischia NA05 Blog on Arthur Rimbaud, organizzazione Associazione Culturale Zazà – Centro d'Arte Contemporanea Castello di Rivara, Rivara TO LINK05 XI Incontri d'Arte Contemporanea, cura di Anna Cochetti, Enzo Battarra – Museo Muditac/Majorana, Roma05 I Mestieri di Érgon, cura di Gabriele Perretta – Palazzo "M", Latina05 Nuove frontiere, coordinamento Doc Fest – Centro Pompei Life, Pompei NA04 Miserere, videoproiezione a cura di Canio Loguercio – Piccolo Apollo (Istituto Galilei), Roma04 Gabbie (videoretrospettiva), cura di Nuvole Arte Contemporanea, coordinamento Associazione Teorema, Associazione Interzona – c/o Telenia, Bucciano BN04 Gabbie (personale), testo di Enrico Ghezzi – Nuvole Arte Contemporanea, Montesarchio BN LINK04 XI Biennale d'Arte Sacra, cura di Carlo Chenis, Marisa Vescovo – Museo Staurós d'Arte Sacra Contemporanea, Isola del Gran Sasso TE04 Quattro notti ...e più di luna piena (videoretrospettiva), organizzazione Iside Nova – Chiostro di San Domenico, Benevento04 BovArchè - Meridiani d'Oriente (circuito Biennale d'Arte di Venezia), cura di Gabriele Perretta – Palazzo Mesiani, Bova RC04 Primalia_immagini, schermi, spazi e riproducibilità, cura di Gabriele Perretta – Palazzo Cedir, Reggio Calabria04 Media.comm(unity)/comm.medium, cura di Gabriele Perretta – Masedu-Museo d'Arte Contemporanea, Sassari LINK03 Magic Christmas, cura di Guido Cabib – Changing Role-Move Over Gallery, Napoli03 il Volto - il Corpo, organizzazione e cura MB47 Arte Contemporanea – Palazzo Genovesi, Salerno03 Testimoni per caso (personale), testi di Enrico Ghezzi, Marisa Vescovo – Studio Vigato, Alessandria LINK | LINK03 Imago Mentis, cura di Gabriele Perretta – galleria Romberg, Latina / galleria La Giarina, Verona03 Sorite: Stoà poikilè, cura di Gabriele Perretta – Centro Satura, Genova02 Sud, (personale), testo di Gabriele Perretta – galleria Le Pleiadi Arte Contemporanea, Mola di Bari BA LINK00 Arte Video TV 2000, cura di Antonio D'Orazio, Elisa Zurlo, Gabriele Perretta – Centro Polivalente Villa Serena, Bologna

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00 Miart, stand galleria Zonca&Zonca Arte Contemporanea – padiglione Fiera Milano, Milano00 Stigma della riproducibilità/Archeologia e Futuro, cura di Gabriele Perretta – galleria Installart, Caserta99 Il Bosco Sacro dell'Arte, cura di Angelo Trimarco, Giuseppe Zampino, Vincenzo Trione – Real Bosco di Capodimonte, Napoli99 Aion (Laboratorio Politico di Fine Secolo), cura di Gabriele Perretta – Museo Archeologico, Formia LT LINK98 Cineporto '98 (personale), stand galleria Arte e Personae – padiglione Cineporto, Roma LINK98 Freaks (personale), testo di Gabriele Perretta – galleria Arte e Personae, Firenze LINK98 Laboratorio Politico di Fine Secolo, cura di Gabriele Perretta – Teatro degli Artisti, Roma97 Aperto '97, cura di Simona Barucco, organizzazione Flash Art – Trevi Flash Art Museum, Trevi PG LINK97 Strisce, Pitture ed altre derive, cura di Gabriele Perretta – Studio Italia2, Roma97 Arte Fiera '97, stand galleria Ellequadro Documenti – padiglione Bologna Fiere, Bologna97 Oltre il mare, Oltre il Monte, cura di Angelo Trimarco, Ernesto D'Argenio – Chiesa di S. Lucia, Latina / Chiesa di S. Maria, Avellino / galleria Studio Legale, Caserta97 Innocenti (personale), testo di Gabriele Perretta – galleria L'Opificio Arte Contemporanea, Benevento LINK96 Con-formati, Dif-formati, cura di Andrea Del Guercio – Living Art Gallery, Milano96 Viaggio nel Paese di Giammai, cura di Raffaele Gavarro – galleria L'Opificio Arte Contemporanea, Benevento96 Interfacce, cura di Raffaele Gavarro – Carcere Borbonico, Avellino95 Dodicietrenta (personale), testo di Raffaele Gavarro – galleria Art Now, Capua CE LINK95 Composita '95, coordinamento Alliance Francaise – Casa della Cultura Victor Hugo, Avellino95 Forme & Segni, organizzazione Associazione Guida Arte – Libreria Guida, Napoli93 Tiptologia, cura di Francisco Fernandez, Pietrantoio Arminio, Antonello Matarazzo – Carcere Borbonico, Avellino92 Personale, testo di Giuseppe Selvaggi – Quadrato d'Idea, Roma91 Matarazzo-Miro-Sabatello, cura di Giuseppe Selvaggi – Museo Trasporti, Budapest (H)

Mostre Cinematografiche / Video Art festival

08 Melbourne International Film Festival, Melbourne (AUS) LINK08 6. Festival Signes de Nuit, Parigi (F) LINK

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07 9. Festival des Cinémas Différents de Paris, Parigi (F) LINK07 17. InVideo, Spazio Oberdan, Milano LINK07 2. Festa del Cinema di Roma, Roma LINK07 60. Festival del film Locarno, Locarno (CH) LINK07 17. Festival Cinema Africano, d'Asia e America Latina, Milano LINK07 22. Festival Internacional de Cine de Mar del Plata, B. Aires (RA) LINK06 11. Roma Film Festival, (Eventi/Etrange), Roma06 Sole e Luna Doc Fest, (Documentari allo Spasimo), Palermo06 2. Festival d'Arte di Palazzo Venezia, (Nuovi linguaggi), Roma LINK06 Passaggi d'Autore, Sant'Antioco, Carbonia-Iglesias06 42. Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, (retrospettiva), Pesaro PDF | intervista06 CortoViterbo, Viterbo • Migliore Fotografia06 Reggio Calabria Film Festival, (retrospettiva), Reggio Calabria06 24. Festival International du Film sur l'Art (FIFA), Montréal (CDN) LINK06 Festival International de Film et Vidéo de Création, Beirut (RL)05 15. InVideo, Spazio Oberdan, Milano05 27. Festival International Cinéma Méditerranéen Montpellier, Montpellier (F) LINK05 62. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, Venezia LINK05 3. Molise Cinema, Casacalenda CB05 8. Expresión en Corto, Guanajuato (MEX) LINK05 41. Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, Pesaro05 Festival d'Arte di Palazzo Venezia, (Nuovi linguaggi), Roma • 1° Premio LINK | intervista05 4. Flaming Creatures 04_05, (Miglior cortometraggio italiano), Salerno04 2. International Sasà Film Award, Catania04 22. Torino Film Festival, (Spazio Italia), Torino LINK04 26. Festival International Cinéma Méditerranéen Montpellier, Montpellier (F) LINK04 7. 'O Curt, Institut Française Le Grenoble, Napoli04 International Film Festival of Fine Art, Szolnok (H)04 7. Expresión en Corto, Guanajuato (MEX)04 CinemadaMare, Nova Siri MT04 Festival d'Arte di Palazzo Venezia, (Esperimenti), Roma LINK04 12. Arcipelago, (E-Movie), Roma • Menzione Speciale LINK04 23. Round, Rimini03 21. Torino Film Festival, (Spazio Italia), Torino LINK | intervista03 Alternative Film Festival, Picciano PE03 Medi-Art Festival, Pantelleria TP • Menzione Speciale03 Incroci di Orizzonti, Pergine Valdarno AR • 1° Premio 03 11. Arcipelago, (Corto.web), Roma • 1° Premio LINK 03 21. Bellaria Film Festival, (Anteprima), Bellaria RN LINK02 20. Torino Film Festival, (Spazio Italia), Torino LINK | intervista01 6. Festival del Cinema Trash, Torino01 13. FanoFilmFestival, Bellocchi di Fano PU01 3. Morbegno Film Festival, Morbegno SO

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01 19. Bellaria Film Festival, (Anteprimaannozero), Bellaria RN LINK01 Festival del Cinema d'Amatore, Lioni AV • Premio Speciale della Giuria 00 18. Bellaria Film Festival, (Anteprimaannozero), Bellaria RN

Video-filmografia

4B movie ( © 2007 col. DVcam 5' ) LINKLa posa infinita ( © 2007 b/n DVcam 3 video 1' loop cad) LINKLuna Zero ( © 2007 col. DVcam 10' ) LINKMummy ( © 2007 col. DVcam 3' loop ) LINKtribal TRIBAL ( © 2007 col. DVcam 3' ) LINKPiera e gli assassini ( © 2007 col. DVcam 6' ) LINK9 06 83 ( © 2006 col. DVcam 4' ) LINKInterferenze, doc ( © 2006 col. DVcam 30' ) VIDEO | LINK En plain air ( © 2005 col. DVcam 10' ) VIDEO | LINK Miserere (cantus), videoclip ( © 2005 col. DVcam 8' ) VIDEO | LINK | intervistaLovers, spot per Converse ( © 2004 col. DVcam 45'' ) VIDEO | LINK Apice ( © 2004 col. DVcam 6' ) VIDEO | LINKA Sua immagine ( © 2004 col. DVcam 3' ) VIDEO | LINKMiserere ( © 2004 col. DVcam 19' ) VIDEO | LINK Warh ( © 2003 col. DV 8') VIDEO | LINK | intervista La Camera Chiara ( © 2003 b/n-col. DV 8' ) VIDEO | LINK Astrolìte ( © 2002 b/n-col. miniDV 40' ) VIDEO | LINK | intervista Mi chiamo Sabino ( © 2001 b/n-col. miniDV 11' ) VIDEO | LINKLe cose vere ( © 2001 b/n-col. miniDV 28' ) LINK Dance purge ( © 2000 b/n-col. DV 9' )The Fable ( © 2000 b/n-col. DV 9' ) VIDEO | LINK

Reading poetico Mariangela Gualtieri

Mariangela Gualtieri (Cesena, 1951) è una poetessa, drammaturga e attrice teatrale italiana.Laureatasi in Architettura all’IUAV di Venezia, nel 1983 fonda con il regista Cesare Ronconi il Teatro Valdoca, nel quale è drammaturga e attrice.

OpereAntenata (1992) Ossicine (1994) Fuoco centrale (1995) Nessuno ma tornano (1995) Sue Dimore (1996)

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Nei leoni e nei lupi (1997) Parsifal (1999) Chioma (2000) Predica ai pesci (2001) 'Fuoco centrale ed altre poesie per il teatro (antologia Einaudi 2002) Imparare è anche bruciare (2003) Paesaggio con Fratello rotto (messo in scena tra il 2004 e il 2005; pubblicato per Sossella Ed. nel 2008]) Senza polvere senza peso(2006) Sermone ai cuccioli della mia specie(2006)

Reading poeticoGian Mario Villalta

È nato nel 1959 a Visinale di Pasiano.Laurea in Lettere a Bologna con una tesi sulla retorica del testo. Ha pubblicato i libri di poesia in dialetto di Visinale: Altro che storie!, Campanotto, Udine 1988,L'ass ingrevà de la tera/ L'asse storto della terra, in Cinque poeti in dialetto veneto, "In forma di parole", III, 1998.In italiano:L'erba in tasca, Scheiwiller, Milano 1992Malcerti animali in Poesia contemporanea, Terzo Quaderno Italiano, edito da Guerini e Associati, Milano 1992.Numerosi gli interventi critici su rivista e in volume - tra questi l'Introduzione a Amedeo Giacomini, Antologia privata (poesie in friulano 1977-1997), Mobydick, Faenza 1997 e Andrea Zanzotto, Le poesie e prose scelte, a cura di S. Dal Bianco e G. M. Villalta, "I Meridiani" Mondadori, Milano 1999.Ha pubblicato le monografie: La costanza del vocativo. Lettura della "trilogia" di Andrea Zanzotto. Il Galateo in Bosco, Fosfeni, Idioma, Guerini e Associati, Milano 1992 e La mimesis è finita. Il concetto di mimesis da Aristotele a Paul Ricoeur, Mucchi (Modena 1996).Il suo primo libro di narrativa, Un dolore riconoscente, è uscito nel 2000 presso Transeuropa (Editori Associati), Milano 2002.

Reading poetico - Mario Benedetti

Mario Benedetti (nome completo: Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti Farugia; Paso de los Toros, 14 settembre 1920) è uno scrittore uruguaiano.Figlio di Brenno Benedetti e Matilde Farugia, i quali lo battezzarono con cinque nomi, conformemente alle usanze italiane, fino a due anni di età abitò con la famiglia a Paso del los Toros; successivamente, per ragioni di lavoro, la famiglia si trasferì a Tacuarembó. Dopo una permanenza fallimentare a Tacuarembó (dove furono vittima di una truffa), la famiglia si trasferì a Montevideo; Mario Benedetti aveva quattro anni d'età. Nel 1928 iniziò i suoi studi primari nel

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Collegio Tedesco di Montevideo, dove completò il corso di studi nel 1933. Iniziò quindi a frequentare il Liceo Mirandaper. Nel 1934 entrò nella Escuela Raumsólica de Logosofía. Nel 1935 realizzò i suoi studi secondari in maniera incompleta, completandoli poi da privatista a causa dei problemi economici della sua famiglia. All'età di quattordici anni cominciò a lavorare nella impresa di Will L. Smith, che realizzava ricambi per automobili. Tra il 1938 e il 1941 risiedette quasi continuamente a Buenos Aires, Argentina.Nel 1945 entrò a far parte della redazione del settimanale Marcha, dove rimase fino al 1974 (anno nel quale il giornale fu chiuso dal governo di Juan Maria Bordaberry). Nel 1954 venne nominato direttore letterario del Marcha. Il 23 marzo 1946 si sposò con Luz López Alegre, il suo grande amore e compagna di vita. Nel 1948 diresse la rivista letteraria Marginalia e pubblicò il volume di saggi Peripezia e Romanzo (Peripecia y novela). Nel 1949 divenne membro del consiglio di redazione del Número, una delle riviste letterarie più importanti dell'epoca. Partecipò attivamente al movimento contro il trattato militare con gli Stati Uniti d'America. Fu questa la sua prima azione come militante politico. Nello stesso anno ottenne il Premio del Ministero della Istruzione Pubblica per la sua prima raccolta di racconti, Questa Mattina (Esta mañana). Ne fu il vincitore in ripetute occasioni fino al 1958, da quando lo rifiutò ripetutamente per controversie sul regolamento. Nel 1964 lavorò come critico teatrale e codirettore della pagina letteraria settimanale Al servizio delle lettere del quotidiano La mañana.Collaborò come umorista nella rivista Peloduro. Scrisse inoltre critiche cinematografiche su La tribuna popular. Tornò a Cuba per partecipare come giurato del concorso Casa de las America. Partecipò all'incontro con Rubén Darío. Andò in Messico per partecipare al II Congresso Latinoamericano degli Scrittori; partecipò inoltre al Congresso Culturale della Havana con la relazione Sulla relazione tra l'uomo d'azione e l'intellettuale e diventò Membro del Consiglio di Direzione della Casa delle Americhe.Nel 1968 fondò e diresse il Centro di Investigazione letteraria della Casa delle Americhe. Insieme ai membri del Movimento di Liberazione Nazionale – Tupamaros fondò, nel 1971, il Movimento delle Indipendenze 26 Marzo, un raggruppamento che passò a formare la coalizione delle sinistre Frente Amplio. Benedetti fu dirigente del movimento. È nominato direttore del Dipartimento di Letteratura Ispanoamericana nella Facoltà di nella Facoltà di Umanistiche e Scienza dell'Università della Repubblica. Pubblica Cronoca del 71 (Crónica del 71), composto per lo più da una raccolta di editoriali politici pubblicati nel settimanale Marcha, una poesia inedita e tre discorsi letti durante la campagna del Frente Amplio. Pubblica anche I poemi comunicanti (Los poemas comunicantes), con interviste a vari poeti latinoamericani. Nel 1973, dopo il colpo di stato militare a causa del suo attivo favoreggiamento per la sovversione marxista, deve abbandonare l'Uruguay, lascia il suo incarico all'Università e parte per l'esilio a Buenos Aires. Viaggia per l'Argentina, il Perù, la Spagna. Furono dieci lunghi anni che lo videro lontano dalla sua patria e da sua moglie, la quale dovette rimanere in Uruguay per accudire alla madre ed alla suocera. La versione cinematografica di La Tregua, diretta da Sergio Renán, ricevette, nel 1974, la nomination alla quarantasettesima manifestazione del premio Oscar, per

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il miglior film straniero. Nel 1976 torna a Cuba, questa volta come esiliato, e si unisce nuovamente al Consiglio di Direzione della Casa delle Americhe. Nel 1980 si trasferisce a Palma de Maiorca. Due anni più tardi inizia la sua collaborazione settimanale nelle pagine dell'Opinion il quotidiano El País. Nello stesso anno il Consiglio di Stato di Cuba gli concede onorificenza Orden Félix Varela. Nel 1983 si trasferisce a Madrid. Torna in Uruguau nel marzo del 1983 iniziando l'autonominato periodo desexilio, ragione di molte sue opere. È nominato Membro del Consiglio Editori della nuova rivista Brecha, che è una prosecuzione del progetto della rivista Marcha interrotto nel 1974. Nel 1986 riceve il premio Jristo Botev de Bulgaria, per la sua opera di di poeta e saggista. Nel 1987 premiato a Bruxelles con il Premio Llama de Oro de Amnistía Internacional per il romanzo Primavera con un angolo rotto. Nel 1989 è decorato con la Medalla Haydeé Santamaría dal Consiglio di Stato di Cuba. Nel 1997 è investito del titolo di Dottore Honoris causa dall'Università di Alicante. Il 31 maggio del 1999 premiato con VIII Premio Reina Sofía de Poesía Iberoamericana. Il 29 marzo del 2001 la fondazione Iberoamericana José Martí Premio Iberoamericano José Martí. Il 19 novembre del 2002 fu nominato cittadino onorario di Montevideo. Nel 2004 gli venne dato il Premio Etnosur. Nel 2004 venne presentato per la prima volta a Roma, un documentario sulla vita e la poesia di Mario Benedetti intitolato "Mario Benedetti e altre sorprese". Il fu scritto e diretto da Alessandra Mosca, fu patrocinato dalla Ambasciata dell'Uruguay in Italia. Il documentario partecipò al Festival Internacional del Nuevo Cine Latinoamericano de La Habana al XIX Festival del Cinema Latinoamericano di Trieste e al Festival Internacional de Cine de Santo Domingo. Nel 2005, Mario Benedetti il libro di poesie "Addii e Benvenuti" (Adioses y bienvenidas). Nell'occasione venne presentato anche il documentario Parole Vere (Palabras verdaderas), al quale partecipò in prima persona. Il 7 giugno del 2005 si aggiudicò il XIX Premio Internazionale Menéndez Pelayo, e la medaglia d'onore dell'Università Internazionale Menéndez Pelayo. Il premio, concesso dall'Università Internazionale Menéndez Pelayo, è un riconoscimento all'opera di persone di spicco che si sono distinte nella attività letteraria e scientifica, tanto in lingua spagnola come in portoghese. Mario Benedetti ripartiva il suo tempo nelle sue case in Uruguay ed in Spagna occupandosi dei suoi numerosi impegni. Dopo la morte di sua moglie Luz López, il 13 aprile 2006, a causa dell'Alzheimer, Benedetti si è definitivamente trasferito nel quartiere Centro di Montevideo, Uruguay. A causa del suo trasferimento, Benedetti donò parte della sua biblioteca personale di Madrid, al Centro de Estudios Iberoamericanos Mario Benedetti dell'Università di Alicante.

Opere L’opera di Mario Benedetti è costituita dalle seguenti pubblicazioni:RaccontiQuesta mattina e altri racconti (Esta mañana y otros cuentos), 1949. Montevideiani (Montevideanos), 1959. Informazioni per il vedovo (Datos para el viudo), 1967. La morte e altre sorprese (La muerte y otras sorpresas), 1968. Con e senza nostalgia (Con y sin nostalgia), 1977.

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Geografie (Geografías), 1984. Ricordi dimenticati (Recuerdos olvidados), 1988. Depistaggi e franchezze (Despistes y franquezas), 1989. Cassetta delle lettere del tempo (Buzón de tiempo), 1999. L’avvenire del mio passato (El porvenir de mi pasado), 2003. DrammiIl reportage (El reportaje), 1958. Andata e ritorno (Ida y vuelta), 1963. Pietro ed il capitano (Pedro y el Capitàn), 1979. RomanziChi di noi (Quién de nosotros), 1953. La Tregua, 1960. Grazie per il fuoco (Gracias por el fuego), 1965. Il compleanno di Juan Ángel (El cumpleaños de Juan Ángel), 1971. Primavera con un angolo rotto (Primavera con una esquina rota), 1982. Lo sbiadire del caffè (La borra del café), 1992. Impalcature (Andamios), 1996. PoesiaLa vigilia indelebile (La víspera indeleble), 1945. Solamente nel frattempo (Sólo mientras tanto), 1950. Poemi dell’officina (Poemas de la oficina), 1956. Poemi dell’attuale (Poemas del hoyporhoy), 1961. Inventario uno (Inventario uno), 1963. Nozione di patria (Noción de patria), 1963. Vicino prossimo (Próximo prójimo), 1965. Contro i ponti levatoi (Contra los puentes levadizos), 1966. A livello di sogno (A ras de sueño), 1967. Bruciare le navi (Quemar las naves), 1969. Lettere di emergenza (Letras de emergencia), 1973. La casa e il mattone (La casa y el ladrillo), 1977. Quotidiani (Cotidianas), 1979. Vento dell’esilio (Viento del exilio), 1981. Domande alla sorte (Preguntas al azar), 1986. Yesterday e domani (Yesterday y mañana), 1987. Canzoni più vicine (Canciones del más acá), 1988. Le solitudini di Babele (Las soledades de Babel), 1991. Inventario due (Inventario dos), 1994. L’amore, le donne e la vita (El amor, las mujeres y la vida), 1995. L’oblio è pieno di memoria (El olvido está lleno de memoria), 1995. La vita questa parentesi (La vida ese paréntesis), 1998. Rincón de Haikus, 1999. Il mondo che respiro (El mundo que respiro), 2001. Insonnie e dormiveglia (Insomnios y duermevelas), 2002. Inventario tre (Inventario tres), 2003. Esistere ancora (Existir todavía), 2003. In propria difesa (En defensa propia). 2004. Memoria e speranza (Memoria y esperanza), 2004.

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Addii e benvenuti (Adioses y bienvenidas), 2005. Canzoni di ciò che non canta (Canciones del que no canta), 2006. SaggiPeripezia e romanzo (Peripecia y novela), 1946. Marcel Proust e altri saggi (Marcel Proust y otros ensayos), 1951. Il paese della coda di paglia (El país de la cola de paja), 1960. Letteratura uruguaiana del XX secolo (Literatura uruguaya del siglo XX). 1963. Lettre del continente meticcio (Letras del continente mestizo), 1967. Lo scrittore latinoamericano e la rivoluzione possibile (El escritor latinoamericano y la revolución posible), 1974. Note su alcune forme sussidiarie della penetrazione culturale (Notas sobre algunas formas subsidiarias de la penetración cultural), 1979. Il de-esilio e altre congetture (El desexilio y otras conjeturas), 1984. Cultura tra due fuochi (Cultura entre dos fuegos), 1986. Sottosviluppo e lettere audacia (Subdesarrollo y letras de osadía), 1987. La cultura, questo chiaro movente (La cultura, ese blanco móvil), 1989. La realtà e la parola (La realidad y la palabra), 1991. Perplessità di fine secolo (Perplejidades de fin de siglo), 1993. L’esercizio del criterio (El ejercicio del criterio), 1995.

Bibliografia 1. Paoletti, Mario (1996), El aguafiestas: una biografía de Benedetti, Madrid: Ediciones Alfaguara. ISBN 842042868X. 2. Martinez, Ezequiel (2000). Los 80 años de Mario Benedetti. Especial Mario Benedetti en El Clarín. URL accedida el 14 de octubre, 2006. 3. Cruz, Juan (2006). Del exilio se vuelve cambiado, otra persona. Página/12. URL accedida el 14 de octubre, 2006. 4.(2001). Mario Benedetti ha sido galardonado con el I Premio Iberoamericano José Martí. El Mundo. URL accedida el 14 de octubre, 2006. 5. Escobar, Marcela (2006). La literatura es el refugio. El Sábado. URL accedida el 28 de octubre, 2006. 6. (2006). Mario Benedetti dona parte de su biblioteca personal a la Universidad de Alicante. El Mundo. URL accedida el 14 de octubre, 2006.

Apollinea

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Orchestra Sinfonica Lucana

L’Orchestra Sinfonica Lucana nasce all’interno della FONDAZIONE LUCANA “V. Ferroni”, nel 1999 e dall’esperienza e attività maturata dall’Orchestra da Camera Lucana, 1° orchestra presente sul territorio lucano fondata da musicisti di Potenza e Matera nel 1985.L’art. 2 della costituzione della Fondazione Lucana cita testualmente:- La fondazione si propone lo scopo di promuovere e coordinare a livello istituzionale la produzione, la diffusione della musica e della cultura attraverso un fitto programma di iniziative anche in collegamento con le realtà regionali, nazionali, europee ed internazionali, le stesse in cui fu coinvolto e partecipe Vincenzo Ferroni.Con delibera del Consiglio di Amministrazione della FONDAZIONE LUCANA “V. FERRONI” in data 27 settembre 1999 viene istituita l’ORCHESTRA SINFONICA LUCANA ”V. Ferroni” e viene affidato al Maestro Pasquale Menchise l’incarico di Direttore Principale della stessa.

M° Pasquale Menchise

Ha conseguito i diplomi di Laurea in COMPOSIZIONE; MUSICA CORALE E DIREZIONE DI CORO; STRUMENTAZIONE PER BANDA;i diplomi di DIREZIONE D’ORCHESTRA; DIDATTICA DELL’EDUCAZIONE MUSICALE;il diploma universitario in MUSICOLOGIA E PEDAGOGIA MUSICALE: conseguiti presso il Conservatorio di Musica Statale “N. Piccinni” di Bari, il Conservatorio di Musica Statale “L. Cherubini” di Firenze, Wiener Meisterkurse fur Music di Vienna e l’Università agli Studi di Macerata, sede di Fermo (AP) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia.Durante il corso dei suoi studi ha avuto come insegnanti i Maestri S. Chillemi, F. Donatoni e O. De Lillo per la Composizione; Mario Gusella, D. Renzetti, S. Zannerini , R. Marrone, Julius Kalmar e Nicola H. Samale per la Direzione d’Orchestra; Nino Misasi e don G. Martellini per la Strumentazione per Banda; don G. Martellini e O. De Lillo per la Musica Corale; M. De Natale, M. Zurletti, K. Morski, S. Ginevra, M. Sorce Keller, e M. Della Casa per l’Analisi e la Didattica Musicale.Ha frequentato cinque corsi di musicologia presso il Conservatorio “Buzzolla” di Adria (RO) per l’Università di Bologna; i corsi di Direzione d’orchestra e composizione presso l’Accademia Musicale Pescarese; ha conseguito un Diploma di Alto Perfezionamento in Composizione di Musica per Film; ha scritto le musiche per il film “Quinto Orazio”, e per il film ristrutturato “Cabiria” di G. Pastrone e G. D’Annunzio ed altre composizioni strumentali e vocali; ha registrato sue composizioni per Radio Vaticana.Già Direttore dell’orchestra dell’Accademia Filarmonica di Potenza con la quale ha diretto alla presenza di S.S. Giovanni Paolo II, lo è dell’orchestra da Camera Lucana dal 1985 con la quale ha tenuto circa 400 concerti in Italia ed Europa.

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Ha diretto su RAI Uno, RAI Tre ed altre emittenti private ed inoltre in Sala Paolo VI in Vaticano; in Piazza S. Pietro il 28 ottobre 2000 ha diretto alla presenza di S.S. Giovanni Paolo II una parte della “MISSA MEDITERRANEA IN TEMPORE JUBILAEI” da lui composta la quale è stata incisa su CD, che è in distribuzione nazionale dalle Edizioni “Terzo Millennio” di Roma. Ha diretto inoltre, le seguenti Orchestre: O. dell’Opera giocosa di Trieste (Requiem-Mozart), O. da Camera di Messina, O. da Camera di Matera, O. e Coro dell’Accademia di Tirana, O. dell’Opera di Tirana e l’O. Strauss di Foggia, Orchestra Mediterraneo, Orchestra Sinfonica Nazionale di Plovdiv (Bulgaria), Orchestra Sinfonica Nazionale Rumena “Ion Dimitrescu” , Orchestra ICO della Magna Grecia e vari solisti di fama internazionale. Ha diretto le opere: Traviata, Trovatore, Rigoletto, Aida, Cosi Fan Tutte, Bohéme.Con la regia di Michele Mirabella ha diretto la “Serva Padrona” di G.B, Pergolesi ed ultimamente ha revisionato e diretto alcune sinfonie di F. Stabile (1801-1860) per conto dell’ Ateneo Musica Basilicata con relativa produzione di un CD.Ha effettuato per conto della giapponese “Camerata Tokio” la 1° registrazione presso il Santuario di S. Giovanni Rotondo in occasione dell’inaugurazione dell’organo e nella stessa occasione ha registrato ed eseguito un brano da lui composto per orchestra, organo e timpani: “Ode a San Pio”. E’ Direttore Artistico del Coro Lirico della Provincia di Potenza.

Cheryl Nickerson Cheryl Nickerson, nata a Monroe e cresciuta a Los Angeles, iniziò a dedicarsi al canto fin da bambina presso la Church Of Christian dove secondo la più classica delle tradizioni americane, le furono impartiti i fondamenti della cultura afro-americana e le fu trasmesso l'afflato del soul. Nel periodo degli studi superiori, ebbe poi modo, sulla scia dei moti musicali degli anni '70 di esibirsi frequentemente dinanzi al pubblico. Alla fine dei suoi studi decise di perseguire la carriera artistica e nel 1977 si iscrisse alla California State University dove conseguì brillantemente una laurea in canto e recitazione. All'inizio degli anni '80 ottenne ingaggio permanente presso i celebratissimi Albert Mc Neil's Los Angeles Jubilee Singers con i quali per più di un decennio ha rappresentato in maniera esimia, la ricca tradizione afro-americana del Gospel e dello Spiritual attraverso trionfali Tournee nel Mondo, esibendosi regolarmente in rinomati templi della musica e dell'arte. Oltre ad essersi affermare nell'ambiente della musica classica americana come un'affascinante interprete di Gospel e Rhythm'n'Blues, Cheryl lavora da anni presso importanti studi di registrazione della California, in supporto ad artisti quali Ray Charles, Jennifer Holiday, Bette Midler. Brillante esempio di maestria e di avvenenza canora Cheryl si impone all'attenzione dell'ascoltatore in virtù della sua voce dai toni egregiamente modulati, della sua avvincente interpretazione, della sua gestualità delicata e di quella grinta che le sono proprie.

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