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appunti di clinica medica
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SINDROME NEFROSICA NEL MM 17/09/15 12:58
SD NEFROSICA (lesione glomerulare):Possono essere possibili edema versamento pleurico (e dispnea!) ed ascite così come edema
polmonare
La proteinuria é rappresentata da: albumina, transferrina, ceruloplasmina, tireoglobulina,
antitrombina III.
Si verifica uno stato di ipercoagulabilità per le perdite urinarie di antitrombina III e fattore attivante
il plaminogeno e quindi di conseguenza vi é un aumento dei livelli plasmatici di fattori V, VII e X.
Per tale motivo é aumentato il rischio di trombosi delle vene renali, tromboflebiti periferiche ed
embolie polmonari
Un'aumentata suscettibilità alle infezioni batteriche é dovuta soprattutto alla perdita di Ig G
Una riduzione dell'albumina ed un aumento del colesterolo nel plasma sono caratteristici
Così l'ipocalcemia é dovuta all'ipoprotidemia
Proteinuria (>150mg/die) , ipoalbuminemia
(3,5-5,5g/dl), edema, iperlipidemia ;anoressia, debolezza, lipiduria (perdita di lipidi con
le urine), ipercoagulabilità e anemia ipocromica microcitica.
ELETTROFORESI PROTEICA:
o un incremento delle α2 e β globuline e riduzione dell GAMMA GLOB
Sindrome nefrosica : si sviluppa nel 20% circa dei casi di
mieloma; in tali casi la proteinuria può raggiungere valori elevati,
nell'ordine di 10 grammi nelle 24 ore. In più dell'80% dei casi,
comunque, si osserva una proteinuria patologica.[1] La sindrome
nefrosica del mieloma presenta una caratteristica insolita,
ovvero l'aumento delle proteine nel plasma
(iperprotidemia), contrariamente alle sindromi nefrosiche di altra
causa, dove le proteine plasmatiche sono diminuite.
In presenza di una diagnosi accertata di mieloma,
l'interessamento renale può essere sospettato in base al quadro
clinico, ma solo la biopsia renale è in grado di dare la certezza
diagnostica. Essa, all'esame microscopico, potrà mostrare
infiltrato di plasmacellule neoplastiche nell'intestizio renale o
segni dovuti alla precipitazione delle catene leggere, quali la
dilatazione dei tubuli associata ad atrofia delle cellule che li
compongono e la presenza al loro interno di cilindri densi, con
aspetto lamellare, intensamente eosinofili e PAS-positivi. L'esame
dell'immunofluorescenza è particolarmente significativo, potendo
dimostrare la presenza nei cilindri di immunoglobuline o di
catene leggere monoclonali.
MIELOMA MULTIPLO
EPIDEMIOLOGIA
o Colpisce prevalentemente i soggetti anziani con età
mediana di circa 71 aa
o Rara prima dei 40 aa
MANIFESTAZIONI CLINICHE
o Anemia Normocromica Normocitica (il + delle volte):
Si manifesta con ASTENIA
Dovuta a : danno renale (meno EPO) e infiltrazione
midollare
o Dolore Osseo (tipico all’esordio):
Dovuto ad attivazione OSTEOCLASTICA (da parte di
citochine prodotte dalle cellule mielomatose)
lesioni osteolitiche (RX) e osteopenia diffusa la
FOSFATASI ALCALINA è NORMALE (in quanto non
associata a attivazione osteoblastica)
Lesioni ossee a carico di:
COLONNA
COSTE
OSSA PIATTE (ricche in midollo)
Possibile compressione radicolare
o IPERCALCEMIA:
Da IPERATTIVAZIONE OSTEOCLASTICA e RIDOTTA
ESCREZIONE RENALE da NEFROPATIA
Sono ORGANI BERSAGLIO
SNC: irritabilità e sonnolenza fino al coma
RENE: ridotta capacità di concentrare le
urine POLIURIA e POLIDIPSIA
GI: nausea e vomito + stipsi
o DANNO RENALE
DOVUTO A:
Deposito di catene leggere:
A livello tubulare nefrite rene da
mieloma proteinuria di BJ
A livello glomerulare sindrome
nefrosica
Ipercalcemia
o INFEZIONI :
Gram + capsulati (H INFL + S PNEUMONIAE) fasi
iniziali
Gram – nelle fasi avanzate (E.COLI ; KL
PNEUMONIAE; P AERUGINOSA)
NB: la febbre non è da riportarsi a episodio
neoplastico ma all’infezione!!
o EMORRAGIE e TROMBOSI
Interazione della componente monoclonale con i
fattori della coaguazione prolungamento dei tempi
di coagulazione
o SINDROME DA IPERVISCOSITA’
Cefalea, Vertigini, Sonnolenza, alterazioni del Visus
ESAMI DIAGNOSTICI
o Sindrome nefrosica (vedi sopra)
o Componente monoclonale : SIERICA e/o URINARIA
IgG 55% ; IgA 20% ; sole cat leggere
o Proteinuria di Bence-Jones : positiva 2/3 dei casi
o BOM e AGOASPIRATO MIDOLLARE: plasmacellule
esprimenti CD138 e CD38 ; debole o assente CD19,CD27,
CD45; aberrante CD20
o Anemia Normocromica e Normocitica (MCV= 78-
100fl)
o VES aumentata
o Allungamento dei tempi della coagulazione
PT INR normale : 0.8 -1,2
aPTT: 30-40 secondi
PTT: 60-70 secondi
o ß2 macroglobulina : ELEVATA importante fattore
prognostico
o ESAME RX e RM (osteoporosi e lesioni osteolitiche)
TTP 17/09/15 12:58
SINTOMI
anemia emolitica micorangiopatica,
piastrinopenia da consumo,
sintomi neurologici: alterazioni fluttuanti dello stato di coscienza
febbre
deficit della funzione renale.
Manifestazioni cliniche[modifica | modifica wikitesto]
I soggetti affetti possono presentare confusione, cefalea,
alterazione dello stato mentale, perdita focale delle funzioni
sensoriali e motorie, convulsioni e coma. Tali manifestazioni sono
state attribuite a lesioni microtrombotiche dei vasi cerebrali che
non causano l'occlusione completa del vaso.
Manifestazioni ematologiche
anemia microangiopatica moderata, con valori di emoglobina di
solito maggiori di 10g/dl
piastrinopenia.
emolisi
o aumento della LDH,
o della bilirubina indiretta
o riduzione dell'aptoglobina)
o aumento della eritropoiesi (produzione di globuli rossi)
nel midollo osseo
o AUMENTO reticolociti.
o Nel sangue c'è una percentuale variabile (0-18%) di
schistociti (FRAMMENTAZIONE GR). Il livello diagnostico
non è definito: >2 per campo a grande ingrandimento
oppure 1% dei globuli rossi.
Manifestazioni renali
In corso di PTT è possibile osservare segni di insufficienza
renale con aumento della creatinina e dell'azotemia, mentre in
altri casi sono presenti solo alterazioni delle urine
come albuminuria emacroematuria.
La biopsia renale mostra un interessamento prevalente dei
capillari glomerulari parzialmente occlusi.
Manifestazioni gastrointestinali
Dolore addominale variabile e coinvolgimento splenico e
pancreatico (pancreatite acuta può essere una
manifestazione iniziale di PTT).
Manifestazione cardiaca
La maggior parte non ha sintomi cardiaci. Possibili alterazioni
dell'ecg con segni di difetto di conduzione e aritmie.
All'esame istologico estese lesioni microvascolari a carico del
miocardio.
LABORATORIO
Anemia emolitica Coombs negativa con tutti i segni di emolisi.
Trombocitopenia anche severa con <20000 piastrine per
mmcubico.
Presenza di emazie frammentate (schistociti) nel sangue
periferico.
Aumento delle LDH.
Insufficienza renale.
PT, PTT e fibrinogeno Normali!
Aumento del fattore VIII circolante
DIABETE INSIPIDO 17/09/15 12:58
Il diabete insipido, o DIN, è una malattia caratterizzata da poliuria e da
diminuita capacità del rene di concentrare le urine, che si traduce in urine
abbondanti e molto diluite.
EZIOLOGIA
La forma più frequente è di tipo ipofisario, per mancanza
di ADH (vasopressina).
Idiopatico, circa 1/3 dei casi.
Alcuni casi sono a trasmissione dominante.
In altri si trovano anticorpi contro le cellule produttrici di
vasopressina.
Secondario, circa 2/3 dei casi.
Per tumori ipofisari o in prossimità, o per metastasi:
Per traumatismi, operazioni neurochirurgiche
Lesioni vascolari: trombosi arteriose e aneurismi
Processi GRANULOMATOSI e INFIAMMATORI:
o Sarcoidosi
o Istiocitosi X
o Encefaliti e meningiti
o Sifilide
Diabete nefrogenico (DIN), raro forma congenita in due varianti
DIN recessivo legato al cromosoma X, gene mutante Xq28 che
codifica per i recettori di tipo 2 della vasopressina
DIN autosomico recessivo. Il gene in questione codifica per
l'acquaporina 2, che deficia a livello dei tubuli collettori renali.
Affezioni secondarie a danni tubulari, ipokaliemia, ipercalcemia,
farmaci.
CLINICA
L'esordio può essere insidioso o improvviso e può verificarsi a qualunque
età.
Nel DI primitivo gli unici sintomi sono la polidipsia e la poliuria.
Nelle forme acquisite sono presenti anche i segni e i sintomi delle
lesioni associate.
Possono essere ingerite enormi quantità di liquidi e vengono
escreti volumi notevoli (da 3 a 30 l/die) di urine molto diluite (con
peso specifico solitamente < 1,005 e osmolalità < 200 mOsm/l).
La nicturia è quasi sempre presente sia nel DI sia nel NDI.
Se le perdite urinarie non vengono rimpiazzate continuamente,
possono svilupparsi rapidamente disidratazione e ipovolemia.
ESAMI
URINE :
o Hanno BASSO PESO SPECIFICO
o Il BASSO PS consente di distinguere il DIABETE INSIPIDO
dalla DIURESI OSMOTICA (aumento diuresi per
eliminare eccesso di soluti) che si ha nei casi di:
Diabete mellito dosare il GLUCOSIO
Malattie renali dosare urea e creatinina
Ipercalcemia e Iperpotassiemia escluse da
valori normali dei due sali
OSMOLARITA’ PLASMATICA e NATRIEMIA in genere
SOPRA LA NORMA
o VN :275 - 295 mOsm /L
o Na: 140 mEq/l
ESAMI DINAMICI
Il test di disidratazione è il metodo più semplice e più attendibile per
diagnosticare la malattia, ma deve essere eseguito soltanto tenendo il
paziente sotto continua osservazione. Nei pazienti con DI questo test può
essere rischioso, mentre i pazienti con polidipsia psicogena possono non
essere in grado di evitare di bere, a meno che non venga loro impedito di
farlo. Il test viene cominciato al mattino pesando il paziente, prelevando
un campione di sangue venoso per determinarvi le concentrazioni
elettrolitiche e l'osmolalità e misurando l'osmolalità delle urine. Le urine
emesse vengono raccolte ogni ora e viene misurato il loro peso specifico o
(preferibilmente) la loro osmolalità. La disidratazione viene proseguita fino
a che (1) compaiono ipotensione ortostatica e tachicardia posturale, (2) è
stato perso il 5% o più del peso corporeo iniziale, oppure (3) la
concentrazione delle urine smette di aumentare di un valore superiore a
0,001 unità di peso specifico o a 30 mOsm/l in campioni consecutivi. A
questo punto vengono misurati di nuovo gli elettroliti e l'osmolalità del
siero e vengono iniettate SC 5 U di vasopressina in soluzione acquosa.
Sessanta minuti dopo l'iniezione vengono raccolte un'ultima volta le urine
per la determinazione del peso specifico o dell'osmolalità e il test viene
concluso.
Viene considerata normale una risposta nella quale la massima osmolalità
urinaria dopo disidratazione (spesso pari a un peso specifico > 1,020 o a
700 mOsm/l) è maggiore dell'osmolalità plasmatica e non aumenta
ulteriormente di un valore superiore al 5% dopo iniezione di vasopressina.
I pazienti con DI sono generalmente incapaci di concentrare le urine fino a
un valore superiore all'osmolalità plasmatica e l'osmolalità delle loro urine
aumenta di un valore > 50% dopo la somministrazione di vasopressina. I
pazienti con DI parziale sono spesso in grado di concentrare le urine al di
sopra dell'osmolalità plasmatica, ma mostrano un aumento dell'osmolalità
urinaria > 9% dopo la somministrazione di vasopressina. I pazienti con
NDI sono incapaci di concentrare le urine al di sopra dell'osmolalità
plasmatica e non mostrano alcuna risposta addizionale alla
somministrazione di vasopressina.
Come test per il DI è stata usata anche l'infusione di soluzione salina
ipertonica. Tuttavia questo test è pericoloso nei pazienti che non sono in
grado di sopportare un carico salino (p. es., quelli con riserva cardiaca
limitata) e non può essere interpretato correttamente nei pazienti che
sviluppano una diuresi da sali. Pertanto il test non può essere
raccomandato.
Il dosaggio radioimmunologico dei livelli di ADH circolante è forse il
metodo più diretto per la diagnosi di DI. Tuttavia il test è di difficile
esecuzione e non è disponibile per l'impiego di routine. In aggiunta, il test
di disidratazione è così accurato che il dosaggio diretto dell'ADH non è
necessario. I livelli plasmatici di vasopressina sono diagnostici dopo
disidratazione o dopo infusione di soluzione salina ipertonica.
IPERTIROIDISMO 17/09/15 12:58
FISIOPATOLOGIA
EFFETTI METABOLICI
Aumento del METABOLISMO BASALE uso dei depositi
energetici depauperamento
Aumento della temperatura corporea, della sudorazione
aumento dei processi ossidativi e del consumo di Ossigeno
Aumento del catabolismo proteico (anche poco della sintesi).
Quindi
Il bilancio azotato si negativizza
o Aumenta l’escrezione urinaria di azoto
o Aumenta la creatinemia
o Si crea atrofia muscolare
Si ha OSTEOPOROSI per mobilizzazione del Ca
o Ipercalcemia, Ipercalciuria
Aumento del catabolismo lipidico con
o Riduzione dei livelli di colesterolo eTG
Azione complessa sul metabolismo glucidico
o Aumenta l’ assorbimento intestinale di glucosio
o Aumenta la formazione di glucosio da glicogeno, lattato,
glicerolo e AA
o Gli ormoni tiroidei potenziano l’azione glicogenolitica e
iperglicemizzante delle catecolammine e gli effetti
biologici dell’insulina conseguente maggiore
utilizzazione del glucosio (del muscolo e t adiposo)
o Si riducono le riserve epatiche di glicogeno
o Questo induce nel diabetico una maggiore
somministrazione di insulina
MODIFICAZIONI CARDIOVASCOLARI
Sono dovute alle maggiori richieste metaboliche dei tessuto ed al
potenziamento dell’effetto delle catecolamine
Effetto inotropo e cronotropo positivo
Vasodilatazione periferica (in parte dovuta anche alla
termogenesi) aumento del precarico dovuto a
Aumento del passaggio aterovenoso di sangue
Ipervolemia da attivazione RAA
Aumento della portata cardiaca
EFFETTI LEGATI ALL’AUTOIMMUNITA’
OFTALMOPATIA : edema del tessuto adiposo e muscolare
retroorbitario per accumulo di acido ialuronico e infiltrazione
tissutale da parte di linfociti
MIXEDEMA PRETIBIALE: accumulo di acido ialuronico nella
porzione reticolare del derma che trattiene liquidi a livello tibiale.
E’ un edema incomprimibile a margini netti che può andare a
comprimere le strutture linfatiche
SINTOMI GENERALI NELL’IPERTIROIDISMO
Magrezza e dimagrimento ingiustificato nell’ultimo periodo (+di
4-5 kg) con iperfagia (vi sono delle forme di ipertiroidismo
florido con aumento di peso)
Modificazione alvina spesso diarrea
Febbricola con calore e sudorazione profusa
ERETISMO PSICOFISICO (reazioni emotive discordanti rispetto
al contenuto del colloquio) e labilità emotiva
APPARATO NEUROMUSCOLARE
o Tremori alle mani e alle dita con difficoltà nei movimenti
di coordinazione fine
o Compromissione muscolare variabile ( dalla debolezza
ad atrofia importante)
o Iperreflessia nonostante l’atrofia
Segni di IPERATTIVAZIONE ADRENERGICA retrazione
della palpebra superiore (= sguardo sbarrato della facies
basdowica)
o Segno di Stelwagg : rarità dell’ammiccamento
o Segno di Groefe : la palpebra non segue il bulbo oculare
nell spostamento verso il basso dello sguardo
o Segno di Moebius: scorretta convergenza
o Segno di Joffroy: mancato corrugamento della fronte nello
sguardo verso l’alto.
APAPRATO CARDIOVASCOLARE
o Tachicardia sinusale con cardiopalmo >12° bpm
o Possibile insorgenza di aritmie sopraventricolari
o Possibile WPW
o Nei pz con precedente cardiopatia compare lo scompenso
SINTOMI STREATTAMENTE LEGATI AL BASEDOW
TIROIDE
Aumento di volume della ghiandola con consistenza parenchimatosa
e non dolente.
OCCHIO
Presenza dell’ oftalmopatia bilaterale
Secchezza oculare
Fotofobia, lacrimazione
Edema palpebrale
Segni specifici di malattia infiltrativa:
Esoftalmo
Edema palpebrale e dei tessuti perioculari
Congestione veosa ed edema congiuntivale (con possibile chemosi)
Paralisi eventuale dei mm extraoculari
Lesione corneale ( favorita dalla chiusura incompleta della palpebra)
CUTE
Presenza del mixedema pretibiale con ispessimento della cute sovrastante
a chiazze rosso-brunastre e spesso con superficie a buccia d’arancia
Nel 15% dei pz presente anche l’acropatia.
DIAGNOSI
Esami di
routine
Esami ormonali Ricerca
Anticorpal
e
Esami Strumentali
Ipocolesterolemia
<150MG/DL e Ipo
TG;
Ipercalcemia ;
Possibile anemia
MICROCITICA,
ALTERAZIONE
ENZIMI EPATICI
TSH soppresso o
indosabile ; FT3 e
FT4 molto
aumentati
(FT4>FT3 solo se
c’è eccesso di
iodio)
Tg-Ab , TPO-
Ab e TSHR-
Ab positivi ;
SCINTIGRAFIA
(organo
diffusamente
ipercaptante)
ECOGRAFIA (organo
ipoecogeno
riccamente
vascolarizzato)
PORFIRIA ACUTA INTERMITTENTE 17/09/15 12:58
EPIDEMIOLOGIA
Prevalenza 1-2/100000 ab
Più frequente negli psichiatrici
in alcune donne, gli attacchi si manifestano durante la seconda
metà del ciclo mestruale
EZIOLOGIA
Disordine AUTOSOMICO DOMINANTE deficit PARZIALE
dell’enzima porfobilinogeno deaminasi
Fattori precipitanti
Ormoni
farmaci barbiturici, sulfonamidici
alimentazione : basso contenuto calorico e glucidico, grandi
quantità di alcol,
il progesterone e gli steroidi a esso correlati possono anch'essi
precipitare la sintomatologia.
infezioni, altre patologie, trattamenti chirurgici e problemi
psicologici
Sintomi e segni
La sintomatologia si manifesta in forma di accessi che si sviluppano
nell'arco di ore o giorni e possono persistere per giorni, settimane o
talvolta anche più a lungo.
I sintomi sono dovuti agli effetti della patologia sul sistema nervoso
sintomi neuroviscerali ; la cute non viene interessata.
MANIFESTAZIONI ADDOMINALI
Le manifestazioni addominali sono dovute agli effetti sui nervi viscerali.
Il dolore addominale, il sintomo più comune, può essere così
intenso che si può giungere a considerare erroneamente la
possibilità di un addome acuto di interesse chirurgico.
o Altre manifestazioni addominali comprendono nausea,
vomito, stipsi e diarrea.
Si può sviluppare distensione addominale dovuta a un ileo
paralitico.
COINVOLGIMENTO VESCICALE
ritenzione urinaria, incontinenza, disuria e pollachiuria.
OBIETTIVITA’ ADDOMINALE
Dal momento che non è presente un'infiammazione, la dolorabilità
palpatoria addominale e la dolorabilità di rimbalzo non sono
particolarmente pronunciate e la temperatura corporea è normale o solo
modicamente aumentata. Pertanto, i reperti obiettivi possono essere
piuttosto scarsi rispetto alla gravità dei sintomi.
ALTRI SINTOMI
Tachicardia, ipertensione + sudorazione profusa e
irrequietezza dovuti a eccessivi livelli ematici di
catecolamine.
È frequente la presenza di neuropatia motoria, specialmente in
coincidenza con attacchi gravi o prolungati, ed essa è indicativa
di un danno agli assoni dei neuroni motori.
La debolezza muscolare generalmente inizia alle spalle e alle
braccia e può coinvolgere ogni motoneurone, compresi i nervi
cranici.
o Si possono verificare paralisi gravi, insufficienza
respiratoria e, raramente, la morte. Possono essere
presenti tremori e convulsioni.
Altre manifestazioni a carico del SNC comprendono sintomi
psichiatrici come l'agitazione e le allucinazioni.
Un'inappropriata secreazione di ADH, presumibilmente
dovuta al coinvolgimento dell'ipotalamo, può portate a
ritenzione idrica e iponatriemia e può contribuire
all'insorgenza delle convulsioni.
La risoluzione di un attacco si può verificare nel giro di pochi giorni, ma
una grave debolezza muscolare può permanere per mesi o anni,
soprattutto se la diagnosi e la terapia vengono ritardate. L'ipertensione
può essere persistente e può associarsi a compromissione della
funzionalità renale. Le alterazioni epatiche croniche sono frequenti e si
manifesta un aumento inspiegato del rischio di carcinoma epatocellulare.
Diagnosi
Gli attacchi costituiti da grave sintomatologia addominale e neurologica
sono simili alle manifestazioni di molte altre patologie di riscontro più
comune. Di conseguenza, la diagnosi di AIP e delle altre porfirie acute
deve essere sospettata ed esclusa più frequentemente di quanto non
venga confermata.
I livelli di ALA e PBG nelle urine o nel plasma sono molto
elevati durante gli attacchi
o il PBG urinario generalmente varia da 50 a 200 mg/die [da
221 a 884 mmol/die], con intervallo di riferimento da 0 a
4 mg/die [da 0 a 17,7 mmol/die];
o l'ALA varia da 20 a 100 mg/die [da 145,2 a
726,2 mmol/die], con intervallo di riferimento da 0 a
7 mg/die [da 0 a 53,4 mmol/die]), e rimangono elevati nei
pazienti che hanno attacchi ripetuti.
o L'urina può essere rossastra o bruna, rispettivamente a
causa dell'eccesso di porfirine o porfobiline, soprattutto
dopo l'esposizione alla luce. Ma poiché molte altre sostanze
presenti nelle urine cambiano colore con il passare del
tempo, la diagnosi non può essere basata semplicemente
sull'aspetto delle urine.
o Le porfirine fecali sono generalmente normali o
minimamente aumentate, il che distingue questa malattia
dalla coproporfiria ereditaria e dalla porfiria variegata.
L'uroporfirina e la coproporfirina urinarie e la protoporfirina
eritrocitaria possono essere aumentate, ma questi reperti
non sono specifici.
La PBG deaminasi eritrocitaria è pari a circa il 50% del
normale nella maggior parte dei pazienti con AIP. Questo
reperto aiuta a confermare la diagnosi nei pazienti con aumento
del PBG nel plasma o nelle urine.
NB: Il dosaggio della PBG deaminasi eritrocitaria è utile nello
screening dei membri della famiglia dopo che sia stato
confermato che un soggetto affetto presenta valori bassi
dell'enzima.
SINCOPE IN LYME 17/09/15 12:58
Mediante studio elettrofisiologico è stato documentato che il blocco
atrioventricolare può instaurarsi a qualsiasi livello del sistema di
conduzione.
Essendo il nodo atrioventricolare la porzione più vulnerabile, il blocco
presenta in genere, come documentato anche nei nostri pazienti, una
sede soprahissiana. Sono descritti tuttavia disturbi di conduzione anche a
livello seno-atriale e intraatriale così come sottohissiani.
Esistono segnalazioni di coinvolgimento diffuso del sistema di conduzione,
con quadri complessi contraddistinti da alternanza di blocco di branca
dx/sx, da comparsa di ritmi di scappamento lenti e a complessi larghi, da
fasi asistoliche anche prolungate (4-9 sec).
La sincope rappresenta il sintomo più frequente, soprattutto in caso di
evoluzione del disturbo di conduzione verso un BAV di 3° grado.
I quadri intermedi di BAV decorrono in genere in forma paucisintomatica
e aspecifica con manifestazioni come palpitazioni, dolore toracico,
dispnea, vertigini o addirittura in maniera del tutto silente (BAV di 1°
grado).
La malattia di Lyme andrebbe sempre considerata tra le cause di BAV,
anche in assenza di dati anamnestici sospetti, in relazione alla possibilità
di presentazione con il solo disturbo di conduzione. Le complicanze
tachiaritmiche sono decisamente più rare. È descritto un unico caso di
malattia di Lyme, occorsa in un maratoneta di 42 anni ed esordita con
sincope e riscontro ECG di tachicardia ventricolare fascicolare
coinvolgente il fascicolo anteriore. La funzione ventricolare sinistra
risultava normale e l’aritmia, insorta su un quadro di BAV totale e
resistente a tentativi di overdrive e cardioversione elettrica, regredì
stabilmente solo dopo adeguato periodo di terapia antibiotica antiborrelia.
ENDOCARDITE 17/09/15 12:58
EPIDEMIOLOGIA
L'incidenza negli uomini è circa il doppio rispetto alle donne.
Tuttavia, l'età media di insorgenza è aumentata dai 35 anni circa
dell'era preantibiotica a > 50 anni.
Oggi si assiste anche a un aumento dell'incidenza di endocardite
del cuore destro, in associazione all'uso di stupefacenti EV e a
procedimenti diagnostici e terapeutici che richiedono il
cateterismo di vasi sanguigni.
Classificazione ed eziologia
L'endocardite batterica subacuta (EBS)
o streptococchi viridans, microaerofilo e anaerobio,
streptococco nonenterococco di Gruppo D ed enterococco
o da Stafilococco aureus, S. epidermidis e daHaemophilus sp.
o La EBS si sviluppa spesso su valvole già danneggiate e
dopo batteriemie asintomatiche da infezioni del cavo orale
o da infezioni genitourinarie o gastroenteriche.
L'endocardite batterica acuta (EBA) è di solito causata da S.
aureus, da streptococco emolitico di Gruppo A, da pneumococco
o da gonococco e da germi meno virulenti. Si può sviluppare su
valvole normali.
L'endocardite su protesi valvolare (EPV) si ha nel 2-3% di pazienti
entro 1 anno dall'intervento di sostituzione valvolare e nello 0,5% per
anno successivamente;
Le infezioni precoci (< 2 mesi dopo l'intervento) sono causate
soprattutto da microrganismi resistenti agli antibiotici contratti al
momento dell'intervento chirurgico (p. es. S.
epidermidis, difteroidi, bacilli coliformi, Candida sp
e Aspergillus sp).
Le infezioni tardive sono causate soprattutto da microrganismi
con bassa virulenza contratti durante l'intervento chirurgico o da
batteriemie asintomatiche transitorie, sostenute spesso
da Streptococcus sp, S. epidermidis, difteroidi e fastidiosi bacilli
gram -, come Haemophilus sp, Actinobacillus
actinomycetemcomitans eCardiobacterium hominis. Lo S.
epidermidis può essere un patogeno precoce o tardivo.
L'endocardite del cuore destro, che interessa la valvola
tricuspide e più raramente la valvola e l'arteria polmonare, può
essere provocata dall'uso di stupefacenti EV o da infezioni
associate a vie venose centrali, che facilitano l'ingresso di
microrganismi e possono anche danneggiare l'endocardio. I
microrganismi possono provenire dalla cute (p. es., S. aureus,
Candida sp o bacilli coliformi).
MORTE PER ENDOCARDITE
La morte è di solito dovuta allo scompenso cardiaco che si sviluppa dal
peggioramento di una cardiopatia sottostante o dalla disfunzione acuta
della valvola; all'embolizzazione delle vegetazioni a livello di organi vitali,
con conseguenti infarti; alla rottura di un aneurisma micotico; allo shock
settico nell'EBA; all'insufficienza renale o a complicanze in corso di
intervento cardiochirurgico.
Sintomi e segni
ESORDIO:è caratterizzata da un modesto rialzo della temperatura
(< 39°C non influenzata da terapie antibiotiche condotte alla
cieca), sudorazione notturna, facile affaticabilità, malessere,
perdita di peso e insufficienza valvolare.
Possono inoltre verificarsi brividi e artralgie (interessa le grandi
articolazioni mimando l’artrite migrante).
Gli emboli possono causare ictus, infarto miocardico, ematuria
e dolore al fianco, dolori addominali o insufficienza arteriosa
acuta a livello di un arto.
ESAME OBIETTIVO
segni di una malattia cronica, con pallore; febbre;
il cambiamento di un soffio preesistente o la comparsa di un
nuovo soffio cardiaco da insufficienza valvolare;
tachicardia;
petecchie sulla regione superiore del tronco, sulla congiuntiva,
sulle mucose e sulla cute delle estremità più distali;
noduli dolenti eritematosi sottocutanei sui polpastrelli delle dita
(noduli di Osler);
piccole emorragie sotto le unghie;
emorragie retiniche (particolarmente macchia di Roth, che
consistono in lesioni tondeggianti od ovali con piccoli centri
pallidi).
In caso di infezioni prolungate, si può sviluppare splenomegalia
e dita a bacchetta di tamburo.
Possono verificarsi ematuria e proteinuria in seguito a infarti
embolici renali o a una glomerulonefrite diffusa, dovuta alla
deposizione di immunocomplessi circolanti.
Manifestazioni comuni di interessamento del SNC (in circa
il 35% dei pazienti) vanno da attacchi ischemici transitori ed
encefalopatia tossica ad ascessi cerebrali ed emorragie
subaracnoidee da rottura di aneurismi micotici.
L'endocardite delle sezioni destre è caratterizzata da flebite settica,
febbre, dolore pleuritico, emottisi, infarto polmonare settico e insufficienza
tricuspidale.
Diagnosi
Dal momento che i sintomi e i segni non sono specifici, ma sono molto
variabili e possono essere insidiosi, la diagnosi richiede un alto indice di
sospetto;
il rischio è massimo in pazienti con storia di valvulopatia, in
soggetti che si sono recentemente sottoposti a procedure
diagnostico-terapeutiche invasive o interventi sull'arcata dentaria
e nei tossicodipendenti.
I rilievi clinici più costanti sono la febbre e i soffi cardiaci;
sebbene fino a 15% dei pazienti possano inizialmente non
presentare febbre o soffi, quasi tutti li sviluppano
successivamente.
Pazienti con batteriemie da microrganismi che sono
frequentemente causa di endocardite infettiva devono essere
esaminati attentamente e ripetutamente, per rilevare la
comparsa di nuovi soffi valvolari e i segni di eventuali fenomeni
embolici.
Possono essere sufficienti da tre a cinque emocolture
(ciascuna di 20-30 ml) nell'arco delle 24 h per isolare l'agente
eziologico, in quanto le infezioni intravascolari presentano una
batteriemia continua.
L'ecocardiografia bidimensionale transtoracica rileva le
vegetazioni nel 50% dei pazienti con endocardite e può evitare il
ricorso a metodiche più invasive. L'ecocardiografia transesofagea
rileva le vegetazioni in > 90% dei pazienti, compresi quelli con
emocolture negative e può rilevare ascessi miocardici.
In caso di infezione conclamata, sono spesso presenti anemia
normocitica normocromica, VES elevata, neutrofilia,
aumento delle immunoglobuline, complessi immuni
circolanti e fattore reumatoide.
SARCOIDOSI 17/09/15 12:58
EPIDEMIOLOGIA
Maggiore tra 20 e i 40 anni d'età ed è più frequente tra i
nordeuropei e i neri americani.
SEGNI E SINTOMI
I sintomi dipendono dalla sede interessata e possono essere assenti, lievi
o gravi. Inizialmente possono presentarsi febbre, perdita di peso e
artralgie.
Una febbre persistente è frequente con l'interessamento
epatico.
La linfoadenopatia periferica è costante e solitamente
asintomatica; anche linfonodi non significativi possono contenere
i granulomi.
La funzione dell'organo può essere compromessa per una
malattia granulomatosa attiva o per la fibrosi secondaria.
Tosse e dispnea possono essere minimi o assenti.
Le lesioni cutanee (placche, papule, noduli sottocutanei) sono
spesso presenti in pazienti con sarcoidosi cronica e si possono
presentare granulomi della mucosa congiuntivale e nasale.
L'eritema nodoso, spesso con febbre e artralgie, è
frequentemente il sintomo di presentazione negli Europei, ma
meno frequentemente negli Americani.
Granulomi epatici si ritrovano alla biopsia percutanea nel 70%
dei pazienti, che possono essere asintomatici e con test di
funzionalità epatica nella norma. L'epatomegalia si riscontra in
< 10% dei pazienti; la disfunzione epatica grave e progressiva
con ittero è reperto raro.
L'uveite granulomatosa è presente nel 15% dei pazienti; è
solitamente bilaterale e, se non curata, può provocare grave
perdita del visus dovuta a interessamento retinico, a grave
vitreite o a glaucoma secondario. Occasionalmente sono presenti
ingrossamento delle ghiandole lacrimali, infiltrati congiuntivali
palpebrali e cheratite secca.
L'interessamento del miocardio, osservato dal 5 al 10% dei
pazienti, può provocare angina, insufficienza cardiaca o anomalie
della conduzione fatali.
Può anche essere evidente una poliartrite acuta; rigonfiamento
periarticolare cronico e dolorabilità possono essere dovute ad
alterazioni ossee delle falangi.
L'infiammazione periarticolare acuta della caviglia spesso
si verifica senza lesioni cutanee e spesso non è riconosciuta
come una presentazione della sarcoidosi.
L'interessamento del SNC può essere praticamente di ogni
tipo, ma più frequenti sono le paralisi dei nervi cranici
(specialmente paralisi del facciale), che colpiscono il 5% dei
pazienti.
Può presentarsi diabete insipido.
Ipercalcemia e ipercalciuria (risultato dell'aumento della
produzione di 1,25-diidrossivitamina D da parte dei macrofagi
alveolari e dei granulomi sarcoidei) possono provocare calcoli
renali o nefrocalcinosi con conseguente insufficienza renale, ma il
prednisone ha ridotto la frequenza delle alterazioni del
metabolismo del Ca. L'iperparatiroidismo sembra essere
insolitamente frequente e deve essere considerato quando
l'ipercalcemia non risponde prontamente ai corticosteroidi.
DIAGNOSI
La leucopenia
aumento dell'acido urico sierico, anche se la gotta è rara.
I livelli sierici di fosfatasi alcalina e di g-glutamil-transpeptidasi
possono essere elevati in seguito a interessamento epatico.
Caratteristica è una depressione dell'ipersensibilità ritardata,
ma una reazione negativa alla tubercolina a doppia dose esclude in
modo convincente una complicanza TBC.
I test di funzionalità polmonare dimostrano restrizione,
diminuita compliance e diminuita capacità di diffusione. Rara è
la ritenzione di CO2, anche se l'ostruzione delle vie aeree è
frequente nei pazienti con malattia endobronchiale o negli stadi
terminali con fibrosi o bolle
DD :
o linfoma
o infezioni fungine (p. es., istoplasmosi, coccidioidomicosi),
la biopsia tissutale, assieme agli esami microbiologici e istologici,
è essenziale se i sintomi sono presenti e se la terapia
corticosteroidea è indicata.
Quando i siti periferici non sono disponibili per la biopsia, la biopsia trans-bronchiale mediante
broncoscopio a fibre ottiche è la migliore procedura iniziale per confermare l'evidenza istologica di
sarcoidosi; i granulomi possono essere osservati nel 50-80% dei pazienti, indipendentemente dal fatto
che le rx torace rivelino gli infiltrati polmonari o soltanto le adenopatie ilari. Campioni di tessuto
polmonare possono anche essere prelevati mediante toracoscopia.
Altre possibili sedi in cui eseguire biopsie sono la congiuntiva apparentemente normale o il mediastino,
che può essere raggiunto con mediastinotomia o mediastinoscopia. La biopsia epatica dimostra
granulomi nel 70% dei casi. Devono essere escluse le reazioni sarcoidee locali in un singolo organo
(p. es., fegato) e i granulomi polmonari dovuti a infezione, reazione di ipersensibilità o reazione da
corpo estraneo. Nei casi discutibili, deve essere prelevato mediante biopsia più di un campione per
cercare diffusamente un'infezione o una reazione da corpo estraneo.
La reazione di Kveim, una reazione granulomatosa che compare
4 sett. dopo un'iniezione intradermica di estratti di milza o di
linfonodi sarcoidei, è positiva nel 50-60% dei pazienti, ma negli USA
non sono disponibili Ag affidabili a causa delle restrizioni dell'FDA
sull'uso di materiale umano per i test diagnostici.
L'attività dell'ACE sierico risulta aumentata (> 2 deviazioni
standard) nel 60% dei pazienti, forse come riflesso dell'attività
macrofagica. Essa può essere elevata nei pazienti con istoplasmosi,
TBC miliare acuta, epatite o linfoma e pertanto non è specifica. Le
epatopatie rallentano l'escrezione metabolica di ACE sierica ed
esitano in un incremento dell'attività dell'ACE. L'aumento dell'ACE
nel LCR può essere utile nella diagnosi di sarcoidosi del SNC.
L'attività tissutale dell'ACE è più alta nei linfonodi sarcoidei che nei
tessuti polmonari.
Il lavaggio broncoalveolare mette in evidenza linfocitosi nella
maggior parte dei soggetti con sarcoidosi attiva, ma è raramente
indicato poiché i pazienti con polmonite da ipersensibilità mostrano
una linfocitosi simile. Tuttavia, il rapporto CD4/CD8 nel liquido di
lavaggio broncoalveolare è elevato nella sarcoidosi e ridotto nella
polmonite da ipersensibilità.
Tubercolosi, aspergillosi, criptococcosi, istoplasmosi,
coccidioidomicosi e morbo di Hodgkin devono essere differenziati
dalla sarcoidosi. Non è certo se i tipici granulomi sarcoidei
riscontrati nel 5% delle biopsie epatiche eseguite per valutare il
grado della malattia di Hodgkin indichino due malattie concomitanti
oppure una reazione sarcoidea della neoplasia.