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L’ Italia è in grave difficol- tà e il governo guidato da Mario Monti vuole dare una risposta alla domanda di tagli ai costi della politica con una manovra che, tra le altre misure, prevede l’aboli- zione delle elezioni a suffra- gio universale dei consiglieri e dei presidenti di provincia. Le funzioni e il personale delle province saranno tra- sferiti ad altri soggetti. Non esisteranno più né assesso- ri né giunta provinciale. Il consiglio sarà composto da 10 consiglieri comunali, tra i quali scegliere un presi- dente. Un ente, dunque, che a dif- ferenza dei comuni e delle regioni non sarà più guidato da una rappresentanza de- mocraticamente eletta, né da organi che graverebbero sui conti dello stato. Ma quanto si risparmierà abolendo i li- velli elettivi delle province? Per ottenere una risposta ri- gorosa e oggettiva, l’Unione delle province italiane nello scorso settembre (all’indo- mani del Ddl varato dal go- verno Berlusconi) ha affida- to uno studio all’Università Bocconi di Milano sull’inci- denza delle attuali province sui costi della politica. Le conclusioni dello studio, a cura dei docenti bocco- niani Lanfranco Senn e Ro- berto Zucchetti, sono state presentate durante l’Assem- blea generale dell’Upi che, per una curiosa coinciden- za, si è svolta ventiquattrore dopo la presentazione della manovra alle Camere dei due rami del Parlamento. Il provvedimento di declassa- mento delle province non ha suscitato particolari re- azioni né in Parlamento, né sui media anche se, secondo un sondaggio Ipsos (pre- sentato anch’esso durante l’assemblea Upi) solo l’8% degli intervistati inizierebbe a tagliare dalle province per ridurre i costi della politica. “La ricerca della Bocconi - afferma Patrizia Casagrande, presidente dell’Upi Marche e della provincia di Ancona - conferma i dati raccolti dall’Upi negli ultimi anni, dimostrando che il rispar- mio complessivo raggiunto dal provvedimento ammon- ta a 30 milioni di euro. Senza però considerare che, secon- do i dati bocconiani, l’effi- cienza delle procedure am- ministrative dei comuni, ai quali in parte verranno tra- sferite le funzioni, è inferio- re a quella media delle pro- vince. A questo punto, solo il tempo potrà dire se avremo davvero evitato gli sprechi della Pubblica amministra- zione”. Alle considerazioni della presidente Casagrande, il cui primo mandato scade a fine maggio 2012 (quella di Ancona potrebbe essere la provincia-pilota delle Mar- che nel rinnovato quadro istituzionale) si aggiungo- no quelle degli altri quattro presidenti di provincia del- la regione: Pietro Celani di Ascoli, Antonio Pettinari di Macerata, Matteo Ricci di Pesaro e Urbino, Fabrizio Cesetti primo e ultimo pre- sidente della neonata pro- vincia di Fermo. “Pur essen- do convinti della necessità di un riordino degli enti locali - dicono i presidenti, - sap- piamo di guidare organismi pubblici necessari al coordi- namento e alla programma- zione territoriale”. ANALISI / Ricerca della Bocconi commissionata dall’Upi Abolizione delle province: solo 30 milioni i risparmi stimati I presidenti delle province delle Marche ribadiscono l’importanza di un ente che sa guidare con molta efficienza organismi pubblici FOCUS MARCHE INFORMAZIONE PUBBLICITARIA PROGETTAZIONE ED ISTALLAZIONE DI IMPIANTI ELETTRICI E SISTEMI DI AUTOMAZIONE NAVALI iselsrl.it IS.EL. SRL Via Foce Cesano, 2/3 60019 Senigallia (AN) Italia Tel. +39.071.7650013 - Fax +39.071.7650012 - E-mail: [email protected] “I risparmi sono poco significativi rispetto ai sacrifici ogget- tivi che il Paese dovrà affrontare nei prossimi anni”, asse- riscono i docenti bocconiani autori dello studio commissionato dall’Upi sull’incidenza delle province sui costi della politica. Le fonti (Siope, ministero dell’interno, Istat) per disegnare il qua- dro di entrate e uscite delle province, da valutare anche sotto il profilo dell’efficienza, sono giudicate dal Lanfranco Senn e da Roberto Zucchetti di “valenza elevata”. L’incrocio dei dati rivela che il totale delle entrate delle province italiane è pari a 12 mld di euro, di cui la metà coperte con en- trate autonome. I costi della rappresentanza democratica sono calcolati in 122 milioni l’anno, ossia l’1,4% della spesa corrente, e comprendono l’acquisto di beni di consumo e le spese per lo straordinario al personale per consultazioni elettorali, nonché le indennità per gli organi istituzionali dell’ente e le spese di rappresentanza. Lo studio sottolinea inoltre che le funzioni svolte dalle province sono essenziali e, considerati possibili margini di miglioramento, rileva che “l’efficienza dei comuni è inferiore a quella media delle province”. QUANTO COSTANO Patrizia Casagrande, Fabrizio Cesetti, Antonio Pettinari, Matteo Ricci e Pietro Celani

CN FOCUS MARCHE 1 - system24.ilsole24ore.com · conti dello stato. ... Luciano Go” , direttore gene-rale, a˜ erma: “Il nostro mo- ... dell’autotrapianto di cellule staminali,

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L’Italia è in grave di� col-tà e il governo guidato

da Mario Monti vuole dare una risposta alla domanda di tagli ai costi della politica con una manovra che, tra le altre misure, prevede l’aboli-zione delle elezioni a su� ra-gio universale dei consiglieri e dei presidenti di provincia. Le funzioni e il personale delle province saranno tra-sferiti ad altri soggetti. Non esisteranno più né assesso-ri né giunta provinciale. Il consiglio sarà composto da 10 consiglieri comunali, tra i quali scegliere un presi-dente. Un ente, dunque, che a dif-ferenza dei comuni e delle regioni non sarà più guidato da una rappresentanza de-mocraticamente eletta, né da organi che graverebbero sui conti dello stato. Ma quanto si risparmierà abolendo i li-velli elettivi delle province?

Per ottenere una risposta ri-gorosa e oggettiva, l’Unione delle province italiane nello scorso settembre (all’indo-mani del Ddl varato dal go-verno Berlusconi) ha a� da-to uno studio all’Università Bocconi di Milano sull’inci-denza delle attuali province sui costi della politica. Le conclusioni dello studio, a cura dei docenti bocco-

niani Lanfranco Senn e Ro-berto Zucchetti, sono state presentate durante l’Assem-blea generale dell’Upi che, per una curiosa coinciden-za, si è svolta ventiquattrore dopo la presentazione della manovra alle Camere dei due rami del Parlamento. Il provvedimento di declassa-mento delle province non ha suscitato particolari re-

azioni né in Parlamento, né sui media anche se, secondo un sondaggio Ipsos (pre-sentato anch’esso durante l’assemblea Upi) solo l’8% degli intervistati inizierebbe a tagliare dalle province per ridurre i costi della politica. “La ricerca della Bocconi - a� erma Patrizia Casagrande, presidente dell’Upi Marche e della provincia di Ancona -conferma i dati raccolti dall’Upi negli ultimi anni, dimostrando che il rispar-mio complessivo raggiunto dal provvedimento ammon-ta a 30 milioni di euro. Senza però considerare che, secon-do i dati bocconiani, l’e� -cienza delle procedure am-ministrative dei comuni, ai quali in parte verranno tra-sferite le funzioni, è inferio-re a quella media delle pro-vince. A questo punto, solo il tempo potrà dire se avremo davvero evitato gli sprechi della Pubblica amministra-

zione”. Alle considerazioni della presidente Casagrande, il cui primo mandato scade a � ne maggio 2012 (quella

di Ancona potrebbe essere la provincia-pilota delle Mar-che nel rinnovato quadro istituzionale) si aggiungo-no quelle degli altri quattro presidenti di provincia del-la regione: Pietro Celani di Ascoli, Antonio Pettinari di Macerata, Matteo Ricci di Pesaro e Urbino, Fabrizio Cesetti primo e ultimo pre-sidente della neonata pro-vincia di Fermo. “Pur essen-do convinti della necessità di un riordino degli enti locali - dicono i presidenti, - sap-piamo di guidare organismi pubblici necessari al coordi-namento e alla programma-zione territoriale”.

■ ANALISI / Ricerca della Bocconi commissionata dall’Upi

Abolizione delle province: solo30 milioni i risparmi stimatiI presidenti delle province delle Marche ribadiscono l’importanza di un ente che sa guidare con molta e� cienza organismi pubblici

FOCUSMARCHE

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

PROGETTAZIONEED ISTALLAZIONEDI IMPIANTI ELETTRICIE SISTEMI DI AUTOMAZIONENAVALI

iselsrl.itIS.EL. SRLVia Foce Cesano, 2/3 60019 Senigallia (AN) ItaliaTel. +39.071.7650013 - Fax +39.071.7650012 - E-mail: [email protected]

“I risparmi sono poco signi� cativi rispetto ai sacri� ci ogget-tivi che il Paese dovrà a� rontare nei prossimi anni”, asse-

riscono i docenti bocconiani autori dello studio commissionato dall’Upi sull’incidenza delle province sui costi della politica. Le fonti (Siope, ministero dell’interno, Istat) per disegnare il qua-dro di entrate e uscite delle province, da valutare anche sotto il pro� lo dell’e� cienza, sono giudicate dal Lanfranco Senn e da Roberto Zucchetti di “valenza elevata”. L’incrocio dei dati rivela che il totale delle entrate delle province italiane è pari a 12 mld di euro, di cui la metà coperte con en-trate autonome. I costi della rappresentanza democratica sono calcolati in 122 milioni l’anno, ossia l’1,4% della spesa corrente, e comprendono l’acquisto di beni di consumo e le spese per lo straordinario al personale per consultazioni elettorali, nonché le indennità per gli organi istituzionali dell’ente e le spese di rappresentanza. Lo studio sottolinea inoltre che le funzioni svolte dalle province sono essenziali e, considerati possibili margini di miglioramento, rileva che “l’e� cienza dei comuni è inferiore a quella media delle province”.

QUANTO COSTANO

1

Patrizia Casagrande, Fabrizio Cesetti, Antonio Pettinari, Matteo Ricci e Pietro Celani

È una s� da. L’ha lanciata la Regione Marche all’Azien-

da Ospedali Riuniti Marche Nord che, a meno di un anno dalla nascita, ha avviato la spe-rimentazione di un nuovo mo-dello organizzativo che punta a superare il concetto di reparto per un’organizzazione su diver-si livelli di intensità di cura. La riorganizzazione, avviata ma non ancora completata in di-verse realtà ospedaliere italiane, ora atterra anche nelle Marche con un percorso che è stato af-� dato all’azienda Marche Nord. Chiaro il compito: varare un nuovo modello di sanità. In parole semplici, dire addio ai vecchi reparti con un numero di letti ben de� nito e destinati a un’unica specializzazione. D’ora in avanti l’organizzazione prevederà l’aggregazione per li-velli di complessità assistenziale e aree funzionali omogenee, che hanno lo scopo di assegna-re al malato il posto letto collo-cato nel settore più appropriato secondo i suoi bisogni e la con-dizione clinica. Si tratta di nuo-ve unità di degenza, individuate per area medica, chirurgica,

post acuzie, emergenza urgen-za, materno infantile e area am-bulatoriale. “Una riorganizzazione com-plessiva - spiega Aldo Ricci, direttore generale di Marche Nord - su tre stabilimenti ospe-dalieri, due nella città di Pesaro e uno in quella di Fano, dove i malati verranno assistiti in base all’intensità di cura di cui han-no bisogno. Questo ci consen-tirà di continuare a perseguire lo sviluppo dell’alta specializza-zione come polo di riferimento ospedaliero dell’intera Area Va-

sta 1 (Pesaro - Fano - Urbino) che riguarda una popolazione complessiva provinciale che supera largamente i 350mila abitanti”.A favorire il cambio di rotta, che ha portato la stessa Regio-ne Marche ad a� dare la spe-rimentazione organizzativa aMarche Nord, è proprio la re-cente nascita dell’azienda co-stituita il 1 gennaio del 2011. “È una visione dell’ospedale in chiave moderna - conclude Ricci -. Siamo partiti a giugno con una sperimentazione in area chirurgica sul Santa Cro-ce di Fano, che ha dato risultati importanti in termini di e� -cacia ed e� cienza, ovvero non solo una migliore distribuzione delle risorse umane e � nanzia-rie, pure una buona risposta da parte dei pazienti”. In più, le riquali� cazioni strutturali e tec-nologiche, nonché le dotazioni organiche di personale medico e infermieristico, sono state programmate dall’inizio sulla nuova riorganizzazione per intensità di cura, avviando un percorso innovativo e comples-sivo sul territorio marchigiano.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

FOCUS MARCHE

Varato un nuovo modello di sanità: debutta l’intensità di cura La Regione Marche ha a� dato la sperimentazione complessiva all’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord di Pesaro e Fano

Aldo Ricci, direttore generale di Marche Nord

2

Con 120 anni di storia, la Popolare di Ancona, oggi

parte del Gruppo Ubi, consoli-da importanti quote di merca-to nelle regioni di proprio in-sediamento, con una presenza di assoluto rilievo soprattutto nelle Marche ma anche in Ro-magna, Umbria, Lazio, Abruz-zo, Molise e Campania.Luciano Go� , direttore gene-rale, a� erma: “Il nostro mo-dello di banca locale, federata ad un gruppo nazionale - assai valido in questa di� cile fase di cambiamento del nostro sistema imprenditoriale - ci permette di coniugare radi-camento e conoscenza della nostra gente con la robustezza patrimoniale, � nanziaria ed organizzativa di una holding ben strutturata”. Se da sempre, per vocazione, le Pmi sono il target della Bpa, in particolare nell’ultimo decen-nio la banca ha sostenuto le piccole e medie imprese nelle strategie di adattamento alla globalizzazione. Per questo, ha dato vita, spesso in collabora-zione con le Associazioni e le Università, ad alcuni progetti volti a richiamare l’attenzione sui temi via via a� rontati. Con il Progetto Idea, ad esempio, si è interessata di nuove imprese,

ma anche di capitalizzazione delle Pmi e, in partnership con l’Ice e con la partecipata Spf di Roma, di internaziona-lizzazione. Molto importante è anche il Forum permanente “Marche d’eccellenza”: cen-tro di analisi e promozione del “made in Marche” cui partecipano Bpa, la Regione, Unioncamere, l’Università di Macerata e Tipicità: Made in Marche Festival.“Vogliamo essere la banca delle risposte e avere un ruolo importante per agganciare la ripresa economica”, dice Go� . E molte sono state le iniziative prese in favore dell’economia regionale colpita dalla cri-si. L’obiettivo è stato non far

mancare il sostegno alle im-prese impegnate in processi di riposizionamento e di rilan-cio. A tale scopo la Banca ha puntato ad un rapporto ancor più stretto con le associazioni di categoria e con i Con� di, il cui ruolo è risultato di estrema importanza. “Abbiamo anche attivato le misure di sostegno messe in campo dalle Istituzioni, come ad esempio il fondo di solida-rietà regionale”, a� erma Go� . La Bpa ha inoltre vinto il ban-do regionale per una linea di credito di 100 milioni della Bei e, nel 2010, ha impiegato l’in-tera disponibilità della linea, � nanziando un elevato nume-ro di imprese con importi me-di inferiori al milione di euro. In� ne, il più recente progetto si chiama Ubi Comunità ed è rivolto al non pro� t, settore che, in tempo di crisi, è chia-mato ad a� rontare nuove s� de per le quali necessita però di nuovi strumenti. In concreto, il progetto mira a fornire alle centinaia di organizzazioni non pro� t servizi innovativi, quale ad esempio la funziona-lità Pos integrata nel sito Web per facilitare la raccolta fondi, nonché una serie di servizi � -nanziari ad hoc.

Una banca che sostiene le PmiLa Popolare di Ancona è impegnata nel rilancio dell’economia locale

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MACERATA

Master di secondo livelloin Innovazione nellaPubblica Amministrazioneil più antico nel settore

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undicesima edizione

Quarantatre pazienti colpiti da linfoma con malattia in stadio avanzato sono stati sot-

toposti a una nuova terapia ad alte dosi prima dell’autotrapianto di cellule staminali, ideato dalla Ematologia degli Ospedali Riuniti Marche Nord di Pesaro con il supporto di Ail. Molto rile-vanti i risultati clinici e biologici dati dalla speri-mentazione: oltre l’80% dei pazienti trattati ha ottenuto la remissione completa della malattia e l’ha mantenuta a oltre un anno dalla cura. La ri-cerca, guidata dal primario della struttura pesa-rese Giuseppe Visani, non solo è stata pubblicata su Blood, la bibbia sul mondo dell’Ematologia, ma ha superato i con� ni della sperimentazione per diventare un protocollo a tutti gli e� etti, già applicato in tre centri americani, tra cui Chi-gaco e Wisconsin, e in Germania. Lo studio è stato illustrato in Flori-da al meeting annuale dell’American Society of Hematology, davanti a circa 21mila specialisti provenienti da tutto il mondo. “Ha coinvolto

43 pazienti - spiega Visani - seguiti a Pesaro e nei centri ematologici di Roma, Genova, Treviso, Ascoli Piceno, Napoli, Bari e Milano. I risultati sono una ‘rivoluzione’ nel panorama terapeutico e rappresentano una tra le più importanti no-vità nel campo del trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche degli ultimi vent’anni”. Ma Visani non si ferma qui. È già pronto ad avviare un nuovo protocollo che questa volta si apre a 100 pazienti sul trattamento del linfoma ad alto grado. “L’atto aziendale - conclude Aldo Ricci, direttore degli Ospedali Riuniti Marche Nord - promuove la ricerca, l’innovazione e i progetti di Cooperazione Internazionale, come il progetto Mediterraneo in Palestina e Marocco,

� nanziato dalla Regio-ne Marche dal 2005, e quello recente della Sierra Leone aperto ai pazienti in età infan-tile a� etti da atresia esofagea. Non solo, nuove progettualità coinvolgeranno i paesi della costa adriatico-balcanica”.

Ematologia stupisce il mondoIl ‘made in Pesaro’ convince gli americani

Luciano Goffi , direttore gene-rale della Popolare di Ancona

FOCUS MARCHE

Marche, il sistema pro-duttivo regionale è

tornato alla situazione di due anni fa. Come nel 2009, si sta vivendo un momento di pro-fonda crisi, il punto più basso dell’ottimismo e delle fiducia nel futuro. È questa la sensa-zione che provano le piccole e medie imprese del territorio, gli artigiani che appartengo-no al mondo della Cna e della Confartigianato.Dall’indagine dell’osservato-rio economico “Trend Mar-che”, l’osservatorio congiunto di Cna Marche, Confartigia-nato Marche e Banca Popo-lare di Ancona - Gruppo Ubi, emerge chiara e inequivoca-bile la fotografia di un mondo economico in forte affanno.La congiuntura della micro e piccola impresa delle Marche (un campione di 3mila impre-se con meno di 20 addetti, as-severato dall’Istat regionale) fa registrare una sostanziale stagnazione del fatturato, una

diminuzione degli investi-menti mentre aumenta la spe-sa per consumi. Questo signi-fica che le imprese artigiane delle Marche cercano di non perdere quote di mercato, sacrificando fatturato e mar-gini, e continuando a soppor-tare costi sempre più elevati. Ma l’aspetto più inquietante è rappresentato dalle previ-

sioni per il futuro. Le aspet-tative degli imprenditori sono decrescenti e il campanello d’allarme più preoccupante è il credito. In una simile situazione l’anello più debole della cate-na produttiva è quello dell’oc-cupazione. La maggioranza delle imprese ha fatto i salti mortali per mantenere i livelli

occupazionali durante questi anni di crisi. Ma preoccupa, negli ultimi tempi, la forte e costante riduzione delle ore lavorate. Un segnale che sem-bra anticipare un significati-vo ridimensionamento degli organici nell’ultima parte dell’anno. Del resto la crisi è molto radi-cata in questo settore produt-tivo: a soffrire di più è indub-biamente l’edilizia ma anche il settore manifatturiero co-mincia ad accusare battute di arresto. L’export rimane l’uni-co motore acceso capace di trainare l’economia in questo frangente, mentre i consumi interni ristagnano o arretra-no. Il problema è che per le piccole e medie imprese, le esportazioni rappresentano una voce minoritaria e senza l’ampliamento sia delle azioni promozionali sia della platea delle aziende coinvolte, non possono essere la soluzione del problema.“Riteniamo - af-

fermano i presidenti regionali di Confartigianato, Salvatore Fortuna, e di Cna, Renato Pic-ciaiola - che si debba mettere in campo ogni azione per la difesa del modello di sviluppo marchigiano. Esso è stato ca-pace di alimentare una cresci-ta economica in cui famiglie, imprese e radicamento terri-toriale sono stati il vero punto di forza. Ciò ha reso possibile sviluppo e qualità della vita. Da lì occorre partire consape-voli. Per il futuro, la flessibili-tà e lo spirito d’iniziativa tipici degli imprenditori marchigia-ni dovranno essere sempre più caratterizzati da approc-ci innovativi sul prodotto e sull’organizzazione. Occorre avere la consapevolezza di do-ver sostenere con forza e con tutti gli strumenti disponibili, ogni politica economica fina-lizzata a rafforzare il sistema di microimprenditorialità dif-fusa sul territorio regionale, garantendo ed assicurando, innanzitutto, un accesso al credito a costi contenuti. In questo senso convergeranno gli sforzi comuni per soste-nere i Consorzi Fidi, tipici strumenti che favoriscono l’accesso al credito dell’artigia-nato e della piccola impresa”. Bisognerà, quindi, privilegia-re, pur nelle ristrettezze di bilancio, i nuovi investimenti e i progetti imprenditoriali

delle piccole e medie imprese - ad esempio in innovazione, promozione commerciale all’export, risparmio energeti-co e produzione di energia da fonti rinnovabili - per favorire la nascita di nuove attività e il rilancio dell’economia, con-trastando ogni forma di delo-calizzazione che impoverisca le Marche e penalizzi la mi-croimprenditorialità diffusa. Occorre favorire i processi di internazionalizzazione delle piccole imprese attraverso la partecipazione a manifesta-zioni fieristiche e azioni di incoming e B2B selezionate per settori e aree geografi-che prioritarie, con proget-ti commerciali continuativi correlati e con particolare attenzione ai consorzi export ed alle reti d’impresa. Inoltre è necessario svolgere appalti pubblici che consentano di operare alle piccole e medie imprese delle Marche. Concludono i presidenti: “Per quanto ci riguarda, le associa-zioni dell’artigianato e Pmi delle Marche non intendono sottrarsi ai loro compiti. Sa-remo in prima fila per affron-tare con spirito costruttivo e unitario la situazione di seria emergenza che sta vivendo il Paese, operando per rinsal-dare il senso dello Stato e le relazioni sociali, civili e isti-tuzionali”.

Conferma e raff orza il rapporto col proprio territorio la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. Anche nel 2012, in linea col piano triennale 2011-2013 e col documento pro-grammatico previsionale approvato all’una-nimità dagli organi dell’ente, la Fondazione erogherà sul territorio 6 milioni di euro. Le risorse, provenienti dall’attività ordina-

ria, sono ripartite in modo da assicurare a ciascun settore un’adeguata capacità di risposta alle esigenze più pressanti di cui la Fondazione è consapevole. In particolare, ad arte, attività e beni cultu-rali sono assegnati 1.380.000 euro; al set-tore della salute pubblica e della medicina preventiva e riabilitativa vengono dedicati 900.000 euro; per attività di volontariato, fi lantropia e benefi cenza sono impegnati 1.440.000 euro; al settore dell’educazio-ne, istruzione e formazione sono assicurati 1.200.000 euro; all’assistenza degli anziani 720mila e infi ne 350mila alla lotta contro le patologie e i disturbi psichici e mentali.“Il documento programmatico previsiona-le 2012 – spiega il Presidente Gianfranco Sabbatini - vuole essere una scommessa positiva di fronte al perdurare delle diffi -coltà economiche e del mutamento della struttura sociale del territorio e del pae-se, che accentuano la contrapposizione fra bisogni crescenti e diversifi cati e progressiva contrazio-ne di risorse disponibili ai vari livelli. E’ in questo quadro che la Fondazione è chiamata ad operare con effi cacia, ac-crescendo capacità di ascolto e dialogo con le realtà del territorio e rendendo più incisivi e partecipati alcuni criteri generali di azione per valorizzare ulteriormente in questi tempi diffi coltosi l’importanza della

solidarietà e del sostegno delle fasce più deboli e bisognose, principi informatori della natura e dell’attività dell’Ente”. Il Documento programmatico 2012 incor-pora fra l’altro gli eff etti patrimoniali ed economici della partecipazione della Fon-dazione all’aumento di capitale sociale di Banca delle Marche Spa. L’operazione vuole consentire ulteriore stabilità all’i-stituto di credito agevolandone l’azione in favore di famiglie, imprese e singoli e riconferma la Fondazione nel suo impor-tante ruolo di azionista stabile e solido, aspetto di particolare rilevanza in questa fase in cui le banche devono continuare a raff orzare il patrimonio per sostenere l’e-conomia locale.Dal 2008 ad oggi la Fondazione ha fi nan-

ziato ben 927 pro-getti/iniziative, con un impegno di oltre 26 milioni di euro, di cui il 23% destinato al settore arte e beni culturali, il 28% a vo-

lontariato e assistenza agli anziani, il 29% a salute pubblica e sostegno di particolari patologie, il 19% all’istruzione, formazio-ne e ricerca.In netta prevalenza sono stati i singoli in-terventi con fi nalità strutturali, di recupero di immobili (case per anziani, strutture re-sidenziali per disabili psicofi sici) e la dota-zione di attrezzature sanitarie e didattiche.Istituita nel 1992, continuazione ideale del-

la Cassa di Risparmio di Pesaro fondata nel 1841 su iniziativa di benefi che persone private, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro opera su buona parte del terri-torio della provincia di Pesaro e Urbino accanto ad enti, istituzioni ed associazioni locali, raff orzandone l’operato e rendendo-lo ancor più incisivo.

Conferma e raff orza il rapporto col proprio territorio la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. Anche nel 2012, in linea col piano triennale 2011-2013 e col documento pro-grammatico previsionale approvato all’una-nimità dagli organi dell’ente, la Fondazione erogherà sul territorio 6 milioni di euro. Le risorse, provenienti dall’attività ordina-

ria, sono ripartite in modo da assicurare a ciascun settore un’adeguata capacità di risposta alle esigenze più pressanti di cuila Fondazione è consapevole. In particolare, ad arte, attività e beni cultu-rali sono assegnati 1.380.000 euro; al set-tore della salute pubblica e della medicina preventiva e riabilitativa vengono dedicati900.000 euro; per attività di volontariato, fi lantropia e benefi cenza sono impegnati1.440.000 euro; al settore dell’educazio-ne, istruzione e formazione sono assicurati1.200.000 euro; all’assistenza degli anziani720mila e infi ne 350mila alla lotta contro le patologie e i disturbi psichici e mentali.“Il documento programmatico previsiona-le 2012 – spiega il Presidente Gianfranco Sabbatini - vuole essere una scommessa positiva di fronte al perdurare delle diffi -coltà economiche e del mutamento dellastruttura sociale del territorio e del pae-se, che accentuano la contrapposizione fra bisogni crescentie diversifi cati e progressiva contrazio-ne di risorse disponibili ai vari livelli. E’ in questo quadro che la Fondazione è chiamata ad operare con effi cacia, ac-crescendo capacità di ascolto e dialogo con le realtà del territorio e rendendo più incisivi e partecipati alcuni criteri generalidi azione per valorizzare ulteriormente in questi tempi diffi coltosi l’importanza della

solidarietà e del sostegno delle fasce più deboli e bisognose, principi informatori della natura e dell’attività dell’Ente”.Il Documento programmatico 2012 incor-pora fra l’altro gli eff etti patrimoniali ed economici della partecipazione della Fon-dazione all’aumento di capitale sociale di Banca delle Marche Spa. L’operazione vuole consentire ulteriore stabilità all’i-stituto di credito agevolandone l’azione in favore di famiglie, imprese e singoli e riconferma la Fondazione nel suo impor-tante ruolo di azionista stabile e solido, aspetto di particolare rilevanza in questa fase in cui le banche devono continuare a raff orzare il patrimonio per sostenere l’e-conomia locale.Dal 2008 ad oggi la Fondazione ha fi nan-

ziato ben 927 pro-getti/iniziative, con un impegno di oltre 26 milioni di euro, di cui il 23% destinato al settore arte e beniculturali, il 28% a vo-

lontariato e assistenza agli anziani, il 29% a salute pubblica e sostegno di particolari patologie, il 19% all’istruzione, formazio-ne e ricerca.In netta prevalenza sono stati i singoli in-terventi con fi nalità strutturali, di recupero di immobili (case per anziani, strutture re-sidenziali per disabili psicofi sici) e la dota-zione di attrezzature sanitarie e didattiche.Istituita nel 1992, continuazione ideale del-

la Cassa di Risparmio di Pesaro fondata nel 1841 su iniziativa di benefi che persone private, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro opera su buona parte del terri-torio della provincia di Pesaro e Urbino accanto ad enti, istituzioni ed associazioni locali, raff orzandone l’operato e rendendo-lo ancor più incisivo.

Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro da sempre al f ianco del la comunità: anche nel 2012 sei mil ioni di erogazioniFondazione Cassa di Risparmio di Pesaro da sempre al f ianco del la comunità: anche nel 2012 sei mil ioni di erogazioni

“Memorie dei Duchi di Urbino”,di Sir J. Dennistoun

Palazzo Montani Antaldi,sala del ‘700

www.fondazionecrpesaro.it

3INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

L’export è l’unico motore acceso che riesce a trainare l’economia regionaleMa non basta, come sottolineano le associazioni marchigiane Cna e Confartigianato

Renato Picciaiola, presidente regionale di Cna

Salvatore Fortuna, presidente regionale di Confartigianato

Avere una buona redditi-vità non è un optional.

È indispensabile, se si parla di una Bcc, come nel caso della Banca di Ripatransone, in provincia di Ascoli Piceno. Perché tutte le Bcc possono aumentare il proprio patri-monio quasi esclusivamente con gli utili che, com’è noto, non vengono distribuiti ai soci. Una premessa sostan-

ziale perché questo istituto di credito, nelle classifiche delle banche italiane del mensile economico “Banca Finanza” di ottobre, si è piazzato per redditività al 6° posto e per produttività al 10°, su oltre 350 “piccole” banche valuta-te. Non serve molto altro per introdurre la Bcc del Piceno, che continua a mettere a frut-to buoni risultati ed è in pri-

ma linea sul territorio, dove è presente da oltre un secolo. Ha festeggiato il suo cente-nario nel 2005 e fino al 1992 contava un solo sportello. Ma dal ‘92 è iniziato via via l’am-pliamento della sua rete, con l’apertura della prima filiale a Grottammare. Da allora la crescita è stata continua. Oggi si presenta con 6 filiali: una a Ripatransone, una a Grottam-mare, 2 a San Benedetto del Tronto e una rispettivamente a Montefiore dell’Aso e Porto d’Ascoli. Soprattutto è la più piccola delle tre Bcc del Pi-ceno, ma con tutto l’orgoglio di aver conservato l’origina-ria identità, ossia di non aver stretto fusioni né aggregazio-ni. In particolare, vanta un plus che altri istituti di credito non hanno: “La ridotta di-mensione consente di conti-nuare a operare con lo spirito delle vecchie Casse Rurali, nel segno della conoscenza diret-ta e personale di quasi tutta la clientela, stando vicini alle persone, impegnandosi per dare il massimo alle famiglie e ai giovani, assistendo le im-

prese in questo momento eco-nomico non generoso”. A par-lare è il presidente Michelino Michetti. Di sicuro la terri-torialità, la possibilità di rap-portarsi in modo diretto con i clienti, l’entusiasmo nel farlo favoriscono i buoni risultati dell’istituto. Oltre a una po-litica bancaria che, per certi aspetti, è inconsueta. “Senza dubbio alla base ci sono al-cune scelte un po’ controcor-rente, operate negli anni pas-sati e che ora stanno dando i frutti - dice il direttore Pietro Giuseppe Colonnella -. Mi ri-ferisco anzitutto alla politica di contenere entità e durata degli impieghi a medio-lungo termine e di applicare spread adeguati. Mentre, per quan-to riguarda gli investimenti finanziari, l’esito favorevole è arrivato dall’aver sempre de-tenuto in portafoglio oltre il 95% di titoli di Stato italiani, senza mai cedere alla tenta-zione di effettuare operazioni con prodotti ad alto rendi-mento, ma meno sicuri”. Nel 2010 la raccolta totale è stata di 213 milioni di euro,

il patrimonio di 20,9 milioni, gli impieghi di 169 milioni e l’utile d’esercizio di 1,6 mi-lioni, valori tutti in crescita. Oggi la banca conta in tutto 40 dipendenti. Di questi 34 assunti dal 1992 e con un’età media molto bassa, a confer-ma di un istituto di credito moderno, innovativo e al passo con i tempi, soprattutto che ha saputo offrire chan-ce occupazionali importanti nel territorio. È una squadra compatta, che si propone al-la clientela con entusiasmo e disponibilità, motivata e distinta dalla spiccata profes-sionalità. Lo stesso fatto che presidente e direttore non abbiano segreterie specifiche indica la voglia della Bcc di Ripatransone di essere ‘umi-le’ nel rapporto con chi la sceglie come ‘partner’. “Tutti si sentono impegnati a dare il massimo - afferma il di-rettore Colonnella - e a dare l’esempio è lo stesso presiden-te che non demanda ad altri nemmeno una fotocopia. Ci distingue la piena armonia”. L’impegno sul territorio si re-alizza già da tempo in diversi modi, come con l’erogazione di finanziamenti a tasso zero per acquisto libri scolastici, Pc, pagamento tasse univer-sitarie e, più di recente, per il finanziamento spese conse-guimento patente. Non manca

il sostegno ad attività, manife-stazioni e iniziative sportive, culturali, sociali della zona di competenza. Uno su tutti il contributo al biennale “Pre-mio Neroni” in ricordo del fa-moso “basso” Luciano Neroni che ha cantato con la Callas e con i più grandi cantanti lirici del suo tempo. Si tratta di manifestazioni che hanno visto la partecipazione di nu-merosi giovani cantanti lirici dalla Corea del Sud, dal Sud America, dall’Est Europeo e da altri Paesi. Senza dimen-ticare che la banca ha acqui-stato in un’asta il manoscritto originale de “La spigolatrice di Sapri”, la più nota poesia dei Luigi Mercantini, nato a Ripa-transone, conservato nei locali della banca.

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focus marche

conoscenza diretta dei clientiQuesta la filosofia di Bcc Ripatransone, in prima fila nello sviluppo del territorio

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La norma Brambilla, con-tenuta nel decreto-legge

98/2011, prevede che gli eser-cizi commerciali non siano più tenuti al rispetto degli ora-ri di apertura e di chiusura. È, inoltre, negato l’obbligo della chiusura domenicale o festiva e l’obbligo della mezza giorna-ta di riposo infrasettimanale. Questa liberalizzazione è intro-dotta per tutti gli esercizi che si trovano nelle località turistiche o nelle città d’arte italiane. Na-scono proprio da qui alcune delle questioni più importanti che Confesercenti Marche sta trattando in questo periodo: “Il nostro giudizio su tale libe-ralizzazione è molto critico”, esordisce Ilva Sartini, direttore regionale Confesercenti. “In questo modo si penalizzano le piccole e micro imprese com-merciali e le realtà cittadine: le fasce più deboli, tra cui gli anziani, si troveranno sempre più in difficoltà. Per i piccoli negozi non ci sarà scampo: già ora i supermercati di quartiere evidenziano enormi cali di con-sumi nei giorni successivi alle aperture domenicali dei centri commerciali. Con la chiusura dei piccoli negozi, che non ce la faranno a reggere la concor-

renza di chi può contare sulla turnazione del personale, verrà a mancare il servizio di vicinato e si avranno gravi ripercussioni sulla qualità urbana. La nostra speranza è che il nuovo Gover-no, tanto impegnato nella ridi-scussione di diversi aspetti che riguardano il rilancio dell’oc-cupazione e la vita quotidiana degli italiani, si prodighi per trovare una soluzione adeguata prendendo spunto dalle nostre perplessità”. Sulla stessa linea è anche il segretario generale Uiltucs/Uil Marche, Marco Bo-lognini: “Una liberalizzazione selvaggia non è la giusta solu-zione per aiutare a superare la crisi. L’ampliamento delle do-meniche non può che portare a una chiusura di esercizi in zone

storiche. Abbiamo lavorato per tre anni e otto mesi alla realizza-zione di un testo unico che pos-sa salvaguardare i centri città. È necessario, ora, un impegno da parte di tutti i Comuni, affinchè si riesca a gestire al meglio una norma che, in questo momen-to, rischia di rovinare la nostra attività svolta a favore del terri-torio. Noi chiediamo che venga previsto un tavolo di concer-tazione dove poter affrontare le problematiche emerse in seguito alla Norma Brambilla: il rischi che si perdano diversi posti di lavoro è particolarmen-te elevato. Il problema riguarda soprattutto le donne: il tasso di disoccupazione femminile nella nostra regione è elevato”. Il segretario regionale Filcams/

Cgil, Claudio Di Pietro, insiste sul tema in discussione: “Ave-vamo lavorato in modo tale da rispettare le esigenze del consu-matore , dei lavoratori e delle imprese: il nostro impegno, in questo modo, è stato totalmen-te vanificato. L’apertura dome-nicale non garantisce l’aumento dei volumi di spese da parte dei consumatori anche per il fatto che siamo in un periodo di crisi economica che riduce il reddito delle persone e quin-di dei consumi. Sarebbe molto più utile una programmazione equilibrata dei giorni e orari. La liberalizzazione selvaggia por-terà solo effetti devastanti. Bi-

sogna anche aggiungere che nel nostro territorio c’è una netta sproporzione tra il numero di centri commerciali (in aumen-to) e la quantità di popolazione. Ciò, inevitabilmente, si tradur-rà in una chiusura di alcune di queste attività con la conse-guente perdita del posto di la-voro da parte di tante persone”. La questione acquista infine una portata politica nelle pa-role di Selene Soleggiati, segre-tario generale Fisascat Marche: “La norma Brambilla è limita-tiva nei confronti della potestà legislativa regionale: dopo il lavoro fatto per la realizzazione del testo unico regionale, si è di fronte a un progetto che non si basa sull’analisi dettagliata del territorio e delle sue esigenze. Il commercio sta vivendo una situazione di crisi senza egua-li nel passato: non è detto che aumentando le situazioni di acquisto si accrescano anche

l’occupazione e il fatturato. È in-dispensabile, soprattutto in un periodo così impegnativo, lavo-rare su una pianificazione terri-toriale del commercio più cura-ta. Non condividiamo la scelta della regione di definire turisti-ci tutti i comuni delle Marche, perché rappresenta nei fatti la completa liberalizzazione delle aperture. È indispensabile che l’assessore Canzian convochi urgentemente Anci, sindacati e associazioni imprenditoriali per definire un limite alle dero-ghe domenicali e festive”. L’Ente Bilaterale è un organismo pari-tetico regionale che sta interve-nendo sul territorio ad ampio raggio: contributi e prestazioni a favore di lavoratori e imprese per aziende iscritte da almeno un anno, buono per il kit dello studente, borse di studio per gli studenti delle scuole superio-ri, premi di laurea per tesi sul commercio e sul turismo nelle Marche, assegni per i servizi all’infanzia e recuperi dei costi dei mezzi pubblici sono solo alcune delle iniziative fatte. A ciò si aggiungono gli interventi per la disoccupazione. L’Ebtm rilascia un parere di conformità per l’ apprendistato professio-nalizzante nel settore terziario, distribuzione, servizi e turismo ed esegue un’analisi dei fabbi-sogni formativi per i lavoratori e le imprese. L’Ente è operante dal 2004. Recentemente ha costituito la Commissione di Concialiazione per problemati-che in materia di lavoro.

un’attenta pianificazione del commercioConfesercenti Marche e gli enti di settore mobilitati sulla liberalizzazione selvaggia

Ilva Sartini, direttore regionale Confesercenti

Marco Bolognini, segretario generale Uiltucs/Uil Marche

Claudio Di Pietro, segretario regionale Filcams/Cgil e Sele-ne Soleggiati, segretario generale Fisascat Marche

Il direttore Pietro Giuseppe Colonnella e con il vicedirettore Vito Verdecchia

Michelino Michetti, presiden-te di Bcc di Ripatransone

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focus marche

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Effetto “credit crunch”. Le banche non fanno più

credito e le imprese non han-no più liquidità. Una situazio-ne pesantissima che rischia di portare al blocco dell’econo-mia marchigiana, soprattutto di quel sistema di piccole e medie imprese che finora ha sostenuto l’intero sistema ter-ritoriale, mantenendo l’occu-pazione e creando un benes-sere sociale diffuso. Ora tutto questo potrebbe finire. Che fare allora? All’in-domani del “credit crunch” di tre anni fa, i Confidi, quelli artigiani soprattutto, furono capaci di salvare molte azien-de facendosi garanti per i fi-nanziamenti che le imprese chiedevano alle banche. In tre mesi si è tornati a quella situazione e i Confidi sono chiamati di nuovo a farsi ga-ranti per salvare il sistema produttivo.“Per il momento il sistema dei Confidi riesce ancora a reg-

gere la domanda di garanzia che arriva dalle imprese - af-ferma Albero Barilari, presi-dente di Fidimpresa Marche, il Confidi unico della Cna -, ma andrebbe ottimizzato il sistema con un maggior coor-dinamento del Fondo nazio-nale e di quelli regionali per

utilizzare al meglio le risorse e per migliorare qualità e quantità del credito. Il siste-ma dei Confidi attualmente è troppo frammentato e invece bisognerebbe ricompattarlo. Per questo chiediamo alla Re-gione di dare una forte spinta alle politiche di aggregazione

delle strutture di Garanzia regionali, che nelle Marche oggi sono 12 nell’artigianato e oltre 20 complessivamente”.Quello dell’aggregazione è un percorso che Fidimpresa Mar-che ha già compiuto, essendo il frutto dell’unificazione por-tata a termine cinque anni fa

delle quattro Cooperative di garanzia della Cna operative sul territorio regionale. Da questa operazione è nato un colosso che può contare su 23mila soci nelle Marche, dai 16mila nel 2006, con 850 mi-lioni di euro di stock di finan-ziamenti garantiti.Fidimpresa Marche, primo Confidi regionale accreditato dal Medio Credito Centrale, è in grado di garantire le im-prese associate verso le ban-che ben oltre il 50 per cento del credito richiesto, fino ad arrivare all’80 e addirittura al 100 per cento nel caso del-la convenzione per il credito veloce, sottoscritta dai prin-cipali istituti di credito delle Marche, per aiutare le aziende a pagare tredicesime, imposte e contributi. Mutui, leasing e affidamenti sono i campi di operatività di Fidimpresa.“Garantiamo forme di acces-so al credito agevolato e a tas-si convenzionati facendo da tramite tra banca e impresa - spiega Giancarlo Gagliardini, direttore di Fidimpresa Mar-che -. Quanto agli affidamen-ti, ad esempio sono previsti interventi ordinari per un importo complessivo massi-mo di 70mila euro, mentre per la linea straordinaria ar-riviamo fino a 250mila euro. Per i finanziamenti a lungo termine gli interventi arri-

vano fino a 1,5 milioni per ogni socio. Il nostro ruolo è fondamentale per permet-tere la sopravvivenza stessa dei soggetti economici di piccole e piccolissime dimen-sioni. Infatti il rilascio della garanzia, mentre in passato assolveva prevalentemente a mitigare le condizioni eco-nomiche del credito, in un periodo di crisi come quello attuale diventa determinante per l’ottenimento stesso dei fi-nanziamenti, rappresentando l’unica strada possibile verso l’acceso al credito. Di fatto le banche hanno poca liquidità e non danno più credito al-le imprese, quando lo fanno i tassi sono altissimi. Per il futuro è a rischio l’esistenza stessa di moltissime aziende”.Proprio per questo, secondo Fidimpresa Marche, obietti-vo comune delle istituzioni e delle associazioni di categoria deve essere quello di sostenere il sistema di microimprendi-torialità diffusa sul territorio regionale, garantendo e assi-curando anzitutto un accesso al credito a costi contenuti. In tale senso vanno sostenuti i Consorzi Fidi, tipici strumen-ti che favoriscono l’accesso al credito dell’artigianato e della piccola impresa con azioni finalizzate all’abbattimento conto interessi per le micro imprese.

Giancarlo Gagliardini, direttore generale di Fidimpresa Marche

Alberto Barilari, presidente di Fidimpresa Marche

emergenza credito: i confidi in aiuto di artigiani e piccole e medie impreseFidimpresa Marche garantisce oltre il 50% del valore richiesto dall’associato alla banca

A partire dal proprio insediamento, datato giugno 2009, l’Amministrazione provinciale di Fermo guidata dal Presidente Fabrizio Cesetti ha sviluppato numerosi ed effi caci interventi a sostegno del mercato del lavoro e delle piccole e medie imprese del territorio. Nonostante i continui tagli agli Enti locali e la diffi cile situazione economica in corso, la Provincia di Fermo (principalmente attraverso risorse fi nanziarie del Fondo Sociale Europeo e di altri trasferimenti regionali e statali a destinazione vincolata) ha investito fi no al 2011 circa 6 milioni di euro su tre assi fondamentali: gli inserimenti lavorativi (con una particolare attenzione alla creazione di nuova impresa attraverso il Progetto Colombo, frutto di un’ampia sinergia con le principali associazioni di categoria), la formazione professionale, i tirocini e gli stage formativi.Questo il quadro complessivo degli interventi:

Da questo quadro emerge come la Provincia di Fermo, in soli due anni e mezzo, abbia saputo sviluppare progettualità in tutti gli ambiti di competenza. Pur in una situazione di oggettiva e diff usa diffi coltà fi nanziaria, per il 2012 sono previsti ulteriori azioni a sostegno del tessuto economico, produttivo ed occupazionale del territorio fermano, con particolare riguardo all’innovazione tecnologica nelle PMI.

L’investimento complessivo di questi nuovi interventi si attesterà su una cifra superiore ai 3.500.000 euro.

ANTICA TERRA DAL GRANDE CUORE

INSERIMENTI LAVORATIVI

PREINSERIMENTO GIOVANI DIPLOMATI E LAUREATI PRESSO PMIWork Experience della durata di 8 mesi (ancora in corso) con il coinvolgimento di n. 100 diplomati e n. 100 laureati presso altrettante PMI del territorio (n. 187 quelli che concluderanno l’esperienza tra novembre 2011 e marzo 2012)Impegno fi nanziario della Provincia

ESPERIENZE PROGETTUALI GIOVANI LAUREATI PRESSO PICCOLI COMUNIWork Experience della durata di 12 mesi con il coinvolgimento di n. 11 laureati presso 22 piccoli Comuni

BONUS PMI PER WORK EXPERIENCEBonus fi nanziari da concedere nel 2012 alle PMI che decideranno di trasformare le Work Experience in regolari con-tratti di lavoro

PROGETTO COLOMBO - CREAZIONE DI NUOVA IMPRESAFinanziamento di n. 33 progetti per la creazione di nuova impresan. 50 soggetti coinvolti

INSERIMENTO LAVORATIVO DEI DISABILI EX LEGGE 68/99n. 93 inserimenti lavorativin. 99 convenzioni stipulate con aziende ed Enti Pubblici

INCROCIO DOMANDA/OFFERTA LAVOROEvase n. 1.200 richieste di personale pervenute dalle aziende

FORMAZIONE PROFESSIONALE

n. 66 corsi per apprendisti

n. 7 corsi di qualifi ca (OSS, mediatore culturale, badanti qualifi ca, maestro di sci)

n. 35 corsi di aggiornamento professionale (tra i quali RSPP, RLS, lingua e cultura per immigrati, assistenti familiari, seminari Leonardo, corsi aggiornamento work experience)

interventi rivolti a destinatari di ammortizzatori sociali in deroga:• n. 7/8 corsi Centri Formazione Sant’Elpidio a Mare e Amandola• n. 800 voucher individuali da utilizzarsi presso gli Enti formativi privati

n. 13 corsi di formazione a gestione diretta avviati dal Centro Locale per la Formazione di Sant’Elpidio a Mare ed Amandola

n. 350 corsi autorizzati (secondo semestre 2009-novembre 2011) tra i quali: OSS, agenti rappresentanti di commercio, agenti mediazione immobiliare, addetti vigilanza, revisione auto, conduttore impianti termici, estetista, RSPP, RLS

n. 46 stranieri coinvolti e qualifi cati nell’ambito di Prov-Integra (Progetto inserimento sociale e lavorativo immigrati da paesi extra UE - in partenariato con UPI e 15 Province italiane)

TIROCINI FORMATIVI

BREVI ESTIVI PER GIOVANI STUDENTI• n. 46 tirocini formativi promossi presso aziende e Comuni durante il periodo estivo della durata di 2 mesi nell’anno

2009• n. 55 tirocini formativi promossi presso aziende e Comuni durante il periodo estivo della durata di 2 mesi nell’anno

2010• n. 72 tirocini formativi attivati presso PMI e Comuni con la collaborazione dei Comuni della durata media di 2 mesi

nell’anno 2011

PRESSO AZIENDE E PUBBLICHE AMMINISTRAZIONIn. 272 tirocini formativi promossi in aziende e pubbliche amministrazioni rivolti prevalentemente a giovani diplomati e laureati e a soggetti svantaggiati

SOGGETTI IN CIG E MOBILITÀ IN DEROGAn. 7 tirocini formativi attivati per 6 mesi presso gli Uffi ci Giudiziari di Fermo

ALL’ESTERO PER GIOVANI DISOCCUPATI/INOCCUPATI (PROGETTO IMPROVE)n. 75 esperienze all’estero nell’ambito del Programma “Leonardo Da Vinci” - Progetto Improve

PROGRAMMA WELFARE TO WORK ANNO 2011• n. 42 tirocini formativi della durata di 3 mesi attivati presso PMI rivolti sia a giovani disoccupati sia a lavoratori

svantaggiati, di cui alla data odierna n.3 trasformati in contratto di lavoro a tempo indeterminato e n.2 assunti con contratto di apprendistato;

• n. 8 contratti di somministrazione di 3 mesi sottoscritti con APL del territorio per soggetti in mobilità, di cui 6 assunti a tempo indeterminato

NUOVI PROGETTI PER IL 2012

CREAZIONE D’IMPRESA ASSE III FSE CATEGORIE SVANTAGGIATENuovo bando già deliberato(scadenza termine presentazione domande 23 gennaio 2012)

ESPERIENZE FORMATIVE/PROGETTUALINuovo bando per n. 33 giovani diplomati/laureati presso i 33 piccoli Comuni fi no a 5.000 abitanti per la durata di 12 mesi

BORSE LAVORO PREINSERIMENTO SOGGETTI DISABILIProgetto di borse lavoro di preinserimento lavorativo rivolto a soggetti disabili e relativi servizi di tutoraggio per l’inte-grazione lavorativa Asse III FSE

INNOVAZIONE TECNOLOGICANuovo progetto per favorire e sostenere il trasferimento dell’innovazione tecnologica nelle PMI attraverso sia la for-mazione e il preinserimento lavorativo di n. 60/70 giovani tecnologi, che l’apertura di un centro di innovazione nel territorio del Fermano

INCUBATORE PMI ALTAMENTE INNOVATIVEProgetto sperimentale di recupero e rifunzionalizzazione, mediante le più avanzate tecniche di effi cienza energetica ad impatto zero, di un fabbricato messo a disposizione dall’azienda agraria Montani per la realizzazione di un incubatore di piccole e nuove imprese altamente innovative con un investimento misto imprese del territorio / Provincia

VOUCHER FORMATIVI DENTRO LE PMIProvincia di Fermo: Viale Trento, 113 - 63900 Fermo • Tel: 0734.2321- Fax: 0734.232239

E-Mail: [email protected] — E-Mail PEC: [email protected]

www.provincia.fm.it

In un momento di forte crisi occupazionale ed eco-

nomica la Provincia di Ascoli Piceno ha investito ed inve-stirà, entro il 2012, circa 13 milioni di euro di fondi euro-pei a favore di imprese, lavo-ratori, disoccupati e soggetti con disabilità. Risorse dirette a sostenere l’innovazione, la riqualificazione della forza la-voro, l’apprendistato e l’inse-rimento di giovani, donne ed altre categorie svantaggiate in tirocini, percorsi formativi ed esperienze professionali con l’obiettivo di creare opportu-nità e contratti di lavoro. Solo per incentivare l’innovazione e la modernizzazione delle imprese del Piceno, la Pro-vincia spenderà da 1 milio-ne a circa 3 milioni di euro attraverso bandi diretti alle realtà imprenditoriali locali che, per migliorare l’efficien-za tecnologica, dei processi produttivi, dell’organizzazio-ne aziendale e l’innalzamen-to della produttività (su cui

tanto punta l’Unione Euro-pea per superare la crisi), po-tranno avvalersi di specifiche consulenze (come check-up, diagnosi organizzative, qua-lificazione dei sistemi pro-duttivi, di ricerca industriale e sviluppo sperimentale). I bandi coinvolgeranno le aree aziendali più “sensibili” quali marketing, comunicazione, ricambio generazionale, in-

ternazionalizzazione, produ-zione logistica e commercia-le, design, amministrazione, finanza e controllo, sicurezza e ambiente. Ma le misure in tema di innovazione non fini-scono qui: la Provincia insie-me a “TecnoMarche - Parco Scientifico e Tecnologico del Piceno” (società partecipata dell’Ente) ha infatti siglato due protocolli d’intesa per

l’eccellenza e la competitività delle imprese del territorio. Il primo con Synesis, con-sorzio europeo pubblico-privato costituito da istituti di ricerca quali il Cnr per l’Italia e il Fraunhofer Gesel-lschaft per la Germania e da aziende italiane e tedesche specializzate nell’innovazio-ne; il secondo con l’Enea che metterà a disposizione siner-gie e progettualità in ambito internazionale con l’accesso alla propria rete di laboratori. “Accanto all’innovazione ab-biamo deciso di puntare sulla riqualificazione dei numerosi lavoratori espulsi dal mercato del lavoro, creando condizio-ni favorevoli per un loro pos-sibile reinserimento in altri comparti - evidenzia il pre-sidente della Provincia Piero Celani -. In questa prospet-tiva, i nostri centri per l’im-piego hanno preso in carico oltre 1.900 lavoratori. Quasi la totalità ha potuto usufrui-re del bilancio di competenze

erogato da uno staff di spe-cialisti e psicologi, mettendo a punto per ciascuno uno specifico progetto professio-nale anche attivando corsi di qualifica professionale (ener-gy manager, aiuto cuoco, tecnico macchine utensili e operatore automazione uffi-cio) e corsi di aggiornamento (pizzaiolo e alfabetizzazione informatica)”. Tra le misu-re di accompagnamento e sostegno all’occupazione ri-volto a categorie svantaggia-te, in particolare a soggetti in situazione di disabilità (L. 68/99), ultracinquanten-ni in stato di disoccupazione senza ammortizzatori sociali, inoccupati da almeno 1 anno, lavoratori espulsi dai processi produttivi o in mobilità sen-za indennità e donne vittime della tratta, sono state erogate 244 borse lavoro e mobilitati 57 tutor che li seguono nelle realtà aziendali. In arrivo, nel 2012, risorse per 1 milione di euro che consentiranno l’atti-vazione di ulteriori 100 borse lavoro e il conferimento di in-carichi a tutor, con l’obiettivo del definitivo inserimento di tali soggetti nel tessuto lavo-rativo del Piceno. La Provin-cia ha emanato, inoltre, un avviso pubblico rivolto agli enti accreditati per finanziare, con risorse Fse, corsi gratuiti per circa 1,6 milioni. Le atti-

vità formative sono rivolte a occupati, diversamente abili e disoccupati, e riguarderanno ambiti molto richiesti quali: ambiente, energia, turismo, agroalimentare, ristorazione, bioedilizia, lingua, artigia-nato artistico, pesca. Infine, da segnalare il grande sfor-zo per il marketing turistico con l’avvio di un innovativo corso di riqualificazione per operatori nel settore dell’ac-coglienza. Un intervento mi-rato a riqualificare i centri I.a.t. (Ufficio informazioni e accoglienza Turistica) del territorio trasformandoli in strutture dinamiche ed in-tegrate con altre realtà (con-sorzi turistici, pro-loco, as-sociazioni di categoria, ecc.). Il corso si inserisce nelle azioni individuate nel piano marketing della Provincia per sostenere l’attrattività del territorio. “Il Piano - eviden-zia il presidente - non è stato concepito come un ‘libro dei sogni’ da tenere nel cassetto, ma come uno studio sistema-tico avviato lo scorso anno con una campagna d’ascolto, utilizzando le competenze dell’Università Politecnica delle Marche. Uno strumento operativo che proseguirà fino al 2012, continuando a of-frire soluzioni innovative ed importanti per il rilancio del sistema produttivo locale”.

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FOCUS MARCHE

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I fondatori e gli attuali so-ci di Strategie, società per

il trasferimento tecnologico e guida all’Innovation en-gineering di Ancona, sono tutti professori e ricercatori in ingegneria. Spin-off della Politecnica Marche, nata nel 2005, ha già all’attivo diversi brevetti e joint venture, prin-cipalmente nel settore delle energie rinnovabili; e oggi si candida anche a sviluppare specifici progetti per il rilan-cio di aziende del settore.“Il nostro obiettivo - spiega Carlo M. Bartolini, presiden-te - è quello di fondere l’espe-rienza di docenti senior e la preparazione di qualificati ri-cercatori con l’entusiasmo e la creatività dei migliori giovani laureati, per creare un gruppo capace di trasferire idee in-novative, dall’ambiente della ricerca universitaria a quello produttivo, e da qui al merca-

to”. I risultati dicono che l’idea era ed è buona, oltre a appa-rire sicuramente ben attuata. Gli otto brevetti già sviluppati hanno estensione internazio-nale e una delle joint venture ha dato luogo a una nuova società, Iside srl (www.iside.eu.com), che opera nel campo delle nuove tecnologie solari a concentrazione, sia termi-che che fotovoltaiche.I ricercatori coinvolti sono tutti soci e molti di essi han-no goduto, sin dal corso di dottorato, del sostegno della società che da sempre rein-veste tutti gli utili in sviluppo di nuovi progetti oppure in borse di studio per dottorati di ricerca.Pur potendo vantare com-petenze in tutto il settore dell’ingegneria industriale, il campo specifico di Strategie è quello energetico. In partico-lare, nell’ambito dell’impiego

delle fonti rinnovabili, dei combustibili alternativi e de-gli impianti ad alta efficienza energetica. “In molti progetti - aggiunge Marilena de Padova, ammi-nistratrice - si è giunti allo sviluppo di prototipi e a una avanzata fase di industrializ-zazione. Come nel caso della compressione e liquefazione del metano, di alcune origi-nali soluzioni cogenerative o nella micro-dissalazione; sino al grande progetto sul solare a concentrazione, ideato da Strategie e poi sviluppato dal-la nuova Iside”.Il sistema utilizza una cop-pia di motori passo-passo ad altissima precisione per la movimentazione delle su-perfici riflettenti che inse-guono il movimento del sole. Particolare è il software di tracking solare che permette prestazioni energetiche note-

volmente elevate. Il sistema è stato sviluppato per entrambe le applicazioni, sia nel termi-co che nel fotovoltaico, otte-nendo anche un’integrazione architettonica eccezionale.Coperto da brevetto è anche il gruppo di alimentazione elettrica e dissalazione per nautica da diporto. L’idea industriale è di accoppiare un motore Stirling con una macchina per la dissalazione di tipo termico o a osmosi inversa. In entrambi i casi, il motore fungerebbe da grup-po elettrogeno, con i vantaggi

di affidabilità e silenziosità che solo il motore Stirling può garantire. Il calore di scarto è poi profi-cuamente usato per dissalare acqua marina o trattare le ac-que reflue prima di scaricarle. Complessivamente, tutte le attività hanno un percorso in stretto rapporto con univer-sità e mondo industriale, con la partecipazione a bandi di ricerca e a progetti di filiera. In ogni progetto il ruolo del-la società è sempre lo stesso: apportare nuove idee e assu-mersi la responsabilità tecni-co-scientifica delle attività di ricerca.“La maggior parte dei pro-getti - spiegano Massimilia-no Renzi e Matteo Santolini, project manager - proviene da proposte interne, ma si cerca di dare vita anche alla seconda parte dell’acroni-mo, ‘guidare l’innovazione’, assistendo le aziende nella fase di sviluppo della ricerca, integrando e supportando il gruppo interno a esse. In altre parole dare formazione per la ricerca”.Pertanto Strategie oggi è pronta ad accogliere proposte da sviluppare, per dare con-sistenza ed affidabilità a pro-getti che spesso possono rap-presentare la soluzione per il rilancio di aziende in crisi di mercato. Un contributo allo sviluppo del Paese ma anche la valorizzazione di alcune delle migliori menti prodotte dalle nostre università.

■■■ PROGETTI / Nata dallo spin-off di Politecnica Marche, Strategie ha all’attivo numerosi brevetti

Un gruppo di ricercatori capace di trasmettere nuove idee sull’energia In particolare l’impegno nella R&S si concentra sulle fonti rinnovabili, sui combustibili alternativi e sugli impianti ad alta efficienza in fatto di consumi

Alcuni schemi di prototipi

Scommettere su innovazione e competitività per aiutare imprese, disoccupati e giovaniLa Provincia di Ascoli Piceno prevede investimenti di fondi europei per 13 milioni di euro

Piero Celani, presidente della Provincia

FOCUS MARCHE

Dal 2005 l’Università di Camerino ha attivato

una Scuola di Dottorato di Ateneo (School of advanced studies) ispirata ai migliori modelli europei per qualità e livello di internazionalizza-zione. I risultati non si sono fatti attendere: come ha spie-gato la professoressa Cristina Miceli, direttore della Scuola di dottorato, a parità di po-sti disponibili, il numero di domande per accedere alle 5 aree di dottorato dell’Uni-versità di Camerino (Archi-tecture Environment and Design; Chemical and Phar-maceutical Sciences; Life Sciences and Public Health; Law, Economy and Society; Science and Technology) è aumentato di 4 volte. Una scelta coraggiosa ha inoltre ridotto la frammen-tazione dell’offerta (in prece-denza esistevano 12 corsi di dottorato) rendendo anche più “riconoscibile” la forma-zione dottorale da parte di candidati esteri, non abitua-ti ai particolarismi nostrani e da parte degli stakeholder

non accademici. Il bando di ammissione alla School of advanced studies dell’Uni-versità di Camerino, pubbli-cato in inglese sul sito web della Commissione europea, raccoglie ogni anno circa 400 domande per una settantina di posti diponibili. Più del-la metà di queste domande proviene oggi dall’estero!

L’attrattività dell’offerta è le-gata indubbiamente anche alla qualità della procedura di ammissione, perfetta-mente coerente con il det-tato della Carta europea dei ricercatori e con il Codice di condotta per il loro recluta-mento: il bando viene pub-blicato con almeno 60 giorni di anticipo rispetto alla data

di scadenza, le domande vengono presentate intera-mente online e pre-valutate da revisori anonimi, esterni all’Università di Camerino che producono una shortli-st dei candidati migliori. A questa shortlist il collegio dei docenti universitari attribu-isce un punteggio, sulla base di interviste via Skype, che si combina con quello dei revi-sori esterni per arrivare alla graduatoria finale. Questa procedura ha convinto anche gli esponenti del mondo pro-duttivo marchigiano e non solo che, in maniera crescen-te, co-finanziano le borse di dottorato. “La sinergia fra le borse messe a disposizione dal ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricer-ca - sottolinea la professores-sa Miceli - le risorse ottenute dai ricercatori universitari attraverso progetti nazionali, comunitari ed internazionali e quelle investite dalle azien-de, permette a una piccola Università come la nostra di assegnare oltre 40 bor-

se di dottorato ogni anno”. Un altro punto di forza è lo straordinario grado di inter-nazionalizzazione: il 30% dei dottorandi ammessi ai corsi della School è straniero. Con questi dati, assolutamente non comuni nel panorama italiano della ricerca (noto più per perdere i propri ta-lenti che per acquistarne da fuori), la scuola di dottora-to è la prima in Italia, come sancisce la banca dati del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca. Per tutti i dottorandi è ob-bligatorio un periodo di sei mesi all’estero organizzato attraverso accordi di stage o di co-tutela, cioè una co-supervisione con docenti di università straniere. “I dottorandi stranieri - os-serva sempre Miceli - sono ottimi portavoce nei loro paesi e in questo modo il nu-mero di studenti stranieri sta crescendo anche nei nostri corsi di laurea magistrale, già quasi tutti in inglese. Docen-ti stranieri sono coinvolti in tutti gli esami finali e questo è

un momento di confronto, per valutare le attività svolte e la capacità di formazione. Il dottorando è un ricercatore in formazione e per questo deve non solo sperimentare ma anche prepararsi alla re-altà futura che in molti casi non sarà accademica”.Per questo le attività forma-tive, tutte in inglese, sono anche trasversali, per stimo-lare creatività ed autonomia e riguardano la preparazione di progetti di ricerca, la co-municazione scientifica, la preparazione di un business plan in campo imprendito-riale e la proprietà intellet-tuale. “Ma quello che conta di più - sottolinea sempre il diret-tore della School - è il risul-tato: posso affermare con soddisfazione che i dottori di ricerca, italiani o stranieri, prodotti nella nostra School hanno conseguito qualifica-te posizioni professionali sia nei settori della ricerca ac-cademica che in quelli indu-striali, nel loro paese di origi-ne o in altri paesi del mondo”.

7INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Selezioni rigorose e borse di studio certe: così i cervelli stranieri studiano a CamerinoIl 30% dei dottorandi della School of advanced studies proviene da un paese estero

Zepponi Tours da trent’an-ni opera con passione nel

campo del viaggiare. È infatti nel 1981 che Mario Zepponi avvia l’attività di noleggio au-tobus da turismo, e nel 1989 il figlio Massimiliano la integra con quella di agenzia viaggi e turismo. “La vendita di un viaggio o di un servizio non è una vendita di merce, ma di desideri, di aspettative ed emo-zioni - ci racconta con entusia-

smo lo stesso Massimiliano Zepponi -. Per noi però viag-giare non è solo un piacere, ma anche un mestiere tanto più impegnativo quanto più fatto con serietà”.Zepponi Tours mantiene il core business del noleggio au-tobus da turismo, rafforzato dall’apporto anche dell’altro figlio, Marco Zepponi, e a con-ferma che l’azienda familiare mette solide radici sul terri-

torio circostante, a Falconara Marittima sorge la prima filia-le, seguita da Magiche Terre a Jesi. Contrastando la recessio-ne economica, nel 2009 l’azien-da acquisisce le agenzie Fede-rico II Viaggi con sedi a Jesi e Moie, e supera i severi criteri di affiliazione Iata, assicuran-dosi un posto privilegiato nel business travel marchigiano. A questo punto nasce il marchio Zepponi Group, che rappre-

senta la diversificazione della produzione nella verticalizza-zione dei servizi, mantenendo così il pieno controllo interno su tutta l’operatività. In questi 30 anni di attività l’obiettivo di Zepponi è stato quello di for-nire garanzie al consumatore con la solidità che deriva da-gli investimenti adeguati nella capitalizzazione aziendale, con l’affidabilità di una gestio-ne centralizzata, e con la sua

identità consolidata nel tem-po. “Forti di questa filosofia aziendale, - prosegue Massi-miliano Zepponi - non siamo intimoriti dai cambiamenti di mercato, dal massiccio utilizzo delle tecnologie informatiche o dalla cosiddetta era del web 2.0, anzi ci impegnamo nel trovare risorse umane che, grazie all’alta qualificazione professionale, sanno gestirle e integrarle per rispondere al meglio alle esigenze del clien-te, unico vero protagonista per Zepponi Group. La tecnologia diventa dunque strumento da utilizzare, ma non sostituisce il rapporto umano e la cara vec-chia stretta di mano”.In questo consiste il futuro del viaggiare secondo Zepponi: “Il sito Internet www.zeppo-nigroup.it presenterà per il 2012 importanti novità per il traffico leisure, tra cui in an-teprima segnaliamo che oltre alla possibilità di prenotazione on line di pacchetti vacanza, il B2C si arricchirà con le no-stre proposte tour operator e un’intera iniziativa sarà dedi-cata agli sposi, che avranno a disposizione un proprio sito Internet per la piena ge-stione della loro lista nozze. Inoltre - aggiunge Zepponi - il settore business travel avrà un ampliamento a 360 gradi: dalla solida base di emissione biglietteria aerea, marittima,

ferroviaria, di prenotazioni alberghiere per dirigenti e per-sonale viaggiante sia tecnico che commerciale, si aprirà al Mice. fornendo alle aziende un unico interlocutore nella organizzazione di eventi e pro-mozioni. Abbiamo piena co-scienza che fare impresa signi-fica assumersi rischi e mettere continuamente in discussione il proprio operato, e questa è la sfida che la nostra azienda ha tutta l’intenzione di vincere”. Tornando al sito Web, esso include un’utile Area Clienti le cui credenziali di accesso ven-gono fornite a ogni cliente nel momento della prenotazione di un viaggio: qui è possibile creare un originale “Diario di viaggio” personalizzato con le foto delle proprie vacanze, e compilare un questionario/feedback con la valutazione dei servizi. Oltre a rafforzare la centralità del cliente, questo servizio offre anche, a titolo di ringraziamento per la compi-lazione, l’invio di un omaggio o un buono monetario di cui usufruire in una prossima pre-notazione. In conclusione, l’in-tento di Zepponi Group resta quello di dare massimo risalto al tailor made nel viaggio, e qui Massimiliano Zepponi cita Ita-lo Calvino: “Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”.

L’agenzia di viaggio sposa il Web 2.0Zepponi Group ridisegnerà il suo sito per rispondere alle mutate esigenze dei clienti

Da sinistra Marco, Mario e Massimiliano Zepponi

Una lezione alla School of advanced studies

La professoressa Cristina Miceli consegna un diploma di Dottorato dell’Università di Camerino a uno studente straniero

Housing e retail sono il core business di Fima-

Engineering, società di pro-gettazione, con sede ad Osi-mo in provincia di Ancona, che ha saputo adattarsi alle condizioni di mercato, na-zionale ed internazionale, grazie alla pluralità delle competenze maturate negli anni da un team altamente specializzato ed a una parti-colare attenzione per la pro-gettazione di edifici ad alta efficienza energetica.“Housing e retail – spiega l’architetto Filiberto Andre-

oli, Ceo e fondatore della società - sono i due settori in cui abbiamo da sempre concentrato il nostro lavo-ro, fornendo soluzioni certe, rapidità di esecuzione e ve-rifiche continue sulla fattibi-lità dell’operazione.La pluralità di discipline che si svolgono all’interno del nostro studio ci permettono, infatti, di verificare costan-temente ogni fase del pro-cesso progettuale e dell’ese-cuzione dei lavori: sviluppo dell’idea, architettura, in-gegneria, acustica, termica,

impiantistica: è tutto parte del medesimo processo”.L’architetto Maurizio An-dreoli, project partner, pre-cisa inoltre la multidiscipli-narità dei servizi garantiti da Fima:“il nostro Team svi-luppa e controlla tutte le fasi progettuali, dalle analisi di mercato alla fattibilità del progetto, dalla pianificazio-ne urbana e territoriale allo studio delle fonti rinnovabi-li e dell’efficienza energetica, dal restauro e risanamento alle analisi economiche e di controllo del cantiere.

I servizi di architettura e ingegneria che forniamo si fondano sullo studio del sito, analisi del progetto e sulla costante ricerca della migliore composizione ar-chitettonica delle metodo-logie di costruzione e dei materiali.Gli interventi architettonici necessitano tutti dello stes-so approccio analitico, in-tegrato e approfondito, che accompagna ogni fase del progetto e ne permette una gestione ottimale. Architet-tura, ingegneria, impianti e sviluppo sono aree che de-vono dialogare tra loro per raggiungere un’architettura di qualità”.Altra area di specializza-zione è quella dell’edilizia sostenibile. “La crescita urbanistica delle città e l’evoluzione degli stili abi-tativi – aggiunge l’architetto Filiberto Andreoli – deve confrontarsi con il tema am-bientale.Per questo, la nostra socie-tà, approfondisce da anni lo studio sulle tematiche del risparmio energetico, delle energie rinnovabili e delle tecniche progettuali orien-tate alla sostenibilità.L’impegno e lo studio di Fima Engineering trova-no riscontro nell’attività di consulenza e certificazio-

ne – presso uno degli enti più autorevoli in materia di certificazioni energeti-che, l’Agenzia CasaClima/klimahaus di Bolzano, oltre al Protocollo Itaca Marche – della efficienza energetica degli edifici.Diversi i progetti già rea-lizzati o in fase di progetta-zione in Italia e nel mondo, “Siamo impegnati nella pro-gettazione di un complesso residenziale e commerciale lungo la costa Adriatica - precisa Andreoli - dove è prevista la realizzazione di 500 appartamenti, oltre a spazi commerciali e direzio-nali, che si distingueranno per alta efficienza energe-tica e per una architettura contemporanea che non tra-scura i materiali e le finiture della tradizione. Il progetto,

chiamato ‘La Piazza’, sorge-rà su una area riqualificata, ove insisteva una fabbrica in stato di abbandono.Abbiamo maturato anni di esperienza nel recupero e nella riqualificazione di aree occupate da ex manu-fatti industriali dismessi, credendo, infatti, che tale tema progettuale costituisca il fulcro dell’architettura del domani. Abbiamo inoltre curato la progettazione di un centro commerciale del mobile a Voronezh (Russia), e stiamo collaborando stret-tamente con una società in-diana al fine di consolidare la nostra presenza in questo paese con l’inaugurazione di una nuova sede a Mumbay”.Maggiori informazioni sono reperibili sul sito Internet www.fimaengineering.it.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

FOCUS MARCHE

Architettura multidisciplinareFima Engineering: società di progettazione con pluralità di competenze

Nuovo centro commerciale per il mobile a Voronezh (Russia)

POTABILIZZAZIONE DEMINERALIZZAZIONEACQUA DI SUPERFICIE

PORTATA CHIARIFLOCCULAZIONE: 950m³/hPORTATA FILTRAZIONE: 900m³/h

PORTATA: 40.000 m³/giornoCONSUMO SPECIFICO: 2,8 kW/m³

POTENZA INSTALLATA TOTALE: 8,356 MW

ACQUA DI MARE

ACQUA DI SUPERFICIEPORTATA UF: 1.100-2.200 m³/hPORTATA RO 1° PASSO: 650 m³/hPORTATA RO 2° PASSO: 450 m³/hPORTATA POLISHING: 300-900 m³/h

PORTATA CHIARIFLOCCULAZIONE: 500m³/hPORTATA FILTRAZIONE: 400m³/hPORTATA RO 1° PASSO: 200m³/hPORTATA RO 2° PASSO: 180m³/hPORTATA POLISHING: 180m³/h

ACQUA DI SUPERFICIE

protecno SrlVia E.Mattei, 9

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Edificio industriale direzionale ad Ancona

FOCUS MARCHE

Porsi come service per le piccole aziende, distri-

buendo software di terze par-ti. Nata con questa mission nel 1983 (un tempo lunghissimo, per chi opera nel mercato del-la tecnologia), la società a.b. Informatica è cresciuta negli anni puntando sull’efficienza dei servizi erogati, e cercando - in ogni situazione, con ogni cliente, tipicamente la piccola e media impresa - di cavalcare l’innovazione tecnologica se-ria e di qualità, quella in grado di migliorare il business delle società e di supportare il lavo-ro quotidiano delle persone. Alle attività iniziali, negli anni la società ha aggiunto anche la produzione del software, arrivando a specializzarsi nel settore delle soluzioni per i Pc Touch Screen, con prodotti ad hoc per tabaccherie, edi-cole, il settore Hospitality e varie tipologie di negozi. Dal 2008 a.b. Informatica è anche il concessionario Xerox per il centro nord delle Marche; un nuovo ambito di attività, che

ha completato il servizio for-nito ai clienti nell’ottica della partnership. A spiegare questo delicato cambiamento è l’amministra-tore della società, Floriano Gioacchini: “Posto che tutto l’agire della società si fonda su tre concetti cardine, inno-vazione, affidabilità, servizio eccellente, abbiamo deciso di applicare questa filosofia al mercato dei prodotti mul-tifunzione per ufficio, ossia

quelle stampanti ideali per le attività di copia, stampa, scan-sione e fax, tutto in un unico apparecchio. A differenza dei classici rivenditori di stam-panti, in qualità di software house noi siamo in grado di fornire i servizi correlati, in-staurando un rapporto dura-turo nel tempo con il cliente. Stiamo parlando di prodotti con i quali è possibile inte-ragire, grazie alla presenza, nel cuore della stampante, di

un ambiente di sviluppo. Ec-co così che le necessità delle aziende si trasformano, grazie alla flessibilità delle macchine multifunzione, in vere occa-sioni di efficientamento”. Gioacchini cita alcuni esem-pi: si prenda il caso della ge-stione documentale, molto pubblicizzata ma in realtà mai compiutamente decollata. “Siamo riusciti, attraverso un pacchetto da noi ideato, chia-mato ‘Broker’, a studiare una soluzione per l’ambito assicu-rativo e bancario, in grado di gestire documenti e pratiche, e archiviare ogni informazio-ne in ordinate cartelle”. In un mercato che ancora non ha compreso appieno le potenzialità delle macchine multifunzione, a.b. Informa-tica - che ha due sedi, a Se-nigallia e Jesi - si muove con competenza e attenzione, for-te della sua speciale expertise, posta in essere dalle 18 perso-ne che nella società lavorano. “A fare la differenza, in questo momento, è proprio l’abbina-

mento know-how-prodotto, che pochi altri fornitori pos-sono vantare”. Il sodalizio vin-cente con Xerox è ancor più valorizzato dall’assistenza tec-nica - a cura di Xerox - garan-zia di puntualità per il cliente, in qualunque zona d’Italia o d’Europa si trovi.A fianco della vendita dei pro-dotti multifunzione, fiorente è anche il mercato dell’usato, che consente – specie in un periodo di ristrettezze eco-nomiche – alle aziende di dotarsi di apparecchi potenti, garantiti da ogni punto di vi-sta (assistenza tecnica, parti di ricambio, accessori). A fronte di una funzionalità invariata, l’investimento iniziale può es-sere ridotto, a vantaggio della qualità. Come detto, a.b. Informatica vanta una storica competenza

nell’ambito delle soluzioni sof-tware: la società ha realizzato nel tempo diversi “pacchetti” verticali specializzandosi per risolvere le esigenze di alcune segmenti di mercato. Gioacchini presenta con or-goglio l’ultimo prodotto nato, Igea. “Si tratta - spiega l’am-ministratore delegato - di una soluzione sviluppata per gli ambienti medicali, già instal-lato in un centro che com-prende 20 ambulatori sia di medicina tradizionale che di medicina estetica. Il prodotto Igea gestisce ogni momento della relazione col paziente, dall’accettazione alla referta-zione degli esami, in un ciclo di funzioni integrate. Oltre a ciò, è stato anche progettato un sito web al quale possono accedere i medici di base per le prenotazioni dei pazienti”.

9INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Software e servizi per realtà efficienti Dagli specialisti di a.b. Informatica soluzioni web based e prodotti ad hoc per tabaccherie, edicole, settore hospitality e per gli ambulatori, anche di estetica

“Contro la crisi, la coo-perazione deve essere

soltanto se stessa”. Così Mauro Angelini, presidente di Lega-coop Marche sintetizza lo spi-rito che sta animando questa parte del mondo associativo, alle prese, come tutta la socie-tà, con una delle fasi più dure della storia recente. I principi della coesione e della valorizzazione del ca-pitale umano che da sempre caratterizzano il mondo della cooperazione, infatti, si van-no traducendo in apertura e dialogo fattivo con tutti gli attori economici e politici del territorio marchigiano, intor-no a progetti molto concreti, cercando di unire gli sforzi di tutte le associazioni di catego-ria delle imprese. “Ci stiamo muovendo con un’azione di sistema - spiega Angelini - adottando la logica del raccordo virtuoso, raffor-zando le relazioni fra le im-prese cooperative e puntando su innovazione, internazio-

nalizzazione, crescita della dimensione aziendale, valo-rizzazione della progettualità complessa, rafforzamento dei network territoriali e di setto-re e rafforzamento dell’azione associativa”. Non a caso Legacoop Marche è tra i promotori di contratti

di rete in diversi ambiti, come pure di altri progetti impren-ditoriali che vedono coinvolte cooperative già attive e che promuovono anche la nascita di nuove imprese cooperative.Fra i settori sui quali Legaco-op sta concentrando le pro-prie azioni spiccano l’inno-

vazione e la green economy. Un esempio è il progetto di housing sociale Cives, che propone servizi per l’abitare sostenibile e solidale attuato da cooperative delle Marche e dell’Umbria e che prevede la realizzazione di circa 400 alloggi, 6 strutture sanitarie con circa 600 posti letto e 80 alloggi di residenza assistita. L’iniziativa nasce dalla volontà di una rete di imprese prove-nienti dal settore dell’edilizia, della cooperazione di abita-zione e della cooperazione sociale, di sviluppare un pro-gramma di edilizia privata so-ciale che risponde alla doman-da abitativa delle due regioni, attraverso la costituzione di un Fondo immobiliare chiu-so. Ma l’housing sociale per Cives non è solo offerta di abi-tazioni a canone calmierato, bensì rappresenta un sistema innovativo di abitazione che si basa sul concetto di comu-nità e si concretizza in assi-stenza nell’utilizzo dei servizi,

condominio sociale, gestione del risparmio e dell’efficienza energetica, manutenzione, promozione e animazione, servizi socio assistenziali e sanitari.D’altra parte, muoversi in

sinergia è proprio una del-le maggiori competenze del mondo cooperativo. Una modalità che sembra pagare anche in termini di risultati strettamente economico-finanziari. Legacoop Marche, infatti, ha chiuso il bilancio 2010 positivamente rispetto all’anno precedente, facendo registrare alle coop una pic-cola ma costante crescita del

fatturato, una stabilità degli utili, un incremento costante del patrimonio netto, del capi-tale sociale e delle riserve. Un andamento che conferma an-che in questa regione il trend nazionale. Nell’anno che si sta chiudendo il valore della pro-duzione è ancora in crescita, anche se cala drasticamente la redditività complessiva, a riprova che le cooperative hanno messo al primo posto la tutela dell’occupazione, pur non essendo immuni dalla crisi. I settori in maggiore sofferenza sono le costruzio-ni, la cooperazione sociale, la pesca. Le meno colpite sono le cooperative agricole e quelle di dettaglianti.In sostanza, i numeri della Legacoop Marche evidenzia-no il valore e le capacità della cooperazione e che ne fanno un attore importante del ter-ritorio regionale, che infatti intende essere protagonista nel locale sistema economi-co e sociale, rivendicando il proprio ruolo all’interno dei tavoli strategici regionali.“è il momento - sottolinea Angelini - di assumere la pie-na consapevolezza che la crisi è straordinaria e che, come tale, richiede impegno e ri-sposte straordinarie in tempi straordinariamente brevi, una situazione che necessita un grande impegno per il nostro sistema cooperativo regiona-le. Abbiamo bisogno di com-piere un lavoro collegiale e di guardare al futuro”.

■■■ VALORE / Legacoop Marche e i princìpi della coesione sociale aprono la strada a nuove collaborazioni

Angelini: “Anche per noi innovazione e internazionalizzazione sono il futuro”In prima linea nella promozione di contratti di rete e nell’edilizia ecosostenibile

Mauro Angelini, presidente diLegacoop Marche

Lo staff di specialisti di a.b. Informatica

Nell’anno che si sta chiudendo il valore della

produzione è ancora in crescita, anche se cala drasticamente la

redditività complessiva, a riprova che le

cooperative hanno messo al primo posto la tutela dell’occupazione, pur non essendo immuni

dalla crisi

Dalle sedi di Senigallia e Jesi, a.b. Informatica garantisce ser-vizi e assisten-za puntuale a ogni cliente

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

focus marche

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La crisi ha portato il sistema Italia ad una revisione dei

comportamenti sociali, della cultura e del sistema di “fare impresa”.Un contesto in continua evo-luzione, dove nuovi strumenti e strategie finanziarie diven-tano essenziali per un rilancio dell’economia complessiva.Tra le eccellenze degli istituti di credito, emerge il Credito Cooperativo, realtà affermata e consolidata in ambito interna-zionale, nazionale e regionale.Nelle Marche operano 20 Ban-che di Credito Cooperativo, tutte aderenti alla Federazio-ne Marchigiana che, con oltre 45mila soci e più di 1.500 col-laboratori, registrano risultati andamentali di rilievo, con una raccolta diretta di circa 7,1 mi-liardi di euro ed un totale im-pieghi di 6,3 miliardi. Di fatto è la seconda realtà creditizia re-gionale, con una quota di mer-cato prossima al 20 per cento.Una presenza, quella delle Bcc, che è divenuta capillare, gra-zie alle professionalità che vi operano, alla mission ancorata a solidi valori: la promozione

della coesione sociale e la cre-scita responsabile e sostenibile del territorio di insediamento, come da statuto. Da qui l’impegno a promuo-vere una forma di sviluppo territoriale rispettosa dell’equità sociale, con particolare riferi-mento a quei valori del credito cooperativo che si richiamano costantemente ai principi della dottrina sociale della Chiesa.La Banca di Credito Coopera-tivo si caratterizza, quindi, per un insieme di regole, di valori, di storia che ne determinano l’identità di impresa bancaria,

di impresa cooperativa e di im-presa a responsabilità sociale.Inoltre, durante questa crisi, le Banche di credito cooperativo marchigiane non hanno fatto mai mancare il necessario so-stegno creditizio nei confronti delle famiglie e del sistema produttivo locale, con un’atten-zione particolare al territorio: i tassi di incremento dei prestiti erogati si collocano al di sopra di quelli medi di sistema; un ruolo anticiclico, riconosciuto a livello nazionale anche dall’ex governatore della Banca d’Ita-lia, Mario Draghi.

sostegno al sistema localeQuesto l’impegno che vede coinvolte le numerose Bcc della Regione

“In ogni iniziativa indu-striale non c’è valore del

successo economico se non c’è anche l’impegno nel pro-gresso sociale”. Sono le stesse parole di Aristide Merloni, fondatore del marchio Ari-ston, a suggerire la filosofia che più di ottanta anni fa ispirò la sua nascente attività

industriale situata nell’area interna delle Marche, con l’obiettivo di creare opportu-nità di lavoro per tutti i gio-vani emigranti in cerca di oc-cupazione. Una filosofia che è tutt’oggi il fondamento etico dell’azienda. L’impegno verso la comunità continua, infatti, ad essere l’ideale che guida

il gruppo nel suo sviluppo e nella sua espansione inter-nazionale, ed è la presenza della famiglia Merloni all’in-terno dell’azienda a garantire la fedeltà ai valori fondanti. Il legame con il territorio marchigiano è testimoniato e promosso anche attraverso la Fondazione intitolata ad

Aristide Merloni, nata nel 1963 allo scopo di sostenere la nascita di nuove imprese nel territorio; dotato di un fondo conferito direttamente dalla famiglia Merloni, l’isti-tuto opera mediante la con-cessione di finanziamenti a fondo perduto fino agli anni 70, quando inizia progres-sivamente la sua trasforma-zione in istituto di cultura, con lo scopo di studiare e analizzare i processi locali di sviluppo economico e socia-le. Il gruppo Ariston Thermo è oggi guidato da Paolo Mer-loni, nipote del fondatore Aristide, ed erede quindi di una tra le più importanti fa-miglie di imprenditori italia-ne: “Sono fortunato a portare questo cognome - spiega il neopresidente - ma oltre alla fortuna c’è la responsabilità di portare avanti un percorso imprenditoriale positivo, in un’azienda che è una ricchez-za per il territorio e per tutti gli azionisti”. Ariston Thermo è un’azienda internazionale, leader nel settore del riscal-damento degli ambienti e dell’acqua, numero 1 al mon-do per la produzione di scal-dacqua e numero 4 in Europa nel riscaldamento ambienti: è l’azienda più globale del settore, e in qualunque paese del mondo si trovi ad opera-re, riconosce un’importanza fondamentale al territorio e all’ambiente sociale e colla-bora con le autorità locali per rispondere e far fronte alle

esigenze di tutti. Coerente-mente ai principi fondamen-tali di sviluppo, innovazione e sostenibilità, il gruppo affronta oggi la sfida della globalizzazione, forte del suo patrimonio di esperienza, d’innovazione, di espansio-ne territoriale e, soprattutto, dell’elevata qualità e compe-tenza delle sue risorse uma-ne. Solide radici a Fabriano e caratterizzazione marchigia-na, quindi, ma anche sguardo aperto sul mondo, grazie agli stabilimenti che si trovano in tutta Europa ma anche in Ci-na, Russia, India e Vietnam, e alla distribuzione in oltre 150 paesi. I prodotti Ariston sono concepiti per soddisfare le esigenze della vita moder-na anche e soprattutto in ter-mini di efficienza energetica: sinergia tra comfort dome-stico, rispetto dell’ambiente e un migliore uso delle risorse sono i pilastri dei prodotti e dei sistemi Ariston. Oltre a una vasta offerta di caldaie,

scaldacqua e climatizzato-ri intelligenti, è stata infatti introdotta una gamma in-tegrata di sistemi solari e sistemi a pompa di calore, che consente agli utenti di usufruire delle fonti di ener-gia rinnovabile. Sì, perché il gruppo, da anni a capo di una “rivoluzione energetica” si pone un ambizioso obietti-vo, quello di far sì che entro il 2020 l’80% del business sia generato da prodotti ad altis-sima efficienza energetica che facciano uso di energia rin-novabile. Ad oggi, l’azienda è arrivata attorno a quota 35% ma grazie all’allargamento dell’offerta e agli investimen-ti nella ricerca, la sfida può essere vinta: lo testimonia la fiducia di milioni di famiglie in tutto il mondo, che da anni si affidano alla qualità e all’ef-ficienza dei prodotti del mar-chio. Con Ariston, tutti pos-sono avere il miglior comfort con la maggiore efficienza energetica.

Quando un’azienda è una ricchezza per il territorioValori etici e sociali promossi dalla Fondazione Aristide Merloni

PaoloMerloni,nipote del fon-datore del mar-chio Ariston,AristideMerloni

Il Teatro Stabile Pubblico delle Marche in questa sta-

gione è presente nei più pre-stigiosi teatri nazionali con diverse produzioni realizzate con le regie di Carlo Cecchi, Arturo Cirillo, Valentina Ro-sati, Alessandro Sciarroni. Il Teatro vanta un pubblico che sfiora le 35mila pre-senze nella Stagione di prosa di Ancona, dove ha la sede, e dirige una Scuola di Teatro che compie quest’anno 10 anni di attività. Proprio con la Scuola, la sezio-ne formazione dà il via ad un nuovo corso nel 2012: “Il mestiere dell’attore”, costituito da un anno prope-deutico per preparare gli allievi (tra i 17 e i 28 anni) alla selezione nelle Scuole e Accademie Nazionali italiane.A questo fine, il Teatro Stabile delle Marche ha come partner di progetto le più importanti Scuole italiane: l’Accademia

Nazionale d’Arte Drammati-ca “Silvio D’Amico” di Roma, Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, la Scuola di Recitazio-ne del Piccolo Teatro di Mila-no e la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova, la Scuola di Teatro dello Sta-bile di Torino.

Il percorso della propedeu-tica è dedicato ad allievi che vogliano intraprendere il mestiere del teatro attraver-so lo studio nelle scuole di recitazione nazionali: nelle sezioni di recitazione, regia o

drammaturgia. La Scuola di recitazione del Teatro Stabile delle Marche si è specializza-ta perciò in un’annualità di formazione, fornendo le basi teorico-pratiche del lavoro in teatro.Le iscrizioni sono aperte fi-no al 10 gennaio 2012 entro

le 17.00. Le lezioni si terranno dal 15 genna-io al 30 maggio presso il Teatro delle Muse e presso il Teatro Studio alla Mole di Ancona. Alla Scuola di Teatro “Il mestiere dell’attore” si studiano recitazione, grammatica scenica, tecnica vocale e ver-bale, drammaturgia e drammaturgia fisica, per un totale di 304 ore di lezione a cui si ag-

giungono 50 ore di seminari e incontri tenuti dagli inse-gnanti delle maggiori accade-mie italiane.Per la domanda d’iscrizio-ne consultare il sito Internet www.stabilemarche.it.

al via il corso “Il mestiere dell’attore”Il Teatro Stabile delle Marche ha realizzato un nuovo percorso formativo per giovani che vogliono lavorare in quest’ambito

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Più che innovativa, precor-ritrice dei tempi: un’azien-

da dove si crea il presente e il futuro della comunicazione “molti a molti”, si “cattura” la conoscenza per renderla fruibi-le a tutti i membri di un’azienda che debbono concorrere a rea-lizzare obiettivi condivisi. Un processo tutt’altro che di� cile e complicato. Ha, infatti, il vol-to seducente ed amichevole di interfacce tanto accattivanti ed esteticamente riuscite, quanto funzionali e praticamente ef-� caci, già patrimonio di molte aziende importanti, private e pubbliche.È questo il mondo che da un decennio ha creato ed in cui si muove Nautes, la società di ingegneria nata come spin o­ del Politecnico delle Marche,

che nel tempo ha conservato ed implementato i geni costitutivi: ricerca avanzata ed innovazio-ne continua. Caratteristiche con cui nel 2005 si è classi� cata al terzo posto tra le aziende ita-liane per contenuti innovativi; asset che le hanno consentito di essere accreditata presso il mi-nistero dell’Università, riuscen-do così ad attrarre per i propri progetti i fondi che sostengono la ricerca.Descritta in termini tecnici, Nautes è un’azienda di proget-tazione e realizzazione avanza-ta di so� ware design; in pratica, attraverso le sue piattaforme informatiche, supporta le im-prese e la Pubblica amministra-zione in tutto ciò che riguarda il 2.0, per l’appunto la comunica-zione “molti a molti”.

“Concettualmente - spiega l’am-ministratore delegato Marco Gialletti -, signi� ca abolire i gradi gerarchici, per creare community di conoscenze, e non semplicemente di informa-zioni, condividendo gli obiet-tivi”. Attraverso le piattaforme informatiche messe a punto da Nautes è cioè possibile modi� -care l’organizzazione aziendale nella direzione della massima e� cienza e condivisione dei sa-peri, a partire però dall’obiettivo che si intende raggiungere e dal

capitale umano che dovrà usare questi strumenti. “Ogni nostro progetto - pun-tualizza Gialletti - non parte dall’infrastruttura informatica necessaria a supportare le in-terfacce. Si inizia, invece, dalle caratteristiche che queste de-vono avere per piacere, coin-volgere, persino ammaliare chi le userà. Non è cioè la struttura dati a determinare le forme, bensì l’utilizzatore � nale, con i suoi naturali percorsi cogniti-vi, con i suoi abituali compor-

tamenti e, soprattutto, con il linguaggio che lui percepisce come convenzionale. Su questi presupposti si progettano poi le infrastrutture informatiche, secondo procedure solide e ri-gorose”. Una � loso� a che è re-sa subito evidente dalla stessa veste con cui Nautes presenta se stessa e le sue creazioni sul sito web www.nautes.com: uso di immagini con oggetti quoti-diani resi vivaci, sorprendenti e capaci di attrarre immedia-tamente l’attenzione attraverso un design moderno e spigliato, l’uso di colori vivacissimi, una mobilità delle soluzioni gra� -che veloce, ritmata ma per nul-la stressante. In sostanza, tutto invoglia ad usare ciò che Nautes propone. “È il made in Italy che si fa strada nella nouvelle vague del mercato Ict - commenta Gialletti -, diventando fattore competitivo in un contesto in cui le parole chiave sono easy technology, user experience, social e collaborative”.È questo, infatti, il primo pun-to di svolta per progetti di marketing, organizzativi e di formazione a distanza molto so� sticati nella progettazione e nella realizzazione, dirompenti nei loro e­ etti su una quotidia-nità consolidata, ma estrema-mente semplici e coinvolgenti nell’utilizzo. Risultati che sono il frutto di un team giovane e preparatissimo. “Siamo una società di ingegneria con un ca-pitale umano eccellente - prose-gue l’amministratore delegato -:il team, in cui si mescolano competenze sia tecniche che umanistiche, è composto per la maggior parte da laureati e fra di essi vi sono anche sei dottori di ricerca”. L’attività si concentra in particolare su due fronti: lo sviluppo di piattaforme pro-prie (assolutamente innovative quella dedicata al “social ma-nagement” e al “mobile lear-nig”, vedi articoli nella pagina) e il web marketing avanzato, con strutture ed applicazioni studiate per le necessità di co-municazione di ogni azienda, al suo interno o con le � liali o i suoi punti vendita. Se tan-ta innovazione non spaventa nell’uso che se ne deve fare nel-la pratica quotidiana, non deve intimorire neppure per i costi.

“Gli investimenti aziendali ne-cessari, infatti, non sono elevati - assicura Gialletti -, possono essere alla portata anche delle piccole e medie imprese. Inol-tre, le applicazioni sono rapida-mente implementabili”.

Ricerca avanzata e innovazione continuaSu queste basi Nautes, società di ingegneria di so� ware design, ha costruito la sua o� erta nell’Ict

Marco Gialletti, amministratore delegato

Alcuneschermate

dell’interfaccia software

È possibile realizzare un corso di forma-

zione a distanza avendo come “aula” uno smart phone, cioè i cellulari di ultima generazione, e al contempo assicurare l’e� cacia del progetto formativo? La risposta positiva oggi non è so-lo teorica, ma concreta. Lo dimostrano i progetti di “mobile learning” cui Nautes lavora, sviluppan-do la sua già collaudata piattaforma dedicata all’e-learning, da tempo utilizzata per la forma-zione di 18mila architetti nel mondo. “Il principale vantag-gio che si riscontra nella formazione in modalità m-learning - spiega l’am-ministratore delegato di Nautes, Marco Gialletti - è costituito dalla possi-bilità di avere la forma-zione sempre a ‘portata di mano’, nel duplice signi� -cato di fruire i contenuti nel momento esatto in cui servono e di poterli con-sultare in uno strumento poco ingombrante”. Inol-tre, questa formula gode di tutti i vantaggi tipici dell’e-learning, tra cui il risparmio di risorse eco-nomiche e la possibilità di arricchire la formazione con contenuti multime-diali e con strumenti in-terattivi. È su questo nuovo sce-nario che la società di ingegneria di so� ware design si sta misurando, per o� rire tutti gli stru-menti migliori a� nché i contenuti, senza perdere nulla della loro impor-tanza, siano e� cacemen-te veicolati attraverso un mezzo, il cellulare, che ha una ridotta dimensione dello schermo. “Un vinco-lo che - a� erma Gialletti - può essere superato gra-zie ad una progettazione centrata sulle istanze di sintesi, rilevanza e sem-plicità nella presentazio-ne delle informazioni”.

Mobile learning

Espressione dell’eccellenza di Nautes è la piattaforma de-dicata al “social management”, basata sul nuovo concet-

to di piattaforme enterprise 2.0. Una soluzione avanzata e al contempo già consolidata, tanto da essere ormai alla sesta versione. “Gestire la conoscenza” è un motto ricorrente tra le imprese che investono sull’ innovazione di processo per restare competitive e Nautes, con la propria piattaforma, s’incarica di far diventare davvero reale questo assunto. Per non restare teorici, l’amministratore delegato Marco Gial-letti spiega: “Giunti in un’azienda, intervistiamo le persone che la dirigono, per giungere alla rappresentazione informatica del modello organizzativo che presiede ogni attività su cui sono impegnate più persone per raggiungere determinati obiettivi”. Il risultato è una piattaforma che coordina ogni azione, met-tendo a disposizione di tutti le conoscenze, il lavoro dei colleghi, i documenti necessari e, persino, uno strumento per la misura-zione della qualità percepita durante l’avanzamento dei lavori in corso. Gialletti porta l’esempio della “gestione della conoscen-za” per la partecipazione di un’azienda ad una grande � era. “Sistematizzando il know how della dirigenza, abbiamo creato un modello in cui sono elencate le 330 attività da fare lungo i 18 mesi di preparazione all’evento, con il coinvolgimento di cir-ca 50 persone. Oggi, in quell’azienda - conclude -, è su� ciente inserire nella piattaforma la data in cui si svolgerà la � era per avere immediatamente tutto il programma a ritroso di ciò che si deve fare, quando e da parte di chi”.

Una piattaforma avanzata per il social management

tamenti e, soprattutto, con il linguaggio che lui percepisce come convenzionale. Su questi presupposti si progettano poi le infrastrutture informatiche, secondo procedure solide e ri-gorose”. Una � loso� a che è re-sa subito evidente dalla stessa veste con cui Nautes presenta se stessa e le sue creazioni sul sito web www.nautes.com: uso di immagini con oggetti quoti-diani resi vivaci, sorprendenti e capaci di attrarre immedia-tamente l’attenzione attraverso un design moderno e spigliato, l’uso di colori vivacissimi, una mobilità delle soluzioni gra� -che veloce, ritmata ma per nul-

L’attività si concentra in particolare

su due fronti: lo sviluppo di piattaforme proprie

e il web marketing avanzato

ENTERPRISE 2.0

FOCUS MARCHEINFORMAZIONE PUBBLICITARIA

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L’università, nel contesto socio-economico in cui è

inserita, rappresenta un im-portante fattore di sviluppo del territorio il quale, coscien-te della sua vocazione, attra-verso l’attività di formazione e la ricerca, può qualificarsi sviluppando le proprie poten-zialità. Il Consorzio univer-sitario piceno, ente pubblico per l’esercizio di funzioni in forma associata composto dai Comuni di Ascoli Pice-no, San Benedetto del Tronto, Offida, Spinetoli, Folignano, dall’Unione dei Comuni della Vallata del Tronto e dalla Pro-vincia di Ascoli Piceno con partner esterni quali la Fon-dazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e la Camera di Commercio della Provincia di Ascoli Piceno, è attivo dal 1974 nella provincia di Ascoli Piceno, proprio con la mission di favorire la crescita culturale ed intellettuale della comunità attraverso il coordinamento di tutte le attività universita-

rie. Il ruolo di gestione, svolto in un contesto di presenza di atenei marchigiani diversi, ha consentito la realizzazione di un modello universitario di tipo “federativo” attraverso la coerenza sinergica dei vari corsi di laurea e master pre-senti. L’offerta formativa uni-versitaria promossa dal Con-sorzio universitario piceno e attivata dall’Università degli

studi di Camerino, dall’Uni-versità degli studi di Macerata e dall’Università Politecnica delle Marche presenta delle unicità a livello regionale e si struttura attraverso i se-guenti corsi di laurea: Scienze dell’architettura, Disegno in-dustriale e ambientale, Laurea Magistrale in architettura, Laurea Magistrale in design, Tecnologie e diagnostica per

la conservazione ed il restau-ro, Informatica industriale, Infermieristica, Scienze po-litiche e relazioni internazio-nali, Scienze dell’educazione e della formazione, Biologia della nutrizione ed Economia e commercio.Il Consorzio universitario piceno (www.cup.ap.it), inol-tre, opera affinché il percorso universitario trovi comple-tamento in corsi specialistici di livello superiore o master, finalizzati alla formazione di figure professionali da inse-rire nel mondo del lavoro. In questo contesto vengono va-lorizzate le eccellenze di ogni singolo ateneo consentendo le ricercate sinergie.Il sistema universitario sta radicandosi sempre più nel tessuto sociale ed economi-co del Piceno contribuendo ad accrescere il patrimonio di conoscenze e di compe-tenze importante per creare lo sviluppo e ciò è dimostra-to dal crescente numero di

immatricolazioni a corsi di laurea, corsi di laurea magi-strale, master e corsi di ag-giornamento che contano complessivamente circa 3.500 studenti iscritti, distribuiti sui tre insediamenti universitari di Ascoli Piceno, San Bene-detto del Tronto e Spinetoli.

“Il numero di studenti resi-denti nel territorio risulta in crescita - dichiara Renzo Ma-ria De Santis, presidente del consiglio di amministrazione del Consorzio universitario piceno, - e ciò rappresenta un fattore importante in questo momento di difficoltà econo-mica in cui tende a sviluppar-si di più il consumo interno, oltre al normale consumo esterno, aumentando peraltro la probabilità di fare emergere talenti che diversamente non

sarebbero emersi”. Ognuno di questi percorsi formativi sviluppa potenzialità di pre-stigio che superano i confini territoriali e si affacciano, in modo altamente competitivo, non solo su tutto il territorio nazionale, ma anche interna-zionale. “In particolare - evi-denzia il presidente De Santis - la Scuola di Architettura e Design di Ascoli Piceno, che sviluppa temi come il design sostenibile, l’architettura del paesaggio e l’efficienza ener-getica, è considerata tra le migliori a livello nazionale”. Potenzialità formative che rilanciano, ciascuna secon-do le specificità delle singole discipline, il territorio che le ospita, diffondendo più inci-sivamente cultura in tutti gli ambienti dello stesso, eviden-ziando la funzione sul terri-torio del Consorzio univer-sitario piceno, che garantisce un adeguato posizionamento della formazione universita-ria alle necessità e vocazioni territoriali. “Il nostro sistema universitario - conclude il presidente - guarda sempre più verso le imprese e tutto il mondo economico per lo svi-luppo della ricerca industriale quale fattore determinante per lo sviluppo dell’economia.Un territorio, quindi, che in questo momento sta prepa-randosi a far crescere una nuova classe dirigente più adeguata al ritmo dei cambia-menti nazionali ed interna-zionali”.

■■■ SINERGIE / Il Consorzio universitario piceno ha attivato un modello di tipo “federativo”

Favorire la crescita culturale in base alle vocazioni ed esigenze della comunitàL’obiettivo è quello di valorizzare le eccellenze e le specializzazioni dei singoli atenei

A Civitanova Marche è at-tivo lo Studio Tosoni &

Partners, diretto dal cavaliere Giuseppe Tosoni. Il titolare, commercialista, revisore uffi-ciale dei conti, consulente tec-nico del Giudice, alla normale attività di uno studio di com-mercialisti (diritto societario, commerciale, del lavoro, della previdenza sociale, internazio-nale) ha affiancato una specia-lizzazione che si sta rivelando di forte interesse per i cittadini. “Si tratta - spiega Tosoni - del contenzioso bancario. Nel mo-mento in cui gli istituti bancari tengono un comportamento poco conforme, i clienti, forti oggi delle leggi e delle recenti sentenze della Corte di Cassa-zione, possono fare ricorso e ottenere i rimborsi. Attraverso la ricostruzione della contabi-lità bancaria che abbiamo svol-to per conto degli affidati, ab-biamo potuto riscontrare che tutti sono a credito, per svariati motivi: per interessi, anato-cismo, usura, commissioni, eccetera”. Da anni Tosoni è rappresentante nazionale delle associazioni tra le più specia-

lizzate del settore. Per riuscire a seguire i clienti al meglio, lo studio si avvale della collabo-razione di diversi specialisti, in perizie e contese. Importante è la collaborazione con l’avvocato Carlo Piccinini di Lanciano.Lo studio, specializzato anche nell’assistenza e consulenza su tutte le fasi di contenzioso su materia fiscale e tributaria, ha una clientela che proviene dal territorio marchigiano, ma an-che da fuori regione. “Ho scel-to di distinguere l’attività dello studio, cui le persone possono rivolgersi anche a costi irriso-ri, cercando di operare in una nicchia specializzata, che oggi

corrisponde proprio all’ambito del quale il cliente ha più biso-gno”.Va ricordato che il conten-zioso bancario può diventare una fonte di finanziamento per le aziende, attraverso la restituzione del capitale inde-bitamente pagato alle banche. La normativa molto ha fatto in questo ambito. “Oltre a ciò, oggi, grazie a conteggi già te-stati e validati, è possibile co-noscere l’esatto importo che la banca deve restituire. Le molte sentenze favorevoli ottenute anche nelle Marche non fanno che confermare la bontà e l’uti-lità del nostro lavoro”, conclu-de l’avvocato Piccinini.

Tutela per il contenzioso bancarioLo Studio Tosoni & Partners è specializzato su questo tema

Convegno aP.to San Giorgio dal tema“Usura ed altri abusi bancari e finanziari”

Renzo Maria De Santis, presidente del consiglio di ammini-strazione del Consorzio universitario piceno

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Il sistema universitario sta radicandosi sempre più nel tessuto sociale

ed economico del Piceno, contribuendo ad accrescere il patrimonio

di conoscenze e di competenze importante per creare lo sviluppo