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a cura diPatrizia Colletta e Daniela De Biase

18 luglio 2013

Casa dell’ArchitetturaPiazza Manfredo Fanti, 47Roma

main sponsor

progetto grafico four in the morningwww.fourinthemorning.itart directorDario CuratoloimpaginazioneMaria Cristina Mazzù

© 2013 Prospettive EdizioniEditrice dell’Ordine degli Architetti PPCdi Roma e provincia Piazza Manfredo Fanti, 47 - 00185 Romatel. 06.97604531 - 06.6875230www.prospettivedizioni.it / [email protected] Claudio Presta

Tutti i diritti riservatiNessuna parte di questa pubblicazione può esserememorizzata, fotocopiata o comunque riprodottasenza le dovute autorizzazioni.

ISBN 978-88-89400-86-9sponsor

COLORE ARCHITETTURA E CITTÀLA CULTURA DEL PROGETTO SOSTENIBILE

COLORE ARCHITETTURA E CITTÀLA CULTURA DEL PROGETTO SOSTENIBILE

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COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ | la cultura del progetto sostenibile COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ | la cultura del progetto sostenibile

| INDICE | I RELATORI | 07Livio SacchiPresidente Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provincia

| 08Patrizia Colletta Consigliere Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provinciaPresidente Consulta“Progetto sostenibile ed efficienza energetica”

| 10Teresa SapeyArchitetto e Designer

| 12Barbara Eble GraebenerColor Designer

| 13Massimo Caiazzo Vice Presidente I.A.C.C.International Association of Color Consultants

| 14Francesca Sartogo Presidente EUROSOLAR ITALIA

| 15Daniela De Biase Architetto e Color Consultant I.A.C.C.COLORE E …®

| 16Marcella MorlacchiArchitetto | 18Eliana Cangelli Sapienza Università di Roma

| 19Carlo Gasparrini Università Federico II Napoli

| 20Paolo Rotelli Componente ICC Green Economy Task-force

| 21Braccio Oddi Baglioni Vice Presidente FEDERCOSTRUZIONI

| INDICE | RELAZIONI DEL CONVEGNO | 23Livio SacchiINTRODUZIONE

| 24Patrizia Colletta COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ

| 36Teresa SapeyEMOZIONANDO CON IL COLORE: WE DESIGN SPACES WITH FEELINGS

| 46Barbara Eble GraebenerIL COLORE NELL’ARCHITETTURA E NELLA PROGETTAZIONE URBANA

| 48Massimo Caiazzo IL VALORE SOCIALE DEL COLORE• COLORE AL CARCERE DI BOLLATE • IL RESTYLING CROMATICO

DI UNA CHIESA DELL’ANNO MILLE• GLI AUTOBUS CAMBIANO PELLE• COLORIAMO IL MONDO

| 64Francesca Sartogo LA “LUCE” E IL “COLORE”COME COMPONENTI FONDAMENTALIDELL’ARCHITETTURA | 68Daniela De Biase COLORE FUNZIONALE: IL BENESSERE PSICO-FISICO NEGLI AMBIENTI SANITARI

| 78Marcella MorlacchiI PIANI DEL COLORE PER LA CITTÀ: DAL PIANO DEL COLORE DEL MUNICIPIO II, AL PIANO DEL COLORE DI ROMA CAPITALE

| 88Paolo Rotelli IL CASO DELL’HABANA VIEJA

| 92Braccio Oddi Baglioni COLORE E QUALITÀ URBANA

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COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ | la cultura del progetto sostenibile

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Livio SacchiPresidente Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provincia

Architetto, Presidente dell’Ordine degli Architetti, P.P.C. di Roma e provincia; Professore presso il Dipartimento di Architettura, Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti - Pescara; Presidente di Europan Italia; Membro del CdA della “Fondazione Almagià”, Roma.

Architect, President of the Ordine degli Architetti, P.P.C. di Roma e provincia; Professor at the Dipartimento di Architettura, Università de-gli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti - Pescara; President of Europan Italia; Counsellor of the Board of the “Fondazione Almagià”, Rome.

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Architect and urban planner, earned her degree from the Fa-culty of Architecture of the “La Sapienza” University of Rome in 1992.

Since 2005, she has been a Councillor of the Professional Association of Architects, Planners, Landscape Designers and Curators of Rome and its province. She is the Chairper-son of the “Sustainable Design and Energy Efficiency” Adviso-ry Board and of the Energy Certification Commission of the above-said Professional Association of Architects.

From 2009 to 2013 she was an executive of the “Urban Plan-ning/Building Vigilance and Fight Against Illegal Building” department of the Region of Lazio.

From 1996 to 2004 she was a member of the Building Com-mission of the City of Rome and Chairperson of the Plenary Commission.

From 2005 to 2009 she was the Chairperson of the “Commit-tee for the Urban and Building Quality of Rome, the Capital”.

From 2006 to 2008 she was a member of the National Com-mission for AIA (Integrated Environmental Authorization) – IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control).

She worked as a freelance professional from 1992 to 2004 in the urban and environmental planning, architectural design and restoration, vast area planning, and risk prevention sectors.

As an expert in urban planning, building, and landscape-environmental matters, in particular on topics having to do with urban quality and environmental sustainability, she has been a consultant for various organizations, agencies, in-stitutions, and administrations, including the City of Rome,

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Architetto e urbanista, si laurea alla Facoltà di Architettura La Sapienza di Roma nel 1992.

Dal 2005 è Consigliere all’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e provincia. È Presidente della Consulta “Progetto so-stenibile ed efficienza energetica” e della Commissione in materia di certificazione energetica dell’Ordine degli Archi-tetti P.P.C. di Roma e Provincia.

Dal 2009 al 2013 è stata Dirigente dell’Area “Vigilanza urba-nistica-edilizia e lotta all’abusivismo” della Direzione “Terri-torio e Urbanistica” della Regione Lazio.

Dal 1996 al 2004 è stata componente della Commissione Edilizia del Comune di Roma e Presidente della Commissio-ne plenaria.

Dal 2005 al 2009 è stata Presidente del “Comitato per la Qualità Urbana e Edilizia di Roma Capitale”.

Dal 2006 al 2008 è stata componente della Commissione Na-zionale per l’Autorizzazione Integrata Ambientale AIA –IPPC.

Svolge la libera professione dal 1992 al 2004 nei settori del-la pianificazione urbanistica e ambientale, della progettazio-ne architettonica e del restauro, della pianificazione di area vasta e prevenzione dei rischi.

In qualità di esperto in materia urbanistica, edilizia e pae-saggistico-ambientale, ed in particolare sui temi della quali-tà urbana e della sostenibilità ambientale, è stata consulen-te per diversi Enti, Istituzioni e varie Amministrazioni tra cui il Comune di Roma, il Ministero dell’Ambiente e Tutela del Mare, il Ministero dei Lavori Pubblici, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), il Dipartimento di Scien-

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Patrizia CollettaConsigliere Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provinciaPresidente Consulta“Progetto sostenibile ed efficienza energetica”

ze dell’Ingegneria dell’Università degli Studi “ROMA TRE”, la Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata”, il Dipartimento di Pianificazione Territoriale dell’Università de-gli Studi della Calabria, l’Atac Spa Agenzia per la mobilità di Roma, l’Istituto Superiore per la formazione (ISF), il Comune di Modena, la Provincia di Bologna.

Si è occupata di pianificazione territoriale e di rischio tecno-logico per le industrie a rischio di incidente rilevante, svol-gendo attività di consulenza per l’Agenzia Nazionale Prote-zione dell’Ambiente (ANPA), il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti come Componente del Comitato Tecnico-Scientifico Nazionale “Pianificazione e rischio tecnologico”, la Provincia di Genova, la Provincia di Napoli, la provincia di Modena, il Dipartimento Interateneo Territorio DIT del Poli-tecnico di Torino.

Ha partecipato, come membro di giuria, a diversi Concorsi nazionali e internazionali di progettazione. È stata curato-re scientifico ed ha partecipato come relatore a numerosi convegni, seminari e workshop di livello nazionale e inter-nazionale. È stata autore di diverse pubblicazioni in materia urbanistica, edilizia, paesaggistica-ambientale nonché di so-stenibilità ambientale.

the Ministry of the Environment and Defence of the Sea, the Ministry of Public Works, the National Council of Economics and Labour (CNEL), the Department of Engineering Scien-ce of the “Roma Tre” University, the Faculty of Economics of the “Tor Vergata” University of Rome, the Department of Territorial Planning of the University of Calabria, Atac SpA (Agency for the Mobility of Rome), the “Istituto Superiore per la Formazione” (ISF – Higher Training Institute), the City of Modena, and the Province of Bologna.

She has worked in the sector of territorial planning and technological risk for industries at a risk of major accidents, acting as a consultant for the National Environmental Pro-tection Agency (ANPA), the Ministry of Infrastructure and Transport as a member of the National Technical-Scientific Committee “Planning and Technological Risk”, the Province of Genoa, the Province of Naples, the Province of Modena, and the Inter-university Territory Department (DIT) of the Po-litecnico of Turin.

She has participated, as a member of the judges’ panel, in various national and international design competitions. She has been the scientific director and participated as a speaker in numerous conferences, seminars, and workshops at both the national and international level. She is the author of various publications on the topics of urban planning, building, landscape, environment, and envi-ronmental sustainability.

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Laureata presso la Facoltà d’Architettura del Politecnico di Torino (1985). Ha un Bachelor in “Fine Arts” (BFA Parsons School of Design, Parigi), ed è specializzata in progettazione ed ergonomia degli spazi lavorativi. Nel 1986 ottiene l’abili-tazione all’esercizio della professione di architetto. Lo stesso anno vince a Roma presso il Ministero della Pub-blica Istruzione una borsa di studio per frequentare un Ma-ster in Architettura dei luoghi del lavoro ottenendo il CEAA (Certificats d’Études Approfondies en Architecture) presso la UPA6, Universitá di Parigi-La Villette. Nel 1990 fonda lo Studio Teresa Sapey a Madrid. Dal 1999 è membro del RIBA (Royal Institute of British Architects, Londra).

Sapey combina la sua attivitá professionale con la docenza. Ha collaborato con la Facoltá d’Architettura La Villette (Pari-gi) ed ha tenuto un ciclo di conferenze e workshops presso la Domus Academy di Milano. È inoltre professore a contrat-to presso l’Universitá Camilo José Cela di Madrid con un corso sulla ricerca plastica ed é professore invitato nel ma-ster di “Design e architettura” dell’ Universitá Politecnica di Madrid dal 2004. Diverse le sue partecipazioni a convegni e congressi iniziate nel 1989 con il primo congresso mondiale d’Architettura degli Spazi Lavorativi Commerciali in Svezia. È stata membro di varie giurie ed invited professor presso l’Architectural Foudation di Londra, la Carleton Universtity di Ottawa, la McGill University di Montreal e la University of Waterloo di Toronto. È stata inoltre osservatore invitato alla Biennale di Architettura di Venezia del 2007 e ha partecipato al primo Congresso Mondiale di Creativitá nel mondo islami-co a Dubai nel 2008.

Lo Studio Teresa Sapey lavora per organizzazioni pubbliche e private collaborando con professionisti del design e dell’arte. Nel 2004 Sapey contribuisce attivamente al progetto Hotel Puerta de America insieme con Zaha Hadid, Norman Foster,

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She is graduated from the Polytechnic Faculty of Turin in 1985. In addition to this, Teresa has obtained a BA in Fine Arte (BFA Parson School of Design, Paris), and is specialised in design, development and ergonomics of the work-environ-ment. In 1986, Teresa obtained he recognition and qualifica-tion to practice architecture professionally. The same year, Teresa won a scholarship by the Ministry of Public Instruction of Rome, to attend an MA in the Architecture of work-spaces and, obtained the CEAA (Certificats d’Études Approfondies en Architecture) at UPA6, Universitá di Parigi-La Villette. In 1990, Teresa founded the Studio which is named after her, in Madrid; and since 1999 she is a member of RIBA (Royal Institute of British Architects, London).

Teresa Sapey combines her professional career with teaching; has collaborated with the Faculty of Architecture La Villette in Paris, and has held a series of conferences and workshops at the Domus Academy in Milan. In addition to this, the ar-chitect is a contracted Professor at the University of Camilo José Cela (Madrid, with a tought course in plastic research and is also a guest Professor for the MA course in “Design & Architecture” at the Polytechnic University of Madrid, since 2004. Teresa Sapey has also given various conferences and lectured at several congresses , since 1989 when she took part in the first world-wide congress in Architecture of the Working and Commercial Spaces in Sweden. Teresa has also been a guest observer at the Biennale di Architettura, in Venice, 2007 and has participated at the first World-wide Congress of Creativity within the Islamic Community, which was held in Dubai in 2008.

The Studio works for various public and private institutions, and collaborates with different design and art professionals. In 2004, Sapey actively contributed in the project of The Ho-tel Puerta de America, alongside Zaha Hadid, Norman Foster,

Teresa SapeyArchitetto e Designer

David Chipperfield, Jean Nouvel, Ron Arad e Arata Isozaki. Nel 2005 vince il concorso indetto dal Comune di Madrid per l’ide-azione del Parking Pubblico Vazquez de Mella, e la parziale riorganizzazione della rispettiva piazza. Nel 2005 ha vinto un premio per la progettazione del migliore negozio di Madrid, Custo Barcelona. Nel 2008 ha progettato il primo Parcheggio ecologico mondiale a Valencia dove è tra l’altro possibile rica-ricare le auto con una semplice connessione elettrica.

Il lavoro di Teresa Sapey è pubblicato nelle piú importanti riviste nazionali ed internazionali. Sapore Sapey, Electa Mon-dadori, 2004, è una raccolta monografica che sintetizza gli ultimi dieci anni di produzione architettonica dello Studio Sapey. Nel 2007 ha vinto il premio Wallpaper Young Bre-akthrough Designer of the Year e nel 2008 il premio Wo-men Together assegnato dalle Nazioni Unite a New York. Nel 2009 Marie Claire Italia la nomina tra le 10 donne che cambieranno il mondo, e viene insignita Cavaliere della Re-pubblica dall’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal presidente Napolitano, con grado Commendatore. Nel 2010 riceve il premio “Miglior progettista dell’anno” (per occupar-si dei cosiddetti non-luoghi) dalla prestigiosa rivista AD, ed esce la seconda monografia Sapone Sapey, anch’essa edita da Electa Mondadori.

Lo Studio Sapey è l’unico al mondo specializzato in abbellire luoghi sotterranei, che vanno dai parcheggi ai sottopassi, dai tunnel alle banchine dei binari. Contemporaneamente a progettare “non luoghi”, lo studio Sapey si è contraddistinto per abbellire parcheggi in superficie, passarelle, illuminare le vie pubbliche, ideare proiezioni per eventi speciali e so-prattutto dare un’anima a quegli spazi funzionali di cui ne-cessita la urbe moderna, ma che normalmente non hanno nulla di esteticamente valido, come appunto rampe, piazze, controlli.

David Chipperfield, Jean Nouvel, Ron Arad e Arata Isozaki. In 2005, she won the competitions organised by the Municipa-lity of Madrid, for the design of the Public Parking of Vazquez de Mella and the partial reorganization of the relative squa-re. In 2005, she won the price for the best shop-design in Madrid: Custo Barcelona. In 2008, Teresa designed the first ecological and sustainable parking in the world, which is located in Valencia and where its is possible to recharge cars with a very simple electrical connection. Teresa Sapey’s work has been published in the most well-known national and international magazines. Sapore Sapey, Electa Mondadori, 2004, is a monographic collection which synthesizes the last 10 years of architectural production and achievements by the Studio Sapey. In 2007, Teresa won the Wallpaper Young Breakthrough Designer of The Year prize and in 2008 she won Woman Together, received by the Uni-ted Nations in New York. In 2009, Marie Claire (Italy), named her among the 10 women whom will change the world, and is also awareded Cavaliere della Repubblica by the Ordine al Merito della Repubblica Italiana by the president Napolita-no, with he grade of Commendatore. In 2010, Teresa recei-ved another prize, by AD magazine, as “Best designer of the year”, as the architect had taken care of the ‘non-spaces’. In the same year, the second monographic collection Sapone Sapey, is also published by Electa Mondadori.

Studio Sapey is the only one in the world specialised in be-autifying non-spaces such as underground areas, from par-kings, to walks, tunnels and railways. Alongside re-thinking and re-designing non-spaces, the Studio has also distin-guished itself by beautifying overground parkings and wal-kways, illuminating public streets, ideating projections for special occasions, and also for giving a soul to the functio-nal spaces of the urban modern landscape - but that, nor-mally are actually not considered aesthetically valid.

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Nato a Napoli nel 1966.Designer e Color Consultant, vive e lavora a Milano. È Vice Presidente di IACC International Association of Color Consultants. Dal 1990 al 2006 collabora con l’Atelier Mendini. Dal 2003 insegna Cromatologia all’Accademia di Belle Arti di Verona, e tiene corsi alla NABA, Domus Academy, SPD e Accademia di Brera. Il focus del suo lavoro, nel quale conflu-iscono discipline diverse, è una “nuova percezione del suono e del colore”. Grazie al suo eclettismo professionale e artistico è consulente di importanti aziende. Nella sua attività di Color Consultant ha sviluppato studi cromatici in settori come: nautica, automotive, trasporto pubblico, arredo urbano, archi-tettura d’interni, design industriale, moda, exhibition design, ideazione di eventi e performance artistiche.

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1945Nata come ultima di tre figlie a Düben/Bitterfeld.1967- 75Formazione nell’ambito della Pittura e della Pedagogia pres-so l’Accademia Statale di Belle Arti di Stoccarda e Vienna.gli inizi Pittrice e più tardi anche insegnante di Arte presso un Isti-tuto Onnicomprensivo a Tubinga.dal 1985 Consulente nella Progettazione del colore in Architettura a Tubinga; preparazione di progetti per l’uso artistico del colo-re presso lo studio dell’architetto Joachim Eble, in Architet-tura e Pianificazione urbana, in Germania all’estero.dal 1995 “lasuveda” - atelier per la Progettazione del colore a Tubinga.lavoro indipendente in ArchitetturaPianificazione urbana e nuovi settori come la salute: Ospedale per Cure Palliative in collaborazione con centri ge-riatrici e con la fondazione tedesca a sostegno dei malati di cancro.dal 1996Convegni in Germania e all’estero sul tema dei colori e delle loro proprietà.2008-10Corsi di aggiornamento in campo artistico. dal 2011 Collaboratrice in un atelier d’arte a Stoccarda, ulteriori atti-vità come artista indipendente.ad oggi Si occupa di ambiziosi progetti con tecniche innovative e nuove sperimentazioni nell’uso del colore.

Barbara Eble GraebenerColor Designer

1945 Born as the last of three daughters in Düben/Bitterfeld.1967 – 75 Studies of Painting and Education at the State Academy of Fine Arts in Stuttgart and Vienna.initial work Painter and later art teacher in a Comprehensive school in Tübingen.since 1985 Color design Consultant with Architecture in Tübingen; pre-paration of artistic colour concepts at the architectural prac-tice Joachim Eble with projects in Architecture and Urban Design, in Germany and abroad.since 1995 “lasuveda “ – atelier for colour design in Tübingen.independent work architectureUrban design and new sectors, e.g. health: Palliative Care Center in collaboration with the German Can-cer Aid and geriatric centers.since 1996 Lectures in Germany and abroad about the living colours and their effect.2008-10 Course about the artistic activity in a free Academy.since 2011 Artist studio collaboration near Stuttgart, additional activi-ties as freelance artist.now Interested in dealing with new challenging projects with in-novative techniques and modern trends.

Massimo CaiazzoVice Presidente I.A.C.C. International Association of Color Consultants

He was born in Naples in 1966.Designer, Color Consultant. Living and working in Milan. Vice President of IACC International Association of Color Consultants. Since 1990 to 2006, teamed up with Atelier Mendini in Milan. Since 2003 he teaches Chromatology at Accademia di Belle Arti, Verona; holds post-graduate courses at NABA, Domus Academy, SPD, and Accademia di Brera. Focus of his studies: “new perception of colour and sound” based on the merge of different fields in art. His professional and artistic eclectism found space also in the industrial field. He did consultancy for important compa-nies, developing chromatic studies in various field: boating, car industry, public transport, urban forniture, in-terior design, industrial design, fashion, exhibition design, events and artistic performances.

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Di origine calabrese, vive e lavora a Roma. Dal 1980 svolge l’attività di architetto occupandosi delle principali tematiche progettuali, con particolare interesse agli aspetti legati al comfort ambientale ed all’umanizzazio-ne dell’habitat. Con il suo studio COLORE E…® realizza progetti cromatici at-traverso la conoscenza degli stimoli e degli effetti del colore in funzione dell’uso di spazi collettivi e residenziali, finaliz-zati al benessere dell’individuo. Con la metodologia COLORE E SANITÀ ha ampliato il concet-to di umanizzazione e sviluppato la progettazione sensoriale per rendere l’ambiente più sensibile alle esigenze dell’indivi-duo. Favorisce la divulgazione della cultura del colore attra-verso docenze in corsi universitari e di alta formazione e con l’organizzazione di seminari e workshop.

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Architetto, conduce da anni un’attività di ricerca rivolta prin-cipalmente agli studi sulla formazione della città e del suo territorio. Fin dagli anni ’50 contribuisce attivamente al di-battito per il recupero urbano in chiave storico filologico e partecipa al progetto della totale ricostruzione della città di Venzone e al restauro di tessuti edilizi e complessi monumen-tali a Roma, Napoli, Benevento, Karlsruhe, Trieste e Venezia. Dagli anni ’80 concentra la ricerca sui problemi dell’ecologia e dell’energia nell’urbanistica e nell’edilizia. Fondatrice della Bioarchitettura in Italia; coordina programmi e progetti Europei per l’integrazione delle Energie rinnovabili nei centri storici e nelle periferie urbane in programmi quali: Rebuild/Recite; Apas/Rena; Thermie; Ecocity. Pubblica numerosi scritti, su riviste e libri ed è la direttrice della collana “Ecologia e Architettura“ dell’Alinea Internatio-nal, Firenze, e della collana “Eurosolar “ della Dario Flaccovio Editore. Socio Icomos, “International Council of Monuments and Sites”; socio Aniasper “Associazione Nazionale Esperti nel Restauro”.

dal 1991/93 Consiglio Direttivo Ces/Arch.1992 Fondatrice dell’Inbar (Istituto Nazionale di Bioarchitettura) membro del Consiglio scientifico di Legambiente.dal 1996 Presidente Eurosolar Italia. 2001Premio Solare Europeo alla carriera per l’Architettura e l’Ur-banistica Solare.

Francesca SartogoPresidente EUROSOLAR ITALIA

Architect, has carried out through the years a research ac-tivity mainly addressed towards studies on the formation of the city and its territory. Since the Fifties’ she has given an active contribution to the debate regarding urban restora-tion of historical centres and urban aggregations in general, at first under a historical and philological point of view, and later under the ecological view point. Founder together with Gianfranco Caniggia of the PRAU firm, which she directs since 1981, she participated in the project for the complete reconstruction of Venzone and in the re-sumption and restoration of urban textures and monuments in Rome, Naples, Benevento, Karlsruhe, Venice, and Trieste. Since the Eighties’ she has been the coordinator of National and European programs and pilot projects for the introduc-tion of energetic and environmental parameters in Urban Planning and Architecture, such as Rebuild/Recite; Apas/Rena; Thermie and Ecocity Programs. Member of ICOMOS (International Council for Monuments and Sites); of ANIA-SPER (National Association of Restoration Experts).

since 1991/93Ces/Arch Directive Council.1992 founder and Rome President of INBAR (National Institution of Bioarchitecture) Scientific Council of Legambiente (Natio-nal Environmental association); since 1996 President of EUROSOLAR Italia (European Association for Renewable Energies) Italian Section. 2001European Solar Prize for Solar Architecture and Urban Plan-ning.

Of Calabrian birth and descent, Daniela lives and has worked in Rome since 1980. Gradually attracted by the necessity to render architectural spaces closer to the user’s psychological comfort and well-being in community complexes and private residences, she has focused many years of research specifically founded on the individual’s sensorial reaction to harmonic color rela-tionships.The projects of her Studio COLORE E…® are now specialized in the planning of the most adequate colour schemes to be applied to the diverse destinations of the architectural struc-tures, each of which require individual consideration.She is currently holding stages and university courses to divulge and sensitivize on the importance of the culture of colour in architecture.

Daniela De BiaseArchitetto e Color Consultant I.A.C.C.COLORE E …®

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Architect, freelancer, formerly an associate professor of the Faculty of Architecture of Pescara, professor at the School of Specialization in Restoration of Monuments (Faculty of Architecture of Rome “Valle Giulia”).

Since 1984 held at the Department of Surveying and Re-presentation of Rome, a study on the “Colour of the City”, through the survey of the building facades and the redesign of their profiles, published in “Rome Yesterday, Today, Tomor-row”, “Bell’Italia”, “Drawing”). In 2000 prepares the “Colour Plan” of the island of Ponza; in 2004 prepares the “Plan for the Protection of the Image of the City Hall” of the Munici-pality of Rome II: Colour Plan and Plan of the urban design”, completed in 2006 and approved in 2008.In december 2006 he won the competition for the prepara-tion of the Color Plan of the island of Ventotene.On february 2, 2010, the Plan for the Protection of the Image of City Hall II is licensed by the Mayor of Rome and consi-dered a Pilot Plan for “Roma Capitale”: march 14, 2011 her method is extended to all municipalities of Rome (the Old City) and on april 14 2011 a Committee of Experts is created at the Capitol, of which she was appointed Chairman.On april 3, 2012, the Plan of Color Roma Capitale is delivered to the City and in March 2013 is approved by the Board of the Capital: the Statement of thePlan is waiting to be inser-ted in the New Building Regulations of the City of Rome.

She is the author of essays on prominent color of urban spa-ces, such as: “The point about the color of historic buildings” in “Color”, Color Institute ed., Milan, 2001; “The elementary chromatic syntax and discipline of color in architecture” in “Color and colorimetry” by A. Raggi, ed. Centro Editoriale To-scano, Pescara, 2005; “Plan for the Protection of the Image Area Urban II Hall of the City of Rome” magazine “Cultural Heritage”, ed. Betagamma, 2008.

Architetto, libero professionista, già Professore associato della Facoltà di Architettura di Pescara, docente della Scuo-la di Specializzazione in Restauro dei Monumenti (Facoltà di Architettura di Roma “Valle Giulia”).

Dal 1984 svolge, presso il Dipartimento di Rappresentazione e Rilievo di Roma, uno studio sul colore della città, tramite il rilievo delle cortine edilizie ed il ridisegno dei loro profili, pubblicati su “Roma Ieri Oggi Domani”, “Bell’Italia”, ”Dise-gnare”). Nel 2000, redige il Piano del Colore dell’isola di Ponza; nel 2004 redige il “Piano di Tutela dell’Immagine del Municipio II del Comune di Roma: Piano del colore e Piano dell’Arredo urbano”, terminato nel 2006 ed approvato nel 2008. Nel dicembre 2006 vince il concorso per la redazione del Piano del Colore di Ventotene.Il 2 febbraio 2010, il Piano di Tutela dell’Immagine del Mu-nicipio II è approvato dal Sindaco di Roma e considerato un Piano pilota per Roma Capitale; il 14 marzo 2011 il suo metodo è esteso a tutti i Municipi della Città Storica ed il 14 aprile 2011 viene insediato al Campidoglio un Comitato di esperti, dei quali è nominata Presidente.Il 3 aprile 2012 il Piano del Colore di Roma Capitale viene con-segnato al Comune e a marzo 2013 è approvato dalla Giunta Capitolina: la Normativa del Piano è in attesa di essere inseri-ta nel Nuovo Regolamento Edilizio del Comune di Roma.

È autrice di saggi sul rilievo cromatico di spazi urbani, come: “Il punto sul colore del costruito storico” in “Colore”, Istituto del colore, ed. Milano 2001; “La sintassi cromatica elemen-tare e la disciplina del colore per l’architettura” in “Colore e colorimetria” a cura di A. Raggi, ed.Centro Editoriale Tosca-no, Pescara, 2005; “Il Piano di Tutela dell’Immagine dell’Area urbana del Municipio II del Comune di Roma” rivista “I Beni Culturali”, ed. Betagamma, 2008.

Marcella MorlacchiArchitetto

| 1716 |

Per Gangemi Editore ha pubblicato:“Colore e Architettura. Il linguaggio del colore nel disegno delle superfici architettoniche”, Roma, 2003;“Ponza: l’immagine di un’isola. Architettura, colore, arredo”, Roma, 2005;“Il libro del disegno. Nozioni di base per rappresentare l’ar-chitettura con la matita, con la penna, con il colore, con il computer”, Roma, 2008;“Roma. Il Colore e la Città: la tutela della bellezza dell’imma-gine urbana”, Roma, 2010;“Castelli. Il Piano di tutela dell’immagine : i colori del costru-ito storico nel paesaggio”, Roma, 2011.

For Gangemi Editore has published:“Colour and architecture. The language of color in the design of architectural surfaces”, Rome, 2003;“Ponza: the image of an island. Architecture, color, design”, Rome, 2005;“The book of Design. Basics to represent the architecture with the pencil, pen, with color, with the computer”, Rome, 2008;“Roma. The colour and the City: the protection of the beauty of the urban image”, Rome 2010;“Castles. The Plan for the protection of the image: the colors of the historic built into the landscape”, Rome, 2011.

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| 1918 |

Nato a Napoli nel 1955.Architetto e Professore Ordinario di Urbanistica presso l’Uni-versità di Napoli “Federico II”. Dal 1990 è stato membro del Consiglio Direttivo e del Comi-tato Scientifico dell’Associazione Nazionale Centri Storici e Artistici (A.N.C.S.A.). Ha ricoperto importanti incarichi in Commissioni nazionali come quelle per la valorizzazione della Reggia di Caserta, la sistemazione dell’area monumentale centrale di Roma, la ricostruzione della città dell’Aquila. È autore e co-autore di numerosi libri, saggi e articoli pub-blicati su riviste specializzate nazionali e internazionali sui temi innovativi della pianificazione urbanistica, del progetto urbano e del paesaggio. Svolge attività professionale come progettista di studi, pia-ni e progetti urbanistici, territoriali, ambientali per conto di amministrazioni pubbliche, tra cui il nuovo Piano urbanistico della città di Roma come consulente scientifico del Comune con una specifica responsabilità degli studi e delle elabora-zioni progettuali relativi alla città storica.

Eliana CangelliSapienza Università di Roma

Coordinatore del Dottorato di Progettazione Ambientale dal 2009. Professore associato dal 2000, PhD in Tecnologia dell’Architettura, componente dell’Albo dei Revisori MiUR e CIVR. Membro fondatore della Consulta per la Bioedilizia dell’Or-dine degli Architetti di Roma, più volte membro di Commis-sioni per l’applicazione di Politiche e Regolamenti Europei in campo ambientale (Min. Ambiente, ISPRA). È stata Direttore del Master in Architettura Bioecologica ed è membro del Comitato Scientifico del Master dal 2000. Svolge dal 1993, attività scientifica, didattica e di sperimen-tazione progettuale. Le ricerche con il ruolo di Responsabile Scientifico e/o di Coordinatore Operativo, svolte in ambito universitario e per conto di enti pubblici nazionali e interna-zionali (UE, Ateneo, MiUR, APAT, ENEA), sono documentate dalla pubblicazione di rapporti di ricerca, volumi, articoli e saggi e dalla partecipazione a convegni.

Director of the PhD in Environmental Design since 2009. PhD in Architectural Technology, she is Associate Professor at the Sapienza University of Rome from 2000. She is included in the Register of the Expert Referees of the Committee for Evaluation of Research of the Italian Ministry of Education, University and Research. She was Director of the MArch Programme Bio-ecological Architecture and Sustainable Technologies for the Environ-ment, where she is member of the Scientific Committee and where she lectures in the field of architecture and environ-mental design since 2000. Founding member of the Council for Energy Efficiency in Architecture at the Chamber of Ar-chitects of Rome; for several times she was member in Na-tional Commissions finalised to the application of European Policies on the Environment (Italian Ministry of the Environ-ment, ISPRA). Principal Investigator of researches carried out in universi-ties and on behalf of international public bodies (EU, Ateneo, MIUR, APAT, ENEA), her research activity is documented by papers and publications, and the organization of national and international seminaries and workshops.

He was born in Naples in 1955. Architect and Full Professor of Urban Planning at the Univer-sity of Naples “Federico II”. From 1990 he has been member of the National Directing Council and of the Scientific Committee of National Associa-tion of Historical and Artistic Centers (A.N.C.S.A.). He has held important positions in National Commissions for, among others, the Promotion of the Royal Palace of Ca-serta; the Arrangement of the Monumental Center of Rome, the Reconstruction of the historical city of L’Aquila. He has been the author and co-author of numerous books, essays and articles published in national and international specialist periodicals on innovative urban planning themes, as well as on urban and landscape projects. He conduces professional activity as author of studies and urban, territorial and landscape plans and projects for public administrations, among which the new City plan of the city of Rome as scientific consultant with specific responsibility for studies and plans related to the historical city.

Carlo GasparriniUniversità Federico II di Napoli

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COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ | la cultura del progetto sostenibile COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ | la cultura del progetto sostenibile

Si è laureato in Progettazione Architettonica presso l’Universi-tà “La Sapienza” di Roma nel 1975, con votazione 110 e lode.Ha partecipato come componente del Comitato Organizzativo e/o Scientifico, a numerosi Convegni nazionali e internazio-nali, relatore in conferenze e docente di corsi organizzati dal Politecnico di Milano, dall’Università Cattolica del Sacro Cuo-re di Roma, dal CNETO, etc.Ha pubblicato diversi testi specifici sull’edilizia sanitaria e numerosi articoli su riviste specializzate.Dal 2008 al 2011, è stato Presidente dell’OICE, Responsabi-le degli aspetti legislativi e della tutela della concorrenza, Delegato OICE presso la Commissione Tecnico Infrastrutture, Ambiente e Public Utilities della CONFINDUSTRIA e Vice Pre-sidente del CNETO; attualmente è VicePresidente di FEDER-COSTRUZIONI. La sua attività progettuale riguarda principalmente i settori sanitari, le strutture sociali e l’edilizia civile in genere e, tra le più recenti realizzazioni in Italia e all’estero ricordiamo, il Nuovo Ospedale Pediatrico di Tegucigalpa in Honduras, il Nuovo Ospedale Generale di Zona di Marcianise (CE), il Nuovo Ospedale di Teano, la ristrutturazione dell’Ospedale di Belluno e il Dipartimento di Neuroscienze del Policlinico di Milano la Nuova Sede della Motorizzazione Civile a Matera, il Nuovo Palazzo per le Entrate di Legnano, il Progetto di Riqua-lificazione Ambientale e Paesaggistica dell’intero comparto Capua Nord per l’ASI di Caserta e, per la BagnoliFuturta Spa, il recupero e riuso dell’impianto di trattamento acqua - TNA e della torre di spegnimento destinato a “Turtle Point” e un Centro Integrato per i servizi al turismo “La Porta Del Parco”, nell’ambito degli interventi previsti nel piano urbanistico at-tuativo di Coroglio - Bagnoli, ex sito industriale di Bagnoli.

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Paolo RotelliComponente ICC Green Economy Task-force

He was born in Rosignano (LI) in 1944.He has gratuated himself to the University of Pisa in En-gineering and is enrolled to the Professional Albo of the Province of Livorno from 1976. Expert in transport, logistics integrated and technologies on the renewable energies and energetic saving.Currently, he is member to Paris of the “Green Economy Task Force” name from ICC (Internationale Chambre of Commerce) and the UN, on the processes and performance of the “Kyo-to’s Protocoll” and energetic saving in Building. President of ASA spa in Livorno since 1995 to 2004. Technical Director of the Livorno Port Authority since 1976 to 2006.It comes elect President in various Companies of the Local Administrations and in various private societies that are taken care of city transports, services for water and domestic gas.Entered in I.C.H.C.A. (Internationa Cargo Handling Coordina-tion Association) in representation of Italy, he becomes Pre-sident of Italian Section and of the International Technical Scientific Committee (Technical Advisory Sub-Committee) or TASC and after that World-wide Vice President of the I.C.H.C.A International with center in London.Member since 1995 to 2010 in several International and Eu-ropean Commissions as “Eureau4” to Brussels, and member of the Council of Presidency of the Cloe Fundation in Rome.Collaborator of the “Oficina de l’Historiador” de la Habana, has partecipated to the restoration, as member of the italian delegation of UNESCO, of the Farmacia Jhonson and many others monuments of the Habana Vieja patrimonio de la Hu-manidad.Reporter and speaker to several National and international Conventions on the topics of the energetic saving applied to the building and the performance of the Kyoto’s Protocoll for the Green Economy Road Map.

Nato a Rosignano (LI) nel 1944. Si è laureato a Pisa in Inge-gneria ed è iscritto all’Albo Professionale degli Ingeneri della Provincia di Livorno dal 1976. Esperto di trasporti, logistica integrata e di tecnologie sulle energie rinnovabili e sul ri-sparmio energetico. Direttore tecnico dal 1976 al 2006 della Port Authority di Livorno, Presidente dal 1995 al 2004 di ASA spa(/Azienda Servizi Ambientali) di Livorno.Attualmente membro a Parigi della Green Economy Task For-ce nominata dall’ICC (Camera di Commercio Internazionale, d’intesa con le NU) sui processi di climatizzazione e sull’at-tuazione del Protocollo di Kyoto. Eletto come Presidente in di-verse Aziende delle Amministrazioni locali e in diverse società private che si occupano di trasporti urbani, servizi ambientali, produzioni energetiche. Entrato nell’I.C.H.C.A. (International Cargo Handling Coordination Association) in rappresentanza dei porti italiani, diventa il Presidente del Comitato Tecni-co Scientifico della Sezione Italiana e poi presidente della Commissione TASC (Technical Advisory Sub-Committee) e infine Vice Presidente Mondiale dell’ICCHA stessa con sede in Londra, per cinque anni. Ha partecipato dal 1995 al 2010, quale membro osservatore e tecnico, in varie commissioni dell International Chambre de Commerce - ICC (Commission on Environement & Energy, Task Force on Climate Change, Transports an logistics) e nella Commissione Europea “Eu-reau 4” a Bruxelles, sulla qualità dell’Acqua e sullo sviluppo sostenibile. È stato membro del Comitato Scientifico della Fondazione Cloe. Relatore in Convegni Nazionali sui temi del risparmio energetico applicato all’edilizia. Collaboratore dal 1998 al 2002 dell’Oficina del’Historiador de la Habana per la redazione del Plan Maestro. Nominato “Huesped Distinguido de la Habana Vieja” per la partecipazione al restauro de la Habana. Membro del CdA del Polo Tecnologico Magona dal 2012. Attualmente è Consulente tecnico per la società SIN-TeG di Livorno, lo Studio Associato PROGET4 di Castiglion-cello, il Consorzio SPM di Porto Marghera, SYNDIAL e ENI.

Braccio Oddi BaglioniVice Presidente FEDERCOSTRUZIONI

He is graduated in Architecture at the University of Rome “La Sapienza” in 1975 with vote 110 and praise. He is a member of the Scientific Committee and / or Organi-zing Committee of many national and international conven-tions, he is a speaker and professor in conventions and de-gree programs organized by Politecnico of Milan, University Cattolica of Sacro Cuore in Rome, CNETO etc. He published a lot of text about hospital building and health sector, and many article in specialized magazine.From 2008 and 2011 he was the chairman of OICE and he was the head of the legislative aspects and the protection of competition, Member of the Board of Directors, OICE Officer for the Technical Commission for Infrastructure, Environment and Public Utilities in CONFINDUSTRIA and vice chairman of CNETO; now he is vice chairman of FEDERCOSTRUZIONI.His design work is primarily concerned with the health, social structures, civil and construction in general and the most recent achievements in Italy and abroad, remember, the New Children’s Hospital in Tegucigalpa, Honduras, New Hospital of General Zone Marcianise (EC), the New Hospital in Teano, the restructuring of the Hospital of Belluno and the Department of Neuroscience at the Policlinico of Milan, the new home of Motor Vehicles in Matera, the New Palace of tax office at Lengano, the Environmental Development Project Landscape and the entire industry for the ASI North Capua Caserta and the BagnoliFuturta Spa, recovery and reuse wa-ter treatment plant - TNA off the tower and is intended to “Turtle Point” and a Center for Integrated Tourism facilities “The Gate of the Park” as part of planned operations in the urban plan of implementation Coroglio - Bagnoli, a former industrial site of Bagnoli.

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COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ | la cultura del progetto sostenibile

Presidente Ordine degli Architetti,P.P.C. di Roma e provincia

The OAR, Ordine degli Architetti, P.P.C. di Roma e provin-cia, with its Consulta per il Progetto sostenibile e l’efficienza energetica, has always been promoting and communicating the research and professional updating activity in an opera-tional field which evidently is more and more crucial for any professional working with architecture and with the contem-porary urban landscape.The conference opening today in Rome at the Casa dell’Ar-chitettura, entirely dedicated to the Culture of sustainable Design and, specifically, to the issue of Colour in architecture and in the city, looks extremely interesting. In our opinion, this is a research and design field more and more seminal for some different and very delicate sectors on the Italian and the international contemporary architectural scene: bu-ilt heritage, conservation, preservation, restoration and ur-ban regeneration. The Italian, and specifically Roman, theoretical approach and professional experience is widely acknowledged all over the world, our scholars and technicians are highly requested anywhere in the world. But this is an issue that does not only look at the past. Architects, today, are challenged by a diverse and more com-plex strategy, in the mainframe of a new season of coope-ration among the different actors on the same set, and of a more and more rapid transformation of techniques and pro-cedures. Our professional role demands new answers and new functions, we have to transform ourselves into chief in-formation managers or master modelers - something strictly related, indeed, to the original meaning of the term architect - capable of keeping under control all the complex infor-mation necessary for an efficient transformation of creative ideas into a real building. The traditional relationship linking architects, clients and builders, is becoming more and more complicate and enri-ched by a long list of highly specialized actions (quality con-trol, lighting control, color control, ecological footprint, the productive processes and economical efficiency, the respect of the urban and safety regulations, the organization of the building site, marketing, communication, not to speak of the sociology of consensus etc.): the designer has to become the real director of all this, a specialist in forms and images, but also a professional capable of responding the bigger chal-lenges of our difficult times.

L’OAR, Ordine degli Architetti, P.P.C. di Roma e provincia, attraverso la sua Consulta per il Progetto sostenibile e l’effi-cienza energetica, da molto tempo sostiene e divulga l’attivi-tà di ricerca e di aggiornamento professionale in un ambito evidentemente sempre più centrale per chi opera sull’archi-tettura e sul paesaggio urbano contemporaneo. Il convegno che si inaugura oggi a Roma, presso la Casa dell’Architettura, dedicato alla cultura del progetto sostenibi-le in generale e al problema del colore dell’architettura e della città in particolare, si annuncia estremamente interessante. Si tratta infatti di un ambito di ricerca fondamentale per una serie di settori fra i più delicati sulla scena contemporanea sia italiana sia internazione: il Built Heritage, la conservazio-ne il recupero e il restauro, la rigenerazione urbana. Settori nei quali l’esperienza teorica e operativa italiana in generale e romana in particolare è riconosciuta e apprezzata a livello mondiale e nei quali maggiormente richiesta è la nostra professionalità all’estero. Ma il discorso non è solo rivolto al passato. Gli architetti sono oggi chiamati a un diverso e più comples-so approccio strategico, nel quadro di una armonica inte-grazione fra i diversi attori sulla scena e di una sempre più rapida modificazione di tecniche e procedure. Il nostro ruolo ci chiama insomma a svolgere funzione di veri e propri chief information managers o master modelers - locuzioni peral-tro vicine all’etimo stesso del termine architetto - in grado di controllare tutte le informazioni necessarie a trasformare efficacemente le idee progettuali in un edificio. Al tradizionale rapporto fra architetto, cliente e costruttore si vanno dunque ad aggiungere un lunga serie di azioni spe-cialistiche (per i controlli della qualità, dell’illuminazione, del colore, dell’impatto ambientale, dei processi di produzione edilizia e della loro efficienza economica, per il rispetto delle normative urbanistiche, di sicurezza oltre che per il coordi-namento organizzativo del cantiere, per non parlare del mar-keting, della comunicazione, della sociologia del consenso ecc.), l’architetto è e deve restare il regista di tutto ciò, non limitandosi al ruolo di specialista della forma e dell’immagi-ne, ma raccogliendo le sfide, sempre più ampie, che ci pone la professione contemporanea.

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a part of the solution is both in the total review of the dif-ferent production branches and institutions and in the new approach to the wellbeing issues together with the ability to modify consumption and life styles.

A change of mind that involves in first person the politicians, the entrepreneurs, the families, the experts, the public central and local administrations, basing it on the most specific ele-ments of the architectural profession: the creativity, the ability of imaging spaces, the determination to plan the future.

Even if slowly , as in every innovation processes, the esta-blishing elements of a different using model of the natural and energetic resources, of the life styles, of the way and the perception of living are outlining and building. This penetra-tion process of the “sustainable conscience” is pushed, and it will be pushed more and more, by the enormous increase and availability of information and by the ability to do “net” that characterizes the society in the third millennium. Color signifies to communicate sensations and emotions with a strength that is difficult to have with other instruments.

Color has, with no doubt, a determinant weight on the urban quality of the cities. If for quality, we mean the difficult re-lationship with environmental landscaped, historic-settling, geomorphologic context that the buildings have with space and nature. The relationship to the context can be defined with continu-ity or in open contrast, but it has to be surely evaluated and it determines the planning logic in order to give identity to places and communities.In this logic, the use of color is not neutral, the wrong use of a color, as it unfortunately happened and happens, for example the paintings of the buildings’ facades can alter the image of the cities and they can arouse both negative aware sensations and unaware ones. An aware use of the color’s potentialities together with the respect of the design choices, in the case of quality designed building allows to maximize and to give an added value to the urban redevelo-ping intervention. We can start from this reflection to frame the re-looking issue, facing in a broader way the sustainability component for the city redevelop in a moment of structural crisis of the building industry, caused by deeper economic and financial recession reasons.

tenuta nella revisione complessiva, nei settori produttivi e nelle istituzioni, dell’approccio ai temi del benessere e della capacità di modificare stili di vita e di consumo.

Un ripensamento che coinvolga, in prima persona, i decisori politici, gli imprenditori, le famiglie, i tecnici, l’amministra-zione pubblica centrale e locale, basandosi sugli elementi più peculiari della professione dell’architetto: la creatività, la capacità di immaginare gli spazi, la determinazione di pro-gettare il futuro.

Anche se lentamente - come in tutti i processi di innovazione - si stanno profilando e costruendo gli elementi costituitivi di un paradigma diverso di utilizzo delle risorse naturali e di quelle energetiche, degli stili di vita e del modo e della percezione dell’abitare. Questo processo di penetrazione della coscienza “sostenibile” è spinto e, sempre più lo sarà, anche dall’enorme incremen-to e disponibilità delle informazioni e dalla capacità di fare “rete” che contraddistingue le società nel terzo millennio.

Colore vuol dire comunicare, soprattutto emozioni e sensa-zioni con una forza che difficilmente si riesce ad ottenere con altri strumenti.

Il colore ha indubbiamente un peso determinante sulla qua-lità urbana della città. Se per qualità urbana intendiamo il complesso rapporto con il contesto paesaggistico-ambienta-le, storico insediativo e geomorfologico che gli edifici realiz-zano con lo spazio e la natura. Il rapporto con il contesto può essere definito in continuità o in aperto contrasto ma sicura-mente deve essere valutato e determina la logica progettuale finalizzata a conferire identità ai luoghi e alle comunità. In questa logica l’uso del colore non è neutro: l’utilizzo errato di un colore, come purtroppo è avvenuto e avviene, ad esem-pio, per le tinteggiature delle facciate degli edifici, stravolge l’immagine della città e suscita sensazioni negative anche non consapevoli. Un uso cosciente delle potenzialità del colore, associato al rispetto delle scelte progettuali, nel caso di edifici che hanno avuto una progettazione di qualità, consente di massimizza-re, di dare un valore aggiunto all’intervento di riqualificazio-ne dei tessuti urbani. Da questa considerazione possiamo partire per inquadrare il tema del re-looking, affrontando, in modo ampio, la compo-

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Consigliere Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provinciaPresidente Consulta“Progetto sostenibile ed efficienza energetica”

COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀLa cultura del progetto sostenibile

The environmental emergencies and the redevelop needs of the existing architectural endowment of the cities, of the pu-blic spaces and of the disused and degraded areas summon up the international and the Italian architects to become the performers and the key players of a new vision of the towns and of an urban environment that “shall be more and more sustainable and greener”.

Light and color are key elements of Architecture that charac-terize and exalt the cultural, social and environmental iden-tity and feature of the cities. For these reasons, color cannot be considered a mere decorative element, but it represents one of the ground condition in every architectural and city design. Through the aware use of the color in the various fields of the architectural intervention, it is possible to ex-press a new urban quality: color as resolving element of the relooking of the city in the present and in the future time.

Today the multiform color “design paths” will be investiga-ted and analyzed during this meeting which has as goal to offer an overview of the various experiences that in Italy and abroad are being performed on the issue of color in the ar-chitecture and in the cities.

The ambitious goal is, perhaps, the one to explore and to succeed in defining a trace where the issue color is “ a me-ans that allows to exercise a direct influence on the soul” as Wassily Kandisky wrote in 1910.

This suggestion, which is surely addressed to the experts and the architects of the building field, underlines that one of the essential aspect to realize a sustainable and “ethic” architecture and an urban sustainable planning that would have the wellbeing and the quality of the life as final goal, is to spread the principles of the “color culture”.

The current meeting wants to be a further contribution to the building of this culture. There is still much to do to build and to spread “a sustainable conscience” in the citizens, in the families, in the firms and the public and private customers to deeply innovate the local and global urban relationships and changing system.

The current “systemic” crisis situation is also entailing a deep change of mind of the productive and economic model:

Le emergenze ambientali e le esigenze di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente delle città, degli spazi pubblici e delle aree dismesse e degradate, chiamano gli architetti italiani e internazionali a diventare interpreti e protagonisti di una nuova visione di società e di ambiente urbano che dovrà essere “sempre più sostenibile e più verde”.

La “luce” e il “colore” sono componenti fondamentali dell’Ar-chitettura che connotano ed esaltano l’identità e il carattere culturale, sociale e ambientale della città. Per tali motivi, il colore non può essere considerato un semplice elemento de-corativo ma è una delle condizioni fondanti in ogni progetto di architettura e di città. Attraverso l’uso consapevole del colore nei vari ambiti d’intervento è possibile esprimere una nuova qualità urbana: il colore come elemento risolutorio di un relooking della città del presente e del futuro.

I multiformi “percorsi progettuali” del colore saranno oggi indagati e analizzati nel corso di questo convegno che si pre-figge l’obiettivo di offrire una panoramica sulle varie espe-rienze che in Italia e all’estero si stanno compiendo sul tema del colore dell’architettura e della città.

L’obiettivo forse più ambizioso è quello di esplorare ed arri-vare a definire una traccia dove il tema del colore “è un mez-zo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima” come scriveva Wassilily Kandisky nel 1910.

Tale suggestione, rivolta sicuramente ai professionisti, archi-tetti e specialisti nel settore dell’edilizia sottolinea che per realizzare, un’architettura sostenibile ed “etica”, una pianifi-cazione urbana sostenibile che abbia al centro il benessere e la qualità della vita, uno degli aspetti fondamentali è diffon-dere i principi della “cultura del colore”.

Il Convegno odierno vuole essere un ulteriore contributo alla costruzione di questa cultura. Rimane, infatti, ancora molto da fare per costruire e diffondere – nei cittadini, nelle fami-glie, nelle imprese e nei committenti pubblici e privati - una “coscienza sostenibile” per innovare, profondamente, il siste-ma di relazioni e di trasformazione urbana locale e globale.

La situazione attuale di crisi “sistemica” sta comportando anche un ripensamento profondo del modello produttivo ed economico; una parte della soluzione a questa crisi è con-

Patrizia Colletta

COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ | la cultura del progetto sostenibile

COLOR, ARCHITECTURE AND CITIESThe sustainable culture of design

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sustainability; new issues for the design, the technological innovation process and product, public-private partnership, a more tight relationship between building process and ser-vice management and last but not least the growing quality design and realization that includes an answer to the need of low cost intervention with high quality.For these reasons, the ability to use color in an suitable way in the urban building and interior design has great added value in the field of environmental, social and economic su-stainability of the urban changes. In other words, color is not an element to add ex post, but it is one of the designing feature that determines both a cor-rect building and urban recovery - let us think of the “roman yellow” facades - and the design of new buildings. If the city is a collective experience, the quality of the public spaces and of the transport system is very important in the argumentations that can develop in a sustainable design that pays attention to the suitable use of the color. The urban and architectonic quality realizes itself for the major part in the places’ system of common use that is the framework of the formal and functional city organization. It is about the spaces for sharing moments of the day that considering the pressing times of the everyday life; have to be able to arouse positive and calm sensations.The means to achieve this goal are the space, the shape and the color. Every design can be based on these three compo-nents through an aware reading of the architectures and of the cities. It is about unstable conscious design dimensions that are strongly influenced by the social, cultural and emo-tional background in which they are used. I will try to demonstrate my argumentations comparing the approach to the color issue with two different interventions for recovering schools of which I made the design and I su-pervised the realization.

The first one is the primary school “Alessandro Manzoni”, built in Rome in 1930. This is a good example of rationalist architecture, realized by the Architect Ignazio Guidi. Under the banner of the claim “air, light, sun, hygiene and comfort” the building was defined by Gaetano Minnucci, on the magazine “Architettura” of 1933 as “the first Italian school designed from the bottom to the top, from the in-side to the outside with the new spirit and criteria of our time”. The architect Guidi, following this logic, has designed and realized the external paintings for the facade with “light

Esistono molti elementi che possono influenzare il sistema progettuale e di realizzazione del settore edilizio italiano: un processo decisionale caratterizzato da scelte strategiche ba-sate sulla sostenibilità; nuovi temi della progettazione, della innovazione tecnologica di processo e di prodotto, nuovo partenariato pubblico-privato, più stretta connessione tra processo edilizio e gestione dei servizi; non da ultimo, l’in-cremento della qualità progettuale e della realizzazione che ricomprenda anche una risposta ad esigenze di intervento a basso costo e di alta qualità. Per questi motivi la capacità di usare il colore in modo ap-propriato nella progettazione urbana degli edifici e degli am-bienti interni è un grande valore aggiunto nell’ambito della sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle trasfor-mazioni urbane. In altri termini, il colore non è una componente da aggiungere ex post, ma uno degli elementi progettuali che orientano sia un corretto recupero edilizio e urbano - si pensi alle facciate color “giallo romano” - sia la progettazione di nuovi edifici. Se la città è una esperienza collettiva, la qualità degli spazi pubblici e delle infrastrutture della mobilità è molto rilevante nei ragionamenti che si possono sviluppare in un progetto sostenibile che abbia attenzione all’uso corretto del colore. La qualità urbana e architettonica si realizza, infatti, in gran parte nel sistema dei luoghi di uso collettivo, che costituisco-no l’ossatura della organizzazione formale e funzionale della città. Si tratta dello spazio della condivisione di momenti della giornata, per i quali, dovendo tenere conto dei tempi stringenti e contingentati della vita quotidiana, è necessario che vi siano contesti che trasmettano sensazioni positive e di tranquillità. Gli strumenti per raggiungere questo obiettivo sono lo spazio, la forma e il colore. Su queste tre componenti, si può basare ogni elaborazione progettuale attraverso una lettura cosciente delle architetture e della città. Si tratta, tra l’altro, di dimensioni della coscienza progettuale non stabili, ma fortemente influenzate dal contesto sociale, culturale ed emotivo nel quale vengono utilizzate. Proverò a dimostrare queste mie affermazioni mettendo a confronto l’approccio al tema del colore nell’ambito di due interventi di recupero di edifici scolastici, di cui ho eseguito la progettazione e la direzione lavori.

La prima è la scuola elementare “Alessandro Manzoni”, rea-lizzata a Roma nel 1930, buon esempio di architettura razio-nalista, opera dell’architetto Ignazio Guidi.

A new building cycle in Italy should be “managed” by all the actors to innovate the design, building and real estate management chain in order to make survive a market unable to renovate towards an energetic and an urban redevelop of the “systems city” and for the issue we are facing, towards a real psychological and physical wellbeing component of the human environment.

To detour the recession phenomena of the real estate mar-ket, the solution could be to work for the urban recovery and redevelop that are, as matter of fact, the only ones that are today increasing in the global negative situation both of the new building and infrastructure sectors. This is surely owed to the incentives, but it is also tied to the rediscovery of the urban quality that is already present in the Italian cities, a construction market that requires a better quality with less financial investments and economic resources. The main elements of the new building and urban sustaina-ble cycle are many:• the urban redevelop and regeneration priority, also under the profiles that are interested in the energetic savings given the impossibility to consume nonrenewable resources and lands; • the opening up of the international competition of the bu-ilding firms but also of design and administrative mana-gement that will have to be compared to the European and international design and construction standards; • the technological innovation and the push towards the “green building” that will have to emphasize the knowledge role and the potentiality that not only the big companies and the big professional practices should take part to this process but also the small and medium company and the young talented designers who owns a high know-how level of the new technologies; • the binding need to renew, to redevelop and to rebuild a public and private old real estate endowment with no wellbeing living requirements both on a technological and structural level and on an energetic efficiency one.

There are many elements that can influence the design and the building system of the Italian construction sector: a de-cisional process characterized by strategic choices based on

nente della sostenibilità per la riqualificazione della città, in un momento di crisi strutturale dell’edilizia, generata da più ampi fenomeni di recessione economica e finanziaria.

Un nuovo ciclo edilizio in Italia dovrà essere “gestito” da tutti gli attori per innovare la filiera della progettazione, della costruzione e della gestione immobiliare, per non far solo sopravvivere un mercato incapace di ristrutturarsi verso la riqualificazione energetica e urbanistica dei sistemi città e, per il tema che stiamo trattando, verso una componente di reale benessere psicologico e fisico dell’ambiente antropico.

Per invertire i fenomeni recessivi del mercato immobiliare, si punta sul recupero e sulla riqualificazione urbana; di fatto, sono gli unici settori che registrano, ancora oggi, incrementi in una situazione negativa sia nel settore delle nuove costru-zioni che nelle infrastrutture.

Merito sicuramente delle incentivazioni, ma anche della ri-scoperta della qualità urbana già presente nelle città italia-ne, un mercato edilizio che richiede maggiore qualità con minori investimenti finanziari e ridotte risorse economiche.

Gli elementi principali del nuovo ciclo edilizio e urbanistico sostenibile sono molti: • la priorità della riqualificazione e della rigenerazione urba-na, anche sotto i profili che interessano il risparmio energe-tico, data l’impossibilità di consumare ulteriore territorio e risorse non riproducibili; • l’ampliamento della competizione internazionale delle im-prese edilizie ma anche del management progettuale e ge-stionale che dovrà essere messo a confronto con standard progettuali e realizzativi europei e internazionali; • l’innovazione tecnologica e la spinta verso il “green buil-ding” che dovrà enfatizzare il ruolo della conoscenza e la potenzialità che a questo processo partecipino non solo le grandi aziende, i grandi studi professionali, ma anche le pic-cole-medie imprese e un generazione di progettisti dotati, anche singolarmente, di un know-how di alto livello sulle nuove tecnologie; • la necessità inderogabile di associare all’esigenza di ri-strutturare, riqualificare e rinnovare un patrimonio immobi-liare pubblico e privato vetusto in termini sia di sicurezza strutturale e tecnologica che di efficientamento energetico, nonché privo dei requisiti di benessere dell’abitare.

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bow” school. When we finished the interior, the children be-gan to identify themselves no more with the classrooms or the letter of their class but with the color of the back wall of their classroom painted with softer and more calming hues than the outside. The recap of these two examples is that the central goal of the designer is the wellbeing of the persons who live in the archi-tectures and in the cities through a proper use of the space, of the shape and of the color suitable to the present context.I have already reminded, as we all know, that we are living a structural crisis moment. Regarding the architecture and the city planning, it is important to face this crisis with new stan-dards that can sign a discontinuity with the old approaches.The following reports will attempt to face the different aspects and problems related to a holistic approach to the color design.Massimo Caiazzo, I.A.C.C Vicepresident, International Asso-ciation of Color Consultants, will introduce the social value of the color as precious resource to appraise and to redeve-lop urban areas with low cost interventions and that can be easily realized, giving real benefits to the quality of life. Teresa Sapey, architect and designer, Italian by birth, but Spanish by choice, will make relive her wise, emotional and brave architectures, reinventing with her creativity meanin-gless and impersonal areas. Barbara Eble Graebener, color designer, will show the bright at-mospheres artistically created in the ecological constructions.Color also draws the city planning with Francesca Sartogo, president of Eurosolar Italia, in the continuous research of the development of the cities and the land, focused on eco-logy and energy. The study of the color used as means to re-develop the image of the city, of the urban tissue and of the historical endowment will be introduced by Marcella Morlac-chi, architect and university professor, whose color plans are drawn with remarkable watercolors not only on a technical level but also on an artistic one. Eventually, the color as means to achieve the greatest en-vironmental comfort and psychophysical wellbeing will be illustrated by the chromatic designs of Daniela De Biase, ar-chitect and color consultant, who uses the color energy in a functional way to achieve the sensorial appreciation in the healthcare facilities and in the working places as well.The roundtable guests will be the actors of a discussion on the need of a new conscience to “redraw” the figure and the role of the architect, who will have to assume an intellectual,

marrone del cemento dei pannelli prefabbricati, sognavano di avere un scuola tutta colorata. Nei disegni erano colorate le pareti interne, quelle esterne e spesso erano presenti fiori, alberi e palloncini colorati che occupavano la maggior parte delle superfici. La dirigente didattica e la dirigente dell’Unità Operativa del Dipartimento “Lavori pubblici e manutenzione urbana” del Comune di Roma hanno condiviso con me, l’esi-genza di rispondere ai desideri dei bambini. Una delle emozioni più grandi della mia vita professionale è stato lo stupore dei bambini allo smontaggio del primo lato dei ponteggi, contenti di vedere una scuola “arcobaleno”. Passando agli interni, man mano che si concludevano le tin-teggiature delle varie sezioni i bambini si identificavano non più con la classe e la lettera della sezione, ma con il colore della parete di fondo della propria aula, dipinta con toni più sfumati e tranquillizzanti rispetto ai toni accessi dell’esterno. La sintesi di questi due esempi è che l’obiettivo centrale del progettista è il benessere di chi vive nelle architetture e nella città, attraverso un uso adeguato al contesto attuale degli strumenti dello spazio, della forma e del colore. Ho già ricordato, come sappiamo tutti, che stiamo vivendo un momento di crisi strutturale. Per l’architettura e l’urbanistica si tratta, quindi, di affron-tare questa crisi con nuovi paradigmi che possano segnare una discontinuità con approcci ormai superati. Le relazioni che seguiranno, quindi, cercheranno di affron-tare i vari aspetti e le problematiche legate ad un approccio olistico della progettazione del colore.Massimo Caiazzo, Vice Presidente I.A.C.C., International As-sociation of Color Consultant, presenterà il valore sociale del colore, preziosa risorsa per la valorizzazione e il recupero del territorio con interventi poco onerosi e di rapida attuazione, apportando benefìci concreti alla qualità della vita. Teresa Sapey, architetto e designer, italiana di nascita ma spagnola per scelta, farà rivivere le sue architetture emozio-nali, sapienti e coraggiose, reinventando con creatività luo-ghi spesso insignificanti e anonimi. Barbara Eble Graebener, color designer, mostrerà le atmosfere luminose create artisticamente nelle costruzioni ecologiche. Il colore disegna anche l’urbanistica con Francesca Sarto-go, presidente di Eurosolar Italia, nella continua ricerca sulla formazione della città e del territorio, centrata sull’ecologia e l’energia. Lo studio del colore usato per riqualificare l’im-magine della città, il tessuto urbano e il patrimonio storico sarà presentato da Marcella Morlacchi, architetto e docente

blue in declined hues from the bottom to the top” , pointing out the wish to emphasize the perspective element with the color and at the same time to dematerialize the building, whose view is from the bottom to the top. In 1933, Plino Marconi commented: “… the composition is pleasant: the volumes of the different environments are pro-portionated and well structured, the overall masses relation-ships assume a major value thanks to the partitions realized through walls frameworks in overlapping stripes declining in light blue hues from the bottom to the top, the empties are in harmony with the masses and in spite of the variety of the shapes they are in perfect balance one with another …”In the 70’s an incautious extra maintenance work that igno-red the intention and the value added by the designer with the color, covered the light blue with an unvarying and for-wardly yellow. In 2000, a new intervention has restored the original light-ness and the designing willful to the building. The stratigraphies and the chromatic study, conducted toge-ther with the Department for the environment and historical buildings have been essential to restore the original hues, giving back the real value to work designed, considering the color as a means to achieve the desired architectonic effect.

The second one is a typical school realized in the 80’s in the field of a Local Urban Plan of the Roman suburbs, with a designing approach of “industrial” kind. In this case, it was necessary to create a very innovative designing “shared” path, during the recovery works in 2003, on the external and internal paintings of the school because of the designer’s total lack of sensibility to the color as means of design. The color choice has been done after a long process of con-sultations and interviews with the children and their parents. A drawing contest has been made for the pupils on the issue “what should your school be like?”The children, perhaps, as reaction to the brown-grey cement of the prebuilt walls, dreamt to have a colorful school. In their drawings everything was colored, inside and outside walls, with flowers and trees and colored balloons too. The school principal and the principal of the Department for Public works and urban maintenance” of Rome have shared with me the wish to fulfill the children’s desire. The children’s astonishment, when we dismanted the first side of the scaffolding, has been among the greatest emo-tions of my professional life. They were happy to see a “rain-

All’insegna dello slogan “aria, luce, sole, igiene e comodità” ve-niva definita da Gaetano Minnucci, sulla rivista “Architettura” del 1933 come “la prima scuola italiana concepita da cima a fondo, di dentro e di fuori, con criteri e spirito nuovi di oggi”. L’architetto Guidi, in questa logica, aveva progettato e rea-lizzato le coloriture esterne con “… azzurro a toni digradanti dal basso verso l’alto …”, segnalando il desiderio di enfatiz-zare, con il colore, l’elemento prospettico e, nel contempo, di smaterializzare l’edificio, la cui vista è dal basso verso l’alto. In particolare, Plino Marconi, nel 1933, commenta: “… la composizione è piacevole: i volumi dei vari corpi di fabbrica sono proporzionati e bene articolati, i rapporti delle masse complessive assumono maggior pregio dalle suddi-visioni, mediante cornici delle pareti in fasce sovrapposte degradanti di colore dal basso all’alto in bei toni di azzur-ro, i vuoti si incastrano armoniosamente nelle masse e, non ostante la varietà delle forme, si compongono tra loro in bell’equilibrio …”Negli anni ’70 una incauta manutenzione straordinaria, igno-rante delle intenzioni e del valore aggiunto dal progettista con il colore alla propria opera, aveva ricoperto l’azzurro con un giallo uniforme e corrivo. L’intervento progettato nel 2000, ha restituito l’originaria leggerezza e intenzionalità progettuale al complesso ar-chiettonico. Le stratigrafie e lo studio cromatico condotto di concerto con la Soprintendenza, sono state essenziali per ripristinare in modo corretto, le coloriture originali, resti-tuendo completamente il valore di un’opera progettata con-siderando anche l’elemento del colore come strumento per raggiungere l’effetto architettonico desiderato. La seconda è una tipica scuola realizzata nell’ambito di un Piano di Zona della periferia romana negli anni ‘80, con un approccio progettuale di tipo “industriale”. In questo caso non esistendo all’origine da parte del proget-tista, nessuna sensibilità verso il tema del colore come stru-mento di progetto, è apparso necessario creare, nell’ambito dei lavori di ristrutturazione avvenuti nel 2003, un percorso progettuale “partecipato”, per l’epoca ancora innovativo, pro-prio sul tema della coloritura esterna ed interna della scuola. La scelta del colore è avvenuta a seguito di un lungo pro-cesso di partecipazione e di consultazione con i genitori e i bambini. Per circa tre anni si era svolto un concorso di dise-gno sul tema “come vorresti la tua scuola”. I bambini, forse con una reazione d’istinto nei confronti del colore grigio-

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ethic, cultural and professional “leadership” function to gua-rantee the sustainable renewal of the cities.

The conscience building issue and the new responsibility of the architect in combining the architectural “shape” with its ability to arouse emotions, to improve the quality of life and the citizens’ psychophysical wellbeing should be supported by a new vision of the relationship between city and civiliza-tion and between sense of community and innovation.

Life and consumption styles to modify will influence in a very significant way the thinking and the “doing” of the architect; who thinks, who designs, and who looks at the shapes and at the spaces, who feels the color, who sees the city of the future, will have to walk through new roads I am therefore very honored as Architects Association Counselor of the city of Rome and district, to announce that for the first time in Italy, following the coming to law of the Profession Reform, the today Meeting will allow to get edu-cational and training credits for the mandatory professional update.

The “culture of the color” is a privileged point of view for communicating that we have undertaken a new and more ethic and sustainable road.

universitario, i cui piani del colore sono graficizzati con ac-querelli apprezzabili non solo dal punto di vista tecnico ma anche artistico. Infine, il colore per raggiungere il massimo comfort ambientale e il benessere psico-fisico verrà presen-tato dai progetti cromatici di Daniela De Biase, architetto e color consultant, che usa l’energia del colore in modo fun-zionale per realizzare il gradimento sensoriale negli ambienti sanitari e di cura, nonché di lavoro.Gli ospiti della tavola rotonda saranno i protagonisti di una discussione sulla necessità di una nuova coscienza con la quale “ridisegnare” la figura e il ruolo dell’architetto, che do-vrà assumere funzioni di “leadership” intellettuale, etica, cul-turale e professionale, integrando le sue conoscenze con altre sensibilità per garantire il rinnovo sostenibile della città.

Il tema della costruzione di questa coscienza e di una nuo-va responsabilità dell’architetto per coniugare la “forma” dell’architettura con la sua capacità di suscitare emozioni e di elevare la qualità della vita e il benessere psico-fisico dei cittadini, dovrebbe essere sorretto da una nuova visione del rapporto tra città e civiltà, tra senso della comunità e innovazione.

Stili di vita e di consumo da modificare influenzeranno signi-ficativamente anche il pensiero e il “fare” dell’architetto; chi pensa, chi progetta, chi guarda alle forme e agli spazi, chi sente il colore chi vede la città del futuro, dovrà percorrere strade nuove. A questo proposito, sono particolarmente onorata, in qualità di Consigliere dell’Ordine degli Architetti di Roma e provin-cia, di annunciare che per la prima volta in Italia, a seguito dell’entrata in vigore della Riforma delle professioni, il Con-vegno odierno consentirà di acquisire crediti formativi per l’aggiornamento professionale obbligatorio.

La “cultura del colore” è un punto di vista privilegiato per comunicare che abbiamo intrapreso una strada nuova, più etica e sostenibile.

02 Roma, Italia, Scuola Elementare A. Manzoni lato Via Populonia

01 Roma, Italia, Scuola Elementare A. Manzoni facciata principale corpo scala

04 Roma, Italia, Scuola Elementare A. Manzoni facciata principale ante-operam

03 Roma, Italia, Scuola Elementare A. Manzoni cortile interno ante-operam

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08 Roma, Italia, Scuola Elementare A. Manzoni facciata interna

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07 Roma, Italia, Scuola Elementare A. Manzoni cortile interno

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13 Roma, Italia, Scuola Elementare F. Santi

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Pau has also felt and palpated Gaudi and in fact his refi-ned chromaticism is present throughout the entire project of this newly opened hotel in Barcelona, the capital of master-chefs.

Nowadays we more than ever talk about sustainable arci-tecture, but it seems to me like this concept is always ap-proached as new, and we often associate it with words such as modernity and innovations. This is mainly because we think of sustainable architecture as an answer to necessity of solving our natural habitat, as a consequence of our past actions. Yet, in reality, we are fairly late, we are over 100 years late and we have also got the interpretation wrong. Sustainable architecture shouldn’t be the answer and solu-tion, because in fact, as the master genius Gaudi had already understood and done, architectural projects should be an extension of nature itself: whether the space take into ac-count is public or private.

When the Mayor of Madrid asked me to design the parking in Chueca, I knew I had in my hands a project that was not only architectural but that would also have a political and social impact. When I saw the underground spaces, I could not avoid but think of Paolo and Francesca: the uncontrol-lable and uncontrolled love which is so lively that overco-mes even death, and becomes eternal. Life is Love. Love is Life. Therefore this project is characterised by a red lava-flow which alongside the stainless-steel, does not require main-tenance. We have to learn that the urban landscape is ours, it is public and it is necessary that we develop projects easily maintainable and sustainable. Parkings are spaces of service to all of us, us whom are citizens and us whom are inhabi-tants of the urban landscape. By us I also intend women, children and elderly. This project is a hymn to love, love as a friend, as a complementary and social strength, in all of its shadows, shades and faces.

Red is indeed one of the main colours and characters throu-ghout my life. Personally, I often use it on my lips: a bright red Chanel lipstick. As a consequence, many of the spaces I design, are thought of within this chromatic scale, as for example is Cerbaña: the cherry-hut. Cerbaña is a precast designed to amplify and extend and old pepper drying-place, located in Extremadura - which, as the same name says, is extremely hard: where the climatic chan-

Oggigiorno si parla sempre di più di architettura sostenibile, ma pare che questo concetto venga considerato come nuo-vo e ad esso spesso associamo termini quali modernità e innovazione. Questo è generalmente dovuto al fatto che pen-siamo all’architettura sostenibile come risposta all’esigenza sempre più ampia di dover salvare il nostro habitat naturale, una conseguenza alle nostre azioni passate. Ma, in realtà, siamo molto in ritardo, in ritardo di più di 100 anni e abbiamo anche sbagliato nell’interpretare l’architet-tura sostenibile come risposta e soluzione a dei problemi quando in realtà, come il genio e grande maestro Gaudì ave-va già compreso e fatto, le opere architettoniche dovrebbero essere un’estensione della natura stessa: sia che lo spazio in oggetto sia pubblico o sia privato.

Quando il sindaco di Madrid mi chiese di disegnargli il par-king di Chueca, sapevo che avevo fra le mani un progetto pubblico e dunque sociale e politico, non solo architettonico. Quando ho visto lo spazio sotterraneo, non ho potuto non pensare a Paolo e Francesca, all’amore incontrollato e incon-trollabile, però anche così vitale, che supera la morte stessa diventando eterno. Vita è amore. Amore è vita. Dunque, questo progetto è una colata di lava color rosso in compagnia di acciaio inossidabile, affinché questo spa-zio non debba aver alcun costo di manutenzione. Dobbiamo imparare che lo spazio urbano è nostro e, quindi, bisogna sviluppare progetti facilmente mantenibili e sostenibili. Il parcheggio è uno spazio al servizio di noi tutti, noi cittadini e quando dico tutti, mi riferisco anche alle donne, ai bambini e agli anziani: all’amore come amica, come forza complemen-tare e sociale, in tutte le sue sfumature e sfaccettature.

Il rosso è sicuramente uno dei colori protagonisti sia nei miei progetti che nella mia vita. Personalmente, lo uso spesso sulle labbra: rossetto Chanel rosso acceso. Così anche altri spazi sono pensati in questa nuance cromatica, come per l’appunto la Cerebaña: la capanna delle ciliegie. La Cere-baña, è un prefabbricato disegnato per ampliare un vecchio essiccatoio di peperoni che si trova in Extremadura, regio-ne che come dice il nome stesso è estremamente dura: un punto dove gli sbalzi climatici vanno da -40 a +40; la terra dove Carlo V imperatore decise di essere seppellito; là dove le chiome dei ciliegi in fiore si confondono con le vette inne-vate dei Picos de Europa. Quando sviluppai questo progetto, mi ritrovai davanti ad un aneddoto che mi rimandò a Gaudi. | E

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Architetto e Designer

EMOZIONANDO CON IL COLORE: WE DESIGN SPACES WITH FEELINGS

In architecture, colour has not always been a main charac-ter and its role has had various changes throughout history. There have been polychromatic moments, monochromatic ones, periods during which colour in annihilated and other in which it was used in excess. During the classic era of ar-chitecture, colour had a very important role through which it transformed each project into a polychromatic pallet, but af-ter the Renaissance colour starts to loose its value. It starts to be talked of and used again, with the famous artist Josep Albers, whom together with the Bauhaus, reintroduce poly-chromatism. However, in this case, colour is interpreted and used in an artistic, plastic and very subjective way - also when related to space and architecture. In fact, Josef Al-bers said he preferred to look around with his eyes closed, strongly emphasizing the subjectivity of the relationship with colour-perception and defining this as the most relative medium for and of art. Not only, Josef Albert, also argued that he used, treated and analysed colours as if they where human behaviours and as a consequence ethics and aesthe-tics melt into one, becoming a unique dough. Further on, Le Corbusier, developed and closely analysed the architectural approach of colour and its impact on space, creating various theories. In spite of the various moments and studies, one of his most remarkable quotes remain in my mind: ‘by law every building and space should be white’ - with this sentence and the respective message behind it, Le Corbusier, sat the rou-tes for modernism, which is mainly based on white pallets. Nowadays, we have gone back to a stronger analysis and study of the use of colour. However, this is no longer related to the decorative aspect of it, as much as the materiality of it: the ecological and sustainable approach of and to ar-chitecture is, in fact, strongly defined and marked by the chosen materials, which then become colour.

When I was a little girl, being a cook was derogating and con-sidered inferior. Being a cook defined a humble work, full of sufferance: a stinky and smelly person condemned to be en-closed between stoves and atrocious spaces. Fortunately, the world turns and things change. Today, being a cook, being a chef, is even more prestigious and well-renown than being an architect. This is why Pau is a cook. We will never see his face, however we will be able to recognise him by his black and white, pied-de-poule cooking outfit; by breathing his dishes through the colour choices; and, finally, by the space perfora-tions which remind us of the fabulous Gruyere.

Nell’architettura, il colore non è sempre stato protagonista e il suo ruolo ha avuto vari cambiamenti. Infatti, ci sono sta-ti momenti policromatici, monocromatici, periodi invece in cui non veniva considerato oppure in cui veniva utilizzato in eccesso. Nell’architettura classica il colore ha un ruolo fon-damentale, trasformando ogni progetto in tavolozze policro-matiche, ma dopo il Rinascimento inizia a perdere rilevanza. Si ritorna a parlare e usare il colore con il grande artista tedesco Josep Albers, che insieme alla Bauhaus, reintroduce la policromia. In questo caso, il colore viene interpretato in modo molto artistico, plastico e soggettivo, anche in rappor-to all’architettura e allo spazio. Josef Albers, infatti, disse che preferiva guardarsi intorno con gli occhi chiusi, il che per l’appunto enfatizza fortemente la soggettività in rappor-to alla percezione del colore, definendolo dunque come il mezzo più relativo per e dell’arte. Non solo, ma sosteneva di utilizzare, trattare e analizzare i colori come fossero com-portamenti umani e, dunque, estetica ed etica si fondono, diventando un tutt’uno. Più avanti, Le Corbusier sviluppò e analizzò in dettaglio l’approccio architettonico del colore e la sua influenza nello spazio, creando una gran varietà di teorie. Nonostante le sue diverse tappe e momenti, rimane sempre celebre la sua nota frase: “per legge ogni edificio dovrebbe essere bianco”, che ha sicuramente segnato una grande svolta dato che ha posto le basi per l’utilizzo primario del bianco nell’architettura moderna. Oggigiorno, si ritorna di nuovo allo studio e all’utilizzo dei colori, ma non più in senso tanto ornamentale quanto mate-riale: l’analisi spaziale ecologica e sostenibile è fortemente scandita appunto dalla scelta dei materiali, che dunque di-ventano colore.

Quando ero piccola, essere cuoco era dispregiativo, era con-siderato inferiore, definiva un mestiere umile e di sofferenza: una persona che puzzava, chiusa tra fornelli e luoghi “atroci”. Ma, per fortuna, il mondo gira e le cose cambiano. Oggi, essere cuoco, essere uno chef, è persino più prestigioso e rinomato che essere architetto. Per questo Pau è un cuoco. Non gli vedremo mai il volto, ma lo riconosceremo per la sua giacca pied-de-poule in marcato bianco e nero; per gli odori e profumi della sua cucina che si respirano attraverso i colori scelti; e per le perforazioni spaziali che rimandano al Gruyere. Inoltre, Pau ha palpato Gaudì e il suo raffinato cromatismo è presente in tutto il progetto di questo albergo appena aperto a Barcellona, capitale dei migliori cuochi al mondo.

Teresa Sapey

THRILLING WITH COLOURS:WE DESIGN SPACES WITH FEELINGS

COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ | la cultura del progetto sostenibile

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ges are wide and go from -40 to +40; the land that emperor Charles V picked to be buried in; and, where the foliage of the blossomed cherry-trees easily blurs with the snowed Pe-aks of Europe. When I developed this project, I bumped into an anecdote that reminded me of Gaudi. As when he constructed the stair within the crypt of La Colo-nia Guell, and he adapted it to the nature of the given space and mentioned that he could easily build a stair-case in 3 weeks, but to allow a pine to grow it would take at least 20 years; I also had a tree to deal with, maybe it was 30-years-old, maybe 50. I also had a tree, a common tree, and I also decided to respect it and as a consequence I redesigned and developed La Cerebaña around it and in harmony with it. Unfortunately I had not taken into account the contractors, which quickly and ferociously amputated my tree. So a project, my project which was born to embrace another, to embrace a tree, to embrace nature, had suddenly a buried tree and a small, just born trunk. What can you do?

A similar colour choice, yet more based on Barbie pink and prune tonalities, is found in our project for the VIP lounge for Arco, which we designed in collaboration with IKEA. Is there, in fact, anything more sustainable than wood-pallets - main ingredient of the design? Wood pallets, like Pinocchio, are rough-wood: dirty, reusable, eclectic, flexible

Come quando lui costruì la scala nella cripta della Colonia Guell e l’adattò alla natura dello spazio in cui doveva svilup-pare il cosiddetto progetto, rimarcando che una scala poteva facilmente farla in 3 settimane, mentre per far crescere un pino ci vogliono almeno 20 anni. Anch’io avevo un albero “tra i piedi”, forse trentenne, forse cinquantenne. Anch’io avevo un albero, un albero comune, e anch’io ho deciso di rispettarlo, di riprogettare tutta la Cere-baña intorno ad esso. Purtroppo non avevo preso in considerazione i contrattisti che velocemente e ferocemente lo amputarono. Così, un progetto, il mio progetto nato per abbracciare un’al-tro, un albero, la natura, si è trovato con un albero sepolto e un nuovo tronco, neonato. Che cosa ci volete fare? Una scelta cromatica simile, ma più basata sui toni rosa Bar-bie e prugna, la ritroviamo nel nostro progetto della sala VIP di Arco, sviluppata in collaborazione con Ikea. Cosa c’è di più sostenibile di un pallet di legno che, come Pinocchio è un legnaccio, sporco, riutilizzabile, eclettico, flessibile, adattabile e, come il Lego, si può configurare in diversi modi? Fino ad ora, abbiamo analizzato il colore come materia, ma questo ultimo progetto spiega perfettamente come la materia diventi colore, e quindi sostenibile! Con il colore mi piace anche sfidare lo spazio. 17 Madrid, Spagna, sala VIP Lounge ARCO 2012

15 Madrid, Spagna, sala VIP Lounge ARCO 2012 16 Madrid, Spagna, sala VIP Lounge ARCO 2012

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and adaptable. As Lego, they can be configured as pleased. Until now, we have been discussing colour as a material, yet this last project perfectly explains how materials become colours, and this way sustainable. When it comes to colour, thorough it and with it, I like to challenge space.

The Christmas lights in Serrano are deliberately a multicolour fruit-salad that I have given to the Spanish capital. This is not only a project about colors, but actually strongly and highly green, as we have only used LED lights which al-low for the overall consume of such installation to be of just about 3 hair-dryers. And again, we find ourselves in front of another project which is for the urban space, for the habitat of society and citizens: a project which is altruist, colourful and ecological. An installation, that more and more on, is be-coming a reference for the inhabitants of Madrid: young and elder. Colour has indeed an impact on our thoughts, our emo-tions, and spreading colour across the city, makes it indeed more lively and solar, furthermore in a moment of crisis.

The last project I would like to tell you about is a urban fo-rest which we designed for the Rebook Gym in Madrid, with the futuristic machine designs of tecnogym. Here the space reminds us of the woods and green, the greenest color par excellence, architecturally mimics the foliage of the trees. This a space in which body and nature become a whole, uni-que, and melt into one: “mens sana in corpore sano”. I believe a good project is always ecological and sustainable. In fact, the word in itself “ECO” comes from ancient Greek OIKOS, which encloses the meaning of habitation, of home. Therefore Architecture is by all means the natural habitat of and for men, the subjective home.

I will tell you a little story: one day I was on the construction site of a project and I noticed that the whitewasher was using the wrong shade of green: it was not exactly the one I had in mind. So, I let him know, and asked him to please! please!!! paint that wall in a shade of grey-lavander-green tonality, that specific and magnificent colour you can only find in the Tuscan country-side, and its delicious olives. Once back in the office, my assistant told me that the whitewasher had called: he would had been delighted to provide me with the requested colour, but he had never seen it! Not only co-lour perception is subjective, but also it is a must to be able to perceive the wide spectrum of colours.

Le luci di Natale nella calle Serrano, sono volutamente una macedonia multicolore, che ho regalato alla capitale spa-gnola. Questo non è solo un progetto sul colore, ma anche altamente sostenibile, dato che abbiamo utilizzato esclusi-vamente luci LED. Non solo, ma il consumo elettrico di tutta l’installazione è equivalente a 3 fon. Di nuovo, ci ritroviamo davanti ad un progetto per lo spazio urbano, l’habitat della società e dei cittadini, un progetto al-truista, colorato e altamente ecologico. Un’installazione che sta sempre più diventando un punto di riferimento per i suoi cittadini: grandi e piccoli. Il colore ha un impatto sui nostri pensieri, sulle nostre emozioni e, spennellare una città con il colore, la rende ancor più viva e solare, soprattutto in un periodo di crisi. L’ultimo progetto di cui vorrei parlarvi è una foresta metro-politana, la palestra di Rebook con le macchine futuriste di Tecnogym, dove lo spazio ricorda un bosco e il verde, il colo-re per eccellenza più sostenibile, imita architettonicamente le chiome degli alberi. Uno spazio in cui corpo e natura di-ventano un tutt’uno: “mens sana in corpore sano”. Un buon progetto è sempre ecologico e sostenibile, infatti la parola stessa “eco”, dal greco oikos, racchiude in sé il signifi-cato di abitazione, casa. Dunque, l’architettura è la casa natu-rale dell’uomo. Ogni colore è una casa, è un habitat personale e comunque soggettivo.

Vi racconto una storia: un giorno ero in cantiere, e ho notato che l’imbianchino stava usando una tonalità di verde che non era esattamente quella che avevo in mente. Al che gli ho detto che per favore, per favore!! dipingesse quel muro di verde grigiastro, verde lavanda, quel verde così caratteristico e specifico della campagna Toscana e le sue stupende olive. Una volta in studio, la mia assistente mi dis-se che l’imbianchino l’aveva chiamata: lui l’avrebbe anche fatto di quel verde, ma non l’aveva mai visto! Non soltanto la percezione del colore è soggettiva, ma è decisamente anche importante riuscire a percepirlo.

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18 Madrid, Spagna, calle Serrano

19 Bourdeaux, Francia, loft

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20 Madrid, Spagna, parking Chueca, interno

21 Madrid, Spagna, parking Chueca, ingresso

22 Parigi, Francia, Grand Palais

23 Barcellona, Spagna, Mate Pau Hotel

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Color Designer

IL COLORE NELL’ARCHITETTURA E NELLA PROGETTAZIONE URBANA

Colours enliven, support and stabilize social processes. In considering the cardinal points, the inherent elements and structures of space in colour concepts for projects of urban design and architecture by lasuveda, the relationship between human being, nature and architecture becomes a dynamic process of facades and interior design.“It is the law of life which creates colours” (J. W. Goethe)According to this guding idea, lasuveda develops for each new project a specific colour concept and designs the corre-sponding working processes. The relationships in the working processes, both in coopera-tion of all parties involved and in whose coexistence, become such effective that an attitude to work arises which is based on exchange, creative addition and a sense of mutuality.The creative ideas are optimally realised with mineral based paints because they refine and interprete the built architecture. Because of the polychrome pigments, the paints can be integra-ted into the environment harmonically and related to nature.“Everything which exists in the world has to have a colour.The whole nature is chromatic and even the grey of dust or grime, even the dark melancholic regions always have a certain way of colour” (Bruno Taut)The atelier “lasuveda” exists since 1995, but for 10 years be-fore, I engaged myself intensively with the design of colour in architecture. My studies of painting and education were essential foundations.The german architect Bruno Taut used for his settlements intensive colours which are still prototypes today.“Where the light is, there must be colour. The purpose of the human being is to bring this phenomenon into a form. As long as doing this, everything dark is coated with a di-stant echo of the sun.Because everything has its colour, everything human beings do must be designed in colour” (Bruno Taut)The path to glazing paints started with painting and led from the love and observation of nature to colours.The philosophy is very close to the guiding ideas of Goethe: colour is life. Atmospheres of light und light effects, the play of light in nature are indispensable to life and important for the vitality and quality of life for the human beings.“Our biological clock lives from the energy light and colour, because we are residents of earth!” (J. W. Goethe)

I colori animano, sostengono e stabilizzano i processi sociali. Tenendo conto dei punti cardinali, della struttura e degli ele-menti intrinsechi dello spazio, nella concezione del colore per i progetti urbani e architettonici di lasuveda, il rapporto tra uomo, natura e architettura diventa un processo dinami-co tra progettazione delle facciate e degli interni.“È la legge che regola la vita a creare i colori” (J. W. Goethe)Sulla base di questa idea guida, lasuveda sviluppa per ogni nuovo progetto uno specifico concept del colore e predispo-ne il corrispondente processo di lavoro. Le relazioni all’interno del processo lavorativo, nella coope-razione e coesistenza di tutte le parti coinvolte, diventano così efficaci che si crea un approccio al lavoro basato sullo scambio, sull’addizione creativa e sul senso di mutualità. Le idee creative del colore sono realizzate in maniera ottima-le con tinteggiature a base minerale, perchè esse riescono ad affinare e interpretare l’architettura costruita. Grazie ai pigmenti policromi che contengono, questi colori possono essere integrati armonicamente con il contesto e relazionar-si con la natura.“Ogni cosa che esiste in natura deve avere un colore.L’intera natura è cromatica, persino il grigio della polvere e dello sporco, persino le malinconiche regioni oscure hanno sempre, in qualche maniera, un colore” (Bruno Taut)L’atelier “lasuveda” esiste dal 1995 ma dai dieci anni prece-denti sono stata impegnata intensivamente sul tema del co-lore in campo architettonico. La mia formazione nel campo della pittura è stata un fondamento essenziale.L’architetto tedesco Bruno Taut, per gli insediamenti da lui progettati, scelse dei colori intensi, i quali sono ancora oggi dei modelli.“Dove c’è la luce deve esserci il colore. L’obiettivo dell’uomo è di dare a questo fenomeno una forma. Così facendo, tutto ciò che è scuro è coperto da una distante eco del sole.Siccome ogni cosa ha un suo colore, tutto ciò che l’uomo fa deve essere colorato” (Bruno Taut)La strada verso Ia tinteggiatura trasparente è iniziata con la pittura e portata avanti dall’amore verso la natura e dall’os-servazione dei suoi colori. La filosofia è vicina all’idea di Goethe che il colore è vita. Le atmosfere e gli effetti della luce, i giochi di luce in natura sono indispensabili alla vita e importanti per la qualità di vita degli esseri umani.“Il nostro orologio biologico vive dell’energia della luce e del colore, perchè siamo abitanti della terra!“ (J. W. Goethe)

Barbara Eble Graebener

COLOUR IN THE LIVING ENVIRONMENT

27 Terwijde, Olanda, street view

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29 Monaco, Francia, Ospedale per Cure Palliative luce terapeutica e progetto colore

COLOUR IN URBAN DESIGN AND ARCHITECTURE

28 Stuttgard, Germania, scuola materna

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the eyes of its inhabitants in every moment. These inevitable sensorial incitements combine themselves with the emotio-nal state of the observer influencing the mood, the brain and the psyche.The “urban chromatic palette” is a constant presence that besides characterizing the architectural scenery, it contribu-tes to create different emotions (harmonious or disharmo-nious, announcing syntony or dystonia ) in every inhabitant who lives it every day.Nowadays is necessary to develop a new awareness of our “doing landscape” in the full respect of the human sensibi-lity, of its distinctiveness and of its assortment. We have to break up the fixed and preconceived notions and to put away the subjective opinions. The Italian cities can still count on a chromatic richness on a geographical level that is very different. The colors of the historical centers are the expression on aesthetical terms of a very ancient culture. A mosaic of identities and differences that makes Italy a country that cannot be compared to other ones, at least on an aesthetical level.Unfortunately, this priceless endowment, even when it is adequately enhanced as it happens in many historical cen-ters, it is continuously debased by absurd hues that domi-nate the suburbs, a sort of “nonplaces”, in which reigns the total absence of rules. Milan, for example, even it is known as an excellent town in the applied arts, it is perceived by its inhabitants as grey and with no chromatic appeal. Ironically in Milan fashion and design “do not make landscape” in other words they do not establish aesthetical relationships between people and architectural environment but there is a neutral atmosphere. On the contrary, Venice is one of the most colorful city in the world in which any outward element is easily integrated into the chromatic scenery. In Rome the artistic endowment is an inimitable backdrop that makes this city unique. At the same time it highlights the lack of balance with many uniform, anonymous and uncozy suburbs.Only a specific and interdisciplinary training can offer the necessary instruments to satisfy, in the different design fields, the functional and aesthetical requirements which allow to achieve a perfect and a full integration between human being and environment. To create an effective project we need to have humanistic and scientific knowledge. This knowledge can guide the designer in the choice of the most suitable materials and techniques to realize his de-sign. Unfortunately it often happens that the designer are

Nella sua totalità, la città va quindi intesa anche come tavo-lozza cromatica che si presenta incessantemente allo sguar-do dei propri abitanti. Questi ineludibili stimoli sensoriali si coniugano con gli stati emotivi dell’ osservatore (spesso inconsapevole), finendo per condizionarne l’umore, la moti-vazione, la psiche.La “tavolozza cromatica urbana” è una presenza costante che oltre a connotare lo scenario architettonico, contribuisce al generarsi di una temperie emotiva (armonica o disarmoni-ca, foriera di sintonia o di distonia) in tutti quei cittadini che per necessità o per scelta, vivendola, si troveranno ad averla costantemente “sotto gli occhi”.Oggi è necessario sviluppare una rinnovata consapevolezza del nostro “fare paesaggio” nel pieno rispetto della sensi-bilità umana, della sua unicità e diversità, scardinando le nozioni fisse e preconcette e mettendo da parte opinioni esclusivamente soggettive. Le città italiane possono ancora contare su una ricchezza cromatica geograficamente molto connotata. I colori dei centri storici sono l’espressione in termini estetici di una cultura antichissima. Un mosaico di identità e differenze che fa dell’Italia un paese davvero impareggiabile, almeno sul piano estetico. Purtroppo questo inestimabile patrimonio, anche quando viene adeguatamente valorizzato, come avviene in molti cen-tri storici, risulta continuamente svilito dalle assurde cromie che dominano le periferie, “non luoghi”, in cui regna la totale assenza di regole. Milano per esempio, nonostante sia rico-nosciuta come città eccellente nelle arti applicate, è sentita dai suoi abitanti come grigia, priva di appeal cromatico. Paradossalmente a Milano moda e design “non fanno pae-saggio”: non si stabiliscono cioè rapporti estetici tra perso-ne e ambiente costruito ma si crea un’atmosfera indefinita, neutra. All’opposto, Venezia è una delle città più ricche di co-lore che esistano al mondo, in cui qualsiasi elemento esterno si integra facilmente con lo scenario cromatico. A Roma le antichità e il patrimonio artistico rappresentano un fondale inimitabile che rendono unica questa città, evi-denziandone allo stesso tempo lo squilibrio con molte aree periferiche, uniformi, anonime e poco accoglienti.Solo una formazione specifica e interdisciplinare offre gli strumenti necessari a soddisfare, nei vari ambiti della pro-gettazione, le esigenze funzionali ed estetiche che consento-no di ottenere una piena integrazione tra uomo e ambiente costruito.

The growing interest for the issue “Color” is the direct con-sequence of the systemic “denial of the Color” that has been prevailing in our recent culture. During the last years, the law of the collective flattening has been dominant, also on urban and architectural level and color has been reduced to an op-tional element and it has been depleted of its social value. It is not a case that “vandalism”, for example, is increasing in those urban areas where the grey and the depersonalization are dominant. The consequences of the widespread “color wish” as mere decorative element are alarming as well be-cause they are not supported by an adequate “color culture”. This wish is limited to a superficial approach, that results in a depletion of chromatic heritage.The design color culture is a precious resource because it allows to redevelop and to give a new value to the envi-ronment with low cost and fast intervention with tangible benefits for the quality of life. In the last two centuries our chromatic habitat has had a radical transformation. In our cities the color of the nature has been replaced by the grey cement and the metallic hues of the cars. Even the idea of the darkness has been evolved: the sunset light in-troduces to the artificial lightening and not to the black of the night anymore.The speed of this change has caused many negative conse-quences on the environment endangering the liveliness both on the physical and psychological level. The pollution of the cities is not only atmospheric and acoustic. Nowadays is therefore necessary to hinder the visual pollu-tion that is the consequence of the cluttered growth of the landscape and that causes a strong lack of balance in the relationship between the human being and the environment. What follows is a sort of invasion of ”visual drosses” which gradually damage our physiological wellbeing. Recent studies have confirmed that our reaction to color is total: we are influenced by it both psychologically and phy-siologically. Colors stimulate emotions, unconscious reac-tions, they have subjective and collective meanings and they contribute to set up an authentic “emotional landscape”. For this reason, the city cannot only be considered a combi-nation of architectures, but a place of bodies in movement, of people, of buses, of cars, of various elements that stop there or that go through it every day. The urban landscape floods in a continuous and subliminal way with visual and chromatic sensations its inhabitants. In its wholeness, the town has to be seen as a chromatic palette that is under

Il crescente interesse per l’argomento “Colore” è la diretta conseguenza della sistematica “negazione del Colore” che ha dominato la nostra recente cultura. Infatti, negli ultimi anni, anche a livello urbanistico ed edilizio, ha prevalso la legge del livellamento collettivo e il colore è stato ridotto a elemento accessorio, completamente svuotato del suo valore sociale. Non è un caso che fenomeni come il “vandalismo” siano in continuo aumento proprio nei contesti urbani in cui dominano grigiore e spersonalizzazione. Altrettanto preoccupanti sono le conseguenze della diffusa “voglia di colore” come mero fattore estetico che, non essen-do supportata da un’adeguata “cultura del colore”, si limita ad un approccio superficiale, impoverendo ulteriormente il nostro patrimonio cromatico. La cultura progettuale del colore rappresenta una risorsa preziosa poichè consente di recuperare e valorizzare il terri-torio con interventi poco onerosi e di rapida attuazione ap-portando benefìci concreti alla qualità della vita.Negli ultimi due secoli il nostro habitat cromatico ha subito una trasformazione radicale. Nelle città i colori della natura sono stati sostituiti dal grigio del cemento e dalla gamma dei metallizzati delle automobili. Anche l’idea di buio si è evoluta: la luce del tramonto introduce alla luminosità artifi-ciale e non più al nero della notte. La rapidità di questo mutamento ha provocato una serie di sfavorevoli ripercussioni sull’ambiente mettendone a rischio la vivibilità, sia in termini fisici che psicologici.L’inquinamento che affligge le città non è solamente atmo-sferico o acustico. Oggi più che mai, è necessario contrastare l’inquinamento visivo, diretta conseguenza della crescita di-sordinata del paesaggio, che provoca un forte squilibrio nel rapporto tra uomo e ambiente. Ne consegue una sorta d’in-vasione di “scorie visive” che progressivamente intaccano il nostro benessere fisiologico.Studi recenti hanno confermato che la nostra reazione al co-lore è totale: ne siamo influenzati sia psicologicamente che fisiologicamente. I colori stimolano emozioni, reazioni incon-sce, assumono significati (soggettivi e collettivi) e concorrono, a configurare un autentico “meta-paesaggio emozionale”.Per questo la città non può essere considerata solo un in-sieme di architetture, ma un luogo di corpi in movimento, di persone, di autobus, di automobili, di tanti elementi che vi sostano o la percorrono quotidianamente. Il paesaggio urbano va “inondando” continuamente e subliminarmente i propri abitanti di sensazioni visive e cromatiche. | I

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Vice Presidente I.A.C.C.

IL VALORE SOCIALE DEL COLOREUtilizzo del colore come risorsa per la valorizzazione e il recupero del territorio

Massimo Caiazzo

THE SOCIAL VALUE OF THE COLORUse of the color as resource to give value and to redevelop the environment

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The project’s goal was that of creating solutions, that using the potentialities of color, can contribute to improve the qua-lity of life even in those places which have beforehand been excluded from any aesthetic form. The area interested in the intervention includes beyond the external building facades, the check rooms for the identifi-cation documents of the visiting persons, the environments dedicated to common activities, the bar, the restaurant, the conference room and the correction officers rooms.The project has been realized thanks to a cooperation model among all the subjects involved. The work, planned with the prison principal has been done by a “team” composed by five volunteer prisoners supervised by a correction officer assistant.

On the external side of the correction house, the problem to solve was the excessive orthogonality of the facades: a massive structure covered by cement that recalls the idea of fortification and it inevitably evokes the idea of cage, of prison as dungeon and not of rehabilitation. The chromatic intervention has exclusively interested the windows frameworks and roofing canopy around the buil-ding to break the orthogonality of the facades with a low cost and rapid intervention..The polychrome effect of the façade has diminished the har-shness of the entire structure. The result has been an improve-ment of the quality of the life of the correction officers, of the workers and of the prisoners. The new colors have also had significant benefits for the children and for the visiting siblings who unfairly suffer the prison as place of sensorial deprivation.

The chromatic redevelop intervention in the interior environ-ments is based on the colors effects on the time perception. The lighting, made with special fluorescence, diffuses a sun-ny light like that gives the sensation of a more natural and therefore more liveable.

In the bar and in the restaurant a two-colored “chromatic boiserie” (periwinkle and ivory) gives back an expanded esti-mation of the passing time suitable to places where food and beverages are consumed.

The corridor is characterized by a chromatic sequence that underlines the transition from a warm temperature to a coo-ler one and it reduces its excessive length.

Il progetto nasce con l’obiettivo di ideare soluzioni che, uti-lizzando le potenzialità del colore, contribuiscano a miglio-rare la qualità della vita anche in quei luoghi che sono stati esclusi a priori da qualsiasi forma di estetica. L’area interessata dall’intervento comprende, oltre alle fac-ciate esterne dell’edificio, i locali dove avviene il controllo dei documenti delle persone in visita, gli ambienti adibiti ad attività collettive: bar, ristorante, sala conferenze e gli alloggi della polizia penitenziaria.Il progetto, è stato realizzato grazie a un modello di coope-razione tra tutti i vari soggetti coinvolti. Il lavoro, pianificato con la direttrice del carcere è stato eseguito da una “squa-dra” composta da cinque detenuti volontari, coordinata da un assistente della polizia penitenziaria.

All’esterno della casa circondariale la problematica da risol-vere era l’eccessiva ortogonalità delle facciate: una struttura massiccia rivestita di cemento che richiama l’idea di una for-tificazione ed evoca inevitabilmente il concetto di gabbia, di carcere come luogo di pena e non di riabilitazione. L’intervento cromatico, per spezzare l’ortogonalità delle fac-ciate senza incorrere in costi eccessivi, ha interessato esclu-sivamente le cornici delle finestre e la tettoia-pensilina che circonda l’edificio. L’effetto policromo della facciata ha attenuato la durezza dell’intera struttura. Il risultato è stato un miglioramento del-la qualità della vita degli agenti, degli operatori e dei reclusi. I nuovi colori hanno portato benefìci significativi soprattutto ai tanti bambini e a tutti coloro che recandosi a far visita ai detenuti, subiscono ingiustamente il carcere come luogo di deprivazione sensoriale.

All’interno, l’intervento di riqualificazione cromatica è basato sull’effetto dei colori sulla percezione del tempo. L’illuminazione ottenuta con speciali fluorescenze diffonde una luce molto simile a quella solare che rende il contesto più “naturale” e quindi vivibile.

Nel bar e nel ristorante, una “boiserie-cromatica” bicolore (pervinca e avorio) restituisce una stima del tempo trascorso dilatata, adatta a luoghi in cui si consumano cibi e bevande.

Il corridoio è caratterizzato da una sequenza cromatica che segna il passaggio da una temperatura calda a una più fred-da e ne riduce otticamenete l’eccessiva lunghezza.

influenced by the trends of the moment imposed by archi-tects, designers, and fashion designers that are completely wrong and counter-productive both on a liveliness and en-vironmental level. Also in the interior design field there strong lack of balances. The trend is to create environments with dark hues, even if it is evident that besides determining a chromatic under stimulating climate, the dark hues absorb more light and to get a sufficient lighting, the electricity consumption will increase very much. Light and color are essential to get a balanced relationship between shape and content: their combination has to make harmonious the built environment, making the everyday life easy. Color has an important role, not only on an aesthetical level. It influences the perception of the temperature, the taste, the smell, the sound, the volume, the weight and the passing time. It is an effective visual reference that is immediate and useful in communicating important information, to warn, to point out bans or to indicate the way to follow. The aware use of color and light is an index of the quality of the life and an expression of harmony that can make us think upon the need to design balanced, peaceful and functional envi-ronments.

Per formulare un progetto efficace sono necessarie cono-scenze umanistiche e scientifiche in grado di guidare il pro-gettista nella scelta delle tecniche e dei materiali più idonei alla sua realizzazione. Purtroppo succede spesso che invece si impongano “tendenze” veicolate da architetti, designers e stilisti che si rivelano assolutamente controproducenti sia in termini di vivibilità che di rispetto dell’ambiente.Anche nell’interior design si verificano forti squilibri.Sono di grande attualità gli ambienti in cui dominano i toni scuri, eppure è evidente che, oltre a determinare un clima cromatico “ipostimolante” e quindi pesante, i colori scuri assorbono più luce e quindi, per ottenere un’illuminazione sufficiente, aumenteranno i consumi di energia elettrica.Luce e colore sono determinanti per ottenere un rapporto bilanciato tra contenuto e forma: la loro combinazione deve rendere armonico l’ambiente costruito, facilitando le azioni quotidiane che verranno svolte al suo interno. Il colore rive-ste un ruolo importantissimo e non solo sul piano estetico, poichè influenza anche la percezione della temperatura, del sapore, degli odori, del suono, del volume, del peso, e del trascorrere del tempo. È un riferimento visivo efficace e immediato, utilissimo per comunicare informazioni importanti, per segnalare avverti-menti, divieti o indicare il percorso da seguire.L’uso cosciente e accurato del colore e della luce è un indice di qualità della vita e un’espressione di armonia, che ci deve far riflettere sulla necessità di progettare ambienti equilibra-ti, sereni e meglio finalizzati al loro uso.

COLORE AL CARCERE DI BOLLATE intervento no-profit di riqualificazione cromatica di un Istituto di pena

COLOR AT BOLLATE PRISON no-profit chromatic redevelop intervention for a penal Institution

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30 Bollate (MI), Italia, Carcere, situazione prima dell’intervento All’esterno, la struttura in cemento armato, evocava inevitabilmente l’idea di gabbia, di carcere come luogo di pena e non di riabilitazione. On the external side, the cement structure inevitably recalled the idea of cage, of prison as dungeon and not of rehabilitation.

31 Bollate (MI), Italia, Carcere, progetto del coloreL’intervento cromatico, per spezzare l’ortogonalità delle facciate senza incorrere in costi eccessivi, ha interessato le cornici delle finestre e la tettoia-pensilina che circonda l’edificio. I colori hanno portato benefici concreti soprattutto ai tanti bambini che recandosi a far visita ai familiari detenuti, subiscono il carcere come luogo di deprivazione sensoriale.The chromatic intervention has interested the windows frameworks and roofing canopy around the building to break the orthogonality of the facades with a low cost. The colors have also had significant benefits for the children and for the visiting siblings who unfairly suffer the prison as place of sensorial deprivation.

32 Bollate (MI), Italia, Carcere, progetto del coloreL’effetto policromo della facciata ha attenuato la durezza della struttura, migliorando la qualità della vita degli agen-ti della polizia penitenziaria degli operatori e dei reclusi. L’intervento comprende le facciate esterne dell’edificio, l’ingresso per i visitatori, gli ambienti adibiti ad attività collettive e gli alloggi della polizia penitenziaria.The polychrome effect of the façade has diminished the harshness of the entire structure. The result has been an improvement of the quality of the life of the correction officers, of the workers and of the prisoners.

Nella Sala Convegni domina il rosso fragola, un colore che stimola l’attenzione e la socialità dando la sensazione che il tempo libero trascorra velocemente.

The strawberry red dominates the conference room because the red color stimulates the attention and the tendency to so-cialize given the impression that the spare time passes faster.

“Colore al Carcere di Bollate”intervento no-profit di riqualificazione cromatica di un Istituto di pena progetto di Massimo CaiazzoMilan, 2008

con: SikkensConsulenti Culturali: A. Fagotto, C. Zanda, Principal L. CastellanoFotografie: Endstart, A. Belgioioso

“Color at Bollate prison”no-profit chromatic redevelop intervention for a penal institutionproject by Massimo CaiazzoMilan, 2008

with: SikkensCultural Consultant A. Fagotto, C. Zanda, Principal L. Castellano Photographers: Endstart, A. Belgioioso

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IL RESTYLING CROMATICO DI UNA CHIESA DELL’ANNO MILLE intervento no-profit di riqualificazione cromatica degli interni della chiesa di Santa Maria Maggiore

sical and spiritual calmness that could better support the church services. The palette has been created by processing the informa-tion from the current context and it has been formulated on the ground of the colors paintings in the top side of the central nave and of the paintings on the ceiling made by Giuseppe Tomaioli in 1749, who Luigi Vanvitelli defined as “one of the best painter of the Reign”. The colors, taken from these paintings, have been brighten up and desaturated and then they have been ordered fol-lowing a progressive modulation. The chromatic project has a cultural and symbolic value because it follows an ideal spi-ritual path, represented in chromatic terms by the gradual color temperature transition that leads to the 11th century wooden Christ in the apse, metaphor of the transition from the flesh (warm colors) to the spirit (light blue) through all its intermediate degrees. The goal is to generate a natural harmonious and changing chromatic climate, optimizing the volumes, the temperature and the passing time perception, even on a physiological side, and it aims to create suitable conditions for the con-centration and the prayer in every season and at every hour of the day.The new lighting plant has the goal to guarantee a com-fortable and a suitable lighting for the church services, but

sia solo esteticamente piacevole ma che anzi, andando verso un più esteso concetto di serenità fisica e spirituale, possa supportare al meglio le funzioni religiose.La tavolozza scaturisce dall’elaborazione delle informazioni desunte dal contesto attuale ed è formulata sulla base dei colori degli affreschi presenti nella parte alta della navata centrale e dai dipinti posti sul soffitto realizzati nel 1749 a tempera da Giuseppe Tomaioli, che Luigi Vanvitelli definì “uno dei migliori pittori del Regno”. I colori tratti dai dipinti sono stati prima schiariti e desatu-rati e poi ordinati seguendo una modulazione progressiva. Il progetto cromatico assume una valenza culturale e simbolica poiché segue un ideale percorso spirituale rappresentato in termini cromatici dal graduale passaggio di temperatura del colore che conduce al Cristo ligneo dell’XI secolo collocato nell’abside, metafora del passaggio dalla carne (colori caldi) allo spirito (celeste) attraverso tutti i suoi gradi intermedi. L’obiettivo è generare un clima cromatico naturale, armoni-co e cangiante, ottimizzando la percezione dei volumi, della temperatura e della stima del tempo per ottenere, anche dal punto di vista fisiologico, condizioni idonee al raccoglimento e alla preghiera in tutte le stagioni e in ogni momento della giornata.Il nuovo impianto d’illuminazione progettato per la Chiesa di S. Maria Maggiore, ha la finalità di garantire un’illuminazione

In 2011, the Santa Maria Maggiore church, that dates back to the 11th century, has been interested in a chromatic restyling, conceived as co-operation model among all the subjects in-volved and realized thanks to the interaction between diffe-rent fields and competences. The designing team has offered its work for free and all the materials for the realization of the project and the technical advice have been offered by Sikkens (Akzo Nobel group), world leader in the paint products field. The project, the first of this kind, is born with the goal to create solutions that can contribute to improve the aesthetic and the general comfort of all those places which could not have had the deserved attention. Mirabella Eclano (AV) is situated in Irpinia, one of the most dangerous earthquake zones in Italy, and the church has been rebuilt many times during its history. The intervention of chromatic restyling was necessary be-cause the building was in very bad conditions. Furthermore, people complained a discomfort sensation because the co-lors and the lighting were very poor and incoherent.The parish priest Don Remigio has asked IACC Italia for an evaluation of the chromatic atmosphere. The first survey has stressed the almost total lack of do-cumented sources or of any truthful original color trace of the interior. Given the impossibility to proceed to a coherent restoration with the state of fact, IACC Italia has formulated an designing hypothesis based on the psychophysiological effects of the color submitted to the inspection of Depart-ment for the Architectural and Landscape Heritage for the districts of Salerno and Avellino. After some changes, the project of the chromatic restyling has been approved in its substantial contemporary setting. It is important to keep in mind that the church services can be one hour long and more and a pleasant chromatic con-text – indeed, the holy buildings have always been colors rich – represents from the physiological point of view an essential support to concentration and attention. That is why the project is based on scientific observations which analyze all the components that contribute to gua-rantee a balanced relationship between artificial and natural light and color. In the respect of the cultural and monumental value of this ancient House of God, the project is limited to focused and punctual interventions with the goal to achieve a result not only aesthetically pleasant but that expands the idea of phy-

Nel 2011, la chiesa di Santa Maria Maggiore, risalente all’XI secolo è stata oggetto di un restyling cromatico, concepito come modello di cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti e realizzato grazie all’interazione tra competenze e ambiti differenti. Il team progettuale ha prestato la propria opera senza fini di lucro e tutti i materiali necessari alla realizzazione dell’in-tervento e la consulenza tecnica sono stati forniti gratui-tamente da Sikkens (gruppo Akzo Nobel), leader mondiale dell’industria di prodotti vernicianti. Il progetto, primo nel suo genere, nasce con l’obbiettivo di ideare soluzioni che, contribuiscano a migliorare l’estetica e la vivibilità complessiva di tutti quei luoghi che non hanno potuto godere dell’attenzione che meritavano. Mirabella Eclano (AV) si trova in Irpina, una delle aree più si-smiche d’Italia, e la chiesa, nell’arco della sua storia, è stata ricostruita più volte. L’intervento di restyling cromatico era necessario perché l’edificio versava in condizioni di deterioramento. Inoltre, i fedeli lamentavano un senso di disagio poiché i colori e l’illu-minazione risultavano particolarmente poveri e disorganici. Il parroco Don Remigio a questo punto interpella IACC Italia per chiedere una valutazione del clima cromatico. Il primo sopralluogo evidenzia la quasi totale assenza di fonti documentarie o tracce attendibili dei colori originari dell’in-terno della chiesa. Rilevata l’impossibilità di procedere a un restauro coerente con lo stato di fatto, IACC Italia formula una ipotesi progettuale basata sugli effetti psico-fisiologici del colore che viene sottoposta al vaglio della competente Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino. Dopo alcune modifiche il progetto di restyling cromatico viene approvato nella sua sostanziale ambientazione con-temporanea. Bisogna tener presente che in una chiesa le funzioni religiose possono durare anche più di un’ora e un contesto cromatico favorevole - infatti gli edifici sacri sono stati sempre ricchi di colore - rappresenta, dal punto di vista fisiologico, un fondamentale supporto alla concentrazione e alla partecipazione. Proprio per questo il progetto si basa su osservazioni scientifiche che analizzano tutte le componenti che concorrono a garantire un rapporto equilibrato tra luce (naturale e artificiale) e colore. Nel rispetto della valenza culturale e monumentale di questo antico luogo di culto, il progetto si limita a interventi mirati e puntuali con l’obbiettivo di pervenire a un risultato che non

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33 Mirabella Eclano (AV), Italia, Chiesa di Santa Maria Maggiore, progetto del colore

THE CHROMATIC RESTYLING OF A CHURCH OF THE 1OOO a.C.no-profit chromatic redevelop intervention for the interiors of the church of Saint Mary Major

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the author Massimo Caiazzo and that generates a concentric reverberation of light that becomes a bright background for the wooden Christ, lightly coloring the vault. Among the various subjects of the holy iconography, the eight-pointed star that encloses the origin of the world and that represents the path that leads from the material to the spirit, is one of the most ancient symbol of the Mediterra-nean civilizations, an ideal meeting among the Christian, Jewish and Muslim culture.

Per ricreare la vibrazione della luce colorata, espressione più suggestiva della spiritualità, alle spalle del Cristo ligneo è stata collocata l’opera “Archetipo Mediterraneo”, donata dall’autore Massimo Caiazzo che genera un riverbero con-centrico di luce la cui rifrazione fa da sfondo luminoso al Cristo ligneo colorando delicatamente la volta.Tra i vari soggetti che caratterizzano l’iconografia sacra, la stella a otto punte, che racchiude in sé l’origine del mondo e rappresenta proprio il percorso che conduce dalla materia allo spirito, costituisce uno dei più antichi simboli delle civil-tà del Mediterraneo, incontro ideale tra la cultura cristiana, quella ebraica e quella musulmana.

also to give value and to make the beauties of the church as the painted wooden ceiling, the marble altar, the cruci-fied Christ in the apse and the statues of the Saints in the side chapels more enjoyable. The used devices are of little dimensions, put in a way aimed to reduce the visual impact and the dazzles. The light sources are energy savings bulbs with high efficiency and long duration in order to reduce the maintenance interventions. The chromatic rendering and the color temperature assure a better reading of the paintings coloring and a soft, resting and comfortable lighting. The piece “Lettera alla Madonna” has been put in the small chapel situated on left of the altar under the scientific super-vision of Andrea B. Del Guercio, Director of the Department of Arts and Anthropology of the Holy of the Accademia di Belle Arti di Brera Milano. This piece has been realized with the needle etching technique and it has been given by the author Carmine Sabbatella. This big sized piece represents the most significant value of a production that Sabbatella has dedicated to the revisiting and the interpretation of the Christian iconographic endow-ment and more specifically to the experience of the Virgin Mary and Saints devotion; the softness of the late fifteenth century tradition seems to be respected by the artist even if transcribed with the demanding tools of the current times both on the materials side and intentions one. The iron plate substitutes the canvas and the oil painting with the aimed intellectual intention of underlining in the strength and in the weight the persisting time of a human and divine experience, to all these elements the moment of the strictness and concentration has been added so that the same fruition will be tended and focused, participated and attentive.As the tradition of the artistic windows of the cathedral re-quires, the apsis window of Santa Maria Maggiore was pro-bably colored, even if no official document exists from which we can argue any truthful information on its original shape. The colored windows have a therapeutic value besides of being the expression of the religious and artistic meaning of the Christian iconography. Indeed, the irradiation of the electromagnetic waves released by the colored light has al-ways been considered as an unlimited source of vitality and, therefore, in the places of worship a form of very ancient “popular chromotherapy” has been practiced. To recreate the vibration of the colored light, the most sugge-stive expression of spirituality, behind the wooden Christ has been placed the piece “Archetipo Mediterraneo” given by

confortevole ed adeguata alle funzioni religiose, ma soprat-tutto di valorizzare e rendere maggiormente fruibili le emer-genze artistiche ed architettoniche della chiesa: il soffitto ligneo affrescato, l’altare marmoreo, il crocefisso nell’area abside, le statue dei santi nelle cappelle laterali. Gli apparecchi utilizzati sono di ridotte dimensioni, posizio-nati in modo da ridurne al minimo l’impatto visivo e l’abba-gliamento luminoso. Le sorgenti luminose sono tutte ad alta efficienza, ridotto consumo energetico e di lunga durata, in modo da ridurre al minimo gli interventi di manutenzione. La resa cromatica elevata e la temperatura di colore di tutte le sorgenti luminose garantiscono una migliore lettura delle colorazioni degli affreschi e un’illuminazione diffusa riposan-te e confortevole.Nella piccola cappella posta alla sinistra dell’altare, con il coordinamento scientifico di Andrea B. Del Guercio, Direttore del dipartimento di Arti e Antropologia del Sacro dell’Acca-demia di Belle Arti di Brera Milano, è stata collocata l’opera realizzata con ago-incisione dal titolo “Lettera alla Madon-na” donata dall’autore Carmine Sabbatella. Questa opera di grandi dimensioni rappresenta il momento di più significativo valore di una produzione che Sabbatella ha dedicato alla rivisitazione e interpretazione del patrimonio iconografico cristiano e più specificatamente all’esperienza della devozione mariana e dei santi; le morbidezze della tra-dizione tardo quattrocentesca appare rispettata dall’artista ma trascritta con gli strumenti impegnativi della contempo-raneità, sia sul piano dei materiali che delle intenzioni. La lastra di ferro sostituisce la tela e la pittura a olio con la mirata volontà concettuale di sottolineare nella forza e nel peso la persistenza nel tempo di un’esperienza umana e di-vina; a questi dati si aggiunge il momento del rigore e della concentrazione così che la stessa fruizione sia tesa e mirata, partecipata ma attenta.Come vuole la tradizione delle vetrate artistiche delle cat-tedrali, presumibilmente la finestra absidale di Santa Maria Maggiore doveva essere colorata anche se non esiste alcun documento da cui trarre informazioni attendibili sulla sua foggia originaria. Oltre a esprimere il significato religioso e artistico dell’iconografia cristiana, le vetrate colorate as-sumono una valenza terapeutica. Infatti, l’irradiazione del-le onde elettromagnetiche emesse dalla luce colorata è da sempre considerata una fonte inesauribile di vitalità e, pro-prio per questo, nei luoghi di culto si è sempre praticata una forma antichissima di “cromoterapia popolare”.

34 Mirabella Eclano (AV), Italia, Chiesa di Santa Maria Maggiore, progetto del colore

Ideazione; coordinamento; progetto del colore e concept dell’illuminazione: prof. Massimo Caiazzo, IACC ITALIA Direzione lavori; gestione fonti documentarie e rappresentazioni grafiche: arch. Giuseppe AlbaneseCoordinamento scientifico di Andrea B. Del Guercio, Direttore del Dipartimento di Arti e Antropologia del Sacro dell’Accademia di Belle Arti di Brera Milano, Opera “Lettera alla Madonna” di Carmine SabbatellaSotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesag-gistici per le province di Salerno e AvellinoMain Sponsor prodotti vernicianti: Sikkens (Akzo Nobel)Consulenza culturale: Armando Fagotto; Consulenza tecnica: Giuseppe FischettiRealizzazione: Impresa Battista e Antonio D’Andrea per Capossela restauriConsulente al progetto dell’illuminazione: arch. Daniela Morelli – Lightlive SrlPartner tecnico illuminazione: ViabizzunoElettricista: Nicola Vecchia; Fotografie: Saverio MaurielloUfficio Stampa: ldp Milano

Conception; supervision; color design and light concept: prof. Massimo Caiazzo, IACC ITALIA Work Supervision; documentary sources management and graphic layout: arch. Giuseppe AlbaneseScientific supervision Andrea B. Del Guercio, Director of the Department of Arts and Anthropology of the Holy of the Accademia di Belle Arti di Brera Milan, “Lettera alla Madonna” by Carmine SabbatellaUnder the high supervision of the Architectural and Landscape Heritage for the districts of Salerno and AvellinoMain Sponsor paints: Sikkens (Akzo Nobel)Cultural Consultant: Armando Fagotto; Technical Consultant: Giuseppe FischettiRealization: Impresa Battista e Antonio D’Andrea per Capossela restauriLight Design Consultant: arch. Daniela Morelli - Lightlive SrlLight Partner: ViabizzunoElectrician: Nicola Vecchia; Photographer: Saverio MaurielloPress Office: ldp Milano

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36 Mirabella Eclano (AV), Italia, Chiesa di Santa Maria Maggiore, panoramica35 Mirabella Eclano (AV), Italia, Chiesa di Santa Maria Maggiore

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38 Verona, Italia, autobus AMT, sedile 39 Verona, Italia, autobus AMT, interno

37 Verona, Italia, autobus AMT

The colors palette of the new liquefied natural gas buses of the town of Verona expresses, on aesthical terms, the wish to offer to the public transport users a quality service that is able to harmoniously conjugate the attention towards the environment with the people’s wellbeing. The new kind of buses, both when in stop and in movement, are moving elements that characterize the urban layout. Since they have been in service, the AMT of Verona has re-corded a dramatic reduction of the vandalism aboard. The auto body has been divided into three horizontal stripes in order to optimize the perception of the vehicle’s size and to reduce the costs of realization and maintenance. On the top side they have tested colors made by “effect pig-ments” with high technology content. For the first time, in the Italian and European public transport system, it has been used a paint that changes colors accor-ding to the light grade that hits the bus (orange blue, violet). On the intermediate stripe, it has been set a lively green that underlines the ecological vocation of these buses. The stripe on the bottom retakes one of the changing hue of the top the cobalt blue because this side is more exposed to consumption and to dirty.

La tavolozza colori dei nuovi autobus a gas naturale del-la città di Verona, esprime in termini estetici il desiderio di offrire all’utenza del trasporto pubblico un servizio di quali-tà, capace di coniugare armoniosamente l’attenzione verso l’ambiente e il benessere delle persone.Sia da fermi che in fase di marcia, i nuovi bus sono elementi mobili caratterizzanti dell’arredo urbano.Da quando sono entrati in servizio l’Amt di Verona ha con-statato una drastica riduzione degli atti vandalici a bordo dei veicoli. La carrozzeria è stata suddivisa in tre fasce orizzon-tali al fine di ottimizzare la percezione delle dimensioni del veicolo e contenere i costi di realizzazione e manutenzione.Nella parte alta (o tegolo) sono stati sperimentati colori ot-tenuti con “pigmenti ad effetto” di altissima tecnologia. Per la prima volta nel trasporto pubblico italiano ed europeo è stata applicata una vernice che cambia colore a seconda dell’inclinazione della luce da cui è colpita (arancio, blu, viola). Nella fascia intermedia è stato inserito un vivissimo verde che sottolinea la vocazione ecologica di questi autobus.La fascia in basso (che è più esposta allo sporco e all’usura) riprende uno tra i toni cangianti del tegolo, il blu cobalto.

GLI AUTOBUS CAMBIANO PELLEprogetto colore degli autobus a gas naturale

BUSES CHANGE SKINcolor design for natural gas buses

Studio Massimo Caiazzo, Verona 2004AMT Azienda Mobilità e Trasporti, VeronaFotografie: A. Belgioioso

Practice Massimo Caiazzo, Verona 2004AMT Mobility and Transport Company, VeronaPhotographer: A. Belgiojoso

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“Let’s color the world 2008-2009” is born from the idea that color is an irreplaceable resource to value and to recover the urban territory with a small investment and with interven-tions that can be rapidly implemented. The goal of this initiative is to promote the color culture to contribute to develop a new, broader and holistic concept of “living hygiene”.“Let’s color the world” is addressed to students and project designers of the future offering them the chance to elabora-te design proposals based on the use of color to redevelop suburbs and the urban disused areas. The initiative has proposed to the students of Design Schools and Academies of Milan and Verona five workshops focu-sed to establish the theoretical grounds to realize chromatic redevelop designs of complicated urban or degraded areas. The designs realized by the students have taken part to a contest for the assignment of three scholarships offered by “Let’s color the world” and other offered by Aler Milan for the redevelop of Lorenteggio area. Then there was a special prize by IACC for a design corre-sponding to the principles of the international Association.

AWARD WINNING DESIGNS1° Prize: “Green tunnel” by Heewon Kim and Larsen Niklas, Domus Accademy 2° Prize: “Tunnel” by Celine Switzeny, Domus Academy 3° Prize (ex aequo): “Piazza San Sebastiano a Verona” by Debora Giacinti, ABAV 3° Prize (ex aequo): “Colors for a new living” by Mazzone, Toniolo, Bolla and Schanung, ABAV

IACC SPECIAL AWARD“Piazzale Corvetto” by Beatrice Cossutti, NABA

1° Classified - Aler Award: “Orti Quotidiani” by Gandolfini, Gnocchi and Frusca 2° Classified - Aler Award: “Giardini Verticali” by Bassi, Viccardi, Cremaschini and Gatti 3° Classified - Aler Award: “Centenario Aler Milano-Futurismo” by Cagnolati, Fornari, Masseroni

“Coloriamo il Mondo 2008-2009” nasce dalla constatazione che il colore può divenire una risorsa insostituibile per valo-rizzare e recuperare il territorio urbano con un investimento poco oneroso e con interventi di rapida attuazione.L’obbiettivo dell’iniziativa è di promuovere la cultura proget-tuale del colore e contribuire così allo sviluppo di un nuovo e più esteso, olistico concetto di “igiene” abitativa.“Coloriamo il Mondo” si rivolge agli studenti e ai progettisti di domani offrendo loro la possibilità di elaborare proposteprogettuali basate sull’uso del colore per riqualificare le pe-riferie e le aree urbane dismesse.L’iniziativa ha proposto agli studenti di Accademie, Scuole di Design e Atenei di Milano e Verona cinque workshop, finaliz-zati a porre le basi teoriche per la realizzazione di progetti di riqualificazione cromatica di aree urbane problematiche o in stato di degrado. I progetti realizzati dagli studenti parteci-panti hanno poi concorso per l’assegnazione di tre borse di studio da parte della stessa iniziativa “Coloriamo il Mondo” e di tre borse di studio messe in palio da Aler Milano per la riqualificazione del quartiere Lorenteggio. A questi si è successivamente aggiunto il premio speciale IACC per un progetto particolarmente in linea con i principi dell’associazione internazionale.

PROGETTI PREMIATI1° Premio: “Green tunnel” di Heewon Kim e Larsen Niklas, Domus Accademy2° Premio: “Tunnel” di Celine Switzeny, Domus Academy3° Premio (ex aequo): “Piazza San Sebastiano a Verona” di Debora Giacinti, ABAV3° Premio (ex aequo) “Colours for a new living”di Mazzone, Toniolo, Bolla e Schanung, ABAV

PREMIO SPECIALE IACC “Piazzale Corvetto” di Beatrice Cossutti, NABA

1° Classificato - Premio Aler: “Orti Quotidiani” di Gandolfini, Gnocchi e Frusca2° Classificato - Premio Aler: “Giardini Verticali”di Bassi, Viccardi, Cremaschini e Gatti3° Classificato - Premio Aler: “Centenario Aler Milano-Futurismo” di Cagnolati, Fornari, Masseroni

COLORIAMO IL MONDOiniziativa per la riqualificazione cromatica delle città, concorso, workshop e mostra degli elaborati

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40 “Green tunnel” di Heewon Kim e Larsen Niklas, Domus Academy - 1° Premio “Coloriamo il mondo 2008-2009”

42 “Orti Quotidiani” di Gandolfini, Gnocchi e Frusca - 1° Classificato “Premio Aler”

41 “Piazzale Corvetto” di Beatrice Cossutti, NABA - Premio Speciale I.A.C.C.

LET’S COLOR THE WORLDinitiative for the chromatic redevelop of cities, contest, workshop and exhibition of the designs

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ting field, but was also enlarged into the sculpture, the jewel and the incision art, where it became extremely refined. His artistic work could be a big example of the “Intenso Splendore” as his big friend Ungaretti has defined: “In quei suoi tessuti o meglio membrane, di pittura uniforme quasi monocroma e pure intrecciate di fili diversi di colore, di raggi di colore, s’aprono, dentro i fitti favi gli alveoli di pupille pregne di luce, armati di pungiglioni di luce. La luce è infatti in Dorazio, e sarà come realtà di pittura per merito di Dorazio, anche concentrazione e fissazione su un punto di luce riaffiorato da abissi, iterato all’infinito. Così può uno scernere il miele delle ore”.(Giuseppe Ungaretti “Un intenso splendore” Im Erker. San Gallen, maggio 1966).

As the “painter lives with his colours and as the musician do not break away from his sounds, and both always think about how to organize them and discover their more secret and complex aspects” (Piero Dorazio, L’oeuil ecouté 1986)

in the same way, the Architecture and the City have to live with their “light” trough the radiation of the “Sun” and, through the broad spectrum of their colors, coherently with their materials and the environment, will form the appro-priate language of their own culture.

tense di scale materiche e cromatiche, in un campo di forze luminose modulari e filtri di luce. I “tessuti” si organizzano poi, negli anni successivi, in “reticoli”.che s’impiccoliscono o si allargano in grandi bande, creando un forte effetto di risonanza cromatica. I “colori” sono sem-pre puri, quelli più forti del “giallo”, del “rosso” e del “blu” s’intrecciano nei punti di massima intensità. Ma l’esperienza non si svolge solo sul campo della pittura, Do-razio s’interessa soprattutto, negli ultimi anni, anche di scul-tura, di gioielli, di ceramica, di stampa e di “incisioni” e le sue opere in questo vasto campo sono estremamente raffinate.Tutto il suo percorso, nell’applicazione artistica del colore può essere un grande esempio di quel …“intenso splendore” come lo definì il suo caro amico Ungaretti: “In quei suoi tessuti o meglio membrane, di pittura uniforme quasi monocroma e pure intrecciate di fili diversi di colore, di raggi di colore, s’aprono, dentro i fitti favi gli alveoli di pupille pregne di luce, armati di pungiglioni di luce. La luce è infatti in Dorazio, e sarà come realtà di pittura per merito di Dorazio, anche concentrazione e fissazione su un punto di luce riaffiorato da abissi, iterato all’infinito. Così può uno scernere il miele delle ore”. (Giuseppe Ungaretti “Un intenso splendore” Im Erker. San Gallen, maggio 1966)

Così come “il pittore vive in mezzo ai suoi colori e come il musicista non si separa mai dai suoi suoni, e tutti e due pensano continua-mente ad organizzarli e a scoprirne la combinazione degli aspetti più segreti e complessi”(Piero Dorazio, L’oeuil ecoutè 1986)

anche l’Architettura e la Città devono vivere con la loro “luce” e ricomporre e formare, attraverso il vasto spettro dei “colori” coerenti con i propri materiali e il proprio ambiente, l’articolato linguaggio della propria cultura.

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Presidente EUROSOLAR ITALIA

“LA LUCE” E IL “COLORE” COME COMPONENTI FONDAMENTALI DELL’ARCHITETTURA

La “luce” è una componente fondamentale dell’Architettura.

È interessante cogliere il valore fondamentale di questa com-ponente nell’esistenza umana, nel condizionamento delle proprie strutture e dell’ambiente, insieme alla trasposizione della composizione di ogni tipo di elemento cromatico. La “luce” non è un fenomeno, è un evento che s’identifica con il “Sole” che la produce e si diversifica in ogni latitudine e in ogni cultura. Il “Sole” nutre e stimola i sensi di tutti gli esseri umani, innescando effetti straordinari nella nostra “mente” e nel nostro “spirito”.

Dall’approccio filosofico della pittura che si fonda sulla ricer-ca cromatica dei raggi della “luce” del “Sole” di Piero Dorazio architetto, pittore, socio fondatore della nostra Associazione Eurosolar e dalle sue due importanti opere create e progetta-te apposta per il “Premio Solare Europeo” (la prima del 1999 che si articola su una gamma di colori e tessuti materici, la seconda del 2004 che mira alla comunicazione e all’ordine più complesso della città) nascono spunti e riflessioni sullo stretto rapporto tra “colore”, i materiali, le regole e la gram-matica del linguaggio dell’architettura e della città.

La “luce” nelle opere di Piero Dorazio è innanzitutto “men-tale”, deriva dall’osservazione del continuo modificarsi delle strutture cromatiche di miriadi di “colori”, “timbri e gradua-zioni di tinte,” i quali appartengono tutte alla natura della luce e del suo vasto spettro.

L’esperienza della pittura di Piero Dorazio ci appare come un’appropriata applicazione del “colore” in una vasta gam-ma di possibilità. Essa parte dallo studio mentale della “luce” fino alla capacità di interpretare e conciliare i valori strutturali, percettivi ed emotivi del “colore”. Il “colore” entra nel lungo magico percorso delle variegate esperienze della pittura di Dorazio, che passa da una costru-zione spaziale rigorosamente geometrica alle sommesse tessi-ture filiformi delle linee e dei colori come indici e vettori di una materializzazione cromatica di energie spaziali invisibili riman-dabili alle “radiazioni solari” o alle dinamiche linee forza del “futurismo” puntate verso l’infinito, del primo dopoguerra.

Negli anni 55/60 l’esperienza del colore si consolida come “struttura”, diventa materia, complessa, trasparente in un “tessuto” di segni e colori che acquistano luminosità più in-

The “light” is a fundamental component of the Architecture.

It is extremely interesting to collect the fundamental value of this component, that is conditioning the human structures and in his environment, together with the transposition and use of any kind of colours and forms. The “light” is not just a phenomenon, it is a fact that it is identified with the “Sun”, in all the latitude and cultures. The “Sun” watches over and nurtures all living things as it also stimulates the senses and the imagination of all human spirit.

From the philosophic approach, based on the “color” research of the “light radiations of the sun” by Piero Dorazio, architect, painter, founder member of Eurosolar, and from the two im-portant paintings, created on purpose, for our “European So-lar Prize” we can built up several starting points and conside-rations on the closed relationships between colors, materials, rules and the syntax of the “architecture and city language”.

The “light” in the Piero Dorazio paintings is, first of all, “men-tal”, is originated looking at the continuous modifications of the chromatic structure of the different colors from the nature of the light in his broad spectrum.

The Piero Dorazio painting experience can show us the ap-propriate use of colors in a wide set of possibility. This experience starts from the mental research of the light to the capacity of interpret the structural, perceptive and emotive values of the colour. The colour enter in the long magic artistic journey of the different areas of the painting of Dorazio, that goes from the spatial rigorous geometrical construction to the soft texture of lines of colours as vectors of spatial energies non visible of the solar radiations or of the dynamic force lines of the “futurism” oriented to the “infinite”.

During the 55/60 years, the colour experience became “structure”, material, complex, transparent as a texture of signs and colours acquiring more intensity of brightness in a modular and light filtered field. The “textures” organized themselves on “reticoli” become small or large zone with a big effect of chromatic resonance. His colours are always “pure” the strong yellow, the red or the blue get together in the maximum intensity point.The Dorazio experience is not only involved in the oil pain-

Francesca Sartogo

“LIGHT” AND “COLOR”AS FUNDAMENTAL COMPONENTS OF THE ARCHITETTURE

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(1) Quartiere Gescal a Sesto S. Giovanni Milano 1970/72F. Sartogo, P. Sartogo, L. Bugatti, A. Michetti, F. Pagano, S. Rosso, A. Roversi, L. Visconti, F. Ferralasco, V.Rossi, F. Lenti, O. Piccinino, F. Biondolillo.

THE “COLOURS” AS URBAN QUALITATIVE ELEMENT

The urban and building project for “Sesto S. Giovanni Public Housing district” in Milan (1) organizes a serial, vertical bu-ilding elements localized into the urban nodes of a referring general planning grid. The buildings are planned with two apartments par escalator in the qualitative and quantitative typologies. The planning design is formed by 27 buildings divided in 3 blocs of 3 towers each, with various decreasing height, facing to a central “corte-piazza” open to building and urban connections.

In order to obtain an unitary vision, the project referrers to a” perceptive chromatic design” formed by two coloured pro-spective areas (One inferior One superior) facing into the bu-ilding facades. Very important is the change from planning to building scale of the spatial urban nodes of the “corte-piazza” sited in the central points of the global grid.

The monochromatic colours in the building facades and their prospective design give to the planning district an interesting vision. The white colour prospective design is more coherent with the vertical altimetry of the existing city, while the black colour prospective design project the surface of the building to the sky in a more dynamic, altimetry dimension. The winter fog could change the planning vision, making disappear the black part and leave visible the white ones.

The monochromatic white colours in the building facades and their prospective design within the strong yellow co-lour of the inner courtyard facades focus the most important planning district journey and the polarity events.The colours and the perspective design can friendly change the serial “Public Housing district” crossing citizen to each point in a global unitarily qualitative formal design.

IL “COLORE” COME ELEMENTO DI QUALIFICAZIONE DELLA PIANIFICAZIONE URBANA

Il progetto urbanistico e edilizio del “Quartiere Gescal di Se-sto San Giovanni” a Milano”(1), partendo dall’esperienza del progetto per il concorso d’idee per Secondigliano a Napoli, organizza una configurazione di elementi edilizi ripetibili a sviluppo verticale, localizzati nei nodi di una generale griglia di riferimento.

Gli organismi edilizi vengono caratterizzati secondo le previ-sioni del Piano d’intervento in due alloggi su un unico corpo scala, tipologicamente diversi e quantitativamente aggregati secondo percentuali stabilite. La struttura generale è forma-ta da 27 elementi edilizi raggruppati in 9 nuclei costituiti da 3 torri ciascuno, di altezza variabile decrescente, affacciati su una “corte-piazza” aperta agli accessi urbanistici ed edilizi.

Al fine di conseguire un’immagine unitaria dell’intervento, il progetto fa ricorso a un progetto di “cromatismo percet-tivo” fondato sulla delimitazione di due campi prospettici (uno inferiore e uno superiore) proiettato sulle superfici dei fabbricati. Particolare importanza assume il passaggio dalla scala urbanistica a quella edilizia, costituita dalle “cerniere spaziali” delle “corti-piazza” poste al centro dei nuclei edilizi, nei nodi della griglia urbanistica generale. L’accentuazione di tale valore è ottenuto con un’unica forte valenza cromatica: il “colore” fondamentale, il “giallo puro” codifica e comunica lo spazio polarizzante e aperto dell’ele-mento che racchiude le tradizionali caratteristiche bioclima-tiche della “corte Italica”.

I due colori monocromatici sulle superfici delle facciate edi-lizie e l’andamento prospettico delle superfici bianche con-sente di articolare una visone di altimetrie coerente con la città esistente, mentre l‘andamento delle superfici scure proiettano il quartiere verso il cielo, in una dimensione al-timetrica più dinamica e avveniristica. I momenti di nebbia invernali, inoltre diversificano in maniera consistente la vi-sione d’insieme. Il colore e il disegno prospettico permettono di rendere più attraente l’intero quartiere e di avvicinare l’utente da qual-siasi punto, nel percorso di un disegno formale che ottiene un’unica qualità e unitarietà d’insieme.

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(1) Sesto S. Giovanni Public Housing district” in Milan 1970/72F. Sartogo, P. Sartogo L. Bugatti, A. Michetti, F. Pagano, S. Rosso, A. Roversi, L. Visconti, F. Ferralasco, V. Rossi, F. Lenti, O. Piccinino, F. Biondolillo.

44 Sesto S. Giovanni (MI), Italia, Quartiere Gescal

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ves and the lifetime, changing the expectations of the heal-thcare offer. The patient becomes a conscious actor, who is required to contribute to the healing process, reducing the healing time and optimizing the productivity. On the other hand, it is necessary a change in the environ-ment that has to become a place more sensitive to the users’ needs. The users have to be able to observe and to judge this environment before finding out the quality of the services offered in that healthcare facility. This “cured” environment produces benefits for the medical staff too who works in very stressing conditions and relationships with the structure and the patients. What follows is a need for “environmental humanization” that realizes in designing an harmonious en-vironment that expresses human care, environmental quality together with positive emotional contents and languages, moderating the cool aspects given by the technology: “The more hightech humans have, the more high touch hu-mans want” (John Naisbitt).The importance of the functional color design is given by the study on the effects that color has on the individual and on the environment in its physical quality of electromagnetic wave and what it produces on the individual and on the en-vironment, in particular: the photobiological effects (vision, light, changes in the autonomic nervous system), the commu-nication effects (verbal and nonverbal informations, sensorial interaction), psychological effects ( ways of behavior, cultural models, perceptive syneastesies, clothing or belonging choi-ces), therapeutic effects (psychosomatic medicine, chromo-therapy, antianxiety therapies, environmental wellbeing).Color has also effects on the cortical activity. It stimulates emotional, aesthetical and symbolic associations. During the cognitive process, we perceive any kind of inci-tements that we receive through the sensory cells with the mere optical perception. In this way, everything is activated in our brain that processes what has been stored up, tran-sforming the stimulations in aware perceptions.The chromatic hues, determined by the length of the corre-sponding electromagnetic wave act in different ways on the body functions, on the brain and on the emotions. They are sensory experiences which produce concomitant perceptions, interacting with those related to the other sen-ses: the syneastetic phenomena. These phenomena, if used in the right way, can be aimed to get chain sensations, for example, the increase of the sense of breathing (orange), the stimulation of the appetite (the reds), the abatement of the

Il paziente diventa attore cosciente e partecipativo, al quale si richiede di collaborare e reagire per una rapida guarigio-ne, che accorci i tempi di cura e ottimizzi la produttività dell’azienda sanitaria. Per contro, si rende necessario un cambiamento dell’ambiente che diventi un luogo più sen-sibile alle esigenze degli utilizzatori, che sono in grado di osservarlo e giudicarlo prima ancora di verificare la qualità del servizio offerto. Tale ambiente “curato” crea benefìci an-che per il personale sanitario, sottoposto ad attività, orari e rapporti con la struttura e con i pazienti molto stressanti. Ne deriva un’esigenza di “umanizzazione ambientale” che si concreta nel predisporre uno spazio armonioso in cui pro-fondere attenzione e qualità ambientale, insieme a linguaggi e contenuti emozionali positivi, stemperando gli aspetti fred-di della tecnologia: “Più alta è la tecnologia intorno a noi, più si ha bisogno di un tocco umano” (John Naisbitt).La rilevanza del progetto del colore funzionale è data dallo studio degli effetti che il colore, nella qualità fisica di onda elettromagnetica, produce sull’individuo e nell’ambiente, in particolare: gli effetti fotobiologici (visione, luce, variazioni del sistema nervoso autonomo), comunicativi (informazio-ni verbali e non verbali, interazione sensoriale), psicologi-ci (comportamenti, modelli culturali, sinestesie percettive, scelta dell’abbigliamento o dell’appartenenza), terapeutici (medicina psicosomatica, cromoterapia, tecniche antistress, benessere da contesto ambientale).Il colore ha effetti sull’attività corticale, stimola associazio-ni di tipo emotivo, simbolico ed estetico. Durante il proce-dimento cognitivo, percepiamo qualsiasi forma di stimolo che ci perviene attraverso le cellule sensoriali con la mera percezione ottica; tutto viene successivamente attivato nel nostro cervello, comprendendo quanto immagazzinato e tra-sformando gli stimoli in percezioni consapevoli.Le gradazioni cromatiche, determinate dalla lunghezza d’on-da elettromagnetica corrispondente, agiscono in modi diffe-renti sulle funzioni dell’organismo, sulla mente, sulle emo-zioni: sono esperienze sensoriali che, interagendo con quelle connesse con gli altri sensi, producono delle percezioni con-comitanti: i fenomeni sinestesici. Questi, se usati in modo consapevole, possono essere fina-lizzati ad ottenere sensazioni a catena quali, ad esempio, l’aumento del senso di respirabilità, (l’arancione), la stimo-lazione dell’appetito (i rossi), l’attenuazione della percezione di rumore (l’indaco), la predisposizione al riposo (il blu) o, al contrario, la capacità di concentrazione (il giallo), la sensa-

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Architetto e Color Consultant I.A.C.C. - COLORE E …®

COLORE FUNZIONALE: IL BENESSERE PSICO-FISICO NEGLI AMBIENTI SANITARI

La qualità ambientale è un presupposto fondamentale per la validità delle costruzioni, superando i limiti dell’“edilizia malata” e garantendo anche un’architettura ecosostenibile. Si esprime soprattutto attraverso la corretta percezione de-gli elementi sensoriali e il colore, insieme alla luce, rappre-senta un elemento chiave nel rapporto tra gli esseri umani e il loro habitat. Gli stimoli visivi che riceviamo dall’esterno producono effet-ti e reazioni di tipo fisico - intellettuale - emozionale che, mediante uno studio mirato, collaborano positivamente a migliorare la qualità della vita, soprattutto in ambienti parti-colarmente disagiati come quelli sanitari. “Il colore non può essere considerato soltanto una questione di arte e bellezza o un semplice elemento decorativo”(Frank Mahnke)In realtà la funzione del colore, specialmente se finalizzato al benessere ambientale, è molto più importante poiché im-plica fattori umani e psicologici. Sebbene la qualità dell’ambiente da sola non abbia ovvia-mente il potere di far guarire, il corretto e mirato uso dei toni cromatici può essere un aiuto terapeutico di grande rendi-mento, intervenendo sui parametri biologici, psicologici, cul-turali e simbolici. La relazione tra colore e agio psicologico sono noti univer-salmente: colore e luce giocano un ruolo fondamentale per il benessere psico-fisico degli utilizzatori degli spazi. Il colore è un linguaggio di comunicazione non verbale che informa, fa intervenire le emozioni, condiziona l’umore, con-tribuisce a valorizzare la qualità dell’offerta: è un efficace mezzo espressivo e uno strumento di sottile persuasione, che influenza la relazione tra l’individuo, l’ambiente e i suoi interlocutori. L’influenza psicofisiologica è subita inconsape-volmente. Il colore è portatore attraverso la luce di stati di benessere, ma anche di tensioni. Per questo è necessario riflettere sull’uso del colore soprattutto negli ambienti della salute, poiché può diventare elemento di disturbo, di aggres-sione fisica e visiva, che può condurre al rifiuto dei cromati-smi (“Cromofobia”, David Batchelor).Attraverso l’uso del colore funzionale è possibile realizzare uno scenario ambientale che faccia cogliere agli utenti una mag-giore sensibilità e partecipazione umana insieme alla profes-sionalità degli operatori e a un elevato grado di tecnologia. Le nuove tecnologie hanno aumentato le possibilità di gua-rigione e la durata della vita, modificando le aspettative dell’offerta sanitaria.

Daniela De Biase

The environmental quality is an essential premise for the efficiency of the constructions, to overcome the limits of the “ailing construction” and to guarantee an environmentally friendly architecture. It expresses itself through the correct perception of the sensorial elements and of the color. It represents a key element in the relationship between the human beings and their habitat together with the light. The visual incitements that we receive from the external world produce effects and reactions on a physical, intellec-tual and emotional level, that through a focused study, posi-tively contribute to improve the quality of the life. This is especially true in distressing environments as the he-althcare facilities. “Color cannot just be considered a question of art and beau-ty or a mere decorative element” (Frank Mahnke)Actually the function of the color will become much more important because it implies human and psychological fac-tors, especially if it is aimed to the environmental wellbeing. Even if the quality of the environment alone does not heal a sick person, the focused and correct use of the chromatic hues can be an important therapeutic help because it in-tervenes on biological, psychological, symbolic and cultural parameters. The relationship between color and psycholo-gical comfort is universally known: color and light play an essential role for the psychophysical wellbeing of the users of an environment. Color is a nonverbal communication language that gives information, it produces emotions, it influences the mood and it contributes to appraise the quality of the offer: it is an effective expression media and it is a subtle persuasion tool, that influences the relationship among the user, the environment and its interlocutors. The psychophysiological influence, that color has on the human being, is an uncon-scious process. Color produces wellbeing states through the light, but it can also produce anxiety. For this reason, it is important to think about the use of color, above all in the healthcare facilities because it can pro-duce annoyance and visual or physical aggression which can cause a color rejection (“Chromofobia” David Batchelor).Through the functional use of the color, it is possible to re-alize an environmental scenery that makes the users feel a greater sensibility and human care together with the compe-tence of the staff and a high technological level. The new technologies have increased the healing perspecti-

FUNCTIONAL COLOR: THE PSYCHOPHYSICAL WELLBEING IN THE HEALTHCARE FACILITIES

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the most suitable one to harmonize to the final function of that environment. The ultimate goal of the design is to reach a sensorial ergonomics. It is essential to study and to consider the “theatre of color” first: the relationships among colors, thinking about the pro-cesses that will guide the choices because the complicated chromatic phenomena, the ambiguities and the mistakes are such that no color appears as it is in its physical reality but it is modified by contrasts, quantitative and proximity relation-ships to other hues. The eye modifies the color hues through the influence of the surrounding colors. A superficial use of the color, an incoherent relationship with architecture, separated interventions made in different ti-mes can lead to chromatic pollution and to dangerous mi-stakes, realizing too colorful atmospheres and creating lack of balances between image and content, monotony or over stimulation, causing disturbance and wrong environmen-tal conditions. For all these reasons it is necessary to think about the use of the color in relationship to the healthcare facilities. We should eliminate the negative perceptions not only the visual ones, but also the auditory, the tactile and the olfactory ones through the use of proper lights, colors, ma-terials and technologies. Let us build sensations, let us wake up memories, let us create atmospheres again through the knowledge and the aimed use of the perceptive syneastesia. Let us simulate what the environment is not capable to give us: open space feelings, nature sensations, sun light and fresh air sensations, healthy, comfortable and cozy environ-ment where you can regenerate yourself.The goal to reach is the realization of friendly space in which you want to spend time in spite of yourselves. Function and beauty walk hand in hand and the mere aesthetical dimen-sion of the chromatic choice is replaced by the functional one aimed to the definition of environmental quality. It is necessary to concentrate on the color culture, on the diffusion and on the specific education in order to choose the quality and the right chromatic amounts aimed to the re-alization of a right humanization of the healthcare facilities to guarantee an effective environmental comfort.

“The functional color has to serve the human aims” (Faber Birren)

tali per cui nessun colore appare come sembra nella sua realtà fisica, ma è modificato da contrasti, rapporti quantita-tivi e di vicinanza con le altre tinte. L’organo visivo trasforma, quindi, i toni di colore attraverso l’influsso di quelli circostanti. L’uso superficiale del colore, un incoerente rapporto con l’architettura, interventi slegati tra loro, effettuati anche in modi e in tempi differenti, possono portare ad abusi e in-quinamenti cromatici realizzando atmosfere esageratamente colorate, squilibri tra immagine e sostanza, monotonia o ec-cessi di stimoli, causando disturbo e condizioni ambientali non ottimali. È necessario, pertanto, riflettere in modo opportuno sull’uso del colore, in particolare negli ambienti che interessano la salute: eliminiamo le percezioni negative, dunque, non solo visive ma anche olfattive, sonore e tattili, attraverso l’uso di luci, colori, tecnologie adeguate e materiali prodotti nel rispetto della sostenibilità. Costruiamo sensazioni, risvegliamo ricordi e memorie incon-sce, ricreiamo ambientazioni tramite la conoscenza e l’uso mirato delle sinestesie percettive. Simuliamo ciò che l’am-biente non è in grado di fornirci: sensazioni di spazio aperto, di natura, di luce solare, di aria fresca, di un ambiente sano, confortevole e accogliente, in cui rigenerarsi. L’obiettivo da raggiungere è realizzare un luogo ospitale in cui si abbia voglia di passare tempo, nostro malgrado. Funzione e bellezza, dunque, camminano insieme di pari passo e la dimensione puramente estetica della scelta cro-matica viene a essere sostituita da quella funzionale, finaliz-zata alla definizione della qualità ambientale. Di conseguenza, bisogna concentrarsi sulla “cultura del colore”, sulla divulgazione e sulla formazione specifica per scegliere qualità e dosi cromatiche idonee, finalizzate alla realizzazione di una corretta umanizzazione degli ambienti sanitari, a garanzia di un effettivo comfort ambientale.

“Il colore funzionale deve servire gli scopi umani” (Faber Birren)

noise perception (indigo), the tendency to rest (blue) or, on the contrary, the ability to concentrate (yellow), the sensa-tion of freshness (blue and green) or of warmness (red and warm colors), the attitude to socialize (turquoise) or to the intimacy (pink hues) and many others. So the color is like a great illusionist with thousands faces. It has the ability to induce us to feel a sensation instead of another one. Through the “functional color”, a designer uses colors according to its environmental end use and to the kind of user and he or she creates the right atmosphere in the environment. An atmosphere that is functional to our body and to our sensitivity and that can influence our mood. It can communicate calm, availability to personal relation-ships and a tendency to positive feelings.The different colors and the chromatic matches are used to underline the different functions required to gain the diffe-rent design goals that vary according to wards or to the kind of the service offered in a healthcare facility. Every hue has to be modulated with the right saturation and brightness in order to not disturb the patient. The handling of the light multiplies the physical properties of the color, enriching the environment on an emotional level and erasing the most obvious and depressing dreariness. The natural and artificial lights should be put in order to not create dangerous dazzles or visual disturbance in complian-ce with the law and in respect with the natural orientation of the environment and with the furniture.The lighting should be realized with the right lighting engi-neering computations that take into account the different functions of the environments and the different users. It should also differentiate the environments through the use of different color temperatures of the lights in the illu-minating bodies. If we change the Kelvin grades according to the functions of the environments and the related colors, we will have a design of the shadows that tends to protect the user from dangerous dazzles, if the designer will not take into account the patient’s position and his visual field. If the color will be conveniently studied and chosen in the right hue, the right saturation and brightness, it becomes an effective tool for the design. It will have the ability to modify the proportions and the perceptions of the environments, it will determine expectations, it will differentiate the atten-tion, signalizing uses and functions of the environments. Therefore it is essential to choose and to employ not “a co-lor” but the “right color” for every architectural environment,

zione di fresco (il blu e i verdi) o di calore (il rosso e i colori caldi), l’attitudine alla socializzazione (il turchese) o all’inti-mità (i rosati) e altre. È così che il colore si manifesta come un grande illusionista dai mille volti, in grado di indurci a provare una sensazione per un’altra. Attraverso il colore funzionale, utilizzato in base alla destinazione d’uso degli ambienti e del tipo di fruito-re, creiamo nell’ambiente il “clima” più opportuno, adeguato al nostro fisico e alla nostra emotività, che può influenzare l’umore, trasmettere serenità, disponibilità ai rapporti inter-personali e predisporre a sentimenti positivi. I differenti co-lori e gli abbinamenti cromatici servono a rilevare le diverse funzioni per il raggiungimento degli obiettivi che, ovviamente, variano secondo il reparto o il tipo di servizio. Tutte le croma-ticità devono essere modulate con saturazioni e luminosità tali da non disturbare il particolare stato del paziente. La manipolazione della luce moltiplica le proprietà fisiche del colore, arricchendo emotivamente lo spazio e cancellan-do il più evidente e sconfortante squallore. Le luci naturali e artificiali dovrebbero essere ubicate per non creare dannosi abbagliamenti e disturbi visivi, in ottemperanza con direttive e normative, nel rispetto dell’orientamento naturale e con le posizioni degli arredi. L’illuminazione, realizzata con opportuni calcoli illuminotecnici che tengano conto delle funzioni degli ambienti, dei colori usati, della tipologia di utenti e della loro visuale, differenzia le zone anche attraverso l’uso di diverse temperature colore delle lampade, calde o fredde all’interno dei corpi illuminanti. Variando in tal modo i gradi Kelvin si ottiene un progetto delle ombre, da affiancare a quello delle luci, in grado di proteggere l’utente da abbagliamenti nocivi e di produrre risparmio economico ed energetico.Se opportunamente studiato e scelto nella giusta tonalità, saturazione e luminosità, il colore diventa un efficace stru-mento di progettazione, che modifica le proporzioni e le per-cezioni degli spazi, determina aspettative, differenzia situa-zioni di attenzione segnalando usi e funzioni. Pertanto, per ogni spazio architettonico è fondamentale studiare, scegliere e applicare non “un colore”, ma il “suo colore”, quello più adatto, cioè, ad armonizzarsi allo scopo e all’uso di quello spazio, con l’obiettivo finale di perseguire un’ergonomia sensoriale. È indispensabile studiare e considerare dapprima il “teatro del colore”, e cioè l’azione e la relazione tra i colori, rifletten-do sui processi che ne determinano le scelte, poiché i com-plessi fenomeni, le ambiguità e gli inganni cromatici sono

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45 Roma, Italia, Azienda Ospedaliera S. Andrea Progetto di restyling per l’umanizzazione - Wayfinding - Scale I fruitori acquisiscono autonomia nell’orientarsi all’interno di un connettivo duttile, stimolante, equilibrato. Le attribuzioni cromatiche sono relative alle funzioni e ogni singolo “clima cromatico” rende riconoscibile il piano. L’uso e l’interazione di colori di alta luminosità e saturazione favoriscono il risparmio energetico.

Roma, Italia, Dipartimento di Onco-Ematologia-Tomoterapia, Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata Progetto di restyling per l’umanizzazione - Corridoio e bunker della Tomoterapia Dentro il “temuto” bunker della Tomoterapia, le sensazioni di isolamento e costrizione sono mitigate dall’uso di gradazioni arancio e turchese per ottenere una visione periferica dolce ma solida. Il clima cromatico del reparto passa dal freddo al caldo nell’avvicinarsi ai luoghi di attesa per la terapia.

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47 Roma, Italia, Pronto Soccorso Ospedale S. Eugenio Progetto di restyling per l’umanizzazione - Percorsi e attese Nei percorsi due tonalità di tortora, chiaro e scuro, individuano con il celeste la calma operatività e con uno stimolante giallo la frenetica attività verso i codici rosso e giallo. Un quadro che rappresenta una galassia serena e profonda dà il benvenuto e accompagna nel percorso di cura.

Roma, Italia, Ambulatorio di Preospedalizzazione e di Ortopedia, Azienda Ospedaliera San Giovanni Adddolorata Progetto di restyling per l’umanizzazione - Sale d’attesa Funzioni diverse richiedono progetti cromatici differenti. Un’inusuale scacchiera verde e viola a pavimento insieme all’indaco blu e al giallo sole sulle pareti creano uno scenario accogliente utile a trascorrere le molte ore necessarie alle numerose visite. Diversamente invece, in Ortopedia, i colori complementari arancio terracotta e verde sottobosco trasmettono uno stimolante messaggio dinamico.

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49 Roma, Italia, Dipartimento di Onco-Ematologia, Azienda Ospedaliera San Giovanni Adddolorata Progetto di restyling per l’umanizzazione - Atrio principale e sala d’attesa piano 2 Ognuno dei 4 piani del complesso edilizio è caratterizzato da colori dominanti e sottodominanti che identificano le diverse funzioni, nel rispetto dell’armonia architettonica. I colori sono scelti in relazione alla particolare fisiologia dei fruitori e alla instabile situazione sensoriale. Secondo il metodo COLORE E SANITÀ i colori devono risultare non invasivi, ma un garbato e deciso supporto al lungo percorso di cura.

San Donato Milanese (MI), Italia, Reparto di Angiologia del Policlinico San Donato Progetto di restyling per l’umanizzazione - Spazi comuni e degenze Negli ambienti di transito, i diversi cromatismi su pareti opposte identificano in modo agevole le funzioni e le direzioni. Nelle camere di degenza, il turchese tranquillizzante dialoga con l’indaco rosato a soffitto che rimanda l’immaginazione ad un sereno tramonto. Un giallo solare accompagna l’ingresso della luce naturale dalla finestra, mentre una lampada wallwasher non investe direttamente lo sguardo del paziente allettato.

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ting subject of color, already investigated by the theoretical point of view, it is then carefully applied to the “color for the design of the architecture” from Frietz Schumacher to Adolf Behne, that in 1913, for example, brings color compositions of Bruno Taut in the design of a settlement in the popular residential garden city near Berlin, where architectural study aimed to apply the primary colors and the theory of com-plementary colors to the facades of the buildings those are colored in red and green, blue and yellow ocher.Following this color choice, after World War I, in Germany and in Europe the debate on the color project was divided on two fronts: the supporters of architecture colorful, with Gropius, Taut, etc.., that affirm that the white is the color of the bou-rgeoisie restorer, and the supporters of a white architecture, headed by Le Corbusier, for whom “the color is vulgar.” In this period, in Italy and in Rome, the choice of colors of the facades, is considered - rightly - as a design decision, closely related to architecture, and then left solely to the individual designer and his personal logic and sensitivity to the built and environment. The architects of the twentieth century, those who work in the years ‘30-’40, who design and implement this new Rome, operate with wisdom on the subject, by placing their buildings in the preexistence traditional color, generally without crea-ting violent discord with the context, even when the eclectic nature of the latter could perhaps be a constraint, suggesting allusions or references, they do not rely on the chromaticism of the built environment to the color of the painting, but the volume of the spatial box, plastic chiaroscuro effect of solids and voids, transparency the glass and the extension of the balconies.It is in Turin with John Brino that was born in 1978 the first real Plan of Color, drawn up by Germano Tagliasacchi and Riccardo Zanetta, followed by numerous plans for the Italian cities such as Pozzuoli, Giulianova, Bergamo, Prato, Ponza, Trieste, Portofino, Cremona, Caserta, etc.. For Florence it was drafted the Plan for the District of San Lo-renzo, for Naples it was drafted the Plan of the Renaissance part. For the city of Roma Capitale to date it has been prepa-red Plan of Color of the Municipio II - evaluated as pilot plan and finally extend to the Old City with a proper Statement to be included in the new building regulations.

si è poi applicato attentamente al “colore di progetto dell’ar-chitettura”, da Frietz Schumacher ad Adolf Behne, che nel 1913 porta ad esempio le composizioni cromatiche di Bruno Taut per un insediamento residenziale popolare nella città-giardino nei pressi di Berlino; insediamento residenziale dove - per applicare all’architettura lo studio volto ai colori primari e alla teoria dei colori complementari - le facciate degli edifici vengono colorate di rosso e verde, di blu e ocra gialla. A seguito di questa proposta cromatica, dopo la Prima Guer-ra Mondiale, in Germania e in Europa il dibattito sul colore di progetto si è articolato su due fronti: quello dei sostenitori dell’architettura colorata, con Gropius, Taut, ecc., per i quali il bianco è il colore della borghesia restauratrice, e quello dei sostenitori dell’architettura bianca, con Le Corbusier, per i quali “il colore è volgare”.In questo periodo, in Italia e a Roma, la scelta del cromati-smo delle facciate, viene conside-rata - giustamente - quale una decisione progettuale, strettamente connessa all’archi-tettura, e quindi affidata esclusivamente al singolo progetti-sta e alla sua personale logica e sensibilità nei confronti del costruito e dell’ambiente. Gli architetti del Secolo XX, quelli che operano negli anni 30-40, che progettano e realizza-no questa Roma nuova, operano con saggezza in proposito, inserendo i loro edifici nella preesistenza cromatica tradi-zionale, senza creare in genere violente dissonanze con il contesto, anche quando il carattere eclettico di quest’ultimo poteva forse rappresentare un vincolo, suggerendo allusioni o richiami; essi non affidano il cromatismo del costruito al colore della tinteggiatura, ma alla volumetria della scatola spaziale, all’effetto plastico chiaroscurale dei pieni e dei vuo-ti, alla trasparenza dei vetri e alla estensione dei balconi.È a Torino che, con Giovanni Brino nel 1978, nasce il primo vero Piano del Colore, redatto da Riccardo Zanetta e Germa-no Tagliasacchi, seguito da numerosi piani per le città italia-ne come Pozzuoli, Giulianova, Bergamo, Prato, Ponza, Trieste, Portofino, Cremona, Caserta, ecc. Per Firenze è stato redatto il Piano per il Quartiere di S. Lorenzo, per Napoli il Piano della parte rinascimentale. Per la città di Roma Capitale fino ad oggi è stato redatto il Piano del Colore del Municipio II, considerato Piano - pilota da estendere finalmente alla Città Storica con una Normativa adeguata da inserire nel Nuovo Regolamento Edilizio.

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Since the eighties to the present, for the historical centers of the cities were drawn up several plans of the color, mea-ning with plan of the color that design tool of control over the paintwork of the walls, with a clear and unambiguous reference system; closely related to the Plan of urban furni-ture, the plan of the color represents the basic tools for the chromatic of the more general Plan for the Protection of the urban image.The knowledge of the history of the colors of the facades of the buildings is obviously behind the study of each plan of the color.It is known that in Italy since Roman times until the advent of reinforced concrete, (which has revolutionized with the pillar-beam structure the structural techniques traditionally known), each building has always pointed out in the image of its prospects, the fundamental difference between the archi-tectural elements and walls.Two were then, usually, the chromatic elements characteri-zing the color of each building: one of the brick (or plaster simulating the color tone of the brick) in the walls and one of the stone (real or simulated) in the architectural orders.Until the end of the ‘800 and the first decades of the ‘900, for the whole Eclectic Period, architectural orders are largely the basis for “language of architecture”.

While in the architectures from the Eclectic Period the desi-gners mimic the historical architecture in styles and in their classic color on the apparatus (fondi-risalti), in the architec-ture from the rationalist, modern and contemporary period - designed and constructed with a completely different na-ture and in which are absent features present in the Eclectic Period - the painting of the plaster of the walls of the facades at the beginning keep the traditional coloring dictated by the technology of primitive materials (brick and stone) and the usual visual perception of the historical urban spaces, later with the rationalism assumes the absolute white, and later on the traditional colors chosen by the designer.For these architectures, in Italy - and Rome in particular - has not raised the issue of the color design of the facades, as it isn’t no longer valid, for them, the color combination of the tone of the brick walls for the walls and the tone of the stone for the architectural order.

This occurs contrary to what has happened in the German school, since the dawn of ‘900, where the vast and fascina-

Architetto

I PIANI DEL COLORE PER LA CITTÀDal piano del colore del Municipio II del Comune di Roma al piano del colore di Roma Capitale

Dagli anni Ottanta a oggi, per i centri storici delle città sono stati redatti numerosi Piani del Colore, intendendo per Piano del Colore quello strumento progettuale di controllo sulle tinteggiature dei muri, dotato di un sistema di riferimento chiaro e univoco. Strettamente connesso al Piano dell’Ar-redo Urbano il Piano del Colore rappresenta il settore della salvaguardia cromatica del più generale Piano di Tutela della Immagine urbana.La conoscenza della storia del cromatismo delle facciate de-gli edifici è ovviamente alla base dello studio di ogni Piano del colore.È noto che in Italia, dall’epoca romana fino all’avvento del cemento armato (che nella struttura portante pilastro-tra-ve ha rivoluzionato le tecniche strutturali tradizionalmente note) ogni edificio ha sempre evidenziato, nell’immagine dei suoi prospetti, la differenza fondamentale tra gli elementi dell’ordine architettonico e i fondi murari.Due erano quindi, abitualmente, gli elementi cromatici carat-terizzanti il colore di ogni edificio: quello del laterizio (o dell’intonaco simulante il tono croma-tico del laterizio) nei fondi murari e quello della pietra (vera o simulata) negli ordini architettonici.Sino alla fine dell’800 e ai primi decenni del ‘900, quindi per tutta l’epoca eclettica, gli ordini ar-chitettonici rappresenta-no in larga misura il “linguaggio dell’architettura”.E mentre nelle architetture del periodo eclettico i progettisti imitano le architetture storiche negli stilemi e nel loro colo-re sull’apparato classico (fondi-risalti), nelle architetture del periodo razionalista, moderno e contemporaneo - concepite e costruite con un carattere del tutto diverso e nelle quali sono assenti i caratteri del periodo eclettico - la tinteggiatu-ra dell’intonaco delle pareti delle facciate mantiene all’inizio il tradizionale cromatismo dettato dalla tecnologia dei pri-mitivi materiali (mattoni e pietra) e dall’abituale percezione visiva degli spazi urbani storici; in seguito, con il razionali-smo, assume quello del bianco assoluto e, in seguito, quello dei colori tradizionali scelti dal progettista.Per queste architetture, in Italia - e a Roma in particolare - non si è posto il problema del colore di progetto delle fac-ciate, non sussistendo più, per esse, quel binomio cromatico del tono del laterizio per i fondi murari e del tono della pietra per l’ordine architettonico. E questo si verifica contrariamente a quanto è avvenuto, dagli albori del ‘900, nella scuola tedesca, dove il vasto e affasci-nante tema del colore, già indagato dal punto di vista teorico,

Marcella Morlacchi

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THE PLANS OF THE COLOR FOR THE CITYFrom the plan of the color of the Municipio II of the City of Rome to the plan of the color of Roma Capitale

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In Municipio II, as in other municipalities in direct contact with the Old Town, as has been mentioned, the historical architecture and eclectical one are complemented by those of Rationalist modern or contemporary period. Therefore, the Plan has divided the buildings in these two types: for historical architecture, remaining valid Statement of the Plan, it must be the opinion of the Sovraintendenza, to the eclectic architecture - in which the color, affixed to the walls in the early 900, then in a relatively recent time, it is often still the original one, and in any case can not be considered ancient - survey the techniques valid for the correct painting of historical architectures are typically not necessarily to be taken, while the architecture created in the subsequent rationalism, modern and contemporary period the problem is limited to the choice of hues of funds walls, to be identified in the color palette, in keeping with the tone of the built, and in accordance with the original project.Aimed at the preservation of the harmony of the urban ima-ge, understood as a place of signs and colors, the Plan for the Protection of the Image of Municipio II, and later those prepared for the Historical City of Roma Capitale, is part of the strategy to redevelop the territory of Rome, in his role as European Capital: territory rich in history, bounded up to 1870 from the beautiful Roman countryside “Fuori Porta” that painters of the eighteenth century shows in oils and wa-tercolors landscape which area of grazing cattle and sheep, and together with the area of farm houses and palatial villas of eminent personalities. In the short period of 140 years, these scenarios have become in the current campaign sce-narios city, delimited and defined, from the administrative point of view, in the areas of the different Municipi.Precise objective of the Plan is to safeguard and enhance the image of the town territory of the Municipio II to redevelop the entire city, where the quality of the architecture is frustra-ting for the general lack of knowledge of proper treatment of their chromatic wall surfaces, historical and eclectic, with the consequent loss of the original perceptual aspect, the cancellation of the reading of the architectural design and the consequent fall of the quality of urban environments.The study dealt with to protect this urban scenario was ba-sed on a careful reading of the historical character of the settlements and their transformations over time in order to identify the logical reasons which, in different PRG, addres-sed the building development according to specific types in the various areas of the territory.

lo sfondo e l’ornato. Ma occorre, prima di tutto, avere una Normativa per “mettere in ordine” il colore dei fronti edilizi cittadini.

Nel Municipio II, come negli altri Municipi in diretto contatto con il Centro Storico, come si è accennato, le architetture storiche ed eclettiche si affiancano a quelle del periodo ra-zionalista, o moderno e contemporaneo. Pertanto, il Piano ha suddiviso gli edifici in queste due tipologie: per le ar-chitetture storiche, restando valida la Normativa del Piano, occorre il parere della Sovraintendenza; per le architetture eclettiche - nelle quali il colore, apposto sui muri nei pri-mi anni del 900, quindi in un tempo relativamente recente, spesso è ancora quello originario e comunque non si può considerare antico - le tecniche di indagine valide per la cor-retta tin¬teggiatura delle architetture storiche non sono in genere necessariamente da adottare, mentre per le architet-ture realizzate nel successivo periodo del razionalismo, e in quello moderno e contemporaneo, il problema si limita alla scelta delle tonalità cromatiche dei fondi murari, da indivi-duare nella Tavolozza dei Colori, in sintonia con i toni del costruito, e nel rispetto del progetto originario.

Teso alla salvaguardia dell’armonia dell’immagine urbana, intesa quale luogo di segni e di colori, il Piano di Tutela dell’Immagine del Municipio II, e successivamente quello re-datto per la Città Storica di Roma Capitale, si inserisce nella strategia volta a riqualificare il territorio di Roma, nel suo ruolo di Capitale Europea: territorio denso di storia, delimita-to fino al 1870 da quella bellissima campagna romana “fuori Porta” che negli olii e negli acquerelli dei vedutisti settecen-teschi si mostra quale zona di pascoli di bovini e di greggi di pecore, ed insieme zona di casali e di ville aristocratiche di eminenti personaggi. Nel breve periodo di 140 anni questi scenari di campagna si sono trasformati negli attuali scenari di città, perimetrati e definiti, dal punto di vista amministrativo, negli ambiti dei diversi Municipi.Preciso obiettivo del Piano è stato quello di salvaguardare e valorizzare l’immagine cittadina del territorio del Municipio II per riqualificare quello dell’intera città, dove la qualità del-le ar¬chitetture si sta vanificando per la generale mancata conoscenza del corretto trattamento cromatico delle loro superfici murarie, storiche ed eclettiche, con la conseguen-te perdita dell’originario aspetto percettivo, l’annullamento

FROM THE PLAN OF THE COLOR OF THE MUNICIPIO II OF THE CITY OF ROME TO THE PLAN OF THE COLOR OF ROMA CAPITALE

Plan aimed at protecting the image of the city by extending it to the entire historical city, this Plan of Color (together with the Plan of urban furniture) has its basis in an in-depth historical investigation.It offers to the inhabitants of this territory the possibility of choosing to repaint buildings with the right coloring for the tone of the color itself and for - mostly - the architectural “places” to color. It offers the certainty of not making mista-kes. And dividing the architecture typology into two major building types, depending on their date of birth, before and after the advent of reinforced concrete, it is organizing a palette of color and families (through a specific legislation) and offers an intervention strategy to recover the beauty of the built urban environment.This intervention strategy extends, finally, to the entire city of Roma Capitale, in those municipalities that have the cha-racteristics of the Municipio II, and in particular to those in direct contact with the Old Town, offering to all operators, and in particular to the architects, the operating system as a useful pilot methodology.No need for architects equipped with high science or high color sensitivity, as writes Paolo Marconi about the qualities necessary to the architect in charge of the project color:“... The designer of the color is not simply this: it must be first and foremost an architect. But an Architect with a capital letter A, ... an architect can distinguish a base by a capital, a smooth ashlar by an ashlar relief, a real area of brickwork by a brick imitated surface with a brush, a humble architect, then, and only able to read the architecture computing as it was once at school: a sketch of logical analysis and grammar ...”“So it is asked to the architect who must design the color of the city, house by house. In fact, he has to give a uniform co-lor and meaningful to the two great antagonists of the faca-des of architecture: the background and the ornate ... In the golden age of architecture ... - we agreed - and it has been motioned by Serlio - that the ornament was lighter than the background, to distinguish themselves from it ...”Nothing new, so nothing original to say today, on the two gre-at antagonists of the facades of architecture: the background and the ornate. But it is necessary, first of all, to have a State-ment to “tidy up” the color of the building fronts citizens.

DAL PIANO DEL COLORE DEL MUNICIPIO II DEL COMUNE DI ROMA AL PIANO DEL COLORE DI ROMA CAPITALE

Finalizzato al Piano di Tutela dell’Immagine della città da estendere poi all’intera città storica, questo Piano del Colore (insieme al Piano dell’Arredo Urbano) affonda le sue basi nell’approfondita indagine storica.Esso offre agli abitanti di questo territorio la possibilità di apporre liberamente sugli edifici da ritinteggiare una colori-tura “giusta” sia per il tono della tinta sia - principalmente - per i “luoghi” della compagine architettonica dove apporla. Offre la certezza di non commettere errori. E suddividendo le architetture in due grandi tipologie edilizie, in funzione della loro data di nascita, ossia prima e dopo l’avvento del cemento armato, organizza una tavolozza di famiglie croma-tiche e (attraverso una Normativa specifica) una strategia di intervento per recuperare la bellezza del costruito urbano.Questa strategia d’intervento si estende, finalmente, all’in-tera città di Roma Capitale, in quei suoi Municipi che pre-sentano le caratteristiche del Municipio II, e in particolare a quelli in diretto contatto con il Centro Storico, offrendo a tutti gli operatori, e in particolare agli architetti, un utile sistema operativo come metodologia pilotaNon occorrono architetti dotati di alta scienza o alta sensibili-tà cromatica, come scrive Paolo Marconi in merito alle qualità necessarie all’architetto incaricato del progetto del colore: “... il progettista del colore non è semplicemente tale: deve essere prima di tutto e soprattutto un architetto. Ma non un Architetto con la A maiuscola, ...un architetto in grado di distinguere un basamento da un capitello, un bugnato liscio da un bugnato a rilievo, una superficie di cor¬tina la-terizia vera da una superficie laterizia imitata col pennello; un architetto umilissimo, dunque, e soltanto capace di leg-gere l’architettura compitandola come si faceva una volta a scuola: un abbozzo di analisi logica e di riflessione gram-maticale...Tanto si chiede all’architetto che debba progettare il colore della città, casa per casa. Egli infatti deve dare un colore omogeneo e significativo ai due grandi antagonisti delle facciate di architettura: lo sfondo e l’ornato... Nel secolo d’oro dell’architettura ... - si era d’accordo - ed il Serlio ne fece cenno - sul fatto che l’ornato fosse più chiaro dello sfondo, per distinguersi meglio da esso...” Niente di nuovo, quindi, niente di originale si deve dire oggi, in me-rito ai due grandi antagonisti delle facciate di architettura:

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RECURRING CHROMATIC ERRORS

For the historical center of Rome, the problem of protecting the chromatic errors has been discussed for years and deepe-ned by well-known scholars, and in particular by Paolo Mar-coni, including through the guide “L’architetto e l’imbianchi-no”, sent, several years ago, all the Roman architects through the bulletin AR Order of Architects of Rome and Lazio, tried to spread widely the culture of urban color: guide that presents such a clarity that is impossible to consi-der that the architecture of the center Town, for which it was drafted, it could still perpetrate chromatic errors at the time of their restoration. But it became clear that very few have studied, or simply read, this guide, as the chromatic errors have continued and continue to degrade the environment Roman.

The errors that are perpetrated on historical or eclectic buil-dings of Municipio II, from the small villa to apartment house, are also found on the eclectic buildings belonging to other Municipi and the same rule applies to them on the proper di-stribution of color on two different parts of the architectural apparatus.

The most common error is to extend the tone color of the brick on the funds applied between the windows also on the scores of the architectural orders.This error is usually mated to a choice of color called Yellow Turin, which for years has characterized particularly the Prati area, where the technicians of the time, mostly from this city, once again raised the characteristic color of their local sto-nes, color defined and described as “a color of fresh cut gre-en pumpkin” in “Consigli ed avvertimenti degli Ill.mi Signori consulenti di S.M. per la coloritura della città”. (document placed around the second decade of 700 for the baroque Turin).

Yellow ocher can be considered valid for the funds, but it is incorrect to apply this color and any other color shades of brick - as has been repeatedly emphasized - even on parts of the architectural highlights, and then the ashlar (embossed or smooth) of the cantonal of the stands, on the horizontal bands used to represent the stone slabs on the statues and decorations in general.

GLI ERRORI CROMATICI RICORRENTI

Per il Centro Storico di Roma il problema della salvaguardia dagli errori cromatici è stato da anni discusso e approfondito da noti studiosi, e in particolare da Paolo Marconi che, anche attraverso la guida “L’architetto e l’imbianchino”, inviata, pa-recchi anni addietro, a tutti gli architetti romani attraverso il bollettino AR dell’Ordine degli Architetti di Roma e del Lazio, ha cercato di diffondere capillarmente la cultura del colore urbano: guida che presenta una tale chiarezza espositiva da considerare impossibile che sulle architetture del Centro Sto-rico, per le quali essa è stata redatta, si potessero ancora oggi perpetrare errori cromatici, al momento del loro restauro. Ma è risultato chiaro che ben pochi hanno studiato, o sempli-cemente letto, questa guida, poiché gli errori cromatici hanno continuato e continuano a degradare l’ambiente romano.

Gli errori ricorrenti che vengono perpetrati sugli edifici sto-rici o eclettici del Municipio II, dal villino alla palazzina, agli edifici intensivi, si riscontrano anche sugli edifici eclettici appartenenti agli altri Municipi e vale per essi la stessa re-gola relativa alla corretta distribuzione del colore sulle due diverse parti dell’apparato architettonico.

L’errore più ricorrente è quello di estendere il tono cromatico del laterizio applicato sui fondi tra le finestre anche sulle partiture degli ordini architettonici.Questo errore è in genere abbinato alla scelta del Colore definito Giallo Torino, che ha caratterizzato particolarmente per anni il Quartiere Prati, dove i tecnici dell’epoca, per lo più provenienti da questa città, hanno riproposto il colore caratteristico delle loro pietre locali, colore definito e de-scritto quale “un color de zucca verde tagliata de fresco” nei “Consigli ed avvertimenti degli Ill.mi Signori consulenti di S.M. per la coloritura della città”.(documento collocabile intorno al secondo decennio del ‘700 per la Torino barocca).

Il colore giallo ocra si può considerare valido per i fondi, ma è errata l’applicazione di questo colore e di qualsiasi altro colore sui toni del laterizio - come si è ripetutamente ribadi-to - anche sulle parti in risalto dell’ordine architettonico, e quindi sul bugnato (in rilievo o liscio) dei cantonali, dei ba-samenti, sulle fasce orizzontali atte a rappresentare le lastre in pietra, sulle statue e sulle decorazioni in generale.

The phase of the investigation, conducted through literature sources, iconographic and witness statements to the color of the buildings, made it possible to produce a map of the entire built Municipio II, such as to indicate the age of its architec-ture and hence their color, tied dictated by the particular type of Piani Regolatori that have come and gone over time.The methodology adopted to achieve the goal, articulated in three successive phases (data collection - processing of the data collected - Protection Project) has allowed us to draw up the correct color palette, specifying traditional Romans color tones identified the categories of buildings, indicating, for its historical buildings and eclectic architectural parts of the apparatus on which to apply these tones, avoiding serious mistakes.

della lettura del disegno architettonico e la conseguente ca-duta di qualità degli ambiti urbani.Lo studio affrontato per tutelare que¬sto scenario urbano si è basato su una accurata lettura dei caratteri storici degli insediamenti e delle loro trasformazioni nel tempo, al fine di individuare i motivi logici che, nei vari PRG, hanno indirizza-to lo sviluppo edilizio secondo precise tipologie, nelle varie zone del territorio.La fase d’indagine, condotta anche attraverso fonti biblio-grafiche, iconografiche e testimoniali relative al colore degli edifici, ha permesso di realizzare una mappa del costruito dell’intero Municipio II, atta ad evidenziare l’età delle sue architetture e quindi del loro colore, legato alla particolare tipologia edilizia dettata dai Piani Regolatori Generali che si sono avvicendati nel tempo.La metodologia adottata per raggiungere l’obiettivo, articolata in tre successive fasi (Raccolta dei dati - Elaborazione dei dati raccolti - Progetto di tutela) ha permesso di redigere la corret-ta Tavolozza dei Colori, specificando i toni cromatici tradizio-nali romani per le categorie edilizie individuate, indicando, per gli edifici storici ed eclettici, le parti dell’apparato architetto-nico su cui applicare questi toni, evitando errori gravi.

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THE COLOR PALETTE

On the basis of all the gathered data it has been filled out the palette of colors for painting the buildings of the Muni-cipio II and the final adopted plan for the Roma Capitale, which was approved by the Sovrintendenza Comunale and Sovrintendenza Statale also divided by color tones more su-itable for the two historical and eclectical categories (reds and yellow-ocher to the plaster - and even celestial colors and light pink for the plaster of those particular historical buildings protected by the National Trust for which it has been experienced the presence of the original lapis lazuli or rosino color - the color of travertine light and dark gray tuff and tuff for the stone), and for the buildings of the ra-tionalist , modern and contemporary period (light shades of pink, sky blue, yellow and white lime, with some shades of green with plaster strollato for buildings characterized by this particular green considered as a complementary color to the red brick in sight).For buildings of the rationalist, modern and contemporary period the color chosen by the designer remains valid for any repainting, and the plaster can still be tinted with any other pastel color palette, to belong to the family of traditio-nal colors of Rome, unless appropriate exemptions .The tones shown for historical buildings in the center of Rome in the direction of Paolo Marconi (L’architetto e l’im-bianchino) are extended - appropriately integrated with other hues - the eclectical buildings of the territory of the Municipio II, integrating them with other specially designed for the painting of buildings belonging to the rationalist, mo-dern and contemporary period.For eclectical buildings the tones of the painting of the funds and the projections are not exclusively reserved for those be-longing to the territory of the Municipio II, but of course also apply to those of the municipalities in the Old City.

LA TAVOLOZZA DEI COLORI

Sulla scorta di tutti i dati raccolti si è compilata la Tavolozza dei Colori per la tinteggiatura degli edifici del Municipio II e quella definitiva adottata per il Piano di Roma Capitale, ap-provata dalla Sovrintendenza Comunale e da quella Statale suddivisa anch’essa per le tonalità cromatiche più idonee per le due categorie storiche ed eclettiche (colori rossi e giallo-ocra per l’intonaco - ed anche colori celesti e rosa chiaro per l’intonaco di quei particolari edifici storici tutelati dalla Sovrintendenza per i quali si riscontri la presenza dell’origi-nario lapislazzuli o il color rosino - color travertino chiaro e scuro, color grigio peperino e color tufo per la pietra) e per gli edifici del periodo razionalista, moderno e contemporaneo (toni chiari sul rosa, il celeste, il giallo e il bianco calce, con alcune tonalità del verde con intonaco strollato per gli edifici caratterizzati da questo particolare verde considerato quale colore complementare di quello rosso del mattone a vista). Per gli edifici del periodo razionalista, moderno e contempo-raneo, il colore scelto dal progettista resta valido per qual-siasi ritinteggiatura, e l’intonaco può comunque essere tin-teggiato con qualsiasi altro colore pastello della tavolozza, per appartenere alla famiglia dei colori tradizionali di Roma, salvo opportune eccezioni. I toni riportati per gli edifici storici del centro di Roma nella guida di Paolo Marconi (L’architetto e l’imbianchino) vengo-no estesi - opportunamente integrati con ulteriori tonalità - agli edifici eclettici del territorio del Municipio II, integran-doli con altri appositamente studiati per la tinteggiatura de-gli edifici appartenenti al periodo razionalista, moderno e contemporaneo.Per gli edifici eclettici i toni della tinteggiatura dei fondi e dei risalti non sono esclusivamente riservati a quelli appar-tenenti al territorio del Municipio II, ma valgono ovviamente anche per quelli dei Municipi della Città Storica.

Among other errors, the most common are:• the tone color of the brick on the funds applied between the windows is extended, without any rules, only on some parts of the architectural orders, for example, only the rusti-cation of the base, while the ashlar of the cantonal is treated with other shade;• the vertical parts of the frames of the portals, and, at times, the windows are treated in accordance with the hue of the stone up to a certain height (where it was actually placed the stone) and then are painted with the color adopted in funds walls, (where, instead of the stone is placed the stone “simulated”);• the architectural unity of the prospectus building is altered brushing with different color units of various condominiums;• the tone of the projections of the window frames is cho-sen different from that adopted for the rusticated base and cantonal• a wall treated with bosses is painted with the color applied on the funds “smooth” plans superiors;• the projections are painted freely, without regard to the hue of the stone, and with more colors variables in the individual constituents of the architectural order, for example by put-ting a lick on the capitals with different tone from the one affixed to the bases, etc..

Tra gli altri errori, i più comuni sono:• il tono cromatico del laterizio applicato sui fondi tra le fi-nestre viene esteso, senza alcuna regola, solo su alcune parti degli ordini architettonici, ad esempio solo sul bugnato del basamento, mentre il bugnato dei cantonali viene trattato con altra tonalità; • le parti verticali delle cornici dei portali, e, a volte, delle fi-nestre, vengono trattate nel rispetto della tonalità cromatica della pietra fino a una certa altezza (là dove è stata effettiva-mente posta la pietra) e poi vengono tinteggiate con il colore adottato nei fondi murari (là dove invece della pietra è posta la pietra “simulata”);• l’unità architettonica del prospetto edilizio viene alterata tinteggiando con colore diverso le unità dei vari condominii;il tono dei risalti delle cornici delle finestre viene scelto di-verso da quello adottato per i bugnati del basamento e dei cantonali;• una parete trattata a bugnato viene tinteggiata con il colo-re applicato sui fondi “lisci” dei piani superiori;• i risalti vengono tinteggiati liberamente, senza rispettare la tonalità cromatica della pietra, e per di più con Colori va-riabili nei singoli elementi costituenti l’ordine architettonico, apponendo ad esempio sui capitelli una tinteggiatura con tono diverso da quella apposta sulle basi, ecc.

51 Roma, Italia, esempio di errore cromatico 52 Roma, Italia, esempio di errore cromatico

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CONCLUSION

In the design of architectural surfaces architects of yester-day have clearly signaled the place to affix the simulated color of the stone, and where the simulated brick. Similarly, it was the architects of today that “it is the task of preserving the historical memory of our architectural he-ritage, and to address all issues relating to both individual buildings, urban complexes of both historical and environ-mental interest, including facilities of larger size affecting the territorial scale and landscape.”Work of man, motionless in the passing of the centuries, the architecture can not defend from those who can affect the beauty, so care should be taken because this beauty is known, and therefore respected and loved.“That would be great - writes Umberto Broccoli - see again the buildings, facades, architectural details as they were. Resume color. Rome could come back into health if it was recolored.”Sure it is nice to dream that in the near future, planned and designed colors of these historical or eclectical buildings chosen by the designers of yesterday are understood and returned to them by the men of today, returning to shine on the streets and squares of Rome, because - as Blaise Pascal, “...to win the future we must first dream.”So there is hope that to speed up and simplify the problems of the design choices in question, should be made mandato-ry as soon as the Regulations of the Plan of Color of Roma Capitale, aimed at maintaining the image color of the city.

On March 1, 2013, the Assemblea Capitolina resolved to inte-grate the Title IV of the New Building Regulations for Roma Capitale with the Plan of Color of Roma Capitale.And it is the Mayor of Roma Capitale that it is today to finally give in this city, so precious and so helpless, the Statement on the color desired for years.

Research material:Marcella Morlacchi, “Roma.Il Colore e la Città. La tutela della bellezza dell’immagine urbana”, Ed.Gangemi, 2010.

CONCLUSIONE

Nel disegno delle superfici architettoniche gli architetti di ieri hanno chiaramente segnalato il posto dove apporre il colore simulato della pietra e dove quello simulato del mattone. Anche per questo è agli architetti di oggi che “è affidato il compito di conservare la memoria storica del nostro patrimo-nio architettonico, e di affrontare tutte le tematiche relative sia ai singoli edifici, sia ai complessi urbani d’interesse stori-co-ambientale, comprese le strutture di più ampia dimensio-ne che interessano la scala territoriale e paesistica”.Opera dell’uomo, immobile nel trascorrere dei secoli, l’archi-tettura non può difendersi da chi ne può intaccare la bellez-za, quindi occorre provvedere perché questa bellezza venga conosciuta, e di conseguenza rispettata ed amata.“Sarebbe fantastico - scrive Umberto Broccoli - rivedere i palazzi, le facciate, i particolari architettonici com’erano. Riprenderebbero colore. Roma si rimetterebbe in salute se ricolorata com’era”.Certo è bello sognare che in un prossimo futuro i colori pen-sati e disegnati su questi edifici storici o eclettici dai proget-tisti di ieri vengano compresi e ad essi restituiti dagli uomini di oggi, tornando a risplendere sulle strade e sulle Piazze di Roma, perché - come dice Blaise Pascal - “... per conquistare il futuro bisogna prima sognarlo”.Quindi c’è da augurarsi che per accelerare i tempi e per sem-plificare i problemi delle scelte progettuali di cui si tratta, venga resa cogente al più presto la Normativa del Piano del Colore di Roma Capitale, teso alla salvaguardia dell’immagi-ne cromatica della città.

Il giorno 1 marzo 2013 l’Assemblea Capitolina ha deliberato di integrare il titolo IV del Nuovo Regolamento Edilizio di Roma Capitale con il Piano del Colore di Roma Capitale.Ed è al Sindaco di Roma Capitale che spetta oggi di dare finalmente a questa città, così preziosa e così indifesa, la Normativa sul colore, desiderata da anni.

Per approfondimenti: Marcella Morlacchi, “Roma. Il Colore e la Città. La tutela del-la bellezza dell’immagine urbana”, Ed. Gangemi, 2010.

PROPOSAL OF ARCHIVING

The graphic and color are collected to form the basis of the Archives of architectural and historical data related to buil-dings belonging to the Municipio. In particular, the Archive of Plan of Color of the Municipio II collects and stores all the documents submitted to the Office Services to obtain the authorization to redecorating, namely:• projects in coloring, colored drawings, prints, vintage pho-tographs if found;• color photographs of prototypes of traditional coloring with significant traces of color coded by color catalogs of known scientific reliability (NCS, ACC, etc.).• documents concerning the Statement;• slips of the colors sampled during the course of the works of painting;• photographic documentation of the building before and after the carrying out of works of painting.The other Municipi in the Old City should also prepare its re-lative Archive, to finally reach a concrete knowledge of the hi-story and tidy color of the entire territory of Roma Capitale.

LA PROPOSTA DI ARCHIVIAZIONE

Gli elaborati grafici e cromatici raccolti vengono a costitui-re la base dell’Archivio dei dati storico-architettonici relativi agli edifici appartenenti al Municipio stesso. In particolare, l’Archivio del Piano del Colore del Municipio II raccoglie e conserva tutti i documenti presentati all’Uffi-cio tecnico per ottenere l’autorizzazione alla tinteggiatura, e precisamente: • progetti di colorazione, disegni colorati, stampe, fotografie d’epoca qualora reperiti; fotografie a colori dei prototipi di colorazione tradizionale con rilievo delle tracce di colorazio-ne codificate attraverso cataloghi colore di nota attendibili-tà scientifica (NCS, ACC, ecc.); • documenti inerenti la Normativa; talloncini delle tinte cam-pionate durante lo svolgimento delle opere di tinteggiatura; • documentazione fotografica dell’edificio, prima e dopo lo svolgimento delle opere di tinteggiatura.

Gli altri Municipi della Città Storica dovrebbero anch’essi predisporre il proprio relativo Archivio, per raggiungere infi-ne una concreta e ordinata conoscenza della storia cromati-ca dell’intero territorio romano di Roma Capitale.

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COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ | la cultura del progetto sostenibile

Nella ricerca e negli studi preparatori per la stesura del Pia-no del Colore, si studia la tradizione cromatica della città la qualità dei materiali e degli elementi architettonici e costrut-tivi impiegati nel tessuto urbano per individuare il colore co-erente con la storia di quella città.

Questo è quanto si è fatto anche nel caso della Ristruttura-zione del centro storico de la Habana Vieja attraverso una catalogazione storica dei colori tipici delle città spagnole coloniali caraibiche in modo da consentire, attraverso i piani del colore, mirate azioni di ristrutturazione e di restauro co-erenti con il vissuto storico dei quartieri.L’Oficina de l’Historiador de la Habana, vera e propria strut-tura organizzativa al servizio dell’Historiador dotata di uffici per la progettazione, lo studio e la realizzazione del Plan Maestro della città e di imprese proprie per la realizzazione dei vari progetti, ha avviato prioritariamente uno studio det-tagliato sulla storia cromatica del centro storico, patrimonio universale dell’Unesco, per ricostruirne identità e carattere.Non a caso questa speciale realtà commissariale, l’Oficina appunto, creata e tutelata da leggi speciali che ne garanti-scono la piena autonomia e la possibilità di interveto al di fuori delle normali realtà burocratiche, è sotto la Direzione dell’Historiador de la Ciutad, cioè della più alta Autorità mo-rale e culturale dello Stato, custode esclusivo del patrimonio culturale e storico della città e in grado di orientare il lavoro di recupero e di restauro del Centro Storico nel più completo rispetto della sua identità storica e cromatica.Con lui e con la sua Oficina, ricca di ben 85 architetti, ho collaborato negli anni dal 1998 al 2003 per il recupero ed il restauro delle due farmacie comunali spagnole, patrimo-nio dell’Unesco, la “Jhonson” e la “Sarr” e della Iglesia de SanFrancesco, poste sulla via centrale della città vecchia, “Obipso” e nella Piazza Vieja o Central.Questa mia collaborazione voluta e realizzatasi con il pa-trocinio dell’Ambasciatore Italiano e della Nunziatura Apo-stolica, nella persona di Mons. Beniamino Stella, e con la disponibilità del Comitato ONU in Cuba, mi ha consentito, utilizzando gli accordi in vigore fra ASA e l’Oficina per il restauro delle Farmacie Comunali de la Habana, censite nel patrimonio storico di quella città di partecipare attivamente al lungo processo di recupero e di restauro delle strutture architettoniche relative a quelli edifici.Lo studio del colore e la dettagliata ricerca della storica identità cromatica degli edifici e degli intonaci interni ci ha

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Componente ICC Green Economy Task-force

IL CASO DELL’HABANA VIEJA

A new device color can give a value to the architectural re-storation of spiritual rebirth. The color as a universal means of communication ensures aesthetic quality and recognizable identity to places and ma-kes a city use of color in response to a need for recognition and trasmission of expressive strength in the rigth chemistry between volume and color.

This was true also for the work I have done with the Oficina de l’Historiador de la Ciudada de la Habana for the restora-tion of a part of the Habana Vieja and in particolar for the Farmacia Jhonson, the Iglesia de San Francisco De Asis and for the Plaza Vieja. The work began with a historical cataloging of the tipical colors of the Spanish colonial city in the Caribbean, in order to allow the use of the “Color Plans” renovations consistent with the historical experience of thedistricts concerned.

The City of San Cristobal de la Habana was founded in the south of the Island of Cuba in 1514 by Spanish merchants in se-arch of a natural harbor. The greater part of the buildings were inaugurated in 1791 by inauguration of Governor Don Luis de las Casas and many buildings were completed only in 1834.

The Unesco now insert the Habana Vieja in the patrimony of Humanity and finance a large part of the historical restora-tion and for the work I made in this restoration plane I was named Freedom of the City in 2002.

The typical example of the work done for the recovery of color is just what was done for the Plaza Vieja. The Plaza was inaugurated in 1559 and was the very popular center of the city: place of execution, political demostrations, games with the bulls, market and the big popular Fiestas.

La Plaza, as the great Spanish plazas of Madrid or Barcello-na, is a square shape with big porches perimeter and enclo-sed on all four sides by tall buildings.

Each side is differently colored: blue, yellow, ocher, green, red. We lead to the Plaza by four streets that open on the four sides and each street has the color of the building to which the streets came. The different colors of the buildings and arcades sorrounding the Plaza indicated the different pro-perties of the building and their different utilization.

Cromatismo e colore: Architettura come arte quindi e Archi-tettura come emozione.

I primi veri dibattiti sul rapporto tra COLORE e CITTÀ nasco-no intorno ai primi anni del XX Secolo.Si comincia a parlare del CROMATISMO in ARCHITETTURA agli albori del secolo quando molti illustri architetti comin-ciano a misurarsi sul tema. La cosa più interessante e rive-latrice del nuovo corso la si sperimenterà inizialmente so-prattutto da parte di quegli architetti che saranno chiamati alle intense opere di ricostruzione delle città distrutte dal primo conflitto mondiale e che faranno ricorso sempre più frequentemente all’impiego di un nuovo apparato cromatico per dare un valore intrinseco di rinascita spirituale al mero ripristino architettonico. Oggi questi temi sono di dominio pubblico e costituiscono grande parte dell’affermato nuovo corso architettonico.

Il colore quale mezzo di comunicazione universale, garanti-sce qualità estetica ed identità ai luoghi e rende particolar-mente vivibile e riconoscibile una città.L’utilizzo del colore risponde ad una acclarata esigenza di riconoscibilità e di trasmissione di forza espressiva nella giu-sta alchimia tra volumi e colore.Nelle città ogni elemento costruito si configura come un bene culturale che ci rimanda all’identità del luogo e del periodo storico in cui è stato realizzato perchè racchiude in sè tecniche costruttive e scelte materiche proprie di quella tradizione culturale, delle tecniche locali impiegate e dei ma-teriali disponibili in loco. Il colore diventa così un elemento significativo di rievocazione culturale e una componente es-senziale della tradizione locale.Lo studio attento dei colori nel tessuto urbano diventa così te-stimonianza e riconoscimento dell’identità culturale del luogo.La scelta cromatica, dagli anni ‘80 in poi, non è più sola-mente qualitativa ma con l’avvento del sistema Munsell si sono normati migliaia di campioni cromatici per intonaci e serramenti.

Molte città, in Europa, si sono dotate di un vero e proprio “Piano del Colore” o “Progetto Colore della Città” quale strumento di pianificazione a garanzia del patrimonio esi-stente per consentire una programmazione della trasforma-zione con un miglioramento della qualità urbana nel rispetto dell’identità culturale locale.

Paolo Rotelli

COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ | la cultura del progetto sostenibile

HABANA VIEJA CASE

The colors Festival of the square, now restored, makes the Plaza the real Fiestas’ Plaza of the city.

Same work made by the Oficina for the three most important Farmacie Municipal de la Habana: Sarr, Jhonson, Central; from the beginning the Oficina made the study of the old colours and the restoration of the buildings was made with the original historical spanish colours.

Colour as a historical and cultural identity; the coloring and the color for architecture as art and emotion.

53 San Cristobal de la Habana, Cuba, Plaza Vieja, panoramica

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impegnato per alcuni mesi scanditi dalla certosina attenzione dell’Historiador nella valorizzazione della autentica anima “co-lorata” dell’Architettura spagnoleggiante della città vecchia. Per meglio comprendere la statura dell’uomo che dirige l’Ofi-cina e la dimensione del lavoro di recupero e restauro fatto a la Habana consiglio di ricercare le necessarie notizie biogra-fiche del Dott. Eusebio Leal Splenger (Historiador de la Ha-bana) personaggio di rilevanza mondiale e di leggerne l’im-pressionante curriculum e anche di esaminare sul Webb in dettaglio il portal de la Oficina del Historiador de la Ciudad da la Habana: “Habananuestra”. Potrebbe anche capitarvi di trovare il mio nome nel lungo elenco delle persone citate da Eusebio Leal e dall’Oficina come collaboratori ed artefici di alcuni fra i più significativi restauri del centro storico.

Al termine dei lavori, nel 2003 , alla presenza del Presiden-te della Repubblica di Cuba Fidel Castro, dell’Historiador e dell’Ambasciatore italiano, nel Palacio de los Capitanes Generales sono stato insignito dell’onoreficienza “Huesped Distinguido de la Habana Vieja” (una sorta di Cittadinanza onoraria) in ringraziamento del lavoro svolto per il recupero di edifici storici “patrimonio de la humanidad”.

54 San Cristobal de la Habana, Cuba, Plaza Vieja

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Il lungo percorso che facemmo fino all’inaugurazione nel 2002 dei restauri fatti fu contraddistinto anche dal recupero cromatico nel tessuto urbano quale elemento significativo di una testimonianza tutta tesa al riconoscimento dell’identità storico culturale del luogo.L’esempio più calzante di questo percorso è dato dal lavorosvolto per il recupero ed il restauro della Plaza Vieja, origina-riamente detta “Plaza Nueva”.La Plaza fu aperta nel 1559 ed era davvero il centro della città luogo delle esecuzioni, delle manifestazioni popolari, dei giochi con i tori, del mercato, delle pubbliche sentenze e delle grandi FIESTAS popolari. Rimane uno dei più begli esempi di architettura coloniale fra il XVII e il XVIII secolo: la Plaza inoltre è adornata al centro da una bellissima monumentale fontana di marmo di Carrara di forma ottagonale e ornata alla sommità da quattro delfini. La Plaza, sul modello della Plaza Major de Madrid, è quadra-ta, con loggiati perimetrali e chiusa lungo i quattro lati da edifici a due o tre piani. Ogni lato è diversamente colorato con colori che vanno dall’ocra all’azzurro coloniale, al giallo ed al verde tenue. Si accede alla Plaza da quattro strade cittadine che affluisco-no ai quattro lati e ciascuna di queste strade è colorata del colore del lato della Plaza a cui si accede: così, per esempio, la calle di S. Ignacio ha le case e le mura in azzurro, come il palazzo sul cui lato la calle si innesta nella piazza. Il diverso colore dei palazzi circostanti la Plaza indicava allo-ra le diverse proprietà degli edifici e la diversa destinazione. Bellissime e coloratissime poi le vetrate delle porte ad arco e delle finestre degli edifici della Plaza.Il tripudio di colori è già di per sè una festa e la Plaza è tor-nata così ad essere davvero la Plaza delle Fiestas di tutta la città. I colori comunicano al visitatore la vocazione del luogo: colori a festa per una piazza nata per le fiestas.I colori come identità storica e culturale: le tinte usate per decorare gli edifici della Plaza sono oggi uguali ai colori originali usati nel 1559 e preparati con le stesse procedure artigianali.I lavori di restauro sono ufficialmente terminati nel 2007,dopo essere iniziati nel 1997.

e pagherà le imprese, anche estere, chiamate ai lavori edili, quasi in tempo reale ,alla presentazione della fattura.La mia partecipazione, patrocinata dalle Nazioni Unite e dalla Ambasciata Italiana alla luce degli aiuti internazionali per monumenti riconosciuti “Patrimonio de la Humanitad”, si centrerà sul recupero della Farmacia Jhonson, la Iglesia di San Francesco e la Plaza Vieja.La Farmacia o Drogheria Jhonson fu aperta nel 1886 dal Dr.Manuel Jhonson, di una ricca famiglia spagnola di medici efarmacisti, in via Obipso n.53 nel cuore della Habana Vieja, e rappresenta insieme alle Farmacie “Sarr” e “Taquechel” il più prezioso patrimonio di drogherie, costruite fra la fine del ‘700 e l’800, in puro stile spagnolo coloniale, ad oggi esistente nei Caraibi ed ancora attive.La Iglesia e convento di San Francisco de Asis, esempio mi-rabile di architettura barocca la cui costruzione inizia nel 1548 e termina nel 1591, subirà una prima ristrutturazione importante nel 1731 e sarà sede anche del Governo Coloniale spagnolo. Oggi è museo di arte sacra e sala per concerti.La cosa che più mi sorprese durante i primi incontri con gli architetti dell’Oficina fu che stavano studiando, alla luce di un “Piano Comunale del Colore” (piano e strumento sco-nosciuto per me che venivo da città italiane con grandi pa-trimoni storici del tutto prive di tale piano) di cui l’Oficina aveva dotato il Plan Maestro della città per il recupero degli originali colori degli intonaci del centro storico della città e quindi anche delle Farmacie e della Iglesia.Ma non ricercavano i colori che il periodo che va dal 1959 al 1976 aveva imposto alla città colorando a nuovo anche il centro storico, quando un’onda speculativa senza precedenti si era abbattuta su l’Habana, sotto il regime di Batista, e l’invasione della mafia americana e del turismo del gioco d’azzardo avevano consentito l’abbandono della parte sto-rica della città e la costruzione di casinò e ville in puro stile “liberty Miami” nella periferia.La ricerca era invece indirizzata al colore originale; i colori che nel 1700 o agli inizi del 1800 adornavano gli interni e lemura esterne del patrimonio storico della Ciudad Vieja.Riscoprimmo così i caldi colori mediterranei e castigliani e il restauro cominciò a prendere forma nella ricostruzione conservativa originale, sia per le Farmacie che per la Iglesia (vedi foto e progetto di dettaglio allegati) o la Plaza.Il colore diventa davvero allora un mezzo di comunicazione universale che identifica un bene culturale e ci rimanda allaidentità di quel luogo e del suo periodo storico.

La città di San Cristobal de la Habana fu fondata nella parte sud dell’isola di Cuba nel 1514, da mercanti castigliani alla ricerca di un porto naturale. Nasce così il primo edificio: il Castello della Real Fuerza.La maggior parte degli edifici de la Habana Vieja furono inaugurati nel 1791 all’insediamento del Governatore Don Luis de las Casas. Molti dei palazzi si considereranno però terminati solo nel 1834, dopo il definitivo restauro.Il Palazzo de los Capitanes Generales che troneggia al centro della Plaza de Armas, per circa un secolo si troverà al centro delle attività politiche e commerciali della città.Dal 1790 (data della sua inaugurazione) al 1959 risiederanno qui ben 5 capitani generali spagnoli, quattro prefetti nor-damericani, tre Presidenti della Repubblica e centosettanta Alcaldes de la ciudad (Sindaci).A partire dal 1967, dopo il trionfo della Rivoluzione, sarà lasede di vari governi metropolitani de la Habana.In effetti dopo l’occupazione degli inglesi nel 1762 che apri-rono Cuba al libero commercio, la restaurazione spagnola si caratterizzò, grazie alla lungimiranza della Corona spagnola, non con l’occupazione militare della colonia, ma con la desi-gnazione di funzionari a capo della gerarchia amministrativa dell’isola. Così un vero e proprio piano per le costruzioni ci-vili, opera del governatore e capitano generale Felipe Fon-desviela, marchese della Torre, che regnerà dal 1771 al 1776, consentirà l’edificazione del centro de la Habana, palazzo de los capitanos compreso, secondo lo stile costruttivo colonia-le del barocco spagnolo.È nell’anno 1938 che il Dr. Emilio Roig de Leuchsenring fon-da la Oficina del Historiador de la ciudad con carattere au-tonomo e la responsabilità della salvaguardia della cultura habanera, nazionale e del patrimonio architettonico e cultu-rale dell’isola. Ma sarà solo nel 1967, con l’insediamento di Castro al potere, a rivoluzione compiuta, che con la nomina del nuovo Historiador de la Habana, Dr. Eusebio Leal Splen-ger, l’Oficina acquisterà la dimensione e l’autorevolezza di un vero e proprio OPIFICIO commissariale, legittimato da una legge speciale, edita da Castro personalmente, che le confe-rire la piena autonomia sui lavori di recupero architettonico e di restauro della Habana Vieja, liberandola da ogni condi-zionamento burocratico e statuale.Così nel dicembre del 1994 l’Oficina vara “El Plan Maestropara la Revitalization Integral de La Habanna Vieja”.L’Oficina investirà direttamente i finanziamenti ricevuti dallo stato cubano, dall’UNESCO e dalle raccolte internazionali,

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In fact, some recent achievements leave some doubts, becau-se the desire to surprise has the upper hand on a color plan which, like all plans, must have some solid reasons behind it; there are some basic rules such as those which teach that more a color is bright less the color has to be used. In addi-tion, the emergence of new age philosophies, re-evaluate the use of more neutral colors, shades of gray and brown.And then there is the genius loci: some color choices are perfectly normal in one culture but would be totally wrong in another.I will bring you a personal example: the Children’s Hospital of Tegucigalpa in Honduras where for the outdoor I used gla-ring colors, typical of Mexican and Central American culture, colors that would have been devastating used in Italy.By contrast, in the Department of Pediatric Hospital Marcia-nise I have done references to the game of our Neapolitan boys with symbols for them perfectly recognizable.

I wish to close my intervention with a concept that crosses the color: you invited me also as vice president of Federco-struzioni, the Confindustria federation which brings together the four major sectors of the construction industry: design, construction, materials and technologies.

We are carrying out a project that, by upgrading the quality of all four segments of the supply chain, leads to an increase in the quality of the final product. We are here today to de-bate the first segment, the design; after the era “give a home to the Italians”, that characterized the second half of the XX century, today we have to increase the quality of the product not the quantity. In this context, a new great urban planning that re-qualifies the urban outskirts of cities, not by chance called “gray”, with an architecture that, not surprisingly, is called “green” is the great challenge of the XXI century; I think this is the challenge we have to face together. and management plans color is one of the “must do” with small interventions that allow to change the quality life of our nei-ghborhoods: in the request that we have recently made to the government, we included that in the city plans must be plugged the right space to the redevelopment of the smaller spaces, and the color can be the perfect passe-partout to help this operation.

In effetti, alcune recenti realizzazioni lasciano almeno per-plessi, giacché la voglia di stupire ha il sopravvento su un piano del colore che come tutti i piani deve avere delle mo-tivazioni solide alle spalle; ci sono alcune regole base per esempio quelle che insegnano che il colore, nei vari ambien-ti, vada usato in modo parziale con inserimenti tanto minori quanto più acceso si presenta il colore stesso. Inoltre, l’affermarsi di filosofie new age, rivalutano l’uso di colori più neutri, sulle tonalità del grigio e del marrone.E poi esiste il genius loci: certe scelte di colore sono perfet-tamente normali in una certa cultura ma sarebbero total-mente sbagliate in un’altra.Vi porterò un esempio personale: l’Ospedale Pediatrico di Tegucigalpa in Honduras dove ho usato all’esterno dei colori abbaglianti, propri della cultura messicana e centro america-na, che sarebbero stati devastanti usati in Italia.Al contrario, il reparto Pediatrico dell’Ospedale di Marcianise richiama evidentemente la cultura del gioco dei nostri ragazzi napoletani con simboli per loro perfettamente riconoscibili.

Vorrei chiudere questo mio intervento con un concetto che travalica dal colore: mi avete invitato anche in quanto vice-presidente di Federcostruzioni, la federazione Confindustria-le che riunisce i quattro grandi settori del mondo dell’edilizia: la progettazione, la costruzione, i materiali e le tecnologie.

Noi stiamo portando avanti un progetto che, attraverso l’in-nalzamento della qualità di tutte e quattro i segmenti della filiera, porta ad un innalzamento della qualità del prodot-to finito. Oggi siamo qui per discutere del primo segmento, quello della progettazione; finita l’epoca di dare una casa agli italiani che ha caratterizzato la seconda metà del XX se-colo, oggi dobbiamo innalzare la qualità del prodotto non la sua quantità. In questo quadro, un grande piano di sostitu-zione urbana che riqualifichi le periferie delle metropoli non a caso definite “grigie” con una architettura che, non a caso, è definita “verde” è la grande sfida dell’inizio del XXI secolo; credo che questa sfida la dobbiamo affrontare insieme e la gestione dei piani colore sia uno dei must che permettono, con interventi anche non devastanti sul piano economico, di modificare la qualità della vita delle nostre periferie: nella ri-chiesta che abbiamo avanzato recentemente al governo, ab-biamo inserito che nel piano per le città sia inserito il giusto spazio alla riqualificazione minore degli spazi e il colore può essere il grimaldello giusto per aiutare questa operazione.

I consider particularly important this meeting / confronta-tion between designers on topics that may raise the level of design, handling, as well as the maximum systems, even the so called soft qualities, which are those immediately percei-ved by the citizen. Today I am in comparison with colleagues, as the friend Da-niela De Biase, that on the theme of color are universally known as the undisputed authority. So I apologize in advance if some of the things I will say may seem trivial: perhaps my own contribution can be considered important because it is the point of view of those involved in public works for more than 30 years.

When I started this job, being interested since the begin-ning on hospital’s buildings, the only colors allowed were the light blue and the light green, considered restful and relaxing, for both users and operators. The situation has remained the same until the early ‘90s, when started the first tries using colors in the hospitals. Coming back from a research trip on the United States, I reported a series of shots about the interior design in those countries; together with friends of CNETO (National Center for Construction and Hospital Technology) we published a series of articles supporting the use of color thesis, it is to emphasize a non-trivial peculiar, in those same years in other study trips in European countries, Germany in particular, the only utilized colors were only light blue and light green. Since then there has been great strides: It suffices to note the systematic studies on the effect of color on patients made by Arch. Claudia Raimondi at the Policlinico of Modena.And from that moment the colors have exploded in all Ita-lian hospitals, both as playful moment, and as part of the so-called way finding, that is, the ability to guide the user through the use of color.

Today it is natural that as well as the colored stripes on the ground, leading the user from the entrance to the various services, departments are colored differently so that the pa-tient knows “I’m in the green department, I am in the red” and so on.Then, as always happens in human thought, every action causes an equal and opposite reaction.Recently someone has begun to consider whether has been exaggerated with these bright colors and move from what has become an attitude “fashionable” to a more informed choice.

Ritengo particolarmente importante questo incontro/con-fronto fra progettisti su temi che possono innalzare il livello delle progettazioni, occupandosi, oltre che dei massimi si-stemi, anche delle cosiddette soft qualities, che sono poi quelle immediatamente percepite dal cittadino. Oggi mi trovo a confronto con colleghi, come l’amica Daniela De Biase, che sul tema del colore sono universalmente cono-sciuti come delle autorità indiscusse. Per cui mi scuso in anticipo se alcune delle cose che dirò possono sembrare banali: forse il mio contributo può essere considerato importante perché è il punto di vista di chi si occupa di opere pubbliche da più di 30 anni.

Quando cominciai questa professione, interessandomi da subito dell’edilizia ospedaliera, gli unici colori ammessi era-no il celeste ed il verdino, considerati riposanti e rilassanti, sia per gli utenti che per gli operatori.La situazione è rimasta la stessa fino agli inizi degli anni ‘90, quando iniziarono i primi esperimenti cromatici all’interno degli Ospedali. Ricordo che tornando da un viaggio di studio negli Stati Uni-ti, riportai una serie di foto sul trattamento degli ambienti in quei paesi e con gli amici del CNETO (Centro Nazionale di Edilizia e Tecnica Ospedaliera) pubblicammo una serie di ar-ticoli a sostegno della tesi dell’uso del colore; c’è da sottoli-neare un particolare non banale, in quegli stessi anni in altri viaggi studio negli altri paesi europei, Germania in primis, gli unici colori trovati erano sempre solo il celeste e il verdino.Da allora si sono fatti passi da gigante, basti ricordare l’Arch. Claudia Raimondi che al Policlinico di Modena cominciò de-gli studi sistematici sull’effetto del colore sui pazienti.E da quel momento i colori sono esplosi in tutti gli ospedali italiani sia come momento ludico sia principalmente come componente del cosiddetto way finding, cioè la capacità di orientare l’utente attraverso l’uso del colore.

Oggi è naturale che oltre le strisce colorate a terra, che con-ducono l’utente dall’ingresso ai vari servizi, i reparti siano colorati diversamente così che il paziente sappia “io sto nel reparto verde, io in quello rosso” e così via.Dopodiché, come sempre avviene nel pensiero umano, ogni azione causa una reazione uguale e contraria.Ultimamente si è cominciato a riflettere se non si sia esagera-to con questi colori urlati e passare da quello che è diventato un atteggiamento “di moda” a una scelta più consapevole.

Vice Presidente FEDERCOSTRUZIONI

COLORE E QUALITÀ URBANA

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Braccio Oddi Baglioni

COLORE, ARCHITETTURA E CITTÀ | la cultura del progetto sostenibile

COLOR AND URBAN DESING

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58 Marcianise (CE), Italia, Reparto Pediatrico dell’Ospedale57 Marcianise (CE), Italia, Reparto Pediatrico dell’Ospedale    

   

55 Tegucigalpa, Honduras, Ospedale Pediatrico 56 Tegucigalpa, Honduras, Ospedale Pediatrico

finito di stampareroma, luglio 2013