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IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE di LORENZO SCUPOLI circa 1589A.D. “Non riceve la corona se non chi ha combattuto secondo le regole” (2Tm 2,5). Contents Introduzione 3 Dedica ...................... 3 I: In che consista la perfezione cristiana. Per acquistarla bisogna combattere. Quattro cose necessarie per questa battaglia .................. 3 Le prime due le armi di distruzione di combat- timento spirituale 4 II: La diffidenza di noi stessi .......... 4 III: La confidenza in Dio ............ 5 IV: Come possa conoscersi se l’uomo opera con la diffidenza di sé e con la confi- denza in Dio ............... 6 V: Un errore di molti, dai quali la pusillanimità è tenuta per virtù ............. 6 VI: Altri avvisi, perché acquistiamo la diffi- denza di noi stessi e la confidenza in Dio ..................... 6 La terza arma del combattimento spirituale 6 VII: L’esercizio. E in primo luogo l’esercizio dell’intelletto, che va guardato dall’ignoranza e dalla curiosità ..... 6 VIII: Le cause per cui non discerniamo retta- mente le cose. Il metodo che si deve usare per conoscerle bene ............. 7 IX: Un’altra cosa da cui si deve guardare l’intelletto perché possa discernere bene 7 X: L’esercizio della volontà é il fine al quale si devono indirizzare tutte le azioni interi- ori ed esteriori .............. 8 XI: Alcune considerazioni che inducono la volontà a volere in ogni cosa il bene- placito di Dio ............... 9 XII: Molte volontà esistono nell’uomo. La guerra che si fanno tra loro ....... 9 XIII: Il modo di combattere contro gli impulsi del senso e gli atti che la volontà deve fare per acquistare le abitudini alle virtù 10 XIV: Quello che si deve fare quando la volontà superiore pare vinta e soffocata in tutto da quella inferiore e dai nemici . 11 XV: Alcuni avvisi intorno al modo di combat- tere e specialmente contro chi e con quale virtù si deve fare .......... 12 XVI: In qual modo la mattina di buon’ora debba scendere in campo il soldato di Cristo ................... 12 XVII: L’ordine da osservare nel combattere contro le nostre passioni viziose .... 13 XVIII: Il modo di resistere agli impulsi im- provvisi delle passioni .......... 13 XIX: Il modo di combattere contro il vizio della carne ................ 13 XX: Il modo di combattere contro la negligenza 14 XXI: Il modo di regolare i sensi esteriori e come da quelli si possa passare alla contemplazione della divinità ...... 15 XXII: Le cose medesime ci servono per rego- lare i nostri sensi, passando alla medi- tazione dei Verbo incarnato nei misteri della sua vita e della sua passione ... 16 XXIII: Altri modi per regolare i nostri sensi secondo le diverse occasioni che ci si presentano ................ 17 XXIV: Il modo di regolare la lingua ...... 18 XXV: Per ben combattere contro i nemici, il soldato di Cristo deve fuggire con tutte le sue forze i turbamenti e le inquietu- dini del cuore ............... 18 XXVI: Quello che dobbiamo fare quando siamo feriti ................ 19 Il nemico inganni 20 XXVII: L’ordine seguito dal demonio nel com- battere e nell’ingannare sia quelli che vogliono darsi alla virtù sia quelli che già si trovano nella schi- avitù del peccato ............. 20 XXVIII: Il combattimento e gli inganni usati dal demonio con quelli che tiene nella schiavitù del peccato ........... 20 XXIX: L’arte e gli inganni con cui il demo- nio tiene legati quelli che, conoscendo il loro male, vorrebbero liberarsene. Perché i nostri propositi spesso non hanno il loro effetto ............ 20 XXX: L’inganno di quelli che pensano di cam- minare verso la perfezione ........ 21 XXXI: L’inganno e la battaglia che il demo- nio usa, perché noi lasciamo la via che conduce alla virtù ............. 21 XXXII: L’ultimo assalto e inganno proposti so- pra, con cui il demonio tenta perché le virtù acquistate ci siano occasione di rovina ................... 22 Virtù 24 1

Combattimento Spirituale

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  • IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE

    di LORENZO SCUPOLI

    circa 1589A.D.

    Non riceve la corona se non chi hacombattuto secondo le regole (2Tm 2,5).

    Contents

    Introduzione 3Dedica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3I: In che consista la perfezione cristiana.

    Per acquistarla bisogna combattere.Quattro cose necessarie per questabattaglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

    Le prime due le armi di distruzione di combat-timento spirituale 4II: La diffidenza di noi stessi . . . . . . . . . . 4III: La confidenza in Dio . . . . . . . . . . . . 5IV: Come possa conoscersi se luomo opera

    con la diffidenza di s e con la confi-denza in Dio . . . . . . . . . . . . . . . 6

    V: Un errore di molti, dai quali la pusillanimit tenuta per virt . . . . . . . . . . . . . 6

    VI: Altri avvisi, perch acquistiamo la diffi-denza di noi stessi e la confidenza inDio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

    La terza arma del combattimento spirituale 6VII: Lesercizio.

    E in primo luogo leserciziodellintelletto, che va guardatodallignoranza e dalla curiosit . . . . . 6

    VIII: Le cause per cui non discerniamo retta-mente le cose.Il metodo che si deve usare perconoscerle bene . . . . . . . . . . . . . 7

    IX: Unaltra cosa da cui si deve guardarelintelletto perch possa discernere bene 7

    X: Lesercizio della volont il fine al quale sidevono indirizzare tutte le azioni interi-ori ed esteriori . . . . . . . . . . . . . . 8

    XI: Alcune considerazioni che inducono lavolont a volere in ogni cosa il bene-placito di Dio . . . . . . . . . . . . . . . 9

    XII: Molte volont esistono nelluomo. Laguerra che si fanno tra loro . . . . . . . 9

    XIII: Il modo di combattere contro gli impulsidel senso e gli atti che la volont devefare per acquistare le abitudini alle virt 10

    XIV: Quello che si deve fare quando lavolont superiore pare vinta e soffocatain tutto da quella inferiore e dai nemici . 11

    XV: Alcuni avvisi intorno al modo di combat-tere e specialmente contro chi e conquale virt si deve fare . . . . . . . . . . 12

    XVI: In qual modo la mattina di buonoradebba scendere in campo il soldato diCristo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12

    XVII: Lordine da osservare nel combatterecontro le nostre passioni viziose . . . . 13

    XVIII: Il modo di resistere agli impulsi im-provvisi delle passioni . . . . . . . . . . 13

    XIX: Il modo di combattere contro il viziodella carne . . . . . . . . . . . . . . . . 13

    XX: Il modo di combattere contro la negligenza 14XXI: Il modo di regolare i sensi esteriori e

    come da quelli si possa passare allacontemplazione della divinit . . . . . . 15

    XXII: Le cose medesime ci servono per rego-lare i nostri sensi, passando alla medi-tazione dei Verbo incarnato nei misteridella sua vita e della sua passione . . . 16

    XXIII: Altri modi per regolare i nostri sensisecondo le diverse occasioni che ci sipresentano . . . . . . . . . . . . . . . . 17

    XXIV: Il modo di regolare la lingua . . . . . . 18XXV: Per ben combattere contro i nemici, il

    soldato di Cristo deve fuggire con tuttele sue forze i turbamenti e le inquietu-dini del cuore . . . . . . . . . . . . . . . 18

    XXVI: Quello che dobbiamo fare quandosiamo feriti . . . . . . . . . . . . . . . . 19

    Il nemico inganni 20XXVII: Lordine seguito dal demonio nel com-

    battere e nellingannare sia quelli chevogliono darsi alla virtsia quelli che gi si trovano nella schi-avit del peccato . . . . . . . . . . . . . 20

    XXVIII: Il combattimento e gli inganni usatidal demonio con quelli che tiene nellaschiavit del peccato . . . . . . . . . . . 20

    XXIX: Larte e gli inganni con cui il demo-nio tiene legati quelli che, conoscendoil loro male, vorrebbero liberarsene.Perch i nostri propositi spesso nonhanno il loro effetto . . . . . . . . . . . . 20

    XXX: Linganno di quelli che pensano di cam-minare verso la perfezione . . . . . . . . 21

    XXXI: Linganno e la battaglia che il demo-nio usa, perch noi lasciamo la via checonduce alla virt . . . . . . . . . . . . . 21

    XXXII: Lultimo assalto e inganno proposti so-pra, con cui il demonio tenta perch levirt acquistate ci siano occasione dirovina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

    Virt 24

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  • XXXIII: Alcuni avvertimenti per vincere lepassioni viziose e acquistare nuove virt 24

    XXXIV: Le virt si devono acquistare a pocoa poco, esercitandosi per gradi e atten-dendo prima alluna e poi allaltra . . . . 24

    XXXV: I mezzi con i quali si acquistano levirt. Come ce ne dobbiamo servire perattendere a una sola virt per qualchespazio di tempo . . . . . . . . . . . . . . 25

    XXXVI: Nellesercizio della virt si deve cam-minare con sollecitudine continua . . . . 25

    XXXVII: Dovendosi sempre continuarenellesercizio delle virt, non si de-vono fuggire le occasioni che ci sipresentano per acquistarle . . . . . . . 26

    XXXVIII: Bisogna aver care tutte le occasionidi combattere per lacquisto delle virt,particolarmente quelle che comportanopi difficolt . . . . . . . . . . . . . . . . 26

    XXXIX: Come possiamo valerci di diverseoccasioni per lesercizio di una stessavirt . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27

    XL: Il tempo da impiegare nellesercizio diciascuna virt e i segni del nostro profitto 27

    XLI: Non dobbiamo lasciarci prendere dallavoglia di essere liberi dai travagli chesosteniamo pazientemente.Il modo di regolare tutti i nostri desideriperch siano virtuosi . . . . . . . . . . . 27

    XLII: Il modo di opporsi al demonio, mentrecerca di ingannarci con lindiscrezione . 28

    XLIII: Quanto possano in noi la nostra cattivainclinazione e listigazione del demonioper indurci a giudicare temerariamenteil prossimo.Il modo di fare loro resistenza . . . . . . 28

    La quarta arma del combattimento spirituale 29XLIV: Lorazione . . . . . . . . . . . . . . . . 29XLV: Che cos lorazione mentale . . . . . . 30XLVI: Lorazione sotto forma di meditazione . 30XLVII: Un altro modo di pregare meditando . 31XLVIII: Un modo di pregare per intercessione

    di Maria Vergine . . . . . . . . . . . . . 31XLIX: Alcune considerazioni per ricorrere

    con fede e con confidenza a MariaVergine . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31

    L: Un modo di meditare e di pregare per in-tercessione degli angeli e di tutti i beati . 32

    LI: La meditazione della passione di Cristoper ricavarne diversi affetti . . . . . . . . 32

    LII: I frutti che si possono trarre dalla medi-tazione del Crocifisso.Limitazione delle sue virt . . . . . . . . 33

    Comunione 34LIII: Il santissimo sacramento delleucaristia . 34LIV: Il modo di ricevere il santissimo sacra-

    mento delleucaristia . . . . . . . . . . . 35LV: Come ci dobbiamo preparare alla comu-

    nione per eccitare in noi lamore . . . . 35LVI: La comunione spirituale . . . . . . . . . 37LVII: Il rendimento di grazie . . . . . . . . . . 37LVIII: Lofferta . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

    Commento finale sulla preghiera e la lotta con-tro la 38LIX: La devozione sensibile e laridit . . . . 38LX: Lesame di coscienza . . . . . . . . . . . 39LXI: In questa battaglia bisogna continuare a

    combattere sempre fino alla morte . . . 40

    A morte 40LXII: Il modo di prepararci contro i nemici che

    ci assaltano nel momento della morte . 40LXIII: Quattro assalti dei nostri nemici

    nellora della morte.Si parla prima dellassalto contro la fedee dei modo di difendersi . . . . . . . . . 40

    LXIV: Lassalto della disperazione. Rimediocontro di essa . . . . . . . . . . . . . . . 41

    LXV: Lassalto della vanagloria . . . . . . . . 41LXVI: Lassalto delle illusioni e delle false ap-

    parizioni nellora della morte . . . . . . . 41

    Treatise on Peace of Soul and InnerHappinessOf the Soul Which Dies to Selfin Order to Live for God 41

    I: The nature of the human heart and the wayin which it should be governed . . . . . 41

    II: The care to be exercised by the soul in theacquisition of perfect tranquillity . . . . . 42

    III: The necessity of building this peacefulhabitation by degrees . . . . . . . . . . 42

    IV: The necessity of relinquishing humanconsolations in the acquisition of innerpeace . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42

    V: The necessity of keeping the soul disen-gaged and in solitude that Gods HolyWill may operate in it . . . . . . . . . . . 43

    VI: The necessity of our love of neighbor be-ing guided by prudence that serenity ofsoul be not disturbed . . . . . . . . . . . 43

    VII: The necessity of divesting our souls en-tirely of their own will, that they may bepresented to God . . . . . . . . . . . . . 43

    VIII: Concerning our faith in the BlessedSacrament, and the method by whichwe are to offer ourselves to God . . . . 44

    IX: True happiness is not to be found in plea-sure or comfort, but in God alone . . . . 44

    X: The necessity of not being dejected atthe obstacles and repugnance we findin the acquisition of this interior peace . 45

    XI: Concerning the artifices of the devil to de-stroy our peace of soul, and the methodof combating them . . . . . . . . . . . . 45

    XII: The necessity of preserving equanimityof soul in the midst of internal temptations 46

    XIII: God permits temptations for our ultimatewelfare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46

    XIV: The mode of behavior to be adoptedwith regard to our faults . . . . . . . . . 47

    XV: The soul without loss of time shouldcompose itself and make steady progress 47

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  • Introduzione

    Dedica

    AL SUPREMO CAPITANOE GLORIOSISSIMO TRIONFATORE

    GES CRISTOFIGLIUOLO DI MARIA

    Poich sempre piacquero e piacciono tuttora a vos-tra Maest i sacrifici e le offerte di noi mortali quandoda puro cuore vengono offerti a gloria vostra, io pre-sento questo trattatello del Combattimento spiritualededicandolo alla divina vostra Maest. N mi tiro in-dietro perch questo trattato piccolo: infatti ben sisa che voi solo siete quellalto Signore che si dilettadelle cose umili e disprezza le vanit e le pretesedel mondo. E come potevo io senza biasimo esenza danno dedicarlo ad altra persona che alla vos-tra Maest, Re del cielo e della terra? Quanto insegnaquesto trattatello tutto dottrina vostra, avendoci voiinsegnato che, non confidando pi in noi stessi, con-fidiamo in voi, combattiamo e preghiamo.

    Inoltre se ogni combattimento ha bisogno di uncapo esperto che guidi la battaglia e animi i soldati,i quali tanto pi generosamente combattono quantopi militano sotto un invincibile capitano, non ne avrforse bisogno questo Combattimento spirituale? Voidunque eleggemmo, Ges Cristo (noi tutti che gisiamo risoluti a combattere e a vincere qualunquenemico), per nostro Capitano: voi che avete vinto ilmondo, il principe delle tenebre, e con le piaghe ela morte della vostra sacratissima carne avete vintola carne di tutti quelli che hanno combattuto e com-batteranno generosamente. Quando io, Signore, or-dinavo questo Combattimento, avevo sempre nellamente quel detto: Non siamo nemmeno capaci dipensare qualcosa come proveniente da noi (2Cor3,5). Se senza di voi e senza il vostro aiuto non pos-siamo avere pensieri che siano buoni, come potremoda soli combattere contro tanti potentissimi nemici edevitare tante innumerevoli e nascoste insidie?

    Vostro , Signore, da tutte le parti questo Combat-timento, perch, come ho detto, vostra la dottrinae vostri sono tutti i soldati spirituali, tra i quali siamonoi Chierici Regolatori Teatini: perci, tutti chini aipiedi della vostra altissima Maest, vi preghiamo di ac-cettare questo Combattimento muovendoci e animan-doci sempre con la vostra grazia attuale a combatteremolto pi generosamente: perch noi non dubitiamoaffatto che, combattendo voi in noi, vinceremo a gloriavostra e della vostra santissima Madre Maria Vergine.

    Umilissimo servo comprato con il vostro SangueDON LORENZO SCUPOLI Chierico Regolare

    Voi oggi siete prossimia dar battaglia ai vostri nemici;il vostro cuore non venga meno;non temete, non vi smarritee non vi spaventate dinanzi a loro,perch il Signore vostro Dio cammina con voiper combattere per voicontro i vostri nemici e per salvarvi(Dt 20,3-4)

    I: In che consista la perfezione cristiana.Per acquistarla bisogna combattere.Quattro cose necessarie per questabattaglia

    Volendo tu, figliuola in Cristo amatissima, conseguirelaltezza della perfezione e, accostandoti al tuo Dio,diventare uno stesso spirito con lui (cfr. 1Cor 6,17),dal momento che questa la maggiore e la pi nobileimpresa che si possa dire o immaginare, devi primaconoscere in che cosa consista la vera e perfetta vitaspirituale.

    Molti infatti, senza troppo riflettere, lhanno posta nelrigore della vita, nella macerazione della carne, neicilizi, nei flagelli, nelle lunghe veglie, nei digiuni e inaltre simili asprezze e fatiche corporali.

    Altri, e particolarmente le donne, credono di averfatto molto cammino se dicono molte preghiere vo-cali; se partecipano a parecchie messe e a lunghesalmodie; se frequentemente vanno in chiesa e siritemprano al banchetto eucaristico.

    Molti altri (tra cui talvolta se ne ritrova qualcuno che,vestito dellabito religioso, vive nei chiostri) si sonopersuasi che la perfezione dipenda del tutto dal fre-quentare il coro, dal silenzio, dalla solitudine e dallaregolata disciplina: e cos chi in queste e chi in altresimili azioni ritiene che sia fondata la perfezione.

    Il che per non cos! Siccome dette azioni sonoora mezzo per acquistare spirito e ora frutto di spirito,cos non si pu dire che in esse solo consistano laperfezione cristiana e il vero spirito.

    Sono senza dubbio mezzo potentissimo per ac-quistare spirito per quelli che bene e discretamentele usano, per prendere vigore e forza contro la propriamalizia e fragilit; per armarsi contro gli assalti e gliinganni dei nostri comuni nemici; per provvedersi diquegli aiuti spirituali che sono necessari a tutti i servidi Dio e massimamente ai principianti.

    Sono poi frutto di spirito nelle persone veramentespirituali, le quali castigano il corpo perch ha offesoil suo Creatore e per tenerlo sottomesso e umile nelsuo servizio; tacciono e vivono solitarie per fuggirequalunque minima offesa del Signore e per conver-sare nei cieli (cfr. Fl 3,20 Volgata); attendono al cultodivino e alle opere di piet; pregano e meditano lavita e la passione di nostro Signore non per curiosite gusti sensibili, ma per conoscere ancora di pi lapropria malizia e la bont misericordiosa di Dio, ondeinfiammarsi sempre pi nellamore divino e nellodiodi se stesse, seguendo con la loro abnegazione e lacroce in spalla il Figliuolo di Dio; frequentano i san-tissimi sacramenti a gloria di sua divina Maest, percongiungersi pi strettamente con Dio e per prenderenuova forza contro i nemici.

    Ma ad altri poi che pongono nelle suddette opereesteriori tutto il loro fondamento, possono, non perdifetto delle cose in s (che sono tutte santissime) maper difetto di chi le usa, porgere talvolta occasione dirovina pi che i peccati fatti apertamente. Mentre sonointenti solo in esse, abbandonano il cuore in mano alleinclinazioni e al demonio occulto, il quale, vedendoche questi gi sono fuori del retto sentiero, li lascia nonsolamente continuare con diletto nei suddetti esercizima anche spaziare secondo il loro vano pensiero per

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  • le delizie del paradiso, dove si persuadono di esseresollevati tra i cori angelici e di sentire Dio dentro dis. Questi si trovano talora tutti assorti in certe med-itazioni piene di alti, curiosi e dilettevoli punti e, quasidimentichi del mondo e delle creature, par loro di es-sere rapiti al terzo cielo.

    Ma in quanti errori si trovino questi avviluppati equanto siano lontani da quella perfezione che noi an-diamo cercando, facilmente si pu comprendere dallavita e dai loro costumi: infatti questi vogliono in ognicosa grande e piccola essere preferiti agli altri e av-vantaggiati su di loro, sono radicati nella propria opin-ione e ostinati in ogni loro voglia. Ciechi nei propri,sono invece solleciti e diligenti osservatori e mormora-tori dei detti e dei fatti altrui. Se tu li tocchi anche unpoco in una certa loro vana reputazione, in cui essisi tengono e si compiacciono di essere tenuti daglialtri, e li levi da quelle devozioni che usano passiva-mente, si alterano tutti e sinquietano moltissimo. Ese Dio, per ridurli alla vera conoscenza di se stessie sulla strada della perfezione, manda loro travagli einfermit o permette persecuzioni (che non vengonomai senza sua volont, cos volendo o permettendo,e che sono la pietra di paragone della lealt dei suoiservi), allora scoprono il loro falso fondo e linternocorrotto e guasto a causa della superbia. Infatti inogni avvenimento, triste o lieto che sia, non voglionorassegnarsi e umiliarsi sotto la mano divina acquietan-dosi nei sempre giusti bench segreti giudizi di Dio(cfr. Rm 11,33); n sullesempio del suo Figliuolo, ilquale umili se stesso e volle patire (cfr. Fil 2,8), sisottomettono a tutte le creature considerando comecari amici i persecutori, che effettivamente sono stru-menti della divina bont e cooperano alla loro mortifi-cazione, perfezione e salvezza.

    Perci cosa certa che questi tali sono posti ingrave pericolo: avendo locchio interno ottenebrato emirando con quello se medesimi e le azioni esterneche sono buone, si attribuiscono molti gradi di per-fezione e cos insuperbiti giudicano gli altri: ma perloro non c chi li converta, fuorch uno straordinarioaiuto di Dio. Per tale motivo assai pi agevolmentesi converte e si riduce al bene il peccatore pubblico,anzich quello occulto e coperto con il manto dellevirt apparenti.

    Tu vedi dunque assai chiaramente, figliuola, che lavita spirituale non consiste nelle suddette cose, cometi ho dichiarato.

    Devi sapere che essa non consiste in altro chenella conoscenza della bont e della grandezza diDio, e della nostra nullit e inclinazione a ogni male;nellamore suo e nellodio di noi stessi; nella sottomis-sione non solo a lui, ma a ogni creatura per amorsuo; nella rinuncia a ogni nostro volere e nella totalerassegnazione al suo divino beneplacito: inoltre essaconsiste nel volere e nel fare tutto questo semplice-mente per la gloria di Dio, per il solo desiderio di pi-acere a lui, e perch cos egli vuole e merita di essereamato e servito.

    Questa la legge damore impressa dalla manodello stesso Signore nei cuori dei suoi servi fedeli.Questo il rinnegamento di noi stessi, che da noiricerca (cfr. Lc 9,23). Questo il giogo soave e il pesosuo leggero (cfr. Mt 11, 30). Questa lobbedienza,

    alla quale con lesempio e con la parola il nostro Re-dentore e Maestro ci chiama.

    E perch, aspirando tu allaltezza di tanta per-fezione, devi fare continua violenza a te stessa perespugnare generosamente e annullare tutte le voglie,grandi o piccole che siano, necessariamente convieneche con ogni prontezza danimo ti prepari a questabattaglia: infatti la corona non si d se non a quelliche combattono valorosamente.

    Siccome tale battaglia pi di ogni altra difficile(poich combattendo contro di noi, siamo insiemecombattuti da noi stessi), cos la vittoria ottenuta sarpi gloriosa di ogni altra e pi cara a Dio.

    Se tu attenderai a calpestare e a dar morte a tuttii tuoi disordinati appetiti, desideri e voglie ancorchminime, renderai maggior piacere e servizio a Dio chese, tenendo alcune di quelle volontariamente vive, tiflagellassi fino al sangue e digiunassi pi degli antichieremiti e anacoreti o convertissi al bene migliaia dianime.

    Sebbene il Signore in s gradisca pi la conver-sione delle anime che la mortificazione di una vogli-etta, nondimeno tu non devi volere n operare altrose non quello che il medesimo Signore da te rigorosa-mente ricerca e vuole. Ed egli senza alcun dubbiosi compiace di pi che tu ti affatichi e attenda a mor-tificare le tue passioni che se tu, lasciandone ancheuna avvedutamente e volontariamente viva in te, loservissi in qualunque cosa sia pure grande e di mag-gior importanza.

    Ora che tu vedi, figliuola, in che consiste la per-fezione cristiana e che per acquistarla devi intrapren-dere una continua e asprissima guerra contro testessa, c bisogno che ti provveda di quattro cose,come di armi sicurissime e necessarissime, per ri-portare la palma e restare vincitrice in questa spir-ituale battaglia. Queste sono: la diffidenza di noistessi, la confidenza in Dio, lesercizio e lorazione. Ditutte tratteremo con laiuto divino e con facile brevit.

    Le prime due le armi di distruzionedi combattimento spirituale

    II: La diffidenza di noi stessi

    La diffidenza di te stessa, figliuola, ti talmente neces-saria in questo combattimento che senza questa devitenere per certo che non solamente non potrai con-seguire la vittoria desiderata, ma neppure superareuna ben piccola tua passioncella. E ci ti simprimabene nella mente, perch noi siamo purtroppo facili einclinati dalla natura corrotta verso una falsa stima dinoi stessi: essendo veramente non altro che un belnulla, ci convinciamo tuttavia di valere qualche cosa;e senza alcun fondamento, vanamente presumiamodelle nostre forze. Questo difetto assai difficile aconoscersi e dispiace molto agli occhi di Dio, che amae vuole in noi una leale cognizione di questa certis-sima verit che ogni grazia e virt derivano in noi dalui solo, fonte di ogni bene; e che da noi non pu venirenessuna cosa, neppure un buon pensiero che gli siagradito (cfr. 2Cor 3,5).

    4

  • E bench questa tanto importante diffidenza sia benanche opera della sua divina mano che suole darla aisuoi cari amici ora con sante ispirazioni, ora con aspriflagelli e con violente e quasi insuperabili tentazioni,e con altri mezzi non intesi da noi medesimi, tuttavia,volendo egli che anche da parte nostra si faccia quelloche tocca a noi, ti propongo quattro modi con i quali,aiutata principalmente dal supremo favore, tu possaconseguire tale diffidenza.

    Il primo che tu consideri e conosca la tua vilt enullit e che da te non puoi fare alcun bene per il qualemeriti di entrare nel regno dei cieli.

    Il secondo che con ferventi e umili preghiere ladomandi spesso al Signore, poich dono suo. E perottenerla prima ti devi mirare non solo priva di essa,ma del tutto impotente ad acquistarla da te. Cos pre-sentandoti pi volte davanti alla divina Maest con unafede certa che per sua bont sia per concedertela, easpettandola con perseveranza per tutto quel tempodisposto dalla sua provvidenza, non vi dubbio chelotterrai.

    Il terzo modo che ti abitui a temere te stessa, iltuo giudizio, la forte inclinazione al peccato, gli innu-merevoli nemici ai quali non hai forza di fare una min-ima resistenza; la loro esperienza nel combattere, glistratagemmi, le loro trasfigurazioni in angeli di luce; leinnumerevoli arti e i tranelli, che nella via stessa dellavirt nascostamente ci tendono.

    Il quarto modo che quando ti avviene di caderein qualche difetto, allora tu penetri pi dentro e pivivamente nella considerazione della tua somma de-bolezza: infatti per questo fine Dio ha permesso latua caduta, affinch, avvisata dallispirazione con pichiaro lume di prima, conoscendoti bene impari a dis-prezzare te stessa come cosa purtroppo vile e per taletu voglia anche dagli altri essere tenuta e parimentidisprezzata. Sappi che senza questa volont non vipu essere virtuosa diffidenza, la quale ha il suo fon-damento nellumilt vera e nella cognizione sperimen-tale.

    Chiara questa cosa: a ognuno che vuol con-giungersi con la luce suprema e con la verit increata necessaria la conoscenza di se stesso, che la div-ina clemenza d ordinariamente ai superbi e ai pre-suntuosi attraverso le cadute: essa li lascia giusta-mente incorrere in qualche mancanza dalla quale sipersuadono di potersi difendere, affinch, venendosicos a conoscere, apprendano a diffidare in tutto di semedesimi.

    Il Signore, per, non solito servirsi di questomezzo cos miserabile se non quando gli altri pi be-nigni, che abbiamo detto sopra, non hanno portatoquel giovamento inteso dalla sua divina bont. Essapermette che luomo cada pi o meno tanto quantomaggiore o minore la sua superbia e la propria rep-utazione; in maniera che dove non si ritrovasse lapur minima presunzione, come fu in Maria Vergine,similmente non vi sarebbe nemmeno la pur minimacaduta. Dunque quando cadi, corri subito col pensieroallumile conoscenza di te stessa e con preghiera in-sistente (cfr. Lc 11,5-13) domanda al Signore che tidoni il vero lume per conoscerti e la totale diffidenzadi te stessa, se non vorrai cadere di nuovo e talvoltain pi grave rovina.

    III: La confidenza in Dio

    Bench in questa battaglia, come abbiamo detto,sia tanto necessaria la diffidenza di s, tuttavia, selavremo sola, o ci daremo alla fuga o resteremo vintie superati dai nemici; e perci oltre a questa ti oc-corre ancora la totale confidenza in Dio, da lui solosperando e aspettando qualunque bene, aiuto e vit-toria. Perch siccome da noi, che siamo niente, nonci lecito prometterci altro che cadute, onde dobbi-amo diffidare del tutto di noi medesimi, cos grazie anostro Signore conseguiremo sicuramente ogni granvittoria purch, per ottenere il suo aiuto, armiamo ilnostro cuore di una viva confidenza in lui. E questaparimenti in quattro modi si pu conseguire.

    Primo: col domandarla a Dio.Secondo: col considerare e vedere con locchio

    della fede lonnipotenza e la sapienza infinita di Dio, alquale niente impossibile (cfr. Lc 1,37) n difficile; eche essendo la sua bont senza misura, con indicibileamore sta pronto e preparato a dare di ora in ora e dimomento in momento tutto quello che ci occorre per lavita spirituale e la totale vittoria su noi stessi, se ci get-tiamo con confidenza nelle sue braccia. E come sarpossibile che il nostro Pastore divino, il quale trenta-tr anni ha corso dietro alla pecorella smarrita congrida tanto forti da diventarne rauco e per via tantofaticosa e spinosa da spargervi tutto il sangue e las-ciarvi la vita, ora che questa pecorella va dietro a luicon lobbedienza ai suoi comandamenti oppure con ildesiderio bench alle volte fiacco di obbedirgli, chia-mandolo e pregandolo, come sar possibile che eglinon volga ad essa quei suoi occhi vivificanti, non lodae non se la metta sulle divine spalle facendone festacon tutti i suoi vicini e con gli angeli del cielo? Chese nostro Signore non lascia di cercare con grandediligenza e amore e di trovare nella dramma evan-gelica il cieco e muto peccatore, come sar possi-bile che abbandoni colui che come smarrita pecorellagrida e chiama a suo Pastore? E chi creder mai cheDio, il quale batte di continuo al cuore delluomo peril desiderio di entrarvi e cenarvi comunicandogli i suoidoni, faccia egli davvero il sordo e non vi voglia entrarequalora luomo apra il cuore e lo inviti (cfr. Ap 3,20)?

    Il terzo modo per acquistare questa santa confi-denza il ricorrere con la memoria alla verit dellasacra Scrittura, la quale in tanti luoghi ci mostrachiaramente che non rest mai confuso colui che con-fid in Dio.

    Il quarto modo, che servir per conseguire insiemela diffidenza di te stessa e la confidenza in Dio, questo: quando ti capita qualcosa da fare e di in-traprendere qualche battaglia e vincere te stessa,prima che ti proponga o ti risolva di volerla fare rivolgiticon il pensiero alla tua debolezza e, diffidando com-pletamente, volgiti poi alla potenza, alla sapienza ealla bont divina. E in queste confidando, deliberadi operare e di combattere generosamente; ma comenel suo luogo dir, combatti e opera poi con questearmi in pugno e con lorazione. E se non osserveraiquestordine, anche se ti parr di fare ogni cosa nellaconfidenza in Dio, ti troverai in gran parte ingannata:infatti tanto sottile e tanto propria alluomo la pre-sunzione di se medesimo, che subdolamente quasisempre vive nella diffidenza che ci pare di avere di

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  • noi stessi e nella confidenza che stimiamo di avere inDio.

    Perch tu fugga quanto pi sia possibile la presun-zione e operi con la diffidenza di te stessa e conla confidenza in Dio, fa in maniera che la consider-azione della tua debolezza preceda la considerazionedellonnipotenza di Dio e ambedue precedano le nos-tre opere.

    IV: Come possa conoscersi se luomoopera con la diffidenza di s e con la con-fidenza in Dio

    Alle volte pare assai al servo presuntuoso daver ot-tenuto la diffidenza di s e la confidenza in Dio, manon sar cos. E di ci ti dar chiarezza leffetto cheprodurr in te la caduta.

    Se tu dunque, quando cadi, tinquieti, ti rattristi e tisenti chiamare a un certo che di disperazione di poterandare pi innanzi e di far bene, segno certo chetu confidavi in te e non in Dio. E se molta sar latristezza e la disperazione, molto tu confidavi in te epoco in Dio: infatti colui che in gran parte diffida di sestesso e confida in Dio, quando cade non si merav-iglia, non si rattrista n si rammarica conoscendo checi gli capita per sua debolezza e poca confidenza inDio. Anzi pi diffida di s, assai pi umilmente confidain Dio; e avendo in odio sopra ogni cosa il difetto e lepassioni disordinate, causa della caduta, con un do-lore grande, quieto e pacifico per loffesa di Dio, seguepoi limpresa e perseguita i suoi nemici fino alla mortecon maggior animo e risoluzione.

    Queste cose vorrei che fossero ben considerateda certe persone che si dicono spirituali. Quandoesse sono incorse in qualche difetto, non possonon vogliono darsi pace; e alle volte, pi per liberarsidallansiet e dallinquietudine dovute allamor proprioche per altro, non vedono lora di andare a trovare ilpadre spirituale, dal quale dovrebbero andare princi-palmente per lavarsi dalla macchia del peccato e pren-dere forza contro di esso con il santissimo sacramentodelleucaristia.

    V: Un errore di molti, dai quali la pusilla-nimit tenuta per virt

    In questo ancora si ingannano molti, i quali at-tribuiscono a virt la pusillanimit e linquietudine cheseguono dopo il peccato, perch sono accompag-nate da qualche dispiacere: ma essi non sanno chenascono da occulta superbia e presunzione fondatesulla confidenza in se stessi e nelle proprie forze nellequali, perch si stimavano qualche cosa, avevano ec-cessivamente confidato. Costoro, scorgendo dallaprova della caduta di sbagliare, si turbano e si mer-avigliano come di cosa strana e diventano pusillanimi,vedendo caduto per terra quel sostegno in cui vana-mente avevano riposto la loro confidenza.

    Questo non accade allumile, il quale, confidandonel suo solo Dio e in niente presumendo di s, quandoincorre in qualsiasi colpa, pur sentendone dolore, nonse ne inquieta o se ne meraviglia: egli sa che tutto ci

    gli avviene per sua miseria e propria debolezza da luimolto ben conosciute con lume di verit.

    VI: Altri avvisi, perch acquistiamo la dif-fidenza di noi stessi e la confidenza in Dio

    Poich tutta la forza di vincere i nostri nemici nasceprincipalmente dalla diffidenza di noi stessi e dallaconfidenza in Dio, di nuovo ti provvedo di avvisi perchtu le consegua con il divino aiuto.

    Devi sapere dunque e tenere per cosa certa che ntutti i doni, o naturali o acquisiti che siano, n tutte legrazie gratis date, n la conoscenza di tutta la Scrit-tura, n laver lungamente servito Dio e fatto in questolabitudine ci faranno compiere la sua volont, se inqualunque opera buona e accetta agli occhi suoi chedobbiamo fare, e in qualunque tentazione che dobbi-amo vincere, e in qualunque pericolo che dobbiamofuggire, e in qualunque croce che dobbiamo portaresecondo la sua volont, se, dico, non aiutato ed el-evato il cuor nostro dal particolare aiuto di Dio, e anziDio stesso non ci tenda anche la mano per fare tuttoquesto. Dunque dobbiamo in tutta la nostra vita, intutti i giorni, in tutte le ore e in tutti i momenti averpresente questa verit: che cos per nessuna via oprogetto potremo mai confidare in noi stessi.

    Per quanto poi riguarda la confidenza in Dio, sappiche per lui non c niente di pi facile che vincere ipochi come i molti nemici, i vecchi ed esperti come ifiacchi e inesperti. Perci, sebbene unanima sia car-ica di peccati, abbia tutti i difetti del mondo, anzi siadifettosa quanto mai si possa immaginare; bench ab-bia tentato quanto si voglia, usato qualunque mezzo efatto qualunque esercizio per lasciare il peccato e op-erare il bene; bench non abbia mai potuto acquistareun minimo di bene, anzi sia precipitata pi pesante-mente nel male: con tutto ci non deve mancare diconfidare in Dio n deve mai lasciare le armi e gli eser-cizi spirituali, ma combattere sempre generosamentein quanto bisogna sapere che in questa battaglia spir-ituale non perde chi non smette di combattere e diconfidare in Dio, il cui aiuto non manca mai ai suoisoldati anche se a volte permette che siano feriti. Sicombatta pure, perch qui tutto! La medicina per leferite pronta ed efficace per i soldati, che con con-fidenza cercano Dio e il suo aiuto; e quando meno cipensano, i nemici si troveranno morti.

    La terza arma del combattimentospirituale

    VII: Lesercizio.E in primo luogo lesercizio dellintelletto,che va guardato dallignoranza e dalla cu-riosit

    Se la diffidenza di noi e la confidenza in Dio tantonecessarie in questa battaglia saranno sole, non so-lamente non avremo vittoria su noi stessi, ma pre-cipiteremo in molti mali. Perci, oltre a queste, ci necessario lesercizio, che la terza cosa propostasopra. Questo esercizio si deve fare principalmente

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  • con lintelletto e con la volont. Quanto allintellettodeve essere da noi guardato da due cose che soglionocombatterlo.

    Luna lignoranza, che lo oscura e gli impedisce laconoscenza del vero, che il suo oggetto proprio. Per-ci con lesercizio lo si deve rendere lucido e chiaro,perch possa vedere e discernere bene quanto ci necessario per purificare lanima dalle passioni disor-dinate e ornarla delle sante virt. Questo lume in duemodi si pu ottenere.

    Il primo e pi importante lorazione, pregando loSpirito Santo che si degni infonderlo nei nostri cuori.Questo lo far sempre, se in verit cercheremo Diosolo; se cercheremo di fare la sua santa volont e sesottoporremo ogni cosa insieme al nostro giudizio alladecisione del padre spirituale.

    Laltro modo un continuo esercizio di profondae leale considerazione delle cose per vedere comesiano, se buone o cattive: e ci secondo comeinsegna lo Spirito Santo e non come appaionoallesterno, si rappresentano ai sensi e giudica ilmondo.

    Questa considerazione, fatta come si conviene, cifa chiaramente conoscere che si debbono avere pernulla, per vanit e bugia tutte quelle cose che il ciecoe corrotto mondo ama e desidera, e che con vari modie mezzi si va procurando; che gli onori e i piaceri ter-reni non sono altro che vanit e afflizione di spirito;che le ingiurie e le infamie, che il mondo ci d, por-tano vera gloria e le tribolazioni quiete; che perdonarei nemici e fare loro del bene magnanimit e una dellemaggiori somiglianze con Dio; che vale pi il disprezzodel mondo che lesserne padrone; che lobbedire vo-lentieri per amore di Dio alle pi vili creature cosapi magnanima e generosa del comandare ai grandiprncipi; che lumile conoscenza di noi stessi si deveapprezzare pi dellaltezza di tutte le scienze; che ilvincere e mortificare i propri appetiti, per piccoli chesiano, merita maggior lode che lespugnare molte citt(cfr. Pro 16,32), superare potenti eserciti con le armiin mano, fare miracoli e risuscitare i morti.

    VIII: Le cause per cui non discerniamorettamente le cose.Il metodo che si deve usare perconoscerle bene

    La causa per cui non discerniamo rettamente tutte lecose suddette insieme a molte altre che al primo loroapparire vi attacchiamo o lamore o lodio. Da questioscurato, lintelletto non le giudica con rettitudine perquelle che sono.

    Tu, perch in te non trovi luogo questo inganno,sii accorta nel tenere sempre quanto pi puoi la tuavolont purificata e libera dallaffetto disordinato aqualunque cosa. E quando ti viene posto innanziqualunque oggetto, osservalo bene con lintelletto econsideralo con maturit prima che da odio, se si trattadi cosa contraria alle nostre naturali inclinazioni, oda amore, se ti apporta diletto, tu sia mossa a vol-erlo oppure a rifiutarlo. Perch allora lintelletto, nonessendo ingombrato da passione, libero e chiaro;pu conoscere il vero e penetrare dentro al male, che

    nascosto sotto il falso piacere, e al bene copertodallapparenza del male.

    Ma se la volont si prima inclinata ad amare lacosa o lha presa in aborrimento, lintelletto non lapu ben conoscere, perch quellaffetto, che si in-terposto, lo offusca in modo da fargliela stimare di-versamente da quella che , e per tale rappresentan-dola alla volont, essa si muove pi ardentemente diprima ad amarla oppure a odiarla contro ogni ordinee legge di ragione. Da tale affetto viene a essere os-curato maggiormente lintelletto e, cos oscurato, fa dinuovo sembrare alla volont la cosa pi che mai ama-bile o odiosa. Perci, se non si osserva la regola cheho detto (il che in tutto questo esercizio di sommaimportanza), queste due potenze tanto nobili ed ec-cellenti, intelletto e volont, vengono miseramente acamminare sempre, come in un vortice, di tenebre inpi folte tenebre e di errore in errore maggiore.

    Guardati dunque, figliuola, con ogni vigilanza daogni non bene ordinato affetto a qualsiasi cosa, cheprima non sia da te ben esaminata e riconosciuta perquella che veramente con il lume dellintelletto, eprincipalmente con quello della grazia e dellorazionee con il giudizio del tuo padre spirituale. Il che intendoche tu debba osservare, talora pi che nelle altre cose,in alcune opere esteriori che sono buone e sante, per-ch in queste, per essere tali, vi pi che in quellepericolo di inganno e di indiscrezione da parte nostra.Onde per qualche circostanza di tempo, di luogo e dimisura, o per rispetto dellobbedienza, alcune volte tipotrebbero recare non piccolo danno, come di molti sisa che nei lodevoli e santissimi esercizi hanno corsopericolo.

    IX: Unaltra cosa da cui si deve guardarelintelletto perch possa discernere bene

    Laltra cosa da cui dobbiamo difendere lintelletto lacuriosit perch, riempiendolo noi di pensieri nocivi,vani e impertinenti, lo rendiamo inabile e incapace diapprendere ci che pi appartiene alla nostra veramortificazione e perfezione. Per cui tu devi esserecome morta in tutto a ogni investigazione delle coseterrene non necessarie, sebbene lecite.

    Restringi sempre il tuo intelletto quanto puoi e amadi farlo stolto. Le novit e le vicissitudini del mondo,piccole e grandi, per te siano appunto come se nonfossero; e se ti sono offerte, opponiti loro e scaccialelontano da te. Nel desiderio di intendere le cose celes-tiali fa in modo da essere sobria e umile, non volendosapere altro che Cristo crocifisso (cfr. 1Cor 2,2; Gal6,14; 1Cor 1,23), la vita e la morte sua e quanto date domanda. Allontana da te tutto il resto e farai cosamolto gradita a Dio, il quale considera suoi cari e diletticoloro che desiderano da lui e cercano quelle coseche bastano per amare la sua divina bont e per farela sua volont. Ogni altra domanda e ricerca amorproprio, superbia e inganno del demonio.

    Se tu seguirai queste norme potrai sfuggire a molteinsidie perch, vedendo lastuto serpente che in quelliche attendono alla vita spirituale la volont gagliardae forte, tenta di abbattere il loro intelletto per farsi cospadrone di questo e di quella. Onde solito moltevolte dar loro sentimenti alti, vivi e stravaganti; e li con-

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  • cede massimamente alle persone acute e di grandeingegno e che sono facili a montare in superbia per-ch, occupate nel diletto e nella meditazione di queipunti nei quali falsamente si persuadono di godereDio, si dimentichino di purificare il cuore e di atten-dere alla conoscenza di se stessi e alla vera mortifi-cazione. Irretiti cos nel laccio della superbia, si fannoun idolo del proprio intelletto. Da questo ne segueche a poco a poco, senza accorgersene, si convin-cono di non avere bisogno del consiglio e ammaestra-mento altrui, essendo gi abituati a ricorrere in ognievenienza allidolo del proprio giudizio.

    Questa cosa di grave pericolo e molto diffi-cile a curarsi, perch pi pericolosa la superbiadellintelletto che della volont: essendo la super-bia della volont manifesta al proprio intelletto, facil-mente un giorno potr curarla obbedendo a chi deve.Ma chi ha ferma opinione che il suo parere siamigliore di quello di altri, da chi e come potr es-sere sanato? Come si sottoporr al giudizio di altri,che non ritiene tanto buono quanto il suo proprio? Selocchio dellanima, che lintelletto, con cui si dovevaconoscere e purificare la piaga della superba volont infermo, cieco e pieno della stessa superbia, chi lopotr curare? E se la luce diventa tenebre e la regolafallisce, che ne sar del resto?

    Perci tu opponiti per tempo a cos pericolosa su-perbia, prima che ti penetri nelle midolla delle ossa.Rintuzza lacutezza del tuo intelletto: sottoponi facil-mente il tuo parere a quello altrui; diventa pazza peramore di Dio e sarai pi saggia di Salomone.

    X: Lesercizio della volont il fine alquale si devono indirizzare tutte le azioniinteriori ed esteriori

    Oltre allesercizio che tu devi fare intorno allintelletto,ti necessario regolare talmente la tua volont che,non lasciandola nei suoi desideri, si renda in tutto con-forme al beneplacito divino. E avverti bene che non tideve bastare soltanto il volere e il procurare le coseche a Dio sono pi gradite, ma devi anche volerle ecompierle come mossa da lui e solamente allo scopodi piacergli. In questo abbiamo pure, pi che nel sud-detto, contrasto grande con la natura: essa talmenteinclinata verso se stessa che in tutte le cose, anchenelle buone e nelle spirituali (talora pi che nelle altre)cerca il proprio comodo e diletto. In questi si va tratte-nendo e di quelle, come di cibo per niente sospetto, siva avidamente pascendo.

    Infatti quando ci sono offerte, subito le adocchiamoe le vogliamo, non come mossi dalla volont di Dion allo scopo di piacere solamente a lui, ma per quelbene e diletto che derivano dal volere le cose voluteda Dio. Questo inganno tanto pi occulto, quantola cosa voluta per se stessa migliore. Onde persinonel desiderare lo stesso Dio vi sogliono essere degliinganni dellamor proprio, perch si mira spesso pi alnostro interesse e al bene che ne aspettiamo che allavolont di Dio, il quale per sua sola gloria si compiacee vuole da noi essere amato, desiderato e obbedito.

    Per guardarti da questinsidia, che ti impedirebbe ilcammino della perfezione, e per abituarti a volere e afare tutto come mossa da Dio e con pura intenzione di

    onorare e di compiacere lui solo (il quale vuole essereunico principio e fine di ogni nostra azione e di ogninostro pensiero), seguirai questa via. Quando ti si of-fre qualcosa voluta da Dio, non inclinare la volont avolerla se prima non innalzi la mente a Dio per vedereche volont sua che tu la voglia e perch egli cosvuole, e per piacere solamente a lui. Cos mossa eattirata da questa volont, la tua si pieghi poi a volerequella cosa come voluta da Dio e per suo solo bene-placito e onore. Parimenti volendo tu rifiutare le cosenon volute da Dio, non rifiutarle se prima non fissi losguardo dellintelletto nella sua divina volont, la qualevuole che tu le rifiuti per piacergli.

    Ma devi sapere che le frodi della sottile natura sonopoco conosciute: essa, cercando sempre occulta-mente se medesima, molte volte fa sembrare che innoi vi siano il detto motivo e il fine di piacere a Dio, enon cos. Onde spesso avviene che quello che sivuole o non si vuole per nostro interesse, pare a noidi volerlo o non volerlo per piacere o non piacere aDio. Per fuggire da questo inganno il rimedio proprio eintrinseco sarebbe la purezza del cuore, la quale con-siste nello spogliarsi delluomo vecchio e nel vestirsidel nuovo (cfr. Col 3,9-10; Ef 4,22-23): a tal fine siindirizza tutto questo Combattimento.

    Tuttavia per predisporti come si deve, poich seipiena di te stessa, dal principio delle tue azioni sta at-tenta a spogliarti quanto puoi di ogni mistura dove tupossa stimare che vi sia del tuo, e non volere n faren rifiutare cosa alcuna, se prima non ti senti muoveree tirare dal puro e semplice volere di Dio. Se in tutte leazioni, e particolarmente in quelle interiori dellanimae in quelle esteriori che passano presto, non potraicos sempre in atto sentire questo motivo, contentati diaverlo virtualmente in ciascuna, tenendo sempre veraintenzione di piacere in tutto al tuo solo Dio.

    Ma nelle azioni che continuano qualche spazio ditempo, non solamente nel principio bene che tu ec-citi in te questo motivo, ma devi stare attenta a rinno-varlo spesso e a tenerlo desto fino allultimo: altrimentivi sarebbe pericolo di incappare in un altro tranellopure dellamor nostro naturale. Essendo questo in-cline e propenso pi verso se stesso che verso Dio,molte volte con intervallo di tempo suole farci inavver-titamente cambiare gli oggetti e mutare le intenzioni.

    Il servo di Dio, che in ci non ben attento, spessocomincia a fare qualche cosa per il solo motivo di pi-acere al suo Signore; ma poi a poco a poco, quasisenza accorgersene, si va talmente compiacendo inquella con il proprio senso che, scordatosi della divinavolont, si rivolge e si attacca a tal punto al gusto sen-sibile e allutile e allonore che gliene possono venire,che se Dio mette impedimento a quellazione conqualche infermit o avversit o per mezzo di qualchecreatura, egli ne rimane tutto turbato e inquieto e allevolte cade nella mormorazione e di questo e di quello,per non dire talora dello stesso Dio. Segno assaichiaro che lintenzione sua non era in tutto di Dio, manasceva da radice e da fondo guasto e corrotto. Per-ch chiunque si muove come spinto da Dio e per pi-acere a lui solo non vuole pi luna che laltra cosa; mavuole solamente averla se a Dio piacer che labbiae nel modo e tempo che gli sar gradito; e avendolao non avendola ne resta ugualmente pacifico e con-

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  • tento, poich in ogni modo ottiene il suo intento e con-segue il fine che altro non era se non il beneplacito diDio.

    Perci sta ben raccolta in te stessa e attenta a ind-irizzare sempre le tue azioni a questo perfetto fine. Ese talora (cosi ricercando la disposizione dellanimatua) tu ti muovessi a operare il bene allo scopo difuggire le pene dellinferno o per la speranza del par-adiso, ancora in questo ti puoi proporre per ultimo fineil gradimento e la volont di Dio: egli si compiace chetu non vada allinferno, ma che entri nel suo regno.

    Non c chi possa pienamente conoscere quantaforza ed efficacia abbia questo motivo, poich unacosa, sia pur bassa o minima quanto si voglia, fattaallo scopo di piacere a Dio solo e per sua gloria, percos dire vale infinitamente pi di molte altre di gran-dissimo pregio e valore che siano fatte senza questomotivo. Pertanto gli pi gradito un solo denaro datoa un poverello per questo solo motivo di far piacere asua divina Maest che se con altra intenzione, anchedi godere i beni del cielo (che fine non solo buonoma sommamente desiderabile), qualcuno si privassedi tutti i suoi averi, per copiosi che fossero.

    Questo esercizio di fare tutto allo scopo di piacerepuramente a Dio sembrer da principio arduo; maesso diventer agevole e facile con la consuetudine,con il desiderare molte volte lo stesso Dio e conlaspirare a lui con vivi affetti del cuore come a per-fettissimo e unico nostro bene, il quale per se stessomerita che tutte le creature lo cerchino, lo servano elo amino sopra qualunque altra cosa.

    Quanto pi profondamente e pi spesso sar fattala considerazione dellinfinito merito di Dio, tanto piferventi e frequenti saranno gli atti suddetti dellavolont; e cos con maggior facilit e pi presto ac-quisteremo labitudine di fare ogni azione in segno dirispetto e di amore per quel Signore che solo ne degno.

    Infine ti avviso che per conseguire questo divino obi-ettivo, oltre a quanto ti ho detto, occorre che tu lo do-mandi a Dio con preghiera insistente e che considerispesso gli innumerevoli benefici cheDio ci ha fatti etuttora ci fa per puro amore e senza suo interesse.

    XI: Alcune considerazioni che inducono lavolont a volere in ogni cosa il beneplac-ito di Dio

    Inoltre per indurre con maggior facilit la tua volonta volere in tutte le cose il beneplacito di Dio e il suoonore, ricordati spesso che egli ti ha prima in vari modionorata e amata. Nella creazione, creandoti dal nullaa sua somiglianza e mettendo tutte le altre creaturea tuo servizio (cfr. Gen 1,26-28). Nella redenzione,mandando non un angelo ma il suo unigenito Figli-uolo a redimerti, non con prezzo corruttibile di oro edi argento ma con il suo sangue prezioso (cfr. Pt 1,18-19) e con la sua penosa e ignominiosa morte. Chepoi ogni ora, anzi ogni momento ti guardi dai nemici,combatta per te con la sua grazia, tenga continua-mente preparato per tua difesa e per tuo cibo il suodiletto Figliuolo nel sacramento dellaltare non segnodi incalcolabile stima e amore che limmenso Dio ti

    porta? Sicch nessuno pu capire quanta consider-azione cos gran Signore abbia di noi poverelli, dellanostra bassezza e miseria, e viceversa quello che noisiamo tenuti a fare per cos alta Maest, che tali etante cose ha operate per noi. Se i signori della terra,quando sono onorati da persone anche povere e umili,si sentono obbligati a rendere loro onore, cosa dovrfare la nostra vilt con il supremo re delluniverso dacui si vede cos altamente apprezzata e amata?

    Oltre a quanto ho detto, abbi sempre sopra ognicosa viva memoria che la divina Maest per se stessamerita infinitamente di essere onorata e servita, sem-plicemente perch tale il suo desiderio.

    XII: Molte volont esistono nelluomo. Laguerra che si fanno tra loro

    Bench si possa dire che in questo combattimento innoi esistano due volont - luna della ragione, dettaperci ragionevole e superiore, laltra del senso, chia-mata inferiore e sensuale, la quale con i nomi di ap-petito, carne, senso e passione si suole significare -,tuttavia, poich siamo uomini per la ragione, anche sediciamo che con il solo senso vogliamo qualche cosa,non si intende che veramente la vogliamo, fintantoche non ci incliniamo a volerla con la volont superi-ore. Per cui tutta la nostra battaglia spirituale consisteprincipalmente nel fatto che la volont ragionevole,essendo come interposta fra la volont divina che lasovrasta e la volont inferiore che quella del senso, continuamente combattuta dalluna e dallaltra, men-tre ciascuna di queste tenta di tirarla a s e renderselasoggetta e obbediente. Ma gran pena e fatica, spe-cialmente allinizio, provano quelli che sono prigionieridelle cattive abitudini quando decidono di migliorarela loro vita corrotta e, liberandosi del mondo e dellacarne, di darsi allamore e al servizio di Ges Cristo.

    Questo perch i colpi, che la volont superioresostiene dalla volont divina e da quella sensuale chele stanno sempre intorno battagliandola, sono pos-senti e forti e si fanno ben sentire non senza gravepena. Il che non avviene a quelli che sono gi abit-uati alle virt o ai vizi e sulla loro via intendono con-tinuare, perch i virtuosi facilmente consentono allavolont divina e i viziosi si piegano senza contrasto aquella del senso.

    Ma nessuno presuma di poter conseguire le verevirt cristiane n di servire Dio come si conviene, senon vuole farsi violenza davvero e sopportare la penache si sente nel lasciare non solo i piaceri maggiorima anche i piccoli, ai quali prima era attaccato con af-fetto terreno. E la conseguenza di ci che pochissimiraggiungono lo scopo della perfezione: dopo aver confatica superato i vizi maggiori, non vogliono poi farsiviolenza continuando a soffrire le punture e il travaglioche si provano nel resistere a quasi infinite voglietteproprie e passioncelle di minor conto, le quali, preval-endo ogni ora in essi, vengono ad acquistare dominioe signoria sopra i loro cuori.

    Fra questi se ne trovano alcuni che, se non rubano ibeni altrui, si affezionano in modo eccessivo a quelliche giustamente possiedono; se non si procuranoonori con mezzi illeciti, non li aborriscono per comedovrebbero n smettono di desiderarli e alcune volte

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  • di cercarli per vie diverse; se osservano i digiuni diobbligo, non mortificano per questo la gola nel man-giare superfluamente e nel desiderare cibi delicati;vivendo nella continenza, non si staccano da certeamicizie di loro gusto, che portano grande impedi-mento allunione con Dio e alla vita spirituale; essendoinoltre esse molto pericolose in qualsiasi persona siapur santa e pi in chi meno le teme, sono da fuggirsida ciascuno quanto pi si possa. Da tali cose an-cora ne consegue che le altre loro opere buone sonofatte con tiepidezza di spirito e sono accompagnateda molti interessi e imperfezioni occulte, da una certastima di se stessi e dal desiderio di esserne lodati eapprezzati dal mondo.

    Costoro non solo non fanno progresso nella viadella salvezza, ma, tornando indietro, corrono il ris-chio di ricadere nei primi mali in quanto non amano lavera virt e si mostrano poco grati al Signore, che litolse dalla tirannia del demonio; inoltre sono ignorantie ciechi per vedere il pericolo in cui si trovano, mentresi persuadono di essere come in stato sicuro. E quisi scopre un inganno tanto pi dannoso quanto menoavvertito: cio molti che attendono alla vita spirituale,amando se stessi pi di quanto dovrebbero (sebbenein verit non sanno amarsi), per lo pi praticano quegliesercizi che pi si confanno al loro gusto e lascianogli altri che toccano sul vivo la propria naturale incli-nazione e i loro sensuali appetiti, contro i quali ogniragione vorrebbe che si rivolgesse tutto lo sforzo.

    Perci, figlia mia diletta, ti avviso ed esorto a in-namorarti della difficolt e della pena che comportail vincere se stessi: qui tutto! E tanto pi certa e sol-lecita sar la vittoria quanto pi fortemente ti innamor-erai della difficolt, che mostra ai principianti la virte la guerra; e se tu amerai la difficolt e il penosocombattere pi delle vittorie e delle virt, pi prestoacquisterai ogni cosa.

    XIII: Il modo di combattere contro gli im-pulsi del senso e gli atti che la volontdeve fare per acquistare le abitudini allevirt

    Ogniqualvolta la tua volont ragionevole combattutada quella del senso da una parte e da quella divinadallaltra, mentre ciascuna cerca di riportare vittoria, necessario che ti eserciti in pi modi perch in teprevalga in tutto la volont divina.

    Primo: quando sei assalita e battagliata dagli im-pulsi del senso, devi opporre unaccanita resistenzaperch la volont superiore non acconsenta a quelli.

    Secondariamente: allorch essi sono cessati, ecci-tali di nuovo in te per reprimerli con maggior impeto eforza. Dopo richiamali alla terza battaglia, nella qualeti abituerai a scacciarli da te con sdegno e ripugnanza.Questi due incitamenti a battaglia si devono fare inogni nostro appetito disordinato fuorch negli stimolicarnali, dei quali tratteremo a suo tempo.

    Infine devi fare atti contrari a ogni tua viziosa pas-sione. Con il seguente esempio ti si far il tutto pichiaro.

    Tu sei forse combattuta dagli stimolidellimpazienza: se rientrando in te stessa starai

    ben attenta, sentirai che essi continuamente battonoalla porta della volont superiore perch si inchini eacconsenta a loro. E tu come primo esercizio, oppo-nendoti a ciascun impulso, fa ripetutamente quantopuoi perch la tua volont non vi dia il consenso. Ncessa mai da questa battaglia finch non ti avvedache il nemico, quasi stanco e come morto, si dia pervinto.

    Ma vedi, figliuola, la malizia del demonio. Quandoegli si accorge che noi ci opponiamo fortemente aglistimoli di qualche passione non solo resta a eccitarliin noi ma, quando sono eccitati, tenta per il momentodi acquietarli. E questo lo fa perch con lesercizionon acquistiamo labitudine alla virt contraria a quellapassione e inoltre per farci cadere nei lacci della vana-gloria e della superbia, facendoci poi astutamenteconvincere che noi da generosi soldati abbiamo subitocalpestato i nostri nemici.

    Perci tu passerai alla seconda battaglia, richia-mandoti alla memoria ed eccitando in te quei pensieriche ti cagionavano limpazienza, in modo da sentirtida essi commossa nella parte sensitiva e da reprimereallora ripetutamente e con sforzo maggiore di prima isuoi impulsi. E sebbene noi respingiamo i nostri ne-mici sapendo di far bene e di piacere a Dio, tuttaviase non li abbiamo del tutto in odio corriamo pericolodi essere unaltra volta da essi superati: per questo tudevi farti loro incontro con il terzo assalto e scaccia-rli lontano da te facendo atti non solo di ripugnanzama anche di indignazione, fino a tanto che si rendanoodiosi e abominevoli.

    Infine, per ornare e perfezionare lanima tua conle abitudini alle virt, devi produrre atti interiori chesiano direttamente contrari alle tue disordinate pas-sioni. Ad esempio volendo tu acquistare perfetta-mente labitudine alla pazienza, se uno disprezzandotiti porge loccasione di essere impaziente, non bastaesercitarti nelle tre maniere di combattere di cui ti hodetto, ma devi volere e amare per giunta il disprezzoricevuto, desiderando di essere di nuovo nello stessomodo e dalla stessa persona oltraggiata, aspettandoe proponendoti di sostenere anche cose pi gravi. Lacausa per cui tali atti contrari sono necessari per per-fezionarci nelle virt questa: gli altri atti, pur essendomolti e forti, non sono sufficienti a estirpare le radiciche producono il vizio.

    Pertanto (per continuare nello stesso esempio),bench noi, quando siamo disprezzati, non consen-tiamo ai moti dellimpazienza anzi combattiamo con-tro di essi con i tre modi indicati sopra, nondimenose non ci abitueremo con molti e frequenti atti adamare il disprezzo e a rallegrarcene, non ci potremomai liberare dal vizio dellimpazienza il quale, per lanostra inclinazione alla reputazione propria, si fondanellaborrimento del disprezzo. E finch resta viva,la radice viziosa va sempre germogliando in manierada rendere languida la virt, anzi talora da soffocarlain tutto e da tenerci inoltre in continuo pericolo di ri-cadere in ogni occasione che ci si presenti. Dalle qualicose ne segue che senza i detti atti contrari non pos-siamo mai acquistare la vera abitudine alle virt.

    Si avverta per giunta che questi atti devono esseretanto frequenti e in tale numero da potere del tuttodistruggere labitudine viziosa, la quale, siccome per

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  • molti atti viziosi ha preso possesso nel nostro cuore,cos con molti atti contrari la si deve svellere da quelloper introdurvi labitudine virtuosa. Anzi dico di pi:per fare labitudine virtuosa si richiedono atti buoni pidegli atti cattivi necessari per fare labitudine viziosa;infatti quelli non sono aiutati, come invece sono aiutatiquesti, dalla natura, corrotta dal peccato.

    Oltre a quello che fin qui si detto, aggiungo che sela virt che allora eserciti cos richiede, devi anche fareatti esteriori conformi agli interiori, come (per starenel detto esempio) usare parole di mansuetudine e diamore e servendo, se puoi, chi ti stato noioso e con-trario in qualunque modo. E quantunque questi attitanto interiori quanto esteriori fossero o ti paresseroaccompagnati da tanta debolezza di spirito da sem-brarti di farli contro ogni tua voglia, non per questoli devi in alcun modo tralasciare: per quanto deboliessi siano, ti tengono ferma e salda nella battaglia e tiagevolano la strada alla vittoria.

    Sta ben attenta e raccolta in te stessa per com-battere non solo contro le voglie grandi ed efficaci,ma ancora contro le piccole e deboli di ciascuna pas-sione, perch queste aprono la strada alle grandi,onde poi si generano in noi le abitudini viziose. Edalla poca cura che alcuni hanno avuto di sradicaredai loro cuori queste vogliette, dopo aver superato lemaggiori della medesima passione, avvenuto loroche quando meno vi pensavano sono stati assalitie vinti dagli stessi nemici pi gagliardamente e rovi-nosamente di prima. Ti ricordo inoltre di attenderea mortificare e rompere alle volte le tue voglie an-che di cose lecite non necessarie, perch da questoseguiranno per te molti beni e ti renderai sempre pidisposta e pronta a vincerti nelle altre; ti farai forte edesperta nella battaglia delle tentazioni, fuggirai varieinsidie del demonio e farai cosa graditissima al Sig-nore.

    Figliuola, ti parlo chiaramente: se nel modo che tiho detto andrai continuando in questi leali e santi es-ercizi per riformare e vincere te stessa, ti assicuro chein poco tempo avanzerai molto e diventerai spiritualedavvero e non solamente di nome. Ma in altra manierae con altri esercizi, bench fossero, come tu credi, ec-cellenti e tanto dilettevoli al tuo gusto da sembrarti distare in essi tutta unita e in dolci colloqui con il Sig-nore, non persuaderti di acquistare mai virt e spiritovero. Il quale (come ti ho detto nel primo capitolo) nonconsiste n nasce dagli esercizi piacevoli e conformialla nostra natura, ma da quelli che la mettono in crocecon tutti i suoi atti: onde, rinnovato luomo per mezzodelle abitudini alle virt evangeliche, lo congiungonoal suo Crocifisso e Creatore.

    Non v chi dubiti che siccome le abitudini viziosevengono a farsi con molti e frequenti atti della volontsuperiore mentre cede agli appetiti del senso, cosviceversa le abitudini alle virt evangeliche si acquis-tano facendo spesso e spessissime volte atti conformialla volont divina, da cui siamo chiamati ora a questa,ora a quellaltra virt. E siccome la nostra volontnon pu mai essere viziosa e terrena per quanto siabattagliata dalla parte inferiore e dal vizio finch aquella non cede e sinchina, cos non sar mai virtu-osa e congiunta con Dio, bench molto vivamente siachiamata e combattuta dalle ispirazioni e dalla grazia

    divina, finch quando ce n bisogno non si conformaad essa con gli atti interni e con quelli esterni.

    XIV: Quello che si deve fare quando lavolont superiore pare vinta e soffocata intutto da quella inferiore e dai nemici

    Se talora ti sembrasse che la volont superiore nonpu nulla contro quella inferiore e contro i suoi nemiciper il fatto che non senti in te un volere efficace controdi loro, sta pur salda e non lasciare la battaglia: infattidevi considerarti sempre vittoriosa, finch non ti ac-corgi apertamente di aver ceduto. Siccome la nostravolont superiore non ha bisogno delle voglie inferi-ori per produrre i suoi atti, cos, se essa stessa nonvuole, non pu essere mai costretta a darsi loro pervinta, bench la contrastino molto aspramente. PerciDio ha dotato la nostra volont di libert e di forza taleche se tutti i sensi con tutti i demoni e il mondo insiemesi armassero e congiurassero contro di essa, combat-tendola e premendola con tutto il loro sforzo, nondi-meno essa pu, a dispetto loro, liberissimamente vol-ere o non volere tutto ci che vuole o non vuole, equante volte e per quanto tempo e in quel modo e perquel fine che pi le piace.

    E se questi nemici a volte ti assalissero e tistringessero con tanta violenza che la tua volontquasi soffocata non avesse per cos dire fiato per pro-durre nessun atto di voghe contrarie, non ti perderedanimo n gettare le armi a terra, ma serviti in questocaso della lingua e difenditi dicendo: Non cedo a te,non ti voglio; proprio come colui che, avendo il ne-mico addosso che lo tiene oppresso, non potendo conla punta lo percuote con il pomo della spada. E sic-come questi tenta di fare un salto indietro per poterloferire di punta, cos tu ritirati nella conoscenza di testessa, che niente sei e niente puoi; e con la fiducia inDio, che tutto pu, d un colpo alla passione nemicadicendo: Aiutami, Signore; aiutami, Dio mio; aiutamiGes, Maria, perch non ceda ad essa.

    Potrai ancora, quando il nemico ti d tempo, aiutarela debolezza della volont ricorrendo allintelletto econsiderando diversi punti: per tale considerazionela volont viene poi a prendere fiato e forza con-tro i nemici. Per esempio: in qualche persecuzioneo in qualche altro travaglio tu sei talmente assalitadallimpazienza, che la tua volont quasi non pu op-pure non vuole sopportarli; la conforterai dunque dis-correndo con lintelletto intorno ai seguenti oppure in-torno ad altri punti.

    Primo: considera se tu meriti quel male che patisci,perch gliene hai dato loccasione; e meritandolo, ognidovere di giustizia vuole che tu sopporti paziente-mente quella ferita che ti sei data con le tue mani.

    Secondo: e non avendone tu colpa alcuna, rivolgi ilpensiero agli altri tuoi errori di cui Dio non ti ha ancoradato il castigo e che tu non hai puniti come si deve. Evedendo che la misericordia di Dio ti cambia la penadi essi, che sarebbe eterna oppure temporale ma delpurgatorio, con una piccola pena presente, devi ricev-erla non solamente volentieri ma con rendimento digrazie.

    Terzo: e quando a te paresse daver fatto molta pen-itenza e daver poco offeso la divina Maest (cose,

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  • per, di cui non devi mai persuaderti), devi pensareche nel regno dei cieli non si entra che per la portastretta delle tribolazioni (cfr. Mt 7,13-14).

    Quarto: quantunque tu vi potessi entrare per altravia, per legge damore non dovresti nemmeno pen-sarlo, essendovi il Figluiolo di Dio entrato con tutti gliamici e con tutte le sue membra per mezzo delle spinee delle croci.

    Quinto: ma quello a cui tu devi mirare principal-mente in questa e in ogni altra occasione la volontdel tuo Dio il quale, per lamore che ti porta, si com-piacer indicibilmente di ogni atto di virt e di mor-tificazione che ti vedr fare da sua fedele e gen-erosa guerriera, per corrispondere a lui con amore. Etieni per certo che quanto pi in s sar irrazionale iltravaglio e pi indegno per la sua provenienza e percia te pi molesto e grave da tollerare, tanto al Signoredarai pi gusto approvando e amando, anche nellecose in se stesse disordinate e per te pi amare, lasua divina volont e disposizione in cui ogni avveni-mento, sia pure sregolato, ha la sua regola e il suoordine perfettissimo.

    XV: Alcuni avvisi intorno al modo di com-battere e specialmente contro chi e conquale virt si deve fare

    Hai gi visto, figliuola, il modo con cui devi combat-tere per vincere te stessa e ornarti delle virt. In-oltre sappi ora che per riportare vittoria sui tuoi nemicicon maggior rapidit e facilit ti conviene combattere,anzi necessario che tu combatta ogni giorno partico-larmente contro lamor proprio, abituandoti a riceverecome cari amici i disprezzi e le molestie che il mondopotesse darti. E dal non avvertire questa battaglia edal farne poco conto avvenuto e avviene, come hoaccennato sopra, che le vittorie sono difficoltose, rare,imperfette e instabili.

    Ti avviso per giunta che il tuo deve essere un com-battere con fortezza danimo, che facilmente acquis-terai se la domanderai a Dio e se, considerando la rab-bia, lodio perenne e il grande numero delle squadre edegli eserciti nemici, considererai viceversa che infini-tamente maggiori sono la bont di Dio e lamore concui ti ama e che molti pi sono gli angeli del cielo ele orazioni dei santi che combattono a nostro favore.E da questa considerazione proceduto che tantee tante fragili donne hanno superato e vinto tutta lapotenza e la sapienza del mondo, tutti gli assalti dellacarne e tutta la rabbia dellinferno.

    Perci non devi mai spaventarti, bench a volteti paia che la battaglia dei nemici infierisca di pi epossa durare per tutta la tua vita e quasi ti minaccicadute certe da diverse parti: infatti devi sapere, oltrea quanto ho detto, che ogni forza e conoscenza deinostri nemici sono nelle mani del nostro divin Capi-tano, in onore del quale si combatte. Stimandolo in-dicibilmente e chiamandoci egli stesso rigorosamentealla battaglia, non solo non permetter mai che ti siafatta violenza, ma, combattendo egli per te, ti dar lavittoria su di loro quando a lui piacer e con maggiortuo vantaggio, anche se egli tardasse fino allultimogiorno della tua vita.

    Questo solamente tocca a te: che tu combatta gen-erosamente e che, nonostante tu sia pi volte ferita,non lasci mai le armi n ti dia alla fuga. Infine, perchtu combatta valorosamente, devi sapere che questabattaglia non si pu evitare e chi non vi combatte nec-essariamente vi resta coinvolto e muore. Oltre a ciabbiamo a che fare con nemici ripieni di tali qualit edi odio, che non se ne pu in nessun modo sperare npace n tregua.

    XVI: In qual modo la mattina di buonoradebba scendere in campo il soldato diCristo

    Appena sveglia, la prima cosa che dovranno osser-vare i tuoi occhi interiori il vederti dentro uno stec-cato chiuso con questa legge: chi non vi combatte, viresta morto per sempre.

    In questo steccato immaginerai di vedere innanzi ate da una parte quel nemico e quella tua cattiva in-clinazione, gi individuati per espugnarli e che invecesono armati per ferirti e darti la morte; e dal lato destroil tuo vittorioso Capitano Cristo Ges con la sua san-tissima madre Maria Vergine insieme al suo carissimosposo Giuseppe, con molte squadre di angeli e santie particolarmente con san Michele arcangelo; dal latosinistro, poi, crederai di vedere il demonio infernalecon i suoi per eccitare la suddetta tua passione, isti-gandoti a cedere ad essa.

    In tale steccato ti sembrer di sentire una voce forsedel tuo angelo custode, che cosi ti dice: Tu oggi devicombattere contro questo e contro altri tuoi nemici.Non simpaurisca il tuo cuore n si perda danimo, nonceda ad essi per timore o per altro rispetto a cosaalcuna, perch nostro Signore e tuo Capitano quicon te con tutte queste gloriose squadre: egli com-batter contro tutti i tuoi nemici, non permettendo cheprevalgano su di te in forze e capacit (cfr. Dt 20,3-4).Sta salda, fatti violenza e sopporta la pena che talorasentirai nel farti violenza. Grida spesso dallintimo delcuore e chiama il tuo Signore, Maria Vergine e tutti isanti, perch senza dubbio ne riporterai vittoria. Setu sei fiacca, impedita dalle tue cattive abitudini, ese i tuoi nemici sono molti e forti, moltissimi sono gliaiuti di chi ti ha creata e redenta; oltremodo e senzaparagone alcuno pi forte il tuo Dio e ha pi voglia luidi salvarti che non il nemico di perderti. Combatti puree non ti rincresca talora la sofferenza, perch dallafatica, dalla violenza contro le tue cattive inclinazioni edalla pena che si sente per le cattive abitudini nasconola vittoria e il grande tesoro con cui si compra il regnodei cieli e lanima si unisce per sempre con Dio.

    Nel nome del Signore comincerai a combattere conle armi della diffidenza di te stessa e della confidenzain Dio, con lorazione e con lesercizio chiamando abattaglia quel nemico e quella tua inclinazione che,secondo lordine suddetto, ti sei risoluta di vincere oracon la resistenza, ora con lodio e ora con gli atti dellavirt contraria ferendoli pi e pi volte a morte per farpiacere al tuo Signore, che con tutta la chiesa trion-fante sta a vedere il tuo combattimento. Di nuovo tidico che non ti deve rincrescere di combattere, se con-sideri lobbligo che tutti abbiamo di servire e di piacerea Dio e la necessit di combattere, non potendo fug-

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  • gire da questa battaglia senza ferite e senza morirne.Ti dico di pi: quando tu come ribelle volessi fuggireda Dio e darti al mondo e alle delizie della carne, a tuodispetto ti necessario combattere con tante e tantecontrariet, che spesse volte suderai in volto e il cuoresar penetrato da angosce mortali.

    A questo punto considera che sorta di pazziasarebbe il sostenere quella fatica e quella pena checomportano maggior fatica e pena insieme alla mortesenza fine, se tu fuggissi quella che, finendo invecepresto, ci unisce alla vita eterna e infinitamente beatadove godremo per sempre il nostro Dio.

    XVII: Lordine da osservare nel combat-tere contro le nostre passioni viziose

    E molto importante sapere lordine da osservare percombattere come si deve e non a caso e con su-perficialit, come fanno molti non senza loro danno.Lordine con cui si deve combattere contro i nemici e letue cattive inclinazioni che tu, entrando nel tuo cuorei veda con diligente esame da qual sorta di pensieri edi affetti esso circondato e da quale passione piposseduto e tiranneggiato; e contro quella principal-mente tu prenda le armi e ingaggi la battaglia.

    E se avviene che tu sia assalita da altri nemici,devi sempre combattere contro quello che attual-mente e pi da vicino ti fa guerra, ritornando per poiallimpresa principale.

    XVIII: Il modo di resistere agli impulsi im-provvisi delle passioni

    Non essendo ancora assuefatta a parare i colpi im-provvisi delle ingiurie o di altra cosa contraria, per farvilabitudine impara a prevederli e a volerli poi pi e pivolte, aspettandoli con animo preparato. Il modo diprevederli che, considerata la condizione delle tuepassioni, consideri anche le persone con le quali trat-terai e i luoghi che frequenterai: da questo facilmentepotrai congetturare quello che ti potrebbe avvenire. Esopravvenendoti qualsiasi altra avversit non pensata,oltre laiuto a te recato dal tenere lanimo preparatoalle altre che hai previsto, potrai maggiormente servirtidi questaltro modo.

    Non appena tu cominci a sentire i primi colpidellingiuria o altra cosa penosa, sta desta, fattiforza ed eleva la mente a Dio, considerando lasua ineffabile bont e lamore verso di te con cuiti manda quellavversit, affinch, sopportandola persuo amore, ti purifichi di pi, ti accosti e ti unisca alui. E veduto quanto egli si compiace che tu la sop-porti, rivolgiti a te stessa riprendendoti e dicendo frate: Ah! Perch non vuoi sostenere questa croce,che non questi o quegli ma il tuo Padre celeste timanda?. Poi rivolta alla croce, abbracciala con lamaggior pazienza e allegrezza possibili, dicendo: Ocroce, fabbricata dalla provvidenza divina prima che iofossi! O croce, addolcita dal dolce amore del mio Cro-cifisso! Inchiodarmi ormai in te perch possa darmi achi, morendo in te, mi ha redenta.

    E se nel principio, prevalendo in te la passione nonpotessi elevarti in Dio ma restassi ferita, cerca con

    tutto ci di farlo quanto prima come se ferita nonfossi. Ma per efficace rimedio contro questi impulsiimprovvisi, toglierai ben presto la causa da cui proce-dono. Ad esempio: se per laffetto che hai a qualchecosa, vedi che quando in essa vieni molestata seisolita cadere nellimprovviso turbamento dellanimo, ilmodo di provvedere a ci per tempo che tu ti abituia toglierne laffetto. Se invece H turbamento procedenon dalla cosa ma dalla persona della quale, perchnon ti sta a cuore, ogni piccola azione ti infastidisce e titurba, H rimedio che tu ti sforzi dinclinare la volontad amarla e ad averla cara: infatti oltre a essere crea-tura, come te formata dalla mano sovrana e come teredenta dallo stesso sangue divino, se la sopporterai,quella persona ti porge anche loccasione di rendertisimile al tuo Signore amoroso e benigno con tutti.

    XIX: Il modo di combattere contro il viziodella carne

    Contro questo vizio devi combattere in un modo par-ticolare e diverso dagli altri. Perci, perch tu sappiacombattere ordinatamente, devi osservare tre tempi:prima di essere tentati, quando siamo tentati e dopoche la tentazione passata.

    Prima della tentazione la battaglia sar controle cause che sogliono cagionare questa tentazione.Anzitutto devi combattere non affrontando il vizio, mafuggendo con tutte le tue forze qualsiasi occasione epersona da cui te ne possa venire un minimo pericolo.E bisognando talora trattarci fallo molto presto conun volto modesto e grave, e le parole devono averesapore di asprezza piuttosto che di amorevolezza e dieccessiva affabilit.

    Non ti fidare del fatto che tu non senta n abbia intanti e tanti anni di esperienza sentito stimoli carnali,perch questo maledetto vizio quello che non ha fattoin molti anni lo fa in unora e spesso ordisce le suetrame occultamente; e tanto pi nuoce e ferisce incur-abilmente, quanto pi si mostra innocuo e meno dsospetto di s.

    E molte volte vi pi da temere (come spessolesperienza ha mostrato e mostra tuttora) dovelabitudine protratta sotto pretesto di cose lecite,come di parentela o di debito ufficio oppure di virt chesia nella persona amata: infatti con il troppo e impru-dente praticare si va mescolando il velenoso diletto delsenso che, stillando inavvertitamente a poco a pocoe penetrando fino nellessenza dellanima, va offus-cando sempre pi la ragione in modo che si comin-ciano a stimare come niente le cose pericolose, glisguardi amorevoli, le parole dolci delluna e dellaltraparte e i gusti della conversazione; e cos, passandosidalluna allaltra parte, si viene poi a cadere in rovina oin qualche tentazione dolorosa e difficile da superare.

    Di nuovo ti dico di fuggire, perch tu sei paglia; enon ti fidare del fatto che sei bagnata e ben pienadacqua di buona e forte volont, risoluta e pronta pi-uttosto alla morte che alloffesa divina: con la prat-ica frequente a poco a poco il fuoco con il suo calore,asciugando lacqua della buona volont, quando nep-pure vi si pensa le si attaccher in modo che nonporter rispetto n a parentela n ad amici; nontemer Dio, non stimer lonore, n la vita, n tutte le

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  • pene dellinferno. Perci fuggi, fuggi se davvero nonvuoi essere colta allimprovviso, presa e uccisa.

    Secondo. Fuggi lozio e sta vigilante e desta con ipensieri e con le opere convenienti al tuo stato.

    Terzo. Non fare mai resistenza, ma obbedisci facil-mente ai tuoi superiori, eseguendo con prontezza lecose imposte, e pi volentieri quelle che ti umiliano esono pi contro la tua volont e la tua naturale incli-nazione.

    Quarto. Non fare mai giudizio temerario verso ilprossimo e principalmente a proposito di questo vizio;e se manifestamente fosse caduto, abbine compas-sione e non ti sdegnare contro di esso; non schernirlo,ma ricavane frutto di umilt e di conoscenza di testessa, sapendo di essere polvere e niente; accostatia Dio con lorazione e fuggi pi che mai le occasioni,dove sia anche solo ombra di pericolo. Che se tusarai facile a giudicare gli altri e a disprezzarli, Dio tuomalgrado ti corregger permettendo che tu cada nellostesso difetto, affinch cos ti avveda della tua super-bia e, umiliata, ponga rimedio ad ambedue questi vizi.E non cadendo n mutando pensiero, sappi pure chevi grandemente da dubitare del tuo stato.

    Quinto e ultimo. Avverti bene che, ritrovandoticon qualche dono e gusto di delizie spirituali, tu nonprenda un certo vano compiacimento di te stessa per-suadendoti di essere qualche cosa e che i tuoi nemicinon ti faranno pi guerra, poich ti pare di guardarlicon nausea, orrore e odio; e se in ci sarai incauta,cadrai facilmente.

    Nel tempo della tentazione, considera se procededa causa intrinseca o estrinseca. La causa estrinsecaintendo io che sia la curiosit degli occhi, delle orec-chie, leccessiva pulizia delle vesti, le familiarit e i col-loqui che incitano a questo vizio. In questi casi il rime-dio lonest, la modestia, non volendo n vederen sentire cose che incitano a questo vizio, e la fugacome sopra ho detto. La causa intrinseca procedeo dalla vitalit del corpo o dai pensieri della mente,che ci vengano dalle nostre cattive abitudini oppureper suggestione del demonio. La sensualit del corposi deve mortificare con digiuni, discipline, cilizi, veg-lie e altre simili asprezze secondo come insegnanola discrezione e lobbedienza. Quanto ai pensieri, daqualsiasi parte vengano, i rimedi sono questi: lessereoccupati in diversi esercizi convenienti al proprio stato,nellorazione e nella meditazione.

    Lorazione sia di questo tipo: quando tu cominci an-che un poco ad accorgerti non solo di tali pensieri madei loro primi accenni, ritirati subito con la mente nelCrocifisso dicendo: Ges mio, Ges mio dolce, aiu-tami presto, perch io non sia presa da questo ne-mico. E abbracciando alle volte la croce da cui pendeil tuo Signore, bacia pi volte le piaghe dei suoi sacripiedi dicendo affettuosamente: Piaghe belle, piaghecaste, piaghe sante, ferite ormai questo misero e im-puro cuore, liberandomi dal pericolo di offendervi.

    Nel tempo in cui abbondano le tentazioni dei piac-eri carnali, non vorrei che la meditazione fosse in-torno a certi punti proposti da molti libri per rimedioa questa tentazione, come il considerare la vilt diquesto vizio, linsaziabilit, le molestie, le amarezzeche ne seguono, i pericoli e la perdita dei beni, dellavita, dellonore e cose simili. Perch questo non

    sempre sicuro mezzo per vincere la tentazione, anzipu apportare danno: infatti se lintelletto per una viascaccia questi pensieri, per laltra ci porge occasionee pericolo di dilettarcene e di acconsentire al piacere;per cui il rimedio vero il fuggire in tutto non soloda essi, ma anche da ogni cosa che ce li rappre-senti bench sia loro contraria. Perci la tua medi-tazione, orientata a questo fine, verta sulla vita e sullapassione del Signore crocifisso. E se meditando tisi facessero innanzi contro tua voglia gli stessi pen-sieri e pi del solito ti molestassero, come facilmenteti avverr, non per questo ti sgomenterai n lasceraila meditazione n ti rivolgerai ad essi per far lororesistenza; ma seguiterai la tua meditazione quantopi intensamente ti sia possibile, non curandoti di talipensieri, come se non fossero tuoi; infatti non vi modo migliore di questo per opporsi loro, bench tifacessero continua guerra.

    Concluderai poi la meditazione con questa o conuna domanda simile: Liberatemi, Creatore e Reden-tore mio, dai miei nemici in onore della vostra pas-sione e della vostra bont ineffabile, non rivolgendola mente al vizio, perch il solo ricordo di esso non senza pericolo. E con simile tentazione non staremai a disputare se tu abbia acconsentito o no perchquesto, sotto specie di bene, inganno del demonioper inquietarti e renderti sfiduciata e pusillanime; op-pure perch, tenendoti occupata in tali discorsi, speradi farti cadere in qualche piacere. Perci in questatentazione, quando il consenso non chiaro, ti basticonfessare il tutto con brevit al tuo padre spirituale,restandone poi tranquilla con il suo parere senza pen-sarci pi. E fa in modo di scoprire a lui fedelmenteogni tuo pensiero, e non te ne trattenga mai alcunrispetto o vergogna. Che se con tutti i nostri nemiciabbiamo bisogno della virt dellumilt per vincerli, inquesto pi che in altro dobbiamo umiliarci, essendoquesto vizio quasi sempre castigo di superbia.

    Passato il tempo della tentazione, quello che devifare che, pur sembrandoti di essere libera e del tuttosicura, tu stia con la mente lontana affatto da queglioggetti che ti cagionavano la tentazione, bench perfine di virt o di altro bene ti sentissi muovere a farealtrimenti: infatti questa frode della natura viziosa etranello del nostro sagace avversario, che si trasformain angelo di luce per indurci nelle tenebre.

    XX: Il modo di combattere contro la negli-genza

    Perch tu non cada nella misera schiavit della neg-ligenza, cosa che non solo impedirebbe il camminodella perfezione ma ti darebbe in mano ai nemici,devi fuggire ogni curiosit e attaccamento terreno equalunque occupazione non conveniente al tuo stato.Poi ti devi sforzare per corrispondere presto a ognibuona ispirazione e a qualunque ordine dei tuoi supe-riori, facendo ogni cosa quando e come a loro piacer.

    Non ritardare neppure per un brevissimo momento,perch quel solo primo indugietto porta appresso ilsecondo e questo il terzo e gli altri ai quali il sensosi piega e cede pi facilmente che ai primi, essendogi allettato e preso dal piacere che ne ha gustato:per cui o si incomincia lazione troppo tardi o come

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  • noiosa alle volte la si lascia del tutto. E cos a poco apoco si va facendo labitudine alla negligenza ed essapoi cresce talmente che, nel momento stesso in cuida quella siamo tenuti legati, ci proponiamo di voleressere unaltra volta molto solleciti e diligenti poichci accorgiamo, con rossore di noi stessi, dessere statifino a tal punto negligentissimi.

    Questa negligenza scorre dappertutto e con il suoveleno non solo infetta la volont facendole aborrirelopera, ma accieca anche lintelletto perch non vedaquanto vani e mal fondati siano i proponimenti di es-eguire per lavvenire presto e diligentemente quelloche, dovendosi effettuare allora, volontariamente silascia del tutto oppure si rimanda ad altro tempo. Nbasta eseguire presto lopera dovuta, ma bisogna farlanel tempo proprio richiesto dalla qualit e dallesseredi quellopera e con tutta quella diligenza ad essaconveniente, perch abbia ogni possibile perfezione.Infatti non diligenza, ma finissima negligenza farelazione prima del tempo e sbrigarsela presto e senzafarla bene, perch poi quietamente ci diamo al riposoaccidioso, al quale era fisso il nostro pensiero men-tre con rapidit si compiva lazione. Tutto questo granmale avviene perch non si considera il valore dellabuona opera fatta a suo tempo e con lanimo risolutoad andare incontro alla fatica e alla difficolt, che ilvizio della negligenza porta ai principianti.

    Tu dunque devi spesso considerare che una solaelevazione di mente a Dio e una sola genuflessionefatta in suo onore vale pi di tutti i tesori del mondo;e che ogniqualvolta facciamo violenza a noi stessi ealle passioni viziose, gli angeli portano allanima nos-tra dal regno del cielo una corona di gloriosa vitto-ria. Che al contrario a poco a poco Dio va togliendoai negligenti le grazie loro concesse, e ai diligenti leaumenta facendoli poi entrare nel suo proprio gau-dio. Se tu nei primi inizi non sei tanto forte da andaregenerosamente incontro alla fatica e alla difficolt, ledevi nascondere in modo che sembrino pi piccole diquanto dai negligenti siano giudicate.

    Ammettiamo pure che il tuo esercizio richieda moltie molti atti e una fatica diuturna per acquistare unavirt, e che i nemici da espugnare ti paiano molti eforti. Tuttavia comincia tu a produrre atti, quasi che neabbia pochi da fare e che per pochi giorni debba fati-care; e combatti contro un nemico come se non ve nefossero altri da combattere, per con una confidenzagrande che tu con laiuto di Dio sei pi forte di loro.Cos facendo, la negligenza comincer a debilitarsi ea disporsi poi in modo che vi entri di mano in mano lavirt contraria.

    Lo stesso dico dellorazione. Talvolta il tuo eserciziorichiede unora di orazione e questo sembra duro allatua negligenza: immergiti in essa quasi volessi pre-gare per lo spazio di un ottavo dora, perch facilmentepasserai allaltro e da questo a quello che rimane. Ese in ci talora nel secondo o negli altri ottavi sen-tissi ripugnanza e difficolt troppo violente, tralascialesercizio per non infastidirti; riprendi per di li a pocodi nuovo lesercizio tralasciato.

    Tale metodo devi osservare anche nelle opere es-teriori quando ti accade di dover fare pi cose per lequali, parendo esse alla tua negligenza molte e diffi-coltose, tu vieni a disturbarti tutta. Con tutto ci comin-

    cia coraggiosamente e tranquillamente da una, comese non avessi altro da fare; cos facendo diligente-mente, riuscirai a compierle tutte con molta minor fat-ica di quello che ti sembrava nella tua negligenza. Setu non farai nel modo suddetto e non andrai incontroalla fatica e alla difficolt che ti si mostrano, il viziodella negligenza prevarr talmente su di te che la fat-ica e la difficolt, che comporta inizialmente leserciziodelle virt, ti terranno ansiosa e insofferente non soloquando saranno presenti ma anche quando sarannoassenti: infatti temerai sempre di essere tormentatae assalita dai nemici e di vederti qualcuno alle spalleche ti imponga qualche cosa; per cui nella stessa tran-quillit vivresti inquieta.

    Sappi, figliuola, che questo vizio della negligenzacon il suo nascosto veleno a poco a poco non solofa marcire le prime e piccole radici che dovevano pro-durre le abitudini virtuose, ma anche quelle delle abi-tudini gi acquisite. Come fa il tarlo dentro il legno,cos esso va rodendo e consumando insensibilmentelessenza della vita spirituale; e a ognuno, ma parti-colarmente agli spirituali, il demonio tende insidie etranelli con questo mezzo.

    Vigila, dunque, pregando e operando bene, e nonaspettare a tessere il panno per la veste nuziale al-lorquando dovrai esserne ornata per incontrare losposo (cfr. Mt 2 5,6. 10). E ricordati ogni giorno chechi ti d la mattina non ti promette la sera, e, se ti data la sera, non ti viene promessa la mattina. Percispendi tutti i momenti della giornata secondo il vol-ere di Dio proprio come se non ti fosse concesso altrotempo, tanto pi che di ogni momento dovrai rendereminutissimo conto.

    Concludo avvertendoti di reputare come perdutaquella giornata in cui, pur avendo fatto molte faccende,non avrai ottenuto parecchie vittorie contro le cattiveinclinazioni e contro la tua volont, n avrai ringrazi-ato il tuo Signore dei suoi benefici e particolarmentedella sua penosa passione sofferta per te, nonch delpaterno dolce castigo quando ti avr fatta degna deltesoro inestimabile di alcune tribolazioni.

    XXI: Il modo di regolare i sensi esteriori ecome da quelli si possa passare alla con-templazione della divinit

    Grande avvertenza e continuo esercizio si richiedononel reggere e nel regolare bene i nostri sensi esteriori,perch lappetito, che come capitano della nostranatura corrotta, eccessivamente incline a cer