53
Codice deontologico dell’infermiere 2009 Commento a cura del Collegio IPASVI di Asti

Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

Codice deontologico dell’infermiere 2009

Commento a cura del Collegio IPASVI di Asti

Page 2: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

1. L’infermiere è il professionista sanitario responsabile

dell’assistenza infermieristica.

Si sottolinea quanto promulgato nella L42 del febbraio 1999: “l’infermiere è Professionista sanitario, non più ausiliario di altre figure ma elemento fondante dell’autonomia professionale.

Marisa Perotti - Giuseppina Bosso

Page 3: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

2. L’assistenza infermieristica è servizio alla persona, alla famiglia e alla collettività. Si realizza attraverso interventi specifici,

autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale,

relazionale ed educativa.

Si rafforza il concetto, sottolineando da un lato l’ampia portata del ruolo infermieristico “servizio alla persona, alla famiglia, alla collettività”, non più e non solo assistenza al paziente, e dall’altro la vasta gamma di interventi che discendono da competenze di varia natura e vengono attuati in modo autonomo.

Marisa Perotti - Giuseppina Bosso

Page 4: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

3. La responsabilità dell’infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell’individuo.

Page 5: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

4. L’infermiere presta servizio secondo principi di equita’ e giustizia, tenendo conto dei valori

etici e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona.

L’infermiere agisce in prima persona, è un soggetto attivo che opera con autonomia di scelta e responsabilità entro una cornice di valori derivanti dalla sua storia personale e dal proprio contesto sociale. Quando si richiama a principi di equità e giustizia nell’aspetto organizzativo dell’assistenza tiene conto dei bisogni di ciascuno e li soddisfa secondo un’eguale presa in carico della persona a lui affidata. Nella nostra società sempre più multi culturale i valori etici, religiosi degli assistiti entrano sempre più in gioco nell’assistenza ed il nostro agire e sapere deve tenere conto di essi. L’infermiere deve cogliere come stimolo la diversità culturale etica e religiosa approfondendo con “intelligenza”, cogliendo cioè adeguatamente gli elementi in gioco; con “docilità professionale” ovvero con l’attitudine all’ascolto, a chiedere consiglio, a lasciarsi illuminare da altri quando è necessario. E’ nel dialogo tra tutti i soggetti coinvolti che possono maturare le scelte terapeutiche più idonee al caso, anche sotto il profilo etico.

Liliana Bussolino

Page 6: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

5. Il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e dei principi etici della professione è condizione

essenziale per l’esercizio della professione infermieristica.

La visione olistica dell’assistenza è mission storica e moderna vincolata dalle relazioni sociali e dal contesto ambientale. L’individuo, nel momento in cui si ammala, paradossalmente, perde il “rispetto dei suoi diritti”: non sempre può ed è in grado di esprimerli. L’infermiere è colui che passa molte ore vicino al paziente, diventando “la sua voce” .

Riconoscere il coinvolgimento etico in un dato caso clinico, promuovere il confronto tra le diverse professioni, può aiutare a percorrere un sentiero dove la condivisione fa da specchio ai principi etici della professione aiutando l’infermiere a tutelare l’assistito, contenendo il senso di abbandono.

La centralità della persona per l’infermiere significa riconoscerne la dignità in ogni fase della malattia.

Marisa Quirico

Page 7: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

6. L’infermiere riconosce la salute come bene fondamentale della persona ed interesse della

collettività e si impegna a tutelarla con attività di prevenzione , cura, riabilitazione e palliazione.

Quale professionista rispetta la salute come richiamato dall’articolo n.32 della nostra costituzione; d’altro canto come da disposto del comma 2 art 1 del nostro profilo, la definizione dell’assistenza infermieristica si esplicita nell’attività di prevenzione, cura, riabilitazione e palliazione. E’ importante riaffermare e “riassaporare” l’autonomia dell’infermiere nell’educare la persona , nel partecipare al progetto di riabilitazione con altri professionisti, nell’accompagnarla nella fase di fine vita.

Patrizia Bergese Bogliolo

Page 8: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

7. L’infermiere orienta la sua azione al bene dell’assistito di cui attiva le risorse

sostenendolo nel raggiungimento della maggiore autonomia possibile, in particolare quando vi sia disabilità, svantaggio, fragilità.

L’assistito è la persona - cioè l’essere umano riconosciuto nella sua realtà e nella sua inalienabile dignità- nella condizione di particolare bisogno a cui l’infermiere presta l’impegno di offrire una risposta, attraverso la propria professionalità. In particolare, nel suo imprescindibile ruolo di garante della salute dell’assistito, l’infermiere si presta a fornire una risposta adattata alla reale situazione: non prestazioni standardizzate ma calibrate sui bisogni della singola persona assistita atte a mobilitare le sue risorse residue.

Patrizia Bergese Bogliolo

Page 9: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

8. “L’infermiere, nel caso di conflitti determinati da diverse visione etiche, si impegna a trovare la

soluzione attraverso il dialogo. Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto

con i principi etici della professione e con i propri valori, si avvale della clausola di coscienza,

facendosi garante delle prestazioni necessarie per l’incolumità e la vita dell’assistito.”

L’introduzione di alcuni articoli che fanno riferimento ad aspetti molto discussi nella bioetica, tra cui la clausola di coscienza, apre nuovi scenari in merito all’espressione, da parte del singolo professionista, delle proprie scelte morali, dei propri valori personali nonché della condivisione dei valori professionali

Avvalersi della clausola di coscienza ed assumersi la responsabilità delle proprie scelte significa essere in grado di motivarle, di giustificarle, in quanto azioni liberamente intraprese, nei confronti dei destinatari ultimi, ovvero i cittadini e in generale la società, i colleghi e anche le istituzioni per cui si lavora.

Page 10: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

Il dover rendere ragione a un numero così elevato di persone significa, per l’infermiere, fare i conti con possibili conflittualità tra i propri ideali e le richieste di agire secondo scopi fissati dall’azienda, specie nel contesto odierno, in cui la salute è un bene di mercato la cui distribuzione è sottoposta a precisi vincoli di budget. L’obiezione di coscienza (o clausola di coscienza) contenuta nel codice deontologico deve potersi esercitare non solo nei casi esplicitamente previsti dall’ordinamento giuridico, ma anche in tutti i casi che sollevino difficoltà di ordine deontologico ed etico. La clausola di coscienza non si deve riferire esclusivamente all’obiezione professionale, ovvero il no pronunciato verso azioni e gesti che contraddicono il significato riconosciuto di assistenza infermieristica, dovrebbe essere giustificata anche solo in base a convincimenti personali, protetta sia sotto il profilo deontologico che giuridico. In questo caso, sotto il profilo deontologico, se l’atto è in sé ammesso, si riconosce che possa contrastare . con i valori del singolo

Page 11: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

e quindi essere personalmente rifiutato. L’affermazione della clausola di coscienza ricorda ed educa al fatto che ogni azione professionale infermieristica ha una valenza etica, che la riflessione sui valori e la loro concretizzazione non può essere delegata. Inoltre tiene aperta la possibilità anche per temi nuovi in relazione allo sviluppo tecnologico e scientifico; tutela il professionista e garantisce il rispetto del principio di autonomia dell’infermiere, garantendo la dialettica tra libertà e dignità della persona assistita e libertà e dignità dell’infermiere.

Il fatto che il professionista debba comunque farsi garante delle prestazioni necessarie all’incolumità e la vita dell’assistito impedisce “l’abuso” di tale opzione, che non può essere di comodo o di opportunismo.

Paola Franco

Page 12: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

9. L’infermiere, nell’agire professionale, si impegna ad operare con prudenza al fine di

non nuocere.

In questo articolo si riprende il motto ippocratico “primum non nocere”, indispensabile per l’infermiere agire con prudenza e valutare quotidianamente la qualità di vita dell’assistito.

Wilma Gentile

Page 13: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

10. L’infermiere contribuisce a rendere eque le scelte allocative, anche

attraverso l’uso ottimale delle risorse disponibili.

Il riordino del SSN (1992-1993), con l ’ i n t r o d u z i o n e d e i c r i t e r i d i aziendalizzazione, privatizzazione, responsabilizzazione, mira ad aumentare l’efficacia, l’efficienza e la produttività del sistema anche in termini di utilizzo delle risorse. L’infermiere che è parte attiva, vigila affinchè le scelte siano guidate da principi etici.

Wilma Gentile

Page 14: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

11.L'infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze

attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull'esperienza e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa

ad attività di formazione. Promuove, attiva e partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei risultati.

L’art. 11 rappresenta la sintesi della moderna professione infermieristica: infatti, l’infermiere risulta inserito in una realtà complessa e multidisciplinare, non statica, ma in costante e progressivo mutamento. L’abrogazione del mansionario, il passaggio da “professioni sanitarie ausiliarie” a “professioni sanitarie” e la conseguente autonomia professionale da tempo richiesta, nonché la “riforma degli ordinamenti didattici universitari”, ha avviato un processo di rinnovamento dei percorsi formativi, che si realizza nel potenziamento della formazione di base, nella possibilità di una formazione complementare e nella formazione universitaria postbase. A fronte del progredire delle conoscenze tecniche, della ricerca, delle modalità di approccio al paziente sviluppate su una nuova sensibilità comune, la professionalità infermieristica deve distinguersi per capacità di adattamento e per costante ricerca dell’innovazione, L’infermiere viene considerato come un elemento perfettamente integrato in un sistema che ha come fulcro e obiettivo l’assistenza e la cura del paziente. Inoltre, all’infermiere è richiesta una forte attenzione all’analisi critica dell’esperienza e della ricerca, al fine di attingere da entrambe un patrimonio di competenze e conoscenze che possono contribuire alla crescita costante della qualità della professione

Wilma Gentile-Manuela Menegaldo

Page 15: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

12. L’infermiere riconosce il valore della ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale per

l’evoluzione delle conoscenze e per i benefici sull’assistito.

L’art. 12 del Codice Deontologico completa e specifica l’art. precedente, “chiudendo il cerchio” attorno alla necessaria e fondamentale attività di formazione e crescita professionale costante, affiancando alla ricerca anche la sperimentazione. Questo art. non pare voler cogliere il merito della differenza tra ricerca e sperimentazione, ma sottolinea ed enfatizza il valore di entrambe. La ricerca e la sperimentazione, qui intese sia come cliniche che assitenziali, rappresentano, pertanto, un valore fondamentale solo se volto a tutelare contestualmente ed inscindibilmente lo sviluppo delle conoscenze tecnico/scientifiche ed il raggiungimento di benefici per l’assistito, ponendo così le necessarie basi per la definizione di nuovi modelli assistenziali. Ricerca come stimolo per l’infermiere, affinchè possa risolvere i problemi assistenziali utilizzando informazioni clinicamente rilevanti, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini .

Wilma Gentile-Manuela Menegaldo

Page 16: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

13. L’infermiere assume responsabilità in base al proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, all’intervento o alla consulenza di infermieri esperti o

specialisti. Presta consulenza ponendo le proprie conoscenze ed abilità a disposizione della comunità

professionale.

Le parole chiave dell’art.13 sono “responsabilità – competenza – consulenza”, quest’ultimo termine ancora poco usato tra i professionisti infermieri.

L’articolo riconosce la specificità e la competenza dell’infermiere esperto in relazione ad un’attività o di fronte ad un problema assistenziale.

Pone l’accento sul senso di responsabilità dell’infermiere che, di fronte ad una situazione d’incertezza assistenziale, ricorre alla consulenza di un collega esperto: questo, responsabilmente, si fa strumento al servizio innanzitutto del paziente, nonché dei colleghi, per consentire loro di poter attuare una valutazione delle alternative possibili, nell’ottica di un’assistenza più efficace alla persona.

Marisa Perotti - Giuseppina Bosso

Page 17: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

14. L’infermiere riconosce che l’interazione tra professionisti e l’integrazione interprofessionale sono modalità

fondamentali per far fronte ai bisogni dell’assistito.

I rapporti professionali con i colleghi e gli altri operatori sanitari sono un argomento che tradizionalmente è presente nei codici deontologici. L’aumento della complessità degli interventi assistenziali dovuto sia all’invecchiamento della popolazione che all’incremento delle patologie cronico degenerative, ha reso fondamentale lavorare in equipe richiedendo una maggiore interazione e integrazione fra le varie figure sanitarie. Lavorare in èquipe non è semplice perché si scontrano e confrontano ruoli, opinioni e a volte risulta difficile decidere “chi fa che cosa”. Il riconoscimento della propria e altrui professionalità è da parte del professionista un atto non solo di rispetto ma di piena fiducia delle capacità altrui.

Valeria Moro

Page 18: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

15. L’infermiere chiede formazione e/o supervisione per pratiche nuove o

sulle quali non ha esperienza

La complessità della risposta assistenziale in risposta ai sempre crescenti e diversificati problemi prioritari di salute può manifestare il divario tra le competenze raggiunte dall’operatore e quelle necessarie a garantire una prassi efficace. Tenuto conto dei dettami dell’art. 11 – 12 ed a loro integrazione tale articolo richiama la costante attenzione dell’infermiere a misurarsi , consapevole dei propri limiti , rispetto all’efficacia dei suoi interventi assistenziali ed a chiedere formazione e/o supervisione al collega esperto ( come riferito all’art.13).

Patrizia Bergese Bogliolo

Page 19: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

16. L’infermiere si attiva per l’analisi dei dilemmi etici vissuti nell’operatività quotidiana e promuove

il ricorso alla consulenza etica, anche al fine di contribuire all’approfondimento della riflessione

bioetica.

Nella storia del nostro e agire e sapere professionale ci si è sempre mossi con una retta disposizione morale basata sull’intelligenza personale, la solerzia, la previdenza, ed il “buon uso della ragione”. Nel corso dell’operatività abbiamo incontrato e incontriamo tutt’ora problemi etici condizionati dalla pressione emotive, dalla fretta, da una carente competenza o da opzioni ideologiche diverse che implicano discernimenti morali. Con l’approfondimento etico si vuole dare uno strumento per approfondire il nostro sapere professionale la dove l’etica si occupa di principi morali finalizzati alla promozione della qualità della vita e alla persona in relazione, mentre la bioetica mira alla promozione di una migliore qualità della vita facendo interagire l’etica con la biomedicina, il biodiritto, la filosofia sistematica, la teologia, le scienze antropologiche.In questo contesto l’infermiere è chiamato a scoprire quali sono le fonti della dignità umana per poter distinguere e fare discernimento sulle proprie azioni e sulle conseguenze morali che ne derivano.

Liliana Bussolino

Page 20: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

17. L’infermiere, nell'agire professionale è libero da condizionamenti derivanti da

pressioni o interessi di assistiti, familiari,altri operatori, imprese, associazioni, organismi.

I condizionamenti quali atteggiamenti palesemente in contrasto con i principi fondamentali del C.D., non si ispirano a divergenze di opinione nell’ambiente di lavoro che spesso si verificano e contribuiscono a chiarire le diversità a favore della crescita del gruppo, ma sono espressione di quelle situazioni in cui un diverso punto di vista viene portato avanti con veemenza o con modalità tali che possano ricondurre ad un atteggiamento di condizionamento o ad una pressione . La risposta resta il dialogo ed il confronto con chi opera la pressione, intervento volto a tutelare l’autonomia professionale in risposta a due finalità: quella del perseguimento proprio della professione di tutelare l’interesse della persona assistita e quello della specifica competenza del professionista nel realizzare attraverso interventi specifici, la promozione della vita e della salute della persona assistita.

Patrizia Bergese Bogliolo

Page 21: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

18. L’infermiere, in situazioni di emergenza-urgenza, presta soccorso e si attiva per garantire l’assistenza

necessaria. In caso di calamità si mette a disposizione dell’autorità competente.

L’ infermiere in situazioni di emergenza-urgenza, ovvero in ambito di area critica, e’ colui che garantisce un’assistenza ottimale al paziente con reali o potenziali problemi che ne mettono in pericolo la vita. A tale scopo l’infermiere deve essere qualificato attraverso aggiornamenti specifici e dovra’ essere in grado di:- valutare la qualità, l’entità e la priorità dei problemi del paziente, utilizzare apparecchiature attrezzature e presidi complessi;- interagire con gli altri operatori e i servizi che intervengono nell’assistenza al paziente critico;- prestare particolare attenzione alla necessità di mantenere livelli di competenza adeguati ai livelli di qualità delle prestazioni richieste. Questo adeguamento verrà garantito mediante un aggiornamento continuo anche in considerazione della rapidità di evoluzione dell’assistenza infermieristica in area critica.

L’infermiere che svolge la professione al servizio della salute e della vita, e’ chiamato prima ancora di qualsiasi legge o regolamentazione aziendale, ad una responsabilità individuale facente parte del proprio percorso professionale. Pertanto il mettersi a disposizione della comunità e/o delle autorità competenti, in caso di calamità, e’ per l’infermiere un’ intima convinzione che va al di sopra di ogni obbligo giuridico.

Franca Baldi

Page 22: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

19. L’infermiere ascolta, informa, coinvolge l’assistito e valuta con lui i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza garantito e facilitarlo

nell’esprimere le proprie scelte.

Ambiente e salute, servizi e presidi, cittadini e operatori sanitari sono profondamente ed inevitabilmente inseriti in un contesto sociale sempre più evoluto grazie all’alta tecnologia che, se da un lato è destinata a migliorare la vita, dall’altro rende sempre più evidente un inquietante divario che penalizza anzitutto i rapporti umani e spirituali e poi molti aspetti legati alla qualità della vita e della eventuale necessità di cure. La cultura della salute e della prevenzione costituiscono un bene assolutamente primario sia per lo sviluppo personale, che sociale ed economico della persona e quindi di tutta la comunità e sono intimamente connesse alla tutela ambientale per cui l’acquisizione di questi fattori deve avvenire sia in ambito individuale che collettivo; l’infermiere, professionista capace di contestualizzare gli avvenimenti e le situazioni, secondo una visione olistica ed empatica del cittadino e della comunità di inserimento, informa e invita i medesimi ad attuare, concretamente e con coscienza, i migliori comportamenti a partire dalle scelte della vita quotidiana. L’infermiere offre dunque , in sinergica collaborazione e/o come anello di congiunzione fra le varie altre figure coinvolte, un grande contributo come educatore e formatore per la promozione di stili di vita basati su tre criteri prioritari: equilibrio, sobrietà e semplicità.

Mariangela Musso

Page 23: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

20. L’infermiere promuove stili di vita sani, la diffusione del valore della cultura della salute e della tutela ambientale, anche attraverso l’informazione e

l’educazione. A tal fine attiva e sostiene la rete di rapporti tra servizi e operatori.

Oggi la persona che intraprende un percorso diagnostico-terapeutico, quale ne sia l’ambito, non è più avvolta e condizionata dall’antico e fino a ieri molto radicato, paternalismo medico.

La persona, finalmente, diviene (o deve essere posta in condizioni di divenire) partecipe diretto e con autonomia decisionale, nell’itinere che direttamente lo riguarda ed ha la certezza del diritto di chiedere ed ottenere adeguate e dettagliate risposte ai propri bisogni assistenziali.

L’infermiere, grazie allo specifico impegno valoriale e formativo, si accosta alla persona, anzitutto in ascolto e poi costantemente nella logica di un reale accompagnamento eticamente responsabile dell’assistenza e questo ancora di più in caso di disabilità, fragilità e svantaggio fisico, psichico e sociale della persona stessa. L’infermiere diviene così figura garante verso la persona e la sua famiglia, tutelandone i diritti e la dignità, sostenendolo e non sostituendosi ad esso nel percorso di conoscenza, riflessione e decisione in totale autonomia.

Mariangela Musso

Page 24: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

21. L’infermiere, rispettando le indicazioni espresse dall’assistito, ne favorisce i rapporti con

la comunità e le persone per lui significative, coinvolgendole nel piano di assistenza. Tiene

conto della dimensione interculturale e dei bisogni assistenziali ad essa correlati.

Si evidenziano 3 concetti fondamentali:

-principio di autonomia: rispettando le indicazioni dell’assistito

-caregiver: favorendo i rapporti e coinvolgendo le persone a lui più care anche nel piano d’assistenza

-dimensione interculturale e bisogni ad essa correlati

Il primo contatto della persona immigrata con una struttura sanitaria, molto spesso è l’infermiere, che si trova di fronte una persona destabilizzata e vulnerabile in quanto sradicata dalla propria comunità e che prova paura nel vedere compromesso il proprio stato di salute, inteso anche come rapporto sociale.

Per favorire una conoscenza delle culture e comprendere i bisogni ad esse correlati è utile il supporto del mediatore culturale.

Giusi Macchia – Marisa Quirico

Page 25: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

22. L’infermiere conosce il progetto diagnostico-terapeutico per le influenze che questo ha sul percorso assistenziale e sulla relazione con

l’assistito.

L’articolo sottolinea l’importanza della relazione che si instaura con la persona assistita.

L’infermiere, ponendo attenzione alla comunicazione verbale e non verbale, ai messaggi, alle informazioni provenienti dall’assistito, impara a conoscere le influenze che il piano terapeutico produce su quella persona.

La sensibilità e la consapevolezza sono gli strumenti che permettono di accompagnare ed aiutare l’individuo ad affrontare al meglio tutto il percorso terapeutico.

Giusi Macchia – Marisa Quirico

Page 26: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

23. L’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata multi professionale e si adopera affinché

l’assistito disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita.

Il fine della richiesta del consenso informato è quello di promuovere l’autonomia dell’individuo nell’ambito delle decisioni sulla sua salute. E’doveroso evidenziare che ottenere il consenso ad interventi terapeutici, non consiste in una pura e semplice sottoscrizione di un foglio di carta. Consenso deve significare partecipazione, consapevolezza, libertà di scelta e di decisione della persona. La validità del consenso è connessa ad una preventiva e completa informazione. Il consenso informato non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, deve esser inteso come un momento di quella alleanza terapeutica fondamentale per affrontare in modo corretto la malattia.

Per poter esprimere o negare il proprio consenso l’utente deve essere opportunamente informato sulla questione in oggetto. La persona deve dimostrare di aver ben capito il motivo, gli effetti e le possibili alternative degli interventi a cui sta per sottoporsi

Paola Franco

Page 27: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

24. L’infermiere aiuta e sostiene l’assistito nelle scelte, fornendo informazioni di natura assistenziale

in relazione ai progetti diagnostico terapeutici e adeguando la comunicazione alla sua capacità di

comprendere.

Le informazioni possono essere recepite in modo diverso a seconda dell’età del soggetto, delle condizioni psico-fisiche, sociali e culturali. Un consenso senza un’adeguata informazione viene sentito come un consenso strappato, spersonalizzato, senza basi di autenticità. Capita spesso di imbattersi in un paziente che semplicemente chiede: “se fossi suo parente cosa mi consiglierebbe?”. Ci sono persone che non sanno valutare criticamente le informazioni ed esigono quasi consigli garantiti più dall’affettività che dalla ragione. Per aiutare veramente il paziente nelle scelte sono necessarie formazione del personale, linee guida comuni, modulistica adeguata, attività informative per la popolazione.

Paola Franco

Page 28: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

25.. L’infermiere rispetta la consapevole ed esplicita volontà dell’assistito di non essere informato sul suo stato di salute, purchè la mancata informazione non sia di pericolo

per sé o per altri

Da questo articolo si evince il principio di autonomia che viene affermato e sancisce il rispetto della libertà dell’individuo e delle decisioni del paziente. L’infermiera orienta la sua assistenza al bene dell’assistito, bene che è espressamente correlato all’autonomia dall’utente anche quando la mancata informazione non sia di pericolo per sé o per gli altri.

Liliana Bussolino - Giusi Macchia

Page 29: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

26. L’infermiere assicura e tutela la riservatezza nel trattamento dei dati relativi all’assistito. Nella raccolta,

nella gestione e nel passaggio di dati, si limita a ciò che è attinente all’assistenza.

Per commentare questo articolo del codice proponiamo un caso: “ Il sig. Francesco, 82 anni, è stato ricoverato nel reparto di medicina per cancro al polmone con MTS cerebrali. A casa vive solo e non ha parenti che si occupino di lui. Al momento dell’accettazione in reparto il sig. Francesco è lucido e orientato. Ad una settimana dal ricovero le condizioni del paziente si aggravano. Nell’arco di pochi giorni perde conoscenza e dipende dal personale per tutte le attività assistenziali. Un pomeriggio Marina, l’infermiera di turno, viene a sapere dal collega Daniele che il sig. Francesco, prima del ricovero in reparto, era agli arresti domiciliari a casa sua per reati di pedofilia. Marina ha una reazione di disgusto e indignazione, (pensa ai suoi bambini di 5 e 7 anni) e dichiara apertamente che lei si rifiuta di prestare assistenza a quell’uomo; chiede al collega di provvedere lui ai bisogni del paziente. Daniele pensa che avrebbe dovuto restare zitto perché il sig. Francesco gliene aveva parlato in un momento di sconforto una notte in cui era stato male e lui era di turno”.

Il caso presentato è indicativo di quanto un atto di leggerezza e superficialità possa creare talvolta situazioni critiche nella quotidianità, quando i dati riferiti non siano strettamente legati all’aspetto assistenziale. La trasmissione dei dati costituisce un aspetto critico del nostro operare.

Liliana Bussolino - Giusi Macchia

Page 30: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

27. L’infermiere garantisce la continuità assistenziale anche contribuendo alla realizzazione di una rete di rapporti

interprofessionali e di una efficace gestione degli strumenti informativi.

Con l’aumento dei costi del S.S.N., l’ospedale è sempre di più il luogo di cura per patologie acute e le degenze sono sempre più brevi, quindi, alla dimissione, il paziente necessita ancora di assistenza, sostegno e riferimenti territoriali per i suoi bisogni (“servizio a rete” P.S.N. 98/2000).

L’infermiere deve quindi trasmettere le informazioni pertinenti del caso ai colleghi ed altri operatori in una integrazione professionale con al centro l’assistito, senza dimenticare di coinvolgere i caregivers.

Le informazioni, precise, accurate e complete, potrebbero essere trasmesse con una documentazione infermieristica, e per garantire un continuo scambio di informazioni tra professionisti dei servizi territoriali ed ospedale e viceversa, sarebbe auspicabile l’attivazione di una casella di posta elettronica dell’unità operativa, reperibile su documento integrato di dimissione, per creare una rete di comunicazione ed interazione tra i vari professionisti che hanno in carico il paziente, per una continuità e personalizzazione dell’assistenza.

M.A. Pinna

Page 31: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

28. L’infermiere rispetta il segreto professionale non solo per obbligo giuridico, ma per intima convinzione e come espressione concreta del

rapporto di fiducia con l’assistito.

Il segreto professionale è un aspetto di deontologia per eccellenza.

L’art 28 è una sorta di ponte che collega il codice deontologico attuale con quelli precedenti: il testo è infatti pressoché identico al codice del 1999 (comma 4.8) ed a quello del 1977 (art. 3).

L’articolo ha forma sintetica e lapidaria: il segreto professionale viene rispettato non solo perché regolamentato da leggi dello Stato, quanto piuttosto perché rispecchia un intimo convincimento etico, espressione della cultura professionale e risposta concreta alla fiducia che la persona assistita ripone nell’infermiere.

Stefania Calcari

Page 32: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

29. L’infermiere concorre a promuovere le migliori condizioni di sicurezza dell’assistito e dei famigliari e lo sviluppo della cultura dell’imparare dall’errore. Partecipa alle iniziative per la gestione del rischio

clinico.

Questo articolo del codice deontologico orienta il comportamento dei professionisti e dell'agire professionale affrontando l’argomento della sicurezza. Nel precedente codice veniva richiesto all’infermiere di declinare la responsabilità quando riteneva di non poter agire con sicurezza. Il nuovo codice promuove la gestione del rischio clinico e diffonde la cultura della sicurezza basata sul principio “imparare dall’errore”, rafforzando i meccanismi di tutela del cittadino e partecipando alla formazione sul tema. Concludo con una frase di K.Popper:

“… la differenza tra l’ameba e Einstein è che sebbene ambedue usino il metodo del tentativo e dell’eliminazione dell’errore, all’ameba dispiace sbagliare mentre Einstein ne è stuzzicato: egli cerca consciamente i suoi errori nella speranza di imparare dalla loro scoperta ed eliminazione.”

Valeria Moro

Page 33: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

30. L’infermiere si adopera affinché il ricorso alla contenzione sia evento straordinario, sostenuto da prescrizione medica o da documentate valutazioni

assistenziali.

Questo articolo, nella sua chiara formulazione, rappresenta la sintesi delle moderne modalità organizzative dell’attività infermieristica.

Vedere inserito un articolo sulla contenzione apre l’orizzonte ad una riflessione circa l’esistenza di un problema concreto con cui l’infermiere continua a scontrarsi nella prassi quotidiana, essendo pur vero che la modalità di contenzione, a tutt’oggi sia prevalentemente farmacologica, anche se doverosamente contestualizzata.

L’importanza del principio di straordinarietà della contenzione fisica, risiede soprattutto nel suo valore programmatico: infatti pone le basi per consolidare il modello assistenziale che pone al centro la persona e la sua dignità, anche per ridisegnare e ridiscutere protocolli operativi per un uso effettivamente residuale ed appropriato della contenzione.

A tale processo saranno chiamati a partecipare tutti i soggetti coinvolti nell’attività sanitaria, quindi non solo il personale medico ed infermieristico, ma anche gli organi direttivi che dovranno contribuire a “pensare” una diversa organizzazione dell’assistenza che si svincoli da pratiche consolidate e sfugga dalla logica di un servizio che, anche alla luce dell’attuale situazione economica, deve privilegiare il contenimento dei costi rispetto ai criteri di qualità ed attenzione alla persona

Manuela Menegaldo

Page 34: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

31. L'infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l'opinione del minore

rispetto alle scelte assistenziali, diagnostico-terapeutiche e sperimentali, tenuto conto

dell'età e del suo grado di maturità.

L’articolo esprime l’importanza di considerare la persona di minore età come soggetto titolare di bisogni, aspettative e diritti, nel rispetto del suo grado di evoluzione. L’attenzione dell’infermiere verso il bambino o adolescente deve consentire la massima espressione di pensiero critico e di volitività che se elevati, lo assimilano all’adulto con la possibilità di far prevalere la sua volontà rispetto a quella dei genitori. Secondo la carta del diritti del bambino in ospedale, Il minore ha diritto ad essere coinvolto nel processo di espressione di volontà rispetto alle pratiche sanitarie che lo riguardano. Un assenso/dissenso progressivamente consapevole in rapporto alla maturazione del minore, va sempre promosso e ricercato anche e soprattutto attraverso le relazioni familiari. Tenuto conto che il bambino non ha tutti gli strumenti per utilizzare appieno un’informazione adeguata ad esprimere una scelta circa decisioni legate alla malattia, va tuttavia considerato che il silenzio aumenta le paure. E’ fondamentale instaurare con il bambino e la sua famiglia una relazione improntata sul rispetto e sulla collaborazione, ricercando lo spazio per l’ascolto, i tempi, le modalità e gli strumenti comunicativi più idonei, primo fra tutti un linguaggio quanto più vicino a quello del bambino ricorrendo anche al gioco, alle narrazioni, ai disegni, alle immagini.

Patrizia Bergese Bogliolo

Page 35: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

32. L’infermiere si impegna a promuovere la tutela degli assistiti che si trovano in condizioni che ne limitano lo sviluppo o l’espressione, quando la famiglia e il contesto non siano adeguati ai loro

bisogni.

Questo articolo richiama la responsabilità dell’infermiere in senso generale, non solo di fronte ad un bisogno di tipo sanitario: questa responsabilità implica la tutela dell’assistito anche per situazioni quali maltrattamenti o incuria che, se non in senso fisico, sicuramente influiscono negativamente sulla persona, a maggior ragione quando si tratta di minore o di persona socialmente debole, come l’anziano o, spesso in alcuni contesti sociali, le donne.

Marisa Perotti

Page 36: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

33. L’infermiere che rilevi maltrattamenti o privazioni a carico dell’assistito mette in opera tutti i mezzi per

proteggerlo, segnalando le circostanze, ove necessario, all’autorità competente.

L’Infermiere nell’esercizio della sua attivita’professionale, come Incaricato di Pubblico Servizio, ha l’obbligo nei casi ove sussista l’ipotesi di un reato di maltrattamento e/o menomazione a carico di una persona da lui assistita di qualunque sesso, eta,’ condizione sociale essa sia, di segnalarlo agli organi di legge, avvalendosi di strumenti come la compilazione del Referto all’Autorita’ Giudiziaria. (Vedi i continui episodi di cronaca:abusi sessuali, percosse, etc. su fasce deboli della popolazione bambini, anziani, donne). La necessita’ di segnalare i maltrattamenti e/o gli abusi e’ tanto piu’ importante per quei colleghi che giornalmente prestano la loro assistenza in ambio territoriale, emergenza extraospedaliera, pronto soccorso, in quanto si trovano in una posizione unica per raccogliere elementi di importanza giudiziaria. E’ altresi’ importante attivare, in questi ambiti d’intervento, quegli Enti preposti alla protezione della persona interessata (es. Servizi Sociali). Ricordando che la “mission” principale dell’Infermiere e’ il “prendersi cura” della persona, in una logica olistica, cioe’ considerando l’essere umano, il suo contesto sociale ed ambientale soprattutto quando l’assistito vive momenti difficili e percio’ ancora piu’ bisognoso di aiuto e sostegno.

Franca Baldi

Page 37: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

34. L’infermiere si attiva per prevenire e contrastare il dolore e alleviare la sofferenza.

Si adopera affinché l’assistito riceva tutti i trattamenti necessari.

Fa parte dei diritti della persona assistita ricevere un trattamento che preveda prevenzione e sedazione del dolore.

Il dolore rappresenta un evento complesso e globale che va affrontato con strategie adeguate: interventi tecnici, procedura antalgiche e/o terapie alternative.

Oggi è aumentato l’impegno dell’infermiere a prevenire ed alleviare i sintomi del dolore richiamando l’attenzione nell’ambito del gruppo multi professionale.

Giuseppina Bosso

Page 38: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

35. L’infermiere presta assistenza qualunque sia la condizione clinica e fino al termine della vita

dell’assistito, riconoscendo l’importanza della palli azione e del conforto ambientale, fisico, psicologico,

relazionale, spirituale.

Uno dei fondamentali compiti etici degli infermieri è cercare di alleviare il dolore della persona quando la guarigione non è più un obiettivo raggiungibile e sembra di non poter fare ormai più nulla.

Alleviare i sintomi, confortare la persona nel senso più ampio del termine, cercare per quanto è possibile di ridurre tutti quei fattori che incidono negativamente sulla qualità di vita della persona a noi affidata: nel nostro sistema ospedalocentrico spesso i pazienti sono costretti a spostamenti dolorosi e faticosi, che implicano un grosso dispendio delle poche forze che rimangono loro, per avere accesso a terapie, quali quella trasfusionale, domiciliabili con difficoltà.

In SALUTE, enciclopedia medica volume 13 (Tumore - Prevenzione e cura) la definizione di “palliazione”è: intervento destinato ad alleviare i sintomi di una malattia senza agire sulla causa e quindi senza portare a guarigione...lo scopo principale delle cure palliative è quello di migliorare anzitutto la qualità di vita piuttosto che la sopravvivenza, assicurando ai pazienti e alle loro famiglie un’assistenza continua e globale

Marisa Perotti

Page 39: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

36. L’infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre dei limiti agli interventi che non siano proporzionali alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa

sulla qualità della vita.

L’espressione della volontà del paziente è il momento centrale del rapporto infermiere/persona, che induce a trovare un punto di equilibrio tra i valori dell’infermiere e le richieste dell’assistito. Si ribadiscono gli obiettivi fondamentali dell’essere infermiere, che pone al centro la persona, con maggiore consapevolezza della propria autonomia professionale.

La tutela dell’assistito si manifesta nel prendersi cura, nell’accettarlo come protagonista unico in ogni fase della sua vita.

Wilma Gentile

Page 40: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

37. L’infermiere, quando l’assistito non è in grado di manifestare la propria volontà, tiene conto di quanto

da lui chiaramente espresso in precedenza e documentato.

In questo articolo si fa riferimento al Testamento Biologico, definito anche Living Will (volontà espresse in vita), “Biocard” o “carta di autodeterminazione” (dicitura utilizzata dalla Consulta di Bioetica): documenti che registrano le disposizioni dei pazienti circa le future prestazioni e terapie mediche che non vorrebbero ricevere in stato di incapacità a manifestare la propria volontà. In Italia questa tematica è stata affrontata dal Comitato Nazionale di Bioetica nel 2003, dando parere favorevole all’introduzione del testamento biologico. L’Infermiere per la peculiarità del suo essere più vicino all’assistito venendo a conoscenza dell’esistenza di queste volontà documentate deve rispettarle e farsi portavoce anche per chi ha “poca voce”.Le disposizioni anticipate espresse devono avere carattere pubblico, non devono contenere disposizioni aventi finalità eutanasiche e il Comitato Nazionale sottolinea che le volontà dell’utente non devono imporre al medico e all’infermiere di andare contro la loro scienza e coscienza. Così formulato il documento vuole salvaguardare l’autonomia del paziente e le responsabilità del personale sanitario.

Liliana Bussolino

Page 41: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

38. L’infermiere non attua e non partecipa a interventi finalizzati a provocare la morte,

anche se la richiesta proviene dall’assistito.

In quest’articolo si fa riferimento alle “direttive anticipate” (testamento biologico), e in qualche modo anche alla “clausola di coscienza”, sottolineando il “principio di beneficenza” (il dovere degli operatori sanitari di promuovere il bene assicurando le cure e l’assistenza necessaria per la vita della persona).

Apre nuovi scenari in merito all’espressione, da parte del singolo professionista delle proprie scelte morali, dei propri valori personali nonché della condivisione dei valori professionali.

Di conseguenza è importante per l’infermiere acquisire e sviluppare competenze in merito alla capacità di fare riferimento ad un modello di processo decisionale etico per poter affrontare quotidianamente le situazioni assistenziali che si propongono.

Ma essendo le norme deontologiche anche vincolanti, l’infermiere non può partecipare ad interventi finalizzati a provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall’assistito.

Giusi Macchia

Page 42: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

39. L’infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento dell’assistito, in particolare nella

evoluzione terminale della malattia e nel momento della perdita e della elaborazione del lutto.

Questo articolo pone in evidenza la vastità del campo operativo infermieristico, che è non solo “assistenza” e non solo verso “un paziente”, ma si allarga alla famiglia e alle persone di riferimento,

del singolo paziente, per sostenerle nel difficile periodo dell’evoluzione terminale della malattia, e nel momento della perdita della persona cara. L’infermiere si avvale della sua preparazione per accogliere emozioni, ammortizzare reazioni e aiutare a comprendere o almeno ad accettare la perdita di una persona cara; un compito non facile, è un lungo percorso che si realizza con l’ascolto e la disponibilità, che attraverso la credibilità e la fiducia, porta poi all’accettazione della morte.

Giusi Macchia

Page 43: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

40. L’infermiere favorisce l’informazione e l’educazione sulla donazione di sangue, tessuti ed organi quale atto di solidarietà e sostiene le

persone coinvolte nel donare e nel ricevere.

L’art. 40 affronta l’argomento delicatissimo della donazione.

Per quanto riguarda la donazione di sangue, anche se un po’ a macchia di leopardo sul territorio nazionale, in seguito alle campagne d’informazione si è avuta una buona risposta alla carenza di emocomponenti, con una buona fidelizzazione dei donatori, che nella nostra provincia vanta un primato; diversa è invece la visione relativa alla donazione di organi.

E’ fondamentale che tutte le figure professionali agiscano per una corretta informazione scientifica ed educazione delle persone con cui entrano in contatto, in modo da limitare la disinformazione che impedisce spesso una scelta serena e consapevole, non solo per la persona che decide in vita di donare, ma anche e soprattutto per i familiari nel momento doloroso del lutto.

Marisa Perotti

Page 44: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

41. L'infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori di cui riconosce e valorizza lo specifico

apporto all'interno dell'équipe.

Questo articolo sottolinea l’importante contributo dell’infermiere rispetto all’efficace azione del team assistenziale ed in particolare richiama l’importanza della valorizzazione del ruolo dell’OSS. L’infermiere di oggi che si sa confrontare con l’organizzazione in cui opera, deve essere in grado di superare il modello per compiti a favore di un’organizzazione per processi che in particolare per quanto attiene l’assistenza e con il coinvolgimento sinergico di altri operatori, sia in grado di elevare lo standard di risposta alla persona assistita.

Patrizia Bergese Bogliolo

Page 45: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

42.L’infermiere tutela la dignità propria e dei colleghi, attraverso comportamenti

ispirati al rispetto e alla solidarietà.

l’infermiere nel suo agire è modello di comportamenti rispettosi e che tendono alla solidarietà verso la persona assistita. La specificità dell’infermiere si delinea nell’assistenza , nell’organizzazione, nei processi di formazione dei futuri professionisti e anche nelle scelte politiche inerenti alla “salute” della collettività nazionale. In una società orientata sempre di più all’immagine, l’infermiere deve tendere a difendere e diffondere il fondamentale ruolo del professionista responsabile dell’assistenza. È anche dall’esempio che emerge l’agire proprio dell’infermiere, un esempio ispirato dai valori etici.

Wilma Gentile

Page 46: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

43. L’infermiere segnala al proprio Collegio professionale ogni abuso o

comportamento dei colleghi contrario alla deontologia.

Nell’espressione del suo agire in integrazione con altri professionisti della salute e qualora ravvisi situazioni o interventi che non rispettano i valori etici della persona assistita l’infermiere ha l’obbligo morale di richiamare il collega/equipe. La non segnalazione comporta l’instaurarsi di un rapporto di connivenza reale, anche se non esplicitato. riteniamo essere un comportamento da promuovere quello della segnalazione.

Franca Baldi

Page 47: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

44. L'infermiere tutela il decoro personale ed il proprio nome. Salvaguarda il prestigio della professione ed esercita con onestà l’attività

professionale.

Questo articolo sottolinea la stretta connessione tra il corretto esercizio della professione infermieristica e la rilevanza sociale che all’intera categoria viene riconosciuta: infatti, nell’adempimento del proprio lavoro, l’infermiere non rappresentata solo se stesso, ma il suo comportamento viene ad essere esemplare del modo di agire e di presentarsi di un’intera categoria. Ecco, quindi, che ogni sua azione deve essere improntata al rigoroso rispetto delle norme deontologiche della professione e di quell’insieme di regole non scritte di “opportunità e buon senso” che contribuiscono a mantenerne un profilo di elevata competenza e di riconosciuta onestà e dignità.

Manuela Menegaldo

Page 48: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

45. L’infermiere agisce con lealtà nei confronti dei colleghi e

degli altri operatori.

Se per lealtà si può intendere il grado di coerenza tra un comportamento agito nella pratica e gli ideali di riferimento, è chiaro comparare il messaggio di questo articolo a quanto espresso dall’articolo 44. La coerenza, trasparenza ed aderenza ai principi della professione devono guidare la relazione all’interno della “famiglia” professionale ed interprofessionale .

Patrizia Bergese Bogliolo

Page 49: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

46. L’infermiere si ispira a trasparenza e veridicità nei messaggi pubblicitari e nella

divulgazione delle informazioni, nel rispetto delle indicazioni fornite dal proprio

organismo di rappresentanza professionale.

La pubblicità dell’informazione in materia sanitaria non può prescindere, nelle forme e nei contenuti, da principi di correttezza informativa, responsabilità e decoro professionale.

L’informazione, con qualsiasi mezzo diffusa, non sia arbitraria e discrezionale, ma obiettiva, veritiera, corredata da dati oggettivi e controllabili.

L’Organismo di rappresentanza professionale deve vigilare sul rispetto delle regole di correttezza professionale, affinché la pubblicità avvenga secondo criteri di trasparenza e veridicità e di non equivocità, a tutela e nell’interesse dell’utenza.

Stefania Calcari

Page 50: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

47. L’infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, contribuisce ad orientare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario, al fine di garantire il rispetto

dei diritti degli assistiti, l’utilizzo equo ed appropriato delle risorse e la valorizzazione del

ruolo professionale.

L’uso delle risorse è regolamentato da disposizioni in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nelle amministrazioni pubbliche. La norma giuridica tuttavia, non può pretendere di regolamentare l’universalità dei comportamenti umani soprattutto in campi particolarmente delicati come quello dell’assistenza infermieristica. Fondamentale è l’integrazione con le norme deontologiche nel rispetto dei confini di competenza delle altre professioni.

E’ deontologicamente corretto discutere e “testare” ogni scelta organizzativa con il personale direttamente interessato a quella tipologia di attività al fine di ottenere una corretta valorizzazione professionale nel sostegno della motivazione.

Valeria Moro

Page 51: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

48. l’infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, di fronte a carenze o disservizi provvede a darne comunicazione ai responsabili professionali della struttura in cui opera o

a cui afferisce il proprio assistito.

49. L’infermiere, nell’interesse primario degli assistiti, compensa le carenze e i disservizi che possono

eccezionalmente verificarsi nella struttura in cui opera. rifiuta la compensazione, documentandone le ragioni,

quando sia abituale o ricorrente o comunque pregiudichi sistematicamente il suo mandato professionale.

Negli articoli 48/49 vengono richiamati i concetti di responsabilità del singolo professionista, responsabilità della struttura e responsabilità dell’organizzazione delle attività sanitarie.

Considerando che esiste una soglia minima di buona organizzazione sotto la quale si incorre in malpractice, il Codice Deontologico invita il professionista Infermiere a documentare importanti carenze/disservizi al fine di ricercarne le responsabilità, rispondere all’inefficienza organizzativa con interventi efficaci temporanei atti a ristabilire l’equilibrio, a ricercare, attraverso percorsi diagnostici/terapeutici, audit clinici ed organizzativi,le condizioni idonee a garantire la tutela della salute.

Giusi Bosso

Page 52: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

50. L'infermiere, a tutela della salute della persona, segnala al proprio Collegio professionale

le situazioni che possono configurare l’esercizio abusivo della professione infermieristica.

L’esercizio abusivo di professione è un reato previsto dall’articolo 348 del Codice Penale, il quale specifica: “chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione da parte dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da £ 200000 a un milione”.

Le condizioni per l’esercizio legale della professione infermieristica sono:

-il possesso del titolo richiesto (laurea infermieristica);

-l’iscrizione al Collegio IPASVI;

-l’osservanza dei criteri guida dell’esercizio professionale dati dal contenuto del Profilo professionale, dalla formazione di base e post-base, dal Codice Deontologico e del limite dell’atto medico.

Le situazioni che possono essere configurate nell’esercizio abusivo della professione infermieristica devono essere segnalate al Collegio professionale per tutelare la salute, l’incolumità e l’interesse della persona assistita.

Stefania Calcari

Page 53: Commento Codice Deontologico - Collegio IPASVI Asti

51. L'infermiere segnala al proprio Collegio professionale le situazioni in cui sussistono

circostanze o persistono condizioni che limitano la qualità delle cure e dell’assistenza o il decoro

dell'esercizio professionale.

L’infermiere è responsabile nei confronti della persona assistita, questa responsabilità non deve venire meno di fronte a carenze che possano compromettere il livello qualitativo dell’assistenza. Mantenere il silenzio in queste situazioni significa venire meno alla tutela degli interessi dei pazienti e compromettere il decoro dell’esercizio della professione.

Stefania Calcari