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Gruppo Editoriale Esselibri - Simone Analisi ragionata degli istituti Box di approfondimento Domande più ricorrenti in sede d’esame Glossario Compendio di I volumi di base 5/6 Diritto privato europeo Giovanna Sorrentino E SIMON EDIZIONI GIURIDICHE i C O M P E N D I più venduti in Italia Excerpt of the full publication

Compendio Diritto privato europeo · nazionali, ossia un processo di adeguamento del diritto interno dei singoli Stati mem-bri al diritto comunitario che sta determinando una progressiva

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G r u p p o E d i t o r i a l e E s s e l i b r i - S i m o n e

Analisi ragionata degli istituti

Box di approfondimento

Domande più ricorrenti in sede d’esame

Glossario

Compendio di

I volumi di base5/6

Diritto privatoeuropeo

Giovanna Sorrentino

ESIMONEDIZIONI GIURIDICHE

i COMPENDIpiù venduti

in Italia

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TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Vietata la riproduzione anche parziale

Di particolare interesse per i lettori di questo volume segnaliamo:

11/3 • Diritto pubblico comparato45/1 • Compendio di diritto internazionale privato e processuale45/2 • Schemi e schede di diritto internazionale privato46 • Diritto Internazionale Pubblico46/1 • Compendio di Organizzazione Internazionale46/2 • Prepararsi per l’esame di Diritto Internazionale46/3 • Schemi e schede di Diritto Internazionale46/4 • La tutela internazionale dei diritti umani46/6 • Le Nazioni Unite (ONU) e gli istituti specializzati47 • Diritto dell’Unione europea226/1 • Nazioni di diritto comparato

Ideazione e direzione scientifica del prof. Federico del Giudice

Il catalogo aggiornato è consultabile sul sito: www.simone.itove è anche possibile scaricare alcune pagine saggio dei testi pubblicati

Tutti i diritti di sfruttamento economico dell’opera appartengono alla Esselibri S.p.A.

(art. 64, D.Lgs. 10-2-2005, n. 30)

Finito di stampare nel mese di ottobre 2008dalla «Legoprint s.r.l.» - Via Vicinale Murate, 1/B - Napoli

per conto della ESSELIBRI S.p.A., Via F. Russo, 33/D - 80123 Napoli

Grafica di copertina a cura di Giuseppe Ragno

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PREMESSA

Sempre più frequente è l’elaborazione da parte dell’Unione europea di norme inmateria privatistica, tanto che si parla di un processo di comunitarizzazione dei dirittinazionali, ossia un processo di adeguamento del diritto interno dei singoli Stati mem-bri al diritto comunitario che sta determinando una progressiva erosione delle peculia-rità nazionali.

Per questi motivi lo studio del diritto privato deve accompagnarsi necessariamenteallo studio del diritto comunitario: dei regolamenti, delle direttive e degli orientamentidella Corte di giustizia, prestando la dovuta attenzione alla verifica della corrispon-denza della norma d’attuazione con quanto stabilito nel diritto comunitario.

Il compendio di diritto privato europeo consente un rapido e agevole studio dellamateria prestando attenzione agli argomenti oggetto di particolare interesse da partedel diritto comunitario e cioè: la tutela del consumatore, la responsabilità del produt-tore, l’attività assicurativa, l’attività creditizia, la disciplina della concorrenza, la tute-la della proprietà industriale ed intellettuale, le società.

La disciplina è esposta un modo chiaro e lineare e l’apprendimento è facilitato dacorredi testuali: approfondimenti, in relazione ad argomenti di attualità o particolar-mente complessi, punti chiave che potrebbero costituire oggetto di domanda e schemiesplicativi. Ogni capitolo si conclude con un questionario riepilogativo che consentedi mettersi ala prova su quanto studiato.

Completa il volume un breve glossario che illustra gli istituti richiamati.

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DirittoPrivato europeo

Parte primaParte generale

•Capitolo 1 Circolazione di regole e modelli giuridici nel-

l’UE7

Capitolo 2 Adeguamento del diritto interno al diritto co-munitario19

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Parte prima �parte generale

Capitolo 1�Circolazione di regole emodelli giuridici nell’UE

Sommario � 1. Premessa. - 2. Circolazione di modelli giuridici. - 3. Ruolo della compa-razione. - 4. Attività di armonizzazione, uniformazione, unificazione delleregole giuridiche. - 5. Definizione di diritto privato comunitario. - 6. Tra-sposizione dei concetti. - 7. Effetti sui diritti nazionali. - 8. Il dibattito sul-l’unificazione del diritto privato europeo.

1. Premessa

Da diversi anni si sta verificando un processo di comunitarizzazione dei diritti na-zionali, ossia un processo di adeguamento del diritto interno dei singoli Stati membrial diritto comunitario che sta determinando una progressiva erosione delle peculiaritànazionali.Si sta assistendo in alcuni settori ad una lenta e progressiva affermazione di un dirittosovrastatale, letto ed interpretato secondo criteri unitari e dunque all’affermazione dimodelli e soluzioni giuridiche uniformi, tanto che si può parlare di un vero e proprio«federalismo giuridico» (G. BENACCHIO), sebbene l’Europa non sia organizzata subase federale (differentemente dagli Stati Uniti d’America, ove il federalismo giuridi-co è logica conseguenza dell’organizzazione federale degli Stati).

Tale fenomeno, che fa pensare ad una rinascita del diritto comune europeo, potrebbe essereassimilato allo jus commune medioevale ed alla diffusione del diritto romano rielaborato dai glos-satori e dai commentatori, in quanto oggi come allora l’attività d’interpretazione gioca un ruolofondamentale: la diffusione del nuovo diritto comunitario non sarebbe possibile senza l’attivitàd’interpretazione della dottrina e della giurisprudenza comunitaria e nazionale che precede quasisempre l’emanazione della norma legislativa.

2. Circolazione di modelli giuridiciCon la locuzione «circolazione di modelli e di regole giuridiche» si indica quel feno-meno in base al quale una soluzione, una regola oppure un insieme di più soluzioni e dipiù regole costituenti un modello definito e che sono espressione di un determinatoordinamento giuridico, si trasferiscono da quell’ordinamento ad un altro (G. BENAC-CHIO).

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Nel contesto politico e territoriale comunitario la circolazione dei modelli e delle rego-le giuridiche presenta caratteristiche peculiari perché alla normale circolazione diregole da un Paese all’altro si aggiunge una circolazione che è mediata dall’attivi-tà degli organi comunitari.L’UE non ha mai creato modelli totalmente nuovi, piuttosto ha proposto singole soluzio-ni o regole operative che appaiono nuove, ma che in realtà costituiscono l’evoluzionenaturale di regole comunque inserite in modelli ben definiti e già utilizzati in altri Paesi.La storia del diritto comunitario è la storia della circolazione delle regole giuridiche inEuropa: regolamenti e direttive comunitarie sono espressione diretta ed immediatadi tale fenomeno (ed in particolare della recezione da parte dell’ordinamento comuni-tario di un determinato modello giuridico), mentre le norme nazionali di attuazionedelle direttive costituiscono l’espressione indiretta.Non esiste direttiva o regolamento che non sia, allo stesso tempo espressione di unmodello giuridico vigente in uno o più degli ordinamenti degli Stati membri e stru-mento o veicolo per il trasferimento di quel modello in un altro Stato membro.Nell’ambito dell’Unione europea, i modelli e le regole possono circolare anche graziealla combinazione dell’attività della giurisprudenza comunitaria e di quella nazionale.

È frequente, infatti, che un modello giurisprudenziale nazionale venga recepito dalla Corte di giu-stizia, venga formalizzato nelle sue decisioni e, successivamente, lo stesso modello faccia il suoingresso nei tribunali di altri Paesi membri, senza alcuna mediazione normativa, né comunitariané nazionale.Il ruolo trainante della Corte di giustizia ha portato l’integrazione giuridica tra i Paesi membri ad unlivello del tutto soddisfacente.La dialettica con le giurisdizioni nazionali, quali Corti Costituzionali italiana e tedesca, Consiglio diStato francese, ha sancito il definitivo consolidarsi nelle giurisprudenze nazionali sia dell’effettodiretto delle norme comunitarie sulla posizione giuridica dei singoli, sia del primato delle stessesulle norme nazionali configgenti.

L’interazione tra le diverse componenti dell’UE è dunque duplice: da una parte l’evo-luzione delle regole che avviene all’interno di un determinato Paese confluisce prima opoi nell’ordinamento comunitario, da dove a loro volta vengono riprese o riversatenegli ordinamenti degli altri Stati membri; dall’altra parte sono gli stessi organi comu-nitari che talora elaborano nuove regole e nuove nozioni in funzione del raggiungi-mento degli obiettivi fissati nel Trattato.

L’ordinamento comunitario funge così da catena di trasmissione tra gli ordinamenti nazionali maallo stesso tempo anche da propulsore di nuove regole, nuove nozioni, nuovi modelli che s’impon-gono sui singoli diritti nazionali.

Accanto a questa circolazione di modelli intracomunitari, talvolta all’interno del-l’UE si realizza una circolazione di modelli extracomunitari, in particolare una cir-colazione di modelli provenienti dal mondo nordamericano.

Ad es. la direttiva sulla responsabilità del produttore per difetto del prodotto è caratterizzata dallaregola della strict liability (responsabilità oggettiva) e tutta la normativa antitrust deve in gran partela sua impostazione originaria al modello statunitense.

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Capitolo 1 � Circolazione di regole e modelli giuridici nell’UE � 9

Un mezzo fondamentale di circolazione spontanea delle soluzioni giuridiche nel mer-cato europeo, distinto dal processo di produzione normativa comunitaria, è il fenome-no della competizione tra modelli giuridici.Alla proposizione di un modello uniforme elaborato in sede comunitaria e che costitu-isce il modo più frequente e normale di armonizzazione delle regole nazionali, posso-no dunque affiancarsi altri sistemi che ruotano intorno ad una spontanea competizionetra i diversi modelli, competizione che sfocerà nella supremazia e nell’affermazione diquello che risulterà il modello migliore, il più efficiente, il più conveniente sul merca-to.Il sistema della competizione fra sistemi giuridici degli Stati membri si sta dimostran-do sempre più una valida alternativa al processo di armonizzazione (su cui vediinfra).

La norma comunitaria è infatti il più delle volte una norma pattizia, frutto di contrattazione tra leparti perché si ritiene che sarà tanto più facile adottare un regolamento o una direttiva quanto piùè basso il livello di novità e minore è la capacità di innovare i diritti interni.Tuttavia la perplessità che gli Stati manifestano di fronte alla proposizione di modelli giuridici uni-formi, i compromessi ai quali il legislatore comunitario è costretto a scendere pur di raccogliere ilconsenso della maggioranza necessaria, l’obiettivo sempre più minimale che caratterizza l’attivitàdi armonizzazione, sono tutti elementi che dovrebbero spingere verso uno sviluppo della tecnicacompetitiva tra modelli, favorito anche dalla sempre maggiore integrazione giuridica, economica,sociale e culturale tra gli Stati membri.

3. Ruolo della comparazione

La comparazione è indispensabile per l’elaborazione del nuovo diritto comunitario,per la circolazione delle regole e dei modelli giuridici.

Già nel lontano 1964 Gino Gorla annoverava tra gli scopi del diritto comparato la formazione di undiritto comune agli Stati stessi o di un diritto della comunità, cogliendo a pieno l’importante funzio-ne che avrebbe giocato nei decenni successivi l’uso della comparazione nell’edificazione del nuo-vo modello comunitario europeo.

A ricorrere alla comparazione è innanzitutto il legislatore comunitario, laddove perse-gue attraverso le direttive lo scopo di armonizzare i diritti nazionali.

Basta leggere i considerando che precedono le norme delle direttive per rendersi conto di quan-to sia stato importante lo studio preliminare di diversi sistemi dei Paesi membri. Quando sileggono espressioni come «secondo i sistemi giuridici dei Paesi membri» o «tenuto conto delletradizioni giuridiche della maggior parte degli Stati membri» è evidente che l’uso della compara-zione è stato un momento indispensabile per giungere alla proposizione del nuovo modellouniforme.

Fondamentale è il ruolo della comparazione anche nell’elaborazione da parte dellaCorte di giustizia dei principi comuni del diritto comunitario.Oggi possiamo dire che il diritto comunitario non è altro che il risultato di un pro-cesso di comparazione, un processo che tende a confrontare modelli diversi sia nella

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fase che precede la produzione normativa, allo scopo di conoscere le diverse realtàdegli Stati, sia nella fase della produzione vera e propria, quando occorre elaborare laregola operativa che più si adatta agli ordinamenti, sia ancora nella fase successiva,quando il nuovo diritto deve essere interpretato ed applicato.

4. Attività di armonizzazione, uniformazione, unificazione delle rego-le giuridiche

Nell’ordinamento giuridico comunitario è possibile riscontrare un’attività d’armoniz-zazione dei diritti nazionali (attraverso l’adozione delle direttive), un’attività di uni-formazione di regole e modelli giuridici (attraverso l’adozione dei regolamenti) non-ché veri e propri tentativi di unificazione.

A) Armonizzazione

Dal dato testuale dell’art. 249 del Trattato istitutivo della Comunità Europea emer-ge chiaramente che la direttiva è stata concepita come strumento di armonizza-zione delle legislazioni nazionali, in grado di lasciare ampi margini di discrezio-nalità agli organi legislativi incaricati di attuarle in sede nazionale, in quanto essa«vincola lo Stato membro cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiun-gere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma eai mezzi».

Art. 249 del Trattato«Per l’assolvimento dei loro compiti e alle condizioni contemplate dal presente trattato ilParlamento europeo congiuntamente con il consiglio, il Consiglio e la Commissione adotta-no regolamenti e direttive, prendono decisioni e formulano raccomandazioni o pareri. Ilregolamento ha portata generale. Esso è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamenteapplicabile in ciascuno degli Stati membri. La direttiva vincola lo Stato membro cui è rivoltaper quanto riguarda il risultato da raggiungere, salva restando la competenza degli organinazionali in merito alla forma e ai mezzi. La decisione è obbligatoria in tutti i suoi elementiper i destinatari da essa designati. Le raccomandazioni e i pareri non sono vincolanti».

Con tale tipologia di atto si stabilisce che le regole giuridiche di ciascuno Stato sianotendenzialmente uniformi e si lascia che ciascuno possa apportare delle varianti.

L’attività di armonizzazione operata dall’UE è:

— minima perché volta ad eliminare quelle differenze che possono rendere troppodistanti le soluzioni tra Paese e Paese, differenze ad esempio che si traducono in-nanzitutto in una disparità di trattamento tra imprese a seconda del luogo doveoperano o dove hanno la sede, fattore questo che contrasta fin troppo evidentemen-te con gli obiettivi di un mercato unico;

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Capitolo 1 � Circolazione di regole e modelli giuridici nell’UE � 11

— frammentaria, in quanto ha ad oggetto non interi istituti ma singole fattispecie,lasciando impregiudicate e inalterate questioni che, talvolta possono presentarsi instretta connessione con quelle oggetto di armonizzazione;

— parziale perché non sempre la nuova regolamentazione si sostituisce a quella vec-chia.

Una delle caratteristiche più marcate del diritto privato comunitario degli ultimi tempiè la tendenza verso un’armonizzazione esterna, un’armonizzazione volta non tanto onon solo a creare condizioni uniformi nell’ambito della comunità, ma soprattutto diret-ta a far sì che il mercato comunitario rimanga o diventi competitivo a livello interna-zionale (G. BENACCHIO).

B) Unificazione

Si può parlare di unificazione delle regole giuridiche laddove le regole giuridiche sonoemanate da un unico organo legislativo, ma esiste anche un’unica piramide di uf-fici giudiziari in modo che sia garantita l’univocità nell’interpretazione e nell’applica-zione della norma.

I tentativi di unificazione delle regole operazionali sono pressoché rari, in quanto concetti formal-mente analoghi sottendono regole operative diverse, così come regole operative uguali sono pre-annunciate da concetti formalmente diversi. Se si vogliono unificare le regole si dovrebbero paral-lelamente unificare i concetti. L’unificazione dei concetti è inammissibile senza una contempora-nea unificazione dei sistemi, vale a dire senza che si crei una scuola giuridica unica trasnazionaleo quando si creerà una scienza giuridica unica o quando verrà creata una piramide unica di organigiurisdizionali pronta ad amministrare la giustizia in tutta l’area interessata (G. BENACCHIO).

Si tratta di unificazione tutte le volte in cui le norme del trattato istitutivo o quellecostituenti il cd. diritto derivato (norme contenute negli atti adottati dalle istituzionicomunitarie per conseguire gli obiettivi indicati nel trattato) sono sottoposte all’ap-plicazione da parte della Commissione o sottoposte alla competenza interpretati-va e giurisdizionale della Corte di giustizia che ne interpreta il contenuto ex art.234 Trattato.

Tra gli esempi più eclatanti di unificazione dei concetti ricordiamo alcune nozioni elaborate con-venzionalmente ed inserite nel Trattato istitutivo sin dal 1957: si pensi alla nozione di accordorestrittivo della concorrenza o a quella di abuso di posizione dominante. Altre volte si tratta dinozioni introdotte da regolamenti o direttive: si pensi per esempio alla nozione di controllo di socie-tà, contenuta nl regolamento antitrust del 1989. Altre volte si tratta di concetti o nozioni che nonsono esplicitate nelle fonti normative ma sono elaborate dalla giurisprudenza comunitaria, il Tribu-nale di primo grado e la Corte di giustizia, spesso in stretta collaborazione con la Commissione; sipensi alla nozione d’impresa, che non coincide con quella formulata all’interno dei Paesi membri.

C) Uniformazione

Si tratta di attività di uniformazione delle regole giuridiche laddove queste vengonoemanate da un unico organo legislativo, ma l’ applicazione e l’interpretazione è

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lasciata agli organi giurisdizionali di ciascun paese; oppure quando le regole ema-nate in ciascun Stato sono uguali le une alle altre in quanto convenzionalmente stabili-to, ma la loro applicazione è lasciata alla diversa interpretazione di ciascun Stato.In sostanza si può parlare di uniformazione tutte le volte in cui viene emanato unregolamento o adottata una convenzione tra gli Stati della Comunità, ma la loro inter-pretazione viene effettuata solo dai giudici delle Corti nazionali.

Quali sono le caratteristiche di un regolamento comunitario?

I caratteri che contraddistinguono il regolamento sono:— portata generale;— obbligatorietà;— diretta applicabilità.Il principio di generalità non ha dato luogo ad alcun particolare problema, in quanto la nozione è analoga aquella che caratterizza le leggi nazionali, che si indirizzano a destinatari indeterminati o determinati soloastrattamente ed oggettivamente.Al contrario le nozioni di obbligatorietà e di applicabilità diretta così come sono state interpretate dallaCorte di giustizia, non sono state accettate con facilità dagli Stati membri.Obbligatorietà e diretta applicabilità infatti significano non solo che gli Stati non possono modificare ilregolamento, ma soprattutto che ogni regolamento produce effetti immediati vale a dire che attribuiscedirettamente ed immediatamente diritti ed obblighi in capo ai soggetti destinatari, i quali ultimi possonoessere gli Stati ma anche i cittadini stessi. Significa inoltre, e questo è l’aspetto più rilevante del rapporto traordinamento comunitario e quelli nazionali, che ogni provvedimento nazionale incompatibile con il regola-mento deve essere considerato inefficace.

Per ricorrere in maniera preponderante all’uniformazione deve contestualmente cre-scere la formazione giuridica europea (G. BENACCHIO).

L’uniformazione legislativa ha senso infatti solo a condizione che esista una uniformità di inter-pretazione: è necessario che si formi lentamente e spontaneamente una consapevolezza eduna coscienza giuridica comune in capo ai giudici, alla dottrina, agli operatori di tutti gli Statiinteressati. Solo dopo aver chiarito cosa s’intende per attività di armonizzazione, unificazioneed uniformazione delle regole giuridiche ed aver contestualmente elencato le tipologie di atticomunitari ex art. 249 del Trattato, è dunque possibile dare una definizione di diritto privatocomunitario.

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Capitolo 1 � Circolazione di regole e modelli giuridici nell’UE � 13

Ordinamento � Circolazione di

� Circolazione di

� Circolazione spontanea da

giuridico � modelli e

modelli

Paese a Paese

comunitario regole giuridiche

intracomununitari

� Circolazione mediata dagliorgani comunitari:— armonizzazione (di-

rettive);— uniformazione (rego-

lamenti e convenzioni);— unificazione (norme

del Trattato o di dirittoderivato sottoposte al-l’applicazione dellaCommissione e all’inter-pretazione della Corte digiustizia).

� Circolazione dimodelli extracomunitari

� Competizione spontaneadi modelli sul mercato

5. Definizione di diritto privato comunitario

Il diritto privato comunitario è costituito:

— dall’insieme delle norme vigenti nell’ordinamento giuridico comunitario che rego-lano i rapporti tra i privati;

— dalle norme di attuazione delle direttive comunitarie;— dall’attività svolta dalla Corte di giustizia nel formulare i principi fondamentali del

diritto comunitario e nel creare diritto attraverso l’attività d’interpretazione ex art.234 del Trattato (G. BENACCHIO).

Ha carattere di norma di diritto privato comunitario dunque non solo quella che vieneresa effettiva nei singoli ordinamenti statali.Ritenere infatti che il diritto privato comunitario sia espressione di un insieme di nor-me che disciplinano i rapporti tra i privati potrebbe non aver alcun significato laddovenon si tenga conto del fatto che, in alcuni casi, la norma prodotta dagli organi comuni-tari (direttiva), quando non abbia un proprio carattere cogente (che spetta soltanto alregolamento) e non viene trasposta nei singoli Stati o viene recepita da alcuni soltantodi essi può non diventare effettiva oppure la sua effettività può essere limitata soltantoad alcuni ambiti territoriali.L’espressione diritto privato europeo (o comunitario) è «una formula da decodificare»perché non è un diritto appartenente ad un solo Stato, non è diritto internazionale, non èun diritto convenzionale, ma è tutte queste cose insieme e qualcosa in più (GUIDO ALPA).

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6. Trasposizione dei concetti

A) Problemi di lingua

Ogni ordinamento utilizza un proprio linguaggio tecnico-giuridico e non sempre latraduzione letterale di un termine, di un’espressione da una lingua ad un’altra riesce adesprimere esattamente il medesimo concetto.Ad esempio nel diritto inglese il termine «contract» non equivale esattamente a «con-tratto» così come inteso nella tradizione giuridica del sistema di civil law, in quanto incommon law (sistemi anglosassoni) è contract solo quello che in civil law è contratto aprestazioni corrispettive; o ancora nel nostro ordinamento, come nella maggior partedi quelli continentali la buona fede può essere intesa sia in senso soggettivo (mancataconoscenza) che in senso oggettivo (comportamento secondo correttezza e lealtà), nel-l’ordinamento inglese la good faith è intesa sempre ed esclusivamente nel senso sog-gettivo.Tali differenze linguistiche e nozionistiche, se non ben percepite possono avere riper-cussioni negli ordinamenti interni in sede di attuazione delle norme comunitarie.

Civil law e common lawIl sistema giuridico di common law, attualmente in vigore in Australia, Canada (escluso ilQuebec), Regno Unito (esclusa la Scozia) e Stati Uniti d’America (escusa la Luisiana) è unsistema giuridico di diritto non codificato che si basa su un modello di precedente giuri-sprudenziale vincolante, attraverso il quale i giudizi sono stabiliti sulla base dei precedentidelle decisioni giurisprudenziali, consolidandosi nel tempo. Quando invece si parla di sistemadi civil law si ci riferisce ai sistemi di derivazione romanistica, propri dell’Europa continenta-le, che si basano su diritti codificati, su un sistema di norme suddivise in categorie dagenus a speciem.

B) Termini vecchi per concetti nuovi

Determinate espressioni assumono in ambito comunitario significati più ampi o piùristretti rispetto all’ambito degli ordinamenti nazionali.Ad esempio l’espressione «diritto di recesso» è utilizzata nelle direttive sui contrattidei consumatori e nelle norme di attuazione sia per indicare ipotesi riconducibili allafacoltà di revoca della proposta prima che il contratto possa considerarsi concluso, siaper ipotesi riconducibili alla possibilità di scioglimento di un vincolo contrattuale giàperfezionato, ipotesi, queste, riconducibili nell’ordinamento italiano alla rescissione orisoluzione del contratto.

C) Concetti nuovi

L’ordinamento giuridico comunitario offre una casistica molto ricca di nozioni, con-cetti ed istituti del tutto nuovi, che a volte restano confinati nell’ambito del diritto

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Capitolo 1 � Circolazione di regole e modelli giuridici nell’UE � 15

comunitario, ma spesso passano dall’ordinamento comunitario a quello nazionale.Si pensi alla nozione di abuso di posizione dominante, che nata in ambito comunitarioper controbilanciare gli effetti distorsivi di un’eccessiva libertà di concorrenza (art. 82del Trattato) è stata recepita dal legislatore italiano con la legge cd. anititrust del 1990.

7. Effetti sui diritti nazionali

Per quanto concerne gli effetti che le norme comunitarie e l’attività della Corte digiustizia producono all’impatto con l’ordinamento giuridico dei singoli Stati membri èpossibile classificarli in:

a) effetti diretti:effetti che costituiscono gli obiettivi voluti dal legislatore comunitario;

b) effetti indiretti:effetti che non costituiscono gli obiettivi voluti dal legislatore comunitario, discen-dono dall’incontro delle nuove regole elaborate in sede comunitaria con le situa-zioni preesistenti in ciascuno stato membro (es. la disciplina della tutela del consu-matore ha introdotto la nuova categoria dei contratti dei consumatori, determinan-do nell’ordinamento italiano una duplice disciplina, una per quanto riguarda i con-tratti con i consumatori, l’altra che riguarda tutti gli altri casi);

c) effetti indotti:effetti che non sono diretta conseguenza di un obbligo di adempimento al precettocomunitario. Si tratta di quelle situazioni nelle quali lo Stato membro, a seguitod’importanti decisioni della Corte di giustizia ritiene necessario adeguare il pro-prio ordinamento agli altri istituti o alle altre situazioni coinvolti dai principi espressinella sentenza.

8. Il dibattito sull’unificazione del diritto privato europeo

Il dibattito sull’unificazione del diritto privato procede indipendentemente dall’attivitàlegislativa e giurisprudenziale comunitaria.Numerosi sono i dati che incoraggiano i sostenitori del diritto privato comune europeo:basti pensare all’efficacia unificante delle convenzioni internazionali, della lex merca-toria (insieme di principi contrattuali che sono utilizzati per regolare contratti tra sog-getti economici appartenenti a Stati diversi) e all’importantissimo lavoro svolto dal-l’Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato (UNIDROIT) che ha stesouna serie di principi per i contratti commerciali internazionali.All’interno delle Università si sono sviluppati vari progetti accomunati dall’ideale del-l’unificazione del diritto privato europeo.Due risoluzioni del Parlamento del 1989 e del 1994 proponevano la codificazione del-l’intero diritto privato europeo, mentre una risoluzione del 2001 concerne solo il dirit-

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Parte prima � Parte generale16 �

to europeo dei contratti in linea con l’opinione della dottrina maggioritaria che apparepropensa a limitare le diverse iniziative al solo diritto dei contratti.

A) Gruppo pavese

Istituitosi dopo un incontro di studio svoltosi presso l’università di Pavia il 20-21 otto-bre 1990, guidato da Giuseppe Gandolfi, mira alla creazione di un vero e propriocodice europeo dei contratti. Alla base di tale progetto vi è l’idea che la strada percor-ribile in vista dell’unificazione del diritto in Europa sia quella legislativa (il gruppoPavese mira ad una vera e propria codificazione). Il gruppo pavese lavora intorno ad untesto normativo base che funge da schema operativo sul quale poi costruire il dirittoprivato comune: il libro IV del codice civile italiano, che è frutto della sintesi dellatradizione giuridica francese e quella tedesca. Ai giuristi di Pavia non è sfuggita lasumma divisio tra common law e civil law all’interno del mondo giuridico europeo edunque nel 1993 è stata effettuata una scelta metodologica in favore dell’adozione diun duplice testo operativo di base, oltre al libro IV del codice civile italiano, si è decisodi fare riferimento al progetto di contract code del giurista di Oxford, Mc Gregor.

B) Il progetto MC Gregor

Il progetto di contract code (codice dei contratti) del giurista di Oxford, Mc Gregor,elaborato per conto della English Law Commission, risulta una sentesi del diritto deicontratti inglese e quello scozzese, dunque una sintesi tra un modello giuridico ap-partenente al sistema di common law (diritto inglese) ed uno di civil law (diritto scoz-zese).

C) Principi elaborati dalla commissione Lando

Gruppo di giuristi facenti capo ad Ole Lando, dell’Università di Copenhaghen, forma-tosi per la redazione di un progetto di codice civile europeo. Il gruppo ha costituitoun’apposita Commissione sul diritto europeo dei contratti, non governativa, formatada giuristi provenienti da tutti i Paesi della Comunità. L’obiettivo primario a cui mira laCommissione è quello di raccogliere ed elaborare alcuni principi comuni (I principidel diritto europeo dei contratti) in vista di un futuro codice unitario di diritto privato,principi che potrebbero essere utilizzati dal legislatore nazionale in vista dell’adozionedi nuove regole o dal legislatore europeo in funzione di una nuova codificazione unita-ria.

D) The Trento Common Core Project

Nasce nel 1993 presso l’Università di Trento, su iniziativa di Ugo Mattei e MauroBussani non si occupa solo di diritto dei contratti e delle obbligazioni, ma si estendeoltre che ai contracts ed ai torts (obbligazioni non contrattuali) anche alla property(proprietà). La finalità che si pone tale progetto è quella di stendere una mappa geo-

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Capitolo 1 � Circolazione di regole e modelli giuridici nell’UE � 17

grafica del diritto privato europeo e disegnare sulla carta i risultati della compa-razione.Viene applicata una metologia aggiornata del factual Aproach utilizzata negli anni ’60per i seminari di Cornell, vengono elaborati questionari fattuali, volti a scoprire lesoluzioni operazionali dei vari sistemi.Il progetto trentino si rivolge principalmente alla dottrina, non mira a creare nuovied artificiosi principi comuni, ma a conoscere meglio le differenze ed evidenziare lesoluzioni e regole simili già presenti nei diritti nazionali in funzione della creazione diuna cultura giuridica europea.

E) The casebooks Project

È stato attivato nel 1994 presso l’Università di Maastricht. L’approccio è analitico-descrittivo.Tale progetto si concentra nella ricerca di principi comuni del diritto euro-peo principalmente nell’ambito giurisprudenziale, l’obiettivo è di estrapolare simili-tudini e differenze tra i vari ordinamenti giuridici attraverso l’analisi dei casi giurispru-denziali.

Questionario

1. Che cosa s’intende per circolazione di modelli giuridici?(par. 1)

2. Qual è il ruolo della comparazione nell’elaborazione del diritto privato comunita-rio?(par. 3)

3. Cosa s’intende per armonizzazione, uniformazione e unificazione delle regolegiuridiche e con quali strumenti normativi si perseguono tali obiettivi?(par. 4)

4. Cosa s’intende per diritto privato comunitario?(par. 5)

5. Che problematiche si riscontrano nella trasposizione dei concetti da un ordina-mento giuridico ad un altro?(par. 6)

6. Quali sono gli effetti dell’attività normativa degli organi comunitari sugli or-dinamenti degli Stati membri?(par. 7)

7. Quali sono i progetti dottrinari aventi l’obiettivo dell’unificazione del dirittoprivato europeo ed in cosa si differenziano?(par. 8)

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Parte prima �parte generale

Capitolo 2�Adeguamento del dirittointerno al diritto comuni-tario

Sommario � 1. Trasposizione delle direttive nell’ordinamento italiano: legge comunita-ria. - 2. Effetto diretto. - 3. Interpretazione conforme. - 4. Risarcimentodanni.

1. Trasposizione delle direttive nell’ordinamento italiano: legge co-munitaria

Mentre i regolamenti e le norme del Trattato sono direttamente applicabili negliStati membri, le direttive per poter esplicare i propri effetti devono essere attuate dailegislatori nazionali.Con l’obiettivo di risolvere il problema degli inadempimenti o ritardi nel recepimentodell’ordinamento italiano la L. 9 marzo 1989, n. 86, nota come Legge La Pergola(abrogata dalla L. 4 febbraio 2005, n. 11, cd. Legge Buttiglione) ha introdotto in Italiauno strumento inedito, costituito dalla legge comunitaria annuale.Ogni anno, dunque il Parlamento approva una legge per l’adeguamento dell’ordina-mento alle normative comunitarie, abrogando le norme interne incompatibili col dirit-to comunitario, recependo direttive e altri atti non direttamente applicabili, e predispo-nendo tutte le misure di esecuzione necessarie alla piena applicazione in Italia dellenorme europee (la L. 4 febbraio 2005, n. 11 ha abrogato la legge La Pergola, ma haconservato lo strumento della legge comunitaria).

La giurisprudenza comunitaria ha elaborato soluzioni alternative per aggirare l’osta-colo dovuto all’inerzia degli Stati membri nel trasporre le direttive:

— effetto diretto;— interpretazione conforme;— risarcimento danni.

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Indice generale128 �

Capitolo 2 - Responsabilità del produttore

1. Direttiva sulla responsabilità del produttore .......................................................... Pag. 432. Attuazione della direttiva negli Stati membri ......................................................... » 473. Direttiva sulla sicurezza dei prodotti ..................................................................... » 494. Proposta di direttiva sulla responsabilità del prestatore di servizi ........................ » 52

Questionario ................................................................................................................ » 52

Capitolo 3 - Attività assicurativa e tutela del contraente

1. Attività di armonizzazione comunitaria ................................................................. » 532. Responsabilità civile derivante dalla circolazione degli autoveicoli ...................... » 56

Questionario ................................................................................................................ » 58

Capitolo 4 - Attività creditizia, investimento e risparmio

1. Attività di armonizzazione comunitaria nel settore bancario e creditizio .............. » 592. Contratto di credito al consumo ............................................................................ » 613. Contratti bancari e clausole vessatorie ................................................................. » 634. Direttive Eurosim .................................................................................................. » 645. Mercati degli strumenti finanziari .......................................................................... » 656. Responsabilità delle autorità di vigilanza .............................................................. » 67

Questionario ................................................................................................................ » 70

Capitolo 5 - Disciplina della concorrenza

1. Normativa antitrust comunitaria ............................................................................ » 732. Normativa antitrust italiana ................................................................................... » 793. Rapporto tra normativa antitrust comunitaria e normativa antitrust nazionale ..... » 804. Tutela giudiziale della concorrenza ....................................................................... » 81

Questionario ................................................................................................................ » 82

Capitolo 6 - La tutela della proprietà industriale ed intellettuale

1. Diritti di proprietà industriale ed intellettuale nell’UE ............................................ » 832. Brevetto europeo e brevetto comunitario .............................................................. » 853. Marchio comunitario ............................................................................................. » 864. Disegni e modelli industriali, modelli di utilità ....................................................... » 885. Disciplina del diritto d’autore ................................................................................. » 886. Denominazioni d’origine ....................................................................................... » 897. Invenzioni biotecnologiche .................................................................................... » 898. Sistema di tutela ................................................................................................... » 90

Questionario ................................................................................................................ » 92

Capitolo 7 - Diritto societario

1. Premessa ............................................................................................................. » 932. Attività di armonizzazione del diritto societario nell’UE ........................................ » 943. Attività di uniformazione del diritto societario nell’UE ........................................... » 994. Attività di unificazione del diritto societario nell’UE ............................................... » 103

Questionario ................................................................................................................ » 105

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I volumi di base

Indice

Compendio di

Diritto privato europeo

Parte Prima: Parte generale - Circolazione di regole e modelli giuridici nell’UE - Adeguamento deldiritto interno al diritto comunitario - Parte Seconda: Parte speciale - Tutela del consumatore -Responsabilità del produttore - Attività assicurativa e tutela del contraente - Attività creditizia,investimento e risparmio - Disciplina della concorrenza - La tutela della proprietà industriale edintellettuale - Diritto societario

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Teresa
Timbro