Compendium [G.Marciani] - Filosofia

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  • 8/6/2019 Compendium [G.Marciani] - Filosofia

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    FILOSOFIA

    TERZO ANNO

    di Giacomo Marciani

    a.s. 2008/2009

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    FILOSOFIA

    TERZO ANNO

    HEGEL

    PRIMO BLOCCO DIDATTICO:

    - La Vita e Le Opere

    - LAmbiente Post-Kantiano

    - La Dialettica

    - Il Sistema

    - LEnciclopedia

    - LAssoluto

    - Il Reale Razionale

    - La Scienza della Logica

    - La Filosofia della Natura

    - La Fenomenologia dello Spirito

    - Lo Spirito Soggettivo e Lo Spirito

    Oggettivo

    - Lo Spirito Assoluto

    - LArte

    - La Religione, La Filosofia ed Il Concetto

    - La Filosofia Hegeliana nellOttocento- La Destra e La Sinistra Hegeliane

    La Vita e Le OpereGeorg Wilhelm Friedrich Hegel il maggior rappresentante dellidealismo tedesco, e si

    presenta come erede, sintesi e rielaborazione grandiosa, del nucleo di verit di tutte le posizioni

    filosofiche precedenti nella tradizione del pensiero occidentale. Con Hegel la filosofia non ha

    pi il compito di annunciare e preparare una nuova epoca, ma solo quello di riconoscere il

    presente, in polemica col moralismo di chi contrapponga al reale degli ideali astratti. Essa

    pertanto simile alluccello di Minerva (la civetta), che si leva solo al crepuscolo: coscienza

    storica, dello spirito del tempo, piuttosto che promotrice di un progresso inesistente.

    Nato a Stoccarda nel 1770 da una famiglia piccolo borghese, si forma nel seminario protestante

    di Tubinga, dove studi filosofia e teologia insieme a Holderling e Shelling. Si nutre di cultura

    settecentesca, dellentusiasmo per la rivoluzione francese, dellinteresse per lantichit greca,

    ma soprattutto della filosofia morale e religiosa di Kant. Addottorandosi nel 1793, insegna

    come precettore privato a Berna e Francoforte. Gli scritti di questi anni verranno pubblicati nel

    1907 (nel Novecento il filosofo venne generosamente rivalutato) con il titolo Scritti TeologiciGiovanili. Dal 1801 al 1807 si trasferisce alluniversit di Jena, su consiglio di Shelling. Nel1801 pubblica Differenza fra il Sistema Filosofico di Fichte e quello di Shelling e nel 1802numerosi saggi che verranno pubblicati sul Kritisches Journal der Philosophie, fondato da

    Shelling e dallo stesso Hegel. A questo periodo risalgono inediti che verranno pubblicati solo

    nel Novecento: alcuni frammenti di Costituzione di Germania e Sistema dellEticit, ed unaserie di abbozzi legati ai corsi universitari di Logica e Metafisica, Filosofia della Natura e Filosofia dello Spirito. Alla fine del periodo di Jena risale Fenomenologia dello Spirito.Lasciata Jena a causa delloccupazione francese, si trasferisce per breve tempo a Bamberga, del

    II

    1. Georg Wilhelm Friederich Hegel

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    cui giornale locale diviene direttore, per poi stabilirsi a Norimberga come rettore e professore di

    filosofia ginnasiale. Di questattivit didattica sono documento gli scritti raccolti in

    Propedeutica Filosofica, ma intanto si occupa della pubblicazione di Scienza della Logica,uscita in pi edizione tra il 1812 ed il 1816. Nel 1816 viene chiamato alla cattedra di filosofia

    delluniversit di Heidelberg e nel 1817 pubblica la prima edizione di Enciclopedia delle

    Scienze Filosofiche in Compendio. Dal 1818 alla morte insegna a Berlino, divenuta capitaledella Prussica, occupando la cattedra precedentemente appartenuta a Fichte. Nel 1821 esce

    lultima opera, Lineamenti di Filosofia del Diritto, nel 1827 e nel 1830 la seconda e la terza

    edizione di Enciclopedia delle Scienze Filosofiche in Compendio, nel 1831 la revisione del

    primo libro di Scienza della Logica. Subito dopo la sua morte i discepoli pubblicheranno i suoi

    corsi diFilosofia della Storia,Estetica,Filosofia della Ragione e Storia della Filosofia.

    ***

    LAmbiente Post-KantianoLopera kantiana Critica del Giudizio aveva alimentato un grande dibattito fra i maggiori

    pensatori dellOttocento, i quali mossero numerose critiche alla filosofia del pensatore tedesco.

    In primis Kant volle distinguere il proprio idealismo da quello dellantimaterialista ingleseBerkeley. Lidealismo trascendentale di Kant si asteneva dal confutare o meno lesistenza delmondo reale, limitandosi a distinguere lambito dello scibile (fenomeni) dal non scibile (cose in

    s); mentre lidealismo dogmatico di Berkeley sosteneva radicalmente linesistenza del mondoreale, concepito come semplice percezione illusoria individuale.

    Lantirazionalista tedesco Jacobi volle criticare il sistema kantiano, distinguendo verit comecorrispondenza e verit come coerenza. La prima, appartenente alla tradizione filosofica che

    intercorse da Aristotele a Tommaso, conferisce una semplice immagine della realt (la penna

    esiste perch c). La seconda, di derivazione cartesiana, si basa invece sul principio di non

    contraddizione (la penna esiste per una serie di rapporti causali). Secondo Jacobi il

    razionalismo illuminista pu solo portare ad un nichilismo distruttivo. Kant quindi, non solo

    annullerebbe la realt, ma cadde persino in contraddizione enunciando la dicotomia dualisticadella realt in fenomeni e cose in s, senza aver definito le cose in s. Queste ultime si

    ridurrebbero ad essere vaghe rappresentazioni mentali. Per questo si cap che si sarebbero

    dovuti superare i dualismi kantiani.

    Lidealista tedesco Fichte si accorse di questa necessit e decise di perfezionare il sistema

    kantiano eliminandone i dualismi e conferendovi cos un maggiore dinamismo mentale. DallIo

    trascendentale spurio e limitato di Kant si passa ad un Io trascendentale puro autolimitante,intuitivo e divino. Non bisognava limitare le facolt dellintelletto, come aveva fatto Kant, macomprendere quanto lIo possa essere vicino a Dio, concependolo tanto libero da rendergli

    necessaria lautolimitazione. Questo procedimento viene chiamato movimento di scissione. LIoinfatti per essere veramente libero deve prima concepirsi come tale, ma per poterlo fare deve

    avere coscienza di s e quindi autolimitarsi per guardarsi dallesterno.

    La triade dellidealismo tedesco, formata da Fichte Shelling ed Hegel, si era posta lobbiettivo

    di abbracciare lAssoluto, fondamento unitario del reale, nel tentativo di sanare le

    contraddizioni e i conflitti che affliggono il mondo. Per portare a termine una conoscenza totale

    e sistematica dellAssoluto si sarebbero dovuti superare, come suddetto, i dualismi kantiani e i

    diversi aspetti che la tradizione kantiana e la filosofia illuminista si erano portate appresso.

    Fichte aveva perfezionato il sistema kantiano passando dallIo spurio limitato allIo puro

    autolimitante. Concepiva lAssoluto come qualcosa di esterno, di cui luomo autolimitazione

    necessaria per la coscienza di s dello stesso Assoluto, il quale non quindi conoscibile.

    Reintrodusse un concetto appartenente alla tradizione platonica: temere di proferire parolasullAssoluto, sia che si debba o non debba dire, in quanto non appena viene proferita parola su

    di esso non si pu far altro che limitarlo.

    III

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    Shelling concepiva la natura organica come manifestazione dellautolimitazione dellAssoluto

    inorganico, che voleva prendere coscienza di s. Si passa quindi da un Assoluto radicalmente

    trascendente e non conoscibile, ad un Assoluto pi immanente e per questo conoscibile.

    Tuttavia lAssoluto shellinghiano, sarcasticamente paragonato da Hegel alla notte, nella quale

    tutte le vacche sono nere, non solo fa perdere ogni autonomia e specificit degli opposti,

    divenendo quindi tutta la realt senza potervi ammettere alcuna peculiarit interna, non pu

    essere conosciuto attraverso procedimenti razionali, basati sul rigido principio di non

    contraddizione, ma intuito da qualcosa che riesca ad unire oggetto e soggetto, cio larte.

    ***

    La DialetticaLa dialettica ci che aveva portato Hegel al vertice della triade dellidealismo tedesco. Non fu

    solo la nota idiosincrasia per le definizioni ad impedirgli di esplicare una precisa

    determinazione di essa, ma anche laverla concepita, non come strumento escogitato per

    comprendere e prevedere la realt, ma bens come movimento stesso della realt, di cui noi

    stessi facciamo parte. Vedendo la storia segnata da contraddizioni, cap che essa si muoveva

    secondo un ritmo binario di stagnazione e regresso seguiti da una nuova evoluzione. Vi dunque un elemento negativo: prima concepito come semplice accidente, poi come motore

    della storia. Hegel definisce in seguito un processo di scansione triadica, basata sul susseguirsi

    di tesi, antitesi e sintesi. La sintesi viene intesa, non come mediazione e annullamento delle

    contraddizioni fra tesi ed antitesi, ma come unit delle due: 1 + 2 non diviene quindi 3, ma

    (1+2). I tre fattori vengono indicati come momento astratto o intellettuale (tesi), momentonegativo (antitesi) e momento speculativo o intellettuale (sintesi). E utile notare che ladialettica hegeliana differisce dalla logica aristotelica in quanto si valorizza in base ai contenuti.

    ***

    Il SistemaIn una lettera indirizzata a Shelling Hegel scriveva di voler edificare una filosofia che fosse un

    sistema, poich solo cos la filosofia avrebbe acquisito un valore scientifico. Lintento era stato

    gi precedentemente formulato dagli stoici e dai razionalisti moderni: si erano proposti di

    realizzare una spiegazione organica e completa delluniverso partendo da un unico principio (in

    Cartesio la relazione fra materia e movimento). Bisognava creare un organismo il cui crescere,

    come aveva asserito Kant, non aggiungesse nuove entit, ma proporzionasse diversamente

    quelle esistenti. Lopera doveva essere concepita come una creatura viva che si sviluppa nel

    tempo, che si accresce dallinterno e non dallesterno.

    LaFenomenologia dello Spirito era stata concepita come apprendistato del sistema, la Scienzadella Logica come nucleo concettuale del sistema e lEnciclopedia delle Scienze Filosofiche inCompendio come scienza della scienza, sistema del sistema, testo che comprendesse linterezza

    della logica del sistema.

    ***LEnciclopedia

    Enciclopedia delle Scienze Filosofiche in Compendio la massima realizzazione dellidealehegeliano di filosofia come sistema. Essa si articola in tre grandi momenti (o sezioni): la

    Scienza della Logica, che la scienza dellidea in s e per s (idea pura), commistione dimetafisica e logica nella riflessione sul pensiero in quanto tale; la Filosofia della Natura, che

    lascienza dellidea nel suo alienarsi da s, cio nel suo farsi altro da s; ed infine la Filosofiadello Spirito, oscienza dellidea che dal suo alienamento torna in s, che discute i fondamentidei saperi e delle discipline che riguardano luomo in quanto individuo (Spirito Soggettivo), eluomo inserito nella collettivit (Spirito Oggettivo), trovando infine la sintesi dei due momenti,

    soggettivo ed oggettivo, nello Spirito Assoluto, spostando quindi la riflessione sul significato esulla funzione dellArte, della Religione e della Filosofia. l movimento triadico contrassegna

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    tanto il sistema complessivo (Logica-Natura-Spirito, necessit-accidentalit-sintesi degli

    opposti), quanto lo sviluppo interno di ogni momento.

    ***

    LAssolutoHegel definisce lAssoluto come identit dellidentit e della non identit. Questa risulta essereuna definizione logicamente inconcepibile, in quanto incongruente al principio di non

    contraddizione, ma dialetticamente accettabile. LAssoluto non pu essere pensato nei termini

    della vecchia metafisica, che, concependolo prima come insieme delle parti e poi comeimmensa parte, porta al tipico prodotto dellIntelletto: un Tutto Astratto, limitato, impotente difronte alle contraddizioni e del tutto isolato dal Tutto Reale. Bisogna arrivare al Tutto Reale

    come prodotto della Ragione, superando le incongruenze fra determinazione (tesi) e

    contraddizione (antitesi).

    Le ulteriori determinazioni, puntualmente contraddette e sintetizzate, producono un insieme di

    movimenti a spirale in cui ogni finito sopprimer s medesimo e che avr termine solo quando

    il suo totale dispiegamento avr abbracciato la totalit del reale, producendo ci che Hegelchiama lUniversale Concreto. Solo ora si potr parlare di Spirito Assoluto: non come

    risultato, ma come insieme inscindibile del risultato e del suo percorso (il risultato il

    cammino) e come realt che include anche le differenze; non solo come sostanza, ma anchecome soggetto vivente che esce da s, si fa altro da s, negandosi, e, attraverso "il dolore, la

    pazienza e il travaglio del negativo", ritorna a se stesso arricchendosi delle contraddizioni cheora fanno parte del suo essere. Per questo il Vero lIntero, cio il completo dispiegarsi

    dellAssoluto nei suoi moti di scissione e sintesi.

    ***

    Realt e RazionalitDobbiamo ora cercare di chiarire una celebre espressione di Hegel, presente nella Prefazione diLineamenti della Filosofia del Diritto (1821): "Ci che razionale reale, ci che reale razionale".

    Il significato di tale espressione potrebbe essere frainteso se si confonde il reale con il

    semplicemente esistente. Hegel non vuole dire che tutto ci che esiste deve necessariamente

    esistere bens che tutto ci che ha in s una razionalit assoluta non pu non esistere. Hegel si

    riferisce qui a quelle che lui chiama le "determinazioni universali dello Spirito Oggettivo"ciole istituzioni, i costumi e soprattutto lo Stato. Ora, chi non vede che le istituzioni e gli Stati sono

    ben lungi dallessere perfetti e razionali? Ma Hegel non vuole dir questo. E banale osservare

    che "le cose non vanno bene", "lo Stato ladro" e simili; ma chi pu negare che la famiglia, la

    societ, lo Stato siano istituzioni concrete e, ancor pi necessarie, e quindi razionali? Ed

    proprio questo che vuole dire Hegel. Egli ha voluto cos affermare la necessaria identit fraRagione e Realt. La Ragione non pura astrazione, idealit, bens governa il mondo e lo

    costituisce; la Realt non che il dispiegarsi della Ragione che si manifesta in una serie di

    passaggi, i quali rappresentano, ognuno, il risultato di quelli precedenti e il presupposto diquelli seguenti. Cos la realt intera da Hegel accettata e giustificata, visto che, dal punto di

    vista dello Spirito Assoluto, tutto ci che , , necessariamente quello che deve essere . Ilcompito della filosofia, per Hegel, non quello di modificare o trasformare la realt indicando

    un modello di cambiamento, come hanno fatto tutte le filosofie precedenti ad Hegel (in

    particolare quella kantiana, per la quale permane il divario fra lessere e il dover essere, traquello che o si pu conoscere e quello che si dovrebbe fare o si pu arrivare a conoscere), ma

    quello di prendere atto della realt cos com, essa deve cio "mantenersi in pace con larealt" e deve solo elaborare in concetto il contenuto reale che le offre lesperienza,

    dimostrandone lintrinseca razionalit.

    ***

    V

    http://www.linguaggioglobale.com/filosofia/txt/Kant.htmhttp://www.linguaggioglobale.com/filosofia/txt/Kant.htm
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    La Scienza della LogicaLopera esce in tre volumi: pubblicati a seguito di un profondo lavoro speculativo nel 1812,

    1813 e 1816. La logica non viene qui intesa nel senso formale o aristotelico, ma come

    esposizione di Dio come egli nella sua eterna essenza prima della creazione della natura .Si tratta di unopera di metafisica, che rompe con la vecchia metafisica in quanto il filosofo non

    si pone come esterno al proprio pensiero, ma vi partecipa: sperimenta cio attraverso il proprio

    pensiero loggettivarsi del pensiero stesso. Lopera consta di tre sezioni: dottrina dellEssere,

    riguardo le categorie della qualit e della quantit, dottrina dellEssenza, riguardo le categoriemodali (realt, possibilit, necessit) e di relazione (sostanza, causalit, reciprocit) e dottrinadel Concetto, riguardo le forme logiche tradizionali (concetto, giudizio, sillogismo) edeterminazioni scientifiche e metafisiche (meccanismo, chimismo, teleologia, vita, idea del

    vero, idea del bene ecc).

    La dottrina dellEssere lo studio del pensiero in s, nella sua immediatezza e semplicit:vengono quindi analizzate le nozioni dellontologia tradizionale: cio lindeterminatezza, la

    determinatezza e le discriminanti qualitative e quantitative dellessere.

    La Logica comincia con la nozione di essere, che la pi semplice ed astratta di tutte. Poichindeterminati, lessere ed il nulla sembrerebbero identici. Ci non possibile, in quanto tesi

    antinomiche. Dovr quindi esserci un discriminante tra lessere ed il nulla, in modo da poterne

    ammettere lantinomia e quindi, per il movimento dialettico, una conseguente sintesi. Il

    discriminante la qualit: l'essere indeterminato (tutte le cose sono, ma nessuna cosa tutto)

    si distingue infatti dal nulla determinato (tutte le cose sono, ma differenziandosi luna

    dallaltra, racchiudono nel loro essere il non essere qualcosaltro) in quanto la qualit determina

    un ente, differenziandolo dagli infiniti altri enti. Ora lessere indeterminato ed il nulla

    determinato rappresentato la tesi e lantitesi, la cui sintesi si esplica nel divenire.

    Tuttavia la dottrina dellEssere si dimostrer limitata, in quanto, determinando lessere

    qualitativamente, entrer in crisi nel tentativo di determinarlo al passaggio da una qualit

    allaltra. Si ritorna quindi ad una assenza di determinazioni, al puro essere: subentra quindi una

    pi profonda considerazione dellEssere, cio lEssenza.

    Con la dottrina dellEssenza, si passa alla riflessione sul fondamento dellEssere, che

    appunto la sua Essenza: sebbene nella Dottrina dellEssere pensare ed essere erano stati presi

    come punto di partenza, ora sono visti come risultato, cio come pensiero per s. La domanda

    non sar pi che cosa , ma da che cosa stato generato. La dottrina dellEssenza presentacategorie bipolarmente oppositive, le quali verranno progressivamente superate e riconciliatelun laltra, con il passaggio al Concetto.

    La dottrina del Concetto lo studio del pensiero in s e per s, ed in essa limmediatezza

    dellEssere e la ricerca del fondamento dello stesso, cio lEssenza, si riconoscono come

    manifestazioni di ununica attivit: il pensare.

    ***

    La Filosofia della NaturaLa Natura viene definita da Hegel come idea che si estrania da s o anche idea che si

    manifesta nella forma dellessere altro. LIdea, che libert che si da da s, vuolesperimentare il suo opposto, cio laccidentalit, nella dispersiva ed ingiustificata accidentalit

    della Natura. Prefigurandosi come assenza di consapevolezza, la Natura hegeliana si pone agli

    antipodi della tradizione romantica, la quale esaltava la Natura come organismo dotato di

    anima, in posizione antimaterialista e contraria al panteismo shellinghiano. La Natura

    sperimenta la massima accidentalit nella morte delluomo, soggetto autocosciente in cui il

    Concetto trova la sua massima realizzazione, in quanto la realt umana lunica a svilupparsinella storia, realizzando gradi differenti e via via pi elevati di razionalit. Nel momento

    delladdio alla vita il Concetto esce dalla materia, cio dalla Natura, e torna allo Spirito, capace

    di permanere al succedersi delle generazioni, dei secoli e dei millenni. Hegel aveva infatti

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    scritto Con la morte la Natura trapassa nella sua Verit, cio nello Spirito. Anche lo Spirito

    si articola secondo una serie di gradi: lo Spirito Oggettivo, Soggettivo ed Assoluto.

    ***

    La Fenomenologia dello SpiritoLopera tratta delle modalit in cui si manifesta lo Spirito nel mondo, narrando il tormentatocammino di emancipazione della coscienza comune dai propri limiti per divenire coscienza

    filosofica, atta ad abbracciare lAssoluto. Va detto che mentre in Kant lo spirito si identificava

    con il genio artistico, in Fichte come qualcosa di tanto trascendentale da non poter essere

    appreso (sembra avere una parentela con il logos ordinatore delluniverso della dottrina stoica),

    e in Shelling come qualcosa che potesse essere determinato intuitivamente attraverso larte, per

    Hegel invece dire che lAssoluto lo Spirito, la pi alta definizione dellAssoluto ecomprenderne il significato e il contenuto lo scopo di ogni filosofia.Il percorso della coscienza viene generato da continue scissioni, che danno luogo a sei tappe

    fondamentali: Coscienza, Autocoscienza, Ragione, Arte, Spirito e Religione.

    Nel momento della Coscienza vengono distinti altri tre momenti: certezza sensibile, percezioneed Intelletto. La coscienza cerca la percezione immediata di un oggetto al di fuori di s, ma

    comprende che eliminando lazione dellIntelletto, mediatore della percezione, si potr

    concepire loggetto non come fenomeno, ma come cosa: la determinazione spazio-temporale,

    unica certezza immediata, porta la coscienza a concepire un Questo al di fuori di s, e quindi

    diverso da un Questi, cio essa stessa. La coscienza avr concepito un oggetto esterno al

    soggetto. Tuttavia, essendo Questo/Questi un concetto vanescente, tanto pi la coscienza si

    affaccender intorno alloggetto, tanto pi comprender la sua dipendenza dal soggetto, il quale

    sar divenuto perci tanto indipendente da potersi concepire come soggetto e come oggetto. La

    coscienza avr quindi preso coscienza di s, potr quindi autoconcepirsi.

    Il momento dellAutocoscienza pu essere suddiviso nei momenti: Io Desiderante, Servo-

    Padrone, Stoicismo e Scetticismo, Coscienza Infelice, Coscienza Religiosa ed Ascetismo. Unavolta autoconcepitosi, lIntelletto comincia ad interrogare se stesso, guardando se stesso come

    soggetto/oggetto autocontemplante. Diviene quindi Io Desiderante e dovr combattere per

    laffermazione sulle altre Autocoscienze/Io Desideranti. Vigendo la legge del pi forte, vi

    saranno alcuni che per rifuggire ad una morte violenta e dolorosa preferiranno sottostare ad

    altri: si vengono cos a creare i rapporti Servo/Padrone. Il Servo capisce che il Padrone non

    potrebbe esistere senza di lui, ma non trovando a tale potere un riscontro pratico cercher di

    consolarsi in altri modi. Prima tenter con lo Stoicismo: isolandosi e dando valore solo alla

    propria interiorit capir che, raggiungendo la libert di pensiero, nessun accadimento esternopotrebbe infelicitare la sua esistenza. Tuttavia si tratta di una libert molto apparente. Si affida

    quindi allo Scetticismo, ma nel tentativo di distruggere la realt circostante al fine di

    raggiungere la totale libert del pensiero, finir per distruggere s stesso: non avendo pialcuna certezza infatti si crea una coscienza paralizzata. E il momento della Coscienza

    Infelice, durante il quale regnano massimamente la paura della morte e del divenire. Nel

    momento in cui ci si rende conto dellinsopportabilit della paura e dellincertezza si cerca di

    riporre nelle mani di qualcosa di superiore la propria esistenza: cos che da Coscienza Infelice

    si passa alla Coscienza Religiosa, la quale pu sfociare nellAscetismo, in cui si abbandona

    tutto pur di avvicinarsi a Dio. Nel momento in cui ci si rende conto che, liberatisi dalla

    sensibilit e dalla materialit, cercando Dio dentro se stessi non si pu trovar altro che la

    Coscienza, si comprende lonnipresenza della Coscienza. Ora la Coscienza ovunque e come si

    passati dal Medioevo al Rinascimento, cio da una trascendenza assoluta ad una immanenzaindiscussa, dallAutocoscienza si passa alla Ragione, che superamento dellopposizione tra

    coscienza, per la quale la verit tutta nelloggetto, e lautocoscienza, per la quale la verit

    tutta nel soggetto e loggetto diviene semplice strumento di soddisfazione personale. LaRagione inoltre la certezza della coscienza di essere ogni realt.

    VII

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    Nel momento della Ragione si distinguono due momenti: Ragione Osservativa e Ragione

    Operativa. La Ragione Osservativa cerca se stessa nel mondo, ma si render presto conto di

    essere una ragione fine a se stessa, in quanto non basta guardarsi e ritrovarsi, ma c bisogno di

    agire. Si passa quindi alla Ragione Operativa, suddivisibile in quattro momenti: Edonismo,

    Legge del Cuore, Virt ed Arte. NellEdonismo si cerca lappagamento dei propri piaceri e la

    ricerca della felicit personale, ma ci si render conto della sua inadeguatezza nel momento in

    cui ci si concepir come schiavi del proprio piacere. Nella Legge del Cuore si cerca la propria

    felicit nella felicit della collettivit, ma poich ognuno presenta una Legge del Cuore

    differente si viene a creare uno scontro che rende impossibile la realizzazione di una Legge del

    Cuore unica ed universale. Hegel critic Rousseau per essere un frustrato ingannato dallo

    Spirito del Tempo e per questo abbandonato ad una Legge del Cuore che pu solo renderlo

    frustrato per lirrealizzabilit dei propri progetti. Nel momento della Virt regna laltruismo,

    che tuttavia si render ben presto conto di dipendere dal riconoscimento altrui: la Ragione

    quindi schiava di un qualcosa che non pu essere garantito universalmente. Una volta affrontati

    tutti questi impedimenti ci si render conto della necessit di un qualcosa che abbatta le barriere

    che separano il pensiero dallazione: il momento dellArte, in cui possibile realizzare tutto

    ci che si pensa e godere della vera libert, concepita come estrinsecazione di ci che

    proprio quando il pensiero e lazione coincidono.

    Nel momento dellArte lopera concreta incarna il rapporto di immediatezza fra idea ed atto.

    Lartista un passo avanti al virtuoso perch non prova frustrazione per lattrito fra il mondo da

    lui immaginato ed il mondo reale, ma colora di mondo reale ci che immagina; e diviene parte

    di questo mondo, non estraneo ad esso. Tuttavia lartista deve poter dare un senso alla propria

    opera, e per farlo deve renderla universale. Lopera si estrania dallartista perch diviene

    propriet, non di chi l ha scritta, ma di chi la legge. Lartista si perde nella propria opera poich

    essa si dilegua nel corso del mondo, cio lo Spirito, caricandosi di quei significati, non pi

    legati alla primitiva soggettivit, che la renderebbero necessaria ed universale. Dileguandosi

    nello Spirito diviene opera di tutti e di ciascuno, e la Coscienza diviene capace di riconoscersi

    nello Spirito.

    Nel momento dello Spirito si passa alloggettivit storica, in cui lo Spirito viene quindi

    storicizzato. Si distinguono in esso cinque momenti: Grecit, Romanit, Medioevo,

    Rivoluzione, Terrore e Stato Prussiano. Nel momento della Grecit o dellEticit Greca

    lunit tra il singolo e lo stato si realizza nella polis, coincidenza del particolare con

    luniversale. Tuttavia ci si render conto dellinstabilit di questo legame nel momento in cui il

    singolo vorrebbe assecondare la propria coscienza, la quale sembra dettata da qualcosa di pi

    alto, quasi divino, ma la legge universale, quella della polis, glielo impedisce. Portando

    lesempio di Antigone spiega come sia necessario passare dalla certezza della legge alla

    percezione della stessa. Nel momento della Romanit o del Diritto si comprende come non sia

    possibile ammettere la mediatezza della legge: la legge non pu infatti accettare la mediazione

    della percezione individuale. Non potendo quindi sottostare al singolo, dovr imporsi su di

    esso. E da questa cultura del rispetto per listituzione che deriva la forza della Religio romanadi cui parlava tanto Cicerone, nella quale la dimensione collettivo-istituzionale e quella

    spirituale-individuale coincidono. Nel momento del Medioevo la legge si abbatte

    sullindividuo, il quale, trovandosi a sottostare allarbitrio dei forti (luniversale non esiste),

    ripone le proprie speranze nella giustizia divina e nella Legge del Paradiso. Per questo il

    poveruomo soggetto ai soprusi del potente perviene alla fede; una fede non mediata dal

    magistero della Chiesa e che valorizza quindi linteriorit (se una cosa invisibile e non

    mediata pi vicina poich potrebbe essere ovunque, e tale vicinanza valorizza linteriorit.).

    Quando la coscienza decide di voler plasmare il mondo luomo decide di far scendere il

    Paradiso in terra e, nel tentativo di avanzare diritti del particolare da imporre sulluniversale,

    porta avanti la Rivoluzione. Il momento della Rivoluzione rappresenta la completa

    emancipazione dellartista: egli vuole farsi Spirito e non la sciare che questultimo ne determini

    le qualit. Si tenta di cercare limmediatezza nellaffermazione dei diritti portati avanti dalla

    Rivoluzione, ma la necessaria mediatezza del processo di affermazione corrompe la

    Rivoluzione in Terrore, prova del fallimento della dialettica rivoluzionaria, la quale delega il

    VIII

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    compito della sua realizzazione allepoca presente. Lo stessoIlluminismo diverrebbe simbolo di

    Terrore in quanto, esasperando la razionalit porta alla morte la Ragione stessa. Posta la

    Rivoluzione come tesi ed il Terrore come antitesi, lo Stato Prussiano incarnerebbe la sintesi

    dialettica dei due momenti contraddittori. Lo Stato Prussiano (si riferisce al governo di Federico

    II, quindi prima dellunificazione tedesca) prova dellentrata di Dio nel mondo in quanto,

    sintetizzando in s linterezza delle tappe precedenti, dimostra di poter essere lunico effettivo

    garante della Libert.

    Nel momento della Religione lindagine sullo Spirito passa dalla forma alla sostanza dello

    stesso. Nelle tappe precedenti infatti si era cercato di definire le modalit di esplicazione dello

    Spirito nella storicizzazione dello stesso e delle modalit in cui la Coscienza potesse

    abbracciarlo. Ora invece lindagine si focalizza sul contenuto dello Spirito, che Dio.

    Particolarit di questo momento, aggiunto come appendice nelle seconde pubblicazioni, il

    fatto che la Religione entri in gioco in un momento positivo, lo Stato Prussiano, piuttosto che in

    uno negativo, come era stato per la Coscienza Infelice o per il momento del Medioevo. La

    ragione risiede nellemancipazione della Coscienza: emancipandosi essa passata dal rapporto

    immediato con la Religione, ingenuamente considerata alla stregua di una Superstizione, ad un

    rapporto mediato, pi maturo, che permette di scandagliarne la sostanza.

    ***

    Lo Spirito Soggettivo e Lo Spirito OggettivoLo Spirito Soggettivo, che corrisponde alla considerazione delluomo in quanto individuo,

    comprende tre momenti: Antropologia (o dottrina dellAnima, in quanto motivo dellemergeredello Spirito dallesteriorit della Natura), Fenomenologia dello Spirito (o dottrina dellaCoscienza, in quanto cammino di emancipazione della coscienza, da coscienza comune acoscienza filosofica) e Psicologia (o unione della dottrina dello Spirito Teoretico, una sorta dignoseologia, e dottrina dello Spirito Pratico, riguardo istinti, passioni ecc).

    Lo Spirito Oggettivo, che corrisponde alla considerazione delluomo nei suoi rapporti con glialtri, il regno dellintersoggettivit, lo Spirito del Tempo a cui ognuno partecipa senza poter

    dire di appartenervi. Anchesso articolato in tre momenti: Diritto Privato (o di Propriet),

    Morale ed Eticit (o Morale Concreta). Il Diritto Privato nasce dalla concezione della Libert

    nel diritto piuttosto che nellassenza di regole; per questo Hegel parlava del diritto non comelegge, ma come determinazione di libert. Poich il Diritto Privato trova la sua controparte

    nellIllecito (lAltro Io che, non riconoscendosi nel Diritto Privato, mosso dallegoismo, ne

    viola le fondamenta) si perverr alla Morale, momento in cui il Diritto viene interiorizzato e

    quindi riconosciuto come proprio. In realt altro non che un egoismo pi universale, in cuilostacolo non pi quello di riuscire a rendere proprio il Diritto Privato e riconoscersi in esso,

    ma abbattere il confine fra interiorit particolare ed esteriorit universale. Si verr a creare unlimite invalicabile tra lessere ed il dover essere. Per questo la Morale il mondo di un soggetto

    che si eleva a misura del mondo e lo giudica non allaltezza: si tratta per questo di un egoismo

    ancor pi ipocrita del precedente, proprio di chi vorrebbe un mondo a propria immagine e

    somiglianza. Si avvertir il bisogno di passare da una Morale Astratta ad una Morale Concreta,

    cio allEticit, in cui viene abbattuta la scissione fra interiorit ed esteriorit. Ci implica

    linserimento attivo dellindividuo in una comunit e la sua collaborazione con gli altri, in vista

    del bene comune: per questo il momento si dispiega prima nella Famiglia, la cui comunione ispirata allAmore, e poi nello Stato, massima manifestazione dellAmore e della RagioneAssoluta.

    La teoria dello Stato di Hegel si pone in radicale controtendenza rispetto alla tradizionecontrattualistica del pensiero politico moderno. In particolar modo Hegel rifiuta di considerare

    lo Stato nato da un patto stipulato da privati, in quanto egli non concepisce lesistenza di diritti

    con la relativa possibilit di esercitali senza lo Stato. Per questo, rovesciando la convinzione delpensiero politico liberale, ribadiva che non sarebbe stato lo Stato in funzione del cittadino, ma

    sarebbe stato tanto il contrario, da motivare un individuo a dare la propria vita per lo Stato. Lo

    Stato Prussiano viene preso ad esempio in quanto manifestazione massima dellunione fra

    IX

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    Interiorit e Ragione Divina. In seguito Norberto Bobbio avrebbe asserito in Studi Hegeliani

    che Hegel altro non era che "un conservatore, in quanto pregia pi lo stato chelindividuo, pi lautorit che la libert".

    Lo Spirito Assoluto

    Essendo lo Spirito libert, lo Spirito Assoluto lo Spirito che, liberatosi dai vincolidellindividualit (Spirito Soggettivo) e del pragmatismo collettivo (Spirito Oggettivo), si pu

    finalmente manifestare per ci che , per ci che, dopo il suo cammino di emancipazione, ha

    capito di essere: diventa ci che , cio libert che si da da s, che non deve avere a che farecon altro se non con se stesso. Lo Spirito Assoluto pensiero che si manifesta e si oggettiva,

    divenendo sempre pi consapevole di s: la sintesi dellin s (tesi, pensiero soggettivo) e del

    per s (antitesi, pensiero oggettivo), ossia unit di puro pensiero e manifestazione dello stesso.

    Il primo modo in cui lo Spirito Assoluto pu manifestarsi lArte. Vediamo come.

    ***

    LArteAvendo accolto con qualche ritrosia il termine Estetica, Hegel aggiunge che il vero e propriotermine per la nostra scienza filosofia dellarte e pi specificamente filosofia della bellaarte. Hegel stravolge il significato semantico del neologismo (Estetica) coniato daBaumgarten e reintrodotto da Kant in Critica della Ragion Pura e Critica del Giudizio. Il

    primo, Baumgarten, voleva indicare con il termine Estetica le pratiche conoscitive che si

    fondano sullintuito e sullistinto. Mentre Kant aveva utilizzato il termine, prima per parlare

    della conoscenza sensibile (Critica della Ragion Pura), poi per definire quei giudizi che hannoil loro fondamento nel sentimento di piacere e dispiacere riguardo il bello e il sublime della

    natura e dellarte (Critica del Giudizio). Hegel ritiene che il sentimento, essendo affezione deltutto accidentale della soggettivit, non possa fondare il Bello n tanto meno lArte. Ilcontenuto dellArte infatti lo Spirito Assoluto, tanto che lArte priva del rapporto con esso

    non pi Arte. Per questo il Bello non pu essere Bello Naturale, come affermava Kant, masolo Bello Artistico poich, essendo la Natura pura esteriorit dello Spirito estranea a qualsiasi

    contenuto dello stesso, la superiorit dello Spirito e della sua bellezza artistica di fronte allaNatura inequivocabile. Si deve inoltre discernere fra lArte Strumentale e lArte Libera,poich solo lArte svincolata da finalit pratiche, libera tanto nei suoi fini quanto nei suoi mezzi

    pu essere definita Arte, in quanto attivit tanto libera da poter rispecchiare la Libert stessa,

    che lo Spirito Assoluto. LArte Libera ci che materializza lo Spirito e spiritualizza lamateria, tanto da condurla alla Libert. Senza di essa lo Spirito potrebbe farsi materia e

    prendere coscienza di s solo nella Natura, quindi in una realt con forme prestabilite, legatead una necessaria accidentalit. Nella Natura non vi quella Libert che invece si piega allacreativit dello Spirito.

    Una volta chiarito cosa si debba intendere per Arte, Hegel passa alla storicizzazione dellastessa, il cui iter di oggettivizzazione consta di cinque momenti: Arte Simbolica, Arte Classica,

    Primo Superamento dellArte, Arte Romantica e Secondo Superamento dellArte ( o PresuntaMorte).

    LArte nasce, alla luce di tutto ci che stato detto precedentemente, nel momento in cui inizia

    ad incrinarsi lidentificazione dello Spirito con la Natura; cio nel momento in cui luomo siinterroga su una modalit di manifestazione dello Spirito, che prescinda dalla Natura. La prima

    chiara manifestazione di questa incrinatura si ha con gli Egizi, le cui piramidi, sfingi e

    tradizioni riguardo limbalsamazione dei corpi risultano essere infatti sintomi evidenti

    dellansia di superare il naturale. Per questo motivo lArte Egizia il caso esemplare dellArte

    Simbolica. Hegel crede che il simbolo non sia una costante dellArte, come sostenevano i

    Romantici, ma la costante tipica di un momento artistico in cui lArte non ha ancora presocoscienza di s: in cui quindi lo Spirito non riesce ancora ad esprimersi nella sua interezza per

    mezzo della materia, ed il simbolo diviene sintomo del suo disagio. Le piramidi rappresentano

    X

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    infatti linaccessibilit dello Spirito, che, attraverso limbalsamazione dei corpi, tenta di

    preservarsi dalla caducit della materia. Tuttavia vi un simbolo ancor pi eloquente, ilsimbolo del simbolico stesso: la sfinge. Simboleggiando lo spirito umano che tende a venirfuori dalla forza ottusa e brutale della bestia, senza giungere a manifestare completamente lapropria libert []poich deve restare associato ad altro da se stesso, la sfinge mette inscena il desiderio delluomo di abbandonare i vincoli della materia. Tuttavia la bestialit, cio il

    corpo del leone, talmente radicata nella materialit, che si riesce a stento a tirar fuori la testa,

    simbolo dello Spirito che, restandone quanto al resto intrappolato, si stacca quel tanto che basta

    dalla bestia per comprenderla in quanto tale, ma non quanto basta per prendere coscienza di s

    in quanto Spirito. Infine questa inaccessibilit di un Autocoscienza dello Spirito trova il suo

    climax nellenigma della sfinge, la cui risoluzione da parte di Edipo comporta il simbolico

    passaggio ad un successivo momento artistico, in cui lArte passa dal vincolo al simbolo perlincapacit di autoconcepirsi, alla sua funzione compiuta grazie allautocoscienza.

    LArte Classica diviene la rappresentazione concettuale adeguata dellideale [] maggiore

    bellezza non pu esserci nel divenire. Questo perch nellArte greca gli dei riescono a trovarela propria esistenza: il divino viene legato allArte e questultima ne permette lesistenza, legata

    alla rappresentabilit, e laccrescimento. Senza la poesia di Erodoto ed Omero o senza lastatuaria classica difatti non ci sarebbero state divinit: non si sarebbe potuto cogliere il senso

    dello Spirito, poich non si sarebbe giunti alla sintesi dello Spirito con la materia, e si sarebbe

    per questo rimasti ancorati al vincolo del simbolo. Di certo bisogna aggiungere che la periziadei Greci nel modellare la materia ai contenuti dello Spirito va di pari passo con larappresentabilit materiale della divinit greca. Nel momento in cui la divinit, cio lo Spirito,viene accresciuto dalla filosofia al punto da rendere impossibile la sua rappresentabilit

    materiale, dallArte si perverr ad unArte Inferiore, non pi legata allo Spirito, ma

    allaccidentalit ed esteriorit della materia. Questo passaggio avviene per Hegel nel momento

    in cui si assiste alla decadenza della tragedia, che esaltando gli uomini fuori dal comune

    avvicina la materia alla Spirito, e alla rispettiva affermazione della commedia, la quale,

    canzonando la quotidianit, diviene celebrazione dellaccidentalit comune sopra lo Spirito.

    Il PrimoSuperamento dellArte avviene nel momento in cui la Religione Rivelata ne cambia

    il senso. Sebbene infatti nellArte Classica si riuscisse a plasmare, come non sar mai pi fatto,

    la materia secondo lo Spirito, essa non sarebbe mai risultata del tutto spiritualizzata, proprio

    perch materia e non Spirito. Ci riduce lArte Classica ad una immagine dello Spirito,

    ammettendone ambivalentemente la presenza e lassenza. Non potendosi pi accontentare di

    questo tipo di manifestazione, lo Spirito decide di manifestarsi in quanto Spirito che sa loSpirito e si sa come Spirito. Per questo lo Spirito si fa Uomo e si incarna in Cristo, superandoogni tipo di mediazione (artista) e trasmigrando dalluniversale ad un particolare non

    accidentale, ma saputo e voluto dallo Spirito stesso. Cristo pura ed immediata

    materializzazione dello Spirito, egli non dice la verit, la incarna.

    LArte Romantica (intesa in senso tedesco, cio lArte dalla venuta di Cristo in poi)rappresenta una paradossale inversione rispetto allArte Simbolica. Se prima lo Spirito tendeva

    alla propria materializzazione, e non potendo trovava rifugio nel simbolo, ora lo Spirito stato

    tanto accresciuto dalla venuta di Cristo e dalla Filosofia Trascendentale da non poter pi stare

    in una forma, e da non sentire pi il bisogno di una parvenza artistica. Per questo Hegelscrive che con il Cristianesimo gli dei sono distrutti perch c un solo Dio, uno Spirito conuna autonomia assoluta senza pi caratteri e funzioni particolari. Quando poi lArte nonriesce pi ad ispirare quel desiderio di inginocchiarci, ma una mera riflessione estetica econcettuale, ridotta quindi a semplice teoresi, in virt del processo dialettico della realt, dovr

    superare lelemento negativo, cio la perdita della propria funzione, per la conquista di un

    ulteriore superamento di se stessa.

    Il Secondo Superamento dellArte, da molti critici assimilata alla morte della stessa e quindi

    prova inconfutabile della miopia hegeliana in ambito artistico, sottrae allArte il compito

    precedentemente affidatogli: non potr pi infatti rendere manifesto lo Spirito Assoluto,

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    compito storicamente spettato al Luteranesimo e allIdealismo (in quanto vertici della Religione

    Rivelata e della Filosofia), ma approdare a nuove forme. Hegel dice infatti che Nella suaseriet, lArte per noi qualcosa di passato. Per noi altre forme sono necessarie per renderemanifesto il divino. Noi abbiamo bisogno del pensiero.

    La Religione, La Filosofia ed Il ConcettoNel momento in cui lo Spirito Assoluto non pu pi manifestarsi nellArte, in cui la mediazionesensibile diviene vincolo che ne riduce la forza, subentra la Religione, in cui la manifestazione

    interiore stabilisce un rapporto pi completo ed immediato con lo Spirito stesso.

    Tuttavia nella Religione sussiste ancora una scissione fra lo Spirito e la sua rappresentazione.

    Essa pu essere superata solo dalla Filosofia, terza ed ultima determinazione dello Spirito

    Assoluto. Infatti ci che nella Religione dato in forma rappresentativa bisognacomprenderlo nel suo proprio elemento []nel concetto e nella sua libert che sono lanimadella Filosofia []: e questo il compito della Filosofia, cio conoscere il contenuto delloSpirito Assoluto, il pensiero, in forma concettuale: porlo quindi come oggetto di riflessione. La

    Filosofia, in due parole, dovr quindi pensare il pensiero stesso. Il Concetto hegeliano non

    tuttavia ci che si intende nelluso comune: non si tratta di un concepimento della mente atto adastrarre dalla superficie le peculiarit, in modo che nella loro totalit possa sorvolare sulla

    particolarit stessa ed innalzarsi alluniversale. Il Concetto il germe della realt. nel germe[] in questa unit in cui non c ancora nulla da distinguere o che mostra solo unadistinzione insignificante sono contenute tutte le determinazioni che mostrer lalbero. Dunquelintero albero contenuto nel germe in modo ideale soltanto in s [] Il germe il Concettodellalbero [] lalbero non altro che lesplicazione del Concetto. Il Concetto di Hegelviene prima delle cose: la possibilit concreta delle stesse. Per dirla aristotelicamente la

    realt in potenza. Mentre il concetto in senso comune tanto irreale da non poter esistere, n

    concretamente n a livello di pensiero, il Concetto di Hegel cos massimamente reale da

    essere la potenzialit del concepimento dellEssere, ancor prima del suo concepimento da parte

    di Dio: il concepimento dellEssere da parte di Dio, il principio logico che concepisce, ordina

    lUniverso, dispiegandosi in esso e lasciando dispiegare lo stesso, prima di essere atto deveinfatti essere potenza dellatto stesso. Questo il Concetto.

    ***

    La Filosofia Hegeliana nellOttocentoCon la morte di Hegel, avvenuta nel 1831, si apre una questione di gran rilievo per la storia del

    pensiero: il sistema hegeliano, organico ed estremamente compatto, trova nel fatto stesso di

    essere un sistema un punto di forza ma anche di debolezza. Infatti, non appena ne venga messa

    in discussione una parte, anche il resto entra inevitabilmente in crisi. Ed proprio quel che

    avviene negli anni Trenta dell'Ottocento. L'Hegelismo si manifesta pertanto, dopo la

    scomparsa del filosofo che l'aveva elaborato, in differenti forme e correnti, di cui se ne possonoindividuare essenzialmente tre: hegeliani, prosecutori del sistema elaborato dal filosofo, ma

    divisi in Destra e Sinistra a causa del dibattito in ambito politico e religioso; anti-hegeliani

    irrazionalisti schieratisi contro il panlogismo del suo sistema; ed infine gli anti-hegeliani

    razionalisti, filone di pensiero che andr poi a costituire le basi del Positivismo, schieratisi

    contro la scienza dialettica. La prima corrente quella che si muove, sia pur criticamente,

    nell'ambito dell'hegelismo, rimanendo fedele ad esso. Questa corrente seguace del sistema

    hegeliano si divider, a sua volta, in Destra e Sinistra hegeliana. Il motivo di tale scissione tra

    i sostenitori del sistema hegeliano sar essenzialmente dato dal fatto che in Hegel convivono

    tranquillamente lasfera rivoluzionaria (ci che razionale reale ), secondo la quale tuttoci che giusto deve essere realizzato, e lasfera conservatrice (ci che reale razionale),secondo la quale le cose cos come sono vanno bene, in quanto manifestazioni di una

    razionalit profonda. La Sinistra coglier nella filosofia di Hegel il continuo cambiamentodialettico della realt, leggendo in chiave progressista e spesso rivoluzionaria il motto tutto ciche razionale reale. La Destra, invece, guarder con maggior simpatia al motto tutto ci

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    che reale razionale, dandone una lettura fortemente stagnante e conservatrice, ostile a

    cambiamenti di ogni sorta. E' per opportuno ricordare che la scissione tra Destra e Sinistra

    nacque, ancor prima che sul versante politico, su quello religioso: la Destra, legata ai valori

    della religione e della Chiesa, tenter di fondare una scolastica hegeliana, ovvero un tentativo di

    apologizzare la religione cristiana attraverso i concetti dell'hegelismo. Hegel aveva, infatti,

    insistito sul fatto che i contenuti della sua filosofia e quelli della religione cristiana

    coincidessero. Tuttavia, aveva anche sottolineato la superiorit della filosofia sulla religione,

    sostenendo che la filosofia esprime gli stessi contenuti della religione cristiana, ma ad un livello

    incommensurabilmente superiore. Ed su questo che si basa la Sinistra hegeliana, convinta che

    ormai la religione fosse stata definitivamente superata dalla filosofia. Abbracceranno la causa

    della Sinistra hegeliana pensatori del calibro di Feuerbach, Engels e Marx, sicch non sbagliato affermare che il marxismo una sorta di eresia dell'hegelismo. Ma, accanto a questacorrente (divisa in Destra e Sinistra) che segue criticamente gli insegnamenti di Hegel, vi

    anche un nutrito gruppo di pensatori che si ribella al panlogismo hegeliano, alla sua esasperata

    ricerca della razionalit, rivendicando la natura irrazionale della realt: aderiranno a questa

    corrente di pensiero Schopenhauer,KierkegaardeNietzsche. Sul versante opposto, vi poi unanti-hegelismo di stampo razionalistico: in sostanza, questa terza corrente di pensatori rinfaccia

    ad Hegel di aver elaborato una filosofia razionale in cui per la ragione in questione non quella della scienza illuminista, ma quella dialettica, in grado di dimostrare solo e soltanto

    che " il vero l'intero " o che " il negativo insieme anche positivo ". Questo terzo filonecostituir quella corrente di pensiero passata alla storia con il nome di Positivismo, la cui tesi

    portante l'identificazione totale della ragione e, in generale, di ogni conoscenza, con la

    scienza, a cui Hegel non aveva dato molto peso.

    XIII

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    MARX

    SECONDO BLOCCO DIDATTICO:

    - La Vita e Le Opere

    - La Critica della Filosofia Hegeliana del

    Diritto

    - La Filosofia, Il Proletariato e La

    Rivoluzione

    - Il Lavoro, LAlienazione e La

    Riappropriazione

    - La Critica dellIdeologia- I Rapporti di Produzione

    - Storicismo

    - La Lotta di Classe

    - Manifesto Comunista

    - LAnalisi della Societ Capitalistica

    - Il Capitalismo come Mondo di Merci

    - La Valorizzazione del Capitale e Il

    Plusvalore

    - Il Feticismo della Merce

    - Profitto e Sfruttamento della Forza

    Lavoro- Genesi e Destino del Capitale

    La Vita e Le Opere

    La Critica della Filosofia Hegeliana del DirittoLattenzione al rapporto tra la filosofia e la realt rintracciabile sin dalla tesi di laurea di

    Marx. In essa latomismo di Epicuro viene giudicato superiore a quello di Democrito per il

    concetto di clinamen come affermazione dellautocoscienza individuale sul mondo (si vedaanche il concetto epicureo di atarassia) e sulla trascendenza (si veda la dottrina della liberazione

    delluomo dagli dei). Inoltre linteresse per quelle filosofie post-aristoteliche della crisi fanno

    crescere in lui linteresse per una filosofia dallo spiccato interesse pratico e critico.

    XIV

    2. Karl Marx

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    In Critica della Filosofia Hegeliana del Diritto Pubblico del 1843 Marx, facendo riferimento ai

    paragrafi 261-303 della Filosofia del Diritto di Hegel, critica lantiliberalismo delle istituzioni

    prussiane e, in accordo con la sinistra hegeliana, il divario tra razionalit e realt. Il reale non

    pi necessariamente razionale: Hegel avrebbe infatti attuato uninversione di soggetto e

    predicato dando corpo politico alla sua logica, ma non la logica del corpo politico,

    analizzando quindi la realt solo al fine di valorizzare la propria logica, creando cos un sistema

    tautologico, volatilizzato in astratti pensieri. Questo empirismo acritico non nega tuttavia

    ad Hegel il merito di aver distinto la sfera privata del bourgeois da quella civile politica e

    statale del citoyen. Marx ritiene sia tuttavia impossibile realizzare una efficace mediazione fra

    le due sfere negli Stande (ordini o stati) teorizzati da Hegel. Collocandosi nel filone dei

    radical-democratici e riecheggiando Rousseau, vede nella democrazia fondata sul suffragio

    universale lunica sintesi concretamente realizzabile delle due sfere oppositive.

    La distinzione tra uomo e cittadino viene ripresa in Questione Ebraica, un articolo pubblicato

    negli Annali Franco-Tedeschi del 1844, a critica della tesi di Bauer, secondo la quale la

    laicizzazione dello stato avrebbe risolto il divario tra religione cristiana ed ebraica. Marx si

    oppone a tale visione semplicistica distinguendo emancipazione umana ed emancipazionepolitica. Cos come alla laicizzazione statale non segue il superamento dei divari confessionali a

    causa della persistenza dellalienzazione religiosa, allemancipazione politica non pu seguire

    lemancipazione umana, tanto che gli stessi diritti delluomo e del cittadino si fondano sun un

    profondo egoismo e nellinteresse privato che trova nellaltro non la propria realizzazione ed

    attuazione , bens il limite della propria libert.

    ***

    La Filosofia, Il Proletariato e La RivoluzioneIn Per la Critica della Filosofia del Diritto di Hegel.Introduzione, altro articolo inserito in

    Annali Franco-Tedeschi, Marx dichiara quale dovrebbe essere il ruolo della filosofia, definito

    in relazione ai concetti di proletariato e rivoluzione. Esauritasi con Feuerbach lindaginefilosofica sulla religione, la filosofia sarebbe difatti dovuta passare dalla critica del cielo alla

    critica della terra, al fine di determinarne una sostanziale rivoluzione. Preso luomo come

    essere supremo, compito della filosofia dovrebbe essere quello di rovesciare tutti quei rapporti

    di produzione che hanno come effetto diretto od indiretto lumiliazione delluomo. Non si tratta

    di una filosofia del rischiaramento illuminista, ma di una filosofia critico-rivoluzionaria

    basata sul consenso delle masse, venendosi a creare cos un legame indissolubile tra filosofia e

    proletariato, in quanto unico a poter attuare una reale emancipazione umana. Essendo infatti il

    proletariato una classe gravata da catene radicali e rappresentando la totale perdita

    delluomo, pu ritrovare se stessa col totale riscatto delluomo cosicch: come la filosofia

    trova nel proletariato le sue armi materiali, cos il proletariato trova nella filosofia le sue armi

    spirituali. Tali considerazioni lo spingono a leggere gli scritti dei socialisti francesi e degli

    economisti classici, allo scopo di superare la limitata istanza filosofica del proletariato e direalizzare una approfondita ed impeccabile analisi socio-economica della societ capitalistica.

    ***

    Lavoro, Alienazione e RiappropriazioneTra il marzo ed il settembre del 1844 Marx da inizio in Manoscritti Economico-Filosofici a

    quella critica delleconomia politica, che sfocer nellimponente opera Il Capitale.

    Partendo dalle contraddizioni interne, cio il disinteresse per luomo in quanto tale ed il suo

    sfruttamento alla stregua di bestia da soma, considera leconomia politica in quanto scienza, e

    ne critica il giusnaturalismo rivolto alla propriet privata. La realt economica deve essere

    analizzata dialetticamente, impedendole di supporre tutto ci che deve spiegare. Concependocome un innatismo la struttura capitalistica delleconomia, il capitalismo chiude gli occhi su un

    problema di fondamentale importanza: lalienazione, la quale pu sussistere in relazione al

    prodotto, per cui loggettivazione diviene espropriazione, in relazione al lavoro, il quale da fine

    XV

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    realizzante diviene mero mezzo nelle mani dal capitalista, in relazione alluomo, per cui

    loperaio viene espropriato della propria vita riducendosi allo stato di bestia, ed infine in

    relazione agli altri, in quanto il principio della concorrenza produce un inimichevole

    competizione ai danni daltri. La propriet privata leffetto di questi processi di alienazione e

    solo attraverso la riappropriazione operaia si potr pervenire ad una reale emancipazione

    umana. Marx prende poi le distanze da quel comunismo rozzo ed irriflessivo che non

    abolisce la propriet privata, ma la generalizza, considerando fondamento dellesistenza il

    possesso immediato. Il recupero del rapporto uomo-natura e uomo-uomo non si attua attraverso

    la generalizzazione dellavere immediato, ma attraverso quel comunismo che tale negazione

    della negazione da non sentire neanche la necessit di ateismo, in quanto luomo si talmente

    emancipato dallalienazione religiosa da non sentire pi il bisogno di negarla.

    ***

    Il Materialismo Storico, La Critica dellIdeologia e La Lotta di ClasseIn Ideologia Tedesca (1845-46), La Sacra Famiglia (1845), Tesi su Feuerbach (1848) e

    Manifesto del Partito Comunista (1848) Marx esprime il proprio materialismo storico, che altro

    non se non una metodologia anti-volontaristica dialetticamente critica ed anti-ideologicaapplicata alla storia, al fine di svelare i nessi tra struttura e sovrastruttura nella dterminazione

    del reale. Vediamo di cosa si tratta. In primis bisogna superare la concezione di uomo in quanto

    essenza (critica dell uomo sensibile di Feuerbach), approdando alla concezione di uomo in

    quanto ente naturale sociale e storico, cio concretamente determinato dai rapporti

    empiricamente constatabili uomo-natura uomo-uomo in un determinato contesto storico.

    Poich la storia fatta da uomini e gli uomini non possono prescindere dalla storia, dovremo

    partire dai bisogni primari delluomo, i quali sono il primo presupposto del reale. I bisogni

    primari inducono alla produzione di mezzi di sussistenza, che , secondo Marx, la prima

    azione storica specificamente umana. La produzione di mezzi di sussistenza implica forze

    produttive, mezzi di produzione e rapporti di produzione. Questi tre fattori determinano

    lattivit lavorativa che, mutando nel corso delle epoche, determina differenti modi di

    produzione, cio differenti sistemi economici, cio differenti modi di vita, e quindi ci che gliuomini sono. A queste condizioni storiche originarie Marx ed Engels aggiungono la

    produzione e la soddisfazione di nuovi bisogni, la riproduzione e la famiglia, ed infine la

    cooperazione fra individui. Dipendendo dal rapporto uomo-uomo, la coscienza non sar altro

    che un prodotto sociale non prescindente dalle trasformazioni dei mezzi di produzione. In un

    primo momento la coscienza riconosce il mondo intorno a se attraverso una sensazione

    immediata, poi riconosce gli altri e vi si unisce socialmente per una pura coscienza di gregge.

    La trasformazione della natura, del conseguente rapporto uomo-natura e uomo-uomo, e

    dellattivit lavorativa con gli annessi e connessi sistemi di produzione comportano la divisione

    del lavoro. Questultima comporta una ripartizione ineguale dei beni e quindi la propriet

    privata. A questo punto solo la differenziazione di lavoro manuale e mentale pu far

    emancipare la coscienza, la quale sar spinta a creare forme culturali nelle quali pu realmente

    figurarsi di essere qualcosa di diverso dalla coscienza della prassi esistente.Possiamo quindi dire che lindicazione metodologica del materialismo storico di Marx

    (differente Da quello engelsiano) altro non se non lindagine della totalit dellessere sociale a

    partire dalla sfera della vita produttiva, che struttura (termine usato per la prima volta nel

    1859 in Per la Critica dellEconomia Politica), e le produzioni culturali, che non conservando

    oltre la parvenza dellautonomia sono solo sovrastrutture dipendenti. Per questo il materialismo

    storico si oppone drasticamente allidealismo storico: in quanto non la coscienza che

    determina la vita, ma la vita che determina la coscienza.

    Lideologia altro non se non il tentativo della coscienza della classe dominante di negare la

    propria dipendenza dalla struttura delle dinamiche produttive, al fine di giustificare e preservare

    i propri rapporti di potere.

    In Manifesto del Partito Comunista si sviluppa la visione dialettica della storia, basata sul

    movimento dialettico delle lotte di classe fra proletari e borghesi. Nellopera viene portato alle

    XVI

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    estreme conseguenze laffermazione dellundicesima Tesi su Feuerbach: I filosofi hanno

    soltanto diversamente interpretato il mondo; ma si tratta di trasformarlo. La filosofia trova

    quindi la sua massima realizzazione nella rivoluzione condotta dalla classe gravata da catene

    radicali, da coloro che non hanno nulla da perdere se non le catene, cio dalla classe

    antagonista creata dalla stessa borghesia: il proletariato. Marx non nega che la borghesia ha

    avuto nella storia una funzione sommamente rivoluzionaria sviluppando le forze produttive a

    tal punto da creare un epoca di continuo rivoluzionamento come condizione della propria

    esistenza, laicizzando la societ ed unificando i mercati mondiali. Le crisi economiche indicano

    tuttavia un cancro in seno alla societ borghese capitalistica: le forze produttive risultano

    talmente potenti per i rapporti di produzione esistenti da portare a continue ed inevitabili crisi di

    sovrapproduzione.

    ***

    Il Programma ComunistaCon Manifesto del Partito Comunista Marx ed Engels distinsero il proprio comunismo dai

    socialismi esistenti. Si distaccarono infatti sia dal socialismo reazionario, feudale e piccolo-

    borghese atto a ristabilire le rispettive condizioni pre-borghesi di aristocraticismo ecorporativismo; sia dal socialismo conservatore borghese di Proudhon, atto a realizzare una

    societ borghese che non soffrisse della minaccia rivoluzionaria del proletariato.

    Marx ed Engels criticarono anche i teorici del socialismo e comunismo critico-utopistici, i

    quali, pur illuminando gli operai mancarono di individuare nel proletariato la classe

    rivoluzionaria.

    I comunisti non vengono definiti come un partito, ma come la parte pi risoluta dei partiti

    operai di tutti i paesi aventi il comune scopo di abolire la propriet privata, intesa come

    potenza sociale capace di determinare le dinamiche di produzione. Il proletariato dovr quindi

    impossessarsi del potere politico, e poich con lavvento della dittatura del proletariato il potere

    politico non si prefigurer altrimenti se non come potere organizzato di una classe per

    loppressione di unaltra, il potere pubblico perder il carattere politico e al posto dellavecchia societ borghese con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe subentra

    unassociazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno la condizione per il libero sviluppo

    di tutti.

    ***

    Analisi della Societ CapitalisticaA partire dal 1850 Marx concentr la sua ricerca teorica sulleconomia politica e sulle strutture

    di funzionamento del sistema capitalistico. Questo lavoro, iniziato con i Manoscritti Franco-

    Tedeschi, proseguito in Miseria della Filosofia del 1847, culmin in Il Capitale, il cui primo

    libr usc nel 1867. Le tematiche che prenderemo in analisi sono: il valore della merce, la

    valorizzazione del capitale, il feticismo della merce, la determinazione del profitto e dello

    sfruttamento della forza lavoro, ed infine la genesi ed il destino della societ capitalistica.

    La merce in quanto forma elementare del capitalismo come immane raccolta di merci ha

    una duplice esistenza: naturale e sociale, dalle quali dipendono rispettivamente il valore duso

    ed il valore di scambio. Il valore duso, caratteristico delleconomia pre-capitalistica dipende

    dalle sue caratteristiche qualitative, cio dalla sua potenzialit di soddisfare bisogni effettivi, e

    si realizza nel consumo della merce. Il valore di scambio dipende invece dal lavoro incorporato

    e si realizza esclusivamente nella proporzione in cui avviene lo scambio.

    La valorizzazione del capitale avviene solo se si passa dal sistema di circolazione semplice

    della merce M-D-M al sistema delleccedenza sul valore originario D-M-D*, dove D* ilplusvalore, cio uneccedenza che non va cercata nella sfera della distribuzione della merce, ma

    in quella della produzione. Il plusvalore il guadagno dellinvestimento avente per fine e non

    per mezzo leccedenza di capitale. Il plusvalore il ricavato del pluslavoro, cio quelle ore che

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    il capitalista non retribuisce alloperaio. Essendo infatti la manodopera una merce che nel

    consumarsi produce una quantit di lavoro, e quindi di valore, maggiore di quello necessario a

    riprodurla, il salario concesso alloperaio non retribuir il suo lavoro, ma la sua forza-lavoro,

    cio la sua capacit produttiva. Il suo valore di scambio bassissimo, in quanto si deve

    accontentare dei mezzi di sussistenza per mantenersi in vita, e quindi il minimo indispensabile

    per essere ulteriormente consumato.

    Per feticismo della merce Marx intende quella religione della vita quotidiana di cui la merce

    il feticcio, cio la religione di quel mondo rovesciato, quello capitalistico, in cui la

    lavorazione, che dovrebbe essere realizzazione dellindividuo e produzione delle merce

    secondo il sistema della circolazione semplice M-D-M, subordinata alla valorizzazione del

    capitale, secondo il sistema delleccedenza sul valore originario D-M-D*.

    Lideologia politico-economica della classe borghese vorrebbe spacciare lidentit della

    lavorazione e della valorizzazione, nascondendo la controproducenza insita nel capitalismo:

    lalienazione e la reificazione, cio lalienazione dellessere umano da se stesso, dagli altri, dal

    proprio lavoro e dal proprio prodotto a causa del paradossale dominio della merce su di esso; il

    capitalismo altro non che il dominio della merce sul produttore.

    Distinguendo tra capitale costante, cio linvestimento sui mezzi di produzione, e capitale

    variabile, che linvestimento sulla manodopera, e chiamando composizione organica il

    rapporto tra le due grandezze, Marx calcola il saggio di sfruttamento (s = Pv/v; dove s il

    saggio di sfruttamento, Pv il plusvalore e v il capitale variabile) ed il saggio di profitto (p =

    Pv/c + v; dove p il saggio di profitto, Pv il plusvalore, c il capitale costante e v il capitale

    variabile), facendo derivare questultimo direttamente dallo sfruttamento della forza-lavoro, e

    non direttamente dal capitale, come invece voleva spacciare lideologia dominante della classe

    borghese.

    La separazione dei lavoratori dai mezzi di produzione e la conseguente necessit di vendere la

    propria forza-lavoro nelle citt ha creato quelle condizioni storiche per le quali denaro, merce,

    mezzi di produzione e sussistenza divenissero capitale ed il capitale si trasformasse, con ilmonopolio di mezzi di produzione, in pluslavoro e plusvalore. Accumulazione ed

    espropriazione sono i due momenti in cui il capitale si afferma nella societ e si radica in essa.

    Tuttavia le contraddizioni interne al capitalismo porteranno alla sua inevitabile autodistruzione,

    dovuta alla caduta tendenziale del saggio medio sul profitto. La necessit di rivoluzionare

    continuamente le proprie produzioni, che caratteristica (come gi detto) dellaffermazione

    della societ borghese, implica investimenti tecnologici sempre maggiori, con un conseguente

    aumento del capitale costante rispetto a quello variabile. In preda ad una anarchia della

    produzione la crescente accumulazione porter inevitabilmente a crisi di sovrapproduzione

    capillari, sanate da concentrazioni di capitali con conseguente creazione di monopoli produttivi,

    cadute dei profitti, dissoluzione della concorrenza, e dissoluzione del capitalismo.

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    DARWIN E IL POSITIVISMO

    TERZO BLOCCO DIDATTICO

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    NIETZSCHE

    QUARTO BLOCCO DIDATTICO

    - La Vita e Le Opere

    - La Concezione Tragica

    - Apollineo e Dionisiaco

    - Il Prospettivismo e La Concezione della Storia

    - La Fase Illuminista

    - La Morte di Dio

    - Il Superuomo- LEterno Ritorno

    - La Volont di Potenza

    - La Distruzione della Tradizione Occidentale

    - La Trasvalutazione dei Valori

    La Vita e Le OpereFriederich Wilhelm Nietzsche nasce il 15 ottobre 1844 a Rocken; figlio del pastore protestante

    Karl Ludwig e di Franziska Oehler. Nel 1846 nasce la sorella Elisabeth e due anni dopo ilpadre, per il quale provava una profonda ammirazione, muore a causa di una grave malattia al

    sistema nervoso. La formazione umanistica delle scuole di Naumburg e Pforta, lo scarso

    interesse per le arti figurative e per gli studi scientifici, lincontro con la musica di Wagner,

    lindebolimento del legame con il cristianesimo (nonostante la riconferma luterana del 1861),

    lo portano alluniversit di Bonn nel 1864, dove presto decide, spinto dagli studi di filologia

    classica del professorRitschl, di abbandonare gli studi di teologia per approdare interamente aquelli di filologia. Negli anni seguenti studia filologia classica a Lipsia, Teognide, Eschilo e

    Diogene Laerzio, si avvicina alla filosofia studiando i preoscratici e Kant. Importanti sonoanche lincontro con lopera di Schopenhauer, lamicizia con il filologo Erwin Rohde e con

    Richard Wagner(con il quale rafforza i legami recandosi spesso a Tribschen), che rafforza la

    sua passione musicale e filosofica, indebolendo quella filologica.

    Annoiato dalla vita mondana, logorato da sempre pi gravi problemi di salute, rattristato dainsoddisfazioni sentimentali (soprattutto il matrimonio tra una sua ex-amante russa, Lou vonSalom, ed il dottor Andreas nel 1887), dalla partenza della sorella per il Paraguay al seguito diun fanatico razzista, demotivato dalla morte di Wagner nel 1883, Nietzsche vede davanti a s

    una vita errabonda, fatta di solitudine e un misto di depressione e follia progressiva. Nel 1888

    da Nizza raggiunge Torino e qui attende alle sue ultime opere. Nella stessa citt, a partire dal

    1889, d gravi segni di squilibrio, tanto che, dopo linvio di lettere esaltate agli amici,

    Burckhardt invia lamico Overbeck ad assistere Nietzsche a Torino. Scoperto in preda allafollia pi totale viene ricoverato a Jena, dove morir il 25 agosto 1900, dopo esser stato

    prigioniero per undici anni della propria pazzia lancinante. Nel 1894 Elisabeth, tornata dal

    Paraguay per il suicidio del marito, fonda a Weimar ilNietzsche-Archiv.Il corpus nietzscheano caratterizzato da una grande produttivit: in meno di ventanni scrive

    una messe di opere periodicizzate tripartiticamente. Al periodo giovanile, cio al periodo diinsegnamento presso luniversit di Basilea, appartengono: La Nascita della Tragedia dalloSpirito della Musica (1872), Considerazioni Inattuali (1873-1876). Alla fase illuminista, cio al

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    4. Friederich Wilhel Nietzsche

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    passaggio dal discepolato di Schopenhauer e Wagner alla propria emancipazione,

    appartengono: Umano Troppo Umano (1878), Il Viandante e la sua Ombra (1880), Aurora(1881),La Gaia Scienza (1882). Allultimo periodo, che lo vede contraddistinto come filosofodelleterno ritorno appartengono: Cos Parl Zarathustra (1883-85), Al di l del Bene e delMale (1886), Genealogia della Morale (1887), Il Caso Wagner(1888), Il Crepuscolo degli

    Idoli (1888),LAnticristo (1889)Ecce Homo eNietzsche contra Wagner(pubblicati postumi).Infine la massa di Frammenti Postumi non superflua, in quanto necessaria chiave di letturadelle opere pubblicate in vita.

    ***

    La Concezione Tragica