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a cura dell’Istituto Dattilografico Nuorese
1
COMUNE DI NUORO
____________
CONSIGLIO COMUNALE
DEL
19 DICEMBRE 2017
Legenda: ... = Frase incompleta (...) = Parola o frase non comprensibile (***) = Registrazione interrotta
I . D . N . S.n.c. Istituto Dattilografico Nuorese
di Uscidda Agostina & Co. Sede legale: Via Mannironi, 125
/FAX 0784/203726 Sede operativa: Via Nonnis, 41 0784/264048 – FAX 0784/260636
08100 – N U O R O E-MAIL: [email protected]
Servizi di resocontazione stenotipica in simultanea
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
2
INDICE DEGLI INTERVENTI
• PRESIDENTE 4
PUNTO DUE O.D.G.: MOZIONE: CONTRASTO ALL’ACCATTO-NAGGIO MOLESTO. 4
• CONS. MONTESU 4 • PRESIDENTE 6 • CONS. SIOTTO M. 6 • PRESIDENTE 6 • CONSIGLIERA SANNA 6 • PRESIDENTE 9 • CONSIGLIERA FLORE 9 • PRESIDENTE 10 • CONS. SAIU 10 • PRESIDENTE 11 • CONS. BRODU 11 • PRESIDENTE 13 • CONS. CATTE 13 • PRESIDENTE 14 • CONS. GUSAI 14 • PRESIDENTE 15 • CONSIGLIERA MORONI 15 • PRESIDENTE 16 • CONSIGLIERA ZEDDE 16 • PRESIDENTE 17 • CONS. MONTESU 17 • PRESIDENTE 19
PUNTO TRE O.D.G.: MOZIONE: VALORI DELLA RESISTENZA ANTIFASCISTA E DEI PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE ITALIA-NA. 19
• CONSIGLIERA MORONI 20 • PRESIDENTE 21 • CONS. SAIU 21
• PRESIDENTE 24 • CONSIGLIERA MORONI 24 • PRESIDENTE 25 • CONSIGLIERA ZEDDE 25 • PRESIDENTE 26 • CONS. BRODU 26 • PRESIDENTE 28 • CONSIGLIERA SANNA 28 • PRESIDENTE 31 • CONS. MONTESU 31 • PRESIDENTE 32 • SINDACO 32 • PRESIDENTE 33 • CONSIGLIERA MORONI 34 • PRESIDENTE 34
PUNTO QUATTRO O.D.G.: APPROVAZIONE DEL REGOLA-MENTO DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI CO.A.DI. NUORO. 34
• ASSESSORA ROMAGNA 34 • PRESIDENTE 36 • CONSIGLIERA FLORE 36 • PRESIDENTE 37 • CONSIGLIERA ZEDDE 38 • PRESIDENTE 40 • CONS. SAIU 40 • PRESIDENTE 44 • CONS. MORO L. 44 • PRESIDENTE 46 • CONS. BRODU 46 • PRESIDENTE 48 • CONS. SIOTTO M. 48 • PRESIDENTE 49 • CONSIGLIERA SANNA 49
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
3
• PRESIDENTE 50 • CONS. MONTESU 50 • PRESIDENTE 51 • CONS. GUSAI 51 • PRESIDENTE 52 • CONS. SIOTTO G. 52 • PRESIDENTE 55 • CONS. SULAS 55 • PRESIDENTE 56 • CONS. SAIU 56 • PRESIDENTE 56 • SINDACO 56 • PRESIDENTE 57
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
4
Alle ore 15:00 il SEGRETARIO procede al primo appello dei Consiglieri.
È presente il Presidente del Consiglio, Consigliere Beccu, e il Consigliere
Montesu.
Non è presente il numero legale, l’appello sarà ripetuto alle ore 16.
Alle ore 16:00 il SEGRETARIO procede al secondo appello dei Consiglieri.
Il Presidente, constatata la presenza del numero legale dei Consiglieri (N. 18
presenti, 7 assenti), dichiara valida e aperta la seduta.
PRESIDENTE
Do atto che sono assenti giustificati il Consigliere Emilio Zola per motivi di
salute e il Consigliere Porcu Nicola per motivi di lavoro.
(INTERVENTI FUORI MICROFONO)
Vi prego, non abbiamo nemmeno iniziato la seduta. Consigliere Saiu, devo dire
anche una cosa per lei.
Devo dare atto che riguardo all’interrogazione alla quale doveva rispondere
l’Assessore Belloi, è stato concordato tra l’Assessore e il Consigliere Saiu che verrà
portata giovedì alle 9 perché devono essere effettuati ulteriori approfondimenti da
parte dell’Assessore Belloi.
Quindi giovedì alle 9 verrà data risposta all’interrogazione.
PUNTO DUE ALL’ORDINE DEL GIORNO: MOZIONE: CONTRASTO
ALL’ACCATTONAGGIO MOLESTO.
La mozione è presentata dal Consigliere Montesu, può iniziare con
l’esposizione.
CONSIGLIERE MONTESU
Grazie signor Presidente, buonasera al Consiglio Comunale, al Sindaco, agli
Assessori.
La mozione che ho presentato riguarda il contrasto all’accattonaggio molesto.
Ve la leggo.
PREMESSO CHE
- in questi giorni gli Organi di Informazione hanno dato ampio risalto ad una
polemica scaturita dalla nota stampa del periodico diocesano “L’Ortobene", firmata
da Don Francesco Mariani sull'argomento in oggetto;
- in città e nella rete si è aperto un dibattito che vede il 97% dei cittadini che si
lamenta di questo fenomeno incontrollato;
- il fenomeno va via via assumendo, insieme alla corsa del carrello che notiamo
nei supermercati e nel parcheggio, dimensioni e modalità tali da prefigurare la
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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presenza di un vero e proprio racket;
- da anni, anche per effetto dell'aumento dei flussi migratori e della libera
circolazione dei cittadini nel territorio e nella nostra Città si è intensificata la presenza
di mendicanti dediti all'elemosina, aggiuntasi a quella proveniente dai Paesi dell'Est
europeo già presenti da molto tempo;
- assistiamo sempre più a fenomeni di vera e propria costrizione di alcuni
elementi dediti a questa attività.
TENUTO CONTO CHE
- nei centri medio-grandi si sta radicando e consolidando un racket
dell'elemosina, molto spesso giocato proprio sulla pelle di cittadini, anche minori,
sfruttati in queste attività di accattonaggio organizzato - un’indagine della polizia
municipale di Milano conferma proprio questo tipo di organizzazione;
- recentemente anche il Ministro dell'Interno Minniti, nel corso di una visita a
Venezia ha manifestato l'impegno del Governo per sostenere la battaglia delle
amministrazioni contro l'insorgenza di tali fenomeni;
CONSIDERATO CHE
- con sentenza N. 519/1995 della Corte Costituzionale è abrogato il reato di
accattonaggio che invece, fino a quel momento, era punito ai sensi dell'Art. 670 del
Codice Penale Italiano;
- quindi l'elemosina oggi può essere praticata purché faccia leva sul sentimento
di umana solidarietà, ma senza intaccare l'ordine pubblico, né la pubblica tranquillità;
- tuttavia continuano a ricadere sotto la legge penale italiana altri reati come il
mentire al pubblico con la richiesta di elemosina senza trovarsi in condizioni di reale
povertà o utilizzare l'elemosina per l'acquisto di alcol, droga o altri beni non legati a
uno “stato di necessità”, oppure simulare disabilità; ridurre persone come anziani e
disabili in schiavitù per l'accattonaggio con finalità di sfruttamento economico;
impiegare minorenni o animali malnutriti per richiamare l'attenzione e la compassione
dei passanti e aumentare le elemosine; esercitare l'accattonaggio molesto e
insistente in particolare nel trattenere o bloccare per strada le persone che hanno
risposto no alle richieste;
RAVVISATA l'opportunità di codificare tale divieto anche per i mendicanti di
strada, onde evitare che molestie e/o abusi nella pratica dell'accattonaggio possano
alterare la percezione della sicurezza nei cittadini;
IL CONSIGLIO COMUNALE DI NUORO
IMPEGNA
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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Il Sindaco e la Giunta
- a valutare l'opportunità di inserire nel Regolamento di Polizia Urbana una
norma che preveda l'applicazione di sanzioni contro l'esercizio dell'accattonaggio in
forma molesta;
- ad utilizzare i competenti servizi comunali per compiere le dovute verifiche su
persone che possano praticare l'elemosina senza trovarsi in condizioni di reale
povertà”.
PRESIDENTE
Dichiaro aperta la discussione sul punto.
La parola al Consigliere Siotto Michele.
CONSIGLIERE SIOTTO M.
Grazie e buona serata a tutti.
Io rimango un po’ perplesso da questa richiesta, anche perché per come la
vedo io per molte persone che vivono la povertà purtroppo l’ultima speranza rimane
nella richiesta dell’elemosina, di quella che è la carità.
Mischiare delle persone che creano dei reati con delle persone che invece sono
costrette a chiedere l’elemosina per poter campare, lo reputo quantomeno non
giusto.
Per chi commette dei reati ci sono delle leggi ben precise che puniscono questi
tipi di persone, non vedo perché dover accomunare chi lo fa per sopravvivere, chi
vede come ultima spiaggia la richiesta dell’elemosina, della carità, a delle persone
che magari commettono un reato.
Quindi anticipo anche il mio voto negativo a questa mozione.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Sanna.
CONSIGLIERA SANNA
Buonasera a tutti, signor Presidente, signor Sindaco, Assessori e colleghi
Consiglieri.
Io ho riflettuto a lungo su questa mozione documentandomi il più possibile,
considerando anche che è una mozione la cui discussione nei Comuni italiani
attualmente è piuttosto diffusa.
Gli elementi principali che ho considerato sono in primis la legislazione vigente
sul reato di accattonaggio che, anche come giustamente esposto nel testo della
mozione, non è più reato penale dal 1995.
Chiedere l’elemosina, ovvero fare accattonaggio, è lecito nel nostro Paese
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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purché sia una legittima richiesta di umana solidarietà, volta quindi a far leva sul
sentimento della carità e che non intacchi né l’ordine pubblico né la pubblica
tranquillità.
L’accattonaggio però potrebbe costituire reato se condotto con la menzogna,
quando si chiede elemosina senza trovarsi in condizioni di reale povertà o simulando
disabilità ed è in questo caso che la malavita lucra sul gesto compassionevole delle
persone attraverso la riduzione in schiavitù di persone come anziani e disabili,
fattispecie punita infatti dall’Art. 600; oppure impiegando minorenni, così come
previsto dall’Art. 671.
Ciò che la legge punisce al momento non è quindi l’accattonaggio in sé, che
quindi è lecito e anzi fa leva su quei sentimenti di carità umana che ho richiamato,
ma le configurazioni suddette, ovvero l’utilizzo di anziani, disabili, minori e anche di
animali. Quindi sono queste le forme attraverso le quali si esplica, per il quale viene
definito “accattonaggio molesto” - perché la definizione è importantissima - perché è
qua che si configura il reato ex Art. 610, precisamente reato di violenza privata.
Ed è da questa configurazione che nascono le numerose misure prese dai
Comuni italiani che hanno come fine la protezione dei cittadini.
Credo sia indiscutibile che lo Stato ha il dovere di proteggere i suoi cittadini. La
difesa attuale per i cittadini e le vittime dell’accattonaggio molesto, è vero, è sancita
dagli articoli succitati dalla Costituzione italiana.
Di fatto una persona che si trova a subire molestie e violenza privata da attività
di accattonaggio molesto può rivolgersi alle forze dell’ordine, Polizia di Stato e
Carabinieri per la propria tutela, e attivare poi i vari procedimenti penali.
Trovando tutela e difesa nella Costituzione Italiana mi sono chiesta che senso
avesse investire i Sindaci ed i Comuni di un ruolo già consolidato, quindi ho un po’
studiato il panorama attuale.
La mozione, riflettendo, chiede due cose: ovvero che si valuti l’inserimento nel
regolamento di polizia urbana di una norma che preveda l’applicazione di sanzioni
contro l’esercizio dell’accattonaggio in forma molesta; e poi che si utilizzino i
competenti servizi comunali per l’individuazione, attraverso verifiche,
sull’accattonaggio finto compiuto da persone che pratichino l’elemosina pur senza
trovarsi in condizioni di reale difficoltà.
Quindi rifletto sull’utilità di questa mozione e, guardando il panorama, predo ad
esempio il Comune di Bolzano che ha attuato una mozione equivalente, quindi ha
investito il Comune di occuparsi di accattonaggio molesto coinvolgendo la polizia
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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municipale e emettendo sanzioni, il quale rileva che dopo un anno dall’attivazione -
che avvenne a circa fine 2014/2015 - sono state emesse circa 600 sanzioni ma ne è
stata pagata soltanto una, dopo un anno di lavoro.
Io non voglio essere adesso né buona e men che mai buonista, per quanto un
po’ di sana pietas sarebbe un valore umano che tutti dovremmo ricordarci tutti i
giorni.
Però non voglio essere nemmeno cattiva approvando azioni vessatorie
attraverso una considerazione generalistica e superficiale dell’accattonaggio. Vorrei
quindi essere razionale, utile e anche lungimirante.
Quindi a tale proposito, la principale motivazione che porto a favore di questa
mozione è la seguente.
Al momento gli accattoni presenti in città sono per lo più gli immigrati ospiti dei
centri CAS della Provincia di Nuoro, che non alloggiano direttamente in città ma che
stazionano a Nuoro durante tutta la giornata fuori dai market, dalle banche, dalle
chiese, così come agli albori della cronaca.
Gli ospiti dei CAS ricevono vitto e alloggio e punto, nient’altro. Nessun tipo di
attività volta all’integrazione, figuriamoci a un inserimento lavorativo o culturale e
sono quindi facili prede di racket e organizzazioni.
Vi ricordo che parlando di loro parliamo comunque di vittime e non dei criminali
che sfruttano e lucrano su questo problema.
Però a Nuoro ci apprestiamo, e qui vengo appunto alla mia motivazione, ad
emanare un altro bando SPRAR per un’accoglienza di tipo diffuso che prevede
invece, trattandosi di SPRAR - e speriamo questa volta di farcela - un piano di
integrazione degli immigrati ospiti che è completamente diverso.
Lo SPRAR è infatti l’unico strumento al momento disponibile nel nostro Paese
che affronta al meglio la questione immigrati.
Per essi infatti, oltre al vitto e all’alloggio, è prevista una politica di integrazione
abbastanza completa che va dallo studio della lingua italiana alla conoscenza degli
uffici istituzionali e dei servizi e di come funziona la città alla formazione lavorativa e
socio-culturale.
Ci troveremmo quindi ad ospitare nella nostra comunità individui che non
avrebbero nessun bisogno di procedere con attività di accattonaggio.
Nell’ottica quindi dell’attività prossima del progetto SPRAR, che se coordinato e
condiviso da più rappresentanti delle istituzioni dell’ordine pubblico garantirebbe uno
sviluppo ed una immissione nel nostro Comune con caratteristiche molto maggiori di
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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sicurezza, protezione e garanzie, ritengo che il regolamento richiesto con la presente
mozione potrebbe costituire un valido supporto.
Mi riferisco precisamente all’individuazione per esempio dell’accattonaggio
finto, perché queste persone non avrebbero veramente nessun motivo di stare per
strada e sarebbero individui della nostra comunità anche facilmente individuabili.
Quindi ci deve essere un regolamento che deve configurare precisamente, con
chiarezza e senza che contenga nessuna parte che si presti anche ad un solo dubbio
interpretativo e che porti avanti l’attività di protezione e di controllo da parte del
Comune e a questo punto anche degli organi di polizia municipale, e facendo in
modo che non si possa esplicare mai nell’accezione di un’azione in cui ci si pone
come sceriffi giustizieri di un ordine pubblico, bensì si configuri esclusivamente come
supporto e coordinamento con le forze dell’ordine già preposte nell’ottica di
raggiungere il miglior modo possibile di armonia, di sicurezza e di protezione per i
nostri cittadini.
Non ci deve essere per il Comune nessun onere né economico né di
sovrautilizzo di risorse umane nell’attività del corpo di polizia locale, penso in questo
caso ai costi economici delle notifiche delle sanzioni ed alle ricerche da condurre -
non sa in che modo - per il reato di accattonaggio finto.
Però penso che siano queste delle situazioni facilmente superabili e per questo
chiedo che, qualora la mozione venisse approvata, ci sia l’impegno da parte del
Consiglio tutto di affrontarla nei dovuti modi di confronto massimamente democratico
e quindi con la sua elaborazione completa e stesura finale nelle commissioni
consiliari competenti, affinché costruiamo uno strumento che veramente supporti il
Comune e supporti tutti noi in queste difficili e ormai attuali dinamiche di
cambiamento sociale che comunque sono fatti reali che non possiamo ignorare.
Con queste premesse, il mio voto, il voto del Movimento 5 Stelle, è favorevole.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Flore.
CONSIGLIERA FLORE
Grazie Presidente, un saluto a tutti i presenti.
Che dire sulla mozione presentata dal Consigliere Montesu? Non posso che
essere a favore. Sono contro qualsiasi forma di accattonaggio molesto, insistente,
fastidioso, contro l’accattonaggio che vede minori e disabili.
È bene ricordare che l’elemosina non costituisce un reato ma, se diventa
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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molesta e organizzata può mettere a rischio la comunità. Anzi, va a colpire chi
veramente la fa per bisogno e chiede la carità esclusivamente per necessità.
Ci tengo a sottolineare e precisare che nelle mie parole non c’è alcun intento
discriminatorio ma solo quello di tutelare e preservare la libertà di ognuno e il rispetto
del prossimo.
Spesso i cittadini, e non possiamo negarlo, si lamentano perché si sentono
violare la loro privacy e il più delle volte il fastidio diventa paura.
Bisogna controllare e vigilare su questo fenomeno. Quando si va a creare
disagio e turbamento alla quiete pubblica bisogna intervenire, verificare e gestire il
problema sempre nei modi dovuti.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Saiu.
CONSIGLIERE SAIU
Io ho ascoltato con molto interesse gli interventi del Consigliere Mara Sanna e
del Consigliere Chiara Flore che mi hanno preceduto e devo dire che ho trovato nelle
argomentazioni esposte una totale coincidenza con quello che è il mio pensiero.
Intanto dovremmo inquadrare il contesto nel quale l’iniziativa del Consigliere
Montesu si inserisce, cioè quello di un dibattito molto intenso in città sul tema
dell’accattonaggio, dell’accattonaggio molesto e dell’accattonaggio fasullo, che nasce
da una riflessione che un prete importante della nostra comunità ha proposto sul
settimanale diocesano.
Da questa riflessione, ripeto, è partito in città, si è manifestato sui social ma
anche nelle conversazioni di piazza, un dibattito che ha visto molti cittadini nuoresi
partecipare ed esprimere la propria opinione.
Intanto credo si debba rendere merito al Consigliere Montesu per avere
investito anche quest’aula di un dibattito che legittimamente l’assemblea che
rappresenta i cittadini deve affrontare e deve affrontare secondo me con una
consapevolezza diversa da quella che ha espresso il Consigliere Michele Siotto nel
suo intervento.
A proposito, Consigliere Siotto, lo dico perché in quest’aula l’ho sentito troppo
spesso: non si dice “chedè”, si dice “che è”.
(INTERVENTI FUORI MICROFONO)
PRESIDENTE
Consigliere Saiu, ma stiamo scherzando che ci mettiamo a fare anche i
linguisti?! Come può sbagliare lei possono sbagliare tutti e nessuno la richiama per
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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far trovare male le persone! La prego di non trascendere da questi elementi!
Può succedere a tutti di sbagliare con l’italiano e non penso ci sia motivo di
sottolinearlo.
Quando sbagliamo non stiamo a sottolinearlo.
Prego, Consigliere Saiu.
CONSIGLIERE SAIU
L’unico intento che avevo era di salvare quel po’ di lingua italiana che in
quest’aula si parla.
Dicevo Presidente - questa è stata una parentesi che mi sorprende abbia
suscitato questa polemica - tornando invece al nostro tema, dobbiamo avere invece
secondo me la capacità di leggere la mozione partendo dal suo contenuto, cioè una
proposta legata a due fattispecie molto ben individuate.
Ecco perché dicevo: un ragionamento su questo tema non può essere un
ragionamento superficiale, se espresso in quest’aula.
La proposta del Consigliere Montesu, come sottolineava bene anche il
Consigliere Mara Sanna, attiene a due ipotesi molto chiare: quella dell’accattonaggio
fasullo e quella dell’accattonaggio molesto.
E soprattutto l’argomentazione che ribadisco, il Consigliere del gruppo 5 Stelle
ha evidenziato, quella dell’accoglienza di secondo livello, è uno degli elementi sui
quali maggiormente quest’aula dovrebbe riflettere.
Cioè il fenomeno della povertà, ahimè, è un fenomeno col quale tutte le
comunità hanno a che fare ed è evidentemente non grande attenzione che noi
dobbiamo cercare di portare avanti un dibattito su questo tema.
Però il punto secondo me non è quello della povertà o del tema della povertà e
dell’elemosina in sé, quanto piuttosto quello che mette a fuoco molto bene con
grande precisione il Consigliere Montesu e che è stato oggetto di dibattito in città
nella riflessione che ha portato avanti don Mariani sul giornale diocesano L’Ortobene.
Ecco perché in questi termini e definendo la cornice, il contesto nel quale
questa discussione si inserisce, anch’io, come i Consiglieri che mi hanno preceduto -
e apprezzo molto la libertà che ha manifestato il Consigliere Chiara Flore nel suo
intervento - così come i Consiglieri che mi hanno preceduto esprimo non solo
sostegno a questa mozione ma anche il mio voto favorevole.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Brodu.
CONSIGLIERE BRODU
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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Grazie Presidente, un saluto a lei, a tutto il Consiglio Comunale e al pubblico
presente.
Non nascondo che dopo l’intervento del Consigliere Flore potrei semplicemente
limitarmi a richiamarne i contenuti, le affermazioni e la dichiarazione di voto e
risedermi, perché condivido quell’intervento nella sua integralità.
Lo condivido per come ha saputo svolgerlo con sintesi, con efficacia, con
chiarezza e con onestà, intendo ovviamente onestà culturale all’interno del Consiglio
nel quale ci si confronta anche da posizioni differenti nelle appartenenze. Solo per
questo.
Però qualcosa di ulteriore voglio aggiungerlo. Non è in discussione il tema della
solidarietà e della sussidiarietà, perché la mozione presentata dal Consigliere
Montesu non va, Consigliere Siotto, contro il tema della solidarietà e della
sussidiarietà.
Fosse questo, sarei già il primo a intervenire in difesa delle povertà, in difesa
degli ultimi, in difesa delle antiche povertà e in difesa delle nuove povertà che si
stanno affermando, purtroppo, sciaguratamente, in città, dettate da fenomeni che
sono economici per un verso ma che sono anche di crisi di socialità per altro verso.
Non voglio soffermarmi a fare analisi di dettaglio o di profondità, ma quanto la
normativa sulle separazioni e i divorzi sta comportando nelle attribuzioni economiche
e patrimoniali nel riversarsi sui singoli che si separano con figli, con obblighi di
mantenimento particolari, stanno aprendo nuove frontiere di povertà.
E le associazioni, tra le prime la Chiesa, che si confrontano con questi fenomeni
aprendo le porte che sono del sostegno e dell’aiuto, il più delle volte silenzioso, a
dare sostegno, a dare un letto talvolta, a dare un cibo tal altra, è fuori della mozione
di cui stiamo discutendo in questa sede.
Posto che i primi a porre l’attenzione sui contenuti che la mozione porta in
quest’aula è stata proprio la Chiesa, o meglio sono stati esponenti importanti della
Chiesa, dove anche lo stesso prelato ha fatto dichiarazioni pubbliche sotto questo
aspetto a sostegno.
Allora, se non è questo, non stiamo neppure parlando di quella che è la
legislazione europea, di quella che è la legislazione nazionale, di quella che è la
legislazione regionale, di quelle che sono le forme di assistenza dove sui fenomeni
dell’immigrazione, dell’accoglienza e dell’inclusione anche questa stessa
Amministrazione con progettualità proprie si sta impegnando.
Stiamo parlando invece d’altro. Ecco perché, Consigliere Siotto, a usare un
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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linguaggio ancora una volta scolastico, per dirla come facevano i nostri professori
quando ci bacchettavano nel leggere il tema, è andato fuori tema perché qui si sta
discutendo d’altro, si sta discutendo, e il titolo della mozione lo evidenzia in termini
chiari, di accattonaggio.
Ma non di accattonaggio in sé, di accattonaggio molesto, che si qualifica con
due aggettivazioni particolari dove si esalta il mendacio e l’organizzazione.
Allora io davvero concludo, Presidente, rievocando e facendo mio i contenuti di
sintesi dell’intervento della Consigliera Flore anche nella dichiarazione di voto: voterò
a favore.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Catte.
CONSIGLIERE CATTE
Grazie Presidente, buonasera Assessori, buonasera Consiglieri e buonasera al
gentile pubblico.
Devo dire che sicuramente lo spunto e l’obiettivo che era quello di don Mariani,
di parlare di questo argomento è stato raggiunto credo nella sala più importante,
quindi nell’ambiente più consono in questa città, anche se evidentemente i toni non
mi sembrano perfettamente adeguati e me ne dispiaccio personalmente.
Devo dire però che le letture che io ho dato alle parole di don Mariani o
perlomeno all’intento, che non era solo questo di parlarne, sono diverse perché a me
è sembrato che don Mariani volesse accendere una luce su un problema che ha una
portata piuttosto elevata, anche sotto il profilo sociale, non solo sotto il profilo
giuridico, che è lo sfruttamento della povertà.
E questo quindi è un richiamo che deve essere esteso sicuramente alla fase
politica e amministrativa della città, ma soprattutto a quella funzione legislativa che
dovrebbe intervenire per eliminare o per contrastare questo tipo di problema.
Ecco perché non trovo quell’aspetto pratico necessario nella mozione, perché
probabilmente non è rivolta a noi come Amministrazione, non avendo la possibilità in
realtà di individuare uno strumento che sia efficace per contrastare questo tipo di
problematica.
Gli strumenti che noi abbiamo a disposizione sono già attuati dalle forze
dell’ordine, che svolgono il loro lavoro e la loro attività in quella direzione, ma non
possiamo noi come Amministrazione utilizzare un altro o un nuovo strumento che
possa essere efficace sotto questo aspetto.
Infatti mi sembrava di poter concordare con quanto affermava, visto che tutti
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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concordano con Chiara allora io concordo con la Consigliera Sanna, sul fatto
dell’utilizzo dello strumento della multa come accadeva in altre realtà, che poi in
realtà è inutile, è uno strumento che non serve a nulla fondamentalmente, non
produce nessun effetto.
Credo che però l’attenzione vada riposta però su quel problema generale che
parte dal traffico degli esseri umani, dalla mancanza dell’identità, dallo sfruttamento
dell’identità altrui e lo sfruttamento in generale delle povertà, che dovrebbe
richiamare maggiore attenzione al nostro legislatore più che altro.
Credo che però vi sia un altro aspetto, che è quello che invece mi porta a non
accogliere la mozione nella sua portata, che è l’aspetto sociale.
Forse è vero quello che diceva il Consigliere Brodu che questa mozione non va
contro i principi di solidarietà, però io credo che mal si concili soprattutto con quei
principi che caratterizzano la nostra struttura societaria tipica, che sono quei principi
di ospitalità, di fratellanza, quei principi che noi ci trasciniamo e che ormai fanno
parte del nostro DNA come Regione ma come territorio, in particolare come città, nel
momento in cui abbiamo sempre teso la mano al nostro prossimo, soprattutto
nell’incapacità di stabilire se è bisognoso oppure no.
Il dubbio in questa circostanza ci rende sempre disponibili ad accogliere le
richieste e a fornire una mano d’aiuto.
Io credo che questo sia un valore molto forte e marcato nella nostra comunità e
credo che non vada perso ma che il problema vada spostato ad altri organi che
devono svolgere la loro funzione.
Quindi per questi motivi non mi trovo assolutamente d’accordo con il contenuto
della mozione.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Gusai.
CONSIGLIERE GUSAI
Grazie signor Presidente, saluto tutti i Consiglieri e il pubblico.
Vorrei ringraziare innanzitutto il Consigliere Montesu per aver in un certo qual
modo responsabilizzato tutti noi con un argomento molto serio e dibattuto
specialmente in questi giorni in città.
Ma è risaputo che si sono espressi già un Consiglio di Stato a proposito di
un’ordinanza comunale che vietava l’accattonaggio molesto.
E’ evidente che, come diceva il Consigliere Catte, un po’ ci si scontra con la
nostra storia di società aperta, solidale, ben propensa ad aiutare il prossimo che in
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
15
differenti situazioni può richiedere aiuto.
Ricordo una lotta del teologo Domingo de Soto, spagnolo segoviano, in cui
diceva che la soppressione della dignità delle persone comincia esattamente nel
momento in cui si guarda esclusivamente sotto la luce della necessità, ovvero quali
siano le motivazioni che spingano uno all’accattonaggio, al mendicare, che sono due
forme di libertà se vogliamo, una per vivere e l’altra anche per scelta.
Ora definire molesto o molestie è un argomento molto arduo, perché molestia è
una parola che si presta a notevoli significati e in particolare alla soggettività
dell’individuo, che può sentire anche molesto il continuo lagnarsi di un paziente in un
letto d’ospedale.
Per chi non è sensibile, per chi sta bene, che ha perso magari qualche
momento di lucidità perché sta male lui stesso, può ritenere molesto questo. Però
questi sono richiami, sono grida di disperazione e di aiuto.
Vorrei ricordare che molesto è anche un bambino che gioca alle 2 del
pomeriggio quando uno sta dormendo, che fa chiasso per chi vuole riposare. Per un
genitore o un parente magari è un momento di gioia, di felicità.
Quindi il termine “molesto” si presta a molte definizioni e questo purtroppo può
essere anche strumentalizzato.
Io ritengo che al momento non possiamo definire una condizione di
accattonaggio molesto in nessun caso, ricordando anche un’affermazione di Victor
Ugo che diceva “quando il bisogno bussa alla porta, la dignità si butta dalla finestra”.
Pertanto molestia è un termine improprio che viene usato per definire un
qualcosa che non ci piace, che non vogliamo vedere. Però dobbiamo guardare e
l’ultimo, il soggetto che sta mendicando per scelta o per necessità va sempre
rispettato e quindi io sono contrario alla mozione.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Moroni.
CONSIGLIERA MORONI
Buonasera a tutti, ai Consiglieri, Assessori, Sindaco, Presidente e naturalmente
al pubblico presente.
È difficile aggiungere concetti e riflessioni a quello che è già stato detto, in
particolare mi rifaccio all’intervento del Consigliere Catte e del Consigliere Gusai.
La domanda che mi sono posta nel momento in cui ho letto questa mozione e
che continuo a pormi durante la discussione è: come facciamo a definire “molesto”?
Su questo ha dato una bellissima risposta il Consigliere Gusai.
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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Come facciamo a stabilire chi sta facendo accattonaggio molesto e chi invece è
spinto dal bisogno?
Ci sono già degli strumenti, che sono quelli che ci dà la legge nazionale. Non è
secondo me materia di questo Consiglio dare ulteriori regolamentazioni, quando
nessuno di noi in questo momento, e sfido chiunque qui dentro a definire “molesto”,
perché io posso trovare molesto chi mi chiede i soldi del carrello, però non è tetto che
quella persona in quel momento non sia in una condizione di effettivo bisogno.
Anche la mendacità quando è possibile provarla e con quali strumenti?
Soprattutto in questo Consiglio Comunale come possiamo in qualche modo
intervenire su strumenti che già esistono, che già sono previsti dalla normativa
nazionale?
Quindi io anticipo il mio voto contrario a questa mozione e mi rifaccio al
concetto di pietas già citato dalla Consigliera Sanna.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Zedde.
CONSIGLIERA ZEDDE
Buonasera, grazie Presidente, un saluto ai colleghi Consiglieri, agli Assessori e
al gentile pubblico.
Anticipo che il gruppo La Base è contrario a questa mozione sia nei contenuti
della stessa che nella premessa.
Intanto la mozione inizia con un dato statistico: in città e nella rete - immagino
nella rete internet - si è aperto un dibattito che vede il 97% dei cittadini che si lamenta
di questo fenomeno incontrollato. Gradirei sapere se questo 97% è un dato ISTAT,
un censimento; che fondamento ha?
Quindi c’è un 97% di cittadini nuoresi che si lamenta di questo fenomeno
incontrollato.
Poi gradirei conoscere che cosa sia questa corsa al carrello - è un nuovo sport?
- e al parcheggio, che prefigurano la presenza di un vero e proprio racket.
La mozione continua con alcuni pregiudizi, perché si attribuisce l’accattonaggio
“molesto” all’aumento dei flussi migratori e della libera circolazione dei cittadini nel
nostro territorio.
Quindi anche la libera circolazione dei cittadini nel nostro territorio è causa
dell’accattonaggio. Tra l’altro intensificato dalla presenza di cittadini provenienti dai
paesi dell’est europeo.
Quindi le premesse sono di tipo... non so come definirle, non vorrei definirle in
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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altro modo ma quantomeno superficiali e approssimative. Ovviamente meriterebbero
ben altre definizioni, ma non alimentiamo la polemica.
“Tenuto conto che nei centri medio-grandi si sta radicando e consolidando un
racket dell’elemosina” etc., continua la premessa, “si chiede di impegnare il Sindaco
a valutare l’opportunità di inserire nel regolamento di polizia urbana una norma che
preveda l’applicazione di sanzioni contro l’esercizio dell’accattonaggio in forma
molesta e poi a utilizzare i competenti servizi comunali per compiere le dovute
verifiche su persone che possano praticare l’elemosina senza trovarsi in condizioni di
reali povertà”.
Quindi dovremmo istituire un albo delle persone che possono praticare
l’elemosina e a quelle gli diamo il diritto, il cartellino “io posso chiedere l’elemosina”.
Quindi diciamo che il dibattito è interessante, però le premesse sono
quantomeno abbastanza approssimative, per cui dopo aver apprezzato sicuramente
tutti gli interventi che mi hanno preceduto, peraltro posso però soltanto concordare
con i contenuti degli interventi del Consigliere Catte, della Consigliera Moroni, del
Consigliere Michele Siotto e del Consigliere Gusai.
Anticipo il voto contrario del gruppo La Base.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Montesu.
CONSIGLIERE MONTESU
Un proverbio dice che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Ho sentito per primo l’intervento del Consigliere Siotto che probabilmente non
ha letto la mia mozione, che non ha mai parlato di abrogare l’elemosina o la
solidarietà. Dice che l’elemosina e la solidarietà va praticata in determinate condizioni
di necessità, non dice che va abrogata. Non l’ho mai detto, non c’è scritto.
O lei si è espresso male o non ha letto la mia mozione.
Dicevo: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non
vuol vedere, perché tutti sappiamo che c’è un accattonaggio organizzato, basta
scendere dall’ospedale fino alla chiesa delle Grazie o farsi una passeggiata al corso
e lo vediamo.
Cioè ci sono questi immigrati che si alternano in varie porte, chiedono e sono lì
col cappellino.
PRESIDENTE
Non iniziamo con i dialoghi, vi prego.
CONSIGLIERE MONTESU
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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A me sembra che vengano portati in un pulmino - perché questi sono anche
rapporti della polizia a Nuoro - e distribuiti nei vari posti. L’ho detto io, lo dicono tanti
cittadini.
Se poi queste cose non le si vogliono sentire e non le si vogliono vedere, tutto
va bene. Vorrà dire che continueremo così. Quello che dice don Mariani e quello che
dice il Vescovo sono impressioni.
Nessuno chiede che venga sanzionato il poveraccio, l’immigrato. Tutti quanti
sappiamo, è di oggi un’inchiesta fatta in Calabria dove ragazze immigrate nigeriane
vengono sfruttate e portate dalla Nigeria per fare le prostitute in Italia. E a queste
ragazze si chiede il rimborso di questo viaggio che anticipano delle organizzazioni, e
glielo si chiede facendo questo mestiere.
Credo che la stessa cosa si potrebbe ipotizzare per questi immigrati, che
organizzazioni gli chiedano di poter restituire eventuali prestiti che hanno avuto in
questa maniera. Se poi si scopre che non è vero, tutto va bene. Se hanno un reale
stato di necessità nessuno dice che debbano essere cassati o arrestati o sanzionati.
Si dice semplicemente che la molestia, quella che dà fastidio... io sento di
persone che non vanno più in chiesa la mattina presto perché hanno paura, lo stato
di paura è uno stato inconscio. Sarà irrazionale o non irrazionale, però c’è gente che
ha paura. Quando si vede inseguita con insistenza nel chiedere l’elemosina ha paura
ed è uno stato di reale necessità.
Cioè queste sono condizioni che vanno eliminate.
Poi se queste persone sono alloggiate in degli SPRAR o in casa non è che se
ne possono andare tranquillamente a...
(INTERVENTO FUORI MICROFONO)
PRESIDENTE
Non dialoghiamo, vi prego.
CONSIGLIERE MONTESU
Non ho detto che queste persone sono detenute. Ho detto che sono detenute?
Ma mi leggi il pensiero? Allora lasciami parlare per favore!
Se vuoi riprendere, riprendi quello che dico, non riprendere le cose che non
dico!
PRESIDENTE
Non saliamo di toni perché l’argomento è delicato. Finisca, Consigliere
Montesu.
CONSIGLIERE MONTESU
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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Sto dicendo che chi gestisce all’interno di queste cose può anche controllare,
fare delle verifiche se esiste una prassi di queste persone che vengono da Tonara,
che vengono da Dorgali, da Sarule, che vengono portate per fare questo tipo di
attività.
Caro Consigliere Catte, le parole di don Mariani saranno più importanti, molto
importanti, però qui ci dobbiamo confrontare e dobbiamo parlare di quello che c’è
scritto nella mozione.
Nella mozione non c’è scritto quello che dice Catte. Nella mozione c’è scritto di
porre fine a uno stato di molestia, non altro.
Per lei saranno anche superficiali e approssimative le premesse, Consigliera
Zedde. Per me non lo sono.
Per cui lei può tranquillamente continuare a dire che sono superficiali e
approssimative, persone molto più in alto di noi - tipo il vescovo - con una certa
autorità e una certa autorevolezza in campo morale, hanno detto che non sono né
approssimative né superficiali, che è un tema che va dibattuto e va discusso
all’interno sia dei Consigli Comunali sia di altre istituzioni di questa città.
Poi lei può continuare a pensarla come vuole, che siamo tutti superficiali e tutti
approssimativi.
Purtroppo le sto dicendo che la città la pensa in maniera diversa. È un
sondaggio che lei avrà sicuramente letto anche nella rete, perché c’è stato anche un
servizio del Tg4 che l’ha ripreso e l’ha ripreso la Nuova Sardegna.
Quindi credo che le informazioni le abbiamo tutti. Se poi - come ho detto -
vogliamo girare la faccia dall’altra parte, giriamola pure e continuiamo così come
stiamo facendo.
PRESIDENTE
Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione e dichiaro aperte le
dichiarazioni di voto.
Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.
Pongo in votazione il punto due all’ordine del giorno.
Esito della votazione: favorevoli 5; contrari 11; astenuti 1.
Votazione: respinta.
PUNTO TRE ALL’ORDINE DEL GIORNO: MOZIONE: VALORI DELLA
RESISTENZA ANTIFASCISTA E DEI PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE
ITALIANA.
Consigliera Moroni, può iniziare con l’esposizione.
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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CONSIGLIERA MORONI
«Oggetto: Valori della resistenza antifascista e dei principi della costituzione
repubblicana.
PREMESSO CHE
- da tempo si riscontra un numero crescente di manifestazioni legate alla
xenofobia, al pregiudizio e alla discriminazione razziale, etnica, religiosa e sessuale e
all'apologia del fascismo che costituiscono un serio elemento di preoccupazione per
le istituzioni democratiche;
- tali manifestazioni provocano comprensibilmente l'indignazione di forze
politiche e sociali, movimenti ed associazioni, cittadine e cittadini democratici;
CONSIDERATO
- che riteniamo l'antifascismo un valore fondamentale per ogni rappresentante
delle istituzioni della Repubblica Italiana e in quanto tali riteniamo necessario
impegnare questa Amministrazione nell'opera di difesa della dignità e della memoria
storica e della memoria umana del nostro territorio, nel rispetto dei valori antifascisti e
nel rispetto di chi ha dato la Vita perché noi oggi potessimo essere qui a discutere
democraticamente;
- che l'antifascismo è la radice ideale e culturale da cui nasce la Repubblica
Italiana e la sua Costituzione democratica, la quale rappresenta il metodo
democratico contro ogni forma di totalitarismo;
- che la città di Nuoro ha dato i natali a coraggiosi e valenti combattenti che
hanno dato il proprio contributo alla causa antifascista, spesso difendendo i suoi
valori anche con la vita stessa.
- il lavoro di divulgazione, formazione ed educazione di associazioni come
L'Istasac e l'Anpi di Nuoro che operano nel territorio, associazioni che
quotidianamente tengono vivo lo spirito antifascista alla base della nostra
Costituzione e che incentivano la promozione di iniziative culturali in collaborazione
con le scuole e nei luoghi di aggregazione affinché sia mantenuta la memoria storica;
IMPEGNA
il Sindaco e la Giunta
- a non concedere spazi o suolo pubblici a coloro i quali non garantiscano di
rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando
comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti;
- a promuovere iniziative culturali affinché sia mantenuta la memoria storica e
sia posto all'attenzione, soprattutto delle giovani generazioni, l'affacciarsi di nuovi
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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fascismi che mettono in discussione i principi democratici e di pacifica convivenza;
DÀ MANDATO
- inoltre di adeguare i regolamenti comunali a quanto espresso dall'atto di
indirizzo subordinando la concessione di suolo pubblico, spazi e sale di proprietà del
Comune a dichiarazione esplicita di rispetto dei valori antifascisti sanciti
dall'ordinamento repubblicano».
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Saiu.
CONSIGLIERE SAIU
“I fascisti si sono sempre divisi in due categorie: i fascisti e gli antifascisti”.
In queste parole di Ennio Flaiano c’è praticamente tutto quello che penso a
proposito della mozione che viene discussa.
È un documento fazioso, superato, perfino inutile, usato maldestramente come
arma di distrazione rispetto all’incapacità di un governo comunale che è partito con
un largo consenso e che ora fatica a rimanere addirittura unito.
Un modo per distogliere l’attenzione da quelli che sono i veri problemi della
città, quei problemi di cui questo Consiglio Comunale dovrebbe occuparsi, senza
perdere tempo con cose come questa.
Mi ricorda - questa mozione - il tentativo di Renzi e compagni di distrarre gli
italiani dai fallimenti...
Consigliere Sulas, aspettiamo che termini la telefonata? Cosa facciamo?
PRESIDENTE
Consigliere Sulas, la prego, esca fuori. Non può telefonare nella sala, almeno
per rispetto per il Consigliere che sta parlando. Non può telefonare dentro la sala.
Con chi sta parlando? Veda di smetterla, non può parlare al telefono.
Non stiamo perdendo tempo, è una questione di educazione per il Consigliere
Saiu.
CONSIGLIERE SAIU
Dicevo che mi ricorda - questa mozione - il tentativo di Renzi e compagni di
distrarre gli italiani dai fallimenti del Governo con la legge Fiano, l’antifascismo
evocato come pretesto per distogliere l’attenzione dal caso Banca Etruria, dalle
promesse non mantenute, dai provvedimenti dannosi del Governo Nazionale.
Qui si tenta di fare la stessa cosa, con la differenza che non è il P.D. a farla,
com’è successo a Roma, ma la lista civica del Sindaco, quasi nel tentativo di
sostituirsi allo stesso Partito Democratico, imitandone i comportamenti e copiandone
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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le strategie.
Così come il partito di Renzi ha usato l’antifascismo per mascherare i problemi
che derivano dall’aver governato male, così fate voi.
Evocare un pericolo fascista è il modo sicuro che una certa bilancia borghesia
annoiata oggi sceglie per individuare un nemico.
La nostra società vive di antagonismi e un certo salottino snob ha bisogno di
trovare un nemico per alimentare la propria presunzione, la propria autoproclamata
superiorità morale, intellettuale e politica.
Questo voi cercate di fare oggi: provate ad affermare con presunzione, con la
solita puzzetta sotto il naso, una superiorità politica e morale che non avete,
inventandovi una minaccia, un nemico che siete costretti a rievocare dal passato,
incapaci come siete di leggere il presente.
Incapaci proprio come quei quattro sfigati che simulano un tempo che non
conoscono - non parlo di loro, adesso ci arrivo - gente che combatte una guerra
inesistente: parlo di comunisti, fascisti, anarchici, figli di papà annoiati da centro
sociale, tutta gente fuori da questo tempo.
Gli episodi di violenza vanno condannati tutti perché viviamo in uno stato
democratico dove ciascuno può esprimere la propria opinione, votare chi vuole, dire
quello che pensa.
E, siccome viviamo in uno stato democratico, siccome sono un rappresentante
liberamente e democraticamente eletto dal popolo, non permetto che un qualunque
Consiglierino di passaggio possa darmi o togliermi patenti di democrazia.
PRESIDENTE
Consigliere Saiu, la prego! Qualunque mozione può essere depositata, come lei
è legittimato dal voto, da qualunque Consigliere qui votato legittimamente, non
sminuiamo il ruolo degli altri suoi colleghi.
CONSIGLIERE SAIU
Io non sono fascista, non ho bisogno di dichiararmi antifascista. Mi comporto
come un cittadino perbene, rispetto le regole, rispetto le persone, rispetto la
democratica, la volontà del popolo e le istituzioni. Non ho bisogno di dichiararmi
democratico. Io sono democratico.
E sono un Consigliere Comunale, mi occupo della città che mi ha eletto, nel
rispetto del mandato che gli elettori mi hanno affidato e questo dovremmo fare tutti.
Mozioni come questa sono il tentativo di chi, non avendo proposte serie per la
città, prova a sentirsi migliore di tutti puntando il dito. Fatevi un giro a Nuoro, uscite,
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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non abbiate paura della contestazione o del dissenso, non abbiate paura di parlare
con le persone. Quando lo farete, vi renderete conto che la gente in questa città oggi
non è spaventata dal fascismo.
Parlate con quei genitori che hanno paura di vedere i propri figli andare via
perché non c’è lavoro. Parlate con quei giovani che non vedono qui il proprio futuro.
Parlate con quegli imprenditori massacrati da Equitalia, parlate con una
mamma che riceve uno di quei conguagli di Abbanoa che fanno tremare le ginocchia.
Parlate con chi non ha acqua a casa, parlate con loro.
Nessuno vi parlerà di fascismo, nessuno di loro. Tutti vi parleranno di quei
problemi che noi siamo stati eletti per risolvere.
Venite in questo Consiglio Comunale orgogliosi del vostro ruolo di custodi di
uno scontro ideologico ormai superato, praticamente ortodossi di quello che oggi
Massimo Gramellini, in un tagliente articolo sul Corriere della Sera, chiama “Vangelo
isterico del politicamente corretto”.
Sì, perché inebriati di quella superiorità che vi siete convinti di avere, chiedete a
questo Consiglio Comunale di votare una mozione che “impegni il Sindaco a non
concedere spazio o suolo pubblici - cito letteralmente - a coloro i quali non
garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o
praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti”.
Diteci: chi lo stabilisce se un comportamento è sessista o no tanto da non
meritare la concessione del suolo pubblico? Lo decidete voi? Lo stabilite voi?
Voi Aristoi? Voi i migliori? Illiberali che non siete altro! Voi, come diceva Flaiano,
che da dichiarati antifascisti altro non siete che una categoria di fascisti.
Leggete, interrogatevi, mettetevi dubbi. Se serve rileggetevi Pierpaolo Pasolini,
rileggete le sue parole che io voglio citare in quest’aula: «Esiste oggi una forma di
antifascismo archeologico che è poi un buon pretesto per procurarsi una patente di
antifascismo reale. Si tratta di un antifascismo facile che ha per oggetto ed obiettivo
un fascismo arcaico che non esiste più e che non esisterà mai più».
«Ecco perché buona parte dell’antifascismo di oggi, o almeno di quello che
viene chiamato antifascismo, o è ingenuo e stupido o è pretestuoso e in malafede
perché dà battaglia o finge di dare battaglia a un fenomeno morto e sepolto,
archeologico appunto, che non può fare più paura a nessuno. Insomma, un
antifascismo di tutto comodo e di tutto riposo».
Allora più del fascismo oggi anche in quest’aula a me fa paura questo
antifascismo archeologico, che legittima nuove pratiche fasciste mascherate da atti
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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tutt’altro che democratici, come quello che voi avete proposto oggi.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Moroni.
CONSIGLIERA MORONI
Grazie Consigliere Saiu, io ritengo che questa mozione sia necessaria perché
viviamo tempi nei quali la piazza virtuale, l’uso improprio del giornalismo ha fatto sì
che venisse sdoganato un linguaggio espressione di violenza, di intolleranza, di
omofobia e di xenofobia.
Questo sdoganamento ha fatto sì che forze antifasciste...
Ricordo al Consigliere Saiu che l’antifascismo è sancito dalla Costituzione,
quindi se vogliamo tacciare anche la Costituzione di essere una “Costituzioncina”,
come ha gentilmente definito me nel suo intervento.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO)
Credo di poter meritare lo stesso rispetto però!
PRESIDENTE
Consigliere Saiu, la prego. Anche lei ha utilizzato termini abbastanza forti e
nessuno l’ha interrotta. Facciamo terminare.
CONSIGLIERA MORONI
Ritengo che sia necessaria questa mozione. Faccio riferimento a un commento
che ho letto ieri su un post scritto da un collega Consigliere in cui una cittadina
chiedeva: ma nel 2017 è ancora necessario difendere valori antifascisti?
Sì, purtroppo sì. Purtroppo nel 2017 è ancora necessario fare questo; purtroppo
nel 2017 siamo ancora - anzi non ancora - di nuovo davanti a forze politiche o sociali,
il che è ancora più preoccupante, che spingono verso l’intolleranza. Per me questa è
chiave dell’antifascismo, cioè la tolleranza che viene a mancare.
Quindi sì, il Consigliere Saiu non sarà d’accordo però io ritengo che questa
mozione fosse necessaria.
Per chiudere il mio intervento, voglio leggere Presidente, se me lo permette il
comunicato che l’Istasac, l’Istituto per la storia dell’antifascismo e dell’età
contemporanea nella Sardegna centrale, ha scritto a proposito della nostra mozione.
PRESIDENTE
Prego.
CONSIGLIERA MORONI
«Questo istituto manifesta la propria adesione alla mozione presentata dal
gruppo consiliare Scegliamo Nuoro e la propria soddisfazione per un’iniziativa volta a
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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ribadire la centralità dei valori che hanno ispirato la lotta al totalitarismo fascista come
elemento fondante della cittadinanza repubblicana, comune a tutti gli italiani liberi e
motivo pertanto di condivisione, non mera affermazione ideologica di parte.
Ricorda inoltre che gli stessi valori stanno alla base della conquista
dell’autonomia da parte della Sardegna e della stessa possibilità dei cittadini di
eleggere liberamente le proprie Amministrazioni Comunali, perché a Nuoro, come in
tutti gli altri Comuni piccoli e grandi d’Italia, durante il fascismo c’era un podestà
nominato dal prefetto, non scelto dai cittadini.
Ricorda altresì che la riconquista della libertà non è stata indolore, che Nuoro e
la sua Provincia hanno pagato la lotta contro il fascismo non solo al pesante prezzo
delle persecuzioni politiche, ma anche con le vite dei molti nuoresi e barbaricini
caduti in Spagna, nelle formazioni partigiane operanti in Italia e all’estero, nei campi
di sterminio, nell’internamento militare, uomini e donne di ogni età, condizione
sociale, convinzione politica e religiosa.
Plaude alla richiesta contenuta nella mozione, che prosegue “si rafforzi
l’impegno dell'Amministrazione Comunale perché attraverso lo studio e la riflessione
sulla storia e sul presente la coscienza antifascista metta radici profonde e
ulteriormente solide nella cittadinanza e soprattutto nelle giovani generazioni” e
ribadisce la propria disponibilità ed impegno, unitamente alle altre associazioni
antifasciste, perché questo si faccia nella maniera più qualificata ed efficace.
Per l'Istasac, il direttore Aldo Borghesi.”
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Zedde.
CONSIGLIERA ZEDDE
Ringrazio la Consigliera Moroni per aver sottoposto a questo Consiglio una
mozione avente ad oggetto i valori della resistenza antifascista e il ripudio di ogni
forma di discriminazione razziale, etnica, religiosa e sessista.
Che senso ha nel 2017 ribadire con forza questi valori? Sui valori antifascisti ha
ben argomentato la collega Moroni e il comunicato del centro Istasac, l’Istituto
italiano degli studi antifascisti.
Per quanto concerne le altre forme di discriminazione, io qui vorrei ricordare
che poco fa abbiamo basato una mozione su una discriminazione, si è dato per
scontato ad esempio in vari interventi che il fenomeno dell’accattonaggio molesto
fosse un’esclusiva degli immigrati, addirittura si diceva dei cittadini provenienti dai
paesi dell’est e poi degli immigrati successivamente.
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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Si dava per scontato quindi una forma di pregiudizio sicuramente, di
discriminazione di tipo etnico, razziale e religioso.
Sessista. Io qua mi sono spesa tante volte. Viene difficile da parte di taluni
Consiglieri, in questo contesto, chiamare le Consigliere di sesso femminile
“Consigliere”.
Diventa veramente una lotta anche questa, farsi definire “Consigliera”. Quindi
vediamo che ha senso parlare e continuare ad insistere su questi valori.
Per quanto riguarda il Consigliere Saiu, che richiede attenzione quando parla e
analoga attenzione dovrebbe dedicare agli altri Consiglieri, rammento che ci fu un
altro personaggio che per decenni ha distratto l’opinione pubblica con programmi
televisivi e con quant’altro per evitare di parlare dei problemi dell’Italia.
Quindi questa analogia è sicuramente a qualcuno a lui caro. Quindi proprio lei
non avrebbe titolo a parlare in questo senso. Non voglio fare nomi perché sappiamo
benissimo di chi stiamo parlando.
Pertanto, ringraziando nuovamente la Consigliera Moroni per la mozione
presentata, anticipo il voto favorevole mio personale e del gruppo consiliare La Base
per questa mozione.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Brodu.
CONSIGLIERE BRODU
Sono antifascista e democratico, Presidente, Consiglio Comunale e Consigliera
Moroni. Da sempre.
Così come erano antifascisti chi mi ha dato i natali nella loro povertà, nel loro
vivere l’antifascismo nel lavoro quotidiano, nell’appartenere a questo popolo,
nell’appartenere a questa democrazia che è stata conquistata con il loro impegno,
con il loro sacrificio, con l’esserci.
Allora guardi, Consigliera Moroni, io amo la Costituzione, la nostra Costituzione,
e la amo perché è la Costituzione davvero più bella del mondo, per i suoi principi.
Intanto per i suoi principi antifascisti, che poi si declinano in tutti i predicati della
democrazia, nella partecipazione, nel principio di uguaglianza, nelle libertà civili,
morali, sociali. In tutte, nessuna esclusa.
Ora io non ho difficoltà a dire che ritengo - come scrive nella sua mozione - che
l’antifascismo sia un valore fondamentale, così come non ho difficoltà a dire - come
scrive nella mozione - che l’antifascismo è la radice ideale e culturale da cui nasce la
Repubblica.
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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Mi hanno svezzato su queste credenze, su questi valori e su questi principi e
non ho difficoltà neppure a dire, perché è storia, che la città di Nuoro ha dato i natali
a coraggiosi e valenti combattenti, li ha richiamati anche in quel documento di
adesione che ci ha letto un attimo fa in aula.
Così come credo che il lavoro di divulgazione, di formazione e di educazione e i
momenti formativi -come scrive nella mozione - siano momenti fondamentali ed
importanti.
Detto tutto questo, non condivido l’ultima parte, dove “Impegna Sindaco e
Giunta”.
Ma non perché Sindaco e Giunta non debbano essere impegnati su questi
valori, ci mancherebbe!
Poco fa lei intervenendo su un’altra mozione che è stata presentata in
quest’altra, al di là del disquisire - e si può fare e si deve fare - sul concetto di
“molesto” che può dar luogo a diverse letture, a diverse accezioni, a diverse
interpretazioni, a differenti applicazioni, talvolta forse anche distorte, diceva: voto
contrario perché in ogni caso non è attuativo, non si può tradurre, perché già le
nostre leggi nazionali, i nostri regolamenti, i nostri statuti prevedono quanto nella
mozione si chiede.
Ma scusate, dice, dopo tutto quel “rilevato” etc. che condividiamo, nel quale mi
riconosco, “impegna il Sindaco a non concedere spazi o suolo pubblici a coloro i
quali non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione”.
E ci mancherebbe che il nostro Sindaco, che il Sindaco di Nuoro concedesse
spazi a chi non garantisce di rispettare i valori della Costituzione! E ci mancherebbe!
O “a promuovere iniziative”. E libera il Sindaco: ci mancherebbe che non le
promuova! Nel nome della sua città, nel nome della nostra città, nel nome di questi
principi nei quali crediamo!
“Di dare mandato di adeguare i regolamenti” etc.
Ma nei regolamenti, i principi della nostra Costituzione sono lì!
Allora davvero non riesco a comprendere il significato e la finalità della
mozione, salvo che la finalità della mozione non sia altra.
Allora parliamone con tranquillità, confrontiamoci sotto altri profili e magari
concordo, ma non posto su questo piano.
Allora, siccome è posto su questo piano, siccome è volto a conquistare un
consenso attraverso forme di lotta politica altra, sui quali si è perso perché ha voglia
la Triplice dopo aver affamato i lavoratori, dopo aver concordato e svenduto in
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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accordi contrattuali oggi venga a riaffermarsi i valori della Costituzione; e ci
mancherebbe che non li riaffermasse! Dopo che nelle fabbriche però hanno
licenziato, dopo che hanno fulminato l’Art. 18 e tante altre cose! Ma di che cosa
stiamo parlando?!
I valori sociali della Costituzione non ci sono scritti nella vostra mozione, né i
sindacati! La donna della CGIL mica li ha detti nel suo comizio ultimo!
Allora, se questi sono gli altri temi, io non ci sto e il mio voto è contrario, da
antifascista.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Sanna.
CONSIGLIERA SANNA
Per questa mozione all’inizio ero molto perplessa, veramente lo sono rimasta a
lungo, perché la trovavo inutile e assolutamente anacronistica, anche perché
collegata a tutto il dibattito che c’è stato e che si è concluso con settembre con il
decreto Fiano che ha posto il problema di questa “distrazione” per la popolazione,
distrazione dall’attività di Governo nel portare avanti quella volta col Decreto Fiano in
senso penale, di misure penali, ancora una volta i reati di antifascismo etc.
Premesso che ritengo sia necessario comunque che tutti quanti prendiamo
coscienza e finalmente facciamo partire un moto di spinta culturale, nel senso di una
crescita che ci distacchi anche da questa retorica dell’anti che è tipicamente italiana:
noi siamo “anti” per eccellenza: siamo antifascisti, anticomunisti, antirazzisti e tutti gli
“anti” che troviamo volta per volta.
Magari questa difficoltà culturale che abbiamo ad usare dei termini positivi
potremmo iniziare a pensare di superarla.
Quindi magari iniziare ad usare termini positivi per definire le nostre ideologie e
i nostri pensieri e quindi ci possiamo chiamare democratici, socialisti, integrazionisti,
anziché “anti”, “anti”, “anti”.
Il quadro legislativo e normativo, così come per la mozione presentata
precedentemente, in tale senso è profondamente denso perché, oltre alla
Costituzione, la Legge Mancino, che è vigente dal 93, sanziona i comportamenti
legati all’ideologia Nazifascista, che incitano alla violenza e alla discriminazione per
motivi razziali, religiosi ed altri ancora.
Ed ancora e per primo il reato di apologia del fascismo previsto dalla legge
Scelba del 1952, che punisce chi promuove ed organizza sotto qualsiasi forma la
costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito
fascista; oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del
fascismo oppure le sue finalità antidemocratiche.
Per ultimo poi arriva quello che veramente non so come definire, quel Decreto
Fiano di questo settembre, che punisce addirittura anche soltanto le condotte
elogiative, riducendo la libertà, perché vengono punite anche condotte meramente
elogiative o estemporanee che, pur non essendo volte alla riorganizzazione del
disciolto partito fascista, siano chiara espressione della retorica di tale regime o di
quello nazional-socialista tedesco.
Questo vuol dire anche vendere, per esempio, ad una bancarella reperti magari
di collezionisti del periodo fascista oppure, come è successo mi sembra a Chioggia,
pensare di poter togliere le scritte dai muri e dagli stabilimenti e dalle architetture,
comunque qualsiasi cosa che richiamasse il periodo fascista, che comunque storia è
e ce la teniamo.
Tra l’altro il Decreto Fiano contrasta assolutamente con la Cassazione, che poi
ha confermato che l’idoneità lesiva della condotta viene in rilievo solo in quanto
realizzata nel corso di pubbliche riunioni o manifestazioni, non anche in ambito
privato.
E ciò ha correttamente determinato, ad esempio sulla punibilità del saluto
romano, pronunciamenti da parte dei giudici di merito con sentenze di senso diverso,
a seconda dei casi e senza arbitrari automatismi.
Questo per quanto riguarda il Decreto Fiano, che io ritengo - e anche il
Movimento 5 Stelle - inutile e dannoso e che conclude comunque un quadro
normativo denso, preciso e a cui a me sembrava non mancasse niente.
Ci si chiede però la clausola per cui un Comune inserisca nel proprio
regolamento che nessuno spazio pubblico venga dato ai fascisti, ai razzisti, agli
omofobi e via dicendo.
Non trova contrario il Movimento 5 Stelle né me personalmente. Non credo di
poter rifiutare di introdurre nel regolamento del mio Comune per la concessione di
sale, auditorium e piazze, una clausola, quando si utilizzano questi spazi, per la
quale coloro i quali vogliono usufruire di quei luoghi, hanno il dovere di affermare di
condividere i valori antifascisti della Costituzione. Poi magari si può pensare di
scriverlo in senso positivo e quindi si può vedere come fare.
È una misura per evitare appunto le sempre più frequenti manifestazioni
promosse da organizzazioni neo-fasciste, così come ci ribadisce la Consigliera
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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Moroni.
Quindi questa mozione impegnerebbe l’Amministrazione a non concedere
spazio o suolo pubblico a coloro i quali non garantiscano di rispettare i valori sanciti
dalla Costituzione, professando e praticando comportamenti fascisti, razzisti ed
omofobi.
Inoltre obbliga ad adeguare praticamente i regolamenti comunali, vincolando
anche la concessione del suolo pubblico, spazi e sale di proprietà del Comune a
dichiarazione esplicita di rispetto dei valori antifascisti sanciti dall’ordinamento
repubblicano.
Il Consiglio Comunale approvando questo atto chiede anche che si
promuovano iniziative, per esempio nelle scuole e nei luoghi di aggregazione, per
tenere in vita la memoria storica.
Un’uguale mozione è stata approvata proprio nel mese di novembre nel
Comune di Torino, presentata dal Partito Democratico e approvata da una Giunta del
Movimento 5 Stelle e anzi emendata dalla Consigliera Viviana Ferrario del
Movimento 5 Stelle, con il quale emendamento si è integrato il testo inserendo anche
i riferimenti contro chi promuove l’odio sessista e transfobico, che io ho piacere di
trovare anche in questa mozione presentata al Comune.
Quindi dico che, pur se abbondantemente normato secondo me dalla
Costituzione e dalle successive leggi, se ancora c’è questa paura, se viene percepito
questo pericolo quantomeno in più persone, darò il parere favorevole perché ci siano
questi ulteriori atti precisativi.
Sperando anche che, una volta completato l’ordinamento normativo in verticale,
quindi partendo dalla Costituzione che è il rango più alto e arrivando con il
regolamento comunale, una volta sollevati anche da tutte queste paure, perché poi
più di così penso non si possa più fare niente, ci si possa più serenamente occupare
di tutto il resto.
Quindi faccio già anche la mia dichiarazione di voto, non ho nessun motivo per
votare contro per una cosa che non fa altro che confermare quanto già sancito dalla
Costituzione.
Anche qua chiedo il necessario ed inevitabile passaggio nelle commissioni per il
quale faccio nuovamente esplicita e ferma richiesta quando ci metteremo a
modificare il regolamento, perché per esempio a questo punto nel modulo per la
richiesta di occupazione di suolo pubblico dovremo scegliere sicuramente una frase,
una dicitura da inserire e mi sembra quantomeno corretto che venga elaborata da
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
31
tutti quanti.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Montesu.
CONSIGLIERE MONTESU
Nella corsa all’antifascismo certe volte si fanno anche degli scivoloni, come ha
fatto la Ministra Pinotti che ha confuso la bandiera della Marina Tedesca usata già
dal 1800 per un simbolo nazista.
Anche qui bisogna stare molto attenti. Nulla di peggio del fascismo degli
antifascisti, scriveva Pierpaolo Pasolini sulle pagine del Corriere della Sera nell’ormai
lontano 16 luglio 1974.
Poi continuava: «Mi chiedo, caro Alberto - scriveva sempre il poeta rivolgendosi
al suo amico Moravia - se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle
piazze oggi, a fascismo finito, non sia un’arma di distrazione che la classe dominante
usa su studenti e lavoratori per vincolare i dissensi, spingere e combattere un nemico
inesistente, mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società
moribonda”.
Non è un caso che la storia narrativa, alla quale oggi anche a questo Consiglio
si chiede di aderire coincide, guarda caso, con l’apertura della campagna elettorale e
con la rottura di un grande partito italiano che è il P.D.
E soprattutto il fatto che siamo a pochi mesi dalle elezioni politiche, i cui
sondaggi indicano la condanna di una stagione politica gestita dal Centrosinistra che
vede il nostro Paese, la nostra Regione, la nostra città, travolti dalle nefandezze che
voi progressisti le avete inflitto.
Anziché parlare di quello che non avete fatto e delle promesse non mantenute,
parlate di antifascismo e fate perdere tempo prezioso a tutti per nascondere quello
che avete fatto sulle pensioni, sui contratti di lavoro, sul Jobs Act, sulla pressione
fiscale che avete portato al 44%, sull’accoglienza pelosa che avete messo su con la
scusa di salvare vite umane.
Certamente dopo questa mozione non si allevierà il freddo e le sofferenze dei
terremotati e dei senza casa, non sarà più sereno il Natale dei 16 milioni di poveri
che avete creato da quando siete al Governo, non caleranno le percentuali stellari
della disoccupazione giovanile e dell’altra disoccupazione.
Lo scrittore Flaiano diceva che i fascisti si dividono in due categorie - l’ha già
detto il mio collega all’inizio – i fascisti e gli antifascisti. La prima categoria è morta
col fascismo, la seconda è viva, fa leggi e presenta mozioni.
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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Come Pasolini diceva nel 1974, il vostro fascismo è dettato dall’incomprensione
di quello che sta accadendo, dove è in corso una mutazione che si allontana sia dal
fascismo che dal progressismo. Stiamo andando incontro ad un’omologazione
culturale che ci rende tutti uguali.
Questo voi non l’avete capito.
Non sconfiggerete il globalismo e la mondializzazione con queste pratiche. Non
vi accorgete neanche che la vostra professione di antifascismo sta andando a
legittimare nuove pratiche fasciste.
La vostra mozione è un concentrato di intolleranza che neanche i fascisti erano
riusciti a pensare e arrivate a chiedere per la concessione del suolo pubblico la
dichiarazione di antifascismo.
Vi siete chiesti chi darà la patente di antifascista? Con quale discrezionalità?
Il partito fascista chiedeva la tessera. Avete pensato alla tessera? Magari,
istituendo una tessera di antifascismo, già si potrebbe semplificare il lavoro che
farete!
Dite di difendere la Costituzione, ma ne violate i principi fondamentali. Non sono
un fascista e sono rispettoso del dettato costituzionale ed è proprio per questo che
non condivido la vostra mozione, che altro non è che un concentrato di intolleranza e
di ignoranza.
Oramai siete nel pallone in tutti i sensi.
PRESIDENTE
Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione e possiamo
procedere con le dichiarazioni di voto.
Non ci sono dichiarazioni di voto, la parola al Sindaco che vuole fare un
intervento.
SINDACO
Buongiorno a tutti i Consiglieri, al Presidente del Consiglio, alla Giunta e al
numerosissimo pubblico presente oggi in sala Consiglio.
Mi devo innanzitutto scusare perché inaspettatamente mi avevano fissato un
appuntamento alle 5 al quale per ragioni impellenti non avevo la possibilità di
mancare.
Questo mi dispiace perché non ho sentito l’esposizione da parte della
Consigliera Moroni e me ne scuso con lei, della mozione sui valori della resistenza
antifascista e dei principi della Costituzione Repubblicana e nei confronti di tutti gli
altri Consiglieri intervenuti.
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
33
Oggi è una bella giornata per Nuoro e io sono felice di poter essere uno degli
esponenti di questa Amministrazione che sposano a spada tratta, senza “se” e senza
“ma”, con convinzione, i valori della resistenza antifascista e i principi della
Costituzione Repubblicana, che sono quelli che ispirano la nostra azione politica, che
ispirano la nostra vita e che devono ispirare la nostra vita e che costituiscono il fulcro
valoriale attorno al quale si deve sviluppare la dimensione pubblica della persona
umana.
I valori contenuti nei primi 12 articoli della Costituzione sono un faro per
l’umanità intera, a tutte le latitudini, e sono il frutto di una conquista successiva ad
una guerra civile che ha visto contrapposti due fronti, rispetto ai quali io
personalmente e noi come maggioranza sappiamo quale scelta avremmo fatto
all’epoca, quale scelta facciamo oggi, quale scelta faremo in futuro e cosa
insegneremo ai nostri figli.
Ringrazio l’ANPI e le associazioni antifasciste qui rappresentate, le quali hanno
ispirato, suggerito in qualche maniera che il Comune di Nuoro si potesse fregiare,
così come altri Comuni, da ultimo quello di Sassari, di Comune antifascista.
La storia della città di Nuoro e del territorio è intimamente e strettamente
connessa con quei valori, sia per il peso che nella vita pubblica repubblicana hanno
avuto coloro che hanno combattuto nelle fila dell’antifascismo, sia per l’estrazione
culturale che da sempre caratterizza la nostra città.
È per queste ragioni che si può definire oggi una giornata felice per Nuoro,
perché non ce n’era bisogno in quanto si legge nel DNA della popolazione, però oggi
lo dichiara anche il Consiglio Comunale e questo ci deve rendere contenti ed
orgogliosi.
Se abitiamo in un paese che è in pace da oltre 70 anni e che si basa sui valori
dell’uguaglianza, del rispetto dell’altro, della solidarietà, lo si deve ai nostri avi che
per questi valori hanno combattuto.
Per questo appoggiamo questa mozione e la sposiamo con estrema
convinzione.
PRESIDENTE
Mi riallaccio in pieno a quello che ha detto il Sindaco, solitamente mi astengo
ma devo dire che voterò a favore in quanto ritengo che ci siano argomenti talmente
alti che non possono essere oggetto di speculazioni né da una parte né dall’altra.
Ritengo che se siamo qua è grazie a questa Costituzione che ci consente di
essere qui seduti e a tutti i valori dell’antifascismo della nostra Repubblica.
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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Quindi voterò a favore.
Pongo in votazione il punto tre all’ordine del giorno.
Esito della votazione: favorevoli 14; contrari 3; astenuti 0.
Votazione: approvato.
La parola alla Consigliera Moroni.
CONSIGLIERA MORONI
Chiedo una sospensione di un quarto d’ora.
PRESIDENTE
Chiedo se ci sono opposizioni.
Procediamo con un quarto d’ora di sospensione.
Ad ore 17.31 la seduta è sospesa.
Ad ore 18.36 il SEGRETARIO procede all’appello dei Consiglieri.
È presente il numero legale dei Consiglieri (N. 21 presenti, N. 3 assenti), la
seduta riprende.
PRESIDENTE
PUNTO QUATTRO ALL’ORDINE DEL GIORNO: APPROVAZIONE DEL
REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI CO.A.DI. NUORO.
Ringrazio per la loro presenza i membri delle associazioni e Marco Pedde che
sta prendendo un discreto freddo in questa sala e mi scuso per questo motivo, che
non ci sia un riscaldamento adeguato.
L’Assessore Romagna può iniziare con la sua esposizione.
ASSESSORA ROMAGNA
Buonasera a tutti, Consiglieri, colleghi di Giunta, Sindaco, Presidente, alle
associazioni presenti.
Un dovuto e sentito ringraziamento agli uffici dei servizi sociali, alla dottoressa
Maria Dettori per la collaborazione e la stesura del regolamento che va al vaglio di
quest’aula.
Ringrazio altresì i Presidenti delle commissioni affari generali, servizi sociali,
lavori pubblici, ambiente, bilancio, attività produttive e tutti i Consiglieri che hanno
partecipato e dibattuto su questo documento che si porta all’attenzione oggi.
Ringrazio ancora le associazioni proponenti la consulta e quelle che in questi
dodici mesi si sono avvicinate a questo processo.
Le voglio ringraziare personalmente per il lavoro fondamentale che svolgono
ogni giorno in silenzio. Voglio ringraziare ad uno ad uno i componenti, i volontari, i
familiari, i portatori di valori, perché l’associazionismo garantisce quel valore aggiunto
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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in una comunità indispensabile per affrontare i momenti più critici della vita.
PRESIDENTE
L’argomento è molto importante e delicato, chiedo a tutti molta attenzione e
discrezione, grazie.
ASSESSORA ROMAGNA
Quando arriva una diagnosi, quando si affronta una malattia, quando ci si rende
conto che la propria vita cambia il mondo crolla.
Spesso è come se si venisse colpiti da un macigno in testa. Ci sono racconti di
persone che nel momento in cui ricevono la diagnosi raccontano proprio di vedersi la
stanza girare, di vedere le stelline, proprio un evento traumatico molto, molto forte,
forse uno dei più pesanti.
Una caduta da cui è difficile rialzarsi se non si ha un braccio, una mano. E
spesso quella mano tesa è rappresentata proprio dalle associazioni che riescono a
creare famiglia dalle solitudini, a creare forza dalla rabbia e accettazione laddove c’è
tristezza.
Partendo da questi valori, riconoscendo questa importanza si è voluto
promuovere questo regolamento che sta alla base della prima consulta delle
associazioni di disabili del Comune di Nuoro, quindi fregiamoci anche di questo
importante risultato, frutto di un lavoro lungo e anche travagliato.
Affinché questa consulta sia l’organo principe, consultivo e propositivo
nell’affrontare tutti i temi legati alla disabilità, dalla fruizione all’accesso allo sport, alla
cultura, alle infrastrutture, alla viabilità, ai processi di inclusione sociale.
Per questo motivo, proprio per l’ampio spettro che deve riguardare la consulta,
si è discusso quattro volte in commissioni congiunte.
Si è cercato di essere sia garantisti, ma allo stesso tempo inclusivi noi per primi,
perché questo ente possa avvalersi della molteplicità di voci di cui il mondo della
disabilità è portatore.
Mi auguro che tutto il Consiglio Comunale approvi questo regolamento
riconoscendone l’importanza.
Se siete d’accordo do per letto il regolamento e do lettura del deliberato.
«Il Consiglio Comunale
PREMESSO che l'Art. 42 del T.U.E.L. statuisce che spetta al Consiglio
Comunale l'approvazione dei Regolamenti, eccezione fatta per il solo regolamento
dell'organizzazione degli uffici e dei servizi, che compete invece alla Giunta
Comunale;
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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CHE al Capo III l'Art. 7 dello Statuto Comunale disciplina l'attività
regolamentare;
CHE il Comune di Nuoro, riconoscendo il ruolo della realtà associativa e
l'importanza della funzione dell'attività di volontariato di ogni ispirazione ideale,
culturale, religiosa, promuove la costituzione della Consulta delle Associazioni delle
persone con disabilità Nuoresi;
CHE si rende necessario approvare il regolamento che disciplini il
funzionamento della Consulta delle associazioni delle persone con disabilità
CO.A.DI;
CHE in data 28 Novembre 2017 detto regolamento è passato al vaglio delle
Commissioni Consiliari congiunte;
CHE lo stesso regolamento composto da N. 8 articoli allegato alla presente
deliberazione per farne parte integrante e sostanziale è denominato: “Regolamento
CO.A.DI. - Consulta Comunale delle Associazioni delle persone con disabilità”;
VISTO il parere favorevole espresso ai sensi dell'Art. 49 del D.Lgs. N. 267/2000
del Dirigente del Settore 6 - Politiche Sociali - dott.ssa Maria Dettori;
Tutto ciò premesso e considerato;
D E L I B E R A
di approvare il Regolamento CO.A.DI».
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Flore.
CONSIGLIERA FLORE
Buon pomeriggio a tutti i presenti.
Prima di iniziare il mio discorso trovo doveroso ringraziare tutte quelle
associazioni che ogni giorno si battono ed operano per la tutela dei diritti di chi vive in
condizioni di disabilità; associazioni che proteggono i disabili e le loro famiglie e che
danno un forte contributo alla nostra comunità. Grazie.
Premetto che il regolamento della consulta delle associazioni delle persone con
disabilità non deve dividere ma unire tutti, sempre nell’intento di garantire ai nostri
cittadini meno fortunati il riconoscimento dei loro diritti, dove auspico che tutte le
barriere, non solo fisiche ma anche mentali, vengano abbattute, dove davanti a tutto
e al centro di tutto ci sono loro, ci sono i deboli, che hanno tanto da insegnarci.
Penso sempre che è molto più quello che loro danno a noi che quello che noi
diamo a loro.
Dove ho potuto ho partecipato agli incontri e alle sedute di commissione, dove
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
37
erano anche presenti alcune associazioni. Ho ascoltato i loro interventi con molta
attenzione.
Non vi nego che mi è dispiaciuto vedere dei confronti duri all’interno di esse,
però ci sta anche questo.
Il mio invito oggi è quello di mettere da parte i disaccordi, le incompatibilità.
Prima di tutto, lo ricordo, ci sono loro, che parlano di diritti, di esigenze
particolari, di condizioni di svantaggio che gli rendono difficile il normale inserimento
nella vita sociale.
I diversamente abili per me sono e devono essere tutti uguali. Certo, hanno
sicuramente dei bisogni diversi tra di loro, ma sono contraria a qualsiasi forma di
esclusione che possa danneggiarli.
Voterò questo regolamento che reputo giusto e che darà dignità e spazio a tutte
le associazioni che intendono farne parte.
Confido molto sul vostro contributo, per una città a misura di tutti.
Nonostante le difficoltà, non perdiamo mai l’obiettivo principale, che è quello di
collaborare, di condividere, di proporre, di suggerire idee giuste e utili per migliorare
la vita dei meno fortunati, delle fasce più deboli.
La nostra Amministrazione è sempre disponibile ad ascoltarvi.
Prima di concludere il mio discorso mi piacerebbe ricordare oggi, e mi rivolgo a
lei Assessore, e a lei dirigente, un servizio del Comune di Nuoro che ha lavorato e
che tuttora lavora con i minori dai 5 ai 17 anni in ambito educativo, garantendo
sempre attività di supporto anche ai disabili.
L’attenzione degli operatori è sempre stata rivolta a fare in modo che la
disabilità non fosse vista dai bambini come tale, ma in modo da far emergere le
potenzialità di chiunque.
Questo servizio veniva in passato svolto nella struttura di Villa Melis, chiusa a
seguito di un corto circuito da aprile 2015. Le attività educative non sono mai state
interrotte, sono state realizzate presso il centro polifunzionale di via Brigata Sassari.
Auspico oggi che quanto prima tali attività tornino ad essere svolte nella sede
opportuna, non dimenticandoci che Villa Melis è una struttura donata all’ente da
privati per la realizzazione di attività riservate esclusivamente ai minori.
Grazie a tutti.
PRESIDENTE
Grazie Consigliera Flore, soprattutto per i richiami fatti all’importanza della
delibera odierna e del regolamento odierno.
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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La parola alla Consigliera Zedde.
CONSIGLIERA ZEDDE
Grazie Presidente, un saluto a tutte le associazioni presenti.
Anch’io ho apprezzato in modo particolare l’intervento della Consigliera Chiara
Flore e dell’Assessora Valeria Romagna.
Ringrazio intanto le associazioni proponenti che con una certa lungimiranza
hanno proposto a questa Amministrazione la costituzione di una consulta.
Consulta che nasce dalle esigenze delle associazioni che rappresentano le
persone con disabilità.
Parafrasando il titolo di un celebre film, che a sua volta si ispira ad un celebre
romanzo, Nuoro non è un paese per persone con disabilità.
Sicuramente non lo è Nuoro, non lo è la Sardegna, non lo è l’Italia in genere, e
l’Europa in generale, posto che l’Unione Europea sente ogni anno l’esigenza di
istituire un premio per quelle città che promuovono azioni contro la disabilità.
Il nostro lavoro è stato lungo, a volte un po’ travagliato, proprio perché è la
prima consulta che viene istituita nel Comune di Nuoro, per cui ovviamente si è
trattato di una costruzione abbastanza impegnativa che ha, come ha giustamente
ricordato l’Assessora Romagna, coinvolto tutte le commissioni.
Posto che la questione, la tematica della disabilità abbiamo ritenuto non
investisse soltanto il settore dei servizi sociali, che peraltro ne sono la componente
fondamentale, ma investisse anche tutti gli altri rami dell'Amministrazione, quindi
coinvolgesse il settore dell’urbanistica, il settore dei lavori pubblici, il settore
ambiente, l’istruzione, gli affari generali e così via, proprio perché la disabilità
impedisce talvolta di esercitare i diritti di cittadinanza.
Non dobbiamo pensare soltanto al fatto triste della disabilità, ma per un disabile
oggi - è testimone Marco Pedde che conosciamo tutti per essere un attento
osservatore anche della realtà politica - molte volte il diritto di cittadinanza può
essere limitato dal fatto di non riuscire ad assistere così come qualsiasi altro cittadino
alle sedute del Consiglio Comunale; oppure il diritto di un cittadino disabile di
accedere al sito del Comune, in questo caso del Comune di Nuoro, e riuscire a
leggere con gli strumenti di comunicazione gli atti dell’albo pretorio.
Anche quello è un diritto di cittadinanza, in questo caso digitale, che viene
negato ad un disabile per esempio ipovedente; questo è anche un invito alla nostra
Amministrazione ad adeguare l’albo pretorio.
Il diritto di cittadinanza è anche un diritto di cittadinanza digitale e comprende
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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vari problemi di accessibilità.
Pertanto ben venga la consulta dei disabili, che non ci pone soltanto il problema
delle barriere architettoniche che sono importantissime, ma ci porrà sicuramente
tante altre problematiche che limitano il diritto di cittadinanza.
Io voglio parlare di diritto di cittadinanza, per cui, ripeto, è giusto parlare della
malattia, ma io voglio parlare anche di tutte quelle limitazioni, perché diciamo che la
disabilità non sempre è collegata ad una malattia.
Per cui ben vengano le associazioni delle persone con disabilità che ci pongono
i problemi che la disabilità comporta e che limitano l’esercizio dei diritti di cittadinanza
previsti dalla nostra Costituzione; diritti di cittadinanza che sono la partecipazione alle
attività sociali, culturali, ricreative, perché un disabile deve avere il diritto di andare al
cinema, il diritto di andare in un ristorante, il diritto di assistere ad una seduta di
Consiglio Comunale, il diritto di accedere ad un museo, il diritto - come ho detto
prima - di avere accesso alla documentazione di un sito istituzionale.
Oltre che tutti gli altri diritti: il diritto all’assistenza sanitaria, il diritto
all’eliminazione delle barriere architettoniche ma, come peraltro ha detto anche la
Consigliera che mi ha preceduto, abbiamo la necessità di eliminare anche le barriere
mentali.
Premesso questo, abbiamo detto che abbiamo coinvolto tutte le commissioni
congiunte, quindi non soltanto la commissione servizi sociali, che è la prima
commissione che viene coinvolta per quanto concerne la disabilità che riguarda
l’inclusione sociale, ma tutte le altre commissioni, con riferimento al fatto che la
consulta si occuperà di vari settori.
Abbiamo detto che ci siamo ispirati, direi quasi in modo pedissequo, allo statuto
comunale e abbiamo regolato il funzionamento della consulta facendo riferimento
proprio al nostro statuto comunale, che prevede l’istituzione delle consulte di
associazioni di cittadini e ne abbiamo riportato il funzionamento quasi integralmente.
Mi auguro che la consulta operi attivamente, che serva da pungolo a questa
Amministrazione, che talvolta si dimentica di quelle che sono le esigenze delle
persone con disabilità e che sia proprio da pungolo perché intervenga e si faccia
sentire in tutte le sedi per spronare noi in questo momento e chiaramente poi chi ci
sarà dopo di noi, e tenere sempre alta l’attenzione su quelle che sono le
problematiche delle persone con disabilità.
E io ci tengo a dire le problematiche che molto spesso impediscono alle
persone con disabilità di godere appieno dei diritti della cittadinanza. Anche - ci tengo
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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a ribadirlo - della cittadinanza digitale.
Colgo l’occasione per augurare un buon lavoro, un proficuo lavoro alle
associazioni che costituiranno la CO.A.DI.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Saiu.
CONSIGLIERE SAIU
Ho seguito i lavori delle commissioni che si sono riunite, la vita di questa bozza
di regolamento quando è arrivata all’attenzione degli organi di cui è costituito il
Consiglio Comunale.
Devo dire che è arrivata in un momento già abbastanza maturo per i tempi che
hanno riguardato il confronto.
Intanto la proposta di regolamento, è bene precisarlo, arriva su iniziativa di
alcune associazioni che svolgono un ruolo di stimolo rispetto all’inerzia di questa
Amministrazione Comunale, ma anche di tutte quelle che l’hanno preceduta e che
non hanno dato attuazione alla disposizione statuaria che invece prevedeva, prima
ancora della costituzione della consulta delle persone con disabilità, la previsione di
una commissione e di un impianto generale che disciplinasse le consulte intese
come organi di raccordo tra il mondo delle associazioni e la rappresentanza politica
del Comune.
Quindi il primo aspetto che va evidenziato è questo: noi oggi discutiamo di un
regolamento che si muove in un contesto privo della sua cornice o, meglio di quella
cornice che richiama lo statuto, quella che dovrebbe disciplinare in via generale tutte
le consulte, che non sono evidentemente un numero infinito, ma che devono essere
finite nella misura in cui devono essere quelle che il Consiglio Comunale riterrà
debbano essere costituite.
Il primo elemento che risalta è questo: il Consiglio Comunale oggi discute una
proposta - non è quella proposta - ma che nasce su iniziativa di alcune associazioni e
la discute dopo averne modificato in larga misura e con diversi passaggi l’origine,
perché la prima proposta è stata oggetto inizialmente di un’interlocuzione tra queste
associazioni e lo stesso Assessore ai servizi sociali.
Interlocuzione che in quella prima fase, pur determinando delle modifiche alla
proposta stessa, però non ha coinvolto né il Consiglio Comunale né le commissioni
né i gruppi consiliari.
Il coinvolgimento delle commissioni, dei gruppi e del Consiglio arriva alla fine,
correggetemi se sbaglio, ad ottobre.
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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E arriva dopo che sulla stampa emerge la necessità che i tempi, fino a quel
momento molto lunghi, venissero in un certo senso accorciati, perché è evidente che
se è arrivato lo stimolo di un gruppo di associazioni affinché venisse adottato un
regolamento, era evidentemente perché se ne sentiva la necessità.
Quindi un gruppo di associazioni chiede, attraverso le comunicazioni
all’Assessore ai Servizi Sociali, che il Consiglio Comunale, che è l’assemblea che
rappresenta i cittadini di Nuoro, si occupasse di questo problema, cioè della
mancanza di un organo di raccordo tra l’Amministrazione e le associazioni delle
persone con disabilità.
Questo lavoro ha coinvolto da un certo momento in poi anche me in qualità di
Consigliere Comunale, me e gli altri colleghi dell’aula dell’assemblea cittadina.
Anche stasera ho sentito parole simili a quelle che hanno accompagnato il
dibattito nelle commissioni.
Dal mio punto di vista questa bozza di regolamento, ahimè sconta, soffre e
patisce un limite, che è quello di non essere riuscita a trovare un accordo unanime
fra le associazioni e i proponenti.
E questo è un aspetto sul quale questo Consiglio Comunale non può far finta di
niente.
Cioè anche nell’evoluzione che questo testo ha avuto nel suo lunghissimo
periodo di gestazione si è assistito ad un progressivo configurarsi di posizioni diverse
anche sullo stesso testo.
Allora, così come ho detto in commissione, credo sia stato un errore non avere,
per quanto lo sforzo che io chiedevo anche in quella sede fosse importante, un
ulteriore esercizio di accordo affinché poi anche il Consiglio Comunale potesse
votare un testo condiviso da tutte le associazioni proponenti.
Invece il testo che oggi il Consiglio Comunale discute non è un testo che
unanimemente viene condiviso dalle associazioni proponenti.
È certamente vero che la responsabilità consiliare va oltre, nel senso che poi
siamo noi che dettiamo le regole. Ma in questo caso specifico avrei preferito che le
regole dettate dal Consiglio Comunale avessero trovato già nel momento della loro
proposta un’unanimità che non c’è.
E manca soprattutto su un aspetto, che è quello legato alla partecipazione delle
associazioni all’organo consultivo, cioè alla consulta. Quali associazioni possono
partecipare?
Il dibattito, mi pare di capire anche all’interno della stessa maggioranza,
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
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certamente nelle commissioni che si sono riunite, è stato molto conflittuale su quanto
disciplinato dall’Art. 3, cioè su quali associazioni possono far parte della consulta.
Senza voler ripetere tutti i passaggi che chi ha avuto modo di partecipare alle
commissioni conosce, si sono scontrati due principi dal mio punto di vista entrambi
meritevoli di considerazione.
Il primo è quello della partecipazione, la più larga possibile. Cerchiamo cioè di
fare in modo che alla consulta partecipino tutte le associazioni che davvero
attivamente, concretamente, lavorano sul territorio nuorese.
Dall’altro però c’era il principio altrettanto importante della necessità di fare in
modo che a questa consulta, che ha funzioni di rappresentare temi e problemi,
partecipassero solo associazioni che davvero avessero capacità di rappresentare
delle persone e di rappresentare delle battaglie, perché è sotto gli occhi di tutti,
anche i recenti episodi di cronaca ce lo dimostrano, il tema della malattia e della
disabilità, i fenomeni ed episodi crudeli di chi approfitta della situazione di difficoltà
degli altri sono aspetti molto, molto inquietanti.
Allora cosa si è cercato di fare in quelle commissioni? che non vanno citate per
il numero delle loro riunioni secondo me, quanto piuttosto per la capacità che hanno
avuto di portare un risultato condiviso. Capacità incompiuta sotto questo aspetto, per
quanto il regolamento sia stato migliorato in alcune sue parti, grazie a proposte sia
della maggioranza che della minoranza.
Ecco perché noi Consiglieri di opposizione non abbiamo presentato oggi
emendamenti; perché Presidente, lo dico a lei ma credo che lo intuisca, in questa
sede il regolamento o si vota a favore o si vota contro o ci si astiene, ma la sede
deputata alla sua modifica era quella delle commissioni.
Non tutte le modifiche che sono state proposte sono state accolte, né per
quanto riguarda quelle avanzate dai Consiglieri Comunali, né per quanto riguarda
quelle avanzate dalle associazioni o da alcune associazioni.
Questo contesto va definito appunto per capire come si orienterà poi la scelta di
ciascun Consigliere rispetto al voto che dovrà essere espresso sulla proposta di
regolamento.
Il Consiglio Comunale avrebbe serenamente e pacificamente votato
all’unanimità un regolamento o una bozza di regolamento che avesse trovato
l’unanimità almeno delle associazioni proponenti. Invece oggi noi ci troviamo a
discutere una bozza di regolamento che non trova il riscontro unanime, il consenso
unanime delle associazioni proponenti.
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
43
E questa non era una condizione indispensabile, era però secondo me - e
questa è la mia opinione - una condizione non solo auspicabile ma necessaria,
perché è proprio nel momento fondante di un organismo come questo che serve
l’unanimità, il consenso, l’appoggio di chi decide di farne parte, per dare la forza più
ampia possibile a questo organismo proprio nel suo momento iniziale, nel suo
momento incipiente.
Invece così non è e io non posso non tenere conto di questo aspetto, tanto
meno ovviamente posso trascurare la necessità che questo organismo funzioni.
Però credo anche che per funzionare avrebbe avuto bisogno questo organismo
di diverso consenso in partenza.
Dico subito che le regole che avremmo dovuto definire certamente sotto la
nostra responsabilità secondo me avrebbero dovuto essere regole maggiormente
condivise.
E io so, perché l’ho visto con i miei occhi, che anche all’interno della stessa
maggioranza c’è stato chi si è prodigato in uno sforzo di compromesso che riuscisse
a mettere d’accordo tutti.
Uno sforzo che evidentemente non ha avuto successo, visto e considerato che
la bozza di regolamento che ci viene presentata è esattamente la stessa che è stata
sottoposta all’attenzione delle commissioni e che non reca quelle modifiche che
invece alcuni ritenevano essere necessarie.
Questo è un aspetto che io non intendo trascurare e che anzi voglio porre
all’attenzione del dibattito di questo Consiglio Comunale nei termini che ho espresso.
È un rammarico, il mio, rispetto ad un testo normativo che poteva essere
diverso non perché aderente ad una proposta piuttosto che ad un’altra, ma anche per
il semplice fatto che non si è cercato di percorrere e di individuare una via di
mediazione tra proposte diverse.
Perché poi, come ho detto in commissione, non volevo, non voglio, non vorrei
che ad organismi come questo venissero applicate le categorie e le dinamiche tipiche
della politica: della maggioranza contro la minoranza, del gruppo di governo contro
quello di opposizione, perché non dovrebbe essere questa la logica alla base di
un’organizzazione come quella che invece il Consiglio Comunale oggi deve
regolamentare.
E siccome non dev’essere questa, io auspicavo che, anche con una riunione di
commissione in più si potesse trovare una soluzione di mediazione che raccogliesse
il consenso di tutti. Questo consenso non c’è e il Consiglio Comunale ne deve essere
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
44
consapevole.
È un organismo che serve, perché ci è stato richiesto, però è bene anche
sottolineare e ricordare che ci è stato richiesto con una disciplina diversa, che noi
abbiamo la libertà di modificare certamente, ma esercitando questa libertà dobbiamo
anche essere consapevoli di quello che è successo fino a questo momento.
Quindi sul tema della partecipazione dei soggetti legittimati a partecipare e poi
dei rappresentanti che materialmente siederanno nell’assemblea, io ritengo che il
lavoro che si sarebbe potuto svolgere sarebbe stato un lavoro diverso, dal mio punto
di vista migliore di quello che invece è contenuto nelle disposizioni regolamentari.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Leonardo Moro.
CONSIGLIERE MORO L.
Grazie Presidente, Assessori e colleghi Consiglieri, su questo argomento
avremmo potuto - l’ha citato anche il Consigliere Saiu poco fa, un piccolo vulnus -
presentare anche una pregiudiziale, per il fatto che a termini di statuto questa
consulta sarebbe dovuta essere preceduta da un altro regolamento, quello delle
consulte.
Soltanto lo scopo di questa consulta e la proposta scaturita dal basso in effetti
giustifica un’eccezione in questo procedimento, privo di quella cornice prevista nel
nostro statuto, al quale peraltro questa consulta si ispira.
Io non mi soffermo sul ruolo e sui compiti delle associazioni che vedo numerose
e presenti fra il pubblico e che quindi sono, oltre che proponenti di questa misura,
anche ovviamente quelle beneficiarie e quelle maggiori protagoniste a regime
dell’azione dell'Amministrazione, ai sensi di un articolo del regolamento molto
importante che è quello dei compiti della consulta.
Resta un organo consultivo per definizione, ma parteciperà alle fasi salienti
della vita amministrativa a partire dal bilancio ma non solo; ha la capacità di
proposta, che è una cosa fondamentale oggi come oggi.
E quando la capacità di proposta viene dagli addetti ai lavori, è quasi sempre
mirata, efficace, obiettiva e giusta.
Il ruolo delle istituzioni è un altro. È quello di fare uno strumento, di scrivere un
articolato come in questo caso, quello più efficace possibile.
Non è che ci siamo riusciti alla perfezione, però io sono favorevole allo
strumento, primo perché viene dal basso, secondo perché si occupa di un bisogno
per il quale l’Amministrazione, questa Amministrazione, da sempre è impegnata in
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
45
prima linea.
Quindi attivare questa collaborazione con gli addetti ai lavori per quanto
riguarda il volontariato e le persone con disabilità è un salto qualitativo; mi attenderei
un salto qualitativo nelle politiche comunali non da poco, a partire da subito.
Se riusciamo però a superare e a scontare tutte le criticità che sono emerse
nelle commissioni e che non siamo riusciti fino ad oggi a dipanare del tutto.
Io confido anche in un’altra cosa: quando si fanno le consulte è un organismo
collegiale e in quanto tale plurale, l’ha detto anche l’Assessore nella sua illustrazione,
e quindi aperto e trasparente.
Aggiungo quindi - è un auspicio ma mi auguro che la vita della consulta vada in
quella direzione - che solo chi svolge il suo ruolo con abnegazione e con vero spirito
di volontariato e disinteresse, potrà davvero resistere a questo nuovo regime di
apertura e di trasparenza ed operare bene a favore delle persone con disabilità e con
bisogno spiccato. Le altre saranno espulse dal sistema mi auguro.
Su questo magari quest’organo, cioè il Consiglio Comunale, la Giunta, l’organo
esecutivo dovranno vigilare, perché ovviamente è anche un organismo che si
autogoverna, ma è sempre satellite dell'Amministrazione, del Consiglio Comunale
che oggi vota il regolamento per la consulta.
Noi su questo saremo mobilitati, vigileremo sul percorso di efficacia di questo
organismo perché confidiamo anche in un’altra cosa: nella capacità oltre che di
autoregolamentarsi e di autogestire le proprie azioni, il proprio calendario dei lavori, i
propri ordini del giorno, le proprie priorità anche da sottoporre all’attenzione di questo
Consiglio Comunale e della Giunta, crediamo anche nella relazione efficace.
È un termine oggi molto di moda la relazione efficace, cioè quella del confronto
continuo che alla prova dei fatti potrebbe, costringendo le associazioni a convivere in
un ambiente dove la priorità non è quella dello sconto o della contrapposizione, ma
anzi quella del buon esempio a favore delle categorie deboli, a superare queste
criticità.
Questo Comune, questo Consiglio - ovviamente ne faccio parte anch’io e la mia
quota di responsabilità me la prendo tutta - non è riuscito a contemperare queste
esigenze. Ci sono ancora delle forti tensioni, soprattutto a proposito dell’Art. 3 è vero,
cioè la partecipazione, il diritto, il titolo a partecipare è un po’ sfumato, non è chiaro.
Questo lo dobbiamo dire.
Saremmo potuti essere più precisi in questo. Non lo siamo stati, speriamo che
chiunque partecipi abbia titolo e abbia quella passione e quello spirito di volontariato
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
46
che vince su tutto e che solletica il nostro auspicio e soprattutto andrà a stimolare la
nostra funzione di controllo, perché altrimenti è un organismo destinato a fallire da
subito.
Ecco, prima di fregiarsi, Assessore, di questo strumento, probabilmente
occorrerà monitorare qualche mese di attività per capire se il regolamento è perfetto
o perfettibile. Quasi mai niente è perfetto, quasi tutto invece è perfettibile, può darsi
che si renda necessaria una correzione e che magari - possiamo essere anche noi
proponenti qualche volta - in futuro se dovesse servire potremo essere chiamati a
proporre un correttivo.
Per ora io mi fermerei qui. Spero di poter partecipare, perché ho un impegno
personale, alla fase di votazione. Fin d’ora però ovviamente ringrazio tutte le
associazioni che hanno contribuito e che hanno stimolato l’Amministrazione a dotarsi
di questo strumento.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Brodu.
CONSIGLIERE BRODU
Ringrazio, Presidente, e saluto ancora tutti, in modo particolare saluto le
associazioni presenti a questi lavori consiliari di approvazione del regolamento.
Assessore, le faccio il mio plauso personale per aver portato in aula questo suo
lavoro. Un lavoro non facile, un lavoro complesso e sotto questo aspetto credo che
anche il contributo dato dagli uffici e dalle dirigenze sia stato importante.
Non senza trascurare il contributo e lo stimolo, in modo particolare i momenti
propositivi che sono venuti dalle associazioni.
I momenti istitutivi delle consulte sotto un profilo di carattere generale, così
come il tema particolare che stiamo affrontando, ci hanno da sempre spinto sin dalle
enunciazioni di programma, che davvero non devono dividere ma unire.
L’ha detto in apertura di dibattito consiliare la Consigliera Flore, che stasera ha
dato in diversi momenti e su diversi punti all’ordine del giorno contributi rilevanti, e
ancora le condivido questa affermazione che mi appartiene nei contenuti.
Tanto mi appartiene il momento che deve spingere all’unione e non alla
divisione che, l’ha ricordato un attimo fa il Consigliere Moro, bisogna valorizzarlo.
Abbiamo anche saltato lacune o piccoli difetti procedimentali pur di pervenire a
questo.
Questo a testimonianza che l’istituzione delle consulte, i temi che stiamo
affrontando vanno davvero al di là dei profili procedimentali o degli scontri che ci
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
47
possono essere fra le diverse appartenenze.
Ci si confronta su altro e non su questi aspetti quando si discutono e si trattano
queste tematiche.
Allora lo anticipo, il mio voto sarà sotto questo aspetto favorevole.
Il voto favorevole e l’enunciazione di impostazione non può però allo stesso
tempo, Assessore, nasconderci le criticità che comunque sono presenti in questa
bozza di regolamento che ci viene proposto di votare.
La criticità è stata in qualche maniera già evidenziata da interventi che mi
hanno preceduto, ma voglio un momento ritornarci, perché la criticità la dobbiamo
cogliere tutta e fa paio con la premessa che ho posto nel mio intervento, che non
devono dividere ma unire.
Le criticità invece hanno segnato momenti di divisione, in modo particolare la
divisione fra le associazioni proponenti.
E la diversità è tutta contenuta in quell’Art. 3 del regolamento, laddove si
legittima l’adesione alla consulta solo sulla base dell’iscrizione all’albo comunale;
mentre un momento propositivo differente, alternativo era quello dell’iscrizione al
registro regionale.
Il momento di diversità non è di poco conto, perché l’albo comunale è di recente
istituzione, sconta la sua novità istitutiva e, nel momento della novità istitutiva in
modo particolare sconta quelli che sono i requisiti che le associazioni devono in
qualche maniera avere per essere poi iscritte sotto il profilo della durata di vita, della
vita ante per essere ammessi all’iscrizione, insomma tutta una serie di problematiche
di non poco conto.
Mentre l’albo regionale prevede altre caratteristiche ed altri requisiti, se non
altro quello di una durata per esempio consolidata di tre anni e via discorrendo.
Così come non è di poco momento, e di questo c’è grande carenza all’interno
del regolamento, in qualche misura in prospettiva in quel lavoro di monitoraggio al
quale accennava il Consigliere Moro bisognerà anche registrare, paga lo sconto di un
mancato raccordo fra la consulta comunale che stiamo andando ad istituire con la
consulta regionale sulla disabilità che ha un suo momento all’interno della
Presidenza della Regione Sarda, con un momento istitutivo di componenti, di vita
disciplinata e anche di risorse economiche importanti che sono in bilancio regionale
già preventivate.
Questi sono momenti che devono in qualche misura essere posti all’attenzione
e forse sotto questo aspetto l’alternativa di chi proponeva l’adesione alla nostra
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
48
consulta delle associazioni iscritte al registro regionale in qualche maniera forse
poteva superare o avviare in maniere differenti. Sono criticità sulle quali dobbiamo
confrontarci e non nascondercele.
Detto questo, ho detto che il lavoro che è stato fatto è un lavoro comunque
importante, ci consente in ogni caso di licenziare questo testo, che come primo avvio
può essere in ogni caso un momento qualificante verso un lavoro all’interno di queste
tematiche che meritano non solo un impegno che le associazioni certamente
sapranno dare e testimoniano quotidianamente di saper dare con il volontariato, ma
anche le giuste sensibilità da parte di ognuno di noi nel voler comunque confrontarsi
con questi problemi verso obiettivi comuni.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Siotto Michele.
CONSIGLIERE SIOTTO M.
Grazie Presidente, buonasera a tutti e buonasera ai componenti delle
associazioni.
Questa volta, stranamente, do ragione anche al Consigliere Moro. Penso
realmente che dobbiamo vigilare su questa cosa, anche perché siamo stati chiamati
a fare una scelta che, com’è stato già detto, ha creato non poche difficoltà anche per
la diversità di opinioni, perché questo argomento l’abbiamo ritenuto importante da
tanti punti di vista, soprattutto sull’Art. 3, cioè la rappresentatività delle associazioni.
Come maggioranza già dagli inizi avevamo parlato di essere il più inclusivi
possibile, quindi abbiamo scelto di proporre quella che era la strada, secondo il
parere nostro, che includeva più associazioni possibili.
Però ha ragione il Consigliere Moro, questo non ci impedirà e non ci impedisce
di aggiustare il carico, come si dice dalle nostre parti, cammin facendo.
L’alternativa a non fare una scelta sarebbe stato lo stallo, sarebbe stata la
scelta peggiore. Cioè se noi non avessimo scelto fra le due opzioni ci sarebbe stato
comunque uno stallo e credo che l’alternativa fosse comunque la scelta peggiore.
Quindi io reputo importante la scelta che abbiamo fatto, quella comunque di
portarla in aula e di portarla al voto.
Ciò non ci impedisce, se ci rendiamo conto che questa scelta ci può creare
delle difficoltà, di tornare in aula e di parlarne nelle commissioni, perché il nostro
compito è questo.
Noi oggi abbiamo comunque presentato quella che secondo noi era la linea
migliore, quella che abbiamo reputato più inclusiva possibile ma, ripeto dopo tanti
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
49
anni finalmente si riesce a portarla in aula, visto che l’obiettivo ultimo era proprio
questo.
Avremo opportunità di valutare queste nostre scelte ed eventualmente
cambiare strada, non c’è problema.
PRESIDENTE
La parola alla Consigliera Sanna.
CONSIGLIERA SANNA
Buonasera a tutti, saluto i rappresentanti delle associazioni che ho visto più
volte in tutte le commissioni congiunte alle quali ho partecipato anch’io, anche con
molto impegno.
Ho partecipato a tutte per arrivare oggi all’approvazione del regolamento della
CO.A.DI, di questa consulta.
Durante i lavori non c’è stato sempre un confronto pacifico, ho vissuto alcuni
momenti di contrasto intercorsi tra le associazioni proponenti stesse molto forti, con
rammarico e quasi spavento, tant’è vero che lo affermai anche in commissione.
Ho percepito dei dissapori così forti, che sembravano addirittura insormontabili,
che mai mi sarei aspettata di trovare in seno alle associazioni proponenti e
soprattutto in seno a coloro i quali si occupano di disabilità.
Nelle commissioni quindi, oltre ad aver dialogato ed essersi confrontati anche
così aspramente, però tutti quanti i partecipanti, i colleghi Consiglieri, l’Assessore, la
dirigente e anche le associazioni stesse, hanno mostrato, secondo me tutti quanti
insieme abbiamo comunque mostrato di voler raggiungere l’obiettivo, che era quello
di dare alla città uno strumento di aiuto così valido come quello della consulta.
Quindi ognuno col proprio contributo tra domande, risposte, proposte, ma
soprattutto cercando di mediare, abbiamo cercato di raggiungere la maggiore
condivisione possibile per il regolamento che ora andiamo ad approvare, che
sicuramente non sarà perfetto o condiviso in ogni sua parte e condiviso da tutte
quante le associazioni proponenti, però certamente è un valido punto di partenza.
Credo che questo nuovo organo propositivo e consultivo sia essenziale per una
comunità che voglia crescere, senza che nessuno dei suoi componenti e quindi
nessuna persona resti da sola e indietro, lasciata sola nelle sue limitazioni in quelle di
libertà del vivere quotidiano che la condizione di disabilità impone quando non è
supportata dalla comunità intera.
Io oggi approvo e voto a favore di questo: di una comunità intera che si dota di
un nuovo organo importante, superando ogni tipo di divisione e conflitto e
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
50
sicuramente sono superabili queste divergenze che si sono manifestate all’inizio,
appunto con continui confronti, altre cose da correggere, cose da aggiungere e tutto
quello che ognuno riterrà opportuno proporre e sarà messo al vaglio degli altri in
questo confronto veramente democratico.
Oggi davvero ognuno pone davanti a sé un unico obiettivo, che per la CO.A.DI,
per la consulta, è quello di essere di supporto all'Amministrazione, perché è quello
che deve fare, è proprio un organo di supporto, perché l’Amministrazione possa a
sua volta essere di supporto alla comunità intera.
La disabilità è una condizione limitante che riguarda una persona e la limita nel
vivere quotidiano.
Però poiché la persona non è solo portatrice di disabilità ma anche, come tutte
le persone, di valori e risorse, queste risorse devono essere messe a vantaggio di
tutta la comunità alla quale questa persona appartiene.
Quindi è necessario che arriviamo a fare proprio un concetto importante, che è
quello dal quale io parto, superando anche tutte le difficoltà che ci possono essere in
un regolamento.
È necessario che si arrivi a far proprio il concetto che la disabilità è una
limitazione per tutta la comunità, non soltanto per la persona che la vive, qualora non
si creino gli strumenti adatti a superare le limitazioni e quindi a far fruttare tutte le
risorse individuali che quella comunità compongono.
Quindi io direi che oggi partiamo da questo, da questo obiettivo da raggiungere,
che è una comunità tutta intera. Abbiamo una consulta con un regolamento di base
che le dà i natali.
Il resto poi sta a noi, sta all'Amministrazione, al Consiglio, soprattutto alla
Consulta, proseguire con il superamento delle divergenze, con impegno, confronto e
massima condivisione per raggiungere la massima efficacia nei risultati, nell’obiettivo.
Il mio voto è assolutamente a favore.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Montesu.
CONSIGLIERE MONTESU
Io credo che in questo momento sia di fondamentale importanza partire per
recepire le istanze che ci vengono da questo mondo.
Pur riconoscendo che se ci fosse stata l’unanimità di tutti su questo
regolamento sarebbe stata la fase sicuramente migliore, ma se non c’è, siccome
ritengo prioritario andare subito a recepire le istanze di questo mondo, credo che
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
51
questo regolamento vada licenziato subito e approvato.
Però non ignoro il fatto che ci sono dei dissensi. Allora ritorno a quanto hanno
detto alcuni miei colleghi Consiglieri che questo regolamento lo licenziamo oggi però
è perfettibile.
Certe volte si inizia a lavorare insieme e si superano momenti di divisione
iniziali che ci possono essere, per cui se arrivano proposte anche in seguito credo
che il Consiglio Comunale, noi dell’opposizione ma penso anche la maggioranza, sia
sempre disponibile a variazioni.
Per cui partiamo subito, facciamo questa benedetta consulta e vediamo un
pochettino. I lavori sono sempre aperti, la disponibilità del Consiglio Comunale a
migliorare sicuramente c’è, tutti quanti sappiamo che ci sono queste divergenze.
Avremmo voluto, se ci fossero stati i tempi, anche superarli in commissione, ma si
possono superare anche lavorando insieme tra consulta e Consiglio Comunale.
Per cui il mio voto sarà sicuramente sì.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Gusai.
CONSIGLIERE GUSAI
Grazie signor Presidente, saluto nuovamente i presenti, in particolare i
rappresentanti di queste associazioni e il nostro amico qui presente “disabile”.
Io credo che lo strumento della consulta sia un’importante iniziativa meritoria di
plauso e di stimoli, in quanto è evidente che il termine, partendo dalla definizione di
disabile, che non bisogna confondere con menomazione, necessita di una politica a
button up, ovvero di una risposta, di un problem solving che venga dalla base, dal
soggetto attivo in questo contesto.
La consulta ci permette in un certo qual modo di avvicinare il soggetto fruitore
del servizio del volontariato e del ruolo dell’associazione e così noi, che fino ad
adesso - infatti mi è sembrato molto strano - siamo rimasti un po’ fuori da questo
ambiente, non eravamo al corrente e non potevamo dare una mano effettivamente
per risolvere alcuni problemi, non solamente dal punto di vista economico ma anche
dal punto di vista politico.
Ricordando che il volontariato, ciò che svolgono queste associazioni
quotidianamente, è lodevole, infatti le ringrazio anch’io in questo momento, mi
associo agli altri colleghi.
Mi rendo conto che nella professione, ricordo che sono un medico, il 60%
dell’assistenza sotto ogni punto di vista è svolto dalle associazioni di volontariato; un
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
52
volontariato che svolge un ruolo politico, che partecipa attivamente ai processi di vita
sociale, favorendo la crescita di un sistema democratico, sollecita la conoscenza
delle problematiche e dei diritti di tutti noi.
Inoltre rileva i bisogni e i fattori di risoluzione di parte di questi bisogni ed
individua quali sono le criticità.
È pertanto evidente che un sistema di associazioni in particolare che si
occupano di varie problematiche, era fondamentale che si dotasse dello strumento
della consulta.
Una consulta che è evidente, come hanno rimarcato alcuni miei predecessori,
necessita di alcune regole, oltre che di una vigilanza, premettendo che ci vuole il
buon senso; ammetto pure che ci siano dei dissensi all’interno, però ancor più
riconoscendo questi dissensi è necessaria la presenza di una consulta e se vogliamo
la presenza di un organo super partes, che può essere rappresentato dall’Assessore
qui presente.
In una società che cammina, questa società liquida, dove le problematiche
emergenti sono sempre più spingenti, è evidente che dobbiamo essere più attuali,
più plastici e rispondere a queste problematiche non solamente dal punto di vista
emergente della criticità, non dobbiamo essere solamente contingenti ma dobbiamo
anche prevedere.
La costituzione della consulta, oltre che un ruolo prettamente contingente della
risoluzione dei problemi emergenti, può svolgere anche, con uno sguardo
prospettico, futuristico, una sorta di preparazione alla risoluzione dei problemi che
emergeranno.
Per l’abbattimento delle barriere, non solamente architettoniche, ma io penso
che le barriere comportamentali siano la più grave problematica che incontrano tutti
questi soggetti con menomazioni o disabilità, è fondamentale il ruolo politico che può
assumere anche un ente comunale o un ruolo pilota dell’Assessorato.
Con atteggiamenti e politiche che riducano le omissioni, i pregiudizi ed
eventualmente favorendo politiche di integrazione vera e propria che la Consulta non
può che sinergicamente migliorare.
Quindi il mio parere è favorevole.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Siotto.
CONSIGLIERE SIOTTO G.
Grazie Presidente, gentili colleghi, colleghe, gentile pubblico e associazioni,
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
53
Assessora, questo è un percorso che va avanti da parecchio tempo, nato appunto -
com’è stato già precedentemente detto dai colleghi in aula - da uno spunto, anzi da
una richiesta vera e propria protocollata all’ente comunale delle associazioni
proponenti ed è un ritardo che l’Amministrazione, intesa come Amministrazione
Comunale a prescindere dagli amministratori in carica, ha avuto nei confronti
certamente di tutte queste associazioni che si occupano nel quotidiano delle persone
con disabilità, sul quale adesso si cerca, giustamente e doverosamente, di porre
rimedio.
È stato detto che c’è stata una spaventosa divisione delle associazioni.
Io credo vada un attimo ridimensionata, non negando l’esistenza di visioni
differenti sull’applicazione e sulla richiesta di modifica del regolamento, che peraltro
ritengo ognuno per quanto di competenza e per quanto del proprio pensiero più che
legittime.
Ovvero da un lato circa sei associazioni delle nove proponenti iniziali, hanno
dato l’ok a che il Consiglio Comunale licenziasse oggi questo regolamento così come
presentato e licenziato dalle apposite commissioni in sedute congiunte; mentre altre
tre associazioni hanno sollevato delle ulteriori questioni, che in parte però, va dato
atto al Consiglio e alle commissioni che si sono riunite, sono state parzialmente
accolte.
Laddove ad esempio si richiedeva la modifica delle finalità nella seduta del
28/11 questo è stato fatto; si chiedeva un Consiglio direttivo e non ritengo neanche
personalmente questa potesse essere accolta, in quanto il Consiglio direttivo non è
previsto dallo statuto del nostro Comune né dal regolamento che disciplina a monte
la costituzione e il funzionamento delle consulte comunali, non esistendo non può
riconoscere degli organi interni ad una consulta che non possono esistere.
Tuttavia, da apposito articolo del regolamento che oggi licenzieremo, si
demanda anche la possibilità e la facoltà della stessa consulta di dotarsi di propri
autonomi regolamenti.
E questo è un “dato a favore” delle stesse associazioni, che internamente
possono dotarsi anche di un Consiglio direttivo.
Per quanto riguarda la sede legale, che era una delle altre richieste avanzate
dalle tre associazioni, sinceramente non trovo tutt’oggi un qualcosa che osti al
riconoscimento, anche vedendo quello che è il regolamento di altre consulte
comunali istituite presso altri Comuni sardi, per esempio a Cagliari.
Cagliari è un caso proprio specifico perché riconosce la sede legale proprio
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
54
nell’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Cagliari.
Però non credo siano questi i motivi che possano ostare al licenziamento di un
regolamento di questo genere.
Invece, come è stato più volte ribadito, sicuramente andrebbe ripreso e andrà
perfezionato quelli che sono i criteri di accesso alla consulta delle associazioni delle
persone con disabilità, laddove l’adesione alla consulta dei disabili viene subordinata
all’iscrizione all’albo comunale delle associazioni.
Giustamente ci deve essere uno strumento di controllo e di accesso alla
consulta, ma non può essere solo ed esclusivamente quello.
Personalmente ritengo che il richiamo fatto ad esempio dal Consigliere Brodu,
io non ho ben capito se intendeva dire che l’adesione alla consulta dovrebbe passare
solo ed esclusivamente, allora siamo quasi sulla stessa linea, nel senso che il
registro regionale delle organizzazioni di volontariato, cui hanno accesso anche le
apposite associazioni, istituito con la Legge Regionale 39 del 93 e non 39/99 come
riportato per un refuso in delibera di Giunta 155/2016, che è quella che disciplina le
cure palliative, riconosce appunto l’iscrizione delle ODV in apposito registro regionale
specularmente creando così un registro comunale.
Ad oggi sono 49, ma il dato è di poco inferiore alle associazioni ODV iscritte al
registro regionale, quindi anche al registro comunale.
Pertanto diciamo che c’è un aggravio, se così si può dire, di burocrazia nel
momento in cui un’associazione ODV, quindi un’organizzazione di volontariato già
iscritta al registro regionale e quindi già presente nel registro comunale, debba poi
riscriversi anche all’albo comunale delle associazioni.
Certamente prendiamo l’impegno, mi permetto come Presidente della
commissione servizi sociali, insieme all’Assessora di perfezionare tutto quello che è
perfezionabile nelle apposite sedute di commissione, anche congiunte, al fine
appunto di trovare la massima convergenza e condivisione possibile. Dove non è
possibile ovviamente non possiamo lavorare ulteriormente, ma cercheremo di avere
quella convergenza massima e quasi unanime si spera.
Ovviamente questo è uno strumento consultivo che deve avere una particolare
attenzione, non intesa come “infiltrazione” della politica in ambito sociale e
associativo della città ma, per quanto ci riguarda come funzionari di questo ente,
funzionari pubblici e politici, di controllo, a che anche i criteri stabiliti dall’albo
comunale delle associazioni vengano rispettati e possono essere modificati,
implementati e migliorati il più possibile.
a cura dell’I.D.N. S.n.c.
55
E’ chiaro che quindi il Partito Sardo d'Azione non potrà esimersi dall’esprimere
un voto favorevole, augurando un buon lavoro non solo al Consiglio che controllerà
questa nuova consulta, ma a te le associazioni, cui mi preme personalmente fare un
appello a che in sede di consulta si trovi la quanto più possibile massima
convergenza.
Non dovete avere voi per primi divisioni interne, perché queste danneggiano
solo ed esclusivamente voi. Consentiteci di aiutarvi a trovare quanto più possibile
l’unità, perché quell’unità lì serve a voi per spingere noi a fare, ed è questo che noi
non ci dobbiamo dimenticare per primi.
PRESIDENTE
E più che le associazioni danneggerebbe i disabili, che è la cosa più importante.
Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione e apro le dichiarazioni
di voto.
La parola al Consigliere Sulas.
CONSIGLIERE SULAS
Grazie Presidente e buonasera a tutti. Io ringrazio tutti i Consiglieri che hanno
collaborato per la realizzazione di quest’albo della consulta, ma in particolar modo
ringrazio le associazioni e permettetemi anche Marco, che da un anno e mezzo a
questa parte si fa vedere sempre più spesso in Consiglio per portare avanti una
battaglia che ci accomuna tutti quanti, quindi ti ringrazio in particolar mono.
La consulta è uno strumento per noi, ed è uno strumento che dobbiamo riuscire
a far viaggiare, a far camminare, a far sì che riesca a raccogliere non soltanto quelle
risorse necessarie che continuino a dar vita a e voce ad ogni singola associazione,
ma allo stesso modo a far sì che noi come amministratori dobbiamo essere in grado
anche di dare una struttura alle associazioni.
Quindi tutti gli stabili che il Comune ha in possesso deve in qualche modo,
attraverso una sorta di censimento, farsi carico di questo e assegnare alle
associazioni ciò che da sempre loro richiedono.
Vedo che il Segretario da dirigente al patrimonio annuisce, quindi la cosa mi fa
piacere. Da quel punto di vista so che, conoscendola, prenderà atto di queste mie
dichiarazioni.
Questo deve essere uno sprone per tutti.
Detto questo, non posso far altro che condividere quanto detto dagli interventi
che mi hanno preceduto, fare un grosso in bocca al lupo affinché pian piano questo
regolamento possa essere migliorato, grazie alla forza che ognuno di loro ci dà e che
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porta avanti da tantissimo tempo.
PRESIDENTE
La parola al Consigliere Saiu.
CONSIGLIERE SAIU
Intervengo per dichiarare il mio voto di astensione sul regolamento per le
ragioni che ho espresso prima, in particolare su quell’accordo che io ho auspicato
fino all’ultimo secondo possibile sui criteri di accesso.
Accordo che doveva essere dal mio punto di vista trovato non solo e non tanto
all’interno del Consiglio Comunale, quanto piuttosto e soprattutto fra le associazioni
proponenti.
Poi prendo atto di un dibattito comunque sereno e che non chiude la porta ad
eventuali future modifiche, però è altrettanto vero che il regolamento lo stiamo
approvando stasera e se c’era la possibilità di approvare un regolamento migliore di
questo, credo che avremmo potuto e dovuto approvare, se se ne fosse stata la
possibilità, un testo migliore di questo.
Per queste ragioni ritengo certamente di non votare in senso contrario alla
proposta, ma di non potermi spingere fino a votarla a favore.
Ecco perché sulla proposta di regolamento avanzata dall’Assessore esprimerò
il voto di astensione.
PRESIDENTE
Non ci sono altre dichiarazioni di voto.
Vuole fare un intervento il Sindaco, ne ha facoltà.
SINDACO
Buonasera a tutti, rinnovo i saluti al pubblico presente e ai rappresentanti delle
associazioni, a Marco che ci ha fatto l’onore della sua presenza, e non è la prima
volta.
Sì tutto è perfettibile e probabilmente quando si affronta un problema, un
regolamento così complesso che la città e le associazioni richiedevano da tanti anni,
per la prima volta si possono anche commettere degli errori, questo nessuno lo mette
in dubbio.
Però diciamo che il Consiglio Comunale che noi costituiamo, dopo un lungo
lavoro con commissioni congiunte, commissioni singole, ascolto con quegli istituti
partecipativi previsti dallo statuto delle associazioni è arrivato ad elaborare un
documento regolamentare che istituisce la consulta, ne determina le principali regole
di funzionamento e proietta la nostra città, come qualcuno di voi ha già detto, a dire
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agli altri: la nostra è una città che vuole dare la mano a chi si trova in una situazione
di fragilità, non vuole lasciarlo indietro. Sa che i marciapiedi sono come sono, le
strade sono difficili da percorrere quando uno è in carrozzina, i servizi pubblici non
sono i migliori per i disabili, per usare un eufemismo.
Però proprio tramite la consulta, tramite questo organismo di ascolto continuo,
tramite questa cinghia di trasmissione tra il Consiglio Comunale, il Comune e le
associazioni che conoscono bene e vivono sulla loro pelle il disagio dovuto alla
disabilità, allora si può davvero innescare un processo di miglioramento.
Per cui penso che questo sia un risultato importante per tutti, del quale
possiamo andare orgogliosi insieme, e che costituisce anche il frutto di una
cooperazione tra istituzioni, cittadini e associazioni di cittadini.
Non tutte le città hanno il regolamento CO.A.DI. Io mi ricordo benissimo quando
vennero per la prima volta i rappresentanti delle associazioni a proporlo. È passato
forse un anno e mezzo, però ci siamo riusciti e questo è merito di tutti.
Quindi grazie per la proposta che avete fatto e ringrazio naturalmente tutti i
Consiglieri Comunali che vi hanno lavorato, l’Assessore e l’ufficio che ha dato il suo
contributo per arrivare a questo obiettivo. Grazie di tutto.
PRESIDENTE
Come in precedenza, anch’io preannuncio il mio voto favorevole vista
l’importanza dell’argomento e dello strumento democratico della città che stiamo
andando ad adottare.
Faccio presente che c’è un refuso, quindi la dicitura “delle associazioni dei
disabili” sarà sostituita con “delle persone con disabilità CO.A.DI. Nuoro”.
Pongo in votazione il punto uno all’ordine del giorno.
Esito della votazione: favorevoli 21; contrari 0; astenuti 1.
Votazione: approvato.
Grazie a tutti, grazie alle associazioni e grazie a Marco.
LA SEDUTA È SCIOLTA (H. 20:01)