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Il potere nella società in rete Comunicazione e Potere 1 Politiche per i media e la comunicazione, a.a 15-16 Sezione base Prof. Marco Bruno

Comunicazione e Potere · 2016-03-31 · Castells vuole testare l‟assunto per il quale maggiore è l‟autonomia offerta dagli utenti delle tecnologie di comunicazione, maggiore

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Il potere nella società in rete

Comunicazione

e Potere

1

Politiche per i media e la comunicazione, a.a 15-16

Sezione base

Prof. Marco Bruno

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Manuel Castells. Comunicazione e potere Struttura del testo (primi tre capitoli)

• Il POTERE

– Nella SOCIETA’ IN RETE

• La COMUNICAZIONE

• RELAZIONE TRA COGNIZIONE (processi mentali) e POLITICA

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Comunicazione è potere

• Il potere è basato sul controllo della comunicazione e dell’informazione: questo vale sia per il macropotere dello stato o delle corporation dei media, sia per il micropotere delle organizzazioni di ogni sorta.

• Se il potere si basa sul controllo della comunicazione, il contropotere si fonda sulla capacità di infrangere quel controllo.

• La capacità di costruire consenso è essenziale per imporre le regole che governano le istituzioni e le istituzioni della società.

• È attraverso la comunicazione che la mente umana interagisce con il suo ambiente sociale e naturale. Il processo di comunicazione opera in base alla struttura, la cultura, l‟organizzazione e la tecnologia presenti in una data società.

• Castells si riferisce a una specifica struttura sociale: quella della società in rete. Con tale locuzione si intende la struttura sociale che caratterizza la società del primo XXI secolo, costruita intorno (ma non determinata da) reti digitali di comunicazione.

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Comunicazione è potere

Per capire come si costruiscono le relazioni di potere attraverso la comunicazione nella società in rete bisogna analizzare:

1. Le determinanti strutturali del potere sociale e politico nella società in rete globale;

2. Le determinanti strutturali del processo di comunicazione di massa (condizioni organizzative, culturali e tecnologiche);

3. L’elaborazione cognitiva dei segnali presentati dal sistema di comunicazione alla mente umana (soprattutto quei processi rilevanti per la prassi politica).

Castells vuole testare l‟assunto per il quale maggiore è l‟autonomia offerta dagli utenti delle tecnologie di comunicazione, maggiore è la probabilità che nuovi valori e nuovi interessi entrino nel campo della comunicazione socializzata, raggiungendo così il pubblico e influenzando i processi di comprensione e di lettura della realtà. Le forme di comunicazione (incluse quelle che avvengono in rete) possono, in tale ottica, contribuire ai processi di cambiamento sociale.

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Che cos’è il potere? La definizione operativa di Castells

«Il potere è la capacità relazionale che permette a un attore sociale di influenzare asimmetricamente le decisioni di altri attori sociali in modo tale da favorire la volontà, gli interessi e i valori dell‟attore che esercita il potere. Il potere è esercitato con mezzi di coercizione (o con la possibilità di ricorrervi) e/o con la costruzione di significato sulla base dei discorsi attraverso i quali gli attori sociali guidano la loro azione. Le relazioni di potere sono inquadrate dal dominio, ossia dal potere che è insito nelle istituzioni della società.»

(Castells, 2009, p. 1)

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Che cos’è il potere?

• Attori: tutti i soggetti dell‟azione (attori individuali, attori collettivi, organizzazioni, istituzioni e reti). Ogni tipo di attore esprime l‟azione di agenti umani, anche se le azioni si presentano in forme istituzionalizzate.

• Capacità relazionale: il potere non è un attributo ma una relazione; pertanto non può essere astratto dalla relazione che si instaura tra coloro che detengono il potere e coloro che ne sono subordinati.

• Asimmetria: anche se in una relazione di potere l‟influenza è reciproca, alcuni soggetti hanno più influenza di altri. Non c‟è mai il potere assoluto: i soggetti sono in grado di opporre resistenza.

– Quando il rifiuto e la resistenza sono più forti della duttilità e dell‟accettazione è possibile che avvenga un mutamento istituzionale o un cambiamento strutturale.

– In altri casi, invece, le relazioni di potere diventano relazioni non sociali, poiché, per mantenere il proprio potere, l‟attore dominante ricorre esclusivamente all‟imposizione della violenza.

«Più la costruzione di significato a favore di interessi e valori specifici svolge un ruolo nell‟affermare il potere in una relazione, meno diventa necessario il ricorso (legittimo o meno) alla violenza.»

(Castells, 2009, p. 2)

Elementi significativi

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Violenza e discorso

Michel Foucault, Sorvegliare e punire (1975)

a) Analisi del discorso disciplinare; una società in cui “fabbriche, scuole, caserme, strutture ospedaliere, assomigliano tutte a prigioni” (Foucault 1975, p. 264)

Discorsi come combinazioni di sapere e linguaggio.

Logica dello stato estesa alle logiche di ogni forma di potere istituzionale

Nelle istituzioni totali, ma anche nei “mondi disciplinari” della produzione (fabbriche) e della sessualità (la famiglia patriarcale eterosessuale) (Foucault 1976, 1984).

I discorsi disciplinari sono sostenuti dall‟uso potenziale della violenza.

Alcuni riferimenti „classici‟

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Foucault (Sorvegliare e punire, 1975)

Da società “dello spettacolo” del potere all‟ostentazione della “segretezza” ai fini del controllo.

La trasformazione della visibilità e il pubblico senza luogo: la pubblicità mediata (Thompson, 1995) Visibilità del potere per rafforzare il controllo (da parte dei cittadini)

Foucault:

b) Potere come controllo sulla “segretezza” e sulla “visibilità”

Il panopticon di Bentham (1791): da dispositivo “architettonico” a dispositivo di organizzazione sociale del potere.

M. Bruno -

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Foucault e il panopticon di Bentham (1791)

M. Bruno -

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M. Bruno -

Foucault (Sorvegliare e punire, 1975) vs Thompson (Mezzi di comunicazione e modernità, 1995)

Per Thompson, la sorveglianza è reciproca

Dal Panopticon alla sorveglianza globale?

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Ancora su potere, politica e visibilità

Rendendolo visibile e osservabile i media inoltre riescono a politicizzare il quotidiano, a trasformare gli eventi di ogni giorno in catalizzatori dell‟azione al di la dei luoghi immediati in cui quegli eventi sono accaduti.

Politica e subpolitica: l‟ingresso della “vita quotidiana” nella politica (Giddens, “Life-style politics”).

– Bioetica (vita, morte, corpo)

– Sessualità

– Consumo e consumerismo

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Violenza e discorso

Le più influenti teorie del potere condividono un‟analisi sfaccettata della costruzione del potere nella società:

«la violenza, la minaccia di ricorrervi, i discorsi disciplinari, la minaccia di mettere in atto la disciplina, l’istituzionalizzazione delle relazioni di potere come dominio riproducibile e il processo di legittimazione in base al quale i valori e le regole sono accettati dai soggetti in questione, sono tutti elementi che interagiscono nel processo di produzione e riproduzione delle relazioni di potere nelle pratiche sociali e nelle forme organizzative.»

(Castells, 2009, pp. 4-5)

Visione del potere che ricalca la distinzione tra potere su e potere di proposta da Talcott Parsons (1963)

Questioni in comune

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Potere e istituzioni

Talcott Parsons

Le istituzioni come relazioni di potere cristallizzate

I “mezzi generalizzati” (Parsons 1963) che mettono gli attori in grado di esercitare potere su altri attori sociali così da avere il potere di realizzare i propri scopi. (Castells 2009, p. 6)

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Violenza e discorso

• Max Weber e l‟idea di potere sociale (1922) «la probabilità che un attore all‟interno di una relazione sociale si trovi in condizione di mettere in atto il proprio volere indipendentemente dalla base su cui tale probabilità poggia».

• Habermas (1976) e il concetto di legittimazione La democrazia è un insieme di processi e procedure, non una scelta di politiche. Se uno stato interviene nella sfera pubblica per favorire alcuni interessi di parte che vengono formulati al suo interno, entra in una crisi di legittimazione poiché si manifesta come uno strumento di dominio e non come un‟istituzione rappresentativa. La legittimazione si basa soprattutto sul consenso che viene costruito mediante un significato condiviso. Il potere considerato legittimo, per Habermas, è quello che esprime i valori e gli interessi dei

cittadini espressi per mezzo del loro dibattito nella sfera pubblica.

L’accesso costituzionale alla capacità coercitiva e le risorse comunicative che permettono la comprensione di significato sono complementari nello stabilire relazioni di potere.

Alcuni riferimenti „classici‟

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Potere e Dominio. Lo Stato

• Il potere non è localizzato in una specifica sfera sociale o istituzione, ma è distribuito sull‟intero ambito dell‟azione umana.

• Esistono espressioni concentrate di relazioni di potere che esprimono forme sociali specifiche, che condizionano la pratica del potere imponendo un dominio.

• Il potere è relazionale, il dominio è istituzionale.

– Il potere dello Stato come dominio

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Potere e Dominio. Lo Stato

• Una delle forme più rilevanti di dominio è rappresentata dallo stato.

• Weber: lo Stato e il monopolio della forza

“in ultima analisi si può definire lo stato moderno solo nei termini dei mezzi specifici a esso peculiari, così come a ogni altra forma di associazione politica, vale a dire l‟uso politico della forza. Ogni stato è fondato sulla forza” (Weber, 1919).

– Gli stati sono entità storiche (Tilly, 1974): la quantità di potere che possono detenere dipende dal contesto in cui operano.

– Il contesto attuale è caratterizzato dalla globalizzazione: questo significa che vengono ridisegnati i limiti territoriali di esercizio del potere.

– Le relazioni di potere vanno oltre i confini nazionali: sono locali e globali al tempo stesso.

– Castells identifica lo stato in rete (network state) come possibile evoluzione del tradizionale stato-nazione.

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Cosa sono le reti? I nodi

• Una rete è un insieme di nodi interconnessi.

• I nodi più importanti sono detti „centri‟.

• Ogni componente di una rete è un nodo, la cui funzione e significato dipendono dai programmi della rete e dalla sua interazione con altri nodi della rete.

• L‟importanza di un nodo non deriva dalle sue caratteristiche specifiche, ma dalla capacità di contribuire alla realizzazione degli obiettivi della rete.

• Quando un nodo perde la sua utilità per raggiungere gli obiettivi della rete, le reti tendono a riconfigurarsi, cancellando alcuni nodi e aggiungendone altri.

• I nodi esistono e funzionano solo come componenti di reti.

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Cosa sono le reti? Reti e flussi

• Le reti sono strutture comunicative.

• Le reti elaborano flussi, informazioni tra nodi che circolano attraverso i canali di comunicazione esistenti fra i nodi.

• La creazione e la programmazione delle reti si verifica mediante la promozione di valori e interessi da parte degli attori sociali.

• Le reti possono cooperare oppure competere tra loro

1. Cooperazione: capacità delle reti di comunicare tra loro (condivisione dei protocolli di comunicazione) e possibilità di connessione tra loro (commutatori o switchers).

2. Competizione: maggiore efficienza performativa o capacità di cooperazione; oppure forma „distruttiva‟ di danneggiamento dei commutatori delle reti esistenti o interferenza nei protocolli di comunicazioni.

• Le reti operano secondo una logica binaria: inclusione/esclusione.

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Una definizione di rete

“Le reti dunque sono strutture di comunicazione complesse costruite intorno a un insieme di obiettivi che assicurano simultaneamente unità di scopo e flessibilità di esecuzione grazie alla loro adattabilità all‟ambiente operativo. Sono al tempo stesso programmate e autoriconfigurabili. Nelle reti sociali e organizzative, obiettivi e procedure operative sono programmati da attori sociali. La struttura si evolve in base alla capacità della rete di autoconfigurarsi nella ricerca continua di assetti di rete più efficienti.”

(Castells, 2009, p. 15)

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Caratteristiche delle reti

1. Flessibilità: capacità di riconfigurarsi in sintonia con l‟ambiente in mutamento e di conservare i propri obiettivi pur cambiando le componenti, a volte bypassando i blocchi dei canali di comunicazione per trovare nuove connessioni.

2. Scalabilità: capacità di espandere o ridurre le proprie dimensioni con perturbazioni limitate.

3. Capacità di sopravvivenza: abilità delle reti (prive di un singolo centro e capaci di operare secondo un‟ampia gamma di configurazioni) di resistere agli attacchi ai propri nodi e codici perché i codici della rete sono contenuti in molteplici nodi capaci di riprodurre le istruzioni e trovare nuovi modi di operare. Solo la capacità materiale di distruggere punti di connessione può eliminare la rete.

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La società in rete globale / 1

• La società in rete è una società globale. Questo non significa che dappertutto gli individui siano inclusi nelle sue reti, ma tutti sono toccati dai processi che hanno luogo nelle reti globali: i mercati globali; la produzione, gestione e distribuzione transnazionale di beni e servizi; il lavoro altamente specializzato; la scienza e la tecnologia; l’istruzione universitaria; i mass media; le reti di internet; la cultura; l’arte; lo spettacolo; lo sport; le istituzioni internazionali che gestiscono l’economia e le relazioni intergovernative; la religione; la criminalità; le ONG e i movimenti sociali transnazionali.

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La società in rete globale / 2

• La globalizzazione è intesa come la connessione tra queste reti globali socialmente decisive.

• L‟esclusione da queste reti equivale all‟emarginazione strutturale nella società globale in rete. La logica binaria di inclusione/esclusione è una caratteristica strutturale delle reti.

• La struttura sociale è globale, ma la maggior parte dell‟esperienza umana è locale, in termini sia territoriali sia culturali.

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Il valore nella società in rete

• La società in rete è una struttura sociale multidimensionale in cui reti di diverso tipo hanno diverse logiche di creazione del valore. La definizione di ciò che costituisce valore dipende dalla specificità della rete e dal suo programma (ad esempio: profitto; potere militare; potere politico; influenza culturale)

• Come nelle strutture sociali precedenti (verticali e gerarchiche), il valore è un‟espressione del potere: coloro che detengono il potere (che non sempre coincidono con coloro che sono al governo) decidono cosa è di valore.

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La cultura della società in rete / 1

• Le società sono costrutti culturali.

• Con “cultura” Castells intende l‟insieme dei valori e delle credenze che informano, guidano e motivano il comportamento umano.

• Essendo globale, la società in rete integra una molteplicità di culture, legate alla storia e alla geografia di ciascuna area del mondo. Queste culture esprimono una serie di forme specifiche, che si traducono in sistemi istituzionali e culturali fortemente diversificati.

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La cultura della società in rete / 2

Allo stesso tempo, esiste un nucleo comune: la società in rete è globale nella sua struttura, mantenendo la sua organizzazione reticolare a livello globale, ma assumendo forme peculiari in ciascuna società (comunalità e singolarità). Questo ha due conseguenze:

1. Da un lato, specifiche identità culturali diventano espressione di autonomia e espressioni di resistenza (identità di resistenza) per collettivi e individui che rifiutano di omologarsi alle reti dominanti (ad esempio, i movimenti nazionalisti, il fondamentalismo, e tutti quei movimenti che presuppongono l‟autoidentificazione rispetto al dominio delle appartenenze imposte).

2. Se la tendenza è quella verso la frammentazione (e non convergenza), si nota tuttavia una certa capacità di comunicazione tra le diverse identità. I protocolli di comunicazione sono allora il punto critico della società in rete, poiché senza di questi non esisterebbe alcuna società, ma solo reti dominanti e comuni di resistenza.

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La cultura della società in rete / 3

• La cultura comune della società in rete globale è una cultura di protocolli di comunicazione che permettono la comunicazione tra culture diverse sulla base non di valori condivisi, ma della condivisione dei valori della comunicazione (non contenuti ma processi).

• Condivisione di un mondo diversificato

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Lo stato a rete / 1

Nonostante la crisi, gli stati-nazione non scompaiono.

Gli stati-nazione si trasformano adattandosi al nuovo contesto.

1. Formano reti di stati, alcune multifunzionali e a sovranità condivisa (UE), oppure concentrate su singole questioni, come i mercati (NAFTA, Mercosur) o la sicurezza (NATO).

2. Istituiscono una fitta rete di istituzioni internazionali o di organizzazioni sovranazionali per affrontare questioni globali (l‟ONU; il WTO; il FMI e così via) e istituzioni ad hoc definite intorno a un insieme di questioni (i trattati globali sull‟ambiente e le agenzie connesse).

3. Intraprendono un processo di devoluzione del potere ai governi regionali e globali, aprendo canali di partecipazione locali al fine di placare la crisi di legittimità.

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Lo stato a rete / 2

• Mutamento dello stato-nazione moderno in una forma che Castells definisce stato a rete (emergente)

– Condivisione della sovranità e della responsabilità tra diversi stati e livelli di governo

– Si sviluppa in modo pragmatico e non progettuale, adempimenti ad hoc (e potenzialmente contraddittori)

• Lo stato a rete si trova ad affrontare una serie di problemi:

1. Problema di coordinamento: organizzativo (le agenzie che perseguono gli interessi locali non possono avere la stessa organizzazione di quelle che dovrebbero coordinarle), tecnico (i protocolli di comunicazione non sempre funzionano) e politico (perdita di autonomia burocratica e richiesta di maggiore trasparenza);

2. Problema ideologico: occorre trovare una lingua comune e possedere una serie di valori condivisi;

3. Problema geopolitico: conciliare la vocazione “internazionalista” al perseguimento degli interessi del singolo stato-nazione.

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Il potere nelle reti - 1

Dove risiede il potere nella società in rete globale?

Quattro forme di potere che definiscono distinti processi di esercizio del potere

1. Potere retificante (networking power). Si riferisce al potere che gli attori e le organizzazioni inclusi nelle reti esercitano sulle collettività e sugli individui che non sono inclusi in queste reti globali.

Agisce per inclusione/esclusione. Il costo dell‟esclusione cresce più rapidamente dei benefici che derivano dall‟inclusione.

Ruolo chiave del gatekeeping (includere o escludere nodi; includere o escludere messaggi dalle reti globali di comunicazione)

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Il potere nelle reti - 2

2. Potere in rete (network power). Capacità di fissare gli standard (o i protocolli di comunicazione) che determinano l‟inclusione nelle reti. Gli standard determinano le regole che si devono accettare una volta entrati nelle reti: il potere non è esercitato con l‟esclusione dalle reti, ma con l’imposizione delle regole di inclusione.

Potere degli standard della rete sulle sue componenti

Gli standard hanno più valore quando sono utilizzati da un ampio numero di individui.

Il potere può eliminare le alternative sulle quali si basa la libera scelta.

Le regole possono scaturire dagli interessi di un limitato gruppo di attori, quelli che fanno nascere le reti e ne fissano gli standard (esempio: l‟economia di mercato globale e il cosiddetto „Washington Consensus‟).

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31/03/2016 Titolo Presentazione Pagina 31

Il potere nelle reti - 3

3. Potere reticolare (networked power). Imporre la propria volontà sugli altri nodi programmando gli obiettivi della rete stessa.

Forma di potere facile da analizzare solo se si considerano reti „specifiche‟: ad esempio, nelle reti del capitalismo globale, il successo si esprime all‟interno dei mercati, le autorità sono il Fondo Monetario Internazionale o le agenzie di rating; l‟„idioma‟ comune è quello parlato dal Dipartimento del Tesoro o di Wall Street.

Attenzione! Il potere così inteso non è interscambiabile (le reti del potere militare non possono risolvere le crisi che sorgono nelle reti finanziarie, e viceversa).

La collaborazione o la competizione tra i programmatori di ogni singola rete è in grado di gestire la complessità della contemporaneità.

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Il potere nelle reti - 4

4. Potere di creazione delle reti (network-making power)

È la forma più „alta‟ di potere, dipende da due meccanismi base:

1. La capacità di costruire reti, e programmare/riprogrammare reti alla luce degli obiettivi assegnati dalla rete (compito dei programmatori);

2. La capacità di connettere e assicurare la cooperazione di diverse reti condividendo obiettivi comuni e combinando risorse, contrastando al tempo stesso la concorrenza di altre reti con l‟istituzione di forme di cooperazione strategica (compito dei commutatori).

1. Programmatori

Non attori individuali o specifici, ma ad es. attori-rete (Latour 2005)

La capacità di programmazione degli obiettivi della rete è decisiva.

Tutte le reti hanno un tratto comune: idee, visioni, progetti e frame generano i programmi.

Ruolo dei materiali culturali (processo di comunicazione): le idee sono elaborate nella società a seconda del modo in cui vengono rappresentate nel regno della comunicazione. Il controllo delle reti della comunicazione e la capacità di creare percorsi di comunicazione efficaci e persuasivi sono quindi risorse chiave nella capacità di programmare le singole reti.

Segue

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Page 33: Comunicazione e Potere · 2016-03-31 · Castells vuole testare l‟assunto per il quale maggiore è l‟autonomia offerta dagli utenti delle tecnologie di comunicazione, maggiore

Il potere nelle reti - 4 4. Potere di creazione delle reti (network-making power). È la forma più „alta‟ di potere, dipende da due meccanismi base:

2. Commutatori (switchers)

Un‟altra forma di potere è data dal controllo dei punti di connessione tra le varie reti strategiche (ruolo dei commutatori o switchers). Esempio: la connessione tra reti politiche e reti mediatiche per produrre specifici discorsi politici e ideologici.

Non si sta suggerendo l‟idea di una élite unificata al potere, anzi, tramite i commutatori le reti devono essere in grado di comunicare tra loro, aumentando le sinergie e riducendo le contraddizioni, evitando che i commutatori siano espressioni di dominio a senso unico (sarebbe impossibile quel dinamismo che conduce al mutamento sociale).

(Per questo è importante che le reti dei media siano indipendenti dalle reti della politica, evitando che i magnati dei media diventino leader politici, o che i governi controllino totalmente i media).

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Potere e contropotere nella società in rete / 1

• Anche la resistenza al potere avviene mediante i programmi tra reti e le commutazioni tra reti.

• L‟azione collettiva dei movimenti sociali mira a introdurre nuove istruzioni e nuovi codici nei programmi delle reti: – Nuove istruzioni per le reti finanziarie globali:

cancellazione del debito; valutare le società in base alle loro politiche ambientali o al rispetto dei diritti umani

– Fondamentalismo: riprogrammare le reti della politica, della giustizia, dell‟espressione culturale seguendo „il volere di Dio‟.

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Potere e contropotere nella società in rete / 2

• Un‟altra forma di resistenza coinvolge il blocco dei commutatori di connessione tra reti, soprattutto di quelli che fanno in modo che le reti siano governate da quei valori espressione del dominio strutturale:

– Versione „immateriale‟: pressioni affinché la politica regoli i mercati; rapporto tra aziende e finanziamenti elettorali; denuncia da parte degli accademici degli illeciti del potere.

– Versione „materiale‟: attacchi all‟infrastruttura strategica della comunicazione (linee telefoniche, trasporti, reti di computer).

• La resistenza al potere programmato nelle reti si svolge anch‟essa tramite le reti, alimentate dalle tecnologie dell‟informazione e della comunicazione

(esempi: movimento anti-globalizzazione; Al-Qaeda).

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Capire le relazioni di potere nella società in rete globale

• Il potere si esercita mediante il monopolio della violenza e la costruzione di significato.

• La forma fondamentale di esercizio del potere è l‟esclusione dalla rete.

• È necessario produrre una cultura globale che vada ad affiancarsi alle specifiche identità culturali, non a sostituirle.

• I mezzi specifici di collegamento e di programmazione delle reti determinano le forme di potere e di contropotere della società in rete.

• La capacità di programmazione delle reti dipende dalla capacità di generare, diffondere e condizionare i discorsi che inquadrano l‟azione umana.

• La programmazione delle reti di comunicazione è la fonte decisiva dei materiali culturali che alimentano gli obiettivi programmati da ogni altra rete.

• Poiché le regole di comunicazione connettono il locale con il globale, i codici diffusi dalle reti della comunicazione hanno portata globale.

• Il potere nella società in rete è il potere di comunicare.

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