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SERVIZIO DI SPIRITUALITÀ MISSIONARIA a cura del CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO - TRENTO 442 2017 COMUNIONE e MISSIONE Comunione e Missione - redazione: via S.G. Bosco 7/1, 38122 Trento - direttore: Giuseppe Caldera - direttore responsabile: Agostino Valentini - ccp 13870381 - registrazione - presso il tribunale di Trento n. 178. n. 3 marzo 2017 - periodico mensile dell’opera diocesana per la pastorale missionaria di Trento - anno XLVI - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe percue - Tassa riscossa Trento. CONTIENE IR MARZO

COMUNIONE e MISSIONE · 2017. 3. 7. · SERVIZIO DI SPIRITUALITÀ MISSIONARIA 442 a cura del CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO - TRENTO 2017 COMUNIONE e MISSIONE Comunione e Missione -

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  • SERVIZIO DI SPIRITUALITÀ MISSIONARIAa cura del CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO - TRENTO44

    22017

    COMUNIONEe MISSIONE

    Comunione e Missione - redazione: via S.G. Bosco 7/1, 38122 Trento - direttore: Giuseppe Caldera - direttore responsabile: Agostino Valentini - ccp 13870381 - registrazione - presso il tribunale di Trento n. 178.

    n. 3 marzo 2017 - periodico mensile dell’opera diocesana per la pastorale missionaria di Trento - anno XLVI - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe percue - Tassa riscossa Trento. CONTIENE IRM A R Z O

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    SOMMARIO

    In copertina

    Il fascicolo è espressione del gruppo “COMU-NIONE E MISSIONE” del Centro Missionario Diocesano - via s. Giovanni Bosco 7/1, 38122 Trento - tel. 0461.891270, fax 0461.891277

    Il gruppo è composto da:

    francesca bridi - tatiana brusco - giuseppe cal-dera - adelmo calliari - gianni damolin - laure edine - mariano prandi - edna graciete semedo - renata juszczyk - gianluigi lutteri - ada pezzè - stefano plotegheri - manuela rossi - monica signorati - loredana valentini - leonora zefi

    composizione centro missionario diocesanostampa nuove arti grafiche, trento

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    Lettera del direttoreQuaresima del mondo...

    Cammino ComuneVal di Ledro, una valle missionaria

    Voci della migrazioneQuaresima: tempo di conversione...e sarebbe ora!

    9 Missionari@mente• I primi passi nelle Filippine• Cammino di pace

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    La pagina dei ragazzi

    16 Libri e DVDVa’, dona la vitaStoria, parole, morte di tre missionarie saveriane in Burundi

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    Lettura orante della Bibbia11

    360 gradi

    17 ACCRI“Gocce di vita” in Kenya

    22 Stop & Go19 Eventi

    23 Saperne di piùMissionari, testimoni con il sangue

    sr. Annarita Zamboni Filippinefar festa insieme

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    LETTERA DEL DIRETTORE

    don Beppino Caldera

    Quaresima del mondo...

    Carissimi, siamo abituati a vivere la Quaresima come quel tempo definito che si conclude con la Pasqua. Ma il mondo conosce la vittoria della Pasqua, la liberazione dai mali? Vediamo che le necessità dei popoli in questi tempi sono di una portata incredibile: società sconvolte da guerre, da situazioni di ingiustizie e crudeltà. È una Quaresima di sofferenza che sembra non vedere una luce in fondo al tunnel.Richiamandoci a questa realtà si è svolto l’incontro dei missionari trentini in America Latina a Maceiò (Brasile) dal 31 gennaio al 5 feb-braio, che aveva come titolo I laici in una chiesa tutta ministeriale.Nella Lettera alla diocesi di Trento, che troverete a pag. 20, i missio-nari scrivono: C’è bisogno di abituarci a portare la novità di Gesù, di abituarci alla compassione e condivisione, capire insieme il dolore degli uomini, dalla guerra delle carceri al nord del Brasile, al cinismo dei leader di varie nazioni a noi conosciute, al dilagare della povertà delle masse.La Quaresima dolorosa dell’umanità ci chiama ad essere presenti, non appoggiandoci alla maniera piramidale del funzionamento della

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    nostra Chiesa, ma a scoprire, in una piramide capovolta, la proposta di riavvicinare le distanze, stabilire un nuovo stile di lealtà e cercare un’alleanza di collaborazione delle parti in gioco, in nome della Paro-la annunciata. La dottrina del Concilio Vaticano II sottolinea che sono comuni alla dignità di tutti i battezzati, l’imitazione e la sequela di Cristo, la comunione e il mandato missionario. Il rinnovamento della Chiesa in America Latina non sarà possibile senza la presenza attiva dei laici. Non ci è sfuggita l’attualità della lettera di papa Francesco sul laicato del marzo 2016.

    A Maceiò abbiamo vissuto intensamente un incontro fraterno e con la visione del laicato in una Chiesa tutta ministeriale. Purtroppo mol-ti missionari non hanno potuto partecipare all’incontro, sia per mo-tivi di salute che per impegni inderogabili.

    Per la diocesi di Trento abbiamo dibattuto a lungo la questione della presenza dei fidei donum in missione. L’esperienza avviata nei tempi del Vaticano II prevedeva l’alternanza di sacerdoti diocesani in dio-cesi sorelle, per dare la possibilità al maggior numero di sacerdoti di fare l’esperienza missionaria. La proposta è sempre attuale e al-lettante, anche per avere contatto diretto con il lavoro di evange-lizzazione nel mondo. I popoli immigrati presenti fra di noi devono aprirci gli occhi al grande lavoro di Dio di giungere al cuore di tutti, anche attraverso fedi religiose diverse. Chi ha fatto l’esperienza in missione ha più sensibilità all’incontro con tante culture e fedi diver-se. La diocesi Trento può tenersi in contatto con il mondo attraverso i suoi missionari, non solo di istituti religiosi, ma con i suoi stessi sacerdoti. Questa non è questione personale di qualche sacerdote o laico che desidera partire, ma è di tutta la diocesi, che si sente mis-sionaria e non può accontentarsi di badare a se stessa.

    I nostri gruppi missionari siano forti in questa vocazione, animando le parrocchie durante Quaresima, così che non resti solo tempo liturgico, ma tempo di speranza per l’umanità sofferente. Ogni domenica sia occasione di stimolo per ogni comunità, presentando il materiale pro-posto e vivendo nella settimana momenti di riflessione e di preghiera.

    La Veglia dei missionari martiri del 24 marzo sia vissuta ricordando padre Mario Borzaga e i 215 milioni di cristiani che pagano a caro prezzo la loro fede nella persecuzione.

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    CAMMINO COMUNE

    Val di Ledro,una valle missionaria

    Il gruppo è nato circa 20 anni fa’ ed ha sempre avuto come accom-pagnamento un Padre dei Missionari Verbiti. Nel corso degli anni è andato via via crescendo sia in maturità e missionarietà che come numero di partecipanti. Oggi possiamo contare stabilmente dalle 25 alle 35 persone. La presenza femminile è preponderante. Da qualche anno abbiamo fatto la scelta di svolgere ogni mese l’in-contro in una parrocchia diversa della nostra unità pastorale. Quasi tutte le comunità vengono così visitate e animate. Il gruppo missio-nario nelle sue riunioni da molta importanza alla preghiera per i no-stri missionari sparsi per il mondo e sempre la prima parte è occupata dalla riflessione biblica, con discussione e partecipazione sempre atti-va e personale. Quindi vengono lette le varie lettere che ci pervengo-no dai missionari, e quindi viene presentata una lettera che racconta i vari avvenimenti successi nell’ultimo mese in valle, una lettera molto

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    particolareggiata e ben accetta da tutti i missionari sparsi nel mondo. Rappresenta il nostro anello di unione e di condivisione necessario per loro e per noi tutti. Ed è bello che ogni volta viene anche firmata da tutti i presenti. Il gruppo ha anche l’abitudine di autotassarsi e quando giunge un missionario a trascorrere le sue ferie in Valle nel contesto della sua visita e partecipazione all’incontro riceve l’offerta per la sua missione. Il gruppo si è pure aperto alla discussione dei problemi generali, come l’acqua – la banca etica – la produzione di armi – l’immigrazione e ha prodotto anche dei documenti e delle prese di posizione al riguardo. I momenti forti sono soprattutto la Veglia Missionaria, molto parteci-pata, che si svolge nel mese di ottobre in Valle a Pieve di Ledro dove di solito diamo l’invio ad alcuni laici del gruppo dall’Alto Garda e Val di Ledro che operano soprattutto in Tanzania, consegnando la croce missionaria. Partecipata anche la s. Messa o la Via Crucis per i nostri Missionari Martiri nel mese di marzo. Gli incontri terminano in mag-gio nella comunità delle Suore di Biacesa, con la celebrazione della s. Messa e una piccola festa fraterna. Nei limiti del possibile alcuni membri partecipano alla Veglia missionaria in Duomo, alla Assemblea diocesana e agli incontri decanali. Quest’anno molto tempo e atten-zione sono stati dedicati alla accoglienza e accompagnamento degli immigrati residenti in Valle. Possiamo dire che lo spirito missionario, anche per i molti missionari nati in Valle, è ancora vivo e operante: il nostro gruppo cerca di attualizzare e immettere anche lo spirito mis-sionario nelle attività catechistiche e parrocchiali dell’unità pastorale.

    VEGLIA PER I MISSIONARI MARTIRIVENERDÌ 24 marzo

    ore 20.00nella chiesa di San Francesco Saverio

    presieduta dal Vicario generale don Marco Saiani e con la testimonianza di p. Luigi Sion

    Il Centro Missionario organizza

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    Quaresima: tempo di conversione... e sarebbe ora!

    d. B.

    VOCI DELLA MIGRAZIONE

    Nel suo messaggio per la Quaresima quest’anno il Papa ci ricorda la parabola del povero Lazzaro e dell’uomo ricco. Papa Fran-cesco scrive: Per il ricco il povero Lazzaro è come invisibile, ma per noi diventa noto e quasi familiare, diventa un dono e una ricchezza inestimabile, per il messaggio che ci dà. È un essere voluto, amato e ricordato da Dio, anche se la sua concreta situazione è quella di un rifiuto umano.Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscere con gratitudine il loro valore. Anche il povero profugo alla porta della nostra società non deve es-ser visto come un fastidioso ingombro, ma un appello a convertirsi e a cambiare vita. Come possono dire alcuni operatori trentini che i profughi non sono compatibili con i turisti e che perciò non sono adatti per le zone turistiche? Il primo invito della parabola di Lazza-ro è quello di aprire la porta del nostro cuore all’altro, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino, sia il povero sconosciuto. Si sente dire in giro che la persona che non si conosce fa paura. Ma proprio di tutti quelli che non conosciamo si ha paura?Il ricco della parabola non aveva paura di Lazzaro, semplicemente lo ignorava e non lo mandava via. Troppa gente manifesta sentimenti di avversione verso i poveri profughi, che umilmente si avvicinano a noi: è peggio del ricco epulone?E il papa continua: La Quaresima è il tempo per aprire la porta ad ogni bisognoso e riconoscere in lui o in lei il volto di Cristo. “Ero stra-niero e mi avere accolto”: queste parole devono suonare come il campanello di allarme per svegliare le coscienze.Ricordiamoci che tutti siamo stranieri. Il popolo della Bibbia è cre-sciuto nella fede con la chiara convinzione di essere straniero. La ter-ra su cui il popolo troverà dimora si delinea come terra donata, sulla

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    quale Israele vive da ospite e non come dominatore o possessore (Lv 25,23): la terra è di Dio: nessun altro ne è padrone.Il codice di santità del credente ebreo dice: Quando lo straniero di-morerà presso di voi, non gli farete torto: lo tratterete come uno che è nato fra di voi. Tu l’amerai come te stesso, perché anche voi foste stra-nieri in Egitto (Lc 19,33-34). Il salmo 39,13 prega: Ascolta la mia voce, Signore, porgi l’orecchio al mio grido, perché io sono un forestiero, uno straniero come tutti i miei padri, presso di te sono un migrante, un ospite di passaggio, come tutti i miei antenati.Questa convinzione fa crescere la fede che Dio è l’unico sostegno per la vita.È così che noi ci rapportiamo con gli stranieri, con i richiedenti asilo? Se noi ripetiamo le solite battute: “prima i nostri” facciamo scelte escludenti. Molti profughi soffrono perché sperimentano il giudizio e la condanna degli altri. Le persone che non conoscono la miseri-cordia infliggono agli altri delle ferite. Per grazia di Dio ci sono molte persone che operano per l’accoglienza e la promozione umana e non solo nella Chiesa. E papa Francesco continua: ma noi che fac-ciamo la Quaresima ci lasciamo toccare il cuore dai fratelli. Il mondo ferito ha bisogno di sentire che c’è una famiglia grande, la Chiesa, che si preoccupa di chi soffre. Siamo chiamati a dare speranza, perché il sogno che ha spinto tanti fratelli sul cammino della migrazione diventi realtà.Il Libano, con 4 milioni di abitanti ha accolto 2 milioni di rifugiati: perché lo stesso miracolo non può ripetersi anche nei paesi euro-pei? Dipende dalla qualità di noi europei. Quaresima: è giunta l’ora della conversione: speriamo che l’orologio non sia fermo, come dice papa Francesco.

    AAA COLLABORAZIONE CERCASIIn vista della

    che si svolgerà a Trento sabato 20 e domeni-ca 21 maggio, si invitano i gruppi missionari a portare del materiale per il VASO della FORTUNA entro lunedì 08 maggio al Centro Missionario.

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    I primi passi nelle FilippineMISSION@RIAMENTE

    sr. Miriam Perenzoni, Filippine

    Carissimi, grazie per gli auguri che mi sono arrivati, veramente graditi. Spe-ro abbiate iniziato bene il nuovo anno e ve lo auspico ricolmo delle benedizioni del Signore. Voglio dirvi grazie per l’amore con il quale lavorate per mantenere vivo lo slancio missionario tra la nostra gente. Qui ogni giorno si imparano cose nuove, e noi che muoviamo i primi passi in questa terra filippina, ancora con la difficoltà delle due lingue: inglese e tagallo, la fatica è molta, ma la gioia di poter comunicare la fedeltà del Signore è grande. Abbiamo visto una grande affluenza nella novena di Natale alla messa “del gallo” che si celebra appunto al canto del gallo, ossia alle quattro del mattino. Una chiesa gremita di gente, e non mancano i bambini, qui sempre numerosi. Abbiamo avuto l’opportunità di celebrare il Natale nelle due realtà che ci sono state affidate: un villaggio molto povero e il carcere. In ambedue le realtà abbiamo avuto la S. Messa animata da un piccolo coro. Quindi nel villaggio sono seguiti dei giochi a premi, consegnato un piccolo dono a ciascun bambino e condiviso insieme il cibo preparato per tutti. Nelle carceri ugualmente abbiamo portato un piccolo pacchetto per ciascuno con cose utili, frutto della generosità di chi ci sostiene. Mi ha fatto impressione vedere come la maggioranza dei detenuti sono ragazzi giovani, ho notato inoltre con piacere, come hanno par-tecipato attivamente alla messa. In questa terra c’è tanta povertà, ma la gente è buona, accogliente. Purtroppo si nota il dislivello sociale, chi ha troppo e chi è privo del necessario, grandi centri commerciali sfavillanti e grandi palazzi accanto a casupole a volte fatiscenti. Abbiamo partecipato ad un incontro organizzato dalla CEI per i mis-sionari italiani presenti nelle Filippine. È stato un momento formati-vo, di conoscenza e scambio, di cui abbiamo goduto. Sappiamo di non essere sole ma di essere accompagnate dalla vo-stra preghiera e dal vostro affetto. Un caro saluto a tutti.

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    Cari amici,vi racconto ciò che sta succedendo in Colombia; non tutto, certo.La notizia bella è che l’accordo di pace fra il governo e i guerriglieri FARC sta funzionando, e si stanno facendo i passi previsti. I guerri-glieri sparsi in molte vaste zone del Paese, camminando ore e ore, se non giorni, nella selva, stanno dirigendosi verso gli accampamenti previsti a questo scopo, dove si riuniranno e consegneranno le armi (speriamo, tutte) ai rappresentanti dell’ONU. Già si sono concentrati più di 5000; mancano qualche centinaio; praticamente questo primo passo si è concluso.Il “dopo” è più difficile: si tratta di aiutare queste 6000 persone, che abbandonano le armi e la lotta armata, perché trovino un posto nella società. Anche nella zona, dove mi trovo adesso, si sente un ambien-te diverso, così mi dice la gente e così ho letto nei vari servizi giorna-listici o nei libri scritti circa la situazione del Medio Atrato di qualche mesi e anni addietro. Grazie a Dio, non si vedono più cadaveri di per-sone assassinate, dell’uno o dell’altra fazione, fluttuare sull’acqua ed essere trascinate dalla corrente dell’Atrato, senza poterle seppellire...Inoltre, ieri, in Ecuador, c’è stato il primo incontro fra i rappresentanti del governo e dell’altro gruppo guerrigliero, ELN (Esercito di Libera-zione Nazionale), ancora in armi; non sono molto numerosi (1000-1500), però, ultimamente, si sono inaspriti negli attentati. Speriamo che arrivino a degli accordi di pace! Questo gruppo è ancora presente nella zona di Lloró, dove io ave-vo incontrato alcuni di loro e fatto ... amicizia con un capo, “Riciar (Richard)”, che è stato poi ammazzato in un bombardamento dell’e-sercito. (parlare di questo mi richiama alla memoria ... Beh. Chiudo.).Purtroppo, arrivano notizie di paramilitari e gruppi illegali che stan-no prendendo il posto, lasciato libero dai guerriglieri e occupano le proprietà dalle quali i campesinos erano stati violentemente sfollati.Restiamo con le prime due notizie, quelle positive. Noi cercheremo di fare quanto ci suggeriscono la compassione e la misericordia del Signore di fronte alla sfida di costruire una pace durevole e sicura.

    Cammino di pacep. Remo Segalla, Colombia

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    d. Francesco Moser

    Lettura orante della BibbiaMISERICORDIA È...

    Riuniti in nome del Vangelo

    È tempo in cui nessuno può pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza; deve nascere in noi la coscienza di essere già insieme. Questo è quanto papa Francesco ha proposto ai giovani riuniti a Riga, in Lettonia. Aprire il cuore all’unità, all’amicizia ecco l’invito di Dio.

    Preghiera

    Ecco, già tu bussi alla mia porta, portato dalla voce che tu sei … Mi pro-strerò dunque davanti a te, l’ospite della mia notte, e ti aprirò la porta del mio cuore. Entra dunque, vieni a dilatare il mio essere, ad allargarlo alle dimensioni del mondo. Tu che sei così grande, così umile e così piccolo, vieni a occupare tutto il mio spazio perche non ci sia nella mia vita altro Dio che te. Vieni a purificare il mio tempio, e a cacciarne tutti gli idoli che lo ingombrano. (Claude Rault, dei padri Bianchi, autore de IL DESERTO È LA MIA CATTEDRALE)

    LA PAROLA SI FA VITA

    La credibilità dell’annuncio cristiano sarebbe molto più grande, se i cristiani superassero le loro divisioni. (P. Francesco). Siamo chiamati ad avanzare verso l’unità, a superare la semplice cordialità reciproca. Le diversità tra le Chiese e all’interno di ogni Chiesa, vi saranno sempre ma, le Chiese non dovrebbero osare di mettersi sotto uno stesso TETTO o per lo meno sotto una stessa TENDA, mettersi in cammino, far apparire segni visibili, un nuovo punto di partenza: È per Gesù Cristo solo che si è fratelli, l’uno per l’altro. (D. Bonhoeffer)

    LETTURA

    Cerchiamo il libretto di Rut (l’AMICA) e leggiamolo insieme.

    C’è un filo conduttore: il tuo popolo è il mio popolo, il tuo Dio è il mio Dio. Il libro della Bibbia ha per protagonista la donna straniera, modello di

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    accoglienza e amicizia. Rut, giovane vedova, decide di rimanere accanto all’anziana Noemi, e insieme fanno strada verso Betlemme, al tempo della spigolatura del grano. Il coraggio delle due donne fa’ sì che riconquistino il diritto alla comunità, alla terra, ai resti del raccolto. Il libro è l’eco della tradizione biblica di accogliere e di integrare schiavi, orfani e stranieri.

    RIFLETTERE

    Ricordiamo la storia di Rut … Cercando di capire il richiamo al tempo attuale: il libro è l’eco dell’attuale dramma delle migrazioni. Un invito a ‘viaggiare’ oggi, nel nostro contesto, verso le altre religioni della nostra terra.

    LA VITA SI CONFRONTA CON LA PAROLA

    • Fate questo nella mia memoria: la ricerca di condivisione (l’amore di Cristo ci spinge 2 Cor 5,2), perché l’Eucaristia non è solamente il verti-ce dell’unità, è anche il cammino. Non possiamo invocare Dio Padre di tutti gli uomini, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni tra gli uomini, creati a immagine di Dio. (Nostra aetate, 1965) Senza la memoria, dove andremo?

    SCEGLIERE L’IMPEGNO PER AGIRE

    Ogni comunità (anche parrocchiale) viene a contatto con i cristiani di altre confessioni; una chiesa principale potrebbe diventare casa di preghiera comune a tutti i cristiani, ove compiere gesti di solidarietà, essere più attenti alla miseria altrui, agli scoraggiamenti nascosti, alle sventure dei migranti, alla salvaguardia dell’ambiente … se badiamo gli uni agli altri, sboccia in noi già adesso la coscienza di essere già insieme.

    PREGHIERA FINALE E BENEDIZIONE

    Con i credenti che si prostrano allo spuntare del giorno, mi prostro anch’io, Signore. Con le persone che invocano il tuo Nome, nelle moschee, nelle chiese e nei monasteri. Con le persone che possono solo alzare gli occhi verso di Te, i malati, i vecchi, io mi prostro. Con le persone che svolgono in casa l’opera del quotidiano, con le persone che il lavoro trattiene nella fabbrica, nell’officina, tra le greggi e nei campi io mi inchino. (Claude Rault dei Padri Bianchi).

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    la pagina dei ragazziC iao ragazzi,

    sapete che anche nel mese di marzo si celebrano, a livello ecclesia-

    le o di Nazioni Unite, alcune giornate particolari? C'è la Giornata internazionale della donna, quella per l'eliminazione del-la discriminazione razziale, s. Giuseppe, la Giornata dei missionari Martiri e molte altre.Pensavo di raccontarvi la biografia di un mis-sionario martire trentino ma poiché in aprile ci sarà una celebrazione particolare in suo onore (mi raccomando, acqua in bocca, è un’anticipazione che vi faccio, uno scoop giornalistico), vi presento una ragazza particolare che ho conosciuto nei miei giri.Si chiama Kriti Bharti, è nata a Jodhpur City, nello stato del Rajasthan in India. Pur giovane, ha solo 29 anni, ha già vissuto molti momenti difficili nella sua vita, soprattutto durante l’infanzia. Quando la mamma era in incinta, i suoi nonni volevano che abortisse ma la mamma ha continuato la gravidanza. Su-bito dopo la nascita, Kriti è stata abbandonata dal papà. Da piccola poi è stata anche avvelenata e costretta a lasciare la scuola. Nonostante queste vicissitu-dini è riuscita a riprendere gli studi e a conseguire un dottorato in psicologia.Oggi è una psicologa e un’attivista che da anni lotta contro la pratica dei matrimoni tra bambine e uomini adulti. In Rajasthan questo tipo di matrimonio avviene quotidianamente, nonostante sia vietato in altri Stati dell’India. A volte si riesce ad impedire il matrimonio ma la bambina viene trattata come un’emarginata sociale. Sapendo tutte queste cose e volendo fare qualche cosa per le spose bambine, nel 2011, Kriti ha pen-sato di istituire un’organizzazione di beneficenza che porta il nome Saarthi Trust cioè Fiducia Saarthi con lo scopo di aiutare le bambine a reintegrarsi nella società e di tutelare i diritti dei bambini e delle donne. Assieme alla sua organizzazione è riuscita a fermare oltre 900 matrimoni di spose bambine, a far annullare 29 matrimoni e ha aiutato nella riabilitazione di oltre 6mila bambini e 5mila donne.Vi devo dire che i volontari del Saarthi Trust lavorano contemporaneamente

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    Conoscete altre persone che si sono messe in gioco che rischiano la vita per

    difendere i diritti dei bambini, delle donne e delle persone più vulnerabili?

    su due fronti: da un lato con gli organi di governo, cercando di porre fine ai matrimoni, e questa è la sfida più grande perché richiede il consenso non solo della sposa, ma anche quello dei genitori dello sposo e degli anziani del villaggio; dall’altro, sensibilizzando la popolazione indiana sugli effetti negativi dei matrimoni tra i bambini e organizzando visite alle scuole e in luoghi pubblici delle manifestazioni per dimostrare che l’alternativa c’è ed è possibile.Il grande impegno umanitario di Kriti è diventato il simbolo di una comunità che lotta per ridare un’infanzia alle bambine indiane e per questo ha ricevu-to diversi premi internazionali.Che ve ne pare? Non è interessante conoscere questa ragazza?

    3 lettere: con 4 lettere: Abbà, luce, mole, rari, yard 6 lettere: cactus, caldeo, datore, Istria, scarpe 7 lettere: aderire, cartoon, concisi, destino, fariseo, novizio, partita, Renania, samurai, Saturno 8 lettere: affabile, dèpliant, disposti, illustre, traporre 9 lettere: copertura, educativo, frontiera, religione, yorkshire 10 lettere: antiracket, eccellente, iamatologi, lorantacee, rimedi-tare 11 lettere: elaboratore, studentessa 12 lettere: toxoplasmosi 13 lettere: abolizionismo

    11 3 6 14 15 3

    10 3 2 8 5

    15 5 8 5 13 3

    10 3 9 3 9 3

    12 3 9 12 7 15 15 3

    2 14

    13 3 15 1 3 8 15 4 14

    Inserisci le parole per risolvere il cruciverba; riporta poi le let-tere delle caselle con i numeri qui sotto e scopri i loro nomi.

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    ASIA/IRAQ - Famiglie cristiane fanno ritorno a Mosul

    Nei quartieri orientali di Mosul, da poco sottratti dall’esercito iracheno alle milizie dell’auto-proclamato Stato islalmico (Daesh) cominciano a fare ritorno le prime famiglie cristiane. Secondo quanto riportato dal sito ankawa.com, sono almeno tre le famiglie armene che già hanno fatto ritorno alle proprie case, in aree urbane appena sottratte ai jiha-disti e nonostante la situazione di generale insicurezza che continua a pesare su tutta la città. Nei giorni scorsi, le zone cittadine sottratte al controllo dei jihadisti erano state teatro anche di attentati suicidi, che avevano provocato almeno 9 morti tra i civili. (da Agenzia Fides)

    AMERICA LATINA/BRASILE - Rafforzamento dell’economia di Solidarietà in Brasile

    Il progetto “Rafforza-mento dell’economia di Solidarietà in Brasi-le”, che ha l’appoggio dell’Unione Europea, vuole contribuire alla promozione dell’eco-nomia popolare di so-lidarietà come alter-nativa di formazione e creazione di reddito della popolazione in situazione di vulnerabilità. La prospettiva è quella di uno sviluppo del-la solidarietà sostenibile e territoriale.Per questo, sono state ricevute più di 500 proposte da tutte le re-gioni del paese, che sono state valutate dal Consiglio di gestione del fondo di appoggio all’economia di solidarietà. Ne sono state selezionate 103. (da Adital)

    360 GRADI

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    LIBRI E DVD

    Va’, dona la vita!Laure Edine

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    i datiTITOLO: Va’, dona la vita! Storia, parole, morte di tre missionarie saveriane in BurundiAUTORE: a cura di Teresa Caffi EDITORE: EmiANNO: 2016

    Nel mese che vede lo svolgimento della Giornata di preghiera e digiuno in me-moria dei missionari martiri ci piace presen-tare il libro curato dalla saveriana Teresa Caffi nel quale ritrae le tre suore missionarie save-riane uccise nella loro abitazione a Kamen-ge, il 7 settembre 2014.In un primo capitoletto, dopo la cronaca di un giorno e di una notte, l’autrice riferisce le varie ipotesi sui moventi dell’assassino. Nei tre capitoli successivi racconta i tratti salienti biografici di ognuna delle suore, Olga, Lucia e Bernardetta, dà voce ai loro

    scritti intimi, fa emergere riflessioni spirituali e confidenze con ami-che e famigliari.Queste pagine ci restituiscono l’epopea feriale di donne semplici e tenaci, pronte ad affrontare pericoli, rapine, guerre, soprusi e timo-ri per portare a chiunque la materna vicinanza di un Dio che si fa prossimo a ciascuno.

    Per la mia vita non temo. Ho già avvisato: se muoio lascia-temi là. Ho sempre desiderato morire in Africa per risorgere il giorno ultimo col popolo afri-cano (sr. Lucia Pulici).Di loro papa Francesco dirà Sono state religiose zelanti, generose testimoni del Vange-lo.

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    ACCRI

    Sara Moratto

    “Gocce di vita” in Kenya

    Ripensando alla genesi del pro-getto e alle diverse difficoltà affrontate, non ci sembra ancora vero che siano state installate ad oggi più di 75 cisterne d’acqua.Il progetto è nato da considera-zioni fatte tra alcuni gruppi della comunità (circa un centinaio di persone e rispettive famiglie) i

    quali identificavano l’acqua come un loro bisogno, la scarsità di ri-sorse idriche come il problema da affrontare e l’acquisto di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana come la soluzione da adottare. Può sembrare un ragionamento semplice, ma in realtà è stato il frutto di un percorso che i gruppi hanno fatto, nell’arco di un anno. A que-sta iniziale considerazione è seguita la loro richiesta di essere aiutati economicamente nell’acquisto di queste cisterne in plastica. Questi contenitori giganti, adeguatamente collegati ai tetti delle case, rac-colgono l’acqua piovana durante le due annuali stagioni delle piogge. La prima di solito arriva tra marzo e aprile e la seconda tra ottobre e dicembre.La raccolta dell’acqua piovana aiuta le famiglie ad avere una scorta di acqua potabile da usare nei periodi tra le due piogge, nei quali possono passare anche più di cinque mesi senza che cada una sola goccia d’acqua. L’alternativa alla raccolta dell’acqua piovana sono i rifornimenti giornalieri al fiume o ai bacini. Ma il fiume non sempre è vicino a casa, le donne quindi sono costrette a lunghe camminate sotto il sole per raggiungere la fonti. L’acqua che vi trovano però non è pulita: sono ricorrenti infatti, particolarmente tra i bambini, malattie dovute all’assunzione di acqua impura, come il colera ed i

    In questo numero la testimonianza della nostra volontaria Sara Morat-to, impegnata dal 2015 nel proget-to dell’ACCRI in Kenya, a Iriamurai. Il progetto “Gocce di vita” è stato finanziato anche con la campagna “Abbiamo RISO per una cosa seria” dell’anno scorso, a cui molte nostre parrocchie trentine hanno aderito.

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    vermi intestinali. Il Governo, per questa ragione, distribuisce gratui-tamente nelle scuole primarie della zona dei farmaci vermifughi per prevenire lo svilupparsi delle malattie.Il progetto “Gocce di vita” prevede che nei gruppi, le famiglie inte-ressate, raccolgano per l’acquisto del tank l’80% del costo, mentre l’ACCRI si fa carico del 20% per i tanks e per i costi di trasporto, di organizzazione e di formazione per la realizzazione delle grondaie. Inizialmente noi volontari avevamo forti dubbi che questa proposta sarebbe stata accettata. Considerando infatti, la povertà della zona

    non solo dal punto di vista materiale o cli-matico-ambientale, ma soprattutto delle relazioni umane (difficoltà di collaborazio-ne e scarsa fiducia), la risposta estrema-mente positiva dei gruppi di agricoltori è stata sorprendente. Ciò accade quando si lavora su un vero e genuino bisogno del-la popolazione locale. Seppur con tutte le difficoltà linguistiche, di organizzazione, le differenze culturali, ci si è incontrati.

    Ovvero lo sforzo dei contadini risulta evidente nell’adoperarsi per l’acquisto delle cisterne e noi volontari, alla luce di questa evidente reciprocità, ci siamo sentiti maggiormente stimolati ad accompa-gnarli. I gruppi dunque si sono dati un anno di tempo per racco-gliere la quota necessaria all’acquisto delle cisterne, hanno ottenuto nel frattempo la formazione per la costruzione delle piattaforme di cemento su cui posare le cisterne e la realizzazione delle grondaie.L’aspettativa iniziale di noi tutti, era che la metà dei gruppi sarebbe riuscita a completare la quota per l’acquisto dei tank, al momento invece più di 75 famiglie hanno già installato le cisterne e probabil-mente il numero crescerà fino a 90 entro la scadenza del progetto, a marzo 2017. Il lavoro realizzato nei gruppi con le famiglie interes-sate non è stato solo indirizzato alla mera raccolta di denaro, ma è servito a valorizzare le risorse e a lavorare insieme per favorire con-testi di unità e condivisione. Una nota triste: l’ultima stagione delle piogge è stata molto scarsa. Da due mesi non piove e le prossime piogge sono previste fra circa due mesi!

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    APPUNTAMENTI DEI GRUPPI MISSIONARI (decanali o interparrocchiali)Ala Canonica, lunedì 13 marzo - ore 15.00

    Borgo Oratorio Borgo, giovedì 09 marzo - ore 20.30

    CavalesePredazzo Oratorio, lunedì 13 marzo - ore 20.30

    Cembra/Lavis Cembra Oratorio, lunedì 13 marzo - ore 20.15

    Cles Oratorio, martedì 07 marzo - ore 15.00

    EVENTI

    05 MARZO a MALÈRitrovo ore 14.00 - Messa ore 18.00

    Val di Sole

    DOMENICHE DI ANIMAZIONE E FORMAZIONE MISSIONARIA per i gruppi missionari

    Lomaso Dorsino, martedì 21 marzo - ore 20.00

    Rovereto/Nomi Destra Adige Rovereto Beata Giovanna, mercoledì 08 marzo - ore 20.30

    Tione Oratorio, venerdì 10 marzo - ore 20.30

    Trento Centro Missionario, mercoledì 08 marzo - ore 17.00

    Val di Ledro Molina di Ledro lunedì 06 marzo - ore 20.00

    Val di Sole Ossana, mercoledì 08 marzo - ore 20.00

    12 MARZO a ZAMBANA(Sala d. Bosco - Oratorio)

    Ritrovo ore 14.00 Lavis/Cembra e Mezzolombardo

    26 MARZO a BORGO(Oratorio)

    Ritrovo ore 14.00 Valsugana Orientale

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    Non succede tutti i giorni che i missionari e le missionarie trentine in America Latina possano trovarsi insieme per condividere le storie della loro vita quotidiana. Siamo qui circa una trentina venuti da alcuni paesi, come Ecuador, Bolivia e Brasile. La storia delle nostre vite è cambiata pro-fondamente dai tempi della nostra venuta, però c’è un filo conduttore che tiene insieme questa avventura di fede, di speranza e anche di incertezza. Volti rivisti. Parole ribadite. Il tema scelto ci ha avvicinati tra noi, e forse ci farà più attenti anche al vostro cammino di Chiesa trentina: Laici e laiche nella Chiesa e nella società, sale della terra e luce del mondo (Mt 5, 13). Su questo tema c’è un’aspettativa. Come può avvenire la comunicazione della fede, inseriti, inculturati nei vari contesti, nel clima della globalizzazione mondiale già avvenuta?Da dove siamo partiti. La riflessione della missionaria laica Maria Soares de Camargo, tra noi dopo sette anni di Amazzonia, ci ha introdotti brevemen-te al ricordo delle prime comunità, dei loro attori, delle loro animatrici e il configurarsi differente dei ruoli e dei compiti nei tempi successivi: il raffor-zarsi della figura del sacerdote ordinato, lasciando senza sufficiente spazio di partecipazione e decisione il laicato. L’appello ci è venuto da una cele-brazione: la necessità di abituarci a portare la novità di Gesù, di abituarci alla compassione, a capire insieme il dolore degli umani, dalla guerra nelle carceri al nord del Brasile, al cinismo dei leader di varie nazioni a noi cono-sciute, al dilagare della povertà delle masse. Chi l’avrebbe mai detto? Allora, è urgente la convocazione dei diocesani in missione, dei laici e laiche, delle religiose e religiosi. Sembra arrivata l’ora di riflettere senza paura sui mini-steri della Chiesa. Non è forse arrivato il tempo di dare priorità all’identità cristiana manifestata nel battesimo e meno all’identità confessionale (Taizé, 2017). Ecco la chiamata ad essere credenti laicamente nel mondo. Se c’è una maniera piramidale di funzionamento delle nostre Chiese, come accet-tare, in una piramide capovolta, la proposta di riavvicinare le distanze, stabi-lire uno stile di lealtà e cercare una alleanza di collaborazione fra le parti in gioco, in nome della Parola annunciata e di una nuova accoglienza fra tutti. Siamo partiti dalla preghiera comunitaria, dalle narrazioni, dal ricordo dei Maestri e Profeti che sempre ci circondano come nuvola di testimoni (let-tera agli Ebrei), da uno sguardo di fede che scopre Dio che abita nelle case

    Da Maceiò i missionari scrivono

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    della gente, sulle piazze. La riflessione ha messo in evidenza contraddizioni e dualismi, in questo cammino, separazioni di ambiti, fra fede e comportamenti, fra la Parola e la pratica, come lacerazioni dentro noi stessi. Offriamo a tutti uno spunto di ispirazione presente nel testo sinodale Chiesa in America, 44: La dottrina del Concilio Vaticano II (…) ribadisce che sono comuni alla dignità di tutti i battezzati l’imitazione e la sequela di Cristo, la comunione reciproca e il mandato missionario. È necessario, pertanto, che i fedeli laici prendano co-scienza della loro dignità di Battezzati. Il rinnovamento della Chiesa in Ame-rica non sarà possibile senza la presenza attiva dei laici. Per questo compete a loro, in grande parte, la responsabilità della Chiesa del futuro.Non ci è sfuggita l’attualità della lettera di papa Francesco sul laicato del marzo 2016, al cardinale Oellet. Se la rileggiamo con pazienza, in piccoli gruppi come abbiamo provato, ci sentiremo spronati a riprendere il pro-getto più unitario fra consacrati del sacerdozio ordinato e segnati dal sa-cerdozio comune. Molte volte noi pastori dimentichiamo il credente laico che brucia la sua speranza nella lotta quotidiana per vivere la sua fede… dobbiamo riconoscere che il laico ha bisogno di nuove forme di organizza-zione e di celebrazione della fede. Il nostro compito, la nostra gioia, la gioia del pastore, consiste precisamente nell’aiutare e stimolare, come han fatto molti prima di noi -mamme, nonni e sacerdoti- veri protagonisti della storia. Non per una concessione di buona volontà ma per diritto e statuto proprio. I laici sono parte del Santo Popolo di Dio e pertanto i protagonisti della Chiesa e del mondo; siamo chiamati a servirli, non a servirci di loro.Anche papa Francesco commenta lo slogan È arrivata l’ora dei laici, ma sembra che l’orologio si sia fermato.Cari amici, sappiamo che la Missione assume oggi nuovi volti, nuovi stili, nuovi destinatari: potremmo ricaricare insieme l’orologio della storia mis-sionaria? Per osservare, proteggere, accompagnare, appoggiare e servire tutto il popolo del Signore. In nome dei Martiri di tutti i continenti del nostro tempo.Facciamo strada insieme - dice l’appello di Taizè del gennaio scorso - La no-stra identità di cristiani si traccia facendo strada insieme, non separatamen-te. Avremo il coraggio di metterci sotto uno stesso tetto affinché la dinamica e la verità del Vangelo possano dispiegarsi?Vi lasciamo il nostro saluto, fiduciosi nella grazia di Dio che ci chiama a costruire il suo Regno nell’unità. Grazie.

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    il CILE

    LEITA p. Angelobarnabita, di Trento Madonna Bianca

    la TURCHIA

    SARTORI sig.a Isabellalaica, di RanzoVANZETTA sig.a Serenalaica, di Tesero

    il BRASILE

    GRAZIOLA p. Gianfrancomiss. della Consolata, di Pedersano

    STOP & GO

    ARR

    IVI

    PART

    ENZE

    per

    dal TOGO

    GILLI p. Fabiocomboniano, di Albiano

    il KENYA

    AVI p. Francescocamilliano, di Baselga di Pinè

    RICHIAMATI ALLA RICOMPENSA DEL SIGNORE

    DORIGATTI p. Umberto, giuseppino del Murialdo,(di anni 89), di Riva del Garda

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    SAPERNE DI PIÙ

    Anche quest'anno l'Agenzia Fides ha stilato l'elenco dei missio-nari e operatori pastorali uccisi nel mondo, un elenco che rima-ne provvisorio perché deve sempre essere aggiunta la lunga lista dei tanti, di cui forse non si avrà mai notizia o di cui non si conoscerà neppure il nome, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano con la vita la loro fede in Gesù Cristo.Nel 2016 sono stati uccisi 28 operatori pastorali cattolici. Per l’ottavo anno consecutivo il numero più elevato si registra in America, men-tre è drammaticamente cresciuto il numero delle religiose uccise, che quest’anno sono 9, più del doppio rispetto al 2015. Sono morti in modo violento 14 sacerdoti, 9 religiose, 1 seminarista, 4 laici. Per quan-to riguarda la ripartizione continentale, in America sono stati uccisi 12 operatori pastorali (9 sacerdoti e 3 suore); in Africa 8 (3 sacerdoti, 2 suore, 1 seminarista, 2 laici); in Asia 7 (1 sacerdote, 4 suore, 2 laici); in Europa è stato ucciso 1 sacerdote. Come sta avvenendo negli ultimi anni, la maggior parte degli operatori pastorali è stata uccisa in se-guito a tentativi di rapina o di furto, compiuti con ferocia, in contesti che denunciano il degrado morale, la povertà economica e culturale, la violenza come regola di comportamento, la mancanza di rispetto per i diritti umani e per la vita stessa. In queste situazioni i sacerdoti, le religiose e i laici uccisi, erano tra coloro che denunciavano a voce alta le ingiustizie, le discriminazioni, la corruzione, la povertà, nel nome del Vangelo. Desta poi preoccupazione la sorte di altri operatori pastorali sequestrati o scomparsi, di cui non si hanno più notizie certe da tempo. Non viene usato di proposito il termine “martiri”, se non nel suo signi-ficato etimologico di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro. Papa France-sco ci ricorda che oggi ci sono cristiani assassinati, torturati, carcerati, sgozzati perché non rinnegano Gesù Cristo… i martiri di oggi sono in numero maggiore rispetto a quelli dei primi secoli.

    Missionari, testimoni con il sangue

    Monica Signorati

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