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24 Maggio 2010 - Anno 3 - Numero 24 energia tradizionale pag. 11 ambiente sostenibile pag. 59 energia alternativa pag. 37 Con manager e tecnologie il posto letto in ospedale non è più fonte di sprechi L’Italia ritorna al nucleare tra dubbi, ripensamenti e opportunità di mercato La nuova frontiera contro l’inquinamento è il patto dei sindaci Non diffidate del carbone pulito Imprese in difesa degli investimenti CONVERSIONE DEGLI IMPIANTI Provincia che vai, regola che trovi Troppi ostacoli sulla via del biogas AGROENERGIA Quante soluzioni per le aziende che usano le nuove piattaforme Ict RENDIMENTI&CONSUMI Il Sole24Ore BusinessMedia S.r.l. - Via G. Patecchio, 2 – 20141 Milano

Con manager e tecnologie il posto letto in ospedale non è

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24Maggio 2010 - Anno 3 - Numero 24

energia tradizionalepag. 11

ambiente sostenibilepag. 59

energia alternativapag. 37

Con manager e tecnologieil posto letto in ospedalenon è più fonte di sprechi

L’Italia ritorna al nuclearetra dubbi, ripensamentie opportunità di mercato

La nuova frontieracontro l’inquinamentoè il patto dei sindaci

Non diffidate del carbone pulitoImprese in difesa degli investimenti

CONVERSIONE DEGLI IMPIANTI

Provincia che vai, regola che troviTroppi ostacoli sulla via del biogas

AGROENERGIA

Quante soluzioni per le aziendeche usano le nuove piattaforme Ict

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28/29/30 maggio 2010

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5

Storia di copertina:

37 L’Italia risale sul treno del nuclearema il percorso è tutto da decidere

38 Queste le regole di tre nostri vicinidi casa e del primo produttoredel mondo

42 Per chi supererà il processodi qualificazione l’indotto è un tesorodi oltre 10 miliardi

43 Sulle tecnologie abbiamo le cartein regola

45 Le centrali di casa nostra in“decommissioning” e quellenel giardino dei vicini europei

46 Gli ex nemici dell’atomo ci ripensano.Così cresce il partito dei “convertiti”

47 Il parere di Sergio Ulgiati, membrodel comitato scientifico del Wwf

maggio 2010

energia tradizionale

energia alternativa

Storia di copertina:11 Cogenerazione ed Energy manager.

Ricette contro gli sprechi in ospedale

13 Il mio compito principale è il risparmio.Il mio dovere è l’efficienza del servizio

Tante incombenze: e il poteredecisionale?

15 Tecnologie e ritorno degli investimenti,ma al primo punto gli impianti a norma

16 A Udine la nuova centrale della Misericordia fornirà energia a scuole e condomini

17 I motori a tutto gas adatti agli ospedali.Alto coefficiente d’utilizzo e accise ridotte

18 C’è un lago nella contea di Nottinghamdove pesca risorse il King’s Mill Hospital

21 Il parere di Cefriel: «La prima regola del vero risparmio nasce dalla gestionedei consumi»

Focus24 Italia all’avanguardia sul carbone pulito.

«Ora lasciateci convertire gli impianti»

Tabarelli (Nomisma): «Meno consumi,ma attenti a non fare confusionecon il risparmio da povertà»

25 De Vita (Unione Petrolifera): «Con il ventodell’Est un eccesso di capacitàproduttiva»

News&Mercati26 Gelsia si fa più libera ed efficiente.

In tema di gas cerca alleanze

27 Il primo luglio via libera ufficiale a Iren.Nasce la seconda maxi Utility italiana

Esperienze&Carriere28 Una miscela di risparmi nelle cappe

di Faber. Così calano i consumi, ma non la qualità

30 Indagine Ibm: addio chiavi in mano,i clienti luce&gas vogliono il controllodelle loro spese

Con McKinnon&Clarke la bollettaJohnsonDiversey cala di 40mila euro

ConsiagReti offre continuità e sicurezzae riceve in cambio incentivi

Normative&Direttive31 Le certificazioni sulla via dell’efficienza

diventano quasi obblighi di legge

Il primato di M&It Consulting

Arriva il marchio sui casalinghi

32 Con Icim edifici sostenibili per tutta la vita

Tecnologie&Soluzioni33 Una soluzione utile di nome e di fatto

per gestire le Utilities

PinEnergy e PinEco sentinelledell’efficienza

Eon non usa più carta

35 I consumi di casa tenuti sotto controllograzie ai pannelli intelligenti

Geze: il software che apre e chiudele finestre

5 Sommario 9 Energy map

Il parere di Andrea Poggio, vice direttoregenerale Legambiente

Focus49 Il biogas è una risorsa per lavoro

e ambiente ostacolato da burocraziae scarso credito

20 milioni per migliorare e innovare

51 Dalle palme indonesiane materiaprima per l’energia

53 Il biogas italiano viaggia a tre velocità

La diffidenza del Nord-Est

La filiera siciliana ai nastri di partenza

News&Mercati54 Il business verde incomincia dai distretti

e cerca nelle Regioni i partner ideali

Il go to market di NextPowerDevelopment

55 Commerciale, residenziale e grandiparchi. Sunpower trova alleatisulle vie di sviluppo

Tecnologie&Soluzioni56 Sbocciati cento fiori di loto fotovoltaici

sulle acque di un bacinoa uso irriguo

57 Sott’acqua e in trincea la resistenzadella famiglia Windlink

Leggeri e robusti i pannelli di HeliosTechnology

Hyundai punta sul mercato italiano

Basta un vento leggero per darele ali a Teseo

7

Economia&Finanza

75 Il dividendo Enel legato alla redditività e gli effetti positivi della “cura Conti”

Predictions

76 Stop in Puglia agli impianti di rinnovabili. Non è sufficiente il ricorso alla sola Dia

Storia di copertina:

59 Con il patto delle città sostenibilil’Europa tenta il rilancio di Kyoto

60 A Brescia primato dell’impegnoambientale. Il Sud ora ha solograndi potenzialità

62 Il futuro? Non dipende solo dalle leggima dall’impegno delle Amministrazioni

Architetture sostenibili, recupero di lineedi trasporto, tecnologie rinnovabili,raccolta differenziata. Quanti esempid’eccellenza da ammirare viaggiandoda Nord a Sud del Belpaese

65 L’indice di Siemens promuoveCopenhagen

Non c’è futuro senza sostenibilità

66 Dall’Europa alla Cina tanti progettiper città efficienti ed ecosostenibili

Focus68 La Commissione europea sostiene

i progetti Ict per l’efficienza

Il premio Energy Star e il regolamento Ecolabel

69 Nokia dà l’addio alle vecchie cabine radioe miniaturizza gli apparecchi di Tlc

70 Quanto si scalda l’armadio stradale:un’idea "cinese" lo può raffreddare

71 Wep è la sentinella che controlla gli edifici e consente alti rendimenti e bassi consumi

Tecnologie&Soluzioni72 Meno fanghi e acqua subito disponibile.

Siemens depura con le membrane

Qualià Doc nell’impianto pilotadi Fino Mornasco

73 Un software controlla l’impianto idricoperché non sia fonte di sprechi

ambiente sostenibile

Informativa ex D. Lgs. 196/2003 (tutela della privacy). Il Sole 24 ORE Business Media s.r.l., titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate, per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d) del D. Lgs. 196/2003, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio.Il Responsabile del trattamento è il Responsabile IT cui può rivolgersi per esercitare i diritti dell’art. 7 D. Lgs. 196/2003 (accesso, correzione, cancellazione, ecc) e per conoscere l’elenco di tutti i Responsabili del Trattamento. I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società del Gruppo 24 ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta, a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.

Il Responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il Direttore Responsabile a cui, presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 39646095), gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti dall’art. 7, D. Lgs. 193/2003.Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere ripro-dotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore.

Annuncio ai sensi dell’art. 2, comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nel-l’esercizio della attività giornalistica”. La società Il Sole 24 ORE Business Media s.r.l., editore della rivista Energia24, rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso reda-zionale nelle quali sono raccolti dati personali. Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D. Lgs. 196/2003 è l’ufficio del Responsabi-le del trattamento dei dati personali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 39646095).

Agenda

79 Solarexpo: istruzioni per l’uso

Turnover

80 Nuove nomine e cambi di poltrone

La posta del lettore

81 Commenti e opinioni giunti in redazione

Libri

78 Piccioli (Pi): Alla scoperta del lato bello della discarica

Carugate (Mi): Il regolamento che nasce dalla collaborazione

Salerno: L’eccellenza ottenuta nel tempo dell’emergenza rifiuti

Municipi: Dalla decadenza ai modelli della Città Compatta

Veduta di Brescia, città al primo posto nell'indice Città Clima

Impianti e siti regione per regioneLe novità segnalate da Energia24

9

CAMPO A GASLuogo installazione: al largo della costa marchigianaTecnologia: piattaforma offshore a gasPotenziale produttivo: a regime la produzione dovrebbe arrivare a circa 1,2 milioni di metri cubi al giorno (7.500 barili di olio equivalente)Stato progetto: iniziatoProgetto sviluppato da EniEventuali note: il giacimento, chiamato “Annamaria B”, si trova a 60 km dalla costa, a una profondità di circa 60 metri; è già operativa la piattaforma gemella “Annamaria A”

PARCHI EOLICILuogo installazione: provincia di FoggiaTecnologia: generatori eoliciPotenziale produttivo: i due impianti coinvolti nel progetto avranno una potenza complessiva di 52 MW e produrranno a regime circa 120 GWh di energia elettricaStato progetto: in corsoProgetto sviluppato da Fortore Wind insieme a istituti finanziari coordinati da CentrobancaEventuali note: il contratto in project financing ammonta a 98 milioni di euro e finanzierà i due parchi di Biccari I (12 MW) e Rocchetta 3 (40 MW)

ELETTRODOTTILuogo installazione: SiciliaTecnologia: tre elettrodotti per l’alta tensionePotenziale produttivo: il progetto prevede una potenza di 380 kW peril primo elettrodottoStato progetto: in costruzioneProgetto sviluppato da Enel e TernaEventuali note: l’investimento per il primo elettrodotto, che collega Villafranca Tirrena (Me) a Scilla (Rc),è di circa 510 milioni di euro

CENTRALE TERMOELETTRICALuogo installazione: Colleferro (Roma)Tecnologia: centrale termoelettrica di cogenerazione Potenziale produttivo: la potenza è di circa 40 MW e produrrà circa 300 GWh elettrici e 110 GWh termici all’annoStato progetto: in costruzioneProgetto sviluppato da Seci Energia (Gruppo Maccaferri) e Avio (Cinven e Finmeccanica), che hanno costituito la società Termica ColleferroEventuali note: questo impianto dovrebbe sostituire quello attualmente in funzione nel comprensorio industriale Avio

IMPIANTO FOTOVOLTAICOLuogo installazione: provincia di RovigoTecnologia: impianto solare fotovoltaicoPotenziale produttivo: la potenza installata è di circa 72 MWsu una superficie di 850.000 metri quadriStato progetto: in costruzioneProgetto sviluppato da SunEdison in partnership con Isolux Corsán e Banco Santander (investitore)Eventuali note: attraverso questo impianto si eviterà, secondo le stime dell’azienda, l’emissione in atmosfera di 41.000 tonnellate di CO2. L’energia prodotta in un anno potrà soddisfare il fabbisogno elettrico di 17mila famiglie

IMPIANTI FOTOVOLTAICILuogo installazione: Cerami (En), Licata (Ag), Caltanissetta, Calamonaci (Ag), Mussomeli (Cl) e Cammarata (Ag)Tecnologia: sistemi solari a inclinazione fissa per i terreni in pendenza e irregolarie a inseguimento per le altre areePotenziale produttivo: su un’area di 63 ettari saranno installati 7 impianti per un totale di 16,5 MWStato progetto: in partenzaProgetto sviluppato da SunPower e Sol.In.Build, una controllata di VeronagestEventuali note: per la costruzione si prevedono circa 50 nuovi posti di lavoro

Per E.ON il futuro dell’energia sarà sempre più verde, non solo per quanto

riguarda la produzione di energia elettrica, ma anche per l’energia consumata dai nostri clienti. Il trend è confermato anche da una recente ricerca Eurisko, la quale dimostra che l’utilizzo dell’energia elettrica verde è nell’ordine dell’11% in Italia ed è in costante crescita. E ancora, in base a questo studio il tema della fornitura verde con certifi cazione tramite attestato Eco e altri strumenti di comunicazione si rivela un argomento centrale per le Pmi: il 14% degli intervistati si dichiara molto interessato e il 29% abbastanza interessato.

Per rispondere alla crescente sensibilità delle imprese nei confronti dell’ambiente, E.ON Energia ha sviluppato un portafoglio di prodotti eco che consente di abbinare alla tipologia di off erta più rispondente alla proprie esigenze, l’energia verde certifi cata R.E.C.S (Renewable Energy Certifi cate System). Il R.E.C.S. è un prestigioso sistema internazionale che promuove l’impiego di fonti rinnovabili per la produzione di energia.

La nostra vicinanza con le aziende di cui siamo fornitori, l’ascolto delle loro esigenze e il costante aggiornamento tramite ricerche come quelle Eurisko, ci hanno consentito di perfezionare la nostra off erta e di mettere a punto una serie di servizi a valore aggiunto che incontrano proprio tale esigenza di pubblicizzazione. Pertanto, in linea con il posizionamento “E.ON Energia. Aspettatevi di più” abbiamo ideato per i nostri “clienti verdi” un esclusivo kit di comunicazione per aiutare le imprese a documentare ai propri stakeholders l’impegno profuso nei confronti dell’ambiente.

Il valore di questo portafolio di prodotti verdi risiede nella possibilità di comunicare la propria scelta ecosostenibile tramite il label “100% Energia pulita E.ON”, etichetta eco sviluppata da E.ON Energia proprio per dare al cliente la possibilità di comunicare all’esterno il messaggio: “questa azienda ha scelto: 100% energia pulita E.ON”. L’eco-label di E.ON può essere infatti applicata su ogni tipo di materiale di comunicazione nei confronti dei propri clienti, come ad esempio vetrofanie, cartelli da banco, sito web, brochure o sul prodotto stesso.

Si tratta di un servizio esclusivo che permette di conciliare i vantaggi di una fornitura energetica E.ON Energia con il rispetto per l’ambiente. È una soluzione in grado di creare valore per le Pmi, come strumento utile a distinguere i propri prodotti e servizi e a posizionarsi in maniera eco rispetto ai competitors. Infatti, l’utilizzo dell’etichetta “100% energia pulita E.ON” è caratteristico e contribuisce a potenziare l’immagine e la comunicazione delle aziende nostre clienti che scelgono di farne uso.

Il comportamento sostenibile e il Marketing Verde diventano temi sempre più importanti. Imprese leader nel proprio settore già usano questi strumenti per essere più competitive e off rire un servizio effi cace ai loro clienti. Alcuni nostri clienti con brand noti già si avvalgono del label per i propri prodotti: Acqua Lete e Acqua Prata appongono “100% energia pulita E.ON” su circa 400 milioni di litri di acqua già in distribuzione, “100% energia pulita E.ON” è anche visibile in circa 100 negozi Feltrinelli.

Questo è solo uno degli strumenti innovativi della strategia di Marketing di E.ON, che si propone nei confronti dei propri clienti come un vero e proprio partner energetico, attento agli aspetti ecosostenibili. “100% energia pulita E.ON” ci consente di sviluppare un rapporto particolare con il cliente, condividendo i successi delle aziende che da tempo hanno intrapreso il cammino dell’ecosostenibilità e incoraggiando i nostri clienti che non lo hanno ancora fatto a muovere i primi passi in questa direzione.

LA DOMANDADEL LETTORE

Come risponde E.ON alla crescente attenzione dei clienti verso il tema dell’ecosostenibilità?

L’ESPERTO RISPONDE

Nicole SchirnerDirettore Marketing E.ON Italia

www.eon-energia.com

11

STORIA DI COPERTINA

Cogenerazione ed Energy managerRicette contro gli sprechi in ospedaleUn posto letto arriva a costi pari al consumo di una famiglia di tre persone in appartamento. La fiducia nelle nuove tecnologie per costruire impianti efficienti. Fare i conti con salute e decoro: l’esempio del Policlinico Gemelli di Roma

Gli ospedali sono strutture

molto energivore, non solo

per il bisogno di riscaldamento e

climatizzazione, ma anche per la

necessità di soddisfare esigenze

tecnologiche e funzionali; la pro-

duzione di acqua calda sanitaria;

la sterilizzazione dei materiali di

medicazione; il trattamento dei

rifiuti; la pulizia e l’alimentazio-

ne delle apparecchiature.

Secondo Ises Italia, associazio-

ne tecnico-scientifica non profit

per la promozione dell’utilizzo

delle fonti energetiche rinnova-

bili, il consumo medio per posto

letto ospedaliero per la sola

energia termica è pari a quello di

una famiglia di tre persone che

abiti in un appartamento di 90

metri quadri.

Chiaramente le esigenze che un

ospedale ha in più di quelle di

un’abitazione non giustificano

pienamente questo divario per-

ciò c’è un margine piuttosto

grande d’intervento per ridurre i

energia tradizionale

storia di copertina 5/2010

12

Grandi divoratori d’energia

Fonte: Ises

consumi. Sempre secondo Ises, i

margini del risparmio energetico

sarebbero dell’ordine del 15 per

cento con semplici interventi

tecnologici e gestionali sui siste-

mi di produzione del calore e su-

gli edifici.

Tra questi uno dei più importan-

ti è la realizzazione di impianti di

cogenerazione, spesso unita-

mente a una rete di teleriscalda-

mento, scelta molto incoraggiata

dall’Unione europea ovunque

ciò sia possibile per migliorare

l’efficienza energetica e la quali-

tà dell’aria a livello locale. Infat-

ti, la cogenerazione rappresenta

un metodo per la produzione di

elettricità e calore assai più effi-

ciente rispetto a quello basato su

sistemi elettrici e termici distinti,

portando a sostanziali risparmi

economici sui costi energetici.

Producendo energia con mag-

giore efficienza, si abbattono i

consumi dei combustibili fossili

che emettono gas a effetto ser-

ra. Questo scenario evidenzia la

necessità di un attento controllo

dei consumi energetici che si tra-

duce, per le strutture maggiori,

nella opportunità di nominare

un responsabile a tempo pieno.

Dato che la legge prevede la no-

mina di un Energy manager negli

enti pubblici con un consumo

energetico di 1.000 Tep, corri-

spondenti a circa 1,2 milioni di

m3 di gas naturale o a 4,5 milioni

di kWh, ci dovrebbe essere un

Energy manager in tutti gli ospe-

dali con più di 300 posti letto,

che in Italia sono all’incirca 800.

Invece a fine 2007 gli Energy ma-

nager presso gli ospedali risulta-

vano solo 200. E purtroppo in tre

anni la situazione non è miglio-

rata.

La destinazione d’uso dell’energia termica in ospedale

Luciano Barelli

Riscaldamento,climatizzazione,ventilazione

Lavanderia

Perdite

Sterilizzazione

Acqua caldasanitaria

Cucina

Ripartizione tipica della destinazione d’uso dell’energia termica in un ospedale.Il riscaldamento degli ambienti costituisce la voce prevalente Fonte: Enea

IMPIEGHI DELL’ENERGIA ELETTRICA E MECCANICA

IMPIEGHI DELL’ENERGIA TERMICA

Sollevamento, condizionamento, depurazione, conservazione sistemi computerizzati, pompaggio,sicurezza, ventilazione, comunicazione, combustione, strumentazione diagnostica

e monitoraggio illuminazione, apparecchiature mediche

Ventilazione, climatizzazione, riscaldamento, acqua calda sanitaria,lavanderia, cucina, fisioterapia, apparecchiature mediche, sterilizzazione

In una struttura ospedaliera l’energia elettrica,termica, meccanica non deve mai mancare

Deve essere sempre e comunque assicuratala sua erogazione, sia come quantità, sia come qualità almeno per i servizi considerati vitali

13

storia di copertina 5/2010

L’INTERVISTA: CARLO PESARO, ENERGY MANAGER POLICLINICO GEMELLI

Il mio compito principale è il risparmioIl mio dovere è l’efficienza del servizioDal controllo dei costi ai contratti, dagli impianti agli aspetti normativi. Il delicato ruolo di chi fa i conti non solo col denaro, ma anche con la salute altrui

La trigenerazione del Policlinico

Universitario Agostino Gemelli

di Roma (una struttura di 1.500

posti letto che appartiene alla Fa-

coltà di Medicina e chirurgia

dell’Università Cattolica del Sacro

Cuore di Roma), risale al 2003 e

produce 5,2 MW elettrici e 8 MW

termici. Ce ne parla Carlo Pesaro

che dallo scorso anno ricopre il

ruolo di Energy manager, dopo es-

sere stato al fianco del precedente

responsabile dal 2003.

«Quello in produzione presso il

nostro ospedale è un impianto di

trigenerazione alimentato a gas

naturale che si è affiancato alla

centrale termica tradizionale in

produzione dal 1995 e che forni-

sce il 50% della energia termica e

frigorifera richieste, distribuite ri-

spettivamente da un sistema di

teleriscaldamento e da una rete di

distribuzione di acqua refrigerata.

Produce inoltre energia elettrica

per circa il 60% del consumo tota-

le che, però, viene totalmente ce-

duta sul mercato libero all’Acea

Distribuzione, tranne in caso di

blackout com’è stato nel settem-

bre del 2003 quando è stata con-

sumata all’interno. Contando an-

che i risparmi dovuti alle accise e

all’Iva ridotte secondo le agevola-

zioni di legge si è ottenuto un ri-

sparmio sul costo dell’energia elet-

Tante incombenze: e il potere decisionale?A tutte queste incombenze corrisponde un vero potere decisionale? La risposta di Pesaro è sostanzialmente positiva, anche se il manager non ha responsabilità operative perché la gestione è affidata a Cofely e Siram, le due aziende del consorzio che ha costruito l’impianto. L’Energy manager del Gemelli si ritiene soddisfatto della sua capacità di influenzare le moda-lità di funzionamento degli impianti, in particolare sull’ottimizzazione della politica di produzione dell’energia termica, scegliendo di produrre energia termica con il cogeneratore oppure in modo tradizionale, in base alla remunerazione del kWh nella Borsa del mercato elettrico e del costo del gas metano. Pesaro aggiunge, tuttavia, di ritenere che la sua sia una situazione più favorevole rispetto alla media degli ospedali italiani sia per la sensibilità del management agli aspetti energetici che per l’assenza di pressioni di tipo politico.

trica del 35%. In totale l’impianto

(realizzato da Cofatech, Siram e

Aster - ndr) è stato ammortizzato

in quattro anni».

I compiti di un Energy manager

di un ospedale come il Gemelli,

sono molteplici. Quali possono

ritenersi un dovere?

Il mio primo compito ritengo esse-

re la razionalizzazione e il rispar-

mio dei consumi energetici, tenen-

do, però, conto delle peculiari

esigenze di una struttura ospeda-

liera. In altre parole, devo tenere

sempre presente che la necessità

di assicurare buone condizioni am-

bientali è una priorità assoluta.

Un’altra importante leva nelle

mani dell’Energy manager per

il controllo dei costi è la gestio-

ne dei contratti di fornitura, sia

di energia che di acqua, che

vanno costantemente monito-

rati per verificarne la conve-

nienza...

Sì, è importante decidere quando

rinnovare i contratti e in che ore del

giorno produrre l’energia elettrica

che viene venduta sul mercato libe-

ro. Bisogna, poi, tenere sotto con-

trollo i consumi effettivi sia di ener-

Carlo Pesaro

15

storia di copertina 5/2010

gia che di acqua con il duplice sco-

po sia di verificare il buon funziona-

mento degli impianti allertando la

manutenzione in caso di consumi

anomali che potrebbero indicare

dei malfunzionamenti, sia per con-

trollare le fatture emesse dai forni-

tori con dati di consumo reali.

Non mancano le mansioni bu-

rocratico - amministrative

Un buon Energy manager deve te-

nersi costantemente aggiornato

sulle norme e sulle leggi di questo

settore in modo da sfruttare al me-

glio le incentivazioni e deve curare

gli aspetti di sicurezza del lavoro

nella centrale attuando tutte le

normative anti infortunistiche.

L’Ospedale Gemelli è dotato di

impianti all’avanguardia: che

cosa si deve fare per affrontare

il problema del risparmio ener-

getico nel caso di un ospedale

con impianti obsoleti?

Io credo che innanzitutto bisogna

valutare accuratamente le esigen-

ze della struttura e le alternative di

approvvigionamento di energia

primaria e di acqua. Successiva-

mente si dovrà scegliere la tipolo-

gia della centrale e qui le best

practice consigliano la cogenera-

zione o ancor meglio la trigenera-

zione. Poi si passa a disegnare le

reti di distribuzione. Solo quando

l’infrastruttura sarà stata aggior-

nata varrà la pena di mirare alla

lotta contro gli sprechi perché i ri-

sparmi che ne derivano sono mol-

to inferiori a quelli che si possono

ottenere dall’ammodernamento

dell’infrastruttura.

La formazione ottimale

di un Energy manager

Giusto per riassumere, e come si

deduce dalle risposte di Pesaro, i

compiti di un Energy manager so-

no sia tecnici che amministrativi e

gestionali e richiederebbero, per

essere svolti nel modo migliore, un

background accademico sia inge-

gneristico che finanziario, com’è

proprio il caso del nostro interlo-

cutore.

a cura di Luciano Barelli

Sergio Tomasino

LE ESCO NELLA SANITÀ/IL CASO DI COFELY

Tecnologie e ritorno degli investimentima al primo punto gli impianti a normaL’impiego delle Rinnovabili dipende dal territorio e dalla facilità degli approvvigionamenti indispensabili al buon funzionamento del nosocomio

La Sanità da tempo ha suscitato

un vivo interesse nelle Esco che

operano in Italia, com’è il caso di

Cofely, risultato della fusione di Co-

fatech, Gruppo Gdf (Gas de Fran-

ce) e di Elyo, Gruppo Suez, realiz-

zata lo scorso dicembre che ha por-

tato alla creazione di una delle tre

aziende del settore che, in Italia, su-

perano il miliardo di euro di fattura-

to, con 50 sedi distribuite sul territo-

rio, un patrimonio di 2mila clienti e

la gestione di 30 centrali di cogene-

razione (già operative o in costruzio-

ne) per un totale di 500 MW elettri-

ci. Come spiega il direttore generale

aggiunto Sergio Tomasino, «l’of-

ferta consiste essenzialmente in ser-

vizi di efficientamento e tecnologici

spesso abbinati a servizi di facility

management, indirizzati soprattutto

verso la Pubblica amministrazione,

che genera il 55% del suo giro d’af-

fari, con al secondo posto, ma ben

distaccato al 25%, il settore indu-

striale».

Ma, nella Sanità - grande comparto

energivoro - si annidano ancora

molti sprechi e varie inefficienze,

impianti non a norma, là dove la for-

nitura di energia elettrica è letteral-

mente vitale, basti pensare alle sale

operatorie.

storia di copertina 5/2010

16

Sergio La Mura

I COSTRUTTORI DI IMPIANTI/IL CASO DI SIRAM

A Udine la nuova centrale della Misericordia fornirà energia anche a scuole e condominiLa società opera dal Nord al Sud ed è forte di un’esperienza centenaria. Il direttore della ricerca, Sergio La Mura, spiega le caratteristiche tecniche dell’appalto

560 strutture per un totale di quasi

70mila posti letto. Sono questi i

numeri gestiti da Siram, società fonda-

ta nel lontano 1912 che in anni più

recenti si è indirizzata alla gestione in-

tegrata di ogni forma di energia. Tra le

referenze ospedaliere il Cardarelli di

Napoli, l’Umberto I di Roma, il Policli-

nico di Milano e quello di Bari.

Sergio La Mura, direttore della ricer-

ca, sottolinea come si possa ottenere

efficientamento e risparmi da diversi

fattori, come l’aggiornamento tecno-

logico degli impianti e il loro livello di

manutenzione: «Dove gli impianti so-

no vecchi e obsoleti e la conduzione

lascia a desiderare, com’è il caso degli

ospedali dove non è raro trovare im-

pianti di 20 anni in cattive condizioni,

ci si può aspettare un ritorno in tempi

rapidi. Se gli impianti sono obsoleti,

può essere necessario un intervento di

manutenzione straordinaria, che può

arrivare fino al rifacimento totale con

la necessità di fare investimenti che

possono essere anche cospicui». Pia-

nificare, quindi, è un po’ come preve-

nire. È il caso del Policlinico di Bari,

dove Siram ha realizzato un impianto

di trigenerazione con interventi dal

costo complessivo di 10 milioni di euro

che hanno portato un aumento

dell’efficienza energetica del 14% e

una riduzione di anidride carbonica

del 33%. Il ritorno dell’investimento è

previsto in circa sette anni.

Siram, che ha appena avviato il cantie-

re per il rinnovo completo dell’ospeda-

le di Venezia (commessa dal valore di

47 milioni di euro), a gennaio ha vinto

un appalto per la costruzione e la ge-

Perciò il primo obiettivo di un tipico

intervento di Cofely è aumentare

l’efficienza degli impianti allinean-

doli nel contempo alle disposizioni

di legge. Il secondo passo è la presa

in carico della gestione per un certo

numero di anni assicurando un co-

sto fisso di fornitura.

Rientro dopo almeno

otto anni

«Le tecnologie di cogenerazione o

trigenerazione permettono di co-

struire impianti con un ritorno

dell’investimento dell’ordine di cin-

que o sei anni indipendentemente

dalla collocazione geografica dell’im-

pianto - dichiara Tomasino -. A ciò si

può aggiungere l’impiego di energie

da fonti rinnovabili se disponibili sul

territorio in adeguata misura e con

facilità di approvvigionamento. Di-

scorso diverso per le tecnologie sola-

ri, fotovoltaico o termico che siano,

perché in questo caso il rendimento

è legato al grado di irraggiamento

solare di cui può beneficiare l’im-

pianto, tanto che in Italia il loro im-

piego è giustificato solo al Sud, e al

livello delle incentivazioni di legge.

Tutto considerato gli impianti solari

hanno un ritorno dell’investimento

in tempi superiori agli otto anni an-

che nelle zone più favorevoli. Perciò

questa è una specie di ciliegina sulla

torta che si può mettere oppure no a

complemento delle centrali di coge-

nerazione secondo criteri di opportu-

nità politica o ambientali, visto che

questi impianti non emettono anidri-

de carbonica, più che per vere ragio-

ni industriali». In ogni caso, tutto ciò

sta a dimostrare che consumare me-

no energia, e conseguentemente

produrre meno anidride carbonica,

non solo è possibile, ma è anche eco-

nomicamente conveniente.

lu.ba.

17

storia di copertina 5/2010

stione di una centrale tecnologica, di

un impianto di cogenerazione e di un

centro servizi e laboratori per l’Azien-

da Ospedaliera Universitaria Santa

Maria della Misericordia di Udine dove

la centrale tecnologica sarà costituita

da un sistema termico da 74,5 MWt,

una centrale frigorifera da 30 MWf e

una centrale di cogenerazione che as-

somma 9,7 MWe a 9 MWt. L’energia

prodotta da tali impianti, oltre a copri-

re l’intero fabbisogno energetico del

complesso ospedaliero, potrà anche

fornire 31.600 MWht a 39 utenze

esterne e cedere oltre 20.000 MWh di

energia elettrica alla rete pubblica, ot-

tenendo la defiscalizzazione di tutta la

fornitura di metano. Il complesso uti-

lizzerà tre motori alimentati a metano

e 2 motori alimentati a olio vegetale

che, essendo considerato fonte rinno-

vabile, permetterà di ottenere i relativi

Certificati Verdi e una riduzione annua

di 12.800 tonnellate di anidride carbo-

nica. Una rete di teleriscaldamento

fornirà calore ad altre 34 grandi uten-

ze, oltre ai 5 edifici del complesso

ospedaliero. In questo modo, sarà

possibile eliminare le caldaie di ben 17

istituti scolastici e 16 condomini, otte-

nendo una forte riduzione delle emis-

sioni in atmosfera dei principali inqui-

nanti (monossido di carbonio, ossido

di azoto, polveri sottili e biossido di

zolfo) e dunque un miglioramento

dell’aria cittadina. lu.ba.

GLI IMPIANTI DI COGENERAZIONE

I motori a tutto gas adatti agli ospedaliAlto coefficiente d’utilizzo e accise ridotteLe capacità di adattamento e la robustezza del propulsore di Jenbacher del Gruppo Ge favoriscono l’impiego in strutture operative a ciclo continuo

Ospedali a tutto gas, basta che sia

“alternativo”. È quanto succede

se la scelta di un nosocomio cade sui

motori Jenbacher, che vengono utiliz-

zati in gruppi elettrogeni autonomi e

impianti di cogenerazione per la pro-

duzione di energia. Fin qui tutto nor-

male tranne il fatto che la capacità di

Jenbacher Gruppo Ge è quella di ac-

cettare di essere alimentati, senza mo-

difiche strutturali, ma solo con una

regolazione, con gas di ogni tipo, ossia

non solo metano, ma anche biogas,

biogas da discarica, gas da miniera,

gas da fognatura, gas da depuratori

delle acque o da scarti di lavorazione

del legno e altri scarti industriali.

Questi gas, vista la loro diversa prove-

nienza, devono essere analizzati ed

eventualmente purificati secondo le

specifiche di Jenbacher che può arri-

vare anche a fornire e installare le ap-

parecchiature complementari neces-

sarie, comunque di produttori terzi,

come pure il sistema di filtraggio dei

fumi per l’eliminazione degli inqui-

nanti. Il risultato è un gruppo di po-

tenza a basse emissioni, alimentato

con gas altrimenti inutilizzati e perciò

molto economico quanto ai costi di

gestione.

Il gas utilizzato dipende dalla colloca-

zione geografica dell’impianto: men-

tre il metano lo si trova dappertutto, e

pertanto è l’alimentazione di riferi-

mento, gli altri gas sono particolari dei

luoghi di produzione: le miniere per il

grisou, le discariche per il biogas da

discarica e così via.

L’impiego tipico dei motori Jenbacher

è negli impianti di cogenerazione, do-

ve si raggiungono efficienze dell’ordi-

ne del 90%, un valore particolarmen-

te buono se paragonato all’efficienza

media di apparecchiature consimili

sul mercato. In particolare, questi

motori trovano una collocazione otti-

male negli ospedali. Il perché ce lo

spiega Mario Artoni, amministrato-

Mario Artoni

Nel settore industriale motori come quellidi Jenbacher sono giustificati nelle aziende come le farmaceutiche, chimiche, tessili, alimentari ossia quelle che hanno un consumo energetico non troppo importante. Nel caso delle raffinerie o delle acciaierie, invece, dove le potenze in gioco sono dell’ordine delle decine di MW, si impiegano i motori a turbina visto che sono prodotteda un’altra divisione di Ge.

storia di copertina 5/2010

18

APPLICAZIONI ALTERNATIVE

C’è un lago nella contea di Nottinghamdove pesca le risorse il King’s Mill HospitalScambio termico assicurato da piastre poste sott’acqua collegate a pompe di calore. Faro fotovoltaico dalla Germania per il San Carlo Borromeo di Milano

Attingere dalle acque di un lago

l’energia necessaria per riscalda-

re e climatizzare (rispettivamente 5 e

5,4 MWt). È quanto avviene al King’s

Mill Hospital operativo nella cittadina

di Sutton in Ashfield nel Notting-

hamshire (Regno Unito).

Si tratta di una variante della soluzione

a pompa di calore, che più comune-

mente attinge all’energia degli strati

sotterranei, giustificata dall’essere

l’ospedale a soli 800 metri da un lago

di 165.000 mq di superficie. In questo

caso lo scambio termico è assicurato

non da sonde nel terreno, ma da 140

piastre Slim Jim, prodotte dalla società

britannica Aweb Supply e imple-

mentate da Geothermal Internatio-

nal che le ha immerse a una profondi-

tà di un metro e mezzo circa, per una

superficie di scambio termico di 1.512

mq. Queste piastre sono collegate,

mediante tubazioni in polietilene po-

ste nel terreno a una profondità di

re delegato di Jenbacher Gas Engines:

«In Italia gli ospedali sono un settore

dove Jenbacher vanta una presenza

particolarmente significativa, con 40

installazioni. La molla è la possibilità

di risparmio sulla voce energia che è

una componente importante dei bi-

lanci delle aziende ospedaliere. Il ri-

torno dell’investimento in motori co-

me i nostri è più o meno rapido a se-

conda del coefficiente di utilizzo e gli

ospedali, che sono operativi 365 gior-

ni all’anno e 24 ore al giorno, hanno

un coefficiente di utilizzo molto alto.

Inoltre godono di accise ridotte

nell’acquisto del gas metano. Infine,

si ottiene anche una sensibile riduzio-

ne dell’emissione dell’anidride carbo-

nica, ma questo fattore, da solo, non

sarebbe sufficiente a giustificare l’in-

vestimento».

La giustificazione economica della co-

generazione fino a che punto dipende

dagli incentivi?

«In linea di massima è indipendente,

anche se gli incentivi si possono rive-

lare significativi in settori specifici co-

me le aziende agricole - risponde Ar-

toni -. In generale si dimensiona la

potenza dell’impianto per coprire il

fabbisogno medio di energia elettrica

e di calore, utilizzando generatori au-

siliari per coprire i picchi. Infatti, in

questi casi, non è conveniente pro-

durre un eccesso di energia elettrica

da vendere sul mercato perché le ta-

riffe non sono convenienti, contraria-

mente a ciò che accade per le produ-

zioni dei pannelli solari».

ma.ga.

circa un metro, a 42 pompe di calore

della WaterFurnace International

di Fort Wayne, Illinois, che sfruttano la

differenza di temperatura con l’acqua

del lago per assicurare al 100% sia il

riscaldamento che la refrigerazione

dell’ospedale.

L’aver evitato costose trivellazioni ha

permesso un notevole risparmio sui

costi di realizzazione dell’impianto, ha

dichiarato l’installatore che vanta la

realizzazione di 2mila impianti geoter-

I motori utilizzati da Jenbacher nei gruppi elettrogeni sono alimentati con ogni tipo di gas

storia di copertina 5/2010

mici per decine di MW in tutto il Regno

Unito. Altri vantaggi dichiarati: un bas-

sissimo livello di emissioni di CO2 ri-

spetto ai tradizionali sistemi e costi

molto bassi sia di gestione sia di manu-

tenzione.

Ma sugli ospedali ben ci stanno anche

le installazioni di fotovoltaico. Tanto

più se sono state assegnate da una

sorta di “premio”. È successo all’Ospe-

dale San Carlo Borromeo di Milano

che ha ricevuto in dono un impianto

fototermico attraverso il progetto

“Leuchtturm” (faro, in tedesco), pro-

mosso dalla Camera di commercio

Italo-germanica, realizzato dall’ Agen-

zia tedesca per l’energia e sponsoriz-

zato dal ministero federale tedesco

dell’Economia e della tecnologia.

L’impianto è composto da tre multi-

collettori della Solarhybrid, che han-

no la particolarità di essere ibridi, ossia

di essere in grado di trasformare

l’energia solare sia in energia elettrica

che termica in parallelo. A regime po-

trà produrre 2.526 kWh di energia

elettrica e 13.876 kWh di energia ter-

mica, il che ridurrà l’utilizzo di gas na-

turale e produrrà energia elettrica

ecologica destinata a essere immessa

nella rete elettrica risparmiando sulla

bolletta e riducendo l’emissione in at-

mosfera di 5,5 tonnellate di CO2 an-

nuali. Il rendimento energetico dell’im-

pianto sarà visualizzato su un display

collocato all’ingresso dell’ospedale,

insieme ai dati relativi alla quantità di

emissioni di CO2 evitate.

lu.ba.

Un’immagine del King’s Mill Hospital che attinge energia dalle acque di un vicino lago

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21

storia di copertina 5/2010

Il progetto nasce nel 2009

dall’esigenza di una struttura

ospedaliera di nuova realizzazio-

ne di valutare se fossero possibi-

li risparmi sul costo della bolletta

energetica e se l’introduzione di

fonti di energia alternativa

avrebbe comportato risparmi in-

teressanti.

L’obiettivo era in generale quello

di ottimizzare i costi mantenen-

do comunque un profilo di con-

sumo confacente alle esigenze

dell’ospedale, legato quindi alle

funzioni tipicamente di building

(illuminazione, riscaldamento,

condizionamento), agli apparati

ospedalieri (Tac, Medicina nucle-

are) e alle infrastrutture Ict.

Le varie fasi del progetto di valu-

tazione energetica hanno com-

preso: un’analisi della struttura

dei costi energetici per valutare

eventuali criticità; una valutazio-

ne sulle modalità di approvvigio-

namento utilizzate e sulla possi-

bilità di ottimizzare il contratto

in essere (per esempio, modifi-

candolo se molti consumi posso-

no essere effettuati in fasce ora-

rie a minore costo); l’individua-

zione di possibili aree di inter-

vento (per esempio, sistemi di

illuminazione basati sulla pre-

senza o uno spostamento fisico

dei condizionatori per ottenere

una migliore efficienza termica);

una “What If Analysis” per simu-

lare possibili riduzioni dei costi

associate a modifiche dei com-

portamenti.

«L’esperienza ha dimostrato che

spesso bastano semplici accorgi-

menti per migliorare il profilo di

consumo energetico in una

grande organizzazione - ha com-

mentato Glauco Bigini, mana-

ger Cefriel - e che molto lavoro

va fatto sulla User Awareness, in

quanto spesso a una maggiore

consapevolezza e alla creazione

di una cultura comune sul tema

del risparmio energetico sono

associabili i maggiori risparmi.

È stato, inoltre, valutato che

l’impatto dell’Ict sulla struttura

dei costi energetici era molto

basso (intorno al 2%), come av-

viene tipicamente quando si

considerano organizzazioni in

cui l’Ict non fa parte del core bu-

siness, e che l’ambito in cui avve-

nivano i maggiori consumi era

quello del condizionamento del-

le temperature».

Al termine del lavoro, la propo-

sta di ricorso a fonti di energia

alternative ha mostrato una par-

ticolare propensione (peraltro

tipica) del cliente a considerare

soluzioni “ovvie” e molto ben

pubblicizzate come il fotovoltai-

co. In realtà, l’analisi aveva mo-

strato come la maggior voce di

costo e consumo fosse legata

alla gestione delle temperature.

Per ottimizzare questo aspetto,

l’aggiunta di una nuova fonte di

energia elettrica non avrebbe

rappresentato la soluzione adat-

ta. Nel caso specifico, il ricorso,

invece, a tecniche di raffredda-

mento dell’acqua con pompa

geotermica avrebbe consentito

una riduzione sostanziale dei

consumi legati all’impianto di

condizionamento, a costi di rea-

lizzazione inferiori.

La scelta di una particolare fonte

energetica rinnovabile, spesso, è

dettata più da “percezioni” sui

consumi che non dalla realtà dei

fatti. Questo progetto e il meto-

do seguito hanno, invece, mo-

strato come solo un’analisi accu-

rata possa consentire di veicolare

al meglio gli investimenti per

l’efficienza energetica.

Diego Ragazzi(manager Green Ict Cefriel)

IL PARERE DI GLAUCO BIGINI (MANAGER CEFRIEL)

La prima regola del vero risparmionasce dalla gestione dei consumi

Glauco Bigini

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focus

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5/201024

IL BILANCIO DI ASSOCARBONI

Italia all’avanguardia sul carbone pulito«Ora lasciateci convertire gli impianti»Le imprese sollecitano il Governo a favorire l’innalzamento della quota nel mix energetico. I rilevanti investimenti per catturare e stoccare il biossido di carbonio

Paradosso: in Italia si usa an-

cora troppo poco carbone

per produrre energia e c’è anco-

ra troppa dipendenza dall’estero

per gli approvvigionamenti ener-

getici: il 92,8% dell’energia uti-

lizzata in Italia viene importata.

Il carbone incide solo per il 12%

sul mix energetico italiano, a

fronte del 33% europeo. A livel-

lo mondiale l’Italia pesa solo per

lo 0,5% sul consumo totale di

carbone (la Germania pesa per il

2,4%). Le importazioni di carbo-

ne da vapore, secondo Assocar-

boni, nel 2009 si sono attestate

nell’ordine delle 15,75 milioni di

tonnellate (in calo rispetto al

2008) e sono drammaticamente

crollate quelle di carbone side-

rurgico (meno 35%) a causa del-

la diminuzione della produzione

dell’industria siderurgica. Resta-

no stabili quelle di petcoke (2,6

milioni di tonnellate).

Prendiamo a esempio

la centrale di Civitavecchia

«Eppure in Italia siamo all’avan-

guardia per ciò che riguarda le

tecnologie relative al carbone

pulito e nella tecnologia Ccs

(cattura e stoccaggio di biossido

di carbonio - ndr) - sottolinea

Andrea Clavarino, presidente

di Assocarboni -. Basta vedere la

centrale di Civitavecchia, un con-

centrato di tecnologie all’avan-

guardia. Sul fronte del mix ener-

getico siamo rimasti veramente

indietro: abbiamo sostituito il

petrolio col gas, che oggi incide

per il 70% nel nostro mix ener-

getico (nel mondo per il 17% -

ndr). Basterebbe che i governi ci

lasciassero riconvertire in tempi

Tabarelli (Nomisma): «Meno consumi, ma attentia non fare confusione con il risparmio da povertà»

«Grazie alla crisi è diminuita in Italia la dipendenza dal gas, da quello

soprattutto proveniente dalla Russia, ma è un effetto della diminuzione

dei consumi, effetto della crisi e quindi attenzione a non confondere

la riduzione dei consumi consapevole con un risparmio dovuto alla

povertà - avverte Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia -.

Attenzione anche all’appiattimento dell’intensità elettrica, che

indicherebbe, in una situazione economica non critica, un aumento

dell’efficienza energetica nel medio-lungo periodo. In questo momento,

invece, l’appiattimento dell’intensità elettrica prende origine da un calo

dei consumi e della produzione. E questo è pericoloso in un Paese come

l’Italia dove l’industria ha un’alta vocazione esportatrice: le esportazioni

servono a far entrare valuta, che contrasta il debito pubblico». Tabarelli

ha anche evidenziato come il problema ambientale non è ridurre le

emissioni di CO2, ma garantire la qualità dell’aria nella Pianura padana,

ad alta concentrazione industriale e che chiede più energia di altre zone

d’Italia. «Le centrali

elettriche, grazie alle

tecnologie e ai nuovi filtri,

incidono solo per l’1%

sulle emissioni di Pm10,

avendo ridotto del 90%

la produzione di agenti

inquinanti. È inutile

demonizzarle, anzi serve

più elettricità e lavorare

su altri elementi, come il

riscaldamento degli edifici:

si potrebbe sostituire

le caldaie con le pompe

di calore per esempio».

25

focus 5/201024

Agnese Ananasso

rapidi gli impianti e che si por-

tasse il carbone dal 12 al 16%

nel mix energetico nei prossimi

quattro anni. L’impianto di Porto

Tolle, la cui riconversione ha ri-

chiesto 1,6 miliardi di euro di

investimento, genererebbe mille

posti di lavoro diretto, più due-

mila per l’indotto; la centrale a

carbone di Vado Ligure, in cui

sono stati investiti 800 milioni di

euro, potrebbe creare altri cento

posti di lavoro diretto.

Con le nostre tecnologie siamo

in grado di far raggiungere alle

nostre centrali il 46% di efficien-

za energetica, ben oltre l’attuale

35%, grazie anche alle migliori

caldaie esistenti. Lasciateci fare

dunque».

Tecnologie che sono nelle mani

delle aziende di grandi dimensio-

ni, che possono permettersi

grandi investimenti e grandi im-

pianti, in tutti i settori energeti-

ci, dall’eolico al nucleare. Im-

pianti che realizzano economie

di scala e che sono più efficienti

delle reti di piccoli impianti spar-

si sul territorio.

Ma anche le grandi aziende han-

De Vita (Unione Petrolifera): «Con il vento dell’Est un eccesso di capacità produttiva»

A livello globale il settore del carbone dimostra di non risentire della crisi economica, tant’è che la produzione mondiale di carbone, secondo As-socarboni, è salita nel 2009 a sei miliardi di tonnellate, facendo registra-re un incremento del 2,5% rispetto al 2008. «Ma attenzione - avverte Pasquale De Vita, presidente Unione Petrolifera - occorre analizzare come questa domanda sia distribuita a livello mondiale». La Cina ha im-portato nel 2009 126 milioni di tonnellate di carbone (+211% sul 2008 - ndr), l’India 59 milioni di tonnellate, il 28% rispetto al 2008 e, paralle-lamente, ha incrementato la produzione interna di carbo-ne del 7,8%. La Cina diven-ta così il primo importatore netto di carbone. «Stanno cambiando le aree ad alta produzione industriale, le economie dell’Est stanno crescendo velocemente e si rischia di fare previsioni del tutto inadeguate. Si sta an-dando verso un eccesso di capacità produttiva e il qua-dro che si sta prefigurando non è affatto transitorio ma strutturale».

no bisogno di avere garanzie, di

veder tutelati i propri investimen-

ti. Un problema sollevato da

Klaus Schäfer, amministratore

delegato di Eon: «Accettare la sfi-

da di dimezzare le emissioni di

Il carbone, dove e quanto (dati 2009 e confronto con 2008 espressi in tonnellate)

Fonte: Assocarboni

Nel mondo 6 miliardi (+2,5%)

Cina import 126 milioni (+211%)

export 22,4 milioni (-50,7%)

India import 59 milioni (+28%)

Europa import 195 milioni (-17%)

CO2 entro il 2030 vuol dire cam-

biare il proprio portfolio tecnolo-

gico: le tecnologie per la riduzio-

ne delle emissioni costano care e

chi paga questo cambiamento?

Noi abbiamo scelto di investire

nella tecnologia Ccs, nella post

combustione, già in fase di speri-

mentazione in Olanda e Regno

Unito.

Questa tecnologia, che va speri-

mentata soprattutto in grandi

centrali, richiede investimenti

che vanno dai 6 ai 10 miliardi di

euro, investimenti che vanno fi-

nanziati. E noi operatori dobbia-

mo avere la garanzia del consen-

so non solo politico ma soprat-

tutto pubblico, della stabilità

delle leggi e del supporto agli in-

vestimenti».

news&mercati

26

5/201024

Nadia Tadioli

MULTIUTILITY

Gelsia si fa più libera ed efficiente In tema di gas cerca alleanzeLa società che raggruppa le municipalizzate della Brianza separa le attività di mercato da quelle a concessione. Le minori spese destinate all’innovazione

Un gruppo più snello ed efficien-

te per affrontare le sfide della

liberalizzazione. È questa l’ultima

mossa di Gelsia, la società multiutility

nata dal raggruppamento delle mu-

nicipalizzate dei comuni della Brian-

za, capitanato da Seregno. Per essere

più efficiente nei diversi business (gas

che rappresenta il 68% del fatturato,

elettricità 18% e ambiente 9,7%) è

stato avviato un processo di raziona-

lizzazione della struttura, separando

le attività a libero mercato da quelle

soggette a concessione. Le società

del Gruppo passeranno da cinque a

tre, in particolare è prevista l’incorpo-

razione di Gelsia Energia e di Gelsia

Calore in Gelsia srl e successivamente

il conferimento degli asset di cogene-

razione e teleriscaldamento a Gelsia

Reti. Questo significherà ridurre i

consigli di amministrazione da 5 a 3

con un risparmio calcolato in circa

600 milioni di euro. «Si rafforza così

la capogruppo - spiega Dario Ghez-

zi, presidente di Gelsia -, mentre si

semplifica la gestione, liberando ri-

sorse da dedicare agli investimenti. Il

piano industriale 2010- 2012 è stato

sviluppato con l’obiettivo di prepara-

re il Gruppo ad affrontare le gare per

il rinnovo delle concessioni della di-

stribuzione di gas e per la scelta del

socio privato del servizio di igiene

ambientale». Per migliorare la sua

presenza nel mercato del gas, Gelsia

intende consolidare e rendere più

efficiente la struttura per aumentare

la presenza territoriale. Già oggi co-

munque copre il 60% del territorio

con una rete di 1.500 chilometri e il

business presenta una buona margi-

nalità. L’obiettivo è quello di poten-

ziare il servizio in termini di qualità e

innovazione tecnica ed espandere la

presenza nel mercato fidelizzando gli

attuali clienti ed estendendo l’attività

a livello regionale. Il Gruppo punta

così a diversificare le fonti di ricavo

(elettricità, gestione calore, teleriscal-

damento) e a sviluppare la termova-

lorizzazione dei rifiuti anche attraver-

so l’aggregazione ad altri partner.

Anche per l’igiene urbana l’intenzio-

ne è potenziare la presenza territoria-

le cercando un partner privato. Il

Gruppo è anche interessato a svilup-

pare iniziative nel mercato dell’ener-

gia da fonti rinnovabili, condividen-

dole con altri operatori del settore.

«Non possiamo fermarci - ha spiega-

to Giacinto Mariani, sindaco di Se-

regno -, l’evoluzione del contesto

competitivo pone alle aziende locali

nuove sfide di crescita: per questo

dobbiamo pensare a nuovi partner».

È questa l’incognita che dovrà essere

sciolta nei prossimi mesi per confer-

mare il valore di un Gruppo con buo-

ne performance economiche: nel

2009 il margine operativo lordo è

stato di poco superiore ai 20 milioni

di euro, mentre il margine operativo

netto di 11 milioni. Il piano presenta-

to mostra una gestione finanziaria

che nei tre anni considerati genera

una liquidità di oltre 30 milioni di eu-

ro, coprendo integralmente il fabbi-

sogno finanziario del Gruppo.

Al centro Giacinto Mariani, sindaco di Seregno, alla sua destra Dario Ghezzi, presidente Gelsia

27

news&mercati 5/201024

LA FUSIONE TRA IRIDE ED ENÌA

Il primo luglio via libera ufficiale a IrenNasce la seconda maxi Utility italianaOltre 80 i Comuni soci di controllo di Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. Un giro d’affari tra i 3,5 e 4 miliardi di euro. La forza nel teleriscaldamento

Dopo un travaglio durato oltre

un anno e mezzo, il primo

luglio nascerà ufficialmente Iren,

la seconda maxi Utility italiana

(dopo A2a) generata dalla fusio-

ne della ligure-piemontese Iride e

dell’emiliana Enìa.

Oltre 80 i Comuni soci di control-

lo della nuova entità (con un pat-

to di sindacato al 51%), che avrà

sede a Reggio Emilia e genererà

un giro d’affari compreso fra 3,5

e 4 miliardi di euro e una capita-

lizzazione di oltre 1.800 milioni.

Sarà presieduta da Roberto Baz-

zano (attuale presidente di Iride),

avrà per vice presidente Andrea

Allodi (attuale presidente di Enìa)

e come amministratore delegato

ritroveremo Roberto Garbati

(attuale amministratore delegato

di Iride). Infine, la carica di diret-

tore generale sarà ricoperta da

Andrea Viero (attuale ammini-

stratore delegato di Enìa).

Iren opererà in Piemonte, Liguria

ed Emilia Romagna e potrà conta-

re su un portafoglio di 1,7 milioni

di clienti serviti nel settore ener-

getico e oltre 2,3 milioni nel ciclo

idrico e ambientale.

Il raggio d’azione comprenderà i

settori dell’energia elettrica, com-

prese le rinnovabili, del gas,

dell’acqua, dell’ambiente, del te-

leriscaldamento cui dovrebbe co-

prire un posto di rilevanza nazio-

nale. Tra le partecipazioni societa-

rie di Iren spiccano il 15% di Del-

mi (che insieme a Edf controlla il

Gruppo Edison) e il 10% di Edi-

power.

Bilancio Enìa

Intanto, il background economico

di Enìa lo si trova nel recente bi-

lancio 2009 appena approvato. È

da notare che i ricavi sono stati di

chiarati in diminuzione per effet-

to della riorganizzazione delle at-

tività di Gruppo che, lo scorso

anno, ha trasferito dalla control-

lata Enìa Energia alla collegata

Sinergie Italiane le attività di

trading (con fatturato pari a circa

310 milioni di euro).

L’operazione ha pesato soprattut-

to in area gas dove i ricavi si sono

attestati in diminuzione del 43,5

per cento.

Contrazione anche per il settore

teleriscaldamento i cui numeri

evidenziano ricavi per 72,6 milio-

ni di euro, a fronte degli 83,7 mi-

lioni dell’esercizio 2008 (-13,3%),

per effetto dell’aumento del co-

sto delle materie prime e nono-

stante i maggiori quantitativi di

calore venduto: 543,7 GWh ter-

mici rispetto ai 496,5 GWh del

2008 in forza dello sviluppo dei

volumi abitativi teleriscaldati e

all’estensione del servizio nella

città di Piacenza.

Cresce, in sostanza, solo il settore

idrico che ha generato ricavi per

163,3 milioni di euro, con un in-

cremento del 9,1% rispetto ai

149,7 milioni di euro dell’eserci-

zio precedente.

Bilancio Enìa 2009

Ricavi consolidati a 999,7 milioni di euro

esperienze&carriere

28

5/201024

STRATEGIE D’IMPRESA

Una miscela di risparmi nelle cappe di FaberCosì calano i consumi, ma non la qualitàI risultati del progetto realizzato in collaborazione con Beghelli. L’innovazione come modello di business: lo spiega il managing director Stefano Socci

Una media di 18.000 kWh ri-

sparmiati ogni mese, pari al

quotidiano dispendio energetico

globale di 2.200 abitazioni. È que-

sto il risultato che lo stabilimento

Berbentina di Faber, azienda mar-

chigiana attiva nella produzione di

cappe aspiranti, ha ottenuto in

collaborazione con il progetto “Un

Mondo di Luce a costo zero” pro-

posto da Beghelli.

800 nuovi apparecchi hanno rin-

novato il vecchio impianto di illu-

minazione dello stabilimento di

Sassoferrato, in provincia di An-

cona, da cui nascono le cappe

più tecnologiche e innovative

dell’intera produzione. L’impian-

to - fa notare la Beghelli - si ripa-

ga con il risparmio energetico

che esso produce (calcolato at-

torno al 50% dei costi che veni-

vano sostenuti prima). In che mo-

do si ottiene tutto ciò? Grazie a

un dispositivo elettronico brevet-

tato in grado di misurare con

precisione il consumo di ogni sin-

golo apparecchio installato.

Ma a quanto pare l’argomento

“efficienza energetica” è da anni

uno degli aspetti più sentiti e svi-

luppati all’interno di Faber.

Energia24 ha raggiunto Stefano

Socci, managing director di Fa-

ber, per capire come questa

azienda interpreta il tema “ri-

sparmio e ottimizzazione energe-

tica” a iniziare dall’organizzazio-

ne aziendale che «fa capo al di-

partimento Qualità e si avvale del

pieno contributo di altre funzioni

e di consulenti esterni per pro-

getti mirati».

Con questo team, ormai da anni

Faber monitora i consumi di ener-

gia, acqua, gas e la produzione

di rifiuti «con l’obiettivo - rac-

conta Socci - di ridurli».

Con quali risultati?

Dal 2006 al 2009 abbiamo otte-

nuto una riduzione media del

20%, in linea anche con la certi-

ficazione Iso 14001 da noi otte-

nuta a fine 2002. Interveniamo

sia sui processi interni, sia sul

prodotto grazie ai forti e continui

investimenti effettuati nella Ri-

cerca e sviluppo, vero motore

della crescita Faber nei quasi 60

anni di vita dell’azienda. Da que-

sto punto di vista anche l’intro-

duzione massiccia delle tecniche

6 sigma ha dato un contributo

rilevante al miglioramento dei

consumi energetici con progetti

mirati al contenimento degli

scarti e dei consumi.

E nel tempo, quali soluzioni

tecniche avete adottato?

Faber sta lavorando sia sui pro-

cessi interni con l’acquisto di

nuovi macchinari, con l’utilizzo

di illuminazione a basso consu-

mo energetico negli ambienti

produttivi, sia sul prodotto cappa

(che è il nostro core business).

Negli ultimi due anni, abbiamo

introdotto motorizzazioni più ef-

ficienti con un risparmio che cal-

coliamo vada dal 20 al 70% dei

consumi energetici; illuminazio-

ne Led con un faretto da noi bre-

vettato che permette di ridurre i

consumi del 90% e l’uso più clas-

sico sulle cappe di lampade Pl e

alogene a basso consumo.

In ogni nostra iniziativa la ridu-

Stefano Socci

29

esperienze&carriere 5/201024

Camilla Galli Macricè

zione dei consumi energetici è

una priorità. Così nello sviluppo

di un prodotto unico come la

cappa Klima che unisce le presta-

zioni di una cappa con quelle di

un condizionatore, abbiamo sta-

bilito in via prioritaria con il no-

stro partner Olimpia Splendid

(azienda che opera nel mondo

dei condizionatori - ndr) che uno

dei parametri fondamentali do-

vesse essere il raggiungimento

della classe A.

Anche il design definito dallo

studio King e Miranda è pensa-

to per far “respirare” bene la

cappa Klima e coopera al rag-

giungimento di tale obiettivo.

Quindi oggi ci possiamo “vanta-

re” non solo di avere un prodotto

tecnologicamente unico, ma an-

che all’avanguardia in termini di

rispetto ambientale. Inoltre stia-

mo lavorando attivamente ad al-

tre soluzioni per il risparmio

energetico, inteso come bilancio

complessivo dell’energia consu-

mata in una casa.

Come si muove la filiera cui

siete collegati? È all’erta o vi-

ve in maniera passiva il tema

del risparmio energetico e del

non inquinamento?

Il panorama è abbastanza varie-

gato, ma vediamo che l’attenzio-

ne al risparmio energetico (anche

per una questione di costi) sta

crescendo molto e riceviamo

molte proposte e idee anche dal

mondo esterno per l’abbattimen-

to di consumi energetici così co-

me per la riduzione dei rifiuti.

Credete che l’efficienza ener-

getica sia anche un buon ar-

gomento di marketing ovvero

che risparmiare energia sia un

tema che interessa anche al

vostro cliente?

Faber vende in tutto il mondo e

quindi stiamo su mercati caratte-

rizzati da clienti con sensibilità

molto diverse. È però evidente

che si sta affermando in alcune

aree un’attenzione più marcata

“Un mondo di luce a costo zero” è la soluzione che dà luce allo stabilimento Faber

da parte del cliente finale e della

catena di distribuzione ai temi

del risparmio energetico. Esempi

sono le costruzioni con certifica-

to energetico, in Europa e negli

Stati Uniti, che impongono ai

produttori norme sempre più

avanzate. Questa situazione ri-

chiede una competizione sempre

più accentuata sui temi dell’in-

novazione tecnologica e quindi

avvantaggia un’azienda come

Faber che ha fatto da sempre

della Ricerca e sviluppo l’asse

portante del proprio modello di

business.

Gli addetti ai lavori si incontrano agli

Il prossimo appuntamento è previsto per giovedì 17 giugnocon un focus sulla professione degli Energy manager

Per saperne di più e partecipare scrivi a: [email protected]

Sponsor dell’iniziativa

esperienze&carriere

30

5/201024

Ben 40mila euro all’anno sull’ap-

provvigionamento di gas e ener-

gia. È questo il risparmio dichiarato

da McKinnon&Clarke nei confronti

della filiale italiana della JohnsonDi-

versey, il colosso nella fornitura di

prodotti per l’igiene e la pulizia.

Lo scenario italiano contraddistinto

da condizioni di mercato sfavorevoli

e da formule dei listini dell’energia

particolarmente complessi hanno

rappresentato una sfida per il team di

McKinnon&Clarke chiamati a ripiani-

ficare l’approvvigionamento delle ri-

Con McKinnon&Clarke la bolletta JohnsonDiversey cala di 40mila euro

PIANIFICAZIONE

Iclienti luce&gas si fanno sempre più sofisticati e

vogliono avere un maggiore controllo sulla spesa

energetica e sull’impatto ambientale. Una recente

indagine condotta da Ibm ha rivelato che oltre il 90%

degli intervistati, provenienti da varie parti del mon-

do, desidererebbe avere gli strumenti per gestire il

proprio utilizzo dell’energia.

Questi cambiamenti dimostrano che i consumatori

chiedono di più dalla loro relazione con i fornitori di

elettricità. «È ora di rivedere i modelli di business che

hanno stimolato la crescita e il successo per il settore

dell’energia e delle Utilities negli ultimi cinquant’an-

ni. Gli elementi generatori di valore saranno molto

diversi nel prossimo decennio - spiega Michael Va-

locchi, global energy & Utilities leader per Ibm -. In

questo nuovo ambiente, le Utilities che sono dispo-

ste a ripensare al loro modello di business fonda-

mentale si troveranno in una posizione migliore per

trarre vantaggio dai prodotti emergenti, dalle tec-

nologie e dai servizi a disposizione dei loro consu-

matori». Insomma, tutto cambia e devono cambiare

anche i fornitori di energia.

Le direzioni? Reti intelligenti, generazione distribu-

ita e tecnologie di accumulo.

Per il terzo anno consecutivo ConsiagReti riceve incen-

tivi (quest’anno pari a 322mila euro) al termine delle

verifiche dell’Aeeg sui dati di sicurezza e continuità del

servizio di distribuzione del gas (nel caso di ConsiagReti

oltre 1.400 Km di rete gestita). Per gli utenti si tratta di

un’ulteriore e certificata garanzia della sicurezza degli im-

pianti di distribuzione che, se realizzati e gestiti nel rispet-

to delle normative, rigorose in questo settore, evitano

pericolose dispersioni e fughe di gas. Il sistema messo a

punto dall’Autorità prevede, infatti, due diverse compo-

nenti: la prima premia la riduzione delle dispersioni di gas,

la seconda prevede un incentivo collegato al grado e al

controllo di odorizzazione del gas. Due aspetti fondamen-

tali in termini di sicurezza: il gas naturale, infatti, è di per

sé privo di odore ed è quindi necessario aggiungere appo-

site sostanze per conferirgli un odore caratteristico che

consenta di individuarne facilmente la presenza ed evitare

così eventuali esplosioni o intossicazioni.

Addio chiavi in mano, i clienti luce&gas vogliono il controllo delle loro spese

ConsiagReti offre continuità e sicurezza e riceve in cambio incentivi

INDAGINE IBM

DISTRIBUZIONE DEL GAS

sorse e a garantire un risparmio a li-

vello di costi e di consumi - di energia

elettrica e gas - anche nell’ottica di

preservare l’ambiente.

Costi elettricità*

Costo 2009 142,242.47

Costo 2010 122,727.24

Percentuale di risparmio: 13,72%

*escluso oneri, imposte e tasse

Costi gas*

Costo ott. 2008 - sett. 2009 65,252.33

Costo ott. 2009 - sett. 2010 61,578.42

Percentuale di risparmio: 5,6%

31

normative&direttive 5/201024

REGOLE COMUNITARIE

Le certificazioni sulla via dell’efficienza diventano quasi obblighi di leggeI sistemi di gestione ambientale si arricchiscono della norma Uni Cei En 16001 che completa la 14001. Il ruolo strategico delle direttive nella riduzione dei consumi

Volontaria ma non troppo, così

Antonio Panvini, segretario

del Gruppo Uni/Cti, ha definito la

Uni Cei En 16001, la norma tecnica

sull’efficienza dell’uso dell’energia

e sui servizi energetici. «È volonta-

ria perché è una norma e non una

legge - ha spiegato Panvini -, ma

diventa cogente in quanto è lo stru-

mento tecnico che permette di

concretizzare la legislazione nazio-

nale ed europea, in particolare la

direttiva n. 2006/32/Ce recepita dal

decreto legislativo 115 del 2008».

D’altra parte questa certificazione

è solo un tassello di una rete di

norme europee per l’efficienza

energetica. Prima fra tutte la Uni

Cei 11339/2009 per gli Energy

Il primato di M&It Consulting

M&It Consulting, una società di consulenza che si occupa di management e Information technology, è la prima azienda in Italiae una delle prime in Europa a essersi aggiudicata la certificazione energetica. A rilasciarla è stata Bsi, l’ente di normazione internazionale che fra i primi si è mosso per far conoscere e promuovere la En 16001. Il percorso ha previsto l’introduzione di misure infrastrutturali su uffici e impianti o apparecchiature e la sensibilizzazione del management e del personale. È stata definita una politica energetica, attraverso l’analisi dei consumi, la definizione di misure di miglioramento delle performance energetiche, lo sviluppo e l’attuazione di un piano di monitoraggio.

manager, mentre nella tarda pri-

mavera dovrebbe essere approva-

ta anche la Uni Cei 11352 sulle

società fornitrici di servizi energe-

tici, le Esco, che andrebbe ad af-

fiancarsi alla En 15900 sui servizi

di efficienza energetica e sulla

prossima norma sugli Energy au-

dit. Infine, la 16001 rappresenta il

complemento energetico alla

14001, sui sistemi di gestione am-

bientale. Sono, infatti, due prov-

vedimenti speculari e studiati in

modo che possano integrarsi per-

fettamente.

La certificazione si ottiene attra-

verso un percorso che parte

dall’identificazione dei consumi

energetici di un’azienda e che sta-

bilisce degli obiettivi misurabili,

dopo avere stilato una politica

energetica precisa e aver deciso

quali provvedimenti adottare. Oc-

corre nominare dei responsabili

energetici, gli Energy manager, e

coinvolgere tutto il personale nel

raggiungimento degli obiettivi.

Un percorso non semplice che può

essere utile affrontare con la con-

Arriva il marchio sui casalinghi

Un nuovo marchio darà ai consumatori la possibilità di verificare che i prodotti acquistati siano stati testati e rispondano alle direttive vigenti sull’efficienza energetica. Apparirà su prodotti per la casa come elet-trodomestici, sistemi di riscaldamento e di refrigerazione, condiziona-tori, prodotti hi-tech e d’illuminazione. L’Energy efficiency certification (Eec) sarà rilasciato da Underwriters Laboratories, società interna-zionale che opera nella certificazione di sicurezza di prodotto, e assi-curerà la conformità dei prodotti agli standard Energy Star, Natural Resources Canada (NrCan) e California Energy Commission (Cec). Le aziende certificate saranno pubblicate sul sito www.ulenvironment.com, perché i consumatori possano controllare la veridicità del marchio Eec sui prodotti acquistati. L’azienda offre anche l’Environmental claims validation (Ecv), per verificare le prestazioni ambientali dichia-rate dal produttore, e il programma “Sustainable product certifica-tion”, che attesta la conformità dei prodotti alle norme tecniche di ecocompatibilità.

normative&direttive

32

5/201024

Nadia Tadioli

sulenza di un ente certificatore

esperto nella materia.

«Il bello di questa norma è che si

promuove da sola - ha sottolinea-

to Sandro Picchiolutto, coordi-

natore Gi Energy Audit Cti -. Il

risparmio energetico è importante

e remunerativo per qualsiasi azien-

da, oltre a essere una buona carta

da giocarsi in termini di marketing,

mentre le aziende con un impatto

ambientale sensibile potranno fa-

cilmente dimostrare di soddisfare

gli obblighi di legge. Altro aspetto

interessante è che ogni azienda

può definire autonomamente i ri-

sultati da raggiungere, che non

devono essere necessariamente

molto ambiziosi, anche se non

possono essere solo di facciata.

Ciò nonostante così come è stato

fatto in altri Paesi un sistema di

incentivi può aiutare a superare

l’inerzia iniziale». Potrebbero es-

sere incentivi a costo zero per lo

Stato, come è successo in Olanda

dove chi è entrato nel gioco ha po-

tuto garantire all’intera azienda

un’estrema semplificazione degli

adempimenti burocratici. Uni, che

dialoga con i ministeri dello Svi-

luppo economico e della Semplifi-

cazione, dice di aver avuto rassicu-

razione sul fatto cheche la 16001

sia ritenuta strategica, per rag-

giungere gli obiettivi posti dalla

direttiva europea 20-20-20 e per

colmare un vuoto di dati sul con-

sumo energetico in Italia. Ci si

possono aspettare quindi incentivi

diversi dal semplice snellimento

burocratico. Un ruolo importante

potranno averlo le Regioni: la

Lombardia, per esempio, che at-

traverso il Cestec (Centro per lo

sviluppo tecnologico, l’energia e

la competitività) ha già promesso

finanziamenti e l’Emilia Romagna

che, essendo già partita con le

aziende legate all’Aper, l’Associa-

zione produttori energia da fonti

rinnovabili, può con la 16001 con-

tinuare su questa strada.

Se è l’edificio a dover ottenere la certificazione, allora

ci si può rifare allo schema “Edificio sostenibile”

proposto da Icim che valuta gli elementi che rendono

possibile la sostenibilità lungo il ciclo di vita dell’edificio.

Alla base la misurazione di quei parametri come illumi-

nazione, climatizzazione, accessibilità e fruibilità degli

ambienti, rumore indoor e outdoor, che garantiscono

un corretto bilanciamento tra le esigenze dell’ambiente,

la sostenibilità economica e la qualità di vita di chi utiliz-

za l’edificio. A partire dal 1° gennaio 2019 la direttiva

2002/91/Ce prevede che sia consentita la costruzione

dei soli edifici a emissioni zero, ovvero edifici in grado di

produrre energia solo da fonti rinnovabili. Gli interventi

legislativi hanno puntato sul miglioramento della quali-

tà dell’edilizia residenziale con l’utilizzo di tecniche e

materiali che consentono un risparmio energetico e

l’uso di fonti rinnovabili. Lo schema di certificazione

“Edificio sostenibile” di Icim anticipa il recepimento del-

la modifica alla direttiva, ma si propone di integrare gli

aspetti energetici in una visione più ampia basata su

valori e criteri di sostenibilità che pongono al centro il

benessere dell’uomo.

CERTIFICAZIONI

Con Icim edifici sostenibili per tutta la vita

La posta dei lettori di è a vostra disposizione

Scrivete pareri, inoltrate quesiti, prendete posizione: la redazione vi risponderà e pubblicherà le lettere

più interessanti nelle pagine dedicate

Via email: [email protected] Via posta: redazione Energia24, via Patecchio 2 - 20141 Milano

33

tecnologie&soluzioni 5/201024

Monitorare via Web i consumi

di energia elettrica di qual-

siasi utenza notificando picchi,

eventuali anomalie e inefficienze

dell’impianto. È quanto promette

di fare la soluzione di Hyphen

Italia che propone PinEnergy. A

monte si parte da qualsiasi gene-

ratore: solare, eolico, tradiziona-

le... Da queste misurazioni vengo-

no rilevati i costi legati al consumo

dell’energia e generati report

sull’efficienza elettrica dell’instal-

lazione.

La soluzione suggerisce anche co-

me ottimizzare i processi produtti-

vi attraverso la riduzione dei picchi

di consumo e dei costi energetici.

Infine PinEnergy stima anche la

quantità di CO2 emessa nell’am-

biente e pertanto può valutare,

sostiene il produttore, l’impatto

Senza carta è meglio. Lo dice

una Utility come Eon che si è

trovata, con la liberalizzazione del

mercato energetico, a gestire deci-

ne di migliaia di contratti. «Affidar-

si soltanto alla carta e al fattore

manuale diventava via via insoste-

nibile, sia da un punto di vista eco-

nomico che da un punto di vista di

impiego di risorse tecnologiche

adeguate - spiega Gianluigi De

Vecchi, direttore sales business &

residential di Eon Energia -. Si è

pertanto deciso, tramite gara, di

selezionare e poi affidare a un

outsourcer specializzato la gestione

dei contratti di energia elettrica».

La scelta è ricaduta sulle soluzioni

Idm Group, che ora gestisce tutta

la documentazione relativa alla

contrattualizzazione dei clienti bu-

siness e residenziali.

ambientale della struttura fornen-

do tutti gli elementi per una ge-

stione dei consumi in chiave non

solo economica, ma anche etica.

Se, invece, è la raccolta differen-

ziata a dover essere tenuta sotto

stretta osservazione, Hypen pro-

pone PinEco. La soluzione si basa

sull’utilizzo di modelli strategici e

operativi e supporta le Ammini-

strazioni responsabili del recupe-

ro dei rifiuti urbani in tutte le fasi

del processo, a partire dalla scelta

dei siti fino all’emissione della

bolletta all’utente in funzione dei

suoi conferimenti effettivi, pas-

sando per tutte le operazioni in-

termedie come il monitoraggio

delle isole, la gestione dei piani

logistici di raccolta e la rilevazione

di dati statistici sui conferimenti

eseguiti. lu.ba.

PinEnergy e PinEco sentinelle dell’efficienza Eon non usa più carta

MISURATORI DI CONSUMI CASE STUDY

Delle prime 10 Utilities italiane, 9 sono già clienti. È con

questo carnet che l’italianissima e-utile, società che

sviluppa servizi e soluzioni applicative all’interno del Grup-

po Siemens, si può permettere crescite anno su anno del

20% (giro di affari del 2009 pari a 42 milioni di euro). Il

segreto: una serie di soluzioni sviluppate proprio in conco-

mitanza con la liberalizzazione del mercato dell’energia.

Tra gli esempi anche la soluzione per la telegestione di

oltre 2 milioni di contatori elettrici, sulla base di sistemi Sap

che elaborano oltre 50mila fatture in un’ora e operazioni

di outsourcing che Giuseppe Di Franco, recentemente

nominato amministratore delegato, giudica in grado di

ridurre del 30% i costi It. Sviluppate in Italia con l’intelli-

genza di 300 collaboratori, le soluzioni e-utile coprono

l’intera catena del valore delle Utilities: generazione, tra-

sporto e distribuzione, metering e retail sia di luce che di

gas. E ora questo sapere è pronto per essere esportato

all’estero. «Ci è stato affidato un gruppo di lavoro che ha

competenza su Belgio, Spagna, Portogallo e Svizzera»

racconta Di Franco. C’è da credere che la localizzazione

avrà vita facile; difficile semmai è trovare all’estero le

“complicazioni burocratiche” cui le Utilities italiane devo-

no adattarsi. «Ciò nonostante - replica Di Franco - proprio

la meticolosità delle procedure italiane ha fatto sì che svi-

luppassimo soluzioni fiore all’occhiello come quelle di te-

lemetering». Rifiuti e gestione dell’acqua sono due setto-

ri ai quali e-utile sta ora guardando con attenzione. Con

qualche credenziale già nella manica come nel caso di

Ecodeco, da un paio di anni nel perimetro A2a.

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tecnologie&soluzioni 5/201024

Quel software che apre e chiude le finestre

La filiale italiana della tedesca Geze, società che produce serramenti e relativi sistemi di automazione, ha messo a punto un sistema di controllo dell’apertura delle finestre per l’areazione degli edifici che promette di abbattere sensibilmente le inutili dispersioni termiche verso l’esterno e conseguentemente di risparmiare sui consumi energetici. Si tratta di un software battezzato Gez.e(Geze energy zero emission) che può funzionare con tutti i sistemidi automazione della casa e permette di ottimizzare il tempodi apertura/chiusura delle ante attraverso la scelta di radar unidirezionali che riducono il tempo di ogni ciclo del 30%.Anche se applicabile a qualsiasi edificio, il target è rappresentato dai grandi e molto frequentati complessi pubblici come,per esempio, gli ospedali.

Tutto sotto controllo. O almeno i

consumi energetici. Lo garanti-

scono diversi strumenti ora reperibi-

li sul mercato che si presentano per

lo più come dei pannelli informativi

multifunzione grazie ai quali gli

utenti possono tenersi aggiornati

sui propri consumi energetici e sui

relativi costi. Spesso questi disposi-

tivi sono in grado di connettersi via

Internet o attraverso i cellulari. Fun-

ziona in modalità wireless il pannel-

lo proposto da Ge che si connette

attraverso ZigBee o Wi-Fi e si colle-

ga a contatori intelligenti, elettro-

domestici e termostati presenti

nell’abitazione per raccogliere le in-

formazioni necessarie, gestire le

modalità di utilizzo e fornire in tem-

po reale i dati che permettono agli

utenti di effettuare le scelte miglio-

ri in tema di energia. Il sistema si

presenta come una classica cornice

da tavolo, potendo quindi essere

posizionato praticamente ovunque

all’interno della casa. Le funzionali-

tà integrate nel pannello dipendono

dalla selezione di applicazioni com-

piuta da ciascuna Utility. Il sistema,

inoltre, può essere programmato

per controllare gli elettrodomestici

intelligenti, i termostati e i dispositi-

vi di riscaldamento e raffreddamen-

to reagendo immediatamente alle

modifiche inerenti prezzo e doman-

da. Il pannello diventerà così una

SMART GRID

I consumi di casa tenuti sotto controllo grazie ai pannelli intelligenti La domotica monitora le informazioni che consentiranno all’utente di sceglieregli orari d’uso più corretti. Collegamenti via Web o in modalità wireless

sorta di consulente energetico, for-

nendo dati sull’andamento e sug-

gerimenti per un consumo ottimale

dell’energia.

La domotica che va su

Internet

Anche Telecom Italia e BTicino

stanno lavorando per potere effet-

tuare, attraverso uno smartphone,

un palmare o un personal compu-

ter, il controllo da remoto delle

funzioni di illuminazione, di sicu-

rezza e comfort del proprio am-

biente domestico, ottimizzando

ancora una volta anche i consumi

energetici.

Con una casa connessa a Internet e

MyHome si potrà controllare diret-

tamente dal portale BTicino My Ho-

me Web funzioni domotiche di

comfort - risparmio (gestione di lu-

ci, tapparelle, temperatura e musi-

ca), videocontrollo (visualizzazione

degli ambienti) e di sicurezza (atti-

vazione e disattivazione dell’im-

pianto antifurto, ricezione e notifi-

che su eventi di allarme), che po-

tranno anche essere attivate o di-

sattivate da remoto.

La domotica intelligente non si

collega solo a Internet, ma va an-

che di radiofrequenza. È quello

che Vimar propone con By-me per

gestire con una centralina senza

fili le funzioni del sistema domoti-

co: videocitofonia, scenari, auto-

mazioni, antintrusione, clima, con-

trollo carichi, comunicazione da

remoto. Utile, soprattutto, là dove

non è possibile intervenire con

opere murarie.

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37

STORIA DI COPERTINA

L’Italia risale sul treno del nuclearema il percorso è tutto da decidereLegge Sviluppo e decreti attuativi sono stati i primi atti formali dell’itinerarioper la scelta dei siti e la gestione. Nel nostro Paese cresce il partito dei convertiti, ma ancora in tanti dicono “no”. Il confronto con Usa, Germania, Francia e Spagna

energia alternativa

L’Italia, con la legge Sviluppo del

2009 e il successivo decreto del

febbraio 2010, sta risalendo sul treno

del nucleare. Ma ancora molti sono i

punti da risolvere che riguardano l’inte-

ra struttura su cui il settore del nucleare

dovrà svilupparsi, dalla formazione dei

criteri per la scelta dei siti per costruirvi

le centrali nucleari alle procedure auto-

rizzative, dalle norme per la gestione

del ciclo di vita del combustibile fino

alla procedura di decommissioning (di-

smissione delle centrali). Priorità assolu-

ta è l’istituzione dell’Agenzia per la sicu-

rezza nucleare, una struttura efficiente,

non ridondante e snella nelle fasi deci-

sionali. Come fare per creare - da zero

- una struttura del genere, armonizzan-

do le scelte in una strategia energetica

nazionale condivisa e continua, al di

sopra delle fazioni politiche? Prenden-

do spunto, per esempio, da Paesi che

hanno già una storia di nucleare alle

spalle e che possono essere di esempio

al nostro Paese, pur considerando la

diversa situazione socio-economico-

politica. Questi argomenti sono stati

affrontati a Roma in un incontro che ha

riunito gli operatori coinvolti in questa

“avventura” e che ha visto la presenta-

zione di uno studio, realizzato da Ac-

centure e Safe - con la collaborazione

dello studio legale Putti - che mette a

confronto l’infrastruttura per la produ-

zione e gestione dell’energia nucleare

di quattro Paesi - Germania, Stati Uniti,

Spagna e Francia - e ne trae possibili

modelli di sviluppo per il sistema ener-

getico nucleare italiano.

PAESI NUMERO REATTORI TOTALE MW(e)ARGENTINA 1 692BULGARIA 2 1.906CINA + TAIWAN 23 23.520FINLANDIA 1 1.600FRANCIA 1 1.600INDIA 4 2.506IRAN 1 915GIAPPONE 1 1.325COREA 6 6.520PAKISTAN 1 300RUSSIA 8 5.944SLOVACCHIA 2 810UCRAINA 2 1.900USA 1 1.165

TOTALE 54 50.703

Le centrali in costruzione nel mondo

Fonte: Iaea/Pris aggiornata all’aprile 2010

storia di copertina

38

5/201024

IL NUCLEARE DEGLI ALTRI

Queste le regole di tre nostri vicini di casae del primo produttore del mondo

Germania Attualmente in Germania sono attivi 17 reattori, per un totale di 20,5 GW di capacità nucleare installata, che nel 2008 hanno generato circa 141 TWh di energia elettrica (il 29% circa della produzione totale di energia elettrica). L’età media del parco nucleare è di 26,9 anni. Nel 1959 è stato sancito l’Atomic Energy Act che affida il potere legislativo in materia nu-cleare sia ai Lander che allo Stato federale, in un clima di collaborazione. Nel 2002, attraverso il Phasing-out Act sono stati stabiliti i termini massi-mi di vita di un impianto (nel 2022 chiuderanno gli impianti esistenti), nuove norme per la gestione dei rifiuti nucleari e sono salite a quota 2,5 miliardi di euro le garanzie finanziarie agli operatori. Ultimo provvedimen-to in ordine di tempo, quello del settembre del 2009 che prevede la pos-sibilità di prolungare la vita media dell’impianto a 32 anni o al raggiungi-mento della soglia produttiva. Un provvedimento, questo, volto a favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili. Per ciò che riguarda l’autorizzazione unica alla costruzione e all’esercizio i Lander sono le autorità competenti a rilasciarla, coadiuvati da comitati tecnici, mentre le autorità federali fanno da supervisor e danno parere ultimo, con l’aiuto della Rsk, ossia l’agenzia nazionale.Gli operatori - privati o pubblici - si occupano della costruzione e dell’eser-cizio degli impianti e anche dello stoccaggio dei rifiuti (previa utilizzazione rilasciata dai Lander con supervisione federale), per cui non è stato ancora definito un sito specifico. La dismissione è finanziata da Lander e Stati Federali per le facilities pubbliche o dagli operatori stessi che attingono da un fondo privato.

SpagnaIn Spagna la potenza installata nucleare è di 7,5 GW, per un totale di otto reattori, che hanno prodotto 56,4 TWh di energia elettrica nel 2008 (18,3% del totale) ed è già stata avviata la procedura per fare crescere del 13% la loro capacità di potenza.La vita media del parco nucleare è di 25,7 anni. La Spagna ha avviato il programma nucleare nel 1964 e negli anni 80, dopo la moratoria per la costruzione di nuove centrali, ha ritrattato la sua posizione ritirando la moratoria e aprendosi alle rinnovabili, impegnandosi anche nella gestione del decommissioning e delle scorie, istituendo, a tale scopo, la compagnia statale Enresa, che opera supportata dall’agenzia nazionale, ossia il Con-siglio di sicurezza nucleare. La gestione dei rifiuti viene finanziata da un fondo alimentato dagli operatori. Per il rilascio delle autorizzazioni occorre una prequalifica per ogni fase del ciclo di vita dell’impianto, con audizioni pubbliche da parte del ministero dell’Ambiente per la scelta del sito. Il ministero dell’Industria, del turismo e del commercio - col supporto del Consiglio di sicurezza nucleare - rilascia le autorizzazioni per la costruzione e la gestione degli impianti a operato-ri che si riuniscono in consorzi. Quello che emerge è un confronto costan-te con il territorio e le specificità locali.

Capacità nucleare installata: 20 ,5 GW

REATTORI NUCLEARI

Attivi: 17 reattori che hanno generato 140,9 TWh nel 2008 (circa il 28,8% della produzione totale di elettricità)

Autorizzati/In costruzione: nessuno

Dismessi: 19 impianti (6,33 GW)

Tecnologie reattori nucleari attivi: 11 Pwr e 6 Bwr, tutti costruiti da Siemens-Kwu

Taglia media dei reattori: 1,21 GW

Età media parco nucleare: 26,9 anni

Capacità nucleare installata: 7,5 GW

REATTORI NUCLEARI

Attivi: 8 reattori che hanno generato 56,4 TWh nel 2008 (circa il 18,3% della produzione totale di elettricità)

Autorizzati/In costruzione: possibili upgrade degli 8 reattori esistenti (aumento del 13% della loro capacità di generazione)

Dismessi: 2 impianti (0,65 GW)

Tecnologie reattori nucleari attivi: 6 Pwr (5 Westinghouse e 1 Kwu), 2 Bwr (Ge)

Taglia media dei reattori: 0,94 GW

Età media parco nucleare: 25,7 anni

39

storia di copertina 5/201024

FranciaLa Francia si pone, dopo gli Usa, come leader indiscusso a livello mondiale per la produzione di energia nucleare, con i suoi 59 reattori attivi (418,3 TWh di potenza generata nel 2008, pari al 76,2% della produzione totale di elettri-cità) e 63,3 GW di potenza installata. La vita media del parco nucleare è piuttosto bassa: solo 23,6 anni, un elemento forse dovuto al fatto che l’Agen-zia nazionale per la sicurezza nucleare incoraggia lo smantellamento dell’im-pianto. Dal 1969 ha avviato una intensa attività di sviluppo del nucleare (nel 2001 ha ufficializzato la politica che mette il nucleare al centro del mix ener-getico) che l’ha vista sempre all’avanguardia anche in tema tecnologico, tant’è che ha già pianificato, entro il 2020 la messa in opera del generatore di IV generazione e nel 2015 deciderà se avviare la produzione di 40 reattori Epr (III generazione). Per poter ottenere l’autorizzazione per la costruzione ed esercizio dell’impianto (unica per le due fasi) è prevista un’inchiesta pubblica e viene rilasciata su decreto governativo dietro parere dell’Agenzia nazionale della sicurezza e ogni dieci anni è sottoposta a rinnovo, sempre su parere dell’Agenzia. Gli impianti, gestiti dal colosso EdF, vengono standardizzati per classi di potenza. La gestione dei rifiuti è a carico dell’agenzia nazionale An-dra e le spese sono coperte dalla tariffa elettrica (si applica una tassa di 0,14 centesimi di euro per kWh). Il decommissioning è a carico dell’operatore.

UsaGli Stati Uniti sono i primi produttori al mondo di energia elettrica: 104 reattori per 100 GW di potenza installata. Nel 2008 i reattori hanno pro-dotto 809 TWh di energia elettrica, il 19,7% del totale. Sono stati auto-rizzati altri 17 impianti e altri 17 sono in fase autorizzativa. La vita media del parco nucleare è di 29 anni. Gli Usa hanno avviato dal 1954 una po-litica energetica che ha sempre di più messo al centro del mix energetico il nucleare (ufficializzata la posizione dal 2001). Tutti gli aspetti regolato-ri e legislativi degli impianti nucleari sono stati delegati dal 1974 alla Nuclear regulatory commission (Nrc) che quindi ha pieno potere sulle norme che regolano la costruzione e gestione di reattori, le installazioni per il trattamento dei combustibili, la gestione delle scorie radioattive. Rilascia, quindi, previa certificazione del design e della tecnologia dei reattori e permesso per il sito, una sola autorizzazione per costruzione e gestione degli impianti. La concessione va rinnovata dopo 20 anni. Gli operatori coinvolti nella costruzione e gestione sono tutelati finanziaria-mente sia nel caso di ritardi nella costruzione, sia, in certi casi, con un fi-nanziamento che copre per metà i costi di costruzione. Lo stoccaggio delle scorie avviene in prima battuta da parte dell’operatore e in seconda, nella fase di smaltimento definitivo, dal dipartimento dell’Energia (Doe). Anche per la fase di decommissioning è previsto un fondo a supporto degli operatori che dismettono l’impianto (il fondo è alimentato dagli operatori stessi). Da notare come tutte le fasi si svolgano sotto la super-visione dell’Nrc.

Ma come si potrebbe impostare

la politica nucleare, prendendo

spunto dalle esperienze estere?

Lo Studio suggerisce che per ren-

dere snella ed efficiente la proce-

dura autorizzativa potrebbe esse-

re adottato il modello Usa, con

un’unica autorizzazione per co-

struzione ed esercizio degli im-

pianti, previo permesso relativo al

sito. L’autorizzazione andrebbe

rinnovata dopo un certo numero

di anni, ancora da definire. Come

da definire anche la vita massima

di un impianto. Per ciò che riguar-

da le scorie potrebbe essere preso

in considerazione il modello Usa

con stoccaggio in due fasi: lo

stoccaggio temporaneo a carico

degli operatori mentre quello de-

finitivo, previa autorizzazione,

sotto la responsabilità di Sogin

(Società gestione impianti elettro-

nucleari), che si fa carico anche

Capacità nucleare installata: 63,3 GW

REATTORI NUCLEARI

Attivi: 59 reattori che hanno generato 418,3 TWh nel 2008 (circa il 76,2% della produzione totale di elettricità)

Autorizzati/In costruzione: Epr Flamanville-3 (1.620 MW), e Penly-3 (1.620 MW)

Dismessi: 11 impianti (4,09 GW)

Tecnologie reattori nucleari attivi: Pwr (Areva Np ) di 3 tipi: 900 Mwe,1.300 MWe e1.450 MWe N4

Taglia media dei reattori: 1,07 GW

Età media parco nucleare: 23,62 anni

Capacità nucleare installata: 100,7 GW

REATTORI NUCLEARI

Attivi: 104 reattori che hanno generato 809 TWh nel 2008 (circa il 19,7% della produzione totale di elettricità)

Autorizzati/In costruzione: 34 nuovi reattori (autorizzati alla costruzione 17 impianti)

Dismessi: 28 impianti (10,31 GW )

Tecnologie reattori nucleari attivi: Pwr, Bwr (principalmente Westinghouse,Ge, Babcock & Wilcox)

Taglia media dei reattori: 0,97 GW

Età media parco nucleare: 29 anni

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41

storia di copertina 5/201024

Agnese Ananasso(ha collaborato Chiara Scalco)

della fase di decommissioning.

Ancora valido il modello Usa per

la tutela finanziaria degli operato-

ri in caso di ritardo nella costru-

zione. Potrebbero essere previste

anche delle misure compensative

per le popolazioni residenti in

prossimità del sito certificato.

In questo quadro risulta centrale

e fondamentale il ruolo dell’Agen-

zia nazionale per la sicurezza nu-

cleare, che deve avere funzioni

regolatorie, di garanzia, supervi-

sione, sanzionatorie, autorizzati-

ve. Deve essere, quindi, l’organo

che tutela cittadini, ambiente, la-

voratori e aziende. Senza la sua

formazione non si può neanche

pensare di iniziare il cammino sul-

la strada del nucleare. Ma perché

ancora in Italia non si è provvedu-

to a istituirla? Se ne parla tanto

ma ancora non si è deciso nulla in

merito. A definire le linee guida

solo il disegno di legge 1195.

«Per costituire l’Agenzia occorre

un coordinamento tra i vari mini-

steri - spiega Stefano Saglia,

sottosegretario al ministero dello

Sviluppo economico -. Non dob-

biamo creare una struttura ridon-

dante e costosa ma snella nel

processo decisionale e che non

gravi sul bilancio dello Stato. Ora

il ministro del Tesoro è in una fa-

se di riflessione proprio sul tema

dei costi e questi si possono con-

tenere studiando di concerto la

sua composizione. Come modello

di riferimento abbiamo in mente

sicuramente quello francese e

americano. Serve tempo perché il

tema nucleare è complesso, ma è

anche un’opportunità per far cre-

scere la nostra industria, sia in

termini di offerta di nuovi posti di

lavoro, sia in termini di riduzione

dei costi che le nostre Pmi devono

sostenere per pagare la bolletta

elettrica. Non dimentichiamo, in-

fatti, che le nostre imprese paga-

no mediamente l’elettricità il

18% in più rispetto alle aziende

di Francia e Germania.

Costi che le rendono meno com-

petitive e talvolta le vedono co-

strette a chiudere. Le ricadute

positive del nucleare sono per

l’80% sul sistema industriale ita-

liano. Abbiamo avviato un pro-

cesso irreversibile che, però, ha

bisogno di consapevolezza, colla-

borazione e interoperabilità tra

gli attori e soprattutto garanzie di

sicurezza e qualità».

Claudio Scajola

L’iter previsto dalla legge Sviluppo

Fonte: Elaborazione Safe Accenture

L’obiettivo per l’Italia è, secondoil ministro Scajola, arrivare al 25% dell’energia prodotta da fonte nucleare, 25% dalle rinnovabilie 50% da fonti fossili

Legge 23 luglio 2009 n. 99entrata in vigore il 15/08/09 set-09 ott-09 nov-09 dic-09 mag-10 ott-10gen-10 giu-10 nov-10feb-10 lug-10 dic-10mar-10 ago-10 gen-11apr-10 set-10 feb-11

Governo - Emanazionedei decreti attuativiGoverno - Disposizioni correttiveed integrative

DPCM - Statuto Agenzia

DPCM - Regolamento Agenzia

CIPE - Delibera su tipologiedi impiantoCIPE - Delibera su criteriper consorzi

DPR - Nomina Collegio AgenziaDPCM - Nomina Presidente AgenziaDPCM - Individuazione sede e compensi componenti AgenziaDM MATTM - Risorse ISPRADM MSE - Risorse ENEADM MEF - Risorse fin.

tempistica prevista dalla leggetempistica non prevista dalla legge

storia di copertina

42

5/201024

Camilla Galli Macricè

L’ANALISI DI CONFINDUSTRIA

Per chi supererà il processo di qualificazionel’indotto è un tesoro di oltre 10 miliardiIl 20% degli investimenti in una centrale riguarda installazioni elettromeccaniche. Gli effetti sull’occupazione illustrati da Claudio Andrea Gemme, presidente Anie

Quello del nucleare in Italia è

un ritorno con premesse in-

dustriali “storiche” cui si aggiunge

una motivazione di business che il

comparto si dice pronto, anzi

prontissimo a ricavalcare.

Energia24 ne ha parlato con Clau-

dio Andrea Gemme, presidente

dell’Associazione Energia aderen-

te a Confindustria Anie, che recen-

temente ha costituito una vera e

propria “task force nucleare”. La

stessa che valuta «investimenti nel

settore per un valore economico

compreso fra i 18 e i 20 miliardi di

euro, di cui oltre la metà dovrebbe

avere ripercussioni sull’indotto ita-

liano. In media - calcola ancora

Gemme a capo di questa task for-

ce - il 20% dell’investimento per la

costruzione di una singola centrale

riguarda le installazioni elettro-

meccaniche. Considerato che le

aziende che vorranno ritagliarsi un

ruolo attivo nel progetto dovranno

superare un processo di qualifica-

zione alquanto rigoroso, Anie ha

avviato un dialogo con i commit-

tenti per dare effettività al proget-

to partendo proprio dai requisiti

legati alla qualificazione».

La macchina industriale è pron-

ta quindi a rimettersi in moto,

malgrado lo stop voluto dagli

italiani con il referendum…

In Italia fin dai primi anni Sessanta

era presente un patrimonio indu-

striale di eccellenza tecnologica

nel settore. Patrimonio tecnologi-

co che trova particolare espressio-

ne nell’industria elettromeccanica

rappresentata in Anie.

Il know how delle imprese fornitri-

ci di tecnologie per il nucleare atti-

ve nel territorio nazionale non è

andato perduto dopo il referen-

dum abrogativo, ma si è consoli-

dato grazie al presidio dei fornito-

ri italiani sui siti nucleari realizzati

all’estero.

Quali sono le ricadute stimate

sull’occupazione con l’avvio

del programma nucleare in

Italia?

L’industria elettromeccanica ita-

liana che Anie rappresenta - area

in cui è inquadrabile il comparto

delle tecnologie afferenti il nucle-

are - è un settore che in Italia ha

realizzato nel 2008 un giro d’af-

fari pari a 9 miliardi di euro, im-

piegando un totale di circa 68mi-

la addetti. Il comparto annovera

tutte quelle tecnologie che sono

destinate alle infrastrutture di re-

te elettrica (dalla produzione elet-

trica, alla trasmissione e distribu-

zione).

Stimiamo che l’attuazione com-

pleta del programma per il riavvio

del nucleare nel nostro Paese

possa attivare nei settori Anie un

incremento occupazionale pari a

circa 10mila unità nel prossimo

decennio, ovvero un incremento

al 2020 del 16% rispetto agli at-

tuali livelli occupazionali. Questa

stima fa riferimento al potenziale

occupazionale sull’intera filiera,

dalle attività di progettazione alla

manifattura e al service (installa-

zione e manutenzione) della co-

siddetta “componente elettrica”

relativa all’impianto nucleare.

L’impatto sull’occupazione di un

ritorno al nucleare per i settori

Anie si unirebbe a ricadute posi-

tive sullo sviluppo dell’intero Si-

stema Paese.

Claudio Andrea Gemme

43

storia di copertina 5/201024

IL PARERE DEGLI ADDETTI AI LAVORI

Sulle tecnologie abbiamo le carte in regola

Giovanni Lelli, commissario Enea: «Noi faremo parte dell’Agenzia come valutatori superpartes delle tecnologie sviluppate, le metteremo a punto e le valuteremo. Tecnologie che già esistono nella nostra industria, ma che finora sono state utilizzate in altri settori. È necessario da una parte la liberalizzazione del mercato del nucleare per favorire la concorrenza e farlo crescere, ma anche che certi attori restino pubblici, proprio perché sia garantito un controlloe un giudizio super partes: è il caso di Sogin, per esempio, che dovrà occuparsi dello stoccaggio dei rifiuti. In questo quadro rimane fondamentale un sistema di comunicazione costante con i cittadini, che devono essere ben informati su un tema come il nucleare che necessita di un’informazione corretta e oggettiva. Credo anche si stia spendendo troppo per gli incentivi nelle rinnovabili, incentivi che spesso non

servono ad alimentare circoli virtuosi, ma si fermano appena dopo l’assegnazione di un bando, diventando così investimenti dispersie improduttivi».

Francesco Mazzuca, commissario Sogin: «Soginha un’esperienza di 11 anni nel campo del decommissioning e continuerà a portare avanti il suo ruolo nella ricerca di tecnologiedi punta anche nell’ambito del nucleare, da quelle per la messain sicurezza di impianti e siti produttivi a quelle di sviluppodi reattori di quarta generazione.

Ma per ora la priorità numero uno è l’istituzione dell’Agenzia, senza la quale non si possono definirené le modalità per la creazione degli impianti, né tantomeno per il decommissioning».

Francesco Giorgianni, direttore affari istituzionali dell’Enel: «Credo sia impossibile copiare i modelli esteri: vanno calati nel nostro contesto nazionale. In Italia sono previsti 4 reattori per tre siti ed Enel ed EdF si impegnano a realizzare la metà del parco nucleare italiano, per cui c’è spazio per gli altri operatori. Vanno ancora ben definiti i costi dei reattori di terza generazione (Epr), mentre per ciò che riguarda lo standard del design verrà preso a modello quello della centrale di Flamanville in Francia, con le opportune modifiche adatte al nostro contesto geografico. Globalmente non siamo in ritardo sulle tempistiche schedulate. Credo che 36 mesi siano necessari per definire il quadro del nucleare, mi spaventa quello che potrebbe succedere nel frattempo. Noi metteremo

a disposizione i nostri ingegneri nucleari che vantano già esperienze all’estero (Francia, Slovacchia, Spagna) e che mediamente hanno 31 anni. Ne stiamo assumendo altri 60 circa. Rispetto alla Germania, partendo noi da zero, non corriamo il rischio di ritrovarci con competenze troppo frammentarie».

Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo Nucleare: «L’Italia ha tutte le carte per entrare a pieno titolo nel nucleare perché possiede le tecnologie adatte per non rimanere indietro sulla scena internazionale. Deve solo capire il contesto di mercato, fare sistema, mettendo insieme le competenze

esistenti, che per il momento sono state convogliate in altri settori o nei mercati esteri. Basti pensare ad aziende d’eccellenza come la Mangiarotti, che ha fornito agli Stati Uniti i generatori di vapore. L’Italia non parte da zero nel nucleare, deve solo individuare quali sono le sue punte di eccellenza, valorizzarle e recuperare il terreno perso».

Marco Peruzzi, business unit efficienza energetica e sviluppo sostenibile di Edison: «Potremmo costituire il secondo consorzio per il nucleare, partecipando allo sviluppo di questa industria secondo le nostre modalità e le nostre caratteristiche strategiche. Secondo noi il nucleare sostituirà i vecchi impianti a carbone e a gas.Il nucleare e i nuovi impianti a gas soddisferanno la quasi totalità della domanda energetica del nostro Paese. Occorrerebbe un maggiore sforzo da parte delle istituzioni per definire modalità e criteri di sviluppo, con strumenti e documenti di riferimento (vedi Libro bianco)».

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Untitled-1 1 09/03/2009 10:49:04

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storia di copertina 5/201024

LA MAPPA

Le centrali di casa nostra in “decommissioning”e quelle nel giardino dei vicini europei

Dove verranno costruite le nuove centrali?Lo dice il decreto del 23 marzo

Il D.lgs n.31 del 15 febbraio 2010, entrato in vigore il 23 marzo 2010, disciplina i parametri da tenere in considerazione per la scelta delle aree idonee alla localizzazione degli impianti nucleari. L’articolo 8 definisce i criteri a cui fare riferimento:a) popolazione e fattori socio-economici; b) idrologia e risorse idriche; c) fattori meteorologici; d) biodiversità; e) geofisica e geologia; f) valore paesaggistico; g) valore architettonico-storico; h) accessibilità; i) sismo-tettonica; l) distanza da aree abitate e da infrastrutture di trasporto; m) strategicità dell’area per il sistema energetico e caratteristiche della rete elettrica; n) rischi potenziali indotti da attività umane nel territoriocircostante.

I siti poi saranno obbligatoriamente sottoposti a procedura di Valutazione ambientale strategica.

13 impianti attivinel raggio di 200 Km

In Europa il 35% dell’energia elettrica consumata proviene dal nucleare e sono 197 le centrali atti-ve. Nella sola Francia ve ne sono 59 per una po-tenza di quasi 170.000 Mw. Il dato del 2009 è tuttavia suscettibile di revisione poiché 13 centra-li sono in costruzione (per ulteriori 11.800 MW) e alcune delle esistenti hanno iniziato la lunga fase di smantellamento.La stessa Francia guida la classifica di utilizzo: quasi l’80% delle necessità elettriche viene dall’atomo. È seguita dalla Russia che ha 31 im-pianti per 21.700 MW (7 in corso di realizzazio-ne). Al terzo posto la Germania con 17 impianti e 20.000 MW, seguita dal Regno Unito, con 19 impianti e 10.200 MW.Quali e quante sono quelle più vicine ai nostri confini? Il criterio utilizzato dall’Anpa, l’Agenzia nazionale per la protezione ambientale, ne indi-vidua 13 in un raggio non superiore ai 200 chilo-metri dai confini italiani e che hanno un rilevante interesse ai fini di incidenti sulla popolazione e per gli ecosistemi, sia pure protetti dalla barriera alpina. Per essi sono state fatte valutazioni di ri-schio ed esiste un piano nazionale d’emergenza. Si tratta di criteri soggetti a variazioni che dipen-dono da eventualità non ponderabili oggi, quali la direzione dei venti e la quantità e qualità del materiale liberato.In forza di queste valutazioni le province più inte-ressate, sulla carta, sono Cuneo, Torino, Aosta, Varese, Sondrio, Bolzano, Udine e Trieste.

Trino VercelleseCaorso(Piacenza)

Borgo Sabotino(Latina)

Garigliano, comunedi Sessa Aurunca (Caserta)

Saint-Alban

Fessenheim

Burgey

Muenleberg

Grundemmingen

Isar

Beznau

Goesgen

Leibstadt

Krsko

Phenix

Tricast

Cruas

FRANCIA

SVIZZERA

GERMANIA

SLOVENIA

Centrali in Italia

Bloccate dal referendum dell’87 le quattro centrali nucleari in Italia sono in stato di decommissioning, ovveroin fase di dismissione

storia di copertina

46

5/201024

LE POLEMICHE SULL’ENERGIA ATOMICA

Gli ex nemici dell’atomo ci ripensanoCosì cresce il partito dei “convertiti”L’ex presidente di Legambiente Chicco Testa capofila di una nuova corrente che rivede le precedenti posizioni. La ragione? Oggi le centrali sono più sicure

Nessuna fonte energetica come il

nucleare divide tanto favorevoli e

contrari: gli uni accusano gli altri di es-

sere miopi e antiscientifici, gli altri di

voler contaminare l’ambiente con un

tipo di produzione elettrica obsoleto e

dannoso per flora, fauna, donne e

bambini. Ogni tanto, però, qualche

temerario si azzarda a passare da una

fila all’altra dello schieramento, susci-

tando le ire degli ex amici e svariate

accuse di tradimento. Nei giorni scorsi

ha fatto molto scalpore la visita in Italia

di Patrick Moore, ex nemico dell’ato-

mo e già co-fondatore di Green-

peace, ora diventato un convinto so-

stenitore dell’energia nucleare: «Le

fonti rinnovabili salveranno il pianeta?

Un giorno lontano forse sì - ha dichia-

rato l’ecologista -. Ma a salvarci oggi,

dall’inquinamento, ma anche dall’ef-

fetto devastante di una disponibilità di

gas e petrolio che si sta asciugando,

può essere solo l’energia nucleare.

Che ha costi comunque competitivi, è

ormai assolutamente sicura e ostaco-

larla rappresenta per gli ambientalisti

un clamoroso errore».

Secondo Moore il nucleare civile sarà

ancora più miracoloso in futuro

«quando il problema delle scorie, già

oggi di portata ridotta, non esisterà

più, perché le scorie di oggi potranno

essere riutilizzate praticamente all’in-

finito nelle centrali di prossima gene-

razione». L’atomo potrebbe avvan-

taggiare in particolare l’Italia «che ha

tante coste e tanto mare e dunque è

nella situazione ideale per risolvere

l’unico vincolo del nucleare, rappre-

sentato dal raffreddamento». Ma l’ex

fondatore di Greenpeace non è l’uni-

co ambientalista ad aver cambiato

opinione su questo tema: secondo un

recente articolo di Ida Bozzi pubblica-

to dal Corriere della Sera, anche il ce-

lebre scrittore britannico Ian Mc

Ewan si sarebbe convertito al nuclea-

re civile. La svolta sarebbe stata deter-

minata dal fallimento del vertice di

Copenaghen, che ha convinto l’auto-

re a riscrivere in fretta e furia alcuni

punti del suo ultimo romanzo “So-

lar”. In Italia ha fatto scalpore la presa

di posizione di Chicco Testa, attuale

managing director di Rothschild Ita-

lia ed ex presidente di Legambiente,

nonché tra i promotori del referen-

dum abrogazionista del 1987: Testa

ha più volte dichiarato che la decisio-

ne di spegnere le centrali scaturita dal

voto popolare fu “un errore” e si è

detto sostanzialmente favorevole al

piano governativo di ritorno all’ener-

gia atomica. In Italia esiste addirittura

un movimento ecologista (legato cul-

turalmente al centrodestra) che ap-

poggia dichiaratamente questa fonte

di produzione energetica: si tratta del

movimento Fare Ambiente, il cui co-

ordinatore siciliano, Nicolò Nicolosi,

ha dichiarato alcuni mesi fa: «Le cau-

tele sul nucleare sono importanti, ma

oggi siamo arrivati a un punto tale di

sicurezza degli impianti che il ritorno

all’utilizzo di questa forma di produ-

zione di energia è sempre più conve-

niente, poiché i benefici economici

per la popolazione sono davvero rile-

vanti».

A sinistra, invece, c’è stata una parzia-

le retromarcia in senso opposto

dell’attuale segretario del Partito De-

mocratico, Pierluigi Bersani, che nel

settembre 2007, da responsabile del-

lo Sviluppo economico, dichiarava:

«Credo che non si debba rinunciare

alla ricerca sul nucleare anche se non

è la risposta immediata. È importante

non perdere un altro treno tecnologi-

co che avrà ricadute in un paio di de-

cenni». La posizione antiatomo del

leader Pd espressa nella campagna

elettorale attualmente in corso è deci-

samente più netta: «Occorre usare gli

strumenti della ragionevolezza per

Chicco Testa

47

storia di copertina 5/201024

Gianluigi Torchiani

smascherare le tante falsità che ven-

gono dette in proposito dal Governo.

Prima fra tutte che il nucleare costa

meno di altre fonti energetiche».

Su blog e forum di Internet il recente

annuncio pro nucleare è costato sva-

riate accuse di tradimento al presiden-

te americano Obama: in effetti, se si

va a leggere l’originario programma

energetico del numero uno della Casa

Bianca, l’enfasi era posta esclusiva-

mente su rinnovabili ed efficienza,

con qualche concessione allo sviluppo

del gas naturale e del carbone pulito.

Nel 2009 il nuovo congresso demo-

cratico aveva anche bocciato le richie-

ste repubblicane di finanziamenti per

50 miliardi di dollari di fondi per pre-

stiti a tasso agevolato a favore dell’ato-

mo. «Il nucleare - dichiara, invece, ora

il presidente Usa - rimane la maggiore

fonte d’energia che non produce

emissioni inquinanti. Una centrale

atomica a parità di energia prodotta,

in un anno, è capace di ridurre l’inqui-

namento di 16 milioni di tonnellate

rispetto al carbone. Praticamente è

come togliere dalla strada 3,5 milioni

di macchine». In Europa, nel 2009 la

Svezia ha rinnegato l’addio al nuclea-

re stabilito in un referendum del 1980,

mentre in Germania la Merkel sem-

bra decisa a rispettare la dismissione

entro il 2030 stabilita nel 1998 dal

Governo Schröder.

Il parere di Sergio Ulgiati*, membro del comitato scientifico del Wwf Italia

Il nostro Paese consuma 315 TWh (miliardi di kWh) di elettricità l’anno, prevalentemente da fonti fossili, parial 36% dei consumi totali di energia. Le quattro centrali nucleari previste dal Governo fornirebbero in teoria56 TWh, pari al 17% dei consumi elettrici e a un misero 6,5% dei consumi totali, a fronte di una spesa di circa 20-25 miliardi di euro (esclusi i costi del combustibile, dello smantellamento a fine vita e dello smaltimento finale delle scorie radioattive). Il nucleare non è idoneo alla realtà del nostro Paese, articolata su un tessuto di piccolae media impresa. Per garantire tale sviluppo, non c’è bisogno di una grande offerta energetica centralizzata, bensì di un sistema di produzione elettrica decentrato e basato su fonti rinnovabili. Per quanto poi riguardala sbandierata indipendenza dalle importazioni, l’Italia importerà dall’estero anche il combustibile per le centrali

nucleari. Investire in risparmio energetico e fonti rinnovabili costerebbe meno e darebbe al Paese più indipendenza energetica e più occupazione del nucleare. Già oggi il prezzo del kWh solare risulta competitivo con il nucleare (intorno ai 12-15 cent€/kWh), senza bisogno di devastare il territorio con centrali nucleari e impiantidi ritrattamento. Infine, fatto non trascurabile, i vantaggi si vedrebbero in pochi anni, mentre i tempi del nucleare si contano in decine di anni.

*(docente di analisi del ciclo di vita dell’università Parthenope di Napoli)

Il parere di Andrea Poggio, vice direttore generale LegambienteSiamo contrari al nucleare in Italia perché se ne può fare a meno. Con serenità e stando meglio. Per le seguenti ragioni:1) non si è trovata soluzione allo stoccaggio definitivo delle scorie: quando studiavo ingegneria mi si spiegava chegli Stati Uniti avevano individuato una località nel Montana. Oggi, 30 anni dopo, Barack Obama ha cancellato quella soluzione.2) Il nucleare è poco utile per sostituire le energie fossili: anche costruendo mille nuovi reattori nel mondo sostituirà solo il 5% delle fonti energetiche al 2050 (dati Iea e Ipcc).3) I reattori nucleari di oggi sono cari e rischiano di tenere alti i prezzi dell’elettricità anche per i prossimi decenni,

mentre le fonti rinnovabili stanno scendendo molto rapidamente di prezzo: eolico e solare sono dimezzati in tre anni.4) Nel 2008, per la prima volta, gli investimenti privati nelle rinnovabili nel mondo (145 miliardi di dollari) hanno superato quelli nelle energie fossili.Il nucleare cala nel mondo in potenza installata e energia prodotta dal 2007.5) Rinnovabili e nucleare costringono a ingenti investimenti nelle reti distributive: ma le prime verso il libero mercato, le seconde verso la salvaguardia di oligopoli.

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focus 5/201024

AGROENERGIA

Il biogas è risorsa per lavoro e ambienteostacolato da burocrazia e scarso creditoLe difficoltà che frenano le buone prospettive di sviluppo del comparto generano il 30% di costi aggiuntivi. Gli impianti d’eccellenza e i progetti pilota

Sono 125 gli impianti installati

nel 2009 per un totale di 71

MW di potenza. Si presenta così il

biogas italiano (fonte: Consorzio

Italiano Biogas e Gassificazione

- Energia KWerde).

Buone sono anche le prospettive

di crescita calcolate sulla base dei

219 impianti che dovrebbero en-

trare in funzione quest’anno e dei

277 del 2011.

Va da sé che le aziende che ruota-

no attorno a questo business pun-

tano a una “mano d’opera” esper-

ta: alla Mostra convegno di Agro-

energia si parlava di un settore che

nei prossimi anni coinvolgerà altri

3.500 lavoratori per lo più destina-

ti a seguire gli impianti.

Ciò non toglie, lamentano gli ad-

detti, che permangono sul com-

parto incertezze soprattutto di

natura normativa. «Questi limiti -

si legge in una nota diffusa duran-

te la fiera di Tortona - insieme a

sperequazioni in materia di auto-

rizzazione da Provincia a Provincia

e uniti alla difficoltà di accesso al

credito, comportano per gli opera-

tori costi aggiuntivi stimabili in un

30 per cento».

Ma c’è fiducia. Anche a fronte dei

riconoscimenti. Come quello della

Cee che si è spesa affermando co-

me il biogas sia “risorsa energetica

fondamentale per lo sviluppo rura-

le e ambientale”.

Microrganismi attivi

Il biogas è un biocombustibile gas-

soso ottenuto dalla fermentazione

in assenza di ossigeno (digestione

anaerobica) di materiali residui di

origine organica, animale o vegeta-

le. L’intero processo avviene in am-

bienti a temperatura controllata, a

opera di microrganismi attivi che

convertono la materia prima in bio-

gas, costituito per il 50-70% da me-

tano e per la restante parte da CO2

e altri componenti. Il biogas così

prodotto può essere impiegato per

ricavare energia termica ed elettri-

ca, anche in modo combinato gra-

zie a impianti di cogenerazione.

Liquami e letami degli allevamenti

zootecnici, acque reflue dell’agroin-

dustria, bucce di pomodoro, vinac-

20 milioni per migliorare e innovareSolo due mesi di apertura per il bando di Enama, Ente nazionale

per la meccanizzazione agricola, pubblicato nel mese di febbraio

con scadenza ravvicinata al 2 aprile 2010: 20 milioni di euro sono stati

erogati per la realizzazione, il completamento o il miglioramento

di impianti per la produzione di energia da biomasse e biogas

derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali. Con un

occhio di riguardo all’innovazione e alle installazioni che possano

fungere da impianti dimostrativi pilota per altri imprenditori

intenzionati a investire nel settore. La realizzazione e il collaudo

funzionale degli impianti da parte dei beneficiari devono essere

portati a termine entro il 15 settembre 2010, con eventuale proroga

al 15 settembre 2012 solo nei casi in cui sia fatta una richiesta scritta

unitamente a una relazione dello stato di attuazione dei lavori.

Il cogeneratore di Al.be.ro. in costruzione a Grazzano Visconti (Pc)

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focus 5/201024

Alice Cappelli

ce, sanse di oliva, panelli oleosi,

scarti di macellazione, paglia, frut-

ta, colletti di bietola, foraggi di

scarsa qualità, colza, girasole, cere-

ali… la lista dei prodotti utilizzabili

negli impianti a biogas è davvero

lunga. Spesso questi materiali sono

gli scarti di aziende agricole e zoo-

tecniche che devono occuparsi del

loro smaltimento. Ora c’è la possi-

bilità di trasformare in risorsa le so-

stanze residuali. Con il biogas, in-

fatti, i reflui di allevamento si fanno

materia prima, gratuita e sempre

disponibile, per la produzione di

energia rinnovabile e pulita: detto

in sintesi, i sottoprodotti dell’attivi-

tà zootecnica diventano calore ed

elettricità, che l’azienda può deci-

dere di riutilizzare a uso interno, se

opta per il modello dell’autonomia

energetica, oppure vendere in tut-

to o in parte ai gestori della rete,

usufruendo anche dei Certificati

verdi. Senza dimenticare che il ma-

teriale ricavato - reflui più stabili e

inodori - può essere cosparso sui

terreni come concime a elevato

potere fertilizzante.

I progetti pilota

Diversi sono gli esempi di impianti

installati o in progetto: è il caso,

per esempio, di quello realizzato

da Sebigas (del Gruppo Indu-

striale Maccaferri) e Ab Energy

in collaborazione con Fiper. Inau-

gurato recentemente a Villa di Ti-

rano (So) è in grado, secondo i

calcoli dell’azienda, di produrre in

un anno 3 milioni e 780.000 kWh

elettrici e 800.000 kWh di energia

termica. Allo scopo è stata istituita

una società “a progetto” alla qua-

le partecipano la cooperativa agri-

cola Biovalt, Tcvvv, Aem, Coldi-

retti e Banca Intesa: l’obiettivo è

quello di creare una filiera agroe-

nergetica tra i piccoli allevatori e

gli agricoltori della zona.

È in costruzione, invece, il coge-

neratore a biogas di Al.be.ro, la

società agricola di Grazzano Vi-

sconti, in provincia di Piacenza,

che, insieme ad Astrim, ha scelto

di produrre energia elettrica sfrut-

tando le biomasse e le deiezioni

animali generate in azienda; que-

ste ammontano a circa 26.000

tonnellate l’anno e grazie alla di-

gestione anaerobica diverranno

biogas, composto per il 55% da

metano (Ch4) e per il restante

45% da anidride carbonica (CO2),

che successivamente sarà trasfor-

mato in energia elettrica. La po-

tenza stimata si aggira sugli 8 mi-

lioni di kWh annui, con un motore

Jenbacher abbinato a un alterna-

tore. Il 70% del calore ottenuto

Dalle palme indonesiane materia prima per l’energia

L’azienda bolognese Sib Siber punta molto su un’altra tipologia di bio-massa combustibile: il Pks (Palm kernell shell), gusci derivanti dal frutto della palma da olio proveniente principalmente dall’Indonesia. Attraverso un generatore di calore il Pks viene bruciato a temperature tra i 700 e i 900 gradi, in una camera composta da materiale refrattario e isolante. Il calore che ne deriva può essere usato per il riscaldamento dell’aria di processo, per l’essiccazione o per la produzione di energia termica.

sarà recuperato per mantenere co-

stante la temperatura della massa

biologica in fermentazione.

Anche EnviTec ha in progetto di-

verse realizzazioni: l’azienda ha,

infatti, ricevuto commesse per 18

milioni di euro relative alla costru-

zione di impianti a biogas in diver-

se zone d’Italia. Vicino a Bologna

installerà due impianti alimentati

da mais energetico con una poten-

za elettrica allacciata di 1 MW cia-

scuno. Sempre di grandezza pari a

1 MW saranno realizzati centrali

anche nella zona di Novara, utiliz-

zando liquame suino, sterco secco

di pollo e scarti cotti dell’industria

alimentare; a Latina, dove si sfrut-

teranno liquami bovini, insilato di

triticale e di mais; a Foggia, in cui

si useranno scarti orticoli, insilato

di triticale e liquami bovini.

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focus 5/201024

DISTRETTI

Il biogas italiano viaggia a tre velocità

La filiera siciliana ai nastri di partenzaAnche la Sicilia si dice pronta a diventare “l’isola dell’agroenergia” dopo la sperimentazione portata avanti dal progetto Fi.Sic.A. (Filiera siciliana per l’agroenergia). Ce ne parla Bernardo Messina,dirigente ricercatore del Consorzio di ricerca Gian Pietro Ballatore: «L’obiettivo del progetto, realizzato in collaborazione con l’assessorato Agricoltura e foreste della Regione Sicilia, è stato quello di definire le condizioni di fattibilità per l’introduzione di una filiera agroenergetica sul nostro territorio. Abbiamo individuato alcune colture a destinazione energetica, in particolare brassica carinata e le specie oleoginose, in grado di essere materia prima per impianti di produzione energetica o di biocarburanti. La sperimentazione ha dato risultati positivi, ora non resta che sviluppare la filiera, che deve essere principalmente corta, per permettere lo sfruttamento energetico delle biomasse in loco». «Le potenzialità, quindi, ci sono - afferma Domenico Santacolomba, responsabile dell’Osservatorio regionale dell’energia -: diversi sono gli impianti che abbiamo

autorizzato, molti altri sono in via di approvazione. La società Ecoil, inoltre, sta realizzando una centrale a Priolo, in provincia di Siracusa, per la produzione di biodiesel da olio vegetale grezzo quale colza, soia, brassica carinata e girasole».

chi.sca.

Gli impianti in funzione nel distretto energetico del Nord Ovest

La diffidenza del Nord EstIl Veneto, regione a forte concentrazionedi aziende agricole, conosce poco il biogas come energia alternativa. Questa presa di coscienza

deriva dalle indagini effettuate dalla Fondazione Nord Est, che ha svolto un’analisi per misurare l’accettazione di nuovi impianti a biogas in quattro territori veneti, registrando perplessità tra la popolazione. Ecco allora che la Fondazione ha deciso di aderire a Biogas Accepted, insiemead altri 5 Paesi (Austria, Ungheria, Polonia, Spagna e Slovacchia). Il progetto di ricerca punta alla promozione del biogas quale fonte energetica alternativa tra cittadini, autorità politiche e istituzioni sia venete che su scala nazionale e internazionale. Lo scopo è quello di inserire le amministrazioni comunali in un percorso di informazione, predisponendo un protocollo che contenga tuttele informazioni da conoscere quando si decidedi realizzare un impianto a biogas.

Sono diverse le tipologie di impianti e le tecnologie utilizzate. L’area del Nord Ovest si distingue per una buona gestione delle risor-se energetiche del settore agricolo: con lo scopo di sviluppare un rapporto armonioso tra tecnologia, popolazione e ambiente

news&mercati

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5/201024

MERCATO FOTOVOLTAICO

Il business verde incomincia dai distrettie cerca nelle Regioni i partner idealiUno schema di sviluppo di filiera che ha come protagoniste le Pubbliche amministrazioni e le imprese. Le proposte mirate dei fornitori di tecnologie

Una cosa è certa: in tema di

energia ogni Regione sceglie

da sé la propria strategia e la ten-

denza sarà sempre di più quella di

raggiungere il prima possibile

l’autonomia. Prima di tutto pro-

duttiva, poi fiscale. Ma il settore

stimola altre peculiarità a partire

dal fatto che, per esempio, le tec-

nologie rinnovabili godono di rea-

zioni politiche bipartisan. Da non

sottovalutare anche il fatto che

l’energia “verde” produce cassa

e, il tema, si sa, non lascia mai in-

sensibile la Pubblica amministra-

zione. Saranno sempre più attenti

i Governatori ai MW? Crediamo di

sì e i segnali post voto regionali lo

evidenziano. Nel frattempo notia-

mo anche che i fornitori di tecno-

logie, sempre più incubatori di

idee, si muovono con proposte e

iniziative mirate al target pubbli-

co. NextPower Development

Italia ne è un esempio. Alle spalle

una merchant bank inglese (la

NextEnergy Capital) che non

esclude, comunque, il ricorso a in-

vestitori terzi locali.

Michael Bonte-Friedheim, co-

founding partner di NextEnergy

Capital, segue con cura i passag-

gi tipici da financial advisory (tra i

credit anche il lavoro di advisor

per Enerqos - ndr), mentre ope-

rativi sul territorio sono Stefano

Sommadossi, presidente della

divisione development, e Chri-

stian Rossi, amministratore e re-

sponsabile dello sviluppo del bu-

siness.

Giusto di territorio si parla. Anzi,

meglio di distretti. Partendo dalle

Regioni e una volta individuata

una forte economia locale, soprat-

tutto agricola, NextEnergy applica

uno schema di sviluppo di filiera

che ha come protagonisti in cate-

na Pal - industria - imprenditori.

«Noi forniamo il progetto e la tec-

nologia (tipicamente fotovoltaico,

biomassa, eolico, ma l’azienda svi-

luppa anche bio carburanti per

aerei - ndr)». Gli attori locali ci

mettono la volontà di cambiare

modello energetico. «Consideria-

mo la Sicilia, dove abbiamo cinque

poli di studio tra i quali quello di

Caltagirone, una delle Regioni che

meglio si adattano a questo no-

stro modello operativo - spiega

Sommadossi -, ma ci stiamo muo-

vendo anche in Lazio e Piemonte».

È Bonte-Friedheim a parlare di

obiettivi italiani in termini di po-

tenza: «In Italia abbiamo già 18

MW autorizzati e altri 100 MW

sono in via di autorizzazione. In

tre anni il nostro obiettivo è di

raggiungere i 400 MW».

M.Cristina Ceresa

Stefano Sommadossi

Il go to market di NextPower Development

55

news&mercati 5/201024

MERCATO FOTOVOLTAICO

Commerciale, residenziale e grandi parchiSunpower trova alleati sulle vie di sviluppoL’acquisizione di Sunray garantisce maggior controllo sul mercato, garanzie di fatturato e capacità progettuale. I progetti per Montalto di Castro e in Puglia

Il mercato fotovoltaico, da un anno

a questa parte, è stato caratteriz-

zato da una drastica riduzione dei

costi: Sunpower, per far fronte a

questa crisi, ha deciso di puntare

sulla capacità produttiva, aumen-

tandola e incrementando le collabo-

razioni con i più importanti player

del settore. L’ultimo accordo è stato

fatto con Sunray: «Non si tratta di

una fusione - spiega Gian Luca

Bandini, general manager di Sun-

power Italy -, ma di un’acquisizione

allo scopo di integrarci verticalmen-

te per avere maggior controllo sul

mercato; una garanzia di fatturato;

e per poter soddisfare le esigenze

dei clienti che non hanno la capacità

effettiva di portare avanti progetti».

Questa strategia di sviluppo è inizia-

ta nel 2007 con l’acquisizione di

PowerLight, system integrator

americana. «Sostiene il manager -

che non siamo più solo produttori,

ma anche Epc contractor e project

developer. Operiamo, infatti, se-

guendo tre linee precise di sviluppo:

commerciale, residenziale e grandi

parchi. Per l’area commerciale

l’azienda ha creato una divisione

che gestisce circa 200 partner su

tutto il territorio italiano, aziende

indipendenti che comprano e utiliz-

zano i prodotti Sunpower; grazie a

questa rete di dealer è possibile por-

tare avanti anche il discorso legato

al residenziale, occuparsi quindi de-

gli impianti più piccoli, fino a 1 MW

di potenza; infine, in veste di Epc

contractor, seguiamo l’installazione

dei grandi parchi solari. Acquisendo

Sunray abbiamo preso in carico una

pipeline di grandi progetti fotovol-

taici per oltre 1.200 MW da installa-

re principalmente in Europa e in

Medio Oriente».

Il progetto che ha dato il via alla col-

laborazione tra queste due società è

quello relativo alla centrale di Mon-

talto di Castro: attualmente sono

già stati installati 24 MW fotovoltai-

ci utili per il fabbisogno elettrico di

circa 13mila abitazioni, ma «l’obiet-

tivo - afferma Bandini - è quello di

creare diversi parchi solari per rag-

giungere la potenza totale di 100

MW. È, inoltre, in costruzione un

centro educativo di formazione de-

dicato prevalentemente agli installa-

tori, che tratterà argomenti legati

alla tecnologia fotovoltaica e alle

modalità di montaggio e allaccia-

mento degli impianti».

Diversi altri progetti sono in fase di

autorizzazione e realizzazione, so-

prattutto al Sud: in Puglia la società

sta installando per conto di K6 due

centrali da 1 MW ciascuna a Casa-

massima e Conversano. In Sicilia,

inoltre, sono previsti per conto di

Sol.In.Build 16,5 MW distribuiti in

7 impianti su un’area di 63 ettari.

Per aumentare la produttività è in

fase di costruzione un nuovo stabili-

mento in Malaysia, che permetterà

a Sunpower di raggiungere 1 GW di

produzione annuale. «La scelta di

delocalizzare in Oriente è dettata

dal basso costo della manodopera

rispetto agli stipendi italiani ed euro-

pei. Contando che nel reparto pro-

duzione lavorano circa 3.500 dipen-

denti sui 5mila totali, il ragionamen-

to è senza dubbio di carattere eco-

nomico» sottolinea il manager.

Molto importante infine la speri-

mentazione tecnologica delle celle

fotovoltaiche: «Stiamo lavorando

molto sul fronte dell’efficienza ener-

getica dei nostri pannelli - conclude

Bandini -: prevediamo per l’anno

prossimo una percentuale di effi-

cienza del 23,4% per le nuove celle;

attualmente è di circa 19,2% per il

pannello da 315 watt».

Chiara Scalco

Gian Luca Bandini

tecnologie&soluzioni

56

5/201024

IL PROGETTO

Sbocciati cento fiori di loto fotovoltaicisulle acque di un bacino a uso irriguoL’impianto è realizzato da Daiet in collaborazione con il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Romagna Occidentale. I pannelli montati su una struttura galleggiante

Sullo specchio d’acqua del ba-

cino idrico artificiale presso la

centrale di pompaggio a uso irri-

guo “Santerno-Senio 2,“ in loca-

lità Solarolo (Ra), è stato realizza-

to il primo impianto fotovoltaico

galleggiante d’Europa. Lo ha pro-

gettato Daiet, in collaborazione

con il Consorzio di bonifica

dell’Emilia Romagna Occidentale.

La potenza è di circa 20 kWp ed è

costituito da più di cento moduli

monocristallini da 180 W ciascu-

no, montati su una struttura me-

tallica agganciata a un ulteriore

complesso modulare galleggian-

te, in materiale plastico delle di-

mensioni di mezzo metro circa,

per una superficie totale occupata

di 320 mq circa.

Nella progettazione dell’impianto

galleggiante si sono considerate

eventuali ripercussioni derivanti

da depositi temporanei di neve

sulla superficie dei moduli e un

plausibile moto ondoso del baci-

no di 40-50 cm. Lo svuotamento

cui i bacini idrici artificiali possono

essere soggetti non determina al-

cuna criticità per l’impianto, che

andrebbe ad adagiarsi dolcemen-

te sul fondo. I pannelli fotovoltai-

ci sono stati disposti secondo un

angolo di tilt prossimo a 0° privi-

legiando, così, l’armonizzazione

con l’ambiente circostante a sca-

pito di un minore rendimento del-

lo stesso, valutato in una perdita

fra il 7 e l’8%. Tale scelta è stata

compensata da una maggiore fa-

cilità negli interventi di manuten-

zione e dalla possibilità di non

avere condizionamenti di orienta-

mento rispetto al Sud.

Radianti e rinfrescanti

La struttura dell’impianto è mo-

dulare e quindi dimensionabile

secondo le particolari esigenze

dell’utenza, fino a raggiungere

taglie considerevolmente grandi.

La particolare collocazione per-

mette di usufruire di due impor-

tanti benefici ovvero la riflessione

della radiazione incidente la su-

perficie del bacino e il raffredda-

mento continuo dei moduli. L’im-

pianto è stato incorniciato con

una struttura di forma ellittica,

che conferisce la parvenza di fo-

glia di loto, adempiendo alla fun-

zione di compensare eventuali

fluttuazioni dell’impianto in caso

di un moto ondoso rilevante e di

rappresentare un sistema antica-

duta durante gli interventi di ma-

nutenzione. I dati sulla capacità

produttiva rendono quanto mai

realistico l’ambizioso obiettivo di

Daiet di disseminare foglie di loto

fotovoltaiche su quanti più spec-

chi d’acqua possibile, consenten-

do di risparmiare i preziosi terreni

agricoli locali.

I pannelli fotovoltaici formano un fiore di loto

57

tecnologie&soluzioni 5/201024

ma.ga.

Una nuova serie di moduli è stata

creata da Helios Technology,

del Gruppo Kerself: si chiama H3a

214-235 p e comprende celle realiz-

zate in silicio policristallino. Prodotti

in Italia e garantiti per 25 anni, i mo-

duli sono di dimensioni compatte e

sembrerebbero agevolare l’installa-

zione anche in zone ridotte, occu-

pando un’area di soli 1,63 mq. Il

peso è di 18,7 kg l’uno e il vetro an-

teriore ha uno spessore di 3,2 milli-

metri, resistente agli agenti atmosfe-

rici e alla grandine. La cornice è in

alluminio anodizzato. Le potenze

erogate sono comprese tra i 214 e i

235 chilowatt di picco.

Apochi mesi dalla nascita della

divisione Green Power business

unit, Hyundai punta sul mercato ita-

liano prevedendo una pipeline di 20

MW di pannelli installati entro il

2010. La proposta, per general con-

tractor e grandi installatori, com-

prende un nuovo modulo della Sg-

series composto da 60 celle di silicio

policristallino da 6 pollici incapsulate

in serie tra un vetro temprato a basso

contenuto di ferro e uno strato di

eva. Le condizioni di garanzia offerte

da Hyundai coprono 5 anni sui difet-

ti di fabbricazione, il 90% della po-

tenza in uscita per 10 anni e l’80%

della potenza in uscita per 25 anni.

Èprodotta da Teseo la nuova tur-

bina eolica, presentata recente-

mente alla Hannover Messe, costi-

tuita da tre pale in alluminio che,

seguendo un asse di rotazione oriz-

zontale, sono collegate all’albero di

un compressore d’aria e poste sulla

cima di un’incastellatura in allumi-

nio. Il generatore, realizzato in allu-

minio riciclabile al 90%, è in grado

di funzionare anche con un vento

leggero e immagazzina nei serbatoi

l’energia elettrica sotto forma di

aria compressa. Il diametro esterno

della turbina è di 4 metri e il com-

pressore è composto da due cilindri

contrapposti.

Leggeri e robusti i pannelli di Helios Technology

Hyundai punta sul mercato italiano

Basta un vento leggero per dare le ali a Teseo

MODULI FOTOVOLTAICI MODULI FOTOVOLTAICI/2 TURBINA EOLICA

Nexans ha ideato una gamma

di soluzioni di cablaggio per il

settore eolico. Battezzata Windlink,

comprende cavi industriali, condut-

tori in rame, alluminio e fibra otti-

ca, oltre a componenti per la comu-

nicazione. I cavi proposti resistono

alla torsione, alle variazioni di tem-

peratura, all’abrasione, alle vibra-

zioni, all’invecchiamento e al con-

tatto con l’olio e i liquidi di raffred-

damento. Il Gruppo francese ha

sviluppato isolanti in grado di sop-

portare almeno 2mila cicli di torsio-

ne alla temperatura di -40°: in que-

sto modo i cavi possono assorbire

le forze dovute alla continua rota-

zione della navicella per seguire il

vento. Sono due le tipologie di cavi

per le infrastrutture eoliche: quelli

sottomarini ad alta tensione, per

collegare le centrali offshore alle

reti di energia sulla terraferma e i

cavi a media tensione monofase e

trifase adatti all’interramento diret-

to in trincea per l’interconnessione

degli aerogeneratori di terra.

Sott’acqua e in trincea la resistenza della famiglia Windlink

CAVI EOLICI

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59

ambiente sostenibileSTORIA DI COPERTINA

Con il Patto delle città sostenibilil’Europa tenta il rilancio di KyotoIn Italia sono oltre 300 le amministrazioni che hanno aderito al piano di azione per ridurre le emissioni inquinanti. Qualcosa si muove anche se la strada è lunga e grandi le differenze Nord e Sud, come dimostra un rapporto di Legambiente

Tredici Comuni marchigiani sono

stati appena coinvolti nel proget-

to CitySec ideato da Svim, Società di

sviluppo della Regione Marche: An-

cona, Fabriano, Jesi, Senigallia, Osi-

mo, Pesaro, Urbino, Fano, Macerata,

Civitanova Marche, Fermo, Ascoli Pi-

ceno e San Benedetto del Tronto an-

dranno a formare una Sec (Sustaina-

ble energy community) che, coinvol-

gendo gli attori locali con iniziative

sostenibili, si impegnerà per far ade-

rire le città al Patto dei sindaci, elabo-

rando piani di azione per l’efficienza

energetica e lo sviluppo delle Rinno-

vabili. Il Covenant of Majors (Patto dei

sindaci) è stato lanciato nel 2008 dal-

la Commissione europea per riunire

le amministrazioni cittadine di tutta

Europa in un’iniziativa, su base volon-

taria, che le impegni a predisporre un

piano di azione per ridurre le emissio-

ni di CO2 con misure e criteri ancora

più rigorosi rispetto agli standard del

Protocollo di Kyoto (-20%). Sono

molte le città europee che hanno

aderito, ma anche in Italia il meccani-

smo si sta mettendo in moto e più di

300 Comuni e Province hanno firma-

to il Patto. Segno che qualcosa sta

cambiando, ma c’è ancora molto da

fare. Un altro aspetto fondamentale

è che le maggiori spinte all’innovazio-

ne sostenibile arrivano spesso dalle

amministrazioni locali. Lo conferma

anche Althesys, che nel rapporto

annuale Irex (Italian renewables in-

dex) fa notare che in Italia gli investi-

menti nelle energie rinnovabili nel

2009 hanno superato quelli nelle fon-

ti fossili. A partire proprio dalle picco-

le realtà che puntano all’adozione di

tecnologie alternative pulite per mi-

gliorare la vivibilità.

a cura di Chiara Scalco

In tem

a di C

ittà verdi

vedi recen

sion

i libri p

ag. 78

storia di copertina

60

5/2010

IL RAPPORTO INDICE CITTÀ CLIMA

A Brescia primato dell’impegno ambientale Il Sud per ora ha solo grandi potenzialitàLa ricerca ha messo a confronto i 103 capoluoghi italiani sulle politiche per trasporti, efficienza energetica, rinnovabili, gestione dei rifiuti e aree verdi

Se guardiamo all’Indice Città Clima

2010, elaborato da Legambien-

te, in collaborazione con l’istituto di

ricerche Ambiente Italia, Brescia è la

città che, con 189mila abitanti, vanta

il migliore rendimento per quanto ri-

guarda l’impegno climatico. «Sicura-

mente i fattori che hanno contribuito

alla buona valutazione di Brescia sono

il trasporto pubblico cittadino, alimen-

tato a metano e biocarburanti, e

l’estesa rete di teleriscaldamento. An-

che il verde pubblico è ben distribuito»

spiega Lorenzo Bono, ricercatore

dell’istituto Ambiente Italia. Il rappor-

to ha messo a confronto i 103 capo-

luoghi di provincia italiani in merito

alle politiche energetiche e alla ridu-

zione delle emissioni di gas serra e la

situazione, anche se in via di migliora-

mento, non è delle più rosee, pur con

qualche eccezione.

«Il quadro che emerge - si legge nel

Rapporto - è quello di un profondo

divario tra alcune Regioni del Nord,

che hanno intrapreso strategie com-

plessive in favore della sostenibilità, e

le molte aree del Sud che vantano

grandi potenzialità, ma che nella stra-

grande maggioranza dei casi sono

carenti dal punto di vista delle politiche

e di una pianificazione ambientale».

L’Indice ha tenuto conto dei principali

Città Clima 2010: la classifica generale

Font

e: Le

gam

bien

te/A

mbi

ente

Ital

ia

Il punteggio finale di questa classifica è stato ottenuto tenendo conto delle graduatorie effettuate per singolo settore: trasporti, rinnovabili, consumi elettrici, consumi di carburante, teleriscaldamento. Nella pagina seguente abbiamo inserito come esempio le prime 10 posizioni delle classifiche relative a trasporto pubblico e rinnovabili

61

storia di copertina 5/2010

Trasporto pubblico: le città più virtuose

ambiti su cui le città possono interveni-

re nella lotta ai cambiamenti climatici.

«Gli indicatori utilizzati - spiega Bono -

sono: i consumi elettrici domestici,

quelli di carburante, le aree verdi su

territorio comunale, il solare termico e

il fotovoltaico installati su edifici pubbli-

ci, le Rinnovabili su territorio comunale,

il teleriscaldamento, il trasporto pubbli-

co e la raccolta differenziata». Si può

affermare che le prime città sono qua-

si tutte del Nord Italia e i capoluoghi

lombardi, a eccezione di Como

(100esima), si trovano tutti nelle prime

20 posizioni. Il Sud Italia, invece, occu-

pa maggiormente gli ultimi posti.

«Un aspetto importante che dobbia-

mo notare è che le ultime cinque città

si trovano in coda perché i dati relati-

vi non erano sufficienti per una com-

pleta classificazione. Questo può

spiegare in parte il caso effettivamen-

te strano della provincia settentriona-

le di Como, per la quale mancavano i

dati su trasporto pubblico, verde ur-

bano, teleriscaldamento e impianti

solari» fa notare lo studioso. Diventa

importante quindi l’aspetto della co-

municazione: le amministrazioni co-

munali devono essere in grado di

trasmettere e, se vogliamo, “pubbli-

cizzare” le buone azioni che perse-

guono in materia di ambiente soste-

nibile. È essenziale lo spirito di emula-

zione, soprattutto quando essere

Green fa stare meglio la popolazione.

Comunicare agevolmente le informa-

zioni diventa quasi un obbligo, per

non rimanere indietro.

Rinnovabili: le città più virtuose

L’indagine de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vitaLe province del Nord sono sicuramente le più attive. Questo è confermato anche dalla tradizionale e notissima indagine sulla qualità della vita, più approfondita e condotta in base a parametri non solo di carattere ambientale, stilata da Il Sole 24 Ore alla fine di ogni anno. Prendendo in esame sei macrosettori (tenore di vita, affari e lavoro, ordine pubblico, servizi e ambiente, popolazione e tempo libero), sono state prodotte sei graduatorie confluite in una classifica generale delle città italiane, sul cui podio troviamo Trieste, Belluno e Sondrio. Ovviamente le posizioni non coincidono, anche perché l’indagine è differente e si basa su altri indicatori, ma se guardiamo alla voce “servizi e ambiente” possiamo confermare che nel dicembre 2009 le metropoli settentrionali sono meno in difficoltà, con Trieste prima, seguita da Varese e Genova.

Font

e: Le

gam

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Ital

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bien

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alia

storia di copertina

62

5/2010

GLI SCENARI

Il futuro? Non dipende solo dalle leggima dall’impegno delle AmministrazioniLa sfida della sostenibilità è nella battaglia contro la dispersione urbanae i troppi spostamenti e nel recupero delle città. Il decalogo delle buone pratiche

Prendiamo un Comune medio

italiano con una popolazione di

70mila abitanti e un consumo ener-

getico annuale di circa 125.000

Tep: si stima che il Comune in que-

stione produca ogni anno circa

358.000 tonnellate di CO2. Quali

sono le misure da adottare per ri-

durre le emissioni inquinanti? Nello

scenario A il Comune si limita ad

applicare la normativa vigente volu-

ta dal Protocollo di Kyoto e la ridu-

zione della CO2 prodotta è di circa il

9,6%, mentre nello scenario B l’am-

ministrazione locale svolge un ruolo

più attivo, adottando politiche più

vincolanti in tutti i settori chiave so-

pra citati: i risultati ottenuti sono del

-25% in termini di emissioni. Que-

sto obiettivo, secondo Legambien-

te, è conseguibile attraverso stru-

menti già in dotazione alle ammini-

strazioni comunali, quindi non con

misure in fase di sperimentazione

tecnologica.

Ecco allora che diventa fondamen-

tale il ruolo del settore edilizio:

«L’industria delle costruzioni è

troppo energivora e deve essere

rinnovata - afferma Luigi Colom-

bo, presidente di Ance Lombar-

dia -. La fase che la società con-

temporanea sta vivendo necessita

di un sistema produttivo che sappia

fare della sostenibilità una nuova

idea di business e le nuove tecnolo-

gie verdi sono un substrato su cui si

svilupperà, inoltre, un buon merca-

to del lavoro. Dobbiamo cogliere

questa sfida e integrare gli edifici

con l’ambiente che ci circonda».

«La sfida della sostenibilità si vince

in città - afferma Andrea Poggio,

vice direttore generale di Legam-

biente -. Da qualche anno la fuga

dalla città è sentita come la risposta

possibile ai problemi ambientali.

La soluzione, invece, deve essere

BOLZANONuova linea ferroviaria recuperata dopo l’abbandono del 1990. Aggiunte nuove fermate. Collega Malles a Merano e trasporta circa 2 milionidi passeggeri all’anno

UDINEEfficienza energetica per gli edifici nuovi. Orientamento lungo la direttrice Est-Ovest, illuminazione naturale, solare termico e fotovoltaico da 1 kW per autoconsumo

BERGAMORiqualificazione del “Tram delle valli”: tramvia extraurbana collegata alle linee di trasporto su gomma, alla stazione ferroviaria del centro cittàe alle piste ciclabili

Architetture sostenibili, recupero di linee di trasporto, rinnovabili, raccolta differenziata.

63

storia di copertina 5/2010

l’opposto: è nella città densa che

dobbiamo trovare le forze per

emergere, non nella dispersione

urbana, che causa troppi sposta-

menti (periferia/centro, campa-

gna/centro) aumentando l’inqui-

namento atmosferico. Questo

criterio rappresenta un punto di

rottura con quella parte di am-

bientalismo che non è più attuale.

La sfida si vince con il ricorso alla

tecnologia, con l’istituzione di

servizi al cittadino, per rendere le

metropoli interessanti e desidera-

bili. Prendendo esempio dalle

scelte di Stoccolma e Amburgo

dobbiamo puntare proprio sulle

infrastrutture. E le infrastrutture

sono le città, non le autostrade.

Gli impegni al 2020 dovrebbero

essere raddoppiati. Non è ragio-

nevole, per esempio, che si arrivi

al 2020 con edifici in classe B,

quando l’Ue richiede standard vi-

cini a quelli della casa passiva».

Due scenari di riduzione delle emissioni di CO2 nel 2020

L’esempio proposto da Legambiente prende in considerazione un Comune medio italiano con una popolazione di 70mila abitanti e un consumo energetico annuale di 125.000 Tep. Nello scenario A il Comune applica la normativa vigente (-9,6%). Nello scenario B con misure più restrittive il taglio è del 25% Fonte: Legambiente/Ambiente Italia

REGGIO EMILIAApprovati vincoli per il verde in città. Previsti nel regolamento edilizio incentivi per architetture sostenibilie realizzazione di verde pensile perpiù del 50% della copertura

SALERNORaccolta differenziata migliorata: si è passati da una percentuale del 15 al 72%, grazie al metodo porta a porta che ha portato al graduale abbandono dei cassonetti (vedi anche libro pag. 78)

LECCEDal 2008 la città è completamente autosufficiente grazie alle energie rinnovabili: sono stati installati 6 MW fotovoltaici e 36 MW eolici, che producono 72 milioni di kWh annui

Quanti esempi d’eccellenza da ammirare viaggiando da Nord a Sud nel Belpaese

Ance Lombardia e Legambiente hanno stilato un “decalogo” delle buone praticheper costruire “sostenibile”:

1. ricostruire le nostre cittàriutilizzando e sostituendoil vecchio

2. sfruttare i nuovi vuoti urbani

3. addensare in corrispondenzadei nodi

4. sperimentare nuove soluzionitecnologiche

5. progettare in maniera integrata

6. ricercare economie di scala

7. innovare i processi aziendali

8. usare materiali a basso impatto

9. contribuire all’evoluzionedel mercato

10. educare alla qualità

Fonte: Legambiente/Ambiente Italia

323.600ton.

358.000ton.

269.000ton.

(valori espressi in tonnellate di CO2 prodotte)

[ L’energia che nasce dalla Terraha la sua voce ]

Terra e Vita è una pubblicazione de

[ Bioenergie e agricoltura ]Il supplemento periodico a Terra e Vita,

il settimanaledell’agricoltura,da sempre accanto

agli imprenditoriagricoli italiani

Ogni due mesi in allegato aTerra e Vita una finestra sull’ampia e

sempre più diversificata tematica delleenergie alternative che hanno origine in agricoltura e che

rappresentano una fonte di reddito per gli agricoltori.

Dalla filiera legno a quella delle colture fino al biogas,il supplemento offre sperimentazioni, applicazioni operative

in ambito pubblico e in azienda agricola e le esperienze degliagricoltori che fanno già parte di questa nuova importante realtà.

www.terraevita.it www.agricoltura24.com

Pagina Bioenergia per Energia 24 2009.qxd 21/10/2009 12.29 Pagina 1

65

storia di copertina 5/2010

LE GRANDI CAPITALI

L’indice di Siemens promuove CopenhagenNella graduatoria delle città europee, predisposta dall’Economist Intelligent Unit, Roma è al 14° posto

Diamo uno sguardo alle città

europee, esaminando la clas-

sifica stilata dall’Economist Intelli-

gent Unit (Eiu) per conto di Sie-

mens. L’European Green City In-

dex, così è stato battezzato, valuta

le performance ambientali di 30

città europee. L’obiettivo è quello

di dare a politici, amministratori e

tecnici una visione del buon livello

raggiunto da alcune città per sti-

molare il miglioramento delle pra-

tiche adottate e azioni di riduzio-

ne dell’impatto ambientale. Le

realtà urbane sono state valutate

in base a otto categorie: emissioni

di CO2, energia, edifici, trasporti,

acqua, rifiuti, qualità dell’aria e

governance ambientale. Sono,

inoltre, stati utilizzati 30 indicato-

ri individuali suddivisi in 16 di tipo

quantitativo che misurano le at-

tuali performance e 14 qualitativi

che stimano l’aspirazione delle

amministrazioni a ridurre l’impat-

to sull’ambiente.

ECOPOLIS

Non c’è futuro senza sostenibilità

Itermini città e sostenibile sono in

contraddizione tra loro: una cosa

costruita con cemento e mattoni può

non sembrare sostenibile. Ma la città

è una serie di manufatti, persone, ha-

bitat. È un importante contesto di re-

lazioni. Allora in quest’ottica le due

parole possono essere accostate».

Esordisce così Giuseppe Tripaldi,

responsabile scientifico di Ecopolis,

evento dedicato all’ambiente urbano

e alle tecnologie per gestire al meglio

le città. Anche quest’anno si è svolto

a Roma nel mese di aprile, sotto for-

ma di forum di approfondimento in

grado di toccare tre diversi aspetti del

vivere cittadino: il livello urbanistico-

architettonico, la parte economica e il

tessuto sociale. Con un focus sulla

“città che mangia” e su quella “del

futuro”, sono state affrontate le te-

matiche delle modalità di gestione dei

flussi di cibo sul territorio urbano e del

mutamento delle metropoli in relazio-

ne agli interventi necessari per ade-

guarsi ai nuovi standard di sostenibili-

tà. «L’impostazione di fondo di que-

sta manifestazione è il tentativo di

tracciare un’equivalenza tra futuro e

sostenibilità» ricorda Tripaldi.

Numero Città Punteggio

1 Copenhagen 87,31

2 Stoccolma 86,65

3 Oslo 83,98

4 Vienna 83,34

5 Amsterdam 83,03

6 Zurigo 82,31

7 Helsinki 79,29

8 Berlino 79,01

9 Bruxelles 78,01

10 Parigi 73,21

11 Londra 71,56

12 Madrid 67,08

13 Vilnius 62,77

14 Roma 62,58

15 Riga 59,57

Numero Città Punteggio

16 Varsavia 59,04

17 Budapest 57,55

18 Lisbona 57,25

19 Lubiana 56,39

20 Bratislava 56,09

21 Dublino 53,98

22 Atene 53,09

23 Tallinn 52,98

24 Praga 49,78

25 Istanbul 45,20

26 Zagabria 42,36

27 Belgrado 40,03

28 Bucarest 39,14

29 Sofia 36,85

30 Kiev 32,33

La classifica dell’European Green City Index

Fatto 100 il valore massimo ideale il punteggio viene calcolato sulla basedi otto categorie: emissione di CO2, energia, edifici, trasporti, acqua, rifiuti,aria e governance ambientale Fonte: Siemens

storia di copertina

66

5/2010

LA NUOVA URBANIZZAZIONE

Dall’Europa alla Cina tanti progetti per città

HANNOVER (Germania)Il distretto ecologico di Kronsberg, composto da 3.000 unità abitative, ha ridotto del 75% l’emissione di CO2 grazie a efficienza energetica, reti di teleriscaldamento e due impianti eolici. Anche la produzione di rifiuti è stata ridotta del 30% e vengono recuperate e riutilizzate le acque.

SALISBURGO (Austria)È stato elaborato un piano per il controllo dell’illuminazione pubblica e il miglioramento dell’efficienza energetica. Con un sistemadi accensione e spegnimento programmato sono stati ridotti i costi totali. Sono state utilizzate lampade ai vapori di mercurio e bruciatori al sodio a risparmio energetico.

BUDAPEST (Ungheria)Il Rec, il Centro regionale ambientale che promuove lo sviluppo sostenibile, ha aperto nel 2008 un centro congressi che punta all’eliminazione completa delle emissioni. Questo è possibile grazie all’uso di sistemi automatizzati di efficienza energeticae utilizzo di energia solare.

CAOFEIDIAN (Cina)Il progetto prevede l’esperimento di ecocity per questo nuovo centro vicino alla città di Tangshan, in uno dei distretti portuali industriali del Nord cinese. Il master plan prevede l’applicazione di tecnologie peril risparmio dell’acqua, trasporto verdee riciclaggio dei materiali.

SARAGOZZA (Spagna)Progetto di architettura bioclimatica nella periferia a Sud della città per edilizia residenziale pubblica, servizi, terziario e attrezzature sportive, su una superficie di 243,2 ettari. Raccolta dei rifiuti attraversoun sistema basato su rete di condotte sotterranee pneumatiche.

COPENHAGEN (Danimarca)Nel quartiere di Nordhavnen sono in fase di recupero le aree portuali dismesse. Il progetto prevede la creazione di una zona residenziale in cui sarà data priorità al trasporto collettivo e alle biciclette. Ci sarà ampio spazio perle energie rinnovabili e per recuperoed efficienza nell’uso delle risorse.

Viaggio ideale per segnalare le esperienze verdi di diverse città che si stanno impegnan-do nella lotta ai cambiamenti climatici por-

tando avanti politiche per ridurre le emissioni inquinanti e l’impatto ambientale. Dal riciclo dei rifiuti al recupero delle aree dismesse,

67

storia di copertina 5/2010

efficienti ed ecosostenibili

LINZ (Austria)L’utilizzo dell’energia solare è l’elemento caratteristico del nuovo piano della città, chiamato, infatti, Solar City. È stata inoltre ridotta l’impermeabilizzazione e massimizzatala separazione tra le acque di scarico e quelle piovane da recuperare. Sono stati creati giardini, parchi pubblici, piste pedonali e ciclabili.

MALMÖ (Svezia)La zona siderurgica e navale è stata riqualificata creando il quartiere residenziale di Augustenborg, basato su vie pedonali/ciclabili e car sharing. Ottima è la rete di mezzi pubblici, alimentati a gas naturalee biogas metano prodotto dal riutilizzodegli scarti organici.

EDIMBURGO (Regno Unito)Il quartiere Slateford Green è formato da 251 unità abitative sorte nella zona dismessa della ferrovia. Non ci sono posti auto privati.Solo il 12% delle famiglie possiede l’auto.Il nucleo è servito da mezzi pubblici,car sharing e i servizi sono accessibili facilmente a piedi.

AMSTERDAM (Olanda)Per ridurre le emissioni del 40% (dal livello 1990) entro il 2025, trasformandosi in una smart city, Amsterdam punta su: energie rinnovabili, ricariche auto elettriche, pannelli solari sopra le fermate dei bus, raccolta dei rifiuti elettrica e smart meter nelle case per conoscere i consumi e ridurli.

STOCCOLMA (Svezia)Obiettivi rigorosi per la città svedese che prevede di liberarsi dei combustibili fossili entro il 2050. Mobilità a energia rinnovabile, piste ciclabili, teleriscaldamento, riduzione dei rifiuti e aumento della raccolta e del riciclo, sfruttamento del biogas, aree verdi, depurazione acque e riduzione dei consumi.

AMBURGO (Germania)Ha ridotto le emissioni di CO2 del 15% rispetto al 1990, con risparmi annuali di circa 46.000 MWh. I risultati sono stati raggiunti con controllo del traffico, utilizzo di fonti alternative, efficienza energetica. È stato pianificato il territorio creando “foglie” verdi che si diramano dal centro. Recupero della zona portuale dismessa.

dall’installazione del solare alle tecnologie contro gli sprechi, dall’utilizzo di automobili elettriche a quello di lampadine intelligenti,

il racconto di uno sviluppo possibile. La reda-zione di Energia24 ha raccolto alcuni esempi urbani interessanti e, si spera, replicabili.

68

focus 5/2010

GLI OBIETTIVI DI RIDUZIONE

La Commissione europea sostiene i progetti Ict per l’efficienzaI finanziamenti per edifici a generazione autonoma e per le Smart Grid. L’attenzione alle compartecipazioni pubblico privato su lavori multidisciplinari

Il tema dell’efficienza energetica

annesso alle buone pratiche sup-

portate della tecnologia informati-

ca è uno dei fattori chiave su cui

punta da tempo la Commissione

europea anche per ridurre le emis-

sioni di gas serra del 20% entro il

2020. Le indicazioni negli anni si

fanno sempre più precise a comin-

ciare dalla possibilità di avere meto-

dologie comuni per misurare le

performance energetiche, soprat-

tutto in caso di sistemi complessi.

Questo dovrebbe promuovere an-

che la trasparenza e un reale pro-

gresso nell’adozione delle Ict per

l’efficienza energetica.

Per promuovere lo sviluppo di solu-

zioni innovative Ict4Ee (acronimo di

Ict for energy effi-

ciency), la stessa

Commissione, all’in-

terno del settimo

programma quadro

di ricerca (Fp7, per il

periodo 2007-2013),

supporta progetti

per lo sviluppo di edi-

fici energy-positive

(generano autonomamente l’ener-

gia richiesta all’interno e vendono

eventuali surplus di energia), oltre

che sviluppi in ambito Smart energy

grid (reti che fanno uso di tecnologie

Ict per la gestione e distribuzione di

energia da fonti rinnovabili e per la

riduzione delle perdite nella produ-

zione e nella distribuzione).

In aggiunta, all’interno del program-

ma Ict Pps (Ict Policy support pro-

gram), l’Unione europea supporta

finanziariamente gli enti pubblici

che testano e convalidano soluzioni

innovative Ict-based per l’efficienza

energetica negli edifici pubblici.

All’interno del Programma per la

competitività e l’innovazione, ambi-

ti di ricerca promossi sono quelli re-

lativi a reti di elettricità (Smart grid),

edifici, trasporti, ricerca su sistemi di

illuminazione a stato solido.

Altre forme di investimento promos-

se sempre dalla Commissione sono

quelle che vedono una comparteci-

pazione pubblica e privata, su pro-

getti cross sector, di larga scala o

multidisciplinari: per esempio, nel

Financial Recovery Plan di novembre

2008 sono raccomandate partner-

ship di tipo pubblico privato per at-

tività R&D nei settori dell’edilizia,

dell’automobile e dell’industria.

Il premio Energy Star e il regolamento Ecolabel

Diverse normative europee si sono poste come obiettivo la riduzione dei consumi energetici per i prodotti Ict. Nel caso della direttiva EuP (Ener-

gy Using Product), vengono fissati alcuni requisiti di minima per quanto riguarda aspetti legati all’alimentazione dei prodotti Ict. Il regolamento per il programma Energy Star, oltre ad assegnare un premio (l’Energy Star) al prodotto più efficiente dal punto di vista energetico, fissa criteri di efficien-za energetica per acquisti di prodotti Ict da parte di enti pubblici.Un’altra misura è quella del regolamento Ecolabel, che si pone come obiet-tivo il miglioramento dei processi che riguardano i prodotti Ict lungo l’inte-ro ciclo di vita (dalla produzione all’utilizzo, allo smaltimento), includendo anche aspetti di efficienza energetica. L’Action Plan per i consumi sosteni-bili e le politiche industriali sostenibili mette a disposizione un framework di azioni più ampie, in cui rientrano anche le misure citate prima. Infine, alcune norme europee si occupano in particolare dell’impatto ambientale dei prodotti Ict a fine vita. a cura di Diego Ragazzi

(Green Ict manager di Cefriel)

Sede della Comunità europea

69

focus 5/2010

I CONSUMI DELLE AZIENDE ICT

Nokia dà l’addio alle vecchie cabine radioe miniaturizza gli apparecchi di TlcI progetti di Nsn per ridurre il carbon footprint di due milioni di tonnellate l’anno.Proposta Energy solutions con la nuova piattaforma Flexi Multimode Base Station

Iconsumi energetici sono da tempo

nel mirino della Commissione euro-

pea che lo scorso ottobre ha puntato

l’indice sulle aziende di Ict (Informa-

tion and communication technology)

raccomandando - non prescrivendo -

obiettivi più stringenti, sulla base del-

la constatazione che queste aziende

da un lato sono molto energivore,

visto che sono responsabili del 7%

dell’energia consumata e del 2%

dell’anidride carbonica prodotta in

Europa, ma dall’altro hanno la capa-

cità di contribuire per il 15% al rag-

giungimento degli obiettivi del 2020.

Così, la Commissione raccomanda

che le compagnie si accordino su di

una metodologia di misura condivisa

entro quest’anno e che entro il 2011

mettano a punto delle pratiche virtuo-

se per aumentare la loro efficienza

energetica del 20% entro il 2015, os-

sia 5 anni prima delle altre aziende.

Tra le realtà che hanno risposto posi-

tivamente a queste raccomandazioni

c’è Nokia Siemens Networks (Nsn)

che, da brava cittadina europea co-

me si è impegnata a essere, ha piani-

ficato di ridurre, entro il 2012 e ri-

spetto ai valori del 2007, il carbon

footprint globale dell’azienda del

28% e il consumo energetico dei

propri uffici del 6%, e di aumentare

del 50%, entro il 2010, il consumo di

energia elettrica da fonti rinnovabili,

il tutto corrispondente a una riduzio-

ne delle emissioni di CO2 di circa due

milioni di tonnellate l’anno.

Gli eventuali costi aggiuntivi non

spaventano Nsn: «Sappiamo da in-

dagini di mercato, come quella con-

dotta dal Boston Consulting

Group, che i consumatori italiani

sono al 59% disposti a spendere fi-

no al 10% in più per un prodotto più

rispettoso dell’ambiente - commen-

ta Alessandro Di Salvo, head of

sales South Europe -. Inoltre non

dobbiamo far finta di non sapere che

oggi a qualsiasi azienda fa gioco po-

ter dimostrare quanto è Green!»

Verso il mercato, la proposta di Nsn

si chiama Energy solutions, un insie-

me di prodotti e servizi destinati alle

società di telecomunicazione mobile

che ha il suo cuore nella piattaforma

Flexi Multimode Base Station e che

viene presentata da Nokia Siemens

Networks come una vera e propria

rivoluzione. Tutto parte da una osser-

vazione: «Il 65% dei consumi elettri-

ci degli operatori di telefonia mobile

vengono dai siti radio, ossia dalle an-

tenne. Ci siamo, quindi, impegnati a

ridurre questi consumi puntando sul-

la miniaturizzazione della nostra of-

ferta per le apparecchiature di tele-

comunicazione ossia la piattaforma

Flexi Multimode Base Station. Grazie

a questa piattaforma non è più ne-

cessario installare tre o quattro cabi-

net di 60x60 centimetri, alti 180 cm,

ma tipicamente solo quattro unità di

ridotte dimensioni, riciclabili al 95%,

pesanti ciascuna una ventina di chili

e occupanti una superficie di circa un

quinto rispetto alle installazioni tradi-

zionali. Il prossimo passo sarà con-

densare tutto in uno o due moduli da

collocare nell’antenna stessa rispar-

miando, perciò, la costruzione delle

cabine che attualmente contengono

tutti i componenti».

Per le loro ridotte dimensioni questi

moduli hanno consumi di circa la me-

tà della generazione precedente e

possono essere alimentati da fonti

energetiche alternative come i pan-

nelli fotovoltaici, o piccoli generatori

eolici, quelli che si cominciano a vede-

re negli agriturismo, per intenderci.

Luciano Barelli

Alessandro Di Salvo

focus 5/2010

70

L’imperativo del momento è rispar-

miare energia. Anche nei modi

più impensabili, nelle apparecchiatu-

re più strane. Un bell’esempio lo offre

Huawei che ha trovato un modo in-

novativo per raffreddare gli armadi

stradali che contengono le cosiddette

Optical network unit (Onu) che sono

quelle apparecchiature che collegano

le reti in fibra provenienti dalle cen-

trali con i cablaggi in rame diretti ver-

so gli utenti finali. Queste Onu consu-

mano energia - attorno ai 700 Watt

- e perciò vanno raffreddate. Tradi-

zionalmente ciò avviene con un co-

mune condizionatore che consuma

sui 200 kWh all’anno.

Per dissipare il calore Huawei ha in-

ventato un sistema che ha sperimen-

tato presso la propria sede centrale a

Shenzhen in Cina e poi replicato per

la prima volta a Torino per Telecom

Italia. Esso sfrutta il differenziale ter-

mico con l’immediato sottosuolo gra-

zie alla tecnologia heat pipe. Si tratta

di tubi in alluminio sigillati che con-

tengono un liquido che vaporizza

facilmente che collegano l’apparec-

chiatura da raffreddare con una sor-

gente fredda, nel caso specifico il

terreno un metro e mezzo sotto gli

armadi: il liquido vaporizza nel punto

più caldo e condensa nel punto più

freddo, trasferendo così calore.

Il sistema realizzato a Torino consuma

52 kWh all’anno contro i 200 kWh di

SISTEMI DI CONDIZIONAMENTO

Quanto si scalda l’armadio stradaleUn’idea “cinese” lo può raffreddareLa soluzione Huawei sfrutta le sorgenti fredde del sottosuolo e preserva le retiin fibra e rame. La tecnologia heat pipe replicata in Italia per Telecom

un sistema tradizionale. Telecom Ita-

lia ha in piano di installare su tutto il

territorio nazionale 10mila armadi: se

il sistema Huawei fosse utilizzato per

la totalità degli armadi, il risparmio

arriverebbe a circa 1.560 MWh.

«Il nostro sistema è molto innovativo

- commenta Paolo Gemma, Europe-

an senior marketing manager di Hua-

wei -. Innanzitutto consuma un quar-

to dell’energia necessaria alle appa-

recchiature tradizionali perché ha

un’efficienza superiore di oltre cinque

volte a quella di un comune condizio-

natore. Poi è molto silenzioso perché

ci sono poche parti in movimento.

Tutto ciò a fronte di un costo totale

che è certamente superiore a quello

di apparecchiature tradizionali spe-

cialmente a causa della componente

di installazione. Tutto considerato,

anche se non abbiamo dati precisi

perché siamo ancora in fase di speri-

mentazione, si può pensare di arriva-

re in pareggio prima di due anni. Se si

considera che le apparecchiature di

questo tipo hanno una vita media su-

periore ai dieci anni, il beneficio in

termini economici è evidente».

lu.ba.

La stazione verde tra i monti della Cina

Tra le montagne dell’area Great Meisha nella provincia di Shenzhen, nella Cina continentale meridionale, il nodo di apparati di

telecomunicazioni e soluzioni di rete Zte Corporation ha realizzato per la rete 3G ”green” di China Unicom una base station alimentata a energia eolica e solare, perciò ecocompatibile e totalmente indipendente dalla fornitura di energia convenzionale. Inoltre, la funzionalità di controllo remoto della base station non richiede alcun supporto on site, il che aiuta China Unicom a ridurre ulteriormente i costi e raggiungere un Tco (Total cost of ownership) particolarmente basso. Questa soluzione integrata a energia eolica e solare può essere installata in diversi contesti ambientali: la possibilità di variare le proporzioni dell’alimentazione tra energia eolica e solare permette di realizzare configurazioni flessibili per adattarsi alle diverse condizioni esterne in cui gli operatori si trovano a operare. La soluzione è caratterizzata da un’elevata efficienza nella conversione energetica, aumentando le prestazioni in termini di stabilità e affidabilità. Il sistema, inoltre, non produce emissioni nocive, rumore e inquinamento, contribuendo a proteggere l’ambiente. Zte, che è molto impegnata nella difesa dell’ambiente tanto da dedicare ingenti risorse allo sviluppo di prodotti ecocompatibili, ha realizzato il 21,5% della rete 3G ”Green” di China Unicom, diventandone così uno dei tre principali fornitori.

71

focus 5/201024

lu.ba.

SOLUZIONI WEB BASED

Wep è la sentinella che controlla gli edificie consente alti rendimenti e bassi consumiLa piattaforma realizzata da Wind con Alcatel Lucent analizza i parametri di comfort interno e li mette in relazione con l’esterno

Si chiama Wep, che sta per Wind

Energy Platform, la soluzione rea-

lizzata da Wind in collaborazione con

Alcatel Lucent per monitorare, otti-

mizzare e ridurre i consumi all’interno

di edifici civili e industriali. Si tratta in

pratica di un’applicazione Web ba-

sed, modulabile a misura di cliente

che raccoglie, analizza e correla i dati

ricavati da varie sorgenti, anche in

modalità wireless, o da altre piatta-

forme di tipo Building management

system eventualmente già presenti

presso il cliente.

«La nostra soluzione, a differenza di

altre presenti sul mercato, oltre a im-

magazzinare ed elaborare i parame-

tri tipici per il comfort ambientale

quali temperatura, umidità, lumino-

sità, permette di correlare ai dati mi-

surati i parametri qualitativi e speci-

fici esterni all’edificio, ovvero le con-

dizioni meteo del sito - precisa il di-

rettore della divisione Corporate

della filiale italiana di Wind, Pierpa-

olo Festino -. La soluzione Wep,

infatti, integra un simulatore termo-

dinamico che, opportunamente

configurato con dati strutturali stati-

ci di occupazione dell’edificio e para-

metri dinamici esterni all’edificio

consente all’Energy manager di otte-

nere il massimo di performance degli

impianti e di efficientamento della

spesa energetica».

Come sottolinea Festino, Wep con-

sente sia il monitoring che il control-

lo, includendo il tal senso anche l’at-

tuazione di azioni correttive scaturite

dalle analisi del sistema. La scelta se

operare in maniera automatica o

manuale è lasciata in ogni caso al

cliente.

La soluzione è stata ingegnerizzata

in Italia da Alcatel Lucent, partner

tecnologico di Wind, utilizzando an-

che componenti sviluppati all’estero.

La piattaforma di integrazione su cui

è basato l’applicativo per la gestione

e il controllo dei consumi energetici

è stata, infatti, creata in Belgio e ha

al suo attivo numerose referenze

nella gestione degli edifici in ambito

industriale, finance, Pubblica ammi-

nistrazione, Grande distribuzione e

servizi.

Sui costi Wind non si sbilancia: «Le

componenti di prezzo sono l’instal-

Pierpaolo Festino

lazione e il software, ma entrambi

sono determinati in funzione del nu-

mero e della tipologia di sonde in-

stallate, quindi in funzione delle di-

mensioni degli uffici o del numero di

impianti tecnologici da monitorare

- sottolinea Festino -. I servizi di in-

stallazione possono variare dalla

semplice installazione delle sonde a

un’analisi preliminare dello stato dei

singoli apparati. Inoltre il servizio

può essere fornito in modalità ho-

sted, con il software installato presso

una server farm Wind con accesso

riservato al solo cliente o managed,

ossia con il software fornito su licen-

za e installato su di un server a casa

del cliente. Le due alternative hanno

prezzi differenti. Infine, le sonde

possono essere fornite sia in vendita

che in noleggio».

72

tecnologie&soluzioni 5/2010

Il tema dell’acqua è diventato stra-

tegico. Rappresenta un asse por-

tante anche per Siemens, che si oc-

cupa di sviluppare tecnologie inno-

vative sia per il mercato municipale

che per quello industriale.

«L’Italia è un Paese potenzialmente

ricco di acqua potabile, anche se le

perdite sono consistenti e spesso la

risorsa è mal distribuita - afferma

Giuliano Busetto, responsabile del

settore Industry di Siemens Italia -.

Ma il problema principale, che si

presenta soprattutto per aziende

che consumano elevate quantità di

acqua come le cartiere o le acciaie-

rie, è ormai quello della disponibili-

tà. Insomma: l’acqua c’è e costa

anche poco. Però non è possibile

prelevarne all’infinito e le quantità

iniziano a essere regolamentate. Ec-

co perché diventa necessario pensa-

re alla depurazione per consentirne

il riutilizzo».

Siemens offre soluzioni per l’intero

ciclo dell’acqua, perciò ha creato un

centro di trattamento fanghi e de-

purazione acque reflue a Casteggio

(Pv). Una delle tecnologie forse più

innovative di Siemens è rappresen-

tata dalle membrane, dette anche

Mbr: la soluzione si è evoluta rispet-

to ai primi esperimenti, con minori

fasi di depurazione, un ingombro

ridotto, bassa torpidità dell’effluen-

te finale, riutilizzo delle acque e

TECNOLOGIE INTEGRATE

Meno fanghi e acqua subito disponibileSiemens depura con le membraneLe soluzioni dell’azienda sull’intero ciclo consentono di abbattere i costi di smaltimento e di recuperare materiale di scarto per nuove finalità energetiche

maggiore rimozione per sostanza

organica, solida o per microrgani-

smi. Con questa alternativa si evita-

no i grandi vasconi, impattanti alla

vista, ma anche causa dei cattivi

odori. L’acqua che ne deriva, inoltre,

è immediatamente disponibile.

«Cerchiamo di ottenere soluzioni in

grado di diminuire la quantità di

fango ricavato dalla depurazione -

spiega Gimmi Trombetta, respon-

sabile soluzioni tecnologiche per la

divisione Industry -. I costi di smalti-

mento del fango sono al terzo posto

per un’azienda che lo ha come scar-

to, dopo gli stipendi e la gestione

elettrica. Le nostre soluzioni tentano

di far risparmiare anche in questa

direzione, diminuendo la quantità di

fango e riutilizzando quello secco

rimasto come pellet per ricavare

nuovamente energia». Certo per

un’azienda l’importante è che il bu-

siness plan stia in piedi. Questo si-

gnifica che la leva maggiore per in-

stallare un impianto del genere deve

essere sì il minor inquinamento, ma

anche il risparmio e il ritorno dell’in-

vestimento: «Essere ambientalisti

deve convenire» afferma Gimmi

Trombetta. La soluzione potrebbe

essere l’integrazione di diverse tec-

nologie: al fianco di impianti di de-

purazione e desalinizzazione, per

esempio, si dovrebbero installare

pannelli fotovoltaici per produrre

l’energia necessaria ai macchinari o

centrali cogenerative per riutilizzare

gli scarti dei processi e sfruttare il

calore prodotto che altrimenti sa-

rebbe disperso.

Chiara Scalco

Qualità Doc nell’impianto pilota di Fino MornascoPresso il Politecnico di Milano è attivo un gruppo di ricerca chedagli anni Sessanta si occupa della protezione delle acque, del loro trattamento, recupero e riutilizzo. Si chiama Grta (Gruppo di ricerca trattamento delle acque) e ha sperimentato in collaborazione con Siemens un impianto pilota presso Lariana Depur a Fino Mornasco (Co). I reflui che arrivano all’impianto sono prevalentemente di natura tessile e vengono trattati con un impianto che combina il trattamento biologico aerobico a colonie batteriche sospese con una membrana di ultrafiltrazione. «L’azione sinergica di depurazione consente di ottenere una produzione di acqua di qualità superiore - spiega Costantino Nurizzo, professore del Grta -. L’impatto ambientale è ridotto al minimo e sono diminuiti anche i consumi all’interno della stessa industria, poiché viene naturale riutilizzare l’acqua nello stesso stabilimento».

73

tecnologie&soluzioni 5/201024

PROGETTO ABB ITALIA

Un software controlla l’impianto idrico perché non sia fonte di sprechiLa crescita del consumo sollecita lo sviluppo di piattaforme per monitorare con efficacia l’utilizzo. L’esempio del sistema irriguo nel Canal de Zujar in Spagna

Che tanta energia nasca dall’ac-

qua è cosa saputa; diversa è,

invece, la consapevolezza che anche

l’acqua, nel suo ciclo integrato, ab-

bia bisogno di tanta energia. Secon-

do una valutazione resa nota da Abb

si calcola che circa il 20% dell’ener-

gia mondiale sia utilizzata per il

pompaggio dell’acqua e che la spesa

elettrica oscilli tra il 40% e il 60% dei

costi complessivi di gestione degli

impianti di potabilizzazione, pom-

paggio e depurazione. Per non par-

lare delle procedure di dissalazione:

qui l’energia rappresenta circa il

20% del costo sostenuto. Va da sé

che, a fronte di queste percentuali,

fare efficienza significa abbattere

sprechi su più fronti. Necessario in-

tervenire, dunque, anche perché si

stima che entro il 2020 una combina-

zione di fattori, quali aumento della

popolazione, industrializzazione e in-

cremento nella produzione alimenta-

re, potrebbe portare a una crescita

del 40% del consumo dell’acqua, cui

si contrapporrà una minore disponi-

bilità di risorsa dovuta, probabilmen-

te anche, ai cambiamenti climatici.

Acquedotti e rete urbana

Uno studio Istat rileva che, nel 2008,

le perdite negli acquedotti italiani so-

no state circa il 47% dell’acqua im-

messa. Non ce lo possiamo più per-

mettere e forse il primo passo potreb-

be essere quello di procedere con un

monitoraggio reale via software.

Tra studi di laboratorio e verifiche sul

campo, Abb si è fatta è promotrice di

un progetto inglese di ricerca con

l’obiettivo di sviluppare una piattafor-

ma che, integrando strumentazione

in campo, sistemi di controllo/supervi-

sione e software specifici di gestione

della rete, consenta l’implementazio-

ne di funzionalità avanzate per la ridu-

zione degli sprechi e dei consumi

energetici.

Tanto si può fare anche nell’ottimizza-

re l’irrigazione e Giuseppe Fraddan-

no, marketing and development ma-

nager di Abb Italia, porta come esem-

pio illuminato l’applicazione imple-

Camilla Galli Macricè

mentata in Spagna dove è stato realiz-

zato un sistema di controllo irriguo nel

Canal de Zujar basato su quasi 10mila

idranti/valvole wireless telecontrollate

che hanno portato a un risparmio di

acqua pari a 47 Hm3/anno, di energia

pari al 30%, incremento di produttivi-

tà pari al 25 per cento.

«Irrigare di notte potrebbe essere uti-

le anche per il minor costo di acqua

ed energia e perché avviene minor

evaporazione» suggerisce Fraddan-

no, segno che, oltre alla tecnologia,

deve scattare in tutti noi il buon senso

e qualche piccola antica astuzia (in

fondo i “vecchi” dicevano sempre di

non bagnare le piante con il sole).

Vero è che anche nell’agricoltura il

passaggio progressivo da tariffe “a

ettaro” a tariffe basate sul consumo

effettivo di acqua servirà per sensibi-

lizzare gli utenti a un uso migliore

della risorsa.

Giuseppe Fraddanno

DepurazioneImpianti

civili

Impianti chiaviin mano

Sistemiingegnerizzati

Prodotti

DepurazioneImpianti

industriali

DistribuzioneReti urbaneed irrigue

TrasportoImpianti dipompaggio

ProduzioneImpianti di

dissalazione

L’approccio Abb al ciclo integrato dell’acqua

Fonte: Abb Italia

BUONO D’ORDINE✁

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Nome____________________________________________________________________________

Professione _______________________________________________________________________

Società __________________________________________________________________________

Via ______________________________________________________________________n° _____

CAP __________ Città ________________________________________________Prov. ________

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Energia24 è una pubblicazione

ENERGIA24

è la rivista che affronta i temi dell’approvvigionamentoenergetico, dell’uso effi ciente dell’energia e della protezione dell’ambiente.Informa sulle evoluzioni del mercato, analizza i diversi scenari, intervista i protagonisti e presenta agli operatori del settore i progressi delle tecnologie.

Energia24 è lo strumento di lavoro indispensabile per i manager delle piccole e medie imprese e il punto di riferimento per i protagonisti del settore: fornitori, distributori, istituzioni

Info

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75

di Guido Plutino

NOVITÀ NEL BILANCIO 2009

Il dividendo Enel legato alla redditivitàe gli effetti positivi della “cura Conti”

Le novità del bilancio Enel 2009

vanno oltre i numeri, che pure so-

no di rilievo. Ciò per almeno due mo-

tivi: perché si vedono i primi effetti di

quella che è stata chiamata “cura

Conti”, e perché Enel espone, nel Pia-

no industriale 2010-2014, obiettivi

qualificanti come lo sviluppo dell’Ebit

da (o margine operativo lordo) e una

sostanziosa riduzione dell’indebita-

mento. Tornando ai risultati di perio-

do, merita di essere esaminato il pun-

to relativo al dividendo perché segna

una discontinuità di metodo con il

passato. Anche in questo caso ciò non

deriva tanto dalla sua quantità (0,25

euro per azione, comprensivi dell’ac-

conto di 0,10 euro già distribuito a

novembre 2009), che pure di questi

tempi non è irrilevante (nonostante

l’accoglienza sfavorevole degli anali-

sti), quanto per il cambiamento dei

meccanismi di conteggio. In sintesi, si

può dire infatti che il titolo Enel perde

la sua “somiglianza” con i bond per

diventare azione pura a tutti gli effetti.

In Piazza Affari, infatti, Enel (insieme a

Eni) era considerato il titolo più vicino

alle obbligazioni, proprio per il flusso

praticamente costante dei dividendi

versati negli ultimi esercizi agli azioni-

sti (oltre che per una minore volatilità

dei corsi rispetto alla media). Da

quest’anno finisce, però, la tradizione

dei “cedoloni” da staccare in qualun-

que condizione, facendo ricorso agli

utili di periodo, ma eventualmente

attingendo anche alle riserve. D’ora in

poi il dividendo sarà determinato in

percentuale fissa della redditività: il

60% dell’utile netto realizzato (atteso

a 4 miliardi nel 2010, a 4,1 nel 2011 e

a 5,4 nel 2014). I vantaggi per l’azien-

da sono indubbi, anzitutto in termini

di stabilità e ottimizzazione dei flussi

di cassa. Lo si capisce ancora meglio

se si allarga l’inquadratura ad altri in-

dicatori fondamentali. In particolare

all’indebitamento netto, che nel 2009

ha superato i 50,8 miliardi di euro,

con una crescita di oltre 900 milioni

sulla distanza dei 12 mesi. L’incre-

mento risente in primo luogo dell’ac-

quisizione del 25,01% di Endesa.

Tuttavia, già dal marzo 2009 sono sta-

te avviate contromisure sotto forma di

un piano di dismissioni da 10 miliardi

di euro da effettuare nel biennio

2009-2010. Le risorse così ottenute

saranno integralmente destinate alla

riduzione dell’esposizione debitoria.

Nel 2009 sono state portate a termine

cessioni per 3,9 miliardi, mentre per il

2010 l’impegno confermato è quello

di realizzare altri sette miliardi attra-

verso la dismissione della rete elettrica

ad alta tensione in Spagna, la cessione

di una quota di Enel Green Power e

la vendita di altri asset ritenuti non

strategici. La riduzione dell’indebita-

mento e la crescita parallela dell’Ebit-

da (previsto a 16 miliardi a fine 2010)

consentirà al Gruppo di mantenere il

rating “A”. Enel è dunque riuscita a

tenere a bada la grande crisi, ma i suoi

effetti si fanno ugualmente sentire.

L’impegno nel nucleare è infatti con-

fermato («Enel sarà la prima azienda

a costruire una centrale in Italia» ha

spiegato l’amministratore delegato

Fulvio Conti), ma l’impegno non si

tradurrà in pratica prima del 2015. Del

resto, lo sforzo finanziario richiesto

(tra i 20 e i 25 miliardi per realizzare 4

centrali) mal si concilia con un quadro

generale ancora incerto.

2009 2008 VariazioneRicavi 64.035 61.184 +4,7%Ebitda (Margine operativo lordo) 16.044 14.318 +12,1%Ebit (Risultato operativo) 10.755 9.541 +12,7%Risultato netto del Gruppo 5.395 5.293 +1,9%Indebit. fin. netto al 31/12 50.870 49.967 +1,8%

2009 2008 VariazioneRicavi 706 734 -3,8%Ebitda (Margine operativo lordo) (27) (61) +55,7%Ebit (Risultato operativo) (36) (76) +52,6%Oneri finanziari netti e proventi da partecipazioni 3.200 2.719 +17,7%Utile dell’esercizio 3.460 2.744 +26,1%Indebitamento finanziarionetto al 31 dicembre 11.964 8.654 +38,2%

Principali dati economico-finanziari consolidati del Gruppo Enel (in milioni di euro)

Risultati 2009 della Capogruppo Enel Spa (in milioni di euro)

76

Con la sentenza n.119 del 26 mar-

zo 2010 la Corte Costituzionale

ha affermato l’esclusività della com-

petenza amministrativa statale a ele-

vare la soglia per l’effettuazione degli

interventi di installazione di impianti di

produzione di energia elettrica da

fonti rinnovabili, tramite denuncia di

inizio attività (Dia). Va considerato che

l’art.12 del D. Lgs. n. 387 del 2003,

nel disciplinare le procedure abilitative

alla costruzione e all’esercizio di im-

pianti alimentati con fonti rinnovabili,

ha previsto, di regola (comma 3),

un’autorizzazione unica, rilasciata

dalla Regione o da altro soggetto isti-

tuzionale delegato dalla Regione (la

Provincia), nel rispetto delle normative

vigenti in materia di tutela dell’am-

biente, di tutela del paesaggio e del

patrimonio storico artistico. Fanno ec-

cezione (comma 5, periodi primo e

secondo) gli impianti con una capaci-

tà di generazione inferiore alle soglie

indicate dalla tabella A allegata al me-

desimo decreto legislativo, ai quali si

applica la disciplina della Dia. La Re-

gione Puglia, con l’art.3 della legge n.

31 del 2008 ha esteso la denuncia di

inizio di attività a numerosi tipi di im-

pianti di produzione di energia elettri-

ca da fonti rinnovabili, tenendo conto

della collocazione e delle caratteristi-

che di essi.

Nel promuovere giudizio di legittimità

costituzionale su vari punti della men-

zionata legge regionale, il Governo ha

impugnato anche l’art. 3 per lesione

del principio fondamentale di cui

all’art.12, comma 5, del menzionato

decreto legislativo, che, al terzo perio-

do, sancisce che maggiori soglie di

capacità di generazione e caratteristi-

che dei siti di installazione per i quali si

procede con la medesima disciplina

della denuncia di inizio attività, posso-

no essere individuate solo con decreto

del ministro dello Sviluppo economi-

co, di concerto con il ministro dell’Am-

biente e della tutela del territorio e del

mare, d’intesa con la Conferenza uni-

ficata di cui all’articolo 8 del decreto

legislativo 28 agosto 1997 n.281 e

successive modificazioni. Ha resistito

la Regione Puglia osservando che la

normativa regionale doveva essere let-

ta alla stregua del favor che la discipli-

na comunitaria riserva alle fonti ener-

getiche rinnovabili ed evidenziando

che la previsione della Dia nel caso de-

gli impianti presi in considerazione

non costituiva obbligo assoluto e inde-

fettibile, né “rappresentava l’unica

modalità” di avvio del procedimento.

In quest’ottica, il decreto interministe-

riale cui fa riferimento il comma 5

dell’art.12, quale strumento per con-

cordare soglie maggiori per gli impian-

ti da avviare tramite Dia, costituirebbe

un mero strumento che nulla aggiun-

gerebbe al principio ispiratore della

legge nazionale, che ben potrebbe

essere osservato con altri strumenti,

particolarmente ove sia in gioco un

interesse peculiare della Regione. La

Corte ha ritenuto fondata la questione

di legittimità costituzionale e, di con-

seguenza, ha annullato la norma re-

gionale, in quanto contrastante con la

norma di principio statale che riserva al

decreto interministeriale, di intesa con

la Conferenza unificata, l’individuazio-

ne delle maggiori soglie di capacità di

generazione e caratteristiche dei siti di

installazione per i quali si procede con

la disciplina della Dia. A tale conclusio-

ne la Corte è pervenuta riconoscendo

nel quinto comma dell’art. 12 l’eserci-

zio della legislazione di principio dello

Stato in materia di produzione, tra-

sporto e distribuzione nazionale

dell’energia, per via della chiamata in

sussidiarietà dello Stato, per esigenze

di uniformità di funzioni amministrati-

ve relative ai problemi energetici di li-

vello nazionale. La pronuncia è con-

forme all’orientamento giurispruden-

ziale delineato, in particolare, con la

sentenza n.383 del 14 ottobre 2005,

relativa allo scrutinio di legittimità co-

stituzionale del decreto legge 29 ago-

sto 2003 n. 239, quale convertito, con

LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE

Stop in Puglia agli impianti di rinnovabiliNon è sufficiente il ricorso alla sola DiaLa legislazione di principio dello Stato annulla la legge regionale 31 che estendeva la denuncia di inizio attività. Problemi per chi investe se manca certezza del diritto

77

modificazioni, nella legge 27 ottobre

2003 n. 290, nonché di numerose di-

sposizioni della legge 23 agosto 2004

n. 239. Osservava al riguardo la Corte

Costituzionale che in tutte queste

norme, ricadenti nell’area della pro-

duzione, trasporto e distribuzione

nazionale dell’energia (art.117, com-

ma 3, Cost.) appartenente alla com-

petenza legislativa regionale di tipo

concorrente, il legislatore statale ave-

va disposto la chiamata in sussidiarie-

tà (art . 118, comma 1, Cost.) di una

buona parte delle funzioni ammini-

strative concernenti il settore energe-

tico con l’attribuzione di rilevanti re-

sponsabilità a organi statali e quindi

con la parallela disciplina legislativa,

da parte dello Stato, di settori che di

norma dovrebbero essere di compe-

tenza regionale. L’attribuzione dei

maggiori poteri amministrativi a orga-

ni statali non poneva alcun problema

dal punto di vista della ragionevolezza

della chiamata in sussidiarietà, doven-

dosi ritenere evidentemente detti or-

gani gli unici in grado di valutare com-

plessivamente del fabbisogno nazio-

nale di energia e quindi idonei a ope-

rare in modo adeguato per ridurre

eventuali situazioni di gravi carenze a

livello nazionale (...). Pertanto, il pre-

supposto normativo (regionale) per

cui le Dia fossero considerate un vali-

do strumento abilitativo alla costru-

zione di impianti al di sotto di 1 mega-

watt viene meno e i privati che vorran-

no realizzare impianti fotovoltaici do-

vranno ricorrere al ben più difficoltoso

procedimento di autorizzazione uni-

ca. Considerato quanto sopra la ne-

cessità di evitare che l’impatto della

decisione si riverberi anche su altre

Regioni che abbiano escogitato pro-

cedure autorizzative non conformi ai

principi costituzionali rende non più

dilazionabile l’approvazione, da parte

della Conferenza unificata, ai sensi del

comma 10 dell’art.12, delle linee gui-

da per lo svolgimento “armonizzato”

del procedimento per il rilascio dell’au-

torizzazione unica. La conseguenza di

ulteriori ritardi e la mancanza di cer-

tezza del diritto faranno venir meno i

presupposti di investimento in uno dei

settori chiave del nostro Paese e che il

Governo ha volutamente considerato

come priorità.

A cura di Eugenio Tranchino

Watson Farley & Williams

24

78

Municipi/Dalla decadenza ai modelli della Città Compatta

No, così non si può più andare avanti. Le città non possono più svilupparsi secondo una concezione auto-centrica che tanto

ha contribuito all’inquinamento. Cadono altresì i modelli della lot-tizzazione suburbana, la cosiddetta “villettopoli” che non pemette al commercio diffuso d’insediarsi e di offrire quindi una risposta quotidiana ai bisogni degli abitanti. Mostrano i loro limiti anche le tipologie di centri urbani dominati dalle alte torri che fagocitano energia e generano sprechi incommensurabili. Quali vie sono allora percorribili per le città del terzo millennio? Una soluzione è la Città Compatta, risultato di una federazione organica di eco-quartieri misti. Quali risultati abbia ottenuto tale modello in termini di mi-gliori performance in materia di trasporto e consumo del territorio rispetto alle città monocentriche, lo dimostra questo volume della collana che affianca la rivista di architettura e urbanistica “A&C International”, corredato da efficaci immagini.

Gabriele TagliaventiAlessandro BucciLa guida delle eco-città efficientiAlinea editrice191 pagine28,00 euro

a cura di Laura Marinoni Marabelli

Salerno/L’eccellenza ottenutanel tempo dell’emergenza rifiuti

Che sia una città della Campania, per di più un capoluogo di oltre 150mila abitanti, a raggiungere il primato italiano nella raccolta

differenziata (72%) pare un traguardo ideale che fa riferimento a un lontano futuro. Così non è e ciò dimostra che i confini dell’efficienza e dello sviluppo dell’ambiente in direzione ecosostenibile non sono tracciati dalla geografia e limitati dai punti cardinali, ma determinati dall’impegno degli uomini. Legittimo quindi l’orgoglio dell’Ammini-strazione che racconta come si è arrivati a conseguire questi risultati d’eccellenza in appena 18 mesi dall’introduzione del servizio porta a porta. Un rigoroso piano industriale stilato dal Conai e corroborato dall’impegno di amministratori e cittadini sono i cardini di un inter-vento che si è rivelato tanto più efficace quanto più ottenuto attraver-so una logica di collaborazione. Per ricevere gratuitamente una copia del libro inviare un fax al Conai al numero 02 54122696, indicando i dati del richiedente e l’indirizzo cui spedire il volume.

Fabio CostarellaPasquale LeporeSalerno, l’eccellenza nell’emergenza183 pagine

Piccioli (Pi)/Alla scoperta del lato bello della discarica

Dal letame nascono i fiori, cantava De Andrè. Più prosaicamente dalla discarica di un piccolo comune in provincia di Pisa è nata

l’idea che ha unito la popolazione e i suoi amministratori, gli uni e gli altri parte attiva e dirigente di un processo né imposto, né subito. La lezione di Piccioli, poco più di 4.800 abitanti, è un miracolo se si pensa alle recenti battaglie sui rifiuti. Come sia avvenuto, lo raccon-ta in questo libro Nadio Delai, sociologo, noto al grande pubblico per avere ricoperto la carica di direttore di Rai Uno “nel periodo dei professori”. L’oscuro e tanto repellente oggetto è stato trasformato in un vero e proprio impianto industriale, caratterizzato da elevati livelli di sicurezza e da consistenti e crescenti risultati economici. In ogni contrada, nota Innocenzo Cipolletta nella sua introduzione, si può trovare una via da percorrere, anche se non è facile. Si chiama via della democrazia, nota anche come strada del fare.

a cura di Nadio DelaiRifiuti&sviluppoIl caso virtuoso del Sistema PiccioliFranco Angeli editore173 pagine18,00 euro

Carugate (Mi)/Il regolamento che nasce dalla collaborazione

Il segreto di un successo nasce talvolta dalla normalità, da scelte corrette e coerenti. In definitiva il segreto è di non avere segreti.

Una dimostrazione in tal senso viene dal comune di Carugate. Il piccolo centro dell’hinterland milanese, con il suo regolamento edi-lizio, ha dato l’avvio a un nuovo modo di governare la sostenibilità del territorio, con regole prima impensabili, la più nota delle quali prevede il solare termico obbligatorio, ma soprattutto con un ap-proccio nuovo che vede l’ente locale quale promotore di un cam-biamento che coinvolge tutti gli attori del processo edilizio, dai cittadini alle imprese, dai progettisti alle aziende. Quindi regole severe e da rispettare, ma supportate da scelte tecnologiche fattibi-li ed economicamente convenienti. Una convenienza non promessa a parole, ma dimostrata sul campo e che tocca tutti gli attori del progetto e si trasforma in bisogno collettivo.

Giuliano Dall’OAnnalisa GalanteEfficienza energeticae Rinnovabili nel regolamentoedilizio comunaleEdizioni Ambiente389 pagine34,00 euro

I COMUNI ESEMPIO DI EFFICIENZA E RISPETTO AMBIENTALE

24

79

a cura di Laura Marinoni Marabelli

MANIFESTAZIONI

Solarexpo: istruzioni per l’usoIl salone delle energie rinnovabili torna di scena in questi giorni a Verona

La Fiera di Verona ospita dal 5 al 7

maggio due manifestazioni com-

plementari: Solarexpo e Greenbuilding.

La prima, mostra internazionale su

energie rinnovabili e generazione distri-

buita, è dedicata alla sostenibilità ener-

getica e alla Green economy. Quest’edi-

zione, l’undicesima, propone alcuni

technology focus, incentrati su temati-

che energetiche di particolare attualità,

tra cui Polygen, su cogenerazione di-

stribuita e trigenerazione, Pv supply

chain, area in cui si trovano le tecnolo-

gie dedicate alla filiera del fotovoltaico,

Csp (Concentrating solar power), dedi-

cato ai concentratori solari, Bioenergy,

su biomasse, biogas e biocarburanti,

ed Ecomove, sui mezzi di trasporto in-

novativi e a basso impatto ambientale.

Spazio anche al Green Jobs Center,

una sezione riservata all’incontro tra la

domanda e l’offerta di lavoro nel setto-

re delle Rinnovabili. La novità di

quest’anno è Solarch, un’area in cui, a

detta dell’organizzazione, viene dato

risalto alle tecnologie più innovative e

ai migliori progetti internazionali di de-

sign solare e di integrazione architetto-

nica di fotovoltaico e di solare termico.

Ampio è il programma di seminari e

convegni, tra cui l’Italian Pv summit,

previsto per il 3 e il 4 maggio, pensato

per aggiornare gli operatori del settore

sui temi della nuova economia. Il calen-

dario di tutti gli appuntamenti è sul sito

www.solarexpo.com.

Anche la quarta edizione di Greenbuil-

ding, mostra convegno internazionale

su efficienza energetica e architettura

sostenibile, presenta quattro technolo-

gy focus dedicati a: luce e domotica,

architettura in legno, geotermia e soft-

ware professionali. L’edizione di

quest’anno ripropone lo showroom Il-

luminazioni, un appuntamento che è

diventato annuale. I siti di riferimento

dei due saloni sono www.solarexpo.

com e www.greenbuildingexpo.eu.

La formazioneSegnaliamo alcuni corsi previsti nell’ambito della fiera e i riferimenti di chi li organizza

5 maggioMinieolico: progettazione,autorizzazione e realizzazione di un impiantoIses Italia - tel. 06 77073610Geotermia e pompe di caloreGeotermia.org - tel. 800.984.326

5-6-7 maggio 2010Impianti solari termici di grandi dimensioni & solar coolingAmbiente Italia - tel. 06 44340129Progettazione e installazionedi sistemi solari fotovoltaiciKyoto Club - tel. 06 485539

6-7 maggio 2010Fotovoltaico: nuove tecnologiee opportunità d’impresaIses Italia - tel. 06 77073610

SALONI

Solare termico e fotovoltaico

Fotovoltaico e tecnologie rinnovabili

Salone Greenbuilding

TECHNOLOGY FOCUSBioenergiaMacchinari, materiali e componenti per fotovoltaicoCsp - concentratori solariPolygen - cogenerazione distribuita e trigenerazioneSolarch - architettura solare

ESPOSIZIONE ALL’APERTOImpianti fotovoltaici a inseguimento solareInverter per parchi solariImpianti fotovoltaici residenziali a inseguimento solareEcomove - mobilità sostenibileMinieolicoCsp - concentratori solari

Com

e m

uovers

i tr

a i p

adig

lioni

80

a cura di Laura Marinoni Marabelli

Cambi di poltrona in Edison: Gio-

vanni Brianza (nella foto sot-

to) è il nuovo direttore merger, ac-

quisition e divestment della filiale

italiana, ruolo che gli affida la re-

sponsabilità

delle opera-

zioni di fu-

sione, acqui-

sizioni e di-

sinvestimen-

ti a supporto

degli obietti-

Giancarlo Cremonesi, presi-

dente di Confservizi, nonché

presidente dal 2008 di Acea, multiu-

tility attiva nei settori energetici, idri-

ci e ambientali, è stato nominato

vi di consolidamento e sviluppo

dell’azienda in Italia e all’estero. La

seconda nomina riguarda Marco Ta-

gliapietra (nella foto a destra), in

arrivo da Techint: la sua nuova posi-

zione è quella di direttore pianifica-

zione e controllo. Tagliapietra ha la-

vorato in Fiat Auto, nel Gruppo Pirel-

li e in Kraft Foods Italia.

Entrambi i manager daranno conto

del loro operato al chief financial of-

ficer Marco Andreasi.

Intanto, nel consiglio di amministra-

consigliere del Cnel, il Consiglio na-

zionale dell’economia e del lavoro.

Cremonesi è stato scelto per sostitu-

ire il dimissionario Raffaele Morese.

Il Cnel ha un Consiglio composto da

zione di Edison è entrato Henri Pro-

glio, già presidente del gruppo Edf,

che viene nominato nuovo presi-

dente di Transalpina di Energia, la

holding controllata da Edf e Delmi,

che controlla

il 61,3% di

Edison. Il

manager su-

bentra al di-

missionario

Pierre Ga-

donneix.

121 consiglieri la cui nomina dura

cinque anni.

Total cambia il vertice

della propria sede ita-

liana e chiama Philippe

Nelis per il ruolo di diret-

tore generale e ammini-

stratore delegato. Il mana-

ger ha alle spalle numero-

se esperienze in aziende

del settore petrolifero. La

nomina di Nelis avviene in

concomitanza al recente

annuncio dell’accordo tra

Total ed Erg per la costitu-

zione di TotalErg. In que-

sto contesto Nelis avrà la

responsabilità di sviluppa-

re attività per migliorare la

qualità dei servizi, caratte-

rizzati dall’attenzione alla

soddisfazione del cliente,

con un occhio di riguardo

a sicurezza e ambiente.

Paolo Mosa è stato

scelto dal Consiglio di

amministrazione di Ital-

gas (Snam Rete Gas)

quale nuovo amministra-

tore delegato. La carriera

del manager si è sviluppa-

ta in Snam, poi Snam Re-

te Gas, fino a portarlo a

ricoprire il ruolo di diret-

tore sviluppo e commer-

ciale con l’incarico di

mantenere i rapporti con

l’Autorità per l’energia

elettrica e il gas. In que-

sta posizione Mosa riceve

il testimone da Domenico

Elefante, che lascia Ital-

gas per assumere altri in-

carichi in ambito Eni.

Nuovi direttori merger e pianificazione e una new entry nel Cda

Giancarlo Cremonesi diventa consigliere

EDISON

CNEL

Paolo Mosa amministratore delegto

ITALGAS

Con Nelis cambio al vertice

TOTAL

81

Scrivete a [email protected]

Quando si puòricorrerealla conciliazione

Ho letto il vostro interessante arti-

colo sulle conciliazioni. Mi sapete

dire in caso di bisogno a chi rivol-

germi e per quale controversia?

Lettera firmata

Risponde la redazione

Si può ricorrere in conciliazione in

caso di:

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I Certificati bianchida riconoscereagli associati Fiper

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Walter Righini

presidente Fiper

24

82

A A2a - 27, 33

Ab Energy - 51

Abb Italia - 73

Accenture - 37

Acea - 13, 80

Aeeg - 30

Aem - 51

Al.be.ro - 51

Alcatel Lucent - 71

Alinea editrice - 78

Althesys - 59

Ambiente Italia - 60

Ance Lombardia - 62

Andra - 39

Anie - 42

Anpa - 45

Ansaldo Nucleare - 43

Aper - 32

Assocarboni - 24

Aster - 13

Astrim - 51

Autorità per l’energia elettricae il gas - 80

Aweb Supply - 18

B Banca Intesa - 51

Beghelli - 28

Biogas Accepted - 53

Biovalt - 51

Boston Consulting Group - 69

Bsi - 31

BTicino - 35

C Cefriel - 21

Cestec - 32

Cnel - 80

Cofatech - 13, 15

Cofely - 13, 15

Coldiretti - 51

Conai - 78

Confindustria - 42

Confservizi - 80

ConsiagReti - 30

Consorzio di ricerca Gian PietroBallatore - 53

Consorzio Italiano Biogase Gassificazione - 49

D Daiet - 56

Delmi - 27

E e-utile - 38

Ecodeco - 33

Ecoil - 53

Ecopolis - 65

Edf - 27, 39, 43, 80

Edipower - 27

Edison - 27, 43, 80

Edizioni Ambiente - 78

Elyo - 15

Enama - 49

Endesa - 75

Enea - 12, 43

Enel - 43, 75

Enel Green Power - 75

Enerqos - 54

Eni - 75

Enìa - 27

Enresa - 38

EnviTec - 51

Eon - 25, 33

Erg - 80

F Faber - 28

Fare Ambiente - 46

Fiper - 51

Fondazione Nord Est - 53

Franco Angeli editore - 78

G Gdf - 15

Geothermal International - 18

Geze - 35

Gi Energy Audit Cti - 32

Greenbuilding - 79

Greenpeace - 46

Grta - 72

Gruppo Maccaferri - 51

Gruppo Kerself - 57

Gruppo Uni/Cti - 31

H Helios Technology - 57

Huawei - 70

Hypen Italia - 33

Hyundai - 57

I Ibm - 30

Icim - 32

Idm Group - 33

Iea - 47

Ipcc - 47

Iren - 27

Iride - 27

Ises Italia - 11

Istat - 73

Italgas - 80

J Jenbacher Gruppo Ge - 17, 51

JohnsonDiversey - 30

K K6 - 55

L Lariana Depur - 72

Legambiente - 46, 47, 59, 60, 62

MM&It Consulting - 31

Mangiarotti - 43

McKinnon&Clarke - 30

N Ncr - 39

Nexans - 57

NextEnergy Capital - 54

NextPower Development Italia - 54

Nokia - 69

Nomisma - 24

O Olimpia Splendid - 29

Osservatorio regionaledell’energia - 53

P Politecnico di Milano - 72

PowerLight - 55

R Rothschild Italia - 46

Rsk - 38

S Safe - 37

Sebigas - 51

Sib Siber - 51

Siemens - 33, 65, 72

Sinergie italiane - 27

Siram - 13, 16

Snam Rete Gas - 80

Sogin - 39, 43

Sol.In.Build - 55

Solarexpo - 79

Solarhybrid - 20

Studio legale Putti - 37

Suez - 15

Sunpower - 55

Sunray - 55

Swim - 59

T Tcvvv - 51

Telecom - 35, 70

Teseo - 57

Total - 80

Transalpina di Energia - 80

U Underwriters Laboratories - 31

Unione Petrolifera - 25

V Vimar - 35

WWaterFurnace International - 18

Wind - 71

Wwf Italia - 47

Z Zte Corporation - 70

Ne abbiamo parlato a pagina:

Anno III - Maggio 2010 - n.24via G. Patecchio 2 - 20141 Milano

tel. 02/[email protected]

Direttore responsabile Mattia [email protected]

In RedazioneVicedirettore M. Cristina Ceresa

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Segreteria Laura Marinoni [email protected]

Progetto grafico a cura diClaudio Codazzi

[email protected]

Hanno collaboratoAgnese Ananasso, Luciano Barelli,

Alice Cappelli, Camilla Galli Macricè,Guido Plutino, Chiara Scalco, Nadia Tadioli,

Gianluigi Torchiani

Publisher Massimo Cassani

Chief sales executive Riccardo Arlati

Responsabile marketing Divisione BuildingMarzia Freri

Stampa Faenza Industrie Grafiche (RA)

Reg. Trib. Mi - n. 221 del 08-04-2008Rivista mensile una copia 5,00

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e nome della rivista

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24

Indice inserzionisti pubblicitari

Ansaldo Nucleare - IV di cop.Bsi Management System Italia - 4Cogenpower - 14Containex - 20Cpl Concordia - 34Egl - 19Eon Energia - 10Fase Engineering - 6Festival dell’Energia - Allea - 22-23

Istituto per il Credito Sportivo - 8Klimaenergy - Fiera Bolzano - 52Rigenergia 2010 - Attiva - 3Samares - 48Schott Solar - II di cop.Siram - 36Tamanini Hydro - 77Turbinenbau Troyer - 40Weg Italia - 44

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Riccardo Bonsignore B.I.P. Luca Corbelli B.I.P.

Carlo Grignani NCTM Studio Legale AssociatoRainer Karan Vestas Italia S.r.l.

Paolo Labate B.I.P. Roberto Libero B.I.P.

Alex Sorokin InterEnergyChiara Trivellato B.I.P.

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ENERGY BUSINESSStrategie e gestione economica per l’efficienza energetica

MASTER DI SPECIALIZZAZIONE IN FORMULA PART-TIME9 WEEKEND NON CONSECUTIVI

ROMA, DALL’11 GIUGNO 2010 - 2a edizione

A vele spiegate verso il futuro dell'energia.

I nostri punti di forza: risorse umane qualificate per progettare e costruire un futuro più pulito.

Il nostro obiettivo: giovani talenti per la nuova generazione di energia.

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Towards a better world.

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