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Locarno Lugano Chiasso Bellinzona Sonogno Airolo Biasca Olivone Roveredo Agno Cevio Corzoneso SCHEDA ARTIGIANATO GLAti Federazione Associazioni Artigiani Ticino PIETRA Tiziano Conceprio Via Cavalett 6722 Corzoneso (Acquarossa) Telefono 091 871 29 80 Mobile 076 336 18 86

Conceprio Tiziano

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Page 1: Conceprio Tiziano

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Corzoneso

SCHEDA ARTIGIANATOGLAtiFederazione Associazioni Artigiani Ticino

PIETRA

TizianoConceprioVia Cavalett6722 Corzoneso(Acquarossa)Telefono 091 871 29 80Mobile 076 336 18 86

Page 2: Conceprio Tiziano

Biografia

Mi chiamo Tiziano Conceprio nato a Corzoneso nel 1961. Dopo aver frequentato le scuole dell’obbligo ho seguito diverse formazioni e tutt’ora lavoro come animatore alla casa anziani La Quercia di Acquarossa.Alla pietra ollare mi sono avvicinato nel 1997, quasi per gioco. Ho appreso i primi rudimenti dal Signor Davide Chiapuzzi di Olivone, in seguito ho poi frequentato un corso di tornitura all’AGIE di Losone... La lavorazione della pietra ollare avviene fonda-mentalmente attraverso operazioni di tornitura manuale con diversi utensili in carburo metallico utilizzati per scolpire il materiale estratto dalle cave. Una qualità di pietra omogenea e tenera da poter essere scalfita addirittura da un’unghia si presta alla torni-tura di laveggi, scatole e vasi di ogni genere, il cui massimo diametro non supera di solito cinquanta centimetri e lo spessore delle pareti è di pochi millimetri.Oggi si cerca di recuperare l’utilizzo, magari solo estetico, di questi suppellettili che ricordano un passato in cui, direttamente dalla natura, si prelevava la materia prima per soddisfare le primarie necessità, senza deturpare il territorio stesso. La pietra ollare la vado a cercare in Valle Carassino, dove si trova uno dei 150 giacimenti del cantone Ticino, la trovo anche sopra Olivone sotto la cima di “Sgiu”. Per i blocchi più grandi mi reco presso Sedrun, dove il sasso proviene dal passo dell’Oberalp e dove posso arrivare vicino con l’auto.

La pietra ollare

La pietra ollare è una varietà di serpentino con una percentuale di talco. Questa era conosciuta già durante l’impero romano con il nome generico di “Lapis comensis”. La pietra ollare, o steatite, possiede una forza primitiva che si percepisce subito pren-dendo in mano tale materiale. Questa pietra deve il suo nome al fatto che solitamente veniva usata per costruire le olle (contenitori di oli). La si può distinguere tra tante altre perchè è una pietra di grana fine, di colore grigio tendente al verde e qualche volta con piccole venature bianche e nere. Quella nostrana, della Valle di Blenio, presenta pure una colorazione più bella, talvolta con striature rosa-rosse, rispetto a quella dei Grigioni o della Valtellina. Benché la steatite si pieghi alla volontà dell’uomo che la lavora, riesce a tenere testa alle sollecitazioni del tempo causate dall’inquinamento ambientale.Con la nascita della pietra ollare, madre natura diede all’uomo un materiale eccezio-nale sotto il profilo termico adatto alla costruzione di stufe. Questa materia che si lascia lavorare con facilità, ha una conduzione termica circa 8-10 volte maggiore rispetto al materiale refrattario. Divenne famosa e ricercata in tutta l’Europa, soprattutto per i laveggi, destinati alla cottura dei cibi e alla loro conservazione. Si dice che abbia il potere di esaltare il gusto dei cibi e di neutralizzare i veleni.

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