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AGENZIA DI MAZARA Via Marsala, 185/B Tel/Fax 0923-931932 [email protected] Poste Italiane Spa – Sped. Abb. Post. – Art. 2 com. 20/C Legge 662/96 DCB Sicilia 2003 - Reg. Tribunale Marsala n. 140/7 – 2003 - Distribuzione gratuita Quindicinale di informazione della Diocesi di Mazara del Vallo Anno VIII - n° 16 - 1 Ottobre 2010 conclusa la manifestazione interculturale sponde 2010 Messaggio dei Vescovi alle Chiese e alle Genti del Mediterraneo I temi di quest’anno: il dialogo interculturale, il confronto con i Paesi dell’Est, il ruolo della comunicazione Editoriale IN ATTESA DELLA “LEZIONE” DEL PAPA AI SICILIANI Insieme con entusiasmo e speranza C ontinuando una esperienza iniziata nel 2008, nel contesto della manifestazione internazionale ed interculturale Sponde 2010, noi, Vescovi di alcune Chiese del Mediterra- neo, ci siamo incontrati per dare forma con- creta alla comunione che ci caratterizza e ci unisce. Abbiamo ancora una volta riscoperto e condiviso la forza della testimonianza, so- prattutto se resa in situazioni nelle quali le comunità ecclesiali si trovano a vivere come minoranza, attuando così la parabola evange- lica del sale e quella del lievito, attraverso una presenza che, senza alcun rumore o clamore, penetra il tessuto delle società nelle quali vi- vono. Proprio in questa logica facciamo nostra la domanda di attenzione e di rispetto nei con- fronti delle religioni e delle culture, ricono- scendone la pari dignità a prescindere dal nu- mero di coloro che ne sono interpreti. Non si tratta, infatti, di perseguire solo una recipro- cità di posizioni, quanto piuttosto di garanti- re spazi e ambiti di libertà alle persone e ai valori di cui sono portatrici, in quanto questi ultimi concorrono alla qualità delle relazioni impostate sulla base della pacifica conviven- za. Corrispondendo a quanto il Santo Padre Be- nedetto XVI ha auspicato nel suo messaggio, è nostro compito aprirci saggiamente al com- plesso fenomeno migratorio, con un’azione capace di coniugare un apprezzato intervento sociale con una profetica opera di dialogo e di missione. Da questa città di Mazara del Vallo, punto di massima vicinanza tra l’Europa e l’Africa, desideriamo inviare un saluto e una parola di speranza a tutti i fratelli che abitano le rive del Mediterraneo. A loro chiediamo di affida- re alle acque del nostro mare le risorse di ac- coglienza e di solidarietà di cui siamo capaci. Mons. omas Yeh Sheng-nan, Nunzio apostolico in Algeria e Tunisia Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento Mons. Maroun Elias Lahham, Arcivescovo di Tunisi Mons. Mons. Ghaleb Moussa Abdalla Bader, Arcivescovo di Algeri Mons. Domenico Mogavero, Vescovo di Mazara del Vallo Mons. Hanna Bathish Kamal, Vescovo ausiliare emerito di Gerusalemme S ervire i poveri, i deboli, avere cura dei “più piccoli” è compito essenziale e specifico della Caritas. Prestare attenzione a chi si ritrova nel bisogno dà senso all’esistere, rende la vita degna di es- sere vissuta, fa scoprire la vera essenza dell’uo- mo, la sua vera identità, strappando ciascuno dal ripiegamento su se stessi e dal porre al centro il proprio ego. Ma per dedicarsi ai poveri è necessario che alla base ci sia un’educazione alla carità. E la Caritas può e deve avere questa funzione pedagogica. Infatti, prima ancora che si ac- costi al povero, l’operatore o animatore della Caritas deve possedere un grande senso di re- sponsabilità e acquisire competenze adeguate, attraverso validi percorsi di formazione, per potere offrire un servizio di qualità. La Caritas della diocesi di Mazara si è inter- pellata e si è resa conto di quanto fondamen- tale sia organizzare dei momenti di riflessione, preparazione e formazione per tutti coloro che operano al suo interno. È nata così l’esigenza di dare avvio ad uno sta- ge di formazione a livello diocesano per tutti gli operatori e animatori Caritas presso il Se- minario Vescovile di Mazara nei giorni 23 e 24 Ottobre dalle ore 16:00 alle ore 19:00. Il tema “Educare alla testimonianza della ca- rità: la disoccupazione ci interpella” sarà trat- tato da don Salvatore Ferdinandi, responsabile della formazione in Caritas Italiana. Altro momento fondamentale sarà l’assem- blea diocesana conclusiva che si radunerà il 13 Marzo 2011 e nella quale avremo la presenza dell’arcivescovo mons. Francesco Montene- gro. Durante l’anno 2010-2011 si darà spazio anche a tre incontri formativi a livello foraniale per poter permettere a tutti di aderire. Questi incontri saranno caratterizzati da tre tappe: una relativa alla teoria, una seconda alle attività laboratoriali e una terza dedicata alla verifica sulle competenze acquisite. Questo percorso di formazione sarà certamen- te impegnativo, ma come dice Gesù “Qualun- que cosa facciamo per i più piccoli, la facciamo a Lui”. Educare alla carità servirà, dunque, a formare operatori che siano in grado di sensibilizzarsi e di sensibilizzare le chiese locali, di lavorare, di operare con tutti i soggetti interni alla co- munità ecclesiale ed esterni. Non saranno coloro che si formeranno però semplici ed efficienti “burocrati” dei pove- ri, ma uomini tra gli uomini le cui iniziative saranno sempre il frutto di una formazione personale che li arricchirà negli ambiti del- l’accoglienza, dell’ascolto, dell’attenzione, del- la promozione umana, della solidarietà, della fraternità, in una parola sola che le racchiude tutte: nella carità. Don Giacinto Leone Direttore Caritas Diocesana “Educare alla testimonianza della carità: la disoccupazione ci interpella” Stage di formazione organizzato dalla Caritas diocesana R iprendendo una frase pronuncia- ta dal Papa Benedetto XVI, “Dio non è concorrente ma garante della nostra felicità” questo lunedì, il Car- dinale Angelo Bagnasco, nella prolu- sione al Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha rinnovato l’entusiasmo per la mis- sione evangelizzatrice della Chiesa Cattolica. Nel corso della prolusione svolta a Roma, il Presidente della CEI ha toccato i temi della crisi economi- ca, dei cattolici in politica, della nuova evangelizzazione e della necessità di un rinnovato entusiasmo sacerdota- le. “Cambiare si può – ha detto –. Le famiglie reagiscono, le persone cre- scono, e anche la collettività può far- lo nella misura in cui comprende che l’esito di progresso diventa pane con- diviso”. “Più che incapsularla dentro a defini- zioni fredde e a programmi rigidi, - ha sottolineato il porporato - la missio- ne deve veicolare un’incandescenza” per far sì che il cittadino italiano “non accantoni la questione-Dio, non la ri- muova ritenendola anti-umana, e lasci affiorare la nostalgia che si nasconde in essa”. La cosa pubblica, un “fatto importante e decisivo” Il Card. Bagnasco ripropone la missione “incandescente” della Chiesa Continua a pagina 4 T ra poche ore il Papa parlerà al cuore e alle mente di tutti i siciliani. Ovviamente si rivolgerà innanzitutto ai cattolici della nostra Isola, ma, secondo il suo stile semplice e chia- ro, non farà mancare una appropriata “parola” a coloro che si attendono qualcosa di positivo dal Successore di Pietro. Il 22 novembre 1991, Giovanni Paolo II, ricevendo i vescovi della Sicilia in visita “ad limina apostolorum” (“vi- sita” che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo fanno in Vaticano per illustrare al Pontefice quali siano le particolarità e le pro- blematiche che contraddistinguono la loro Regione ecclesiastica e la singola diocesi) nel suo discorso affermava: “Costruite l’unità nel- la verità e nella carità. Potrete così insieme ri- spondere alle gravi sfide che il mondo, ed in particolare la vostra Regione, si trova oggi ad affrontare, fra le quali voi stessi sottolineate la crescente crisi del lavoro, il fenomeno del- la criminalità mafiosa, le difficoltà politiche a guidare la Sicilia sulle vie di un autentico rin- novamento e di un integrale sviluppo. Tan- te donne e uomini sono ancora privi di una degna attività lavorativa e molti giovani cer- cano faticosamente, talora a lungo e invano, una prima occupazione. La disoccupazione soprattutto giovanile è un problema di pro- porzioni così vaste da farlo configurare come una questione fra le più gravi degli anni 90. Occorre fare qualcosa. Occorre che, primi fra tutti, i responsabili politici affrontino se- riamente “questo fenomeno, con la sua serie di effetti negativi a livello individuale e socia- le. (…) Come, poi, non condividere le vostre apprensioni per l’espandersi della criminalità organizzata di stampo mafioso, sempre più seminatrice di vittime e delitti? Tale piaga sociale rappresenta una seria minaccia non solo alla società civile, ma anche alla missio- ne della Chiesa, giacché mina dall’interno la coscienza etica e la cultura cristiana del po- polo siciliano. (…) Mentre cresce il rischio di un adattamento passivo alle situazioni, voi, infatti, avvertite chiaramente la necessità di curare la formazione di coscienze cristiane mature, di suscitare rinnovato coraggio, di combattere ogni forma di rassegnazione, di promuovere la cultura della vita, dell’amore e del perdono. Vi sentite chiamati a sostenere la buona volontà di tanta gente onesta e labo- riosa, che quotidianamente opera per la giu- stizia e per la pace”. Sono passati quasi venti anni da quei saggi e stimolanti insegnamenti che risultano ancora attuali e drammatici. Da allora che cosa è veramente cambiato nelle nostre coscienze e nei nostri comportamenti? Abbiamo maturato scelte consapevoli - libe- ri da paure e dai condizionamenti ambientali negativi - che ci hanno condotto ad agire a viso aperto per il rinnovamento della comu- nità civile e cristiana nella quale viviamo? Con quale entusiasmo e creatività stiamo “condu- cendo” le nuove generazioni a “spendersi” con ottimismo e speranza per il cambiamento del- la classe politica e istituzionale (scuola, magi- stratura, forze dell’ordine, dirigenti nei diversi settori del mondo del lavoro e del sindacato, ecc.)? La nostra adesione a Cristo, unico Re- dentore dell’uomo, - se realmente autentica e quotidiana - ci ha resi pronti a farci carico dell’uomo che vive, che soffre e che muore, sempre decisi ad essere dalla parte dell’uo- mo, nel cui volto brilla l’immagine dell’eterno Creatore? Benedetto XVI viene a Palermo per ricordarci che siamo “in debito” verso l’amore di Colui che «ha dato se stesso per noi, per ri- scattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga», ma sicuramente ci spiegherà che non possiamo essere rassegnati o passivi - o peggio complici - di fronte alla violenza e alla corruzione mafiosa, né essere incapaci di “metterci insieme” (in comunio- ne!), per offrire invece segnali di forte vitalità, di costante e disinteressato servizio alle per- sone e alla crescita della nostra Regione, vera “sponda” nord dei popoli del Mediterraneo. Don Francesco Fiorino

conclusa la manifestazione interculturale sponde 2010 ... fileattraverso validi percorsi di formazione, per potere offrire un servizio di qualità. La Caritas della diocesi di Mazara

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AGENZIA DI MAZARAVia Marsala, 185/B

Tel/Fax [email protected] Poste Italiane Spa – Sped. Abb. Post. – Art. 2 com. 20/C Legge 662/96 DCB

Sicilia 2003 - Reg. Tribunale Marsala n. 140/7 – 2003 - Distribuzione gratuita

Quindicinale di informazione della Diocesi di Mazara del Vallo

Anno VIII - n° 16 - 1 Ottobre 2010

conclusa la manifestazione interculturale sponde 2010

Messaggio dei Vescovi alle Chiesee alle Genti del MediterraneoI temi di quest’anno: il dialogo interculturale, il confronto con i Paesi dell’Est, il ruolo della comunicazione

EditorialeIN ATTESA DELLA “LEZIONE”

DEL PAPA AI SICILIANI

Insieme con entusiasmo e speranza

Continuando una esperienza iniziata nel 2008, nel contesto della manifestazione

internazionale ed interculturale Sponde 2010, noi, Vescovi di alcune Chiese del Mediterra-neo, ci siamo incontrati per dare forma con-creta alla comunione che ci caratterizza e ci unisce. Abbiamo ancora una volta riscoperto e condiviso la forza della testimonianza, so-prattutto se resa in situazioni nelle quali le

comunità ecclesiali si trovano a vivere come minoranza, attuando così la parabola evange-lica del sale e quella del lievito, attraverso una presenza che, senza alcun rumore o clamore, penetra il tessuto delle società nelle quali vi-vono. Proprio in questa logica facciamo nostra la domanda di attenzione e di rispetto nei con-fronti delle religioni e delle culture, ricono-

scendone la pari dignità a prescindere dal nu-mero di coloro che ne sono interpreti. Non si tratta, infatti, di perseguire solo una recipro-cità di posizioni, quanto piuttosto di garanti-re spazi e ambiti di libertà alle persone e ai valori di cui sono portatrici, in quanto questi ultimi concorrono alla qualità delle relazioni impostate sulla base della pacifica conviven-za.Corrispondendo a quanto il Santo Padre Be-nedetto XVI ha auspicato nel suo messaggio, è nostro compito aprirci saggiamente al com-plesso fenomeno migratorio, con un’azione capace di coniugare un apprezzato intervento sociale con una profetica opera di dialogo e di missione.Da questa città di Mazara del Vallo, punto di massima vicinanza tra l’Europa e l’Africa, desideriamo inviare un saluto e una parola di speranza a tutti i fratelli che abitano le rive del Mediterraneo. A loro chiediamo di affida-re alle acque del nostro mare le risorse di ac-coglienza e di solidarietà di cui siamo capaci.

Mons. Thomas Yeh Sheng-nan,Nunzio apostolico in Algeria e Tunisia Mons. Francesco Montenegro,

Arcivescovo di Agrigento Mons. Maroun Elias Lahham,

Arcivescovo di Tunisi Mons. Mons. Ghaleb Moussa Abdalla

Bader, Arcivescovo di Algeri Mons. Domenico Mogavero,

Vescovo di Mazara del Vallo Mons. Hanna Bathish Kamal,

Vescovo ausiliare emerito di Gerusalemme

Servire i poveri, i deboli, avere cura dei “più piccoli” è compito essenziale e specifico

della Caritas.Prestare attenzione a chi si ritrova nel bisogno dà senso all’esistere, rende la vita degna di es-sere vissuta, fa scoprire la vera essenza dell’uo-mo, la sua vera identità, strappando ciascuno dal ripiegamento su se stessi e dal porre al centro il proprio ego.Ma per dedicarsi ai poveri è necessario che alla base ci sia un’educazione alla carità. E la Caritas può e deve avere questa funzione pedagogica. Infatti, prima ancora che si ac-costi al povero, l’operatore o animatore della Caritas deve possedere un grande senso di re-sponsabilità e acquisire competenze adeguate, attraverso validi percorsi di formazione, per potere offrire un servizio di qualità.La Caritas della diocesi di Mazara si è inter-pellata e si è resa conto di quanto fondamen-tale sia organizzare dei momenti di riflessione, preparazione e formazione per tutti coloro che operano al suo interno.È nata così l’esigenza di dare avvio ad uno sta-ge di formazione a livello diocesano per tutti gli operatori e animatori Caritas presso il Se-

minario Vescovile di Mazara nei giorni 23 e 24 Ottobre dalle ore 16:00 alle ore 19:00.Il tema “Educare alla testimonianza della ca-rità: la disoccupazione ci interpella” sarà trat-tato da don Salvatore Ferdinandi, responsabile della formazione in Caritas Italiana.Altro momento fondamentale sarà l’assem-blea diocesana conclusiva che si radunerà il 13 Marzo 2011 e nella quale avremo la presenza dell’arcivescovo mons. Francesco Montene-gro.Durante l’anno 2010-2011 si darà spazio anche a tre incontri formativi a livello foraniale per poter permettere a tutti di aderire.Questi incontri saranno caratterizzati da tre tappe: una relativa alla teoria, una seconda alle attività laboratoriali e una terza dedicata alla verifica sulle competenze acquisite.Questo percorso di formazione sarà certamen-te impegnativo, ma come dice Gesù “Qualun-que cosa facciamo per i più piccoli, la facciamo a Lui”.Educare alla carità servirà, dunque, a formare operatori che siano in grado di sensibilizzarsi e di sensibilizzare le chiese locali, di lavorare, di operare con tutti i soggetti interni alla co-

munità ecclesiale ed esterni.Non saranno coloro che si formeranno però semplici ed efficienti “burocrati” dei pove-ri, ma uomini tra gli uomini le cui iniziative saranno sempre il frutto di una formazione personale che li arricchirà negli ambiti del-l’accoglienza, dell’ascolto, dell’attenzione, del-la promozione umana, della solidarietà, della fraternità, in una parola sola che le racchiude tutte: nella carità.

Don Giacinto LeoneDirettore Caritas Diocesana

“Educare alla testimonianza della carità:la disoccupazione ci interpella”Stage di formazione organizzato dalla Caritas diocesana

Riprendendo una frase pronuncia-ta dal Papa Benedetto XVI, “Dio

non è concorrente ma garante della nostra felicità” questo lunedì, il Car-dinale Angelo Bagnasco, nella prolu-sione al Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha rinnovato l’entusiasmo per la mis-sione evangelizzatrice della Chiesa Cattolica. Nel corso della prolusione

svolta a Roma, il Presidente della CEI ha toccato i temi della crisi economi-ca, dei cattolici in politica, della nuova evangelizzazione e della necessità di un rinnovato entusiasmo sacerdota-le. “Cambiare si può – ha detto –. Le famiglie reagiscono, le persone cre-scono, e anche la collettività può far-lo nella misura in cui comprende che l’esito di progresso diventa pane con-

diviso”.“Più che incapsularla dentro a defini-zioni fredde e a programmi rigidi, - ha sottolineato il porporato - la missio-ne deve veicolare un’incandescenza” per far sì che il cittadino italiano “non accantoni la questione-Dio, non la ri-muova ritenendola anti-umana, e lasci affiorare la nostalgia che si nasconde in essa”.

La cosa pubblica, un “fatto importante e decisivo” Il Card. Bagnasco ripropone la missione “incandescente” della Chiesa

Continua a pagina 4

Tra poche ore il Papa parlerà al cuore e alle mente di tutti i siciliani. Ovviamente si

rivolgerà innanzitutto ai cattolici della nostra Isola, ma, secondo il suo stile semplice e chia-ro, non farà mancare una appropriata “parola” a coloro che si attendono qualcosa di positivo dal Successore di Pietro. Il 22 novembre 1991, Giovanni Paolo II, ricevendo i vescovi della Sicilia in visita “ad limina apostolorum” (“vi-sita” che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo fanno in Vaticano per illustrare al Pontefice quali siano le particolarità e le pro-blematiche che contraddistinguono la loro Regione ecclesiastica e la singola diocesi) nel suo discorso affermava: “Costruite l’unità nel-la verità e nella carità. Potrete così insieme ri-spondere alle gravi sfide che il mondo, ed in particolare la vostra Regione, si trova oggi ad affrontare, fra le quali voi stessi sottolineate la crescente crisi del lavoro, il fenomeno del-la criminalità mafiosa, le difficoltà politiche a guidare la Sicilia sulle vie di un autentico rin-novamento e di un integrale sviluppo. Tan-te donne e uomini sono ancora privi di una degna attività lavorativa e molti giovani cer-cano faticosamente, talora a lungo e invano, una prima occupazione. La disoccupazione soprattutto giovanile è un problema di pro-porzioni così vaste da farlo configurare come una questione fra le più gravi degli anni 90. Occorre fare qualcosa. Occorre che, primi fra tutti, i responsabili politici affrontino se-riamente “questo fenomeno, con la sua serie di effetti negativi a livello individuale e socia-le. (…) Come, poi, non condividere le vostre apprensioni per l’espandersi della criminalità organizzata di stampo mafioso, sempre più seminatrice di vittime e delitti? Tale piaga sociale rappresenta una seria minaccia non solo alla società civile, ma anche alla missio-ne della Chiesa, giacché mina dall’interno la coscienza etica e la cultura cristiana del po-polo siciliano. (…) Mentre cresce il rischio di un adattamento passivo alle situazioni, voi, infatti, avvertite chiaramente la necessità di curare la formazione di coscienze cristiane mature, di suscitare rinnovato coraggio, di combattere ogni forma di rassegnazione, di promuovere la cultura della vita, dell’amore e del perdono. Vi sentite chiamati a sostenere la buona volontà di tanta gente onesta e labo-riosa, che quotidianamente opera per la giu-stizia e per la pace”. Sono passati quasi venti anni da quei saggi e stimolanti insegnamenti che risultano ancora attuali e drammatici. Da allora che cosa è veramente cambiato nelle nostre coscienze e nei nostri comportamenti? Abbiamo maturato scelte consapevoli - libe-ri da paure e dai condizionamenti ambientali negativi - che ci hanno condotto ad agire a viso aperto per il rinnovamento della comu-nità civile e cristiana nella quale viviamo? Con quale entusiasmo e creatività stiamo “condu-cendo” le nuove generazioni a “spendersi” con ottimismo e speranza per il cambiamento del-la classe politica e istituzionale (scuola, magi-stratura, forze dell’ordine, dirigenti nei diversi settori del mondo del lavoro e del sindacato, ecc.)? La nostra adesione a Cristo, unico Re-dentore dell’uomo, - se realmente autentica e quotidiana - ci ha resi pronti a farci carico dell’uomo che vive, che soffre e che muore, sempre decisi ad essere dalla parte dell’uo-mo, nel cui volto brilla l’immagine dell’eterno Creatore? Benedetto XVI viene a Palermo per ricordarci che siamo “in debito” verso l’amore di Colui che «ha dato se stesso per noi, per ri-scattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga», ma sicuramente ci spiegherà che non possiamo essere rassegnati o passivi - o peggio complici - di fronte alla violenza e alla corruzione mafiosa, né essere incapaci di “metterci insieme” (in comunio-ne!), per offrire invece segnali di forte vitalità, di costante e disinteressato servizio alle per-sone e alla crescita della nostra Regione, vera “sponda” nord dei popoli del Mediterraneo.

Don Francesco Fiorino

� 1 Ottobre 2010 Vita della Diocesi

Nei giorni scorsi, dall’8 all’11 settembre 2010,

nella chiesa di S.Veneranda di Mazara del Vallo, si è svol-to un corso di formazione per i docenti di religione cat-tolica in servizio nelle scuole della Diocesi.E’ stata offerta agli insegnan-ti di religione un’opportunità formativa di grande rilievo e di notevole spessore. Relato-re del corso è stato, infatti, il prof. Mario Comoglio, do-cente della Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Univer-sità Pontificia Salesiana di Roma.L’insigne prof. Comoglio, incontrando gli Idr nel cor-so delle quattro giornate di formazione, ha presentato il metodo “Cooperative lear-ning” (Apprendimento coo-perativo) e le sue principali caratteristiche.Presupposto fondamenta-le di tale metodo, secondo M.Comoglio, è la conside-razione della classe come “comunità di apprendi-mento” in cui il compito dei docenti è creare l’in-terdipendenza positiva tra gli alunni, favorire la loro

interazione promozionale, promuovere responsabili-tà individuali ed insegnare abilità sociali. Sono queste le condizioni necessarie per insegnare ad appren-dere in gruppo, a lavorare meglio insieme, a collabo-rare, a migliorare lo svilup-po cognitivo. Tale metodo, ha asserito ancora Como-glio, può cambiare il modo di “fare scuola” e favorire il superamento di una scuo-la anacronistica ed obsoleta dove si trasmettono soltan-to saperi e contenuti, dove regna ancora incontrastata

la “lezione frontale” e può promuovere una scuola che sa rinnovarsi per risponde-re in maniera efficace alla sfida educativa a cui, oggi, è chiamata. Il corso di forma-zione ha coinvolto in modo attivo e dinamico tutti gli insegnanti di religione che vi hanno partecipato, non impegnandoli soltanto nel-l’ascolto delle illuminate e sapienti parole del relatore, bensì sperimentando l’ap-plicazione didattica del me-todo attraverso molteplici esercizi e variegate attività.

Maria Teresa Barraco

L’esperienza formativa degli insegnantidi religione della Diocesi di Mazara del Vallo

Presso una sala dell’Ospedale Borsellino di Marsala, si è costituita, già da qual-

che mese, la nuova Assemblea territoriale di Cittadinanzattiva di Marsala, con l’elezione a coordinatore di Giovanni Pugliese.Cittadinanzattiva onlus è un movimento di partecipazione civica che opera in Italia e in Europa per la promozione e la tutela dei di-ritti dei cittadini e dei consumatori.La mission di Cittadinanzattiva è quella di promuovere nelle persone e nei giovani, la cultura del diritto, anche nella nostra Sicilia dove prevale la cultura dell’appartenenza. Per cui i diritti ci vengono concessi come favori.Cittadinanzattiva non ha referenti nei parti-ti e in nessuna altra organizzazione. L’unico riferimento è l’affermazione e il riconosci-mento dei diritti del cittadino, per cui la cre-dibilità deriva dal fatto che non si rappresen-tano e non si difendono interessi particolari. E’ indispensabile difendere e mantenere que-sta credibilità, che rappresenta la forza fon-damentale del movimento. Cittadinanzattiva è aperta verso tutti i mo-vimenti e organizzazioni di volontariato, con cui condivide singoli obiettivi e batta-glie a tutela degli interessi della collettività. Cittadinanzattiva è costituita da reti che si

occupano rispettivamente di :- Sanità con TDM, il Coordinamento nazio-nale delle associazioni di ammalati cronici (CnAMC) e Pit Salute;- Politiche dei consumatori con Procuratori dei Cittadini;- Giustizia con Giustizia dei Diritti e Pit Giu-stizia;- Scuola con Scuola di Cittadinanzattiva (SCA).

Manfredo Spadaro

Costituita a Marsala l’Assemblea territorialedi Cittadinanzattiva

Giovanni Pugliese, coordinatore di Cittadinanzattivadi Marsala

Oggi più che mai la comunicazione è diven-tata il perno centrale su cui gira tutta la

nostra umanità, dal lavoro alla famiglia, dal vo-lontariato alla politica, dall’amicizia al contatto con il mondo esterno.Comunicazione come via e mezzo per arrivare all’altro, o far arrivare all’altro qualcosa di pro-prio. Sembra scontato che la comunicazione sia cosa “naturale”, “spontanea”, non bisognosa di studi e di approfondimenti. Invece proprio in questa nostra società multiculturale, pluralista e super-tecnologica, la comunicazione stenta a trovare una sua dimensione e una connotazio-ne ben precisa, rischiando di non essere adatta al suo scopo ontologico, “arrivare o far arrivare all’altro”.Così uno degli ambiti che oggi di più risente della “crisi” della comunicazione è proprio la famiglia, un tempo culla e scuola di comunica-zione per tutti.L’Ufficio per la Pastorale della Famiglia della nostra diocesi ha centrato lo stage estivo per le famiglie proprio su questa emergenza, l’incapa-cità di comunicazione.“Per comunicare l’amore in famiglia….” è stato il titolo della tre giorni tenuta presso il Santuario di Gibilmanna dal 23 al 25 luglio, con relatori

d’eccezione come i coniugi Oreglia.Nicoletta e Davide Oreglia, piemontesi, genitori di cinque figli, hanno vissuto la loro giovane vita impegnandosi nella formazione sulla Pastorale Familiare, tra master, stage e corsi di approfon-dimento; sono tra le persone più preparate in questo campo della Chiesa italiana.Già sette anni fa erano stati invitati allo stage estivo per le famiglie di Erice, e già allora ave-vano dato non solo prova della preparazione, ma anche la testimonianza di una vita di coppia impegnata e improntata sul sacramento vivo del matrimonio.Venerdì pomeriggio la loro riflessione è stata incentrata su “Le parole dell’amore: il dialogo nella coppia e in famiglia”, sabato invece hanno parlato de “I gesti dell’amore: sessualità, cuore dell’intimità di coppia” e nel pomeriggio “La parola all’Amore: Preghiera, Eucaristia e Sacra-mento delle nozze.”Le relazioni cominciavano, dopo un momento di preghiera iniziale, con aspetti teorico-teolo-gici trattati da Davide, poi Nicoletta subentrava con aspetti e aneddoti pratici e i suoi simpatici “giochini” che stimolavano le coppie presenti a piccoli scambi e confronti a due. Le relazioni erano intervallate da momenti liturgici e spa-

zi di confronto di coppia. Ci sono stati anche dei workshops, le riflessioni su-scitate nei gruppi sono state riportate in assemblea l’ultimo giorno nelle conclu-sioni.Le giornate sono state arricchite dalla presenza di don Vito Saladino, presente per tutto lo stage. Anche gli scout hanno dato il loro contributo occupandosi dei figli, dando così ai genitori la possibilità di vivere intensamente questi momenti di riflessione e di preghiera.Matrimonio come dono all’altro non soltanto nel giorno del matrimonio, ma ogni giorno vissuto insieme, dono che si compie quotidianamente nel dialogo, nell’apertura totale all’altro, nell’atteg-

giamento di vero ascolto, nella ricerca della co-municazione. Fare comunione significa quindi costruire intimità e unione, significa fare dono totale di sé all’altro. La comunione si fonda su due mattoni fondamentali, unità e distinzione. Uomo e donna sono due mondi totalmente di-versi, e tale diversità non viene meno all’inter-no della coppia, anzi tale diversità è garanzia di unione, ne è prova l’amplesso sessuale dove i due, per natura differenti, trovano la più piena comunione.Dunque condivisione, che per gli sposi significa mettere in comune tutto, senza tralasciare nul-la; avere attenzione anche all’anima del coniuge e, se possibile, prendersene cura.Questa è la sola strada per conoscere se stessi nella verità!Ma condividere, dialogare, comunicare, in po-che parole fare comunione non è facile, e oggi ancor di più si esige da parte degli sposi un im-pegno e uno “studio”, ovvero avere cognizione di cosa veramente significa avendo presente an-che, nelle difficoltà che si possono incontrare, l’importanza di questa dimensione fondamen-tale nella vita matrimoniale e familiare.La comunione nella coppia diventa scuola di comunione in famiglia e nella società.Anche la sessualità è una via alla santità degli sposi. E’ un linguaggio proprio e privilegia-to che Dio ha donato alla coppia per costruire l’intima comunità di vita e di amore. Tramite il rapporto sessuale gli sposi esprimono la pie-nezza del dono totale di sé, coinvolgendo in una maniera speciale la propria corporeità. Ma come ogni linguaggio va imparato, e la scuola privilegiata è quella dell’Eucaristia. Diventare una carne sola: Gesù Eucaristia insegna agli sposi la via per l’unità. Il sacrificio eucaristico rappresenta l’alleanza di amore di Cristo con la Chiesa, e in questo sacrificio i coniugi cristia-ni trovano la radice dalla quale scaturisce ed è continuamente vivificata la loro alleanza co-niugale. “L’Alleanza non solo ispira la vita del-la coppia, ma si compie in essa, nel senso che

l’Alleanza dispiega le sue energie nella vita de-gli sposi: essa modella dall’interno il loro amo-re; essi si amano non solamente come Cristo ha amato, ma già, misteriosamente dell’amore stesso di Cristo, poiché il suo spirito è loro do-nato.” (Giovanni Paolo II)L’Eucaristia così come edifica la Chiesa unisce gli sposi e li edifica ininterrottamente ad un tri-plice livello: - di realizzazione perenne della comunione degli sposi con Cristo – la comunità coniuga-le come comunità del Signore (DIMENSIONE VERTICALE);- di attuazione della chiamata degli sposi a cre-scere nella comunione reciproca e a manifesta-re la Chiesa (DIMENSIONE ORIZZONTALE);- di memoria del mysterion e di profezia del suo futuro – la comunità come comunità storico-salvifica del mondo (DIMENSIONE ESCATO-LOGICA).I coniugi Oreglia ci hanno accompagnato nella riflessione su tanti altri aspetti della comunione e comunicazione negli sposi, e avidamente gli sposi presenti ne hanno fatto tesoro per portare nella loro vita e nelle loro comunità l’esperienza vissuta.Nonostante il periodo, un week-end di fine luglio, nonostante la distanza, quasi tre ore di auto, le famiglie della nostra diocesi sono state contente di partecipare alla tre giorni che ha dato loro la possibilità di ritrovarsi come spo-si e di ritornare alla fonte e all’origine del loro amore.

Manfredo Spadaro

“Per comunicare l’amore in famiglia….”Svolto a Gibilmanna lo stage per sposi, sacerdoti e operatori pastorali

Da lunedì 27 settembre p.v., dalle ore 18.30 alle ore 20.00, presso la sala delle confe-

renze del “Villaggio della solidarietà” nella via Casa santa, 41 di Mazara del Vallo, la parroc-chia di San Lorenzo martire ha avviato degli appuntamenti settimanali dedicati a “La Bib-bia per noi”. Il corso biblico, aperto a tutti colo-ro che desiderano conoscere e approfondire la “storia dell’amicizia tra Dio e l’uomo”, iniziata

con la creazione del mondo e dell’uomo, e che non vogliono “addormentare” le loro coscien-ze nella superficialità e nell’indifferenza, sarà una occasione di riflessione comunitaria per la vita e per il proprio impegno sociale e cultu-rale. Ogni incontro avrà la durata massima di 90 minuti, suddivisi in introduzione generale, approfondimento di un argomento specifico, lectio divina di un brano particolare.

Sono riprese giovedì 23 settembre, alle ore 21, presso la sala delle conferenze del

“Villaggio della solidarietà”, nella via Casa santa, 41 di Mazara del Vallo, gli incontri quindicinali del percorso formativo: “Dim-mi perché credi. Viaggio alla riscoperta del Cristianesimo e delle Religioni più diffuse nel mondo”.L’iniziativa informativa-educativa è orga-nizzata dalla Fondazione San Vito Onlus e dalla Parrocchia San Lorenzo martire di Mazara del Vallo. La partecipazione agli incontri è gratuita. Per iscriversi e per ulte-riori informazioni: tel. 338.2372766 - [email protected] Fondazione San Vito, impegnata da anni nel favorire positivamente la conoscenza

tra donne e uomini di diversa cultura, con l’itinerario di approfondimento “Dimmi perché credi”, desidera contribuire a dare attuazione al pressante invito che mons. Domenico Mogavero, Vescovo di Maza-ra del Vallo, ha lanciato negli anni scorsi: “L’incontro con persone portatrici di dif-ferenti sensibilità religiose deve indurre a promuovere, favorire e sostenere, anche a livello popolare, una sempre più puntuale e consapevole conoscenza degli elementi fondamentali della nostra fede, come pure un’adeguata informazione circa le differenti religioni, perché non vi può essere incon-tro autentico, dialogo rispettoso e scambio costruttivo tra realtà diverse, se si parte da situazioni di ignoranza o di confusione”.

LA BIBBIA PER NOICorso biblico settimanale per tutti

“Dimmi perché credi”Viaggio alla riscoperta del Cristianesimo e delle Religioni più diffuse nel mondo”

Mercoledì 6 ottobre 2010aSSEMBlEa dIoCESana dEI CatECIStIAula Magna - Seminario Vescovile - dalle ore 16.00 alle 18.30

�1 Ottobre 2010 �

All’inizio, prima di partire, hai ad-dosso una specie di timore. Pen-

si di non essere all’altezza, pensi di incontrare gente, di conoscere nuove culture, di sentir parlare altre lingue e di doverti ricordare tutti quei nomi e quei volti. Ma quando poi ritorni ti rendi conto di aver incontrato amici, di esserti av-vicinato e aver condiviso modi di vi-vere la fede. Hai sentito come la stessa Parola venga pronunciata in maniera altrettanto dolce in tutte queste lin-gue, che dal Mediterraneo arrivano fino al Giappone. Mai avresti pensato che imparare nomi e volti sarebbe stata una cosa così semplice, perché è l’amicizia che ti guida; e anche laddove non sei riu-scito, basta un sorriso e tutto passa!E’ stata questa l’Agorà dei giovani del Mediterraneo… un incontro vissu-to con la consapevolezza che esisto-no nel mondo giovani che vivono la stessa fede, che condividono gli stes-si valori cattolici, a dispetto di tutte le difficoltà politiche e culturali che possono incontrare nella vita di tutti i giorni.Sull’esempio fornitoci da padre Mat-teo Ricci, che ha evangelizzato la Cina più di quattrocento anni fa, i nostri piccoli passi si sono orientati verso un dialogo interculturale e l’ascolto reciproco. Anche questo gesuita, sco-nosciuto ai più, ha basato il suo meto-

do missionario sull’ascolto, si è fatto cinese tra i cinesi, imparando la loro lingua e avvicinandosi alla loro cul-tura. Il successo che ha riscontrato, arrivando fino alla corte dell’impe-ratore Ming, è la dimostrazione che se entri in punta di piedi e non con la violenza sarai ricompensato; “fatti accettare dalla gente e guadagna la loro fiducia” (p. M. Ricci). Fece ca-pire ai cinesi che esistono altre civil-tà, spronandoli ad un cambiamento nella concezione delle altre culture. È quello che dobbiamo apportare noi: un cambio di visione. Abbiamo imparato a pensare globalmente, ma ad agire nel nostro piccolo, perché è lì che possiamo realizzare i nostri propositi. I giovani cattolici italiani sono stanchi di sentir dire “sarebbe bello se…”, vogliamo che qualcosa cambi, si muova! Non possiamo fer-marci alla prima difficoltà che incon-triamo e pensare di avere fatto tutto il possibile! Vogliamo essere sale della terra e luce del mondo, vogliamo poter gridare “noi ci siamo!”. Passare questa settimana con ragazzi turchi, siriani, giordani, libici, kosova-ri mi ha fatto capire che la fede in Dio può farci superare tutto: le retate della polizia, il non poter fare il segno del-le croce in pubblico o non avere una chiesa che dà sulla strada. E ho capito quanto io sia fortunato a vivere in un paese come l’Italia, dove

posso professare la mia fede, senza paura. Anche perché, a volte, l’unica difficoltà che incontriamo è quella di non riuscire a trasmettere la nostra gioia di essere cristiani agli altri, spe-cie ai nostri coetanei. E nonostante le lingue, le culture e i modi di fare sia-no diversi dai nostri, siamo tutti sotto lo stesso cielo e amiamo lo stesso Dio, e Lui ama tutti noi allo stesso modo, in Italia, Mongolia o Libano.

Giovanna Cascio

La IX edizione dell’Agorà dei giovani del Mediterraneo,

svoltasi tra Loreto e Macerata nel mese di settembre, è stata incentrata sulla figura di padre Matteo Ricci, testimone del-l’inculturazione della fede, di cui ricorre il quarto centenario della morte. In quei giorni 120 giovani, pro-venienti da 24 paesi del Medi-terraneo e 9 dell’Asia, si sono

incontrati per confron-tarsi sulla grande sfida del rapporto tra cultura e fede. La linea guida dell’Agorà, rifacendosi alla fecondità del mes-saggio evangelico, è quello di essere “sale della terra e luce del mondo”. Sale della terra per dare sapore ad una società insipida e priva di assiologie forti; luce del mondo invece, per rischiarare le tenebre ed illuminare, tramite l’amore di Cristo, co-loro che ci circondano. L’atmosfera creatasi in questa esperienza è stata di grande frater-nità, basata sul rispetto della persona e sulla di-sponibilità nei confron-ti dell’altro.

Le celebrazioni eucaristiche, gli incontri formativi tenuti da vari illustri relatori, i mo-menti di socializzazione e di-vertimento, sono serviti per accrescere, in noi, sempre più, l’entusiasmo che possa servire a renderci testimoni, nella no-stra Diocesi, di quest’esperien-za a dir poco meravigliosa.

Alessio Cona

Finita la scuola, svolti gli ultimi esa-mi, i giovani sono finalmente liberi

di scegliere come trascorrere quei po-chi giorni antecedenti l’inizio delle le-zioni. Le alternative sono tante, ma alla fine si pensa ad un’unica cosa: la tanto desiderata e trasgressiva gita all’estero. Non conta la città, sia essa Malta, Ibiza o Barcellona, l’importante è che si vada lontano da casa in un posto affollato e pieno di discoteche. Tuttavia non tutti la pensano in questo modo. Ciò lo pro-vano le numerose adesioni alla propo-sta lanciata dalla Pastorale Giovanile: un campo estivo della durata di 5 giorni ad Erice, in una casa priva di TV e di collegamento ad internet, concessaci in autogestione. E’ bene ricordare che l’of-ferta è stata pubblicizzata in tutti i paesi della diocesi, gran parte dei quali è stata degnamente rappresentata dai propri giovani, che, come nel caso di Pantel-leria, non si sono fatti intimorire dalle

numerose e fatico-se ore di viaggio. Considerato ciò, viene spontaneo interrogarsi su cosa abbia spinto questi ragazzi a rinunciare al “wee-kend prima di ferragosto” per partecipare ad un’esperienza tanto in-vitante quanto misteriosa, (si era a co-noscenza solo del “giorno e dell’ora” di partenza e di ritorno). Molti, fra cui an-che io, hanno aderito poiché si comple-tava un cammino cominciato dieci mesi prima con l’ingresso nell’Azione Catto-lica. Altri perché erano semplicemente curiosi. Altri ancora perché cercavano delle risposte che Facebook e Youtube non sono in grado di dare. Tante perso-ne, tutte diverse fra loro, con una cosa in comune: la fede o, per lo meno, la ri-cerca della fede in Dio. Un Dio che ci ha

accompagnati in ogni momento, dalle pulizie dei bagni ai divertentissimi gio-chi d’acqua, dai momenti di riflessione a quelli di condivisione. Un Dio che si è fatto testimonianza, basti pensare al giudice Greco, alla psicologa Lisma e al sindaco Pompeo, i quali hanno rac-contato la loro esperienza di fede e il modo in cui riescono a coniugare essa con la vita lavorativa. Incontri, questi, che, assieme alle attività formative svol-te durante i cinque giorni, ci hanno in-segnato e mostrato un concetto oramai desueto: la “Gratuità”.

Nicolò Russo

Erice: l’ “Ibiza” dei giovani della Diocesil’esperienza estiva per un gruppo

di universitari

Anche quest’anno la Pastorale Giovanile diocesana ha pro-posto ai giovani della diocesi, dai 14 ai 17 anni, un’esperien-

za estiva in alternativa al solito tran tran della vita quotidiana. Trentotto giovani si sono ritrovati nella splendida location della casa S. Antonio di Erice per trascorrere cinque giorni lontano dai soliti amici, dall’alcool, dal fumo, dalle serate in discoteca, dai sabato sera offerti dalle nostre città; lontano, insomma, dai consueti divertimenti a cui i nostri ragazzi fanno ricorso. Ed è stato proprio il divertimento il tema del campo su cui si è riflet-tuto attraverso attività ludiche e non.Fin dal primo giorno, è stato recepito da tutti l’invito a mettersi in gioco, dicendo sempre la verità. La prima attività del campo, dopo la presentazione e la divisione in quattro gruppi, ha avu-to lo scopo di dare una definizione di divertimento, attraverso quattro postazioni in cui si potevano svolgere diverse attività, dal sudoku alle carte, dal cruciverba alla lettura di un giornale.Ha concluso la giornata una gara di karaoke che ha forgiato le ugole dei partecipanti creando un po’ di imbarazzo tra gli ani-matori.La mattina seguente i ragazzi sono stati guidati a capire il mo-tivo che li spinge ad eccedere nel divertimento. Dopo la visione di spezzoni di film, in coppia, hanno raccontato alcune espe-rienze in cui hanno ecceduto e le ragioni che li hanno spinti a farlo. Ha concluso la mattinata l’emozionante testimonianza di

due ex-tossicodipendenti.La giornata si è poi sviluppata attraverso gli immancabili gio-chi d’acqua, la celebrazione eucaristica e un gioco notturno nei pressi della casa che ci ospitava.Con l’attività del terzo giorno i ragazzi sono stati invitati a met-tere in evidenza i propri difetti con autoironia, creando una ca-ricatura di se stessi. Tutti hanno mostrato coraggio riuscendo ad aprirsi totalmente superando l’imbarazzo e la vergogna che spesso li blocca. Questa attività ha creato una forte unione e amicizia all’interno dei vari gruppi.Dopo pranzo, sono stati chiamati a dipingere il proprio corpo, scegliendo come tema un cartone animato. Lascio alla vostra

immaginazione il clima di ilarità che si è venuto a creare in quel caldo pomeriggio ericino.Il quarto giorno, i partecipanti, ancora stanchi della passeggiata serale per le splendide viuzze di Erice, si sono esibiti in esilaran-ti scenette in cui dovevano simulare la vicenda di un ragazzo che, durante il pranzo, comunica ai genitori la decisione di en-trare in seminario. L’obiettivo era quello di far capire che, anche quando si prendono decisioni importanti per la propria vita, il divertimento rimane. A sostegno di ciò, la toccante testimo-nianza di Mario, un giovane missionario, attivo ‘servo di Dio’. Nel pomeriggio, dopo un breve momento di gioco, si è svolta la partecipata liturgia penitenziale, che ha permesso ai ragazzi di riflettere sul senso della loro vita.L’ultimo giorno, prima dei saluti, i ragazzi sono stati guidati a stilare un decalogo con alcune norme di comportamento, una sorta di ‘mappa del divertimento’, firmato e sottoscritto da ogni singolo componente dei gruppi.Sono stati cinque giorni densi di attività e di riflessione. I ragaz-zi attenti e partecipi, sono rimasti entusiasti dell’esperienza vis-suta. Se poi hanno compreso che ci si può divertire senza ne-cessariamente fare ricorso ad alcun tipo di eccesso, l’obiettivo è stato pienamente raggiunto e ci ripaga per la fatica.

Matteo Ingargiola

LO SBALLO NON TI-FARECronistoria di un campo estivodavvero.......divertente!

ORARI SPORTELLI PROGETTO POLICORO

Mazara del Vallo: Mercoledì ore 15.00-19.00 / Venerdì ore 09.00-13.00Piazza della Repubblica, 10 - tel. 0923.902738 - cell. 348.0681140Castelvetrano: Lunedì ore 15.00-18.00 Sistema delle Piazze, ex Colleggio di Maria - cell. 348.0681140

Agorà dei giovani del MediterraneoPastorale Giovanile

� 1 Ottobre 2010

Il Movimento per la Vita di Marsala sta organizzando un seminario su “Prender-

si cura della vita”. Il corso è aperto a quanti desiderano approfondire le tematiche che riguardano la dignità, il valore e la difesa della vita umana.10 gli incontri previsti che si svolgeranno, a cadenza mensile, presso il Centro Socia-le di Sappusi in Via G. Falcone a Marsala. Il Movimento per la Vita nasce a Marsala con l’obiettivo di “un generale rinnovamento della società e, a tale fine, considera il di-ritto alla vita come prima espressione della dignità umana, fondamento di ogni diritto dell’uomo, garanzia di una corretta defini-zione e promozione della libertà, dei dirit-ti naturali, della democrazia e della pace - spiega il presidente Vittore Saladino - Tra le finalità della nostra Associazione assume rilievo quella educativa che vuole favorire, soprattutto per i giovani, la formazione di una mentalità rispettosa della dignità della vita umana in ogni sua fase. Per raggiun-gere tale obiettivo abbiamo organizzato un seminario di sensibilizzazione su attuali e fondamentali argomenti inerenti la promo-zione e la difesa della vita umana, la sua di-

gnità e i suoi diritti”.Questi i temi che saranno affrontati duran-te il corso:•1. La “fondamentalità” del valore vita•2. La vita e l’etica - Per una riflessione

bioetica sulla “fondamentalità” del valore vita

•3. LA VITA E IL CONTESTO CULTU-RALE ODIERNO - Gli elementi caratte-rizzanti il tempo attuale

•4. Interruzione volontaria di gravidanza, procreazione medicalmente assistita ed eutanasia – Aspetti Giuridici

•5. Tra la difesa della vita e la libertà della morte - Aspetti giuridici dell’ Eutanasia

•6. FONDAMENTI BIBLICI DELLA BIOETICA

•7. Concezione teologica della vita•8. COME PRENDERSI CURA DELLA

VITA - Testimonianze, proposte e consi-gli pratici

•9. Lavorare in rete al servizio della perso-na - Tavola rotonda tra i responsabili dei servizi sociali e le associazioni di volonta-riato

•10. IL MOVIMENTO PER LA VITA - Obiettivi e finalità

“PRENDERSI CURA DELLA VITA”Aspetti etici, giuridici, teologici e pratici

Seminario informativo

Giovedì 14 ottobre 2010 - ore 19.00LA “FONDAMENTALITÀ” DEL VALORE VITAIntroduzione al corsoVittore Saladino, Prof. Paolo Mirabile

Giovedì 28 ottobre 2010 - ore 19.00LA VITA E L’ETICAPer una riflessione bioetica sulla “fondamentalità”del valore vitaProf. Paolo Mirabile

Giovedì 11 novembre 2010 - ore 19.00LA VITA E IL CONTESTO CULTURALE ODIERNOGli elementi caratterizzanti il tempo attualeDott. Vincenzo Savatteri

Giovedì 9 dicembre 2010 - ore 19.00INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA e PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA Aspetti giuridiciAvv. Manuela Linares

Giovedì 13 gennaio 2011 - ore 19.00TRA LA DIFESA DELLA VITA E LA LIBERTÀ DELLA MORTE - Aspetti giuridici dell’eutanasiaAvv. Domenico Giacalone

Giovedì 27 gennaio 2011 - ore 19.00FONDAMENTI BIBLICI DELLA BIOETICADon Nicola Patti

Domenica 6 febbraio 2011 - ore 16.00(33a giornata per la vita)CONCEZIONE TEOLOGICA DELLA VITA- La vita: dimensione escatologica Don Vincenzo Greco- La vita: dono e responsabilità Don Vito Impellizzeri

Giovedì 10 marzo 2011 - ore 19.00COME PRENDERSI CURA DELLA VITATestimonianze, proposte e consigli praticiVolontari dei CAV di Mazara del Vallo e Castelvetrano

Giovedì 7 aprile 2011 - ore 19.00LAVORARE IN RETE AL SERVIZIO DELLA PERSONATavola rotonda tra i responsabili dei servizi socialie le associazioni di volontariato

Giovedì 12 maggio 2011 - ore 19.00IL MOVIMENTO PER LA VITAObiettivi e finalitàProf.ssa Pina Petralia, Presidente federazione regioneSicilia dei movimenti e dei centri di aiuto alla vita

Per iscriversi o per ricevere ulteriori informazioniNumero telefonico: 335.5811924 / 329.6170781 - E-mail: [email protected]

Blog: mpv-marsala.blogspot.com - Facebook: Gruppo “Movimento per la Vita – Marsala”

Il corso è gratuito ed è aperto a quanti desiderano approfondire le tematiche che riguardano la dignità, il valore e la difesa della vita umana

L’ASSOCIAZIONEMOVIMENTO PER LA VITA di MARSALA

organizza:

Gli incontri si terranno presso il Centro Sociale di Sappusi in Via G. Falcone a Marsala

Evento organizzato grazie al contributo di:

C/da Pastorella - MarsalaIstituto di Vigilanza Privata1° Distretto - Via Nino Bixio, 9/11 - 91025 Marsala (TP)Sala Operativa Tel. 0923.759944 / 757488 Fax 722503

[email protected]

MARSALA‘PRENDERSI CURA DELLA VITA’Seminario informativo organizzato dal Movimento per la Vita

Per iscriversi o per ricevere ulteriori informazioni:Cellulare: 335.5811924 – 3296170781 - E-mail: [email protected] Siciliano

Fango, fango e ancora fango. Schizza da tutti gli angoli di Roma e da tutte

le piazze d’Italia. E i produttori accusano le vittime e le vittime rischiano di trasfor-marsi in produttori. Piazza Montecitorio sembra ormai impossibile da attraversare per l’immondizia che tutti depositano e Palazzo Chigi viene accusato di essere la fabbrica ideale ed interessata per produr-re ancora più fango. Ma alla fine di questa intensa attività produttiva nella quale i servizi segreti deviati trovano sempre una loro collocazione che cosa resterà per gli

italiani? Macerie, solo macerie destinate a produrre ulteriore disaffezione dalla vita politica di gran parte dei cittadini onesti che temono di infangarsi soltanto a par-larne. Soprattutto i giovani, e soprattutto quelli che provengono da un mondo nei quali sono abituati a dare grande peso ai valori morali. Il presidente della Cei, An-gelo Bagnasco, nei giorni scorsi invitava i giovani cattolici ad entrare nel complesso mondo della politica. Credo che per un giovane ci vuole veramente coraggio ad in-camminarsi su una strada che è già piena di traffichini, leccapiedi, portaborse ben lieti che “i moralisti” se ne stanno alla lar-ga pena la riduzione del loro potere.Lo scontro tra massime cariche istituzio-

nali, Berlusconi e Fini, rischia di allargarsi ulteriormente perché i due ormai lavorano per eliminarsi politicamente, e con i po-tenti mezzi, privati e pubblici, che il pre-sidente del Consiglio ha a sua completa disposizione tutto lascia pensare che non si risparmierà in nulla soprattutto se co-mincia a realizzare che politicamente non conta più niente e che molti ambienti pro-duttivi e culturali italiani lo considerano ormai un residuo da mandare in cantina.Ma certi personaggi potenti diventano pe-ricolosi dinanzi alla concreta prospettiva di perdere il potere che hanno gestito ad personam beneficando schiavi e schiavetti. Chi si preoccupa dell’Italia e dei proble-mi degli italiani sempre più poveri, con i

giovani che non riescono a trovare lavoro (nel Sud il 40 per cento!), con le grandi im-prese a capitale pubblico che tagliano la manodopera e con molte di quelle private che chiudono i battenti riducen-do famiglie alla miseria? A domande come queste nessuno risponde, anche se da un po’ di tempo si ha il pudore di non imbrogliare gli italiani dicendo che le cose da noi vanno meglio che altrove ed abbiamo arginato la crisi. La più grande fabbrica rimasta in piedi è quella del fan-go… troppo poco ed umiliante perché chi di fango colpisce di fango perisce!

Vincenzo Noto

LA MACCHINA DEL FANGO IN PIENA ATTIVITÀ

Attualità Sociale e Religiosa

Giorno 8 settembre nella chiesa Sant’Antonino

in Palermo noi novizi della Provincia dei Frati Mino-ri di Sicilia: fra’ Giacomo Sciumè di Favara, fra’ An-drea Marino di Marsala, fra’ Salvatore Lucchesi di Acicatena e fra’ Benedetto Amodeo di Messina, dopo un anno di noviziato a Fon-tecolombo, presso Rieti, abbiamo emesso la nostra professione temporanea nelle mani del Ministro provinciale, fra’ Giuseppe Noto, impegnandoci a vi-vere in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità.Durante l’anno di novizia-to, attraverso lo studio della Regola dei Frati Minori, de-gli altri scritti di san Fran-cesco d’Assisi, delle Fonti Francescane, della storia dell’Ordine nonché degli statuti generali e partico-lari, abbiamo avuto modo di sperimentare la forma di vita del Serafico Padre e abbiamo cercato di lasciar-ci formare mente e cuore

secondo il suo spirito.Adesso noi professi tem-poranei andremo nella casa di Post-noviziato, a Messina, dove perfezio-neremo la nostra forma-zione attraverso lo studio filosofico e teologico per poter condurre a pieno la vita propria dell’Ordine, realizzandone meglio la missione e per poter di-scernere più consapevol-mente e responsabilmen-te il dono della vocazione religiosa.

Professione temporaneaUn marsalese nell’ordine dei frati minori

Per questa ragione, l’Arcivescovo di Genova ha proposto di “rivisitare l’intera attività pastorale ordinaria, assegnandole un più ampio respiro missionario”.In questo contesto il Cardinale Bagnasco ha salutato con entusiasmo la creazione del Pon-tificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione come strumento efficace per contrastare la secolarizzazione e riportare la “questione Dio” al centro del dibattito pubbli-co.Per compiere questa missione il porporato ha indicato la necessità che i sacerdoti si ritrovino e respingano le tentazioni di clericalismo.Il presidente della CEI ha ribadito che “il sacer-dote deve arrivare all’identificazione di sé con l’”io” di Cristo e per questo ha citato il Papa quando propone di “vivere l’Eucaristia nel suo senso originario, nella sua vera profondità”; come epicentro ed evento fontale, come “scuo-la di vita” e “sicura protezione contro ogni ten-tazione di clericalismo”.In merito alla situazione del Paese e del popo-lo italiano, il Cardinale Bagnasco ha respinto l’influsso di una “corrente di drammatizzazione mediatica, che sembra dedita alla rappresenta-zione di un Paese ciclicamente depresso” per-chè “finisce per condizionare l’umore generale e la considerazione di sé”.“Dovremmo invece – ha sottolineato - esse-re stabilmente capaci della giusta auto-stima, senza cesure o catastrofismi, esattamente così come si è ogni giorno dedicati al lavoro che dà sostentamento alla propria famiglia”.“Il Paese – ha aggiunto - non può attardarsi: povero di risorse prime, più di altri deve far conto sull’efficienza del sistema e su una sem-pre più marcata valorizzazione delle risorse umane”.Tuttavia, ha anche denunciato che “se si ritar-dano le decisioni vitali, se non si accoglie in-tegralmente la vita, se si rinviano senza giusto motivo scadenze di ordinamento, se si contri-

buisce ad apparati ridondanti, se si lasciano in vigore norme non solo superate ma dannose, se si eludono con malizia i sistemi di controllo, se si falcidia con mezzi impropri il concorren-te, se non si pagano le tasse, se si disprezza il merito… si è nel torto, si cade nell’ingiustizia”.“Ma lo scopo di ogni partecipazione politica – ha continuato il porporato – è proprio la giu-stizia, e per questo occorre produrre lo sforzo necessario – cui la Chiesa non mancherà mo-ralmente di contribuire – per superare la logica del favoritismo, della non trasparenza, del tor-naconto”.Per questi motivi, l’Arcivescovo di Genova ha lanciato un appello “come Vescovi, - ha detto - sentiamo di dover esprimere stima e inco-raggiare quanti si battono con abnegazione in politica; facciamo pressione perché si sappiano coinvolgere i giovani, pur se ciò significa circo-scrivere ambizioni di chi già vi opera”.“Ai cattolici con doti di mente e di cuore – ha continuato - diciamo di buttarsi nell’agone, di investire il loro patrimonio di credibilità, per rendere più credibile tutta la politica”.Dopo aver precisato di lasciare ai competenti il compito di definire i modi di ingaggio e le rego-le proprie della convivenza, il presidente della CEI ha rilevato che ai Vescovi tocca segnalare come “una ‘città’ la si costruisca tutti insieme, dall’alto e dal basso, in una sfida che non sco-va alibi nella diserzione altrui. Le maturazioni generali hanno bisogno di avanguardie: ognu-no deve interrogarsi se è chiamato a un simile compito”.Il Cardinale Bagnasco ha concluso affermando che il cuore, il motore di quanto la CEI propo-ne è “l’ideale del bene comune”, ed ha ricordato un sogno affinché “possa sorgere una genera-zione nuova di italiani e di cattolici che sen-tono la cosa pubblica come fatto importante e decisivo, che credono fermamente nella politi-ca come forma di carità autentica perché volta a segnare il destino di tutti”.

Scuola di Comunità di Comunione e LiberazioneIn video conferenza da Milano con Don J. Carron

La Scuola di Comunità di Comunione e Libe-

razione anche quest’anno si farà in video conferenza da Milano con Don J. Car-ron, ogni quindici giorni il mercoledì con inizio alle ore 21.30.

Le Comunità di Mazara del Vallo, Castelvetrano e Marsala si riuniranno per seguire le video conferen-ze presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile (Via Porta SS. Salvatore, 2) a Mazara del Vallo. Si preve-dono 17 incontri a partire

dal 6 ottobre 2010 fino al 22 giugno 2011 secondo il seguente calendario fino a dicembre:6 ottobre 2010; 20 ottobre 2010; 3 novembre 2010; 17 novembre 2010; 1 dicembre 2010; 15 dicembre 2010.A partire da gennaio il testo di riferimento sarà “Il Senso Religioso” di Don Giussani”. Sul sito di CL sarà possibile trovare gli appunti dei vari incontri.Tutti sono invitati a parte-cipare.

Enza Sancetta

Julián Carrón, Presidente Fraternità di Comunione e Liberazione

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La cosa pubblica, un “fatto importante e decisivo”

Membro della Federazione Italiana Settimanali Cattolici

Proprietà: Diocesi di Mazara del ValloEditore: Associaz. Culturale Orizzonti Mediterranei

Piazza della Repubblica, 6 - 91026 Mazara del Vallo (TP)Tel. 0923 902737 – 338.2372766 – fax 0923 941108

E-mail: [email protected]. Tribunale Marsala n. 140/7 - 2003

Direttore responsabileDon Francesco Fiorino

reDazione:Vittore Saladino (Segretario),

Nicolò Marino, Rosanna Asaro,Franco Puccio, don Giuseppe Ivan Undari,don Vincenzo Noto, Padre Adriano Titone

impaginazione e grafica:Vittore Saladino - Piero Gancitano

stampa:Officine grafiche Rallo

Via San Domenico Savio, 20/A - Mazara del Vallo

Periodico di informazione della Diocesi di Mazara del Vallo