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conduzione dipartimento di energetica 1 CONDUZIONE/Introduzione indipendentemente dal meccanismo di base, la teoria analitica della conduzione fa riferimento ad un MEZZO CONTINUO senza tener conto della sua struttura molecolare in un mezzo continuo, il luogo dei punti ad ugual temperatura individua, in un dato istante, una SUPERFICIE ISOTERMA lo studio del fenomeno richiede quindi la conoscenza del CAMPO DI TEMPERATURA all’interno del corpo il meccanismo che controlla la propagazione è diverso a seconda della struttura fisica del corpo la conduzione si manifesta solo quando esistono Δ T tra diversi punti di un corpo la CONDUZIONE DI CALORE è un fenomeno di propagazione dell’energia per contatto diretto delle particelle di un corpo T= ƒ (x,y,z, θ ) le superfici isoterme non si intersecano in quanto nessun punto può essere simultaneamente a temperature diverse 30/12/99

CONDUZIONE/Introduzione - fairfild.com · come funzione della sola x equazione di LAPLACE 30/12/99. conduzione ... all’aumentare dello spessore, il flusso termico aumenti anziché

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conduzione

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1 CONDUZIONE/Introduzione

indipendentemente dal meccanismo di base, la teoria analitica della conduzione fa

riferimento ad un MEZZO CONTINUO senza tener conto della sua struttura molecolare

in un mezzo continuo, il luogo dei punti ad ugual temperatura

individua, in un dato istante, una SUPERFICIE ISOTERMA

lo studio del fenomeno richiede quindi la conoscenza del

CAMPO DI TEMPERATURAall’interno del corpo

il meccanismo che controlla la propagazione è

diverso a seconda della struttura fisica del corpo

la conduzione si manifesta solo quando

esistonoΔT

tra diversi punti di un corpo

laCONDUZIONE DI CALORE è un fenomeno di propagazione

dell’energia per contatto diretto delle particelle di un corpo

T=ƒ(x,y,z,θ)

le superfici isoterme non si intersecano in quanto nessun

punto può essere simultaneamente a temperature diverse

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conduzione

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2 Introduzione/2 l’intersezione di un PIANO con una superficie isoterma

determina in quel piano l’insieme delle CURVE

ISOTERME

il gradiente di temperatura causa il flusso termico (specifico, cioè riferito

all’area unitaria) in un mezzo soggetto a conduzione, da cui

T=cost

T+ΔT

T−ΔT

il gradiente è un VETTORE perpendicolare all’isoterma che passa per il punto considerato, con verso orientato nel senso delle temperature crescenti

forma generale della LEGGE DI FOURIER

(Postulato)

il maggior per unità di lunghezza ha luogo lungo la NORMALE all’ISOTERMA

ed è il GRADIENTE della temperatura

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90°

conduzione

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3 Introduzione/3

il modulo del flusso termico è dato da:

nel caso di mezzi ANISOTROPI il vettore flusso termico non è necessariamente parallelo al gradiente di temperatura e quindi il flusso termico non è normale alle superfici isoterme

T=cost

T+ΔT

T−ΔT

la legge di Fourier nelle forme viste è valida per

la conducibilità termica dei mezzi anisotropi (es. strutture fibrose come il legno) manifesta variazioni direzionali

SOLIDI ISOTROPIl’abilità del materiale a condurre calore dipende dalla posizione nel

materiale (NON OMOGENEO), ma, per una data posizione, non

dipende dalla direzione

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90

conduzione

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4 Conducibilità termica

la conducibilità (o CONDUTTIVITA’)

termica è una proprietà delle

sostanze e in generale dipende anche dalla

pressione e, soprattutto, dalla

temperatura

la conducibilità termica è di solito determinata per via sperimentale secondo diversi metodi, molti dei quali sono basati sulla misura del flusso termico e del gradiente di temperatura

cond

ucib

ilità

term

ica

[W/m

.K]

diamanti

argento rame

oroalluminio

ossido di alluminioferro

vetro piroceramico

platinotungsteno

quarzo fuso limpido

tetracloruro di carbonio

elioacqua

vaporearia

argon

10000

1000

100

10

1

0.1

0.01200 400 600 800 1000 1200 1400

temperatura [K]

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l’equazione generale della conduzione si semplifica nella:

si consideri una lastra piana le cui dimensioni lungo y e z tendano a ∞

Conduzione in regime stazionario

SIMMETRIA PIANA

SENZA generazione interna di calore

ipotesi di lavoro

solido isotropo ed omogeneo

conduzione monodimensionale

regime stazionario

T

0

T2

T1

Lx

in questo caso la temperatura può essere considerata come funzione della sola x

equazione di LAPLACE

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conduzione

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condizioni al contorno di 1° tipo

equazione differenziale del secondo ordine

Conduzione in regime stazionario/2

T

0

T2

T1

Lx

richiede 2 condizioni al contorno

•T=T1 per x=0 •T=T2 per x=L

integrando due volte si ha:

le costanti si determinano con l’ausilio delle condizioni al contorno:

quindi il campo di temperatura della lastra sarà del tipo:

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la potenza termica scambiata varrà:

Conduzione in regime stazionario/3

T

0

T2

T1

Lx

si ottiene lo stesso risultato integrando l’equazione di Fourier

la

può essere anche scritta come:

avendo posto:

essendo costanti: l’area frontale della lastra, A,la conducibilità termica, k,

e la differenza di temperatura, (T1-T2), sarà costante anche la potenza termica trasmessa

CONDUTTANZA conduttiva[W.K-1]

RESISTENZA conduttiva[K.W-1]

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allo stesso modo è immediato estenderel’ANALOGIA ELETTRICA ai casi in cui le

RESISTENZE termiche siano più di unae siano disposte tra di loro in

SERIE o in PARALLELO

Conduzione in regime stazionario/4

CONDUTTANZA conduttiva [W.K-1]

RESISTENZA conduttiva [K.W-1]

è immediato notare l’analogia con la LEGGE DI OHM

con resistenze inPARALLELO

T

0T2

T1

Lx

R

con resistenze inSERIE

R

T1 T2

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k1=0.025 [W.m-1.K-1]

k1=0.15 [W.m-1.K-1]

Conduzione in regime stazionario/5l’andamento della temperatura all’interno della lastra è di tipo lineare

sono fissati

q1=6 [W.m-2].

q1=3 [W.m-2].

q=6 [W.m-2].

k=0.025 [W.m-1.K-1]

sono fissati

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10

altrimenti siavrebbe accumulo di energia

Conduzione in regime stazionario/6il caso tipico di più resistenze in serie è costituito dalla lastra piana indefinita multistrato

x

T

T0

0

T1

T3

L2

T2

L1 L3

in regime stazionario il calore che attraversa ciascuno strato è lo stesso

T0 T3

T1 T2R1 R2 R3

sommando membro a membro

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conduzione

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11 Conduzione in regime stazionario/7

x

T

T0

0

T1

T3

L2

T2

L1 L3

T0 T3

T1 T2R1 R2 R3

all’interfaccia tra due lastre, per la continuità del flusso, è:

i gradienti sono correlati alla conducibilità: dovendo essere

il prodotto costante, se la conducibilità aumenta, il

gradiente sarà minore

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conduzione

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12 Conduzione in regime stazionario/8

in x=0

condizioni al contorno di 3° tipo

T1

T

0L

x

T=T1 per x=0

si applicano le condizioni al contorno all’integrale generale

e quindi

in x=L

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nel caso, assai comune nella tecnica, di una parete che si possa assimilare ad una lastra piana indefinita (trascurabili gli effetti di

bordo) e che divida due regioni fluide di cui si conosce la temperatura, tf1 e tf2, si avrà

Conduzione in regime stazionario/9

il concetto di CONDUTTANZA e RESISTENZA termiche può essere esteso anche allo scambio tra superficie e fluido o, più in generale, tra superficie ed ambiente circostante

RESISTENZA CONVETTIVA

T1

T

0L x

T2

Tf2

Tf1

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se i due fluidi sono a temperatura diversa c’è scambio di potenza termica

Conduzione in regime stazionario/16

è comune nella tecnica il caso in cui un fluido scorra all’interno di un condotto e un altro fluido scorra all’esterno del condotto

SIMMETRIA CILINDRICA

SENZA generazione interna di calore

T2

T1

0 r

r1

r2

T

r1

r2

si consideri un cilindro cavo la cui lunghezza tenda a ∞ consuperficie estremeisoterme

il campo di temperatura può essere considerato monodimensionale e funzione del solo raggio r

equazione di Laplace in coordinate cilindriche

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15 Conduzione in regime stazionario/17

T2

T1

0 r

r1

r2

T

equazione di Laplace in coordinate cilindriche

riepilogo ipotesi di lavoro

solido isotropo ed omogeneo

conduzione monodimensionale

regime stazionario

condizioni al contorno di 1° tipo •T=T1 per r=r1 •T=T2 per r=r2

se si pone: si avrà

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16

il gradiente della temperatura va diminuendo perché nello spostarsi dall’interno della lastra verso l’esterno, l’area della superficie va

crescendo e quindi il gradiente deve diminuire

Conduzione in regime stazionario/18applicando le condizioni al contorno

sottraendo membro a membro T2

T1

0 r

r1

r2

T30/12/99

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17

RESISTENZA TERMICARcond

[K.W-1]

Conduzione in regime stazionario/19il calore scambiato vale

T2

T1

0 r

r1

r2

T

è possibile porre la resistenza in una forma diversa:

stessa forma della lastra piana

L

A

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18 Conduzione in regime stazionario/20

rm è la media logaritmica dei due raggi estremi

r1

r2 r3

Ti

T2T3

Te

T1

T

r

caso di due cilindri coassiali di materiale differente

all’interno scorre un fluido avente conduttanza superficiale unitaria, hi e temperatura Tianalogamente all’esterno con he e Te

Ti

T1 T2Ri R1 R2 ReT3

Te

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19 Conduzione in regime stazionario/21

r1

r2 r3

Ti

T2T3

Te

T1

T

r

Ti

T1 T2Ri R1 R2 ReT3

Te

[W.m-2.K-1] [W.K-1]

U→CONDUTTANZA GLOBALE UNITARIA

va precisato rispetto a quale superficie (perché è variabile)

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20

raggio critico di isolamento

quando si isolano tubi o cilindri DI PICCOLO DIAMETRO l’aumento dello spessore dell’isolante non porta vantaggi reali oltre un certo limite

può anzi accadere che, all’aumentare dello spessore, il flusso termico aumenti anziché diminuire, a causa dell’aumento della superficie esterna

r1

r

T1Tf

Conduzione in regime stazionario/24

fissati: risulta che,

all’aumentare di r aumenta logaritmicamente con r/r1Rcond

diminuisce iperbolicamenteRconv

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conduzione

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21

il valore che rende minima la Rtot è il cosiddetto

RAGGIO CRITICO DI ISOLAMENTO

aumenta logaritmicamente Rcond

diminuisce iperbolicamenteRconv

Conduzione in regime stazionario/25

in rcrit è massimo a parità di

rcrit si trova per e poi verificando che sia

è massimo a parità di

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se infatti è l’adozione dell’isolante comporta comunque un aumento della resistenza termica, mentre se l’aggiunta di spessore di isolante riduce la Rtot a meno di aumentare lo spessore oltre r2

Conduzione in regime stazionario/26una volta determinato rcrit va verificato che sia

porre rcrit> r1 significaporre

numero di BIOT

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23 CONVEZIONE nel caso dei fluidi oltre al moto microscopico delle molecole c’è di solito un moto macroscopico di

tutta la massa del fluidolo scambio termico

complessivo è dovuto quindi

alla sovrapposizione

di

trasporto di energia interna a livello molecolare

+

trasporto di energia dovuto al moto della massa di fluido

un fluido scorre lungo una superficie solida avente temperatura differente w∞

T1Tf

T1 >Tf

il ΔT causa un flusso termico, valutabile con la:

legge di NEWTON

CONDUTTANZA UNITARIA PER CONVEZIONE, o COEFFICIENTE UNITARIO DI SCAMBIO TERMICO CONVETTIVO

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conduzione

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24 Introduzione/2

il campo di moto

w∞T1Tf

T1 >TfLEGGE DI NEWTON

le proprietà termofisiche del fluido (viscosità dinamica, conducibilità termica, densità, calore specifico)

l’esperienza mostra che hc è legato in modo anche complesso a numerose variabili:

la geometria e la rugosità della superficie

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i fluidi in moto sono soggetti, oltre che alle forze di pressione, gravità ed inerzia, anche a forze di tipo VISCOSO

Viscosità

gli sforzi tangenziali si trasmettono a tutto il fluido creando un profilo di velocità

le forze viscose sono azioni tangenzialiche si sviluppano quandoun fluido ha una velocitàrelativa rispetto alle pareti

parete fissa

parete mobile

h

y

x

u1

u

F

giacenti nel piano in cui agiscono

in queste condizioni la parete risente di una forza di attrito nel senso del moto, mentre il fluido risente di una forza uguale e contraria

sulla parete il fluido ha la stessa

velocità della parete stessa

(condizione di non slittamento)

l’intensità delle forze di attrito dipende

1 dai moti relativi entro il fluido

2 da una proprietà fisica caratteristica, che esprime l’attitudine intrinseca del fluido a produrre azioni di attrito interno

VISCOSITA’dinamica

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conduzione

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26

l’esperienza mostra che, per una classe vastissima di fluidi, lo sforzo di taglio è proporzionale al

gradiente di velocità

F→ forza di trascinamento(uguale e contraria alla forza di attrito)

Viscosità/2

FLUIDI NEWTONIANI

parete fissa

parete mobile

h

y

x

u1

u

F

la costante di proporzionalità prende il nome di VISCOSITA’ DINAMICA

µ

sforzo di taglio =forza di attrito

area della parete

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conduzione

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27 Viscosità/3

LIQUIDI

VISCOSITA’ CINEMATICA

µ

indipendente dalla pressione, aumenta al diminuire di T

GASindipendente dalla pressione (solo in prima approssimazione), aumenta con T

fluidi pastosipolimeri complessi

FLUIDI NON-NEWTONIANI

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Viscosità dinamica

conduzione

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a

28 Regimi di moto

inchiostro colorato dello stesso peso specifico dell’acqua è iniettato nella sezione di ingresso del condotto

il fumo di sigaretta sale secondo un pennacchio ordinato per i primi centimetri, per poi iniziare una casuale fluttuazione in tutte le direzioni

l’ESPERIENZA DI REYNOLDS chiarisce il concetto

flussoturbolento

flussolaminare

per piccole velocità il campo di moto è puramente assiale: la velocità è, in ciascuna sezione, costante su superfici cilindriche coassiali

si ipotizza che il moto relativo tra fluido e parete sia tale che non vi sia scorrimento, che avvenga per lamine

FLUSSO LAMINARE

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conduzione

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29 Regimi di moto/2

all’aumentare della portata si raggiunge un regime di moto nel quale si attenua la regolarità del campo di velocità

aumentando ulteriormente la portata si determina, nelle sezioni finali del condotto, La completa dispersione della traccia di inchiostro che tende a colorare uniformemente l’acqua

al moto assiale è ora sovrapposto un campo di rapide fluttuazioni radiali che determinano il mescolamento

FLUSSO LAMINARE

il filo colorato di inchiostro inizia a mescolarsi con l’acqua e la sua traccia, precedentemente ben definita, inizia a sfilacciarsi

REGIME DI TRANSIZIONE

FLUSSO TURBOLENTO

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conduzione

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a

30 Regimi di moto/3

in regime stazionario proprietà quali la velocità, la pressione e la temperatura hanno valori in un punto che non mutano con il tempo

il caotico rimescolamento prodotto da componenti di velocità trasversali provoca la continua variazione nel tempo dei valori delle proprietà in un punto

FLUSSO LAMINARE

REGIME DI TRANSIZIONE

FLUSSO TURBOLENTO

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conduzione

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31 Convezione naturale e forzata

convezione forzata

il moto del fluido è causato da agenti esterni (ventilatori, pompe, agenti atmosferici)

convezione naturale o libera

il moto, che avviene in un campo gravitazionale, è soltanto causato da forze di galleggiamento dovute a gradienti di densità, a loro volta indotti da un campo di temperatura non uniforme

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conduzione

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a

32 Il problema della convezione

l’analisi della trasmissione del calore per CONVEZIONE è, rispetto a quella condotta per la conduzione, resa più complessa dal ruolo primario che il moto del fluido gioca nella valutazione della potenza termica trasferita

per la complessità di uno studio organico, la trattazione sarà sintetica e qualitativa, avente come scopo principale il fornire uno strumento per il calcolo di

si adotterà un approccio deduttivo, introducendo per i casi particolari considerazioni che potranno poi essere generalizzate

30/12/99

conduzione

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a

33

hc indica il valore medio della conduttanza convettiva unitaria, che dipende da:

la lastra è investita da un flusso ad essa parallela

Convezione forzata, flusso esternosi consideri la semplice geometria della LASTRA PIANA

y

Ts

z

x

T∞

u∞

L

0

campi bidimensionali:il moto si ripete identicamente lungo z

y

x

Ts

T∞

u∞

01 proprietà termofisiche del fluido

2 velocità del fluido, u∞

3 geometria dell’interfaccia solido-liquido, L

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conduzione

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34

i valori delle proprietà termofisiche delle sostanze maggiormente impiegate nella tecnica sono tabellati, usualmente a pressione atmosferica, nei manuali

Convezione forzata, flusso esterno/2

y

x

Ts

T∞

u∞

0

attitudine del fluido al trasporto di potenza termica per conduzione

proprietà del mezzo che lega linearmente sforzo tangenziale e gradiente di velocità

4 viscosità dinamica

2 calore specifico,capacità termica specifica

3 conducibilità termica

1 densità

30/12/99proprietà termofisiche del fluido

conduzione

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ento

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etic

a

35

diffusività termica

Convezione forzata, flusso esterno/3

y

x

Ts

T∞

u∞

0

la relazione:hc=ƒ(L,u∞,ρ,c,k,µ)

può essere posta in forma adimensionale

Nu=ƒ(Re,Pr)

adimensionalizza hcnumero di NUSSELT

adimensionalizza u∞numero di REYNOLDS

può essere visto comeuna proprietà del fluido (è il prodotto di sole proprietà) e come tale è tabellabile in funzione di pressione e temperatura

numero di PRANDTL

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conduzione

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ento

di e

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etic

a

36

per conoscere Nu all’ascissa x occorre conoscere il campo di temperatura, che permette di valutare il numeratore, e poi rapportare il numeratore al ΔT di riferimento (Ts-T∞)/L

teorema della media

Convezione forzata, flusso esterno/4

y

x

Ts

T∞

u∞

0

Nu può essere correlato al campo di temperatura:

quanto maggiore è il gradiente di temperatura all’interfaccia, tanto maggiori sono hx e Nux

secondo il nostro approccio semplificato, invece, Nu verrà calcolato come relazione empirica o semiempirica in funzione di Re e Pr basata sull’indagine

sperimentale

30/12/99

conduzione

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di e

nerg

etic

a

37

il vantaggio di passare a correlazionitra gruppi adimensionali è evidente:i dati sperimentali sono correlati in funzione di3 variabiliinvece delle originarie 7,sempli-ficandoenormemente la loro presentazionenonché la pianificazione ed esecuzione degli esperimenti

Convezione forzata, flusso esterno/5

y

x

Ts

T∞

u∞

0

significato fisico di Re e Pr

hc=ƒ(L,u∞,ρ,c,k,µ)

Nu=ƒ(Re,Pr)

la viscosità cinematica esprime come si diffonde a livello molecolare la quantità di moto

a è la caratteristica del fluido a far diffondere la potenza termica per conduzione all’interno del sistema

30/12/99

conduzione

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38 Convezione forzata, flusso esterno/6

la viscosità cinematica esprime come si diffonde a livello molecolare la quantità di moto

a è la caratteristica del fluido a far diffondere la potenza termica per conduzione all’interno del sistema

il trasporto di energia termica e di quantità di moto sono confrontabili

GAS

il trasporto di quantità di moto è maggiore di quello di energia termica

LIQUIDI

il trasporto di energia termica è maggiore di quello di quantità di moto

METALLILIQUIDI

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conduzione

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a

39 Convezione forzata, flusso esterno/7

la viscosità richiamala presenza delle forze viscose

la densità richiama la presenza delle forze d’inerzia

MOTOLAMINARE nel REGIME LAMINARE le forze d’inerzia, che

causano instabilità e turbolenza, sono sopraffatte da quelle viscose;

il moto è ordinato ed il trasportodella quantità di moto e dell’energiatermica avviene su scala molecolare

Re → piccoloRe<Recr

MOTOTURBOLENTO nel REGIME TURBOLENTO le forze viscose

(stabilizzanti) sono sopraffatte da quelle d’inerzia; il moto è più o meno caotico e vi è

trasporto convettivo su scalamacroscopica, causato dai vortici

Re → grandeRe>Recr

inizia transizione a turbolento

30/12/99

conduzione

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ento

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nerg

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a

40

all’interno dello strato limite la presenza della lastra è avvertita dal fluido in modo che il profilo originario di velocità viene deformato man mano che si procede

Convezione forzata, flusso esterno/8 il flusso che investe la lastra viene deformato nel suo profilo di velocità perché il fluido investendo la lastra risente della sua presenza e viene rallentato

il fluido è separato in due regioni

una zona esterna, in cui il flusso sipuò ritenere indisturbato

u∞

δ(x)

u(x,y)

x

yu∞

u>0.99u∞

una regione in cui il rallentamento prodotto dalla lastra è ben presente

STRATO LIMITE della velocità

con , valutato ascissa per ascissa, si indica lo spessore dello strato limite di velocità

δ il profilo della velocità si modifica man mano che x cresce, secondo leggi che è possibile determinare

30/12/99

conduzione

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rtim

ento

di e

nerg

etic

a

41

lo strato limite laminare è dovuto all’energico rallentamento causato dalla presenza della lastra che produce sforzi viscosi notevolissimi, che hanno il predominio sulle forze d’inerzia

Convezione forzata, flusso esterno/9

in una parte iniziale il campo di moto all’internodello strato limite è molto ordinato e caratterizzato da vettori di velocità sostanzialmente paralleli

lo strato limite della velocità assume aspetti diversi

strato limitelaminare

regionedi

transizione

xc

u∞

xu(x,y)

strato limiteturbolento

zona turbolenta

buffer layer

sottostrato laminare

STRATO LIMITE

LAMINARE

questo regime di moto ben ordinato prosegue fino al valore critico della x, xc

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

42

lo strato limite in questa regione può essere visto come somma di tre sottostrati

Convezione forzata, flusso esterno/10

dopo xc le forze d’inerzia prendono il sopravventoe, superata una zona detta di transizione, si pervieneal regime di moto completamente turbolento

lo strato limite della velocità assume aspetti diversi

strato limitelaminare

regionedi

transizione

xc

u∞

xu(x,y)

strato limiteturbolento

zona turbolenta

buffer layer

sottostrato laminare

STRATO LIMITE

TURBOLENTO

uno strato sottilissimo, aderente alla lastra, in cui la presenza della stessa determina un rallentamento molto energico della corrente di fluido, e quindi un regime laminare

1

una specie di cuscinetto di fluido che separa i due regimi di moto2il sottostrato turbolento, in cui sono presenti vortici che, causando cospicui mescolamenti, appiattiscono il profilo della velocità, che in questa zona è sostanzialmente uniforme

3

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

43 Convezione forzata, flusso esterno/11

strato limitelaminare

regionedi

transizione

xc

u∞

xu(x,y)

strato limiteturbolento

zona turbolenta

buffer layer

sottostrato laminare

definendo come

Relocale:

la transizione a flusso turbolento inizia per

se la lunghezza della lastra è tale che il Rex raggiunge e supera significativamente il valore limite di 3.5.105 si avrà la transizione a moto turbolento

se la lastra non è sufficientemente lunga da raggiungere il valore critico di Re si avrà solamente il regime laminare, non seguito da regime turbolento

si avrà quindi prima il regime laminare e successivamente il regime turbolento

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

44 Convezione forzata, flusso esterno/19

temperatura di riferimento(per il calcolo delle proprietà)

correlazioni per CONVEZIONE FORZATA su LASTRA PIANA

dimensione caratteristica

flusso laminare

flusso turbolento

1 si valuta dapprima Pr, poi si calcola Re

2 si usano le correlazioni indicate per calcolare Nu

3 da Nu si calcola hc

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

45

il campo gravitazionale determina delle forze di galleggiamento positive o

negative (a seconda che il fluido investa un corpo a temperatura maggiore o inferiore) nella zona in cui il fluido lambisce la superficie del

corpo

Convezione naturale

il caso più frequente, che sarà quiconsiderato, è quello in cui il campo

di forze è quello gravitazionale

si parla di CONVEZIONE NATURALE o LIBERA quando il

campo di moto è determinato dall’effetto di variazioni di densità

in seno al fluido, prodotte da gradienti termici, in presenza di un

campo di forze di massa

il moto tende pertanto ad avvenire in direzione verticale

un fluido riscaldato tende a muoversi verso l’alto;

se è raffreddato verso il basso

u=0 u∞=0

Ts T∞ T(x,y)

u(x,y)

y

g F

x

elementodi fluido

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

46 all’interno dello strato

limite la velocità è nulla

a contatto della lastra, ed

è nulla all’estremità

opposta dello strato limite;

al di fuori dello strato

limite il campo di moto non risente della

presenza della lastra

se la lastra è sufficientemente estesa nella direzione del flusso, il regime di moto, inizialmente LAMINARE per gli effetti viscosi presenti, diventa instabile e passa a TURBOLENTO, caratterizzato dalla presenza di vortici che causano mescolamenti estesi, macroscopici, delle particelle di fluido

Convezione naturale/2

Ts>T∞

u

T∞

Ts

lam

inar

e

g

turb

olen

to

T s <T ∞

u

T∞

Ts

lam

inar

e

g

turb

olen

to

tra i punti di nullo c’è un punto di massimo

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

47 Convezione naturale/3

la differenza di temperatura

nella CONVEZIONE FORZATA la velocità è una variabile INDIPENDENTE

nella CONVEZIONE NATURALE il campo di velocità dipende SOLTANTO da quello termico e NON è quindi è una

variabile INDIPENDENTE

la velocitàdipende da

il modulo della accelerazione di gravità

la comprimibilità isobarica del fluido

Ts>T∞

u

T∞

Ts

lam

inar

e

g

turb

olen

to

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

48 Convezione naturale/4

per un gas ideale è:

dà un’idea di come varii il volume specifico, e quindi la densità, in relazione a sollecitazioni termiche a pressione costante

la comprimibilità isobarica del fluido

β lega la disuniformità spaziale della temperatura a quella della densità

quanto maggiore è il suo valore, più pronunciata, a parità di altre condizioni, è la convezione naturale

Ts>T∞

u

T∞

Ts

lam

inar

e

g

turb

olen

to

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

49 Convezione naturale/5

nella CONVEZIONENATURALE alla velocità si sostituisce il gruppo

nella CONVEZIONE FORZATA il campo di moto viene messo in conto attraverso la velocità

al NUMERO DI REYNOLDS nella convezione forzata

nella CONVEZIONE NATURALE si sostituisce ilNUMERO DI

GRASHOF

la relazione

può essere posta nella forma adimensionale

hc=ƒ(L,gβΔT,ρ,c,k,µ)

Nu=ƒ(Gr,Pr)

Ts>T∞

u

T∞

Ts

lam

inar

e

g

turb

olen

to

forza di galleggia-mento

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

50

particolare attenzione va posta all’IRRAGGIAMENTO agente in parallelo

Convezione naturale/6

le velocità associate alla convezione naturale sono di norma molto basse (raramente superano i 2 m/s)

i valori di hc sono quindi, di norma, molto più bassi di

quelli riscontrabili nella convezione

forzata

la relazionepuò essere posta nellaforma adimensionale

hc=ƒ(L,gβΔT,ρ,c,k,µ)

Nu=ƒ(Gr,Pr)

altro gruppo adimensionale molto usato nella convezione naturale è il NUMERO DI RAYLEIGH

spesso gli esponenti di Gr e Pr nelle correlazioni empiriche per il calcolo di Nu sono uguali, quindi, in questi casi

Ts>T∞

u

T∞

Ts

lam

inar

e

g

turb

olen

to

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

51 Convezione naturale/7 mantenendo l’esempio dellaLASTRA PIANAsi può prevedere se vi sarà transizione dal regime laminare a quello turbolento calcolando il

nella stragrande maggioranza dei casi in CONVEZIONE NATURALEla temperatura di riferimento è la

temperatura di riferimento(per il calcolo delle proprietà)Ts>T∞

u

T∞

Ts

lam

inar

e

g

turb

olen

to

numero diRAYLEIGH

LOCALE

la transizione a flusso turbolento inizia per

TEMPERATURA DI FILM

x

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

52

flusso turbolento

flusso laminare

Convezione naturale/8

relazione valida per un qualsiasi valore di Ra e Pr

temperatura di riferimento

correlazioni per CONVEZIONE NATURALE su LASTRA PIANA VERTICALE

dimensione caratteristica

Ts>T∞

u

T∞

Ts

lam

inar

e

g

turb

olen

to

x

30/12/99

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

53

tutti i corpi

(T>0 K)emettono energia

per irraggiamento in relazione al loro

stato termico

IRRAGGIAMENTO

una certa quantità di energialascia un corpo e viaggia verso

un altro corpo il quale, in virtù dell’energiaassorbita, ritrasforma l’energia incidente in energia di agitazioneelettronica

i processi di agitazione elettronica sono strettamente legati allo stato

energetico del corpo (ENERGIA INTERNA) e, quindi, alla sua

TEMPERATURA

in tali condizioni il trasferimento di energia radiante NON RICHIEDE la

presenza di un MATERIA come mezzo per il trasporto del calore

in condizioni di equilibrio ogni corpo in natura rilascia una quantità di energia sotto forma radiante al fine di equilibrare i processi di agitazione

elettronicaRADIAZIONE

TERMICA

12/01/00

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

54 Introduzione/2 natura della radiazione termica:

interpretazione che fa riferimento ad ONDE ELETTROMAGNETICHE in un definito campo di frequenze e di lunghezze d’onda (teoria ondulatoria)

1

interpretazione che si basa sulla teoria quantistica assumendo che il trasporto avvenga mediante FOTONI, o QUANTI DI ENERGIA, la cui energia dipende dalla lunghezza d’onda alla quale sono stati emessi

2

l’energia di un fotone vale:ε=h.ν [J]

dove h: costante di Planckh=6.6256.10-34 [J.s]

in entrambi i casi è possibile parlare di:→frequenza, ν, della radiazione, [Hz]→lunghezza d’onda, λ, della radiazione, [m]

c → velocità della luce nel mezzo → nel vuoto c0=3.108 [m.s-1] → in un mezzo con c= c0 /n indice di rifrazione n

12/01/00

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

55 Introduzione/3più che i meccanismi microscopici dei fenomeni di emissione ed assorbimento di una singola radiazione elettromagnetica o di un fotone ci interessano

i MODELLI MACROSCOPICI atti a predire, in funzione dei necessari

parametri geometrici-fisici, la velocità di trasferimento dell’energia termica

radiativa tra i sistemi a differente temperatura

lunghezza d’onda

quale che sia lo stato del corpo la radiazione da esso emessa dipende anche da:

la radiazione emessa sarà caratterizzata da una particolare DISTRIBUZIONE SPETTRALE, nel

senso che l’emissione non è ugualmente distribuita alle diverse lunghezze d’onda

direzionespaziale diemissione

generalmente l’emissione superficiale è anche non uniformemente distribuita nello spazio; tale

caratteristica è nota come direzionalità dell’emissione o DISTRIBUZIONE

DIREZIONALE

12/01/00

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

56

prodotte da speciali tubi elettronici

come klystron e magnetron

prodotti dal bombardamento di

metalli con elettroni di alta energia

nucleari

prodotti da reazioni nucleari

Introduzione/4

distribuzione spettrale

10-10

10-8

10-6

10-4

10-2

102

1

104

1010

108

106

1024

1022

1020

1018

1016

1012

1014

1010

104

106

108

λ, [µm]ν, [Hz]

raggicosmici

raggi γ

raggi X

microonde

rad.termica

UHF

onde lungheonde corteVHF

il contributo spettrale associabile ad emissioni radianti indotte da fenomeni termici cade tra

0.1-100 µm

prodotte dall’eccitazione di

alcuni cristalli o dal flusso di corrente

alternata in conduttori elettrici

12/01/00

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

57

la radiazione ULTRAVIOLETTA occupa il campo delle basse lunghezze d’onda dello

spettro di radiazione termica che va da 0.01 a 0.38 µm;

può essere dannosa ai microrganismi, agli esseri umani e ad altri organismi viventi

Introduzione/5

poiché la temperatura è una misura dell’intensità di questi processi a livello

microscopico, all’aumentare della temperatura aumenta l’emissione di radiazione termica

10-2 10-1 1 101 102λ, [µm]

UVraggi X microonde

radiazione termica

IR

380 nm 780 nm

la radiazione termica è emessa a causa dei moti vibratori e rotatori di molecole, atomi ed elettroni di una sostanza

UV

12/01/00

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

58

10-2 10-1 1 101 102λ, [µm]

UVraggi X microonde

radiazione termica

IR

380 nm 780 nm

è la parte visibile dello spettro, compresa tra 0.38 e 0.78 µm

Introduzione/6

luce

è la radiazione emessa da corpi a temperatura ambiente, eva da 0.78 a 100 µm

i forni a microonde utilizzano la radiazione generata da tubi a microonde, detti magnetron, nel campo delle microonde, tra 102-105 µm; queste radiazioni sono riflesse dai metalli, trasmesse da vetro e plastica ed assorbite dalle molecole di cibo (soprattutto acqua); nei forni l’energia elettrica convertita in radiazione diventa parte dell’energia interna del cibo realizzando una veloce ed efficiente cottura

IR

microonde

12/01/00

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

59

per valutare come l’emissione radiante di una superficie sia ripartita spazialmente è necessario introdurre un sistema di coordinate di riferimento che definiscano lo spazio di emissione

Influenza della distribuzione direzionale

per i corpi solidi o liquidi l’emissione avviene attraverso uno spazio emisferico per cui un sistema SFERICO di coordinate è ben rappresentativo della distribuzione spaziale

FENOMENO VOLUMETRICO: la radiazione è emessa, assorbita o

trasmessa continuamente attraverso l’intero volume di materia

gas

φ

x

z

yr

θ

FENOMENO SUPERFICIALE, poichéla radiazione emessa dalle zone interne

non può raggiungere la superficie e la radia-zione incidente sulla superficie è generalmente

assorbita entro pochi µm da essa

solidi e liquidi

distanza dall’originer

angolo di AZIMUTH (calcolato a partire dall’asse x)

φ

angolo di ZENITH (calcolato a partire dall’asse z)

θ

12/01/00

conduzione

dipa

rtim

ento

di e

nerg

etic

a

60

per caratterizzare la distribuzione direzionale è necessario determinare

Influenza della distribuzione direzionale/2

l’angolo al quale una superficie infinitesima dAn (l’osservatore) vede la sorgente di

radiazioni

angolo solidodAn

dA1dΩ

θ

φ

nradiazione emessa

un osservatore posto in dAn è in grado di vedere solo la proiezione di dA1 normale al suo asse di osservazione

la porzione di superficieradiante osservata è:

12/01/00