24

Conferenza Programmatica

  • Upload
    adversa

  • View
    227

  • Download
    0

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Conferenza Programmatica pd

Citation preview

Page 1: Conferenza Programmatica
Page 2: Conferenza Programmatica

indice

Page 3: Conferenza Programmatica

perchè la conferenza pag 4partiamo da noi pag 6di cosa abbiamo bisogno pag 8napoli e il peso della crisi pag 10il pd forza di governo pag 12inclusione sociale e futuro pag 13lotta alla camorra pag 14uscire dalla crisi è possibile pag 15le priorità pag 16conclusioni pag 22

Page 4: Conferenza Programmatica

4

La Conferenza Programmatica vuole mettere a disposizione di Napoli e della sua area metropolitana analisi e proposte, valutazioni ed idee nel pieno di una crisi economica contrassegnata da mancanza di crescita e riduzione dell’occupazione.

Il tema è la funzione civile, economica e politica di Napoli oggi nel Mezzogiorno, nel Mediterraneo, in Europa.Una discussione capace di rendere più adeguati i pilastri programmatici su cui deve far leva il Pd per affrontare questa fase diffi cile ed in essa il confronto con l’Amministrazione della città di Napoli, con i problemi delle città della provincia e con il governo regionale. Dovremo farlo anche verso la “Provincia” nonostante l’inconsistenza delle politiche adottate, l’inquietante evanescenza di chi la dirige e la cifra morale che esprime.Siamo in una fase politica totalmente nuova; ci sono novità e incognite. Le dimissioni di Berlusconi, l’avvento del governo Monti, il preoccupante e drammatico ciclo recessivo, la crisi acuta del centrodestra attraversato, qui ed ora, da una pesantissima caduta di credibilità etica e politica collocano la vicenda napoletana in un orizzonte per tanti versi inedito. Partiamo da alcuni punti fermi: siamo alternativi a Caldoro ed al centrodestra, vogliamo ricomporre il centrosinistra a Napoli e nella sua area metropolitana, senza fare sconti e non rinunciando alle nostre proposte.Siamo preoccupati per tanti sintomi di contrazione della partecipazione che può involvere in crisi della democrazia.

LLa contraddizione tra il gradimento espresso per De Magistris e il giudizio sulla qualità della vita a Napoli indica una traccia - di cui vi sono altri evidenti segni (dall’America’s Cup, al Forum delle Culture, dalla raccolta differenziata al triste spettacolo della nave dei rifi uti) - dell’affi evolimento dell’entusiasmo maturato nelle ultime elezioni e l’avvio di un disincanto a cui guardiamo senza alcuna simpatia.C’è il rischio, infatti, che queste dinamiche possano tradursi in una maggiore separazione tra cittadini ed Istituzioni. Una ragione in più per mettere in campo, nel Parlamento ed alla Regione, il massimo sforzo per avanzare proposte e reperire, in misura adeguata, risorse per aiutare, in primo luogo, i processi di riorganizzazione industriale e la fase di riduzione dei livelli occupazionali in tutti i comparti produttivi. Riduzione della partecipazione, crisi economica e recessione possono costituire un mix esplosivo che va maneggiato con attenzione, in un rapporto positivo con le organizzazioni sindacali dei lavoratori ed il mondo dell’impresa.La crisi morale, politica ed organizzativa del Pdl, le incertezze e le contraddizioni della nuova Amministrazione, la stanchezza e le ritualità di cui sono prigioniere altre organizzazioni, le diffi coltà che la nostra stessa formazione sta incontrando nel processo di riorganizzazione confermano un andamento declinante della domanda di partecipazione e ci spingono a sperimentare nuove forme di protagonismo civile.L’atomizzazione degli interessi, l’esasperazione della competitività soggettiva, le diffi coltà delle consuete forme di rappresentanza sociale, il diradamento di obiettivi condivisi ed

perchÉlaconferenza

Page 5: Conferenza Programmatica

5

unifi canti rendono più ardua la declinazione della rappresentanza politica.Vogliamo stimolare e raccogliere forme nuove di partecipazione e non ridurre i partiti a corpi separati dalla società, a comitati elettorali, a consorterie fi nalizzate a scadenze congressuali e posizionamenti correntizi. Nuove forme saranno possibili se usiamo il linguaggio della verità.

Page 6: Conferenza Programmatica

6

Abbiamo scelto un metodo. Vogliamo rifl ettere - anche sul nostro recente passato - senza timidezze o imbarazzi, vogliamo partire dai problemi concreti senza fare sconti ad impostazioni e scelte, nostre o di altri, rivelatesi errate.

Vogliamo partire dalle questioni concrete della gente e su questo costruire le nostre collocazioni istituzionali, in una fase dominata dall’emergenza e nella quale si sfaldano antichi meccanicismi. Pensiamo sia sbagliato fare il contrario.Riteniamo corretto partire da noi stessi. Dalle nostre sconfi tte che sono state severe e certo non immotivate. Queste sconfi tte non nascono dal nulla. Esse traggono origine da tanti fattori, a partire dall’azione di governo, talora insuffi ciente, spesso deludente e dall’incapacità (o la rinuncia) a cogliere e riconoscere, tempestivamente, questo dato. Hanno avuto un peso signifi cativo la ricerca del consenso ad ogni costo, un linguaggio non sempre chiaro, l’accettazione di compromessi talvolta insostenibili.Limiti ed errori di valutazione che hanno condotto le formazioni del centrosinistra ad essere percepite quali terminali acritici di leadership amministrative, riducendone in modo signifi cativo potenzialità e capacità di proposta.È diffuso il bisogno di interrogarci, di individuare criticità ed errori, sapendo che ciò sarà possibile se siamo disponibili a ricostruire le ragioni di una storia di cui, con ruoli, gradi, accenti e responsabilità anche radicalmente differenti, comunque, tutti siamo stati parte.

Questo passaggio rappresenta una condizione essenziale per ricostruire quel senso di identità e di appartenenza su cui si struttura una grande forza politica quale il Pd ha l’ambizione di essere. Le sconfi tte a Napoli e in Campania si materializzano nel momento in cui l’opinione pubblica inizia a percepire che la missione, il progetto di fondo della stagione della rinascita perde colpi, si smarrisce in favore della quotidianità della gestione. Il presente annebbia il futuro.Il punto di massima crisi della vicenda rifi uti è il fattore scatenante e il paradigma delle diffi coltà di un’esperienza politica che va esaurendosi.I confl itti maturati nel Pd napoletano sin dalla sua nascita amplifi cano le contrapposizioni tra il partito ed il centrosinistra di governo che, peraltro, non riesce a cogliere l’esigenza di una svolta radicale. Ciò avviene sia nelle principali istituzioni sia in tantissime realtà locali, con un grado di confl ittualità, ancora oggi presente, le cui ragioni sono riconducibili nella costante tentazione di chi svolge funzioni istituzionali (anche laddove siamo collocati all’opposizione)di riassumere in sé la funzione generale di rappresentanza del partito o, viceversa, di chi dirige il partito di svolgere una funzione impropria di intervento sul versante istituzionale e di governo. Tutto questo non permette la defi nizione di un progetto e una proposta programmatica nuova. I primi quattro anni di vita del Pd a Napoli sono caratterizzati da continue divisioni interne. Questa lacerazione interna ha

A

partiamoda noi

Page 7: Conferenza Programmatica

7

impedito la costruzione di leadership credibili: il partito viene commissariato alla vigilia di ogni elezione.Da queste considerazioni derivano alcune scelte più che urgenti. Autonomia del partito rispetto ai luoghi del governo, ostilità a riedizioni di formazioni personali che sovrappongono ed unifi cano attività di governo e radicamento nella società, proposte di energie valorose da impegnare sul versante amministrativo, nella rigenerazione programmatica ed organizzativa, rinnovamento di uomini e metodi, un nuovo lessico dei bisogni risultano, allora, assolutamente indispensabili.Con il Congresso indicheremo che cosa non è andato, cosa ancora non va, in quale concreta direzione procedere; rischiamo, altrimenti, d’incappare nel noioso ed inconcludente esercizio dell’elencazione dei problemi irrisolti. Partiamo, per rendere possibile una nuova stagione, dalla consapevole necessità di almeno quattro binari di riferimento: a) compiere scelte chiare; b) avviare un nuovo progetto politico partendo dal territorio; c) impegnare nuove energie che siano in grado di interpretare in modo credibile questa nuova stagione; d) affi dare alle concrete scelte di merito ed al giudizio sulla fase un carattere prevalente, al di là di astratte logiche di schieramento.

Page 8: Conferenza Programmatica

8

Quello che è urgente è già abbastanza chiaro. È, tuttavia, indispensabile aggiungere una discriminante: chi immagina che le competizioni politiche ed elettorali vanno giocate non sulla capacità propositiva, sulla rappresentanza di interessi collettivi e/o sul giudizio

circa l’azione di governo svolta quanto, piuttosto, sull’abilità a determinare condizioni di vantaggio per interessi ristretti, grazie all’orientamento di risorse fi nanziarie, di accelerazioni di carriere nelle burocrazie pubbliche, di incarichi a settori delle professionalità sempre pronti a servire il potente di turno o agitando demagogia e populismo, chi utilizza questa “cultura politica” è distante da noi. La parcellizzazione degli interessi non può costituire l’alibi per le clientele, la buona politica ha un insopprimibile bisogno di pratiche coerenti con i valori e le scelte affermate, la demagogia a buon mercato indebolisce le condizioni di vita dei ceti più deboli.I gruppi dirigenti non vanno selezionati secondo criteri di fi delizzazione: la selezione deve essere libera, competente, oggettiva. Va sconfi tto il progressivo affi evolimento di qualità del personale politico che ha comportato la consequenziale inadeguatezza a compiere analisi e proposte all’altezza della crisi e delle vicende economiche e sociali in atto.Partendo da questa prima analisi proviamo a individuare meglio le principali cose che non sono andate e che non vanno. E, intanto, cominciamo a porci delle domande.Vi sono forze, dentro e fuori il Pd, interessate a cambiare lo scenario, a non cristallizzare la nostra formazione negli equilibri

del correntismo o delle sue rappresentanze istituzionali, vi sono energie pronte ad una sfi da in mare aperto per rigenerare e dare più solida dignità all’impegno politico e culturale tra la gente? La nostra risposta è positiva; anche se la vicenda-rifi uti, le campagne di stampa del centrodestra, l’esaurimento della spinta al cambiamento, gli errori politici ed amministrativi, una stanchezza ed un’insofferenza progressivamente cresciuta nell’opinione pubblica avrebbero dovuto già determinare, negli anni e nei mesi passati, uno scatto ed un’innovazione radicale.Questo non è accaduto perché c’è una distanza che fatichiamo a colmare.Il sentimento di insofferenza ed ostilità che si era profondamente sedimentato nella società napoletana e che ha trovato la sua più plastica e compiuta manifestazione nel giudizio sulle primarie e nel risultato pessimo delle elezioni municipali di Napoli ha ratifi cato la distanza dagli “umori” della gente: un crudele ma ineluttabile certifi cato di separatezza. Il bisogno di rinnovamento, peraltro, prende le strade che la storia consente. Sta prevalentemente in questo il senso della vittoria di De Magistris che ha sviluppato la sua campagna elettorale dandole un duplice segno: un rapporto “fi sico”, diretto con la città e una doppia contrapposizione (al centrodestra che governava l’Italia ed al centrosinistra che aveva governato Napoli e la Campania) anche se la bandiera del cambiamento per sventolare a lungo, e non diventare consunta, ha bisogno del vento potente dei fatti e non della bonaccia della demagogia.

Q

di cosaabbiamobisogno

Page 9: Conferenza Programmatica

9

Dare corpo ad un vuoto di speranza vuol dire indicare una missione forte per Napoli, con analisi e proposte all’altezza della crisi altrimenti, si riproducono gli stessi limiti della fase che abbiamo alle spalle.In ogni caso, c’è una lezione anche per noi in quella “schiettezza” ed in quella “fi sicità”, nel rapporto vero, diretto con la comunità e nella chiarezza, anche scomoda, delle posizioni. Posizioni chiare e nette perché il riformismo deve saper essere radicale. Il Pd va rigenerato per questa via. Va rigenerato a Napoli e nell’area metropolitana dove permangono lacerazioni, divisioni, incomprensioni, identità sbiadite, linee contraddittorie. Per questo vogliamo mettere mano ad un progetto che prima di essere organizzativo è ideale.Scelte nette e coraggiose. Sul partito, sulla sua articolazione, sui gruppi dirigenti e, poi, nel vivo dei problemi della gente: la sicurezza, il lavoro, lo sviluppo, l’ambiente, i servizi pubblici, la sanità e l’assistenza, il traffi co, le funzioni urbane e la riqualifi cazione delle città. Bisogna mettere in campo “il coraggio dell’identità”, caratterizzarci con una coerenza sempre più rigorosa, affermare la libertà nelle scelte.La “disperata rassegnazione” che induce al “tanto sono tutti uguali” può essere sconfi tta solo dai fatti e non più dalle dichiarazioni. Distinti da collusi e corrotti, ma lontani anche dall’ineffi cacia della demagogia; distanti e tenacemente ostili a tutte le camorre e le illegalità, a ogni forma di baratto e compravendita del voto, al consenso fi glio dello scambio. Il Pd vuole avere l’ambizione di rimettere al centro la politica, quella fatta delle scelte mirate per il bene comune, che punta a rigenerare pensieri lunghi, convinzioni, militanza di tanti uomini e donne che si riconoscono in un progetto. Vogliamo misurarci su questo e su questo, sulle scelte concrete, costruire l’unità del centrosinistra ed un rapporto fecondo con altre formazioni moderate, oltre schematismi consunti. Vogliamo coniugare nuovo e migliore sapendo però che tale processo non può passare solo attraverso l’anagrafe, le percentuali di genere, quelle cooptazioni gerarchiche a volte

rese necessarie dalla straordinarietà di una fase. Vogliamo dare valore all’iniziativa e al protagonismo degli oltre 400 giovani che, nella nostra città, hanno aderito in maniera responsabile e appassionata alla proposta di un percorso di formazione politica impegnativo, “Finalmente Sud”, che parte con il coinvolgimento di 2000 giovani del Mezzogiorno, ma che vuole diventare un processo strutturale di formazione permanente. Ma tutto ciò non basta: é indispensabile un processo innervato attraverso un diffuso e nuovo atteggiamento mentale, umile, responsabile, competente; attraverso una nuova proposizione politica e programmatica, riformista e concreta, con un nuovo impianto organizzativo, pratiche empiriche conformi alle fi nalità declamate. Questo è il modo migliore per ripartire ed affrontare il tema del futuro di Napoli e della sua area metropolitana.Proponendo un’analisi, un punto di vista, misure e scelte coerenti, una struttura politica diffusa, meglio organizzata, dotata di gruppi dirigenti autorevoli e riconosciuti, in grado di raggiungere quegli obiettivi.

Page 10: Conferenza Programmatica

10

Oggi tutto ciò è ancora più urgente. Siamo al centro di una crisi mondiale, in piena recessione. Crisi che nelle aree a struttura economica più debole si amplifi ca, sommando diseconomie preesistenti al ciclo di riduzione della ricchezza. Tant’è che nell’ultimo

quadriennio si è determinato un allargamento del divario Nord-Sud, sia pure in un quadro di persistente debolezza dell’intero sistema economico nazionale rispetto agli altri paesi europei. Questa debolezza trae origine da una perdita complessiva di competitività dell’economia italiana e non certo dal solo “ritardo” del Sud: su questo vanno contrastate analisi di maniera che alimentano dannose e inconcludenti contrapposizioni territoriali. Per invertire il declino sono indispensabili modifi che profonde del modello di sviluppo nazionale in termini di specializzazione, capacità competitiva e internazionalizzazione. Ma occorre altro.Una nuova strategia per il Sud deve basarsi sull’idea che le politiche regionali non possono sostituire il buon funzionamento delle istituzioni ordinarie, ma devono costituirne un fattore propulsivo e innovativo. Bisogna agire per integrare in modo molto più spinto la politica regionale e nazionale per lo sviluppo, rafforzando i presidi di competenza offerti dal Governo, ridurre l’incertezza dei fl ussi di fi nanza pubblica, concentrare gli interventi su un numerato limitato di priorità (a partire dalla scuola, dalla sicurezza e dalla mobilità), promuovere l’innovazione come volano di sviluppo sia nell’industria che nel terziario. È quanto mai opportuno per il Mezzogiorno il ritorno in campo di una strategia di valorizzazione delle risorse ambientali e dell’industria, perché tenendo insieme questi due pilastri è possibile formare risorse manageriali, tecnologiche ed

organizzative in grado di connettersi con la società circostante, alimentando processi innovativi. È necessario rilanciare anche strumenti, quali i contratti di programma, che siano in grado di una funzione di indirizzo selettivo, nella direzione di un mutamento del mix produttivo del sistema meridionale a favore di iniziative più innovative e con effetti propulsivi e duraturi sui sistemi locali. Ciò richiede l’identifi cazione all’interno dei piani nazionali di sviluppo di alcune aree produttive che abbiano particolare potenzialità di sviluppo nelle regioni del Mezzogiorno, facendo leva anche su poli di eccellenza già esistenti: dall’aeronautica all’aerospazio, ad alcun comparti dell’agricoltura di qualità, alle biotecnologie, alla microelettronica, alla logistica. Tali progetti dovranno inoltre fare leva su forme di partnership tra imprese, Università e centri di ricerca pubblici e privati. In ambito ambientale, per cogliere le nuove opportunità, va impostato un piano industriale incardinato sulla fi liera della fonti rinnovabili e dell’effi cienza energetica, sul recupero dei rifi uti, sulla realizzazione delle infrastrutture ferroviarie, portuali e idriche, sulla manutenzione e la messa in sicurezza del territorio. Più in generale, rilevanti opportunità di lavoro e impresa possono derivare dalla tutela e la valorizzazione delle coste, del paesaggio e dei parchi, dall’agroalimentare di qualità, tutti settori che qualifi cano e rilanciano il turismo e il commercio. In tale contesto, vanno pienamente ripristinati il credito d’imposta per l’occupazione, il credito d’imposta per gli investimenti e le Zone Franche Urbane. Le misure di rilancio della crescita sono oggi più urgenti soprattutto alla luce di consumi deboli e della modesta ripresa degli investimenti. Il rischio è che in Campania e a Napoli si sommino gli effetti congiunti di un taglio degli

O

napolie il pesodella crisi

Page 11: Conferenza Programmatica

11

investimenti ordinari pubblici e privati e di una forte riduzione delle risorse a valere sui fondi europei. Per contrastare questi rischi vanno sperimentate misure più coraggiose in grado sia di ridurre l’impatto sociale della crisi (occorrono più risorse) sia di promuovere politiche di rigore più selettive (spending-review) che dovranno garantire un rilancio della spesa complessiva in conto capitale destinata allo sviluppo. Le condizioni sono diffi cili. Ma siamo nati per cambiare e migliorare la realtà nella quale siamo immersi: passione e determinazione non ci mancano. É, peraltro, diffi cile - lo diciamo senza iattanza - immaginare un processo di cambiamento, di crescita e di sviluppo senza il Pd, senza il nuovo Pd che stiamo costruendo. Non possiamo far mancare a Napoli la forza delle nostre idee. La fi ducia nel futuro, nelle risorse umane, nella struttura sociale ed economica di cui disponiamo ci spinge a lavorare con slancio perché partiamo da una consapevolezza: Napoli è decisiva per il Paese e per l’Europa, non solo per il Mezzogiorno, non solo per il Mediterraneo. Napoli continua ad avere una naturale attitudine a svolgere la funzione di guida di un’area vastissima, indispensabile al Mediterraneo, all’Europa, ai Balcani, ai mercati asiatici. I processi democratici avviati nel nord Africa rendono ancor più stringente questa funzione, caricandola di signifi cazioni democratiche, oltre che economiche, lasciandoci alle spalle l’opzione di piattaforma logistica per operazioni esclusivamente militari o di ordine pubblico internazionale. Napoli è la principale e più ampia area metropolitana del mediterraneo, giacimento straordinario di ricchezze, in grado di offrire al sistema territoriale considerato servizi e funzioni apicali che, profi cuamente integrate, rendono possibile una prospettiva

di sviluppo per questa parte dell’Europa e si relazionano all’intero arco dei paesi di un Mediterraneo, tornato agli antichi splendori di crocevia dei traffi ci dell’economia globale. La ripresa dell’Italia non avverrà senza la crescita di Napoli. Ma Napoli è, come sempre, una città in bilico. Tra presente e futuro, tra fasti e miserie, tra beatifi cazioni e demonizzazioni, tra crisi e sviluppo, tra declino e rinascita. Da almeno un lustro è, purtroppo, prevalente la percezione del declino. Ciò avviene quando aspetti generati da condizioni e processi, a volte di natura secolare, vengono percepiti come più acuti e debordano da standard che, pur non essendo normali, sono generalmente accettati: i condizionamenti della criminalità e la scarsa sicurezza, una tasso di demografi a socialmente disomogeneo, la disordinata densità edilizia, i crescenti squilibri reddituali, la crisi produttiva, la tenue crescita della ricchezza, la disorganizzazione di servizi fondamentali. Non vogliamo fare alcuna concessione ad analisi catastrofi ste, pessimiste, prive di speranza. Al contrario, date per acquisite le tante eccellenze (Napoli dispone di grandi potenzialità: dalle aree interessate a progetti e grandi trasformazioni urbane in essere, a grandi infrastrutture di mobilità dell’area metropolitana, dall’enorme patrimonio culturale ed ambientale ad uno straordinario capitale umano, con centri di eccellenza, centri di competenze, centri di ricerca, 5 università, teatri di livello internazionale, centro di produzione RAI, conservatorio, accademie e istituzioni di notevole prestigio, un tessuto manifatturiero signifi cativo, etc), vogliamo concentrarci sulle criticità per provare a ridurne peso, effetti, ampiezza.

Page 12: Conferenza Programmatica

12

Proprio per questo va ribadito il carattere di governo del Pd, a tutti i livelli della piramide istituzionale.Quale che sia la sua collocazione ci comportiamo ed aspiriamo a svolgere una funzione di governo: per questo va aperta una fase nuova, di confronto, esplicita

e senza ambiguità, trasparente, dinanzi alla pubblica opinione, avendo in debito conto le esperienze consumate, le scelte giuste, quelle sbagliate, le occasioni perse, le previsioni errate, le attività e le misure ineffi caci, quelle buone da confermare o da innovare. È una sfi da. Una sfi da collocata in una situazione politica nazionale inedita e in una fase di crisi generale e di crescente ristrettezza di risorse pubbliche. Teniamolo ben presente per evitare scorciatoie ed illusioni: le condizioni del contesto economico internazionale degli ultimi 18/24 mesi non inducono ad un facile ottimismo sullo stato delle cose e sul futuro. Basta scorrere alcuni dati. La dinamica produttiva della Campania, nei primi nove mesi del 2011, si è confermata complessivamente debole, mostrando andamenti differenziati tra settori e categorie di imprese. È stata registrata una crescita del fatturato nella sola industria esportatrice e nei settori dei servizi collegati alla domanda turistica. Nei comparti dipendenti dalla domanda interna (commercio, edilizia, settore immobiliare) hanno, invece, prevalso tendenze recessive. I piani di investimento, hanno risentito del peggioramento del quadro congiunturale ed hanno subito ulteriori revisioni

al ribasso. Diminuisce il numero di occupati sebbene a ritmi meno intensi rispetto al più recente passato; nei primi 9 mesi dell’anno passato le ore di CIG sono aumentate. Le condizioni di accesso al credito sono divenute più restrittive. La variazione dei prestiti alle imprese è rimasta stabile; il credito alle famiglie ha rallentato. È aumentata l’incidenza dei prestiti con diffi coltà di rimborso ed i depositi bancari sono lievemente diminuiti.Tra le condizioni di contesto permane alta l’incidenza della criminalità organizzata e la sua forza di accumulazione di risorse, di alterazione del mercato, di scoraggiamento a nuovi investimenti. Questo è il quadro attuale.Preoccupante. Ad esso va aggiunta l’eredità dei mesi scorsi. La capitale del Mezzogiorno, la città-regione con attitudini alla produzione ed all’accumulazione di ricchezze materiali, all’offerta ed allo scambio di quelle immateriali, si è pian piano trasformata nel sistema mediatico planetario come una realtà densa di problemi irrisolti, a partire dai rifi uti. Napoli è diventata il “problema” dell’Italia e del Mezzogiorno. Chiediamoci, allora, “su cosa fare leva per uscire da questa situazione”?

P

il pdforzadi governo

Page 13: Conferenza Programmatica

13

inclusionesociale e

futuroEcco allora il primo banco di prova. Agire qui ed ora per individuare alcune misure prioritarie, inclusive - e spalmate anche sul lungo periodo - sulle quali far convergere risorse europee e nazionali, attivando una concertazione istituzionale che tiene insieme Governo,

Regione e Comuni (di Napoli e dell’area metropolitana).Procedere ad una gigantesca azione di rigenerazione urbana e di inclusione sociale (anche attraverso forme innovative di sostegno alle opportunità ed al reddito), con più residenze e minori volumi edilizi, per offrire nuove chanches di sviluppo e formative, più elevata qualità ambientale, servizi moderni ed effi cienti.L’Italia non cresce se Napoli ed il Mezzogiorno non avanzano sulla strada dello sviluppo, la nostra area metropolitana non torna ad un nuovo e positivo dinamismo se non vengono aggrediti i nodi del risanamento sociale e urbano di ampi territori di Napoli e della sua provincia, su cui agire per comparti secondo l’articolazione individuata dal PTCP presentata alcuni anni fa dal prof. Moccia. I processi di irrobustimento dell’armatura produttiva, manifatturiera, logistica, infrastrutturale, formativa e della ricerca, dell’offerta turistica, della rete dei trasporti, dei servizi alla persona deve andare di pari passo ad un programma decennale di risanamento urbano e sociale, di parti della città e di zone della provincia. Separare le misure funzionali alla crescita della domanda e della ricchezza da interventi che puntano, sul lungo periodo, a

strappare segmenti sociali ad un destino altrimenti segnato è un errore.

Su ciascuna delle questioni che consideriamo prioritarie rinviamo alle “Schede” predisposte dai songoli Forum del Pd che costituiscono parte integrante e sostanziale di questo documento.

E

Page 14: Conferenza Programmatica

14

Assumendo delle priorità, a partire dalla lotta alla camorra che va rilanciata come priorità assoluta. A Napoli e nella sua provincia.In tante situazioni lo sviluppo non si realizza perché il peso ed il rischio della criminalità non favorisce gli

investimenti; e la mancata crescita, il ciclo recessivo, l’assenza di prospettive di sviluppo induce i segmenti più deboli della società a considerare il reddito generato dall’illegalità diffusa o dal rapporto con la criminalità una scelta la cui indispensabile evitabilità è sospesa. A volte per sempre. Un circolo vizioso.La lotta alla camorra va condotta incoraggiando magistrati e forze dell’ordine, dando sostegno alla loro dedizione, professionalità e coraggio; ma il degrado umano, sociale ed economico che consente alle organizzazioni criminali di realizzare i loro traffi ci richiede un nuovo ritmo della crescita, impone un maggiore impegno civile, culturale e politico per prosciugarlo, lavorando, di concerto, con le agenzie formative ed i luoghi di aggregazione delle diverse confessioni religiose, a partire, naturalmente dalla Chiesa cattolica.Le stesse istituzioni locali devono procedere al sostegno ed alla promozione delle associazioni anti-racket e anti-usura, devono costituirsi parte civile nei processi, devono garantire l’assegnazione dei beni confi scati, optare, per la stazione unica appaltante per le procedure di gara aventi importi rilevanti, introdurre nei capitolati di appalto di clausole anti-racket, defi nire intese ed accordi con le associazioni di categoria (costruttori, industriali, commercianti, artigiani) e/o le forze

dell’ordine per sviluppare strategie comuni di sensibilizzazione e di azione contro la camorra.Si potrebbe andare avanti con altre proposte concrete e lo faremo in apposite sedi. Vogliamo, invece, mettere l’accento su questo dovere di contrasto perché la crisi economica, fi nanziaria, produttiva è in procinto di diventare crisi civile e di separare ancor più segmenti sociali già distanti per redditi, ambientazione urbana, opportunità formative, disponibilità di servizi, stili di vita.

A

lottaallacamorra

Page 15: Conferenza Programmatica

15

Il Pd dice “spetta a noi”. Sì, spetta a Napoli progettare se stessa, organizzare il suo futuro di effi ciente capitale, di città-regione, spetta a Napoli riorganizzare il suo tessuto urbano in ragione di quell’obiettivo che non costituisce una chimera astratta ma un’esigenza concreta. Questa

prospettiva impone che le funzioni amministrative e di governo vanno necessariamente organizzate sulla base di un modello metropolitano. Il dibattito sull’utilità istituzionale della Provincia si orienta versa un suo superamento, il Comune è oggi totalmente insuffi ciente. Ci vuole di più: una grande e straordinaria amministrazione metropolitana. Rinunciare a questa dimensione amministrativa e a quel modello vuol dire, in qualche modo, rinunciare a quell’ambizione direzionale. Ecco perché l’attuale Amministrazione Provinciale va rapidamente superata, per costruire la Città Metropolitana, sede democratica del Governo dell’intera area metropolitana. È dal 2001 che, nella nostra Costituzione, sono state introdotte le Città Metropolitane. È tempo, soprattutto per Napoli, di passare ai fatti. Del resto, nessuno dei grandi problemi di Napoli (e nessuna delle sue grandi potenzialità) può essere governato alla dimensione municipale (la città capoluogo ha solo 1/3 degli abitanti dell’area).Il Pd propone, quindi, che il presidente Cesaro e il sindaco De Magistris avviino subito (in vista dello scioglimento delle province previsto nel 2014) il percorso di costituzione dell’Area metropolitana di Napoli. Dovrà essere questa Istituzione la sede per l’assunzione di tutte le scelte strategiche sul futuro dell’area.

Mentre dovrà concentrarsi nei Municipi l’attività amministrativa, a partire da quella “ordinaria amministrazione” che appare oggi così drammaticamente carente. Per favorire il processo costituente, il Pd chiede al proprio gruppo parlamentare di insistere perché siano immediatamente approvate le norme attuative del Titolo V della Costituzione, in materia di Città Metropolitane; e al gruppo regionale di realizzare entro il 2012 un compiuto processo di ridefi nizione dei poteri locali. In questo nuovo contesto istituzionale, a Napoli deve avere sede il coordinamento operativo tra le Regioni meridionali per gestire la politica di coesione europea. Una snella struttura operativa, al servizio dell’intero Mezzogiorno. Vanno messe in valore preesistenze e potenzialità, territori e risorse umane, infrastrutture e giacimenti di sapere per puntare a generare ed attrarre un fl usso di nuova ricchezza.Napoli deve essere in grado di incrociare e fare incontrare popoli, domanda ed offerta economica, merci e servizi provenienti dal Mezzogiorno d’Italia, dalla sponda mediterranea balcanica, africana, europea, di guardare ai traffi ci provenienti dall’oriente, di essere una concreta piattaforma formativa e logistica che attira risorse fi nanziarie e offre servizi, cultura, eccellenze. Tutto ciò non può essere una petizione di principio; occorrono proposte, scelte, misure in grado di trasformare un’antica attitudine in una fattuale e attiva realtà, mai statica, pronta a contendere ad altre aree questa funzione direzionale.

I

usciredalla crisiÈ possibile

Page 16: Conferenza Programmatica

16

Qui vogliamo richiamare solo alcuni temi sapendo che su taluni il centrosinistra ha prodotto un lavoro soddisfacente mentre su altri i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative; per evitare che ciò venga a ripetersi riteniamo essenziale approfondire analisi

e proposte. L’attività programmatica va praticata attraverso l’implementazione progressiva di analisi, principi, scelte, progetti che dispongono di una loro coerenza interna e sono capaci di generare una nuova identità della metropoli imperniata sullo sviluppo, sulla tutela dei beni comuni e la valorizzazione del capitale sociale.Lavoriamo affi nché si costruisca il necessario consenso intorno sia alle scelte sia a percorsi di rigenerazione democratica e di motivazione fi duciaria; mettiamo in campo sperimentazioni per promuovere pratiche di partecipazione percepite come effi caci, in grado di fornire nuove prassi, anche simboliche.Questo sforzo è indispensabile all’area metropolitana di Napoli che va considerata un propulsore di civiltà e di sviluppo euro-mediterraneo, approdo e punto di raccordo di energie produttive, di competenze e di processi formativi e democratici, corridoio indispensabile per i fl ussi diretti ad Oriente.Napoli propulsore della regione euro-mediterranea: ci preme considerare questa terra un motore di sviluppo, una vasta area metropolitana in cui si aggregano mirabilmente i fattori della possibile crescita, le condizioni per connettere le straordinarie risorse materiali e immateriali, attraverso un’operazione di selezione attenta, individuando priorità e stimolando

progettualità. Partendo dal capitale umano. La principale risorsa per la crescita economica, sociale e civile del mezzogiorno sono i giovani (e le giovani donne). È urgente creare un sistema di opportunità e di convenienze che affronti questo nodo che non è solo economico ma anche democratico.Intere generazioni rischiano di essere tagliate fuori dalle dinamiche di crescita del Paese, il livello di inoccupazione ha raggiunto tassi insopportabili.Noi pensiamo che gli attori istituzionali e sociali nazionali, regionali e locali debbono tutti orientarsi al conseguimento di questo risultato: a parità di prestazione e di orario, il lavoro di un giovane dai 18 ai 30 anni, per un periodo defi nito, non superiore al triennio, potrebbe costare meno, all’impresa, compensando la riduzione retributiva con una minore pressione fi scale.Il ricorso alla fl essibilità attraverso contratti atipici deve garantire al lavoratore una retribuzione maggiore rispetto al lavoratore ordinario; basta corsie privilegiate e liste di lotte: questa stagione va chiusa per sempre. Entrambi gli obiettivi debbono essere conseguiti attraverso automatismi, escludendo qualsiasi discrezionalità politica e burocratica.Creare lavoro e garantire stabilità e sicurezza nel lavoro; la lotta all’evasione fi scale e previdenziale deve avere al suo centro la lotta non solo al lavoro nero - da condurre con stabilità anche attraverso sinergie con le associazioni sindacali e datoriali - ma anche maggiore attenzione alla sicurezza del lavoro.L’obiettivo del lavoro e dello sviluppo deve svilupparsi attraverso dinamiche policentriche. Noi pensiamo che il mare

Q

LEprioritÀ

Page 17: Conferenza Programmatica

17

debba essere uno tra i principali pilastri di questa impostazione. Il mare deve tornare ad essere un tratto identitario di Napoli, mettendo in valore tutte le sue possibili opportunità di sviluppo ad esso collegate. Da un sistema di porti integrati tra loro (e connesso con il trasporto su gomma e su ferro) al traffi co merci e passeggeri, dal turismo alla balneazione, dalla pesca alla nautica, dalla ricettività alla gastronomia, dalla manutenzione alla produzione di imbarcazioni da diporto. Anche per questo occorre procedere rapidamente alla conclusione del trentennale processo di disinquinamento del golfo e del fi ume Sarno che è il principale agente d’inquinamento del nostro litorale (su questo va segnalato il lavoro signifi cativo che si sta svolgendo con “Il Faro del Sarno” e con i Forum competenti) da Capo Miseno a Punta Campanella, facendo analoga operazione sul litorale fl egreo e domiziano, completando l’infi nita opera di risanamento dei Regi Lagni.Dalla valorizzazione della risorsa mare deve venire anche una spinta al miglioramento del sistema dell’accoglienza, attraverso interventi intersettoriali, al fi ne di migliorare la capacità di attrazione turistica della città come una delle fonti primarie della sua economia.Napoli dispone di straordinarie bellezze, di patrimoni ambientali, di giacimenti archeologici e culturali unici al mondo che rendono il turismo (crocieristico, convegnistico, culturale, ambientale, religioso, archeologico, giovanile, termale, della terza età) una delle principali leve dello sviluppo e della ricchezza.Un’opzione che deve essere supportata da politiche omogenee

di ambito territoriale e da processi formativi correlati. Inoltre, alla cura ed alla tutela dei beni ambientali e culturali va attribuito il valore di un investimento fondamentale sul futuro e sulla crescita.Un altro fondamentale tratto identitario è dato dal sistema della formazione e della conoscenza. Sono indispensabile circuiti integrati di eccellenza perché sarà più a portata di mano una concreta dinamica di sviluppo e di competitività se vi sarà la lungimiranza di optare per investimenti immateriali in capitale umano, in ricerca e innovazione, attraverso la promozione di reti integrate tra università, centri di ricerca e imprese (accompagnata dalla fruizione di massa dei processi di innovazione tecnologica orientati prevalentemente verso le nuove generazioni).Innovazione e ricerca nelle aree a vocazione industriale, sostegno alla fi liera della conoscenza attraverso incentivi e raccordi “convenienti” tra i sistemi formativi e del lavoro allo scopo di creare condizioni più favorevoli all’inserimento occupazionale rendono indispensabile un investimento straordinario della Regione e del Governo in questi campi. Ma Napoli deve anche essere protagonista della crescita democratica della regione mediterranea; per questo pensiamo che la fase di “liberazione” del nord Africa possa costituire un’occasione importante e da non perdere per le nuove generazioni di quell’area e per le istituzioni culturali e formative napoletane; nel contempo, vanno incoraggiate forme di produzione culturale, scambi internazionali, cooperazioni capaci di rendere la città una piattaforma culturale carica di fascino ed attrazione per

Page 18: Conferenza Programmatica

18

l’Europa e per il Mediterraneo. Questo intreccio di strategie e di valorizzazione di tratti e risorse identitarie, accompagnato dalla nuova dimensione istituzionale, deve essere correlato a progetti di rigenerazione urbana e a dinamiche di riaggregazione socio-economica. Nello specifi co le politiche urbanistiche delle città vanno modulate intorno ai Piani Urbanistici Attuativi (PUA) ed i Piani di Riqualifi cazione Urbana (PRU).In particolare nella città di Napoli va accelerata la riqualifi cazione urbana delle aree di confi ne, che devono diventare cerniera tra le aree centrali della città ed il continuum edilizio dei comuni vicini. Questo fondamentale processo di rinnovamento urbano è decisivo ed è stato indicato con proposte puntuali nel programma (a cui rinviamo) per le ultime elezioni amministrative. Accanto a tali scelte vanno individuate misure strategiche che ambiscono a ridisegnare il futuro della città:a) il centro storico deve continuare ad essere l’area nella quale favorire il recupero conservativo e la riqualifi cazione degli edifi ci di valore storico ed ambientale e soprattutto area dove vanno insediate funzioni attrattive di qualità turistiche, produttive (artigianato e commercio) e culturali (vedi Cittadella dell’Artigianato, incubatore a Borgo Orefi ci ecc.) valorizzando le presenze Universitarie e favorendo e migliorando, attraverso il risanamento e la riqualifi cazione, la permanenza abitativa degli abitanti storici, degli studenti, del ceto medio e professionale;b) Bagnoli: sul futuro di Bagnoli vanno ribaditi i tre pilastri del PUE: il parco pubblico, l’unitarietà della linea di costa e l’insediamento di residenze, di alberghi e di aziende eco-compatibili ed innovative all’interno di ben defi nite ed equilibrate cubature. Vanno meglio comprese le ragioni di tanti ritardi e su quali nodi bisogna incidere per evitare di accumularne altri;c) la zona est: occorre rilanciare una politica di insediamenti industriali ecocompatibili ed innovativi, offrendo servizi e infrastrutture. Il governo Monti deve riprendere il progetto per rilanciare la Zona Franca, occorre agire per “mobilitare” convenienze imprenditoriali. Si tratta, altresì, di recuperare, senza stravolgimenti, i tratti tipicamente “industriali” dei luoghi, ma anche dare nuovo impulso allo sviluppo dell’economia cittadina. L’intervento fa leva sulle politiche territoriali e di valorizzazione delle risorse e dell’attrezzatura “civile” locale. La ZFU rappresenta un importante strumento in grado di stimolare lo sviluppo di nuova imprenditorialità nel campo culturale, diportistico, della ricerca e dell’alta formazione, dell’aeronautica, dell’ICT, delle tecnologie ambientali, della ricettività turistica, delle strutture per la socialità e il tempo libero;d) l’area nord: è l’area dove vanno rilanciati grandi progetti pubblici di risanamento e di riqualifi cazione urbana, simbolicamente fermatisi col mancato completamento del progetto di abbattimento delle Vele e di insediamento degli abitanti e dell’Università. È necessario legare la riqualifi cazione urbana all’insediamento di attività produttive e di servizio, superando il carattere mono ceto di alcuni quartieri, puntando sull’associazionismo, sulla scuola sui gruppi culturali giovanile;e) zona di costa e water front: la riqualifi cazione del water

front, inserita in un sistema di interventi correlati tra loro, può contribuire a rilanciare lo sviluppo economico della città e recuperare un suo rapporto autentico, produttivo e sostenibile rispetto alla “risorsa-mare”. Si delinea uno scenario di riqualifi cazione da Ovest a Est che parte dal Molosiglio, si spinge sull’area del water front, dalla Darsena Acton fi no all’Immacolatella e prosegue con il terminal container, spingendosi fi no a San Giovanni con lo scalo turistico di Porto Fiorito, completandosi con la riqualifi cazione del lungomare fi no al complesso museale di Pietrarsa.Un’operazione per rendere il territorio attrattivo di investimenti, concepita in un’ottica di sistema, da collegare con la fascia di costa vesuviana secondo progettazioni e programmi già disponibili (elaborati da TESS).In coerenza con quest’ultimo punto, va immaginato un vasto processo di riqualifi cazione urbana e di riposizionamento delle vocazioni sulla fascia di costa che va da Pozzuoli a Castellammare di Stabia, superando progressivamente preesistenze in contrasto con le vocazioni ambientali, paesaggistiche, archeologiche e turistiche di quell’area, rimuovendo diseconomie strutturali che impediscono un decollo più deciso nel senso indicato.Ciò in un processo di progressiva integrazione con la penisola sorrentina e di maggiore tutela dei beni ambientali che ne consentono la fruizione.Va ridefi nito in modo moderno e dinamico il rapporto con le aree interne a partire dal ruolo centrale che svolge l’area nolana nella triplice veste di piattaforma logistica, di polo manifatturiero, di sostegno e sviluppo all’intermediazione di diversa dimensione. Va intensifi cata e sostenuta la scelta dell’industria e dei distretti industriali, dalla Fiat all’area nord, con processi di specializzazione sempre più spinti, in un quadro di tutela dei diritti dei lavoratori e di evasione delle aspettative del territorio che grazie a dinamiche induttive e progressive, può produrre crescita della ricchezza, riqualifi cazione del tessuto edilizio, riorganizzazione delle funzioni urbane e residenziali, secondo piani modulati sull’omogeneità territoriale e produttiva.Analoga attenzione va rivolta al mondo della cooperazione, dell’artigianato di qualità e del commercio.Torna, inoltre, il tema della mobilità delle merci e delle persone in funzione dell’integrazione tra zona costiera e zone interne.Bisogna favorire la connessione tra i corridoi I e VIII, migliorandone l’effi cienza interna, dando un forte impulso alle autostrade del mare e alle infrastrutture metropolitane su ferro, favorendo il rapporto con le localizzazioni manifatturiere e le piattaforme di smistamento delle merci.Su questo l’ottimo lavoro avviato e svolto nel passato rischia di essere travolto dalla generale insofferenza di questi mesi. Il cattivo funzionamento del trasporto pubblico metropolitano sta diventando insopportabile per migliaia di utenti. Viaggiare in Circumvesuviana o nella Cumana, ad esempio, è un terno al lotto. Occorre una svolta. Inoltre, il trasporto su ferro va connesso, in una logica di rete, al trasporto su gomma ad esso funzionale, a zone di parcheggio e di interscambio. Parcheggi,

Page 19: Conferenza Programmatica

19

tariffe, aree pedonali, zone ZTL, innovazione tecnologica, controllo telematico dei fl ussi e del trasporto pubblico devono essere i pilastri di politiche nuove, più attente e più capaci di tutelare l’ambiente. Per generare meccanismi virtuosi e sostenere programmi tanto ambizioni occorrono risorse pubbliche adeguate e una diversa politica del credito.La fase economica che stiamo vivendo non sarà superata senza una seria e vantaggiosa politica del credito che ponga fi ne alla penalizzazione del Mezzogiorno.I processi di fusione ed accorpamento degli istituti di credito per fronteggiare la concorrenza internazionale non possono essere né deviati né rallentati ma va prevista, una specifi cità per rilanciare, in forme nuove, la funzione specifi ca esercitata nel passato dal Banco di Napoli in favore del mondo dell’impresa meridionale.La stessa gestione delle risorse pubbliche va ispirata a criteri più effi caci rimuovendo, anche in ragione del più stretto rapporto tra reperimento delle risorse e territorio, sprechi e criticità.Servirà un cambiamento di visione, individuando grandi obiettivi comuni, oltre le miserie dei campanilismi, priorità strategiche e sfi de del futuro, superando logiche localistico-territoriale, che conducono solo ad una dispersione delle risorse. Ma occorre anche altro per disporre di risorse utili allo sviluppo, all’inclusione, al cambiamento. Napoli (coinvolgendo i comuni della provincia) deve rivoluzionare il suo sistema delle public utilities attraverso una società di grandi dimensioni che reinveste sul territorio il valore aggiunto delle sue attività,

società nella quale la politica arretra in funzione del’autonomia di chi le gestisce.È ora di vincere la strutturale debolezza degli enti locali meridionali, che ha impedito la nascita di signifi cative aziende pubbliche locali. L’inversione avutasi negli anni ’90 ha consentito a tutti i settori tradizionali un nuovo dinamismo attraverso la nascita e la crescita di numerose aziende del settore dei trasporti, delle risorse idriche, dell’igiene urbana.A nessuno può sfuggire la correlazione tra dotazione di reti e servizi e il livello di attività economica di un territorio. Il divario tra l’indice di dotazione infrastrutturale nel Centro-Nord e quello del Sud, corrisponde tendenzialmente allo squilibrio in termini di PIL per abitante e per processi di industrializzazione. Da ciò si comprende il ruolo di possibile volano - diretto ed indotto - per lo sviluppo che possono assumere i servizi pubblici locali. Si esprime per queste ragioni una forte preoccupazione per la dinamica intrapresa dall’attuale giunta De Magistris che sembra voler negare ogni autonomia alle scelte gestionali degli amministratori delle società partecipate e chiudersi in un processo tutto interno al “pubblico”: la politica anziché arretrare ha fatto un passo avanti nella gestione.Abbiamo bisogno di rigore morale, di autonomia e indipendenza ma anche di rigore fi nanziario perché vanno destinate più risorse al welfare.La recessione ed il lungo ciclo neoliberista hanno accentuato la diseguaglianza e l’immobilità sociale: sono indispensabili politiche locali tese a contrastare questo scenario.

Page 20: Conferenza Programmatica

20

La crisi sarà più breve se saranno utilizzate più misure per sconfi ggere le diseguaglianze I sistemi di welfare municipali diventano, quindi, più di un ammortizzatore sociale: sono i luoghi della dignità, delle opportunità, delle coesione, del rispetto delle regole e della legalità.Ecco perché bisogna investire nella spesa sociale come fattore di sviluppo e di innovazione, passare da misure di solo contrasto all’esclusione a politiche attive per l’inclusione, disegnare un sistema di protezione sociale che abbia un carattere dinamico in modo da superare il carattere risarcitorio delle prestazioni sociali. È indispensabile un sistema moderno di sostegno del reddito di quanti sono o restano senza lavoro, indipendentemente dal tipo di contratto di lavoro e dalle dimensioni dell’impresa; bisogna investire sui servizi per la primissima infanzia: ci aiuterà a ridurre il disagio delle giovani madri e ci consentirà di garantire ai bambini affetto e calore umano, per ridurre la disuguaglianza e l’esclusione di domani. Tutte le Amministrazioni facciano crescere del 10% l’anno l’entità delle risorse fi nanziarie, umane e strumentali a disposizione di tali servizi per almeno 5 anni allo scopo di avere una rete di servizi più adeguata.Servizi sociali e servizi sanitari più adeguati. Napoli e la Campania sono attraversate da almeno un decennio, da una drammatica emergenza sanitaria che ha imposto gestioni straordinarie e piani di risanamento per la riduzione dei disavanzi economici di bilancio. Le aziende sanitarie sono state indotte all’accorpamento con percorsi contraddittori e non del tutto compiuti, il Governo

precedente ha imposto piani di rientro e gestioni commissariali.La riduzione economica dei disavanzi, a tutt’oggi, è meramente virtuale, i livelli essenziali di assistenza sono diventati minimi e residuali.Le AA. SS. LL continuano ad essere serbatoi di voti, i criteri di promozione professionale continuano ad essere caratterizzati dall’accreditamento politico, in luogo di quelli meritocratici. Emerge una totale incongruenza tra ciò che si decreta e ciò che si implementa.Le emergenze costituiscono l’alibi per la deroga permanente dalla legge, si decide secondo canoni funzionali agli interessi di camarille, piuttosto che secondo paramenti di interesse e tutela della salute pubblica.Noi dobbiamo tornare alla normalità e alla norma: i territori non possono più sopportare questa condizione, va condotta una battaglia affi nché tutti i cittadini possano fruire di servizi, in eguale misura e con le medesime opportunità, adeguati, effi caci, effi cienti e correlati ai bisogni che esprimono.Occorre procedere ad una razionalizzazione delle strutture esistenti partendo, però, dalle esigenze concrete, verifi cate sul campo e non da esercizi astratti di compatibilità fi nanziaria, superando duplicazioni ma evitando desertifi cazioni (su questo si rinvia all’elaborazione del Forum sanità regionale del Pd).Nella città di Napoli, in primo luogo. Napoli e la sua area metropolitana devono disporre di una sanità effi ciente, di un mare pulito, di un ciclo dei rifi uti effi ciente, di una qualità ambientale adeguata agli standard delle più avanzate

Page 21: Conferenza Programmatica

21

città europee, di un’effi cace tutela e sicurezza del territorio (il rischio Vesuvio, il bradisismo, i fi umi ed il sistema montuoso - collinare).Noi pensiamo che la riqualifi cazione del sistema del verde pubblico deve svilupparsi attraverso nuove e attive forme di utilizzo dei parchi.Va offerto un sostegno alla diffusione delle fonti di energie alternative, è indispensabile un nuovo sistema di monitoraggio dell’aria controllato e partecipato con le associazioni ambientaliste, con l’obiettivo di infl uire sulle impostazioni di viabilità e delle altre fonti di immissione di gas inquinanti, i centri storici delle città vanno resi fruibili, in larga parte interdetti al traffi co veicolare privato, i cittadini devono impossessarsi degli spazi urbani e viverli. I rifi uti non possono essere più ostaggio né dell’ineffi cienza, né dell’opacità, né della demagogia.La raccolta differenziata va estesa attraverso il massimo ampliamento possibile del sistema porta a porta. È giusto interrogarsi se scegliere un nuovo sistema di deposito dei rifi uti solidi in città, dalla funzione dei raccoglitori alla loro dislocazione, rivedere il sistema degli orari e della raccolta degli ingombranti.Vanno previste scelte di riduzione degli imballaggi in accordo con le catene commerciali di produzione e distribuzione. Vanno realizzati gli impianti di compostaggio per raccogliere la parte umida dei rifi uti.Vanno realizzati i termovalorizzatori necessari, superando ideologismi ed egoismi territoriali.Vanno incentivate forme di imprenditoria legate al riciclo ed al recupero. Il folklorismo di bastimenti carichi di “secco” da bruciare nei termovalorizzatori stranieri, in una sorta di fondamentalismo a nazioni alterne, possiamo risparmiarcelo. Potremmo andare avanti con altre proposte di merito. Pensiamo, invece, che sia suffi ciente fermarsi perché sull’insieme delle questioni trattate e sui contributi di merito redatti dai singoli Forum avvieremo all’indomani della Conferenza Programmatica un vasto confronto nei Circoli e nelle singole città per rendere ancor più adeguata la nostra elaborazione, avendo consapevolezza che essa va calibrata su sistemi territoriali omogenei, in conformità alle scelte organizzative che abbiamo adottato e che adotteremo.

Page 22: Conferenza Programmatica

22

Per dare il senso di questo sforzo, della sfi da che abbiamo lanciato innanzitutto a noi stessi, per rendere immediatamente percepibile il nostro progetto, il nostro punto di vista sentiamo l’esigenza di affermare che, con maggiore determinazione e coraggio,

dobbiamo “leggere” Napoli ascoltando di più i cittadini, essere più “dentro” convinzioni giuste e diffuse (a partire dai costi della politica - certi e trasparenti - dalle procedure amministrative di cui vanno ridotti gli ambiti di discrezionalità in favore di automatismi, dagli impegni pubblici che vanno dichiarati con chiarezza e misure di riscontro).Dobbiamo “indagare” nell’animo e nello sguardo di quei giovani e quelle ragazze che studiano, che vanno in cerca di un lavoro, che hanno fame di futuro e vogliono costruire non un mondo perfetto, suggestionati da antistorici meccanicismi o dai nuovi professionisti della demagogia, ma un mondo migliore, una Napoli più moderna, più solidale, più effi ciente, nella quale si rispetta l’ambiente, funziona il ciclo dei rifi uti, puoi fruire di un mare non inquinato, dove i trasporti pubblici funzionano, avere un lavoro dipendente o un accesso alle professioni, una formazione adeguata, un percorso di carriera defi nito dal merito e non dalle relazioni interpersonali. Su queste cose vogliamo impegnarci. Un lavoro, una casa, gli affetti, le passioni. E, naturalmente, i problemi che la vita presenta e che solo nelle costruzioni a tavolino e nelle ubriacature messianiche scompaiono.Ci vuole più coraggio, la forza di scelte radicali.

Ora, più che mai, la gente si sente rappresentata a fatica dal sistema politico o non si sente affatto rappresentata e tuttavia ha voglia di organizzarsi, di manifestare il proprio pensiero, la propria indignazione, oltre le appartenenze precostituite. Noi dobbiamo recuperare questa “distanza”, dobbiamo recuperare la capacità di interpretare, rappresentare e governare i bisogni sociali dando forte percezione delle nostre convinzioni e delle nostre proposte, stando tra la gente, sui problemi per indirizzare le scelte e per dare risposte concrete.Non teniamo prigioniere le nostre idee tra le mura dei nostri circoli o della nostra Federazione. Riprendiamo il gusto di stare tra le gente, nelle strade.Avere cura di noi, avere cura di Napoli, di chi ha bisogno, di chi merita, di chi ha voglia di provare a mettersi in gioco, a fare qualcosa per la sua terra. Vogliamo riuscire a tenere insieme un nuovo progetto per Napoli e una nuova prospettiva politica per guardare oltre questo momento delicato e diffi cile. Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità sulla base di analisi e scelte condivise o sulle quali è possibile pervenire a trasparenti approdi di sintesi, senza scorciatoie né contrapposizioni politiciste.Siamo pronti a sostenere, nella chiarezza e nella distinzione di ruoli e funzioni, anche prospettive originariamente non contemplate. Siamo pronti.Se parliamo ai 3 milioni e mezzo di nostri concittadini usando il linguaggio della verità, il lessico sereno di chi sente la responsabilità di rappresentare una speranza, di chi ha la

Pconclusioni

Page 23: Conferenza Programmatica

23

consapevolezza delle proprie idee e ci mette la faccia e il cuore, di chi alimenta un ragionevole ottimismo e una prudente fi ducia che nascono dalla serietà delle storie antiche che ci percorrono, dalla semplicità di una vita, dalla condivisione delle diffi coltà e da una passione per il bene comune ce la faremo. Napoli ha necessità di grandi miglioramenti che vanno costruiti con la fatica del lavoro quotidiano, senza gli inganni dei miraggi, senza la paura di non farcela.Guardiamo negli occhi il nostro tempo e la realtà che esso illumina. Quella realtà non è immutabile. Noi possiamo cambiarla. In meglio. Insieme.

Page 24: Conferenza Programmatica

24

comunicazione

photo Carlo HermannLuigi Mauriello