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I dati della congiuntura abruzzese del quarto trimestre 2013 se- gnalano un complessivo miglioramento del quadro congiunturale, che dovrà essere adeguatamente confermato e consolidato nei prossimi mesi perché si possa parlare di avvio di quella ripresa che da ogni parte viene da tempo auspicata. L’assestamento dei livelli produttivi del quarto trimestre è stato ac- compagnato dal miglioramento di altri indicatori come il fatturato, il portafoglio ordini, specie di provenienza estera. L’andamento della produzione risulta ancora differenziato a livello settoriale: a fronte di settori in espansione (farmaceutica, elettronica, alimentare) si regi- strano contrazioni nei mezzi di trasporto, nella metalmeccanica, nei settori tradizionali. Le aspettative degli imprenditori hanno registrato un generalizzato miglioramento che ci consente, in qualche misura, di poter guardare in maniera meno pessimistica ai prossimi mesi. Per poter parlare di un processo di ripresa, è però necessario che le componenti della domanda aggregata si rafforzino: se la domanda estera appare in ripresa, quella interna continua ad offrire segnali negativi o comunque troppo deboli per poter sostenere un rilancio duraturo delle attività economiche. In base ai più recenti dati diffusi da Prometeia per il 2013 si stima una caduta del PIL regionale del -2,6% a fronte dell’1,8% nazio- nale. Diverse regioni settentrionali (Lombardia, Emilia-Romagna e Congiuntura Economica Abruzzese Spedizione in a.p. 70% Div. Corr. D.C.I. AQ QUARTO TRIMESTRE 2013 N. 4 IL 2013 CHIUDE CON SEGNALI POSITIVI ANCHE SE L'EVOLUZIONE DEI PROSSIMI MESI RIMANE INCERTA La congiuntura manifatturiera nel IV trimestre 2013 L'internazionalizzazione produttiva delle imprese manifatturiere di Alberto BAZZUCCHI > pag. 11 > pag. 3 L'industria manifatturiera dal 2009 al 2013: i grafici dell'andamento di Alberto BAZZUCCHI > pag. 6 di Alberto BAZZUCCHI

Congiuntura Economica Abruzzese N. 4/2013

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I dati della congiuntura abruzzese del quarto trimestre 2013 segnalano un complessivo miglioramento del quadro congiunturale, che dovrà essere adeguatamente confermato e consolidato nei prossimi mesi perché si possa parlare di avvio di quella ripresa che da ogni parte viene da tempo auspicata.

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Page 1: Congiuntura Economica Abruzzese N. 4/2013

I dati della congiuntura abruzzese del quarto trimestre 2013 se-gnalano un complessivo miglioramento del quadro congiunturale, che dovrà essere adeguatamente confermato e consolidato nei prossimi mesi perché si possa parlare di avvio di quella ripresa che da ogni parte viene da tempo auspicata.

L’assestamento dei livelli produttivi del quarto trimestre è stato ac-compagnato dal miglioramento di altri indicatori come il fatturato, il portafoglio ordini, specie di provenienza estera. L’andamento della produzione risulta ancora differenziato a livello settoriale: a fronte di settori in espansione (farmaceutica, elettronica, alimentare) si regi-strano contrazioni nei mezzi di trasporto, nella metalmeccanica, nei settori tradizionali. Le aspettative degli imprenditori hanno registrato un generalizzato miglioramento che ci consente, in qualche misura, di poter guardare in maniera meno pessimistica ai prossimi mesi.Per poter parlare di un processo di ripresa, è però necessario che le componenti della domanda aggregata si rafforzino: se la domanda estera appare in ripresa, quella interna continua ad offrire segnali negativi o comunque troppo deboli per poter sostenere un rilancio duraturo delle attività economiche. In base ai più recenti dati diffusi da Prometeia per il 2013 si stima una caduta del PIL regionale del -2,6% a fronte dell’1,8% nazio-nale. Diverse regioni settentrionali (Lombardia, Emilia-Romagna e

CongiunturaEconomica Abruzzese

Spedizione in a.p. 70% Div. Corr. D.C.I. AQQUARTO TRImESTRE 2013 N. 4

IL 2013 CHIUDE CON SEGNALI POSITIVI ANCHE SEL'EVOLUZIONE DEI PROSSImI mESI RImANE INCERTA

La congiuntura manifatturieranel IV trimestre 2013

L'internazionalizzazioneproduttiva delle imprese manifatturieredi Alberto BAZZUCCHI

> pag. 11

> pag. 3

L'industria manifatturieradal 2009 al 2013: i grafici dell'andamentodi Alberto BAZZUCCHI

> pag. 6

di Alberto BAZZUCCHI

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CONGIUNTURA ECONOmICA ABRUZZESE

www.cresa.it • www.abruzzo.congiuntura.it

Congiuntura Economica AbruzzesePeriodico trimestrale

Direttore responsabile: Francesco Prosperococco

Editore CRESA - Corso Vittorio Emanulele II, 86 - 67100 L’AquilaTel. 0862.25335 - Fax 0862.419951 - E-mail:[email protected]

Grafica: Studio Grafico Pierpaolo CeccarelliStampa: Tipolito 95Via Madonna Fore, 17 - L’Aquila - Tel. 0862.312959

Reg. Cancelleria Tribunale dell’Aquila n. 163Reg. Giornali del 17 marzo 1976ISSN 1721 - 1840

CRESA

Presidente: Lorenzo SantiLLi

Consiglio di Amministrazione: Lorenzo SantiLLi

GiuStino Di CarLantonio

DanieLe BeCCi

SiLvio Di Lorenzo

Direttore: FranCeSCo ProSPeroCoCCo

Comitato Scientifico: LuCiano FratoCChi

PaSquaLe LeLio iaPaDre

niCoLa MattoSCio

difficile, tuttavia, poter indicare la possibilità di un “sospiro di sollievo” vero e profondo, considera-to il senso di incertezza e di fragilità che ancora profondamente pervade la situazione economica della regione e le sue aree di più acuta crisi. Fatto-ri interni al Paese - in primis un incerto equilibrio tra le forze politiche, le condizioni penalizzanti di restrizione finanziaria, un assetto fiscale par-ticolarmente gravoso per le imprese - potrebbero ulteriormente contribuire al congelamento dei pur positivi segnali registrati e al modificarsi repentino della direzione di marcia intrapresa allontanando-ci dagli obiettivi di sviluppo auspicati. I mercati esteri si confermano, infatti, come la principale leva di sviluppo per la nostra economia. La do-manda interna continua invece a rappresentare una nota dolente, ed è in questa direzione che riteniamo si debbano concentrare gli sforzi di tutti: decisori pubblici, sistema camerale, associazioni di categoria, sistema bancario.

Francesco ProsPerococco

Piemonte) appaiono in testa nella guida della ri-presa dell’economia nazionale. Dal momento che l’impulso proveniente dalla domanda estera gioca un ruolo essenziale nel sostenere la crescita, l’u-scita dalla recessione coinvolgerà in primo luogo e in maniera più intensa le regioni italiane meglio posizionate nel contesto competitivo mondiale. Di contro, le regioni meridionali, caratterizzate da un più basso grado di apertura internazionale, re-sterebbero penalizzate da una domanda interna criticamente ridimensionata. Anche per il 2014 le prospettive rifletterebbero questo scenario. In diverse regioni del Mezzogior-no, tra cui l’Abruzzo, il ridimensionamento dell’at-tività economica dovrebbe arrestarsi ma piuttosto nel senso di un ristagno, senza rappresentare un significativo ed effettivo inizio di rilancio.Tornare a vedere segni positivi sugli indicatori più significativi delle performance economiche è un dato sicuramente confortante considerando la se-rie di sette trimestri pesantemente negativi da cui proviene il sistema manifatturiero regionale. Resta

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QUARTO TRImESTRE 2013 - N. 4

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L’analisi congiunturale del quarto trimestre 2013 sull’industria manifatturiera - realiz-zata dalla società Questlab per conto del Cresa - è stata effettuata su un campione di 426 imprese con almeno 10 addetti.

I risultati del 2013 confermano la fase di crisi del comparto industriale abruzzese anche se il più re-cente profilo congiunturale sembra consegnarci diversi segnali positivi che vanno valutati positiva-mente e monitorati con adeguata attenzione nei prossimi mesi. La contrazione dei volumi produttivi è stata meno in-tensa di quella che aveva caratterizzato il 2012: in media annua l’attività manifatturiera si è ridotta del -2,4% (-5,6% nel 2012). Dopo quasi due anni par-ticolarmente gravosi, nel quarto trimestre del 2013 la caduta della produzione industriale sembra es-sersi arrestata attestandosi sugli stessi livelli del cor-rispondente periodo dell’anno prima (-0,2%). Su base congiunturale è stato registrato un incremento nei volumi produttivi del 5,7%. La ripresa congiuntu-rale della produzione è confermata anche dall’indi-catore del grado di utilizzo degli impianti che si è attestato al 67,1% della piena capacità produttiva, con uno scarto significativo rispetto alla media dei tre trimestri precedenti.L’analisi per classe dimensionale fa emergere una situazione ancora incerta per le piccole e medie imprese regionali che hanno presentato cali ten-denziali meno accentuati dei trimestri precedenti. Rispetto al 2012 il ritmo di caduta della produzione si è praticamente dimezzato nelle imprese fino ai 50 addetti mentre la positiva dinamica delle grandi imprese ha consentito di recuperare quasi integral-mente l’arretramento che aveva interessato i trimestri centrali dell’anno appena trascorso, chiudendo con una produzione sostanzialmente invariata rispetto a quella del 2012. Il calo produttivo delle imprese di

medie dimensioni è rimasto inalterato rispetto all’an-no precedente.Sotto il profilo settoriale, l’ultimo trimestre del 2013 è stato caratterizzato da andamenti piuttosto diffe-renziati. La buona performance dei prodotti farma-ceutici, dell’elettronica e del comparto alimentare è stata compensata da flessioni diffuse in tutti gli altri settori. Con riferimento all’anno, solo il gruppo dei beni alimentari ha confermato un trend positivo, che sconta tuttavia una lieve perdita in termini occupa-zionali. Le informazioni disponibili confermano la fase di grande difficoltà attraversata dal comparto dei beni tradizionali (-2,9% il tessile-abbigliamento) e, in particolare, delle attività di lavorazione del legno che hanno chiuso il 2013 con un calo com-plessivo del -3,1% in termini di prodotto e del -15% circa in termini di occupazione.Il fatturato totale è rimasto invariato rispetto allo stes-

LA CONGIUNTURA mANIfATTURIERANEL IV TRImESTRE 2013

di Alberto BAZZUCCHI Ricercatore CRESA

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CONGIUNTURA ECONOmICA ABRUZZESE

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so trimestre del 2012, come risultato di andamenti contrapposti tra piccola e media impresa (-0,7% e -1,4% rispettivamente) e dimensioni aziendali più grandi (2%). In media annua il fatturato ha mostrato una dinamica negativa del -1,9% rispetto al 2012, sensibilmente più contenuta rispetto a quella dell’an-no precedente.Il fatturato estero è stato trainato dalla buona per-formance delle imprese più piccole e di quelle con oltre 250 addetti, sia in termini congiunturali che tendenziali. A livello settoriale, le vendite all’estero sono risultate in crescita in quasi tutti i settori (in particolare chimica, elettronica ed alimentare) con la sola eccezione dei prodotti della lavorazione del legno (-1,2%). D’altra parte, le variazioni rispetto al trimestre precedente sono particolarmente positive e diffuse in tutti i comparti produttivi. La domanda interna conferma tutta la sua debolez-za. Gli ordini interni hanno segnato un calo com-plessivo del -2,9%, su cui ha inciso in particolare il negativo andamento delle medie e grandi imprese. A livello settoriale la domanda interna ha spinto verso il basso tutti i principali settori di specializza-zione della regione mentre ha manifestato segnali

positivi, oltre che nell’alimentare, anche nell’elettro-nica e nei prodotti in legno. È da valutare positivamente la ripresa degli ordini esteri nell’ultimo trimestre del 2013 (2,8% il risulta-to tendenziale, sospinto dalle imprese di maggiori dimensioni) ed accompagnato anche da un promet-tente risultato congiunturale (11%) che si è esteso a quasi tutti i settori, con la sola eccezione del tessile-abbigliamento e della lavorazione dei minerali non metalliferi. È opportuno segnalare anche la risalita della quota di fatturato estero (32% circa nel 2013) dopo la leggera flessione dell’anno precedente. Il risultato del quarto trimestre non è stato tuttavia suffi-ciente a mutare il segno di un anno particolarmente critico circa la presenza sui mercati esteri. Restano improntate ad un certo pessimismo le pre-visioni degli imprenditori per i prossimi sei mesi: il saldo è pari a -7 punti percentuali nel trimestre in esa-me, in miglioramento rispetto a quello precedente. Mentre sul fronte della domanda interna sembrano prevalere segnali negativi (in particolare sull’occupa-zione) sul fronte della domanda estera le indicazioni sono incoraggianti (in particolare nei mezzi di tra-sporto, nei prodotti farmaceutici e del legno).

AndAmento deLLA PRodUZIone e deL FAttURAto - IV trimestre 2013

Fonte: CRESA - Congiuntura Economica Abruzzese

Settore Di attività variaz. % rispetto al trim.

precedente

variaz. %rispetto

stesso trim. anno prec.

Utilizzoimpianti

%variaz. %

rispetto al trim. precedente

variaz. %rispetto

stesso trim. anno prec.

variaz. % rispetto al trim.

precedente

variaz. %rispetto

stesso trim. anno prec.

Fatturato EsteroFatturatoProduzione

Alimentare bevande e tabacco -2,0 5,5 71,9 1,4 1,1 10,0 5,4Tessile abbigliamento e calzature 1,4 -1,7 69,7 0,0 -1,5 0,1 1,2Legno e mobili 12,0 -0,3 57,6 9,9 -0,9 33,4 -1,2Lavoraz. minerali non metalliferi -0,7 -1,4 51,7 -4,5 -1,1 6,3 3,4Metalmeccanica 1,8 -4,2 66,0 0,1 -4,0 8,1 1,3Elettromeccanica ed elettronica 0,9 6,5 75,0 1,8 6,6 0,8 6,4Mezzi di trasporto 20,1 -1,1 66,0 17,2 0,1 21,5 3,7Chimico - farmaceutica 4,3 7,9 66,9 16,0 1,1 25,1 10,3Altre imprese manifatturiere 1,7 0,3 68,2 4,3 3,1 1,5 1,6totaLe 5,7 -0,2 67,1 4,8 0,0 10,0 3,5 ProvinCia Chieti 10,0 0,6 70,9 8,2 0,6 11,4 4,4L’Aquila 5,1 2,0 62,8 7,6 -1,3 8,7 8,2Pescara -0,9 -0,7 63,2 -1,5 0,1 11,1 -0,5Teramo 0,8 -2,3 67,3 -0,3 -1,0 6,0 0,5 CLaSSe DiMenSionaLe 10-49 addetti 1,5 -1,7 66,4 2,1 -0,7 8,7 5,150-249 addetti -0,2 -1,0 69,2 0,5 -1,4 4,7 0,7oltre 250 addetti 17,1 2,2 77,5 11,6 2,0 15,2 5,6

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QUARTO TRImESTRE 2013 - N. 4

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AndAmento degLI oRdInAtIVI e deLL’oCCUPAZIone - IV trimestre 2013

Fonte: CRESA - Congiuntura Economica Abruzzese

Settore Di attività variaz. % rispetto al trim.

precedente

variaz. %rispetto

stesso trim. anno prec.

variaz. % rispetto al trim.

precedente

variaz. %rispetto

stesso trim. anno prec.

variaz. % rispetto al trim.

precedente

variaz. %rispetto

stesso trim. anno prec.

OccupazioneOrdini esteriOrdini interni

Alimentare bevande e tabacco 3,6 3,5 5,0 1,7 64,0 -3,7 1,9Tessile abbigliamento e calzature 0,6 -1,4 -0,5 0,5 42,8 -0,1 -0,2Legno e mobili 13,1 1,6 33,1 -1,0 24,0 0,0 -24,8Lavoraz. minerali non metalliferi -10,3 -8,0 -0,2 -5,6 31,2 -0,9 -2,7Metalmeccanica -4,5 -6,3 6,3 -0,1 52,2 -0,5 -1,7Elettromeccanica ed elettronica 0,7 0,8 0,6 0,1 75,2 0,5 4,8Mezzi di trasporto 15,5 -5,8 26,0 8,5 71,1 -0,2 0,3Chimico - farmaceutica -4,4 -5,5 7,3 3,3 34,2 -0,5 1,8Altre imprese manifatturiere 5,5 4,4 2,7 -0,3 46,2 0,0 3,2totaLe 2,9 -2,9 10,8 2,8 48,1 -0,5 -1,0 ProvinCia Chieti 6,4 -2,7 14,9 5,7 49,0 -1,4 0,1L’Aquila 4,2 -4,5 4,5 -1,1 54,3 -2,1 1,2Pescara -4,2 -1,5 6,7 -1,3 50,0 0,1 -0,7Teramo -1,0 -2,9 5,6 -0,9 44,3 1,1 -3,7 CLaSSe DiMenSionaLe 10-49 addetti 1,0 -0,9 7,6 2,8 44,2 -1,3 -2,450-249 addetti -1,5 -3,2 3,1 -0,7 64,1 -0,1 -2,5oltre 250 addetti 13,2 -4,9 25,4 8,1 60,0 -0,2 3,6

Giorni di produzione assicurati

dagli ordini

PReVISIonI A SeI meSI deI PRInCIPALI IndICAtoRI CongIUntURALI (saldi % delle risposte) - IV trimestre 2013

Fonte: CRESA - Congiuntura Economica Abruzzese

Settore Di attività Produzione Fatturato Occupazione OrdinativiInterni Esterni

Alimentare bevande e tabacco 11,4 12,3 -10,1 6,3 28,9Tessile abbigliamento e calzature -3,8 -12,7 -9,9 -12,4 -1,0Legno e mobili 2,2 6,8 -30,9 -1,0 25,4Lavoraz. minerali non metalliferi -36,6 -46,6 -22,0 -41,4 -3,1Metalmeccanica -18,1 -14,5 -20,0 -22,0 12,0Elettromeccanica ed elettronica -6,1 -11,3 -2,9 -0,7 -7,0Mezzi di trasporto 38,5 45,1 7,8 33,9 21,6Chimico - farmaceutica 12,5 17,3 4,9 4,9 25,1Altre imprese manifatturiere -4,4 -5,9 -5,0 -9,6 12,5totaLe -6,6 -8,6 -13,1 -11,7 9,6 ProvinCia Chieti 2,8 -2,5 -5,7 -2,9 9,4L’Aquila -15,2 -10,0 -9,7 -16,9 2,5Pescara -17,9 -18,2 -22,9 -19,5 2,3Teramo -6,6 -9,2 -16,8 -14,1 16,0 CLaSSe DiMenSionaLe 10 - 49 addetti -14,0 -16,3 -13,3 -17,1 -1,150 - 249 addetti 22,4 23,3 -16,5 7,1 39,2oltre 250 addetti 70,0 58,6 28,6 55,7 58,6

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CONGIUNTURA ECONOmICA ABRUZZESE

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L'INDUSTRIA mANIfATTURIERADAL 2009 AL 2013: I GRAfICI DELL'ANDAmENTO

di Alberto BAZZUCCHI Ricercatore CRESA

Produzione e occupazione manifatturiera in Abruzzo 2009-2013

(variazioni %)

Produzione dell’industria manifatturiera in Abruzzo per dimensione d’impresa 2009-2013

(variazioni %)

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QUARTO TRImESTRE 2013 - N. 4

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Previsioni a sei mesisu Produzione e occupazione

in Abruzzo 2009-2013

(variazioni %)

ordini interni ed esteri dell’industria

manifatturiera in Abruzzo 2009-2013

(variazioni %)

Fatturato dell’industria manifatturiera

in Abruzzo 2009-2013

(variazioni %)

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CONGIUNTURA ECONOmICA ABRUZZESE

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Congiuntura manifatturiera in Abruzzo: alimentare, bevande, tabacco2009-2013

(variazioni %)

Congiuntura manifatturiera in Abruzzo: tessile, abbigliamento, calzature2009-2013

(variazioni %)

Congiuntura manifatturiera in Abruzzo: legno, mobili2009-2013

(variazioni %)

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QUARTO TRImESTRE 2013 - N. 4

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Congiuntura manifatturiera

in Abruzzo: elettromeccanica

ed elettronica2009-2013

(variazioni %)

Congiuntura manifatturiera

in Abruzzo: metalmeccanica

2009-2013

(variazioni %)

Congiuntura manifatturiera

in Abruzzo:lavorazione minerali

non metalliferi2009-2013

(variazioni %)

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CONGIUNTURA ECONOmICA ABRUZZESE

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Congiuntura manifatturiera in Abruzzo:mezzi di trasporto2009-2013

(variazioni %)

Congiuntura manifatturiera in Abruzzo:chimico-farmaceutica2009-2013

(variazioni %)

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In occasione dell’indagine campionaria sulle imprese manifatturiere abruzzesi, relativa al secondo trimestre 2013, è stato somministrato un questionario volto ad approfondire il tema dell’internazionalizzazione produttiva con riferimento agli anni 2007-2011. Il

questionario è stato predisposto in collaborazione con il Nucleo di ricerca economica della filiale dell’Aquila della Banca d’Italia1, anche al fine di ottenere risultati confrontabili con quelli generati da indagini analoghe svolte su un campione nazionale dal medesimo istituto2. A questo proposito, il questionario è stato costruito adot-tando le stesse classi di addetti previste nell’indagine Banca d’Italia sull’industria, che considera le imprese con più di 20 addetti, dunque innalzando di 10 unità la soglia tradizionalmente utilizzata per l’analisi con-giunturale abruzzese. Il questionario è costruito al fine di raccogliere dati e informazioni qualitative sull’intera gamma delle forme di internazionalizzazione produtti-va, da quelle più “avanzate”, quali la partecipazione e/o il controllo di imprese estere, a quelle più “legge-re”, che si sostanziano in accordi di collaborazione tecnica, produttiva e/o commerciale. Il questionario è stato indirizzato a un campione di 164 imprese rap-presentative di un universo di circa 600 aziende con oltre 20 addetti. Le imprese del campione che hanno dichiarato di essere state presenti all’estero tra il 2007 e il 2011 sono 19, per un totale di circa 3.700 addetti presso le unità estere ed un fatturato superiore agli 800 milioni di euro (32% del fatturato totale). L’Abruzzo ha partecipato intensamente ai processi di integrazione economica internazionale che hanno inte-ressato il Mezzogiorno negli ultimi due decenni, riducen-do significativamente il proprio divario rispetto al Centro Nord. La propensione ad esportare dell’economia re-

gionale, misurata dal rapporto tra esportazioni di merci e prodotto interno lordo, si è collocata negli anni recenti in linea con la media nazionale, anche se nel 2012 ha fatto registrare un netto calo registrato. A tale risultato hanno contribuito sensibilmente le imprese multinazionali presenti sul territorio regionale, specialmente nel compar-to manifatturiero, in misura superiore al peso economico della regione. Un’evidenza indiretta di questo fenomeno può essere individuata nel fatto che la quota delle impre-se esportatrici abruzzesi sul totale nazionale è inferiore, seppur in misura lieve, alla quota calcolata sul valore delle esportazioni, il che denota dimensioni aziendali medie relativamente elevate (tipiche delle affiliate delle multinazionali). Altre forme di internazionalizzazione non appaiono particolarmente sviluppate: in base ai dati del Censimento 2011, le imprese abruzzesi con più di 3 addetti che hanno partecipazioni produttive all’estero sono l’1,6% delle imprese italiane, una quota inferiore al potenziale economico della regione. Appaiono invece più diffuse forme di internazionalizzazione che implica-no accordi di tipo tecnico o commerciale: queste ultime hanno coinvolto, sempre secondo fonti censuarie, 429 imprese, pari al 2% del totale Italia. Il 12,6% delle imprese industriali abruzzesi con alme-no 20 addetti ha dichiarato attività produttive all’estero negli anni compresi tra il 2007 e il 2011 sotto forma di possesso o controllo di società estere o di proprietà di unità locali (questa quota è del 13,2% nella media italiana, del 4,7% in quella del Mezzogiorno). La pro-pensione ad operare all’estero tende a crescere con la dimensione d’impresa. Tuttavia, diversamente da quanto accade nel resto del paese, dove i processi di interna-zionalizzazione interessano prevalentemente le imprese con oltre 500 addetti, in Abruzzo questo fenomeno sem-

L'INTERNAZIONALIZZAZIONEPRODUTTIVA DELLE ImPRESE mANIfATTURIEREdi Alberto BAZZUCCHI Ricercatore CRESA

1 Si coglie l’occasione per ringraziare lo staff del Nucleo di ricerca economica della filiale dell’Aquila della Banca d’Italia per il contributo offerto nella costruzione del questionario.2 Banca d’Italia, Indagine sulle imprese industriali e dei servizi - Anno di riferimento 2011, Supplemento al Bollettino Statistico, 26 luglio 2012.

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CONGIUNTURA ECONOmICA ABRUZZESE

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bra avere maggiore diffusione nelle aziende con 200-499 addetti (41% delle imprese appartenenti a questa classe dimensionale), mentre interessa circa un terzo delle imprese più grandi. A livello settoriale, la presenza all’estero risulta relativamente più diffusa tra le imprese del tessile-abbigliamento (17,5%), in misura superiore anche a quanto registrato a livello nazionale (12%), e coinvolge in maniera sostanzialmente omogenea la metalmeccanica, la chimica e l’industria alimentare (con quote comprese tra il 12% e il 13%). Le imprese di lavo-razione del legno, dei minerali non metalliferi e quelle dei mezzi di trasporto hanno dichiarato di non aver avu-to attività produttive all’estero nel periodo indicato. Circa la metà delle unità estere delle imprese abruz-zesi svolge attività commerciali, di assistenza tecnica e simili (meno della media nazionale); nel 44% dei casi, una quota simile a quella media del paese, gli

insediamenti esteri hanno finalità produttive, mentre le attività internazionali connesse a progettazione, ricerca e sviluppo appaiono relativamente più svilup-pate della media nazionale.Nel loro complesso, le imprese manifatturiere abruz-zesi hanno dichiarato di essere presenti mediamente in 7 paesi (con un massimo di 19 in media per le aziende del comparto metalmeccanico e un minimo di 1 per il tessile-abbigliamento).Il 44% degli insediamenti esteri delle imprese industriali abruzzesi è localizzato nei paesi dell’area dell’euro, una quota simile a quella rilevata in media per le impre-se italiane. Questo risultato è coerente con la conside-razione che nei mercati avanzati la prossimità favorisce le esportazioni rispetto agli IDE, perché riduce i costi di trasporto (in effetti, il peso dell’area dell’euro sulle espor-tazioni abruzzesi è pari al 52%). D’altra parte, il ricorso

Fatturato estero per settore (composizione %)

Fatturato esteroper classe dimensionale(composizione %)

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QUARTO TRImESTRE 2013 - N. 4

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agli IDE (orizzontali) è stimolato in caso di mercati di sbocco particolarmente lontani, il che spiega il peso significativo degli Stati Uniti tra i mercati che ospitano partecipazioni estere di imprese abruzzesi. Tra i paesi emergenti, le scelte di internazionalizzazione produttiva si concentrano in Romania, Brasile e Cina. La scelta del paese di localizzazione è determinata da motivazione diverse, variabili a seconda della dimen-sione d’impresa e del settore di attività. In generale, il fattore più importante per la decisione di internazionaliz-zazione è la vicinanza ai mercati di sbocco, che riguar-da il 46% degli intervistati. Questa motivazione è parti-colarmente diffusa tra le imprese di maggiori dimensioni (67%). Il 25% delle scelte di delocalizzazione produttiva è spiegato dai minori costi del lavoro rispetto all’Italia, ma tale motivazione viene avanzata esclusivamente dal-le imprese di minori dimensioni. Terzo fattore in ordine di importanza è la vicinanza ai committenti e/o fornitori esteri, che può essere ricondotta alla partecipazione a reti produttive internazionali. Sotto il profilo settoriale, per

gli imprenditori dell’industria alimentare e di quella chimi-ca il vantaggio della localizzazione appare totalmente attribuibile alla vicinanza ai mercati di sbocco. Nei set-tori tradizionali, i fattori che stanno all’origine delle scelte di internazionalizzazione sono più o meno equamente distribuiti tra minor costo della manodopera e vicinanza ai mercati ed ai committenti/fornitori.Il questionario era rivolto anche a studiare le imprese abruzzesi che hanno rinunciato ad una presenza pro-duttiva all’estero. Il principale ostacolo indicato è rap-presentato dagli eccessivi costi di coordinamento della rete produttiva estera, cui seguono la ridotta dimensione d’impresa e l’insufficiente struttura organizzativa. Meno rilevanti appaiono gli altri fattori considerati, come i limiti alle possibilità di finanziamento e/o il rischio di perdere il controllo sulle risorse di proprietà dell’im-presa. Anche in questo caso, la prevalenza dell’uno o dell’altro fattore è correlata alla dimensione aziendale: l’impatto dei costi di coordinamento e della struttura organizzativa è percepito negativamente soprattutto

Fatturato esteroper classe dimensionale(composizione %)

Presenza estera per paese 2007-2011

Fattore più rilevante per la decisione di internazionalizzazione (totale imprese; val. %)

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CONGIUNTURA ECONOmICA ABRUZZESE

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Fattore più rilevante per la decisione di internazionalizzazione (imprese 20-49 addetti; val. %)

Fattore più rilevanteper la decisione di internazionalizzazione (imprese 50-199 addetti; val. %)

Fattore più rilevanteper la decisione di internazionalizzazione (imprese 200-499; val. %)

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QUARTO TRImESTRE 2013 - N. 4

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dalle imprese di media e piccola dimensione, mentre per quelle più grandi tali fattori hanno un ruolo pratica-mente nullo. D’altro canto, l’unico fattore che appare capace di ostacolare l’internazionalizzazione produt-tiva delle imprese più grandi è il rischio di perdere il controllo sulle risorse appartenenti all’impresa (valutato negativamente da oltre il 70% degli intervistati).Nel periodo 2007-2011 il 7% delle imprese del cam-pione indica di aver stretto accordi di tipo tecnico-produttivo con imprese estere. Questa scelta appare meno diffusa tra le imprese tra 20 e 49 addetti (4%) e si concentra tra quelle nella classe 50-199 addetti (12%), mentre risulta assente tra le imprese di maggio-ri dimensioni. Nei casi positivi, le principali forme di collaborazione sono state avviate con imprese ope-ranti in paesi interni all’area dell’euro (40% del totale) e in altri paesi europei (44%). L’8% dei rispondenti ha indicato l’esistenza di rapporti di collaborazione con imprese cinesi ed una quota analoga con quelle statunitensi. Anche la diversificazione geografica del-le collaborazioni internazionali appare correlata alle dimensioni aziendali: le imprese più piccole hanno realizzato accordi soltanto all’interno dell’Unione Eu-ropea, mentre le medie imprese si sono spinte anche

verso altre aree avanzate e in Cina.Più frequente è risultato il ricorso a forme di collabo-razione commerciale: il 17% delle imprese, soprattut-to di medio-grandi dimensioni, ha dichiarato di aver posto in essere iniziative di questo genere. Sotto il profilo settoriale, questo tipo di collaborazione risulta maggiormente diffusa nell’industria del legno, nella chimica e in quella alimentare e ha riguardato per lo più i paesi appartenenti all’area dell’euro.Con riferimento al periodo più recente, a partire dalla fine del 2011, il 3% degli imprenditori intervistati ha dichiarato di aver acquisito il possesso/controllo di società estere (in particolare nei settori della chimica-farmaceutica e del tessile-abbigliamento). La quota di imprese che ha effettuato in questo periodo accordi tec-nico-produttivi è rimasta sostanzialmente invariata rispet-to agli anni precedenti, anche se risulta mutata la com-posizione geografica delle collaborazioni avviate: è cresciuto il peso dell’area dell’euro e della Cina, mentre è diminuito significativamente quello degli altri paesi eu-ropei e del Nord America. Un andamento parzialmente diverso è stato quello riferito alle intese commerciali, per le quali l’insieme dei paesi europei ha perso importan-za, a vantaggio della Cina e di altri paesi emergenti.

Molto negativo

Che ImPAtto hAnno AVUto I SegUentI FAttoRI SULLA deCISIone dI non AndARe ALL’eSteRo tRA IL 2007 e IL 2011?

Struttura organizzativa 15,4% 29,9% 54,7%Dimensione d’impresa 13,8% 35,1% 51,2%Possibilità di finanziamento 13,7% 21,0% 65,3%Perdita di economie di scala 7,8% 30,9% 61,3%Costi di coordinamento 20,3% 33,0% 46,6%Rischi perdita di controllo su risorse impresa 10,5% 31,4% 58,2%

Negativo Nessun impatto rilevante

Ha collaborato all’impostazione e stesura del presente approfondimentoil professore Pasquale Lelio Iapadre, componente del Comitato Scientifico del CRESA

Risposte positive (%)

FoRme dI CoLLAboRAZIone PoSte In eSSeRe Con ImPReSe eSteRe

Paesiarea Euro

Altri Paesid’Europa

USACanada Cina Altro

nel periodo 2007-2001

dalla fine del 2011

Acquisizione, possesso/controllo di società estere 3,0 - - - - -Accordi tecnico produttivi 7,3 43,1 32,9 6,7 17,3 -Accordi commerciali 15,9 54,8 8,1 5,1 10,6 21,4

Accordi tecnico produttivi 7,0 39,7 44,0 8,5 7,7 0,0Accordi commerciali 16,7 69,9 12,2 4,8 0,0 13,2

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