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1 0 CONOSCERE LA RETRIBUZIONE E LA BUSTA PAGA 1 LA RETRIBUZIONE La retribuzione è il corrispettivo che spetta al lavoratore per l'attività lavorativa svolta. È la principale obbligazione in capo al datore di lavoro. La retribuzione connota il rapporto di lavoro come un contratto oneroso di scambio (o a prestazioni corrispettive).

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CONOSCERE LA RETRIBUZIONE E LA BUSTA PAGA

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LA RETRIBUZIONE

La retribuzione è il corrispettivo che spetta al lavoratore per l'attività lavorativa

svolta.

È la principale obbligazione in capo al datore di lavoro. La retribuzione connota il rapporto di lavoro come un contratto oneroso di scambio (o a prestazioni

corrispettive).

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LA RETRIBUZIONE

Nell'ordinamento italiano l’art. 36 della Costituzione stabilisce che il lavoratore

deve essere retribuito

proporzionatamente alla quantità e alla qualità di lavoro svolto e sufficientemente per poter avere una "esistenza libera e

dignitosa".

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LA RETRIBUZIONE minima

La retribuzione minima è fissata dall'autonomia collettiva, non esistendo una disciplina con forza di legge che determini in maniera specifica i principi generali dell'art.36 della Costituzione.

È funzione e compito, pertanto, del contratto collettivo di lavoro determinare, con

l'aggiornamento ad ogni accordo di rinnovo, l'oggetto della retribuzione. Quando questa manca in determinati ambiti, il lavoratore è comunque tutelato in caso di retribuzione

inadeguata.

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LA RETRIBUZIONE minima

L’articolo 2070 c.c. stabilisce che preliminarmente è necessario individuare quale sia il Contratto Collettivo Nazionale del lavoro (CCNL) che disciplina l’attività svolta dall’azienda. Una volta individuato il contratto collettivo applicabile, la retribuzione del singolo dipendente verrà calcolata tenendo conto:

� in primo luogo della categoria attribuita al dipendente (dirigente, quadro, impiegato, operaio)

� in secondo luogo del livello previsto dal CCNL, in cui rientra la mansione svolta in azienda dal lavoratore

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FORME DI RETRIBUZIONE

Secondo il disposto dell'art. 2099 cod. civ., la retribuzione può essere stabilita:

- a tempo (detta anche "ad economia"), se l'ammontare della retribuzione è determinato in funzione della durata della prestazione lavorativa; è la forma più comune e l’unità di misura quindi è il tempo,che può essere l’ora, il giorno, la settimana, la quindicina o il mese. Normalmente i riferimenti che si trovano nella contrattazione collettiva sono la retribuzione mensile e quella oraria, che si differenziano sostanzialmente tra loro in quanto la prima prescinde dal numero di ore effettivamente lavorate nell’arco del mese, quindi retribuzione non variabile in funzione delle ore lavorate, mentre la seconda è strettamente legata al numero di ore effettivamente lavorate nel periodo di paga considerato.

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FORME DI RETRIBUZIONE

Secondo il disposto dell'art. 2099 cod. civ., la retribuzione può essere stabilita:

- a cottimo, se l'ammontare della retribuzione è determinato in funzione del risultato della prestazione lavorativa, ovvero della quantità di lavoro prodotto ed è prevista quando il lavoratore è obbligato a rispettare determinati ritmi di lavoro o quando la valutazione della sua prestazione è basata sul risultato delle misurazioni dei tempi di lavoro. Tale forma di retribuzione, tuttavia, non è mai esclusiva, ma complementare alla retribuzione a tempo. Infatti, negli attuali sistemi retributivi al lavoratore viene comunque garantita una retribuzione minima anche quando non venga raggiunta la produzione fissata, assumendo, la retribuzione a cottimo, valore di incentivo alla produzione.

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FORME DI RETRIBUZIONE

Secondo il disposto dell'art. 2099 cod. civ., la retribuzione può essere stabilita:

- a compartecipazione se l'ammontare della retribuzione è (in parte) determinato in funzione degli utili dell'impresa - con provvigioni o con prestazioni in natura.

� Partecipazione agli utili o ai prodotti: se i contratti collettivi o i patti individuali non dispongono diversamente la partecipazione agli utili spettante al prestatore di lavoro è determinata in base agli utili netti dell’impresa, e, per le imprese soggette alla pubblicazione del bilancio, in base agli utili netti risultanti dal bilancio regolarmente approvato e pubblicato. Mentre la partecipazione agli utili riguarda aziende commerciali e industriali, la partecipazione ai prodotti riguarda soprattutto le aziende agricole. Trattasi di forme miste di retribuzione, in quanto la partecipazione agli utili o ai prodotti integra la retribuzione minima che viene comunque sempre garantita al prestatore di lavoro.

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FORME DI RETRIBUZIONE

� Provvigioni: le provvigioni, o incentivi, sono previste normalmente per i viaggiatori e piazzisti, ma negli attuali modelli retributivi si tende a incentivare anche altre figure professionali non direttamente legate a fattori di vendita, quali ad esempio gli addetti al recupero credito, gli assistenti tecnici addetti alla riparazione di macchine o impianti e così via. Anche in questi casi, tale forma di retribuzione è considerata in aggiunta e quella minima contrattualmente prevista e ha la funzione premiante per il raggiungimento di determinati obiettivi

� Retribuzione in natura: la retribuzione può essere corrisposta, totalmente o parzialmente, mediante prestazione in natura. Negli attuali modelli retributivi, tuttavia, questa forma di retribuzione viene considerata complementare a quella fissa e consiste nel concedere, a titolo di corrispettivo dell’opera prestata, beni o servizi che consentono una esplicazione più agevole della mansione affidata (ad es. alloggio di servizio o portieri e custodi) o una vera e propria corresponsione di salario sotto forma di sconti sul prezzo d’acquisto delle merci prodotte dall’imprenditore o diritto a un quantitativo di prodotti aziendali in forma gratuita o utilizzo di beni aziendali o concessione di beni in natura, ecc.

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LE MODALITA’ DI PAGAMENTO DELLA RETRIBUZIONE

La retribuzione è, di regola, corrisposta in danaro ed è, quindi, soggetta alla disciplina dettata dagli artt. 1277 e ss. c.c..

La contrattazione, collettiva ed individuale, fissa generalmente l'ammontare della retribuzione con riferimento ad un anno di lavoro; la corresponsione avviene, tuttavia, in ratei periodici e, per il principio c.d. della post-numerazione, dopo l'espletamento della prestazione lavorativa.

Le modalità ed i termini di corresponsione della retribuzione sono quelli in uso nel luogo in cui il lavoro viene svolto, che è anche il luogo in cui la retribuzione viene pagata.

In ordine alle modalità, la L. 5 gennaio 1953, n. 4, sanzionata penalmente, fa obbligo al datore di accompagnare la corresponsione della retribuzione con la consegna di un "prospetto paga", recante l'indicazione di tutti gli elementi costitutivi di essa.Il “prospetto paga” è una fotocopia del Libro unico del lavoro, intendendo assolto l’adempimento, anche se la copia delle registrazioni consegnata al lavoratore non comprende i dati relativi al calendario delle presenze.

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PRINCIPI

PARITA’ RETRIBUTIVA UOMO/DONNA –MAGGIORI/MINORI DI ETA’

Gli artt. 3 e 37 Cost. sanciscono la pari dignità sociale e il divieto di discriminazione, a parità di lavoro, per sesso e per età. In passato, tali

principi sono stati disattesi anche dalla contrattazione collettiva stabilendo retribuzioni differenziate soprattutto fra minori e maggiori di età. Tali discriminazioni sono state eliminate nel corso degli anni grazie anche all’intervento della magistratura; purtroppo, ancora oggi, in alcuni casi, si registrano differenze retributive per alcuni istituti contrattuali, ciò ovviamente in palese contrasto con il disposto costituzionale. Per quanto riguarda le donne, la piena parità di trattamento retributivo è stata ribadita dal D. Lgs. N. 198 del

11.04.2006 il quale, all’art. 28, stabilisce che la lavoratrice ha diritto alla stessa retribuzione del lavoratore quando le prestazioni richieste

siano uguali o di pari valore.

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PRINCIPI

PARITA’ DEL TRATTAMENTO

Nel nostro ordinamento giuridico non esiste un principio di parità retributiva a parità di lavoro nella medesima impresa, nel senso che due lavoratori che svolgono pari mansioni ben possono percepire una diversa retribuzione fermo restando il rispetto dell’equa retribuzione e della retribuzione minima garantita così come previsto anche dallo statuto dei lavoratori (art. 16, L. 300/1970). Tale orientamento del

tutto consolidato nella giurisprudenza di ogni ordine e grado consente al datore di concedere trattamenti retributivi ad personam in funzione

di criteri ampiamente discrezionali e insindacabili.

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PRINCIPI

OBBLIGATORIETA’

In base al disposto dell’art. 2110 c.c. il lavoratore ha diritto alla retribuzione o a una indennità per le assenze dovute a infortunio,

malattia, gravidanza e puerperio, in conformità a quanto previsto dalle leggi speciali e dai contratti collettivi. Inoltre, secondo gli orientamenti giurisprudenziali, la retribuzione deve essere corrisposta in caso di

mancata prestazione lavorativa per cause imputabili esclusivamente al datore di lavoro

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PRINCIPI

IRRIDUCIBILITA’

L’art. 2103 c.c. stabilisce il principio della irriducibilità della retribuzione: il lavoratore può essere adibito a mansioni equivalenti alle ultime

effettivamente svolte, ma senza che ciò comporti alcuna decurtazione di retribuzione. Il problema, dibattuto sia in dottrina che in

giurisprudenza, è quello relativo alla perdita o meno delle indennità accessorie alla retribuzione strettamente correlata alle mansioni svolte dal lavoratore, e cioè se con lo spostamento a diverse mansioni il lavoratore viene a perdere eventuali indennità legate alle mansioni

precedentemente svolte. Le tesi sono contrastanti, ma si può affermare che l’orientamento più esatto è quello della Corte di Cassazione che ritiene coperti dalla garanzia di irriducibilità solo quei compensi che siano stabilmente collegati con la specifica qualità soggettiva, intesa

come sintesi della professionalità.

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PRINCIPIOMNICOMPRENSIVITA’

Per omnicomprensività si vuole intendere che, ogni qualvolta i contratti o la legge fanno riferimento alla retribuzione, essa deve essere intesa come il complesso di tutti gli elementi che la compongono. Da tale principio deriva che nel computo dei diversi istituti contrattuali (tredicesima, quattordicesima, aumenti periodici di anzianità, straordinari, ecc.) si

dovrebbe tener conto di tutti gli elementi retributivi che compongono la retribuzione, sia fissi che variabili, senza rendere ininfluente, ai fine del calcolo, alcuni di essi. Tale orientamento deve però intendersi superato a seguito delle numerose sentenze della corte di Cassazione che hanno

riconosciuto inesistente il principio di omnicomprensività della retribuzione nel nostro ordinamento giuridico; pertanto, ogni istituto

contrattuale o legislativo deve essere valutato autonomamente e in base alla relativa previsione contrattuale o legislativa. I contratti collettivi,

pertanto, sono liberi di escludere la computabilità di determinati elementi della retribuzione ai fini del calcolo di specifici istituti contrattuali (per esempio, per il calcolo della maggiorazione del compenso per lavoro

straordinario alcuni CCNL escludono il superminimo individuale). Infine il legislatore ha stabilito che la retribuzione dovuta in base agli accordi

collettivi, anche aziendali, va interpretata in conformità delle obbligazioni, modalità e tempi di adempimento previsti dagli stessi.

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GLI ELEMENTI DELLA RETRIBUZIONELa retribuzione per il lavoro svolto è costituita da diversi elementi retributivi

il cui valore è determinato in gran parte dalla contrattazione collettiva e, in minor misura, dalla legge e dagli accordi interconfederali.

Gli elementi fissi della retribuzione sono:

- la paga base o minimo tabellare: viene determinata dalla contrattazione collettiva e il suo importo varia a seconda del settore economico di appartenenza e della qualifica del lavoratore. In genere viene stabilita in misura fissa mensile ed è l'elemento più importante della retribuzione in quanto in base ad essa sono calcolati tutti gli altri elementi.

- gli scatti di anzianità: costituiscono una voce della retribuzione determinata dalla contrattazione collettiva ed erogata al compimento di una determinata anzianità di servizio del lavoratore presso una medesima azienda. Gli importi variano in base alla qualifica e vengono incrementati periodicamente a scadenza diverse a seconda del contratto collettivo applicabile.

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GLI ELEMENTI DELLA RETRIBUZIONE

- l'indennità di contingenza: ha il compito di adeguare la retribuzione alla variazione del costo della vita. Essa, in molti contratti collettivi, è ormai conglobata nel minimo contrattuale.

- l'elemento distinto della retribuzione EDR: è un importo fisso mensile che viene erogato con la retribuzione mensile e la tredicesima a tutti i lavoratori del settore privato, per compensare l'abolizione dell'indennità di contingenza.

- terzo elemento: si tratta di un importo stabilito in cifra fissa per tutti i lavoratori dipendenti che varia da provincia a provincia.

Gli elementi variabili della retribuzione sono

quelli che variano nei diversi mesi dell'anno come ad esempio: gli straordinari, le indennità, le ferie, la tredicesima mensilità, le festività, i permessi, il congedo matrimoniale, la malattia, la maternità, l'infortunio, gli assegni per il nucleo familiare, i fringe benefit (riconoscimenti individuali volti a premiare il singolo lavoratore).

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STRUTTURA DELLA RETRIBUZIONE

La retribuzione può essere schematizzata distinguendo:

RETRIBUZIONE DIRETTA

RETRIBUZIONE INDIRETTA

RETRIBUZIONE DIFFERITA

RETRIBUZIONE LORDA

RETRIBUZIONE NETTA

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STRUTTURA DELLA RETRIBUZIONE

RETRIBUZIONE DIRETTA

Si riferisce all’effettiva prestazione del lavoratore ed è stabilita dal contratto collettivo. Normalmente è individuata su base mensile e formata da:

� Paga base� Contingenza� EDR (Elemento Distinto della retribuzione)� Scatti di anzianità� Altri elementi

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STRUTTURA DELLA RETRIBUZIONE

RETRIBUZIONE INDIRETTA

Si tratta della retribuzione dovuta al lavoratore, al verificarsi di determinati eventi, indipendentemente dalla esecuzione della prestazione lavorativa, ad esempio:

� Malattia� Maternità� Infortunio� Ferie� Festività

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STRUTTURA DELLA RETRIBUZIONE

RETRIBUZIONE DIFFERITA

Sono gli emolumenti che pure maturando nel tempo, nel corso del rapporto di lavoro, sono erogati in particolari momenti, vi rientrano:

� Trattamento di Fine Rapporto� Trattenuta per Fondo Pensione� Mensilità aggiuntive tipo 13esima e 14esima

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STRUTTURA DELLA RETRIBUZIONE

RETRIBUZIONE LORDA

RETRIBUZIONE NETTA

La retribuzione stabilita dai contratti collettivi applicati dal datore di lavoro è considerata al “lordo” delle trattenute fiscali e previdenziali.

Dalla retribuzione lorda si passa alla retribuzione netta sottraendo le ritenute sociali e fiscali a carico del lavoratore.

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DALL’INQUADRAMENTO DEL DIPENDENTE ALLA RETRIBUZIONE

L‘oggetto della prestazione lavorativa è individuato dalle mansioni (compiti per lo svolgimento dei quali è assunto

il lavoratore).Dalle mansioni in concreto affidate e dal grado di responsabilità con cui sono assolte dipende

implicitamente:

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PRESTAZIONE LAVORATIVA

RETRIBUZIONE

mensilizzata oraria

tipicamente•Impiegati•Quadri•Dirigentied •Operai

•OperaiCon tendenza alla mensilizzazione

determinare il divisore per ottenere la retribuzione giornaliera

determinare il divisore per ottenere la retribuzione oraria

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I singoli CCNL prevedono i divisori da applicare alle retribuzioni

I divisori determinano il valore della retribuzione

di 1 giorno retribuito

e

di 1 ora retribuita

retribuzione mensile lorda = 1.750,00Valore giornaliero = 1.750,00 : 26 = 67,31Valore orario = 1.750,00 : 173 =10,12

Esempio:

conseguentemente

Un dipendente mensilizzato,retribuito un mese normale intero, percepirà

€ 67,31 x 26 = € 1.750,00

Un dipendente retribuito ad ore, percepiràper un mese di lavoro di p.e. 168 ore lavorative

€ 10,12 x 168 = € 1.700,16e

Per un mese di p.e. 176 ore lavorative€ 10,12 x 176 = € 1781,12

Il divisore orario

effettivo è previsto dai CCNL di settore

Il divisore giornaliero effettivo è

previsto dai CCNL di settore

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Il divisore giornaliero, generalmente è eguale a

26,ma, per previsione dei contratti collettivi di settore, può anche assumere valori differenti.

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DALLA RETRIBUZIONE LORDA ALLA RETRIBUZIONE NETTA

RETRIBUZIONE LORDA meno

TRATTENUTE INPS c/DIPENDENTEmeno

(eventuali)

TRATTENUTE FISCALImeno

(eventuali)

ALTRE TRATTENUTE (p.e. contributo Fondo Previdenza Complementare, trattenuta pignoramento ecc..)

=

NETTO A PAGARE

9,19 %9,49 %5,84 %

SCAGLIONI REDDITO ALIQUOTA IRPEF IMPOSTA LORDAIMPOSTA LORDA PROGRESSIVA

fino 15.000,00 23% 3.450,00 3.450,00

da 15.001,00 a 28.000,00 27% 3.510,00 6.960,00

da 28.001,00 a 55.000,00 38% 10.260,00 17.220,00

da 55.001,00 a 75.000,00 41% 8.200,00 25.420,00

oltre 75.000,00 43% Vai ad esempio calcolo

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IMPONIBILE PREVIDENZIALECONTRIBUZIONE

I contributi costituiscono, ancora oggi, la principale forma di finanziamento del

sistema previdenziale anche se negli ultimi tempi è andata estendendosi la partecipazione dello Stato al finanziamento stesso, sia con interventi diretti a risanare il deficit di alcune gestioni, sia con l'assunzione in proprio di una parte della contribuzione stessa attraverso il meccanismo della c.d.« fiscalizzazione degli

oneri sociali».

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L'obbligo contributivo trova la sua fonte nella legge, che ne determina l'ammontare con criteri variabili.

L'obbligo del pagamento sorge al verificarsi delle condizioni previste, cioè, generalmente, all'atto dello svolgimento di una qualunque attività lavorativa; talvolta, è subordinato al verificarsi di eventi ulteriori ( ad es. per la tutela infortunistica solo quando, pur in costanza di rapporto di lavoro, si svolga una delle attività specificamente protette).

IMPONIBILE PREVIDENZIALECONTRIBUZIONE

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Misura della contribuzione

Il contributo è commisurato alla retribuzione del lavoratore.

Il D.Lgs. n.314 del n2.2.1997 considera retribuzione assoggettabile a contribuzione tutto ciò che il lavoratore riceve dal datore (in denaro o in natura), in dipendenza del rapporto di lavoro, e quindi non solo a titolo di corrispettivo o di

controprestazione, ma anche semplicemente durante lo svolgimento del rapporto.

IMPONIBILE PREVIDENZIALECONTRIBUZIONE

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IMPONIBILE PREVIDENZIALE

Il criterio di competenza considera le somme maturate

anche se non ancora erogate nel periodo d’imposta

IMPONIBILE PREVIDENZIALE

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IMPONIBILE PREVIDENZIALE

ESCLUSIONI

� Trattamento di fine rapporto� Le somme corrisposte in occasione della cessazione del rapporto di lavoro

� I proventi e le indennità conseguite, anche in forma assicurativa, a titolo di risarcimento del danno

� Le somme poste a carico di gestioni assistenziali e previdenziali obbligatorie per legge

� Le erogazioni previste dal contratti collettivi aziendali o di secondo livello

� I contributi e le somme a carico del datore di lavoro versati o accantonati per finalità di previdenza complementare

� I trattamenti di famiglia

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IMPONIBILE FISCALE

Il criterio di cassa considera le somme

effettivamente erogatenel periodo d’imposta

IMPONIBILE FISCALE

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IMPONIBILE FISCALE

All'atto della corresponsione della retribuzione periodica, secondo i criteri generali (art. 23, c. 1 e 2 DPR 600/73);

In sede di conguaglio di fine anno o di fine rapporto (art. 23 c. 3 DPR 600/73)� Il datore deve effettuare il conguaglio tra l'ammontare

delle ritenute operate e l'imposta dovuta sulla totalità deicompensi erogati nello stesso periodo, effettuando l'arrotondamento

al centesimo di euro.� L'operazione di conguaglio deve avvenire:

• per i compensi dell'anno precedente, entro il 28 febbraio;• in caso di cessazione del rapporto durante l'anno, quando

• questa avviene.

«TASSAZIONE» ORDINARIA

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IMPONIBILE FISCALE

� La tassazione separata (art. 17 TUIR) consiste nel calcolarel’imposta in misura diversa dagli altri redditi.

� La particolarità dei redditi per i quali si applica consiste nel fattoche essi, pur assumendo rilevanza fiscale al momento in cuisono percepiti, si formano nel corso di uno o più periodi d’imposta precedenti (redditi di formazione pluriennale).

«TASSAZIONE» SEPARATA

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IMPONIBILE FISCALE

«TASSAZIONE»

� Per evitare che redditi di formazione pluriennale siano assoggettati alle aliquote progressive applicabili nell’anno in cui sono percepiti, è stato individuato un criterio in base al quale tali redditi si considerano, ai fini della tassazione, separatamente dagli altri redditi posseduti nello stesso periodo d’imposta:

� TFR, in base all’aliquota media di tassazione calcolata in base a particolari regole previste nell’articolo 19 del TUIR (in via generale è determinata in relazione ai cinque anni precedenti a quello in cui è maturato il diritto alla percezione);

� Arretrati, applicando all’ammontare percepito l’aliquota corrispondente alla metà del reddito complessivo netto del contribuente nel biennio anteriore all’anno in cui sono percepiti. Se in uno dei due anni anteriori non vi è stato reddito imponibile si applica l’aliquota corrispondente alla metà del reddito complessivo netto dell’altro anno; se non vi è stato reddito imponibile in nessuno dei due anni si applica l’aliquota prevista per il primo scaglione di reddito.

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CERTIFICAZIONE CUD

Il sostituto d'imposta deve rilasciare a ciascun percipiente, entro il 28 febbraio di ogni anno, anche a mezzo posta o per via elettronica, nei confronti di quanti siano dotati degli strumenti necessari per riceverla e stamparla, un'apposita

certificazione.

Ris. AE 21 dicembre 2006 n. 145/E

� Per l'attestazione dei seguenti redditi si devono indicare i dati contenuti in appositi schemi approvati dal Ministero;

� per gli altri redditi (es. di lavoro autonomo, diversi) la certificazione è redatta in forma libera e va sottoscritta.

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DICHIARAZIONE MOD. 770(art. 4 c. 1 DPR 322/98)

I sostituti d'imposta che hanno corrisposto somme e valori soggetti a ritenuta alla fonte, nonché gli intermediari e gli altri soggetti che intervengono in operazioni fiscalmente rilevanti tenuti alla comunicazione di dati, devono presentare annualmente una dichiarazione unica anche ai fini dei contributi previdenziali e assicurativi.

Il Mod. 770 deve essere presentato autonomamente (non può essere inserito in Unico) ed in via telematica, direttamente o tramite intermediari abilitati.

Il sostituto deve presentare i modelli (semplificato ed ordinario) entro il 31 luglio dell'anno successivo a quello in cui sono state effettuate le ritenute.

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ASSISTENZA FISCALE

I lavoratori dipendenti ed altri soggetti assimilati, aventi determinati redditi, possono rivolgersi per l'adempimento degli obblighi tributari al proprio

datore di lavoro (o sostituto d'imposta), solamente se questi ha dato la propria disponibilità oppure ad un CAF dipendenti o agli iscritti nell'Albo dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti

commerciali, e dei consulenti del lavoro.

È necessario che il contribuente abbia, nell'anno in corso, un rapporto di lavoro o di collaborazione con un sostituto d'imposta che possa effettuare le operazioni di conguaglio nei termini previsti.

41

ASSISTENZA FISCALEREDDITI CHE CONSENTONO DI PRESENTARE IL

MOD. 730

� redditi di lavoro dipendente e assimilati;� redditi fondiari e di capitale;� redditi di lavoro autonomo per i quali non è richiesta la partita IVA;

� redditi di lavoro autonomo occasionale e redditi derivanti dall'assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere;

� alcuni redditi assoggettabili a tassazione separata, purché il contribuente non intenda optare per la tassazione ordinaria.

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ASSISTENZA FISCALEDESTINATARI ASSISTENZA

� lavoratori dipendenti e pensionati;� lavoratori soci di cooperative di produzione e lavoro, di

servizi, agricole e di prima trasformazione dei prodotti agricoli e della piccola pesca possessori di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente;

� i percettori di indennità sostitutive di reddito di lavoro dipendente (trattamento di integrazione, indennità di mobilità);

� i parlamentari nazionali, i giudici costituzionali e altri titolari di cariche pubbliche elettive (consiglieri comunali, provinciali, regionali, ecc., esclusi i membri del Parlamento europeo);

� soggetti impegnati in lavori socialmente utili;� produttori agricoli esonerati dalla presentazione della

dichiarazione 770, IRAP e IVA;� sacerdoti della Chiesa cattolica, anche qualora percepiscano

congrue e supplementi di congrue.

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ASSISTENZA FISCALESOGGETTI CHE NON POSSONO PRESENTARE IL MOD. 730

� possessori di redditi d'impresa, di lavoro autonomo professionale, di redditi diversi non compresi nel quadro D del 730 (es. plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni qualificate, proventi derivanti dalla cessione totale o parziale di aziende) e di redditi di partecipazione in società di persone e assimilate (anche se la società non ha distribuito utili);

� contribuenti tenuti alla presentazione della dichiarazione annuale IVA o IRAP o dei sostituti d'imposta (es. imprenditori agricoli non esonerati e venditori porta a porta);

� contribuenti non residenti in Italia nell'anno di riferimento e/o nell'anno di presentazione della dichiarazione;

� contribuenti che devono presentare la dichiarazione per dichiarare redditi di soggetti deceduti;

� contribuenti che nell'anno di presentazione della dichiarazione percepiscono redditi di lavoro dipendente erogati esclusivamente da datori di lavoro non obbligati ad effettuare le ritenute d'acconto (es. collaboratori familiari e altri addetti alla casa);

� possessori di redditi provenienti da trust.

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A far data dal 1° gennaio 1998 sono armonizzati i criteri per la definizione delle basi imponibili ai fini fiscali e previdenziali (art.6 D.Lgs.314/1997 e Circolare Ministero delle Finanze 326/E del

23/12/1997).

L'assoggettamento al prelievo contributivo dei redditi di lavoro dipendente, pertanto, avviene sulla

medesima base imponibile determinata a fini fiscali, tranne alcune deroghe dettate dalla diversa natura

del prelievo.

ARMONIZZAZIONEDELLE BASE IMPONIBILI

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Costituiscono reddito di lavoro dipendente

Art 49 D.P.R. 917/1986

- quelli che derivano da rapporti di lavoro aventi ad oggetto prestazioni, con qualsiasi qualifica, alle dipendenze e sotto la direzione di altri, compreso il lavoro a domicilio quando è considerato lavoro dipendente;

- le pensioni di ogni genere e gli assegni ad esse equiparati;

- le somme di denaro per crediti di lavoro.

REDDITI DA LAVORO DIPENDENTE

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art.51, D.P.R.917/1986

Il reddito di lavoro dipendente

è costituito

da tutte le somme ed i valori percepiti, a qualunque titolo, nel periodo d'imposta, anche sotto forma di

erogazioni liberali.

REDDITO DA LAVORO DIPENDENTE

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Si precisa (Circolare INPS 263/1997) che il concetto di somme e valori "percepiti" non esaurisce la nozione di retribuzione imponibile ai fini contributivi, che invece

sarà specificata attraverso il concetto di redditi "maturati" nel periodo di riferimento

tale nozione infatti non comprende solo quanto percepito dal lavoratore, ma include somme e valori "dovuti" per legge, regolamento, contratto collettivo o

individuale sebbene non corrisposti.

REDDITI PERCEPITI – REDDITI MATURATI

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- i contributi previdenziali e assistenziali versati dal datore di lavoro o dal lavoratore, i contributi di

assistenza sanitaria versati dal datore di lavoro o dal lavoratore ad enti o casse aventi esclusivamente fine assistenziale in conformità a quanto disposto da

contratti o accordi regolamenti aziendale per un importo non superiore a € 3.615,20;

ELEMENTI CHE NON CONCORRONO ALLA FORMAZIONE DEL REDDITO

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- le somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro e di quelle in mense aziendali o gestite da terzi o le prestazioni e le indennità sostitutive, fino all'importo complessivo giornaliero di € 5,29;

- le prestazioni di servizi di trasporto collettivo alla generalità o a categorie di dipendenti, anche se affidate a terzi;

- il valore delle azioni offerte alla generalità dei dipendenti per un importo non superiore complessivamente nel periodo d'imposta a €2.065,83, a condizione che non siano riacquistate dalla società emittente o dal datore di lavoro o cedute prima che siano trascorsi almeno tre anni dalla percezione;

ELEMENTI CHE NON CONCORRONO ALLA FORMAZIONE DEL REDDITO

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50

- le mance percepite dai croupiers direttamente o per effetto del riparto a cura di appositi organismi costituiti all'interno dell'impresa nella misura del 25% per cento dell'ammontare percepito nel periodo d'imposta;

- i generi in natura prodotti dall'azienda e ceduti ai dipendenti se complessivamente di importo non superiore nel periodo d'imposta a € 258,23;

- per i fabbricati concessi in locazione, in uso o in comodato, si considera reddito la differenza tra la rendita catastale del fabbricato aumentata di tutte le spese inerenti il fabbricato stesso e quanto corrisposto per il godimento del fabbricato stesso. Per i fabbricati concessi in connessione all'obbligo di dimorare nell'alloggio stesso, si assume il 30% della predetta differenza;

ELEMENTI CHE NON CONCORRONO ALLA FORMAZIONE DEL REDDITO

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- le indennità percepite per trasferte o missioni fuori dal territorio comunale concorrono a formare il reddito per la parte eccedente € 46,48 al giorno, elevate a € 77,47 per le trasferte all'estero, al netto delle spese di viaggio e di

trasporto, in caso di rimborso delle spese di alloggio o di vitto o di alloggio o vitto fornito gratuitamente il limite è ridotto di un terzo e di due terzi in caso di rimborso sia delle spese di alloggio che di quelle di vitto. In caso di

rimborso analitico delle spese per trasferte o missioni fuori del territorio comunale non concorrono a formare il reddito i rimborsi spesa documentati relative al vitto, all'alloggio, al viaggio ed al trasporto, nonché i rimborsi di altre spese anche non documentabili, eventualmente sostenute dai dipendente, sempre in occasione di dette trasferte o

missioni, fino all'importo massimo giornaliero di € 15,49 elevate a € 25,82 per le trasferte all'estero;

ELEMENTI CHE NON CONCORRONO ALLA FORMAZIONE DEL REDDITO

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- le indennità e le maggiorazioni retributive spettanti ai lavoratori che, per contratto, espletano attività lavorative in luoghi sempre variabili e diversi, anche se corrisposte con carattere di continuità, le indennità di navigazione e di volo previste dalla legge o dai contratti collettivi concorrono a formare il reddito nella misura del 50% del loro ammontare;

- le indennità di trasferimento, quelle di prima sistemazione e quelle equipollenti, non concorrono a formare il reddito nella misura del 50% del loro ammontare, per un importo complessivo annuo non superiore a € 1.549,37, per i trasferimenti all'interno del territorio nazionale e € 4.648,11 per quelli fuori dal territorio nazionale o a destinazione in quest'ultimo. Sono inoltre escluse dal reddito le spese di viaggio, comprese quelle dei familiari fiscalmente a carico, le spese e gli oneri sostenuti dal dipendente in qualità di conduttore se rimborsate dal datore di lavoro e analiticamente documentate;

ELEMENTI CHE NON CONCORRONO ALLA FORMAZIONE DEL REDDITO

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- i contributi versati dal datore di lavoro e dal lavoratorealle forme pensionistiche complementari di cui al D.Lgs.124/93;

- …………

ELEMENTI CHE NON CONCORRONO ALLA FORMAZIONE DEL REDDITO

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Ai fini della tutela previdenziale del lavoratore dovranno essere versati contributi all’INPS, in parte a carico del

lavoratore ed in parte a carico del datore.

Tali contributi devono essere versati sul maggiore tra:

� importo delle retribuzioni stabilito da leggi, regolamenti, contratti collettivi nazionale

� importo della retribuzione stabilito da accordi collettivi o contratti individuali

� minimale INPS (pari al 9,50% del trattamento minimo mensile di pensione INPS) – per l’anno 2012

il minimale giornaliero è pari a 45,70

MINIMALE CONTRIBUTIVO

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Per calcolare il minimale orario retributivo si procederà come segue:

- moltiplicare il minimale giornaliero per il numero delle giornate di lavoro settimanale ad orario normale,

laddove tale numero è generalmente pari a 6, anche nei casi in cui l'orario di lavoro sia distribuito in 5 giorni

settimanali;- dividere il prodotto per il numero delle ore di orario

normale settimanale previsto dal CCNL per i lavoratori a tempo pieno.

MINIMALE CONTRIBUTIVO E PART TIME

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MASSIMALE CONTRIBUTIVO

Il suddetto massimale è applicato ai lavoratori assunti dopo il 31/12/1995, privi di anzianità contributiva a tale

data (circolare INPS 177/96).

Il massimale trova applicazione per la sola aliquota di contribuzione pensionistica, compresa l'aliquota

aggiuntiva pensionistica dell'1% e non opera, invece, per le altre contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale

Il massimale non può essere frazionato a mese e ad esso occorre fare riferimento anche se l'anno solare risulti

parzialmente retribuito.

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TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO

Che cos’è il TFR?

Il Trattamento di Fine Rapporto è un istituto previdenziale, a garanzia dei lavoratori (risparmio forzoso), introdotto dalla Legge 297 del 1982. Il testo della Legge citata ha sostituito il vecchio articolo 2120 del Codice Civile.Il Trattamento di Fine Rapporto è una forma di retribuzione differita, liquidata al momento della cessazione del rapporto di lavoro del lavoratore dipendente.

Come si calcola il TFR?

Il TFR si calcola sommando, per ciascun anno intero di servizio, e/o mesi, una quota pari e, comunque, non superiore all'importo della retribuzione dovuta, divisa per 13,5. La retribuzione presa in considerazione per il calcolo del TFR comprende tutte le somme corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, a titolo non occasionale e con esclusione di quanto è corrisposto a titolo di rimborso spese.

Il TFR, con esclusione della quota maturata nell'annodi competenza, è incrementato su base composta, al 31 Dicembre di ogni anno, con l'applicazione di un tasso costituito dall' 1,5% in misura fissa e dal 75% dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo per operai e impiegati, accertato dall'ISTAT rispetto al mese di Dicembre dell'anno precedente.

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TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO

Quando spetta il TFR?

Il TFR è dovuto al lavoratore in ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, la sua maturazione viene calcolata in funzione di ogni mese lavorato o frazioni superiori a 15 giorni.

In quanto credito, il dipendente, con almeno 8 anni di anzianità lavorativa presso l'azienda, può chiedere (una sola volta) un'anticipazione del credito maturato (70%), con i vincoli previsti all'art. 2120 C.C. (acquisto prima casa, interventi sanitari straordinari ecc.).

Al di fuori delle ipotesi menzionate, l'ultimo comma dell'art. 2120 c.c. consente la possibilità di condizioni più favorevoli nei contratti collettivi o nei patti individuali.

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TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO

Quali sono i principali elementi del TFR?

In base a quanto previsto dalla Legge 297/1982, gli elementi che distinguono il TFR dalla retribuzione ordinaria sono:

La maturazione del TFR avviene per ogni mese lavorato, o frazioni di mese di almeno 15 giorni.Poiché col TFR viene differita la corresponsione degli importi, sugli stessi è prevista una rivalutazione legale per preservare il valore reale nonostante l'inflazione.Il TFR costituisce un credito del lavoratore verso l'azienda ed una importante fonte di autofinanziamento per quest'ultima.Il TFR non è imponibile ai fini previdenziali, mentre fiscalmente -trattandosi di importi relativi a più anni di lavoro - viene sottoposto a tassazione separata (più favorevole).

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LA RIFORMA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Che cos'è la Riforma?

Dall’inizio degli anni Novanta il sistema pensionistico italiano è stato oggetto di un articolato processo di riforma volto a contenere la spesa pensionistica in modo da garantirne la sostenibilità finanziaria.

Tale riforma rappresenta un’importante evoluzione nella storia della previdenza italiana. Essa è infatti incentrata sullo sviluppo di un sistema pensionistico basato su due “pilastri” : il primo è rappresentato dalla previdenza obbligatoria (erogata da Inps, Inpdap, Casse professionali ecc.) che assicura la pensione di base; il secondo è rappresentato dalla previdenza complementare che è finalizzata a erogare una pensione aggiuntiva a quella di base.

Le prestazioni pensionistiche che saranno pagate in particolare ai lavoratori entrati nel mondo del lavoro dopo il 1° gennaio 1996 o con pochi anni di servizio a quella data, saranno inferiori di quelle pagate nel passato. Per garantire a tutti i lavoratori la possibilità di mantenere un adeguato tenore di vita anche dopo il pensionamento, la riforma ha previsto la possibilità di aderire alle forme pensionistiche complementari.

L’adesione alla previdenza complementare, pur non essendo obbligatoria, è quindi un‘interessante opportunità per garantire ai pensionati di domani un reddito di importo adeguato.

Una delle novità più importanti della Riforma riguarda il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) che può essere utilizzato come fonte di finanziamento delle forme pensionistiche complementari

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LA RIFORMA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Che cosa sono i fondo di previdenza complementare?

Le forme pensionistiche complementari sono forme di previdenza finalizzate a erogare una pensione aggiuntiva a quella erogata dagli Istituti di previdenza obbligatoria. Tali forme sono autorizzate e sottoposte alla vigilanza di una Autorità pubblica, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP). Sono forme pensionistiche complementari: i fondi pensione negoziali, i fondi pensione aperti, i piani individuali pensionistici e i fondi pensione preesistenti, istituiti anteriormente al novembre 1992. Le forme pensionistiche complementari si distinguono anche in collettive e individuali, in base alle modalità istitutive. Nelle forme collettive l’adesione viene contrattata a livello collettivo e riguarda un gruppo di lavoratori individuati in base all’appartenenza ad una determinata azienda, gruppo di aziende, comparto o settore produttivo; nelle forme individuali invece l’adesione avviene su base rigorosamente individuale a prescindere dal tipo di attività prestata e dall’esercizio o meno di attività lavorativa.

Le forme collettive sono attuate mediante:

► I fondi pensione di natura negoziale istituiti per effetto di un contratto o accordo collettivo di lavoro anche aziendale

► I fondi istituiti o promossi dalle regioni ► I fondi aperti che ricevono adesioni collettive ► I fondi istituiti dalle casse professionali privatizzate ► I fondi preesistenti ► Le forme individuali sono attuate mediante adesione individuale a fondi pensione aperti o

mediante piani pensionistici individuali.

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LA RIFORMA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

LA SCELTA SULLA DESTINAZIONE DEL TFR

Dal 1° gennaio 2007 ciascun lavoratore dipendente, ad eccezione dei lavoratori domestici e dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni elencate nella sezione ‘Lavoratori interessati’, può scegliere di destinare il proprio TFR maturando, cioè futuro, alle forme pensionistiche complementari oppure di mantenerlo presso il datore di lavoro. Per i lavoratori già assunti alla data del 31 dicembre 2006 il termine per effettuare la scelta è scaduto il 30 giugno 2007; per i lavoratori assunti in data successiva, il termine scade dopo sei mesi dall’assunzione. Non deve scegliere il lavoratore che già in data antecedente al 1 gennaio 2007 aderiva a un fondo pensione versando integralmente il TFR.

La scelta sulla destinazione del TFR deve essere effettuata compilando il modulo TFR 2 allegato al decreto del Ministero del lavoro 30 gennaio 2007 che deve essere consegnato dal lavoratore, compilato e sottoscritto, al datore di lavoro. Il modulo TFR 2 dovrà essere compilato dai lavoratori assunti dopo il 31.12.2006, che non abbiano già espresso una scelta in merito alla destinazione del Tfr in relazione a una precedente attività lavorativa.Se entro il termine di sei mesi dalla data di assunzione il lavoratore non consegna il modulo al datore di lavoro si realizza un’adesione automatica ai fondi pensione tramite il meccanismo del tacito conferimento del TFR, (silenzio assenso). In relazione alla data di assunzione e all’anzianità contributiva maturata presso gli enti di previdenza obbligatoria si aprono diverse possibilità di scelta per i lavoratori.

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