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Vincenzo Di Grazia Considerazioni di M. Vincenzo Di Grazia sopra 'l discorso di Galileo Galilei intorno alle cose che stanno su l'acqua, e che in quella si muouono. www.liberliber.it Vincenzo Di Grazia Considerazioni di M. Vincenzo Di Grazia sopra 'l discorso di Galileo Galilei intorno alle cose che stanno su l'acqua, e che in quella si muouono. www.liberliber.it

Considerazioni di M. Vincenzo Di Grazia sopra 'l discorso ... · il discorso di G.G. Intorno alle cose che stanno in su l'acqua o ... Perche è manifesto, il ghiaccio essere dal freddo

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Vincenzo Di GraziaConsiderazioni di M. Vincenzo DiGrazia sopra 'l discorso di Galileo

Galilei intorno alle cose chestanno su l'acqua, e che in quella

si muouono.

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Vincenzo Di GraziaConsiderazioni di M. Vincenzo DiGrazia sopra 'l discorso di Galileo

Galilei intorno alle cose chestanno su l'acqua, e che in quella

si muouono.

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TITOLO: Considerazioni di M. Vincenzo Di Graziasopra 'l discorso di Galileo Galilei intorno allecose che stanno su l'acqua, e che in quella simuouono. All'Illustrissimo ed Eccellentissimo SignorDon Carlo MediciAUTORE: Di Grazia, VincenzoTRADUTTORE:CURATORE:NOTE: Il testo presente in formato immagine sulsito della Biblioteca digitale del Museo Galileo(https://bibdig.museogalileo.it/AmicusSearch/AmicusSearch?coll=BDGA595&type=teca&lang=it&_ga=2.258253834.1464074539.1536827880-1897651477.1523092538). stato trascritto fedelmente il testo originale,compresi i refusi di stampa, ed stata mantenuta lagrafia originale, senza modernizzazioni. L'unicointervento ha riguardato le abbreviazioni antiche o"tituli" che sono state sciolte nella loro formaestesa (es. che o chi per c; contradizioni perctradizioni, ecc).Il medesimo testo, modernizzato, presente nelvolume quarto dell'edizione nazionale delle Opere diGalileo, pubblicato su https://www.liberliber.it/.

CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

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TITOLO: Considerazioni di M. Vincenzo Di Graziasopra 'l discorso di Galileo Galilei intorno allecose che stanno su l'acqua, e che in quella simuouono. All'Illustrissimo ed Eccellentissimo SignorDon Carlo MediciAUTORE: Di Grazia, VincenzoTRADUTTORE:CURATORE:NOTE: Il testo presente in formato immagine sulsito della Biblioteca digitale del Museo Galileo(https://bibdig.museogalileo.it/AmicusSearch/AmicusSearch?coll=BDGA595&type=teca&lang=it&_ga=2.258253834.1464074539.1536827880-1897651477.1523092538). stato trascritto fedelmente il testo originale,compresi i refusi di stampa, ed stata mantenuta lagrafia originale, senza modernizzazioni. L'unicointervento ha riguardato le abbreviazioni antiche o"tituli" che sono state sciolte nella loro formaestesa (es. che o chi per c; contradizioni perctradizioni, ecc).Il medesimo testo, modernizzato, presente nelvolume quarto dell'edizione nazionale delle Opere diGalileo, pubblicato su https://www.liberliber.it/.

CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:http://www.liberliber.it/libri/licenze/

TRATTO DA: Considerazioni di M. Vincenzo Di Graziasopra 'l discorso di Galileo Galilei intorno allecose che stanno su l'acqua, e che in quella simuouono. All'Illustrissimo ed Eccellentissimo SignorDon Carlo Medici - In Firenze : presso ZanobiPignonj, 1613 - 86, (2) p. ; 4.

CODICE ISBN FONTE: n. d.

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 25 settembre 2018

INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilit bassa 1: affidabilit media 2: affidabilit buona 3: affidabilit ottima

SOGGETTO:SCI000000 SCIENZA / Generale

DIGITALIZZAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

REVISIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

IMPAGINAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

PUBBLICAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

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TRATTO DA: Considerazioni di M. Vincenzo Di Graziasopra 'l discorso di Galileo Galilei intorno allecose che stanno su l'acqua, e che in quella simuouono. All'Illustrissimo ed Eccellentissimo SignorDon Carlo Medici - In Firenze : presso ZanobiPignonj, 1613 - 86, (2) p. ; 4.

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CONSIDERAZIONIDI M. VINCENZIO

DI GRAZIASOPRA'L DISCORSODI GALILEO GALILEI

Intorno alle cose che stanno su l'acqua, eche in

quella si muouono.All'Illustriss. ed Eccellentiss. Sig.

DON CARLO MEDICI

IN FIRENZE, MDCXIII.____________________________________

Presso Zanobi Pignonj.

CONSIDERAZIONIDI M. VINCENZIO

DI GRAZIASOPRA'L DISCORSODI GALILEO GALILEI

Intorno alle cose che stanno su l'acqua, eche in

quella si muouono.All'Illustriss. ed Eccellentiss. Sig.

DON CARLO MEDICI

IN FIRENZE, MDCXIII.____________________________________

Presso Zanobi Pignonj.

[3]

All'illustris.ED ECCELLENTISSIMOSIGNORE E PATRONE

OSSERUANDISSIMO

IL SIGNOR DON CARLODE' MEDICI.

______

Signore Eccellentis. molte sono state le cagioni, che m'hannoindotto a scriuere e dedicarle queste mie considerazioni soprail discorso di G.G. Intorno alle cose che stanno in su l'acqua oche in quella si muouono: delle quali stata la principale ilcognoscere che allei per ragion'ereditaria si deue la difesadelle buone arti e della filosofia. Impercioche ella, per lariuoluzion de' tempi e per il mancamento della greca fauella,hauendo molto oscurato il suo antico splendore, fu dalla suaSerenis. casa non senza infinita gloria di tanta magnificenzain quello antico splendore restituita. Cose che per essere notea ciascuno, con troppa ingiuria della generosit di sua stirpeverrebbano particularizzate nelle magnificentissime azioni diCosimo il [4] Vecchio, che con simili mezzi s'aquist ilcognome di padre della Patria, Del mag. Lorenzo, di Leone ildecimo Del gran Cosimo Primo Gran Duca della Toscana enella nostra Etade, del Suo Serenis. Padre. Onde si pu direche questo sia come arredo e pregio douuto al generosissimosuo legnaggio. E adunque lei, per obligo di sua nobilt tenutapreseruar le scientie, le quali quasi fulgentissime gioie,riceuendola luce dai raggi di Sua Ecc. inguisa tale nerauuiueranno loro splendore, che ellenorefletteranno allavist di ciasche duno, quella luce che le tenebre di oscurenebbie gl'auessero potuto offuscare le quali nebbie come

[3]

All'illustris.ED ECCELLENTISSIMOSIGNORE E PATRONE

OSSERUANDISSIMO

IL SIGNOR DON CARLODE' MEDICI.

______

Signore Eccellentis. molte sono state le cagioni, che m'hannoindotto a scriuere e dedicarle queste mie considerazioni soprail discorso di G.G. Intorno alle cose che stanno in su l'acqua oche in quella si muouono: delle quali stata la principale ilcognoscere che allei per ragion'ereditaria si deue la difesadelle buone arti e della filosofia. Impercioche ella, per lariuoluzion de' tempi e per il mancamento della greca fauella,hauendo molto oscurato il suo antico splendore, fu dalla suaSerenis. casa non senza infinita gloria di tanta magnificenzain quello antico splendore restituita. Cose che per essere notea ciascuno, con troppa ingiuria della generosit di sua stirpeverrebbano particularizzate nelle magnificentissime azioni diCosimo il [4] Vecchio, che con simili mezzi s'aquist ilcognome di padre della Patria, Del mag. Lorenzo, di Leone ildecimo Del gran Cosimo Primo Gran Duca della Toscana enella nostra Etade, del Suo Serenis. Padre. Onde si pu direche questo sia come arredo e pregio douuto al generosissimosuo legnaggio. E adunque lei, per obligo di sua nobilt tenutapreseruar le scientie, le quali quasi fulgentissime gioie,riceuendola luce dai raggi di Sua Ecc. inguisa tale nerauuiueranno loro splendore, che ellenorefletteranno allavist di ciasche duno, quella luce che le tenebre di oscurenebbie gl'auessero potuto offuscare le quali nebbie come

esalazioni nubilose, all'apparir del sole di V. E. sarannosforzate al tutto dissoluersi e suanire. Prenda dunque questomio discorso, nel quale io intendo difender la filosofia.Inquella guisa che l'Immortale Iddio prende i piccoli doni demortali Il qual dono soddisfacendole tutto attribuir a graziadi V. E. s come ancora del esser da lei con tal mezzoannouerato nel numero de suoi affezionati seruitori del che nela supplico. Di Fiorenza, questo di 2 di Giugnio 1613.

Di V. Ecc. Ill.

Humilis. SeruoVincenzio di Grazia.

esalazioni nubilose, all'apparir del sole di V. E. sarannosforzate al tutto dissoluersi e suanire. Prenda dunque questomio discorso, nel quale io intendo difender la filosofia.Inquella guisa che l'Immortale Iddio prende i piccoli doni demortali Il qual dono soddisfacendole tutto attribuir a graziadi V. E. s come ancora del esser da lei con tal mezzoannouerato nel numero de suoi affezionati seruitori del che nela supplico. Di Fiorenza, questo di 2 di Giugnio 1613.

Di V. Ecc. Ill.

Humilis. SeruoVincenzio di Grazia.

[5]

A' Lettori.

____

Furrono sempre, a presso saggi, tutte quelle azioni in pro dellaverita adoperate non solamente gradeuoli e care ma ancoradegne di perpetua lode quindi ch'io indifesa di quella ed'Aristotile, ne ploblemi naturali autor di essa mi son messo afare queste mie breui considerazioni sopra 'l Discorso di G. G.Intorno alle cose che stanno in su l'acqua o che in quella simuouono. Nelle quali io non presumo di difendere Aristotile (nonfacendo mestieri a si grand'huomo di mia difesa), ma si bene indichiarandolo di mostrare, lui da per se stesso dalle calunieimpostegli esser basteuole a difendersi. Impercioch tutte leragioni che in esse si ritrouono dall'opere aristoteliche sonoraccolte, e se niuna vene mia propia, sara qualche esperienza oargomento particulare, che Ageuolmente dai suoi uniuersali sideduce Il che accio a tutti sia manifesto, mi paruto conuenientesecondo la vulgata diuisione d'Auerroe citar i luoghi d'Aristotiledi donde si trarranno gli argomenti. Onde maggiormenteapparira, Come diceua Plutarco, Aristotile niuna cosa senzagran' ragione affermare. ei Peripatetici alle sue ragioni, e nonalla sua autorit risguardare. Ancora vedra s'il Sig. G. come edice per Capriccio, O per non auer letto O inteso Aristotile siparte dalla sua opinione. Nello scriuere filosofiche dubitazioni,di propia natura dificultose nella nostra fauella non diroincapace di esse, ma a quelle per ancora non molto assuefatta,suole essere non piccolo carico a coloro, che lomprendano asostenere Il che cognoscendo il Sig. G. quasi vn anno interoimpiego finire e publicare il suo doctissimo discorso. Onde nonispero, che 'l troppo indugio nel mandar' fuori queste mieconsiderazioni debba essere occasione ad alcuno di darmi

[5]

A' Lettori.

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Furrono sempre, a presso saggi, tutte quelle azioni in pro dellaverita adoperate non solamente gradeuoli e care ma ancoradegne di perpetua lode quindi ch'io indifesa di quella ed'Aristotile, ne ploblemi naturali autor di essa mi son messo afare queste mie breui considerazioni sopra 'l Discorso di G. G.Intorno alle cose che stanno in su l'acqua o che in quella simuouono. Nelle quali io non presumo di difendere Aristotile (nonfacendo mestieri a si grand'huomo di mia difesa), ma si bene indichiarandolo di mostrare, lui da per se stesso dalle calunieimpostegli esser basteuole a difendersi. Impercioch tutte leragioni che in esse si ritrouono dall'opere aristoteliche sonoraccolte, e se niuna vene mia propia, sara qualche esperienza oargomento particulare, che Ageuolmente dai suoi uniuersali sideduce Il che accio a tutti sia manifesto, mi paruto conuenientesecondo la vulgata diuisione d'Auerroe citar i luoghi d'Aristotiledi donde si trarranno gli argomenti. Onde maggiormenteapparira, Come diceua Plutarco, Aristotile niuna cosa senzagran' ragione affermare. ei Peripatetici alle sue ragioni, e nonalla sua autorit risguardare. Ancora vedra s'il Sig. G. come edice per Capriccio, O per non auer letto O inteso Aristotile siparte dalla sua opinione. Nello scriuere filosofiche dubitazioni,di propia natura dificultose nella nostra fauella non diroincapace di esse, ma a quelle per ancora non molto assuefatta,suole essere non piccolo carico a coloro, che lomprendano asostenere Il che cognoscendo il Sig. G. quasi vn anno interoimpiego finire e publicare il suo doctissimo discorso. Onde nonispero, che 'l troppo indugio nel mandar' fuori queste mieconsiderazioni debba essere occasione ad alcuno di darmi

biasimo La quale speranza tanto pi prende vigore, quanto il mioritardamento dalla fortuna stato fauoreggiato. Impercioch,parendo al Sig. G. essere stato nel suo discorso alquantooscuretto, volse per sua cortesia, doppo cinque o sei mesi connuoue aggiunte molto meglio esplicarsi. Il perche, oltreall'auermi reso pi cauto, mi a maggiormente aperto il campo arispondere alle sue ragioni come che mi abbia ancora datogrand'occasione di dubitare, che per entro la mia opera molteimperfezioni [6] non si ritrouino, e che io non habbia conseguitoil mio intento in queste mie scritture. Onde mi protesto che se inessa scrittura dal S. G. O da altri qualche imperfezione mi sardimostrata, non solo l'auuro per male, ma ne prometto obligo egratitudine a singular benefizio douuta. Questo quello graziosilettori, che mi occorre dire, intorno a queste mie considerazioni,le quali spero che auoi come desiderosi della verit, non abbinoa essere discare. Viuete felici.

biasimo La quale speranza tanto pi prende vigore, quanto il mioritardamento dalla fortuna stato fauoreggiato. Impercioch,parendo al Sig. G. essere stato nel suo discorso alquantooscuretto, volse per sua cortesia, doppo cinque o sei mesi connuoue aggiunte molto meglio esplicarsi. Il perche, oltreall'auermi reso pi cauto, mi a maggiormente aperto il campo arispondere alle sue ragioni come che mi abbia ancora datogrand'occasione di dubitare, che per entro la mia opera molteimperfezioni [6] non si ritrouino, e che io non habbia conseguitoil mio intento in queste mie scritture. Onde mi protesto che se inessa scrittura dal S. G. O da altri qualche imperfezione mi sardimostrata, non solo l'auuro per male, ma ne prometto obligo egratitudine a singular benefizio douuta. Questo quello graziosilettori, che mi occorre dire, intorno a queste mie considerazioni,le quali spero che auoi come desiderosi della verit, non abbinoa essere discare. Viuete felici.

[7]

CONSIDERAZIONIDI M. VINCENZIO

DI GRATIA

Sopra Al Discorso di Galileo Galilei.Intorno alle cose che stanno in su l'acqua o in quella si muouono.

Volendo dar principio alle mia considerazioniIntorno a quello che scriue il Sig. G. delle cose chestanno in su l'acqua, o in quella si muouono. mi paruto conueniente prima proporre le parole delsuo trattato, e di poi, discorrendoui sopra,dimostrare, quanto vagliano contro d'AristotileImpercioche cosi adoperando, con pi ageuolezzail lettore potr considerare chi di noi piu alla verits'auuicini. Oltre anche mal si dubiter della verarelazione, come se per altre parole si referissono,far si potrebbe. Cominciando dunque dalla primaorigine del discorso del Sig. Galileo, alle miaconsiderazioni intorno di esso, secondo il datoordine, dar principio.Dico dunque che, trouandomi... (conchiusi... L'origine del suo Discorso fu, secondo che dice vnragionamento ch'egl'ebbe con alcuni letteratiintorno alla condensazione: nel quale vn di loroafferm, quella essere propriet del freddo, comesi vede nel ghiaccio, la quale sperienza, benchpaia verissima, tutta volta fu negata dal Sig. Gal.veggiamo ora se a ragione. Egli non dubbioalcuno che i semplici elementi si condensano dalfreddo, e dal caldo si rarefanno. Il che nellagenerazione dell'acqua e dell'aria, sensibilmente

Arist., ter. lib. delle meteore, al princ.

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CONSIDERAZIONIDI M. VINCENZIO

DI GRATIA

Sopra Al Discorso di Galileo Galilei.Intorno alle cose che stanno in su l'acqua o in quella si muouono.

Volendo dar principio alle mia considerazioniIntorno a quello che scriue il Sig. G. delle cose chestanno in su l'acqua, o in quella si muouono. mi paruto conueniente prima proporre le parole delsuo trattato, e di poi, discorrendoui sopra,dimostrare, quanto vagliano contro d'AristotileImpercioche cosi adoperando, con pi ageuolezzail lettore potr considerare chi di noi piu alla verits'auuicini. Oltre anche mal si dubiter della verarelazione, come se per altre parole si referissono,far si potrebbe. Cominciando dunque dalla primaorigine del discorso del Sig. Galileo, alle miaconsiderazioni intorno di esso, secondo il datoordine, dar principio.Dico dunque che, trouandomi... (conchiusi... L'origine del suo Discorso fu, secondo che dice vnragionamento ch'egl'ebbe con alcuni letteratiintorno alla condensazione: nel quale vn di loroafferm, quella essere propriet del freddo, comesi vede nel ghiaccio, la quale sperienza, benchpaia verissima, tutta volta fu negata dal Sig. Gal.veggiamo ora se a ragione. Egli non dubbioalcuno che i semplici elementi si condensano dalfreddo, e dal caldo si rarefanno. Il che nellagenerazione dell'acqua e dell'aria, sensibilmente

Arist., ter. lib. delle meteore, al princ.

apparisce. Si potrebbe a ragione dubitare dellesaette doue pare, che il freddo habbia virtu digenerare il fuoco, che il piu sottile degl'elementi* la qual cosa non auuiene [8] per natura delfreddo, ma si bene per cagione accidentaleConciossia che il freddo condensando le nugole dital maniera vnisce le esalazioni calde e secche, lequali per entro le nugole s ritrouano, che elle nediuengono sottilissimo fuoco. Il contrario effettoapparisce nella gragnuola, nella quale sembra che'l calore habbia uirt di condensare. I qualiaccidenti auuengono per lo circondamento de'contrarij, da' Greci chiamata Adunque se il ghiaccio rarefatto, come il S. G.afferma, sar di necessita rarefatto dal calore, nonpotendo questo tale accidente il freddo di suanatura generare generandosi il ghiaccio di sempliciElementi e non potendosi il circondamento de'contrarij in tal cosa adattare. Non credo sia peressere alcuno, che abbia, negando il senso, a dire ilghiaccio esser generato dal calore, essendo egliprodotto ne' pi freddi tempi del uerno, nel qualeogni calore nel nostro emisferio quasi mancato.E se pure, si trouasse molto sarebbe lungi dalvero* Impercioche vno agente, operando secondola sua natura, non pu in vn medesimo oggettoesser cagion d'effetti contrarij. Adunque se ilcalore liquefacendo corrompe il ghiaccio, sarimpossibile che egli lo possa generar congelando.Perche manifesto, il ghiaccio essere dal freddocondensato, e non dal calore rarefato. Ci resta oraa dimostrare le soluzioni de gli argomenti del Sig.G. Diceua egli *, che la condensazione partoriscediminuzion di mole e agumento di grauita, e lararefazione maggior leggerezza o agumento di

Arist., quarto delle miteore, cap. 2, somma seconda.

Arist., 2 lib. delle Meteore, som. 3, cap. 2.

4 lib. delle meteore, cap. 2. somma 2.

Aristotile, 4 delle delle mit.,cap. 3, som. 2.

Arist. 4 della Fisica tes. 85.

apparisce. Si potrebbe a ragione dubitare dellesaette doue pare, che il freddo habbia virtu digenerare il fuoco, che il piu sottile degl'elementi* la qual cosa non auuiene [8] per natura delfreddo, ma si bene per cagione accidentaleConciossia che il freddo condensando le nugole dital maniera vnisce le esalazioni calde e secche, lequali per entro le nugole s ritrouano, che elle nediuengono sottilissimo fuoco. Il contrario effettoapparisce nella gragnuola, nella quale sembra che'l calore habbia uirt di condensare. I qualiaccidenti auuengono per lo circondamento de'contrarij, da' Greci chiamata Adunque se il ghiaccio rarefatto, come il S. G.afferma, sar di necessita rarefatto dal calore, nonpotendo questo tale accidente il freddo di suanatura generare generandosi il ghiaccio di sempliciElementi e non potendosi il circondamento de'contrarij in tal cosa adattare. Non credo sia peressere alcuno, che abbia, negando il senso, a dire ilghiaccio esser generato dal calore, essendo egliprodotto ne' pi freddi tempi del uerno, nel qualeogni calore nel nostro emisferio quasi mancato.E se pure, si trouasse molto sarebbe lungi dalvero* Impercioche vno agente, operando secondola sua natura, non pu in vn medesimo oggettoesser cagion d'effetti contrarij. Adunque se ilcalore liquefacendo corrompe il ghiaccio, sarimpossibile che egli lo possa generar congelando.Perche manifesto, il ghiaccio essere dal freddocondensato, e non dal calore rarefato. Ci resta oraa dimostrare le soluzioni de gli argomenti del Sig.G. Diceua egli *, che la condensazione partoriscediminuzion di mole e agumento di grauita, e lararefazione maggior leggerezza o agumento di

Arist., quarto delle miteore, cap. 2, somma seconda.

Arist., 2 lib. delle Meteore, som. 3, cap. 2.

4 lib. delle meteore, cap. 2. somma 2.

Aristotile, 4 delle delle mit.,cap. 3, som. 2.

Arist. 4 della Fisica tes. 85.

mole al che s'aggiugne, che le cose condensatemaggiormente s'assodano, e le rarefatte si rendonpi dissipabile, li quali accidenti nell'acqua nonappariscono Adunque il ghiaccio non condensato,ma rarefatto, douerra dirsi. Impercioche ilghiaccio, essendo generato d'acqua, douerrebbeessere piu graue di quella, doue che egli piuleggieri apparisce galleggiando per essa. edancora, secondo il Sig. Galileo, molto maggiore dimole dell'acqua ond' si produce. E per potere piuageuolmente rispondere a queste ragione. Notisiche l'aria rachiusa nelle materie, che di lor naturanell'acqua hanno grauita, suole renderle pileggieri che non l'acqua, onde elleno fuor dinatura in essa galleggiano Segno ne sia la pomice,che, essendo di terra e percio graue per l'aria, chedentro vi si rachiude, nell'acqua galleggia doueriducendola in [9] poluere, l'aria se ne vola via,ed'ella peruiene al fondo dell'acqua. Onde diceuaTeofrasto, che sono dell'Isolette nel mare indico,che per questa cagione galleggiano sopra l'acque.La qual cosa perche non habbia da molti, che nondanno fede alle fatiche de' valent'huomini, a essereriputata fauolosa, mi piace nella nostra Italia, nonmeno dell'altre prouincie di gran marauigliaripiena, addurne verace esperienza. E dunque nellaCampagnia di Roma vicino a bassanello vn lago dibassanello appellato l'acqua del quale nell'azzurrobiancheggia, anzi simile al color verde. Nelquale si veggono molte isolette coperte diverdeggianti erbette, che nuotano sopra l'acqua inguisa di nauicelle. Questo, come afferma fraleandro nella sua Italia, quel lago che da Plinioprimo e secondo di Vadimone fu detto che dellemedesime isolette fanno menzione. le quali, per

mole al che s'aggiugne, che le cose condensatemaggiormente s'assodano, e le rarefatte si rendonpi dissipabile, li quali accidenti nell'acqua nonappariscono Adunque il ghiaccio non condensato,ma rarefatto, douerra dirsi. Impercioche ilghiaccio, essendo generato d'acqua, douerrebbeessere piu graue di quella, doue che egli piuleggieri apparisce galleggiando per essa. edancora, secondo il Sig. Galileo, molto maggiore dimole dell'acqua ond' si produce. E per potere piuageuolmente rispondere a queste ragione. Notisiche l'aria rachiusa nelle materie, che di lor naturanell'acqua hanno grauita, suole renderle pileggieri che non l'acqua, onde elleno fuor dinatura in essa galleggiano Segno ne sia la pomice,che, essendo di terra e percio graue per l'aria, chedentro vi si rachiude, nell'acqua galleggia doueriducendola in [9] poluere, l'aria se ne vola via,ed'ella peruiene al fondo dell'acqua. Onde diceuaTeofrasto, che sono dell'Isolette nel mare indico,che per questa cagione galleggiano sopra l'acque.La qual cosa perche non habbia da molti, che nondanno fede alle fatiche de' valent'huomini, a essereriputata fauolosa, mi piace nella nostra Italia, nonmeno dell'altre prouincie di gran marauigliaripiena, addurne verace esperienza. E dunque nellaCampagnia di Roma vicino a bassanello vn lago dibassanello appellato l'acqua del quale nell'azzurrobiancheggia, anzi simile al color verde. Nelquale si veggono molte isolette coperte diverdeggianti erbette, che nuotano sopra l'acqua inguisa di nauicelle. Questo, come afferma fraleandro nella sua Italia, quel lago che da Plinioprimo e secondo di Vadimone fu detto che dellemedesime isolette fanno menzione. le quali, per

altra cagione non si deue credere galleggiare,senon perche di pietra spungnosa sono composte.Adunque manifesto che l'aria racchiusa nellematerie che hanno grauita, puo esser cagione, cheelleno sopra l'accqua galleggino, quantunque piugraui di essa. Il che essendo verissimo, dico checongelandosi il ghiaccio, per entro vi si racchiudealcuna piccola porzione d'aria. Segno ne sia moltebolle e sonagli, li quali si veggono nella superficiedel diaccio, e ancora quantunque molto minoridentro a qual si voglia particella di esso, ancorchbenissimo condensata. laonde achi diligentementeconsidera a quella quantita d'aria che nel diaccio siracchiude, ageuolmente si accorgera, el diaccionon essere piu leggieri della materia della qualeegli si produce. Onde aduiene che egli nell'acquasoprannuoti. Il simile si pu dir della moleImpercioche se si vedesse l'aria l'acqua checoncorrono a comporre il diaccio, ciaccorgeremmo che molto minor luogo dal diaccioche da quelle viene occupato. Al che s'aggiugne *che molto pi si uniscono le cose humide chel'aride * onde il ferro benche sia di pi terrestremateria che 'l pionbo, e percio dourebbe esser piugraue, non dimeno, perche le particelle del piomboessendo piu umide e per questo piu vnite, ingrauitda quello superato La qual cosa nel diaccioancora potrebbe seguire. Adunque manifesto,che le ragioni del, Sig. Galileo non a bastanzadimostrano, il ghiaccio esser acqua rarefatta. Emaggiormente perche la [10] terza condizione chenel condensare si ricercha, molto gli contraddice.E questa , che le cose nel condensarsi molto piusode diuengano Il che nel diaccio sensibilmente sivede. Quanto aquello disse quel litterato, il diaccio

Arist. 9 delle Fisica, Tes. 85.

altra cagione non si deue credere galleggiare,senon perche di pietra spungnosa sono composte.Adunque manifesto che l'aria racchiusa nellematerie che hanno grauita, puo esser cagione, cheelleno sopra l'accqua galleggino, quantunque piugraui di essa. Il che essendo verissimo, dico checongelandosi il ghiaccio, per entro vi si racchiudealcuna piccola porzione d'aria. Segno ne sia moltebolle e sonagli, li quali si veggono nella superficiedel diaccio, e ancora quantunque molto minoridentro a qual si voglia particella di esso, ancorchbenissimo condensata. laonde achi diligentementeconsidera a quella quantita d'aria che nel diaccio siracchiude, ageuolmente si accorgera, el diaccionon essere piu leggieri della materia della qualeegli si produce. Onde aduiene che egli nell'acquasoprannuoti. Il simile si pu dir della moleImpercioche se si vedesse l'aria l'acqua checoncorrono a comporre il diaccio, ciaccorgeremmo che molto minor luogo dal diaccioche da quelle viene occupato. Al che s'aggiugne *che molto pi si uniscono le cose humide chel'aride * onde il ferro benche sia di pi terrestremateria che 'l pionbo, e percio dourebbe esser piugraue, non dimeno, perche le particelle del piomboessendo piu umide e per questo piu vnite, ingrauitda quello superato La qual cosa nel diaccioancora potrebbe seguire. Adunque manifesto,che le ragioni del, Sig. Galileo non a bastanzadimostrano, il ghiaccio esser acqua rarefatta. Emaggiormente perche la [10] terza condizione chenel condensare si ricercha, molto gli contraddice.E questa , che le cose nel condensarsi molto piusode diuengano Il che nel diaccio sensibilmente sivede. Quanto aquello disse quel litterato, il diaccio

Arist. 9 delle Fisica, Tes. 85.

galleggiaua per la figura, ne lascer bello e la curaa lui, non mi curando di tor la brigha achi moltoben si pu da perse difendere. Potrebbe, adunque,parere che 'l Sig. G. alquanto nella primieraorigine del suo discorso, dalla verit s'allontani,affermando il diaccio essere acqua rarefatta, doueegli sensibilmente si vede esser'acqua condensata.Conchiusi per tanto (E per procedere.E tanto maggiormente pare sia lontana dal verol'vniuersale conclusione fatta dal Sig. G. la figuranon essere cagione in alcun modo di stare a galla oin fondo; Impercioche, come per lo sensoapparisce e come dimostrerremo di qual si vogliamateria, ben che grauissima, si pu riducendola infigura piana, comporne vna mole che galleggisopra l'aqua. E ben vero che tal cosa c'indusse acredere, oltre alla sperienza, il vedere che ladiuersita delle figure altera grandemente ilmouimento de' corpi doue ella si ritroua: onde lafigura si riduce a tanta anpiezza e sottigliezza, chenon solo ritarda le cose che nell'acqua discendono,ma ancora le quieta sopra di quella. Il chequantunque il Sig. G. stimi falso, si vedr perragion viuissime esser vero, mentre siconsidereranno nel suo discorso tutte le ragioniaddotte dall'vna e dall'altra parte, e di pi quelleche egli di sua inuenzione, adduce. le quali d'ogniintorno considerate e addottone le veredimostrazioni, potr da esse prender quell'vtilech'egli desidera, cioe di venire in cognizione dellaverit, la quale sino ad ora da lui per falsita tenuta Mentre le sue ragioni piu apparenti, chevere saranno, riprouate.E per procedere (cerchero di mostrare,Molto bene discorre il Sig. G. proponendo di voler

galleggiaua per la figura, ne lascer bello e la curaa lui, non mi curando di tor la brigha achi moltoben si pu da perse difendere. Potrebbe, adunque,parere che 'l Sig. G. alquanto nella primieraorigine del suo discorso, dalla verit s'allontani,affermando il diaccio essere acqua rarefatta, doueegli sensibilmente si vede esser'acqua condensata.Conchiusi per tanto (E per procedere.E tanto maggiormente pare sia lontana dal verol'vniuersale conclusione fatta dal Sig. G. la figuranon essere cagione in alcun modo di stare a galla oin fondo; Impercioche, come per lo sensoapparisce e come dimostrerremo di qual si vogliamateria, ben che grauissima, si pu riducendola infigura piana, comporne vna mole che galleggisopra l'aqua. E ben vero che tal cosa c'indusse acredere, oltre alla sperienza, il vedere che ladiuersita delle figure altera grandemente ilmouimento de' corpi doue ella si ritroua: onde lafigura si riduce a tanta anpiezza e sottigliezza, chenon solo ritarda le cose che nell'acqua discendono,ma ancora le quieta sopra di quella. Il chequantunque il Sig. G. stimi falso, si vedr perragion viuissime esser vero, mentre siconsidereranno nel suo discorso tutte le ragioniaddotte dall'vna e dall'altra parte, e di pi quelleche egli di sua inuenzione, adduce. le quali d'ogniintorno considerate e addottone le veredimostrazioni, potr da esse prender quell'vtilech'egli desidera, cioe di venire in cognizione dellaverit, la quale sino ad ora da lui per falsita tenuta Mentre le sue ragioni piu apparenti, chevere saranno, riprouate.E per procedere (cerchero di mostrare,Molto bene discorre il Sig. G. proponendo di voler

dichiarare la vera e natural cagione dell'ascenderealcuni corpi nell'acqua e in quella soprannotare, edel discendere in essa e in quella rimanerImpercioche da questo si debbe trarre la soluziondi questa nostra difficult. E se quello ha veduto inAristotile non lo quieta forse dello stesso Aristotiletali ragione e dichiarazioni gli proporremo, cheappieno gli daranno soddisfazione. E venendo aconsiderare la cagione del Sig. G. la [11] quale che le cose vanno al fondo per esser piu grauidell'acqua, e in quella all'insu si muouono spintedalla maggior grauita di essa, affermo questa suadimostrazione parere alquanto mancheuole.Impercioche douendosi dimostrare gl'accidenti delpropio e naturale suggetto, nel quale eglinonaturalmente si ritrouano fa di mestiero, volendoassegnar la cagione del mouimento al centro e allacircunferenza, e della quiete che segue nell'acqua,il considerargli primieramente negli elementi douenaturalmente si ritrouano, e non insieme in quelli ene conposti Altrimenti non si farebbe ladimostrazione vniuersale & erreremmo. si come digran lunga errerebbe colui che volesse dimostrarl'adifinzion del Triangulo ingenere, che auer treangoli eguali a due retti, insieme di esso edell'Equilatero. Adunque al quanto par che si partadal vero il Sig. Galileo, mentre del mouimento de'semplici e de' corpi composti insieme, ne assegnala cagione. Secondariamente, la cagione del Sig.G. non l'ho in tutto per vera. Impercioche,ancorche sia manifesto, che la grauita sia cagioneche i corpi semplici si muouano al centro. non gia vero che eglino si muouino alla circunferenzaspinti dalla maggior grauita del mezzo. E questo,per molte ragioni. La prima che essendo quattro

Arist., pr. lib. della posteriora, Test. quinto, Arg. 1.

Arist., pr. del Cielo, Test. 7.

Arist., pr. del Cielo, Test. 5.

dichiarare la vera e natural cagione dell'ascenderealcuni corpi nell'acqua e in quella soprannotare, edel discendere in essa e in quella rimanerImpercioche da questo si debbe trarre la soluziondi questa nostra difficult. E se quello ha veduto inAristotile non lo quieta forse dello stesso Aristotiletali ragione e dichiarazioni gli proporremo, cheappieno gli daranno soddisfazione. E venendo aconsiderare la cagione del Sig. G. la [11] quale che le cose vanno al fondo per esser piu grauidell'acqua, e in quella all'insu si muouono spintedalla maggior grauita di essa, affermo questa suadimostrazione parere alquanto mancheuole.Impercioche douendosi dimostrare gl'accidenti delpropio e naturale suggetto, nel quale eglinonaturalmente si ritrouano fa di mestiero, volendoassegnar la cagione del mouimento al centro e allacircunferenza, e della quiete che segue nell'acqua,il considerargli primieramente negli elementi douenaturalmente si ritrouano, e non insieme in quelli ene conposti Altrimenti non si farebbe ladimostrazione vniuersale & erreremmo. si come digran lunga errerebbe colui che volesse dimostrarl'adifinzion del Triangulo ingenere, che auer treangoli eguali a due retti, insieme di esso edell'Equilatero. Adunque al quanto par che si partadal vero il Sig. Galileo, mentre del mouimento de'semplici e de' corpi composti insieme, ne assegnala cagione. Secondariamente, la cagione del Sig.G. non l'ho in tutto per vera. Impercioche,ancorche sia manifesto, che la grauita sia cagioneche i corpi semplici si muouano al centro. non gia vero che eglino si muouino alla circunferenzaspinti dalla maggior grauita del mezzo. E questo,per molte ragioni. La prima che essendo quattro

Arist., pr. lib. della posteriora, Test. quinto, Arg. 1.

Arist., pr. del Cielo, Test. 7.

Arist., pr. del Cielo, Test. 5.

gli elementi, i quali sono corpi naturali fa dimestieri che abbiano quatro mouimenti naturalidistinti fra di loro. E perch alcun potrebbe negareche glElementi fussero quatro, ben che dellamaggior parte per lo senso apparisca, non dimeno,per maggiore euidenza, l'habbiam voluto mostrare.E manifesto per lo senso che, oltre alle altrequalit, quatro parte nel mondo sullunare se neritrouano, cio caldezza e frigidita, siccit evmidit dalla cognizion delle quali seiaccoppiamenti si producono, cio caldezza esiccita, caldezza e vmidita, frigidita e siccita,frigidit e umidita, e caldezza e frigidit, e vmidita siccita. Li due vltimi accoppiamenti solo sonoimpossibili, non potendo due contrarij ritrouarsi invn medesimo suggetto; e percio, rimanendoquattro accoppiamenti di quelli, necessariocostituire quattro corpi naturali, e questi sono iquattro elementi. Impercioche la terra fredda eseccha per lo senso apparisce, l'acqua fredda evmida, l'aria vmida e calda. Adunque necessarioche si conceda vn'altro corpo semplice elementare,che il quarto accoppiamento [12] delle primaqualit ritengha, e questo il fuoco; * il quale nonaltrimenti e come il nostro, che vnasoprabbondanza di calidit e siccita, ma si bene vncorpo semplice, di sua natura caldo e seccho. Sedunque sono quattro gl'Elementi, essendo eglinocorpi naturali che per lor natural propieta debbonoauere il mouimento, sar necessario abbiamoquattro mouimenti naturali distinti, s come fra diloro sono distinti nelle qualit. Ma concedendosolo la grauita assoluta, come fa il S. G. nonquattro ma vn solo mouimento naturale neconcedera. A questo s'aggiugne che tutti gli

Arist., 2 della generazione e della corruzione, cap. 2, 3 e 4.

Arist., 2 della Generazione, cap. 21; pr. Meteore, cap. 4.

gli elementi, i quali sono corpi naturali fa dimestieri che abbiano quatro mouimenti naturalidistinti fra di loro. E perch alcun potrebbe negareche glElementi fussero quatro, ben che dellamaggior parte per lo senso apparisca, non dimeno,per maggiore euidenza, l'habbiam voluto mostrare.E manifesto per lo senso che, oltre alle altrequalit, quatro parte nel mondo sullunare se neritrouano, cio caldezza e frigidita, siccit evmidit dalla cognizion delle quali seiaccoppiamenti si producono, cio caldezza esiccita, caldezza e vmidita, frigidita e siccita,frigidit e umidita, e caldezza e frigidit, e vmidita siccita. Li due vltimi accoppiamenti solo sonoimpossibili, non potendo due contrarij ritrouarsi invn medesimo suggetto; e percio, rimanendoquattro accoppiamenti di quelli, necessariocostituire quattro corpi naturali, e questi sono iquattro elementi. Impercioche la terra fredda eseccha per lo senso apparisce, l'acqua fredda evmida, l'aria vmida e calda. Adunque necessarioche si conceda vn'altro corpo semplice elementare,che il quarto accoppiamento [12] delle primaqualit ritengha, e questo il fuoco; * il quale nonaltrimenti e come il nostro, che vnasoprabbondanza di calidit e siccita, ma si bene vncorpo semplice, di sua natura caldo e seccho. Sedunque sono quattro gl'Elementi, essendo eglinocorpi naturali che per lor natural propieta debbonoauere il mouimento, sar necessario abbiamoquattro mouimenti naturali distinti, s come fra diloro sono distinti nelle qualit. Ma concedendosolo la grauita assoluta, come fa il S. G. nonquattro ma vn solo mouimento naturale neconcedera. A questo s'aggiugne che tutti gli

Arist., 2 della generazione e della corruzione, cap. 2, 3 e 4.

Arist., 2 della Generazione, cap. 21; pr. Meteore, cap. 4.

Elementi, saluo la terra, stieno nel propio luogoper accidente e sforzati; contro la propria natura econtro a quello che dice il S. G. Impercioche, setutti gl'Elementi son graui e i men graui sonospinti alla circunferenza da quelli che hannomaggior grauit, ne adiuerrebbe che, leuando i piugraui, i men graui di lor natura al centroscendessero. Adunque non sono di lor natura nelproprio luogo, ma perche la maggior grauita ve gliritiene. Come per esempio aria, che nell'acqua simuoue verso la circunferenza, vien mossa dallamaggior grauita di essa; e quando di poi sopra diquella, douerebbe, come graue, muouersi al centro,ma la sua maggior grauita ve la ritiene. Reducesiadunque da' principi del Si. G. che fuori dellaterra, tutti gl'Elementi stieno nel propio luogo peraccidente. Il che apparisce falsissimo. Oltre a diche si ritrouerrebbe vn mouimento che a tutti imobili fusse fuor di natura. La qual cosa pareimpossibile. Impercioche, se il mouimento allacircunferenza a quattro Elementi e fuor di natura,ne seguira quello essere fuor di natura ad ognicorpo naturale, non potendo il quinto Elemento,cio il Cielo, muouersi di tal maniera. Ma chidirebbe giammai che vn moto fusse contro naturaa vn mobile, se non fusse secondo la naturad'vn'altro? Essendo di necessita l'essenziale primodell'accidentale, e il naturale del non naturale. Dipi, non solo nel mondo essere la grauita assoluta,ma ancora la leggerezza, da quello douiamo direapparira. Quelli autori, che in tal particulare sonoapprouati dal Sig. G. per due cagioni affermano, laterra assolutamente esser graue l'vna si percheella sempre si muoue verso il centro, e l'altraperche si concetra sotto tutti gli altri Elementi Se

Arist., 2 del Cielo, cont. 18.

Arist., 4 del Cielo, con. 32.

Elementi, saluo la terra, stieno nel propio luogoper accidente e sforzati; contro la propria natura econtro a quello che dice il S. G. Impercioche, setutti gl'Elementi son graui e i men graui sonospinti alla circunferenza da quelli che hannomaggior grauit, ne adiuerrebbe che, leuando i piugraui, i men graui di lor natura al centroscendessero. Adunque non sono di lor natura nelproprio luogo, ma perche la maggior grauita ve gliritiene. Come per esempio aria, che nell'acqua simuoue verso la circunferenza, vien mossa dallamaggior grauita di essa; e quando di poi sopra diquella, douerebbe, come graue, muouersi al centro,ma la sua maggior grauita ve la ritiene. Reducesiadunque da' principi del Si. G. che fuori dellaterra, tutti gl'Elementi stieno nel propio luogo peraccidente. Il che apparisce falsissimo. Oltre a diche si ritrouerrebbe vn mouimento che a tutti imobili fusse fuor di natura. La qual cosa pareimpossibile. Impercioche, se il mouimento allacircunferenza a quattro Elementi e fuor di natura,ne seguira quello essere fuor di natura ad ognicorpo naturale, non potendo il quinto Elemento,cio il Cielo, muouersi di tal maniera. Ma chidirebbe giammai che vn moto fusse contro naturaa vn mobile, se non fusse secondo la naturad'vn'altro? Essendo di necessita l'essenziale primodell'accidentale, e il naturale del non naturale. Dipi, non solo nel mondo essere la grauita assoluta,ma ancora la leggerezza, da quello douiamo direapparira. Quelli autori, che in tal particulare sonoapprouati dal Sig. G. per due cagioni affermano, laterra assolutamente esser graue l'vna si percheella sempre si muoue verso il centro, e l'altraperche si concetra sotto tutti gli altri Elementi Se

Arist., 2 del Cielo, cont. 18.

Arist., 4 del Cielo, con. 32.

dunque il Fuoco si mouera sempre verso la [13]circunferenza e souraster a gli altri Elementi, perle contrarie ragioni douerr essere leggieri, comela terra di grauita positiua graue. Ma che il fuocosempre verso la circunferenza habbia il suomouimento, sensibilmente apparisce veggendolonoi, non solo per la terra, e per l'acqua, ma ancorasormontare velocemente per l'aria. E ageuole ildimostrare che il fuoco sourasti a gli altriElementi. Impercioche vn'altro corpo, pi leggierie pi veloce di esso, per gl'Elementi sormontare sivedrebbe. Alche si aggiugne esser necessario ilritrouar nuoue qualit e nuoui accoppiamenti diesse per constituire questo nuouo e quintoElemento sullunare. Adunque, andando sempre ilfuoco verso la circunferenza e sourastando aglaltri elementi, nesegue, per le contrarie cagioniche egli sia leggieri di leggierezza positiua, comela terra di grauita positiua graue * finalmente,mouendosi la terra, e il fuoco a due luoghi contraricio al centro e alla circunferenza, e percio dimouimenti contrarij, fa di bisognio che questicontrarij mouimenti habbino contrarie cagioni, nonpotendo vna medesima cagione di sua natura nelmedesimo tempo produrre due effetti contrarij. *Ma il s e il gi sono contrarij, non solo secondola vostra positione, come afferma il diuin Platone,ma di propia natura. Impercioche, se i contrarij sonquelli che, collocati rotto vn medesimo generesono al possibile lontani. Al certo il s e il gisaranno i primi contrarij, conciossiache questadiffinizione de' contrarij propriamente a' contrarijdel luogo s'adatta, e quindi a gli altri si estende.Adunque i contrarij dell'vno, cio il s e il gi,saranno di lor natura contrarij, e percio i

Arist., pr. del Cielo, tes. 11, 27, 44, 76.

Arist., pr. del Cielo, tes. 4.

Arist. pospredicamenti, cap. de' contrarii.

Arist. pr. del Cielo, test. 89.

dunque il Fuoco si mouera sempre verso la [13]circunferenza e souraster a gli altri Elementi, perle contrarie ragioni douerr essere leggieri, comela terra di grauita positiua graue. Ma che il fuocosempre verso la circunferenza habbia il suomouimento, sensibilmente apparisce veggendolonoi, non solo per la terra, e per l'acqua, ma ancorasormontare velocemente per l'aria. E ageuole ildimostrare che il fuoco sourasti a gli altriElementi. Impercioche vn'altro corpo, pi leggierie pi veloce di esso, per gl'Elementi sormontare sivedrebbe. Alche si aggiugne esser necessario ilritrouar nuoue qualit e nuoui accoppiamenti diesse per constituire questo nuouo e quintoElemento sullunare. Adunque, andando sempre ilfuoco verso la circunferenza e sourastando aglaltri elementi, nesegue, per le contrarie cagioniche egli sia leggieri di leggierezza positiua, comela terra di grauita positiua graue * finalmente,mouendosi la terra, e il fuoco a due luoghi contraricio al centro e alla circunferenza, e percio dimouimenti contrarij, fa di bisognio che questicontrarij mouimenti habbino contrarie cagioni, nonpotendo vna medesima cagione di sua natura nelmedesimo tempo produrre due effetti contrarij. *Ma il s e il gi sono contrarij, non solo secondola vostra positione, come afferma il diuin Platone,ma di propia natura. Impercioche, se i contrarij sonquelli che, collocati rotto vn medesimo generesono al possibile lontani. Al certo il s e il gisaranno i primi contrarij, conciossiache questadiffinizione de' contrarij propriamente a' contrarijdel luogo s'adatta, e quindi a gli altri si estende.Adunque i contrarij dell'vno, cio il s e il gi,saranno di lor natura contrarij, e percio i

Arist., pr. del Cielo, tes. 11, 27, 44, 76.

Arist., pr. del Cielo, tes. 4.

Arist. pospredicamenti, cap. de' contrarii.

Arist. pr. del Cielo, test. 89.

mouimenti a quelli contrarij: onde adiuiene essereimpossibile che da due contrarie cagioni, non sienprodotti. Si corrobora maggiormente questaragione, non apparendo inche maniera ilmouimento al centro habbia ad hauere vna causaposiua, e quello alla circunferenza priuatiua. Machi, remirando la natura, non vede che quando favn contrario, vn'altro simile, sempre ne produce?zoppica dunque in questo la natura, non facendo ilcontrario alla grauita, se nell'altre cose cosiperfettamente adopra. Dandosi aduque la grauitassoluta, in consequenza seguira che diamo ancorala leggierezza assoluta. Ma se fusse vero che gliElementi superiori si mouessero, spinti dallamaggior [14] grauita degli inferiori, ne seguirebbeche piu veloce e piu ageuolmente se mouerebbevna picciola quantita di foco dall'aria che vnagrande. E tutta via segue il contrario, veggendosisempre piu velocemente vna gran fiamma ch'vnapicciola sormontare. Il dire come molti fanno, chequesto adiuiene dalla maggior violenza fattaledall'aria, che cerca spignere vn suo maggiorcontrario vna vanit. Impercioche, se l'aria, comecorpo finito, e di forze finite, impossibile, ch'ellacon piu ageuolezza alzi vn corpo grande, che vnpicciolo, auuenga che, come di forze finite, ella,per esempio, puo solleuare dugento mila libbre.Adunque quanto piu ci accostiamo alle 200000libre tanto piu si affatichera, e sosterra con minorforza quel peso, douendosi arriuare aquel terminepreciso. E per cio piu ageuolmente dourebbealzare vn peso picciolo, ch vn grande: il chesegue al contrario. In oltre noi veggiamo che tuttele cose che si muouono naturalmente, si muouonopi veloci quanto piu s'auuicinano al lor centro e al

Arist. pr. del Cielo, 79.

mouimenti a quelli contrarij: onde adiuiene essereimpossibile che da due contrarie cagioni, non sienprodotti. Si corrobora maggiormente questaragione, non apparendo inche maniera ilmouimento al centro habbia ad hauere vna causaposiua, e quello alla circunferenza priuatiua. Machi, remirando la natura, non vede che quando favn contrario, vn'altro simile, sempre ne produce?zoppica dunque in questo la natura, non facendo ilcontrario alla grauita, se nell'altre cose cosiperfettamente adopra. Dandosi aduque la grauitassoluta, in consequenza seguira che diamo ancorala leggierezza assoluta. Ma se fusse vero che gliElementi superiori si mouessero, spinti dallamaggior [14] grauita degli inferiori, ne seguirebbeche piu veloce e piu ageuolmente se mouerebbevna picciola quantita di foco dall'aria che vnagrande. E tutta via segue il contrario, veggendosisempre piu velocemente vna gran fiamma ch'vnapicciola sormontare. Il dire come molti fanno, chequesto adiuiene dalla maggior violenza fattaledall'aria, che cerca spignere vn suo maggiorcontrario vna vanit. Impercioche, se l'aria, comecorpo finito, e di forze finite, impossibile, ch'ellacon piu ageuolezza alzi vn corpo grande, che vnpicciolo, auuenga che, come di forze finite, ella,per esempio, puo solleuare dugento mila libbre.Adunque quanto piu ci accostiamo alle 200000libre tanto piu si affatichera, e sosterra con minorforza quel peso, douendosi arriuare aquel terminepreciso. E per cio piu ageuolmente dourebbealzare vn peso picciolo, ch vn grande: il chesegue al contrario. In oltre noi veggiamo che tuttele cose che si muouono naturalmente, si muouonopi veloci quanto piu s'auuicinano al lor centro e al

Arist. pr. del Cielo, 79.

proprio luogo; e quelle che si muouano perviolenzia, piu si muouano al principio che al fine.Adunque douerebbe seguire che il fuoco si mouerapi velocemente vicino a terra che vicino al suocentro, ma apparisce il contrario. Di pi se tuttiglElementi si mouessino all'in s spinti dallamaggior grauita, ne seguirebbe che vicino alconcauo della Luna si desse il vacuo. Imperciochse il fuoco spinto dalla maggior grauit dell'aria,ed egli graue, ne seguira che quando egli sarafuori dell'aria egli piu non si muoua all'ins, ma alcentro no essendoui la virt della maggior grauitadell'aria, ma la sua natural grauit. Adunque vicinoal concauo della Luna sar del vacuo, non essendochi vi spinga il fuoco. Per le quali cose s'edimostrato, due essere l'inclinazioni naturali checagionano il mouimento al centro e allacircunferenza, e non vna, come afferma el S. G.Onde manifesto, la sua cagione imparte esservera, e in parte Falsa. Vera, quando dice la grauitaessere cagione de' mouimenti al centro. Falsa,mentre egli vuole, che il moto alla circunferenzadalla maggior grauita si produca, il quale dallaleggerezza depende. Stabiliscasi dunque perverissimo fondamento, che mouendosi glElemential luogo proprio, doue riceuono la propriaperfezione e la conseruazione, & alcuni abbiano danatura di Fermarsi nel centro, [15] alcuni nellacircunferenza, altri ne' luoghi di mezzo a questidalla grauita. e dalla leggerezza si muouono. Laqual cosa non solo confronta con la naturalfilosofia, ma ancora con le matematiche discipline,quantunque repugni ad Archimede, quindi a pocovedremo se a ragione o a torto, per ora, oltre aldetto, siami lecito contro a vn grandissimo

proprio luogo; e quelle che si muouano perviolenzia, piu si muouano al principio che al fine.Adunque douerebbe seguire che il fuoco si mouerapi velocemente vicino a terra che vicino al suocentro, ma apparisce il contrario. Di pi se tuttiglElementi si mouessino all'in s spinti dallamaggior grauita, ne seguirebbe che vicino alconcauo della Luna si desse il vacuo. Imperciochse il fuoco spinto dalla maggior grauit dell'aria,ed egli graue, ne seguira che quando egli sarafuori dell'aria egli piu non si muoua all'ins, ma alcentro no essendoui la virt della maggior grauitadell'aria, ma la sua natural grauit. Adunque vicinoal concauo della Luna sar del vacuo, non essendochi vi spinga il fuoco. Per le quali cose s'edimostrato, due essere l'inclinazioni naturali checagionano il mouimento al centro e allacircunferenza, e non vna, come afferma el S. G.Onde manifesto, la sua cagione imparte esservera, e in parte Falsa. Vera, quando dice la grauitaessere cagione de' mouimenti al centro. Falsa,mentre egli vuole, che il moto alla circunferenzadalla maggior grauita si produca, il quale dallaleggerezza depende. Stabiliscasi dunque perverissimo fondamento, che mouendosi glElemential luogo proprio, doue riceuono la propriaperfezione e la conseruazione, & alcuni abbiano danatura di Fermarsi nel centro, [15] alcuni nellacircunferenza, altri ne' luoghi di mezzo a questidalla grauita. e dalla leggerezza si muouono. Laqual cosa non solo confronta con la naturalfilosofia, ma ancora con le matematiche discipline,quantunque repugni ad Archimede, quindi a pocovedremo se a ragione o a torto, per ora, oltre aldetto, siami lecito contro a vn grandissimo

matematico, qual fu Archimede, addurre l'autoritd'vn piu grande e questi l'amirabile Tolommeonel libro, che egli scrisse de' momenti, referito daEutocio comentator del vostro Archimede, il quallibro se per la voracita del Tempo non sidesiderasse, non solo per autorit seruirebbe, maancora ragion grauissime e degne di Tolomeo inesso si scorgerebbono. Dice dunque Tolommeo,che il genere del momento e dell'inclinazione allagrauita e alla leggerezza si estende. Il che da noicon viuaci ragioni stato prouato, ci rimarrebbeora a render la ragion de' Corpi composti, che alcentro e alla circunferenza si muouono, ma percheci sar migliore occasione, rester di trattarne.Io con Metodo differente (Io dunque...Auanti che vegniamo a considerare ledimostrazioni del Sig. G. ci paruto necessario ildimostrare, quanto sieno lontani coloro dal vero,che con ragioni matematiche vogliono dimostrarele cose naturali de' quali, se io non m'inganno, ilSig. G. Dico, dunque, che tutte le scienze e tuttel'arti hanno i propij principi, e le proprie cagioni,per le quali del propio oggetto dimostrano i propijaccidenti. Quindi che non lecito co' principid'vna scienza passare a dimostrare gli effettid'vn'altra. Onde grandemente vaneggia colui, chesi persuade di voler dimostrare gli accidentinaturali con ragion matematiche: essendo questedue scienze tra di loro differentissime. *Imperciocche lo scientifico naturale considera lecose naturate che hanno per propria e naturaleaffettione il mouimento. La doue il Matematico ilproprio suggetto astrae da ogni mouimento.Aquisto s'aggiungne, che il naturale considera lamateria sensibile de' corpi naturali, e per quella

Arist., pr. della posteriora.

Simplicio, 2 della fisica, com. 11.

Arist. nel 2 della Fisica, Tes. 16.

matematico, qual fu Archimede, addurre l'autoritd'vn piu grande e questi l'amirabile Tolommeonel libro, che egli scrisse de' momenti, referito daEutocio comentator del vostro Archimede, il quallibro se per la voracita del Tempo non sidesiderasse, non solo per autorit seruirebbe, maancora ragion grauissime e degne di Tolomeo inesso si scorgerebbono. Dice dunque Tolommeo,che il genere del momento e dell'inclinazione allagrauita e alla leggerezza si estende. Il che da noicon viuaci ragioni stato prouato, ci rimarrebbeora a render la ragion de' Corpi composti, che alcentro e alla circunferenza si muouono, ma percheci sar migliore occasione, rester di trattarne.Io con Metodo differente (Io dunque...Auanti che vegniamo a considerare ledimostrazioni del Sig. G. ci paruto necessario ildimostrare, quanto sieno lontani coloro dal vero,che con ragioni matematiche vogliono dimostrarele cose naturali de' quali, se io non m'inganno, ilSig. G. Dico, dunque, che tutte le scienze e tuttel'arti hanno i propij principi, e le proprie cagioni,per le quali del propio oggetto dimostrano i propijaccidenti. Quindi che non lecito co' principid'vna scienza passare a dimostrare gli effettid'vn'altra. Onde grandemente vaneggia colui, chesi persuade di voler dimostrare gli accidentinaturali con ragion matematiche: essendo questedue scienze tra di loro differentissime. *Imperciocche lo scientifico naturale considera lecose naturate che hanno per propria e naturaleaffettione il mouimento. La doue il Matematico ilproprio suggetto astrae da ogni mouimento.Aquisto s'aggiungne, che il naturale considera lamateria sensibile de' corpi naturali, e per quella

Arist., pr. della posteriora.

Simplicio, 2 della fisica, com. 11.

Arist. nel 2 della Fisica, Tes. 16.

rende molte ragioni de' naturali accidenti. E ilmatematico di quella niente sicura. Similmente,trattandosi del luogo, il matematico suppone vnsemplice spazio, non curando se ripieno diquesto o di quell'altro corpo; ma il naturalegrandemente diuersifica vno spazio [16] da vnoaltro, mediante i corpi da che viene occupato, ondela velocit e la tardit de' mouimenti naturaliadiuiene. E benche il Naturale tratti dalle lineedelle superficie e de' punti, ne tratta comefinimenti del corpo naturale e mobile. E ilMatematico, astraendo d'ogni mouimento, comepassioni del solido che ha tre dimensioni. Mavegniamo a considerare i principi cos intrinsechi ecosi immediati del Sig. G. da' quali dependon lecagioni de gli ammirandi, e incredibili accidenti.dalla difinizione de' suoi termini incominciando.Io dunque (diffiniti questi termini...Quanto alla prima descrizione, che due pesi dimole equali, che equalmente pesino, sieno equalidi grauita in ispecie, cio mi credo io che sienod'vna medesima spezie di grauit. Il che se cosi non al tutto vero. Impercioche si puo ritrouare vnsolido di terra equale a vn solido di qualche misto,che pesino equalmente tutta volta non sono dellamedesima spezie di grauit come di sotto diremo.Nella seconda descrizione, cioe che due solididiseguali di moli, eguali di peso, sieno eguali digrauita assoluta, il Sig. G. non si serue di questotermine assoluta, ne come Platone e gli altriantichi, che egli fa professione di seguitare, nellanostra fauella s'vsa, imperciocch Platone chiamaquella grauita assoluta, che per tutti i luoghi cagione del mouimento al centro e sotto tuttel'altre grauit si profonda. E Dante, il diuin poeta,

rende molte ragioni de' naturali accidenti. E ilmatematico di quella niente sicura. Similmente,trattandosi del luogo, il matematico suppone vnsemplice spazio, non curando se ripieno diquesto o di quell'altro corpo; ma il naturalegrandemente diuersifica vno spazio [16] da vnoaltro, mediante i corpi da che viene occupato, ondela velocit e la tardit de' mouimenti naturaliadiuiene. E benche il Naturale tratti dalle lineedelle superficie e de' punti, ne tratta comefinimenti del corpo naturale e mobile. E ilMatematico, astraendo d'ogni mouimento, comepassioni del solido che ha tre dimensioni. Mavegniamo a considerare i principi cos intrinsechi ecosi immediati del Sig. G. da' quali dependon lecagioni de gli ammirandi, e incredibili accidenti.dalla difinizione de' suoi termini incominciando.Io dunque (diffiniti questi termini...Quanto alla prima descrizione, che due pesi dimole equali, che equalmente pesino, sieno equalidi grauita in ispecie, cio mi credo io che sienod'vna medesima spezie di grauit. Il che se cosi non al tutto vero. Impercioche si puo ritrouare vnsolido di terra equale a vn solido di qualche misto,che pesino equalmente tutta volta non sono dellamedesima spezie di grauit come di sotto diremo.Nella seconda descrizione, cioe che due solididiseguali di moli, eguali di peso, sieno eguali digrauita assoluta, il Sig. G. non si serue di questotermine assoluta, ne come Platone e gli altriantichi, che egli fa professione di seguitare, nellanostra fauella s'vsa, imperciocch Platone chiamaquella grauita assoluta, che per tutti i luoghi cagione del mouimento al centro e sotto tuttel'altre grauit si profonda. E Dante, il diuin poeta,

se ne serue per contrario di respettiua:

Voglia assoluta non consente al danno.

Quanto alla terza definizione del piu graue inispecie, dicendo esser quello che vn corpo equaledi mole pesa piu, par che si sia alquanto ingannato.Primieramente, perche si pu dare due moli diterra equali fra di loro, le quali per essere l'vna piudensa dell'altra pesi piu, non per questo sar piugraue in ispecie, conciosiacosa che amenduevadano al medesimo centro e percio eguali ingrauit di specie. Secondariamente, perche duemoli di terra, diseguali, e di peso, e di mole, sonodella medesima ispecie perche vanno al medesimocentro, e non come dice il Sig. G. son fra di lor piugraui in ispecie. Doue fa di mestiero notare, che ilSig. G. non ha distinto la maggiore, e minorgrauit numero da quella che in specie si chiama.Impercioch due particelle di [17] terra equali dipeso e di mole sono della medesima grauita innumero, mouendosi al medesimo centro e con lamedesima velocita. La doue due particelle di terradisequali, e di mole, e di peso, o solo di peso sebene andranno al medesimo centro tutta voltahauranno disaguaglianza di velocit. Quello si detto del graue assoluto, si puo replicare del piugraue assoluto, cio che 'l Sig. G. s' seruito maledella dizzione assoluta. Ma per dimostrare in cheguisa si debano descriuere questi termini descrittidal Sig. G. siemi lecito alquanto di digredire. Dicodunque, che se la grauita in genere vnainclinazione del mobile a mouersi al centro, dallaquale due spezie deriuano *. Grauita semplice, egrauita a predominio: la grauita semplice ne gli

Arist., 4 del Cielo, Tes. 26, 27.

Arist., 1 del Cielo, tes. 6; 4 del Cielo, tes. 28.

se ne serue per contrario di respettiua:

Voglia assoluta non consente al danno.

Quanto alla terza definizione del piu graue inispecie, dicendo esser quello che vn corpo equaledi mole pesa piu, par che si sia alquanto ingannato.Primieramente, perche si pu dare due moli diterra equali fra di loro, le quali per essere l'vna piudensa dell'altra pesi piu, non per questo sar piugraue in ispecie, conciosiacosa che amenduevadano al medesimo centro e percio eguali ingrauit di specie. Secondariamente, perche duemoli di terra, diseguali, e di peso, e di mole, sonodella medesima ispecie perche vanno al medesimocentro, e non come dice il Sig. G. son fra di lor piugraui in ispecie. Doue fa di mestiero notare, che ilSig. G. non ha distinto la maggiore, e minorgrauit numero da quella che in specie si chiama.Impercioch due particelle di [17] terra equali dipeso e di mole sono della medesima grauita innumero, mouendosi al medesimo centro e con lamedesima velocita. La doue due particelle di terradisequali, e di mole, e di peso, o solo di peso sebene andranno al medesimo centro tutta voltahauranno disaguaglianza di velocit. Quello si detto del graue assoluto, si puo replicare del piugraue assoluto, cio che 'l Sig. G. s' seruito maledella dizzione assoluta. Ma per dimostrare in cheguisa si debano descriuere questi termini descrittidal Sig. G. siemi lecito alquanto di digredire. Dicodunque, che se la grauita in genere vnainclinazione del mobile a mouersi al centro, dallaquale due spezie deriuano *. Grauita semplice, egrauita a predominio: la grauita semplice ne gli

Arist., 4 del Cielo, Tes. 26, 27.

Arist., 1 del Cielo, tes. 6; 4 del Cielo, tes. 28.

elementi si ritroua, e in tal maniera si chiamaperche dalla semplice natura de gli elementidepende che in altre due spezie si dirama. Grauitaassoluta e respettiua *. Assoluta quella che intutti i luoghi cagione del mouimento al centro, esotto le altre grauita si ritroua, come la grauitdella terra respettiua quella che non in tutti iluoghi cagiona il mouimento al centro e ad altregrauita sourast, come quella dell'acqua: la qualeancora in altre due spezie si diuide, cio grauitarespettiua ad vn luogo, come quella dell'acqua, e apiu luoghi, come quella dell'aria. Quella diuisioneche della grauita semplice si fatta, si pu adattarealla grauit a predominio. Si dee bene auuertireche molta differenza si ritroua fra queste duegrauita. Impercioch, come si e detto, la semplicedalla semplice natura de gli elementi depende, ladoue quella a predominio dalla mistura de' quattroelementi si genera. E percio, essendo nel misto iquattro elementi, sempre quello che sar apredominio terreo, sar men graue della terra, sebene fussino equali di mole. Quantunque * peraccidente, come nell'oro e nel piombo, altrimentiadiuiene. Ma segue questo, perche mediantel'vmido le parti terrestre si condensano di maniera,che in equal mole di piombo sono piu partiterrestre che nella terra semplice non si ritrouano,onde quelle possono contrappesare quelli elementileggieri, che sono nel misto. Segno ne sia di ci,che leuando via l'vmido, la materia del piombodiuien piu leggieri della terra, come nella schiumadi esso, struggendolo, apparisce. Da questo nostrodiscorso ottimamente si puo descriuere i termini[18] definiti dal Sig. Gal. Quello che egli chiamagraue assoluto, si dee chiamare graue in genere; e

Arist., 4 del Cielo, tes. 26 27 31 32.

Arist., nel 4 della Fisica, tes. 85.

elementi si ritroua, e in tal maniera si chiamaperche dalla semplice natura de gli elementidepende che in altre due spezie si dirama. Grauitaassoluta e respettiua *. Assoluta quella che intutti i luoghi cagione del mouimento al centro, esotto le altre grauita si ritroua, come la grauitdella terra respettiua quella che non in tutti iluoghi cagiona il mouimento al centro e ad altregrauita sourast, come quella dell'acqua: la qualeancora in altre due spezie si diuide, cio grauitarespettiua ad vn luogo, come quella dell'acqua, e apiu luoghi, come quella dell'aria. Quella diuisioneche della grauita semplice si fatta, si pu adattarealla grauit a predominio. Si dee bene auuertireche molta differenza si ritroua fra queste duegrauita. Impercioch, come si e detto, la semplicedalla semplice natura de gli elementi depende, ladoue quella a predominio dalla mistura de' quattroelementi si genera. E percio, essendo nel misto iquattro elementi, sempre quello che sar apredominio terreo, sar men graue della terra, sebene fussino equali di mole. Quantunque * peraccidente, come nell'oro e nel piombo, altrimentiadiuiene. Ma segue questo, perche mediantel'vmido le parti terrestre si condensano di maniera,che in equal mole di piombo sono piu partiterrestre che nella terra semplice non si ritrouano,onde quelle possono contrappesare quelli elementileggieri, che sono nel misto. Segno ne sia di ci,che leuando via l'vmido, la materia del piombodiuien piu leggieri della terra, come nella schiumadi esso, struggendolo, apparisce. Da questo nostrodiscorso ottimamente si puo descriuere i termini[18] definiti dal Sig. Gal. Quello che egli chiamagraue assoluto, si dee chiamare graue in genere; e

Arist., 4 del Cielo, tes. 26 27 31 32.

Arist., nel 4 della Fisica, tes. 85.

piu graue e men graue assoluto, pi men graue ingenere. Equalmente graue in ispezie chiamerquelle cose che, di qual si voglia mole, simoueranno al medesimo centro, come in ispezie digrauit assoluta egualmente saranno graui tutte lesensibili particelle di terra, e di respettiua. Quelledell'acqua. Pi graue di spezie, quelle cose che simuouono pi verso il centro del mondo, come laterra piu graue in ispezie dell'acqua, l'acquadell'aria, e l'aria men graue dell'vna, e dell'altra. Eegualmente graue di grauit in numero si deonchiamare quei solidi che, essendo equali di mole,sono equali altres di peso, come vna zolla di terraessendo equale di mole e di peso, sar dellamedesima grauita di numero. Pi graue in numeropuo essere in due modi, il primo quando vna moledella medesima spezie maggiore dell'altra: pesapiu, il secondo, quando, essendo due moli dellamedesima spezie l'vna per essere piu densadell'altra piu graue. E questo che abbiamo dettodella grauit, si puo adattare alla leggerezza. Il chemi metterei a dimostrare ma per non abusar lacortesia del lettore, per breuit lo tralascer.Definiti questi termini (esplicate queste cose.A questi due principij presi da Archimede nelprimo libro del centro della grauit si deeaggiugnere, volendogli adattare alle cose naturali,che lo spazio per lo quale si deono muouere imobili sia ripieno del medesimo corpo.Impercioche, se vna bilancia si douessi muouereper l'aria e l'altra per l'acqua, impossibile ch'ellesi muouano nel medesimo tempo per ispazijeguali, per la maggiore e minore resistenza delmezzo che occupa i sopraddetti spazij. La qualcosa quando dal Sig. G. s'aggiugner, saranno

piu graue e men graue assoluto, pi men graue ingenere. Equalmente graue in ispezie chiamerquelle cose che, di qual si voglia mole, simoueranno al medesimo centro, come in ispezie digrauit assoluta egualmente saranno graui tutte lesensibili particelle di terra, e di respettiua. Quelledell'acqua. Pi graue di spezie, quelle cose che simuouono pi verso il centro del mondo, come laterra piu graue in ispezie dell'acqua, l'acquadell'aria, e l'aria men graue dell'vna, e dell'altra. Eegualmente graue di grauit in numero si deonchiamare quei solidi che, essendo equali di mole,sono equali altres di peso, come vna zolla di terraessendo equale di mole e di peso, sar dellamedesima grauita di numero. Pi graue in numeropuo essere in due modi, il primo quando vna moledella medesima spezie maggiore dell'altra: pesapiu, il secondo, quando, essendo due moli dellamedesima spezie l'vna per essere piu densadell'altra piu graue. E questo che abbiamo dettodella grauit, si puo adattare alla leggerezza. Il chemi metterei a dimostrare ma per non abusar lacortesia del lettore, per breuit lo tralascer.Definiti questi termini (esplicate queste cose.A questi due principij presi da Archimede nelprimo libro del centro della grauit si deeaggiugnere, volendogli adattare alle cose naturali,che lo spazio per lo quale si deono muouere imobili sia ripieno del medesimo corpo.Impercioche, se vna bilancia si douessi muouereper l'aria e l'altra per l'acqua, impossibile ch'ellesi muouano nel medesimo tempo per ispazijeguali, per la maggiore e minore resistenza delmezzo che occupa i sopraddetti spazij. La qualcosa quando dal Sig. G. s'aggiugner, saranno

questi suoi principij verissimi, e percio facilmenteda me si concederebbono, quantunque Aristotileauesse detto il contrario riguardando alla veritadelle cose, e non alla autorita di Aristotile. Quantoalla nuoua aggiunta, nella quale il Si. Gal. dichiaraquello significhi momento, pare sia alquantomancheuole, non ci numerando vna significazionech'al suo discorso faceua pi di mestiero. E questa, che 'l momento denota quella potenzia e quellaabilita naturale, che hanno immobili a esser mossi.si come la grauit e la [19] leggerezza al moto degli Elementi; la qual significazione non solo invso appresso Arist. e Platone, ma appresso i vostrimecchanici, conciossiache Eutocio ne' comenti de'Libri d'Archimede si serua di questasignificazione, dicendo. Il genere del momento,Aristotile e Tholomeo, che l'ha seguitato, dicono,che non solo s'appartiene alla grauita (come vuolPlatone), ma alla leggerezza ancora.Esplicate queste cose (Ma perche tali cose.Dice, dunque, il Sig. G. che il mobile, quando simuoue per l'acqua verso il centro, dee scacciaretanto d'acqua quanto la propia mole: al qualmouimento l'acqua, come corpo graue, resiste, lequali cose pare, che abbiano bisognio di granmoderazione *. Imperoch dice bene Aristotile,che il mobile, profondandosi nell'acqua, dee alzaretanta acqua, quanto la sua mole, ma vi aggiugnese per l'acqua quel mobile non si costiperannoinsieme, e quindi auuiene che molti solidi nelsommergersi nell'acqua non alzeranno laventesima parte di essi, altri piu e altri meno,secondo che fra di loro s'uniranno. Quanto allaresistenza che fa l'acqua a quel mouimento,quando si alza sopra il propio liuello, ch'ella fusse

Arist., nel 4 della Fisica, Tes. 76

questi suoi principij verissimi, e percio facilmenteda me si concederebbono, quantunque Aristotileauesse detto il contrario riguardando alla veritadelle cose, e non alla autorita di Aristotile. Quantoalla nuoua aggiunta, nella quale il Si. Gal. dichiaraquello significhi momento, pare sia alquantomancheuole, non ci numerando vna significazionech'al suo discorso faceua pi di mestiero. E questa, che 'l momento denota quella potenzia e quellaabilita naturale, che hanno immobili a esser mossi.si come la grauit e la [19] leggerezza al moto degli Elementi; la qual significazione non solo invso appresso Arist. e Platone, ma appresso i vostrimecchanici, conciossiache Eutocio ne' comenti de'Libri d'Archimede si serua di questasignificazione, dicendo. Il genere del momento,Aristotile e Tholomeo, che l'ha seguitato, dicono,che non solo s'appartiene alla grauita (come vuolPlatone), ma alla leggerezza ancora.Esplicate queste cose (Ma perche tali cose.Dice, dunque, il Sig. G. che il mobile, quando simuoue per l'acqua verso il centro, dee scacciaretanto d'acqua quanto la propia mole: al qualmouimento l'acqua, come corpo graue, resiste, lequali cose pare, che abbiano bisognio di granmoderazione *. Imperoch dice bene Aristotile,che il mobile, profondandosi nell'acqua, dee alzaretanta acqua, quanto la sua mole, ma vi aggiugnese per l'acqua quel mobile non si costiperannoinsieme, e quindi auuiene che molti solidi nelsommergersi nell'acqua non alzeranno laventesima parte di essi, altri piu e altri meno,secondo che fra di loro s'uniranno. Quanto allaresistenza che fa l'acqua a quel mouimento,quando si alza sopra il propio liuello, ch'ella fusse

Arist., nel 4 della Fisica, Tes. 76

molta non torrei io gia a sostenere. Imperciocch,se bene l'acqua al mouimento all'insu, come corpograue renitente, tutta volta in questa nostraazione ella non muta in tutto e per tutto luogho,ma si bene ne perde alquanto di sotto e altrettanton'acquista per di sopra * ed essendo ella di suanatura corpo atto ad essere graue, e leggieroquando nel propio luogho, come di sotto diremo,pu da ogni minima forza esser mossa al centro ealla circunferenza. Il perche ella a questomouimento pochissimo resiste, la qual cosa viendimostrata da sensibile esperienza, che vna granmassa di cenere, che nel sommergersi nell'acquaalza il suo liuello poco o niente, douerebbemuouersi piu velocemente d'altrettanta materiasoda anzi, non hauendo resistenza l'acquaall'essere alzata, e non ci essendo, secondo il Sig.G. altra resistenza, muouersi inistante; la doue ellapiu tardi che altra materia soda e dura si muoue. Epercio non si dee far grande stima di questaresistenza, se per nell'acqua si ritroua, nelconsiderare i mouimenti che seguono ne l'acqua.Della quale seruendosi il Sig. G. lasciando da partela cura e natural resistenza de gli elementi, non marauiglia [20] che alle volte conuenghiamo nelleconclusioni e discordiamo nelle cause.

Arist., 3 del Cielo, tes. 28.

Ma perche tali cose profferite.Seguirebbe ora ch'io considerassi dimostrazioneper dimostrazione, e di esse proposizione perproposizione. Ma perche tutte queste suedimostrazioni son fondate sopra principij falsi. Pernon perdere tempo inuano, ho giudicato esser beneil tralasciare questa faticha, il che sar facile ildimostrare. Il primo principio , ch'egli non fa lasua dimostrazione vniuersale. Impercioch, egli

molta non torrei io gia a sostenere. Imperciocch,se bene l'acqua al mouimento all'insu, come corpograue renitente, tutta volta in questa nostraazione ella non muta in tutto e per tutto luogho,ma si bene ne perde alquanto di sotto e altrettanton'acquista per di sopra * ed essendo ella di suanatura corpo atto ad essere graue, e leggieroquando nel propio luogho, come di sotto diremo,pu da ogni minima forza esser mossa al centro ealla circunferenza. Il perche ella a questomouimento pochissimo resiste, la qual cosa viendimostrata da sensibile esperienza, che vna granmassa di cenere, che nel sommergersi nell'acquaalza il suo liuello poco o niente, douerebbemuouersi piu velocemente d'altrettanta materiasoda anzi, non hauendo resistenza l'acquaall'essere alzata, e non ci essendo, secondo il Sig.G. altra resistenza, muouersi inistante; la doue ellapiu tardi che altra materia soda e dura si muoue. Epercio non si dee far grande stima di questaresistenza, se per nell'acqua si ritroua, nelconsiderare i mouimenti che seguono ne l'acqua.Della quale seruendosi il Sig. G. lasciando da partela cura e natural resistenza de gli elementi, non marauiglia [20] che alle volte conuenghiamo nelleconclusioni e discordiamo nelle cause.

Arist., 3 del Cielo, tes. 28.

Ma perche tali cose profferite.Seguirebbe ora ch'io considerassi dimostrazioneper dimostrazione, e di esse proposizione perproposizione. Ma perche tutte queste suedimostrazioni son fondate sopra principij falsi. Pernon perdere tempo inuano, ho giudicato esser beneil tralasciare questa faticha, il che sar facile ildimostrare. Il primo principio , ch'egli non fa lasua dimostrazione vniuersale. Impercioch, egli

dimostra il mouimento de gli elementi e de i mistisotto vna medesima dimostrazione e per vnamedesima cagione, la qual cosa quanto sia falsa,abbiamo gia detto. Il secondo che egli vuoldimostrare le cose naturali con mathematicheragioni. A questo s'aggiugne, che egli suppone pervero che nel mondo sublunare non sia leggerezzapositiua, e che gli elementi si muouono allacircunferenza, spinti dalla maggior grauita delmezo. Di pi, non vuole che l'acqua, come corposolido, habbia resistenza all'essere diuisa. Il cheessere falso vedremo nel luogho doue il Sig. G. netratter Bastici per ora vna sensibile esperienzafatta, dal Sig. G. cio che con manco forza simuoue vna mano nell'aria che nell'acqua. Ondeapparisce, essere alquanto di resistenza enell'acqua, e nell'aria, ma pi in quella che inquesta. Nel quinto luogho, egli fa grande stimadella resistenza dell'acqua all'essere alzata sopra ilproprio liuello, che non nulla, e, se pure e' non sensibile. Il sesto, che egli nel difinire i suoitermini de' quali si scriue in queste dimostrazioni,si parte molto dal vero Onde faceua molto meglio,in questa sua nuoua edizione a pigliare fondamentie principij veri, a dimostrare veri quelli, di che siera seruito, che accumulare nuoue e falsedimostrationi. Il che appunto maggiormenteconfermarsi nella sua opinione. Essendo, dunque,le dimostrazioni del Sig. G. falsissime, comedipendenti da falsi principij, ci resta a dimostrarele cagioni di quei problemi che dal Sig. G. sonproposti, li quali da noi si debbano addurre perdimostrare, che non ci siamo messi a questaimpresa non solo per contradire per alcunamaleuoglienza, o per alcuno liuidore di inuidia, ma

dimostra il mouimento de gli elementi e de i mistisotto vna medesima dimostrazione e per vnamedesima cagione, la qual cosa quanto sia falsa,abbiamo gia detto. Il secondo che egli vuoldimostrare le cose naturali con mathematicheragioni. A questo s'aggiugne, che egli suppone pervero che nel mondo sublunare non sia leggerezzapositiua, e che gli elementi si muouono allacircunferenza, spinti dalla maggior grauita delmezo. Di pi, non vuole che l'acqua, come corposolido, habbia resistenza all'essere diuisa. Il cheessere falso vedremo nel luogho doue il Sig. G. netratter Bastici per ora vna sensibile esperienzafatta, dal Sig. G. cio che con manco forza simuoue vna mano nell'aria che nell'acqua. Ondeapparisce, essere alquanto di resistenza enell'acqua, e nell'aria, ma pi in quella che inquesta. Nel quinto luogho, egli fa grande stimadella resistenza dell'acqua all'essere alzata sopra ilproprio liuello, che non nulla, e, se pure e' non sensibile. Il sesto, che egli nel difinire i suoitermini de' quali si scriue in queste dimostrazioni,si parte molto dal vero Onde faceua molto meglio,in questa sua nuoua edizione a pigliare fondamentie principij veri, a dimostrare veri quelli, di che siera seruito, che accumulare nuoue e falsedimostrationi. Il che appunto maggiormenteconfermarsi nella sua opinione. Essendo, dunque,le dimostrazioni del Sig. G. falsissime, comedipendenti da falsi principij, ci resta a dimostrarele cagioni di quei problemi che dal Sig. G. sonproposti, li quali da noi si debbano addurre perdimostrare, che non ci siamo messi a questaimpresa non solo per contradire per alcunamaleuoglienza, o per alcuno liuidore di inuidia, ma

bene per dimostrare la vera ragione delle cose. Lacagione onde il Sig. G. si mosso a scriuerequeste sue dimostrazioni stata, com'egli dice, perrender la [21] causa. Onde auuiene che diecilibbre di acqua possono reggere cinquanta o centolibbre di peso, verbigrazia vna traue che pesi il giadetto numero. Il che da lui stato stimatoaccidente marauiglioso e ragguardeuole. E non si marauigliato in che modo la terra possa sostenere itre elementi superiori, che quasi infinitol'eccedano, supponendo, secondo la dottrina diPlatone, che tutti i corpi sullunari sieno graui. *Tutto quello che sotto il Cerchio della Luna simuoue, e si quieta, o e semplice elemento, emistura de gli elementi. Per qual cagione isemplici elementi al proprio luogho si muouino, ein quello si quietino, gia si detto che per lagrauit, e per la leggerezza hanno questi naturaliaccidenti. Quindi deue mancare ogni marauiglia inche modo adiuiene che l'acqua sopra la terra sisostenga, essendo per entro quella verso lacircunferenza si muoua, & l'aria rispetto all'acqua,e il fuocho all'aria. Impercioch, sendo l'acqualeggieri in comparatione della terra, e l'ariaall'acqua e 'l fuoco all'aria, non solo e marauigliache sopra quelli si quietino e in quelli allacircunferenza si muouino, ma gran stupor sarebbeche eglino al contrario adoperassino. Adunque pervna innata inclinatione adiuiene che gl'elementinel lor luogho si fermino, e fuor di essoritrouandosi a quello si muouino, che in duespezie, grauit, e leggerezza si dirama, l'vna dellequali al centro partorisce il mouimento, e l'altraalla circunferenza. Quello habbiam' detto de glielementi, si pu dire de i misti: solo questa

Arist., pr. del Cielo, cont. 7.

bene per dimostrare la vera ragione delle cose. Lacagione onde il Sig. G. si mosso a scriuerequeste sue dimostrazioni stata, com'egli dice, perrender la [21] causa. Onde auuiene che diecilibbre di acqua possono reggere cinquanta o centolibbre di peso, verbigrazia vna traue che pesi il giadetto numero. Il che da lui stato stimatoaccidente marauiglioso e ragguardeuole. E non si marauigliato in che modo la terra possa sostenere itre elementi superiori, che quasi infinitol'eccedano, supponendo, secondo la dottrina diPlatone, che tutti i corpi sullunari sieno graui. *Tutto quello che sotto il Cerchio della Luna simuoue, e si quieta, o e semplice elemento, emistura de gli elementi. Per qual cagione isemplici elementi al proprio luogho si muouino, ein quello si quietino, gia si detto che per lagrauit, e per la leggerezza hanno questi naturaliaccidenti. Quindi deue mancare ogni marauiglia inche modo adiuiene che l'acqua sopra la terra sisostenga, essendo per entro quella verso lacircunferenza si muoua, & l'aria rispetto all'acqua,e il fuocho all'aria. Impercioch, sendo l'acqualeggieri in comparatione della terra, e l'ariaall'acqua e 'l fuoco all'aria, non solo e marauigliache sopra quelli si quietino e in quelli allacircunferenza si muouino, ma gran stupor sarebbeche eglino al contrario adoperassino. Adunque pervna innata inclinatione adiuiene che gl'elementinel lor luogho si fermino, e fuor di essoritrouandosi a quello si muouino, che in duespezie, grauit, e leggerezza si dirama, l'vna dellequali al centro partorisce il mouimento, e l'altraalla circunferenza. Quello habbiam' detto de glielementi, si pu dire de i misti: solo questa

Arist., pr. del Cielo, cont. 7.

differenza ci si puo considerare, che la grauita, e laleggerezza ne seplici da la loro natura aduiene, ene i composti da l'elemento che nella mistura h ilpredominio verbigrazia se l'elementopredominante sar graue assoluto, il compostoanco egli hauera la medesima affettione, intantodifferente quanto nel semplice non vi sar amistaleggerezza alcuna, e nel misto qualche leggerezza,per l'elementi leggieri sempre vi si trouerrsimilmente se egli leggieri assoluto, o respettiuo, efinalmente quasi nella maniera che sar ilpredominante sara ancora il misto. Ondeageuolmente si deduce la cagione perche vna trauedi 500. libre sar sostenuta e solleuata da 10.libbre di acqua. Imperciocche essendo la traueaerea a predominio, e l'aria nell'acqua essendoleggieri, douerr la traue, come leggieri sopral'acqua di sua natura solleuarsi; solo har bisogniodi tanta acqua, che [22] possa compensare il terreode gl'Elementi graui che nella traue si ritrouano.Questa e la cagione del tanto amirando Problemadel Sig. G. e doue egli impiego tanto tempo, etanta faticha. Mi resta bene a me ora vn pidifficile problema che per non lasciare cosa alcunaindietro che alla nostra dubitazione s'appartengha,da me si spiegher. E quest', perche vna traue dicento libbre nell'