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Università della Calabria - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Corso di METODI E TECNICHE DEL SERVIZIO SOCIALE (A.A. 2016-2017) Docente: Alessandro Sicora SCHEMI ESEMPLIFICATIVI ED INTEGRATIVI Versione 2 dd. 22.11.16 CONTENUTO DEL FASCICOLO: 1. Introduzione al servizio sociale 2 1.1. Definizione internazionale di servizio sociale 2 1.2. Fonti del servizio sociale come disciplina 4 2. Il colloquio d'aiuto 5 2.1. Assiomi della comunicazione 5 2.2. Comunicazione e lavoro sociale. Suggerimenti pratici 6 2.3. Tattiche e uso di domande per la conduzione del colloquio 7 2.4. Il genogramma 8 2.2. L’ecomappa 9 3. La documentazione 12 3.1. Accesso alla documentazione della Pubblica Amministrazione 12 3.2. Tutela delle persone rispetto al trattamento dati personali e sensibili nell’ambito degli enti pubblici 12 3.3. Dati personali e dati sensibili (Dlgs 196/03) 14 3.4. Verbale di riunioni 14 1

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Page 1: CONTENUTO DEL FASCICOLO - Unical

Università della Calabria - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Corso di METODI E TECNICHE DEL SERVIZIO SOCIALE (A.A. 2016-2017)

Docente: Alessandro Sicora

SCHEMI ESEMPLIFICATIVI ED INTEGRATIVI Versione 2 dd. 22.11.16

CONTENUTO DEL FASCICOLO: 1. Introduzione al servizio sociale 21.1. Definizione internazionale di servizio sociale 21.2. Fonti del servizio sociale come disciplina 42. Il colloquio d'aiuto 52.1. Assiomi della comunicazione 52.2. Comunicazione e lavoro sociale. Suggerimenti pratici 62.3. Tattiche e uso di domande per la conduzione del colloquio 72.4. Il genogramma 82.2. L’ecomappa 93. La documentazione 123.1. Accesso alla documentazione della Pubblica Amministrazione 123.2. Tutela delle persone rispetto al trattamento dati personali e sensibili nell’ambito

degli enti pubblici 123.3. Dati personali e dati sensibili (Dlgs 196/03) 143.4. Verbale di riunioni 14

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1. Introduzione al servizio sociale1.1. Definizione internazionale di servizio sociale1Il servizio sociale è una professione basata sulla pratica e una disciplina accademica che promuove il cambiamento sociale e lo sviluppo, la coesione e l'emancipazione sociale, nonché l'empowerment e la liberazione delle persone. Principi di giustizia sociale, diritti umani, responsabilità collettiva e rispetto delle diversità sono fondamentali per il servizio sociale. Sostenuto dalle teorie del servizio sociale, delle scienze sociali, umanistiche e dai saperi indigeni, il servizio sociale coinvolge persone e strutture per affrontare le sfide della vita e per migliorarne il benessere.

La definizione di cui sopra può essere ampliata a livello nazionale e/o regionale.

COMMENTOIl commento serve per decomprimere i concetti fondamentali utilizzati nella definizione e fornice dettagli su: mandati di base, principi, conoscenza e pratica della professione di assistente sociale.

MANDATI DI BASEI mandati fondamentali della professione di assistente sociale comprendono la promozione del cambiamento, della coesione sociale, nonchè l'empowerment e la liberazione delle persone.

Il servizio sociale è una professione pratica e una disciplina accademica che riconosce che i fattori storici, socio -economici , culturali, territoriali, politici e personali interconnessi sono opportunità e/o barriere per il benessere e lo sviluppo umano. Le barriere strutturali contribuiscono al perpetuarsi delle ineguaglianze, della discriminazione, dello sfruttamento e dell'oppressione. Lo sviluppo di una coscienza critica attraverso la riflessione sulle fonti strutturali di oppressione e/o di privilegio sulla base di criteri quali razza, classe, lingua, religione, genere, disabilità, cultura e orientamento sessuale, e lo sviluppo di strategie di azione dirette ad affrontare gli ostacoli strutturali e personali sono al centro di una pratica emancipatoria in cui gli obiettivi sono l'empowerment e la liberazione delle persone. Quale espressione di solidarietà con coloro che sono svantaggiati, la professione si sforza di alleviare la povertà, di liberare le persone vulnerabili e gli oppressi, nonchè di promuovere l'inclusione e la coesione sociale .

Il mandato del cambiamento sociale si basa sulla premessa che l'intervento del servizio sociale ha luogo quando si ritiene che sia necessario portare cambiamento e sviluppo ad una determinata situazione a livello della persona, della famiglia, di piccoli gruppi, della comunità o della società. Esso è guidato dalla necessità di sfidare e cambiare quelle condizioni strutturali che contribuiscono all'emarginazione, all'esclusione sociale e all'oppressione. Le iniziative di cambiamento sociale riconoscono il ruolo dell'agire umano nel promuovere i diritti umani e la giustizia economica, ambientale e sociale. La professione è parimenti impegnata al mantenimento della stabilità sociale, nella misura in cui tale stabilità non viene utilizzata per emarginare, escludere o opprimere un particolare gruppo di persone.

Lo sviluppo sociale è concepito per concretizzarsi in strategie di intervento, condizioni finali desiderate e un quadro politico, quest'ultimo in aggiunta al più comune quadro residuale e istituzionale. Si basa su valutazioni e interventi di tipo olistico biopsicosociale e spirituale che trascendono il divario micro-macro incorporando più livelli del sistema e collaborazioni intersettoriali e interprofessionali finalizzate allo sviluppo sostenibile. Dà priorità allo sviluppo

traduzione in italiano dall'inglese “Global definition of Social Work” anno 2014; a cura di A. Sicora v1 dd. 30.04.14. 1

Disponibile online su: http://www.eassw.org/global-social-work/17/gdsw-definizione-internazionale-di-servizio-sociale.html

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sociostrutturale ed economico e non condivide il luogo comune secondo cui la crescita economica è un prerequisito per lo sviluppo sociale.

PRINCIPI I principi generali del servizio sociale sono: il rispetto per il valore intrinseco e per la dignità degli esseri umani, il non fare danni a nessuno, il rispetto per la diversità, la difesa dei diritti umani e la giustizia sociale.

Promuovere e sostenere i diritti umani e la giustizia sociale costituiscono la motivazione e la giustificazione [essenziale] del servizio sociale. La professione di assistente sociale riconosce che i diritti umani debbano coesistere con la responsabilità collettiva. L'idea di responsabilità collettiva mette in evidenza sia il fatto che i diritti umani individuali possono essere realizzati giorno per giorno solo se ognuno si assume la responsabilità per l'altro e per l'ambiente, sia l'importanza della creazione di rapporti di reciprocità all'interno delle comunità. Conseguentemente, un importante obiettivo del servizio sociale è quello di difendere i diritti delle persone a tutti i livelli facilitandone gli esiti dove le persone si assumono la responsabilità del benessere dell'altro, capiscono e rispettano l'interdipendenza tra le persone e tra le persone e l'ambiente.

Il servizio sociale abbraccia diritti di prima, seconda e terza generazione. I diritti di prima generazione si riferiscono ai diritti civili e politici, quali la libertà di parola e di coscienza e la libertà dalla tortura e dalla detenzione arbitraria; i diritti socio-economici e culturali di seconda generazione includono i diritti di ragionevoli livelli di istruzione, sanità e alloggio e i diritti linguistici delle minoranze; i diritti di terza generazione sono focalizzati sul mondo naturale e sul diritto alla biodiversità di specie e all'equità intergenerazionale. Questi diritti si rafforzano reciprocamente, sono interdipendenti e danno spazio sia ai diritti individuali che a quelli collettivi.

In alcuni casi “il non fare danni a nessuno” e "il rispetto per la diversità " possono rappresentare valori in conflitto e competizione [con altri], per esempio dove nel nome della cultura sono violati i diritti, compreso il diritto alla vita, di gruppi minoritari come quelli delle donne e degli omosessuali. I “Global Standards for Social Work Education and Training” (Standard globali per la formazione al servizio sociale) si riferiscono a questo complesso problema sostenendo che gli assistenti sociali debbano essere formati ad un approccio di base sui diritti umani, con una nota esplicativa che recita:Tale approccio potrebbe facilitare confronti e cambiamenti costruttivi dove certe credenze culturali, valori e tradizioni violano i diritti umani fondamentali dei popoli. In quanto dinamica e socialmente costruita, la cultura è soggetta a decostruzione e cambiamento. Tali confronto costruttivo, decostruzione e cambiamento possono essere facilitati mediante la trasformazione e la comprensione di valori culturali, credenze e tradizioni particolari, e attraverso un dialogo critico e riflessivo con i membri del gruppo culturale nell'ambito di un confronto più ampio sui diritti umani.

CONOSCENZAIl servizio sociale è sia interdisciplinare che transdisciplinare e si basa su una vasta gamma di teorie e ricerche scientifiche. In questo contesto la “scienza” si intende nella sua accezione più elementare come “conoscenza”. Il servizio sociale attinge i propri fondamenti teorici e di ricerca in costante sviluppo, così come le teorie, da altre scienze umane, incluse ma non a titolo esclusivo: lo sviluppo di comunità, la pedagogia sociale, l'amministrazione, l'antropologia, l'ecologia, l'economia, la scienza della formazione, il management, le scienze infermieristiche, la psichiatria, la psicologia, la sanità pubblica e la sociologia. L'unicità delle ricerche e delle teorie del servizio sociale è che queste vengono applicate e hanno carattere emancipatorio. Gran parte della ricerca e delle teorie del lavoro sociale è co-costruita con gli utenti dei servizi in un processo dialogico interattivo e perciò prende forma da specifici ambienti di pratica.

Questa definizione riconosce che il servizio sociale debba essere formato non solo da ambienti di pratica specifici e da teorie sviluppate in Occidente, ma anche da conoscenze indigene. Parte

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dell'eredità del colonialismo consiste nel fatto che è stato dato valore solo a teorie e conoscenze sorte in Occidente e che le conoscenze indigene sono state svalutate, sminuite ed egemonizzate dalle teorie e conoscenze occidentali. Questa definizione cerca di arrestare e invertire quel processo riconoscendo che i popoli indigeni in ogni regione, paese o zona portano propri valori, modi di conoscere e di trasmettere le proprie conoscenze e hanno dato inestimabili contributi alla scienza. Il servizio sociale cerca di rimediare allo storico colonialismo scientifico occidentale e alla relativa egemonia ascoltando e imparando dai popoli indigeni di tutto il mondo. In questo modo prenderanno forma e saranno co-create da popoli indigeni conoscenze di servizio sociale che saranno più adeguatamente praticate non solo in ambito locale ma anche in quello internazionale. Attingendo al lavoro delle Nazioni Unite , l'IFSW (Federazione Internazionale degli Assistenti Sociali) definisce le popolazioni indigene come segue (http://ifsw.org/policies/indigenous-peoples):• vivono all'interno (o mantengono un forte contatto con) territori dei loro antenati geograficamente distinti;• tendono a mantenere nel loro territorio istituzioni sociali, economiche e politiche distinte;• in genere aspirano a rimanere distinte culturalmente, geograficamente e istituzionalmente, invece di essere completamente assimilate nella comunità nazionale;• si autoidentificano come [popoli] indigeni o tribali.

PRATICAIl servizio sociale trova leggittimità e mandato nei propri interventi [mirati] nei punti in cui le persone interagiscono con il loro ambiente. L'ambiente include i vari sistemi sociali nei quali le persone sono inserite, nonchè il naturale ambiente geografico, che ha una profonda influenza sulla vita delle persone. La metodologia partecipativa sostenuta nel servizio sociale si riflette nel [principio della Global Agenda che dice: “il servizio sociale] coinvolge le persone e le strutture per affrontare le sfide della vita e migliorare il benessere". Per quanto possibile, il servizio sociale persegue un lavoro con piuttosto che per le persone. Coerentemente con il paradigma dello sviluppo sociale, gli assistenti sociali utilizzano una serie di competenze, tecniche, strategie, principi e attività a vari livelli del sistema volti a fare manutenzione al sistema stesso e/o a cercare di cambiarlo. La pratica del servizio sociale si estende su una vasta gamma di attività, tra cui: varie forme di terapia e di consulenza, lavoro di gruppo e lavoro di comunità; formulazione e analisi di politiche; advocacy e interventi politici. Da una prospettiva emancipatoria, che questa definizione supporta, le strategie del servizio sociale sono finalizzate ad accrescere la speranza delle persone, l'autostima e il potenziale creativo per affrontare e sfidare dinamiche di potere oppressive e fonti strutturali di ingiustizie, incorporando così in un insieme coerente la dimensione di intervento micro/macro, personale/politica. Il focus olistico del servizio sociale è universale, ma le priorità della pratica del servizio sociale varieranno da un paese all'altro e di volta in volta a seconda delle condizioni storiche, culturali, politiche e socio- economiche.

È responsabilità degli assistenti sociali in tutto il mondo difendere, arricchire e realizzare i valori e i principi enunciati in questa definizione. Una definizione di servizio sociale può essere significativa solo quando gli assistenti sociali si impegnano attivamente per i valori e la vision [in essa espressi].

1.2. Fonti del servizio sociale come disciplina“Il servizio sociale, come ogni professione, dispone di un corpo sistematico di conoscenze teoriche, la cui origine è duplice. Vi è una “teoria della pratica”: è il sapere che si ricava dalla descrizione e interpretazione della realtà operativa che si fonda su processi osservativi e induttivi che originano una serie di enunciati ricavati da generalizzazioni empiriche. Esiste poi una una “teoria per la pratica”, costituita dall’apporto che le diverse impostazioni teoriche delle scienze sociali possono offrire al servizio sociale. Nel servizio sociale la teoria non rappresenta una conoscenza per la conoscenza, ma una conoscenza che orienta l’operatività” .2

Dal Pra Ponticelli, M., Lineamenti di servizio sociale, Astrolabio, Roma, 19872

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2. Il colloquio d'aiuto2.1. Assiomi della comunicazioneSchematicamente, i cosiddetti assiomi della comunicazione formulati nell’ambito della Scuola di Paolo Alto sono : 3

1. “Non si può non comunicare” • esempio: l'uomo che legge il giornale sul treno • contraddizioni e cambio di argomento per squalificare la comunicazione

2. “Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione”

• “Questo è un ordine”, “Sto solo scherzando” • definizione del sé e dell’altro: (i) conferma, (ii) rifiuto, (iii) disconferma (“buono, molto buono”

detto indifferentemente se minestra buona o bruciata)

3. “La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti”

• conflitti su ciò che è causa (es. aggressione) e ciò che è effetto (es. difesa) e corsa agli armamenti

• marito “Io mi chiudo in me stesso perché tu brontoli” VS. moglie “Io brontolo perché tu ti chiudi in te stesso”

• profezia che si autodetermina (“non piaccio a nessuno” à comportamento sospettoso à diffidenza da parte degli altri à conferma della “profezia”: “non piaccio a nessuno”)

4. “Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico che con quello analogico. Il linguaggio numerico ha una sintassi logica assai complessa e di estrema efficacia ma 4

manca di una semantica adeguata nel settore della relazione, mentre il linguaggio analogico 5

ha la semantica ma non ha alcuna sintassi adeguata per definire in modo che non sia ambiguo la natura delle relazioni”

• Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico che con quello analogico.Il linguaggio numerico ha una sintassi logica assai piu’ complessa e di estrema efficacia, ma manca di una semantica adeguata nel settore della relazione, mentre il linguaggio analogico ha la semantica ma non ha alcuna sintassi adeguata per definire la natura della relazione.

• sintassi = (studio dell') insieme della regole relative ai procedimenti tramite i quali le unità sintattiche si combinano in frasi e in periodi

• semantica = (studio del) significato delle parole; relazione tra segni linguistici e il loro significato

• linguaggio analogico : rappresentazione degli oggetti per similitudine (immagini, gesti,

Watzlawick, Paul; Beavin, Janet Helmick e Jackson, Don D.. Pragmatica della comunicazione umana, Roma, 3

Astrolabio, 1971, pp. 41-63.

per sintassi si intende, in linguistica, l’insieme delle relazioni grammaticali tra le parole che costituiscono una frase o, in generale, 4

un’espressione linguistica di più elementi e, nel linguaggio filosofico, quella parte della logica, e specificamente della semiotica, che ha per oggetto di studio le relazioni tra i segni, indipendentemente dai significati (DISC Compact - Dizionario Italiano Sabatini - Coletti, Firenze, Giunti Gruppo Editoriale, 1997)

per semantica si intende, in linguistica, l’analisi e lo studio del linguaggio dal punto di vista del significato e, in logica, lo studio del 5

rapporto fra i segni e gli oggetti a cui si riferiscono, cioè dei nessi fra i segni linguistici e i loro significati (DISC Compact - Dizionario Italiano Sabatini - Coletti, Firenze, Giunti Gruppo Editoriale, 1997)

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ecc.) • linguaggio numerico : rappresentazione degli oggetti per segni convenzionali arbitrari • La comunicazione verbale (numerica) necessita del supporto del messaggio non verbale

per evitare possibili fraintendimenti. Il linguaggio non verbale contiene elementi analogici che si trasmettono attraverso la postura, la gestualità, il tono della voce, la mimica e che corrispondono, in parte, a universali del comportamento umano, in parte a codici culturalmente definiti. Ne consegue un’indicazione di possibili applicazione pratica: è utile ascoltare il livello non verbale e riconoscere se trasmettiamo messaggi rispettosi della cultura del ricevente in una posizione paritaria.

5. “Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza”

N.B. per una comunicazione efficace e’ importante saper metacomunicare

2.2. Comunicazione e lavoro sociale. Suggerimenti pratici

Esempio: Il marito dice alla moglie: “Non mi hai ancora stirato le camice”

Risposta simmetrica della moglie: − Ho lavorato tutto il giorno e sono stanca.

Stiratele tu! Risposta del marito: − simmetrica: Ogni scusa è buona per non

fare quello che dovresti! − complementare: Non arrabbiarti, cara.

Posso aspettare quando avrai tempo.

Risposta complementare della moglie: − Che sbadata che sono! Le stiro subito! Risposta del marito: − simmetrica: Anch'io mi dimentico spesso le

cose. Fai con calma. − complementare: E' proprio vero: non ti

ricordi mai niente!

Considerazione Fuochi d’attenzione e/o azioni conseguenti

La comunicazione è tutto il comportamento della persona: “parliamo” con tutto il corpo, non solo con le parole.

Fare attenzione al tono della voce, ai gesti, al modo di presentarsi, al tono della voce propri e del nostro interlocutore.

Non si può non comunicare (es. il treno e le strategie per evitare un interlocutore inopportuno).

Domandarsi: quale significato ha il silenzio o il ritirarsi della persona?

La comunicazione non è il messaggio che noi mandiamo, ma ciò che l’altro interpreta (es. fraintendimento tra amici per un mancato saluto).

Importanza dell’ascolto e del percepire dal nostro interlocutore i “messaggi di ritorno” (feed-back), ovvero quelle frasi e quei comportamenti che ci dicono ciò che l’altro ha capito di quanto gli abbiamo comunicato.

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2.3. Tattiche e uso di domande per la conduzione del colloquio1. Espressioni di comprensione e interesse (anche con riferimento all’uso consapevole della comunicazione non verbale)

2. Ripetizione dell’ultima/e parola/e pronunciate dall’utente (con tono interrogativo)

3. Chiarificazione e interpretazione ripetizione di quanto detto dall’utente, ma in un linguaggio più familiare, anche in forma di domanda Dovrei capire che lei vuol dire… Mi sta dicendo che... Ho sentito che diceva di… Voleva dire che…

4. Riassunto o ricapitolazione Vediamo se sono riuscito a capire: da ciò che ho sentito, la sua situazione è così e così… Per riassumere ciò di cui abbiamo discusso… Negli ultimi dieci minuti abbiamo parlato… e mi sembra che lei stesse dicendo…

5. Domande Aperte: Cosa….? Come…? Cosa/come pensa di…? Come si sente….? Evitare risposte si/no: piuttosto che domandare Le riesce difficile andare avanti con questo sussidio? Meglio dire “Come è riuscita ad andare avanti con questo sussidio? Domande investigative: Utente: Sono stanca, Assistente sociale: Cosa la rende così stanca?/Mi può fare qualche esempio? Domande investigative ipotetiche: Supponiamo che Lei facesse…. Supponiamo che avesse… Cosa crede succederebbe se lei dicesse….

6. Domande lineari e domande relazionali Domande lineari: Come si chiama? Dove abita?... Domande relazionali: es. domande triadiche o circolari: si rivolgono ad un componente della famiglia per conoscere come vede la relazione tra altri due componenti, possibilmente alla presenza di tutti Come si è comportata sua moglie quando suo figlio è scappato di casa? Come reagisce sua moglie quando lei si mette a bere? Domande lineari possono essere “cosa la rende infelice?” o “quando è diventato così infelice?” , mentre domande circolari possono essere “cosa fa il suo partner quando lei si sente così infelice?”

La comunicazione si realizza su due livelli: quello di contenuto (la “notizia”, l’informazione che trasmetto) e quello di relazione (l’atteggiamento che definisce il tipo di rapporto tra le due persone che comunicano; il messaggio, spesso non verbale, che dice “Ecco come mi vedo... ecco come ti vedo...; es. differenza dell’impatto di una informazione data in tono gentile rispetto alla stessa informazione data in tono brusco da un impiegato dietro lo sportello di un ente pubblico).

1. importanza del controllo del tono della voce, dell’uscire dalla logica della colpa e della rivendicazione (“Come ti è capitato di fare questo?” invece di “Perché hai fatto questo?”) per comunicare accettazione e calore; 2. importanza della capacità di “comunicare sulla comunicazione” (es. “Questo è un ordine”, “Sto solo scherzando”, “Stai parlando sul serio?”, il paradosso del cretese che dice “Tutti i cretesi sono bugiardi”)

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2.4. Il genogrammaIl genogramma è “una forma di rappresentazione dell’albero genealogico che registra informazioni sui membri di una famiglia e sulle loro relazioni nel corso di almeno tre generazioni. Il genogramma mette in evidenza graficamente le informazioni della famiglia, in modo da offrire una rapida visione di insieme dei complessi patterns familiari” (McGoldrick, F.G. Gerson, 1985, p.1) Si tratta di costruire una mappa della famiglia, che comprenda tre generazioni, in cui vengono indicati con simboli il sesso dei componenti, l'età e il tipo di parentela che lega tra loro i familiari. Ogni operatore può trovare un proprio modo per rappresentare la situazione. Alcuni simboli correntemente utilizzati vengono riportati di seguito:

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2.2. L’ecomappaL’ecomappa è uno strumento utile per visualizzare le interazioni tra famiglia e ambiente attraverso cui vengono rappresentati graficamente i sistemi significativi con i quali la famiglia mantiene rapporti, evidenziando con un simbolo il tipo di relazione esistente. Questi sistemi (scuola, lavoro, strutture di quartiere, servizi socio-sanitari pubblici e privati, gruppi di amici, di conoscenti o di volontariato) possono essere risorse o vincoli da considerare nella valutazione e nel progetto di intervento, sia come sistemi bersaglio che come sistemi d'azione.

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Costruire ecomappeKennedy, V. (2010). Ecomaps. MAI Review, (3). Retrieved from

http//:review.mai.ac.nzRelazioni tra individuo/ famiglia

e persone/sistemidell’ambiente –caratteristiche darappresentare:

1. Forza delle connessioni(debole, incerta o forte)

2. Impatto delle connessioni(fornitura o drenaggio dienergia/ risorse)

3. Qualità della connessione(apportatrice o no distress)

Esempi di domande:• Chi è coinvolto nella relazione e

come sei/sono coinvolto/i?• Quanto a lungo sei/sono stati

coinvolti?• Come ti senti/si sentono rispetto

a questa relazione/attività/servizio/coinvolgimento?

• Che cosa stai ottenendo/stanno ottenendo da questa relazione?

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Page 12: CONTENUTO DEL FASCICOLO - Unical

3. La documentazione3.1. Accesso alla documentazione della Pubblica

Amministrazionelegge 7 agosto 1990 n. 241 Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi “E’ considerato documento amministrativo ogni rappresentazione grafica, fotografica, elettromagnetica o di qualunque altra specie del contenuto di atti, anche interni, formati dalle pubbliche amministrazioni o, comunque, utilizzati ai fini dell’attività amministrativa” (art. 22.2)

diritto di accesso ßà dovere di trasparenza

obbligo motivazione (presupposti di fatto e ragioni giuridiche) per ogni provvedimento amministrativo

i cittadini hanno diritto a (art. 10): • prendere visione degli atti (ma facoltà di differimento se lesione diritto riservatezza terzi o

impedimento o grave ostacolo a svolgimento azione amm.va) à richiesta accesso motivata e rivolta a P.A. che ha prodotto o detiene stabilmente documento

• presentare memorie scritte e documenti (che la P.A. ha l’obbligo di valutare)

3.2. Tutela delle persone rispetto al trattamento dati personali e sensibili nell’ambito degli enti pubblici

Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 - Codice in materia di protezione dei dati personali

REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI (artt. 11-17 dlgs 196/2003) Art. 13 (Informativa) “1. L'interessato o la persona presso la quale sono raccolti i dati personali sono previamente informati oralmente o per iscritto circa: a) le finalita' e le modalita' del trattamento cui sono destinati i dati; b) la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati; …”

Art. 18. Principi applicabili a tutti i trattamenti effettuati da soggetti pubblici 1. Le disposizioni del presente capo riguardano tutti i soggetti pubblici, esclusi gli enti pubblici economici. 2. Qualunque trattamento di dati personali da parte di soggetti pubblici è consentito soltanto per lo svolgimento delle funzioni istituzionali. 3. Nel trattare i dati il soggetto pubblico osserva i presupposti e i limiti stabiliti dal presente codice, anche in relazione alla diversa natura dei dati, nonché dalla legge e dai regolamenti. 4. Salvo quanto previsto nella Parte II per gli esercenti le professioni sanitarie e gli organismi sanitari pubblici, i soggetti pubblici non devono richiedere il consenso dell'interessato. (omissis) Art. 19. Principi applicabili al trattamento di dati diversi da quelli sensibili e giudiziari 1. Il trattamento da parte di un soggetto pubblico riguardante dati diversi da quelli sensibili e giudiziari è consentito, fermo restando quanto previsto dall'articolo 18, comma 2, anche in mancanza di una norma di legge o di regolamento che lo preveda espressamente. (omissis)

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Art. 20. Principi applicabili al trattamento di dati sensibili 1. Il trattamento dei dati sensibili da parte di soggetti pubblici è consentito solo se autorizzato da espressa disposizione di legge nella quale sono specificati i tipi di dati che possono essere trattati e di operazioni eseguibili e le finalità di rilevante interesse pubblico perseguite. (omissis)

REGOLE ULTERIORI PER PRIVATI ED ENTI PUBBLICI ECONOMICI (artt. 23-27 dlgs 196/2003) Art. 23 (Consenso) 1. Il trattamento di dati personali da parte di privati o di enti pubblici economici e' ammesso solo con il consenso espresso dell'interessato.

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3.3. Dati personali e dati sensibili (Dlgs 196/03)

3.4. Verbale di riunioni6

➢ Utile per partecipanti (“memoria” e “oggettivazione” della riunione) e destinatari esterni (bisogno di informazione)

➢ Segretario: responsabile ufficiale della memorizzazione ➢ Rispetto espressione dei singoli partecipanti

➢ Dosagggio quantità appunti ß 1. tipo resoconto, utilizzo e destinatari 2. tipo di conduzione (il moderatore sintetizza i punti chiave e le conclusioni? A voce? Su

lavagna? Su fogli?) 3. rispetto dell’ordine del giorno 4. “clima” della discussione (attenzione a precisione quando esiste disaccordo)

➢ Quale tipo di appunti: 1. esaustivi (es. registrazione audio) 2. selettivi (in dettaglio solo alcuni punti della discussione) 3. imperniati sulle decisioni

➢ Informazioni essenziali: 1. data e luogo della riunione

Fonte: Simonet, Renée e Jean. Scrivere per ricordare, FrancoAngeli6

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dato anonimoil dato che in origine, o a

seguito di trattamento, non può essere associato ad un interessato identificato

o identificabile

dato personalequalunque informazione relativa a

persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o

identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero

di identificazione personale

dato sensibileidoneo a rilevare l’origine razziale ed etnica, le

convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati,

associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e

la vita sessuale

dati

Page 15: CONTENUTO DEL FASCICOLO - Unical

2. obiettivo 3. nome e funzione dei partecipanti 4. nome del moderatore (o conduttore o presidente) e del segretario (o verbalista) della seduta 5. ordine del giorno (se ufficializzato)

Tecniche per la stesura di un verbale: 1) scrivere rapidamente e con abbreviazioni 2) ascolto attivo dei punti di vista esposti 3) individuazione delle parole chiave 4) sintesi (per riformulare in modo conciso) 5) scelta dei momenti chiave:

a) proposta di un nuovo tema b) conclusione-sintesi

6) utilizzo di tabelle e schemi per evidenziare a) punti di divergenza e convergenza b) relazioni fra causa ed effetto

Esempio di tabella su punti di divergenza e convergenza:

Esempio di tabella su relazioni fra causa ed effetto:

Esempio: alcuni partecipanti esprimono punti di vista differenti sulle possibili soluzioni di un problema

Enunciato delle soluzioni Argomenti a favore Argomenti contrari

Soluzione 1 ….. …..

Soluzione 2 ….. ……

…..

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I problemi Le cause

La decisione

Le modalità d’azione