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Contenzioso Tributario: Profili critici nel processo di primo grado
Avv. Dott. Luigi Ferrajoli
24121 BERGAMO - VIA A. LOCATELLI, 25 TEL (+39) 035 271060 FAX (+39) 035 270040
25121 BRESCIA - VIA SOLFERINO, 28B TEL (+39) 030 3758566 FAX (+39) 030 3753628
STUDIO FERRAJOLI
Il quadro normativo
D. Lgs. 31 dicembre 1992 n. 546Normativa di riferimento:
Codice procedura civile
La disposizione generale di rinvio al c.p.c. opera:-quando nessuna norma del D.Lgs. n. 546/92 disciplini una certa fattispecie (vuoto normativo)- se la norma del c.p.c. risulta compatibile con i caratteri del processo tributario
Richiami positiviEs. disciplina delle notificazioni,termine per impugnazione sentenza
(riformato per effetto delle modifiche del c.p.c.)…
Esclusioni specificheEs. Divieto prova testimoniale e giuramento, Art. 337 c.p.c.
STUDIO FERRAJOLI
Oggetto della giurisdizione tributaria: Art. 2, 1°co.
I tributi di ogni genere e specie comunque denominati
Tributi regionali, provinciali, comunali
Contributo per il servizio sanitario nazionale
Sovrimposte e addizionali
Sanzioni amministrativecomunque irrogate da uffici finanziari
Interessi e ogni altro accessorio
Tutte le
controversie concernenti:
La giurisdizione tributaria ha carattere generale, competente ogni qualvolta si controverta di uno specifico rapporto tributario, o di sanzioni inflitte
da uffici tributari
STUDIO FERRAJOLI
Oggetto della giurisdizione tributaria: Art. 2, 2°co.concernenti l’intestazione, la delimitazione, la figura,
l’estensione, il classamento dei terreni e la ripartizione dell’estimo fra i compossessori a titolo di promiscuità di
una stessa particella
relative alla debenza del canone per lo scarico e la depurazione delle acque reflue e per lo smaltimento
dei rifiuti urbani
concernenti la consistenza, il classamento delle singole unità immobiliari urbane e l’attribuzione della rendita
catastale
relative alla debenza del canone per l’occupazione degli spazi ed aree pubbliche
attinenti l’imposta o il canone comunale sulla pubblicità ed il diritto sulle pubbliche affissioni
Appartengonoalla
Giurisdizione tributaria
anche le
controversie:
Circ. 25/E del 21.03.2002: per effetto del tenore generale della nuova disposizione ogni tributo, anche di nuova istituzione, rientra automaticamente nella giurisdizione tributaria,senza alcuna necessità di espresse disposizioni relative al contenzioso
STUDIO FERRAJOLI
Oggetto della giurisdizione tributaria: esclusioni
Le controversie riguardanti gli atti dell’esecuzione forzata tributaria successivi
alla notifica della cartella di pagamento
Restano escluse dallagiurisdizionetributaria:
Contro il processo esecutivo ordinario, la disciplina dell’esecuzione forzata tributariaammette:•L’opposizione di terzo, promossa dal terzoche assume di essere proprietario dei beni Pignorati (secondo le norme del c.p.c.);•L’opposizione agli atti esecutivi, avanti il giudice ordinario
Esclusal’opposizione all’esecuzione, con cui si contestail diritto della parteistante di procedere ad esecuzione forzata
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Liti esecutive
Il contribuente può:• impugnare il ruolo dinanzi le commissioni tributarie;• proporre opposizione dinanzi al giudice ordinario per contestare la pignorabilità dei beni;• proporre opposizione dinanzi al giudice ordinario contro i singoli atti esecutivi
L’agente della riscossione, nellecause promosse contro di lui, che non riguardano esclusivamente laregolarità o la validità degli atti esecutivi, deve chiamare in causal’ente creditore interessato, altrimentirisponde delle conseguenze della lite.
Ammessa la sospensione della procedura esecutiva dal giudice dell’esecuzione se:- ricorrono gravi motivi- sussiste fondato pericolo digrave ed irrevocabile danno
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Oggetto della giurisdizione tributaria: Art. 2, 3°co.
Il giudice tributario risolve in via incidentale ogni questione da cui dipende la decisione delle controversie rientranti
nella propria giurisdizione
ECCETTOQuerela di falsoStato e capacità delle persone diversa dalla
capacità di stare in giudizio
Casistica: dopo la proposizione della querela di falso in ordine alla verifica della falsità della firma apposta sulla cartolina di ricevimentodi notifica di un avviso di accertamento, il contribuente propone ricorso avverso l’atto impositivo. Il procedimento tributario rimane sospeso fino alla decisione in ambito civile.
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Poteri delle Commissioni tributarie: Art. 7
Ai fini istruttori e
nei limiti dei fatti dedotti dalle parti
Non è ammesso il giuramento
Non è ammessa la prova testimoniale
Le Commissioni esercitano tutte le facoltà di accesso,richiesta di dati,
richiesta di informazioni,chiarimenti,
conferite agli uffici tributari ed all’ente locale da ciascuna legge d’imposta
Le Commissionipossono disporre
consulenza tecnicao
richiedere apposite relazioniad organi tecnici
dell’Amministrazione dello stato o di altri
enti pubblici
Poteri istruttori delle Commissioni tributarieI mezzi istruttori di cui può disporre il giudice tributario, elencati ex art. 7,
possono cumularsi ai mezzi di prova previsti dal codice di procedura civile.I poteri istruttori in questione trovano il limite dei fatti dedotti in giudizio dalle
parti, nel senso che non possono essere esercitati per acquisire elementidiversi da quanto rimesso all’esame del giudicante.
Le riferite facoltà devono essere esercitate esclusivamente ai fini istruttori, peril controllo dei fatti controversi e per il riesame dell’attività probatoria compiuta
dagli uffici finanziari in via primaria.
“I poteri istruttori sono conferiti proprio in funzione della valutazione, ad esse affidata, della legittimità e della congruità delle pretese dell’Ufficio;
i giudici tributari di merito possono cioè acquisire aliunde, prescindendo dagli accertamenti dell’Ufficio, gli elementi di decisione,
di cui compiono una valutazione autonoma, rispettoa ll’assunto dell’ufficio”(Cass. Civ., sentenza 8.05.2000 n. 5776)
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Altri poteri istruttori delle Commissioni tributarie
ALTRI POTERI
ISTRUTTORI
Richiesta di informazioni alla P.A. art. 213 c.p.c
Possibilità di desumere argomenti di prova art. 116 c.p.c
Interrogatorio non formale delle parti art. 117 c.p.c
Ordine di ispezione e cose art. 118 c.p.c
Il giudice tributario può acquisire d’ufficio determinate prove se sonoindispensabili per decidere e per motivare in maniera adeguata la sentenza.
L’esercizio dei poteri istruttori non ha la funzione di sopperire alledeficienze probatorie delle parti, che devono comunque produrre in giudizio.L’onere della prova contraria a quella dell’Amministrazione finanziaria grava
sul contribuente, il quale non può essere surrogato dal giudice (Corte Cassazione, sentenza 17 giugno 2002 n. 8665)
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Limiti dei poteri istruttori delle Commissioni tributarie
I poteri istruttori concessi ai giudici tributari devono in ogni caso rispettarel’adempimento dell’onere della prova posto a carico delle parti e, per quantoriguarda l’amministrazione, l’assolvimento dell’obbligo di motivazione degli atti emanati.Per effetto dell’abrogazione del potere del giudice di ordinare il deposito di documenti alle parti, ad opera dell’art. 3-bis, comma V, del d.l. n. 203/05, al giudice non è più richiesto di supplire ad eventuali carenze probatorie riguardanti atti e documenti che sono in possesso della parte resistente, richiedendone l’acquisizione ai fini istruttori e nei limiti dei fatti dedotti dalle parti.(In precedenza Cass. Civ, Sez. Trib., sentenza n. 14624/00)
Poteri istruttori delle Commissioni tributarieI poteri istruttori previsti dall’art. 7 non consentono la produzione
di documenti che possano sanare l’omissione della motivazione dell’atto di accertamento
“L’obbligo di allegazione degli atti richiamati nell’accertamento derivanon solo dall’art. 7 della Legge n. 212/00 ove l’ultima parte del comma 1recita “se nella motivazione si fa riferimento ad un altro atto, questo deve essere allegato all’atto che lo richiama”, ma anche dall’art. 42 del D.P.R. n. 600/73, ove si richiede che qualsiasi atto non conosciuto né ricevuto dal contribuente deve essere allegato all’atto che lo richiama. Ne consegue che il ricorso a documenti non conosciuti (…) è legittimo solo se questi sono allegati all’avviso di accertamento, senza possibilità di integrare successivamente tale carenza, avendo l’atto accertativo natura sostanziale per cui deve contenere a pena di nullità l’indicazionedocumentale dei presupposti di fatto e di diritto che lo giustificano”(Comm. Trib. Prov. Torino, Sez. XXVI, n. 51/2002)
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Poteri istruttori delle Commissioni tributarie: Art. 7, co. 5
Le commissioni tributarie, se ritengono illegittimo un regolamento od un atto generale rilevante ai fini della decisione, non lo applicano in relazione
all’oggetto dedotto in giudizio, salva l’eventuale impugnazione nella diversa sede competente, vale a dire innanzia al TAR (ai fini dell’annullamento).
Al giudice tributario è rimesso il potere di disapplicare l’atto amministrativo illegittimo che, attraverso una cognizione incidenter tantum effettuata ai soli fini della decisione da assumere sull’atto impugnato, dovrà essere considerato tamquam non esset.
Coordinamento con il principio ex art. 2 che rimette al giudice tributario la risoluzione in via incidentale di ogni questione rientrante nella propria
GiurisdizioneEs. valutazione compatibilità di un atto col diritto comunitario
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Poteri istruttori delle Commissioni tributarie:
Testimonianze scritte rilasciate da terziLimiti della utilizzabilità nel processo tributario delle dichiarazioni testimoniali
acquisite dalla polizia tributaria e tradotte in documenti.
“non è richiesto che che le indagini fiscali si svolgano nel rispetto delle regole processuali circa l’assunzione delle prove ed è consentita agli Uffici l’utilizzazione delle informazioni di cui siano venuti
comunque in possesso”(Cass. Civ. sentenza n. 14427/99)
“La limitazione probatoria prevista dall’art. 7 non può essere interpretata nel seno di ricomprendere anche l’inammissibilità delle
dichiarazioni dei terzi”(Corte Cost. sentenza n. 18/00)
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Poteri delle Commissioni Tributarie:consulenza tecnica
scopo Necessità di acquisire elementi conoscitivi di particolare “complessità” Art. 7
Modi di assunzione
•Consulenza facoltativa, istanza di parte e d’ufficio•Obblighi di giuramento per il consulente•Applicabilità norme su astensione e ricusazione•L’attività deve consentire contraddittorio•Le parti possono nominare un consulente ed intervenire alle operazioni direttamente o permezzo del proprio consulente
Presupposti e oggetto “Complessità” e “tecnicità” della questioneValutazione e individuazione dei fatti: attività deduttiva e di accertamento
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Poteri delle Commissioni Tributarie:consulenza tecnica
natura
La consulenza tecnica è un mezzo istruttorio (e non una provavera e propria) sottratto alla disponibilità delle parti ed affidatoal prudente apprezzamento del giudice di merito, il quale tuttavia, nell’ammettere il mezzo stesso deve attenersi al limite ad esso intrinseco consistente nella sua funzionalità allarisoluzione di questioni di fatto presupponenti cognizioni di ordine tecnico e non giuridico.
La Corte di Cassazione ha affermato che nel giudiziod’appello è utilizzabile la perizia raccolta in un diverso processo,
non soltanto quale fonte di indizi, ma con il valore di provaesclusiva, se concernente la medesima situazione di fatto, in forza del principio dell’unità della giurisdizione .
Il giudice d’appello che dichiari inammissibile la perizia devecongruamente motivare
(Cass. Civ. Sez. trib., sentenza n. 6.02.2009 n. 2904)
Utilizzabilità
STUDIO FERRAJOLI
Poteri delle Commissioni Tributarie:consulenza tecnica
La consulenza tecnica su assetto normativo:il giudice può legittimamente ricorrere all’istituto
della consulenza tecnica per acquisire la nozione di quelle norme
che non è tenuto a conoscere in forza del suo ufficio
Vietata
Nella ricerca dei saperi normalmente estranei algiudice ordinario, l’istituzione del giudice speciale,o la specializzazione del giudice ordinario (come quello tributario) è soluzione alternativarispetto all’utilizzo diffuso della consulenza tecnica
Ratio
Il consulente non può divenire il mandatario per le prove del giudice
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Poteri delle Commissioni Tributarie:consulenza tecnica
Non si possono sovvertire i principi dell’istruzione probatoria del processo tributario: tramite la consulenza non è possibile operare una supplenza - nella funzione di accertamento demandata agli uffici finanziari - nella delimitazione della controversia per opera delle parti - nell’assolvimento dell’onere probatorio
La potenziale inadeguatezza nella composizione delle Commissioni tributarie non costituisce una giustificazione dell’ampliamento oggettuale della consulenza, piuttosto l’indice di una frizionetra la necessità costituzionalmente garantitadi un giudice idoneo e la carenza attuale della normativa
STUDIO FERRAJOLI
“La consulenza tecnica d’Ufficio, il cui scopo è quello di aiutare il giudice nella valutazione degli elementi acquisiti o nella soluzione di questioni che comportino specifiche conoscenze tecniche, non può essere disposta al fine di esonerare la parte dal fornire la prova di quanto assume ed è quindi legittimamente negata dal giudice qualorala parte tenda con esso a supplire alla deficienza delle proprie allegazioni o di prove ovvero a compiere un’indagine esplorativa alla ricerca di elementi, fatti, circostanze non provati.Ai soprindicati limiti è consentito derogare unicamente quando l’accertamento di determinate situazioni di fatto possa effettuarsisoltanto con il ricorso a specifiche cognizioni tecniche, nella quale ipotesi, peraltro, la parte che denuncia la mancata ammissione dellaconsulenza ha l’onere di precisare, sotto il profilo causale, come l’espletamento del detto mezzo avrebbe potuto influire sulla decisione impugnata” (Cass. Civ. Sez. III, 31.07.2002, n. 11359)
Poteri delle Commissioni Tributarie:consulenza tecnica
STUDIO FERRAJOLI
Poteri delle Commissioni Tributarie:consulenza tecnica
Se la consulenza ha ad oggetto una questione che rientra nel diritto proprio del giudice tributario, la decisione risulta viziata laddove il giudice faccia
proprio il ragionamento giuridico del c.t.u senza adattamento alcuno, in quanto il giudice dismette le proprie necessarie vesti istituzionali per
demandare al consulente la risoluzione giuridica della questione.
“… Pertanto il giudice, qualora erroneamente affidi al consulente lo svolgimento di accertamenti e la formulazione di valutazioni giuridiche odi merito inammissibili, non può risolvere la controversia in base ad un richiamo alle conclusioni del consulente stesso, ma può condividerle soltanto ove formuli una propria autonoma motivazione basata sulla valutazione degli elementi di prova legittimamente acquisiti nel processoe dia sufficiente ragione del proprio convincimento, tenendo conto delle contrarie deuzioni delle parti che siano sufficientemente specifiche” (Cass. Civ., Sez. Lavoro, 04.02.1999 n. 996)
STUDIO FERRAJOLI
Poteri delle Commissioni Tributarie:consulenza tecnica
Consulenzaobbligatoria
“In tema di contenzioso tributario, a fronte delmancato assolvimento dell’onere probatorio da partedel soggetto onerato, il giudice tributario non è tenuto ad acquisire d’ufficio le prove, in forza dei poteri istruttori a lui attribuiti dall’art. 7 del D.lgs. n. 546/92.Tali poteri infatti sono meramente integrativi dell’onere probatorio principale, in quanto utilizzatisolo qualora sia impossibile o sommamente difficile fornire, da parte di chi vi è tenuto, le proverichieste” (Cass. Civ. Sez. V, 07.02.2001 n. 1701)
STUDIO FERRAJOLI
Poteri delle Commissioni Tributarie:consulenza tecnica
Consulenzafacoltativa
“l’esercizio delle facoltà di disporre accertamenti istruttori a integrazione delle prove offerte dalleparti costituisce valutazione discrezionale (e perciòinsindacabile) delle Commissioni Tributarie”(Cass, Civ, Sez. V, 23.12.2000 n. 16171)
“nel processo tributario, se la prova della pretesa creditoria non è fornitadalla parte onerata, a tale carenza istruttoria non può supplire la Commissione, perché l’art. 7 del D.lgs. N. 546/92 che attribuisce alleCommissioni tributarie ampi poteri istruttori d’ufficio, costituisce unanorma eccezionale, che non può essere utilizzata come rimedioordinario a fronte del mancato assolvimento dell’onere probatorio,salvo che sia impossibile o sommamente difficile esercitarlo” (Cass. Civ., Sez. V, 11.01.2006 n. 366)
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Introduzione del Giudizio: Art. 18
RICORSOAlla Commissione Tributaria Provincialecompetente nella cui circoscrizione ha sede l’ufficio al quale spettano leattribuzioni sul contributo controverso
Deve contenere, a pena di inammissibilità, l’indicazione:• della commissione tributaria a cui è diretto• del ricorrente o del suo legale rappresentante, della residenza o sede legale o del domicilio eventualmente eletto, del codice fiscale• dell’Ufficio del Ministero delle finanze o dell’ente locale o del concessionario del servizio di riscossione nei cui confronti il ricorso è proposto•dell’atto impugnato e dell’oggetto della domanda•dei motivi
L’oggetto del processo è individuato dalle parti in relazione ai motivi del ricorso
Nullità del ricorso: Art. 156 c.p.c.
Art. 156 c.p.c., co. I: non può essere pronunciata la nullità per inosservanza di forme di alcun atto del processo se la nullità non è comminata dalla legge
Art. 156 c.p.c., co. II: la nullità può tuttavia essere pronunciata quando l’attomanca dei requisiti formali indispensabili per il raggiungimento dello scopo
Art. 156 c.p.c., co. III: la nullità non può mai essere pronunciata se l’attoha raggiunto lo scopo a cui è destinato
Limiti di applicabilità dell’art. 156
al contenzioso tributario
l’avviso di accertamento ha natura di provocatio ad opponendum, trattandosi di un
atto con cui l’Amministrazione finanziaria esplica la sua potestà impositiva e manifesta
una pretesa di natura fiscale contro cui il contribuente ha diritto
di esprimere tutta una serie di rimedi. STUDIO FERRAJOLI
Nullità del ricorso: Art. 156 c.p.c.
“la notificazione dell’avviso di accertamento tributario affetta danullità rimane sanata con effetto ex tunc dalla tempestiva proposizione del ricorso del contribuente avverso tale avviso”(Cass. Civ. sentenza n. 1776/2002, n. 5508/09)
“la sanatoria, se costituita dalla tempestiva proposizione del Ricorso, comporta un’attribuzione di validità ex tunc alla notifica-zione di atti di accertamento”(Cass. Civ., Sez. Unite, sentenza n. 19854/04)
STUDIO FERRAJOLI
In senso contrario Cass. Civ. sentenza n. 5924/01
STUDIO FERRAJOLI
Introduzione del Giudizio: Ricorso cumulativo
RICORSOCUMULATIVO
Un soggetto impugna con un unico ricorso, una pluralità di atti impositivi
provenienti dallo stesso Ufficio e riguardanti lo stesso soggetto passivo,
di simile o identico contenuto ma concernenti più annualità di imposta
Nessuna norma tributaria vieta l’inammissibilità di un ricorso cumulativo, sebbene la lettera del testo dell’art. 18 faccia riferimento all’atto impugnato
usando il singolare.La possibilità di un atto cumulativo, riconosciuta nel processo civile da una
norma dettata nella parte generale del codice, e basata sull’esigenzadell’economia processuale, può essere estesa alla materia tributaria
Si propongono più azioni contestualmente, possono essere diversa fra loro (di annullamento, di accertamento) oppure tipologicamente identiche (due azioni di annullamento) comunque collegate da interdipendenza
fra gli atti e dall’identità dell’oggetto.
STUDIO FERRAJOLI
Introduzione del Giudizio: Ricorso cumulativo
“È ammissibile la proposizione di un unico ricorso cumulativo avverso più atti di accertamento, dovendo ritenersi applicabile
nel processo tributario (in base alla norma di rinvio di cui all’art. 1,comma II, del D. lgs. n. 546/92) l’art. 104 del codice di proceduracivile, il quale consente la proposizione contro la stessa parte -e quindi la trattazione unitaria - di una pluralità di domande, anche non connesse tra loro, con risultato del resto analogo a quello ottenuto nel caso di riunione di processi anche soltanto
soggettivamente connessi, ammessi dall’art. 29 del citato D.lgs. N. 546 del 1992” (Cass. Civ., 01.10.2004 n. 19666)
Art. 104 c.p.c.: Contro la stessa parte possono opporsi nelmedesimo processo più domande anche non altrimenti connesse
STUDIO FERRAJOLI
Introduzione del Giudizio: Ricorso collettivoViene proposto da più persone avversodiversi atti impositivi afferenti il medesimo tributo (identità di petitum e causa petendi) oppure un ricorso proposto da più soggetti generalmente
fra loro coobbligati avverso un medesimo atto impositivo.
RICORSOCOLLETTIVO
Nessuna norma tributaria che vieta la proposizione del ricorso collettivo
Art. 14Litisconsorzio necessario: la controversia non può
che essere decisa nei confronti di tutti i litisconsorti. Ammesso il ricorso collettivo cumulativo
Art. 29Riunione dei procedimenti: identità dell’oggetto e/o causa petendi, connessione.
Ammesso il ricorso collettivo cumulativo
STUDIO FERRAJOLI
Introduzione del Giudizio: Ricorso collettivo
“deve dichiararsi inammissibile il ricorso proposto da più soggetti nei confrontidi una pluralità di atti impositivi differenti laddove non vi sia identità soggettivacirca i destinatari dei medesimi ovvero identità oggettiva e connessione di causaavendo le domande divergenza circa la causa petendi”(CTP Reggio Emilia, Sez.I, n. 171 del 15.10.2008)
Es. ammissibile ricorso proposto da più soggetti solidali passivi (acquirente e venditore) avverso un avviso di rettifica e liquidazione concernente l’imposta di registro per atto di compravendita di immobile
STUDIO FERRAJOLI
Possono intervenire volontariamente o essere chiamati in giudizio i soggetti che insieme al ricorrente sono destinatari dell’atto impugnatoo parti del rapporto tributario controverso
Se il ricorso non è stato proposto da o nei confronti di tutti i soggetti sopra indicati è ordinata l’integrazione del contraddittorio mediante la loro chiamata in causa entro un termine stabilito a pena di decadenza
Se l’oggetto del ricorso riguarda inscindibilmente più soggetti, questi devono essere tutti parti nello stesso
processo e la controversia non può essere decisa limitatamente ad alcuni
di essi
Litisconsorzio necessario: Art. 14
STUDIO FERRAJOLI
“Si ritiene che debba essere preliminarmente rilevata la nullità dell’intero processo,in applicazione del principio secondo il quale l’unitarietà dell’accertamento che è (o deve essere) alla base della rettifica delle dichiarazioni dei redditi delle società di persone e delle
associazioni di cui al D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, art.5, e dei soci delle stesse ela conseguente automatica imputazione dei redditi a ciascun socio, proporzionalmente
alla quota di partecipazione agli utili ed indipendentemente dalla percezione degli stessi,comporta che il ricorso tributario proposto, anche avverso un solo avviso di rettifica,da uno dei soci o dalla società riguarda inscindibilmente sia la società che tutti i soci
- salvo il caso in cui questi prospettino questioni personali - sicché tutti questi soggetti devono essere parte dello stesso processo e la controversia non può essere decisa
limitatamente ad alcuni soltanto di essi; siffatta controversia, infatti, non ha ad oggettouna singola posizione debitoria del o dei ricorrenti, bensì la posizione inscindibilmente comune a tutti i debitori rispetto all’obbligazione dedotta nell’atto autoritativo impugnato, cioè
gli elementi comuni della fattispecie costitutiva dell’obbligazione, con conseguente configurabilità di un caso di litisconsorzio necessario originario: pertanto, il ricorso proposto anche da uno soltanto dei soggetti interessati impone al giudice adito in primo grado l’integrazione
del contraddittorio, ai sensi del D.lgs. N. 546/92, art. 14 (salva la possibilità di riunione ai sensi del successivo art. 29), ed il giudizio celebrato senza la partecipazione di tutti i litisconsorti
necessari è affetto da nullità per violazione del principio del contraddittorio di cui all’art. 101 c.p.c. e art. 111 Cost., comma II, rilevabile in ogni stato e grado del procedimento,
anche d’ufficio” (Cass., Sez. Unite, n. 4815/2008, Cass. Sez. Trib. n. 8253/2009)
Litisconsorzio necessario: Art. 14
STUDIO FERRAJOLI
La sentenza che dovesse accogliere l’impugnazione proposta da uno soltanto dei coobbligati non sarebbe inutiliter data, in quanto produce i
suoi effetti tra creditore e ricorrente
Litisconsorzio necessario: Art. 14
Il concessionario della riscossione e l’Agenzia delle entrate sono litisconsorti necessari quando il contribuente impugna la cartella esattoriale per difetti propri e di merito.(Cass, Civ., sentenza n. 128/09)
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Intervento volontario
Il terzo acquista la qualità di “parte” se:•Interviene volontariamente•Viene provocato da una delle parti già presenti •Viene chiamato dal giudice
Intervento volontario del terzo, inteso come soggetto diverso dall’ente impositore e dal soggetto passivo del tributo (contribuente).Il terzo, potendo risentire indirettamente delle conseguenze di una sentenza emessa in un processo nel quale non è parte, ha interesse allo svolgimento e dall’esito del processo medesimo.
L’intervento si realizza mediante atto scritto da notificare a tutte le parti e tramite successiva costituzione in giudizio con le modalità proprie previsteper la parte resistente (proprio fascicolo nella segreteria della CTO entro
60 giorni che decorre dall’ultima avvenuta notificazione dell’atto di intervento
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Intervento volontario
L’intervento volontario può essere:•Principale oppure litisconsortile: Art. 105 c.p.c. “ciascuno può intervenire in un processo tra altre persone per far valere, in confronto di tutte le parti o di alcune di esse, un diritto relativo all’oggetto o dipendente dal titolo dedotto nel processo medesimo”•adesivo dipendente: Art. 105, co. II, c.p.c. “il terzo può intervenire in causa “per sostenere le ragioni di alcuna delle parti, quando vi ha un proprio interesse”
L’intervento è ammesso in qualsiasi momento nel corso del giudizio, a condizione che la costituzione avvenga almeno 20 gg. liberi prima dell’udienza, in analogia al termine previsto dall’art. 32, c. I, per il deposito di documenti
Se al momento in cui l’interventore si costituisce è già decorso il termine decadenziale di impugnazione, si ha l’intervento adesivo dipendente
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Atti impugnabili
A) Avviso di accertamento del tributo
B) Avviso di liquidazione del tributo
C) Provvedimento che irroga sanzioni
D) Ruolo e cartella di pagamento
E) Avviso di mora
E bis) Iscrizione di ipoteca sugli immobili
E ter) fermo di beni mobili registrati
F) Atti relativi alle operazioni catastali indicate nell’art. 2, comma 3
G) Rifiuto espresso o tacito della restituzione di tributi, sanzioni pecuniarie ed interessi o altri accessori non dovuti
H) Diniego o revoca di agevolazioni o il rigetto di domande di definizione agevolata di rapporti tributari
I) Ogni altro atto per il quale la legge ne preveda l’autonoma impugnabilità davanti alle commissioni tributarie
Atti impugnabili
Questione dell’ampliamento dell’elenco degli atti impugnabili
a seguito dell’acquisizione di generalità della giurisdizione tributaria per effetto
della modifica dell’art. 2 del d.Lgs. n. 546/92.La portata generale della giurisdizione tributaria
attrae alla cognizione del giudice speciale tutti gli atti dell’Amministrazione finanziaria,
tipici ed atipici, suscettibili di influire sul rapporto giuridico d’imposta.
L’impugnabilità di un atto deve dunque essere valutatanon in relazione al proprio nomen juris ma tenuto conto
del proprio contenuto sostanziale.
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Atti impugnabili
“in tema di contenzioso tributario, l’elencazione degli atti impugnabili contenutanell’art. 19 d.Lgs. N. 546/92, pur dovendosi considerare tassativa,
va interpretata in senso estensivo, sia in ossequio alle norme costituzionalidi tutela al contribuente e di buon andamento della P.A., che in conseguenza dell’allargamento della giurisdizione tributaria operato con legge n.448/01.
Ciò comporta la facoltà di ricorrere al giudice tributario avverso tutti gli atti adottati dall’ente impositore che, con esplicitazione delle concrete ragioni che la sorreggono, porti, comunque, a conoscenza dl contribuente una ben
individuata pretesa tributaria, senza necessità di attendere che la stessa, ove non sia raggiunto lo scopo dello spontaneo adempimento cui è naturaliter
preordinato, si vesta della forma autoritativa di uno degli atti dichiarati espressamente impugnabili dall’art. 19 citato……. La mancata impugnazione
da parte del contribuente di un atto non espressamente indicato dall’art. 19 citato non determina in ogni caso la non impugnabilità di quella pretesa,
che va successivamente reiterata in uno degli atti tipici previsti dall’art. 19”(Cass. Civ., sentenza n. 21045/07, n. 27385/08)
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Atti impugnabili
PROSPETTIVEL’ampliamento degli atti impugnabili (es. fermo ed iscrizione ipoteca)
è presumibile ritenere che in futuro la potestà del giudice tributario si estenderà fino a comprendere non solo un giudizio in ordine all’annullamento dell’attoimpugnato ma lo stesso potrà anche statuire in merito al riconoscimento del diritto al risarcimento del danno.
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STUDIO FERRAJOLI
Atti impugnabili: avviso di accertamento anticipatoAvviso di accertamento emesso subito dopo la chiusura delle operazioni di controllo, senza dare al contribuente
la possibilità di avvalersi del termine di sessanta giorni dalla consegna del processo verbale di
constatazione previsto nell’articolo 12, comma 7, L. n. 212/00 (Statuto del
contribuente) per formulare osservazioni e richieste in ordine all’attività compiuta ed ai rilievi mossi dall’Organico di verifica.
AVVISO DI ACCERTAMENTO ANTICIPATO
Violazione del principio di cooperazione tra amministrazione finanziaria e contribuente, espressione del principio di buon andamento della Pubblica amministrazione
Atto illegittimo e, dunque, impugnabile
STUDIO FERRAJOLI
Atti impugnabili: diniego di autotutelaIl giudizio tributario viene introdotto dal contribuente
mediante ricorso contro determinati atti dell’Amministrazione finanziaria, elencati ex art. 19.
Elenco tassativo? Es. contro il rifiuto espresso o tacito
dell’Amministrazione di procedere in autotutela, è ammesso il ricorso tributario?
Sussiste la giurisdizione del giudice tributario?
DINIEGO DI AUTOTUTELA
“secondo la giurisprudenza ormai consolidata, le cause aventi ad oggetto il rifiuto espresso o tacito di procedere in autotutela
debbono essere proposte davanti alle Commissioni tributarie in quanto, a seguito della riforma operata dall’art. 12 della L. 28 dicembre 2001
n. 448 la giurisdizione di queste ultime ha acquisito carattere generale, nel senso che dipende dalla materia per cui sussiste ogni qualvolta
si discuta di uno specifico rapporto tributario”(Cass. Civ., sentenze n. 16776/05, n. 7388/07, n.2870/09)
STUDIO FERRAJOLI
Atti impugnabili: diniego di autotutela
È ammesso proporre ricorsoalla Commissione tributaria
avverso il diniego espresso o tacito dell’Amministrazione di procedere in autotutela
purché non sia scaduto il termine per proporre ricorso avverso l’atto impositivo
DINIEGO DI AUTOTUTELA
“avverso l’atto con il quale l’Amministrazione manifesta il rifiutodi ritirare, in via di autotutela, un atto impositivo divenuto definitivo…
non è sicuramente esperibile una autonoma tutela giurisdizionale, siaper la discrezionalità propria, in questo caso, dell’attività di autotutela,
sia perché diversamente opinando si darebbe inammissibilmenteingresso ad una controversia sulla legittimità
di un atto impositivo ormai definitivo ”(Cass. Civ. Sez. Unite, sentenza n. 2870/09)
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Atti impugnabili: silenzio-rifiuto di rimborso
È ammesso proporre ricorso alla Commissione Tributaria avverso il diniego espresso o tacito di rimborso dell’Irap dopo che siano trascorsi 90 giorni dalla presentazione dell’istanza di rimborso
ovvero 60 giorni dalla notifica del diniego espresso
SILENZIORIFIUTORIMBORSOIRAP
“avverso l’atto con il quale l’Amministrazione manifesta il rifiutodi ritirare, in via di autotutela, un atto impositivo divenuto definitivo…
non è sicuramente esperibile una autonoma tutela giurisdizionale, siaper la discrezionalità propria, in questo caso, dell’attività di autotutela,
sia perché diversamente opinando si darebbe inammissibilmenteingresso ad una controversia sulla legittimità
di un atto impositivo ormai definitivo ”(Cass. Civ. Sez. Unite, sentenza n. 2870/09)
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Procedura di proposizione del ricorso
ART: 20
Il ricorso deve essere proposto a pena di inammissibilità entro 60 giorni dalla data
di notificazione dell’atto impugnato
Il ricorso contro il rifiuto tacito della restituzione può essere proposto dopo 90 giorni dalla domanda di restituzione presentata entro i termini previsti da ciascuna legge d’imposta e fino a quando il diritto alla restituzione non è prescritto. La domanda di
restituzione, in mancanza di disposizioni specifiche, non può essere presentata dopo 2 anni dal pagamento
ovvero, se posteriore, dal giorno in cui si è verificato il motivo della restituzione
Il ricorso è proposto mediante notifica, ai sensi degliarticoli 137 e ss. c.p.c..
La spedizione del ricorso a mezzo postale deveessere fatta in plico raccomandato senza busta con
avviso di ricevimento. In tal caso il ricorso si intende proposto al momento
della spedizione.
ART. 21
STUDIO FERRAJOLI
Notificazione del ricorso: modalità
Norme c.p.c.: il pubblico ufficiale consegna copia autentica dell’attoal destinatario della notifica e restituisce l’originale al ricorrente con
la relazione di notifica.Nel caso di spedizione postale o di consegna il ricorrente spedisce consegna l’originale del ricorso alla controparte e ne deposita copia
conforme per la costituzione in giudizio
Spedizione postale (plico senza busta raccomandata con avviso di ricevimento).
Se non ci sono contestazioni circa il contenuto del ricorso
la notifica in busta costituisce una semplice irregolarità
(Cass. Civ., sent. n. 10481/03)
Consegna dell’atto nelle mani della controparte
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Notificazione del ricorso: modalità
L’art. 151 c.p.c ammette modalità diverse di notificazione di un atto rispetto a quelle previste dalla legge quando lo consigliano
circostanze particolari o esigenze di maggiore celerità.
La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica è inesistente quando il documento
viaggia via fax (Cass. Civ., sent. n. 4319/03)
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Costituzione del ricorrente
ART: 22
L’inammissibilità del ricorso è rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del
giudizio, anche se la parte resistente si costituisce.
Unitamente al ricorso ed ai documenti il ricorrente deposita il proprio fascicolo, con l’originale o la fotocopia dell’atto impugnato, se notificato, ed i documenti che produce, in originale o fotocopia.
Il ricorrente entro 30 giorni dalla proposizione del ricorso,a pena d’inammissibilità deposita nella segreteria dell CTP
adita o trasmette a mezzo posta (Cass. Civ. sentenza n. 520/02)
in plico raccomandato senza busta con avviso di ricevimento l’originale del ricorso notificato ovvero copia del ricorso
consegnato o spedito per posta con fotocopia della ricevuta di deposito o della spedizione per raccomandata
a mezzo del servizio postale
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Costituzione della parte resistente
ART: 23
La costituzione della parte resistente è fatta mediante deposito presso la
segreteria della commissione adita del proprio fascicolo contenente la
controdeduzioni in tante copie quante sono le parti in giudizio e i documenti offerti
in comunicazioneNelle controdeduzioni la parte resistente espone le sue difese prendendo posizione sui motivi dedotti dal ricorrente ed
indica le prove di cui intende valersi, proponendo altresì le eccezioni
processuali e di merito che non siano rilevabili d’ufficio e instando, se del caso, per la chiamata di terzi in causa.
L’Ufficio del Ministero delle finanze, l’ente locale o ilconcessionario della riscossione nei cui confronti
è stato proposto ricorso si costituiscono in giudizio entro 60 giorni dal giorno in cui il ricorso è stato notificato,
consegnato o ricevuto a mezzo del servizio postale
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Costituzione della parte resistente
ART: 23
La costituzione della parte resistente è fatta mediante deposito presso la
segreteria della commissione adita del proprio fascicolo contenente la
controdeduzioni in tante copie quante sono le parti in giudizio e i documenti offerti
in comunicazioneNelle controdeduzioni la parte resistente espone le sue difese prendendo posizione sui motivi dedotti dal ricorrente ed
indica le prove di cui intende valersi, proponendo altresì le eccezioni
processuali e di merito che non siano rilevabili d’ufficio e instando, se del caso, per la chiamata di terzi in causa.
L’Ufficio del Ministero delle finanze, l’ente locale o ilconcessionario della riscossione nei cui confronti
è stato proposto ricorso si costituiscono in giudizio entro 60 giorni dal giorno in cui il ricorso è stato notificato,
consegnato o ricevuto a mezzo del servizio postale
Esecutività delle sentenze
Le sentenze tributarie sono esecutive solo dopo il passaggio in giudicato
Art. 69
Le sentenze civili sono da subito esecutive ex lege Art. 282 c.p.c.
Art. 46: Principio di compensazione delle spese con estinzione del giudizio quando la P.A. nelle more di lite esercita il potere di annullamento
in autotutela
Art. 47: il ricorrente, se dall’atto impugnato può derivargli un danno grave ed irreparabile può chiedere alla Commissione Tributaria provinciale la
sospensione dell’esecuzione dell’atto stesso con istanza motivata proposta nel ricorso o con atto separato notificato
alle altre parti e depositato in segreteria.
Immediata esigibilità dell’intero carico tributario
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