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Download eseguito da Provenzano il 06/08/2016 alle 08.03 -" 3&16##-*$" 4"#"50 "(0450 /6.&30 * L mare dentro. È come un’on- da, un movimento continuo che delinea la personalità ed il carattere. Ne è assoluta- mente convinta Luisa Ranie- ri, attrice napoletana che è cresciuta con il blu del mare e la sagoma del Castel dell’Ovo riflessi nei suoi occhi. Parlare di sé e della sua vita le viene naturale, non comporta forzatu- re, ma certamente il mare è la chiave giusta per entrare nel suo mondo. «Sono nata in una città di mare – dice a bassa voce, sorriso gentile e due fossette sulle guance che la ren- dono ancora un po’ bambina – e questo rap- presenta sicuramente una componente mol- to importante della mia esistenza. Anche perché ho avuto la fortuna per molti anni del- la mia vita di abitare in una casa che era ap- poggiata su una scogliera a Pozzuoli e quindi il mare per me è proprio una presenza forte, un segno indelebile, che mi ricorda la mia fa- miglia, la mia infanzia, i pranzi che faceva- mo sul terrazzo, sotto un bel sole, anche d’in- verno. Con il mare ho perciò un rapporto mol- to stretto, è proprio l’elemento che mi man- ca tanto della mia vita oggi, perché vivendo a Roma lo frequento poco e quindi appena riesco mi ritaglio sempre degli spazi per an- dare al mare che è un po’ come tornare alle origini, alle mie radici». i7JWFSF DPOJMNBSFEFOUSPu 5FOEFO[F -BNPEBTDPQSFJMCVTJOFTTEFMMFUBHMJFPWFSTJ[F )JUFDI *OVPWJHJPDIJ QFOTBUJQFSJCBCZOBUJWJEJHJUBMJ (6*%0"/%36&550 -VJTB 3BOJFSJ i.JGB UPSOBSF BMMFUÆ EFMMBNJB JOGBO[JBu -BUUSJDFOBQPMFUBOBÍMFMFNFOUPQJÜGPSUFEFMMBOBUVSBNJBJVUBBSJGMFUUFSF ª04,"3$&$&3& 4&(6&"1"(*/" 1JBDFSJ 5VUUJB#FSMJOP USBMBHIJ CPDDBMJEJCJSSB FHSBOEJNPTUSF "7&/&;*" /FMMBGPUP-VJTB3BOJFSJBM-JEP EJ7FOF[JBEPWFOFMÍTUBUB MBNBESJOBEFMMBFTJNBFEJ[JPOF EFMMB.PTUSBJOUFSOB[JPOBMF EBSUFDJOFNBUPHSBGJDB

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*L mare dentro. È come un’on-da, un movimento continuo che delinea la personalità ed il carattere. Ne è assoluta-mente convinta Luisa Ranie-ri, attrice napoletana che è cresciuta con il blu del mare e la sagoma del Castel dell’Ovo

riflessi nei suoi occhi. Parlare di sé e della sua vita le viene naturale, non comporta forzatu-re, ma certamente il mare è la chiave giusta per entrare nel suo mondo. «Sono nata in una città di mare – dice a bassa voce, sorriso gentile e due fossette sulle guance che la ren-dono ancora un po’ bambina – e questo rap-presenta sicuramente una componente mol-to importante della mia esistenza. Anche perché ho avuto la fortuna per molti anni del-la mia vita di abitare in una casa che era ap-poggiata su una scogliera a Pozzuoli e quindi il mare per me è proprio una presenza forte, un segno indelebile, che mi ricorda la mia fa-miglia, la mia infanzia, i pranzi che faceva-mo sul terrazzo, sotto un bel sole, anche d’in-verno. Con il mare ho perciò un rapporto mol-to stretto, è proprio l’elemento che mi man-ca tanto della mia vita oggi, perché vivendo a Roma lo frequento poco e quindi appena riesco mi ritaglio sempre degli spazi per an-dare al mare che è un po’ come tornare alle origini, alle mie radici». i7JWFSFDPO�JM�NBSF�EFOUSPu

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4E non avesse avuto il mare così a portata di mano, costantemen-te presente davanti ai suoi occhi, sarebbe una donna diversa? «Di certo non vedere un palazzo davanti

ma vedere la barca con i pescatori che vanno a ritirare le reti, non è stato nien-te male – dice sorseggiando un bicchie-re d’acqua – a me ha dato anche un’abi-tudine alla riflessione, al porsi delle do-mande, sarà per questo orizzonte così

aperto, per questo senso di infinito. L’ho visto non solo nel mio caso, ma anche per i miei fratelli, un po’ perché veniamo da un certo tipo di famiglia e perché ab-biamo vissuto in un modo tra virgolette speciale tra i diciassette anni e i venticin-que, che è l’età più importante in cui ti formi come individuo. La mia famiglia usava mandarci al mare per tre o quat-tro mesi, come finiva la scuola sino a quando si ricominciava verso la fine di settembre noi figli vivevamo proprio tanto la dimensione anche liberatoria e contemplativa del mare. Poi devo dire che la mia città si presta. Per noi ragazzi marinare la scuola voleva dire andare al mare, nel senso davvero letterale. Chi vi-

ve nelle città di mare mi può capire, è una dimensione che ti porta a godere in un modo diverso della natura, del luogo, degli orizzonti».

La luce e i colori del mare si accendono anche dentro di noi, sostiene Luisa Ra-nieri, moglie e mamma felice (di Luca Zingaretti e delle piccole Emma e Bian-ca), oltre che volto popolare del cinema e della tv, e di recente testimonial per Garnier in virtù della sua bellezza natu-rale, tutt’altro che costruita o imposta-ta.

«Oggi la mia vita è a Roma, che ha una luce gialla arancio, luminosa e avvolgen-te, mentre la mia città, Napoli, ha la luce azzurra, un colore tra l’azzurro e il giallo.

Sono proprio due stati d’animo diversi, da un lato la malinconia e dall’altro la so-larità, l’apertura, il sorriso».

Nel mare, o meglio nella sua persona-le idea di mare, l’attrice vede anche un elemento fortemente educativo che le piacerebbe trasmettere alle proprie fi-glie.

«A parte il dialetto napoletano, che è una mia fissazione, vorrei fare conosce-re loro il linguaggio e l’aspetto più auten-tico e selvaggio del mare. Noi abbiamo una casa a Pantelleria che non è proprio la casa per i bambini a dire il vero, per-ché è un mare molto estremo, molto blu, ma mi piace che imparino un approccio alla vita un po’ selvaggio, come io l’ho

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*�OVNFSJ�L’Italia può contare su circa 81 milioni di turisti

l’anno. Più dell’80% sono europei o americani

Nel nostro paese si spende meno rispetto

a quanto avviene in Francia e Spagna. Solo il 27

per cento degli italiani che andranno in vacanza

sceglieranno l’estero. Secondo Federturismo

le mete preferite saranno quelle balneari

per sei italiani su dieci

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avuto quando andavo in vacanza da bambina. Noi ci si buttava dalla rocce,

non esistevano le spiagge, si cammi-nava a piedi scalzi perché a

Sant’Angelo non c’erano le macchine, c’era un con-

tatto molto forte con la terra, la natura e i

suoi elementi, ed oggi questo po-

sto, Pantelleria, rappresenta un po’ la Ischia del-la mia infan-zia, con il suo villaggio di pe-scatori e l’am-biente selvati-co».

Della serie mai al mare sot-

to l’ombrellone e sul lettino?

«Mai, per l’amor del cielo – esplode

in una contagiosa risa-ta – io lo stabilimento

proprio lo soffro. Qualche volta, vuoi per le gravidanze

e un po’ per fare il bravo genitore nei primi anni di vita dei figli, sono stata tentata di dargli un po’ di spiaggia, di co-modità, ma poi ho visto che i bambini hanno un approccio istintivo, per loro è più avventuroso lo scoglio, fare il bagno con la barca, perché è più divertente, si fanno i tuffi, e poi sono convinta che quello che gli dai loro lo assorbono. Di certo io e Luca non siamo tipi da spiag-gia e loro lo hanno capito».

La Ranieri nella sua vita ha anche pro-vato l’emozione di uscire in mare con i pescatori, un’esperienza che lei consi-glia vivamente.

«Da bambina andavo con il mio secon-do papà a pescare, lui buttava giù le reti e noi le tiravamo su, ed era una cosa di-vertente che ci faceva fare, ma eravamo negati. Per esempio per un lungo perio-do da piccolini tra i sette e i dodici anni fa-cevamo i barattoli di vetro con la farina in fondo e le esche e li mettevamo sotto gli scogli nella speranza che i pesciolini entrassero a mangiare e così facevamo la nostra pesca».

Intanto il mare entrava pian piano nel suo cuore, come succede a tanti, e non la lascerà più.

«Io l’associo un po’ al grembo mater-no, in cui mi sento accolta, dove sto be-ne, e un po’ il mare rappresenta l’anima, ti chiede di lasciarti trasportare, di ab-bandonarti completamente. Se hai pau-ra in acqua non ci stai bene, ti irrigidisci, e questo vale anche con la vita. Se tu non risolvi le tue paure, le tue ansie, non vivi bene. Il mare è uno degli elementi più forti che ci sono in natura, pensiamo so-lo ai colori che può esprimere, al suono, alla potenza. Mi capita spesso di recitare in posti di mare e una delle difficoltà che hanno i fonici – ma anche noi attori – è gestire il rumore del mare. Quando sei in esterno e giri su una spiaggia, il mare è un elemento fortissimo, è la cosa più potente in natura insieme al vento. An-che quando devo preparare una parte o studiare dei personaggi, se mi trovo al mare non riesco a concentrarmi, perché la sua presenza mi porta fuori, è distur-bante, e il suo richiamo per me è davve-ro troppo forte».

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*�QFSTPOBHHJL’attrice inglese Helen Mirren ha preso casa

in Salento, a Tiggiano. Gérard Depardieu

continua a frequentare Lecce e la spiaggia di

San Foca. Will Smith ha invece scelto

quest’anno la Costiera Amalfitana e

Positano. Infine il guru della world music,

Peter Gabriel, è di casa a Li Capanni in

Sardegna, tra Cannigione e Palau

*�GJMNIl mare è il protagonista di tanti film. “Respiro”

(foto) di Emanuele Crialese con Valeria Golino,

ambientato a Lampedusa, è uno dei più amati

da pubblico e critica. E poi “Preferisco il rumore

del mare” di Mimmo Calopresti. Tra gli stranieri

“Le onde del destino” di Lars Von Trier,

“By the sea” con la Jolie e Brad Pitt

e “Il postino” di Michael Radford

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°� UN gioco delle par-ti: ogni anno l’esse-re umano maschio

si offre di organizzare le vacan-ze; ogni anno l’essere umano femmina declina l’offerta, e lui sospira di sollievo. Sospira da quella prima vacanza insieme; quella che, per lei, fu la scoper-ta che esistevano priorità di vil-leggiatura diverse dalle pro-prie, e molto, molto sbagliate.

«Andiamo al mare», aveva detto l’incauto. «Penso a tutto io», aveva trillato col tono di chi è certo di far colpo. E lei si era ri-trovata in un posto in cui il ma-re non si vedeva dalla finestra. Tutte le vacanze della sua in-fanzia erano state in una casa sul lungomare: attraversavi la

strada e c’era la spiaggia. Da adulta aveva mi-gliorato ulterior-mente il concet-to di villeggiatu-ra a chilometro zero: le estati mi-gliori erano quel-

le che era riuscita a trascorrere in case sulla spiaggia: apri la porta e fai il bagno.

Come le era venuto in mente di mettersi con quello. Uno per cui «andiamo al mare» signifi-cava andare a stare in un posto che non era neppure nello stes-so codice postale della spiag-gia. Ma è solo mezz’ora di mac-china, obiettava il disgraziato, e così possiamo cambiare spiag-gia ogni giorno. Mezz’ora di macchina. Roba da lasciarlo im-mediatamente. Fregene è a mezz’ora di macchina da dove viviamo: cosa siamo venuti fi-no in Puglia a fare?

Quella prima estate dopo la quale lei ha organizzato ogni lo-ro vacanza – tutte a chilometro zero dalla salsedine – lei la ri-corda come la dimostrazione che lui non ha il senso delle prio-rità. Lui ricorda il conto della carta di credito quando, per far-la smettere di borbottare, fu co-stretto a portarla in un albergo sugli scogli. Scelto da lei, che la mattina apriva la porta-fine-stra e si tuffava, finalmente feli-ce. Pagato da lui, che da allora ha fatto molti errori, ma mai quello di scegliere dove anda-re.

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