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Corso di Etica Ambientale www.webethics.net - 1/46 CORSO DI ETICA AMBIENTALE Indice Introduzione al Corso di Etica Ambientale L'Etica Ambientale Prima Lezione - Corso di Etica Ambientale La storia del tuo rapporto con la Natura Seconda Lezione - Corso di Etica Ambientale Chi, quando, dove e come: il carattere distintivo dell'etica ambientale Terza Lezione - Corso di Etica Ambientale Cosa: l’uso dei principi etici nel pensiero morale sull'ambiente Quarta Lezione - Corso di Etica Ambientale La dimensione etica della sostenibilità Quinta Lezione - Corso di Etica Ambientale La giustizia ambientale Sesta Lezione - Corso di Etica Ambientale Virtù etiche ambientali Settima Lezione - Corso di Etica Ambientale Il ruolo della scienza in materia di etica ambientale Ottava Lezione - Corso di Etica Ambientale La responsabilità e il principio di precauzione Nona Lezione - Corso di Etica Ambientale Etica e clima Decima Lezione - Corso di Etica Ambientale Etica ambientale e religione Undicesima Lezione - Corso di Etica Ambientale Il cibo e l'etica in agricoltura Dodicesima Lezione - Corso di Etica Ambientale Etica ambientale e guida ai processi decisionali

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CORSO DI ETICA AMBIENTALE

Indice

Introduzione al Corso di Etica AmbientaleL'Etica Ambientale

Prima Lezione - Corso di Etica AmbientaleLa storia del tuo rapporto con la Natura

Seconda Lezione - Corso di Etica AmbientaleChi, quando, dove e come: il caratteredistintivo dell'etica ambientale

Terza Lezione - Corso di Etica AmbientaleCosa: l’uso dei principi etici nel pensieromorale sull'ambiente

Quarta Lezione - Corso di Etica AmbientaleLa dimensione etica della sostenibilità

Quinta Lezione - Corso di Etica AmbientaleLa giustizia ambientale

Sesta Lezione - Corso di Etica AmbientaleVirtù etiche ambientali

Settima Lezione - Corso di Etica AmbientaleIl ruolo della scienza in materia di eticaambientale

Ottava Lezione - Corso di Etica AmbientaleLa responsabilità e il principio diprecauzione

Nona Lezione - Corso di Etica AmbientaleEtica e clima

Decima Lezione - Corso di Etica AmbientaleEtica ambientale e religione

Undicesima Lezione - Corso di EticaAmbientale

Il cibo e l'etica in agricoltura

Dodicesima Lezione - Corso di EticaAmbientale

Etica ambientale e guida ai processidecisionali

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Introduzione al Corso di Etica Ambientale

L'Etica Ambientale

L'etica è quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali chepermettono di distinguere i comportamenti umani in buoni, giusti, o moralmente leciti,rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati. L’etica applicataaffronta queste problematiche con un accento particolare su come possono essere vissutein modo pratico. L'etica ambientale applica il pensiero etico al mondo naturale e alrapporto tra l'uomo e la terra. L'etica ambientale è una parte fondamentale degli studiambientali, poiché sono molti i campi dove la società umana si trova coinvolta in modoimportante: l'inquinamento, il degrado delle risorse, la minaccia di estinzione, icambiamenti del clima, …Questo breve corso introduce alle caratteristiche fondamentali dell’etica ambientale ed èrivolto ad un pubblico sprovvisto di un background in campo etico. È stato scrittoappositamente per aiutare l’uomo “comune” – a partire dagli studenti delle scuolesuperiori in poi, ma anche insegnanti, genitori, professionisti in genere - a riconoscere edusare il linguaggio morale in campo ambientale.

Gli obiettivi di apprendimento sono:

1° comprendere le caratteristiche essenziali del pensiero morale e dell’etica;2° conoscere le importanti caratteristiche distintive dell’etica ambientale;3° sviluppare le capacità di riconoscere ed implementare il discorso morale in campoambientale.

La conoscenza e l’uso dell'etica si basano fortemente su competenze linguistiche. Il corsointrodurrà il lessico essenziale dell'etica ambientale; per esempio, il significato moraledella natura, la dimensione etica della sostenibilità e dell'etica delle virtù ambientali. Lamaggior parte delle persone usa il linguaggio dell'etica ogni giorno, ma spesso lo fa senzauna piena consapevolezza che ciò che ci preoccupa è radicato nella nostra visione morale.Quando istintivamente diciamo che qualcosa non va, lo facciamo sulla base di un principioetico precostituito nella nostra mente. Per esempio, noi consumiamo risorse, degradando ilnostro pianeta e riducendo così la capacità di ottenere i beni e i servizi di cui abbiamobisogno come esseri umani; e questo perché lo sfruttamento delle risorse avviene ad untasso molto più elevato di quelle che sono le capacità di ripristino naturale. Se si ritiene chequesto sia sbagliato, si sta basando il ragionamento su una sorta di principio morale.

Questo corso è pensato per aiutare a rendere esplicite le ragioni che ci fanno pensare che laterra abbia un “valore etico”. Spesso il semplice passaggio da un uso implicito ad un usoesplicito del linguaggio dell'etica può essere molto più significativo e convincente.Il ragionamento morale non è un sostituto per la scienza, ma fornisce un potentecomplemento alla conoscenza scientifica della Terra. La scienza non ci insegna a curare. Laconoscenza scientifica non fornisce, di per sé, ragioni per la tutela dell'ambiente. Lascienza e l'economia forniscono dati, informazioni, conoscenze. L'etica ambientale leggequeste informazioni e si chiede: allora, come dovremmo vivere? Perché dovremmopreoccuparci? L'etica ambientale si basa su conoscenze scientifiche, mettendo i valori

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umani, i principi morali, e i metodi di miglioramento dei processi decisionali in rapportocon la scienza.L'etica ambientale è necessariamente interdisciplinare, nel senso che si confronta con altricampi di indagine scientifica, e non può esistere da sola. Spesso, la semplice domanda:"Qual è la cosa giusta per noi da fare?" può aprire nuove prospettive sui problemiambientali. Pensare eticamente per l'ambiente significa aiutare chiunque a contribuire allacreazione di soluzioni in campo ambientale.Nel senso più generale, l'etica ambientale ci invita a considerare tre proposizionifondamentali:

1. La Terra e le sue creature hanno uno status morale; in altre parole, sono degne dellanostra preoccupazione etica.

2. La Terra e le sue creature hanno un valore intrinseco; significa che hanno valore moralesolo perché esistono, non soltanto perché rispondono ai bisogni umani.

3. Partendo dall'idea di ecosistema, gli esseri umani dovrebbero prendere inconsiderazione "insiemi" che includono altre forme di vita e l'ambiente.

Ci sono idee, voci e opinioni diverse nel campo dell'etica ambientale. Questo breve corsofornirà gli strumenti essenziali per poter sviluppare la propria visione morale per vivere inrelazione con la natura, e per invitare gli altri a considerare la Terra come moralmentesignificativa.

Schema delle lezioni del corso di etica ambientale:

1° - La storia del tuo rapporto con la Natura2° - Chi, quando, dove e come: il carattere distintivo dell’etica ambientale3° - Cosa: l’uso dei principi etici nel pensiero morale sull'ambiente4° - La dimensione etica della sostenibilità5° - La giustizia ambientale6° - Virtù etiche ambientali7° - Il ruolo della scienza in materia di etica ambientale8° - La responsabilità e il principio di precauzione9° - Etica e clima10° - Etica ambientale e religione11° - Il cibo e l'etica in agricoltura12° - Etica ambientale e guida ai processi decisionali

Bibliografia consigliata:Auer Alfons, Etica dell'ambiente, Queriniana, Brescia 1988.Bartolommei Sergio, Etica e natura. Una "rivoluzione copernicana" in etica?, EditoriLaterza, Bari 1995.Bartolommei Sergio, Etica e ambiente. Il rapporto uomo-natura nella filosofia moralecontemporanea di lingua inglese, Guerini e associati, Milano 1989.Poli Corrado, Timmerman Peter (a cura di), L'etica nelle politiche ambientali, GregorianaLibreria Editrice, Padova 1991.Hardgrove Eugene C., Fondamenti di etica ambientale. Prospettive filosofiche delproblema ambientale, Muzzio, Padova 1990.

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NOTAQuesta dispensa è una libera traduzione, a cura di www.webethics.net, non rivista dagliautori, del testo originale di Keith Warner, OFM, Assistant Director for Education, Centerfor Science, Technology, e Society presso Santa Clara University; David DeCosse, Directordel Campus Ethics Programs press oil Markkula Center for Applied Ethics.[web: http://www.scu.edu/ethics/practicing/focusareas/environmental_ethics/short-course.html]

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Prima Lezione - Corso di Etica Ambientale

La storia del tuo rapporto con la Natura

Per questo "viaggio" nell'etica ambientale, parti con quello che sai. Uno dei modi miglioriper prendere coscienza di ciò che già sai sull'etica ambientale è quello di analizzare la storiadel tuo rapporto con la natura. L'etica è una questione di connessione tra "testa" e "cuore".Troppo spesso il ragionamento etico si distacca dalla tua esperienza, dalle tue emozioni,dai tuoi sentimenti. Raccontando la storia del tuo rapporto con la natura, puoi rifletteremeglio sul valore che dai al mondo naturale. E riflettendo su questi motivi che sono nelprofondo del tuo cuore, puoi affinare il tuo ragionamento etico ambientale.

Fase uno:Il grande ambientalista americano Aldo Leopold ha scritto in "Sand County Almanac"(Almanacco di un mondo semplice, Ed. Red, Milano 1997) che "possiamo essere etici soloin relazione a qualcosa che possiamo vedere, sentire, capire, amare, o altrimenti per fede".Alla luce di questa affermazione di Leopold, ti invitiamo, nel corso della stesura della tuastoria a pensare alla natura in termini personificati. Il tuo rapporto con la natura è unrapporto con un amico o con un estraneo? Oppure, a volte amico e a volte estraneo?Usando la terminologia di Leopold, poniti le seguenti domande:Come si fa a "vedere" la natura?E' bella, brutta, o una via di mezzo?Cosa "provi" per il mondo naturale?Provi gioia o dolore, dolore o piacere per un animale? Cosa provi di fronte ad un tramontoo alle onde increspate di spuma bianca?Sei in grado di "capire" il mondo naturale e come le sue componenti sono correlate?Oppure sono cose a te sconosciute?Provi "amore" per la terra - o ti senti alieno, un corpo estraneo alla terra?Ti preoccupi per il suo benessere, senti la sua sofferenza, vuoi guarire le sue ferite? Oppurequesti pensieri ti appaiono impropri e inverosimili?E, per usare l'ultimo dei termini di Leopold, hai "fede" nella natura? Forse questa è unafede religiosa? O forse questa è una fede nel senso che ti affidi alla terra per il benesseredella tua vita? O forse la terra è infedele, un amico volubile, nel migliore dei casi?

Il primo passo per scrivere la storia del tuo rapporto con la natura è quello di annotare lerisposte a queste domande.

Fase due:Il passo successivo consiste nel raccogliere ulteriori informazioni per modellare la tuastoria. In questo passaggio, è necessario annotare le risposte alle seguenti domande:

Qual è la tua esperienza più significativa e vicina alla natura?Un'esperienza intrapresa per lavoro, per svago o altro?Ci sono esperienze di uno o più incontri con la natura che si focalizzano nella tua memoria?Chiudi gli occhi e ricorda i momenti, gli odori, le sensazioni di un luogo dove hai provato iltuo rapporto intimo con la natura, e quindi scrivi perché quel luogo in quel momento ti hapermesso di relazionarti con la Terra in un modo speciale.In che modo il tuo rapporto con la natura è stato influenzato dalla storia della tua famiglia?Attraverso l'esperienza dei tuoi genitori, nonni e antenati? Attraverso il modo in cui sonovenuti in possesso di un terreno e lo hanno utilizzato?

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La tua famiglia va in gita in campeggio?Qualcuno dei tuoi familiari è mai andato a caccia?La tua famiglia ti ha insegnato a prenderti cura della Terra e delle sue creature?Provieni da una famiglia vegetariana e, se sì, perché?In qualche modo la tua famiglia è mai stata colpita da un evento naturale?C'è stato un libro, un film, una canzone, o altro che ha colpito profondamente il tuo mododi rapportarti con la natura?La religione ha svolto un ruolo - positivo o negativo - nel modo in cui guardi il tuo rapportocon la natura?Quali sono stati alcuni dei più significativi sviluppi economici, sociali, culturali o politiciche hanno influenzato il modo di vivere sulla terra?

Fase tre:Dopo aver completato le fasi uno e due, ora hai le materie prime da cui creare la storia deltuo rapporto con la natura. Cerca di andare oltre alle note che hai buttato giù. Rifletti su ciòche è più significativo, su ciò che più ti stimola. Prendi nota della questione principale:Perché, prima di ogni altra cosa, sei arrivato a dare importanza alla natura?Non c'è una risposta corretta a questa domanda. È possibile che tu dia molto valore allanatura, o molto poco; e il valore che ora gli dai potrebbe cambiare in futuro. Ma l'obiettivoora è semplicemente quello di raccontare la tua storia, qualunque essa sia, motivandoquello che per te è il valore che dai alla natura. Tenendo ben presente questo, allora,descrivi in 5 pagine la storia del tuo rapporto con la natura.

Fase quattro:Dopo aver terminato di scrivere questa sorta di "autobiografia", considera le seguentidomande:Come hai imparato a dare un valore al mondo naturale?C'è qualcosa nella tua storia che ti ha sorpreso?Cosa, più di ogni altra, è stata la molla che ti ha spinto a dare un valore al mondo naturale?E su cosa si basa il tuo modo di vedere le questioni ambientali?Sei soddisfatto del tuo rapporto con il mondo naturale?Ci sono aspetti del tuo modo di pensare che ti piacerebbe approfondire?

Ora sei invitato a leggere ad alta voce ad un amico o compagno un passaggio chiave dallatua storia.

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Seconda Lezione - Corso di Etica Ambientale

Chi, quando, dove e come: il carattere distintivo dell'eticaambientale

Questa lezione introduce le caratteristiche distintive dell'etica ambientale, portandoti aconsiderare come l'etica ambientale sia legata all'etica personale e all'etica sociale. Sia cheti consideri una persona sensibile alle questioni etiche o meno, il fatto è che senza ombra didubbio tu hai molti pensieri che si rifanno a posizioni etiche. Pensi a cosa sia giusto osbagliato, a ciò che significa essere trattati in modo equo, a questioni di giustizia.Questa lezione si propone di estendere questo comune pensiero dal piano personale alcampo dell'etica ambientale. Lo faremo richiamando le classiche espressioni delledomande: "chi", "quando ", "dove", "come ", e "cosa". Queste verranno utilizzate comeponti di collegamento tra l'etica personale e l'etica ambientale e per individuare i caratteridistintivi dell'etica ambientale stessa.Alla fine di ogni passaggio in questa lezione, troverai una o più domande per guidare lariflessione e la discussione. Ti invitiamo prima a rispondere a queste domande sulla base diquello che già sai. Se hai più tempo, ti invitiamo anche brevemente a considerare ognidomanda alla luce di informazioni correlate che si possono trovare attraverso altre fonti:media, siti web, ecc.Meglio prendere appunti mentre si procede con le domande.

Il "Chi" dell'etica ambientaleSiamo abituati a pensare in termini di etica personale e interpersonale. L'etica è il campodi studio che ci interroga su come dobbiamo agire - verso noi stessi e gli altri. Ma il campodell'etica ambientale ci invita a riflettere in modo più ampio su chi in realtà sono i soggettidell'etica. In particolare, l'etica ambientale ci invita a considerare:

1. L'etica non riguarda solo la sfera personale; può, anche fare riferimento a come vengonotrattati i singoli membri all'interno di gruppi, o come le varie nazioni trattano con le altre.

2. La sfera etica del nostro agire non riguarda solo noi stessi e gli altri, ma si riferisce ancheallo stesso mondo naturale.

In passato, il mondo naturale è stato spesso partecipe, anche se non visto, in moltesituazioni di rilevanza etica. Gli esseri umani lo hanno considerato come uno sfondopassivo, quando in realtà ha giocato un ruolo attivo nella formazione della società umana.Per esempio, era facile chiudere un occhio sugli effetti dannosi per l'ambiente causati dauna fabbrica o da una discarica per lo smaltimento dei rifiuti. Ora, invece, il benesseredelle comunità è valutato non solo in termini di qualità dei posti di lavoro o prestazioni diassistenza sanitaria. Ora si pone attenzione anche al benessere in termini di sicurezzaambientale e di salute della comunità. Altro esempio: nei secoli scorsi l'eccessivodisboscamento delle foreste è stato consentito perché considerato come un modo perfornire mezzi di sussistenza economica. Ora il disboscamento viene valutato anche perragioni di bellezza e valorizzazione degli alberi in se stessi, tenendo in considerazionel'habitat naturale anche in connessione con altri esseri viventi (uccelli, animali selvatici,...).

Tutte le parti in causa hanno uno status morale

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In ogni decisione etica, dobbiamo sempre chiederci: «Chi sono tutte le parti interessate?Chi sono tutte le persone che hanno un interesse sull'esito della decisione di etica?» L'eticaambientale ci porta a considerare in modo più allargato il numero e la varietà delle partiinteressate in ogni decisione etica. Si possono includere, ovviamente, le persone coinvoltedirettamente; ma anche le generazioni future che potrebbero essere interessate daimutamenti dell'ambiente causati da decisioni prese oggi. I soggetti interessati possonoessere anche persone che vivono altrove, che però possono essere coinvolte (attraversol'aria e l'acqua) dalle decisioni ambientali prese in luoghi e tempi lontani da loro. Inoltre, ilsoggetto coinvolto può essere anche lo stesso mondo naturale. Questo concetto ci porta aconsiderare lo "status morale" o il valore intrinseco di ogni soggetto coinvolto - sia che sitratti di un essere umano o di animali, piante o interi ecosistemi del mondo naturalestesso. Il concetto di "status morale della natura" è una caratteristica fondamentale chedistingue l'etica ambientale dall'etica sociale.

Il bene comune comprende i beni della terraE' sempre utile pensare ad una decisione che coinvolge l'etica ambientale sia in termini di"bene comune" che di "etica sociale". Il bene comune è un concetto etico che significa che ilbene di ogni persona è inseparabile dal bene di tutte le persone. Dato che le questioniambientali comportano quasi sempre azioni che possono avere un effetto su una vastagamma di persone, si rende necessaria una valutazione del nostro bene alla luce del benecomune. Proprio per questo particolare aspetto, l'etica ambientale viene vista come unadiramazione di quella che viene chiamata "etica sociale" (che si può distinguere dalconcetto di "etica personale"). Inoltre, è importante, parlando di etica ambientale,prendere in considerazione tutti i diversi beni che rientrano nel bene comune. Ovviamente,i beni di molti singoli individui (uomini e donne) fanno parte del bene comune; ma l'eticaambientale e il concetto di status morale ci portano a guardare al di là dei soli beni umani.Bisogna considerare che il bene comune comprende beni umani e non umani; il benecomune quindi non comprende solo quelle condizioni ambientali che comportano unbenessere nella vita degli uomini e delle donne, ma comprende anche il benessere delmondo della natura in generale.

Domanda: Chi sono tutti i soggetti coinvolti, nel caso di una specie in pericolo diestinzione?

Il "Quando" dell'etica ambientaleAnalizzando le parti interessate in una decisione in etica ambientale, abbiamo notatol'importanza di considerare i soggetti coinvolti nel futuro. Certamente il futuro è unacategoria particolarmente importante in rapporto all'etica ambientale. In molte decisionietiche, gli effetti delle nostre azioni sono immediati ed evidenti. In molte decisioni di eticaambientale, invece, gli effetti delle nostre azioni possono essere cumulativi, di lunga duratae, almeno nel breve periodo, nascosti. L'esempio classico è dato dalle scorie nucleari, i cuieffetti devastanti possono essere invisibili. Ma la considerazione del futuro in eticaambientale ha una applicazione che va ben oltre l'esempio delle scorie nucleari. Seconsideriamo la cementificazione dovuta alla creazione di una nuova lottizzazioneresidenziale, questa potrebbe coinvolgere il fiume vicino. In un primo momento, gli effettipossono essere irrilevanti. Ma, nel tempo, questi effetti possono accumularsi fino adalterare, se non distruggere le caratteristiche del fiume.

Pensare alla settima generazioneIn molte decisioni di etica ambientale abbiamo sempre bisogno di chiederci: Qual è il ruolodelle future generazioni in questa decisione? Come possiamo valutare gli effetti cumulativinel tempo sull'ambiente di tutte le decisioni che prendiamo? Come possiamo valutare gli

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effetti cumulativi di una decisione che prenderemo molto probabilmente? Il movimentoambientalista "Seventh Generation" (Settima Generazione) si fonda su questapreoccupazione per il futuro. Il movimento prende il nome da una dichiarazione dellaConfederazione dei nativi americani Iroquois: "In ogni nostra deliberazione si deveconsiderare l'impatto delle nostre decisioni sulle prossime sette generazioni".

Domanda: Pensi che le future generazioni abbiano uno "status morale" nel dibattito suicambiamenti climatici?

Il "Dove" dell'etica ambientaleL'etica ambientale ci invita, quindi, a guardare lontano nel tempo. E il nostro sguardo nondeve solo tenere conto di noi stessi, ma anche della terra, dell'acqua e dell'aria. Noitendiamo a considerare le questioni etiche come strettamente interpersonali e circoscritteai nostri abituali luoghi di vita (casa, lavoro), ma l'etica ambientale ci porta a valutare uncampo di azione delle decisioni etiche molto più ampio.

Il mondo naturale non deve essere dato per scontatoLa domanda sul "Dove" nelle questioni di etica ambientale ci porta a considerare lapresenza del mondo naturale come un fattore interconnesso a tutte le nostre decisioni. Perquesto dobbiamo andare oltre la visione ristretta delle comodità delle nostre case, uffici,centri commerciali, e percepire e considerare gli effetti delle nostre azioni su tutto il mondonaturale, cosa che diamo spesso per scontata o che facciamo senza pensarci troppo.L'etica ambientale ci porta a considerare luoghi lontani da noi. Qualunque sia, la nostraazione può avere un effetto immediato e visibile: la bottiglietta di plastica che buttiamofuori dal finestrino rimane per mesi sul ciglio della strada. Le nostre azioni, però, possonoavere anche effetti ben più ampi e distanti rispetto al momento in cui le attuiamo: l'oliomotore esausto versato giù per lo scarico di casa, finisce nelle condutture, viaggia perchilometri e arriva, attraverso i corsi d'acqua, fino al mare. La combustione del carbone inCina provoca fuliggine e ceneri, che ricadono poi sugli Stati Uniti occidentali. I gas serraprodotti in Europa e Nord America sono i principali responsabili dell'aumento dellatemperatura media globale, e l'effetto di tale aumento di temperatura tocca praticamentetutte le persone e tutti gli ecosistemi.

L'enfasi sugli "insiemi"L'etica ambientale, inoltre, ci invita a pensare in modo diverso in termini di luogo,ponendo la sua enfasi sugli "insiemi". L'etica ambientale, cioè, ci invita a considerare ledecisioni alla luce di realtà "vive" come la biosfera e gli ecosistemi. Non solo, quindi, unanostra azione può avere un effetto lontano da dove l'azione ha avuto luogo, ma bisognaanche considerare che la nostra azione isolata potrebbe verificarsi all'interno di un sistemabiologico già esistente in cui un piccolo effetto, a volte insignificante, potrebbe interagirecon altri sistemi, causando dei cambiamenti in altre forme di vita interdipendenti. Così,quando abbiamo cognizione dei possibili effetti di una particolare azione, dobbiamoprestare attenzione a come i primi effetti immediati potrebbero creare una reazione acatena di effetti collaterali.

Domanda: Sai dove va a finire quello che getti via, attraverso le tubazioni di scarico o ilsistema di smaltimento dei rifiuti?

Il "Come" dell'etica ambientaleRagionando sulle questioni in etica ambientale, dovremmo tenere a mente alcuni fattorichiave relativi a come tale ragionamento viene fatto. Questi fattori sono: la differenza traempirico ed etico; il ruolo del rischio, l'incertezza, la probabilità e la previsione; il senso di

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valore assoluto, intrinseco e strumentale. Il ragionamento etico in molti casi coinvolgequesti aspetti; ma in etica ambientale questi fattori assumono un ruolo particolarmentesignificativo.

La differenza tra empirico ed eticoIl primo fattore è la differenza tra empirico ed etico. Spesso, questi due tipi diragionamento sono erroneamente considerati la stessa cosa. Tuttavia il primo tipo dipensiero - l'empirico - si occupa di come in realtà noi viviamo. Il secondo tipo di pensiero -l'etico - si occupa di come dovremmo vivere. Così, per esempio, è una questione empiricadire che gli Stati Uniti sono i più grandi produttori mondiali di gas serra a causa dell'usodei combustibili fossili. Questa affermazione è un fatto, che può o non può essere vero; manon è ancora una questione etica - e cioè che il governo federale dovrebbe intervenire peraffrontare il problema.Nelle controversie ambientali, molte persone pongono questioni sulla base di un'ideologia,o un sistema di idee che le persone credono sia vero o meno sulla base di elementi di provache lo supportano. Un'ideologia spesso riflette la posizione: "Mi sono fatto un'idea in modoche non mi diano fastidio con i fatti". In una società libera, ad ognuno è permesso di averela propria opinione, ma questo non significa che ad ognuno sia permesso di fare quello chevuole (la lezione 7 descrive in dettaglio il ruolo della scienza in materia di eticaambientale).Per disquisire un argomento etico, l'uso di dati scientifici e le conclusioni scientifiche chene derivano sono di vitale importanza, ma ci sono alcuni passaggi ancora più importanti.In particolare, abbiamo bisogno di riempire un tassello nella tesi secondo la quale si dicechiaramente perché dovrebbe essere presa una certa azione, per esempio, per ridurre i gasserra. Dovremmo dire: i gas serra sono nocivi per il nostro clima. Dovrebbero essere presedelle azioni per ridurre le emissioni di gas serra perché il cambiamento climatico avràterribili conseguenze per l'ambiente, per le persone e per il pianeta. Le persone e il pianetahanno un grande valore morale, e meritano la nostra protezione. Con in mano questeragioni, possiamo porre la questione etica su quali azioni dovremmo intraprendere perridurre le emissioni di gas serra (per maggiori informazioni al riguarda, si veda la lezione 9su etica e clima).

Rischio, danno e previsioneUn altro fattore chiave nel ragionamento etico ambientale è il ruolo svolto da: rischio,incertezza, probabilità e previsione. Spesso i problemi di etica ambientale riguardando idanni cumulativi delle azioni che si estendono molto più in là nel futuro. Ma quanto sonoaccurate le previsioni di tali effetti? Gli ecosistemi terrestri si comportano in modo moltocomplicato, al punto da essere spesso incomprensibili, impedendoci previsioni accurate.Come possiamo prevedere che certi effetti dannosi o benefici per l'ambiente avvenganoeffettivamente? Solitamente, più è probabile l'effetto dannoso apportato da un'azione, epiù forte è la responsabilità etica per la gestione degli effetti di tale azione. E' sempreimportante nell'esame di un caso di etica ambientale interrogarsi sulla qualità delle proveutilizzate per la valutazione del rischio e in fase previsionale. Per maggiori informazioni siveda la lezione sul principio di responsabilità.

Domanda: Qual è la differenza tra un parere, una ideologia e le prove scientifiche? Comesi fa a distinguere tra una questione empirica e una questione etica?

Valore assoluto, intrinseco, e strumentaleUn terzo fattore chiave da tenere a mente nelle decisioni in etica ambientale è la differenzatra valore assoluto, intrinseco e strumentale. Se qualcosa ha un valore assoluto non può inalcun modo subire danneggiamenti. Molte persone pensano, ad esempio, che la vita umana

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di un innocente abbia un valore assoluto e, quindi, che non vi sia alcuna giustificazione nelsuo danneggiamento. Similmente, molte persone, oggi, non pensano che il mondonaturale abbia un valore assoluto. Tuttavia molte persone hanno sempre detto che ilmondo naturale ha un valore intrinseco o, in altre parole, conta per se stesso (ci siamo giàriferiti a questa idea, quando abbiamo parlato di "status morale").In etica ambientale, ci sono varie ragioni per attribuire valore intrinseco alle cose. Adesempio, alcune persone possono dare un valore intrinseco agli animali, perché credonoche gli animali sono creature di Dio. Altre persone possono dare un valore intrinseco aglianimali, perché ritengono che gli animali provino dolore e piacere, e quindi devono esserepresi in considerazione nella valutazione delle azioni intraprese poiché queste ultimepossono causare un danno agli animali. Quando diamo un valore intrinseco alle cose, noinon le vediamo più come delle cose che possono essere semplicemente utilizzate. Piuttosto,queste cose vanno protette, conservate o migliorate. Anche così, tuttavia, è importantenotare che qualcosa può avere un valore intrinseco, ma non assoluto: in altre parole,qualcosa può essere prezioso, ma non così prezioso da non essere in alcun mododanneggiato. E' la linea di pensiero, ad esempio, di chi è favorevole alla caccia.Riconoscono il valore degli esseri animali, ma comunque giustificano la caccia per motividi gestione degli equilibri della fauna selvatica.Infine, dobbiamo anche considerare il ruolo del valore strumentale nell'etica ambientale.Stiamo ragionando in base al valore strumentale quando diciamo, per esempio, che ilmondo naturale ha valore nella misura in cui apporta benefici alla vita umana. Fino a uncerto punto, questa affermazione non è controversa. Quasi tutti dicono che noi diamovalore al mondo naturale in gran parte perché lo consideriamo origine della vita umana.Ma la preoccupazione chiave qui è il grado di strumentalità che si dà al mondo naturale. Adesempio, sarebbe molto controverso in etica ambientale utilizzare un concetto di valorestrumentale per dire che il mondo naturale ha valore solo nella misura in cui apportabenefici alla vita umana.

Domanda: Pensi che gli animali abbiano un valore intrinseco, strumentale o assoluto? Ladistinzione tra animali domestici ed animali selvatici incide in questa tua opinione?

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Terza Lezione - Corso di Etica Ambientale

Cosa: l’uso dei principi etici nel pensiero moralesull'ambiente

Ci sono diversi principi a cui attingere nel ragionamento morale su specifici problemiambientali. In questa lezione analizziamo tre coppie di principi base: giustizia esostenibilità, sufficienza e compassione, solidarietà e partecipazione. Verrà quindiillustrato come le preoccupazioni ambientali ci portino ad estendere questi principi perincludere il benessere del mondo naturale e i nostri doveri umani nei suoi confronti. Inconclusione avremo una descrizione dei tre tipi generali di argomentazione che possonoessere utilizzati nel ragionamento morale in tema ambientale.I tre principi etici classici di giustizia, sufficienza e solidarietà possono essere fatti risalirea diverse fonti: la filosofia greca, gli insegnamenti religiosi, la riflessione sull'esperienza. Difronte a qualsiasi decisione che riguardi l'etica ambientale, dovremmo chiederci comeognuno di questi principi etici - conosciuto anche come norme etiche - possa essereapplicato alla situazione in questione. I principi etici sono norme o parametri diriferimento rispetto ai quali possiamo valutare le nostre azioni. Essi danno ancheindicazioni per orientarci verso la differenza tra giusto e sbagliato, soprattutto quando iproblemi sono molteplici, così come gli interessi in gioco. I principi etici sono diversi daiprincipi scientifici, nel senso che non sono così precisi e netti. Difficilmente ci fornirannouna risposta chiara e corretta, ma possono essere utilizzati per valutare le istanze inconflitto, un processo decisionale, o il risultato di una decisione.

La giustizia e la sostenibilitàIl principio classico della giustizia è che tutti devono essere trattati allo stesso modo ameno che non ci sia una ragione sufficiente per trattare qualcuno (o qualcosa), in mododiverso. E' chiaramente un principio rilevante nel campo dell'etica, che qui possiamodenominare "giustizia ambientale"; ma questo principio è trasversale in molte questioni.La giustizia ambientale riguarda l'accesso sproporzionato alle risorse ambientali (cibo,aria, acqua) e l'ingiustizia data da un grado di inquinamento più elevato che spessocaratterizza le classi meno abbienti. La nozione di giustizia è alla base della preoccupazioneper il benessere degli animali. Sulla base di quali valori gli altri animali sono consideratidiversi dall'animale umano, e quindi soggetti al consumo da parte dell'uomo? I recentiprogressi nel campo della biologia hanno dimostrato che le differenze tra esseri umani ealtri animali sono molto meno di quelle che potremmo pensare. La parità tra uomini eanimali come esseri viventi richiede un trattamento molto più umano degli animali? Oaddirittura il loro totale non-utilizzo? Per applicare il principio di giustizia a una decisionein campo ambientale, dovremmo chiederci:

1. Tutti gli esseri umani coinvolti in questa situazione vengono trattati allo stesso modo e,se non è così, perché?

2. Tutte le creature viventi coinvolte in questa situazione sono trattate allo stesso modo e,se non è così, perché?

La sostenibilità estende il concetto di giustizia verso il futuro. La sostenibilità può esseredefinita come il modo di soddisfare i bisogni dell'attuale generazione senza comprometterela capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Ci sono molte risorse che

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oggi consumiamo o degradiamo (come i combustibili fossili, l'acqua) più velocemente diquanto possano essere ripristinate naturalmente, il che significa che non sarannodisponibili per le persone in futuro. E' in gioco il principio di giustizia, poiché si pone allabase la necessità di bilanciare equamente le esigenze di chi vive oggi (ricchi e poveri) con leesigenze delle generazioni future. Quindi, l'etica ambientale assume il concettofondamentale di equità e lo estende fino ad includere quelli che devono ancora nascere. Perapplicare il principio della sostenibilità ambientale ad una decisione, dovremmo chiederci:

1. Quali sono gli effetti immediati e a lungo termine del problema?2. Chi - umani e non - è oggi toccato dal problema e sarà probabilmente interessato da

questo problema in futuro?

Sufficienza e compassioneIl principio di sufficienza comporta che tutte le forme di vita abbiano la disponibilità deibeni sufficienti per vivere e prosperare. Il principio implica anche che nessuno dovrebbesprecare o accumulare delle risorse destinate al benessere di tutti. Se questo principioviene applicato a tutti i singoli individui umani - per condividere, per vivere piùsemplicemente - e alle comunità umane, esso garantisce a tutti l'accesso ai beni necessariper vivere una vita dignitosa. La norma etica della sufficienza è strettamente legata allanozione di significato morale, il che indica che qualcosa è degno della nostrapreoccupazione etica. Questo significa che inglobiamo i bisogni degli altri nellaconsiderazione di ciò che è importante per noi, o degno della nostra preoccupazione.Quando consideriamo le necessità degli altri, come le persone povere della nostra società oche vivono nelle aree povere del mondo, stiamo affermando il principio morale dellasufficienza. Questo principio ci aiuta a considerare gli "altri", perché verso questi "altri"abbiamo un dovere morale. Questo è alla base dell'empatia. Questo principio può andare inconflitto, almeno nel pensiero di alcune persone, con l'idea che la Terra non ha benisufficienti a soddisfare le esigenze di tutti. Per applicare il principio della sufficienza in unadecisione ambientale, dovremmo chiederci:

1. La decisione da prendere permette a tutti quelli che sono coinvolti, specialmente ipoveri, di avere risorse sufficienti per vivere e prosperare?

2. C'è qualche aspetto della decisione che comporta la presenza di sprechi o eccessi?

La compassione estende la nozione di sufficienza alla Terra. L'etica ambientale, affermache gli altri animali, le piante e gli elementi (come l'acqua, la terra o l'aria) sonomoralmente rilevanti, e che gli esseri umani hanno la responsabilità di agire in modo che leloro esigenze siano soddisfatte. Alcuni esperti di etica ambientale, come gli esponenti dellaDeep Ecology (ecologia profonda), affermano che le forme non-umane di vita hanno unsignificato morale equivalente a quello umano. La maggior parte delle persone, tuttavia,ritiene che le altre forme di vita abbiano sì un qualche valore morale, ma che gli esseriumani abbiano un significato morale maggiore. Anche se pensiamo che gli animali siano digran lunga più degni della nostra preoccupazione rispetto alle piante o ad altri elementi,bisogna riconoscere che tutti gli animali dipendono, direttamente o indirettamente dallepiante per il cibo, e che nessuna creatura può vivere senza una presenza sufficiente diacqua potabile. L'affermare che qualsiasi animale selvatico è degno della nostrapreoccupazione morale è la base del processo di apprendimento sull'interdipendenza ditutte le creature e delle risorse alimentari fornite da ogni creatura in un ecosistema. E'semplicemente impossibile prendere in considerazione il benessere di una creatura isolatadal suo ambiente. In definitiva, il futuro degli esseri umani è legato al benessere di tutte lealtre creature. Per applicare il principio di compassione per una decisione ambientale,dovremmo chiederci:

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1. Che doveri abbiamo nei confronti di altre creature che possono essere interessate dallenostre azioni?

2. Che cosa significa la sufficienza per le altre creature, in particolare quelle in via diestinzione?

3. Cosa significa estendere il principio di compassione alle creature non umane?

Solidarietà e partecipazioneIl principio di solidarietà ci invita a riflettere su come ci relazioniamo con la comunità. E'presumibile che noi riconosciamo di essere parte di almeno una famiglia - la nostrafamiglia biologica, la nostra comunità locale, o la nostra comunità nazionale - ma poidobbiamo prendere in considerazione l'intera gamma delle relazioni con gli altri. Inun'economia globalizzata, partecipiamo a una vasta comunità economica internazionale, incui beni e servizi ci sono forniti da altri che vivono in un'altra parte del mondo. Lasolidarietà ci impone di considerare questo tipo di comunità allargata, e di agire in modotale da riflettere la preoccupazione per il benessere degli altri. Per applicare il principiodella solidarietà in una decisione ambientale, dovremmo chiederci:

1. Chi sono tutti i soggetti umani coinvolti in questa situazione?2. Chi sono tutti i soggetti naturali coinvolti in questa situazione?3. C'è una comunità di vita (ecosistema) coinvolta?4. Ci sono soggetti - umani e non umani - che sono particolarmente vulnerabili?

La partecipazione estende l'idea di solidarietà sul piano pratico. Le esigenze di solidarietàci portano al principio di partecipazione, in modo che le persone coinvolte in una decisioneambientale possano farsi un'idea di come si è giunti a quella particolare decisione.Moltissimi problemi ambientali derivano da decisioni prese da privati o da aziende chehanno implicazioni di vasta portata. In alcuni casi, nel nostro paese come in altri, i governiprendono decisioni di carattere ambientale senza assicurarsi completamente il consensopubblico. Spesso, le persone più interessate non sono a conoscenza delle decisioni o deglieffetti a lungo termine sulla loro salute e sul benessere del loro ambiente. Il principio eticodella partecipazione ci impone di riconoscere tutte le parti - umane e non umane - chepotrebbero essere interessate da una decisione, e di riconoscere che tutte queste partidovrebbero avere voce in capitolo sulla decisione da prendere. Una reale partecipazionerichiede trasparenza, nel senso che ogni individuo deve avere accesso alle stesseinformazioni. Per applicare il principio della partecipazione ad una decisione in campoambientale, dovremmo chiederci:

1. Tutte le parti interessate in questa decisione hanno in realtà una voce in capitolo nelladecisione che sta per essere presa?

2. Ci sono soggetti coinvolti che non possono rappresentare se stessi? O che hanno pocopotere? In che modo i loro interessi vengono rappresentati nel processo decisionale?

Le modalità del ragionamento in etica ambientaleVeniamo ora al "cosa" dell'etica ambientale; in altre parole, al tipo di ragionamento eticoche utilizza gli standard nel comportamento ambientale o nelle decisioni. Se riflettiamo sucome pensiamo, possiamo vedere alcune modalità comuni del ragionamento etico. Permotivi di semplicità e utilizzando una sorta di schema, consideriamo queste tre modalità:ragionamento morale relativo ai comandi, relativo alle conseguenze, e relativo al carattere.Ogni volta che noi consideriamo un problema etico, di solito ci troviamo a ragionare alungo su uno o più di questi punti; e questo in materia di etica ambientale, come inqualsiasi altro tipo di etica.

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Comandi. Possiamo usare la nozione di "comandi" per fare riferimento a quelle cose chedobbiamo fare, non importa quali siano le conseguenze. Questo tipo di ragionamento èanche associato alle categorie etiche come comandamenti, leggi, diritti e giustizia. Intermini di etica ambientale, forse il comando classico è uno dei comandi classici di tuttal'etica: "Non causare danno". Il nostro primo dovere generale verso l'ambiente è di nonfare danni. Inoltre, stiamo ragionando su una modalità di comando quando, per esempio,pensiamo che gli animali hanno diritti e, quindi, che la giustizia esige che noi non lidanneggiamo, questa è spesso la convinzione alla base di chi non mangia carne.

Conseguenze. La nozione etica delle conseguenze è più spesso associato con la scuolafilosofica dell'utilitarismo. Secondo questa modalità di ragionamento etico, i comandi nonsono di per sé sufficienti a dirci cosa dobbiamo fare. Abbiamo, invece, bisogno di riflettereattentamente sulle conseguenze delle nostre azioni. Così possiamo definire l'azioneeticamente corretta, scegliendo quella che produrrà il risultato migliore dal confronto traconseguenze positive e negative. Questo tipo di ragionamento ci porta a prendere inconsiderazione la totalità di una situazione e di identificare i suoi aspetti positivi e negativi.Più precisamente, in questo tipo di ragionamento, i comandi o le leggi o i diritti possonoessere ignorati se così facendo si otterranno più vantaggi rispetto agli svantaggi. Ciòsignifica, ad esempio, che qualcosa come i diritti degli animali può essere ignorato in nomedi qualche beneficio percepito dall'uomo. Nel ragionamento consequenziale, è spessodifficile specificare cosa si qualifica come un "beneficio" o un "danno" o, analogamente, un"beneficio" o un "costo", "buono" o "cattivo", ecc. Spesso in materia ambientale, i costi e ibenefici sono considerati solo in termini monetari. Se la valutazione degli oneri economiciè una parte essenziale di molte analisi etiche, non può essere però così per la totalità di talianalisi. E', inoltre, importante cercare di dare un nome a ciò che costituisce danno obeneficio. Un modo per farlo potrebbe essere quello di dire, per esempio, che il danno ècostituito da cose come la morte prematura, il dolore eccessivo, o la violazione dei dirittiumani, economico o politico. Un'azione ambientale che porta, o molto probabilmenteporterà, a danni è eticamente problematica. L'azione volta a proteggere la piena diversitàdi vita sulla Terra è un esempio di azione etica con una conseguenza positiva.

Carattere. Quando si parla di "carattere", non stiamo facendo riferimento a un "ruolo" inuna commedia o un film. Piuttosto, ci si riferisce più al concetto tipo "lui o lei ha un buoncarattere" o al concetto "lui o lei è una persona di coscienza". A fronte di una situazione inetica ambientale, ci stiamo chiedendo: che cosa questa particolare azione che può influiresull'ambiente significa per il mio carattere? Oppure, analogamente, che tipo di persona stodiventando impegnandomi in queste azioni in materia di ambiente? Sto diventandosempre più giusto, più umile, più generoso? Questa modalità di ragionamento etico ciinvita ad una attenta e onesta riflessione su noi stessi. Può anche essere un tipo diragionamento molto utile anche a livello di gruppo. Il fatto è che noi diventiamo ciò chefacciamo - se quello che facciamo coinvolge solo altre persone o se coinvolge anche ilmondo naturale. Questo verrà esaminato ulteriormente nella lezione sull'etica delle virtùambientali.I principi etici e le modalità di ragionamento presentati in questa lezione saranno integratiin un modello decisionale nella lezione 12.

Domanda: Prendete un importante problema ambientale - per esempio, l'inquinamentodelle acque o la minaccia di estinzione di una specie - e analizzatelo alla luce di ciascunadelle coppie dei principi richiamati in questo capitolo: la giustizia e la sostenibilità; lasufficienza e la compassione, la solidarietà e la partecipazione. Come i diversi termini dianalisi rendono diverse le prospettive morali sulla questione?

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Quarta Lezione - Corso di Etica Ambientale

La dimensione etica della sostenibilità

L'etica della sostenibilità si è sviluppata al di fuori dell'etica ambientale. Nel 1987 la WorldCommission on Economic Development (Commissione Mondiale per lo SviluppoEconomico) ha dato all'idea di sostenibilità una portata globale. Le Nazioni Unite hannopromosso lo studio del rapporto tra sviluppo economico e ambiente, pubblicato col titolo"Our Common Future", e conosciuto anche come "Rapporto Brundtland". Prima di questo,le Nazioni Unite avevano faticato a trovare un modo per affrontare i problemi ambientaliglobali. I paesi industrializzati avevano proposto trattati internazionali e piani di azione,ma le nazioni in via di sviluppo hanno ritenuto prioritario lo sviluppo economico,dimostrando scarso interesse per le questioni ambientali. La Commissione ha fornito ilquadro concettuale di un'azione coordinata, evidenziando che tutte le nazioni hannointeresse a promuovere lo sviluppo economico, ma di un nuovo genere: sostenibile. E' stataproposta la sostenibilità come un quadro integrale di riferimento, in cui lo sviluppoeconomico, l'equità sociale e la tutela dell'ambiente sono considerati come obiettiviindissolubilmente connessi.La Commissione Brundtland ha reso noto all'opinione pubblica il legame tra crescitaeconomica delle nazioni più povere e protezione dell'ambiente globale. La Commissione hasostenuto che i paesi più poveri devono avere la possibilità di svilupparsi economicamente- in caso venga loro negata questa opportunità sarà molto più difficile convincere tutti ipaesi ad adottare le pratiche cosiddette "sostenibili" nel corso del tempo -, ma i paesi piùricchi devono promuovere politiche volte a favorire la conservazione ambientale con losviluppo economico."Our Common Future" ha gettato le basi per l'"Earth Summit" del1992 a Rio de Janeiro (Brasile), che ha segnato l'inizio di iniziative internazionali di tutelaambientale e ha proposto un programma di sviluppo sostenibile.Il Rapporto Brundtland ha dato una definizione apparentemente semplice di sostenibilità:"soddisfare i bisogni dell'attuale generazione senza compromettere la capacità dellegenerazioni future di soddisfare i loro bisogni". La definizione ufficiale di sostenibilità delleNazioni Unite ha 3 aspetti, o pilastri, anche noti come "Tre E" di sostenibilità(environmental, economic, equity): questi sono la tutela dell'ambiente, sviluppo economicoe l'equità sociale.

La sostenibilità è ormai diventata una preoccupazione in ogni settore della società umana.Gode di un sostegno più popolare rispetto alla conservazione delle risorse ambientaliperché si focalizza sui bisogni umani, ma anche perché offre una visione positiva per ilfuturo della famiglia umana. Dal punto di vista motivazionale, pochi sono ispirati alconcetto di "essere meno cattivi" nel loro impatto ambientale. Al contrario, la sostenibilitàfornisce un quadro degli indicatori per effettuare un cambiamento positivo.

La dimensione della giustizia della sostenibilitàIl pilastro dell'equità sociale è la più chiara componente etica, rispetto all'equità socio-economica o alla giustizia sociale. Gli stili di vita dei membri più ricchi e più poveri dellafamiglia umana rappresentano la principale minaccia per l'integrità dei sistemi di vita dellaTerra, ma per ragioni diverse. I più ricchi consumano enormemente più risorse di quantoloro spetterebbe, più di quello che il pianeta può offrire per tutti. I più poveri, circa unterzo della popolazione umana, quelli che vivono con meno di 2 dollari al giorno, nonhanno altra alternativa, se non quella di utilizzare le risorse in modo miope, per esempio,

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tagliare gli alberi per farne legna da ardere, senza guardare alla sostenibilità. I paesi piùricchi hanno la capacità di fare scelte per uno stile di vita più sostenibile, mentre i piùpoveri in genere non lo fanno. Così, la sostenibilità si costruisce sulla pratica dellasolidarietà con i poveri; promuovere il loro sviluppo economico migliorerà la sostenibilità.La dimensione dell'equità sociale suggerisce che lo sviluppo sostenibile sia un bene moraleinnato, e le sue conseguenze possono essere eticamente positive.Il quadro di sostenibilità estende il problema etico alle generazioni future. La societàumana consuma le risorse naturali più velocemente di quanto possano essere ripristinate,e questo compromette la capacità delle generazioni future di soddisfare i loro bisogni. Legenerazioni attuali e future stanno ereditando un mondo che è biologicamente impoverito,ha meno risorse, ed è inquinato più che mai. Le sfide della sostenibilità portano gli esseriumani a considerare il benessere delle generazioni future, vedendo le loro esigenze comedegne delle nostre preoccupazioni morali. L'uomo moderno non è abituato a considerare legenerazioni future, ma il potere dei nostri mercati e delle tecnologie minaccia la loroqualità di vita. Noi possiamo manifestare una preoccupazione morale per il futuro,riducendo oggi il nostro consumo di risorse non rinnovabili. Si noti che alcune risorse,come i minerali, sono sostanzialmente finite. Altre risorse, come il vento e le piante,traendo la loro energia dal sole, possono essere gestite in modo da fornire una continuafonte di beni.E' importante capire che la sostenibilità, così come l'"efficienza", non ha un significatointrinseco. In un certo senso, sostenibilità significa semplicemente la capacità dicontinuare a fare qualcosa. Ad esempio, alcune istituzioni economiche usano il termine perindicare la capacità di sostenere la loro attività, ma questo riflette il loro interessepersonale. Alcuni governi usano il termine soltanto in relazione alla crescita economicanazionale. Per questo motivo la dimensione dell'equità sociale della sostenibilità è cosìcritica. Alcuni usano il termine "sostenibilità ambientale", ma questo non ha senso senza ipilastri che la accompagnano (tutela dell'ambiente, sviluppo economico e equità sociale).Un approccio etico alla sostenibilità suggerisce che la società ha l'obbligo di limitare lospreco di risorse tra i ricchi, ma ha anche un obbligo di promuovere lo sviluppo economicotra i poveri, il tutto avendo cura della protezione ambientale delle risorse. Quando si parladi sviluppo sostenibile, si ha la necessità di definire ciò che deve essere sostenuto, per chi eper quanto tempo. La sostenibilità non è una condizione assoluta, ma sempre parziale. Lasostenibilità, così come la giustizia, è un continuum, e la strada in questa direzione ènecessariamente incrementale. Il suo stile è la moderazione.

Domande:1. Cosa potrebbe contribuire alla transizione verso una società più sostenibile?2. Quali sarebbero i migliori argomenti etici da utilizzare per persuadere i vari settori dellasocietà ad assumere un obbligo per il bene delle generazioni future?3. Molte persone percepiscono solo due dei pilastri della sostenibilità: la tuteladell'ambiente e lo sviluppo economico. Perché pensi che sia più difficile per le personericonoscere il ruolo della giustizia/equità sociale?

Letture di approfondimento:Worldwatch Institute, State of the World 2010, Ed. Ambiente 2010. In particolarel'introduzione al volume di Gianfranco Bologna, Trasformare la cultura del consumo: larivoluzione della sostenibilità.Nicola Armaroli, Vincenzo Balzani, Energia per l’astronave Terra. Quanta ne usiamo,come la produciamo, che cosa ci riserva il futuro, Zanichelli 2008.H. Daly, J.B. Cobb, Un'economia per il bene comune, Red edizioni, Como 1994.Edwards, A., 2005. The Sustainability Revolution: Portrait of a Paradigm Shift. NewSociety Publishers, Philadelphia.

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Speth, J.G., 2004. Red Sky at Morning: America and the Crisis of the GlobalEnvironment. Yale University Press, New Haven.Uhl, C., 2004. Developing Ecological Consciousness. Rowman & Littlefield, Lanham,Maryland.

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Quinta Lezione - Corso di Etica Ambientale

La giustizia ambientale

La giustizia ambientale è il frutto della giustizia sociale nell'etica ambientale. Il movimentoper la giustizia ambientale nasce negli Stati Uniti nei primi anni 80 per contestarel'ingiusta distribuzione dei carichi ambientali (inquinamento, impianti industriali,criminalità, ecc.), che va a colpire soprattutto le comunità di colore a basso reddito. Questomovimento si distingue dall'ambientalismo in generale, perché opera per migliorare laprotezione delle comunità umane ed è meno attento alla natura selvaggia. Per questomovimento la tutela dell'ambiente riguarda soprattutto le persone viste nel luogo dovevivono, lavorano, socializzano. Nel corso degli ultimi due decenni ha allargato il suo campodi azione, affrontando le disuguaglianze su scala globale con riferimento allo sviluppoeconomico e al degrado ambientale.L'idea di giustizia ambientale attinge a piene mani ai diritti civili, alla salute pubblica, e ilmovimento per la giustizia ambientale riflette tutto questo. Come risultato, questomovimento combatte l'ingiusta distribuzione dei rischi ambientali e delle risorse, epromuove gli sforzi per prevenire l'impatto dell'inquinamento nelle comunità a bassoreddito. Esso integra gli sforzi dell'ambientalismo tradizionale per proteggere la natura,assumendo una particolare attenzione nei confronti dei poveri e degli emarginati. La suaforza sta nel suo appello a un'etica fondamentale di equità. I membri di questo movimentosostengono che sia ingiusto che le comunità di colore a basso reddito subiscano un talepesante fardello di attività inquinanti. Più di recente, questo contesto è stato adottato nellavalutazione delle modalità di estrazione e distribuzione delle risorse (aria, cibo e acqua).

Le origini dell'idea e del movimentoI primi passi verso la giustizia ambientale sono stati avviati dal Rev. Martin Luther Kingnel 1968, proprio la settimana in cui è stato assassinato. Era andato a Memphis ad unincontro con i lavoratori di colore della nettezza urbana per parlare di equità delleretribuzioni e delle condizioni di lavoro. Durante gli anni successivi, i sostenitori dellecomunità povere (sia urbane che rurali) avviarono una fase di monitoraggio. Incollaborazione con ricercatori universitari, questi gruppi dimostrarono come gli aspettiambientali negativi influiscano in modo sproporzionato sui redditi delle personeappartenenti alle comunità di colore.Il termine "giustizia ambientale" è stato usato per la prima volta in un rapporto dellaUnited Church of Christ's Commission for Racial Justice, Toxic Wastes and Race. Ilmovimento per la giustizia ambientale nacque sulla base delle precedenti esperienze dimovimenti per la giustizia sociale degli Stati Uniti (diritti civili, diritti del lavoro, ...). LeChiese Afro-Americane, da sempre attive nella difesa dei diritti civili, sono state i primi epiù importanti soggetti religiosi di questo "nuovo" ambientalismo. Una visione alternativadi tutela ambientale è emersa così dalla collaborazione tra i gruppi della comunità e glistudiosi. Insieme hanno studiato le cause comuni del danno ambientale subito dallecomunità afro-americane, dai nativi americani nelle riserve, e dalle comunità rurali diorigine messicana (in particolare dai lavoratori agricoli e dalle loro comunità rurali).Questi gruppi vedevano i problemi causati dalle industrie pericolose e dai rifiuti industrialicome una ulteriore manifestazione di discriminazione e razzismo. Problemi gravi di salutepubblica hanno un impatto negativo su quartieri che già soffrono di emarginazioneeconomica, criminalità, carenze scolastiche. Così, i problemi ambientali sono visti come

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una ulteriore forma di ingiustizia razziale che colpisce alcune comunità di colore a bassoreddito. Il movimento per la giustizia ambientale è sorto in risposta a politiche socialiconsiderate ingiuste, ma anche come critica alle organizzazioni ambientalisteconvenzionali, che non si sono mai interessate delle persone di colore, focalizzando le loropreoccupazioni sui problemi delle classi medio-alte. Gli esponenti del movimento per lagiustizia ambientale hanno posto l'attenzione sulla necessità di un approccio alternativoalla questione ambientale, prendendo i problemi negativi del razzismo o dell'ingiustiziaambientale per riformularli in modo positivo nella "giustizia ambientale".Gli sforzi della giustizia ambientale sono comunque integrati in una visione più ampiadella giustizia sociale. Essi non sono distinti dagli sforzi per migliorare la giustiziaeconomica e il potere politico delle comunità emarginate. La giustizia ambientale èfortemente critica (sia esplicitamente che implicitamente) verso ogni forma diambientalismo che sia scollegata ai bisogni delle persone povere e più a rischio. Unacaratteristica distintiva alla base della giustizia ambientale è che essa non considera mai lequestioni ambientali separata dagli sforzi per la giustizia sociale.

Gruppi di comunità e "citizen science" (associazionismo e attivisti)Il movimento per la giustizia ambientale ha dato il meglio di sé quando le organizzazioni

di base hanno collaborato con i ricercatori universitari. I gruppi locali hanno unaconoscenza più completa delle problematiche ambientali locali, mentre il mondoaccademico ha competenze scientifiche, di analisi e giuridiche a sostegno di taliproblematiche. La collaborazione tra questi soggetti diversi migliora l'insieme diinformazioni, rendendo più rilevante l'aspetto discriminatorio di certe azioni ambientali efavorendo, quindi, un approccio più equilibrato alle questioni analizzate. Molte volte questigruppi si scontrano con quanto viene affermato dall'industria privata e dai poteri pubblici.Le comunità di giustizia ambientale hanno spesso reclutato esperti di salute pubblica,tossicologi e statistici per raccogliere i dati a sostegno delle loro cause. La sanità pubblica èlo studio e la pratica per preservare e gestire la salute delle comunità umane. Essa prestaparticolare attenzione al contesto sociale e alle conseguenze delle malattie, e propone imezzi per prevenire i problemi di salute della comunità. Gli studi sulla salute pubblica e gliesperti hanno avuto un ruolo chiave nel movimento per la giustizia ambientale. Le agenziegovernative in genere non raccolgono dati sufficienti a garantire una adeguata salutepubblica. D'altra parte, molti gruppi di giustizia ambientale raccolgono dati e preparanorapporti che spesso contraddicono quanto affermato dalle agenzie governative. «Citizenscience» è un termine che indica progetti o programmi scientifici in cui singoli volontari oreti di volontari, molti dei quali possono non avere una formazione scientifica specifica, sioccupano delle attività connesse alla ricerca come l'osservazione, la misurazione, il calcolo.«Citizen science» ha portato un contributo rilevante alle attività di questo movimento.Attingendo al movimento dei diritti civili, il movimento per la giustizia ambientale ha datovita ai diritti umani ambientali, o il diritto ad un ambiente pulito. Questa posizione eticaafferma che ogni individuo ha il diritto all'aria pulita, all'acqua, al cibo e alla casa. Ilmovimento afferma che questi non sono privilegi ma diritti di tutti, e che i funzionaripubblici hanno una speciale responsabilità di proteggere questi diritti, con particolareriguardo ai soggetti poveri e più a rischio. Le associazioni e il movimento per la giustiziaambientale intervengono quando i funzionari pubblici non riescono ad agire con giustizia. Igruppi di giustizia ambientale hanno sostenuto che la soluzione delle ingiustizie ambientalideve coinvolgere le forme più democratiche di governo attraverso l'incremento dellapartecipazione dei cittadini alle decisioni relative all'utilizzo del suolo e delle risorse dellaterra.

Il pensiero etico del movimento per la giustizia ambientaleMolte delle congregazioni per i diritti civili hanno finanziato questo movimento,

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riconoscendo nella giustizia ambientale una espressione del loro impegno sociale.Recentemente i teologi hanno coniato il termine eco-giustizia che riflette una aspirazionereligiosa universale per un giusto rapporto tra l'uomo e la terra, con una specialeattenzione per le persone più a rischio e per le creature della terra più soggette alledistruttive attività umane. Quando le comunità religiose usano termini quali giustiziaambientale o eco-giustizia, spesso traggono spunto dalla prospettiva biblica della giustiziasociale. Questo è un approccio più ampio rispetto a quello dei diritti umani giuridici oeconomici. Le Scritture ebraiche danno una visione della giustizia come un giusto rapportotra tutte le cose create: uomini, animali, o elementi (acqua, aria, piante, ...). Dal punto divista teologico, la giustizia è una qualità di relazione, non solo l'esito di un processolegislativo o giuridico.Il movimento per la giustizia ambientale sostiene che la partecipazione pubblica sutematiche quali l'uso del suolo e le decisioni da prendere sulle risorse ambientali sianecessaria per realizzare gli ideali democratici del proprio paese. Questo riflette il forteorientamento di base di molti gruppi di giustizia ambientale. I loro leader sostengono lanecessità di migliorare i processi deliberativi pubblici quando si devono prendere decisionirispettose dell'ambiente. In definitiva, la soluzione a qualsiasi attività ambientalepericolosa non risiede solo in una distribuzione equa dei danni, ma anche nel ridisegnare iprocessi di produzione industriale in modo che l'inquinamento venga eliminato; non soloquindi la produzione di sostanze inquinanti, ma il concetto stesso di rifiuti industriali.La giustizia ambientale fa riferimento all'etica antropocentrica, nel senso che gli esseriumani sono al centro della preoccupazione morale. Le specie minacciate e la salute degliecosistemi non vengono rigettate in quanto prive di conseguenze, ma viene data maggiorimportanza al benessere umano e all'equità sociale. Pertanto, la preoccupazione per lagiustizia ambientale è potenzialmente in grado di attrarre un pubblico più ampio: tuttiquelli che sono interessati al benessere umano. Molti gruppi di giustizia ambientalesostengono che ogni individuo e comunità hanno diritto all'aria pulita e all'acqua potabile;ciò porta a considerare l'ambiente non inquinato come un diritto umano. Piùrecentemente, alcuni gruppi di lavoro per lo sviluppo sostenibile hanno affermato che gliesseri umani hanno diritto ad uno sviluppo sostenibile. Mentre il mondo si interessasempre più allo scombussolamento climatico globale, alcuni gruppi stanno avanzandoargomentazioni etiche per la riduzione delle emissioni di gas serra in base ai principi dellagiustizia ambientale.

Domande:1. Come si differenzia l'orientamento etico del movimento per la giustizia ambientaledall'ambientalismo convenzionale?2. Pensi che avere un ambiente non inquinato sia un diritto umano?3. Credi che l'aumento della partecipazione pubblica alle decisioni ambientali porti arisultati più rispettosi per l'ambiente?

Lettura di approfondimento:Serenella Iovino, Rifiuti tossici? Non nel mio giardino (nel loro sì però). Un'analisi delrazzismo ambientale. Testo scaricato da internet.Fonte: http://www.kainos.it/numero4/ricerche/iovino.html.Il sito: dirittointernazionaledellambiente.wordpress.com/ ricco di materiale e linksull'argomento.

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Sesta Lezione - Corso di Etica Ambientale

Virtù etiche ambientali

La virtù etica può essere particolarmente utile per tutte le forme di leadership, perchécontribuisce alla formazione del carattere, attraverso il cuore e la mente, favorendo così uncambiamento positivo nel mondo. Lo sviluppo di virtù personali e condivise è alla basedell'impegno nella nostra vita. Considerata la gravità della crisi ambientale odierna e lesfide che questa comporta per le società umane, è ancora più evidente e cruciale lanecessità di virtù ambientali. Oggi molte persone vogliono avere una buona vita inrapporto con la natura e l'ambiente, e l'etica delle virtù ci aiuta a capire cosa significa. Gliambientalisti devono avere grande forza di carattere, radicata nelle virtù, per sostenere nelcorso della vita la loro attività e per sollecitare gli altri alla cura della terra. Questa lezioneintroduce all'etica delle virtù; descrive le virtù classiche alla luce della crisi ambientale, ecome coltivare "nuove" virtù ambientali.

Introduzione alle virtùIl termine "virtù" si può far risalire ai filosofi greci. Durante il Medioevo, San Tommasod'Aquino ha sviluppato questo settore dell'etica all'interno della sua visione teologica. Unsecolo fa, la "virtù" era considerata, in modo alquanto ristretto, nel suo significato dimorale sessuale. La virtù etica è attualmente un campo che riscontra sempre più interessesia nel mondo accademico che civile. Parlando di etica delle virtù, proponiamo unariflessione sull'etica che va oltre alla questione di conformarsi a principi esterni. Lapreoccupazione per le questioni etiche al di fuori di noi stessi è importante, ma possiamoessere più incisivi se la uniamo alle considerazioni di carattere personale e comunitario.L'etica delle virtù affronta il senso più profondo della persona umana. L'etica delle virtù siconcentra meno su ciò che è "là fuori", e di più su che tipo di persona si deve diventare pervivere una vita buona. Fondamentalmente, la virtù descrive la formazione del carattere, losviluppo di inclinazioni e abitudini che possono aiutare una persona a vivere una vitabuona."Abitudine" è una parola utile per descrivere la pratica delle virtù. La virtù è una buonaabitudine, anche della mente o del cuore (pensiero e sentimento). Si tratta di una forza, diuna caratteristica interiore ad agire bene. Essa combina senso di volontà e mente. Si trattadi una fusione di queste dimensioni, agendo su un piano di valori. La persona virtuosa èuna persona di carattere, che esprime i propri valori attraverso le decisioni che prendenella sua vita quotidiana. L'ambiente del nostro pianeta è in crisi, in parte perché gli esseriumani spesso lo percepiscono come un'idea astratta. L'etica delle virtù ambientali vorrebbeportarci ad essere rispettosi dell'ambiente in ogni momento, relazionandocicollettivamente con la terra. Quindi una persona virtuosa, non è qualcuno che di tanto intanto fa la cosa giusta su una questione, ma lo fa costantemente, «abitualmente».

Le quattro virtù cardinali in un contesto ambientaleTommaso d'Aquino ha elaborato le quattro virtù cardinali: giustizia, prudenza,temperanza e fortezza. Indipendentemente dal proprio credo religioso, esse possonoessere una buona base di partenza nel discorso ambientale. Quella che segue è unapresentazione di queste "classiche" virtù, interpretando il loro significato alla luce dellanostra crisi ambientale contemporanea.

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GiustiziaPer Tommaso d'Aquino significa dare ad ogni persona, e a ogni creatura, il suo diritto: inaltre parole, ciò di cui ha bisogno per vivere una vita piena. Tommaso d'Aquino hacompreso il significato morale e teologico del mondo creato, e questo porta l'uomo aconsiderare i propri doveri su di esso. Quali sono i nostri obblighi etici verso il mondonaturale? Come si fa a prendere decisioni in merito a questioni che combinano dirittireciproci? Questa è una virtù ideale per capire come ci poniamo di fronte all'estinzionedelle specie in pericolo, oppure di fronte alle centinaia di milioni di persone che non hannole risorse necessarie per vivere una vita dignitosa. Abbiamo bisogno della virtù dellagiustizia oggi per distaccarci dalla mera carità, dalla semplice sensazione di tristezza percoloro che soffrono. La virtù della giustizia richiede una risposta da parte nostra: ci spingead agire con giustizia, ad intervenire per favorire le relazioni tra le persone e la Terra.Come si fa a riformare le istituzioni sociali, in modo da non costringere le persone insituazioni dove viene compromessa la loro dignità? Come possiamo aiutare chi avverte piùprofondamente i bisogni di imparzialità ed equità nel mondo?

PrudenzaE' l'abito intellettuale che valuta con saggezza i mezzi necessari per raggiungere il fine a cuisi sta puntando. Un suo sinonimo più comune infatti potrebbe essere saggezza. Laprudenza in etica ambientale ci invita a considerare questi mezzi, per arrivare a formularegiudizi saggi su questioni complesse. Questa è un'attitudine cruciale da sviluppare percoloro i quali cercano un mondo più sostenibile. Sostenibilità significa soddisfare i bisognidell'attuale generazione senza compromettere la capacità delle generazioni future disoddisfare i loro bisogni. Essa richiede sempre un equilibrio tra esigenze concorrenti e,quindi, è necessario fare delle scelte sagge. Un altro significato per prudenza èlungimiranza. Questa suggerisce di prendere misure precauzionali ora, e assumere laresponsabilità per la tutela ambientale a lungo termine, piuttosto che riversare i problemisulle generazioni future. Il principio di responsabilità è l'espressione contemporanea dellaprudenza.

TemperanzaPuò essere meglio compresa come limitazione o autocontrollo. Questa virtù è in contrastocon la voracità della nostra cultura occidentale e con i suoi valori materialistici. L'occidenteha il livello di consumo pro capite più alto al mondo, e in tutto il mondo si sono distruttiforeste, fauna ittica e interi ecosistemi per sostenere il nostro modo di vivere. Moltiprocessi industriali per creare beni di consumo generano grandi quantità di rifiuti esostanze chimiche tossiche, e vi è una maggiore possibilità che queste danneggino lecomunità svantaggiate rispetto a quelle ricche. Suona un po' come vecchio stile ladefinizione di "temperanza", ma questa è una virtù etica di grande rilevanza che può essereimpiegata in riferimento alla moderazione nei consumi. Un modo relativamente sempliceper esprimere solidarietà con coloro che soffrono l'ingiustizia ambientale può essere quellodi ridurre il proprio consumo, in particolare quello di materiali che richiedono l'uso disostanze chimiche tossiche per la loro produzione. La temperanza è un antidoto all'avidità.La sobrietà unita alla semplicità sono espressione della virtù della temperanza.

FortezzaE' più comunemente indicata come il coraggio. L'idea di lavorare per un qualsiasicambiamento ambientale positivo ci porta a coltivare un atteggiamento di speranza. Leinformazioni che gli scienziati ci forniscono attraverso i loro studi sullo stato del pianetapossono essere davvero spaventose, e hanno indotto molti a sottacere queste notizie. Gliesseri umani possono facilmente paralizzarsi dalla paura. Possiamo sentire di avere ilpotere di fare un cambiamento positivo. L'etica delle virtù ci incoraggia ad andare oltre i

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nostri sentimenti negativi e a concentrarci su che tipo di persona vogliamo essere, qualicaratteri ci aiuteranno ad affrontare i nostri compiti. Questo tipo di atteggiamento,radicato nella nostra mente e nel nostro cuore, è proprio ciò di cui abbiamo bisogno pergestire quelle situazioni in cui vengono perpetrate le ingiustizie ambientali. Se siamoscoraggiati, la fermezza può darci la perseveranza di lottare per la giustizia.

Lo sviluppo di "nuove" virtù ambientaliAlcuni esperti di etica asseriscono che la crisi ambientale sia talmente grave da dovercreare un nuovo approccio alle virtù umane. Essi sostengono che re-immaginare leclassiche virtù cardinali in un contesto ambientale è una cosa buona, ma non abbastanzaper affrontare le sfide di oggi. Il rapporto tra la moderna società umana e la natura è cosìfuori equilibrio che deve essere proposta una nuova serie di atteggiamenti, un nuovoapproccio alle virtù. In realtà, gran parte della letteratura ambientale degli ultimi decennisi basa sulle virtù. Alcuni esempi: la cura di un nuovo atteggiamento verso l'ambiente,vivendo entro limiti ecologici, o sviluppando un autentico rispetto per la natura.Alcune delle virtù ambientali emergenti comprendono la cura, il rispetto, la compassione el'amore. L'etica delle virtù ambientali contemporanea segna un passaggio da soggetti chesvolgono atti eroici alla proposta invece di una coscienza relazionale, di una concezione piùampia del bene comune. L'etica delle virtù ambientali si appella allo sviluppo di unacoscienza ambientale, ma in comunione.Come possiamo acquisire queste virtù? Nella tradizione dell'etica delle virtù, le azioni dibuona volontà permettono di sviluppare buone pratiche. Possiamo fare meglio la cosagiusta se cominciamo a praticare un comportamento giusto. Mentre ciò accade, noisviluppiamo l'abitudine ad un desiderio più grande per il bene. L'etica delle virtù indicache le persone possono sviluppare il carattere, mettendo in azione le virtù. Attraverso lenostre azioni siamo in grado di acquisire forza, e una persona virtuosa agisce in modovirtuoso.L'etica delle virtù è incline all'azione. L'etica delle virtù ci dice che i principi e i valori dasoli non sono sufficienti per l'etica. La persona virtuosa sente la responsabilità di agire, esente che il carattere viene rafforzato esprimendo, anche se in modo incerto, la virtù inazione. La vita etica per essere tale richiede azione, richiede impegno; e le virtù ci possonoguidare in questo percorso.Come possiamo incoraggiare altre persone a sviluppare e potenziare le virtù? Soprattuttoquelli che non sono d'accordo con i nostri valori ambientali? Non è sufficiente forniresemplicemente principi o valori ad altre persone. Le virtù possono essere la base percoinvolgere coloro che la pensano diversamente, che non percepiscono i problemi didegrado ambientale nella stessa maniera.La narrazione, una storia che noi raccontiamo sul mondo o il nostro ruolo in esso, gioca unforte ruolo nell'etica delle virtù. Noi tutti tendiamo a pensare alle nostre attività in terminidi narrazione, come la spiegazione di come viviamo le virtù nella nostra vita. L'etica dellevirtù ci offre un passaggio aggiuntivo: nelle nostre narrazioni assumiamo nozioni sulcarattere, sul tipo di virtù che portano al successo nelle storie della nostra vita.Un procedimento utile per favorire le virtù etiche ambientali può essere quello dicondividere le nostre storie della terra, come proposto con l'esercizio della prima lezione. Igrandi ambientalisti, come John Muir, Aldo Leopold o Rachel Carson, hanno ispirato moltialtri a partire da come hanno vissuto la loro relazione con la terra. Le virtù eticheemergono subito quando si condividono storie su ciò che ci preoccupa di più.

Domande:1. Chi si distingue, secondo te, per vivere una vita esemplare ed ecologicamente virtuosa?In altre parole, chi è il tuo eroe ambientale?2. Che virtù ambientale senti più vicina a te in questo momento? Cosa stai facendo per

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coltivarla?

Letture di approfondimento:Ronald Sandler and Philip Cafaro, Environmental Virtue Ethics, Rowman & LittlefieldPublishers, 2005 (è disponibile l'introduzione in pdf).Rebecca L. Walker, Philip J. Ivanhoe (Eds.), Working Virtue: Virtue Ethics andContemporary Moral Problems, Oxford University Press, New York 2007. In particolare ilcapitolo 7, pp. 155-171: Environmental Virtue Ethics di Rosalind Hursthouse (disponibilein pdf).Ronald L. Sandler, Character and Environment: A Virtue-Oriented Approach toEnvironmental Ethics, Columbia University Press, 2009.

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Settima Lezione - Corso di Etica Ambientale

Il ruolo della scienza in materia di etica ambientale

La scienza è quella branca del sapere che ha trasformato il rapporto tra la società umana eil mondo naturale. Traendo origine dal termine latino conoscenza, nel senso più ampio, lascienza, è un modo sistematico di raccolta di informazioni per trarre delle conclusioni. Inun senso più ristretto, la scienza fa riferimento alle informazioni raccolte con il metodoscientifico: un approccio sistematico per la raccolta empirica (osservabile e misurabile) didati e fatti riguardanti la natura o la società. Un approccio scientifico allo studio del mondonaturale o sociale richiede chiarezza, specificità, previsioni (ipotesi), le prove dellaveridicità di tali previsioni, e conclusioni basate su prove misurabili. Le scienze naturaliutilizzano il metodo scientifico per studiare il mondo naturale, e gli scienziati in materiesociali lo usano per la ricerca sociale, in altre parole, nella società umana. Quando siconducono esperimenti su fenomeni naturali, per gli scienziati che usano questo metodo èpossibile determinare le relazioni di causa ed effetto. Il metodo scientifico cerca dideterminare la conoscenza, eliminando, per quanto possibile, tutto ciò che potenzialmente,a causa dei nostri interessi o desideri, può influenzare i risultati. Questo modo di operareha aumentato la nostra comprensione di come gli animali, le piante, le sostanze nutrienti el'energia siano interconnessi con l'ambiente.

Benefici sorprendenti, ma non senza problemiScienza, tecnologia e ingegneria hanno portato benefici formidabili alla società, e hannocreato enorme ricchezza e benessere materiale. Eppure, ad una più attenta analisi, moltepersone hanno osservato che vi sono stati degli effetti ambivalenti. Gli enormi vantaggi resipossibili dagli scienziati e il metodo scientifico hanno avuto anche impatti negativi sullaTerra, e, in alcuni casi, hanno colpito i più poveri. L'automobile ci ha portato comodità neltrasporto, ma abbiamo asfaltato molti terreni fertili per avere le strade. I combustibilifossili, come il petrolio e il gas, hanno reso possibile ogni sorta di industria e di prodotti,tuttavia le emissioni di anidride carbonica provocate dal loro consumo hanno un ruolosignificativo nel cambiamento della nostra atmosfera e del clima. Le tecnologie nucleari incampo civile possono portare benefici alla salute, per esempio, attraverso trattamenti diradioterapia contro il cancro. Eppure il nucleare per fini bellici può portare ad orroriterribili ed indescrivibili. L'energia nucleare non produce gas serra, e questo è un bene, mai suoi prodotti di scarto sono radioattivi (e quindi altamente pericolosi) per 10.000 anni opiù. Le nazioni ricche del mondo hanno goduto di grandi benefici economici grazie allatecnologia, ma a volte queste tecnologie hanno sfruttato beni provenienti da paesi piùpoveri, e in seguito svilito la loro crescita economica.La scienza e il metodo scientifico, di per sé, non indicano ciò che l'uomo dovrebbe fare.Riducendo i pregiudizi, gli scienziati sono in grado di determinare una migliore conoscenzadel mondo naturale. Ma l'"esclusione" dei valori umani dal metodo scientifico - chepotrebbero influenzare i risultati - significa anche che i risultati ottenuti sono consideratidalla maggior parte delle persone amorali, cioè, estranei o indifferenti a qualsiasivalutazione morale. Ciò ha provocato la percezione diffusa che gli sviluppi scientifici etecnologici dovrebbero continuare senza considerare le implicazioni etiche dei lororisultati. Il metodo scientifico cerca di essere libero da pregiudizi, ma i risultati tecnologicidella scienza hanno enormi implicazioni per l'etica sociale e ambientale.

I contributi dell'ecologia

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La "scienza" ha molti settori, o discipline; non è una singola entità omogenea. Fisica,chimica e biologia condividono tutte il metodo scientifico, ma hanno delle differenze. Lescienze biologiche, e in particolare la disciplina dell'ecologia, svolgono un ruoloparticolarmente importante nella spiegazione del rapporto dell'umanità con il mondonaturale. La biologia si è sviluppata nel XIX secolo, quando gli scienziati hanno scopertoche tutti gli organismi viventi hanno determinate caratteristiche. Anche se con alcunemodifiche, la teoria dell'evoluzione di Charles Darwin resta ancora un principiofondamentale della biologia. L'evoluzione fornisce una spiegazione coerente e unificantedel motivo per cui la vita sulla Terra è biologicamente così varia, perché il nostro pianetaospita tanti tipi di specie diverse. La "specie" è l'unità fondamentale della classificazionebiologica, generalmente definita come un gruppo di organismi sufficientemente simili chepossono riprodursi sessualmente e moltiplicarsi. Per vari motivi, non vi è accordo sulnumero di specie presenti sulla Terra (tra due e un centinaio di milioni, a seconda di comevengono stimate).L'ecologia è quella branca della biologia che studia i rapporti fra organismi viventi eambiente circostante e le conseguenze di tali rapporti. Questa disciplina scientifica affrontale sfide della ricerca di dati complessi nel mondo naturale. Nel corso degli ultimi decenni,la biologia ha in gran parte condotto studi con gli organismi viventi in laboratorio. Questopermette una ricerca molto precisa, ma di solito a scapito di valutazioni sul più ampiocontesto ambientale in cui gli organismi vivono naturalmente. Il grande impiego di attivitàdi laboratorio è parte di una tendenza più ampia nel campo della scienza: il riduzionismo,lo studio di fenomeni complessi, analizzando solo i loro singoli componenti (nota: tutto èassimilabile ad una gigantesca macchina smontabile e ricomponibile di cui vengonoanalizzati i singoli componenti).L'ecologia ha un approccio diverso, perché studia gli organismi viventi in sistemi dinamici.Quindi, affronta le grandi questioni poste dalle scienze ambientali con una visione moltopiù ampia. Questo però rende molto difficile la raccolta di dati coerenti. La ricercabiologica limitata ad un laboratorio è in grado di stabilire meglio i rapporti di causa edeffetto, ma di solito ignora le implicazioni ambientali più ampie e complesse. Gli ecologistiindagano sui cambiamenti dinamici che avvengono relativamente a popolazioni, gruppi diorganismi, e spostamenti di prodotti alimentari e di energia, nel corso del tempo e inrisposta a diverse sollecitazioni (come ad esempio l'inquinamento). E spesso analizzanol'impatto del comportamento umano sulle comunità naturali.L'ecologia ha elaborato un concetto molto importante: l'ecosistema. Un ecosistema ècostituito dall’insieme di tutti gli esseri viventi di un determinato ambiente fisico e dellerelazioni che intercorrono sia tra loro che tra loro e l’ambiente fisico. Un ecosistema puòessere di qualsiasi dimensione, da una goccia d'acqua all'intero nostro pianeta. Tutte lecreature vivono in una sorta di ecosistema e sono tra loro vicendevolmente in relazione - econ l'ambiente - attraverso il loro comportamento. L'idea di un ecosistema è fondamentaleper la comprensione dei modelli di vita sulla terra, e ricorda l'inter-relazione presente intutta la vita.L'estinzione delle specie è considerata un evento di particolare interesse etico, perché è unatto irreversibile, tanto come l'omicidio o l'esecuzione di una condanna a morte. Ognispecie è il risultato di un processo irriproducibile di evoluzione e speciazione (il processoevolutivo attraverso il quale si formano le specie). L'approvazione della EndangeredSpecies Act (nota: legge che permette di catalogare le specie viventi a rischio di estinzione)degli Stati Uniti nel 1973 è stata cruciale per la legislazione ambientale, riflettendopreoccupazioni di ordine etico che erano state espresse nel corso dei decenni precedenti.La Conservation Biology (nota anche come Conservation Ecology) è uno speciale ramo chefa riferimento alla conservazione della piena diversità della vita, ed agli ecosisteminecessari per sostenere la loro conservazione. Si tratta di un campo scientifico che ha unorientamento etico esplicito: la conservazione della diversità biologica. Questo è un

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esempio del concetto etico di conseguenza.

Il rapporto speciale tra ecologia ed etica ambientaleL'ecologia ha un ruolo privilegiato nell'etica ambientale. Aldo Leopold e Rachel Carsonsono stati due pionieri dell'etica ambientale con una profonda formazione in ecologia, equesto ha influenzato profondamente la loro visione morale del mondo naturale. Leopoldera ecologista, agricoltore, guardaboschi e conservazionista (nota: fautore dellapreservazione della natura) e ha scritto testi esplicitamente sui doveri morali dell'uomoverso la natura. Egli è stato il primo a scrivere di etica della terra, parlando diresponsabilità morali per la terra. Il suo libro più importante è stato "A Sand CountyAlmanac" (Leopold, 1949. In italiano: Almanacco di un mondo semplice, Ed. Red, Milano1997). Nel capitolo "L'etica della terra" ha affermato: "E' giusto ciò che tende a mantenerel'integrità, la stabilità e la bellezza della comunità biotica; è sbagliato ciò che ha unatendenza diversa". Questa sembra essere la prima esplicita dichiarazione etica riguardol'importanza di un ecosistema. Leopold ha allargato i confini di ciò che è moralmenterilevante per la società umana includendo le comunità biologiche.La filosofia della Deep Ecology, citata in precedenza ed espressa dal filosofo norvegeseArne Naess, si basa sull'etica della terra di Leopold e la scienza dell'ecologia perargomentare una visione di come l'uomo dovrebbe vivere in relazione con la Terra. DeepEcology parte con l'idea che gli esseri umani sono una parte della terra. Molti esponentidella Deep Ecology affermano che gli esseri umani non hanno più diritti di altre forme divita, e che è necessario un radicale riorientamento nella società umana per vivere entro ilimiti di ciò che gli ecosistemi della Terra possono offrire. Essi rifiutano il concetto stessodi "risorse naturali", perché tale affermazione presuppone che gli elementi e gli organismisono importanti solo come merce economica per gli esseri umani. Per gli esponenti di DeepEcology la natura, l'ambiente e gli ecosistemi hanno un valore intrinseco, nel senso chesono meritevoli di considerazione morale e di tutela per il solo fatto di esistere. Essi nonhanno valore perché soddisfano i bisogni umani, ma perché sono una parte della Terra.Deep Ecology sostiene l'idea che che la visione del mondo incentrata sull'uomo, nota comeantropocentrismo, è alla radice della nostra crisi ambientale. Questa visione critica collegala crescita esponenziale della popolazione umana e il degrado ambientale come sintomi diuna visione del mondo che non valorizza le altre forme di vita e ignora le conseguenzedovute alla modificazione degli ecosistemi. Da qui la proposta di un biocentrismo, o unapproccio eco-centrico, come rimedio, anche se di questo vi sono diverse varianti. Alcunipropongono che gli esseri umani non abbiano più diritti rispetto ad altre forme di vita,anche se questo è più facile a dirsi che a realizzarsi concretamente. Un approccio piùpratico al biocentrismo filosofico sostiene che gli ecosistemi della Terra meritino il nostrorispetto e la nostra protezione.Il principio che la Terra e le sue creature abbiano un valore intrinseco è particolarmenterilevante nella Deep Ecology, ma non è in alcun modo circoscritto a questo approcciofilosofico. La preoccupazione per le specie minacciate e in pericolo è basata sul principiodel valore intrinseco. La maggior parte delle specie viventi non ha un valore economico, oalmeno non abbiamo prove evidenti di come esse forniscano benefici diretti per l'uomo. Ilfatto di contenere le attività umane che danneggiano la terra, quando vengono intrapreseper motivi non economici, può derivare da un qualche tipo di etica; con riferimento allabellezza possiamo parlare di un'etica estetica o semplicemente si tratta di un valoreintrinseco. Molte argomentazioni a favore della conservazione della diversità biologicaportano ad un vicolo cieco, perché i loro proponenti danno per scontato che le altre formedi vita abbiano un valore morale intrinseco, mentre i loro detrattori no. Compitofondamentale dell'etica ambientale è quello di trovare il modo di superare questasituazione di stallo.L'idea di ecosistema ha contribuito all'idea filosofica di olismo, cioè l'idea che le proprietà

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di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente attraverso le sue componenti,bensì attraverso lo studio di tutto il suo complesso. L'intero è un tutto superiore rispettoalla somma delle sue parti. Esso quindi riveste un significato diverso o superiore rispetto aquello delle singole parti prese autonomamente. Ad esempio, uno scienziato puòesaminare i singoli organismi in un ambiente di laboratorio, ma questi possonocomportarsi in modo diverso nel loro ambiente naturale. L'implicazione etica dell'olismo èche interi sistemi hanno un significato morale; il che significa che abbiamo il dovere diprendere in considerazione non solo i loro singoli membri, ma l'insieme delle loro relazionie le caratteristiche di interi ecosistemi. Questa proposizione ha un certo fascino filosofico,ma tradurla in una pratica di etica applicata è un'impresa difficile. Poche personesembrano capaci di, o disposte a, considerare realmente il benessere degli ecosistemi nelloro processo decisionale morale. Trovare un modo appropriato per applicare il concetto diolismo è la sfida dell'etica ambientale. La scienza dell'ecologia ha reso visibile ilfunzionamento interno delle basi ecologiche dell'olismo. Compito dell'etica ambientale è diproporre come dobbiamo vivere per preservare i processi ecologici da cui dipende tutta lavita.

Domande:1. Credi che la diversità della vita abbia un valore intrinseco? Sì, no, e perché? Come fai avalutare le convinzioni di chi è in disaccordo con te?2. Immagina di essere stato invitato a difendere la protezione di una specie minacciata, maa costo di limitare lo sviluppo economico. Nel farlo, come combini i principi scientifici equelli etici?3. Hai mai affrontato o discusso un argomento etico basato sull'olismo? Hai pensato alrapporto tra il concetto di un ecosistema e un'etica olistica? Come potresti usare questeidee in una questione etica?

Per un approfondimento:Aldo Leopold, Almanacco di un mondo semplice, Red Edizioni, Como 1997, in particolareil capitolo sull'"etica della terra".Irene Borgna, Profondo verde. Un'etica per l'ambiente tra decrescita e «deep ecology»,Ed. Mimesi, 2010Serenella Iovino, Filosofie dell'ambiente. Natura, etica, società, Ed. Carocci, Roma 2004.Devall, W. and Sessions, G., 1985. Devall, W. e Sessions, G., 1985. Deep Ecology: Living Asif Nature Mattered. Gibbs M. Smith, Inc., Salt Lake City.

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Ottava Lezione - Corso di Etica Ambientale

La responsabilità e il principio di precauzione

L'impressionante potere della scienza moderna e della tecnologia, applicate nel contesto diuna economia capitalista globale, ha dato luogo a dei problemi ambientali su scalaplanetaria. Questi minacciano l'integrità degli ecosistemi dai quali la società umanadipende, e gli esperti sono ormai in grado di documentare numerosi aspetti della naturache la società umana sta cambiando irreversibilmente. Alcuni di questi cambiamenti sonorelativamente innocui, ma molti sembrano avere implicazioni disastrose per la diversitàdella vita e il futuro della società umana.Alcuni scienziati e filosofi sostengono che l'umanità è in un "nuovo" momento etico. Lerivoluzioni scientifiche, tecnologiche ed economiche degli ultimi due secoli hanno sollevatonuove sfide per la società umana e la sua capacità di misurarsi con le conseguenze diqueste rivoluzioni. In Germania, nel 1970, i responsabili delle politiche ambientali eranoalle prese con gli effetti dell'inquinamento atmosferico sugli ecosistemi acquatici eforestali, più comunemente noti come effetti delle piogge acide, e hanno elaborato unnuovo principio in materia di tutela dell'ambiente. Il termine è «Vorsorgeprinzip», chepuò essere tradotto come principio di precauzione, o principio di responsabilità. In originefu utilizzato come principio guida per le decisioni da prendere. Ai fini di questa lezione, ètradotto come principio di precauzione.

Origini di un'etica della precauzioneNel corso degli anni '80, il filosofo tedesco Hans Jonas ha sviluppato ulteriormente leimplicazioni etiche del "Vorsorgeprinzip", successivamente entrato nella lingua italianacome il principio di precauzione. Jonas ha sostenuto che, in origine, gli esseri umani sonoparte della natura. Essi avevano compreso di essere parte integrante della natura, e nonpotevano agire in modo tale da deturpare gravemente l'ambiente. La rivoluzionedell'Illuminismo nella scienza, nella tecnologia e nell'economia ha cambiato il modo dipensare e la nostra capacità di distruggere l'ambiente da cui dipendiamo. Ora l'uomo è ingrado di intervenire sulla natura in modi inimmaginabili in precedenza. Alcuni di questiinterventi tecnologici possono causare danni irreversibili alla salute umana e all'ambiente,e questo richiede una riflessione etica più profonda da parte di ogni stakeholder (soggettocoinvolto), vale a dire tutti quelli che beneficiano o sono danneggiati da queste tecnologie.Jonas ha sostenuto che gli esseri umani oggi soffrono di un gap etico e che la comprensionetradizionale dell'etica non fornisce sufficienti indicazioni. Secondo il suo pensiero, esisteun divario tra le nostre capacità tecnologiche e la nostra capacità di esercitare unaresponsabilità morale nei confronti di altre forme di vita e delle generazioni future. Jonasha sostenuto che il processo decisionale in relazione ai rischi ambientali potenzialmentecatastrofico porta con sé una particolare responsabilità morale, e che sia necessario solo unprincipio etico, non un equilibrio pragmatico.Il principio di precauzione è un'alternativa all'utilitarismo, che è una visione etica chevaluta un'azione solo sulla base della massimizzazione del benessere o del piacere di tuttele persone. E' quindi una forma di etica consequenzialista, il che significa che la moralità diun'azione è determinata dal suo esito. L'utilitarismo è spesso definito dalla frase: "Il piùgrande bene per il maggior numero di persone". Questo punto di vista etico può essereincompatibile con l'etica dei principi in materia ambientale, come nel caso dellaconservazione delle specie in via di estinzione. Anche se "il maggior numero di persone"viene esteso a "il più grande numero di creature", una visione utilitaristica può portare a un

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piccolo numero di persone o di organismi costretti a soffrire perché la maggioranza proviqualche beneficio. Per esempio, ci sono pochissimi orsi polari che vivono nell'Artide, la cuivita è minacciata dall'inquinamento dovuto all'utilizzo di combustibili fossili per fornirebeni e servizi a miliardi di esseri umani. Un utilitarista potrebbe ragionevolmentesostenere che le esigenze di qualche orso polare devono essere sacrificate per il maggiornumero di esseri umani. Questo, naturalmente, è incompatibile con il principio diprecauzione.Jonas e il principio di precauzione offrono un importante contributo dal campo dell'eticaambientale, ed evidenziano una questione fondamentale dell'etica ambientale: la maggiorparte dei principi etici sono stati creati per arbitrare i problemi all'interno della comunitàumana. Eppure, da una prospettiva storica, possiamo rintracciare la presenza dellaprecauzione nel concetto di prudenza in S. Tommaso d'Aquino, e anche in Aristotele nellatrattazione del termine greco phronesis, che può essere tradotto come prudenza, saggezzapratica. Si potrebbe intendere l'intelligenza come precorritrice della precauzione.Nell'"Etica Nicomachea" di Aristotele, phronesis indica "ciò che è giusto, bello e buono perun essere umano". Essa richiede abilità nell'ottenimento di conoscenze e nellaformulazione di giudizi. Le azioni prudenti devono essere calibrate in modo intelligentealle circostanze, evitando sia la paura servile che nobili eroismi.

Connessione tra principio di precauzione e politicaIn tutto il mondo il principio di precauzione (o responsabilità) è ora inserito nei processidecisionali in materia ambientale, nei regolamenti e nei trattati. E' un principio spessodiscusso tra i governi europei e nelle agenzie governative. Inizialmente si è fatto strada inun trattato europeo di gestione del Mare del Nord nel 1987 e, successivamente, nel trattatodell'Unione europea (noto anche come "Trattato di Maastricht"), la carta dell'Unioneeuropea del 1993. La Dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo (1992) ne fornisceuna definizione comunemente utilizzata: "Al fine di proteggere l'ambiente, gli Statiapplicheranno largamente, secondo le loro capacità, il metodo precauzionale. In caso dirischio di danno grave o irreversibile, l'assenza di certezza scientifica assoluta non deveservire da pretesto per differire l'adozione di misure adeguate ed effettive, anche inrapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale" (Principio 15). Negli ultimi tredecenni, il governo degli Stati Uniti ha generalmente favorito l'analisi costi-beneficirispetto alla precauzione nella stesura dei regolamenti. Va detto che la Dichiarazione di Rionon rifiuta l'analisi più comune e utilitaristica dei costi-benefici, ma fornisce piuttosto uncontesto etico entro cui condurre ed interpretare tale analisi. I sistemi adottati dagli StatiUniti e dall'Europa in materia di 'governance' ambientale e di regolamentazione divergonocirca la base filosofica della precauzione rispetto alla gestione del rischio razionale, sullabase dell'analisi costi-benefici. Questa divergenza è all'origine di molte delle tensioni che siregistrano tra Stati Uniti ed Europa in materia di commercio, di cambiamenti del climaglobale e di regolamentazioni in materia di organismi transgenici.L'etica della precauzione offre un principio morale in grado di aiutarci a prendere dellebuone decisioni di politica pubblica per l'ambiente. Jonas ha scritto: "Non si deve mai faredell’esistenza o dell’essenza dell’uomo globalmente inteso una posta in gioco nellescommesse dell’agire" ("Il principio responsabilità", p. 47). Se qualcosa è potenzialmenteirreversibile, allora dobbiamo dare a questa possibilità un peso maggiore nel nostroragionamento. Il tracrollo degli ecosistemi, le modifiche a lungo termine del clima globalee l'irreversibilità di un'estinzione di specie dovrebbero farci riflettere e ci impongono diconsiderare le nostre responsabilità: nei confronti dei nostri vicini, del futuro, e dellaTerra. E' una sfida ad esaminare quali sono i principi con cui vogliamo vivere.

Domande:1. Pochi sono apertamente in disaccordo con l'affermazione di Jonas sopra riportata, ma

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molti non riescono, però, ad accettare questo principio nel processo decisionale in materiaambientale. Sei d'accordo? Perché?2. Riesci a pensare ad un esempio in cui il principio di precauzione è stato utilizzato nelprocesso decisionale in materia ambientale?

Per un approfondimento:H. Jonas, Il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica, Einaudi, Milano1990.Jori, Marini-Bettolo, Salvini, Piro, Bovati, Angelini, Rigobello, Rizzi, La responsabilitàecologica,Edizioni Studium, Roma 1990.Passmore John, La nostra responsabilità per la natura, Feltrinelli Editore, Milano 1980.Shrader-Frechette Kristin, Valutare il Rischio - Strategie e Metodi di un ApproccioRazionale, Guerini Studio, Milano 1993.Shrader-Frechette Kristin, Rischi ambientali, incertezza scientifica e pubblicairrazionalità, in: Nuova Civiltà delle Macchine, Anno IX (1991) n. 1(33), pp.77-86.Kerry Whiteside, 2006. Precautionary Politics: Principle and Practice in ConfrontingEnvironmental Risk, Cambridge: MIT Press.

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Nona Lezione - Corso di Etica Ambientale

Etica e clima

Lo sconvolgimento del nostro clima globale per cause antropiche rappresenta una delleminacce più gravi per il genere umano e l'ambiente. Sotto il profilo ambientale, lemutazioni climatiche a livello globale sono senza precedenti per portata e gravità.L'elaborazione di adeguate soluzioni su una questione così complessa richiede un forteimpegno a livello di istituzioni sociali, politiche ed economiche; impegno che va ben oltrele loro attuali capacità. Gli effetti dei cambiamenti del clima incideranno sempre piùprofondamente nella società umana nei prossimi decenni. Di fronte agli inevitabilimutamenti del clima siamo chiamati ad un altrettanto inevitabile cambiamento del nostromodo di pensare la produzione di energia da combustibili fossili, vale a dire la baseenergetica della nostra società industriale moderna. Poche persone sono disposte aprendere in seria considerazione la scala di trasformazione tecnologica, economica esociale necessaria per invertire la tendenza dell'inquinamento da biossido di carbonio. Ladimensione transnazionale delle emissioni di carbonio complica ulteriormente le cose.Poiché abbiamo una atmosfera globale, e non importa quale sia la fonte (paese o industria)che emette gas a effetto serra, la lotta al cambiamento climatico richiederà unacooperazione internazionale senza precedenti. Nel corso degli ultimi due secoli, i paesiindustriali avanzati hanno creato una sorprendente ricchezza di energia, con conseguentesovrapproduzione di anidride carbonica, ma i paesi più poveri del mondo sono ancora incerca di un autentico sviluppo, in parte per rispondere alle esigenze dei 2 miliardi dipersone che vivono in stato di grave povertà, e non possono copiare il nostro modello disviluppo economico senza rendere la terra un luogo inabitabile. Affrontare i cambiamenticlimatici richiede un profondo riesame degli stili di vita non sostenibili nel mondooccidentale; e, tuttavia, la maggior parte di noi ritiene poco conveniente o scomodomodificare i propri stili di vita.

Scienza + Economia + Politica + Bisogni EticiLe strategie per arrestare i cambiamenti climatici richiedono l'abbinamento di diversi tipidi risorse intellettuali, tra cui quella etica. Se i dati scientifici fossero stati inequivocabilinei decenni precedenti, potremmo avere già formulato una risposta. Se ci fossero già statidegli incentivi economici per ridurre l'emissione di gas serra, avremmo probabilmente giàiniziato a prendere provvedimenti. Gli sconvolgimenti climatici richiedono nuove capacitàper comprendere come si sviluppano tali sconvolgimenti nel pianeta (scienza), nuovi modidi pensare e di agire in termini collaborativi (economia e politica), e lo sviluppo di una basemorale per prendere decisioni alquanto difficili (etica). In realtà gli sconvolgimenticlimatici ci portano a rivoluzionare le nostre fonti di energia, operazione questa che saràcostosa e difficile e che ci obbligherà a fare delle scelte a breve termine, coinvolgendo inostri interessi personali. Le tecnologie pulite e verdi devono rientrare nella nostrarisposta morale ai cambiamenti climatici, ma questa, da sola, non è sufficiente. Persuaderele persone a comportarsi in modi nuovi è relativamente facile, se sono economicamenteincentivate a farlo. Affrontare i mutamenti climatici, però, richiederà sacrifici, e alcunedelle nostre moderne comodità - che portano a grossi sprechi di risorse - dovrannocambiare. Credere il contrario significa fondamentalmente non capire la gravità dellaquestione attuale.Il settore dell'etica del clima è sorto per fornire una guida per le difficili decisioni chedobbiamo affrontare. I dati scientifici ed economici, da soli, non indicano cosa dobbiamo

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fare. Essi descrivono i fatti e danno informazioni per le decisioni umane da intraprendere,ma non sul piano delle decisioni etiche. Questa nuova branca dell'etica ambientale affrontai grandi temi dell'etica: la distribuzione delle responsabilità, il senso della giustizia,l'elaborazione di una guida per prendere decisioni moralmente corrette. Avremo bisogno dicapire e applicare questi temi, coinvolgendo tutti i settori della società nelle difficili scelteed azioni che dovremo prendere. In ultima analisi, proteggere noi stessi e il nostro pianetada un clima in mutamento richiede la creazione di una visione morale comune, unacomprensione comune della nostra necessità di tutelare il bene comune, che comprendeanche il nostro clima.

La difficoltà di percepire i problemiDiversi tratti intrinseci alla questione dei gas serra e del clima globale hanno reso piùdifficile affrontare i problemi legati agli sconvolgimenti climatici. L'anidride carbonica èinvisibile, ma presente ovunque nella nostra biosfera. E' nel nostro corpo, e noi lainspiriamo ed espiriamo continuamente, e questo rende più difficile riconoscerla come unelemento inquinante. L'anidride carbonica non è il solo gas responsabile del cambiamentoclimatico, ma è il più comune. In secondo luogo, le moderne tecnologie ci hanno dato ilpotere di modificare un sistema globale talmente complesso che molte persone nonpossono vedere senza l'utilizzo di strumenti sofisticati. Il clima è costituito da un modellodi lungo periodo nel tempo e, quindi, richiede una grande quantità di dati raccolti su vastascala e analizzati statisticamente. Ogni giorno tutti noi utilizziamo energia derivata dacombustibili fossili, indipendentemente dal fatto che ne siamo consapevoli o meno. Inprecedenza i problemi dell'inquinamento erano direttamente visibili o, comunque, i loroeffetti erano stati direttamente osservati. Il fatto che nessuno di noi possa realmente"vedere" il clima - o il suo cambiamento - rende più difficile convincere la gente dellagravità del problema.La scienza del clima, come ambito scientifico, è relativamente nuova. E' molto complessa,in parte perché il nostro clima globale è molto variabile, diversificato e naturalmentedinamico. E' necessaria una raccolta di dati su vasta scala ed anche su un arco temporalemolto ampio. Prima che gli scienziati possano determinare se siamo o meno di fronte ad uncambiamento del nostro clima, devono per prima cosa determinare il clima "normale" e lesue variazioni, facendo delle statistiche. Sviluppano, quindi, modelli computerizzati moltosofisticati, inserendo enormi raccolte di dati sulla temperatura, sulle precipitazioni erelativamente a periodi di tempo molto lunghi e ad aree geografiche diverse. Poi cercano dimisurare le differenze statistiche tra la variabilità normale e quella del cambiamentocausato dall'uomo. Questi modelli computerizzati sono indispensabili per il calcolo delladifferenza tra un clima per sua natura dinamico e gli effetti prodotti direttamentedall'uomo. Va ricordato che la nostra Terra è un pianeta dinamico e mutevole, e lavariabilità non è così semplice da prevedere. La temperatura e le precipitazioni varianonaturalmente. I modelli elaborati suggeriscono che il cambiamento climatico causatodall'uomo sarà irregolare in tutto il mondo. In alcuni casi le temperature possonodiminuire, oppure la variazione di temperatura risulta essere insignificante rispetto alleprevisioni sull'andamento delle precipitazioni. Per queste ragioni è meglio parlare di"sconvolgimenti climatici" che non di "cambiamenti climatici" o di "riscaldamentoglobale". Scindere i cambiamenti naturali del clima da quelli causati dall'uomo è un lavoroche richiede enormi e costosi azioni scientifiche, ed è necessaria la creazione di sofisticatimodelli informatici e di analisi. A differenza degli esperimenti di laboratorio cheproducono risultati che possono essere a loro volta riprodotti da altri, la sofisticazione dellascienza del clima globale esclude di fatto i non esperti, non di proposito, ma proprio acausa della complessità della scienza stessa.Tutti questi fattori hanno contribuito ad alimentare un certo scetticismo circa la realtàdello sconvolgimento climatico globale. Venti anni fa, quando cominciarono ad emergere le

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prime preoccupazioni nella comunità scientifica, gli scienziati non avevano dati, risorse omodelli sufficienti per capire come l'utilizzo da parte dell'uomo dei combustibili fossilifosse così determinante sul mutamento climatico. Alcuni grandi gruppi economici hannoottenuto enormi profitti dall'"economia del carbone", o dall'utilizzo dei combustibili fossili,e molti di loro esprimono ancora forti resistenze sul controllo di qualcosa di così "innocuo"come l'anidride carbonica. Essi - e molti esponenti politici - hanno sollevato forti questionirelativamente alla inadeguatezza delle nostre conoscenze in materia di scienza del clima edi mutamenti climatici. Alcune di queste questioni sono legittime, ma altre sembranoessere tattiche per guadagnare tempo. A prima vista, è difficile per la maggior parte dellagente immaginare che le azioni umane potrebbero sconvolgere il clima globale. L'idea deimutamenti climatici compromette la nostra "economia del carbone" e la straordinariaricchezza che ha creato, almeno per alcuni paesi. La creazione di un'economia basatasull'energia sostenibile è un progetto enorme e costoso, almeno nel breve periodo.Nel corso degli anni '90, i grandi gruppi economici hanno ingaggiato società di pubblicherelazioni per sostenere che le conoscenze scientifiche non erano sufficienti per affrontareuna riforma delle politiche energetiche. Alcuni scienziati sono stati pagati per esprimerescetticismo. Il disaccordo è normale nelle discussioni scientifiche. Questi poteri economicihanno anche ingaggiato degli scienziati "negazionisti" per esprimere un punto di vistaesplicitamente contrario, puntando a minare la credibilità del lavoro svolto fino ad allora.Generalmente, se fondati sul pensiero critico, gli scienziati accolgono gli appunti chevengono rivolti sul loro lavoro, sulla raccolta dei dati, sui metodi e le teorie. I negazionistivanno ben oltre la critica contestando l'esistenza stessa di questi dati e la lorointerpretazione scientifica. Fino a poco tempo fa, questi sforzi sono stati particolarmenteefficaci nel seminare dubbi nella mente dell'opinione pubblica occidentale ed americana inparticolare, anche se ultimamente le cose stanno cambiando.Per questo motivo, è assolutamente essenziale conoscere le fonti di informazione suimutamenti del clima globale. Da una normale ricerca effettuata in rete la maggior partedelle informazioni su questo problema deriva da indicazioni o programmi politici.Purtroppo, però, anche molti governi occidentali hanno soppresso o distorto dei dati circala gravità del problema.

La scienza del clima e il problema della fiduciaLa questione della fiducia nelle fonti di informazione scientifica è molto importante, benoltre gli scopi del nostro corso. Ai fini di questa lezione, si possono consigliare i risultatidella ricerca scientifica provenienti da due organismi ufficiali: California EnergyCommission's Climate Change Portal (www.climatechange.ca.gov) , e l'IPCC(Intergovenamental Panel on Climate Change - Gruppo intergovernativo sui cambiamenticlimatici) (www.ipcc.ch).L'IPCC è particolarmente degno di nota, perché è uno dei progetti più ambiziosi pervalutare i risultati di una comunità scientifica circondata dalle polemiche. Le Nazioni Unite(ONU) hanno dato vita all'IPCC per valutare in maniera aperta e obiettiva lo stato dellascienza dei cambiamenti climatici, e per fornire così rapporti informativi ai responsabilipolitici. L'IPCC sollecita contributi di scienziati da tutto il mondo allo scopo di fornire aipolitici una valutazione obiettiva e corretta della letteratura tecnico-scientifica e socio-economica disponibile in materia di cambiamenti climatici, impatti, adattamento emitigazione. Negli anni '90, l'IPCC ha cercato di rispondere alla domanda: il clima stacambiando? In caso affermativo, quale sarebbe il suo impatto? Nel 2000, ha documentatoalcuni degli impatti e ha cercato di chiarire quali cambiamenti sono stati causati dall'uomo.Nel momento in cui scriviamo, l'IPCC ha stabilito che esiste un netto consenso nellacomunità scientifica circa il fatto che l'uomo sta cambiando il clima, e che le conseguenzesaranno gravi. L'IPCC ha ricevuto il Nobel per la Pace nel 2007, il primo come premioconferito a un gruppo di scienziati “per l’impegno profuso nella costruzione e nella

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divulgazione di una maggiore conoscenza sui cambiamenti climatici antropogenici, e nelporre le basi per le misure che sono necessarie per contrastarli”.Le Nazioni Unite hanno cercato di mediare tra conoscenza scientifica e cooperazioneinternazionale in materia di mutamenti climatici fin dal Rapporto Brundland nel 1987. Ilclima è stato all'ordine del giorno all'"Earth Summit" ("Vertice della Terra") a Rio deJaneiro nel 1992, e ciò ha portato al Protocollo di Kyoto nel 1997. Anche se imperfetto,questo è stato il più importante accordo internazionale finalizzato alla riduzione dei gasresponsabili dell'effetto serra. Solo gli Stati Uniti, tra i grandi paesi industrializzati, hannorifiutato di firmare il Protocollo, anche se molti altri governi non lo hanno ancoraratificato. L'ONU continuerà a favorire un accordo internazionale che potrebbe realmenteportare alla riduzione dei gas responsabili dell'effetto serra. Tuttavia, un accordointernazionale senza il sostegno degli Stati Uniti è sostanzialmente privo di significato inquanto gli USA sono la nazione che è di gran lunga la maggiore fonte di emissioni dicarbonio. Sembra che la Cina abbia superato i livelli degli Stati Uniti di emissioni di gas subase annua, ma gli Stati Uniti sono ancora al primo posto se consideriamo le emissioni procapite.

L'etica e la distribuzione dei rischiIl mutamento climatico non è solo una questione scientifica, economica e politica. Esso haanche una dimensione etica, perché affrontare questo problema ci impone di prenderedecisioni molto difficili, costose e sacrificali, con una conoscenza imperfetta. I combustibilifossili sono semplicemente troppo facili da bruciare per produrre energia, e l'impatto deicambiamenti del clima non danneggia direttamente le persone che ne beneficiano.Affrontare i cambiamenti climatici significa ripensare all'economicamente vantaggiosomercato energetico dei combustibili fossili, e quindi alle possibilità di sviluppo economicoper i paesi più poveri. Molte delle questioni legate al cambiamento del clima, che sono aprima vista di carattere scientifico ed economico, hanno profonde implicazioni etiche.L'etica del clima affronta dilemmi etici, o problemi di non facile soluzione perché gliinteressi coinvolti sono molteplici ed in contrasto tra loro. Qualsiasi interventosignificativo sulla riduzione dell'effetto serra dovrà essere basato sulla cooperazioneinternazionale. Questo obbligherà i paesi a praticare di più una auto-limitazione rispetto aqualsiasi precedente trattato internazionale sull'ambiente. Affrontare la dimensione eticadegli sconvolgimenti climatici significa necessariamente affrontare la realtà di un profondoe progressivo divario tra i ricchi e i poveri. Coloro che già soffrono di de-umanizzazionedella povertà - e sono più esposti ai pericoli delle mutazioni climatiche - hanno menoprobabilità di ottenere dei vantaggi rispetto a quelli che bruciano da tempo i combustibilifossili e che sono responsabili dell'emissione di carbonio nella nostra atmosfera. Glisconvolgimenti del clima globale minacciano tutti i benefici ottenuti sul piano dellosviluppo sostenibile in tutto il mondo. La questione dei mutamenti climatici èinevitabilmente legata al diseguale e iniquo sviluppo economico globale. Qualsiasidecisione internazionale dovrà necessariamente affrontare le implicazioni etiche anche diquesto aspetto del problema.

Domande:1. Sei d'accordo che il termine "riscaldamento globale" dovrebbe essere più correttamentedefinito come "sconvolgimento del clima globale"? Quali sono i pro e i contro di questedefinizioni?2. Alcune persone pensano che questo problema sarà risolto in primo luogo attraversol'innovazione tecnologica. Sei d'accordo?3. Dopo aver studiato l'entità dei problemi climatici, alcune persone si sentono sopraffattee vogliono evitare il problema. Quali istanze di etica ambientale si potrebbe usare percoinvolgerle?

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Per un approfondimento:Brown, D. et al., 2007. Brown, D. et al., 2007. White Paper on the Ethical Dimensions ofClimate Change, Rock Ethics Institute at The Pennsylvania State University. Traduzioneitaliana non rivista dall'autore: Libro bianco sulla dimensione etica del cambiamentoclimatico, a cura della Fondazione Lanza (disponibile in versione pdf).Speth, JG, 2004. Speth, JG, 2004. Red Sky at Morning: America and the Crisis of theGlobal Environment, Yale University Press, New Haven.Vincenzo Ferrara, La dimensione etica dei cambiamenti climatici, in "Energia, Ambiente,Innovazione", maggio-giugno 2006, pp. 40-47.Stefano Caserini, La comune dimensione etica dei cambiamenti climatici, testo pubblicatosul sito www.climalteranti.it.

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Decima Lezione - Corso di Etica Ambientale

Etica ambientale e religione

Tutte le religioni del mondo hanno tradizionalmente espresso una qualche preoccupazioneetica per l'ambiente e le sue creature. Esse hanno attribuito una certa importanza moralead altre creature, e hanno proposto alcune responsabilità etiche da parte dell'uomo, anchese queste responsabilità etiche sono di solito secondarie, o inferiori, rispetto allaresponsabilità verso gli altri esseri umani. Nel corso della storia, le religioni del mondohanno attribuito alla Terra un qualche tipo di significato o valore religioso, ed hannoaffermato che gli esseri umani hanno alcuni obblighi religiosi nella cura delle sue creature.Queste preoccupazioni etiche si trovano negli insegnamenti storici, e non necessariamentein reali pratiche religiose. Mentre l'avidità e la distruttività sono condannate, lamoderazione e la protezione sono elogiate dalla maggior parte delle tradizioni religiose. Perragioni che sono complesse, controverse e poco conosciute, queste preoccupazioni religioseper l'ambiente si sono dissolte con la nascita della società moderna. Lo sviluppo dellemoderne istituzioni scientifiche, economiche e politiche ha preso il posto storicamenteaffidato alla religione, e i tradizionali atteggiamenti religiosi nei confronti della natura sonoquasi scomparsi nelle società moderne. Nel corso degli ultimi decenni, tuttavia, alcunileader religiosi in tutto il mondo hanno fatto ritorno alle origini per recuperare i loroinsegnamenti religiosi ambientali "pre-moderni" dando vita all'etica ambientale religiosa.

Le religioni occidentali sono la causa dei problemi ambientali?La questione degli atteggiamenti religiosi nei confronti della natura è stata discussa in unarticolo del 1967 scritto da Lynn White Jr. e intitolato "The Historic Roots of our EcologicalCrisis", pubblicato sulla rivista Science (successivamente tradotto in italiano col titolo Leradici storico-culturali della nostra crisi ecologica e pubblicato nella rivista "Il Mulino", n.2/1973). Questo documento critica, più in generale, le società occidentali per aver utilizzatola scienza e la tecnologia allo scopo di dominare e degradare l'ambiente e, in particolare,accusa il cristianesimo per la sua visione del mondo antropocentrica. White è stato digrande aiuto nell'aprire una prospettiva religiosa sulla scienza ambientale e la tecnologia,ma ha offerto una visione eccessivamente semplicistica del cristianesimo e dell'influenzache esercitò sulla cultura occidentale e sugli atteggiamenti verso la natura. Per esempio,egli sostiene che soprattutto nella sua forma occidentale, il cristianesimo è la piùantropocentrica religione mai vista al mondo, e che in riferimento alla crisi ecologica, ilcristianesimo porta un enorme carico di colpa. Si noti che queste sono dichiarazionicritiche cariche di emotività. Egli ha individuato una visione cristiana "alternativa" in SanFrancesco d'Assisi (1182 ca. - 1226), che propose come patrono degli ecologisti, anche se haprofondamente frainteso il rapporto di Francesco con la Chiesa cattolica, etichettando lesue opinioni come eretiche.La critica di White ebbe ampia diffusione perché si appellava alla visione anti-religiosapresente all'interno della comunità scientifica. Molti leader cristiani si sentironoprofondamente offesi dalle argomentazioni di White, e gli fecero delle forti critiche innome del cristianesimo. Venendo a valutazioni più equilibrate sul ruolo della religionenella crisi ambientale, si può affermare che le istituzioni religiose sono state colpevoli dipeccati di omissione, per non essere riuscite a delineare una motivazione religiosa per latutela dell'ambiente. Nel corso degli anni '70 ed '80, molti studiosi di Scritture Ebraiche eCristiane hanno riveduto i testi antichi a riesaminato il tipo di insegnamenti circa ilsignificato morale della natura. Molti studiosi e teologi protestanti hanno cominciato ad

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identificare e a descrivere un'istanza etica nei primi due capitoli del libro della Genesi.

Le religioni scoprono una voce morale sulle questioni ambientaliPapa Giovanni Paolo II ha dato un notevole contributo al recupero dell'etica all'interno delcristianesimo. Nel 1990, in occasione della Giornata Mondiale della Pace, scrisse ilmessaggio intitolato "Pace con Dio creatore, pace con tutto il creato", e questo, combinatocon gli sforzi degli ortodossi e di alcune confessioni protestanti, ha portato più rami delcristianesimo a dialogare sui problemi ambientali. Papa Giovanni Paolo II, nel 1979 infatti,aveva proclamato San Francesco patrono dell'ecologia, come proposto da White. Nel suomessaggio sulla "crisi ecologica", ha sostenuto che i problemi ambientali sono un problemamorale per tutta l'umanità, e che l'ambiente è eticamente rilevante di per sé. In altreparole, la natura ha un valore intrinseco, come creazione di Dio. Nella sua conclusione silegge: "Oggi, la crisi ecologica ha assunto tali dimensioni da coinvolgere la responsabilità ditutti. I vari aspetti di essa, che ho illustrato, indicano la necessità di sforzi concordati, alfine di stabilire i rispettivi doveri ed impegni dei singoli, dei popoli, degli Stati e dellacomunità internazionale". Così, tutti i membri e i gruppi della famiglia umana,indipendentemente dalla loro fede, o se hanno fede, hanno una responsabilità perl'ambiente. Questa conclusione venne in parte dalla sua interpretazione della storia dellacreazione della Genesi.Le Scritture ebraiche, o il Vecchio Testamento, hanno storie diverse che descrivono lacreazione del cosmo e della terra, e danno un significato religioso a queste storie. La piùnota è quella della Genesi, che narra il processo della creazione in sette giorni. Gran partedel dibattito sulla questione etica nella tradizione giudaico-cristiana è racchiuso nelversetto 1,28 della Genesi: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela,dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che strisciasulla terra". Alcuni, religiosi e non religiosi, sostengono che questo versetto significa che gliesseri umani dovrebbero esercitare il dominio sulle creature della Terra. Ma il termineebraico è lo stesso usato per descrivere la cura di Dio della Terra e dei suoi popoli, fondatasull'amore e sulla compassione. Tra gli studiosi della Bibbia è emerso un certo consensosull'interpretazione: l'uomo deve avere per il creato la stessa cura che il Creatore ha per gliesseri umani. Così, i termini "soggiogare" e "dominare" dovrebbero essere interpretaticome "aver cura", o custodire con cura. Il capitolo 2 della Genesi fornisce un ulteriorespunto di riflessione, quando afferma che l'uomo è stato creato dalla polvere e posto nel"giardino" perché "lo coltivasse e lo custodisse". Così, questa storia della creazione descrivedei doveri umani verso la Terra. Anche se questi passaggi rafforzano la visioneantropocentrica della tradizione giudaico-cristiana; essi forniscono le basi per affermareche gli esseri umani hanno dei doveri morali nei confronti dell'ambiente.

La Terra come sacramentaleNel cristianesimo, la visione della vita all'interno di un universo sacramentale integra l'ideadi gestione etica. Un "sacramento" è l'espressione visibile dell'amore divino, ed i cristianicelebrano certi rituali (per esempio, il battesimo e l'eucaristia) come sacramenti. Recentiprospettive teologiche hanno cercato di recuperare l'antica comprensione di questi ritualiall'interno di una più ampia conoscenza di tutto il mondo creato come avente significatoreligioso. Questo approccio revisiona la continuità tra i sacramenti formali e la fisicità delnostro mondo. La prova di questo cambiamento di mentalità può essere trovata nellasostituzione del termine "creazione" con parole come "ambiente" o "natura". Pertanto,l'ambito di interesse religioso non si limita agli esseri umani o alle loro case di cultoformale, bensì si estende fino a comprendere tutta la vita, anzi, tutto il mondo creato.San Francesco d'Assisi è l'esempio di qualcuno che ha compreso se stesso per vivere in unmondo sacramentale. E' stato proclamato Santo Patrono degli Ecologisti, perché hacelebrato la bellezza e la diversità della creazione attraverso la sua preghiera e la sua

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predicazione. Il suo "Cantico delle Creature" è stata la prima canzone scritta in italianonella quale S. Francesco loda tutti gli elementi del creato definendoli fratello e sorella.Questa canzone è l'espressione della sua immaginazione morale, perché riflette come eglicomprese se stesso a vivere una vita di unione essenziale con tutta la creazione. SanFrancesco ha predicato per l'acqua, le rocce, i fiori, gli uccelli ed altri animali. Egli vedeva icomponenti dell'intero mondo creato come membri della famiglia divina. La sua intimitàcon la creazione è emersa dalle esperienze acquisite nei luoghi naturali della penisolaitaliana. Nel cristianesimo occidentale egli si distingue per aver vissuto una visione bio-centrica della vita morale.La comprensione sacramentale del cosmo è particolarmente forte tra i cristiani ortodossi.Il loro leader più famoso, il "Patriarca Verde", Bartolomeo I è noto per aver dichiarato nel1995 che "il crimine contro il mondo naturale è un peccato". Egli ha organizzato numerosiviaggi su una nave per riunire leader religiosi, scientifici e politici al fine di creare iniziativedi tutela ambientale. Se alcuni possono trovare preoccupante il linguaggio del "peccato",bisogna riconoscere che il Patriarca Bartolomeo ha catturato un grande interesse deimedia.Sono diversi decenni che le cosiddette "mainline", congregazioni protestanti socialmenteimpegnate, hanno prodotto molteplici dichiarazioni e risoluzioni. Più di recente glievangelici, che possono contare su una certa influenza politica, hanno iniziato ad articolarela loro comprensione di etica ambientale, che alcuni di essi descrivono come "prendersicura della creazione".

Il pensiero "verde" della ReligioneLa filosofia buddista appare particolarmente sensibile all'etica ambientale. Molti leaderbuddisti parlano spesso di preoccupazioni ambientali e di responsabilità morale in unconcetto di base che può essere tradotto dal sanscrito come "di natura inter-dipendente".Questo concetto è fondamentale nella filosofia buddista. Condiviso da tutte le varie scuolebuddiste, esso afferma che i fenomeni nascono insieme in una rete reciprocamenteinterdipendente di causa ed effetto. Questo concetto è alla base del pensiero buddista circai reciproci rapporti di causa ed effetto, e l'interdipendenza essenziale di tutta la vita. Aquanto pare esso predispone alcuni buddisti a riconoscere l'importanza della limitazione inmateria ambientale, o del non nuocere; ed ha avuto una grande influenza sullo sviluppodella Deep Ecology.Il pensiero verde religioso è in corso in ogni tradizione religiosa, ed è ancora difficile trarnedelle conclusioni generali. Questo è dovuto in parte al fatto che produrre dichiarazionidefinitive in materia di fede religiosa è problematico, ma anche perché molti dei fattoririchiesti dall'insegnamento religioso e dalla pratica di un'etica ambientale sono di caratterelocale, mentre i nostri problemi ambientali si verificano su scala globale. Tuttavia, ingenerale, i leader religiosi cercano di presentare l'etica religiosa ambientale non comequalcosa di nuovo, ma come un insieme tradizionale di responsabilità etiche che devonoessere recuperate e riproposte in una nuova era. L'etica religiosa ambientale sorge nelcontesto di una visione del mondo morale esistente. Così, lo sviluppo di un'eticaambientale religiosa non è visto come una preoccupazione esterna che deve essereinnestata su una tradizione, ma piuttosto come una sapienza antica che è si era persa e chedeve essere riscoperta. Il pensiero verde della religione ha un potenziale formidabile perscatenare grandi cambiamenti nella società umana, nel modo di pensare e di agire di moltepersone. Consapevole del suo potenziale, porterà molte persone a vivere una vita moralesecondo la visione di questa nuova etica ambientale religiosa.

Domande:1. Pensi che le religioni possano favorire sotto il profilo morale il pensiero e l'azione incampo ambientale?

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2. Che tipo di contributo potrebbero dare per migliorare le iniziative in ambito ambientale?3. Tu credi di avere una responsabilità religiosa per la protezione dell'ambiente? Incoraggigli altri in questo senso?

Per un approfondimento:Callicott, JB, 1997. Callicott, JB, 1997. Earth's Insights: A Multicultural Survey ofEcological Ethics from the Mediterranean Basin to the Australian Outback, University ofCalifornia Press, Berkeley.Callicott J.B., Norton B.G. Rol, Valori selvaggi. L'etica ambientale nella filosofiaamericana e australiana, Medusa edizioni, 2005.Aldo Leopold, Almanacco di un mondo semplice, Red Edizioni, Como 1997, in particolareil capitolo sull'"etica della terra".Lynn White Jr., Le radici storico-culturali della nostra crisi ecologica, in "Il Mulino", n. 2,marzo-aprile 1973, pp. 251-263.

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Undicesima Lezione - Corso di Etica Ambientale

Il cibo e l'etica in agricoltura

Rachel Carson è famosa per aver lanciato il moderno movimento ambientalista grazie alsuo libro più famoso, "Silent Spring" (1962), tradotto in italiano con il titolo: Primaverasilenziosa, Feltrinelli, Milano 1999. Attraverso il libro, ha documentato e denunciato ildanno causato dai pesticidi ("l'elisir della morte") su uccelli, animali selvatici edecosistemi. Nel libro viene spiegato come gli scienziati abbiano sviluppato i pesticidi ecome, nonostante la loro esperienza, abbiano omesso di considerare le ripercussioniimpreviste per le creature diverse dagli insetti parassiti. Il capitolo finale indica "l'altrastrada": i mezzi alternativi per il controllo dei parassiti, basati più sulla biologia el'ecologia, e meno sulla chimica. La studiosa ha sostenuto che queste alternative eranopreferibili sotto il punto di vista ambientale, sociale, ed etico. Così, ha difeso la scelta diqueste alternative sulla base di un'etica implicita. Il suo libro ha provocato un dibattitonazionale sui pesticidi, anche in termini di etica ambientale, e sulla regolamentazionegovernativa dell'industria e sull'uso appropriato della tecnologia. Il suo lavoro ha fatto lucesui rapporti di favore che i produttori di pesticidi hanno avuto con il Dipartimentodell'Agricoltura degli Stati Uniti, massima autorità sulla regolamentazione dei pesticidi. LaUS Environmental Protection Agency (Agenzia per la Protezione Ambientale) è stata creatain parte per affrontare i problemi evidenziati dalla Carson, tra i quali la regolamentazionesull'uso dei pesticidi.Anche senza accennare ad Aldo Leopold, la Carson ha comunque esteso alcune delle ideeetiche da lui proposte nella sua etica della terra, come i diritti umani estesi al mondonaturale. Già nel passato erano emerse questioni ambientali connesse con l'agricoltura,come nel caso del Dust Bowl (il termine Dust Bowl indica una serie di tempeste di sabbiache colpirono gli Stati Uniti centrali e il Canada tra il 1931 e il 1939, causate da decenni ditecniche agricole inappropriate e dalla mancanza di rotazione delle colture), che avevanoportato a iniziative di conservazione del suolo. Il suolo agricolo è una risorsa limitata, epuò essere facilmente eroso se l'agricoltore non lo cura. La descrizione dei problemi deipesticidi data dalla Carson catturò la preoccupata attenzione di una larga parte dellasocietà americana, che fino ad allora riteneva erroneamente di sentirsi al sicuro. Di tantoin tanto veniamo investiti da preoccupazioni relative alla presenza di residui di pesticidinei cibi presenti nelle nostre tavole, e questo dovrebbe farci riflettere sul nostro rapportoprimario con l'agricoltura.

La giustizia sociale per i lavoratori agricoliDurante gli anni '60, César Chávez ha fondato l'unione dei lavoratori delle aziende agricole(in seguito denominato The United Farm Workers of America), un movimento socialesorto per combattere una grave ingiustizia in agricoltura: lo sfruttamento dei lavoratoriagricoli. La California è la patria delle pratiche industriali più sofisticate in agricoltura, eproduce più della metà di frutta fresca, verdura e noci di tutti gli Stati Uniti. Ironia dellasorte, impiega lavoratori agricoli più di qualsiasi altro Stato. I contadini erano - e alcuni losono ancora - tra i lavoratori meno pagati del paese. Chávez dovette confrontarsi con unalobby estremamente potente di istituzioni agricole (compresi gli istituti finanziari e legali)e con problematiche quali il razzismo, avviando così un movimento non-violento per creareuna società più favorevole per l'organizzazione sindacale. Questo movimento ha sviluppatoe praticato strategie non-violente, sulla scia del Mahatma Gandhi, per ottenere salari piùgiusti e condizioni di lavoro migliori. Quando, nonostante gli scioperi, non si è riusciti a

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portato i produttori al tavolo delle trattative, il movimento contadino ha creato unboicottaggio di grande successo sull'uva da tavola, e ha invitato i consumatori ad esprimeresolidarietà ai lavoratori agricoli. Chávez e la United Farm Workers erano preoccupati perl'uso dei pesticidi e i loro effetti sui lavoratori dei campi fin dai primi giorni della nascitadel sindacato, e cercarono con successo una negoziazione sul loro utilizzo attraverso icontratti di lavoro.

Mangiare è un atto di "agricoltura etica"Nel libro "The Unsettling of America: Culture and Agriculture" Wendell Berry ha descrittol'esodo di persone provenienti dalle campagne verso le città e le sue implicazioni per lasocietà e l'agricoltura. Ha criticato l'agricoltura industriale che causa gravi impatti socialied ambientali e denunciato l'alienazione della società moderna dal mondo agricolo edall'ambiente. Egli ha sostenuto che la qualità del lavoratore agricolo è rivelatrice dei suoivalori ambientali, della sua etica della terra. In un breve saggio dal titolo "The Pleasures ofEating" (Il piacere di mangiare), ha sostenuto che mangiare è un atto di cultura agricola, ilche significa che tutti gli esseri umani sono coinvolti nell'agricoltura, direttamente oindirettamente, e che il modo in cui mangiamo è espressione di come trattiamo la terra.Berry è stata una delle tante persone che hanno criticato la superficialità del pensieroambientale, l'idea che la natura "pura" è solo quella dei parchi e delle zone selvagge. Haillustrato come i valori sociali e ambientali siano stati integrati negli enti agricoli(organismi scientifici, enti governativi, industrie private) e nei modelli di pensiero inagricoltura.L'agricoltura (coltivazione e pascolo) viene esercitata su approssimativamente un terzo e lametà della superficie della Terra. In combinazione con altre attività di raccolta cibo(pesca), essa ha un impatto enorme sull'ambiente naturale. Molti dei due miliardi di poveridi tutto il mondo vive di agricoltura, in genere in ambienti marginali in cui la superficie diterra coltivabile o l'acqua sono scarsi. Poche di queste persone sono integrate in unaeconomia capitalista, e quando i loro raccolti vengono a mancare, la loro vita dipende dagliaiuti umanitari per avere almeno i beni di prima necessità. Così, la fame nel mondo e l'eticaper la tutela dell'ambiente sono necessariamente correlate. Il degrado ambientale puòcompromettere la capacità dei poveri di nutrirsi.Il movimento statunitense per un'agricoltura sostenibile si è sviluppato nel corso degli anni'80 per collegare concettualmente la crisi economica causata dai fallimenti delle aziendeagricole con i problemi ambientali, agro-chimici e di inquinamento del suolo. Questomovimento ha difeso le pratiche agricole, le politiche governative e i mercati economici chesostengono forme alternative al modello di agricoltura industriale così problematico sottoil profilo ambientale. Questo movimento ha utilizzato un approccio basato su tre punti dipreoccupazione: la tutela dell'ambiente, lo sviluppo economico e l'equità sociale. Ilmovimento ha usato l'etica della sostenibilità per puntare ad avere forme di coltura piùeco-compatibili (ad esempio, di tipo organico), maggiori opportunità economiche per lecomunità agricole e rurali, e più salute e sicurezza dei lavoratori e dei consumatori. Iproblemi di equità sociale includono sempre più frequentemente la giustizia economica peri lavoratori agricoli, e l'accesso al cibo per i poveri. Uno dei modi più semplici per metterein pratica l'agricoltura etica è quello di acquistare direttamente dal produttore beni locali edi stagione attraverso i cosiddetti "farmers market" ("la spesa direttamente dalcontadino!).

Domande:1. Pensi che mangiare sia un atto di cultura agricola?2. Quali valori etici hai già integrato nelle tue scelte alimentari?3. L'ambito delle tue preoccupazioni ambientali include l'agricoltura?

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Per un approfondimento:Carson R., Primavera silenziosa, Feltrinelli, Milano 1999.Michael Pollan. Michael Pollan. The Omnivore's Dilemma: A Natural History of FourMeals. New York: Penguin, 2007.Wendell Berry. Wendell Berry. 1977. The Unsettling of America: Culture and Agriculture.Wendell Berry, Il piacere di mangiare, in AA.VV., Agricoltura è Disegnare il Cielo, vol. 1-2, Libreria Editrice Fiorentina 2007.

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Dodicesima Lezione - Corso di Etica Ambientale

Etica ambientale e guida ai processi decisionali

Questa lezione presenta una guida ai processi decisionali che ti permetterà di integrare ciòche hai appreso nelle lezioni precedenti. Il valore principale di questa guida è che ti aiuteràa chiarire il tuo pensiero relativamente ai vari fattori che devono essere valutati perprendere una decisione etica in riferimento ad un problema ambientale. Il modello diprocesso decisionale ha tre fasi: Analisi, Valutazione e Azione. Anche se non è possibilerispondere a ognuna di queste istanze, organizzare il proprio pensiero in queste trecomponenti principali aiuterà a evitare l'errore fatale di confondere l'empirico con ilnormativo, o il morale.Questa guida è un adattamento dell'eccellente modello proposto da James Martin-Schramm e Robert L. Stivers in Christian Environmental Ethics: A Case Method Approach(vedi nota sotto). Il loro modello è pensato per essere di aiuto in una decisione riguardanteun caso di etica ambientale. Noi consigliamo vivamente di consultare i molteplici casipresenti nel loro libro. Altri casi di etica ambientale possono essere trovati navigando sulweb. Inoltre consigliamo vivamente di utilizzare il modello su un caso di vita reale che puòessere affrontato nel tuo quartiere o nella tua città. Si dovrebbe passare attraverso ognifase del modello, prendendo appunti, come visto nelle lezioni precedenti.

Analisi (percepire i problemi)

1. I fattori personali: C'è qualcosa nella tua esperienza personale, che influenza il mododi vedere il caso?

2. Dinamiche di potere: tra i soggetti interessati al caso, tutti hanno uguale potere intermini decisionali? Se no, perché?

3. Dati oggettivi e scientifici: Quali sono i fatti principali nel caso? C'è qualchecontestazione su ciò che quei fatti sono? Qual è la descrizione più plausibile dei fatti? Cisono indizi che portano a ritenere che i dati scientifici siano presentati in modo distorto?

4. Fattori di complicazione: C'è qualcosa di particolarmente insolito o complicato nelcaso? In termini scientifici? O giuridici?

5. Relazioni: Qualcuna delle principali parti in causa è particolarmente coinvolta a livellopersonale al punto da influenzare il suo modo di vedere il caso?

6. Questioni etiche: Qual è il principale problema etico nel caso? Ci sono una o duequestioni etiche secondarie?

7. Alternative e conseguenze: Quali sono le principali alternative nell'andamento delcaso? Come viene trattata la questione etica primaria nel caso? Quali sono le probabiliconseguenze positive e negative di queste alternative?

Valutazione (norme da utilizzare per valutare le alternative)

1. Visione etica: Quale potrebbe essere una giusta soluzione a questi problemi? Ricorda:

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L'etica non è solo ciò che non si dovrebbe fare, è anche come ci immaginiamo che le cosedovrebbero essere.

2. Esaminare una questione ambientale incompleta: Come fai a valutare lacertezza con cui le alternative sono presentate? Quanto grandi sono i rischi di impattoambientale incerto, e chi ha l'onere del rischio?

3. Ragionamento etico: Quale modalità appare più appropriata? (ordini, conseguenze,carattere)

4. I principi morali: Quali principi etici chiave sono importanti? (Esempi: giustizia,sufficienza, sostenibilità, solidarietà, partecipazione, precauzione)

5. Virtù: Che tipo di tratti caratteriali vuoi siano rispecchiati nelle tue decisioni? (Esempi:prudenza, precauzione, coraggio)

Azione (prendere la decisione e agire su di essa)

1. Decisione: Quale alternativa è moralmente preferibile?

2. Giustificazione: come la giustifichi in termini di principi morali e di ragionamentomorale?

3. Comunicazione: Come pensi di comunicare queste informazioni a un pubblicoeterogeneo in modo da renderle moralmente comprensibili?

4. Riflessione: Guardando indietro al caso, ci sono degli aspetti che sono statiparticolarmente illuminanti o inquietante? Quali nuovi sviluppi potrebbero portare ariconsiderare la tua decisione?

Nota:Questo schema è derivato da Martin-Schramm & Stivers (2003), Christian EnvironmentalEthics: A Case Method Approach, Orbis Books, New York.