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CORSO DI FORMAZIONE in salute e sicurezza sul lavoro secondo il D.Lgs. 81/2008 1 Ruggero Maialetti Francesco Marra Supporti per la formazione CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI ANTINCENDIO Secondo il D.Lgs. 81/2008 e s.m. in applicazione del D.M. 10 marzo 1998 Nel CD-Rom allegato - 645 diapositive in PowerPoint personalizzabili e suddivise nei tre moduli rischio elevato, medio e basso - note e istruzioni per il docente - test di apprendimento e attestati di partecipazioni

CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI ANTINCENDIO · CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio 7 e l’allegato IX, al punto 9.1, risulta ancora più specifico, dove afferma che i contenuti

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CORSO DI FORMAZIONE in salute e sicurezza sul lavoro secondo il D.Lgs. 81/2008 1

Ruggero MaialettiFrancesco Marra

Supporti per la formazione

CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI

ANTINCENDIOSecondo il D.Lgs. 81/2008 e s.m.

in applicazione del D.M. 10 marzo 1998

Nel CD-Rom allegato- 645 diapositive in PowerPoint personalizzabili e suddivise

nei tre moduli rischio elevato, medio e basso- note e istruzioni per il docente

- test di apprendimento e attestati di partecipazioni

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CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio 3

INDICE GENERALE

CAPITOLO 1

INTRODUZIONE ...................................................................................................... 5

1.1 SCOPO E DESTINATARI ........................................................................ 5

1.2 DESCRIZIONE DELL’OPERA ................................................................. 8

1.3 MODALITÀ DI CONDUZIONE DELLE LEZIONI ........................... 9

ELENCO DIAPOSITIVE COMMENTATERISCHIO ELEVATO ............................................................................................. 11

Questionario di valutazione per il Rischio elevato ................................................................................... 331

ELENCO DIAPOSITIVE COMMENTATERISCHIO MEDIO................................................................................................... 353

Questionario di valutazione per il Rischio Medio ...................................................................................... 483

ELENCO DIAPOSITIVE COMMENTATERISCHIO BASSO .................................................................................................. 501

Questionario di valutazione per il Rischio basso.......................................................................................... 607

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4 CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio

CAPITOLO 2

ATTESTATI ............................................................................................................... 617

CAPITOLO 3

USO E PERSONALIZZAZIONE DELLE DIAPOSITIVE ...................................................................................... 619

3.1 Uso e personalizzazione delle diapositive ............................................... 619

BIBLIOGRAFIA ..................................................................................................... 621

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CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio 5

CAPITOLO 1

INTRODUZIONE

1.1 SCOPO E DESTINATARI

Per definire chiaramente lo scopo ed i destinatari di queste dispense è necessario fareuna breve disamina dei relativi riferimenti legislativi.

Tra i vari obblighi attribuiti ai datori di lavoro e ai dirigenti dall’art. 18 del D.Lgs. 81/08 (1) (di seguito chiamato Testo Unico), al comma 1, lettera b), c’è quello di

designare preventivamente i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzioneincendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave eimmediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell'emergenza.

Si parla quindi di:● attuazione delle misure di prevenzione incendi;● lotta antincendio;● evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato;● salvataggio;● primo soccorso;● gestione dell’emergenza.

La stessa definizione viene ripresa dal Testo Unico, al comma 9 dell’art. 37, dove siafferma che

i lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazionedei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorsoe, comunque, di gestione dell’emergenza devono ricevere un'adeguata e specifica formazio-ne e un aggiornamento periodico;…

1. D.Lgs. Governo n. 81 del 09/04/2008: Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

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6 CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio

L’art. 46 del Testo Unico, relativo alla prevenzione incendi, al comma 3, letterab), cita poi uno

specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio

le cui caratteristiche, compresi i requisiti del personale addetto e la sua formazione, dovreb-bero esser definiti tramite decreto adottato dai Ministri dell’interno, del lavoro e della pre-videnza sociale, in relazione ai fattori di rischio presenti nel luogo di lavoro.

Infine, al comma 4 dello stesso articolo, si dispone che:

fino all'adozione dei decreti di cui al comma 3, continuano ad applicarsi i criteri generali di sicu-rezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro di cui al decreto del Mi-nistro dell'interno in data 10 marzo 1998.

Il citato D.M. 10 marzo 1998 (2), all’art. 6, relativo alla designazione degli addetti alservizio antincendio, al comma 1 stabilisce che

all'esito della valutazione dei rischi d'incendio e sulla base del piano di emergenza, qualora pre-visto, il datore di lavoro designa uno o più lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di pre-venzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze, ai sensi dell'art. 4, comma 5,lettera a), del decreto legislativo n. 626/1994, o se stesso nei casi previsti dall'art. 10 del decretosuddetto.

Si ricorda che il decreto legislativo n. 626/1994 è stato abrogato dal Testo Unico, che però,come visto sopra, ha mantenuto in vigore il D.M. 10 marzo 1998. Tuttavia, in quest’ultimo,si parla esplicitamente di:

● attuazione delle misure di prevenzione incendi;

● lotta antincendio;

● gestione delle emergenze;

ma non di

● evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato;

● salvataggio;

● primo soccorso.

All’art. 7, poi, il D.M. 10 marzo 1998 prevede che

I datori di lavoro assicurano la formazione dei lavoratori addetti alla prevenzione incendi, lottaantincendio e gestione dell’emergenza secondo quanto previsto nell’allegato IX

2. D.M. 10/03/1998: Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro.

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CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio 7

e l’allegato IX, al punto 9.1, risulta ancora più specifico, dove afferma che

i contenuti minimi dei corsi di formazione per addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendioe gestione delle emergenze in caso di incendio, devono essere correlati alla tipologia delle attivitàed al livello di rischio di incendio delle stesse, nonché agli specifici compiti affidati ai lavoratori.

Il riferimento è infatti a:● prevenzione incendi;● lotta antincendio;● gestione delle emergenze in caso di incendio;

e non a qualunque emergenza.

E infine, al punto 9.5, quando si definiscono i contenuti dei corsi di formazione in rela-zione al livello di rischio incendio, questi vengono indicati come CORSI PER ADDETTI AN-TINCENDIO.

Alla luce di quanto finora esposto, è finalmente possibile individuare univocamente idestinatari del presente testo e cioè i docenti che devono formare i soggetti di cuiall’art. 6 del D.M. 10 marzo 1998. Tali soggetti solamente per gli aspetti relativi agliincendi corrispondono ai soggetti di cui all’art. 18, comma 1, lettera b), del D.Lgs. 81/08, sempre ad eccezione dei lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di primosoccorso (3).

Per semplicità, nella trattazione che segue si farà riferimento agli addetti antincendio, indi-cando con tale definizione il personale incaricato di attuazione delle misure di prevenzioneincendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze in caso di incendio (comprendendo contale definizione anche l’evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di incendio). Dall’analisi deiprogrammi ministeriali, si vedrà infatti che non esistono figure che hanno il compito di at-tuare solamente le misure di prevenzione, o quelle di lotta antincendio, o di gestione delleemergenze ed evacuazione in caso di incendio, ma esiste una figura unica, quella dell’ad-detto antincendio, che viene formata per poter attuare tutte le misure previste dai pro-grammi stessi. L’eventuale formazione ed addestramento completi di squadre con specificicompiti di lotta antincendio in particolari ambiti lavorativi possono richiedere ulteriori in-tegrazioni od approfondimenti, non previsti da questi corsi.

In merito ai docenti dei corsi di formazione cui è destinato il testo, si precisa che il D.M.10 marzo 1998 non ne specifica le competenze né i requisiti.

Tuttavia, è bene ricordare che la frequenza ai corsi, da sola, non è sufficiente per l’incaricodi addetto antincendio nei luoghi di lavoro ove si svolgono le specifiche attività riportate

3. I requisiti del personale addetto al primo soccorso e la sua formazione, individuati in rela-zione alla natura dell’attività, al numero dei lavoratori occupati ed ai fattori di rischio, sono definiti nel D.M. 15 luglio 2003, n. 388.

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8 CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio

nell’allegato X del decreto: per questo è richiesto il conseguimento dell’attestato di ido-neità tecnica di cui all’art. 3 della legge 28 novembre 1996, n. 609 (4).

Tale attestato è rilasciato dai Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco, previo superamentodi prova tecnica, ai lavoratori designati che hanno partecipato ai corsi di formazione svoltidal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco o da enti pubblici o privati.

Lo scopo di quest’opera è quello di mettere a disposizione dei docenti, uno strumento diformazione completo, pronto all’uso e corredato di una serie di nozioni aggiuntive utili adapprofondire, se ritenuto necessario, la trattazione dei vari argomenti.

1.2 DESCRIZIONE DELL’OPERA

Il prodotto è costituito da un libro con allegato CD.Nel testo sono illustrate le diapositive dei tre corsi di formazione per addetti antin-cendio, distinti in base al livello di rischio e conformi ai tre differenti programmi mi-nisteriali, aventi le seguenti durate:● rischio incendio elevato: 16 ore● rischio incendio medio: 8 ore● rischio incendio basso: 4 ore

Le diapositive sono realizzate in Microsoft Power Point® e, per ogni corso, sono suddivisein diverse sezioni.

Tenendo conto del fatto che i programmi ministeriali fanno riferimento a contenuti minimi, cia-scun corso contiene almeno tutti gli argomenti previsti dai programmi ma, per comodità ditrattazione e esigenze di completezza, gli stessi argomenti sono talvolta riordinati in manieraleggermente differente, comprendendo ulteriori premesse o approfondimenti.Nelle dispense relative ai corsi per livelli di rischio incendio maggiori si possono tro-vare richiami anche a situazioni tipiche di livelli più bassi. Infatti, l’addetto formato perrischi più elevati può trovarsi a svolgere il suo incarico anche in luoghi di lavoro conrischio minore, mentre in generale non è ammesso il contrario.Nella trattazione degli argomenti non vengono prese in considerazione le cosiddetteaziende a rischio di incidente rilevante (ex D.P.R. 175/1988, D.Lgs. 334/99 e s.m.i) cherichiedono specifici approfondimenti.Inoltre, anche se in molti casi associato agli incendi, non si tratterà nel dettaglio il fe-nomeno delle esplosioni (caso particolare della combustione), che afferiscono ad al-tra disciplina ed esulano da questo corso.

4. Legge n. 609 del 28/11/1996: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1 ottobre 1996, n. 512, recante disposizioni urgenti concernenti l'incremento e il ripiana-mento di organico dei ruoli del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e misure di razionaliz-zazione per l'impiego del personale nei servizi d'istituto.

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CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio 9

È opportuno evidenziare che, per ogni livello, il corso completo deve prevedere an-che le esercitazioni pratiche e, in particolare per i livelli di rischio medio ed elevato,lo svolgimento diretto di prove di spegnimento da parte dei discenti (nel caso di ri-schio basso, la prova pratica può essere sostituita dalla visione di sussidi audiovisivi).Il testo conterrà quindi diapositive di illustrazione dei principali mezzi e modalità diestinzione dei fuochi e delle attrezzature di protezione individuale, come richiesto daldecreto. Tuttavia perché il corso possa essere considerato svolto completamente, inconformità ai programmi ministeriali, è necessario che, almeno per i livelli di rischiomedio ed elevato, i discenti effettuino le prove pratiche di utilizzo dei mezzi di estin-zione e di uso dei dispositivi di protezione individuale (rischio elevato).Ogni sezione in cui sono suddivise le diapositive, in funzione degli argomenti, com-prende:● una serie di diapositive per lo svolgimento;● una diapositiva con il riepilogo degli argomenti trattati.

Al termine delle diapositive sono riportati questionari di valutazione a risposta multipla suciascuno degli argomenti trattati, un modello di attestato da rilasciare a fine corso da partedei docenti, le istruzioni per l’uso e la personalizzazione delle diapositive, la bibliografia.

Il CD allegato comprende:● i file delle diapositive in formato Power Point® (ppt);● i file dei questionari in formato pdf e rtf;● i file degli attestati in formato rtf;● una serie di testi suggeriti per gli approfondimenti.

A conclusione della descrizione dell'opera, per una migliore conoscenza della stessa ed unsuo impiego ottimale, si evidenzia che, mentre nella versione informatica in Power Point®sul CD le diapositive sono riportate in maniera completa per tutti i livelli di rischio, giàpronte per essere proiettate, nella versione cartacea che costituisce il volume di testo, lediapositive sono riportate estesamente (con dimensioni reali e note leggibili) solo per illivello di rischio elevato. Per i livelli di rischio medio e basso, delle diapositive aventi con-tenuto e note identici a quelle del rischio elevato si è deciso di inserire solamente una rap-presentazione in dimensioni ridotte, con un richiamo alla relativa diapositiva del rischioelevato. Ciò per ottimizzare l'impaginazione ed evitare, ove possibile, una inutile ripetizio-ne di pagine contenenti le stesse informazioni.

1.3 MODALITÀ DI CONDUZIONE DELLE LEZIONI

Per lo svolgimento degli incontri è necessario disporre di:- computer;- proiettore;

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- lavagna (a fogli o gesso);- dispensa con stampa delle diapositive da distribuire ai discenti;- questionari da distribuire al termine delle lezioni.

Nell’illustrare gli argomenti delle diapositive, il docente potrà basarsi sulle nozioni tecni-che e sugli approfondimenti contenuti in nota alle stesse.

Le diapositive sprovviste di nota sono autoesplicative.

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CAPITOLO 2

ELENCO DIAPOSITIVE COMMENTATERISCHIO ELEVATO

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1 Durante la proiezione di questa diapositiva il relatore si presenta ed effettua un ra-pido giro di interviste per la conoscenza dell’aula.Il relatore dovrebbe entrare in aula con un’idea precisa del tipo di attività svolta dal-le aziende di provenienza dei discenti (in relazione al rischio di incendio) e sul lorolivello di conoscenza degli argomenti oggetto del suo intervento; ad ogni modo, ilmomento iniziale delle presentazioni è fondamentale per tracciare una mappadell’aula e saggiare il livello generale con qualche domanda o approfondendo uncaso o una notizia da adottare come esempio.

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2 Con il programma sono presentati gli argomenti che saranno trattati durante il cor-so.L’introduzione illustrerà gli obblighi normativi a cui tale corso è legato.

L’incendio e la prevenzione incendi descriverà, da una parte, i principi fisici dell’incen-dio e le conseguenze del suo sviluppo, dall’altra, le misure atte a prevenirne l’insor-genza.

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3 Nella Protezione antincendio saranno illustrati tutti i dispositivi utili a combattere l’in-cendio ed a limitare i danni conseguenti al suo sviluppo.

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16 CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio

4 Nella sezione legata alle Procedure da adottare in caso di incendio, dopo alcuni cennisul piano di emergenza e sui comportamenti generali da assumere in presenza di unincendio, saranno illustrate le procedure connesse al contrasto diretto dell’incen-dio, alla segnalazione, all’evacuazione delle persone ed alle relazioni con i soccorri-tori.

Infine, ad ausilio delle Esercitazioni pratiche, vengono riportati alcuni approfondimen-ti sulle caratteristiche dei mezzi di estinzione, sui dispositivi di protezione individua-le (DPI) e sul loro uso.

Alla fine di ogni sezione saranno richiamati gli argomenti già trattati a scopo riepi-logativo.

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10 In questa sezione vengono trattate le basi teoriche propedeutiche alla sicurezza an-tincendio: come avvengono gli incendi, quali sono le cause, quali gli effetti, come fun-zionano le sostanze estinguenti, quali sono le misure che ne prevengono lo sviluppo.DIAPOSITIVA

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12 Slide di presentazione delle prime definizioni.La combustione è una reazione chimica di ossido-riduzione tra due sostanze, deno-minate combustibile e comburente, con sviluppo di calore e, generalmente, di luce,accompagnata dall’emissione di fumo e gas, come prodotti residui.Il combustibile è la sostanza che, nella reazione, si “ossida” cedendo gli elettroni allasostanza ossidante e fornendo energia sotto forma di luce e calore.Il comburente è la sostanza che si “riduce”, acquistando gli elettroni dal combusti-bile.

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13 Sono presentate altre definizioni base che evidenziano una distinzione tra terminiordinariamente utilizzati come sinonimi (fiamma e fuoco).L’emissione di calore, luce e prodotti residui è una conseguenza della reazione chi-mica di “combustione”.La fiamma ed il fuoco sono i fenomeni conseguenti e visibili della reazione e dipen-dono dalle condizioni di sviluppo della stessa.L’incendio non è altro che la conseguente diffusione incontrollata, nello spazio e neltempo, del fuoco.

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14 Il triangolo del fuoco è la rappresentazione simbolica delle condizioni che si devonorealizzare affinché possa verificarsi una combustione.La presenza di un combustibile e di un comburente non è sufficiente, da sola, a de-terminarne lo sviluppo.Serve un innesco che fornisca la cosiddetta energia di attivazione: quest’energia,sotto forma di calore, costituisce il terzo lato del triangolo della combustione e puòavere origine varia.Essendo una reazione esotermica, una volta innescata, la combustione genera calo-re; questo può esser sufficiente a sostenere la reazione anche in assenza di apportodi energia dall’esterno.Dalla rappresentazione mediante triangolo del fuoco si possono trarre i principi ge-nerali della prevenzione e dell’estinzione degli incendi: la necessità di rompere iltriangolo eliminando almeno uno dei tre lati ovvero uno dei tre elementi necessariaffinché la reazione abbia luogo.

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15 In realtà anche la presenza dei tre elementi del triangolo del fuoco è condizione ne-cessaria ma non sufficiente perché si sviluppi la combustione.Servono altre condizioni favorevoli.Prima di tutto la corretta proporzione tra combustibile e comburente ed il livelloappropriato di energia dato dall’innesco.Poi, bisogna tener conto del fatto che la combustione si compie mediante una ca-tena di reazioni chimiche intermedie che originano altre sostanze, instabili, chiama-te radicali liberi. Il passaggio attraverso tali composti, nelle loro successive combinazioni e trasfor-mazioni, conduce, dalle sostanze iniziali ai prodotti finali della combustione stessa.È necessaria quindi, come ulteriore condizione, l’iterazione della catena di reazionichimiche intermedie che producono i radicali liberi.

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16 La slide è la prima di una serie dedicata alla descrizione dei tre elementi che com-pongono il triangolo della combustione.In questo corso, si prende in considerazione, quale comburente, solamente l’ossi-geno dell’aria, ma ne esistono altri (ad es. il cloro), che possono reagire con le so-stanze combustibili per dar luogo a reazioni esotermiche.L’ossigeno è normalmente presente nell’aria in percentuale del 21%.Tale concentrazione è sufficiente allo sviluppo del processo di combustione dellesostanze comunemente considerate combustibili e ad essa è associata una determi-nata evoluzione dei fenomeni chimico-fisici connessi.Una variazione della concentrazione di ossigeno cambia l’evoluzione degli incendied il comportamento delle sostanze coinvolte.Così, una miscela più ricca di ossigeno modifica le condizioni di infiammabilità:● sostanze considerate incombustibili bruciano con fiamma (ad esempio il ferro);● l’energia di attivazione si abbassa notevolmente;● aumentano le temperature massime raggiungibili.

Gli effetti amplificati del rogo della camera iperbarica, nell’incidente avvenuto il 31ottobre 1997 presso la clinica Galeazzi di Milano, sono stati determinati propriodall’atmosfera ricca di ossigeno.

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17 La modalità di combinazione dei combustibili con l’ossigeno nel processo di com-bustione dipende dal loro stato fisico di aggregazione: gassoso, liquido o solido.La fiamma è presente quando il combustibile, o parte di esso, si combina con l’os-sigeno sotto forma di gas o vapori.

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19 I combustibili gassosi (sono quelli che si trovano allo stato fisico di gas a tempera-tura e pressione ambiente) si miscelano immediatamente con l’ossigeno presentenell’aria e, pertanto, sono particolarmente pericolosi.Infatti, per avviare la combustione della miscela è sufficiente una quantità minimadi energia (prodotta ad esempio da una scintilla).

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20 ● Le miscele di gas – aria comburente prendono fuoco, se innescate, solo se nellamiscela la percentuale di gas è all’interno di un campo (il CAMPO DI INFIAM-MABILITÀ) di valori ben determinati; al di fuori di questo campo, se cioè la con-centrazione di gas è poco o troppo elevata (la miscela è povera o ricca dicombustibile), indipendentemente dall’energia di attivazione, la combustionenon avviene.

● La TEMPERATURA DI AUTOACCENSIONE è quella a cui un combustibile siaccende spontaneamente senza più la necessità di un innesco esterno (è anchequella temperatura che deve avere un innesco esterno per accendere il com-bustibile).

● Il POTERE CALORIFICO è la quantità di calore che si ottiene dalla combustio-ne di 1 m3 della sostanza esaminata.

● La REATTIVITÀ CON ALTRI GAS è utile nella scelta degli immagazzinamenti;se gas differenti fuoriusciti dai rispettivi contenitori amplificano il pericolo di in-cendio una volta miscelati, andranno prese adeguate misure preventive per evi-tarne il possibile contatto.

● La DENSITÀ RELATIVA ALL’ARIA indica se il gas fuoriuscito dal suo conteni-tore tende a disperdersi nell’atmosfera (gas più leggero dell’aria) oppure ad ac-cumularsi in basso (gas più pesante dell’aria). Come si vedrà in seguitol’areazione dei locali è una delle normali misure di prevenzione contro gli in-cendi; avere informazioni sulla densità dei gas permette di decidere come rea-lizzare le aperture di ventilazione.

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22 Affinché un combustibile liquido bruci è necessario che prima evapori e poi si mi-sceli con il comburente.In questo caso, il calore favorisce l’evaporazione del liquido combustibile.Dopo che si è formata la miscela vapore combustibile-aria, per la sua accensionel’energia ancora richiesta è minima.Nel complesso, per incendiare un combustibile liquido, l’energia che deve esseresomministrata serve in parte per far evaporare il liquido ed in parte per accenderela miscela aria–vapori. La differenza tra i vari combustibili liquidi è nella temperatura minima alla qualesono emessi vapori infiammabili; questa temperatura, valore caratteristico dei com-bustibili liquidi, si chiama TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA’ (si dice anchePUNTO DI INFIAMMABILITA’), definita appunto come la “Minima temperatura allaquale alla quale un liquido emette vapori in quantità sufficiente a formare con l’ariauna miscela infiammabile in grado di accendersi se posta a contatto con un inne-sco”.La benzina ha il PUNTO DI INFIAMMABILITA’ a – 21°C, il gasolio a + 65°C; la ben-zina è in grado di generare un incendio molto più facilmente a temperatura ambien-te, mentre il gasolio deve essere riscaldato.Liquidi combustibili con caratteristiche diverse determinano misure di prevenzionee protezione diverse.

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23 ● La TEMPERATURA DI INFIAMMABILITÀ o punto di infiammabilità è stata giàdefinita.

● La TEMPERATURA DI AUTOACCENSIONE è quella a cui un combustibile si ac-cende spontaneamente senza più la necessità di un innesco esterno (è anche quellatemperatura che deve avere un innesco esterno per accendere il combustibile).

● Da prove sperimentali si è visto che la combustione si innesca solo se la miscelavapori combustibili – aria comburente contiene determinati valori percentualidell’una e dell’altra sostanza; la miscela si accende solo se la quantità di vaporicombustibili sono contenuti entro un preciso campo di valori, detto appunto“CAMPO DI INFIAMMABILITÀ”. Se il contenuto di vapori combustibili nellamiscela con l’aria è inferiore al limite minimo di detto campo o superiore al li-mite massimo, la miscela non si accende.

● Il POTERE CALORIFICO è la quantità di calore che si ottiene dalla combustio-ne di 1 kg della sostanza esaminata.

● La TENSIONE DI VAPORE è un indice della facilità con cui un liquido evapora(dal punto di vista fisico è la pressione esercitata dal vapor saturo al di sopradel liquido quando è raggiunto l’equilibrio tra le due fasi); la tensione di vaporeaumenta con la temperatura.

● Il PESO SPECIFICO serve a sapere se il liquido combustibile galleggia od affon-da in acqua: è importante ai fini degli interventi di estinzione.

● Anche la MISCIBILITÀ IN ACQUA serve all’atto dell’estinzione; si può diluireil combustibile riducendone l’emissione di vapori infiammabili.

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24 Quando il combustibile è solido, a similitudine di quanto accade con i liquidi, perchéil processo di combustione si avvii, serve dell’energia sia per rendere disponibile unaquantità sufficiente di combustibile allo stato gassoso, sia per innescare la combu-stione.Per bruciare un combustibile solido, generalmente, serve una quantità maggioredi energia iniziale rispetto ai combustibili gassosi:● prima, per liberare i gas contenuti all’interno delle sostanze solide mediante PI-

ROLISI;● poi, per innescare la miscela tra i gas emesso ed il comburente.

Esiste il PUNTO DI INFIAMMABILITA’ anche per i solidi la cui definizione è appun-to la “minima temperatura alla quale alla quale un solido emette vapori in quantitàsufficiente a formare con l’aria una miscela infiammabile” che può accendersi a con-tatto con un innesco.L’intero processo di combustione dei solidi, soprattutto quelli tradizionali, legno,carbone, tessuti naturali, ecc., comporta una fase in cui, esaurita la frazione gassosadel materiale, esso continua a bruciare senza fiamma, formando le BRACI.Al termine della combustione, rimane come residuo la CENERE, che altro non èche materiale, in genere di origine minerale, incombustibile.

Approfondimento: La piroscissione o pirolisi (o cracking in inglese), provocala rottura dei legami atomici della materia solida permettendo la liberazionedella frazione gassosa dei componenti della sostanza combustibile stessa.

DIAPOSITIVA

RISC

HIO

ELEV

ATO

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CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio 331

Questionario di valutazione per il Rischio Elevato

1. INTRODUZIONE 1. Lo scopo di questo corso è: a) Formare il personale destinato ad assumere l’incarico di addetto antincendio b) Migliorare le prestazioni lavorative dei discenti c) Formare tutto il personale in materia di sicurezza antincendio per annullare il ri-

schio di incendio

2. L’INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI

2. La combustione è: a) Una reazione chimica b) Un processo tecnologico c) Un effetto ottico dovuto alla presenza di fiamme

3. Gli elementi che costituiscono il triangolo del fuoco sono: a) Il combustibile e la temperatura b) Il combustibile, il comburente e la temperatura c) Il combustibile, il comburente e il calore

4. La temperatura di infiammabilità è: a) La temperatura minima alla quale vengono emessi gas infiammabili che si misce-

lano con l’aria comburente; b) La temperatura che deve avere un innesco per accendere un combustibile liquido c) La temperatura massima raggiunta dalle fiamme prodotte da combustibili liquidi

5. La quantità di calore sviluppata da una materia plastica incendiata: a) È sempre minore di quella sviluppata dalla legna b) Dipende dalla composizione chimica c) È sempre maggiore di quella sviluppata dalla legna

6. La temperatura di infiammabilità del gasolio è: a) Più alta di quella della benzina

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332 CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio

b) Più bassa di quella della benzina c) La stessa quella della benzina

7. La temperatura di autoaccensione del gasolio è: a) Più alta di quella della benzina b) Più bassa di quella della benzina c) La stessa quella della benzina

8. Una concentrazione di gas combustibile in aria maggiore del limite supe-riore di infiammabilità:

a) Non ha alcun effetto sull’accendibilità della miscela b) Rende più facile l’accensione della miscela c) Rende impossibile l’accensione della miscela

9. Il flash-over è: a) La sorgente l’innesco dell’incendio b) Il momento in cui l’incendio inizia ad autoestinguersi c) Il momento in cui l’incendio si diffonde in modo generalizzato.

10. In presenza di un incendio è possibile intervenire per tentare lo spegnimen-to:

a) In qualunque momento b) Prima della generalizzazione dell’incendio c) Solo nella fase finale quando le temperature cominciano scendere

11. I prodotti della combustione sono a) Fiamme, calore, gas combusti, fumo b) Vapor acqueo, cenere, idrocarburi c) Azoto, metano e propano

12.Un’ atmosfera contenente meno del 10 % di ossigeno determina a) La morte in pochi minuti b) Un lieve malessere c) Nessun effetto

13.La prima causa di morte in un incendio è/sono: a) Il monossido di carbonio b) Le ustioni c) Il crollo delle strutture

14. In caso di incendio ci si deve porre: a) Vicino ad un serbatoio in pressione, perché sicuramente molto resistente

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CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio 333

b) Vicino a superfici di vetro, isolanti termicamente c) A distanza da entrambi

15.Comprimere un gas può essere origine di un incendio: a) Si a) No a) Dipende dal gas

16. Il primo effetto nocivo del fumo è: a) Irritazione agli occhi b) Propagazione dell’incendio c) Impedimento della visibilità

17.L’anidride carbonica è: a) Innocua b) Asfissiante c) Tossica

18. I fuochi di classe A sono: a) Fuochi di combustibili gassosi b) Fuochi di combustibili liquidi c) Fuochi di combustibili solidi

19.Quale di queste affermazione è falsa: a) L’estinzione di un incendio si può ottenere per ventilazione b) L’estinzione di un incendio si può ottenere per soffocamento c) L’estinzione di un incendio si può ottenere per allontanamento dei combustibili

20.Per inibizione chimica dell’incendio si intende: a) Impedire la miscelazione tra combustibile chimico e comburente b) Interrompere la catena di reazioni intermedie della combustione c) Inibire l’evaporazione dei combustibili liquidi

21.L’acqua estingue principalmente per: a) raffreddamento b) soffocamento c) inibizione chimica

22.La polvere degli estintori agisce per: a) inibizione chimica b) soffocamento c) entrambe le azioni

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CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio 617

CAPITOLO 2

ATTESTATI

Gli attestati di formazione (un cui esempio è riportato in figura) sono prodotti in for-mato .rtf in modo da poter essere agevolmente personalizzati.

L’utente avrà cura di:

● inserire nome e logo della società, il logo della società che ha erogato il corso;

● inserire nome e cognome del discente;

● inserire la data e il luogo del corso;

● indicare il numero di ore delle lezioni;

● indicare i nominativi che firmano l’attestato.

<spazio_logo>

Attestato di formazioneSi attesta che

<Nome Cognome> ha partecipato con esito positivo alla verifica di apprendimento al

Corso di formazione per addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze in caso di incendio

che si è tenuto a <città> nei giorni <data>

Corso per attività a RISCHIO INCENDIO ELEVATOai sensi del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e del D.M. 10 marzo 1998

con durata di <16> ore

Il docente<dott. Nome Cognome>

Il discente<Nome Cognome>

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CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio 619

CAPITOLO 3

USO E PERSONALIZZAZIONE DELLE DIAPOSITIVE

3.1 Uso e personalizzazione delle diapositive

Le diapositive possono essere usate mediante un proiettore collegato al PC in moda-lità presentazione.Le animazioni sono state completamente disattivate ma l’utente può scegliere di in-serire quelle che ritiene più confacenti al proprio modo di sviluppare gli argomentitrattati.Le diapositive sono contenute in un file Power Point e sono personalizzabili a cura deldocente. Per una corretta visualizzazione delle diapositive consigliamo di scaricare sul compu-ter dell’utente l’intera cartella “Diapositive” e solo successivamente procedere allapersonalizzazione.Ogni diapositiva ha delle note che aiutano il relatore nell’illustrazione dei temi trattatie suggerisce approndimenti, comportamenti e domande da tenere in aula.La modalità ottimale per questo tipo di lezioni prevede l’uso della presentazione peril relatore con il doppio monitor (presentazione>presentazione relatore). Adottandoquesta modalità le diapositive saranno proiettate mentre nel monitor del relatore ap-pariranno le note, un riepilogo della presentazione e il tempo trascorso.

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