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Corso di Laurea
In filosofia
Ex DM 5091999
Tesi di Laurea
A proposito
dellrsquoEterno del
divenire e della
fede
Relatore
Ch Prof Giorgio Brianese
Correlatore
Ch Prof Davide Spanio Laureando
Paola Teston
Matricola 778268
Anno Accademico
2017 2018
2
A PROPOSITO DELLrsquoETERNO
DEL DIVENIRE E DELLA FEDE
3
LrsquoOccidente non ha saputo accogliere
il Sacro In questo mancato incontro
incomincia lrsquoesperimento metafisico
dellrsquoOccidente
Emanuele Severino
-Essenza del nichilismo-
4
Prefazione
Nel volume di Emanuele Severino Il mio scontro con la Chiesa1 si trova la
documentazione epistolare delle vicende che dal 1961 al 1970 hanno condotto la Chiesa
Cattolica a dichiarare ufficialmente lrsquoopposizione tra il suo pensiero filosofico e il
Cristianesimo2 Inizialmente la Chiesa si espresse attraverso la Sacra Congregatio pro
Institutione Catholica3 (Sacra Congregazione per lrsquoeducazione cattolica che con lrsquoex
SantrsquoUffizio egrave una delle massime istituzioni dellrsquoorganizzazione teologico-educativa della
Chiesa) e in un secondo momento attraverso la Sacra Congregazione per la Dottrina della
Fede (lrsquoex SantrsquoUffizio)
Il cambiamento di sede per la discussione dellrsquointero problema fu la risposta positiva
alla richiesta dello stesso Severino preoccupato che la questione del rapporto tra il suo
pensiero e il Cristianesimo e dunque i motivi del dissenso non venissero confusi con altri
problemi e motivi come quelli politici che stavano alla base della contestazione partita proprio
in quegli anni dallrsquoUniversitagrave Cattolica4
1 Rizzoli Milano 2001
2 Emanuele Severino nato a Brescia il 26 febbraio 1929 fu docente presso lrsquoUniversitagrave Cattolica di Milano dallrsquoanno accademico 1954-1955 fino al 1970 prima come professore incaricato e poi come ordinario
3 Agli inizi del 1968 la Sacra Congregatio pro Institutione Catholica invitava monsignor Colombo a
prendere contatti con il prof Severino nel tentativo di condurlo a un chiarimento del suo pensiero che non
risultasse piugrave in contrasto con la dottrina della Chiesa Poicheacute il chiarimento richiesto aveva condotto a un esito
opposto il professor Lazzati rettore dellrsquoUniversitagrave Cattolica chiese a monsignor Colombo di sollecitare una
presa di posizione della Sacra Congregatio pro Institutione Catholica che rispose invitando Lazzati a prendere i
provvedimenti del caso e cioegrave immediatamente la sospensione dallrsquoincarico di Storia della filosofia
contemporanea che Severino teneva oltre al corso che svolgeva in qualitagrave di prof ordinario e in prospettiva la
revisione dellrsquointera sua posizione accademica presso lrsquoUniversitagrave Cattolica ossia il suo allontanamento da
questrsquoultima E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 14
4 Il sessantotto in Italia ebbe la sua scintilla iniziale allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave del Sacro Cuore di Milano a causa della decisione dellrsquoAteneo di aumentare le rette universitarie il 15 novembre 1967 gli studenti diedero
vita alla prima occupazione dellrsquoUniversitagrave La notte stessa il rettore Ezio Franceschini fece sgombrare
centocinquanta occupanti dalla polizia Dopo tre giorni 30000 studenti sfilarono per Milano fino
allrsquoarcivescovado e la protesta si diffuse in tutte le principali universitagrave del paese Il 21 marzo 1968 la Cattolica
venne nuovamente occupata e dopo essere stata sgomberata venne chiusa a tempo indeterminato Leader iniziale
della rivolta fu Mario Capanna studente di filosofia dellrsquoUniversitagrave Cattolica L Bertoli La rivolta alla Cattolica
diede il via al rsquo68 in URL oldUnicait consultato in data 15032017
5
Il 16 dicembre 1969 il cardinal Franjo Seper prefetto dellrsquoex SantrsquoUffizio spedigrave al
professor Severino i tre laquoVotiraquo dei periti incaricati dalla Sacra Congregazione di esaminare il
suo discorso filosofico (prof padre Cornelio Fabro prof padre GBLotz5 prof don E
Nicoletti6)
Padre Cornelio Fabro7 al termine del proprio Voto intitolato Sulla posizione filosofica
di E Severino conclude affermando
Prout verba sonante t eius philosophia exigit bencheacute il Severino non si dichiari espressamente
mai neacute ateo neacute anticristiano egli critica alla radice la concezione della trascendenza di Dio ed i
capisaldi del Cristianesimo come forse finora nessun ateismo ed eresia hanno mai fatto8
Durante gli anni di insegnamento alla Cattolica gli scritti maggiori pubblicati da
Severino furono La struttura originaria9 e Studi di filosofia della prassi
10
Anche se La struttura originaria conteneva il fondamento che poi si sarebbe sviluppato
negli scritti successivi la sua pubblicazione non incontrograve grandi difficoltagrave Maggiori furono
quelle incontrate con Studi di filosofia della prassi La seconda parte dellrsquoopera dal titolo
Implicazioni pragmatiche della veritagrave riguardava il problema della fede e quindi anche la fede
cristiana vista giagrave qui come contraddizione
5 Il laquoVotoraquo del prof padre GB Lotz SJ non aveva alcun carattere filosofico ma solo lrsquointento di stabilire
in modo sommario ed estrinseco la compatibilitagrave tra il discorso filosofico severiniano e la dottrina tradizionale
della Chiesa
6 Il laquoVotoraquo del prof don E Nicoletti aveva la forma della ldquodifesardquo rispetto ai primi due che assumevano la
forma dellrsquoldquoaccusardquo In seguito egli si portograve estremamente vicino al contenuto degli scritti di Severino e lasciograve la
veste talare
7 Padre Cornelio Fabro nato a Flumignano il 24 agosto 1911 presbitero teologo e filosofo membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesugrave Cristo ex definitore del SantrsquoUffizio fu professore
allrsquoUniversitagrave degli studi di Perugia e uno degli esponenti piugrave importanti del tomismo del Novecento Il suo
apporto piugrave profondo alla metafisica classica sulle orme di San Tommaso drsquoAquino egrave la distinzione tra essentia e
actus essendi
8 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag86
9 La Scuola editrice Brescia 1958 nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1980
10 Vita e pensiero Universitagrave cattolica 1962 seconda edizione Adelphi 1984
6
La fede egrave una delle modalitagrave dellrsquoessere in contraddizione e cioegrave nellrsquoerrore Ossia egrave il
trovarsi nella non-veritagrave egrave lrsquoassumere come veritagrave ciograve che non si presenta come veritagrave Al
tempo degli Studi perograve la fede (come ogni fede) egrave contraddizione e tuttavia agli occhi della
struttura originaria della veritagrave tale fede si presentava ancora come un problema Questo in
base al teorema che la fede in un asserto egrave sempre autocontraddizione tuttavia lrsquoasserto che egrave
contenuto della fede non egrave sempre autocontraddizione ma puograve essere qualcosa che non nega
neacute implica lrsquooriginario Quindi fino a Studi di filosofia della prassi crsquoegrave la persuasione che il
contenuto della fede cristiana (fides qua creditur) sia un insieme di asserti di questo tipo In
seguito a partire da Ritornare a Parmenide Poscritto11
sarebbe venuto in chiaro che la fede
cristiana egrave contraddizione non solo come fides qua creditur ma anche come fides quae
creditur ossia per il contenuto in cui si crede
11 lt La struttura originaria opera alla quale Severino si riporta di continuo come allrsquoesposizione basilare
del suo parmenidismo [] notevole per la sua mole e la ferrea struttura formale sembra non abbia destato
preoccupazione alcuna di ortodossia neacute allrsquouniversitagrave Cattolica di Milano neacute altrove La Redazione della Riv di
filosofia noescolmostra il suo dissenso ndash in forma piuttosto blanda mi sembra ndash solo allrsquoapparire di Ritornare a
Parmenide del 1964 la nota della redazione ammette anzi che lrsquolaquoarticoloraquo si riconnette ad una tradizione che ha i
suoi rappresentanti anche nella scolastica Con la tesi infatti che nellrsquoessere di ogni cosa per quanto diveniente e
caduca si manifesta immediatamente la presenza dellrsquoEssere divino Emanuele Severino continua ci sembra una
tradizione che ha esempi classici come per citarne uno il capitolo terzo dellrsquoItinerarium di San Bonaventura gt C
Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino prima edizione Quadrivium
Genova 1981 seconda edizione Opere Complete 2015 ndash Editrice del Verbo Incarnato (RM) pag70
I numeri successivi di laquoRivista di filosofia neoscolasticaraquo conterranno unrsquoampia discussione del saggio da parte di molti esponenti della cultura filosofica cattolica Nel numero V del 1965 venne pubblicato il Poscritto di Ritornare
a Parmenide che apparve con la seguente Nota lt Sebbene la risposta di Emanuele Severino accentui le
divergenze del suo pensiero dalla concezione filosofica alla quale si ispira questa Rivista pubblichiamo
ugualmente questo articolo persuasi che il dibattito di idee giovi alla conoscenza della veritagrave La fede nella veritagrave e
la fiducia che la possibilitagrave di esprimere liberamente il proprio pensiero aiuti a scoprirla egrave il vincolo fraterno che
oltre ogni pur radicale dissenso resta fra lrsquoAutore di questo articolo e gli altri redattori gt E Severino Il mio
scontro con la Chiesa cit pag 13
7
Unitamente alla lettera inviata al professor Severino il 2 luglio 1968 monsignor Carlo
Colombo presidente dellrsquoIstituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo Ente fondatore
dellrsquoUniversitagrave Cattolica e vescovo titolare di Vittoriana inviograve lrsquoallegato datato 21 marzo
1968 della Sacra Congregatio pro Istitutione Catholica firmato da Gabriel-Maria Card
Garrone e Giuseppe Schroffer segr
In tale lettera si auspicava ad una schietta e leale chiarificazione con il Professore a
seguito dellrsquoesame di alcuni suoi scritti (Ritornare a Parmenide Ritornare a Parmenide
Poscritto Il sentiero del giorno) data la loro marcata istanza immanentistica e per le
dissonanze che essi presentavano con la dottrina cattolica In un secondo allegato venivano
precisati tre punti i rilievi emersi dallrsquoesame degli scritti sopracitati 1- Il problema delle prove
dellrsquoesistenza di Dio come pseudoproblema 2- Inconcepibilitagrave e assurditagrave della laquocreatio ex
nihiloraquo 3- Impossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione12
Essi saranno il
contenuto del presente lavoro sviluppato quindi in tre parti riprendendo delle tematiche giagrave
presenti in Risposta ai critici e Risposta alla Chiesa13
e integrati da contenuti presenti negli
scritti successivi del prof Severino
La prima parte egrave riservata allrsquoalienazione del senso dellrsquoEssere alla dimenticanza della
veritagrave dellrsquoEssere che nel pensiero metafisico sorto per proteggere tale veritagrave rimane nellrsquo
inconscio e ne fa da sfondo
laquoEternoraquo come sinonimo di laquoEssereraquo eternitagrave che appartiene con veritagrave ad ogni
essente che nel suo manifestarsi non necessita di una dimostrazione ma di una
laquocomprensioneraquo La comprensione di un linguaggio che non parla la lingua del Sentiero della
Notte ma testimonia il Destino della veritagrave nel sentiero ancora intentato del Giorno che
conduce alla Gioia
12 Due anni dopo in data 12 febbraio 1970 verranno inviate al professor Severino le Osservazioni
conclusive con lrsquoElenco delle proposizioni riguardanti la dottrina filosofica del prof Severino formulato dalla S
congregazione per la Dottrina della Fede a conclusione dellrsquoesame condotto sugli scritti del filosofo
13 Testi rispettivamente del 1968 e 1970 contenuti in E Severino Essenza del nichilismo Adelphi
Milano 1995
8
La seconda parte si occupa della volontagrave di potenza come espressione del dominio
sullrsquoEnte dominio reso possibile solo nella laquopersuasioneraquo della libertagrave dellrsquoEnte che quindi egrave
libero da ogni legame che lo unisce al Tutto
La laquocreazione dal nullaraquo come assurda espressione del nichilismo in quanto creando un
mondo ndash e gli essenti del mondo ndash che sarebbe potuto non essere identifica di fatto lrsquoEssere al
Nulla ponendovi il divenir altro come cominciamento
Nello sguardo del destino lrsquoisolamento dellrsquoEnte e del Tutto dalla veritagrave dellrsquoEssere si
presenta come un tentativo fallito il tentativo di una laquovolontagrave che vuole lrsquoimpossibileraquo
La terza e ultima parte egrave dedicata alla trattazione della laquofederaquo come opposta alla
laquoveritagraveraquo in quanto la fede isola il contenuto creduto dal dubbio che lo circonda e nella
specificitagrave della fede cristiana in quanto laquoargomentoraquo laquoparolaraquo di ciograve che non laquosi mostraraquo di
ciograve di cui non si dagrave realtagrave
Il laquorapportoraquo tra fede e ragione nellrsquolaquoimpossibilitagraveraquo di una loro laquoarmoniaraquo decretata
dal mancato riconoscimento da parte della Chiesa di essere detentrice di una veritagrave di fede e
non di ragione
9
INTRODUZIONE
I - La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica
Un profondo osservatore come Cornelio Fabro poteva affermare circa quarantrsquoanni
orsono che il pensiero italiano nel contesto pluralistico delle filosofie contemporanee
sembrasse percorrere un proprio cammino nella fedeltagrave a quellrsquoevento che aveva caratterizzato
variamente ma costantemente il fondo della nostra cultura filosofica nella prima metagrave del
secolo il neo-idealismo specialmente nella forma dellrsquoattualismo gentiliano14
Se infatti
Benedetto Croce aveva dilagato soprattutto nellrsquoambito degli studi storici estetici letterari la
coscienza dei giovani assillati dallrsquoistanza teoretica si rivolse a Gentile
Se non che mentre Gentile poteva celebrare nella perenne presenza dellrsquoatto la veritagrave dellrsquoAssoluto onnicomprendente la coerenza spingeva i suoi accorti discepoli a denunziare fino in fondo la
sopravvivenza della contaminazione teologico-metafisica per portarsi su posizioni di rottura
radicale [] quale laquoil principio della scienzaraquo di Ugo Spirito15
Spirito fa il punto di partenza da una considerazione storica cioegrave dalla constatazione
che gli uomini di fatto hanno trovato un modo drsquointendersi al di lagrave di ogni religione e di ogni
filosofia cioegrave che di fatto il mondo ormai da tempo va unificandosi da oriente a occidente da
nord a sud e che la forza unificante non egrave data da un mito o da unrsquoideologia bensigrave dalla scienza
e dalla tecnica che diventano effettivamente lrsquounica valida piattaforma di consistenza e di
unificazione degli uomini Questo percheacute le laquoreligioni e le filosofie dividono la scienza
unisceraquo16
14 C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag 9
15 Ibidem
16 Ivi pag 1011
10
Ma proprio in quel periodo (1964-1965) Spirito veniva scavalcato nella reductio ad
nihilum o destructio philosophiae nientemeno che allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave Cattolica di
Milano da Emanuele Severino17
La piega attualistica continua Fabro se proprio non fu un vitium originis si rivelograve nella
UC almeno un trentennio prima dello s contro tra E Severino e la stessa Chiesa
nella tesi di laurea di G Bontadini18
[]dedicata appunto alla difesa della laquounitagrave dellrsquoesperienzaraquo
di qui fu facile il passo allrsquointerpretazione attualistica di Parmenide prima da parte del Bontadini e
poi senza remore del Severino il quale critica di certo anche lrsquoidealismo ma per quel tanto che ancora in esso rimane di affermazione dualistica
Fu un fatto secondo Padre Cornelio anche se puograve sorprendere che Bontadini
formatosi allrsquoUC la quale aveva pur fatto sua lrsquoesortazione della Aeterni Patris (1879) di Papa
Leone XIII rinnovata senza posa dai successori di un ritorno alla filosofia realistica della
tradizione greco-cristiana soprattutto secondo la rigorosa forma speculativa avuta da S
Tommaso mostri fin da principio una opzione decisa a favore dellrsquoimmanenza moderna e piugrave
precisamente per lrsquoattualismo di Gentile
17 lt Spirito e Severino stanno agli antipodi Spirito pensatore laico che rispetta la coscienza religiosa
indica nello sperimentare infinito della scienza il fondo del pensiero religioso ed il campo dellrsquounica veritagrave e
salvezza possibile Severino considera in blocco la scienza la filosofia il marxismo tutto il Cristianesimo storico
nella medesima area del nichilismo occidentale ossia la perdita radicale della veritagrave originaria chrsquoegrave lrsquoEssere uno e immutabile lagrave lrsquoesasperazione riflessiva della perdita del logo qui lrsquoesasperazione decisiva del ricupero del logo e
del non-logo gt Fabro sottolinea con tono di rimprovero ma direi soprattutto di rammarico come lt
Nellrsquoinfuriare della demitizzazione e nelle prospettive a getto continuo delle nuove ldquoteologie della morte di Diordquo
che percorrono in tutti i sensi la cristianitagrave post-conciliare doveva venire dallrsquoUniversitagrave Cattolica sorta per
difendere il pensiero ed i fondamenti della ortodossia cristiana lrsquoaffermazione radicale ndash ed a mio avviso non piugrave
superabile ndash del principio moderno della nientitagrave formale del cogito e alla demolizione ndash non piugrave ricuperabile ndash
della metafisica gt Ivi pag12
18 Gustavo Bontadini (Milano 27 marzo 1903-m1990) egrave stato un filosofo e accademico italiano
esponente di spicco del movimento neotomista (a parere di Severino laquoil maggiore pensatore cattolico dei nostri
tempiraquo Il mio scontro con la Chiesa pag6) Iscrittosi presso lrsquoUniversitagrave Cattolica quando essa aveva iniziato le
sue attivitagrave ma non era ancora riconosciuta dal Governo Italiano egli fu nel 1925 il terzo laureato assoluto dellrsquoAteneo presso il quale fu poi professore di filosofia teoretica dal 1951 al 1973 Fu maestro di Emanuele
Severino allrsquouniversitagrave di Pavia portandolo alla laurea nel 1951 con la tesi dal titolo Heidegger e la metafisica
Fabro ricorda come il miglior discepolo di Gentile quale Ugo Spirito affermava che lt Il Bontadini si puograve dire
oggi uno degli alunni piugrave genuini del Gentile e nel suo pensiero egrave piugrave presente lrsquoattualismo che non il
cattolicesimo gt inoltre Spirito attestograve ripetutamente a Fabro che Gentile considerava il Bontadini fra coloro che
meglio seguivano il suo pensiero C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E
Severino pag 139
11
Lrsquoorigine o forse la causa prossima che dir si voglia sembra da ricercare
nellrsquoinsegnamento del francescano P Emilio Chiocchetti19
studioso acuto ma alieno e
assolutamente impervio alle istanze della metafisica il quale pur criticando lrsquoidealismo aveva
prospettato la possibilitagrave di una simbiosi fra il realismo neoscolastico e il principio idealistico
Drsquo altra parte si puograve ammettere che lrsquoinsegnamento dellrsquoaltro pilastro del tomismo milanese
Mons F Olgiati20
il quale qualificava la filosofia moderna per laquofenomenismoraquo possa aver
stimolato al contrario la decantazione attualistica dellrsquoessere da parte di maestro e allievo
19 Emilio Chiocchetti nacque a Moena (Trento) il 20 settembre 1880 (m1951) nel 1903 ebbe
lrsquoordinazione sacerdotale Lrsquoincontro con la filosofia avvenne relativamente tardi quando fu mandato a Roma
presso il collegio internazionale di SAntonio La sua fatica piugrave importante fu la serie di articoli sulla filosofia di
Benedetto Croce del 1913-1914 la quale suscitograve notevoli e animate polemiche con lrsquoaccusa di idealismo
Chiocchetti riteneva non fosse possibile liquidare sommariamente tutte le conquiste della filosofia moderna
e che il necessario intervento per ristabilire la validitagrave del realismo tradizionale doveva avvenire per via di
dimostrazione e mai per principi astratti e decisi una volta per tutte La concretezza idealistica e quella realistica differiscono profondamente Nel volume sul Gentile La filosofia di Giovanni gentile si avverte subito
un tono diverso da quello usato per il Croce piugrave duro e intransigente e meno disposto a concessioni Lrsquoidealismo
attualistico viene opposto alla concezione cristiana in maniera netta Da Croce e da Gentile pensava Chiocchetti
dobbiamo imparare a vedere e cogliere la organicitagrave la metodicitagrave la modernitagrave e la concretezza storica del
sapere laquoIl Croce tratta e risolve problemi che anche la filosofia tradizionale considerava come immanenti il
Gentile invece risolve nel senso dellrsquoimmanenza problemi che la filosofia tradizionale risolve nel senso della
trascendenza Il Croce vede il mondo e si ferma ligrave il Gentile vede il mondo e lo afferma come Dioraquo Informazioni
raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura di Carlo Coen consultato in data 02072017
20 Francesco Olgiati nacque a Busto Arsizio in provincia di Varese il 1deg gennaio 1886 (m1962) nel
1908 nel Duomo di Milano fu ordinato sacerdote Nello stesso anno incontrograve Agostino Gemelli con lui e
Ludovico Necchi nel 1914 fondograve la rivista Vita e pensiero Dal 1922 fu membro del comitato permanente e del consiglio di amministrazione dellrsquoIstituto Giuseppe Toniolo (del quale divenne presidente dopo la morte di
Gemelli) ente finanziatore dellrsquoUniversitagrave Cattolica e dal 1924 ebbe un posto nel consiglio drsquoamministrazione
dellrsquouniversitagrave nella quale assunse subito lrsquoincarico dellrsquoinsegnamento di metafisica Filosofo neoscolastico
contro le dottrine di derivazione kantiana che pongono il primato della gnoseologia mons Olgiati sostiene il
primato della metafisica come scienza della realtagrave in quanto realtagrave Tiene una ferma presa di distanza
dallrsquoatteggiamento di ripulsa verso il pensiero moderno Informazioni raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura
di Lucia Pozzi consultato in data 02072017
12
II - La ricerca giovanile di Emanuele Severino
Nel periodo precedente la pubblicazione di Ritornare a Parmenide il pensiero di
Severino si svolse nellrsquoorizzonte di quel peculiare rinnovamento della metafisica che andava
proponendo il suo maestro Gustavo Bontadini e caratterizzato dallrsquoanalisi critica di alcuni
importanti filoni del pensiero contemporaneo21
Il magistero di Bontadini egrave rivelato dallrsquoattenzione di Severino verso la modalitagrave con
cui il filosofo milanese si era accostato prima nei confronti dellrsquoattualismo di Giovanni Gentile
e poi verso il successivo sviluppo in senso problematicistico operato da Ugo Spirito
La riforma operata da Gentile22
dellrsquoidealismo in attualismo non comportava soltanto il
venir meno del carattere assoluto della realtagrave in quanto considerata come presupposta al
pensiero ma esigeva pure che al concreto atto del pensare quale realtagrave autenticamente
spirituale non dovesse essere presupposto neppure lrsquoorganico sistema hegeliano delle categorie
logiche Solo cosigrave poteva essere portato al suo piugrave genuino compimento lrsquoidealismo introdotto
da Hegel e si sarebbe potuto affermare in modo radicale che la realtagrave assoluta non egrave lrsquoAtto puro
del quale parlava Aristotele inteso come lrsquoAtto giagrave perfettamente realizzato ma invece il
processo dialettico del Pensiero
21 Severino ricorda come lui e Bontadini a partire dal loro incontro allrsquouniversitagrave di Pavia dove il maestro era stato chiamato come professore straordinario di Filosofia teoretica si siano lt voluti sempre piugrave bene e
nonostante la distanza che andograve crescendo tra noi sul piano filosofico Bontadini pensava che lrsquoattualismo
gentiliano nel suo significato piugrave profondo avrebbe consentito di riproporre il discorso metafisico che negli ultimi
due secoli era stato sempre piugrave emarginato e soprattutto la metafisica classica Per Bontadini non si trattava di
rilevare la concordanza tra filosofia e cristianesimo guardando alla filosofia patristica e scolastica ma
valorizzando innanzitutto la riflessione greca sul senso dellrsquoessere Lrsquoattualismo sgombrava il terreno dal
ldquopresupposto naturalisticordquo che per secoli aveva concepito lrsquoessere come dimensione esistente indipendentemente
e al di lagrave del conoscere e che quindi non poteva che condurre (per usare lrsquoespressione kantiana) allrsquoimpossibilitagrave di
una metafisica come scienza - essendo rimasto alla metafisica il compito ineseguibile di andare al di lagrave del
conoscere per conoscere lrsquoessere Lrsquoidealismo e soprattutto quello gentiliano si era liberato di quel ldquopresuppostordquo
[] Non lo si percepigrave o non si comprese lrsquoimportanza della proposta di Bontadini percheacute era il tempo in cui in Italia incominciavano ad essere conosciute le filosofie straniere del Novecento ndash fenomenologia esistenzialismo
pragmatismo neopositivismo ndash e Gentile era stato fin troppo presente sulla scena culturale gt E Severino Il mio
ricordo degli eterni Rizzoli Milano 2011 pag 31-32
22 A proposito di Gentile Severino sostiene come si credesse spesso lt di poterlo liquidare dicendo che era
stato fascista che anzi durante il fascismo aveva avuto una posizione di primo piano Per capire opere come Teoria
generale dello Spirito come atto puro e ancor piugrave Sistema di logica come teoria del conoscere bisogna essere
addentro nelle cose filosofiche Per esempio conoscere Platone e Aristotele non meno di Kant e Hegel gt Ibidem
13
Ugo Spirito da parte sua aveva denunziato lrsquoesito contraddittorio inerente
allrsquoassolutezza che la dialettica veniva ad assumere nellrsquoattualismo di Gentile Ripristinando un
assoluto sia pure sui generis a suo parere la dottrina del maestro si rivelava anchrsquoessa una
forma di metafisica che era chiaramente in contraddizione con lrsquoassunto dialettico
fondamentale della dottrina Onde evitare il suddetto esito Spirito si orientograve pur con alcune
oscillazioni verso una forma di problematicismo situazionale riguardo allrsquoaffermazione o
meno di una realtagrave che trascendesse la dimensione che veniva a configurarsi nel processo
dialettico cosigrave come era affermato dallrsquoattualismo gentiliano
Il rapporto di Severino con la filosofia di Gentile fu articolato e si mosse seguendo un
duplice registro cogliere la presenza di un valore in seacute nella speculazione gentiliana e mostrare
la coerenza degli sviluppi attualistici allrsquointerno dellrsquoorizzonte nichilistico del pensiero
occidentale Due linee interpretative distinte ma convergenti
Per quanta riguarda il primo punto occorre distinguere due fasi che si succedono nel
tempo Nella prima fase della sua speculazione Severino guardograve allrsquoattualismo che si
proponeva quale essenzializzazione dellrsquoidealismo hegeliano come alla filosofia che
maggiormente si era impegnata nel toglimento del presupposto naturalistico tipico del
pensiero moderno inaugurato da Cartesio
Nella seconda fase a motivo della radicalitagrave con la quale Gentile assicurograve la serietagrave del
divenire dellrsquoessere lrsquoattualismo apparve agli occhi di Severino come lrsquoesatto capovolgimento
sul piano teoretico di quella filosofia della immutabilitagrave dellrsquoessere che egli era andato sempre
meglio valorizzando come espressione piugrave autentica della veritagrave
14
Dalla sua critica poi senza esitazione della determinazione attualistica dellrsquointero
Severino perverragrave alla conclusione che il superamento dellrsquoattualismo quale teoria del divenire
non egrave realizzabile lungo la via della mediazione metafisica ma soltanto negando la presunta
evidenza originaria del divenire dellrsquoessere vale a dire solo se lrsquoessere non vien posto come
diveniente
Per quanto riguarda Spirito Severino sostenne che esso non arrivograve a scorgere che
lrsquoimmutabile al quale egli tendeva fosse incompatibile con il divenire e che la sua critica
apparentemente radicale dellrsquoattualismo compigrave un passo indietro rispetto ad esso cosigrave come un
passo indietro fu compiuto da tutti coloro che sulla base dellrsquoattualismo ritennero di poter
giungere sia pure in modi diversi al Dio della teologia cristiana
Bontadini che pure comprendeva molto bene il significato preciso che le dottrine
dellrsquoattualismo e del problematicismo possedevano rispettivamente in Gentile e Spirito si era
risolutamente orientato a valorizzarle nella prospettiva di una efficace ripresa e di una valida
rigorizzazione della metafisica di trascendenza nella quale veniva data una risposta positiva al
problematicismo
Il giovane Severino seguigrave inizialmente il maestro fino ad affiancarglisi nella strategia
teoretica di fondo nondimeno si manifestograve subito un carattere piugrave personale nelle indagini
dellrsquoallievo rivelato dallrsquoinserimento in tale progetto ermeneutico teso a rivalutare la
metafisica classica nel contesto del pensiero contemporaneo anche della filosofia di Martin
Heidegger (Il risultato di tali ricerche severiniane egrave contenuto nei volumi Note sul
problematicismo italiano23
e Heiddeger e la metafisica24
)
23 E Severino Note sul problematicismo italiano Vannini Brescia1950
24 Id Heidegger e la metafisica prefazione di G Bontadini Vannini Brescia 1950 Lrsquoopera egrave stata
ripubblicata (Adelphi Milano 1994) senza la prefazione e con lrsquoaggiunta di altri testi severiniani posti in
Appendice
15
III - Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa
La discussione sullrsquoessere e lrsquoapparire tra Gustavo Bontadini ed Emanuele Severino egrave
durata piugrave di trentrsquoanni In essa e per essa i loro due linguaggi filosofici si sono andati
chiarendo sia pure in direzioni opposte25
Nella disputa i due grandi ambiti della discussione sono costituiti dalla determinazione
di ciograve che sia autenticamente il ldquodivenirerdquo che appare nellrsquoesperienza e dal valore che deve
essere riconosciuto al principio parmenideo che afferma lrsquoopposizione assoluta dellrsquoessere al
non essere
Il contrasto incominciograve con la pubblicazione di Ritornare a Parmenide nel quale viene
mostrata la necessitagrave che ogni essere sia eterno Ma questa necessitagrave si era giagrave mostrata nella
Struttura originaria e anzi ancor prima nel saggio del 1956 Aristotele e la metafisica classica
Sennoncheacute Ritornare a Parmenide tutto teso a mostrare lrsquoeternitagrave dellrsquoessente in quanto
essente non richiama e non sviluppa in alcun modo il tema del divenire dellrsquoesperienza come
lrsquoapparire e lo scomparire degli eterni Con lrsquoavvio della discussione con Bontadini quel tema ndash
e la connessa tesi che lrsquoesperienza non attesta che gli essenti escano dal nulla e vi ritornino ndash
saragrave al centro del Poscritto di Ritornare a Parmenide
Gli ldquoinconvenientirdquo che Bontadini riscontra nella posizione di Severino sono il
contrasto col consensus gentium (quello che una volta era portato tra le ldquoprove di Diordquo) la
Destruktion della storia della filosofia la frantumazione dellrsquoente e in particolare dellrsquouomo
Condividendo con Severino lrsquoassenso a Parmenide e ammettendo il divenire nel senso
nichilistico Bontadini dice di trovarsi preso da unrsquoantinomia lrsquoantinomia tra il responso del
logo e quello dellrsquoesperienza dal quale sente lrsquoobbligo di liberarsene
Egli ritiene di soddisfare a questrsquoobbligo con il teorema di Creazione lrsquoimmobile crea il
diveniente
25 Il breve saggio che contiene tale disputa egrave G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire ndash Una
disputa Morcelliana Brescia 2017
16
Alla contestazione di Severino che se lrsquoessere egrave immobile non si puograve piugrave tornare
indietro e pretendere che il divenire non sia piugrave assurdo quando egrave visto come creato e che se
Dio creasse il divenire creerebbe lrsquoassurdo Bontadini ritiene di dover laquoscagionare Dio da tanta
iatturaraquo26
La contraddittorietagrave che si deve togliere egrave data dalla presenza del negativo del non
Se egrave lasciato a seacute stesso il divenire presenta la sopraffazione del negativo sul positivo il
responso della fenomenologia
Lrsquointervento della metafisica cambia il verdetto dalla vittoria del nulla sullrsquoessere a
quella dellrsquoessere sul nulla Lrsquoannullatore non egrave piugrave il nulla ma lrsquoAtto creatore che egrave identico a
Dio perciograve eterno come Dio e pure positivum Il non ndash questo vuoto che affligge lrsquoessere ndash egrave
colmato compensato bilanciato dal positivo dellrsquoatto creatore il quale non egrave originariamente
diverso dalla realtagrave diveniente anzi potremmo dire sia laquoidentico a Dio nel modo di non
esserloraquo27
La contraddizione non crsquoegrave nel creato percheacute nel creato lagrave dove lrsquoesperienza ci
mostra la ferita della negativitagrave la ragione ci insegna che vige la potenza la positivitagrave del
Creatore (dellrsquoAtto creante che egrave atto puro)28
26 Ivi cit pag 23 27 Ivi cit pag 25
28 Lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete egrave dato dalla necessitagrave (corsivo mio) di sanare la
contraddizione inoculata dal non dal negativo Nella prospettiva della metafisica creazionistica lrsquoandare nel nulla
dellrsquoessere che risulta sul piano fenomenologico egrave risolto nel fare andare nel nulla che egrave in quanto fare un
positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico lt Sia che si tratti del porre o sia che si tratti del
togliere la concezione creazionistica risolve il negativo nel positivo e sopprime per ciograve stesso la contraddizione gt
Ivi cit pag 59
17
Severino da parte sua oltre a ricordare che padre Agostino Gemelli29
nella premessa
alla Metafisica classica e Aristotele aveva perfettamente colto che lrsquoeleatismo del suo scritto
non aveva nulla a che vedere col Principio di Parmenide di Bontadini sottolinea che lrsquoassurdo
nel divenire non egrave che lrsquoente non sia ma che sia il niente a render niente lrsquoente cioegrave che il
niente sia un positivo avente la forza di annullare lrsquoente
Lrsquoallievo quindi si sorprende che il maestro non avverta che nel suo discorso crsquoegrave
almeno lrsquoapparenza della strada che porta dal divenire allrsquoAnnullatore della strada invece che
porta dal divenire al Creatore non crsquoegrave nemmeno lrsquoapparenza
Allrsquoaffermazione di Bontadini che sia innegabile che almeno la presenza cioegrave
lrsquoapparire degli enti diviene nel senso dellrsquouscire e ritornare nel niente ( ciograve che lrsquoapparire egrave
chiamato a testimoniare egrave solo lrsquouscita del laquociograve cheraquo il venir meno del suo esser dentro
lrsquoesperienza) Severino pone allora il quesito questa laquoinnegabilitagraveraquo egrave dovuta a una
dimostrazione (che si fonderebbe sulla struttura originaria del sapere si fonderebbe sul logo) o
a una constatazione (cioegrave qualcosa di constatato che appare appunto nellrsquoesperienza)
29 Padre Agostino Gemelli al secolo Edoardo Gemelli nacque a Milano il 18 gennaio 1878 (m 1959)
religioso medico rettore e psicologo appartenente allrsquoordine francescano dei Frati Minori Proveniente da una
famiglia non praticante e anticlericale cresce in un ambiente agnostico comune alla borghesia dellrsquoepoca Durante
lrsquoanno di volontariato come soldato di sanitagrave frequenta Ludovico Nicchi e per suo tramite un giovane sacerdote
Giandomenico Pini Riprende pratica religiosa nellrsquoaprile 1903 e poco dopo matura la sua vocazione e la relativa
decisione di farsi frate francescano Edoardo diviene frarsquo Agostino Nel 1906 tiene una relazione al convegno
della Fuci dal titolo ldquoI progressi delle scienze biologiche innanzi al pensiero cattolicordquo dove pone con evidenza la
questione dei rapporti fra religione e scienza Si fa strada nella mente del giovane frate lrsquoidea che sia necessario
provvedere alla formazione di un pensiero cattolico moderno coerente con i tempi Nel 1909 fonda la ldquoRivista di filosofia neoscolasticardquo Le sue opere sono il frutto della convinzione profonda che il metodo empirico della
scienza e una fede solida possono arricchirsi a vicenda nella prospettiva di uno sviluppo autenticamente umano e
coerente con la grande tradizione della Chiesa Nel 1921 padre Gemelli ottiene lrsquoapprovazione di Benedetto XV
alla realizzazione dellrsquoUniversitagrave Cattolica del Sacro Cuore che inaugureragrave il 7 dicembre dello stesso anno nella
festivitagrave di SantrsquoAmbrogio con due facoltagrave Filosofia e Scienze sociali Padre Gemelli assume la carica di Rettore
che manterragrave fino alla morte Informazioni raccolte in URL laquowwwsantiebeatiitraquo (fonte riportata
laquowwwunicattitraquo) consultato in data 02072017
18
Il maestro risponde che lrsquoaffermazione del divenire ndash e dellrsquoannientamento ndash siano
opera non del solo logo neacute della sola esperienza ma di entrambi questi fattori della struttura
originaria egrave opera del logo che legge lrsquoesperienza e non puograve che leggerla nel modo suddetto
Lrsquoallievo rincalza facendo notare come sostenendo che lrsquoesistenza dellrsquoannientamento
dellrsquoapparire egrave affermata ad opera insieme dellrsquoesperienza e del logo considerati questi come
organi della Struttura originaria Bontadini tenti di far rientrare in tale struttura la
dimostrazione e il ragionamento errato di presupporre arbitrariamente che il venir meno sia
lrsquoandare nel nulla Inoltre se il logo originario egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come
puograve dire il maestro che il logo cooperi con lrsquoesperienza nellrsquoaffermare che qualcosa si
annienta Se il logo egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come puograve il logo leggere
nellrsquoesperienza lrsquoannientamento di qualcosa
Il maestro sentendosi ldquotirare per i capellirdquo afferma perentorio che
se qualcosa - un eterno ndash esce dallrsquoesperienza allora egrave venuto meno (= andato nel nulla) il suo
esser dentro (se infatti lrsquoesser dentro non fosse caduto allora lrsquoeterno non sarebbe andato fuori) Egrave naturalmente solo lrsquoessere di questo dentro che qui si afferma lrsquoesser venuto meno e non lrsquoessere
dellrsquoeterno che egrave andato fuori30
Agli occhi del discepolo il presupposto rimane il termine laquonon apparireraquo o
laquoscomparireraquo significa egrave inteso anche dal maestro come lo squagliarsi il dissolversi lo
spegnersi lrsquoannientamento dellrsquoapparire Invece lrsquoapparire empirico parziale egrave anche quando
esce dallrsquoapparire trascendentale (o anche egrave anche quando la sua appartenenza eterna al
contenuto dellrsquoapparire trascendentale non appare) Non si annienta neacute lrsquoente che esce
dallrsquoapparire trascendentale neacute il suo esser dentro tale apparire (ossia non si annienta nemmeno
il suo apparire che egrave apparire empirico parziale)
30 Lrsquoessere e lrsquoapparire - Una disputa pag 51 Bontadini in nota a ciograve continua sostenendo che se si
volesse sussumere che lrsquoeterno che egrave andato fuori (dallrsquoapparire) egrave eternamente dentro resta sempre che questo
esser dentro non appare (scompare) e cioegrave che si presenta sia pure ridotto al minimo un non un negativo
insopprimibile senza il quale non si avrebbe la struttura propria dello s-comparire
19
Ciograve che scompare egrave il finito non il trascendentale e il finito egrave sia lrsquoente che scompare
sia il suo apparire sia la relazione del finito col trascendentale (ossia della parte col tutto che
appare)
Una volta che Bontadini31
arriva a riconosce che lrsquoesperienza dello scomparire non egrave
lrsquoesperienza dellrsquoannientamento dellrsquoente che scompare gli rimane ancora da fare un passo
innanzi e riconoscere che anche lrsquoapparire dellrsquoente che scompare egrave un ente che scompare e che
quindi lrsquoesperienza del suo scomparire non egrave esperienza del suo annientamento
31 Il problema del divenire egrave posto e chiamato in causa per mettere a fuoco il senso e la portata
speculativa del principio di non contraddizione Il momentum metaphysicum del divenire egrave nella sua negativitagrave
ossia nel non avere nessuna positivitagrave poicheacute egrave proprio dellrsquoesperienza del divenire il suo continuo laquopassareraquo ad
altro che Bontadini indica con lrsquoespressione formale di laquovenir meno del datoraquo da cui scaturisce la
contraddittorietagrave del divenir che viene chiamata la laquogrande contraddizioneraquo (percheacute ogni altra contraddizione ne
sarebbe una specificazione) La spiegazione della contraddizione pura cioegrave che i molteplici casi di proposizioni in
cui il predicato egrave il termine contraddittorio del soggetto riguardano lrsquoessenza mentre la contraddizione pura
quella del divenire riguarda lrsquoesistenza (contraddizione che il maestro pensa di superare ad opera del Principio di Creazione) LrsquoAutore chiama questo procedere o meglio lo fa corrispondere allrsquoargomento ontologico percheacute
fondato super rationem entis et non entis In realtagrave secondo lrsquoumile avviso di Fabro si tratta di un salto dalla sfera
dellrsquoessenza a quella dellrsquoesistenza nella sfera dellrsquoessenza il divenire egrave contraddittorio e tale rimane nella sfera
dellrsquoesistenza lo sarebbe ma cessa di esserlo grazie alla mediazione del principio di creazione La creazione egrave un
laquoatto dellrsquoImmobile che suscita dal nulla la realtagrave divenienteraquo Il divenire come tale resta sempre nulla nulla di
essere Da questo nulla il divenire egrave liberato dallrsquoAtto creatore cosigrave che la realtagrave del creato egrave tutta insidente
secondo il rapporto stesso di creazione nellrsquoatto creatore tutta compresa in esso Bontadini si sforza di sfuggire
dalla risoluzione panenteistica si sforza di sfuggirle con il semantema del principio di creazione ove perograve non si
tratta di creazione come produzione dellrsquoente dal nulla ma come apparizione dellrsquoessere al nulla del divenire che
continua ad essere nulla in seacute percheacute egrave questa negativitagrave che fa fare il balzo verso lrsquoImmobile La contraddizione
fra il primo principio e la realtagrave constatata del movimento non si pone Di piugrave siffatta convinzione della realtagrave del movimento egrave garantita non a partire dallrsquoesperienza come fatto (dato) incontrovertibile che sta alla base
della riflessione ma dal ricorso alla mediazione dellrsquoesistenza di Dio Fabro precisa come mentre la posizione di
Severino rimanga chiara e divenga sempre piugrave chiara quella del maestro al contrario rimanga ambigua e diventi
sempre piugrave ambigua C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente pag 132-134138 139
20
PARTE PRIMA
LrsquoETERNO
LE PROVE DELLrsquoESISTENZA DI DIO COME PSEUDOPROBLEMA
laquoSi tratta certamente di uno pseudo problema non percheacute lrsquoaffermazione dellrsquoEssere
necessario sia impossibile tale affermazione egrave la stessa veritagrave originaria dellrsquoEssereraquo32
32 E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 40
21
CAPITOLO 1
LrsquoEssere Immutabile
22
I - Dare prova di Dio
Il coro del secondo canto intorno allrsquoara nelle Eumenidi di Eschilo dice che dalla
salute della mente proviene la felicitagrave che egrave cara a tutti e molto ricercata Dalla conoscenza
della veritagrave proviene la felicitagrave del mortale e della polis
Il rapporto tra veritagrave e felicitagrave egrave il tratto essenziale del pensiero greco Dalla filosofia
greca il cristianesimo attinge il significato stesso della parola veritagrave e il Dio della tradizione
cristiana egrave impensabile senza il concetto greco dellrsquoeterno (anche la certezza lrsquoindubitabilitagrave
sono categorie che il cristianesimo ha eredito dal pensiero greco)
Il paradiso cristiano egrave innanzitutto la vita felice nella veritagrave La veritagrave con cui lrsquouomo egrave
giagrave in rapporto nella vita presente si dispiega in modo compiuto nella vita futura Questo modo
di pensare si manifesta nel Proslogion di Anselmo di Aosta nel cosiddetto laquoargomento
ontologicoraquo
Anselmo lrsquoaveva intensamente ricercato un unico argomento che per mostrarsi
probante non avesse bisogno di nientrsquoaltro che di seacute stesso e che da solo fosse capace di
sostenere che Dio esiste veramente Un pensiero capace di mostrare da solo che lrsquoaffermazione
dellrsquoesistenza di Dio egrave veritagrave Da solo cioegrave senza farsi aiutare nemmeno dalla fede cristiana
Da vero filosofo Anselmo dice addirittura che anche se egli non volesse piugrave credere
nellrsquoesistenza di Dio trasgredendo cosigrave quanto gli impone la fede cristiana questo argomento
gli mostrerebbe egualmente lrsquoimpossibilitagrave di negare tale esistenza (si te esse nolim credere
non possim non intelligere ldquoanche se io non volessi credere che tu esisti non potrei non
intenderlordquo non potrei quindi evitare di saperlo con la mia sola ragione)
Lrsquoargomento non ha lo scopo di far nascere la fede Anselmo crede ha fede Ma la fede
non gli basta anche se egrave la fede stessa ad esigere un sapere superiore capace di laquoleggere
dentroraquo (intus) o laquotraraquo (inter) le pieghe delle cose un sapere che sia intel-ligere laquointendereraquo ndash
a differenza della fede che non laquolegge dentroraquo le cose ultime
23
ma le mostra laquoattraverso uno specchio e in enigmaraquo come dice lrsquoapostolo Lrsquoargomento ha bisogno solo di seacute non della fede ma la fede egrave il terreno in cui ci si deve inizialmente trovare proprio per
potersene staccare e sollevarsi al di sopra di esso laquoNon cerco infatti di intendere allo scopo di
credere ma credo allo scopo di intendereraquo (credo ut intelligam)33
Dio egrave presente a chi crede ma Anselmo che crede gli dice laquoIo cerco il tuo voltoraquo che
rimane ancora per lui laquoluce inaccessibileraquo Con lrsquoaudacia fervida del filosofo prega il Dio in
cui crede di fargli vedere la sua luce laquoanche da lontano o dal profondoraquo E lrsquoargomento unico e
potentissimo vera turris eburnea e janua coeli gli si fa incontro con laquocerta veritagrave e con vera
certezzaraquo34
Lrsquoarcivescovo di Canterbury si esprime cosigrave
Volgendo spesso e con impegno il mio pensiero a questo problema a volte mi sembrava di poter
ormai afferrare ciograve che cercavo altre volte invece sfuggiva completamente al mio pensiero fincheacute finalmente disperando di poterlo trovare volli smettere di ricercare qualcosa che era impossibile
trovare Ma quando volli scacciare da me quel pensiero percheacute occupando la mia mente non mi
distogliesse da altri problemi dai quali potevo ricavare qualche profitto allora cominciograve a
presentarsi con sempre maggior importunitagrave [] ma povero me uno dei poveri figli di Eva lontani da Dio che cosa ho cominciato a fare e a che cosa sono riuscito A che cosa tendevo e a che cosa
sono giunto A che cosa aspiravo e di che sospiro [] o Signore tu non solo sei ciograve di cui non si
puograve pensare nulla di piugrave grande (non solum es quo maius cogitari nequit) ma sei piugrave grande di tutto ciograve che si possa pensare (quidam maius quam cogitari possit) [] Se tu non fossi tale si
potrebbe pensare qualcosa piugrave grande di te ma questo egrave impossibilerdquo35
Solo nella vita futura del paradiso la fame saragrave saziata Ma il gaudio in cui entreranno i
beati non saragrave piugrave la semplice fede ma la laquopiena conoscenzaraquo (notitia plena) di Dio che si
manifesteragrave ai loro occhi in tutta la sua ricchezza ora inaccessibile ma con quella stessa veritagrave
con la quale qui sulla terra laquolrsquounico argomentoraquo ha mostrato lrsquoesistenza di Dio
33 E Severino Pensieri sul cristianesimo pag 256-258
34 Ibidem
35 Proemio e nn 1 15 PL 158 223 224 226 235
24
E i beati avranno la ldquovera sicurezzardquo ndash (vera sicuritas) ndash che la loro felicitagrave non verragrave
mai meno (numquam et nullatenus) Godranno tanto quanto ameranno e ameranno tanto
quanto conosceranno
Ma sentendo lrsquoargomento donandogli attenzione bisogna diffidare dalla delusione che
le cose grandi producono nellrsquoascolto affrettato e distratto Dice che Dio egrave laquociograve di cui non si
puograve pensare nulla di maggioreraquo ma se Dio esistesse solo nella nostra mente e non in realtagrave lo
si potrebbe pensare anche reale ma in questo modo avremmo pensato qualcosa di maggiore di
ciograve di cui non si puograve pensare nulla di maggiore Dunque Dio non esiste solo nella nostra mente
Se con la parola ldquoDiordquo si intende il Tutto ciograve che lascia fuori di seacute soltanto il niente
ossia non lascia fuori di seacute niente lrsquoargomento egrave inconfutabile ma in realtagrave non afferma altro
che lrsquoesistenza del Tutto ossia di ciograve che include tutte le cose e che non puograve essere quella parte
del Tutto che egrave il Tutto in quanto esistente soltanto ldquonella menterdquo Anselmo crede invece di
aver dimostrato lrsquoesistenza di ldquoDiordquo ossia di ciograve che differisce da tutte le cose finite divenienti
del mondo
Aristotele aveva presentato lrsquoaffermazione dellrsquoatto puro come risultato di un arduo
processo dimostrativo basato sul principio dellrsquoomne quod movetur ab alio movetur la cui
fondazione egrave esplicita nei libri settimo e ottavo della Fisica Tale fondazione egrave analizzata con
estrema aderenza al testo aristotelico da S Tommaso nel capitolo XIII della Summa contra
gentes Propriamente la fondazione egrave triplice ossia nel testo aristotelico sono rintracciabili piugrave
modi di fondazione di quel principio Nel primo fra i vari modi si sviluppa una prova per
assurdo mostrando la contraddizione che si produce negando il principio in questione
Senoncheacute la prova36
presuppone senzrsquoaltro che se lrsquoente in movimento non egrave mosso da
altro egrave mosso da seacute medesimo mentre egrave appunto questo che si tratta di provare La seconda
prova37
per inductionem egrave la piugrave debole ed egrave superfluo ogni commento
36 Aristotele Fisica Rusconi Libri Milano 1995 Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L
Ruggiu241b
37 Ivi 254b
25
La terza prova38
egrave la piugrave impegnativa e diventeragrave il fulcro della ldquoprima via tomisticardquo
Ma egrave chiaro che anche qui si presuppone ciograve che si deve dimostrare che ciograve che egrave in
movimento egrave mosso
38 Scrive Tommaso nella Summa theologiae laquoLa prima via egrave la piugrave evidente egrave quella che parte dal mutamento []Ora tutto ciograve che muta egrave mosso da altri poicheacute una cosa non muta se non egrave in potenza ciograve a cui
termina mutamento muove invece in quanto egrave in atto Muovere infatti vuol dire dedurre dalla potenza allrsquoattoraquo Il
moto egrave analizzato in quanto passaggio dalla potenza allrsquoatto passaggio che non puograve essere effettuato da ciograve che si
muove percheacute se si muove vuol dire che egrave mosso ed egrave mosso da un altro da chi cioegrave egrave in atto e quindi egrave capace di
operare il passaggio dalla potenza allrsquoatto laquoTutto ciograve che egrave mutevole e defettibile deve essere ricondotto a un
principio immutabile e necessarioraquo
G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985 pag 385
26
II - La realtagrave di Dio e lrsquoIdeale della ragione
Nellrsquoetagrave moderna la causa egrave posta nel sistema ipotetico delle anticipazioni
matematiche la realtagrave viene a coincidere con la certezza soggettiva (nellrsquoetagrave moderna a
dispetto di quella antica che vede lrsquoaffermazione immediata di certezza e veritagrave39
si assiste
allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione di veritagrave e certezza la prima come determinazione oggettiva
la seconda soggettiva) che determina le modalitagrave dellrsquoapparire in base alle ipotesi anticipate
La filosofia moderna egrave preceduta da una vigorosa ripresa dello scetticismo tradizionale
ma soprattutto dallrsquoaffacciarsi di una nuova forma di pensiero che normalmente ci si rifiuta di
qualificare come scetticismo e che tuttavia sviluppa una delle critiche piugrave radicali rivolte
allrsquoepisteacuteme greca la scienza moderna
Come la fede cristiana si propone in alternativa alla ragione greca di essere la luce
autentica che illumina il senso della vita dellrsquouomo cosigrave la scienza moderno propone un nuovo
concetto di ragione Essa non piugrave lrsquoaristotelica theorigravea40
39 Dicendo che la filosofia antica egrave affermazione di tale immediata identitagrave di certezza e veritagrave non si
intende sostenere che ogni forma della filosofia antica sia affermazione di tale identitagrave ma che lrsquoatteggiamento
predominante del pensiero antico e medioevale egrave caratterizzato da questa affermazione Le eccezioni notevoli
sono la sofistica lo scetticismo e tutte le forme di cristianesimo che hanno riconosciuto unicamente alla fede
negandola alla ragione la capacitagrave di cogliere il senso ultimo dellrsquoesistenza dellrsquouomo
40 lt Stupirsi egrave possibile solo di fronte allrsquoincomprensione del sorprendente Per superare questa
incomprensione lrsquouomo incomincia a riflettere La riflessione su quanto stupisce egrave puro theoregravein egrave desiderio di
vedere (theagraveomai) di comprendere percheacute qualcosa in generale sia e sia cosigrave come si manifesta Questo vedere
che indaga sollecitato dallo stupore egrave il vedere tipico della filosofia in quanto epistegraveme theoretikegrave il suo theoregravein egrave senza scopo prescinde da qualsiasi intenzione egrave puro amore dellrsquointendimento [] La scienza non vive lo
stupore teoretico il suo pensiero egrave disincantato il suo intento egrave di ricondurre ogni cosa alla sua causa in modo che
ogni evento non stupisca ma si lasci in qualche modo prevedere come qualsiasi effetto in presenza della causa []
il concetto greco di theorigravea ha continuato a vivere nel concetto cristiano di contemplatio ma limitatamente alla
conoscenza di Dio Il mondo non egrave da contemplare ma da utilizzare che si attenesse esclusivamente al mondo
(contentus mundi) perderebbe di vista Dio (non cognoscit Deum) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il
tramonto dellrsquoOccidenterdquo EST il Saggiatore Milano 1996 pag4142
27
ma un sapere operativo e pratico41
Per i fondatori della scienza la scienza della natura era la via verso Dio Copernico
Keplero Galileo Newton erano convinti che Dio avesse concepito il mondo matematicamente
e che quindi leggendo il libro della natura in analogia con la Bibbia si potesse conoscere
Dio42
Bacone43
criticando fortemente le teorie platonico-aristoteliche in quanto sterili
speculazioni fini a seacute stesse dovute allo sforzo presuntuoso dei due filosofi di trarre la
conoscenza della natura delle cose dalla propria mente (deduzione) invece di cercarla nel libro
della natura (induzione) aveva auspicato a rileggere con umiltagrave e con una certa riverenza il
libro del creato
41 Dire che la scienza si attiene solo ai dati di fatto significa semplicemente che la scienza considera reale
solo ciograve che si dagrave nelle modalitagrave attese da quel fare operativo che egrave proprio delle ipotesi Come laquoteoria del realeraquo
la scienza non contempla il reale ma controlla se il reale osserva le ipotesi anticipate se il reale corrisponde al
trattamento a cui egrave stato sottoposto dalle ipotesi Lrsquoesperimento si differenzia dalla semplice osservazione percheacute
non si limita a considerare il comportamento delle cose ma verifica la loro rispondenza alle ipotesi che
matematicamente sono state su di esse anticipate Lrsquoesperimento egrave il rendiconto della ragione ciograve in cui si verifica
la validitagrave delle sue anticipazioni razionali e lrsquoempirismo che lo esprime si presenta come quella ricerca che
assume la ragione come misura del proprio incedere Nellrsquoesecuzione dellrsquoesperimento la ragione indica la
direzione e pone le condizioni sotto le quali qualcosa deve essere esperito per cui ciograve che si osserva non egrave la cosa
nel suo libero offrirsi ma la cosa nel suo corrispondere allrsquoipotesi che la ragione ha anticipatamente formulato di
essa lt La scienza prescinde cioegrave sia dalla metafisica sia da ogni rivelazione soprannaturale Anche la fisica aristotelica egrave considerazione della natura ma ciograve che tale fisica afferma della natura non egrave ottenuto prescindendo
metodicamente dalla relazione della natura con la totalitagrave dellrsquoente Questo non significa che la scienza moderna
neghi lrsquoesistenza di ogni realtagrave non naturale si limita a prescinderne gt E Severino La filosofia moderna Rizzoli
Milano 1984 pag27
42 lt Ma nella coscienza popolare quando Copernico e i suoi successori persuasero il mondo che siamo
noi che ruotiamo mentre le stelle non si curano della nostra terra quando apparve inoltre che la nostra terra egrave
piccola a paragone di molti dei pianeti e che questi sono piccoli rispetto al sole quando il calcolo e il telescopio
rivelarono la vastitagrave del sistema solare della nostra galassia e finalmente dellrsquouniverso delle innumerevoli
galassie divenne sempre piugrave difficile credere che un rifugio cosigrave remoto ndash come sembrava la terra ndash potesse avere
lrsquoimportanza che ci si sarebbe potuti attendere dalla dimora dellrsquouomo se lrsquouomo avesse avuto il significato
assegnatogli nella teologia tradizionale gt B Russel Religion and Science Prefazione G Giorello Traduzione di P Vittorelli Scienza e religione TEA Milano 2014 pag19
43 Lrsquoidea di progresso egrave riconducibile alla lt critica baconiana alla filosofia antica in quanto
contemplazione sterile e infeconda incapace di elevarsi allrsquooperativismo attuoso che migliorando le condizioni di
vita consente un effettivoprogresso dellrsquoumanitagrave alla stessa idea si riconduce il primato dellrsquoinduzione che in
Bacone non egrave il primato di un metodo ma di una mentalitagrave la mentalitagrave che alla sistemazione delle veritagrave giagrave
trovate (deduzione) preferisce la scoperta di nuove veritagrave (induzione) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il
tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 66
28
Per Cartesio44
il cogito ha nellrsquoesistenza di Dio il suo fondamento In ognuno di noi crsquoegrave
unrsquoidea di sostanza infinita eterna immutabile indipendente onnisciente onnipotente e
creatrice di tutte le altre cose Dio La realtagrave oggettiva di questa idea egrave un effetto che implica
dunque lrsquoesistenza di una realtagrave che contenga realmente la quantitagrave che egrave contenuta
oggettivamente in tale idea Lrsquo idea di Dio implica necessariamente che oltre alla realtagrave in cui
io consisto esiste realmente la sostanza infinita Non solo ma la possibilitagrave che la realtagrave in seacute
mi sia assolutamente ostile e mi inganni anche in ciograve che mi appare piugrave evidente la possibilitagrave
dunque di un Dio onnipotente ingannatore sussiste sole nella misura in cui ignoro che la realtagrave
perfetta di Dio esiste45
Se tale Realtagrave esiste essa non puograve ingannarmi ndash percheacute lrsquoinganno egrave
sintomo di impotenza e imperfezione ndash ma mi svela la natura dellrsquouniverso extramentale
Lrsquoargomento con il quale Cartesio dimostra lrsquoesistenza di Dio sia pure articolato nel
contesto specifico del suo pensiero egrave sostanzialmente riconducibile allrsquoargomento ontologico
di Anselmo drsquoAosta
44 La radicalitagrave della critica cartesiana avvolge tanto la filosofia tradizionale quanto la scienza moderna
appena nata e persino le scienze matematiche lt Non si comprende quindi il senso della nascita della filosofia
moderna ci si ferma cioegrave alla facciata della casa quando si continua a ripetere che nellrsquoetagrave moderna la filosofia
presa da ammirazione o da invidia per i successi della nuova scienza ne abbia voluto adottare il metodo Cartesio
intende cosigrave poco lasciare che la nuova scienza condizioni il pensiero filosofico che anzi mette in questione
perfino la veritagrave della conoscenza matematica cioegrave dello strumento che per Galilei ha la capacitagrave di cogliere la
struttura della realtagrave naturale esterna e indipendente dalla nostra mente gt E Severino La filosofia moderna
pag51 Con Cartesio la filosofia moderna si addossa il compito di ricominciare da capo la costruzione dellrsquoepisteacuteme in
modo che essa possa porsi nuovamente al di sopra di quella scienza che egrave riuscita a pregiudicare lrsquoequilibrio della
forma tradizionale del pensiero filosofico
45 La prima veritagrave per Cartesio egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza dellrsquoio pensante cioegrave della res cogitans
lt Ma Cartesio a differenza della filosofia premoderna mette in questione lrsquoesistenza dellrsquoente esterno allrsquoio
pensante e applica il principio di causalitagrave esclusivamente a quellrsquoente che egrave la realtagrave contenuta e manifesta nel
pensiero gt Ivi pag71
29
Ed egrave appunto da tale argomento che incomincia la filosofia di Spinoza lrsquoEnte
sommamente perfetto non puograve avere le proprietagrave che il pensiero cristiano attribuisce a Dio laquoDi
nessuna cosa possiamo essere certi quanto dellrsquoesistenza dellrsquoEnte assolutamente infinito e cioegrave
perfetto che egrave Dioraquo46
percheacute la sua essenza implica necessariamente lrsquoesistenza e pertanto
toglie ogni motivo di dubitare della sua esistenza47
Quindi possiamo notare come le due
qualitagrave fondamentali della ldquovera e certa scienzardquo cartesiana ndash lrsquoindubitabilitagrave dellrsquoio e
lrsquoindubitabilitagrave di Dio ndash diventano un tuttrsquouno In ciograve che Spinoza chiama ldquoscienza intuitivardquo
ciograve di cui siamo piugrave certi egrave lrsquoesistenza di Dio Dio egrave il contenuto immediato del nostro pensiero
Spinoza indica con il termine ldquoSostanzardquo lrsquoEnte assolutamente perfetto e infinito la cui essenza
implica necessariamente lrsquoesistenza ossia non puograve essere concepito se non come esistente La
Sostanza esiste in seacute stessa non in virtugrave di una realtagrave precedente ed egrave la stessa totalitagrave
dellrsquoente che non lascia fuori di seacute nulla
46 B de Spinoza Etica Universale Bollati Boringhieri Torino1992 Proposizione 11 Scolio pag14
47 lt Forse tuttavia molti non potranno constatare facilmente lrsquoevidenza di questa dimostrazione per
essersi assuefatti a contemplare solo quelle cose che procedono da cause esterne e da quelle cose che sono
prodotte rapidamente cioegrave che facilmente esistono vedono anche che rapidamente periscono e giudicano al
contrario come cose piugrave difficili a farsi cioegrave non tanto facili a esistere quelle a cui concepiscono appartenere piugrave
cose [] io qui non parlo delle cose che sono prodotte dalle cause esterne bensigrave delle sole sostanze che non
possono essere prodotte da nessuna causa esterna gt Ibidem
30
Tutto ciograve che egrave egrave in Dio e tutto ciograve che egrave non puograve essere concepito senza Dio Dio non
egrave il mistero lrsquoineffabile il trascendente il soprannaturale ma egrave la stessa veritagrave originaria48
Per Leibniz egrave una veritagrave originaria la ldquoveritagrave di ragionerdquo che nellrsquoargomento
ontologico egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza di Dio Esso egrave la ragion sufficiente delle ldquoveritagrave di
fattordquo la monade suprema la Sostanza perfetta e infinita che contiene in seacute tutta la realtagrave
possibile e che mantiene allrsquointerno del proprio dominio tutto ciograve che creando essa rende da
possibile reale
Ad Anselmo ma anche a Tommaso Cartesio Spinoza Leibniz Immanuel Kant
avrebbe risposto allrsquointerno della Critica della Ragion Pura49
Dio egrave un ideale della ragione
Il suo oggetto egrave lrsquoente originario (ens originarium) in quanto non ha nulla sopra di seacute
prende il nome di ente supremo (ens summum) e in quanto tutto come condizionato sta al di
sotto di tale ente questrsquoultimo si chiama lrsquoente di tutti gli enti (ens entium)50
48 Agli occhi di Spinoza laquoil modo in cui Cartesio intende Dio e il rapporto tra Dio e lrsquouomo egrave ancora
troppo gravato da un antropomorfismoraquo e ad esso il filosofo rivolge una critica intransigente a tutte le forme presenti nella Bibbia che alterano il concetto di Dio lt che pregiudica la purezza della razionalitagrave del reale [] il
ldquoDio veracerdquo di Cartesio mantiene ancora quel carattere di ldquoDio ingannatorerdquo dal quale Cartesio crede di essersi
definitivamente liberato[] la separazione reale tra Dio e lrsquouomo rende estrinseca la presenza della razionalitagrave
nella conoscenza umana e quindi pregiudica la possibilitagrave dellrsquoaccordo tra conoscenza e realtagrave esterna In Cartesio
lrsquoio egrave res cogitans e la realtagrave res extensa Dio egrave il nesso il mediatore lrsquoelemento unificatore tra lrsquoio e il mondo
corporeo [] Per Spinoza invece Dio stesso egrave res cogitans e insieme res extensa Il pensiero e lrsquoestensione la
cui concordanza deve essere fondata sono due attributi diversi in cui si esprime la stessa Essenza assoluta della
Sostanza gt E Severino La filosofia moderna pag 99
49 Parte II Dialettica trascendentale libro II- Capitolo III- Sez II Mi riferisco alla I edizione Gli Adelphi
Introduzione traduzione e note di G Colli Milano 1995 50 Ivi pag 608
lt Il cammino naturale della ragione si svolge con tale processo innanzitutto essa si convince dellrsquoesistenza di un
essere necessario (lsquoingannatarsquo dal concetto di casualitagrave operante nella nostra conoscenza a priori dei fenomeni) e a
tale ente riconosce poi unrsquoesistenza incondizionata Essa cerca in seguito il concetto di ciograve che egrave indipendente da
ogni condizione e lo trova in ciograve che egrave esso stesso la condizione sufficiente di tutto il resto ossia in ciograve che
contiene ogni realtagrave Il tutto senza limiti peraltro egrave veritagrave assoluta e porta con seacute il concetto di un ente unico cioegrave
dellrsquoente supremo e la ragione conclude dunque che lrsquoente supremo in quanto fondamento originario di tutte le
cose esiste in modo assolutamente necessario gt Ivi cit pag 614-615
31
Tre prove afferma Kant sono possibili per dimostrare lrsquoesistenza di Dio in base alla
ragione speculativa una fisico-teologica una seconda cosmologica e la terza la prova madre
alla quale le atre due ritornano dopo un tentativo di esserne indipendenti nella loro
dimostrazione quella ontologica Ma nessuna strada neacute quella empirica neacute quella
trascendentale potranno condurre alla dimostrazione di Dio La ragione ha formato un concetto
a priori di una cosa ed ha creduto di poter dedurre da ciograve con sicurezza che in quanto
allrsquooggetto di questo concetto tocca necessariamente lrsquoesistenza
Questo perograve non toglie lrsquoimportanza e la grandezza a tale ideale51
Non quindi la persona di Cristo ma lrsquoidea Christi egrave il fulcro della concezione kantiana
di Cristo unrsquoidea che ciascuno porta in seacute come lrsquoideale piugrave alto vero e proprio laquoDio con noiraquo
Ma la lsquorivoluzione copernicanarsquo operata dal filosofo tedesco sta nellrsquoammissione che il
sapere universale e necessario (lrsquoepisteacuteme) e quindi a priori richieda che non sia piugrave la
conoscenza umana a regolarsi sulla natura degli oggetti ma allrsquoopposto che siano gli oggetti a
regolarsi sulla natura della conoscenza umana
51 Allrsquointerno dei laquoLavori preparatoriraquo a La religione entro i limiti della semplice ragione il filosofo
scrive lt Quando mi viene posto di fronte che un essere che egrave in possesso della piugrave alta felicitagrave si sottomette alla
piugrave profonda miseria per far partecipare delle creature meritevoli di castigo a questa felicitagrave io mi sento portare alla piugrave grande venerazione e riconoscenza a suo riguardo Ma non appena credo che ciograve sia per me un guadagno
che mi autorizza a non soddisfare io stesso alla eterna giustizia ricado nella bassezza dellrsquoasservimento Quando
perograve la ragione mi dice che questo essere deve servirmi in effetti come esempio per elevarmi allo stesso suo livello
di moralitagrave e che io devo trovare in me la disposizione a divenire come egli egrave ciograve talmente sollevante per lrsquoanima
che tutta la debolezza della mia natura scompare tanto da esser in grado di entusiasmarmi per tale idea Questo
Dio in noi egrave quello di fronte a cui si piega ogni ginocchio sulla terra gt Lavori presenti in Scritti di filosofia della
religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989 pag 87-124
32
Kant afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave della conoscenza del noumeno della cosa
in seacute Afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave di una metafisica come scienza
la ragione vede solo ciograve che essa produce col suo proprio disegno e che deve forzare la natura a
rispondere alle sue domande e non lasciarsi guidare da essa con le sue redini [] deve comportarsi
non come scolaro che si lascia dire tutto ciograve che piace al maestro ma come giudice che costringe i testimoni a rispondere alle domande che egli ha loro rivolto
52
Lrsquoidea dellrsquoessere assolutamente incondizionato lrsquoidea trascendentale di Dio
appartiene allrsquoessenza della ragione umana e drsquoaltra parte la ragione non puograve stabilire alcuncheacute
intorno alle cose in seacute stesse e non puograve quindi trasformare in una cosa in seacute il contenuto di
quellrsquoidea Essa ha perograve la funzione fondamentale di impedire che qualsiasi contenuto
dellrsquoesperienza venga considerato come lrsquoincondizionato
La natura egrave un insieme di condizioni che per quanto a fondo si possa andare nella loro
conoscenza hanno sempre al di lagrave di seacute lrsquoincondizionato e dallrsquoaltro proibisce di considerare
lrsquoincondizionato come cosa in seacute
Egrave certamente contraddittorio negare in un giudizio analitico che il predicato non
convenga al soggetto ma non egrave contraddittorio negare lrsquoesistenza del soggetto insieme a tutti i
suoi predicati
52 Critica della ragion pura pag 18-19
33
Come giagrave aveva rilevato Hume53
non vi egrave alcuna cosa tale che la negazione della sua esistenza
implichi contraddizione Il rapporto causale non egrave contenuto dellrsquoesperienza
Questrsquoultima egrave in grado di attestare solo un rapporto di successione tra due fenomeni
non un rapporto di dipendenza necessaria Gli enunciati causali sono solo il frutto di quella
credenza che nasce in presenza del ripetersi costante della successione empiricamente attestata
Lrsquoordine causale dellrsquouniverso altro non egrave se non il riflesso dellrsquoordine temporale della nostra
esperienza
53 Lrsquoatteggiamento di pensiero inaugurato da Locke giunge alla sua espressione piugrave rigorosa in David
Hume ossia nellrsquoempirismo radicale Se il fondamento di tutti i ragionamenti intorno alla realtagrave egrave il principio di
causalitagrave e se tale principio deve avere il suo fondamento nellrsquoesperienza e quindi egrave soltanto una congettura priva
di necessitagrave e universalitagrave appare chiaro come la ragione possa avere come contenuto reale solo quello che per Cartesio era il punto di partenza della ragione ossia il contenuto immediato della mente lrsquoindubitabilitagrave delle
nostre percezioni Ogni credenza metafisica egrave priva di valore razionale E anche ogni conoscenza scientifica Con
lrsquoavvertenza che la scienza a differenza della metafisica ha una utilitagrave pratica che la rende indispensabile lt
Hume mostra che come la mente non possiede alcuna idea di ldquocausardquo ldquoeffettordquo ldquoconnessione necessariardquo
ldquoforzardquo ldquopotererdquo e che queste parole sono completamente sprovviste di senso altrettanto accade per ciograve che viene
chiamato ldquosostanzardquo []soltanto una parola sprovvista di senso (appunto percheacute non riconducibile allrsquoesperienza)
gt E Severino La filosofia moderna cit pag 143
34
III - La logica esposizione di Dio e la sua morte
Lrsquoidealismo supereragrave lrsquoopposizione di certezza e veritagrave essa saragrave lrsquoaffermazione
mediata dellrsquoidentitagrave di veritagrave e certezza54
Il fenomeno cioegrave la realtagrave che appare allrsquointerno
della coscienza epistemica non egrave piugrave qualcosa di semplicemente soggettivo ma egrave la stessa
realtagrave in seacute stessa che appare e lrsquoapparire egrave inteso come pensiero o atto nel quale soltanto ogni
cosa puograve esistere
LrsquoAssoluto non esiste altrove che in questo mondo ossia nella realtagrave dellrsquoesperienza
nella realtagrave che egrave il contenuto del pensiero
In Hegel lrsquoEssenza assoluta egrave il senso il significato del Tutto sigrave che ogni cosa che
esiste egrave una forma di rispecchiamento e di individuazione dellrsquoEssenza assoluta Nelle Lezioni
Hegel afferma che
Questa apparizione di Dio nella carne avviene in un determinato tempo e in un individuo Poicheacute
essa egrave apparizione passa e diviene storia Questo modo sensibile deve scomparire ed elevarsi nellrsquoambito della rappresentazione La formazione della comunitagrave ha come suo contenuto che la
forma sensibile trapassa in un elemento spirituale
54 lt Altro egrave riconoscere immediatamente la veritagrave in ciograve che sta davanti altro egrave rendersi consapevoli che
ciograve in cui si pone la veritagrave egrave questo mondo esterno Questo egrave ciograve che compie la filosofia tradizionale [] In questa
prima fase della coscienza non crsquoegrave posto per il dubbio che pone la dicotomia tra certezza e veritagrave Questa
dicotomia egrave costituita dalla filosofia moderna [] Lrsquoidealismo segna la riunificazione dei due termini Identitagrave
dunque daccapo di certezza e veritagrave ma non piugrave nel senso che la veritagrave sia intesa come svincolabile dalla certezza ma nel senso che essendo i due termini identici proprio per questo si implicano necessariamente lrsquoun
lrsquoaltro []Noi diciamo che lrsquoidealismo consente di guardare la filosofia greca con occhi ben diversi da quelli di un
fenomenista o di un gnoseologista Dal punto di vista del momento antitetico si deve certo dire che la filosofia
greca egrave un realismo ingenuo ma questa squalifica viene condotta dal punto di vista di una coscienza che egrave essa
stessa dialettizzabile dialettizzata da un piano superiore di coscienza che egrave appunto quella sintetica quella
idealistica che non vede piugrave nellrsquoatteggiamento realistico la negazione della veritagrave ma piuttosto la veritagrave che
ancora non sa il proprio valore gt Id Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010 cit pag 98-99
35
E ancora
Con ciograve egrave espressa la coscienza che lrsquouomo il finito ciograve che egrave fragile la debolezza il negativo
sono pure un momento divino che tutto ciograve egrave in Dio e che la finitezza la negativitagrave lrsquoalteritagrave non
sono fuori di Dio e che lrsquoalteritagrave non egrave un ostacolo per lrsquounitagrave con Dio E lrsquoalteritagrave il negativo egrave conosciuto come momento della stessa natura divina Qui egrave contenuta la piugrave alta idea dello Spirito
[hellip] La veritagrave cui gli uomini sono giunti per mezzo di questa storia quello di cui essi sono divenuti
coscienti in tutta questa storia egrave che lrsquoidea di Dio egrave divenuta per essi una certezza che lrsquouomo ha raggiunto la certezza della sua unitagrave con Dio
55
Ossia la sua veritagrave
La logica egrave il regno della ragione questo regno egrave la veritagrave come essa egrave in seacute e per seacute
senza velo Questo contenuto egrave la esposizione di Dio comrsquoegli egrave nella sua eterna essenza prima
della creazione della natura e di uno spirito finito
La filosofia di Hegel egrave la piugrave alta forma raggiunta dal sapere incontrovertibile56
della
filosofia greca e un ritorno ad essa lrsquouniverso proviene dallrsquoAssoluto e ad esso ritorna con la
differenza che la circolaritagrave dellrsquoidealismo non riguarda piugrave il movimento fondamentale della
realtagrave esterna al pensiero ma il movimento fondamentale di quellrsquounica realtagrave che egrave il pensiero
stesso Lrsquoassoluto non tollera oltre a seacute unrsquoaltra realtagrave percheacute unrsquoaltra realtagrave oltre lrsquoassoluto
sarebbe una realtagrave limitante lrsquoassoluto e quindi questo come realtagrave limitata non sarebbe piugrave
lrsquoassoluto La produzione dellrsquoessere diventa lrsquoautoproduzione del pensiero che pone il proprio
contenuto come totalitagrave dellrsquoessere
55 GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll Zanichelli Bologna 1974
56 Dopo Hegel contro questa gigantesca e grandiosa volontagrave di veritagrave che anima lrsquoepisteacuteme si sono
rivolte tutte le forze che dominano la moderna civiltagrave occidentale il cristianesimo che non intende lasciare alla
filosofia lrsquoultima parola sul senso del mondo lrsquoeconomia borghese alla quale la filosofia non serve per
lrsquoincremento indefinito della produzione e del profitto la scienza moderna che invece consente la costruzione
degli strumenti che non solo promuovono lrsquoespansione economica ma ormai il dominio dellrsquouniverso ma
anche lo stesso pensiero filosofico
36
Lrsquoidealismo pone lrsquoequazione tra uomo e Dio percheacute il mondo dellrsquoal di lagrave cioegrave il
mondo di una realtagrave indipendente ed esterna rispetto al pensare egrave lrsquoassurdo Lrsquoatto di pensare egrave
la coscienza che lrsquoassoluto ha di seacute stesso la coscienza umana egrave la stessa coscienza che Dio ha
di seacute medesimo che la realtagrave assoluta ha di seacute medesima57
In conformitagrave al criticismo kantiano per il quale ogni spiegazione razionale degli eventi
egrave applicabile esclusivamente allrsquointerno dellrsquoesperienza per Schopenhauer la Volontagrave come
cosa in seacute esistente al di lagrave dei fenomeni sta al di lagrave anche di ogni spiegazione razionale non
ha senso chiedersi percheacute esista da dove venga dove vada Inoltre la filosofia non puograve
divenire teologia e considerare il Nulla (relativo) come lrsquoassoluta divina positivitagrave58
57 lt Hegel infatti disancora lrsquoessenza ontologica dellrsquouomo il suo originario rapportarsi allrsquoessere dalla
sua finitezza in cui vede un impedimento allrsquoincondizionato spiegamento dellrsquoattivitagrave pensante ed eliminando la
cosa in seacute risolve lrsquoessere nellrsquoenunciazione sistematica della totalitagrave degli enti ad opera della coscienza In questo
modo Hegel porta a compimento nella sua ragione assoluta quello che era lrsquointento nascosto della ragione
moderna a partire da Cartesio fare dellrsquouomo la misura di tutte le cose e dellrsquoessere nientrsquoaltro che lrsquoesplicitazione
della sua coscienza gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag106
58 Nel pensiero di Schopenhauer lt rimane lrsquoambiguitagrave del modo in cui viene inteso lrsquoessere se lrsquoessere egrave
la stoffa la materia per cosigrave dire del Tutto e se la Volontagrave egrave ldquolrsquointimo essere del Tuttordquo allora al di fuori della
Volontagrave crsquoegrave solo il niente assoluto e lrsquoascesi ndash che dovrebbe liberare dal terrore per il niente assoluto che corrode la vita ndash sarebbe il piugrave radicale sprofondarsi nel niente assoluto e non avrebbe piugrave senso parlare di una salvezza
dal niente e dalla Volontagrave di vivere [] la tematica del Nulla inteso come la salvezza ripropone il quadro della
teologia negativa (dalla teologia cioegrave che si rapporta al Divino non attribuendogli qualcosa ma liberandolo da
tutte le qualifiche inevitabilmente mondane con cui lo si vorrebbe definire) Non egrave un caso che nel pensiero di
Nietzsche la critica radicale di ogni teologia e di ogni metafisica si unisca allrsquoespulsione di due concetti tipici della
filosofia di Schopenhauer il concetto dellrsquoorrore per la volontagrave di vita e il concetto del Nulla come termine
dellrsquoascesi gt E Severino La filosofia contemporanea Rizzoli Milano 2000 pag 34
37
Il mondo egrave una mia rappresentazione ecco una veritagrave valida per ogni essere vivente e
pensante [] egli sa con chiara certezza di non conoscere neacute il sole neacute la terra ma soltanto
un occhio che vede un sole e una mano che sente il contatto drsquouna terra egli sa che il
mondo circostante non esiste se non come rappresentazione cioegrave sempre e soltanto in
relazione con un altro essere con il percipiente con lui medesimo59
La rappresentazione egrave il mascheramento razionale della volontagrave Ciograve che appare come
ragionevole egrave semplicemente volontaristico
La ragione egrave inganno percheacute fa apparire come ordine deliberatamente conquistato ciograve
che egrave semplicemente espressione di unrsquoinsopprimibile volontagrave di vita
La rappresentazione del mondo regolata dal principio di ragion sufficiente dellrsquoessere
del conoscere del divenire e dellrsquoagire che tutto coordina secondo necessitagrave egrave fenomeno nel
senso di apparenza illusione sogno il noumeno la vera realtagrave che si nasconde dietro il sogno
e lrsquoillusione egrave la volontagrave che irriducibile alla ragione si sottrae ad ogni necessitagrave sia logica sia
fisica sia matematica anzi della ragione si serve come della propria maschera
Il trionfo della ragione elaborato dalla filosofia hegeliana trova il suo rigoroso
ridimensionamento nel pensiero di Nietzsche60
che riconduce la mediazione razionale e la
sintesi dialettica tra gli ideali non reali Ogni sintesi logica operata dalla ragione nel tentativo
di comporre i fenomeni in determinate categorie egrave volontagrave di potenza che vuole la riduzione
degli enti nello schema prestabilito
Cogliere nella volontagrave di potenza lrsquoessenza di quanto finora era chiamato razionale
significa liquidare lrsquoidea di una sostanza del mondo e quella del suo Soggetto creatore da cui
dedurre la catena causale
59 Arthur Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di G
Brianese La Nuova Italia Editrice Scandicci (Firenze) 1998 pag 15
60 Allievo dellrsquoeducatore Schopenhauer Cfr F Nietzsche Schopenhauer come educatore trad italiana di
M Montinari in Opere di Friedrich Nietzsche vol III Adelphi Milano 1982
38
Il ldquosuperuomordquo61
supera lrsquouniversalitagrave ideale dellrsquouomo espressa scientificamente dalla
coscienza in generale ed esistenzialmente dalla prepotenza della ragione
Il superuomo non egrave oltre lrsquouomo percheacute piugrave universale ma esattamente allrsquoopposto il
superuomo supera appunto laquolrsquoastratta universalitagrave dellrsquouomo e la sua prepotenza mediante
lrsquoesercizio di quella volontagrave di potenza che gli consente di desituarsi da quella situazione di
impotenza in cui egrave ridotto dalla prepotenza dallrsquoidea astrattaraquo62
La soggettivitagrave ha preso il posto dellrsquoessere le cose sono in quanto appaiono al
soggetto il loro essere si risolve nel valore che a loro compete in quanto valutate dalla visione
che ordina allinea pone e dispone laquoSotto lrsquoapparente disinteresse della ragione che procede
more mathematico Nietzsche scopre quella volontagrave di potenza che anima la metafisica
soggettivistica dellrsquoOccidente dal tempo dellrsquoidegravea al tempo della scienzaraquo63
Dio non egrave per nulla causa ma semplicemente effetto della volontagrave di potenza che
protesa al dominio dellrsquoente ha costruito Dio e i valori che lungi dallrsquoessere degli
incondizionati sono condizioni percheacute la volontagrave possa volere seacute stessa
La proclamazione della morte di Dio significa che Dio egrave morto percheacute non viveva da seacute
ma in quanto era semplicemente voluto dalla volontagrave di potenza
Heidegger afferma come laquodi fronte a questo Dio lrsquouomo non puograve pregare non puograve
nemmeno presentargli offerte Di fronte al Dio causa sui lrsquouomo non puograve cadere in ginocchio
per reverenza e nemmeno cantare e danzare Il pensiero senza Dio che deve sacrificare il Dio
della filosofia egrave forse piugrave vicino al Dio divinoraquo64
61 lt Allrsquoente supremo della metafisica dellrsquoOccidente Nietzsche sostituisce il supremo gioco dellrsquoessere
in cui gli enti non sono causati ma compaiono per caso ossia ac-cadono (casum) senza lasciarsi pre-vedere o pre-
comprendere da alcuna ragione gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 219
62 Ivi pag195
63 Ivi pag197
64 Martin Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N Curcio
Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009 pag 70
39
La ldquomorte di Diordquo egrave la morte della ldquoveritagrave unica e incontrovertibilerdquo alla quale sono
state tolte le vesti dellrsquoimmutabilitagrave65
Egrave la morte inevitabile perentoria ineludibile inevitabile della veritagrave necessaria del
suo carattere incontrovertibile Il tramonto degli immutabili egrave insieme lrsquoavvento e la
dominazione della civiltagrave della tecnica66
E la tecnica scientifica che afferma Russell la
scienza ha contribuito a promuovere pur differenziandosene67
laquohellipincoraggia lrsquoabbandono
della ricerca della veritagrave assoluta e la sostituzione di quella che puograve essere definita una veritagrave
ldquotecnicardquo che appartiene a qualunque teoria possa venire applicata utilmente nelle invenzioni o
nella previsione del futuroraquo68
Quindi il carattere assoluto del sapere viene ldquoconcessordquo solo alle veritagrave di fede e solo
per questo la scienza riesce a dominare la natura abbandonando il tentativo della metafisica di
porsi come sapere incontrovertibile
65 lt Zarathustra insegna soltanto che i creatori sono gli uomini non Dio Se Dio esistesse lrsquouomo non
potrebbe crearehellipLrsquouomo puograve ora concretamente accingersi alla creazione del superuomo La biologia e la
cibernetica si muovono appunto in questa direzione gt E Severino Essenza del nichilismo pag 149h
66 lt Leopardi egrave il primo pensatore dellrsquoetagrave della tecnica e insieme egrave il pensatore del compimento di questa
etagrave Non solo pensa per la prima volta in modo esplicito allrsquoinizio dellrsquoetagrave della tecnica che la veritagrave non puograve
essere il rimedio del dolore ma pensa la condizione dellrsquouomo quale dovragrave apparire al compimento del tentativo
di porre la scienza e la tecnica come rimedio al dolore gt Id Il nulla e la poesia Alla fine dellrsquoetagrave della tecnica
Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2004 pag14 lt Mostrando lrsquoinevitabilitagrave del tramonto della tradizione
occidentale Leopardi mostra dunque che il contenuto della veritagrave egrave lrsquoannientamento e lrsquoannientabilitagrave di ogni cosa
e che quindi la veritagrave non egrave il rimedio ma allrsquoopposto la radice dellrsquoangosci Il rimedio per chi ha paura egrave la dimenticanza della veritagrave ndash sempre meno realizzabile nel tempo della ragione e della tecnica gt Id Cosa arcana e
stupenda Lrsquooccidente e Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2006 pag 8
67 B Russell Scienza e religione pag 177-178
68 E ancora lt Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica percheacute pretende di incarnare una
veritagrave eterna e assolutamente certa mentre la scienza egrave sempre sperimentale pronta ad ammettere presto o tardi la
necessitagrave di mutamenti alle sue attuali teorie e consapevole che il suo metodo egrave logicamente incapace di portare a
una dimostrazione completa e definitiva gt Ivi pag 12-13
40
Pur di riuscire nella trasformazione del mondo la scienza accetta e sopporta che il
proprio sapere sia ipotetico la metafisica purcheacute il proprio conoscere non fosse ipotetico
accettava e sopportava di essere una pura contemplazione della realtagrave
Alla domanda su che cosa significhi ldquonichilismordquo Nietzsche rispose laquoChe i valori
supremi perdono ogni valoreraquo69
Accostandosi al problema dellrsquoessenza del nichilismo Heidegger riconosce a Nietzsche
di avere intravisto alcuni tratti del nichilismo ma di averli spiegati nichilisticamente di aver
compreso e denunciato il nichilismo dellrsquoOccidente ma di non averlo oltrepassato e di aver
infine portato a compimento il nichilismo indicando nella volontagrave di potenza il vero
fondamento dei valori di Platone Per Heidegger superare veramente il nichilismo egrave possibile
solo addentrandosi profondamente in esso sigrave da poterne cogliere la vera essenza che risiede
nellrsquooblio dellrsquoessere Quindi non basta distruggere le Idee platoniche ma occorre distruggere
anche quella volontagrave di potenza come ultima espressione di quella metafisica dellrsquoOccidente
che pretende di far valere lrsquoente senza lrsquoessere
69 F Nietzsche Opere di Friedrich Nietzsche vol VIII 2 pag 12
Lrsquoessenza del nichilismo egrave per Nietzsche nel fatto che a partire da Platone lrsquoessere egrave decaduto a valore e il valore per quanto sollevato al rango ideale dl sovrasensibile si egrave rivelato incapace di salvare lrsquoessere dellrsquoente di
qui il nichilismo da intendersi come il venir meno dei supremi valori a cui lrsquoOccidente da Platone in poi si era
affidato Il nichilismo egrave dunque strettamente legato alla morte di Dio lt Infatti se Dio egrave morto se cioegrave il mondo
sovrasensibile delle idee ha perduto ogni forza vincolante lrsquouomo viene a trovarsi ldquosenza meta senza percheacuterdquo in
quanto il ldquomondo stellatordquo che da duemila anni reggeva lrsquouniverso ontico si egrave spento[] Il nichilismo tuttavia non
egrave sinonimo di decadenza percheacute a decadere non egrave la vita ma solo una lunga e veneranda tradizione dietro cui la
vita si era nascosta gt U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 232
41
Crsquo egrave nichilismo quando lrsquoente egrave considerato come il tutto siccheacute dellrsquoessere ne egrave nulla
laquoNella dimenticanza dellrsquoessere promuovere solo lrsquoente questo egrave nichilismoraquo70
La distruzione dellrsquoepisteacuteme operata dalla filosofia contemporanea non puograve essere
intesa come un semplice errare dovuto allrsquointelletto umano ma come ciograve che segue
inesorabilmente e completa con coerenza quellrsquounico atteggiamento di fondo che soggiace
allrsquointera storia71
del pensiero occidentale quel nichilismo presente nellrsquoinconscio del mortale
che pensa lrsquoessere come niente e che non vede la dimenticanza del senso originario dellrsquoessere
70 Martin Heidegger Introduzione alla metafisica presentazione di G Vattimo Ugo Mursia Editore
Milano 2014 pag 155
Severino sottolinea che Heidegger non ritrattograve mai lrsquoaffermazione che il proprio pensiero non pregiudica neacute in
senso positivo neacute in senso negativo la soluzione dei grandi problemi metafisici ndash i problemi dellrsquoesistenza di Dio e
dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima Sotto tale aspetto la posizione heideggeriana deve essere avvicinata al
problematicismo situazionale di Ugo Spirito Lrsquoessere heideggeriano egrave quel vuoto che consente allrsquoente di divenire
nel senso tradizionale e che perciograve stando alla logica immanente al pensiero che afferma un tale divenire non puograve non escludere lrsquoaffermazione di Dio Per Heidegger lrsquoessere non ha ldquopotenzardquo sugli enti ma li lascia essere e
tuttavia quel che lrsquoessere heideggeriano lascia essere egrave il divenire dellrsquoente inteso al modo della tradizione greco-
occidentale come un uscire dal niente per ritornarvi E Severino Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e
destino Rizzoli Milano 2008 pag160 e sgg
La questione per Severino quindi egrave come si puograve ritenere autenticamente possibile lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza
di Dio quando si consente effettivamente al divenire ontologico degli enti e si mette da parte esplicitamente il
sapere su Dio Severino non fraintende affatto il significato del ldquoNullardquo heideggeriano ma si chiede che cosa sia
questo EssereNulla che Heidegger tiene a differenziare nettamente dallrsquoEssere della ontoteologia La risposta che
ne trae egrave che in ultima analisi lrsquoEssere per Heidegger egrave soltanto lo ldquospazio vuotordquo per il divenire ontologico degli
enti
71 Hegel ha richiamato lrsquoattenzione in maniera potentissima sul carattere organico della storia e quindi anche della storia della filosofia La differenza tra un organismo e un semplice aggregato di elementi consiste
nella coessenzialitagrave delle parti dellrsquoorganismo e nella reciproca inessenzialitagrave delle parti del semplice aggregato
Ciograve significa che ogni filosofia storicamente realizzatasi non egrave qualcosa di accidentale o di inessenziale rispetto
alla totalitagrave storica bensigrave un momento indispensabile senza cui sarebbe impensabile la stessa totalitagrave storica La
storia della filosofia non egrave il casuale giustapporsi di opinioni ma lo sviluppo di un germe che giunge al proprio
compimento attraverso lrsquoesplicazione delleforze essenziali che lo costituiscono Id Istituzioni di filosofia pag 7
Non si puograve comprendere il pensiero contemporaneo senza legarlo indissolubilmente allrsquoorigine del pensiero greco
42
Gli eterni inevitabilmente distrutti dalla coerenza della volontagrave di potenza sono gli eterni che su tale
volontagrave si fondano Questa distruzione egrave inevitabile non percheacute sia inevitabile lrsquoannientamento costituita da essa ma percheacute egrave inevitabile che ponendo come evidenza originaria la libertagrave
dellrsquoente si neghi lrsquoesistenza di ciograve che viene riconosciuto come negazione di tale libertagrave
Lrsquoinevitabilitagrave della distruzione egrave una categoria che appartiene alla logica dellrsquoOccidente in quanto pervenuta al suo compimento Vi puograve pervenire solo quando veda nella civiltagrave della tecnica la
forma piugrave rigorosa dellrsquoontologia greca Ma non percheacute come crede Heidegger la
programmazione tecnologica sia il perfezionamento del tipo di dominio costituito dagli immutabili
della tradizione occidentale ma percheacute nella civiltagrave della tecnica si esprime compiutamente la volontagrave di dominio che si fonda sulla volontagrave che lrsquoente sia la libertagrave tra lrsquoessere e il niente La
ldquodifferenza ontologicardquo di Heidegger egrave la stessa libertagrave dellrsquoente72
La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico
Questo egrave il pensiero di Emanuele Severino
Se per Heidegger il nichilismo risiede nellrsquooblio dellrsquoessere che avvenne quando
Platone sottrasse lrsquoente allrsquoessere per affidarlo ad altro ente per Severino Platone non egrave
responsabile tanto dellrsquooblio dellrsquoessere quanto del suo annullamento avvenuto in occasione
dellrsquoaffermazione del mondo E come Nietzsche resta catturato dal nichilismo dellrsquoOccidente
che pure per primo in termini chiari aveva denunciato cosigrave Heidegger annuncia come veritagrave
dellrsquoessere ciograve che in realtagrave egrave il compimento della sua negazione
Per Severino il tentativo di assicurazione dellrsquoente in cui si esprime lrsquoopera della
volontagrave di potenza egrave fondato sullrsquoaccettazione originaria della separazione assoluta dellrsquoente
dallrsquoessere
72 Id Destino della necessitagrave pag 41
43
CAPITOLO SECONDO
Alle origini del pensiero e del nichilismo dellrsquoOccidente
44
I - La metafisica come sapere incontrovertibile
Lrsquointera esperienza cristiana si costituisce in relazione al thagraveuma da cui nasce la
filosofia
La filosofia nasce dalla meraviglia ma anche Cristo nasce dalla meraviglia
La parola greca thagraveuma che traduciamo con meraviglia indica anche lo stupore
attonito di fronte a ciograve che egrave strano imprevedibile orrendo mostruoso Indica lo smarrimento
angosciato che si prova dinanzi allrsquoenigma e al terrificante
Nel mito73
alle origini del pensiero la costruzione di un senso divino ed ordinato del
mondo che governa e definisce lrsquoesistenza permette allrsquouomo di sentirsi protetto Lrsquoesistere egrave
raccolto allrsquointerno di una spiegazione unitaria che predispone unrsquointerpretazione stabile del
Tutto attendendo preparato da essa lrsquoirrompere imprevedibile degli eventi Egrave infatti
lrsquoimprevedibilitagrave che genera il terrore
73 La parola mythos che viene tradotta con ldquomitordquo accentuando nella traduzione il carattere fabulatorio
del mytheiacuten Inizialmente mito non significa laquofavolaraquo laquoinvenzione arbitrariaraquo laquoleggenda inverosimileraquo
laquoracconto fantasticoraquo bensigrave laquoparola veraraquo laquonotizia vera di ciograve che egrave realeraquo ed egrave realmente accaduto tanto piugrave
vero quanto piugrave sta allrsquoorigine dei tempi e dunque eterno sacro divino lt Il passaggio dal mythos al logos non egrave il
passaggio dalla favola alla veritagrave egrave invece il passaggio alla testimonianza della veritagrave [] il mythos egrave lrsquoessere nella
veritagrave il logos egrave il sapere la veritagrave che si ha allora il mythos egrave un lasciare esposte le cose cosigrave come sono come
appaiono il logos egrave la coscienza che la veritagrave devrsquoessere appunto un lasciare esposte le cose cosigrave come esse sono
[] il passaggio dal mythos al logos il passaggio dal prefilosofico al filosofico non egrave quindi il passaggio a una cosa nuova bensigrave il passaggio alla testimonianza di ciograve che giagrave si egrave e giagrave egrave dinanzi[] Allora non crsquoegrave un passaggio
dalla favola alla veritagrave bensigrave passaggio dalla veritagrave in seacute la veritagrave che egrave ma che non sa di essere non possiede
ancora il proprio significato alla testimonianza della veritagrave alla consapevolezza che il discorso valido devrsquoessere
appunto lasciar le cose come sono alla consapevolezza che un discorso valido non puograve essere un poieiacuten []Il
mythos si realizza cosigrave come una contraddizione tra il lasciar essere le cose e lrsquoimposizione ldquopoeticardquo fa violenza
sulle cose Il logos invece egrave veritagrave ossia un lasciar essere ciograve che si impone ciograve che si annunzia o si manifesta
con autoritagrave gt E Severino Istituzioni di filosofia pag112-113
45
E quando lrsquouomo non si accontenta piugrave della produzione creazione poesia volontagrave
mitiche che le cose stiano in un certo modo di un atteggiamento sognante solo allora il
popolo greco volendo uscire dal sogno volendo cioegrave che il rimedio contro la morte e il dolore
non sia appunto il contenuto di un sogno ma sia qualche cosa che non possa essere smentito
vada cercando una veritagrave incontrovertibile
Questa volontagrave di uscire dal sogno questa volontagrave di guardare la veritagrave delle cose egrave la
filosofia E se essa sta ad indicare la volontagrave di portare alla luce il sapheacutes ciograve che di per seacute
stesso egrave chiaro e incontrovertibile allora con essa lrsquouomo vivragrave la veritagrave Veritagrave che nella
parola greca aleacutetheia74
che alla lettera significa ldquodisvelamentordquo accompagnata come valore
significativo alla parola episteacuteme75
traduciamo come la capacitagrave di imporsi sulle forze
pratiche mentali istintive che vorrebbero scuotere e abbattere ciograve che sta 76
74 lt La parola egrave costituita dallrsquoalfa privativo e dal termine λήθη (leacutethe) che vuol dire nascondimento
Λαvθάvω (lanthaacuteno) significa rimango nascosto occulto (velato celato) Allora se traduciamo aleacutetheia con
veritas perdiamo il senso autentico di questo termine percheacute aleacutetheia vuol dire non-nascondimento ossia
disvelamento E allora alegravetheia egrave anche mythos percheacute anchrsquoesso egrave un lasciar esposte le cose come sono ma
appunto egrave solo un lasciarle esposte Il logos egrave un riconoscere che la veritagrave devrsquoessere un lasciarle esposte gt Ivi
pag 115
75 lt rsquoEπιστήμη non egrave ὕβρις Yβρις egrave la tracotanza o prepotenza di ciograve che vuol farsi valere oltre la
propria potenza mentre episteacuteme egrave la potenza o la fermezza del dire attuale che si impone su ogni altro discorso
[hellip] la veritagrave dellrsquoessere appare sia nella δόξα che nellrsquoεπιστήμη ma solo questrsquoultima sa portarla alla luce e farla valere la δόξα non si cura del proprio carico prezioso ma di altre cose e tutto ciograve che dice puograve essere
contraddetto Quando la δόξα presume dire lrsquoincontrovertibile egrave ὕβρις gt Id Essenza del nichilismo pag157
76 lt Eschilo ci dice che se si deve cacciare dalla mente con veritagrave il dolore che rende folli allora egrave
necessario rivolgersi a Zeus ma Zeus non egrave il divino del mito (esso egrave lrsquoetere lrsquoacqua il fuoco e tutto ciograve che sta al
di lagrave di queste cose) ma quel divino che non sottostagrave allrsquoimprevedibilitagrave degli eventi gt Id lsquoI presocratici e la
nascita della filosofiarsquo collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il
quotidiano lsquoLa Repubblicarsquo
46
Steme egrave un costrutto linguistico che si forma sul verbo higravestasthai laquostareraquo laquoimporsiraquo
Epi-steacuteme significa epi-higravestasthai cioegrave stare laquosuraquo (epigrave) imporsi su ogni divenire laquosuraquo ogni
tempo e laquosuraquo ogni evento significa essere la Legge suprema a cui tutto deve adeguarsi e a cui
nulla puograve sfuggire
La veritagrave egrave lo stare originario che non si lascia smuovere e si impone sul divenire
Egrave innanzitutto lrsquoepisteacuteme a dire ad ogni ente laquoTu non avrai altro Dio allrsquoinfuori di meraquo
La veritagrave dellrsquoepisteacuteme mostra il senso incontrovertibile definitivo immutabile del Tutto essa
intende unire lrsquoevidenza del divenire allrsquoevidenza dellrsquoeterno Ed al suo interno lungo la storia
dellrsquoOccidente vengono innalzati tutti gli Immutabili e ogni forma del divino e dellrsquoeterno
Essa egrave lrsquoanima e il fondamento dellrsquointera tradizione dellrsquoOccidente che ha inizio cancellando
lrsquoambiguitagrave e il mistero che inevitabilmente compete al senso di ogni parola nel linguaggio pre-
metafisico77
Nel linguaggio biblico (ma anche in Platone) caos egrave sinonimo di magma di mescolanza
disordinata di elementi non ancora separati percheacute ancora non egrave stato guadagnato un certo
ordine o cosmo Lrsquoessenza del cosmo egrave pensata in funzione di un atto volontaristico (quello di
Dio ma anche il demiurgo platonico persuade la terra madre a diventare da caos a cosmo) che
intervenendo separa e separando ordina definendo il caos e ponendovi cosigrave fine
Eppure queste parole hanno alla radice un piugrave originario e piugrave autentico significato che
nulla ha da dividere coi significati di disordine mescolanza ordine separazione
77 Il linguaggio primitivo non porta alla luce il senso della veritagrave dellrsquoessere ma non porta alla luce nemmeno il senso alienato dellrsquoessere Resta per noi essenzialmente ambiguo percheacute non ci egrave consentito stabilire
se il significato delle sue parole esprima o tradisca la veritagrave dellrsquoessere Si puograve stabilire la sintassi ma non la
semantica ontologica di un linguaggio che non rende esplicito il senso dellrsquoessere e del niente (la lingua della
preistoria dellrsquoOccidente non parla della nientitagrave dellrsquoente ma soltanto della sicurezza della terra e delle cose
sicure)
47
La radice indoeuropea della parola chaos radic cha o radic gha che interviene in vari gruppi
di parole sia greche chasko chaino (mi apro mi dischiudo) sia latine hiatus (intervallo
apertura) non indica tanto il disordine o la mescolanza quanto lrsquoapertura il dischiudersi che
offre lo spettacolo della totalitagrave In questo senso il chaos non egrave la dimensione antecedente lrsquoe-
vocazione dellrsquoordine da parte di una volontagrave che chiamando separa ma egrave la dimensione
assoluta che ospita il suo interno ogni teogonia e ogni cosmologia ogni generazione di dei di
uomini e di mondi Non egrave una situazione separabile ma egrave la totalitagrave che include ogni
situazione
Dallrsquoetimo piugrave originario della parola chaos si opera una ripercussione sul termine
corrispettivo che egrave dato dalla parola kosmos la cui radice indoeuropea radic kens (da cui il
latino censeo) significa laquoannuncio con autoritagraveraquo Impiegare la parola kosmos allora non
significa riferirsi al mondo che nasce solo in presenza di un artefice ma significa riferirsi a
quella parola che nellrsquoapertura dischiusa del chaos si annuncia con autoritagrave senza poter essere
smentita Questa parola egrave il logos78
Con lrsquoavvento del pensiero metafisico anche lsquodiorsquo esce dallrsquoambiguitagrave ed entra nel
mondo non nel senso che venga necessariamente inteso come uno degli enti sensibili e
divenienti ma in quanto egrave pensato come il fondamento stesso del mondo ossia come ciograve che fa
sigrave che il mondo sia mondo
La parola greca ὐεός egrave essenzialmente costruita sulla radice δα Innanzitutto δα indica
lo star dinanzi manifesto e luminoso sigrave che Ζεύς lo laquosplendenteraquo egrave δηλος Ma la
manifestazione lascia apparire ed egrave dispensatrice delle differenze e quindi δα indica anche il
dispensare il dare in sorte distribuendo le differenze sigrave che il dio egrave il δαίμων che divide e
distribuisce le parti del tutto
78 U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag33
48
Ma il dispensare le differenze esige perizia e abilitagrave nel dispensatore esige cioegrave non
solo conoscenza ma anche padronanza dei differenti e quindi δα esprime anche il senso di
quella capacitagrave laquotecnicaraquo che viene indicata in parole come δαίος e δαήμων Ciograve vuol dire che
egli egrave artefice capace di padroneggiare le differenze che rende manifeste e che in quanto
padroneggiate sono ἔργον
Lrsquo ἔργον egrave la differenza padroneggiata e dispensata nellrsquoatto in cui viene resa manifesta
(δήμιον) Lrsquoartefice che assegna e distribuisce le parti differenti egrave allora insieme radice di ogni
sventura
Nei tratti che formano il significato premetafisico della parola ὐεός sono certamente
presenti le tracce di un modo di intendere il senso dellrsquoessere Ma le tracce rimangono
indecifrabili Si dovrebbe stabilire se quei tratti si sviluppino lrsquouno dallrsquoaltro in una sostanziale
solidarietagrave di fondo o siano invece le tracce di una abissale e inesplorata discordanza
nellrsquooriginario apparire dellrsquoessere Di tutto ciograve il pensiero metafisico non si occupa portando
nel mondo i linguaggi tra cui viene a trovarsi si convince di realizzare lrsquointerpretazione
autentica che rende esplicito il loro riposto significato ontologico
Dal punto di vista della metafisica lrsquoente puograve essere ossia puograve esistere solo se egrave
assicurato allrsquoesistenza da un fondamento Diversamente lrsquoente in quanto ente non puograve
esistere ossia egrave un niente79
79 lt ldquoEsse non habet creatura nisi ab aliordquo ldquoSibi relictardquoassunta cioegrave al di fuori della sua relazione al
fondamento la creatura ldquoin se considerata nihil estrdquo ldquoUnde prius naturaliter inest sibi nihil quam esserdquo
(Tommaso De aeternitate mundi7) Tuttavia anche ldquosibi relictardquo la creatura non egrave un niente Ponendo che la
creaturaldquosibi relictardquo egrave un niente il pensiero metafisico intende differenziare questa affermazione
dallrsquoaffermazione che il niente egrave niente gt E Severino Essenza del nichilismo pag 256
49
I primi pensatori realizzarono la situazione nella quale la realtagrave cosmica egrave saputa come
totalitagrave80
Ed egrave precisamente lrsquoapertura dellrsquoorizzonte della totalitagrave che conduce alla domanda
sul principio (ᾀρχή) e fa sorgere il problema di determinare che cosa sia ciograve per cui tutte le
cose che pur si differenziano lrsquouna dallrsquoaltra convengano tutte nellrsquoappartenere al medesimo
orizzonte
Gli antichi la maggior parte di coloro che per primi si posero a filosofare furono dei
metafisici in quanto fecero oggetto del loro interesse lrsquoapertura della totalitagrave e dei fisici in
quanto lrsquounica determinazione che conobbero della totalitagrave fu il mondo fisico
80 lt La prima filosofia non egrave un lasciare nellrsquoimplicitezza ma egrave un porre esplicitamente la categoria della
totalitagrave Proprio percheacute la categoria della totalitagrave egrave posta si sviluppa quella tematica del principio unificatore della
totalitagrave del molteplice gt e la comprensione di questa dimensione egrave possibile solo se il diverso viene visto come
insieme identico lt Il pensiero filosofico sin dal suo inizio storico egrave lrsquoattenzione portata allrsquounitagrave laddove il pensiero mitico pur pensa lrsquounitagrave ma facendo emergere la differenza Il concetto eracliteo di unitagrave degli opposti
altro non egrave che lrsquoesplicitazione di quellrsquoidentitagrave dei differenti che il pensiero filosofico pensa sin dal suo primo
apparire La filosofia sorge come attenzione al tutto ma al tutto si puograve prestare attenzione solo se le differenze
sono viste come tutte appartenenti al tutto il tutto puograve essere pensato solo se le molte cose sono pensate secondo
una sostanziale identitagrave solo se i differenti sono visti in certo senso identici[] Allora il problema che
inizialmente si presenta alla coscienza filosofica non egrave quello di introdurre un pensiero non ancora pensato di
produrre il pensiero dellrsquoidentitagrave che non si sarebbe ancora pensata infatti stando davanti la totalitagrave lrsquoidentitagrave egrave
pensata Il problema egrave invece quello di esplicitare ciograve che viene pensato per il fatto che il tutto egrave pensato[]
Quando Talete pensa lrsquoacqua come archeacute di tutte le cose non pensa semplicemente un elemento empirico una
cosa tra le cose ma pensa lrsquoacqua come concetto universale[] Il contributo dei presocratici non sta tanto
nellrsquoaver posto lrsquointero che egrave giagrave posto nelle teogonie ma nellrsquoesplicitazione particolarmente intensa dellrsquointero e questa intensitagrave la troviamo giagrave affermata a proposito di Anassimandro e di Anassimene [] Lrsquouomo vede quindi
da sempre lrsquounitagrave ma solo a questo punto della storia della filosofia quel semplice vedere si risolve in un riflettere
sulla necessaria posizione dellrsquoUno[] il mito tende appunto a lasciare inespressa lrsquounitagrave questo significa che il
discorso mitico insiste su altri punti cioegrave sulle differenze[] Il cercare lrsquoidentitagrave delle differenze significa cercare
lrsquoidentitagrave che lega i termini opposti significa in ultima analisi cercare il trascendentale [] proprio percheacute pur
essendo in ogni cosa in quanto comune a tutte le cose non vi si esaurisce e pur realizzandosi in ognuna di esse
le trascende per il fatto di essere a tutte comune gt Id Istituzioni di filosofia pag 146149150
50
Andando alla ricerca del principio i primi metafisici andarono alla ricerca di un
principio unificatore del molteplice o la ricerca del principio unificatore assunse la forma di
determinazione della materia primordiale Lrsquounitagrave delle cose che questi antichi vanno
ricercando acquista dunque il senso di principio materiale delle cose o il senso che si
conferisce a quella unitagrave egrave che le cose convengono tutte nellrsquoessere modi di configurazione di
una unica materia Ma si comprese ben presto lrsquoimpossibilitagrave di qualificare il principio come
una determinazione particolare non solo percheacute non poteva essere qualificato come una cosa
tra le cose ma anche in base alla constatazione del divenire o dello sparire di tutte le
determinazioni particolari del mondo
Il divenire egrave il principio dice Eraclito E infatti egrave nel divenire che le determinazioni
particolari si unificano poicheacute se ad ognuna di esse compete di sparire o di annullarsi e se lo
sparire o lrsquoannullamento di qualcosa egrave il sopraggiungere del contrario o dellrsquoopposto del
qualcosa e ancora se il contrario sopraggiunge solo in quanto il qualcosa sparisce segue che
il processo dello sparire egrave ciograve in cui si realizzano e si unificano le determinazioni piugrave differenti
Esso il processo stesso il divenire non sparisce ma egrave lrsquoimmutabile in cui ogni cosa che
sopraggiunge dilegua e si dissolve
Per Anassimandro lrsquoindeterminato si distingue dallrsquoeterno movimento onde le
determinazioni particolari si producono per Eraclito questa distinzione non ha ragione di
sussistere percheacute il movimento eterno contiene in seacute il motivo o la ragione per cui il principio
non egrave nulla di determinato particolarmente
Anassimandro si limita a rilevare lrsquoimpossibilitagrave di porre come principio una
determinazione particolare e in tal modo qualifica il principio solo negativamente81
sigrave che la
sua distinzione tra indeterminato e movimento eterno non si appoggia su alcuna qualificazione
per la quale lrsquoindeterminato possa distinguersi dal movimento
81 Una volta che ci si rende conto dellrsquoimpossibilitagrave di trattare il trascendentale come un particolare si
tratta di definire in concreto che cosa sia il trascendentale non nel senso che determinandolo lo si debba limitare
o particolarizzare a nel senso che si tratta di accertare in cosa consista ciograve che non puograve essere determinato come
particolare
51
A questo punto egrave doverosa una precisazione
laquoTimbroraquo egrave il modo in cui la parola del mortale risuona nellrsquoaria e si rende visibile nella
scrittura Innumerevoli sono le parole che formano la preistoria dellrsquoOccidente eppure
risuonano tutte allrsquointerno dei due timbri fondamentali il timbro dellrsquoinflessibile e il timbro del
flessibile (o timbro della flessione) il timbro che esprime lrsquoinflessibile e il timbro che esprime
il flessibile
La preistoria e la storia dellrsquoars del mortale sono separate da un breve intervallo Esso
interrompe la vicenda in cui il senso della flessione si impadronisce del timbro dellrsquoinflessibile
La interrompe prima che questo impadronirsi si trasformi da dominio premetafisico in
dominio metafisico dellrsquoente cioegrave prima che il senso della flessione divenga esplicito nella
testimonianza che del senso dellrsquoente egrave data dalla lingua greca Nellrsquointervallo accade il
rovesciamento il senso dellrsquoinflessibile si impadronisce del timbro della flessione Anche
questo rovesciamento accade nella lingua greca Questo accadere viene considerato come
lrsquoinizio della filosofia greca Ma non egrave lrsquoinizio egrave lrsquointervallo prima dellrsquoinizio ossia prima che
il linguaggio dellrsquoOccidente testimoni lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
Lrsquointervallo forma un indugio e nel cammino del mortale lrsquoindugio stabilisce un bivio
Anassimandro ed Eraclito rimangono nellrsquoambiguitagrave del bivio
Ma che cosa significa nel linguaggio di Anassimandro e di Eraclito lrsquoessere τὸ χρεών e
lrsquoessere ὁ λόγος e lrsquoessere xατὰ τὸ χρεών e χατὰ τὸν λόγον A queste domande comincia a
rispondere Parmenide Anche Parmenide sta sul bivio ma come il seminatore di entrambi i
sentieri che si dipartono da esso
Lungo il cammino si forma un bivio percheacute nel luogo dove diviene esplicita la volontagrave
che lrsquoente sia niente in quel luogo si rende visibile anche per breve tempo un bagliore che
proviene da un cielo diverso da quello tracciato dal cammino dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
52
Il bagliore illumina per breve tempo un altro cielo e in esso un altro cammino lungo le
costellazioni del Giorno Il χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τ´ἐὸν ἔμμεναι di Parmenide parla di quel
bagliore82
82 E Severino Destino della necessitagrave pag 254 e 279
53
II - Il sentiero della Notte
Parmenide semina il Sentiero del Giorno ma semina anche il Sentiero della Notte83
Lo
semina percheacute per negarlo lo evoca
LrsquoOccidente cammina allrsquointerno di questa evocazione Per la prima volta nella storia
del mortale Parmenide84
conduce nel linguaggio il senso dellrsquoessere e della sua opposizione al
niente
E per la prima volta Parmenide si volge verso un percorso diverso dalla storia del
mortale il percorso dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia In questo rivolgersi verso il sentiero
intentato evoca per negarlo lrsquoopposto sentiero il sentiero dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente e in
questa evocazione testimonia ciograve che non era mai stato testimoniato
La prima testimonianza del senso alienato dellrsquoessere accade allrsquointerno del pensiero
che la vede come testimonianza alienata Ma proprio percheacute egrave nel linguaggio di Parmenide che
per la prima volta viene evocata la testimonianza dellrsquoalienazione (ossia che lrsquoessere non egrave)
questa testimonianza non puograve precedere la propria evocazione
Parmenide evocando il proprio nemico lo crede un giagrave esistente e i suoi versi sono rivolti ai ldquoi mortali dalla doppia testardquo dai quali lrsquoessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici
Lrsquoevocatore del Sentiero della Notte non avverte di esserne lrsquoevocatore e crede che esso sia giagrave
incominciato85
Lrsquoessere parmenideo egrave la qualificazione positiva dellrsquoindeterminato anassimandreo
lrsquoorizzonte dellrsquointero puograve realizzarsi solo in quanto si apra come orizzonte dellrsquoessere
83 ἕνυα πύλαι Νυϰτός τε ϰαὶ ᾽´Ηματός εἰσι ϰελεύὑων lsaquolsaquoQui la porta che divide i sentieri della Notte e del
Giornorsaquorsaquo Parmenide fr 1 v 11
84 Da un punto di vista storico possiamo indicare una complementaritagrave dicendo che da un lato Eraclito
opera la determinazione formale dellrsquoaacutepeiron dallrsquoaltro Parmenide indica la determinazione materiale o concreta
dellrsquoaacutepeiron (materiale inteso come opposto al formale nulla a che vedere con la materia fisica) Per Eraclito
lrsquoaacutepeiron egrave lrsquoopposizione per Parmenide egrave lrsquoessere
85 E Severino Destino della necessitagrave pag 528-529
54
Parmenide tenendo fermo il principio dellrsquoimpossibilitagrave che il non essere sia o che
lrsquoessere non sia pone lrsquoessere come principio per cui si costituisce lrsquointero e quindi come ciograve
che permette lrsquounitagrave del molteplice E questo viene ad equivalere alla stessa negazione o allo
stesso annullamento del molteplice e del divenire di questo che egrave quanto dire negazione e
annullamento del mondo in quanto manifestatesi come lrsquoinsieme di tutte le molteplici cose
divenienti Infatti le cose sono molte e differenti in quanto sono altro oltre al loro semplice
essere Ma che le cose siano altro dallrsquoessere significa che esse proprio in quanto molte e
differenti sono non essere visto che soltanto il non essere egrave altro dallrsquoessere Affermare
dunque che le cose sono molte significa affermare che il non essere egrave Per eliminare questa
contraddizione saragrave quindi necessario eliminare ciograve che la produce saragrave necessario negare che
le cose siano molteplici Il divenire poi egrave reale solo in quanto anchrsquo esso include la realtagrave o
lrsquoessere del non essere Il divenire egrave infatti un passaggio dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere
al non essere La realtagrave del passaggio implica la realtagrave dei termini tra i quali si istituisce il
passaggio Ma poicheacute il non essere non egrave non puograve essere nemmeno il passaggio86
86 lt affincheacute la posizione parmenidea sia riguardata come un problema o come unrsquoaporigravea egrave
necessario avvedersi dellrsquoimpossibilitagrave di negare la realtagrave del mondo molteplice e diveniente per salvare o per
tener ferma lrsquounitagrave e lrsquoimmobilitagrave dellrsquoessere Egrave necessario avvedersi ancora che quella di Parmenide egrave infine una
scelta o una preferenza che egli accorda allrsquoessere piuttosto che al mondo gt Id I principi del divenire La Scuola
Brescia 1995 pag 13
55
Lrsquoontologia di Platone87
e Aristotele sono lrsquoassestamento di questa intuizione E
lrsquoassestamento si impone ma la scoperta egrave troppo grande percheacute lo scopritore non ne resti
abbagliato Il mondo svanisce nella prima luce dellrsquoessere svanisce come valore diviene
esistenza contrapposta allrsquoessenza e il valore egrave lrsquoessere come immutabilitagrave e semplicitagrave
assoluta
Lrsquoimprevisto lrsquoinsospettato egrave per il logo il mondo non Dio Ma se il logo si fa sorprendere dal
mondo in modo da non sapersi riprendere dalla sorpresa se non negando il mondo diventa logo
astratto ed egrave qui che si ferma Parmenide88
La semplice opposizione tra lrsquoessere (inteso come ciograve che egrave) e il nulla (inteso come ciograve
che non egrave) resta nellrsquoambiguitagrave percheacute la si puograve intendere ndash come si incominciograve e si continuograve
ad intenderla ndash come una legge che governa sigrave lrsquoessere ma che lo governa sin tanto che esso egrave
Lrsquo Occidente egrave la civiltagrave che cresce allrsquointerno dellrsquoorizzonte aperto dal senso che il
pensiero greco assegna allrsquoesser-cosa delle cose
87 Platone si egrave lasciato sfuggire la grande occasione di pensare la veritagrave dellrsquoessere percheacute anche lui (e dopo di lui tutto il pensiero occidentale) lascia al fondo del pensiero dellrsquoente lrsquoastratta separazione dellrsquoessere e
della determinazione proprio lui che si presenta come il pacificatore della scissione ossia come lrsquounificatore
dellrsquoessere e della determinazione lt Platone era divenuto il difensore del concreto il riparo dal naufragio
parmenideo e sotto questo riparo il pensiero occidentale si poneva una volta per tutte senza avvedersi che lrsquoovile
non era stato chiuso prima che entrasse il lupo e senza avvedersi che era stata lasciata fuori in sovrana solitudine
la luce della veritagrave dellrsquoessere gt Id Essenza del nichilismo cit pag 74
88 Id La struttura originaria cit pag 391
56
Sei secoli prima di Cristo la filosofia greca incomincia a concepire la cosa come ciograve
che totalmente o parzialmente esce dal niente e vi ritorna oscilla tra lrsquoessere e il niente un
ἐπαμφοτεριζειν89
dove laquoi dueraquo (ἀμφότεϱα) laquorispettoraquo (ἐπί) ai quali la cosaraquo egrave in lotta con seacute
stessaraquo (ἐϱίζει) sono lrsquoessere (τὸ ὄν) e il niente (τὸ μὴ ὄν inteso come τὸ πάντως μὴ ὄν nihil
absolutum90
In quanto laquoparteciparaquo di entrambi (τὸ ἀμφοτέϱων μετέχον)91
la cosa (τι) ha entrambi
come predicati essa egrave qualcosa che laquoinsiemeraquo (ἃμα) egrave e non egrave τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν92
Ma
lrsquoavverbio ἃμα non compare nel finale del libro quinto della Repubblica col senso temporale
che probabilmente esso intende esprimere nel celebre passo del libro quarto della Metafisica93
nel testo platonico ἃμα indica lrsquoinseparabilitagrave dei due (lrsquoessere e il niente) tra i quali la cosa egrave
indecisa nel suo oscillare tra lrsquouno e lrsquoaltro Dellrsquooscillante non solo non egrave possibile pensare
che sia semplicemente legato allrsquoessere (οὔτ᾽ εἶναι) o al non essere (οὔτε μὴ εἶναι) o che non
sia legato ad alcuno dei due (οὔτε οὐδέτεϱον) ma non si puograve nemmeno pensare che esso sia
lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα
Lrsquoἐπαμφοτεριζειν (lrsquooscillante) egrave un dibattersi (ἐϱίζειν) tra lrsquoesser e il niente (ἐπὶ τὰ
ἀμφότεϱα) proprio percheacute non egrave contemporaneamente lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα Il
dibattersi egrave il divenire della cosa Dove la cosa insieme (ἃμα) egrave e non egrave nel senso che nel
divenire lrsquoessere e il non essere sono inseparabili e non nel senso che nel divenire la cosa sia
e non sia contemporaneamente
Ma proprio percheacute nellrsquoespressione τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν lrsquoavverbio ἃμα non indica
la contemporaneitagrave ma lrsquoinseparabilitagrave dei due che si contendono la cosa proprio per questo
tale espressione egrave la definizione stessa del divenire cioegrave del tempo
89 Platone Civitas 479 c Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo fedelmente alla loro
utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino nelle opere di riferimento riportate in nota
90 Ibid 478 d
91 Ibid 478 d-e
92 Ibid 478 d
93 Aristotele Metafisica 1005 b 19-20
57
Lrsquoente quindi in quanto ente egrave ciograve che puograve non essere In quanto ente non egrave
lrsquoimmediata esclusione del suo poter non essere Lrsquoente egrave la cosa (il τι) nel suo essere coinvolta
nellrsquo ἐπαμφοτεριζειν tra lrsquoessere e il niente Affincheacute si possa porre un ente come immutabile e
quindi come ciograve che non puograve non essere si egrave costretti ad introdurre un medio tra lrsquoesser ente
dellrsquoente e lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoente
Introducendo un μεταξύ fra lrsquoessere e il nulla94
Platone segna il destino dellrsquoOccidente
lrsquoaffermazione di una dimensione in cui egrave contenuto ciograve che nasce e muore ossia ciograve che
partecipando dellrsquoessere e del niente non era e non saragrave piugrave era un niente e saragrave ancora un
niente Platone lascia in ereditagrave agli uomini il mondo compiendo il parricidio che conduce
nellrsquoessere le determinazioni che Parmenide lasciava nel nulla Ma il parricidio andava
compiuto le determinazioni non sono un niente (un ἐναντίον dellrsquoessere) e cioegrave sono
Lrsquoessere non egrave il puro indeterminato ma la totalitagrave concreta delle determinazioni95
Ma
nellrsquoatto stesso in cui Platone contrappone lrsquoessere concreto determinato al niente lascia
lrsquoessere identico al niente
94 Platone Civitas V 477-480)
95 lt Nella fondamentale dottrina metafisica quella hegeliana dellrsquointelletto astratto egrave lo sviluppo
dialettico il modo determinato secondo cui si istituisce la sintesi tra il puro essere e la totalitagrave delle determinazioni
Ma il significato ultimo della sintesi hegeliana egrave ancora quello platonico tra il puro essere e le determinazioni si
apre sin dal principio un abisso incolmabile onde lrsquounione delle due sponde egrave la sintesi di ciograve che sin dal principio
egrave stato destinato a rimanere diviso Nello sviluppo dialettico il puro essere si determina (si unisce alla determinazione) ma la determinazione mantiene nella sintesi il carattere che sin dal principio le conviene in
quanto separata dallrsquoessere di essere un niente Egrave unita allrsquoessere ma contiene ad essere un niente Egrave quindi
inevitabile che sia trattata come un niente e si affermi che la sua sintesi con lrsquoessere egrave accidentale e che sia quindi
destinata a nascere e a morire eterno rimanendo solamente quellrsquoente privilegiato che egrave la stessa accidentalitagrave
della sintesi Ma questa sintesi necessaria ndash lrsquoorganismo delle categorie lrsquoIdea ndash egrave la struttura privilegiata che
rende possibile il divenire delle determinazioni empiriche lrsquoistituzione della sintesi accidentale tra il categoriale e
lrsquoempirico gt E Severino La struttura originaria pag 403
58
Pensa le determinazioni come per seacute indifferenti al loro essere o non essere Per tenerle
ferme nellrsquoesistenza quegli esseri-relativi deve andare alla ricerca di un fondamento che perograve
fonda soltanto la ragione privilegiata delle determinazioni universali (idee) ed abbandona
allrsquoannullamento le determinazioni empiriche96
La soluzione che Aristotele dagrave dellrsquoaporigravea parmenidea si svolge in due momenti
accertamento della struttura intrinseca del divenire e accertamento delle condizioni totali della
pensabilitagrave del divenire ossia le condizioni in base alle quali la realtagrave del divenire non egrave
contraddittoria Ed essa realtagrave non lo egrave in quanto la contraddizione egrave tolta negando che il
divenire sia lrsquointero e quindi ponendo una realtagrave non diveniente egrave tolta introducendo il
concetto di sostrato
Il divenire non egrave piugrave indeterminatamente considerato ma egrave determinato come una
struttura complessa passaggio di un sostrato dalla privazione di una certa forma alla forma
corrispondente che egrave il concetto di ldquodivenienterdquo quel ldquoterzordquo tra il non essere e lrsquoessere che
quindi diviene97
Nel De Interpretatione98
si afferma infatti
Che dunque ciograve che egrave sia quando egrave e che ciograve che non egrave non sia quando non egrave egrave necessario tuttavia
non egrave necessario neacute che tutto quanto ciograve che egrave sia neacute che tutto quanto ciograve che non egrave non sia Infatti
non egrave la stessa cosa che tutto quanto ciograve che egrave sia di necessitagrave quando egrave e lrsquoessere assolutamente di necessitagrave E similmente va detto anche per ciograve che non egrave
96 Id Essenza del nichilismo pag 148
97 lt la differenza tra il parmenidismo e lrsquoaristotelismo [] egrave la stessa differenza tra il concetto di sapere
metafisico come appartenente alla struttura del fondamento e il concetto per il quale il sapere metafisico egrave
unrsquoulterioritagrave rispetto a quella struttura che deve essere conseguita attraverso un procedimento mediazionale gt
Id La struttura originaria cit pag 399
98 Traduzione condotta sul testo Della Interpretazione Edizione Bur quarta edizione marzo 2000 23-28
pag 99
59
Il principium firmissimum esprime la struttura dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente proprio
percheacute egrave il principio dellrsquoente in quanto ente (non un certo ente privilegiato) Esso egrave la
posizione della nientitagrave dellrsquoente espressa come non-nientitagrave dellrsquoente
Esso egrave lrsquoespressione piugrave esplicita e radicale dellrsquoopposizione dellrsquoente al niente E
tuttavia nel principio di non contraddizione la nientitagrave dellrsquoente resta essenzialmente affermata
proprio nellrsquoatto in cui la si vuole escludere nel modo piugrave perentorio Essa si manifesta nella
forma del suo opposto
In una sua formulazione fondamentale il principium firmissimum dice che laquonon egrave
possibile che la stessa cosa sia e non siaraquo (εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) per il medesimo rispetto e nello
stesso tempo (ϰαῦ᾽ ἕνα ϰαὶ τὸν αὐτὸν χϱόνον)99
Ciograve significa da un lato che il diverso puograve
esser e non essere nello stesso tempo e cioegrave che in un certo tempo alcuni degli enti sono ed
altri non sono e dallrsquoaltro lato significa che in tempi diversi il medesimo egrave e non egrave prima d i
nascere e dopo il suo perire non egrave ed egrave tra la nascita e la morte
99 Aristotele Metafisica 1061 b 36
Fabro critica fortemente lrsquointerpretazione severiniana dei testi aristotelici nella fattispecie il carattere temporale
assegnato al principio di non contraddizione lt Sotto lrsquoaspetto reale Aristotele che non conosce la creatio ex
nihilo della Bibbia ed ammette lrsquoeternitagrave del mondo []si muove con assoluta fedeltagrave alla concezione greca della necessitagrave del Tutto [] Il nascere e il perire cioegrave la contingenza del mondo sublunare [] esprimono non un passare
dallrsquoessere al non essere ma dallrsquoessere tale ad un essere tal altro della materia secondo le leggi fisiche e
biologiche della generazione e corruzione gt concludendo lt Il problema del tempo come qualificante lrsquoessere
dellrsquoente quale lrsquoinvoca il Severino egrave qui del tutto assente poicheacute si tratta unicamente del problema del rapporto
fra logica e metafisica cioegrave della dipendenza fra il modo di predicare e il modo di essere e si afferma che il primo
dipende dal secondo che il pensare dipende dallrsquoessere e che le qualitagrave del pensare e del predicare dipendono dal
modo di essere gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag110-112
60
Al principio di non contraddizione appartiene essenzialmente la persuasione che agli
enti sia consentito di non essere100
100 La negazione dellrsquoidentitagrave che la forma del dire e del pensare presenta nella preistoria dellrsquoOccidente
egrave determinata dallrsquoisolamento del soggetto dal predicato
lt Anzi il senso stesso del soggetto e del predicato egrave determinato dallrsquoisolamento giaccheacute il soggetto egrave ciograve che
permane ed egrave significante indipendentemente e isolatamente dal predicato Lrsquoisolamento egrave la coscienza in quanto
isolante cioegrave in quanto essa isola il proprio contenuto separando la parte dalle altre parti e la parte dal tutto In
quanto il soggetto egrave isolato dal predicato il soggetto egrave sempre un altro dal predicato Anche quando il predicato egrave il soggetto stesso (come in A egrave A) e in A egrave A A-soggetto isolato non solo egrave altro da A-predicato ma egrave qualcosa
a cui non puograve competere di essere A giaccheacute il suo essere A ndash il suo essere se stesso ndash egrave appunto ciograve da cui A-
soggetto in quanto isolato da A-predicato egrave isolato [] A sua volta quanto al contenuto del pensiero e del dire
dellrsquoOccidente lrsquoessente puograve essere pensato come ciograve che esce dal niente e vi ritorna solo in quanto egrave isolato
dallrsquoessere ndash ossia dal suo essere seacute[] In Aristotele lrsquoantecedenza e indipendenza della dimensione noetica
(oggetto dellrsquooperatio prima intellectus) da quella dianoetica (oggetto dellrsquooperatio secunda intellectus) egrave
appunto lrsquoisolamento del noetico dal suo esser seacute che si costituisce nella e come dimensione dianoetica Il
principio di non contraddizione che afferma lrsquoidentitagrave dellrsquoessente dice Tommaso (In duodecim libros
Metaphysicorum Aristotelis expositio 605) egrave sigrave il primo ossia egrave il principio fondamento ma nella seconda
operazione dellrsquointelletto (est naturaliter primum in secunda operatione intellectus) Per Hegel la determinazione
in quanto isolata egrave un contraddirsi Ma in quanto isolata la determinazione egrave una dimensione noetica [] Hegel
mostra sigrave che il noetico isolato egrave un contraddirsi ma concepisce il piano dianoetico (lrsquounitagrave di determinazioni diverse) come il risultato del divenire prodotto dalla contraddizione e quindi anche per Hegel lrsquointelletto
(Verstand) che isola il noetico egrave lrsquooperatio prima intellectus rispetto alla dimensione dianoetica costituita dalla
sintesi dialettica gt
Per Tommaso il principio drsquoidentitagrave e non contraddizione egrave un principio di ragione lt Quando si dice che
qualcosa egrave identico a seacute stesso [aliquid esse idem sibiipsi] lrsquointelletto assume come due ciograve che quanto alla cosa egrave
uno [intellectus utitur eo quod est unum secundum rem ut duobus] Altrimenti non potrebbe designare la
relazione dello stesso a seacute stesso Onde appare che la relazione include sempre due estremi e se nelle relazioni di
questo tipo non ci sono due estremi quanto alla cosa ma solo quanto allrsquointelletto la relazione di identitagrave non
potragrave essere una relazione reale ma solo di ragione gt
Nemmeno Tommaso vede che un intelletto che assuma come due ciograve che egrave uno afferma la contraddizione
impossibile cioegrave che lrsquouno egrave due lrsquoidentico egrave differente Pensare che lrsquoidentitagrave non sia quindi una relazione reale consente al realismo di concludere che lrsquoessente indipendentemente dallrsquointelletto egrave identico a seacute (altrimenti il
dirlo identico ndash esso egrave appunto illud quod dicitur idem ndash sarebbe falso) ma la sua identitagrave con seacute si costituisce
come tale (cioegrave formalmente) solo nella riflessione dellrsquointelletto sullrsquoessente Lrsquoessente egrave in seacute identico a seacute non
egrave per seacute identico a seacute [] In quanto isolato dallrsquoidentitagrave con seacute stesso (e cioegrave dal suo non esser lrsquoaltro da seacute)
lrsquoessente non egrave seacute stesso non solo non appare come seacute stesso ma non egrave nemmeno seacute stesso Egrave un nulla Un nulla
che il pensiero dellrsquoOccidente intende come essente (noema significato) indipendentemente dal suo esser pensato
come esser seacute e come non esser lrsquoatro da seacute gt E Severino Tautoacutetēs Adelphi Milano 1995 pag 102-105108
61
Questa persuasione gli appartiene anche quando in esso non vien fatta alcuna menzione
del tempo giaccheacute lrsquoente di cui vien posta lrsquoincontraddittorietagrave viene pensato come ciograve che in
quanto tale puograve non essere Il principio di non contraddizione stabilisce lrsquoopposizione dellrsquoente
al niente ma egrave lrsquoente in quanto egrave che si oppone al niente e non lrsquoente in quanto non egrave ndash dove
questo ldquoin quanto non egraverdquo esprime un aspetto essenziale dellrsquoente in quanto ente
Aristotele afferma lrsquoimpossibilitagrave che qualcosa cui convenga una certa determinazione
abbia ldquonello stesso tempordquo la determinazione contraddittoria Il che vuol dire che in un tempo
diverso puograve convenirle
Il pensiero metafisico supera lrsquoeleatismo percheacute oppone al niente non solo il puro essere
indeterminato ma ogni ente determinato
Ciograve che con la filosofia platonica e aristotelica si viene a guadagnare egrave lrsquoesistenza del
mondo E si tratta di un guadagno nel senso che il mondo non deve essere semplicemente
affermato ma deve essere affermato tenendo fermo quel puro atto che agli occhi di Parmenide
esigeva la nullitagrave o illusorietagrave del mondo il mondo egrave guadagnato nel senso che si mostrano le
condizioni del suo coesistere a Dio allrsquoeterno101
101 Aristotele lt Al posto di una palude incomprensibile piena di fumi del mistero e della magia egli
pone di fronte alla nostra intelligenza uno schema grandioso e coordinato limpido da comprendere e fondato sui
fatti ovvi e persistenti della nostra esperienza Nella generalitagrave della sua portata esso egrave insieme filosofico e
scientifico e fornigrave piugrave tardi lo sfondo fisico allo schema cristiano della salvezza gt Alfred North Whitehead
Science and Philosophy traduzione dallrsquoinglese di Stefano Federici Scienza e Filosofia Castelvecchi Roma I
edizione aprile 2014 pag 12
62
III - Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire
Lrsquo irruzione delle differenze del molteplice nellrsquoarea dellrsquoessere porta a concepire
lrsquointero del positivo sulla traccia del positivo empirico percheacute come ripetiamo lrsquoessere egrave ciograve
che egrave quando egrave e che non egrave quando non egrave
Ma sia il mondo delle idee che lrsquoatto puro di Aristotele sono certamente privi di una
dimensione del positivo la materia la radice cosmica da cui si generano tutte le cose sensibili
che non egrave dominata dal divino ma solo lsquopersuasarsquo a trasformarsi da caos in cosmo Egrave appunto
lrsquoesigenza di intendere lrsquoimmutabile come la pienezza dellrsquoessere ciograve che spinge lo stoicismo
il neoplatonismo la patristica e la scolastica a porre la dipendenza assoluta del mondo da Dio
Lrsquoimmutabile dagrave lrsquoessere alla materia e al mondo percheacute se li trovasse davanti a seacute
indipendenti e come suo limite esso mancherebbe di qualcosa sarebbe cioegrave aperto ad un
completamento possibile non sarebbe lrsquoimmutabile Ma se per Parmenide lrsquoimmutabile non
manca di nulla percheacute il mondo egrave illusorio per Agostino e Tommaso lrsquoimmutabile non manca
di nulla percheacute contiene tutta la positivitagrave del mondo e la puograve contenere solo a patto di porsi
come il libero creatore del mondo
Lrsquoesistenza dellrsquoimmutabile trasforma in un ente il niente secondo cui si struttura il
divenire e quindi trasforma lrsquoevidenza del divenire in una semplice apparenza e in un niente
lrsquoessere del divenire Lrsquoopposizione del positivo e del negativo egrave il principio motore della
metafisica classica quel principio cioegrave che porta appunto alla concezione creazionistica della
realtagrave102
Ma pensare lrsquoessere in seacute stesso un positivo che egrave anche negativo egrave contraddittorio
Il contrario dellrsquoessere egrave il non-essere il contraddittorio dellrsquoessere egrave tutto ciograve che non egrave essere
102 laquoDio ha scelto ciograve che nel mondo egrave nulla per ridurre a nulla le cose che sonoraquo Prima lettera ai
Corinzi 128
63
Lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla egrave uno dei modi secondo i quali il positivo si oppone
al negativo nella sua concretezza la veritagrave dellrsquoessere egrave lrsquoopposizione nella sua universalitagrave e
non in questo o quel modo in questa o quella individuazione sia pure emergente come quella
costituita dalla proibizione che lrsquoessere non sia
Ma il pensiero vive anche quando si contraddice quando si contraddice non si annulla
laquoIl contraddirsi non egrave un non pensar nulla ma egrave un pensare il nullaraquo103
Che il nulla si lasci
guardare dal pensiero costituisce uno dei piugrave formidabili ostacoli al pensiero dellrsquoessere104
Rispondere alla domanda del percheacute lrsquoidentitagrave dellrsquoessere e del non-essere non possa
essere affermata vuol dire operare il disvelamento autentico della veritagrave dellrsquoessere che non egrave
un semplice dire ma egrave un dire che ha valore ossia egrave capace di togliere la propria negazione
lrsquoautentica veritagrave epistemica
E dunque lrsquoopposizione dellrsquoessere e del non-essere affincheacute sia vista nella sua veritagrave
devrsquoessere vista nel suo valore Ossia da un lato il predicato conviene per seacute o
immediatamente al soggetto dallrsquoaltro lrsquoopposizione non puograve essere negata percheacute anche la
negazione puograve vivere come negazione solo se a suo modo afferma lrsquoopposizione Se
lrsquoopposizione viene in qualche modo negata e la negazione vuol essere negazione allora la
negazione si oppone al proprio negativo cioegrave si tien ferma in quel significare per cui essa egrave
negazione e differenzia questo significare da ogni altro significare ossia differenzia e oppone
questa positivitagrave in cui consiste il suo esser significante come negazione e come quella certa
negazione che egrave al proprio negativo
103 E Severino Essenza del nichilismo pag57
104 lt Lo Heidegger ha richiamato lrsquoattenzione su di esso ma i difensori della metafisica tradizionale non
hanno avvertito la gravitagrave del richiamo Ma se lo Heidegger avverte che il pensiero del nulla fa del nulla un
positivo rinuncia poi a superare questo ostacolo e ripiega sulla comoda condanna della logica e del principio di
non contraddizione Ma lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla non egrave un principio della logica ma il respiro del
pensiero gt Ibidem
64
Lrsquoopposizione egrave il fondamento di ogni dire e quindi anche di quel dire in cui consiste la
negazione dellrsquoopposizione In ogni discorso come in ogni pensiero il significato che emerge
nel dire e nel pensare egrave tenuto fermo nella sua diversitagrave da ogni altro significato nella sua
opposizione appunto al proprio negativo
Lrsquoessere viene incontro dominato dalla legge che lo oppone al non-essere in ogni suo
manifestarsi Nellrsquo opposizione originaria ogni essere si volge in piugrave direzioni si trova in una
pluralitagrave di rapporti Questa pluralitagrave di direzioni o rapporti egrave appunto la pluralitagrave di modi
secondo cui ogni positivo si oppone al suo negativo
Lrsquoopposizione originaria non egrave neacute questo neacute quel modo dellrsquoopposizione ma la loro
cooriginarietagrave ossia lrsquouniversale concreto dellrsquoopposizione espresso dalla proposizione
lrsquoessere non egrave non essere dove ripetiamo non viene pensata soltanto lrsquoopposizione dellrsquoessere
al nulla bensigrave lrsquoopposizione ad ogni forma del negativo (e quindi anche lrsquoopposizione al nulla)
Lrsquoopposizione egrave fondamento nel senso che egrave ciograve senza di cui non si costituirebbe
nessun discorso e nessun pensiero se la negazione non ponesse alla propria base lrsquoopposizione
(ossia non ponesse la propria positivitagrave significante a ogni altro significare) non esisterebbe
nemmeno Esiste solo se afferma ciograve che nega
Rilevare che la negazione dellrsquoopposizione egrave affermazione della propria inesistenza
vuol dire semantizzare lrsquoimpossibilitagrave di negare lrsquoopposizione Lrsquoopposizione che se ne sta in
solitudine sovrana egrave lrsquoopposizione universale del positivo e del negativo e non la sola
opposizione dellrsquoessere al nulla (che egrave soltanto individuazione dellrsquoopposizione universale)105
105 Bontadini aveva criticato Severino in questa configurazione dellrsquoἕλεγχος obiettando che se si pone
come principio la proposizione laquoLrsquoessere non egrave il nullaraquo la negazione di questa proposizione non afferma ciograve che
nega giaccheacute la negazione opponendosi allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione non si oppone al nulla bensigrave a un
certrsquoaltro essere Chi nega cioegrave lrsquoopposizione di contraddizione (tra essere e non essere) non afferma la stessa
opposizione ma solo unrsquoopposizione di diversitagrave Ivi cit pag 121
65
Lrsquoopposizione originaria proprio percheacute universale egrave sia opposizione di
contraddizione sia opposizione di diversitagrave opposizione del positivo a tutto ciograve che non egrave quel
positivo e dunque opposizione tanto al nulla quanto ad ogni altro positivo E tutto ciograve che egrave
altro dalla negazione egrave tutto ciograve che egrave altro dalla negazione e non soltanto una parte106
106 Lrsquo ἕλεγχος aristotelico egrave lrsquoaccertamento che lt la negazione non esiste come negazione pura ossia
come negazione che non abbia bisogno per costituirsi di affermare ciograve che nega [] proprio percheacute il fondamento della negazione egrave ciograve che essa nega essa consiste nella negazione di seacute medesima nel suo togliersi come discorso
gt Lrsquo ἕλεγχος mostra che la negazione universale dellrsquoopposizione tra positivo e negativo tra essere e non essere
non riesce a costituirsi proprio percheacute si costituisce solo se egrave affermazione dellrsquoopposizione Lrsquoἕλεγχος non dice
che lt la negazione dellrsquoincontraddittorietagrave non egrave ammissibile percheacute egrave contraddittoria [] ma dice che tale
negazione non riesce a vivere come negazione percheacute nellrsquoatto in cui si costituisce come negazione essa egrave insieme
anche affermazione [] Il toglimento della negazione non egrave dunque determinato dallrsquoaccertamento della
contraddittorietagrave di questa [] ma dal rilevamento che la negazione non riesce a vivere come negazione pura []
Nel caso in cui la negazione riconoscendo di non poter vivere come negazione pura rinunci a porsi come
negazione universale e si ripresenti come negazione limitata dellrsquoincontraddittorietagrave anchrsquoessa diventa allora un
discorso che non volendo negare ciograve su cui si fonda vuol essere incontraddittorio (condizione richiesta dalla
determinatezza del discorso) [] La considerazione concreta della determinatezza della negazione
dellrsquoopposizione rileva che la negazione si costituisce come negazione solo se da un lato egrave determinata come unitagrave semantica rispetto al proprio negativo e dallrsquoaltro lato se i termini che la costituiscono sono essi stessi
determinati gli uni rispetto agli altri La considerazione concreta di questa determinatezza consente una
formulazione dellrsquoἕλεγχος tale da fargli ricevere lrsquoampiezza massima che gli conviene non semplicemente la
negazione del determinato si fonda sullrsquoaffermazione di una parte di ciograve che essa nega ma la negazione si fonda
sullrsquoaffermazione dellrsquointero di ciograve che essa nega gt Ivi pag43-45
66
Lrsquoidentitagrave degli opposti in quanto pensata egrave un positivo e come positivo non egrave
negativo
Lrsquoidentitagrave degli opposti come esistente egrave un positivo significare ed egrave appunto questo
positivo significare ciograve senza di cui non si costituirebbe lrsquoopposizione del positivo e del
negativo
Lrsquoidentitagrave degli opposti egrave presupposta non in quanto identitagrave degli opposti ma in quanto
positivitagrave significante La negazione dellrsquoopposizione presuppone ciograve che essa nega mentre la
negazione dellrsquoidentitagrave degli opposti non presuppone ciograve che essa nega ma il positivo
significare di ciograve che essa nega lrsquoopposizione del positivo e del negativo non presuppone che il
positivo sia negativo ma presuppone quella positivitagrave significante che forma il contenuto
dellrsquoidentificazione del positivo e del negativo
Ecco che allora la negazione dellrsquoopposizione non riesce a costituirsi sigrave che
lrsquoopposizione (lrsquoincontraddittorietagrave la determinatezza) egrave il destino del dire egrave appunto ciograve che
si deve dire
La negazione che lrsquoessere non sia egrave individuazione dellrsquoopposizione universale del
positivo e del negativo e in quanto tenuta ferma nella sua concreta relazione allrsquouniversale
essa partecipa dellrsquooriginarietagrave del logo ndash inteso questo come lrsquoopposizione del positivo e del
negativo
Il fiore non egrave lrsquoalbero o questo positivo non egrave questo suo negativo il fiore non egrave lo
stagno la casa lrsquoalbero e tutto ciograve che egrave altro dal fiore
Ma quando lrsquoessere e quindi ogni essere si rivolge verso quella direzione lungo la quale si lega al suo Egrave quando cioegrave del fiore non si dice solamente che non egrave lrsquoalbero ma si dice che egrave e non puograve
non essere non puograve accadere che non sia allora ogni essere prende volto divino107
107 Ivi pag 58
67
CAPITOLO TERZO
Per una comprensione dellrsquoEssere
68
I - La struttura originaria dellrsquoessere
La struttura originaria egrave la struttura originaria dellrsquoessere108
ciograve che egrave necessariamente
presente in quanto un essente egrave e appare Senza la presenza di tale struttura nessun essente
potrebbe essere e apparire Essa egrave lo scheletro dellrsquoessere la sua grammatica di base la sua
sintassi fondamentale la quale non essendo un unico significato ma un intreccio inscindibile
di significati essa egrave una struttura (un complesso logico-semantico consistente nella totalitagrave
delle determinazioni che devono essere presenti affincheacute un essente possa apparire) In altre
parole la struttura originaria egrave la forma essenziale di ogni essente ciograve con cui esso egrave
necessariamente in relazione il suo legame indissolubile
In quanto lrsquoessere egrave immediatamente innegabile e lrsquoinnegabilmente immediato la
struttura originaria dellrsquoessere egrave la struttura originaria della necessitagrave dove il termine necessitagrave
ndash dal latino ne-cedo ndash esprime il senso assoluto dellrsquoinnegabilitagrave quale autonegativitagrave
immediata del proprio negativo In quanto il proprio negativo egrave immediatamente autonegativo
la struttura originaria egrave ciograve che laquostaraquo innegabilmente ed eternamente Essa non egrave un prodotto
teorico dellrsquouomo o di Dio ma il laquoluogo giagrave da sempre aperto dalla Necessitagraveraquo109
Egrave lo stare
innegabile dellrsquoessere-significare
Un essente egrave e appare in quanto egrave presente una certa dimensione dellrsquoessente costituita
dalle laquodeterminazioni che competono con necessitagrave a ogni essente e nelle quali consiste
appunto il destinoraquo110
108 Si tratta della struttura originaria come struttura dellrsquoessere e del significare e non della grande opera
edita per la prima volta nel 1958 e considerata fin drsquoora Questa distinzione rende legittima lrsquoestrapolazione del IV
capitolo da La struttura originaria
109 E Severino La struttura originaria pag13
110 Id Oltrepassare Adelphi Milano 2007 pag 179
69
Queste determinazioni sono chiamate laquopersintatticheraquo (lrsquoesser seacute dellrsquoessente il suo
non esser altro da seacute il suo non poter diventare ed essere altro da seacute il suo essere eterno ma
anche lrsquoessere dellrsquoapparire infinito la necessitagrave che gli essenti della terra sopraggiungendo
siano accolti dagli essenti dello sfondo e la necessitagrave che il sopraggiungere sia la Gloria cioegrave
si dispieghi senza fine) a queste poi si aggiungano tutte quelle che gli competono e che
costituiscono la dimensione stessa111
Lo ldquosfondordquo egrave un altro modo di nominare la sintassi originaria dellrsquoessere
evidenziandone lrsquoessere contenuto necessariamente originario e costante dellrsquoapparire
lrsquoinsieme delle determinazioni che non sopraggiunge e non tramonta mai allrsquointerno
dellrsquoapparire trascendentale ossia allrsquointerno di quellrsquoorizzonte che ospita lrsquoapparire empirico e
particolare degli essenti Lo sfondo egrave la permanenza non sopraggiungente
La struttura originaria della veritagrave dellrsquoessere egrave necessariamente identica sia
nellrsquoapparire finito che in quello infinito proprio in quanto egrave il fondamento dellrsquoessere ossia in
quanto egrave il predicato necessario di ogni essente ndash predicato trascendentale112
Le determinazioni della struttura originaria non sono il predicato di ogni essente cioegrave
questo libro non egrave ndash in quanto tale ndash lrsquoapparire infinito ma ogni essente egrave ciograve che esso egrave e
appare cosigrave come appare solo in quanto esso egrave in relazione a tale insieme Ciograve significa che
ogni essente egrave necessariamente in relazione alla totalitagrave delle determinazioni sono il predicato
necessario di ogni essente in questo senso dellrsquoessere in relazione
La struttura originaria egrave lo sfondo intramontabile dellrsquoapparire e cioegrave la persintassi
dellrsquoessente a differenza della iposintassi che egrave il contenuto variabile e variante dellrsquoapparire
la persintassi egrave la sintassi intramontabile dellrsquoIo finito del destino necessariamente costante e
sempre identica a seacute percheacute se via via apparissero ulteriori determinazioni integranti prima di
tale integrazione essa non sarebbe ancora stata seacute stessa cioegrave fondamento
111 Ibidem
112 Ibidem
70
Il fondamento in quanto persintassi o sintassi costante e originaria dellrsquoessere egrave il
contenuto eterno che appare eternamente nel cerchio finito del destino In quanto tale esso egrave il
luogo che accoglie la terra ossia la totalitagrave degli essenti che appaiono e scompaiono
In quanto la struttura originaria egrave fondamento essa egrave lrsquoessenza del fondamento la
struttura anapodittica del sapere e cioegrave lo strutturarsi della principalitagrave o dellrsquoimmediatezza
Il fondamento egrave quindi struttura unitagrave non semplice complesso logico e semantico
composto da una pluralitagrave di determinazioni essenzialmente legate tra loro
Legame essenziale significa che quelle determinazioni sono concretamente ciograve che sono
solo allrsquointerno di quel complesso cosigrave come quel complesso egrave concretamente quellrsquounitagrave che egrave
solo in quanto totalitagrave di quella pluralitagrave di determinazioni senza anche uno solo dei suoi
significati esso non sarebbe ciograve che egrave cosigrave come ogni parte separata da quel complesso non
sarebbe ciograve che egrave
La struttura originaria egrave lrsquoessenza del fondamento percheacute non egrave semplicemente
fondamento ma ciograve che il fondamento deve essere per essere fondamento essere fondamento
significa essere originario ed essere originario significa essere struttura
laquoLrsquoesposizione concreta della struttura originaria mostra che la metafisica come
teorematicitagrave o categoricitagrave appartiene alla struttura stessa dellrsquoimmediatoraquo113
Il sapere
metafisico non egrave unrsquoulterioritagrave da conseguire ma appartiene allrsquoessenza del fondamento E la
storia del fondamento egrave un elemento o un momento essenziale del fondamento stesso come in
generale ogni struttura logica che abbia a procedere dal fondamento include in seacute
essenzialmente la propria storia
113 Id La struttura originaria cap I par 4
71
Tutti i possibili modi di prendere posizione rispetto ad esso meno uno costituiscono
altrettanti negazioni del fondamento114
La posizione del fondamento implica il toglimento della negazione del fondamento o
questo si realizza come apertura originaria della veritagrave solo in quanto egrave in grado di togliere la
sua negazione115
114 lt Vi sono vari tipi di negazione il fondamento puograve essere negato percheacute al suo contenuto non si
riconosce valore di fondamento oppure il valore egrave riconosciuto soltanto ad una parte di quel contenuto oppure
percheacute si nega che il sapere debba avere un fondamento o infine semplicemente percheacute il fondamento egrave ignorato
sia nel suo contenuto concreto sia quanto al suo contenuto formale Le negazioni accadute le negazioni del
fondamento si distinguono allrsquointerno del sistema delle negazioni possibili dalle negazioni non accadute non
manifestatesi in quanto le prime sono oggetto di una cura di un interesse per cui o la base logica sulla quale tali
negazioni appoggiano viene considerata come il fondamento stesso o in generale esse diventano in quanto tali
contenuto di una certezza gt Ibidem
115 lt Sigrave che il fondamento egrave posto solo in quanto la sua negazione egrave posta (come tolta) Il contenuto del fondamento egrave posto in quanto il fondamento mostra la sua capacitagrave di togliere assolutamente la sua negazione
quindi essere fondamento significa essere originario In quanto il fondamento si impegna con la sua storia
lrsquoeternarsi del fondamento coincide col suo storicizzarsi Se la storia del fondamento egrave il concretarsi
dellrsquouniversalitagrave della sua negazione egrave infatti in rapporto allo sviluppo della negazione che il fondamento esercita
il suo valore Rispetto quindi allo sviluppo della negazione il fondamento si tien fermo ed in questo tenersi fermo
egli egrave sempre il medesimo Ma il tenersi fermo in relazione allo sviluppo della negazione egrave anche un movimento
sigrave che per questo lato il fondamento egrave svolgimento novitagrave progresso gt Ibidem
72
II - Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere
Il giudizio originario egrave lrsquoaffermazione in cui si realizza la struttura originaria tutto ciograve
che nel modo che gli conviene egrave immediatamente noto egrave lrsquoimmediato
Pensiero egrave lrsquoattualitagrave o la presenza immediata dellrsquoessere assunta in relazione alle
strutture semantiche che sono immediatamente implicate (ossia immediatamente presenti) dalla
posizione dellrsquoattualitagrave o presenza immediata dellrsquoessere Se a questa attualitagrave si riserva il nome
di laquoesperienzaraquo il termine laquopensieroraquo resta definito come implicazione immediata tra
lrsquoesperienza e quelle strutture Non si dagrave laquodimostrazioneraquo o laquofondazioneraquo del giudizio
originario che lo pongano come una struttura estranea alla struttura del porsi il linguaggio che
ne parla egrave lrsquoesporsi del giudizio stesso
Lrsquoessere che egrave immediatamente presente ndash lrsquoimmediato come ciograve che entra a
costituire il soggetto del giudizio originario - egrave ciograve che per essere affermato non richiede o non
presuppone altro che la presenza di seacute stesso o non presuppone altro che seacute stesso in quanto
presente τὸ δι αὐτὸ γνώϱιμον il per seacute notum
Il termine laquoessereraquo indica una sintesi tra il significato laquoessereraquo (essere formale) e i
significati costituiti dalle determinazioni che appunto sono O possiamo anche dire col
termine laquoessereraquo si intende una complessitagrave o concretezza semantica i cui momenti astratti
sono lrsquoessere formale e le determinazioni o individuazioni di questa formalitagrave
La proposizione laquoEgrave per seacute noto che lrsquoessere egraveraquo non sta ad affermare lrsquoimmediatezza
della connessione tra il soggetto e il predicato della proposizione laquoLrsquoessere egraveraquo ma
lrsquoimmediatezza della notizia di questa connessione116
La quale non interessa come tale ma
come positivitagrave (essere) che egrave contenuto della presenza che non vuol dire negare la
116 La struttura fenomeno-logica egrave articolata in tre momenti che costituiscono quellrsquounico atto che egrave
lrsquoapparire lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire ovvero la laquocoscienza di autocoscienzaraquo Questa espressione
esprime il significato fondamentale dellrsquoapparire indicando che qualcosa appare solo in quanto appare il suo
apparire Questo rilievo genera solitamente piugrave obiezioni tra le quali ldquose crsquoegrave un apparire dellrsquoapparire ci dovragrave
poi essere un apparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire e cosigrave via in un regresso allrsquoinfinito Ma lrsquoobiezione egrave presto
73
connessione tra il soggetto e il predicato lrsquoimmediatezza di quella connessione egrave infatti
lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave o incontraddittorietagrave dellrsquoessere ndash immediatezza logica ndash Lrsquoaporia
generata dallrsquointelletto astratto che cerca quindi di fondare il fondamento possiamo formularla
cosigrave laquola posizione dellrsquoimmediatezza dellrsquoessere ha il suo fondamento in seacute o in altroraquo Che sia
per altro egrave contraddittorio (lrsquoessere sarebbe un immediato e mediato) Se egrave nota per seacute si
produce il regressus in indefinitum (lrsquoimmediatezza viene ad essere posizione
dellrsquoimmediatezza dellrsquoimmediatezza andando cosigrave allrsquoinfinito)
Dato che la discorsivitagrave del pensare ha in proprio di dire nel tempo ndash una cosa dopo
lrsquoaltra ndash ciograve che non vale come tempo il discorso assume questo andamento laquoLrsquoessere egraveraquo
Lrsquointelletto astratto non riesce a sollevarsi al di sopra della tecnica o della forma esterna
del discorrere e mantenendosi nellrsquoastrattezza dagrave luogo al regressus Di ciograve la parola non ha
alcuna responsabilitagrave il tempo egrave il destino della parola (lrsquoandamento discorsivo egrave corretto
sempre purcheacute non si assuma come due momenti ciograve che vale come unico momento logico)
Lrsquoimmediatezza logica egrave lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave-non contraddittorietagrave dellrsquoente in
quanto ente cioegrave di ogni ente cioegrave della totalitagrave dellrsquoente La posizione dellrsquoidentitagrave-non
contraddittorietagrave egrave originaria Dire originariamente che lrsquoessere egrave essere non significa istituire
un confronto e quindi una identificazione tra lrsquoessere come soggetto e lrsquoessere come
predicato presupposti allrsquoidentificazione ndash cheacute anzi stante questa presupposizione lrsquoessere
(soggetto) non egrave lrsquoessere (predicato) Oppure lrsquoessere che egrave essere egrave lrsquoessere che egrave essere
ossia egrave lrsquoessere che egrave posto come identitagrave e non lrsquoessere che essendo posto (presupposto) egrave
poi posto come identitagrave (onde lrsquoidentitagrave si costituisce come identificazione dellrsquoalteritagrave)
Lrsquoidentitagrave dellrsquoessere con seacute stesso egrave pertanto assoluta Lrsquoessere (Ersquo) di cui si predica
lrsquoessere (Ersquorsquo) egrave appunto lrsquoessere che egrave essere Ersquo=Ersquorsquo e lrsquoessere (Ersquorsquo) che egrave predicato egrave
appunto essere dellrsquoessere Ersquorsquo=Ersquo
La formula dellrsquoidentitagrave concreta egrave quindi (Ersquo=Ersquorsquo) = (Ersquorsquo=Ersquo) oppure Ersquo(=Ersquorsquo) =
Ersquorsquo(=Ersquo)
tolta lt la triplice posizione non dagrave luogo a un regresso allrsquoinfinito giaccheacute quello che viene discorsivamente
posto come ldquoterzo momentordquo (lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire) egrave la posizione concreta del ldquoprimo momentordquo
(quello che egrave discorsivamente posto come la semplice coscienza o apparire dellrsquoente) e del ldquosecondo momentordquo
(discorsivamente posto come autocoscienza o apparire dellrsquoapparire) gt Non quindi un tre momenti esterni lrsquouno
allrsquoaltro ma della medesimezza di quellrsquounico atto complesso in cui consiste lrsquoapparire dellrsquoessente
Cfr N Cusano Capire Severino ndash La risoluzione dellrsquoaporetica del nulla Mimesis Edizioni Milano-Udine 2011
pag57-58
74
Di seguito possiamo formulare anche lrsquoespressione dellrsquoidentitagrave come identitagrave
dellrsquoidentitagrave e della non contraddizione Lrsquoessere che non egrave non essere non egrave non essere ndash dove
questo non esser non essere egrave proprio dellrsquoessere (E=nnE) = (nnE=E) Ma se lrsquoidentitagrave e la non
contraddizione sono i momenti astratti dellrsquoidentitagrave (o non contraddizione) concreta la
formulazione suprema dellrsquoidentitagrave egrave la posizione dellrsquoidentitagrave tra lrsquoidentitagrave (I) e la non
contraddizione (nC)
Dire che lrsquoessere egrave essere egrave lo stesso che dire che lrsquoessere non egrave non essere (I=nC) = (nC=I)
Kant osservava che non aveva senso fondare un giudizio analitico sullrsquoesperienza dato che per
far convenire il predicato al soggetto non egrave necessario uscire dal concetto del soggetto117
Considerando lrsquoanaliticitagrave del principio di non contraddizione egrave chiaro che lrsquoosservazione
kantiana non puograve voler significare che questo principio non abbia alcuna portata sintetica a
posteriori ovvero che la connessione del soggetto col predicato non abbia alcuna valenza
sintetica
117 lt Qualunque possa essere il contenuto della nostra conoscenza e comunque essa possa riferirsi allrsquooggetto certo la condizione universale ndash seppur solo negativa ndash di tutti i nostri giudizi in generale egrave che essi
non contraddicano seacute stessi altrimenti tali giudizi sono in seacute stessi (anche a prescindere dallrsquooggetto) nulla gt
Infatti lt se il giudizio egrave analitico sia esso negativo o affermativo la sua veritagrave deve sempre poter essere
conosciuta sufficientemente in base a principio di contraddizione Lrsquoopposto di ciograve che giagrave si trova e viene pensato
come concetto nella conoscenza dellrsquooggetto difatti egrave sempre giustamente negato di questo qualcosa mentre il
concetto stesso dovragrave invece venir necessariamente affermato del medesimo qualcosa per il fatto che il contrario
di tale concetto contraddirebbe allrsquooggetto gt I Kant Critica della ragione pura pag 228
75
Negare tale valenza significherebbe infatti negare che lrsquoessere che si manifesta nellrsquoorizzonte
fenomenologico sia in contraddittorio significherebbe affermare che lrsquoeffettualitagrave lrsquoesserci
dellrsquoessere smentisce lrsquoincontraddittorietagrave affermata dal principio Quindi si diragrave che anche il
principio di non contraddizione ha un valore sintetico (lrsquoincontraddittorietagrave egrave cioegrave
immediatezza anche come immediatezza fenomenologia) ma che questo valore egrave soltanto un
momento del valore del principio Lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave lrsquoimmediatezza
dellrsquoapparire dellrsquoente che appare in quanto ente che appare cioegrave di ogni ente che appare cioegrave
della totalitagrave dellrsquoente che appare Risiede nel significato stesso dellrsquoessere che lrsquoessere debba
ad essere quindi il principio di non contraddizione non esprime semplicemente lrsquoidentitagrave
dellrsquoessenza con seacute medesima ma lrsquoidentitagrave dellrsquoessenza con lrsquoesistenza
Ogni affermazione esistenziale egrave posizione di questa identitagrave dellrsquoessenza e dellrsquoesistenza non nel
senso che ogni proposizione esistenziale sia identica [] ma nel senso che nel significato della determinazione (essenza) di cui si predica lrsquoessere (lrsquoesistenza) egrave originariamente incluso lrsquoessere
(la positivitagrave lrsquoesistenza) della determinazione118
La relazione concreta tra lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave
dunque espressione della strutturazione dellrsquooriginario
La L-immediatezza dellrsquoente (ossia lrsquoente nel suo essere immediatamente identitagrave con
seacute e non contraddittorietagrave) la quale egrave immediatamente presente (cioegrave F-immediata) egrave
lrsquoimmediata presenza (cioegrave F-immediata) della L-immediatezza dellrsquoente (x=y) = (y=x)
118 E Severino Essenza del nichilismo pag 288
76
III - LrsquoEterno
Lrsquoontologia diviene incapace di cogliere lrsquoessere ed egrave costretta ad andar oltre per
trovare ciograve di cui si egrave privata Ciograve che poi trova lrsquoessere immutabile il totalmente altro
contrapposto quindi allrsquoessere diveniente egrave fondato sulla piugrave radicale assurditagrave Da che
lrsquoorizzonte originario del pensare egrave la fede nel divenire degli enti non puograve non essere
impossibile ogni metafisica ogni ontologia ogni teologia che si illuda di poter pervenire a una
dimensione immutabile al di sopra o al centro del divenire
E la dimostrazione di un essere necessario e quindi ogni prova dellrsquoesistenza di un essere
necessario va alla ricerca e presume di trovare un medio che connetta al positivo la negazione del negativo [] pretende di dimostrare il necessario dal contingente
119
Ma affermare un medio tra il soggetto e il predicato significa non vedere lrsquooriginarietagrave
di questa predicazione significa problematizzare la stessa immediatezza della veritagrave e quindi
negarla La veritagrave dellrsquoessere egrave il predicato di ogni ente non nel senso che lrsquoente stia al di fuori
della veritagrave dellrsquoessere ma nel senso che questa egrave la stessa predicazione ossia la stessa unitagrave
veritativa dellrsquoente e del suo predicato La veritagrave dellrsquoessere ndash che egrave il contenuto della filosofia
ndash egrave pertanto lo sfondo di ogni apparire o dellrsquoapparire in quanto tale
Lrsquo apparire del contenuto intramontabile della veritagrave egrave lrsquoapparire del contenuto totale
della veritagrave egrave cioegrave lrsquoapparire della concreta totalitagrave dellrsquoente egrave lrsquoapparire infinito del Tutto non
nel senso che la parte sia identica simpliciter al Tutto ma nel senso che la parte egrave legata con
necessitagrave al Tutto sigrave che il Tutto egrave il vero significato della parte ossia egrave la dimensione in cui la
parte che in quanto separata dal Tutto egrave contraddizione non egrave contraddizione
119 Ivi cit pag 33
77
E la parte egrave separata dal Tutto proprio percheacute il Tutto non appare nella sua compiuta
concretezza allrsquointerno del cerchio dellrsquoapparire120
del destino della veritagrave
laquoLa veritagrave dice non nel senso che essa sia innanzitutto un linguaggio intorno alle cose
ma nel senso che essa egrave il mostrarsi lrsquoapparire della necessitagrave in cui il Tutto dimoraraquo121
Solo
percheacute la necessitagrave (il λογος) presso cui il Tutto sta radunato appare il linguaggio puograve
parlarne ed essere un ομολογειν122
Il Tutto non egrave sopraffatto e catturato dalla necessitagrave ma egrave in accordo con essa sta nel
suo cuore e la necessitagrave sta nel cuore di ogni cosa Non esiste alcuna cosa che possa sfuggire
alla necessitagrave percheacute lo sfuggirle egrave il negarla (lrsquoaprire uno spazio che non si accorda con essa)
e il negarla egrave autonegazione In questa autonegazione consiste il vero senso del non poter
sfuggire alla necessitagrave e dunque il senso originario del destino
La veritagrave egrave il destino del Tutto percheacute la stessa volontagrave di abbandonarla e di negarla
esiste come tale solo in quanto egrave in accordo con ciograve che la veritagrave dice sigrave che per questo suo
accordo con la veritagrave essa egrave un abbandonare e un negare seacute medesima lasciando che ciograve che la
veritagrave dice sia lo stare che non trema e non puograve essere rimosso trasformato smentito abbattuto
da nessuna forza e da nessuna potenza
Il cuore non tremante della veritagrave dice che il Tutto non trema Il Tutto non trema percheacute
ogni cosa egrave destinata allrsquo essere non egrave un ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente Per questo
suo tenersi giagrave da sempre e per sempre sollevato nellrsquoessere il Tutto sta senza tremare
120 Il cerchio dellrsquoapparire egrave lrsquoapparire trascendentale laquoil luogo degli intramontabili che costituiscono lo
sfondo di ogni accadereraquo Id Destino della necessitagrave pag 110
121 Ivi cit pag 123
122 Eraclito fr 50
78
In questo secondo significato dello ldquostarerdquo il Tutto egrave il destino123
Il Tutto egrave ciograve che il mortale in veritagrave egrave egrave ciograve che il mortale egrave destinato ad essere da
sempre e per sempre Come oltrepassamento della totalitagrave della contraddizione del finito il
Tutto egrave la Gioia E nella Gioia il mortale egrave giagrave da sempre un passato
La dimostrazione dellrsquoimmediato egrave negazione dellrsquoimmediato giaccheacute se si sente il
bisogno di un medio vuol dire che il predicato egrave visto come qualcosa che come tale puograve
convenire come puograve non convenire al soggetto
Lrsquoessere tutto lrsquoessere visto come ciograve che egrave e non puograve non essere egrave Dio E quando lrsquoessere parla di seacute dice Ego sum qui sum (ἐγώ εἰμι ὁ ὤν Esodo III) che egrave la piugrave alta espressione speculativa del
testo sacro124
A Dio non si arriva A Dio non si giunge a guardarlo dopo un esilio o una cecitagrave
iniziali appunto percheacute Dio egrave lrsquoessere di cui il logo originario dice che egrave e non puograve non essere
ossia egrave il contenuto della veritagrave originaria nella misura in cui questa si costituisce come
affermazione che lrsquoessere egrave Se quindi Dio egrave contenuto della veritagrave originaria in quanto essa egrave
logo originario drsquoaltra parte lrsquointero dellrsquoessere in quanto immutabile trascende la
manifestazione originaria dellrsquoessere trascende lrsquoesserci125
Dio non si dimostra non giagrave nel senso che se ne dia immediata esperienza ossia
appartenga al contenuto originariamente manifesto ma nel senso che lrsquoaffermazione che
lrsquoessere egrave costituisce lrsquoimmediatezza lrsquooriginarietagrave del logo
123 lt Il verbo latino dēstino egrave costruito sulla radice sta che esprime appunto il senso fondamentale dello
laquostareraquo E nel significato del destinare la particella de non introduce lrsquoidea della separazione (come ad esempio in
decidere) o della mancanza (come ad esempio in deesse) ma ha il compito di rafforzare e di portare al massimo il
senso indicato dal tema sta indicando nel contempo che lo stare egrave in riferimento a un ambito sul quale lo stare sta
gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 131
124 Id Essenza del nichilismo pag 58
125 Ivi pag 59
79
E lrsquoessere di cui si parla egrave appunto Dio giaccheacute con questa parola si intende lrsquointero del
positivo pensato nel suo esistere e nella impossibilitagrave della sua inesistenza
Ed egrave appunto di questo essere che si afferma lrsquoimmutabilitagrave e quindi la trascendenza
rispetto allrsquoessere diveniente che egrave manifesto Lrsquoessere egrave immutabile Ma come immutabile si
libra sullrsquoessere diveniente lo trascende
Il pensiero occidentale egrave la dimenticanza di questa veritagrave di questa immediatezza
originaria e nella dimenticanza si sforza di raggiungere lrsquoEssere necessario Proprio in quanto
tale sforzo avviene nella dimenticanza della veritagrave dellrsquoessere esso egrave quindi destinato a fallire
Uscire dalla dimenticanza significa ristabilire la possibilitagrave del rapporto autentico con
Dio e il Sacro
La possibilitagrave che il Sacro sia veritagrave ndash e sia anzi la massima apertura dellrsquoessere consentita alla
veritagrave ndash egrave la possibilitagrave di un nesso tra il Sacro e la veritagrave tale che la negazione dellrsquoesistenza di ciograve
che egrave annunciato dal Sacro implichi necessariamente la negazione della veritagrave126
126 Ivi cit pag 170
80
NOTA
Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del verbo
Lrsquoincarnazione di Gesugrave Cristo avviene nella pienezza del tempo In esso infatti viene
alla luce lrsquointera opera della creazione e della salvezza e soprattutto emerge il fatto che laquocon
lrsquoincarnazione del Figlio di Dio noi viviamo e anticipiamo fin da ora ciograve che saragrave il
compimento del temporaquo127
La veritagrave che Dio ha consegnato allrsquouomo su seacute stesso e sulla sua vita si inserisce
quindi nel tempo e nella storia128
Certo essa egrave stata pronunciata una volta per tutte nel mistero di Gesugrave di Nazareth e lo
dice con parole eloquenti la Costituzione Dei Verbum129
Dio dopo avere a piugrave riprese e in piugrave modi parlato per mezzo dei Profeti ldquoalla fine nei nostri giorni ha parlato a noi per mezzo del Figliordquo Mandograve infatti suo Figlio cioegrave il Verbo eterno che
illumina tutti gli uomini affincheacute dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i segreti di Dio
Gesugrave Cristo Verbo fatto carne mandato come ldquouomo agli uominirdquo ldquoparla le parole di Diordquo e porta a compimento lrsquoopera di salvezza affidatagli dal Padre Perciograve Egli vedendo il quale si vede anche
il Padre con tutta la sua presenza e con la manifestazione di seacute con le parole e con le opere con i
segni e con i miracoli e specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione di tra i morti e infine con lrsquoinvio dello Spirito di veritagrave compie e completa la Rivelazione
127 Libro degli Ebrei 1 2
128 lt Cristo egrave una realtagrave cioegrave una persona storica ben precisa e perciograve appartiene alla dialettica della
storia alcuni uomini hanno scritto di lui ed hanno testimoniato nel mondo per lui affrontando la morte hanno
predicato chrsquoegli egrave il Figlio di Dio risorto da morte e asceso al cielo e quindi chrsquoegli egrave Dio e uomo ossia lrsquoUomo-
Dio comrsquoegrave stato creduto lungo i secoli nella vita della Chiesa e fuori di lui non crsquoegrave salvezza Personaggio sconvolgente apparso in una terra ed in una cultura del tutto isolata e opposta a quella della civiltagrave classica del
bacino del mediterraneo al suo apparire Cristo non ha fatto appello a nessuna filosofia [] ma soltanto allrsquoautoritagrave
del Padre che lrsquoha mandato alla testimonianza fattagli da Mosegrave e dai profeti del suo popolo Ma ha proclamato
che la sua dottrina egrave luce di salvezza per ogni uomo che viene in questo mondo gt C Fabro Lrsquoalienazione
dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno in aavv Il Cristo dei filosofi Atti del XXX Convegno di studi filosofici di
Gallarate Morcelliana Brescia 1976 pag 52-53
129 In URL maranathait Costituzione Dei Verbum consultato in data 14052017
81
Lrsquoaudacia del cristianesimo non consiste nel credere che un uomo sia Dio (un uomo
nato in Giudea e crocifisso al tempo dellrsquoimperatore Tiberio) La divinizzazione di certi uomini
egrave infatti diffusa nelle religioni che precedono il messaggio cristiano Lrsquoaudacia sta nel pensare
che un uomo sia Dio dopo che la filosofia greca aveva portato alla luce il significato piugrave
profondo e radicale del divino Dio inteso come Essere eterno e perfetto Bene supremo che
eternamente conosce se stesso al di sopra della nascita e della morte Qui sta lrsquoaudacia del
cristianesimo che un uomo un mortale sia lrsquoeterno che lrsquoEterno si sia fatto carne Ma quando
questa fede nellrsquouomo-Dio si diffonde la cultura greca non la considera unrsquoaudacia ma follia
aberrazione assurditagrave scandalo130
empietagrave offuscamento della ragione131
unrsquoaudacia cosigrave
spinta da diventare irresponsabilitagrave132
130 lt Egrave il Gesugrave storico quindi cioegrave Dio nel tempo che costituisce il punto cruciale dello scandalo della
filosofia Il Dio storico esige ed opera il cambiamento radicale della libertagrave dellrsquouomo Si tratta che dopo
lrsquoapparizione dellrsquouomo-Dio tanto lrsquointelligenza quanto la volontagrave sia il pensiero come lrsquoazionehellipsono tratti fuori
dallrsquoalveo naturale e lrsquouomo diventa da interrogante interrogato rinuncia al dominio della ragione e passa
allrsquoobbedienza della fede gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno cit pag82
131 laquoCristo il quale lungi dal fortificare la logica naturale piuttosto la confonde e la spezza deludendo
tutte le attese di comprensione della ragioneraquo Ivi cit pag 54
132 Siamo abituati a unire il cristianesimo al platonismo ma quando il cristianesimo cominciograve ad imporsi egrave proprio dal pensiero platonico e neoplatonico che gli vennero rivolte le critiche piugrave radicali e profonde lt Gesugrave egrave
per Porfirio un vero sapiente la cui sapienza perograve come quella degli evangelisti e di Paolo egrave interamente
riconducibile alla sapienza greca soprattutto a Pitagora e Platone gt I primi padri della Chiesa si impegnarono a
fondo per smontare questa tesi Inoltre lt I testi dei primi secoli del cristianesimo mostrano appunto lo scontro fra i
rappresentanti dellrsquoortodossia che intendono vivere e accettare a fondo lo scandalo e la follia cristiana e gli
gnostici che arretrano di fronte alla follia e allo scandalo e intendono come semplice apparenza lrsquoincarnazione e
la morte di Cristo gt E Severino Pensieri sul cristianesimo BUR Rizzoli Milano 2010 Cit pag 165
82
Giustino martire scrive di Gesugrave ldquoLo onoriamo sapendo che egrave Figlio del vero Dio e mettendolo al secondo posto e nel terzo mettendo lo Spirito profetico Su questo punto ci accusano di follia
dicendo che noi diamo il secondo posto dopo il Dio immutabile eterno autore di tutte le cose ad
un uomo crocifissordquo133
La follia e lo scandalo di quel secondo posto egrave che il primo si egrave fatto secondo cioegrave Dio
si egrave fatto uomo Ma se lrsquoaspetto scandaloso e folle dellrsquoaffermazione che Dio si egrave fatto uomo egrave
fuori discussione134
si egrave meno attenti nel mettere in luce le condizioni che rendono follia la
follia e scandalo lo scandalo La follia sussiste solo se Dio egrave essenzialmente lontano
dallrsquouomo se Dio egrave qualcosa che sta vicino ed egrave simile allrsquouomo che follia crsquoegrave ad affermare
che Dio si egrave fatto uomo Ma sin dallrsquoinizio il cristianesimo pretende che la propria follia sia
radicale E giustamente percheacute tra Dio e lrsquouomo pone una distanza infinita Il Dio che si fa
carne egrave il Dio che egrave stato portato alla luce dal pensiero greco il Dio immutabile ed eterno Il
cristianesimo certo aggiunge che questo Dio egrave ldquocreatorerdquo di tutte le cose ma questa
caratteristica non fa che portare al limite il carattere che egrave proprio del Dio greco cioegrave il suo
essere ldquodemiurgordquo produttore di tutte le cose dellrsquoordinamento cosmico
133 Ivi cit pag 163
A questo proposito Papa Francesco ricorda come lt Quella veritagrave quella egrave la rivelazione di Gesugrave Quella presenza
di Gesugrave incarnato Quello egrave il punto Se lo si dimentica saragrave sempre forte la seduzione per i discepoli di Cristo di
fare cose buone senza lo scandalo del Verbo incarnato senza lo scandalo della croce Giustino egrave stato testimone di questa veritagrave percheacute proprio per lo scandalo della croce si egrave attirato la persecuzione del mondo Egli ha
annunciato il Dio che egrave venuto tra noi e si egrave immedesimato nelle sue creature []Ciograve che di Gesugrave scandalizza egrave la
sua natura di Dio incarnato E come a lui anche a noi tendono trappole nella vita quello che scandalizza della
Chiesa egrave il mistero dellrsquoincarnazione del Verbo quello non si toglie quello il demonio non lo toglie gt
LrsquoOsservatore Romano ed quotidiana Anno CLIII n 125 Dom 02062013
134 laquoLa follia di Dio egrave piugrave sapiente degli uominiraquo scrive lrsquoapostolo Paolo nella prima Lettera ai Corinzi
I 17-31 In URL wwwgli scrittiitdchiesabibbia Consultato in data 18042017
83
Quel che non si deve perdere di vista egrave che senza il concetto greco di Dio ndash senza il
modo in cui la filosofia greca pensa Dio ndash la follia e lo scandalo del Dio che si fa uomo
verrebbe meno
Lrsquoenergia del pensiero greco porta alla luce il senso radicale dellrsquoimmutabilitagrave e
dellrsquoeternitagrave di Dio laquoportandosi al di sopra e al di fuori dellrsquoindeterminatezza del Dio
veterotestamentario e di ogni forma pre-greca del divinoraquo135
Nella Summa contra gentiles di Tommaso drsquoAquino136
il capitolo intitolato ldquoChe cosa
pensa la fede cattolica dellrsquoIncarnazione di Cristordquo (Quid cattolica fides sentiat de Incanatione
Christi) ha il compito di rispondere negativamente alla domanda se il mistero
dellrsquoincarnazione sia un assurdo
Di Cristo le scritture affermano che come uomo ha proprietagrave umane (humana) e
insieme affermano che come Dio non puograve patire (impassibile) e non puograve morire (immortale)
Ora le proprietagrave umane attribuite a Cristo sono degli opposti rispetto alle proprietagrave divine a lui
attribuite Dice Tommaso
Ma poicheacute gli opposti non possono essere affermati con veritagrave dello stesso e secondo lo stesso
riferimento e poicheacute le proprietagrave divine e umane che vengono dette di Cristo stanno tra di loro in
opposizione come che ha patio e che non puograve patire morto e immortale e tutte le altre proprietagrave di questo genere egrave necessario che le proprietagrave divine siano affermate di Cristo secondo un riferimento
e le proprietagrave umane secondo un altro riferimento[] ciograve di cui le une e le altre sono affermate
non si deve fare alcuna distinzione ma ci si imbatte in unrsquounitagrave137
Cristo quindi egrave unrsquounica ipostasi e un unico sostrato della natura umana e di quella
divina Quindi la tesi sostenuta da Tommaso che allo stesso convengano gli opposti egrave
affermazione che ha veritagrave solo se gli opposti non sono predicati secondo lo stesso rispetto
laquonecesse est quod secundum aliud et aliud divina et humana praedicentur de Christoraquo
135 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 164
136 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles capitolo 39 Libro IV consultato in data
26032017
137 Ibidem
84
La distinzione (aliud et aliud) non egrave ciograve di cui (id de quo) si predicano gli opposti che
anzi costituisce e deve costituire una unitagrave ma riguarda ciograve secondo cui (id secundum quod)
essi sono predicati
La doppia natura di Cristo egrave cioegrave la condizione necessariamente richiesta affincheacute la
predicazione delle proprietagrave umane e divine di Cristo non sia un affermare gli opposti
contraddittoriamente della stessa cosa e sotto lo stesso rispetto Del Verbo di Dio si possono e
si devono predicare le proprietagrave umane in quanto lrsquouomo che egrave Cristo egrave il suppositum non solo
della natura divina ma anche di quella umana E viceversa del Verbo di Dio sono affermate
proprietagrave umane in quanto tale sostrato egrave sostrato anche della natura umana
E sarebbe cosigrave tolta la contraddizione per quale della stessa cosa sono affermate
secondo lo stesso rispetto o riferimento proprietagrave opposte sarebbe tolta percheacute dellrsquounico
sostrato o ipostasi che egrave Cristo le cose divine sono affermate rispetto o in riferimento alla
natura divina di Cristo e le cose umane sono affermate secondo un altro rispetto e cioegrave
relativamente alla natura umana di Cristo
Eppure nonostante la portata di questo immenso lavoro il concetto dellrsquoIncarnazione
non riesce a liberarsi dallrsquoassurdo lrsquoassurdo in cui gli opposti sono predicati della stessa cosa
secondo lo stesso riferimento Il rilievo fondamentale per lrsquoaccertamento di tale assurdo sta
nel modo di pensare al quale appartiene la filosofia di Tommaso per il quale certe proprietagrave
come ldquomortalerdquo sono predicate necessariamente della natura umana e che certe proprietagrave
come ldquoimmortalerdquo sono predicate necessariamente della natura divina egrave impossibile che una
natura umana non sia mortale ed egrave impossibile una natura divina che non sia immortale
Questo significa che nature diverse sono esse stesse degli opposti ossia i diversi
rispetti o riferimenti sono essi stessi degli opposti e quindi non riescono a costituirsi come
rispettivi diversi secondo cui vengono predicati dello stesso gli opposti
85
Lrsquoesser uomo e lrsquoesser Dio costituiscono essi stessi unrsquoopposizione sigrave che egrave
contraddittorio dire dello stesso che egrave uomo e Dio Egrave immediatamente contraddittorio per la
ragione naturale Non egrave un mistero egrave un assurdo
Esser uomo ed esser Dio sono determinazioni opposte percheacute contengono
essenzialmente determinazioni opposte
86
PARTE SECONDA
IL DIVENIRE
INCONCEPIBILITAgrave E ASSURDITAgrave DELLA laquoCREATIO EX NIHILOraquo
laquoLa prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire
allrsquoeternitagrave del Tuttoraquo138
138 E Severino Destino della necessitagrave pag420
87
CAPITOLO I
La Terra e il mortale
88
I - La creazione dal nulla139
Tommaso ricorda come la causa delle cose egrave la volontagrave di Dio tanto necessario che le
cose esistano quanto necessario che Dio le faccia oggetto del suo volere dato che laquolrsquoeffetto
dipende dalla necessitagrave della causa come dice Aristoteleraquo140
E Dio agisce per intelletto e
volontagrave e non per necessitagrave di natura Esso produce insieme la materia e la forma la causa
agente particolare presuppone il tempo e la materia
139 Nulla o niente egrave lrsquoopposto dellrsquoente lrsquoassenza di esso Compare per la prima volta in Parmenide che lt
porta alla luce lrsquoassoluta nullitagrave del nulla (mḕ eoacuten laquonon essenteraquo) Proprio percheacute essa egrave tale il nulla non puograve
essere qualcosa di laquoconoscibileraquo e di laquoesprimibileraquo (fr2) Infatti si puograve conoscere ed esprimere solo qualcosa che
egrave ossia un essente mentre il nulla assolutamente non egrave un essente E tuttavia proprio nellrsquoatto in cui si
affermano questi caratteri del nulla il nulla si presenta come qualcosa di conoscibile e di esprimibile gt E
Severino Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013 cit pag 106 lt Teoricamente deve dirsi che il concetto di nulla egrave il tipico concetto negativo in tanto possibile e intelligibile in
quanto egrave possibile e intelligibile il suo opposto Esso consiste nella negazione di qualche cosa di positivo come i
concetti di cecitagrave vuoto male falso Se in proposizioni che lo riguardano gli si attribuisce qualche predicato e si
adopera il verbo ldquoessererdquo egrave in virtugrave drsquouna finzione fondata sulla positivitagrave del suo opposto esso non ha altra entitagrave
positiva che quella di essere pensato ens rationis per eccellenza gt Id Istituzioni di filosofia cit pag 211
140 In URL wwwdocumentacatholicaomniait Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 opera scaricata
integralmente in data 12122016 Nuova Edizione a cura di P Tito S Centi e P Angelo Z Belloni 2009
89
Quindi egrave giusto far notare che la causa agisce o dopo o prima ma per la causa
universale che produce le cose e il tempo non ha senso domandarsi se agisca ora e non
prima141
Il mondo porta in modo evidente alla conoscenza della potenza creatrice di Dio percheacute
ciograve che non egrave sempre esistito deve avere una causa mentre non serve a ciograve che egrave sempre
esistito142
Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica143
ribadisce che la creazione del mondo egrave il
fondamento di laquotutti i progetti salvifici di Dioraquo144
e che laquoDio crea liberamente dal nullaraquo145
141 lt Il frammento 30 di Eraclito dice laquoQuesto cosmo di fronte al quale ci troviamo e che egrave lo stesso per
tutto e per tutti non egrave stato creato neacute da un Dio neacute dallrsquouomo Era giagrave egrave e saragrave sempre Il fuoco del suo logos
divampa eternamente e si spegne di nuovo secondo tempi immutabiliraquo La Bibbia apre con questo annuncio laquoIn principio Dio creograve il cielo e la terra La terra era un caos senza forma e vuota le tenebre ricoprivano lrsquoabisso e
sulle acque aleggiava lo spirito di Dio Iddio disse ldquosia la lucerdquo e la luce fu Vide Iddio che la luce era buona e
separograve la luce dalle tenebre e chiamograve la luce ldquogiornordquo e le tenebre ldquonotterdquo Cosigrave fu sera poi fu mattina primo
giornoraquo In questo senso Dio separa la luce dalle tenebre e chiama cioegrave de-finisce la luce giorno e le tenebre notte
[] Dare il nome nominare egrave dunque porre fine a una situazione per de-finirne una nuova []La chiamata di Dio
opera una separazione nel caos la separazione pone fine alla mescolanza degli elementi e guadagna quellrsquoordine o
cosmo che nasce dalla separazione e quindi dalla definizione di ogni ente Il nome che definisce nel nominare la
cosa nomina la volontagrave che lrsquoha differenziata dal caos nel nome oltre alla cosa egrave quindi custodito anche il
possesso della cosa da parte di quella volontagrave che chiamandola da caos lrsquoha definita nel cosmo gt U Galimberti
Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente cit pag 31
142 Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 143 In URL wwwLa Santa Sede Il catechismo della Chiesa cattolica consultato in data 19012017
144 Ibidem
145 Ibidem lt Noi crediamo che Dio per creare non ha bisogno di nulla di preesistente neacute di alcun aiuto
La creazione non egrave neppure una emanazione necessaria della sostanza divina Dio crea liberamente laquodal nullaraquo gt
(in nota si rimanda al Concilio Vaticano I Cost dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canoni 1-4
DS 3002 3023-3024 Concilio Lateranense IV Cap 2 De fide catholica DS 800 Concilio Vaticano I Cost
dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canone 5 DS 3025)
90
La creazione devrsquoessere intesa come lrsquoemanazione di tutto lrsquoessere dalla causa
universale che egrave Dio creare propriamente egrave causare o produrre lrsquoessere delle cose A Dio
appartiene lrsquoatto creativo in forza del suo essere Ora il nulla egrave la stessa cosa che nessun ente
Come dunque la generazione di un uomo inizia da quel non-ente che egrave il non-uomo cosigrave la
creazione inizia da quel non-ente che egrave il nulla
Inoltre egrave falso affermare che un corpo possa creare in quanto nessun corpo agisce
senza un contatto o un moto e quindi per agire richiede qualcosa di preesistente atto a essere
toccato mosso cosa incompatibile con lrsquoidea di creazione146
SantrsquoAgostino ritorna spesso alla dottrina della creazione e al suo concetto il quale egrave
distinto a sua volta dai due concetti a noi naturalmente noti generazione e fabbricazione Non
essendo infatti neacute lrsquouna neacute lrsquoaltra cosa la creazione egrave un concetto altamente metafisico
unrsquooperazione che fa essere quello che assolutamente non era Egrave unrsquooperazione dal nulla147
cioegrave neacute dalla sostanza dellrsquooperante generazione neacute da una materia preesistente
fabbricazione
Ciograve che uno fa o lo fa dalla sostanza o da un qualcosa fuori di seacute o dal nulla Lrsquouomo
che non egrave onnipotente dalla sua sostanza produce il figlio e come artefice dal legno fa lrsquoarca
Nessun uomo puograve fare qualcosa dal nulla Dio invece percheacute onnipotente dal nulla ha creato
il mondo e dalla terra ha plasmato lrsquouomo laquoDio ha fatto che ricevesse lrsquoessere e fosse posto
tra le cose che sono ciograve che assolutamente non eraraquo148
146 Tommaso Summa Theologiae Arg 45 Art 1
147 In URL wwwInfocristiana si puograve leggere che lt Tra le tante eresie sviluppatesi negli ultimi 2000 anni
vi egrave anche quella secondo la quale Dio non avrebbe creato ex nihilo ma da materia pre-esistente [] Lrsquoebraismo prima e il Cristianesimo poi da migliaia e migliaia di anni credono che solo Dio sia eterno e come tale
ldquoincreatordquo Se perograve al momento della creazione dellrsquouniverso la materia giagrave crsquoera chi lrsquoha creata []
Lrsquoespressione ldquoin principiordquo sta ad indicare lrsquoinizio del tempo affermare che la materia fosse giagrave stata creata
precedentemente equivale a dire che il tempo esistesse giagrave ma in tal caso la parola ldquoin principiordquo perderebbe tutto
il proprio significato gt Consultato in data 22012017
148 In URL wwwaugustinusit A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino- Parte 4 ndash Capitolo 05
consultato in data 13022017
91
Dio sa di tutte le cose che egli crea che egli le fa uscire dal nulla e sa che la propria
onnipotenza potrebbe spingerle di nuovo nel nulla E sa anche che invece di crearle avrebbe
potuto lasciarle nel nulla149
149 Dio avrebbe potuto non creare nulla e avrebbe potuto abbandonare lrsquouomo alla dannazione eterna
prodotta dal peccato Dio sarebbe potuto essere non Creatore e non Redentore ndash sostiene la teologia cristiana e
cattolica - senza perdere nulla della sua perfezione immutabile ed eterna E poicheacute il primo atto di amore di Dio
per lrsquouomo consiste nel crearlo Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse
amato lrsquouomo In questo modo la dottrina cattolica nega che la libertagrave di Dio possa trasformare Dio ma non puograve
escludere che Dio proprio percheacute egrave libero da tutta lrsquoeternitagrave sarebbe potuto essere difforme da come egli egrave di
fatto Difforme percheacute un Dio creatore non egrave un Dio non creatore un Dio che decide di creare lrsquouomo e le cose non egrave un Dio che decide di non creare un Dio che vuole amare lrsquouomo non egrave un Dio che non vuole amarlo
Sigrave che lrsquoaffermazione che Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse creato e
amato le creature non mostra lrsquoessenza di Dio ma sostiene una di quelle ldquocose impossibili e contraddittorierdquo che
il pensiero di Agostino e di Tommaso si propone costantemente di evitare anche quando si rivolge ai misteri
soprannaturali della fede Sennoncheacute affermare che Dio non sarebbe mutato e avrebbe mantenuto tutta la sua
perfezione anche se non avesse creato e amato le creature significa affermare che un Dio creatore e pieno di
amore per lrsquouomo non differisce da un Dio non creatore e privo di amore per lrsquouomo e questa affermazione
sostiene appunto qualcosa di impossibile e di contraddittorio e cioegrave che da tutta lrsquoeternitagrave Dio sarebbe potuto
essere diverso da come egrave senza peraltro essere diverso avrebbe potuto avere due diverse forme di perfezione
continuando a essere perfetto nello stesso modo Se si vuole uscire da questa contraddizione affermando che Dio
in quanto libero sarebbe potuto essere da sempre diverso da come egrave e avrebbe potuto avere da sempre una perfezione diversa da quella che ha si viene a dire che lt Dio egrave immutabile non percheacute la sua immutabilitagrave sia
qualcosa di necessario ( nel qual caso egli non avrebbe potuto decidere diversamente da come ha deciso ) ma
percheacute di fatto non si egrave mutato e non si egrave trasformato immobile dunque solo nel senso che di fatto egrave rimasto
immoto pur avendo avuto da sempre la possibilitagrave di essere diversamente da come egrave di fatto Un immutabile
dunque che ha in seacute lrsquoanima piugrave profonda del divenire gt E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag176
Il dio creatore del cristianesimo non aggiunge nulla alla pura essenza della libertagrave ma costituisce uno dei modi in
cui nella storia occidentale la metafisica si egrave proposta di guidare la libertagrave dellrsquoente
92
Lrsquointerpretazione filosofico-teologica del significato sacrale della laquocreazioneraquo
sviluppata dallrsquointera cultura occidentale si trova radicalmente immersa nella dimenticanza
della veritagrave dellrsquoessere Se la laquocreazioneraquo viene interpretata in termini di essere e non essere se
cioegrave viene interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere del mondo allora il
concetto di creazione egrave lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere
La semplicitagrave dellrsquoessere esige la sua immutabilitagrave ed il puro e semplice rilevamento
dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia egrave il fondamento dellrsquoesclusione della nascita dellrsquoessere
La creazione egrave quindi un dare valore e consistenza al nulla al non essere dellrsquoessere
Lrsquoente pur essendo posto come un laquonon-nienteraquo egrave in realtagrave pensato come libero dal
suo legame con lrsquoessere e con il niente Quando tale libertagrave consiste nello scioglimento dal
legame con lrsquoessere si ha lrsquoannullamento o nientificazione quando invece consiste nello
scioglimento del legame con il niente si ha la creazione o entificazione
Lrsquoapparente contraddittorietagrave del divenire150
che appare ossia il suo mostrarsi come ciograve
che arriva nellrsquoessere e vi si dilegua resta tolta non giagrave introducendo lrsquoassurdo di un dio
creatore
150 Lrsquoaporetica prende vita dallrsquo lt affermazione che lrsquointero ossia ognuna delle determinazioni
dellrsquoessere nella loro unitagrave organica egrave immutabile ed essendo questa affermazione L-immediata (immediatezza
logica) drsquoaltra parte egrave F-immediata (immediatezza fenomenologica) lrsquoaffermazione che lrsquoessere diviene
lrsquoorizzonte aperto dalla totalitagrave dellrsquoessere F-immediato egrave appunto il regno del sopraggiungere e del dipartirsi
dellrsquoessere E non solo quella totalitagrave egrave il luogo che riceve e dal quale si congedano determinazioni particolari
dellrsquoessere F-immediato ma egrave anche F-immediato il sopraggiungere della stessa totalitagrave dellrsquoessere F-immediato
Mentre il logo originario afferma lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere lrsquoesperienza ne attesta il divenire contraddizione tra
lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologia [] Lrsquoaporia egrave tolta affermando che lrsquointero come immutabilitagrave assoluta non egrave la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato in quanto questa egrave lrsquoorizzonte del divenire Tale
affermazione egrave L-immediata ossia lrsquoaporia egrave originariamente tolta la struttura originaria si realizza come
toglimento originario dellrsquoaporia la quale permane solo in quanto non sia posta la distinzione tra lrsquointero come
assoluta immutabilitagrave e la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato Il significato di tale distinzione deve essere
determinato nel modo seguente []distinzione tra due positivitagrave [] Posta L-immediata lrsquoimmutabilitagrave dellrsquointero
non crsquoegrave bisogno di un medio per affermare che lrsquointero come assoluta immutabilitagrave non egrave la dimensione del
divenire costituita dalla totalitagrave del F-immediato Crsquoegrave bisogno di un medio solo se lrsquointero non egrave posto come
immutabile se cioegrave egrave posto come significato formale o autocontraddittorio il medio egrave qui lrsquoimmutabilitagrave Ma in
quanto quella formalitagrave o autocontraddittorietagrave egrave originariamente tolta egrave originariamente posta la distinzione tra
lrsquointero immutabile e lrsquoorizzonte del divenire []E lo sviluppo lrsquoincremento o il dileguare lo sparire ndash il divenire
dunque del contenuto della totalitagrave del F-immediato non aggiunge e non toglie alcuna positivitagrave allrsquointero immutabile cheacute altrimenti al positivo che sopraggiunge o che dilegua converrebbe di non essere Tutta la
positivitagrave del positivo diveniente che lrsquointero immutabile lascia laquooltreraquo di seacute ndash e lrsquoimmutabile lascia oltre di seacute
appunto e soltanto la totalitagrave del positivo diveniente ndash tutta quella positivitagrave egrave immutabilmente inclusa nellrsquointero
immutabile [] Il divenire inteso come processo che porta dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere al non essere non
solo egrave errore contraddizione ma allrsquointerno della struttura originaria egrave lrsquoimpossibile [] Sigrave che lrsquoimmutabile non egrave
semplicemente ciograve senza di cui la realtagrave diveniente non egrave ma egrave ciograve per cui questa realtagrave egrave gt Id La struttura
originaria cit pag389401-409
93
che identifichi lrsquoessere al nulla151
ma liberandosi da quella definizione del divenire che
appare visto come laquocominciamentoraquo
Ogni divenire egrave uno comparire e scomparire dellrsquoessere e quindi ogni azione egrave sempre
un disvelare o un lasciare che si disveli lrsquoessere che era nascosto o egrave un condurlo fuori
dellrsquoapparire nel nascondimento o un lasciare che si sottragga allrsquoapparire Ma quando si
agisce con la convinzione di produrre e distruggere lrsquoessere di trarlo dal nulla e rimandarlo nel
nulla allora resta svelato qualcosa di diverso da ciograve che si svelerebbe allorcheacute si agisse
sapendo che ogni agire e ogni fare egrave un disvelamento dellrsquoessere eterno
Lrsquoalienazione metafisica intende la volontagrave come la forza suprema che fa uscire gli enti
dal nulla e li fa ritornare nel nulla si tratti della volontagrave di Dio o della volontagrave dellrsquouomo Nella
civiltagrave occidentale dominata dalla metafisica lrsquouomo vuole ormai soltanto in questo modo e si
pone come il vero creatore e distruttore dellrsquoessere
151 Bontadini risolve il problema della creazione dal nulla affermando che lt lrsquoaffermazione del Creatore ndash della creazione ndash egrave giagrave inclusa nel teorema che il divenire la realtagrave diveniente non egrave ndash non puograve essere ndash
originario [] lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete ma la sottolineatura egrave voluta dalla considerazione ndash
fondamentale elementare ndash che ciograve che si tratta di sanare egrave la contraddizione inoculata del non dal negativo
Nella prospettiva metafisica ndash creazionistica ndash quellrsquoandare nel nulla (e similmente il venire dal nulla) che risulta
sul piano fenomenologico egrave risolto nel far andare nel nulla (e similmente nel trarre dal nulla) che egrave in quanto
fare un positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico gt GBontadini ndash ESeverino Lrsquoessere e
lrsquoapparire Una disputa cit pag 59
94
II - Divenire esser altro
In ogni forma di cultura il divenire delle cose e degli eventi egrave sempre inteso come divenir altro
altro da ciograve da cui il divenire incomincia [ ] Crsquoegrave divenire solo se crsquoegrave diversificazione solo se ciograve a
cui il divenire giunge (terminus ad quem εἰς ὅ lo chiama Aristotele Metaph 1067 b 9) egrave qualcosa di diverso da ciograve da cui il divenire incomincia (terminus a quo ἐξ οὗ loc cit)
152
Per Aristotele il terminus ad quem e il terminus a quo del divenire sono innanzitutto i
laquocontrariraquo ἐναντία
Quando qualcosa giunge ad essere altro qualcosa egrave altro da seacute
Ma che qualcosa sia altro da seacute egrave per il pensiero occidentale lrsquoimpossibile lrsquoassurdo
Eppure affermando lrsquoesistenza del divenire e pensando che nel divenire qualcosa
diventa altro da seacute si pensa che qualcosa diventando altro da seacute egrave altro da seacute Anche se non lo
si riconosce affermando lrsquoesistenza del divenire altro da seacute si afferma lrsquoesistenza dellrsquoesser
altro da seacute ossia lrsquoesistenza di ciograve che drsquoaltra parte egrave pensato come ciograve che non puograve esistere
Il divenire inteso come divenire altro da seacute ndash identificazione ndash non puograve esistere egrave
nulla153
Per il pensiero occidentale il diveniente egrave il permanente Quando il cielo diventa
nuvoloso il cielo egrave il permanente sotteso al sereno e alle nubi Drsquoaltra parte Aristotele afferma
lrsquoesistenza del laquosostratoraquo proprio per evitare che il divenire sia identificazione dei laquocontrariraquo
Ma una volta introdotto il sostrato il divenire in cui il sostrato passa da una determinazione a
unrsquoaltra egrave pur sempre un diventar altro da seacute
152 E Severino Tautόtēs cit pag 13
153 Id Oltre i l linguaggio parte prima
95
E ciograve accade solo in quanto qualcosa egrave venuto meno egrave svanito si egrave annientato (la
serenitagrave del cielo si annienta quando diventa nuvoloso)154
Quando si pensa che qualcosa diventando altro e identificandosi allrsquoaltro da seacute non egrave
piugrave ndash cioegrave vien meno svanisce si annienta diventa nulla - si crede di evitare la contraddizione
per la quale il qualcosa diventando altro egrave altro da seacute
Per rendere possibile lrsquoaffermazione che qualcosa diventa altro da seacute si deve sostenere
che il divenire egrave una successione in cui si trova una determinazione che poi diventa altro Per
esempio se dico che la legna diventa cenere cioegrave che una determinazione diventa altro posso
sostenere che vi sia una successione che non faccia diventare la legna cenere (scongiurando
lrsquoidentificazione) ma in quanto tale la legna diventa nulla E il nulla in cui la cenere in
quanto tale si trovava prima dellrsquoannientamento della legna diventa cenere
La successione non puograve essere un divenir atro da parte di qualcosa Se si esclude che la
successione sia un divenire si deve escludere che il mondo includente la legna divenga nulla
Ma se nessun qualcosa diviene nulla si nega il divenire che invece si vuole salvare
Affermando che nel divenire ndash cioegrave prima di incominciare ad essere e dopo essersi
annientato ndash lrsquoente egrave nulla il pensiero occidentale tiene e insieme non tiene in relazione lrsquoente
al nulla non lo isola e insieme lo isola dal nulla
154 lt Per la scienza la combustione della legna egrave trasformazione di una certa quantitagrave di energia Una
arte di tale quantitagrave si trasforma in cenere unrsquoaltra parte si trasforma in calore ecc La cenere il calore ecc dono le nuove forme in cui si trasforma quella certa quantitagrave di energia in cui consiste la legna che stiamo considerando
[] E il cielo che nellrsquoannuvolarsi del cielo egrave il permanente corrisponde alla quantitagrave di energia che nella
combustione della legna si mantiene costante trasformandosi in un certo insieme di nuove forme di energia []
Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa ndash ossia la relazione tra il sostrato (una certa quantitagrave di
energia) e una certa forma ndash diventa altro da seacute ossia diventa relazione tra il sostrato e lrsquoinsieme delle forme
nuove che esso assume e che cioegrave egrave la sua forma nuova [] Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa
puograve diventare altro da seacute solo se si annulla gt Id Tautόtēs pag 18-19
96
Non lo isola dal nulla percheacute per affermare il divenire deve pensare lrsquoente come
divenuto nulla cioegrave come identico al nulla ndash deve pensare come risultato il risultato del
divenire dellrsquoente ossia deve pensare la nullitagrave dellrsquoente la relazione appunto tra lrsquoente e il
nulla
Ma insieme isola lrsquoente dal nulla astrae dal suo essere il soggetto dellrsquoesser nulla e
pone soltanto il nulla come risultato (o come lrsquoinizio) del divenire percheacute solo attraverso
questa astrazione lrsquoidentitagrave dellrsquoente e del nulla rimane nascosta e il concetto del non essere
ancora e del non essere piugrave da parte dellrsquoente non si presenta come ciograve che esso egrave ossia come
la forma piugrave radicale della contraddizione e dunque dellrsquoimpossibile e del necessariamente non
esistente ndash la forma piugrave radicale dellrsquoalienazione della veritagrave
Il porre e insieme non porre la relazione tra il qualcosa che diviene e il suo altro egrave una
contraddizione la contraddizione mediante la quale il pensiero che afferma il divenire evita di
vedere che il divenire egrave lrsquoidentificazione dei non identici e che dunque lrsquoaffermazione
dellrsquoesistenza del divenire egrave la contraddizione che pone come esistenza lrsquoassoluta inesistenza
del divenire La prima di queste due contraddizioni maschera la seconda ma essa si sottrae
allo sguardo e si maschera facendo apparire separatamente i due lati che la costituiscono
Per rendere pensabile quel divenir altro da parte di qualcosa il nichilismo (cioegrave
lrsquoontologia dellrsquoOccidente) afferma che nel divenir altro il qualcosa diviene niente ma con
questa affermazione raddoppia la contraddittorietagrave del divenir altro giaccheacute il nichilismo deve
non solo continuare a pensare che nel divenir altro qualcosa egrave altro percheacute egrave un altro qualcosa
positivo ma deve pensare anche che qualcosa egrave altro percheacute egrave nulla (egrave quellrsquoaltro che egrave il
nulla)
97
III - La volontagrave
La volontagrave di potenza urta contro lrsquoInflessibile che non si lascia modificare e la volontagrave
muore
Incomincia a vivere solo quando incomincia a flettere lrsquoInflessibile Egrave lrsquoInflessibile
contro cui la volontagrave urta inizialmente a costituirsi rispetto ad essa come la configurazione
iniziale di ciograve che la filosofia nascendo ndash e aprendo un contesto essenzialmente diverso da
quello del mito ndash ripropone come laquoimmortaleraquo laquoincorruttibileraquo laquodivinoraquo (athaacutenaton
anoacutelethron theicircon) laquoeternoraquo laquoEssere che egrave sempre salvoraquo (phyacutesis aeigrave sōzomeacutenē)
Allrsquoinizio della terra isolata lrsquoeternitagrave egrave vissuta come lo scacco della volontagrave Poi forma
tradizionale del pensiero filosofico della terra isolata ponendosi come laquoepisteacuteme della veritagraveraquo
tenteragrave di rendere autonoma rispetto alla prassi lrsquoaffermazione dellrsquoEterno tenteragrave di fondarla
Ma egrave ancora la prassi ndash cioegrave il rapporto tra la volontagrave e ciograve che essa avverte come lrsquoInflessibile
ndash a preconfigurare oltre allrsquoaffermazione filosofica dellrsquoEterno la tesi filosofica che esso egrave il
luogo da cui tutte le cose nascono e in cui si dissolvono escono dal nulla della propria
specificitagrave e vi ritornano
La flessione dellrsquoInflessibile egrave infatti lo spezzarsi di esso il suo smembrarsi e frantumarsi nelle
parti del mondo delle quali la volontagrave puograve finalmente disporre La volontagrave puograve attribuire allrsquoInflessibile o a seacute stessa il prodursi della flessione ma in ogni caso tutte le cose del mondo sono
la flessione dellrsquoInflessibile cioegrave provengono da esso sono costituite da esso che egrave lrsquounitagrave iniziale
da cui le parti diverse e tra loro opposte si separano (e tale separatezza egrave la loro specificitagrave)155
Il flessibile non egrave semplicemente ciograve che si flette cioegrave che non rimane rigido ma ciograve
che egrave piegato (o che puograve essere piegato) egrave un flexum laquoPiegareraquo egrave costruito sul latino plicare
(greco πλέϰειν) che ha la stessa radice dei verbi plectere e flectere
155 E Severino Intorno al senso del nulla cit pag 35-36
98
In quanto flectere il piegare egrave volgere il flessibile in una certa direzione in modo da
assegnargli una certa piega (flexus flexio) ossia una certa disposizione relativamente duratura
E appunto questo egrave lrsquouso nella lingua latina del verbo flectere Il flectere egrave cioegrave lrsquoagire in
quanto tale Il latino non dice soltanto flectere membra ramum navem equos ma anche
flectere viam animum mentes verba cursus
Il flessibile egrave dunque ciograve che egrave dominato nellrsquoazione rivolta a un fine ossia ciograve che egrave
disponibile al dominio dellrsquoazione e che diventa il materiale o lrsquooggetto di essa Lrsquoinflessibile egrave
lrsquoindominabile lrsquoimmodificabile lrsquoimmutabile Il contrasto tra il flessibile e lrsquoinflessibile egrave il
contrasto tra la volontagrave di flettere ndash la volontagrave di potenza la volontagrave di azione ndash e la barriera
insormontabile dellrsquoinflessibile Tutta la vita del mortale egrave un andirivieni tra la volontagrave di agire
e la barriera dellrsquoinflessibile La laquovitaraquo del mortale non egrave qualcosa di diverso ma egrave la stessa
volontagrave di agire vita egrave vis βίος egrave βία La volontagrave di azione non agisce nel vuoto si trova
originariamente circondata dalla barriera degli immutabili e agisce per incrinarla penetrarla e
allontanarla da seacute
LrsquoInflessibile sta dinnanzi alla volontagrave come la Potenza suprema come il Tremendum
anche quando la volontagrave egrave riuscita a fletterlo e a frangerlo ndash riuscendo cosigrave ad aprire lo spazio
in cui essa puograve vivere (sia pur credendo a volte che tale spazio le sia stato donato) ndash
lrsquoInflessibile si ricostituisce attestandosi su una nuova linea inoltrepassabile
LrsquoInflessibile egrave il Sacro il Tremendum che si erge di contro la volontagrave di vivere
dellrsquouomo spegnendola Come volontagrave cosciente (volontagrave di trasformare il mondo di cui egrave
cosciente) proprio percheacute vuole trasformare il mondo egrave inevitabile che dapprima se lo trovi
dinanzi non ancora trasformato e che le stia di fronte non come una porta aperta ma come una
Barriera impenetrabile e inflessibile
Percheacute la Barriera si erga impenetrabile e inflessibile non crsquoegrave bisogno che essa si mostri
come un laquoal di lagrave del mondoraquo
99
Essa egrave lrsquoOrdinamento immodificabile che regola cielo e terra ritmi e configurazioni
dello spazio e del tempo alternanza del giorno e della notte e ritmi stagionali mancanza di
cibo e potenza indomabile degli animali del fuoco dei venti delle acque giagrave come natura e
come legge del clan la Barriera egrave il laquototalmente Altroraquo percheacute egrave lrsquoinflessibilitagrave della Barriera a
determinare la sua totale alteritagrave rispetto alla volontagrave di attraversarla
Lrsquoirrompere dellrsquoazione allrsquointerno della Barriera egrave la prima flessione degli inflessibili
cioegrave la prima forma di distruzione degli immutabili Per quanto debole incerta limitata
lrsquoazione accadendo flette una parte del corpo dellrsquoInflessibile In questo suo essere flessa la
parte diventa un laquoregnoraquo
Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile non egrave un lsquoregnorsquo percheacute il regere egrave uno dei
modi preminenti della flessione Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile precede il regno degli degravei e dei mortali e lrsquoazione irrompe allrsquointerno della Barriera degli inflessibili come
azione degli degravei e dei mortali Il corpo dellrsquoinflessibile egrave il modo originario in cui la volontagrave di
potenza del mortale regna sulle cose della terra ma la volontagrave di potenza incomincia ad avvertire il
proprio regno solo nella parte che essa strappa agli inflessibili ndash cioegrave al suo regno inconscio ndash irrompendo come azione
156
156 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 256
100
CAPITOLO SECONDO
Lrsquo azione che cattura e domina lrsquoEnte
101
I - Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire157
Platone definisce lrsquoessere come δύναμις (potenza)158
ciograve che egrave (τὸ ὄν) egrave ciograve che ha la
potenza di fare o di essere fatto laquoFareraquo (ποιεῑν) significa condurre allrsquoessere (εἰς οὐσίαν) ciograve
che prima non egrave (ὅπερ ἂν μὴ πρότερον ὄν) laquoessere fattoraquo (ποιεῖσαι) significa il venire
condotto allrsquoessere159
157 Nella lingua greca o latina ndash e in generale nelle lingue indoeuropee ndash il carattere laquotecnicoraquo dellrsquoagire
trova espressione ancor prima che lrsquoOccidente assuma la tecnica nellrsquoorizzonte dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente Le
parole costruite sulla radice ar indicano costantemente qualcosa che in modo piugrave o meno diretto piugrave o meno
esplicito appartiene alla struttura formale della tecnica e cioegrave allrsquoadattarsi al convenire a un fine da parte di certi
mezzi di cui il parlante egrave convinto di disporre Tali parole nominano cioegrave o questa stessa struttura nel suo insieme
o un modo specifico del disporre dei mezzi adatto allo scopo oppure nominano il mezzo o i modi specifici di
esser mezzo e strumento o lo scopo o la maggiore o minore disponibilitagrave o riluttanza delle cose a lasciarsi usare
o lo sforzo piugrave o meno intenso che il mortale deve compiere per realizzare i suoi scopi o lrsquoordine che lrsquoazione
tecnica instaura nelle cose o la volontagrave che presiede al realizzarsi dellrsquoazione oppure il successo e lrsquoinsuccesso
cui essa va incontro lt Gran parte delle parole che nelle lingue indoeuropee indicano la laquocosaraquo alludono piugrave o meno direttamente ai
beni alle ricchezze a ciograve che serve e si adopera a ciograve di cui si ha bisogno ai valori al bestiame allrsquoaffare a ciograve
che egrave pregiato alla sostanza e al patrimonio Ricordiamo il latino res il greco pracircgma chrḗma il tedesco Ding
(inglese thing) e Sache Anche lo spettro semantico del participio greco tagrave oacutenta (gli essenti le cose che sono)
include le sostanze e i beni e anche il participio ousiacutea nomina la sostanza intesa come patrimonio Questi antichi
significati della parola laquocosaraquo implicano una situazione conflittuale e il luogo in cui essa viene discussa che
vengono in luce ad esempio in Ding thing che significano anche laquocausaraquo laquotribunaleraquo laquoparlamentoraquo
laquoassemblearaquo laquoverdettoraquo laquoprocessoraquo La stessa parola laquocosaraquo proviene dal latino laquocausaraquo intesa sia come matrice
e principio del diventar altro (dyacutenamis eis tograve patheicircn e dyacutenamis eis tograve poieicircn) sia in senso giuridico come
motivazione del diritto al possesso di ciograve che egrave conteso tra volontagrave differenti Il significato della parola laquocosaraquo
come conflittualitagrave egrave mostrata nelle antiche formazioni linguistiche della terra isolata ed egrave una figura che rinvia alla conflittualitagrave originaria dove la laquocosaraquo egrave la risultante della lotta tra la volontagrave e lrsquoInflessibile ossia egrave la forma
originaria (preontologica) del diventar altro Dicendo che Poacutelemos egrave il padre di tutte le cose e che quindi ogni cosa
egrave lotta conflitto Eraclito dice giagrave implicitamente che il conflitto egrave il significato originario dellrsquoesser laquocosaraquo
quindi possiamo dire che allrsquointerno della terra isolata la cosa egrave la madre di tutte le guerre gt E Severino Intorno
al senso del nulla cit pag 43-44
158 Platone Sofista 247 d-e Edizione BUR ndash Rizzoli Milano 2007
159 Ivi 219 b
102
Ma la potenza egrave lrsquoessenza stessa della τέχνη160
percheacute se questa si distingue in τέχνη
produttiva e τέχνη acquisitiva (ποιητιϰὴ τέχνη ϰτητιχὴ τέχνη) lrsquoacquisizione degli enti ndash come
il guadagno la proprietagrave la lotta la conoscenza ndash non egrave che un ordinamento di ciograve che egrave giagrave
stato prodotto nelle varie forme della ποιητιϰὴ τέχνη161
La distinzione tra τέχνη divina e τέχνη
umana (ϑεία τέχνη ἀνϑρωπίνη τέχνη)162
egrave pertanto la suprema differenza tra gli enti
La ϑεία τέχνη produce tutti gli enti della natura lrsquoἀνϑρωίνη τέχνη produce tutti gli enti
che nelle arti umane sono condotti dal non essere allrsquoessere Lrsquoessere egrave τέχνη percheacute egrave
essenzialmente avvolto dallrsquoorizzonte del fare e dellrsquoessere fatto ossia percheacute appartiene
essenzialmente al processo del condurre e dellrsquoessere condotto dal non essere allrsquoessere (αἰτία
τοῖς μὴ πρότερον οῦσιν ὕστερον γίγνεσϑαι)163
160 lt Ars viene tradotto con il termine laquoarteraquo Ma ars indica innanzitutto ciograve che si trova disposto in una
connessione e in un ordine e precisamente ciograve che si trova disposto nella connessione e nellrsquoordine che consente
al mortale di ottenere un certo scopo Ars egrave cioegrave ogni abilitagrave del corpo e della mente del mortale ossia ogni attivitagrave
che disponendo le cose in un certo ordine ndash facendole diventare laquomezziraquo e laquostrumentiraquo in un certo modo
determinato ndash egrave capace di conseguire uno scopo Тέλος (laquoscoporaquo) ndash che egrave metatesi di art ndash egrave il compimento
dellrsquoars [] Ars egrave unrsquoastrazione di artus Artus non egrave semplicemente ciograve che egrave unito al corpo ma egrave lo strumento
originario di cui il mortale si sente padrone e che gli consente di modificare il mondo in cui vive E glielo
consente percheacute non egrave rigido ma egrave laquoarticolatoraquo e quindi egrave artus (a um) Quasi della stessa importanza dellrsquoartus
per la modificazione delle cose egrave lrsquoarmus (ἁρμoacuteς) lrsquoomero che consente di trasportare i pesi piugrave grossi e operare
piugrave profonde modificazioni nelle cose [] Nella storia dellrsquoOccidente la parola fondamentale che esprime il senso dellrsquoars egrave τέχνη da cui deriva la parola laquotecnicaraquo Ma mentre in ars viene esplicitamente nominata la connessione
calcolata dei mezzi al fine τέχνη nomina invece i vari modi e settori in cui questa connessione si realizza a partire
da quello originario mediante il quale il mortale copre il suo corpo e gli dagrave un rifugio gt E Severino Destino
della necessitagrave pag 263-265-266
161 Platone Sofista 219 c
162 Ibidem 265 b-e
163 Ibidem
103
Ma lrsquoente non egrave un niente sigrave che la τέχνη divina e umana non egrave la capacitagrave che riesce a
identificare lrsquoente al niente ma egrave quel modo di porsi in relazione allrsquoessere dellrsquoente dove ogni
aspetto della relazione egrave determinato dalla persuasione che la nientitagrave dellrsquoente sia164
Per Aristotele lrsquoaffermazione che tutto accada necessariamente implica lrsquoinutilitagrave e
lrsquoirrilevanza del volere e dellrsquoagire laquoIl volere e lrsquoagire sono principio delle cose futureraquo (ἀρχὴ
τῶν ἐσομένων ϰαὶ ἀπὸ τοῦ βουλεύεσϑαι ϰαὶ ἀπὸ τοῦ πρᾶξαί τι)165
nel senso che solo laquose ci
metteremo a fare qualcosa questa cosa esisteragrave e non esisteragrave se non ci metteremo a farlaraquo
(ἐὰν μὲν τοδὶ ποιήσωμεν ἔσται τοδί ἐὰν δὲ μὴ τοδί οὐϰ ἔσται)166
La volontagrave e lrsquoazione sono
dei principi dellrsquoesistenza del futuro nel senso che egrave da essi che dipende che certe cose future
siano oppure non siano
Lrsquoessenza della tecnica moderna egrave giagrave presente nel modo in cui il pensiero greco ha
espresso il senso dellrsquoazione umana Affincheacute esista qualcosa come una laquoazione umanaraquo
devono esistere un laquoattoreraquo cioegrave lrsquouomo che compie lrsquoazione uno laquoscoporaquo dellrsquoazione cioegrave
lrsquoidea del futuro che lrsquouomo vuole realizzare con la propria azione una serie di laquomezziraquo o di
strumenti capaci di realizzare lo scopo e dei quali lrsquouomo dispone
La decisone egrave il momento fondamentale dellrsquoagire umano consiste nella volontagrave di
produrre quel mezzo o quella serie di mezzi che allrsquoanalisi si rivela piugrave idonea alla
realizzazione dello scopo
164 lt Lrsquoἀνϑρωπίνη τέχνη si egrave oggi completamente sostituita alla ϑεία τέχνη ma il senso dellrsquoessere rimane
ancor oggi identico a quello stabilito da Platone una volta per tutte nella storia dellrsquoOccidente Dio e la tecnica
moderna sono le due fondamentali espressioni del nichilismo metafisico gt E Severino Essenza del nichilismo
pag 197
165 Aristotele De Interpretatione 19 a 7-8
166 Ibidem 18 b 32-33
104
I mezzi di cui dispone la tecnica moderna non sono confrontabili con i mezzi a disposizione
dellrsquouomo greco e tuttavia la tecnica moderna si sviluppa interamente allrsquointerno della struttura
dellrsquoazione umana quale egrave stata portata alla luce una volta per tutte dal pensiero greco167
In quanto volontagrave di realizzare uno scopo con i mezzi che essa ritiene piugrave adatti e che
crede di saper dominare lrsquoazione egrave la tecnica La struttura formale dellrsquoazione egrave la struttura
formale della tecnica della preistoria e della storia dellrsquoOccidente
Ma lrsquoazione dellrsquouomo egrave decisione e la decisione in quanto tale egrave assunta dai mortali
come un atto isolante Decidere egrave separare La parte separata dal Tutto egrave essa stessa un
separare dal Tutto
La parola latina decidere egrave formata dalla preposizione de e dal verbo caedere che significa
appunto laquoseparareraquo laquofare a pezziraquo laquotagliareraquo E anche la parola latina occidere egrave formata
da una preposizione (ob) a dal verbo caedere Come lrsquooccidere cosigrave il decidere egrave sentito
dal linguaggio premetafisico come un separare E ciograve accade anche in eligere (ex-legere)
da cui deriva probabilmente attraverso il rafforzativo exeligere lrsquoitaliano scegliere168
NellrsquoEtica a Nicomaco169
Aristotele esprime il senso della separazione operata dal
decidere in quanto tale la parola usata per indicare nel testo il processo del decidere egrave
προαίρεσις laquoproponimentoraquo costituita dalla preposizione πρὀ (che indica il procedere nei suoi
vari sensi) e da αἵρεσις che significa insieme laquoconquistaraquo e laquosceltaraquo
Αἱρέω da cui αἵρεσις deriva significa oltre che laquoscelgoraquo laquopreferiscoraquo anche
laquoprendoraquo laquoafferroraquo laquomi impadroniscoraquo laquotraggo via da un luogo riducendo in mio potereraquo
167 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 249
168 Ivi pag 362
169 Aristotele Etica Nicomachea Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo
fedelmente alla loro utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino in Destino della Necessitagrave pag
362 e sgg
105
E al significato dellrsquoimpadronirsi appartiene il separare ciograve di cui ci si impadronisce egrave
portato via cioegrave vien separato dalla compagnia e dai luoghi cui esso originariamente
appartiene
La definizione aristotelica della προαίρεσις esprime il senso giagrave contenuto in questa
parola laquola προαίρεσις egrave delle cose che sono in nostro potereraquo ἡ προαίρεσις περὶ τὰ ἐφ
´ἡμῖν170
La προαίρεσις aristotelica egrave ὄρεξις βουλευτιϰή un appetito (ὄρεξις) ndash tendenza brama
ndash unito a deliberazione (βουλευτιϰή) Lrsquoespressione ὄρεξις βουλευτιϰή egrave equivalente a
ὀρεϰτιϰὸς νοῦς laquointelligenza appetitivaraquo e a ὄρεξις διανοητιϰή laquoappetito razionaleraquo171
I
termini βουλευτιϰή νοῦς διανοητιϰή indicano il λόγος cioegrave la ratio il calcolo conformemente
(ϰατά)172
al quale lrsquoὄρεξις appetisce
Nella προαιρεσις vengono ad unirsi due aspetti (μόρια) dellrsquolaquoanimaraquo laquoquello che
possiede il λόγοςraquo (τὸ λόγος ἔϰον) e laquoquello che egrave privo del λόγοςraquo (τὸ ἄλογον)173
Lrsquo ἄλογον ὀρεϰτιϰόν (cioegrave ὄρεξις) laquopartecipa alla ragione appunto in quanto le presta
ascolto e le obbedisceraquo (μετέχει πως ᾗ ϰατήϰοόν ἐστιν αὐτοῦ [λόγου] ϰαὶ πειϑαρχιϰόν174
Lrsquoὄρεξις quindi egrave una convinzione πείϑεται Il suo obbedire al λόγος egrave un essere
convinta il suo prestare ascolto egrave un udire un dar retta e il dar retta egrave daccapo lrsquoesser convinti
di qualcosa Il concordare col λόγος significa capirlo ed essere convinti di ciograve che il λόγος dice
Ma lrsquoὄρεξις egrave una convinzione non solo quando obbedisce e concorda col λόγος ma
anche quando disobbedisce e discorda Disobbedire e discordare significa infatti avere una
convinzione diversa da quella che si possiede quando si obbedisce al λόγος laquoCombattereraquoraquo
laquoresistereraquo laquoopporsiraquo laquoavversareraquo il λόγος dagrave luogo allrsquoἀτεχνία175
laquomancanza di arteraquo ma
ἀτεχνία non egrave semplic assenza di λόγος ma egrave la presenza di un λόγος falso (λόγος ψευδής)176
170 Ivi 1111 b 30
171 Ivi 1139 a 23 1139 b 4-5
172 Ivi 1113 a 20
173 Ivi 1102 a 28 sgg
174 Ivi 1102 b 30-31
175 Ivi 1140 a 21
176 Ivi 1102 a 22
106
II - Il dominio che guida il divenire
La προαιρεσις guida percheacute essa egrave la presa di possesso preliminare che traccia il
confine attorno alle cose che saranno prodotte e distrutte e insieme delimita preliminarmente il
campo del dominabile e lo sottrae allrsquoinfluenza di ogni altro laquoprincipioraquo diverso dallrsquouomo
cioegrave lo rende qualcosa di separato e di isolato dal Tutto Lrsquouomo egrave infatti il laquoprincipio delle
azioniraquo ἄνϑρωπος εἶναι ἀρχὴ τῶν πράξεων177
ossia laquone egrave il genitore come lo egrave dei propri
figliraquo (γεννητῆν τῶν πράξεων ὥσπερ ϰαὶ τέϰνων)178
Le cose laquoil cui principio egrave in noiraquo sono
laquoquelle che sono in nostro potereraquo (ὦν ϰαὶ αἱ ἀρχαὶ ἐν ἡμῖνhellipαὐτὰ ἐφ´ἡμῖν) laquoe che sono
laquovolontarieraquo (ϰαὶ ἑϰούσια)179
La προαίρεσις egrave ciograve per cui lrsquouomo egrave principio delle proprie azioni e quindi essa egrave
qualcosa di laquovolontarioraquo (ἑϰούσιον)180
giaccheacute nelle azioni laquoinvolontarieraquo (ἀϰούσια) e
laquoforzateraquo (βίαια) il loro laquoprincipioraquo egrave esterno a chi agisce (ἡ ἀρχὴ ἔξωϑεϑν)181
Ma la προαίρεσις egrave principio dellrsquoazione e quindi degli enti prodotti dallrsquoazione nel
senso che egrave laquoprincipio del movimentoraquo principio che muove le parti del corpo umano
servendosene come strumenti (ἡ ἀρχὴ τοῦ ϰινεῖν τὰ ὀργανιϰὰ μέρη)182
al fine di produrre certi
enti invece di altri E Aristotele stabilendo unrsquoidentitagrave tra il punto di vista di chi agisce e il
punto di vista del filosofo che riflette sullrsquoazione non si limita ad affermare che per la
coscienza di chi decide certe cose appaiano essere in potere di chi decide ma afferma che
nellrsquouomo laquoassennatoraquo (νοῦν ἔχων)183
la decisione si riferisce a cose che non sono soltanto
ritenute da parte di chi decide in suo potere ma sono in realtagrave in suo potere Il dominio della
προαίρεσις egrave realtagrave
177 Ivi 1112 b 31-32
178 Ivi 1113 b 18-19
179 Ivi 1113 b 20-21
180 Ivi 1112 a 14
181 Ivi 1110 a 1
182 Ivi 1110 a 15-16
183 Ivi 1112 a 21
107
E drsquoaltra parte ndash dice lo Stagirita ndash affincheacute lrsquouomo decida non egrave sufficiente che il suo
decidere appaia come un dominio nella coscienza ma egrave necessario che chi decide ritenga
(οἴεται) sia convinto che le cose decise sono portate allrsquoesistenza (γενέσϑαι) dalla decisione
stessa ossia che la sua decisione domina la dimensione delle cose decise La προαίρεσις non egrave
cioegrave il puro volere (βούλησις)184
ma egrave la decisione che calcola le cose che assume sotto il
proprio dominio e la cui esistenza e non esistenza essa vede in proprio potere
Il calcolo egrave unrsquolaquoanalisiraquo (ἀναλίύειν)185
che ricerca lrsquoordine dei mezzi piugrave idoneo alla
produzione del fine e che scompone la serie dei mezzi procedendo da quello che produce il
fine a quello intermedio che produce quel primo mezzo sino a giungere alla laquocausa primaraquo (τὸ
πρῶτον αἴτιον) della realizzazione del fine la quale causa prima egrave lrsquolaquoultimo ad essere trattato
nellrsquoanalisi ed egrave il primo ad essere prodottoraquo (τὸ ἔσχατον ἐν τῇ ἀναλύσει πρῶτον εἶναι ἐν τῇ
γενέσει)186
Lrsquoanalisi riconduce un mondo al principio del dominio e fa di questo principio il
dominatore di questo mondo Lrsquoanalisi egrave questo stesso principio che si impadronisce
preliminarmente di quel mondo considerandolo come il luogo ove esso principio puograve
esercitare il proprio dominio Sin tanto che lrsquoanalisi non riesce ad agganciare la serie dei mezzi
alla προαίρεσις in quanto principio del dominio lrsquoanalisi egrave laquoricercaraquo (ζητεῖν)187
e il ricercante
ricerca appunto laquocome agireraquo o laquoche cosa fareraquo ma la ricerca in quanto tale egrave lrsquoapertura della
dimensione sulla quale puograve stendersi il dominio dellrsquouomo E la ricerca egrave la προαίρεσις in
quanto essa egrave lrsquoimpadronirsi preliminare di questo dominio
Avendo fede di essere lrsquoautore delle proprie azioni il mortale crede di esserne
responsabile Il linguaggio esprime questa convinzione con la costruzione dei pronomi
personali e con la flessione del verbo Ma nella convinzione di essere responsabili delle proprie
azioni egrave presente la volontagrave di potenza
184 Ivi 1111 b 19 sgg
185 Ivi 1112 b 15 sgg
186 Ivi 1112 b 23-24
187 Ivi 1112 b 20
108
Il responsabile egrave infatti chi decide cioegrave chi separa dal Tutto la dimensione che egrave convinto di dominare Risponde delle proprie azioni percheacute ne egrave il padrone e ne egrave il padrone percheacute le ha
separate dal Tutto e le ha separate dal Tutto percheacute il Tutto gli appare come lrsquounione accidentale di
ciograve che esce e ritorna nel nulla188
Il mortale egrave lrsquoartefice Il mortale premetafisico egrave il tentativo di essere artefice la sua
decisione egrave ciograve costantemente accompagnata dalla possibilitagrave che le cose non si lascino
decidere e separare Invece il mortale metafisico riesce a decidere percheacute il suo decidere si
fonda sullrsquoapertura dellrsquo ἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
La τέχνη e la φρόνησις (laquosaggezzaraquo) sono la προαίρεσις nella quale lrsquoὄρεξις egrave unita al
calcolo laquoveroraquo (ἀληϑεύει)189
La προαίρεσις esiste infatti come laquovolontagrave calcolanteraquo
(βουλευτιχὴ ὄρεξις) anche quando il suo calcolo egrave errato o perchegrave considera in suo potere enti
che non lo sono o percheacute considera come mezzo ciograve che non egrave in grado di produrre il fine
La τέχνη egrave laquoabito produttivoraquo (ποιητιχὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου
ἀληϑοῦς)190
la φρόνησις egrave laquoabito praticoraquo (πραϰτιϰὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου
ἀληϑοῦς)191
Nellrsquouna e nellrsquoaltra la προαίρεσις non egrave un atteggiamento passeggero o
accidentale ma laquoabitoraquo (ἕξις) e cioegrave sono entrambe laquoabito con proponimentoraquo ma nella τέχνη
la προαίρεσις egrave principio di ποίησις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave esterno allrsquoazione) nella
φρόνησις la προαίρεσις egrave principio di πρᾶξις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave interno allrsquoazione
stessa)192
Sia nella tecnica sia nella saggezza morale ndash cioegrave nelle due forme dellrsquoazione
razionale193
ndash lrsquouomo egrave veramente laquopadroneraquo (ϰύριος)194
e principio del proprio agire da lui
dipendono sia le opere tecniche sia il bene
188 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 377
189 Aristotele Etica Nicomachea 1139 b 15
190 Ivi 1140 a 9-10 191 Ivi 1140 b 20-21
192 Ivi 1140 a 3-5
193 lt Nellrsquolaquoazione razionaleraquo (cioegrave nellrsquoazione capace nella sua forma piugrave evoluta di guidare
lrsquooscillazione dellrsquoente) la coscienza non insegue infatti una volontagrave che vuole oggetti imprevedibili per la
coscienza ndash non egrave una coscienza impotente di una volontagrave (cioegrave di una potenza) laquociecaraquo nellrsquolaquoazione razionaleraquo
la volontagrave sa ciograve che vuole gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 388
194 Aristotele Etica Nicomachea 1113 b 32 1139 a 18
109
Tanto la tecnica quanto la santitagrave sono cioegrave isolamento di un mondo che cosigrave separato
dal Tutto viene dominato dallrsquoagire conforme al calcolo vero Lrsquoessenza della tecnica egrave
lrsquoessenza dellrsquoetica Al giovane ricco che gli domanda che cosa deve fare per avere la vita
eterna Gesugrave risponde Ma proprio percheacute gli dice che cosa deve fare (osservare i
comandamenti e dare le proprie ricchezze ai poveri) proprio per questo la risposta di Gesugrave si
mantiene allrsquointerno dellrsquoisolamento della terra ndash e se il giovane ricco gli avesse dato ascolto
avrebbe ottenuto una laquovita eternaraquo che egrave pur sempre una determinazione dellrsquoalienazione
essenziale una determinazione cioegrave della terra isolata
Lrsquoisolamento del mondo umano non egrave una semplice intenzione soggettiva ndash cioegrave non egrave
la προαίρεσις in quanto volontagrave di dominio che appartiene alla preistoria dellrsquoOccidente ndash solo
in quanto le cose prodotte dalla τέχνη e dalla φρόνησις sono enti che escono e ritornano nel
nulla (τι τῶν ἐνϑεχομένων ϰαὶ εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) cioegrave sono lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
La laquosalvezza dellrsquoanimaraquo (ma anche quella del mondo e degli esseri del mondo dal
nulla) del cristianesimo rimane completamente allrsquointerno della φρόνησις aristotelica anche il
santo cristiano ndash in quanto esso egrave la προαίρεσις che egrave principio e produzione della salvezza ndash egrave
volontagrave di dominare lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
Secondo il cattolicesimo nel credente la προαίρεσις egrave unita ma non egrave annullata dalla laquoGraziaraquo ndash cioegrave la volontagrave di dominio umana laquocooperaraquo nel credente con la volontagrave di dominio divina (e la
laquocooperazioneraquo egrave in realtagrave unrsquoesclusione reciproca) Ma soltanto laquoDioraquo egrave il laquosignoreraquo (ὁ ϰύριος)
dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente che produce la salvezza dellrsquouomo e il Dominus egrave δαιμόνιος cioegrave il
laquoseparanteraquo proprio in quanto egrave il laquoSalvatoreraquo195
Il separato egrave la laquoterraraquo o la laquodimoraraquo o la laquodonnaraquo o la laquomoltitudineraquo o il laquobestiameraquo
Dio separa le cose da seacute in quanto inviolabile se le cose fossero legate indissolubilmente alla
sua inviolabilitagrave egli non potrebbe dominarle
195 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 370
110
III - La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio
Il dominio che si impadronisce delle cose modificandole egrave possibile solo sul
fondamento del dominio che si impadronisce delle cose isolandole dal tutto Lrsquoisolarle egrave
appunto la persuasione che esse non dipendano in alcun modo (quanto al loro esistere al loro
manifestarsi alla loro intelligibilitagrave alle loro trasformazioni) da ciograve che sta al di lagrave del campo ndash
il campo del dominato ndash da esse costituito Si puograve disporre di qualcosa solo in quanto
isolandolo lo si egrave reso disponibile
Il dominio assegna un futuro alle cose dominate Sia nel senso che allrsquoisolamento egrave
assegnato il suo perpetuarsi nel futuro ndash al disponibile egrave cioegrave assegnato il suo mantenersi nella
disponibilitagrave ndash sia nel senso che al disponibile egrave assegnata una trasformazione del suo
contenuto che ancora esso non possiede Lrsquoassegnazione di un futuro alle cose dominate egrave
avere uno scopo Ma nel dominio avere uno scopo significa assegnare alle cose un futuro che
egrave diverso da quello che esse avrebbero indipendentemente da questa assegnazione Codesta
diversitagrave peraltro non significa che il dominio rende impossibile il divenire ma che lo guida
Col dominio il divenire si guida e quindi si dagrave un futuro diverso da quello che esso avrebbe se non fosse un guidarsi Se il futuro delle cose fosse predeterminato e inevitabile esso sarebbe
indipendente dagli scopi del dominio cioegrave non sarebbe possibile assegnare un futuro alle cose e
quindi il dominio sarebbe impossibile196
Quindi per poter assegnare un futuro e avere uno scopo il dominio deve essere la
certezza che le cose dominate e il loro futuro non dipendono da nientrsquoaltro che dalla volontagrave
dominante che assegna loro un futuro e cioegrave deve essere la certezza che le cose dominate sono
isolate dal tutto
196 Ivi cit pag 239
111
La capacitagrave poi di assegnare un futuro egrave dunque nel dominio laquolibero arbitrioraquo ossia
isolamento del dominato e del dominante
Se lrsquoisolamento appartiene allrsquoessenza del dominio tuttavia sin tanto che non viene portato alla
luce il senso dellrsquoente in quanto ente e sin tanto che lrsquoente non viene inteso come
ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente [] lrsquoisolare si presenta come unrsquoattivitagrave che non egrave garantita dallo statuto reale di ciograve che si vuole isolare e quindi si presenta come unrsquointenzione
soggettiva che puograve avere successo ma puograve anche fallire e che quando ha successo egrave
costantemente esposta alla possibilitagrave del fallimento197
Il dominio sullrsquoente ha un carattere laquoscientificoraquo da quando lrsquooperazione isolante del
dominio non egrave unrsquointenzione soggettiva ma egrave fondata sullrsquoisolamento laquorealeraquo dellrsquoente
197 Ivi cit pag 240
lt Solo se lrsquoente esce e ritorna nel nulla lo si puograve isolare e solo se lo si isola lo si puograve dominare []
Lrsquooriginario e decisivo impadronirsi dellrsquoente egrave il renderlo libero Lrsquoimpadronirsene egrave il sottrarlo al destino della
veritagrave dellrsquoessere [] Solo in quanto lrsquoente egrave disponibile allrsquoessere e al niente un padrone puograve disporne []
Lrsquoἐπιστήμη (da Platone a Hegel) egrave la prima forma di dominio dellrsquooscillazione lrsquooscillazione egrave dominata dallrsquo
ἐπιστήμη appunto in quanto egrave sottoposta al calcolo incontrovertibile [] Ma il controllo epistemico dellrsquooscillazione la rende impossibile [] Solo se il progetto della dominazione su cui si fonda la tecnica egrave reso
esterno al divenire dellrsquoente e quindi viene daccapo a costituirsi come un immutabile e quindi come il centro di
una totalitagrave organica si puograve ritenere (come accade nel pensiero di Heidegger) che la tecnica come lrsquo ἐπιστήμη
renda impossibile il divenire dellrsquoente Ma se il progetto di dominazione della tecnica del Tutto viene lasciato
allrsquointerno del processo del divenire allora questo progetto a differenza dellrsquoἐπιστήμη non egrave una prevaricazione
che soffoca la libertagrave del divenire [] La tecnica non soffoca il laquogiocoraquo del divenire ma toglie ogni limite alla sua
libertagrave gt Ivi cit pag 229
112
La scientificitagrave del dominio raggiunge il suo culmine nella civiltagrave della tecnica quando
la volontagrave che il senso dellrsquoente sia oscillazione tra lrsquoessere e il niente si libera da ogni
episteacuteme da ogni immutabile da ogni nesso necessario e si tiene dinanzi lrsquoente in quanto ente
e cioegrave ogni ente come oscillazione tra lrsquoessere e il niente
Questa volontagrave di dominio totale in cui consiste lrsquoessenza della civiltagrave della tecnica
presuppone che il tutto sia unificato dalla determinazione trascendentale dellrsquoente
lrsquoἐπαμφοτερίζειν
Ma la volontagrave di guidare lrsquooscillazione della totalitagrave dellrsquoente si realizza solo come
dominio di una parte dellrsquoente percheacute la totalitagrave dellrsquoente sta dinnanzi come divisa in una
molteplicitagrave di campi isolati e il dominio tecnologico non puograve assegnare alla totalitagrave un futuro
che sia il futuro della totalitagrave in quanto totalitagrave e sia dunque lo scopo unitario del tutto in
quanto tale
Se il dominio tecnologico avesse uno scopo unitario verso il quale avesse a dirigere la totalitagrave degli
enti la totalitagrave sarebbe infatti un organismo un sistema di nessi necessari tra gli enti dove la teleologia di ogni ente coinvolgerebbe e sarebbe coinvolta dalla teleologia di ogni altro ente Se
dunque il dominio tecnologico assegna un futuro a qualcosa (A) se cioegrave trasforma qualcosa
conformemente a un certo scopo questo scopo puograve essere soltanto lo scopo di quel campo particolare di enti che egrave A e di quelle operazioni particolari che sono idonee alla trasformazione di
A e non puograve essere pertanto se non accidentalmente lo scopo di B C D e delle operazione
particolari che si propongono la trasformazione di B C D appunto percheacute altrimenti tra A B C D sussisterebbe un nesso necessario ed esse non sarebbero determinazioni isolate Nel dominio avere
uno scopo significa assegnare un futuro a una parte isolata dal tutto198
E il carattere particolare e specifico dellrsquooperare scientifico-tecnologico egrave giagrave presente
nella formulazione platonico-aristotelica della laquodivisione del lavororaquo
198 Ivi cit pag 245
113
Nel II libro della Repubblica199
Platone dice che il πράττειν cioegrave il dominio
dellrsquooscillazione dellrsquoente egrave laquopiugrave intensoraquo (πλείω) laquopiugrave efficaceraquo (ϰάλλιον) e laquopiugrave
praticabileraquo (ῥᾷον)200
solo in quanto si suddivide in operazioni specifiche realizzate da certi
operatori e non da altri ἄλλͻς ἐπ´ἄλλου ἔργου πρᾶξιν (alium ad alius operis effectionem)201
La divisione (lrsquoisolamento) del lavoro non egrave una determinazione accidentale del lavoro la
divisione del lavoro sussiste ndash il lavoro egrave una molteplicitagrave di operazioni isolate ndash appunto
percheacute il laquolavororaquo egrave πρᾶξις ossia egrave la guida (αἰτία)202
dellrsquooscillazione dellrsquoente tra lrsquoessere e il
niente e quindi egrave la guida di ciograve che in quanto cosigrave oscillante egrave isolato ndash si che la guida
dellrsquoisolato egrave essa stessa unrsquooperazione isolata divisa dalle altre
Proprio di questa divisione parla Aristotele allrsquoinizio dellrsquoEtica quando afferma la
molteplicitagrave degli scopi (πολλὰ γίνεται ϰαὶ τὰ τέλη) in corrispondenza alla molteplicitagrave dei
laquolavoriraquo (πολλῶν δὲ πράξεων οὐσῶν ϰαὶ τεχνῶν ϰαὶ ἐπιστημῶν)203
Lo scopo egrave il futuro che viene assegnato a una parte percheacute se fosse il futuro assegnato
al tutto in quanto tale il tutto non sarebbe laquodiacronicoraquo ma laquosincronicoraquo e organico cioegrave
esisterebbe un nesso tra le parti Ma se il futuro di una parte isolata non puograve essere il futuro
delle altre parti se cioegrave le altre parti hanno altri futuri ogni scopo egrave a sua volta una parte
isolata dalla totalitagrave del futuro La totalitagrave degli scopi riproduce la molteplicitagrave di
determinazioni isolate del presente
Separata dal destino la terra appare nellrsquoisolamento come libera e insieme dominabile
Egrave dominabile proprio percheacute egrave stata liberata dal destino Ma la sua libertagrave egrave anche la sua
assoluta imprevedibilitagrave Il timore egrave innanzitutto lrsquoavvertimento di questa imprevedibilitagrave E il
mortale per allontanare tale timore circonda di legami la terra che stringono ciograve che egrave stato
sciolto dal piugrave indissolubile dei legami Legami che sono gli laquoimmutabiliraquo gli laquoeterniraquo i
laquodestiniraquo che restano evocati allrsquointerno della solitudine della terra
199 Prima edizione Universale Economica Feltrinelli Milano 1995
200 Ivi 370 c
201 Ibidem
202 Platone Sofista 265 b
203 Aristotele Etica Nicomachea 1094 a 6-8
114
CAPITOLO TERZO
Lrsquo alienazione nello sguardo del Destino
115
I - Ciograve che il mortale crede
Ciograve che i mortali chiamano laquovolontagraveraquo e laquodecisioneraquo egrave in veritagrave senza residui convinzione (certezza fede persuasione) cioegrave apparire A sua volta lrsquoapparire in cui consiste ogni decisione e
ogni volontagrave possiede un carattere laquopraticoraquo quel carattere che i mortali interpretano come
capacitagrave pratica di trasformazione del mondo ma che nello sguardo del destino della veritagrave egrave qualcosa di abissalmente diverso da tale capacitagrave
204
La decisione non egrave altro che la convinzione che stia per realizzarsi un processo di cui lo
stato attuale del mortale (cioegrave della sua mente del suo corpo) egrave insieme la causa (il principio)
e lrsquoinizio e di cui lo laquoscoporaquo cioegrave una certa disposizione futura dellrsquoente egrave il termine La
decisione egrave lrsquoapparire di una certa disposizione futura dellrsquoente come risultato tale
disposizione di un certo processo quando i mortali decidono accade per lo piugrave qualcosa (ossia
nel cerchio dellrsquoapparire entra per lo piugrave qualcosa) che i mortali interpretano come il realizzarsi
di quella stessa disposizione dellrsquoente che si erano proposti come scopo e che dunque essi
credono di essere stati capaci di tradurre dal piano delle idee a quello della realtagrave
Quellrsquoapparire che egrave la decisione egrave per lo piugrave accompagnato dallrsquoapparire di qualcosa
che il decidente interpreta come il conseguimento la realizzazione dello scopo
La volontagrave e quindi anche quella volontagrave che si realizza come preghiera egrave la convinzione che il
voluto si realizzi credite quia accipietis Ma se per Gesugrave la fede egrave convinzione ogni decisione egrave una convinzione siffatta Solo che i mortali non hanno piugrave fede che le montagne si muovano cioegrave
hanno fede di muoverle non mediate il laquoFiglio di Dioraquo ma mediante lrsquouso di certi strumenti che la
tecnica dellrsquoOccidente egrave andata approntando e cioegrave mediante la fede questa sigrave posseduta nel
laquomovimentoraquo prodotto da tali strumenti205
Nella prassi scientifica egrave tenuta costantemente aperta la possibilitagrave che la regione
controllata sia condizionata da fattori ignoti
204 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 487
205 Ivi cit pag 488
116
Ma nellrsquoatto del decidere e quindi anche nella decisione scientifico-tecnologica la
decisione egrave presa solo in quanto essa egrave la convinzione di disporre di tutte le forze che sono
richieste per la produzione dello scopo e quindi solo in quanto viene esclusa quella possibilitagrave
di intervento di forze ignote Una possibilitagrave che torna a riaprirsi quando la prassi scientifico-
tecnologica si lascia alle spalle questo tipo di decisione per elaborarne uno piugrave adeguato alla
nuova configurazione che nel frattempo la regione controllata egrave venuta ad assumere
Il mortale crede di volere crede di disporre dei mezzi piugrave idonei alla produzione dei
suoi scopi crede di dominare la terra ma il suo volere (cioegrave lrsquoinsieme e ognuna delle sue
convinzioni) egrave unito al dubbio (cioegrave allrsquoindecisione e al non volere) e ne egrave contrastato
La coscienza di decidere egrave un laquovedersiraquo decidere ossia egrave un laquovedersiraquo non dubitante
Ma questo laquovedereraquo non vede ciograve che egrave non laquovederaquo cioegrave lrsquounione essenziale ossia la
contraddizione del decidere e del dubbio ma laquovederaquo soltanto il decidere Puograve credere di
volere percheacute isola la fede dal dubbio ma il dubbio non cessa e non scompare per il fatto che
il mortale non vuole avere i dubbi che pur appartengono alla sua essenza La qualitagrave del volere
del mortale egrave pur sempre determinata dal dubbio respinto nellrsquoinconscio in quanto lrsquoinconscio
egrave ciograve che viene isolato dal contenuto che il mortale vuole riconoscere
Egrave questa volontagrave non volente che laquoottieneraquo ciograve che i mortali credono sia lrsquolaquoottenutoraquo
Il mortale non laquoottieneraquo crede di ottenere Crede di ottenere ciograve che vuole ma ciograve che accade
egrave il destino ndash il destino della veritagrave ndash che nessun dio e nessun uomo possono laquotenereraquo e
dominare e che include anche lrsquoaccadimento della fede e della volontagrave dei mortali
Nello sguardo del destino la volontagrave egrave apparire Non egrave laquoforzaraquo laquotendenzaraquo laquoappetitoraquo
laquoimpulsoraquo Lrsquoapparire in cui la volontagrave consiste egrave apparire di un contenuto che non egrave il destino
della veritagrave egrave lrsquoapparire di qualcosa che appartiene al mondo sognato dallrsquoalienazione della
veritagrave
117
Tale mondo egrave la terra isolata il contenuto che appare allrsquointerno dellrsquoisolamento della
terra Ma ogni apparire il cui contenuto non egrave il destino della veritagrave o un suo tratto egrave volontagrave
decisione ossia egrave la convinzione di dominare qualcosa e che il dominante sia quello stesso che
egrave il convinto Lrsquoisolamento della terra egrave la volontagrave originaria allrsquointerno della quale soltanto egrave
possibile e puograve sopraggiungere lrsquoapparire di ogni volizione e di ogni decisione del mortale
Lrsquoisolamento della terra egrave volontagrave che la terra sia la regione sicura ossia egrave la
convinzione di disporre della terra nel senso che questa convinzione egrave convinzione che la terra
si rende disponibile per il motivo che si egrave convinti di disporne E la convinzione che la terra sia
il terreno sicuro egrave convinta di ottenere la sicurezza della terra non per mezzo di altro ma per seacute
stessa Ma nellrsquoisolamento la terra sicura viene dapprima interpretata come lrsquoinflessibile Il
fondamento originario di ogni flessione (cioegrave di ogni decisione e azione) interpreta come
inflessibile il contenuto che esso ottiene nel proprio flettere originario Poi un poco alla volta
la flessione flette gli inflessibili della terra Quando lrsquoOccidente incomincia a testimoniare la
sicurezza della terra trova la terra giagrave divisa tra le cose inflessibili e quelle flessibili tra ciograve che
egrave sottratto ad ogni volere e ciograve che invece egrave disponibile ad esso
La cultura moderna vede nei mortali la presenza della volontagrave divina e il soggetto
trascendentale diventa la volontagrave di produrre la terra La terra che resta prodotta
nellrsquoautoproduzione del soggetto trascendentale egrave sempre la terra isolata che appare come il
terreno sicuro La volontagrave che produce la terra egrave intesa come la vera realtagrave il vero valore Nel
concetto di creazione umana di creazione divina del mondo di autoproduzione del soggetto
trascendentale di dominio tecnologico della terra la volontagrave originaria che la terra sia la
regione sicura sta dinnanzi a seacute stessa
118
Lrsquoaccadimento in cui consiste lrsquoisolamento della terra egrave lrsquoaccadimento dellrsquoesser
mortale del mortale ma lrsquoesser mortale egrave lrsquoessenza sia del mortale sia degli degravei sia del dio
cristiano sia del soggetto trascendentale sia del dominio tecnologico della terra
Ma la volontagrave proprio percheacute egrave volontagrave non puograve ottenere ciograve che essa vuole Il voluto
egrave in quanto tale il non ottenibile
Tutto ciograve che si ottiene egrave ciograve che si vuole ottenere ossia egrave ciograve che si crede si ha fede di
ottenere egrave ottenuto allrsquointerno dellrsquoalienazione Lrsquoalienazione egrave lrsquoastro eterno che consiste
nella convinzione che esista ciograve che egrave impossibile Allrsquointerno dellrsquoalienazione tutto ciograve che si
ottiene si ottiene percheacute sia ha fede di ottenerlo e si ha fede di averlo ottenuto
Il precetto evangelico che se si ha fede che le montagne si sollevino esse si solleveranno e il
tratto decisivo della scienza moderna (e che ancora si sottrae allrsquoautocoscienza della scienza) che la trasformazione del mondo ha carattere scientifico solo se egrave oggetto di consenso intersoggettivo e
quindi solo se si ha fede che tale consenso esista [] ebbene quel precetto e quel tratto
appartengono entrambi alla stessa essenza ossia alla volontagrave originaria dellrsquoisolamento della terra
che crede di aver ottenuto la sicurezza della terra per il motivo che essa crede che la terra sia il terreno sicuro ha fede che questa sicurezza sia percheacute essa ha fede che sia ndash anche se la fede
apparendo a seacute come fondamento di ciograve che essa ottiene non appare come fede ma come forza
capace di produrre ciograve che si presenta come dimensione sicura ed evidente206
La volontagrave non riesce ad essere volontagrave non ottiene ciograve che essa vuole e quindi non
ottiene nemmeno il proprio volere Lrsquoimpossibilitagrave del voluto non puograve apparire allrsquointerno della
volontagrave (allrsquointerno cioegrave dellrsquoisolamento della terra) appunto percheacute la volontagrave egrave volontagrave d i
isolarsi dal destino Ma proprio percheacute il voluto egrave lrsquoimpossibile egrave necessitagrave che allrsquointerno
della volontagrave il voluto appaia nel suo esser qualcosa in cui il destino della veritagrave non si mostra
cioegrave qualcosa la cui affermazione e la cui negazione appaiono equivalenti
206 Ivi cit pag 579
119
Nellrsquoisolamento della terra la volontagrave crede di volere (la fede ha fede di aver fede)
percheacute nellrsquoequivalenza dellrsquoaffermazione e della negazione di ciograve che essa crede di volere
isola lrsquoaffermazione dalla negazione isola ciograve che egrave dubbio dal suo esser dubbio sigrave che questo
contenuto isolato appare nel suo esser tenuto fermo cioegrave egrave affermato e in quanto affermato si
presenta come il voluto
Anche questo isolamento egrave fede volontagrave Ma la fede di aver fede (il credere di volere)
non determina un regressus in indefinitum al contenuto in cui la fede ha fede appartiene la
fede di aver fede al contenuto voluto dalla volontagrave appartiene il credere di volere la volontagrave di
volere
Il tramonto dellrsquoisolamento della terra ossia la negazione del contrasto tra veritagrave e
isolamento egrave ciograve che in veritagrave il mortale vuole Il mortale egrave ndash lo egrave solamente ndash questa volontagrave
ossia questa volontagrave costituisce lrsquoinconscio essenziale del mortale cioegrave quanto egli trattiene nel
non testimoniato consumando la totalitagrave del linguaggio nella testimonianza della terra isolata
La terra cosigrave voluta egrave quella semplificazione estrema da cui viene offerta la resistenza minore
al linguaggio che intende illuminare le cose nelle parole La resistenza maggiore egrave invece
costituita dalla struttura del mortale cioegrave dallrsquoapparire della negazione impotente del contrasto
tra il destino e lrsquoisolamento della terra (che a sua volta egrave il contrasto tra fede e dubbio nella
sicurezza della terra)
La terra egrave contesa da due volontagrave contrastanti da un lato lrsquoinvasione del destino da parte della terra
isolata possibile solo se appare il destino della terra cioegrave solo se la terra appare nel suo esser
sottratta alla nebbia dellrsquoisolamento mostrando il volto destinatole dalla veritagrave dallrsquoaltro lato in quanto isolata dal destino e dal dubbio la terra mostra un altro volto quello divenuto familiare ai
mortali e che invece egrave soltanto uno dei due volti che la terra mostra introducendosi nel cerchio
dellrsquoapparire207
207 Ivi cit pag 496
120
Il doppio volto della terra egrave il doppio volto di ogni cosa della terra ed egrave appunto questo
sdoppiarsi e questo contrastarsi delle sembianze terrestri lrsquoostacolo maggiore incontrato dal
tentativo di condurre nel linguaggio le cose Le cose della terra stanno dinnanzi nel cerchio
dellrsquoapparire sdoppiate e in contrasto ognuna con seacute medesima e il tentativo di legarle nel
linguaggio alla loro immagine egrave contrastato dal carattere sfuggente di ciograve che dovrebbe essere
il modello dellrsquoimmagine
Invece la semplificazione estrema costituita dalla terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio
ndash la semplificazione in cui la terra mostra ai mortali il suo volto piugrave familiare ndash non disorienta
il linguaggio ma gli va incontro con lrsquoapparente chiarezza e univocitagrave del suo senso Tale
estrema semplificazione non puograve essere certo considerata come il motivo per il quale il
linguaggio destinato allrsquoapparire egrave stato innanzitutto il linguaggio che esprime lrsquoimmagine
della terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio e tuttavia il linguaggio destinato allrsquoapparire egrave
dapprima e a lungo solamente il linguaggio che esprime la terra cosigrave isolata La terra cioegrave il
cui volto raggiunge la semplificazione estrema dei suoi tratti
121
II - La necessitagrave dellrsquoaccadere come risoluzione del problema della libertagrave dellrsquoente
Ogni ente egrave eterno Quindi eterno anche quellrsquoente che egrave lo stesso accadere dellrsquoente Nella
veritagrave lrsquoaccadere non egrave lrsquoincominciare ad essere ma lrsquoincominciare ad apparire Che lrsquoente
incominci ad apparire significa che esso eterno esce dallrsquoombra del non apparire ed entra
nella luce dellrsquoapparire Cade in questa luce208
Poicheacute lrsquoaccadere dellrsquoente egrave eterno egrave necessario che lrsquoente accada Inoltre egrave
necessario che lrsquoente accada con il senso determinato che gli conviene non solo egrave necessario
che lrsquoente accada ma egrave insieme necessario che accada proprio quellrsquoente che accade
Lrsquoaccadere dellrsquoente egrave determinato e quindi lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave la necessitagrave
dellrsquoaccadere cosigrave determinato Se infatti lrsquoente che accade non accadesse lrsquoaccadere dellrsquoente
non sarebbe e quindi non sarebbe eterno ma possibile accidentale Affermando che lrsquoente che
entra nellrsquoapparire sarebbe potuto non entrarvi ndash affermando cioegrave la laquocontingenzaraquo
dellrsquoapparire ndash si afferma che lrsquoente che accade sarebbe potuto non accadere cioegrave si nega la
necessitagrave dellrsquoaccadere e in questo modo il non essere (la nientitagrave) dellrsquoaccadere dellrsquoente vien
posto come una possibilitagrave Lrsquoimpossibile viene ritenuto possibile
Poicheacute lrsquoaccadere egrave il passaggio dal non apparire allrsquoapparire lrsquoessere (e quindi
lrsquoeternitagrave) del passaggio richiede necessariamente che lrsquoente che sopraggiunge nellrsquoapparire
prima non appaia e poi appaia Lrsquoaccadere egrave solo in quanto lrsquoente che accade si mantiene
nascosto sino a che incomincia ad apparire Lrsquoeternitagrave di ogni ente egrave lrsquoeternitagrave di ciograve che esso egrave
nel modo in cui lo egrave
Lrsquoapparire che nellrsquoaccadimento incomincia non egrave separato dal proprio incominciare
ma egrave appunto lrsquoapparire incominciante Se invece si isola lrsquoapparire dal suo incominciare ndash se
lo si pensa indipendentemente dal suo incominciare ndash si finisce col rendere impossibile quel
mantenersi nascosto quel non apparire ancora da parte dellrsquoente senza di cui lrsquoaccadimento
non potrebbe essere
208 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 97
122
Separato dal suo incominciare lrsquoapparire si presenta come qualcosa che non puograve
incominciare Ogni ente egrave eterno ma appunto egrave eterno lrsquoente nel suo essere ciograve che egrave
nellrsquoaccadimento lrsquoente che incomincia ad apparire non egrave in sintesi con un apparire che egrave
separato dal proprio incominciare ma egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante
Questa egrave la sintesi che egrave e che egrave eterna il contenuto dellrsquoaltra sintesi invece ndash cioegrave della sintesi tra
lrsquoente e il suo semplice (astratto) apparire ndash non egrave appunto percheacute egrave ottenuta prescindendo dallrsquoincominciare che pur determina lrsquoapparire incominciante
209
Proprio percheacute lrsquoente che accade egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante lrsquoente in cui
consiste questa sintesi non esclude ma allrsquoopposto richiede necessariamente che prima di
incominciare ad apparire lrsquoente che accade non appaia lrsquoente incomincia ad apparire solo in
quanto esiste un prima rispetto allrsquoapparire dove tale ente ancora non appare Ma questo non
apparire ancora che precede lrsquoincominciare ad apparire non egrave la nientitagrave dellrsquoapparire
incominciante
Con lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente non si produce una sintesi nuova tra lrsquoente e il
suo apparire ma tutto ciograve che sopraggiunge egrave giagrave eterno Che col sopraggiungere non si formi
una sintesi nuova uscita dal niente non significa che quella tra il sopraggiungente e il suo
sopraggiungere cioegrave il suo incominciare ad apparire non sia una sintesi ma significa che in
quanto questa stessa sintesi sopraggiunge essa egrave giagrave eterna210
209 Ivi cit pag100
210 Con ciograve potremmo rispondere a una delle cretiche che C Fabro rivolge al divenire severiniano lt
Severino non spiega percheacute e come le cose della terra incominciano ad apparire ndash da dove sbucano dalla terra
[] e se incominciano ad apparire significa che le cose prima erano nascoste (a parte la domanda del dove fossero
nascoste) ci si puograve chiedere anche chi le ha spinte fuori dallrsquoombrahellip per guadagnar le stelle od almeno il sole
della coscienza E soprattutto quando incomincia questo cominciare gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente
cit pag 129
123
Affermando invece che il sopraggiungente sarebbe potuto non sopraggiungere ndash ossia
che ciograve che incomincia ad apparire sarebbe potuto non apparire ndash si afferma che la sintesi tra
lrsquoente che sopraggiunge e il suo sopraggiungere sarebbe potuta rimanere un niente Ma se
lrsquoapparire egrave laquoil nienteraquo che laquoil nienteraquo accolga o non accolga lrsquoente egrave qualcosa di
assolutamente indifferente e quindi lrsquoapparire egrave libertagrave Mentre lrsquoapparire egrave laquonienteraquo solo nel
senso che la sua determinatezza non egrave che lrsquoapparire delle determinazioni
Lrsquoaccadere egrave lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente Egrave questo lrsquoaccadere che nellrsquoapertura della
veritagrave appare Inteso invece come un incominciare ad essere uscendo dal niente lrsquoaccadere non egrave qualcosa che appare [] Poicheacute lrsquoaccadimento (il divenire) non egrave la creazione dellrsquoente ma il
sopraggiungere dellrsquoente cioegrave dellrsquoeterno nellrsquoapparire lrsquoaccadimento egrave dunque solamente in
quanto appare Un divenire laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile egrave cioegrave un concetto del
nichilismo211
Appunto percheacute un accadimento laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile la supposizione
che sarebbe potuto accadere altro da ciograve che di fatto accade non puograve essere mantenuta
affermando che sigrave lrsquoaccadere effettivo dellrsquoente egrave eterno ma questo eterno sarebbe potuto no
apparire e sarebbe potuto apparire lrsquoaccadere che di fatto non appare Questa supposizione non
puograve essere mantenuta percheacute lrsquoapparire appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere e cioegrave lrsquoaccadere
esiste solo in quanto appare e non puograve avere la possibilitagrave di restare nel non apparire lasciando
che un altro accadere appaia E lrsquoaccadere non egrave lrsquoaccadere in generale ma egrave lrsquoaccadere nella
sua attualitagrave Lrsquoapparire che appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere egrave questo attuale apparire egrave
lrsquoattualitagrave dellrsquoapparire ed egrave dunque questa attualitagrave ciograve senza di cui lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave
impossibile
Lrsquoapparire dellrsquoaccadimento accade e tuttavia non egrave un accadimento Lrsquoapparire
dellrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente incomincia e tuttavia non egrave un incominciare
211 Ivi cit pag 104
124
Lrsquoaccadimento che appare non egrave soltanto questo o quellrsquoaccadere particolare ma egrave la
totalitagrave dellrsquoaccadere che appare Anche se si trasforma laquocontinuamenteraquo lrsquoaccadere appare
comunque come totalitagrave dellrsquoaccadere Gli accadimenti che appaiono sono laquocontinuamenteraquo
diversi ma appaiono necessariamente come totalitagrave dellrsquoaccadimento Lrsquoapparire della totalitagrave
dellrsquoaccadere non potrebbe essere apparire della totalitagrave dellrsquoaccadere appunto percheacute questa
totalitagrave avrebbe al di fuori di seacute quellrsquoaccadere che egrave lrsquoaccadere dellrsquoapparire della totalitagrave
dellrsquoaccadere
Dire infatti che lrsquoente che sopraggiunge entra nellrsquoapparire significa che lrsquoapparire
dellrsquoente diventa apparire anche dellrsquoente che sopraggiunge in quanto egrave apparire anche
dellrsquoente che sopraggiunge lrsquoapparire in cui il sopraggiungente sopraggiunge egrave esso stesso
sopraggiungente Quindi lrsquoapparire del sopraggiungente egrave apparire anche del proprio
sopraggiungere lrsquoapparire del sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente egrave lo stesso
apparire del sopraggiungente e il sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente non egrave
qualcosa che non possa appartenere alla totalitagrave del sopraggiungere ma egrave contenuto di questa
totalitagrave un contenuto che egrave lo stesso contenente
Lrsquoessere con tutti gli altri enti nessuno escluso appartiene allrsquoessenza di ogni ente La
parte egrave nel Tutto non accidentalmente ma necessariamente Il Tutto non si limita a circondare
la parte ma la parte egrave ciograve che essa egrave solo in quanto egrave unita al Tutto
La persuasione che le decisioni ndash umane o divine ndash siano laquolibereraquo egrave invece la negazione
del legame necessario che unisce ogni parte a tutte le altre Tale persuasione separa infatti dal
Tutto quella parte che egrave lrsquoaccadimento della decisione e la rende qualcosa di assolutamente
indipendente Questa separazione sussiste in ogni caso sia che ancora si intenda la decisione
libera come qualcosa che sarebbe potuto non essere invece di essere sia che si intenda la
decisione libera come un ente eterno che sarebbe potuto non apparire invece di apparire
125
Lrsquoisolamento della decisione dal Tutto ndash e ogni isolamento ndash egrave negazione della veritagrave
dellrsquoessere non solo percheacute esso nega ogni legame necessario che unisce la parte al Tutto ma
anche percheacute in esso si esprime ancora una volta il nichilismo Negando ogni legame
necessario col Tutto lrsquoisolamento nega insieme il legame necessario che egrave richiesto
dallrsquoeternitagrave del Tutto e quindi nega lrsquoeternitagrave del Tutto negando la conseguenza nega il
fondamento La stessa prevaricazione che isola la decisione laquoliberaraquo dal tutto pone la
decisione (e il Tutto) come un niente La contingenza dellrsquoaccadere egrave dunque espressione del
nichilismo
Il linguaggio dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo Dice cosigrave che lrsquoazzurro
del cielo ora egrave un niente il cielo era azzurro Ma il cielo azzurro egrave una delle eterne cose della
terra che si inoltrano nel cerchio eterno dellrsquoapparire della veritagrave e ne escono dopo averlo
attraversato (Un cielo azzurro che non egrave espressione di un cielo azzurro universale ma
quellrsquoazzurritagrave del cielo considerata nella sua irripetibilitagrave e singolaritagrave es il cielo di oggi un
giorno di marzo a Roma) Il cielo egrave azzurro La contrapposizione tra lrsquolaquoegraveraquo copulativo e lrsquolaquoegraveraquo
esistenziale egrave propria del nichilismo Lrsquolaquoegraveraquo unisce il cielo e la sua azzurritagrave ma li unisce
appunto nellrsquoessere La loro unitagrave egrave ossia egrave eterna Il cielo egrave eternamente azzurro Il cielo egrave la
sua azzurritagrave nel senso che egrave il cielo-che-egrave-azzurro che egrave lrsquoazzurro-di-questo-cielo E il
contenuto dellrsquoerrore (in ogni errore si esprime la volontagrave di sottrarsi al destino della veritagrave
cioegrave lrsquoalienazione della veritagrave) egrave il niente
Ma proprio percheacute lrsquoente non egrave e non puograve diventare un niente il dire del destino non egrave
una laquoproposizioneraquo che da laquoveraraquo possa diventare laquofalsaraquo Nel destino il dire egrave lrsquoapparire
dellrsquoidentitagrave trascendentale che costituisce lrsquoessere qualcosa da parte di qualcosa ad esempio egrave
lrsquoapparire dellrsquoessere azzurro del cielo Ciograve che in veritagrave accade quando il linguaggio
dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo non egrave il diventar falso dellrsquoapparire del cielo
azzurro ma egrave lrsquouscire di questo apparire dal cerchio intramontabile dellrsquoapparire
126
Il cielo azzurro appare cioegrave dimora nel cerchio dellrsquoapparire della veritagrave Appunto
percheacute appare appare la sua destinazione allrsquoessere Poi laquoil cielo si oscuraraquo Nel linguaggio
dellrsquoOccidente lrsquolaquooscurarsiraquo esprime unrsquolaquoazioneraquo del cielo che prima laquoeraraquo azzurro Ma nella
veritagrave il cielo azzurro non si oscura non compie lrsquoazione di incupire e di render niente la
propria azzurritagrave Esso egrave eternamente azzurro e ciograve che lrsquoOccidente chiama laquoil suo oscurarsiraquo egrave
lrsquoinoltrarsi del cielo (eternamente) oscuro nel cerchio dellrsquoapparire mentre da questo cerchio
lrsquoeterno cielo azzurro esce e scompare La testimonianza della veritagrave non dice quindi che laquoil
cielo non egrave piugrave azzurroraquo ma che il cielo eternamente azzurro si egrave portato fuori dellrsquoapparire
nel non apparire Di esso non dice laquonon egraveraquo (laquonon egrave piugraveraquo laquonon egrave ancoraraquo) bensigrave laquonon egrave
presenteraquo laquonon egrave apparenteraquo (questrsquoultimo termine da intendersi come participio presente del
verbo apparire) Dice dunque laquoIl cielo (che egrave) azzurro non egrave (piugrave) apparenteraquo Ma daccapo
questrsquoultima affermazione non significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro non egrave (piugrave)raquo e che
pertanto questo apparire egrave diventato un niente bensigrave significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro
non egrave (piugrave) apparenteraquo
Ciograve che entra e esce dal cerchio dellrsquoapparire appartiene eternamente ad esso ma
dicendo che tale appartenenza laquoentraraquo nel cerchio dellrsquoapparire si intende escludere che in
qualsiasi modo lrsquoappartenenza si trovi giagrave nel cerchio e dicendo che ne esce si intende
escludere che essa in qualche modo continui a trovarvisi Pertanto ciograve che entra in questo
cerchio non egrave lrsquoatteso ma lrsquoinatteso e ciograve che ne esce non egrave il laquoricordatoraquo ma il
laquodimenticatoraquo Il laquoricordareraquo e il laquodimenticareraquo nel linguaggio del destino della veritagrave non
sono funzioni psicologiche o proprietagrave della coscienza trascendentale in quanto figura della
tradizione filosofica del nichilismo il laquodimenticareraquo egrave il cerchio dellrsquoapparire in quanto non
contiene piugrave in seacute qualcosa non lo contiene piugrave in nessun modo il laquoricordareraquo egrave il cerchio
dellrsquoapparire in quanto contiene ancora in seacute in qualche modo il ricordato
127
In qualche modo infatti lrsquoatteso appare giagrave e il ricordato appare ancora Quando
lrsquoatteso sopraggiunge non entra quindi simpliciter nel cerchio dellrsquoapparire e quando il
laquopresenteraquo passa e si mantiene nella memoria non esce da quel cerchio In entrambi i casi
varia soltanto il modo in cui si mostra una certa identitagrave che permane nel cerchio dellrsquoapparire
Ma lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire puograve apparire solo in quanto gli
insiemi di enti che lrsquoinoltrarsi porta progressivamente alla luce non sono via via dimenticati
(non vanno cioegrave uscendo via via dal cerchio dellrsquoapparire) ma continuano ad apparire sia pure
come passati Nella veritagrave appare lrsquoinoltrarsi della terra e lrsquoinoltrarsi appare solo in quanto
appare il passato Egrave infatti in relazione al passato ossia egrave percheacute il passato appare che il
sopraggiungente puograve apparire come tale Se nel sopraggiungere ciograve che giagrave appariva ndash e cioegrave
il passato ndash uscisse dimenticato dallrsquoapparire il sopraggiungente non potrebbe apparire come
laquogiunto sopraraquo qualcosa (appunto percheacute questo qualcosa sarebbe assente) e non solo il
sopraggiungente non potrebbe apparire come tale ma non potrebbe apparire affatto Questo
percheacute lrsquoapparire dellrsquoinoltrarsi della terra non solo esige lrsquoapparire del passato ma questo
inoltrarsi egrave necessariamente un permanere la permanenza assoluta dellrsquoidentitagrave costituita dalla
struttura della veritagrave che egrave presente in ogni insieme di enti che entrano nel cerchio
dellrsquoapparire Ciograve che permane egrave sigrave ciograve che appare ancora ma insieme egrave ciograve che appariva
anche prima il permanente egrave cioegrave presente e passato Il sopraggiungente sopraggiunge quindi
di necessitagrave nella permanenza ossia nellrsquoapertura di un passato Lrsquoessenza del divenire non puograve
essere stabilita indipendentemente dallrsquoessenza del passato
laquoLa legna arde nel camino e diventa cenereraquo Cosigrave parla il nichilismo nel linguaggio
quotidiano Diventando cenere la legna in quanto legna egrave distrutta cioegrave annientata
128
Anche se la scienza della natura afferma che lrsquoenergia in cui consiste la legna non egrave
andata distrutta nella combustione ma rimane sotto forma diversa tuttavia la forma che
lrsquoenergia assumeva nella legna egrave inevitabilmente pensata nella prospettiva scientifica come
ciograve che egrave andato distrutto e che dunque si egrave annientato
Ma la combustione come ogni divenire puograve essere laquosperimentataraquo solo se quando si
fa esperienza della cenere la legna non egrave stata dimenticata Giagrave in Kant egrave pienamente acquisito
il principio che la coscienza (o sperimentazione) del divenire non diviene ossia che lo stato
precedente (la legna che ancora non egrave diventata cenere) devrsquoessere conservato nella coscienza
insieme allo stato susseguente (la cenere) affincheacute si dia coscienza di un divenire
Nella dialettica della coscienza sensibile col sopraggiungere dellrsquouniversale e della coscienza
indiveniente del divenire il passato permane Egrave quanto richiesto dal principio secondo cui nel risultato egrave essenzialmente conservato e contenuto ciograve da cui esso risulta [] Il risultato egrave un
permanere [] la coscienza del divenire egrave necessariamente coscienza della permanenza [] Nella
laquoDimostrazioneraquo della laquoprima analogiaraquo dellrsquoesperienza (Critica della ragion pura sezione terza
dellrsquoAnalitica dei principi) si dice che qualcosa puograve mutare solo se resta Tutto ciograve che muta resta la permanenza egrave condizione necessaria in cui solo egrave possibile che i fenomeni siano determinabili
come cose od oggetti di una esperienza possibile212
Lo stato precedente egrave conservato come passato e questo conservarlo egrave il ricordo Il
ricordo ricorda qualcosa di positivamente determinato (la legna) ricorda cioegrave un non-niente
212 E Severino Tautόtēs cit pag 86-87
129
In quanto non-niente il ricordato non puograve essere quindi ciograve che nella combustione egrave
diventato niente213
Per il nichilismo il passare egrave un annientamento ma allora il passato in quanto
annientato e dunque in quanto niente non puograve apparire Lrsquoannientarsi egrave insieme
necessariamente uno sparire Ma in questo modo il ricordo non ricorda il passato ndash giaccheacute
lrsquoautentico passato non puograve apparire ndash e quindi non egrave ricordo ma apparizione di ciograve che del
passato nascosto continua ad esistere e che dunque non egrave un passato
213 lt Tuttavia non egrave unrsquoaltra legna ma egrave proprio la legna ricordata che nella combustione egrave diventata
cenere e che quindi si egrave annientata in quanto legna Ma di ciograve che egrave divenuto niente non puograve esserci memoria Ma
senza memoria egrave impossibile la coscienza del divenire Per salvare la memoria il nichilismo egrave costretto a
distinguere nel passato che appare nel ricordo due aspetti Da un lato il passato in quanto oggetto del ricordo egrave
uno dei molti fattori del diveniente che continuano ad esistere nonostante lrsquoannientamento cui il diveniente va
incontro oltre alla cenere al fumo e al calore della legna rimane anche il suo esser ricordata Dallrsquoaltro lato crsquoegrave
lrsquoaspetto del passato relativamente al quale si verifica lrsquoannientamento Il passato si annienta non in quanto esso egrave
oggetto del ricordo ma in quanto ha questo secondo aspetto ciograve che egrave diventato niente non egrave la legna che appare
nel ricordo ma altro Un altro che perograve appartiene alla legna che appare nel ricordo Per Hegel questo altro egrave
laquolrsquoesistenzaraquo della legna e ciograve che appare nel ricordo egrave la laquoformaraquo o essenza della legna Egrave lo stesso concetto di Agostino il passato esiste nellrsquoanima cioegrave esiste come idealitagrave essenza non come esistenza reale Ma su quale
base viene affermata lrsquoesistenza (passata) di questo altro che egrave divenuto inesistente Non si puograve rispondere
dicendo che questo altro appare nel ricordo appunto percheacute ciograve che appare nel ricordo in quanto appare come un
non-niente determinato non egrave un niente E per quanto riguarda lrsquoErinnerung hegeliana la legna ricordata non egrave
una legna ricordata come inesistente Il passato appare e nel nichilismo qualcosa di esso egrave divenuto un niente
Ma che cosa Non qualcosa che appare tutto il passato che appare sta ligrave dinnanzi come un positivo Qualcosa
dunque che non appare gt Id Destino della necessitagrave pag 178
130
Egrave percheacute lrsquoannientarsi egrave insieme lrsquouscire dallrsquoapparire che lrsquoapparire in quanto tale
non puograve attestare alcuncheacute della sorte di ciograve che si egrave portato al di fuori dellrsquoapparire se
continui ad esistere o se sia diventato nulla Lrsquoannientamento del passato egrave cioegrave lrsquoapriori con il
quale il nichilismo interpreta lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire
Nella veritagrave dellrsquoessere invece lo scomparire non egrave lrsquoannientamento di ciograve che
scompare e il progressivo arricchirsi della manifestazione del passato mostra appunto che il
dimenticato (ossia ciograve che egrave uscito dal cerchio dellrsquoapparire) continua ad essere e che questo
suo essere riappare nel concretarsi del ricordo
E non solo lrsquoapparire del divenire non attesta lrsquoannientamento del passato ma la
persuasione che il passato sia ciograve che egrave divenuto un niente rende impossibile lo stesso apparire
del divenire Infatti il divenire appare solo se appare il passato ma se il passato egrave ciograve che ormai
egrave un niente il passato non puograve apparire e dunque non puograve apparire nemmeno il divenire Ciograve
che lrsquoOccidente ritiene lrsquoevidenza suprema ndash lrsquouscire e il ritornare nel niente ndash rende
impossibile la visione del divenire ossia la visione della variazione del contenuto che appare
131
III - laquoCrescereraquo come divenire
Nellrsquoapparire del divenire il laquopassatoraquo egrave ciograve che non laquocresceraquo piugrave ma la cui avvenuta
crescita continua ad apparire insieme al laquopresenteraquo ndash dove il laquocrescereraquo non egrave una
trasformazione ontologica ma egrave la successione degli eterni che sebbene diversi hanno
qualcosa di identico (che egrave appunto ciograve che nella successione egrave il crescente) La permanenza
dellrsquointramontabile egrave il sopraggiungere in esso del suo differenziarsi ndash ossia dei differenti eterni
di cui esso egrave identitagrave Affincheacute unrsquoidentitagrave permanga nei differenti che sopraggiungono si
richiede pertanto la separazione e lrsquoindifferenza dellrsquoidentico rispetto ai differenti si richiede
cioegrave che lrsquoidentico abbia il senso che ha indipendentemente dal contenuto che entra e esce dal
cerchio dellrsquoapparire
Lrsquoaffermazione dellrsquoidentico sembra negare il legame necessario che sul fondamento
dellrsquoeternitagrave di ogni ente unisce ogni ente a ogni altro ente E drsquoaltra parte se non ci fosse
permanenza dellrsquoidentico non potrebbe nemmeno apparire la variazione del contenuto che
appare non potrebbe apparire alcun divenire Questa aporia egrave provocata dalla separazione che
isola lrsquoidentitagrave permanente dal contenuto che appare e che egrave il contesto dellrsquoidentitagrave Lrsquoaporia
ponendo la permanenza dellrsquoidentitagrave come risultato della separazione dellrsquoidentitagrave si
costituisce proprio in quanto lrsquoidentitagrave viene separata dagli insiemi che lrsquohanno in comune e nei
quali essa permane La separazione dellrsquoidentitagrave egrave il fondamento dellrsquoaffermazione che la
permanenza dellrsquoidentitagrave egrave separazione Nella testimonianza del destino della veritagrave dellrsquoessere
lrsquoidentitagrave che permane egrave invece ciograve che hanno in comune i diversi insiemi eterni che
sopraggiungono e si ritraggono dal cerchio dellrsquoapparire Eterni sono sia la identitagrave del diverso
sia la sopraggiungente e ritraentesi diversitagrave dellrsquoidentico Il non permanente egrave lrsquoeterno che
entra ed esce dal cerchio dellrsquoapparire o che continuando ad apparire ha raggiunto il
compimento del suo permanere
132
Il laquocrescereraquo egrave lrsquoapparire dellrsquoidentitagrave degli eterni diversi che si succedono nel cerchio
dellrsquoapparire egrave il ritrovarsi dellrsquoidentitagrave nel sopraggiungere dei diversi E quando la crescita ha raggiunto il suo compimento essa egrave divenuta un perfectum non nel senso che sia il prodotto
compiuto di un facere ma nel senso che lrsquoidentitagrave del diverso si egrave portata totalmente
compiutamente nel cerchio dellrsquoapparire si che in questo cerchio giunge ad apparire la totalitagrave compiuta del diverso di cui lrsquoidentitagrave egrave identitagrave e lrsquoapparire di questa totalitagrave egrave in questo senso il
perfectum214
Ciograve che diventa un passato non si trasforma e non egrave nemmeno necessario che qualcosa
di esso esca dallrsquoapparire Nel passato lrsquoente rimane tutto ciograve che esso nella sua destinazione
allrsquoapparire egrave riuscito a mostrare di seacute nel presente e non egrave nemmeno necessario affincheacute
lrsquoente passi che scompaia qualcosa di ciograve che esso egrave nel presente Col passare avviene di certo
una variazione nel contenuto del cerchio dellrsquoapparire ma questa variazione non riguarda
necessariamente ciograve che passa ndash giaccheacute appunto nel passato lrsquoente puograve continuare ad
apparire mostrando tutto ciograve che esso egrave nel presente ndash ciograve che egrave necessario appaia percheacute
appaia la variazione egrave il sopraggiungere di qualcosa
Nellrsquoapertura della veritagrave dellrsquoessere il divenire egrave il sopraggiungere dellrsquoeterno
lrsquoinoltrarsi dellrsquoeterna terra nel cerchio eterno dellrsquoapparire Per quanto atteso e previsto il
sopraggiungere della terra possiede sempre qualcosa di imprevisto qualcosa cioegrave che non egrave
visto in precedenza e che dunque entrando nel cerchio dellrsquoapparire esce dallrsquoombra del non
apparire Ma il sopraggiungere ndash cioegrave il divenire ndash appare come tale solo in quanto appare la
dimensione sopra la quale il sopraggiungente giunge e che nel sopraggiungere egrave sorpassata
ossia diviene un passato
Per concludere lrsquoestrema prevaricazione egrave il voler dimenticare di essere eterni nel Tutto
eterno voler dimenticare di essere lrsquoeterno apparire del destino della veritagrave nel quale si inoltra
la terra e voler appartenere alla terra isolata
214 Ivi cit pag 186
133
La prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire
allrsquoeternitagrave del Tutto e quindi dellrsquouomo Le cose della terra vanno e vengono muoiono e
nascono La volontagrave di appartenere alla terra isolata egrave la volontagrave di morire
La persuasione che la terra sia la regione con cui abbiamo sicuramente a che fare
scioglie non solo il legame che unisce ogni parte al Tutto ma scioglie anche il legame che
unisce lrsquoapparire della terra allrsquoapparire della veritagrave dellrsquoessere Ma questi legami sono
indissolubili e sciogliere lrsquoindissolubile egrave soltanto lrsquointenzione di scioglierlo ossia egrave il volere
lrsquoimpossibile
La convinzione che lrsquoaccadere delle cose sia contingente e che quindi le decisioni dei
mortali e degli degravei siano libere sorge allrsquointerno dellrsquoalienazione essenziale della veritagrave
Lrsquoisolamento della terra ossia lrsquoaccadimento del mortale egrave il fondamento di quella
convinzione Solo percheacute lrsquouomo egrave diventato un mortale puograve convincersi di essere libero
Il destino della veritagrave che non tramonta nemmeno con lrsquoaccadimento dellrsquoalienazione essenziale
della veritagrave dice che tutto ciograve che accade egrave destinato ad accadere ossia dice che la terra (che egrave la totalitagrave dellrsquoaccadimento) egrave destinata ad inoltrarsi nel cerchio dellrsquoapparire eterno
dellrsquointramontabile ed egrave destinata ad inoltrarvisi come laquodi fattoraquo vi si inoltra Il laquofattoraquo egrave il destino
cioegrave la necessitagrave (nella veritagrave del suo senso)215
La necessitagrave e il destino nella veritagrave del loro senso sono il cuore di ogni ente sono il
mantenersi da parte di ogni ente in accordo con ciograve che esso in veritagrave egrave
215 Ivi cit pag 443
134
PARTE TERZA
LA FEDE
Lrsquoimpossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione
lt Catturato dalla ragione malata il Verbo egrave inconciliabile con la ragione
Purificata Lrsquoinconciliabilitagrave non riguarda la ragione in quanto tale ma la forma
storica assunta dalla ragione occidentale gt216
216 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 42
135
CAPITOLO PRIMO
Filosofia e fede
136
I - Lo sguardo filosofico alla rivelazione
Nellrsquoantichitagrave i poeti presentano i loro canti come il risultato di un ammaestramento
divino la divinitagrave era posta allrsquoorigine della loro espressione il che significa che i poeti
esprimono un sapere che egrave a tutti gli effetti divino Era infatti convinzione comune che la
conoscenza fosse assolutamente impossibile senza lrsquointervento degli dei ed egrave in questa
prospettiva che Esiodo e Omero presentano i loro poemi NellrsquoVIII libro dellrsquoOdissea217
Odisseo tesse le lodi del cantore Demodoco laquocerto Apollo o la musa figlia di Zeus ti
istruironoraquo il cantore solo percheacute il sapere gli proviene da una fonte superiore puograve cantare
ciograve che capitograve agli Achei a Troia pur senza aver visto coi suoi occhi Anche lrsquoincipit della
Teogonia esiodea218
egrave sotto questo profilo particolarmente significativo laquosono le muse che un
giorno un bel canto insegnarono a Esiodoraquo Ma le muse di Esiodo e qui sta la cosa
interessante raccontano anche cose false cosiccheacute sta allrsquouomo capire gli ammaestramenti
divini evitando di riceverli passivamente non ogni forma di poesia percheacute ispirata dalle muse
egrave autenticamente vera Si affaccia cosigrave lrsquoidea che la conoscenza umana abbia una sua
indipendenza
Con lrsquoavvento della filosofia come egrave giagrave stato detto nella prima parte del presente
lavoro lrsquouomo cerca un sapere vero non smentibile un sapere che si imponga per la sua
incontrovertibilitagrave lrsquoepi-steacuteme ma la ricerca di una tale sapere fu possibile percheacute il pensiero
era convinto di giungere alla veritagrave in quanto la filosofia nel mondo antico era affermazione
immediata di certezza e veritagrave e quindi lrsquouomo era artefice di un pensiero vero
Il cristianesimo egrave invece la forma di pensiero filosofico che crede che la veritagrave sia
garantita solo se non egrave una produzione umana come per i Greci ma egrave rivelata da Dio
217 In URL wwwbibliolandiacomperioit Omero Odissea traduzione di N Delvinotti Consultato in
data 12042017
218 In URL wwwlariciit Esiodo Teogonia traduzione di E Romagnoli Consultato in data 12042017
137
E quando per difendersi dagli attacchi polemici e dalle persecuzioni noncheacute per
garantire la propria unitagrave contro sbandamenti ed errori il cristianesimo dovette venire in chiaro
dei propri presupposti teorici e organizzarsi in un sistema di dottrine esso si presentograve come
lrsquoespressione completa e definitiva della veritagrave che la filosofia greca cercava Una volta postosi
sul terreno della filosofia il cristianesimo tenne ad affermare la propria continuitagrave con la
filosofia greca ed a porsi come lrsquoultima e piugrave compiuta manifestazione di essa Giustificograve
questa continuitagrave con lrsquounitagrave della ragione che Dio ha creata identica in tutti gli uomini di tutti
i tempi e alla quale la rivelazione cristiana ha dato lrsquoultimo e piugrave sicuro fondamento e con ciograve
affermograve implicitamente lrsquounitagrave della filosofia e della religione Questa unitagrave egrave un presupposto
che guida e sorregge tutta la ricerca dei Padri della Chiesa nel loro contributo allrsquoelaborazione
dottrinale la cui opera egrave stata accettata dalla Chiesa stessa
La filosofia distingue il fatto storico dal keacuterygma o rivelazione Propriamente li
distingue in quanto il primo si fa portatore di un accadimento di una veritagrave storica ossia un
insieme di affermazioni intorno a eventi e a oggetti individuali a proposito delle quali si egrave
convinti che esprimano un contenuto che viene ad apparire il secondo invece porta con seacute
una veritagrave di fede ossia una veritagrave che esiste se viene laquocredutaraquo
Nellrsquoesempio del Cristianesimo la rivelazione egrave intesa come parola (Bibbia) e come
evento (Gesugrave Cristo) Compito della filosofia egrave di indagarne le condizioni di possibilitagrave
Il problema della rivelazione scaturisce dalla necessaria mondanizzazione ndash e dunque ndash
negazione ndash di Dio che si rivela Se il keacuterygma (lrsquoannuncio il messaggio) egrave parola di Dio
allrsquouomo egrave necessario presupporre unrsquoarea comune di intendimento Su tale necessitagrave insiste
anche quellrsquoorientamento teologico massimamente preoccupato di salvaguardare la distanza
lrsquoalteritagrave radicale tra Dio e lrsquouomo
138
Non sarebbe possibile lrsquoascolto della parola di Dio se non ci fosse insieme una
comunicazione tra Dio che parla e lrsquouomo che ascolta unrsquoanalogia un laquopunto drsquoinnestoraquo
come scrive Barth nella Dogmatica ecclesiastica219
Per la teologia cattolica tale laquopunto drsquoinnestoraquo egrave dato dalla dottrina ndash filosofica e
teologica insieme ndash dellrsquoanalogia entis Ma se il keacuterygma si fa storia allora la parola ndash e
lrsquoevento ndash non egrave Dio ma una sua testimonianza un segno allusivo indicativo di una ulterioritagrave
di significato che lrsquoevento in quanto storico non egrave in grado di offrire
Egrave stata proposta una soluzione per lrsquointerpretazione dellrsquoevento storico come evento
rivelato secondo una logica alternativa alla logica necessitante della non contraddizione la
logica della testimonianza220
In base ad essa lrsquoatto piugrave sensato piugrave umano egrave quello di credere
dinnanzi alle testimonianze bene autenticate pur non possedendo tale atto forza cogente Una
tale soluzione egrave in realtagrave lrsquoaccettazione di una possibilitagrave e non procede di un passo rispetto
alla possibilitagrave giagrave offerta dalla ragione stessa Non si tratta di logiche poicheacute il dar credito alla
testimonianza egrave giagrave essere nella fede La maggiore plausibilitagrave non si riferisce allrsquoeccedenza
semantica ma allrsquoevento come dato storico (plausibilitagrave storica) e la plausibilitagrave (o probabilitagrave)
egrave una variante interna al concetto stesso di possibilitagrave Egrave possibile anche lrsquoimprobabile
Egrave legittimo credere ed egrave legittimo non credere proprio percheacute il contenuto della fede egrave
per la ragione una laquopossibilitagraveraquo Ma il dar peso il ritenere per vero tale contenuto egrave opera della
volontagrave che cosigrave decide di determinarsi che decide cioegrave di oltrepassare pragmaticamente il
piano della possibilitagrave
219 J I Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio Cittagrave Nuova
Editrice Roma 2005 Rif pag 64
220 Cfr D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana Brescia 1991
139
II - Lrsquoargumentum
Nella Lettera agli Ebrei221
dellrsquoapostolo Paolo la fede egrave laquopragmaton eacutelenchos ou
blepomeacutenonraquo che traduciamo con argumentum non apparentium La fede egrave lrsquoargomento
laquoeacutelenchosraquo delle cose che non appaiono
La parola greca eacutelenchos significa laquoprovaraquo laquogiustificazioneraquo laquofondazioneraquo
laquoargomentoraquo Argumentum egrave legato ad argos laquosplendenteraquo egrave cioegrave il brillare dellrsquoargon la
luminositagrave di ciograve che argon Lrsquoargomento egrave il portare luce Lrsquo innegabilitagrave che splende nella
sophia egrave ciograve che si costituisce come argumentum dellrsquoepisteacuteme Lrsquo episteacuteme egrave il cuore
della tradizione filosofica il cuore originario della filosofia Ma Paolo afferma che la fede egrave
argumentum laquodelle cose non visibiliraquo (ou blepomeacutenon) argumentum non apparentium
Agostino dice che le ldquocose non visibilirdquo (i non apparentia) sono tutte quelle cose che absunt a
sensibus laquosono assenti dai sensiraquo222
Ma lo stesso Agostino e poi Tommaso precisano il senso di questa assenza i non
apperentia cioegrave gli invisibili i non manifesti non sono soltanto gli absentia a sensibus
animi cioegrave quelle realtagrave che sono semplicemente assenti dalla sensibilitagrave ma sono soprattutto
ciograve che sfugge alle capacitagrave del pensiero dellrsquouomo le cose che sono assenti dai sensi
dellrsquoanimo laquoabsentia a sensibus animiraquo e che dice Tommaso laquooltrepassano le capacitagrave
dellrsquointellettoraquo excedunt facultatem intellectus Questi sono gli invisibili gli enti che
laquoeccedonoraquo stanno al di lagrave delle possibilitagrave della ragione umana (ecco percheacute necessito di un
laquomedioraquo di un laquogaranteraquo per fondare la loro realtagrave)
221 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia San Paolo consultato in data 24032017 Per le parole in
latino mi attengo fedelmente alla loro utilizzazione e traduzione operate da Emanuele Severino in Pensiero sul
cristianesimo
222 In URL wwwbooksgoogleit Opera OmniaAugustinus De videndo Deum epistola CXLVII
Consultato in data 24032017
140
La fede egrave argumentum non apparentium Non apparentia sono gli invisibili gli assenti
ndash non visibili non solo nella dimensione della sensibilitagrave ma anche nella luce della sophigravea nella
luce della filosofia La fede conferisce ai non apparentia lrsquoargumentum Ossia la fede egrave ciograve per
cui i non visibili pur essendo tali sono accettati affermati creduti Il non visibile per
eccellenza egrave la divinitagrave di Gesugrave Che Gesugrave sia Dio non solo egrave assente dalla sensibilitagrave ma egrave
assente dalla sapientia huius saeculi223
Lrsquoargumentum che la fede conferisce ai non visibili egrave
dunque qualcosa di completamente diverso dalla luminositagrave dellrsquoeacutelenchos dellrsquoargumentum
che rende episteacuteme la sophia che rende stante il visibile Lrsquoargumentum di cui parla Paolo egrave
completamente diverso dal fondamento epistemico
Di fronte al non visibile la fede dice laquoEcco tu sei vero percheacute io ti voglio vero La mia
volontagrave che tu sia vero egrave il tuo argomentoraquo La mia volontagrave determina quellrsquoassenso al tuo
contenuto visibile che lrsquointelletto propriamente dagrave alla veritagrave al contenuto visibile Volendo
quellrsquoassenso voglio che tu sia vero
La fede tratta come visibile ciograve che invece egrave avvolto dallrsquooscuritagrave La parola
laquooscuritagraveraquo non egrave una metafora impropria lrsquooscuritagrave egrave la condizione che sottrae allo sguardo
dellrsquouomo i non visibili Lrsquooscuritagrave la notte fa sigrave che i non visibili (il contenuto del messaggio
evangelico) siano tali Lrsquoapostolo Paolo sa bene che lrsquoargomento della fede egrave diverso dallrsquo
argomento della veritagrave filosofica Nella prima Lettera ai Corinti224
(2 1) dice sono venuto non
in sublimitate sermonis laquonon ponendomi al culmine della ragioneraquo vengo collocandomi non
sullrsquoaltura della veritagrave e della filosofia ma in infirmitate et timore et tremore multo225
Questo venire in infirmitate et timore et tremore multo egrave proprio quellrsquo laquoesitareraquo che
Gesugrave esige che almeno una volta non ci sia affincheacute lrsquouomo sia salvo
223 In URL wwwlachiesait San Paolo Lettera ai Corinzi 126 Consultato in data 24032017
224 Ivi 2 1
225 Ivi 2 3
141
Gesugrave dice Se vuoi esser salvo non devi esitare almeno una volta Paolo invece dice
Vengo in infirmitate et timore et tremore multo cioegrave nellrsquo infermitagrave nel timore e nel tremore
da cui egrave afferrato lrsquouomo quando non si trova sullrsquoaltura luminosa della ragione (logos) e con i
quali e attraverso i quali gli si presenta il mondo e tutto ciograve in cui egli crede e quindi anche il
messaggio di Gesugrave Vengo esitando
La fede egrave lrsquoargomento dato ai non visibili Ma i non visibili stanno dinnanzi come
enunciati non ci puograve essere fede se non crsquoegrave lrsquoannuncio (laquoil messaggioraquo il keacuterygma) dei non
visibili Lrsquoapparire del keacuterigma egrave cioegrave la condizione dellrsquoesistenza della fede Il keacuterigma non egrave i
non visibili Il kegraverigma egrave il linguaggio che nomina i non visibili Esso egrave visibile egrave appunto
linguaggio egrave quel visibile che nomina i non visibili e dice Dio si egrave fatto carne Questa parola
appartiene ai visibili ma il contenuto della parola ndash ciograve a cui la parola si riferisce ndash egrave un non
visibile
La notte avvolge i non visibili i non apparentia La loro natura egrave opposta a quella dei
visibili che appaiono nellrsquoepisteacuteme
Epi-steacuteme egrave il contenuto che laquostaraquo e non si lascia smentire Il suo essere sapheacutes
visibile e luminoso egrave la condizione del suo stare Paolo sa bene che non di questo si tratta
quando il kegraverigma parla dei non visibili i non visibili sono sigrave annunciati dal kegraverigma ma sono
avvolti dallrsquooscuritagrave della notte cioegrave dalla condizione che li rende invisibili Stanno cioegrave ligrave
dinanzi nel linguaggio che li annuncia come ciograve che puograve essere smentito stanno ligrave dinnanzi
come equivalenti alla loro negazione A questa equivalenza non puograve rinunciare nemmeno la
teologia cristiana se questa equivalenza non ci fosse il contenuto del kegraverigma sarebbe una
veritagrave razionale il cristianesimo diventerebbe gnosi razionalizzazione del messaggio
sovrannaturale di Gesugrave e della Chiesa Cadrebbe la soprannaturalitagrave dellrsquoannuncio Lrsquo annuncio
in cui si ha fede dice Tommaso sta al di sotto della ldquoscienzardquo (cioegrave dellrsquoepistegraveme) e al di sopra
dellrsquoopinione226
226 Tommaso Summa Theologia Art 5 par 4
142
Dunque se la fede conferisce lrsquoargumentum al visibile annuncio degli invisibili se essa
vuole affermare ciograve che di per seacute egrave negabile dal punto di vista della sophia e dellrsquoepistegraveme e
che dunque sta nellrsquooscuritagrave della notte egrave allora necessario che affincheacute la fede esista appaia
la notte in cui si alza la voce dellrsquoannuncio egrave necessario che appaia la notte che rende
invisibili gli invisibili
Lrsquoapparire della loro oscuritagrave ndash che lrsquoargumentum della fede vuole luminosa come la
luce del giorno ndash egrave la condizione affincheacute la fede possa esistere Per volere che qualcosa
divenga e sia altro da ciograve che esso egrave esso deve apparire per quello che egrave per volere che gli
invisibili abbiano lrsquoassenso che spetta ai visibili egrave necessario che essi appaiono per quello che
sono cioegrave come invisibili come oscuritagrave e notte La fede conferisce un argumentum alle cose
non visibili annunciate dal kegraverigma e puograve farlo solo se esse appaiono come bisognose di tale
argumentum e cioegrave come non visibili e dunque smentibili controvertibili negabili
143
III - La certezza laquodubitanteraquo dellrsquoanimo
Ma se le cose annunciate in cui si ha fede devono stare ligrave dinnanzi manifeste nella loro
controvertibilitagrave affincheacute la fede possa conferir loro il proprio argumentum lrsquoapparire della
controvertibilitagrave del contenuto dellrsquoannuncio egrave il dubbio
Dubitare di qualcosa significa appunto aver dinnanzi la controvertibilitagrave del qualcosa la
sua incapacitagrave di stare di contro alla negazione Ma lrsquoapparire della controvertibilitagrave di ciograve che
egrave annunciato egrave il dubbio e il dubbio egrave il fondamento della fede la pura fede che Gesugrave esige la
fede che non esita almeno per un momento non puograve esistere percheacute essa egrave sempre ed
essenzialmente legata al dubbio ma con la volontagrave di isolarsi dal dubbio
Quando il credente dice laquoIo credoraquo egli rompe il nesso necessario tra la fede e il
dubbio che egrave il fondamento della fede cioegrave isola dal dubbio la volontagrave che il contenuto del
kegraverigma abbia un argomento Giaccheacute quando la veritagrave si lega alla fede accade che
nellrsquoapparire lo stesso contenuto sia oggetto di certezza e di dubbio appaia come affermato e
non affermato e che quindi lrsquoapparire sia contraddizione
La secolarizzazione e la profanazione della fede non costituiscono un tempo storico
successivo al tempo della purezza della fede ndash il tempo della Chiesa di pietra che avrebbe
distrutto la Chiesa dei santi La secolarizzazione e la profanazione della fede appartengo
allrsquoessenza della pura fede La fede pura in quanto tale nella sua autentica essenza egrave questa
profanazione appunto percheacute non crsquoegrave fede che non sia profanata dal dubbio
Il dubbio ldquoprofanardquo Nella parola profanum pro significa ldquoal di fuorirdquo e fanum egrave il corrispettivo
nella lingua latina di ciograve che i Greci chiamano il phainesthai (la luce dellrsquoapparire) In questo senso ldquoprofanordquo egrave ciograve che sta al di fuori della luce cioegrave del sapheacutes della luminositagrave dellrsquoepisteacuteme
Il dubbio profana la fede percheacute lrsquoargumentum lrsquoargon la luminositagrave che la fede adduce non egrave la
luce vera dellrsquoepisteacuteme ma egrave la volontagrave che le cose stiano in un certo modo la volontagrave che gli
invisibili della rivelazione siano227
227 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag87-88
144
Nel credente il linguaggio non ha parole che per lrsquoargumentum e non per il fondamento
ndash la pietra del dubbio ndash senza di cui la fede non si costituirebbe
La fede egrave consenso assenso dellrsquointelletto ma dellrsquointelletto in quanto comandato cioegrave
in quanto sottoposto alla spinta della volontagrave
Insieme ad Agostino Tommaso afferma che il credere non egrave possibile se non volendo
(credere non nisi volens)
Ciograve che ldquopropriamenterdquo determina lrsquoassenso dellrsquointelletto (e tale assenso egrave ldquoappropriatordquo quando
lrsquointelletto egrave intellezione della scientia) dice Tommaso non egrave la volontagrave ma lrsquoevidenza della veritagrave
(e tanto meno egrave la volontagrave a rendere evidente lrsquoevidente) E per Tommaso non egrave lrsquoldquoevidenzardquo della veritagrave a determinare lrsquoassenso in cui consiste la fede Sigrave la fede in Cristo laquoegrave piugrave certa di ogni
scienza e di ogni cognizioneraquo ( Tommaso De fide art1) ndash chi crede in Gesugrave ha cioegrave per
Tommaso una certezza superiore a quella che egrave presente nella piugrave alta delle scienze dellrsquouomo
(percheacute per Tommaso egrave lrsquoinfinita potenza della grazia di Dio a dare allrsquouomo la fede e a stabilirlo nella fede) ndash ma la certezza della fede cristiana non va confusa avverte Tommaso (ibid) con lrsquo
ldquoevidenzardquo delle veritagrave che determinano lrsquoassenso dellrsquointelletto e in questo senso laquosono la scienza
e lrsquointellezione evidente ad avere certezza non la federaquo (et sic fides non habet certitudinem sed scientia et intellectus)
228
La fede cristiana egrave una certezza dellrsquoanimo (certitudo quaedam animi) ldquolaquointorno alle
cose assentiraquo (laquoassentiraquo sono appunto le cose che non appaiono agli occhi della laquoragione
naturaleraquo mentre la laquoscienzaraquo egrave ciograve che la laquoragione naturaleraquo conosce primariamente) che
laquosta al di sopra dellrsquoopinione e al di sotto della scienzaraquo (dove la laquoscienzaraquo non egrave la scienza in
senso moderno cioegrave come sapere ipotetico ma come giagrave abbiamo rilevato egrave il sapere
incontrovertibile della filosofia ossia ciograve che i Greci chiamano episteacuteme)
Le veritagrave conoscibili naturalmente quindi filosoficamente costituiscono un
presupposto necessario per accogliere la rivelazione di Dio
228 Ivi cit pag 95
145
La fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora
lrsquointelletto puograve assentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto [] Secondo
[] per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E se ciograve viene fatto
col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione se invece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede [] Se si tiene una cosa per fede si deve affermare
lrsquoimpossibilitagrave che essa sia diversamente data la certezza della fede tuttavia una stessa cosa non
puograve essere sotto lo stesso aspetto oggetto di scienza e di fede poicheacute ciograve che egrave conosciuto per scienza egrave visto mentre ciograve che egrave creduto non egrave visto
229
Pur essendo al di sopra di ogni scienza quanto alla laquofermezzaraquo (firmitas) dellrsquoassenso
la certezza della fede cristiana egrave al di sotto della scienza percheacute non ha come contenuto il
contenuto evidente della scienza Infatti laquova detto che egrave al di sotto della scienza percheacute essa si
riferisce alle cose che non appaionoraquo (infra scientiam dicitur in quantum est non
apparentium)
Per Agostino e Tommaso laquole cose che non appaionoraquo e che primariamente consistono
nellrsquoessersi Dio incarnato in Gesugrave ndash sono quelle che o non sono laquodateraquo (manifeste presenti) o
non hanno lrsquoevidenza dei primi princigravepi conosciuti immediatamente dallrsquointelletto o non sono
veritagrave necessariamente connesse nella scienza allrsquoevidenza immediata dei primi princigravepi
Quelle cioegrave che non sono laquopresentiraquo neacute ai laquosensi del corporaquo (praesto corporis sensibus) neacute ai
laquosensi dellrsquoanimoraquo (praesto animi sensibus) Non stanno laquodinnanziraquo (praesto) non sono
presenti non prae-stant
(Il prae-sens ndash il laquopresenteraquo ndash egrave il prae-stans)
Ma proprio percheacute i contenuti della fede non sono manifesti cioegrave sono non apparentia
non stanno laquodinnanzi ai sensi del corpo e dellrsquoanimoraquo proprio per questo dice Tommaso nella
fede lrsquointelletto in quanto tale rimane laquoinquietoraquo (nondum est quietatus) non egrave laquosoddisfattoraquo
(satisfactum) egrave laquoindeterminatoraquo e puograve sentirsi attratto dalla tesi contraria a quella in cui il
credente crede
229 Tommaso Summa Theologia Art 4-5
146
Ora per Tommaso questa inquietudine e insoddisfazione egrave il dubbio
Questo significa che Tommaso stesso ndash e nellrsquoatto stesso in cui egli sta commentando
la definizione che lrsquoapostolo Paolo dagrave della fede ndash fornisce tutti gli elementi che conducono a
una conclusione straordinaria lrsquointelletto del credente egrave e rimane nel dubbio relativamente a
ciograve in cui il credente ha fede laquoInquietoraquo laquonon soddisfattoraquo laquoimprigionatoraquo (captivatus) dalla
volontagrave nellrsquoassenso ai contenuti invisibili della fede
questo egrave per Tommaso il significato del in captivitatem redigentes omnes intellectum laquofacendo
schiavo ogni intellettoraquo allrsquoobbedienza di Cristo di cui parla la seconda Lettera ai Corinti
lrsquointelletto del credente oscilla ldquofluttuardquo tra ciograve in cui il credente crede (Gesugrave egrave il Dio incarnato) e la negazione di ciograve in cui egli crede laquofluttua tra le due parti della contraddizioneraquo (la
contraddizione tra lrsquoaffermare e il negare che Gesugrave egrave Dio) e laquoquesta fluttuazione egrave lrsquoatteggiamento
che egrave proprio di chi dubitaraquo (et ista est dubitantis dispositivo ibid)230
Chi dubita egrave colui che esita Lrsquo intelletto del credente esita relativamente a ciograve in cui
egli crede Nella profonditagrave del suo animo ndash ossia in ciograve che la lingua greca chiama kardia
ldquocuorerdquo ndash il credente esita Non puograve non esitare Ma quando Gesugrave afferma che solo chi crede
saragrave salvo dice che salvo saragrave solo laquochi non esita nel proprio cuoreraquo qui non haesitaverit in
corde suo231
Solo chi non esita e cioegrave non dubita ha la fede che riesce a gettare le montagne nel
mare e che salva In questo modo sappiamo Gesugrave pretende lrsquoimpossibile percheacute il non
esitante non esiste non puograve esistere Lrsquo intelletto del credente infatti egrave essenzialmente il
dubbio il credente essenzialmente haesitat in corde suo esita nel proprio cuore e quindi non
egrave e non puograve essere ciograve che Gesugrave vorrebbe che fosse Se il credente che Gesugrave salva egrave il non
esitante il credente non esiste non puograve esistere Cristo non salva nessuno
230 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 97
231 Vangelo di Marco 1123
147
E una fede che sia solo laquodottrinaraquo e non quellrsquoevento perturbante che sconvolge la vita
non egrave la fede cristiana laquoSe ho tutta la fede che occorre per trasportare le montagne e poi non
posseggo lrsquoamore sono nullaraquo232
Ma sono nulla anche se ho tutto lrsquoamore ma non ho la fede ndash tanto che per lrsquoapostolo
lrsquoamore include la fede e la speranza (omnia credit omnia sperat) E tuttavia il credente non
ha non puograve avere la fede che muove le montagne appunto percheacute pur avendo una fede
laquofermissimaraquo la sua mente esita dubita di ciograve in cui egli crede
Il Perturbante piugrave profondo egrave il dubbio da cui la fede non puograve mai liberarsi Il
Perturbante piugrave profondo scuote la fede
232 Corinti I 132
148
CAPITOLO SECONDO
Una dama da compagnia per la ragione
149
I - laquoCredereraquo per capire e conoscere
Il pensiero cristiano si fa portatore della laquoveritagrave di federaquo Questa egrave una delle tesi
fondamentali di Tommaso drsquoAquino cioegrave una delle tesi fondamentali della Chiesa O per
meglio dire la tesi fondamentale percheacute nella teologia tomistica sta al fondamento di ogni
altra Si riferisce infatti alla totalitagrave del messaggio cristiano cioegrave allrsquoinsieme dei testi
dellrsquoAntico e del Nuovo Testamento
Nelle parole della Summa contra gentiles si dice laquoNon egrave lecito ritenere che essendo
cosigrave evidentemente confermato da Dio ciograve che viene affermato per fede sia falsoraquo233
Questo
messaggio egrave ciograve che il cristiano accetta per fede e non egrave lecito ritenere che esso sia falso (nec
id quod fide tenetur fas est credere esse falsum) Non egrave possibile ritenere che sia falso laquovisto
che egrave cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo (cum tam evidenter divinutus confirmatum sit)
laquoConfermato da Dioraquo significa laquorivelato da Dioraquo (ex revelatione divina) e quindi reso sicuro e
appunto laquoconfermatoraquo dal fatto che egrave Dio a rivelarlo Ma il testo precisa che il contenuto della
fede egrave confermato da Dio con piena evidenza laquocosigrave evidentemente confermato da Dioraquo tam
evidenter
Tommaso sta parlando dellrsquolaquoevidenzaraquo la quale egrave per lui la proprietagrave che compete ai
primi princigravepi innegabili della laquoragione naturaleraquo cioegrave della ragione che lrsquouomo possiede per
natura Ma con le proprie forze la laquoragione naturaleraquo non egrave capace di conoscere le veritagrave
soprannaturali
Nel commento al De Trinitate di Boezio234
egli ricorda che sebbene alla conoscenza di
alcune veritagrave divine possa giungere anche lrsquointelletto umano durante la vita presente con le sole
forze della ragione si da acquistare vera scienza tuttavia occorre la fede per cinque motivi
233 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles 17 Consultato in data 26032017
234 In URL wwwbooksgoogleit De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione C Pandolfi
Consultato in data 29032017
150
Per la profonditagrave e sottigliezza dellrsquooggetto per cui le realtagrave divine sono laquooccultateraquo al
nostro intelletto per la debolezza cui soggiace lrsquointelletto umano allrsquoinizio (raggiungendo la
perfezione solo alla fine) per la quantitagrave di precedenti che occorrono per arrivare alla
conoscenza di Dio mediante la ragione (egrave esigito un sapere pressocheacute universale) percheacute molti
data la loro costituzione fisica sono incapaci di raggiungere una perfetta conoscenza mediante
la ragione e ci riescono solo mediante la fede infine per le molte occupazioni degli uomini che
rendono impossibile acquistare di Dio la scienza necessaria mediante la ragione
La veritagrave di fede (veritas fidei) non egrave una veritagrave di ragione (veritas rationis) Quando il
testo di Tommaso afferma che il contenuto della fede laquocosigrave evidentemente confermato da
Dioraquo non puograve essere falso non intende dire che Dio confermando la fede la renda qualcosa di
laquoevidenteraquo Se Dio confermando il contenuto della fede lo rendesse qualcosa di laquoevidenteraquo lo
trasformerebbe in una veritagrave di ragione accessibile allrsquouomo Il contenuto della fede non
sarebbe piugrave soprannaturale e rivelato da Dio E invece Dio rivela ciograve che la ragione umana
naturale non egrave capace di conoscere e che dunque proprio percheacute soprannaturale non egrave
qualcosa di laquoevidenteraquo
Nel libro dei Proverbi235
si esclama che laquoEgrave gloria di Dio nascondere le cose egrave gloria
dei re investigarleraquo Il testo di Tommaso dicendo che il contenuto della fede non egrave falso
laquoessendo cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo intende dire questo contenuto non egrave falso
percheacute egrave evidente che egrave confermato da Dio ossia percheacute egrave evidente che egrave rivelato da Dio
Egrave evidente che lrsquoAntico e il Nuovo Testamento sono rivelati da Dio ed essendo cosigrave
evidentemente confermati da Dio non possono essere falsi
Questo significa che il fatto che Dio abbia rivelato il contenuto della fede cristiana egrave
una veritagrave evidente della ragione naturale
235 Proverbi 252
151
Certo tutto il contenuto della fede cristiana egrave una veritagrave soprannaturale ma che esso
sia rivelato e confermato da Dio egrave per Tommaso e per la Chiesa una veritagrave naturale cioegrave
possiede unrsquoevidenza che la ragione umana puograve cogliere con le proprie forze possiede
lrsquoevidenza dei primi princigravepi della ragione naturale
Lrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo egrave un principio evidente della
ragione naturale ma non ha nulla a che vedere con un principio laquologicoraquo o col principio di
non contraddizione che per Tommaso aristotelicamente sta alla radice di tutti i princigravepi logici
In un principio laquologicoraquo il predicato egrave infatti anche per Tommaso riferito necessariamente al
soggetto della proposizione in cui consiste il principio Ma per Tommaso e per la Chiesa Dio
soggetto dellrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo non egrave necessitato ma egrave
libero di rivelarsi agli uomini (predicato di quellrsquoaffermazione)
Nel commento al Vangelo di Giovanni Agostino dichiara
Al momento di rivelare una veritagrave cosigrave importante e profonda Cristo Signore si rese conto che non
tutti lrsquoavrebbero capita e perciograve nelle parole che seguono dagrave un consiglio Vuoi capire Credi [] se non hai capito credi Lrsquointelligenza egrave il frutto della fede Non cercare dunque di capire per
credere ma credi per capire percheacute se non crederete non capirete236
Lrsquoapostolo Paolo afferma che la fede puograve sorgere nellrsquouomo solo se si ascolta qualcuno
parlare di ciograve che in essa egrave contenuto fides ex auditu237
Chi si fa ascoltare per primo nel
Nuovo Testamento egrave Gesugrave Cristo il Verbo incarnato poi si fanno ascoltare coloro che
annunciano il messaggio di Cristo Che cosa si fa dunque sentire nellrsquoudito dellrsquouomo quando
gli viene incontro la vita di Gesugrave Qualcosa risponde lrsquoapostolo che va accolto laquonon come
parola di uomini ma come egrave in veritagrave come parola di Dioraquo238
236 In URL wwwaugustinusit Omelia 296 Consultato in data 03042017
237 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Romani 1017 Consultato in data 18042017
238 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Tessalonicesi 1213 Consultato in data 18042017
152
laquoIn veritagraveraquo ciograve che lrsquouomo sente egrave la parola di Dio egrave vero che egrave la parola di Dio Lrsquo
laquoesser veroraquo significa qui il laquomanifestarsiraquo il laquomostrarsiraquo La parola di Gesugrave ad un certo
momento si presenta mostrando di essere la parola di Dio Questo suo laquomostrare di essereraquo la
parola di Dio egrave il suo laquoessere veramenteraquo la parola di Dio
Ma ciograve che appare manifestamente e si manifesta da seacute egrave appunto qualcosa di evidente
Quando Tommaso afferma che egrave laquoevidenteraquo che il contenuto della fede sia rivelato da Dio
ripropone lrsquoaffermazione dellrsquoapostolo Paolo che laquoegrave veroraquo che la parola di Gesugrave che si fa
innanzi nellrsquoudito dellrsquouomo egrave la parola di Dio Questo non significa che quando Dio parla
tutti riconoscono che egrave Dio a parlare ma ci devono credere Paolo dice che la fede egrave ex auditu
proprio mentre sta ricordando quanto numerosi siano coloro che hanno udito la parola di Dio e
non le hanno creduto Paolo intende dire che chi non crede rifiuta lrsquoevidenza la veritagrave rifiuta
ciograve che si manifesta e si mostra
Rifiuta dunque nel linguaggio di Tommaso la ragione naturale giaccheacute questrsquoultima
non si fonda soltanto sullrsquoevidenza dei princigravepi laquologiciraquo e del laquoprincipio di non
contraddizioneraquo ma anche sullrsquolaquoevidenzaraquo di quella diversa forma di principio che consiste
nellrsquoapparire mostrarsi manifestarsi presentarsi delle cose (egrave la concezione di Aristotele la
laquoscienzaraquo lrsquoepistegraveme ossia il contenuto piugrave alto di ciograve che Tommaso chiama laquoragione
naturaleraquo egrave fondata da un lato sul principio di non contraddizione dallrsquoaltro sullrsquo aisthesis
che non significa semplicemente laquosensazioneraquo ma indica appunto la laquomanifestazioneraquo
laquolrsquoapparireraquo laquoil presentarsiraquo delle cose)
Lrsquoeccedenza semantica che la storia non egrave in grado di determinare egrave operata dalla fede
Altro allora lrsquoevento laquostoricoraquo e altro lrsquoevento in quanto laquocredutoraquo Altro cioegrave altrimenti
significante Altro egrave il Cristo storico altro il Cristo della fede Ma se egrave il Cristo della fede a
colmare lrsquoevento storico e lrsquoevento soteriologico lrsquoaspetto discriminante per la rivelazione egrave la
fede
153
Ma se la fede apologetica ha forza dimostrativa la fede puograve ancora dirsi
soprannaturale E se non ha tale forza puograve ancora dirsi ragionevole la fede
Ma tra i fedeli nel cristianesimo crsquoegrave anche chi salta a piegrave pari la preoccupazione
di affermare e confermare lrsquoesistenza della veritagrave storica di Cristo
Kierkegaard ad esempio scrive laquoesiste un fatto storico che mi insegna che per la mia salvezza
eterna io debba rivolgermi a Cristoraquo ma laquomi guarderograve bene dal prendere una via sbagliata e
drsquoingolfarmi nei cavilli delle ricerche scientifiche per sapere se si tratta di un fatto storicamente certissimoraquo laquoio scelgoraquo e laquoquesto si chiama rischiare e senza il rischio la fede egrave impossibileraquo
(Diario 1850 X A 406)239
Credo che da Cristo dipenda la mia salvezza eterna e credo che chi mi viene incontro
nella storia sia il Verbo di Dio fatto carne e cioegrave che sia la rivelazione di Dio Ma chi crede in
questo modo non puograve dire che sia laquocosigrave evidenteraquo (tam evidenter) che il contenuto del
messaggio cristiano sia la rivelazione di Dio Se il contenuto della fede fosse laquocosigrave
evidentemente confermato da Dioraquo non ci sarebbe piugrave il rischio della fede e ancor meno la
necessitagrave di garantire per la veritagrave rivelata
Una scelta Un laquofattoraquo egrave il laquoche crsquoegraveraquo Aristotele non usa la parola laquofattoraquo ma
lrsquoespressione laquoche crsquoegraveraquo (hoti eacutestin) per indicare uno stato di cose che egrave in un certo modo ma
potrebbe anche essere diversamente Fare laquoesperienzaraquo di Dio egrave fare esperienza di qualcosa che
egrave cosigrave ma potrebbe essere altrimenti Cioegrave nella misura in cui Dio egrave oggetto di esperienza Dio
egrave qualcosa che egrave cosigrave ma che potrebbe essere altrimenti Ma se il cristianesimo pensa che Dio egrave
lrsquounico a non poter essere altrimenti da come egrave (percheacute egrave la perfezione stessa) il cristianesimo
non puograve ridurre Dio a laquooggetto di esperienzaraquo Lrsquoesperienza se potesse potrebbe dire soltanto
laquoOra questo egrave Cristoraquo ndash lasciando aperta la possibilitagrave che prima esso non lo fosse e tra un
momento non lo sia piugrave
239 E Severino Pensiero sul cristianesimo cit pag 67
154
Ma il cristianesimo intende laquoCristoraquo la laquovita eternaraquo il laquoSalvatoreraquo non soltanto ora e
qui ma in ogni tempo e anche al di fuori del tempo e in ogni luogo e anche al di fuori di ogni
luogo e per ogni uomo e per ogni coscienza e dunque universalmente e necessariamente
Lrsquoesperienza mostra che una cosa egrave cosigrave ma non che egrave universale e necessario che sia cosigrave Il
contenuto dellrsquoesperienza egrave appunto un laquofattoraquo
Tutto questo non significa che il cristianesimo non abbia nulla a che fare con lrsquo
laquoavvenimentoraquo e con il laquofattoraquo significa che per rimanere in rapporto allrsquoeterno e non
allrsquoaccidentale il cristianesimo deve pensare che il laquofattoraquo lrsquo laquoavvenimentoraquo imprevedibile egrave
lrsquoincontro col non-fatto e col non-avvenimento e cioegrave non deve confondere il carattere
accidentale dellrsquoincontro con il carattere di ciograve che egrave incontrato
Per Lessing non si puograve fondare una salvezza eterna su di un fatto storico (cioegrave la vita di
Cristo) Se le veritagrave della rivelazione sono veritagrave storiche esse sono particolari e contingenti e
le veritagrave di questo tipo non possono neacute essere dimostrate neacute servire da premesse per una
dimostrazione razionale Kierkegaard non pretende di rovesciare questa tesi e fondare la
salvezza eterna su di un fatto storico ma decide di credere che il Gesugrave presente nel fatto storico
sia Dio cioegrave rischia e sa di rischiare Sa che dicendo laquoQuesto egrave Cristoraquo egli sta rischiando
sta trovandosi in rapporto al rischio ossia a ciograve che egrave precisamente lrsquoopposto del laquofattoraquo e
dellrsquoesperito
La storia ndash dice la fede ndash non ha assolutamente nulla a che fare con Gesugrave Cristo a suo riguardo
abbiamo soltanto la storia sacra (la quale egrave qualitativamente diversa dalla storia in generale) []
Cristo egrave il paradosso che la storia non potragrave mai digerire neacute riusciragrave mai a redigere in forma di sillogismo universale
240
240 S Kierkegaard Esercizio del Cristianesimo in Opere a cura di C Fabro Sansoni Firenze 1972
nuova edizione Piemme Casale Monferrato 1995 Cit pag706
155
Kierkegaard non identifica Cristo a un fatto storico e a unrsquoesperienza ma al contenuto
rischioso di una scelta Egrave un incredulo colui che riducendo Cristo a laquoun fattoraquo deve lasciare
aperta piugrave o meno consapevolmente la possibilitagrave che il laquofattoraquo possa essere sostituito o
smentito da altri fatti
La salvezza eterna non egrave fondata su un fatto storico ma sul rischio della fede Il sapere
storico resta dunque impotente di fronte alla realtagrave autentica di Cristo che egrave quella dellrsquouomo-
Dio Se non vi egrave la possibilitagrave dello scandalo nemmeno vi egrave la possibilitagrave di credere percheacute la
fede egrave esattamente fede in una realtagrave che per la ragione egrave scandalosa
La fede presuppone la rassegnazione [hellip] con essa io rinuncio a tutto egrave un movimento che io
compio da solo e se me ne astengo la colpa egrave della mia viltagrave della mia mollezza della mia mancanza di entusiasmo [hellip] la ricompensa che ne ho egrave me stesso nella coscienza della mia
eternitagrave in una felice armonia col mio amore per lrsquoessere eterno Mediante la fede io non rinunzio
a nulla anzi ricevo tutto nel senso in cui egrave scritto che chi avragrave fede quanto un grano di senape potragrave smuovere le montagne Ci vuole un coraggio proprio umano per rinunciare a tutta la
temporalitagrave in vista di guadagnare lrsquoeternitagrave [hellip] ma ci vuole lrsquoumile coraggio del paradosso per
afferrare allora tutta la temporalitagrave in virtugrave dellrsquoAssurdo e questo coraggio egrave quello della fede La fede egrave quel paradosso che nessun ragionamento puograve dominare percheacute laquola fede comincia lagrave
appunto dove la ragione finisceraquo241
In aiuto alla ragione che cerca lrsquointelligenza del mistero vengono i segni
presenti nella Rivelazione Essi servono a condurre piugrave a fondo la ricerca della veritagrave e a
permettere che la mente possa autonomamente indagare anche allrsquointerno del mistero
241 S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1997 Cit pag 40-42 46
156
Questi segni comunque se da una parte danno maggior forza alla ragione percheacute le consentono di ricercare allrsquointerno del mistero con i suoi propri mezzi di cui egrave giustamente gelosa dallrsquoaltra la
spingono a trascendere la loro realtagrave di segni per raccoglierne il significato ulteriore di cui sono
portatori In essi pertanto egrave giagrave presente una veritagrave nascosta a cui la mente egrave rinviata e da cui non puograve prescindere senza distruggere il segno stesso che le viene proposto [] come aveva ben detto
san Tommaso ldquotu non vedi non comprendi ma la fede ti conferma []oltre la naturardquo242
Aristotele diceva che le laquosostanzeraquo non sono laquosensibili per seacute stesseraquo ma
indirettamente (per accidens) cioegrave per il carattere sensibile delle loro proprietagrave
Lrsquointerpretazione aggiunge senso al senso che egrave dato Vuole che il senso non si
esaurisca nel senso che egrave dato E questa volontagrave egrave appunto la fede la fede per la quale io credo
in base a certi criteri (cioegrave non arbitrariamente a caso) che qualcosa sia di piugrave di quanto si
manifesta di quella cosa nellrsquoambito di ciograve che egrave dato appunto oltre la natura Quelle che noi
chiamiamo laquocoseraquo (anche quando non usiamo questa parola in senso restrittivo) sono
interpretazioni di cose cioegrave volontagrave che le cose abbiano un senso piuttosto che un altro cioegrave
sono fede
Il Concilio Vaticano II ribadisce che laquoa Dio che si rivela egrave dovuta lrsquoobbedienza della
federaquo e ancora Giovanni Paolo II ricorda che laquocon la fede lrsquouomo dona il suo assenso a tale
testimonianza divina Dagrave il suo assenso Quindi sceglie di credere di dare appunto il suo
assenso ad unrsquoeccedenza rispetto al senso dato
242 Papa G Paolo II Fides et Ratio versione integrale scaricata il 10122016 da URL
wwwW2vaticanit Cit pag 22
157
II - La sottomissione della ragione alla fede
Quando il cristianesimo afferma che la veritagrave egrave fondata su rivelazioni Divine contenute
nelle Sacre Scritture nasce il problema del rapporto tra fede e ragione e della loro armonia Il
problema egrave facilmente risolto dal punto di vista della fede essa laquoe percheacute procede
dallrsquoilluminazione e dallrsquoautoritagrave di Dio e percheacute ci comunica veritagrave che trascendono la
ragione rimane e va riconosciuta superiore alla ragioneraquo243
Il filosofo (la ragione)
deve procedere secondo le proprie regole e fondarsi sui propri principi la veritagrave tuttavia non puograve
essere che una sola La Rivelazione con i suoi contenuti non potragrave mai umiliare la ragione nelle sue scoperte e nella sua legittima autonomia per parte sua perograve la ragione non dovragrave mai perdere
la sua capacitagrave drsquointerrogarsi e di interrogare nella consapevolezza di non potersi ergere a valore
assoluto ed esclusivo La Rivelazione cristiana diventa il vero punto di aggancio e di confronto tra
il pensare filosofico e quello teologico nel loro reciproco rapportarsi Egrave auspicabile quindi che teologi e filosofi si lascino guidare dallrsquounica autoritagrave della veritagrave cosigrave che venga elaborata una
filosofia in consonanza con la parola di Dio244
Per il santrsquoAnselmo la prioritagrave della fede non egrave competitiva con la ragione Questa
infatti non egrave chiamata a esprimere un giudizio sui contenuti della fede ne sarebbe incapace
percheacute a ciograve non idonea Suo compito piuttosto egrave quello di saper trovare un senso di scoprire
ragioni che permettano a tutti di raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti di fede
Lrsquouomo ha bisogno di conoscenza ha bisogno di veritagrave percheacute senza di essa non si sostiene non
va avanti La fede senza veritagrave non salva non rende sicuri i nostri passi Resta una bella fiaba la proiezione dei nostri desideri di felicitagrave qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui
vogliamo illuderci Oppure si riduce a un bel sentimento che consola e riscalda ma resta soggetto
al mutarsi del nostro animo alla variabilitagrave dei tempi incapace di sorreggere un cammino costante nella vita
245
243 C Fabro Introduzione allrsquoateismo moderno nota pag 376 E Severino Essenza del nichilismo
244 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag116
245 In URL w2vaticanva Francesco Lumen Fidei capitolo secondo art 24 Consultato in data
20062017
158
Alla base dellrsquoatteggiamento della Chiesa si trova nuovamente il pensiero tomistico
non ci puograve essere contraddizione tra ragione e fede percheacute in entrambe egrave presente la veritagrave Il
contenuto della fede egrave veritagrave percheacute egrave rivelazione divina246
Lrsquoarmonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede egrave
confermata la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con lrsquoaiuto della ragione la
ragione al culmine della sua ricerca ammette come necessario ciograve che la fede presenta La
luce della ragione e quella della fede provengono entrambe da Dio perciograve non possono
contraddirsi La fede non teme la ragione ma la ricerca e in essa confida Come la grazia
suppone la natura e la porta a compimento cosigrave la fede suppone e perfeziona la ragione
Questrsquoultima illuminata dalla fede viene liberata dalle fragilitagrave e dai limiti derivanti dalla
disobbedienza e dal peccato e trova la forza necessaria per elevarsi alla conoscenza del mistero
di Dio La fede e la ragione sono le due ali con le quali lo spirito umano srsquoinnalza verso la
contemplazione della veritagrave
Tuttavia lrsquoaffermazione che il contenuto della fede cristiana egrave rivelazione divina e
quindi veritagrave egrave essa stessa un atto di fede Ciograve che essa afferma egrave una parte di quel contenuto
Egrave il credente in quanto tale a credere che ciograve in cui crede sia rivelazione divina Ed egrave dunque il
credente in quanto tale che deve qualificare come errore ogni pensiero che sia in contrasto con
il contenuto della fede chi egrave convinto della veritagrave della fede cristiana deve essere insieme
convinto che nulla potragrave mai distruggere questa veritagrave e che ogni tentativo in questo senso saragrave
sempre espressione di un fallimento dellrsquouomo Tutto ciograve significa che lrsquointera concezione
tomistica del rapporto fede ndash ragione egrave effettuata dal punto di vista delle fede
246 Tommaso Summa contra gentiles c 67 Somma Teologica q1
159
Ma allora tale punto di vista significa rinuncia della ragione nellrsquoatto stesso in cui si
intende riconoscerne lrsquoautonomia e lasciare la fede completamente indifesa di fronte al
costituirsi della ragione e al modo in cui la ragione concepisce il rapporto fede-ragione
Riguardo a ciograve ossia sullrsquoautonomia della ragione Giovanni Paolo II afferma che
a seguito di uno spirito razionalista proprio della modernitagrave [] culminato nel secolo scorso
toccando il suo ldquoapogeordquo con rappresentanti dellrsquoidealismo che hanno cercato di trasformare le fede e i suoi contenuti perfino la morte e risurrezione di Gesugrave Cristo in strutture dialettiche
razionalmente concepibili [] la filosofia egrave ridotta progressivamente da saggezza e sapere
universale a una delle tante province del sapere umano []La ragione privata dellrsquoapporto della Rivelazione ha percorso sentieri laterali che rischiano di farle perdere di vista la sua meta finale
La fede privata della ragione ha sottolineato il sentimento e lrsquoesperienza correndo il rischio di non
essere piugrave una proposta universale Egrave illusorio pensare che la fede dinnanzi a una ragione debole
abbia maggior incisivitagrave essa al contrario cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione
247
Leggiamo nei testi tomistici che mentre nella laquoscientiaraquo (e propriamente nel momento
originario della laquoscientiaraquo ove essa si costituisce aristotelicamente come posizione delle
protasi immediate) laquoex ipsis intelligibilibus statim veritas propositionum intelligibilium
infallibiliter apparetraquo invece nella fede lrsquoassenso non egrave determinato dallrsquoevidenza del
contenuto ma laquoex voluntateraquo248
247 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag69-7173-74
248 In URL wwwbooksgoogleit Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide
Art 1 Consultato in data 29032017
160
La fede che si fonda sulla testimonianza di Dio e si avvale dellrsquoaiuto soprannaturale della grazia egrave effettivamente di un ordine diverso da quello della conoscenza filosofica Le filosofie e le scienze
spaziano nellrsquoordine della ragione naturale mentre la fede illuminata e guidata dallo Spirito
riconosce nel messaggio della Salvezza la pienezza di grazia e veritagrave che Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera definitiva per mezzo di suo Figlio Gesugrave Cristo
249
E mentre la negazione della ragione naturale laquocui omnes assentire cogunturraquo egrave
impossibile la negazione del contenuto soprannaturale della fede non puograve invece manifestarsi
come impossibile (altrimenti tale contenuto non sarebbe soprannaturale ma sarebbe una veritagrave
necessaria della ragione naturale) ma come laquonon necessariaraquo
Esiste dunque una dimensione del divino che sfugge essenzialmente alla ragione
naturale Lrsquointera prospettiva tomistica del rapporto fede-ragione egrave espressa da questa
grandiosa sequenza poicheacute lrsquoIntelletto egrave il primo autore e motore dellrsquouniverso lrsquoultimo fine
dellrsquouniverso egrave la veritagrave e la divina Sapienza laquocarne indultaraquo attesta di essere venuta nel
mondo laquoad veritatis manifestationemraquo250
Cristo egrave la manifestazione dello scopo supremo dellrsquoIntelletto che produce e guida il
mondo
249 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag16
250 Tommaso Summa contra gentiles c 1
161
III - Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione
Ma come si debba intendere il rapporto tra ragione e fede quando si tenga ferma per
davvero lrsquoautonomia della ldquoragionerdquo viene con forza e potenza indicato da Kant
maggiormente nella Religione entro i limiti della sola ragione (1793) e nel Conflitto delle
facoltagrave (1798) che prende avvio dal conflitto tra le facoltagrave universitarie ma il cui tema di
fondo egrave appunto il rapporto tra ragione e fede
Kant dichiara rispondendo alla lettera inviatagli nel 1794 da Federico Guglielmo re di
Prussia nella quale si rimproverava al filosofo di aver laquotravisatoraquo e laquosvalutatoraquo la Sacra
Scrittura e la religione cristiana
la propria grande stima per la Bibbia ma aggiunge che il migliore e piugrave duraturo elogio che si possa fare della religione cristiana consiste nel rilevare lrsquoaccordo che quel Libro mostra tra la
religione cristiana e la ragione Infatti solo dalla ragione scaturiscono lrsquouniversalitagrave lrsquounitagrave la
necessitagrave delle dottrine della fede che costituiscono sempre la parte essenziale di una religione quella pratico-morale che consiste in ciograve che dobbiamo fare
251
La ragione egrave capace di dire allrsquouomo cosa egli deve fare E ciograve che la ragione dice egrave la
parte essenziale il cuore il centro di ogni fede e di ogni religione Lrsquoessenza del cristianesimo
non egrave la rivelazione divina lrsquoincontro con Cristo ma ciograve che vi egrave di universale e necessario
ossia ciograve che scaturisce soltanto dalla ragione Alla rivelazione divina possiamo credere in base
ad argomenti storici in base cioegrave allrsquoassicurazione che la Bibbia un documento storico dagrave di
seacute stessa di essere ispirata da Dio Ma proprio percheacute questi indirizzi sono storici cioegrave privi di
un valore assoluto la rivelazione egrave un contenuto in seacute contingente ed extraessenziale della fede
cristiana Esso crsquoegrave ma potrebbe non esserci ossia egrave contingente
251 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 127
162
La ragione con cui la fede deve confrontarsi egrave per Kant quella che dice che cosa
lrsquouomo debba fare la laquoragione praticaό o laquopratico-moraleraquo Ora la ragione non dice allrsquouomo
di far questo o quello ma gli impone di agire con la convinzione di fare ciograve che in ogni luogo
in ogni tempo e senza condizioni e da ogni essere razionale ndash e dunque laquouniversalmenteraquo e
laquonecessariamenteraquo ndash deve essere fatto
Chi possiede questa convinzione puograve certamente ingannarsi ma la forma originaria
della ragione consiste nella volontagrave di aver a che fare con i tratti essenziali della veritagrave cioegrave
lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave e quindi consiste nella volontagrave di essere guidati da essi anche
nellrsquoagire
Kant scorge nel cristianesimo la tendenza a sollevare al rango del contenuto essenziale
della religione gli aspetti laquoextraessenzialiraquo e laquocontingentiraquo della Bibbia ossia ciograve che il
cristianesimo considera rivelazione divina In questo modo il cristianesimo si trova costretto
ad avvallare dottrine che sono in conflitto con la coscienza morale in cui la ragione si esprime e
che costituisce lrsquoessenza dello stesso cristianesimo
Nel Conflitto della facoltagrave il filosofo afferma che il cristianesimo egrave lrsquoideale religioso (laquolrsquoidea della
religioneraquo) che laquodevrsquoessere fondato semplicemente sulla ragione ed essere pertanto religione
naturaleraquo qualcosa cioegrave che lrsquouomo puograve realizzare con le proprie forze [] senza aver bisogno dellrsquointervento di una grazia e di una rivelazione soprannaturale
252
Kant non esclude che possa esserci bisogno di una cooperazione esterna di Dio percheacute
lrsquouomo possa conformarsi alla legge morale che la ragione gli presenta indipendentemente da
ogni rivelazione ma considera una temerarietagrave la pretesa di vedere proprio nella vita di Gesugrave
nella sua incarnazione e in tutte le parti del suo insegnamento il modo in cui quella
cooperazione si egrave realizzata
252 Ivi cit pag 128
163
La laquofede ecclesiasticaraquo egrave appunto per Kant quel travisamento della religione autentica
che pretende di attribuire i caratteri della ragione ndash lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave ndash a quanto nelle
Scritture vi egrave di contingente di storico e di inessenziale e che pretende che la salvezza
dellrsquouomo sia riposta in una Chiesa
Il cattolicesimo egrave per Kant la forma maggiore della laquofede ecclesiasticaraquo dove la
laquocattolicitagraveraquo ossia lrsquolaquouniversalitagraveraquo egrave qualcosa di laquocontraddittorioraquo stante il carattere storico
della rivelazione che la fede ecclesiastica intende assumere come veritagrave assoluta
Quando il Dio biblico appare in conflitto con la legge morale della ragione la ragione
deve escludere che quel Dio sia il vero Dio
Alla tesi tomistica che la filosofia egrave lrsquolaquoancella della teologiaraquo (ossia del sapere fondato sulla fede)
Kant replica nel Conflitto che perograve lrsquoancella la laquoprecede col lume la sua gentile signoraraquo non laquola segue reggendo lo strascicoraquo
253
Quando crsquoegrave conflitto tra ragione e fede quel che vi egrave di inautentico e di degenerato non
egrave la ragione ma la fede
Kant esclude che la ragione possa accettare un ordine che le sia dato dallrsquoesterno ma
non si avvede che la ragione in quanto coscienza morale si trova nelle stesse condizioni della
fede ed egrave quindi essa stessa un ordine che essa si dagrave di tenere per vero qualcosa Sigrave che anche
la coscienza morale egrave fede in cui la volontagrave espressa dallrsquoordine esterno diventa volontagrave
interna al credente la volontagrave che ordina alla sua coscienza di ritenere per vero qualcosa che a
tale coscienza non si presenta come vero e che dunque appare come dubbio
La convinzione di essere laquoliberoraquo di assumere come vero ciograve di cui si egrave convinti che sia
vero proviene sia nella fede che nella coscienza morale dallrsquoisolamento che separa il
contenuto in cui si crede di credere dalla dubitabilitagrave che a tale contenuto compete
253 Ivi cit pag 130
164
Che il conflitto tra ragione e fede debba essere risolto come indica Kant tenendo ferma
la ragione e negando ciograve che della fede egrave in contrasto con la ragione egrave dunque unrsquoaffermazione
che non si riferisce alla ragione in quanto coscienza morale (come invece vorrebbe Kant) ma
alla ragione che non intende essere fede non intende essere la semplice convinzione che ciograve in
cui si crede sia vero il semplice ritenere per vero ciograve che non si sa se sia vero
Nellrsquoambito del pensiero dellrsquoOccidente la risposta che si deve dare al problema del
conflitto tra ragione e fede egrave certamente questa quando si presenta un conflitto tra la ragione
autentica e la fede cristiana la ragione deve liberarsi dalla fede vederla nel suo carattere di
semplice veicolo della ragione e come semplice laquofede ecclesiasticaraquo
165
CAPITOLO TERZO
Lrsquoinevitabile contrasto
166
I - La duplice posizione della Chiesa fideismo e gnosi
Alla domanda su cosa sia la veritagrave la Chiesa risponde fondandosi su una duplice
testimonianza la veritagrave egrave ciograve che egrave testimoniato dallrsquo episteacuteme greca e da Cristo come grazia
che porta al culmine la testimonianza umana Ma appunto qui il pensiero della Chiesa non esce
dallrsquoambiguitagrave Cristo egrave testimone della veritagrave solo per chi crede in lui Lrsquoarmonia tra
testimonianza naturale e testimonianza soprannaturale della veritagrave egrave cioegrave un atto di fede
(compiuto allrsquointerno di quel certo tipo di fede che intende riconoscere alla ragione umana la
capacitagrave di raggiungere una veritagrave definitiva assoluta ed autonoma e che nel contempo
pregiudica questo riconoscimento escludendo che la ragione in quanto tale possa trovarsi in
contrasto con la fede) ma nel pensiero teologico della Chiesa lrsquoarmonia tra ragione e fede non
egrave presentata come un atto di fede ed assume lrsquoaspetto di una veritagrave razionale assoluta
definitiva
Nellrsquoelenco delle preposizioni riguardanti la dottrina del prof Severino Mons Carlo
Colombo afferma che
Esaminando il pensiero filosofico del Prof Severino la Chiesa non pretende essere depositaria esclusiva della veritagrave naturale o veritagrave filosofica ma giudicando secondo il carisma ricevuto
dellrsquoesatto senso della veritagrave rivelata ha il diritto di dichiarare una posizione filosofica come
incompatibile con la Rivelazione (Cfr DS n 3020 e 3043)254
Se egrave (come egrave) un atto di fede lrsquoarmonia tra fede e ragione allora la Chiesa
laquodichiarando una posizione filosofica come incompatibile con la Rivelazioneraquo si limita a
indicare la pura differenza tra la rivelazione e quella posizione filosofica senza poter escludere
che la veritagrave si costituisca al di fuori dello spazio della fede e si costituisca come smentita del
contenuto della fede
254 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 133
167
Se lrsquoarmonia tra fede e ragione egrave essa stessa un contenuto della fede allora la Chiesa
deve lasciarsi giudicare dalla filosofia in quanto testimonianza della veritagrave dellrsquoessere e
riconoscere la possibilitagrave che con lrsquoavvento della testimonianza della veritagrave dellrsquoessere la
veritagrave si manifesti come la negazione piugrave essenziale della fede e ne denunci la non-veritagrave e
lrsquoalienazione
Ma se la Chiesa non intende lasciare al di fuori di seacute la veritagrave ndash se non intende restare
timore et tremore multo di fronte alla veritagrave se non accetta che la veritagrave dellrsquoessere la qualifichi
o possa qualificarla come non-veritagrave e alienazione ndash allora egrave inevitabilmente costretta a porre
lrsquoarmonia di fede e ragione come veritagrave di ragione veritagrave filosofica La laquoveritagrave filosoficaraquo o
laquonaturaleraquo dellrsquoaffermazione di tale armonia consentirebbe allora di porre come laquoerrore
filosoficoraquo ogni pensiero che risultasse in contrasto con la fede In questo caso sarebbe laquoveritagrave
filosoficaraquo che il contenuto della fede cristiana forma lrsquoorizzonte inoltrepassabile allrsquointerno
del quale la veritagrave filosofica deve costituirsi e svilupparsi sarebbe veritagrave di ragione che la fede
egrave la pietra di paragone della ragione dalla quale la ragione resta misurata
Ma dato che la Chiesa pretende laquogiudicare secondo il carisma ricevuto dellrsquoesatto
senso della veritagrave rivelataraquo egrave inevitabile che solo alla Chiesa sia consentito stabilire lrsquoesatto
senso della pietra di paragone alla quale la ragione deve commisurarsi e quindi solo la Chiesa
abbia la facoltagrave di stabilire ciograve che egrave laquoveritagrave filosoficaraquo e ciograve che non lo egrave
La Chiesa deve avere questa pretesa o rapportarsi timore et tremore alla veritagrave
dellrsquoessere Invece nel giudicare gli scritti del prof Severino Essa non intende laquotemereraquo la
veritagrave e insieme non pretende di essere depositaria esclusiva della veritagrave filosofica
La Chiesa vuole conciliare lrsquoinconciliabile Identifica surrettiziamente il punto di vista
della fede e quello della ragione Tuttavia negli stessi testi tomistici sono presenti elementi che
consentirebbero di stabilire come dal punto di vista della ragione lrsquoarmonia di fede e ragione
rimanga un problema
168
Tommaso distingue il laquodubitareraquo e lrsquolaquoopinareraquo dal laquocredereraquo ma riconoscendo un
fattore comune a queste diverse laquodispositionesraquo255
Il fattore comune egrave che rispetto alle due
laquoparti della contraddizioneraquo (ossia rispetto a due proposizioni che stanno tra di loro in rapporto
di contraddizione) lrsquointelletto laquonon est terminatus ad unumraquo ossia nessuna delle due parti si
impone per la sua evidenza sullrsquoaltra Nella fede lrsquointelletto dagrave il suo assenso a una delle due
parti della contraddizione in quanto egrave mosso dalla volontagrave ma per quanto fermo sia lrsquoassenso
prestato dallrsquointelletto ai contenuti della fede laquoquamvis fermissime eis assentiatraquo tuttavia
lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo resta laquoinsoddisfattoraquo (laquonon est
satisfactumraquo) laquoirrequietoraquo (laquoeius motus nondum est quietatusraquo) e si mantiene in un
atteggiamento di laquoricercaraquo relativamente ai contenuti cui pur presta il suo assenso
Lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo si mantiene in atteggiamento
problematico rispetto ai contenuti della fede La problematicitagrave egrave appunto la sua
laquoirrequietezzaraquo Ma lrsquointelletto in quanto tale egrave la laquoragione naturaleraquo Essa misurando i propri
confini vede la problematicitagrave di ciograve che la trascende Se ci si rende conto che lrsquoaffermazione
della veritagrave soprannaturale della fede cristiana egrave essa stessa un contenuto di questa fede e se
quindi ci si rende conto che lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia tra fede e ragione egrave un atto di fede se
si giunge a questa consapevolezza allora egrave lo stesso pensiero a porre la problematicitagrave di tale
armonia E se lrsquointelletto in quanto laquoragione naturaleraquo egrave laquoinquietusraquo proprio lagrave dove il credente
egrave laquoquietatusraquo lrsquointelletto vede allora la possibilitagrave che le cose stiano altrimenti da come sono
credute nella fede cristiana cioegrave vede la possibilitagrave che il cristianesimo sia oltre che veritagrave
anche errore Ciograve vuol dire che nella logica oggettiva del tomismo la laquoragione naturaleraquo
riconosce la possibilitagrave della discordanza tra ragione e fede
255 D Thomae Questio de Fide Art 1
169
Ma il tomismo e la Chiesa non giungono a questo riconoscimento percheacute non giungono
a rendersi conto che lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo egrave un atto di
fede e cioegrave percheacute trattano in modo diverso due dimensioni che tuttavia appartengono
entrambe al contenuto della fede cristiana Lrsquouna egrave lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale
del contenuto di questa fede lrsquoaltra egrave questo contenuto assunto come non includente
quellrsquoaffermazione
Accade cosigrave che nella dottrina della Chiesa un atto di fede (lrsquoaffermazione della veritagrave
soprannaturale del cristianesimo) venga a svolgere di fatto la funzione di una veritagrave di
ragione E tuttavia il tomismo e la Chiesa hanno anche evitato di porre esplicitamente come
veritagrave di ragione lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo Porla
esplicitamente come veritagrave di ragione significherebbe accettare e arrendersi esplicitamente a
quella gnosi contro cui la Chiesa ha sempre combattuto
Lrsquoatteggiamento esplicito della Chiesa risulta quindi da una doppia incoerenza si lascia
che di fatto funzioni come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che in realtagrave egrave soltanto un atto di fede si evita
di qualificare come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che di fatto si lascia funzionare come laquoveritagrave
naturaleraquo In questo modo la dottrina della Chiesa egrave insieme laquofideismoraquo e laquognosiraquo Quel
fideismo ossia la volontagrave di credere contro la ragione che la tradizione cattolica continua a
rigettare
Credo quia absurdum (credo percheacute egrave assurdo) non egrave formula che interpreti la fede cattolica [hellip]
Dio infatti non egrave assurdo semmai egrave mistero Il mistero a sua volta non egrave irrazionale ma
sovrabbondanza di senso di significato di veritagravegtgt256
La Chiesa vuole che giudicando la filosofia la fede non solo non abbia a laquocoartareraquo
lrsquoautonomia del pensiero filosofico ma laquone illumini il cammino verso la veritagraveraquo
256 In URL wwww2vaticanva Benedetto XVI Udienza generale del 21 novembre 2012 LrsquoAnno della
fede La ragionevolezza della fede in Dio Consultato in data 04042017
170
La laquolibertagrave di ricercaraquo e la laquovera autonomia della scienzaraquo esprimono la laquoragione
naturaleraquo tomistica lrsquoesclusione che la fede abbia a laquocoartare la libertagrave di ricerca e la vera
autonomia della scienzaraquo esprime lrsquoaffermazione tomistica dellrsquoarmonia di ragione e fede
sullrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione la fede traccia il senso ultimo dellrsquoessere al
quale la ragione non deve voltare le spalle In questo modo la grazia (la fede) non conserva la
natura (la ragione) ma la nega
Le distinzioni tra fede umana e fede divina rivelata tra ordine naturale e ordine
soprannaturale sono in realtagrave operate allrsquointerno della fede cristiana percheacute egrave il credente ad
avere fede che la propria fede in quanto rivelata differisca da ogni laquofede umanaraquo ed egrave ancora
il credente ad aver fede nellrsquoesistenza di un ordine soprannaturale costituito dalle
determinazioni della fede cristiana
La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la
sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane
per quanto profonda unrsquointenzione unrsquointenzione smentita in realtagrave dal principio ndash che sta al
centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i
contenuti della fede cristiana non appartiene alla ragione autentica ma ne egrave una
degenerazione Il principio che la Chiesa eredita dal pensiero di Tommaso La ragione
autentica cioegrave la ragione in quanto conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la
veritagrave indubitabile della fede laquocosigrave evidentemente confermata da Dioraquo Quando si produce un
conflitto tra un asserto della ragione e un asserto della fede questrsquoultimo non puograve essere
modificato e resta fermo ed egrave lrsquoaltro a dover riconoscere di non essere veramente un asserto
della ragione e di esserlo solo apparentemente
171
Riguardo allrsquoobiezione a proposito del contrasto tra fede e ragione che laquola ragione naturale che afferma Dio certamente non sa se Dio si rivela ma sa certissimamente che se egli si rileva tutto
ciograve che dice egrave vero e quindi che la possibilitagrave del contrasto dipende da una insufficiente
formulazione della veritagrave propria della ragione attuale che egrave ragione umana ldquofinitardquoraquo (Leonardo Messinese Essere e divenire nel pensiero di Emanuele Severino Cittagrave Nuova 1985 pp 40-41) Ma
ormai egrave chiaro che questa non egrave la posizione di Tommaso per il quale la ragione naturale non solo
sa certissimamente che se Dio si rivela quello che dice egrave vero ma sa anche (tam evidenter) che Dio si rivela
257
Dire come egrave giusto dire che la ragione naturale non sa se Dio si riveli significa che
essa non sa se il messaggio di Gesugrave sia il rivelarsi di Dio Ammettendo ma non concedendo
che la possibilitagrave del contrasto tra fede e ragione dipenda da una insufficiente formulazione
della veritagrave propria della ragione attuale finita ne viene che di fronte a un contrasto tra il
messaggio di Gesugrave e la ragione naturale questrsquoultima non sapendo e non potendo dire che
quel messaggio egrave vero in quanto rivelazione di Dio non puograve nemmeno squalificare se stessa
come laquoinsufficiente formulazione della veritagraveraquo deve squalificare quel messaggio ponendolo
come errore
La fede cristiana dice Non ci puograve essere contrasto tra me e la ragione naturale La
ragione naturale dice Se Dio si rivela non ci puograve essere contrasto tra me e questa rivelazione
ma io non so se e dove laquoDioraquo si riveli e quindi lagrave dove crsquoegrave contrasto tra me e una certa
affermazione che dichiari di essere la voce di laquoDioraquo questa affermazione qualunque essa sia e
comunque sia data egrave errore
Il concetto di laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo applicato alla struttura
originaria della veritagrave ndash in quanto struttura che giagrave da sempre si mostra al di fuori
dellrsquoalienazione della veritagrave ndash non ha veritagrave Se la veritagrave originaria potesse essere negata
smentita in quanto laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo non ci sarebbe piugrave veritagrave (e
nemmeno la laquoragione naturaleraquo puograve accettare di essere qualcosa che possa essere smentito)
257 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 154
172
La veritagrave infatti non egrave laquoformulazioneraquo non si riduce a linguaggio ndash a proposito del
quale soltanto ha senso parlare di laquoinsufficiente formulazioneraquo Egrave un errore considerare
dallrsquoesterno la veritagrave e il messaggio cristiano come se fossero due linguaggi che si
confrontano Egrave allrsquointerno dello sguardo della veritagrave che ogni linguaggio deve rendere conto di
seacute alla veritagrave
Se il contrasto tra laquoveritagrave filosoficaraquo e laquoveritagrave di federaquo costringesse a dire che la veritagrave
filosofica egrave laquoinsufficientemente formulataraquo questo significherebbe che la veritagrave originaria puograve
diventare errore Ma la veritagrave egrave appunto ciograve che non puograve diventare errore Essa egrave il contenuto
significante a cui il linguaggio si riferisce
Se esistesse una laquorivelazione di Dioraquo in un linguaggio storico questo linguaggio
dovrebbe essere agli occhi della veritagrave un problema autentico Non solo sarebbe problema ciograve
che questo linguaggio dice ma anche che esso dica quello che lrsquointerpretazione storica gli fa
dire Ma poicheacute il significato stesso dei linguaggi storici egrave problematico ndash poicheacute egrave
problematico che essi dicano quello che si crede che dicano ndash laquoDioraquo non puograve laquorivelarsiraquo in un
linguaggio storico ndash non puograve uscire dal problema e portarsi allo scoperto ndash ma puograve soltanto
nascondersi in esso Si deve nascondere nella problematicitagrave dellrsquointerpretazione laquoDioraquo
potrebbe entrare nel mondo solo come ciograve di cui non si potrebbe mai sapere che egrave laquoDioraquo Esso
non puograve costituirsi come punto di riferimento al quale la veritagrave debba adeguarsi Non egrave laquopuntoraquo
proprio percheacute lo egrave ndash laquopuntoraquo ndash solo allrsquointerno della interpretazione che lo rende laquopuntoraquo E
che il rivelarsi di Dio debba essere il suo nascondersi egrave qualcosa che vale non soltanto per la
veritagrave autentica ma anche per quella forma di veritagrave alienata che egrave la laquoragione naturaleraquo
La veritagrave autentica dice che laquoDioraquo la veritagrave infinita si rivela nel finito solo nella
struttura originaria della veritagrave che da sempre si apre al di fuori dellrsquoalienazione della veritagrave
173
Se laquosi rivelaraquo anche altrove nelle forme storiche del linguaggio il suo laquorivelarsiraquo deve
essere un nascondersi uno sfuggire in modo da non poter mai esser preso tenuto fermo
guardato in faccia e visto come veritagrave Un contrasto tra la veritagrave attuale e questo laquosvelarsi-
nascondersiraquo di Dio non puograve dunque apparire nello sguardo della veritagrave appunto percheacute
affincheacute ci sia un contrasto i punti fermi devono essere due
174
II - Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa
La Costituzione Dei Verbum dopo aver ricordato che la parola di Dio egrave presente sia nei
testi sacri che nella Tradizione afferma laquoLa Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura
costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesaraquo258
Alla fede posta come rivelazione divina corrisponde lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa La
Chiesa egrave infallibile percheacute conserva la laquoParola di Dioraquo e conservarla significa capirla cogliere
il significato autentico dei testi sacri In quanto la Chiesa stabilisce il senso autentico del
contenuto della fede e in quanto non puograve esserci contrasto tra ragione e fede la Chiesa egrave il
luogo esclusivo in cui resta stabilito il senso autentico della ragione
Ma anche lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa egrave un contenuto della fede di cui la Chiesa si ritiene
depositaria La Chiesa non dice laquoIo ho fede di essere infallibile ndash e quindi ammetto la
possibilitagrave che la veritagrave sia negazione della mia fede e della mia infallibilitagraveraquo Non dicendolo
la Chiesa egrave costretta a lasciare che il dogma dellrsquoinfallibilitagrave funzioni di fatto come una veritagrave
naturale non dicendolo la Chiesa si presenta di fatto come lrsquounica definitiva e suprema
filosofia al cui interno resta stabilito il rapporto tra fede e ragione come la gnosi piugrave
insuperabile in cui va completamente perduto il carattere laquosoprannaturaleraquo della rivelazione
Ponendosi di fatto come super-filosofia al cui interno egrave stabilito il rapporto fede-
ragione la Chiesa evita per altro di riconoscere esplicitamente questo carattere e da un lato
intende tener fermo il valore soprannaturale della rivelazione dallrsquoaltro lato non intende porsi
timore e tremore dinanzi alla veritagrave Ma senza questo timore e tremore la Chiesa egrave gnosi Essa
pur volendo sulla base del tomismo distinguere la fede dalla ragione in realtagrave si pone laquoal di lagrave
e al di sopraraquo di questa distinzione proprio nellrsquoatto in cui lascia di fatto sussistere come veritagrave
di ragione lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione e lrsquoaffermazione della propria
infallibilitagrave
258 In URL wwwmaranathait Concilio Vaticano II nn10 consultato in data 5042017
175
Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa garantisce che una formulazione dogmatica anche se
espressa con concetti e linguaggio metafisico egrave conforme alla veritagrave rivelata originaria e perciograve
vera come questa
La dottrina cattolica esige certamente i concetti di essere infinito di creazione ex nihilo non sono unrsquolaquoalienazione del senso dellrsquoessere ma lrsquoespressione vera del Verbo rivelato [] La Rivelazione
non puograve esprimere nessuna veritagrave (cioegrave nessuna manifestazione esatta della realtagrave) se non
attribuendo un valore reale ai concetti usati quindi la Rivelazione include necessariamente una laquoontologiaraquo fondamentale (non una metafisica sistematica) Qualunque ulteriore espressione
metafisica di questo dato laquoontologicoraquo deve essere coerente con il suo contenuto259
Egrave chiaro che lrsquoontologia fondamentale necessariamente inclusa nella rivelazione
costituisce quel contenuto essenziale del pensiero filosofico rispetto al quale non rimane piugrave
che il compito inessenziale ed estrinseco di dargli una forma sistematica Lrsquoontologia
fondamentale della Chiesa che egrave anche lrsquoontologia fondamentale dellrsquoOccidente egrave persuasa
che lrsquoessere non egrave lrsquoessere dellrsquoente ma egrave lrsquoessere come essenzialmente separato dallrsquo ente sigrave
che lrsquoente in quanto tale puograve non essere puograve cioegrave essere niente e dal niente esce e nel niente
ritorna per opera del dio creatore o della tecnica umana
Per la Chiesa lrsquoeternitagrave dellrsquoente in quanto ente rende impossibile la storia della
salvezza Il senso nichilistico del divenire domina il modo in cui la Chiesa intende il
laquodiventareraquo peccatore da parte dellrsquouomo il laquodiventareraquo carne da parte del Verbo e il divenire
in cui si fa innanzi ogni evento della laquostoria della salvezzaraquo Con lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave
dellrsquoente in quanto tale viene nullificato lrsquoevento storico
259 Lettera inviata al prof Severino da Mons C Colombo in data 13-9-1968 in Il mio scontro con la
Chiesa pag4647
176
Percheacute non sia nullificato si vuole un lsquoprimarsquo (in principio) in cui la carne del Verbo
sia stata niente e solo il Verbo sia Per non nullificare lrsquoIncarnazione la Chiesa nullifica la
carne Per non nullificare la laquostoria della salvezzaraquo nullifica la salvezza
La veritagrave dellrsquoessere non laquonullificaraquo lrsquoevento storico ma rileva che la comprensione
nichilistica di esso pensa la nientitagrave dellrsquoente ossia pensa ciograve che non egrave Al di fuori del
nichilismo la storia egrave il processo del Tutto immutabile Solo lrsquoimmutabile puograve di-venire cioegrave
venire fuori dal nascondimento
Tutte le cose e tutti gli eventi sono eternamente scolpiti Allrsquointerno dellrsquointramontabile
apparire della veritagrave dellrsquoessere sorgono e tramontano come le immutabili costellazioni del
cielo Condizione necessaria percheacute laquola storia della salvezzaraquo abbia la possibilitagrave di diventare
un problema egrave che essa sia intesa come questa successione dellrsquoapparire questa condizione non
nullifica lrsquoevento storico in quanto tale ma lo restituisce al suo autentico significato
Affincheacute la laquostoria della salvezzaraquo divenga un problema il laquoVerboraquo deve essere allora
innanzitutto pensato come eternamente laquopresso Dioraquo ed eternamente laquopresso la carneraquo e il suo
diventar carne deve innanzitutto significare che il Verbo che egrave eternamente presso la carne egrave
entrato nellrsquoapparire Solo a questo punto dinnanzi alla veritagrave dellrsquoessere puograve aprirsi la
domanda se la parola di Gesugrave riascoltata al di fuori del laquomondoraquo sia il Verbo che parla in
veritagrave della nascosta luminositagrave del Tutto
Allrsquointerno del laquomondoraquo cioegrave il luogo ove si scontrano le contrapposte volontagrave di
potenza il cristianesimo soprattutto nella forma che esso assume nella Chiesa cattolica egrave
ancora una delle forze piugrave potenti determina ancora il comportamento di grandi masse e
possiede un apparato concettuale altamente idoneo a operare questa determinazione
La laquoveraraquo critica laica della fede cristiana non puograve essere altro oggi che
lrsquoemarginazione pratica della Chiesa dalla vita sociale e la laquoveraraquo vittoria di quella fede sulla
irreligiositagrave e sul laicismo non puograve essere altro che il successo pratico-politico delle masse che
ancora posseggono quella fede
177
La potenza sociale della Chiesa non egrave in contraddizione con la pura fede interiore
giaccheacute anche la pura fede cristiana come ogni fede egrave una prevaricazione della volontagrave di
potenza La pura fede egrave prevaricazione proprio percheacute credendo in qualcosa rifiuta qualcosa
drsquoaltro che ha lo stesso diritto ad essere creduto e cioegrave a divenire prevaricante
178
III - Lrsquoauspicata armonia tra fede e ragione
La Chiesa cattolica ha sempre respinto ogni forma di fideismo tenendo ferma lrsquounione
la convergenza e lrsquoarmonia di fede e ragione Eppure questa armonia egrave la maschera di una lotta
mortale tra due contrapposte volontagrave di potenza una lotta dunque che si conclude con la
morte di uno dei due contendenti ndash la ragione ndash ma in cui sopravvive ciograve che egrave in comune a
entrambi la violenza prevaricante della volontagrave di potenza ossia lrsquoessenza dominatrice
dellrsquoOccidente
La filosofia non egrave piugrave un pericolo oggettivo per il cristianesimo e ogni critica rivolta
allrsquoessenza o alle configurazioni storiche del cristianesimo possiede lo stesso valore di ciograve che
essa intende negare La ragione che oggi la Chiesa si preoccupa di far concordare con la fede egrave
soprattutto la ragione scientifica che egrave a sua volta una fede
Lrsquounico pericolo e lrsquounica critica egrave che lrsquouomo riesca a produrre in terra il lsquoregno di
Diorsquo cioegrave un regno che liberi definitivamente lrsquouomo dalla nostalgia a dal desiderio di ogni
altro regno Nessuna fede nemmeno la fede cristiana potrebbe costituire unrsquoalternativa a un
regno capace di soddisfare i bisogni di ogni fede Ma accanto alla fede cristiana e ad ogni
umanesimo che in relazione a questa previsione le sia solidale crsquoegrave la fede nel dominio umano
del tutto e quindi nella capacitagrave di soddisfare i bisogni di ogni fede allrsquointerno di questo
dominio La fede nel dominio illimitato dellrsquouomo egrave la conseguenza rigorosa del rsquomondorsquo in
cui si muove anche la storia della fede cristiana
Il progetto della dominazione scientifica del tutto segna la fine del cristianesimo e
dellrsquointera cultura tradizionale ma nella situazione attuale dove le singole lsquoconquiste della
scienzarsquo lasciano ancora sullo sfondo quel progetto viene a costituirsi una sorta di
agevolazione specifica del compito della Chiesa nel mondo
179
La fine del sogno della lsquoveritagrave definitivarsquo pone innanzitutto sullo stesso piano ogni
proposta culturale ogni posizione culturale egrave una fede giaccheacute per quanto complesso possa
essere lrsquoordine concettuale in cui una cultura si definisce tale ordine non egrave la veritagrave che
manifesta la non veritagrave di ogni alternativa possibile Tommaso drsquoAquino interpretando S
Paolo poteva ancora dire che la fede ndash al contrario di quanto accade nella laquoscientiaraquo ndash conduce
in captivitatem omnem intellectum cioegrave lo rende prigioniero di un contenuto che non egrave
evidente e quindi gli egrave laquoestraneoraquo (alienus) e lrsquointelletto egrave pertanto laquoinquietoraquo (nondum est
quietatus) Lo stesso Paolo rispetto a quella laquoscientiaraquo poteva sentirsi ndash non tanto
soggettivamente quanto piuttosto in relazione al contenuto oggettivo di essa ndash in infirmitate et
timore et tremore multo Ma oggi ogni cultura conduce in captivitatem la coscienza e la fede
cristiana non ha piugrave alcun motivo di timore e tremore per una laquoscienzaraquo che a sua volta si
riconosce come fede
La laquosicurezzaraquo del sapere scientifico egrave per definizione relativa la scienza ha deciso da
tempo e metodicamente di lasciar da parte ogni tentativo di scoprire una conoscenza
assolutamente incontrovertibile della realtagrave e riconosce che i propri principi e metodi sono
ipotesi Esse consentono il dominio piugrave efficace delle cose ma in quanto ipotesi sono esposte
alla possibilitagrave della piugrave radicale smentita Il senso comune osserva che la tristezza ci assale
quando siamo felici Abbiamo paura di perdere la felicitagrave La scienza puograve produrre una felicitagrave
di cui forse non riusciamo ancora a sospettare lrsquoampiezza e lrsquointensitagrave Ma crsquoegrave unrsquounica cosa
che la scienza non puograve produrre la sicurezza della felicitagrave la sicurezza che non puograve essere data
dalla laquosicurezzaraquo di ogni possibile metodologia scientifica e nemmeno da una qualsiasi fede
religiosa Anche la scienza egrave in quanto scienza una fede E per chi ha raggiunto la felicitagrave non
puograve bastare la fede di non perderla
180
Anche per il cristianesimo la fede egrave una virtugrave di questo mondo che non puograve appartenere
al paradiso Ma non puograve bastare nemmeno vedere il dio facie ad faciem percheacute puograve sempre
sorgere il dubbio che ciograve che vediamo non sia la faccia di dio Percheacute il paradiso non sia un
inferno ndash cioegrave lrsquoangoscia dellrsquoimminente vanificazione della felicitagrave ndash deve mostrarsi la veritagrave
del paradiso la veritagrave che in nessun senso sia unrsquoipotesi
Per riassumere quindi tale argomentazione possiamo affermare che il contenuto della
fede egrave il Verbo e il Verbo storicamente egrave linguaggio Ogni linguaggio egrave comprensione del
senso dellrsquoessere ma non ogni linguaggio esprime tale comprensione Ossia non ogni
linguaggio storico egrave lrsquoesplicitazione del senso ontologico in cui pur si muove Nella storia
dellrsquouomo lrsquounico linguaggio ontologicamente esplicito egrave quello della filosofia greca e della
cultura che da essa discende Il linguaggio del Verbo egrave di questa natura non egrave lrsquoesplicitazione
di unrsquoontologia come non lo egrave la Rivelazione In questo senso egrave impossibile lrsquoaccertamento di
ogni contrasto o solidarietagrave tra unrsquoontologia (ossia un linguaggio che esplicita il senso
dellrsquoessere) e la Rivelazione proprio percheacute questrsquoultima non egrave una forma di ontologia Egrave
invece possibile un contrasto tra la veritagrave dellrsquoessere e una interpretazione ontologica della
Rivelazione quale egrave stata costruita dal pensiero occidentale egrave possibile la solidarietagrave tra la
ragione purificata (la ragione che parla la veritagrave dellrsquoessere) e la Rivelazione
Per la ragione purificata il Verbo egrave quindi unrsquoautentica possibilitagrave laquoarmoniaraquo e
laquoincontroraquo di ragione e fede
181
Sin dal suo inizio la filosofia intende raggiungere la forma piugrave radicale di sapere la
veritagrave assolutamente innegabile Ma questo immane tentativo della filosofia egrave destinato a
fallire La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico propostosi di difendere la veritagrave
dellrsquoessere ma risultandone la piugrave chiara negazione
Lrsquoessere egrave eterno ogni prova e ogni negazione dellrsquoessere immutabile vivono allrsquointerno
dellrsquoalienazione dellrsquoOccidente lrsquoalienazione metafisica che identifica lrsquoessere al niente
proprio in quanto si mette alla ricerca di un essere immutabile ed eterno I legami indissolubili
che legano ogni essere al proprio essere al proprio apparire e alle determinazioni che lo
accompagnano non possono essere spezzati Lrsquouomo ha da sempre e per sempre dinanzi la
veritagrave dellrsquoessere intramontabile
Lrsquoisolamento della terra dal destino egrave la fede che le cose siano il diventare altro da ciograve
che esse sono e che questo loro diventare sia la fondamentale e lrsquounica terra sicura con cui
lrsquouomo ha a che fare
Se la creazione viene interpretata in termini di essere e non essere - se cioegrave viene
interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere allora il concetto di creazione egrave
lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere
Nella terra isolata dal destino della veritagrave appare la storia dei mortali la storia della
prevaricazione di una volontagrave che rimane nello sguardo del destino soltanto un tentativo
prevaricante La tecnica egrave diventata oggi la piugrave potente delle forze metafisiche Lo stesso senso
comune non egrave piugrave dominato dalla religione o dalla politica ma dal modo di pensare e di agire
della metafisica ma che ormai ha raggiunto una capacitagrave di trasformazione della terra che non
si limita a guidare i processi naturali di produzione e distruzione ma li sostituisce con processi
artificiali
182
La fede proprio in quanto fede ossia volontagrave che le cose abbiano il senso deciso egrave
isolamento del laquocredutoraquo dal dubbio che lo avvolge Essa non potragrave mai porsi come una veritagrave
di ragione se non negando la propria essenza il kerygma Essere lrsquoargumentum la voce data ai
non visibili ai non manifesti egrave possibile solo se compare lrsquooscuritagrave che rende invisibili i
visibili La fede egrave volontagrave di potenza non solo percheacute egrave una prevaricazione sulle altre fedi che
intende sospingerle nel niente ma percheacute egrave la stessa volontagrave di impadronirsi della terra
sottraendola al destino e usandola come riparo dal niente che lrsquoattraversa
La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la
sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane
unrsquointenzione smentita dal principio ndash che sta al centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale
ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i contenuti della fede cristiana non appartiene alla
ragione autentica ma ne egrave una degenerazione La ragione autentica cioegrave la ragione in quanto
conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la veritagrave indubitabile della fede cosigrave
laquoevidentemente confermata da Dioraquo
Percheacute il cristianesimo abbia la possibilitagrave di diventare la Parola di Dio e preparare
lrsquoaccadimento della salvezza egrave necessario che tramontino il suo essere fede e la sua
appartenenza al mondo
183
INDICE
Prefazione pag 4
INTRODUZIONE
I La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica pag 9
II La ricerca giovanile di Emanuele Severino pag12
III Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa pag15
PARTE PRIMA ndash LrsquoETERNO
CAPITOLO I ndash LrsquoESSERE IMMUTABILE
I Dare prova di Dio pag 22
II La realtagrave di Dio e lrsquoideale della ragione pag 26
III La logica esposizione di Dio e la sua morte pag 34
CAPITOLO II ndash ALLE ORIGINI DEL PENSIERO E DEL NICHILISMO
DELLrsquoOCCIDENTE
I La metafisica come sapere incontrovertibile pag 44
II Il sentiero della Notte pag 53
III Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire pag 62
CAPITOLO III ndash PER UNA COMPRENSIONE DELLrsquoESSERE
I La struttura originaria dellrsquoessere pag 68
II Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere pag 72
III LrsquoEterno pag 76
NOTA
Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del Verbo pag 80
PARTE SECONDA ndash IL DIVENIRE
CAPITOLO I ndash IL DIVENIRE NELLrsquoALIENAZIONE DELLrsquoOCCIDENTE
I La creazione dal nulla pag 88
II Divenire esser altro pag 94
III La volontagrave pag 97
184
CAPITOLO II ndash LrsquoAZIONE CHE CATTURA E DOMINA LrsquoENTE
I Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire pag 101
II Il dominio che guida il divenire pag 106
III La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio pag 110
CAPITOLO III ndash LrsquoALIENAZIONE NELL O SGUARDO DEL DESTINO
I Ciograve che il mortale crede pag 115
II La necessitagrave dellrsquoaccadere come risolvimento del problema della libertagrave pag 121
III laquoCrescereraquo come divenire pag 131
TERZA PARTE ndash LA FEDE
CAPITOLO I ndash FILOSOFIA E FEDE
I Lo sguardo filosofico alla rivelazione pag 136
II Lrsquoargumentum pag 139
III La laquocertezzaraquo dubitante dellrsquoanimo pag 143
CAPITOLO II ndash UNA DAMA DA COMPAGNIA PER LA RAGIONE
I laquoCredereraquo per capire e conoscere pag 149
II La sottomissione della ragione alla fede pag 157
III Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione pag 161
CAPITOLO III ndash LrsquoINEVITABILE CONTRASTO
I La duplice posizionedella Chiesa fideismo e gnosi pag166
II Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa pag 174
III Lrsquoauspicata armonia tra ragione e fede pag 178
INDICE pag 183
BIBLIOGRAFIA pag 185
185
BIBLIOGRAFIA
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Cosa arcana e stupenda LrsquoOccidente e Leopardi RCS Libri Milano 2006
DallrsquoIslam a Prometeo RCS Libri Milano 2003
Destino della necessitagrave Adelphi Milano 1980
Essenza del nichilismo Adelphi Milano 1995
I presocratici e la nascita della filosofia collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo
Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il quotidiano La Repubblica
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Il mio scontro con la Chiesa RCS libri spa Milano 2001
Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e destino Rizzoli Milano 2008
Il principio di non contraddizione La Scuola editrice Brescia 1959
Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013
Introduzione alla Struttura originaria Seconda edizione Adelphi 1981
Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010
La filosofia moderna RCS Libri Milano 1984
La struttura originaria La Scuola editrice Brescia 1958
Oltrepassare Adelphi Milano 2007
Pensieri sul cristianesimo RCS Libri Milano 1995
Tautόtēs Adelphi Milano 1995
TESTI CLASSICI
Anselmo drsquoAosta Opere filosofiche Laterza ndash Bari 1969
Aristotele Della interpretazione RCS Libri spa Milano 2000
Aristotele Fisica Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L Ruggiu Rusconi Libri
Milano 1995
Aristotele Metafisica Bompiani ndash Giunti Editore Firenze 2004
G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985
Platone Repubblica Feltrinelli Milano1995
TESTI SPECIALISTICI
D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana
Brescia 1991
G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire Una disputa Morcelliana 2017
N Cusano Capire Severino Mimesis Milano- Udine 2011
C Fabro Dallrsquoessere allrsquoesistente Morcelliana Brescia 1965 id Introduzione a S
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C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente Osservazione sul pensiero di Emanuele Severino
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Quadrivium Genova 1981 Seconda edizione 2015
U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente EST il Saggiatore Milano
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Omero Odissea traduzione di N Delvinotti in data 12042017
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De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione di C Pandolfi in data
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Lettera ai Romani in data 24032017
Lettera ai Tessalonicesi in data 24032017
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Esiodo Teogonia traduzione E Romagnoli in data 12042017
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Catechismo della Chiesa Cattolica ndash Compendio in data 19012017
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Concilio vaticano II Costituzione dei verbum in data 05042017 e 14052017
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L Bertoli La rivolta alla Cattolica diede il via al rsquo68 in data 15032017
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Informazioni biografiche su Padre Agostino Gemelli in data 02072017
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Olgiati a cura di L Pozzi in data 02072017
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Papa Francesco Enciclica ldquoLumen fideirdquo 2013 in data 20062017
2
A PROPOSITO DELLrsquoETERNO
DEL DIVENIRE E DELLA FEDE
3
LrsquoOccidente non ha saputo accogliere
il Sacro In questo mancato incontro
incomincia lrsquoesperimento metafisico
dellrsquoOccidente
Emanuele Severino
-Essenza del nichilismo-
4
Prefazione
Nel volume di Emanuele Severino Il mio scontro con la Chiesa1 si trova la
documentazione epistolare delle vicende che dal 1961 al 1970 hanno condotto la Chiesa
Cattolica a dichiarare ufficialmente lrsquoopposizione tra il suo pensiero filosofico e il
Cristianesimo2 Inizialmente la Chiesa si espresse attraverso la Sacra Congregatio pro
Institutione Catholica3 (Sacra Congregazione per lrsquoeducazione cattolica che con lrsquoex
SantrsquoUffizio egrave una delle massime istituzioni dellrsquoorganizzazione teologico-educativa della
Chiesa) e in un secondo momento attraverso la Sacra Congregazione per la Dottrina della
Fede (lrsquoex SantrsquoUffizio)
Il cambiamento di sede per la discussione dellrsquointero problema fu la risposta positiva
alla richiesta dello stesso Severino preoccupato che la questione del rapporto tra il suo
pensiero e il Cristianesimo e dunque i motivi del dissenso non venissero confusi con altri
problemi e motivi come quelli politici che stavano alla base della contestazione partita proprio
in quegli anni dallrsquoUniversitagrave Cattolica4
1 Rizzoli Milano 2001
2 Emanuele Severino nato a Brescia il 26 febbraio 1929 fu docente presso lrsquoUniversitagrave Cattolica di Milano dallrsquoanno accademico 1954-1955 fino al 1970 prima come professore incaricato e poi come ordinario
3 Agli inizi del 1968 la Sacra Congregatio pro Institutione Catholica invitava monsignor Colombo a
prendere contatti con il prof Severino nel tentativo di condurlo a un chiarimento del suo pensiero che non
risultasse piugrave in contrasto con la dottrina della Chiesa Poicheacute il chiarimento richiesto aveva condotto a un esito
opposto il professor Lazzati rettore dellrsquoUniversitagrave Cattolica chiese a monsignor Colombo di sollecitare una
presa di posizione della Sacra Congregatio pro Institutione Catholica che rispose invitando Lazzati a prendere i
provvedimenti del caso e cioegrave immediatamente la sospensione dallrsquoincarico di Storia della filosofia
contemporanea che Severino teneva oltre al corso che svolgeva in qualitagrave di prof ordinario e in prospettiva la
revisione dellrsquointera sua posizione accademica presso lrsquoUniversitagrave Cattolica ossia il suo allontanamento da
questrsquoultima E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 14
4 Il sessantotto in Italia ebbe la sua scintilla iniziale allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave del Sacro Cuore di Milano a causa della decisione dellrsquoAteneo di aumentare le rette universitarie il 15 novembre 1967 gli studenti diedero
vita alla prima occupazione dellrsquoUniversitagrave La notte stessa il rettore Ezio Franceschini fece sgombrare
centocinquanta occupanti dalla polizia Dopo tre giorni 30000 studenti sfilarono per Milano fino
allrsquoarcivescovado e la protesta si diffuse in tutte le principali universitagrave del paese Il 21 marzo 1968 la Cattolica
venne nuovamente occupata e dopo essere stata sgomberata venne chiusa a tempo indeterminato Leader iniziale
della rivolta fu Mario Capanna studente di filosofia dellrsquoUniversitagrave Cattolica L Bertoli La rivolta alla Cattolica
diede il via al rsquo68 in URL oldUnicait consultato in data 15032017
5
Il 16 dicembre 1969 il cardinal Franjo Seper prefetto dellrsquoex SantrsquoUffizio spedigrave al
professor Severino i tre laquoVotiraquo dei periti incaricati dalla Sacra Congregazione di esaminare il
suo discorso filosofico (prof padre Cornelio Fabro prof padre GBLotz5 prof don E
Nicoletti6)
Padre Cornelio Fabro7 al termine del proprio Voto intitolato Sulla posizione filosofica
di E Severino conclude affermando
Prout verba sonante t eius philosophia exigit bencheacute il Severino non si dichiari espressamente
mai neacute ateo neacute anticristiano egli critica alla radice la concezione della trascendenza di Dio ed i
capisaldi del Cristianesimo come forse finora nessun ateismo ed eresia hanno mai fatto8
Durante gli anni di insegnamento alla Cattolica gli scritti maggiori pubblicati da
Severino furono La struttura originaria9 e Studi di filosofia della prassi
10
Anche se La struttura originaria conteneva il fondamento che poi si sarebbe sviluppato
negli scritti successivi la sua pubblicazione non incontrograve grandi difficoltagrave Maggiori furono
quelle incontrate con Studi di filosofia della prassi La seconda parte dellrsquoopera dal titolo
Implicazioni pragmatiche della veritagrave riguardava il problema della fede e quindi anche la fede
cristiana vista giagrave qui come contraddizione
5 Il laquoVotoraquo del prof padre GB Lotz SJ non aveva alcun carattere filosofico ma solo lrsquointento di stabilire
in modo sommario ed estrinseco la compatibilitagrave tra il discorso filosofico severiniano e la dottrina tradizionale
della Chiesa
6 Il laquoVotoraquo del prof don E Nicoletti aveva la forma della ldquodifesardquo rispetto ai primi due che assumevano la
forma dellrsquoldquoaccusardquo In seguito egli si portograve estremamente vicino al contenuto degli scritti di Severino e lasciograve la
veste talare
7 Padre Cornelio Fabro nato a Flumignano il 24 agosto 1911 presbitero teologo e filosofo membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesugrave Cristo ex definitore del SantrsquoUffizio fu professore
allrsquoUniversitagrave degli studi di Perugia e uno degli esponenti piugrave importanti del tomismo del Novecento Il suo
apporto piugrave profondo alla metafisica classica sulle orme di San Tommaso drsquoAquino egrave la distinzione tra essentia e
actus essendi
8 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag86
9 La Scuola editrice Brescia 1958 nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1980
10 Vita e pensiero Universitagrave cattolica 1962 seconda edizione Adelphi 1984
6
La fede egrave una delle modalitagrave dellrsquoessere in contraddizione e cioegrave nellrsquoerrore Ossia egrave il
trovarsi nella non-veritagrave egrave lrsquoassumere come veritagrave ciograve che non si presenta come veritagrave Al
tempo degli Studi perograve la fede (come ogni fede) egrave contraddizione e tuttavia agli occhi della
struttura originaria della veritagrave tale fede si presentava ancora come un problema Questo in
base al teorema che la fede in un asserto egrave sempre autocontraddizione tuttavia lrsquoasserto che egrave
contenuto della fede non egrave sempre autocontraddizione ma puograve essere qualcosa che non nega
neacute implica lrsquooriginario Quindi fino a Studi di filosofia della prassi crsquoegrave la persuasione che il
contenuto della fede cristiana (fides qua creditur) sia un insieme di asserti di questo tipo In
seguito a partire da Ritornare a Parmenide Poscritto11
sarebbe venuto in chiaro che la fede
cristiana egrave contraddizione non solo come fides qua creditur ma anche come fides quae
creditur ossia per il contenuto in cui si crede
11 lt La struttura originaria opera alla quale Severino si riporta di continuo come allrsquoesposizione basilare
del suo parmenidismo [] notevole per la sua mole e la ferrea struttura formale sembra non abbia destato
preoccupazione alcuna di ortodossia neacute allrsquouniversitagrave Cattolica di Milano neacute altrove La Redazione della Riv di
filosofia noescolmostra il suo dissenso ndash in forma piuttosto blanda mi sembra ndash solo allrsquoapparire di Ritornare a
Parmenide del 1964 la nota della redazione ammette anzi che lrsquolaquoarticoloraquo si riconnette ad una tradizione che ha i
suoi rappresentanti anche nella scolastica Con la tesi infatti che nellrsquoessere di ogni cosa per quanto diveniente e
caduca si manifesta immediatamente la presenza dellrsquoEssere divino Emanuele Severino continua ci sembra una
tradizione che ha esempi classici come per citarne uno il capitolo terzo dellrsquoItinerarium di San Bonaventura gt C
Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino prima edizione Quadrivium
Genova 1981 seconda edizione Opere Complete 2015 ndash Editrice del Verbo Incarnato (RM) pag70
I numeri successivi di laquoRivista di filosofia neoscolasticaraquo conterranno unrsquoampia discussione del saggio da parte di molti esponenti della cultura filosofica cattolica Nel numero V del 1965 venne pubblicato il Poscritto di Ritornare
a Parmenide che apparve con la seguente Nota lt Sebbene la risposta di Emanuele Severino accentui le
divergenze del suo pensiero dalla concezione filosofica alla quale si ispira questa Rivista pubblichiamo
ugualmente questo articolo persuasi che il dibattito di idee giovi alla conoscenza della veritagrave La fede nella veritagrave e
la fiducia che la possibilitagrave di esprimere liberamente il proprio pensiero aiuti a scoprirla egrave il vincolo fraterno che
oltre ogni pur radicale dissenso resta fra lrsquoAutore di questo articolo e gli altri redattori gt E Severino Il mio
scontro con la Chiesa cit pag 13
7
Unitamente alla lettera inviata al professor Severino il 2 luglio 1968 monsignor Carlo
Colombo presidente dellrsquoIstituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo Ente fondatore
dellrsquoUniversitagrave Cattolica e vescovo titolare di Vittoriana inviograve lrsquoallegato datato 21 marzo
1968 della Sacra Congregatio pro Istitutione Catholica firmato da Gabriel-Maria Card
Garrone e Giuseppe Schroffer segr
In tale lettera si auspicava ad una schietta e leale chiarificazione con il Professore a
seguito dellrsquoesame di alcuni suoi scritti (Ritornare a Parmenide Ritornare a Parmenide
Poscritto Il sentiero del giorno) data la loro marcata istanza immanentistica e per le
dissonanze che essi presentavano con la dottrina cattolica In un secondo allegato venivano
precisati tre punti i rilievi emersi dallrsquoesame degli scritti sopracitati 1- Il problema delle prove
dellrsquoesistenza di Dio come pseudoproblema 2- Inconcepibilitagrave e assurditagrave della laquocreatio ex
nihiloraquo 3- Impossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione12
Essi saranno il
contenuto del presente lavoro sviluppato quindi in tre parti riprendendo delle tematiche giagrave
presenti in Risposta ai critici e Risposta alla Chiesa13
e integrati da contenuti presenti negli
scritti successivi del prof Severino
La prima parte egrave riservata allrsquoalienazione del senso dellrsquoEssere alla dimenticanza della
veritagrave dellrsquoEssere che nel pensiero metafisico sorto per proteggere tale veritagrave rimane nellrsquo
inconscio e ne fa da sfondo
laquoEternoraquo come sinonimo di laquoEssereraquo eternitagrave che appartiene con veritagrave ad ogni
essente che nel suo manifestarsi non necessita di una dimostrazione ma di una
laquocomprensioneraquo La comprensione di un linguaggio che non parla la lingua del Sentiero della
Notte ma testimonia il Destino della veritagrave nel sentiero ancora intentato del Giorno che
conduce alla Gioia
12 Due anni dopo in data 12 febbraio 1970 verranno inviate al professor Severino le Osservazioni
conclusive con lrsquoElenco delle proposizioni riguardanti la dottrina filosofica del prof Severino formulato dalla S
congregazione per la Dottrina della Fede a conclusione dellrsquoesame condotto sugli scritti del filosofo
13 Testi rispettivamente del 1968 e 1970 contenuti in E Severino Essenza del nichilismo Adelphi
Milano 1995
8
La seconda parte si occupa della volontagrave di potenza come espressione del dominio
sullrsquoEnte dominio reso possibile solo nella laquopersuasioneraquo della libertagrave dellrsquoEnte che quindi egrave
libero da ogni legame che lo unisce al Tutto
La laquocreazione dal nullaraquo come assurda espressione del nichilismo in quanto creando un
mondo ndash e gli essenti del mondo ndash che sarebbe potuto non essere identifica di fatto lrsquoEssere al
Nulla ponendovi il divenir altro come cominciamento
Nello sguardo del destino lrsquoisolamento dellrsquoEnte e del Tutto dalla veritagrave dellrsquoEssere si
presenta come un tentativo fallito il tentativo di una laquovolontagrave che vuole lrsquoimpossibileraquo
La terza e ultima parte egrave dedicata alla trattazione della laquofederaquo come opposta alla
laquoveritagraveraquo in quanto la fede isola il contenuto creduto dal dubbio che lo circonda e nella
specificitagrave della fede cristiana in quanto laquoargomentoraquo laquoparolaraquo di ciograve che non laquosi mostraraquo di
ciograve di cui non si dagrave realtagrave
Il laquorapportoraquo tra fede e ragione nellrsquolaquoimpossibilitagraveraquo di una loro laquoarmoniaraquo decretata
dal mancato riconoscimento da parte della Chiesa di essere detentrice di una veritagrave di fede e
non di ragione
9
INTRODUZIONE
I - La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica
Un profondo osservatore come Cornelio Fabro poteva affermare circa quarantrsquoanni
orsono che il pensiero italiano nel contesto pluralistico delle filosofie contemporanee
sembrasse percorrere un proprio cammino nella fedeltagrave a quellrsquoevento che aveva caratterizzato
variamente ma costantemente il fondo della nostra cultura filosofica nella prima metagrave del
secolo il neo-idealismo specialmente nella forma dellrsquoattualismo gentiliano14
Se infatti
Benedetto Croce aveva dilagato soprattutto nellrsquoambito degli studi storici estetici letterari la
coscienza dei giovani assillati dallrsquoistanza teoretica si rivolse a Gentile
Se non che mentre Gentile poteva celebrare nella perenne presenza dellrsquoatto la veritagrave dellrsquoAssoluto onnicomprendente la coerenza spingeva i suoi accorti discepoli a denunziare fino in fondo la
sopravvivenza della contaminazione teologico-metafisica per portarsi su posizioni di rottura
radicale [] quale laquoil principio della scienzaraquo di Ugo Spirito15
Spirito fa il punto di partenza da una considerazione storica cioegrave dalla constatazione
che gli uomini di fatto hanno trovato un modo drsquointendersi al di lagrave di ogni religione e di ogni
filosofia cioegrave che di fatto il mondo ormai da tempo va unificandosi da oriente a occidente da
nord a sud e che la forza unificante non egrave data da un mito o da unrsquoideologia bensigrave dalla scienza
e dalla tecnica che diventano effettivamente lrsquounica valida piattaforma di consistenza e di
unificazione degli uomini Questo percheacute le laquoreligioni e le filosofie dividono la scienza
unisceraquo16
14 C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag 9
15 Ibidem
16 Ivi pag 1011
10
Ma proprio in quel periodo (1964-1965) Spirito veniva scavalcato nella reductio ad
nihilum o destructio philosophiae nientemeno che allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave Cattolica di
Milano da Emanuele Severino17
La piega attualistica continua Fabro se proprio non fu un vitium originis si rivelograve nella
UC almeno un trentennio prima dello s contro tra E Severino e la stessa Chiesa
nella tesi di laurea di G Bontadini18
[]dedicata appunto alla difesa della laquounitagrave dellrsquoesperienzaraquo
di qui fu facile il passo allrsquointerpretazione attualistica di Parmenide prima da parte del Bontadini e
poi senza remore del Severino il quale critica di certo anche lrsquoidealismo ma per quel tanto che ancora in esso rimane di affermazione dualistica
Fu un fatto secondo Padre Cornelio anche se puograve sorprendere che Bontadini
formatosi allrsquoUC la quale aveva pur fatto sua lrsquoesortazione della Aeterni Patris (1879) di Papa
Leone XIII rinnovata senza posa dai successori di un ritorno alla filosofia realistica della
tradizione greco-cristiana soprattutto secondo la rigorosa forma speculativa avuta da S
Tommaso mostri fin da principio una opzione decisa a favore dellrsquoimmanenza moderna e piugrave
precisamente per lrsquoattualismo di Gentile
17 lt Spirito e Severino stanno agli antipodi Spirito pensatore laico che rispetta la coscienza religiosa
indica nello sperimentare infinito della scienza il fondo del pensiero religioso ed il campo dellrsquounica veritagrave e
salvezza possibile Severino considera in blocco la scienza la filosofia il marxismo tutto il Cristianesimo storico
nella medesima area del nichilismo occidentale ossia la perdita radicale della veritagrave originaria chrsquoegrave lrsquoEssere uno e immutabile lagrave lrsquoesasperazione riflessiva della perdita del logo qui lrsquoesasperazione decisiva del ricupero del logo e
del non-logo gt Fabro sottolinea con tono di rimprovero ma direi soprattutto di rammarico come lt
Nellrsquoinfuriare della demitizzazione e nelle prospettive a getto continuo delle nuove ldquoteologie della morte di Diordquo
che percorrono in tutti i sensi la cristianitagrave post-conciliare doveva venire dallrsquoUniversitagrave Cattolica sorta per
difendere il pensiero ed i fondamenti della ortodossia cristiana lrsquoaffermazione radicale ndash ed a mio avviso non piugrave
superabile ndash del principio moderno della nientitagrave formale del cogito e alla demolizione ndash non piugrave ricuperabile ndash
della metafisica gt Ivi pag12
18 Gustavo Bontadini (Milano 27 marzo 1903-m1990) egrave stato un filosofo e accademico italiano
esponente di spicco del movimento neotomista (a parere di Severino laquoil maggiore pensatore cattolico dei nostri
tempiraquo Il mio scontro con la Chiesa pag6) Iscrittosi presso lrsquoUniversitagrave Cattolica quando essa aveva iniziato le
sue attivitagrave ma non era ancora riconosciuta dal Governo Italiano egli fu nel 1925 il terzo laureato assoluto dellrsquoAteneo presso il quale fu poi professore di filosofia teoretica dal 1951 al 1973 Fu maestro di Emanuele
Severino allrsquouniversitagrave di Pavia portandolo alla laurea nel 1951 con la tesi dal titolo Heidegger e la metafisica
Fabro ricorda come il miglior discepolo di Gentile quale Ugo Spirito affermava che lt Il Bontadini si puograve dire
oggi uno degli alunni piugrave genuini del Gentile e nel suo pensiero egrave piugrave presente lrsquoattualismo che non il
cattolicesimo gt inoltre Spirito attestograve ripetutamente a Fabro che Gentile considerava il Bontadini fra coloro che
meglio seguivano il suo pensiero C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E
Severino pag 139
11
Lrsquoorigine o forse la causa prossima che dir si voglia sembra da ricercare
nellrsquoinsegnamento del francescano P Emilio Chiocchetti19
studioso acuto ma alieno e
assolutamente impervio alle istanze della metafisica il quale pur criticando lrsquoidealismo aveva
prospettato la possibilitagrave di una simbiosi fra il realismo neoscolastico e il principio idealistico
Drsquo altra parte si puograve ammettere che lrsquoinsegnamento dellrsquoaltro pilastro del tomismo milanese
Mons F Olgiati20
il quale qualificava la filosofia moderna per laquofenomenismoraquo possa aver
stimolato al contrario la decantazione attualistica dellrsquoessere da parte di maestro e allievo
19 Emilio Chiocchetti nacque a Moena (Trento) il 20 settembre 1880 (m1951) nel 1903 ebbe
lrsquoordinazione sacerdotale Lrsquoincontro con la filosofia avvenne relativamente tardi quando fu mandato a Roma
presso il collegio internazionale di SAntonio La sua fatica piugrave importante fu la serie di articoli sulla filosofia di
Benedetto Croce del 1913-1914 la quale suscitograve notevoli e animate polemiche con lrsquoaccusa di idealismo
Chiocchetti riteneva non fosse possibile liquidare sommariamente tutte le conquiste della filosofia moderna
e che il necessario intervento per ristabilire la validitagrave del realismo tradizionale doveva avvenire per via di
dimostrazione e mai per principi astratti e decisi una volta per tutte La concretezza idealistica e quella realistica differiscono profondamente Nel volume sul Gentile La filosofia di Giovanni gentile si avverte subito
un tono diverso da quello usato per il Croce piugrave duro e intransigente e meno disposto a concessioni Lrsquoidealismo
attualistico viene opposto alla concezione cristiana in maniera netta Da Croce e da Gentile pensava Chiocchetti
dobbiamo imparare a vedere e cogliere la organicitagrave la metodicitagrave la modernitagrave e la concretezza storica del
sapere laquoIl Croce tratta e risolve problemi che anche la filosofia tradizionale considerava come immanenti il
Gentile invece risolve nel senso dellrsquoimmanenza problemi che la filosofia tradizionale risolve nel senso della
trascendenza Il Croce vede il mondo e si ferma ligrave il Gentile vede il mondo e lo afferma come Dioraquo Informazioni
raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura di Carlo Coen consultato in data 02072017
20 Francesco Olgiati nacque a Busto Arsizio in provincia di Varese il 1deg gennaio 1886 (m1962) nel
1908 nel Duomo di Milano fu ordinato sacerdote Nello stesso anno incontrograve Agostino Gemelli con lui e
Ludovico Necchi nel 1914 fondograve la rivista Vita e pensiero Dal 1922 fu membro del comitato permanente e del consiglio di amministrazione dellrsquoIstituto Giuseppe Toniolo (del quale divenne presidente dopo la morte di
Gemelli) ente finanziatore dellrsquoUniversitagrave Cattolica e dal 1924 ebbe un posto nel consiglio drsquoamministrazione
dellrsquouniversitagrave nella quale assunse subito lrsquoincarico dellrsquoinsegnamento di metafisica Filosofo neoscolastico
contro le dottrine di derivazione kantiana che pongono il primato della gnoseologia mons Olgiati sostiene il
primato della metafisica come scienza della realtagrave in quanto realtagrave Tiene una ferma presa di distanza
dallrsquoatteggiamento di ripulsa verso il pensiero moderno Informazioni raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura
di Lucia Pozzi consultato in data 02072017
12
II - La ricerca giovanile di Emanuele Severino
Nel periodo precedente la pubblicazione di Ritornare a Parmenide il pensiero di
Severino si svolse nellrsquoorizzonte di quel peculiare rinnovamento della metafisica che andava
proponendo il suo maestro Gustavo Bontadini e caratterizzato dallrsquoanalisi critica di alcuni
importanti filoni del pensiero contemporaneo21
Il magistero di Bontadini egrave rivelato dallrsquoattenzione di Severino verso la modalitagrave con
cui il filosofo milanese si era accostato prima nei confronti dellrsquoattualismo di Giovanni Gentile
e poi verso il successivo sviluppo in senso problematicistico operato da Ugo Spirito
La riforma operata da Gentile22
dellrsquoidealismo in attualismo non comportava soltanto il
venir meno del carattere assoluto della realtagrave in quanto considerata come presupposta al
pensiero ma esigeva pure che al concreto atto del pensare quale realtagrave autenticamente
spirituale non dovesse essere presupposto neppure lrsquoorganico sistema hegeliano delle categorie
logiche Solo cosigrave poteva essere portato al suo piugrave genuino compimento lrsquoidealismo introdotto
da Hegel e si sarebbe potuto affermare in modo radicale che la realtagrave assoluta non egrave lrsquoAtto puro
del quale parlava Aristotele inteso come lrsquoAtto giagrave perfettamente realizzato ma invece il
processo dialettico del Pensiero
21 Severino ricorda come lui e Bontadini a partire dal loro incontro allrsquouniversitagrave di Pavia dove il maestro era stato chiamato come professore straordinario di Filosofia teoretica si siano lt voluti sempre piugrave bene e
nonostante la distanza che andograve crescendo tra noi sul piano filosofico Bontadini pensava che lrsquoattualismo
gentiliano nel suo significato piugrave profondo avrebbe consentito di riproporre il discorso metafisico che negli ultimi
due secoli era stato sempre piugrave emarginato e soprattutto la metafisica classica Per Bontadini non si trattava di
rilevare la concordanza tra filosofia e cristianesimo guardando alla filosofia patristica e scolastica ma
valorizzando innanzitutto la riflessione greca sul senso dellrsquoessere Lrsquoattualismo sgombrava il terreno dal
ldquopresupposto naturalisticordquo che per secoli aveva concepito lrsquoessere come dimensione esistente indipendentemente
e al di lagrave del conoscere e che quindi non poteva che condurre (per usare lrsquoespressione kantiana) allrsquoimpossibilitagrave di
una metafisica come scienza - essendo rimasto alla metafisica il compito ineseguibile di andare al di lagrave del
conoscere per conoscere lrsquoessere Lrsquoidealismo e soprattutto quello gentiliano si era liberato di quel ldquopresuppostordquo
[] Non lo si percepigrave o non si comprese lrsquoimportanza della proposta di Bontadini percheacute era il tempo in cui in Italia incominciavano ad essere conosciute le filosofie straniere del Novecento ndash fenomenologia esistenzialismo
pragmatismo neopositivismo ndash e Gentile era stato fin troppo presente sulla scena culturale gt E Severino Il mio
ricordo degli eterni Rizzoli Milano 2011 pag 31-32
22 A proposito di Gentile Severino sostiene come si credesse spesso lt di poterlo liquidare dicendo che era
stato fascista che anzi durante il fascismo aveva avuto una posizione di primo piano Per capire opere come Teoria
generale dello Spirito come atto puro e ancor piugrave Sistema di logica come teoria del conoscere bisogna essere
addentro nelle cose filosofiche Per esempio conoscere Platone e Aristotele non meno di Kant e Hegel gt Ibidem
13
Ugo Spirito da parte sua aveva denunziato lrsquoesito contraddittorio inerente
allrsquoassolutezza che la dialettica veniva ad assumere nellrsquoattualismo di Gentile Ripristinando un
assoluto sia pure sui generis a suo parere la dottrina del maestro si rivelava anchrsquoessa una
forma di metafisica che era chiaramente in contraddizione con lrsquoassunto dialettico
fondamentale della dottrina Onde evitare il suddetto esito Spirito si orientograve pur con alcune
oscillazioni verso una forma di problematicismo situazionale riguardo allrsquoaffermazione o
meno di una realtagrave che trascendesse la dimensione che veniva a configurarsi nel processo
dialettico cosigrave come era affermato dallrsquoattualismo gentiliano
Il rapporto di Severino con la filosofia di Gentile fu articolato e si mosse seguendo un
duplice registro cogliere la presenza di un valore in seacute nella speculazione gentiliana e mostrare
la coerenza degli sviluppi attualistici allrsquointerno dellrsquoorizzonte nichilistico del pensiero
occidentale Due linee interpretative distinte ma convergenti
Per quanta riguarda il primo punto occorre distinguere due fasi che si succedono nel
tempo Nella prima fase della sua speculazione Severino guardograve allrsquoattualismo che si
proponeva quale essenzializzazione dellrsquoidealismo hegeliano come alla filosofia che
maggiormente si era impegnata nel toglimento del presupposto naturalistico tipico del
pensiero moderno inaugurato da Cartesio
Nella seconda fase a motivo della radicalitagrave con la quale Gentile assicurograve la serietagrave del
divenire dellrsquoessere lrsquoattualismo apparve agli occhi di Severino come lrsquoesatto capovolgimento
sul piano teoretico di quella filosofia della immutabilitagrave dellrsquoessere che egli era andato sempre
meglio valorizzando come espressione piugrave autentica della veritagrave
14
Dalla sua critica poi senza esitazione della determinazione attualistica dellrsquointero
Severino perverragrave alla conclusione che il superamento dellrsquoattualismo quale teoria del divenire
non egrave realizzabile lungo la via della mediazione metafisica ma soltanto negando la presunta
evidenza originaria del divenire dellrsquoessere vale a dire solo se lrsquoessere non vien posto come
diveniente
Per quanto riguarda Spirito Severino sostenne che esso non arrivograve a scorgere che
lrsquoimmutabile al quale egli tendeva fosse incompatibile con il divenire e che la sua critica
apparentemente radicale dellrsquoattualismo compigrave un passo indietro rispetto ad esso cosigrave come un
passo indietro fu compiuto da tutti coloro che sulla base dellrsquoattualismo ritennero di poter
giungere sia pure in modi diversi al Dio della teologia cristiana
Bontadini che pure comprendeva molto bene il significato preciso che le dottrine
dellrsquoattualismo e del problematicismo possedevano rispettivamente in Gentile e Spirito si era
risolutamente orientato a valorizzarle nella prospettiva di una efficace ripresa e di una valida
rigorizzazione della metafisica di trascendenza nella quale veniva data una risposta positiva al
problematicismo
Il giovane Severino seguigrave inizialmente il maestro fino ad affiancarglisi nella strategia
teoretica di fondo nondimeno si manifestograve subito un carattere piugrave personale nelle indagini
dellrsquoallievo rivelato dallrsquoinserimento in tale progetto ermeneutico teso a rivalutare la
metafisica classica nel contesto del pensiero contemporaneo anche della filosofia di Martin
Heidegger (Il risultato di tali ricerche severiniane egrave contenuto nei volumi Note sul
problematicismo italiano23
e Heiddeger e la metafisica24
)
23 E Severino Note sul problematicismo italiano Vannini Brescia1950
24 Id Heidegger e la metafisica prefazione di G Bontadini Vannini Brescia 1950 Lrsquoopera egrave stata
ripubblicata (Adelphi Milano 1994) senza la prefazione e con lrsquoaggiunta di altri testi severiniani posti in
Appendice
15
III - Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa
La discussione sullrsquoessere e lrsquoapparire tra Gustavo Bontadini ed Emanuele Severino egrave
durata piugrave di trentrsquoanni In essa e per essa i loro due linguaggi filosofici si sono andati
chiarendo sia pure in direzioni opposte25
Nella disputa i due grandi ambiti della discussione sono costituiti dalla determinazione
di ciograve che sia autenticamente il ldquodivenirerdquo che appare nellrsquoesperienza e dal valore che deve
essere riconosciuto al principio parmenideo che afferma lrsquoopposizione assoluta dellrsquoessere al
non essere
Il contrasto incominciograve con la pubblicazione di Ritornare a Parmenide nel quale viene
mostrata la necessitagrave che ogni essere sia eterno Ma questa necessitagrave si era giagrave mostrata nella
Struttura originaria e anzi ancor prima nel saggio del 1956 Aristotele e la metafisica classica
Sennoncheacute Ritornare a Parmenide tutto teso a mostrare lrsquoeternitagrave dellrsquoessente in quanto
essente non richiama e non sviluppa in alcun modo il tema del divenire dellrsquoesperienza come
lrsquoapparire e lo scomparire degli eterni Con lrsquoavvio della discussione con Bontadini quel tema ndash
e la connessa tesi che lrsquoesperienza non attesta che gli essenti escano dal nulla e vi ritornino ndash
saragrave al centro del Poscritto di Ritornare a Parmenide
Gli ldquoinconvenientirdquo che Bontadini riscontra nella posizione di Severino sono il
contrasto col consensus gentium (quello che una volta era portato tra le ldquoprove di Diordquo) la
Destruktion della storia della filosofia la frantumazione dellrsquoente e in particolare dellrsquouomo
Condividendo con Severino lrsquoassenso a Parmenide e ammettendo il divenire nel senso
nichilistico Bontadini dice di trovarsi preso da unrsquoantinomia lrsquoantinomia tra il responso del
logo e quello dellrsquoesperienza dal quale sente lrsquoobbligo di liberarsene
Egli ritiene di soddisfare a questrsquoobbligo con il teorema di Creazione lrsquoimmobile crea il
diveniente
25 Il breve saggio che contiene tale disputa egrave G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire ndash Una
disputa Morcelliana Brescia 2017
16
Alla contestazione di Severino che se lrsquoessere egrave immobile non si puograve piugrave tornare
indietro e pretendere che il divenire non sia piugrave assurdo quando egrave visto come creato e che se
Dio creasse il divenire creerebbe lrsquoassurdo Bontadini ritiene di dover laquoscagionare Dio da tanta
iatturaraquo26
La contraddittorietagrave che si deve togliere egrave data dalla presenza del negativo del non
Se egrave lasciato a seacute stesso il divenire presenta la sopraffazione del negativo sul positivo il
responso della fenomenologia
Lrsquointervento della metafisica cambia il verdetto dalla vittoria del nulla sullrsquoessere a
quella dellrsquoessere sul nulla Lrsquoannullatore non egrave piugrave il nulla ma lrsquoAtto creatore che egrave identico a
Dio perciograve eterno come Dio e pure positivum Il non ndash questo vuoto che affligge lrsquoessere ndash egrave
colmato compensato bilanciato dal positivo dellrsquoatto creatore il quale non egrave originariamente
diverso dalla realtagrave diveniente anzi potremmo dire sia laquoidentico a Dio nel modo di non
esserloraquo27
La contraddizione non crsquoegrave nel creato percheacute nel creato lagrave dove lrsquoesperienza ci
mostra la ferita della negativitagrave la ragione ci insegna che vige la potenza la positivitagrave del
Creatore (dellrsquoAtto creante che egrave atto puro)28
26 Ivi cit pag 23 27 Ivi cit pag 25
28 Lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete egrave dato dalla necessitagrave (corsivo mio) di sanare la
contraddizione inoculata dal non dal negativo Nella prospettiva della metafisica creazionistica lrsquoandare nel nulla
dellrsquoessere che risulta sul piano fenomenologico egrave risolto nel fare andare nel nulla che egrave in quanto fare un
positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico lt Sia che si tratti del porre o sia che si tratti del
togliere la concezione creazionistica risolve il negativo nel positivo e sopprime per ciograve stesso la contraddizione gt
Ivi cit pag 59
17
Severino da parte sua oltre a ricordare che padre Agostino Gemelli29
nella premessa
alla Metafisica classica e Aristotele aveva perfettamente colto che lrsquoeleatismo del suo scritto
non aveva nulla a che vedere col Principio di Parmenide di Bontadini sottolinea che lrsquoassurdo
nel divenire non egrave che lrsquoente non sia ma che sia il niente a render niente lrsquoente cioegrave che il
niente sia un positivo avente la forza di annullare lrsquoente
Lrsquoallievo quindi si sorprende che il maestro non avverta che nel suo discorso crsquoegrave
almeno lrsquoapparenza della strada che porta dal divenire allrsquoAnnullatore della strada invece che
porta dal divenire al Creatore non crsquoegrave nemmeno lrsquoapparenza
Allrsquoaffermazione di Bontadini che sia innegabile che almeno la presenza cioegrave
lrsquoapparire degli enti diviene nel senso dellrsquouscire e ritornare nel niente ( ciograve che lrsquoapparire egrave
chiamato a testimoniare egrave solo lrsquouscita del laquociograve cheraquo il venir meno del suo esser dentro
lrsquoesperienza) Severino pone allora il quesito questa laquoinnegabilitagraveraquo egrave dovuta a una
dimostrazione (che si fonderebbe sulla struttura originaria del sapere si fonderebbe sul logo) o
a una constatazione (cioegrave qualcosa di constatato che appare appunto nellrsquoesperienza)
29 Padre Agostino Gemelli al secolo Edoardo Gemelli nacque a Milano il 18 gennaio 1878 (m 1959)
religioso medico rettore e psicologo appartenente allrsquoordine francescano dei Frati Minori Proveniente da una
famiglia non praticante e anticlericale cresce in un ambiente agnostico comune alla borghesia dellrsquoepoca Durante
lrsquoanno di volontariato come soldato di sanitagrave frequenta Ludovico Nicchi e per suo tramite un giovane sacerdote
Giandomenico Pini Riprende pratica religiosa nellrsquoaprile 1903 e poco dopo matura la sua vocazione e la relativa
decisione di farsi frate francescano Edoardo diviene frarsquo Agostino Nel 1906 tiene una relazione al convegno
della Fuci dal titolo ldquoI progressi delle scienze biologiche innanzi al pensiero cattolicordquo dove pone con evidenza la
questione dei rapporti fra religione e scienza Si fa strada nella mente del giovane frate lrsquoidea che sia necessario
provvedere alla formazione di un pensiero cattolico moderno coerente con i tempi Nel 1909 fonda la ldquoRivista di filosofia neoscolasticardquo Le sue opere sono il frutto della convinzione profonda che il metodo empirico della
scienza e una fede solida possono arricchirsi a vicenda nella prospettiva di uno sviluppo autenticamente umano e
coerente con la grande tradizione della Chiesa Nel 1921 padre Gemelli ottiene lrsquoapprovazione di Benedetto XV
alla realizzazione dellrsquoUniversitagrave Cattolica del Sacro Cuore che inaugureragrave il 7 dicembre dello stesso anno nella
festivitagrave di SantrsquoAmbrogio con due facoltagrave Filosofia e Scienze sociali Padre Gemelli assume la carica di Rettore
che manterragrave fino alla morte Informazioni raccolte in URL laquowwwsantiebeatiitraquo (fonte riportata
laquowwwunicattitraquo) consultato in data 02072017
18
Il maestro risponde che lrsquoaffermazione del divenire ndash e dellrsquoannientamento ndash siano
opera non del solo logo neacute della sola esperienza ma di entrambi questi fattori della struttura
originaria egrave opera del logo che legge lrsquoesperienza e non puograve che leggerla nel modo suddetto
Lrsquoallievo rincalza facendo notare come sostenendo che lrsquoesistenza dellrsquoannientamento
dellrsquoapparire egrave affermata ad opera insieme dellrsquoesperienza e del logo considerati questi come
organi della Struttura originaria Bontadini tenti di far rientrare in tale struttura la
dimostrazione e il ragionamento errato di presupporre arbitrariamente che il venir meno sia
lrsquoandare nel nulla Inoltre se il logo originario egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come
puograve dire il maestro che il logo cooperi con lrsquoesperienza nellrsquoaffermare che qualcosa si
annienta Se il logo egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come puograve il logo leggere
nellrsquoesperienza lrsquoannientamento di qualcosa
Il maestro sentendosi ldquotirare per i capellirdquo afferma perentorio che
se qualcosa - un eterno ndash esce dallrsquoesperienza allora egrave venuto meno (= andato nel nulla) il suo
esser dentro (se infatti lrsquoesser dentro non fosse caduto allora lrsquoeterno non sarebbe andato fuori) Egrave naturalmente solo lrsquoessere di questo dentro che qui si afferma lrsquoesser venuto meno e non lrsquoessere
dellrsquoeterno che egrave andato fuori30
Agli occhi del discepolo il presupposto rimane il termine laquonon apparireraquo o
laquoscomparireraquo significa egrave inteso anche dal maestro come lo squagliarsi il dissolversi lo
spegnersi lrsquoannientamento dellrsquoapparire Invece lrsquoapparire empirico parziale egrave anche quando
esce dallrsquoapparire trascendentale (o anche egrave anche quando la sua appartenenza eterna al
contenuto dellrsquoapparire trascendentale non appare) Non si annienta neacute lrsquoente che esce
dallrsquoapparire trascendentale neacute il suo esser dentro tale apparire (ossia non si annienta nemmeno
il suo apparire che egrave apparire empirico parziale)
30 Lrsquoessere e lrsquoapparire - Una disputa pag 51 Bontadini in nota a ciograve continua sostenendo che se si
volesse sussumere che lrsquoeterno che egrave andato fuori (dallrsquoapparire) egrave eternamente dentro resta sempre che questo
esser dentro non appare (scompare) e cioegrave che si presenta sia pure ridotto al minimo un non un negativo
insopprimibile senza il quale non si avrebbe la struttura propria dello s-comparire
19
Ciograve che scompare egrave il finito non il trascendentale e il finito egrave sia lrsquoente che scompare
sia il suo apparire sia la relazione del finito col trascendentale (ossia della parte col tutto che
appare)
Una volta che Bontadini31
arriva a riconosce che lrsquoesperienza dello scomparire non egrave
lrsquoesperienza dellrsquoannientamento dellrsquoente che scompare gli rimane ancora da fare un passo
innanzi e riconoscere che anche lrsquoapparire dellrsquoente che scompare egrave un ente che scompare e che
quindi lrsquoesperienza del suo scomparire non egrave esperienza del suo annientamento
31 Il problema del divenire egrave posto e chiamato in causa per mettere a fuoco il senso e la portata
speculativa del principio di non contraddizione Il momentum metaphysicum del divenire egrave nella sua negativitagrave
ossia nel non avere nessuna positivitagrave poicheacute egrave proprio dellrsquoesperienza del divenire il suo continuo laquopassareraquo ad
altro che Bontadini indica con lrsquoespressione formale di laquovenir meno del datoraquo da cui scaturisce la
contraddittorietagrave del divenir che viene chiamata la laquogrande contraddizioneraquo (percheacute ogni altra contraddizione ne
sarebbe una specificazione) La spiegazione della contraddizione pura cioegrave che i molteplici casi di proposizioni in
cui il predicato egrave il termine contraddittorio del soggetto riguardano lrsquoessenza mentre la contraddizione pura
quella del divenire riguarda lrsquoesistenza (contraddizione che il maestro pensa di superare ad opera del Principio di Creazione) LrsquoAutore chiama questo procedere o meglio lo fa corrispondere allrsquoargomento ontologico percheacute
fondato super rationem entis et non entis In realtagrave secondo lrsquoumile avviso di Fabro si tratta di un salto dalla sfera
dellrsquoessenza a quella dellrsquoesistenza nella sfera dellrsquoessenza il divenire egrave contraddittorio e tale rimane nella sfera
dellrsquoesistenza lo sarebbe ma cessa di esserlo grazie alla mediazione del principio di creazione La creazione egrave un
laquoatto dellrsquoImmobile che suscita dal nulla la realtagrave divenienteraquo Il divenire come tale resta sempre nulla nulla di
essere Da questo nulla il divenire egrave liberato dallrsquoAtto creatore cosigrave che la realtagrave del creato egrave tutta insidente
secondo il rapporto stesso di creazione nellrsquoatto creatore tutta compresa in esso Bontadini si sforza di sfuggire
dalla risoluzione panenteistica si sforza di sfuggirle con il semantema del principio di creazione ove perograve non si
tratta di creazione come produzione dellrsquoente dal nulla ma come apparizione dellrsquoessere al nulla del divenire che
continua ad essere nulla in seacute percheacute egrave questa negativitagrave che fa fare il balzo verso lrsquoImmobile La contraddizione
fra il primo principio e la realtagrave constatata del movimento non si pone Di piugrave siffatta convinzione della realtagrave del movimento egrave garantita non a partire dallrsquoesperienza come fatto (dato) incontrovertibile che sta alla base
della riflessione ma dal ricorso alla mediazione dellrsquoesistenza di Dio Fabro precisa come mentre la posizione di
Severino rimanga chiara e divenga sempre piugrave chiara quella del maestro al contrario rimanga ambigua e diventi
sempre piugrave ambigua C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente pag 132-134138 139
20
PARTE PRIMA
LrsquoETERNO
LE PROVE DELLrsquoESISTENZA DI DIO COME PSEUDOPROBLEMA
laquoSi tratta certamente di uno pseudo problema non percheacute lrsquoaffermazione dellrsquoEssere
necessario sia impossibile tale affermazione egrave la stessa veritagrave originaria dellrsquoEssereraquo32
32 E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 40
21
CAPITOLO 1
LrsquoEssere Immutabile
22
I - Dare prova di Dio
Il coro del secondo canto intorno allrsquoara nelle Eumenidi di Eschilo dice che dalla
salute della mente proviene la felicitagrave che egrave cara a tutti e molto ricercata Dalla conoscenza
della veritagrave proviene la felicitagrave del mortale e della polis
Il rapporto tra veritagrave e felicitagrave egrave il tratto essenziale del pensiero greco Dalla filosofia
greca il cristianesimo attinge il significato stesso della parola veritagrave e il Dio della tradizione
cristiana egrave impensabile senza il concetto greco dellrsquoeterno (anche la certezza lrsquoindubitabilitagrave
sono categorie che il cristianesimo ha eredito dal pensiero greco)
Il paradiso cristiano egrave innanzitutto la vita felice nella veritagrave La veritagrave con cui lrsquouomo egrave
giagrave in rapporto nella vita presente si dispiega in modo compiuto nella vita futura Questo modo
di pensare si manifesta nel Proslogion di Anselmo di Aosta nel cosiddetto laquoargomento
ontologicoraquo
Anselmo lrsquoaveva intensamente ricercato un unico argomento che per mostrarsi
probante non avesse bisogno di nientrsquoaltro che di seacute stesso e che da solo fosse capace di
sostenere che Dio esiste veramente Un pensiero capace di mostrare da solo che lrsquoaffermazione
dellrsquoesistenza di Dio egrave veritagrave Da solo cioegrave senza farsi aiutare nemmeno dalla fede cristiana
Da vero filosofo Anselmo dice addirittura che anche se egli non volesse piugrave credere
nellrsquoesistenza di Dio trasgredendo cosigrave quanto gli impone la fede cristiana questo argomento
gli mostrerebbe egualmente lrsquoimpossibilitagrave di negare tale esistenza (si te esse nolim credere
non possim non intelligere ldquoanche se io non volessi credere che tu esisti non potrei non
intenderlordquo non potrei quindi evitare di saperlo con la mia sola ragione)
Lrsquoargomento non ha lo scopo di far nascere la fede Anselmo crede ha fede Ma la fede
non gli basta anche se egrave la fede stessa ad esigere un sapere superiore capace di laquoleggere
dentroraquo (intus) o laquotraraquo (inter) le pieghe delle cose un sapere che sia intel-ligere laquointendereraquo ndash
a differenza della fede che non laquolegge dentroraquo le cose ultime
23
ma le mostra laquoattraverso uno specchio e in enigmaraquo come dice lrsquoapostolo Lrsquoargomento ha bisogno solo di seacute non della fede ma la fede egrave il terreno in cui ci si deve inizialmente trovare proprio per
potersene staccare e sollevarsi al di sopra di esso laquoNon cerco infatti di intendere allo scopo di
credere ma credo allo scopo di intendereraquo (credo ut intelligam)33
Dio egrave presente a chi crede ma Anselmo che crede gli dice laquoIo cerco il tuo voltoraquo che
rimane ancora per lui laquoluce inaccessibileraquo Con lrsquoaudacia fervida del filosofo prega il Dio in
cui crede di fargli vedere la sua luce laquoanche da lontano o dal profondoraquo E lrsquoargomento unico e
potentissimo vera turris eburnea e janua coeli gli si fa incontro con laquocerta veritagrave e con vera
certezzaraquo34
Lrsquoarcivescovo di Canterbury si esprime cosigrave
Volgendo spesso e con impegno il mio pensiero a questo problema a volte mi sembrava di poter
ormai afferrare ciograve che cercavo altre volte invece sfuggiva completamente al mio pensiero fincheacute finalmente disperando di poterlo trovare volli smettere di ricercare qualcosa che era impossibile
trovare Ma quando volli scacciare da me quel pensiero percheacute occupando la mia mente non mi
distogliesse da altri problemi dai quali potevo ricavare qualche profitto allora cominciograve a
presentarsi con sempre maggior importunitagrave [] ma povero me uno dei poveri figli di Eva lontani da Dio che cosa ho cominciato a fare e a che cosa sono riuscito A che cosa tendevo e a che cosa
sono giunto A che cosa aspiravo e di che sospiro [] o Signore tu non solo sei ciograve di cui non si
puograve pensare nulla di piugrave grande (non solum es quo maius cogitari nequit) ma sei piugrave grande di tutto ciograve che si possa pensare (quidam maius quam cogitari possit) [] Se tu non fossi tale si
potrebbe pensare qualcosa piugrave grande di te ma questo egrave impossibilerdquo35
Solo nella vita futura del paradiso la fame saragrave saziata Ma il gaudio in cui entreranno i
beati non saragrave piugrave la semplice fede ma la laquopiena conoscenzaraquo (notitia plena) di Dio che si
manifesteragrave ai loro occhi in tutta la sua ricchezza ora inaccessibile ma con quella stessa veritagrave
con la quale qui sulla terra laquolrsquounico argomentoraquo ha mostrato lrsquoesistenza di Dio
33 E Severino Pensieri sul cristianesimo pag 256-258
34 Ibidem
35 Proemio e nn 1 15 PL 158 223 224 226 235
24
E i beati avranno la ldquovera sicurezzardquo ndash (vera sicuritas) ndash che la loro felicitagrave non verragrave
mai meno (numquam et nullatenus) Godranno tanto quanto ameranno e ameranno tanto
quanto conosceranno
Ma sentendo lrsquoargomento donandogli attenzione bisogna diffidare dalla delusione che
le cose grandi producono nellrsquoascolto affrettato e distratto Dice che Dio egrave laquociograve di cui non si
puograve pensare nulla di maggioreraquo ma se Dio esistesse solo nella nostra mente e non in realtagrave lo
si potrebbe pensare anche reale ma in questo modo avremmo pensato qualcosa di maggiore di
ciograve di cui non si puograve pensare nulla di maggiore Dunque Dio non esiste solo nella nostra mente
Se con la parola ldquoDiordquo si intende il Tutto ciograve che lascia fuori di seacute soltanto il niente
ossia non lascia fuori di seacute niente lrsquoargomento egrave inconfutabile ma in realtagrave non afferma altro
che lrsquoesistenza del Tutto ossia di ciograve che include tutte le cose e che non puograve essere quella parte
del Tutto che egrave il Tutto in quanto esistente soltanto ldquonella menterdquo Anselmo crede invece di
aver dimostrato lrsquoesistenza di ldquoDiordquo ossia di ciograve che differisce da tutte le cose finite divenienti
del mondo
Aristotele aveva presentato lrsquoaffermazione dellrsquoatto puro come risultato di un arduo
processo dimostrativo basato sul principio dellrsquoomne quod movetur ab alio movetur la cui
fondazione egrave esplicita nei libri settimo e ottavo della Fisica Tale fondazione egrave analizzata con
estrema aderenza al testo aristotelico da S Tommaso nel capitolo XIII della Summa contra
gentes Propriamente la fondazione egrave triplice ossia nel testo aristotelico sono rintracciabili piugrave
modi di fondazione di quel principio Nel primo fra i vari modi si sviluppa una prova per
assurdo mostrando la contraddizione che si produce negando il principio in questione
Senoncheacute la prova36
presuppone senzrsquoaltro che se lrsquoente in movimento non egrave mosso da
altro egrave mosso da seacute medesimo mentre egrave appunto questo che si tratta di provare La seconda
prova37
per inductionem egrave la piugrave debole ed egrave superfluo ogni commento
36 Aristotele Fisica Rusconi Libri Milano 1995 Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L
Ruggiu241b
37 Ivi 254b
25
La terza prova38
egrave la piugrave impegnativa e diventeragrave il fulcro della ldquoprima via tomisticardquo
Ma egrave chiaro che anche qui si presuppone ciograve che si deve dimostrare che ciograve che egrave in
movimento egrave mosso
38 Scrive Tommaso nella Summa theologiae laquoLa prima via egrave la piugrave evidente egrave quella che parte dal mutamento []Ora tutto ciograve che muta egrave mosso da altri poicheacute una cosa non muta se non egrave in potenza ciograve a cui
termina mutamento muove invece in quanto egrave in atto Muovere infatti vuol dire dedurre dalla potenza allrsquoattoraquo Il
moto egrave analizzato in quanto passaggio dalla potenza allrsquoatto passaggio che non puograve essere effettuato da ciograve che si
muove percheacute se si muove vuol dire che egrave mosso ed egrave mosso da un altro da chi cioegrave egrave in atto e quindi egrave capace di
operare il passaggio dalla potenza allrsquoatto laquoTutto ciograve che egrave mutevole e defettibile deve essere ricondotto a un
principio immutabile e necessarioraquo
G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985 pag 385
26
II - La realtagrave di Dio e lrsquoIdeale della ragione
Nellrsquoetagrave moderna la causa egrave posta nel sistema ipotetico delle anticipazioni
matematiche la realtagrave viene a coincidere con la certezza soggettiva (nellrsquoetagrave moderna a
dispetto di quella antica che vede lrsquoaffermazione immediata di certezza e veritagrave39
si assiste
allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione di veritagrave e certezza la prima come determinazione oggettiva
la seconda soggettiva) che determina le modalitagrave dellrsquoapparire in base alle ipotesi anticipate
La filosofia moderna egrave preceduta da una vigorosa ripresa dello scetticismo tradizionale
ma soprattutto dallrsquoaffacciarsi di una nuova forma di pensiero che normalmente ci si rifiuta di
qualificare come scetticismo e che tuttavia sviluppa una delle critiche piugrave radicali rivolte
allrsquoepisteacuteme greca la scienza moderna
Come la fede cristiana si propone in alternativa alla ragione greca di essere la luce
autentica che illumina il senso della vita dellrsquouomo cosigrave la scienza moderno propone un nuovo
concetto di ragione Essa non piugrave lrsquoaristotelica theorigravea40
39 Dicendo che la filosofia antica egrave affermazione di tale immediata identitagrave di certezza e veritagrave non si
intende sostenere che ogni forma della filosofia antica sia affermazione di tale identitagrave ma che lrsquoatteggiamento
predominante del pensiero antico e medioevale egrave caratterizzato da questa affermazione Le eccezioni notevoli
sono la sofistica lo scetticismo e tutte le forme di cristianesimo che hanno riconosciuto unicamente alla fede
negandola alla ragione la capacitagrave di cogliere il senso ultimo dellrsquoesistenza dellrsquouomo
40 lt Stupirsi egrave possibile solo di fronte allrsquoincomprensione del sorprendente Per superare questa
incomprensione lrsquouomo incomincia a riflettere La riflessione su quanto stupisce egrave puro theoregravein egrave desiderio di
vedere (theagraveomai) di comprendere percheacute qualcosa in generale sia e sia cosigrave come si manifesta Questo vedere
che indaga sollecitato dallo stupore egrave il vedere tipico della filosofia in quanto epistegraveme theoretikegrave il suo theoregravein egrave senza scopo prescinde da qualsiasi intenzione egrave puro amore dellrsquointendimento [] La scienza non vive lo
stupore teoretico il suo pensiero egrave disincantato il suo intento egrave di ricondurre ogni cosa alla sua causa in modo che
ogni evento non stupisca ma si lasci in qualche modo prevedere come qualsiasi effetto in presenza della causa []
il concetto greco di theorigravea ha continuato a vivere nel concetto cristiano di contemplatio ma limitatamente alla
conoscenza di Dio Il mondo non egrave da contemplare ma da utilizzare che si attenesse esclusivamente al mondo
(contentus mundi) perderebbe di vista Dio (non cognoscit Deum) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il
tramonto dellrsquoOccidenterdquo EST il Saggiatore Milano 1996 pag4142
27
ma un sapere operativo e pratico41
Per i fondatori della scienza la scienza della natura era la via verso Dio Copernico
Keplero Galileo Newton erano convinti che Dio avesse concepito il mondo matematicamente
e che quindi leggendo il libro della natura in analogia con la Bibbia si potesse conoscere
Dio42
Bacone43
criticando fortemente le teorie platonico-aristoteliche in quanto sterili
speculazioni fini a seacute stesse dovute allo sforzo presuntuoso dei due filosofi di trarre la
conoscenza della natura delle cose dalla propria mente (deduzione) invece di cercarla nel libro
della natura (induzione) aveva auspicato a rileggere con umiltagrave e con una certa riverenza il
libro del creato
41 Dire che la scienza si attiene solo ai dati di fatto significa semplicemente che la scienza considera reale
solo ciograve che si dagrave nelle modalitagrave attese da quel fare operativo che egrave proprio delle ipotesi Come laquoteoria del realeraquo
la scienza non contempla il reale ma controlla se il reale osserva le ipotesi anticipate se il reale corrisponde al
trattamento a cui egrave stato sottoposto dalle ipotesi Lrsquoesperimento si differenzia dalla semplice osservazione percheacute
non si limita a considerare il comportamento delle cose ma verifica la loro rispondenza alle ipotesi che
matematicamente sono state su di esse anticipate Lrsquoesperimento egrave il rendiconto della ragione ciograve in cui si verifica
la validitagrave delle sue anticipazioni razionali e lrsquoempirismo che lo esprime si presenta come quella ricerca che
assume la ragione come misura del proprio incedere Nellrsquoesecuzione dellrsquoesperimento la ragione indica la
direzione e pone le condizioni sotto le quali qualcosa deve essere esperito per cui ciograve che si osserva non egrave la cosa
nel suo libero offrirsi ma la cosa nel suo corrispondere allrsquoipotesi che la ragione ha anticipatamente formulato di
essa lt La scienza prescinde cioegrave sia dalla metafisica sia da ogni rivelazione soprannaturale Anche la fisica aristotelica egrave considerazione della natura ma ciograve che tale fisica afferma della natura non egrave ottenuto prescindendo
metodicamente dalla relazione della natura con la totalitagrave dellrsquoente Questo non significa che la scienza moderna
neghi lrsquoesistenza di ogni realtagrave non naturale si limita a prescinderne gt E Severino La filosofia moderna Rizzoli
Milano 1984 pag27
42 lt Ma nella coscienza popolare quando Copernico e i suoi successori persuasero il mondo che siamo
noi che ruotiamo mentre le stelle non si curano della nostra terra quando apparve inoltre che la nostra terra egrave
piccola a paragone di molti dei pianeti e che questi sono piccoli rispetto al sole quando il calcolo e il telescopio
rivelarono la vastitagrave del sistema solare della nostra galassia e finalmente dellrsquouniverso delle innumerevoli
galassie divenne sempre piugrave difficile credere che un rifugio cosigrave remoto ndash come sembrava la terra ndash potesse avere
lrsquoimportanza che ci si sarebbe potuti attendere dalla dimora dellrsquouomo se lrsquouomo avesse avuto il significato
assegnatogli nella teologia tradizionale gt B Russel Religion and Science Prefazione G Giorello Traduzione di P Vittorelli Scienza e religione TEA Milano 2014 pag19
43 Lrsquoidea di progresso egrave riconducibile alla lt critica baconiana alla filosofia antica in quanto
contemplazione sterile e infeconda incapace di elevarsi allrsquooperativismo attuoso che migliorando le condizioni di
vita consente un effettivoprogresso dellrsquoumanitagrave alla stessa idea si riconduce il primato dellrsquoinduzione che in
Bacone non egrave il primato di un metodo ma di una mentalitagrave la mentalitagrave che alla sistemazione delle veritagrave giagrave
trovate (deduzione) preferisce la scoperta di nuove veritagrave (induzione) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il
tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 66
28
Per Cartesio44
il cogito ha nellrsquoesistenza di Dio il suo fondamento In ognuno di noi crsquoegrave
unrsquoidea di sostanza infinita eterna immutabile indipendente onnisciente onnipotente e
creatrice di tutte le altre cose Dio La realtagrave oggettiva di questa idea egrave un effetto che implica
dunque lrsquoesistenza di una realtagrave che contenga realmente la quantitagrave che egrave contenuta
oggettivamente in tale idea Lrsquo idea di Dio implica necessariamente che oltre alla realtagrave in cui
io consisto esiste realmente la sostanza infinita Non solo ma la possibilitagrave che la realtagrave in seacute
mi sia assolutamente ostile e mi inganni anche in ciograve che mi appare piugrave evidente la possibilitagrave
dunque di un Dio onnipotente ingannatore sussiste sole nella misura in cui ignoro che la realtagrave
perfetta di Dio esiste45
Se tale Realtagrave esiste essa non puograve ingannarmi ndash percheacute lrsquoinganno egrave
sintomo di impotenza e imperfezione ndash ma mi svela la natura dellrsquouniverso extramentale
Lrsquoargomento con il quale Cartesio dimostra lrsquoesistenza di Dio sia pure articolato nel
contesto specifico del suo pensiero egrave sostanzialmente riconducibile allrsquoargomento ontologico
di Anselmo drsquoAosta
44 La radicalitagrave della critica cartesiana avvolge tanto la filosofia tradizionale quanto la scienza moderna
appena nata e persino le scienze matematiche lt Non si comprende quindi il senso della nascita della filosofia
moderna ci si ferma cioegrave alla facciata della casa quando si continua a ripetere che nellrsquoetagrave moderna la filosofia
presa da ammirazione o da invidia per i successi della nuova scienza ne abbia voluto adottare il metodo Cartesio
intende cosigrave poco lasciare che la nuova scienza condizioni il pensiero filosofico che anzi mette in questione
perfino la veritagrave della conoscenza matematica cioegrave dello strumento che per Galilei ha la capacitagrave di cogliere la
struttura della realtagrave naturale esterna e indipendente dalla nostra mente gt E Severino La filosofia moderna
pag51 Con Cartesio la filosofia moderna si addossa il compito di ricominciare da capo la costruzione dellrsquoepisteacuteme in
modo che essa possa porsi nuovamente al di sopra di quella scienza che egrave riuscita a pregiudicare lrsquoequilibrio della
forma tradizionale del pensiero filosofico
45 La prima veritagrave per Cartesio egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza dellrsquoio pensante cioegrave della res cogitans
lt Ma Cartesio a differenza della filosofia premoderna mette in questione lrsquoesistenza dellrsquoente esterno allrsquoio
pensante e applica il principio di causalitagrave esclusivamente a quellrsquoente che egrave la realtagrave contenuta e manifesta nel
pensiero gt Ivi pag71
29
Ed egrave appunto da tale argomento che incomincia la filosofia di Spinoza lrsquoEnte
sommamente perfetto non puograve avere le proprietagrave che il pensiero cristiano attribuisce a Dio laquoDi
nessuna cosa possiamo essere certi quanto dellrsquoesistenza dellrsquoEnte assolutamente infinito e cioegrave
perfetto che egrave Dioraquo46
percheacute la sua essenza implica necessariamente lrsquoesistenza e pertanto
toglie ogni motivo di dubitare della sua esistenza47
Quindi possiamo notare come le due
qualitagrave fondamentali della ldquovera e certa scienzardquo cartesiana ndash lrsquoindubitabilitagrave dellrsquoio e
lrsquoindubitabilitagrave di Dio ndash diventano un tuttrsquouno In ciograve che Spinoza chiama ldquoscienza intuitivardquo
ciograve di cui siamo piugrave certi egrave lrsquoesistenza di Dio Dio egrave il contenuto immediato del nostro pensiero
Spinoza indica con il termine ldquoSostanzardquo lrsquoEnte assolutamente perfetto e infinito la cui essenza
implica necessariamente lrsquoesistenza ossia non puograve essere concepito se non come esistente La
Sostanza esiste in seacute stessa non in virtugrave di una realtagrave precedente ed egrave la stessa totalitagrave
dellrsquoente che non lascia fuori di seacute nulla
46 B de Spinoza Etica Universale Bollati Boringhieri Torino1992 Proposizione 11 Scolio pag14
47 lt Forse tuttavia molti non potranno constatare facilmente lrsquoevidenza di questa dimostrazione per
essersi assuefatti a contemplare solo quelle cose che procedono da cause esterne e da quelle cose che sono
prodotte rapidamente cioegrave che facilmente esistono vedono anche che rapidamente periscono e giudicano al
contrario come cose piugrave difficili a farsi cioegrave non tanto facili a esistere quelle a cui concepiscono appartenere piugrave
cose [] io qui non parlo delle cose che sono prodotte dalle cause esterne bensigrave delle sole sostanze che non
possono essere prodotte da nessuna causa esterna gt Ibidem
30
Tutto ciograve che egrave egrave in Dio e tutto ciograve che egrave non puograve essere concepito senza Dio Dio non
egrave il mistero lrsquoineffabile il trascendente il soprannaturale ma egrave la stessa veritagrave originaria48
Per Leibniz egrave una veritagrave originaria la ldquoveritagrave di ragionerdquo che nellrsquoargomento
ontologico egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza di Dio Esso egrave la ragion sufficiente delle ldquoveritagrave di
fattordquo la monade suprema la Sostanza perfetta e infinita che contiene in seacute tutta la realtagrave
possibile e che mantiene allrsquointerno del proprio dominio tutto ciograve che creando essa rende da
possibile reale
Ad Anselmo ma anche a Tommaso Cartesio Spinoza Leibniz Immanuel Kant
avrebbe risposto allrsquointerno della Critica della Ragion Pura49
Dio egrave un ideale della ragione
Il suo oggetto egrave lrsquoente originario (ens originarium) in quanto non ha nulla sopra di seacute
prende il nome di ente supremo (ens summum) e in quanto tutto come condizionato sta al di
sotto di tale ente questrsquoultimo si chiama lrsquoente di tutti gli enti (ens entium)50
48 Agli occhi di Spinoza laquoil modo in cui Cartesio intende Dio e il rapporto tra Dio e lrsquouomo egrave ancora
troppo gravato da un antropomorfismoraquo e ad esso il filosofo rivolge una critica intransigente a tutte le forme presenti nella Bibbia che alterano il concetto di Dio lt che pregiudica la purezza della razionalitagrave del reale [] il
ldquoDio veracerdquo di Cartesio mantiene ancora quel carattere di ldquoDio ingannatorerdquo dal quale Cartesio crede di essersi
definitivamente liberato[] la separazione reale tra Dio e lrsquouomo rende estrinseca la presenza della razionalitagrave
nella conoscenza umana e quindi pregiudica la possibilitagrave dellrsquoaccordo tra conoscenza e realtagrave esterna In Cartesio
lrsquoio egrave res cogitans e la realtagrave res extensa Dio egrave il nesso il mediatore lrsquoelemento unificatore tra lrsquoio e il mondo
corporeo [] Per Spinoza invece Dio stesso egrave res cogitans e insieme res extensa Il pensiero e lrsquoestensione la
cui concordanza deve essere fondata sono due attributi diversi in cui si esprime la stessa Essenza assoluta della
Sostanza gt E Severino La filosofia moderna pag 99
49 Parte II Dialettica trascendentale libro II- Capitolo III- Sez II Mi riferisco alla I edizione Gli Adelphi
Introduzione traduzione e note di G Colli Milano 1995 50 Ivi pag 608
lt Il cammino naturale della ragione si svolge con tale processo innanzitutto essa si convince dellrsquoesistenza di un
essere necessario (lsquoingannatarsquo dal concetto di casualitagrave operante nella nostra conoscenza a priori dei fenomeni) e a
tale ente riconosce poi unrsquoesistenza incondizionata Essa cerca in seguito il concetto di ciograve che egrave indipendente da
ogni condizione e lo trova in ciograve che egrave esso stesso la condizione sufficiente di tutto il resto ossia in ciograve che
contiene ogni realtagrave Il tutto senza limiti peraltro egrave veritagrave assoluta e porta con seacute il concetto di un ente unico cioegrave
dellrsquoente supremo e la ragione conclude dunque che lrsquoente supremo in quanto fondamento originario di tutte le
cose esiste in modo assolutamente necessario gt Ivi cit pag 614-615
31
Tre prove afferma Kant sono possibili per dimostrare lrsquoesistenza di Dio in base alla
ragione speculativa una fisico-teologica una seconda cosmologica e la terza la prova madre
alla quale le atre due ritornano dopo un tentativo di esserne indipendenti nella loro
dimostrazione quella ontologica Ma nessuna strada neacute quella empirica neacute quella
trascendentale potranno condurre alla dimostrazione di Dio La ragione ha formato un concetto
a priori di una cosa ed ha creduto di poter dedurre da ciograve con sicurezza che in quanto
allrsquooggetto di questo concetto tocca necessariamente lrsquoesistenza
Questo perograve non toglie lrsquoimportanza e la grandezza a tale ideale51
Non quindi la persona di Cristo ma lrsquoidea Christi egrave il fulcro della concezione kantiana
di Cristo unrsquoidea che ciascuno porta in seacute come lrsquoideale piugrave alto vero e proprio laquoDio con noiraquo
Ma la lsquorivoluzione copernicanarsquo operata dal filosofo tedesco sta nellrsquoammissione che il
sapere universale e necessario (lrsquoepisteacuteme) e quindi a priori richieda che non sia piugrave la
conoscenza umana a regolarsi sulla natura degli oggetti ma allrsquoopposto che siano gli oggetti a
regolarsi sulla natura della conoscenza umana
51 Allrsquointerno dei laquoLavori preparatoriraquo a La religione entro i limiti della semplice ragione il filosofo
scrive lt Quando mi viene posto di fronte che un essere che egrave in possesso della piugrave alta felicitagrave si sottomette alla
piugrave profonda miseria per far partecipare delle creature meritevoli di castigo a questa felicitagrave io mi sento portare alla piugrave grande venerazione e riconoscenza a suo riguardo Ma non appena credo che ciograve sia per me un guadagno
che mi autorizza a non soddisfare io stesso alla eterna giustizia ricado nella bassezza dellrsquoasservimento Quando
perograve la ragione mi dice che questo essere deve servirmi in effetti come esempio per elevarmi allo stesso suo livello
di moralitagrave e che io devo trovare in me la disposizione a divenire come egli egrave ciograve talmente sollevante per lrsquoanima
che tutta la debolezza della mia natura scompare tanto da esser in grado di entusiasmarmi per tale idea Questo
Dio in noi egrave quello di fronte a cui si piega ogni ginocchio sulla terra gt Lavori presenti in Scritti di filosofia della
religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989 pag 87-124
32
Kant afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave della conoscenza del noumeno della cosa
in seacute Afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave di una metafisica come scienza
la ragione vede solo ciograve che essa produce col suo proprio disegno e che deve forzare la natura a
rispondere alle sue domande e non lasciarsi guidare da essa con le sue redini [] deve comportarsi
non come scolaro che si lascia dire tutto ciograve che piace al maestro ma come giudice che costringe i testimoni a rispondere alle domande che egli ha loro rivolto
52
Lrsquoidea dellrsquoessere assolutamente incondizionato lrsquoidea trascendentale di Dio
appartiene allrsquoessenza della ragione umana e drsquoaltra parte la ragione non puograve stabilire alcuncheacute
intorno alle cose in seacute stesse e non puograve quindi trasformare in una cosa in seacute il contenuto di
quellrsquoidea Essa ha perograve la funzione fondamentale di impedire che qualsiasi contenuto
dellrsquoesperienza venga considerato come lrsquoincondizionato
La natura egrave un insieme di condizioni che per quanto a fondo si possa andare nella loro
conoscenza hanno sempre al di lagrave di seacute lrsquoincondizionato e dallrsquoaltro proibisce di considerare
lrsquoincondizionato come cosa in seacute
Egrave certamente contraddittorio negare in un giudizio analitico che il predicato non
convenga al soggetto ma non egrave contraddittorio negare lrsquoesistenza del soggetto insieme a tutti i
suoi predicati
52 Critica della ragion pura pag 18-19
33
Come giagrave aveva rilevato Hume53
non vi egrave alcuna cosa tale che la negazione della sua esistenza
implichi contraddizione Il rapporto causale non egrave contenuto dellrsquoesperienza
Questrsquoultima egrave in grado di attestare solo un rapporto di successione tra due fenomeni
non un rapporto di dipendenza necessaria Gli enunciati causali sono solo il frutto di quella
credenza che nasce in presenza del ripetersi costante della successione empiricamente attestata
Lrsquoordine causale dellrsquouniverso altro non egrave se non il riflesso dellrsquoordine temporale della nostra
esperienza
53 Lrsquoatteggiamento di pensiero inaugurato da Locke giunge alla sua espressione piugrave rigorosa in David
Hume ossia nellrsquoempirismo radicale Se il fondamento di tutti i ragionamenti intorno alla realtagrave egrave il principio di
causalitagrave e se tale principio deve avere il suo fondamento nellrsquoesperienza e quindi egrave soltanto una congettura priva
di necessitagrave e universalitagrave appare chiaro come la ragione possa avere come contenuto reale solo quello che per Cartesio era il punto di partenza della ragione ossia il contenuto immediato della mente lrsquoindubitabilitagrave delle
nostre percezioni Ogni credenza metafisica egrave priva di valore razionale E anche ogni conoscenza scientifica Con
lrsquoavvertenza che la scienza a differenza della metafisica ha una utilitagrave pratica che la rende indispensabile lt
Hume mostra che come la mente non possiede alcuna idea di ldquocausardquo ldquoeffettordquo ldquoconnessione necessariardquo
ldquoforzardquo ldquopotererdquo e che queste parole sono completamente sprovviste di senso altrettanto accade per ciograve che viene
chiamato ldquosostanzardquo []soltanto una parola sprovvista di senso (appunto percheacute non riconducibile allrsquoesperienza)
gt E Severino La filosofia moderna cit pag 143
34
III - La logica esposizione di Dio e la sua morte
Lrsquoidealismo supereragrave lrsquoopposizione di certezza e veritagrave essa saragrave lrsquoaffermazione
mediata dellrsquoidentitagrave di veritagrave e certezza54
Il fenomeno cioegrave la realtagrave che appare allrsquointerno
della coscienza epistemica non egrave piugrave qualcosa di semplicemente soggettivo ma egrave la stessa
realtagrave in seacute stessa che appare e lrsquoapparire egrave inteso come pensiero o atto nel quale soltanto ogni
cosa puograve esistere
LrsquoAssoluto non esiste altrove che in questo mondo ossia nella realtagrave dellrsquoesperienza
nella realtagrave che egrave il contenuto del pensiero
In Hegel lrsquoEssenza assoluta egrave il senso il significato del Tutto sigrave che ogni cosa che
esiste egrave una forma di rispecchiamento e di individuazione dellrsquoEssenza assoluta Nelle Lezioni
Hegel afferma che
Questa apparizione di Dio nella carne avviene in un determinato tempo e in un individuo Poicheacute
essa egrave apparizione passa e diviene storia Questo modo sensibile deve scomparire ed elevarsi nellrsquoambito della rappresentazione La formazione della comunitagrave ha come suo contenuto che la
forma sensibile trapassa in un elemento spirituale
54 lt Altro egrave riconoscere immediatamente la veritagrave in ciograve che sta davanti altro egrave rendersi consapevoli che
ciograve in cui si pone la veritagrave egrave questo mondo esterno Questo egrave ciograve che compie la filosofia tradizionale [] In questa
prima fase della coscienza non crsquoegrave posto per il dubbio che pone la dicotomia tra certezza e veritagrave Questa
dicotomia egrave costituita dalla filosofia moderna [] Lrsquoidealismo segna la riunificazione dei due termini Identitagrave
dunque daccapo di certezza e veritagrave ma non piugrave nel senso che la veritagrave sia intesa come svincolabile dalla certezza ma nel senso che essendo i due termini identici proprio per questo si implicano necessariamente lrsquoun
lrsquoaltro []Noi diciamo che lrsquoidealismo consente di guardare la filosofia greca con occhi ben diversi da quelli di un
fenomenista o di un gnoseologista Dal punto di vista del momento antitetico si deve certo dire che la filosofia
greca egrave un realismo ingenuo ma questa squalifica viene condotta dal punto di vista di una coscienza che egrave essa
stessa dialettizzabile dialettizzata da un piano superiore di coscienza che egrave appunto quella sintetica quella
idealistica che non vede piugrave nellrsquoatteggiamento realistico la negazione della veritagrave ma piuttosto la veritagrave che
ancora non sa il proprio valore gt Id Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010 cit pag 98-99
35
E ancora
Con ciograve egrave espressa la coscienza che lrsquouomo il finito ciograve che egrave fragile la debolezza il negativo
sono pure un momento divino che tutto ciograve egrave in Dio e che la finitezza la negativitagrave lrsquoalteritagrave non
sono fuori di Dio e che lrsquoalteritagrave non egrave un ostacolo per lrsquounitagrave con Dio E lrsquoalteritagrave il negativo egrave conosciuto come momento della stessa natura divina Qui egrave contenuta la piugrave alta idea dello Spirito
[hellip] La veritagrave cui gli uomini sono giunti per mezzo di questa storia quello di cui essi sono divenuti
coscienti in tutta questa storia egrave che lrsquoidea di Dio egrave divenuta per essi una certezza che lrsquouomo ha raggiunto la certezza della sua unitagrave con Dio
55
Ossia la sua veritagrave
La logica egrave il regno della ragione questo regno egrave la veritagrave come essa egrave in seacute e per seacute
senza velo Questo contenuto egrave la esposizione di Dio comrsquoegli egrave nella sua eterna essenza prima
della creazione della natura e di uno spirito finito
La filosofia di Hegel egrave la piugrave alta forma raggiunta dal sapere incontrovertibile56
della
filosofia greca e un ritorno ad essa lrsquouniverso proviene dallrsquoAssoluto e ad esso ritorna con la
differenza che la circolaritagrave dellrsquoidealismo non riguarda piugrave il movimento fondamentale della
realtagrave esterna al pensiero ma il movimento fondamentale di quellrsquounica realtagrave che egrave il pensiero
stesso Lrsquoassoluto non tollera oltre a seacute unrsquoaltra realtagrave percheacute unrsquoaltra realtagrave oltre lrsquoassoluto
sarebbe una realtagrave limitante lrsquoassoluto e quindi questo come realtagrave limitata non sarebbe piugrave
lrsquoassoluto La produzione dellrsquoessere diventa lrsquoautoproduzione del pensiero che pone il proprio
contenuto come totalitagrave dellrsquoessere
55 GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll Zanichelli Bologna 1974
56 Dopo Hegel contro questa gigantesca e grandiosa volontagrave di veritagrave che anima lrsquoepisteacuteme si sono
rivolte tutte le forze che dominano la moderna civiltagrave occidentale il cristianesimo che non intende lasciare alla
filosofia lrsquoultima parola sul senso del mondo lrsquoeconomia borghese alla quale la filosofia non serve per
lrsquoincremento indefinito della produzione e del profitto la scienza moderna che invece consente la costruzione
degli strumenti che non solo promuovono lrsquoespansione economica ma ormai il dominio dellrsquouniverso ma
anche lo stesso pensiero filosofico
36
Lrsquoidealismo pone lrsquoequazione tra uomo e Dio percheacute il mondo dellrsquoal di lagrave cioegrave il
mondo di una realtagrave indipendente ed esterna rispetto al pensare egrave lrsquoassurdo Lrsquoatto di pensare egrave
la coscienza che lrsquoassoluto ha di seacute stesso la coscienza umana egrave la stessa coscienza che Dio ha
di seacute medesimo che la realtagrave assoluta ha di seacute medesima57
In conformitagrave al criticismo kantiano per il quale ogni spiegazione razionale degli eventi
egrave applicabile esclusivamente allrsquointerno dellrsquoesperienza per Schopenhauer la Volontagrave come
cosa in seacute esistente al di lagrave dei fenomeni sta al di lagrave anche di ogni spiegazione razionale non
ha senso chiedersi percheacute esista da dove venga dove vada Inoltre la filosofia non puograve
divenire teologia e considerare il Nulla (relativo) come lrsquoassoluta divina positivitagrave58
57 lt Hegel infatti disancora lrsquoessenza ontologica dellrsquouomo il suo originario rapportarsi allrsquoessere dalla
sua finitezza in cui vede un impedimento allrsquoincondizionato spiegamento dellrsquoattivitagrave pensante ed eliminando la
cosa in seacute risolve lrsquoessere nellrsquoenunciazione sistematica della totalitagrave degli enti ad opera della coscienza In questo
modo Hegel porta a compimento nella sua ragione assoluta quello che era lrsquointento nascosto della ragione
moderna a partire da Cartesio fare dellrsquouomo la misura di tutte le cose e dellrsquoessere nientrsquoaltro che lrsquoesplicitazione
della sua coscienza gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag106
58 Nel pensiero di Schopenhauer lt rimane lrsquoambiguitagrave del modo in cui viene inteso lrsquoessere se lrsquoessere egrave
la stoffa la materia per cosigrave dire del Tutto e se la Volontagrave egrave ldquolrsquointimo essere del Tuttordquo allora al di fuori della
Volontagrave crsquoegrave solo il niente assoluto e lrsquoascesi ndash che dovrebbe liberare dal terrore per il niente assoluto che corrode la vita ndash sarebbe il piugrave radicale sprofondarsi nel niente assoluto e non avrebbe piugrave senso parlare di una salvezza
dal niente e dalla Volontagrave di vivere [] la tematica del Nulla inteso come la salvezza ripropone il quadro della
teologia negativa (dalla teologia cioegrave che si rapporta al Divino non attribuendogli qualcosa ma liberandolo da
tutte le qualifiche inevitabilmente mondane con cui lo si vorrebbe definire) Non egrave un caso che nel pensiero di
Nietzsche la critica radicale di ogni teologia e di ogni metafisica si unisca allrsquoespulsione di due concetti tipici della
filosofia di Schopenhauer il concetto dellrsquoorrore per la volontagrave di vita e il concetto del Nulla come termine
dellrsquoascesi gt E Severino La filosofia contemporanea Rizzoli Milano 2000 pag 34
37
Il mondo egrave una mia rappresentazione ecco una veritagrave valida per ogni essere vivente e
pensante [] egli sa con chiara certezza di non conoscere neacute il sole neacute la terra ma soltanto
un occhio che vede un sole e una mano che sente il contatto drsquouna terra egli sa che il
mondo circostante non esiste se non come rappresentazione cioegrave sempre e soltanto in
relazione con un altro essere con il percipiente con lui medesimo59
La rappresentazione egrave il mascheramento razionale della volontagrave Ciograve che appare come
ragionevole egrave semplicemente volontaristico
La ragione egrave inganno percheacute fa apparire come ordine deliberatamente conquistato ciograve
che egrave semplicemente espressione di unrsquoinsopprimibile volontagrave di vita
La rappresentazione del mondo regolata dal principio di ragion sufficiente dellrsquoessere
del conoscere del divenire e dellrsquoagire che tutto coordina secondo necessitagrave egrave fenomeno nel
senso di apparenza illusione sogno il noumeno la vera realtagrave che si nasconde dietro il sogno
e lrsquoillusione egrave la volontagrave che irriducibile alla ragione si sottrae ad ogni necessitagrave sia logica sia
fisica sia matematica anzi della ragione si serve come della propria maschera
Il trionfo della ragione elaborato dalla filosofia hegeliana trova il suo rigoroso
ridimensionamento nel pensiero di Nietzsche60
che riconduce la mediazione razionale e la
sintesi dialettica tra gli ideali non reali Ogni sintesi logica operata dalla ragione nel tentativo
di comporre i fenomeni in determinate categorie egrave volontagrave di potenza che vuole la riduzione
degli enti nello schema prestabilito
Cogliere nella volontagrave di potenza lrsquoessenza di quanto finora era chiamato razionale
significa liquidare lrsquoidea di una sostanza del mondo e quella del suo Soggetto creatore da cui
dedurre la catena causale
59 Arthur Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di G
Brianese La Nuova Italia Editrice Scandicci (Firenze) 1998 pag 15
60 Allievo dellrsquoeducatore Schopenhauer Cfr F Nietzsche Schopenhauer come educatore trad italiana di
M Montinari in Opere di Friedrich Nietzsche vol III Adelphi Milano 1982
38
Il ldquosuperuomordquo61
supera lrsquouniversalitagrave ideale dellrsquouomo espressa scientificamente dalla
coscienza in generale ed esistenzialmente dalla prepotenza della ragione
Il superuomo non egrave oltre lrsquouomo percheacute piugrave universale ma esattamente allrsquoopposto il
superuomo supera appunto laquolrsquoastratta universalitagrave dellrsquouomo e la sua prepotenza mediante
lrsquoesercizio di quella volontagrave di potenza che gli consente di desituarsi da quella situazione di
impotenza in cui egrave ridotto dalla prepotenza dallrsquoidea astrattaraquo62
La soggettivitagrave ha preso il posto dellrsquoessere le cose sono in quanto appaiono al
soggetto il loro essere si risolve nel valore che a loro compete in quanto valutate dalla visione
che ordina allinea pone e dispone laquoSotto lrsquoapparente disinteresse della ragione che procede
more mathematico Nietzsche scopre quella volontagrave di potenza che anima la metafisica
soggettivistica dellrsquoOccidente dal tempo dellrsquoidegravea al tempo della scienzaraquo63
Dio non egrave per nulla causa ma semplicemente effetto della volontagrave di potenza che
protesa al dominio dellrsquoente ha costruito Dio e i valori che lungi dallrsquoessere degli
incondizionati sono condizioni percheacute la volontagrave possa volere seacute stessa
La proclamazione della morte di Dio significa che Dio egrave morto percheacute non viveva da seacute
ma in quanto era semplicemente voluto dalla volontagrave di potenza
Heidegger afferma come laquodi fronte a questo Dio lrsquouomo non puograve pregare non puograve
nemmeno presentargli offerte Di fronte al Dio causa sui lrsquouomo non puograve cadere in ginocchio
per reverenza e nemmeno cantare e danzare Il pensiero senza Dio che deve sacrificare il Dio
della filosofia egrave forse piugrave vicino al Dio divinoraquo64
61 lt Allrsquoente supremo della metafisica dellrsquoOccidente Nietzsche sostituisce il supremo gioco dellrsquoessere
in cui gli enti non sono causati ma compaiono per caso ossia ac-cadono (casum) senza lasciarsi pre-vedere o pre-
comprendere da alcuna ragione gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 219
62 Ivi pag195
63 Ivi pag197
64 Martin Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N Curcio
Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009 pag 70
39
La ldquomorte di Diordquo egrave la morte della ldquoveritagrave unica e incontrovertibilerdquo alla quale sono
state tolte le vesti dellrsquoimmutabilitagrave65
Egrave la morte inevitabile perentoria ineludibile inevitabile della veritagrave necessaria del
suo carattere incontrovertibile Il tramonto degli immutabili egrave insieme lrsquoavvento e la
dominazione della civiltagrave della tecnica66
E la tecnica scientifica che afferma Russell la
scienza ha contribuito a promuovere pur differenziandosene67
laquohellipincoraggia lrsquoabbandono
della ricerca della veritagrave assoluta e la sostituzione di quella che puograve essere definita una veritagrave
ldquotecnicardquo che appartiene a qualunque teoria possa venire applicata utilmente nelle invenzioni o
nella previsione del futuroraquo68
Quindi il carattere assoluto del sapere viene ldquoconcessordquo solo alle veritagrave di fede e solo
per questo la scienza riesce a dominare la natura abbandonando il tentativo della metafisica di
porsi come sapere incontrovertibile
65 lt Zarathustra insegna soltanto che i creatori sono gli uomini non Dio Se Dio esistesse lrsquouomo non
potrebbe crearehellipLrsquouomo puograve ora concretamente accingersi alla creazione del superuomo La biologia e la
cibernetica si muovono appunto in questa direzione gt E Severino Essenza del nichilismo pag 149h
66 lt Leopardi egrave il primo pensatore dellrsquoetagrave della tecnica e insieme egrave il pensatore del compimento di questa
etagrave Non solo pensa per la prima volta in modo esplicito allrsquoinizio dellrsquoetagrave della tecnica che la veritagrave non puograve
essere il rimedio del dolore ma pensa la condizione dellrsquouomo quale dovragrave apparire al compimento del tentativo
di porre la scienza e la tecnica come rimedio al dolore gt Id Il nulla e la poesia Alla fine dellrsquoetagrave della tecnica
Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2004 pag14 lt Mostrando lrsquoinevitabilitagrave del tramonto della tradizione
occidentale Leopardi mostra dunque che il contenuto della veritagrave egrave lrsquoannientamento e lrsquoannientabilitagrave di ogni cosa
e che quindi la veritagrave non egrave il rimedio ma allrsquoopposto la radice dellrsquoangosci Il rimedio per chi ha paura egrave la dimenticanza della veritagrave ndash sempre meno realizzabile nel tempo della ragione e della tecnica gt Id Cosa arcana e
stupenda Lrsquooccidente e Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2006 pag 8
67 B Russell Scienza e religione pag 177-178
68 E ancora lt Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica percheacute pretende di incarnare una
veritagrave eterna e assolutamente certa mentre la scienza egrave sempre sperimentale pronta ad ammettere presto o tardi la
necessitagrave di mutamenti alle sue attuali teorie e consapevole che il suo metodo egrave logicamente incapace di portare a
una dimostrazione completa e definitiva gt Ivi pag 12-13
40
Pur di riuscire nella trasformazione del mondo la scienza accetta e sopporta che il
proprio sapere sia ipotetico la metafisica purcheacute il proprio conoscere non fosse ipotetico
accettava e sopportava di essere una pura contemplazione della realtagrave
Alla domanda su che cosa significhi ldquonichilismordquo Nietzsche rispose laquoChe i valori
supremi perdono ogni valoreraquo69
Accostandosi al problema dellrsquoessenza del nichilismo Heidegger riconosce a Nietzsche
di avere intravisto alcuni tratti del nichilismo ma di averli spiegati nichilisticamente di aver
compreso e denunciato il nichilismo dellrsquoOccidente ma di non averlo oltrepassato e di aver
infine portato a compimento il nichilismo indicando nella volontagrave di potenza il vero
fondamento dei valori di Platone Per Heidegger superare veramente il nichilismo egrave possibile
solo addentrandosi profondamente in esso sigrave da poterne cogliere la vera essenza che risiede
nellrsquooblio dellrsquoessere Quindi non basta distruggere le Idee platoniche ma occorre distruggere
anche quella volontagrave di potenza come ultima espressione di quella metafisica dellrsquoOccidente
che pretende di far valere lrsquoente senza lrsquoessere
69 F Nietzsche Opere di Friedrich Nietzsche vol VIII 2 pag 12
Lrsquoessenza del nichilismo egrave per Nietzsche nel fatto che a partire da Platone lrsquoessere egrave decaduto a valore e il valore per quanto sollevato al rango ideale dl sovrasensibile si egrave rivelato incapace di salvare lrsquoessere dellrsquoente di
qui il nichilismo da intendersi come il venir meno dei supremi valori a cui lrsquoOccidente da Platone in poi si era
affidato Il nichilismo egrave dunque strettamente legato alla morte di Dio lt Infatti se Dio egrave morto se cioegrave il mondo
sovrasensibile delle idee ha perduto ogni forza vincolante lrsquouomo viene a trovarsi ldquosenza meta senza percheacuterdquo in
quanto il ldquomondo stellatordquo che da duemila anni reggeva lrsquouniverso ontico si egrave spento[] Il nichilismo tuttavia non
egrave sinonimo di decadenza percheacute a decadere non egrave la vita ma solo una lunga e veneranda tradizione dietro cui la
vita si era nascosta gt U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 232
41
Crsquo egrave nichilismo quando lrsquoente egrave considerato come il tutto siccheacute dellrsquoessere ne egrave nulla
laquoNella dimenticanza dellrsquoessere promuovere solo lrsquoente questo egrave nichilismoraquo70
La distruzione dellrsquoepisteacuteme operata dalla filosofia contemporanea non puograve essere
intesa come un semplice errare dovuto allrsquointelletto umano ma come ciograve che segue
inesorabilmente e completa con coerenza quellrsquounico atteggiamento di fondo che soggiace
allrsquointera storia71
del pensiero occidentale quel nichilismo presente nellrsquoinconscio del mortale
che pensa lrsquoessere come niente e che non vede la dimenticanza del senso originario dellrsquoessere
70 Martin Heidegger Introduzione alla metafisica presentazione di G Vattimo Ugo Mursia Editore
Milano 2014 pag 155
Severino sottolinea che Heidegger non ritrattograve mai lrsquoaffermazione che il proprio pensiero non pregiudica neacute in
senso positivo neacute in senso negativo la soluzione dei grandi problemi metafisici ndash i problemi dellrsquoesistenza di Dio e
dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima Sotto tale aspetto la posizione heideggeriana deve essere avvicinata al
problematicismo situazionale di Ugo Spirito Lrsquoessere heideggeriano egrave quel vuoto che consente allrsquoente di divenire
nel senso tradizionale e che perciograve stando alla logica immanente al pensiero che afferma un tale divenire non puograve non escludere lrsquoaffermazione di Dio Per Heidegger lrsquoessere non ha ldquopotenzardquo sugli enti ma li lascia essere e
tuttavia quel che lrsquoessere heideggeriano lascia essere egrave il divenire dellrsquoente inteso al modo della tradizione greco-
occidentale come un uscire dal niente per ritornarvi E Severino Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e
destino Rizzoli Milano 2008 pag160 e sgg
La questione per Severino quindi egrave come si puograve ritenere autenticamente possibile lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza
di Dio quando si consente effettivamente al divenire ontologico degli enti e si mette da parte esplicitamente il
sapere su Dio Severino non fraintende affatto il significato del ldquoNullardquo heideggeriano ma si chiede che cosa sia
questo EssereNulla che Heidegger tiene a differenziare nettamente dallrsquoEssere della ontoteologia La risposta che
ne trae egrave che in ultima analisi lrsquoEssere per Heidegger egrave soltanto lo ldquospazio vuotordquo per il divenire ontologico degli
enti
71 Hegel ha richiamato lrsquoattenzione in maniera potentissima sul carattere organico della storia e quindi anche della storia della filosofia La differenza tra un organismo e un semplice aggregato di elementi consiste
nella coessenzialitagrave delle parti dellrsquoorganismo e nella reciproca inessenzialitagrave delle parti del semplice aggregato
Ciograve significa che ogni filosofia storicamente realizzatasi non egrave qualcosa di accidentale o di inessenziale rispetto
alla totalitagrave storica bensigrave un momento indispensabile senza cui sarebbe impensabile la stessa totalitagrave storica La
storia della filosofia non egrave il casuale giustapporsi di opinioni ma lo sviluppo di un germe che giunge al proprio
compimento attraverso lrsquoesplicazione delleforze essenziali che lo costituiscono Id Istituzioni di filosofia pag 7
Non si puograve comprendere il pensiero contemporaneo senza legarlo indissolubilmente allrsquoorigine del pensiero greco
42
Gli eterni inevitabilmente distrutti dalla coerenza della volontagrave di potenza sono gli eterni che su tale
volontagrave si fondano Questa distruzione egrave inevitabile non percheacute sia inevitabile lrsquoannientamento costituita da essa ma percheacute egrave inevitabile che ponendo come evidenza originaria la libertagrave
dellrsquoente si neghi lrsquoesistenza di ciograve che viene riconosciuto come negazione di tale libertagrave
Lrsquoinevitabilitagrave della distruzione egrave una categoria che appartiene alla logica dellrsquoOccidente in quanto pervenuta al suo compimento Vi puograve pervenire solo quando veda nella civiltagrave della tecnica la
forma piugrave rigorosa dellrsquoontologia greca Ma non percheacute come crede Heidegger la
programmazione tecnologica sia il perfezionamento del tipo di dominio costituito dagli immutabili
della tradizione occidentale ma percheacute nella civiltagrave della tecnica si esprime compiutamente la volontagrave di dominio che si fonda sulla volontagrave che lrsquoente sia la libertagrave tra lrsquoessere e il niente La
ldquodifferenza ontologicardquo di Heidegger egrave la stessa libertagrave dellrsquoente72
La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico
Questo egrave il pensiero di Emanuele Severino
Se per Heidegger il nichilismo risiede nellrsquooblio dellrsquoessere che avvenne quando
Platone sottrasse lrsquoente allrsquoessere per affidarlo ad altro ente per Severino Platone non egrave
responsabile tanto dellrsquooblio dellrsquoessere quanto del suo annullamento avvenuto in occasione
dellrsquoaffermazione del mondo E come Nietzsche resta catturato dal nichilismo dellrsquoOccidente
che pure per primo in termini chiari aveva denunciato cosigrave Heidegger annuncia come veritagrave
dellrsquoessere ciograve che in realtagrave egrave il compimento della sua negazione
Per Severino il tentativo di assicurazione dellrsquoente in cui si esprime lrsquoopera della
volontagrave di potenza egrave fondato sullrsquoaccettazione originaria della separazione assoluta dellrsquoente
dallrsquoessere
72 Id Destino della necessitagrave pag 41
43
CAPITOLO SECONDO
Alle origini del pensiero e del nichilismo dellrsquoOccidente
44
I - La metafisica come sapere incontrovertibile
Lrsquointera esperienza cristiana si costituisce in relazione al thagraveuma da cui nasce la
filosofia
La filosofia nasce dalla meraviglia ma anche Cristo nasce dalla meraviglia
La parola greca thagraveuma che traduciamo con meraviglia indica anche lo stupore
attonito di fronte a ciograve che egrave strano imprevedibile orrendo mostruoso Indica lo smarrimento
angosciato che si prova dinanzi allrsquoenigma e al terrificante
Nel mito73
alle origini del pensiero la costruzione di un senso divino ed ordinato del
mondo che governa e definisce lrsquoesistenza permette allrsquouomo di sentirsi protetto Lrsquoesistere egrave
raccolto allrsquointerno di una spiegazione unitaria che predispone unrsquointerpretazione stabile del
Tutto attendendo preparato da essa lrsquoirrompere imprevedibile degli eventi Egrave infatti
lrsquoimprevedibilitagrave che genera il terrore
73 La parola mythos che viene tradotta con ldquomitordquo accentuando nella traduzione il carattere fabulatorio
del mytheiacuten Inizialmente mito non significa laquofavolaraquo laquoinvenzione arbitrariaraquo laquoleggenda inverosimileraquo
laquoracconto fantasticoraquo bensigrave laquoparola veraraquo laquonotizia vera di ciograve che egrave realeraquo ed egrave realmente accaduto tanto piugrave
vero quanto piugrave sta allrsquoorigine dei tempi e dunque eterno sacro divino lt Il passaggio dal mythos al logos non egrave il
passaggio dalla favola alla veritagrave egrave invece il passaggio alla testimonianza della veritagrave [] il mythos egrave lrsquoessere nella
veritagrave il logos egrave il sapere la veritagrave che si ha allora il mythos egrave un lasciare esposte le cose cosigrave come sono come
appaiono il logos egrave la coscienza che la veritagrave devrsquoessere appunto un lasciare esposte le cose cosigrave come esse sono
[] il passaggio dal mythos al logos il passaggio dal prefilosofico al filosofico non egrave quindi il passaggio a una cosa nuova bensigrave il passaggio alla testimonianza di ciograve che giagrave si egrave e giagrave egrave dinanzi[] Allora non crsquoegrave un passaggio
dalla favola alla veritagrave bensigrave passaggio dalla veritagrave in seacute la veritagrave che egrave ma che non sa di essere non possiede
ancora il proprio significato alla testimonianza della veritagrave alla consapevolezza che il discorso valido devrsquoessere
appunto lasciar le cose come sono alla consapevolezza che un discorso valido non puograve essere un poieiacuten []Il
mythos si realizza cosigrave come una contraddizione tra il lasciar essere le cose e lrsquoimposizione ldquopoeticardquo fa violenza
sulle cose Il logos invece egrave veritagrave ossia un lasciar essere ciograve che si impone ciograve che si annunzia o si manifesta
con autoritagrave gt E Severino Istituzioni di filosofia pag112-113
45
E quando lrsquouomo non si accontenta piugrave della produzione creazione poesia volontagrave
mitiche che le cose stiano in un certo modo di un atteggiamento sognante solo allora il
popolo greco volendo uscire dal sogno volendo cioegrave che il rimedio contro la morte e il dolore
non sia appunto il contenuto di un sogno ma sia qualche cosa che non possa essere smentito
vada cercando una veritagrave incontrovertibile
Questa volontagrave di uscire dal sogno questa volontagrave di guardare la veritagrave delle cose egrave la
filosofia E se essa sta ad indicare la volontagrave di portare alla luce il sapheacutes ciograve che di per seacute
stesso egrave chiaro e incontrovertibile allora con essa lrsquouomo vivragrave la veritagrave Veritagrave che nella
parola greca aleacutetheia74
che alla lettera significa ldquodisvelamentordquo accompagnata come valore
significativo alla parola episteacuteme75
traduciamo come la capacitagrave di imporsi sulle forze
pratiche mentali istintive che vorrebbero scuotere e abbattere ciograve che sta 76
74 lt La parola egrave costituita dallrsquoalfa privativo e dal termine λήθη (leacutethe) che vuol dire nascondimento
Λαvθάvω (lanthaacuteno) significa rimango nascosto occulto (velato celato) Allora se traduciamo aleacutetheia con
veritas perdiamo il senso autentico di questo termine percheacute aleacutetheia vuol dire non-nascondimento ossia
disvelamento E allora alegravetheia egrave anche mythos percheacute anchrsquoesso egrave un lasciar esposte le cose come sono ma
appunto egrave solo un lasciarle esposte Il logos egrave un riconoscere che la veritagrave devrsquoessere un lasciarle esposte gt Ivi
pag 115
75 lt rsquoEπιστήμη non egrave ὕβρις Yβρις egrave la tracotanza o prepotenza di ciograve che vuol farsi valere oltre la
propria potenza mentre episteacuteme egrave la potenza o la fermezza del dire attuale che si impone su ogni altro discorso
[hellip] la veritagrave dellrsquoessere appare sia nella δόξα che nellrsquoεπιστήμη ma solo questrsquoultima sa portarla alla luce e farla valere la δόξα non si cura del proprio carico prezioso ma di altre cose e tutto ciograve che dice puograve essere
contraddetto Quando la δόξα presume dire lrsquoincontrovertibile egrave ὕβρις gt Id Essenza del nichilismo pag157
76 lt Eschilo ci dice che se si deve cacciare dalla mente con veritagrave il dolore che rende folli allora egrave
necessario rivolgersi a Zeus ma Zeus non egrave il divino del mito (esso egrave lrsquoetere lrsquoacqua il fuoco e tutto ciograve che sta al
di lagrave di queste cose) ma quel divino che non sottostagrave allrsquoimprevedibilitagrave degli eventi gt Id lsquoI presocratici e la
nascita della filosofiarsquo collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il
quotidiano lsquoLa Repubblicarsquo
46
Steme egrave un costrutto linguistico che si forma sul verbo higravestasthai laquostareraquo laquoimporsiraquo
Epi-steacuteme significa epi-higravestasthai cioegrave stare laquosuraquo (epigrave) imporsi su ogni divenire laquosuraquo ogni
tempo e laquosuraquo ogni evento significa essere la Legge suprema a cui tutto deve adeguarsi e a cui
nulla puograve sfuggire
La veritagrave egrave lo stare originario che non si lascia smuovere e si impone sul divenire
Egrave innanzitutto lrsquoepisteacuteme a dire ad ogni ente laquoTu non avrai altro Dio allrsquoinfuori di meraquo
La veritagrave dellrsquoepisteacuteme mostra il senso incontrovertibile definitivo immutabile del Tutto essa
intende unire lrsquoevidenza del divenire allrsquoevidenza dellrsquoeterno Ed al suo interno lungo la storia
dellrsquoOccidente vengono innalzati tutti gli Immutabili e ogni forma del divino e dellrsquoeterno
Essa egrave lrsquoanima e il fondamento dellrsquointera tradizione dellrsquoOccidente che ha inizio cancellando
lrsquoambiguitagrave e il mistero che inevitabilmente compete al senso di ogni parola nel linguaggio pre-
metafisico77
Nel linguaggio biblico (ma anche in Platone) caos egrave sinonimo di magma di mescolanza
disordinata di elementi non ancora separati percheacute ancora non egrave stato guadagnato un certo
ordine o cosmo Lrsquoessenza del cosmo egrave pensata in funzione di un atto volontaristico (quello di
Dio ma anche il demiurgo platonico persuade la terra madre a diventare da caos a cosmo) che
intervenendo separa e separando ordina definendo il caos e ponendovi cosigrave fine
Eppure queste parole hanno alla radice un piugrave originario e piugrave autentico significato che
nulla ha da dividere coi significati di disordine mescolanza ordine separazione
77 Il linguaggio primitivo non porta alla luce il senso della veritagrave dellrsquoessere ma non porta alla luce nemmeno il senso alienato dellrsquoessere Resta per noi essenzialmente ambiguo percheacute non ci egrave consentito stabilire
se il significato delle sue parole esprima o tradisca la veritagrave dellrsquoessere Si puograve stabilire la sintassi ma non la
semantica ontologica di un linguaggio che non rende esplicito il senso dellrsquoessere e del niente (la lingua della
preistoria dellrsquoOccidente non parla della nientitagrave dellrsquoente ma soltanto della sicurezza della terra e delle cose
sicure)
47
La radice indoeuropea della parola chaos radic cha o radic gha che interviene in vari gruppi
di parole sia greche chasko chaino (mi apro mi dischiudo) sia latine hiatus (intervallo
apertura) non indica tanto il disordine o la mescolanza quanto lrsquoapertura il dischiudersi che
offre lo spettacolo della totalitagrave In questo senso il chaos non egrave la dimensione antecedente lrsquoe-
vocazione dellrsquoordine da parte di una volontagrave che chiamando separa ma egrave la dimensione
assoluta che ospita il suo interno ogni teogonia e ogni cosmologia ogni generazione di dei di
uomini e di mondi Non egrave una situazione separabile ma egrave la totalitagrave che include ogni
situazione
Dallrsquoetimo piugrave originario della parola chaos si opera una ripercussione sul termine
corrispettivo che egrave dato dalla parola kosmos la cui radice indoeuropea radic kens (da cui il
latino censeo) significa laquoannuncio con autoritagraveraquo Impiegare la parola kosmos allora non
significa riferirsi al mondo che nasce solo in presenza di un artefice ma significa riferirsi a
quella parola che nellrsquoapertura dischiusa del chaos si annuncia con autoritagrave senza poter essere
smentita Questa parola egrave il logos78
Con lrsquoavvento del pensiero metafisico anche lsquodiorsquo esce dallrsquoambiguitagrave ed entra nel
mondo non nel senso che venga necessariamente inteso come uno degli enti sensibili e
divenienti ma in quanto egrave pensato come il fondamento stesso del mondo ossia come ciograve che fa
sigrave che il mondo sia mondo
La parola greca ὐεός egrave essenzialmente costruita sulla radice δα Innanzitutto δα indica
lo star dinanzi manifesto e luminoso sigrave che Ζεύς lo laquosplendenteraquo egrave δηλος Ma la
manifestazione lascia apparire ed egrave dispensatrice delle differenze e quindi δα indica anche il
dispensare il dare in sorte distribuendo le differenze sigrave che il dio egrave il δαίμων che divide e
distribuisce le parti del tutto
78 U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag33
48
Ma il dispensare le differenze esige perizia e abilitagrave nel dispensatore esige cioegrave non
solo conoscenza ma anche padronanza dei differenti e quindi δα esprime anche il senso di
quella capacitagrave laquotecnicaraquo che viene indicata in parole come δαίος e δαήμων Ciograve vuol dire che
egli egrave artefice capace di padroneggiare le differenze che rende manifeste e che in quanto
padroneggiate sono ἔργον
Lrsquo ἔργον egrave la differenza padroneggiata e dispensata nellrsquoatto in cui viene resa manifesta
(δήμιον) Lrsquoartefice che assegna e distribuisce le parti differenti egrave allora insieme radice di ogni
sventura
Nei tratti che formano il significato premetafisico della parola ὐεός sono certamente
presenti le tracce di un modo di intendere il senso dellrsquoessere Ma le tracce rimangono
indecifrabili Si dovrebbe stabilire se quei tratti si sviluppino lrsquouno dallrsquoaltro in una sostanziale
solidarietagrave di fondo o siano invece le tracce di una abissale e inesplorata discordanza
nellrsquooriginario apparire dellrsquoessere Di tutto ciograve il pensiero metafisico non si occupa portando
nel mondo i linguaggi tra cui viene a trovarsi si convince di realizzare lrsquointerpretazione
autentica che rende esplicito il loro riposto significato ontologico
Dal punto di vista della metafisica lrsquoente puograve essere ossia puograve esistere solo se egrave
assicurato allrsquoesistenza da un fondamento Diversamente lrsquoente in quanto ente non puograve
esistere ossia egrave un niente79
79 lt ldquoEsse non habet creatura nisi ab aliordquo ldquoSibi relictardquoassunta cioegrave al di fuori della sua relazione al
fondamento la creatura ldquoin se considerata nihil estrdquo ldquoUnde prius naturaliter inest sibi nihil quam esserdquo
(Tommaso De aeternitate mundi7) Tuttavia anche ldquosibi relictardquo la creatura non egrave un niente Ponendo che la
creaturaldquosibi relictardquo egrave un niente il pensiero metafisico intende differenziare questa affermazione
dallrsquoaffermazione che il niente egrave niente gt E Severino Essenza del nichilismo pag 256
49
I primi pensatori realizzarono la situazione nella quale la realtagrave cosmica egrave saputa come
totalitagrave80
Ed egrave precisamente lrsquoapertura dellrsquoorizzonte della totalitagrave che conduce alla domanda
sul principio (ᾀρχή) e fa sorgere il problema di determinare che cosa sia ciograve per cui tutte le
cose che pur si differenziano lrsquouna dallrsquoaltra convengano tutte nellrsquoappartenere al medesimo
orizzonte
Gli antichi la maggior parte di coloro che per primi si posero a filosofare furono dei
metafisici in quanto fecero oggetto del loro interesse lrsquoapertura della totalitagrave e dei fisici in
quanto lrsquounica determinazione che conobbero della totalitagrave fu il mondo fisico
80 lt La prima filosofia non egrave un lasciare nellrsquoimplicitezza ma egrave un porre esplicitamente la categoria della
totalitagrave Proprio percheacute la categoria della totalitagrave egrave posta si sviluppa quella tematica del principio unificatore della
totalitagrave del molteplice gt e la comprensione di questa dimensione egrave possibile solo se il diverso viene visto come
insieme identico lt Il pensiero filosofico sin dal suo inizio storico egrave lrsquoattenzione portata allrsquounitagrave laddove il pensiero mitico pur pensa lrsquounitagrave ma facendo emergere la differenza Il concetto eracliteo di unitagrave degli opposti
altro non egrave che lrsquoesplicitazione di quellrsquoidentitagrave dei differenti che il pensiero filosofico pensa sin dal suo primo
apparire La filosofia sorge come attenzione al tutto ma al tutto si puograve prestare attenzione solo se le differenze
sono viste come tutte appartenenti al tutto il tutto puograve essere pensato solo se le molte cose sono pensate secondo
una sostanziale identitagrave solo se i differenti sono visti in certo senso identici[] Allora il problema che
inizialmente si presenta alla coscienza filosofica non egrave quello di introdurre un pensiero non ancora pensato di
produrre il pensiero dellrsquoidentitagrave che non si sarebbe ancora pensata infatti stando davanti la totalitagrave lrsquoidentitagrave egrave
pensata Il problema egrave invece quello di esplicitare ciograve che viene pensato per il fatto che il tutto egrave pensato[]
Quando Talete pensa lrsquoacqua come archeacute di tutte le cose non pensa semplicemente un elemento empirico una
cosa tra le cose ma pensa lrsquoacqua come concetto universale[] Il contributo dei presocratici non sta tanto
nellrsquoaver posto lrsquointero che egrave giagrave posto nelle teogonie ma nellrsquoesplicitazione particolarmente intensa dellrsquointero e questa intensitagrave la troviamo giagrave affermata a proposito di Anassimandro e di Anassimene [] Lrsquouomo vede quindi
da sempre lrsquounitagrave ma solo a questo punto della storia della filosofia quel semplice vedere si risolve in un riflettere
sulla necessaria posizione dellrsquoUno[] il mito tende appunto a lasciare inespressa lrsquounitagrave questo significa che il
discorso mitico insiste su altri punti cioegrave sulle differenze[] Il cercare lrsquoidentitagrave delle differenze significa cercare
lrsquoidentitagrave che lega i termini opposti significa in ultima analisi cercare il trascendentale [] proprio percheacute pur
essendo in ogni cosa in quanto comune a tutte le cose non vi si esaurisce e pur realizzandosi in ognuna di esse
le trascende per il fatto di essere a tutte comune gt Id Istituzioni di filosofia pag 146149150
50
Andando alla ricerca del principio i primi metafisici andarono alla ricerca di un
principio unificatore del molteplice o la ricerca del principio unificatore assunse la forma di
determinazione della materia primordiale Lrsquounitagrave delle cose che questi antichi vanno
ricercando acquista dunque il senso di principio materiale delle cose o il senso che si
conferisce a quella unitagrave egrave che le cose convengono tutte nellrsquoessere modi di configurazione di
una unica materia Ma si comprese ben presto lrsquoimpossibilitagrave di qualificare il principio come
una determinazione particolare non solo percheacute non poteva essere qualificato come una cosa
tra le cose ma anche in base alla constatazione del divenire o dello sparire di tutte le
determinazioni particolari del mondo
Il divenire egrave il principio dice Eraclito E infatti egrave nel divenire che le determinazioni
particolari si unificano poicheacute se ad ognuna di esse compete di sparire o di annullarsi e se lo
sparire o lrsquoannullamento di qualcosa egrave il sopraggiungere del contrario o dellrsquoopposto del
qualcosa e ancora se il contrario sopraggiunge solo in quanto il qualcosa sparisce segue che
il processo dello sparire egrave ciograve in cui si realizzano e si unificano le determinazioni piugrave differenti
Esso il processo stesso il divenire non sparisce ma egrave lrsquoimmutabile in cui ogni cosa che
sopraggiunge dilegua e si dissolve
Per Anassimandro lrsquoindeterminato si distingue dallrsquoeterno movimento onde le
determinazioni particolari si producono per Eraclito questa distinzione non ha ragione di
sussistere percheacute il movimento eterno contiene in seacute il motivo o la ragione per cui il principio
non egrave nulla di determinato particolarmente
Anassimandro si limita a rilevare lrsquoimpossibilitagrave di porre come principio una
determinazione particolare e in tal modo qualifica il principio solo negativamente81
sigrave che la
sua distinzione tra indeterminato e movimento eterno non si appoggia su alcuna qualificazione
per la quale lrsquoindeterminato possa distinguersi dal movimento
81 Una volta che ci si rende conto dellrsquoimpossibilitagrave di trattare il trascendentale come un particolare si
tratta di definire in concreto che cosa sia il trascendentale non nel senso che determinandolo lo si debba limitare
o particolarizzare a nel senso che si tratta di accertare in cosa consista ciograve che non puograve essere determinato come
particolare
51
A questo punto egrave doverosa una precisazione
laquoTimbroraquo egrave il modo in cui la parola del mortale risuona nellrsquoaria e si rende visibile nella
scrittura Innumerevoli sono le parole che formano la preistoria dellrsquoOccidente eppure
risuonano tutte allrsquointerno dei due timbri fondamentali il timbro dellrsquoinflessibile e il timbro del
flessibile (o timbro della flessione) il timbro che esprime lrsquoinflessibile e il timbro che esprime
il flessibile
La preistoria e la storia dellrsquoars del mortale sono separate da un breve intervallo Esso
interrompe la vicenda in cui il senso della flessione si impadronisce del timbro dellrsquoinflessibile
La interrompe prima che questo impadronirsi si trasformi da dominio premetafisico in
dominio metafisico dellrsquoente cioegrave prima che il senso della flessione divenga esplicito nella
testimonianza che del senso dellrsquoente egrave data dalla lingua greca Nellrsquointervallo accade il
rovesciamento il senso dellrsquoinflessibile si impadronisce del timbro della flessione Anche
questo rovesciamento accade nella lingua greca Questo accadere viene considerato come
lrsquoinizio della filosofia greca Ma non egrave lrsquoinizio egrave lrsquointervallo prima dellrsquoinizio ossia prima che
il linguaggio dellrsquoOccidente testimoni lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
Lrsquointervallo forma un indugio e nel cammino del mortale lrsquoindugio stabilisce un bivio
Anassimandro ed Eraclito rimangono nellrsquoambiguitagrave del bivio
Ma che cosa significa nel linguaggio di Anassimandro e di Eraclito lrsquoessere τὸ χρεών e
lrsquoessere ὁ λόγος e lrsquoessere xατὰ τὸ χρεών e χατὰ τὸν λόγον A queste domande comincia a
rispondere Parmenide Anche Parmenide sta sul bivio ma come il seminatore di entrambi i
sentieri che si dipartono da esso
Lungo il cammino si forma un bivio percheacute nel luogo dove diviene esplicita la volontagrave
che lrsquoente sia niente in quel luogo si rende visibile anche per breve tempo un bagliore che
proviene da un cielo diverso da quello tracciato dal cammino dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
52
Il bagliore illumina per breve tempo un altro cielo e in esso un altro cammino lungo le
costellazioni del Giorno Il χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τ´ἐὸν ἔμμεναι di Parmenide parla di quel
bagliore82
82 E Severino Destino della necessitagrave pag 254 e 279
53
II - Il sentiero della Notte
Parmenide semina il Sentiero del Giorno ma semina anche il Sentiero della Notte83
Lo
semina percheacute per negarlo lo evoca
LrsquoOccidente cammina allrsquointerno di questa evocazione Per la prima volta nella storia
del mortale Parmenide84
conduce nel linguaggio il senso dellrsquoessere e della sua opposizione al
niente
E per la prima volta Parmenide si volge verso un percorso diverso dalla storia del
mortale il percorso dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia In questo rivolgersi verso il sentiero
intentato evoca per negarlo lrsquoopposto sentiero il sentiero dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente e in
questa evocazione testimonia ciograve che non era mai stato testimoniato
La prima testimonianza del senso alienato dellrsquoessere accade allrsquointerno del pensiero
che la vede come testimonianza alienata Ma proprio percheacute egrave nel linguaggio di Parmenide che
per la prima volta viene evocata la testimonianza dellrsquoalienazione (ossia che lrsquoessere non egrave)
questa testimonianza non puograve precedere la propria evocazione
Parmenide evocando il proprio nemico lo crede un giagrave esistente e i suoi versi sono rivolti ai ldquoi mortali dalla doppia testardquo dai quali lrsquoessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici
Lrsquoevocatore del Sentiero della Notte non avverte di esserne lrsquoevocatore e crede che esso sia giagrave
incominciato85
Lrsquoessere parmenideo egrave la qualificazione positiva dellrsquoindeterminato anassimandreo
lrsquoorizzonte dellrsquointero puograve realizzarsi solo in quanto si apra come orizzonte dellrsquoessere
83 ἕνυα πύλαι Νυϰτός τε ϰαὶ ᾽´Ηματός εἰσι ϰελεύὑων lsaquolsaquoQui la porta che divide i sentieri della Notte e del
Giornorsaquorsaquo Parmenide fr 1 v 11
84 Da un punto di vista storico possiamo indicare una complementaritagrave dicendo che da un lato Eraclito
opera la determinazione formale dellrsquoaacutepeiron dallrsquoaltro Parmenide indica la determinazione materiale o concreta
dellrsquoaacutepeiron (materiale inteso come opposto al formale nulla a che vedere con la materia fisica) Per Eraclito
lrsquoaacutepeiron egrave lrsquoopposizione per Parmenide egrave lrsquoessere
85 E Severino Destino della necessitagrave pag 528-529
54
Parmenide tenendo fermo il principio dellrsquoimpossibilitagrave che il non essere sia o che
lrsquoessere non sia pone lrsquoessere come principio per cui si costituisce lrsquointero e quindi come ciograve
che permette lrsquounitagrave del molteplice E questo viene ad equivalere alla stessa negazione o allo
stesso annullamento del molteplice e del divenire di questo che egrave quanto dire negazione e
annullamento del mondo in quanto manifestatesi come lrsquoinsieme di tutte le molteplici cose
divenienti Infatti le cose sono molte e differenti in quanto sono altro oltre al loro semplice
essere Ma che le cose siano altro dallrsquoessere significa che esse proprio in quanto molte e
differenti sono non essere visto che soltanto il non essere egrave altro dallrsquoessere Affermare
dunque che le cose sono molte significa affermare che il non essere egrave Per eliminare questa
contraddizione saragrave quindi necessario eliminare ciograve che la produce saragrave necessario negare che
le cose siano molteplici Il divenire poi egrave reale solo in quanto anchrsquo esso include la realtagrave o
lrsquoessere del non essere Il divenire egrave infatti un passaggio dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere
al non essere La realtagrave del passaggio implica la realtagrave dei termini tra i quali si istituisce il
passaggio Ma poicheacute il non essere non egrave non puograve essere nemmeno il passaggio86
86 lt affincheacute la posizione parmenidea sia riguardata come un problema o come unrsquoaporigravea egrave
necessario avvedersi dellrsquoimpossibilitagrave di negare la realtagrave del mondo molteplice e diveniente per salvare o per
tener ferma lrsquounitagrave e lrsquoimmobilitagrave dellrsquoessere Egrave necessario avvedersi ancora che quella di Parmenide egrave infine una
scelta o una preferenza che egli accorda allrsquoessere piuttosto che al mondo gt Id I principi del divenire La Scuola
Brescia 1995 pag 13
55
Lrsquoontologia di Platone87
e Aristotele sono lrsquoassestamento di questa intuizione E
lrsquoassestamento si impone ma la scoperta egrave troppo grande percheacute lo scopritore non ne resti
abbagliato Il mondo svanisce nella prima luce dellrsquoessere svanisce come valore diviene
esistenza contrapposta allrsquoessenza e il valore egrave lrsquoessere come immutabilitagrave e semplicitagrave
assoluta
Lrsquoimprevisto lrsquoinsospettato egrave per il logo il mondo non Dio Ma se il logo si fa sorprendere dal
mondo in modo da non sapersi riprendere dalla sorpresa se non negando il mondo diventa logo
astratto ed egrave qui che si ferma Parmenide88
La semplice opposizione tra lrsquoessere (inteso come ciograve che egrave) e il nulla (inteso come ciograve
che non egrave) resta nellrsquoambiguitagrave percheacute la si puograve intendere ndash come si incominciograve e si continuograve
ad intenderla ndash come una legge che governa sigrave lrsquoessere ma che lo governa sin tanto che esso egrave
Lrsquo Occidente egrave la civiltagrave che cresce allrsquointerno dellrsquoorizzonte aperto dal senso che il
pensiero greco assegna allrsquoesser-cosa delle cose
87 Platone si egrave lasciato sfuggire la grande occasione di pensare la veritagrave dellrsquoessere percheacute anche lui (e dopo di lui tutto il pensiero occidentale) lascia al fondo del pensiero dellrsquoente lrsquoastratta separazione dellrsquoessere e
della determinazione proprio lui che si presenta come il pacificatore della scissione ossia come lrsquounificatore
dellrsquoessere e della determinazione lt Platone era divenuto il difensore del concreto il riparo dal naufragio
parmenideo e sotto questo riparo il pensiero occidentale si poneva una volta per tutte senza avvedersi che lrsquoovile
non era stato chiuso prima che entrasse il lupo e senza avvedersi che era stata lasciata fuori in sovrana solitudine
la luce della veritagrave dellrsquoessere gt Id Essenza del nichilismo cit pag 74
88 Id La struttura originaria cit pag 391
56
Sei secoli prima di Cristo la filosofia greca incomincia a concepire la cosa come ciograve
che totalmente o parzialmente esce dal niente e vi ritorna oscilla tra lrsquoessere e il niente un
ἐπαμφοτεριζειν89
dove laquoi dueraquo (ἀμφότεϱα) laquorispettoraquo (ἐπί) ai quali la cosaraquo egrave in lotta con seacute
stessaraquo (ἐϱίζει) sono lrsquoessere (τὸ ὄν) e il niente (τὸ μὴ ὄν inteso come τὸ πάντως μὴ ὄν nihil
absolutum90
In quanto laquoparteciparaquo di entrambi (τὸ ἀμφοτέϱων μετέχον)91
la cosa (τι) ha entrambi
come predicati essa egrave qualcosa che laquoinsiemeraquo (ἃμα) egrave e non egrave τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν92
Ma
lrsquoavverbio ἃμα non compare nel finale del libro quinto della Repubblica col senso temporale
che probabilmente esso intende esprimere nel celebre passo del libro quarto della Metafisica93
nel testo platonico ἃμα indica lrsquoinseparabilitagrave dei due (lrsquoessere e il niente) tra i quali la cosa egrave
indecisa nel suo oscillare tra lrsquouno e lrsquoaltro Dellrsquooscillante non solo non egrave possibile pensare
che sia semplicemente legato allrsquoessere (οὔτ᾽ εἶναι) o al non essere (οὔτε μὴ εἶναι) o che non
sia legato ad alcuno dei due (οὔτε οὐδέτεϱον) ma non si puograve nemmeno pensare che esso sia
lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα
Lrsquoἐπαμφοτεριζειν (lrsquooscillante) egrave un dibattersi (ἐϱίζειν) tra lrsquoesser e il niente (ἐπὶ τὰ
ἀμφότεϱα) proprio percheacute non egrave contemporaneamente lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα Il
dibattersi egrave il divenire della cosa Dove la cosa insieme (ἃμα) egrave e non egrave nel senso che nel
divenire lrsquoessere e il non essere sono inseparabili e non nel senso che nel divenire la cosa sia
e non sia contemporaneamente
Ma proprio percheacute nellrsquoespressione τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν lrsquoavverbio ἃμα non indica
la contemporaneitagrave ma lrsquoinseparabilitagrave dei due che si contendono la cosa proprio per questo
tale espressione egrave la definizione stessa del divenire cioegrave del tempo
89 Platone Civitas 479 c Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo fedelmente alla loro
utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino nelle opere di riferimento riportate in nota
90 Ibid 478 d
91 Ibid 478 d-e
92 Ibid 478 d
93 Aristotele Metafisica 1005 b 19-20
57
Lrsquoente quindi in quanto ente egrave ciograve che puograve non essere In quanto ente non egrave
lrsquoimmediata esclusione del suo poter non essere Lrsquoente egrave la cosa (il τι) nel suo essere coinvolta
nellrsquo ἐπαμφοτεριζειν tra lrsquoessere e il niente Affincheacute si possa porre un ente come immutabile e
quindi come ciograve che non puograve non essere si egrave costretti ad introdurre un medio tra lrsquoesser ente
dellrsquoente e lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoente
Introducendo un μεταξύ fra lrsquoessere e il nulla94
Platone segna il destino dellrsquoOccidente
lrsquoaffermazione di una dimensione in cui egrave contenuto ciograve che nasce e muore ossia ciograve che
partecipando dellrsquoessere e del niente non era e non saragrave piugrave era un niente e saragrave ancora un
niente Platone lascia in ereditagrave agli uomini il mondo compiendo il parricidio che conduce
nellrsquoessere le determinazioni che Parmenide lasciava nel nulla Ma il parricidio andava
compiuto le determinazioni non sono un niente (un ἐναντίον dellrsquoessere) e cioegrave sono
Lrsquoessere non egrave il puro indeterminato ma la totalitagrave concreta delle determinazioni95
Ma
nellrsquoatto stesso in cui Platone contrappone lrsquoessere concreto determinato al niente lascia
lrsquoessere identico al niente
94 Platone Civitas V 477-480)
95 lt Nella fondamentale dottrina metafisica quella hegeliana dellrsquointelletto astratto egrave lo sviluppo
dialettico il modo determinato secondo cui si istituisce la sintesi tra il puro essere e la totalitagrave delle determinazioni
Ma il significato ultimo della sintesi hegeliana egrave ancora quello platonico tra il puro essere e le determinazioni si
apre sin dal principio un abisso incolmabile onde lrsquounione delle due sponde egrave la sintesi di ciograve che sin dal principio
egrave stato destinato a rimanere diviso Nello sviluppo dialettico il puro essere si determina (si unisce alla determinazione) ma la determinazione mantiene nella sintesi il carattere che sin dal principio le conviene in
quanto separata dallrsquoessere di essere un niente Egrave unita allrsquoessere ma contiene ad essere un niente Egrave quindi
inevitabile che sia trattata come un niente e si affermi che la sua sintesi con lrsquoessere egrave accidentale e che sia quindi
destinata a nascere e a morire eterno rimanendo solamente quellrsquoente privilegiato che egrave la stessa accidentalitagrave
della sintesi Ma questa sintesi necessaria ndash lrsquoorganismo delle categorie lrsquoIdea ndash egrave la struttura privilegiata che
rende possibile il divenire delle determinazioni empiriche lrsquoistituzione della sintesi accidentale tra il categoriale e
lrsquoempirico gt E Severino La struttura originaria pag 403
58
Pensa le determinazioni come per seacute indifferenti al loro essere o non essere Per tenerle
ferme nellrsquoesistenza quegli esseri-relativi deve andare alla ricerca di un fondamento che perograve
fonda soltanto la ragione privilegiata delle determinazioni universali (idee) ed abbandona
allrsquoannullamento le determinazioni empiriche96
La soluzione che Aristotele dagrave dellrsquoaporigravea parmenidea si svolge in due momenti
accertamento della struttura intrinseca del divenire e accertamento delle condizioni totali della
pensabilitagrave del divenire ossia le condizioni in base alle quali la realtagrave del divenire non egrave
contraddittoria Ed essa realtagrave non lo egrave in quanto la contraddizione egrave tolta negando che il
divenire sia lrsquointero e quindi ponendo una realtagrave non diveniente egrave tolta introducendo il
concetto di sostrato
Il divenire non egrave piugrave indeterminatamente considerato ma egrave determinato come una
struttura complessa passaggio di un sostrato dalla privazione di una certa forma alla forma
corrispondente che egrave il concetto di ldquodivenienterdquo quel ldquoterzordquo tra il non essere e lrsquoessere che
quindi diviene97
Nel De Interpretatione98
si afferma infatti
Che dunque ciograve che egrave sia quando egrave e che ciograve che non egrave non sia quando non egrave egrave necessario tuttavia
non egrave necessario neacute che tutto quanto ciograve che egrave sia neacute che tutto quanto ciograve che non egrave non sia Infatti
non egrave la stessa cosa che tutto quanto ciograve che egrave sia di necessitagrave quando egrave e lrsquoessere assolutamente di necessitagrave E similmente va detto anche per ciograve che non egrave
96 Id Essenza del nichilismo pag 148
97 lt la differenza tra il parmenidismo e lrsquoaristotelismo [] egrave la stessa differenza tra il concetto di sapere
metafisico come appartenente alla struttura del fondamento e il concetto per il quale il sapere metafisico egrave
unrsquoulterioritagrave rispetto a quella struttura che deve essere conseguita attraverso un procedimento mediazionale gt
Id La struttura originaria cit pag 399
98 Traduzione condotta sul testo Della Interpretazione Edizione Bur quarta edizione marzo 2000 23-28
pag 99
59
Il principium firmissimum esprime la struttura dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente proprio
percheacute egrave il principio dellrsquoente in quanto ente (non un certo ente privilegiato) Esso egrave la
posizione della nientitagrave dellrsquoente espressa come non-nientitagrave dellrsquoente
Esso egrave lrsquoespressione piugrave esplicita e radicale dellrsquoopposizione dellrsquoente al niente E
tuttavia nel principio di non contraddizione la nientitagrave dellrsquoente resta essenzialmente affermata
proprio nellrsquoatto in cui la si vuole escludere nel modo piugrave perentorio Essa si manifesta nella
forma del suo opposto
In una sua formulazione fondamentale il principium firmissimum dice che laquonon egrave
possibile che la stessa cosa sia e non siaraquo (εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) per il medesimo rispetto e nello
stesso tempo (ϰαῦ᾽ ἕνα ϰαὶ τὸν αὐτὸν χϱόνον)99
Ciograve significa da un lato che il diverso puograve
esser e non essere nello stesso tempo e cioegrave che in un certo tempo alcuni degli enti sono ed
altri non sono e dallrsquoaltro lato significa che in tempi diversi il medesimo egrave e non egrave prima d i
nascere e dopo il suo perire non egrave ed egrave tra la nascita e la morte
99 Aristotele Metafisica 1061 b 36
Fabro critica fortemente lrsquointerpretazione severiniana dei testi aristotelici nella fattispecie il carattere temporale
assegnato al principio di non contraddizione lt Sotto lrsquoaspetto reale Aristotele che non conosce la creatio ex
nihilo della Bibbia ed ammette lrsquoeternitagrave del mondo []si muove con assoluta fedeltagrave alla concezione greca della necessitagrave del Tutto [] Il nascere e il perire cioegrave la contingenza del mondo sublunare [] esprimono non un passare
dallrsquoessere al non essere ma dallrsquoessere tale ad un essere tal altro della materia secondo le leggi fisiche e
biologiche della generazione e corruzione gt concludendo lt Il problema del tempo come qualificante lrsquoessere
dellrsquoente quale lrsquoinvoca il Severino egrave qui del tutto assente poicheacute si tratta unicamente del problema del rapporto
fra logica e metafisica cioegrave della dipendenza fra il modo di predicare e il modo di essere e si afferma che il primo
dipende dal secondo che il pensare dipende dallrsquoessere e che le qualitagrave del pensare e del predicare dipendono dal
modo di essere gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag110-112
60
Al principio di non contraddizione appartiene essenzialmente la persuasione che agli
enti sia consentito di non essere100
100 La negazione dellrsquoidentitagrave che la forma del dire e del pensare presenta nella preistoria dellrsquoOccidente
egrave determinata dallrsquoisolamento del soggetto dal predicato
lt Anzi il senso stesso del soggetto e del predicato egrave determinato dallrsquoisolamento giaccheacute il soggetto egrave ciograve che
permane ed egrave significante indipendentemente e isolatamente dal predicato Lrsquoisolamento egrave la coscienza in quanto
isolante cioegrave in quanto essa isola il proprio contenuto separando la parte dalle altre parti e la parte dal tutto In
quanto il soggetto egrave isolato dal predicato il soggetto egrave sempre un altro dal predicato Anche quando il predicato egrave il soggetto stesso (come in A egrave A) e in A egrave A A-soggetto isolato non solo egrave altro da A-predicato ma egrave qualcosa
a cui non puograve competere di essere A giaccheacute il suo essere A ndash il suo essere se stesso ndash egrave appunto ciograve da cui A-
soggetto in quanto isolato da A-predicato egrave isolato [] A sua volta quanto al contenuto del pensiero e del dire
dellrsquoOccidente lrsquoessente puograve essere pensato come ciograve che esce dal niente e vi ritorna solo in quanto egrave isolato
dallrsquoessere ndash ossia dal suo essere seacute[] In Aristotele lrsquoantecedenza e indipendenza della dimensione noetica
(oggetto dellrsquooperatio prima intellectus) da quella dianoetica (oggetto dellrsquooperatio secunda intellectus) egrave
appunto lrsquoisolamento del noetico dal suo esser seacute che si costituisce nella e come dimensione dianoetica Il
principio di non contraddizione che afferma lrsquoidentitagrave dellrsquoessente dice Tommaso (In duodecim libros
Metaphysicorum Aristotelis expositio 605) egrave sigrave il primo ossia egrave il principio fondamento ma nella seconda
operazione dellrsquointelletto (est naturaliter primum in secunda operatione intellectus) Per Hegel la determinazione
in quanto isolata egrave un contraddirsi Ma in quanto isolata la determinazione egrave una dimensione noetica [] Hegel
mostra sigrave che il noetico isolato egrave un contraddirsi ma concepisce il piano dianoetico (lrsquounitagrave di determinazioni diverse) come il risultato del divenire prodotto dalla contraddizione e quindi anche per Hegel lrsquointelletto
(Verstand) che isola il noetico egrave lrsquooperatio prima intellectus rispetto alla dimensione dianoetica costituita dalla
sintesi dialettica gt
Per Tommaso il principio drsquoidentitagrave e non contraddizione egrave un principio di ragione lt Quando si dice che
qualcosa egrave identico a seacute stesso [aliquid esse idem sibiipsi] lrsquointelletto assume come due ciograve che quanto alla cosa egrave
uno [intellectus utitur eo quod est unum secundum rem ut duobus] Altrimenti non potrebbe designare la
relazione dello stesso a seacute stesso Onde appare che la relazione include sempre due estremi e se nelle relazioni di
questo tipo non ci sono due estremi quanto alla cosa ma solo quanto allrsquointelletto la relazione di identitagrave non
potragrave essere una relazione reale ma solo di ragione gt
Nemmeno Tommaso vede che un intelletto che assuma come due ciograve che egrave uno afferma la contraddizione
impossibile cioegrave che lrsquouno egrave due lrsquoidentico egrave differente Pensare che lrsquoidentitagrave non sia quindi una relazione reale consente al realismo di concludere che lrsquoessente indipendentemente dallrsquointelletto egrave identico a seacute (altrimenti il
dirlo identico ndash esso egrave appunto illud quod dicitur idem ndash sarebbe falso) ma la sua identitagrave con seacute si costituisce
come tale (cioegrave formalmente) solo nella riflessione dellrsquointelletto sullrsquoessente Lrsquoessente egrave in seacute identico a seacute non
egrave per seacute identico a seacute [] In quanto isolato dallrsquoidentitagrave con seacute stesso (e cioegrave dal suo non esser lrsquoaltro da seacute)
lrsquoessente non egrave seacute stesso non solo non appare come seacute stesso ma non egrave nemmeno seacute stesso Egrave un nulla Un nulla
che il pensiero dellrsquoOccidente intende come essente (noema significato) indipendentemente dal suo esser pensato
come esser seacute e come non esser lrsquoatro da seacute gt E Severino Tautoacutetēs Adelphi Milano 1995 pag 102-105108
61
Questa persuasione gli appartiene anche quando in esso non vien fatta alcuna menzione
del tempo giaccheacute lrsquoente di cui vien posta lrsquoincontraddittorietagrave viene pensato come ciograve che in
quanto tale puograve non essere Il principio di non contraddizione stabilisce lrsquoopposizione dellrsquoente
al niente ma egrave lrsquoente in quanto egrave che si oppone al niente e non lrsquoente in quanto non egrave ndash dove
questo ldquoin quanto non egraverdquo esprime un aspetto essenziale dellrsquoente in quanto ente
Aristotele afferma lrsquoimpossibilitagrave che qualcosa cui convenga una certa determinazione
abbia ldquonello stesso tempordquo la determinazione contraddittoria Il che vuol dire che in un tempo
diverso puograve convenirle
Il pensiero metafisico supera lrsquoeleatismo percheacute oppone al niente non solo il puro essere
indeterminato ma ogni ente determinato
Ciograve che con la filosofia platonica e aristotelica si viene a guadagnare egrave lrsquoesistenza del
mondo E si tratta di un guadagno nel senso che il mondo non deve essere semplicemente
affermato ma deve essere affermato tenendo fermo quel puro atto che agli occhi di Parmenide
esigeva la nullitagrave o illusorietagrave del mondo il mondo egrave guadagnato nel senso che si mostrano le
condizioni del suo coesistere a Dio allrsquoeterno101
101 Aristotele lt Al posto di una palude incomprensibile piena di fumi del mistero e della magia egli
pone di fronte alla nostra intelligenza uno schema grandioso e coordinato limpido da comprendere e fondato sui
fatti ovvi e persistenti della nostra esperienza Nella generalitagrave della sua portata esso egrave insieme filosofico e
scientifico e fornigrave piugrave tardi lo sfondo fisico allo schema cristiano della salvezza gt Alfred North Whitehead
Science and Philosophy traduzione dallrsquoinglese di Stefano Federici Scienza e Filosofia Castelvecchi Roma I
edizione aprile 2014 pag 12
62
III - Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire
Lrsquo irruzione delle differenze del molteplice nellrsquoarea dellrsquoessere porta a concepire
lrsquointero del positivo sulla traccia del positivo empirico percheacute come ripetiamo lrsquoessere egrave ciograve
che egrave quando egrave e che non egrave quando non egrave
Ma sia il mondo delle idee che lrsquoatto puro di Aristotele sono certamente privi di una
dimensione del positivo la materia la radice cosmica da cui si generano tutte le cose sensibili
che non egrave dominata dal divino ma solo lsquopersuasarsquo a trasformarsi da caos in cosmo Egrave appunto
lrsquoesigenza di intendere lrsquoimmutabile come la pienezza dellrsquoessere ciograve che spinge lo stoicismo
il neoplatonismo la patristica e la scolastica a porre la dipendenza assoluta del mondo da Dio
Lrsquoimmutabile dagrave lrsquoessere alla materia e al mondo percheacute se li trovasse davanti a seacute
indipendenti e come suo limite esso mancherebbe di qualcosa sarebbe cioegrave aperto ad un
completamento possibile non sarebbe lrsquoimmutabile Ma se per Parmenide lrsquoimmutabile non
manca di nulla percheacute il mondo egrave illusorio per Agostino e Tommaso lrsquoimmutabile non manca
di nulla percheacute contiene tutta la positivitagrave del mondo e la puograve contenere solo a patto di porsi
come il libero creatore del mondo
Lrsquoesistenza dellrsquoimmutabile trasforma in un ente il niente secondo cui si struttura il
divenire e quindi trasforma lrsquoevidenza del divenire in una semplice apparenza e in un niente
lrsquoessere del divenire Lrsquoopposizione del positivo e del negativo egrave il principio motore della
metafisica classica quel principio cioegrave che porta appunto alla concezione creazionistica della
realtagrave102
Ma pensare lrsquoessere in seacute stesso un positivo che egrave anche negativo egrave contraddittorio
Il contrario dellrsquoessere egrave il non-essere il contraddittorio dellrsquoessere egrave tutto ciograve che non egrave essere
102 laquoDio ha scelto ciograve che nel mondo egrave nulla per ridurre a nulla le cose che sonoraquo Prima lettera ai
Corinzi 128
63
Lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla egrave uno dei modi secondo i quali il positivo si oppone
al negativo nella sua concretezza la veritagrave dellrsquoessere egrave lrsquoopposizione nella sua universalitagrave e
non in questo o quel modo in questa o quella individuazione sia pure emergente come quella
costituita dalla proibizione che lrsquoessere non sia
Ma il pensiero vive anche quando si contraddice quando si contraddice non si annulla
laquoIl contraddirsi non egrave un non pensar nulla ma egrave un pensare il nullaraquo103
Che il nulla si lasci
guardare dal pensiero costituisce uno dei piugrave formidabili ostacoli al pensiero dellrsquoessere104
Rispondere alla domanda del percheacute lrsquoidentitagrave dellrsquoessere e del non-essere non possa
essere affermata vuol dire operare il disvelamento autentico della veritagrave dellrsquoessere che non egrave
un semplice dire ma egrave un dire che ha valore ossia egrave capace di togliere la propria negazione
lrsquoautentica veritagrave epistemica
E dunque lrsquoopposizione dellrsquoessere e del non-essere affincheacute sia vista nella sua veritagrave
devrsquoessere vista nel suo valore Ossia da un lato il predicato conviene per seacute o
immediatamente al soggetto dallrsquoaltro lrsquoopposizione non puograve essere negata percheacute anche la
negazione puograve vivere come negazione solo se a suo modo afferma lrsquoopposizione Se
lrsquoopposizione viene in qualche modo negata e la negazione vuol essere negazione allora la
negazione si oppone al proprio negativo cioegrave si tien ferma in quel significare per cui essa egrave
negazione e differenzia questo significare da ogni altro significare ossia differenzia e oppone
questa positivitagrave in cui consiste il suo esser significante come negazione e come quella certa
negazione che egrave al proprio negativo
103 E Severino Essenza del nichilismo pag57
104 lt Lo Heidegger ha richiamato lrsquoattenzione su di esso ma i difensori della metafisica tradizionale non
hanno avvertito la gravitagrave del richiamo Ma se lo Heidegger avverte che il pensiero del nulla fa del nulla un
positivo rinuncia poi a superare questo ostacolo e ripiega sulla comoda condanna della logica e del principio di
non contraddizione Ma lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla non egrave un principio della logica ma il respiro del
pensiero gt Ibidem
64
Lrsquoopposizione egrave il fondamento di ogni dire e quindi anche di quel dire in cui consiste la
negazione dellrsquoopposizione In ogni discorso come in ogni pensiero il significato che emerge
nel dire e nel pensare egrave tenuto fermo nella sua diversitagrave da ogni altro significato nella sua
opposizione appunto al proprio negativo
Lrsquoessere viene incontro dominato dalla legge che lo oppone al non-essere in ogni suo
manifestarsi Nellrsquo opposizione originaria ogni essere si volge in piugrave direzioni si trova in una
pluralitagrave di rapporti Questa pluralitagrave di direzioni o rapporti egrave appunto la pluralitagrave di modi
secondo cui ogni positivo si oppone al suo negativo
Lrsquoopposizione originaria non egrave neacute questo neacute quel modo dellrsquoopposizione ma la loro
cooriginarietagrave ossia lrsquouniversale concreto dellrsquoopposizione espresso dalla proposizione
lrsquoessere non egrave non essere dove ripetiamo non viene pensata soltanto lrsquoopposizione dellrsquoessere
al nulla bensigrave lrsquoopposizione ad ogni forma del negativo (e quindi anche lrsquoopposizione al nulla)
Lrsquoopposizione egrave fondamento nel senso che egrave ciograve senza di cui non si costituirebbe
nessun discorso e nessun pensiero se la negazione non ponesse alla propria base lrsquoopposizione
(ossia non ponesse la propria positivitagrave significante a ogni altro significare) non esisterebbe
nemmeno Esiste solo se afferma ciograve che nega
Rilevare che la negazione dellrsquoopposizione egrave affermazione della propria inesistenza
vuol dire semantizzare lrsquoimpossibilitagrave di negare lrsquoopposizione Lrsquoopposizione che se ne sta in
solitudine sovrana egrave lrsquoopposizione universale del positivo e del negativo e non la sola
opposizione dellrsquoessere al nulla (che egrave soltanto individuazione dellrsquoopposizione universale)105
105 Bontadini aveva criticato Severino in questa configurazione dellrsquoἕλεγχος obiettando che se si pone
come principio la proposizione laquoLrsquoessere non egrave il nullaraquo la negazione di questa proposizione non afferma ciograve che
nega giaccheacute la negazione opponendosi allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione non si oppone al nulla bensigrave a un
certrsquoaltro essere Chi nega cioegrave lrsquoopposizione di contraddizione (tra essere e non essere) non afferma la stessa
opposizione ma solo unrsquoopposizione di diversitagrave Ivi cit pag 121
65
Lrsquoopposizione originaria proprio percheacute universale egrave sia opposizione di
contraddizione sia opposizione di diversitagrave opposizione del positivo a tutto ciograve che non egrave quel
positivo e dunque opposizione tanto al nulla quanto ad ogni altro positivo E tutto ciograve che egrave
altro dalla negazione egrave tutto ciograve che egrave altro dalla negazione e non soltanto una parte106
106 Lrsquo ἕλεγχος aristotelico egrave lrsquoaccertamento che lt la negazione non esiste come negazione pura ossia
come negazione che non abbia bisogno per costituirsi di affermare ciograve che nega [] proprio percheacute il fondamento della negazione egrave ciograve che essa nega essa consiste nella negazione di seacute medesima nel suo togliersi come discorso
gt Lrsquo ἕλεγχος mostra che la negazione universale dellrsquoopposizione tra positivo e negativo tra essere e non essere
non riesce a costituirsi proprio percheacute si costituisce solo se egrave affermazione dellrsquoopposizione Lrsquoἕλεγχος non dice
che lt la negazione dellrsquoincontraddittorietagrave non egrave ammissibile percheacute egrave contraddittoria [] ma dice che tale
negazione non riesce a vivere come negazione percheacute nellrsquoatto in cui si costituisce come negazione essa egrave insieme
anche affermazione [] Il toglimento della negazione non egrave dunque determinato dallrsquoaccertamento della
contraddittorietagrave di questa [] ma dal rilevamento che la negazione non riesce a vivere come negazione pura []
Nel caso in cui la negazione riconoscendo di non poter vivere come negazione pura rinunci a porsi come
negazione universale e si ripresenti come negazione limitata dellrsquoincontraddittorietagrave anchrsquoessa diventa allora un
discorso che non volendo negare ciograve su cui si fonda vuol essere incontraddittorio (condizione richiesta dalla
determinatezza del discorso) [] La considerazione concreta della determinatezza della negazione
dellrsquoopposizione rileva che la negazione si costituisce come negazione solo se da un lato egrave determinata come unitagrave semantica rispetto al proprio negativo e dallrsquoaltro lato se i termini che la costituiscono sono essi stessi
determinati gli uni rispetto agli altri La considerazione concreta di questa determinatezza consente una
formulazione dellrsquoἕλεγχος tale da fargli ricevere lrsquoampiezza massima che gli conviene non semplicemente la
negazione del determinato si fonda sullrsquoaffermazione di una parte di ciograve che essa nega ma la negazione si fonda
sullrsquoaffermazione dellrsquointero di ciograve che essa nega gt Ivi pag43-45
66
Lrsquoidentitagrave degli opposti in quanto pensata egrave un positivo e come positivo non egrave
negativo
Lrsquoidentitagrave degli opposti come esistente egrave un positivo significare ed egrave appunto questo
positivo significare ciograve senza di cui non si costituirebbe lrsquoopposizione del positivo e del
negativo
Lrsquoidentitagrave degli opposti egrave presupposta non in quanto identitagrave degli opposti ma in quanto
positivitagrave significante La negazione dellrsquoopposizione presuppone ciograve che essa nega mentre la
negazione dellrsquoidentitagrave degli opposti non presuppone ciograve che essa nega ma il positivo
significare di ciograve che essa nega lrsquoopposizione del positivo e del negativo non presuppone che il
positivo sia negativo ma presuppone quella positivitagrave significante che forma il contenuto
dellrsquoidentificazione del positivo e del negativo
Ecco che allora la negazione dellrsquoopposizione non riesce a costituirsi sigrave che
lrsquoopposizione (lrsquoincontraddittorietagrave la determinatezza) egrave il destino del dire egrave appunto ciograve che
si deve dire
La negazione che lrsquoessere non sia egrave individuazione dellrsquoopposizione universale del
positivo e del negativo e in quanto tenuta ferma nella sua concreta relazione allrsquouniversale
essa partecipa dellrsquooriginarietagrave del logo ndash inteso questo come lrsquoopposizione del positivo e del
negativo
Il fiore non egrave lrsquoalbero o questo positivo non egrave questo suo negativo il fiore non egrave lo
stagno la casa lrsquoalbero e tutto ciograve che egrave altro dal fiore
Ma quando lrsquoessere e quindi ogni essere si rivolge verso quella direzione lungo la quale si lega al suo Egrave quando cioegrave del fiore non si dice solamente che non egrave lrsquoalbero ma si dice che egrave e non puograve
non essere non puograve accadere che non sia allora ogni essere prende volto divino107
107 Ivi pag 58
67
CAPITOLO TERZO
Per una comprensione dellrsquoEssere
68
I - La struttura originaria dellrsquoessere
La struttura originaria egrave la struttura originaria dellrsquoessere108
ciograve che egrave necessariamente
presente in quanto un essente egrave e appare Senza la presenza di tale struttura nessun essente
potrebbe essere e apparire Essa egrave lo scheletro dellrsquoessere la sua grammatica di base la sua
sintassi fondamentale la quale non essendo un unico significato ma un intreccio inscindibile
di significati essa egrave una struttura (un complesso logico-semantico consistente nella totalitagrave
delle determinazioni che devono essere presenti affincheacute un essente possa apparire) In altre
parole la struttura originaria egrave la forma essenziale di ogni essente ciograve con cui esso egrave
necessariamente in relazione il suo legame indissolubile
In quanto lrsquoessere egrave immediatamente innegabile e lrsquoinnegabilmente immediato la
struttura originaria dellrsquoessere egrave la struttura originaria della necessitagrave dove il termine necessitagrave
ndash dal latino ne-cedo ndash esprime il senso assoluto dellrsquoinnegabilitagrave quale autonegativitagrave
immediata del proprio negativo In quanto il proprio negativo egrave immediatamente autonegativo
la struttura originaria egrave ciograve che laquostaraquo innegabilmente ed eternamente Essa non egrave un prodotto
teorico dellrsquouomo o di Dio ma il laquoluogo giagrave da sempre aperto dalla Necessitagraveraquo109
Egrave lo stare
innegabile dellrsquoessere-significare
Un essente egrave e appare in quanto egrave presente una certa dimensione dellrsquoessente costituita
dalle laquodeterminazioni che competono con necessitagrave a ogni essente e nelle quali consiste
appunto il destinoraquo110
108 Si tratta della struttura originaria come struttura dellrsquoessere e del significare e non della grande opera
edita per la prima volta nel 1958 e considerata fin drsquoora Questa distinzione rende legittima lrsquoestrapolazione del IV
capitolo da La struttura originaria
109 E Severino La struttura originaria pag13
110 Id Oltrepassare Adelphi Milano 2007 pag 179
69
Queste determinazioni sono chiamate laquopersintatticheraquo (lrsquoesser seacute dellrsquoessente il suo
non esser altro da seacute il suo non poter diventare ed essere altro da seacute il suo essere eterno ma
anche lrsquoessere dellrsquoapparire infinito la necessitagrave che gli essenti della terra sopraggiungendo
siano accolti dagli essenti dello sfondo e la necessitagrave che il sopraggiungere sia la Gloria cioegrave
si dispieghi senza fine) a queste poi si aggiungano tutte quelle che gli competono e che
costituiscono la dimensione stessa111
Lo ldquosfondordquo egrave un altro modo di nominare la sintassi originaria dellrsquoessere
evidenziandone lrsquoessere contenuto necessariamente originario e costante dellrsquoapparire
lrsquoinsieme delle determinazioni che non sopraggiunge e non tramonta mai allrsquointerno
dellrsquoapparire trascendentale ossia allrsquointerno di quellrsquoorizzonte che ospita lrsquoapparire empirico e
particolare degli essenti Lo sfondo egrave la permanenza non sopraggiungente
La struttura originaria della veritagrave dellrsquoessere egrave necessariamente identica sia
nellrsquoapparire finito che in quello infinito proprio in quanto egrave il fondamento dellrsquoessere ossia in
quanto egrave il predicato necessario di ogni essente ndash predicato trascendentale112
Le determinazioni della struttura originaria non sono il predicato di ogni essente cioegrave
questo libro non egrave ndash in quanto tale ndash lrsquoapparire infinito ma ogni essente egrave ciograve che esso egrave e
appare cosigrave come appare solo in quanto esso egrave in relazione a tale insieme Ciograve significa che
ogni essente egrave necessariamente in relazione alla totalitagrave delle determinazioni sono il predicato
necessario di ogni essente in questo senso dellrsquoessere in relazione
La struttura originaria egrave lo sfondo intramontabile dellrsquoapparire e cioegrave la persintassi
dellrsquoessente a differenza della iposintassi che egrave il contenuto variabile e variante dellrsquoapparire
la persintassi egrave la sintassi intramontabile dellrsquoIo finito del destino necessariamente costante e
sempre identica a seacute percheacute se via via apparissero ulteriori determinazioni integranti prima di
tale integrazione essa non sarebbe ancora stata seacute stessa cioegrave fondamento
111 Ibidem
112 Ibidem
70
Il fondamento in quanto persintassi o sintassi costante e originaria dellrsquoessere egrave il
contenuto eterno che appare eternamente nel cerchio finito del destino In quanto tale esso egrave il
luogo che accoglie la terra ossia la totalitagrave degli essenti che appaiono e scompaiono
In quanto la struttura originaria egrave fondamento essa egrave lrsquoessenza del fondamento la
struttura anapodittica del sapere e cioegrave lo strutturarsi della principalitagrave o dellrsquoimmediatezza
Il fondamento egrave quindi struttura unitagrave non semplice complesso logico e semantico
composto da una pluralitagrave di determinazioni essenzialmente legate tra loro
Legame essenziale significa che quelle determinazioni sono concretamente ciograve che sono
solo allrsquointerno di quel complesso cosigrave come quel complesso egrave concretamente quellrsquounitagrave che egrave
solo in quanto totalitagrave di quella pluralitagrave di determinazioni senza anche uno solo dei suoi
significati esso non sarebbe ciograve che egrave cosigrave come ogni parte separata da quel complesso non
sarebbe ciograve che egrave
La struttura originaria egrave lrsquoessenza del fondamento percheacute non egrave semplicemente
fondamento ma ciograve che il fondamento deve essere per essere fondamento essere fondamento
significa essere originario ed essere originario significa essere struttura
laquoLrsquoesposizione concreta della struttura originaria mostra che la metafisica come
teorematicitagrave o categoricitagrave appartiene alla struttura stessa dellrsquoimmediatoraquo113
Il sapere
metafisico non egrave unrsquoulterioritagrave da conseguire ma appartiene allrsquoessenza del fondamento E la
storia del fondamento egrave un elemento o un momento essenziale del fondamento stesso come in
generale ogni struttura logica che abbia a procedere dal fondamento include in seacute
essenzialmente la propria storia
113 Id La struttura originaria cap I par 4
71
Tutti i possibili modi di prendere posizione rispetto ad esso meno uno costituiscono
altrettanti negazioni del fondamento114
La posizione del fondamento implica il toglimento della negazione del fondamento o
questo si realizza come apertura originaria della veritagrave solo in quanto egrave in grado di togliere la
sua negazione115
114 lt Vi sono vari tipi di negazione il fondamento puograve essere negato percheacute al suo contenuto non si
riconosce valore di fondamento oppure il valore egrave riconosciuto soltanto ad una parte di quel contenuto oppure
percheacute si nega che il sapere debba avere un fondamento o infine semplicemente percheacute il fondamento egrave ignorato
sia nel suo contenuto concreto sia quanto al suo contenuto formale Le negazioni accadute le negazioni del
fondamento si distinguono allrsquointerno del sistema delle negazioni possibili dalle negazioni non accadute non
manifestatesi in quanto le prime sono oggetto di una cura di un interesse per cui o la base logica sulla quale tali
negazioni appoggiano viene considerata come il fondamento stesso o in generale esse diventano in quanto tali
contenuto di una certezza gt Ibidem
115 lt Sigrave che il fondamento egrave posto solo in quanto la sua negazione egrave posta (come tolta) Il contenuto del fondamento egrave posto in quanto il fondamento mostra la sua capacitagrave di togliere assolutamente la sua negazione
quindi essere fondamento significa essere originario In quanto il fondamento si impegna con la sua storia
lrsquoeternarsi del fondamento coincide col suo storicizzarsi Se la storia del fondamento egrave il concretarsi
dellrsquouniversalitagrave della sua negazione egrave infatti in rapporto allo sviluppo della negazione che il fondamento esercita
il suo valore Rispetto quindi allo sviluppo della negazione il fondamento si tien fermo ed in questo tenersi fermo
egli egrave sempre il medesimo Ma il tenersi fermo in relazione allo sviluppo della negazione egrave anche un movimento
sigrave che per questo lato il fondamento egrave svolgimento novitagrave progresso gt Ibidem
72
II - Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere
Il giudizio originario egrave lrsquoaffermazione in cui si realizza la struttura originaria tutto ciograve
che nel modo che gli conviene egrave immediatamente noto egrave lrsquoimmediato
Pensiero egrave lrsquoattualitagrave o la presenza immediata dellrsquoessere assunta in relazione alle
strutture semantiche che sono immediatamente implicate (ossia immediatamente presenti) dalla
posizione dellrsquoattualitagrave o presenza immediata dellrsquoessere Se a questa attualitagrave si riserva il nome
di laquoesperienzaraquo il termine laquopensieroraquo resta definito come implicazione immediata tra
lrsquoesperienza e quelle strutture Non si dagrave laquodimostrazioneraquo o laquofondazioneraquo del giudizio
originario che lo pongano come una struttura estranea alla struttura del porsi il linguaggio che
ne parla egrave lrsquoesporsi del giudizio stesso
Lrsquoessere che egrave immediatamente presente ndash lrsquoimmediato come ciograve che entra a
costituire il soggetto del giudizio originario - egrave ciograve che per essere affermato non richiede o non
presuppone altro che la presenza di seacute stesso o non presuppone altro che seacute stesso in quanto
presente τὸ δι αὐτὸ γνώϱιμον il per seacute notum
Il termine laquoessereraquo indica una sintesi tra il significato laquoessereraquo (essere formale) e i
significati costituiti dalle determinazioni che appunto sono O possiamo anche dire col
termine laquoessereraquo si intende una complessitagrave o concretezza semantica i cui momenti astratti
sono lrsquoessere formale e le determinazioni o individuazioni di questa formalitagrave
La proposizione laquoEgrave per seacute noto che lrsquoessere egraveraquo non sta ad affermare lrsquoimmediatezza
della connessione tra il soggetto e il predicato della proposizione laquoLrsquoessere egraveraquo ma
lrsquoimmediatezza della notizia di questa connessione116
La quale non interessa come tale ma
come positivitagrave (essere) che egrave contenuto della presenza che non vuol dire negare la
116 La struttura fenomeno-logica egrave articolata in tre momenti che costituiscono quellrsquounico atto che egrave
lrsquoapparire lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire ovvero la laquocoscienza di autocoscienzaraquo Questa espressione
esprime il significato fondamentale dellrsquoapparire indicando che qualcosa appare solo in quanto appare il suo
apparire Questo rilievo genera solitamente piugrave obiezioni tra le quali ldquose crsquoegrave un apparire dellrsquoapparire ci dovragrave
poi essere un apparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire e cosigrave via in un regresso allrsquoinfinito Ma lrsquoobiezione egrave presto
73
connessione tra il soggetto e il predicato lrsquoimmediatezza di quella connessione egrave infatti
lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave o incontraddittorietagrave dellrsquoessere ndash immediatezza logica ndash Lrsquoaporia
generata dallrsquointelletto astratto che cerca quindi di fondare il fondamento possiamo formularla
cosigrave laquola posizione dellrsquoimmediatezza dellrsquoessere ha il suo fondamento in seacute o in altroraquo Che sia
per altro egrave contraddittorio (lrsquoessere sarebbe un immediato e mediato) Se egrave nota per seacute si
produce il regressus in indefinitum (lrsquoimmediatezza viene ad essere posizione
dellrsquoimmediatezza dellrsquoimmediatezza andando cosigrave allrsquoinfinito)
Dato che la discorsivitagrave del pensare ha in proprio di dire nel tempo ndash una cosa dopo
lrsquoaltra ndash ciograve che non vale come tempo il discorso assume questo andamento laquoLrsquoessere egraveraquo
Lrsquointelletto astratto non riesce a sollevarsi al di sopra della tecnica o della forma esterna
del discorrere e mantenendosi nellrsquoastrattezza dagrave luogo al regressus Di ciograve la parola non ha
alcuna responsabilitagrave il tempo egrave il destino della parola (lrsquoandamento discorsivo egrave corretto
sempre purcheacute non si assuma come due momenti ciograve che vale come unico momento logico)
Lrsquoimmediatezza logica egrave lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave-non contraddittorietagrave dellrsquoente in
quanto ente cioegrave di ogni ente cioegrave della totalitagrave dellrsquoente La posizione dellrsquoidentitagrave-non
contraddittorietagrave egrave originaria Dire originariamente che lrsquoessere egrave essere non significa istituire
un confronto e quindi una identificazione tra lrsquoessere come soggetto e lrsquoessere come
predicato presupposti allrsquoidentificazione ndash cheacute anzi stante questa presupposizione lrsquoessere
(soggetto) non egrave lrsquoessere (predicato) Oppure lrsquoessere che egrave essere egrave lrsquoessere che egrave essere
ossia egrave lrsquoessere che egrave posto come identitagrave e non lrsquoessere che essendo posto (presupposto) egrave
poi posto come identitagrave (onde lrsquoidentitagrave si costituisce come identificazione dellrsquoalteritagrave)
Lrsquoidentitagrave dellrsquoessere con seacute stesso egrave pertanto assoluta Lrsquoessere (Ersquo) di cui si predica
lrsquoessere (Ersquorsquo) egrave appunto lrsquoessere che egrave essere Ersquo=Ersquorsquo e lrsquoessere (Ersquorsquo) che egrave predicato egrave
appunto essere dellrsquoessere Ersquorsquo=Ersquo
La formula dellrsquoidentitagrave concreta egrave quindi (Ersquo=Ersquorsquo) = (Ersquorsquo=Ersquo) oppure Ersquo(=Ersquorsquo) =
Ersquorsquo(=Ersquo)
tolta lt la triplice posizione non dagrave luogo a un regresso allrsquoinfinito giaccheacute quello che viene discorsivamente
posto come ldquoterzo momentordquo (lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire) egrave la posizione concreta del ldquoprimo momentordquo
(quello che egrave discorsivamente posto come la semplice coscienza o apparire dellrsquoente) e del ldquosecondo momentordquo
(discorsivamente posto come autocoscienza o apparire dellrsquoapparire) gt Non quindi un tre momenti esterni lrsquouno
allrsquoaltro ma della medesimezza di quellrsquounico atto complesso in cui consiste lrsquoapparire dellrsquoessente
Cfr N Cusano Capire Severino ndash La risoluzione dellrsquoaporetica del nulla Mimesis Edizioni Milano-Udine 2011
pag57-58
74
Di seguito possiamo formulare anche lrsquoespressione dellrsquoidentitagrave come identitagrave
dellrsquoidentitagrave e della non contraddizione Lrsquoessere che non egrave non essere non egrave non essere ndash dove
questo non esser non essere egrave proprio dellrsquoessere (E=nnE) = (nnE=E) Ma se lrsquoidentitagrave e la non
contraddizione sono i momenti astratti dellrsquoidentitagrave (o non contraddizione) concreta la
formulazione suprema dellrsquoidentitagrave egrave la posizione dellrsquoidentitagrave tra lrsquoidentitagrave (I) e la non
contraddizione (nC)
Dire che lrsquoessere egrave essere egrave lo stesso che dire che lrsquoessere non egrave non essere (I=nC) = (nC=I)
Kant osservava che non aveva senso fondare un giudizio analitico sullrsquoesperienza dato che per
far convenire il predicato al soggetto non egrave necessario uscire dal concetto del soggetto117
Considerando lrsquoanaliticitagrave del principio di non contraddizione egrave chiaro che lrsquoosservazione
kantiana non puograve voler significare che questo principio non abbia alcuna portata sintetica a
posteriori ovvero che la connessione del soggetto col predicato non abbia alcuna valenza
sintetica
117 lt Qualunque possa essere il contenuto della nostra conoscenza e comunque essa possa riferirsi allrsquooggetto certo la condizione universale ndash seppur solo negativa ndash di tutti i nostri giudizi in generale egrave che essi
non contraddicano seacute stessi altrimenti tali giudizi sono in seacute stessi (anche a prescindere dallrsquooggetto) nulla gt
Infatti lt se il giudizio egrave analitico sia esso negativo o affermativo la sua veritagrave deve sempre poter essere
conosciuta sufficientemente in base a principio di contraddizione Lrsquoopposto di ciograve che giagrave si trova e viene pensato
come concetto nella conoscenza dellrsquooggetto difatti egrave sempre giustamente negato di questo qualcosa mentre il
concetto stesso dovragrave invece venir necessariamente affermato del medesimo qualcosa per il fatto che il contrario
di tale concetto contraddirebbe allrsquooggetto gt I Kant Critica della ragione pura pag 228
75
Negare tale valenza significherebbe infatti negare che lrsquoessere che si manifesta nellrsquoorizzonte
fenomenologico sia in contraddittorio significherebbe affermare che lrsquoeffettualitagrave lrsquoesserci
dellrsquoessere smentisce lrsquoincontraddittorietagrave affermata dal principio Quindi si diragrave che anche il
principio di non contraddizione ha un valore sintetico (lrsquoincontraddittorietagrave egrave cioegrave
immediatezza anche come immediatezza fenomenologia) ma che questo valore egrave soltanto un
momento del valore del principio Lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave lrsquoimmediatezza
dellrsquoapparire dellrsquoente che appare in quanto ente che appare cioegrave di ogni ente che appare cioegrave
della totalitagrave dellrsquoente che appare Risiede nel significato stesso dellrsquoessere che lrsquoessere debba
ad essere quindi il principio di non contraddizione non esprime semplicemente lrsquoidentitagrave
dellrsquoessenza con seacute medesima ma lrsquoidentitagrave dellrsquoessenza con lrsquoesistenza
Ogni affermazione esistenziale egrave posizione di questa identitagrave dellrsquoessenza e dellrsquoesistenza non nel
senso che ogni proposizione esistenziale sia identica [] ma nel senso che nel significato della determinazione (essenza) di cui si predica lrsquoessere (lrsquoesistenza) egrave originariamente incluso lrsquoessere
(la positivitagrave lrsquoesistenza) della determinazione118
La relazione concreta tra lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave
dunque espressione della strutturazione dellrsquooriginario
La L-immediatezza dellrsquoente (ossia lrsquoente nel suo essere immediatamente identitagrave con
seacute e non contraddittorietagrave) la quale egrave immediatamente presente (cioegrave F-immediata) egrave
lrsquoimmediata presenza (cioegrave F-immediata) della L-immediatezza dellrsquoente (x=y) = (y=x)
118 E Severino Essenza del nichilismo pag 288
76
III - LrsquoEterno
Lrsquoontologia diviene incapace di cogliere lrsquoessere ed egrave costretta ad andar oltre per
trovare ciograve di cui si egrave privata Ciograve che poi trova lrsquoessere immutabile il totalmente altro
contrapposto quindi allrsquoessere diveniente egrave fondato sulla piugrave radicale assurditagrave Da che
lrsquoorizzonte originario del pensare egrave la fede nel divenire degli enti non puograve non essere
impossibile ogni metafisica ogni ontologia ogni teologia che si illuda di poter pervenire a una
dimensione immutabile al di sopra o al centro del divenire
E la dimostrazione di un essere necessario e quindi ogni prova dellrsquoesistenza di un essere
necessario va alla ricerca e presume di trovare un medio che connetta al positivo la negazione del negativo [] pretende di dimostrare il necessario dal contingente
119
Ma affermare un medio tra il soggetto e il predicato significa non vedere lrsquooriginarietagrave
di questa predicazione significa problematizzare la stessa immediatezza della veritagrave e quindi
negarla La veritagrave dellrsquoessere egrave il predicato di ogni ente non nel senso che lrsquoente stia al di fuori
della veritagrave dellrsquoessere ma nel senso che questa egrave la stessa predicazione ossia la stessa unitagrave
veritativa dellrsquoente e del suo predicato La veritagrave dellrsquoessere ndash che egrave il contenuto della filosofia
ndash egrave pertanto lo sfondo di ogni apparire o dellrsquoapparire in quanto tale
Lrsquo apparire del contenuto intramontabile della veritagrave egrave lrsquoapparire del contenuto totale
della veritagrave egrave cioegrave lrsquoapparire della concreta totalitagrave dellrsquoente egrave lrsquoapparire infinito del Tutto non
nel senso che la parte sia identica simpliciter al Tutto ma nel senso che la parte egrave legata con
necessitagrave al Tutto sigrave che il Tutto egrave il vero significato della parte ossia egrave la dimensione in cui la
parte che in quanto separata dal Tutto egrave contraddizione non egrave contraddizione
119 Ivi cit pag 33
77
E la parte egrave separata dal Tutto proprio percheacute il Tutto non appare nella sua compiuta
concretezza allrsquointerno del cerchio dellrsquoapparire120
del destino della veritagrave
laquoLa veritagrave dice non nel senso che essa sia innanzitutto un linguaggio intorno alle cose
ma nel senso che essa egrave il mostrarsi lrsquoapparire della necessitagrave in cui il Tutto dimoraraquo121
Solo
percheacute la necessitagrave (il λογος) presso cui il Tutto sta radunato appare il linguaggio puograve
parlarne ed essere un ομολογειν122
Il Tutto non egrave sopraffatto e catturato dalla necessitagrave ma egrave in accordo con essa sta nel
suo cuore e la necessitagrave sta nel cuore di ogni cosa Non esiste alcuna cosa che possa sfuggire
alla necessitagrave percheacute lo sfuggirle egrave il negarla (lrsquoaprire uno spazio che non si accorda con essa)
e il negarla egrave autonegazione In questa autonegazione consiste il vero senso del non poter
sfuggire alla necessitagrave e dunque il senso originario del destino
La veritagrave egrave il destino del Tutto percheacute la stessa volontagrave di abbandonarla e di negarla
esiste come tale solo in quanto egrave in accordo con ciograve che la veritagrave dice sigrave che per questo suo
accordo con la veritagrave essa egrave un abbandonare e un negare seacute medesima lasciando che ciograve che la
veritagrave dice sia lo stare che non trema e non puograve essere rimosso trasformato smentito abbattuto
da nessuna forza e da nessuna potenza
Il cuore non tremante della veritagrave dice che il Tutto non trema Il Tutto non trema percheacute
ogni cosa egrave destinata allrsquo essere non egrave un ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente Per questo
suo tenersi giagrave da sempre e per sempre sollevato nellrsquoessere il Tutto sta senza tremare
120 Il cerchio dellrsquoapparire egrave lrsquoapparire trascendentale laquoil luogo degli intramontabili che costituiscono lo
sfondo di ogni accadereraquo Id Destino della necessitagrave pag 110
121 Ivi cit pag 123
122 Eraclito fr 50
78
In questo secondo significato dello ldquostarerdquo il Tutto egrave il destino123
Il Tutto egrave ciograve che il mortale in veritagrave egrave egrave ciograve che il mortale egrave destinato ad essere da
sempre e per sempre Come oltrepassamento della totalitagrave della contraddizione del finito il
Tutto egrave la Gioia E nella Gioia il mortale egrave giagrave da sempre un passato
La dimostrazione dellrsquoimmediato egrave negazione dellrsquoimmediato giaccheacute se si sente il
bisogno di un medio vuol dire che il predicato egrave visto come qualcosa che come tale puograve
convenire come puograve non convenire al soggetto
Lrsquoessere tutto lrsquoessere visto come ciograve che egrave e non puograve non essere egrave Dio E quando lrsquoessere parla di seacute dice Ego sum qui sum (ἐγώ εἰμι ὁ ὤν Esodo III) che egrave la piugrave alta espressione speculativa del
testo sacro124
A Dio non si arriva A Dio non si giunge a guardarlo dopo un esilio o una cecitagrave
iniziali appunto percheacute Dio egrave lrsquoessere di cui il logo originario dice che egrave e non puograve non essere
ossia egrave il contenuto della veritagrave originaria nella misura in cui questa si costituisce come
affermazione che lrsquoessere egrave Se quindi Dio egrave contenuto della veritagrave originaria in quanto essa egrave
logo originario drsquoaltra parte lrsquointero dellrsquoessere in quanto immutabile trascende la
manifestazione originaria dellrsquoessere trascende lrsquoesserci125
Dio non si dimostra non giagrave nel senso che se ne dia immediata esperienza ossia
appartenga al contenuto originariamente manifesto ma nel senso che lrsquoaffermazione che
lrsquoessere egrave costituisce lrsquoimmediatezza lrsquooriginarietagrave del logo
123 lt Il verbo latino dēstino egrave costruito sulla radice sta che esprime appunto il senso fondamentale dello
laquostareraquo E nel significato del destinare la particella de non introduce lrsquoidea della separazione (come ad esempio in
decidere) o della mancanza (come ad esempio in deesse) ma ha il compito di rafforzare e di portare al massimo il
senso indicato dal tema sta indicando nel contempo che lo stare egrave in riferimento a un ambito sul quale lo stare sta
gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 131
124 Id Essenza del nichilismo pag 58
125 Ivi pag 59
79
E lrsquoessere di cui si parla egrave appunto Dio giaccheacute con questa parola si intende lrsquointero del
positivo pensato nel suo esistere e nella impossibilitagrave della sua inesistenza
Ed egrave appunto di questo essere che si afferma lrsquoimmutabilitagrave e quindi la trascendenza
rispetto allrsquoessere diveniente che egrave manifesto Lrsquoessere egrave immutabile Ma come immutabile si
libra sullrsquoessere diveniente lo trascende
Il pensiero occidentale egrave la dimenticanza di questa veritagrave di questa immediatezza
originaria e nella dimenticanza si sforza di raggiungere lrsquoEssere necessario Proprio in quanto
tale sforzo avviene nella dimenticanza della veritagrave dellrsquoessere esso egrave quindi destinato a fallire
Uscire dalla dimenticanza significa ristabilire la possibilitagrave del rapporto autentico con
Dio e il Sacro
La possibilitagrave che il Sacro sia veritagrave ndash e sia anzi la massima apertura dellrsquoessere consentita alla
veritagrave ndash egrave la possibilitagrave di un nesso tra il Sacro e la veritagrave tale che la negazione dellrsquoesistenza di ciograve
che egrave annunciato dal Sacro implichi necessariamente la negazione della veritagrave126
126 Ivi cit pag 170
80
NOTA
Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del verbo
Lrsquoincarnazione di Gesugrave Cristo avviene nella pienezza del tempo In esso infatti viene
alla luce lrsquointera opera della creazione e della salvezza e soprattutto emerge il fatto che laquocon
lrsquoincarnazione del Figlio di Dio noi viviamo e anticipiamo fin da ora ciograve che saragrave il
compimento del temporaquo127
La veritagrave che Dio ha consegnato allrsquouomo su seacute stesso e sulla sua vita si inserisce
quindi nel tempo e nella storia128
Certo essa egrave stata pronunciata una volta per tutte nel mistero di Gesugrave di Nazareth e lo
dice con parole eloquenti la Costituzione Dei Verbum129
Dio dopo avere a piugrave riprese e in piugrave modi parlato per mezzo dei Profeti ldquoalla fine nei nostri giorni ha parlato a noi per mezzo del Figliordquo Mandograve infatti suo Figlio cioegrave il Verbo eterno che
illumina tutti gli uomini affincheacute dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i segreti di Dio
Gesugrave Cristo Verbo fatto carne mandato come ldquouomo agli uominirdquo ldquoparla le parole di Diordquo e porta a compimento lrsquoopera di salvezza affidatagli dal Padre Perciograve Egli vedendo il quale si vede anche
il Padre con tutta la sua presenza e con la manifestazione di seacute con le parole e con le opere con i
segni e con i miracoli e specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione di tra i morti e infine con lrsquoinvio dello Spirito di veritagrave compie e completa la Rivelazione
127 Libro degli Ebrei 1 2
128 lt Cristo egrave una realtagrave cioegrave una persona storica ben precisa e perciograve appartiene alla dialettica della
storia alcuni uomini hanno scritto di lui ed hanno testimoniato nel mondo per lui affrontando la morte hanno
predicato chrsquoegli egrave il Figlio di Dio risorto da morte e asceso al cielo e quindi chrsquoegli egrave Dio e uomo ossia lrsquoUomo-
Dio comrsquoegrave stato creduto lungo i secoli nella vita della Chiesa e fuori di lui non crsquoegrave salvezza Personaggio sconvolgente apparso in una terra ed in una cultura del tutto isolata e opposta a quella della civiltagrave classica del
bacino del mediterraneo al suo apparire Cristo non ha fatto appello a nessuna filosofia [] ma soltanto allrsquoautoritagrave
del Padre che lrsquoha mandato alla testimonianza fattagli da Mosegrave e dai profeti del suo popolo Ma ha proclamato
che la sua dottrina egrave luce di salvezza per ogni uomo che viene in questo mondo gt C Fabro Lrsquoalienazione
dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno in aavv Il Cristo dei filosofi Atti del XXX Convegno di studi filosofici di
Gallarate Morcelliana Brescia 1976 pag 52-53
129 In URL maranathait Costituzione Dei Verbum consultato in data 14052017
81
Lrsquoaudacia del cristianesimo non consiste nel credere che un uomo sia Dio (un uomo
nato in Giudea e crocifisso al tempo dellrsquoimperatore Tiberio) La divinizzazione di certi uomini
egrave infatti diffusa nelle religioni che precedono il messaggio cristiano Lrsquoaudacia sta nel pensare
che un uomo sia Dio dopo che la filosofia greca aveva portato alla luce il significato piugrave
profondo e radicale del divino Dio inteso come Essere eterno e perfetto Bene supremo che
eternamente conosce se stesso al di sopra della nascita e della morte Qui sta lrsquoaudacia del
cristianesimo che un uomo un mortale sia lrsquoeterno che lrsquoEterno si sia fatto carne Ma quando
questa fede nellrsquouomo-Dio si diffonde la cultura greca non la considera unrsquoaudacia ma follia
aberrazione assurditagrave scandalo130
empietagrave offuscamento della ragione131
unrsquoaudacia cosigrave
spinta da diventare irresponsabilitagrave132
130 lt Egrave il Gesugrave storico quindi cioegrave Dio nel tempo che costituisce il punto cruciale dello scandalo della
filosofia Il Dio storico esige ed opera il cambiamento radicale della libertagrave dellrsquouomo Si tratta che dopo
lrsquoapparizione dellrsquouomo-Dio tanto lrsquointelligenza quanto la volontagrave sia il pensiero come lrsquoazionehellipsono tratti fuori
dallrsquoalveo naturale e lrsquouomo diventa da interrogante interrogato rinuncia al dominio della ragione e passa
allrsquoobbedienza della fede gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno cit pag82
131 laquoCristo il quale lungi dal fortificare la logica naturale piuttosto la confonde e la spezza deludendo
tutte le attese di comprensione della ragioneraquo Ivi cit pag 54
132 Siamo abituati a unire il cristianesimo al platonismo ma quando il cristianesimo cominciograve ad imporsi egrave proprio dal pensiero platonico e neoplatonico che gli vennero rivolte le critiche piugrave radicali e profonde lt Gesugrave egrave
per Porfirio un vero sapiente la cui sapienza perograve come quella degli evangelisti e di Paolo egrave interamente
riconducibile alla sapienza greca soprattutto a Pitagora e Platone gt I primi padri della Chiesa si impegnarono a
fondo per smontare questa tesi Inoltre lt I testi dei primi secoli del cristianesimo mostrano appunto lo scontro fra i
rappresentanti dellrsquoortodossia che intendono vivere e accettare a fondo lo scandalo e la follia cristiana e gli
gnostici che arretrano di fronte alla follia e allo scandalo e intendono come semplice apparenza lrsquoincarnazione e
la morte di Cristo gt E Severino Pensieri sul cristianesimo BUR Rizzoli Milano 2010 Cit pag 165
82
Giustino martire scrive di Gesugrave ldquoLo onoriamo sapendo che egrave Figlio del vero Dio e mettendolo al secondo posto e nel terzo mettendo lo Spirito profetico Su questo punto ci accusano di follia
dicendo che noi diamo il secondo posto dopo il Dio immutabile eterno autore di tutte le cose ad
un uomo crocifissordquo133
La follia e lo scandalo di quel secondo posto egrave che il primo si egrave fatto secondo cioegrave Dio
si egrave fatto uomo Ma se lrsquoaspetto scandaloso e folle dellrsquoaffermazione che Dio si egrave fatto uomo egrave
fuori discussione134
si egrave meno attenti nel mettere in luce le condizioni che rendono follia la
follia e scandalo lo scandalo La follia sussiste solo se Dio egrave essenzialmente lontano
dallrsquouomo se Dio egrave qualcosa che sta vicino ed egrave simile allrsquouomo che follia crsquoegrave ad affermare
che Dio si egrave fatto uomo Ma sin dallrsquoinizio il cristianesimo pretende che la propria follia sia
radicale E giustamente percheacute tra Dio e lrsquouomo pone una distanza infinita Il Dio che si fa
carne egrave il Dio che egrave stato portato alla luce dal pensiero greco il Dio immutabile ed eterno Il
cristianesimo certo aggiunge che questo Dio egrave ldquocreatorerdquo di tutte le cose ma questa
caratteristica non fa che portare al limite il carattere che egrave proprio del Dio greco cioegrave il suo
essere ldquodemiurgordquo produttore di tutte le cose dellrsquoordinamento cosmico
133 Ivi cit pag 163
A questo proposito Papa Francesco ricorda come lt Quella veritagrave quella egrave la rivelazione di Gesugrave Quella presenza
di Gesugrave incarnato Quello egrave il punto Se lo si dimentica saragrave sempre forte la seduzione per i discepoli di Cristo di
fare cose buone senza lo scandalo del Verbo incarnato senza lo scandalo della croce Giustino egrave stato testimone di questa veritagrave percheacute proprio per lo scandalo della croce si egrave attirato la persecuzione del mondo Egli ha
annunciato il Dio che egrave venuto tra noi e si egrave immedesimato nelle sue creature []Ciograve che di Gesugrave scandalizza egrave la
sua natura di Dio incarnato E come a lui anche a noi tendono trappole nella vita quello che scandalizza della
Chiesa egrave il mistero dellrsquoincarnazione del Verbo quello non si toglie quello il demonio non lo toglie gt
LrsquoOsservatore Romano ed quotidiana Anno CLIII n 125 Dom 02062013
134 laquoLa follia di Dio egrave piugrave sapiente degli uominiraquo scrive lrsquoapostolo Paolo nella prima Lettera ai Corinzi
I 17-31 In URL wwwgli scrittiitdchiesabibbia Consultato in data 18042017
83
Quel che non si deve perdere di vista egrave che senza il concetto greco di Dio ndash senza il
modo in cui la filosofia greca pensa Dio ndash la follia e lo scandalo del Dio che si fa uomo
verrebbe meno
Lrsquoenergia del pensiero greco porta alla luce il senso radicale dellrsquoimmutabilitagrave e
dellrsquoeternitagrave di Dio laquoportandosi al di sopra e al di fuori dellrsquoindeterminatezza del Dio
veterotestamentario e di ogni forma pre-greca del divinoraquo135
Nella Summa contra gentiles di Tommaso drsquoAquino136
il capitolo intitolato ldquoChe cosa
pensa la fede cattolica dellrsquoIncarnazione di Cristordquo (Quid cattolica fides sentiat de Incanatione
Christi) ha il compito di rispondere negativamente alla domanda se il mistero
dellrsquoincarnazione sia un assurdo
Di Cristo le scritture affermano che come uomo ha proprietagrave umane (humana) e
insieme affermano che come Dio non puograve patire (impassibile) e non puograve morire (immortale)
Ora le proprietagrave umane attribuite a Cristo sono degli opposti rispetto alle proprietagrave divine a lui
attribuite Dice Tommaso
Ma poicheacute gli opposti non possono essere affermati con veritagrave dello stesso e secondo lo stesso
riferimento e poicheacute le proprietagrave divine e umane che vengono dette di Cristo stanno tra di loro in
opposizione come che ha patio e che non puograve patire morto e immortale e tutte le altre proprietagrave di questo genere egrave necessario che le proprietagrave divine siano affermate di Cristo secondo un riferimento
e le proprietagrave umane secondo un altro riferimento[] ciograve di cui le une e le altre sono affermate
non si deve fare alcuna distinzione ma ci si imbatte in unrsquounitagrave137
Cristo quindi egrave unrsquounica ipostasi e un unico sostrato della natura umana e di quella
divina Quindi la tesi sostenuta da Tommaso che allo stesso convengano gli opposti egrave
affermazione che ha veritagrave solo se gli opposti non sono predicati secondo lo stesso rispetto
laquonecesse est quod secundum aliud et aliud divina et humana praedicentur de Christoraquo
135 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 164
136 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles capitolo 39 Libro IV consultato in data
26032017
137 Ibidem
84
La distinzione (aliud et aliud) non egrave ciograve di cui (id de quo) si predicano gli opposti che
anzi costituisce e deve costituire una unitagrave ma riguarda ciograve secondo cui (id secundum quod)
essi sono predicati
La doppia natura di Cristo egrave cioegrave la condizione necessariamente richiesta affincheacute la
predicazione delle proprietagrave umane e divine di Cristo non sia un affermare gli opposti
contraddittoriamente della stessa cosa e sotto lo stesso rispetto Del Verbo di Dio si possono e
si devono predicare le proprietagrave umane in quanto lrsquouomo che egrave Cristo egrave il suppositum non solo
della natura divina ma anche di quella umana E viceversa del Verbo di Dio sono affermate
proprietagrave umane in quanto tale sostrato egrave sostrato anche della natura umana
E sarebbe cosigrave tolta la contraddizione per quale della stessa cosa sono affermate
secondo lo stesso rispetto o riferimento proprietagrave opposte sarebbe tolta percheacute dellrsquounico
sostrato o ipostasi che egrave Cristo le cose divine sono affermate rispetto o in riferimento alla
natura divina di Cristo e le cose umane sono affermate secondo un altro rispetto e cioegrave
relativamente alla natura umana di Cristo
Eppure nonostante la portata di questo immenso lavoro il concetto dellrsquoIncarnazione
non riesce a liberarsi dallrsquoassurdo lrsquoassurdo in cui gli opposti sono predicati della stessa cosa
secondo lo stesso riferimento Il rilievo fondamentale per lrsquoaccertamento di tale assurdo sta
nel modo di pensare al quale appartiene la filosofia di Tommaso per il quale certe proprietagrave
come ldquomortalerdquo sono predicate necessariamente della natura umana e che certe proprietagrave
come ldquoimmortalerdquo sono predicate necessariamente della natura divina egrave impossibile che una
natura umana non sia mortale ed egrave impossibile una natura divina che non sia immortale
Questo significa che nature diverse sono esse stesse degli opposti ossia i diversi
rispetti o riferimenti sono essi stessi degli opposti e quindi non riescono a costituirsi come
rispettivi diversi secondo cui vengono predicati dello stesso gli opposti
85
Lrsquoesser uomo e lrsquoesser Dio costituiscono essi stessi unrsquoopposizione sigrave che egrave
contraddittorio dire dello stesso che egrave uomo e Dio Egrave immediatamente contraddittorio per la
ragione naturale Non egrave un mistero egrave un assurdo
Esser uomo ed esser Dio sono determinazioni opposte percheacute contengono
essenzialmente determinazioni opposte
86
PARTE SECONDA
IL DIVENIRE
INCONCEPIBILITAgrave E ASSURDITAgrave DELLA laquoCREATIO EX NIHILOraquo
laquoLa prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire
allrsquoeternitagrave del Tuttoraquo138
138 E Severino Destino della necessitagrave pag420
87
CAPITOLO I
La Terra e il mortale
88
I - La creazione dal nulla139
Tommaso ricorda come la causa delle cose egrave la volontagrave di Dio tanto necessario che le
cose esistano quanto necessario che Dio le faccia oggetto del suo volere dato che laquolrsquoeffetto
dipende dalla necessitagrave della causa come dice Aristoteleraquo140
E Dio agisce per intelletto e
volontagrave e non per necessitagrave di natura Esso produce insieme la materia e la forma la causa
agente particolare presuppone il tempo e la materia
139 Nulla o niente egrave lrsquoopposto dellrsquoente lrsquoassenza di esso Compare per la prima volta in Parmenide che lt
porta alla luce lrsquoassoluta nullitagrave del nulla (mḕ eoacuten laquonon essenteraquo) Proprio percheacute essa egrave tale il nulla non puograve
essere qualcosa di laquoconoscibileraquo e di laquoesprimibileraquo (fr2) Infatti si puograve conoscere ed esprimere solo qualcosa che
egrave ossia un essente mentre il nulla assolutamente non egrave un essente E tuttavia proprio nellrsquoatto in cui si
affermano questi caratteri del nulla il nulla si presenta come qualcosa di conoscibile e di esprimibile gt E
Severino Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013 cit pag 106 lt Teoricamente deve dirsi che il concetto di nulla egrave il tipico concetto negativo in tanto possibile e intelligibile in
quanto egrave possibile e intelligibile il suo opposto Esso consiste nella negazione di qualche cosa di positivo come i
concetti di cecitagrave vuoto male falso Se in proposizioni che lo riguardano gli si attribuisce qualche predicato e si
adopera il verbo ldquoessererdquo egrave in virtugrave drsquouna finzione fondata sulla positivitagrave del suo opposto esso non ha altra entitagrave
positiva che quella di essere pensato ens rationis per eccellenza gt Id Istituzioni di filosofia cit pag 211
140 In URL wwwdocumentacatholicaomniait Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 opera scaricata
integralmente in data 12122016 Nuova Edizione a cura di P Tito S Centi e P Angelo Z Belloni 2009
89
Quindi egrave giusto far notare che la causa agisce o dopo o prima ma per la causa
universale che produce le cose e il tempo non ha senso domandarsi se agisca ora e non
prima141
Il mondo porta in modo evidente alla conoscenza della potenza creatrice di Dio percheacute
ciograve che non egrave sempre esistito deve avere una causa mentre non serve a ciograve che egrave sempre
esistito142
Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica143
ribadisce che la creazione del mondo egrave il
fondamento di laquotutti i progetti salvifici di Dioraquo144
e che laquoDio crea liberamente dal nullaraquo145
141 lt Il frammento 30 di Eraclito dice laquoQuesto cosmo di fronte al quale ci troviamo e che egrave lo stesso per
tutto e per tutti non egrave stato creato neacute da un Dio neacute dallrsquouomo Era giagrave egrave e saragrave sempre Il fuoco del suo logos
divampa eternamente e si spegne di nuovo secondo tempi immutabiliraquo La Bibbia apre con questo annuncio laquoIn principio Dio creograve il cielo e la terra La terra era un caos senza forma e vuota le tenebre ricoprivano lrsquoabisso e
sulle acque aleggiava lo spirito di Dio Iddio disse ldquosia la lucerdquo e la luce fu Vide Iddio che la luce era buona e
separograve la luce dalle tenebre e chiamograve la luce ldquogiornordquo e le tenebre ldquonotterdquo Cosigrave fu sera poi fu mattina primo
giornoraquo In questo senso Dio separa la luce dalle tenebre e chiama cioegrave de-finisce la luce giorno e le tenebre notte
[] Dare il nome nominare egrave dunque porre fine a una situazione per de-finirne una nuova []La chiamata di Dio
opera una separazione nel caos la separazione pone fine alla mescolanza degli elementi e guadagna quellrsquoordine o
cosmo che nasce dalla separazione e quindi dalla definizione di ogni ente Il nome che definisce nel nominare la
cosa nomina la volontagrave che lrsquoha differenziata dal caos nel nome oltre alla cosa egrave quindi custodito anche il
possesso della cosa da parte di quella volontagrave che chiamandola da caos lrsquoha definita nel cosmo gt U Galimberti
Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente cit pag 31
142 Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 143 In URL wwwLa Santa Sede Il catechismo della Chiesa cattolica consultato in data 19012017
144 Ibidem
145 Ibidem lt Noi crediamo che Dio per creare non ha bisogno di nulla di preesistente neacute di alcun aiuto
La creazione non egrave neppure una emanazione necessaria della sostanza divina Dio crea liberamente laquodal nullaraquo gt
(in nota si rimanda al Concilio Vaticano I Cost dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canoni 1-4
DS 3002 3023-3024 Concilio Lateranense IV Cap 2 De fide catholica DS 800 Concilio Vaticano I Cost
dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canone 5 DS 3025)
90
La creazione devrsquoessere intesa come lrsquoemanazione di tutto lrsquoessere dalla causa
universale che egrave Dio creare propriamente egrave causare o produrre lrsquoessere delle cose A Dio
appartiene lrsquoatto creativo in forza del suo essere Ora il nulla egrave la stessa cosa che nessun ente
Come dunque la generazione di un uomo inizia da quel non-ente che egrave il non-uomo cosigrave la
creazione inizia da quel non-ente che egrave il nulla
Inoltre egrave falso affermare che un corpo possa creare in quanto nessun corpo agisce
senza un contatto o un moto e quindi per agire richiede qualcosa di preesistente atto a essere
toccato mosso cosa incompatibile con lrsquoidea di creazione146
SantrsquoAgostino ritorna spesso alla dottrina della creazione e al suo concetto il quale egrave
distinto a sua volta dai due concetti a noi naturalmente noti generazione e fabbricazione Non
essendo infatti neacute lrsquouna neacute lrsquoaltra cosa la creazione egrave un concetto altamente metafisico
unrsquooperazione che fa essere quello che assolutamente non era Egrave unrsquooperazione dal nulla147
cioegrave neacute dalla sostanza dellrsquooperante generazione neacute da una materia preesistente
fabbricazione
Ciograve che uno fa o lo fa dalla sostanza o da un qualcosa fuori di seacute o dal nulla Lrsquouomo
che non egrave onnipotente dalla sua sostanza produce il figlio e come artefice dal legno fa lrsquoarca
Nessun uomo puograve fare qualcosa dal nulla Dio invece percheacute onnipotente dal nulla ha creato
il mondo e dalla terra ha plasmato lrsquouomo laquoDio ha fatto che ricevesse lrsquoessere e fosse posto
tra le cose che sono ciograve che assolutamente non eraraquo148
146 Tommaso Summa Theologiae Arg 45 Art 1
147 In URL wwwInfocristiana si puograve leggere che lt Tra le tante eresie sviluppatesi negli ultimi 2000 anni
vi egrave anche quella secondo la quale Dio non avrebbe creato ex nihilo ma da materia pre-esistente [] Lrsquoebraismo prima e il Cristianesimo poi da migliaia e migliaia di anni credono che solo Dio sia eterno e come tale
ldquoincreatordquo Se perograve al momento della creazione dellrsquouniverso la materia giagrave crsquoera chi lrsquoha creata []
Lrsquoespressione ldquoin principiordquo sta ad indicare lrsquoinizio del tempo affermare che la materia fosse giagrave stata creata
precedentemente equivale a dire che il tempo esistesse giagrave ma in tal caso la parola ldquoin principiordquo perderebbe tutto
il proprio significato gt Consultato in data 22012017
148 In URL wwwaugustinusit A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino- Parte 4 ndash Capitolo 05
consultato in data 13022017
91
Dio sa di tutte le cose che egli crea che egli le fa uscire dal nulla e sa che la propria
onnipotenza potrebbe spingerle di nuovo nel nulla E sa anche che invece di crearle avrebbe
potuto lasciarle nel nulla149
149 Dio avrebbe potuto non creare nulla e avrebbe potuto abbandonare lrsquouomo alla dannazione eterna
prodotta dal peccato Dio sarebbe potuto essere non Creatore e non Redentore ndash sostiene la teologia cristiana e
cattolica - senza perdere nulla della sua perfezione immutabile ed eterna E poicheacute il primo atto di amore di Dio
per lrsquouomo consiste nel crearlo Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse
amato lrsquouomo In questo modo la dottrina cattolica nega che la libertagrave di Dio possa trasformare Dio ma non puograve
escludere che Dio proprio percheacute egrave libero da tutta lrsquoeternitagrave sarebbe potuto essere difforme da come egli egrave di
fatto Difforme percheacute un Dio creatore non egrave un Dio non creatore un Dio che decide di creare lrsquouomo e le cose non egrave un Dio che decide di non creare un Dio che vuole amare lrsquouomo non egrave un Dio che non vuole amarlo
Sigrave che lrsquoaffermazione che Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse creato e
amato le creature non mostra lrsquoessenza di Dio ma sostiene una di quelle ldquocose impossibili e contraddittorierdquo che
il pensiero di Agostino e di Tommaso si propone costantemente di evitare anche quando si rivolge ai misteri
soprannaturali della fede Sennoncheacute affermare che Dio non sarebbe mutato e avrebbe mantenuto tutta la sua
perfezione anche se non avesse creato e amato le creature significa affermare che un Dio creatore e pieno di
amore per lrsquouomo non differisce da un Dio non creatore e privo di amore per lrsquouomo e questa affermazione
sostiene appunto qualcosa di impossibile e di contraddittorio e cioegrave che da tutta lrsquoeternitagrave Dio sarebbe potuto
essere diverso da come egrave senza peraltro essere diverso avrebbe potuto avere due diverse forme di perfezione
continuando a essere perfetto nello stesso modo Se si vuole uscire da questa contraddizione affermando che Dio
in quanto libero sarebbe potuto essere da sempre diverso da come egrave e avrebbe potuto avere da sempre una perfezione diversa da quella che ha si viene a dire che lt Dio egrave immutabile non percheacute la sua immutabilitagrave sia
qualcosa di necessario ( nel qual caso egli non avrebbe potuto decidere diversamente da come ha deciso ) ma
percheacute di fatto non si egrave mutato e non si egrave trasformato immobile dunque solo nel senso che di fatto egrave rimasto
immoto pur avendo avuto da sempre la possibilitagrave di essere diversamente da come egrave di fatto Un immutabile
dunque che ha in seacute lrsquoanima piugrave profonda del divenire gt E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag176
Il dio creatore del cristianesimo non aggiunge nulla alla pura essenza della libertagrave ma costituisce uno dei modi in
cui nella storia occidentale la metafisica si egrave proposta di guidare la libertagrave dellrsquoente
92
Lrsquointerpretazione filosofico-teologica del significato sacrale della laquocreazioneraquo
sviluppata dallrsquointera cultura occidentale si trova radicalmente immersa nella dimenticanza
della veritagrave dellrsquoessere Se la laquocreazioneraquo viene interpretata in termini di essere e non essere se
cioegrave viene interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere del mondo allora il
concetto di creazione egrave lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere
La semplicitagrave dellrsquoessere esige la sua immutabilitagrave ed il puro e semplice rilevamento
dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia egrave il fondamento dellrsquoesclusione della nascita dellrsquoessere
La creazione egrave quindi un dare valore e consistenza al nulla al non essere dellrsquoessere
Lrsquoente pur essendo posto come un laquonon-nienteraquo egrave in realtagrave pensato come libero dal
suo legame con lrsquoessere e con il niente Quando tale libertagrave consiste nello scioglimento dal
legame con lrsquoessere si ha lrsquoannullamento o nientificazione quando invece consiste nello
scioglimento del legame con il niente si ha la creazione o entificazione
Lrsquoapparente contraddittorietagrave del divenire150
che appare ossia il suo mostrarsi come ciograve
che arriva nellrsquoessere e vi si dilegua resta tolta non giagrave introducendo lrsquoassurdo di un dio
creatore
150 Lrsquoaporetica prende vita dallrsquo lt affermazione che lrsquointero ossia ognuna delle determinazioni
dellrsquoessere nella loro unitagrave organica egrave immutabile ed essendo questa affermazione L-immediata (immediatezza
logica) drsquoaltra parte egrave F-immediata (immediatezza fenomenologica) lrsquoaffermazione che lrsquoessere diviene
lrsquoorizzonte aperto dalla totalitagrave dellrsquoessere F-immediato egrave appunto il regno del sopraggiungere e del dipartirsi
dellrsquoessere E non solo quella totalitagrave egrave il luogo che riceve e dal quale si congedano determinazioni particolari
dellrsquoessere F-immediato ma egrave anche F-immediato il sopraggiungere della stessa totalitagrave dellrsquoessere F-immediato
Mentre il logo originario afferma lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere lrsquoesperienza ne attesta il divenire contraddizione tra
lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologia [] Lrsquoaporia egrave tolta affermando che lrsquointero come immutabilitagrave assoluta non egrave la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato in quanto questa egrave lrsquoorizzonte del divenire Tale
affermazione egrave L-immediata ossia lrsquoaporia egrave originariamente tolta la struttura originaria si realizza come
toglimento originario dellrsquoaporia la quale permane solo in quanto non sia posta la distinzione tra lrsquointero come
assoluta immutabilitagrave e la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato Il significato di tale distinzione deve essere
determinato nel modo seguente []distinzione tra due positivitagrave [] Posta L-immediata lrsquoimmutabilitagrave dellrsquointero
non crsquoegrave bisogno di un medio per affermare che lrsquointero come assoluta immutabilitagrave non egrave la dimensione del
divenire costituita dalla totalitagrave del F-immediato Crsquoegrave bisogno di un medio solo se lrsquointero non egrave posto come
immutabile se cioegrave egrave posto come significato formale o autocontraddittorio il medio egrave qui lrsquoimmutabilitagrave Ma in
quanto quella formalitagrave o autocontraddittorietagrave egrave originariamente tolta egrave originariamente posta la distinzione tra
lrsquointero immutabile e lrsquoorizzonte del divenire []E lo sviluppo lrsquoincremento o il dileguare lo sparire ndash il divenire
dunque del contenuto della totalitagrave del F-immediato non aggiunge e non toglie alcuna positivitagrave allrsquointero immutabile cheacute altrimenti al positivo che sopraggiunge o che dilegua converrebbe di non essere Tutta la
positivitagrave del positivo diveniente che lrsquointero immutabile lascia laquooltreraquo di seacute ndash e lrsquoimmutabile lascia oltre di seacute
appunto e soltanto la totalitagrave del positivo diveniente ndash tutta quella positivitagrave egrave immutabilmente inclusa nellrsquointero
immutabile [] Il divenire inteso come processo che porta dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere al non essere non
solo egrave errore contraddizione ma allrsquointerno della struttura originaria egrave lrsquoimpossibile [] Sigrave che lrsquoimmutabile non egrave
semplicemente ciograve senza di cui la realtagrave diveniente non egrave ma egrave ciograve per cui questa realtagrave egrave gt Id La struttura
originaria cit pag389401-409
93
che identifichi lrsquoessere al nulla151
ma liberandosi da quella definizione del divenire che
appare visto come laquocominciamentoraquo
Ogni divenire egrave uno comparire e scomparire dellrsquoessere e quindi ogni azione egrave sempre
un disvelare o un lasciare che si disveli lrsquoessere che era nascosto o egrave un condurlo fuori
dellrsquoapparire nel nascondimento o un lasciare che si sottragga allrsquoapparire Ma quando si
agisce con la convinzione di produrre e distruggere lrsquoessere di trarlo dal nulla e rimandarlo nel
nulla allora resta svelato qualcosa di diverso da ciograve che si svelerebbe allorcheacute si agisse
sapendo che ogni agire e ogni fare egrave un disvelamento dellrsquoessere eterno
Lrsquoalienazione metafisica intende la volontagrave come la forza suprema che fa uscire gli enti
dal nulla e li fa ritornare nel nulla si tratti della volontagrave di Dio o della volontagrave dellrsquouomo Nella
civiltagrave occidentale dominata dalla metafisica lrsquouomo vuole ormai soltanto in questo modo e si
pone come il vero creatore e distruttore dellrsquoessere
151 Bontadini risolve il problema della creazione dal nulla affermando che lt lrsquoaffermazione del Creatore ndash della creazione ndash egrave giagrave inclusa nel teorema che il divenire la realtagrave diveniente non egrave ndash non puograve essere ndash
originario [] lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete ma la sottolineatura egrave voluta dalla considerazione ndash
fondamentale elementare ndash che ciograve che si tratta di sanare egrave la contraddizione inoculata del non dal negativo
Nella prospettiva metafisica ndash creazionistica ndash quellrsquoandare nel nulla (e similmente il venire dal nulla) che risulta
sul piano fenomenologico egrave risolto nel far andare nel nulla (e similmente nel trarre dal nulla) che egrave in quanto
fare un positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico gt GBontadini ndash ESeverino Lrsquoessere e
lrsquoapparire Una disputa cit pag 59
94
II - Divenire esser altro
In ogni forma di cultura il divenire delle cose e degli eventi egrave sempre inteso come divenir altro
altro da ciograve da cui il divenire incomincia [ ] Crsquoegrave divenire solo se crsquoegrave diversificazione solo se ciograve a
cui il divenire giunge (terminus ad quem εἰς ὅ lo chiama Aristotele Metaph 1067 b 9) egrave qualcosa di diverso da ciograve da cui il divenire incomincia (terminus a quo ἐξ οὗ loc cit)
152
Per Aristotele il terminus ad quem e il terminus a quo del divenire sono innanzitutto i
laquocontrariraquo ἐναντία
Quando qualcosa giunge ad essere altro qualcosa egrave altro da seacute
Ma che qualcosa sia altro da seacute egrave per il pensiero occidentale lrsquoimpossibile lrsquoassurdo
Eppure affermando lrsquoesistenza del divenire e pensando che nel divenire qualcosa
diventa altro da seacute si pensa che qualcosa diventando altro da seacute egrave altro da seacute Anche se non lo
si riconosce affermando lrsquoesistenza del divenire altro da seacute si afferma lrsquoesistenza dellrsquoesser
altro da seacute ossia lrsquoesistenza di ciograve che drsquoaltra parte egrave pensato come ciograve che non puograve esistere
Il divenire inteso come divenire altro da seacute ndash identificazione ndash non puograve esistere egrave
nulla153
Per il pensiero occidentale il diveniente egrave il permanente Quando il cielo diventa
nuvoloso il cielo egrave il permanente sotteso al sereno e alle nubi Drsquoaltra parte Aristotele afferma
lrsquoesistenza del laquosostratoraquo proprio per evitare che il divenire sia identificazione dei laquocontrariraquo
Ma una volta introdotto il sostrato il divenire in cui il sostrato passa da una determinazione a
unrsquoaltra egrave pur sempre un diventar altro da seacute
152 E Severino Tautόtēs cit pag 13
153 Id Oltre i l linguaggio parte prima
95
E ciograve accade solo in quanto qualcosa egrave venuto meno egrave svanito si egrave annientato (la
serenitagrave del cielo si annienta quando diventa nuvoloso)154
Quando si pensa che qualcosa diventando altro e identificandosi allrsquoaltro da seacute non egrave
piugrave ndash cioegrave vien meno svanisce si annienta diventa nulla - si crede di evitare la contraddizione
per la quale il qualcosa diventando altro egrave altro da seacute
Per rendere possibile lrsquoaffermazione che qualcosa diventa altro da seacute si deve sostenere
che il divenire egrave una successione in cui si trova una determinazione che poi diventa altro Per
esempio se dico che la legna diventa cenere cioegrave che una determinazione diventa altro posso
sostenere che vi sia una successione che non faccia diventare la legna cenere (scongiurando
lrsquoidentificazione) ma in quanto tale la legna diventa nulla E il nulla in cui la cenere in
quanto tale si trovava prima dellrsquoannientamento della legna diventa cenere
La successione non puograve essere un divenir atro da parte di qualcosa Se si esclude che la
successione sia un divenire si deve escludere che il mondo includente la legna divenga nulla
Ma se nessun qualcosa diviene nulla si nega il divenire che invece si vuole salvare
Affermando che nel divenire ndash cioegrave prima di incominciare ad essere e dopo essersi
annientato ndash lrsquoente egrave nulla il pensiero occidentale tiene e insieme non tiene in relazione lrsquoente
al nulla non lo isola e insieme lo isola dal nulla
154 lt Per la scienza la combustione della legna egrave trasformazione di una certa quantitagrave di energia Una
arte di tale quantitagrave si trasforma in cenere unrsquoaltra parte si trasforma in calore ecc La cenere il calore ecc dono le nuove forme in cui si trasforma quella certa quantitagrave di energia in cui consiste la legna che stiamo considerando
[] E il cielo che nellrsquoannuvolarsi del cielo egrave il permanente corrisponde alla quantitagrave di energia che nella
combustione della legna si mantiene costante trasformandosi in un certo insieme di nuove forme di energia []
Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa ndash ossia la relazione tra il sostrato (una certa quantitagrave di
energia) e una certa forma ndash diventa altro da seacute ossia diventa relazione tra il sostrato e lrsquoinsieme delle forme
nuove che esso assume e che cioegrave egrave la sua forma nuova [] Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa
puograve diventare altro da seacute solo se si annulla gt Id Tautόtēs pag 18-19
96
Non lo isola dal nulla percheacute per affermare il divenire deve pensare lrsquoente come
divenuto nulla cioegrave come identico al nulla ndash deve pensare come risultato il risultato del
divenire dellrsquoente ossia deve pensare la nullitagrave dellrsquoente la relazione appunto tra lrsquoente e il
nulla
Ma insieme isola lrsquoente dal nulla astrae dal suo essere il soggetto dellrsquoesser nulla e
pone soltanto il nulla come risultato (o come lrsquoinizio) del divenire percheacute solo attraverso
questa astrazione lrsquoidentitagrave dellrsquoente e del nulla rimane nascosta e il concetto del non essere
ancora e del non essere piugrave da parte dellrsquoente non si presenta come ciograve che esso egrave ossia come
la forma piugrave radicale della contraddizione e dunque dellrsquoimpossibile e del necessariamente non
esistente ndash la forma piugrave radicale dellrsquoalienazione della veritagrave
Il porre e insieme non porre la relazione tra il qualcosa che diviene e il suo altro egrave una
contraddizione la contraddizione mediante la quale il pensiero che afferma il divenire evita di
vedere che il divenire egrave lrsquoidentificazione dei non identici e che dunque lrsquoaffermazione
dellrsquoesistenza del divenire egrave la contraddizione che pone come esistenza lrsquoassoluta inesistenza
del divenire La prima di queste due contraddizioni maschera la seconda ma essa si sottrae
allo sguardo e si maschera facendo apparire separatamente i due lati che la costituiscono
Per rendere pensabile quel divenir altro da parte di qualcosa il nichilismo (cioegrave
lrsquoontologia dellrsquoOccidente) afferma che nel divenir altro il qualcosa diviene niente ma con
questa affermazione raddoppia la contraddittorietagrave del divenir altro giaccheacute il nichilismo deve
non solo continuare a pensare che nel divenir altro qualcosa egrave altro percheacute egrave un altro qualcosa
positivo ma deve pensare anche che qualcosa egrave altro percheacute egrave nulla (egrave quellrsquoaltro che egrave il
nulla)
97
III - La volontagrave
La volontagrave di potenza urta contro lrsquoInflessibile che non si lascia modificare e la volontagrave
muore
Incomincia a vivere solo quando incomincia a flettere lrsquoInflessibile Egrave lrsquoInflessibile
contro cui la volontagrave urta inizialmente a costituirsi rispetto ad essa come la configurazione
iniziale di ciograve che la filosofia nascendo ndash e aprendo un contesto essenzialmente diverso da
quello del mito ndash ripropone come laquoimmortaleraquo laquoincorruttibileraquo laquodivinoraquo (athaacutenaton
anoacutelethron theicircon) laquoeternoraquo laquoEssere che egrave sempre salvoraquo (phyacutesis aeigrave sōzomeacutenē)
Allrsquoinizio della terra isolata lrsquoeternitagrave egrave vissuta come lo scacco della volontagrave Poi forma
tradizionale del pensiero filosofico della terra isolata ponendosi come laquoepisteacuteme della veritagraveraquo
tenteragrave di rendere autonoma rispetto alla prassi lrsquoaffermazione dellrsquoEterno tenteragrave di fondarla
Ma egrave ancora la prassi ndash cioegrave il rapporto tra la volontagrave e ciograve che essa avverte come lrsquoInflessibile
ndash a preconfigurare oltre allrsquoaffermazione filosofica dellrsquoEterno la tesi filosofica che esso egrave il
luogo da cui tutte le cose nascono e in cui si dissolvono escono dal nulla della propria
specificitagrave e vi ritornano
La flessione dellrsquoInflessibile egrave infatti lo spezzarsi di esso il suo smembrarsi e frantumarsi nelle
parti del mondo delle quali la volontagrave puograve finalmente disporre La volontagrave puograve attribuire allrsquoInflessibile o a seacute stessa il prodursi della flessione ma in ogni caso tutte le cose del mondo sono
la flessione dellrsquoInflessibile cioegrave provengono da esso sono costituite da esso che egrave lrsquounitagrave iniziale
da cui le parti diverse e tra loro opposte si separano (e tale separatezza egrave la loro specificitagrave)155
Il flessibile non egrave semplicemente ciograve che si flette cioegrave che non rimane rigido ma ciograve
che egrave piegato (o che puograve essere piegato) egrave un flexum laquoPiegareraquo egrave costruito sul latino plicare
(greco πλέϰειν) che ha la stessa radice dei verbi plectere e flectere
155 E Severino Intorno al senso del nulla cit pag 35-36
98
In quanto flectere il piegare egrave volgere il flessibile in una certa direzione in modo da
assegnargli una certa piega (flexus flexio) ossia una certa disposizione relativamente duratura
E appunto questo egrave lrsquouso nella lingua latina del verbo flectere Il flectere egrave cioegrave lrsquoagire in
quanto tale Il latino non dice soltanto flectere membra ramum navem equos ma anche
flectere viam animum mentes verba cursus
Il flessibile egrave dunque ciograve che egrave dominato nellrsquoazione rivolta a un fine ossia ciograve che egrave
disponibile al dominio dellrsquoazione e che diventa il materiale o lrsquooggetto di essa Lrsquoinflessibile egrave
lrsquoindominabile lrsquoimmodificabile lrsquoimmutabile Il contrasto tra il flessibile e lrsquoinflessibile egrave il
contrasto tra la volontagrave di flettere ndash la volontagrave di potenza la volontagrave di azione ndash e la barriera
insormontabile dellrsquoinflessibile Tutta la vita del mortale egrave un andirivieni tra la volontagrave di agire
e la barriera dellrsquoinflessibile La laquovitaraquo del mortale non egrave qualcosa di diverso ma egrave la stessa
volontagrave di agire vita egrave vis βίος egrave βία La volontagrave di azione non agisce nel vuoto si trova
originariamente circondata dalla barriera degli immutabili e agisce per incrinarla penetrarla e
allontanarla da seacute
LrsquoInflessibile sta dinnanzi alla volontagrave come la Potenza suprema come il Tremendum
anche quando la volontagrave egrave riuscita a fletterlo e a frangerlo ndash riuscendo cosigrave ad aprire lo spazio
in cui essa puograve vivere (sia pur credendo a volte che tale spazio le sia stato donato) ndash
lrsquoInflessibile si ricostituisce attestandosi su una nuova linea inoltrepassabile
LrsquoInflessibile egrave il Sacro il Tremendum che si erge di contro la volontagrave di vivere
dellrsquouomo spegnendola Come volontagrave cosciente (volontagrave di trasformare il mondo di cui egrave
cosciente) proprio percheacute vuole trasformare il mondo egrave inevitabile che dapprima se lo trovi
dinanzi non ancora trasformato e che le stia di fronte non come una porta aperta ma come una
Barriera impenetrabile e inflessibile
Percheacute la Barriera si erga impenetrabile e inflessibile non crsquoegrave bisogno che essa si mostri
come un laquoal di lagrave del mondoraquo
99
Essa egrave lrsquoOrdinamento immodificabile che regola cielo e terra ritmi e configurazioni
dello spazio e del tempo alternanza del giorno e della notte e ritmi stagionali mancanza di
cibo e potenza indomabile degli animali del fuoco dei venti delle acque giagrave come natura e
come legge del clan la Barriera egrave il laquototalmente Altroraquo percheacute egrave lrsquoinflessibilitagrave della Barriera a
determinare la sua totale alteritagrave rispetto alla volontagrave di attraversarla
Lrsquoirrompere dellrsquoazione allrsquointerno della Barriera egrave la prima flessione degli inflessibili
cioegrave la prima forma di distruzione degli immutabili Per quanto debole incerta limitata
lrsquoazione accadendo flette una parte del corpo dellrsquoInflessibile In questo suo essere flessa la
parte diventa un laquoregnoraquo
Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile non egrave un lsquoregnorsquo percheacute il regere egrave uno dei
modi preminenti della flessione Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile precede il regno degli degravei e dei mortali e lrsquoazione irrompe allrsquointerno della Barriera degli inflessibili come
azione degli degravei e dei mortali Il corpo dellrsquoinflessibile egrave il modo originario in cui la volontagrave di
potenza del mortale regna sulle cose della terra ma la volontagrave di potenza incomincia ad avvertire il
proprio regno solo nella parte che essa strappa agli inflessibili ndash cioegrave al suo regno inconscio ndash irrompendo come azione
156
156 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 256
100
CAPITOLO SECONDO
Lrsquo azione che cattura e domina lrsquoEnte
101
I - Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire157
Platone definisce lrsquoessere come δύναμις (potenza)158
ciograve che egrave (τὸ ὄν) egrave ciograve che ha la
potenza di fare o di essere fatto laquoFareraquo (ποιεῑν) significa condurre allrsquoessere (εἰς οὐσίαν) ciograve
che prima non egrave (ὅπερ ἂν μὴ πρότερον ὄν) laquoessere fattoraquo (ποιεῖσαι) significa il venire
condotto allrsquoessere159
157 Nella lingua greca o latina ndash e in generale nelle lingue indoeuropee ndash il carattere laquotecnicoraquo dellrsquoagire
trova espressione ancor prima che lrsquoOccidente assuma la tecnica nellrsquoorizzonte dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente Le
parole costruite sulla radice ar indicano costantemente qualcosa che in modo piugrave o meno diretto piugrave o meno
esplicito appartiene alla struttura formale della tecnica e cioegrave allrsquoadattarsi al convenire a un fine da parte di certi
mezzi di cui il parlante egrave convinto di disporre Tali parole nominano cioegrave o questa stessa struttura nel suo insieme
o un modo specifico del disporre dei mezzi adatto allo scopo oppure nominano il mezzo o i modi specifici di
esser mezzo e strumento o lo scopo o la maggiore o minore disponibilitagrave o riluttanza delle cose a lasciarsi usare
o lo sforzo piugrave o meno intenso che il mortale deve compiere per realizzare i suoi scopi o lrsquoordine che lrsquoazione
tecnica instaura nelle cose o la volontagrave che presiede al realizzarsi dellrsquoazione oppure il successo e lrsquoinsuccesso
cui essa va incontro lt Gran parte delle parole che nelle lingue indoeuropee indicano la laquocosaraquo alludono piugrave o meno direttamente ai
beni alle ricchezze a ciograve che serve e si adopera a ciograve di cui si ha bisogno ai valori al bestiame allrsquoaffare a ciograve
che egrave pregiato alla sostanza e al patrimonio Ricordiamo il latino res il greco pracircgma chrḗma il tedesco Ding
(inglese thing) e Sache Anche lo spettro semantico del participio greco tagrave oacutenta (gli essenti le cose che sono)
include le sostanze e i beni e anche il participio ousiacutea nomina la sostanza intesa come patrimonio Questi antichi
significati della parola laquocosaraquo implicano una situazione conflittuale e il luogo in cui essa viene discussa che
vengono in luce ad esempio in Ding thing che significano anche laquocausaraquo laquotribunaleraquo laquoparlamentoraquo
laquoassemblearaquo laquoverdettoraquo laquoprocessoraquo La stessa parola laquocosaraquo proviene dal latino laquocausaraquo intesa sia come matrice
e principio del diventar altro (dyacutenamis eis tograve patheicircn e dyacutenamis eis tograve poieicircn) sia in senso giuridico come
motivazione del diritto al possesso di ciograve che egrave conteso tra volontagrave differenti Il significato della parola laquocosaraquo
come conflittualitagrave egrave mostrata nelle antiche formazioni linguistiche della terra isolata ed egrave una figura che rinvia alla conflittualitagrave originaria dove la laquocosaraquo egrave la risultante della lotta tra la volontagrave e lrsquoInflessibile ossia egrave la forma
originaria (preontologica) del diventar altro Dicendo che Poacutelemos egrave il padre di tutte le cose e che quindi ogni cosa
egrave lotta conflitto Eraclito dice giagrave implicitamente che il conflitto egrave il significato originario dellrsquoesser laquocosaraquo
quindi possiamo dire che allrsquointerno della terra isolata la cosa egrave la madre di tutte le guerre gt E Severino Intorno
al senso del nulla cit pag 43-44
158 Platone Sofista 247 d-e Edizione BUR ndash Rizzoli Milano 2007
159 Ivi 219 b
102
Ma la potenza egrave lrsquoessenza stessa della τέχνη160
percheacute se questa si distingue in τέχνη
produttiva e τέχνη acquisitiva (ποιητιϰὴ τέχνη ϰτητιχὴ τέχνη) lrsquoacquisizione degli enti ndash come
il guadagno la proprietagrave la lotta la conoscenza ndash non egrave che un ordinamento di ciograve che egrave giagrave
stato prodotto nelle varie forme della ποιητιϰὴ τέχνη161
La distinzione tra τέχνη divina e τέχνη
umana (ϑεία τέχνη ἀνϑρωπίνη τέχνη)162
egrave pertanto la suprema differenza tra gli enti
La ϑεία τέχνη produce tutti gli enti della natura lrsquoἀνϑρωίνη τέχνη produce tutti gli enti
che nelle arti umane sono condotti dal non essere allrsquoessere Lrsquoessere egrave τέχνη percheacute egrave
essenzialmente avvolto dallrsquoorizzonte del fare e dellrsquoessere fatto ossia percheacute appartiene
essenzialmente al processo del condurre e dellrsquoessere condotto dal non essere allrsquoessere (αἰτία
τοῖς μὴ πρότερον οῦσιν ὕστερον γίγνεσϑαι)163
160 lt Ars viene tradotto con il termine laquoarteraquo Ma ars indica innanzitutto ciograve che si trova disposto in una
connessione e in un ordine e precisamente ciograve che si trova disposto nella connessione e nellrsquoordine che consente
al mortale di ottenere un certo scopo Ars egrave cioegrave ogni abilitagrave del corpo e della mente del mortale ossia ogni attivitagrave
che disponendo le cose in un certo ordine ndash facendole diventare laquomezziraquo e laquostrumentiraquo in un certo modo
determinato ndash egrave capace di conseguire uno scopo Тέλος (laquoscoporaquo) ndash che egrave metatesi di art ndash egrave il compimento
dellrsquoars [] Ars egrave unrsquoastrazione di artus Artus non egrave semplicemente ciograve che egrave unito al corpo ma egrave lo strumento
originario di cui il mortale si sente padrone e che gli consente di modificare il mondo in cui vive E glielo
consente percheacute non egrave rigido ma egrave laquoarticolatoraquo e quindi egrave artus (a um) Quasi della stessa importanza dellrsquoartus
per la modificazione delle cose egrave lrsquoarmus (ἁρμoacuteς) lrsquoomero che consente di trasportare i pesi piugrave grossi e operare
piugrave profonde modificazioni nelle cose [] Nella storia dellrsquoOccidente la parola fondamentale che esprime il senso dellrsquoars egrave τέχνη da cui deriva la parola laquotecnicaraquo Ma mentre in ars viene esplicitamente nominata la connessione
calcolata dei mezzi al fine τέχνη nomina invece i vari modi e settori in cui questa connessione si realizza a partire
da quello originario mediante il quale il mortale copre il suo corpo e gli dagrave un rifugio gt E Severino Destino
della necessitagrave pag 263-265-266
161 Platone Sofista 219 c
162 Ibidem 265 b-e
163 Ibidem
103
Ma lrsquoente non egrave un niente sigrave che la τέχνη divina e umana non egrave la capacitagrave che riesce a
identificare lrsquoente al niente ma egrave quel modo di porsi in relazione allrsquoessere dellrsquoente dove ogni
aspetto della relazione egrave determinato dalla persuasione che la nientitagrave dellrsquoente sia164
Per Aristotele lrsquoaffermazione che tutto accada necessariamente implica lrsquoinutilitagrave e
lrsquoirrilevanza del volere e dellrsquoagire laquoIl volere e lrsquoagire sono principio delle cose futureraquo (ἀρχὴ
τῶν ἐσομένων ϰαὶ ἀπὸ τοῦ βουλεύεσϑαι ϰαὶ ἀπὸ τοῦ πρᾶξαί τι)165
nel senso che solo laquose ci
metteremo a fare qualcosa questa cosa esisteragrave e non esisteragrave se non ci metteremo a farlaraquo
(ἐὰν μὲν τοδὶ ποιήσωμεν ἔσται τοδί ἐὰν δὲ μὴ τοδί οὐϰ ἔσται)166
La volontagrave e lrsquoazione sono
dei principi dellrsquoesistenza del futuro nel senso che egrave da essi che dipende che certe cose future
siano oppure non siano
Lrsquoessenza della tecnica moderna egrave giagrave presente nel modo in cui il pensiero greco ha
espresso il senso dellrsquoazione umana Affincheacute esista qualcosa come una laquoazione umanaraquo
devono esistere un laquoattoreraquo cioegrave lrsquouomo che compie lrsquoazione uno laquoscoporaquo dellrsquoazione cioegrave
lrsquoidea del futuro che lrsquouomo vuole realizzare con la propria azione una serie di laquomezziraquo o di
strumenti capaci di realizzare lo scopo e dei quali lrsquouomo dispone
La decisone egrave il momento fondamentale dellrsquoagire umano consiste nella volontagrave di
produrre quel mezzo o quella serie di mezzi che allrsquoanalisi si rivela piugrave idonea alla
realizzazione dello scopo
164 lt Lrsquoἀνϑρωπίνη τέχνη si egrave oggi completamente sostituita alla ϑεία τέχνη ma il senso dellrsquoessere rimane
ancor oggi identico a quello stabilito da Platone una volta per tutte nella storia dellrsquoOccidente Dio e la tecnica
moderna sono le due fondamentali espressioni del nichilismo metafisico gt E Severino Essenza del nichilismo
pag 197
165 Aristotele De Interpretatione 19 a 7-8
166 Ibidem 18 b 32-33
104
I mezzi di cui dispone la tecnica moderna non sono confrontabili con i mezzi a disposizione
dellrsquouomo greco e tuttavia la tecnica moderna si sviluppa interamente allrsquointerno della struttura
dellrsquoazione umana quale egrave stata portata alla luce una volta per tutte dal pensiero greco167
In quanto volontagrave di realizzare uno scopo con i mezzi che essa ritiene piugrave adatti e che
crede di saper dominare lrsquoazione egrave la tecnica La struttura formale dellrsquoazione egrave la struttura
formale della tecnica della preistoria e della storia dellrsquoOccidente
Ma lrsquoazione dellrsquouomo egrave decisione e la decisione in quanto tale egrave assunta dai mortali
come un atto isolante Decidere egrave separare La parte separata dal Tutto egrave essa stessa un
separare dal Tutto
La parola latina decidere egrave formata dalla preposizione de e dal verbo caedere che significa
appunto laquoseparareraquo laquofare a pezziraquo laquotagliareraquo E anche la parola latina occidere egrave formata
da una preposizione (ob) a dal verbo caedere Come lrsquooccidere cosigrave il decidere egrave sentito
dal linguaggio premetafisico come un separare E ciograve accade anche in eligere (ex-legere)
da cui deriva probabilmente attraverso il rafforzativo exeligere lrsquoitaliano scegliere168
NellrsquoEtica a Nicomaco169
Aristotele esprime il senso della separazione operata dal
decidere in quanto tale la parola usata per indicare nel testo il processo del decidere egrave
προαίρεσις laquoproponimentoraquo costituita dalla preposizione πρὀ (che indica il procedere nei suoi
vari sensi) e da αἵρεσις che significa insieme laquoconquistaraquo e laquosceltaraquo
Αἱρέω da cui αἵρεσις deriva significa oltre che laquoscelgoraquo laquopreferiscoraquo anche
laquoprendoraquo laquoafferroraquo laquomi impadroniscoraquo laquotraggo via da un luogo riducendo in mio potereraquo
167 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 249
168 Ivi pag 362
169 Aristotele Etica Nicomachea Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo
fedelmente alla loro utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino in Destino della Necessitagrave pag
362 e sgg
105
E al significato dellrsquoimpadronirsi appartiene il separare ciograve di cui ci si impadronisce egrave
portato via cioegrave vien separato dalla compagnia e dai luoghi cui esso originariamente
appartiene
La definizione aristotelica della προαίρεσις esprime il senso giagrave contenuto in questa
parola laquola προαίρεσις egrave delle cose che sono in nostro potereraquo ἡ προαίρεσις περὶ τὰ ἐφ
´ἡμῖν170
La προαίρεσις aristotelica egrave ὄρεξις βουλευτιϰή un appetito (ὄρεξις) ndash tendenza brama
ndash unito a deliberazione (βουλευτιϰή) Lrsquoespressione ὄρεξις βουλευτιϰή egrave equivalente a
ὀρεϰτιϰὸς νοῦς laquointelligenza appetitivaraquo e a ὄρεξις διανοητιϰή laquoappetito razionaleraquo171
I
termini βουλευτιϰή νοῦς διανοητιϰή indicano il λόγος cioegrave la ratio il calcolo conformemente
(ϰατά)172
al quale lrsquoὄρεξις appetisce
Nella προαιρεσις vengono ad unirsi due aspetti (μόρια) dellrsquolaquoanimaraquo laquoquello che
possiede il λόγοςraquo (τὸ λόγος ἔϰον) e laquoquello che egrave privo del λόγοςraquo (τὸ ἄλογον)173
Lrsquo ἄλογον ὀρεϰτιϰόν (cioegrave ὄρεξις) laquopartecipa alla ragione appunto in quanto le presta
ascolto e le obbedisceraquo (μετέχει πως ᾗ ϰατήϰοόν ἐστιν αὐτοῦ [λόγου] ϰαὶ πειϑαρχιϰόν174
Lrsquoὄρεξις quindi egrave una convinzione πείϑεται Il suo obbedire al λόγος egrave un essere
convinta il suo prestare ascolto egrave un udire un dar retta e il dar retta egrave daccapo lrsquoesser convinti
di qualcosa Il concordare col λόγος significa capirlo ed essere convinti di ciograve che il λόγος dice
Ma lrsquoὄρεξις egrave una convinzione non solo quando obbedisce e concorda col λόγος ma
anche quando disobbedisce e discorda Disobbedire e discordare significa infatti avere una
convinzione diversa da quella che si possiede quando si obbedisce al λόγος laquoCombattereraquoraquo
laquoresistereraquo laquoopporsiraquo laquoavversareraquo il λόγος dagrave luogo allrsquoἀτεχνία175
laquomancanza di arteraquo ma
ἀτεχνία non egrave semplic assenza di λόγος ma egrave la presenza di un λόγος falso (λόγος ψευδής)176
170 Ivi 1111 b 30
171 Ivi 1139 a 23 1139 b 4-5
172 Ivi 1113 a 20
173 Ivi 1102 a 28 sgg
174 Ivi 1102 b 30-31
175 Ivi 1140 a 21
176 Ivi 1102 a 22
106
II - Il dominio che guida il divenire
La προαιρεσις guida percheacute essa egrave la presa di possesso preliminare che traccia il
confine attorno alle cose che saranno prodotte e distrutte e insieme delimita preliminarmente il
campo del dominabile e lo sottrae allrsquoinfluenza di ogni altro laquoprincipioraquo diverso dallrsquouomo
cioegrave lo rende qualcosa di separato e di isolato dal Tutto Lrsquouomo egrave infatti il laquoprincipio delle
azioniraquo ἄνϑρωπος εἶναι ἀρχὴ τῶν πράξεων177
ossia laquone egrave il genitore come lo egrave dei propri
figliraquo (γεννητῆν τῶν πράξεων ὥσπερ ϰαὶ τέϰνων)178
Le cose laquoil cui principio egrave in noiraquo sono
laquoquelle che sono in nostro potereraquo (ὦν ϰαὶ αἱ ἀρχαὶ ἐν ἡμῖνhellipαὐτὰ ἐφ´ἡμῖν) laquoe che sono
laquovolontarieraquo (ϰαὶ ἑϰούσια)179
La προαίρεσις egrave ciograve per cui lrsquouomo egrave principio delle proprie azioni e quindi essa egrave
qualcosa di laquovolontarioraquo (ἑϰούσιον)180
giaccheacute nelle azioni laquoinvolontarieraquo (ἀϰούσια) e
laquoforzateraquo (βίαια) il loro laquoprincipioraquo egrave esterno a chi agisce (ἡ ἀρχὴ ἔξωϑεϑν)181
Ma la προαίρεσις egrave principio dellrsquoazione e quindi degli enti prodotti dallrsquoazione nel
senso che egrave laquoprincipio del movimentoraquo principio che muove le parti del corpo umano
servendosene come strumenti (ἡ ἀρχὴ τοῦ ϰινεῖν τὰ ὀργανιϰὰ μέρη)182
al fine di produrre certi
enti invece di altri E Aristotele stabilendo unrsquoidentitagrave tra il punto di vista di chi agisce e il
punto di vista del filosofo che riflette sullrsquoazione non si limita ad affermare che per la
coscienza di chi decide certe cose appaiano essere in potere di chi decide ma afferma che
nellrsquouomo laquoassennatoraquo (νοῦν ἔχων)183
la decisione si riferisce a cose che non sono soltanto
ritenute da parte di chi decide in suo potere ma sono in realtagrave in suo potere Il dominio della
προαίρεσις egrave realtagrave
177 Ivi 1112 b 31-32
178 Ivi 1113 b 18-19
179 Ivi 1113 b 20-21
180 Ivi 1112 a 14
181 Ivi 1110 a 1
182 Ivi 1110 a 15-16
183 Ivi 1112 a 21
107
E drsquoaltra parte ndash dice lo Stagirita ndash affincheacute lrsquouomo decida non egrave sufficiente che il suo
decidere appaia come un dominio nella coscienza ma egrave necessario che chi decide ritenga
(οἴεται) sia convinto che le cose decise sono portate allrsquoesistenza (γενέσϑαι) dalla decisione
stessa ossia che la sua decisione domina la dimensione delle cose decise La προαίρεσις non egrave
cioegrave il puro volere (βούλησις)184
ma egrave la decisione che calcola le cose che assume sotto il
proprio dominio e la cui esistenza e non esistenza essa vede in proprio potere
Il calcolo egrave unrsquolaquoanalisiraquo (ἀναλίύειν)185
che ricerca lrsquoordine dei mezzi piugrave idoneo alla
produzione del fine e che scompone la serie dei mezzi procedendo da quello che produce il
fine a quello intermedio che produce quel primo mezzo sino a giungere alla laquocausa primaraquo (τὸ
πρῶτον αἴτιον) della realizzazione del fine la quale causa prima egrave lrsquolaquoultimo ad essere trattato
nellrsquoanalisi ed egrave il primo ad essere prodottoraquo (τὸ ἔσχατον ἐν τῇ ἀναλύσει πρῶτον εἶναι ἐν τῇ
γενέσει)186
Lrsquoanalisi riconduce un mondo al principio del dominio e fa di questo principio il
dominatore di questo mondo Lrsquoanalisi egrave questo stesso principio che si impadronisce
preliminarmente di quel mondo considerandolo come il luogo ove esso principio puograve
esercitare il proprio dominio Sin tanto che lrsquoanalisi non riesce ad agganciare la serie dei mezzi
alla προαίρεσις in quanto principio del dominio lrsquoanalisi egrave laquoricercaraquo (ζητεῖν)187
e il ricercante
ricerca appunto laquocome agireraquo o laquoche cosa fareraquo ma la ricerca in quanto tale egrave lrsquoapertura della
dimensione sulla quale puograve stendersi il dominio dellrsquouomo E la ricerca egrave la προαίρεσις in
quanto essa egrave lrsquoimpadronirsi preliminare di questo dominio
Avendo fede di essere lrsquoautore delle proprie azioni il mortale crede di esserne
responsabile Il linguaggio esprime questa convinzione con la costruzione dei pronomi
personali e con la flessione del verbo Ma nella convinzione di essere responsabili delle proprie
azioni egrave presente la volontagrave di potenza
184 Ivi 1111 b 19 sgg
185 Ivi 1112 b 15 sgg
186 Ivi 1112 b 23-24
187 Ivi 1112 b 20
108
Il responsabile egrave infatti chi decide cioegrave chi separa dal Tutto la dimensione che egrave convinto di dominare Risponde delle proprie azioni percheacute ne egrave il padrone e ne egrave il padrone percheacute le ha
separate dal Tutto e le ha separate dal Tutto percheacute il Tutto gli appare come lrsquounione accidentale di
ciograve che esce e ritorna nel nulla188
Il mortale egrave lrsquoartefice Il mortale premetafisico egrave il tentativo di essere artefice la sua
decisione egrave ciograve costantemente accompagnata dalla possibilitagrave che le cose non si lascino
decidere e separare Invece il mortale metafisico riesce a decidere percheacute il suo decidere si
fonda sullrsquoapertura dellrsquo ἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
La τέχνη e la φρόνησις (laquosaggezzaraquo) sono la προαίρεσις nella quale lrsquoὄρεξις egrave unita al
calcolo laquoveroraquo (ἀληϑεύει)189
La προαίρεσις esiste infatti come laquovolontagrave calcolanteraquo
(βουλευτιχὴ ὄρεξις) anche quando il suo calcolo egrave errato o perchegrave considera in suo potere enti
che non lo sono o percheacute considera come mezzo ciograve che non egrave in grado di produrre il fine
La τέχνη egrave laquoabito produttivoraquo (ποιητιχὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου
ἀληϑοῦς)190
la φρόνησις egrave laquoabito praticoraquo (πραϰτιϰὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου
ἀληϑοῦς)191
Nellrsquouna e nellrsquoaltra la προαίρεσις non egrave un atteggiamento passeggero o
accidentale ma laquoabitoraquo (ἕξις) e cioegrave sono entrambe laquoabito con proponimentoraquo ma nella τέχνη
la προαίρεσις egrave principio di ποίησις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave esterno allrsquoazione) nella
φρόνησις la προαίρεσις egrave principio di πρᾶξις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave interno allrsquoazione
stessa)192
Sia nella tecnica sia nella saggezza morale ndash cioegrave nelle due forme dellrsquoazione
razionale193
ndash lrsquouomo egrave veramente laquopadroneraquo (ϰύριος)194
e principio del proprio agire da lui
dipendono sia le opere tecniche sia il bene
188 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 377
189 Aristotele Etica Nicomachea 1139 b 15
190 Ivi 1140 a 9-10 191 Ivi 1140 b 20-21
192 Ivi 1140 a 3-5
193 lt Nellrsquolaquoazione razionaleraquo (cioegrave nellrsquoazione capace nella sua forma piugrave evoluta di guidare
lrsquooscillazione dellrsquoente) la coscienza non insegue infatti una volontagrave che vuole oggetti imprevedibili per la
coscienza ndash non egrave una coscienza impotente di una volontagrave (cioegrave di una potenza) laquociecaraquo nellrsquolaquoazione razionaleraquo
la volontagrave sa ciograve che vuole gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 388
194 Aristotele Etica Nicomachea 1113 b 32 1139 a 18
109
Tanto la tecnica quanto la santitagrave sono cioegrave isolamento di un mondo che cosigrave separato
dal Tutto viene dominato dallrsquoagire conforme al calcolo vero Lrsquoessenza della tecnica egrave
lrsquoessenza dellrsquoetica Al giovane ricco che gli domanda che cosa deve fare per avere la vita
eterna Gesugrave risponde Ma proprio percheacute gli dice che cosa deve fare (osservare i
comandamenti e dare le proprie ricchezze ai poveri) proprio per questo la risposta di Gesugrave si
mantiene allrsquointerno dellrsquoisolamento della terra ndash e se il giovane ricco gli avesse dato ascolto
avrebbe ottenuto una laquovita eternaraquo che egrave pur sempre una determinazione dellrsquoalienazione
essenziale una determinazione cioegrave della terra isolata
Lrsquoisolamento del mondo umano non egrave una semplice intenzione soggettiva ndash cioegrave non egrave
la προαίρεσις in quanto volontagrave di dominio che appartiene alla preistoria dellrsquoOccidente ndash solo
in quanto le cose prodotte dalla τέχνη e dalla φρόνησις sono enti che escono e ritornano nel
nulla (τι τῶν ἐνϑεχομένων ϰαὶ εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) cioegrave sono lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
La laquosalvezza dellrsquoanimaraquo (ma anche quella del mondo e degli esseri del mondo dal
nulla) del cristianesimo rimane completamente allrsquointerno della φρόνησις aristotelica anche il
santo cristiano ndash in quanto esso egrave la προαίρεσις che egrave principio e produzione della salvezza ndash egrave
volontagrave di dominare lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
Secondo il cattolicesimo nel credente la προαίρεσις egrave unita ma non egrave annullata dalla laquoGraziaraquo ndash cioegrave la volontagrave di dominio umana laquocooperaraquo nel credente con la volontagrave di dominio divina (e la
laquocooperazioneraquo egrave in realtagrave unrsquoesclusione reciproca) Ma soltanto laquoDioraquo egrave il laquosignoreraquo (ὁ ϰύριος)
dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente che produce la salvezza dellrsquouomo e il Dominus egrave δαιμόνιος cioegrave il
laquoseparanteraquo proprio in quanto egrave il laquoSalvatoreraquo195
Il separato egrave la laquoterraraquo o la laquodimoraraquo o la laquodonnaraquo o la laquomoltitudineraquo o il laquobestiameraquo
Dio separa le cose da seacute in quanto inviolabile se le cose fossero legate indissolubilmente alla
sua inviolabilitagrave egli non potrebbe dominarle
195 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 370
110
III - La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio
Il dominio che si impadronisce delle cose modificandole egrave possibile solo sul
fondamento del dominio che si impadronisce delle cose isolandole dal tutto Lrsquoisolarle egrave
appunto la persuasione che esse non dipendano in alcun modo (quanto al loro esistere al loro
manifestarsi alla loro intelligibilitagrave alle loro trasformazioni) da ciograve che sta al di lagrave del campo ndash
il campo del dominato ndash da esse costituito Si puograve disporre di qualcosa solo in quanto
isolandolo lo si egrave reso disponibile
Il dominio assegna un futuro alle cose dominate Sia nel senso che allrsquoisolamento egrave
assegnato il suo perpetuarsi nel futuro ndash al disponibile egrave cioegrave assegnato il suo mantenersi nella
disponibilitagrave ndash sia nel senso che al disponibile egrave assegnata una trasformazione del suo
contenuto che ancora esso non possiede Lrsquoassegnazione di un futuro alle cose dominate egrave
avere uno scopo Ma nel dominio avere uno scopo significa assegnare alle cose un futuro che
egrave diverso da quello che esse avrebbero indipendentemente da questa assegnazione Codesta
diversitagrave peraltro non significa che il dominio rende impossibile il divenire ma che lo guida
Col dominio il divenire si guida e quindi si dagrave un futuro diverso da quello che esso avrebbe se non fosse un guidarsi Se il futuro delle cose fosse predeterminato e inevitabile esso sarebbe
indipendente dagli scopi del dominio cioegrave non sarebbe possibile assegnare un futuro alle cose e
quindi il dominio sarebbe impossibile196
Quindi per poter assegnare un futuro e avere uno scopo il dominio deve essere la
certezza che le cose dominate e il loro futuro non dipendono da nientrsquoaltro che dalla volontagrave
dominante che assegna loro un futuro e cioegrave deve essere la certezza che le cose dominate sono
isolate dal tutto
196 Ivi cit pag 239
111
La capacitagrave poi di assegnare un futuro egrave dunque nel dominio laquolibero arbitrioraquo ossia
isolamento del dominato e del dominante
Se lrsquoisolamento appartiene allrsquoessenza del dominio tuttavia sin tanto che non viene portato alla
luce il senso dellrsquoente in quanto ente e sin tanto che lrsquoente non viene inteso come
ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente [] lrsquoisolare si presenta come unrsquoattivitagrave che non egrave garantita dallo statuto reale di ciograve che si vuole isolare e quindi si presenta come unrsquointenzione
soggettiva che puograve avere successo ma puograve anche fallire e che quando ha successo egrave
costantemente esposta alla possibilitagrave del fallimento197
Il dominio sullrsquoente ha un carattere laquoscientificoraquo da quando lrsquooperazione isolante del
dominio non egrave unrsquointenzione soggettiva ma egrave fondata sullrsquoisolamento laquorealeraquo dellrsquoente
197 Ivi cit pag 240
lt Solo se lrsquoente esce e ritorna nel nulla lo si puograve isolare e solo se lo si isola lo si puograve dominare []
Lrsquooriginario e decisivo impadronirsi dellrsquoente egrave il renderlo libero Lrsquoimpadronirsene egrave il sottrarlo al destino della
veritagrave dellrsquoessere [] Solo in quanto lrsquoente egrave disponibile allrsquoessere e al niente un padrone puograve disporne []
Lrsquoἐπιστήμη (da Platone a Hegel) egrave la prima forma di dominio dellrsquooscillazione lrsquooscillazione egrave dominata dallrsquo
ἐπιστήμη appunto in quanto egrave sottoposta al calcolo incontrovertibile [] Ma il controllo epistemico dellrsquooscillazione la rende impossibile [] Solo se il progetto della dominazione su cui si fonda la tecnica egrave reso
esterno al divenire dellrsquoente e quindi viene daccapo a costituirsi come un immutabile e quindi come il centro di
una totalitagrave organica si puograve ritenere (come accade nel pensiero di Heidegger) che la tecnica come lrsquo ἐπιστήμη
renda impossibile il divenire dellrsquoente Ma se il progetto di dominazione della tecnica del Tutto viene lasciato
allrsquointerno del processo del divenire allora questo progetto a differenza dellrsquoἐπιστήμη non egrave una prevaricazione
che soffoca la libertagrave del divenire [] La tecnica non soffoca il laquogiocoraquo del divenire ma toglie ogni limite alla sua
libertagrave gt Ivi cit pag 229
112
La scientificitagrave del dominio raggiunge il suo culmine nella civiltagrave della tecnica quando
la volontagrave che il senso dellrsquoente sia oscillazione tra lrsquoessere e il niente si libera da ogni
episteacuteme da ogni immutabile da ogni nesso necessario e si tiene dinanzi lrsquoente in quanto ente
e cioegrave ogni ente come oscillazione tra lrsquoessere e il niente
Questa volontagrave di dominio totale in cui consiste lrsquoessenza della civiltagrave della tecnica
presuppone che il tutto sia unificato dalla determinazione trascendentale dellrsquoente
lrsquoἐπαμφοτερίζειν
Ma la volontagrave di guidare lrsquooscillazione della totalitagrave dellrsquoente si realizza solo come
dominio di una parte dellrsquoente percheacute la totalitagrave dellrsquoente sta dinnanzi come divisa in una
molteplicitagrave di campi isolati e il dominio tecnologico non puograve assegnare alla totalitagrave un futuro
che sia il futuro della totalitagrave in quanto totalitagrave e sia dunque lo scopo unitario del tutto in
quanto tale
Se il dominio tecnologico avesse uno scopo unitario verso il quale avesse a dirigere la totalitagrave degli
enti la totalitagrave sarebbe infatti un organismo un sistema di nessi necessari tra gli enti dove la teleologia di ogni ente coinvolgerebbe e sarebbe coinvolta dalla teleologia di ogni altro ente Se
dunque il dominio tecnologico assegna un futuro a qualcosa (A) se cioegrave trasforma qualcosa
conformemente a un certo scopo questo scopo puograve essere soltanto lo scopo di quel campo particolare di enti che egrave A e di quelle operazioni particolari che sono idonee alla trasformazione di
A e non puograve essere pertanto se non accidentalmente lo scopo di B C D e delle operazione
particolari che si propongono la trasformazione di B C D appunto percheacute altrimenti tra A B C D sussisterebbe un nesso necessario ed esse non sarebbero determinazioni isolate Nel dominio avere
uno scopo significa assegnare un futuro a una parte isolata dal tutto198
E il carattere particolare e specifico dellrsquooperare scientifico-tecnologico egrave giagrave presente
nella formulazione platonico-aristotelica della laquodivisione del lavororaquo
198 Ivi cit pag 245
113
Nel II libro della Repubblica199
Platone dice che il πράττειν cioegrave il dominio
dellrsquooscillazione dellrsquoente egrave laquopiugrave intensoraquo (πλείω) laquopiugrave efficaceraquo (ϰάλλιον) e laquopiugrave
praticabileraquo (ῥᾷον)200
solo in quanto si suddivide in operazioni specifiche realizzate da certi
operatori e non da altri ἄλλͻς ἐπ´ἄλλου ἔργου πρᾶξιν (alium ad alius operis effectionem)201
La divisione (lrsquoisolamento) del lavoro non egrave una determinazione accidentale del lavoro la
divisione del lavoro sussiste ndash il lavoro egrave una molteplicitagrave di operazioni isolate ndash appunto
percheacute il laquolavororaquo egrave πρᾶξις ossia egrave la guida (αἰτία)202
dellrsquooscillazione dellrsquoente tra lrsquoessere e il
niente e quindi egrave la guida di ciograve che in quanto cosigrave oscillante egrave isolato ndash si che la guida
dellrsquoisolato egrave essa stessa unrsquooperazione isolata divisa dalle altre
Proprio di questa divisione parla Aristotele allrsquoinizio dellrsquoEtica quando afferma la
molteplicitagrave degli scopi (πολλὰ γίνεται ϰαὶ τὰ τέλη) in corrispondenza alla molteplicitagrave dei
laquolavoriraquo (πολλῶν δὲ πράξεων οὐσῶν ϰαὶ τεχνῶν ϰαὶ ἐπιστημῶν)203
Lo scopo egrave il futuro che viene assegnato a una parte percheacute se fosse il futuro assegnato
al tutto in quanto tale il tutto non sarebbe laquodiacronicoraquo ma laquosincronicoraquo e organico cioegrave
esisterebbe un nesso tra le parti Ma se il futuro di una parte isolata non puograve essere il futuro
delle altre parti se cioegrave le altre parti hanno altri futuri ogni scopo egrave a sua volta una parte
isolata dalla totalitagrave del futuro La totalitagrave degli scopi riproduce la molteplicitagrave di
determinazioni isolate del presente
Separata dal destino la terra appare nellrsquoisolamento come libera e insieme dominabile
Egrave dominabile proprio percheacute egrave stata liberata dal destino Ma la sua libertagrave egrave anche la sua
assoluta imprevedibilitagrave Il timore egrave innanzitutto lrsquoavvertimento di questa imprevedibilitagrave E il
mortale per allontanare tale timore circonda di legami la terra che stringono ciograve che egrave stato
sciolto dal piugrave indissolubile dei legami Legami che sono gli laquoimmutabiliraquo gli laquoeterniraquo i
laquodestiniraquo che restano evocati allrsquointerno della solitudine della terra
199 Prima edizione Universale Economica Feltrinelli Milano 1995
200 Ivi 370 c
201 Ibidem
202 Platone Sofista 265 b
203 Aristotele Etica Nicomachea 1094 a 6-8
114
CAPITOLO TERZO
Lrsquo alienazione nello sguardo del Destino
115
I - Ciograve che il mortale crede
Ciograve che i mortali chiamano laquovolontagraveraquo e laquodecisioneraquo egrave in veritagrave senza residui convinzione (certezza fede persuasione) cioegrave apparire A sua volta lrsquoapparire in cui consiste ogni decisione e
ogni volontagrave possiede un carattere laquopraticoraquo quel carattere che i mortali interpretano come
capacitagrave pratica di trasformazione del mondo ma che nello sguardo del destino della veritagrave egrave qualcosa di abissalmente diverso da tale capacitagrave
204
La decisione non egrave altro che la convinzione che stia per realizzarsi un processo di cui lo
stato attuale del mortale (cioegrave della sua mente del suo corpo) egrave insieme la causa (il principio)
e lrsquoinizio e di cui lo laquoscoporaquo cioegrave una certa disposizione futura dellrsquoente egrave il termine La
decisione egrave lrsquoapparire di una certa disposizione futura dellrsquoente come risultato tale
disposizione di un certo processo quando i mortali decidono accade per lo piugrave qualcosa (ossia
nel cerchio dellrsquoapparire entra per lo piugrave qualcosa) che i mortali interpretano come il realizzarsi
di quella stessa disposizione dellrsquoente che si erano proposti come scopo e che dunque essi
credono di essere stati capaci di tradurre dal piano delle idee a quello della realtagrave
Quellrsquoapparire che egrave la decisione egrave per lo piugrave accompagnato dallrsquoapparire di qualcosa
che il decidente interpreta come il conseguimento la realizzazione dello scopo
La volontagrave e quindi anche quella volontagrave che si realizza come preghiera egrave la convinzione che il
voluto si realizzi credite quia accipietis Ma se per Gesugrave la fede egrave convinzione ogni decisione egrave una convinzione siffatta Solo che i mortali non hanno piugrave fede che le montagne si muovano cioegrave
hanno fede di muoverle non mediate il laquoFiglio di Dioraquo ma mediante lrsquouso di certi strumenti che la
tecnica dellrsquoOccidente egrave andata approntando e cioegrave mediante la fede questa sigrave posseduta nel
laquomovimentoraquo prodotto da tali strumenti205
Nella prassi scientifica egrave tenuta costantemente aperta la possibilitagrave che la regione
controllata sia condizionata da fattori ignoti
204 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 487
205 Ivi cit pag 488
116
Ma nellrsquoatto del decidere e quindi anche nella decisione scientifico-tecnologica la
decisione egrave presa solo in quanto essa egrave la convinzione di disporre di tutte le forze che sono
richieste per la produzione dello scopo e quindi solo in quanto viene esclusa quella possibilitagrave
di intervento di forze ignote Una possibilitagrave che torna a riaprirsi quando la prassi scientifico-
tecnologica si lascia alle spalle questo tipo di decisione per elaborarne uno piugrave adeguato alla
nuova configurazione che nel frattempo la regione controllata egrave venuta ad assumere
Il mortale crede di volere crede di disporre dei mezzi piugrave idonei alla produzione dei
suoi scopi crede di dominare la terra ma il suo volere (cioegrave lrsquoinsieme e ognuna delle sue
convinzioni) egrave unito al dubbio (cioegrave allrsquoindecisione e al non volere) e ne egrave contrastato
La coscienza di decidere egrave un laquovedersiraquo decidere ossia egrave un laquovedersiraquo non dubitante
Ma questo laquovedereraquo non vede ciograve che egrave non laquovederaquo cioegrave lrsquounione essenziale ossia la
contraddizione del decidere e del dubbio ma laquovederaquo soltanto il decidere Puograve credere di
volere percheacute isola la fede dal dubbio ma il dubbio non cessa e non scompare per il fatto che
il mortale non vuole avere i dubbi che pur appartengono alla sua essenza La qualitagrave del volere
del mortale egrave pur sempre determinata dal dubbio respinto nellrsquoinconscio in quanto lrsquoinconscio
egrave ciograve che viene isolato dal contenuto che il mortale vuole riconoscere
Egrave questa volontagrave non volente che laquoottieneraquo ciograve che i mortali credono sia lrsquolaquoottenutoraquo
Il mortale non laquoottieneraquo crede di ottenere Crede di ottenere ciograve che vuole ma ciograve che accade
egrave il destino ndash il destino della veritagrave ndash che nessun dio e nessun uomo possono laquotenereraquo e
dominare e che include anche lrsquoaccadimento della fede e della volontagrave dei mortali
Nello sguardo del destino la volontagrave egrave apparire Non egrave laquoforzaraquo laquotendenzaraquo laquoappetitoraquo
laquoimpulsoraquo Lrsquoapparire in cui la volontagrave consiste egrave apparire di un contenuto che non egrave il destino
della veritagrave egrave lrsquoapparire di qualcosa che appartiene al mondo sognato dallrsquoalienazione della
veritagrave
117
Tale mondo egrave la terra isolata il contenuto che appare allrsquointerno dellrsquoisolamento della
terra Ma ogni apparire il cui contenuto non egrave il destino della veritagrave o un suo tratto egrave volontagrave
decisione ossia egrave la convinzione di dominare qualcosa e che il dominante sia quello stesso che
egrave il convinto Lrsquoisolamento della terra egrave la volontagrave originaria allrsquointerno della quale soltanto egrave
possibile e puograve sopraggiungere lrsquoapparire di ogni volizione e di ogni decisione del mortale
Lrsquoisolamento della terra egrave volontagrave che la terra sia la regione sicura ossia egrave la
convinzione di disporre della terra nel senso che questa convinzione egrave convinzione che la terra
si rende disponibile per il motivo che si egrave convinti di disporne E la convinzione che la terra sia
il terreno sicuro egrave convinta di ottenere la sicurezza della terra non per mezzo di altro ma per seacute
stessa Ma nellrsquoisolamento la terra sicura viene dapprima interpretata come lrsquoinflessibile Il
fondamento originario di ogni flessione (cioegrave di ogni decisione e azione) interpreta come
inflessibile il contenuto che esso ottiene nel proprio flettere originario Poi un poco alla volta
la flessione flette gli inflessibili della terra Quando lrsquoOccidente incomincia a testimoniare la
sicurezza della terra trova la terra giagrave divisa tra le cose inflessibili e quelle flessibili tra ciograve che
egrave sottratto ad ogni volere e ciograve che invece egrave disponibile ad esso
La cultura moderna vede nei mortali la presenza della volontagrave divina e il soggetto
trascendentale diventa la volontagrave di produrre la terra La terra che resta prodotta
nellrsquoautoproduzione del soggetto trascendentale egrave sempre la terra isolata che appare come il
terreno sicuro La volontagrave che produce la terra egrave intesa come la vera realtagrave il vero valore Nel
concetto di creazione umana di creazione divina del mondo di autoproduzione del soggetto
trascendentale di dominio tecnologico della terra la volontagrave originaria che la terra sia la
regione sicura sta dinnanzi a seacute stessa
118
Lrsquoaccadimento in cui consiste lrsquoisolamento della terra egrave lrsquoaccadimento dellrsquoesser
mortale del mortale ma lrsquoesser mortale egrave lrsquoessenza sia del mortale sia degli degravei sia del dio
cristiano sia del soggetto trascendentale sia del dominio tecnologico della terra
Ma la volontagrave proprio percheacute egrave volontagrave non puograve ottenere ciograve che essa vuole Il voluto
egrave in quanto tale il non ottenibile
Tutto ciograve che si ottiene egrave ciograve che si vuole ottenere ossia egrave ciograve che si crede si ha fede di
ottenere egrave ottenuto allrsquointerno dellrsquoalienazione Lrsquoalienazione egrave lrsquoastro eterno che consiste
nella convinzione che esista ciograve che egrave impossibile Allrsquointerno dellrsquoalienazione tutto ciograve che si
ottiene si ottiene percheacute sia ha fede di ottenerlo e si ha fede di averlo ottenuto
Il precetto evangelico che se si ha fede che le montagne si sollevino esse si solleveranno e il
tratto decisivo della scienza moderna (e che ancora si sottrae allrsquoautocoscienza della scienza) che la trasformazione del mondo ha carattere scientifico solo se egrave oggetto di consenso intersoggettivo e
quindi solo se si ha fede che tale consenso esista [] ebbene quel precetto e quel tratto
appartengono entrambi alla stessa essenza ossia alla volontagrave originaria dellrsquoisolamento della terra
che crede di aver ottenuto la sicurezza della terra per il motivo che essa crede che la terra sia il terreno sicuro ha fede che questa sicurezza sia percheacute essa ha fede che sia ndash anche se la fede
apparendo a seacute come fondamento di ciograve che essa ottiene non appare come fede ma come forza
capace di produrre ciograve che si presenta come dimensione sicura ed evidente206
La volontagrave non riesce ad essere volontagrave non ottiene ciograve che essa vuole e quindi non
ottiene nemmeno il proprio volere Lrsquoimpossibilitagrave del voluto non puograve apparire allrsquointerno della
volontagrave (allrsquointerno cioegrave dellrsquoisolamento della terra) appunto percheacute la volontagrave egrave volontagrave d i
isolarsi dal destino Ma proprio percheacute il voluto egrave lrsquoimpossibile egrave necessitagrave che allrsquointerno
della volontagrave il voluto appaia nel suo esser qualcosa in cui il destino della veritagrave non si mostra
cioegrave qualcosa la cui affermazione e la cui negazione appaiono equivalenti
206 Ivi cit pag 579
119
Nellrsquoisolamento della terra la volontagrave crede di volere (la fede ha fede di aver fede)
percheacute nellrsquoequivalenza dellrsquoaffermazione e della negazione di ciograve che essa crede di volere
isola lrsquoaffermazione dalla negazione isola ciograve che egrave dubbio dal suo esser dubbio sigrave che questo
contenuto isolato appare nel suo esser tenuto fermo cioegrave egrave affermato e in quanto affermato si
presenta come il voluto
Anche questo isolamento egrave fede volontagrave Ma la fede di aver fede (il credere di volere)
non determina un regressus in indefinitum al contenuto in cui la fede ha fede appartiene la
fede di aver fede al contenuto voluto dalla volontagrave appartiene il credere di volere la volontagrave di
volere
Il tramonto dellrsquoisolamento della terra ossia la negazione del contrasto tra veritagrave e
isolamento egrave ciograve che in veritagrave il mortale vuole Il mortale egrave ndash lo egrave solamente ndash questa volontagrave
ossia questa volontagrave costituisce lrsquoinconscio essenziale del mortale cioegrave quanto egli trattiene nel
non testimoniato consumando la totalitagrave del linguaggio nella testimonianza della terra isolata
La terra cosigrave voluta egrave quella semplificazione estrema da cui viene offerta la resistenza minore
al linguaggio che intende illuminare le cose nelle parole La resistenza maggiore egrave invece
costituita dalla struttura del mortale cioegrave dallrsquoapparire della negazione impotente del contrasto
tra il destino e lrsquoisolamento della terra (che a sua volta egrave il contrasto tra fede e dubbio nella
sicurezza della terra)
La terra egrave contesa da due volontagrave contrastanti da un lato lrsquoinvasione del destino da parte della terra
isolata possibile solo se appare il destino della terra cioegrave solo se la terra appare nel suo esser
sottratta alla nebbia dellrsquoisolamento mostrando il volto destinatole dalla veritagrave dallrsquoaltro lato in quanto isolata dal destino e dal dubbio la terra mostra un altro volto quello divenuto familiare ai
mortali e che invece egrave soltanto uno dei due volti che la terra mostra introducendosi nel cerchio
dellrsquoapparire207
207 Ivi cit pag 496
120
Il doppio volto della terra egrave il doppio volto di ogni cosa della terra ed egrave appunto questo
sdoppiarsi e questo contrastarsi delle sembianze terrestri lrsquoostacolo maggiore incontrato dal
tentativo di condurre nel linguaggio le cose Le cose della terra stanno dinnanzi nel cerchio
dellrsquoapparire sdoppiate e in contrasto ognuna con seacute medesima e il tentativo di legarle nel
linguaggio alla loro immagine egrave contrastato dal carattere sfuggente di ciograve che dovrebbe essere
il modello dellrsquoimmagine
Invece la semplificazione estrema costituita dalla terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio
ndash la semplificazione in cui la terra mostra ai mortali il suo volto piugrave familiare ndash non disorienta
il linguaggio ma gli va incontro con lrsquoapparente chiarezza e univocitagrave del suo senso Tale
estrema semplificazione non puograve essere certo considerata come il motivo per il quale il
linguaggio destinato allrsquoapparire egrave stato innanzitutto il linguaggio che esprime lrsquoimmagine
della terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio e tuttavia il linguaggio destinato allrsquoapparire egrave
dapprima e a lungo solamente il linguaggio che esprime la terra cosigrave isolata La terra cioegrave il
cui volto raggiunge la semplificazione estrema dei suoi tratti
121
II - La necessitagrave dellrsquoaccadere come risoluzione del problema della libertagrave dellrsquoente
Ogni ente egrave eterno Quindi eterno anche quellrsquoente che egrave lo stesso accadere dellrsquoente Nella
veritagrave lrsquoaccadere non egrave lrsquoincominciare ad essere ma lrsquoincominciare ad apparire Che lrsquoente
incominci ad apparire significa che esso eterno esce dallrsquoombra del non apparire ed entra
nella luce dellrsquoapparire Cade in questa luce208
Poicheacute lrsquoaccadere dellrsquoente egrave eterno egrave necessario che lrsquoente accada Inoltre egrave
necessario che lrsquoente accada con il senso determinato che gli conviene non solo egrave necessario
che lrsquoente accada ma egrave insieme necessario che accada proprio quellrsquoente che accade
Lrsquoaccadere dellrsquoente egrave determinato e quindi lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave la necessitagrave
dellrsquoaccadere cosigrave determinato Se infatti lrsquoente che accade non accadesse lrsquoaccadere dellrsquoente
non sarebbe e quindi non sarebbe eterno ma possibile accidentale Affermando che lrsquoente che
entra nellrsquoapparire sarebbe potuto non entrarvi ndash affermando cioegrave la laquocontingenzaraquo
dellrsquoapparire ndash si afferma che lrsquoente che accade sarebbe potuto non accadere cioegrave si nega la
necessitagrave dellrsquoaccadere e in questo modo il non essere (la nientitagrave) dellrsquoaccadere dellrsquoente vien
posto come una possibilitagrave Lrsquoimpossibile viene ritenuto possibile
Poicheacute lrsquoaccadere egrave il passaggio dal non apparire allrsquoapparire lrsquoessere (e quindi
lrsquoeternitagrave) del passaggio richiede necessariamente che lrsquoente che sopraggiunge nellrsquoapparire
prima non appaia e poi appaia Lrsquoaccadere egrave solo in quanto lrsquoente che accade si mantiene
nascosto sino a che incomincia ad apparire Lrsquoeternitagrave di ogni ente egrave lrsquoeternitagrave di ciograve che esso egrave
nel modo in cui lo egrave
Lrsquoapparire che nellrsquoaccadimento incomincia non egrave separato dal proprio incominciare
ma egrave appunto lrsquoapparire incominciante Se invece si isola lrsquoapparire dal suo incominciare ndash se
lo si pensa indipendentemente dal suo incominciare ndash si finisce col rendere impossibile quel
mantenersi nascosto quel non apparire ancora da parte dellrsquoente senza di cui lrsquoaccadimento
non potrebbe essere
208 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 97
122
Separato dal suo incominciare lrsquoapparire si presenta come qualcosa che non puograve
incominciare Ogni ente egrave eterno ma appunto egrave eterno lrsquoente nel suo essere ciograve che egrave
nellrsquoaccadimento lrsquoente che incomincia ad apparire non egrave in sintesi con un apparire che egrave
separato dal proprio incominciare ma egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante
Questa egrave la sintesi che egrave e che egrave eterna il contenuto dellrsquoaltra sintesi invece ndash cioegrave della sintesi tra
lrsquoente e il suo semplice (astratto) apparire ndash non egrave appunto percheacute egrave ottenuta prescindendo dallrsquoincominciare che pur determina lrsquoapparire incominciante
209
Proprio percheacute lrsquoente che accade egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante lrsquoente in cui
consiste questa sintesi non esclude ma allrsquoopposto richiede necessariamente che prima di
incominciare ad apparire lrsquoente che accade non appaia lrsquoente incomincia ad apparire solo in
quanto esiste un prima rispetto allrsquoapparire dove tale ente ancora non appare Ma questo non
apparire ancora che precede lrsquoincominciare ad apparire non egrave la nientitagrave dellrsquoapparire
incominciante
Con lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente non si produce una sintesi nuova tra lrsquoente e il
suo apparire ma tutto ciograve che sopraggiunge egrave giagrave eterno Che col sopraggiungere non si formi
una sintesi nuova uscita dal niente non significa che quella tra il sopraggiungente e il suo
sopraggiungere cioegrave il suo incominciare ad apparire non sia una sintesi ma significa che in
quanto questa stessa sintesi sopraggiunge essa egrave giagrave eterna210
209 Ivi cit pag100
210 Con ciograve potremmo rispondere a una delle cretiche che C Fabro rivolge al divenire severiniano lt
Severino non spiega percheacute e come le cose della terra incominciano ad apparire ndash da dove sbucano dalla terra
[] e se incominciano ad apparire significa che le cose prima erano nascoste (a parte la domanda del dove fossero
nascoste) ci si puograve chiedere anche chi le ha spinte fuori dallrsquoombrahellip per guadagnar le stelle od almeno il sole
della coscienza E soprattutto quando incomincia questo cominciare gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente
cit pag 129
123
Affermando invece che il sopraggiungente sarebbe potuto non sopraggiungere ndash ossia
che ciograve che incomincia ad apparire sarebbe potuto non apparire ndash si afferma che la sintesi tra
lrsquoente che sopraggiunge e il suo sopraggiungere sarebbe potuta rimanere un niente Ma se
lrsquoapparire egrave laquoil nienteraquo che laquoil nienteraquo accolga o non accolga lrsquoente egrave qualcosa di
assolutamente indifferente e quindi lrsquoapparire egrave libertagrave Mentre lrsquoapparire egrave laquonienteraquo solo nel
senso che la sua determinatezza non egrave che lrsquoapparire delle determinazioni
Lrsquoaccadere egrave lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente Egrave questo lrsquoaccadere che nellrsquoapertura della
veritagrave appare Inteso invece come un incominciare ad essere uscendo dal niente lrsquoaccadere non egrave qualcosa che appare [] Poicheacute lrsquoaccadimento (il divenire) non egrave la creazione dellrsquoente ma il
sopraggiungere dellrsquoente cioegrave dellrsquoeterno nellrsquoapparire lrsquoaccadimento egrave dunque solamente in
quanto appare Un divenire laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile egrave cioegrave un concetto del
nichilismo211
Appunto percheacute un accadimento laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile la supposizione
che sarebbe potuto accadere altro da ciograve che di fatto accade non puograve essere mantenuta
affermando che sigrave lrsquoaccadere effettivo dellrsquoente egrave eterno ma questo eterno sarebbe potuto no
apparire e sarebbe potuto apparire lrsquoaccadere che di fatto non appare Questa supposizione non
puograve essere mantenuta percheacute lrsquoapparire appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere e cioegrave lrsquoaccadere
esiste solo in quanto appare e non puograve avere la possibilitagrave di restare nel non apparire lasciando
che un altro accadere appaia E lrsquoaccadere non egrave lrsquoaccadere in generale ma egrave lrsquoaccadere nella
sua attualitagrave Lrsquoapparire che appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere egrave questo attuale apparire egrave
lrsquoattualitagrave dellrsquoapparire ed egrave dunque questa attualitagrave ciograve senza di cui lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave
impossibile
Lrsquoapparire dellrsquoaccadimento accade e tuttavia non egrave un accadimento Lrsquoapparire
dellrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente incomincia e tuttavia non egrave un incominciare
211 Ivi cit pag 104
124
Lrsquoaccadimento che appare non egrave soltanto questo o quellrsquoaccadere particolare ma egrave la
totalitagrave dellrsquoaccadere che appare Anche se si trasforma laquocontinuamenteraquo lrsquoaccadere appare
comunque come totalitagrave dellrsquoaccadere Gli accadimenti che appaiono sono laquocontinuamenteraquo
diversi ma appaiono necessariamente come totalitagrave dellrsquoaccadimento Lrsquoapparire della totalitagrave
dellrsquoaccadere non potrebbe essere apparire della totalitagrave dellrsquoaccadere appunto percheacute questa
totalitagrave avrebbe al di fuori di seacute quellrsquoaccadere che egrave lrsquoaccadere dellrsquoapparire della totalitagrave
dellrsquoaccadere
Dire infatti che lrsquoente che sopraggiunge entra nellrsquoapparire significa che lrsquoapparire
dellrsquoente diventa apparire anche dellrsquoente che sopraggiunge in quanto egrave apparire anche
dellrsquoente che sopraggiunge lrsquoapparire in cui il sopraggiungente sopraggiunge egrave esso stesso
sopraggiungente Quindi lrsquoapparire del sopraggiungente egrave apparire anche del proprio
sopraggiungere lrsquoapparire del sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente egrave lo stesso
apparire del sopraggiungente e il sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente non egrave
qualcosa che non possa appartenere alla totalitagrave del sopraggiungere ma egrave contenuto di questa
totalitagrave un contenuto che egrave lo stesso contenente
Lrsquoessere con tutti gli altri enti nessuno escluso appartiene allrsquoessenza di ogni ente La
parte egrave nel Tutto non accidentalmente ma necessariamente Il Tutto non si limita a circondare
la parte ma la parte egrave ciograve che essa egrave solo in quanto egrave unita al Tutto
La persuasione che le decisioni ndash umane o divine ndash siano laquolibereraquo egrave invece la negazione
del legame necessario che unisce ogni parte a tutte le altre Tale persuasione separa infatti dal
Tutto quella parte che egrave lrsquoaccadimento della decisione e la rende qualcosa di assolutamente
indipendente Questa separazione sussiste in ogni caso sia che ancora si intenda la decisione
libera come qualcosa che sarebbe potuto non essere invece di essere sia che si intenda la
decisione libera come un ente eterno che sarebbe potuto non apparire invece di apparire
125
Lrsquoisolamento della decisione dal Tutto ndash e ogni isolamento ndash egrave negazione della veritagrave
dellrsquoessere non solo percheacute esso nega ogni legame necessario che unisce la parte al Tutto ma
anche percheacute in esso si esprime ancora una volta il nichilismo Negando ogni legame
necessario col Tutto lrsquoisolamento nega insieme il legame necessario che egrave richiesto
dallrsquoeternitagrave del Tutto e quindi nega lrsquoeternitagrave del Tutto negando la conseguenza nega il
fondamento La stessa prevaricazione che isola la decisione laquoliberaraquo dal tutto pone la
decisione (e il Tutto) come un niente La contingenza dellrsquoaccadere egrave dunque espressione del
nichilismo
Il linguaggio dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo Dice cosigrave che lrsquoazzurro
del cielo ora egrave un niente il cielo era azzurro Ma il cielo azzurro egrave una delle eterne cose della
terra che si inoltrano nel cerchio eterno dellrsquoapparire della veritagrave e ne escono dopo averlo
attraversato (Un cielo azzurro che non egrave espressione di un cielo azzurro universale ma
quellrsquoazzurritagrave del cielo considerata nella sua irripetibilitagrave e singolaritagrave es il cielo di oggi un
giorno di marzo a Roma) Il cielo egrave azzurro La contrapposizione tra lrsquolaquoegraveraquo copulativo e lrsquolaquoegraveraquo
esistenziale egrave propria del nichilismo Lrsquolaquoegraveraquo unisce il cielo e la sua azzurritagrave ma li unisce
appunto nellrsquoessere La loro unitagrave egrave ossia egrave eterna Il cielo egrave eternamente azzurro Il cielo egrave la
sua azzurritagrave nel senso che egrave il cielo-che-egrave-azzurro che egrave lrsquoazzurro-di-questo-cielo E il
contenuto dellrsquoerrore (in ogni errore si esprime la volontagrave di sottrarsi al destino della veritagrave
cioegrave lrsquoalienazione della veritagrave) egrave il niente
Ma proprio percheacute lrsquoente non egrave e non puograve diventare un niente il dire del destino non egrave
una laquoproposizioneraquo che da laquoveraraquo possa diventare laquofalsaraquo Nel destino il dire egrave lrsquoapparire
dellrsquoidentitagrave trascendentale che costituisce lrsquoessere qualcosa da parte di qualcosa ad esempio egrave
lrsquoapparire dellrsquoessere azzurro del cielo Ciograve che in veritagrave accade quando il linguaggio
dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo non egrave il diventar falso dellrsquoapparire del cielo
azzurro ma egrave lrsquouscire di questo apparire dal cerchio intramontabile dellrsquoapparire
126
Il cielo azzurro appare cioegrave dimora nel cerchio dellrsquoapparire della veritagrave Appunto
percheacute appare appare la sua destinazione allrsquoessere Poi laquoil cielo si oscuraraquo Nel linguaggio
dellrsquoOccidente lrsquolaquooscurarsiraquo esprime unrsquolaquoazioneraquo del cielo che prima laquoeraraquo azzurro Ma nella
veritagrave il cielo azzurro non si oscura non compie lrsquoazione di incupire e di render niente la
propria azzurritagrave Esso egrave eternamente azzurro e ciograve che lrsquoOccidente chiama laquoil suo oscurarsiraquo egrave
lrsquoinoltrarsi del cielo (eternamente) oscuro nel cerchio dellrsquoapparire mentre da questo cerchio
lrsquoeterno cielo azzurro esce e scompare La testimonianza della veritagrave non dice quindi che laquoil
cielo non egrave piugrave azzurroraquo ma che il cielo eternamente azzurro si egrave portato fuori dellrsquoapparire
nel non apparire Di esso non dice laquonon egraveraquo (laquonon egrave piugraveraquo laquonon egrave ancoraraquo) bensigrave laquonon egrave
presenteraquo laquonon egrave apparenteraquo (questrsquoultimo termine da intendersi come participio presente del
verbo apparire) Dice dunque laquoIl cielo (che egrave) azzurro non egrave (piugrave) apparenteraquo Ma daccapo
questrsquoultima affermazione non significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro non egrave (piugrave)raquo e che
pertanto questo apparire egrave diventato un niente bensigrave significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro
non egrave (piugrave) apparenteraquo
Ciograve che entra e esce dal cerchio dellrsquoapparire appartiene eternamente ad esso ma
dicendo che tale appartenenza laquoentraraquo nel cerchio dellrsquoapparire si intende escludere che in
qualsiasi modo lrsquoappartenenza si trovi giagrave nel cerchio e dicendo che ne esce si intende
escludere che essa in qualche modo continui a trovarvisi Pertanto ciograve che entra in questo
cerchio non egrave lrsquoatteso ma lrsquoinatteso e ciograve che ne esce non egrave il laquoricordatoraquo ma il
laquodimenticatoraquo Il laquoricordareraquo e il laquodimenticareraquo nel linguaggio del destino della veritagrave non
sono funzioni psicologiche o proprietagrave della coscienza trascendentale in quanto figura della
tradizione filosofica del nichilismo il laquodimenticareraquo egrave il cerchio dellrsquoapparire in quanto non
contiene piugrave in seacute qualcosa non lo contiene piugrave in nessun modo il laquoricordareraquo egrave il cerchio
dellrsquoapparire in quanto contiene ancora in seacute in qualche modo il ricordato
127
In qualche modo infatti lrsquoatteso appare giagrave e il ricordato appare ancora Quando
lrsquoatteso sopraggiunge non entra quindi simpliciter nel cerchio dellrsquoapparire e quando il
laquopresenteraquo passa e si mantiene nella memoria non esce da quel cerchio In entrambi i casi
varia soltanto il modo in cui si mostra una certa identitagrave che permane nel cerchio dellrsquoapparire
Ma lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire puograve apparire solo in quanto gli
insiemi di enti che lrsquoinoltrarsi porta progressivamente alla luce non sono via via dimenticati
(non vanno cioegrave uscendo via via dal cerchio dellrsquoapparire) ma continuano ad apparire sia pure
come passati Nella veritagrave appare lrsquoinoltrarsi della terra e lrsquoinoltrarsi appare solo in quanto
appare il passato Egrave infatti in relazione al passato ossia egrave percheacute il passato appare che il
sopraggiungente puograve apparire come tale Se nel sopraggiungere ciograve che giagrave appariva ndash e cioegrave
il passato ndash uscisse dimenticato dallrsquoapparire il sopraggiungente non potrebbe apparire come
laquogiunto sopraraquo qualcosa (appunto percheacute questo qualcosa sarebbe assente) e non solo il
sopraggiungente non potrebbe apparire come tale ma non potrebbe apparire affatto Questo
percheacute lrsquoapparire dellrsquoinoltrarsi della terra non solo esige lrsquoapparire del passato ma questo
inoltrarsi egrave necessariamente un permanere la permanenza assoluta dellrsquoidentitagrave costituita dalla
struttura della veritagrave che egrave presente in ogni insieme di enti che entrano nel cerchio
dellrsquoapparire Ciograve che permane egrave sigrave ciograve che appare ancora ma insieme egrave ciograve che appariva
anche prima il permanente egrave cioegrave presente e passato Il sopraggiungente sopraggiunge quindi
di necessitagrave nella permanenza ossia nellrsquoapertura di un passato Lrsquoessenza del divenire non puograve
essere stabilita indipendentemente dallrsquoessenza del passato
laquoLa legna arde nel camino e diventa cenereraquo Cosigrave parla il nichilismo nel linguaggio
quotidiano Diventando cenere la legna in quanto legna egrave distrutta cioegrave annientata
128
Anche se la scienza della natura afferma che lrsquoenergia in cui consiste la legna non egrave
andata distrutta nella combustione ma rimane sotto forma diversa tuttavia la forma che
lrsquoenergia assumeva nella legna egrave inevitabilmente pensata nella prospettiva scientifica come
ciograve che egrave andato distrutto e che dunque si egrave annientato
Ma la combustione come ogni divenire puograve essere laquosperimentataraquo solo se quando si
fa esperienza della cenere la legna non egrave stata dimenticata Giagrave in Kant egrave pienamente acquisito
il principio che la coscienza (o sperimentazione) del divenire non diviene ossia che lo stato
precedente (la legna che ancora non egrave diventata cenere) devrsquoessere conservato nella coscienza
insieme allo stato susseguente (la cenere) affincheacute si dia coscienza di un divenire
Nella dialettica della coscienza sensibile col sopraggiungere dellrsquouniversale e della coscienza
indiveniente del divenire il passato permane Egrave quanto richiesto dal principio secondo cui nel risultato egrave essenzialmente conservato e contenuto ciograve da cui esso risulta [] Il risultato egrave un
permanere [] la coscienza del divenire egrave necessariamente coscienza della permanenza [] Nella
laquoDimostrazioneraquo della laquoprima analogiaraquo dellrsquoesperienza (Critica della ragion pura sezione terza
dellrsquoAnalitica dei principi) si dice che qualcosa puograve mutare solo se resta Tutto ciograve che muta resta la permanenza egrave condizione necessaria in cui solo egrave possibile che i fenomeni siano determinabili
come cose od oggetti di una esperienza possibile212
Lo stato precedente egrave conservato come passato e questo conservarlo egrave il ricordo Il
ricordo ricorda qualcosa di positivamente determinato (la legna) ricorda cioegrave un non-niente
212 E Severino Tautόtēs cit pag 86-87
129
In quanto non-niente il ricordato non puograve essere quindi ciograve che nella combustione egrave
diventato niente213
Per il nichilismo il passare egrave un annientamento ma allora il passato in quanto
annientato e dunque in quanto niente non puograve apparire Lrsquoannientarsi egrave insieme
necessariamente uno sparire Ma in questo modo il ricordo non ricorda il passato ndash giaccheacute
lrsquoautentico passato non puograve apparire ndash e quindi non egrave ricordo ma apparizione di ciograve che del
passato nascosto continua ad esistere e che dunque non egrave un passato
213 lt Tuttavia non egrave unrsquoaltra legna ma egrave proprio la legna ricordata che nella combustione egrave diventata
cenere e che quindi si egrave annientata in quanto legna Ma di ciograve che egrave divenuto niente non puograve esserci memoria Ma
senza memoria egrave impossibile la coscienza del divenire Per salvare la memoria il nichilismo egrave costretto a
distinguere nel passato che appare nel ricordo due aspetti Da un lato il passato in quanto oggetto del ricordo egrave
uno dei molti fattori del diveniente che continuano ad esistere nonostante lrsquoannientamento cui il diveniente va
incontro oltre alla cenere al fumo e al calore della legna rimane anche il suo esser ricordata Dallrsquoaltro lato crsquoegrave
lrsquoaspetto del passato relativamente al quale si verifica lrsquoannientamento Il passato si annienta non in quanto esso egrave
oggetto del ricordo ma in quanto ha questo secondo aspetto ciograve che egrave diventato niente non egrave la legna che appare
nel ricordo ma altro Un altro che perograve appartiene alla legna che appare nel ricordo Per Hegel questo altro egrave
laquolrsquoesistenzaraquo della legna e ciograve che appare nel ricordo egrave la laquoformaraquo o essenza della legna Egrave lo stesso concetto di Agostino il passato esiste nellrsquoanima cioegrave esiste come idealitagrave essenza non come esistenza reale Ma su quale
base viene affermata lrsquoesistenza (passata) di questo altro che egrave divenuto inesistente Non si puograve rispondere
dicendo che questo altro appare nel ricordo appunto percheacute ciograve che appare nel ricordo in quanto appare come un
non-niente determinato non egrave un niente E per quanto riguarda lrsquoErinnerung hegeliana la legna ricordata non egrave
una legna ricordata come inesistente Il passato appare e nel nichilismo qualcosa di esso egrave divenuto un niente
Ma che cosa Non qualcosa che appare tutto il passato che appare sta ligrave dinnanzi come un positivo Qualcosa
dunque che non appare gt Id Destino della necessitagrave pag 178
130
Egrave percheacute lrsquoannientarsi egrave insieme lrsquouscire dallrsquoapparire che lrsquoapparire in quanto tale
non puograve attestare alcuncheacute della sorte di ciograve che si egrave portato al di fuori dellrsquoapparire se
continui ad esistere o se sia diventato nulla Lrsquoannientamento del passato egrave cioegrave lrsquoapriori con il
quale il nichilismo interpreta lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire
Nella veritagrave dellrsquoessere invece lo scomparire non egrave lrsquoannientamento di ciograve che
scompare e il progressivo arricchirsi della manifestazione del passato mostra appunto che il
dimenticato (ossia ciograve che egrave uscito dal cerchio dellrsquoapparire) continua ad essere e che questo
suo essere riappare nel concretarsi del ricordo
E non solo lrsquoapparire del divenire non attesta lrsquoannientamento del passato ma la
persuasione che il passato sia ciograve che egrave divenuto un niente rende impossibile lo stesso apparire
del divenire Infatti il divenire appare solo se appare il passato ma se il passato egrave ciograve che ormai
egrave un niente il passato non puograve apparire e dunque non puograve apparire nemmeno il divenire Ciograve
che lrsquoOccidente ritiene lrsquoevidenza suprema ndash lrsquouscire e il ritornare nel niente ndash rende
impossibile la visione del divenire ossia la visione della variazione del contenuto che appare
131
III - laquoCrescereraquo come divenire
Nellrsquoapparire del divenire il laquopassatoraquo egrave ciograve che non laquocresceraquo piugrave ma la cui avvenuta
crescita continua ad apparire insieme al laquopresenteraquo ndash dove il laquocrescereraquo non egrave una
trasformazione ontologica ma egrave la successione degli eterni che sebbene diversi hanno
qualcosa di identico (che egrave appunto ciograve che nella successione egrave il crescente) La permanenza
dellrsquointramontabile egrave il sopraggiungere in esso del suo differenziarsi ndash ossia dei differenti eterni
di cui esso egrave identitagrave Affincheacute unrsquoidentitagrave permanga nei differenti che sopraggiungono si
richiede pertanto la separazione e lrsquoindifferenza dellrsquoidentico rispetto ai differenti si richiede
cioegrave che lrsquoidentico abbia il senso che ha indipendentemente dal contenuto che entra e esce dal
cerchio dellrsquoapparire
Lrsquoaffermazione dellrsquoidentico sembra negare il legame necessario che sul fondamento
dellrsquoeternitagrave di ogni ente unisce ogni ente a ogni altro ente E drsquoaltra parte se non ci fosse
permanenza dellrsquoidentico non potrebbe nemmeno apparire la variazione del contenuto che
appare non potrebbe apparire alcun divenire Questa aporia egrave provocata dalla separazione che
isola lrsquoidentitagrave permanente dal contenuto che appare e che egrave il contesto dellrsquoidentitagrave Lrsquoaporia
ponendo la permanenza dellrsquoidentitagrave come risultato della separazione dellrsquoidentitagrave si
costituisce proprio in quanto lrsquoidentitagrave viene separata dagli insiemi che lrsquohanno in comune e nei
quali essa permane La separazione dellrsquoidentitagrave egrave il fondamento dellrsquoaffermazione che la
permanenza dellrsquoidentitagrave egrave separazione Nella testimonianza del destino della veritagrave dellrsquoessere
lrsquoidentitagrave che permane egrave invece ciograve che hanno in comune i diversi insiemi eterni che
sopraggiungono e si ritraggono dal cerchio dellrsquoapparire Eterni sono sia la identitagrave del diverso
sia la sopraggiungente e ritraentesi diversitagrave dellrsquoidentico Il non permanente egrave lrsquoeterno che
entra ed esce dal cerchio dellrsquoapparire o che continuando ad apparire ha raggiunto il
compimento del suo permanere
132
Il laquocrescereraquo egrave lrsquoapparire dellrsquoidentitagrave degli eterni diversi che si succedono nel cerchio
dellrsquoapparire egrave il ritrovarsi dellrsquoidentitagrave nel sopraggiungere dei diversi E quando la crescita ha raggiunto il suo compimento essa egrave divenuta un perfectum non nel senso che sia il prodotto
compiuto di un facere ma nel senso che lrsquoidentitagrave del diverso si egrave portata totalmente
compiutamente nel cerchio dellrsquoapparire si che in questo cerchio giunge ad apparire la totalitagrave compiuta del diverso di cui lrsquoidentitagrave egrave identitagrave e lrsquoapparire di questa totalitagrave egrave in questo senso il
perfectum214
Ciograve che diventa un passato non si trasforma e non egrave nemmeno necessario che qualcosa
di esso esca dallrsquoapparire Nel passato lrsquoente rimane tutto ciograve che esso nella sua destinazione
allrsquoapparire egrave riuscito a mostrare di seacute nel presente e non egrave nemmeno necessario affincheacute
lrsquoente passi che scompaia qualcosa di ciograve che esso egrave nel presente Col passare avviene di certo
una variazione nel contenuto del cerchio dellrsquoapparire ma questa variazione non riguarda
necessariamente ciograve che passa ndash giaccheacute appunto nel passato lrsquoente puograve continuare ad
apparire mostrando tutto ciograve che esso egrave nel presente ndash ciograve che egrave necessario appaia percheacute
appaia la variazione egrave il sopraggiungere di qualcosa
Nellrsquoapertura della veritagrave dellrsquoessere il divenire egrave il sopraggiungere dellrsquoeterno
lrsquoinoltrarsi dellrsquoeterna terra nel cerchio eterno dellrsquoapparire Per quanto atteso e previsto il
sopraggiungere della terra possiede sempre qualcosa di imprevisto qualcosa cioegrave che non egrave
visto in precedenza e che dunque entrando nel cerchio dellrsquoapparire esce dallrsquoombra del non
apparire Ma il sopraggiungere ndash cioegrave il divenire ndash appare come tale solo in quanto appare la
dimensione sopra la quale il sopraggiungente giunge e che nel sopraggiungere egrave sorpassata
ossia diviene un passato
Per concludere lrsquoestrema prevaricazione egrave il voler dimenticare di essere eterni nel Tutto
eterno voler dimenticare di essere lrsquoeterno apparire del destino della veritagrave nel quale si inoltra
la terra e voler appartenere alla terra isolata
214 Ivi cit pag 186
133
La prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire
allrsquoeternitagrave del Tutto e quindi dellrsquouomo Le cose della terra vanno e vengono muoiono e
nascono La volontagrave di appartenere alla terra isolata egrave la volontagrave di morire
La persuasione che la terra sia la regione con cui abbiamo sicuramente a che fare
scioglie non solo il legame che unisce ogni parte al Tutto ma scioglie anche il legame che
unisce lrsquoapparire della terra allrsquoapparire della veritagrave dellrsquoessere Ma questi legami sono
indissolubili e sciogliere lrsquoindissolubile egrave soltanto lrsquointenzione di scioglierlo ossia egrave il volere
lrsquoimpossibile
La convinzione che lrsquoaccadere delle cose sia contingente e che quindi le decisioni dei
mortali e degli degravei siano libere sorge allrsquointerno dellrsquoalienazione essenziale della veritagrave
Lrsquoisolamento della terra ossia lrsquoaccadimento del mortale egrave il fondamento di quella
convinzione Solo percheacute lrsquouomo egrave diventato un mortale puograve convincersi di essere libero
Il destino della veritagrave che non tramonta nemmeno con lrsquoaccadimento dellrsquoalienazione essenziale
della veritagrave dice che tutto ciograve che accade egrave destinato ad accadere ossia dice che la terra (che egrave la totalitagrave dellrsquoaccadimento) egrave destinata ad inoltrarsi nel cerchio dellrsquoapparire eterno
dellrsquointramontabile ed egrave destinata ad inoltrarvisi come laquodi fattoraquo vi si inoltra Il laquofattoraquo egrave il destino
cioegrave la necessitagrave (nella veritagrave del suo senso)215
La necessitagrave e il destino nella veritagrave del loro senso sono il cuore di ogni ente sono il
mantenersi da parte di ogni ente in accordo con ciograve che esso in veritagrave egrave
215 Ivi cit pag 443
134
PARTE TERZA
LA FEDE
Lrsquoimpossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione
lt Catturato dalla ragione malata il Verbo egrave inconciliabile con la ragione
Purificata Lrsquoinconciliabilitagrave non riguarda la ragione in quanto tale ma la forma
storica assunta dalla ragione occidentale gt216
216 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 42
135
CAPITOLO PRIMO
Filosofia e fede
136
I - Lo sguardo filosofico alla rivelazione
Nellrsquoantichitagrave i poeti presentano i loro canti come il risultato di un ammaestramento
divino la divinitagrave era posta allrsquoorigine della loro espressione il che significa che i poeti
esprimono un sapere che egrave a tutti gli effetti divino Era infatti convinzione comune che la
conoscenza fosse assolutamente impossibile senza lrsquointervento degli dei ed egrave in questa
prospettiva che Esiodo e Omero presentano i loro poemi NellrsquoVIII libro dellrsquoOdissea217
Odisseo tesse le lodi del cantore Demodoco laquocerto Apollo o la musa figlia di Zeus ti
istruironoraquo il cantore solo percheacute il sapere gli proviene da una fonte superiore puograve cantare
ciograve che capitograve agli Achei a Troia pur senza aver visto coi suoi occhi Anche lrsquoincipit della
Teogonia esiodea218
egrave sotto questo profilo particolarmente significativo laquosono le muse che un
giorno un bel canto insegnarono a Esiodoraquo Ma le muse di Esiodo e qui sta la cosa
interessante raccontano anche cose false cosiccheacute sta allrsquouomo capire gli ammaestramenti
divini evitando di riceverli passivamente non ogni forma di poesia percheacute ispirata dalle muse
egrave autenticamente vera Si affaccia cosigrave lrsquoidea che la conoscenza umana abbia una sua
indipendenza
Con lrsquoavvento della filosofia come egrave giagrave stato detto nella prima parte del presente
lavoro lrsquouomo cerca un sapere vero non smentibile un sapere che si imponga per la sua
incontrovertibilitagrave lrsquoepi-steacuteme ma la ricerca di una tale sapere fu possibile percheacute il pensiero
era convinto di giungere alla veritagrave in quanto la filosofia nel mondo antico era affermazione
immediata di certezza e veritagrave e quindi lrsquouomo era artefice di un pensiero vero
Il cristianesimo egrave invece la forma di pensiero filosofico che crede che la veritagrave sia
garantita solo se non egrave una produzione umana come per i Greci ma egrave rivelata da Dio
217 In URL wwwbibliolandiacomperioit Omero Odissea traduzione di N Delvinotti Consultato in
data 12042017
218 In URL wwwlariciit Esiodo Teogonia traduzione di E Romagnoli Consultato in data 12042017
137
E quando per difendersi dagli attacchi polemici e dalle persecuzioni noncheacute per
garantire la propria unitagrave contro sbandamenti ed errori il cristianesimo dovette venire in chiaro
dei propri presupposti teorici e organizzarsi in un sistema di dottrine esso si presentograve come
lrsquoespressione completa e definitiva della veritagrave che la filosofia greca cercava Una volta postosi
sul terreno della filosofia il cristianesimo tenne ad affermare la propria continuitagrave con la
filosofia greca ed a porsi come lrsquoultima e piugrave compiuta manifestazione di essa Giustificograve
questa continuitagrave con lrsquounitagrave della ragione che Dio ha creata identica in tutti gli uomini di tutti
i tempi e alla quale la rivelazione cristiana ha dato lrsquoultimo e piugrave sicuro fondamento e con ciograve
affermograve implicitamente lrsquounitagrave della filosofia e della religione Questa unitagrave egrave un presupposto
che guida e sorregge tutta la ricerca dei Padri della Chiesa nel loro contributo allrsquoelaborazione
dottrinale la cui opera egrave stata accettata dalla Chiesa stessa
La filosofia distingue il fatto storico dal keacuterygma o rivelazione Propriamente li
distingue in quanto il primo si fa portatore di un accadimento di una veritagrave storica ossia un
insieme di affermazioni intorno a eventi e a oggetti individuali a proposito delle quali si egrave
convinti che esprimano un contenuto che viene ad apparire il secondo invece porta con seacute
una veritagrave di fede ossia una veritagrave che esiste se viene laquocredutaraquo
Nellrsquoesempio del Cristianesimo la rivelazione egrave intesa come parola (Bibbia) e come
evento (Gesugrave Cristo) Compito della filosofia egrave di indagarne le condizioni di possibilitagrave
Il problema della rivelazione scaturisce dalla necessaria mondanizzazione ndash e dunque ndash
negazione ndash di Dio che si rivela Se il keacuterygma (lrsquoannuncio il messaggio) egrave parola di Dio
allrsquouomo egrave necessario presupporre unrsquoarea comune di intendimento Su tale necessitagrave insiste
anche quellrsquoorientamento teologico massimamente preoccupato di salvaguardare la distanza
lrsquoalteritagrave radicale tra Dio e lrsquouomo
138
Non sarebbe possibile lrsquoascolto della parola di Dio se non ci fosse insieme una
comunicazione tra Dio che parla e lrsquouomo che ascolta unrsquoanalogia un laquopunto drsquoinnestoraquo
come scrive Barth nella Dogmatica ecclesiastica219
Per la teologia cattolica tale laquopunto drsquoinnestoraquo egrave dato dalla dottrina ndash filosofica e
teologica insieme ndash dellrsquoanalogia entis Ma se il keacuterygma si fa storia allora la parola ndash e
lrsquoevento ndash non egrave Dio ma una sua testimonianza un segno allusivo indicativo di una ulterioritagrave
di significato che lrsquoevento in quanto storico non egrave in grado di offrire
Egrave stata proposta una soluzione per lrsquointerpretazione dellrsquoevento storico come evento
rivelato secondo una logica alternativa alla logica necessitante della non contraddizione la
logica della testimonianza220
In base ad essa lrsquoatto piugrave sensato piugrave umano egrave quello di credere
dinnanzi alle testimonianze bene autenticate pur non possedendo tale atto forza cogente Una
tale soluzione egrave in realtagrave lrsquoaccettazione di una possibilitagrave e non procede di un passo rispetto
alla possibilitagrave giagrave offerta dalla ragione stessa Non si tratta di logiche poicheacute il dar credito alla
testimonianza egrave giagrave essere nella fede La maggiore plausibilitagrave non si riferisce allrsquoeccedenza
semantica ma allrsquoevento come dato storico (plausibilitagrave storica) e la plausibilitagrave (o probabilitagrave)
egrave una variante interna al concetto stesso di possibilitagrave Egrave possibile anche lrsquoimprobabile
Egrave legittimo credere ed egrave legittimo non credere proprio percheacute il contenuto della fede egrave
per la ragione una laquopossibilitagraveraquo Ma il dar peso il ritenere per vero tale contenuto egrave opera della
volontagrave che cosigrave decide di determinarsi che decide cioegrave di oltrepassare pragmaticamente il
piano della possibilitagrave
219 J I Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio Cittagrave Nuova
Editrice Roma 2005 Rif pag 64
220 Cfr D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana Brescia 1991
139
II - Lrsquoargumentum
Nella Lettera agli Ebrei221
dellrsquoapostolo Paolo la fede egrave laquopragmaton eacutelenchos ou
blepomeacutenonraquo che traduciamo con argumentum non apparentium La fede egrave lrsquoargomento
laquoeacutelenchosraquo delle cose che non appaiono
La parola greca eacutelenchos significa laquoprovaraquo laquogiustificazioneraquo laquofondazioneraquo
laquoargomentoraquo Argumentum egrave legato ad argos laquosplendenteraquo egrave cioegrave il brillare dellrsquoargon la
luminositagrave di ciograve che argon Lrsquoargomento egrave il portare luce Lrsquo innegabilitagrave che splende nella
sophia egrave ciograve che si costituisce come argumentum dellrsquoepisteacuteme Lrsquo episteacuteme egrave il cuore
della tradizione filosofica il cuore originario della filosofia Ma Paolo afferma che la fede egrave
argumentum laquodelle cose non visibiliraquo (ou blepomeacutenon) argumentum non apparentium
Agostino dice che le ldquocose non visibilirdquo (i non apparentia) sono tutte quelle cose che absunt a
sensibus laquosono assenti dai sensiraquo222
Ma lo stesso Agostino e poi Tommaso precisano il senso di questa assenza i non
apperentia cioegrave gli invisibili i non manifesti non sono soltanto gli absentia a sensibus
animi cioegrave quelle realtagrave che sono semplicemente assenti dalla sensibilitagrave ma sono soprattutto
ciograve che sfugge alle capacitagrave del pensiero dellrsquouomo le cose che sono assenti dai sensi
dellrsquoanimo laquoabsentia a sensibus animiraquo e che dice Tommaso laquooltrepassano le capacitagrave
dellrsquointellettoraquo excedunt facultatem intellectus Questi sono gli invisibili gli enti che
laquoeccedonoraquo stanno al di lagrave delle possibilitagrave della ragione umana (ecco percheacute necessito di un
laquomedioraquo di un laquogaranteraquo per fondare la loro realtagrave)
221 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia San Paolo consultato in data 24032017 Per le parole in
latino mi attengo fedelmente alla loro utilizzazione e traduzione operate da Emanuele Severino in Pensiero sul
cristianesimo
222 In URL wwwbooksgoogleit Opera OmniaAugustinus De videndo Deum epistola CXLVII
Consultato in data 24032017
140
La fede egrave argumentum non apparentium Non apparentia sono gli invisibili gli assenti
ndash non visibili non solo nella dimensione della sensibilitagrave ma anche nella luce della sophigravea nella
luce della filosofia La fede conferisce ai non apparentia lrsquoargumentum Ossia la fede egrave ciograve per
cui i non visibili pur essendo tali sono accettati affermati creduti Il non visibile per
eccellenza egrave la divinitagrave di Gesugrave Che Gesugrave sia Dio non solo egrave assente dalla sensibilitagrave ma egrave
assente dalla sapientia huius saeculi223
Lrsquoargumentum che la fede conferisce ai non visibili egrave
dunque qualcosa di completamente diverso dalla luminositagrave dellrsquoeacutelenchos dellrsquoargumentum
che rende episteacuteme la sophia che rende stante il visibile Lrsquoargumentum di cui parla Paolo egrave
completamente diverso dal fondamento epistemico
Di fronte al non visibile la fede dice laquoEcco tu sei vero percheacute io ti voglio vero La mia
volontagrave che tu sia vero egrave il tuo argomentoraquo La mia volontagrave determina quellrsquoassenso al tuo
contenuto visibile che lrsquointelletto propriamente dagrave alla veritagrave al contenuto visibile Volendo
quellrsquoassenso voglio che tu sia vero
La fede tratta come visibile ciograve che invece egrave avvolto dallrsquooscuritagrave La parola
laquooscuritagraveraquo non egrave una metafora impropria lrsquooscuritagrave egrave la condizione che sottrae allo sguardo
dellrsquouomo i non visibili Lrsquooscuritagrave la notte fa sigrave che i non visibili (il contenuto del messaggio
evangelico) siano tali Lrsquoapostolo Paolo sa bene che lrsquoargomento della fede egrave diverso dallrsquo
argomento della veritagrave filosofica Nella prima Lettera ai Corinti224
(2 1) dice sono venuto non
in sublimitate sermonis laquonon ponendomi al culmine della ragioneraquo vengo collocandomi non
sullrsquoaltura della veritagrave e della filosofia ma in infirmitate et timore et tremore multo225
Questo venire in infirmitate et timore et tremore multo egrave proprio quellrsquo laquoesitareraquo che
Gesugrave esige che almeno una volta non ci sia affincheacute lrsquouomo sia salvo
223 In URL wwwlachiesait San Paolo Lettera ai Corinzi 126 Consultato in data 24032017
224 Ivi 2 1
225 Ivi 2 3
141
Gesugrave dice Se vuoi esser salvo non devi esitare almeno una volta Paolo invece dice
Vengo in infirmitate et timore et tremore multo cioegrave nellrsquo infermitagrave nel timore e nel tremore
da cui egrave afferrato lrsquouomo quando non si trova sullrsquoaltura luminosa della ragione (logos) e con i
quali e attraverso i quali gli si presenta il mondo e tutto ciograve in cui egli crede e quindi anche il
messaggio di Gesugrave Vengo esitando
La fede egrave lrsquoargomento dato ai non visibili Ma i non visibili stanno dinnanzi come
enunciati non ci puograve essere fede se non crsquoegrave lrsquoannuncio (laquoil messaggioraquo il keacuterygma) dei non
visibili Lrsquoapparire del keacuterigma egrave cioegrave la condizione dellrsquoesistenza della fede Il keacuterigma non egrave i
non visibili Il kegraverigma egrave il linguaggio che nomina i non visibili Esso egrave visibile egrave appunto
linguaggio egrave quel visibile che nomina i non visibili e dice Dio si egrave fatto carne Questa parola
appartiene ai visibili ma il contenuto della parola ndash ciograve a cui la parola si riferisce ndash egrave un non
visibile
La notte avvolge i non visibili i non apparentia La loro natura egrave opposta a quella dei
visibili che appaiono nellrsquoepisteacuteme
Epi-steacuteme egrave il contenuto che laquostaraquo e non si lascia smentire Il suo essere sapheacutes
visibile e luminoso egrave la condizione del suo stare Paolo sa bene che non di questo si tratta
quando il kegraverigma parla dei non visibili i non visibili sono sigrave annunciati dal kegraverigma ma sono
avvolti dallrsquooscuritagrave della notte cioegrave dalla condizione che li rende invisibili Stanno cioegrave ligrave
dinanzi nel linguaggio che li annuncia come ciograve che puograve essere smentito stanno ligrave dinnanzi
come equivalenti alla loro negazione A questa equivalenza non puograve rinunciare nemmeno la
teologia cristiana se questa equivalenza non ci fosse il contenuto del kegraverigma sarebbe una
veritagrave razionale il cristianesimo diventerebbe gnosi razionalizzazione del messaggio
sovrannaturale di Gesugrave e della Chiesa Cadrebbe la soprannaturalitagrave dellrsquoannuncio Lrsquo annuncio
in cui si ha fede dice Tommaso sta al di sotto della ldquoscienzardquo (cioegrave dellrsquoepistegraveme) e al di sopra
dellrsquoopinione226
226 Tommaso Summa Theologia Art 5 par 4
142
Dunque se la fede conferisce lrsquoargumentum al visibile annuncio degli invisibili se essa
vuole affermare ciograve che di per seacute egrave negabile dal punto di vista della sophia e dellrsquoepistegraveme e
che dunque sta nellrsquooscuritagrave della notte egrave allora necessario che affincheacute la fede esista appaia
la notte in cui si alza la voce dellrsquoannuncio egrave necessario che appaia la notte che rende
invisibili gli invisibili
Lrsquoapparire della loro oscuritagrave ndash che lrsquoargumentum della fede vuole luminosa come la
luce del giorno ndash egrave la condizione affincheacute la fede possa esistere Per volere che qualcosa
divenga e sia altro da ciograve che esso egrave esso deve apparire per quello che egrave per volere che gli
invisibili abbiano lrsquoassenso che spetta ai visibili egrave necessario che essi appaiono per quello che
sono cioegrave come invisibili come oscuritagrave e notte La fede conferisce un argumentum alle cose
non visibili annunciate dal kegraverigma e puograve farlo solo se esse appaiono come bisognose di tale
argumentum e cioegrave come non visibili e dunque smentibili controvertibili negabili
143
III - La certezza laquodubitanteraquo dellrsquoanimo
Ma se le cose annunciate in cui si ha fede devono stare ligrave dinnanzi manifeste nella loro
controvertibilitagrave affincheacute la fede possa conferir loro il proprio argumentum lrsquoapparire della
controvertibilitagrave del contenuto dellrsquoannuncio egrave il dubbio
Dubitare di qualcosa significa appunto aver dinnanzi la controvertibilitagrave del qualcosa la
sua incapacitagrave di stare di contro alla negazione Ma lrsquoapparire della controvertibilitagrave di ciograve che
egrave annunciato egrave il dubbio e il dubbio egrave il fondamento della fede la pura fede che Gesugrave esige la
fede che non esita almeno per un momento non puograve esistere percheacute essa egrave sempre ed
essenzialmente legata al dubbio ma con la volontagrave di isolarsi dal dubbio
Quando il credente dice laquoIo credoraquo egli rompe il nesso necessario tra la fede e il
dubbio che egrave il fondamento della fede cioegrave isola dal dubbio la volontagrave che il contenuto del
kegraverigma abbia un argomento Giaccheacute quando la veritagrave si lega alla fede accade che
nellrsquoapparire lo stesso contenuto sia oggetto di certezza e di dubbio appaia come affermato e
non affermato e che quindi lrsquoapparire sia contraddizione
La secolarizzazione e la profanazione della fede non costituiscono un tempo storico
successivo al tempo della purezza della fede ndash il tempo della Chiesa di pietra che avrebbe
distrutto la Chiesa dei santi La secolarizzazione e la profanazione della fede appartengo
allrsquoessenza della pura fede La fede pura in quanto tale nella sua autentica essenza egrave questa
profanazione appunto percheacute non crsquoegrave fede che non sia profanata dal dubbio
Il dubbio ldquoprofanardquo Nella parola profanum pro significa ldquoal di fuorirdquo e fanum egrave il corrispettivo
nella lingua latina di ciograve che i Greci chiamano il phainesthai (la luce dellrsquoapparire) In questo senso ldquoprofanordquo egrave ciograve che sta al di fuori della luce cioegrave del sapheacutes della luminositagrave dellrsquoepisteacuteme
Il dubbio profana la fede percheacute lrsquoargumentum lrsquoargon la luminositagrave che la fede adduce non egrave la
luce vera dellrsquoepisteacuteme ma egrave la volontagrave che le cose stiano in un certo modo la volontagrave che gli
invisibili della rivelazione siano227
227 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag87-88
144
Nel credente il linguaggio non ha parole che per lrsquoargumentum e non per il fondamento
ndash la pietra del dubbio ndash senza di cui la fede non si costituirebbe
La fede egrave consenso assenso dellrsquointelletto ma dellrsquointelletto in quanto comandato cioegrave
in quanto sottoposto alla spinta della volontagrave
Insieme ad Agostino Tommaso afferma che il credere non egrave possibile se non volendo
(credere non nisi volens)
Ciograve che ldquopropriamenterdquo determina lrsquoassenso dellrsquointelletto (e tale assenso egrave ldquoappropriatordquo quando
lrsquointelletto egrave intellezione della scientia) dice Tommaso non egrave la volontagrave ma lrsquoevidenza della veritagrave
(e tanto meno egrave la volontagrave a rendere evidente lrsquoevidente) E per Tommaso non egrave lrsquoldquoevidenzardquo della veritagrave a determinare lrsquoassenso in cui consiste la fede Sigrave la fede in Cristo laquoegrave piugrave certa di ogni
scienza e di ogni cognizioneraquo ( Tommaso De fide art1) ndash chi crede in Gesugrave ha cioegrave per
Tommaso una certezza superiore a quella che egrave presente nella piugrave alta delle scienze dellrsquouomo
(percheacute per Tommaso egrave lrsquoinfinita potenza della grazia di Dio a dare allrsquouomo la fede e a stabilirlo nella fede) ndash ma la certezza della fede cristiana non va confusa avverte Tommaso (ibid) con lrsquo
ldquoevidenzardquo delle veritagrave che determinano lrsquoassenso dellrsquointelletto e in questo senso laquosono la scienza
e lrsquointellezione evidente ad avere certezza non la federaquo (et sic fides non habet certitudinem sed scientia et intellectus)
228
La fede cristiana egrave una certezza dellrsquoanimo (certitudo quaedam animi) ldquolaquointorno alle
cose assentiraquo (laquoassentiraquo sono appunto le cose che non appaiono agli occhi della laquoragione
naturaleraquo mentre la laquoscienzaraquo egrave ciograve che la laquoragione naturaleraquo conosce primariamente) che
laquosta al di sopra dellrsquoopinione e al di sotto della scienzaraquo (dove la laquoscienzaraquo non egrave la scienza in
senso moderno cioegrave come sapere ipotetico ma come giagrave abbiamo rilevato egrave il sapere
incontrovertibile della filosofia ossia ciograve che i Greci chiamano episteacuteme)
Le veritagrave conoscibili naturalmente quindi filosoficamente costituiscono un
presupposto necessario per accogliere la rivelazione di Dio
228 Ivi cit pag 95
145
La fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora
lrsquointelletto puograve assentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto [] Secondo
[] per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E se ciograve viene fatto
col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione se invece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede [] Se si tiene una cosa per fede si deve affermare
lrsquoimpossibilitagrave che essa sia diversamente data la certezza della fede tuttavia una stessa cosa non
puograve essere sotto lo stesso aspetto oggetto di scienza e di fede poicheacute ciograve che egrave conosciuto per scienza egrave visto mentre ciograve che egrave creduto non egrave visto
229
Pur essendo al di sopra di ogni scienza quanto alla laquofermezzaraquo (firmitas) dellrsquoassenso
la certezza della fede cristiana egrave al di sotto della scienza percheacute non ha come contenuto il
contenuto evidente della scienza Infatti laquova detto che egrave al di sotto della scienza percheacute essa si
riferisce alle cose che non appaionoraquo (infra scientiam dicitur in quantum est non
apparentium)
Per Agostino e Tommaso laquole cose che non appaionoraquo e che primariamente consistono
nellrsquoessersi Dio incarnato in Gesugrave ndash sono quelle che o non sono laquodateraquo (manifeste presenti) o
non hanno lrsquoevidenza dei primi princigravepi conosciuti immediatamente dallrsquointelletto o non sono
veritagrave necessariamente connesse nella scienza allrsquoevidenza immediata dei primi princigravepi
Quelle cioegrave che non sono laquopresentiraquo neacute ai laquosensi del corporaquo (praesto corporis sensibus) neacute ai
laquosensi dellrsquoanimoraquo (praesto animi sensibus) Non stanno laquodinnanziraquo (praesto) non sono
presenti non prae-stant
(Il prae-sens ndash il laquopresenteraquo ndash egrave il prae-stans)
Ma proprio percheacute i contenuti della fede non sono manifesti cioegrave sono non apparentia
non stanno laquodinnanzi ai sensi del corpo e dellrsquoanimoraquo proprio per questo dice Tommaso nella
fede lrsquointelletto in quanto tale rimane laquoinquietoraquo (nondum est quietatus) non egrave laquosoddisfattoraquo
(satisfactum) egrave laquoindeterminatoraquo e puograve sentirsi attratto dalla tesi contraria a quella in cui il
credente crede
229 Tommaso Summa Theologia Art 4-5
146
Ora per Tommaso questa inquietudine e insoddisfazione egrave il dubbio
Questo significa che Tommaso stesso ndash e nellrsquoatto stesso in cui egli sta commentando
la definizione che lrsquoapostolo Paolo dagrave della fede ndash fornisce tutti gli elementi che conducono a
una conclusione straordinaria lrsquointelletto del credente egrave e rimane nel dubbio relativamente a
ciograve in cui il credente ha fede laquoInquietoraquo laquonon soddisfattoraquo laquoimprigionatoraquo (captivatus) dalla
volontagrave nellrsquoassenso ai contenuti invisibili della fede
questo egrave per Tommaso il significato del in captivitatem redigentes omnes intellectum laquofacendo
schiavo ogni intellettoraquo allrsquoobbedienza di Cristo di cui parla la seconda Lettera ai Corinti
lrsquointelletto del credente oscilla ldquofluttuardquo tra ciograve in cui il credente crede (Gesugrave egrave il Dio incarnato) e la negazione di ciograve in cui egli crede laquofluttua tra le due parti della contraddizioneraquo (la
contraddizione tra lrsquoaffermare e il negare che Gesugrave egrave Dio) e laquoquesta fluttuazione egrave lrsquoatteggiamento
che egrave proprio di chi dubitaraquo (et ista est dubitantis dispositivo ibid)230
Chi dubita egrave colui che esita Lrsquo intelletto del credente esita relativamente a ciograve in cui
egli crede Nella profonditagrave del suo animo ndash ossia in ciograve che la lingua greca chiama kardia
ldquocuorerdquo ndash il credente esita Non puograve non esitare Ma quando Gesugrave afferma che solo chi crede
saragrave salvo dice che salvo saragrave solo laquochi non esita nel proprio cuoreraquo qui non haesitaverit in
corde suo231
Solo chi non esita e cioegrave non dubita ha la fede che riesce a gettare le montagne nel
mare e che salva In questo modo sappiamo Gesugrave pretende lrsquoimpossibile percheacute il non
esitante non esiste non puograve esistere Lrsquo intelletto del credente infatti egrave essenzialmente il
dubbio il credente essenzialmente haesitat in corde suo esita nel proprio cuore e quindi non
egrave e non puograve essere ciograve che Gesugrave vorrebbe che fosse Se il credente che Gesugrave salva egrave il non
esitante il credente non esiste non puograve esistere Cristo non salva nessuno
230 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 97
231 Vangelo di Marco 1123
147
E una fede che sia solo laquodottrinaraquo e non quellrsquoevento perturbante che sconvolge la vita
non egrave la fede cristiana laquoSe ho tutta la fede che occorre per trasportare le montagne e poi non
posseggo lrsquoamore sono nullaraquo232
Ma sono nulla anche se ho tutto lrsquoamore ma non ho la fede ndash tanto che per lrsquoapostolo
lrsquoamore include la fede e la speranza (omnia credit omnia sperat) E tuttavia il credente non
ha non puograve avere la fede che muove le montagne appunto percheacute pur avendo una fede
laquofermissimaraquo la sua mente esita dubita di ciograve in cui egli crede
Il Perturbante piugrave profondo egrave il dubbio da cui la fede non puograve mai liberarsi Il
Perturbante piugrave profondo scuote la fede
232 Corinti I 132
148
CAPITOLO SECONDO
Una dama da compagnia per la ragione
149
I - laquoCredereraquo per capire e conoscere
Il pensiero cristiano si fa portatore della laquoveritagrave di federaquo Questa egrave una delle tesi
fondamentali di Tommaso drsquoAquino cioegrave una delle tesi fondamentali della Chiesa O per
meglio dire la tesi fondamentale percheacute nella teologia tomistica sta al fondamento di ogni
altra Si riferisce infatti alla totalitagrave del messaggio cristiano cioegrave allrsquoinsieme dei testi
dellrsquoAntico e del Nuovo Testamento
Nelle parole della Summa contra gentiles si dice laquoNon egrave lecito ritenere che essendo
cosigrave evidentemente confermato da Dio ciograve che viene affermato per fede sia falsoraquo233
Questo
messaggio egrave ciograve che il cristiano accetta per fede e non egrave lecito ritenere che esso sia falso (nec
id quod fide tenetur fas est credere esse falsum) Non egrave possibile ritenere che sia falso laquovisto
che egrave cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo (cum tam evidenter divinutus confirmatum sit)
laquoConfermato da Dioraquo significa laquorivelato da Dioraquo (ex revelatione divina) e quindi reso sicuro e
appunto laquoconfermatoraquo dal fatto che egrave Dio a rivelarlo Ma il testo precisa che il contenuto della
fede egrave confermato da Dio con piena evidenza laquocosigrave evidentemente confermato da Dioraquo tam
evidenter
Tommaso sta parlando dellrsquolaquoevidenzaraquo la quale egrave per lui la proprietagrave che compete ai
primi princigravepi innegabili della laquoragione naturaleraquo cioegrave della ragione che lrsquouomo possiede per
natura Ma con le proprie forze la laquoragione naturaleraquo non egrave capace di conoscere le veritagrave
soprannaturali
Nel commento al De Trinitate di Boezio234
egli ricorda che sebbene alla conoscenza di
alcune veritagrave divine possa giungere anche lrsquointelletto umano durante la vita presente con le sole
forze della ragione si da acquistare vera scienza tuttavia occorre la fede per cinque motivi
233 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles 17 Consultato in data 26032017
234 In URL wwwbooksgoogleit De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione C Pandolfi
Consultato in data 29032017
150
Per la profonditagrave e sottigliezza dellrsquooggetto per cui le realtagrave divine sono laquooccultateraquo al
nostro intelletto per la debolezza cui soggiace lrsquointelletto umano allrsquoinizio (raggiungendo la
perfezione solo alla fine) per la quantitagrave di precedenti che occorrono per arrivare alla
conoscenza di Dio mediante la ragione (egrave esigito un sapere pressocheacute universale) percheacute molti
data la loro costituzione fisica sono incapaci di raggiungere una perfetta conoscenza mediante
la ragione e ci riescono solo mediante la fede infine per le molte occupazioni degli uomini che
rendono impossibile acquistare di Dio la scienza necessaria mediante la ragione
La veritagrave di fede (veritas fidei) non egrave una veritagrave di ragione (veritas rationis) Quando il
testo di Tommaso afferma che il contenuto della fede laquocosigrave evidentemente confermato da
Dioraquo non puograve essere falso non intende dire che Dio confermando la fede la renda qualcosa di
laquoevidenteraquo Se Dio confermando il contenuto della fede lo rendesse qualcosa di laquoevidenteraquo lo
trasformerebbe in una veritagrave di ragione accessibile allrsquouomo Il contenuto della fede non
sarebbe piugrave soprannaturale e rivelato da Dio E invece Dio rivela ciograve che la ragione umana
naturale non egrave capace di conoscere e che dunque proprio percheacute soprannaturale non egrave
qualcosa di laquoevidenteraquo
Nel libro dei Proverbi235
si esclama che laquoEgrave gloria di Dio nascondere le cose egrave gloria
dei re investigarleraquo Il testo di Tommaso dicendo che il contenuto della fede non egrave falso
laquoessendo cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo intende dire questo contenuto non egrave falso
percheacute egrave evidente che egrave confermato da Dio ossia percheacute egrave evidente che egrave rivelato da Dio
Egrave evidente che lrsquoAntico e il Nuovo Testamento sono rivelati da Dio ed essendo cosigrave
evidentemente confermati da Dio non possono essere falsi
Questo significa che il fatto che Dio abbia rivelato il contenuto della fede cristiana egrave
una veritagrave evidente della ragione naturale
235 Proverbi 252
151
Certo tutto il contenuto della fede cristiana egrave una veritagrave soprannaturale ma che esso
sia rivelato e confermato da Dio egrave per Tommaso e per la Chiesa una veritagrave naturale cioegrave
possiede unrsquoevidenza che la ragione umana puograve cogliere con le proprie forze possiede
lrsquoevidenza dei primi princigravepi della ragione naturale
Lrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo egrave un principio evidente della
ragione naturale ma non ha nulla a che vedere con un principio laquologicoraquo o col principio di
non contraddizione che per Tommaso aristotelicamente sta alla radice di tutti i princigravepi logici
In un principio laquologicoraquo il predicato egrave infatti anche per Tommaso riferito necessariamente al
soggetto della proposizione in cui consiste il principio Ma per Tommaso e per la Chiesa Dio
soggetto dellrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo non egrave necessitato ma egrave
libero di rivelarsi agli uomini (predicato di quellrsquoaffermazione)
Nel commento al Vangelo di Giovanni Agostino dichiara
Al momento di rivelare una veritagrave cosigrave importante e profonda Cristo Signore si rese conto che non
tutti lrsquoavrebbero capita e perciograve nelle parole che seguono dagrave un consiglio Vuoi capire Credi [] se non hai capito credi Lrsquointelligenza egrave il frutto della fede Non cercare dunque di capire per
credere ma credi per capire percheacute se non crederete non capirete236
Lrsquoapostolo Paolo afferma che la fede puograve sorgere nellrsquouomo solo se si ascolta qualcuno
parlare di ciograve che in essa egrave contenuto fides ex auditu237
Chi si fa ascoltare per primo nel
Nuovo Testamento egrave Gesugrave Cristo il Verbo incarnato poi si fanno ascoltare coloro che
annunciano il messaggio di Cristo Che cosa si fa dunque sentire nellrsquoudito dellrsquouomo quando
gli viene incontro la vita di Gesugrave Qualcosa risponde lrsquoapostolo che va accolto laquonon come
parola di uomini ma come egrave in veritagrave come parola di Dioraquo238
236 In URL wwwaugustinusit Omelia 296 Consultato in data 03042017
237 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Romani 1017 Consultato in data 18042017
238 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Tessalonicesi 1213 Consultato in data 18042017
152
laquoIn veritagraveraquo ciograve che lrsquouomo sente egrave la parola di Dio egrave vero che egrave la parola di Dio Lrsquo
laquoesser veroraquo significa qui il laquomanifestarsiraquo il laquomostrarsiraquo La parola di Gesugrave ad un certo
momento si presenta mostrando di essere la parola di Dio Questo suo laquomostrare di essereraquo la
parola di Dio egrave il suo laquoessere veramenteraquo la parola di Dio
Ma ciograve che appare manifestamente e si manifesta da seacute egrave appunto qualcosa di evidente
Quando Tommaso afferma che egrave laquoevidenteraquo che il contenuto della fede sia rivelato da Dio
ripropone lrsquoaffermazione dellrsquoapostolo Paolo che laquoegrave veroraquo che la parola di Gesugrave che si fa
innanzi nellrsquoudito dellrsquouomo egrave la parola di Dio Questo non significa che quando Dio parla
tutti riconoscono che egrave Dio a parlare ma ci devono credere Paolo dice che la fede egrave ex auditu
proprio mentre sta ricordando quanto numerosi siano coloro che hanno udito la parola di Dio e
non le hanno creduto Paolo intende dire che chi non crede rifiuta lrsquoevidenza la veritagrave rifiuta
ciograve che si manifesta e si mostra
Rifiuta dunque nel linguaggio di Tommaso la ragione naturale giaccheacute questrsquoultima
non si fonda soltanto sullrsquoevidenza dei princigravepi laquologiciraquo e del laquoprincipio di non
contraddizioneraquo ma anche sullrsquolaquoevidenzaraquo di quella diversa forma di principio che consiste
nellrsquoapparire mostrarsi manifestarsi presentarsi delle cose (egrave la concezione di Aristotele la
laquoscienzaraquo lrsquoepistegraveme ossia il contenuto piugrave alto di ciograve che Tommaso chiama laquoragione
naturaleraquo egrave fondata da un lato sul principio di non contraddizione dallrsquoaltro sullrsquo aisthesis
che non significa semplicemente laquosensazioneraquo ma indica appunto la laquomanifestazioneraquo
laquolrsquoapparireraquo laquoil presentarsiraquo delle cose)
Lrsquoeccedenza semantica che la storia non egrave in grado di determinare egrave operata dalla fede
Altro allora lrsquoevento laquostoricoraquo e altro lrsquoevento in quanto laquocredutoraquo Altro cioegrave altrimenti
significante Altro egrave il Cristo storico altro il Cristo della fede Ma se egrave il Cristo della fede a
colmare lrsquoevento storico e lrsquoevento soteriologico lrsquoaspetto discriminante per la rivelazione egrave la
fede
153
Ma se la fede apologetica ha forza dimostrativa la fede puograve ancora dirsi
soprannaturale E se non ha tale forza puograve ancora dirsi ragionevole la fede
Ma tra i fedeli nel cristianesimo crsquoegrave anche chi salta a piegrave pari la preoccupazione
di affermare e confermare lrsquoesistenza della veritagrave storica di Cristo
Kierkegaard ad esempio scrive laquoesiste un fatto storico che mi insegna che per la mia salvezza
eterna io debba rivolgermi a Cristoraquo ma laquomi guarderograve bene dal prendere una via sbagliata e
drsquoingolfarmi nei cavilli delle ricerche scientifiche per sapere se si tratta di un fatto storicamente certissimoraquo laquoio scelgoraquo e laquoquesto si chiama rischiare e senza il rischio la fede egrave impossibileraquo
(Diario 1850 X A 406)239
Credo che da Cristo dipenda la mia salvezza eterna e credo che chi mi viene incontro
nella storia sia il Verbo di Dio fatto carne e cioegrave che sia la rivelazione di Dio Ma chi crede in
questo modo non puograve dire che sia laquocosigrave evidenteraquo (tam evidenter) che il contenuto del
messaggio cristiano sia la rivelazione di Dio Se il contenuto della fede fosse laquocosigrave
evidentemente confermato da Dioraquo non ci sarebbe piugrave il rischio della fede e ancor meno la
necessitagrave di garantire per la veritagrave rivelata
Una scelta Un laquofattoraquo egrave il laquoche crsquoegraveraquo Aristotele non usa la parola laquofattoraquo ma
lrsquoespressione laquoche crsquoegraveraquo (hoti eacutestin) per indicare uno stato di cose che egrave in un certo modo ma
potrebbe anche essere diversamente Fare laquoesperienzaraquo di Dio egrave fare esperienza di qualcosa che
egrave cosigrave ma potrebbe essere altrimenti Cioegrave nella misura in cui Dio egrave oggetto di esperienza Dio
egrave qualcosa che egrave cosigrave ma che potrebbe essere altrimenti Ma se il cristianesimo pensa che Dio egrave
lrsquounico a non poter essere altrimenti da come egrave (percheacute egrave la perfezione stessa) il cristianesimo
non puograve ridurre Dio a laquooggetto di esperienzaraquo Lrsquoesperienza se potesse potrebbe dire soltanto
laquoOra questo egrave Cristoraquo ndash lasciando aperta la possibilitagrave che prima esso non lo fosse e tra un
momento non lo sia piugrave
239 E Severino Pensiero sul cristianesimo cit pag 67
154
Ma il cristianesimo intende laquoCristoraquo la laquovita eternaraquo il laquoSalvatoreraquo non soltanto ora e
qui ma in ogni tempo e anche al di fuori del tempo e in ogni luogo e anche al di fuori di ogni
luogo e per ogni uomo e per ogni coscienza e dunque universalmente e necessariamente
Lrsquoesperienza mostra che una cosa egrave cosigrave ma non che egrave universale e necessario che sia cosigrave Il
contenuto dellrsquoesperienza egrave appunto un laquofattoraquo
Tutto questo non significa che il cristianesimo non abbia nulla a che fare con lrsquo
laquoavvenimentoraquo e con il laquofattoraquo significa che per rimanere in rapporto allrsquoeterno e non
allrsquoaccidentale il cristianesimo deve pensare che il laquofattoraquo lrsquo laquoavvenimentoraquo imprevedibile egrave
lrsquoincontro col non-fatto e col non-avvenimento e cioegrave non deve confondere il carattere
accidentale dellrsquoincontro con il carattere di ciograve che egrave incontrato
Per Lessing non si puograve fondare una salvezza eterna su di un fatto storico (cioegrave la vita di
Cristo) Se le veritagrave della rivelazione sono veritagrave storiche esse sono particolari e contingenti e
le veritagrave di questo tipo non possono neacute essere dimostrate neacute servire da premesse per una
dimostrazione razionale Kierkegaard non pretende di rovesciare questa tesi e fondare la
salvezza eterna su di un fatto storico ma decide di credere che il Gesugrave presente nel fatto storico
sia Dio cioegrave rischia e sa di rischiare Sa che dicendo laquoQuesto egrave Cristoraquo egli sta rischiando
sta trovandosi in rapporto al rischio ossia a ciograve che egrave precisamente lrsquoopposto del laquofattoraquo e
dellrsquoesperito
La storia ndash dice la fede ndash non ha assolutamente nulla a che fare con Gesugrave Cristo a suo riguardo
abbiamo soltanto la storia sacra (la quale egrave qualitativamente diversa dalla storia in generale) []
Cristo egrave il paradosso che la storia non potragrave mai digerire neacute riusciragrave mai a redigere in forma di sillogismo universale
240
240 S Kierkegaard Esercizio del Cristianesimo in Opere a cura di C Fabro Sansoni Firenze 1972
nuova edizione Piemme Casale Monferrato 1995 Cit pag706
155
Kierkegaard non identifica Cristo a un fatto storico e a unrsquoesperienza ma al contenuto
rischioso di una scelta Egrave un incredulo colui che riducendo Cristo a laquoun fattoraquo deve lasciare
aperta piugrave o meno consapevolmente la possibilitagrave che il laquofattoraquo possa essere sostituito o
smentito da altri fatti
La salvezza eterna non egrave fondata su un fatto storico ma sul rischio della fede Il sapere
storico resta dunque impotente di fronte alla realtagrave autentica di Cristo che egrave quella dellrsquouomo-
Dio Se non vi egrave la possibilitagrave dello scandalo nemmeno vi egrave la possibilitagrave di credere percheacute la
fede egrave esattamente fede in una realtagrave che per la ragione egrave scandalosa
La fede presuppone la rassegnazione [hellip] con essa io rinuncio a tutto egrave un movimento che io
compio da solo e se me ne astengo la colpa egrave della mia viltagrave della mia mollezza della mia mancanza di entusiasmo [hellip] la ricompensa che ne ho egrave me stesso nella coscienza della mia
eternitagrave in una felice armonia col mio amore per lrsquoessere eterno Mediante la fede io non rinunzio
a nulla anzi ricevo tutto nel senso in cui egrave scritto che chi avragrave fede quanto un grano di senape potragrave smuovere le montagne Ci vuole un coraggio proprio umano per rinunciare a tutta la
temporalitagrave in vista di guadagnare lrsquoeternitagrave [hellip] ma ci vuole lrsquoumile coraggio del paradosso per
afferrare allora tutta la temporalitagrave in virtugrave dellrsquoAssurdo e questo coraggio egrave quello della fede La fede egrave quel paradosso che nessun ragionamento puograve dominare percheacute laquola fede comincia lagrave
appunto dove la ragione finisceraquo241
In aiuto alla ragione che cerca lrsquointelligenza del mistero vengono i segni
presenti nella Rivelazione Essi servono a condurre piugrave a fondo la ricerca della veritagrave e a
permettere che la mente possa autonomamente indagare anche allrsquointerno del mistero
241 S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1997 Cit pag 40-42 46
156
Questi segni comunque se da una parte danno maggior forza alla ragione percheacute le consentono di ricercare allrsquointerno del mistero con i suoi propri mezzi di cui egrave giustamente gelosa dallrsquoaltra la
spingono a trascendere la loro realtagrave di segni per raccoglierne il significato ulteriore di cui sono
portatori In essi pertanto egrave giagrave presente una veritagrave nascosta a cui la mente egrave rinviata e da cui non puograve prescindere senza distruggere il segno stesso che le viene proposto [] come aveva ben detto
san Tommaso ldquotu non vedi non comprendi ma la fede ti conferma []oltre la naturardquo242
Aristotele diceva che le laquosostanzeraquo non sono laquosensibili per seacute stesseraquo ma
indirettamente (per accidens) cioegrave per il carattere sensibile delle loro proprietagrave
Lrsquointerpretazione aggiunge senso al senso che egrave dato Vuole che il senso non si
esaurisca nel senso che egrave dato E questa volontagrave egrave appunto la fede la fede per la quale io credo
in base a certi criteri (cioegrave non arbitrariamente a caso) che qualcosa sia di piugrave di quanto si
manifesta di quella cosa nellrsquoambito di ciograve che egrave dato appunto oltre la natura Quelle che noi
chiamiamo laquocoseraquo (anche quando non usiamo questa parola in senso restrittivo) sono
interpretazioni di cose cioegrave volontagrave che le cose abbiano un senso piuttosto che un altro cioegrave
sono fede
Il Concilio Vaticano II ribadisce che laquoa Dio che si rivela egrave dovuta lrsquoobbedienza della
federaquo e ancora Giovanni Paolo II ricorda che laquocon la fede lrsquouomo dona il suo assenso a tale
testimonianza divina Dagrave il suo assenso Quindi sceglie di credere di dare appunto il suo
assenso ad unrsquoeccedenza rispetto al senso dato
242 Papa G Paolo II Fides et Ratio versione integrale scaricata il 10122016 da URL
wwwW2vaticanit Cit pag 22
157
II - La sottomissione della ragione alla fede
Quando il cristianesimo afferma che la veritagrave egrave fondata su rivelazioni Divine contenute
nelle Sacre Scritture nasce il problema del rapporto tra fede e ragione e della loro armonia Il
problema egrave facilmente risolto dal punto di vista della fede essa laquoe percheacute procede
dallrsquoilluminazione e dallrsquoautoritagrave di Dio e percheacute ci comunica veritagrave che trascendono la
ragione rimane e va riconosciuta superiore alla ragioneraquo243
Il filosofo (la ragione)
deve procedere secondo le proprie regole e fondarsi sui propri principi la veritagrave tuttavia non puograve
essere che una sola La Rivelazione con i suoi contenuti non potragrave mai umiliare la ragione nelle sue scoperte e nella sua legittima autonomia per parte sua perograve la ragione non dovragrave mai perdere
la sua capacitagrave drsquointerrogarsi e di interrogare nella consapevolezza di non potersi ergere a valore
assoluto ed esclusivo La Rivelazione cristiana diventa il vero punto di aggancio e di confronto tra
il pensare filosofico e quello teologico nel loro reciproco rapportarsi Egrave auspicabile quindi che teologi e filosofi si lascino guidare dallrsquounica autoritagrave della veritagrave cosigrave che venga elaborata una
filosofia in consonanza con la parola di Dio244
Per il santrsquoAnselmo la prioritagrave della fede non egrave competitiva con la ragione Questa
infatti non egrave chiamata a esprimere un giudizio sui contenuti della fede ne sarebbe incapace
percheacute a ciograve non idonea Suo compito piuttosto egrave quello di saper trovare un senso di scoprire
ragioni che permettano a tutti di raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti di fede
Lrsquouomo ha bisogno di conoscenza ha bisogno di veritagrave percheacute senza di essa non si sostiene non
va avanti La fede senza veritagrave non salva non rende sicuri i nostri passi Resta una bella fiaba la proiezione dei nostri desideri di felicitagrave qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui
vogliamo illuderci Oppure si riduce a un bel sentimento che consola e riscalda ma resta soggetto
al mutarsi del nostro animo alla variabilitagrave dei tempi incapace di sorreggere un cammino costante nella vita
245
243 C Fabro Introduzione allrsquoateismo moderno nota pag 376 E Severino Essenza del nichilismo
244 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag116
245 In URL w2vaticanva Francesco Lumen Fidei capitolo secondo art 24 Consultato in data
20062017
158
Alla base dellrsquoatteggiamento della Chiesa si trova nuovamente il pensiero tomistico
non ci puograve essere contraddizione tra ragione e fede percheacute in entrambe egrave presente la veritagrave Il
contenuto della fede egrave veritagrave percheacute egrave rivelazione divina246
Lrsquoarmonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede egrave
confermata la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con lrsquoaiuto della ragione la
ragione al culmine della sua ricerca ammette come necessario ciograve che la fede presenta La
luce della ragione e quella della fede provengono entrambe da Dio perciograve non possono
contraddirsi La fede non teme la ragione ma la ricerca e in essa confida Come la grazia
suppone la natura e la porta a compimento cosigrave la fede suppone e perfeziona la ragione
Questrsquoultima illuminata dalla fede viene liberata dalle fragilitagrave e dai limiti derivanti dalla
disobbedienza e dal peccato e trova la forza necessaria per elevarsi alla conoscenza del mistero
di Dio La fede e la ragione sono le due ali con le quali lo spirito umano srsquoinnalza verso la
contemplazione della veritagrave
Tuttavia lrsquoaffermazione che il contenuto della fede cristiana egrave rivelazione divina e
quindi veritagrave egrave essa stessa un atto di fede Ciograve che essa afferma egrave una parte di quel contenuto
Egrave il credente in quanto tale a credere che ciograve in cui crede sia rivelazione divina Ed egrave dunque il
credente in quanto tale che deve qualificare come errore ogni pensiero che sia in contrasto con
il contenuto della fede chi egrave convinto della veritagrave della fede cristiana deve essere insieme
convinto che nulla potragrave mai distruggere questa veritagrave e che ogni tentativo in questo senso saragrave
sempre espressione di un fallimento dellrsquouomo Tutto ciograve significa che lrsquointera concezione
tomistica del rapporto fede ndash ragione egrave effettuata dal punto di vista delle fede
246 Tommaso Summa contra gentiles c 67 Somma Teologica q1
159
Ma allora tale punto di vista significa rinuncia della ragione nellrsquoatto stesso in cui si
intende riconoscerne lrsquoautonomia e lasciare la fede completamente indifesa di fronte al
costituirsi della ragione e al modo in cui la ragione concepisce il rapporto fede-ragione
Riguardo a ciograve ossia sullrsquoautonomia della ragione Giovanni Paolo II afferma che
a seguito di uno spirito razionalista proprio della modernitagrave [] culminato nel secolo scorso
toccando il suo ldquoapogeordquo con rappresentanti dellrsquoidealismo che hanno cercato di trasformare le fede e i suoi contenuti perfino la morte e risurrezione di Gesugrave Cristo in strutture dialettiche
razionalmente concepibili [] la filosofia egrave ridotta progressivamente da saggezza e sapere
universale a una delle tante province del sapere umano []La ragione privata dellrsquoapporto della Rivelazione ha percorso sentieri laterali che rischiano di farle perdere di vista la sua meta finale
La fede privata della ragione ha sottolineato il sentimento e lrsquoesperienza correndo il rischio di non
essere piugrave una proposta universale Egrave illusorio pensare che la fede dinnanzi a una ragione debole
abbia maggior incisivitagrave essa al contrario cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione
247
Leggiamo nei testi tomistici che mentre nella laquoscientiaraquo (e propriamente nel momento
originario della laquoscientiaraquo ove essa si costituisce aristotelicamente come posizione delle
protasi immediate) laquoex ipsis intelligibilibus statim veritas propositionum intelligibilium
infallibiliter apparetraquo invece nella fede lrsquoassenso non egrave determinato dallrsquoevidenza del
contenuto ma laquoex voluntateraquo248
247 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag69-7173-74
248 In URL wwwbooksgoogleit Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide
Art 1 Consultato in data 29032017
160
La fede che si fonda sulla testimonianza di Dio e si avvale dellrsquoaiuto soprannaturale della grazia egrave effettivamente di un ordine diverso da quello della conoscenza filosofica Le filosofie e le scienze
spaziano nellrsquoordine della ragione naturale mentre la fede illuminata e guidata dallo Spirito
riconosce nel messaggio della Salvezza la pienezza di grazia e veritagrave che Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera definitiva per mezzo di suo Figlio Gesugrave Cristo
249
E mentre la negazione della ragione naturale laquocui omnes assentire cogunturraquo egrave
impossibile la negazione del contenuto soprannaturale della fede non puograve invece manifestarsi
come impossibile (altrimenti tale contenuto non sarebbe soprannaturale ma sarebbe una veritagrave
necessaria della ragione naturale) ma come laquonon necessariaraquo
Esiste dunque una dimensione del divino che sfugge essenzialmente alla ragione
naturale Lrsquointera prospettiva tomistica del rapporto fede-ragione egrave espressa da questa
grandiosa sequenza poicheacute lrsquoIntelletto egrave il primo autore e motore dellrsquouniverso lrsquoultimo fine
dellrsquouniverso egrave la veritagrave e la divina Sapienza laquocarne indultaraquo attesta di essere venuta nel
mondo laquoad veritatis manifestationemraquo250
Cristo egrave la manifestazione dello scopo supremo dellrsquoIntelletto che produce e guida il
mondo
249 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag16
250 Tommaso Summa contra gentiles c 1
161
III - Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione
Ma come si debba intendere il rapporto tra ragione e fede quando si tenga ferma per
davvero lrsquoautonomia della ldquoragionerdquo viene con forza e potenza indicato da Kant
maggiormente nella Religione entro i limiti della sola ragione (1793) e nel Conflitto delle
facoltagrave (1798) che prende avvio dal conflitto tra le facoltagrave universitarie ma il cui tema di
fondo egrave appunto il rapporto tra ragione e fede
Kant dichiara rispondendo alla lettera inviatagli nel 1794 da Federico Guglielmo re di
Prussia nella quale si rimproverava al filosofo di aver laquotravisatoraquo e laquosvalutatoraquo la Sacra
Scrittura e la religione cristiana
la propria grande stima per la Bibbia ma aggiunge che il migliore e piugrave duraturo elogio che si possa fare della religione cristiana consiste nel rilevare lrsquoaccordo che quel Libro mostra tra la
religione cristiana e la ragione Infatti solo dalla ragione scaturiscono lrsquouniversalitagrave lrsquounitagrave la
necessitagrave delle dottrine della fede che costituiscono sempre la parte essenziale di una religione quella pratico-morale che consiste in ciograve che dobbiamo fare
251
La ragione egrave capace di dire allrsquouomo cosa egli deve fare E ciograve che la ragione dice egrave la
parte essenziale il cuore il centro di ogni fede e di ogni religione Lrsquoessenza del cristianesimo
non egrave la rivelazione divina lrsquoincontro con Cristo ma ciograve che vi egrave di universale e necessario
ossia ciograve che scaturisce soltanto dalla ragione Alla rivelazione divina possiamo credere in base
ad argomenti storici in base cioegrave allrsquoassicurazione che la Bibbia un documento storico dagrave di
seacute stessa di essere ispirata da Dio Ma proprio percheacute questi indirizzi sono storici cioegrave privi di
un valore assoluto la rivelazione egrave un contenuto in seacute contingente ed extraessenziale della fede
cristiana Esso crsquoegrave ma potrebbe non esserci ossia egrave contingente
251 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 127
162
La ragione con cui la fede deve confrontarsi egrave per Kant quella che dice che cosa
lrsquouomo debba fare la laquoragione praticaό o laquopratico-moraleraquo Ora la ragione non dice allrsquouomo
di far questo o quello ma gli impone di agire con la convinzione di fare ciograve che in ogni luogo
in ogni tempo e senza condizioni e da ogni essere razionale ndash e dunque laquouniversalmenteraquo e
laquonecessariamenteraquo ndash deve essere fatto
Chi possiede questa convinzione puograve certamente ingannarsi ma la forma originaria
della ragione consiste nella volontagrave di aver a che fare con i tratti essenziali della veritagrave cioegrave
lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave e quindi consiste nella volontagrave di essere guidati da essi anche
nellrsquoagire
Kant scorge nel cristianesimo la tendenza a sollevare al rango del contenuto essenziale
della religione gli aspetti laquoextraessenzialiraquo e laquocontingentiraquo della Bibbia ossia ciograve che il
cristianesimo considera rivelazione divina In questo modo il cristianesimo si trova costretto
ad avvallare dottrine che sono in conflitto con la coscienza morale in cui la ragione si esprime e
che costituisce lrsquoessenza dello stesso cristianesimo
Nel Conflitto della facoltagrave il filosofo afferma che il cristianesimo egrave lrsquoideale religioso (laquolrsquoidea della
religioneraquo) che laquodevrsquoessere fondato semplicemente sulla ragione ed essere pertanto religione
naturaleraquo qualcosa cioegrave che lrsquouomo puograve realizzare con le proprie forze [] senza aver bisogno dellrsquointervento di una grazia e di una rivelazione soprannaturale
252
Kant non esclude che possa esserci bisogno di una cooperazione esterna di Dio percheacute
lrsquouomo possa conformarsi alla legge morale che la ragione gli presenta indipendentemente da
ogni rivelazione ma considera una temerarietagrave la pretesa di vedere proprio nella vita di Gesugrave
nella sua incarnazione e in tutte le parti del suo insegnamento il modo in cui quella
cooperazione si egrave realizzata
252 Ivi cit pag 128
163
La laquofede ecclesiasticaraquo egrave appunto per Kant quel travisamento della religione autentica
che pretende di attribuire i caratteri della ragione ndash lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave ndash a quanto nelle
Scritture vi egrave di contingente di storico e di inessenziale e che pretende che la salvezza
dellrsquouomo sia riposta in una Chiesa
Il cattolicesimo egrave per Kant la forma maggiore della laquofede ecclesiasticaraquo dove la
laquocattolicitagraveraquo ossia lrsquolaquouniversalitagraveraquo egrave qualcosa di laquocontraddittorioraquo stante il carattere storico
della rivelazione che la fede ecclesiastica intende assumere come veritagrave assoluta
Quando il Dio biblico appare in conflitto con la legge morale della ragione la ragione
deve escludere che quel Dio sia il vero Dio
Alla tesi tomistica che la filosofia egrave lrsquolaquoancella della teologiaraquo (ossia del sapere fondato sulla fede)
Kant replica nel Conflitto che perograve lrsquoancella la laquoprecede col lume la sua gentile signoraraquo non laquola segue reggendo lo strascicoraquo
253
Quando crsquoegrave conflitto tra ragione e fede quel che vi egrave di inautentico e di degenerato non
egrave la ragione ma la fede
Kant esclude che la ragione possa accettare un ordine che le sia dato dallrsquoesterno ma
non si avvede che la ragione in quanto coscienza morale si trova nelle stesse condizioni della
fede ed egrave quindi essa stessa un ordine che essa si dagrave di tenere per vero qualcosa Sigrave che anche
la coscienza morale egrave fede in cui la volontagrave espressa dallrsquoordine esterno diventa volontagrave
interna al credente la volontagrave che ordina alla sua coscienza di ritenere per vero qualcosa che a
tale coscienza non si presenta come vero e che dunque appare come dubbio
La convinzione di essere laquoliberoraquo di assumere come vero ciograve di cui si egrave convinti che sia
vero proviene sia nella fede che nella coscienza morale dallrsquoisolamento che separa il
contenuto in cui si crede di credere dalla dubitabilitagrave che a tale contenuto compete
253 Ivi cit pag 130
164
Che il conflitto tra ragione e fede debba essere risolto come indica Kant tenendo ferma
la ragione e negando ciograve che della fede egrave in contrasto con la ragione egrave dunque unrsquoaffermazione
che non si riferisce alla ragione in quanto coscienza morale (come invece vorrebbe Kant) ma
alla ragione che non intende essere fede non intende essere la semplice convinzione che ciograve in
cui si crede sia vero il semplice ritenere per vero ciograve che non si sa se sia vero
Nellrsquoambito del pensiero dellrsquoOccidente la risposta che si deve dare al problema del
conflitto tra ragione e fede egrave certamente questa quando si presenta un conflitto tra la ragione
autentica e la fede cristiana la ragione deve liberarsi dalla fede vederla nel suo carattere di
semplice veicolo della ragione e come semplice laquofede ecclesiasticaraquo
165
CAPITOLO TERZO
Lrsquoinevitabile contrasto
166
I - La duplice posizione della Chiesa fideismo e gnosi
Alla domanda su cosa sia la veritagrave la Chiesa risponde fondandosi su una duplice
testimonianza la veritagrave egrave ciograve che egrave testimoniato dallrsquo episteacuteme greca e da Cristo come grazia
che porta al culmine la testimonianza umana Ma appunto qui il pensiero della Chiesa non esce
dallrsquoambiguitagrave Cristo egrave testimone della veritagrave solo per chi crede in lui Lrsquoarmonia tra
testimonianza naturale e testimonianza soprannaturale della veritagrave egrave cioegrave un atto di fede
(compiuto allrsquointerno di quel certo tipo di fede che intende riconoscere alla ragione umana la
capacitagrave di raggiungere una veritagrave definitiva assoluta ed autonoma e che nel contempo
pregiudica questo riconoscimento escludendo che la ragione in quanto tale possa trovarsi in
contrasto con la fede) ma nel pensiero teologico della Chiesa lrsquoarmonia tra ragione e fede non
egrave presentata come un atto di fede ed assume lrsquoaspetto di una veritagrave razionale assoluta
definitiva
Nellrsquoelenco delle preposizioni riguardanti la dottrina del prof Severino Mons Carlo
Colombo afferma che
Esaminando il pensiero filosofico del Prof Severino la Chiesa non pretende essere depositaria esclusiva della veritagrave naturale o veritagrave filosofica ma giudicando secondo il carisma ricevuto
dellrsquoesatto senso della veritagrave rivelata ha il diritto di dichiarare una posizione filosofica come
incompatibile con la Rivelazione (Cfr DS n 3020 e 3043)254
Se egrave (come egrave) un atto di fede lrsquoarmonia tra fede e ragione allora la Chiesa
laquodichiarando una posizione filosofica come incompatibile con la Rivelazioneraquo si limita a
indicare la pura differenza tra la rivelazione e quella posizione filosofica senza poter escludere
che la veritagrave si costituisca al di fuori dello spazio della fede e si costituisca come smentita del
contenuto della fede
254 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 133
167
Se lrsquoarmonia tra fede e ragione egrave essa stessa un contenuto della fede allora la Chiesa
deve lasciarsi giudicare dalla filosofia in quanto testimonianza della veritagrave dellrsquoessere e
riconoscere la possibilitagrave che con lrsquoavvento della testimonianza della veritagrave dellrsquoessere la
veritagrave si manifesti come la negazione piugrave essenziale della fede e ne denunci la non-veritagrave e
lrsquoalienazione
Ma se la Chiesa non intende lasciare al di fuori di seacute la veritagrave ndash se non intende restare
timore et tremore multo di fronte alla veritagrave se non accetta che la veritagrave dellrsquoessere la qualifichi
o possa qualificarla come non-veritagrave e alienazione ndash allora egrave inevitabilmente costretta a porre
lrsquoarmonia di fede e ragione come veritagrave di ragione veritagrave filosofica La laquoveritagrave filosoficaraquo o
laquonaturaleraquo dellrsquoaffermazione di tale armonia consentirebbe allora di porre come laquoerrore
filosoficoraquo ogni pensiero che risultasse in contrasto con la fede In questo caso sarebbe laquoveritagrave
filosoficaraquo che il contenuto della fede cristiana forma lrsquoorizzonte inoltrepassabile allrsquointerno
del quale la veritagrave filosofica deve costituirsi e svilupparsi sarebbe veritagrave di ragione che la fede
egrave la pietra di paragone della ragione dalla quale la ragione resta misurata
Ma dato che la Chiesa pretende laquogiudicare secondo il carisma ricevuto dellrsquoesatto
senso della veritagrave rivelataraquo egrave inevitabile che solo alla Chiesa sia consentito stabilire lrsquoesatto
senso della pietra di paragone alla quale la ragione deve commisurarsi e quindi solo la Chiesa
abbia la facoltagrave di stabilire ciograve che egrave laquoveritagrave filosoficaraquo e ciograve che non lo egrave
La Chiesa deve avere questa pretesa o rapportarsi timore et tremore alla veritagrave
dellrsquoessere Invece nel giudicare gli scritti del prof Severino Essa non intende laquotemereraquo la
veritagrave e insieme non pretende di essere depositaria esclusiva della veritagrave filosofica
La Chiesa vuole conciliare lrsquoinconciliabile Identifica surrettiziamente il punto di vista
della fede e quello della ragione Tuttavia negli stessi testi tomistici sono presenti elementi che
consentirebbero di stabilire come dal punto di vista della ragione lrsquoarmonia di fede e ragione
rimanga un problema
168
Tommaso distingue il laquodubitareraquo e lrsquolaquoopinareraquo dal laquocredereraquo ma riconoscendo un
fattore comune a queste diverse laquodispositionesraquo255
Il fattore comune egrave che rispetto alle due
laquoparti della contraddizioneraquo (ossia rispetto a due proposizioni che stanno tra di loro in rapporto
di contraddizione) lrsquointelletto laquonon est terminatus ad unumraquo ossia nessuna delle due parti si
impone per la sua evidenza sullrsquoaltra Nella fede lrsquointelletto dagrave il suo assenso a una delle due
parti della contraddizione in quanto egrave mosso dalla volontagrave ma per quanto fermo sia lrsquoassenso
prestato dallrsquointelletto ai contenuti della fede laquoquamvis fermissime eis assentiatraquo tuttavia
lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo resta laquoinsoddisfattoraquo (laquonon est
satisfactumraquo) laquoirrequietoraquo (laquoeius motus nondum est quietatusraquo) e si mantiene in un
atteggiamento di laquoricercaraquo relativamente ai contenuti cui pur presta il suo assenso
Lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo si mantiene in atteggiamento
problematico rispetto ai contenuti della fede La problematicitagrave egrave appunto la sua
laquoirrequietezzaraquo Ma lrsquointelletto in quanto tale egrave la laquoragione naturaleraquo Essa misurando i propri
confini vede la problematicitagrave di ciograve che la trascende Se ci si rende conto che lrsquoaffermazione
della veritagrave soprannaturale della fede cristiana egrave essa stessa un contenuto di questa fede e se
quindi ci si rende conto che lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia tra fede e ragione egrave un atto di fede se
si giunge a questa consapevolezza allora egrave lo stesso pensiero a porre la problematicitagrave di tale
armonia E se lrsquointelletto in quanto laquoragione naturaleraquo egrave laquoinquietusraquo proprio lagrave dove il credente
egrave laquoquietatusraquo lrsquointelletto vede allora la possibilitagrave che le cose stiano altrimenti da come sono
credute nella fede cristiana cioegrave vede la possibilitagrave che il cristianesimo sia oltre che veritagrave
anche errore Ciograve vuol dire che nella logica oggettiva del tomismo la laquoragione naturaleraquo
riconosce la possibilitagrave della discordanza tra ragione e fede
255 D Thomae Questio de Fide Art 1
169
Ma il tomismo e la Chiesa non giungono a questo riconoscimento percheacute non giungono
a rendersi conto che lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo egrave un atto di
fede e cioegrave percheacute trattano in modo diverso due dimensioni che tuttavia appartengono
entrambe al contenuto della fede cristiana Lrsquouna egrave lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale
del contenuto di questa fede lrsquoaltra egrave questo contenuto assunto come non includente
quellrsquoaffermazione
Accade cosigrave che nella dottrina della Chiesa un atto di fede (lrsquoaffermazione della veritagrave
soprannaturale del cristianesimo) venga a svolgere di fatto la funzione di una veritagrave di
ragione E tuttavia il tomismo e la Chiesa hanno anche evitato di porre esplicitamente come
veritagrave di ragione lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo Porla
esplicitamente come veritagrave di ragione significherebbe accettare e arrendersi esplicitamente a
quella gnosi contro cui la Chiesa ha sempre combattuto
Lrsquoatteggiamento esplicito della Chiesa risulta quindi da una doppia incoerenza si lascia
che di fatto funzioni come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che in realtagrave egrave soltanto un atto di fede si evita
di qualificare come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che di fatto si lascia funzionare come laquoveritagrave
naturaleraquo In questo modo la dottrina della Chiesa egrave insieme laquofideismoraquo e laquognosiraquo Quel
fideismo ossia la volontagrave di credere contro la ragione che la tradizione cattolica continua a
rigettare
Credo quia absurdum (credo percheacute egrave assurdo) non egrave formula che interpreti la fede cattolica [hellip]
Dio infatti non egrave assurdo semmai egrave mistero Il mistero a sua volta non egrave irrazionale ma
sovrabbondanza di senso di significato di veritagravegtgt256
La Chiesa vuole che giudicando la filosofia la fede non solo non abbia a laquocoartareraquo
lrsquoautonomia del pensiero filosofico ma laquone illumini il cammino verso la veritagraveraquo
256 In URL wwww2vaticanva Benedetto XVI Udienza generale del 21 novembre 2012 LrsquoAnno della
fede La ragionevolezza della fede in Dio Consultato in data 04042017
170
La laquolibertagrave di ricercaraquo e la laquovera autonomia della scienzaraquo esprimono la laquoragione
naturaleraquo tomistica lrsquoesclusione che la fede abbia a laquocoartare la libertagrave di ricerca e la vera
autonomia della scienzaraquo esprime lrsquoaffermazione tomistica dellrsquoarmonia di ragione e fede
sullrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione la fede traccia il senso ultimo dellrsquoessere al
quale la ragione non deve voltare le spalle In questo modo la grazia (la fede) non conserva la
natura (la ragione) ma la nega
Le distinzioni tra fede umana e fede divina rivelata tra ordine naturale e ordine
soprannaturale sono in realtagrave operate allrsquointerno della fede cristiana percheacute egrave il credente ad
avere fede che la propria fede in quanto rivelata differisca da ogni laquofede umanaraquo ed egrave ancora
il credente ad aver fede nellrsquoesistenza di un ordine soprannaturale costituito dalle
determinazioni della fede cristiana
La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la
sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane
per quanto profonda unrsquointenzione unrsquointenzione smentita in realtagrave dal principio ndash che sta al
centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i
contenuti della fede cristiana non appartiene alla ragione autentica ma ne egrave una
degenerazione Il principio che la Chiesa eredita dal pensiero di Tommaso La ragione
autentica cioegrave la ragione in quanto conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la
veritagrave indubitabile della fede laquocosigrave evidentemente confermata da Dioraquo Quando si produce un
conflitto tra un asserto della ragione e un asserto della fede questrsquoultimo non puograve essere
modificato e resta fermo ed egrave lrsquoaltro a dover riconoscere di non essere veramente un asserto
della ragione e di esserlo solo apparentemente
171
Riguardo allrsquoobiezione a proposito del contrasto tra fede e ragione che laquola ragione naturale che afferma Dio certamente non sa se Dio si rivela ma sa certissimamente che se egli si rileva tutto
ciograve che dice egrave vero e quindi che la possibilitagrave del contrasto dipende da una insufficiente
formulazione della veritagrave propria della ragione attuale che egrave ragione umana ldquofinitardquoraquo (Leonardo Messinese Essere e divenire nel pensiero di Emanuele Severino Cittagrave Nuova 1985 pp 40-41) Ma
ormai egrave chiaro che questa non egrave la posizione di Tommaso per il quale la ragione naturale non solo
sa certissimamente che se Dio si rivela quello che dice egrave vero ma sa anche (tam evidenter) che Dio si rivela
257
Dire come egrave giusto dire che la ragione naturale non sa se Dio si riveli significa che
essa non sa se il messaggio di Gesugrave sia il rivelarsi di Dio Ammettendo ma non concedendo
che la possibilitagrave del contrasto tra fede e ragione dipenda da una insufficiente formulazione
della veritagrave propria della ragione attuale finita ne viene che di fronte a un contrasto tra il
messaggio di Gesugrave e la ragione naturale questrsquoultima non sapendo e non potendo dire che
quel messaggio egrave vero in quanto rivelazione di Dio non puograve nemmeno squalificare se stessa
come laquoinsufficiente formulazione della veritagraveraquo deve squalificare quel messaggio ponendolo
come errore
La fede cristiana dice Non ci puograve essere contrasto tra me e la ragione naturale La
ragione naturale dice Se Dio si rivela non ci puograve essere contrasto tra me e questa rivelazione
ma io non so se e dove laquoDioraquo si riveli e quindi lagrave dove crsquoegrave contrasto tra me e una certa
affermazione che dichiari di essere la voce di laquoDioraquo questa affermazione qualunque essa sia e
comunque sia data egrave errore
Il concetto di laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo applicato alla struttura
originaria della veritagrave ndash in quanto struttura che giagrave da sempre si mostra al di fuori
dellrsquoalienazione della veritagrave ndash non ha veritagrave Se la veritagrave originaria potesse essere negata
smentita in quanto laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo non ci sarebbe piugrave veritagrave (e
nemmeno la laquoragione naturaleraquo puograve accettare di essere qualcosa che possa essere smentito)
257 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 154
172
La veritagrave infatti non egrave laquoformulazioneraquo non si riduce a linguaggio ndash a proposito del
quale soltanto ha senso parlare di laquoinsufficiente formulazioneraquo Egrave un errore considerare
dallrsquoesterno la veritagrave e il messaggio cristiano come se fossero due linguaggi che si
confrontano Egrave allrsquointerno dello sguardo della veritagrave che ogni linguaggio deve rendere conto di
seacute alla veritagrave
Se il contrasto tra laquoveritagrave filosoficaraquo e laquoveritagrave di federaquo costringesse a dire che la veritagrave
filosofica egrave laquoinsufficientemente formulataraquo questo significherebbe che la veritagrave originaria puograve
diventare errore Ma la veritagrave egrave appunto ciograve che non puograve diventare errore Essa egrave il contenuto
significante a cui il linguaggio si riferisce
Se esistesse una laquorivelazione di Dioraquo in un linguaggio storico questo linguaggio
dovrebbe essere agli occhi della veritagrave un problema autentico Non solo sarebbe problema ciograve
che questo linguaggio dice ma anche che esso dica quello che lrsquointerpretazione storica gli fa
dire Ma poicheacute il significato stesso dei linguaggi storici egrave problematico ndash poicheacute egrave
problematico che essi dicano quello che si crede che dicano ndash laquoDioraquo non puograve laquorivelarsiraquo in un
linguaggio storico ndash non puograve uscire dal problema e portarsi allo scoperto ndash ma puograve soltanto
nascondersi in esso Si deve nascondere nella problematicitagrave dellrsquointerpretazione laquoDioraquo
potrebbe entrare nel mondo solo come ciograve di cui non si potrebbe mai sapere che egrave laquoDioraquo Esso
non puograve costituirsi come punto di riferimento al quale la veritagrave debba adeguarsi Non egrave laquopuntoraquo
proprio percheacute lo egrave ndash laquopuntoraquo ndash solo allrsquointerno della interpretazione che lo rende laquopuntoraquo E
che il rivelarsi di Dio debba essere il suo nascondersi egrave qualcosa che vale non soltanto per la
veritagrave autentica ma anche per quella forma di veritagrave alienata che egrave la laquoragione naturaleraquo
La veritagrave autentica dice che laquoDioraquo la veritagrave infinita si rivela nel finito solo nella
struttura originaria della veritagrave che da sempre si apre al di fuori dellrsquoalienazione della veritagrave
173
Se laquosi rivelaraquo anche altrove nelle forme storiche del linguaggio il suo laquorivelarsiraquo deve
essere un nascondersi uno sfuggire in modo da non poter mai esser preso tenuto fermo
guardato in faccia e visto come veritagrave Un contrasto tra la veritagrave attuale e questo laquosvelarsi-
nascondersiraquo di Dio non puograve dunque apparire nello sguardo della veritagrave appunto percheacute
affincheacute ci sia un contrasto i punti fermi devono essere due
174
II - Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa
La Costituzione Dei Verbum dopo aver ricordato che la parola di Dio egrave presente sia nei
testi sacri che nella Tradizione afferma laquoLa Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura
costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesaraquo258
Alla fede posta come rivelazione divina corrisponde lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa La
Chiesa egrave infallibile percheacute conserva la laquoParola di Dioraquo e conservarla significa capirla cogliere
il significato autentico dei testi sacri In quanto la Chiesa stabilisce il senso autentico del
contenuto della fede e in quanto non puograve esserci contrasto tra ragione e fede la Chiesa egrave il
luogo esclusivo in cui resta stabilito il senso autentico della ragione
Ma anche lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa egrave un contenuto della fede di cui la Chiesa si ritiene
depositaria La Chiesa non dice laquoIo ho fede di essere infallibile ndash e quindi ammetto la
possibilitagrave che la veritagrave sia negazione della mia fede e della mia infallibilitagraveraquo Non dicendolo
la Chiesa egrave costretta a lasciare che il dogma dellrsquoinfallibilitagrave funzioni di fatto come una veritagrave
naturale non dicendolo la Chiesa si presenta di fatto come lrsquounica definitiva e suprema
filosofia al cui interno resta stabilito il rapporto tra fede e ragione come la gnosi piugrave
insuperabile in cui va completamente perduto il carattere laquosoprannaturaleraquo della rivelazione
Ponendosi di fatto come super-filosofia al cui interno egrave stabilito il rapporto fede-
ragione la Chiesa evita per altro di riconoscere esplicitamente questo carattere e da un lato
intende tener fermo il valore soprannaturale della rivelazione dallrsquoaltro lato non intende porsi
timore e tremore dinanzi alla veritagrave Ma senza questo timore e tremore la Chiesa egrave gnosi Essa
pur volendo sulla base del tomismo distinguere la fede dalla ragione in realtagrave si pone laquoal di lagrave
e al di sopraraquo di questa distinzione proprio nellrsquoatto in cui lascia di fatto sussistere come veritagrave
di ragione lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione e lrsquoaffermazione della propria
infallibilitagrave
258 In URL wwwmaranathait Concilio Vaticano II nn10 consultato in data 5042017
175
Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa garantisce che una formulazione dogmatica anche se
espressa con concetti e linguaggio metafisico egrave conforme alla veritagrave rivelata originaria e perciograve
vera come questa
La dottrina cattolica esige certamente i concetti di essere infinito di creazione ex nihilo non sono unrsquolaquoalienazione del senso dellrsquoessere ma lrsquoespressione vera del Verbo rivelato [] La Rivelazione
non puograve esprimere nessuna veritagrave (cioegrave nessuna manifestazione esatta della realtagrave) se non
attribuendo un valore reale ai concetti usati quindi la Rivelazione include necessariamente una laquoontologiaraquo fondamentale (non una metafisica sistematica) Qualunque ulteriore espressione
metafisica di questo dato laquoontologicoraquo deve essere coerente con il suo contenuto259
Egrave chiaro che lrsquoontologia fondamentale necessariamente inclusa nella rivelazione
costituisce quel contenuto essenziale del pensiero filosofico rispetto al quale non rimane piugrave
che il compito inessenziale ed estrinseco di dargli una forma sistematica Lrsquoontologia
fondamentale della Chiesa che egrave anche lrsquoontologia fondamentale dellrsquoOccidente egrave persuasa
che lrsquoessere non egrave lrsquoessere dellrsquoente ma egrave lrsquoessere come essenzialmente separato dallrsquo ente sigrave
che lrsquoente in quanto tale puograve non essere puograve cioegrave essere niente e dal niente esce e nel niente
ritorna per opera del dio creatore o della tecnica umana
Per la Chiesa lrsquoeternitagrave dellrsquoente in quanto ente rende impossibile la storia della
salvezza Il senso nichilistico del divenire domina il modo in cui la Chiesa intende il
laquodiventareraquo peccatore da parte dellrsquouomo il laquodiventareraquo carne da parte del Verbo e il divenire
in cui si fa innanzi ogni evento della laquostoria della salvezzaraquo Con lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave
dellrsquoente in quanto tale viene nullificato lrsquoevento storico
259 Lettera inviata al prof Severino da Mons C Colombo in data 13-9-1968 in Il mio scontro con la
Chiesa pag4647
176
Percheacute non sia nullificato si vuole un lsquoprimarsquo (in principio) in cui la carne del Verbo
sia stata niente e solo il Verbo sia Per non nullificare lrsquoIncarnazione la Chiesa nullifica la
carne Per non nullificare la laquostoria della salvezzaraquo nullifica la salvezza
La veritagrave dellrsquoessere non laquonullificaraquo lrsquoevento storico ma rileva che la comprensione
nichilistica di esso pensa la nientitagrave dellrsquoente ossia pensa ciograve che non egrave Al di fuori del
nichilismo la storia egrave il processo del Tutto immutabile Solo lrsquoimmutabile puograve di-venire cioegrave
venire fuori dal nascondimento
Tutte le cose e tutti gli eventi sono eternamente scolpiti Allrsquointerno dellrsquointramontabile
apparire della veritagrave dellrsquoessere sorgono e tramontano come le immutabili costellazioni del
cielo Condizione necessaria percheacute laquola storia della salvezzaraquo abbia la possibilitagrave di diventare
un problema egrave che essa sia intesa come questa successione dellrsquoapparire questa condizione non
nullifica lrsquoevento storico in quanto tale ma lo restituisce al suo autentico significato
Affincheacute la laquostoria della salvezzaraquo divenga un problema il laquoVerboraquo deve essere allora
innanzitutto pensato come eternamente laquopresso Dioraquo ed eternamente laquopresso la carneraquo e il suo
diventar carne deve innanzitutto significare che il Verbo che egrave eternamente presso la carne egrave
entrato nellrsquoapparire Solo a questo punto dinnanzi alla veritagrave dellrsquoessere puograve aprirsi la
domanda se la parola di Gesugrave riascoltata al di fuori del laquomondoraquo sia il Verbo che parla in
veritagrave della nascosta luminositagrave del Tutto
Allrsquointerno del laquomondoraquo cioegrave il luogo ove si scontrano le contrapposte volontagrave di
potenza il cristianesimo soprattutto nella forma che esso assume nella Chiesa cattolica egrave
ancora una delle forze piugrave potenti determina ancora il comportamento di grandi masse e
possiede un apparato concettuale altamente idoneo a operare questa determinazione
La laquoveraraquo critica laica della fede cristiana non puograve essere altro oggi che
lrsquoemarginazione pratica della Chiesa dalla vita sociale e la laquoveraraquo vittoria di quella fede sulla
irreligiositagrave e sul laicismo non puograve essere altro che il successo pratico-politico delle masse che
ancora posseggono quella fede
177
La potenza sociale della Chiesa non egrave in contraddizione con la pura fede interiore
giaccheacute anche la pura fede cristiana come ogni fede egrave una prevaricazione della volontagrave di
potenza La pura fede egrave prevaricazione proprio percheacute credendo in qualcosa rifiuta qualcosa
drsquoaltro che ha lo stesso diritto ad essere creduto e cioegrave a divenire prevaricante
178
III - Lrsquoauspicata armonia tra fede e ragione
La Chiesa cattolica ha sempre respinto ogni forma di fideismo tenendo ferma lrsquounione
la convergenza e lrsquoarmonia di fede e ragione Eppure questa armonia egrave la maschera di una lotta
mortale tra due contrapposte volontagrave di potenza una lotta dunque che si conclude con la
morte di uno dei due contendenti ndash la ragione ndash ma in cui sopravvive ciograve che egrave in comune a
entrambi la violenza prevaricante della volontagrave di potenza ossia lrsquoessenza dominatrice
dellrsquoOccidente
La filosofia non egrave piugrave un pericolo oggettivo per il cristianesimo e ogni critica rivolta
allrsquoessenza o alle configurazioni storiche del cristianesimo possiede lo stesso valore di ciograve che
essa intende negare La ragione che oggi la Chiesa si preoccupa di far concordare con la fede egrave
soprattutto la ragione scientifica che egrave a sua volta una fede
Lrsquounico pericolo e lrsquounica critica egrave che lrsquouomo riesca a produrre in terra il lsquoregno di
Diorsquo cioegrave un regno che liberi definitivamente lrsquouomo dalla nostalgia a dal desiderio di ogni
altro regno Nessuna fede nemmeno la fede cristiana potrebbe costituire unrsquoalternativa a un
regno capace di soddisfare i bisogni di ogni fede Ma accanto alla fede cristiana e ad ogni
umanesimo che in relazione a questa previsione le sia solidale crsquoegrave la fede nel dominio umano
del tutto e quindi nella capacitagrave di soddisfare i bisogni di ogni fede allrsquointerno di questo
dominio La fede nel dominio illimitato dellrsquouomo egrave la conseguenza rigorosa del rsquomondorsquo in
cui si muove anche la storia della fede cristiana
Il progetto della dominazione scientifica del tutto segna la fine del cristianesimo e
dellrsquointera cultura tradizionale ma nella situazione attuale dove le singole lsquoconquiste della
scienzarsquo lasciano ancora sullo sfondo quel progetto viene a costituirsi una sorta di
agevolazione specifica del compito della Chiesa nel mondo
179
La fine del sogno della lsquoveritagrave definitivarsquo pone innanzitutto sullo stesso piano ogni
proposta culturale ogni posizione culturale egrave una fede giaccheacute per quanto complesso possa
essere lrsquoordine concettuale in cui una cultura si definisce tale ordine non egrave la veritagrave che
manifesta la non veritagrave di ogni alternativa possibile Tommaso drsquoAquino interpretando S
Paolo poteva ancora dire che la fede ndash al contrario di quanto accade nella laquoscientiaraquo ndash conduce
in captivitatem omnem intellectum cioegrave lo rende prigioniero di un contenuto che non egrave
evidente e quindi gli egrave laquoestraneoraquo (alienus) e lrsquointelletto egrave pertanto laquoinquietoraquo (nondum est
quietatus) Lo stesso Paolo rispetto a quella laquoscientiaraquo poteva sentirsi ndash non tanto
soggettivamente quanto piuttosto in relazione al contenuto oggettivo di essa ndash in infirmitate et
timore et tremore multo Ma oggi ogni cultura conduce in captivitatem la coscienza e la fede
cristiana non ha piugrave alcun motivo di timore e tremore per una laquoscienzaraquo che a sua volta si
riconosce come fede
La laquosicurezzaraquo del sapere scientifico egrave per definizione relativa la scienza ha deciso da
tempo e metodicamente di lasciar da parte ogni tentativo di scoprire una conoscenza
assolutamente incontrovertibile della realtagrave e riconosce che i propri principi e metodi sono
ipotesi Esse consentono il dominio piugrave efficace delle cose ma in quanto ipotesi sono esposte
alla possibilitagrave della piugrave radicale smentita Il senso comune osserva che la tristezza ci assale
quando siamo felici Abbiamo paura di perdere la felicitagrave La scienza puograve produrre una felicitagrave
di cui forse non riusciamo ancora a sospettare lrsquoampiezza e lrsquointensitagrave Ma crsquoegrave unrsquounica cosa
che la scienza non puograve produrre la sicurezza della felicitagrave la sicurezza che non puograve essere data
dalla laquosicurezzaraquo di ogni possibile metodologia scientifica e nemmeno da una qualsiasi fede
religiosa Anche la scienza egrave in quanto scienza una fede E per chi ha raggiunto la felicitagrave non
puograve bastare la fede di non perderla
180
Anche per il cristianesimo la fede egrave una virtugrave di questo mondo che non puograve appartenere
al paradiso Ma non puograve bastare nemmeno vedere il dio facie ad faciem percheacute puograve sempre
sorgere il dubbio che ciograve che vediamo non sia la faccia di dio Percheacute il paradiso non sia un
inferno ndash cioegrave lrsquoangoscia dellrsquoimminente vanificazione della felicitagrave ndash deve mostrarsi la veritagrave
del paradiso la veritagrave che in nessun senso sia unrsquoipotesi
Per riassumere quindi tale argomentazione possiamo affermare che il contenuto della
fede egrave il Verbo e il Verbo storicamente egrave linguaggio Ogni linguaggio egrave comprensione del
senso dellrsquoessere ma non ogni linguaggio esprime tale comprensione Ossia non ogni
linguaggio storico egrave lrsquoesplicitazione del senso ontologico in cui pur si muove Nella storia
dellrsquouomo lrsquounico linguaggio ontologicamente esplicito egrave quello della filosofia greca e della
cultura che da essa discende Il linguaggio del Verbo egrave di questa natura non egrave lrsquoesplicitazione
di unrsquoontologia come non lo egrave la Rivelazione In questo senso egrave impossibile lrsquoaccertamento di
ogni contrasto o solidarietagrave tra unrsquoontologia (ossia un linguaggio che esplicita il senso
dellrsquoessere) e la Rivelazione proprio percheacute questrsquoultima non egrave una forma di ontologia Egrave
invece possibile un contrasto tra la veritagrave dellrsquoessere e una interpretazione ontologica della
Rivelazione quale egrave stata costruita dal pensiero occidentale egrave possibile la solidarietagrave tra la
ragione purificata (la ragione che parla la veritagrave dellrsquoessere) e la Rivelazione
Per la ragione purificata il Verbo egrave quindi unrsquoautentica possibilitagrave laquoarmoniaraquo e
laquoincontroraquo di ragione e fede
181
Sin dal suo inizio la filosofia intende raggiungere la forma piugrave radicale di sapere la
veritagrave assolutamente innegabile Ma questo immane tentativo della filosofia egrave destinato a
fallire La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico propostosi di difendere la veritagrave
dellrsquoessere ma risultandone la piugrave chiara negazione
Lrsquoessere egrave eterno ogni prova e ogni negazione dellrsquoessere immutabile vivono allrsquointerno
dellrsquoalienazione dellrsquoOccidente lrsquoalienazione metafisica che identifica lrsquoessere al niente
proprio in quanto si mette alla ricerca di un essere immutabile ed eterno I legami indissolubili
che legano ogni essere al proprio essere al proprio apparire e alle determinazioni che lo
accompagnano non possono essere spezzati Lrsquouomo ha da sempre e per sempre dinanzi la
veritagrave dellrsquoessere intramontabile
Lrsquoisolamento della terra dal destino egrave la fede che le cose siano il diventare altro da ciograve
che esse sono e che questo loro diventare sia la fondamentale e lrsquounica terra sicura con cui
lrsquouomo ha a che fare
Se la creazione viene interpretata in termini di essere e non essere - se cioegrave viene
interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere allora il concetto di creazione egrave
lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere
Nella terra isolata dal destino della veritagrave appare la storia dei mortali la storia della
prevaricazione di una volontagrave che rimane nello sguardo del destino soltanto un tentativo
prevaricante La tecnica egrave diventata oggi la piugrave potente delle forze metafisiche Lo stesso senso
comune non egrave piugrave dominato dalla religione o dalla politica ma dal modo di pensare e di agire
della metafisica ma che ormai ha raggiunto una capacitagrave di trasformazione della terra che non
si limita a guidare i processi naturali di produzione e distruzione ma li sostituisce con processi
artificiali
182
La fede proprio in quanto fede ossia volontagrave che le cose abbiano il senso deciso egrave
isolamento del laquocredutoraquo dal dubbio che lo avvolge Essa non potragrave mai porsi come una veritagrave
di ragione se non negando la propria essenza il kerygma Essere lrsquoargumentum la voce data ai
non visibili ai non manifesti egrave possibile solo se compare lrsquooscuritagrave che rende invisibili i
visibili La fede egrave volontagrave di potenza non solo percheacute egrave una prevaricazione sulle altre fedi che
intende sospingerle nel niente ma percheacute egrave la stessa volontagrave di impadronirsi della terra
sottraendola al destino e usandola come riparo dal niente che lrsquoattraversa
La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la
sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane
unrsquointenzione smentita dal principio ndash che sta al centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale
ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i contenuti della fede cristiana non appartiene alla
ragione autentica ma ne egrave una degenerazione La ragione autentica cioegrave la ragione in quanto
conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la veritagrave indubitabile della fede cosigrave
laquoevidentemente confermata da Dioraquo
Percheacute il cristianesimo abbia la possibilitagrave di diventare la Parola di Dio e preparare
lrsquoaccadimento della salvezza egrave necessario che tramontino il suo essere fede e la sua
appartenenza al mondo
183
INDICE
Prefazione pag 4
INTRODUZIONE
I La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica pag 9
II La ricerca giovanile di Emanuele Severino pag12
III Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa pag15
PARTE PRIMA ndash LrsquoETERNO
CAPITOLO I ndash LrsquoESSERE IMMUTABILE
I Dare prova di Dio pag 22
II La realtagrave di Dio e lrsquoideale della ragione pag 26
III La logica esposizione di Dio e la sua morte pag 34
CAPITOLO II ndash ALLE ORIGINI DEL PENSIERO E DEL NICHILISMO
DELLrsquoOCCIDENTE
I La metafisica come sapere incontrovertibile pag 44
II Il sentiero della Notte pag 53
III Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire pag 62
CAPITOLO III ndash PER UNA COMPRENSIONE DELLrsquoESSERE
I La struttura originaria dellrsquoessere pag 68
II Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere pag 72
III LrsquoEterno pag 76
NOTA
Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del Verbo pag 80
PARTE SECONDA ndash IL DIVENIRE
CAPITOLO I ndash IL DIVENIRE NELLrsquoALIENAZIONE DELLrsquoOCCIDENTE
I La creazione dal nulla pag 88
II Divenire esser altro pag 94
III La volontagrave pag 97
184
CAPITOLO II ndash LrsquoAZIONE CHE CATTURA E DOMINA LrsquoENTE
I Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire pag 101
II Il dominio che guida il divenire pag 106
III La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio pag 110
CAPITOLO III ndash LrsquoALIENAZIONE NELL O SGUARDO DEL DESTINO
I Ciograve che il mortale crede pag 115
II La necessitagrave dellrsquoaccadere come risolvimento del problema della libertagrave pag 121
III laquoCrescereraquo come divenire pag 131
TERZA PARTE ndash LA FEDE
CAPITOLO I ndash FILOSOFIA E FEDE
I Lo sguardo filosofico alla rivelazione pag 136
II Lrsquoargumentum pag 139
III La laquocertezzaraquo dubitante dellrsquoanimo pag 143
CAPITOLO II ndash UNA DAMA DA COMPAGNIA PER LA RAGIONE
I laquoCredereraquo per capire e conoscere pag 149
II La sottomissione della ragione alla fede pag 157
III Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione pag 161
CAPITOLO III ndash LrsquoINEVITABILE CONTRASTO
I La duplice posizionedella Chiesa fideismo e gnosi pag166
II Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa pag 174
III Lrsquoauspicata armonia tra ragione e fede pag 178
INDICE pag 183
BIBLIOGRAFIA pag 185
185
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DallrsquoIslam a Prometeo RCS Libri Milano 2003
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Essenza del nichilismo Adelphi Milano 1995
I presocratici e la nascita della filosofia collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo
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Il mio scontro con la Chiesa RCS libri spa Milano 2001
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Pensieri sul cristianesimo RCS Libri Milano 1995
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Aristotele Fisica Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L Ruggiu Rusconi Libri
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Aristotele Metafisica Bompiani ndash Giunti Editore Firenze 2004
G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985
Platone Repubblica Feltrinelli Milano1995
TESTI SPECIALISTICI
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G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire Una disputa Morcelliana 2017
N Cusano Capire Severino Mimesis Milano- Udine 2011
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Papa Francesco Enciclica ldquoLumen fideirdquo 2013 in data 20062017
3
LrsquoOccidente non ha saputo accogliere
il Sacro In questo mancato incontro
incomincia lrsquoesperimento metafisico
dellrsquoOccidente
Emanuele Severino
-Essenza del nichilismo-
4
Prefazione
Nel volume di Emanuele Severino Il mio scontro con la Chiesa1 si trova la
documentazione epistolare delle vicende che dal 1961 al 1970 hanno condotto la Chiesa
Cattolica a dichiarare ufficialmente lrsquoopposizione tra il suo pensiero filosofico e il
Cristianesimo2 Inizialmente la Chiesa si espresse attraverso la Sacra Congregatio pro
Institutione Catholica3 (Sacra Congregazione per lrsquoeducazione cattolica che con lrsquoex
SantrsquoUffizio egrave una delle massime istituzioni dellrsquoorganizzazione teologico-educativa della
Chiesa) e in un secondo momento attraverso la Sacra Congregazione per la Dottrina della
Fede (lrsquoex SantrsquoUffizio)
Il cambiamento di sede per la discussione dellrsquointero problema fu la risposta positiva
alla richiesta dello stesso Severino preoccupato che la questione del rapporto tra il suo
pensiero e il Cristianesimo e dunque i motivi del dissenso non venissero confusi con altri
problemi e motivi come quelli politici che stavano alla base della contestazione partita proprio
in quegli anni dallrsquoUniversitagrave Cattolica4
1 Rizzoli Milano 2001
2 Emanuele Severino nato a Brescia il 26 febbraio 1929 fu docente presso lrsquoUniversitagrave Cattolica di Milano dallrsquoanno accademico 1954-1955 fino al 1970 prima come professore incaricato e poi come ordinario
3 Agli inizi del 1968 la Sacra Congregatio pro Institutione Catholica invitava monsignor Colombo a
prendere contatti con il prof Severino nel tentativo di condurlo a un chiarimento del suo pensiero che non
risultasse piugrave in contrasto con la dottrina della Chiesa Poicheacute il chiarimento richiesto aveva condotto a un esito
opposto il professor Lazzati rettore dellrsquoUniversitagrave Cattolica chiese a monsignor Colombo di sollecitare una
presa di posizione della Sacra Congregatio pro Institutione Catholica che rispose invitando Lazzati a prendere i
provvedimenti del caso e cioegrave immediatamente la sospensione dallrsquoincarico di Storia della filosofia
contemporanea che Severino teneva oltre al corso che svolgeva in qualitagrave di prof ordinario e in prospettiva la
revisione dellrsquointera sua posizione accademica presso lrsquoUniversitagrave Cattolica ossia il suo allontanamento da
questrsquoultima E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 14
4 Il sessantotto in Italia ebbe la sua scintilla iniziale allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave del Sacro Cuore di Milano a causa della decisione dellrsquoAteneo di aumentare le rette universitarie il 15 novembre 1967 gli studenti diedero
vita alla prima occupazione dellrsquoUniversitagrave La notte stessa il rettore Ezio Franceschini fece sgombrare
centocinquanta occupanti dalla polizia Dopo tre giorni 30000 studenti sfilarono per Milano fino
allrsquoarcivescovado e la protesta si diffuse in tutte le principali universitagrave del paese Il 21 marzo 1968 la Cattolica
venne nuovamente occupata e dopo essere stata sgomberata venne chiusa a tempo indeterminato Leader iniziale
della rivolta fu Mario Capanna studente di filosofia dellrsquoUniversitagrave Cattolica L Bertoli La rivolta alla Cattolica
diede il via al rsquo68 in URL oldUnicait consultato in data 15032017
5
Il 16 dicembre 1969 il cardinal Franjo Seper prefetto dellrsquoex SantrsquoUffizio spedigrave al
professor Severino i tre laquoVotiraquo dei periti incaricati dalla Sacra Congregazione di esaminare il
suo discorso filosofico (prof padre Cornelio Fabro prof padre GBLotz5 prof don E
Nicoletti6)
Padre Cornelio Fabro7 al termine del proprio Voto intitolato Sulla posizione filosofica
di E Severino conclude affermando
Prout verba sonante t eius philosophia exigit bencheacute il Severino non si dichiari espressamente
mai neacute ateo neacute anticristiano egli critica alla radice la concezione della trascendenza di Dio ed i
capisaldi del Cristianesimo come forse finora nessun ateismo ed eresia hanno mai fatto8
Durante gli anni di insegnamento alla Cattolica gli scritti maggiori pubblicati da
Severino furono La struttura originaria9 e Studi di filosofia della prassi
10
Anche se La struttura originaria conteneva il fondamento che poi si sarebbe sviluppato
negli scritti successivi la sua pubblicazione non incontrograve grandi difficoltagrave Maggiori furono
quelle incontrate con Studi di filosofia della prassi La seconda parte dellrsquoopera dal titolo
Implicazioni pragmatiche della veritagrave riguardava il problema della fede e quindi anche la fede
cristiana vista giagrave qui come contraddizione
5 Il laquoVotoraquo del prof padre GB Lotz SJ non aveva alcun carattere filosofico ma solo lrsquointento di stabilire
in modo sommario ed estrinseco la compatibilitagrave tra il discorso filosofico severiniano e la dottrina tradizionale
della Chiesa
6 Il laquoVotoraquo del prof don E Nicoletti aveva la forma della ldquodifesardquo rispetto ai primi due che assumevano la
forma dellrsquoldquoaccusardquo In seguito egli si portograve estremamente vicino al contenuto degli scritti di Severino e lasciograve la
veste talare
7 Padre Cornelio Fabro nato a Flumignano il 24 agosto 1911 presbitero teologo e filosofo membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesugrave Cristo ex definitore del SantrsquoUffizio fu professore
allrsquoUniversitagrave degli studi di Perugia e uno degli esponenti piugrave importanti del tomismo del Novecento Il suo
apporto piugrave profondo alla metafisica classica sulle orme di San Tommaso drsquoAquino egrave la distinzione tra essentia e
actus essendi
8 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag86
9 La Scuola editrice Brescia 1958 nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1980
10 Vita e pensiero Universitagrave cattolica 1962 seconda edizione Adelphi 1984
6
La fede egrave una delle modalitagrave dellrsquoessere in contraddizione e cioegrave nellrsquoerrore Ossia egrave il
trovarsi nella non-veritagrave egrave lrsquoassumere come veritagrave ciograve che non si presenta come veritagrave Al
tempo degli Studi perograve la fede (come ogni fede) egrave contraddizione e tuttavia agli occhi della
struttura originaria della veritagrave tale fede si presentava ancora come un problema Questo in
base al teorema che la fede in un asserto egrave sempre autocontraddizione tuttavia lrsquoasserto che egrave
contenuto della fede non egrave sempre autocontraddizione ma puograve essere qualcosa che non nega
neacute implica lrsquooriginario Quindi fino a Studi di filosofia della prassi crsquoegrave la persuasione che il
contenuto della fede cristiana (fides qua creditur) sia un insieme di asserti di questo tipo In
seguito a partire da Ritornare a Parmenide Poscritto11
sarebbe venuto in chiaro che la fede
cristiana egrave contraddizione non solo come fides qua creditur ma anche come fides quae
creditur ossia per il contenuto in cui si crede
11 lt La struttura originaria opera alla quale Severino si riporta di continuo come allrsquoesposizione basilare
del suo parmenidismo [] notevole per la sua mole e la ferrea struttura formale sembra non abbia destato
preoccupazione alcuna di ortodossia neacute allrsquouniversitagrave Cattolica di Milano neacute altrove La Redazione della Riv di
filosofia noescolmostra il suo dissenso ndash in forma piuttosto blanda mi sembra ndash solo allrsquoapparire di Ritornare a
Parmenide del 1964 la nota della redazione ammette anzi che lrsquolaquoarticoloraquo si riconnette ad una tradizione che ha i
suoi rappresentanti anche nella scolastica Con la tesi infatti che nellrsquoessere di ogni cosa per quanto diveniente e
caduca si manifesta immediatamente la presenza dellrsquoEssere divino Emanuele Severino continua ci sembra una
tradizione che ha esempi classici come per citarne uno il capitolo terzo dellrsquoItinerarium di San Bonaventura gt C
Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino prima edizione Quadrivium
Genova 1981 seconda edizione Opere Complete 2015 ndash Editrice del Verbo Incarnato (RM) pag70
I numeri successivi di laquoRivista di filosofia neoscolasticaraquo conterranno unrsquoampia discussione del saggio da parte di molti esponenti della cultura filosofica cattolica Nel numero V del 1965 venne pubblicato il Poscritto di Ritornare
a Parmenide che apparve con la seguente Nota lt Sebbene la risposta di Emanuele Severino accentui le
divergenze del suo pensiero dalla concezione filosofica alla quale si ispira questa Rivista pubblichiamo
ugualmente questo articolo persuasi che il dibattito di idee giovi alla conoscenza della veritagrave La fede nella veritagrave e
la fiducia che la possibilitagrave di esprimere liberamente il proprio pensiero aiuti a scoprirla egrave il vincolo fraterno che
oltre ogni pur radicale dissenso resta fra lrsquoAutore di questo articolo e gli altri redattori gt E Severino Il mio
scontro con la Chiesa cit pag 13
7
Unitamente alla lettera inviata al professor Severino il 2 luglio 1968 monsignor Carlo
Colombo presidente dellrsquoIstituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo Ente fondatore
dellrsquoUniversitagrave Cattolica e vescovo titolare di Vittoriana inviograve lrsquoallegato datato 21 marzo
1968 della Sacra Congregatio pro Istitutione Catholica firmato da Gabriel-Maria Card
Garrone e Giuseppe Schroffer segr
In tale lettera si auspicava ad una schietta e leale chiarificazione con il Professore a
seguito dellrsquoesame di alcuni suoi scritti (Ritornare a Parmenide Ritornare a Parmenide
Poscritto Il sentiero del giorno) data la loro marcata istanza immanentistica e per le
dissonanze che essi presentavano con la dottrina cattolica In un secondo allegato venivano
precisati tre punti i rilievi emersi dallrsquoesame degli scritti sopracitati 1- Il problema delle prove
dellrsquoesistenza di Dio come pseudoproblema 2- Inconcepibilitagrave e assurditagrave della laquocreatio ex
nihiloraquo 3- Impossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione12
Essi saranno il
contenuto del presente lavoro sviluppato quindi in tre parti riprendendo delle tematiche giagrave
presenti in Risposta ai critici e Risposta alla Chiesa13
e integrati da contenuti presenti negli
scritti successivi del prof Severino
La prima parte egrave riservata allrsquoalienazione del senso dellrsquoEssere alla dimenticanza della
veritagrave dellrsquoEssere che nel pensiero metafisico sorto per proteggere tale veritagrave rimane nellrsquo
inconscio e ne fa da sfondo
laquoEternoraquo come sinonimo di laquoEssereraquo eternitagrave che appartiene con veritagrave ad ogni
essente che nel suo manifestarsi non necessita di una dimostrazione ma di una
laquocomprensioneraquo La comprensione di un linguaggio che non parla la lingua del Sentiero della
Notte ma testimonia il Destino della veritagrave nel sentiero ancora intentato del Giorno che
conduce alla Gioia
12 Due anni dopo in data 12 febbraio 1970 verranno inviate al professor Severino le Osservazioni
conclusive con lrsquoElenco delle proposizioni riguardanti la dottrina filosofica del prof Severino formulato dalla S
congregazione per la Dottrina della Fede a conclusione dellrsquoesame condotto sugli scritti del filosofo
13 Testi rispettivamente del 1968 e 1970 contenuti in E Severino Essenza del nichilismo Adelphi
Milano 1995
8
La seconda parte si occupa della volontagrave di potenza come espressione del dominio
sullrsquoEnte dominio reso possibile solo nella laquopersuasioneraquo della libertagrave dellrsquoEnte che quindi egrave
libero da ogni legame che lo unisce al Tutto
La laquocreazione dal nullaraquo come assurda espressione del nichilismo in quanto creando un
mondo ndash e gli essenti del mondo ndash che sarebbe potuto non essere identifica di fatto lrsquoEssere al
Nulla ponendovi il divenir altro come cominciamento
Nello sguardo del destino lrsquoisolamento dellrsquoEnte e del Tutto dalla veritagrave dellrsquoEssere si
presenta come un tentativo fallito il tentativo di una laquovolontagrave che vuole lrsquoimpossibileraquo
La terza e ultima parte egrave dedicata alla trattazione della laquofederaquo come opposta alla
laquoveritagraveraquo in quanto la fede isola il contenuto creduto dal dubbio che lo circonda e nella
specificitagrave della fede cristiana in quanto laquoargomentoraquo laquoparolaraquo di ciograve che non laquosi mostraraquo di
ciograve di cui non si dagrave realtagrave
Il laquorapportoraquo tra fede e ragione nellrsquolaquoimpossibilitagraveraquo di una loro laquoarmoniaraquo decretata
dal mancato riconoscimento da parte della Chiesa di essere detentrice di una veritagrave di fede e
non di ragione
9
INTRODUZIONE
I - La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica
Un profondo osservatore come Cornelio Fabro poteva affermare circa quarantrsquoanni
orsono che il pensiero italiano nel contesto pluralistico delle filosofie contemporanee
sembrasse percorrere un proprio cammino nella fedeltagrave a quellrsquoevento che aveva caratterizzato
variamente ma costantemente il fondo della nostra cultura filosofica nella prima metagrave del
secolo il neo-idealismo specialmente nella forma dellrsquoattualismo gentiliano14
Se infatti
Benedetto Croce aveva dilagato soprattutto nellrsquoambito degli studi storici estetici letterari la
coscienza dei giovani assillati dallrsquoistanza teoretica si rivolse a Gentile
Se non che mentre Gentile poteva celebrare nella perenne presenza dellrsquoatto la veritagrave dellrsquoAssoluto onnicomprendente la coerenza spingeva i suoi accorti discepoli a denunziare fino in fondo la
sopravvivenza della contaminazione teologico-metafisica per portarsi su posizioni di rottura
radicale [] quale laquoil principio della scienzaraquo di Ugo Spirito15
Spirito fa il punto di partenza da una considerazione storica cioegrave dalla constatazione
che gli uomini di fatto hanno trovato un modo drsquointendersi al di lagrave di ogni religione e di ogni
filosofia cioegrave che di fatto il mondo ormai da tempo va unificandosi da oriente a occidente da
nord a sud e che la forza unificante non egrave data da un mito o da unrsquoideologia bensigrave dalla scienza
e dalla tecnica che diventano effettivamente lrsquounica valida piattaforma di consistenza e di
unificazione degli uomini Questo percheacute le laquoreligioni e le filosofie dividono la scienza
unisceraquo16
14 C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag 9
15 Ibidem
16 Ivi pag 1011
10
Ma proprio in quel periodo (1964-1965) Spirito veniva scavalcato nella reductio ad
nihilum o destructio philosophiae nientemeno che allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave Cattolica di
Milano da Emanuele Severino17
La piega attualistica continua Fabro se proprio non fu un vitium originis si rivelograve nella
UC almeno un trentennio prima dello s contro tra E Severino e la stessa Chiesa
nella tesi di laurea di G Bontadini18
[]dedicata appunto alla difesa della laquounitagrave dellrsquoesperienzaraquo
di qui fu facile il passo allrsquointerpretazione attualistica di Parmenide prima da parte del Bontadini e
poi senza remore del Severino il quale critica di certo anche lrsquoidealismo ma per quel tanto che ancora in esso rimane di affermazione dualistica
Fu un fatto secondo Padre Cornelio anche se puograve sorprendere che Bontadini
formatosi allrsquoUC la quale aveva pur fatto sua lrsquoesortazione della Aeterni Patris (1879) di Papa
Leone XIII rinnovata senza posa dai successori di un ritorno alla filosofia realistica della
tradizione greco-cristiana soprattutto secondo la rigorosa forma speculativa avuta da S
Tommaso mostri fin da principio una opzione decisa a favore dellrsquoimmanenza moderna e piugrave
precisamente per lrsquoattualismo di Gentile
17 lt Spirito e Severino stanno agli antipodi Spirito pensatore laico che rispetta la coscienza religiosa
indica nello sperimentare infinito della scienza il fondo del pensiero religioso ed il campo dellrsquounica veritagrave e
salvezza possibile Severino considera in blocco la scienza la filosofia il marxismo tutto il Cristianesimo storico
nella medesima area del nichilismo occidentale ossia la perdita radicale della veritagrave originaria chrsquoegrave lrsquoEssere uno e immutabile lagrave lrsquoesasperazione riflessiva della perdita del logo qui lrsquoesasperazione decisiva del ricupero del logo e
del non-logo gt Fabro sottolinea con tono di rimprovero ma direi soprattutto di rammarico come lt
Nellrsquoinfuriare della demitizzazione e nelle prospettive a getto continuo delle nuove ldquoteologie della morte di Diordquo
che percorrono in tutti i sensi la cristianitagrave post-conciliare doveva venire dallrsquoUniversitagrave Cattolica sorta per
difendere il pensiero ed i fondamenti della ortodossia cristiana lrsquoaffermazione radicale ndash ed a mio avviso non piugrave
superabile ndash del principio moderno della nientitagrave formale del cogito e alla demolizione ndash non piugrave ricuperabile ndash
della metafisica gt Ivi pag12
18 Gustavo Bontadini (Milano 27 marzo 1903-m1990) egrave stato un filosofo e accademico italiano
esponente di spicco del movimento neotomista (a parere di Severino laquoil maggiore pensatore cattolico dei nostri
tempiraquo Il mio scontro con la Chiesa pag6) Iscrittosi presso lrsquoUniversitagrave Cattolica quando essa aveva iniziato le
sue attivitagrave ma non era ancora riconosciuta dal Governo Italiano egli fu nel 1925 il terzo laureato assoluto dellrsquoAteneo presso il quale fu poi professore di filosofia teoretica dal 1951 al 1973 Fu maestro di Emanuele
Severino allrsquouniversitagrave di Pavia portandolo alla laurea nel 1951 con la tesi dal titolo Heidegger e la metafisica
Fabro ricorda come il miglior discepolo di Gentile quale Ugo Spirito affermava che lt Il Bontadini si puograve dire
oggi uno degli alunni piugrave genuini del Gentile e nel suo pensiero egrave piugrave presente lrsquoattualismo che non il
cattolicesimo gt inoltre Spirito attestograve ripetutamente a Fabro che Gentile considerava il Bontadini fra coloro che
meglio seguivano il suo pensiero C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E
Severino pag 139
11
Lrsquoorigine o forse la causa prossima che dir si voglia sembra da ricercare
nellrsquoinsegnamento del francescano P Emilio Chiocchetti19
studioso acuto ma alieno e
assolutamente impervio alle istanze della metafisica il quale pur criticando lrsquoidealismo aveva
prospettato la possibilitagrave di una simbiosi fra il realismo neoscolastico e il principio idealistico
Drsquo altra parte si puograve ammettere che lrsquoinsegnamento dellrsquoaltro pilastro del tomismo milanese
Mons F Olgiati20
il quale qualificava la filosofia moderna per laquofenomenismoraquo possa aver
stimolato al contrario la decantazione attualistica dellrsquoessere da parte di maestro e allievo
19 Emilio Chiocchetti nacque a Moena (Trento) il 20 settembre 1880 (m1951) nel 1903 ebbe
lrsquoordinazione sacerdotale Lrsquoincontro con la filosofia avvenne relativamente tardi quando fu mandato a Roma
presso il collegio internazionale di SAntonio La sua fatica piugrave importante fu la serie di articoli sulla filosofia di
Benedetto Croce del 1913-1914 la quale suscitograve notevoli e animate polemiche con lrsquoaccusa di idealismo
Chiocchetti riteneva non fosse possibile liquidare sommariamente tutte le conquiste della filosofia moderna
e che il necessario intervento per ristabilire la validitagrave del realismo tradizionale doveva avvenire per via di
dimostrazione e mai per principi astratti e decisi una volta per tutte La concretezza idealistica e quella realistica differiscono profondamente Nel volume sul Gentile La filosofia di Giovanni gentile si avverte subito
un tono diverso da quello usato per il Croce piugrave duro e intransigente e meno disposto a concessioni Lrsquoidealismo
attualistico viene opposto alla concezione cristiana in maniera netta Da Croce e da Gentile pensava Chiocchetti
dobbiamo imparare a vedere e cogliere la organicitagrave la metodicitagrave la modernitagrave e la concretezza storica del
sapere laquoIl Croce tratta e risolve problemi che anche la filosofia tradizionale considerava come immanenti il
Gentile invece risolve nel senso dellrsquoimmanenza problemi che la filosofia tradizionale risolve nel senso della
trascendenza Il Croce vede il mondo e si ferma ligrave il Gentile vede il mondo e lo afferma come Dioraquo Informazioni
raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura di Carlo Coen consultato in data 02072017
20 Francesco Olgiati nacque a Busto Arsizio in provincia di Varese il 1deg gennaio 1886 (m1962) nel
1908 nel Duomo di Milano fu ordinato sacerdote Nello stesso anno incontrograve Agostino Gemelli con lui e
Ludovico Necchi nel 1914 fondograve la rivista Vita e pensiero Dal 1922 fu membro del comitato permanente e del consiglio di amministrazione dellrsquoIstituto Giuseppe Toniolo (del quale divenne presidente dopo la morte di
Gemelli) ente finanziatore dellrsquoUniversitagrave Cattolica e dal 1924 ebbe un posto nel consiglio drsquoamministrazione
dellrsquouniversitagrave nella quale assunse subito lrsquoincarico dellrsquoinsegnamento di metafisica Filosofo neoscolastico
contro le dottrine di derivazione kantiana che pongono il primato della gnoseologia mons Olgiati sostiene il
primato della metafisica come scienza della realtagrave in quanto realtagrave Tiene una ferma presa di distanza
dallrsquoatteggiamento di ripulsa verso il pensiero moderno Informazioni raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura
di Lucia Pozzi consultato in data 02072017
12
II - La ricerca giovanile di Emanuele Severino
Nel periodo precedente la pubblicazione di Ritornare a Parmenide il pensiero di
Severino si svolse nellrsquoorizzonte di quel peculiare rinnovamento della metafisica che andava
proponendo il suo maestro Gustavo Bontadini e caratterizzato dallrsquoanalisi critica di alcuni
importanti filoni del pensiero contemporaneo21
Il magistero di Bontadini egrave rivelato dallrsquoattenzione di Severino verso la modalitagrave con
cui il filosofo milanese si era accostato prima nei confronti dellrsquoattualismo di Giovanni Gentile
e poi verso il successivo sviluppo in senso problematicistico operato da Ugo Spirito
La riforma operata da Gentile22
dellrsquoidealismo in attualismo non comportava soltanto il
venir meno del carattere assoluto della realtagrave in quanto considerata come presupposta al
pensiero ma esigeva pure che al concreto atto del pensare quale realtagrave autenticamente
spirituale non dovesse essere presupposto neppure lrsquoorganico sistema hegeliano delle categorie
logiche Solo cosigrave poteva essere portato al suo piugrave genuino compimento lrsquoidealismo introdotto
da Hegel e si sarebbe potuto affermare in modo radicale che la realtagrave assoluta non egrave lrsquoAtto puro
del quale parlava Aristotele inteso come lrsquoAtto giagrave perfettamente realizzato ma invece il
processo dialettico del Pensiero
21 Severino ricorda come lui e Bontadini a partire dal loro incontro allrsquouniversitagrave di Pavia dove il maestro era stato chiamato come professore straordinario di Filosofia teoretica si siano lt voluti sempre piugrave bene e
nonostante la distanza che andograve crescendo tra noi sul piano filosofico Bontadini pensava che lrsquoattualismo
gentiliano nel suo significato piugrave profondo avrebbe consentito di riproporre il discorso metafisico che negli ultimi
due secoli era stato sempre piugrave emarginato e soprattutto la metafisica classica Per Bontadini non si trattava di
rilevare la concordanza tra filosofia e cristianesimo guardando alla filosofia patristica e scolastica ma
valorizzando innanzitutto la riflessione greca sul senso dellrsquoessere Lrsquoattualismo sgombrava il terreno dal
ldquopresupposto naturalisticordquo che per secoli aveva concepito lrsquoessere come dimensione esistente indipendentemente
e al di lagrave del conoscere e che quindi non poteva che condurre (per usare lrsquoespressione kantiana) allrsquoimpossibilitagrave di
una metafisica come scienza - essendo rimasto alla metafisica il compito ineseguibile di andare al di lagrave del
conoscere per conoscere lrsquoessere Lrsquoidealismo e soprattutto quello gentiliano si era liberato di quel ldquopresuppostordquo
[] Non lo si percepigrave o non si comprese lrsquoimportanza della proposta di Bontadini percheacute era il tempo in cui in Italia incominciavano ad essere conosciute le filosofie straniere del Novecento ndash fenomenologia esistenzialismo
pragmatismo neopositivismo ndash e Gentile era stato fin troppo presente sulla scena culturale gt E Severino Il mio
ricordo degli eterni Rizzoli Milano 2011 pag 31-32
22 A proposito di Gentile Severino sostiene come si credesse spesso lt di poterlo liquidare dicendo che era
stato fascista che anzi durante il fascismo aveva avuto una posizione di primo piano Per capire opere come Teoria
generale dello Spirito come atto puro e ancor piugrave Sistema di logica come teoria del conoscere bisogna essere
addentro nelle cose filosofiche Per esempio conoscere Platone e Aristotele non meno di Kant e Hegel gt Ibidem
13
Ugo Spirito da parte sua aveva denunziato lrsquoesito contraddittorio inerente
allrsquoassolutezza che la dialettica veniva ad assumere nellrsquoattualismo di Gentile Ripristinando un
assoluto sia pure sui generis a suo parere la dottrina del maestro si rivelava anchrsquoessa una
forma di metafisica che era chiaramente in contraddizione con lrsquoassunto dialettico
fondamentale della dottrina Onde evitare il suddetto esito Spirito si orientograve pur con alcune
oscillazioni verso una forma di problematicismo situazionale riguardo allrsquoaffermazione o
meno di una realtagrave che trascendesse la dimensione che veniva a configurarsi nel processo
dialettico cosigrave come era affermato dallrsquoattualismo gentiliano
Il rapporto di Severino con la filosofia di Gentile fu articolato e si mosse seguendo un
duplice registro cogliere la presenza di un valore in seacute nella speculazione gentiliana e mostrare
la coerenza degli sviluppi attualistici allrsquointerno dellrsquoorizzonte nichilistico del pensiero
occidentale Due linee interpretative distinte ma convergenti
Per quanta riguarda il primo punto occorre distinguere due fasi che si succedono nel
tempo Nella prima fase della sua speculazione Severino guardograve allrsquoattualismo che si
proponeva quale essenzializzazione dellrsquoidealismo hegeliano come alla filosofia che
maggiormente si era impegnata nel toglimento del presupposto naturalistico tipico del
pensiero moderno inaugurato da Cartesio
Nella seconda fase a motivo della radicalitagrave con la quale Gentile assicurograve la serietagrave del
divenire dellrsquoessere lrsquoattualismo apparve agli occhi di Severino come lrsquoesatto capovolgimento
sul piano teoretico di quella filosofia della immutabilitagrave dellrsquoessere che egli era andato sempre
meglio valorizzando come espressione piugrave autentica della veritagrave
14
Dalla sua critica poi senza esitazione della determinazione attualistica dellrsquointero
Severino perverragrave alla conclusione che il superamento dellrsquoattualismo quale teoria del divenire
non egrave realizzabile lungo la via della mediazione metafisica ma soltanto negando la presunta
evidenza originaria del divenire dellrsquoessere vale a dire solo se lrsquoessere non vien posto come
diveniente
Per quanto riguarda Spirito Severino sostenne che esso non arrivograve a scorgere che
lrsquoimmutabile al quale egli tendeva fosse incompatibile con il divenire e che la sua critica
apparentemente radicale dellrsquoattualismo compigrave un passo indietro rispetto ad esso cosigrave come un
passo indietro fu compiuto da tutti coloro che sulla base dellrsquoattualismo ritennero di poter
giungere sia pure in modi diversi al Dio della teologia cristiana
Bontadini che pure comprendeva molto bene il significato preciso che le dottrine
dellrsquoattualismo e del problematicismo possedevano rispettivamente in Gentile e Spirito si era
risolutamente orientato a valorizzarle nella prospettiva di una efficace ripresa e di una valida
rigorizzazione della metafisica di trascendenza nella quale veniva data una risposta positiva al
problematicismo
Il giovane Severino seguigrave inizialmente il maestro fino ad affiancarglisi nella strategia
teoretica di fondo nondimeno si manifestograve subito un carattere piugrave personale nelle indagini
dellrsquoallievo rivelato dallrsquoinserimento in tale progetto ermeneutico teso a rivalutare la
metafisica classica nel contesto del pensiero contemporaneo anche della filosofia di Martin
Heidegger (Il risultato di tali ricerche severiniane egrave contenuto nei volumi Note sul
problematicismo italiano23
e Heiddeger e la metafisica24
)
23 E Severino Note sul problematicismo italiano Vannini Brescia1950
24 Id Heidegger e la metafisica prefazione di G Bontadini Vannini Brescia 1950 Lrsquoopera egrave stata
ripubblicata (Adelphi Milano 1994) senza la prefazione e con lrsquoaggiunta di altri testi severiniani posti in
Appendice
15
III - Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa
La discussione sullrsquoessere e lrsquoapparire tra Gustavo Bontadini ed Emanuele Severino egrave
durata piugrave di trentrsquoanni In essa e per essa i loro due linguaggi filosofici si sono andati
chiarendo sia pure in direzioni opposte25
Nella disputa i due grandi ambiti della discussione sono costituiti dalla determinazione
di ciograve che sia autenticamente il ldquodivenirerdquo che appare nellrsquoesperienza e dal valore che deve
essere riconosciuto al principio parmenideo che afferma lrsquoopposizione assoluta dellrsquoessere al
non essere
Il contrasto incominciograve con la pubblicazione di Ritornare a Parmenide nel quale viene
mostrata la necessitagrave che ogni essere sia eterno Ma questa necessitagrave si era giagrave mostrata nella
Struttura originaria e anzi ancor prima nel saggio del 1956 Aristotele e la metafisica classica
Sennoncheacute Ritornare a Parmenide tutto teso a mostrare lrsquoeternitagrave dellrsquoessente in quanto
essente non richiama e non sviluppa in alcun modo il tema del divenire dellrsquoesperienza come
lrsquoapparire e lo scomparire degli eterni Con lrsquoavvio della discussione con Bontadini quel tema ndash
e la connessa tesi che lrsquoesperienza non attesta che gli essenti escano dal nulla e vi ritornino ndash
saragrave al centro del Poscritto di Ritornare a Parmenide
Gli ldquoinconvenientirdquo che Bontadini riscontra nella posizione di Severino sono il
contrasto col consensus gentium (quello che una volta era portato tra le ldquoprove di Diordquo) la
Destruktion della storia della filosofia la frantumazione dellrsquoente e in particolare dellrsquouomo
Condividendo con Severino lrsquoassenso a Parmenide e ammettendo il divenire nel senso
nichilistico Bontadini dice di trovarsi preso da unrsquoantinomia lrsquoantinomia tra il responso del
logo e quello dellrsquoesperienza dal quale sente lrsquoobbligo di liberarsene
Egli ritiene di soddisfare a questrsquoobbligo con il teorema di Creazione lrsquoimmobile crea il
diveniente
25 Il breve saggio che contiene tale disputa egrave G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire ndash Una
disputa Morcelliana Brescia 2017
16
Alla contestazione di Severino che se lrsquoessere egrave immobile non si puograve piugrave tornare
indietro e pretendere che il divenire non sia piugrave assurdo quando egrave visto come creato e che se
Dio creasse il divenire creerebbe lrsquoassurdo Bontadini ritiene di dover laquoscagionare Dio da tanta
iatturaraquo26
La contraddittorietagrave che si deve togliere egrave data dalla presenza del negativo del non
Se egrave lasciato a seacute stesso il divenire presenta la sopraffazione del negativo sul positivo il
responso della fenomenologia
Lrsquointervento della metafisica cambia il verdetto dalla vittoria del nulla sullrsquoessere a
quella dellrsquoessere sul nulla Lrsquoannullatore non egrave piugrave il nulla ma lrsquoAtto creatore che egrave identico a
Dio perciograve eterno come Dio e pure positivum Il non ndash questo vuoto che affligge lrsquoessere ndash egrave
colmato compensato bilanciato dal positivo dellrsquoatto creatore il quale non egrave originariamente
diverso dalla realtagrave diveniente anzi potremmo dire sia laquoidentico a Dio nel modo di non
esserloraquo27
La contraddizione non crsquoegrave nel creato percheacute nel creato lagrave dove lrsquoesperienza ci
mostra la ferita della negativitagrave la ragione ci insegna che vige la potenza la positivitagrave del
Creatore (dellrsquoAtto creante che egrave atto puro)28
26 Ivi cit pag 23 27 Ivi cit pag 25
28 Lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete egrave dato dalla necessitagrave (corsivo mio) di sanare la
contraddizione inoculata dal non dal negativo Nella prospettiva della metafisica creazionistica lrsquoandare nel nulla
dellrsquoessere che risulta sul piano fenomenologico egrave risolto nel fare andare nel nulla che egrave in quanto fare un
positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico lt Sia che si tratti del porre o sia che si tratti del
togliere la concezione creazionistica risolve il negativo nel positivo e sopprime per ciograve stesso la contraddizione gt
Ivi cit pag 59
17
Severino da parte sua oltre a ricordare che padre Agostino Gemelli29
nella premessa
alla Metafisica classica e Aristotele aveva perfettamente colto che lrsquoeleatismo del suo scritto
non aveva nulla a che vedere col Principio di Parmenide di Bontadini sottolinea che lrsquoassurdo
nel divenire non egrave che lrsquoente non sia ma che sia il niente a render niente lrsquoente cioegrave che il
niente sia un positivo avente la forza di annullare lrsquoente
Lrsquoallievo quindi si sorprende che il maestro non avverta che nel suo discorso crsquoegrave
almeno lrsquoapparenza della strada che porta dal divenire allrsquoAnnullatore della strada invece che
porta dal divenire al Creatore non crsquoegrave nemmeno lrsquoapparenza
Allrsquoaffermazione di Bontadini che sia innegabile che almeno la presenza cioegrave
lrsquoapparire degli enti diviene nel senso dellrsquouscire e ritornare nel niente ( ciograve che lrsquoapparire egrave
chiamato a testimoniare egrave solo lrsquouscita del laquociograve cheraquo il venir meno del suo esser dentro
lrsquoesperienza) Severino pone allora il quesito questa laquoinnegabilitagraveraquo egrave dovuta a una
dimostrazione (che si fonderebbe sulla struttura originaria del sapere si fonderebbe sul logo) o
a una constatazione (cioegrave qualcosa di constatato che appare appunto nellrsquoesperienza)
29 Padre Agostino Gemelli al secolo Edoardo Gemelli nacque a Milano il 18 gennaio 1878 (m 1959)
religioso medico rettore e psicologo appartenente allrsquoordine francescano dei Frati Minori Proveniente da una
famiglia non praticante e anticlericale cresce in un ambiente agnostico comune alla borghesia dellrsquoepoca Durante
lrsquoanno di volontariato come soldato di sanitagrave frequenta Ludovico Nicchi e per suo tramite un giovane sacerdote
Giandomenico Pini Riprende pratica religiosa nellrsquoaprile 1903 e poco dopo matura la sua vocazione e la relativa
decisione di farsi frate francescano Edoardo diviene frarsquo Agostino Nel 1906 tiene una relazione al convegno
della Fuci dal titolo ldquoI progressi delle scienze biologiche innanzi al pensiero cattolicordquo dove pone con evidenza la
questione dei rapporti fra religione e scienza Si fa strada nella mente del giovane frate lrsquoidea che sia necessario
provvedere alla formazione di un pensiero cattolico moderno coerente con i tempi Nel 1909 fonda la ldquoRivista di filosofia neoscolasticardquo Le sue opere sono il frutto della convinzione profonda che il metodo empirico della
scienza e una fede solida possono arricchirsi a vicenda nella prospettiva di uno sviluppo autenticamente umano e
coerente con la grande tradizione della Chiesa Nel 1921 padre Gemelli ottiene lrsquoapprovazione di Benedetto XV
alla realizzazione dellrsquoUniversitagrave Cattolica del Sacro Cuore che inaugureragrave il 7 dicembre dello stesso anno nella
festivitagrave di SantrsquoAmbrogio con due facoltagrave Filosofia e Scienze sociali Padre Gemelli assume la carica di Rettore
che manterragrave fino alla morte Informazioni raccolte in URL laquowwwsantiebeatiitraquo (fonte riportata
laquowwwunicattitraquo) consultato in data 02072017
18
Il maestro risponde che lrsquoaffermazione del divenire ndash e dellrsquoannientamento ndash siano
opera non del solo logo neacute della sola esperienza ma di entrambi questi fattori della struttura
originaria egrave opera del logo che legge lrsquoesperienza e non puograve che leggerla nel modo suddetto
Lrsquoallievo rincalza facendo notare come sostenendo che lrsquoesistenza dellrsquoannientamento
dellrsquoapparire egrave affermata ad opera insieme dellrsquoesperienza e del logo considerati questi come
organi della Struttura originaria Bontadini tenti di far rientrare in tale struttura la
dimostrazione e il ragionamento errato di presupporre arbitrariamente che il venir meno sia
lrsquoandare nel nulla Inoltre se il logo originario egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come
puograve dire il maestro che il logo cooperi con lrsquoesperienza nellrsquoaffermare che qualcosa si
annienta Se il logo egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come puograve il logo leggere
nellrsquoesperienza lrsquoannientamento di qualcosa
Il maestro sentendosi ldquotirare per i capellirdquo afferma perentorio che
se qualcosa - un eterno ndash esce dallrsquoesperienza allora egrave venuto meno (= andato nel nulla) il suo
esser dentro (se infatti lrsquoesser dentro non fosse caduto allora lrsquoeterno non sarebbe andato fuori) Egrave naturalmente solo lrsquoessere di questo dentro che qui si afferma lrsquoesser venuto meno e non lrsquoessere
dellrsquoeterno che egrave andato fuori30
Agli occhi del discepolo il presupposto rimane il termine laquonon apparireraquo o
laquoscomparireraquo significa egrave inteso anche dal maestro come lo squagliarsi il dissolversi lo
spegnersi lrsquoannientamento dellrsquoapparire Invece lrsquoapparire empirico parziale egrave anche quando
esce dallrsquoapparire trascendentale (o anche egrave anche quando la sua appartenenza eterna al
contenuto dellrsquoapparire trascendentale non appare) Non si annienta neacute lrsquoente che esce
dallrsquoapparire trascendentale neacute il suo esser dentro tale apparire (ossia non si annienta nemmeno
il suo apparire che egrave apparire empirico parziale)
30 Lrsquoessere e lrsquoapparire - Una disputa pag 51 Bontadini in nota a ciograve continua sostenendo che se si
volesse sussumere che lrsquoeterno che egrave andato fuori (dallrsquoapparire) egrave eternamente dentro resta sempre che questo
esser dentro non appare (scompare) e cioegrave che si presenta sia pure ridotto al minimo un non un negativo
insopprimibile senza il quale non si avrebbe la struttura propria dello s-comparire
19
Ciograve che scompare egrave il finito non il trascendentale e il finito egrave sia lrsquoente che scompare
sia il suo apparire sia la relazione del finito col trascendentale (ossia della parte col tutto che
appare)
Una volta che Bontadini31
arriva a riconosce che lrsquoesperienza dello scomparire non egrave
lrsquoesperienza dellrsquoannientamento dellrsquoente che scompare gli rimane ancora da fare un passo
innanzi e riconoscere che anche lrsquoapparire dellrsquoente che scompare egrave un ente che scompare e che
quindi lrsquoesperienza del suo scomparire non egrave esperienza del suo annientamento
31 Il problema del divenire egrave posto e chiamato in causa per mettere a fuoco il senso e la portata
speculativa del principio di non contraddizione Il momentum metaphysicum del divenire egrave nella sua negativitagrave
ossia nel non avere nessuna positivitagrave poicheacute egrave proprio dellrsquoesperienza del divenire il suo continuo laquopassareraquo ad
altro che Bontadini indica con lrsquoespressione formale di laquovenir meno del datoraquo da cui scaturisce la
contraddittorietagrave del divenir che viene chiamata la laquogrande contraddizioneraquo (percheacute ogni altra contraddizione ne
sarebbe una specificazione) La spiegazione della contraddizione pura cioegrave che i molteplici casi di proposizioni in
cui il predicato egrave il termine contraddittorio del soggetto riguardano lrsquoessenza mentre la contraddizione pura
quella del divenire riguarda lrsquoesistenza (contraddizione che il maestro pensa di superare ad opera del Principio di Creazione) LrsquoAutore chiama questo procedere o meglio lo fa corrispondere allrsquoargomento ontologico percheacute
fondato super rationem entis et non entis In realtagrave secondo lrsquoumile avviso di Fabro si tratta di un salto dalla sfera
dellrsquoessenza a quella dellrsquoesistenza nella sfera dellrsquoessenza il divenire egrave contraddittorio e tale rimane nella sfera
dellrsquoesistenza lo sarebbe ma cessa di esserlo grazie alla mediazione del principio di creazione La creazione egrave un
laquoatto dellrsquoImmobile che suscita dal nulla la realtagrave divenienteraquo Il divenire come tale resta sempre nulla nulla di
essere Da questo nulla il divenire egrave liberato dallrsquoAtto creatore cosigrave che la realtagrave del creato egrave tutta insidente
secondo il rapporto stesso di creazione nellrsquoatto creatore tutta compresa in esso Bontadini si sforza di sfuggire
dalla risoluzione panenteistica si sforza di sfuggirle con il semantema del principio di creazione ove perograve non si
tratta di creazione come produzione dellrsquoente dal nulla ma come apparizione dellrsquoessere al nulla del divenire che
continua ad essere nulla in seacute percheacute egrave questa negativitagrave che fa fare il balzo verso lrsquoImmobile La contraddizione
fra il primo principio e la realtagrave constatata del movimento non si pone Di piugrave siffatta convinzione della realtagrave del movimento egrave garantita non a partire dallrsquoesperienza come fatto (dato) incontrovertibile che sta alla base
della riflessione ma dal ricorso alla mediazione dellrsquoesistenza di Dio Fabro precisa come mentre la posizione di
Severino rimanga chiara e divenga sempre piugrave chiara quella del maestro al contrario rimanga ambigua e diventi
sempre piugrave ambigua C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente pag 132-134138 139
20
PARTE PRIMA
LrsquoETERNO
LE PROVE DELLrsquoESISTENZA DI DIO COME PSEUDOPROBLEMA
laquoSi tratta certamente di uno pseudo problema non percheacute lrsquoaffermazione dellrsquoEssere
necessario sia impossibile tale affermazione egrave la stessa veritagrave originaria dellrsquoEssereraquo32
32 E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 40
21
CAPITOLO 1
LrsquoEssere Immutabile
22
I - Dare prova di Dio
Il coro del secondo canto intorno allrsquoara nelle Eumenidi di Eschilo dice che dalla
salute della mente proviene la felicitagrave che egrave cara a tutti e molto ricercata Dalla conoscenza
della veritagrave proviene la felicitagrave del mortale e della polis
Il rapporto tra veritagrave e felicitagrave egrave il tratto essenziale del pensiero greco Dalla filosofia
greca il cristianesimo attinge il significato stesso della parola veritagrave e il Dio della tradizione
cristiana egrave impensabile senza il concetto greco dellrsquoeterno (anche la certezza lrsquoindubitabilitagrave
sono categorie che il cristianesimo ha eredito dal pensiero greco)
Il paradiso cristiano egrave innanzitutto la vita felice nella veritagrave La veritagrave con cui lrsquouomo egrave
giagrave in rapporto nella vita presente si dispiega in modo compiuto nella vita futura Questo modo
di pensare si manifesta nel Proslogion di Anselmo di Aosta nel cosiddetto laquoargomento
ontologicoraquo
Anselmo lrsquoaveva intensamente ricercato un unico argomento che per mostrarsi
probante non avesse bisogno di nientrsquoaltro che di seacute stesso e che da solo fosse capace di
sostenere che Dio esiste veramente Un pensiero capace di mostrare da solo che lrsquoaffermazione
dellrsquoesistenza di Dio egrave veritagrave Da solo cioegrave senza farsi aiutare nemmeno dalla fede cristiana
Da vero filosofo Anselmo dice addirittura che anche se egli non volesse piugrave credere
nellrsquoesistenza di Dio trasgredendo cosigrave quanto gli impone la fede cristiana questo argomento
gli mostrerebbe egualmente lrsquoimpossibilitagrave di negare tale esistenza (si te esse nolim credere
non possim non intelligere ldquoanche se io non volessi credere che tu esisti non potrei non
intenderlordquo non potrei quindi evitare di saperlo con la mia sola ragione)
Lrsquoargomento non ha lo scopo di far nascere la fede Anselmo crede ha fede Ma la fede
non gli basta anche se egrave la fede stessa ad esigere un sapere superiore capace di laquoleggere
dentroraquo (intus) o laquotraraquo (inter) le pieghe delle cose un sapere che sia intel-ligere laquointendereraquo ndash
a differenza della fede che non laquolegge dentroraquo le cose ultime
23
ma le mostra laquoattraverso uno specchio e in enigmaraquo come dice lrsquoapostolo Lrsquoargomento ha bisogno solo di seacute non della fede ma la fede egrave il terreno in cui ci si deve inizialmente trovare proprio per
potersene staccare e sollevarsi al di sopra di esso laquoNon cerco infatti di intendere allo scopo di
credere ma credo allo scopo di intendereraquo (credo ut intelligam)33
Dio egrave presente a chi crede ma Anselmo che crede gli dice laquoIo cerco il tuo voltoraquo che
rimane ancora per lui laquoluce inaccessibileraquo Con lrsquoaudacia fervida del filosofo prega il Dio in
cui crede di fargli vedere la sua luce laquoanche da lontano o dal profondoraquo E lrsquoargomento unico e
potentissimo vera turris eburnea e janua coeli gli si fa incontro con laquocerta veritagrave e con vera
certezzaraquo34
Lrsquoarcivescovo di Canterbury si esprime cosigrave
Volgendo spesso e con impegno il mio pensiero a questo problema a volte mi sembrava di poter
ormai afferrare ciograve che cercavo altre volte invece sfuggiva completamente al mio pensiero fincheacute finalmente disperando di poterlo trovare volli smettere di ricercare qualcosa che era impossibile
trovare Ma quando volli scacciare da me quel pensiero percheacute occupando la mia mente non mi
distogliesse da altri problemi dai quali potevo ricavare qualche profitto allora cominciograve a
presentarsi con sempre maggior importunitagrave [] ma povero me uno dei poveri figli di Eva lontani da Dio che cosa ho cominciato a fare e a che cosa sono riuscito A che cosa tendevo e a che cosa
sono giunto A che cosa aspiravo e di che sospiro [] o Signore tu non solo sei ciograve di cui non si
puograve pensare nulla di piugrave grande (non solum es quo maius cogitari nequit) ma sei piugrave grande di tutto ciograve che si possa pensare (quidam maius quam cogitari possit) [] Se tu non fossi tale si
potrebbe pensare qualcosa piugrave grande di te ma questo egrave impossibilerdquo35
Solo nella vita futura del paradiso la fame saragrave saziata Ma il gaudio in cui entreranno i
beati non saragrave piugrave la semplice fede ma la laquopiena conoscenzaraquo (notitia plena) di Dio che si
manifesteragrave ai loro occhi in tutta la sua ricchezza ora inaccessibile ma con quella stessa veritagrave
con la quale qui sulla terra laquolrsquounico argomentoraquo ha mostrato lrsquoesistenza di Dio
33 E Severino Pensieri sul cristianesimo pag 256-258
34 Ibidem
35 Proemio e nn 1 15 PL 158 223 224 226 235
24
E i beati avranno la ldquovera sicurezzardquo ndash (vera sicuritas) ndash che la loro felicitagrave non verragrave
mai meno (numquam et nullatenus) Godranno tanto quanto ameranno e ameranno tanto
quanto conosceranno
Ma sentendo lrsquoargomento donandogli attenzione bisogna diffidare dalla delusione che
le cose grandi producono nellrsquoascolto affrettato e distratto Dice che Dio egrave laquociograve di cui non si
puograve pensare nulla di maggioreraquo ma se Dio esistesse solo nella nostra mente e non in realtagrave lo
si potrebbe pensare anche reale ma in questo modo avremmo pensato qualcosa di maggiore di
ciograve di cui non si puograve pensare nulla di maggiore Dunque Dio non esiste solo nella nostra mente
Se con la parola ldquoDiordquo si intende il Tutto ciograve che lascia fuori di seacute soltanto il niente
ossia non lascia fuori di seacute niente lrsquoargomento egrave inconfutabile ma in realtagrave non afferma altro
che lrsquoesistenza del Tutto ossia di ciograve che include tutte le cose e che non puograve essere quella parte
del Tutto che egrave il Tutto in quanto esistente soltanto ldquonella menterdquo Anselmo crede invece di
aver dimostrato lrsquoesistenza di ldquoDiordquo ossia di ciograve che differisce da tutte le cose finite divenienti
del mondo
Aristotele aveva presentato lrsquoaffermazione dellrsquoatto puro come risultato di un arduo
processo dimostrativo basato sul principio dellrsquoomne quod movetur ab alio movetur la cui
fondazione egrave esplicita nei libri settimo e ottavo della Fisica Tale fondazione egrave analizzata con
estrema aderenza al testo aristotelico da S Tommaso nel capitolo XIII della Summa contra
gentes Propriamente la fondazione egrave triplice ossia nel testo aristotelico sono rintracciabili piugrave
modi di fondazione di quel principio Nel primo fra i vari modi si sviluppa una prova per
assurdo mostrando la contraddizione che si produce negando il principio in questione
Senoncheacute la prova36
presuppone senzrsquoaltro che se lrsquoente in movimento non egrave mosso da
altro egrave mosso da seacute medesimo mentre egrave appunto questo che si tratta di provare La seconda
prova37
per inductionem egrave la piugrave debole ed egrave superfluo ogni commento
36 Aristotele Fisica Rusconi Libri Milano 1995 Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L
Ruggiu241b
37 Ivi 254b
25
La terza prova38
egrave la piugrave impegnativa e diventeragrave il fulcro della ldquoprima via tomisticardquo
Ma egrave chiaro che anche qui si presuppone ciograve che si deve dimostrare che ciograve che egrave in
movimento egrave mosso
38 Scrive Tommaso nella Summa theologiae laquoLa prima via egrave la piugrave evidente egrave quella che parte dal mutamento []Ora tutto ciograve che muta egrave mosso da altri poicheacute una cosa non muta se non egrave in potenza ciograve a cui
termina mutamento muove invece in quanto egrave in atto Muovere infatti vuol dire dedurre dalla potenza allrsquoattoraquo Il
moto egrave analizzato in quanto passaggio dalla potenza allrsquoatto passaggio che non puograve essere effettuato da ciograve che si
muove percheacute se si muove vuol dire che egrave mosso ed egrave mosso da un altro da chi cioegrave egrave in atto e quindi egrave capace di
operare il passaggio dalla potenza allrsquoatto laquoTutto ciograve che egrave mutevole e defettibile deve essere ricondotto a un
principio immutabile e necessarioraquo
G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985 pag 385
26
II - La realtagrave di Dio e lrsquoIdeale della ragione
Nellrsquoetagrave moderna la causa egrave posta nel sistema ipotetico delle anticipazioni
matematiche la realtagrave viene a coincidere con la certezza soggettiva (nellrsquoetagrave moderna a
dispetto di quella antica che vede lrsquoaffermazione immediata di certezza e veritagrave39
si assiste
allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione di veritagrave e certezza la prima come determinazione oggettiva
la seconda soggettiva) che determina le modalitagrave dellrsquoapparire in base alle ipotesi anticipate
La filosofia moderna egrave preceduta da una vigorosa ripresa dello scetticismo tradizionale
ma soprattutto dallrsquoaffacciarsi di una nuova forma di pensiero che normalmente ci si rifiuta di
qualificare come scetticismo e che tuttavia sviluppa una delle critiche piugrave radicali rivolte
allrsquoepisteacuteme greca la scienza moderna
Come la fede cristiana si propone in alternativa alla ragione greca di essere la luce
autentica che illumina il senso della vita dellrsquouomo cosigrave la scienza moderno propone un nuovo
concetto di ragione Essa non piugrave lrsquoaristotelica theorigravea40
39 Dicendo che la filosofia antica egrave affermazione di tale immediata identitagrave di certezza e veritagrave non si
intende sostenere che ogni forma della filosofia antica sia affermazione di tale identitagrave ma che lrsquoatteggiamento
predominante del pensiero antico e medioevale egrave caratterizzato da questa affermazione Le eccezioni notevoli
sono la sofistica lo scetticismo e tutte le forme di cristianesimo che hanno riconosciuto unicamente alla fede
negandola alla ragione la capacitagrave di cogliere il senso ultimo dellrsquoesistenza dellrsquouomo
40 lt Stupirsi egrave possibile solo di fronte allrsquoincomprensione del sorprendente Per superare questa
incomprensione lrsquouomo incomincia a riflettere La riflessione su quanto stupisce egrave puro theoregravein egrave desiderio di
vedere (theagraveomai) di comprendere percheacute qualcosa in generale sia e sia cosigrave come si manifesta Questo vedere
che indaga sollecitato dallo stupore egrave il vedere tipico della filosofia in quanto epistegraveme theoretikegrave il suo theoregravein egrave senza scopo prescinde da qualsiasi intenzione egrave puro amore dellrsquointendimento [] La scienza non vive lo
stupore teoretico il suo pensiero egrave disincantato il suo intento egrave di ricondurre ogni cosa alla sua causa in modo che
ogni evento non stupisca ma si lasci in qualche modo prevedere come qualsiasi effetto in presenza della causa []
il concetto greco di theorigravea ha continuato a vivere nel concetto cristiano di contemplatio ma limitatamente alla
conoscenza di Dio Il mondo non egrave da contemplare ma da utilizzare che si attenesse esclusivamente al mondo
(contentus mundi) perderebbe di vista Dio (non cognoscit Deum) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il
tramonto dellrsquoOccidenterdquo EST il Saggiatore Milano 1996 pag4142
27
ma un sapere operativo e pratico41
Per i fondatori della scienza la scienza della natura era la via verso Dio Copernico
Keplero Galileo Newton erano convinti che Dio avesse concepito il mondo matematicamente
e che quindi leggendo il libro della natura in analogia con la Bibbia si potesse conoscere
Dio42
Bacone43
criticando fortemente le teorie platonico-aristoteliche in quanto sterili
speculazioni fini a seacute stesse dovute allo sforzo presuntuoso dei due filosofi di trarre la
conoscenza della natura delle cose dalla propria mente (deduzione) invece di cercarla nel libro
della natura (induzione) aveva auspicato a rileggere con umiltagrave e con una certa riverenza il
libro del creato
41 Dire che la scienza si attiene solo ai dati di fatto significa semplicemente che la scienza considera reale
solo ciograve che si dagrave nelle modalitagrave attese da quel fare operativo che egrave proprio delle ipotesi Come laquoteoria del realeraquo
la scienza non contempla il reale ma controlla se il reale osserva le ipotesi anticipate se il reale corrisponde al
trattamento a cui egrave stato sottoposto dalle ipotesi Lrsquoesperimento si differenzia dalla semplice osservazione percheacute
non si limita a considerare il comportamento delle cose ma verifica la loro rispondenza alle ipotesi che
matematicamente sono state su di esse anticipate Lrsquoesperimento egrave il rendiconto della ragione ciograve in cui si verifica
la validitagrave delle sue anticipazioni razionali e lrsquoempirismo che lo esprime si presenta come quella ricerca che
assume la ragione come misura del proprio incedere Nellrsquoesecuzione dellrsquoesperimento la ragione indica la
direzione e pone le condizioni sotto le quali qualcosa deve essere esperito per cui ciograve che si osserva non egrave la cosa
nel suo libero offrirsi ma la cosa nel suo corrispondere allrsquoipotesi che la ragione ha anticipatamente formulato di
essa lt La scienza prescinde cioegrave sia dalla metafisica sia da ogni rivelazione soprannaturale Anche la fisica aristotelica egrave considerazione della natura ma ciograve che tale fisica afferma della natura non egrave ottenuto prescindendo
metodicamente dalla relazione della natura con la totalitagrave dellrsquoente Questo non significa che la scienza moderna
neghi lrsquoesistenza di ogni realtagrave non naturale si limita a prescinderne gt E Severino La filosofia moderna Rizzoli
Milano 1984 pag27
42 lt Ma nella coscienza popolare quando Copernico e i suoi successori persuasero il mondo che siamo
noi che ruotiamo mentre le stelle non si curano della nostra terra quando apparve inoltre che la nostra terra egrave
piccola a paragone di molti dei pianeti e che questi sono piccoli rispetto al sole quando il calcolo e il telescopio
rivelarono la vastitagrave del sistema solare della nostra galassia e finalmente dellrsquouniverso delle innumerevoli
galassie divenne sempre piugrave difficile credere che un rifugio cosigrave remoto ndash come sembrava la terra ndash potesse avere
lrsquoimportanza che ci si sarebbe potuti attendere dalla dimora dellrsquouomo se lrsquouomo avesse avuto il significato
assegnatogli nella teologia tradizionale gt B Russel Religion and Science Prefazione G Giorello Traduzione di P Vittorelli Scienza e religione TEA Milano 2014 pag19
43 Lrsquoidea di progresso egrave riconducibile alla lt critica baconiana alla filosofia antica in quanto
contemplazione sterile e infeconda incapace di elevarsi allrsquooperativismo attuoso che migliorando le condizioni di
vita consente un effettivoprogresso dellrsquoumanitagrave alla stessa idea si riconduce il primato dellrsquoinduzione che in
Bacone non egrave il primato di un metodo ma di una mentalitagrave la mentalitagrave che alla sistemazione delle veritagrave giagrave
trovate (deduzione) preferisce la scoperta di nuove veritagrave (induzione) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il
tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 66
28
Per Cartesio44
il cogito ha nellrsquoesistenza di Dio il suo fondamento In ognuno di noi crsquoegrave
unrsquoidea di sostanza infinita eterna immutabile indipendente onnisciente onnipotente e
creatrice di tutte le altre cose Dio La realtagrave oggettiva di questa idea egrave un effetto che implica
dunque lrsquoesistenza di una realtagrave che contenga realmente la quantitagrave che egrave contenuta
oggettivamente in tale idea Lrsquo idea di Dio implica necessariamente che oltre alla realtagrave in cui
io consisto esiste realmente la sostanza infinita Non solo ma la possibilitagrave che la realtagrave in seacute
mi sia assolutamente ostile e mi inganni anche in ciograve che mi appare piugrave evidente la possibilitagrave
dunque di un Dio onnipotente ingannatore sussiste sole nella misura in cui ignoro che la realtagrave
perfetta di Dio esiste45
Se tale Realtagrave esiste essa non puograve ingannarmi ndash percheacute lrsquoinganno egrave
sintomo di impotenza e imperfezione ndash ma mi svela la natura dellrsquouniverso extramentale
Lrsquoargomento con il quale Cartesio dimostra lrsquoesistenza di Dio sia pure articolato nel
contesto specifico del suo pensiero egrave sostanzialmente riconducibile allrsquoargomento ontologico
di Anselmo drsquoAosta
44 La radicalitagrave della critica cartesiana avvolge tanto la filosofia tradizionale quanto la scienza moderna
appena nata e persino le scienze matematiche lt Non si comprende quindi il senso della nascita della filosofia
moderna ci si ferma cioegrave alla facciata della casa quando si continua a ripetere che nellrsquoetagrave moderna la filosofia
presa da ammirazione o da invidia per i successi della nuova scienza ne abbia voluto adottare il metodo Cartesio
intende cosigrave poco lasciare che la nuova scienza condizioni il pensiero filosofico che anzi mette in questione
perfino la veritagrave della conoscenza matematica cioegrave dello strumento che per Galilei ha la capacitagrave di cogliere la
struttura della realtagrave naturale esterna e indipendente dalla nostra mente gt E Severino La filosofia moderna
pag51 Con Cartesio la filosofia moderna si addossa il compito di ricominciare da capo la costruzione dellrsquoepisteacuteme in
modo che essa possa porsi nuovamente al di sopra di quella scienza che egrave riuscita a pregiudicare lrsquoequilibrio della
forma tradizionale del pensiero filosofico
45 La prima veritagrave per Cartesio egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza dellrsquoio pensante cioegrave della res cogitans
lt Ma Cartesio a differenza della filosofia premoderna mette in questione lrsquoesistenza dellrsquoente esterno allrsquoio
pensante e applica il principio di causalitagrave esclusivamente a quellrsquoente che egrave la realtagrave contenuta e manifesta nel
pensiero gt Ivi pag71
29
Ed egrave appunto da tale argomento che incomincia la filosofia di Spinoza lrsquoEnte
sommamente perfetto non puograve avere le proprietagrave che il pensiero cristiano attribuisce a Dio laquoDi
nessuna cosa possiamo essere certi quanto dellrsquoesistenza dellrsquoEnte assolutamente infinito e cioegrave
perfetto che egrave Dioraquo46
percheacute la sua essenza implica necessariamente lrsquoesistenza e pertanto
toglie ogni motivo di dubitare della sua esistenza47
Quindi possiamo notare come le due
qualitagrave fondamentali della ldquovera e certa scienzardquo cartesiana ndash lrsquoindubitabilitagrave dellrsquoio e
lrsquoindubitabilitagrave di Dio ndash diventano un tuttrsquouno In ciograve che Spinoza chiama ldquoscienza intuitivardquo
ciograve di cui siamo piugrave certi egrave lrsquoesistenza di Dio Dio egrave il contenuto immediato del nostro pensiero
Spinoza indica con il termine ldquoSostanzardquo lrsquoEnte assolutamente perfetto e infinito la cui essenza
implica necessariamente lrsquoesistenza ossia non puograve essere concepito se non come esistente La
Sostanza esiste in seacute stessa non in virtugrave di una realtagrave precedente ed egrave la stessa totalitagrave
dellrsquoente che non lascia fuori di seacute nulla
46 B de Spinoza Etica Universale Bollati Boringhieri Torino1992 Proposizione 11 Scolio pag14
47 lt Forse tuttavia molti non potranno constatare facilmente lrsquoevidenza di questa dimostrazione per
essersi assuefatti a contemplare solo quelle cose che procedono da cause esterne e da quelle cose che sono
prodotte rapidamente cioegrave che facilmente esistono vedono anche che rapidamente periscono e giudicano al
contrario come cose piugrave difficili a farsi cioegrave non tanto facili a esistere quelle a cui concepiscono appartenere piugrave
cose [] io qui non parlo delle cose che sono prodotte dalle cause esterne bensigrave delle sole sostanze che non
possono essere prodotte da nessuna causa esterna gt Ibidem
30
Tutto ciograve che egrave egrave in Dio e tutto ciograve che egrave non puograve essere concepito senza Dio Dio non
egrave il mistero lrsquoineffabile il trascendente il soprannaturale ma egrave la stessa veritagrave originaria48
Per Leibniz egrave una veritagrave originaria la ldquoveritagrave di ragionerdquo che nellrsquoargomento
ontologico egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza di Dio Esso egrave la ragion sufficiente delle ldquoveritagrave di
fattordquo la monade suprema la Sostanza perfetta e infinita che contiene in seacute tutta la realtagrave
possibile e che mantiene allrsquointerno del proprio dominio tutto ciograve che creando essa rende da
possibile reale
Ad Anselmo ma anche a Tommaso Cartesio Spinoza Leibniz Immanuel Kant
avrebbe risposto allrsquointerno della Critica della Ragion Pura49
Dio egrave un ideale della ragione
Il suo oggetto egrave lrsquoente originario (ens originarium) in quanto non ha nulla sopra di seacute
prende il nome di ente supremo (ens summum) e in quanto tutto come condizionato sta al di
sotto di tale ente questrsquoultimo si chiama lrsquoente di tutti gli enti (ens entium)50
48 Agli occhi di Spinoza laquoil modo in cui Cartesio intende Dio e il rapporto tra Dio e lrsquouomo egrave ancora
troppo gravato da un antropomorfismoraquo e ad esso il filosofo rivolge una critica intransigente a tutte le forme presenti nella Bibbia che alterano il concetto di Dio lt che pregiudica la purezza della razionalitagrave del reale [] il
ldquoDio veracerdquo di Cartesio mantiene ancora quel carattere di ldquoDio ingannatorerdquo dal quale Cartesio crede di essersi
definitivamente liberato[] la separazione reale tra Dio e lrsquouomo rende estrinseca la presenza della razionalitagrave
nella conoscenza umana e quindi pregiudica la possibilitagrave dellrsquoaccordo tra conoscenza e realtagrave esterna In Cartesio
lrsquoio egrave res cogitans e la realtagrave res extensa Dio egrave il nesso il mediatore lrsquoelemento unificatore tra lrsquoio e il mondo
corporeo [] Per Spinoza invece Dio stesso egrave res cogitans e insieme res extensa Il pensiero e lrsquoestensione la
cui concordanza deve essere fondata sono due attributi diversi in cui si esprime la stessa Essenza assoluta della
Sostanza gt E Severino La filosofia moderna pag 99
49 Parte II Dialettica trascendentale libro II- Capitolo III- Sez II Mi riferisco alla I edizione Gli Adelphi
Introduzione traduzione e note di G Colli Milano 1995 50 Ivi pag 608
lt Il cammino naturale della ragione si svolge con tale processo innanzitutto essa si convince dellrsquoesistenza di un
essere necessario (lsquoingannatarsquo dal concetto di casualitagrave operante nella nostra conoscenza a priori dei fenomeni) e a
tale ente riconosce poi unrsquoesistenza incondizionata Essa cerca in seguito il concetto di ciograve che egrave indipendente da
ogni condizione e lo trova in ciograve che egrave esso stesso la condizione sufficiente di tutto il resto ossia in ciograve che
contiene ogni realtagrave Il tutto senza limiti peraltro egrave veritagrave assoluta e porta con seacute il concetto di un ente unico cioegrave
dellrsquoente supremo e la ragione conclude dunque che lrsquoente supremo in quanto fondamento originario di tutte le
cose esiste in modo assolutamente necessario gt Ivi cit pag 614-615
31
Tre prove afferma Kant sono possibili per dimostrare lrsquoesistenza di Dio in base alla
ragione speculativa una fisico-teologica una seconda cosmologica e la terza la prova madre
alla quale le atre due ritornano dopo un tentativo di esserne indipendenti nella loro
dimostrazione quella ontologica Ma nessuna strada neacute quella empirica neacute quella
trascendentale potranno condurre alla dimostrazione di Dio La ragione ha formato un concetto
a priori di una cosa ed ha creduto di poter dedurre da ciograve con sicurezza che in quanto
allrsquooggetto di questo concetto tocca necessariamente lrsquoesistenza
Questo perograve non toglie lrsquoimportanza e la grandezza a tale ideale51
Non quindi la persona di Cristo ma lrsquoidea Christi egrave il fulcro della concezione kantiana
di Cristo unrsquoidea che ciascuno porta in seacute come lrsquoideale piugrave alto vero e proprio laquoDio con noiraquo
Ma la lsquorivoluzione copernicanarsquo operata dal filosofo tedesco sta nellrsquoammissione che il
sapere universale e necessario (lrsquoepisteacuteme) e quindi a priori richieda che non sia piugrave la
conoscenza umana a regolarsi sulla natura degli oggetti ma allrsquoopposto che siano gli oggetti a
regolarsi sulla natura della conoscenza umana
51 Allrsquointerno dei laquoLavori preparatoriraquo a La religione entro i limiti della semplice ragione il filosofo
scrive lt Quando mi viene posto di fronte che un essere che egrave in possesso della piugrave alta felicitagrave si sottomette alla
piugrave profonda miseria per far partecipare delle creature meritevoli di castigo a questa felicitagrave io mi sento portare alla piugrave grande venerazione e riconoscenza a suo riguardo Ma non appena credo che ciograve sia per me un guadagno
che mi autorizza a non soddisfare io stesso alla eterna giustizia ricado nella bassezza dellrsquoasservimento Quando
perograve la ragione mi dice che questo essere deve servirmi in effetti come esempio per elevarmi allo stesso suo livello
di moralitagrave e che io devo trovare in me la disposizione a divenire come egli egrave ciograve talmente sollevante per lrsquoanima
che tutta la debolezza della mia natura scompare tanto da esser in grado di entusiasmarmi per tale idea Questo
Dio in noi egrave quello di fronte a cui si piega ogni ginocchio sulla terra gt Lavori presenti in Scritti di filosofia della
religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989 pag 87-124
32
Kant afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave della conoscenza del noumeno della cosa
in seacute Afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave di una metafisica come scienza
la ragione vede solo ciograve che essa produce col suo proprio disegno e che deve forzare la natura a
rispondere alle sue domande e non lasciarsi guidare da essa con le sue redini [] deve comportarsi
non come scolaro che si lascia dire tutto ciograve che piace al maestro ma come giudice che costringe i testimoni a rispondere alle domande che egli ha loro rivolto
52
Lrsquoidea dellrsquoessere assolutamente incondizionato lrsquoidea trascendentale di Dio
appartiene allrsquoessenza della ragione umana e drsquoaltra parte la ragione non puograve stabilire alcuncheacute
intorno alle cose in seacute stesse e non puograve quindi trasformare in una cosa in seacute il contenuto di
quellrsquoidea Essa ha perograve la funzione fondamentale di impedire che qualsiasi contenuto
dellrsquoesperienza venga considerato come lrsquoincondizionato
La natura egrave un insieme di condizioni che per quanto a fondo si possa andare nella loro
conoscenza hanno sempre al di lagrave di seacute lrsquoincondizionato e dallrsquoaltro proibisce di considerare
lrsquoincondizionato come cosa in seacute
Egrave certamente contraddittorio negare in un giudizio analitico che il predicato non
convenga al soggetto ma non egrave contraddittorio negare lrsquoesistenza del soggetto insieme a tutti i
suoi predicati
52 Critica della ragion pura pag 18-19
33
Come giagrave aveva rilevato Hume53
non vi egrave alcuna cosa tale che la negazione della sua esistenza
implichi contraddizione Il rapporto causale non egrave contenuto dellrsquoesperienza
Questrsquoultima egrave in grado di attestare solo un rapporto di successione tra due fenomeni
non un rapporto di dipendenza necessaria Gli enunciati causali sono solo il frutto di quella
credenza che nasce in presenza del ripetersi costante della successione empiricamente attestata
Lrsquoordine causale dellrsquouniverso altro non egrave se non il riflesso dellrsquoordine temporale della nostra
esperienza
53 Lrsquoatteggiamento di pensiero inaugurato da Locke giunge alla sua espressione piugrave rigorosa in David
Hume ossia nellrsquoempirismo radicale Se il fondamento di tutti i ragionamenti intorno alla realtagrave egrave il principio di
causalitagrave e se tale principio deve avere il suo fondamento nellrsquoesperienza e quindi egrave soltanto una congettura priva
di necessitagrave e universalitagrave appare chiaro come la ragione possa avere come contenuto reale solo quello che per Cartesio era il punto di partenza della ragione ossia il contenuto immediato della mente lrsquoindubitabilitagrave delle
nostre percezioni Ogni credenza metafisica egrave priva di valore razionale E anche ogni conoscenza scientifica Con
lrsquoavvertenza che la scienza a differenza della metafisica ha una utilitagrave pratica che la rende indispensabile lt
Hume mostra che come la mente non possiede alcuna idea di ldquocausardquo ldquoeffettordquo ldquoconnessione necessariardquo
ldquoforzardquo ldquopotererdquo e che queste parole sono completamente sprovviste di senso altrettanto accade per ciograve che viene
chiamato ldquosostanzardquo []soltanto una parola sprovvista di senso (appunto percheacute non riconducibile allrsquoesperienza)
gt E Severino La filosofia moderna cit pag 143
34
III - La logica esposizione di Dio e la sua morte
Lrsquoidealismo supereragrave lrsquoopposizione di certezza e veritagrave essa saragrave lrsquoaffermazione
mediata dellrsquoidentitagrave di veritagrave e certezza54
Il fenomeno cioegrave la realtagrave che appare allrsquointerno
della coscienza epistemica non egrave piugrave qualcosa di semplicemente soggettivo ma egrave la stessa
realtagrave in seacute stessa che appare e lrsquoapparire egrave inteso come pensiero o atto nel quale soltanto ogni
cosa puograve esistere
LrsquoAssoluto non esiste altrove che in questo mondo ossia nella realtagrave dellrsquoesperienza
nella realtagrave che egrave il contenuto del pensiero
In Hegel lrsquoEssenza assoluta egrave il senso il significato del Tutto sigrave che ogni cosa che
esiste egrave una forma di rispecchiamento e di individuazione dellrsquoEssenza assoluta Nelle Lezioni
Hegel afferma che
Questa apparizione di Dio nella carne avviene in un determinato tempo e in un individuo Poicheacute
essa egrave apparizione passa e diviene storia Questo modo sensibile deve scomparire ed elevarsi nellrsquoambito della rappresentazione La formazione della comunitagrave ha come suo contenuto che la
forma sensibile trapassa in un elemento spirituale
54 lt Altro egrave riconoscere immediatamente la veritagrave in ciograve che sta davanti altro egrave rendersi consapevoli che
ciograve in cui si pone la veritagrave egrave questo mondo esterno Questo egrave ciograve che compie la filosofia tradizionale [] In questa
prima fase della coscienza non crsquoegrave posto per il dubbio che pone la dicotomia tra certezza e veritagrave Questa
dicotomia egrave costituita dalla filosofia moderna [] Lrsquoidealismo segna la riunificazione dei due termini Identitagrave
dunque daccapo di certezza e veritagrave ma non piugrave nel senso che la veritagrave sia intesa come svincolabile dalla certezza ma nel senso che essendo i due termini identici proprio per questo si implicano necessariamente lrsquoun
lrsquoaltro []Noi diciamo che lrsquoidealismo consente di guardare la filosofia greca con occhi ben diversi da quelli di un
fenomenista o di un gnoseologista Dal punto di vista del momento antitetico si deve certo dire che la filosofia
greca egrave un realismo ingenuo ma questa squalifica viene condotta dal punto di vista di una coscienza che egrave essa
stessa dialettizzabile dialettizzata da un piano superiore di coscienza che egrave appunto quella sintetica quella
idealistica che non vede piugrave nellrsquoatteggiamento realistico la negazione della veritagrave ma piuttosto la veritagrave che
ancora non sa il proprio valore gt Id Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010 cit pag 98-99
35
E ancora
Con ciograve egrave espressa la coscienza che lrsquouomo il finito ciograve che egrave fragile la debolezza il negativo
sono pure un momento divino che tutto ciograve egrave in Dio e che la finitezza la negativitagrave lrsquoalteritagrave non
sono fuori di Dio e che lrsquoalteritagrave non egrave un ostacolo per lrsquounitagrave con Dio E lrsquoalteritagrave il negativo egrave conosciuto come momento della stessa natura divina Qui egrave contenuta la piugrave alta idea dello Spirito
[hellip] La veritagrave cui gli uomini sono giunti per mezzo di questa storia quello di cui essi sono divenuti
coscienti in tutta questa storia egrave che lrsquoidea di Dio egrave divenuta per essi una certezza che lrsquouomo ha raggiunto la certezza della sua unitagrave con Dio
55
Ossia la sua veritagrave
La logica egrave il regno della ragione questo regno egrave la veritagrave come essa egrave in seacute e per seacute
senza velo Questo contenuto egrave la esposizione di Dio comrsquoegli egrave nella sua eterna essenza prima
della creazione della natura e di uno spirito finito
La filosofia di Hegel egrave la piugrave alta forma raggiunta dal sapere incontrovertibile56
della
filosofia greca e un ritorno ad essa lrsquouniverso proviene dallrsquoAssoluto e ad esso ritorna con la
differenza che la circolaritagrave dellrsquoidealismo non riguarda piugrave il movimento fondamentale della
realtagrave esterna al pensiero ma il movimento fondamentale di quellrsquounica realtagrave che egrave il pensiero
stesso Lrsquoassoluto non tollera oltre a seacute unrsquoaltra realtagrave percheacute unrsquoaltra realtagrave oltre lrsquoassoluto
sarebbe una realtagrave limitante lrsquoassoluto e quindi questo come realtagrave limitata non sarebbe piugrave
lrsquoassoluto La produzione dellrsquoessere diventa lrsquoautoproduzione del pensiero che pone il proprio
contenuto come totalitagrave dellrsquoessere
55 GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll Zanichelli Bologna 1974
56 Dopo Hegel contro questa gigantesca e grandiosa volontagrave di veritagrave che anima lrsquoepisteacuteme si sono
rivolte tutte le forze che dominano la moderna civiltagrave occidentale il cristianesimo che non intende lasciare alla
filosofia lrsquoultima parola sul senso del mondo lrsquoeconomia borghese alla quale la filosofia non serve per
lrsquoincremento indefinito della produzione e del profitto la scienza moderna che invece consente la costruzione
degli strumenti che non solo promuovono lrsquoespansione economica ma ormai il dominio dellrsquouniverso ma
anche lo stesso pensiero filosofico
36
Lrsquoidealismo pone lrsquoequazione tra uomo e Dio percheacute il mondo dellrsquoal di lagrave cioegrave il
mondo di una realtagrave indipendente ed esterna rispetto al pensare egrave lrsquoassurdo Lrsquoatto di pensare egrave
la coscienza che lrsquoassoluto ha di seacute stesso la coscienza umana egrave la stessa coscienza che Dio ha
di seacute medesimo che la realtagrave assoluta ha di seacute medesima57
In conformitagrave al criticismo kantiano per il quale ogni spiegazione razionale degli eventi
egrave applicabile esclusivamente allrsquointerno dellrsquoesperienza per Schopenhauer la Volontagrave come
cosa in seacute esistente al di lagrave dei fenomeni sta al di lagrave anche di ogni spiegazione razionale non
ha senso chiedersi percheacute esista da dove venga dove vada Inoltre la filosofia non puograve
divenire teologia e considerare il Nulla (relativo) come lrsquoassoluta divina positivitagrave58
57 lt Hegel infatti disancora lrsquoessenza ontologica dellrsquouomo il suo originario rapportarsi allrsquoessere dalla
sua finitezza in cui vede un impedimento allrsquoincondizionato spiegamento dellrsquoattivitagrave pensante ed eliminando la
cosa in seacute risolve lrsquoessere nellrsquoenunciazione sistematica della totalitagrave degli enti ad opera della coscienza In questo
modo Hegel porta a compimento nella sua ragione assoluta quello che era lrsquointento nascosto della ragione
moderna a partire da Cartesio fare dellrsquouomo la misura di tutte le cose e dellrsquoessere nientrsquoaltro che lrsquoesplicitazione
della sua coscienza gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag106
58 Nel pensiero di Schopenhauer lt rimane lrsquoambiguitagrave del modo in cui viene inteso lrsquoessere se lrsquoessere egrave
la stoffa la materia per cosigrave dire del Tutto e se la Volontagrave egrave ldquolrsquointimo essere del Tuttordquo allora al di fuori della
Volontagrave crsquoegrave solo il niente assoluto e lrsquoascesi ndash che dovrebbe liberare dal terrore per il niente assoluto che corrode la vita ndash sarebbe il piugrave radicale sprofondarsi nel niente assoluto e non avrebbe piugrave senso parlare di una salvezza
dal niente e dalla Volontagrave di vivere [] la tematica del Nulla inteso come la salvezza ripropone il quadro della
teologia negativa (dalla teologia cioegrave che si rapporta al Divino non attribuendogli qualcosa ma liberandolo da
tutte le qualifiche inevitabilmente mondane con cui lo si vorrebbe definire) Non egrave un caso che nel pensiero di
Nietzsche la critica radicale di ogni teologia e di ogni metafisica si unisca allrsquoespulsione di due concetti tipici della
filosofia di Schopenhauer il concetto dellrsquoorrore per la volontagrave di vita e il concetto del Nulla come termine
dellrsquoascesi gt E Severino La filosofia contemporanea Rizzoli Milano 2000 pag 34
37
Il mondo egrave una mia rappresentazione ecco una veritagrave valida per ogni essere vivente e
pensante [] egli sa con chiara certezza di non conoscere neacute il sole neacute la terra ma soltanto
un occhio che vede un sole e una mano che sente il contatto drsquouna terra egli sa che il
mondo circostante non esiste se non come rappresentazione cioegrave sempre e soltanto in
relazione con un altro essere con il percipiente con lui medesimo59
La rappresentazione egrave il mascheramento razionale della volontagrave Ciograve che appare come
ragionevole egrave semplicemente volontaristico
La ragione egrave inganno percheacute fa apparire come ordine deliberatamente conquistato ciograve
che egrave semplicemente espressione di unrsquoinsopprimibile volontagrave di vita
La rappresentazione del mondo regolata dal principio di ragion sufficiente dellrsquoessere
del conoscere del divenire e dellrsquoagire che tutto coordina secondo necessitagrave egrave fenomeno nel
senso di apparenza illusione sogno il noumeno la vera realtagrave che si nasconde dietro il sogno
e lrsquoillusione egrave la volontagrave che irriducibile alla ragione si sottrae ad ogni necessitagrave sia logica sia
fisica sia matematica anzi della ragione si serve come della propria maschera
Il trionfo della ragione elaborato dalla filosofia hegeliana trova il suo rigoroso
ridimensionamento nel pensiero di Nietzsche60
che riconduce la mediazione razionale e la
sintesi dialettica tra gli ideali non reali Ogni sintesi logica operata dalla ragione nel tentativo
di comporre i fenomeni in determinate categorie egrave volontagrave di potenza che vuole la riduzione
degli enti nello schema prestabilito
Cogliere nella volontagrave di potenza lrsquoessenza di quanto finora era chiamato razionale
significa liquidare lrsquoidea di una sostanza del mondo e quella del suo Soggetto creatore da cui
dedurre la catena causale
59 Arthur Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di G
Brianese La Nuova Italia Editrice Scandicci (Firenze) 1998 pag 15
60 Allievo dellrsquoeducatore Schopenhauer Cfr F Nietzsche Schopenhauer come educatore trad italiana di
M Montinari in Opere di Friedrich Nietzsche vol III Adelphi Milano 1982
38
Il ldquosuperuomordquo61
supera lrsquouniversalitagrave ideale dellrsquouomo espressa scientificamente dalla
coscienza in generale ed esistenzialmente dalla prepotenza della ragione
Il superuomo non egrave oltre lrsquouomo percheacute piugrave universale ma esattamente allrsquoopposto il
superuomo supera appunto laquolrsquoastratta universalitagrave dellrsquouomo e la sua prepotenza mediante
lrsquoesercizio di quella volontagrave di potenza che gli consente di desituarsi da quella situazione di
impotenza in cui egrave ridotto dalla prepotenza dallrsquoidea astrattaraquo62
La soggettivitagrave ha preso il posto dellrsquoessere le cose sono in quanto appaiono al
soggetto il loro essere si risolve nel valore che a loro compete in quanto valutate dalla visione
che ordina allinea pone e dispone laquoSotto lrsquoapparente disinteresse della ragione che procede
more mathematico Nietzsche scopre quella volontagrave di potenza che anima la metafisica
soggettivistica dellrsquoOccidente dal tempo dellrsquoidegravea al tempo della scienzaraquo63
Dio non egrave per nulla causa ma semplicemente effetto della volontagrave di potenza che
protesa al dominio dellrsquoente ha costruito Dio e i valori che lungi dallrsquoessere degli
incondizionati sono condizioni percheacute la volontagrave possa volere seacute stessa
La proclamazione della morte di Dio significa che Dio egrave morto percheacute non viveva da seacute
ma in quanto era semplicemente voluto dalla volontagrave di potenza
Heidegger afferma come laquodi fronte a questo Dio lrsquouomo non puograve pregare non puograve
nemmeno presentargli offerte Di fronte al Dio causa sui lrsquouomo non puograve cadere in ginocchio
per reverenza e nemmeno cantare e danzare Il pensiero senza Dio che deve sacrificare il Dio
della filosofia egrave forse piugrave vicino al Dio divinoraquo64
61 lt Allrsquoente supremo della metafisica dellrsquoOccidente Nietzsche sostituisce il supremo gioco dellrsquoessere
in cui gli enti non sono causati ma compaiono per caso ossia ac-cadono (casum) senza lasciarsi pre-vedere o pre-
comprendere da alcuna ragione gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 219
62 Ivi pag195
63 Ivi pag197
64 Martin Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N Curcio
Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009 pag 70
39
La ldquomorte di Diordquo egrave la morte della ldquoveritagrave unica e incontrovertibilerdquo alla quale sono
state tolte le vesti dellrsquoimmutabilitagrave65
Egrave la morte inevitabile perentoria ineludibile inevitabile della veritagrave necessaria del
suo carattere incontrovertibile Il tramonto degli immutabili egrave insieme lrsquoavvento e la
dominazione della civiltagrave della tecnica66
E la tecnica scientifica che afferma Russell la
scienza ha contribuito a promuovere pur differenziandosene67
laquohellipincoraggia lrsquoabbandono
della ricerca della veritagrave assoluta e la sostituzione di quella che puograve essere definita una veritagrave
ldquotecnicardquo che appartiene a qualunque teoria possa venire applicata utilmente nelle invenzioni o
nella previsione del futuroraquo68
Quindi il carattere assoluto del sapere viene ldquoconcessordquo solo alle veritagrave di fede e solo
per questo la scienza riesce a dominare la natura abbandonando il tentativo della metafisica di
porsi come sapere incontrovertibile
65 lt Zarathustra insegna soltanto che i creatori sono gli uomini non Dio Se Dio esistesse lrsquouomo non
potrebbe crearehellipLrsquouomo puograve ora concretamente accingersi alla creazione del superuomo La biologia e la
cibernetica si muovono appunto in questa direzione gt E Severino Essenza del nichilismo pag 149h
66 lt Leopardi egrave il primo pensatore dellrsquoetagrave della tecnica e insieme egrave il pensatore del compimento di questa
etagrave Non solo pensa per la prima volta in modo esplicito allrsquoinizio dellrsquoetagrave della tecnica che la veritagrave non puograve
essere il rimedio del dolore ma pensa la condizione dellrsquouomo quale dovragrave apparire al compimento del tentativo
di porre la scienza e la tecnica come rimedio al dolore gt Id Il nulla e la poesia Alla fine dellrsquoetagrave della tecnica
Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2004 pag14 lt Mostrando lrsquoinevitabilitagrave del tramonto della tradizione
occidentale Leopardi mostra dunque che il contenuto della veritagrave egrave lrsquoannientamento e lrsquoannientabilitagrave di ogni cosa
e che quindi la veritagrave non egrave il rimedio ma allrsquoopposto la radice dellrsquoangosci Il rimedio per chi ha paura egrave la dimenticanza della veritagrave ndash sempre meno realizzabile nel tempo della ragione e della tecnica gt Id Cosa arcana e
stupenda Lrsquooccidente e Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2006 pag 8
67 B Russell Scienza e religione pag 177-178
68 E ancora lt Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica percheacute pretende di incarnare una
veritagrave eterna e assolutamente certa mentre la scienza egrave sempre sperimentale pronta ad ammettere presto o tardi la
necessitagrave di mutamenti alle sue attuali teorie e consapevole che il suo metodo egrave logicamente incapace di portare a
una dimostrazione completa e definitiva gt Ivi pag 12-13
40
Pur di riuscire nella trasformazione del mondo la scienza accetta e sopporta che il
proprio sapere sia ipotetico la metafisica purcheacute il proprio conoscere non fosse ipotetico
accettava e sopportava di essere una pura contemplazione della realtagrave
Alla domanda su che cosa significhi ldquonichilismordquo Nietzsche rispose laquoChe i valori
supremi perdono ogni valoreraquo69
Accostandosi al problema dellrsquoessenza del nichilismo Heidegger riconosce a Nietzsche
di avere intravisto alcuni tratti del nichilismo ma di averli spiegati nichilisticamente di aver
compreso e denunciato il nichilismo dellrsquoOccidente ma di non averlo oltrepassato e di aver
infine portato a compimento il nichilismo indicando nella volontagrave di potenza il vero
fondamento dei valori di Platone Per Heidegger superare veramente il nichilismo egrave possibile
solo addentrandosi profondamente in esso sigrave da poterne cogliere la vera essenza che risiede
nellrsquooblio dellrsquoessere Quindi non basta distruggere le Idee platoniche ma occorre distruggere
anche quella volontagrave di potenza come ultima espressione di quella metafisica dellrsquoOccidente
che pretende di far valere lrsquoente senza lrsquoessere
69 F Nietzsche Opere di Friedrich Nietzsche vol VIII 2 pag 12
Lrsquoessenza del nichilismo egrave per Nietzsche nel fatto che a partire da Platone lrsquoessere egrave decaduto a valore e il valore per quanto sollevato al rango ideale dl sovrasensibile si egrave rivelato incapace di salvare lrsquoessere dellrsquoente di
qui il nichilismo da intendersi come il venir meno dei supremi valori a cui lrsquoOccidente da Platone in poi si era
affidato Il nichilismo egrave dunque strettamente legato alla morte di Dio lt Infatti se Dio egrave morto se cioegrave il mondo
sovrasensibile delle idee ha perduto ogni forza vincolante lrsquouomo viene a trovarsi ldquosenza meta senza percheacuterdquo in
quanto il ldquomondo stellatordquo che da duemila anni reggeva lrsquouniverso ontico si egrave spento[] Il nichilismo tuttavia non
egrave sinonimo di decadenza percheacute a decadere non egrave la vita ma solo una lunga e veneranda tradizione dietro cui la
vita si era nascosta gt U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 232
41
Crsquo egrave nichilismo quando lrsquoente egrave considerato come il tutto siccheacute dellrsquoessere ne egrave nulla
laquoNella dimenticanza dellrsquoessere promuovere solo lrsquoente questo egrave nichilismoraquo70
La distruzione dellrsquoepisteacuteme operata dalla filosofia contemporanea non puograve essere
intesa come un semplice errare dovuto allrsquointelletto umano ma come ciograve che segue
inesorabilmente e completa con coerenza quellrsquounico atteggiamento di fondo che soggiace
allrsquointera storia71
del pensiero occidentale quel nichilismo presente nellrsquoinconscio del mortale
che pensa lrsquoessere come niente e che non vede la dimenticanza del senso originario dellrsquoessere
70 Martin Heidegger Introduzione alla metafisica presentazione di G Vattimo Ugo Mursia Editore
Milano 2014 pag 155
Severino sottolinea che Heidegger non ritrattograve mai lrsquoaffermazione che il proprio pensiero non pregiudica neacute in
senso positivo neacute in senso negativo la soluzione dei grandi problemi metafisici ndash i problemi dellrsquoesistenza di Dio e
dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima Sotto tale aspetto la posizione heideggeriana deve essere avvicinata al
problematicismo situazionale di Ugo Spirito Lrsquoessere heideggeriano egrave quel vuoto che consente allrsquoente di divenire
nel senso tradizionale e che perciograve stando alla logica immanente al pensiero che afferma un tale divenire non puograve non escludere lrsquoaffermazione di Dio Per Heidegger lrsquoessere non ha ldquopotenzardquo sugli enti ma li lascia essere e
tuttavia quel che lrsquoessere heideggeriano lascia essere egrave il divenire dellrsquoente inteso al modo della tradizione greco-
occidentale come un uscire dal niente per ritornarvi E Severino Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e
destino Rizzoli Milano 2008 pag160 e sgg
La questione per Severino quindi egrave come si puograve ritenere autenticamente possibile lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza
di Dio quando si consente effettivamente al divenire ontologico degli enti e si mette da parte esplicitamente il
sapere su Dio Severino non fraintende affatto il significato del ldquoNullardquo heideggeriano ma si chiede che cosa sia
questo EssereNulla che Heidegger tiene a differenziare nettamente dallrsquoEssere della ontoteologia La risposta che
ne trae egrave che in ultima analisi lrsquoEssere per Heidegger egrave soltanto lo ldquospazio vuotordquo per il divenire ontologico degli
enti
71 Hegel ha richiamato lrsquoattenzione in maniera potentissima sul carattere organico della storia e quindi anche della storia della filosofia La differenza tra un organismo e un semplice aggregato di elementi consiste
nella coessenzialitagrave delle parti dellrsquoorganismo e nella reciproca inessenzialitagrave delle parti del semplice aggregato
Ciograve significa che ogni filosofia storicamente realizzatasi non egrave qualcosa di accidentale o di inessenziale rispetto
alla totalitagrave storica bensigrave un momento indispensabile senza cui sarebbe impensabile la stessa totalitagrave storica La
storia della filosofia non egrave il casuale giustapporsi di opinioni ma lo sviluppo di un germe che giunge al proprio
compimento attraverso lrsquoesplicazione delleforze essenziali che lo costituiscono Id Istituzioni di filosofia pag 7
Non si puograve comprendere il pensiero contemporaneo senza legarlo indissolubilmente allrsquoorigine del pensiero greco
42
Gli eterni inevitabilmente distrutti dalla coerenza della volontagrave di potenza sono gli eterni che su tale
volontagrave si fondano Questa distruzione egrave inevitabile non percheacute sia inevitabile lrsquoannientamento costituita da essa ma percheacute egrave inevitabile che ponendo come evidenza originaria la libertagrave
dellrsquoente si neghi lrsquoesistenza di ciograve che viene riconosciuto come negazione di tale libertagrave
Lrsquoinevitabilitagrave della distruzione egrave una categoria che appartiene alla logica dellrsquoOccidente in quanto pervenuta al suo compimento Vi puograve pervenire solo quando veda nella civiltagrave della tecnica la
forma piugrave rigorosa dellrsquoontologia greca Ma non percheacute come crede Heidegger la
programmazione tecnologica sia il perfezionamento del tipo di dominio costituito dagli immutabili
della tradizione occidentale ma percheacute nella civiltagrave della tecnica si esprime compiutamente la volontagrave di dominio che si fonda sulla volontagrave che lrsquoente sia la libertagrave tra lrsquoessere e il niente La
ldquodifferenza ontologicardquo di Heidegger egrave la stessa libertagrave dellrsquoente72
La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico
Questo egrave il pensiero di Emanuele Severino
Se per Heidegger il nichilismo risiede nellrsquooblio dellrsquoessere che avvenne quando
Platone sottrasse lrsquoente allrsquoessere per affidarlo ad altro ente per Severino Platone non egrave
responsabile tanto dellrsquooblio dellrsquoessere quanto del suo annullamento avvenuto in occasione
dellrsquoaffermazione del mondo E come Nietzsche resta catturato dal nichilismo dellrsquoOccidente
che pure per primo in termini chiari aveva denunciato cosigrave Heidegger annuncia come veritagrave
dellrsquoessere ciograve che in realtagrave egrave il compimento della sua negazione
Per Severino il tentativo di assicurazione dellrsquoente in cui si esprime lrsquoopera della
volontagrave di potenza egrave fondato sullrsquoaccettazione originaria della separazione assoluta dellrsquoente
dallrsquoessere
72 Id Destino della necessitagrave pag 41
43
CAPITOLO SECONDO
Alle origini del pensiero e del nichilismo dellrsquoOccidente
44
I - La metafisica come sapere incontrovertibile
Lrsquointera esperienza cristiana si costituisce in relazione al thagraveuma da cui nasce la
filosofia
La filosofia nasce dalla meraviglia ma anche Cristo nasce dalla meraviglia
La parola greca thagraveuma che traduciamo con meraviglia indica anche lo stupore
attonito di fronte a ciograve che egrave strano imprevedibile orrendo mostruoso Indica lo smarrimento
angosciato che si prova dinanzi allrsquoenigma e al terrificante
Nel mito73
alle origini del pensiero la costruzione di un senso divino ed ordinato del
mondo che governa e definisce lrsquoesistenza permette allrsquouomo di sentirsi protetto Lrsquoesistere egrave
raccolto allrsquointerno di una spiegazione unitaria che predispone unrsquointerpretazione stabile del
Tutto attendendo preparato da essa lrsquoirrompere imprevedibile degli eventi Egrave infatti
lrsquoimprevedibilitagrave che genera il terrore
73 La parola mythos che viene tradotta con ldquomitordquo accentuando nella traduzione il carattere fabulatorio
del mytheiacuten Inizialmente mito non significa laquofavolaraquo laquoinvenzione arbitrariaraquo laquoleggenda inverosimileraquo
laquoracconto fantasticoraquo bensigrave laquoparola veraraquo laquonotizia vera di ciograve che egrave realeraquo ed egrave realmente accaduto tanto piugrave
vero quanto piugrave sta allrsquoorigine dei tempi e dunque eterno sacro divino lt Il passaggio dal mythos al logos non egrave il
passaggio dalla favola alla veritagrave egrave invece il passaggio alla testimonianza della veritagrave [] il mythos egrave lrsquoessere nella
veritagrave il logos egrave il sapere la veritagrave che si ha allora il mythos egrave un lasciare esposte le cose cosigrave come sono come
appaiono il logos egrave la coscienza che la veritagrave devrsquoessere appunto un lasciare esposte le cose cosigrave come esse sono
[] il passaggio dal mythos al logos il passaggio dal prefilosofico al filosofico non egrave quindi il passaggio a una cosa nuova bensigrave il passaggio alla testimonianza di ciograve che giagrave si egrave e giagrave egrave dinanzi[] Allora non crsquoegrave un passaggio
dalla favola alla veritagrave bensigrave passaggio dalla veritagrave in seacute la veritagrave che egrave ma che non sa di essere non possiede
ancora il proprio significato alla testimonianza della veritagrave alla consapevolezza che il discorso valido devrsquoessere
appunto lasciar le cose come sono alla consapevolezza che un discorso valido non puograve essere un poieiacuten []Il
mythos si realizza cosigrave come una contraddizione tra il lasciar essere le cose e lrsquoimposizione ldquopoeticardquo fa violenza
sulle cose Il logos invece egrave veritagrave ossia un lasciar essere ciograve che si impone ciograve che si annunzia o si manifesta
con autoritagrave gt E Severino Istituzioni di filosofia pag112-113
45
E quando lrsquouomo non si accontenta piugrave della produzione creazione poesia volontagrave
mitiche che le cose stiano in un certo modo di un atteggiamento sognante solo allora il
popolo greco volendo uscire dal sogno volendo cioegrave che il rimedio contro la morte e il dolore
non sia appunto il contenuto di un sogno ma sia qualche cosa che non possa essere smentito
vada cercando una veritagrave incontrovertibile
Questa volontagrave di uscire dal sogno questa volontagrave di guardare la veritagrave delle cose egrave la
filosofia E se essa sta ad indicare la volontagrave di portare alla luce il sapheacutes ciograve che di per seacute
stesso egrave chiaro e incontrovertibile allora con essa lrsquouomo vivragrave la veritagrave Veritagrave che nella
parola greca aleacutetheia74
che alla lettera significa ldquodisvelamentordquo accompagnata come valore
significativo alla parola episteacuteme75
traduciamo come la capacitagrave di imporsi sulle forze
pratiche mentali istintive che vorrebbero scuotere e abbattere ciograve che sta 76
74 lt La parola egrave costituita dallrsquoalfa privativo e dal termine λήθη (leacutethe) che vuol dire nascondimento
Λαvθάvω (lanthaacuteno) significa rimango nascosto occulto (velato celato) Allora se traduciamo aleacutetheia con
veritas perdiamo il senso autentico di questo termine percheacute aleacutetheia vuol dire non-nascondimento ossia
disvelamento E allora alegravetheia egrave anche mythos percheacute anchrsquoesso egrave un lasciar esposte le cose come sono ma
appunto egrave solo un lasciarle esposte Il logos egrave un riconoscere che la veritagrave devrsquoessere un lasciarle esposte gt Ivi
pag 115
75 lt rsquoEπιστήμη non egrave ὕβρις Yβρις egrave la tracotanza o prepotenza di ciograve che vuol farsi valere oltre la
propria potenza mentre episteacuteme egrave la potenza o la fermezza del dire attuale che si impone su ogni altro discorso
[hellip] la veritagrave dellrsquoessere appare sia nella δόξα che nellrsquoεπιστήμη ma solo questrsquoultima sa portarla alla luce e farla valere la δόξα non si cura del proprio carico prezioso ma di altre cose e tutto ciograve che dice puograve essere
contraddetto Quando la δόξα presume dire lrsquoincontrovertibile egrave ὕβρις gt Id Essenza del nichilismo pag157
76 lt Eschilo ci dice che se si deve cacciare dalla mente con veritagrave il dolore che rende folli allora egrave
necessario rivolgersi a Zeus ma Zeus non egrave il divino del mito (esso egrave lrsquoetere lrsquoacqua il fuoco e tutto ciograve che sta al
di lagrave di queste cose) ma quel divino che non sottostagrave allrsquoimprevedibilitagrave degli eventi gt Id lsquoI presocratici e la
nascita della filosofiarsquo collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il
quotidiano lsquoLa Repubblicarsquo
46
Steme egrave un costrutto linguistico che si forma sul verbo higravestasthai laquostareraquo laquoimporsiraquo
Epi-steacuteme significa epi-higravestasthai cioegrave stare laquosuraquo (epigrave) imporsi su ogni divenire laquosuraquo ogni
tempo e laquosuraquo ogni evento significa essere la Legge suprema a cui tutto deve adeguarsi e a cui
nulla puograve sfuggire
La veritagrave egrave lo stare originario che non si lascia smuovere e si impone sul divenire
Egrave innanzitutto lrsquoepisteacuteme a dire ad ogni ente laquoTu non avrai altro Dio allrsquoinfuori di meraquo
La veritagrave dellrsquoepisteacuteme mostra il senso incontrovertibile definitivo immutabile del Tutto essa
intende unire lrsquoevidenza del divenire allrsquoevidenza dellrsquoeterno Ed al suo interno lungo la storia
dellrsquoOccidente vengono innalzati tutti gli Immutabili e ogni forma del divino e dellrsquoeterno
Essa egrave lrsquoanima e il fondamento dellrsquointera tradizione dellrsquoOccidente che ha inizio cancellando
lrsquoambiguitagrave e il mistero che inevitabilmente compete al senso di ogni parola nel linguaggio pre-
metafisico77
Nel linguaggio biblico (ma anche in Platone) caos egrave sinonimo di magma di mescolanza
disordinata di elementi non ancora separati percheacute ancora non egrave stato guadagnato un certo
ordine o cosmo Lrsquoessenza del cosmo egrave pensata in funzione di un atto volontaristico (quello di
Dio ma anche il demiurgo platonico persuade la terra madre a diventare da caos a cosmo) che
intervenendo separa e separando ordina definendo il caos e ponendovi cosigrave fine
Eppure queste parole hanno alla radice un piugrave originario e piugrave autentico significato che
nulla ha da dividere coi significati di disordine mescolanza ordine separazione
77 Il linguaggio primitivo non porta alla luce il senso della veritagrave dellrsquoessere ma non porta alla luce nemmeno il senso alienato dellrsquoessere Resta per noi essenzialmente ambiguo percheacute non ci egrave consentito stabilire
se il significato delle sue parole esprima o tradisca la veritagrave dellrsquoessere Si puograve stabilire la sintassi ma non la
semantica ontologica di un linguaggio che non rende esplicito il senso dellrsquoessere e del niente (la lingua della
preistoria dellrsquoOccidente non parla della nientitagrave dellrsquoente ma soltanto della sicurezza della terra e delle cose
sicure)
47
La radice indoeuropea della parola chaos radic cha o radic gha che interviene in vari gruppi
di parole sia greche chasko chaino (mi apro mi dischiudo) sia latine hiatus (intervallo
apertura) non indica tanto il disordine o la mescolanza quanto lrsquoapertura il dischiudersi che
offre lo spettacolo della totalitagrave In questo senso il chaos non egrave la dimensione antecedente lrsquoe-
vocazione dellrsquoordine da parte di una volontagrave che chiamando separa ma egrave la dimensione
assoluta che ospita il suo interno ogni teogonia e ogni cosmologia ogni generazione di dei di
uomini e di mondi Non egrave una situazione separabile ma egrave la totalitagrave che include ogni
situazione
Dallrsquoetimo piugrave originario della parola chaos si opera una ripercussione sul termine
corrispettivo che egrave dato dalla parola kosmos la cui radice indoeuropea radic kens (da cui il
latino censeo) significa laquoannuncio con autoritagraveraquo Impiegare la parola kosmos allora non
significa riferirsi al mondo che nasce solo in presenza di un artefice ma significa riferirsi a
quella parola che nellrsquoapertura dischiusa del chaos si annuncia con autoritagrave senza poter essere
smentita Questa parola egrave il logos78
Con lrsquoavvento del pensiero metafisico anche lsquodiorsquo esce dallrsquoambiguitagrave ed entra nel
mondo non nel senso che venga necessariamente inteso come uno degli enti sensibili e
divenienti ma in quanto egrave pensato come il fondamento stesso del mondo ossia come ciograve che fa
sigrave che il mondo sia mondo
La parola greca ὐεός egrave essenzialmente costruita sulla radice δα Innanzitutto δα indica
lo star dinanzi manifesto e luminoso sigrave che Ζεύς lo laquosplendenteraquo egrave δηλος Ma la
manifestazione lascia apparire ed egrave dispensatrice delle differenze e quindi δα indica anche il
dispensare il dare in sorte distribuendo le differenze sigrave che il dio egrave il δαίμων che divide e
distribuisce le parti del tutto
78 U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag33
48
Ma il dispensare le differenze esige perizia e abilitagrave nel dispensatore esige cioegrave non
solo conoscenza ma anche padronanza dei differenti e quindi δα esprime anche il senso di
quella capacitagrave laquotecnicaraquo che viene indicata in parole come δαίος e δαήμων Ciograve vuol dire che
egli egrave artefice capace di padroneggiare le differenze che rende manifeste e che in quanto
padroneggiate sono ἔργον
Lrsquo ἔργον egrave la differenza padroneggiata e dispensata nellrsquoatto in cui viene resa manifesta
(δήμιον) Lrsquoartefice che assegna e distribuisce le parti differenti egrave allora insieme radice di ogni
sventura
Nei tratti che formano il significato premetafisico della parola ὐεός sono certamente
presenti le tracce di un modo di intendere il senso dellrsquoessere Ma le tracce rimangono
indecifrabili Si dovrebbe stabilire se quei tratti si sviluppino lrsquouno dallrsquoaltro in una sostanziale
solidarietagrave di fondo o siano invece le tracce di una abissale e inesplorata discordanza
nellrsquooriginario apparire dellrsquoessere Di tutto ciograve il pensiero metafisico non si occupa portando
nel mondo i linguaggi tra cui viene a trovarsi si convince di realizzare lrsquointerpretazione
autentica che rende esplicito il loro riposto significato ontologico
Dal punto di vista della metafisica lrsquoente puograve essere ossia puograve esistere solo se egrave
assicurato allrsquoesistenza da un fondamento Diversamente lrsquoente in quanto ente non puograve
esistere ossia egrave un niente79
79 lt ldquoEsse non habet creatura nisi ab aliordquo ldquoSibi relictardquoassunta cioegrave al di fuori della sua relazione al
fondamento la creatura ldquoin se considerata nihil estrdquo ldquoUnde prius naturaliter inest sibi nihil quam esserdquo
(Tommaso De aeternitate mundi7) Tuttavia anche ldquosibi relictardquo la creatura non egrave un niente Ponendo che la
creaturaldquosibi relictardquo egrave un niente il pensiero metafisico intende differenziare questa affermazione
dallrsquoaffermazione che il niente egrave niente gt E Severino Essenza del nichilismo pag 256
49
I primi pensatori realizzarono la situazione nella quale la realtagrave cosmica egrave saputa come
totalitagrave80
Ed egrave precisamente lrsquoapertura dellrsquoorizzonte della totalitagrave che conduce alla domanda
sul principio (ᾀρχή) e fa sorgere il problema di determinare che cosa sia ciograve per cui tutte le
cose che pur si differenziano lrsquouna dallrsquoaltra convengano tutte nellrsquoappartenere al medesimo
orizzonte
Gli antichi la maggior parte di coloro che per primi si posero a filosofare furono dei
metafisici in quanto fecero oggetto del loro interesse lrsquoapertura della totalitagrave e dei fisici in
quanto lrsquounica determinazione che conobbero della totalitagrave fu il mondo fisico
80 lt La prima filosofia non egrave un lasciare nellrsquoimplicitezza ma egrave un porre esplicitamente la categoria della
totalitagrave Proprio percheacute la categoria della totalitagrave egrave posta si sviluppa quella tematica del principio unificatore della
totalitagrave del molteplice gt e la comprensione di questa dimensione egrave possibile solo se il diverso viene visto come
insieme identico lt Il pensiero filosofico sin dal suo inizio storico egrave lrsquoattenzione portata allrsquounitagrave laddove il pensiero mitico pur pensa lrsquounitagrave ma facendo emergere la differenza Il concetto eracliteo di unitagrave degli opposti
altro non egrave che lrsquoesplicitazione di quellrsquoidentitagrave dei differenti che il pensiero filosofico pensa sin dal suo primo
apparire La filosofia sorge come attenzione al tutto ma al tutto si puograve prestare attenzione solo se le differenze
sono viste come tutte appartenenti al tutto il tutto puograve essere pensato solo se le molte cose sono pensate secondo
una sostanziale identitagrave solo se i differenti sono visti in certo senso identici[] Allora il problema che
inizialmente si presenta alla coscienza filosofica non egrave quello di introdurre un pensiero non ancora pensato di
produrre il pensiero dellrsquoidentitagrave che non si sarebbe ancora pensata infatti stando davanti la totalitagrave lrsquoidentitagrave egrave
pensata Il problema egrave invece quello di esplicitare ciograve che viene pensato per il fatto che il tutto egrave pensato[]
Quando Talete pensa lrsquoacqua come archeacute di tutte le cose non pensa semplicemente un elemento empirico una
cosa tra le cose ma pensa lrsquoacqua come concetto universale[] Il contributo dei presocratici non sta tanto
nellrsquoaver posto lrsquointero che egrave giagrave posto nelle teogonie ma nellrsquoesplicitazione particolarmente intensa dellrsquointero e questa intensitagrave la troviamo giagrave affermata a proposito di Anassimandro e di Anassimene [] Lrsquouomo vede quindi
da sempre lrsquounitagrave ma solo a questo punto della storia della filosofia quel semplice vedere si risolve in un riflettere
sulla necessaria posizione dellrsquoUno[] il mito tende appunto a lasciare inespressa lrsquounitagrave questo significa che il
discorso mitico insiste su altri punti cioegrave sulle differenze[] Il cercare lrsquoidentitagrave delle differenze significa cercare
lrsquoidentitagrave che lega i termini opposti significa in ultima analisi cercare il trascendentale [] proprio percheacute pur
essendo in ogni cosa in quanto comune a tutte le cose non vi si esaurisce e pur realizzandosi in ognuna di esse
le trascende per il fatto di essere a tutte comune gt Id Istituzioni di filosofia pag 146149150
50
Andando alla ricerca del principio i primi metafisici andarono alla ricerca di un
principio unificatore del molteplice o la ricerca del principio unificatore assunse la forma di
determinazione della materia primordiale Lrsquounitagrave delle cose che questi antichi vanno
ricercando acquista dunque il senso di principio materiale delle cose o il senso che si
conferisce a quella unitagrave egrave che le cose convengono tutte nellrsquoessere modi di configurazione di
una unica materia Ma si comprese ben presto lrsquoimpossibilitagrave di qualificare il principio come
una determinazione particolare non solo percheacute non poteva essere qualificato come una cosa
tra le cose ma anche in base alla constatazione del divenire o dello sparire di tutte le
determinazioni particolari del mondo
Il divenire egrave il principio dice Eraclito E infatti egrave nel divenire che le determinazioni
particolari si unificano poicheacute se ad ognuna di esse compete di sparire o di annullarsi e se lo
sparire o lrsquoannullamento di qualcosa egrave il sopraggiungere del contrario o dellrsquoopposto del
qualcosa e ancora se il contrario sopraggiunge solo in quanto il qualcosa sparisce segue che
il processo dello sparire egrave ciograve in cui si realizzano e si unificano le determinazioni piugrave differenti
Esso il processo stesso il divenire non sparisce ma egrave lrsquoimmutabile in cui ogni cosa che
sopraggiunge dilegua e si dissolve
Per Anassimandro lrsquoindeterminato si distingue dallrsquoeterno movimento onde le
determinazioni particolari si producono per Eraclito questa distinzione non ha ragione di
sussistere percheacute il movimento eterno contiene in seacute il motivo o la ragione per cui il principio
non egrave nulla di determinato particolarmente
Anassimandro si limita a rilevare lrsquoimpossibilitagrave di porre come principio una
determinazione particolare e in tal modo qualifica il principio solo negativamente81
sigrave che la
sua distinzione tra indeterminato e movimento eterno non si appoggia su alcuna qualificazione
per la quale lrsquoindeterminato possa distinguersi dal movimento
81 Una volta che ci si rende conto dellrsquoimpossibilitagrave di trattare il trascendentale come un particolare si
tratta di definire in concreto che cosa sia il trascendentale non nel senso che determinandolo lo si debba limitare
o particolarizzare a nel senso che si tratta di accertare in cosa consista ciograve che non puograve essere determinato come
particolare
51
A questo punto egrave doverosa una precisazione
laquoTimbroraquo egrave il modo in cui la parola del mortale risuona nellrsquoaria e si rende visibile nella
scrittura Innumerevoli sono le parole che formano la preistoria dellrsquoOccidente eppure
risuonano tutte allrsquointerno dei due timbri fondamentali il timbro dellrsquoinflessibile e il timbro del
flessibile (o timbro della flessione) il timbro che esprime lrsquoinflessibile e il timbro che esprime
il flessibile
La preistoria e la storia dellrsquoars del mortale sono separate da un breve intervallo Esso
interrompe la vicenda in cui il senso della flessione si impadronisce del timbro dellrsquoinflessibile
La interrompe prima che questo impadronirsi si trasformi da dominio premetafisico in
dominio metafisico dellrsquoente cioegrave prima che il senso della flessione divenga esplicito nella
testimonianza che del senso dellrsquoente egrave data dalla lingua greca Nellrsquointervallo accade il
rovesciamento il senso dellrsquoinflessibile si impadronisce del timbro della flessione Anche
questo rovesciamento accade nella lingua greca Questo accadere viene considerato come
lrsquoinizio della filosofia greca Ma non egrave lrsquoinizio egrave lrsquointervallo prima dellrsquoinizio ossia prima che
il linguaggio dellrsquoOccidente testimoni lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
Lrsquointervallo forma un indugio e nel cammino del mortale lrsquoindugio stabilisce un bivio
Anassimandro ed Eraclito rimangono nellrsquoambiguitagrave del bivio
Ma che cosa significa nel linguaggio di Anassimandro e di Eraclito lrsquoessere τὸ χρεών e
lrsquoessere ὁ λόγος e lrsquoessere xατὰ τὸ χρεών e χατὰ τὸν λόγον A queste domande comincia a
rispondere Parmenide Anche Parmenide sta sul bivio ma come il seminatore di entrambi i
sentieri che si dipartono da esso
Lungo il cammino si forma un bivio percheacute nel luogo dove diviene esplicita la volontagrave
che lrsquoente sia niente in quel luogo si rende visibile anche per breve tempo un bagliore che
proviene da un cielo diverso da quello tracciato dal cammino dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
52
Il bagliore illumina per breve tempo un altro cielo e in esso un altro cammino lungo le
costellazioni del Giorno Il χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τ´ἐὸν ἔμμεναι di Parmenide parla di quel
bagliore82
82 E Severino Destino della necessitagrave pag 254 e 279
53
II - Il sentiero della Notte
Parmenide semina il Sentiero del Giorno ma semina anche il Sentiero della Notte83
Lo
semina percheacute per negarlo lo evoca
LrsquoOccidente cammina allrsquointerno di questa evocazione Per la prima volta nella storia
del mortale Parmenide84
conduce nel linguaggio il senso dellrsquoessere e della sua opposizione al
niente
E per la prima volta Parmenide si volge verso un percorso diverso dalla storia del
mortale il percorso dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia In questo rivolgersi verso il sentiero
intentato evoca per negarlo lrsquoopposto sentiero il sentiero dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente e in
questa evocazione testimonia ciograve che non era mai stato testimoniato
La prima testimonianza del senso alienato dellrsquoessere accade allrsquointerno del pensiero
che la vede come testimonianza alienata Ma proprio percheacute egrave nel linguaggio di Parmenide che
per la prima volta viene evocata la testimonianza dellrsquoalienazione (ossia che lrsquoessere non egrave)
questa testimonianza non puograve precedere la propria evocazione
Parmenide evocando il proprio nemico lo crede un giagrave esistente e i suoi versi sono rivolti ai ldquoi mortali dalla doppia testardquo dai quali lrsquoessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici
Lrsquoevocatore del Sentiero della Notte non avverte di esserne lrsquoevocatore e crede che esso sia giagrave
incominciato85
Lrsquoessere parmenideo egrave la qualificazione positiva dellrsquoindeterminato anassimandreo
lrsquoorizzonte dellrsquointero puograve realizzarsi solo in quanto si apra come orizzonte dellrsquoessere
83 ἕνυα πύλαι Νυϰτός τε ϰαὶ ᾽´Ηματός εἰσι ϰελεύὑων lsaquolsaquoQui la porta che divide i sentieri della Notte e del
Giornorsaquorsaquo Parmenide fr 1 v 11
84 Da un punto di vista storico possiamo indicare una complementaritagrave dicendo che da un lato Eraclito
opera la determinazione formale dellrsquoaacutepeiron dallrsquoaltro Parmenide indica la determinazione materiale o concreta
dellrsquoaacutepeiron (materiale inteso come opposto al formale nulla a che vedere con la materia fisica) Per Eraclito
lrsquoaacutepeiron egrave lrsquoopposizione per Parmenide egrave lrsquoessere
85 E Severino Destino della necessitagrave pag 528-529
54
Parmenide tenendo fermo il principio dellrsquoimpossibilitagrave che il non essere sia o che
lrsquoessere non sia pone lrsquoessere come principio per cui si costituisce lrsquointero e quindi come ciograve
che permette lrsquounitagrave del molteplice E questo viene ad equivalere alla stessa negazione o allo
stesso annullamento del molteplice e del divenire di questo che egrave quanto dire negazione e
annullamento del mondo in quanto manifestatesi come lrsquoinsieme di tutte le molteplici cose
divenienti Infatti le cose sono molte e differenti in quanto sono altro oltre al loro semplice
essere Ma che le cose siano altro dallrsquoessere significa che esse proprio in quanto molte e
differenti sono non essere visto che soltanto il non essere egrave altro dallrsquoessere Affermare
dunque che le cose sono molte significa affermare che il non essere egrave Per eliminare questa
contraddizione saragrave quindi necessario eliminare ciograve che la produce saragrave necessario negare che
le cose siano molteplici Il divenire poi egrave reale solo in quanto anchrsquo esso include la realtagrave o
lrsquoessere del non essere Il divenire egrave infatti un passaggio dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere
al non essere La realtagrave del passaggio implica la realtagrave dei termini tra i quali si istituisce il
passaggio Ma poicheacute il non essere non egrave non puograve essere nemmeno il passaggio86
86 lt affincheacute la posizione parmenidea sia riguardata come un problema o come unrsquoaporigravea egrave
necessario avvedersi dellrsquoimpossibilitagrave di negare la realtagrave del mondo molteplice e diveniente per salvare o per
tener ferma lrsquounitagrave e lrsquoimmobilitagrave dellrsquoessere Egrave necessario avvedersi ancora che quella di Parmenide egrave infine una
scelta o una preferenza che egli accorda allrsquoessere piuttosto che al mondo gt Id I principi del divenire La Scuola
Brescia 1995 pag 13
55
Lrsquoontologia di Platone87
e Aristotele sono lrsquoassestamento di questa intuizione E
lrsquoassestamento si impone ma la scoperta egrave troppo grande percheacute lo scopritore non ne resti
abbagliato Il mondo svanisce nella prima luce dellrsquoessere svanisce come valore diviene
esistenza contrapposta allrsquoessenza e il valore egrave lrsquoessere come immutabilitagrave e semplicitagrave
assoluta
Lrsquoimprevisto lrsquoinsospettato egrave per il logo il mondo non Dio Ma se il logo si fa sorprendere dal
mondo in modo da non sapersi riprendere dalla sorpresa se non negando il mondo diventa logo
astratto ed egrave qui che si ferma Parmenide88
La semplice opposizione tra lrsquoessere (inteso come ciograve che egrave) e il nulla (inteso come ciograve
che non egrave) resta nellrsquoambiguitagrave percheacute la si puograve intendere ndash come si incominciograve e si continuograve
ad intenderla ndash come una legge che governa sigrave lrsquoessere ma che lo governa sin tanto che esso egrave
Lrsquo Occidente egrave la civiltagrave che cresce allrsquointerno dellrsquoorizzonte aperto dal senso che il
pensiero greco assegna allrsquoesser-cosa delle cose
87 Platone si egrave lasciato sfuggire la grande occasione di pensare la veritagrave dellrsquoessere percheacute anche lui (e dopo di lui tutto il pensiero occidentale) lascia al fondo del pensiero dellrsquoente lrsquoastratta separazione dellrsquoessere e
della determinazione proprio lui che si presenta come il pacificatore della scissione ossia come lrsquounificatore
dellrsquoessere e della determinazione lt Platone era divenuto il difensore del concreto il riparo dal naufragio
parmenideo e sotto questo riparo il pensiero occidentale si poneva una volta per tutte senza avvedersi che lrsquoovile
non era stato chiuso prima che entrasse il lupo e senza avvedersi che era stata lasciata fuori in sovrana solitudine
la luce della veritagrave dellrsquoessere gt Id Essenza del nichilismo cit pag 74
88 Id La struttura originaria cit pag 391
56
Sei secoli prima di Cristo la filosofia greca incomincia a concepire la cosa come ciograve
che totalmente o parzialmente esce dal niente e vi ritorna oscilla tra lrsquoessere e il niente un
ἐπαμφοτεριζειν89
dove laquoi dueraquo (ἀμφότεϱα) laquorispettoraquo (ἐπί) ai quali la cosaraquo egrave in lotta con seacute
stessaraquo (ἐϱίζει) sono lrsquoessere (τὸ ὄν) e il niente (τὸ μὴ ὄν inteso come τὸ πάντως μὴ ὄν nihil
absolutum90
In quanto laquoparteciparaquo di entrambi (τὸ ἀμφοτέϱων μετέχον)91
la cosa (τι) ha entrambi
come predicati essa egrave qualcosa che laquoinsiemeraquo (ἃμα) egrave e non egrave τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν92
Ma
lrsquoavverbio ἃμα non compare nel finale del libro quinto della Repubblica col senso temporale
che probabilmente esso intende esprimere nel celebre passo del libro quarto della Metafisica93
nel testo platonico ἃμα indica lrsquoinseparabilitagrave dei due (lrsquoessere e il niente) tra i quali la cosa egrave
indecisa nel suo oscillare tra lrsquouno e lrsquoaltro Dellrsquooscillante non solo non egrave possibile pensare
che sia semplicemente legato allrsquoessere (οὔτ᾽ εἶναι) o al non essere (οὔτε μὴ εἶναι) o che non
sia legato ad alcuno dei due (οὔτε οὐδέτεϱον) ma non si puograve nemmeno pensare che esso sia
lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα
Lrsquoἐπαμφοτεριζειν (lrsquooscillante) egrave un dibattersi (ἐϱίζειν) tra lrsquoesser e il niente (ἐπὶ τὰ
ἀμφότεϱα) proprio percheacute non egrave contemporaneamente lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα Il
dibattersi egrave il divenire della cosa Dove la cosa insieme (ἃμα) egrave e non egrave nel senso che nel
divenire lrsquoessere e il non essere sono inseparabili e non nel senso che nel divenire la cosa sia
e non sia contemporaneamente
Ma proprio percheacute nellrsquoespressione τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν lrsquoavverbio ἃμα non indica
la contemporaneitagrave ma lrsquoinseparabilitagrave dei due che si contendono la cosa proprio per questo
tale espressione egrave la definizione stessa del divenire cioegrave del tempo
89 Platone Civitas 479 c Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo fedelmente alla loro
utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino nelle opere di riferimento riportate in nota
90 Ibid 478 d
91 Ibid 478 d-e
92 Ibid 478 d
93 Aristotele Metafisica 1005 b 19-20
57
Lrsquoente quindi in quanto ente egrave ciograve che puograve non essere In quanto ente non egrave
lrsquoimmediata esclusione del suo poter non essere Lrsquoente egrave la cosa (il τι) nel suo essere coinvolta
nellrsquo ἐπαμφοτεριζειν tra lrsquoessere e il niente Affincheacute si possa porre un ente come immutabile e
quindi come ciograve che non puograve non essere si egrave costretti ad introdurre un medio tra lrsquoesser ente
dellrsquoente e lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoente
Introducendo un μεταξύ fra lrsquoessere e il nulla94
Platone segna il destino dellrsquoOccidente
lrsquoaffermazione di una dimensione in cui egrave contenuto ciograve che nasce e muore ossia ciograve che
partecipando dellrsquoessere e del niente non era e non saragrave piugrave era un niente e saragrave ancora un
niente Platone lascia in ereditagrave agli uomini il mondo compiendo il parricidio che conduce
nellrsquoessere le determinazioni che Parmenide lasciava nel nulla Ma il parricidio andava
compiuto le determinazioni non sono un niente (un ἐναντίον dellrsquoessere) e cioegrave sono
Lrsquoessere non egrave il puro indeterminato ma la totalitagrave concreta delle determinazioni95
Ma
nellrsquoatto stesso in cui Platone contrappone lrsquoessere concreto determinato al niente lascia
lrsquoessere identico al niente
94 Platone Civitas V 477-480)
95 lt Nella fondamentale dottrina metafisica quella hegeliana dellrsquointelletto astratto egrave lo sviluppo
dialettico il modo determinato secondo cui si istituisce la sintesi tra il puro essere e la totalitagrave delle determinazioni
Ma il significato ultimo della sintesi hegeliana egrave ancora quello platonico tra il puro essere e le determinazioni si
apre sin dal principio un abisso incolmabile onde lrsquounione delle due sponde egrave la sintesi di ciograve che sin dal principio
egrave stato destinato a rimanere diviso Nello sviluppo dialettico il puro essere si determina (si unisce alla determinazione) ma la determinazione mantiene nella sintesi il carattere che sin dal principio le conviene in
quanto separata dallrsquoessere di essere un niente Egrave unita allrsquoessere ma contiene ad essere un niente Egrave quindi
inevitabile che sia trattata come un niente e si affermi che la sua sintesi con lrsquoessere egrave accidentale e che sia quindi
destinata a nascere e a morire eterno rimanendo solamente quellrsquoente privilegiato che egrave la stessa accidentalitagrave
della sintesi Ma questa sintesi necessaria ndash lrsquoorganismo delle categorie lrsquoIdea ndash egrave la struttura privilegiata che
rende possibile il divenire delle determinazioni empiriche lrsquoistituzione della sintesi accidentale tra il categoriale e
lrsquoempirico gt E Severino La struttura originaria pag 403
58
Pensa le determinazioni come per seacute indifferenti al loro essere o non essere Per tenerle
ferme nellrsquoesistenza quegli esseri-relativi deve andare alla ricerca di un fondamento che perograve
fonda soltanto la ragione privilegiata delle determinazioni universali (idee) ed abbandona
allrsquoannullamento le determinazioni empiriche96
La soluzione che Aristotele dagrave dellrsquoaporigravea parmenidea si svolge in due momenti
accertamento della struttura intrinseca del divenire e accertamento delle condizioni totali della
pensabilitagrave del divenire ossia le condizioni in base alle quali la realtagrave del divenire non egrave
contraddittoria Ed essa realtagrave non lo egrave in quanto la contraddizione egrave tolta negando che il
divenire sia lrsquointero e quindi ponendo una realtagrave non diveniente egrave tolta introducendo il
concetto di sostrato
Il divenire non egrave piugrave indeterminatamente considerato ma egrave determinato come una
struttura complessa passaggio di un sostrato dalla privazione di una certa forma alla forma
corrispondente che egrave il concetto di ldquodivenienterdquo quel ldquoterzordquo tra il non essere e lrsquoessere che
quindi diviene97
Nel De Interpretatione98
si afferma infatti
Che dunque ciograve che egrave sia quando egrave e che ciograve che non egrave non sia quando non egrave egrave necessario tuttavia
non egrave necessario neacute che tutto quanto ciograve che egrave sia neacute che tutto quanto ciograve che non egrave non sia Infatti
non egrave la stessa cosa che tutto quanto ciograve che egrave sia di necessitagrave quando egrave e lrsquoessere assolutamente di necessitagrave E similmente va detto anche per ciograve che non egrave
96 Id Essenza del nichilismo pag 148
97 lt la differenza tra il parmenidismo e lrsquoaristotelismo [] egrave la stessa differenza tra il concetto di sapere
metafisico come appartenente alla struttura del fondamento e il concetto per il quale il sapere metafisico egrave
unrsquoulterioritagrave rispetto a quella struttura che deve essere conseguita attraverso un procedimento mediazionale gt
Id La struttura originaria cit pag 399
98 Traduzione condotta sul testo Della Interpretazione Edizione Bur quarta edizione marzo 2000 23-28
pag 99
59
Il principium firmissimum esprime la struttura dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente proprio
percheacute egrave il principio dellrsquoente in quanto ente (non un certo ente privilegiato) Esso egrave la
posizione della nientitagrave dellrsquoente espressa come non-nientitagrave dellrsquoente
Esso egrave lrsquoespressione piugrave esplicita e radicale dellrsquoopposizione dellrsquoente al niente E
tuttavia nel principio di non contraddizione la nientitagrave dellrsquoente resta essenzialmente affermata
proprio nellrsquoatto in cui la si vuole escludere nel modo piugrave perentorio Essa si manifesta nella
forma del suo opposto
In una sua formulazione fondamentale il principium firmissimum dice che laquonon egrave
possibile che la stessa cosa sia e non siaraquo (εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) per il medesimo rispetto e nello
stesso tempo (ϰαῦ᾽ ἕνα ϰαὶ τὸν αὐτὸν χϱόνον)99
Ciograve significa da un lato che il diverso puograve
esser e non essere nello stesso tempo e cioegrave che in un certo tempo alcuni degli enti sono ed
altri non sono e dallrsquoaltro lato significa che in tempi diversi il medesimo egrave e non egrave prima d i
nascere e dopo il suo perire non egrave ed egrave tra la nascita e la morte
99 Aristotele Metafisica 1061 b 36
Fabro critica fortemente lrsquointerpretazione severiniana dei testi aristotelici nella fattispecie il carattere temporale
assegnato al principio di non contraddizione lt Sotto lrsquoaspetto reale Aristotele che non conosce la creatio ex
nihilo della Bibbia ed ammette lrsquoeternitagrave del mondo []si muove con assoluta fedeltagrave alla concezione greca della necessitagrave del Tutto [] Il nascere e il perire cioegrave la contingenza del mondo sublunare [] esprimono non un passare
dallrsquoessere al non essere ma dallrsquoessere tale ad un essere tal altro della materia secondo le leggi fisiche e
biologiche della generazione e corruzione gt concludendo lt Il problema del tempo come qualificante lrsquoessere
dellrsquoente quale lrsquoinvoca il Severino egrave qui del tutto assente poicheacute si tratta unicamente del problema del rapporto
fra logica e metafisica cioegrave della dipendenza fra il modo di predicare e il modo di essere e si afferma che il primo
dipende dal secondo che il pensare dipende dallrsquoessere e che le qualitagrave del pensare e del predicare dipendono dal
modo di essere gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag110-112
60
Al principio di non contraddizione appartiene essenzialmente la persuasione che agli
enti sia consentito di non essere100
100 La negazione dellrsquoidentitagrave che la forma del dire e del pensare presenta nella preistoria dellrsquoOccidente
egrave determinata dallrsquoisolamento del soggetto dal predicato
lt Anzi il senso stesso del soggetto e del predicato egrave determinato dallrsquoisolamento giaccheacute il soggetto egrave ciograve che
permane ed egrave significante indipendentemente e isolatamente dal predicato Lrsquoisolamento egrave la coscienza in quanto
isolante cioegrave in quanto essa isola il proprio contenuto separando la parte dalle altre parti e la parte dal tutto In
quanto il soggetto egrave isolato dal predicato il soggetto egrave sempre un altro dal predicato Anche quando il predicato egrave il soggetto stesso (come in A egrave A) e in A egrave A A-soggetto isolato non solo egrave altro da A-predicato ma egrave qualcosa
a cui non puograve competere di essere A giaccheacute il suo essere A ndash il suo essere se stesso ndash egrave appunto ciograve da cui A-
soggetto in quanto isolato da A-predicato egrave isolato [] A sua volta quanto al contenuto del pensiero e del dire
dellrsquoOccidente lrsquoessente puograve essere pensato come ciograve che esce dal niente e vi ritorna solo in quanto egrave isolato
dallrsquoessere ndash ossia dal suo essere seacute[] In Aristotele lrsquoantecedenza e indipendenza della dimensione noetica
(oggetto dellrsquooperatio prima intellectus) da quella dianoetica (oggetto dellrsquooperatio secunda intellectus) egrave
appunto lrsquoisolamento del noetico dal suo esser seacute che si costituisce nella e come dimensione dianoetica Il
principio di non contraddizione che afferma lrsquoidentitagrave dellrsquoessente dice Tommaso (In duodecim libros
Metaphysicorum Aristotelis expositio 605) egrave sigrave il primo ossia egrave il principio fondamento ma nella seconda
operazione dellrsquointelletto (est naturaliter primum in secunda operatione intellectus) Per Hegel la determinazione
in quanto isolata egrave un contraddirsi Ma in quanto isolata la determinazione egrave una dimensione noetica [] Hegel
mostra sigrave che il noetico isolato egrave un contraddirsi ma concepisce il piano dianoetico (lrsquounitagrave di determinazioni diverse) come il risultato del divenire prodotto dalla contraddizione e quindi anche per Hegel lrsquointelletto
(Verstand) che isola il noetico egrave lrsquooperatio prima intellectus rispetto alla dimensione dianoetica costituita dalla
sintesi dialettica gt
Per Tommaso il principio drsquoidentitagrave e non contraddizione egrave un principio di ragione lt Quando si dice che
qualcosa egrave identico a seacute stesso [aliquid esse idem sibiipsi] lrsquointelletto assume come due ciograve che quanto alla cosa egrave
uno [intellectus utitur eo quod est unum secundum rem ut duobus] Altrimenti non potrebbe designare la
relazione dello stesso a seacute stesso Onde appare che la relazione include sempre due estremi e se nelle relazioni di
questo tipo non ci sono due estremi quanto alla cosa ma solo quanto allrsquointelletto la relazione di identitagrave non
potragrave essere una relazione reale ma solo di ragione gt
Nemmeno Tommaso vede che un intelletto che assuma come due ciograve che egrave uno afferma la contraddizione
impossibile cioegrave che lrsquouno egrave due lrsquoidentico egrave differente Pensare che lrsquoidentitagrave non sia quindi una relazione reale consente al realismo di concludere che lrsquoessente indipendentemente dallrsquointelletto egrave identico a seacute (altrimenti il
dirlo identico ndash esso egrave appunto illud quod dicitur idem ndash sarebbe falso) ma la sua identitagrave con seacute si costituisce
come tale (cioegrave formalmente) solo nella riflessione dellrsquointelletto sullrsquoessente Lrsquoessente egrave in seacute identico a seacute non
egrave per seacute identico a seacute [] In quanto isolato dallrsquoidentitagrave con seacute stesso (e cioegrave dal suo non esser lrsquoaltro da seacute)
lrsquoessente non egrave seacute stesso non solo non appare come seacute stesso ma non egrave nemmeno seacute stesso Egrave un nulla Un nulla
che il pensiero dellrsquoOccidente intende come essente (noema significato) indipendentemente dal suo esser pensato
come esser seacute e come non esser lrsquoatro da seacute gt E Severino Tautoacutetēs Adelphi Milano 1995 pag 102-105108
61
Questa persuasione gli appartiene anche quando in esso non vien fatta alcuna menzione
del tempo giaccheacute lrsquoente di cui vien posta lrsquoincontraddittorietagrave viene pensato come ciograve che in
quanto tale puograve non essere Il principio di non contraddizione stabilisce lrsquoopposizione dellrsquoente
al niente ma egrave lrsquoente in quanto egrave che si oppone al niente e non lrsquoente in quanto non egrave ndash dove
questo ldquoin quanto non egraverdquo esprime un aspetto essenziale dellrsquoente in quanto ente
Aristotele afferma lrsquoimpossibilitagrave che qualcosa cui convenga una certa determinazione
abbia ldquonello stesso tempordquo la determinazione contraddittoria Il che vuol dire che in un tempo
diverso puograve convenirle
Il pensiero metafisico supera lrsquoeleatismo percheacute oppone al niente non solo il puro essere
indeterminato ma ogni ente determinato
Ciograve che con la filosofia platonica e aristotelica si viene a guadagnare egrave lrsquoesistenza del
mondo E si tratta di un guadagno nel senso che il mondo non deve essere semplicemente
affermato ma deve essere affermato tenendo fermo quel puro atto che agli occhi di Parmenide
esigeva la nullitagrave o illusorietagrave del mondo il mondo egrave guadagnato nel senso che si mostrano le
condizioni del suo coesistere a Dio allrsquoeterno101
101 Aristotele lt Al posto di una palude incomprensibile piena di fumi del mistero e della magia egli
pone di fronte alla nostra intelligenza uno schema grandioso e coordinato limpido da comprendere e fondato sui
fatti ovvi e persistenti della nostra esperienza Nella generalitagrave della sua portata esso egrave insieme filosofico e
scientifico e fornigrave piugrave tardi lo sfondo fisico allo schema cristiano della salvezza gt Alfred North Whitehead
Science and Philosophy traduzione dallrsquoinglese di Stefano Federici Scienza e Filosofia Castelvecchi Roma I
edizione aprile 2014 pag 12
62
III - Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire
Lrsquo irruzione delle differenze del molteplice nellrsquoarea dellrsquoessere porta a concepire
lrsquointero del positivo sulla traccia del positivo empirico percheacute come ripetiamo lrsquoessere egrave ciograve
che egrave quando egrave e che non egrave quando non egrave
Ma sia il mondo delle idee che lrsquoatto puro di Aristotele sono certamente privi di una
dimensione del positivo la materia la radice cosmica da cui si generano tutte le cose sensibili
che non egrave dominata dal divino ma solo lsquopersuasarsquo a trasformarsi da caos in cosmo Egrave appunto
lrsquoesigenza di intendere lrsquoimmutabile come la pienezza dellrsquoessere ciograve che spinge lo stoicismo
il neoplatonismo la patristica e la scolastica a porre la dipendenza assoluta del mondo da Dio
Lrsquoimmutabile dagrave lrsquoessere alla materia e al mondo percheacute se li trovasse davanti a seacute
indipendenti e come suo limite esso mancherebbe di qualcosa sarebbe cioegrave aperto ad un
completamento possibile non sarebbe lrsquoimmutabile Ma se per Parmenide lrsquoimmutabile non
manca di nulla percheacute il mondo egrave illusorio per Agostino e Tommaso lrsquoimmutabile non manca
di nulla percheacute contiene tutta la positivitagrave del mondo e la puograve contenere solo a patto di porsi
come il libero creatore del mondo
Lrsquoesistenza dellrsquoimmutabile trasforma in un ente il niente secondo cui si struttura il
divenire e quindi trasforma lrsquoevidenza del divenire in una semplice apparenza e in un niente
lrsquoessere del divenire Lrsquoopposizione del positivo e del negativo egrave il principio motore della
metafisica classica quel principio cioegrave che porta appunto alla concezione creazionistica della
realtagrave102
Ma pensare lrsquoessere in seacute stesso un positivo che egrave anche negativo egrave contraddittorio
Il contrario dellrsquoessere egrave il non-essere il contraddittorio dellrsquoessere egrave tutto ciograve che non egrave essere
102 laquoDio ha scelto ciograve che nel mondo egrave nulla per ridurre a nulla le cose che sonoraquo Prima lettera ai
Corinzi 128
63
Lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla egrave uno dei modi secondo i quali il positivo si oppone
al negativo nella sua concretezza la veritagrave dellrsquoessere egrave lrsquoopposizione nella sua universalitagrave e
non in questo o quel modo in questa o quella individuazione sia pure emergente come quella
costituita dalla proibizione che lrsquoessere non sia
Ma il pensiero vive anche quando si contraddice quando si contraddice non si annulla
laquoIl contraddirsi non egrave un non pensar nulla ma egrave un pensare il nullaraquo103
Che il nulla si lasci
guardare dal pensiero costituisce uno dei piugrave formidabili ostacoli al pensiero dellrsquoessere104
Rispondere alla domanda del percheacute lrsquoidentitagrave dellrsquoessere e del non-essere non possa
essere affermata vuol dire operare il disvelamento autentico della veritagrave dellrsquoessere che non egrave
un semplice dire ma egrave un dire che ha valore ossia egrave capace di togliere la propria negazione
lrsquoautentica veritagrave epistemica
E dunque lrsquoopposizione dellrsquoessere e del non-essere affincheacute sia vista nella sua veritagrave
devrsquoessere vista nel suo valore Ossia da un lato il predicato conviene per seacute o
immediatamente al soggetto dallrsquoaltro lrsquoopposizione non puograve essere negata percheacute anche la
negazione puograve vivere come negazione solo se a suo modo afferma lrsquoopposizione Se
lrsquoopposizione viene in qualche modo negata e la negazione vuol essere negazione allora la
negazione si oppone al proprio negativo cioegrave si tien ferma in quel significare per cui essa egrave
negazione e differenzia questo significare da ogni altro significare ossia differenzia e oppone
questa positivitagrave in cui consiste il suo esser significante come negazione e come quella certa
negazione che egrave al proprio negativo
103 E Severino Essenza del nichilismo pag57
104 lt Lo Heidegger ha richiamato lrsquoattenzione su di esso ma i difensori della metafisica tradizionale non
hanno avvertito la gravitagrave del richiamo Ma se lo Heidegger avverte che il pensiero del nulla fa del nulla un
positivo rinuncia poi a superare questo ostacolo e ripiega sulla comoda condanna della logica e del principio di
non contraddizione Ma lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla non egrave un principio della logica ma il respiro del
pensiero gt Ibidem
64
Lrsquoopposizione egrave il fondamento di ogni dire e quindi anche di quel dire in cui consiste la
negazione dellrsquoopposizione In ogni discorso come in ogni pensiero il significato che emerge
nel dire e nel pensare egrave tenuto fermo nella sua diversitagrave da ogni altro significato nella sua
opposizione appunto al proprio negativo
Lrsquoessere viene incontro dominato dalla legge che lo oppone al non-essere in ogni suo
manifestarsi Nellrsquo opposizione originaria ogni essere si volge in piugrave direzioni si trova in una
pluralitagrave di rapporti Questa pluralitagrave di direzioni o rapporti egrave appunto la pluralitagrave di modi
secondo cui ogni positivo si oppone al suo negativo
Lrsquoopposizione originaria non egrave neacute questo neacute quel modo dellrsquoopposizione ma la loro
cooriginarietagrave ossia lrsquouniversale concreto dellrsquoopposizione espresso dalla proposizione
lrsquoessere non egrave non essere dove ripetiamo non viene pensata soltanto lrsquoopposizione dellrsquoessere
al nulla bensigrave lrsquoopposizione ad ogni forma del negativo (e quindi anche lrsquoopposizione al nulla)
Lrsquoopposizione egrave fondamento nel senso che egrave ciograve senza di cui non si costituirebbe
nessun discorso e nessun pensiero se la negazione non ponesse alla propria base lrsquoopposizione
(ossia non ponesse la propria positivitagrave significante a ogni altro significare) non esisterebbe
nemmeno Esiste solo se afferma ciograve che nega
Rilevare che la negazione dellrsquoopposizione egrave affermazione della propria inesistenza
vuol dire semantizzare lrsquoimpossibilitagrave di negare lrsquoopposizione Lrsquoopposizione che se ne sta in
solitudine sovrana egrave lrsquoopposizione universale del positivo e del negativo e non la sola
opposizione dellrsquoessere al nulla (che egrave soltanto individuazione dellrsquoopposizione universale)105
105 Bontadini aveva criticato Severino in questa configurazione dellrsquoἕλεγχος obiettando che se si pone
come principio la proposizione laquoLrsquoessere non egrave il nullaraquo la negazione di questa proposizione non afferma ciograve che
nega giaccheacute la negazione opponendosi allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione non si oppone al nulla bensigrave a un
certrsquoaltro essere Chi nega cioegrave lrsquoopposizione di contraddizione (tra essere e non essere) non afferma la stessa
opposizione ma solo unrsquoopposizione di diversitagrave Ivi cit pag 121
65
Lrsquoopposizione originaria proprio percheacute universale egrave sia opposizione di
contraddizione sia opposizione di diversitagrave opposizione del positivo a tutto ciograve che non egrave quel
positivo e dunque opposizione tanto al nulla quanto ad ogni altro positivo E tutto ciograve che egrave
altro dalla negazione egrave tutto ciograve che egrave altro dalla negazione e non soltanto una parte106
106 Lrsquo ἕλεγχος aristotelico egrave lrsquoaccertamento che lt la negazione non esiste come negazione pura ossia
come negazione che non abbia bisogno per costituirsi di affermare ciograve che nega [] proprio percheacute il fondamento della negazione egrave ciograve che essa nega essa consiste nella negazione di seacute medesima nel suo togliersi come discorso
gt Lrsquo ἕλεγχος mostra che la negazione universale dellrsquoopposizione tra positivo e negativo tra essere e non essere
non riesce a costituirsi proprio percheacute si costituisce solo se egrave affermazione dellrsquoopposizione Lrsquoἕλεγχος non dice
che lt la negazione dellrsquoincontraddittorietagrave non egrave ammissibile percheacute egrave contraddittoria [] ma dice che tale
negazione non riesce a vivere come negazione percheacute nellrsquoatto in cui si costituisce come negazione essa egrave insieme
anche affermazione [] Il toglimento della negazione non egrave dunque determinato dallrsquoaccertamento della
contraddittorietagrave di questa [] ma dal rilevamento che la negazione non riesce a vivere come negazione pura []
Nel caso in cui la negazione riconoscendo di non poter vivere come negazione pura rinunci a porsi come
negazione universale e si ripresenti come negazione limitata dellrsquoincontraddittorietagrave anchrsquoessa diventa allora un
discorso che non volendo negare ciograve su cui si fonda vuol essere incontraddittorio (condizione richiesta dalla
determinatezza del discorso) [] La considerazione concreta della determinatezza della negazione
dellrsquoopposizione rileva che la negazione si costituisce come negazione solo se da un lato egrave determinata come unitagrave semantica rispetto al proprio negativo e dallrsquoaltro lato se i termini che la costituiscono sono essi stessi
determinati gli uni rispetto agli altri La considerazione concreta di questa determinatezza consente una
formulazione dellrsquoἕλεγχος tale da fargli ricevere lrsquoampiezza massima che gli conviene non semplicemente la
negazione del determinato si fonda sullrsquoaffermazione di una parte di ciograve che essa nega ma la negazione si fonda
sullrsquoaffermazione dellrsquointero di ciograve che essa nega gt Ivi pag43-45
66
Lrsquoidentitagrave degli opposti in quanto pensata egrave un positivo e come positivo non egrave
negativo
Lrsquoidentitagrave degli opposti come esistente egrave un positivo significare ed egrave appunto questo
positivo significare ciograve senza di cui non si costituirebbe lrsquoopposizione del positivo e del
negativo
Lrsquoidentitagrave degli opposti egrave presupposta non in quanto identitagrave degli opposti ma in quanto
positivitagrave significante La negazione dellrsquoopposizione presuppone ciograve che essa nega mentre la
negazione dellrsquoidentitagrave degli opposti non presuppone ciograve che essa nega ma il positivo
significare di ciograve che essa nega lrsquoopposizione del positivo e del negativo non presuppone che il
positivo sia negativo ma presuppone quella positivitagrave significante che forma il contenuto
dellrsquoidentificazione del positivo e del negativo
Ecco che allora la negazione dellrsquoopposizione non riesce a costituirsi sigrave che
lrsquoopposizione (lrsquoincontraddittorietagrave la determinatezza) egrave il destino del dire egrave appunto ciograve che
si deve dire
La negazione che lrsquoessere non sia egrave individuazione dellrsquoopposizione universale del
positivo e del negativo e in quanto tenuta ferma nella sua concreta relazione allrsquouniversale
essa partecipa dellrsquooriginarietagrave del logo ndash inteso questo come lrsquoopposizione del positivo e del
negativo
Il fiore non egrave lrsquoalbero o questo positivo non egrave questo suo negativo il fiore non egrave lo
stagno la casa lrsquoalbero e tutto ciograve che egrave altro dal fiore
Ma quando lrsquoessere e quindi ogni essere si rivolge verso quella direzione lungo la quale si lega al suo Egrave quando cioegrave del fiore non si dice solamente che non egrave lrsquoalbero ma si dice che egrave e non puograve
non essere non puograve accadere che non sia allora ogni essere prende volto divino107
107 Ivi pag 58
67
CAPITOLO TERZO
Per una comprensione dellrsquoEssere
68
I - La struttura originaria dellrsquoessere
La struttura originaria egrave la struttura originaria dellrsquoessere108
ciograve che egrave necessariamente
presente in quanto un essente egrave e appare Senza la presenza di tale struttura nessun essente
potrebbe essere e apparire Essa egrave lo scheletro dellrsquoessere la sua grammatica di base la sua
sintassi fondamentale la quale non essendo un unico significato ma un intreccio inscindibile
di significati essa egrave una struttura (un complesso logico-semantico consistente nella totalitagrave
delle determinazioni che devono essere presenti affincheacute un essente possa apparire) In altre
parole la struttura originaria egrave la forma essenziale di ogni essente ciograve con cui esso egrave
necessariamente in relazione il suo legame indissolubile
In quanto lrsquoessere egrave immediatamente innegabile e lrsquoinnegabilmente immediato la
struttura originaria dellrsquoessere egrave la struttura originaria della necessitagrave dove il termine necessitagrave
ndash dal latino ne-cedo ndash esprime il senso assoluto dellrsquoinnegabilitagrave quale autonegativitagrave
immediata del proprio negativo In quanto il proprio negativo egrave immediatamente autonegativo
la struttura originaria egrave ciograve che laquostaraquo innegabilmente ed eternamente Essa non egrave un prodotto
teorico dellrsquouomo o di Dio ma il laquoluogo giagrave da sempre aperto dalla Necessitagraveraquo109
Egrave lo stare
innegabile dellrsquoessere-significare
Un essente egrave e appare in quanto egrave presente una certa dimensione dellrsquoessente costituita
dalle laquodeterminazioni che competono con necessitagrave a ogni essente e nelle quali consiste
appunto il destinoraquo110
108 Si tratta della struttura originaria come struttura dellrsquoessere e del significare e non della grande opera
edita per la prima volta nel 1958 e considerata fin drsquoora Questa distinzione rende legittima lrsquoestrapolazione del IV
capitolo da La struttura originaria
109 E Severino La struttura originaria pag13
110 Id Oltrepassare Adelphi Milano 2007 pag 179
69
Queste determinazioni sono chiamate laquopersintatticheraquo (lrsquoesser seacute dellrsquoessente il suo
non esser altro da seacute il suo non poter diventare ed essere altro da seacute il suo essere eterno ma
anche lrsquoessere dellrsquoapparire infinito la necessitagrave che gli essenti della terra sopraggiungendo
siano accolti dagli essenti dello sfondo e la necessitagrave che il sopraggiungere sia la Gloria cioegrave
si dispieghi senza fine) a queste poi si aggiungano tutte quelle che gli competono e che
costituiscono la dimensione stessa111
Lo ldquosfondordquo egrave un altro modo di nominare la sintassi originaria dellrsquoessere
evidenziandone lrsquoessere contenuto necessariamente originario e costante dellrsquoapparire
lrsquoinsieme delle determinazioni che non sopraggiunge e non tramonta mai allrsquointerno
dellrsquoapparire trascendentale ossia allrsquointerno di quellrsquoorizzonte che ospita lrsquoapparire empirico e
particolare degli essenti Lo sfondo egrave la permanenza non sopraggiungente
La struttura originaria della veritagrave dellrsquoessere egrave necessariamente identica sia
nellrsquoapparire finito che in quello infinito proprio in quanto egrave il fondamento dellrsquoessere ossia in
quanto egrave il predicato necessario di ogni essente ndash predicato trascendentale112
Le determinazioni della struttura originaria non sono il predicato di ogni essente cioegrave
questo libro non egrave ndash in quanto tale ndash lrsquoapparire infinito ma ogni essente egrave ciograve che esso egrave e
appare cosigrave come appare solo in quanto esso egrave in relazione a tale insieme Ciograve significa che
ogni essente egrave necessariamente in relazione alla totalitagrave delle determinazioni sono il predicato
necessario di ogni essente in questo senso dellrsquoessere in relazione
La struttura originaria egrave lo sfondo intramontabile dellrsquoapparire e cioegrave la persintassi
dellrsquoessente a differenza della iposintassi che egrave il contenuto variabile e variante dellrsquoapparire
la persintassi egrave la sintassi intramontabile dellrsquoIo finito del destino necessariamente costante e
sempre identica a seacute percheacute se via via apparissero ulteriori determinazioni integranti prima di
tale integrazione essa non sarebbe ancora stata seacute stessa cioegrave fondamento
111 Ibidem
112 Ibidem
70
Il fondamento in quanto persintassi o sintassi costante e originaria dellrsquoessere egrave il
contenuto eterno che appare eternamente nel cerchio finito del destino In quanto tale esso egrave il
luogo che accoglie la terra ossia la totalitagrave degli essenti che appaiono e scompaiono
In quanto la struttura originaria egrave fondamento essa egrave lrsquoessenza del fondamento la
struttura anapodittica del sapere e cioegrave lo strutturarsi della principalitagrave o dellrsquoimmediatezza
Il fondamento egrave quindi struttura unitagrave non semplice complesso logico e semantico
composto da una pluralitagrave di determinazioni essenzialmente legate tra loro
Legame essenziale significa che quelle determinazioni sono concretamente ciograve che sono
solo allrsquointerno di quel complesso cosigrave come quel complesso egrave concretamente quellrsquounitagrave che egrave
solo in quanto totalitagrave di quella pluralitagrave di determinazioni senza anche uno solo dei suoi
significati esso non sarebbe ciograve che egrave cosigrave come ogni parte separata da quel complesso non
sarebbe ciograve che egrave
La struttura originaria egrave lrsquoessenza del fondamento percheacute non egrave semplicemente
fondamento ma ciograve che il fondamento deve essere per essere fondamento essere fondamento
significa essere originario ed essere originario significa essere struttura
laquoLrsquoesposizione concreta della struttura originaria mostra che la metafisica come
teorematicitagrave o categoricitagrave appartiene alla struttura stessa dellrsquoimmediatoraquo113
Il sapere
metafisico non egrave unrsquoulterioritagrave da conseguire ma appartiene allrsquoessenza del fondamento E la
storia del fondamento egrave un elemento o un momento essenziale del fondamento stesso come in
generale ogni struttura logica che abbia a procedere dal fondamento include in seacute
essenzialmente la propria storia
113 Id La struttura originaria cap I par 4
71
Tutti i possibili modi di prendere posizione rispetto ad esso meno uno costituiscono
altrettanti negazioni del fondamento114
La posizione del fondamento implica il toglimento della negazione del fondamento o
questo si realizza come apertura originaria della veritagrave solo in quanto egrave in grado di togliere la
sua negazione115
114 lt Vi sono vari tipi di negazione il fondamento puograve essere negato percheacute al suo contenuto non si
riconosce valore di fondamento oppure il valore egrave riconosciuto soltanto ad una parte di quel contenuto oppure
percheacute si nega che il sapere debba avere un fondamento o infine semplicemente percheacute il fondamento egrave ignorato
sia nel suo contenuto concreto sia quanto al suo contenuto formale Le negazioni accadute le negazioni del
fondamento si distinguono allrsquointerno del sistema delle negazioni possibili dalle negazioni non accadute non
manifestatesi in quanto le prime sono oggetto di una cura di un interesse per cui o la base logica sulla quale tali
negazioni appoggiano viene considerata come il fondamento stesso o in generale esse diventano in quanto tali
contenuto di una certezza gt Ibidem
115 lt Sigrave che il fondamento egrave posto solo in quanto la sua negazione egrave posta (come tolta) Il contenuto del fondamento egrave posto in quanto il fondamento mostra la sua capacitagrave di togliere assolutamente la sua negazione
quindi essere fondamento significa essere originario In quanto il fondamento si impegna con la sua storia
lrsquoeternarsi del fondamento coincide col suo storicizzarsi Se la storia del fondamento egrave il concretarsi
dellrsquouniversalitagrave della sua negazione egrave infatti in rapporto allo sviluppo della negazione che il fondamento esercita
il suo valore Rispetto quindi allo sviluppo della negazione il fondamento si tien fermo ed in questo tenersi fermo
egli egrave sempre il medesimo Ma il tenersi fermo in relazione allo sviluppo della negazione egrave anche un movimento
sigrave che per questo lato il fondamento egrave svolgimento novitagrave progresso gt Ibidem
72
II - Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere
Il giudizio originario egrave lrsquoaffermazione in cui si realizza la struttura originaria tutto ciograve
che nel modo che gli conviene egrave immediatamente noto egrave lrsquoimmediato
Pensiero egrave lrsquoattualitagrave o la presenza immediata dellrsquoessere assunta in relazione alle
strutture semantiche che sono immediatamente implicate (ossia immediatamente presenti) dalla
posizione dellrsquoattualitagrave o presenza immediata dellrsquoessere Se a questa attualitagrave si riserva il nome
di laquoesperienzaraquo il termine laquopensieroraquo resta definito come implicazione immediata tra
lrsquoesperienza e quelle strutture Non si dagrave laquodimostrazioneraquo o laquofondazioneraquo del giudizio
originario che lo pongano come una struttura estranea alla struttura del porsi il linguaggio che
ne parla egrave lrsquoesporsi del giudizio stesso
Lrsquoessere che egrave immediatamente presente ndash lrsquoimmediato come ciograve che entra a
costituire il soggetto del giudizio originario - egrave ciograve che per essere affermato non richiede o non
presuppone altro che la presenza di seacute stesso o non presuppone altro che seacute stesso in quanto
presente τὸ δι αὐτὸ γνώϱιμον il per seacute notum
Il termine laquoessereraquo indica una sintesi tra il significato laquoessereraquo (essere formale) e i
significati costituiti dalle determinazioni che appunto sono O possiamo anche dire col
termine laquoessereraquo si intende una complessitagrave o concretezza semantica i cui momenti astratti
sono lrsquoessere formale e le determinazioni o individuazioni di questa formalitagrave
La proposizione laquoEgrave per seacute noto che lrsquoessere egraveraquo non sta ad affermare lrsquoimmediatezza
della connessione tra il soggetto e il predicato della proposizione laquoLrsquoessere egraveraquo ma
lrsquoimmediatezza della notizia di questa connessione116
La quale non interessa come tale ma
come positivitagrave (essere) che egrave contenuto della presenza che non vuol dire negare la
116 La struttura fenomeno-logica egrave articolata in tre momenti che costituiscono quellrsquounico atto che egrave
lrsquoapparire lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire ovvero la laquocoscienza di autocoscienzaraquo Questa espressione
esprime il significato fondamentale dellrsquoapparire indicando che qualcosa appare solo in quanto appare il suo
apparire Questo rilievo genera solitamente piugrave obiezioni tra le quali ldquose crsquoegrave un apparire dellrsquoapparire ci dovragrave
poi essere un apparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire e cosigrave via in un regresso allrsquoinfinito Ma lrsquoobiezione egrave presto
73
connessione tra il soggetto e il predicato lrsquoimmediatezza di quella connessione egrave infatti
lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave o incontraddittorietagrave dellrsquoessere ndash immediatezza logica ndash Lrsquoaporia
generata dallrsquointelletto astratto che cerca quindi di fondare il fondamento possiamo formularla
cosigrave laquola posizione dellrsquoimmediatezza dellrsquoessere ha il suo fondamento in seacute o in altroraquo Che sia
per altro egrave contraddittorio (lrsquoessere sarebbe un immediato e mediato) Se egrave nota per seacute si
produce il regressus in indefinitum (lrsquoimmediatezza viene ad essere posizione
dellrsquoimmediatezza dellrsquoimmediatezza andando cosigrave allrsquoinfinito)
Dato che la discorsivitagrave del pensare ha in proprio di dire nel tempo ndash una cosa dopo
lrsquoaltra ndash ciograve che non vale come tempo il discorso assume questo andamento laquoLrsquoessere egraveraquo
Lrsquointelletto astratto non riesce a sollevarsi al di sopra della tecnica o della forma esterna
del discorrere e mantenendosi nellrsquoastrattezza dagrave luogo al regressus Di ciograve la parola non ha
alcuna responsabilitagrave il tempo egrave il destino della parola (lrsquoandamento discorsivo egrave corretto
sempre purcheacute non si assuma come due momenti ciograve che vale come unico momento logico)
Lrsquoimmediatezza logica egrave lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave-non contraddittorietagrave dellrsquoente in
quanto ente cioegrave di ogni ente cioegrave della totalitagrave dellrsquoente La posizione dellrsquoidentitagrave-non
contraddittorietagrave egrave originaria Dire originariamente che lrsquoessere egrave essere non significa istituire
un confronto e quindi una identificazione tra lrsquoessere come soggetto e lrsquoessere come
predicato presupposti allrsquoidentificazione ndash cheacute anzi stante questa presupposizione lrsquoessere
(soggetto) non egrave lrsquoessere (predicato) Oppure lrsquoessere che egrave essere egrave lrsquoessere che egrave essere
ossia egrave lrsquoessere che egrave posto come identitagrave e non lrsquoessere che essendo posto (presupposto) egrave
poi posto come identitagrave (onde lrsquoidentitagrave si costituisce come identificazione dellrsquoalteritagrave)
Lrsquoidentitagrave dellrsquoessere con seacute stesso egrave pertanto assoluta Lrsquoessere (Ersquo) di cui si predica
lrsquoessere (Ersquorsquo) egrave appunto lrsquoessere che egrave essere Ersquo=Ersquorsquo e lrsquoessere (Ersquorsquo) che egrave predicato egrave
appunto essere dellrsquoessere Ersquorsquo=Ersquo
La formula dellrsquoidentitagrave concreta egrave quindi (Ersquo=Ersquorsquo) = (Ersquorsquo=Ersquo) oppure Ersquo(=Ersquorsquo) =
Ersquorsquo(=Ersquo)
tolta lt la triplice posizione non dagrave luogo a un regresso allrsquoinfinito giaccheacute quello che viene discorsivamente
posto come ldquoterzo momentordquo (lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire) egrave la posizione concreta del ldquoprimo momentordquo
(quello che egrave discorsivamente posto come la semplice coscienza o apparire dellrsquoente) e del ldquosecondo momentordquo
(discorsivamente posto come autocoscienza o apparire dellrsquoapparire) gt Non quindi un tre momenti esterni lrsquouno
allrsquoaltro ma della medesimezza di quellrsquounico atto complesso in cui consiste lrsquoapparire dellrsquoessente
Cfr N Cusano Capire Severino ndash La risoluzione dellrsquoaporetica del nulla Mimesis Edizioni Milano-Udine 2011
pag57-58
74
Di seguito possiamo formulare anche lrsquoespressione dellrsquoidentitagrave come identitagrave
dellrsquoidentitagrave e della non contraddizione Lrsquoessere che non egrave non essere non egrave non essere ndash dove
questo non esser non essere egrave proprio dellrsquoessere (E=nnE) = (nnE=E) Ma se lrsquoidentitagrave e la non
contraddizione sono i momenti astratti dellrsquoidentitagrave (o non contraddizione) concreta la
formulazione suprema dellrsquoidentitagrave egrave la posizione dellrsquoidentitagrave tra lrsquoidentitagrave (I) e la non
contraddizione (nC)
Dire che lrsquoessere egrave essere egrave lo stesso che dire che lrsquoessere non egrave non essere (I=nC) = (nC=I)
Kant osservava che non aveva senso fondare un giudizio analitico sullrsquoesperienza dato che per
far convenire il predicato al soggetto non egrave necessario uscire dal concetto del soggetto117
Considerando lrsquoanaliticitagrave del principio di non contraddizione egrave chiaro che lrsquoosservazione
kantiana non puograve voler significare che questo principio non abbia alcuna portata sintetica a
posteriori ovvero che la connessione del soggetto col predicato non abbia alcuna valenza
sintetica
117 lt Qualunque possa essere il contenuto della nostra conoscenza e comunque essa possa riferirsi allrsquooggetto certo la condizione universale ndash seppur solo negativa ndash di tutti i nostri giudizi in generale egrave che essi
non contraddicano seacute stessi altrimenti tali giudizi sono in seacute stessi (anche a prescindere dallrsquooggetto) nulla gt
Infatti lt se il giudizio egrave analitico sia esso negativo o affermativo la sua veritagrave deve sempre poter essere
conosciuta sufficientemente in base a principio di contraddizione Lrsquoopposto di ciograve che giagrave si trova e viene pensato
come concetto nella conoscenza dellrsquooggetto difatti egrave sempre giustamente negato di questo qualcosa mentre il
concetto stesso dovragrave invece venir necessariamente affermato del medesimo qualcosa per il fatto che il contrario
di tale concetto contraddirebbe allrsquooggetto gt I Kant Critica della ragione pura pag 228
75
Negare tale valenza significherebbe infatti negare che lrsquoessere che si manifesta nellrsquoorizzonte
fenomenologico sia in contraddittorio significherebbe affermare che lrsquoeffettualitagrave lrsquoesserci
dellrsquoessere smentisce lrsquoincontraddittorietagrave affermata dal principio Quindi si diragrave che anche il
principio di non contraddizione ha un valore sintetico (lrsquoincontraddittorietagrave egrave cioegrave
immediatezza anche come immediatezza fenomenologia) ma che questo valore egrave soltanto un
momento del valore del principio Lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave lrsquoimmediatezza
dellrsquoapparire dellrsquoente che appare in quanto ente che appare cioegrave di ogni ente che appare cioegrave
della totalitagrave dellrsquoente che appare Risiede nel significato stesso dellrsquoessere che lrsquoessere debba
ad essere quindi il principio di non contraddizione non esprime semplicemente lrsquoidentitagrave
dellrsquoessenza con seacute medesima ma lrsquoidentitagrave dellrsquoessenza con lrsquoesistenza
Ogni affermazione esistenziale egrave posizione di questa identitagrave dellrsquoessenza e dellrsquoesistenza non nel
senso che ogni proposizione esistenziale sia identica [] ma nel senso che nel significato della determinazione (essenza) di cui si predica lrsquoessere (lrsquoesistenza) egrave originariamente incluso lrsquoessere
(la positivitagrave lrsquoesistenza) della determinazione118
La relazione concreta tra lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave
dunque espressione della strutturazione dellrsquooriginario
La L-immediatezza dellrsquoente (ossia lrsquoente nel suo essere immediatamente identitagrave con
seacute e non contraddittorietagrave) la quale egrave immediatamente presente (cioegrave F-immediata) egrave
lrsquoimmediata presenza (cioegrave F-immediata) della L-immediatezza dellrsquoente (x=y) = (y=x)
118 E Severino Essenza del nichilismo pag 288
76
III - LrsquoEterno
Lrsquoontologia diviene incapace di cogliere lrsquoessere ed egrave costretta ad andar oltre per
trovare ciograve di cui si egrave privata Ciograve che poi trova lrsquoessere immutabile il totalmente altro
contrapposto quindi allrsquoessere diveniente egrave fondato sulla piugrave radicale assurditagrave Da che
lrsquoorizzonte originario del pensare egrave la fede nel divenire degli enti non puograve non essere
impossibile ogni metafisica ogni ontologia ogni teologia che si illuda di poter pervenire a una
dimensione immutabile al di sopra o al centro del divenire
E la dimostrazione di un essere necessario e quindi ogni prova dellrsquoesistenza di un essere
necessario va alla ricerca e presume di trovare un medio che connetta al positivo la negazione del negativo [] pretende di dimostrare il necessario dal contingente
119
Ma affermare un medio tra il soggetto e il predicato significa non vedere lrsquooriginarietagrave
di questa predicazione significa problematizzare la stessa immediatezza della veritagrave e quindi
negarla La veritagrave dellrsquoessere egrave il predicato di ogni ente non nel senso che lrsquoente stia al di fuori
della veritagrave dellrsquoessere ma nel senso che questa egrave la stessa predicazione ossia la stessa unitagrave
veritativa dellrsquoente e del suo predicato La veritagrave dellrsquoessere ndash che egrave il contenuto della filosofia
ndash egrave pertanto lo sfondo di ogni apparire o dellrsquoapparire in quanto tale
Lrsquo apparire del contenuto intramontabile della veritagrave egrave lrsquoapparire del contenuto totale
della veritagrave egrave cioegrave lrsquoapparire della concreta totalitagrave dellrsquoente egrave lrsquoapparire infinito del Tutto non
nel senso che la parte sia identica simpliciter al Tutto ma nel senso che la parte egrave legata con
necessitagrave al Tutto sigrave che il Tutto egrave il vero significato della parte ossia egrave la dimensione in cui la
parte che in quanto separata dal Tutto egrave contraddizione non egrave contraddizione
119 Ivi cit pag 33
77
E la parte egrave separata dal Tutto proprio percheacute il Tutto non appare nella sua compiuta
concretezza allrsquointerno del cerchio dellrsquoapparire120
del destino della veritagrave
laquoLa veritagrave dice non nel senso che essa sia innanzitutto un linguaggio intorno alle cose
ma nel senso che essa egrave il mostrarsi lrsquoapparire della necessitagrave in cui il Tutto dimoraraquo121
Solo
percheacute la necessitagrave (il λογος) presso cui il Tutto sta radunato appare il linguaggio puograve
parlarne ed essere un ομολογειν122
Il Tutto non egrave sopraffatto e catturato dalla necessitagrave ma egrave in accordo con essa sta nel
suo cuore e la necessitagrave sta nel cuore di ogni cosa Non esiste alcuna cosa che possa sfuggire
alla necessitagrave percheacute lo sfuggirle egrave il negarla (lrsquoaprire uno spazio che non si accorda con essa)
e il negarla egrave autonegazione In questa autonegazione consiste il vero senso del non poter
sfuggire alla necessitagrave e dunque il senso originario del destino
La veritagrave egrave il destino del Tutto percheacute la stessa volontagrave di abbandonarla e di negarla
esiste come tale solo in quanto egrave in accordo con ciograve che la veritagrave dice sigrave che per questo suo
accordo con la veritagrave essa egrave un abbandonare e un negare seacute medesima lasciando che ciograve che la
veritagrave dice sia lo stare che non trema e non puograve essere rimosso trasformato smentito abbattuto
da nessuna forza e da nessuna potenza
Il cuore non tremante della veritagrave dice che il Tutto non trema Il Tutto non trema percheacute
ogni cosa egrave destinata allrsquo essere non egrave un ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente Per questo
suo tenersi giagrave da sempre e per sempre sollevato nellrsquoessere il Tutto sta senza tremare
120 Il cerchio dellrsquoapparire egrave lrsquoapparire trascendentale laquoil luogo degli intramontabili che costituiscono lo
sfondo di ogni accadereraquo Id Destino della necessitagrave pag 110
121 Ivi cit pag 123
122 Eraclito fr 50
78
In questo secondo significato dello ldquostarerdquo il Tutto egrave il destino123
Il Tutto egrave ciograve che il mortale in veritagrave egrave egrave ciograve che il mortale egrave destinato ad essere da
sempre e per sempre Come oltrepassamento della totalitagrave della contraddizione del finito il
Tutto egrave la Gioia E nella Gioia il mortale egrave giagrave da sempre un passato
La dimostrazione dellrsquoimmediato egrave negazione dellrsquoimmediato giaccheacute se si sente il
bisogno di un medio vuol dire che il predicato egrave visto come qualcosa che come tale puograve
convenire come puograve non convenire al soggetto
Lrsquoessere tutto lrsquoessere visto come ciograve che egrave e non puograve non essere egrave Dio E quando lrsquoessere parla di seacute dice Ego sum qui sum (ἐγώ εἰμι ὁ ὤν Esodo III) che egrave la piugrave alta espressione speculativa del
testo sacro124
A Dio non si arriva A Dio non si giunge a guardarlo dopo un esilio o una cecitagrave
iniziali appunto percheacute Dio egrave lrsquoessere di cui il logo originario dice che egrave e non puograve non essere
ossia egrave il contenuto della veritagrave originaria nella misura in cui questa si costituisce come
affermazione che lrsquoessere egrave Se quindi Dio egrave contenuto della veritagrave originaria in quanto essa egrave
logo originario drsquoaltra parte lrsquointero dellrsquoessere in quanto immutabile trascende la
manifestazione originaria dellrsquoessere trascende lrsquoesserci125
Dio non si dimostra non giagrave nel senso che se ne dia immediata esperienza ossia
appartenga al contenuto originariamente manifesto ma nel senso che lrsquoaffermazione che
lrsquoessere egrave costituisce lrsquoimmediatezza lrsquooriginarietagrave del logo
123 lt Il verbo latino dēstino egrave costruito sulla radice sta che esprime appunto il senso fondamentale dello
laquostareraquo E nel significato del destinare la particella de non introduce lrsquoidea della separazione (come ad esempio in
decidere) o della mancanza (come ad esempio in deesse) ma ha il compito di rafforzare e di portare al massimo il
senso indicato dal tema sta indicando nel contempo che lo stare egrave in riferimento a un ambito sul quale lo stare sta
gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 131
124 Id Essenza del nichilismo pag 58
125 Ivi pag 59
79
E lrsquoessere di cui si parla egrave appunto Dio giaccheacute con questa parola si intende lrsquointero del
positivo pensato nel suo esistere e nella impossibilitagrave della sua inesistenza
Ed egrave appunto di questo essere che si afferma lrsquoimmutabilitagrave e quindi la trascendenza
rispetto allrsquoessere diveniente che egrave manifesto Lrsquoessere egrave immutabile Ma come immutabile si
libra sullrsquoessere diveniente lo trascende
Il pensiero occidentale egrave la dimenticanza di questa veritagrave di questa immediatezza
originaria e nella dimenticanza si sforza di raggiungere lrsquoEssere necessario Proprio in quanto
tale sforzo avviene nella dimenticanza della veritagrave dellrsquoessere esso egrave quindi destinato a fallire
Uscire dalla dimenticanza significa ristabilire la possibilitagrave del rapporto autentico con
Dio e il Sacro
La possibilitagrave che il Sacro sia veritagrave ndash e sia anzi la massima apertura dellrsquoessere consentita alla
veritagrave ndash egrave la possibilitagrave di un nesso tra il Sacro e la veritagrave tale che la negazione dellrsquoesistenza di ciograve
che egrave annunciato dal Sacro implichi necessariamente la negazione della veritagrave126
126 Ivi cit pag 170
80
NOTA
Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del verbo
Lrsquoincarnazione di Gesugrave Cristo avviene nella pienezza del tempo In esso infatti viene
alla luce lrsquointera opera della creazione e della salvezza e soprattutto emerge il fatto che laquocon
lrsquoincarnazione del Figlio di Dio noi viviamo e anticipiamo fin da ora ciograve che saragrave il
compimento del temporaquo127
La veritagrave che Dio ha consegnato allrsquouomo su seacute stesso e sulla sua vita si inserisce
quindi nel tempo e nella storia128
Certo essa egrave stata pronunciata una volta per tutte nel mistero di Gesugrave di Nazareth e lo
dice con parole eloquenti la Costituzione Dei Verbum129
Dio dopo avere a piugrave riprese e in piugrave modi parlato per mezzo dei Profeti ldquoalla fine nei nostri giorni ha parlato a noi per mezzo del Figliordquo Mandograve infatti suo Figlio cioegrave il Verbo eterno che
illumina tutti gli uomini affincheacute dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i segreti di Dio
Gesugrave Cristo Verbo fatto carne mandato come ldquouomo agli uominirdquo ldquoparla le parole di Diordquo e porta a compimento lrsquoopera di salvezza affidatagli dal Padre Perciograve Egli vedendo il quale si vede anche
il Padre con tutta la sua presenza e con la manifestazione di seacute con le parole e con le opere con i
segni e con i miracoli e specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione di tra i morti e infine con lrsquoinvio dello Spirito di veritagrave compie e completa la Rivelazione
127 Libro degli Ebrei 1 2
128 lt Cristo egrave una realtagrave cioegrave una persona storica ben precisa e perciograve appartiene alla dialettica della
storia alcuni uomini hanno scritto di lui ed hanno testimoniato nel mondo per lui affrontando la morte hanno
predicato chrsquoegli egrave il Figlio di Dio risorto da morte e asceso al cielo e quindi chrsquoegli egrave Dio e uomo ossia lrsquoUomo-
Dio comrsquoegrave stato creduto lungo i secoli nella vita della Chiesa e fuori di lui non crsquoegrave salvezza Personaggio sconvolgente apparso in una terra ed in una cultura del tutto isolata e opposta a quella della civiltagrave classica del
bacino del mediterraneo al suo apparire Cristo non ha fatto appello a nessuna filosofia [] ma soltanto allrsquoautoritagrave
del Padre che lrsquoha mandato alla testimonianza fattagli da Mosegrave e dai profeti del suo popolo Ma ha proclamato
che la sua dottrina egrave luce di salvezza per ogni uomo che viene in questo mondo gt C Fabro Lrsquoalienazione
dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno in aavv Il Cristo dei filosofi Atti del XXX Convegno di studi filosofici di
Gallarate Morcelliana Brescia 1976 pag 52-53
129 In URL maranathait Costituzione Dei Verbum consultato in data 14052017
81
Lrsquoaudacia del cristianesimo non consiste nel credere che un uomo sia Dio (un uomo
nato in Giudea e crocifisso al tempo dellrsquoimperatore Tiberio) La divinizzazione di certi uomini
egrave infatti diffusa nelle religioni che precedono il messaggio cristiano Lrsquoaudacia sta nel pensare
che un uomo sia Dio dopo che la filosofia greca aveva portato alla luce il significato piugrave
profondo e radicale del divino Dio inteso come Essere eterno e perfetto Bene supremo che
eternamente conosce se stesso al di sopra della nascita e della morte Qui sta lrsquoaudacia del
cristianesimo che un uomo un mortale sia lrsquoeterno che lrsquoEterno si sia fatto carne Ma quando
questa fede nellrsquouomo-Dio si diffonde la cultura greca non la considera unrsquoaudacia ma follia
aberrazione assurditagrave scandalo130
empietagrave offuscamento della ragione131
unrsquoaudacia cosigrave
spinta da diventare irresponsabilitagrave132
130 lt Egrave il Gesugrave storico quindi cioegrave Dio nel tempo che costituisce il punto cruciale dello scandalo della
filosofia Il Dio storico esige ed opera il cambiamento radicale della libertagrave dellrsquouomo Si tratta che dopo
lrsquoapparizione dellrsquouomo-Dio tanto lrsquointelligenza quanto la volontagrave sia il pensiero come lrsquoazionehellipsono tratti fuori
dallrsquoalveo naturale e lrsquouomo diventa da interrogante interrogato rinuncia al dominio della ragione e passa
allrsquoobbedienza della fede gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno cit pag82
131 laquoCristo il quale lungi dal fortificare la logica naturale piuttosto la confonde e la spezza deludendo
tutte le attese di comprensione della ragioneraquo Ivi cit pag 54
132 Siamo abituati a unire il cristianesimo al platonismo ma quando il cristianesimo cominciograve ad imporsi egrave proprio dal pensiero platonico e neoplatonico che gli vennero rivolte le critiche piugrave radicali e profonde lt Gesugrave egrave
per Porfirio un vero sapiente la cui sapienza perograve come quella degli evangelisti e di Paolo egrave interamente
riconducibile alla sapienza greca soprattutto a Pitagora e Platone gt I primi padri della Chiesa si impegnarono a
fondo per smontare questa tesi Inoltre lt I testi dei primi secoli del cristianesimo mostrano appunto lo scontro fra i
rappresentanti dellrsquoortodossia che intendono vivere e accettare a fondo lo scandalo e la follia cristiana e gli
gnostici che arretrano di fronte alla follia e allo scandalo e intendono come semplice apparenza lrsquoincarnazione e
la morte di Cristo gt E Severino Pensieri sul cristianesimo BUR Rizzoli Milano 2010 Cit pag 165
82
Giustino martire scrive di Gesugrave ldquoLo onoriamo sapendo che egrave Figlio del vero Dio e mettendolo al secondo posto e nel terzo mettendo lo Spirito profetico Su questo punto ci accusano di follia
dicendo che noi diamo il secondo posto dopo il Dio immutabile eterno autore di tutte le cose ad
un uomo crocifissordquo133
La follia e lo scandalo di quel secondo posto egrave che il primo si egrave fatto secondo cioegrave Dio
si egrave fatto uomo Ma se lrsquoaspetto scandaloso e folle dellrsquoaffermazione che Dio si egrave fatto uomo egrave
fuori discussione134
si egrave meno attenti nel mettere in luce le condizioni che rendono follia la
follia e scandalo lo scandalo La follia sussiste solo se Dio egrave essenzialmente lontano
dallrsquouomo se Dio egrave qualcosa che sta vicino ed egrave simile allrsquouomo che follia crsquoegrave ad affermare
che Dio si egrave fatto uomo Ma sin dallrsquoinizio il cristianesimo pretende che la propria follia sia
radicale E giustamente percheacute tra Dio e lrsquouomo pone una distanza infinita Il Dio che si fa
carne egrave il Dio che egrave stato portato alla luce dal pensiero greco il Dio immutabile ed eterno Il
cristianesimo certo aggiunge che questo Dio egrave ldquocreatorerdquo di tutte le cose ma questa
caratteristica non fa che portare al limite il carattere che egrave proprio del Dio greco cioegrave il suo
essere ldquodemiurgordquo produttore di tutte le cose dellrsquoordinamento cosmico
133 Ivi cit pag 163
A questo proposito Papa Francesco ricorda come lt Quella veritagrave quella egrave la rivelazione di Gesugrave Quella presenza
di Gesugrave incarnato Quello egrave il punto Se lo si dimentica saragrave sempre forte la seduzione per i discepoli di Cristo di
fare cose buone senza lo scandalo del Verbo incarnato senza lo scandalo della croce Giustino egrave stato testimone di questa veritagrave percheacute proprio per lo scandalo della croce si egrave attirato la persecuzione del mondo Egli ha
annunciato il Dio che egrave venuto tra noi e si egrave immedesimato nelle sue creature []Ciograve che di Gesugrave scandalizza egrave la
sua natura di Dio incarnato E come a lui anche a noi tendono trappole nella vita quello che scandalizza della
Chiesa egrave il mistero dellrsquoincarnazione del Verbo quello non si toglie quello il demonio non lo toglie gt
LrsquoOsservatore Romano ed quotidiana Anno CLIII n 125 Dom 02062013
134 laquoLa follia di Dio egrave piugrave sapiente degli uominiraquo scrive lrsquoapostolo Paolo nella prima Lettera ai Corinzi
I 17-31 In URL wwwgli scrittiitdchiesabibbia Consultato in data 18042017
83
Quel che non si deve perdere di vista egrave che senza il concetto greco di Dio ndash senza il
modo in cui la filosofia greca pensa Dio ndash la follia e lo scandalo del Dio che si fa uomo
verrebbe meno
Lrsquoenergia del pensiero greco porta alla luce il senso radicale dellrsquoimmutabilitagrave e
dellrsquoeternitagrave di Dio laquoportandosi al di sopra e al di fuori dellrsquoindeterminatezza del Dio
veterotestamentario e di ogni forma pre-greca del divinoraquo135
Nella Summa contra gentiles di Tommaso drsquoAquino136
il capitolo intitolato ldquoChe cosa
pensa la fede cattolica dellrsquoIncarnazione di Cristordquo (Quid cattolica fides sentiat de Incanatione
Christi) ha il compito di rispondere negativamente alla domanda se il mistero
dellrsquoincarnazione sia un assurdo
Di Cristo le scritture affermano che come uomo ha proprietagrave umane (humana) e
insieme affermano che come Dio non puograve patire (impassibile) e non puograve morire (immortale)
Ora le proprietagrave umane attribuite a Cristo sono degli opposti rispetto alle proprietagrave divine a lui
attribuite Dice Tommaso
Ma poicheacute gli opposti non possono essere affermati con veritagrave dello stesso e secondo lo stesso
riferimento e poicheacute le proprietagrave divine e umane che vengono dette di Cristo stanno tra di loro in
opposizione come che ha patio e che non puograve patire morto e immortale e tutte le altre proprietagrave di questo genere egrave necessario che le proprietagrave divine siano affermate di Cristo secondo un riferimento
e le proprietagrave umane secondo un altro riferimento[] ciograve di cui le une e le altre sono affermate
non si deve fare alcuna distinzione ma ci si imbatte in unrsquounitagrave137
Cristo quindi egrave unrsquounica ipostasi e un unico sostrato della natura umana e di quella
divina Quindi la tesi sostenuta da Tommaso che allo stesso convengano gli opposti egrave
affermazione che ha veritagrave solo se gli opposti non sono predicati secondo lo stesso rispetto
laquonecesse est quod secundum aliud et aliud divina et humana praedicentur de Christoraquo
135 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 164
136 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles capitolo 39 Libro IV consultato in data
26032017
137 Ibidem
84
La distinzione (aliud et aliud) non egrave ciograve di cui (id de quo) si predicano gli opposti che
anzi costituisce e deve costituire una unitagrave ma riguarda ciograve secondo cui (id secundum quod)
essi sono predicati
La doppia natura di Cristo egrave cioegrave la condizione necessariamente richiesta affincheacute la
predicazione delle proprietagrave umane e divine di Cristo non sia un affermare gli opposti
contraddittoriamente della stessa cosa e sotto lo stesso rispetto Del Verbo di Dio si possono e
si devono predicare le proprietagrave umane in quanto lrsquouomo che egrave Cristo egrave il suppositum non solo
della natura divina ma anche di quella umana E viceversa del Verbo di Dio sono affermate
proprietagrave umane in quanto tale sostrato egrave sostrato anche della natura umana
E sarebbe cosigrave tolta la contraddizione per quale della stessa cosa sono affermate
secondo lo stesso rispetto o riferimento proprietagrave opposte sarebbe tolta percheacute dellrsquounico
sostrato o ipostasi che egrave Cristo le cose divine sono affermate rispetto o in riferimento alla
natura divina di Cristo e le cose umane sono affermate secondo un altro rispetto e cioegrave
relativamente alla natura umana di Cristo
Eppure nonostante la portata di questo immenso lavoro il concetto dellrsquoIncarnazione
non riesce a liberarsi dallrsquoassurdo lrsquoassurdo in cui gli opposti sono predicati della stessa cosa
secondo lo stesso riferimento Il rilievo fondamentale per lrsquoaccertamento di tale assurdo sta
nel modo di pensare al quale appartiene la filosofia di Tommaso per il quale certe proprietagrave
come ldquomortalerdquo sono predicate necessariamente della natura umana e che certe proprietagrave
come ldquoimmortalerdquo sono predicate necessariamente della natura divina egrave impossibile che una
natura umana non sia mortale ed egrave impossibile una natura divina che non sia immortale
Questo significa che nature diverse sono esse stesse degli opposti ossia i diversi
rispetti o riferimenti sono essi stessi degli opposti e quindi non riescono a costituirsi come
rispettivi diversi secondo cui vengono predicati dello stesso gli opposti
85
Lrsquoesser uomo e lrsquoesser Dio costituiscono essi stessi unrsquoopposizione sigrave che egrave
contraddittorio dire dello stesso che egrave uomo e Dio Egrave immediatamente contraddittorio per la
ragione naturale Non egrave un mistero egrave un assurdo
Esser uomo ed esser Dio sono determinazioni opposte percheacute contengono
essenzialmente determinazioni opposte
86
PARTE SECONDA
IL DIVENIRE
INCONCEPIBILITAgrave E ASSURDITAgrave DELLA laquoCREATIO EX NIHILOraquo
laquoLa prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire
allrsquoeternitagrave del Tuttoraquo138
138 E Severino Destino della necessitagrave pag420
87
CAPITOLO I
La Terra e il mortale
88
I - La creazione dal nulla139
Tommaso ricorda come la causa delle cose egrave la volontagrave di Dio tanto necessario che le
cose esistano quanto necessario che Dio le faccia oggetto del suo volere dato che laquolrsquoeffetto
dipende dalla necessitagrave della causa come dice Aristoteleraquo140
E Dio agisce per intelletto e
volontagrave e non per necessitagrave di natura Esso produce insieme la materia e la forma la causa
agente particolare presuppone il tempo e la materia
139 Nulla o niente egrave lrsquoopposto dellrsquoente lrsquoassenza di esso Compare per la prima volta in Parmenide che lt
porta alla luce lrsquoassoluta nullitagrave del nulla (mḕ eoacuten laquonon essenteraquo) Proprio percheacute essa egrave tale il nulla non puograve
essere qualcosa di laquoconoscibileraquo e di laquoesprimibileraquo (fr2) Infatti si puograve conoscere ed esprimere solo qualcosa che
egrave ossia un essente mentre il nulla assolutamente non egrave un essente E tuttavia proprio nellrsquoatto in cui si
affermano questi caratteri del nulla il nulla si presenta come qualcosa di conoscibile e di esprimibile gt E
Severino Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013 cit pag 106 lt Teoricamente deve dirsi che il concetto di nulla egrave il tipico concetto negativo in tanto possibile e intelligibile in
quanto egrave possibile e intelligibile il suo opposto Esso consiste nella negazione di qualche cosa di positivo come i
concetti di cecitagrave vuoto male falso Se in proposizioni che lo riguardano gli si attribuisce qualche predicato e si
adopera il verbo ldquoessererdquo egrave in virtugrave drsquouna finzione fondata sulla positivitagrave del suo opposto esso non ha altra entitagrave
positiva che quella di essere pensato ens rationis per eccellenza gt Id Istituzioni di filosofia cit pag 211
140 In URL wwwdocumentacatholicaomniait Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 opera scaricata
integralmente in data 12122016 Nuova Edizione a cura di P Tito S Centi e P Angelo Z Belloni 2009
89
Quindi egrave giusto far notare che la causa agisce o dopo o prima ma per la causa
universale che produce le cose e il tempo non ha senso domandarsi se agisca ora e non
prima141
Il mondo porta in modo evidente alla conoscenza della potenza creatrice di Dio percheacute
ciograve che non egrave sempre esistito deve avere una causa mentre non serve a ciograve che egrave sempre
esistito142
Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica143
ribadisce che la creazione del mondo egrave il
fondamento di laquotutti i progetti salvifici di Dioraquo144
e che laquoDio crea liberamente dal nullaraquo145
141 lt Il frammento 30 di Eraclito dice laquoQuesto cosmo di fronte al quale ci troviamo e che egrave lo stesso per
tutto e per tutti non egrave stato creato neacute da un Dio neacute dallrsquouomo Era giagrave egrave e saragrave sempre Il fuoco del suo logos
divampa eternamente e si spegne di nuovo secondo tempi immutabiliraquo La Bibbia apre con questo annuncio laquoIn principio Dio creograve il cielo e la terra La terra era un caos senza forma e vuota le tenebre ricoprivano lrsquoabisso e
sulle acque aleggiava lo spirito di Dio Iddio disse ldquosia la lucerdquo e la luce fu Vide Iddio che la luce era buona e
separograve la luce dalle tenebre e chiamograve la luce ldquogiornordquo e le tenebre ldquonotterdquo Cosigrave fu sera poi fu mattina primo
giornoraquo In questo senso Dio separa la luce dalle tenebre e chiama cioegrave de-finisce la luce giorno e le tenebre notte
[] Dare il nome nominare egrave dunque porre fine a una situazione per de-finirne una nuova []La chiamata di Dio
opera una separazione nel caos la separazione pone fine alla mescolanza degli elementi e guadagna quellrsquoordine o
cosmo che nasce dalla separazione e quindi dalla definizione di ogni ente Il nome che definisce nel nominare la
cosa nomina la volontagrave che lrsquoha differenziata dal caos nel nome oltre alla cosa egrave quindi custodito anche il
possesso della cosa da parte di quella volontagrave che chiamandola da caos lrsquoha definita nel cosmo gt U Galimberti
Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente cit pag 31
142 Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 143 In URL wwwLa Santa Sede Il catechismo della Chiesa cattolica consultato in data 19012017
144 Ibidem
145 Ibidem lt Noi crediamo che Dio per creare non ha bisogno di nulla di preesistente neacute di alcun aiuto
La creazione non egrave neppure una emanazione necessaria della sostanza divina Dio crea liberamente laquodal nullaraquo gt
(in nota si rimanda al Concilio Vaticano I Cost dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canoni 1-4
DS 3002 3023-3024 Concilio Lateranense IV Cap 2 De fide catholica DS 800 Concilio Vaticano I Cost
dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canone 5 DS 3025)
90
La creazione devrsquoessere intesa come lrsquoemanazione di tutto lrsquoessere dalla causa
universale che egrave Dio creare propriamente egrave causare o produrre lrsquoessere delle cose A Dio
appartiene lrsquoatto creativo in forza del suo essere Ora il nulla egrave la stessa cosa che nessun ente
Come dunque la generazione di un uomo inizia da quel non-ente che egrave il non-uomo cosigrave la
creazione inizia da quel non-ente che egrave il nulla
Inoltre egrave falso affermare che un corpo possa creare in quanto nessun corpo agisce
senza un contatto o un moto e quindi per agire richiede qualcosa di preesistente atto a essere
toccato mosso cosa incompatibile con lrsquoidea di creazione146
SantrsquoAgostino ritorna spesso alla dottrina della creazione e al suo concetto il quale egrave
distinto a sua volta dai due concetti a noi naturalmente noti generazione e fabbricazione Non
essendo infatti neacute lrsquouna neacute lrsquoaltra cosa la creazione egrave un concetto altamente metafisico
unrsquooperazione che fa essere quello che assolutamente non era Egrave unrsquooperazione dal nulla147
cioegrave neacute dalla sostanza dellrsquooperante generazione neacute da una materia preesistente
fabbricazione
Ciograve che uno fa o lo fa dalla sostanza o da un qualcosa fuori di seacute o dal nulla Lrsquouomo
che non egrave onnipotente dalla sua sostanza produce il figlio e come artefice dal legno fa lrsquoarca
Nessun uomo puograve fare qualcosa dal nulla Dio invece percheacute onnipotente dal nulla ha creato
il mondo e dalla terra ha plasmato lrsquouomo laquoDio ha fatto che ricevesse lrsquoessere e fosse posto
tra le cose che sono ciograve che assolutamente non eraraquo148
146 Tommaso Summa Theologiae Arg 45 Art 1
147 In URL wwwInfocristiana si puograve leggere che lt Tra le tante eresie sviluppatesi negli ultimi 2000 anni
vi egrave anche quella secondo la quale Dio non avrebbe creato ex nihilo ma da materia pre-esistente [] Lrsquoebraismo prima e il Cristianesimo poi da migliaia e migliaia di anni credono che solo Dio sia eterno e come tale
ldquoincreatordquo Se perograve al momento della creazione dellrsquouniverso la materia giagrave crsquoera chi lrsquoha creata []
Lrsquoespressione ldquoin principiordquo sta ad indicare lrsquoinizio del tempo affermare che la materia fosse giagrave stata creata
precedentemente equivale a dire che il tempo esistesse giagrave ma in tal caso la parola ldquoin principiordquo perderebbe tutto
il proprio significato gt Consultato in data 22012017
148 In URL wwwaugustinusit A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino- Parte 4 ndash Capitolo 05
consultato in data 13022017
91
Dio sa di tutte le cose che egli crea che egli le fa uscire dal nulla e sa che la propria
onnipotenza potrebbe spingerle di nuovo nel nulla E sa anche che invece di crearle avrebbe
potuto lasciarle nel nulla149
149 Dio avrebbe potuto non creare nulla e avrebbe potuto abbandonare lrsquouomo alla dannazione eterna
prodotta dal peccato Dio sarebbe potuto essere non Creatore e non Redentore ndash sostiene la teologia cristiana e
cattolica - senza perdere nulla della sua perfezione immutabile ed eterna E poicheacute il primo atto di amore di Dio
per lrsquouomo consiste nel crearlo Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse
amato lrsquouomo In questo modo la dottrina cattolica nega che la libertagrave di Dio possa trasformare Dio ma non puograve
escludere che Dio proprio percheacute egrave libero da tutta lrsquoeternitagrave sarebbe potuto essere difforme da come egli egrave di
fatto Difforme percheacute un Dio creatore non egrave un Dio non creatore un Dio che decide di creare lrsquouomo e le cose non egrave un Dio che decide di non creare un Dio che vuole amare lrsquouomo non egrave un Dio che non vuole amarlo
Sigrave che lrsquoaffermazione che Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse creato e
amato le creature non mostra lrsquoessenza di Dio ma sostiene una di quelle ldquocose impossibili e contraddittorierdquo che
il pensiero di Agostino e di Tommaso si propone costantemente di evitare anche quando si rivolge ai misteri
soprannaturali della fede Sennoncheacute affermare che Dio non sarebbe mutato e avrebbe mantenuto tutta la sua
perfezione anche se non avesse creato e amato le creature significa affermare che un Dio creatore e pieno di
amore per lrsquouomo non differisce da un Dio non creatore e privo di amore per lrsquouomo e questa affermazione
sostiene appunto qualcosa di impossibile e di contraddittorio e cioegrave che da tutta lrsquoeternitagrave Dio sarebbe potuto
essere diverso da come egrave senza peraltro essere diverso avrebbe potuto avere due diverse forme di perfezione
continuando a essere perfetto nello stesso modo Se si vuole uscire da questa contraddizione affermando che Dio
in quanto libero sarebbe potuto essere da sempre diverso da come egrave e avrebbe potuto avere da sempre una perfezione diversa da quella che ha si viene a dire che lt Dio egrave immutabile non percheacute la sua immutabilitagrave sia
qualcosa di necessario ( nel qual caso egli non avrebbe potuto decidere diversamente da come ha deciso ) ma
percheacute di fatto non si egrave mutato e non si egrave trasformato immobile dunque solo nel senso che di fatto egrave rimasto
immoto pur avendo avuto da sempre la possibilitagrave di essere diversamente da come egrave di fatto Un immutabile
dunque che ha in seacute lrsquoanima piugrave profonda del divenire gt E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag176
Il dio creatore del cristianesimo non aggiunge nulla alla pura essenza della libertagrave ma costituisce uno dei modi in
cui nella storia occidentale la metafisica si egrave proposta di guidare la libertagrave dellrsquoente
92
Lrsquointerpretazione filosofico-teologica del significato sacrale della laquocreazioneraquo
sviluppata dallrsquointera cultura occidentale si trova radicalmente immersa nella dimenticanza
della veritagrave dellrsquoessere Se la laquocreazioneraquo viene interpretata in termini di essere e non essere se
cioegrave viene interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere del mondo allora il
concetto di creazione egrave lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere
La semplicitagrave dellrsquoessere esige la sua immutabilitagrave ed il puro e semplice rilevamento
dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia egrave il fondamento dellrsquoesclusione della nascita dellrsquoessere
La creazione egrave quindi un dare valore e consistenza al nulla al non essere dellrsquoessere
Lrsquoente pur essendo posto come un laquonon-nienteraquo egrave in realtagrave pensato come libero dal
suo legame con lrsquoessere e con il niente Quando tale libertagrave consiste nello scioglimento dal
legame con lrsquoessere si ha lrsquoannullamento o nientificazione quando invece consiste nello
scioglimento del legame con il niente si ha la creazione o entificazione
Lrsquoapparente contraddittorietagrave del divenire150
che appare ossia il suo mostrarsi come ciograve
che arriva nellrsquoessere e vi si dilegua resta tolta non giagrave introducendo lrsquoassurdo di un dio
creatore
150 Lrsquoaporetica prende vita dallrsquo lt affermazione che lrsquointero ossia ognuna delle determinazioni
dellrsquoessere nella loro unitagrave organica egrave immutabile ed essendo questa affermazione L-immediata (immediatezza
logica) drsquoaltra parte egrave F-immediata (immediatezza fenomenologica) lrsquoaffermazione che lrsquoessere diviene
lrsquoorizzonte aperto dalla totalitagrave dellrsquoessere F-immediato egrave appunto il regno del sopraggiungere e del dipartirsi
dellrsquoessere E non solo quella totalitagrave egrave il luogo che riceve e dal quale si congedano determinazioni particolari
dellrsquoessere F-immediato ma egrave anche F-immediato il sopraggiungere della stessa totalitagrave dellrsquoessere F-immediato
Mentre il logo originario afferma lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere lrsquoesperienza ne attesta il divenire contraddizione tra
lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologia [] Lrsquoaporia egrave tolta affermando che lrsquointero come immutabilitagrave assoluta non egrave la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato in quanto questa egrave lrsquoorizzonte del divenire Tale
affermazione egrave L-immediata ossia lrsquoaporia egrave originariamente tolta la struttura originaria si realizza come
toglimento originario dellrsquoaporia la quale permane solo in quanto non sia posta la distinzione tra lrsquointero come
assoluta immutabilitagrave e la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato Il significato di tale distinzione deve essere
determinato nel modo seguente []distinzione tra due positivitagrave [] Posta L-immediata lrsquoimmutabilitagrave dellrsquointero
non crsquoegrave bisogno di un medio per affermare che lrsquointero come assoluta immutabilitagrave non egrave la dimensione del
divenire costituita dalla totalitagrave del F-immediato Crsquoegrave bisogno di un medio solo se lrsquointero non egrave posto come
immutabile se cioegrave egrave posto come significato formale o autocontraddittorio il medio egrave qui lrsquoimmutabilitagrave Ma in
quanto quella formalitagrave o autocontraddittorietagrave egrave originariamente tolta egrave originariamente posta la distinzione tra
lrsquointero immutabile e lrsquoorizzonte del divenire []E lo sviluppo lrsquoincremento o il dileguare lo sparire ndash il divenire
dunque del contenuto della totalitagrave del F-immediato non aggiunge e non toglie alcuna positivitagrave allrsquointero immutabile cheacute altrimenti al positivo che sopraggiunge o che dilegua converrebbe di non essere Tutta la
positivitagrave del positivo diveniente che lrsquointero immutabile lascia laquooltreraquo di seacute ndash e lrsquoimmutabile lascia oltre di seacute
appunto e soltanto la totalitagrave del positivo diveniente ndash tutta quella positivitagrave egrave immutabilmente inclusa nellrsquointero
immutabile [] Il divenire inteso come processo che porta dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere al non essere non
solo egrave errore contraddizione ma allrsquointerno della struttura originaria egrave lrsquoimpossibile [] Sigrave che lrsquoimmutabile non egrave
semplicemente ciograve senza di cui la realtagrave diveniente non egrave ma egrave ciograve per cui questa realtagrave egrave gt Id La struttura
originaria cit pag389401-409
93
che identifichi lrsquoessere al nulla151
ma liberandosi da quella definizione del divenire che
appare visto come laquocominciamentoraquo
Ogni divenire egrave uno comparire e scomparire dellrsquoessere e quindi ogni azione egrave sempre
un disvelare o un lasciare che si disveli lrsquoessere che era nascosto o egrave un condurlo fuori
dellrsquoapparire nel nascondimento o un lasciare che si sottragga allrsquoapparire Ma quando si
agisce con la convinzione di produrre e distruggere lrsquoessere di trarlo dal nulla e rimandarlo nel
nulla allora resta svelato qualcosa di diverso da ciograve che si svelerebbe allorcheacute si agisse
sapendo che ogni agire e ogni fare egrave un disvelamento dellrsquoessere eterno
Lrsquoalienazione metafisica intende la volontagrave come la forza suprema che fa uscire gli enti
dal nulla e li fa ritornare nel nulla si tratti della volontagrave di Dio o della volontagrave dellrsquouomo Nella
civiltagrave occidentale dominata dalla metafisica lrsquouomo vuole ormai soltanto in questo modo e si
pone come il vero creatore e distruttore dellrsquoessere
151 Bontadini risolve il problema della creazione dal nulla affermando che lt lrsquoaffermazione del Creatore ndash della creazione ndash egrave giagrave inclusa nel teorema che il divenire la realtagrave diveniente non egrave ndash non puograve essere ndash
originario [] lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete ma la sottolineatura egrave voluta dalla considerazione ndash
fondamentale elementare ndash che ciograve che si tratta di sanare egrave la contraddizione inoculata del non dal negativo
Nella prospettiva metafisica ndash creazionistica ndash quellrsquoandare nel nulla (e similmente il venire dal nulla) che risulta
sul piano fenomenologico egrave risolto nel far andare nel nulla (e similmente nel trarre dal nulla) che egrave in quanto
fare un positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico gt GBontadini ndash ESeverino Lrsquoessere e
lrsquoapparire Una disputa cit pag 59
94
II - Divenire esser altro
In ogni forma di cultura il divenire delle cose e degli eventi egrave sempre inteso come divenir altro
altro da ciograve da cui il divenire incomincia [ ] Crsquoegrave divenire solo se crsquoegrave diversificazione solo se ciograve a
cui il divenire giunge (terminus ad quem εἰς ὅ lo chiama Aristotele Metaph 1067 b 9) egrave qualcosa di diverso da ciograve da cui il divenire incomincia (terminus a quo ἐξ οὗ loc cit)
152
Per Aristotele il terminus ad quem e il terminus a quo del divenire sono innanzitutto i
laquocontrariraquo ἐναντία
Quando qualcosa giunge ad essere altro qualcosa egrave altro da seacute
Ma che qualcosa sia altro da seacute egrave per il pensiero occidentale lrsquoimpossibile lrsquoassurdo
Eppure affermando lrsquoesistenza del divenire e pensando che nel divenire qualcosa
diventa altro da seacute si pensa che qualcosa diventando altro da seacute egrave altro da seacute Anche se non lo
si riconosce affermando lrsquoesistenza del divenire altro da seacute si afferma lrsquoesistenza dellrsquoesser
altro da seacute ossia lrsquoesistenza di ciograve che drsquoaltra parte egrave pensato come ciograve che non puograve esistere
Il divenire inteso come divenire altro da seacute ndash identificazione ndash non puograve esistere egrave
nulla153
Per il pensiero occidentale il diveniente egrave il permanente Quando il cielo diventa
nuvoloso il cielo egrave il permanente sotteso al sereno e alle nubi Drsquoaltra parte Aristotele afferma
lrsquoesistenza del laquosostratoraquo proprio per evitare che il divenire sia identificazione dei laquocontrariraquo
Ma una volta introdotto il sostrato il divenire in cui il sostrato passa da una determinazione a
unrsquoaltra egrave pur sempre un diventar altro da seacute
152 E Severino Tautόtēs cit pag 13
153 Id Oltre i l linguaggio parte prima
95
E ciograve accade solo in quanto qualcosa egrave venuto meno egrave svanito si egrave annientato (la
serenitagrave del cielo si annienta quando diventa nuvoloso)154
Quando si pensa che qualcosa diventando altro e identificandosi allrsquoaltro da seacute non egrave
piugrave ndash cioegrave vien meno svanisce si annienta diventa nulla - si crede di evitare la contraddizione
per la quale il qualcosa diventando altro egrave altro da seacute
Per rendere possibile lrsquoaffermazione che qualcosa diventa altro da seacute si deve sostenere
che il divenire egrave una successione in cui si trova una determinazione che poi diventa altro Per
esempio se dico che la legna diventa cenere cioegrave che una determinazione diventa altro posso
sostenere che vi sia una successione che non faccia diventare la legna cenere (scongiurando
lrsquoidentificazione) ma in quanto tale la legna diventa nulla E il nulla in cui la cenere in
quanto tale si trovava prima dellrsquoannientamento della legna diventa cenere
La successione non puograve essere un divenir atro da parte di qualcosa Se si esclude che la
successione sia un divenire si deve escludere che il mondo includente la legna divenga nulla
Ma se nessun qualcosa diviene nulla si nega il divenire che invece si vuole salvare
Affermando che nel divenire ndash cioegrave prima di incominciare ad essere e dopo essersi
annientato ndash lrsquoente egrave nulla il pensiero occidentale tiene e insieme non tiene in relazione lrsquoente
al nulla non lo isola e insieme lo isola dal nulla
154 lt Per la scienza la combustione della legna egrave trasformazione di una certa quantitagrave di energia Una
arte di tale quantitagrave si trasforma in cenere unrsquoaltra parte si trasforma in calore ecc La cenere il calore ecc dono le nuove forme in cui si trasforma quella certa quantitagrave di energia in cui consiste la legna che stiamo considerando
[] E il cielo che nellrsquoannuvolarsi del cielo egrave il permanente corrisponde alla quantitagrave di energia che nella
combustione della legna si mantiene costante trasformandosi in un certo insieme di nuove forme di energia []
Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa ndash ossia la relazione tra il sostrato (una certa quantitagrave di
energia) e una certa forma ndash diventa altro da seacute ossia diventa relazione tra il sostrato e lrsquoinsieme delle forme
nuove che esso assume e che cioegrave egrave la sua forma nuova [] Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa
puograve diventare altro da seacute solo se si annulla gt Id Tautόtēs pag 18-19
96
Non lo isola dal nulla percheacute per affermare il divenire deve pensare lrsquoente come
divenuto nulla cioegrave come identico al nulla ndash deve pensare come risultato il risultato del
divenire dellrsquoente ossia deve pensare la nullitagrave dellrsquoente la relazione appunto tra lrsquoente e il
nulla
Ma insieme isola lrsquoente dal nulla astrae dal suo essere il soggetto dellrsquoesser nulla e
pone soltanto il nulla come risultato (o come lrsquoinizio) del divenire percheacute solo attraverso
questa astrazione lrsquoidentitagrave dellrsquoente e del nulla rimane nascosta e il concetto del non essere
ancora e del non essere piugrave da parte dellrsquoente non si presenta come ciograve che esso egrave ossia come
la forma piugrave radicale della contraddizione e dunque dellrsquoimpossibile e del necessariamente non
esistente ndash la forma piugrave radicale dellrsquoalienazione della veritagrave
Il porre e insieme non porre la relazione tra il qualcosa che diviene e il suo altro egrave una
contraddizione la contraddizione mediante la quale il pensiero che afferma il divenire evita di
vedere che il divenire egrave lrsquoidentificazione dei non identici e che dunque lrsquoaffermazione
dellrsquoesistenza del divenire egrave la contraddizione che pone come esistenza lrsquoassoluta inesistenza
del divenire La prima di queste due contraddizioni maschera la seconda ma essa si sottrae
allo sguardo e si maschera facendo apparire separatamente i due lati che la costituiscono
Per rendere pensabile quel divenir altro da parte di qualcosa il nichilismo (cioegrave
lrsquoontologia dellrsquoOccidente) afferma che nel divenir altro il qualcosa diviene niente ma con
questa affermazione raddoppia la contraddittorietagrave del divenir altro giaccheacute il nichilismo deve
non solo continuare a pensare che nel divenir altro qualcosa egrave altro percheacute egrave un altro qualcosa
positivo ma deve pensare anche che qualcosa egrave altro percheacute egrave nulla (egrave quellrsquoaltro che egrave il
nulla)
97
III - La volontagrave
La volontagrave di potenza urta contro lrsquoInflessibile che non si lascia modificare e la volontagrave
muore
Incomincia a vivere solo quando incomincia a flettere lrsquoInflessibile Egrave lrsquoInflessibile
contro cui la volontagrave urta inizialmente a costituirsi rispetto ad essa come la configurazione
iniziale di ciograve che la filosofia nascendo ndash e aprendo un contesto essenzialmente diverso da
quello del mito ndash ripropone come laquoimmortaleraquo laquoincorruttibileraquo laquodivinoraquo (athaacutenaton
anoacutelethron theicircon) laquoeternoraquo laquoEssere che egrave sempre salvoraquo (phyacutesis aeigrave sōzomeacutenē)
Allrsquoinizio della terra isolata lrsquoeternitagrave egrave vissuta come lo scacco della volontagrave Poi forma
tradizionale del pensiero filosofico della terra isolata ponendosi come laquoepisteacuteme della veritagraveraquo
tenteragrave di rendere autonoma rispetto alla prassi lrsquoaffermazione dellrsquoEterno tenteragrave di fondarla
Ma egrave ancora la prassi ndash cioegrave il rapporto tra la volontagrave e ciograve che essa avverte come lrsquoInflessibile
ndash a preconfigurare oltre allrsquoaffermazione filosofica dellrsquoEterno la tesi filosofica che esso egrave il
luogo da cui tutte le cose nascono e in cui si dissolvono escono dal nulla della propria
specificitagrave e vi ritornano
La flessione dellrsquoInflessibile egrave infatti lo spezzarsi di esso il suo smembrarsi e frantumarsi nelle
parti del mondo delle quali la volontagrave puograve finalmente disporre La volontagrave puograve attribuire allrsquoInflessibile o a seacute stessa il prodursi della flessione ma in ogni caso tutte le cose del mondo sono
la flessione dellrsquoInflessibile cioegrave provengono da esso sono costituite da esso che egrave lrsquounitagrave iniziale
da cui le parti diverse e tra loro opposte si separano (e tale separatezza egrave la loro specificitagrave)155
Il flessibile non egrave semplicemente ciograve che si flette cioegrave che non rimane rigido ma ciograve
che egrave piegato (o che puograve essere piegato) egrave un flexum laquoPiegareraquo egrave costruito sul latino plicare
(greco πλέϰειν) che ha la stessa radice dei verbi plectere e flectere
155 E Severino Intorno al senso del nulla cit pag 35-36
98
In quanto flectere il piegare egrave volgere il flessibile in una certa direzione in modo da
assegnargli una certa piega (flexus flexio) ossia una certa disposizione relativamente duratura
E appunto questo egrave lrsquouso nella lingua latina del verbo flectere Il flectere egrave cioegrave lrsquoagire in
quanto tale Il latino non dice soltanto flectere membra ramum navem equos ma anche
flectere viam animum mentes verba cursus
Il flessibile egrave dunque ciograve che egrave dominato nellrsquoazione rivolta a un fine ossia ciograve che egrave
disponibile al dominio dellrsquoazione e che diventa il materiale o lrsquooggetto di essa Lrsquoinflessibile egrave
lrsquoindominabile lrsquoimmodificabile lrsquoimmutabile Il contrasto tra il flessibile e lrsquoinflessibile egrave il
contrasto tra la volontagrave di flettere ndash la volontagrave di potenza la volontagrave di azione ndash e la barriera
insormontabile dellrsquoinflessibile Tutta la vita del mortale egrave un andirivieni tra la volontagrave di agire
e la barriera dellrsquoinflessibile La laquovitaraquo del mortale non egrave qualcosa di diverso ma egrave la stessa
volontagrave di agire vita egrave vis βίος egrave βία La volontagrave di azione non agisce nel vuoto si trova
originariamente circondata dalla barriera degli immutabili e agisce per incrinarla penetrarla e
allontanarla da seacute
LrsquoInflessibile sta dinnanzi alla volontagrave come la Potenza suprema come il Tremendum
anche quando la volontagrave egrave riuscita a fletterlo e a frangerlo ndash riuscendo cosigrave ad aprire lo spazio
in cui essa puograve vivere (sia pur credendo a volte che tale spazio le sia stato donato) ndash
lrsquoInflessibile si ricostituisce attestandosi su una nuova linea inoltrepassabile
LrsquoInflessibile egrave il Sacro il Tremendum che si erge di contro la volontagrave di vivere
dellrsquouomo spegnendola Come volontagrave cosciente (volontagrave di trasformare il mondo di cui egrave
cosciente) proprio percheacute vuole trasformare il mondo egrave inevitabile che dapprima se lo trovi
dinanzi non ancora trasformato e che le stia di fronte non come una porta aperta ma come una
Barriera impenetrabile e inflessibile
Percheacute la Barriera si erga impenetrabile e inflessibile non crsquoegrave bisogno che essa si mostri
come un laquoal di lagrave del mondoraquo
99
Essa egrave lrsquoOrdinamento immodificabile che regola cielo e terra ritmi e configurazioni
dello spazio e del tempo alternanza del giorno e della notte e ritmi stagionali mancanza di
cibo e potenza indomabile degli animali del fuoco dei venti delle acque giagrave come natura e
come legge del clan la Barriera egrave il laquototalmente Altroraquo percheacute egrave lrsquoinflessibilitagrave della Barriera a
determinare la sua totale alteritagrave rispetto alla volontagrave di attraversarla
Lrsquoirrompere dellrsquoazione allrsquointerno della Barriera egrave la prima flessione degli inflessibili
cioegrave la prima forma di distruzione degli immutabili Per quanto debole incerta limitata
lrsquoazione accadendo flette una parte del corpo dellrsquoInflessibile In questo suo essere flessa la
parte diventa un laquoregnoraquo
Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile non egrave un lsquoregnorsquo percheacute il regere egrave uno dei
modi preminenti della flessione Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile precede il regno degli degravei e dei mortali e lrsquoazione irrompe allrsquointerno della Barriera degli inflessibili come
azione degli degravei e dei mortali Il corpo dellrsquoinflessibile egrave il modo originario in cui la volontagrave di
potenza del mortale regna sulle cose della terra ma la volontagrave di potenza incomincia ad avvertire il
proprio regno solo nella parte che essa strappa agli inflessibili ndash cioegrave al suo regno inconscio ndash irrompendo come azione
156
156 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 256
100
CAPITOLO SECONDO
Lrsquo azione che cattura e domina lrsquoEnte
101
I - Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire157
Platone definisce lrsquoessere come δύναμις (potenza)158
ciograve che egrave (τὸ ὄν) egrave ciograve che ha la
potenza di fare o di essere fatto laquoFareraquo (ποιεῑν) significa condurre allrsquoessere (εἰς οὐσίαν) ciograve
che prima non egrave (ὅπερ ἂν μὴ πρότερον ὄν) laquoessere fattoraquo (ποιεῖσαι) significa il venire
condotto allrsquoessere159
157 Nella lingua greca o latina ndash e in generale nelle lingue indoeuropee ndash il carattere laquotecnicoraquo dellrsquoagire
trova espressione ancor prima che lrsquoOccidente assuma la tecnica nellrsquoorizzonte dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente Le
parole costruite sulla radice ar indicano costantemente qualcosa che in modo piugrave o meno diretto piugrave o meno
esplicito appartiene alla struttura formale della tecnica e cioegrave allrsquoadattarsi al convenire a un fine da parte di certi
mezzi di cui il parlante egrave convinto di disporre Tali parole nominano cioegrave o questa stessa struttura nel suo insieme
o un modo specifico del disporre dei mezzi adatto allo scopo oppure nominano il mezzo o i modi specifici di
esser mezzo e strumento o lo scopo o la maggiore o minore disponibilitagrave o riluttanza delle cose a lasciarsi usare
o lo sforzo piugrave o meno intenso che il mortale deve compiere per realizzare i suoi scopi o lrsquoordine che lrsquoazione
tecnica instaura nelle cose o la volontagrave che presiede al realizzarsi dellrsquoazione oppure il successo e lrsquoinsuccesso
cui essa va incontro lt Gran parte delle parole che nelle lingue indoeuropee indicano la laquocosaraquo alludono piugrave o meno direttamente ai
beni alle ricchezze a ciograve che serve e si adopera a ciograve di cui si ha bisogno ai valori al bestiame allrsquoaffare a ciograve
che egrave pregiato alla sostanza e al patrimonio Ricordiamo il latino res il greco pracircgma chrḗma il tedesco Ding
(inglese thing) e Sache Anche lo spettro semantico del participio greco tagrave oacutenta (gli essenti le cose che sono)
include le sostanze e i beni e anche il participio ousiacutea nomina la sostanza intesa come patrimonio Questi antichi
significati della parola laquocosaraquo implicano una situazione conflittuale e il luogo in cui essa viene discussa che
vengono in luce ad esempio in Ding thing che significano anche laquocausaraquo laquotribunaleraquo laquoparlamentoraquo
laquoassemblearaquo laquoverdettoraquo laquoprocessoraquo La stessa parola laquocosaraquo proviene dal latino laquocausaraquo intesa sia come matrice
e principio del diventar altro (dyacutenamis eis tograve patheicircn e dyacutenamis eis tograve poieicircn) sia in senso giuridico come
motivazione del diritto al possesso di ciograve che egrave conteso tra volontagrave differenti Il significato della parola laquocosaraquo
come conflittualitagrave egrave mostrata nelle antiche formazioni linguistiche della terra isolata ed egrave una figura che rinvia alla conflittualitagrave originaria dove la laquocosaraquo egrave la risultante della lotta tra la volontagrave e lrsquoInflessibile ossia egrave la forma
originaria (preontologica) del diventar altro Dicendo che Poacutelemos egrave il padre di tutte le cose e che quindi ogni cosa
egrave lotta conflitto Eraclito dice giagrave implicitamente che il conflitto egrave il significato originario dellrsquoesser laquocosaraquo
quindi possiamo dire che allrsquointerno della terra isolata la cosa egrave la madre di tutte le guerre gt E Severino Intorno
al senso del nulla cit pag 43-44
158 Platone Sofista 247 d-e Edizione BUR ndash Rizzoli Milano 2007
159 Ivi 219 b
102
Ma la potenza egrave lrsquoessenza stessa della τέχνη160
percheacute se questa si distingue in τέχνη
produttiva e τέχνη acquisitiva (ποιητιϰὴ τέχνη ϰτητιχὴ τέχνη) lrsquoacquisizione degli enti ndash come
il guadagno la proprietagrave la lotta la conoscenza ndash non egrave che un ordinamento di ciograve che egrave giagrave
stato prodotto nelle varie forme della ποιητιϰὴ τέχνη161
La distinzione tra τέχνη divina e τέχνη
umana (ϑεία τέχνη ἀνϑρωπίνη τέχνη)162
egrave pertanto la suprema differenza tra gli enti
La ϑεία τέχνη produce tutti gli enti della natura lrsquoἀνϑρωίνη τέχνη produce tutti gli enti
che nelle arti umane sono condotti dal non essere allrsquoessere Lrsquoessere egrave τέχνη percheacute egrave
essenzialmente avvolto dallrsquoorizzonte del fare e dellrsquoessere fatto ossia percheacute appartiene
essenzialmente al processo del condurre e dellrsquoessere condotto dal non essere allrsquoessere (αἰτία
τοῖς μὴ πρότερον οῦσιν ὕστερον γίγνεσϑαι)163
160 lt Ars viene tradotto con il termine laquoarteraquo Ma ars indica innanzitutto ciograve che si trova disposto in una
connessione e in un ordine e precisamente ciograve che si trova disposto nella connessione e nellrsquoordine che consente
al mortale di ottenere un certo scopo Ars egrave cioegrave ogni abilitagrave del corpo e della mente del mortale ossia ogni attivitagrave
che disponendo le cose in un certo ordine ndash facendole diventare laquomezziraquo e laquostrumentiraquo in un certo modo
determinato ndash egrave capace di conseguire uno scopo Тέλος (laquoscoporaquo) ndash che egrave metatesi di art ndash egrave il compimento
dellrsquoars [] Ars egrave unrsquoastrazione di artus Artus non egrave semplicemente ciograve che egrave unito al corpo ma egrave lo strumento
originario di cui il mortale si sente padrone e che gli consente di modificare il mondo in cui vive E glielo
consente percheacute non egrave rigido ma egrave laquoarticolatoraquo e quindi egrave artus (a um) Quasi della stessa importanza dellrsquoartus
per la modificazione delle cose egrave lrsquoarmus (ἁρμoacuteς) lrsquoomero che consente di trasportare i pesi piugrave grossi e operare
piugrave profonde modificazioni nelle cose [] Nella storia dellrsquoOccidente la parola fondamentale che esprime il senso dellrsquoars egrave τέχνη da cui deriva la parola laquotecnicaraquo Ma mentre in ars viene esplicitamente nominata la connessione
calcolata dei mezzi al fine τέχνη nomina invece i vari modi e settori in cui questa connessione si realizza a partire
da quello originario mediante il quale il mortale copre il suo corpo e gli dagrave un rifugio gt E Severino Destino
della necessitagrave pag 263-265-266
161 Platone Sofista 219 c
162 Ibidem 265 b-e
163 Ibidem
103
Ma lrsquoente non egrave un niente sigrave che la τέχνη divina e umana non egrave la capacitagrave che riesce a
identificare lrsquoente al niente ma egrave quel modo di porsi in relazione allrsquoessere dellrsquoente dove ogni
aspetto della relazione egrave determinato dalla persuasione che la nientitagrave dellrsquoente sia164
Per Aristotele lrsquoaffermazione che tutto accada necessariamente implica lrsquoinutilitagrave e
lrsquoirrilevanza del volere e dellrsquoagire laquoIl volere e lrsquoagire sono principio delle cose futureraquo (ἀρχὴ
τῶν ἐσομένων ϰαὶ ἀπὸ τοῦ βουλεύεσϑαι ϰαὶ ἀπὸ τοῦ πρᾶξαί τι)165
nel senso che solo laquose ci
metteremo a fare qualcosa questa cosa esisteragrave e non esisteragrave se non ci metteremo a farlaraquo
(ἐὰν μὲν τοδὶ ποιήσωμεν ἔσται τοδί ἐὰν δὲ μὴ τοδί οὐϰ ἔσται)166
La volontagrave e lrsquoazione sono
dei principi dellrsquoesistenza del futuro nel senso che egrave da essi che dipende che certe cose future
siano oppure non siano
Lrsquoessenza della tecnica moderna egrave giagrave presente nel modo in cui il pensiero greco ha
espresso il senso dellrsquoazione umana Affincheacute esista qualcosa come una laquoazione umanaraquo
devono esistere un laquoattoreraquo cioegrave lrsquouomo che compie lrsquoazione uno laquoscoporaquo dellrsquoazione cioegrave
lrsquoidea del futuro che lrsquouomo vuole realizzare con la propria azione una serie di laquomezziraquo o di
strumenti capaci di realizzare lo scopo e dei quali lrsquouomo dispone
La decisone egrave il momento fondamentale dellrsquoagire umano consiste nella volontagrave di
produrre quel mezzo o quella serie di mezzi che allrsquoanalisi si rivela piugrave idonea alla
realizzazione dello scopo
164 lt Lrsquoἀνϑρωπίνη τέχνη si egrave oggi completamente sostituita alla ϑεία τέχνη ma il senso dellrsquoessere rimane
ancor oggi identico a quello stabilito da Platone una volta per tutte nella storia dellrsquoOccidente Dio e la tecnica
moderna sono le due fondamentali espressioni del nichilismo metafisico gt E Severino Essenza del nichilismo
pag 197
165 Aristotele De Interpretatione 19 a 7-8
166 Ibidem 18 b 32-33
104
I mezzi di cui dispone la tecnica moderna non sono confrontabili con i mezzi a disposizione
dellrsquouomo greco e tuttavia la tecnica moderna si sviluppa interamente allrsquointerno della struttura
dellrsquoazione umana quale egrave stata portata alla luce una volta per tutte dal pensiero greco167
In quanto volontagrave di realizzare uno scopo con i mezzi che essa ritiene piugrave adatti e che
crede di saper dominare lrsquoazione egrave la tecnica La struttura formale dellrsquoazione egrave la struttura
formale della tecnica della preistoria e della storia dellrsquoOccidente
Ma lrsquoazione dellrsquouomo egrave decisione e la decisione in quanto tale egrave assunta dai mortali
come un atto isolante Decidere egrave separare La parte separata dal Tutto egrave essa stessa un
separare dal Tutto
La parola latina decidere egrave formata dalla preposizione de e dal verbo caedere che significa
appunto laquoseparareraquo laquofare a pezziraquo laquotagliareraquo E anche la parola latina occidere egrave formata
da una preposizione (ob) a dal verbo caedere Come lrsquooccidere cosigrave il decidere egrave sentito
dal linguaggio premetafisico come un separare E ciograve accade anche in eligere (ex-legere)
da cui deriva probabilmente attraverso il rafforzativo exeligere lrsquoitaliano scegliere168
NellrsquoEtica a Nicomaco169
Aristotele esprime il senso della separazione operata dal
decidere in quanto tale la parola usata per indicare nel testo il processo del decidere egrave
προαίρεσις laquoproponimentoraquo costituita dalla preposizione πρὀ (che indica il procedere nei suoi
vari sensi) e da αἵρεσις che significa insieme laquoconquistaraquo e laquosceltaraquo
Αἱρέω da cui αἵρεσις deriva significa oltre che laquoscelgoraquo laquopreferiscoraquo anche
laquoprendoraquo laquoafferroraquo laquomi impadroniscoraquo laquotraggo via da un luogo riducendo in mio potereraquo
167 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 249
168 Ivi pag 362
169 Aristotele Etica Nicomachea Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo
fedelmente alla loro utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino in Destino della Necessitagrave pag
362 e sgg
105
E al significato dellrsquoimpadronirsi appartiene il separare ciograve di cui ci si impadronisce egrave
portato via cioegrave vien separato dalla compagnia e dai luoghi cui esso originariamente
appartiene
La definizione aristotelica della προαίρεσις esprime il senso giagrave contenuto in questa
parola laquola προαίρεσις egrave delle cose che sono in nostro potereraquo ἡ προαίρεσις περὶ τὰ ἐφ
´ἡμῖν170
La προαίρεσις aristotelica egrave ὄρεξις βουλευτιϰή un appetito (ὄρεξις) ndash tendenza brama
ndash unito a deliberazione (βουλευτιϰή) Lrsquoespressione ὄρεξις βουλευτιϰή egrave equivalente a
ὀρεϰτιϰὸς νοῦς laquointelligenza appetitivaraquo e a ὄρεξις διανοητιϰή laquoappetito razionaleraquo171
I
termini βουλευτιϰή νοῦς διανοητιϰή indicano il λόγος cioegrave la ratio il calcolo conformemente
(ϰατά)172
al quale lrsquoὄρεξις appetisce
Nella προαιρεσις vengono ad unirsi due aspetti (μόρια) dellrsquolaquoanimaraquo laquoquello che
possiede il λόγοςraquo (τὸ λόγος ἔϰον) e laquoquello che egrave privo del λόγοςraquo (τὸ ἄλογον)173
Lrsquo ἄλογον ὀρεϰτιϰόν (cioegrave ὄρεξις) laquopartecipa alla ragione appunto in quanto le presta
ascolto e le obbedisceraquo (μετέχει πως ᾗ ϰατήϰοόν ἐστιν αὐτοῦ [λόγου] ϰαὶ πειϑαρχιϰόν174
Lrsquoὄρεξις quindi egrave una convinzione πείϑεται Il suo obbedire al λόγος egrave un essere
convinta il suo prestare ascolto egrave un udire un dar retta e il dar retta egrave daccapo lrsquoesser convinti
di qualcosa Il concordare col λόγος significa capirlo ed essere convinti di ciograve che il λόγος dice
Ma lrsquoὄρεξις egrave una convinzione non solo quando obbedisce e concorda col λόγος ma
anche quando disobbedisce e discorda Disobbedire e discordare significa infatti avere una
convinzione diversa da quella che si possiede quando si obbedisce al λόγος laquoCombattereraquoraquo
laquoresistereraquo laquoopporsiraquo laquoavversareraquo il λόγος dagrave luogo allrsquoἀτεχνία175
laquomancanza di arteraquo ma
ἀτεχνία non egrave semplic assenza di λόγος ma egrave la presenza di un λόγος falso (λόγος ψευδής)176
170 Ivi 1111 b 30
171 Ivi 1139 a 23 1139 b 4-5
172 Ivi 1113 a 20
173 Ivi 1102 a 28 sgg
174 Ivi 1102 b 30-31
175 Ivi 1140 a 21
176 Ivi 1102 a 22
106
II - Il dominio che guida il divenire
La προαιρεσις guida percheacute essa egrave la presa di possesso preliminare che traccia il
confine attorno alle cose che saranno prodotte e distrutte e insieme delimita preliminarmente il
campo del dominabile e lo sottrae allrsquoinfluenza di ogni altro laquoprincipioraquo diverso dallrsquouomo
cioegrave lo rende qualcosa di separato e di isolato dal Tutto Lrsquouomo egrave infatti il laquoprincipio delle
azioniraquo ἄνϑρωπος εἶναι ἀρχὴ τῶν πράξεων177
ossia laquone egrave il genitore come lo egrave dei propri
figliraquo (γεννητῆν τῶν πράξεων ὥσπερ ϰαὶ τέϰνων)178
Le cose laquoil cui principio egrave in noiraquo sono
laquoquelle che sono in nostro potereraquo (ὦν ϰαὶ αἱ ἀρχαὶ ἐν ἡμῖνhellipαὐτὰ ἐφ´ἡμῖν) laquoe che sono
laquovolontarieraquo (ϰαὶ ἑϰούσια)179
La προαίρεσις egrave ciograve per cui lrsquouomo egrave principio delle proprie azioni e quindi essa egrave
qualcosa di laquovolontarioraquo (ἑϰούσιον)180
giaccheacute nelle azioni laquoinvolontarieraquo (ἀϰούσια) e
laquoforzateraquo (βίαια) il loro laquoprincipioraquo egrave esterno a chi agisce (ἡ ἀρχὴ ἔξωϑεϑν)181
Ma la προαίρεσις egrave principio dellrsquoazione e quindi degli enti prodotti dallrsquoazione nel
senso che egrave laquoprincipio del movimentoraquo principio che muove le parti del corpo umano
servendosene come strumenti (ἡ ἀρχὴ τοῦ ϰινεῖν τὰ ὀργανιϰὰ μέρη)182
al fine di produrre certi
enti invece di altri E Aristotele stabilendo unrsquoidentitagrave tra il punto di vista di chi agisce e il
punto di vista del filosofo che riflette sullrsquoazione non si limita ad affermare che per la
coscienza di chi decide certe cose appaiano essere in potere di chi decide ma afferma che
nellrsquouomo laquoassennatoraquo (νοῦν ἔχων)183
la decisione si riferisce a cose che non sono soltanto
ritenute da parte di chi decide in suo potere ma sono in realtagrave in suo potere Il dominio della
προαίρεσις egrave realtagrave
177 Ivi 1112 b 31-32
178 Ivi 1113 b 18-19
179 Ivi 1113 b 20-21
180 Ivi 1112 a 14
181 Ivi 1110 a 1
182 Ivi 1110 a 15-16
183 Ivi 1112 a 21
107
E drsquoaltra parte ndash dice lo Stagirita ndash affincheacute lrsquouomo decida non egrave sufficiente che il suo
decidere appaia come un dominio nella coscienza ma egrave necessario che chi decide ritenga
(οἴεται) sia convinto che le cose decise sono portate allrsquoesistenza (γενέσϑαι) dalla decisione
stessa ossia che la sua decisione domina la dimensione delle cose decise La προαίρεσις non egrave
cioegrave il puro volere (βούλησις)184
ma egrave la decisione che calcola le cose che assume sotto il
proprio dominio e la cui esistenza e non esistenza essa vede in proprio potere
Il calcolo egrave unrsquolaquoanalisiraquo (ἀναλίύειν)185
che ricerca lrsquoordine dei mezzi piugrave idoneo alla
produzione del fine e che scompone la serie dei mezzi procedendo da quello che produce il
fine a quello intermedio che produce quel primo mezzo sino a giungere alla laquocausa primaraquo (τὸ
πρῶτον αἴτιον) della realizzazione del fine la quale causa prima egrave lrsquolaquoultimo ad essere trattato
nellrsquoanalisi ed egrave il primo ad essere prodottoraquo (τὸ ἔσχατον ἐν τῇ ἀναλύσει πρῶτον εἶναι ἐν τῇ
γενέσει)186
Lrsquoanalisi riconduce un mondo al principio del dominio e fa di questo principio il
dominatore di questo mondo Lrsquoanalisi egrave questo stesso principio che si impadronisce
preliminarmente di quel mondo considerandolo come il luogo ove esso principio puograve
esercitare il proprio dominio Sin tanto che lrsquoanalisi non riesce ad agganciare la serie dei mezzi
alla προαίρεσις in quanto principio del dominio lrsquoanalisi egrave laquoricercaraquo (ζητεῖν)187
e il ricercante
ricerca appunto laquocome agireraquo o laquoche cosa fareraquo ma la ricerca in quanto tale egrave lrsquoapertura della
dimensione sulla quale puograve stendersi il dominio dellrsquouomo E la ricerca egrave la προαίρεσις in
quanto essa egrave lrsquoimpadronirsi preliminare di questo dominio
Avendo fede di essere lrsquoautore delle proprie azioni il mortale crede di esserne
responsabile Il linguaggio esprime questa convinzione con la costruzione dei pronomi
personali e con la flessione del verbo Ma nella convinzione di essere responsabili delle proprie
azioni egrave presente la volontagrave di potenza
184 Ivi 1111 b 19 sgg
185 Ivi 1112 b 15 sgg
186 Ivi 1112 b 23-24
187 Ivi 1112 b 20
108
Il responsabile egrave infatti chi decide cioegrave chi separa dal Tutto la dimensione che egrave convinto di dominare Risponde delle proprie azioni percheacute ne egrave il padrone e ne egrave il padrone percheacute le ha
separate dal Tutto e le ha separate dal Tutto percheacute il Tutto gli appare come lrsquounione accidentale di
ciograve che esce e ritorna nel nulla188
Il mortale egrave lrsquoartefice Il mortale premetafisico egrave il tentativo di essere artefice la sua
decisione egrave ciograve costantemente accompagnata dalla possibilitagrave che le cose non si lascino
decidere e separare Invece il mortale metafisico riesce a decidere percheacute il suo decidere si
fonda sullrsquoapertura dellrsquo ἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
La τέχνη e la φρόνησις (laquosaggezzaraquo) sono la προαίρεσις nella quale lrsquoὄρεξις egrave unita al
calcolo laquoveroraquo (ἀληϑεύει)189
La προαίρεσις esiste infatti come laquovolontagrave calcolanteraquo
(βουλευτιχὴ ὄρεξις) anche quando il suo calcolo egrave errato o perchegrave considera in suo potere enti
che non lo sono o percheacute considera come mezzo ciograve che non egrave in grado di produrre il fine
La τέχνη egrave laquoabito produttivoraquo (ποιητιχὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου
ἀληϑοῦς)190
la φρόνησις egrave laquoabito praticoraquo (πραϰτιϰὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου
ἀληϑοῦς)191
Nellrsquouna e nellrsquoaltra la προαίρεσις non egrave un atteggiamento passeggero o
accidentale ma laquoabitoraquo (ἕξις) e cioegrave sono entrambe laquoabito con proponimentoraquo ma nella τέχνη
la προαίρεσις egrave principio di ποίησις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave esterno allrsquoazione) nella
φρόνησις la προαίρεσις egrave principio di πρᾶξις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave interno allrsquoazione
stessa)192
Sia nella tecnica sia nella saggezza morale ndash cioegrave nelle due forme dellrsquoazione
razionale193
ndash lrsquouomo egrave veramente laquopadroneraquo (ϰύριος)194
e principio del proprio agire da lui
dipendono sia le opere tecniche sia il bene
188 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 377
189 Aristotele Etica Nicomachea 1139 b 15
190 Ivi 1140 a 9-10 191 Ivi 1140 b 20-21
192 Ivi 1140 a 3-5
193 lt Nellrsquolaquoazione razionaleraquo (cioegrave nellrsquoazione capace nella sua forma piugrave evoluta di guidare
lrsquooscillazione dellrsquoente) la coscienza non insegue infatti una volontagrave che vuole oggetti imprevedibili per la
coscienza ndash non egrave una coscienza impotente di una volontagrave (cioegrave di una potenza) laquociecaraquo nellrsquolaquoazione razionaleraquo
la volontagrave sa ciograve che vuole gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 388
194 Aristotele Etica Nicomachea 1113 b 32 1139 a 18
109
Tanto la tecnica quanto la santitagrave sono cioegrave isolamento di un mondo che cosigrave separato
dal Tutto viene dominato dallrsquoagire conforme al calcolo vero Lrsquoessenza della tecnica egrave
lrsquoessenza dellrsquoetica Al giovane ricco che gli domanda che cosa deve fare per avere la vita
eterna Gesugrave risponde Ma proprio percheacute gli dice che cosa deve fare (osservare i
comandamenti e dare le proprie ricchezze ai poveri) proprio per questo la risposta di Gesugrave si
mantiene allrsquointerno dellrsquoisolamento della terra ndash e se il giovane ricco gli avesse dato ascolto
avrebbe ottenuto una laquovita eternaraquo che egrave pur sempre una determinazione dellrsquoalienazione
essenziale una determinazione cioegrave della terra isolata
Lrsquoisolamento del mondo umano non egrave una semplice intenzione soggettiva ndash cioegrave non egrave
la προαίρεσις in quanto volontagrave di dominio che appartiene alla preistoria dellrsquoOccidente ndash solo
in quanto le cose prodotte dalla τέχνη e dalla φρόνησις sono enti che escono e ritornano nel
nulla (τι τῶν ἐνϑεχομένων ϰαὶ εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) cioegrave sono lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
La laquosalvezza dellrsquoanimaraquo (ma anche quella del mondo e degli esseri del mondo dal
nulla) del cristianesimo rimane completamente allrsquointerno della φρόνησις aristotelica anche il
santo cristiano ndash in quanto esso egrave la προαίρεσις che egrave principio e produzione della salvezza ndash egrave
volontagrave di dominare lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
Secondo il cattolicesimo nel credente la προαίρεσις egrave unita ma non egrave annullata dalla laquoGraziaraquo ndash cioegrave la volontagrave di dominio umana laquocooperaraquo nel credente con la volontagrave di dominio divina (e la
laquocooperazioneraquo egrave in realtagrave unrsquoesclusione reciproca) Ma soltanto laquoDioraquo egrave il laquosignoreraquo (ὁ ϰύριος)
dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente che produce la salvezza dellrsquouomo e il Dominus egrave δαιμόνιος cioegrave il
laquoseparanteraquo proprio in quanto egrave il laquoSalvatoreraquo195
Il separato egrave la laquoterraraquo o la laquodimoraraquo o la laquodonnaraquo o la laquomoltitudineraquo o il laquobestiameraquo
Dio separa le cose da seacute in quanto inviolabile se le cose fossero legate indissolubilmente alla
sua inviolabilitagrave egli non potrebbe dominarle
195 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 370
110
III - La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio
Il dominio che si impadronisce delle cose modificandole egrave possibile solo sul
fondamento del dominio che si impadronisce delle cose isolandole dal tutto Lrsquoisolarle egrave
appunto la persuasione che esse non dipendano in alcun modo (quanto al loro esistere al loro
manifestarsi alla loro intelligibilitagrave alle loro trasformazioni) da ciograve che sta al di lagrave del campo ndash
il campo del dominato ndash da esse costituito Si puograve disporre di qualcosa solo in quanto
isolandolo lo si egrave reso disponibile
Il dominio assegna un futuro alle cose dominate Sia nel senso che allrsquoisolamento egrave
assegnato il suo perpetuarsi nel futuro ndash al disponibile egrave cioegrave assegnato il suo mantenersi nella
disponibilitagrave ndash sia nel senso che al disponibile egrave assegnata una trasformazione del suo
contenuto che ancora esso non possiede Lrsquoassegnazione di un futuro alle cose dominate egrave
avere uno scopo Ma nel dominio avere uno scopo significa assegnare alle cose un futuro che
egrave diverso da quello che esse avrebbero indipendentemente da questa assegnazione Codesta
diversitagrave peraltro non significa che il dominio rende impossibile il divenire ma che lo guida
Col dominio il divenire si guida e quindi si dagrave un futuro diverso da quello che esso avrebbe se non fosse un guidarsi Se il futuro delle cose fosse predeterminato e inevitabile esso sarebbe
indipendente dagli scopi del dominio cioegrave non sarebbe possibile assegnare un futuro alle cose e
quindi il dominio sarebbe impossibile196
Quindi per poter assegnare un futuro e avere uno scopo il dominio deve essere la
certezza che le cose dominate e il loro futuro non dipendono da nientrsquoaltro che dalla volontagrave
dominante che assegna loro un futuro e cioegrave deve essere la certezza che le cose dominate sono
isolate dal tutto
196 Ivi cit pag 239
111
La capacitagrave poi di assegnare un futuro egrave dunque nel dominio laquolibero arbitrioraquo ossia
isolamento del dominato e del dominante
Se lrsquoisolamento appartiene allrsquoessenza del dominio tuttavia sin tanto che non viene portato alla
luce il senso dellrsquoente in quanto ente e sin tanto che lrsquoente non viene inteso come
ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente [] lrsquoisolare si presenta come unrsquoattivitagrave che non egrave garantita dallo statuto reale di ciograve che si vuole isolare e quindi si presenta come unrsquointenzione
soggettiva che puograve avere successo ma puograve anche fallire e che quando ha successo egrave
costantemente esposta alla possibilitagrave del fallimento197
Il dominio sullrsquoente ha un carattere laquoscientificoraquo da quando lrsquooperazione isolante del
dominio non egrave unrsquointenzione soggettiva ma egrave fondata sullrsquoisolamento laquorealeraquo dellrsquoente
197 Ivi cit pag 240
lt Solo se lrsquoente esce e ritorna nel nulla lo si puograve isolare e solo se lo si isola lo si puograve dominare []
Lrsquooriginario e decisivo impadronirsi dellrsquoente egrave il renderlo libero Lrsquoimpadronirsene egrave il sottrarlo al destino della
veritagrave dellrsquoessere [] Solo in quanto lrsquoente egrave disponibile allrsquoessere e al niente un padrone puograve disporne []
Lrsquoἐπιστήμη (da Platone a Hegel) egrave la prima forma di dominio dellrsquooscillazione lrsquooscillazione egrave dominata dallrsquo
ἐπιστήμη appunto in quanto egrave sottoposta al calcolo incontrovertibile [] Ma il controllo epistemico dellrsquooscillazione la rende impossibile [] Solo se il progetto della dominazione su cui si fonda la tecnica egrave reso
esterno al divenire dellrsquoente e quindi viene daccapo a costituirsi come un immutabile e quindi come il centro di
una totalitagrave organica si puograve ritenere (come accade nel pensiero di Heidegger) che la tecnica come lrsquo ἐπιστήμη
renda impossibile il divenire dellrsquoente Ma se il progetto di dominazione della tecnica del Tutto viene lasciato
allrsquointerno del processo del divenire allora questo progetto a differenza dellrsquoἐπιστήμη non egrave una prevaricazione
che soffoca la libertagrave del divenire [] La tecnica non soffoca il laquogiocoraquo del divenire ma toglie ogni limite alla sua
libertagrave gt Ivi cit pag 229
112
La scientificitagrave del dominio raggiunge il suo culmine nella civiltagrave della tecnica quando
la volontagrave che il senso dellrsquoente sia oscillazione tra lrsquoessere e il niente si libera da ogni
episteacuteme da ogni immutabile da ogni nesso necessario e si tiene dinanzi lrsquoente in quanto ente
e cioegrave ogni ente come oscillazione tra lrsquoessere e il niente
Questa volontagrave di dominio totale in cui consiste lrsquoessenza della civiltagrave della tecnica
presuppone che il tutto sia unificato dalla determinazione trascendentale dellrsquoente
lrsquoἐπαμφοτερίζειν
Ma la volontagrave di guidare lrsquooscillazione della totalitagrave dellrsquoente si realizza solo come
dominio di una parte dellrsquoente percheacute la totalitagrave dellrsquoente sta dinnanzi come divisa in una
molteplicitagrave di campi isolati e il dominio tecnologico non puograve assegnare alla totalitagrave un futuro
che sia il futuro della totalitagrave in quanto totalitagrave e sia dunque lo scopo unitario del tutto in
quanto tale
Se il dominio tecnologico avesse uno scopo unitario verso il quale avesse a dirigere la totalitagrave degli
enti la totalitagrave sarebbe infatti un organismo un sistema di nessi necessari tra gli enti dove la teleologia di ogni ente coinvolgerebbe e sarebbe coinvolta dalla teleologia di ogni altro ente Se
dunque il dominio tecnologico assegna un futuro a qualcosa (A) se cioegrave trasforma qualcosa
conformemente a un certo scopo questo scopo puograve essere soltanto lo scopo di quel campo particolare di enti che egrave A e di quelle operazioni particolari che sono idonee alla trasformazione di
A e non puograve essere pertanto se non accidentalmente lo scopo di B C D e delle operazione
particolari che si propongono la trasformazione di B C D appunto percheacute altrimenti tra A B C D sussisterebbe un nesso necessario ed esse non sarebbero determinazioni isolate Nel dominio avere
uno scopo significa assegnare un futuro a una parte isolata dal tutto198
E il carattere particolare e specifico dellrsquooperare scientifico-tecnologico egrave giagrave presente
nella formulazione platonico-aristotelica della laquodivisione del lavororaquo
198 Ivi cit pag 245
113
Nel II libro della Repubblica199
Platone dice che il πράττειν cioegrave il dominio
dellrsquooscillazione dellrsquoente egrave laquopiugrave intensoraquo (πλείω) laquopiugrave efficaceraquo (ϰάλλιον) e laquopiugrave
praticabileraquo (ῥᾷον)200
solo in quanto si suddivide in operazioni specifiche realizzate da certi
operatori e non da altri ἄλλͻς ἐπ´ἄλλου ἔργου πρᾶξιν (alium ad alius operis effectionem)201
La divisione (lrsquoisolamento) del lavoro non egrave una determinazione accidentale del lavoro la
divisione del lavoro sussiste ndash il lavoro egrave una molteplicitagrave di operazioni isolate ndash appunto
percheacute il laquolavororaquo egrave πρᾶξις ossia egrave la guida (αἰτία)202
dellrsquooscillazione dellrsquoente tra lrsquoessere e il
niente e quindi egrave la guida di ciograve che in quanto cosigrave oscillante egrave isolato ndash si che la guida
dellrsquoisolato egrave essa stessa unrsquooperazione isolata divisa dalle altre
Proprio di questa divisione parla Aristotele allrsquoinizio dellrsquoEtica quando afferma la
molteplicitagrave degli scopi (πολλὰ γίνεται ϰαὶ τὰ τέλη) in corrispondenza alla molteplicitagrave dei
laquolavoriraquo (πολλῶν δὲ πράξεων οὐσῶν ϰαὶ τεχνῶν ϰαὶ ἐπιστημῶν)203
Lo scopo egrave il futuro che viene assegnato a una parte percheacute se fosse il futuro assegnato
al tutto in quanto tale il tutto non sarebbe laquodiacronicoraquo ma laquosincronicoraquo e organico cioegrave
esisterebbe un nesso tra le parti Ma se il futuro di una parte isolata non puograve essere il futuro
delle altre parti se cioegrave le altre parti hanno altri futuri ogni scopo egrave a sua volta una parte
isolata dalla totalitagrave del futuro La totalitagrave degli scopi riproduce la molteplicitagrave di
determinazioni isolate del presente
Separata dal destino la terra appare nellrsquoisolamento come libera e insieme dominabile
Egrave dominabile proprio percheacute egrave stata liberata dal destino Ma la sua libertagrave egrave anche la sua
assoluta imprevedibilitagrave Il timore egrave innanzitutto lrsquoavvertimento di questa imprevedibilitagrave E il
mortale per allontanare tale timore circonda di legami la terra che stringono ciograve che egrave stato
sciolto dal piugrave indissolubile dei legami Legami che sono gli laquoimmutabiliraquo gli laquoeterniraquo i
laquodestiniraquo che restano evocati allrsquointerno della solitudine della terra
199 Prima edizione Universale Economica Feltrinelli Milano 1995
200 Ivi 370 c
201 Ibidem
202 Platone Sofista 265 b
203 Aristotele Etica Nicomachea 1094 a 6-8
114
CAPITOLO TERZO
Lrsquo alienazione nello sguardo del Destino
115
I - Ciograve che il mortale crede
Ciograve che i mortali chiamano laquovolontagraveraquo e laquodecisioneraquo egrave in veritagrave senza residui convinzione (certezza fede persuasione) cioegrave apparire A sua volta lrsquoapparire in cui consiste ogni decisione e
ogni volontagrave possiede un carattere laquopraticoraquo quel carattere che i mortali interpretano come
capacitagrave pratica di trasformazione del mondo ma che nello sguardo del destino della veritagrave egrave qualcosa di abissalmente diverso da tale capacitagrave
204
La decisione non egrave altro che la convinzione che stia per realizzarsi un processo di cui lo
stato attuale del mortale (cioegrave della sua mente del suo corpo) egrave insieme la causa (il principio)
e lrsquoinizio e di cui lo laquoscoporaquo cioegrave una certa disposizione futura dellrsquoente egrave il termine La
decisione egrave lrsquoapparire di una certa disposizione futura dellrsquoente come risultato tale
disposizione di un certo processo quando i mortali decidono accade per lo piugrave qualcosa (ossia
nel cerchio dellrsquoapparire entra per lo piugrave qualcosa) che i mortali interpretano come il realizzarsi
di quella stessa disposizione dellrsquoente che si erano proposti come scopo e che dunque essi
credono di essere stati capaci di tradurre dal piano delle idee a quello della realtagrave
Quellrsquoapparire che egrave la decisione egrave per lo piugrave accompagnato dallrsquoapparire di qualcosa
che il decidente interpreta come il conseguimento la realizzazione dello scopo
La volontagrave e quindi anche quella volontagrave che si realizza come preghiera egrave la convinzione che il
voluto si realizzi credite quia accipietis Ma se per Gesugrave la fede egrave convinzione ogni decisione egrave una convinzione siffatta Solo che i mortali non hanno piugrave fede che le montagne si muovano cioegrave
hanno fede di muoverle non mediate il laquoFiglio di Dioraquo ma mediante lrsquouso di certi strumenti che la
tecnica dellrsquoOccidente egrave andata approntando e cioegrave mediante la fede questa sigrave posseduta nel
laquomovimentoraquo prodotto da tali strumenti205
Nella prassi scientifica egrave tenuta costantemente aperta la possibilitagrave che la regione
controllata sia condizionata da fattori ignoti
204 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 487
205 Ivi cit pag 488
116
Ma nellrsquoatto del decidere e quindi anche nella decisione scientifico-tecnologica la
decisione egrave presa solo in quanto essa egrave la convinzione di disporre di tutte le forze che sono
richieste per la produzione dello scopo e quindi solo in quanto viene esclusa quella possibilitagrave
di intervento di forze ignote Una possibilitagrave che torna a riaprirsi quando la prassi scientifico-
tecnologica si lascia alle spalle questo tipo di decisione per elaborarne uno piugrave adeguato alla
nuova configurazione che nel frattempo la regione controllata egrave venuta ad assumere
Il mortale crede di volere crede di disporre dei mezzi piugrave idonei alla produzione dei
suoi scopi crede di dominare la terra ma il suo volere (cioegrave lrsquoinsieme e ognuna delle sue
convinzioni) egrave unito al dubbio (cioegrave allrsquoindecisione e al non volere) e ne egrave contrastato
La coscienza di decidere egrave un laquovedersiraquo decidere ossia egrave un laquovedersiraquo non dubitante
Ma questo laquovedereraquo non vede ciograve che egrave non laquovederaquo cioegrave lrsquounione essenziale ossia la
contraddizione del decidere e del dubbio ma laquovederaquo soltanto il decidere Puograve credere di
volere percheacute isola la fede dal dubbio ma il dubbio non cessa e non scompare per il fatto che
il mortale non vuole avere i dubbi che pur appartengono alla sua essenza La qualitagrave del volere
del mortale egrave pur sempre determinata dal dubbio respinto nellrsquoinconscio in quanto lrsquoinconscio
egrave ciograve che viene isolato dal contenuto che il mortale vuole riconoscere
Egrave questa volontagrave non volente che laquoottieneraquo ciograve che i mortali credono sia lrsquolaquoottenutoraquo
Il mortale non laquoottieneraquo crede di ottenere Crede di ottenere ciograve che vuole ma ciograve che accade
egrave il destino ndash il destino della veritagrave ndash che nessun dio e nessun uomo possono laquotenereraquo e
dominare e che include anche lrsquoaccadimento della fede e della volontagrave dei mortali
Nello sguardo del destino la volontagrave egrave apparire Non egrave laquoforzaraquo laquotendenzaraquo laquoappetitoraquo
laquoimpulsoraquo Lrsquoapparire in cui la volontagrave consiste egrave apparire di un contenuto che non egrave il destino
della veritagrave egrave lrsquoapparire di qualcosa che appartiene al mondo sognato dallrsquoalienazione della
veritagrave
117
Tale mondo egrave la terra isolata il contenuto che appare allrsquointerno dellrsquoisolamento della
terra Ma ogni apparire il cui contenuto non egrave il destino della veritagrave o un suo tratto egrave volontagrave
decisione ossia egrave la convinzione di dominare qualcosa e che il dominante sia quello stesso che
egrave il convinto Lrsquoisolamento della terra egrave la volontagrave originaria allrsquointerno della quale soltanto egrave
possibile e puograve sopraggiungere lrsquoapparire di ogni volizione e di ogni decisione del mortale
Lrsquoisolamento della terra egrave volontagrave che la terra sia la regione sicura ossia egrave la
convinzione di disporre della terra nel senso che questa convinzione egrave convinzione che la terra
si rende disponibile per il motivo che si egrave convinti di disporne E la convinzione che la terra sia
il terreno sicuro egrave convinta di ottenere la sicurezza della terra non per mezzo di altro ma per seacute
stessa Ma nellrsquoisolamento la terra sicura viene dapprima interpretata come lrsquoinflessibile Il
fondamento originario di ogni flessione (cioegrave di ogni decisione e azione) interpreta come
inflessibile il contenuto che esso ottiene nel proprio flettere originario Poi un poco alla volta
la flessione flette gli inflessibili della terra Quando lrsquoOccidente incomincia a testimoniare la
sicurezza della terra trova la terra giagrave divisa tra le cose inflessibili e quelle flessibili tra ciograve che
egrave sottratto ad ogni volere e ciograve che invece egrave disponibile ad esso
La cultura moderna vede nei mortali la presenza della volontagrave divina e il soggetto
trascendentale diventa la volontagrave di produrre la terra La terra che resta prodotta
nellrsquoautoproduzione del soggetto trascendentale egrave sempre la terra isolata che appare come il
terreno sicuro La volontagrave che produce la terra egrave intesa come la vera realtagrave il vero valore Nel
concetto di creazione umana di creazione divina del mondo di autoproduzione del soggetto
trascendentale di dominio tecnologico della terra la volontagrave originaria che la terra sia la
regione sicura sta dinnanzi a seacute stessa
118
Lrsquoaccadimento in cui consiste lrsquoisolamento della terra egrave lrsquoaccadimento dellrsquoesser
mortale del mortale ma lrsquoesser mortale egrave lrsquoessenza sia del mortale sia degli degravei sia del dio
cristiano sia del soggetto trascendentale sia del dominio tecnologico della terra
Ma la volontagrave proprio percheacute egrave volontagrave non puograve ottenere ciograve che essa vuole Il voluto
egrave in quanto tale il non ottenibile
Tutto ciograve che si ottiene egrave ciograve che si vuole ottenere ossia egrave ciograve che si crede si ha fede di
ottenere egrave ottenuto allrsquointerno dellrsquoalienazione Lrsquoalienazione egrave lrsquoastro eterno che consiste
nella convinzione che esista ciograve che egrave impossibile Allrsquointerno dellrsquoalienazione tutto ciograve che si
ottiene si ottiene percheacute sia ha fede di ottenerlo e si ha fede di averlo ottenuto
Il precetto evangelico che se si ha fede che le montagne si sollevino esse si solleveranno e il
tratto decisivo della scienza moderna (e che ancora si sottrae allrsquoautocoscienza della scienza) che la trasformazione del mondo ha carattere scientifico solo se egrave oggetto di consenso intersoggettivo e
quindi solo se si ha fede che tale consenso esista [] ebbene quel precetto e quel tratto
appartengono entrambi alla stessa essenza ossia alla volontagrave originaria dellrsquoisolamento della terra
che crede di aver ottenuto la sicurezza della terra per il motivo che essa crede che la terra sia il terreno sicuro ha fede che questa sicurezza sia percheacute essa ha fede che sia ndash anche se la fede
apparendo a seacute come fondamento di ciograve che essa ottiene non appare come fede ma come forza
capace di produrre ciograve che si presenta come dimensione sicura ed evidente206
La volontagrave non riesce ad essere volontagrave non ottiene ciograve che essa vuole e quindi non
ottiene nemmeno il proprio volere Lrsquoimpossibilitagrave del voluto non puograve apparire allrsquointerno della
volontagrave (allrsquointerno cioegrave dellrsquoisolamento della terra) appunto percheacute la volontagrave egrave volontagrave d i
isolarsi dal destino Ma proprio percheacute il voluto egrave lrsquoimpossibile egrave necessitagrave che allrsquointerno
della volontagrave il voluto appaia nel suo esser qualcosa in cui il destino della veritagrave non si mostra
cioegrave qualcosa la cui affermazione e la cui negazione appaiono equivalenti
206 Ivi cit pag 579
119
Nellrsquoisolamento della terra la volontagrave crede di volere (la fede ha fede di aver fede)
percheacute nellrsquoequivalenza dellrsquoaffermazione e della negazione di ciograve che essa crede di volere
isola lrsquoaffermazione dalla negazione isola ciograve che egrave dubbio dal suo esser dubbio sigrave che questo
contenuto isolato appare nel suo esser tenuto fermo cioegrave egrave affermato e in quanto affermato si
presenta come il voluto
Anche questo isolamento egrave fede volontagrave Ma la fede di aver fede (il credere di volere)
non determina un regressus in indefinitum al contenuto in cui la fede ha fede appartiene la
fede di aver fede al contenuto voluto dalla volontagrave appartiene il credere di volere la volontagrave di
volere
Il tramonto dellrsquoisolamento della terra ossia la negazione del contrasto tra veritagrave e
isolamento egrave ciograve che in veritagrave il mortale vuole Il mortale egrave ndash lo egrave solamente ndash questa volontagrave
ossia questa volontagrave costituisce lrsquoinconscio essenziale del mortale cioegrave quanto egli trattiene nel
non testimoniato consumando la totalitagrave del linguaggio nella testimonianza della terra isolata
La terra cosigrave voluta egrave quella semplificazione estrema da cui viene offerta la resistenza minore
al linguaggio che intende illuminare le cose nelle parole La resistenza maggiore egrave invece
costituita dalla struttura del mortale cioegrave dallrsquoapparire della negazione impotente del contrasto
tra il destino e lrsquoisolamento della terra (che a sua volta egrave il contrasto tra fede e dubbio nella
sicurezza della terra)
La terra egrave contesa da due volontagrave contrastanti da un lato lrsquoinvasione del destino da parte della terra
isolata possibile solo se appare il destino della terra cioegrave solo se la terra appare nel suo esser
sottratta alla nebbia dellrsquoisolamento mostrando il volto destinatole dalla veritagrave dallrsquoaltro lato in quanto isolata dal destino e dal dubbio la terra mostra un altro volto quello divenuto familiare ai
mortali e che invece egrave soltanto uno dei due volti che la terra mostra introducendosi nel cerchio
dellrsquoapparire207
207 Ivi cit pag 496
120
Il doppio volto della terra egrave il doppio volto di ogni cosa della terra ed egrave appunto questo
sdoppiarsi e questo contrastarsi delle sembianze terrestri lrsquoostacolo maggiore incontrato dal
tentativo di condurre nel linguaggio le cose Le cose della terra stanno dinnanzi nel cerchio
dellrsquoapparire sdoppiate e in contrasto ognuna con seacute medesima e il tentativo di legarle nel
linguaggio alla loro immagine egrave contrastato dal carattere sfuggente di ciograve che dovrebbe essere
il modello dellrsquoimmagine
Invece la semplificazione estrema costituita dalla terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio
ndash la semplificazione in cui la terra mostra ai mortali il suo volto piugrave familiare ndash non disorienta
il linguaggio ma gli va incontro con lrsquoapparente chiarezza e univocitagrave del suo senso Tale
estrema semplificazione non puograve essere certo considerata come il motivo per il quale il
linguaggio destinato allrsquoapparire egrave stato innanzitutto il linguaggio che esprime lrsquoimmagine
della terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio e tuttavia il linguaggio destinato allrsquoapparire egrave
dapprima e a lungo solamente il linguaggio che esprime la terra cosigrave isolata La terra cioegrave il
cui volto raggiunge la semplificazione estrema dei suoi tratti
121
II - La necessitagrave dellrsquoaccadere come risoluzione del problema della libertagrave dellrsquoente
Ogni ente egrave eterno Quindi eterno anche quellrsquoente che egrave lo stesso accadere dellrsquoente Nella
veritagrave lrsquoaccadere non egrave lrsquoincominciare ad essere ma lrsquoincominciare ad apparire Che lrsquoente
incominci ad apparire significa che esso eterno esce dallrsquoombra del non apparire ed entra
nella luce dellrsquoapparire Cade in questa luce208
Poicheacute lrsquoaccadere dellrsquoente egrave eterno egrave necessario che lrsquoente accada Inoltre egrave
necessario che lrsquoente accada con il senso determinato che gli conviene non solo egrave necessario
che lrsquoente accada ma egrave insieme necessario che accada proprio quellrsquoente che accade
Lrsquoaccadere dellrsquoente egrave determinato e quindi lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave la necessitagrave
dellrsquoaccadere cosigrave determinato Se infatti lrsquoente che accade non accadesse lrsquoaccadere dellrsquoente
non sarebbe e quindi non sarebbe eterno ma possibile accidentale Affermando che lrsquoente che
entra nellrsquoapparire sarebbe potuto non entrarvi ndash affermando cioegrave la laquocontingenzaraquo
dellrsquoapparire ndash si afferma che lrsquoente che accade sarebbe potuto non accadere cioegrave si nega la
necessitagrave dellrsquoaccadere e in questo modo il non essere (la nientitagrave) dellrsquoaccadere dellrsquoente vien
posto come una possibilitagrave Lrsquoimpossibile viene ritenuto possibile
Poicheacute lrsquoaccadere egrave il passaggio dal non apparire allrsquoapparire lrsquoessere (e quindi
lrsquoeternitagrave) del passaggio richiede necessariamente che lrsquoente che sopraggiunge nellrsquoapparire
prima non appaia e poi appaia Lrsquoaccadere egrave solo in quanto lrsquoente che accade si mantiene
nascosto sino a che incomincia ad apparire Lrsquoeternitagrave di ogni ente egrave lrsquoeternitagrave di ciograve che esso egrave
nel modo in cui lo egrave
Lrsquoapparire che nellrsquoaccadimento incomincia non egrave separato dal proprio incominciare
ma egrave appunto lrsquoapparire incominciante Se invece si isola lrsquoapparire dal suo incominciare ndash se
lo si pensa indipendentemente dal suo incominciare ndash si finisce col rendere impossibile quel
mantenersi nascosto quel non apparire ancora da parte dellrsquoente senza di cui lrsquoaccadimento
non potrebbe essere
208 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 97
122
Separato dal suo incominciare lrsquoapparire si presenta come qualcosa che non puograve
incominciare Ogni ente egrave eterno ma appunto egrave eterno lrsquoente nel suo essere ciograve che egrave
nellrsquoaccadimento lrsquoente che incomincia ad apparire non egrave in sintesi con un apparire che egrave
separato dal proprio incominciare ma egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante
Questa egrave la sintesi che egrave e che egrave eterna il contenuto dellrsquoaltra sintesi invece ndash cioegrave della sintesi tra
lrsquoente e il suo semplice (astratto) apparire ndash non egrave appunto percheacute egrave ottenuta prescindendo dallrsquoincominciare che pur determina lrsquoapparire incominciante
209
Proprio percheacute lrsquoente che accade egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante lrsquoente in cui
consiste questa sintesi non esclude ma allrsquoopposto richiede necessariamente che prima di
incominciare ad apparire lrsquoente che accade non appaia lrsquoente incomincia ad apparire solo in
quanto esiste un prima rispetto allrsquoapparire dove tale ente ancora non appare Ma questo non
apparire ancora che precede lrsquoincominciare ad apparire non egrave la nientitagrave dellrsquoapparire
incominciante
Con lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente non si produce una sintesi nuova tra lrsquoente e il
suo apparire ma tutto ciograve che sopraggiunge egrave giagrave eterno Che col sopraggiungere non si formi
una sintesi nuova uscita dal niente non significa che quella tra il sopraggiungente e il suo
sopraggiungere cioegrave il suo incominciare ad apparire non sia una sintesi ma significa che in
quanto questa stessa sintesi sopraggiunge essa egrave giagrave eterna210
209 Ivi cit pag100
210 Con ciograve potremmo rispondere a una delle cretiche che C Fabro rivolge al divenire severiniano lt
Severino non spiega percheacute e come le cose della terra incominciano ad apparire ndash da dove sbucano dalla terra
[] e se incominciano ad apparire significa che le cose prima erano nascoste (a parte la domanda del dove fossero
nascoste) ci si puograve chiedere anche chi le ha spinte fuori dallrsquoombrahellip per guadagnar le stelle od almeno il sole
della coscienza E soprattutto quando incomincia questo cominciare gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente
cit pag 129
123
Affermando invece che il sopraggiungente sarebbe potuto non sopraggiungere ndash ossia
che ciograve che incomincia ad apparire sarebbe potuto non apparire ndash si afferma che la sintesi tra
lrsquoente che sopraggiunge e il suo sopraggiungere sarebbe potuta rimanere un niente Ma se
lrsquoapparire egrave laquoil nienteraquo che laquoil nienteraquo accolga o non accolga lrsquoente egrave qualcosa di
assolutamente indifferente e quindi lrsquoapparire egrave libertagrave Mentre lrsquoapparire egrave laquonienteraquo solo nel
senso che la sua determinatezza non egrave che lrsquoapparire delle determinazioni
Lrsquoaccadere egrave lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente Egrave questo lrsquoaccadere che nellrsquoapertura della
veritagrave appare Inteso invece come un incominciare ad essere uscendo dal niente lrsquoaccadere non egrave qualcosa che appare [] Poicheacute lrsquoaccadimento (il divenire) non egrave la creazione dellrsquoente ma il
sopraggiungere dellrsquoente cioegrave dellrsquoeterno nellrsquoapparire lrsquoaccadimento egrave dunque solamente in
quanto appare Un divenire laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile egrave cioegrave un concetto del
nichilismo211
Appunto percheacute un accadimento laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile la supposizione
che sarebbe potuto accadere altro da ciograve che di fatto accade non puograve essere mantenuta
affermando che sigrave lrsquoaccadere effettivo dellrsquoente egrave eterno ma questo eterno sarebbe potuto no
apparire e sarebbe potuto apparire lrsquoaccadere che di fatto non appare Questa supposizione non
puograve essere mantenuta percheacute lrsquoapparire appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere e cioegrave lrsquoaccadere
esiste solo in quanto appare e non puograve avere la possibilitagrave di restare nel non apparire lasciando
che un altro accadere appaia E lrsquoaccadere non egrave lrsquoaccadere in generale ma egrave lrsquoaccadere nella
sua attualitagrave Lrsquoapparire che appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere egrave questo attuale apparire egrave
lrsquoattualitagrave dellrsquoapparire ed egrave dunque questa attualitagrave ciograve senza di cui lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave
impossibile
Lrsquoapparire dellrsquoaccadimento accade e tuttavia non egrave un accadimento Lrsquoapparire
dellrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente incomincia e tuttavia non egrave un incominciare
211 Ivi cit pag 104
124
Lrsquoaccadimento che appare non egrave soltanto questo o quellrsquoaccadere particolare ma egrave la
totalitagrave dellrsquoaccadere che appare Anche se si trasforma laquocontinuamenteraquo lrsquoaccadere appare
comunque come totalitagrave dellrsquoaccadere Gli accadimenti che appaiono sono laquocontinuamenteraquo
diversi ma appaiono necessariamente come totalitagrave dellrsquoaccadimento Lrsquoapparire della totalitagrave
dellrsquoaccadere non potrebbe essere apparire della totalitagrave dellrsquoaccadere appunto percheacute questa
totalitagrave avrebbe al di fuori di seacute quellrsquoaccadere che egrave lrsquoaccadere dellrsquoapparire della totalitagrave
dellrsquoaccadere
Dire infatti che lrsquoente che sopraggiunge entra nellrsquoapparire significa che lrsquoapparire
dellrsquoente diventa apparire anche dellrsquoente che sopraggiunge in quanto egrave apparire anche
dellrsquoente che sopraggiunge lrsquoapparire in cui il sopraggiungente sopraggiunge egrave esso stesso
sopraggiungente Quindi lrsquoapparire del sopraggiungente egrave apparire anche del proprio
sopraggiungere lrsquoapparire del sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente egrave lo stesso
apparire del sopraggiungente e il sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente non egrave
qualcosa che non possa appartenere alla totalitagrave del sopraggiungere ma egrave contenuto di questa
totalitagrave un contenuto che egrave lo stesso contenente
Lrsquoessere con tutti gli altri enti nessuno escluso appartiene allrsquoessenza di ogni ente La
parte egrave nel Tutto non accidentalmente ma necessariamente Il Tutto non si limita a circondare
la parte ma la parte egrave ciograve che essa egrave solo in quanto egrave unita al Tutto
La persuasione che le decisioni ndash umane o divine ndash siano laquolibereraquo egrave invece la negazione
del legame necessario che unisce ogni parte a tutte le altre Tale persuasione separa infatti dal
Tutto quella parte che egrave lrsquoaccadimento della decisione e la rende qualcosa di assolutamente
indipendente Questa separazione sussiste in ogni caso sia che ancora si intenda la decisione
libera come qualcosa che sarebbe potuto non essere invece di essere sia che si intenda la
decisione libera come un ente eterno che sarebbe potuto non apparire invece di apparire
125
Lrsquoisolamento della decisione dal Tutto ndash e ogni isolamento ndash egrave negazione della veritagrave
dellrsquoessere non solo percheacute esso nega ogni legame necessario che unisce la parte al Tutto ma
anche percheacute in esso si esprime ancora una volta il nichilismo Negando ogni legame
necessario col Tutto lrsquoisolamento nega insieme il legame necessario che egrave richiesto
dallrsquoeternitagrave del Tutto e quindi nega lrsquoeternitagrave del Tutto negando la conseguenza nega il
fondamento La stessa prevaricazione che isola la decisione laquoliberaraquo dal tutto pone la
decisione (e il Tutto) come un niente La contingenza dellrsquoaccadere egrave dunque espressione del
nichilismo
Il linguaggio dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo Dice cosigrave che lrsquoazzurro
del cielo ora egrave un niente il cielo era azzurro Ma il cielo azzurro egrave una delle eterne cose della
terra che si inoltrano nel cerchio eterno dellrsquoapparire della veritagrave e ne escono dopo averlo
attraversato (Un cielo azzurro che non egrave espressione di un cielo azzurro universale ma
quellrsquoazzurritagrave del cielo considerata nella sua irripetibilitagrave e singolaritagrave es il cielo di oggi un
giorno di marzo a Roma) Il cielo egrave azzurro La contrapposizione tra lrsquolaquoegraveraquo copulativo e lrsquolaquoegraveraquo
esistenziale egrave propria del nichilismo Lrsquolaquoegraveraquo unisce il cielo e la sua azzurritagrave ma li unisce
appunto nellrsquoessere La loro unitagrave egrave ossia egrave eterna Il cielo egrave eternamente azzurro Il cielo egrave la
sua azzurritagrave nel senso che egrave il cielo-che-egrave-azzurro che egrave lrsquoazzurro-di-questo-cielo E il
contenuto dellrsquoerrore (in ogni errore si esprime la volontagrave di sottrarsi al destino della veritagrave
cioegrave lrsquoalienazione della veritagrave) egrave il niente
Ma proprio percheacute lrsquoente non egrave e non puograve diventare un niente il dire del destino non egrave
una laquoproposizioneraquo che da laquoveraraquo possa diventare laquofalsaraquo Nel destino il dire egrave lrsquoapparire
dellrsquoidentitagrave trascendentale che costituisce lrsquoessere qualcosa da parte di qualcosa ad esempio egrave
lrsquoapparire dellrsquoessere azzurro del cielo Ciograve che in veritagrave accade quando il linguaggio
dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo non egrave il diventar falso dellrsquoapparire del cielo
azzurro ma egrave lrsquouscire di questo apparire dal cerchio intramontabile dellrsquoapparire
126
Il cielo azzurro appare cioegrave dimora nel cerchio dellrsquoapparire della veritagrave Appunto
percheacute appare appare la sua destinazione allrsquoessere Poi laquoil cielo si oscuraraquo Nel linguaggio
dellrsquoOccidente lrsquolaquooscurarsiraquo esprime unrsquolaquoazioneraquo del cielo che prima laquoeraraquo azzurro Ma nella
veritagrave il cielo azzurro non si oscura non compie lrsquoazione di incupire e di render niente la
propria azzurritagrave Esso egrave eternamente azzurro e ciograve che lrsquoOccidente chiama laquoil suo oscurarsiraquo egrave
lrsquoinoltrarsi del cielo (eternamente) oscuro nel cerchio dellrsquoapparire mentre da questo cerchio
lrsquoeterno cielo azzurro esce e scompare La testimonianza della veritagrave non dice quindi che laquoil
cielo non egrave piugrave azzurroraquo ma che il cielo eternamente azzurro si egrave portato fuori dellrsquoapparire
nel non apparire Di esso non dice laquonon egraveraquo (laquonon egrave piugraveraquo laquonon egrave ancoraraquo) bensigrave laquonon egrave
presenteraquo laquonon egrave apparenteraquo (questrsquoultimo termine da intendersi come participio presente del
verbo apparire) Dice dunque laquoIl cielo (che egrave) azzurro non egrave (piugrave) apparenteraquo Ma daccapo
questrsquoultima affermazione non significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro non egrave (piugrave)raquo e che
pertanto questo apparire egrave diventato un niente bensigrave significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro
non egrave (piugrave) apparenteraquo
Ciograve che entra e esce dal cerchio dellrsquoapparire appartiene eternamente ad esso ma
dicendo che tale appartenenza laquoentraraquo nel cerchio dellrsquoapparire si intende escludere che in
qualsiasi modo lrsquoappartenenza si trovi giagrave nel cerchio e dicendo che ne esce si intende
escludere che essa in qualche modo continui a trovarvisi Pertanto ciograve che entra in questo
cerchio non egrave lrsquoatteso ma lrsquoinatteso e ciograve che ne esce non egrave il laquoricordatoraquo ma il
laquodimenticatoraquo Il laquoricordareraquo e il laquodimenticareraquo nel linguaggio del destino della veritagrave non
sono funzioni psicologiche o proprietagrave della coscienza trascendentale in quanto figura della
tradizione filosofica del nichilismo il laquodimenticareraquo egrave il cerchio dellrsquoapparire in quanto non
contiene piugrave in seacute qualcosa non lo contiene piugrave in nessun modo il laquoricordareraquo egrave il cerchio
dellrsquoapparire in quanto contiene ancora in seacute in qualche modo il ricordato
127
In qualche modo infatti lrsquoatteso appare giagrave e il ricordato appare ancora Quando
lrsquoatteso sopraggiunge non entra quindi simpliciter nel cerchio dellrsquoapparire e quando il
laquopresenteraquo passa e si mantiene nella memoria non esce da quel cerchio In entrambi i casi
varia soltanto il modo in cui si mostra una certa identitagrave che permane nel cerchio dellrsquoapparire
Ma lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire puograve apparire solo in quanto gli
insiemi di enti che lrsquoinoltrarsi porta progressivamente alla luce non sono via via dimenticati
(non vanno cioegrave uscendo via via dal cerchio dellrsquoapparire) ma continuano ad apparire sia pure
come passati Nella veritagrave appare lrsquoinoltrarsi della terra e lrsquoinoltrarsi appare solo in quanto
appare il passato Egrave infatti in relazione al passato ossia egrave percheacute il passato appare che il
sopraggiungente puograve apparire come tale Se nel sopraggiungere ciograve che giagrave appariva ndash e cioegrave
il passato ndash uscisse dimenticato dallrsquoapparire il sopraggiungente non potrebbe apparire come
laquogiunto sopraraquo qualcosa (appunto percheacute questo qualcosa sarebbe assente) e non solo il
sopraggiungente non potrebbe apparire come tale ma non potrebbe apparire affatto Questo
percheacute lrsquoapparire dellrsquoinoltrarsi della terra non solo esige lrsquoapparire del passato ma questo
inoltrarsi egrave necessariamente un permanere la permanenza assoluta dellrsquoidentitagrave costituita dalla
struttura della veritagrave che egrave presente in ogni insieme di enti che entrano nel cerchio
dellrsquoapparire Ciograve che permane egrave sigrave ciograve che appare ancora ma insieme egrave ciograve che appariva
anche prima il permanente egrave cioegrave presente e passato Il sopraggiungente sopraggiunge quindi
di necessitagrave nella permanenza ossia nellrsquoapertura di un passato Lrsquoessenza del divenire non puograve
essere stabilita indipendentemente dallrsquoessenza del passato
laquoLa legna arde nel camino e diventa cenereraquo Cosigrave parla il nichilismo nel linguaggio
quotidiano Diventando cenere la legna in quanto legna egrave distrutta cioegrave annientata
128
Anche se la scienza della natura afferma che lrsquoenergia in cui consiste la legna non egrave
andata distrutta nella combustione ma rimane sotto forma diversa tuttavia la forma che
lrsquoenergia assumeva nella legna egrave inevitabilmente pensata nella prospettiva scientifica come
ciograve che egrave andato distrutto e che dunque si egrave annientato
Ma la combustione come ogni divenire puograve essere laquosperimentataraquo solo se quando si
fa esperienza della cenere la legna non egrave stata dimenticata Giagrave in Kant egrave pienamente acquisito
il principio che la coscienza (o sperimentazione) del divenire non diviene ossia che lo stato
precedente (la legna che ancora non egrave diventata cenere) devrsquoessere conservato nella coscienza
insieme allo stato susseguente (la cenere) affincheacute si dia coscienza di un divenire
Nella dialettica della coscienza sensibile col sopraggiungere dellrsquouniversale e della coscienza
indiveniente del divenire il passato permane Egrave quanto richiesto dal principio secondo cui nel risultato egrave essenzialmente conservato e contenuto ciograve da cui esso risulta [] Il risultato egrave un
permanere [] la coscienza del divenire egrave necessariamente coscienza della permanenza [] Nella
laquoDimostrazioneraquo della laquoprima analogiaraquo dellrsquoesperienza (Critica della ragion pura sezione terza
dellrsquoAnalitica dei principi) si dice che qualcosa puograve mutare solo se resta Tutto ciograve che muta resta la permanenza egrave condizione necessaria in cui solo egrave possibile che i fenomeni siano determinabili
come cose od oggetti di una esperienza possibile212
Lo stato precedente egrave conservato come passato e questo conservarlo egrave il ricordo Il
ricordo ricorda qualcosa di positivamente determinato (la legna) ricorda cioegrave un non-niente
212 E Severino Tautόtēs cit pag 86-87
129
In quanto non-niente il ricordato non puograve essere quindi ciograve che nella combustione egrave
diventato niente213
Per il nichilismo il passare egrave un annientamento ma allora il passato in quanto
annientato e dunque in quanto niente non puograve apparire Lrsquoannientarsi egrave insieme
necessariamente uno sparire Ma in questo modo il ricordo non ricorda il passato ndash giaccheacute
lrsquoautentico passato non puograve apparire ndash e quindi non egrave ricordo ma apparizione di ciograve che del
passato nascosto continua ad esistere e che dunque non egrave un passato
213 lt Tuttavia non egrave unrsquoaltra legna ma egrave proprio la legna ricordata che nella combustione egrave diventata
cenere e che quindi si egrave annientata in quanto legna Ma di ciograve che egrave divenuto niente non puograve esserci memoria Ma
senza memoria egrave impossibile la coscienza del divenire Per salvare la memoria il nichilismo egrave costretto a
distinguere nel passato che appare nel ricordo due aspetti Da un lato il passato in quanto oggetto del ricordo egrave
uno dei molti fattori del diveniente che continuano ad esistere nonostante lrsquoannientamento cui il diveniente va
incontro oltre alla cenere al fumo e al calore della legna rimane anche il suo esser ricordata Dallrsquoaltro lato crsquoegrave
lrsquoaspetto del passato relativamente al quale si verifica lrsquoannientamento Il passato si annienta non in quanto esso egrave
oggetto del ricordo ma in quanto ha questo secondo aspetto ciograve che egrave diventato niente non egrave la legna che appare
nel ricordo ma altro Un altro che perograve appartiene alla legna che appare nel ricordo Per Hegel questo altro egrave
laquolrsquoesistenzaraquo della legna e ciograve che appare nel ricordo egrave la laquoformaraquo o essenza della legna Egrave lo stesso concetto di Agostino il passato esiste nellrsquoanima cioegrave esiste come idealitagrave essenza non come esistenza reale Ma su quale
base viene affermata lrsquoesistenza (passata) di questo altro che egrave divenuto inesistente Non si puograve rispondere
dicendo che questo altro appare nel ricordo appunto percheacute ciograve che appare nel ricordo in quanto appare come un
non-niente determinato non egrave un niente E per quanto riguarda lrsquoErinnerung hegeliana la legna ricordata non egrave
una legna ricordata come inesistente Il passato appare e nel nichilismo qualcosa di esso egrave divenuto un niente
Ma che cosa Non qualcosa che appare tutto il passato che appare sta ligrave dinnanzi come un positivo Qualcosa
dunque che non appare gt Id Destino della necessitagrave pag 178
130
Egrave percheacute lrsquoannientarsi egrave insieme lrsquouscire dallrsquoapparire che lrsquoapparire in quanto tale
non puograve attestare alcuncheacute della sorte di ciograve che si egrave portato al di fuori dellrsquoapparire se
continui ad esistere o se sia diventato nulla Lrsquoannientamento del passato egrave cioegrave lrsquoapriori con il
quale il nichilismo interpreta lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire
Nella veritagrave dellrsquoessere invece lo scomparire non egrave lrsquoannientamento di ciograve che
scompare e il progressivo arricchirsi della manifestazione del passato mostra appunto che il
dimenticato (ossia ciograve che egrave uscito dal cerchio dellrsquoapparire) continua ad essere e che questo
suo essere riappare nel concretarsi del ricordo
E non solo lrsquoapparire del divenire non attesta lrsquoannientamento del passato ma la
persuasione che il passato sia ciograve che egrave divenuto un niente rende impossibile lo stesso apparire
del divenire Infatti il divenire appare solo se appare il passato ma se il passato egrave ciograve che ormai
egrave un niente il passato non puograve apparire e dunque non puograve apparire nemmeno il divenire Ciograve
che lrsquoOccidente ritiene lrsquoevidenza suprema ndash lrsquouscire e il ritornare nel niente ndash rende
impossibile la visione del divenire ossia la visione della variazione del contenuto che appare
131
III - laquoCrescereraquo come divenire
Nellrsquoapparire del divenire il laquopassatoraquo egrave ciograve che non laquocresceraquo piugrave ma la cui avvenuta
crescita continua ad apparire insieme al laquopresenteraquo ndash dove il laquocrescereraquo non egrave una
trasformazione ontologica ma egrave la successione degli eterni che sebbene diversi hanno
qualcosa di identico (che egrave appunto ciograve che nella successione egrave il crescente) La permanenza
dellrsquointramontabile egrave il sopraggiungere in esso del suo differenziarsi ndash ossia dei differenti eterni
di cui esso egrave identitagrave Affincheacute unrsquoidentitagrave permanga nei differenti che sopraggiungono si
richiede pertanto la separazione e lrsquoindifferenza dellrsquoidentico rispetto ai differenti si richiede
cioegrave che lrsquoidentico abbia il senso che ha indipendentemente dal contenuto che entra e esce dal
cerchio dellrsquoapparire
Lrsquoaffermazione dellrsquoidentico sembra negare il legame necessario che sul fondamento
dellrsquoeternitagrave di ogni ente unisce ogni ente a ogni altro ente E drsquoaltra parte se non ci fosse
permanenza dellrsquoidentico non potrebbe nemmeno apparire la variazione del contenuto che
appare non potrebbe apparire alcun divenire Questa aporia egrave provocata dalla separazione che
isola lrsquoidentitagrave permanente dal contenuto che appare e che egrave il contesto dellrsquoidentitagrave Lrsquoaporia
ponendo la permanenza dellrsquoidentitagrave come risultato della separazione dellrsquoidentitagrave si
costituisce proprio in quanto lrsquoidentitagrave viene separata dagli insiemi che lrsquohanno in comune e nei
quali essa permane La separazione dellrsquoidentitagrave egrave il fondamento dellrsquoaffermazione che la
permanenza dellrsquoidentitagrave egrave separazione Nella testimonianza del destino della veritagrave dellrsquoessere
lrsquoidentitagrave che permane egrave invece ciograve che hanno in comune i diversi insiemi eterni che
sopraggiungono e si ritraggono dal cerchio dellrsquoapparire Eterni sono sia la identitagrave del diverso
sia la sopraggiungente e ritraentesi diversitagrave dellrsquoidentico Il non permanente egrave lrsquoeterno che
entra ed esce dal cerchio dellrsquoapparire o che continuando ad apparire ha raggiunto il
compimento del suo permanere
132
Il laquocrescereraquo egrave lrsquoapparire dellrsquoidentitagrave degli eterni diversi che si succedono nel cerchio
dellrsquoapparire egrave il ritrovarsi dellrsquoidentitagrave nel sopraggiungere dei diversi E quando la crescita ha raggiunto il suo compimento essa egrave divenuta un perfectum non nel senso che sia il prodotto
compiuto di un facere ma nel senso che lrsquoidentitagrave del diverso si egrave portata totalmente
compiutamente nel cerchio dellrsquoapparire si che in questo cerchio giunge ad apparire la totalitagrave compiuta del diverso di cui lrsquoidentitagrave egrave identitagrave e lrsquoapparire di questa totalitagrave egrave in questo senso il
perfectum214
Ciograve che diventa un passato non si trasforma e non egrave nemmeno necessario che qualcosa
di esso esca dallrsquoapparire Nel passato lrsquoente rimane tutto ciograve che esso nella sua destinazione
allrsquoapparire egrave riuscito a mostrare di seacute nel presente e non egrave nemmeno necessario affincheacute
lrsquoente passi che scompaia qualcosa di ciograve che esso egrave nel presente Col passare avviene di certo
una variazione nel contenuto del cerchio dellrsquoapparire ma questa variazione non riguarda
necessariamente ciograve che passa ndash giaccheacute appunto nel passato lrsquoente puograve continuare ad
apparire mostrando tutto ciograve che esso egrave nel presente ndash ciograve che egrave necessario appaia percheacute
appaia la variazione egrave il sopraggiungere di qualcosa
Nellrsquoapertura della veritagrave dellrsquoessere il divenire egrave il sopraggiungere dellrsquoeterno
lrsquoinoltrarsi dellrsquoeterna terra nel cerchio eterno dellrsquoapparire Per quanto atteso e previsto il
sopraggiungere della terra possiede sempre qualcosa di imprevisto qualcosa cioegrave che non egrave
visto in precedenza e che dunque entrando nel cerchio dellrsquoapparire esce dallrsquoombra del non
apparire Ma il sopraggiungere ndash cioegrave il divenire ndash appare come tale solo in quanto appare la
dimensione sopra la quale il sopraggiungente giunge e che nel sopraggiungere egrave sorpassata
ossia diviene un passato
Per concludere lrsquoestrema prevaricazione egrave il voler dimenticare di essere eterni nel Tutto
eterno voler dimenticare di essere lrsquoeterno apparire del destino della veritagrave nel quale si inoltra
la terra e voler appartenere alla terra isolata
214 Ivi cit pag 186
133
La prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire
allrsquoeternitagrave del Tutto e quindi dellrsquouomo Le cose della terra vanno e vengono muoiono e
nascono La volontagrave di appartenere alla terra isolata egrave la volontagrave di morire
La persuasione che la terra sia la regione con cui abbiamo sicuramente a che fare
scioglie non solo il legame che unisce ogni parte al Tutto ma scioglie anche il legame che
unisce lrsquoapparire della terra allrsquoapparire della veritagrave dellrsquoessere Ma questi legami sono
indissolubili e sciogliere lrsquoindissolubile egrave soltanto lrsquointenzione di scioglierlo ossia egrave il volere
lrsquoimpossibile
La convinzione che lrsquoaccadere delle cose sia contingente e che quindi le decisioni dei
mortali e degli degravei siano libere sorge allrsquointerno dellrsquoalienazione essenziale della veritagrave
Lrsquoisolamento della terra ossia lrsquoaccadimento del mortale egrave il fondamento di quella
convinzione Solo percheacute lrsquouomo egrave diventato un mortale puograve convincersi di essere libero
Il destino della veritagrave che non tramonta nemmeno con lrsquoaccadimento dellrsquoalienazione essenziale
della veritagrave dice che tutto ciograve che accade egrave destinato ad accadere ossia dice che la terra (che egrave la totalitagrave dellrsquoaccadimento) egrave destinata ad inoltrarsi nel cerchio dellrsquoapparire eterno
dellrsquointramontabile ed egrave destinata ad inoltrarvisi come laquodi fattoraquo vi si inoltra Il laquofattoraquo egrave il destino
cioegrave la necessitagrave (nella veritagrave del suo senso)215
La necessitagrave e il destino nella veritagrave del loro senso sono il cuore di ogni ente sono il
mantenersi da parte di ogni ente in accordo con ciograve che esso in veritagrave egrave
215 Ivi cit pag 443
134
PARTE TERZA
LA FEDE
Lrsquoimpossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione
lt Catturato dalla ragione malata il Verbo egrave inconciliabile con la ragione
Purificata Lrsquoinconciliabilitagrave non riguarda la ragione in quanto tale ma la forma
storica assunta dalla ragione occidentale gt216
216 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 42
135
CAPITOLO PRIMO
Filosofia e fede
136
I - Lo sguardo filosofico alla rivelazione
Nellrsquoantichitagrave i poeti presentano i loro canti come il risultato di un ammaestramento
divino la divinitagrave era posta allrsquoorigine della loro espressione il che significa che i poeti
esprimono un sapere che egrave a tutti gli effetti divino Era infatti convinzione comune che la
conoscenza fosse assolutamente impossibile senza lrsquointervento degli dei ed egrave in questa
prospettiva che Esiodo e Omero presentano i loro poemi NellrsquoVIII libro dellrsquoOdissea217
Odisseo tesse le lodi del cantore Demodoco laquocerto Apollo o la musa figlia di Zeus ti
istruironoraquo il cantore solo percheacute il sapere gli proviene da una fonte superiore puograve cantare
ciograve che capitograve agli Achei a Troia pur senza aver visto coi suoi occhi Anche lrsquoincipit della
Teogonia esiodea218
egrave sotto questo profilo particolarmente significativo laquosono le muse che un
giorno un bel canto insegnarono a Esiodoraquo Ma le muse di Esiodo e qui sta la cosa
interessante raccontano anche cose false cosiccheacute sta allrsquouomo capire gli ammaestramenti
divini evitando di riceverli passivamente non ogni forma di poesia percheacute ispirata dalle muse
egrave autenticamente vera Si affaccia cosigrave lrsquoidea che la conoscenza umana abbia una sua
indipendenza
Con lrsquoavvento della filosofia come egrave giagrave stato detto nella prima parte del presente
lavoro lrsquouomo cerca un sapere vero non smentibile un sapere che si imponga per la sua
incontrovertibilitagrave lrsquoepi-steacuteme ma la ricerca di una tale sapere fu possibile percheacute il pensiero
era convinto di giungere alla veritagrave in quanto la filosofia nel mondo antico era affermazione
immediata di certezza e veritagrave e quindi lrsquouomo era artefice di un pensiero vero
Il cristianesimo egrave invece la forma di pensiero filosofico che crede che la veritagrave sia
garantita solo se non egrave una produzione umana come per i Greci ma egrave rivelata da Dio
217 In URL wwwbibliolandiacomperioit Omero Odissea traduzione di N Delvinotti Consultato in
data 12042017
218 In URL wwwlariciit Esiodo Teogonia traduzione di E Romagnoli Consultato in data 12042017
137
E quando per difendersi dagli attacchi polemici e dalle persecuzioni noncheacute per
garantire la propria unitagrave contro sbandamenti ed errori il cristianesimo dovette venire in chiaro
dei propri presupposti teorici e organizzarsi in un sistema di dottrine esso si presentograve come
lrsquoespressione completa e definitiva della veritagrave che la filosofia greca cercava Una volta postosi
sul terreno della filosofia il cristianesimo tenne ad affermare la propria continuitagrave con la
filosofia greca ed a porsi come lrsquoultima e piugrave compiuta manifestazione di essa Giustificograve
questa continuitagrave con lrsquounitagrave della ragione che Dio ha creata identica in tutti gli uomini di tutti
i tempi e alla quale la rivelazione cristiana ha dato lrsquoultimo e piugrave sicuro fondamento e con ciograve
affermograve implicitamente lrsquounitagrave della filosofia e della religione Questa unitagrave egrave un presupposto
che guida e sorregge tutta la ricerca dei Padri della Chiesa nel loro contributo allrsquoelaborazione
dottrinale la cui opera egrave stata accettata dalla Chiesa stessa
La filosofia distingue il fatto storico dal keacuterygma o rivelazione Propriamente li
distingue in quanto il primo si fa portatore di un accadimento di una veritagrave storica ossia un
insieme di affermazioni intorno a eventi e a oggetti individuali a proposito delle quali si egrave
convinti che esprimano un contenuto che viene ad apparire il secondo invece porta con seacute
una veritagrave di fede ossia una veritagrave che esiste se viene laquocredutaraquo
Nellrsquoesempio del Cristianesimo la rivelazione egrave intesa come parola (Bibbia) e come
evento (Gesugrave Cristo) Compito della filosofia egrave di indagarne le condizioni di possibilitagrave
Il problema della rivelazione scaturisce dalla necessaria mondanizzazione ndash e dunque ndash
negazione ndash di Dio che si rivela Se il keacuterygma (lrsquoannuncio il messaggio) egrave parola di Dio
allrsquouomo egrave necessario presupporre unrsquoarea comune di intendimento Su tale necessitagrave insiste
anche quellrsquoorientamento teologico massimamente preoccupato di salvaguardare la distanza
lrsquoalteritagrave radicale tra Dio e lrsquouomo
138
Non sarebbe possibile lrsquoascolto della parola di Dio se non ci fosse insieme una
comunicazione tra Dio che parla e lrsquouomo che ascolta unrsquoanalogia un laquopunto drsquoinnestoraquo
come scrive Barth nella Dogmatica ecclesiastica219
Per la teologia cattolica tale laquopunto drsquoinnestoraquo egrave dato dalla dottrina ndash filosofica e
teologica insieme ndash dellrsquoanalogia entis Ma se il keacuterygma si fa storia allora la parola ndash e
lrsquoevento ndash non egrave Dio ma una sua testimonianza un segno allusivo indicativo di una ulterioritagrave
di significato che lrsquoevento in quanto storico non egrave in grado di offrire
Egrave stata proposta una soluzione per lrsquointerpretazione dellrsquoevento storico come evento
rivelato secondo una logica alternativa alla logica necessitante della non contraddizione la
logica della testimonianza220
In base ad essa lrsquoatto piugrave sensato piugrave umano egrave quello di credere
dinnanzi alle testimonianze bene autenticate pur non possedendo tale atto forza cogente Una
tale soluzione egrave in realtagrave lrsquoaccettazione di una possibilitagrave e non procede di un passo rispetto
alla possibilitagrave giagrave offerta dalla ragione stessa Non si tratta di logiche poicheacute il dar credito alla
testimonianza egrave giagrave essere nella fede La maggiore plausibilitagrave non si riferisce allrsquoeccedenza
semantica ma allrsquoevento come dato storico (plausibilitagrave storica) e la plausibilitagrave (o probabilitagrave)
egrave una variante interna al concetto stesso di possibilitagrave Egrave possibile anche lrsquoimprobabile
Egrave legittimo credere ed egrave legittimo non credere proprio percheacute il contenuto della fede egrave
per la ragione una laquopossibilitagraveraquo Ma il dar peso il ritenere per vero tale contenuto egrave opera della
volontagrave che cosigrave decide di determinarsi che decide cioegrave di oltrepassare pragmaticamente il
piano della possibilitagrave
219 J I Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio Cittagrave Nuova
Editrice Roma 2005 Rif pag 64
220 Cfr D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana Brescia 1991
139
II - Lrsquoargumentum
Nella Lettera agli Ebrei221
dellrsquoapostolo Paolo la fede egrave laquopragmaton eacutelenchos ou
blepomeacutenonraquo che traduciamo con argumentum non apparentium La fede egrave lrsquoargomento
laquoeacutelenchosraquo delle cose che non appaiono
La parola greca eacutelenchos significa laquoprovaraquo laquogiustificazioneraquo laquofondazioneraquo
laquoargomentoraquo Argumentum egrave legato ad argos laquosplendenteraquo egrave cioegrave il brillare dellrsquoargon la
luminositagrave di ciograve che argon Lrsquoargomento egrave il portare luce Lrsquo innegabilitagrave che splende nella
sophia egrave ciograve che si costituisce come argumentum dellrsquoepisteacuteme Lrsquo episteacuteme egrave il cuore
della tradizione filosofica il cuore originario della filosofia Ma Paolo afferma che la fede egrave
argumentum laquodelle cose non visibiliraquo (ou blepomeacutenon) argumentum non apparentium
Agostino dice che le ldquocose non visibilirdquo (i non apparentia) sono tutte quelle cose che absunt a
sensibus laquosono assenti dai sensiraquo222
Ma lo stesso Agostino e poi Tommaso precisano il senso di questa assenza i non
apperentia cioegrave gli invisibili i non manifesti non sono soltanto gli absentia a sensibus
animi cioegrave quelle realtagrave che sono semplicemente assenti dalla sensibilitagrave ma sono soprattutto
ciograve che sfugge alle capacitagrave del pensiero dellrsquouomo le cose che sono assenti dai sensi
dellrsquoanimo laquoabsentia a sensibus animiraquo e che dice Tommaso laquooltrepassano le capacitagrave
dellrsquointellettoraquo excedunt facultatem intellectus Questi sono gli invisibili gli enti che
laquoeccedonoraquo stanno al di lagrave delle possibilitagrave della ragione umana (ecco percheacute necessito di un
laquomedioraquo di un laquogaranteraquo per fondare la loro realtagrave)
221 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia San Paolo consultato in data 24032017 Per le parole in
latino mi attengo fedelmente alla loro utilizzazione e traduzione operate da Emanuele Severino in Pensiero sul
cristianesimo
222 In URL wwwbooksgoogleit Opera OmniaAugustinus De videndo Deum epistola CXLVII
Consultato in data 24032017
140
La fede egrave argumentum non apparentium Non apparentia sono gli invisibili gli assenti
ndash non visibili non solo nella dimensione della sensibilitagrave ma anche nella luce della sophigravea nella
luce della filosofia La fede conferisce ai non apparentia lrsquoargumentum Ossia la fede egrave ciograve per
cui i non visibili pur essendo tali sono accettati affermati creduti Il non visibile per
eccellenza egrave la divinitagrave di Gesugrave Che Gesugrave sia Dio non solo egrave assente dalla sensibilitagrave ma egrave
assente dalla sapientia huius saeculi223
Lrsquoargumentum che la fede conferisce ai non visibili egrave
dunque qualcosa di completamente diverso dalla luminositagrave dellrsquoeacutelenchos dellrsquoargumentum
che rende episteacuteme la sophia che rende stante il visibile Lrsquoargumentum di cui parla Paolo egrave
completamente diverso dal fondamento epistemico
Di fronte al non visibile la fede dice laquoEcco tu sei vero percheacute io ti voglio vero La mia
volontagrave che tu sia vero egrave il tuo argomentoraquo La mia volontagrave determina quellrsquoassenso al tuo
contenuto visibile che lrsquointelletto propriamente dagrave alla veritagrave al contenuto visibile Volendo
quellrsquoassenso voglio che tu sia vero
La fede tratta come visibile ciograve che invece egrave avvolto dallrsquooscuritagrave La parola
laquooscuritagraveraquo non egrave una metafora impropria lrsquooscuritagrave egrave la condizione che sottrae allo sguardo
dellrsquouomo i non visibili Lrsquooscuritagrave la notte fa sigrave che i non visibili (il contenuto del messaggio
evangelico) siano tali Lrsquoapostolo Paolo sa bene che lrsquoargomento della fede egrave diverso dallrsquo
argomento della veritagrave filosofica Nella prima Lettera ai Corinti224
(2 1) dice sono venuto non
in sublimitate sermonis laquonon ponendomi al culmine della ragioneraquo vengo collocandomi non
sullrsquoaltura della veritagrave e della filosofia ma in infirmitate et timore et tremore multo225
Questo venire in infirmitate et timore et tremore multo egrave proprio quellrsquo laquoesitareraquo che
Gesugrave esige che almeno una volta non ci sia affincheacute lrsquouomo sia salvo
223 In URL wwwlachiesait San Paolo Lettera ai Corinzi 126 Consultato in data 24032017
224 Ivi 2 1
225 Ivi 2 3
141
Gesugrave dice Se vuoi esser salvo non devi esitare almeno una volta Paolo invece dice
Vengo in infirmitate et timore et tremore multo cioegrave nellrsquo infermitagrave nel timore e nel tremore
da cui egrave afferrato lrsquouomo quando non si trova sullrsquoaltura luminosa della ragione (logos) e con i
quali e attraverso i quali gli si presenta il mondo e tutto ciograve in cui egli crede e quindi anche il
messaggio di Gesugrave Vengo esitando
La fede egrave lrsquoargomento dato ai non visibili Ma i non visibili stanno dinnanzi come
enunciati non ci puograve essere fede se non crsquoegrave lrsquoannuncio (laquoil messaggioraquo il keacuterygma) dei non
visibili Lrsquoapparire del keacuterigma egrave cioegrave la condizione dellrsquoesistenza della fede Il keacuterigma non egrave i
non visibili Il kegraverigma egrave il linguaggio che nomina i non visibili Esso egrave visibile egrave appunto
linguaggio egrave quel visibile che nomina i non visibili e dice Dio si egrave fatto carne Questa parola
appartiene ai visibili ma il contenuto della parola ndash ciograve a cui la parola si riferisce ndash egrave un non
visibile
La notte avvolge i non visibili i non apparentia La loro natura egrave opposta a quella dei
visibili che appaiono nellrsquoepisteacuteme
Epi-steacuteme egrave il contenuto che laquostaraquo e non si lascia smentire Il suo essere sapheacutes
visibile e luminoso egrave la condizione del suo stare Paolo sa bene che non di questo si tratta
quando il kegraverigma parla dei non visibili i non visibili sono sigrave annunciati dal kegraverigma ma sono
avvolti dallrsquooscuritagrave della notte cioegrave dalla condizione che li rende invisibili Stanno cioegrave ligrave
dinanzi nel linguaggio che li annuncia come ciograve che puograve essere smentito stanno ligrave dinnanzi
come equivalenti alla loro negazione A questa equivalenza non puograve rinunciare nemmeno la
teologia cristiana se questa equivalenza non ci fosse il contenuto del kegraverigma sarebbe una
veritagrave razionale il cristianesimo diventerebbe gnosi razionalizzazione del messaggio
sovrannaturale di Gesugrave e della Chiesa Cadrebbe la soprannaturalitagrave dellrsquoannuncio Lrsquo annuncio
in cui si ha fede dice Tommaso sta al di sotto della ldquoscienzardquo (cioegrave dellrsquoepistegraveme) e al di sopra
dellrsquoopinione226
226 Tommaso Summa Theologia Art 5 par 4
142
Dunque se la fede conferisce lrsquoargumentum al visibile annuncio degli invisibili se essa
vuole affermare ciograve che di per seacute egrave negabile dal punto di vista della sophia e dellrsquoepistegraveme e
che dunque sta nellrsquooscuritagrave della notte egrave allora necessario che affincheacute la fede esista appaia
la notte in cui si alza la voce dellrsquoannuncio egrave necessario che appaia la notte che rende
invisibili gli invisibili
Lrsquoapparire della loro oscuritagrave ndash che lrsquoargumentum della fede vuole luminosa come la
luce del giorno ndash egrave la condizione affincheacute la fede possa esistere Per volere che qualcosa
divenga e sia altro da ciograve che esso egrave esso deve apparire per quello che egrave per volere che gli
invisibili abbiano lrsquoassenso che spetta ai visibili egrave necessario che essi appaiono per quello che
sono cioegrave come invisibili come oscuritagrave e notte La fede conferisce un argumentum alle cose
non visibili annunciate dal kegraverigma e puograve farlo solo se esse appaiono come bisognose di tale
argumentum e cioegrave come non visibili e dunque smentibili controvertibili negabili
143
III - La certezza laquodubitanteraquo dellrsquoanimo
Ma se le cose annunciate in cui si ha fede devono stare ligrave dinnanzi manifeste nella loro
controvertibilitagrave affincheacute la fede possa conferir loro il proprio argumentum lrsquoapparire della
controvertibilitagrave del contenuto dellrsquoannuncio egrave il dubbio
Dubitare di qualcosa significa appunto aver dinnanzi la controvertibilitagrave del qualcosa la
sua incapacitagrave di stare di contro alla negazione Ma lrsquoapparire della controvertibilitagrave di ciograve che
egrave annunciato egrave il dubbio e il dubbio egrave il fondamento della fede la pura fede che Gesugrave esige la
fede che non esita almeno per un momento non puograve esistere percheacute essa egrave sempre ed
essenzialmente legata al dubbio ma con la volontagrave di isolarsi dal dubbio
Quando il credente dice laquoIo credoraquo egli rompe il nesso necessario tra la fede e il
dubbio che egrave il fondamento della fede cioegrave isola dal dubbio la volontagrave che il contenuto del
kegraverigma abbia un argomento Giaccheacute quando la veritagrave si lega alla fede accade che
nellrsquoapparire lo stesso contenuto sia oggetto di certezza e di dubbio appaia come affermato e
non affermato e che quindi lrsquoapparire sia contraddizione
La secolarizzazione e la profanazione della fede non costituiscono un tempo storico
successivo al tempo della purezza della fede ndash il tempo della Chiesa di pietra che avrebbe
distrutto la Chiesa dei santi La secolarizzazione e la profanazione della fede appartengo
allrsquoessenza della pura fede La fede pura in quanto tale nella sua autentica essenza egrave questa
profanazione appunto percheacute non crsquoegrave fede che non sia profanata dal dubbio
Il dubbio ldquoprofanardquo Nella parola profanum pro significa ldquoal di fuorirdquo e fanum egrave il corrispettivo
nella lingua latina di ciograve che i Greci chiamano il phainesthai (la luce dellrsquoapparire) In questo senso ldquoprofanordquo egrave ciograve che sta al di fuori della luce cioegrave del sapheacutes della luminositagrave dellrsquoepisteacuteme
Il dubbio profana la fede percheacute lrsquoargumentum lrsquoargon la luminositagrave che la fede adduce non egrave la
luce vera dellrsquoepisteacuteme ma egrave la volontagrave che le cose stiano in un certo modo la volontagrave che gli
invisibili della rivelazione siano227
227 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag87-88
144
Nel credente il linguaggio non ha parole che per lrsquoargumentum e non per il fondamento
ndash la pietra del dubbio ndash senza di cui la fede non si costituirebbe
La fede egrave consenso assenso dellrsquointelletto ma dellrsquointelletto in quanto comandato cioegrave
in quanto sottoposto alla spinta della volontagrave
Insieme ad Agostino Tommaso afferma che il credere non egrave possibile se non volendo
(credere non nisi volens)
Ciograve che ldquopropriamenterdquo determina lrsquoassenso dellrsquointelletto (e tale assenso egrave ldquoappropriatordquo quando
lrsquointelletto egrave intellezione della scientia) dice Tommaso non egrave la volontagrave ma lrsquoevidenza della veritagrave
(e tanto meno egrave la volontagrave a rendere evidente lrsquoevidente) E per Tommaso non egrave lrsquoldquoevidenzardquo della veritagrave a determinare lrsquoassenso in cui consiste la fede Sigrave la fede in Cristo laquoegrave piugrave certa di ogni
scienza e di ogni cognizioneraquo ( Tommaso De fide art1) ndash chi crede in Gesugrave ha cioegrave per
Tommaso una certezza superiore a quella che egrave presente nella piugrave alta delle scienze dellrsquouomo
(percheacute per Tommaso egrave lrsquoinfinita potenza della grazia di Dio a dare allrsquouomo la fede e a stabilirlo nella fede) ndash ma la certezza della fede cristiana non va confusa avverte Tommaso (ibid) con lrsquo
ldquoevidenzardquo delle veritagrave che determinano lrsquoassenso dellrsquointelletto e in questo senso laquosono la scienza
e lrsquointellezione evidente ad avere certezza non la federaquo (et sic fides non habet certitudinem sed scientia et intellectus)
228
La fede cristiana egrave una certezza dellrsquoanimo (certitudo quaedam animi) ldquolaquointorno alle
cose assentiraquo (laquoassentiraquo sono appunto le cose che non appaiono agli occhi della laquoragione
naturaleraquo mentre la laquoscienzaraquo egrave ciograve che la laquoragione naturaleraquo conosce primariamente) che
laquosta al di sopra dellrsquoopinione e al di sotto della scienzaraquo (dove la laquoscienzaraquo non egrave la scienza in
senso moderno cioegrave come sapere ipotetico ma come giagrave abbiamo rilevato egrave il sapere
incontrovertibile della filosofia ossia ciograve che i Greci chiamano episteacuteme)
Le veritagrave conoscibili naturalmente quindi filosoficamente costituiscono un
presupposto necessario per accogliere la rivelazione di Dio
228 Ivi cit pag 95
145
La fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora
lrsquointelletto puograve assentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto [] Secondo
[] per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E se ciograve viene fatto
col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione se invece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede [] Se si tiene una cosa per fede si deve affermare
lrsquoimpossibilitagrave che essa sia diversamente data la certezza della fede tuttavia una stessa cosa non
puograve essere sotto lo stesso aspetto oggetto di scienza e di fede poicheacute ciograve che egrave conosciuto per scienza egrave visto mentre ciograve che egrave creduto non egrave visto
229
Pur essendo al di sopra di ogni scienza quanto alla laquofermezzaraquo (firmitas) dellrsquoassenso
la certezza della fede cristiana egrave al di sotto della scienza percheacute non ha come contenuto il
contenuto evidente della scienza Infatti laquova detto che egrave al di sotto della scienza percheacute essa si
riferisce alle cose che non appaionoraquo (infra scientiam dicitur in quantum est non
apparentium)
Per Agostino e Tommaso laquole cose che non appaionoraquo e che primariamente consistono
nellrsquoessersi Dio incarnato in Gesugrave ndash sono quelle che o non sono laquodateraquo (manifeste presenti) o
non hanno lrsquoevidenza dei primi princigravepi conosciuti immediatamente dallrsquointelletto o non sono
veritagrave necessariamente connesse nella scienza allrsquoevidenza immediata dei primi princigravepi
Quelle cioegrave che non sono laquopresentiraquo neacute ai laquosensi del corporaquo (praesto corporis sensibus) neacute ai
laquosensi dellrsquoanimoraquo (praesto animi sensibus) Non stanno laquodinnanziraquo (praesto) non sono
presenti non prae-stant
(Il prae-sens ndash il laquopresenteraquo ndash egrave il prae-stans)
Ma proprio percheacute i contenuti della fede non sono manifesti cioegrave sono non apparentia
non stanno laquodinnanzi ai sensi del corpo e dellrsquoanimoraquo proprio per questo dice Tommaso nella
fede lrsquointelletto in quanto tale rimane laquoinquietoraquo (nondum est quietatus) non egrave laquosoddisfattoraquo
(satisfactum) egrave laquoindeterminatoraquo e puograve sentirsi attratto dalla tesi contraria a quella in cui il
credente crede
229 Tommaso Summa Theologia Art 4-5
146
Ora per Tommaso questa inquietudine e insoddisfazione egrave il dubbio
Questo significa che Tommaso stesso ndash e nellrsquoatto stesso in cui egli sta commentando
la definizione che lrsquoapostolo Paolo dagrave della fede ndash fornisce tutti gli elementi che conducono a
una conclusione straordinaria lrsquointelletto del credente egrave e rimane nel dubbio relativamente a
ciograve in cui il credente ha fede laquoInquietoraquo laquonon soddisfattoraquo laquoimprigionatoraquo (captivatus) dalla
volontagrave nellrsquoassenso ai contenuti invisibili della fede
questo egrave per Tommaso il significato del in captivitatem redigentes omnes intellectum laquofacendo
schiavo ogni intellettoraquo allrsquoobbedienza di Cristo di cui parla la seconda Lettera ai Corinti
lrsquointelletto del credente oscilla ldquofluttuardquo tra ciograve in cui il credente crede (Gesugrave egrave il Dio incarnato) e la negazione di ciograve in cui egli crede laquofluttua tra le due parti della contraddizioneraquo (la
contraddizione tra lrsquoaffermare e il negare che Gesugrave egrave Dio) e laquoquesta fluttuazione egrave lrsquoatteggiamento
che egrave proprio di chi dubitaraquo (et ista est dubitantis dispositivo ibid)230
Chi dubita egrave colui che esita Lrsquo intelletto del credente esita relativamente a ciograve in cui
egli crede Nella profonditagrave del suo animo ndash ossia in ciograve che la lingua greca chiama kardia
ldquocuorerdquo ndash il credente esita Non puograve non esitare Ma quando Gesugrave afferma che solo chi crede
saragrave salvo dice che salvo saragrave solo laquochi non esita nel proprio cuoreraquo qui non haesitaverit in
corde suo231
Solo chi non esita e cioegrave non dubita ha la fede che riesce a gettare le montagne nel
mare e che salva In questo modo sappiamo Gesugrave pretende lrsquoimpossibile percheacute il non
esitante non esiste non puograve esistere Lrsquo intelletto del credente infatti egrave essenzialmente il
dubbio il credente essenzialmente haesitat in corde suo esita nel proprio cuore e quindi non
egrave e non puograve essere ciograve che Gesugrave vorrebbe che fosse Se il credente che Gesugrave salva egrave il non
esitante il credente non esiste non puograve esistere Cristo non salva nessuno
230 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 97
231 Vangelo di Marco 1123
147
E una fede che sia solo laquodottrinaraquo e non quellrsquoevento perturbante che sconvolge la vita
non egrave la fede cristiana laquoSe ho tutta la fede che occorre per trasportare le montagne e poi non
posseggo lrsquoamore sono nullaraquo232
Ma sono nulla anche se ho tutto lrsquoamore ma non ho la fede ndash tanto che per lrsquoapostolo
lrsquoamore include la fede e la speranza (omnia credit omnia sperat) E tuttavia il credente non
ha non puograve avere la fede che muove le montagne appunto percheacute pur avendo una fede
laquofermissimaraquo la sua mente esita dubita di ciograve in cui egli crede
Il Perturbante piugrave profondo egrave il dubbio da cui la fede non puograve mai liberarsi Il
Perturbante piugrave profondo scuote la fede
232 Corinti I 132
148
CAPITOLO SECONDO
Una dama da compagnia per la ragione
149
I - laquoCredereraquo per capire e conoscere
Il pensiero cristiano si fa portatore della laquoveritagrave di federaquo Questa egrave una delle tesi
fondamentali di Tommaso drsquoAquino cioegrave una delle tesi fondamentali della Chiesa O per
meglio dire la tesi fondamentale percheacute nella teologia tomistica sta al fondamento di ogni
altra Si riferisce infatti alla totalitagrave del messaggio cristiano cioegrave allrsquoinsieme dei testi
dellrsquoAntico e del Nuovo Testamento
Nelle parole della Summa contra gentiles si dice laquoNon egrave lecito ritenere che essendo
cosigrave evidentemente confermato da Dio ciograve che viene affermato per fede sia falsoraquo233
Questo
messaggio egrave ciograve che il cristiano accetta per fede e non egrave lecito ritenere che esso sia falso (nec
id quod fide tenetur fas est credere esse falsum) Non egrave possibile ritenere che sia falso laquovisto
che egrave cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo (cum tam evidenter divinutus confirmatum sit)
laquoConfermato da Dioraquo significa laquorivelato da Dioraquo (ex revelatione divina) e quindi reso sicuro e
appunto laquoconfermatoraquo dal fatto che egrave Dio a rivelarlo Ma il testo precisa che il contenuto della
fede egrave confermato da Dio con piena evidenza laquocosigrave evidentemente confermato da Dioraquo tam
evidenter
Tommaso sta parlando dellrsquolaquoevidenzaraquo la quale egrave per lui la proprietagrave che compete ai
primi princigravepi innegabili della laquoragione naturaleraquo cioegrave della ragione che lrsquouomo possiede per
natura Ma con le proprie forze la laquoragione naturaleraquo non egrave capace di conoscere le veritagrave
soprannaturali
Nel commento al De Trinitate di Boezio234
egli ricorda che sebbene alla conoscenza di
alcune veritagrave divine possa giungere anche lrsquointelletto umano durante la vita presente con le sole
forze della ragione si da acquistare vera scienza tuttavia occorre la fede per cinque motivi
233 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles 17 Consultato in data 26032017
234 In URL wwwbooksgoogleit De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione C Pandolfi
Consultato in data 29032017
150
Per la profonditagrave e sottigliezza dellrsquooggetto per cui le realtagrave divine sono laquooccultateraquo al
nostro intelletto per la debolezza cui soggiace lrsquointelletto umano allrsquoinizio (raggiungendo la
perfezione solo alla fine) per la quantitagrave di precedenti che occorrono per arrivare alla
conoscenza di Dio mediante la ragione (egrave esigito un sapere pressocheacute universale) percheacute molti
data la loro costituzione fisica sono incapaci di raggiungere una perfetta conoscenza mediante
la ragione e ci riescono solo mediante la fede infine per le molte occupazioni degli uomini che
rendono impossibile acquistare di Dio la scienza necessaria mediante la ragione
La veritagrave di fede (veritas fidei) non egrave una veritagrave di ragione (veritas rationis) Quando il
testo di Tommaso afferma che il contenuto della fede laquocosigrave evidentemente confermato da
Dioraquo non puograve essere falso non intende dire che Dio confermando la fede la renda qualcosa di
laquoevidenteraquo Se Dio confermando il contenuto della fede lo rendesse qualcosa di laquoevidenteraquo lo
trasformerebbe in una veritagrave di ragione accessibile allrsquouomo Il contenuto della fede non
sarebbe piugrave soprannaturale e rivelato da Dio E invece Dio rivela ciograve che la ragione umana
naturale non egrave capace di conoscere e che dunque proprio percheacute soprannaturale non egrave
qualcosa di laquoevidenteraquo
Nel libro dei Proverbi235
si esclama che laquoEgrave gloria di Dio nascondere le cose egrave gloria
dei re investigarleraquo Il testo di Tommaso dicendo che il contenuto della fede non egrave falso
laquoessendo cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo intende dire questo contenuto non egrave falso
percheacute egrave evidente che egrave confermato da Dio ossia percheacute egrave evidente che egrave rivelato da Dio
Egrave evidente che lrsquoAntico e il Nuovo Testamento sono rivelati da Dio ed essendo cosigrave
evidentemente confermati da Dio non possono essere falsi
Questo significa che il fatto che Dio abbia rivelato il contenuto della fede cristiana egrave
una veritagrave evidente della ragione naturale
235 Proverbi 252
151
Certo tutto il contenuto della fede cristiana egrave una veritagrave soprannaturale ma che esso
sia rivelato e confermato da Dio egrave per Tommaso e per la Chiesa una veritagrave naturale cioegrave
possiede unrsquoevidenza che la ragione umana puograve cogliere con le proprie forze possiede
lrsquoevidenza dei primi princigravepi della ragione naturale
Lrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo egrave un principio evidente della
ragione naturale ma non ha nulla a che vedere con un principio laquologicoraquo o col principio di
non contraddizione che per Tommaso aristotelicamente sta alla radice di tutti i princigravepi logici
In un principio laquologicoraquo il predicato egrave infatti anche per Tommaso riferito necessariamente al
soggetto della proposizione in cui consiste il principio Ma per Tommaso e per la Chiesa Dio
soggetto dellrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo non egrave necessitato ma egrave
libero di rivelarsi agli uomini (predicato di quellrsquoaffermazione)
Nel commento al Vangelo di Giovanni Agostino dichiara
Al momento di rivelare una veritagrave cosigrave importante e profonda Cristo Signore si rese conto che non
tutti lrsquoavrebbero capita e perciograve nelle parole che seguono dagrave un consiglio Vuoi capire Credi [] se non hai capito credi Lrsquointelligenza egrave il frutto della fede Non cercare dunque di capire per
credere ma credi per capire percheacute se non crederete non capirete236
Lrsquoapostolo Paolo afferma che la fede puograve sorgere nellrsquouomo solo se si ascolta qualcuno
parlare di ciograve che in essa egrave contenuto fides ex auditu237
Chi si fa ascoltare per primo nel
Nuovo Testamento egrave Gesugrave Cristo il Verbo incarnato poi si fanno ascoltare coloro che
annunciano il messaggio di Cristo Che cosa si fa dunque sentire nellrsquoudito dellrsquouomo quando
gli viene incontro la vita di Gesugrave Qualcosa risponde lrsquoapostolo che va accolto laquonon come
parola di uomini ma come egrave in veritagrave come parola di Dioraquo238
236 In URL wwwaugustinusit Omelia 296 Consultato in data 03042017
237 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Romani 1017 Consultato in data 18042017
238 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Tessalonicesi 1213 Consultato in data 18042017
152
laquoIn veritagraveraquo ciograve che lrsquouomo sente egrave la parola di Dio egrave vero che egrave la parola di Dio Lrsquo
laquoesser veroraquo significa qui il laquomanifestarsiraquo il laquomostrarsiraquo La parola di Gesugrave ad un certo
momento si presenta mostrando di essere la parola di Dio Questo suo laquomostrare di essereraquo la
parola di Dio egrave il suo laquoessere veramenteraquo la parola di Dio
Ma ciograve che appare manifestamente e si manifesta da seacute egrave appunto qualcosa di evidente
Quando Tommaso afferma che egrave laquoevidenteraquo che il contenuto della fede sia rivelato da Dio
ripropone lrsquoaffermazione dellrsquoapostolo Paolo che laquoegrave veroraquo che la parola di Gesugrave che si fa
innanzi nellrsquoudito dellrsquouomo egrave la parola di Dio Questo non significa che quando Dio parla
tutti riconoscono che egrave Dio a parlare ma ci devono credere Paolo dice che la fede egrave ex auditu
proprio mentre sta ricordando quanto numerosi siano coloro che hanno udito la parola di Dio e
non le hanno creduto Paolo intende dire che chi non crede rifiuta lrsquoevidenza la veritagrave rifiuta
ciograve che si manifesta e si mostra
Rifiuta dunque nel linguaggio di Tommaso la ragione naturale giaccheacute questrsquoultima
non si fonda soltanto sullrsquoevidenza dei princigravepi laquologiciraquo e del laquoprincipio di non
contraddizioneraquo ma anche sullrsquolaquoevidenzaraquo di quella diversa forma di principio che consiste
nellrsquoapparire mostrarsi manifestarsi presentarsi delle cose (egrave la concezione di Aristotele la
laquoscienzaraquo lrsquoepistegraveme ossia il contenuto piugrave alto di ciograve che Tommaso chiama laquoragione
naturaleraquo egrave fondata da un lato sul principio di non contraddizione dallrsquoaltro sullrsquo aisthesis
che non significa semplicemente laquosensazioneraquo ma indica appunto la laquomanifestazioneraquo
laquolrsquoapparireraquo laquoil presentarsiraquo delle cose)
Lrsquoeccedenza semantica che la storia non egrave in grado di determinare egrave operata dalla fede
Altro allora lrsquoevento laquostoricoraquo e altro lrsquoevento in quanto laquocredutoraquo Altro cioegrave altrimenti
significante Altro egrave il Cristo storico altro il Cristo della fede Ma se egrave il Cristo della fede a
colmare lrsquoevento storico e lrsquoevento soteriologico lrsquoaspetto discriminante per la rivelazione egrave la
fede
153
Ma se la fede apologetica ha forza dimostrativa la fede puograve ancora dirsi
soprannaturale E se non ha tale forza puograve ancora dirsi ragionevole la fede
Ma tra i fedeli nel cristianesimo crsquoegrave anche chi salta a piegrave pari la preoccupazione
di affermare e confermare lrsquoesistenza della veritagrave storica di Cristo
Kierkegaard ad esempio scrive laquoesiste un fatto storico che mi insegna che per la mia salvezza
eterna io debba rivolgermi a Cristoraquo ma laquomi guarderograve bene dal prendere una via sbagliata e
drsquoingolfarmi nei cavilli delle ricerche scientifiche per sapere se si tratta di un fatto storicamente certissimoraquo laquoio scelgoraquo e laquoquesto si chiama rischiare e senza il rischio la fede egrave impossibileraquo
(Diario 1850 X A 406)239
Credo che da Cristo dipenda la mia salvezza eterna e credo che chi mi viene incontro
nella storia sia il Verbo di Dio fatto carne e cioegrave che sia la rivelazione di Dio Ma chi crede in
questo modo non puograve dire che sia laquocosigrave evidenteraquo (tam evidenter) che il contenuto del
messaggio cristiano sia la rivelazione di Dio Se il contenuto della fede fosse laquocosigrave
evidentemente confermato da Dioraquo non ci sarebbe piugrave il rischio della fede e ancor meno la
necessitagrave di garantire per la veritagrave rivelata
Una scelta Un laquofattoraquo egrave il laquoche crsquoegraveraquo Aristotele non usa la parola laquofattoraquo ma
lrsquoespressione laquoche crsquoegraveraquo (hoti eacutestin) per indicare uno stato di cose che egrave in un certo modo ma
potrebbe anche essere diversamente Fare laquoesperienzaraquo di Dio egrave fare esperienza di qualcosa che
egrave cosigrave ma potrebbe essere altrimenti Cioegrave nella misura in cui Dio egrave oggetto di esperienza Dio
egrave qualcosa che egrave cosigrave ma che potrebbe essere altrimenti Ma se il cristianesimo pensa che Dio egrave
lrsquounico a non poter essere altrimenti da come egrave (percheacute egrave la perfezione stessa) il cristianesimo
non puograve ridurre Dio a laquooggetto di esperienzaraquo Lrsquoesperienza se potesse potrebbe dire soltanto
laquoOra questo egrave Cristoraquo ndash lasciando aperta la possibilitagrave che prima esso non lo fosse e tra un
momento non lo sia piugrave
239 E Severino Pensiero sul cristianesimo cit pag 67
154
Ma il cristianesimo intende laquoCristoraquo la laquovita eternaraquo il laquoSalvatoreraquo non soltanto ora e
qui ma in ogni tempo e anche al di fuori del tempo e in ogni luogo e anche al di fuori di ogni
luogo e per ogni uomo e per ogni coscienza e dunque universalmente e necessariamente
Lrsquoesperienza mostra che una cosa egrave cosigrave ma non che egrave universale e necessario che sia cosigrave Il
contenuto dellrsquoesperienza egrave appunto un laquofattoraquo
Tutto questo non significa che il cristianesimo non abbia nulla a che fare con lrsquo
laquoavvenimentoraquo e con il laquofattoraquo significa che per rimanere in rapporto allrsquoeterno e non
allrsquoaccidentale il cristianesimo deve pensare che il laquofattoraquo lrsquo laquoavvenimentoraquo imprevedibile egrave
lrsquoincontro col non-fatto e col non-avvenimento e cioegrave non deve confondere il carattere
accidentale dellrsquoincontro con il carattere di ciograve che egrave incontrato
Per Lessing non si puograve fondare una salvezza eterna su di un fatto storico (cioegrave la vita di
Cristo) Se le veritagrave della rivelazione sono veritagrave storiche esse sono particolari e contingenti e
le veritagrave di questo tipo non possono neacute essere dimostrate neacute servire da premesse per una
dimostrazione razionale Kierkegaard non pretende di rovesciare questa tesi e fondare la
salvezza eterna su di un fatto storico ma decide di credere che il Gesugrave presente nel fatto storico
sia Dio cioegrave rischia e sa di rischiare Sa che dicendo laquoQuesto egrave Cristoraquo egli sta rischiando
sta trovandosi in rapporto al rischio ossia a ciograve che egrave precisamente lrsquoopposto del laquofattoraquo e
dellrsquoesperito
La storia ndash dice la fede ndash non ha assolutamente nulla a che fare con Gesugrave Cristo a suo riguardo
abbiamo soltanto la storia sacra (la quale egrave qualitativamente diversa dalla storia in generale) []
Cristo egrave il paradosso che la storia non potragrave mai digerire neacute riusciragrave mai a redigere in forma di sillogismo universale
240
240 S Kierkegaard Esercizio del Cristianesimo in Opere a cura di C Fabro Sansoni Firenze 1972
nuova edizione Piemme Casale Monferrato 1995 Cit pag706
155
Kierkegaard non identifica Cristo a un fatto storico e a unrsquoesperienza ma al contenuto
rischioso di una scelta Egrave un incredulo colui che riducendo Cristo a laquoun fattoraquo deve lasciare
aperta piugrave o meno consapevolmente la possibilitagrave che il laquofattoraquo possa essere sostituito o
smentito da altri fatti
La salvezza eterna non egrave fondata su un fatto storico ma sul rischio della fede Il sapere
storico resta dunque impotente di fronte alla realtagrave autentica di Cristo che egrave quella dellrsquouomo-
Dio Se non vi egrave la possibilitagrave dello scandalo nemmeno vi egrave la possibilitagrave di credere percheacute la
fede egrave esattamente fede in una realtagrave che per la ragione egrave scandalosa
La fede presuppone la rassegnazione [hellip] con essa io rinuncio a tutto egrave un movimento che io
compio da solo e se me ne astengo la colpa egrave della mia viltagrave della mia mollezza della mia mancanza di entusiasmo [hellip] la ricompensa che ne ho egrave me stesso nella coscienza della mia
eternitagrave in una felice armonia col mio amore per lrsquoessere eterno Mediante la fede io non rinunzio
a nulla anzi ricevo tutto nel senso in cui egrave scritto che chi avragrave fede quanto un grano di senape potragrave smuovere le montagne Ci vuole un coraggio proprio umano per rinunciare a tutta la
temporalitagrave in vista di guadagnare lrsquoeternitagrave [hellip] ma ci vuole lrsquoumile coraggio del paradosso per
afferrare allora tutta la temporalitagrave in virtugrave dellrsquoAssurdo e questo coraggio egrave quello della fede La fede egrave quel paradosso che nessun ragionamento puograve dominare percheacute laquola fede comincia lagrave
appunto dove la ragione finisceraquo241
In aiuto alla ragione che cerca lrsquointelligenza del mistero vengono i segni
presenti nella Rivelazione Essi servono a condurre piugrave a fondo la ricerca della veritagrave e a
permettere che la mente possa autonomamente indagare anche allrsquointerno del mistero
241 S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1997 Cit pag 40-42 46
156
Questi segni comunque se da una parte danno maggior forza alla ragione percheacute le consentono di ricercare allrsquointerno del mistero con i suoi propri mezzi di cui egrave giustamente gelosa dallrsquoaltra la
spingono a trascendere la loro realtagrave di segni per raccoglierne il significato ulteriore di cui sono
portatori In essi pertanto egrave giagrave presente una veritagrave nascosta a cui la mente egrave rinviata e da cui non puograve prescindere senza distruggere il segno stesso che le viene proposto [] come aveva ben detto
san Tommaso ldquotu non vedi non comprendi ma la fede ti conferma []oltre la naturardquo242
Aristotele diceva che le laquosostanzeraquo non sono laquosensibili per seacute stesseraquo ma
indirettamente (per accidens) cioegrave per il carattere sensibile delle loro proprietagrave
Lrsquointerpretazione aggiunge senso al senso che egrave dato Vuole che il senso non si
esaurisca nel senso che egrave dato E questa volontagrave egrave appunto la fede la fede per la quale io credo
in base a certi criteri (cioegrave non arbitrariamente a caso) che qualcosa sia di piugrave di quanto si
manifesta di quella cosa nellrsquoambito di ciograve che egrave dato appunto oltre la natura Quelle che noi
chiamiamo laquocoseraquo (anche quando non usiamo questa parola in senso restrittivo) sono
interpretazioni di cose cioegrave volontagrave che le cose abbiano un senso piuttosto che un altro cioegrave
sono fede
Il Concilio Vaticano II ribadisce che laquoa Dio che si rivela egrave dovuta lrsquoobbedienza della
federaquo e ancora Giovanni Paolo II ricorda che laquocon la fede lrsquouomo dona il suo assenso a tale
testimonianza divina Dagrave il suo assenso Quindi sceglie di credere di dare appunto il suo
assenso ad unrsquoeccedenza rispetto al senso dato
242 Papa G Paolo II Fides et Ratio versione integrale scaricata il 10122016 da URL
wwwW2vaticanit Cit pag 22
157
II - La sottomissione della ragione alla fede
Quando il cristianesimo afferma che la veritagrave egrave fondata su rivelazioni Divine contenute
nelle Sacre Scritture nasce il problema del rapporto tra fede e ragione e della loro armonia Il
problema egrave facilmente risolto dal punto di vista della fede essa laquoe percheacute procede
dallrsquoilluminazione e dallrsquoautoritagrave di Dio e percheacute ci comunica veritagrave che trascendono la
ragione rimane e va riconosciuta superiore alla ragioneraquo243
Il filosofo (la ragione)
deve procedere secondo le proprie regole e fondarsi sui propri principi la veritagrave tuttavia non puograve
essere che una sola La Rivelazione con i suoi contenuti non potragrave mai umiliare la ragione nelle sue scoperte e nella sua legittima autonomia per parte sua perograve la ragione non dovragrave mai perdere
la sua capacitagrave drsquointerrogarsi e di interrogare nella consapevolezza di non potersi ergere a valore
assoluto ed esclusivo La Rivelazione cristiana diventa il vero punto di aggancio e di confronto tra
il pensare filosofico e quello teologico nel loro reciproco rapportarsi Egrave auspicabile quindi che teologi e filosofi si lascino guidare dallrsquounica autoritagrave della veritagrave cosigrave che venga elaborata una
filosofia in consonanza con la parola di Dio244
Per il santrsquoAnselmo la prioritagrave della fede non egrave competitiva con la ragione Questa
infatti non egrave chiamata a esprimere un giudizio sui contenuti della fede ne sarebbe incapace
percheacute a ciograve non idonea Suo compito piuttosto egrave quello di saper trovare un senso di scoprire
ragioni che permettano a tutti di raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti di fede
Lrsquouomo ha bisogno di conoscenza ha bisogno di veritagrave percheacute senza di essa non si sostiene non
va avanti La fede senza veritagrave non salva non rende sicuri i nostri passi Resta una bella fiaba la proiezione dei nostri desideri di felicitagrave qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui
vogliamo illuderci Oppure si riduce a un bel sentimento che consola e riscalda ma resta soggetto
al mutarsi del nostro animo alla variabilitagrave dei tempi incapace di sorreggere un cammino costante nella vita
245
243 C Fabro Introduzione allrsquoateismo moderno nota pag 376 E Severino Essenza del nichilismo
244 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag116
245 In URL w2vaticanva Francesco Lumen Fidei capitolo secondo art 24 Consultato in data
20062017
158
Alla base dellrsquoatteggiamento della Chiesa si trova nuovamente il pensiero tomistico
non ci puograve essere contraddizione tra ragione e fede percheacute in entrambe egrave presente la veritagrave Il
contenuto della fede egrave veritagrave percheacute egrave rivelazione divina246
Lrsquoarmonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede egrave
confermata la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con lrsquoaiuto della ragione la
ragione al culmine della sua ricerca ammette come necessario ciograve che la fede presenta La
luce della ragione e quella della fede provengono entrambe da Dio perciograve non possono
contraddirsi La fede non teme la ragione ma la ricerca e in essa confida Come la grazia
suppone la natura e la porta a compimento cosigrave la fede suppone e perfeziona la ragione
Questrsquoultima illuminata dalla fede viene liberata dalle fragilitagrave e dai limiti derivanti dalla
disobbedienza e dal peccato e trova la forza necessaria per elevarsi alla conoscenza del mistero
di Dio La fede e la ragione sono le due ali con le quali lo spirito umano srsquoinnalza verso la
contemplazione della veritagrave
Tuttavia lrsquoaffermazione che il contenuto della fede cristiana egrave rivelazione divina e
quindi veritagrave egrave essa stessa un atto di fede Ciograve che essa afferma egrave una parte di quel contenuto
Egrave il credente in quanto tale a credere che ciograve in cui crede sia rivelazione divina Ed egrave dunque il
credente in quanto tale che deve qualificare come errore ogni pensiero che sia in contrasto con
il contenuto della fede chi egrave convinto della veritagrave della fede cristiana deve essere insieme
convinto che nulla potragrave mai distruggere questa veritagrave e che ogni tentativo in questo senso saragrave
sempre espressione di un fallimento dellrsquouomo Tutto ciograve significa che lrsquointera concezione
tomistica del rapporto fede ndash ragione egrave effettuata dal punto di vista delle fede
246 Tommaso Summa contra gentiles c 67 Somma Teologica q1
159
Ma allora tale punto di vista significa rinuncia della ragione nellrsquoatto stesso in cui si
intende riconoscerne lrsquoautonomia e lasciare la fede completamente indifesa di fronte al
costituirsi della ragione e al modo in cui la ragione concepisce il rapporto fede-ragione
Riguardo a ciograve ossia sullrsquoautonomia della ragione Giovanni Paolo II afferma che
a seguito di uno spirito razionalista proprio della modernitagrave [] culminato nel secolo scorso
toccando il suo ldquoapogeordquo con rappresentanti dellrsquoidealismo che hanno cercato di trasformare le fede e i suoi contenuti perfino la morte e risurrezione di Gesugrave Cristo in strutture dialettiche
razionalmente concepibili [] la filosofia egrave ridotta progressivamente da saggezza e sapere
universale a una delle tante province del sapere umano []La ragione privata dellrsquoapporto della Rivelazione ha percorso sentieri laterali che rischiano di farle perdere di vista la sua meta finale
La fede privata della ragione ha sottolineato il sentimento e lrsquoesperienza correndo il rischio di non
essere piugrave una proposta universale Egrave illusorio pensare che la fede dinnanzi a una ragione debole
abbia maggior incisivitagrave essa al contrario cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione
247
Leggiamo nei testi tomistici che mentre nella laquoscientiaraquo (e propriamente nel momento
originario della laquoscientiaraquo ove essa si costituisce aristotelicamente come posizione delle
protasi immediate) laquoex ipsis intelligibilibus statim veritas propositionum intelligibilium
infallibiliter apparetraquo invece nella fede lrsquoassenso non egrave determinato dallrsquoevidenza del
contenuto ma laquoex voluntateraquo248
247 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag69-7173-74
248 In URL wwwbooksgoogleit Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide
Art 1 Consultato in data 29032017
160
La fede che si fonda sulla testimonianza di Dio e si avvale dellrsquoaiuto soprannaturale della grazia egrave effettivamente di un ordine diverso da quello della conoscenza filosofica Le filosofie e le scienze
spaziano nellrsquoordine della ragione naturale mentre la fede illuminata e guidata dallo Spirito
riconosce nel messaggio della Salvezza la pienezza di grazia e veritagrave che Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera definitiva per mezzo di suo Figlio Gesugrave Cristo
249
E mentre la negazione della ragione naturale laquocui omnes assentire cogunturraquo egrave
impossibile la negazione del contenuto soprannaturale della fede non puograve invece manifestarsi
come impossibile (altrimenti tale contenuto non sarebbe soprannaturale ma sarebbe una veritagrave
necessaria della ragione naturale) ma come laquonon necessariaraquo
Esiste dunque una dimensione del divino che sfugge essenzialmente alla ragione
naturale Lrsquointera prospettiva tomistica del rapporto fede-ragione egrave espressa da questa
grandiosa sequenza poicheacute lrsquoIntelletto egrave il primo autore e motore dellrsquouniverso lrsquoultimo fine
dellrsquouniverso egrave la veritagrave e la divina Sapienza laquocarne indultaraquo attesta di essere venuta nel
mondo laquoad veritatis manifestationemraquo250
Cristo egrave la manifestazione dello scopo supremo dellrsquoIntelletto che produce e guida il
mondo
249 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag16
250 Tommaso Summa contra gentiles c 1
161
III - Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione
Ma come si debba intendere il rapporto tra ragione e fede quando si tenga ferma per
davvero lrsquoautonomia della ldquoragionerdquo viene con forza e potenza indicato da Kant
maggiormente nella Religione entro i limiti della sola ragione (1793) e nel Conflitto delle
facoltagrave (1798) che prende avvio dal conflitto tra le facoltagrave universitarie ma il cui tema di
fondo egrave appunto il rapporto tra ragione e fede
Kant dichiara rispondendo alla lettera inviatagli nel 1794 da Federico Guglielmo re di
Prussia nella quale si rimproverava al filosofo di aver laquotravisatoraquo e laquosvalutatoraquo la Sacra
Scrittura e la religione cristiana
la propria grande stima per la Bibbia ma aggiunge che il migliore e piugrave duraturo elogio che si possa fare della religione cristiana consiste nel rilevare lrsquoaccordo che quel Libro mostra tra la
religione cristiana e la ragione Infatti solo dalla ragione scaturiscono lrsquouniversalitagrave lrsquounitagrave la
necessitagrave delle dottrine della fede che costituiscono sempre la parte essenziale di una religione quella pratico-morale che consiste in ciograve che dobbiamo fare
251
La ragione egrave capace di dire allrsquouomo cosa egli deve fare E ciograve che la ragione dice egrave la
parte essenziale il cuore il centro di ogni fede e di ogni religione Lrsquoessenza del cristianesimo
non egrave la rivelazione divina lrsquoincontro con Cristo ma ciograve che vi egrave di universale e necessario
ossia ciograve che scaturisce soltanto dalla ragione Alla rivelazione divina possiamo credere in base
ad argomenti storici in base cioegrave allrsquoassicurazione che la Bibbia un documento storico dagrave di
seacute stessa di essere ispirata da Dio Ma proprio percheacute questi indirizzi sono storici cioegrave privi di
un valore assoluto la rivelazione egrave un contenuto in seacute contingente ed extraessenziale della fede
cristiana Esso crsquoegrave ma potrebbe non esserci ossia egrave contingente
251 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 127
162
La ragione con cui la fede deve confrontarsi egrave per Kant quella che dice che cosa
lrsquouomo debba fare la laquoragione praticaό o laquopratico-moraleraquo Ora la ragione non dice allrsquouomo
di far questo o quello ma gli impone di agire con la convinzione di fare ciograve che in ogni luogo
in ogni tempo e senza condizioni e da ogni essere razionale ndash e dunque laquouniversalmenteraquo e
laquonecessariamenteraquo ndash deve essere fatto
Chi possiede questa convinzione puograve certamente ingannarsi ma la forma originaria
della ragione consiste nella volontagrave di aver a che fare con i tratti essenziali della veritagrave cioegrave
lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave e quindi consiste nella volontagrave di essere guidati da essi anche
nellrsquoagire
Kant scorge nel cristianesimo la tendenza a sollevare al rango del contenuto essenziale
della religione gli aspetti laquoextraessenzialiraquo e laquocontingentiraquo della Bibbia ossia ciograve che il
cristianesimo considera rivelazione divina In questo modo il cristianesimo si trova costretto
ad avvallare dottrine che sono in conflitto con la coscienza morale in cui la ragione si esprime e
che costituisce lrsquoessenza dello stesso cristianesimo
Nel Conflitto della facoltagrave il filosofo afferma che il cristianesimo egrave lrsquoideale religioso (laquolrsquoidea della
religioneraquo) che laquodevrsquoessere fondato semplicemente sulla ragione ed essere pertanto religione
naturaleraquo qualcosa cioegrave che lrsquouomo puograve realizzare con le proprie forze [] senza aver bisogno dellrsquointervento di una grazia e di una rivelazione soprannaturale
252
Kant non esclude che possa esserci bisogno di una cooperazione esterna di Dio percheacute
lrsquouomo possa conformarsi alla legge morale che la ragione gli presenta indipendentemente da
ogni rivelazione ma considera una temerarietagrave la pretesa di vedere proprio nella vita di Gesugrave
nella sua incarnazione e in tutte le parti del suo insegnamento il modo in cui quella
cooperazione si egrave realizzata
252 Ivi cit pag 128
163
La laquofede ecclesiasticaraquo egrave appunto per Kant quel travisamento della religione autentica
che pretende di attribuire i caratteri della ragione ndash lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave ndash a quanto nelle
Scritture vi egrave di contingente di storico e di inessenziale e che pretende che la salvezza
dellrsquouomo sia riposta in una Chiesa
Il cattolicesimo egrave per Kant la forma maggiore della laquofede ecclesiasticaraquo dove la
laquocattolicitagraveraquo ossia lrsquolaquouniversalitagraveraquo egrave qualcosa di laquocontraddittorioraquo stante il carattere storico
della rivelazione che la fede ecclesiastica intende assumere come veritagrave assoluta
Quando il Dio biblico appare in conflitto con la legge morale della ragione la ragione
deve escludere che quel Dio sia il vero Dio
Alla tesi tomistica che la filosofia egrave lrsquolaquoancella della teologiaraquo (ossia del sapere fondato sulla fede)
Kant replica nel Conflitto che perograve lrsquoancella la laquoprecede col lume la sua gentile signoraraquo non laquola segue reggendo lo strascicoraquo
253
Quando crsquoegrave conflitto tra ragione e fede quel che vi egrave di inautentico e di degenerato non
egrave la ragione ma la fede
Kant esclude che la ragione possa accettare un ordine che le sia dato dallrsquoesterno ma
non si avvede che la ragione in quanto coscienza morale si trova nelle stesse condizioni della
fede ed egrave quindi essa stessa un ordine che essa si dagrave di tenere per vero qualcosa Sigrave che anche
la coscienza morale egrave fede in cui la volontagrave espressa dallrsquoordine esterno diventa volontagrave
interna al credente la volontagrave che ordina alla sua coscienza di ritenere per vero qualcosa che a
tale coscienza non si presenta come vero e che dunque appare come dubbio
La convinzione di essere laquoliberoraquo di assumere come vero ciograve di cui si egrave convinti che sia
vero proviene sia nella fede che nella coscienza morale dallrsquoisolamento che separa il
contenuto in cui si crede di credere dalla dubitabilitagrave che a tale contenuto compete
253 Ivi cit pag 130
164
Che il conflitto tra ragione e fede debba essere risolto come indica Kant tenendo ferma
la ragione e negando ciograve che della fede egrave in contrasto con la ragione egrave dunque unrsquoaffermazione
che non si riferisce alla ragione in quanto coscienza morale (come invece vorrebbe Kant) ma
alla ragione che non intende essere fede non intende essere la semplice convinzione che ciograve in
cui si crede sia vero il semplice ritenere per vero ciograve che non si sa se sia vero
Nellrsquoambito del pensiero dellrsquoOccidente la risposta che si deve dare al problema del
conflitto tra ragione e fede egrave certamente questa quando si presenta un conflitto tra la ragione
autentica e la fede cristiana la ragione deve liberarsi dalla fede vederla nel suo carattere di
semplice veicolo della ragione e come semplice laquofede ecclesiasticaraquo
165
CAPITOLO TERZO
Lrsquoinevitabile contrasto
166
I - La duplice posizione della Chiesa fideismo e gnosi
Alla domanda su cosa sia la veritagrave la Chiesa risponde fondandosi su una duplice
testimonianza la veritagrave egrave ciograve che egrave testimoniato dallrsquo episteacuteme greca e da Cristo come grazia
che porta al culmine la testimonianza umana Ma appunto qui il pensiero della Chiesa non esce
dallrsquoambiguitagrave Cristo egrave testimone della veritagrave solo per chi crede in lui Lrsquoarmonia tra
testimonianza naturale e testimonianza soprannaturale della veritagrave egrave cioegrave un atto di fede
(compiuto allrsquointerno di quel certo tipo di fede che intende riconoscere alla ragione umana la
capacitagrave di raggiungere una veritagrave definitiva assoluta ed autonoma e che nel contempo
pregiudica questo riconoscimento escludendo che la ragione in quanto tale possa trovarsi in
contrasto con la fede) ma nel pensiero teologico della Chiesa lrsquoarmonia tra ragione e fede non
egrave presentata come un atto di fede ed assume lrsquoaspetto di una veritagrave razionale assoluta
definitiva
Nellrsquoelenco delle preposizioni riguardanti la dottrina del prof Severino Mons Carlo
Colombo afferma che
Esaminando il pensiero filosofico del Prof Severino la Chiesa non pretende essere depositaria esclusiva della veritagrave naturale o veritagrave filosofica ma giudicando secondo il carisma ricevuto
dellrsquoesatto senso della veritagrave rivelata ha il diritto di dichiarare una posizione filosofica come
incompatibile con la Rivelazione (Cfr DS n 3020 e 3043)254
Se egrave (come egrave) un atto di fede lrsquoarmonia tra fede e ragione allora la Chiesa
laquodichiarando una posizione filosofica come incompatibile con la Rivelazioneraquo si limita a
indicare la pura differenza tra la rivelazione e quella posizione filosofica senza poter escludere
che la veritagrave si costituisca al di fuori dello spazio della fede e si costituisca come smentita del
contenuto della fede
254 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 133
167
Se lrsquoarmonia tra fede e ragione egrave essa stessa un contenuto della fede allora la Chiesa
deve lasciarsi giudicare dalla filosofia in quanto testimonianza della veritagrave dellrsquoessere e
riconoscere la possibilitagrave che con lrsquoavvento della testimonianza della veritagrave dellrsquoessere la
veritagrave si manifesti come la negazione piugrave essenziale della fede e ne denunci la non-veritagrave e
lrsquoalienazione
Ma se la Chiesa non intende lasciare al di fuori di seacute la veritagrave ndash se non intende restare
timore et tremore multo di fronte alla veritagrave se non accetta che la veritagrave dellrsquoessere la qualifichi
o possa qualificarla come non-veritagrave e alienazione ndash allora egrave inevitabilmente costretta a porre
lrsquoarmonia di fede e ragione come veritagrave di ragione veritagrave filosofica La laquoveritagrave filosoficaraquo o
laquonaturaleraquo dellrsquoaffermazione di tale armonia consentirebbe allora di porre come laquoerrore
filosoficoraquo ogni pensiero che risultasse in contrasto con la fede In questo caso sarebbe laquoveritagrave
filosoficaraquo che il contenuto della fede cristiana forma lrsquoorizzonte inoltrepassabile allrsquointerno
del quale la veritagrave filosofica deve costituirsi e svilupparsi sarebbe veritagrave di ragione che la fede
egrave la pietra di paragone della ragione dalla quale la ragione resta misurata
Ma dato che la Chiesa pretende laquogiudicare secondo il carisma ricevuto dellrsquoesatto
senso della veritagrave rivelataraquo egrave inevitabile che solo alla Chiesa sia consentito stabilire lrsquoesatto
senso della pietra di paragone alla quale la ragione deve commisurarsi e quindi solo la Chiesa
abbia la facoltagrave di stabilire ciograve che egrave laquoveritagrave filosoficaraquo e ciograve che non lo egrave
La Chiesa deve avere questa pretesa o rapportarsi timore et tremore alla veritagrave
dellrsquoessere Invece nel giudicare gli scritti del prof Severino Essa non intende laquotemereraquo la
veritagrave e insieme non pretende di essere depositaria esclusiva della veritagrave filosofica
La Chiesa vuole conciliare lrsquoinconciliabile Identifica surrettiziamente il punto di vista
della fede e quello della ragione Tuttavia negli stessi testi tomistici sono presenti elementi che
consentirebbero di stabilire come dal punto di vista della ragione lrsquoarmonia di fede e ragione
rimanga un problema
168
Tommaso distingue il laquodubitareraquo e lrsquolaquoopinareraquo dal laquocredereraquo ma riconoscendo un
fattore comune a queste diverse laquodispositionesraquo255
Il fattore comune egrave che rispetto alle due
laquoparti della contraddizioneraquo (ossia rispetto a due proposizioni che stanno tra di loro in rapporto
di contraddizione) lrsquointelletto laquonon est terminatus ad unumraquo ossia nessuna delle due parti si
impone per la sua evidenza sullrsquoaltra Nella fede lrsquointelletto dagrave il suo assenso a una delle due
parti della contraddizione in quanto egrave mosso dalla volontagrave ma per quanto fermo sia lrsquoassenso
prestato dallrsquointelletto ai contenuti della fede laquoquamvis fermissime eis assentiatraquo tuttavia
lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo resta laquoinsoddisfattoraquo (laquonon est
satisfactumraquo) laquoirrequietoraquo (laquoeius motus nondum est quietatusraquo) e si mantiene in un
atteggiamento di laquoricercaraquo relativamente ai contenuti cui pur presta il suo assenso
Lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo si mantiene in atteggiamento
problematico rispetto ai contenuti della fede La problematicitagrave egrave appunto la sua
laquoirrequietezzaraquo Ma lrsquointelletto in quanto tale egrave la laquoragione naturaleraquo Essa misurando i propri
confini vede la problematicitagrave di ciograve che la trascende Se ci si rende conto che lrsquoaffermazione
della veritagrave soprannaturale della fede cristiana egrave essa stessa un contenuto di questa fede e se
quindi ci si rende conto che lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia tra fede e ragione egrave un atto di fede se
si giunge a questa consapevolezza allora egrave lo stesso pensiero a porre la problematicitagrave di tale
armonia E se lrsquointelletto in quanto laquoragione naturaleraquo egrave laquoinquietusraquo proprio lagrave dove il credente
egrave laquoquietatusraquo lrsquointelletto vede allora la possibilitagrave che le cose stiano altrimenti da come sono
credute nella fede cristiana cioegrave vede la possibilitagrave che il cristianesimo sia oltre che veritagrave
anche errore Ciograve vuol dire che nella logica oggettiva del tomismo la laquoragione naturaleraquo
riconosce la possibilitagrave della discordanza tra ragione e fede
255 D Thomae Questio de Fide Art 1
169
Ma il tomismo e la Chiesa non giungono a questo riconoscimento percheacute non giungono
a rendersi conto che lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo egrave un atto di
fede e cioegrave percheacute trattano in modo diverso due dimensioni che tuttavia appartengono
entrambe al contenuto della fede cristiana Lrsquouna egrave lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale
del contenuto di questa fede lrsquoaltra egrave questo contenuto assunto come non includente
quellrsquoaffermazione
Accade cosigrave che nella dottrina della Chiesa un atto di fede (lrsquoaffermazione della veritagrave
soprannaturale del cristianesimo) venga a svolgere di fatto la funzione di una veritagrave di
ragione E tuttavia il tomismo e la Chiesa hanno anche evitato di porre esplicitamente come
veritagrave di ragione lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo Porla
esplicitamente come veritagrave di ragione significherebbe accettare e arrendersi esplicitamente a
quella gnosi contro cui la Chiesa ha sempre combattuto
Lrsquoatteggiamento esplicito della Chiesa risulta quindi da una doppia incoerenza si lascia
che di fatto funzioni come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che in realtagrave egrave soltanto un atto di fede si evita
di qualificare come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che di fatto si lascia funzionare come laquoveritagrave
naturaleraquo In questo modo la dottrina della Chiesa egrave insieme laquofideismoraquo e laquognosiraquo Quel
fideismo ossia la volontagrave di credere contro la ragione che la tradizione cattolica continua a
rigettare
Credo quia absurdum (credo percheacute egrave assurdo) non egrave formula che interpreti la fede cattolica [hellip]
Dio infatti non egrave assurdo semmai egrave mistero Il mistero a sua volta non egrave irrazionale ma
sovrabbondanza di senso di significato di veritagravegtgt256
La Chiesa vuole che giudicando la filosofia la fede non solo non abbia a laquocoartareraquo
lrsquoautonomia del pensiero filosofico ma laquone illumini il cammino verso la veritagraveraquo
256 In URL wwww2vaticanva Benedetto XVI Udienza generale del 21 novembre 2012 LrsquoAnno della
fede La ragionevolezza della fede in Dio Consultato in data 04042017
170
La laquolibertagrave di ricercaraquo e la laquovera autonomia della scienzaraquo esprimono la laquoragione
naturaleraquo tomistica lrsquoesclusione che la fede abbia a laquocoartare la libertagrave di ricerca e la vera
autonomia della scienzaraquo esprime lrsquoaffermazione tomistica dellrsquoarmonia di ragione e fede
sullrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione la fede traccia il senso ultimo dellrsquoessere al
quale la ragione non deve voltare le spalle In questo modo la grazia (la fede) non conserva la
natura (la ragione) ma la nega
Le distinzioni tra fede umana e fede divina rivelata tra ordine naturale e ordine
soprannaturale sono in realtagrave operate allrsquointerno della fede cristiana percheacute egrave il credente ad
avere fede che la propria fede in quanto rivelata differisca da ogni laquofede umanaraquo ed egrave ancora
il credente ad aver fede nellrsquoesistenza di un ordine soprannaturale costituito dalle
determinazioni della fede cristiana
La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la
sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane
per quanto profonda unrsquointenzione unrsquointenzione smentita in realtagrave dal principio ndash che sta al
centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i
contenuti della fede cristiana non appartiene alla ragione autentica ma ne egrave una
degenerazione Il principio che la Chiesa eredita dal pensiero di Tommaso La ragione
autentica cioegrave la ragione in quanto conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la
veritagrave indubitabile della fede laquocosigrave evidentemente confermata da Dioraquo Quando si produce un
conflitto tra un asserto della ragione e un asserto della fede questrsquoultimo non puograve essere
modificato e resta fermo ed egrave lrsquoaltro a dover riconoscere di non essere veramente un asserto
della ragione e di esserlo solo apparentemente
171
Riguardo allrsquoobiezione a proposito del contrasto tra fede e ragione che laquola ragione naturale che afferma Dio certamente non sa se Dio si rivela ma sa certissimamente che se egli si rileva tutto
ciograve che dice egrave vero e quindi che la possibilitagrave del contrasto dipende da una insufficiente
formulazione della veritagrave propria della ragione attuale che egrave ragione umana ldquofinitardquoraquo (Leonardo Messinese Essere e divenire nel pensiero di Emanuele Severino Cittagrave Nuova 1985 pp 40-41) Ma
ormai egrave chiaro che questa non egrave la posizione di Tommaso per il quale la ragione naturale non solo
sa certissimamente che se Dio si rivela quello che dice egrave vero ma sa anche (tam evidenter) che Dio si rivela
257
Dire come egrave giusto dire che la ragione naturale non sa se Dio si riveli significa che
essa non sa se il messaggio di Gesugrave sia il rivelarsi di Dio Ammettendo ma non concedendo
che la possibilitagrave del contrasto tra fede e ragione dipenda da una insufficiente formulazione
della veritagrave propria della ragione attuale finita ne viene che di fronte a un contrasto tra il
messaggio di Gesugrave e la ragione naturale questrsquoultima non sapendo e non potendo dire che
quel messaggio egrave vero in quanto rivelazione di Dio non puograve nemmeno squalificare se stessa
come laquoinsufficiente formulazione della veritagraveraquo deve squalificare quel messaggio ponendolo
come errore
La fede cristiana dice Non ci puograve essere contrasto tra me e la ragione naturale La
ragione naturale dice Se Dio si rivela non ci puograve essere contrasto tra me e questa rivelazione
ma io non so se e dove laquoDioraquo si riveli e quindi lagrave dove crsquoegrave contrasto tra me e una certa
affermazione che dichiari di essere la voce di laquoDioraquo questa affermazione qualunque essa sia e
comunque sia data egrave errore
Il concetto di laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo applicato alla struttura
originaria della veritagrave ndash in quanto struttura che giagrave da sempre si mostra al di fuori
dellrsquoalienazione della veritagrave ndash non ha veritagrave Se la veritagrave originaria potesse essere negata
smentita in quanto laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo non ci sarebbe piugrave veritagrave (e
nemmeno la laquoragione naturaleraquo puograve accettare di essere qualcosa che possa essere smentito)
257 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 154
172
La veritagrave infatti non egrave laquoformulazioneraquo non si riduce a linguaggio ndash a proposito del
quale soltanto ha senso parlare di laquoinsufficiente formulazioneraquo Egrave un errore considerare
dallrsquoesterno la veritagrave e il messaggio cristiano come se fossero due linguaggi che si
confrontano Egrave allrsquointerno dello sguardo della veritagrave che ogni linguaggio deve rendere conto di
seacute alla veritagrave
Se il contrasto tra laquoveritagrave filosoficaraquo e laquoveritagrave di federaquo costringesse a dire che la veritagrave
filosofica egrave laquoinsufficientemente formulataraquo questo significherebbe che la veritagrave originaria puograve
diventare errore Ma la veritagrave egrave appunto ciograve che non puograve diventare errore Essa egrave il contenuto
significante a cui il linguaggio si riferisce
Se esistesse una laquorivelazione di Dioraquo in un linguaggio storico questo linguaggio
dovrebbe essere agli occhi della veritagrave un problema autentico Non solo sarebbe problema ciograve
che questo linguaggio dice ma anche che esso dica quello che lrsquointerpretazione storica gli fa
dire Ma poicheacute il significato stesso dei linguaggi storici egrave problematico ndash poicheacute egrave
problematico che essi dicano quello che si crede che dicano ndash laquoDioraquo non puograve laquorivelarsiraquo in un
linguaggio storico ndash non puograve uscire dal problema e portarsi allo scoperto ndash ma puograve soltanto
nascondersi in esso Si deve nascondere nella problematicitagrave dellrsquointerpretazione laquoDioraquo
potrebbe entrare nel mondo solo come ciograve di cui non si potrebbe mai sapere che egrave laquoDioraquo Esso
non puograve costituirsi come punto di riferimento al quale la veritagrave debba adeguarsi Non egrave laquopuntoraquo
proprio percheacute lo egrave ndash laquopuntoraquo ndash solo allrsquointerno della interpretazione che lo rende laquopuntoraquo E
che il rivelarsi di Dio debba essere il suo nascondersi egrave qualcosa che vale non soltanto per la
veritagrave autentica ma anche per quella forma di veritagrave alienata che egrave la laquoragione naturaleraquo
La veritagrave autentica dice che laquoDioraquo la veritagrave infinita si rivela nel finito solo nella
struttura originaria della veritagrave che da sempre si apre al di fuori dellrsquoalienazione della veritagrave
173
Se laquosi rivelaraquo anche altrove nelle forme storiche del linguaggio il suo laquorivelarsiraquo deve
essere un nascondersi uno sfuggire in modo da non poter mai esser preso tenuto fermo
guardato in faccia e visto come veritagrave Un contrasto tra la veritagrave attuale e questo laquosvelarsi-
nascondersiraquo di Dio non puograve dunque apparire nello sguardo della veritagrave appunto percheacute
affincheacute ci sia un contrasto i punti fermi devono essere due
174
II - Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa
La Costituzione Dei Verbum dopo aver ricordato che la parola di Dio egrave presente sia nei
testi sacri che nella Tradizione afferma laquoLa Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura
costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesaraquo258
Alla fede posta come rivelazione divina corrisponde lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa La
Chiesa egrave infallibile percheacute conserva la laquoParola di Dioraquo e conservarla significa capirla cogliere
il significato autentico dei testi sacri In quanto la Chiesa stabilisce il senso autentico del
contenuto della fede e in quanto non puograve esserci contrasto tra ragione e fede la Chiesa egrave il
luogo esclusivo in cui resta stabilito il senso autentico della ragione
Ma anche lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa egrave un contenuto della fede di cui la Chiesa si ritiene
depositaria La Chiesa non dice laquoIo ho fede di essere infallibile ndash e quindi ammetto la
possibilitagrave che la veritagrave sia negazione della mia fede e della mia infallibilitagraveraquo Non dicendolo
la Chiesa egrave costretta a lasciare che il dogma dellrsquoinfallibilitagrave funzioni di fatto come una veritagrave
naturale non dicendolo la Chiesa si presenta di fatto come lrsquounica definitiva e suprema
filosofia al cui interno resta stabilito il rapporto tra fede e ragione come la gnosi piugrave
insuperabile in cui va completamente perduto il carattere laquosoprannaturaleraquo della rivelazione
Ponendosi di fatto come super-filosofia al cui interno egrave stabilito il rapporto fede-
ragione la Chiesa evita per altro di riconoscere esplicitamente questo carattere e da un lato
intende tener fermo il valore soprannaturale della rivelazione dallrsquoaltro lato non intende porsi
timore e tremore dinanzi alla veritagrave Ma senza questo timore e tremore la Chiesa egrave gnosi Essa
pur volendo sulla base del tomismo distinguere la fede dalla ragione in realtagrave si pone laquoal di lagrave
e al di sopraraquo di questa distinzione proprio nellrsquoatto in cui lascia di fatto sussistere come veritagrave
di ragione lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione e lrsquoaffermazione della propria
infallibilitagrave
258 In URL wwwmaranathait Concilio Vaticano II nn10 consultato in data 5042017
175
Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa garantisce che una formulazione dogmatica anche se
espressa con concetti e linguaggio metafisico egrave conforme alla veritagrave rivelata originaria e perciograve
vera come questa
La dottrina cattolica esige certamente i concetti di essere infinito di creazione ex nihilo non sono unrsquolaquoalienazione del senso dellrsquoessere ma lrsquoespressione vera del Verbo rivelato [] La Rivelazione
non puograve esprimere nessuna veritagrave (cioegrave nessuna manifestazione esatta della realtagrave) se non
attribuendo un valore reale ai concetti usati quindi la Rivelazione include necessariamente una laquoontologiaraquo fondamentale (non una metafisica sistematica) Qualunque ulteriore espressione
metafisica di questo dato laquoontologicoraquo deve essere coerente con il suo contenuto259
Egrave chiaro che lrsquoontologia fondamentale necessariamente inclusa nella rivelazione
costituisce quel contenuto essenziale del pensiero filosofico rispetto al quale non rimane piugrave
che il compito inessenziale ed estrinseco di dargli una forma sistematica Lrsquoontologia
fondamentale della Chiesa che egrave anche lrsquoontologia fondamentale dellrsquoOccidente egrave persuasa
che lrsquoessere non egrave lrsquoessere dellrsquoente ma egrave lrsquoessere come essenzialmente separato dallrsquo ente sigrave
che lrsquoente in quanto tale puograve non essere puograve cioegrave essere niente e dal niente esce e nel niente
ritorna per opera del dio creatore o della tecnica umana
Per la Chiesa lrsquoeternitagrave dellrsquoente in quanto ente rende impossibile la storia della
salvezza Il senso nichilistico del divenire domina il modo in cui la Chiesa intende il
laquodiventareraquo peccatore da parte dellrsquouomo il laquodiventareraquo carne da parte del Verbo e il divenire
in cui si fa innanzi ogni evento della laquostoria della salvezzaraquo Con lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave
dellrsquoente in quanto tale viene nullificato lrsquoevento storico
259 Lettera inviata al prof Severino da Mons C Colombo in data 13-9-1968 in Il mio scontro con la
Chiesa pag4647
176
Percheacute non sia nullificato si vuole un lsquoprimarsquo (in principio) in cui la carne del Verbo
sia stata niente e solo il Verbo sia Per non nullificare lrsquoIncarnazione la Chiesa nullifica la
carne Per non nullificare la laquostoria della salvezzaraquo nullifica la salvezza
La veritagrave dellrsquoessere non laquonullificaraquo lrsquoevento storico ma rileva che la comprensione
nichilistica di esso pensa la nientitagrave dellrsquoente ossia pensa ciograve che non egrave Al di fuori del
nichilismo la storia egrave il processo del Tutto immutabile Solo lrsquoimmutabile puograve di-venire cioegrave
venire fuori dal nascondimento
Tutte le cose e tutti gli eventi sono eternamente scolpiti Allrsquointerno dellrsquointramontabile
apparire della veritagrave dellrsquoessere sorgono e tramontano come le immutabili costellazioni del
cielo Condizione necessaria percheacute laquola storia della salvezzaraquo abbia la possibilitagrave di diventare
un problema egrave che essa sia intesa come questa successione dellrsquoapparire questa condizione non
nullifica lrsquoevento storico in quanto tale ma lo restituisce al suo autentico significato
Affincheacute la laquostoria della salvezzaraquo divenga un problema il laquoVerboraquo deve essere allora
innanzitutto pensato come eternamente laquopresso Dioraquo ed eternamente laquopresso la carneraquo e il suo
diventar carne deve innanzitutto significare che il Verbo che egrave eternamente presso la carne egrave
entrato nellrsquoapparire Solo a questo punto dinnanzi alla veritagrave dellrsquoessere puograve aprirsi la
domanda se la parola di Gesugrave riascoltata al di fuori del laquomondoraquo sia il Verbo che parla in
veritagrave della nascosta luminositagrave del Tutto
Allrsquointerno del laquomondoraquo cioegrave il luogo ove si scontrano le contrapposte volontagrave di
potenza il cristianesimo soprattutto nella forma che esso assume nella Chiesa cattolica egrave
ancora una delle forze piugrave potenti determina ancora il comportamento di grandi masse e
possiede un apparato concettuale altamente idoneo a operare questa determinazione
La laquoveraraquo critica laica della fede cristiana non puograve essere altro oggi che
lrsquoemarginazione pratica della Chiesa dalla vita sociale e la laquoveraraquo vittoria di quella fede sulla
irreligiositagrave e sul laicismo non puograve essere altro che il successo pratico-politico delle masse che
ancora posseggono quella fede
177
La potenza sociale della Chiesa non egrave in contraddizione con la pura fede interiore
giaccheacute anche la pura fede cristiana come ogni fede egrave una prevaricazione della volontagrave di
potenza La pura fede egrave prevaricazione proprio percheacute credendo in qualcosa rifiuta qualcosa
drsquoaltro che ha lo stesso diritto ad essere creduto e cioegrave a divenire prevaricante
178
III - Lrsquoauspicata armonia tra fede e ragione
La Chiesa cattolica ha sempre respinto ogni forma di fideismo tenendo ferma lrsquounione
la convergenza e lrsquoarmonia di fede e ragione Eppure questa armonia egrave la maschera di una lotta
mortale tra due contrapposte volontagrave di potenza una lotta dunque che si conclude con la
morte di uno dei due contendenti ndash la ragione ndash ma in cui sopravvive ciograve che egrave in comune a
entrambi la violenza prevaricante della volontagrave di potenza ossia lrsquoessenza dominatrice
dellrsquoOccidente
La filosofia non egrave piugrave un pericolo oggettivo per il cristianesimo e ogni critica rivolta
allrsquoessenza o alle configurazioni storiche del cristianesimo possiede lo stesso valore di ciograve che
essa intende negare La ragione che oggi la Chiesa si preoccupa di far concordare con la fede egrave
soprattutto la ragione scientifica che egrave a sua volta una fede
Lrsquounico pericolo e lrsquounica critica egrave che lrsquouomo riesca a produrre in terra il lsquoregno di
Diorsquo cioegrave un regno che liberi definitivamente lrsquouomo dalla nostalgia a dal desiderio di ogni
altro regno Nessuna fede nemmeno la fede cristiana potrebbe costituire unrsquoalternativa a un
regno capace di soddisfare i bisogni di ogni fede Ma accanto alla fede cristiana e ad ogni
umanesimo che in relazione a questa previsione le sia solidale crsquoegrave la fede nel dominio umano
del tutto e quindi nella capacitagrave di soddisfare i bisogni di ogni fede allrsquointerno di questo
dominio La fede nel dominio illimitato dellrsquouomo egrave la conseguenza rigorosa del rsquomondorsquo in
cui si muove anche la storia della fede cristiana
Il progetto della dominazione scientifica del tutto segna la fine del cristianesimo e
dellrsquointera cultura tradizionale ma nella situazione attuale dove le singole lsquoconquiste della
scienzarsquo lasciano ancora sullo sfondo quel progetto viene a costituirsi una sorta di
agevolazione specifica del compito della Chiesa nel mondo
179
La fine del sogno della lsquoveritagrave definitivarsquo pone innanzitutto sullo stesso piano ogni
proposta culturale ogni posizione culturale egrave una fede giaccheacute per quanto complesso possa
essere lrsquoordine concettuale in cui una cultura si definisce tale ordine non egrave la veritagrave che
manifesta la non veritagrave di ogni alternativa possibile Tommaso drsquoAquino interpretando S
Paolo poteva ancora dire che la fede ndash al contrario di quanto accade nella laquoscientiaraquo ndash conduce
in captivitatem omnem intellectum cioegrave lo rende prigioniero di un contenuto che non egrave
evidente e quindi gli egrave laquoestraneoraquo (alienus) e lrsquointelletto egrave pertanto laquoinquietoraquo (nondum est
quietatus) Lo stesso Paolo rispetto a quella laquoscientiaraquo poteva sentirsi ndash non tanto
soggettivamente quanto piuttosto in relazione al contenuto oggettivo di essa ndash in infirmitate et
timore et tremore multo Ma oggi ogni cultura conduce in captivitatem la coscienza e la fede
cristiana non ha piugrave alcun motivo di timore e tremore per una laquoscienzaraquo che a sua volta si
riconosce come fede
La laquosicurezzaraquo del sapere scientifico egrave per definizione relativa la scienza ha deciso da
tempo e metodicamente di lasciar da parte ogni tentativo di scoprire una conoscenza
assolutamente incontrovertibile della realtagrave e riconosce che i propri principi e metodi sono
ipotesi Esse consentono il dominio piugrave efficace delle cose ma in quanto ipotesi sono esposte
alla possibilitagrave della piugrave radicale smentita Il senso comune osserva che la tristezza ci assale
quando siamo felici Abbiamo paura di perdere la felicitagrave La scienza puograve produrre una felicitagrave
di cui forse non riusciamo ancora a sospettare lrsquoampiezza e lrsquointensitagrave Ma crsquoegrave unrsquounica cosa
che la scienza non puograve produrre la sicurezza della felicitagrave la sicurezza che non puograve essere data
dalla laquosicurezzaraquo di ogni possibile metodologia scientifica e nemmeno da una qualsiasi fede
religiosa Anche la scienza egrave in quanto scienza una fede E per chi ha raggiunto la felicitagrave non
puograve bastare la fede di non perderla
180
Anche per il cristianesimo la fede egrave una virtugrave di questo mondo che non puograve appartenere
al paradiso Ma non puograve bastare nemmeno vedere il dio facie ad faciem percheacute puograve sempre
sorgere il dubbio che ciograve che vediamo non sia la faccia di dio Percheacute il paradiso non sia un
inferno ndash cioegrave lrsquoangoscia dellrsquoimminente vanificazione della felicitagrave ndash deve mostrarsi la veritagrave
del paradiso la veritagrave che in nessun senso sia unrsquoipotesi
Per riassumere quindi tale argomentazione possiamo affermare che il contenuto della
fede egrave il Verbo e il Verbo storicamente egrave linguaggio Ogni linguaggio egrave comprensione del
senso dellrsquoessere ma non ogni linguaggio esprime tale comprensione Ossia non ogni
linguaggio storico egrave lrsquoesplicitazione del senso ontologico in cui pur si muove Nella storia
dellrsquouomo lrsquounico linguaggio ontologicamente esplicito egrave quello della filosofia greca e della
cultura che da essa discende Il linguaggio del Verbo egrave di questa natura non egrave lrsquoesplicitazione
di unrsquoontologia come non lo egrave la Rivelazione In questo senso egrave impossibile lrsquoaccertamento di
ogni contrasto o solidarietagrave tra unrsquoontologia (ossia un linguaggio che esplicita il senso
dellrsquoessere) e la Rivelazione proprio percheacute questrsquoultima non egrave una forma di ontologia Egrave
invece possibile un contrasto tra la veritagrave dellrsquoessere e una interpretazione ontologica della
Rivelazione quale egrave stata costruita dal pensiero occidentale egrave possibile la solidarietagrave tra la
ragione purificata (la ragione che parla la veritagrave dellrsquoessere) e la Rivelazione
Per la ragione purificata il Verbo egrave quindi unrsquoautentica possibilitagrave laquoarmoniaraquo e
laquoincontroraquo di ragione e fede
181
Sin dal suo inizio la filosofia intende raggiungere la forma piugrave radicale di sapere la
veritagrave assolutamente innegabile Ma questo immane tentativo della filosofia egrave destinato a
fallire La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico propostosi di difendere la veritagrave
dellrsquoessere ma risultandone la piugrave chiara negazione
Lrsquoessere egrave eterno ogni prova e ogni negazione dellrsquoessere immutabile vivono allrsquointerno
dellrsquoalienazione dellrsquoOccidente lrsquoalienazione metafisica che identifica lrsquoessere al niente
proprio in quanto si mette alla ricerca di un essere immutabile ed eterno I legami indissolubili
che legano ogni essere al proprio essere al proprio apparire e alle determinazioni che lo
accompagnano non possono essere spezzati Lrsquouomo ha da sempre e per sempre dinanzi la
veritagrave dellrsquoessere intramontabile
Lrsquoisolamento della terra dal destino egrave la fede che le cose siano il diventare altro da ciograve
che esse sono e che questo loro diventare sia la fondamentale e lrsquounica terra sicura con cui
lrsquouomo ha a che fare
Se la creazione viene interpretata in termini di essere e non essere - se cioegrave viene
interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere allora il concetto di creazione egrave
lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere
Nella terra isolata dal destino della veritagrave appare la storia dei mortali la storia della
prevaricazione di una volontagrave che rimane nello sguardo del destino soltanto un tentativo
prevaricante La tecnica egrave diventata oggi la piugrave potente delle forze metafisiche Lo stesso senso
comune non egrave piugrave dominato dalla religione o dalla politica ma dal modo di pensare e di agire
della metafisica ma che ormai ha raggiunto una capacitagrave di trasformazione della terra che non
si limita a guidare i processi naturali di produzione e distruzione ma li sostituisce con processi
artificiali
182
La fede proprio in quanto fede ossia volontagrave che le cose abbiano il senso deciso egrave
isolamento del laquocredutoraquo dal dubbio che lo avvolge Essa non potragrave mai porsi come una veritagrave
di ragione se non negando la propria essenza il kerygma Essere lrsquoargumentum la voce data ai
non visibili ai non manifesti egrave possibile solo se compare lrsquooscuritagrave che rende invisibili i
visibili La fede egrave volontagrave di potenza non solo percheacute egrave una prevaricazione sulle altre fedi che
intende sospingerle nel niente ma percheacute egrave la stessa volontagrave di impadronirsi della terra
sottraendola al destino e usandola come riparo dal niente che lrsquoattraversa
La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la
sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane
unrsquointenzione smentita dal principio ndash che sta al centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale
ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i contenuti della fede cristiana non appartiene alla
ragione autentica ma ne egrave una degenerazione La ragione autentica cioegrave la ragione in quanto
conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la veritagrave indubitabile della fede cosigrave
laquoevidentemente confermata da Dioraquo
Percheacute il cristianesimo abbia la possibilitagrave di diventare la Parola di Dio e preparare
lrsquoaccadimento della salvezza egrave necessario che tramontino il suo essere fede e la sua
appartenenza al mondo
183
INDICE
Prefazione pag 4
INTRODUZIONE
I La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica pag 9
II La ricerca giovanile di Emanuele Severino pag12
III Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa pag15
PARTE PRIMA ndash LrsquoETERNO
CAPITOLO I ndash LrsquoESSERE IMMUTABILE
I Dare prova di Dio pag 22
II La realtagrave di Dio e lrsquoideale della ragione pag 26
III La logica esposizione di Dio e la sua morte pag 34
CAPITOLO II ndash ALLE ORIGINI DEL PENSIERO E DEL NICHILISMO
DELLrsquoOCCIDENTE
I La metafisica come sapere incontrovertibile pag 44
II Il sentiero della Notte pag 53
III Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire pag 62
CAPITOLO III ndash PER UNA COMPRENSIONE DELLrsquoESSERE
I La struttura originaria dellrsquoessere pag 68
II Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere pag 72
III LrsquoEterno pag 76
NOTA
Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del Verbo pag 80
PARTE SECONDA ndash IL DIVENIRE
CAPITOLO I ndash IL DIVENIRE NELLrsquoALIENAZIONE DELLrsquoOCCIDENTE
I La creazione dal nulla pag 88
II Divenire esser altro pag 94
III La volontagrave pag 97
184
CAPITOLO II ndash LrsquoAZIONE CHE CATTURA E DOMINA LrsquoENTE
I Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire pag 101
II Il dominio che guida il divenire pag 106
III La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio pag 110
CAPITOLO III ndash LrsquoALIENAZIONE NELL O SGUARDO DEL DESTINO
I Ciograve che il mortale crede pag 115
II La necessitagrave dellrsquoaccadere come risolvimento del problema della libertagrave pag 121
III laquoCrescereraquo come divenire pag 131
TERZA PARTE ndash LA FEDE
CAPITOLO I ndash FILOSOFIA E FEDE
I Lo sguardo filosofico alla rivelazione pag 136
II Lrsquoargumentum pag 139
III La laquocertezzaraquo dubitante dellrsquoanimo pag 143
CAPITOLO II ndash UNA DAMA DA COMPAGNIA PER LA RAGIONE
I laquoCredereraquo per capire e conoscere pag 149
II La sottomissione della ragione alla fede pag 157
III Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione pag 161
CAPITOLO III ndash LrsquoINEVITABILE CONTRASTO
I La duplice posizionedella Chiesa fideismo e gnosi pag166
II Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa pag 174
III Lrsquoauspicata armonia tra ragione e fede pag 178
INDICE pag 183
BIBLIOGRAFIA pag 185
185
BIBLIOGRAFIA
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Cosa arcana e stupenda LrsquoOccidente e Leopardi RCS Libri Milano 2006
DallrsquoIslam a Prometeo RCS Libri Milano 2003
Destino della necessitagrave Adelphi Milano 1980
Essenza del nichilismo Adelphi Milano 1995
I presocratici e la nascita della filosofia collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo
Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il quotidiano La Repubblica
I principi del divenire La Scuola editrice Brescia 1959
Il mio scontro con la Chiesa RCS libri spa Milano 2001
Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e destino Rizzoli Milano 2008
Il principio di non contraddizione La Scuola editrice Brescia 1959
Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013
Introduzione alla Struttura originaria Seconda edizione Adelphi 1981
Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010
La filosofia moderna RCS Libri Milano 1984
La struttura originaria La Scuola editrice Brescia 1958
Oltrepassare Adelphi Milano 2007
Pensieri sul cristianesimo RCS Libri Milano 1995
Tautόtēs Adelphi Milano 1995
TESTI CLASSICI
Anselmo drsquoAosta Opere filosofiche Laterza ndash Bari 1969
Aristotele Della interpretazione RCS Libri spa Milano 2000
Aristotele Fisica Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L Ruggiu Rusconi Libri
Milano 1995
Aristotele Metafisica Bompiani ndash Giunti Editore Firenze 2004
G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985
Platone Repubblica Feltrinelli Milano1995
TESTI SPECIALISTICI
D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana
Brescia 1991
G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire Una disputa Morcelliana 2017
N Cusano Capire Severino Mimesis Milano- Udine 2011
C Fabro Dallrsquoessere allrsquoesistente Morcelliana Brescia 1965 id Introduzione a S
Kierkegaard Esercizio del cristianesimo Roma Stadium 1971
C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente Osservazione sul pensiero di Emanuele Severino
186
Quadrivium Genova 1981 Seconda edizione 2015
U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente EST il Saggiatore Milano
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GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll
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M Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N
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I Kant Critica della ragione pura I edizione gli Adelphi Milano 1995
I Kant Lavori preparatori de La religione entro i limiti della semplice ragione Lavori presenti
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F Nietzsche Schopenhauer come educatore in Opere di Friedrich Nietzsche tr it M
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L Messinese Il paradiso delle veritagrave Edizioni ETS Pisa 2010
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A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino ndash Parte 4 ndash Capitoli 0405 in data 13022017
SantrsquoAgostino Commento al vangelo di San Giovanni Omelia 29-10 in data 03042017
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Omero Odissea traduzione di N Delvinotti in data 12042017
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Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide Art 1 in data
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De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione di C Pandolfi in data
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SantrsquoAgostino De videndo Deum epistola CXLVII in data 24032017
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S Tommaso drsquo Aquino Summa contra gentiles in data 26032017
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S Tommaso drsquoAquino Somma Teologica Nuova Edizione a cura di P Tito S
Centi e P Angelo Z Belloni 2009
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Lettera ai Corinzi in data 24032017
Lettera ai Romani in data 24032017
Lettera ai Tessalonicesi in data 24032017
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Esiodo Teogonia traduzione E Romagnoli in data 12042017
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Catechismo della Chiesa Cattolica ndash Compendio in data 19012017
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Concilio vaticano II Costituzione dei verbum in data 05042017 e 14052017
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L Bertoli La rivolta alla Cattolica diede il via al rsquo68 in data 15032017
laquowwwsantiebeatiitraquo
Informazioni biografiche su Padre Agostino Gemelli in data 02072017
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Informazioni biografiche su Padre Emilio Chiocchetti a cura di C Coen e Francesco
Olgiati a cura di L Pozzi in data 02072017
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Benedetto XVI Udienza generale ldquoChe cosa egrave la federdquo 24 ottobre 2012 in data 04042017
Benedetto XVI Udienza generale ldquoLa ragionevolezza della fede in Diordquo 21 novembre 2012
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G Paolo II Enciclica ldquoFides et Ratiordquo 1998 Versione scaricata integralmente in
data 10122016
Papa Francesco Enciclica ldquoLumen fideirdquo 2013 in data 20062017
4
Prefazione
Nel volume di Emanuele Severino Il mio scontro con la Chiesa1 si trova la
documentazione epistolare delle vicende che dal 1961 al 1970 hanno condotto la Chiesa
Cattolica a dichiarare ufficialmente lrsquoopposizione tra il suo pensiero filosofico e il
Cristianesimo2 Inizialmente la Chiesa si espresse attraverso la Sacra Congregatio pro
Institutione Catholica3 (Sacra Congregazione per lrsquoeducazione cattolica che con lrsquoex
SantrsquoUffizio egrave una delle massime istituzioni dellrsquoorganizzazione teologico-educativa della
Chiesa) e in un secondo momento attraverso la Sacra Congregazione per la Dottrina della
Fede (lrsquoex SantrsquoUffizio)
Il cambiamento di sede per la discussione dellrsquointero problema fu la risposta positiva
alla richiesta dello stesso Severino preoccupato che la questione del rapporto tra il suo
pensiero e il Cristianesimo e dunque i motivi del dissenso non venissero confusi con altri
problemi e motivi come quelli politici che stavano alla base della contestazione partita proprio
in quegli anni dallrsquoUniversitagrave Cattolica4
1 Rizzoli Milano 2001
2 Emanuele Severino nato a Brescia il 26 febbraio 1929 fu docente presso lrsquoUniversitagrave Cattolica di Milano dallrsquoanno accademico 1954-1955 fino al 1970 prima come professore incaricato e poi come ordinario
3 Agli inizi del 1968 la Sacra Congregatio pro Institutione Catholica invitava monsignor Colombo a
prendere contatti con il prof Severino nel tentativo di condurlo a un chiarimento del suo pensiero che non
risultasse piugrave in contrasto con la dottrina della Chiesa Poicheacute il chiarimento richiesto aveva condotto a un esito
opposto il professor Lazzati rettore dellrsquoUniversitagrave Cattolica chiese a monsignor Colombo di sollecitare una
presa di posizione della Sacra Congregatio pro Institutione Catholica che rispose invitando Lazzati a prendere i
provvedimenti del caso e cioegrave immediatamente la sospensione dallrsquoincarico di Storia della filosofia
contemporanea che Severino teneva oltre al corso che svolgeva in qualitagrave di prof ordinario e in prospettiva la
revisione dellrsquointera sua posizione accademica presso lrsquoUniversitagrave Cattolica ossia il suo allontanamento da
questrsquoultima E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 14
4 Il sessantotto in Italia ebbe la sua scintilla iniziale allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave del Sacro Cuore di Milano a causa della decisione dellrsquoAteneo di aumentare le rette universitarie il 15 novembre 1967 gli studenti diedero
vita alla prima occupazione dellrsquoUniversitagrave La notte stessa il rettore Ezio Franceschini fece sgombrare
centocinquanta occupanti dalla polizia Dopo tre giorni 30000 studenti sfilarono per Milano fino
allrsquoarcivescovado e la protesta si diffuse in tutte le principali universitagrave del paese Il 21 marzo 1968 la Cattolica
venne nuovamente occupata e dopo essere stata sgomberata venne chiusa a tempo indeterminato Leader iniziale
della rivolta fu Mario Capanna studente di filosofia dellrsquoUniversitagrave Cattolica L Bertoli La rivolta alla Cattolica
diede il via al rsquo68 in URL oldUnicait consultato in data 15032017
5
Il 16 dicembre 1969 il cardinal Franjo Seper prefetto dellrsquoex SantrsquoUffizio spedigrave al
professor Severino i tre laquoVotiraquo dei periti incaricati dalla Sacra Congregazione di esaminare il
suo discorso filosofico (prof padre Cornelio Fabro prof padre GBLotz5 prof don E
Nicoletti6)
Padre Cornelio Fabro7 al termine del proprio Voto intitolato Sulla posizione filosofica
di E Severino conclude affermando
Prout verba sonante t eius philosophia exigit bencheacute il Severino non si dichiari espressamente
mai neacute ateo neacute anticristiano egli critica alla radice la concezione della trascendenza di Dio ed i
capisaldi del Cristianesimo come forse finora nessun ateismo ed eresia hanno mai fatto8
Durante gli anni di insegnamento alla Cattolica gli scritti maggiori pubblicati da
Severino furono La struttura originaria9 e Studi di filosofia della prassi
10
Anche se La struttura originaria conteneva il fondamento che poi si sarebbe sviluppato
negli scritti successivi la sua pubblicazione non incontrograve grandi difficoltagrave Maggiori furono
quelle incontrate con Studi di filosofia della prassi La seconda parte dellrsquoopera dal titolo
Implicazioni pragmatiche della veritagrave riguardava il problema della fede e quindi anche la fede
cristiana vista giagrave qui come contraddizione
5 Il laquoVotoraquo del prof padre GB Lotz SJ non aveva alcun carattere filosofico ma solo lrsquointento di stabilire
in modo sommario ed estrinseco la compatibilitagrave tra il discorso filosofico severiniano e la dottrina tradizionale
della Chiesa
6 Il laquoVotoraquo del prof don E Nicoletti aveva la forma della ldquodifesardquo rispetto ai primi due che assumevano la
forma dellrsquoldquoaccusardquo In seguito egli si portograve estremamente vicino al contenuto degli scritti di Severino e lasciograve la
veste talare
7 Padre Cornelio Fabro nato a Flumignano il 24 agosto 1911 presbitero teologo e filosofo membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesugrave Cristo ex definitore del SantrsquoUffizio fu professore
allrsquoUniversitagrave degli studi di Perugia e uno degli esponenti piugrave importanti del tomismo del Novecento Il suo
apporto piugrave profondo alla metafisica classica sulle orme di San Tommaso drsquoAquino egrave la distinzione tra essentia e
actus essendi
8 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag86
9 La Scuola editrice Brescia 1958 nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1980
10 Vita e pensiero Universitagrave cattolica 1962 seconda edizione Adelphi 1984
6
La fede egrave una delle modalitagrave dellrsquoessere in contraddizione e cioegrave nellrsquoerrore Ossia egrave il
trovarsi nella non-veritagrave egrave lrsquoassumere come veritagrave ciograve che non si presenta come veritagrave Al
tempo degli Studi perograve la fede (come ogni fede) egrave contraddizione e tuttavia agli occhi della
struttura originaria della veritagrave tale fede si presentava ancora come un problema Questo in
base al teorema che la fede in un asserto egrave sempre autocontraddizione tuttavia lrsquoasserto che egrave
contenuto della fede non egrave sempre autocontraddizione ma puograve essere qualcosa che non nega
neacute implica lrsquooriginario Quindi fino a Studi di filosofia della prassi crsquoegrave la persuasione che il
contenuto della fede cristiana (fides qua creditur) sia un insieme di asserti di questo tipo In
seguito a partire da Ritornare a Parmenide Poscritto11
sarebbe venuto in chiaro che la fede
cristiana egrave contraddizione non solo come fides qua creditur ma anche come fides quae
creditur ossia per il contenuto in cui si crede
11 lt La struttura originaria opera alla quale Severino si riporta di continuo come allrsquoesposizione basilare
del suo parmenidismo [] notevole per la sua mole e la ferrea struttura formale sembra non abbia destato
preoccupazione alcuna di ortodossia neacute allrsquouniversitagrave Cattolica di Milano neacute altrove La Redazione della Riv di
filosofia noescolmostra il suo dissenso ndash in forma piuttosto blanda mi sembra ndash solo allrsquoapparire di Ritornare a
Parmenide del 1964 la nota della redazione ammette anzi che lrsquolaquoarticoloraquo si riconnette ad una tradizione che ha i
suoi rappresentanti anche nella scolastica Con la tesi infatti che nellrsquoessere di ogni cosa per quanto diveniente e
caduca si manifesta immediatamente la presenza dellrsquoEssere divino Emanuele Severino continua ci sembra una
tradizione che ha esempi classici come per citarne uno il capitolo terzo dellrsquoItinerarium di San Bonaventura gt C
Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino prima edizione Quadrivium
Genova 1981 seconda edizione Opere Complete 2015 ndash Editrice del Verbo Incarnato (RM) pag70
I numeri successivi di laquoRivista di filosofia neoscolasticaraquo conterranno unrsquoampia discussione del saggio da parte di molti esponenti della cultura filosofica cattolica Nel numero V del 1965 venne pubblicato il Poscritto di Ritornare
a Parmenide che apparve con la seguente Nota lt Sebbene la risposta di Emanuele Severino accentui le
divergenze del suo pensiero dalla concezione filosofica alla quale si ispira questa Rivista pubblichiamo
ugualmente questo articolo persuasi che il dibattito di idee giovi alla conoscenza della veritagrave La fede nella veritagrave e
la fiducia che la possibilitagrave di esprimere liberamente il proprio pensiero aiuti a scoprirla egrave il vincolo fraterno che
oltre ogni pur radicale dissenso resta fra lrsquoAutore di questo articolo e gli altri redattori gt E Severino Il mio
scontro con la Chiesa cit pag 13
7
Unitamente alla lettera inviata al professor Severino il 2 luglio 1968 monsignor Carlo
Colombo presidente dellrsquoIstituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo Ente fondatore
dellrsquoUniversitagrave Cattolica e vescovo titolare di Vittoriana inviograve lrsquoallegato datato 21 marzo
1968 della Sacra Congregatio pro Istitutione Catholica firmato da Gabriel-Maria Card
Garrone e Giuseppe Schroffer segr
In tale lettera si auspicava ad una schietta e leale chiarificazione con il Professore a
seguito dellrsquoesame di alcuni suoi scritti (Ritornare a Parmenide Ritornare a Parmenide
Poscritto Il sentiero del giorno) data la loro marcata istanza immanentistica e per le
dissonanze che essi presentavano con la dottrina cattolica In un secondo allegato venivano
precisati tre punti i rilievi emersi dallrsquoesame degli scritti sopracitati 1- Il problema delle prove
dellrsquoesistenza di Dio come pseudoproblema 2- Inconcepibilitagrave e assurditagrave della laquocreatio ex
nihiloraquo 3- Impossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione12
Essi saranno il
contenuto del presente lavoro sviluppato quindi in tre parti riprendendo delle tematiche giagrave
presenti in Risposta ai critici e Risposta alla Chiesa13
e integrati da contenuti presenti negli
scritti successivi del prof Severino
La prima parte egrave riservata allrsquoalienazione del senso dellrsquoEssere alla dimenticanza della
veritagrave dellrsquoEssere che nel pensiero metafisico sorto per proteggere tale veritagrave rimane nellrsquo
inconscio e ne fa da sfondo
laquoEternoraquo come sinonimo di laquoEssereraquo eternitagrave che appartiene con veritagrave ad ogni
essente che nel suo manifestarsi non necessita di una dimostrazione ma di una
laquocomprensioneraquo La comprensione di un linguaggio che non parla la lingua del Sentiero della
Notte ma testimonia il Destino della veritagrave nel sentiero ancora intentato del Giorno che
conduce alla Gioia
12 Due anni dopo in data 12 febbraio 1970 verranno inviate al professor Severino le Osservazioni
conclusive con lrsquoElenco delle proposizioni riguardanti la dottrina filosofica del prof Severino formulato dalla S
congregazione per la Dottrina della Fede a conclusione dellrsquoesame condotto sugli scritti del filosofo
13 Testi rispettivamente del 1968 e 1970 contenuti in E Severino Essenza del nichilismo Adelphi
Milano 1995
8
La seconda parte si occupa della volontagrave di potenza come espressione del dominio
sullrsquoEnte dominio reso possibile solo nella laquopersuasioneraquo della libertagrave dellrsquoEnte che quindi egrave
libero da ogni legame che lo unisce al Tutto
La laquocreazione dal nullaraquo come assurda espressione del nichilismo in quanto creando un
mondo ndash e gli essenti del mondo ndash che sarebbe potuto non essere identifica di fatto lrsquoEssere al
Nulla ponendovi il divenir altro come cominciamento
Nello sguardo del destino lrsquoisolamento dellrsquoEnte e del Tutto dalla veritagrave dellrsquoEssere si
presenta come un tentativo fallito il tentativo di una laquovolontagrave che vuole lrsquoimpossibileraquo
La terza e ultima parte egrave dedicata alla trattazione della laquofederaquo come opposta alla
laquoveritagraveraquo in quanto la fede isola il contenuto creduto dal dubbio che lo circonda e nella
specificitagrave della fede cristiana in quanto laquoargomentoraquo laquoparolaraquo di ciograve che non laquosi mostraraquo di
ciograve di cui non si dagrave realtagrave
Il laquorapportoraquo tra fede e ragione nellrsquolaquoimpossibilitagraveraquo di una loro laquoarmoniaraquo decretata
dal mancato riconoscimento da parte della Chiesa di essere detentrice di una veritagrave di fede e
non di ragione
9
INTRODUZIONE
I - La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica
Un profondo osservatore come Cornelio Fabro poteva affermare circa quarantrsquoanni
orsono che il pensiero italiano nel contesto pluralistico delle filosofie contemporanee
sembrasse percorrere un proprio cammino nella fedeltagrave a quellrsquoevento che aveva caratterizzato
variamente ma costantemente il fondo della nostra cultura filosofica nella prima metagrave del
secolo il neo-idealismo specialmente nella forma dellrsquoattualismo gentiliano14
Se infatti
Benedetto Croce aveva dilagato soprattutto nellrsquoambito degli studi storici estetici letterari la
coscienza dei giovani assillati dallrsquoistanza teoretica si rivolse a Gentile
Se non che mentre Gentile poteva celebrare nella perenne presenza dellrsquoatto la veritagrave dellrsquoAssoluto onnicomprendente la coerenza spingeva i suoi accorti discepoli a denunziare fino in fondo la
sopravvivenza della contaminazione teologico-metafisica per portarsi su posizioni di rottura
radicale [] quale laquoil principio della scienzaraquo di Ugo Spirito15
Spirito fa il punto di partenza da una considerazione storica cioegrave dalla constatazione
che gli uomini di fatto hanno trovato un modo drsquointendersi al di lagrave di ogni religione e di ogni
filosofia cioegrave che di fatto il mondo ormai da tempo va unificandosi da oriente a occidente da
nord a sud e che la forza unificante non egrave data da un mito o da unrsquoideologia bensigrave dalla scienza
e dalla tecnica che diventano effettivamente lrsquounica valida piattaforma di consistenza e di
unificazione degli uomini Questo percheacute le laquoreligioni e le filosofie dividono la scienza
unisceraquo16
14 C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag 9
15 Ibidem
16 Ivi pag 1011
10
Ma proprio in quel periodo (1964-1965) Spirito veniva scavalcato nella reductio ad
nihilum o destructio philosophiae nientemeno che allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave Cattolica di
Milano da Emanuele Severino17
La piega attualistica continua Fabro se proprio non fu un vitium originis si rivelograve nella
UC almeno un trentennio prima dello s contro tra E Severino e la stessa Chiesa
nella tesi di laurea di G Bontadini18
[]dedicata appunto alla difesa della laquounitagrave dellrsquoesperienzaraquo
di qui fu facile il passo allrsquointerpretazione attualistica di Parmenide prima da parte del Bontadini e
poi senza remore del Severino il quale critica di certo anche lrsquoidealismo ma per quel tanto che ancora in esso rimane di affermazione dualistica
Fu un fatto secondo Padre Cornelio anche se puograve sorprendere che Bontadini
formatosi allrsquoUC la quale aveva pur fatto sua lrsquoesortazione della Aeterni Patris (1879) di Papa
Leone XIII rinnovata senza posa dai successori di un ritorno alla filosofia realistica della
tradizione greco-cristiana soprattutto secondo la rigorosa forma speculativa avuta da S
Tommaso mostri fin da principio una opzione decisa a favore dellrsquoimmanenza moderna e piugrave
precisamente per lrsquoattualismo di Gentile
17 lt Spirito e Severino stanno agli antipodi Spirito pensatore laico che rispetta la coscienza religiosa
indica nello sperimentare infinito della scienza il fondo del pensiero religioso ed il campo dellrsquounica veritagrave e
salvezza possibile Severino considera in blocco la scienza la filosofia il marxismo tutto il Cristianesimo storico
nella medesima area del nichilismo occidentale ossia la perdita radicale della veritagrave originaria chrsquoegrave lrsquoEssere uno e immutabile lagrave lrsquoesasperazione riflessiva della perdita del logo qui lrsquoesasperazione decisiva del ricupero del logo e
del non-logo gt Fabro sottolinea con tono di rimprovero ma direi soprattutto di rammarico come lt
Nellrsquoinfuriare della demitizzazione e nelle prospettive a getto continuo delle nuove ldquoteologie della morte di Diordquo
che percorrono in tutti i sensi la cristianitagrave post-conciliare doveva venire dallrsquoUniversitagrave Cattolica sorta per
difendere il pensiero ed i fondamenti della ortodossia cristiana lrsquoaffermazione radicale ndash ed a mio avviso non piugrave
superabile ndash del principio moderno della nientitagrave formale del cogito e alla demolizione ndash non piugrave ricuperabile ndash
della metafisica gt Ivi pag12
18 Gustavo Bontadini (Milano 27 marzo 1903-m1990) egrave stato un filosofo e accademico italiano
esponente di spicco del movimento neotomista (a parere di Severino laquoil maggiore pensatore cattolico dei nostri
tempiraquo Il mio scontro con la Chiesa pag6) Iscrittosi presso lrsquoUniversitagrave Cattolica quando essa aveva iniziato le
sue attivitagrave ma non era ancora riconosciuta dal Governo Italiano egli fu nel 1925 il terzo laureato assoluto dellrsquoAteneo presso il quale fu poi professore di filosofia teoretica dal 1951 al 1973 Fu maestro di Emanuele
Severino allrsquouniversitagrave di Pavia portandolo alla laurea nel 1951 con la tesi dal titolo Heidegger e la metafisica
Fabro ricorda come il miglior discepolo di Gentile quale Ugo Spirito affermava che lt Il Bontadini si puograve dire
oggi uno degli alunni piugrave genuini del Gentile e nel suo pensiero egrave piugrave presente lrsquoattualismo che non il
cattolicesimo gt inoltre Spirito attestograve ripetutamente a Fabro che Gentile considerava il Bontadini fra coloro che
meglio seguivano il suo pensiero C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E
Severino pag 139
11
Lrsquoorigine o forse la causa prossima che dir si voglia sembra da ricercare
nellrsquoinsegnamento del francescano P Emilio Chiocchetti19
studioso acuto ma alieno e
assolutamente impervio alle istanze della metafisica il quale pur criticando lrsquoidealismo aveva
prospettato la possibilitagrave di una simbiosi fra il realismo neoscolastico e il principio idealistico
Drsquo altra parte si puograve ammettere che lrsquoinsegnamento dellrsquoaltro pilastro del tomismo milanese
Mons F Olgiati20
il quale qualificava la filosofia moderna per laquofenomenismoraquo possa aver
stimolato al contrario la decantazione attualistica dellrsquoessere da parte di maestro e allievo
19 Emilio Chiocchetti nacque a Moena (Trento) il 20 settembre 1880 (m1951) nel 1903 ebbe
lrsquoordinazione sacerdotale Lrsquoincontro con la filosofia avvenne relativamente tardi quando fu mandato a Roma
presso il collegio internazionale di SAntonio La sua fatica piugrave importante fu la serie di articoli sulla filosofia di
Benedetto Croce del 1913-1914 la quale suscitograve notevoli e animate polemiche con lrsquoaccusa di idealismo
Chiocchetti riteneva non fosse possibile liquidare sommariamente tutte le conquiste della filosofia moderna
e che il necessario intervento per ristabilire la validitagrave del realismo tradizionale doveva avvenire per via di
dimostrazione e mai per principi astratti e decisi una volta per tutte La concretezza idealistica e quella realistica differiscono profondamente Nel volume sul Gentile La filosofia di Giovanni gentile si avverte subito
un tono diverso da quello usato per il Croce piugrave duro e intransigente e meno disposto a concessioni Lrsquoidealismo
attualistico viene opposto alla concezione cristiana in maniera netta Da Croce e da Gentile pensava Chiocchetti
dobbiamo imparare a vedere e cogliere la organicitagrave la metodicitagrave la modernitagrave e la concretezza storica del
sapere laquoIl Croce tratta e risolve problemi che anche la filosofia tradizionale considerava come immanenti il
Gentile invece risolve nel senso dellrsquoimmanenza problemi che la filosofia tradizionale risolve nel senso della
trascendenza Il Croce vede il mondo e si ferma ligrave il Gentile vede il mondo e lo afferma come Dioraquo Informazioni
raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura di Carlo Coen consultato in data 02072017
20 Francesco Olgiati nacque a Busto Arsizio in provincia di Varese il 1deg gennaio 1886 (m1962) nel
1908 nel Duomo di Milano fu ordinato sacerdote Nello stesso anno incontrograve Agostino Gemelli con lui e
Ludovico Necchi nel 1914 fondograve la rivista Vita e pensiero Dal 1922 fu membro del comitato permanente e del consiglio di amministrazione dellrsquoIstituto Giuseppe Toniolo (del quale divenne presidente dopo la morte di
Gemelli) ente finanziatore dellrsquoUniversitagrave Cattolica e dal 1924 ebbe un posto nel consiglio drsquoamministrazione
dellrsquouniversitagrave nella quale assunse subito lrsquoincarico dellrsquoinsegnamento di metafisica Filosofo neoscolastico
contro le dottrine di derivazione kantiana che pongono il primato della gnoseologia mons Olgiati sostiene il
primato della metafisica come scienza della realtagrave in quanto realtagrave Tiene una ferma presa di distanza
dallrsquoatteggiamento di ripulsa verso il pensiero moderno Informazioni raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura
di Lucia Pozzi consultato in data 02072017
12
II - La ricerca giovanile di Emanuele Severino
Nel periodo precedente la pubblicazione di Ritornare a Parmenide il pensiero di
Severino si svolse nellrsquoorizzonte di quel peculiare rinnovamento della metafisica che andava
proponendo il suo maestro Gustavo Bontadini e caratterizzato dallrsquoanalisi critica di alcuni
importanti filoni del pensiero contemporaneo21
Il magistero di Bontadini egrave rivelato dallrsquoattenzione di Severino verso la modalitagrave con
cui il filosofo milanese si era accostato prima nei confronti dellrsquoattualismo di Giovanni Gentile
e poi verso il successivo sviluppo in senso problematicistico operato da Ugo Spirito
La riforma operata da Gentile22
dellrsquoidealismo in attualismo non comportava soltanto il
venir meno del carattere assoluto della realtagrave in quanto considerata come presupposta al
pensiero ma esigeva pure che al concreto atto del pensare quale realtagrave autenticamente
spirituale non dovesse essere presupposto neppure lrsquoorganico sistema hegeliano delle categorie
logiche Solo cosigrave poteva essere portato al suo piugrave genuino compimento lrsquoidealismo introdotto
da Hegel e si sarebbe potuto affermare in modo radicale che la realtagrave assoluta non egrave lrsquoAtto puro
del quale parlava Aristotele inteso come lrsquoAtto giagrave perfettamente realizzato ma invece il
processo dialettico del Pensiero
21 Severino ricorda come lui e Bontadini a partire dal loro incontro allrsquouniversitagrave di Pavia dove il maestro era stato chiamato come professore straordinario di Filosofia teoretica si siano lt voluti sempre piugrave bene e
nonostante la distanza che andograve crescendo tra noi sul piano filosofico Bontadini pensava che lrsquoattualismo
gentiliano nel suo significato piugrave profondo avrebbe consentito di riproporre il discorso metafisico che negli ultimi
due secoli era stato sempre piugrave emarginato e soprattutto la metafisica classica Per Bontadini non si trattava di
rilevare la concordanza tra filosofia e cristianesimo guardando alla filosofia patristica e scolastica ma
valorizzando innanzitutto la riflessione greca sul senso dellrsquoessere Lrsquoattualismo sgombrava il terreno dal
ldquopresupposto naturalisticordquo che per secoli aveva concepito lrsquoessere come dimensione esistente indipendentemente
e al di lagrave del conoscere e che quindi non poteva che condurre (per usare lrsquoespressione kantiana) allrsquoimpossibilitagrave di
una metafisica come scienza - essendo rimasto alla metafisica il compito ineseguibile di andare al di lagrave del
conoscere per conoscere lrsquoessere Lrsquoidealismo e soprattutto quello gentiliano si era liberato di quel ldquopresuppostordquo
[] Non lo si percepigrave o non si comprese lrsquoimportanza della proposta di Bontadini percheacute era il tempo in cui in Italia incominciavano ad essere conosciute le filosofie straniere del Novecento ndash fenomenologia esistenzialismo
pragmatismo neopositivismo ndash e Gentile era stato fin troppo presente sulla scena culturale gt E Severino Il mio
ricordo degli eterni Rizzoli Milano 2011 pag 31-32
22 A proposito di Gentile Severino sostiene come si credesse spesso lt di poterlo liquidare dicendo che era
stato fascista che anzi durante il fascismo aveva avuto una posizione di primo piano Per capire opere come Teoria
generale dello Spirito come atto puro e ancor piugrave Sistema di logica come teoria del conoscere bisogna essere
addentro nelle cose filosofiche Per esempio conoscere Platone e Aristotele non meno di Kant e Hegel gt Ibidem
13
Ugo Spirito da parte sua aveva denunziato lrsquoesito contraddittorio inerente
allrsquoassolutezza che la dialettica veniva ad assumere nellrsquoattualismo di Gentile Ripristinando un
assoluto sia pure sui generis a suo parere la dottrina del maestro si rivelava anchrsquoessa una
forma di metafisica che era chiaramente in contraddizione con lrsquoassunto dialettico
fondamentale della dottrina Onde evitare il suddetto esito Spirito si orientograve pur con alcune
oscillazioni verso una forma di problematicismo situazionale riguardo allrsquoaffermazione o
meno di una realtagrave che trascendesse la dimensione che veniva a configurarsi nel processo
dialettico cosigrave come era affermato dallrsquoattualismo gentiliano
Il rapporto di Severino con la filosofia di Gentile fu articolato e si mosse seguendo un
duplice registro cogliere la presenza di un valore in seacute nella speculazione gentiliana e mostrare
la coerenza degli sviluppi attualistici allrsquointerno dellrsquoorizzonte nichilistico del pensiero
occidentale Due linee interpretative distinte ma convergenti
Per quanta riguarda il primo punto occorre distinguere due fasi che si succedono nel
tempo Nella prima fase della sua speculazione Severino guardograve allrsquoattualismo che si
proponeva quale essenzializzazione dellrsquoidealismo hegeliano come alla filosofia che
maggiormente si era impegnata nel toglimento del presupposto naturalistico tipico del
pensiero moderno inaugurato da Cartesio
Nella seconda fase a motivo della radicalitagrave con la quale Gentile assicurograve la serietagrave del
divenire dellrsquoessere lrsquoattualismo apparve agli occhi di Severino come lrsquoesatto capovolgimento
sul piano teoretico di quella filosofia della immutabilitagrave dellrsquoessere che egli era andato sempre
meglio valorizzando come espressione piugrave autentica della veritagrave
14
Dalla sua critica poi senza esitazione della determinazione attualistica dellrsquointero
Severino perverragrave alla conclusione che il superamento dellrsquoattualismo quale teoria del divenire
non egrave realizzabile lungo la via della mediazione metafisica ma soltanto negando la presunta
evidenza originaria del divenire dellrsquoessere vale a dire solo se lrsquoessere non vien posto come
diveniente
Per quanto riguarda Spirito Severino sostenne che esso non arrivograve a scorgere che
lrsquoimmutabile al quale egli tendeva fosse incompatibile con il divenire e che la sua critica
apparentemente radicale dellrsquoattualismo compigrave un passo indietro rispetto ad esso cosigrave come un
passo indietro fu compiuto da tutti coloro che sulla base dellrsquoattualismo ritennero di poter
giungere sia pure in modi diversi al Dio della teologia cristiana
Bontadini che pure comprendeva molto bene il significato preciso che le dottrine
dellrsquoattualismo e del problematicismo possedevano rispettivamente in Gentile e Spirito si era
risolutamente orientato a valorizzarle nella prospettiva di una efficace ripresa e di una valida
rigorizzazione della metafisica di trascendenza nella quale veniva data una risposta positiva al
problematicismo
Il giovane Severino seguigrave inizialmente il maestro fino ad affiancarglisi nella strategia
teoretica di fondo nondimeno si manifestograve subito un carattere piugrave personale nelle indagini
dellrsquoallievo rivelato dallrsquoinserimento in tale progetto ermeneutico teso a rivalutare la
metafisica classica nel contesto del pensiero contemporaneo anche della filosofia di Martin
Heidegger (Il risultato di tali ricerche severiniane egrave contenuto nei volumi Note sul
problematicismo italiano23
e Heiddeger e la metafisica24
)
23 E Severino Note sul problematicismo italiano Vannini Brescia1950
24 Id Heidegger e la metafisica prefazione di G Bontadini Vannini Brescia 1950 Lrsquoopera egrave stata
ripubblicata (Adelphi Milano 1994) senza la prefazione e con lrsquoaggiunta di altri testi severiniani posti in
Appendice
15
III - Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa
La discussione sullrsquoessere e lrsquoapparire tra Gustavo Bontadini ed Emanuele Severino egrave
durata piugrave di trentrsquoanni In essa e per essa i loro due linguaggi filosofici si sono andati
chiarendo sia pure in direzioni opposte25
Nella disputa i due grandi ambiti della discussione sono costituiti dalla determinazione
di ciograve che sia autenticamente il ldquodivenirerdquo che appare nellrsquoesperienza e dal valore che deve
essere riconosciuto al principio parmenideo che afferma lrsquoopposizione assoluta dellrsquoessere al
non essere
Il contrasto incominciograve con la pubblicazione di Ritornare a Parmenide nel quale viene
mostrata la necessitagrave che ogni essere sia eterno Ma questa necessitagrave si era giagrave mostrata nella
Struttura originaria e anzi ancor prima nel saggio del 1956 Aristotele e la metafisica classica
Sennoncheacute Ritornare a Parmenide tutto teso a mostrare lrsquoeternitagrave dellrsquoessente in quanto
essente non richiama e non sviluppa in alcun modo il tema del divenire dellrsquoesperienza come
lrsquoapparire e lo scomparire degli eterni Con lrsquoavvio della discussione con Bontadini quel tema ndash
e la connessa tesi che lrsquoesperienza non attesta che gli essenti escano dal nulla e vi ritornino ndash
saragrave al centro del Poscritto di Ritornare a Parmenide
Gli ldquoinconvenientirdquo che Bontadini riscontra nella posizione di Severino sono il
contrasto col consensus gentium (quello che una volta era portato tra le ldquoprove di Diordquo) la
Destruktion della storia della filosofia la frantumazione dellrsquoente e in particolare dellrsquouomo
Condividendo con Severino lrsquoassenso a Parmenide e ammettendo il divenire nel senso
nichilistico Bontadini dice di trovarsi preso da unrsquoantinomia lrsquoantinomia tra il responso del
logo e quello dellrsquoesperienza dal quale sente lrsquoobbligo di liberarsene
Egli ritiene di soddisfare a questrsquoobbligo con il teorema di Creazione lrsquoimmobile crea il
diveniente
25 Il breve saggio che contiene tale disputa egrave G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire ndash Una
disputa Morcelliana Brescia 2017
16
Alla contestazione di Severino che se lrsquoessere egrave immobile non si puograve piugrave tornare
indietro e pretendere che il divenire non sia piugrave assurdo quando egrave visto come creato e che se
Dio creasse il divenire creerebbe lrsquoassurdo Bontadini ritiene di dover laquoscagionare Dio da tanta
iatturaraquo26
La contraddittorietagrave che si deve togliere egrave data dalla presenza del negativo del non
Se egrave lasciato a seacute stesso il divenire presenta la sopraffazione del negativo sul positivo il
responso della fenomenologia
Lrsquointervento della metafisica cambia il verdetto dalla vittoria del nulla sullrsquoessere a
quella dellrsquoessere sul nulla Lrsquoannullatore non egrave piugrave il nulla ma lrsquoAtto creatore che egrave identico a
Dio perciograve eterno come Dio e pure positivum Il non ndash questo vuoto che affligge lrsquoessere ndash egrave
colmato compensato bilanciato dal positivo dellrsquoatto creatore il quale non egrave originariamente
diverso dalla realtagrave diveniente anzi potremmo dire sia laquoidentico a Dio nel modo di non
esserloraquo27
La contraddizione non crsquoegrave nel creato percheacute nel creato lagrave dove lrsquoesperienza ci
mostra la ferita della negativitagrave la ragione ci insegna che vige la potenza la positivitagrave del
Creatore (dellrsquoAtto creante che egrave atto puro)28
26 Ivi cit pag 23 27 Ivi cit pag 25
28 Lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete egrave dato dalla necessitagrave (corsivo mio) di sanare la
contraddizione inoculata dal non dal negativo Nella prospettiva della metafisica creazionistica lrsquoandare nel nulla
dellrsquoessere che risulta sul piano fenomenologico egrave risolto nel fare andare nel nulla che egrave in quanto fare un
positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico lt Sia che si tratti del porre o sia che si tratti del
togliere la concezione creazionistica risolve il negativo nel positivo e sopprime per ciograve stesso la contraddizione gt
Ivi cit pag 59
17
Severino da parte sua oltre a ricordare che padre Agostino Gemelli29
nella premessa
alla Metafisica classica e Aristotele aveva perfettamente colto che lrsquoeleatismo del suo scritto
non aveva nulla a che vedere col Principio di Parmenide di Bontadini sottolinea che lrsquoassurdo
nel divenire non egrave che lrsquoente non sia ma che sia il niente a render niente lrsquoente cioegrave che il
niente sia un positivo avente la forza di annullare lrsquoente
Lrsquoallievo quindi si sorprende che il maestro non avverta che nel suo discorso crsquoegrave
almeno lrsquoapparenza della strada che porta dal divenire allrsquoAnnullatore della strada invece che
porta dal divenire al Creatore non crsquoegrave nemmeno lrsquoapparenza
Allrsquoaffermazione di Bontadini che sia innegabile che almeno la presenza cioegrave
lrsquoapparire degli enti diviene nel senso dellrsquouscire e ritornare nel niente ( ciograve che lrsquoapparire egrave
chiamato a testimoniare egrave solo lrsquouscita del laquociograve cheraquo il venir meno del suo esser dentro
lrsquoesperienza) Severino pone allora il quesito questa laquoinnegabilitagraveraquo egrave dovuta a una
dimostrazione (che si fonderebbe sulla struttura originaria del sapere si fonderebbe sul logo) o
a una constatazione (cioegrave qualcosa di constatato che appare appunto nellrsquoesperienza)
29 Padre Agostino Gemelli al secolo Edoardo Gemelli nacque a Milano il 18 gennaio 1878 (m 1959)
religioso medico rettore e psicologo appartenente allrsquoordine francescano dei Frati Minori Proveniente da una
famiglia non praticante e anticlericale cresce in un ambiente agnostico comune alla borghesia dellrsquoepoca Durante
lrsquoanno di volontariato come soldato di sanitagrave frequenta Ludovico Nicchi e per suo tramite un giovane sacerdote
Giandomenico Pini Riprende pratica religiosa nellrsquoaprile 1903 e poco dopo matura la sua vocazione e la relativa
decisione di farsi frate francescano Edoardo diviene frarsquo Agostino Nel 1906 tiene una relazione al convegno
della Fuci dal titolo ldquoI progressi delle scienze biologiche innanzi al pensiero cattolicordquo dove pone con evidenza la
questione dei rapporti fra religione e scienza Si fa strada nella mente del giovane frate lrsquoidea che sia necessario
provvedere alla formazione di un pensiero cattolico moderno coerente con i tempi Nel 1909 fonda la ldquoRivista di filosofia neoscolasticardquo Le sue opere sono il frutto della convinzione profonda che il metodo empirico della
scienza e una fede solida possono arricchirsi a vicenda nella prospettiva di uno sviluppo autenticamente umano e
coerente con la grande tradizione della Chiesa Nel 1921 padre Gemelli ottiene lrsquoapprovazione di Benedetto XV
alla realizzazione dellrsquoUniversitagrave Cattolica del Sacro Cuore che inaugureragrave il 7 dicembre dello stesso anno nella
festivitagrave di SantrsquoAmbrogio con due facoltagrave Filosofia e Scienze sociali Padre Gemelli assume la carica di Rettore
che manterragrave fino alla morte Informazioni raccolte in URL laquowwwsantiebeatiitraquo (fonte riportata
laquowwwunicattitraquo) consultato in data 02072017
18
Il maestro risponde che lrsquoaffermazione del divenire ndash e dellrsquoannientamento ndash siano
opera non del solo logo neacute della sola esperienza ma di entrambi questi fattori della struttura
originaria egrave opera del logo che legge lrsquoesperienza e non puograve che leggerla nel modo suddetto
Lrsquoallievo rincalza facendo notare come sostenendo che lrsquoesistenza dellrsquoannientamento
dellrsquoapparire egrave affermata ad opera insieme dellrsquoesperienza e del logo considerati questi come
organi della Struttura originaria Bontadini tenti di far rientrare in tale struttura la
dimostrazione e il ragionamento errato di presupporre arbitrariamente che il venir meno sia
lrsquoandare nel nulla Inoltre se il logo originario egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come
puograve dire il maestro che il logo cooperi con lrsquoesperienza nellrsquoaffermare che qualcosa si
annienta Se il logo egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come puograve il logo leggere
nellrsquoesperienza lrsquoannientamento di qualcosa
Il maestro sentendosi ldquotirare per i capellirdquo afferma perentorio che
se qualcosa - un eterno ndash esce dallrsquoesperienza allora egrave venuto meno (= andato nel nulla) il suo
esser dentro (se infatti lrsquoesser dentro non fosse caduto allora lrsquoeterno non sarebbe andato fuori) Egrave naturalmente solo lrsquoessere di questo dentro che qui si afferma lrsquoesser venuto meno e non lrsquoessere
dellrsquoeterno che egrave andato fuori30
Agli occhi del discepolo il presupposto rimane il termine laquonon apparireraquo o
laquoscomparireraquo significa egrave inteso anche dal maestro come lo squagliarsi il dissolversi lo
spegnersi lrsquoannientamento dellrsquoapparire Invece lrsquoapparire empirico parziale egrave anche quando
esce dallrsquoapparire trascendentale (o anche egrave anche quando la sua appartenenza eterna al
contenuto dellrsquoapparire trascendentale non appare) Non si annienta neacute lrsquoente che esce
dallrsquoapparire trascendentale neacute il suo esser dentro tale apparire (ossia non si annienta nemmeno
il suo apparire che egrave apparire empirico parziale)
30 Lrsquoessere e lrsquoapparire - Una disputa pag 51 Bontadini in nota a ciograve continua sostenendo che se si
volesse sussumere che lrsquoeterno che egrave andato fuori (dallrsquoapparire) egrave eternamente dentro resta sempre che questo
esser dentro non appare (scompare) e cioegrave che si presenta sia pure ridotto al minimo un non un negativo
insopprimibile senza il quale non si avrebbe la struttura propria dello s-comparire
19
Ciograve che scompare egrave il finito non il trascendentale e il finito egrave sia lrsquoente che scompare
sia il suo apparire sia la relazione del finito col trascendentale (ossia della parte col tutto che
appare)
Una volta che Bontadini31
arriva a riconosce che lrsquoesperienza dello scomparire non egrave
lrsquoesperienza dellrsquoannientamento dellrsquoente che scompare gli rimane ancora da fare un passo
innanzi e riconoscere che anche lrsquoapparire dellrsquoente che scompare egrave un ente che scompare e che
quindi lrsquoesperienza del suo scomparire non egrave esperienza del suo annientamento
31 Il problema del divenire egrave posto e chiamato in causa per mettere a fuoco il senso e la portata
speculativa del principio di non contraddizione Il momentum metaphysicum del divenire egrave nella sua negativitagrave
ossia nel non avere nessuna positivitagrave poicheacute egrave proprio dellrsquoesperienza del divenire il suo continuo laquopassareraquo ad
altro che Bontadini indica con lrsquoespressione formale di laquovenir meno del datoraquo da cui scaturisce la
contraddittorietagrave del divenir che viene chiamata la laquogrande contraddizioneraquo (percheacute ogni altra contraddizione ne
sarebbe una specificazione) La spiegazione della contraddizione pura cioegrave che i molteplici casi di proposizioni in
cui il predicato egrave il termine contraddittorio del soggetto riguardano lrsquoessenza mentre la contraddizione pura
quella del divenire riguarda lrsquoesistenza (contraddizione che il maestro pensa di superare ad opera del Principio di Creazione) LrsquoAutore chiama questo procedere o meglio lo fa corrispondere allrsquoargomento ontologico percheacute
fondato super rationem entis et non entis In realtagrave secondo lrsquoumile avviso di Fabro si tratta di un salto dalla sfera
dellrsquoessenza a quella dellrsquoesistenza nella sfera dellrsquoessenza il divenire egrave contraddittorio e tale rimane nella sfera
dellrsquoesistenza lo sarebbe ma cessa di esserlo grazie alla mediazione del principio di creazione La creazione egrave un
laquoatto dellrsquoImmobile che suscita dal nulla la realtagrave divenienteraquo Il divenire come tale resta sempre nulla nulla di
essere Da questo nulla il divenire egrave liberato dallrsquoAtto creatore cosigrave che la realtagrave del creato egrave tutta insidente
secondo il rapporto stesso di creazione nellrsquoatto creatore tutta compresa in esso Bontadini si sforza di sfuggire
dalla risoluzione panenteistica si sforza di sfuggirle con il semantema del principio di creazione ove perograve non si
tratta di creazione come produzione dellrsquoente dal nulla ma come apparizione dellrsquoessere al nulla del divenire che
continua ad essere nulla in seacute percheacute egrave questa negativitagrave che fa fare il balzo verso lrsquoImmobile La contraddizione
fra il primo principio e la realtagrave constatata del movimento non si pone Di piugrave siffatta convinzione della realtagrave del movimento egrave garantita non a partire dallrsquoesperienza come fatto (dato) incontrovertibile che sta alla base
della riflessione ma dal ricorso alla mediazione dellrsquoesistenza di Dio Fabro precisa come mentre la posizione di
Severino rimanga chiara e divenga sempre piugrave chiara quella del maestro al contrario rimanga ambigua e diventi
sempre piugrave ambigua C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente pag 132-134138 139
20
PARTE PRIMA
LrsquoETERNO
LE PROVE DELLrsquoESISTENZA DI DIO COME PSEUDOPROBLEMA
laquoSi tratta certamente di uno pseudo problema non percheacute lrsquoaffermazione dellrsquoEssere
necessario sia impossibile tale affermazione egrave la stessa veritagrave originaria dellrsquoEssereraquo32
32 E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 40
21
CAPITOLO 1
LrsquoEssere Immutabile
22
I - Dare prova di Dio
Il coro del secondo canto intorno allrsquoara nelle Eumenidi di Eschilo dice che dalla
salute della mente proviene la felicitagrave che egrave cara a tutti e molto ricercata Dalla conoscenza
della veritagrave proviene la felicitagrave del mortale e della polis
Il rapporto tra veritagrave e felicitagrave egrave il tratto essenziale del pensiero greco Dalla filosofia
greca il cristianesimo attinge il significato stesso della parola veritagrave e il Dio della tradizione
cristiana egrave impensabile senza il concetto greco dellrsquoeterno (anche la certezza lrsquoindubitabilitagrave
sono categorie che il cristianesimo ha eredito dal pensiero greco)
Il paradiso cristiano egrave innanzitutto la vita felice nella veritagrave La veritagrave con cui lrsquouomo egrave
giagrave in rapporto nella vita presente si dispiega in modo compiuto nella vita futura Questo modo
di pensare si manifesta nel Proslogion di Anselmo di Aosta nel cosiddetto laquoargomento
ontologicoraquo
Anselmo lrsquoaveva intensamente ricercato un unico argomento che per mostrarsi
probante non avesse bisogno di nientrsquoaltro che di seacute stesso e che da solo fosse capace di
sostenere che Dio esiste veramente Un pensiero capace di mostrare da solo che lrsquoaffermazione
dellrsquoesistenza di Dio egrave veritagrave Da solo cioegrave senza farsi aiutare nemmeno dalla fede cristiana
Da vero filosofo Anselmo dice addirittura che anche se egli non volesse piugrave credere
nellrsquoesistenza di Dio trasgredendo cosigrave quanto gli impone la fede cristiana questo argomento
gli mostrerebbe egualmente lrsquoimpossibilitagrave di negare tale esistenza (si te esse nolim credere
non possim non intelligere ldquoanche se io non volessi credere che tu esisti non potrei non
intenderlordquo non potrei quindi evitare di saperlo con la mia sola ragione)
Lrsquoargomento non ha lo scopo di far nascere la fede Anselmo crede ha fede Ma la fede
non gli basta anche se egrave la fede stessa ad esigere un sapere superiore capace di laquoleggere
dentroraquo (intus) o laquotraraquo (inter) le pieghe delle cose un sapere che sia intel-ligere laquointendereraquo ndash
a differenza della fede che non laquolegge dentroraquo le cose ultime
23
ma le mostra laquoattraverso uno specchio e in enigmaraquo come dice lrsquoapostolo Lrsquoargomento ha bisogno solo di seacute non della fede ma la fede egrave il terreno in cui ci si deve inizialmente trovare proprio per
potersene staccare e sollevarsi al di sopra di esso laquoNon cerco infatti di intendere allo scopo di
credere ma credo allo scopo di intendereraquo (credo ut intelligam)33
Dio egrave presente a chi crede ma Anselmo che crede gli dice laquoIo cerco il tuo voltoraquo che
rimane ancora per lui laquoluce inaccessibileraquo Con lrsquoaudacia fervida del filosofo prega il Dio in
cui crede di fargli vedere la sua luce laquoanche da lontano o dal profondoraquo E lrsquoargomento unico e
potentissimo vera turris eburnea e janua coeli gli si fa incontro con laquocerta veritagrave e con vera
certezzaraquo34
Lrsquoarcivescovo di Canterbury si esprime cosigrave
Volgendo spesso e con impegno il mio pensiero a questo problema a volte mi sembrava di poter
ormai afferrare ciograve che cercavo altre volte invece sfuggiva completamente al mio pensiero fincheacute finalmente disperando di poterlo trovare volli smettere di ricercare qualcosa che era impossibile
trovare Ma quando volli scacciare da me quel pensiero percheacute occupando la mia mente non mi
distogliesse da altri problemi dai quali potevo ricavare qualche profitto allora cominciograve a
presentarsi con sempre maggior importunitagrave [] ma povero me uno dei poveri figli di Eva lontani da Dio che cosa ho cominciato a fare e a che cosa sono riuscito A che cosa tendevo e a che cosa
sono giunto A che cosa aspiravo e di che sospiro [] o Signore tu non solo sei ciograve di cui non si
puograve pensare nulla di piugrave grande (non solum es quo maius cogitari nequit) ma sei piugrave grande di tutto ciograve che si possa pensare (quidam maius quam cogitari possit) [] Se tu non fossi tale si
potrebbe pensare qualcosa piugrave grande di te ma questo egrave impossibilerdquo35
Solo nella vita futura del paradiso la fame saragrave saziata Ma il gaudio in cui entreranno i
beati non saragrave piugrave la semplice fede ma la laquopiena conoscenzaraquo (notitia plena) di Dio che si
manifesteragrave ai loro occhi in tutta la sua ricchezza ora inaccessibile ma con quella stessa veritagrave
con la quale qui sulla terra laquolrsquounico argomentoraquo ha mostrato lrsquoesistenza di Dio
33 E Severino Pensieri sul cristianesimo pag 256-258
34 Ibidem
35 Proemio e nn 1 15 PL 158 223 224 226 235
24
E i beati avranno la ldquovera sicurezzardquo ndash (vera sicuritas) ndash che la loro felicitagrave non verragrave
mai meno (numquam et nullatenus) Godranno tanto quanto ameranno e ameranno tanto
quanto conosceranno
Ma sentendo lrsquoargomento donandogli attenzione bisogna diffidare dalla delusione che
le cose grandi producono nellrsquoascolto affrettato e distratto Dice che Dio egrave laquociograve di cui non si
puograve pensare nulla di maggioreraquo ma se Dio esistesse solo nella nostra mente e non in realtagrave lo
si potrebbe pensare anche reale ma in questo modo avremmo pensato qualcosa di maggiore di
ciograve di cui non si puograve pensare nulla di maggiore Dunque Dio non esiste solo nella nostra mente
Se con la parola ldquoDiordquo si intende il Tutto ciograve che lascia fuori di seacute soltanto il niente
ossia non lascia fuori di seacute niente lrsquoargomento egrave inconfutabile ma in realtagrave non afferma altro
che lrsquoesistenza del Tutto ossia di ciograve che include tutte le cose e che non puograve essere quella parte
del Tutto che egrave il Tutto in quanto esistente soltanto ldquonella menterdquo Anselmo crede invece di
aver dimostrato lrsquoesistenza di ldquoDiordquo ossia di ciograve che differisce da tutte le cose finite divenienti
del mondo
Aristotele aveva presentato lrsquoaffermazione dellrsquoatto puro come risultato di un arduo
processo dimostrativo basato sul principio dellrsquoomne quod movetur ab alio movetur la cui
fondazione egrave esplicita nei libri settimo e ottavo della Fisica Tale fondazione egrave analizzata con
estrema aderenza al testo aristotelico da S Tommaso nel capitolo XIII della Summa contra
gentes Propriamente la fondazione egrave triplice ossia nel testo aristotelico sono rintracciabili piugrave
modi di fondazione di quel principio Nel primo fra i vari modi si sviluppa una prova per
assurdo mostrando la contraddizione che si produce negando il principio in questione
Senoncheacute la prova36
presuppone senzrsquoaltro che se lrsquoente in movimento non egrave mosso da
altro egrave mosso da seacute medesimo mentre egrave appunto questo che si tratta di provare La seconda
prova37
per inductionem egrave la piugrave debole ed egrave superfluo ogni commento
36 Aristotele Fisica Rusconi Libri Milano 1995 Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L
Ruggiu241b
37 Ivi 254b
25
La terza prova38
egrave la piugrave impegnativa e diventeragrave il fulcro della ldquoprima via tomisticardquo
Ma egrave chiaro che anche qui si presuppone ciograve che si deve dimostrare che ciograve che egrave in
movimento egrave mosso
38 Scrive Tommaso nella Summa theologiae laquoLa prima via egrave la piugrave evidente egrave quella che parte dal mutamento []Ora tutto ciograve che muta egrave mosso da altri poicheacute una cosa non muta se non egrave in potenza ciograve a cui
termina mutamento muove invece in quanto egrave in atto Muovere infatti vuol dire dedurre dalla potenza allrsquoattoraquo Il
moto egrave analizzato in quanto passaggio dalla potenza allrsquoatto passaggio che non puograve essere effettuato da ciograve che si
muove percheacute se si muove vuol dire che egrave mosso ed egrave mosso da un altro da chi cioegrave egrave in atto e quindi egrave capace di
operare il passaggio dalla potenza allrsquoatto laquoTutto ciograve che egrave mutevole e defettibile deve essere ricondotto a un
principio immutabile e necessarioraquo
G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985 pag 385
26
II - La realtagrave di Dio e lrsquoIdeale della ragione
Nellrsquoetagrave moderna la causa egrave posta nel sistema ipotetico delle anticipazioni
matematiche la realtagrave viene a coincidere con la certezza soggettiva (nellrsquoetagrave moderna a
dispetto di quella antica che vede lrsquoaffermazione immediata di certezza e veritagrave39
si assiste
allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione di veritagrave e certezza la prima come determinazione oggettiva
la seconda soggettiva) che determina le modalitagrave dellrsquoapparire in base alle ipotesi anticipate
La filosofia moderna egrave preceduta da una vigorosa ripresa dello scetticismo tradizionale
ma soprattutto dallrsquoaffacciarsi di una nuova forma di pensiero che normalmente ci si rifiuta di
qualificare come scetticismo e che tuttavia sviluppa una delle critiche piugrave radicali rivolte
allrsquoepisteacuteme greca la scienza moderna
Come la fede cristiana si propone in alternativa alla ragione greca di essere la luce
autentica che illumina il senso della vita dellrsquouomo cosigrave la scienza moderno propone un nuovo
concetto di ragione Essa non piugrave lrsquoaristotelica theorigravea40
39 Dicendo che la filosofia antica egrave affermazione di tale immediata identitagrave di certezza e veritagrave non si
intende sostenere che ogni forma della filosofia antica sia affermazione di tale identitagrave ma che lrsquoatteggiamento
predominante del pensiero antico e medioevale egrave caratterizzato da questa affermazione Le eccezioni notevoli
sono la sofistica lo scetticismo e tutte le forme di cristianesimo che hanno riconosciuto unicamente alla fede
negandola alla ragione la capacitagrave di cogliere il senso ultimo dellrsquoesistenza dellrsquouomo
40 lt Stupirsi egrave possibile solo di fronte allrsquoincomprensione del sorprendente Per superare questa
incomprensione lrsquouomo incomincia a riflettere La riflessione su quanto stupisce egrave puro theoregravein egrave desiderio di
vedere (theagraveomai) di comprendere percheacute qualcosa in generale sia e sia cosigrave come si manifesta Questo vedere
che indaga sollecitato dallo stupore egrave il vedere tipico della filosofia in quanto epistegraveme theoretikegrave il suo theoregravein egrave senza scopo prescinde da qualsiasi intenzione egrave puro amore dellrsquointendimento [] La scienza non vive lo
stupore teoretico il suo pensiero egrave disincantato il suo intento egrave di ricondurre ogni cosa alla sua causa in modo che
ogni evento non stupisca ma si lasci in qualche modo prevedere come qualsiasi effetto in presenza della causa []
il concetto greco di theorigravea ha continuato a vivere nel concetto cristiano di contemplatio ma limitatamente alla
conoscenza di Dio Il mondo non egrave da contemplare ma da utilizzare che si attenesse esclusivamente al mondo
(contentus mundi) perderebbe di vista Dio (non cognoscit Deum) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il
tramonto dellrsquoOccidenterdquo EST il Saggiatore Milano 1996 pag4142
27
ma un sapere operativo e pratico41
Per i fondatori della scienza la scienza della natura era la via verso Dio Copernico
Keplero Galileo Newton erano convinti che Dio avesse concepito il mondo matematicamente
e che quindi leggendo il libro della natura in analogia con la Bibbia si potesse conoscere
Dio42
Bacone43
criticando fortemente le teorie platonico-aristoteliche in quanto sterili
speculazioni fini a seacute stesse dovute allo sforzo presuntuoso dei due filosofi di trarre la
conoscenza della natura delle cose dalla propria mente (deduzione) invece di cercarla nel libro
della natura (induzione) aveva auspicato a rileggere con umiltagrave e con una certa riverenza il
libro del creato
41 Dire che la scienza si attiene solo ai dati di fatto significa semplicemente che la scienza considera reale
solo ciograve che si dagrave nelle modalitagrave attese da quel fare operativo che egrave proprio delle ipotesi Come laquoteoria del realeraquo
la scienza non contempla il reale ma controlla se il reale osserva le ipotesi anticipate se il reale corrisponde al
trattamento a cui egrave stato sottoposto dalle ipotesi Lrsquoesperimento si differenzia dalla semplice osservazione percheacute
non si limita a considerare il comportamento delle cose ma verifica la loro rispondenza alle ipotesi che
matematicamente sono state su di esse anticipate Lrsquoesperimento egrave il rendiconto della ragione ciograve in cui si verifica
la validitagrave delle sue anticipazioni razionali e lrsquoempirismo che lo esprime si presenta come quella ricerca che
assume la ragione come misura del proprio incedere Nellrsquoesecuzione dellrsquoesperimento la ragione indica la
direzione e pone le condizioni sotto le quali qualcosa deve essere esperito per cui ciograve che si osserva non egrave la cosa
nel suo libero offrirsi ma la cosa nel suo corrispondere allrsquoipotesi che la ragione ha anticipatamente formulato di
essa lt La scienza prescinde cioegrave sia dalla metafisica sia da ogni rivelazione soprannaturale Anche la fisica aristotelica egrave considerazione della natura ma ciograve che tale fisica afferma della natura non egrave ottenuto prescindendo
metodicamente dalla relazione della natura con la totalitagrave dellrsquoente Questo non significa che la scienza moderna
neghi lrsquoesistenza di ogni realtagrave non naturale si limita a prescinderne gt E Severino La filosofia moderna Rizzoli
Milano 1984 pag27
42 lt Ma nella coscienza popolare quando Copernico e i suoi successori persuasero il mondo che siamo
noi che ruotiamo mentre le stelle non si curano della nostra terra quando apparve inoltre che la nostra terra egrave
piccola a paragone di molti dei pianeti e che questi sono piccoli rispetto al sole quando il calcolo e il telescopio
rivelarono la vastitagrave del sistema solare della nostra galassia e finalmente dellrsquouniverso delle innumerevoli
galassie divenne sempre piugrave difficile credere che un rifugio cosigrave remoto ndash come sembrava la terra ndash potesse avere
lrsquoimportanza che ci si sarebbe potuti attendere dalla dimora dellrsquouomo se lrsquouomo avesse avuto il significato
assegnatogli nella teologia tradizionale gt B Russel Religion and Science Prefazione G Giorello Traduzione di P Vittorelli Scienza e religione TEA Milano 2014 pag19
43 Lrsquoidea di progresso egrave riconducibile alla lt critica baconiana alla filosofia antica in quanto
contemplazione sterile e infeconda incapace di elevarsi allrsquooperativismo attuoso che migliorando le condizioni di
vita consente un effettivoprogresso dellrsquoumanitagrave alla stessa idea si riconduce il primato dellrsquoinduzione che in
Bacone non egrave il primato di un metodo ma di una mentalitagrave la mentalitagrave che alla sistemazione delle veritagrave giagrave
trovate (deduzione) preferisce la scoperta di nuove veritagrave (induzione) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il
tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 66
28
Per Cartesio44
il cogito ha nellrsquoesistenza di Dio il suo fondamento In ognuno di noi crsquoegrave
unrsquoidea di sostanza infinita eterna immutabile indipendente onnisciente onnipotente e
creatrice di tutte le altre cose Dio La realtagrave oggettiva di questa idea egrave un effetto che implica
dunque lrsquoesistenza di una realtagrave che contenga realmente la quantitagrave che egrave contenuta
oggettivamente in tale idea Lrsquo idea di Dio implica necessariamente che oltre alla realtagrave in cui
io consisto esiste realmente la sostanza infinita Non solo ma la possibilitagrave che la realtagrave in seacute
mi sia assolutamente ostile e mi inganni anche in ciograve che mi appare piugrave evidente la possibilitagrave
dunque di un Dio onnipotente ingannatore sussiste sole nella misura in cui ignoro che la realtagrave
perfetta di Dio esiste45
Se tale Realtagrave esiste essa non puograve ingannarmi ndash percheacute lrsquoinganno egrave
sintomo di impotenza e imperfezione ndash ma mi svela la natura dellrsquouniverso extramentale
Lrsquoargomento con il quale Cartesio dimostra lrsquoesistenza di Dio sia pure articolato nel
contesto specifico del suo pensiero egrave sostanzialmente riconducibile allrsquoargomento ontologico
di Anselmo drsquoAosta
44 La radicalitagrave della critica cartesiana avvolge tanto la filosofia tradizionale quanto la scienza moderna
appena nata e persino le scienze matematiche lt Non si comprende quindi il senso della nascita della filosofia
moderna ci si ferma cioegrave alla facciata della casa quando si continua a ripetere che nellrsquoetagrave moderna la filosofia
presa da ammirazione o da invidia per i successi della nuova scienza ne abbia voluto adottare il metodo Cartesio
intende cosigrave poco lasciare che la nuova scienza condizioni il pensiero filosofico che anzi mette in questione
perfino la veritagrave della conoscenza matematica cioegrave dello strumento che per Galilei ha la capacitagrave di cogliere la
struttura della realtagrave naturale esterna e indipendente dalla nostra mente gt E Severino La filosofia moderna
pag51 Con Cartesio la filosofia moderna si addossa il compito di ricominciare da capo la costruzione dellrsquoepisteacuteme in
modo che essa possa porsi nuovamente al di sopra di quella scienza che egrave riuscita a pregiudicare lrsquoequilibrio della
forma tradizionale del pensiero filosofico
45 La prima veritagrave per Cartesio egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza dellrsquoio pensante cioegrave della res cogitans
lt Ma Cartesio a differenza della filosofia premoderna mette in questione lrsquoesistenza dellrsquoente esterno allrsquoio
pensante e applica il principio di causalitagrave esclusivamente a quellrsquoente che egrave la realtagrave contenuta e manifesta nel
pensiero gt Ivi pag71
29
Ed egrave appunto da tale argomento che incomincia la filosofia di Spinoza lrsquoEnte
sommamente perfetto non puograve avere le proprietagrave che il pensiero cristiano attribuisce a Dio laquoDi
nessuna cosa possiamo essere certi quanto dellrsquoesistenza dellrsquoEnte assolutamente infinito e cioegrave
perfetto che egrave Dioraquo46
percheacute la sua essenza implica necessariamente lrsquoesistenza e pertanto
toglie ogni motivo di dubitare della sua esistenza47
Quindi possiamo notare come le due
qualitagrave fondamentali della ldquovera e certa scienzardquo cartesiana ndash lrsquoindubitabilitagrave dellrsquoio e
lrsquoindubitabilitagrave di Dio ndash diventano un tuttrsquouno In ciograve che Spinoza chiama ldquoscienza intuitivardquo
ciograve di cui siamo piugrave certi egrave lrsquoesistenza di Dio Dio egrave il contenuto immediato del nostro pensiero
Spinoza indica con il termine ldquoSostanzardquo lrsquoEnte assolutamente perfetto e infinito la cui essenza
implica necessariamente lrsquoesistenza ossia non puograve essere concepito se non come esistente La
Sostanza esiste in seacute stessa non in virtugrave di una realtagrave precedente ed egrave la stessa totalitagrave
dellrsquoente che non lascia fuori di seacute nulla
46 B de Spinoza Etica Universale Bollati Boringhieri Torino1992 Proposizione 11 Scolio pag14
47 lt Forse tuttavia molti non potranno constatare facilmente lrsquoevidenza di questa dimostrazione per
essersi assuefatti a contemplare solo quelle cose che procedono da cause esterne e da quelle cose che sono
prodotte rapidamente cioegrave che facilmente esistono vedono anche che rapidamente periscono e giudicano al
contrario come cose piugrave difficili a farsi cioegrave non tanto facili a esistere quelle a cui concepiscono appartenere piugrave
cose [] io qui non parlo delle cose che sono prodotte dalle cause esterne bensigrave delle sole sostanze che non
possono essere prodotte da nessuna causa esterna gt Ibidem
30
Tutto ciograve che egrave egrave in Dio e tutto ciograve che egrave non puograve essere concepito senza Dio Dio non
egrave il mistero lrsquoineffabile il trascendente il soprannaturale ma egrave la stessa veritagrave originaria48
Per Leibniz egrave una veritagrave originaria la ldquoveritagrave di ragionerdquo che nellrsquoargomento
ontologico egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza di Dio Esso egrave la ragion sufficiente delle ldquoveritagrave di
fattordquo la monade suprema la Sostanza perfetta e infinita che contiene in seacute tutta la realtagrave
possibile e che mantiene allrsquointerno del proprio dominio tutto ciograve che creando essa rende da
possibile reale
Ad Anselmo ma anche a Tommaso Cartesio Spinoza Leibniz Immanuel Kant
avrebbe risposto allrsquointerno della Critica della Ragion Pura49
Dio egrave un ideale della ragione
Il suo oggetto egrave lrsquoente originario (ens originarium) in quanto non ha nulla sopra di seacute
prende il nome di ente supremo (ens summum) e in quanto tutto come condizionato sta al di
sotto di tale ente questrsquoultimo si chiama lrsquoente di tutti gli enti (ens entium)50
48 Agli occhi di Spinoza laquoil modo in cui Cartesio intende Dio e il rapporto tra Dio e lrsquouomo egrave ancora
troppo gravato da un antropomorfismoraquo e ad esso il filosofo rivolge una critica intransigente a tutte le forme presenti nella Bibbia che alterano il concetto di Dio lt che pregiudica la purezza della razionalitagrave del reale [] il
ldquoDio veracerdquo di Cartesio mantiene ancora quel carattere di ldquoDio ingannatorerdquo dal quale Cartesio crede di essersi
definitivamente liberato[] la separazione reale tra Dio e lrsquouomo rende estrinseca la presenza della razionalitagrave
nella conoscenza umana e quindi pregiudica la possibilitagrave dellrsquoaccordo tra conoscenza e realtagrave esterna In Cartesio
lrsquoio egrave res cogitans e la realtagrave res extensa Dio egrave il nesso il mediatore lrsquoelemento unificatore tra lrsquoio e il mondo
corporeo [] Per Spinoza invece Dio stesso egrave res cogitans e insieme res extensa Il pensiero e lrsquoestensione la
cui concordanza deve essere fondata sono due attributi diversi in cui si esprime la stessa Essenza assoluta della
Sostanza gt E Severino La filosofia moderna pag 99
49 Parte II Dialettica trascendentale libro II- Capitolo III- Sez II Mi riferisco alla I edizione Gli Adelphi
Introduzione traduzione e note di G Colli Milano 1995 50 Ivi pag 608
lt Il cammino naturale della ragione si svolge con tale processo innanzitutto essa si convince dellrsquoesistenza di un
essere necessario (lsquoingannatarsquo dal concetto di casualitagrave operante nella nostra conoscenza a priori dei fenomeni) e a
tale ente riconosce poi unrsquoesistenza incondizionata Essa cerca in seguito il concetto di ciograve che egrave indipendente da
ogni condizione e lo trova in ciograve che egrave esso stesso la condizione sufficiente di tutto il resto ossia in ciograve che
contiene ogni realtagrave Il tutto senza limiti peraltro egrave veritagrave assoluta e porta con seacute il concetto di un ente unico cioegrave
dellrsquoente supremo e la ragione conclude dunque che lrsquoente supremo in quanto fondamento originario di tutte le
cose esiste in modo assolutamente necessario gt Ivi cit pag 614-615
31
Tre prove afferma Kant sono possibili per dimostrare lrsquoesistenza di Dio in base alla
ragione speculativa una fisico-teologica una seconda cosmologica e la terza la prova madre
alla quale le atre due ritornano dopo un tentativo di esserne indipendenti nella loro
dimostrazione quella ontologica Ma nessuna strada neacute quella empirica neacute quella
trascendentale potranno condurre alla dimostrazione di Dio La ragione ha formato un concetto
a priori di una cosa ed ha creduto di poter dedurre da ciograve con sicurezza che in quanto
allrsquooggetto di questo concetto tocca necessariamente lrsquoesistenza
Questo perograve non toglie lrsquoimportanza e la grandezza a tale ideale51
Non quindi la persona di Cristo ma lrsquoidea Christi egrave il fulcro della concezione kantiana
di Cristo unrsquoidea che ciascuno porta in seacute come lrsquoideale piugrave alto vero e proprio laquoDio con noiraquo
Ma la lsquorivoluzione copernicanarsquo operata dal filosofo tedesco sta nellrsquoammissione che il
sapere universale e necessario (lrsquoepisteacuteme) e quindi a priori richieda che non sia piugrave la
conoscenza umana a regolarsi sulla natura degli oggetti ma allrsquoopposto che siano gli oggetti a
regolarsi sulla natura della conoscenza umana
51 Allrsquointerno dei laquoLavori preparatoriraquo a La religione entro i limiti della semplice ragione il filosofo
scrive lt Quando mi viene posto di fronte che un essere che egrave in possesso della piugrave alta felicitagrave si sottomette alla
piugrave profonda miseria per far partecipare delle creature meritevoli di castigo a questa felicitagrave io mi sento portare alla piugrave grande venerazione e riconoscenza a suo riguardo Ma non appena credo che ciograve sia per me un guadagno
che mi autorizza a non soddisfare io stesso alla eterna giustizia ricado nella bassezza dellrsquoasservimento Quando
perograve la ragione mi dice che questo essere deve servirmi in effetti come esempio per elevarmi allo stesso suo livello
di moralitagrave e che io devo trovare in me la disposizione a divenire come egli egrave ciograve talmente sollevante per lrsquoanima
che tutta la debolezza della mia natura scompare tanto da esser in grado di entusiasmarmi per tale idea Questo
Dio in noi egrave quello di fronte a cui si piega ogni ginocchio sulla terra gt Lavori presenti in Scritti di filosofia della
religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989 pag 87-124
32
Kant afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave della conoscenza del noumeno della cosa
in seacute Afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave di una metafisica come scienza
la ragione vede solo ciograve che essa produce col suo proprio disegno e che deve forzare la natura a
rispondere alle sue domande e non lasciarsi guidare da essa con le sue redini [] deve comportarsi
non come scolaro che si lascia dire tutto ciograve che piace al maestro ma come giudice che costringe i testimoni a rispondere alle domande che egli ha loro rivolto
52
Lrsquoidea dellrsquoessere assolutamente incondizionato lrsquoidea trascendentale di Dio
appartiene allrsquoessenza della ragione umana e drsquoaltra parte la ragione non puograve stabilire alcuncheacute
intorno alle cose in seacute stesse e non puograve quindi trasformare in una cosa in seacute il contenuto di
quellrsquoidea Essa ha perograve la funzione fondamentale di impedire che qualsiasi contenuto
dellrsquoesperienza venga considerato come lrsquoincondizionato
La natura egrave un insieme di condizioni che per quanto a fondo si possa andare nella loro
conoscenza hanno sempre al di lagrave di seacute lrsquoincondizionato e dallrsquoaltro proibisce di considerare
lrsquoincondizionato come cosa in seacute
Egrave certamente contraddittorio negare in un giudizio analitico che il predicato non
convenga al soggetto ma non egrave contraddittorio negare lrsquoesistenza del soggetto insieme a tutti i
suoi predicati
52 Critica della ragion pura pag 18-19
33
Come giagrave aveva rilevato Hume53
non vi egrave alcuna cosa tale che la negazione della sua esistenza
implichi contraddizione Il rapporto causale non egrave contenuto dellrsquoesperienza
Questrsquoultima egrave in grado di attestare solo un rapporto di successione tra due fenomeni
non un rapporto di dipendenza necessaria Gli enunciati causali sono solo il frutto di quella
credenza che nasce in presenza del ripetersi costante della successione empiricamente attestata
Lrsquoordine causale dellrsquouniverso altro non egrave se non il riflesso dellrsquoordine temporale della nostra
esperienza
53 Lrsquoatteggiamento di pensiero inaugurato da Locke giunge alla sua espressione piugrave rigorosa in David
Hume ossia nellrsquoempirismo radicale Se il fondamento di tutti i ragionamenti intorno alla realtagrave egrave il principio di
causalitagrave e se tale principio deve avere il suo fondamento nellrsquoesperienza e quindi egrave soltanto una congettura priva
di necessitagrave e universalitagrave appare chiaro come la ragione possa avere come contenuto reale solo quello che per Cartesio era il punto di partenza della ragione ossia il contenuto immediato della mente lrsquoindubitabilitagrave delle
nostre percezioni Ogni credenza metafisica egrave priva di valore razionale E anche ogni conoscenza scientifica Con
lrsquoavvertenza che la scienza a differenza della metafisica ha una utilitagrave pratica che la rende indispensabile lt
Hume mostra che come la mente non possiede alcuna idea di ldquocausardquo ldquoeffettordquo ldquoconnessione necessariardquo
ldquoforzardquo ldquopotererdquo e che queste parole sono completamente sprovviste di senso altrettanto accade per ciograve che viene
chiamato ldquosostanzardquo []soltanto una parola sprovvista di senso (appunto percheacute non riconducibile allrsquoesperienza)
gt E Severino La filosofia moderna cit pag 143
34
III - La logica esposizione di Dio e la sua morte
Lrsquoidealismo supereragrave lrsquoopposizione di certezza e veritagrave essa saragrave lrsquoaffermazione
mediata dellrsquoidentitagrave di veritagrave e certezza54
Il fenomeno cioegrave la realtagrave che appare allrsquointerno
della coscienza epistemica non egrave piugrave qualcosa di semplicemente soggettivo ma egrave la stessa
realtagrave in seacute stessa che appare e lrsquoapparire egrave inteso come pensiero o atto nel quale soltanto ogni
cosa puograve esistere
LrsquoAssoluto non esiste altrove che in questo mondo ossia nella realtagrave dellrsquoesperienza
nella realtagrave che egrave il contenuto del pensiero
In Hegel lrsquoEssenza assoluta egrave il senso il significato del Tutto sigrave che ogni cosa che
esiste egrave una forma di rispecchiamento e di individuazione dellrsquoEssenza assoluta Nelle Lezioni
Hegel afferma che
Questa apparizione di Dio nella carne avviene in un determinato tempo e in un individuo Poicheacute
essa egrave apparizione passa e diviene storia Questo modo sensibile deve scomparire ed elevarsi nellrsquoambito della rappresentazione La formazione della comunitagrave ha come suo contenuto che la
forma sensibile trapassa in un elemento spirituale
54 lt Altro egrave riconoscere immediatamente la veritagrave in ciograve che sta davanti altro egrave rendersi consapevoli che
ciograve in cui si pone la veritagrave egrave questo mondo esterno Questo egrave ciograve che compie la filosofia tradizionale [] In questa
prima fase della coscienza non crsquoegrave posto per il dubbio che pone la dicotomia tra certezza e veritagrave Questa
dicotomia egrave costituita dalla filosofia moderna [] Lrsquoidealismo segna la riunificazione dei due termini Identitagrave
dunque daccapo di certezza e veritagrave ma non piugrave nel senso che la veritagrave sia intesa come svincolabile dalla certezza ma nel senso che essendo i due termini identici proprio per questo si implicano necessariamente lrsquoun
lrsquoaltro []Noi diciamo che lrsquoidealismo consente di guardare la filosofia greca con occhi ben diversi da quelli di un
fenomenista o di un gnoseologista Dal punto di vista del momento antitetico si deve certo dire che la filosofia
greca egrave un realismo ingenuo ma questa squalifica viene condotta dal punto di vista di una coscienza che egrave essa
stessa dialettizzabile dialettizzata da un piano superiore di coscienza che egrave appunto quella sintetica quella
idealistica che non vede piugrave nellrsquoatteggiamento realistico la negazione della veritagrave ma piuttosto la veritagrave che
ancora non sa il proprio valore gt Id Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010 cit pag 98-99
35
E ancora
Con ciograve egrave espressa la coscienza che lrsquouomo il finito ciograve che egrave fragile la debolezza il negativo
sono pure un momento divino che tutto ciograve egrave in Dio e che la finitezza la negativitagrave lrsquoalteritagrave non
sono fuori di Dio e che lrsquoalteritagrave non egrave un ostacolo per lrsquounitagrave con Dio E lrsquoalteritagrave il negativo egrave conosciuto come momento della stessa natura divina Qui egrave contenuta la piugrave alta idea dello Spirito
[hellip] La veritagrave cui gli uomini sono giunti per mezzo di questa storia quello di cui essi sono divenuti
coscienti in tutta questa storia egrave che lrsquoidea di Dio egrave divenuta per essi una certezza che lrsquouomo ha raggiunto la certezza della sua unitagrave con Dio
55
Ossia la sua veritagrave
La logica egrave il regno della ragione questo regno egrave la veritagrave come essa egrave in seacute e per seacute
senza velo Questo contenuto egrave la esposizione di Dio comrsquoegli egrave nella sua eterna essenza prima
della creazione della natura e di uno spirito finito
La filosofia di Hegel egrave la piugrave alta forma raggiunta dal sapere incontrovertibile56
della
filosofia greca e un ritorno ad essa lrsquouniverso proviene dallrsquoAssoluto e ad esso ritorna con la
differenza che la circolaritagrave dellrsquoidealismo non riguarda piugrave il movimento fondamentale della
realtagrave esterna al pensiero ma il movimento fondamentale di quellrsquounica realtagrave che egrave il pensiero
stesso Lrsquoassoluto non tollera oltre a seacute unrsquoaltra realtagrave percheacute unrsquoaltra realtagrave oltre lrsquoassoluto
sarebbe una realtagrave limitante lrsquoassoluto e quindi questo come realtagrave limitata non sarebbe piugrave
lrsquoassoluto La produzione dellrsquoessere diventa lrsquoautoproduzione del pensiero che pone il proprio
contenuto come totalitagrave dellrsquoessere
55 GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll Zanichelli Bologna 1974
56 Dopo Hegel contro questa gigantesca e grandiosa volontagrave di veritagrave che anima lrsquoepisteacuteme si sono
rivolte tutte le forze che dominano la moderna civiltagrave occidentale il cristianesimo che non intende lasciare alla
filosofia lrsquoultima parola sul senso del mondo lrsquoeconomia borghese alla quale la filosofia non serve per
lrsquoincremento indefinito della produzione e del profitto la scienza moderna che invece consente la costruzione
degli strumenti che non solo promuovono lrsquoespansione economica ma ormai il dominio dellrsquouniverso ma
anche lo stesso pensiero filosofico
36
Lrsquoidealismo pone lrsquoequazione tra uomo e Dio percheacute il mondo dellrsquoal di lagrave cioegrave il
mondo di una realtagrave indipendente ed esterna rispetto al pensare egrave lrsquoassurdo Lrsquoatto di pensare egrave
la coscienza che lrsquoassoluto ha di seacute stesso la coscienza umana egrave la stessa coscienza che Dio ha
di seacute medesimo che la realtagrave assoluta ha di seacute medesima57
In conformitagrave al criticismo kantiano per il quale ogni spiegazione razionale degli eventi
egrave applicabile esclusivamente allrsquointerno dellrsquoesperienza per Schopenhauer la Volontagrave come
cosa in seacute esistente al di lagrave dei fenomeni sta al di lagrave anche di ogni spiegazione razionale non
ha senso chiedersi percheacute esista da dove venga dove vada Inoltre la filosofia non puograve
divenire teologia e considerare il Nulla (relativo) come lrsquoassoluta divina positivitagrave58
57 lt Hegel infatti disancora lrsquoessenza ontologica dellrsquouomo il suo originario rapportarsi allrsquoessere dalla
sua finitezza in cui vede un impedimento allrsquoincondizionato spiegamento dellrsquoattivitagrave pensante ed eliminando la
cosa in seacute risolve lrsquoessere nellrsquoenunciazione sistematica della totalitagrave degli enti ad opera della coscienza In questo
modo Hegel porta a compimento nella sua ragione assoluta quello che era lrsquointento nascosto della ragione
moderna a partire da Cartesio fare dellrsquouomo la misura di tutte le cose e dellrsquoessere nientrsquoaltro che lrsquoesplicitazione
della sua coscienza gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag106
58 Nel pensiero di Schopenhauer lt rimane lrsquoambiguitagrave del modo in cui viene inteso lrsquoessere se lrsquoessere egrave
la stoffa la materia per cosigrave dire del Tutto e se la Volontagrave egrave ldquolrsquointimo essere del Tuttordquo allora al di fuori della
Volontagrave crsquoegrave solo il niente assoluto e lrsquoascesi ndash che dovrebbe liberare dal terrore per il niente assoluto che corrode la vita ndash sarebbe il piugrave radicale sprofondarsi nel niente assoluto e non avrebbe piugrave senso parlare di una salvezza
dal niente e dalla Volontagrave di vivere [] la tematica del Nulla inteso come la salvezza ripropone il quadro della
teologia negativa (dalla teologia cioegrave che si rapporta al Divino non attribuendogli qualcosa ma liberandolo da
tutte le qualifiche inevitabilmente mondane con cui lo si vorrebbe definire) Non egrave un caso che nel pensiero di
Nietzsche la critica radicale di ogni teologia e di ogni metafisica si unisca allrsquoespulsione di due concetti tipici della
filosofia di Schopenhauer il concetto dellrsquoorrore per la volontagrave di vita e il concetto del Nulla come termine
dellrsquoascesi gt E Severino La filosofia contemporanea Rizzoli Milano 2000 pag 34
37
Il mondo egrave una mia rappresentazione ecco una veritagrave valida per ogni essere vivente e
pensante [] egli sa con chiara certezza di non conoscere neacute il sole neacute la terra ma soltanto
un occhio che vede un sole e una mano che sente il contatto drsquouna terra egli sa che il
mondo circostante non esiste se non come rappresentazione cioegrave sempre e soltanto in
relazione con un altro essere con il percipiente con lui medesimo59
La rappresentazione egrave il mascheramento razionale della volontagrave Ciograve che appare come
ragionevole egrave semplicemente volontaristico
La ragione egrave inganno percheacute fa apparire come ordine deliberatamente conquistato ciograve
che egrave semplicemente espressione di unrsquoinsopprimibile volontagrave di vita
La rappresentazione del mondo regolata dal principio di ragion sufficiente dellrsquoessere
del conoscere del divenire e dellrsquoagire che tutto coordina secondo necessitagrave egrave fenomeno nel
senso di apparenza illusione sogno il noumeno la vera realtagrave che si nasconde dietro il sogno
e lrsquoillusione egrave la volontagrave che irriducibile alla ragione si sottrae ad ogni necessitagrave sia logica sia
fisica sia matematica anzi della ragione si serve come della propria maschera
Il trionfo della ragione elaborato dalla filosofia hegeliana trova il suo rigoroso
ridimensionamento nel pensiero di Nietzsche60
che riconduce la mediazione razionale e la
sintesi dialettica tra gli ideali non reali Ogni sintesi logica operata dalla ragione nel tentativo
di comporre i fenomeni in determinate categorie egrave volontagrave di potenza che vuole la riduzione
degli enti nello schema prestabilito
Cogliere nella volontagrave di potenza lrsquoessenza di quanto finora era chiamato razionale
significa liquidare lrsquoidea di una sostanza del mondo e quella del suo Soggetto creatore da cui
dedurre la catena causale
59 Arthur Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di G
Brianese La Nuova Italia Editrice Scandicci (Firenze) 1998 pag 15
60 Allievo dellrsquoeducatore Schopenhauer Cfr F Nietzsche Schopenhauer come educatore trad italiana di
M Montinari in Opere di Friedrich Nietzsche vol III Adelphi Milano 1982
38
Il ldquosuperuomordquo61
supera lrsquouniversalitagrave ideale dellrsquouomo espressa scientificamente dalla
coscienza in generale ed esistenzialmente dalla prepotenza della ragione
Il superuomo non egrave oltre lrsquouomo percheacute piugrave universale ma esattamente allrsquoopposto il
superuomo supera appunto laquolrsquoastratta universalitagrave dellrsquouomo e la sua prepotenza mediante
lrsquoesercizio di quella volontagrave di potenza che gli consente di desituarsi da quella situazione di
impotenza in cui egrave ridotto dalla prepotenza dallrsquoidea astrattaraquo62
La soggettivitagrave ha preso il posto dellrsquoessere le cose sono in quanto appaiono al
soggetto il loro essere si risolve nel valore che a loro compete in quanto valutate dalla visione
che ordina allinea pone e dispone laquoSotto lrsquoapparente disinteresse della ragione che procede
more mathematico Nietzsche scopre quella volontagrave di potenza che anima la metafisica
soggettivistica dellrsquoOccidente dal tempo dellrsquoidegravea al tempo della scienzaraquo63
Dio non egrave per nulla causa ma semplicemente effetto della volontagrave di potenza che
protesa al dominio dellrsquoente ha costruito Dio e i valori che lungi dallrsquoessere degli
incondizionati sono condizioni percheacute la volontagrave possa volere seacute stessa
La proclamazione della morte di Dio significa che Dio egrave morto percheacute non viveva da seacute
ma in quanto era semplicemente voluto dalla volontagrave di potenza
Heidegger afferma come laquodi fronte a questo Dio lrsquouomo non puograve pregare non puograve
nemmeno presentargli offerte Di fronte al Dio causa sui lrsquouomo non puograve cadere in ginocchio
per reverenza e nemmeno cantare e danzare Il pensiero senza Dio che deve sacrificare il Dio
della filosofia egrave forse piugrave vicino al Dio divinoraquo64
61 lt Allrsquoente supremo della metafisica dellrsquoOccidente Nietzsche sostituisce il supremo gioco dellrsquoessere
in cui gli enti non sono causati ma compaiono per caso ossia ac-cadono (casum) senza lasciarsi pre-vedere o pre-
comprendere da alcuna ragione gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 219
62 Ivi pag195
63 Ivi pag197
64 Martin Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N Curcio
Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009 pag 70
39
La ldquomorte di Diordquo egrave la morte della ldquoveritagrave unica e incontrovertibilerdquo alla quale sono
state tolte le vesti dellrsquoimmutabilitagrave65
Egrave la morte inevitabile perentoria ineludibile inevitabile della veritagrave necessaria del
suo carattere incontrovertibile Il tramonto degli immutabili egrave insieme lrsquoavvento e la
dominazione della civiltagrave della tecnica66
E la tecnica scientifica che afferma Russell la
scienza ha contribuito a promuovere pur differenziandosene67
laquohellipincoraggia lrsquoabbandono
della ricerca della veritagrave assoluta e la sostituzione di quella che puograve essere definita una veritagrave
ldquotecnicardquo che appartiene a qualunque teoria possa venire applicata utilmente nelle invenzioni o
nella previsione del futuroraquo68
Quindi il carattere assoluto del sapere viene ldquoconcessordquo solo alle veritagrave di fede e solo
per questo la scienza riesce a dominare la natura abbandonando il tentativo della metafisica di
porsi come sapere incontrovertibile
65 lt Zarathustra insegna soltanto che i creatori sono gli uomini non Dio Se Dio esistesse lrsquouomo non
potrebbe crearehellipLrsquouomo puograve ora concretamente accingersi alla creazione del superuomo La biologia e la
cibernetica si muovono appunto in questa direzione gt E Severino Essenza del nichilismo pag 149h
66 lt Leopardi egrave il primo pensatore dellrsquoetagrave della tecnica e insieme egrave il pensatore del compimento di questa
etagrave Non solo pensa per la prima volta in modo esplicito allrsquoinizio dellrsquoetagrave della tecnica che la veritagrave non puograve
essere il rimedio del dolore ma pensa la condizione dellrsquouomo quale dovragrave apparire al compimento del tentativo
di porre la scienza e la tecnica come rimedio al dolore gt Id Il nulla e la poesia Alla fine dellrsquoetagrave della tecnica
Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2004 pag14 lt Mostrando lrsquoinevitabilitagrave del tramonto della tradizione
occidentale Leopardi mostra dunque che il contenuto della veritagrave egrave lrsquoannientamento e lrsquoannientabilitagrave di ogni cosa
e che quindi la veritagrave non egrave il rimedio ma allrsquoopposto la radice dellrsquoangosci Il rimedio per chi ha paura egrave la dimenticanza della veritagrave ndash sempre meno realizzabile nel tempo della ragione e della tecnica gt Id Cosa arcana e
stupenda Lrsquooccidente e Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2006 pag 8
67 B Russell Scienza e religione pag 177-178
68 E ancora lt Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica percheacute pretende di incarnare una
veritagrave eterna e assolutamente certa mentre la scienza egrave sempre sperimentale pronta ad ammettere presto o tardi la
necessitagrave di mutamenti alle sue attuali teorie e consapevole che il suo metodo egrave logicamente incapace di portare a
una dimostrazione completa e definitiva gt Ivi pag 12-13
40
Pur di riuscire nella trasformazione del mondo la scienza accetta e sopporta che il
proprio sapere sia ipotetico la metafisica purcheacute il proprio conoscere non fosse ipotetico
accettava e sopportava di essere una pura contemplazione della realtagrave
Alla domanda su che cosa significhi ldquonichilismordquo Nietzsche rispose laquoChe i valori
supremi perdono ogni valoreraquo69
Accostandosi al problema dellrsquoessenza del nichilismo Heidegger riconosce a Nietzsche
di avere intravisto alcuni tratti del nichilismo ma di averli spiegati nichilisticamente di aver
compreso e denunciato il nichilismo dellrsquoOccidente ma di non averlo oltrepassato e di aver
infine portato a compimento il nichilismo indicando nella volontagrave di potenza il vero
fondamento dei valori di Platone Per Heidegger superare veramente il nichilismo egrave possibile
solo addentrandosi profondamente in esso sigrave da poterne cogliere la vera essenza che risiede
nellrsquooblio dellrsquoessere Quindi non basta distruggere le Idee platoniche ma occorre distruggere
anche quella volontagrave di potenza come ultima espressione di quella metafisica dellrsquoOccidente
che pretende di far valere lrsquoente senza lrsquoessere
69 F Nietzsche Opere di Friedrich Nietzsche vol VIII 2 pag 12
Lrsquoessenza del nichilismo egrave per Nietzsche nel fatto che a partire da Platone lrsquoessere egrave decaduto a valore e il valore per quanto sollevato al rango ideale dl sovrasensibile si egrave rivelato incapace di salvare lrsquoessere dellrsquoente di
qui il nichilismo da intendersi come il venir meno dei supremi valori a cui lrsquoOccidente da Platone in poi si era
affidato Il nichilismo egrave dunque strettamente legato alla morte di Dio lt Infatti se Dio egrave morto se cioegrave il mondo
sovrasensibile delle idee ha perduto ogni forza vincolante lrsquouomo viene a trovarsi ldquosenza meta senza percheacuterdquo in
quanto il ldquomondo stellatordquo che da duemila anni reggeva lrsquouniverso ontico si egrave spento[] Il nichilismo tuttavia non
egrave sinonimo di decadenza percheacute a decadere non egrave la vita ma solo una lunga e veneranda tradizione dietro cui la
vita si era nascosta gt U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 232
41
Crsquo egrave nichilismo quando lrsquoente egrave considerato come il tutto siccheacute dellrsquoessere ne egrave nulla
laquoNella dimenticanza dellrsquoessere promuovere solo lrsquoente questo egrave nichilismoraquo70
La distruzione dellrsquoepisteacuteme operata dalla filosofia contemporanea non puograve essere
intesa come un semplice errare dovuto allrsquointelletto umano ma come ciograve che segue
inesorabilmente e completa con coerenza quellrsquounico atteggiamento di fondo che soggiace
allrsquointera storia71
del pensiero occidentale quel nichilismo presente nellrsquoinconscio del mortale
che pensa lrsquoessere come niente e che non vede la dimenticanza del senso originario dellrsquoessere
70 Martin Heidegger Introduzione alla metafisica presentazione di G Vattimo Ugo Mursia Editore
Milano 2014 pag 155
Severino sottolinea che Heidegger non ritrattograve mai lrsquoaffermazione che il proprio pensiero non pregiudica neacute in
senso positivo neacute in senso negativo la soluzione dei grandi problemi metafisici ndash i problemi dellrsquoesistenza di Dio e
dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima Sotto tale aspetto la posizione heideggeriana deve essere avvicinata al
problematicismo situazionale di Ugo Spirito Lrsquoessere heideggeriano egrave quel vuoto che consente allrsquoente di divenire
nel senso tradizionale e che perciograve stando alla logica immanente al pensiero che afferma un tale divenire non puograve non escludere lrsquoaffermazione di Dio Per Heidegger lrsquoessere non ha ldquopotenzardquo sugli enti ma li lascia essere e
tuttavia quel che lrsquoessere heideggeriano lascia essere egrave il divenire dellrsquoente inteso al modo della tradizione greco-
occidentale come un uscire dal niente per ritornarvi E Severino Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e
destino Rizzoli Milano 2008 pag160 e sgg
La questione per Severino quindi egrave come si puograve ritenere autenticamente possibile lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza
di Dio quando si consente effettivamente al divenire ontologico degli enti e si mette da parte esplicitamente il
sapere su Dio Severino non fraintende affatto il significato del ldquoNullardquo heideggeriano ma si chiede che cosa sia
questo EssereNulla che Heidegger tiene a differenziare nettamente dallrsquoEssere della ontoteologia La risposta che
ne trae egrave che in ultima analisi lrsquoEssere per Heidegger egrave soltanto lo ldquospazio vuotordquo per il divenire ontologico degli
enti
71 Hegel ha richiamato lrsquoattenzione in maniera potentissima sul carattere organico della storia e quindi anche della storia della filosofia La differenza tra un organismo e un semplice aggregato di elementi consiste
nella coessenzialitagrave delle parti dellrsquoorganismo e nella reciproca inessenzialitagrave delle parti del semplice aggregato
Ciograve significa che ogni filosofia storicamente realizzatasi non egrave qualcosa di accidentale o di inessenziale rispetto
alla totalitagrave storica bensigrave un momento indispensabile senza cui sarebbe impensabile la stessa totalitagrave storica La
storia della filosofia non egrave il casuale giustapporsi di opinioni ma lo sviluppo di un germe che giunge al proprio
compimento attraverso lrsquoesplicazione delleforze essenziali che lo costituiscono Id Istituzioni di filosofia pag 7
Non si puograve comprendere il pensiero contemporaneo senza legarlo indissolubilmente allrsquoorigine del pensiero greco
42
Gli eterni inevitabilmente distrutti dalla coerenza della volontagrave di potenza sono gli eterni che su tale
volontagrave si fondano Questa distruzione egrave inevitabile non percheacute sia inevitabile lrsquoannientamento costituita da essa ma percheacute egrave inevitabile che ponendo come evidenza originaria la libertagrave
dellrsquoente si neghi lrsquoesistenza di ciograve che viene riconosciuto come negazione di tale libertagrave
Lrsquoinevitabilitagrave della distruzione egrave una categoria che appartiene alla logica dellrsquoOccidente in quanto pervenuta al suo compimento Vi puograve pervenire solo quando veda nella civiltagrave della tecnica la
forma piugrave rigorosa dellrsquoontologia greca Ma non percheacute come crede Heidegger la
programmazione tecnologica sia il perfezionamento del tipo di dominio costituito dagli immutabili
della tradizione occidentale ma percheacute nella civiltagrave della tecnica si esprime compiutamente la volontagrave di dominio che si fonda sulla volontagrave che lrsquoente sia la libertagrave tra lrsquoessere e il niente La
ldquodifferenza ontologicardquo di Heidegger egrave la stessa libertagrave dellrsquoente72
La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico
Questo egrave il pensiero di Emanuele Severino
Se per Heidegger il nichilismo risiede nellrsquooblio dellrsquoessere che avvenne quando
Platone sottrasse lrsquoente allrsquoessere per affidarlo ad altro ente per Severino Platone non egrave
responsabile tanto dellrsquooblio dellrsquoessere quanto del suo annullamento avvenuto in occasione
dellrsquoaffermazione del mondo E come Nietzsche resta catturato dal nichilismo dellrsquoOccidente
che pure per primo in termini chiari aveva denunciato cosigrave Heidegger annuncia come veritagrave
dellrsquoessere ciograve che in realtagrave egrave il compimento della sua negazione
Per Severino il tentativo di assicurazione dellrsquoente in cui si esprime lrsquoopera della
volontagrave di potenza egrave fondato sullrsquoaccettazione originaria della separazione assoluta dellrsquoente
dallrsquoessere
72 Id Destino della necessitagrave pag 41
43
CAPITOLO SECONDO
Alle origini del pensiero e del nichilismo dellrsquoOccidente
44
I - La metafisica come sapere incontrovertibile
Lrsquointera esperienza cristiana si costituisce in relazione al thagraveuma da cui nasce la
filosofia
La filosofia nasce dalla meraviglia ma anche Cristo nasce dalla meraviglia
La parola greca thagraveuma che traduciamo con meraviglia indica anche lo stupore
attonito di fronte a ciograve che egrave strano imprevedibile orrendo mostruoso Indica lo smarrimento
angosciato che si prova dinanzi allrsquoenigma e al terrificante
Nel mito73
alle origini del pensiero la costruzione di un senso divino ed ordinato del
mondo che governa e definisce lrsquoesistenza permette allrsquouomo di sentirsi protetto Lrsquoesistere egrave
raccolto allrsquointerno di una spiegazione unitaria che predispone unrsquointerpretazione stabile del
Tutto attendendo preparato da essa lrsquoirrompere imprevedibile degli eventi Egrave infatti
lrsquoimprevedibilitagrave che genera il terrore
73 La parola mythos che viene tradotta con ldquomitordquo accentuando nella traduzione il carattere fabulatorio
del mytheiacuten Inizialmente mito non significa laquofavolaraquo laquoinvenzione arbitrariaraquo laquoleggenda inverosimileraquo
laquoracconto fantasticoraquo bensigrave laquoparola veraraquo laquonotizia vera di ciograve che egrave realeraquo ed egrave realmente accaduto tanto piugrave
vero quanto piugrave sta allrsquoorigine dei tempi e dunque eterno sacro divino lt Il passaggio dal mythos al logos non egrave il
passaggio dalla favola alla veritagrave egrave invece il passaggio alla testimonianza della veritagrave [] il mythos egrave lrsquoessere nella
veritagrave il logos egrave il sapere la veritagrave che si ha allora il mythos egrave un lasciare esposte le cose cosigrave come sono come
appaiono il logos egrave la coscienza che la veritagrave devrsquoessere appunto un lasciare esposte le cose cosigrave come esse sono
[] il passaggio dal mythos al logos il passaggio dal prefilosofico al filosofico non egrave quindi il passaggio a una cosa nuova bensigrave il passaggio alla testimonianza di ciograve che giagrave si egrave e giagrave egrave dinanzi[] Allora non crsquoegrave un passaggio
dalla favola alla veritagrave bensigrave passaggio dalla veritagrave in seacute la veritagrave che egrave ma che non sa di essere non possiede
ancora il proprio significato alla testimonianza della veritagrave alla consapevolezza che il discorso valido devrsquoessere
appunto lasciar le cose come sono alla consapevolezza che un discorso valido non puograve essere un poieiacuten []Il
mythos si realizza cosigrave come una contraddizione tra il lasciar essere le cose e lrsquoimposizione ldquopoeticardquo fa violenza
sulle cose Il logos invece egrave veritagrave ossia un lasciar essere ciograve che si impone ciograve che si annunzia o si manifesta
con autoritagrave gt E Severino Istituzioni di filosofia pag112-113
45
E quando lrsquouomo non si accontenta piugrave della produzione creazione poesia volontagrave
mitiche che le cose stiano in un certo modo di un atteggiamento sognante solo allora il
popolo greco volendo uscire dal sogno volendo cioegrave che il rimedio contro la morte e il dolore
non sia appunto il contenuto di un sogno ma sia qualche cosa che non possa essere smentito
vada cercando una veritagrave incontrovertibile
Questa volontagrave di uscire dal sogno questa volontagrave di guardare la veritagrave delle cose egrave la
filosofia E se essa sta ad indicare la volontagrave di portare alla luce il sapheacutes ciograve che di per seacute
stesso egrave chiaro e incontrovertibile allora con essa lrsquouomo vivragrave la veritagrave Veritagrave che nella
parola greca aleacutetheia74
che alla lettera significa ldquodisvelamentordquo accompagnata come valore
significativo alla parola episteacuteme75
traduciamo come la capacitagrave di imporsi sulle forze
pratiche mentali istintive che vorrebbero scuotere e abbattere ciograve che sta 76
74 lt La parola egrave costituita dallrsquoalfa privativo e dal termine λήθη (leacutethe) che vuol dire nascondimento
Λαvθάvω (lanthaacuteno) significa rimango nascosto occulto (velato celato) Allora se traduciamo aleacutetheia con
veritas perdiamo il senso autentico di questo termine percheacute aleacutetheia vuol dire non-nascondimento ossia
disvelamento E allora alegravetheia egrave anche mythos percheacute anchrsquoesso egrave un lasciar esposte le cose come sono ma
appunto egrave solo un lasciarle esposte Il logos egrave un riconoscere che la veritagrave devrsquoessere un lasciarle esposte gt Ivi
pag 115
75 lt rsquoEπιστήμη non egrave ὕβρις Yβρις egrave la tracotanza o prepotenza di ciograve che vuol farsi valere oltre la
propria potenza mentre episteacuteme egrave la potenza o la fermezza del dire attuale che si impone su ogni altro discorso
[hellip] la veritagrave dellrsquoessere appare sia nella δόξα che nellrsquoεπιστήμη ma solo questrsquoultima sa portarla alla luce e farla valere la δόξα non si cura del proprio carico prezioso ma di altre cose e tutto ciograve che dice puograve essere
contraddetto Quando la δόξα presume dire lrsquoincontrovertibile egrave ὕβρις gt Id Essenza del nichilismo pag157
76 lt Eschilo ci dice che se si deve cacciare dalla mente con veritagrave il dolore che rende folli allora egrave
necessario rivolgersi a Zeus ma Zeus non egrave il divino del mito (esso egrave lrsquoetere lrsquoacqua il fuoco e tutto ciograve che sta al
di lagrave di queste cose) ma quel divino che non sottostagrave allrsquoimprevedibilitagrave degli eventi gt Id lsquoI presocratici e la
nascita della filosofiarsquo collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il
quotidiano lsquoLa Repubblicarsquo
46
Steme egrave un costrutto linguistico che si forma sul verbo higravestasthai laquostareraquo laquoimporsiraquo
Epi-steacuteme significa epi-higravestasthai cioegrave stare laquosuraquo (epigrave) imporsi su ogni divenire laquosuraquo ogni
tempo e laquosuraquo ogni evento significa essere la Legge suprema a cui tutto deve adeguarsi e a cui
nulla puograve sfuggire
La veritagrave egrave lo stare originario che non si lascia smuovere e si impone sul divenire
Egrave innanzitutto lrsquoepisteacuteme a dire ad ogni ente laquoTu non avrai altro Dio allrsquoinfuori di meraquo
La veritagrave dellrsquoepisteacuteme mostra il senso incontrovertibile definitivo immutabile del Tutto essa
intende unire lrsquoevidenza del divenire allrsquoevidenza dellrsquoeterno Ed al suo interno lungo la storia
dellrsquoOccidente vengono innalzati tutti gli Immutabili e ogni forma del divino e dellrsquoeterno
Essa egrave lrsquoanima e il fondamento dellrsquointera tradizione dellrsquoOccidente che ha inizio cancellando
lrsquoambiguitagrave e il mistero che inevitabilmente compete al senso di ogni parola nel linguaggio pre-
metafisico77
Nel linguaggio biblico (ma anche in Platone) caos egrave sinonimo di magma di mescolanza
disordinata di elementi non ancora separati percheacute ancora non egrave stato guadagnato un certo
ordine o cosmo Lrsquoessenza del cosmo egrave pensata in funzione di un atto volontaristico (quello di
Dio ma anche il demiurgo platonico persuade la terra madre a diventare da caos a cosmo) che
intervenendo separa e separando ordina definendo il caos e ponendovi cosigrave fine
Eppure queste parole hanno alla radice un piugrave originario e piugrave autentico significato che
nulla ha da dividere coi significati di disordine mescolanza ordine separazione
77 Il linguaggio primitivo non porta alla luce il senso della veritagrave dellrsquoessere ma non porta alla luce nemmeno il senso alienato dellrsquoessere Resta per noi essenzialmente ambiguo percheacute non ci egrave consentito stabilire
se il significato delle sue parole esprima o tradisca la veritagrave dellrsquoessere Si puograve stabilire la sintassi ma non la
semantica ontologica di un linguaggio che non rende esplicito il senso dellrsquoessere e del niente (la lingua della
preistoria dellrsquoOccidente non parla della nientitagrave dellrsquoente ma soltanto della sicurezza della terra e delle cose
sicure)
47
La radice indoeuropea della parola chaos radic cha o radic gha che interviene in vari gruppi
di parole sia greche chasko chaino (mi apro mi dischiudo) sia latine hiatus (intervallo
apertura) non indica tanto il disordine o la mescolanza quanto lrsquoapertura il dischiudersi che
offre lo spettacolo della totalitagrave In questo senso il chaos non egrave la dimensione antecedente lrsquoe-
vocazione dellrsquoordine da parte di una volontagrave che chiamando separa ma egrave la dimensione
assoluta che ospita il suo interno ogni teogonia e ogni cosmologia ogni generazione di dei di
uomini e di mondi Non egrave una situazione separabile ma egrave la totalitagrave che include ogni
situazione
Dallrsquoetimo piugrave originario della parola chaos si opera una ripercussione sul termine
corrispettivo che egrave dato dalla parola kosmos la cui radice indoeuropea radic kens (da cui il
latino censeo) significa laquoannuncio con autoritagraveraquo Impiegare la parola kosmos allora non
significa riferirsi al mondo che nasce solo in presenza di un artefice ma significa riferirsi a
quella parola che nellrsquoapertura dischiusa del chaos si annuncia con autoritagrave senza poter essere
smentita Questa parola egrave il logos78
Con lrsquoavvento del pensiero metafisico anche lsquodiorsquo esce dallrsquoambiguitagrave ed entra nel
mondo non nel senso che venga necessariamente inteso come uno degli enti sensibili e
divenienti ma in quanto egrave pensato come il fondamento stesso del mondo ossia come ciograve che fa
sigrave che il mondo sia mondo
La parola greca ὐεός egrave essenzialmente costruita sulla radice δα Innanzitutto δα indica
lo star dinanzi manifesto e luminoso sigrave che Ζεύς lo laquosplendenteraquo egrave δηλος Ma la
manifestazione lascia apparire ed egrave dispensatrice delle differenze e quindi δα indica anche il
dispensare il dare in sorte distribuendo le differenze sigrave che il dio egrave il δαίμων che divide e
distribuisce le parti del tutto
78 U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag33
48
Ma il dispensare le differenze esige perizia e abilitagrave nel dispensatore esige cioegrave non
solo conoscenza ma anche padronanza dei differenti e quindi δα esprime anche il senso di
quella capacitagrave laquotecnicaraquo che viene indicata in parole come δαίος e δαήμων Ciograve vuol dire che
egli egrave artefice capace di padroneggiare le differenze che rende manifeste e che in quanto
padroneggiate sono ἔργον
Lrsquo ἔργον egrave la differenza padroneggiata e dispensata nellrsquoatto in cui viene resa manifesta
(δήμιον) Lrsquoartefice che assegna e distribuisce le parti differenti egrave allora insieme radice di ogni
sventura
Nei tratti che formano il significato premetafisico della parola ὐεός sono certamente
presenti le tracce di un modo di intendere il senso dellrsquoessere Ma le tracce rimangono
indecifrabili Si dovrebbe stabilire se quei tratti si sviluppino lrsquouno dallrsquoaltro in una sostanziale
solidarietagrave di fondo o siano invece le tracce di una abissale e inesplorata discordanza
nellrsquooriginario apparire dellrsquoessere Di tutto ciograve il pensiero metafisico non si occupa portando
nel mondo i linguaggi tra cui viene a trovarsi si convince di realizzare lrsquointerpretazione
autentica che rende esplicito il loro riposto significato ontologico
Dal punto di vista della metafisica lrsquoente puograve essere ossia puograve esistere solo se egrave
assicurato allrsquoesistenza da un fondamento Diversamente lrsquoente in quanto ente non puograve
esistere ossia egrave un niente79
79 lt ldquoEsse non habet creatura nisi ab aliordquo ldquoSibi relictardquoassunta cioegrave al di fuori della sua relazione al
fondamento la creatura ldquoin se considerata nihil estrdquo ldquoUnde prius naturaliter inest sibi nihil quam esserdquo
(Tommaso De aeternitate mundi7) Tuttavia anche ldquosibi relictardquo la creatura non egrave un niente Ponendo che la
creaturaldquosibi relictardquo egrave un niente il pensiero metafisico intende differenziare questa affermazione
dallrsquoaffermazione che il niente egrave niente gt E Severino Essenza del nichilismo pag 256
49
I primi pensatori realizzarono la situazione nella quale la realtagrave cosmica egrave saputa come
totalitagrave80
Ed egrave precisamente lrsquoapertura dellrsquoorizzonte della totalitagrave che conduce alla domanda
sul principio (ᾀρχή) e fa sorgere il problema di determinare che cosa sia ciograve per cui tutte le
cose che pur si differenziano lrsquouna dallrsquoaltra convengano tutte nellrsquoappartenere al medesimo
orizzonte
Gli antichi la maggior parte di coloro che per primi si posero a filosofare furono dei
metafisici in quanto fecero oggetto del loro interesse lrsquoapertura della totalitagrave e dei fisici in
quanto lrsquounica determinazione che conobbero della totalitagrave fu il mondo fisico
80 lt La prima filosofia non egrave un lasciare nellrsquoimplicitezza ma egrave un porre esplicitamente la categoria della
totalitagrave Proprio percheacute la categoria della totalitagrave egrave posta si sviluppa quella tematica del principio unificatore della
totalitagrave del molteplice gt e la comprensione di questa dimensione egrave possibile solo se il diverso viene visto come
insieme identico lt Il pensiero filosofico sin dal suo inizio storico egrave lrsquoattenzione portata allrsquounitagrave laddove il pensiero mitico pur pensa lrsquounitagrave ma facendo emergere la differenza Il concetto eracliteo di unitagrave degli opposti
altro non egrave che lrsquoesplicitazione di quellrsquoidentitagrave dei differenti che il pensiero filosofico pensa sin dal suo primo
apparire La filosofia sorge come attenzione al tutto ma al tutto si puograve prestare attenzione solo se le differenze
sono viste come tutte appartenenti al tutto il tutto puograve essere pensato solo se le molte cose sono pensate secondo
una sostanziale identitagrave solo se i differenti sono visti in certo senso identici[] Allora il problema che
inizialmente si presenta alla coscienza filosofica non egrave quello di introdurre un pensiero non ancora pensato di
produrre il pensiero dellrsquoidentitagrave che non si sarebbe ancora pensata infatti stando davanti la totalitagrave lrsquoidentitagrave egrave
pensata Il problema egrave invece quello di esplicitare ciograve che viene pensato per il fatto che il tutto egrave pensato[]
Quando Talete pensa lrsquoacqua come archeacute di tutte le cose non pensa semplicemente un elemento empirico una
cosa tra le cose ma pensa lrsquoacqua come concetto universale[] Il contributo dei presocratici non sta tanto
nellrsquoaver posto lrsquointero che egrave giagrave posto nelle teogonie ma nellrsquoesplicitazione particolarmente intensa dellrsquointero e questa intensitagrave la troviamo giagrave affermata a proposito di Anassimandro e di Anassimene [] Lrsquouomo vede quindi
da sempre lrsquounitagrave ma solo a questo punto della storia della filosofia quel semplice vedere si risolve in un riflettere
sulla necessaria posizione dellrsquoUno[] il mito tende appunto a lasciare inespressa lrsquounitagrave questo significa che il
discorso mitico insiste su altri punti cioegrave sulle differenze[] Il cercare lrsquoidentitagrave delle differenze significa cercare
lrsquoidentitagrave che lega i termini opposti significa in ultima analisi cercare il trascendentale [] proprio percheacute pur
essendo in ogni cosa in quanto comune a tutte le cose non vi si esaurisce e pur realizzandosi in ognuna di esse
le trascende per il fatto di essere a tutte comune gt Id Istituzioni di filosofia pag 146149150
50
Andando alla ricerca del principio i primi metafisici andarono alla ricerca di un
principio unificatore del molteplice o la ricerca del principio unificatore assunse la forma di
determinazione della materia primordiale Lrsquounitagrave delle cose che questi antichi vanno
ricercando acquista dunque il senso di principio materiale delle cose o il senso che si
conferisce a quella unitagrave egrave che le cose convengono tutte nellrsquoessere modi di configurazione di
una unica materia Ma si comprese ben presto lrsquoimpossibilitagrave di qualificare il principio come
una determinazione particolare non solo percheacute non poteva essere qualificato come una cosa
tra le cose ma anche in base alla constatazione del divenire o dello sparire di tutte le
determinazioni particolari del mondo
Il divenire egrave il principio dice Eraclito E infatti egrave nel divenire che le determinazioni
particolari si unificano poicheacute se ad ognuna di esse compete di sparire o di annullarsi e se lo
sparire o lrsquoannullamento di qualcosa egrave il sopraggiungere del contrario o dellrsquoopposto del
qualcosa e ancora se il contrario sopraggiunge solo in quanto il qualcosa sparisce segue che
il processo dello sparire egrave ciograve in cui si realizzano e si unificano le determinazioni piugrave differenti
Esso il processo stesso il divenire non sparisce ma egrave lrsquoimmutabile in cui ogni cosa che
sopraggiunge dilegua e si dissolve
Per Anassimandro lrsquoindeterminato si distingue dallrsquoeterno movimento onde le
determinazioni particolari si producono per Eraclito questa distinzione non ha ragione di
sussistere percheacute il movimento eterno contiene in seacute il motivo o la ragione per cui il principio
non egrave nulla di determinato particolarmente
Anassimandro si limita a rilevare lrsquoimpossibilitagrave di porre come principio una
determinazione particolare e in tal modo qualifica il principio solo negativamente81
sigrave che la
sua distinzione tra indeterminato e movimento eterno non si appoggia su alcuna qualificazione
per la quale lrsquoindeterminato possa distinguersi dal movimento
81 Una volta che ci si rende conto dellrsquoimpossibilitagrave di trattare il trascendentale come un particolare si
tratta di definire in concreto che cosa sia il trascendentale non nel senso che determinandolo lo si debba limitare
o particolarizzare a nel senso che si tratta di accertare in cosa consista ciograve che non puograve essere determinato come
particolare
51
A questo punto egrave doverosa una precisazione
laquoTimbroraquo egrave il modo in cui la parola del mortale risuona nellrsquoaria e si rende visibile nella
scrittura Innumerevoli sono le parole che formano la preistoria dellrsquoOccidente eppure
risuonano tutte allrsquointerno dei due timbri fondamentali il timbro dellrsquoinflessibile e il timbro del
flessibile (o timbro della flessione) il timbro che esprime lrsquoinflessibile e il timbro che esprime
il flessibile
La preistoria e la storia dellrsquoars del mortale sono separate da un breve intervallo Esso
interrompe la vicenda in cui il senso della flessione si impadronisce del timbro dellrsquoinflessibile
La interrompe prima che questo impadronirsi si trasformi da dominio premetafisico in
dominio metafisico dellrsquoente cioegrave prima che il senso della flessione divenga esplicito nella
testimonianza che del senso dellrsquoente egrave data dalla lingua greca Nellrsquointervallo accade il
rovesciamento il senso dellrsquoinflessibile si impadronisce del timbro della flessione Anche
questo rovesciamento accade nella lingua greca Questo accadere viene considerato come
lrsquoinizio della filosofia greca Ma non egrave lrsquoinizio egrave lrsquointervallo prima dellrsquoinizio ossia prima che
il linguaggio dellrsquoOccidente testimoni lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
Lrsquointervallo forma un indugio e nel cammino del mortale lrsquoindugio stabilisce un bivio
Anassimandro ed Eraclito rimangono nellrsquoambiguitagrave del bivio
Ma che cosa significa nel linguaggio di Anassimandro e di Eraclito lrsquoessere τὸ χρεών e
lrsquoessere ὁ λόγος e lrsquoessere xατὰ τὸ χρεών e χατὰ τὸν λόγον A queste domande comincia a
rispondere Parmenide Anche Parmenide sta sul bivio ma come il seminatore di entrambi i
sentieri che si dipartono da esso
Lungo il cammino si forma un bivio percheacute nel luogo dove diviene esplicita la volontagrave
che lrsquoente sia niente in quel luogo si rende visibile anche per breve tempo un bagliore che
proviene da un cielo diverso da quello tracciato dal cammino dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
52
Il bagliore illumina per breve tempo un altro cielo e in esso un altro cammino lungo le
costellazioni del Giorno Il χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τ´ἐὸν ἔμμεναι di Parmenide parla di quel
bagliore82
82 E Severino Destino della necessitagrave pag 254 e 279
53
II - Il sentiero della Notte
Parmenide semina il Sentiero del Giorno ma semina anche il Sentiero della Notte83
Lo
semina percheacute per negarlo lo evoca
LrsquoOccidente cammina allrsquointerno di questa evocazione Per la prima volta nella storia
del mortale Parmenide84
conduce nel linguaggio il senso dellrsquoessere e della sua opposizione al
niente
E per la prima volta Parmenide si volge verso un percorso diverso dalla storia del
mortale il percorso dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia In questo rivolgersi verso il sentiero
intentato evoca per negarlo lrsquoopposto sentiero il sentiero dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente e in
questa evocazione testimonia ciograve che non era mai stato testimoniato
La prima testimonianza del senso alienato dellrsquoessere accade allrsquointerno del pensiero
che la vede come testimonianza alienata Ma proprio percheacute egrave nel linguaggio di Parmenide che
per la prima volta viene evocata la testimonianza dellrsquoalienazione (ossia che lrsquoessere non egrave)
questa testimonianza non puograve precedere la propria evocazione
Parmenide evocando il proprio nemico lo crede un giagrave esistente e i suoi versi sono rivolti ai ldquoi mortali dalla doppia testardquo dai quali lrsquoessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici
Lrsquoevocatore del Sentiero della Notte non avverte di esserne lrsquoevocatore e crede che esso sia giagrave
incominciato85
Lrsquoessere parmenideo egrave la qualificazione positiva dellrsquoindeterminato anassimandreo
lrsquoorizzonte dellrsquointero puograve realizzarsi solo in quanto si apra come orizzonte dellrsquoessere
83 ἕνυα πύλαι Νυϰτός τε ϰαὶ ᾽´Ηματός εἰσι ϰελεύὑων lsaquolsaquoQui la porta che divide i sentieri della Notte e del
Giornorsaquorsaquo Parmenide fr 1 v 11
84 Da un punto di vista storico possiamo indicare una complementaritagrave dicendo che da un lato Eraclito
opera la determinazione formale dellrsquoaacutepeiron dallrsquoaltro Parmenide indica la determinazione materiale o concreta
dellrsquoaacutepeiron (materiale inteso come opposto al formale nulla a che vedere con la materia fisica) Per Eraclito
lrsquoaacutepeiron egrave lrsquoopposizione per Parmenide egrave lrsquoessere
85 E Severino Destino della necessitagrave pag 528-529
54
Parmenide tenendo fermo il principio dellrsquoimpossibilitagrave che il non essere sia o che
lrsquoessere non sia pone lrsquoessere come principio per cui si costituisce lrsquointero e quindi come ciograve
che permette lrsquounitagrave del molteplice E questo viene ad equivalere alla stessa negazione o allo
stesso annullamento del molteplice e del divenire di questo che egrave quanto dire negazione e
annullamento del mondo in quanto manifestatesi come lrsquoinsieme di tutte le molteplici cose
divenienti Infatti le cose sono molte e differenti in quanto sono altro oltre al loro semplice
essere Ma che le cose siano altro dallrsquoessere significa che esse proprio in quanto molte e
differenti sono non essere visto che soltanto il non essere egrave altro dallrsquoessere Affermare
dunque che le cose sono molte significa affermare che il non essere egrave Per eliminare questa
contraddizione saragrave quindi necessario eliminare ciograve che la produce saragrave necessario negare che
le cose siano molteplici Il divenire poi egrave reale solo in quanto anchrsquo esso include la realtagrave o
lrsquoessere del non essere Il divenire egrave infatti un passaggio dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere
al non essere La realtagrave del passaggio implica la realtagrave dei termini tra i quali si istituisce il
passaggio Ma poicheacute il non essere non egrave non puograve essere nemmeno il passaggio86
86 lt affincheacute la posizione parmenidea sia riguardata come un problema o come unrsquoaporigravea egrave
necessario avvedersi dellrsquoimpossibilitagrave di negare la realtagrave del mondo molteplice e diveniente per salvare o per
tener ferma lrsquounitagrave e lrsquoimmobilitagrave dellrsquoessere Egrave necessario avvedersi ancora che quella di Parmenide egrave infine una
scelta o una preferenza che egli accorda allrsquoessere piuttosto che al mondo gt Id I principi del divenire La Scuola
Brescia 1995 pag 13
55
Lrsquoontologia di Platone87
e Aristotele sono lrsquoassestamento di questa intuizione E
lrsquoassestamento si impone ma la scoperta egrave troppo grande percheacute lo scopritore non ne resti
abbagliato Il mondo svanisce nella prima luce dellrsquoessere svanisce come valore diviene
esistenza contrapposta allrsquoessenza e il valore egrave lrsquoessere come immutabilitagrave e semplicitagrave
assoluta
Lrsquoimprevisto lrsquoinsospettato egrave per il logo il mondo non Dio Ma se il logo si fa sorprendere dal
mondo in modo da non sapersi riprendere dalla sorpresa se non negando il mondo diventa logo
astratto ed egrave qui che si ferma Parmenide88
La semplice opposizione tra lrsquoessere (inteso come ciograve che egrave) e il nulla (inteso come ciograve
che non egrave) resta nellrsquoambiguitagrave percheacute la si puograve intendere ndash come si incominciograve e si continuograve
ad intenderla ndash come una legge che governa sigrave lrsquoessere ma che lo governa sin tanto che esso egrave
Lrsquo Occidente egrave la civiltagrave che cresce allrsquointerno dellrsquoorizzonte aperto dal senso che il
pensiero greco assegna allrsquoesser-cosa delle cose
87 Platone si egrave lasciato sfuggire la grande occasione di pensare la veritagrave dellrsquoessere percheacute anche lui (e dopo di lui tutto il pensiero occidentale) lascia al fondo del pensiero dellrsquoente lrsquoastratta separazione dellrsquoessere e
della determinazione proprio lui che si presenta come il pacificatore della scissione ossia come lrsquounificatore
dellrsquoessere e della determinazione lt Platone era divenuto il difensore del concreto il riparo dal naufragio
parmenideo e sotto questo riparo il pensiero occidentale si poneva una volta per tutte senza avvedersi che lrsquoovile
non era stato chiuso prima che entrasse il lupo e senza avvedersi che era stata lasciata fuori in sovrana solitudine
la luce della veritagrave dellrsquoessere gt Id Essenza del nichilismo cit pag 74
88 Id La struttura originaria cit pag 391
56
Sei secoli prima di Cristo la filosofia greca incomincia a concepire la cosa come ciograve
che totalmente o parzialmente esce dal niente e vi ritorna oscilla tra lrsquoessere e il niente un
ἐπαμφοτεριζειν89
dove laquoi dueraquo (ἀμφότεϱα) laquorispettoraquo (ἐπί) ai quali la cosaraquo egrave in lotta con seacute
stessaraquo (ἐϱίζει) sono lrsquoessere (τὸ ὄν) e il niente (τὸ μὴ ὄν inteso come τὸ πάντως μὴ ὄν nihil
absolutum90
In quanto laquoparteciparaquo di entrambi (τὸ ἀμφοτέϱων μετέχον)91
la cosa (τι) ha entrambi
come predicati essa egrave qualcosa che laquoinsiemeraquo (ἃμα) egrave e non egrave τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν92
Ma
lrsquoavverbio ἃμα non compare nel finale del libro quinto della Repubblica col senso temporale
che probabilmente esso intende esprimere nel celebre passo del libro quarto della Metafisica93
nel testo platonico ἃμα indica lrsquoinseparabilitagrave dei due (lrsquoessere e il niente) tra i quali la cosa egrave
indecisa nel suo oscillare tra lrsquouno e lrsquoaltro Dellrsquooscillante non solo non egrave possibile pensare
che sia semplicemente legato allrsquoessere (οὔτ᾽ εἶναι) o al non essere (οὔτε μὴ εἶναι) o che non
sia legato ad alcuno dei due (οὔτε οὐδέτεϱον) ma non si puograve nemmeno pensare che esso sia
lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα
Lrsquoἐπαμφοτεριζειν (lrsquooscillante) egrave un dibattersi (ἐϱίζειν) tra lrsquoesser e il niente (ἐπὶ τὰ
ἀμφότεϱα) proprio percheacute non egrave contemporaneamente lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα Il
dibattersi egrave il divenire della cosa Dove la cosa insieme (ἃμα) egrave e non egrave nel senso che nel
divenire lrsquoessere e il non essere sono inseparabili e non nel senso che nel divenire la cosa sia
e non sia contemporaneamente
Ma proprio percheacute nellrsquoespressione τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν lrsquoavverbio ἃμα non indica
la contemporaneitagrave ma lrsquoinseparabilitagrave dei due che si contendono la cosa proprio per questo
tale espressione egrave la definizione stessa del divenire cioegrave del tempo
89 Platone Civitas 479 c Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo fedelmente alla loro
utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino nelle opere di riferimento riportate in nota
90 Ibid 478 d
91 Ibid 478 d-e
92 Ibid 478 d
93 Aristotele Metafisica 1005 b 19-20
57
Lrsquoente quindi in quanto ente egrave ciograve che puograve non essere In quanto ente non egrave
lrsquoimmediata esclusione del suo poter non essere Lrsquoente egrave la cosa (il τι) nel suo essere coinvolta
nellrsquo ἐπαμφοτεριζειν tra lrsquoessere e il niente Affincheacute si possa porre un ente come immutabile e
quindi come ciograve che non puograve non essere si egrave costretti ad introdurre un medio tra lrsquoesser ente
dellrsquoente e lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoente
Introducendo un μεταξύ fra lrsquoessere e il nulla94
Platone segna il destino dellrsquoOccidente
lrsquoaffermazione di una dimensione in cui egrave contenuto ciograve che nasce e muore ossia ciograve che
partecipando dellrsquoessere e del niente non era e non saragrave piugrave era un niente e saragrave ancora un
niente Platone lascia in ereditagrave agli uomini il mondo compiendo il parricidio che conduce
nellrsquoessere le determinazioni che Parmenide lasciava nel nulla Ma il parricidio andava
compiuto le determinazioni non sono un niente (un ἐναντίον dellrsquoessere) e cioegrave sono
Lrsquoessere non egrave il puro indeterminato ma la totalitagrave concreta delle determinazioni95
Ma
nellrsquoatto stesso in cui Platone contrappone lrsquoessere concreto determinato al niente lascia
lrsquoessere identico al niente
94 Platone Civitas V 477-480)
95 lt Nella fondamentale dottrina metafisica quella hegeliana dellrsquointelletto astratto egrave lo sviluppo
dialettico il modo determinato secondo cui si istituisce la sintesi tra il puro essere e la totalitagrave delle determinazioni
Ma il significato ultimo della sintesi hegeliana egrave ancora quello platonico tra il puro essere e le determinazioni si
apre sin dal principio un abisso incolmabile onde lrsquounione delle due sponde egrave la sintesi di ciograve che sin dal principio
egrave stato destinato a rimanere diviso Nello sviluppo dialettico il puro essere si determina (si unisce alla determinazione) ma la determinazione mantiene nella sintesi il carattere che sin dal principio le conviene in
quanto separata dallrsquoessere di essere un niente Egrave unita allrsquoessere ma contiene ad essere un niente Egrave quindi
inevitabile che sia trattata come un niente e si affermi che la sua sintesi con lrsquoessere egrave accidentale e che sia quindi
destinata a nascere e a morire eterno rimanendo solamente quellrsquoente privilegiato che egrave la stessa accidentalitagrave
della sintesi Ma questa sintesi necessaria ndash lrsquoorganismo delle categorie lrsquoIdea ndash egrave la struttura privilegiata che
rende possibile il divenire delle determinazioni empiriche lrsquoistituzione della sintesi accidentale tra il categoriale e
lrsquoempirico gt E Severino La struttura originaria pag 403
58
Pensa le determinazioni come per seacute indifferenti al loro essere o non essere Per tenerle
ferme nellrsquoesistenza quegli esseri-relativi deve andare alla ricerca di un fondamento che perograve
fonda soltanto la ragione privilegiata delle determinazioni universali (idee) ed abbandona
allrsquoannullamento le determinazioni empiriche96
La soluzione che Aristotele dagrave dellrsquoaporigravea parmenidea si svolge in due momenti
accertamento della struttura intrinseca del divenire e accertamento delle condizioni totali della
pensabilitagrave del divenire ossia le condizioni in base alle quali la realtagrave del divenire non egrave
contraddittoria Ed essa realtagrave non lo egrave in quanto la contraddizione egrave tolta negando che il
divenire sia lrsquointero e quindi ponendo una realtagrave non diveniente egrave tolta introducendo il
concetto di sostrato
Il divenire non egrave piugrave indeterminatamente considerato ma egrave determinato come una
struttura complessa passaggio di un sostrato dalla privazione di una certa forma alla forma
corrispondente che egrave il concetto di ldquodivenienterdquo quel ldquoterzordquo tra il non essere e lrsquoessere che
quindi diviene97
Nel De Interpretatione98
si afferma infatti
Che dunque ciograve che egrave sia quando egrave e che ciograve che non egrave non sia quando non egrave egrave necessario tuttavia
non egrave necessario neacute che tutto quanto ciograve che egrave sia neacute che tutto quanto ciograve che non egrave non sia Infatti
non egrave la stessa cosa che tutto quanto ciograve che egrave sia di necessitagrave quando egrave e lrsquoessere assolutamente di necessitagrave E similmente va detto anche per ciograve che non egrave
96 Id Essenza del nichilismo pag 148
97 lt la differenza tra il parmenidismo e lrsquoaristotelismo [] egrave la stessa differenza tra il concetto di sapere
metafisico come appartenente alla struttura del fondamento e il concetto per il quale il sapere metafisico egrave
unrsquoulterioritagrave rispetto a quella struttura che deve essere conseguita attraverso un procedimento mediazionale gt
Id La struttura originaria cit pag 399
98 Traduzione condotta sul testo Della Interpretazione Edizione Bur quarta edizione marzo 2000 23-28
pag 99
59
Il principium firmissimum esprime la struttura dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente proprio
percheacute egrave il principio dellrsquoente in quanto ente (non un certo ente privilegiato) Esso egrave la
posizione della nientitagrave dellrsquoente espressa come non-nientitagrave dellrsquoente
Esso egrave lrsquoespressione piugrave esplicita e radicale dellrsquoopposizione dellrsquoente al niente E
tuttavia nel principio di non contraddizione la nientitagrave dellrsquoente resta essenzialmente affermata
proprio nellrsquoatto in cui la si vuole escludere nel modo piugrave perentorio Essa si manifesta nella
forma del suo opposto
In una sua formulazione fondamentale il principium firmissimum dice che laquonon egrave
possibile che la stessa cosa sia e non siaraquo (εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) per il medesimo rispetto e nello
stesso tempo (ϰαῦ᾽ ἕνα ϰαὶ τὸν αὐτὸν χϱόνον)99
Ciograve significa da un lato che il diverso puograve
esser e non essere nello stesso tempo e cioegrave che in un certo tempo alcuni degli enti sono ed
altri non sono e dallrsquoaltro lato significa che in tempi diversi il medesimo egrave e non egrave prima d i
nascere e dopo il suo perire non egrave ed egrave tra la nascita e la morte
99 Aristotele Metafisica 1061 b 36
Fabro critica fortemente lrsquointerpretazione severiniana dei testi aristotelici nella fattispecie il carattere temporale
assegnato al principio di non contraddizione lt Sotto lrsquoaspetto reale Aristotele che non conosce la creatio ex
nihilo della Bibbia ed ammette lrsquoeternitagrave del mondo []si muove con assoluta fedeltagrave alla concezione greca della necessitagrave del Tutto [] Il nascere e il perire cioegrave la contingenza del mondo sublunare [] esprimono non un passare
dallrsquoessere al non essere ma dallrsquoessere tale ad un essere tal altro della materia secondo le leggi fisiche e
biologiche della generazione e corruzione gt concludendo lt Il problema del tempo come qualificante lrsquoessere
dellrsquoente quale lrsquoinvoca il Severino egrave qui del tutto assente poicheacute si tratta unicamente del problema del rapporto
fra logica e metafisica cioegrave della dipendenza fra il modo di predicare e il modo di essere e si afferma che il primo
dipende dal secondo che il pensare dipende dallrsquoessere e che le qualitagrave del pensare e del predicare dipendono dal
modo di essere gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag110-112
60
Al principio di non contraddizione appartiene essenzialmente la persuasione che agli
enti sia consentito di non essere100
100 La negazione dellrsquoidentitagrave che la forma del dire e del pensare presenta nella preistoria dellrsquoOccidente
egrave determinata dallrsquoisolamento del soggetto dal predicato
lt Anzi il senso stesso del soggetto e del predicato egrave determinato dallrsquoisolamento giaccheacute il soggetto egrave ciograve che
permane ed egrave significante indipendentemente e isolatamente dal predicato Lrsquoisolamento egrave la coscienza in quanto
isolante cioegrave in quanto essa isola il proprio contenuto separando la parte dalle altre parti e la parte dal tutto In
quanto il soggetto egrave isolato dal predicato il soggetto egrave sempre un altro dal predicato Anche quando il predicato egrave il soggetto stesso (come in A egrave A) e in A egrave A A-soggetto isolato non solo egrave altro da A-predicato ma egrave qualcosa
a cui non puograve competere di essere A giaccheacute il suo essere A ndash il suo essere se stesso ndash egrave appunto ciograve da cui A-
soggetto in quanto isolato da A-predicato egrave isolato [] A sua volta quanto al contenuto del pensiero e del dire
dellrsquoOccidente lrsquoessente puograve essere pensato come ciograve che esce dal niente e vi ritorna solo in quanto egrave isolato
dallrsquoessere ndash ossia dal suo essere seacute[] In Aristotele lrsquoantecedenza e indipendenza della dimensione noetica
(oggetto dellrsquooperatio prima intellectus) da quella dianoetica (oggetto dellrsquooperatio secunda intellectus) egrave
appunto lrsquoisolamento del noetico dal suo esser seacute che si costituisce nella e come dimensione dianoetica Il
principio di non contraddizione che afferma lrsquoidentitagrave dellrsquoessente dice Tommaso (In duodecim libros
Metaphysicorum Aristotelis expositio 605) egrave sigrave il primo ossia egrave il principio fondamento ma nella seconda
operazione dellrsquointelletto (est naturaliter primum in secunda operatione intellectus) Per Hegel la determinazione
in quanto isolata egrave un contraddirsi Ma in quanto isolata la determinazione egrave una dimensione noetica [] Hegel
mostra sigrave che il noetico isolato egrave un contraddirsi ma concepisce il piano dianoetico (lrsquounitagrave di determinazioni diverse) come il risultato del divenire prodotto dalla contraddizione e quindi anche per Hegel lrsquointelletto
(Verstand) che isola il noetico egrave lrsquooperatio prima intellectus rispetto alla dimensione dianoetica costituita dalla
sintesi dialettica gt
Per Tommaso il principio drsquoidentitagrave e non contraddizione egrave un principio di ragione lt Quando si dice che
qualcosa egrave identico a seacute stesso [aliquid esse idem sibiipsi] lrsquointelletto assume come due ciograve che quanto alla cosa egrave
uno [intellectus utitur eo quod est unum secundum rem ut duobus] Altrimenti non potrebbe designare la
relazione dello stesso a seacute stesso Onde appare che la relazione include sempre due estremi e se nelle relazioni di
questo tipo non ci sono due estremi quanto alla cosa ma solo quanto allrsquointelletto la relazione di identitagrave non
potragrave essere una relazione reale ma solo di ragione gt
Nemmeno Tommaso vede che un intelletto che assuma come due ciograve che egrave uno afferma la contraddizione
impossibile cioegrave che lrsquouno egrave due lrsquoidentico egrave differente Pensare che lrsquoidentitagrave non sia quindi una relazione reale consente al realismo di concludere che lrsquoessente indipendentemente dallrsquointelletto egrave identico a seacute (altrimenti il
dirlo identico ndash esso egrave appunto illud quod dicitur idem ndash sarebbe falso) ma la sua identitagrave con seacute si costituisce
come tale (cioegrave formalmente) solo nella riflessione dellrsquointelletto sullrsquoessente Lrsquoessente egrave in seacute identico a seacute non
egrave per seacute identico a seacute [] In quanto isolato dallrsquoidentitagrave con seacute stesso (e cioegrave dal suo non esser lrsquoaltro da seacute)
lrsquoessente non egrave seacute stesso non solo non appare come seacute stesso ma non egrave nemmeno seacute stesso Egrave un nulla Un nulla
che il pensiero dellrsquoOccidente intende come essente (noema significato) indipendentemente dal suo esser pensato
come esser seacute e come non esser lrsquoatro da seacute gt E Severino Tautoacutetēs Adelphi Milano 1995 pag 102-105108
61
Questa persuasione gli appartiene anche quando in esso non vien fatta alcuna menzione
del tempo giaccheacute lrsquoente di cui vien posta lrsquoincontraddittorietagrave viene pensato come ciograve che in
quanto tale puograve non essere Il principio di non contraddizione stabilisce lrsquoopposizione dellrsquoente
al niente ma egrave lrsquoente in quanto egrave che si oppone al niente e non lrsquoente in quanto non egrave ndash dove
questo ldquoin quanto non egraverdquo esprime un aspetto essenziale dellrsquoente in quanto ente
Aristotele afferma lrsquoimpossibilitagrave che qualcosa cui convenga una certa determinazione
abbia ldquonello stesso tempordquo la determinazione contraddittoria Il che vuol dire che in un tempo
diverso puograve convenirle
Il pensiero metafisico supera lrsquoeleatismo percheacute oppone al niente non solo il puro essere
indeterminato ma ogni ente determinato
Ciograve che con la filosofia platonica e aristotelica si viene a guadagnare egrave lrsquoesistenza del
mondo E si tratta di un guadagno nel senso che il mondo non deve essere semplicemente
affermato ma deve essere affermato tenendo fermo quel puro atto che agli occhi di Parmenide
esigeva la nullitagrave o illusorietagrave del mondo il mondo egrave guadagnato nel senso che si mostrano le
condizioni del suo coesistere a Dio allrsquoeterno101
101 Aristotele lt Al posto di una palude incomprensibile piena di fumi del mistero e della magia egli
pone di fronte alla nostra intelligenza uno schema grandioso e coordinato limpido da comprendere e fondato sui
fatti ovvi e persistenti della nostra esperienza Nella generalitagrave della sua portata esso egrave insieme filosofico e
scientifico e fornigrave piugrave tardi lo sfondo fisico allo schema cristiano della salvezza gt Alfred North Whitehead
Science and Philosophy traduzione dallrsquoinglese di Stefano Federici Scienza e Filosofia Castelvecchi Roma I
edizione aprile 2014 pag 12
62
III - Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire
Lrsquo irruzione delle differenze del molteplice nellrsquoarea dellrsquoessere porta a concepire
lrsquointero del positivo sulla traccia del positivo empirico percheacute come ripetiamo lrsquoessere egrave ciograve
che egrave quando egrave e che non egrave quando non egrave
Ma sia il mondo delle idee che lrsquoatto puro di Aristotele sono certamente privi di una
dimensione del positivo la materia la radice cosmica da cui si generano tutte le cose sensibili
che non egrave dominata dal divino ma solo lsquopersuasarsquo a trasformarsi da caos in cosmo Egrave appunto
lrsquoesigenza di intendere lrsquoimmutabile come la pienezza dellrsquoessere ciograve che spinge lo stoicismo
il neoplatonismo la patristica e la scolastica a porre la dipendenza assoluta del mondo da Dio
Lrsquoimmutabile dagrave lrsquoessere alla materia e al mondo percheacute se li trovasse davanti a seacute
indipendenti e come suo limite esso mancherebbe di qualcosa sarebbe cioegrave aperto ad un
completamento possibile non sarebbe lrsquoimmutabile Ma se per Parmenide lrsquoimmutabile non
manca di nulla percheacute il mondo egrave illusorio per Agostino e Tommaso lrsquoimmutabile non manca
di nulla percheacute contiene tutta la positivitagrave del mondo e la puograve contenere solo a patto di porsi
come il libero creatore del mondo
Lrsquoesistenza dellrsquoimmutabile trasforma in un ente il niente secondo cui si struttura il
divenire e quindi trasforma lrsquoevidenza del divenire in una semplice apparenza e in un niente
lrsquoessere del divenire Lrsquoopposizione del positivo e del negativo egrave il principio motore della
metafisica classica quel principio cioegrave che porta appunto alla concezione creazionistica della
realtagrave102
Ma pensare lrsquoessere in seacute stesso un positivo che egrave anche negativo egrave contraddittorio
Il contrario dellrsquoessere egrave il non-essere il contraddittorio dellrsquoessere egrave tutto ciograve che non egrave essere
102 laquoDio ha scelto ciograve che nel mondo egrave nulla per ridurre a nulla le cose che sonoraquo Prima lettera ai
Corinzi 128
63
Lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla egrave uno dei modi secondo i quali il positivo si oppone
al negativo nella sua concretezza la veritagrave dellrsquoessere egrave lrsquoopposizione nella sua universalitagrave e
non in questo o quel modo in questa o quella individuazione sia pure emergente come quella
costituita dalla proibizione che lrsquoessere non sia
Ma il pensiero vive anche quando si contraddice quando si contraddice non si annulla
laquoIl contraddirsi non egrave un non pensar nulla ma egrave un pensare il nullaraquo103
Che il nulla si lasci
guardare dal pensiero costituisce uno dei piugrave formidabili ostacoli al pensiero dellrsquoessere104
Rispondere alla domanda del percheacute lrsquoidentitagrave dellrsquoessere e del non-essere non possa
essere affermata vuol dire operare il disvelamento autentico della veritagrave dellrsquoessere che non egrave
un semplice dire ma egrave un dire che ha valore ossia egrave capace di togliere la propria negazione
lrsquoautentica veritagrave epistemica
E dunque lrsquoopposizione dellrsquoessere e del non-essere affincheacute sia vista nella sua veritagrave
devrsquoessere vista nel suo valore Ossia da un lato il predicato conviene per seacute o
immediatamente al soggetto dallrsquoaltro lrsquoopposizione non puograve essere negata percheacute anche la
negazione puograve vivere come negazione solo se a suo modo afferma lrsquoopposizione Se
lrsquoopposizione viene in qualche modo negata e la negazione vuol essere negazione allora la
negazione si oppone al proprio negativo cioegrave si tien ferma in quel significare per cui essa egrave
negazione e differenzia questo significare da ogni altro significare ossia differenzia e oppone
questa positivitagrave in cui consiste il suo esser significante come negazione e come quella certa
negazione che egrave al proprio negativo
103 E Severino Essenza del nichilismo pag57
104 lt Lo Heidegger ha richiamato lrsquoattenzione su di esso ma i difensori della metafisica tradizionale non
hanno avvertito la gravitagrave del richiamo Ma se lo Heidegger avverte che il pensiero del nulla fa del nulla un
positivo rinuncia poi a superare questo ostacolo e ripiega sulla comoda condanna della logica e del principio di
non contraddizione Ma lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla non egrave un principio della logica ma il respiro del
pensiero gt Ibidem
64
Lrsquoopposizione egrave il fondamento di ogni dire e quindi anche di quel dire in cui consiste la
negazione dellrsquoopposizione In ogni discorso come in ogni pensiero il significato che emerge
nel dire e nel pensare egrave tenuto fermo nella sua diversitagrave da ogni altro significato nella sua
opposizione appunto al proprio negativo
Lrsquoessere viene incontro dominato dalla legge che lo oppone al non-essere in ogni suo
manifestarsi Nellrsquo opposizione originaria ogni essere si volge in piugrave direzioni si trova in una
pluralitagrave di rapporti Questa pluralitagrave di direzioni o rapporti egrave appunto la pluralitagrave di modi
secondo cui ogni positivo si oppone al suo negativo
Lrsquoopposizione originaria non egrave neacute questo neacute quel modo dellrsquoopposizione ma la loro
cooriginarietagrave ossia lrsquouniversale concreto dellrsquoopposizione espresso dalla proposizione
lrsquoessere non egrave non essere dove ripetiamo non viene pensata soltanto lrsquoopposizione dellrsquoessere
al nulla bensigrave lrsquoopposizione ad ogni forma del negativo (e quindi anche lrsquoopposizione al nulla)
Lrsquoopposizione egrave fondamento nel senso che egrave ciograve senza di cui non si costituirebbe
nessun discorso e nessun pensiero se la negazione non ponesse alla propria base lrsquoopposizione
(ossia non ponesse la propria positivitagrave significante a ogni altro significare) non esisterebbe
nemmeno Esiste solo se afferma ciograve che nega
Rilevare che la negazione dellrsquoopposizione egrave affermazione della propria inesistenza
vuol dire semantizzare lrsquoimpossibilitagrave di negare lrsquoopposizione Lrsquoopposizione che se ne sta in
solitudine sovrana egrave lrsquoopposizione universale del positivo e del negativo e non la sola
opposizione dellrsquoessere al nulla (che egrave soltanto individuazione dellrsquoopposizione universale)105
105 Bontadini aveva criticato Severino in questa configurazione dellrsquoἕλεγχος obiettando che se si pone
come principio la proposizione laquoLrsquoessere non egrave il nullaraquo la negazione di questa proposizione non afferma ciograve che
nega giaccheacute la negazione opponendosi allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione non si oppone al nulla bensigrave a un
certrsquoaltro essere Chi nega cioegrave lrsquoopposizione di contraddizione (tra essere e non essere) non afferma la stessa
opposizione ma solo unrsquoopposizione di diversitagrave Ivi cit pag 121
65
Lrsquoopposizione originaria proprio percheacute universale egrave sia opposizione di
contraddizione sia opposizione di diversitagrave opposizione del positivo a tutto ciograve che non egrave quel
positivo e dunque opposizione tanto al nulla quanto ad ogni altro positivo E tutto ciograve che egrave
altro dalla negazione egrave tutto ciograve che egrave altro dalla negazione e non soltanto una parte106
106 Lrsquo ἕλεγχος aristotelico egrave lrsquoaccertamento che lt la negazione non esiste come negazione pura ossia
come negazione che non abbia bisogno per costituirsi di affermare ciograve che nega [] proprio percheacute il fondamento della negazione egrave ciograve che essa nega essa consiste nella negazione di seacute medesima nel suo togliersi come discorso
gt Lrsquo ἕλεγχος mostra che la negazione universale dellrsquoopposizione tra positivo e negativo tra essere e non essere
non riesce a costituirsi proprio percheacute si costituisce solo se egrave affermazione dellrsquoopposizione Lrsquoἕλεγχος non dice
che lt la negazione dellrsquoincontraddittorietagrave non egrave ammissibile percheacute egrave contraddittoria [] ma dice che tale
negazione non riesce a vivere come negazione percheacute nellrsquoatto in cui si costituisce come negazione essa egrave insieme
anche affermazione [] Il toglimento della negazione non egrave dunque determinato dallrsquoaccertamento della
contraddittorietagrave di questa [] ma dal rilevamento che la negazione non riesce a vivere come negazione pura []
Nel caso in cui la negazione riconoscendo di non poter vivere come negazione pura rinunci a porsi come
negazione universale e si ripresenti come negazione limitata dellrsquoincontraddittorietagrave anchrsquoessa diventa allora un
discorso che non volendo negare ciograve su cui si fonda vuol essere incontraddittorio (condizione richiesta dalla
determinatezza del discorso) [] La considerazione concreta della determinatezza della negazione
dellrsquoopposizione rileva che la negazione si costituisce come negazione solo se da un lato egrave determinata come unitagrave semantica rispetto al proprio negativo e dallrsquoaltro lato se i termini che la costituiscono sono essi stessi
determinati gli uni rispetto agli altri La considerazione concreta di questa determinatezza consente una
formulazione dellrsquoἕλεγχος tale da fargli ricevere lrsquoampiezza massima che gli conviene non semplicemente la
negazione del determinato si fonda sullrsquoaffermazione di una parte di ciograve che essa nega ma la negazione si fonda
sullrsquoaffermazione dellrsquointero di ciograve che essa nega gt Ivi pag43-45
66
Lrsquoidentitagrave degli opposti in quanto pensata egrave un positivo e come positivo non egrave
negativo
Lrsquoidentitagrave degli opposti come esistente egrave un positivo significare ed egrave appunto questo
positivo significare ciograve senza di cui non si costituirebbe lrsquoopposizione del positivo e del
negativo
Lrsquoidentitagrave degli opposti egrave presupposta non in quanto identitagrave degli opposti ma in quanto
positivitagrave significante La negazione dellrsquoopposizione presuppone ciograve che essa nega mentre la
negazione dellrsquoidentitagrave degli opposti non presuppone ciograve che essa nega ma il positivo
significare di ciograve che essa nega lrsquoopposizione del positivo e del negativo non presuppone che il
positivo sia negativo ma presuppone quella positivitagrave significante che forma il contenuto
dellrsquoidentificazione del positivo e del negativo
Ecco che allora la negazione dellrsquoopposizione non riesce a costituirsi sigrave che
lrsquoopposizione (lrsquoincontraddittorietagrave la determinatezza) egrave il destino del dire egrave appunto ciograve che
si deve dire
La negazione che lrsquoessere non sia egrave individuazione dellrsquoopposizione universale del
positivo e del negativo e in quanto tenuta ferma nella sua concreta relazione allrsquouniversale
essa partecipa dellrsquooriginarietagrave del logo ndash inteso questo come lrsquoopposizione del positivo e del
negativo
Il fiore non egrave lrsquoalbero o questo positivo non egrave questo suo negativo il fiore non egrave lo
stagno la casa lrsquoalbero e tutto ciograve che egrave altro dal fiore
Ma quando lrsquoessere e quindi ogni essere si rivolge verso quella direzione lungo la quale si lega al suo Egrave quando cioegrave del fiore non si dice solamente che non egrave lrsquoalbero ma si dice che egrave e non puograve
non essere non puograve accadere che non sia allora ogni essere prende volto divino107
107 Ivi pag 58
67
CAPITOLO TERZO
Per una comprensione dellrsquoEssere
68
I - La struttura originaria dellrsquoessere
La struttura originaria egrave la struttura originaria dellrsquoessere108
ciograve che egrave necessariamente
presente in quanto un essente egrave e appare Senza la presenza di tale struttura nessun essente
potrebbe essere e apparire Essa egrave lo scheletro dellrsquoessere la sua grammatica di base la sua
sintassi fondamentale la quale non essendo un unico significato ma un intreccio inscindibile
di significati essa egrave una struttura (un complesso logico-semantico consistente nella totalitagrave
delle determinazioni che devono essere presenti affincheacute un essente possa apparire) In altre
parole la struttura originaria egrave la forma essenziale di ogni essente ciograve con cui esso egrave
necessariamente in relazione il suo legame indissolubile
In quanto lrsquoessere egrave immediatamente innegabile e lrsquoinnegabilmente immediato la
struttura originaria dellrsquoessere egrave la struttura originaria della necessitagrave dove il termine necessitagrave
ndash dal latino ne-cedo ndash esprime il senso assoluto dellrsquoinnegabilitagrave quale autonegativitagrave
immediata del proprio negativo In quanto il proprio negativo egrave immediatamente autonegativo
la struttura originaria egrave ciograve che laquostaraquo innegabilmente ed eternamente Essa non egrave un prodotto
teorico dellrsquouomo o di Dio ma il laquoluogo giagrave da sempre aperto dalla Necessitagraveraquo109
Egrave lo stare
innegabile dellrsquoessere-significare
Un essente egrave e appare in quanto egrave presente una certa dimensione dellrsquoessente costituita
dalle laquodeterminazioni che competono con necessitagrave a ogni essente e nelle quali consiste
appunto il destinoraquo110
108 Si tratta della struttura originaria come struttura dellrsquoessere e del significare e non della grande opera
edita per la prima volta nel 1958 e considerata fin drsquoora Questa distinzione rende legittima lrsquoestrapolazione del IV
capitolo da La struttura originaria
109 E Severino La struttura originaria pag13
110 Id Oltrepassare Adelphi Milano 2007 pag 179
69
Queste determinazioni sono chiamate laquopersintatticheraquo (lrsquoesser seacute dellrsquoessente il suo
non esser altro da seacute il suo non poter diventare ed essere altro da seacute il suo essere eterno ma
anche lrsquoessere dellrsquoapparire infinito la necessitagrave che gli essenti della terra sopraggiungendo
siano accolti dagli essenti dello sfondo e la necessitagrave che il sopraggiungere sia la Gloria cioegrave
si dispieghi senza fine) a queste poi si aggiungano tutte quelle che gli competono e che
costituiscono la dimensione stessa111
Lo ldquosfondordquo egrave un altro modo di nominare la sintassi originaria dellrsquoessere
evidenziandone lrsquoessere contenuto necessariamente originario e costante dellrsquoapparire
lrsquoinsieme delle determinazioni che non sopraggiunge e non tramonta mai allrsquointerno
dellrsquoapparire trascendentale ossia allrsquointerno di quellrsquoorizzonte che ospita lrsquoapparire empirico e
particolare degli essenti Lo sfondo egrave la permanenza non sopraggiungente
La struttura originaria della veritagrave dellrsquoessere egrave necessariamente identica sia
nellrsquoapparire finito che in quello infinito proprio in quanto egrave il fondamento dellrsquoessere ossia in
quanto egrave il predicato necessario di ogni essente ndash predicato trascendentale112
Le determinazioni della struttura originaria non sono il predicato di ogni essente cioegrave
questo libro non egrave ndash in quanto tale ndash lrsquoapparire infinito ma ogni essente egrave ciograve che esso egrave e
appare cosigrave come appare solo in quanto esso egrave in relazione a tale insieme Ciograve significa che
ogni essente egrave necessariamente in relazione alla totalitagrave delle determinazioni sono il predicato
necessario di ogni essente in questo senso dellrsquoessere in relazione
La struttura originaria egrave lo sfondo intramontabile dellrsquoapparire e cioegrave la persintassi
dellrsquoessente a differenza della iposintassi che egrave il contenuto variabile e variante dellrsquoapparire
la persintassi egrave la sintassi intramontabile dellrsquoIo finito del destino necessariamente costante e
sempre identica a seacute percheacute se via via apparissero ulteriori determinazioni integranti prima di
tale integrazione essa non sarebbe ancora stata seacute stessa cioegrave fondamento
111 Ibidem
112 Ibidem
70
Il fondamento in quanto persintassi o sintassi costante e originaria dellrsquoessere egrave il
contenuto eterno che appare eternamente nel cerchio finito del destino In quanto tale esso egrave il
luogo che accoglie la terra ossia la totalitagrave degli essenti che appaiono e scompaiono
In quanto la struttura originaria egrave fondamento essa egrave lrsquoessenza del fondamento la
struttura anapodittica del sapere e cioegrave lo strutturarsi della principalitagrave o dellrsquoimmediatezza
Il fondamento egrave quindi struttura unitagrave non semplice complesso logico e semantico
composto da una pluralitagrave di determinazioni essenzialmente legate tra loro
Legame essenziale significa che quelle determinazioni sono concretamente ciograve che sono
solo allrsquointerno di quel complesso cosigrave come quel complesso egrave concretamente quellrsquounitagrave che egrave
solo in quanto totalitagrave di quella pluralitagrave di determinazioni senza anche uno solo dei suoi
significati esso non sarebbe ciograve che egrave cosigrave come ogni parte separata da quel complesso non
sarebbe ciograve che egrave
La struttura originaria egrave lrsquoessenza del fondamento percheacute non egrave semplicemente
fondamento ma ciograve che il fondamento deve essere per essere fondamento essere fondamento
significa essere originario ed essere originario significa essere struttura
laquoLrsquoesposizione concreta della struttura originaria mostra che la metafisica come
teorematicitagrave o categoricitagrave appartiene alla struttura stessa dellrsquoimmediatoraquo113
Il sapere
metafisico non egrave unrsquoulterioritagrave da conseguire ma appartiene allrsquoessenza del fondamento E la
storia del fondamento egrave un elemento o un momento essenziale del fondamento stesso come in
generale ogni struttura logica che abbia a procedere dal fondamento include in seacute
essenzialmente la propria storia
113 Id La struttura originaria cap I par 4
71
Tutti i possibili modi di prendere posizione rispetto ad esso meno uno costituiscono
altrettanti negazioni del fondamento114
La posizione del fondamento implica il toglimento della negazione del fondamento o
questo si realizza come apertura originaria della veritagrave solo in quanto egrave in grado di togliere la
sua negazione115
114 lt Vi sono vari tipi di negazione il fondamento puograve essere negato percheacute al suo contenuto non si
riconosce valore di fondamento oppure il valore egrave riconosciuto soltanto ad una parte di quel contenuto oppure
percheacute si nega che il sapere debba avere un fondamento o infine semplicemente percheacute il fondamento egrave ignorato
sia nel suo contenuto concreto sia quanto al suo contenuto formale Le negazioni accadute le negazioni del
fondamento si distinguono allrsquointerno del sistema delle negazioni possibili dalle negazioni non accadute non
manifestatesi in quanto le prime sono oggetto di una cura di un interesse per cui o la base logica sulla quale tali
negazioni appoggiano viene considerata come il fondamento stesso o in generale esse diventano in quanto tali
contenuto di una certezza gt Ibidem
115 lt Sigrave che il fondamento egrave posto solo in quanto la sua negazione egrave posta (come tolta) Il contenuto del fondamento egrave posto in quanto il fondamento mostra la sua capacitagrave di togliere assolutamente la sua negazione
quindi essere fondamento significa essere originario In quanto il fondamento si impegna con la sua storia
lrsquoeternarsi del fondamento coincide col suo storicizzarsi Se la storia del fondamento egrave il concretarsi
dellrsquouniversalitagrave della sua negazione egrave infatti in rapporto allo sviluppo della negazione che il fondamento esercita
il suo valore Rispetto quindi allo sviluppo della negazione il fondamento si tien fermo ed in questo tenersi fermo
egli egrave sempre il medesimo Ma il tenersi fermo in relazione allo sviluppo della negazione egrave anche un movimento
sigrave che per questo lato il fondamento egrave svolgimento novitagrave progresso gt Ibidem
72
II - Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere
Il giudizio originario egrave lrsquoaffermazione in cui si realizza la struttura originaria tutto ciograve
che nel modo che gli conviene egrave immediatamente noto egrave lrsquoimmediato
Pensiero egrave lrsquoattualitagrave o la presenza immediata dellrsquoessere assunta in relazione alle
strutture semantiche che sono immediatamente implicate (ossia immediatamente presenti) dalla
posizione dellrsquoattualitagrave o presenza immediata dellrsquoessere Se a questa attualitagrave si riserva il nome
di laquoesperienzaraquo il termine laquopensieroraquo resta definito come implicazione immediata tra
lrsquoesperienza e quelle strutture Non si dagrave laquodimostrazioneraquo o laquofondazioneraquo del giudizio
originario che lo pongano come una struttura estranea alla struttura del porsi il linguaggio che
ne parla egrave lrsquoesporsi del giudizio stesso
Lrsquoessere che egrave immediatamente presente ndash lrsquoimmediato come ciograve che entra a
costituire il soggetto del giudizio originario - egrave ciograve che per essere affermato non richiede o non
presuppone altro che la presenza di seacute stesso o non presuppone altro che seacute stesso in quanto
presente τὸ δι αὐτὸ γνώϱιμον il per seacute notum
Il termine laquoessereraquo indica una sintesi tra il significato laquoessereraquo (essere formale) e i
significati costituiti dalle determinazioni che appunto sono O possiamo anche dire col
termine laquoessereraquo si intende una complessitagrave o concretezza semantica i cui momenti astratti
sono lrsquoessere formale e le determinazioni o individuazioni di questa formalitagrave
La proposizione laquoEgrave per seacute noto che lrsquoessere egraveraquo non sta ad affermare lrsquoimmediatezza
della connessione tra il soggetto e il predicato della proposizione laquoLrsquoessere egraveraquo ma
lrsquoimmediatezza della notizia di questa connessione116
La quale non interessa come tale ma
come positivitagrave (essere) che egrave contenuto della presenza che non vuol dire negare la
116 La struttura fenomeno-logica egrave articolata in tre momenti che costituiscono quellrsquounico atto che egrave
lrsquoapparire lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire ovvero la laquocoscienza di autocoscienzaraquo Questa espressione
esprime il significato fondamentale dellrsquoapparire indicando che qualcosa appare solo in quanto appare il suo
apparire Questo rilievo genera solitamente piugrave obiezioni tra le quali ldquose crsquoegrave un apparire dellrsquoapparire ci dovragrave
poi essere un apparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire e cosigrave via in un regresso allrsquoinfinito Ma lrsquoobiezione egrave presto
73
connessione tra il soggetto e il predicato lrsquoimmediatezza di quella connessione egrave infatti
lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave o incontraddittorietagrave dellrsquoessere ndash immediatezza logica ndash Lrsquoaporia
generata dallrsquointelletto astratto che cerca quindi di fondare il fondamento possiamo formularla
cosigrave laquola posizione dellrsquoimmediatezza dellrsquoessere ha il suo fondamento in seacute o in altroraquo Che sia
per altro egrave contraddittorio (lrsquoessere sarebbe un immediato e mediato) Se egrave nota per seacute si
produce il regressus in indefinitum (lrsquoimmediatezza viene ad essere posizione
dellrsquoimmediatezza dellrsquoimmediatezza andando cosigrave allrsquoinfinito)
Dato che la discorsivitagrave del pensare ha in proprio di dire nel tempo ndash una cosa dopo
lrsquoaltra ndash ciograve che non vale come tempo il discorso assume questo andamento laquoLrsquoessere egraveraquo
Lrsquointelletto astratto non riesce a sollevarsi al di sopra della tecnica o della forma esterna
del discorrere e mantenendosi nellrsquoastrattezza dagrave luogo al regressus Di ciograve la parola non ha
alcuna responsabilitagrave il tempo egrave il destino della parola (lrsquoandamento discorsivo egrave corretto
sempre purcheacute non si assuma come due momenti ciograve che vale come unico momento logico)
Lrsquoimmediatezza logica egrave lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave-non contraddittorietagrave dellrsquoente in
quanto ente cioegrave di ogni ente cioegrave della totalitagrave dellrsquoente La posizione dellrsquoidentitagrave-non
contraddittorietagrave egrave originaria Dire originariamente che lrsquoessere egrave essere non significa istituire
un confronto e quindi una identificazione tra lrsquoessere come soggetto e lrsquoessere come
predicato presupposti allrsquoidentificazione ndash cheacute anzi stante questa presupposizione lrsquoessere
(soggetto) non egrave lrsquoessere (predicato) Oppure lrsquoessere che egrave essere egrave lrsquoessere che egrave essere
ossia egrave lrsquoessere che egrave posto come identitagrave e non lrsquoessere che essendo posto (presupposto) egrave
poi posto come identitagrave (onde lrsquoidentitagrave si costituisce come identificazione dellrsquoalteritagrave)
Lrsquoidentitagrave dellrsquoessere con seacute stesso egrave pertanto assoluta Lrsquoessere (Ersquo) di cui si predica
lrsquoessere (Ersquorsquo) egrave appunto lrsquoessere che egrave essere Ersquo=Ersquorsquo e lrsquoessere (Ersquorsquo) che egrave predicato egrave
appunto essere dellrsquoessere Ersquorsquo=Ersquo
La formula dellrsquoidentitagrave concreta egrave quindi (Ersquo=Ersquorsquo) = (Ersquorsquo=Ersquo) oppure Ersquo(=Ersquorsquo) =
Ersquorsquo(=Ersquo)
tolta lt la triplice posizione non dagrave luogo a un regresso allrsquoinfinito giaccheacute quello che viene discorsivamente
posto come ldquoterzo momentordquo (lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire) egrave la posizione concreta del ldquoprimo momentordquo
(quello che egrave discorsivamente posto come la semplice coscienza o apparire dellrsquoente) e del ldquosecondo momentordquo
(discorsivamente posto come autocoscienza o apparire dellrsquoapparire) gt Non quindi un tre momenti esterni lrsquouno
allrsquoaltro ma della medesimezza di quellrsquounico atto complesso in cui consiste lrsquoapparire dellrsquoessente
Cfr N Cusano Capire Severino ndash La risoluzione dellrsquoaporetica del nulla Mimesis Edizioni Milano-Udine 2011
pag57-58
74
Di seguito possiamo formulare anche lrsquoespressione dellrsquoidentitagrave come identitagrave
dellrsquoidentitagrave e della non contraddizione Lrsquoessere che non egrave non essere non egrave non essere ndash dove
questo non esser non essere egrave proprio dellrsquoessere (E=nnE) = (nnE=E) Ma se lrsquoidentitagrave e la non
contraddizione sono i momenti astratti dellrsquoidentitagrave (o non contraddizione) concreta la
formulazione suprema dellrsquoidentitagrave egrave la posizione dellrsquoidentitagrave tra lrsquoidentitagrave (I) e la non
contraddizione (nC)
Dire che lrsquoessere egrave essere egrave lo stesso che dire che lrsquoessere non egrave non essere (I=nC) = (nC=I)
Kant osservava che non aveva senso fondare un giudizio analitico sullrsquoesperienza dato che per
far convenire il predicato al soggetto non egrave necessario uscire dal concetto del soggetto117
Considerando lrsquoanaliticitagrave del principio di non contraddizione egrave chiaro che lrsquoosservazione
kantiana non puograve voler significare che questo principio non abbia alcuna portata sintetica a
posteriori ovvero che la connessione del soggetto col predicato non abbia alcuna valenza
sintetica
117 lt Qualunque possa essere il contenuto della nostra conoscenza e comunque essa possa riferirsi allrsquooggetto certo la condizione universale ndash seppur solo negativa ndash di tutti i nostri giudizi in generale egrave che essi
non contraddicano seacute stessi altrimenti tali giudizi sono in seacute stessi (anche a prescindere dallrsquooggetto) nulla gt
Infatti lt se il giudizio egrave analitico sia esso negativo o affermativo la sua veritagrave deve sempre poter essere
conosciuta sufficientemente in base a principio di contraddizione Lrsquoopposto di ciograve che giagrave si trova e viene pensato
come concetto nella conoscenza dellrsquooggetto difatti egrave sempre giustamente negato di questo qualcosa mentre il
concetto stesso dovragrave invece venir necessariamente affermato del medesimo qualcosa per il fatto che il contrario
di tale concetto contraddirebbe allrsquooggetto gt I Kant Critica della ragione pura pag 228
75
Negare tale valenza significherebbe infatti negare che lrsquoessere che si manifesta nellrsquoorizzonte
fenomenologico sia in contraddittorio significherebbe affermare che lrsquoeffettualitagrave lrsquoesserci
dellrsquoessere smentisce lrsquoincontraddittorietagrave affermata dal principio Quindi si diragrave che anche il
principio di non contraddizione ha un valore sintetico (lrsquoincontraddittorietagrave egrave cioegrave
immediatezza anche come immediatezza fenomenologia) ma che questo valore egrave soltanto un
momento del valore del principio Lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave lrsquoimmediatezza
dellrsquoapparire dellrsquoente che appare in quanto ente che appare cioegrave di ogni ente che appare cioegrave
della totalitagrave dellrsquoente che appare Risiede nel significato stesso dellrsquoessere che lrsquoessere debba
ad essere quindi il principio di non contraddizione non esprime semplicemente lrsquoidentitagrave
dellrsquoessenza con seacute medesima ma lrsquoidentitagrave dellrsquoessenza con lrsquoesistenza
Ogni affermazione esistenziale egrave posizione di questa identitagrave dellrsquoessenza e dellrsquoesistenza non nel
senso che ogni proposizione esistenziale sia identica [] ma nel senso che nel significato della determinazione (essenza) di cui si predica lrsquoessere (lrsquoesistenza) egrave originariamente incluso lrsquoessere
(la positivitagrave lrsquoesistenza) della determinazione118
La relazione concreta tra lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave
dunque espressione della strutturazione dellrsquooriginario
La L-immediatezza dellrsquoente (ossia lrsquoente nel suo essere immediatamente identitagrave con
seacute e non contraddittorietagrave) la quale egrave immediatamente presente (cioegrave F-immediata) egrave
lrsquoimmediata presenza (cioegrave F-immediata) della L-immediatezza dellrsquoente (x=y) = (y=x)
118 E Severino Essenza del nichilismo pag 288
76
III - LrsquoEterno
Lrsquoontologia diviene incapace di cogliere lrsquoessere ed egrave costretta ad andar oltre per
trovare ciograve di cui si egrave privata Ciograve che poi trova lrsquoessere immutabile il totalmente altro
contrapposto quindi allrsquoessere diveniente egrave fondato sulla piugrave radicale assurditagrave Da che
lrsquoorizzonte originario del pensare egrave la fede nel divenire degli enti non puograve non essere
impossibile ogni metafisica ogni ontologia ogni teologia che si illuda di poter pervenire a una
dimensione immutabile al di sopra o al centro del divenire
E la dimostrazione di un essere necessario e quindi ogni prova dellrsquoesistenza di un essere
necessario va alla ricerca e presume di trovare un medio che connetta al positivo la negazione del negativo [] pretende di dimostrare il necessario dal contingente
119
Ma affermare un medio tra il soggetto e il predicato significa non vedere lrsquooriginarietagrave
di questa predicazione significa problematizzare la stessa immediatezza della veritagrave e quindi
negarla La veritagrave dellrsquoessere egrave il predicato di ogni ente non nel senso che lrsquoente stia al di fuori
della veritagrave dellrsquoessere ma nel senso che questa egrave la stessa predicazione ossia la stessa unitagrave
veritativa dellrsquoente e del suo predicato La veritagrave dellrsquoessere ndash che egrave il contenuto della filosofia
ndash egrave pertanto lo sfondo di ogni apparire o dellrsquoapparire in quanto tale
Lrsquo apparire del contenuto intramontabile della veritagrave egrave lrsquoapparire del contenuto totale
della veritagrave egrave cioegrave lrsquoapparire della concreta totalitagrave dellrsquoente egrave lrsquoapparire infinito del Tutto non
nel senso che la parte sia identica simpliciter al Tutto ma nel senso che la parte egrave legata con
necessitagrave al Tutto sigrave che il Tutto egrave il vero significato della parte ossia egrave la dimensione in cui la
parte che in quanto separata dal Tutto egrave contraddizione non egrave contraddizione
119 Ivi cit pag 33
77
E la parte egrave separata dal Tutto proprio percheacute il Tutto non appare nella sua compiuta
concretezza allrsquointerno del cerchio dellrsquoapparire120
del destino della veritagrave
laquoLa veritagrave dice non nel senso che essa sia innanzitutto un linguaggio intorno alle cose
ma nel senso che essa egrave il mostrarsi lrsquoapparire della necessitagrave in cui il Tutto dimoraraquo121
Solo
percheacute la necessitagrave (il λογος) presso cui il Tutto sta radunato appare il linguaggio puograve
parlarne ed essere un ομολογειν122
Il Tutto non egrave sopraffatto e catturato dalla necessitagrave ma egrave in accordo con essa sta nel
suo cuore e la necessitagrave sta nel cuore di ogni cosa Non esiste alcuna cosa che possa sfuggire
alla necessitagrave percheacute lo sfuggirle egrave il negarla (lrsquoaprire uno spazio che non si accorda con essa)
e il negarla egrave autonegazione In questa autonegazione consiste il vero senso del non poter
sfuggire alla necessitagrave e dunque il senso originario del destino
La veritagrave egrave il destino del Tutto percheacute la stessa volontagrave di abbandonarla e di negarla
esiste come tale solo in quanto egrave in accordo con ciograve che la veritagrave dice sigrave che per questo suo
accordo con la veritagrave essa egrave un abbandonare e un negare seacute medesima lasciando che ciograve che la
veritagrave dice sia lo stare che non trema e non puograve essere rimosso trasformato smentito abbattuto
da nessuna forza e da nessuna potenza
Il cuore non tremante della veritagrave dice che il Tutto non trema Il Tutto non trema percheacute
ogni cosa egrave destinata allrsquo essere non egrave un ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente Per questo
suo tenersi giagrave da sempre e per sempre sollevato nellrsquoessere il Tutto sta senza tremare
120 Il cerchio dellrsquoapparire egrave lrsquoapparire trascendentale laquoil luogo degli intramontabili che costituiscono lo
sfondo di ogni accadereraquo Id Destino della necessitagrave pag 110
121 Ivi cit pag 123
122 Eraclito fr 50
78
In questo secondo significato dello ldquostarerdquo il Tutto egrave il destino123
Il Tutto egrave ciograve che il mortale in veritagrave egrave egrave ciograve che il mortale egrave destinato ad essere da
sempre e per sempre Come oltrepassamento della totalitagrave della contraddizione del finito il
Tutto egrave la Gioia E nella Gioia il mortale egrave giagrave da sempre un passato
La dimostrazione dellrsquoimmediato egrave negazione dellrsquoimmediato giaccheacute se si sente il
bisogno di un medio vuol dire che il predicato egrave visto come qualcosa che come tale puograve
convenire come puograve non convenire al soggetto
Lrsquoessere tutto lrsquoessere visto come ciograve che egrave e non puograve non essere egrave Dio E quando lrsquoessere parla di seacute dice Ego sum qui sum (ἐγώ εἰμι ὁ ὤν Esodo III) che egrave la piugrave alta espressione speculativa del
testo sacro124
A Dio non si arriva A Dio non si giunge a guardarlo dopo un esilio o una cecitagrave
iniziali appunto percheacute Dio egrave lrsquoessere di cui il logo originario dice che egrave e non puograve non essere
ossia egrave il contenuto della veritagrave originaria nella misura in cui questa si costituisce come
affermazione che lrsquoessere egrave Se quindi Dio egrave contenuto della veritagrave originaria in quanto essa egrave
logo originario drsquoaltra parte lrsquointero dellrsquoessere in quanto immutabile trascende la
manifestazione originaria dellrsquoessere trascende lrsquoesserci125
Dio non si dimostra non giagrave nel senso che se ne dia immediata esperienza ossia
appartenga al contenuto originariamente manifesto ma nel senso che lrsquoaffermazione che
lrsquoessere egrave costituisce lrsquoimmediatezza lrsquooriginarietagrave del logo
123 lt Il verbo latino dēstino egrave costruito sulla radice sta che esprime appunto il senso fondamentale dello
laquostareraquo E nel significato del destinare la particella de non introduce lrsquoidea della separazione (come ad esempio in
decidere) o della mancanza (come ad esempio in deesse) ma ha il compito di rafforzare e di portare al massimo il
senso indicato dal tema sta indicando nel contempo che lo stare egrave in riferimento a un ambito sul quale lo stare sta
gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 131
124 Id Essenza del nichilismo pag 58
125 Ivi pag 59
79
E lrsquoessere di cui si parla egrave appunto Dio giaccheacute con questa parola si intende lrsquointero del
positivo pensato nel suo esistere e nella impossibilitagrave della sua inesistenza
Ed egrave appunto di questo essere che si afferma lrsquoimmutabilitagrave e quindi la trascendenza
rispetto allrsquoessere diveniente che egrave manifesto Lrsquoessere egrave immutabile Ma come immutabile si
libra sullrsquoessere diveniente lo trascende
Il pensiero occidentale egrave la dimenticanza di questa veritagrave di questa immediatezza
originaria e nella dimenticanza si sforza di raggiungere lrsquoEssere necessario Proprio in quanto
tale sforzo avviene nella dimenticanza della veritagrave dellrsquoessere esso egrave quindi destinato a fallire
Uscire dalla dimenticanza significa ristabilire la possibilitagrave del rapporto autentico con
Dio e il Sacro
La possibilitagrave che il Sacro sia veritagrave ndash e sia anzi la massima apertura dellrsquoessere consentita alla
veritagrave ndash egrave la possibilitagrave di un nesso tra il Sacro e la veritagrave tale che la negazione dellrsquoesistenza di ciograve
che egrave annunciato dal Sacro implichi necessariamente la negazione della veritagrave126
126 Ivi cit pag 170
80
NOTA
Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del verbo
Lrsquoincarnazione di Gesugrave Cristo avviene nella pienezza del tempo In esso infatti viene
alla luce lrsquointera opera della creazione e della salvezza e soprattutto emerge il fatto che laquocon
lrsquoincarnazione del Figlio di Dio noi viviamo e anticipiamo fin da ora ciograve che saragrave il
compimento del temporaquo127
La veritagrave che Dio ha consegnato allrsquouomo su seacute stesso e sulla sua vita si inserisce
quindi nel tempo e nella storia128
Certo essa egrave stata pronunciata una volta per tutte nel mistero di Gesugrave di Nazareth e lo
dice con parole eloquenti la Costituzione Dei Verbum129
Dio dopo avere a piugrave riprese e in piugrave modi parlato per mezzo dei Profeti ldquoalla fine nei nostri giorni ha parlato a noi per mezzo del Figliordquo Mandograve infatti suo Figlio cioegrave il Verbo eterno che
illumina tutti gli uomini affincheacute dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i segreti di Dio
Gesugrave Cristo Verbo fatto carne mandato come ldquouomo agli uominirdquo ldquoparla le parole di Diordquo e porta a compimento lrsquoopera di salvezza affidatagli dal Padre Perciograve Egli vedendo il quale si vede anche
il Padre con tutta la sua presenza e con la manifestazione di seacute con le parole e con le opere con i
segni e con i miracoli e specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione di tra i morti e infine con lrsquoinvio dello Spirito di veritagrave compie e completa la Rivelazione
127 Libro degli Ebrei 1 2
128 lt Cristo egrave una realtagrave cioegrave una persona storica ben precisa e perciograve appartiene alla dialettica della
storia alcuni uomini hanno scritto di lui ed hanno testimoniato nel mondo per lui affrontando la morte hanno
predicato chrsquoegli egrave il Figlio di Dio risorto da morte e asceso al cielo e quindi chrsquoegli egrave Dio e uomo ossia lrsquoUomo-
Dio comrsquoegrave stato creduto lungo i secoli nella vita della Chiesa e fuori di lui non crsquoegrave salvezza Personaggio sconvolgente apparso in una terra ed in una cultura del tutto isolata e opposta a quella della civiltagrave classica del
bacino del mediterraneo al suo apparire Cristo non ha fatto appello a nessuna filosofia [] ma soltanto allrsquoautoritagrave
del Padre che lrsquoha mandato alla testimonianza fattagli da Mosegrave e dai profeti del suo popolo Ma ha proclamato
che la sua dottrina egrave luce di salvezza per ogni uomo che viene in questo mondo gt C Fabro Lrsquoalienazione
dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno in aavv Il Cristo dei filosofi Atti del XXX Convegno di studi filosofici di
Gallarate Morcelliana Brescia 1976 pag 52-53
129 In URL maranathait Costituzione Dei Verbum consultato in data 14052017
81
Lrsquoaudacia del cristianesimo non consiste nel credere che un uomo sia Dio (un uomo
nato in Giudea e crocifisso al tempo dellrsquoimperatore Tiberio) La divinizzazione di certi uomini
egrave infatti diffusa nelle religioni che precedono il messaggio cristiano Lrsquoaudacia sta nel pensare
che un uomo sia Dio dopo che la filosofia greca aveva portato alla luce il significato piugrave
profondo e radicale del divino Dio inteso come Essere eterno e perfetto Bene supremo che
eternamente conosce se stesso al di sopra della nascita e della morte Qui sta lrsquoaudacia del
cristianesimo che un uomo un mortale sia lrsquoeterno che lrsquoEterno si sia fatto carne Ma quando
questa fede nellrsquouomo-Dio si diffonde la cultura greca non la considera unrsquoaudacia ma follia
aberrazione assurditagrave scandalo130
empietagrave offuscamento della ragione131
unrsquoaudacia cosigrave
spinta da diventare irresponsabilitagrave132
130 lt Egrave il Gesugrave storico quindi cioegrave Dio nel tempo che costituisce il punto cruciale dello scandalo della
filosofia Il Dio storico esige ed opera il cambiamento radicale della libertagrave dellrsquouomo Si tratta che dopo
lrsquoapparizione dellrsquouomo-Dio tanto lrsquointelligenza quanto la volontagrave sia il pensiero come lrsquoazionehellipsono tratti fuori
dallrsquoalveo naturale e lrsquouomo diventa da interrogante interrogato rinuncia al dominio della ragione e passa
allrsquoobbedienza della fede gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno cit pag82
131 laquoCristo il quale lungi dal fortificare la logica naturale piuttosto la confonde e la spezza deludendo
tutte le attese di comprensione della ragioneraquo Ivi cit pag 54
132 Siamo abituati a unire il cristianesimo al platonismo ma quando il cristianesimo cominciograve ad imporsi egrave proprio dal pensiero platonico e neoplatonico che gli vennero rivolte le critiche piugrave radicali e profonde lt Gesugrave egrave
per Porfirio un vero sapiente la cui sapienza perograve come quella degli evangelisti e di Paolo egrave interamente
riconducibile alla sapienza greca soprattutto a Pitagora e Platone gt I primi padri della Chiesa si impegnarono a
fondo per smontare questa tesi Inoltre lt I testi dei primi secoli del cristianesimo mostrano appunto lo scontro fra i
rappresentanti dellrsquoortodossia che intendono vivere e accettare a fondo lo scandalo e la follia cristiana e gli
gnostici che arretrano di fronte alla follia e allo scandalo e intendono come semplice apparenza lrsquoincarnazione e
la morte di Cristo gt E Severino Pensieri sul cristianesimo BUR Rizzoli Milano 2010 Cit pag 165
82
Giustino martire scrive di Gesugrave ldquoLo onoriamo sapendo che egrave Figlio del vero Dio e mettendolo al secondo posto e nel terzo mettendo lo Spirito profetico Su questo punto ci accusano di follia
dicendo che noi diamo il secondo posto dopo il Dio immutabile eterno autore di tutte le cose ad
un uomo crocifissordquo133
La follia e lo scandalo di quel secondo posto egrave che il primo si egrave fatto secondo cioegrave Dio
si egrave fatto uomo Ma se lrsquoaspetto scandaloso e folle dellrsquoaffermazione che Dio si egrave fatto uomo egrave
fuori discussione134
si egrave meno attenti nel mettere in luce le condizioni che rendono follia la
follia e scandalo lo scandalo La follia sussiste solo se Dio egrave essenzialmente lontano
dallrsquouomo se Dio egrave qualcosa che sta vicino ed egrave simile allrsquouomo che follia crsquoegrave ad affermare
che Dio si egrave fatto uomo Ma sin dallrsquoinizio il cristianesimo pretende che la propria follia sia
radicale E giustamente percheacute tra Dio e lrsquouomo pone una distanza infinita Il Dio che si fa
carne egrave il Dio che egrave stato portato alla luce dal pensiero greco il Dio immutabile ed eterno Il
cristianesimo certo aggiunge che questo Dio egrave ldquocreatorerdquo di tutte le cose ma questa
caratteristica non fa che portare al limite il carattere che egrave proprio del Dio greco cioegrave il suo
essere ldquodemiurgordquo produttore di tutte le cose dellrsquoordinamento cosmico
133 Ivi cit pag 163
A questo proposito Papa Francesco ricorda come lt Quella veritagrave quella egrave la rivelazione di Gesugrave Quella presenza
di Gesugrave incarnato Quello egrave il punto Se lo si dimentica saragrave sempre forte la seduzione per i discepoli di Cristo di
fare cose buone senza lo scandalo del Verbo incarnato senza lo scandalo della croce Giustino egrave stato testimone di questa veritagrave percheacute proprio per lo scandalo della croce si egrave attirato la persecuzione del mondo Egli ha
annunciato il Dio che egrave venuto tra noi e si egrave immedesimato nelle sue creature []Ciograve che di Gesugrave scandalizza egrave la
sua natura di Dio incarnato E come a lui anche a noi tendono trappole nella vita quello che scandalizza della
Chiesa egrave il mistero dellrsquoincarnazione del Verbo quello non si toglie quello il demonio non lo toglie gt
LrsquoOsservatore Romano ed quotidiana Anno CLIII n 125 Dom 02062013
134 laquoLa follia di Dio egrave piugrave sapiente degli uominiraquo scrive lrsquoapostolo Paolo nella prima Lettera ai Corinzi
I 17-31 In URL wwwgli scrittiitdchiesabibbia Consultato in data 18042017
83
Quel che non si deve perdere di vista egrave che senza il concetto greco di Dio ndash senza il
modo in cui la filosofia greca pensa Dio ndash la follia e lo scandalo del Dio che si fa uomo
verrebbe meno
Lrsquoenergia del pensiero greco porta alla luce il senso radicale dellrsquoimmutabilitagrave e
dellrsquoeternitagrave di Dio laquoportandosi al di sopra e al di fuori dellrsquoindeterminatezza del Dio
veterotestamentario e di ogni forma pre-greca del divinoraquo135
Nella Summa contra gentiles di Tommaso drsquoAquino136
il capitolo intitolato ldquoChe cosa
pensa la fede cattolica dellrsquoIncarnazione di Cristordquo (Quid cattolica fides sentiat de Incanatione
Christi) ha il compito di rispondere negativamente alla domanda se il mistero
dellrsquoincarnazione sia un assurdo
Di Cristo le scritture affermano che come uomo ha proprietagrave umane (humana) e
insieme affermano che come Dio non puograve patire (impassibile) e non puograve morire (immortale)
Ora le proprietagrave umane attribuite a Cristo sono degli opposti rispetto alle proprietagrave divine a lui
attribuite Dice Tommaso
Ma poicheacute gli opposti non possono essere affermati con veritagrave dello stesso e secondo lo stesso
riferimento e poicheacute le proprietagrave divine e umane che vengono dette di Cristo stanno tra di loro in
opposizione come che ha patio e che non puograve patire morto e immortale e tutte le altre proprietagrave di questo genere egrave necessario che le proprietagrave divine siano affermate di Cristo secondo un riferimento
e le proprietagrave umane secondo un altro riferimento[] ciograve di cui le une e le altre sono affermate
non si deve fare alcuna distinzione ma ci si imbatte in unrsquounitagrave137
Cristo quindi egrave unrsquounica ipostasi e un unico sostrato della natura umana e di quella
divina Quindi la tesi sostenuta da Tommaso che allo stesso convengano gli opposti egrave
affermazione che ha veritagrave solo se gli opposti non sono predicati secondo lo stesso rispetto
laquonecesse est quod secundum aliud et aliud divina et humana praedicentur de Christoraquo
135 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 164
136 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles capitolo 39 Libro IV consultato in data
26032017
137 Ibidem
84
La distinzione (aliud et aliud) non egrave ciograve di cui (id de quo) si predicano gli opposti che
anzi costituisce e deve costituire una unitagrave ma riguarda ciograve secondo cui (id secundum quod)
essi sono predicati
La doppia natura di Cristo egrave cioegrave la condizione necessariamente richiesta affincheacute la
predicazione delle proprietagrave umane e divine di Cristo non sia un affermare gli opposti
contraddittoriamente della stessa cosa e sotto lo stesso rispetto Del Verbo di Dio si possono e
si devono predicare le proprietagrave umane in quanto lrsquouomo che egrave Cristo egrave il suppositum non solo
della natura divina ma anche di quella umana E viceversa del Verbo di Dio sono affermate
proprietagrave umane in quanto tale sostrato egrave sostrato anche della natura umana
E sarebbe cosigrave tolta la contraddizione per quale della stessa cosa sono affermate
secondo lo stesso rispetto o riferimento proprietagrave opposte sarebbe tolta percheacute dellrsquounico
sostrato o ipostasi che egrave Cristo le cose divine sono affermate rispetto o in riferimento alla
natura divina di Cristo e le cose umane sono affermate secondo un altro rispetto e cioegrave
relativamente alla natura umana di Cristo
Eppure nonostante la portata di questo immenso lavoro il concetto dellrsquoIncarnazione
non riesce a liberarsi dallrsquoassurdo lrsquoassurdo in cui gli opposti sono predicati della stessa cosa
secondo lo stesso riferimento Il rilievo fondamentale per lrsquoaccertamento di tale assurdo sta
nel modo di pensare al quale appartiene la filosofia di Tommaso per il quale certe proprietagrave
come ldquomortalerdquo sono predicate necessariamente della natura umana e che certe proprietagrave
come ldquoimmortalerdquo sono predicate necessariamente della natura divina egrave impossibile che una
natura umana non sia mortale ed egrave impossibile una natura divina che non sia immortale
Questo significa che nature diverse sono esse stesse degli opposti ossia i diversi
rispetti o riferimenti sono essi stessi degli opposti e quindi non riescono a costituirsi come
rispettivi diversi secondo cui vengono predicati dello stesso gli opposti
85
Lrsquoesser uomo e lrsquoesser Dio costituiscono essi stessi unrsquoopposizione sigrave che egrave
contraddittorio dire dello stesso che egrave uomo e Dio Egrave immediatamente contraddittorio per la
ragione naturale Non egrave un mistero egrave un assurdo
Esser uomo ed esser Dio sono determinazioni opposte percheacute contengono
essenzialmente determinazioni opposte
86
PARTE SECONDA
IL DIVENIRE
INCONCEPIBILITAgrave E ASSURDITAgrave DELLA laquoCREATIO EX NIHILOraquo
laquoLa prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire
allrsquoeternitagrave del Tuttoraquo138
138 E Severino Destino della necessitagrave pag420
87
CAPITOLO I
La Terra e il mortale
88
I - La creazione dal nulla139
Tommaso ricorda come la causa delle cose egrave la volontagrave di Dio tanto necessario che le
cose esistano quanto necessario che Dio le faccia oggetto del suo volere dato che laquolrsquoeffetto
dipende dalla necessitagrave della causa come dice Aristoteleraquo140
E Dio agisce per intelletto e
volontagrave e non per necessitagrave di natura Esso produce insieme la materia e la forma la causa
agente particolare presuppone il tempo e la materia
139 Nulla o niente egrave lrsquoopposto dellrsquoente lrsquoassenza di esso Compare per la prima volta in Parmenide che lt
porta alla luce lrsquoassoluta nullitagrave del nulla (mḕ eoacuten laquonon essenteraquo) Proprio percheacute essa egrave tale il nulla non puograve
essere qualcosa di laquoconoscibileraquo e di laquoesprimibileraquo (fr2) Infatti si puograve conoscere ed esprimere solo qualcosa che
egrave ossia un essente mentre il nulla assolutamente non egrave un essente E tuttavia proprio nellrsquoatto in cui si
affermano questi caratteri del nulla il nulla si presenta come qualcosa di conoscibile e di esprimibile gt E
Severino Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013 cit pag 106 lt Teoricamente deve dirsi che il concetto di nulla egrave il tipico concetto negativo in tanto possibile e intelligibile in
quanto egrave possibile e intelligibile il suo opposto Esso consiste nella negazione di qualche cosa di positivo come i
concetti di cecitagrave vuoto male falso Se in proposizioni che lo riguardano gli si attribuisce qualche predicato e si
adopera il verbo ldquoessererdquo egrave in virtugrave drsquouna finzione fondata sulla positivitagrave del suo opposto esso non ha altra entitagrave
positiva che quella di essere pensato ens rationis per eccellenza gt Id Istituzioni di filosofia cit pag 211
140 In URL wwwdocumentacatholicaomniait Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 opera scaricata
integralmente in data 12122016 Nuova Edizione a cura di P Tito S Centi e P Angelo Z Belloni 2009
89
Quindi egrave giusto far notare che la causa agisce o dopo o prima ma per la causa
universale che produce le cose e il tempo non ha senso domandarsi se agisca ora e non
prima141
Il mondo porta in modo evidente alla conoscenza della potenza creatrice di Dio percheacute
ciograve che non egrave sempre esistito deve avere una causa mentre non serve a ciograve che egrave sempre
esistito142
Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica143
ribadisce che la creazione del mondo egrave il
fondamento di laquotutti i progetti salvifici di Dioraquo144
e che laquoDio crea liberamente dal nullaraquo145
141 lt Il frammento 30 di Eraclito dice laquoQuesto cosmo di fronte al quale ci troviamo e che egrave lo stesso per
tutto e per tutti non egrave stato creato neacute da un Dio neacute dallrsquouomo Era giagrave egrave e saragrave sempre Il fuoco del suo logos
divampa eternamente e si spegne di nuovo secondo tempi immutabiliraquo La Bibbia apre con questo annuncio laquoIn principio Dio creograve il cielo e la terra La terra era un caos senza forma e vuota le tenebre ricoprivano lrsquoabisso e
sulle acque aleggiava lo spirito di Dio Iddio disse ldquosia la lucerdquo e la luce fu Vide Iddio che la luce era buona e
separograve la luce dalle tenebre e chiamograve la luce ldquogiornordquo e le tenebre ldquonotterdquo Cosigrave fu sera poi fu mattina primo
giornoraquo In questo senso Dio separa la luce dalle tenebre e chiama cioegrave de-finisce la luce giorno e le tenebre notte
[] Dare il nome nominare egrave dunque porre fine a una situazione per de-finirne una nuova []La chiamata di Dio
opera una separazione nel caos la separazione pone fine alla mescolanza degli elementi e guadagna quellrsquoordine o
cosmo che nasce dalla separazione e quindi dalla definizione di ogni ente Il nome che definisce nel nominare la
cosa nomina la volontagrave che lrsquoha differenziata dal caos nel nome oltre alla cosa egrave quindi custodito anche il
possesso della cosa da parte di quella volontagrave che chiamandola da caos lrsquoha definita nel cosmo gt U Galimberti
Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente cit pag 31
142 Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 143 In URL wwwLa Santa Sede Il catechismo della Chiesa cattolica consultato in data 19012017
144 Ibidem
145 Ibidem lt Noi crediamo che Dio per creare non ha bisogno di nulla di preesistente neacute di alcun aiuto
La creazione non egrave neppure una emanazione necessaria della sostanza divina Dio crea liberamente laquodal nullaraquo gt
(in nota si rimanda al Concilio Vaticano I Cost dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canoni 1-4
DS 3002 3023-3024 Concilio Lateranense IV Cap 2 De fide catholica DS 800 Concilio Vaticano I Cost
dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canone 5 DS 3025)
90
La creazione devrsquoessere intesa come lrsquoemanazione di tutto lrsquoessere dalla causa
universale che egrave Dio creare propriamente egrave causare o produrre lrsquoessere delle cose A Dio
appartiene lrsquoatto creativo in forza del suo essere Ora il nulla egrave la stessa cosa che nessun ente
Come dunque la generazione di un uomo inizia da quel non-ente che egrave il non-uomo cosigrave la
creazione inizia da quel non-ente che egrave il nulla
Inoltre egrave falso affermare che un corpo possa creare in quanto nessun corpo agisce
senza un contatto o un moto e quindi per agire richiede qualcosa di preesistente atto a essere
toccato mosso cosa incompatibile con lrsquoidea di creazione146
SantrsquoAgostino ritorna spesso alla dottrina della creazione e al suo concetto il quale egrave
distinto a sua volta dai due concetti a noi naturalmente noti generazione e fabbricazione Non
essendo infatti neacute lrsquouna neacute lrsquoaltra cosa la creazione egrave un concetto altamente metafisico
unrsquooperazione che fa essere quello che assolutamente non era Egrave unrsquooperazione dal nulla147
cioegrave neacute dalla sostanza dellrsquooperante generazione neacute da una materia preesistente
fabbricazione
Ciograve che uno fa o lo fa dalla sostanza o da un qualcosa fuori di seacute o dal nulla Lrsquouomo
che non egrave onnipotente dalla sua sostanza produce il figlio e come artefice dal legno fa lrsquoarca
Nessun uomo puograve fare qualcosa dal nulla Dio invece percheacute onnipotente dal nulla ha creato
il mondo e dalla terra ha plasmato lrsquouomo laquoDio ha fatto che ricevesse lrsquoessere e fosse posto
tra le cose che sono ciograve che assolutamente non eraraquo148
146 Tommaso Summa Theologiae Arg 45 Art 1
147 In URL wwwInfocristiana si puograve leggere che lt Tra le tante eresie sviluppatesi negli ultimi 2000 anni
vi egrave anche quella secondo la quale Dio non avrebbe creato ex nihilo ma da materia pre-esistente [] Lrsquoebraismo prima e il Cristianesimo poi da migliaia e migliaia di anni credono che solo Dio sia eterno e come tale
ldquoincreatordquo Se perograve al momento della creazione dellrsquouniverso la materia giagrave crsquoera chi lrsquoha creata []
Lrsquoespressione ldquoin principiordquo sta ad indicare lrsquoinizio del tempo affermare che la materia fosse giagrave stata creata
precedentemente equivale a dire che il tempo esistesse giagrave ma in tal caso la parola ldquoin principiordquo perderebbe tutto
il proprio significato gt Consultato in data 22012017
148 In URL wwwaugustinusit A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino- Parte 4 ndash Capitolo 05
consultato in data 13022017
91
Dio sa di tutte le cose che egli crea che egli le fa uscire dal nulla e sa che la propria
onnipotenza potrebbe spingerle di nuovo nel nulla E sa anche che invece di crearle avrebbe
potuto lasciarle nel nulla149
149 Dio avrebbe potuto non creare nulla e avrebbe potuto abbandonare lrsquouomo alla dannazione eterna
prodotta dal peccato Dio sarebbe potuto essere non Creatore e non Redentore ndash sostiene la teologia cristiana e
cattolica - senza perdere nulla della sua perfezione immutabile ed eterna E poicheacute il primo atto di amore di Dio
per lrsquouomo consiste nel crearlo Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse
amato lrsquouomo In questo modo la dottrina cattolica nega che la libertagrave di Dio possa trasformare Dio ma non puograve
escludere che Dio proprio percheacute egrave libero da tutta lrsquoeternitagrave sarebbe potuto essere difforme da come egli egrave di
fatto Difforme percheacute un Dio creatore non egrave un Dio non creatore un Dio che decide di creare lrsquouomo e le cose non egrave un Dio che decide di non creare un Dio che vuole amare lrsquouomo non egrave un Dio che non vuole amarlo
Sigrave che lrsquoaffermazione che Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse creato e
amato le creature non mostra lrsquoessenza di Dio ma sostiene una di quelle ldquocose impossibili e contraddittorierdquo che
il pensiero di Agostino e di Tommaso si propone costantemente di evitare anche quando si rivolge ai misteri
soprannaturali della fede Sennoncheacute affermare che Dio non sarebbe mutato e avrebbe mantenuto tutta la sua
perfezione anche se non avesse creato e amato le creature significa affermare che un Dio creatore e pieno di
amore per lrsquouomo non differisce da un Dio non creatore e privo di amore per lrsquouomo e questa affermazione
sostiene appunto qualcosa di impossibile e di contraddittorio e cioegrave che da tutta lrsquoeternitagrave Dio sarebbe potuto
essere diverso da come egrave senza peraltro essere diverso avrebbe potuto avere due diverse forme di perfezione
continuando a essere perfetto nello stesso modo Se si vuole uscire da questa contraddizione affermando che Dio
in quanto libero sarebbe potuto essere da sempre diverso da come egrave e avrebbe potuto avere da sempre una perfezione diversa da quella che ha si viene a dire che lt Dio egrave immutabile non percheacute la sua immutabilitagrave sia
qualcosa di necessario ( nel qual caso egli non avrebbe potuto decidere diversamente da come ha deciso ) ma
percheacute di fatto non si egrave mutato e non si egrave trasformato immobile dunque solo nel senso che di fatto egrave rimasto
immoto pur avendo avuto da sempre la possibilitagrave di essere diversamente da come egrave di fatto Un immutabile
dunque che ha in seacute lrsquoanima piugrave profonda del divenire gt E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag176
Il dio creatore del cristianesimo non aggiunge nulla alla pura essenza della libertagrave ma costituisce uno dei modi in
cui nella storia occidentale la metafisica si egrave proposta di guidare la libertagrave dellrsquoente
92
Lrsquointerpretazione filosofico-teologica del significato sacrale della laquocreazioneraquo
sviluppata dallrsquointera cultura occidentale si trova radicalmente immersa nella dimenticanza
della veritagrave dellrsquoessere Se la laquocreazioneraquo viene interpretata in termini di essere e non essere se
cioegrave viene interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere del mondo allora il
concetto di creazione egrave lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere
La semplicitagrave dellrsquoessere esige la sua immutabilitagrave ed il puro e semplice rilevamento
dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia egrave il fondamento dellrsquoesclusione della nascita dellrsquoessere
La creazione egrave quindi un dare valore e consistenza al nulla al non essere dellrsquoessere
Lrsquoente pur essendo posto come un laquonon-nienteraquo egrave in realtagrave pensato come libero dal
suo legame con lrsquoessere e con il niente Quando tale libertagrave consiste nello scioglimento dal
legame con lrsquoessere si ha lrsquoannullamento o nientificazione quando invece consiste nello
scioglimento del legame con il niente si ha la creazione o entificazione
Lrsquoapparente contraddittorietagrave del divenire150
che appare ossia il suo mostrarsi come ciograve
che arriva nellrsquoessere e vi si dilegua resta tolta non giagrave introducendo lrsquoassurdo di un dio
creatore
150 Lrsquoaporetica prende vita dallrsquo lt affermazione che lrsquointero ossia ognuna delle determinazioni
dellrsquoessere nella loro unitagrave organica egrave immutabile ed essendo questa affermazione L-immediata (immediatezza
logica) drsquoaltra parte egrave F-immediata (immediatezza fenomenologica) lrsquoaffermazione che lrsquoessere diviene
lrsquoorizzonte aperto dalla totalitagrave dellrsquoessere F-immediato egrave appunto il regno del sopraggiungere e del dipartirsi
dellrsquoessere E non solo quella totalitagrave egrave il luogo che riceve e dal quale si congedano determinazioni particolari
dellrsquoessere F-immediato ma egrave anche F-immediato il sopraggiungere della stessa totalitagrave dellrsquoessere F-immediato
Mentre il logo originario afferma lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere lrsquoesperienza ne attesta il divenire contraddizione tra
lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologia [] Lrsquoaporia egrave tolta affermando che lrsquointero come immutabilitagrave assoluta non egrave la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato in quanto questa egrave lrsquoorizzonte del divenire Tale
affermazione egrave L-immediata ossia lrsquoaporia egrave originariamente tolta la struttura originaria si realizza come
toglimento originario dellrsquoaporia la quale permane solo in quanto non sia posta la distinzione tra lrsquointero come
assoluta immutabilitagrave e la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato Il significato di tale distinzione deve essere
determinato nel modo seguente []distinzione tra due positivitagrave [] Posta L-immediata lrsquoimmutabilitagrave dellrsquointero
non crsquoegrave bisogno di un medio per affermare che lrsquointero come assoluta immutabilitagrave non egrave la dimensione del
divenire costituita dalla totalitagrave del F-immediato Crsquoegrave bisogno di un medio solo se lrsquointero non egrave posto come
immutabile se cioegrave egrave posto come significato formale o autocontraddittorio il medio egrave qui lrsquoimmutabilitagrave Ma in
quanto quella formalitagrave o autocontraddittorietagrave egrave originariamente tolta egrave originariamente posta la distinzione tra
lrsquointero immutabile e lrsquoorizzonte del divenire []E lo sviluppo lrsquoincremento o il dileguare lo sparire ndash il divenire
dunque del contenuto della totalitagrave del F-immediato non aggiunge e non toglie alcuna positivitagrave allrsquointero immutabile cheacute altrimenti al positivo che sopraggiunge o che dilegua converrebbe di non essere Tutta la
positivitagrave del positivo diveniente che lrsquointero immutabile lascia laquooltreraquo di seacute ndash e lrsquoimmutabile lascia oltre di seacute
appunto e soltanto la totalitagrave del positivo diveniente ndash tutta quella positivitagrave egrave immutabilmente inclusa nellrsquointero
immutabile [] Il divenire inteso come processo che porta dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere al non essere non
solo egrave errore contraddizione ma allrsquointerno della struttura originaria egrave lrsquoimpossibile [] Sigrave che lrsquoimmutabile non egrave
semplicemente ciograve senza di cui la realtagrave diveniente non egrave ma egrave ciograve per cui questa realtagrave egrave gt Id La struttura
originaria cit pag389401-409
93
che identifichi lrsquoessere al nulla151
ma liberandosi da quella definizione del divenire che
appare visto come laquocominciamentoraquo
Ogni divenire egrave uno comparire e scomparire dellrsquoessere e quindi ogni azione egrave sempre
un disvelare o un lasciare che si disveli lrsquoessere che era nascosto o egrave un condurlo fuori
dellrsquoapparire nel nascondimento o un lasciare che si sottragga allrsquoapparire Ma quando si
agisce con la convinzione di produrre e distruggere lrsquoessere di trarlo dal nulla e rimandarlo nel
nulla allora resta svelato qualcosa di diverso da ciograve che si svelerebbe allorcheacute si agisse
sapendo che ogni agire e ogni fare egrave un disvelamento dellrsquoessere eterno
Lrsquoalienazione metafisica intende la volontagrave come la forza suprema che fa uscire gli enti
dal nulla e li fa ritornare nel nulla si tratti della volontagrave di Dio o della volontagrave dellrsquouomo Nella
civiltagrave occidentale dominata dalla metafisica lrsquouomo vuole ormai soltanto in questo modo e si
pone come il vero creatore e distruttore dellrsquoessere
151 Bontadini risolve il problema della creazione dal nulla affermando che lt lrsquoaffermazione del Creatore ndash della creazione ndash egrave giagrave inclusa nel teorema che il divenire la realtagrave diveniente non egrave ndash non puograve essere ndash
originario [] lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete ma la sottolineatura egrave voluta dalla considerazione ndash
fondamentale elementare ndash che ciograve che si tratta di sanare egrave la contraddizione inoculata del non dal negativo
Nella prospettiva metafisica ndash creazionistica ndash quellrsquoandare nel nulla (e similmente il venire dal nulla) che risulta
sul piano fenomenologico egrave risolto nel far andare nel nulla (e similmente nel trarre dal nulla) che egrave in quanto
fare un positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico gt GBontadini ndash ESeverino Lrsquoessere e
lrsquoapparire Una disputa cit pag 59
94
II - Divenire esser altro
In ogni forma di cultura il divenire delle cose e degli eventi egrave sempre inteso come divenir altro
altro da ciograve da cui il divenire incomincia [ ] Crsquoegrave divenire solo se crsquoegrave diversificazione solo se ciograve a
cui il divenire giunge (terminus ad quem εἰς ὅ lo chiama Aristotele Metaph 1067 b 9) egrave qualcosa di diverso da ciograve da cui il divenire incomincia (terminus a quo ἐξ οὗ loc cit)
152
Per Aristotele il terminus ad quem e il terminus a quo del divenire sono innanzitutto i
laquocontrariraquo ἐναντία
Quando qualcosa giunge ad essere altro qualcosa egrave altro da seacute
Ma che qualcosa sia altro da seacute egrave per il pensiero occidentale lrsquoimpossibile lrsquoassurdo
Eppure affermando lrsquoesistenza del divenire e pensando che nel divenire qualcosa
diventa altro da seacute si pensa che qualcosa diventando altro da seacute egrave altro da seacute Anche se non lo
si riconosce affermando lrsquoesistenza del divenire altro da seacute si afferma lrsquoesistenza dellrsquoesser
altro da seacute ossia lrsquoesistenza di ciograve che drsquoaltra parte egrave pensato come ciograve che non puograve esistere
Il divenire inteso come divenire altro da seacute ndash identificazione ndash non puograve esistere egrave
nulla153
Per il pensiero occidentale il diveniente egrave il permanente Quando il cielo diventa
nuvoloso il cielo egrave il permanente sotteso al sereno e alle nubi Drsquoaltra parte Aristotele afferma
lrsquoesistenza del laquosostratoraquo proprio per evitare che il divenire sia identificazione dei laquocontrariraquo
Ma una volta introdotto il sostrato il divenire in cui il sostrato passa da una determinazione a
unrsquoaltra egrave pur sempre un diventar altro da seacute
152 E Severino Tautόtēs cit pag 13
153 Id Oltre i l linguaggio parte prima
95
E ciograve accade solo in quanto qualcosa egrave venuto meno egrave svanito si egrave annientato (la
serenitagrave del cielo si annienta quando diventa nuvoloso)154
Quando si pensa che qualcosa diventando altro e identificandosi allrsquoaltro da seacute non egrave
piugrave ndash cioegrave vien meno svanisce si annienta diventa nulla - si crede di evitare la contraddizione
per la quale il qualcosa diventando altro egrave altro da seacute
Per rendere possibile lrsquoaffermazione che qualcosa diventa altro da seacute si deve sostenere
che il divenire egrave una successione in cui si trova una determinazione che poi diventa altro Per
esempio se dico che la legna diventa cenere cioegrave che una determinazione diventa altro posso
sostenere che vi sia una successione che non faccia diventare la legna cenere (scongiurando
lrsquoidentificazione) ma in quanto tale la legna diventa nulla E il nulla in cui la cenere in
quanto tale si trovava prima dellrsquoannientamento della legna diventa cenere
La successione non puograve essere un divenir atro da parte di qualcosa Se si esclude che la
successione sia un divenire si deve escludere che il mondo includente la legna divenga nulla
Ma se nessun qualcosa diviene nulla si nega il divenire che invece si vuole salvare
Affermando che nel divenire ndash cioegrave prima di incominciare ad essere e dopo essersi
annientato ndash lrsquoente egrave nulla il pensiero occidentale tiene e insieme non tiene in relazione lrsquoente
al nulla non lo isola e insieme lo isola dal nulla
154 lt Per la scienza la combustione della legna egrave trasformazione di una certa quantitagrave di energia Una
arte di tale quantitagrave si trasforma in cenere unrsquoaltra parte si trasforma in calore ecc La cenere il calore ecc dono le nuove forme in cui si trasforma quella certa quantitagrave di energia in cui consiste la legna che stiamo considerando
[] E il cielo che nellrsquoannuvolarsi del cielo egrave il permanente corrisponde alla quantitagrave di energia che nella
combustione della legna si mantiene costante trasformandosi in un certo insieme di nuove forme di energia []
Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa ndash ossia la relazione tra il sostrato (una certa quantitagrave di
energia) e una certa forma ndash diventa altro da seacute ossia diventa relazione tra il sostrato e lrsquoinsieme delle forme
nuove che esso assume e che cioegrave egrave la sua forma nuova [] Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa
puograve diventare altro da seacute solo se si annulla gt Id Tautόtēs pag 18-19
96
Non lo isola dal nulla percheacute per affermare il divenire deve pensare lrsquoente come
divenuto nulla cioegrave come identico al nulla ndash deve pensare come risultato il risultato del
divenire dellrsquoente ossia deve pensare la nullitagrave dellrsquoente la relazione appunto tra lrsquoente e il
nulla
Ma insieme isola lrsquoente dal nulla astrae dal suo essere il soggetto dellrsquoesser nulla e
pone soltanto il nulla come risultato (o come lrsquoinizio) del divenire percheacute solo attraverso
questa astrazione lrsquoidentitagrave dellrsquoente e del nulla rimane nascosta e il concetto del non essere
ancora e del non essere piugrave da parte dellrsquoente non si presenta come ciograve che esso egrave ossia come
la forma piugrave radicale della contraddizione e dunque dellrsquoimpossibile e del necessariamente non
esistente ndash la forma piugrave radicale dellrsquoalienazione della veritagrave
Il porre e insieme non porre la relazione tra il qualcosa che diviene e il suo altro egrave una
contraddizione la contraddizione mediante la quale il pensiero che afferma il divenire evita di
vedere che il divenire egrave lrsquoidentificazione dei non identici e che dunque lrsquoaffermazione
dellrsquoesistenza del divenire egrave la contraddizione che pone come esistenza lrsquoassoluta inesistenza
del divenire La prima di queste due contraddizioni maschera la seconda ma essa si sottrae
allo sguardo e si maschera facendo apparire separatamente i due lati che la costituiscono
Per rendere pensabile quel divenir altro da parte di qualcosa il nichilismo (cioegrave
lrsquoontologia dellrsquoOccidente) afferma che nel divenir altro il qualcosa diviene niente ma con
questa affermazione raddoppia la contraddittorietagrave del divenir altro giaccheacute il nichilismo deve
non solo continuare a pensare che nel divenir altro qualcosa egrave altro percheacute egrave un altro qualcosa
positivo ma deve pensare anche che qualcosa egrave altro percheacute egrave nulla (egrave quellrsquoaltro che egrave il
nulla)
97
III - La volontagrave
La volontagrave di potenza urta contro lrsquoInflessibile che non si lascia modificare e la volontagrave
muore
Incomincia a vivere solo quando incomincia a flettere lrsquoInflessibile Egrave lrsquoInflessibile
contro cui la volontagrave urta inizialmente a costituirsi rispetto ad essa come la configurazione
iniziale di ciograve che la filosofia nascendo ndash e aprendo un contesto essenzialmente diverso da
quello del mito ndash ripropone come laquoimmortaleraquo laquoincorruttibileraquo laquodivinoraquo (athaacutenaton
anoacutelethron theicircon) laquoeternoraquo laquoEssere che egrave sempre salvoraquo (phyacutesis aeigrave sōzomeacutenē)
Allrsquoinizio della terra isolata lrsquoeternitagrave egrave vissuta come lo scacco della volontagrave Poi forma
tradizionale del pensiero filosofico della terra isolata ponendosi come laquoepisteacuteme della veritagraveraquo
tenteragrave di rendere autonoma rispetto alla prassi lrsquoaffermazione dellrsquoEterno tenteragrave di fondarla
Ma egrave ancora la prassi ndash cioegrave il rapporto tra la volontagrave e ciograve che essa avverte come lrsquoInflessibile
ndash a preconfigurare oltre allrsquoaffermazione filosofica dellrsquoEterno la tesi filosofica che esso egrave il
luogo da cui tutte le cose nascono e in cui si dissolvono escono dal nulla della propria
specificitagrave e vi ritornano
La flessione dellrsquoInflessibile egrave infatti lo spezzarsi di esso il suo smembrarsi e frantumarsi nelle
parti del mondo delle quali la volontagrave puograve finalmente disporre La volontagrave puograve attribuire allrsquoInflessibile o a seacute stessa il prodursi della flessione ma in ogni caso tutte le cose del mondo sono
la flessione dellrsquoInflessibile cioegrave provengono da esso sono costituite da esso che egrave lrsquounitagrave iniziale
da cui le parti diverse e tra loro opposte si separano (e tale separatezza egrave la loro specificitagrave)155
Il flessibile non egrave semplicemente ciograve che si flette cioegrave che non rimane rigido ma ciograve
che egrave piegato (o che puograve essere piegato) egrave un flexum laquoPiegareraquo egrave costruito sul latino plicare
(greco πλέϰειν) che ha la stessa radice dei verbi plectere e flectere
155 E Severino Intorno al senso del nulla cit pag 35-36
98
In quanto flectere il piegare egrave volgere il flessibile in una certa direzione in modo da
assegnargli una certa piega (flexus flexio) ossia una certa disposizione relativamente duratura
E appunto questo egrave lrsquouso nella lingua latina del verbo flectere Il flectere egrave cioegrave lrsquoagire in
quanto tale Il latino non dice soltanto flectere membra ramum navem equos ma anche
flectere viam animum mentes verba cursus
Il flessibile egrave dunque ciograve che egrave dominato nellrsquoazione rivolta a un fine ossia ciograve che egrave
disponibile al dominio dellrsquoazione e che diventa il materiale o lrsquooggetto di essa Lrsquoinflessibile egrave
lrsquoindominabile lrsquoimmodificabile lrsquoimmutabile Il contrasto tra il flessibile e lrsquoinflessibile egrave il
contrasto tra la volontagrave di flettere ndash la volontagrave di potenza la volontagrave di azione ndash e la barriera
insormontabile dellrsquoinflessibile Tutta la vita del mortale egrave un andirivieni tra la volontagrave di agire
e la barriera dellrsquoinflessibile La laquovitaraquo del mortale non egrave qualcosa di diverso ma egrave la stessa
volontagrave di agire vita egrave vis βίος egrave βία La volontagrave di azione non agisce nel vuoto si trova
originariamente circondata dalla barriera degli immutabili e agisce per incrinarla penetrarla e
allontanarla da seacute
LrsquoInflessibile sta dinnanzi alla volontagrave come la Potenza suprema come il Tremendum
anche quando la volontagrave egrave riuscita a fletterlo e a frangerlo ndash riuscendo cosigrave ad aprire lo spazio
in cui essa puograve vivere (sia pur credendo a volte che tale spazio le sia stato donato) ndash
lrsquoInflessibile si ricostituisce attestandosi su una nuova linea inoltrepassabile
LrsquoInflessibile egrave il Sacro il Tremendum che si erge di contro la volontagrave di vivere
dellrsquouomo spegnendola Come volontagrave cosciente (volontagrave di trasformare il mondo di cui egrave
cosciente) proprio percheacute vuole trasformare il mondo egrave inevitabile che dapprima se lo trovi
dinanzi non ancora trasformato e che le stia di fronte non come una porta aperta ma come una
Barriera impenetrabile e inflessibile
Percheacute la Barriera si erga impenetrabile e inflessibile non crsquoegrave bisogno che essa si mostri
come un laquoal di lagrave del mondoraquo
99
Essa egrave lrsquoOrdinamento immodificabile che regola cielo e terra ritmi e configurazioni
dello spazio e del tempo alternanza del giorno e della notte e ritmi stagionali mancanza di
cibo e potenza indomabile degli animali del fuoco dei venti delle acque giagrave come natura e
come legge del clan la Barriera egrave il laquototalmente Altroraquo percheacute egrave lrsquoinflessibilitagrave della Barriera a
determinare la sua totale alteritagrave rispetto alla volontagrave di attraversarla
Lrsquoirrompere dellrsquoazione allrsquointerno della Barriera egrave la prima flessione degli inflessibili
cioegrave la prima forma di distruzione degli immutabili Per quanto debole incerta limitata
lrsquoazione accadendo flette una parte del corpo dellrsquoInflessibile In questo suo essere flessa la
parte diventa un laquoregnoraquo
Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile non egrave un lsquoregnorsquo percheacute il regere egrave uno dei
modi preminenti della flessione Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile precede il regno degli degravei e dei mortali e lrsquoazione irrompe allrsquointerno della Barriera degli inflessibili come
azione degli degravei e dei mortali Il corpo dellrsquoinflessibile egrave il modo originario in cui la volontagrave di
potenza del mortale regna sulle cose della terra ma la volontagrave di potenza incomincia ad avvertire il
proprio regno solo nella parte che essa strappa agli inflessibili ndash cioegrave al suo regno inconscio ndash irrompendo come azione
156
156 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 256
100
CAPITOLO SECONDO
Lrsquo azione che cattura e domina lrsquoEnte
101
I - Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire157
Platone definisce lrsquoessere come δύναμις (potenza)158
ciograve che egrave (τὸ ὄν) egrave ciograve che ha la
potenza di fare o di essere fatto laquoFareraquo (ποιεῑν) significa condurre allrsquoessere (εἰς οὐσίαν) ciograve
che prima non egrave (ὅπερ ἂν μὴ πρότερον ὄν) laquoessere fattoraquo (ποιεῖσαι) significa il venire
condotto allrsquoessere159
157 Nella lingua greca o latina ndash e in generale nelle lingue indoeuropee ndash il carattere laquotecnicoraquo dellrsquoagire
trova espressione ancor prima che lrsquoOccidente assuma la tecnica nellrsquoorizzonte dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente Le
parole costruite sulla radice ar indicano costantemente qualcosa che in modo piugrave o meno diretto piugrave o meno
esplicito appartiene alla struttura formale della tecnica e cioegrave allrsquoadattarsi al convenire a un fine da parte di certi
mezzi di cui il parlante egrave convinto di disporre Tali parole nominano cioegrave o questa stessa struttura nel suo insieme
o un modo specifico del disporre dei mezzi adatto allo scopo oppure nominano il mezzo o i modi specifici di
esser mezzo e strumento o lo scopo o la maggiore o minore disponibilitagrave o riluttanza delle cose a lasciarsi usare
o lo sforzo piugrave o meno intenso che il mortale deve compiere per realizzare i suoi scopi o lrsquoordine che lrsquoazione
tecnica instaura nelle cose o la volontagrave che presiede al realizzarsi dellrsquoazione oppure il successo e lrsquoinsuccesso
cui essa va incontro lt Gran parte delle parole che nelle lingue indoeuropee indicano la laquocosaraquo alludono piugrave o meno direttamente ai
beni alle ricchezze a ciograve che serve e si adopera a ciograve di cui si ha bisogno ai valori al bestiame allrsquoaffare a ciograve
che egrave pregiato alla sostanza e al patrimonio Ricordiamo il latino res il greco pracircgma chrḗma il tedesco Ding
(inglese thing) e Sache Anche lo spettro semantico del participio greco tagrave oacutenta (gli essenti le cose che sono)
include le sostanze e i beni e anche il participio ousiacutea nomina la sostanza intesa come patrimonio Questi antichi
significati della parola laquocosaraquo implicano una situazione conflittuale e il luogo in cui essa viene discussa che
vengono in luce ad esempio in Ding thing che significano anche laquocausaraquo laquotribunaleraquo laquoparlamentoraquo
laquoassemblearaquo laquoverdettoraquo laquoprocessoraquo La stessa parola laquocosaraquo proviene dal latino laquocausaraquo intesa sia come matrice
e principio del diventar altro (dyacutenamis eis tograve patheicircn e dyacutenamis eis tograve poieicircn) sia in senso giuridico come
motivazione del diritto al possesso di ciograve che egrave conteso tra volontagrave differenti Il significato della parola laquocosaraquo
come conflittualitagrave egrave mostrata nelle antiche formazioni linguistiche della terra isolata ed egrave una figura che rinvia alla conflittualitagrave originaria dove la laquocosaraquo egrave la risultante della lotta tra la volontagrave e lrsquoInflessibile ossia egrave la forma
originaria (preontologica) del diventar altro Dicendo che Poacutelemos egrave il padre di tutte le cose e che quindi ogni cosa
egrave lotta conflitto Eraclito dice giagrave implicitamente che il conflitto egrave il significato originario dellrsquoesser laquocosaraquo
quindi possiamo dire che allrsquointerno della terra isolata la cosa egrave la madre di tutte le guerre gt E Severino Intorno
al senso del nulla cit pag 43-44
158 Platone Sofista 247 d-e Edizione BUR ndash Rizzoli Milano 2007
159 Ivi 219 b
102
Ma la potenza egrave lrsquoessenza stessa della τέχνη160
percheacute se questa si distingue in τέχνη
produttiva e τέχνη acquisitiva (ποιητιϰὴ τέχνη ϰτητιχὴ τέχνη) lrsquoacquisizione degli enti ndash come
il guadagno la proprietagrave la lotta la conoscenza ndash non egrave che un ordinamento di ciograve che egrave giagrave
stato prodotto nelle varie forme della ποιητιϰὴ τέχνη161
La distinzione tra τέχνη divina e τέχνη
umana (ϑεία τέχνη ἀνϑρωπίνη τέχνη)162
egrave pertanto la suprema differenza tra gli enti
La ϑεία τέχνη produce tutti gli enti della natura lrsquoἀνϑρωίνη τέχνη produce tutti gli enti
che nelle arti umane sono condotti dal non essere allrsquoessere Lrsquoessere egrave τέχνη percheacute egrave
essenzialmente avvolto dallrsquoorizzonte del fare e dellrsquoessere fatto ossia percheacute appartiene
essenzialmente al processo del condurre e dellrsquoessere condotto dal non essere allrsquoessere (αἰτία
τοῖς μὴ πρότερον οῦσιν ὕστερον γίγνεσϑαι)163
160 lt Ars viene tradotto con il termine laquoarteraquo Ma ars indica innanzitutto ciograve che si trova disposto in una
connessione e in un ordine e precisamente ciograve che si trova disposto nella connessione e nellrsquoordine che consente
al mortale di ottenere un certo scopo Ars egrave cioegrave ogni abilitagrave del corpo e della mente del mortale ossia ogni attivitagrave
che disponendo le cose in un certo ordine ndash facendole diventare laquomezziraquo e laquostrumentiraquo in un certo modo
determinato ndash egrave capace di conseguire uno scopo Тέλος (laquoscoporaquo) ndash che egrave metatesi di art ndash egrave il compimento
dellrsquoars [] Ars egrave unrsquoastrazione di artus Artus non egrave semplicemente ciograve che egrave unito al corpo ma egrave lo strumento
originario di cui il mortale si sente padrone e che gli consente di modificare il mondo in cui vive E glielo
consente percheacute non egrave rigido ma egrave laquoarticolatoraquo e quindi egrave artus (a um) Quasi della stessa importanza dellrsquoartus
per la modificazione delle cose egrave lrsquoarmus (ἁρμoacuteς) lrsquoomero che consente di trasportare i pesi piugrave grossi e operare
piugrave profonde modificazioni nelle cose [] Nella storia dellrsquoOccidente la parola fondamentale che esprime il senso dellrsquoars egrave τέχνη da cui deriva la parola laquotecnicaraquo Ma mentre in ars viene esplicitamente nominata la connessione
calcolata dei mezzi al fine τέχνη nomina invece i vari modi e settori in cui questa connessione si realizza a partire
da quello originario mediante il quale il mortale copre il suo corpo e gli dagrave un rifugio gt E Severino Destino
della necessitagrave pag 263-265-266
161 Platone Sofista 219 c
162 Ibidem 265 b-e
163 Ibidem
103
Ma lrsquoente non egrave un niente sigrave che la τέχνη divina e umana non egrave la capacitagrave che riesce a
identificare lrsquoente al niente ma egrave quel modo di porsi in relazione allrsquoessere dellrsquoente dove ogni
aspetto della relazione egrave determinato dalla persuasione che la nientitagrave dellrsquoente sia164
Per Aristotele lrsquoaffermazione che tutto accada necessariamente implica lrsquoinutilitagrave e
lrsquoirrilevanza del volere e dellrsquoagire laquoIl volere e lrsquoagire sono principio delle cose futureraquo (ἀρχὴ
τῶν ἐσομένων ϰαὶ ἀπὸ τοῦ βουλεύεσϑαι ϰαὶ ἀπὸ τοῦ πρᾶξαί τι)165
nel senso che solo laquose ci
metteremo a fare qualcosa questa cosa esisteragrave e non esisteragrave se non ci metteremo a farlaraquo
(ἐὰν μὲν τοδὶ ποιήσωμεν ἔσται τοδί ἐὰν δὲ μὴ τοδί οὐϰ ἔσται)166
La volontagrave e lrsquoazione sono
dei principi dellrsquoesistenza del futuro nel senso che egrave da essi che dipende che certe cose future
siano oppure non siano
Lrsquoessenza della tecnica moderna egrave giagrave presente nel modo in cui il pensiero greco ha
espresso il senso dellrsquoazione umana Affincheacute esista qualcosa come una laquoazione umanaraquo
devono esistere un laquoattoreraquo cioegrave lrsquouomo che compie lrsquoazione uno laquoscoporaquo dellrsquoazione cioegrave
lrsquoidea del futuro che lrsquouomo vuole realizzare con la propria azione una serie di laquomezziraquo o di
strumenti capaci di realizzare lo scopo e dei quali lrsquouomo dispone
La decisone egrave il momento fondamentale dellrsquoagire umano consiste nella volontagrave di
produrre quel mezzo o quella serie di mezzi che allrsquoanalisi si rivela piugrave idonea alla
realizzazione dello scopo
164 lt Lrsquoἀνϑρωπίνη τέχνη si egrave oggi completamente sostituita alla ϑεία τέχνη ma il senso dellrsquoessere rimane
ancor oggi identico a quello stabilito da Platone una volta per tutte nella storia dellrsquoOccidente Dio e la tecnica
moderna sono le due fondamentali espressioni del nichilismo metafisico gt E Severino Essenza del nichilismo
pag 197
165 Aristotele De Interpretatione 19 a 7-8
166 Ibidem 18 b 32-33
104
I mezzi di cui dispone la tecnica moderna non sono confrontabili con i mezzi a disposizione
dellrsquouomo greco e tuttavia la tecnica moderna si sviluppa interamente allrsquointerno della struttura
dellrsquoazione umana quale egrave stata portata alla luce una volta per tutte dal pensiero greco167
In quanto volontagrave di realizzare uno scopo con i mezzi che essa ritiene piugrave adatti e che
crede di saper dominare lrsquoazione egrave la tecnica La struttura formale dellrsquoazione egrave la struttura
formale della tecnica della preistoria e della storia dellrsquoOccidente
Ma lrsquoazione dellrsquouomo egrave decisione e la decisione in quanto tale egrave assunta dai mortali
come un atto isolante Decidere egrave separare La parte separata dal Tutto egrave essa stessa un
separare dal Tutto
La parola latina decidere egrave formata dalla preposizione de e dal verbo caedere che significa
appunto laquoseparareraquo laquofare a pezziraquo laquotagliareraquo E anche la parola latina occidere egrave formata
da una preposizione (ob) a dal verbo caedere Come lrsquooccidere cosigrave il decidere egrave sentito
dal linguaggio premetafisico come un separare E ciograve accade anche in eligere (ex-legere)
da cui deriva probabilmente attraverso il rafforzativo exeligere lrsquoitaliano scegliere168
NellrsquoEtica a Nicomaco169
Aristotele esprime il senso della separazione operata dal
decidere in quanto tale la parola usata per indicare nel testo il processo del decidere egrave
προαίρεσις laquoproponimentoraquo costituita dalla preposizione πρὀ (che indica il procedere nei suoi
vari sensi) e da αἵρεσις che significa insieme laquoconquistaraquo e laquosceltaraquo
Αἱρέω da cui αἵρεσις deriva significa oltre che laquoscelgoraquo laquopreferiscoraquo anche
laquoprendoraquo laquoafferroraquo laquomi impadroniscoraquo laquotraggo via da un luogo riducendo in mio potereraquo
167 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 249
168 Ivi pag 362
169 Aristotele Etica Nicomachea Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo
fedelmente alla loro utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino in Destino della Necessitagrave pag
362 e sgg
105
E al significato dellrsquoimpadronirsi appartiene il separare ciograve di cui ci si impadronisce egrave
portato via cioegrave vien separato dalla compagnia e dai luoghi cui esso originariamente
appartiene
La definizione aristotelica della προαίρεσις esprime il senso giagrave contenuto in questa
parola laquola προαίρεσις egrave delle cose che sono in nostro potereraquo ἡ προαίρεσις περὶ τὰ ἐφ
´ἡμῖν170
La προαίρεσις aristotelica egrave ὄρεξις βουλευτιϰή un appetito (ὄρεξις) ndash tendenza brama
ndash unito a deliberazione (βουλευτιϰή) Lrsquoespressione ὄρεξις βουλευτιϰή egrave equivalente a
ὀρεϰτιϰὸς νοῦς laquointelligenza appetitivaraquo e a ὄρεξις διανοητιϰή laquoappetito razionaleraquo171
I
termini βουλευτιϰή νοῦς διανοητιϰή indicano il λόγος cioegrave la ratio il calcolo conformemente
(ϰατά)172
al quale lrsquoὄρεξις appetisce
Nella προαιρεσις vengono ad unirsi due aspetti (μόρια) dellrsquolaquoanimaraquo laquoquello che
possiede il λόγοςraquo (τὸ λόγος ἔϰον) e laquoquello che egrave privo del λόγοςraquo (τὸ ἄλογον)173
Lrsquo ἄλογον ὀρεϰτιϰόν (cioegrave ὄρεξις) laquopartecipa alla ragione appunto in quanto le presta
ascolto e le obbedisceraquo (μετέχει πως ᾗ ϰατήϰοόν ἐστιν αὐτοῦ [λόγου] ϰαὶ πειϑαρχιϰόν174
Lrsquoὄρεξις quindi egrave una convinzione πείϑεται Il suo obbedire al λόγος egrave un essere
convinta il suo prestare ascolto egrave un udire un dar retta e il dar retta egrave daccapo lrsquoesser convinti
di qualcosa Il concordare col λόγος significa capirlo ed essere convinti di ciograve che il λόγος dice
Ma lrsquoὄρεξις egrave una convinzione non solo quando obbedisce e concorda col λόγος ma
anche quando disobbedisce e discorda Disobbedire e discordare significa infatti avere una
convinzione diversa da quella che si possiede quando si obbedisce al λόγος laquoCombattereraquoraquo
laquoresistereraquo laquoopporsiraquo laquoavversareraquo il λόγος dagrave luogo allrsquoἀτεχνία175
laquomancanza di arteraquo ma
ἀτεχνία non egrave semplic assenza di λόγος ma egrave la presenza di un λόγος falso (λόγος ψευδής)176
170 Ivi 1111 b 30
171 Ivi 1139 a 23 1139 b 4-5
172 Ivi 1113 a 20
173 Ivi 1102 a 28 sgg
174 Ivi 1102 b 30-31
175 Ivi 1140 a 21
176 Ivi 1102 a 22
106
II - Il dominio che guida il divenire
La προαιρεσις guida percheacute essa egrave la presa di possesso preliminare che traccia il
confine attorno alle cose che saranno prodotte e distrutte e insieme delimita preliminarmente il
campo del dominabile e lo sottrae allrsquoinfluenza di ogni altro laquoprincipioraquo diverso dallrsquouomo
cioegrave lo rende qualcosa di separato e di isolato dal Tutto Lrsquouomo egrave infatti il laquoprincipio delle
azioniraquo ἄνϑρωπος εἶναι ἀρχὴ τῶν πράξεων177
ossia laquone egrave il genitore come lo egrave dei propri
figliraquo (γεννητῆν τῶν πράξεων ὥσπερ ϰαὶ τέϰνων)178
Le cose laquoil cui principio egrave in noiraquo sono
laquoquelle che sono in nostro potereraquo (ὦν ϰαὶ αἱ ἀρχαὶ ἐν ἡμῖνhellipαὐτὰ ἐφ´ἡμῖν) laquoe che sono
laquovolontarieraquo (ϰαὶ ἑϰούσια)179
La προαίρεσις egrave ciograve per cui lrsquouomo egrave principio delle proprie azioni e quindi essa egrave
qualcosa di laquovolontarioraquo (ἑϰούσιον)180
giaccheacute nelle azioni laquoinvolontarieraquo (ἀϰούσια) e
laquoforzateraquo (βίαια) il loro laquoprincipioraquo egrave esterno a chi agisce (ἡ ἀρχὴ ἔξωϑεϑν)181
Ma la προαίρεσις egrave principio dellrsquoazione e quindi degli enti prodotti dallrsquoazione nel
senso che egrave laquoprincipio del movimentoraquo principio che muove le parti del corpo umano
servendosene come strumenti (ἡ ἀρχὴ τοῦ ϰινεῖν τὰ ὀργανιϰὰ μέρη)182
al fine di produrre certi
enti invece di altri E Aristotele stabilendo unrsquoidentitagrave tra il punto di vista di chi agisce e il
punto di vista del filosofo che riflette sullrsquoazione non si limita ad affermare che per la
coscienza di chi decide certe cose appaiano essere in potere di chi decide ma afferma che
nellrsquouomo laquoassennatoraquo (νοῦν ἔχων)183
la decisione si riferisce a cose che non sono soltanto
ritenute da parte di chi decide in suo potere ma sono in realtagrave in suo potere Il dominio della
προαίρεσις egrave realtagrave
177 Ivi 1112 b 31-32
178 Ivi 1113 b 18-19
179 Ivi 1113 b 20-21
180 Ivi 1112 a 14
181 Ivi 1110 a 1
182 Ivi 1110 a 15-16
183 Ivi 1112 a 21
107
E drsquoaltra parte ndash dice lo Stagirita ndash affincheacute lrsquouomo decida non egrave sufficiente che il suo
decidere appaia come un dominio nella coscienza ma egrave necessario che chi decide ritenga
(οἴεται) sia convinto che le cose decise sono portate allrsquoesistenza (γενέσϑαι) dalla decisione
stessa ossia che la sua decisione domina la dimensione delle cose decise La προαίρεσις non egrave
cioegrave il puro volere (βούλησις)184
ma egrave la decisione che calcola le cose che assume sotto il
proprio dominio e la cui esistenza e non esistenza essa vede in proprio potere
Il calcolo egrave unrsquolaquoanalisiraquo (ἀναλίύειν)185
che ricerca lrsquoordine dei mezzi piugrave idoneo alla
produzione del fine e che scompone la serie dei mezzi procedendo da quello che produce il
fine a quello intermedio che produce quel primo mezzo sino a giungere alla laquocausa primaraquo (τὸ
πρῶτον αἴτιον) della realizzazione del fine la quale causa prima egrave lrsquolaquoultimo ad essere trattato
nellrsquoanalisi ed egrave il primo ad essere prodottoraquo (τὸ ἔσχατον ἐν τῇ ἀναλύσει πρῶτον εἶναι ἐν τῇ
γενέσει)186
Lrsquoanalisi riconduce un mondo al principio del dominio e fa di questo principio il
dominatore di questo mondo Lrsquoanalisi egrave questo stesso principio che si impadronisce
preliminarmente di quel mondo considerandolo come il luogo ove esso principio puograve
esercitare il proprio dominio Sin tanto che lrsquoanalisi non riesce ad agganciare la serie dei mezzi
alla προαίρεσις in quanto principio del dominio lrsquoanalisi egrave laquoricercaraquo (ζητεῖν)187
e il ricercante
ricerca appunto laquocome agireraquo o laquoche cosa fareraquo ma la ricerca in quanto tale egrave lrsquoapertura della
dimensione sulla quale puograve stendersi il dominio dellrsquouomo E la ricerca egrave la προαίρεσις in
quanto essa egrave lrsquoimpadronirsi preliminare di questo dominio
Avendo fede di essere lrsquoautore delle proprie azioni il mortale crede di esserne
responsabile Il linguaggio esprime questa convinzione con la costruzione dei pronomi
personali e con la flessione del verbo Ma nella convinzione di essere responsabili delle proprie
azioni egrave presente la volontagrave di potenza
184 Ivi 1111 b 19 sgg
185 Ivi 1112 b 15 sgg
186 Ivi 1112 b 23-24
187 Ivi 1112 b 20
108
Il responsabile egrave infatti chi decide cioegrave chi separa dal Tutto la dimensione che egrave convinto di dominare Risponde delle proprie azioni percheacute ne egrave il padrone e ne egrave il padrone percheacute le ha
separate dal Tutto e le ha separate dal Tutto percheacute il Tutto gli appare come lrsquounione accidentale di
ciograve che esce e ritorna nel nulla188
Il mortale egrave lrsquoartefice Il mortale premetafisico egrave il tentativo di essere artefice la sua
decisione egrave ciograve costantemente accompagnata dalla possibilitagrave che le cose non si lascino
decidere e separare Invece il mortale metafisico riesce a decidere percheacute il suo decidere si
fonda sullrsquoapertura dellrsquo ἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
La τέχνη e la φρόνησις (laquosaggezzaraquo) sono la προαίρεσις nella quale lrsquoὄρεξις egrave unita al
calcolo laquoveroraquo (ἀληϑεύει)189
La προαίρεσις esiste infatti come laquovolontagrave calcolanteraquo
(βουλευτιχὴ ὄρεξις) anche quando il suo calcolo egrave errato o perchegrave considera in suo potere enti
che non lo sono o percheacute considera come mezzo ciograve che non egrave in grado di produrre il fine
La τέχνη egrave laquoabito produttivoraquo (ποιητιχὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου
ἀληϑοῦς)190
la φρόνησις egrave laquoabito praticoraquo (πραϰτιϰὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου
ἀληϑοῦς)191
Nellrsquouna e nellrsquoaltra la προαίρεσις non egrave un atteggiamento passeggero o
accidentale ma laquoabitoraquo (ἕξις) e cioegrave sono entrambe laquoabito con proponimentoraquo ma nella τέχνη
la προαίρεσις egrave principio di ποίησις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave esterno allrsquoazione) nella
φρόνησις la προαίρεσις egrave principio di πρᾶξις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave interno allrsquoazione
stessa)192
Sia nella tecnica sia nella saggezza morale ndash cioegrave nelle due forme dellrsquoazione
razionale193
ndash lrsquouomo egrave veramente laquopadroneraquo (ϰύριος)194
e principio del proprio agire da lui
dipendono sia le opere tecniche sia il bene
188 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 377
189 Aristotele Etica Nicomachea 1139 b 15
190 Ivi 1140 a 9-10 191 Ivi 1140 b 20-21
192 Ivi 1140 a 3-5
193 lt Nellrsquolaquoazione razionaleraquo (cioegrave nellrsquoazione capace nella sua forma piugrave evoluta di guidare
lrsquooscillazione dellrsquoente) la coscienza non insegue infatti una volontagrave che vuole oggetti imprevedibili per la
coscienza ndash non egrave una coscienza impotente di una volontagrave (cioegrave di una potenza) laquociecaraquo nellrsquolaquoazione razionaleraquo
la volontagrave sa ciograve che vuole gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 388
194 Aristotele Etica Nicomachea 1113 b 32 1139 a 18
109
Tanto la tecnica quanto la santitagrave sono cioegrave isolamento di un mondo che cosigrave separato
dal Tutto viene dominato dallrsquoagire conforme al calcolo vero Lrsquoessenza della tecnica egrave
lrsquoessenza dellrsquoetica Al giovane ricco che gli domanda che cosa deve fare per avere la vita
eterna Gesugrave risponde Ma proprio percheacute gli dice che cosa deve fare (osservare i
comandamenti e dare le proprie ricchezze ai poveri) proprio per questo la risposta di Gesugrave si
mantiene allrsquointerno dellrsquoisolamento della terra ndash e se il giovane ricco gli avesse dato ascolto
avrebbe ottenuto una laquovita eternaraquo che egrave pur sempre una determinazione dellrsquoalienazione
essenziale una determinazione cioegrave della terra isolata
Lrsquoisolamento del mondo umano non egrave una semplice intenzione soggettiva ndash cioegrave non egrave
la προαίρεσις in quanto volontagrave di dominio che appartiene alla preistoria dellrsquoOccidente ndash solo
in quanto le cose prodotte dalla τέχνη e dalla φρόνησις sono enti che escono e ritornano nel
nulla (τι τῶν ἐνϑεχομένων ϰαὶ εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) cioegrave sono lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
La laquosalvezza dellrsquoanimaraquo (ma anche quella del mondo e degli esseri del mondo dal
nulla) del cristianesimo rimane completamente allrsquointerno della φρόνησις aristotelica anche il
santo cristiano ndash in quanto esso egrave la προαίρεσις che egrave principio e produzione della salvezza ndash egrave
volontagrave di dominare lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
Secondo il cattolicesimo nel credente la προαίρεσις egrave unita ma non egrave annullata dalla laquoGraziaraquo ndash cioegrave la volontagrave di dominio umana laquocooperaraquo nel credente con la volontagrave di dominio divina (e la
laquocooperazioneraquo egrave in realtagrave unrsquoesclusione reciproca) Ma soltanto laquoDioraquo egrave il laquosignoreraquo (ὁ ϰύριος)
dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente che produce la salvezza dellrsquouomo e il Dominus egrave δαιμόνιος cioegrave il
laquoseparanteraquo proprio in quanto egrave il laquoSalvatoreraquo195
Il separato egrave la laquoterraraquo o la laquodimoraraquo o la laquodonnaraquo o la laquomoltitudineraquo o il laquobestiameraquo
Dio separa le cose da seacute in quanto inviolabile se le cose fossero legate indissolubilmente alla
sua inviolabilitagrave egli non potrebbe dominarle
195 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 370
110
III - La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio
Il dominio che si impadronisce delle cose modificandole egrave possibile solo sul
fondamento del dominio che si impadronisce delle cose isolandole dal tutto Lrsquoisolarle egrave
appunto la persuasione che esse non dipendano in alcun modo (quanto al loro esistere al loro
manifestarsi alla loro intelligibilitagrave alle loro trasformazioni) da ciograve che sta al di lagrave del campo ndash
il campo del dominato ndash da esse costituito Si puograve disporre di qualcosa solo in quanto
isolandolo lo si egrave reso disponibile
Il dominio assegna un futuro alle cose dominate Sia nel senso che allrsquoisolamento egrave
assegnato il suo perpetuarsi nel futuro ndash al disponibile egrave cioegrave assegnato il suo mantenersi nella
disponibilitagrave ndash sia nel senso che al disponibile egrave assegnata una trasformazione del suo
contenuto che ancora esso non possiede Lrsquoassegnazione di un futuro alle cose dominate egrave
avere uno scopo Ma nel dominio avere uno scopo significa assegnare alle cose un futuro che
egrave diverso da quello che esse avrebbero indipendentemente da questa assegnazione Codesta
diversitagrave peraltro non significa che il dominio rende impossibile il divenire ma che lo guida
Col dominio il divenire si guida e quindi si dagrave un futuro diverso da quello che esso avrebbe se non fosse un guidarsi Se il futuro delle cose fosse predeterminato e inevitabile esso sarebbe
indipendente dagli scopi del dominio cioegrave non sarebbe possibile assegnare un futuro alle cose e
quindi il dominio sarebbe impossibile196
Quindi per poter assegnare un futuro e avere uno scopo il dominio deve essere la
certezza che le cose dominate e il loro futuro non dipendono da nientrsquoaltro che dalla volontagrave
dominante che assegna loro un futuro e cioegrave deve essere la certezza che le cose dominate sono
isolate dal tutto
196 Ivi cit pag 239
111
La capacitagrave poi di assegnare un futuro egrave dunque nel dominio laquolibero arbitrioraquo ossia
isolamento del dominato e del dominante
Se lrsquoisolamento appartiene allrsquoessenza del dominio tuttavia sin tanto che non viene portato alla
luce il senso dellrsquoente in quanto ente e sin tanto che lrsquoente non viene inteso come
ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente [] lrsquoisolare si presenta come unrsquoattivitagrave che non egrave garantita dallo statuto reale di ciograve che si vuole isolare e quindi si presenta come unrsquointenzione
soggettiva che puograve avere successo ma puograve anche fallire e che quando ha successo egrave
costantemente esposta alla possibilitagrave del fallimento197
Il dominio sullrsquoente ha un carattere laquoscientificoraquo da quando lrsquooperazione isolante del
dominio non egrave unrsquointenzione soggettiva ma egrave fondata sullrsquoisolamento laquorealeraquo dellrsquoente
197 Ivi cit pag 240
lt Solo se lrsquoente esce e ritorna nel nulla lo si puograve isolare e solo se lo si isola lo si puograve dominare []
Lrsquooriginario e decisivo impadronirsi dellrsquoente egrave il renderlo libero Lrsquoimpadronirsene egrave il sottrarlo al destino della
veritagrave dellrsquoessere [] Solo in quanto lrsquoente egrave disponibile allrsquoessere e al niente un padrone puograve disporne []
Lrsquoἐπιστήμη (da Platone a Hegel) egrave la prima forma di dominio dellrsquooscillazione lrsquooscillazione egrave dominata dallrsquo
ἐπιστήμη appunto in quanto egrave sottoposta al calcolo incontrovertibile [] Ma il controllo epistemico dellrsquooscillazione la rende impossibile [] Solo se il progetto della dominazione su cui si fonda la tecnica egrave reso
esterno al divenire dellrsquoente e quindi viene daccapo a costituirsi come un immutabile e quindi come il centro di
una totalitagrave organica si puograve ritenere (come accade nel pensiero di Heidegger) che la tecnica come lrsquo ἐπιστήμη
renda impossibile il divenire dellrsquoente Ma se il progetto di dominazione della tecnica del Tutto viene lasciato
allrsquointerno del processo del divenire allora questo progetto a differenza dellrsquoἐπιστήμη non egrave una prevaricazione
che soffoca la libertagrave del divenire [] La tecnica non soffoca il laquogiocoraquo del divenire ma toglie ogni limite alla sua
libertagrave gt Ivi cit pag 229
112
La scientificitagrave del dominio raggiunge il suo culmine nella civiltagrave della tecnica quando
la volontagrave che il senso dellrsquoente sia oscillazione tra lrsquoessere e il niente si libera da ogni
episteacuteme da ogni immutabile da ogni nesso necessario e si tiene dinanzi lrsquoente in quanto ente
e cioegrave ogni ente come oscillazione tra lrsquoessere e il niente
Questa volontagrave di dominio totale in cui consiste lrsquoessenza della civiltagrave della tecnica
presuppone che il tutto sia unificato dalla determinazione trascendentale dellrsquoente
lrsquoἐπαμφοτερίζειν
Ma la volontagrave di guidare lrsquooscillazione della totalitagrave dellrsquoente si realizza solo come
dominio di una parte dellrsquoente percheacute la totalitagrave dellrsquoente sta dinnanzi come divisa in una
molteplicitagrave di campi isolati e il dominio tecnologico non puograve assegnare alla totalitagrave un futuro
che sia il futuro della totalitagrave in quanto totalitagrave e sia dunque lo scopo unitario del tutto in
quanto tale
Se il dominio tecnologico avesse uno scopo unitario verso il quale avesse a dirigere la totalitagrave degli
enti la totalitagrave sarebbe infatti un organismo un sistema di nessi necessari tra gli enti dove la teleologia di ogni ente coinvolgerebbe e sarebbe coinvolta dalla teleologia di ogni altro ente Se
dunque il dominio tecnologico assegna un futuro a qualcosa (A) se cioegrave trasforma qualcosa
conformemente a un certo scopo questo scopo puograve essere soltanto lo scopo di quel campo particolare di enti che egrave A e di quelle operazioni particolari che sono idonee alla trasformazione di
A e non puograve essere pertanto se non accidentalmente lo scopo di B C D e delle operazione
particolari che si propongono la trasformazione di B C D appunto percheacute altrimenti tra A B C D sussisterebbe un nesso necessario ed esse non sarebbero determinazioni isolate Nel dominio avere
uno scopo significa assegnare un futuro a una parte isolata dal tutto198
E il carattere particolare e specifico dellrsquooperare scientifico-tecnologico egrave giagrave presente
nella formulazione platonico-aristotelica della laquodivisione del lavororaquo
198 Ivi cit pag 245
113
Nel II libro della Repubblica199
Platone dice che il πράττειν cioegrave il dominio
dellrsquooscillazione dellrsquoente egrave laquopiugrave intensoraquo (πλείω) laquopiugrave efficaceraquo (ϰάλλιον) e laquopiugrave
praticabileraquo (ῥᾷον)200
solo in quanto si suddivide in operazioni specifiche realizzate da certi
operatori e non da altri ἄλλͻς ἐπ´ἄλλου ἔργου πρᾶξιν (alium ad alius operis effectionem)201
La divisione (lrsquoisolamento) del lavoro non egrave una determinazione accidentale del lavoro la
divisione del lavoro sussiste ndash il lavoro egrave una molteplicitagrave di operazioni isolate ndash appunto
percheacute il laquolavororaquo egrave πρᾶξις ossia egrave la guida (αἰτία)202
dellrsquooscillazione dellrsquoente tra lrsquoessere e il
niente e quindi egrave la guida di ciograve che in quanto cosigrave oscillante egrave isolato ndash si che la guida
dellrsquoisolato egrave essa stessa unrsquooperazione isolata divisa dalle altre
Proprio di questa divisione parla Aristotele allrsquoinizio dellrsquoEtica quando afferma la
molteplicitagrave degli scopi (πολλὰ γίνεται ϰαὶ τὰ τέλη) in corrispondenza alla molteplicitagrave dei
laquolavoriraquo (πολλῶν δὲ πράξεων οὐσῶν ϰαὶ τεχνῶν ϰαὶ ἐπιστημῶν)203
Lo scopo egrave il futuro che viene assegnato a una parte percheacute se fosse il futuro assegnato
al tutto in quanto tale il tutto non sarebbe laquodiacronicoraquo ma laquosincronicoraquo e organico cioegrave
esisterebbe un nesso tra le parti Ma se il futuro di una parte isolata non puograve essere il futuro
delle altre parti se cioegrave le altre parti hanno altri futuri ogni scopo egrave a sua volta una parte
isolata dalla totalitagrave del futuro La totalitagrave degli scopi riproduce la molteplicitagrave di
determinazioni isolate del presente
Separata dal destino la terra appare nellrsquoisolamento come libera e insieme dominabile
Egrave dominabile proprio percheacute egrave stata liberata dal destino Ma la sua libertagrave egrave anche la sua
assoluta imprevedibilitagrave Il timore egrave innanzitutto lrsquoavvertimento di questa imprevedibilitagrave E il
mortale per allontanare tale timore circonda di legami la terra che stringono ciograve che egrave stato
sciolto dal piugrave indissolubile dei legami Legami che sono gli laquoimmutabiliraquo gli laquoeterniraquo i
laquodestiniraquo che restano evocati allrsquointerno della solitudine della terra
199 Prima edizione Universale Economica Feltrinelli Milano 1995
200 Ivi 370 c
201 Ibidem
202 Platone Sofista 265 b
203 Aristotele Etica Nicomachea 1094 a 6-8
114
CAPITOLO TERZO
Lrsquo alienazione nello sguardo del Destino
115
I - Ciograve che il mortale crede
Ciograve che i mortali chiamano laquovolontagraveraquo e laquodecisioneraquo egrave in veritagrave senza residui convinzione (certezza fede persuasione) cioegrave apparire A sua volta lrsquoapparire in cui consiste ogni decisione e
ogni volontagrave possiede un carattere laquopraticoraquo quel carattere che i mortali interpretano come
capacitagrave pratica di trasformazione del mondo ma che nello sguardo del destino della veritagrave egrave qualcosa di abissalmente diverso da tale capacitagrave
204
La decisione non egrave altro che la convinzione che stia per realizzarsi un processo di cui lo
stato attuale del mortale (cioegrave della sua mente del suo corpo) egrave insieme la causa (il principio)
e lrsquoinizio e di cui lo laquoscoporaquo cioegrave una certa disposizione futura dellrsquoente egrave il termine La
decisione egrave lrsquoapparire di una certa disposizione futura dellrsquoente come risultato tale
disposizione di un certo processo quando i mortali decidono accade per lo piugrave qualcosa (ossia
nel cerchio dellrsquoapparire entra per lo piugrave qualcosa) che i mortali interpretano come il realizzarsi
di quella stessa disposizione dellrsquoente che si erano proposti come scopo e che dunque essi
credono di essere stati capaci di tradurre dal piano delle idee a quello della realtagrave
Quellrsquoapparire che egrave la decisione egrave per lo piugrave accompagnato dallrsquoapparire di qualcosa
che il decidente interpreta come il conseguimento la realizzazione dello scopo
La volontagrave e quindi anche quella volontagrave che si realizza come preghiera egrave la convinzione che il
voluto si realizzi credite quia accipietis Ma se per Gesugrave la fede egrave convinzione ogni decisione egrave una convinzione siffatta Solo che i mortali non hanno piugrave fede che le montagne si muovano cioegrave
hanno fede di muoverle non mediate il laquoFiglio di Dioraquo ma mediante lrsquouso di certi strumenti che la
tecnica dellrsquoOccidente egrave andata approntando e cioegrave mediante la fede questa sigrave posseduta nel
laquomovimentoraquo prodotto da tali strumenti205
Nella prassi scientifica egrave tenuta costantemente aperta la possibilitagrave che la regione
controllata sia condizionata da fattori ignoti
204 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 487
205 Ivi cit pag 488
116
Ma nellrsquoatto del decidere e quindi anche nella decisione scientifico-tecnologica la
decisione egrave presa solo in quanto essa egrave la convinzione di disporre di tutte le forze che sono
richieste per la produzione dello scopo e quindi solo in quanto viene esclusa quella possibilitagrave
di intervento di forze ignote Una possibilitagrave che torna a riaprirsi quando la prassi scientifico-
tecnologica si lascia alle spalle questo tipo di decisione per elaborarne uno piugrave adeguato alla
nuova configurazione che nel frattempo la regione controllata egrave venuta ad assumere
Il mortale crede di volere crede di disporre dei mezzi piugrave idonei alla produzione dei
suoi scopi crede di dominare la terra ma il suo volere (cioegrave lrsquoinsieme e ognuna delle sue
convinzioni) egrave unito al dubbio (cioegrave allrsquoindecisione e al non volere) e ne egrave contrastato
La coscienza di decidere egrave un laquovedersiraquo decidere ossia egrave un laquovedersiraquo non dubitante
Ma questo laquovedereraquo non vede ciograve che egrave non laquovederaquo cioegrave lrsquounione essenziale ossia la
contraddizione del decidere e del dubbio ma laquovederaquo soltanto il decidere Puograve credere di
volere percheacute isola la fede dal dubbio ma il dubbio non cessa e non scompare per il fatto che
il mortale non vuole avere i dubbi che pur appartengono alla sua essenza La qualitagrave del volere
del mortale egrave pur sempre determinata dal dubbio respinto nellrsquoinconscio in quanto lrsquoinconscio
egrave ciograve che viene isolato dal contenuto che il mortale vuole riconoscere
Egrave questa volontagrave non volente che laquoottieneraquo ciograve che i mortali credono sia lrsquolaquoottenutoraquo
Il mortale non laquoottieneraquo crede di ottenere Crede di ottenere ciograve che vuole ma ciograve che accade
egrave il destino ndash il destino della veritagrave ndash che nessun dio e nessun uomo possono laquotenereraquo e
dominare e che include anche lrsquoaccadimento della fede e della volontagrave dei mortali
Nello sguardo del destino la volontagrave egrave apparire Non egrave laquoforzaraquo laquotendenzaraquo laquoappetitoraquo
laquoimpulsoraquo Lrsquoapparire in cui la volontagrave consiste egrave apparire di un contenuto che non egrave il destino
della veritagrave egrave lrsquoapparire di qualcosa che appartiene al mondo sognato dallrsquoalienazione della
veritagrave
117
Tale mondo egrave la terra isolata il contenuto che appare allrsquointerno dellrsquoisolamento della
terra Ma ogni apparire il cui contenuto non egrave il destino della veritagrave o un suo tratto egrave volontagrave
decisione ossia egrave la convinzione di dominare qualcosa e che il dominante sia quello stesso che
egrave il convinto Lrsquoisolamento della terra egrave la volontagrave originaria allrsquointerno della quale soltanto egrave
possibile e puograve sopraggiungere lrsquoapparire di ogni volizione e di ogni decisione del mortale
Lrsquoisolamento della terra egrave volontagrave che la terra sia la regione sicura ossia egrave la
convinzione di disporre della terra nel senso che questa convinzione egrave convinzione che la terra
si rende disponibile per il motivo che si egrave convinti di disporne E la convinzione che la terra sia
il terreno sicuro egrave convinta di ottenere la sicurezza della terra non per mezzo di altro ma per seacute
stessa Ma nellrsquoisolamento la terra sicura viene dapprima interpretata come lrsquoinflessibile Il
fondamento originario di ogni flessione (cioegrave di ogni decisione e azione) interpreta come
inflessibile il contenuto che esso ottiene nel proprio flettere originario Poi un poco alla volta
la flessione flette gli inflessibili della terra Quando lrsquoOccidente incomincia a testimoniare la
sicurezza della terra trova la terra giagrave divisa tra le cose inflessibili e quelle flessibili tra ciograve che
egrave sottratto ad ogni volere e ciograve che invece egrave disponibile ad esso
La cultura moderna vede nei mortali la presenza della volontagrave divina e il soggetto
trascendentale diventa la volontagrave di produrre la terra La terra che resta prodotta
nellrsquoautoproduzione del soggetto trascendentale egrave sempre la terra isolata che appare come il
terreno sicuro La volontagrave che produce la terra egrave intesa come la vera realtagrave il vero valore Nel
concetto di creazione umana di creazione divina del mondo di autoproduzione del soggetto
trascendentale di dominio tecnologico della terra la volontagrave originaria che la terra sia la
regione sicura sta dinnanzi a seacute stessa
118
Lrsquoaccadimento in cui consiste lrsquoisolamento della terra egrave lrsquoaccadimento dellrsquoesser
mortale del mortale ma lrsquoesser mortale egrave lrsquoessenza sia del mortale sia degli degravei sia del dio
cristiano sia del soggetto trascendentale sia del dominio tecnologico della terra
Ma la volontagrave proprio percheacute egrave volontagrave non puograve ottenere ciograve che essa vuole Il voluto
egrave in quanto tale il non ottenibile
Tutto ciograve che si ottiene egrave ciograve che si vuole ottenere ossia egrave ciograve che si crede si ha fede di
ottenere egrave ottenuto allrsquointerno dellrsquoalienazione Lrsquoalienazione egrave lrsquoastro eterno che consiste
nella convinzione che esista ciograve che egrave impossibile Allrsquointerno dellrsquoalienazione tutto ciograve che si
ottiene si ottiene percheacute sia ha fede di ottenerlo e si ha fede di averlo ottenuto
Il precetto evangelico che se si ha fede che le montagne si sollevino esse si solleveranno e il
tratto decisivo della scienza moderna (e che ancora si sottrae allrsquoautocoscienza della scienza) che la trasformazione del mondo ha carattere scientifico solo se egrave oggetto di consenso intersoggettivo e
quindi solo se si ha fede che tale consenso esista [] ebbene quel precetto e quel tratto
appartengono entrambi alla stessa essenza ossia alla volontagrave originaria dellrsquoisolamento della terra
che crede di aver ottenuto la sicurezza della terra per il motivo che essa crede che la terra sia il terreno sicuro ha fede che questa sicurezza sia percheacute essa ha fede che sia ndash anche se la fede
apparendo a seacute come fondamento di ciograve che essa ottiene non appare come fede ma come forza
capace di produrre ciograve che si presenta come dimensione sicura ed evidente206
La volontagrave non riesce ad essere volontagrave non ottiene ciograve che essa vuole e quindi non
ottiene nemmeno il proprio volere Lrsquoimpossibilitagrave del voluto non puograve apparire allrsquointerno della
volontagrave (allrsquointerno cioegrave dellrsquoisolamento della terra) appunto percheacute la volontagrave egrave volontagrave d i
isolarsi dal destino Ma proprio percheacute il voluto egrave lrsquoimpossibile egrave necessitagrave che allrsquointerno
della volontagrave il voluto appaia nel suo esser qualcosa in cui il destino della veritagrave non si mostra
cioegrave qualcosa la cui affermazione e la cui negazione appaiono equivalenti
206 Ivi cit pag 579
119
Nellrsquoisolamento della terra la volontagrave crede di volere (la fede ha fede di aver fede)
percheacute nellrsquoequivalenza dellrsquoaffermazione e della negazione di ciograve che essa crede di volere
isola lrsquoaffermazione dalla negazione isola ciograve che egrave dubbio dal suo esser dubbio sigrave che questo
contenuto isolato appare nel suo esser tenuto fermo cioegrave egrave affermato e in quanto affermato si
presenta come il voluto
Anche questo isolamento egrave fede volontagrave Ma la fede di aver fede (il credere di volere)
non determina un regressus in indefinitum al contenuto in cui la fede ha fede appartiene la
fede di aver fede al contenuto voluto dalla volontagrave appartiene il credere di volere la volontagrave di
volere
Il tramonto dellrsquoisolamento della terra ossia la negazione del contrasto tra veritagrave e
isolamento egrave ciograve che in veritagrave il mortale vuole Il mortale egrave ndash lo egrave solamente ndash questa volontagrave
ossia questa volontagrave costituisce lrsquoinconscio essenziale del mortale cioegrave quanto egli trattiene nel
non testimoniato consumando la totalitagrave del linguaggio nella testimonianza della terra isolata
La terra cosigrave voluta egrave quella semplificazione estrema da cui viene offerta la resistenza minore
al linguaggio che intende illuminare le cose nelle parole La resistenza maggiore egrave invece
costituita dalla struttura del mortale cioegrave dallrsquoapparire della negazione impotente del contrasto
tra il destino e lrsquoisolamento della terra (che a sua volta egrave il contrasto tra fede e dubbio nella
sicurezza della terra)
La terra egrave contesa da due volontagrave contrastanti da un lato lrsquoinvasione del destino da parte della terra
isolata possibile solo se appare il destino della terra cioegrave solo se la terra appare nel suo esser
sottratta alla nebbia dellrsquoisolamento mostrando il volto destinatole dalla veritagrave dallrsquoaltro lato in quanto isolata dal destino e dal dubbio la terra mostra un altro volto quello divenuto familiare ai
mortali e che invece egrave soltanto uno dei due volti che la terra mostra introducendosi nel cerchio
dellrsquoapparire207
207 Ivi cit pag 496
120
Il doppio volto della terra egrave il doppio volto di ogni cosa della terra ed egrave appunto questo
sdoppiarsi e questo contrastarsi delle sembianze terrestri lrsquoostacolo maggiore incontrato dal
tentativo di condurre nel linguaggio le cose Le cose della terra stanno dinnanzi nel cerchio
dellrsquoapparire sdoppiate e in contrasto ognuna con seacute medesima e il tentativo di legarle nel
linguaggio alla loro immagine egrave contrastato dal carattere sfuggente di ciograve che dovrebbe essere
il modello dellrsquoimmagine
Invece la semplificazione estrema costituita dalla terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio
ndash la semplificazione in cui la terra mostra ai mortali il suo volto piugrave familiare ndash non disorienta
il linguaggio ma gli va incontro con lrsquoapparente chiarezza e univocitagrave del suo senso Tale
estrema semplificazione non puograve essere certo considerata come il motivo per il quale il
linguaggio destinato allrsquoapparire egrave stato innanzitutto il linguaggio che esprime lrsquoimmagine
della terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio e tuttavia il linguaggio destinato allrsquoapparire egrave
dapprima e a lungo solamente il linguaggio che esprime la terra cosigrave isolata La terra cioegrave il
cui volto raggiunge la semplificazione estrema dei suoi tratti
121
II - La necessitagrave dellrsquoaccadere come risoluzione del problema della libertagrave dellrsquoente
Ogni ente egrave eterno Quindi eterno anche quellrsquoente che egrave lo stesso accadere dellrsquoente Nella
veritagrave lrsquoaccadere non egrave lrsquoincominciare ad essere ma lrsquoincominciare ad apparire Che lrsquoente
incominci ad apparire significa che esso eterno esce dallrsquoombra del non apparire ed entra
nella luce dellrsquoapparire Cade in questa luce208
Poicheacute lrsquoaccadere dellrsquoente egrave eterno egrave necessario che lrsquoente accada Inoltre egrave
necessario che lrsquoente accada con il senso determinato che gli conviene non solo egrave necessario
che lrsquoente accada ma egrave insieme necessario che accada proprio quellrsquoente che accade
Lrsquoaccadere dellrsquoente egrave determinato e quindi lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave la necessitagrave
dellrsquoaccadere cosigrave determinato Se infatti lrsquoente che accade non accadesse lrsquoaccadere dellrsquoente
non sarebbe e quindi non sarebbe eterno ma possibile accidentale Affermando che lrsquoente che
entra nellrsquoapparire sarebbe potuto non entrarvi ndash affermando cioegrave la laquocontingenzaraquo
dellrsquoapparire ndash si afferma che lrsquoente che accade sarebbe potuto non accadere cioegrave si nega la
necessitagrave dellrsquoaccadere e in questo modo il non essere (la nientitagrave) dellrsquoaccadere dellrsquoente vien
posto come una possibilitagrave Lrsquoimpossibile viene ritenuto possibile
Poicheacute lrsquoaccadere egrave il passaggio dal non apparire allrsquoapparire lrsquoessere (e quindi
lrsquoeternitagrave) del passaggio richiede necessariamente che lrsquoente che sopraggiunge nellrsquoapparire
prima non appaia e poi appaia Lrsquoaccadere egrave solo in quanto lrsquoente che accade si mantiene
nascosto sino a che incomincia ad apparire Lrsquoeternitagrave di ogni ente egrave lrsquoeternitagrave di ciograve che esso egrave
nel modo in cui lo egrave
Lrsquoapparire che nellrsquoaccadimento incomincia non egrave separato dal proprio incominciare
ma egrave appunto lrsquoapparire incominciante Se invece si isola lrsquoapparire dal suo incominciare ndash se
lo si pensa indipendentemente dal suo incominciare ndash si finisce col rendere impossibile quel
mantenersi nascosto quel non apparire ancora da parte dellrsquoente senza di cui lrsquoaccadimento
non potrebbe essere
208 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 97
122
Separato dal suo incominciare lrsquoapparire si presenta come qualcosa che non puograve
incominciare Ogni ente egrave eterno ma appunto egrave eterno lrsquoente nel suo essere ciograve che egrave
nellrsquoaccadimento lrsquoente che incomincia ad apparire non egrave in sintesi con un apparire che egrave
separato dal proprio incominciare ma egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante
Questa egrave la sintesi che egrave e che egrave eterna il contenuto dellrsquoaltra sintesi invece ndash cioegrave della sintesi tra
lrsquoente e il suo semplice (astratto) apparire ndash non egrave appunto percheacute egrave ottenuta prescindendo dallrsquoincominciare che pur determina lrsquoapparire incominciante
209
Proprio percheacute lrsquoente che accade egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante lrsquoente in cui
consiste questa sintesi non esclude ma allrsquoopposto richiede necessariamente che prima di
incominciare ad apparire lrsquoente che accade non appaia lrsquoente incomincia ad apparire solo in
quanto esiste un prima rispetto allrsquoapparire dove tale ente ancora non appare Ma questo non
apparire ancora che precede lrsquoincominciare ad apparire non egrave la nientitagrave dellrsquoapparire
incominciante
Con lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente non si produce una sintesi nuova tra lrsquoente e il
suo apparire ma tutto ciograve che sopraggiunge egrave giagrave eterno Che col sopraggiungere non si formi
una sintesi nuova uscita dal niente non significa che quella tra il sopraggiungente e il suo
sopraggiungere cioegrave il suo incominciare ad apparire non sia una sintesi ma significa che in
quanto questa stessa sintesi sopraggiunge essa egrave giagrave eterna210
209 Ivi cit pag100
210 Con ciograve potremmo rispondere a una delle cretiche che C Fabro rivolge al divenire severiniano lt
Severino non spiega percheacute e come le cose della terra incominciano ad apparire ndash da dove sbucano dalla terra
[] e se incominciano ad apparire significa che le cose prima erano nascoste (a parte la domanda del dove fossero
nascoste) ci si puograve chiedere anche chi le ha spinte fuori dallrsquoombrahellip per guadagnar le stelle od almeno il sole
della coscienza E soprattutto quando incomincia questo cominciare gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente
cit pag 129
123
Affermando invece che il sopraggiungente sarebbe potuto non sopraggiungere ndash ossia
che ciograve che incomincia ad apparire sarebbe potuto non apparire ndash si afferma che la sintesi tra
lrsquoente che sopraggiunge e il suo sopraggiungere sarebbe potuta rimanere un niente Ma se
lrsquoapparire egrave laquoil nienteraquo che laquoil nienteraquo accolga o non accolga lrsquoente egrave qualcosa di
assolutamente indifferente e quindi lrsquoapparire egrave libertagrave Mentre lrsquoapparire egrave laquonienteraquo solo nel
senso che la sua determinatezza non egrave che lrsquoapparire delle determinazioni
Lrsquoaccadere egrave lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente Egrave questo lrsquoaccadere che nellrsquoapertura della
veritagrave appare Inteso invece come un incominciare ad essere uscendo dal niente lrsquoaccadere non egrave qualcosa che appare [] Poicheacute lrsquoaccadimento (il divenire) non egrave la creazione dellrsquoente ma il
sopraggiungere dellrsquoente cioegrave dellrsquoeterno nellrsquoapparire lrsquoaccadimento egrave dunque solamente in
quanto appare Un divenire laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile egrave cioegrave un concetto del
nichilismo211
Appunto percheacute un accadimento laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile la supposizione
che sarebbe potuto accadere altro da ciograve che di fatto accade non puograve essere mantenuta
affermando che sigrave lrsquoaccadere effettivo dellrsquoente egrave eterno ma questo eterno sarebbe potuto no
apparire e sarebbe potuto apparire lrsquoaccadere che di fatto non appare Questa supposizione non
puograve essere mantenuta percheacute lrsquoapparire appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere e cioegrave lrsquoaccadere
esiste solo in quanto appare e non puograve avere la possibilitagrave di restare nel non apparire lasciando
che un altro accadere appaia E lrsquoaccadere non egrave lrsquoaccadere in generale ma egrave lrsquoaccadere nella
sua attualitagrave Lrsquoapparire che appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere egrave questo attuale apparire egrave
lrsquoattualitagrave dellrsquoapparire ed egrave dunque questa attualitagrave ciograve senza di cui lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave
impossibile
Lrsquoapparire dellrsquoaccadimento accade e tuttavia non egrave un accadimento Lrsquoapparire
dellrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente incomincia e tuttavia non egrave un incominciare
211 Ivi cit pag 104
124
Lrsquoaccadimento che appare non egrave soltanto questo o quellrsquoaccadere particolare ma egrave la
totalitagrave dellrsquoaccadere che appare Anche se si trasforma laquocontinuamenteraquo lrsquoaccadere appare
comunque come totalitagrave dellrsquoaccadere Gli accadimenti che appaiono sono laquocontinuamenteraquo
diversi ma appaiono necessariamente come totalitagrave dellrsquoaccadimento Lrsquoapparire della totalitagrave
dellrsquoaccadere non potrebbe essere apparire della totalitagrave dellrsquoaccadere appunto percheacute questa
totalitagrave avrebbe al di fuori di seacute quellrsquoaccadere che egrave lrsquoaccadere dellrsquoapparire della totalitagrave
dellrsquoaccadere
Dire infatti che lrsquoente che sopraggiunge entra nellrsquoapparire significa che lrsquoapparire
dellrsquoente diventa apparire anche dellrsquoente che sopraggiunge in quanto egrave apparire anche
dellrsquoente che sopraggiunge lrsquoapparire in cui il sopraggiungente sopraggiunge egrave esso stesso
sopraggiungente Quindi lrsquoapparire del sopraggiungente egrave apparire anche del proprio
sopraggiungere lrsquoapparire del sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente egrave lo stesso
apparire del sopraggiungente e il sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente non egrave
qualcosa che non possa appartenere alla totalitagrave del sopraggiungere ma egrave contenuto di questa
totalitagrave un contenuto che egrave lo stesso contenente
Lrsquoessere con tutti gli altri enti nessuno escluso appartiene allrsquoessenza di ogni ente La
parte egrave nel Tutto non accidentalmente ma necessariamente Il Tutto non si limita a circondare
la parte ma la parte egrave ciograve che essa egrave solo in quanto egrave unita al Tutto
La persuasione che le decisioni ndash umane o divine ndash siano laquolibereraquo egrave invece la negazione
del legame necessario che unisce ogni parte a tutte le altre Tale persuasione separa infatti dal
Tutto quella parte che egrave lrsquoaccadimento della decisione e la rende qualcosa di assolutamente
indipendente Questa separazione sussiste in ogni caso sia che ancora si intenda la decisione
libera come qualcosa che sarebbe potuto non essere invece di essere sia che si intenda la
decisione libera come un ente eterno che sarebbe potuto non apparire invece di apparire
125
Lrsquoisolamento della decisione dal Tutto ndash e ogni isolamento ndash egrave negazione della veritagrave
dellrsquoessere non solo percheacute esso nega ogni legame necessario che unisce la parte al Tutto ma
anche percheacute in esso si esprime ancora una volta il nichilismo Negando ogni legame
necessario col Tutto lrsquoisolamento nega insieme il legame necessario che egrave richiesto
dallrsquoeternitagrave del Tutto e quindi nega lrsquoeternitagrave del Tutto negando la conseguenza nega il
fondamento La stessa prevaricazione che isola la decisione laquoliberaraquo dal tutto pone la
decisione (e il Tutto) come un niente La contingenza dellrsquoaccadere egrave dunque espressione del
nichilismo
Il linguaggio dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo Dice cosigrave che lrsquoazzurro
del cielo ora egrave un niente il cielo era azzurro Ma il cielo azzurro egrave una delle eterne cose della
terra che si inoltrano nel cerchio eterno dellrsquoapparire della veritagrave e ne escono dopo averlo
attraversato (Un cielo azzurro che non egrave espressione di un cielo azzurro universale ma
quellrsquoazzurritagrave del cielo considerata nella sua irripetibilitagrave e singolaritagrave es il cielo di oggi un
giorno di marzo a Roma) Il cielo egrave azzurro La contrapposizione tra lrsquolaquoegraveraquo copulativo e lrsquolaquoegraveraquo
esistenziale egrave propria del nichilismo Lrsquolaquoegraveraquo unisce il cielo e la sua azzurritagrave ma li unisce
appunto nellrsquoessere La loro unitagrave egrave ossia egrave eterna Il cielo egrave eternamente azzurro Il cielo egrave la
sua azzurritagrave nel senso che egrave il cielo-che-egrave-azzurro che egrave lrsquoazzurro-di-questo-cielo E il
contenuto dellrsquoerrore (in ogni errore si esprime la volontagrave di sottrarsi al destino della veritagrave
cioegrave lrsquoalienazione della veritagrave) egrave il niente
Ma proprio percheacute lrsquoente non egrave e non puograve diventare un niente il dire del destino non egrave
una laquoproposizioneraquo che da laquoveraraquo possa diventare laquofalsaraquo Nel destino il dire egrave lrsquoapparire
dellrsquoidentitagrave trascendentale che costituisce lrsquoessere qualcosa da parte di qualcosa ad esempio egrave
lrsquoapparire dellrsquoessere azzurro del cielo Ciograve che in veritagrave accade quando il linguaggio
dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo non egrave il diventar falso dellrsquoapparire del cielo
azzurro ma egrave lrsquouscire di questo apparire dal cerchio intramontabile dellrsquoapparire
126
Il cielo azzurro appare cioegrave dimora nel cerchio dellrsquoapparire della veritagrave Appunto
percheacute appare appare la sua destinazione allrsquoessere Poi laquoil cielo si oscuraraquo Nel linguaggio
dellrsquoOccidente lrsquolaquooscurarsiraquo esprime unrsquolaquoazioneraquo del cielo che prima laquoeraraquo azzurro Ma nella
veritagrave il cielo azzurro non si oscura non compie lrsquoazione di incupire e di render niente la
propria azzurritagrave Esso egrave eternamente azzurro e ciograve che lrsquoOccidente chiama laquoil suo oscurarsiraquo egrave
lrsquoinoltrarsi del cielo (eternamente) oscuro nel cerchio dellrsquoapparire mentre da questo cerchio
lrsquoeterno cielo azzurro esce e scompare La testimonianza della veritagrave non dice quindi che laquoil
cielo non egrave piugrave azzurroraquo ma che il cielo eternamente azzurro si egrave portato fuori dellrsquoapparire
nel non apparire Di esso non dice laquonon egraveraquo (laquonon egrave piugraveraquo laquonon egrave ancoraraquo) bensigrave laquonon egrave
presenteraquo laquonon egrave apparenteraquo (questrsquoultimo termine da intendersi come participio presente del
verbo apparire) Dice dunque laquoIl cielo (che egrave) azzurro non egrave (piugrave) apparenteraquo Ma daccapo
questrsquoultima affermazione non significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro non egrave (piugrave)raquo e che
pertanto questo apparire egrave diventato un niente bensigrave significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro
non egrave (piugrave) apparenteraquo
Ciograve che entra e esce dal cerchio dellrsquoapparire appartiene eternamente ad esso ma
dicendo che tale appartenenza laquoentraraquo nel cerchio dellrsquoapparire si intende escludere che in
qualsiasi modo lrsquoappartenenza si trovi giagrave nel cerchio e dicendo che ne esce si intende
escludere che essa in qualche modo continui a trovarvisi Pertanto ciograve che entra in questo
cerchio non egrave lrsquoatteso ma lrsquoinatteso e ciograve che ne esce non egrave il laquoricordatoraquo ma il
laquodimenticatoraquo Il laquoricordareraquo e il laquodimenticareraquo nel linguaggio del destino della veritagrave non
sono funzioni psicologiche o proprietagrave della coscienza trascendentale in quanto figura della
tradizione filosofica del nichilismo il laquodimenticareraquo egrave il cerchio dellrsquoapparire in quanto non
contiene piugrave in seacute qualcosa non lo contiene piugrave in nessun modo il laquoricordareraquo egrave il cerchio
dellrsquoapparire in quanto contiene ancora in seacute in qualche modo il ricordato
127
In qualche modo infatti lrsquoatteso appare giagrave e il ricordato appare ancora Quando
lrsquoatteso sopraggiunge non entra quindi simpliciter nel cerchio dellrsquoapparire e quando il
laquopresenteraquo passa e si mantiene nella memoria non esce da quel cerchio In entrambi i casi
varia soltanto il modo in cui si mostra una certa identitagrave che permane nel cerchio dellrsquoapparire
Ma lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire puograve apparire solo in quanto gli
insiemi di enti che lrsquoinoltrarsi porta progressivamente alla luce non sono via via dimenticati
(non vanno cioegrave uscendo via via dal cerchio dellrsquoapparire) ma continuano ad apparire sia pure
come passati Nella veritagrave appare lrsquoinoltrarsi della terra e lrsquoinoltrarsi appare solo in quanto
appare il passato Egrave infatti in relazione al passato ossia egrave percheacute il passato appare che il
sopraggiungente puograve apparire come tale Se nel sopraggiungere ciograve che giagrave appariva ndash e cioegrave
il passato ndash uscisse dimenticato dallrsquoapparire il sopraggiungente non potrebbe apparire come
laquogiunto sopraraquo qualcosa (appunto percheacute questo qualcosa sarebbe assente) e non solo il
sopraggiungente non potrebbe apparire come tale ma non potrebbe apparire affatto Questo
percheacute lrsquoapparire dellrsquoinoltrarsi della terra non solo esige lrsquoapparire del passato ma questo
inoltrarsi egrave necessariamente un permanere la permanenza assoluta dellrsquoidentitagrave costituita dalla
struttura della veritagrave che egrave presente in ogni insieme di enti che entrano nel cerchio
dellrsquoapparire Ciograve che permane egrave sigrave ciograve che appare ancora ma insieme egrave ciograve che appariva
anche prima il permanente egrave cioegrave presente e passato Il sopraggiungente sopraggiunge quindi
di necessitagrave nella permanenza ossia nellrsquoapertura di un passato Lrsquoessenza del divenire non puograve
essere stabilita indipendentemente dallrsquoessenza del passato
laquoLa legna arde nel camino e diventa cenereraquo Cosigrave parla il nichilismo nel linguaggio
quotidiano Diventando cenere la legna in quanto legna egrave distrutta cioegrave annientata
128
Anche se la scienza della natura afferma che lrsquoenergia in cui consiste la legna non egrave
andata distrutta nella combustione ma rimane sotto forma diversa tuttavia la forma che
lrsquoenergia assumeva nella legna egrave inevitabilmente pensata nella prospettiva scientifica come
ciograve che egrave andato distrutto e che dunque si egrave annientato
Ma la combustione come ogni divenire puograve essere laquosperimentataraquo solo se quando si
fa esperienza della cenere la legna non egrave stata dimenticata Giagrave in Kant egrave pienamente acquisito
il principio che la coscienza (o sperimentazione) del divenire non diviene ossia che lo stato
precedente (la legna che ancora non egrave diventata cenere) devrsquoessere conservato nella coscienza
insieme allo stato susseguente (la cenere) affincheacute si dia coscienza di un divenire
Nella dialettica della coscienza sensibile col sopraggiungere dellrsquouniversale e della coscienza
indiveniente del divenire il passato permane Egrave quanto richiesto dal principio secondo cui nel risultato egrave essenzialmente conservato e contenuto ciograve da cui esso risulta [] Il risultato egrave un
permanere [] la coscienza del divenire egrave necessariamente coscienza della permanenza [] Nella
laquoDimostrazioneraquo della laquoprima analogiaraquo dellrsquoesperienza (Critica della ragion pura sezione terza
dellrsquoAnalitica dei principi) si dice che qualcosa puograve mutare solo se resta Tutto ciograve che muta resta la permanenza egrave condizione necessaria in cui solo egrave possibile che i fenomeni siano determinabili
come cose od oggetti di una esperienza possibile212
Lo stato precedente egrave conservato come passato e questo conservarlo egrave il ricordo Il
ricordo ricorda qualcosa di positivamente determinato (la legna) ricorda cioegrave un non-niente
212 E Severino Tautόtēs cit pag 86-87
129
In quanto non-niente il ricordato non puograve essere quindi ciograve che nella combustione egrave
diventato niente213
Per il nichilismo il passare egrave un annientamento ma allora il passato in quanto
annientato e dunque in quanto niente non puograve apparire Lrsquoannientarsi egrave insieme
necessariamente uno sparire Ma in questo modo il ricordo non ricorda il passato ndash giaccheacute
lrsquoautentico passato non puograve apparire ndash e quindi non egrave ricordo ma apparizione di ciograve che del
passato nascosto continua ad esistere e che dunque non egrave un passato
213 lt Tuttavia non egrave unrsquoaltra legna ma egrave proprio la legna ricordata che nella combustione egrave diventata
cenere e che quindi si egrave annientata in quanto legna Ma di ciograve che egrave divenuto niente non puograve esserci memoria Ma
senza memoria egrave impossibile la coscienza del divenire Per salvare la memoria il nichilismo egrave costretto a
distinguere nel passato che appare nel ricordo due aspetti Da un lato il passato in quanto oggetto del ricordo egrave
uno dei molti fattori del diveniente che continuano ad esistere nonostante lrsquoannientamento cui il diveniente va
incontro oltre alla cenere al fumo e al calore della legna rimane anche il suo esser ricordata Dallrsquoaltro lato crsquoegrave
lrsquoaspetto del passato relativamente al quale si verifica lrsquoannientamento Il passato si annienta non in quanto esso egrave
oggetto del ricordo ma in quanto ha questo secondo aspetto ciograve che egrave diventato niente non egrave la legna che appare
nel ricordo ma altro Un altro che perograve appartiene alla legna che appare nel ricordo Per Hegel questo altro egrave
laquolrsquoesistenzaraquo della legna e ciograve che appare nel ricordo egrave la laquoformaraquo o essenza della legna Egrave lo stesso concetto di Agostino il passato esiste nellrsquoanima cioegrave esiste come idealitagrave essenza non come esistenza reale Ma su quale
base viene affermata lrsquoesistenza (passata) di questo altro che egrave divenuto inesistente Non si puograve rispondere
dicendo che questo altro appare nel ricordo appunto percheacute ciograve che appare nel ricordo in quanto appare come un
non-niente determinato non egrave un niente E per quanto riguarda lrsquoErinnerung hegeliana la legna ricordata non egrave
una legna ricordata come inesistente Il passato appare e nel nichilismo qualcosa di esso egrave divenuto un niente
Ma che cosa Non qualcosa che appare tutto il passato che appare sta ligrave dinnanzi come un positivo Qualcosa
dunque che non appare gt Id Destino della necessitagrave pag 178
130
Egrave percheacute lrsquoannientarsi egrave insieme lrsquouscire dallrsquoapparire che lrsquoapparire in quanto tale
non puograve attestare alcuncheacute della sorte di ciograve che si egrave portato al di fuori dellrsquoapparire se
continui ad esistere o se sia diventato nulla Lrsquoannientamento del passato egrave cioegrave lrsquoapriori con il
quale il nichilismo interpreta lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire
Nella veritagrave dellrsquoessere invece lo scomparire non egrave lrsquoannientamento di ciograve che
scompare e il progressivo arricchirsi della manifestazione del passato mostra appunto che il
dimenticato (ossia ciograve che egrave uscito dal cerchio dellrsquoapparire) continua ad essere e che questo
suo essere riappare nel concretarsi del ricordo
E non solo lrsquoapparire del divenire non attesta lrsquoannientamento del passato ma la
persuasione che il passato sia ciograve che egrave divenuto un niente rende impossibile lo stesso apparire
del divenire Infatti il divenire appare solo se appare il passato ma se il passato egrave ciograve che ormai
egrave un niente il passato non puograve apparire e dunque non puograve apparire nemmeno il divenire Ciograve
che lrsquoOccidente ritiene lrsquoevidenza suprema ndash lrsquouscire e il ritornare nel niente ndash rende
impossibile la visione del divenire ossia la visione della variazione del contenuto che appare
131
III - laquoCrescereraquo come divenire
Nellrsquoapparire del divenire il laquopassatoraquo egrave ciograve che non laquocresceraquo piugrave ma la cui avvenuta
crescita continua ad apparire insieme al laquopresenteraquo ndash dove il laquocrescereraquo non egrave una
trasformazione ontologica ma egrave la successione degli eterni che sebbene diversi hanno
qualcosa di identico (che egrave appunto ciograve che nella successione egrave il crescente) La permanenza
dellrsquointramontabile egrave il sopraggiungere in esso del suo differenziarsi ndash ossia dei differenti eterni
di cui esso egrave identitagrave Affincheacute unrsquoidentitagrave permanga nei differenti che sopraggiungono si
richiede pertanto la separazione e lrsquoindifferenza dellrsquoidentico rispetto ai differenti si richiede
cioegrave che lrsquoidentico abbia il senso che ha indipendentemente dal contenuto che entra e esce dal
cerchio dellrsquoapparire
Lrsquoaffermazione dellrsquoidentico sembra negare il legame necessario che sul fondamento
dellrsquoeternitagrave di ogni ente unisce ogni ente a ogni altro ente E drsquoaltra parte se non ci fosse
permanenza dellrsquoidentico non potrebbe nemmeno apparire la variazione del contenuto che
appare non potrebbe apparire alcun divenire Questa aporia egrave provocata dalla separazione che
isola lrsquoidentitagrave permanente dal contenuto che appare e che egrave il contesto dellrsquoidentitagrave Lrsquoaporia
ponendo la permanenza dellrsquoidentitagrave come risultato della separazione dellrsquoidentitagrave si
costituisce proprio in quanto lrsquoidentitagrave viene separata dagli insiemi che lrsquohanno in comune e nei
quali essa permane La separazione dellrsquoidentitagrave egrave il fondamento dellrsquoaffermazione che la
permanenza dellrsquoidentitagrave egrave separazione Nella testimonianza del destino della veritagrave dellrsquoessere
lrsquoidentitagrave che permane egrave invece ciograve che hanno in comune i diversi insiemi eterni che
sopraggiungono e si ritraggono dal cerchio dellrsquoapparire Eterni sono sia la identitagrave del diverso
sia la sopraggiungente e ritraentesi diversitagrave dellrsquoidentico Il non permanente egrave lrsquoeterno che
entra ed esce dal cerchio dellrsquoapparire o che continuando ad apparire ha raggiunto il
compimento del suo permanere
132
Il laquocrescereraquo egrave lrsquoapparire dellrsquoidentitagrave degli eterni diversi che si succedono nel cerchio
dellrsquoapparire egrave il ritrovarsi dellrsquoidentitagrave nel sopraggiungere dei diversi E quando la crescita ha raggiunto il suo compimento essa egrave divenuta un perfectum non nel senso che sia il prodotto
compiuto di un facere ma nel senso che lrsquoidentitagrave del diverso si egrave portata totalmente
compiutamente nel cerchio dellrsquoapparire si che in questo cerchio giunge ad apparire la totalitagrave compiuta del diverso di cui lrsquoidentitagrave egrave identitagrave e lrsquoapparire di questa totalitagrave egrave in questo senso il
perfectum214
Ciograve che diventa un passato non si trasforma e non egrave nemmeno necessario che qualcosa
di esso esca dallrsquoapparire Nel passato lrsquoente rimane tutto ciograve che esso nella sua destinazione
allrsquoapparire egrave riuscito a mostrare di seacute nel presente e non egrave nemmeno necessario affincheacute
lrsquoente passi che scompaia qualcosa di ciograve che esso egrave nel presente Col passare avviene di certo
una variazione nel contenuto del cerchio dellrsquoapparire ma questa variazione non riguarda
necessariamente ciograve che passa ndash giaccheacute appunto nel passato lrsquoente puograve continuare ad
apparire mostrando tutto ciograve che esso egrave nel presente ndash ciograve che egrave necessario appaia percheacute
appaia la variazione egrave il sopraggiungere di qualcosa
Nellrsquoapertura della veritagrave dellrsquoessere il divenire egrave il sopraggiungere dellrsquoeterno
lrsquoinoltrarsi dellrsquoeterna terra nel cerchio eterno dellrsquoapparire Per quanto atteso e previsto il
sopraggiungere della terra possiede sempre qualcosa di imprevisto qualcosa cioegrave che non egrave
visto in precedenza e che dunque entrando nel cerchio dellrsquoapparire esce dallrsquoombra del non
apparire Ma il sopraggiungere ndash cioegrave il divenire ndash appare come tale solo in quanto appare la
dimensione sopra la quale il sopraggiungente giunge e che nel sopraggiungere egrave sorpassata
ossia diviene un passato
Per concludere lrsquoestrema prevaricazione egrave il voler dimenticare di essere eterni nel Tutto
eterno voler dimenticare di essere lrsquoeterno apparire del destino della veritagrave nel quale si inoltra
la terra e voler appartenere alla terra isolata
214 Ivi cit pag 186
133
La prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire
allrsquoeternitagrave del Tutto e quindi dellrsquouomo Le cose della terra vanno e vengono muoiono e
nascono La volontagrave di appartenere alla terra isolata egrave la volontagrave di morire
La persuasione che la terra sia la regione con cui abbiamo sicuramente a che fare
scioglie non solo il legame che unisce ogni parte al Tutto ma scioglie anche il legame che
unisce lrsquoapparire della terra allrsquoapparire della veritagrave dellrsquoessere Ma questi legami sono
indissolubili e sciogliere lrsquoindissolubile egrave soltanto lrsquointenzione di scioglierlo ossia egrave il volere
lrsquoimpossibile
La convinzione che lrsquoaccadere delle cose sia contingente e che quindi le decisioni dei
mortali e degli degravei siano libere sorge allrsquointerno dellrsquoalienazione essenziale della veritagrave
Lrsquoisolamento della terra ossia lrsquoaccadimento del mortale egrave il fondamento di quella
convinzione Solo percheacute lrsquouomo egrave diventato un mortale puograve convincersi di essere libero
Il destino della veritagrave che non tramonta nemmeno con lrsquoaccadimento dellrsquoalienazione essenziale
della veritagrave dice che tutto ciograve che accade egrave destinato ad accadere ossia dice che la terra (che egrave la totalitagrave dellrsquoaccadimento) egrave destinata ad inoltrarsi nel cerchio dellrsquoapparire eterno
dellrsquointramontabile ed egrave destinata ad inoltrarvisi come laquodi fattoraquo vi si inoltra Il laquofattoraquo egrave il destino
cioegrave la necessitagrave (nella veritagrave del suo senso)215
La necessitagrave e il destino nella veritagrave del loro senso sono il cuore di ogni ente sono il
mantenersi da parte di ogni ente in accordo con ciograve che esso in veritagrave egrave
215 Ivi cit pag 443
134
PARTE TERZA
LA FEDE
Lrsquoimpossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione
lt Catturato dalla ragione malata il Verbo egrave inconciliabile con la ragione
Purificata Lrsquoinconciliabilitagrave non riguarda la ragione in quanto tale ma la forma
storica assunta dalla ragione occidentale gt216
216 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 42
135
CAPITOLO PRIMO
Filosofia e fede
136
I - Lo sguardo filosofico alla rivelazione
Nellrsquoantichitagrave i poeti presentano i loro canti come il risultato di un ammaestramento
divino la divinitagrave era posta allrsquoorigine della loro espressione il che significa che i poeti
esprimono un sapere che egrave a tutti gli effetti divino Era infatti convinzione comune che la
conoscenza fosse assolutamente impossibile senza lrsquointervento degli dei ed egrave in questa
prospettiva che Esiodo e Omero presentano i loro poemi NellrsquoVIII libro dellrsquoOdissea217
Odisseo tesse le lodi del cantore Demodoco laquocerto Apollo o la musa figlia di Zeus ti
istruironoraquo il cantore solo percheacute il sapere gli proviene da una fonte superiore puograve cantare
ciograve che capitograve agli Achei a Troia pur senza aver visto coi suoi occhi Anche lrsquoincipit della
Teogonia esiodea218
egrave sotto questo profilo particolarmente significativo laquosono le muse che un
giorno un bel canto insegnarono a Esiodoraquo Ma le muse di Esiodo e qui sta la cosa
interessante raccontano anche cose false cosiccheacute sta allrsquouomo capire gli ammaestramenti
divini evitando di riceverli passivamente non ogni forma di poesia percheacute ispirata dalle muse
egrave autenticamente vera Si affaccia cosigrave lrsquoidea che la conoscenza umana abbia una sua
indipendenza
Con lrsquoavvento della filosofia come egrave giagrave stato detto nella prima parte del presente
lavoro lrsquouomo cerca un sapere vero non smentibile un sapere che si imponga per la sua
incontrovertibilitagrave lrsquoepi-steacuteme ma la ricerca di una tale sapere fu possibile percheacute il pensiero
era convinto di giungere alla veritagrave in quanto la filosofia nel mondo antico era affermazione
immediata di certezza e veritagrave e quindi lrsquouomo era artefice di un pensiero vero
Il cristianesimo egrave invece la forma di pensiero filosofico che crede che la veritagrave sia
garantita solo se non egrave una produzione umana come per i Greci ma egrave rivelata da Dio
217 In URL wwwbibliolandiacomperioit Omero Odissea traduzione di N Delvinotti Consultato in
data 12042017
218 In URL wwwlariciit Esiodo Teogonia traduzione di E Romagnoli Consultato in data 12042017
137
E quando per difendersi dagli attacchi polemici e dalle persecuzioni noncheacute per
garantire la propria unitagrave contro sbandamenti ed errori il cristianesimo dovette venire in chiaro
dei propri presupposti teorici e organizzarsi in un sistema di dottrine esso si presentograve come
lrsquoespressione completa e definitiva della veritagrave che la filosofia greca cercava Una volta postosi
sul terreno della filosofia il cristianesimo tenne ad affermare la propria continuitagrave con la
filosofia greca ed a porsi come lrsquoultima e piugrave compiuta manifestazione di essa Giustificograve
questa continuitagrave con lrsquounitagrave della ragione che Dio ha creata identica in tutti gli uomini di tutti
i tempi e alla quale la rivelazione cristiana ha dato lrsquoultimo e piugrave sicuro fondamento e con ciograve
affermograve implicitamente lrsquounitagrave della filosofia e della religione Questa unitagrave egrave un presupposto
che guida e sorregge tutta la ricerca dei Padri della Chiesa nel loro contributo allrsquoelaborazione
dottrinale la cui opera egrave stata accettata dalla Chiesa stessa
La filosofia distingue il fatto storico dal keacuterygma o rivelazione Propriamente li
distingue in quanto il primo si fa portatore di un accadimento di una veritagrave storica ossia un
insieme di affermazioni intorno a eventi e a oggetti individuali a proposito delle quali si egrave
convinti che esprimano un contenuto che viene ad apparire il secondo invece porta con seacute
una veritagrave di fede ossia una veritagrave che esiste se viene laquocredutaraquo
Nellrsquoesempio del Cristianesimo la rivelazione egrave intesa come parola (Bibbia) e come
evento (Gesugrave Cristo) Compito della filosofia egrave di indagarne le condizioni di possibilitagrave
Il problema della rivelazione scaturisce dalla necessaria mondanizzazione ndash e dunque ndash
negazione ndash di Dio che si rivela Se il keacuterygma (lrsquoannuncio il messaggio) egrave parola di Dio
allrsquouomo egrave necessario presupporre unrsquoarea comune di intendimento Su tale necessitagrave insiste
anche quellrsquoorientamento teologico massimamente preoccupato di salvaguardare la distanza
lrsquoalteritagrave radicale tra Dio e lrsquouomo
138
Non sarebbe possibile lrsquoascolto della parola di Dio se non ci fosse insieme una
comunicazione tra Dio che parla e lrsquouomo che ascolta unrsquoanalogia un laquopunto drsquoinnestoraquo
come scrive Barth nella Dogmatica ecclesiastica219
Per la teologia cattolica tale laquopunto drsquoinnestoraquo egrave dato dalla dottrina ndash filosofica e
teologica insieme ndash dellrsquoanalogia entis Ma se il keacuterygma si fa storia allora la parola ndash e
lrsquoevento ndash non egrave Dio ma una sua testimonianza un segno allusivo indicativo di una ulterioritagrave
di significato che lrsquoevento in quanto storico non egrave in grado di offrire
Egrave stata proposta una soluzione per lrsquointerpretazione dellrsquoevento storico come evento
rivelato secondo una logica alternativa alla logica necessitante della non contraddizione la
logica della testimonianza220
In base ad essa lrsquoatto piugrave sensato piugrave umano egrave quello di credere
dinnanzi alle testimonianze bene autenticate pur non possedendo tale atto forza cogente Una
tale soluzione egrave in realtagrave lrsquoaccettazione di una possibilitagrave e non procede di un passo rispetto
alla possibilitagrave giagrave offerta dalla ragione stessa Non si tratta di logiche poicheacute il dar credito alla
testimonianza egrave giagrave essere nella fede La maggiore plausibilitagrave non si riferisce allrsquoeccedenza
semantica ma allrsquoevento come dato storico (plausibilitagrave storica) e la plausibilitagrave (o probabilitagrave)
egrave una variante interna al concetto stesso di possibilitagrave Egrave possibile anche lrsquoimprobabile
Egrave legittimo credere ed egrave legittimo non credere proprio percheacute il contenuto della fede egrave
per la ragione una laquopossibilitagraveraquo Ma il dar peso il ritenere per vero tale contenuto egrave opera della
volontagrave che cosigrave decide di determinarsi che decide cioegrave di oltrepassare pragmaticamente il
piano della possibilitagrave
219 J I Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio Cittagrave Nuova
Editrice Roma 2005 Rif pag 64
220 Cfr D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana Brescia 1991
139
II - Lrsquoargumentum
Nella Lettera agli Ebrei221
dellrsquoapostolo Paolo la fede egrave laquopragmaton eacutelenchos ou
blepomeacutenonraquo che traduciamo con argumentum non apparentium La fede egrave lrsquoargomento
laquoeacutelenchosraquo delle cose che non appaiono
La parola greca eacutelenchos significa laquoprovaraquo laquogiustificazioneraquo laquofondazioneraquo
laquoargomentoraquo Argumentum egrave legato ad argos laquosplendenteraquo egrave cioegrave il brillare dellrsquoargon la
luminositagrave di ciograve che argon Lrsquoargomento egrave il portare luce Lrsquo innegabilitagrave che splende nella
sophia egrave ciograve che si costituisce come argumentum dellrsquoepisteacuteme Lrsquo episteacuteme egrave il cuore
della tradizione filosofica il cuore originario della filosofia Ma Paolo afferma che la fede egrave
argumentum laquodelle cose non visibiliraquo (ou blepomeacutenon) argumentum non apparentium
Agostino dice che le ldquocose non visibilirdquo (i non apparentia) sono tutte quelle cose che absunt a
sensibus laquosono assenti dai sensiraquo222
Ma lo stesso Agostino e poi Tommaso precisano il senso di questa assenza i non
apperentia cioegrave gli invisibili i non manifesti non sono soltanto gli absentia a sensibus
animi cioegrave quelle realtagrave che sono semplicemente assenti dalla sensibilitagrave ma sono soprattutto
ciograve che sfugge alle capacitagrave del pensiero dellrsquouomo le cose che sono assenti dai sensi
dellrsquoanimo laquoabsentia a sensibus animiraquo e che dice Tommaso laquooltrepassano le capacitagrave
dellrsquointellettoraquo excedunt facultatem intellectus Questi sono gli invisibili gli enti che
laquoeccedonoraquo stanno al di lagrave delle possibilitagrave della ragione umana (ecco percheacute necessito di un
laquomedioraquo di un laquogaranteraquo per fondare la loro realtagrave)
221 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia San Paolo consultato in data 24032017 Per le parole in
latino mi attengo fedelmente alla loro utilizzazione e traduzione operate da Emanuele Severino in Pensiero sul
cristianesimo
222 In URL wwwbooksgoogleit Opera OmniaAugustinus De videndo Deum epistola CXLVII
Consultato in data 24032017
140
La fede egrave argumentum non apparentium Non apparentia sono gli invisibili gli assenti
ndash non visibili non solo nella dimensione della sensibilitagrave ma anche nella luce della sophigravea nella
luce della filosofia La fede conferisce ai non apparentia lrsquoargumentum Ossia la fede egrave ciograve per
cui i non visibili pur essendo tali sono accettati affermati creduti Il non visibile per
eccellenza egrave la divinitagrave di Gesugrave Che Gesugrave sia Dio non solo egrave assente dalla sensibilitagrave ma egrave
assente dalla sapientia huius saeculi223
Lrsquoargumentum che la fede conferisce ai non visibili egrave
dunque qualcosa di completamente diverso dalla luminositagrave dellrsquoeacutelenchos dellrsquoargumentum
che rende episteacuteme la sophia che rende stante il visibile Lrsquoargumentum di cui parla Paolo egrave
completamente diverso dal fondamento epistemico
Di fronte al non visibile la fede dice laquoEcco tu sei vero percheacute io ti voglio vero La mia
volontagrave che tu sia vero egrave il tuo argomentoraquo La mia volontagrave determina quellrsquoassenso al tuo
contenuto visibile che lrsquointelletto propriamente dagrave alla veritagrave al contenuto visibile Volendo
quellrsquoassenso voglio che tu sia vero
La fede tratta come visibile ciograve che invece egrave avvolto dallrsquooscuritagrave La parola
laquooscuritagraveraquo non egrave una metafora impropria lrsquooscuritagrave egrave la condizione che sottrae allo sguardo
dellrsquouomo i non visibili Lrsquooscuritagrave la notte fa sigrave che i non visibili (il contenuto del messaggio
evangelico) siano tali Lrsquoapostolo Paolo sa bene che lrsquoargomento della fede egrave diverso dallrsquo
argomento della veritagrave filosofica Nella prima Lettera ai Corinti224
(2 1) dice sono venuto non
in sublimitate sermonis laquonon ponendomi al culmine della ragioneraquo vengo collocandomi non
sullrsquoaltura della veritagrave e della filosofia ma in infirmitate et timore et tremore multo225
Questo venire in infirmitate et timore et tremore multo egrave proprio quellrsquo laquoesitareraquo che
Gesugrave esige che almeno una volta non ci sia affincheacute lrsquouomo sia salvo
223 In URL wwwlachiesait San Paolo Lettera ai Corinzi 126 Consultato in data 24032017
224 Ivi 2 1
225 Ivi 2 3
141
Gesugrave dice Se vuoi esser salvo non devi esitare almeno una volta Paolo invece dice
Vengo in infirmitate et timore et tremore multo cioegrave nellrsquo infermitagrave nel timore e nel tremore
da cui egrave afferrato lrsquouomo quando non si trova sullrsquoaltura luminosa della ragione (logos) e con i
quali e attraverso i quali gli si presenta il mondo e tutto ciograve in cui egli crede e quindi anche il
messaggio di Gesugrave Vengo esitando
La fede egrave lrsquoargomento dato ai non visibili Ma i non visibili stanno dinnanzi come
enunciati non ci puograve essere fede se non crsquoegrave lrsquoannuncio (laquoil messaggioraquo il keacuterygma) dei non
visibili Lrsquoapparire del keacuterigma egrave cioegrave la condizione dellrsquoesistenza della fede Il keacuterigma non egrave i
non visibili Il kegraverigma egrave il linguaggio che nomina i non visibili Esso egrave visibile egrave appunto
linguaggio egrave quel visibile che nomina i non visibili e dice Dio si egrave fatto carne Questa parola
appartiene ai visibili ma il contenuto della parola ndash ciograve a cui la parola si riferisce ndash egrave un non
visibile
La notte avvolge i non visibili i non apparentia La loro natura egrave opposta a quella dei
visibili che appaiono nellrsquoepisteacuteme
Epi-steacuteme egrave il contenuto che laquostaraquo e non si lascia smentire Il suo essere sapheacutes
visibile e luminoso egrave la condizione del suo stare Paolo sa bene che non di questo si tratta
quando il kegraverigma parla dei non visibili i non visibili sono sigrave annunciati dal kegraverigma ma sono
avvolti dallrsquooscuritagrave della notte cioegrave dalla condizione che li rende invisibili Stanno cioegrave ligrave
dinanzi nel linguaggio che li annuncia come ciograve che puograve essere smentito stanno ligrave dinnanzi
come equivalenti alla loro negazione A questa equivalenza non puograve rinunciare nemmeno la
teologia cristiana se questa equivalenza non ci fosse il contenuto del kegraverigma sarebbe una
veritagrave razionale il cristianesimo diventerebbe gnosi razionalizzazione del messaggio
sovrannaturale di Gesugrave e della Chiesa Cadrebbe la soprannaturalitagrave dellrsquoannuncio Lrsquo annuncio
in cui si ha fede dice Tommaso sta al di sotto della ldquoscienzardquo (cioegrave dellrsquoepistegraveme) e al di sopra
dellrsquoopinione226
226 Tommaso Summa Theologia Art 5 par 4
142
Dunque se la fede conferisce lrsquoargumentum al visibile annuncio degli invisibili se essa
vuole affermare ciograve che di per seacute egrave negabile dal punto di vista della sophia e dellrsquoepistegraveme e
che dunque sta nellrsquooscuritagrave della notte egrave allora necessario che affincheacute la fede esista appaia
la notte in cui si alza la voce dellrsquoannuncio egrave necessario che appaia la notte che rende
invisibili gli invisibili
Lrsquoapparire della loro oscuritagrave ndash che lrsquoargumentum della fede vuole luminosa come la
luce del giorno ndash egrave la condizione affincheacute la fede possa esistere Per volere che qualcosa
divenga e sia altro da ciograve che esso egrave esso deve apparire per quello che egrave per volere che gli
invisibili abbiano lrsquoassenso che spetta ai visibili egrave necessario che essi appaiono per quello che
sono cioegrave come invisibili come oscuritagrave e notte La fede conferisce un argumentum alle cose
non visibili annunciate dal kegraverigma e puograve farlo solo se esse appaiono come bisognose di tale
argumentum e cioegrave come non visibili e dunque smentibili controvertibili negabili
143
III - La certezza laquodubitanteraquo dellrsquoanimo
Ma se le cose annunciate in cui si ha fede devono stare ligrave dinnanzi manifeste nella loro
controvertibilitagrave affincheacute la fede possa conferir loro il proprio argumentum lrsquoapparire della
controvertibilitagrave del contenuto dellrsquoannuncio egrave il dubbio
Dubitare di qualcosa significa appunto aver dinnanzi la controvertibilitagrave del qualcosa la
sua incapacitagrave di stare di contro alla negazione Ma lrsquoapparire della controvertibilitagrave di ciograve che
egrave annunciato egrave il dubbio e il dubbio egrave il fondamento della fede la pura fede che Gesugrave esige la
fede che non esita almeno per un momento non puograve esistere percheacute essa egrave sempre ed
essenzialmente legata al dubbio ma con la volontagrave di isolarsi dal dubbio
Quando il credente dice laquoIo credoraquo egli rompe il nesso necessario tra la fede e il
dubbio che egrave il fondamento della fede cioegrave isola dal dubbio la volontagrave che il contenuto del
kegraverigma abbia un argomento Giaccheacute quando la veritagrave si lega alla fede accade che
nellrsquoapparire lo stesso contenuto sia oggetto di certezza e di dubbio appaia come affermato e
non affermato e che quindi lrsquoapparire sia contraddizione
La secolarizzazione e la profanazione della fede non costituiscono un tempo storico
successivo al tempo della purezza della fede ndash il tempo della Chiesa di pietra che avrebbe
distrutto la Chiesa dei santi La secolarizzazione e la profanazione della fede appartengo
allrsquoessenza della pura fede La fede pura in quanto tale nella sua autentica essenza egrave questa
profanazione appunto percheacute non crsquoegrave fede che non sia profanata dal dubbio
Il dubbio ldquoprofanardquo Nella parola profanum pro significa ldquoal di fuorirdquo e fanum egrave il corrispettivo
nella lingua latina di ciograve che i Greci chiamano il phainesthai (la luce dellrsquoapparire) In questo senso ldquoprofanordquo egrave ciograve che sta al di fuori della luce cioegrave del sapheacutes della luminositagrave dellrsquoepisteacuteme
Il dubbio profana la fede percheacute lrsquoargumentum lrsquoargon la luminositagrave che la fede adduce non egrave la
luce vera dellrsquoepisteacuteme ma egrave la volontagrave che le cose stiano in un certo modo la volontagrave che gli
invisibili della rivelazione siano227
227 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag87-88
144
Nel credente il linguaggio non ha parole che per lrsquoargumentum e non per il fondamento
ndash la pietra del dubbio ndash senza di cui la fede non si costituirebbe
La fede egrave consenso assenso dellrsquointelletto ma dellrsquointelletto in quanto comandato cioegrave
in quanto sottoposto alla spinta della volontagrave
Insieme ad Agostino Tommaso afferma che il credere non egrave possibile se non volendo
(credere non nisi volens)
Ciograve che ldquopropriamenterdquo determina lrsquoassenso dellrsquointelletto (e tale assenso egrave ldquoappropriatordquo quando
lrsquointelletto egrave intellezione della scientia) dice Tommaso non egrave la volontagrave ma lrsquoevidenza della veritagrave
(e tanto meno egrave la volontagrave a rendere evidente lrsquoevidente) E per Tommaso non egrave lrsquoldquoevidenzardquo della veritagrave a determinare lrsquoassenso in cui consiste la fede Sigrave la fede in Cristo laquoegrave piugrave certa di ogni
scienza e di ogni cognizioneraquo ( Tommaso De fide art1) ndash chi crede in Gesugrave ha cioegrave per
Tommaso una certezza superiore a quella che egrave presente nella piugrave alta delle scienze dellrsquouomo
(percheacute per Tommaso egrave lrsquoinfinita potenza della grazia di Dio a dare allrsquouomo la fede e a stabilirlo nella fede) ndash ma la certezza della fede cristiana non va confusa avverte Tommaso (ibid) con lrsquo
ldquoevidenzardquo delle veritagrave che determinano lrsquoassenso dellrsquointelletto e in questo senso laquosono la scienza
e lrsquointellezione evidente ad avere certezza non la federaquo (et sic fides non habet certitudinem sed scientia et intellectus)
228
La fede cristiana egrave una certezza dellrsquoanimo (certitudo quaedam animi) ldquolaquointorno alle
cose assentiraquo (laquoassentiraquo sono appunto le cose che non appaiono agli occhi della laquoragione
naturaleraquo mentre la laquoscienzaraquo egrave ciograve che la laquoragione naturaleraquo conosce primariamente) che
laquosta al di sopra dellrsquoopinione e al di sotto della scienzaraquo (dove la laquoscienzaraquo non egrave la scienza in
senso moderno cioegrave come sapere ipotetico ma come giagrave abbiamo rilevato egrave il sapere
incontrovertibile della filosofia ossia ciograve che i Greci chiamano episteacuteme)
Le veritagrave conoscibili naturalmente quindi filosoficamente costituiscono un
presupposto necessario per accogliere la rivelazione di Dio
228 Ivi cit pag 95
145
La fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora
lrsquointelletto puograve assentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto [] Secondo
[] per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E se ciograve viene fatto
col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione se invece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede [] Se si tiene una cosa per fede si deve affermare
lrsquoimpossibilitagrave che essa sia diversamente data la certezza della fede tuttavia una stessa cosa non
puograve essere sotto lo stesso aspetto oggetto di scienza e di fede poicheacute ciograve che egrave conosciuto per scienza egrave visto mentre ciograve che egrave creduto non egrave visto
229
Pur essendo al di sopra di ogni scienza quanto alla laquofermezzaraquo (firmitas) dellrsquoassenso
la certezza della fede cristiana egrave al di sotto della scienza percheacute non ha come contenuto il
contenuto evidente della scienza Infatti laquova detto che egrave al di sotto della scienza percheacute essa si
riferisce alle cose che non appaionoraquo (infra scientiam dicitur in quantum est non
apparentium)
Per Agostino e Tommaso laquole cose che non appaionoraquo e che primariamente consistono
nellrsquoessersi Dio incarnato in Gesugrave ndash sono quelle che o non sono laquodateraquo (manifeste presenti) o
non hanno lrsquoevidenza dei primi princigravepi conosciuti immediatamente dallrsquointelletto o non sono
veritagrave necessariamente connesse nella scienza allrsquoevidenza immediata dei primi princigravepi
Quelle cioegrave che non sono laquopresentiraquo neacute ai laquosensi del corporaquo (praesto corporis sensibus) neacute ai
laquosensi dellrsquoanimoraquo (praesto animi sensibus) Non stanno laquodinnanziraquo (praesto) non sono
presenti non prae-stant
(Il prae-sens ndash il laquopresenteraquo ndash egrave il prae-stans)
Ma proprio percheacute i contenuti della fede non sono manifesti cioegrave sono non apparentia
non stanno laquodinnanzi ai sensi del corpo e dellrsquoanimoraquo proprio per questo dice Tommaso nella
fede lrsquointelletto in quanto tale rimane laquoinquietoraquo (nondum est quietatus) non egrave laquosoddisfattoraquo
(satisfactum) egrave laquoindeterminatoraquo e puograve sentirsi attratto dalla tesi contraria a quella in cui il
credente crede
229 Tommaso Summa Theologia Art 4-5
146
Ora per Tommaso questa inquietudine e insoddisfazione egrave il dubbio
Questo significa che Tommaso stesso ndash e nellrsquoatto stesso in cui egli sta commentando
la definizione che lrsquoapostolo Paolo dagrave della fede ndash fornisce tutti gli elementi che conducono a
una conclusione straordinaria lrsquointelletto del credente egrave e rimane nel dubbio relativamente a
ciograve in cui il credente ha fede laquoInquietoraquo laquonon soddisfattoraquo laquoimprigionatoraquo (captivatus) dalla
volontagrave nellrsquoassenso ai contenuti invisibili della fede
questo egrave per Tommaso il significato del in captivitatem redigentes omnes intellectum laquofacendo
schiavo ogni intellettoraquo allrsquoobbedienza di Cristo di cui parla la seconda Lettera ai Corinti
lrsquointelletto del credente oscilla ldquofluttuardquo tra ciograve in cui il credente crede (Gesugrave egrave il Dio incarnato) e la negazione di ciograve in cui egli crede laquofluttua tra le due parti della contraddizioneraquo (la
contraddizione tra lrsquoaffermare e il negare che Gesugrave egrave Dio) e laquoquesta fluttuazione egrave lrsquoatteggiamento
che egrave proprio di chi dubitaraquo (et ista est dubitantis dispositivo ibid)230
Chi dubita egrave colui che esita Lrsquo intelletto del credente esita relativamente a ciograve in cui
egli crede Nella profonditagrave del suo animo ndash ossia in ciograve che la lingua greca chiama kardia
ldquocuorerdquo ndash il credente esita Non puograve non esitare Ma quando Gesugrave afferma che solo chi crede
saragrave salvo dice che salvo saragrave solo laquochi non esita nel proprio cuoreraquo qui non haesitaverit in
corde suo231
Solo chi non esita e cioegrave non dubita ha la fede che riesce a gettare le montagne nel
mare e che salva In questo modo sappiamo Gesugrave pretende lrsquoimpossibile percheacute il non
esitante non esiste non puograve esistere Lrsquo intelletto del credente infatti egrave essenzialmente il
dubbio il credente essenzialmente haesitat in corde suo esita nel proprio cuore e quindi non
egrave e non puograve essere ciograve che Gesugrave vorrebbe che fosse Se il credente che Gesugrave salva egrave il non
esitante il credente non esiste non puograve esistere Cristo non salva nessuno
230 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 97
231 Vangelo di Marco 1123
147
E una fede che sia solo laquodottrinaraquo e non quellrsquoevento perturbante che sconvolge la vita
non egrave la fede cristiana laquoSe ho tutta la fede che occorre per trasportare le montagne e poi non
posseggo lrsquoamore sono nullaraquo232
Ma sono nulla anche se ho tutto lrsquoamore ma non ho la fede ndash tanto che per lrsquoapostolo
lrsquoamore include la fede e la speranza (omnia credit omnia sperat) E tuttavia il credente non
ha non puograve avere la fede che muove le montagne appunto percheacute pur avendo una fede
laquofermissimaraquo la sua mente esita dubita di ciograve in cui egli crede
Il Perturbante piugrave profondo egrave il dubbio da cui la fede non puograve mai liberarsi Il
Perturbante piugrave profondo scuote la fede
232 Corinti I 132
148
CAPITOLO SECONDO
Una dama da compagnia per la ragione
149
I - laquoCredereraquo per capire e conoscere
Il pensiero cristiano si fa portatore della laquoveritagrave di federaquo Questa egrave una delle tesi
fondamentali di Tommaso drsquoAquino cioegrave una delle tesi fondamentali della Chiesa O per
meglio dire la tesi fondamentale percheacute nella teologia tomistica sta al fondamento di ogni
altra Si riferisce infatti alla totalitagrave del messaggio cristiano cioegrave allrsquoinsieme dei testi
dellrsquoAntico e del Nuovo Testamento
Nelle parole della Summa contra gentiles si dice laquoNon egrave lecito ritenere che essendo
cosigrave evidentemente confermato da Dio ciograve che viene affermato per fede sia falsoraquo233
Questo
messaggio egrave ciograve che il cristiano accetta per fede e non egrave lecito ritenere che esso sia falso (nec
id quod fide tenetur fas est credere esse falsum) Non egrave possibile ritenere che sia falso laquovisto
che egrave cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo (cum tam evidenter divinutus confirmatum sit)
laquoConfermato da Dioraquo significa laquorivelato da Dioraquo (ex revelatione divina) e quindi reso sicuro e
appunto laquoconfermatoraquo dal fatto che egrave Dio a rivelarlo Ma il testo precisa che il contenuto della
fede egrave confermato da Dio con piena evidenza laquocosigrave evidentemente confermato da Dioraquo tam
evidenter
Tommaso sta parlando dellrsquolaquoevidenzaraquo la quale egrave per lui la proprietagrave che compete ai
primi princigravepi innegabili della laquoragione naturaleraquo cioegrave della ragione che lrsquouomo possiede per
natura Ma con le proprie forze la laquoragione naturaleraquo non egrave capace di conoscere le veritagrave
soprannaturali
Nel commento al De Trinitate di Boezio234
egli ricorda che sebbene alla conoscenza di
alcune veritagrave divine possa giungere anche lrsquointelletto umano durante la vita presente con le sole
forze della ragione si da acquistare vera scienza tuttavia occorre la fede per cinque motivi
233 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles 17 Consultato in data 26032017
234 In URL wwwbooksgoogleit De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione C Pandolfi
Consultato in data 29032017
150
Per la profonditagrave e sottigliezza dellrsquooggetto per cui le realtagrave divine sono laquooccultateraquo al
nostro intelletto per la debolezza cui soggiace lrsquointelletto umano allrsquoinizio (raggiungendo la
perfezione solo alla fine) per la quantitagrave di precedenti che occorrono per arrivare alla
conoscenza di Dio mediante la ragione (egrave esigito un sapere pressocheacute universale) percheacute molti
data la loro costituzione fisica sono incapaci di raggiungere una perfetta conoscenza mediante
la ragione e ci riescono solo mediante la fede infine per le molte occupazioni degli uomini che
rendono impossibile acquistare di Dio la scienza necessaria mediante la ragione
La veritagrave di fede (veritas fidei) non egrave una veritagrave di ragione (veritas rationis) Quando il
testo di Tommaso afferma che il contenuto della fede laquocosigrave evidentemente confermato da
Dioraquo non puograve essere falso non intende dire che Dio confermando la fede la renda qualcosa di
laquoevidenteraquo Se Dio confermando il contenuto della fede lo rendesse qualcosa di laquoevidenteraquo lo
trasformerebbe in una veritagrave di ragione accessibile allrsquouomo Il contenuto della fede non
sarebbe piugrave soprannaturale e rivelato da Dio E invece Dio rivela ciograve che la ragione umana
naturale non egrave capace di conoscere e che dunque proprio percheacute soprannaturale non egrave
qualcosa di laquoevidenteraquo
Nel libro dei Proverbi235
si esclama che laquoEgrave gloria di Dio nascondere le cose egrave gloria
dei re investigarleraquo Il testo di Tommaso dicendo che il contenuto della fede non egrave falso
laquoessendo cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo intende dire questo contenuto non egrave falso
percheacute egrave evidente che egrave confermato da Dio ossia percheacute egrave evidente che egrave rivelato da Dio
Egrave evidente che lrsquoAntico e il Nuovo Testamento sono rivelati da Dio ed essendo cosigrave
evidentemente confermati da Dio non possono essere falsi
Questo significa che il fatto che Dio abbia rivelato il contenuto della fede cristiana egrave
una veritagrave evidente della ragione naturale
235 Proverbi 252
151
Certo tutto il contenuto della fede cristiana egrave una veritagrave soprannaturale ma che esso
sia rivelato e confermato da Dio egrave per Tommaso e per la Chiesa una veritagrave naturale cioegrave
possiede unrsquoevidenza che la ragione umana puograve cogliere con le proprie forze possiede
lrsquoevidenza dei primi princigravepi della ragione naturale
Lrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo egrave un principio evidente della
ragione naturale ma non ha nulla a che vedere con un principio laquologicoraquo o col principio di
non contraddizione che per Tommaso aristotelicamente sta alla radice di tutti i princigravepi logici
In un principio laquologicoraquo il predicato egrave infatti anche per Tommaso riferito necessariamente al
soggetto della proposizione in cui consiste il principio Ma per Tommaso e per la Chiesa Dio
soggetto dellrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo non egrave necessitato ma egrave
libero di rivelarsi agli uomini (predicato di quellrsquoaffermazione)
Nel commento al Vangelo di Giovanni Agostino dichiara
Al momento di rivelare una veritagrave cosigrave importante e profonda Cristo Signore si rese conto che non
tutti lrsquoavrebbero capita e perciograve nelle parole che seguono dagrave un consiglio Vuoi capire Credi [] se non hai capito credi Lrsquointelligenza egrave il frutto della fede Non cercare dunque di capire per
credere ma credi per capire percheacute se non crederete non capirete236
Lrsquoapostolo Paolo afferma che la fede puograve sorgere nellrsquouomo solo se si ascolta qualcuno
parlare di ciograve che in essa egrave contenuto fides ex auditu237
Chi si fa ascoltare per primo nel
Nuovo Testamento egrave Gesugrave Cristo il Verbo incarnato poi si fanno ascoltare coloro che
annunciano il messaggio di Cristo Che cosa si fa dunque sentire nellrsquoudito dellrsquouomo quando
gli viene incontro la vita di Gesugrave Qualcosa risponde lrsquoapostolo che va accolto laquonon come
parola di uomini ma come egrave in veritagrave come parola di Dioraquo238
236 In URL wwwaugustinusit Omelia 296 Consultato in data 03042017
237 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Romani 1017 Consultato in data 18042017
238 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Tessalonicesi 1213 Consultato in data 18042017
152
laquoIn veritagraveraquo ciograve che lrsquouomo sente egrave la parola di Dio egrave vero che egrave la parola di Dio Lrsquo
laquoesser veroraquo significa qui il laquomanifestarsiraquo il laquomostrarsiraquo La parola di Gesugrave ad un certo
momento si presenta mostrando di essere la parola di Dio Questo suo laquomostrare di essereraquo la
parola di Dio egrave il suo laquoessere veramenteraquo la parola di Dio
Ma ciograve che appare manifestamente e si manifesta da seacute egrave appunto qualcosa di evidente
Quando Tommaso afferma che egrave laquoevidenteraquo che il contenuto della fede sia rivelato da Dio
ripropone lrsquoaffermazione dellrsquoapostolo Paolo che laquoegrave veroraquo che la parola di Gesugrave che si fa
innanzi nellrsquoudito dellrsquouomo egrave la parola di Dio Questo non significa che quando Dio parla
tutti riconoscono che egrave Dio a parlare ma ci devono credere Paolo dice che la fede egrave ex auditu
proprio mentre sta ricordando quanto numerosi siano coloro che hanno udito la parola di Dio e
non le hanno creduto Paolo intende dire che chi non crede rifiuta lrsquoevidenza la veritagrave rifiuta
ciograve che si manifesta e si mostra
Rifiuta dunque nel linguaggio di Tommaso la ragione naturale giaccheacute questrsquoultima
non si fonda soltanto sullrsquoevidenza dei princigravepi laquologiciraquo e del laquoprincipio di non
contraddizioneraquo ma anche sullrsquolaquoevidenzaraquo di quella diversa forma di principio che consiste
nellrsquoapparire mostrarsi manifestarsi presentarsi delle cose (egrave la concezione di Aristotele la
laquoscienzaraquo lrsquoepistegraveme ossia il contenuto piugrave alto di ciograve che Tommaso chiama laquoragione
naturaleraquo egrave fondata da un lato sul principio di non contraddizione dallrsquoaltro sullrsquo aisthesis
che non significa semplicemente laquosensazioneraquo ma indica appunto la laquomanifestazioneraquo
laquolrsquoapparireraquo laquoil presentarsiraquo delle cose)
Lrsquoeccedenza semantica che la storia non egrave in grado di determinare egrave operata dalla fede
Altro allora lrsquoevento laquostoricoraquo e altro lrsquoevento in quanto laquocredutoraquo Altro cioegrave altrimenti
significante Altro egrave il Cristo storico altro il Cristo della fede Ma se egrave il Cristo della fede a
colmare lrsquoevento storico e lrsquoevento soteriologico lrsquoaspetto discriminante per la rivelazione egrave la
fede
153
Ma se la fede apologetica ha forza dimostrativa la fede puograve ancora dirsi
soprannaturale E se non ha tale forza puograve ancora dirsi ragionevole la fede
Ma tra i fedeli nel cristianesimo crsquoegrave anche chi salta a piegrave pari la preoccupazione
di affermare e confermare lrsquoesistenza della veritagrave storica di Cristo
Kierkegaard ad esempio scrive laquoesiste un fatto storico che mi insegna che per la mia salvezza
eterna io debba rivolgermi a Cristoraquo ma laquomi guarderograve bene dal prendere una via sbagliata e
drsquoingolfarmi nei cavilli delle ricerche scientifiche per sapere se si tratta di un fatto storicamente certissimoraquo laquoio scelgoraquo e laquoquesto si chiama rischiare e senza il rischio la fede egrave impossibileraquo
(Diario 1850 X A 406)239
Credo che da Cristo dipenda la mia salvezza eterna e credo che chi mi viene incontro
nella storia sia il Verbo di Dio fatto carne e cioegrave che sia la rivelazione di Dio Ma chi crede in
questo modo non puograve dire che sia laquocosigrave evidenteraquo (tam evidenter) che il contenuto del
messaggio cristiano sia la rivelazione di Dio Se il contenuto della fede fosse laquocosigrave
evidentemente confermato da Dioraquo non ci sarebbe piugrave il rischio della fede e ancor meno la
necessitagrave di garantire per la veritagrave rivelata
Una scelta Un laquofattoraquo egrave il laquoche crsquoegraveraquo Aristotele non usa la parola laquofattoraquo ma
lrsquoespressione laquoche crsquoegraveraquo (hoti eacutestin) per indicare uno stato di cose che egrave in un certo modo ma
potrebbe anche essere diversamente Fare laquoesperienzaraquo di Dio egrave fare esperienza di qualcosa che
egrave cosigrave ma potrebbe essere altrimenti Cioegrave nella misura in cui Dio egrave oggetto di esperienza Dio
egrave qualcosa che egrave cosigrave ma che potrebbe essere altrimenti Ma se il cristianesimo pensa che Dio egrave
lrsquounico a non poter essere altrimenti da come egrave (percheacute egrave la perfezione stessa) il cristianesimo
non puograve ridurre Dio a laquooggetto di esperienzaraquo Lrsquoesperienza se potesse potrebbe dire soltanto
laquoOra questo egrave Cristoraquo ndash lasciando aperta la possibilitagrave che prima esso non lo fosse e tra un
momento non lo sia piugrave
239 E Severino Pensiero sul cristianesimo cit pag 67
154
Ma il cristianesimo intende laquoCristoraquo la laquovita eternaraquo il laquoSalvatoreraquo non soltanto ora e
qui ma in ogni tempo e anche al di fuori del tempo e in ogni luogo e anche al di fuori di ogni
luogo e per ogni uomo e per ogni coscienza e dunque universalmente e necessariamente
Lrsquoesperienza mostra che una cosa egrave cosigrave ma non che egrave universale e necessario che sia cosigrave Il
contenuto dellrsquoesperienza egrave appunto un laquofattoraquo
Tutto questo non significa che il cristianesimo non abbia nulla a che fare con lrsquo
laquoavvenimentoraquo e con il laquofattoraquo significa che per rimanere in rapporto allrsquoeterno e non
allrsquoaccidentale il cristianesimo deve pensare che il laquofattoraquo lrsquo laquoavvenimentoraquo imprevedibile egrave
lrsquoincontro col non-fatto e col non-avvenimento e cioegrave non deve confondere il carattere
accidentale dellrsquoincontro con il carattere di ciograve che egrave incontrato
Per Lessing non si puograve fondare una salvezza eterna su di un fatto storico (cioegrave la vita di
Cristo) Se le veritagrave della rivelazione sono veritagrave storiche esse sono particolari e contingenti e
le veritagrave di questo tipo non possono neacute essere dimostrate neacute servire da premesse per una
dimostrazione razionale Kierkegaard non pretende di rovesciare questa tesi e fondare la
salvezza eterna su di un fatto storico ma decide di credere che il Gesugrave presente nel fatto storico
sia Dio cioegrave rischia e sa di rischiare Sa che dicendo laquoQuesto egrave Cristoraquo egli sta rischiando
sta trovandosi in rapporto al rischio ossia a ciograve che egrave precisamente lrsquoopposto del laquofattoraquo e
dellrsquoesperito
La storia ndash dice la fede ndash non ha assolutamente nulla a che fare con Gesugrave Cristo a suo riguardo
abbiamo soltanto la storia sacra (la quale egrave qualitativamente diversa dalla storia in generale) []
Cristo egrave il paradosso che la storia non potragrave mai digerire neacute riusciragrave mai a redigere in forma di sillogismo universale
240
240 S Kierkegaard Esercizio del Cristianesimo in Opere a cura di C Fabro Sansoni Firenze 1972
nuova edizione Piemme Casale Monferrato 1995 Cit pag706
155
Kierkegaard non identifica Cristo a un fatto storico e a unrsquoesperienza ma al contenuto
rischioso di una scelta Egrave un incredulo colui che riducendo Cristo a laquoun fattoraquo deve lasciare
aperta piugrave o meno consapevolmente la possibilitagrave che il laquofattoraquo possa essere sostituito o
smentito da altri fatti
La salvezza eterna non egrave fondata su un fatto storico ma sul rischio della fede Il sapere
storico resta dunque impotente di fronte alla realtagrave autentica di Cristo che egrave quella dellrsquouomo-
Dio Se non vi egrave la possibilitagrave dello scandalo nemmeno vi egrave la possibilitagrave di credere percheacute la
fede egrave esattamente fede in una realtagrave che per la ragione egrave scandalosa
La fede presuppone la rassegnazione [hellip] con essa io rinuncio a tutto egrave un movimento che io
compio da solo e se me ne astengo la colpa egrave della mia viltagrave della mia mollezza della mia mancanza di entusiasmo [hellip] la ricompensa che ne ho egrave me stesso nella coscienza della mia
eternitagrave in una felice armonia col mio amore per lrsquoessere eterno Mediante la fede io non rinunzio
a nulla anzi ricevo tutto nel senso in cui egrave scritto che chi avragrave fede quanto un grano di senape potragrave smuovere le montagne Ci vuole un coraggio proprio umano per rinunciare a tutta la
temporalitagrave in vista di guadagnare lrsquoeternitagrave [hellip] ma ci vuole lrsquoumile coraggio del paradosso per
afferrare allora tutta la temporalitagrave in virtugrave dellrsquoAssurdo e questo coraggio egrave quello della fede La fede egrave quel paradosso che nessun ragionamento puograve dominare percheacute laquola fede comincia lagrave
appunto dove la ragione finisceraquo241
In aiuto alla ragione che cerca lrsquointelligenza del mistero vengono i segni
presenti nella Rivelazione Essi servono a condurre piugrave a fondo la ricerca della veritagrave e a
permettere che la mente possa autonomamente indagare anche allrsquointerno del mistero
241 S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1997 Cit pag 40-42 46
156
Questi segni comunque se da una parte danno maggior forza alla ragione percheacute le consentono di ricercare allrsquointerno del mistero con i suoi propri mezzi di cui egrave giustamente gelosa dallrsquoaltra la
spingono a trascendere la loro realtagrave di segni per raccoglierne il significato ulteriore di cui sono
portatori In essi pertanto egrave giagrave presente una veritagrave nascosta a cui la mente egrave rinviata e da cui non puograve prescindere senza distruggere il segno stesso che le viene proposto [] come aveva ben detto
san Tommaso ldquotu non vedi non comprendi ma la fede ti conferma []oltre la naturardquo242
Aristotele diceva che le laquosostanzeraquo non sono laquosensibili per seacute stesseraquo ma
indirettamente (per accidens) cioegrave per il carattere sensibile delle loro proprietagrave
Lrsquointerpretazione aggiunge senso al senso che egrave dato Vuole che il senso non si
esaurisca nel senso che egrave dato E questa volontagrave egrave appunto la fede la fede per la quale io credo
in base a certi criteri (cioegrave non arbitrariamente a caso) che qualcosa sia di piugrave di quanto si
manifesta di quella cosa nellrsquoambito di ciograve che egrave dato appunto oltre la natura Quelle che noi
chiamiamo laquocoseraquo (anche quando non usiamo questa parola in senso restrittivo) sono
interpretazioni di cose cioegrave volontagrave che le cose abbiano un senso piuttosto che un altro cioegrave
sono fede
Il Concilio Vaticano II ribadisce che laquoa Dio che si rivela egrave dovuta lrsquoobbedienza della
federaquo e ancora Giovanni Paolo II ricorda che laquocon la fede lrsquouomo dona il suo assenso a tale
testimonianza divina Dagrave il suo assenso Quindi sceglie di credere di dare appunto il suo
assenso ad unrsquoeccedenza rispetto al senso dato
242 Papa G Paolo II Fides et Ratio versione integrale scaricata il 10122016 da URL
wwwW2vaticanit Cit pag 22
157
II - La sottomissione della ragione alla fede
Quando il cristianesimo afferma che la veritagrave egrave fondata su rivelazioni Divine contenute
nelle Sacre Scritture nasce il problema del rapporto tra fede e ragione e della loro armonia Il
problema egrave facilmente risolto dal punto di vista della fede essa laquoe percheacute procede
dallrsquoilluminazione e dallrsquoautoritagrave di Dio e percheacute ci comunica veritagrave che trascendono la
ragione rimane e va riconosciuta superiore alla ragioneraquo243
Il filosofo (la ragione)
deve procedere secondo le proprie regole e fondarsi sui propri principi la veritagrave tuttavia non puograve
essere che una sola La Rivelazione con i suoi contenuti non potragrave mai umiliare la ragione nelle sue scoperte e nella sua legittima autonomia per parte sua perograve la ragione non dovragrave mai perdere
la sua capacitagrave drsquointerrogarsi e di interrogare nella consapevolezza di non potersi ergere a valore
assoluto ed esclusivo La Rivelazione cristiana diventa il vero punto di aggancio e di confronto tra
il pensare filosofico e quello teologico nel loro reciproco rapportarsi Egrave auspicabile quindi che teologi e filosofi si lascino guidare dallrsquounica autoritagrave della veritagrave cosigrave che venga elaborata una
filosofia in consonanza con la parola di Dio244
Per il santrsquoAnselmo la prioritagrave della fede non egrave competitiva con la ragione Questa
infatti non egrave chiamata a esprimere un giudizio sui contenuti della fede ne sarebbe incapace
percheacute a ciograve non idonea Suo compito piuttosto egrave quello di saper trovare un senso di scoprire
ragioni che permettano a tutti di raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti di fede
Lrsquouomo ha bisogno di conoscenza ha bisogno di veritagrave percheacute senza di essa non si sostiene non
va avanti La fede senza veritagrave non salva non rende sicuri i nostri passi Resta una bella fiaba la proiezione dei nostri desideri di felicitagrave qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui
vogliamo illuderci Oppure si riduce a un bel sentimento che consola e riscalda ma resta soggetto
al mutarsi del nostro animo alla variabilitagrave dei tempi incapace di sorreggere un cammino costante nella vita
245
243 C Fabro Introduzione allrsquoateismo moderno nota pag 376 E Severino Essenza del nichilismo
244 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag116
245 In URL w2vaticanva Francesco Lumen Fidei capitolo secondo art 24 Consultato in data
20062017
158
Alla base dellrsquoatteggiamento della Chiesa si trova nuovamente il pensiero tomistico
non ci puograve essere contraddizione tra ragione e fede percheacute in entrambe egrave presente la veritagrave Il
contenuto della fede egrave veritagrave percheacute egrave rivelazione divina246
Lrsquoarmonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede egrave
confermata la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con lrsquoaiuto della ragione la
ragione al culmine della sua ricerca ammette come necessario ciograve che la fede presenta La
luce della ragione e quella della fede provengono entrambe da Dio perciograve non possono
contraddirsi La fede non teme la ragione ma la ricerca e in essa confida Come la grazia
suppone la natura e la porta a compimento cosigrave la fede suppone e perfeziona la ragione
Questrsquoultima illuminata dalla fede viene liberata dalle fragilitagrave e dai limiti derivanti dalla
disobbedienza e dal peccato e trova la forza necessaria per elevarsi alla conoscenza del mistero
di Dio La fede e la ragione sono le due ali con le quali lo spirito umano srsquoinnalza verso la
contemplazione della veritagrave
Tuttavia lrsquoaffermazione che il contenuto della fede cristiana egrave rivelazione divina e
quindi veritagrave egrave essa stessa un atto di fede Ciograve che essa afferma egrave una parte di quel contenuto
Egrave il credente in quanto tale a credere che ciograve in cui crede sia rivelazione divina Ed egrave dunque il
credente in quanto tale che deve qualificare come errore ogni pensiero che sia in contrasto con
il contenuto della fede chi egrave convinto della veritagrave della fede cristiana deve essere insieme
convinto che nulla potragrave mai distruggere questa veritagrave e che ogni tentativo in questo senso saragrave
sempre espressione di un fallimento dellrsquouomo Tutto ciograve significa che lrsquointera concezione
tomistica del rapporto fede ndash ragione egrave effettuata dal punto di vista delle fede
246 Tommaso Summa contra gentiles c 67 Somma Teologica q1
159
Ma allora tale punto di vista significa rinuncia della ragione nellrsquoatto stesso in cui si
intende riconoscerne lrsquoautonomia e lasciare la fede completamente indifesa di fronte al
costituirsi della ragione e al modo in cui la ragione concepisce il rapporto fede-ragione
Riguardo a ciograve ossia sullrsquoautonomia della ragione Giovanni Paolo II afferma che
a seguito di uno spirito razionalista proprio della modernitagrave [] culminato nel secolo scorso
toccando il suo ldquoapogeordquo con rappresentanti dellrsquoidealismo che hanno cercato di trasformare le fede e i suoi contenuti perfino la morte e risurrezione di Gesugrave Cristo in strutture dialettiche
razionalmente concepibili [] la filosofia egrave ridotta progressivamente da saggezza e sapere
universale a una delle tante province del sapere umano []La ragione privata dellrsquoapporto della Rivelazione ha percorso sentieri laterali che rischiano di farle perdere di vista la sua meta finale
La fede privata della ragione ha sottolineato il sentimento e lrsquoesperienza correndo il rischio di non
essere piugrave una proposta universale Egrave illusorio pensare che la fede dinnanzi a una ragione debole
abbia maggior incisivitagrave essa al contrario cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione
247
Leggiamo nei testi tomistici che mentre nella laquoscientiaraquo (e propriamente nel momento
originario della laquoscientiaraquo ove essa si costituisce aristotelicamente come posizione delle
protasi immediate) laquoex ipsis intelligibilibus statim veritas propositionum intelligibilium
infallibiliter apparetraquo invece nella fede lrsquoassenso non egrave determinato dallrsquoevidenza del
contenuto ma laquoex voluntateraquo248
247 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag69-7173-74
248 In URL wwwbooksgoogleit Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide
Art 1 Consultato in data 29032017
160
La fede che si fonda sulla testimonianza di Dio e si avvale dellrsquoaiuto soprannaturale della grazia egrave effettivamente di un ordine diverso da quello della conoscenza filosofica Le filosofie e le scienze
spaziano nellrsquoordine della ragione naturale mentre la fede illuminata e guidata dallo Spirito
riconosce nel messaggio della Salvezza la pienezza di grazia e veritagrave che Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera definitiva per mezzo di suo Figlio Gesugrave Cristo
249
E mentre la negazione della ragione naturale laquocui omnes assentire cogunturraquo egrave
impossibile la negazione del contenuto soprannaturale della fede non puograve invece manifestarsi
come impossibile (altrimenti tale contenuto non sarebbe soprannaturale ma sarebbe una veritagrave
necessaria della ragione naturale) ma come laquonon necessariaraquo
Esiste dunque una dimensione del divino che sfugge essenzialmente alla ragione
naturale Lrsquointera prospettiva tomistica del rapporto fede-ragione egrave espressa da questa
grandiosa sequenza poicheacute lrsquoIntelletto egrave il primo autore e motore dellrsquouniverso lrsquoultimo fine
dellrsquouniverso egrave la veritagrave e la divina Sapienza laquocarne indultaraquo attesta di essere venuta nel
mondo laquoad veritatis manifestationemraquo250
Cristo egrave la manifestazione dello scopo supremo dellrsquoIntelletto che produce e guida il
mondo
249 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag16
250 Tommaso Summa contra gentiles c 1
161
III - Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione
Ma come si debba intendere il rapporto tra ragione e fede quando si tenga ferma per
davvero lrsquoautonomia della ldquoragionerdquo viene con forza e potenza indicato da Kant
maggiormente nella Religione entro i limiti della sola ragione (1793) e nel Conflitto delle
facoltagrave (1798) che prende avvio dal conflitto tra le facoltagrave universitarie ma il cui tema di
fondo egrave appunto il rapporto tra ragione e fede
Kant dichiara rispondendo alla lettera inviatagli nel 1794 da Federico Guglielmo re di
Prussia nella quale si rimproverava al filosofo di aver laquotravisatoraquo e laquosvalutatoraquo la Sacra
Scrittura e la religione cristiana
la propria grande stima per la Bibbia ma aggiunge che il migliore e piugrave duraturo elogio che si possa fare della religione cristiana consiste nel rilevare lrsquoaccordo che quel Libro mostra tra la
religione cristiana e la ragione Infatti solo dalla ragione scaturiscono lrsquouniversalitagrave lrsquounitagrave la
necessitagrave delle dottrine della fede che costituiscono sempre la parte essenziale di una religione quella pratico-morale che consiste in ciograve che dobbiamo fare
251
La ragione egrave capace di dire allrsquouomo cosa egli deve fare E ciograve che la ragione dice egrave la
parte essenziale il cuore il centro di ogni fede e di ogni religione Lrsquoessenza del cristianesimo
non egrave la rivelazione divina lrsquoincontro con Cristo ma ciograve che vi egrave di universale e necessario
ossia ciograve che scaturisce soltanto dalla ragione Alla rivelazione divina possiamo credere in base
ad argomenti storici in base cioegrave allrsquoassicurazione che la Bibbia un documento storico dagrave di
seacute stessa di essere ispirata da Dio Ma proprio percheacute questi indirizzi sono storici cioegrave privi di
un valore assoluto la rivelazione egrave un contenuto in seacute contingente ed extraessenziale della fede
cristiana Esso crsquoegrave ma potrebbe non esserci ossia egrave contingente
251 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 127
162
La ragione con cui la fede deve confrontarsi egrave per Kant quella che dice che cosa
lrsquouomo debba fare la laquoragione praticaό o laquopratico-moraleraquo Ora la ragione non dice allrsquouomo
di far questo o quello ma gli impone di agire con la convinzione di fare ciograve che in ogni luogo
in ogni tempo e senza condizioni e da ogni essere razionale ndash e dunque laquouniversalmenteraquo e
laquonecessariamenteraquo ndash deve essere fatto
Chi possiede questa convinzione puograve certamente ingannarsi ma la forma originaria
della ragione consiste nella volontagrave di aver a che fare con i tratti essenziali della veritagrave cioegrave
lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave e quindi consiste nella volontagrave di essere guidati da essi anche
nellrsquoagire
Kant scorge nel cristianesimo la tendenza a sollevare al rango del contenuto essenziale
della religione gli aspetti laquoextraessenzialiraquo e laquocontingentiraquo della Bibbia ossia ciograve che il
cristianesimo considera rivelazione divina In questo modo il cristianesimo si trova costretto
ad avvallare dottrine che sono in conflitto con la coscienza morale in cui la ragione si esprime e
che costituisce lrsquoessenza dello stesso cristianesimo
Nel Conflitto della facoltagrave il filosofo afferma che il cristianesimo egrave lrsquoideale religioso (laquolrsquoidea della
religioneraquo) che laquodevrsquoessere fondato semplicemente sulla ragione ed essere pertanto religione
naturaleraquo qualcosa cioegrave che lrsquouomo puograve realizzare con le proprie forze [] senza aver bisogno dellrsquointervento di una grazia e di una rivelazione soprannaturale
252
Kant non esclude che possa esserci bisogno di una cooperazione esterna di Dio percheacute
lrsquouomo possa conformarsi alla legge morale che la ragione gli presenta indipendentemente da
ogni rivelazione ma considera una temerarietagrave la pretesa di vedere proprio nella vita di Gesugrave
nella sua incarnazione e in tutte le parti del suo insegnamento il modo in cui quella
cooperazione si egrave realizzata
252 Ivi cit pag 128
163
La laquofede ecclesiasticaraquo egrave appunto per Kant quel travisamento della religione autentica
che pretende di attribuire i caratteri della ragione ndash lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave ndash a quanto nelle
Scritture vi egrave di contingente di storico e di inessenziale e che pretende che la salvezza
dellrsquouomo sia riposta in una Chiesa
Il cattolicesimo egrave per Kant la forma maggiore della laquofede ecclesiasticaraquo dove la
laquocattolicitagraveraquo ossia lrsquolaquouniversalitagraveraquo egrave qualcosa di laquocontraddittorioraquo stante il carattere storico
della rivelazione che la fede ecclesiastica intende assumere come veritagrave assoluta
Quando il Dio biblico appare in conflitto con la legge morale della ragione la ragione
deve escludere che quel Dio sia il vero Dio
Alla tesi tomistica che la filosofia egrave lrsquolaquoancella della teologiaraquo (ossia del sapere fondato sulla fede)
Kant replica nel Conflitto che perograve lrsquoancella la laquoprecede col lume la sua gentile signoraraquo non laquola segue reggendo lo strascicoraquo
253
Quando crsquoegrave conflitto tra ragione e fede quel che vi egrave di inautentico e di degenerato non
egrave la ragione ma la fede
Kant esclude che la ragione possa accettare un ordine che le sia dato dallrsquoesterno ma
non si avvede che la ragione in quanto coscienza morale si trova nelle stesse condizioni della
fede ed egrave quindi essa stessa un ordine che essa si dagrave di tenere per vero qualcosa Sigrave che anche
la coscienza morale egrave fede in cui la volontagrave espressa dallrsquoordine esterno diventa volontagrave
interna al credente la volontagrave che ordina alla sua coscienza di ritenere per vero qualcosa che a
tale coscienza non si presenta come vero e che dunque appare come dubbio
La convinzione di essere laquoliberoraquo di assumere come vero ciograve di cui si egrave convinti che sia
vero proviene sia nella fede che nella coscienza morale dallrsquoisolamento che separa il
contenuto in cui si crede di credere dalla dubitabilitagrave che a tale contenuto compete
253 Ivi cit pag 130
164
Che il conflitto tra ragione e fede debba essere risolto come indica Kant tenendo ferma
la ragione e negando ciograve che della fede egrave in contrasto con la ragione egrave dunque unrsquoaffermazione
che non si riferisce alla ragione in quanto coscienza morale (come invece vorrebbe Kant) ma
alla ragione che non intende essere fede non intende essere la semplice convinzione che ciograve in
cui si crede sia vero il semplice ritenere per vero ciograve che non si sa se sia vero
Nellrsquoambito del pensiero dellrsquoOccidente la risposta che si deve dare al problema del
conflitto tra ragione e fede egrave certamente questa quando si presenta un conflitto tra la ragione
autentica e la fede cristiana la ragione deve liberarsi dalla fede vederla nel suo carattere di
semplice veicolo della ragione e come semplice laquofede ecclesiasticaraquo
165
CAPITOLO TERZO
Lrsquoinevitabile contrasto
166
I - La duplice posizione della Chiesa fideismo e gnosi
Alla domanda su cosa sia la veritagrave la Chiesa risponde fondandosi su una duplice
testimonianza la veritagrave egrave ciograve che egrave testimoniato dallrsquo episteacuteme greca e da Cristo come grazia
che porta al culmine la testimonianza umana Ma appunto qui il pensiero della Chiesa non esce
dallrsquoambiguitagrave Cristo egrave testimone della veritagrave solo per chi crede in lui Lrsquoarmonia tra
testimonianza naturale e testimonianza soprannaturale della veritagrave egrave cioegrave un atto di fede
(compiuto allrsquointerno di quel certo tipo di fede che intende riconoscere alla ragione umana la
capacitagrave di raggiungere una veritagrave definitiva assoluta ed autonoma e che nel contempo
pregiudica questo riconoscimento escludendo che la ragione in quanto tale possa trovarsi in
contrasto con la fede) ma nel pensiero teologico della Chiesa lrsquoarmonia tra ragione e fede non
egrave presentata come un atto di fede ed assume lrsquoaspetto di una veritagrave razionale assoluta
definitiva
Nellrsquoelenco delle preposizioni riguardanti la dottrina del prof Severino Mons Carlo
Colombo afferma che
Esaminando il pensiero filosofico del Prof Severino la Chiesa non pretende essere depositaria esclusiva della veritagrave naturale o veritagrave filosofica ma giudicando secondo il carisma ricevuto
dellrsquoesatto senso della veritagrave rivelata ha il diritto di dichiarare una posizione filosofica come
incompatibile con la Rivelazione (Cfr DS n 3020 e 3043)254
Se egrave (come egrave) un atto di fede lrsquoarmonia tra fede e ragione allora la Chiesa
laquodichiarando una posizione filosofica come incompatibile con la Rivelazioneraquo si limita a
indicare la pura differenza tra la rivelazione e quella posizione filosofica senza poter escludere
che la veritagrave si costituisca al di fuori dello spazio della fede e si costituisca come smentita del
contenuto della fede
254 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 133
167
Se lrsquoarmonia tra fede e ragione egrave essa stessa un contenuto della fede allora la Chiesa
deve lasciarsi giudicare dalla filosofia in quanto testimonianza della veritagrave dellrsquoessere e
riconoscere la possibilitagrave che con lrsquoavvento della testimonianza della veritagrave dellrsquoessere la
veritagrave si manifesti come la negazione piugrave essenziale della fede e ne denunci la non-veritagrave e
lrsquoalienazione
Ma se la Chiesa non intende lasciare al di fuori di seacute la veritagrave ndash se non intende restare
timore et tremore multo di fronte alla veritagrave se non accetta che la veritagrave dellrsquoessere la qualifichi
o possa qualificarla come non-veritagrave e alienazione ndash allora egrave inevitabilmente costretta a porre
lrsquoarmonia di fede e ragione come veritagrave di ragione veritagrave filosofica La laquoveritagrave filosoficaraquo o
laquonaturaleraquo dellrsquoaffermazione di tale armonia consentirebbe allora di porre come laquoerrore
filosoficoraquo ogni pensiero che risultasse in contrasto con la fede In questo caso sarebbe laquoveritagrave
filosoficaraquo che il contenuto della fede cristiana forma lrsquoorizzonte inoltrepassabile allrsquointerno
del quale la veritagrave filosofica deve costituirsi e svilupparsi sarebbe veritagrave di ragione che la fede
egrave la pietra di paragone della ragione dalla quale la ragione resta misurata
Ma dato che la Chiesa pretende laquogiudicare secondo il carisma ricevuto dellrsquoesatto
senso della veritagrave rivelataraquo egrave inevitabile che solo alla Chiesa sia consentito stabilire lrsquoesatto
senso della pietra di paragone alla quale la ragione deve commisurarsi e quindi solo la Chiesa
abbia la facoltagrave di stabilire ciograve che egrave laquoveritagrave filosoficaraquo e ciograve che non lo egrave
La Chiesa deve avere questa pretesa o rapportarsi timore et tremore alla veritagrave
dellrsquoessere Invece nel giudicare gli scritti del prof Severino Essa non intende laquotemereraquo la
veritagrave e insieme non pretende di essere depositaria esclusiva della veritagrave filosofica
La Chiesa vuole conciliare lrsquoinconciliabile Identifica surrettiziamente il punto di vista
della fede e quello della ragione Tuttavia negli stessi testi tomistici sono presenti elementi che
consentirebbero di stabilire come dal punto di vista della ragione lrsquoarmonia di fede e ragione
rimanga un problema
168
Tommaso distingue il laquodubitareraquo e lrsquolaquoopinareraquo dal laquocredereraquo ma riconoscendo un
fattore comune a queste diverse laquodispositionesraquo255
Il fattore comune egrave che rispetto alle due
laquoparti della contraddizioneraquo (ossia rispetto a due proposizioni che stanno tra di loro in rapporto
di contraddizione) lrsquointelletto laquonon est terminatus ad unumraquo ossia nessuna delle due parti si
impone per la sua evidenza sullrsquoaltra Nella fede lrsquointelletto dagrave il suo assenso a una delle due
parti della contraddizione in quanto egrave mosso dalla volontagrave ma per quanto fermo sia lrsquoassenso
prestato dallrsquointelletto ai contenuti della fede laquoquamvis fermissime eis assentiatraquo tuttavia
lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo resta laquoinsoddisfattoraquo (laquonon est
satisfactumraquo) laquoirrequietoraquo (laquoeius motus nondum est quietatusraquo) e si mantiene in un
atteggiamento di laquoricercaraquo relativamente ai contenuti cui pur presta il suo assenso
Lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo si mantiene in atteggiamento
problematico rispetto ai contenuti della fede La problematicitagrave egrave appunto la sua
laquoirrequietezzaraquo Ma lrsquointelletto in quanto tale egrave la laquoragione naturaleraquo Essa misurando i propri
confini vede la problematicitagrave di ciograve che la trascende Se ci si rende conto che lrsquoaffermazione
della veritagrave soprannaturale della fede cristiana egrave essa stessa un contenuto di questa fede e se
quindi ci si rende conto che lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia tra fede e ragione egrave un atto di fede se
si giunge a questa consapevolezza allora egrave lo stesso pensiero a porre la problematicitagrave di tale
armonia E se lrsquointelletto in quanto laquoragione naturaleraquo egrave laquoinquietusraquo proprio lagrave dove il credente
egrave laquoquietatusraquo lrsquointelletto vede allora la possibilitagrave che le cose stiano altrimenti da come sono
credute nella fede cristiana cioegrave vede la possibilitagrave che il cristianesimo sia oltre che veritagrave
anche errore Ciograve vuol dire che nella logica oggettiva del tomismo la laquoragione naturaleraquo
riconosce la possibilitagrave della discordanza tra ragione e fede
255 D Thomae Questio de Fide Art 1
169
Ma il tomismo e la Chiesa non giungono a questo riconoscimento percheacute non giungono
a rendersi conto che lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo egrave un atto di
fede e cioegrave percheacute trattano in modo diverso due dimensioni che tuttavia appartengono
entrambe al contenuto della fede cristiana Lrsquouna egrave lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale
del contenuto di questa fede lrsquoaltra egrave questo contenuto assunto come non includente
quellrsquoaffermazione
Accade cosigrave che nella dottrina della Chiesa un atto di fede (lrsquoaffermazione della veritagrave
soprannaturale del cristianesimo) venga a svolgere di fatto la funzione di una veritagrave di
ragione E tuttavia il tomismo e la Chiesa hanno anche evitato di porre esplicitamente come
veritagrave di ragione lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo Porla
esplicitamente come veritagrave di ragione significherebbe accettare e arrendersi esplicitamente a
quella gnosi contro cui la Chiesa ha sempre combattuto
Lrsquoatteggiamento esplicito della Chiesa risulta quindi da una doppia incoerenza si lascia
che di fatto funzioni come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che in realtagrave egrave soltanto un atto di fede si evita
di qualificare come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che di fatto si lascia funzionare come laquoveritagrave
naturaleraquo In questo modo la dottrina della Chiesa egrave insieme laquofideismoraquo e laquognosiraquo Quel
fideismo ossia la volontagrave di credere contro la ragione che la tradizione cattolica continua a
rigettare
Credo quia absurdum (credo percheacute egrave assurdo) non egrave formula che interpreti la fede cattolica [hellip]
Dio infatti non egrave assurdo semmai egrave mistero Il mistero a sua volta non egrave irrazionale ma
sovrabbondanza di senso di significato di veritagravegtgt256
La Chiesa vuole che giudicando la filosofia la fede non solo non abbia a laquocoartareraquo
lrsquoautonomia del pensiero filosofico ma laquone illumini il cammino verso la veritagraveraquo
256 In URL wwww2vaticanva Benedetto XVI Udienza generale del 21 novembre 2012 LrsquoAnno della
fede La ragionevolezza della fede in Dio Consultato in data 04042017
170
La laquolibertagrave di ricercaraquo e la laquovera autonomia della scienzaraquo esprimono la laquoragione
naturaleraquo tomistica lrsquoesclusione che la fede abbia a laquocoartare la libertagrave di ricerca e la vera
autonomia della scienzaraquo esprime lrsquoaffermazione tomistica dellrsquoarmonia di ragione e fede
sullrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione la fede traccia il senso ultimo dellrsquoessere al
quale la ragione non deve voltare le spalle In questo modo la grazia (la fede) non conserva la
natura (la ragione) ma la nega
Le distinzioni tra fede umana e fede divina rivelata tra ordine naturale e ordine
soprannaturale sono in realtagrave operate allrsquointerno della fede cristiana percheacute egrave il credente ad
avere fede che la propria fede in quanto rivelata differisca da ogni laquofede umanaraquo ed egrave ancora
il credente ad aver fede nellrsquoesistenza di un ordine soprannaturale costituito dalle
determinazioni della fede cristiana
La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la
sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane
per quanto profonda unrsquointenzione unrsquointenzione smentita in realtagrave dal principio ndash che sta al
centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i
contenuti della fede cristiana non appartiene alla ragione autentica ma ne egrave una
degenerazione Il principio che la Chiesa eredita dal pensiero di Tommaso La ragione
autentica cioegrave la ragione in quanto conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la
veritagrave indubitabile della fede laquocosigrave evidentemente confermata da Dioraquo Quando si produce un
conflitto tra un asserto della ragione e un asserto della fede questrsquoultimo non puograve essere
modificato e resta fermo ed egrave lrsquoaltro a dover riconoscere di non essere veramente un asserto
della ragione e di esserlo solo apparentemente
171
Riguardo allrsquoobiezione a proposito del contrasto tra fede e ragione che laquola ragione naturale che afferma Dio certamente non sa se Dio si rivela ma sa certissimamente che se egli si rileva tutto
ciograve che dice egrave vero e quindi che la possibilitagrave del contrasto dipende da una insufficiente
formulazione della veritagrave propria della ragione attuale che egrave ragione umana ldquofinitardquoraquo (Leonardo Messinese Essere e divenire nel pensiero di Emanuele Severino Cittagrave Nuova 1985 pp 40-41) Ma
ormai egrave chiaro che questa non egrave la posizione di Tommaso per il quale la ragione naturale non solo
sa certissimamente che se Dio si rivela quello che dice egrave vero ma sa anche (tam evidenter) che Dio si rivela
257
Dire come egrave giusto dire che la ragione naturale non sa se Dio si riveli significa che
essa non sa se il messaggio di Gesugrave sia il rivelarsi di Dio Ammettendo ma non concedendo
che la possibilitagrave del contrasto tra fede e ragione dipenda da una insufficiente formulazione
della veritagrave propria della ragione attuale finita ne viene che di fronte a un contrasto tra il
messaggio di Gesugrave e la ragione naturale questrsquoultima non sapendo e non potendo dire che
quel messaggio egrave vero in quanto rivelazione di Dio non puograve nemmeno squalificare se stessa
come laquoinsufficiente formulazione della veritagraveraquo deve squalificare quel messaggio ponendolo
come errore
La fede cristiana dice Non ci puograve essere contrasto tra me e la ragione naturale La
ragione naturale dice Se Dio si rivela non ci puograve essere contrasto tra me e questa rivelazione
ma io non so se e dove laquoDioraquo si riveli e quindi lagrave dove crsquoegrave contrasto tra me e una certa
affermazione che dichiari di essere la voce di laquoDioraquo questa affermazione qualunque essa sia e
comunque sia data egrave errore
Il concetto di laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo applicato alla struttura
originaria della veritagrave ndash in quanto struttura che giagrave da sempre si mostra al di fuori
dellrsquoalienazione della veritagrave ndash non ha veritagrave Se la veritagrave originaria potesse essere negata
smentita in quanto laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo non ci sarebbe piugrave veritagrave (e
nemmeno la laquoragione naturaleraquo puograve accettare di essere qualcosa che possa essere smentito)
257 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 154
172
La veritagrave infatti non egrave laquoformulazioneraquo non si riduce a linguaggio ndash a proposito del
quale soltanto ha senso parlare di laquoinsufficiente formulazioneraquo Egrave un errore considerare
dallrsquoesterno la veritagrave e il messaggio cristiano come se fossero due linguaggi che si
confrontano Egrave allrsquointerno dello sguardo della veritagrave che ogni linguaggio deve rendere conto di
seacute alla veritagrave
Se il contrasto tra laquoveritagrave filosoficaraquo e laquoveritagrave di federaquo costringesse a dire che la veritagrave
filosofica egrave laquoinsufficientemente formulataraquo questo significherebbe che la veritagrave originaria puograve
diventare errore Ma la veritagrave egrave appunto ciograve che non puograve diventare errore Essa egrave il contenuto
significante a cui il linguaggio si riferisce
Se esistesse una laquorivelazione di Dioraquo in un linguaggio storico questo linguaggio
dovrebbe essere agli occhi della veritagrave un problema autentico Non solo sarebbe problema ciograve
che questo linguaggio dice ma anche che esso dica quello che lrsquointerpretazione storica gli fa
dire Ma poicheacute il significato stesso dei linguaggi storici egrave problematico ndash poicheacute egrave
problematico che essi dicano quello che si crede che dicano ndash laquoDioraquo non puograve laquorivelarsiraquo in un
linguaggio storico ndash non puograve uscire dal problema e portarsi allo scoperto ndash ma puograve soltanto
nascondersi in esso Si deve nascondere nella problematicitagrave dellrsquointerpretazione laquoDioraquo
potrebbe entrare nel mondo solo come ciograve di cui non si potrebbe mai sapere che egrave laquoDioraquo Esso
non puograve costituirsi come punto di riferimento al quale la veritagrave debba adeguarsi Non egrave laquopuntoraquo
proprio percheacute lo egrave ndash laquopuntoraquo ndash solo allrsquointerno della interpretazione che lo rende laquopuntoraquo E
che il rivelarsi di Dio debba essere il suo nascondersi egrave qualcosa che vale non soltanto per la
veritagrave autentica ma anche per quella forma di veritagrave alienata che egrave la laquoragione naturaleraquo
La veritagrave autentica dice che laquoDioraquo la veritagrave infinita si rivela nel finito solo nella
struttura originaria della veritagrave che da sempre si apre al di fuori dellrsquoalienazione della veritagrave
173
Se laquosi rivelaraquo anche altrove nelle forme storiche del linguaggio il suo laquorivelarsiraquo deve
essere un nascondersi uno sfuggire in modo da non poter mai esser preso tenuto fermo
guardato in faccia e visto come veritagrave Un contrasto tra la veritagrave attuale e questo laquosvelarsi-
nascondersiraquo di Dio non puograve dunque apparire nello sguardo della veritagrave appunto percheacute
affincheacute ci sia un contrasto i punti fermi devono essere due
174
II - Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa
La Costituzione Dei Verbum dopo aver ricordato che la parola di Dio egrave presente sia nei
testi sacri che nella Tradizione afferma laquoLa Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura
costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesaraquo258
Alla fede posta come rivelazione divina corrisponde lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa La
Chiesa egrave infallibile percheacute conserva la laquoParola di Dioraquo e conservarla significa capirla cogliere
il significato autentico dei testi sacri In quanto la Chiesa stabilisce il senso autentico del
contenuto della fede e in quanto non puograve esserci contrasto tra ragione e fede la Chiesa egrave il
luogo esclusivo in cui resta stabilito il senso autentico della ragione
Ma anche lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa egrave un contenuto della fede di cui la Chiesa si ritiene
depositaria La Chiesa non dice laquoIo ho fede di essere infallibile ndash e quindi ammetto la
possibilitagrave che la veritagrave sia negazione della mia fede e della mia infallibilitagraveraquo Non dicendolo
la Chiesa egrave costretta a lasciare che il dogma dellrsquoinfallibilitagrave funzioni di fatto come una veritagrave
naturale non dicendolo la Chiesa si presenta di fatto come lrsquounica definitiva e suprema
filosofia al cui interno resta stabilito il rapporto tra fede e ragione come la gnosi piugrave
insuperabile in cui va completamente perduto il carattere laquosoprannaturaleraquo della rivelazione
Ponendosi di fatto come super-filosofia al cui interno egrave stabilito il rapporto fede-
ragione la Chiesa evita per altro di riconoscere esplicitamente questo carattere e da un lato
intende tener fermo il valore soprannaturale della rivelazione dallrsquoaltro lato non intende porsi
timore e tremore dinanzi alla veritagrave Ma senza questo timore e tremore la Chiesa egrave gnosi Essa
pur volendo sulla base del tomismo distinguere la fede dalla ragione in realtagrave si pone laquoal di lagrave
e al di sopraraquo di questa distinzione proprio nellrsquoatto in cui lascia di fatto sussistere come veritagrave
di ragione lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione e lrsquoaffermazione della propria
infallibilitagrave
258 In URL wwwmaranathait Concilio Vaticano II nn10 consultato in data 5042017
175
Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa garantisce che una formulazione dogmatica anche se
espressa con concetti e linguaggio metafisico egrave conforme alla veritagrave rivelata originaria e perciograve
vera come questa
La dottrina cattolica esige certamente i concetti di essere infinito di creazione ex nihilo non sono unrsquolaquoalienazione del senso dellrsquoessere ma lrsquoespressione vera del Verbo rivelato [] La Rivelazione
non puograve esprimere nessuna veritagrave (cioegrave nessuna manifestazione esatta della realtagrave) se non
attribuendo un valore reale ai concetti usati quindi la Rivelazione include necessariamente una laquoontologiaraquo fondamentale (non una metafisica sistematica) Qualunque ulteriore espressione
metafisica di questo dato laquoontologicoraquo deve essere coerente con il suo contenuto259
Egrave chiaro che lrsquoontologia fondamentale necessariamente inclusa nella rivelazione
costituisce quel contenuto essenziale del pensiero filosofico rispetto al quale non rimane piugrave
che il compito inessenziale ed estrinseco di dargli una forma sistematica Lrsquoontologia
fondamentale della Chiesa che egrave anche lrsquoontologia fondamentale dellrsquoOccidente egrave persuasa
che lrsquoessere non egrave lrsquoessere dellrsquoente ma egrave lrsquoessere come essenzialmente separato dallrsquo ente sigrave
che lrsquoente in quanto tale puograve non essere puograve cioegrave essere niente e dal niente esce e nel niente
ritorna per opera del dio creatore o della tecnica umana
Per la Chiesa lrsquoeternitagrave dellrsquoente in quanto ente rende impossibile la storia della
salvezza Il senso nichilistico del divenire domina il modo in cui la Chiesa intende il
laquodiventareraquo peccatore da parte dellrsquouomo il laquodiventareraquo carne da parte del Verbo e il divenire
in cui si fa innanzi ogni evento della laquostoria della salvezzaraquo Con lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave
dellrsquoente in quanto tale viene nullificato lrsquoevento storico
259 Lettera inviata al prof Severino da Mons C Colombo in data 13-9-1968 in Il mio scontro con la
Chiesa pag4647
176
Percheacute non sia nullificato si vuole un lsquoprimarsquo (in principio) in cui la carne del Verbo
sia stata niente e solo il Verbo sia Per non nullificare lrsquoIncarnazione la Chiesa nullifica la
carne Per non nullificare la laquostoria della salvezzaraquo nullifica la salvezza
La veritagrave dellrsquoessere non laquonullificaraquo lrsquoevento storico ma rileva che la comprensione
nichilistica di esso pensa la nientitagrave dellrsquoente ossia pensa ciograve che non egrave Al di fuori del
nichilismo la storia egrave il processo del Tutto immutabile Solo lrsquoimmutabile puograve di-venire cioegrave
venire fuori dal nascondimento
Tutte le cose e tutti gli eventi sono eternamente scolpiti Allrsquointerno dellrsquointramontabile
apparire della veritagrave dellrsquoessere sorgono e tramontano come le immutabili costellazioni del
cielo Condizione necessaria percheacute laquola storia della salvezzaraquo abbia la possibilitagrave di diventare
un problema egrave che essa sia intesa come questa successione dellrsquoapparire questa condizione non
nullifica lrsquoevento storico in quanto tale ma lo restituisce al suo autentico significato
Affincheacute la laquostoria della salvezzaraquo divenga un problema il laquoVerboraquo deve essere allora
innanzitutto pensato come eternamente laquopresso Dioraquo ed eternamente laquopresso la carneraquo e il suo
diventar carne deve innanzitutto significare che il Verbo che egrave eternamente presso la carne egrave
entrato nellrsquoapparire Solo a questo punto dinnanzi alla veritagrave dellrsquoessere puograve aprirsi la
domanda se la parola di Gesugrave riascoltata al di fuori del laquomondoraquo sia il Verbo che parla in
veritagrave della nascosta luminositagrave del Tutto
Allrsquointerno del laquomondoraquo cioegrave il luogo ove si scontrano le contrapposte volontagrave di
potenza il cristianesimo soprattutto nella forma che esso assume nella Chiesa cattolica egrave
ancora una delle forze piugrave potenti determina ancora il comportamento di grandi masse e
possiede un apparato concettuale altamente idoneo a operare questa determinazione
La laquoveraraquo critica laica della fede cristiana non puograve essere altro oggi che
lrsquoemarginazione pratica della Chiesa dalla vita sociale e la laquoveraraquo vittoria di quella fede sulla
irreligiositagrave e sul laicismo non puograve essere altro che il successo pratico-politico delle masse che
ancora posseggono quella fede
177
La potenza sociale della Chiesa non egrave in contraddizione con la pura fede interiore
giaccheacute anche la pura fede cristiana come ogni fede egrave una prevaricazione della volontagrave di
potenza La pura fede egrave prevaricazione proprio percheacute credendo in qualcosa rifiuta qualcosa
drsquoaltro che ha lo stesso diritto ad essere creduto e cioegrave a divenire prevaricante
178
III - Lrsquoauspicata armonia tra fede e ragione
La Chiesa cattolica ha sempre respinto ogni forma di fideismo tenendo ferma lrsquounione
la convergenza e lrsquoarmonia di fede e ragione Eppure questa armonia egrave la maschera di una lotta
mortale tra due contrapposte volontagrave di potenza una lotta dunque che si conclude con la
morte di uno dei due contendenti ndash la ragione ndash ma in cui sopravvive ciograve che egrave in comune a
entrambi la violenza prevaricante della volontagrave di potenza ossia lrsquoessenza dominatrice
dellrsquoOccidente
La filosofia non egrave piugrave un pericolo oggettivo per il cristianesimo e ogni critica rivolta
allrsquoessenza o alle configurazioni storiche del cristianesimo possiede lo stesso valore di ciograve che
essa intende negare La ragione che oggi la Chiesa si preoccupa di far concordare con la fede egrave
soprattutto la ragione scientifica che egrave a sua volta una fede
Lrsquounico pericolo e lrsquounica critica egrave che lrsquouomo riesca a produrre in terra il lsquoregno di
Diorsquo cioegrave un regno che liberi definitivamente lrsquouomo dalla nostalgia a dal desiderio di ogni
altro regno Nessuna fede nemmeno la fede cristiana potrebbe costituire unrsquoalternativa a un
regno capace di soddisfare i bisogni di ogni fede Ma accanto alla fede cristiana e ad ogni
umanesimo che in relazione a questa previsione le sia solidale crsquoegrave la fede nel dominio umano
del tutto e quindi nella capacitagrave di soddisfare i bisogni di ogni fede allrsquointerno di questo
dominio La fede nel dominio illimitato dellrsquouomo egrave la conseguenza rigorosa del rsquomondorsquo in
cui si muove anche la storia della fede cristiana
Il progetto della dominazione scientifica del tutto segna la fine del cristianesimo e
dellrsquointera cultura tradizionale ma nella situazione attuale dove le singole lsquoconquiste della
scienzarsquo lasciano ancora sullo sfondo quel progetto viene a costituirsi una sorta di
agevolazione specifica del compito della Chiesa nel mondo
179
La fine del sogno della lsquoveritagrave definitivarsquo pone innanzitutto sullo stesso piano ogni
proposta culturale ogni posizione culturale egrave una fede giaccheacute per quanto complesso possa
essere lrsquoordine concettuale in cui una cultura si definisce tale ordine non egrave la veritagrave che
manifesta la non veritagrave di ogni alternativa possibile Tommaso drsquoAquino interpretando S
Paolo poteva ancora dire che la fede ndash al contrario di quanto accade nella laquoscientiaraquo ndash conduce
in captivitatem omnem intellectum cioegrave lo rende prigioniero di un contenuto che non egrave
evidente e quindi gli egrave laquoestraneoraquo (alienus) e lrsquointelletto egrave pertanto laquoinquietoraquo (nondum est
quietatus) Lo stesso Paolo rispetto a quella laquoscientiaraquo poteva sentirsi ndash non tanto
soggettivamente quanto piuttosto in relazione al contenuto oggettivo di essa ndash in infirmitate et
timore et tremore multo Ma oggi ogni cultura conduce in captivitatem la coscienza e la fede
cristiana non ha piugrave alcun motivo di timore e tremore per una laquoscienzaraquo che a sua volta si
riconosce come fede
La laquosicurezzaraquo del sapere scientifico egrave per definizione relativa la scienza ha deciso da
tempo e metodicamente di lasciar da parte ogni tentativo di scoprire una conoscenza
assolutamente incontrovertibile della realtagrave e riconosce che i propri principi e metodi sono
ipotesi Esse consentono il dominio piugrave efficace delle cose ma in quanto ipotesi sono esposte
alla possibilitagrave della piugrave radicale smentita Il senso comune osserva che la tristezza ci assale
quando siamo felici Abbiamo paura di perdere la felicitagrave La scienza puograve produrre una felicitagrave
di cui forse non riusciamo ancora a sospettare lrsquoampiezza e lrsquointensitagrave Ma crsquoegrave unrsquounica cosa
che la scienza non puograve produrre la sicurezza della felicitagrave la sicurezza che non puograve essere data
dalla laquosicurezzaraquo di ogni possibile metodologia scientifica e nemmeno da una qualsiasi fede
religiosa Anche la scienza egrave in quanto scienza una fede E per chi ha raggiunto la felicitagrave non
puograve bastare la fede di non perderla
180
Anche per il cristianesimo la fede egrave una virtugrave di questo mondo che non puograve appartenere
al paradiso Ma non puograve bastare nemmeno vedere il dio facie ad faciem percheacute puograve sempre
sorgere il dubbio che ciograve che vediamo non sia la faccia di dio Percheacute il paradiso non sia un
inferno ndash cioegrave lrsquoangoscia dellrsquoimminente vanificazione della felicitagrave ndash deve mostrarsi la veritagrave
del paradiso la veritagrave che in nessun senso sia unrsquoipotesi
Per riassumere quindi tale argomentazione possiamo affermare che il contenuto della
fede egrave il Verbo e il Verbo storicamente egrave linguaggio Ogni linguaggio egrave comprensione del
senso dellrsquoessere ma non ogni linguaggio esprime tale comprensione Ossia non ogni
linguaggio storico egrave lrsquoesplicitazione del senso ontologico in cui pur si muove Nella storia
dellrsquouomo lrsquounico linguaggio ontologicamente esplicito egrave quello della filosofia greca e della
cultura che da essa discende Il linguaggio del Verbo egrave di questa natura non egrave lrsquoesplicitazione
di unrsquoontologia come non lo egrave la Rivelazione In questo senso egrave impossibile lrsquoaccertamento di
ogni contrasto o solidarietagrave tra unrsquoontologia (ossia un linguaggio che esplicita il senso
dellrsquoessere) e la Rivelazione proprio percheacute questrsquoultima non egrave una forma di ontologia Egrave
invece possibile un contrasto tra la veritagrave dellrsquoessere e una interpretazione ontologica della
Rivelazione quale egrave stata costruita dal pensiero occidentale egrave possibile la solidarietagrave tra la
ragione purificata (la ragione che parla la veritagrave dellrsquoessere) e la Rivelazione
Per la ragione purificata il Verbo egrave quindi unrsquoautentica possibilitagrave laquoarmoniaraquo e
laquoincontroraquo di ragione e fede
181
Sin dal suo inizio la filosofia intende raggiungere la forma piugrave radicale di sapere la
veritagrave assolutamente innegabile Ma questo immane tentativo della filosofia egrave destinato a
fallire La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico propostosi di difendere la veritagrave
dellrsquoessere ma risultandone la piugrave chiara negazione
Lrsquoessere egrave eterno ogni prova e ogni negazione dellrsquoessere immutabile vivono allrsquointerno
dellrsquoalienazione dellrsquoOccidente lrsquoalienazione metafisica che identifica lrsquoessere al niente
proprio in quanto si mette alla ricerca di un essere immutabile ed eterno I legami indissolubili
che legano ogni essere al proprio essere al proprio apparire e alle determinazioni che lo
accompagnano non possono essere spezzati Lrsquouomo ha da sempre e per sempre dinanzi la
veritagrave dellrsquoessere intramontabile
Lrsquoisolamento della terra dal destino egrave la fede che le cose siano il diventare altro da ciograve
che esse sono e che questo loro diventare sia la fondamentale e lrsquounica terra sicura con cui
lrsquouomo ha a che fare
Se la creazione viene interpretata in termini di essere e non essere - se cioegrave viene
interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere allora il concetto di creazione egrave
lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere
Nella terra isolata dal destino della veritagrave appare la storia dei mortali la storia della
prevaricazione di una volontagrave che rimane nello sguardo del destino soltanto un tentativo
prevaricante La tecnica egrave diventata oggi la piugrave potente delle forze metafisiche Lo stesso senso
comune non egrave piugrave dominato dalla religione o dalla politica ma dal modo di pensare e di agire
della metafisica ma che ormai ha raggiunto una capacitagrave di trasformazione della terra che non
si limita a guidare i processi naturali di produzione e distruzione ma li sostituisce con processi
artificiali
182
La fede proprio in quanto fede ossia volontagrave che le cose abbiano il senso deciso egrave
isolamento del laquocredutoraquo dal dubbio che lo avvolge Essa non potragrave mai porsi come una veritagrave
di ragione se non negando la propria essenza il kerygma Essere lrsquoargumentum la voce data ai
non visibili ai non manifesti egrave possibile solo se compare lrsquooscuritagrave che rende invisibili i
visibili La fede egrave volontagrave di potenza non solo percheacute egrave una prevaricazione sulle altre fedi che
intende sospingerle nel niente ma percheacute egrave la stessa volontagrave di impadronirsi della terra
sottraendola al destino e usandola come riparo dal niente che lrsquoattraversa
La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la
sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane
unrsquointenzione smentita dal principio ndash che sta al centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale
ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i contenuti della fede cristiana non appartiene alla
ragione autentica ma ne egrave una degenerazione La ragione autentica cioegrave la ragione in quanto
conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la veritagrave indubitabile della fede cosigrave
laquoevidentemente confermata da Dioraquo
Percheacute il cristianesimo abbia la possibilitagrave di diventare la Parola di Dio e preparare
lrsquoaccadimento della salvezza egrave necessario che tramontino il suo essere fede e la sua
appartenenza al mondo
183
INDICE
Prefazione pag 4
INTRODUZIONE
I La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica pag 9
II La ricerca giovanile di Emanuele Severino pag12
III Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa pag15
PARTE PRIMA ndash LrsquoETERNO
CAPITOLO I ndash LrsquoESSERE IMMUTABILE
I Dare prova di Dio pag 22
II La realtagrave di Dio e lrsquoideale della ragione pag 26
III La logica esposizione di Dio e la sua morte pag 34
CAPITOLO II ndash ALLE ORIGINI DEL PENSIERO E DEL NICHILISMO
DELLrsquoOCCIDENTE
I La metafisica come sapere incontrovertibile pag 44
II Il sentiero della Notte pag 53
III Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire pag 62
CAPITOLO III ndash PER UNA COMPRENSIONE DELLrsquoESSERE
I La struttura originaria dellrsquoessere pag 68
II Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere pag 72
III LrsquoEterno pag 76
NOTA
Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del Verbo pag 80
PARTE SECONDA ndash IL DIVENIRE
CAPITOLO I ndash IL DIVENIRE NELLrsquoALIENAZIONE DELLrsquoOCCIDENTE
I La creazione dal nulla pag 88
II Divenire esser altro pag 94
III La volontagrave pag 97
184
CAPITOLO II ndash LrsquoAZIONE CHE CATTURA E DOMINA LrsquoENTE
I Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire pag 101
II Il dominio che guida il divenire pag 106
III La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio pag 110
CAPITOLO III ndash LrsquoALIENAZIONE NELL O SGUARDO DEL DESTINO
I Ciograve che il mortale crede pag 115
II La necessitagrave dellrsquoaccadere come risolvimento del problema della libertagrave pag 121
III laquoCrescereraquo come divenire pag 131
TERZA PARTE ndash LA FEDE
CAPITOLO I ndash FILOSOFIA E FEDE
I Lo sguardo filosofico alla rivelazione pag 136
II Lrsquoargumentum pag 139
III La laquocertezzaraquo dubitante dellrsquoanimo pag 143
CAPITOLO II ndash UNA DAMA DA COMPAGNIA PER LA RAGIONE
I laquoCredereraquo per capire e conoscere pag 149
II La sottomissione della ragione alla fede pag 157
III Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione pag 161
CAPITOLO III ndash LrsquoINEVITABILE CONTRASTO
I La duplice posizionedella Chiesa fideismo e gnosi pag166
II Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa pag 174
III Lrsquoauspicata armonia tra ragione e fede pag 178
INDICE pag 183
BIBLIOGRAFIA pag 185
185
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Essenza del nichilismo Adelphi Milano 1995
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Il mio scontro con la Chiesa RCS libri spa Milano 2001
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Oltrepassare Adelphi Milano 2007
Pensieri sul cristianesimo RCS Libri Milano 1995
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Aristotele Della interpretazione RCS Libri spa Milano 2000
Aristotele Fisica Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L Ruggiu Rusconi Libri
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Aristotele Metafisica Bompiani ndash Giunti Editore Firenze 2004
G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985
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5
Il 16 dicembre 1969 il cardinal Franjo Seper prefetto dellrsquoex SantrsquoUffizio spedigrave al
professor Severino i tre laquoVotiraquo dei periti incaricati dalla Sacra Congregazione di esaminare il
suo discorso filosofico (prof padre Cornelio Fabro prof padre GBLotz5 prof don E
Nicoletti6)
Padre Cornelio Fabro7 al termine del proprio Voto intitolato Sulla posizione filosofica
di E Severino conclude affermando
Prout verba sonante t eius philosophia exigit bencheacute il Severino non si dichiari espressamente
mai neacute ateo neacute anticristiano egli critica alla radice la concezione della trascendenza di Dio ed i
capisaldi del Cristianesimo come forse finora nessun ateismo ed eresia hanno mai fatto8
Durante gli anni di insegnamento alla Cattolica gli scritti maggiori pubblicati da
Severino furono La struttura originaria9 e Studi di filosofia della prassi
10
Anche se La struttura originaria conteneva il fondamento che poi si sarebbe sviluppato
negli scritti successivi la sua pubblicazione non incontrograve grandi difficoltagrave Maggiori furono
quelle incontrate con Studi di filosofia della prassi La seconda parte dellrsquoopera dal titolo
Implicazioni pragmatiche della veritagrave riguardava il problema della fede e quindi anche la fede
cristiana vista giagrave qui come contraddizione
5 Il laquoVotoraquo del prof padre GB Lotz SJ non aveva alcun carattere filosofico ma solo lrsquointento di stabilire
in modo sommario ed estrinseco la compatibilitagrave tra il discorso filosofico severiniano e la dottrina tradizionale
della Chiesa
6 Il laquoVotoraquo del prof don E Nicoletti aveva la forma della ldquodifesardquo rispetto ai primi due che assumevano la
forma dellrsquoldquoaccusardquo In seguito egli si portograve estremamente vicino al contenuto degli scritti di Severino e lasciograve la
veste talare
7 Padre Cornelio Fabro nato a Flumignano il 24 agosto 1911 presbitero teologo e filosofo membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesugrave Cristo ex definitore del SantrsquoUffizio fu professore
allrsquoUniversitagrave degli studi di Perugia e uno degli esponenti piugrave importanti del tomismo del Novecento Il suo
apporto piugrave profondo alla metafisica classica sulle orme di San Tommaso drsquoAquino egrave la distinzione tra essentia e
actus essendi
8 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag86
9 La Scuola editrice Brescia 1958 nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1980
10 Vita e pensiero Universitagrave cattolica 1962 seconda edizione Adelphi 1984
6
La fede egrave una delle modalitagrave dellrsquoessere in contraddizione e cioegrave nellrsquoerrore Ossia egrave il
trovarsi nella non-veritagrave egrave lrsquoassumere come veritagrave ciograve che non si presenta come veritagrave Al
tempo degli Studi perograve la fede (come ogni fede) egrave contraddizione e tuttavia agli occhi della
struttura originaria della veritagrave tale fede si presentava ancora come un problema Questo in
base al teorema che la fede in un asserto egrave sempre autocontraddizione tuttavia lrsquoasserto che egrave
contenuto della fede non egrave sempre autocontraddizione ma puograve essere qualcosa che non nega
neacute implica lrsquooriginario Quindi fino a Studi di filosofia della prassi crsquoegrave la persuasione che il
contenuto della fede cristiana (fides qua creditur) sia un insieme di asserti di questo tipo In
seguito a partire da Ritornare a Parmenide Poscritto11
sarebbe venuto in chiaro che la fede
cristiana egrave contraddizione non solo come fides qua creditur ma anche come fides quae
creditur ossia per il contenuto in cui si crede
11 lt La struttura originaria opera alla quale Severino si riporta di continuo come allrsquoesposizione basilare
del suo parmenidismo [] notevole per la sua mole e la ferrea struttura formale sembra non abbia destato
preoccupazione alcuna di ortodossia neacute allrsquouniversitagrave Cattolica di Milano neacute altrove La Redazione della Riv di
filosofia noescolmostra il suo dissenso ndash in forma piuttosto blanda mi sembra ndash solo allrsquoapparire di Ritornare a
Parmenide del 1964 la nota della redazione ammette anzi che lrsquolaquoarticoloraquo si riconnette ad una tradizione che ha i
suoi rappresentanti anche nella scolastica Con la tesi infatti che nellrsquoessere di ogni cosa per quanto diveniente e
caduca si manifesta immediatamente la presenza dellrsquoEssere divino Emanuele Severino continua ci sembra una
tradizione che ha esempi classici come per citarne uno il capitolo terzo dellrsquoItinerarium di San Bonaventura gt C
Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino prima edizione Quadrivium
Genova 1981 seconda edizione Opere Complete 2015 ndash Editrice del Verbo Incarnato (RM) pag70
I numeri successivi di laquoRivista di filosofia neoscolasticaraquo conterranno unrsquoampia discussione del saggio da parte di molti esponenti della cultura filosofica cattolica Nel numero V del 1965 venne pubblicato il Poscritto di Ritornare
a Parmenide che apparve con la seguente Nota lt Sebbene la risposta di Emanuele Severino accentui le
divergenze del suo pensiero dalla concezione filosofica alla quale si ispira questa Rivista pubblichiamo
ugualmente questo articolo persuasi che il dibattito di idee giovi alla conoscenza della veritagrave La fede nella veritagrave e
la fiducia che la possibilitagrave di esprimere liberamente il proprio pensiero aiuti a scoprirla egrave il vincolo fraterno che
oltre ogni pur radicale dissenso resta fra lrsquoAutore di questo articolo e gli altri redattori gt E Severino Il mio
scontro con la Chiesa cit pag 13
7
Unitamente alla lettera inviata al professor Severino il 2 luglio 1968 monsignor Carlo
Colombo presidente dellrsquoIstituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo Ente fondatore
dellrsquoUniversitagrave Cattolica e vescovo titolare di Vittoriana inviograve lrsquoallegato datato 21 marzo
1968 della Sacra Congregatio pro Istitutione Catholica firmato da Gabriel-Maria Card
Garrone e Giuseppe Schroffer segr
In tale lettera si auspicava ad una schietta e leale chiarificazione con il Professore a
seguito dellrsquoesame di alcuni suoi scritti (Ritornare a Parmenide Ritornare a Parmenide
Poscritto Il sentiero del giorno) data la loro marcata istanza immanentistica e per le
dissonanze che essi presentavano con la dottrina cattolica In un secondo allegato venivano
precisati tre punti i rilievi emersi dallrsquoesame degli scritti sopracitati 1- Il problema delle prove
dellrsquoesistenza di Dio come pseudoproblema 2- Inconcepibilitagrave e assurditagrave della laquocreatio ex
nihiloraquo 3- Impossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione12
Essi saranno il
contenuto del presente lavoro sviluppato quindi in tre parti riprendendo delle tematiche giagrave
presenti in Risposta ai critici e Risposta alla Chiesa13
e integrati da contenuti presenti negli
scritti successivi del prof Severino
La prima parte egrave riservata allrsquoalienazione del senso dellrsquoEssere alla dimenticanza della
veritagrave dellrsquoEssere che nel pensiero metafisico sorto per proteggere tale veritagrave rimane nellrsquo
inconscio e ne fa da sfondo
laquoEternoraquo come sinonimo di laquoEssereraquo eternitagrave che appartiene con veritagrave ad ogni
essente che nel suo manifestarsi non necessita di una dimostrazione ma di una
laquocomprensioneraquo La comprensione di un linguaggio che non parla la lingua del Sentiero della
Notte ma testimonia il Destino della veritagrave nel sentiero ancora intentato del Giorno che
conduce alla Gioia
12 Due anni dopo in data 12 febbraio 1970 verranno inviate al professor Severino le Osservazioni
conclusive con lrsquoElenco delle proposizioni riguardanti la dottrina filosofica del prof Severino formulato dalla S
congregazione per la Dottrina della Fede a conclusione dellrsquoesame condotto sugli scritti del filosofo
13 Testi rispettivamente del 1968 e 1970 contenuti in E Severino Essenza del nichilismo Adelphi
Milano 1995
8
La seconda parte si occupa della volontagrave di potenza come espressione del dominio
sullrsquoEnte dominio reso possibile solo nella laquopersuasioneraquo della libertagrave dellrsquoEnte che quindi egrave
libero da ogni legame che lo unisce al Tutto
La laquocreazione dal nullaraquo come assurda espressione del nichilismo in quanto creando un
mondo ndash e gli essenti del mondo ndash che sarebbe potuto non essere identifica di fatto lrsquoEssere al
Nulla ponendovi il divenir altro come cominciamento
Nello sguardo del destino lrsquoisolamento dellrsquoEnte e del Tutto dalla veritagrave dellrsquoEssere si
presenta come un tentativo fallito il tentativo di una laquovolontagrave che vuole lrsquoimpossibileraquo
La terza e ultima parte egrave dedicata alla trattazione della laquofederaquo come opposta alla
laquoveritagraveraquo in quanto la fede isola il contenuto creduto dal dubbio che lo circonda e nella
specificitagrave della fede cristiana in quanto laquoargomentoraquo laquoparolaraquo di ciograve che non laquosi mostraraquo di
ciograve di cui non si dagrave realtagrave
Il laquorapportoraquo tra fede e ragione nellrsquolaquoimpossibilitagraveraquo di una loro laquoarmoniaraquo decretata
dal mancato riconoscimento da parte della Chiesa di essere detentrice di una veritagrave di fede e
non di ragione
9
INTRODUZIONE
I - La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica
Un profondo osservatore come Cornelio Fabro poteva affermare circa quarantrsquoanni
orsono che il pensiero italiano nel contesto pluralistico delle filosofie contemporanee
sembrasse percorrere un proprio cammino nella fedeltagrave a quellrsquoevento che aveva caratterizzato
variamente ma costantemente il fondo della nostra cultura filosofica nella prima metagrave del
secolo il neo-idealismo specialmente nella forma dellrsquoattualismo gentiliano14
Se infatti
Benedetto Croce aveva dilagato soprattutto nellrsquoambito degli studi storici estetici letterari la
coscienza dei giovani assillati dallrsquoistanza teoretica si rivolse a Gentile
Se non che mentre Gentile poteva celebrare nella perenne presenza dellrsquoatto la veritagrave dellrsquoAssoluto onnicomprendente la coerenza spingeva i suoi accorti discepoli a denunziare fino in fondo la
sopravvivenza della contaminazione teologico-metafisica per portarsi su posizioni di rottura
radicale [] quale laquoil principio della scienzaraquo di Ugo Spirito15
Spirito fa il punto di partenza da una considerazione storica cioegrave dalla constatazione
che gli uomini di fatto hanno trovato un modo drsquointendersi al di lagrave di ogni religione e di ogni
filosofia cioegrave che di fatto il mondo ormai da tempo va unificandosi da oriente a occidente da
nord a sud e che la forza unificante non egrave data da un mito o da unrsquoideologia bensigrave dalla scienza
e dalla tecnica che diventano effettivamente lrsquounica valida piattaforma di consistenza e di
unificazione degli uomini Questo percheacute le laquoreligioni e le filosofie dividono la scienza
unisceraquo16
14 C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag 9
15 Ibidem
16 Ivi pag 1011
10
Ma proprio in quel periodo (1964-1965) Spirito veniva scavalcato nella reductio ad
nihilum o destructio philosophiae nientemeno che allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave Cattolica di
Milano da Emanuele Severino17
La piega attualistica continua Fabro se proprio non fu un vitium originis si rivelograve nella
UC almeno un trentennio prima dello s contro tra E Severino e la stessa Chiesa
nella tesi di laurea di G Bontadini18
[]dedicata appunto alla difesa della laquounitagrave dellrsquoesperienzaraquo
di qui fu facile il passo allrsquointerpretazione attualistica di Parmenide prima da parte del Bontadini e
poi senza remore del Severino il quale critica di certo anche lrsquoidealismo ma per quel tanto che ancora in esso rimane di affermazione dualistica
Fu un fatto secondo Padre Cornelio anche se puograve sorprendere che Bontadini
formatosi allrsquoUC la quale aveva pur fatto sua lrsquoesortazione della Aeterni Patris (1879) di Papa
Leone XIII rinnovata senza posa dai successori di un ritorno alla filosofia realistica della
tradizione greco-cristiana soprattutto secondo la rigorosa forma speculativa avuta da S
Tommaso mostri fin da principio una opzione decisa a favore dellrsquoimmanenza moderna e piugrave
precisamente per lrsquoattualismo di Gentile
17 lt Spirito e Severino stanno agli antipodi Spirito pensatore laico che rispetta la coscienza religiosa
indica nello sperimentare infinito della scienza il fondo del pensiero religioso ed il campo dellrsquounica veritagrave e
salvezza possibile Severino considera in blocco la scienza la filosofia il marxismo tutto il Cristianesimo storico
nella medesima area del nichilismo occidentale ossia la perdita radicale della veritagrave originaria chrsquoegrave lrsquoEssere uno e immutabile lagrave lrsquoesasperazione riflessiva della perdita del logo qui lrsquoesasperazione decisiva del ricupero del logo e
del non-logo gt Fabro sottolinea con tono di rimprovero ma direi soprattutto di rammarico come lt
Nellrsquoinfuriare della demitizzazione e nelle prospettive a getto continuo delle nuove ldquoteologie della morte di Diordquo
che percorrono in tutti i sensi la cristianitagrave post-conciliare doveva venire dallrsquoUniversitagrave Cattolica sorta per
difendere il pensiero ed i fondamenti della ortodossia cristiana lrsquoaffermazione radicale ndash ed a mio avviso non piugrave
superabile ndash del principio moderno della nientitagrave formale del cogito e alla demolizione ndash non piugrave ricuperabile ndash
della metafisica gt Ivi pag12
18 Gustavo Bontadini (Milano 27 marzo 1903-m1990) egrave stato un filosofo e accademico italiano
esponente di spicco del movimento neotomista (a parere di Severino laquoil maggiore pensatore cattolico dei nostri
tempiraquo Il mio scontro con la Chiesa pag6) Iscrittosi presso lrsquoUniversitagrave Cattolica quando essa aveva iniziato le
sue attivitagrave ma non era ancora riconosciuta dal Governo Italiano egli fu nel 1925 il terzo laureato assoluto dellrsquoAteneo presso il quale fu poi professore di filosofia teoretica dal 1951 al 1973 Fu maestro di Emanuele
Severino allrsquouniversitagrave di Pavia portandolo alla laurea nel 1951 con la tesi dal titolo Heidegger e la metafisica
Fabro ricorda come il miglior discepolo di Gentile quale Ugo Spirito affermava che lt Il Bontadini si puograve dire
oggi uno degli alunni piugrave genuini del Gentile e nel suo pensiero egrave piugrave presente lrsquoattualismo che non il
cattolicesimo gt inoltre Spirito attestograve ripetutamente a Fabro che Gentile considerava il Bontadini fra coloro che
meglio seguivano il suo pensiero C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E
Severino pag 139
11
Lrsquoorigine o forse la causa prossima che dir si voglia sembra da ricercare
nellrsquoinsegnamento del francescano P Emilio Chiocchetti19
studioso acuto ma alieno e
assolutamente impervio alle istanze della metafisica il quale pur criticando lrsquoidealismo aveva
prospettato la possibilitagrave di una simbiosi fra il realismo neoscolastico e il principio idealistico
Drsquo altra parte si puograve ammettere che lrsquoinsegnamento dellrsquoaltro pilastro del tomismo milanese
Mons F Olgiati20
il quale qualificava la filosofia moderna per laquofenomenismoraquo possa aver
stimolato al contrario la decantazione attualistica dellrsquoessere da parte di maestro e allievo
19 Emilio Chiocchetti nacque a Moena (Trento) il 20 settembre 1880 (m1951) nel 1903 ebbe
lrsquoordinazione sacerdotale Lrsquoincontro con la filosofia avvenne relativamente tardi quando fu mandato a Roma
presso il collegio internazionale di SAntonio La sua fatica piugrave importante fu la serie di articoli sulla filosofia di
Benedetto Croce del 1913-1914 la quale suscitograve notevoli e animate polemiche con lrsquoaccusa di idealismo
Chiocchetti riteneva non fosse possibile liquidare sommariamente tutte le conquiste della filosofia moderna
e che il necessario intervento per ristabilire la validitagrave del realismo tradizionale doveva avvenire per via di
dimostrazione e mai per principi astratti e decisi una volta per tutte La concretezza idealistica e quella realistica differiscono profondamente Nel volume sul Gentile La filosofia di Giovanni gentile si avverte subito
un tono diverso da quello usato per il Croce piugrave duro e intransigente e meno disposto a concessioni Lrsquoidealismo
attualistico viene opposto alla concezione cristiana in maniera netta Da Croce e da Gentile pensava Chiocchetti
dobbiamo imparare a vedere e cogliere la organicitagrave la metodicitagrave la modernitagrave e la concretezza storica del
sapere laquoIl Croce tratta e risolve problemi che anche la filosofia tradizionale considerava come immanenti il
Gentile invece risolve nel senso dellrsquoimmanenza problemi che la filosofia tradizionale risolve nel senso della
trascendenza Il Croce vede il mondo e si ferma ligrave il Gentile vede il mondo e lo afferma come Dioraquo Informazioni
raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura di Carlo Coen consultato in data 02072017
20 Francesco Olgiati nacque a Busto Arsizio in provincia di Varese il 1deg gennaio 1886 (m1962) nel
1908 nel Duomo di Milano fu ordinato sacerdote Nello stesso anno incontrograve Agostino Gemelli con lui e
Ludovico Necchi nel 1914 fondograve la rivista Vita e pensiero Dal 1922 fu membro del comitato permanente e del consiglio di amministrazione dellrsquoIstituto Giuseppe Toniolo (del quale divenne presidente dopo la morte di
Gemelli) ente finanziatore dellrsquoUniversitagrave Cattolica e dal 1924 ebbe un posto nel consiglio drsquoamministrazione
dellrsquouniversitagrave nella quale assunse subito lrsquoincarico dellrsquoinsegnamento di metafisica Filosofo neoscolastico
contro le dottrine di derivazione kantiana che pongono il primato della gnoseologia mons Olgiati sostiene il
primato della metafisica come scienza della realtagrave in quanto realtagrave Tiene una ferma presa di distanza
dallrsquoatteggiamento di ripulsa verso il pensiero moderno Informazioni raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura
di Lucia Pozzi consultato in data 02072017
12
II - La ricerca giovanile di Emanuele Severino
Nel periodo precedente la pubblicazione di Ritornare a Parmenide il pensiero di
Severino si svolse nellrsquoorizzonte di quel peculiare rinnovamento della metafisica che andava
proponendo il suo maestro Gustavo Bontadini e caratterizzato dallrsquoanalisi critica di alcuni
importanti filoni del pensiero contemporaneo21
Il magistero di Bontadini egrave rivelato dallrsquoattenzione di Severino verso la modalitagrave con
cui il filosofo milanese si era accostato prima nei confronti dellrsquoattualismo di Giovanni Gentile
e poi verso il successivo sviluppo in senso problematicistico operato da Ugo Spirito
La riforma operata da Gentile22
dellrsquoidealismo in attualismo non comportava soltanto il
venir meno del carattere assoluto della realtagrave in quanto considerata come presupposta al
pensiero ma esigeva pure che al concreto atto del pensare quale realtagrave autenticamente
spirituale non dovesse essere presupposto neppure lrsquoorganico sistema hegeliano delle categorie
logiche Solo cosigrave poteva essere portato al suo piugrave genuino compimento lrsquoidealismo introdotto
da Hegel e si sarebbe potuto affermare in modo radicale che la realtagrave assoluta non egrave lrsquoAtto puro
del quale parlava Aristotele inteso come lrsquoAtto giagrave perfettamente realizzato ma invece il
processo dialettico del Pensiero
21 Severino ricorda come lui e Bontadini a partire dal loro incontro allrsquouniversitagrave di Pavia dove il maestro era stato chiamato come professore straordinario di Filosofia teoretica si siano lt voluti sempre piugrave bene e
nonostante la distanza che andograve crescendo tra noi sul piano filosofico Bontadini pensava che lrsquoattualismo
gentiliano nel suo significato piugrave profondo avrebbe consentito di riproporre il discorso metafisico che negli ultimi
due secoli era stato sempre piugrave emarginato e soprattutto la metafisica classica Per Bontadini non si trattava di
rilevare la concordanza tra filosofia e cristianesimo guardando alla filosofia patristica e scolastica ma
valorizzando innanzitutto la riflessione greca sul senso dellrsquoessere Lrsquoattualismo sgombrava il terreno dal
ldquopresupposto naturalisticordquo che per secoli aveva concepito lrsquoessere come dimensione esistente indipendentemente
e al di lagrave del conoscere e che quindi non poteva che condurre (per usare lrsquoespressione kantiana) allrsquoimpossibilitagrave di
una metafisica come scienza - essendo rimasto alla metafisica il compito ineseguibile di andare al di lagrave del
conoscere per conoscere lrsquoessere Lrsquoidealismo e soprattutto quello gentiliano si era liberato di quel ldquopresuppostordquo
[] Non lo si percepigrave o non si comprese lrsquoimportanza della proposta di Bontadini percheacute era il tempo in cui in Italia incominciavano ad essere conosciute le filosofie straniere del Novecento ndash fenomenologia esistenzialismo
pragmatismo neopositivismo ndash e Gentile era stato fin troppo presente sulla scena culturale gt E Severino Il mio
ricordo degli eterni Rizzoli Milano 2011 pag 31-32
22 A proposito di Gentile Severino sostiene come si credesse spesso lt di poterlo liquidare dicendo che era
stato fascista che anzi durante il fascismo aveva avuto una posizione di primo piano Per capire opere come Teoria
generale dello Spirito come atto puro e ancor piugrave Sistema di logica come teoria del conoscere bisogna essere
addentro nelle cose filosofiche Per esempio conoscere Platone e Aristotele non meno di Kant e Hegel gt Ibidem
13
Ugo Spirito da parte sua aveva denunziato lrsquoesito contraddittorio inerente
allrsquoassolutezza che la dialettica veniva ad assumere nellrsquoattualismo di Gentile Ripristinando un
assoluto sia pure sui generis a suo parere la dottrina del maestro si rivelava anchrsquoessa una
forma di metafisica che era chiaramente in contraddizione con lrsquoassunto dialettico
fondamentale della dottrina Onde evitare il suddetto esito Spirito si orientograve pur con alcune
oscillazioni verso una forma di problematicismo situazionale riguardo allrsquoaffermazione o
meno di una realtagrave che trascendesse la dimensione che veniva a configurarsi nel processo
dialettico cosigrave come era affermato dallrsquoattualismo gentiliano
Il rapporto di Severino con la filosofia di Gentile fu articolato e si mosse seguendo un
duplice registro cogliere la presenza di un valore in seacute nella speculazione gentiliana e mostrare
la coerenza degli sviluppi attualistici allrsquointerno dellrsquoorizzonte nichilistico del pensiero
occidentale Due linee interpretative distinte ma convergenti
Per quanta riguarda il primo punto occorre distinguere due fasi che si succedono nel
tempo Nella prima fase della sua speculazione Severino guardograve allrsquoattualismo che si
proponeva quale essenzializzazione dellrsquoidealismo hegeliano come alla filosofia che
maggiormente si era impegnata nel toglimento del presupposto naturalistico tipico del
pensiero moderno inaugurato da Cartesio
Nella seconda fase a motivo della radicalitagrave con la quale Gentile assicurograve la serietagrave del
divenire dellrsquoessere lrsquoattualismo apparve agli occhi di Severino come lrsquoesatto capovolgimento
sul piano teoretico di quella filosofia della immutabilitagrave dellrsquoessere che egli era andato sempre
meglio valorizzando come espressione piugrave autentica della veritagrave
14
Dalla sua critica poi senza esitazione della determinazione attualistica dellrsquointero
Severino perverragrave alla conclusione che il superamento dellrsquoattualismo quale teoria del divenire
non egrave realizzabile lungo la via della mediazione metafisica ma soltanto negando la presunta
evidenza originaria del divenire dellrsquoessere vale a dire solo se lrsquoessere non vien posto come
diveniente
Per quanto riguarda Spirito Severino sostenne che esso non arrivograve a scorgere che
lrsquoimmutabile al quale egli tendeva fosse incompatibile con il divenire e che la sua critica
apparentemente radicale dellrsquoattualismo compigrave un passo indietro rispetto ad esso cosigrave come un
passo indietro fu compiuto da tutti coloro che sulla base dellrsquoattualismo ritennero di poter
giungere sia pure in modi diversi al Dio della teologia cristiana
Bontadini che pure comprendeva molto bene il significato preciso che le dottrine
dellrsquoattualismo e del problematicismo possedevano rispettivamente in Gentile e Spirito si era
risolutamente orientato a valorizzarle nella prospettiva di una efficace ripresa e di una valida
rigorizzazione della metafisica di trascendenza nella quale veniva data una risposta positiva al
problematicismo
Il giovane Severino seguigrave inizialmente il maestro fino ad affiancarglisi nella strategia
teoretica di fondo nondimeno si manifestograve subito un carattere piugrave personale nelle indagini
dellrsquoallievo rivelato dallrsquoinserimento in tale progetto ermeneutico teso a rivalutare la
metafisica classica nel contesto del pensiero contemporaneo anche della filosofia di Martin
Heidegger (Il risultato di tali ricerche severiniane egrave contenuto nei volumi Note sul
problematicismo italiano23
e Heiddeger e la metafisica24
)
23 E Severino Note sul problematicismo italiano Vannini Brescia1950
24 Id Heidegger e la metafisica prefazione di G Bontadini Vannini Brescia 1950 Lrsquoopera egrave stata
ripubblicata (Adelphi Milano 1994) senza la prefazione e con lrsquoaggiunta di altri testi severiniani posti in
Appendice
15
III - Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa
La discussione sullrsquoessere e lrsquoapparire tra Gustavo Bontadini ed Emanuele Severino egrave
durata piugrave di trentrsquoanni In essa e per essa i loro due linguaggi filosofici si sono andati
chiarendo sia pure in direzioni opposte25
Nella disputa i due grandi ambiti della discussione sono costituiti dalla determinazione
di ciograve che sia autenticamente il ldquodivenirerdquo che appare nellrsquoesperienza e dal valore che deve
essere riconosciuto al principio parmenideo che afferma lrsquoopposizione assoluta dellrsquoessere al
non essere
Il contrasto incominciograve con la pubblicazione di Ritornare a Parmenide nel quale viene
mostrata la necessitagrave che ogni essere sia eterno Ma questa necessitagrave si era giagrave mostrata nella
Struttura originaria e anzi ancor prima nel saggio del 1956 Aristotele e la metafisica classica
Sennoncheacute Ritornare a Parmenide tutto teso a mostrare lrsquoeternitagrave dellrsquoessente in quanto
essente non richiama e non sviluppa in alcun modo il tema del divenire dellrsquoesperienza come
lrsquoapparire e lo scomparire degli eterni Con lrsquoavvio della discussione con Bontadini quel tema ndash
e la connessa tesi che lrsquoesperienza non attesta che gli essenti escano dal nulla e vi ritornino ndash
saragrave al centro del Poscritto di Ritornare a Parmenide
Gli ldquoinconvenientirdquo che Bontadini riscontra nella posizione di Severino sono il
contrasto col consensus gentium (quello che una volta era portato tra le ldquoprove di Diordquo) la
Destruktion della storia della filosofia la frantumazione dellrsquoente e in particolare dellrsquouomo
Condividendo con Severino lrsquoassenso a Parmenide e ammettendo il divenire nel senso
nichilistico Bontadini dice di trovarsi preso da unrsquoantinomia lrsquoantinomia tra il responso del
logo e quello dellrsquoesperienza dal quale sente lrsquoobbligo di liberarsene
Egli ritiene di soddisfare a questrsquoobbligo con il teorema di Creazione lrsquoimmobile crea il
diveniente
25 Il breve saggio che contiene tale disputa egrave G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire ndash Una
disputa Morcelliana Brescia 2017
16
Alla contestazione di Severino che se lrsquoessere egrave immobile non si puograve piugrave tornare
indietro e pretendere che il divenire non sia piugrave assurdo quando egrave visto come creato e che se
Dio creasse il divenire creerebbe lrsquoassurdo Bontadini ritiene di dover laquoscagionare Dio da tanta
iatturaraquo26
La contraddittorietagrave che si deve togliere egrave data dalla presenza del negativo del non
Se egrave lasciato a seacute stesso il divenire presenta la sopraffazione del negativo sul positivo il
responso della fenomenologia
Lrsquointervento della metafisica cambia il verdetto dalla vittoria del nulla sullrsquoessere a
quella dellrsquoessere sul nulla Lrsquoannullatore non egrave piugrave il nulla ma lrsquoAtto creatore che egrave identico a
Dio perciograve eterno come Dio e pure positivum Il non ndash questo vuoto che affligge lrsquoessere ndash egrave
colmato compensato bilanciato dal positivo dellrsquoatto creatore il quale non egrave originariamente
diverso dalla realtagrave diveniente anzi potremmo dire sia laquoidentico a Dio nel modo di non
esserloraquo27
La contraddizione non crsquoegrave nel creato percheacute nel creato lagrave dove lrsquoesperienza ci
mostra la ferita della negativitagrave la ragione ci insegna che vige la potenza la positivitagrave del
Creatore (dellrsquoAtto creante che egrave atto puro)28
26 Ivi cit pag 23 27 Ivi cit pag 25
28 Lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete egrave dato dalla necessitagrave (corsivo mio) di sanare la
contraddizione inoculata dal non dal negativo Nella prospettiva della metafisica creazionistica lrsquoandare nel nulla
dellrsquoessere che risulta sul piano fenomenologico egrave risolto nel fare andare nel nulla che egrave in quanto fare un
positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico lt Sia che si tratti del porre o sia che si tratti del
togliere la concezione creazionistica risolve il negativo nel positivo e sopprime per ciograve stesso la contraddizione gt
Ivi cit pag 59
17
Severino da parte sua oltre a ricordare che padre Agostino Gemelli29
nella premessa
alla Metafisica classica e Aristotele aveva perfettamente colto che lrsquoeleatismo del suo scritto
non aveva nulla a che vedere col Principio di Parmenide di Bontadini sottolinea che lrsquoassurdo
nel divenire non egrave che lrsquoente non sia ma che sia il niente a render niente lrsquoente cioegrave che il
niente sia un positivo avente la forza di annullare lrsquoente
Lrsquoallievo quindi si sorprende che il maestro non avverta che nel suo discorso crsquoegrave
almeno lrsquoapparenza della strada che porta dal divenire allrsquoAnnullatore della strada invece che
porta dal divenire al Creatore non crsquoegrave nemmeno lrsquoapparenza
Allrsquoaffermazione di Bontadini che sia innegabile che almeno la presenza cioegrave
lrsquoapparire degli enti diviene nel senso dellrsquouscire e ritornare nel niente ( ciograve che lrsquoapparire egrave
chiamato a testimoniare egrave solo lrsquouscita del laquociograve cheraquo il venir meno del suo esser dentro
lrsquoesperienza) Severino pone allora il quesito questa laquoinnegabilitagraveraquo egrave dovuta a una
dimostrazione (che si fonderebbe sulla struttura originaria del sapere si fonderebbe sul logo) o
a una constatazione (cioegrave qualcosa di constatato che appare appunto nellrsquoesperienza)
29 Padre Agostino Gemelli al secolo Edoardo Gemelli nacque a Milano il 18 gennaio 1878 (m 1959)
religioso medico rettore e psicologo appartenente allrsquoordine francescano dei Frati Minori Proveniente da una
famiglia non praticante e anticlericale cresce in un ambiente agnostico comune alla borghesia dellrsquoepoca Durante
lrsquoanno di volontariato come soldato di sanitagrave frequenta Ludovico Nicchi e per suo tramite un giovane sacerdote
Giandomenico Pini Riprende pratica religiosa nellrsquoaprile 1903 e poco dopo matura la sua vocazione e la relativa
decisione di farsi frate francescano Edoardo diviene frarsquo Agostino Nel 1906 tiene una relazione al convegno
della Fuci dal titolo ldquoI progressi delle scienze biologiche innanzi al pensiero cattolicordquo dove pone con evidenza la
questione dei rapporti fra religione e scienza Si fa strada nella mente del giovane frate lrsquoidea che sia necessario
provvedere alla formazione di un pensiero cattolico moderno coerente con i tempi Nel 1909 fonda la ldquoRivista di filosofia neoscolasticardquo Le sue opere sono il frutto della convinzione profonda che il metodo empirico della
scienza e una fede solida possono arricchirsi a vicenda nella prospettiva di uno sviluppo autenticamente umano e
coerente con la grande tradizione della Chiesa Nel 1921 padre Gemelli ottiene lrsquoapprovazione di Benedetto XV
alla realizzazione dellrsquoUniversitagrave Cattolica del Sacro Cuore che inaugureragrave il 7 dicembre dello stesso anno nella
festivitagrave di SantrsquoAmbrogio con due facoltagrave Filosofia e Scienze sociali Padre Gemelli assume la carica di Rettore
che manterragrave fino alla morte Informazioni raccolte in URL laquowwwsantiebeatiitraquo (fonte riportata
laquowwwunicattitraquo) consultato in data 02072017
18
Il maestro risponde che lrsquoaffermazione del divenire ndash e dellrsquoannientamento ndash siano
opera non del solo logo neacute della sola esperienza ma di entrambi questi fattori della struttura
originaria egrave opera del logo che legge lrsquoesperienza e non puograve che leggerla nel modo suddetto
Lrsquoallievo rincalza facendo notare come sostenendo che lrsquoesistenza dellrsquoannientamento
dellrsquoapparire egrave affermata ad opera insieme dellrsquoesperienza e del logo considerati questi come
organi della Struttura originaria Bontadini tenti di far rientrare in tale struttura la
dimostrazione e il ragionamento errato di presupporre arbitrariamente che il venir meno sia
lrsquoandare nel nulla Inoltre se il logo originario egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come
puograve dire il maestro che il logo cooperi con lrsquoesperienza nellrsquoaffermare che qualcosa si
annienta Se il logo egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come puograve il logo leggere
nellrsquoesperienza lrsquoannientamento di qualcosa
Il maestro sentendosi ldquotirare per i capellirdquo afferma perentorio che
se qualcosa - un eterno ndash esce dallrsquoesperienza allora egrave venuto meno (= andato nel nulla) il suo
esser dentro (se infatti lrsquoesser dentro non fosse caduto allora lrsquoeterno non sarebbe andato fuori) Egrave naturalmente solo lrsquoessere di questo dentro che qui si afferma lrsquoesser venuto meno e non lrsquoessere
dellrsquoeterno che egrave andato fuori30
Agli occhi del discepolo il presupposto rimane il termine laquonon apparireraquo o
laquoscomparireraquo significa egrave inteso anche dal maestro come lo squagliarsi il dissolversi lo
spegnersi lrsquoannientamento dellrsquoapparire Invece lrsquoapparire empirico parziale egrave anche quando
esce dallrsquoapparire trascendentale (o anche egrave anche quando la sua appartenenza eterna al
contenuto dellrsquoapparire trascendentale non appare) Non si annienta neacute lrsquoente che esce
dallrsquoapparire trascendentale neacute il suo esser dentro tale apparire (ossia non si annienta nemmeno
il suo apparire che egrave apparire empirico parziale)
30 Lrsquoessere e lrsquoapparire - Una disputa pag 51 Bontadini in nota a ciograve continua sostenendo che se si
volesse sussumere che lrsquoeterno che egrave andato fuori (dallrsquoapparire) egrave eternamente dentro resta sempre che questo
esser dentro non appare (scompare) e cioegrave che si presenta sia pure ridotto al minimo un non un negativo
insopprimibile senza il quale non si avrebbe la struttura propria dello s-comparire
19
Ciograve che scompare egrave il finito non il trascendentale e il finito egrave sia lrsquoente che scompare
sia il suo apparire sia la relazione del finito col trascendentale (ossia della parte col tutto che
appare)
Una volta che Bontadini31
arriva a riconosce che lrsquoesperienza dello scomparire non egrave
lrsquoesperienza dellrsquoannientamento dellrsquoente che scompare gli rimane ancora da fare un passo
innanzi e riconoscere che anche lrsquoapparire dellrsquoente che scompare egrave un ente che scompare e che
quindi lrsquoesperienza del suo scomparire non egrave esperienza del suo annientamento
31 Il problema del divenire egrave posto e chiamato in causa per mettere a fuoco il senso e la portata
speculativa del principio di non contraddizione Il momentum metaphysicum del divenire egrave nella sua negativitagrave
ossia nel non avere nessuna positivitagrave poicheacute egrave proprio dellrsquoesperienza del divenire il suo continuo laquopassareraquo ad
altro che Bontadini indica con lrsquoespressione formale di laquovenir meno del datoraquo da cui scaturisce la
contraddittorietagrave del divenir che viene chiamata la laquogrande contraddizioneraquo (percheacute ogni altra contraddizione ne
sarebbe una specificazione) La spiegazione della contraddizione pura cioegrave che i molteplici casi di proposizioni in
cui il predicato egrave il termine contraddittorio del soggetto riguardano lrsquoessenza mentre la contraddizione pura
quella del divenire riguarda lrsquoesistenza (contraddizione che il maestro pensa di superare ad opera del Principio di Creazione) LrsquoAutore chiama questo procedere o meglio lo fa corrispondere allrsquoargomento ontologico percheacute
fondato super rationem entis et non entis In realtagrave secondo lrsquoumile avviso di Fabro si tratta di un salto dalla sfera
dellrsquoessenza a quella dellrsquoesistenza nella sfera dellrsquoessenza il divenire egrave contraddittorio e tale rimane nella sfera
dellrsquoesistenza lo sarebbe ma cessa di esserlo grazie alla mediazione del principio di creazione La creazione egrave un
laquoatto dellrsquoImmobile che suscita dal nulla la realtagrave divenienteraquo Il divenire come tale resta sempre nulla nulla di
essere Da questo nulla il divenire egrave liberato dallrsquoAtto creatore cosigrave che la realtagrave del creato egrave tutta insidente
secondo il rapporto stesso di creazione nellrsquoatto creatore tutta compresa in esso Bontadini si sforza di sfuggire
dalla risoluzione panenteistica si sforza di sfuggirle con il semantema del principio di creazione ove perograve non si
tratta di creazione come produzione dellrsquoente dal nulla ma come apparizione dellrsquoessere al nulla del divenire che
continua ad essere nulla in seacute percheacute egrave questa negativitagrave che fa fare il balzo verso lrsquoImmobile La contraddizione
fra il primo principio e la realtagrave constatata del movimento non si pone Di piugrave siffatta convinzione della realtagrave del movimento egrave garantita non a partire dallrsquoesperienza come fatto (dato) incontrovertibile che sta alla base
della riflessione ma dal ricorso alla mediazione dellrsquoesistenza di Dio Fabro precisa come mentre la posizione di
Severino rimanga chiara e divenga sempre piugrave chiara quella del maestro al contrario rimanga ambigua e diventi
sempre piugrave ambigua C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente pag 132-134138 139
20
PARTE PRIMA
LrsquoETERNO
LE PROVE DELLrsquoESISTENZA DI DIO COME PSEUDOPROBLEMA
laquoSi tratta certamente di uno pseudo problema non percheacute lrsquoaffermazione dellrsquoEssere
necessario sia impossibile tale affermazione egrave la stessa veritagrave originaria dellrsquoEssereraquo32
32 E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 40
21
CAPITOLO 1
LrsquoEssere Immutabile
22
I - Dare prova di Dio
Il coro del secondo canto intorno allrsquoara nelle Eumenidi di Eschilo dice che dalla
salute della mente proviene la felicitagrave che egrave cara a tutti e molto ricercata Dalla conoscenza
della veritagrave proviene la felicitagrave del mortale e della polis
Il rapporto tra veritagrave e felicitagrave egrave il tratto essenziale del pensiero greco Dalla filosofia
greca il cristianesimo attinge il significato stesso della parola veritagrave e il Dio della tradizione
cristiana egrave impensabile senza il concetto greco dellrsquoeterno (anche la certezza lrsquoindubitabilitagrave
sono categorie che il cristianesimo ha eredito dal pensiero greco)
Il paradiso cristiano egrave innanzitutto la vita felice nella veritagrave La veritagrave con cui lrsquouomo egrave
giagrave in rapporto nella vita presente si dispiega in modo compiuto nella vita futura Questo modo
di pensare si manifesta nel Proslogion di Anselmo di Aosta nel cosiddetto laquoargomento
ontologicoraquo
Anselmo lrsquoaveva intensamente ricercato un unico argomento che per mostrarsi
probante non avesse bisogno di nientrsquoaltro che di seacute stesso e che da solo fosse capace di
sostenere che Dio esiste veramente Un pensiero capace di mostrare da solo che lrsquoaffermazione
dellrsquoesistenza di Dio egrave veritagrave Da solo cioegrave senza farsi aiutare nemmeno dalla fede cristiana
Da vero filosofo Anselmo dice addirittura che anche se egli non volesse piugrave credere
nellrsquoesistenza di Dio trasgredendo cosigrave quanto gli impone la fede cristiana questo argomento
gli mostrerebbe egualmente lrsquoimpossibilitagrave di negare tale esistenza (si te esse nolim credere
non possim non intelligere ldquoanche se io non volessi credere che tu esisti non potrei non
intenderlordquo non potrei quindi evitare di saperlo con la mia sola ragione)
Lrsquoargomento non ha lo scopo di far nascere la fede Anselmo crede ha fede Ma la fede
non gli basta anche se egrave la fede stessa ad esigere un sapere superiore capace di laquoleggere
dentroraquo (intus) o laquotraraquo (inter) le pieghe delle cose un sapere che sia intel-ligere laquointendereraquo ndash
a differenza della fede che non laquolegge dentroraquo le cose ultime
23
ma le mostra laquoattraverso uno specchio e in enigmaraquo come dice lrsquoapostolo Lrsquoargomento ha bisogno solo di seacute non della fede ma la fede egrave il terreno in cui ci si deve inizialmente trovare proprio per
potersene staccare e sollevarsi al di sopra di esso laquoNon cerco infatti di intendere allo scopo di
credere ma credo allo scopo di intendereraquo (credo ut intelligam)33
Dio egrave presente a chi crede ma Anselmo che crede gli dice laquoIo cerco il tuo voltoraquo che
rimane ancora per lui laquoluce inaccessibileraquo Con lrsquoaudacia fervida del filosofo prega il Dio in
cui crede di fargli vedere la sua luce laquoanche da lontano o dal profondoraquo E lrsquoargomento unico e
potentissimo vera turris eburnea e janua coeli gli si fa incontro con laquocerta veritagrave e con vera
certezzaraquo34
Lrsquoarcivescovo di Canterbury si esprime cosigrave
Volgendo spesso e con impegno il mio pensiero a questo problema a volte mi sembrava di poter
ormai afferrare ciograve che cercavo altre volte invece sfuggiva completamente al mio pensiero fincheacute finalmente disperando di poterlo trovare volli smettere di ricercare qualcosa che era impossibile
trovare Ma quando volli scacciare da me quel pensiero percheacute occupando la mia mente non mi
distogliesse da altri problemi dai quali potevo ricavare qualche profitto allora cominciograve a
presentarsi con sempre maggior importunitagrave [] ma povero me uno dei poveri figli di Eva lontani da Dio che cosa ho cominciato a fare e a che cosa sono riuscito A che cosa tendevo e a che cosa
sono giunto A che cosa aspiravo e di che sospiro [] o Signore tu non solo sei ciograve di cui non si
puograve pensare nulla di piugrave grande (non solum es quo maius cogitari nequit) ma sei piugrave grande di tutto ciograve che si possa pensare (quidam maius quam cogitari possit) [] Se tu non fossi tale si
potrebbe pensare qualcosa piugrave grande di te ma questo egrave impossibilerdquo35
Solo nella vita futura del paradiso la fame saragrave saziata Ma il gaudio in cui entreranno i
beati non saragrave piugrave la semplice fede ma la laquopiena conoscenzaraquo (notitia plena) di Dio che si
manifesteragrave ai loro occhi in tutta la sua ricchezza ora inaccessibile ma con quella stessa veritagrave
con la quale qui sulla terra laquolrsquounico argomentoraquo ha mostrato lrsquoesistenza di Dio
33 E Severino Pensieri sul cristianesimo pag 256-258
34 Ibidem
35 Proemio e nn 1 15 PL 158 223 224 226 235
24
E i beati avranno la ldquovera sicurezzardquo ndash (vera sicuritas) ndash che la loro felicitagrave non verragrave
mai meno (numquam et nullatenus) Godranno tanto quanto ameranno e ameranno tanto
quanto conosceranno
Ma sentendo lrsquoargomento donandogli attenzione bisogna diffidare dalla delusione che
le cose grandi producono nellrsquoascolto affrettato e distratto Dice che Dio egrave laquociograve di cui non si
puograve pensare nulla di maggioreraquo ma se Dio esistesse solo nella nostra mente e non in realtagrave lo
si potrebbe pensare anche reale ma in questo modo avremmo pensato qualcosa di maggiore di
ciograve di cui non si puograve pensare nulla di maggiore Dunque Dio non esiste solo nella nostra mente
Se con la parola ldquoDiordquo si intende il Tutto ciograve che lascia fuori di seacute soltanto il niente
ossia non lascia fuori di seacute niente lrsquoargomento egrave inconfutabile ma in realtagrave non afferma altro
che lrsquoesistenza del Tutto ossia di ciograve che include tutte le cose e che non puograve essere quella parte
del Tutto che egrave il Tutto in quanto esistente soltanto ldquonella menterdquo Anselmo crede invece di
aver dimostrato lrsquoesistenza di ldquoDiordquo ossia di ciograve che differisce da tutte le cose finite divenienti
del mondo
Aristotele aveva presentato lrsquoaffermazione dellrsquoatto puro come risultato di un arduo
processo dimostrativo basato sul principio dellrsquoomne quod movetur ab alio movetur la cui
fondazione egrave esplicita nei libri settimo e ottavo della Fisica Tale fondazione egrave analizzata con
estrema aderenza al testo aristotelico da S Tommaso nel capitolo XIII della Summa contra
gentes Propriamente la fondazione egrave triplice ossia nel testo aristotelico sono rintracciabili piugrave
modi di fondazione di quel principio Nel primo fra i vari modi si sviluppa una prova per
assurdo mostrando la contraddizione che si produce negando il principio in questione
Senoncheacute la prova36
presuppone senzrsquoaltro che se lrsquoente in movimento non egrave mosso da
altro egrave mosso da seacute medesimo mentre egrave appunto questo che si tratta di provare La seconda
prova37
per inductionem egrave la piugrave debole ed egrave superfluo ogni commento
36 Aristotele Fisica Rusconi Libri Milano 1995 Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L
Ruggiu241b
37 Ivi 254b
25
La terza prova38
egrave la piugrave impegnativa e diventeragrave il fulcro della ldquoprima via tomisticardquo
Ma egrave chiaro che anche qui si presuppone ciograve che si deve dimostrare che ciograve che egrave in
movimento egrave mosso
38 Scrive Tommaso nella Summa theologiae laquoLa prima via egrave la piugrave evidente egrave quella che parte dal mutamento []Ora tutto ciograve che muta egrave mosso da altri poicheacute una cosa non muta se non egrave in potenza ciograve a cui
termina mutamento muove invece in quanto egrave in atto Muovere infatti vuol dire dedurre dalla potenza allrsquoattoraquo Il
moto egrave analizzato in quanto passaggio dalla potenza allrsquoatto passaggio che non puograve essere effettuato da ciograve che si
muove percheacute se si muove vuol dire che egrave mosso ed egrave mosso da un altro da chi cioegrave egrave in atto e quindi egrave capace di
operare il passaggio dalla potenza allrsquoatto laquoTutto ciograve che egrave mutevole e defettibile deve essere ricondotto a un
principio immutabile e necessarioraquo
G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985 pag 385
26
II - La realtagrave di Dio e lrsquoIdeale della ragione
Nellrsquoetagrave moderna la causa egrave posta nel sistema ipotetico delle anticipazioni
matematiche la realtagrave viene a coincidere con la certezza soggettiva (nellrsquoetagrave moderna a
dispetto di quella antica che vede lrsquoaffermazione immediata di certezza e veritagrave39
si assiste
allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione di veritagrave e certezza la prima come determinazione oggettiva
la seconda soggettiva) che determina le modalitagrave dellrsquoapparire in base alle ipotesi anticipate
La filosofia moderna egrave preceduta da una vigorosa ripresa dello scetticismo tradizionale
ma soprattutto dallrsquoaffacciarsi di una nuova forma di pensiero che normalmente ci si rifiuta di
qualificare come scetticismo e che tuttavia sviluppa una delle critiche piugrave radicali rivolte
allrsquoepisteacuteme greca la scienza moderna
Come la fede cristiana si propone in alternativa alla ragione greca di essere la luce
autentica che illumina il senso della vita dellrsquouomo cosigrave la scienza moderno propone un nuovo
concetto di ragione Essa non piugrave lrsquoaristotelica theorigravea40
39 Dicendo che la filosofia antica egrave affermazione di tale immediata identitagrave di certezza e veritagrave non si
intende sostenere che ogni forma della filosofia antica sia affermazione di tale identitagrave ma che lrsquoatteggiamento
predominante del pensiero antico e medioevale egrave caratterizzato da questa affermazione Le eccezioni notevoli
sono la sofistica lo scetticismo e tutte le forme di cristianesimo che hanno riconosciuto unicamente alla fede
negandola alla ragione la capacitagrave di cogliere il senso ultimo dellrsquoesistenza dellrsquouomo
40 lt Stupirsi egrave possibile solo di fronte allrsquoincomprensione del sorprendente Per superare questa
incomprensione lrsquouomo incomincia a riflettere La riflessione su quanto stupisce egrave puro theoregravein egrave desiderio di
vedere (theagraveomai) di comprendere percheacute qualcosa in generale sia e sia cosigrave come si manifesta Questo vedere
che indaga sollecitato dallo stupore egrave il vedere tipico della filosofia in quanto epistegraveme theoretikegrave il suo theoregravein egrave senza scopo prescinde da qualsiasi intenzione egrave puro amore dellrsquointendimento [] La scienza non vive lo
stupore teoretico il suo pensiero egrave disincantato il suo intento egrave di ricondurre ogni cosa alla sua causa in modo che
ogni evento non stupisca ma si lasci in qualche modo prevedere come qualsiasi effetto in presenza della causa []
il concetto greco di theorigravea ha continuato a vivere nel concetto cristiano di contemplatio ma limitatamente alla
conoscenza di Dio Il mondo non egrave da contemplare ma da utilizzare che si attenesse esclusivamente al mondo
(contentus mundi) perderebbe di vista Dio (non cognoscit Deum) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il
tramonto dellrsquoOccidenterdquo EST il Saggiatore Milano 1996 pag4142
27
ma un sapere operativo e pratico41
Per i fondatori della scienza la scienza della natura era la via verso Dio Copernico
Keplero Galileo Newton erano convinti che Dio avesse concepito il mondo matematicamente
e che quindi leggendo il libro della natura in analogia con la Bibbia si potesse conoscere
Dio42
Bacone43
criticando fortemente le teorie platonico-aristoteliche in quanto sterili
speculazioni fini a seacute stesse dovute allo sforzo presuntuoso dei due filosofi di trarre la
conoscenza della natura delle cose dalla propria mente (deduzione) invece di cercarla nel libro
della natura (induzione) aveva auspicato a rileggere con umiltagrave e con una certa riverenza il
libro del creato
41 Dire che la scienza si attiene solo ai dati di fatto significa semplicemente che la scienza considera reale
solo ciograve che si dagrave nelle modalitagrave attese da quel fare operativo che egrave proprio delle ipotesi Come laquoteoria del realeraquo
la scienza non contempla il reale ma controlla se il reale osserva le ipotesi anticipate se il reale corrisponde al
trattamento a cui egrave stato sottoposto dalle ipotesi Lrsquoesperimento si differenzia dalla semplice osservazione percheacute
non si limita a considerare il comportamento delle cose ma verifica la loro rispondenza alle ipotesi che
matematicamente sono state su di esse anticipate Lrsquoesperimento egrave il rendiconto della ragione ciograve in cui si verifica
la validitagrave delle sue anticipazioni razionali e lrsquoempirismo che lo esprime si presenta come quella ricerca che
assume la ragione come misura del proprio incedere Nellrsquoesecuzione dellrsquoesperimento la ragione indica la
direzione e pone le condizioni sotto le quali qualcosa deve essere esperito per cui ciograve che si osserva non egrave la cosa
nel suo libero offrirsi ma la cosa nel suo corrispondere allrsquoipotesi che la ragione ha anticipatamente formulato di
essa lt La scienza prescinde cioegrave sia dalla metafisica sia da ogni rivelazione soprannaturale Anche la fisica aristotelica egrave considerazione della natura ma ciograve che tale fisica afferma della natura non egrave ottenuto prescindendo
metodicamente dalla relazione della natura con la totalitagrave dellrsquoente Questo non significa che la scienza moderna
neghi lrsquoesistenza di ogni realtagrave non naturale si limita a prescinderne gt E Severino La filosofia moderna Rizzoli
Milano 1984 pag27
42 lt Ma nella coscienza popolare quando Copernico e i suoi successori persuasero il mondo che siamo
noi che ruotiamo mentre le stelle non si curano della nostra terra quando apparve inoltre che la nostra terra egrave
piccola a paragone di molti dei pianeti e che questi sono piccoli rispetto al sole quando il calcolo e il telescopio
rivelarono la vastitagrave del sistema solare della nostra galassia e finalmente dellrsquouniverso delle innumerevoli
galassie divenne sempre piugrave difficile credere che un rifugio cosigrave remoto ndash come sembrava la terra ndash potesse avere
lrsquoimportanza che ci si sarebbe potuti attendere dalla dimora dellrsquouomo se lrsquouomo avesse avuto il significato
assegnatogli nella teologia tradizionale gt B Russel Religion and Science Prefazione G Giorello Traduzione di P Vittorelli Scienza e religione TEA Milano 2014 pag19
43 Lrsquoidea di progresso egrave riconducibile alla lt critica baconiana alla filosofia antica in quanto
contemplazione sterile e infeconda incapace di elevarsi allrsquooperativismo attuoso che migliorando le condizioni di
vita consente un effettivoprogresso dellrsquoumanitagrave alla stessa idea si riconduce il primato dellrsquoinduzione che in
Bacone non egrave il primato di un metodo ma di una mentalitagrave la mentalitagrave che alla sistemazione delle veritagrave giagrave
trovate (deduzione) preferisce la scoperta di nuove veritagrave (induzione) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il
tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 66
28
Per Cartesio44
il cogito ha nellrsquoesistenza di Dio il suo fondamento In ognuno di noi crsquoegrave
unrsquoidea di sostanza infinita eterna immutabile indipendente onnisciente onnipotente e
creatrice di tutte le altre cose Dio La realtagrave oggettiva di questa idea egrave un effetto che implica
dunque lrsquoesistenza di una realtagrave che contenga realmente la quantitagrave che egrave contenuta
oggettivamente in tale idea Lrsquo idea di Dio implica necessariamente che oltre alla realtagrave in cui
io consisto esiste realmente la sostanza infinita Non solo ma la possibilitagrave che la realtagrave in seacute
mi sia assolutamente ostile e mi inganni anche in ciograve che mi appare piugrave evidente la possibilitagrave
dunque di un Dio onnipotente ingannatore sussiste sole nella misura in cui ignoro che la realtagrave
perfetta di Dio esiste45
Se tale Realtagrave esiste essa non puograve ingannarmi ndash percheacute lrsquoinganno egrave
sintomo di impotenza e imperfezione ndash ma mi svela la natura dellrsquouniverso extramentale
Lrsquoargomento con il quale Cartesio dimostra lrsquoesistenza di Dio sia pure articolato nel
contesto specifico del suo pensiero egrave sostanzialmente riconducibile allrsquoargomento ontologico
di Anselmo drsquoAosta
44 La radicalitagrave della critica cartesiana avvolge tanto la filosofia tradizionale quanto la scienza moderna
appena nata e persino le scienze matematiche lt Non si comprende quindi il senso della nascita della filosofia
moderna ci si ferma cioegrave alla facciata della casa quando si continua a ripetere che nellrsquoetagrave moderna la filosofia
presa da ammirazione o da invidia per i successi della nuova scienza ne abbia voluto adottare il metodo Cartesio
intende cosigrave poco lasciare che la nuova scienza condizioni il pensiero filosofico che anzi mette in questione
perfino la veritagrave della conoscenza matematica cioegrave dello strumento che per Galilei ha la capacitagrave di cogliere la
struttura della realtagrave naturale esterna e indipendente dalla nostra mente gt E Severino La filosofia moderna
pag51 Con Cartesio la filosofia moderna si addossa il compito di ricominciare da capo la costruzione dellrsquoepisteacuteme in
modo che essa possa porsi nuovamente al di sopra di quella scienza che egrave riuscita a pregiudicare lrsquoequilibrio della
forma tradizionale del pensiero filosofico
45 La prima veritagrave per Cartesio egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza dellrsquoio pensante cioegrave della res cogitans
lt Ma Cartesio a differenza della filosofia premoderna mette in questione lrsquoesistenza dellrsquoente esterno allrsquoio
pensante e applica il principio di causalitagrave esclusivamente a quellrsquoente che egrave la realtagrave contenuta e manifesta nel
pensiero gt Ivi pag71
29
Ed egrave appunto da tale argomento che incomincia la filosofia di Spinoza lrsquoEnte
sommamente perfetto non puograve avere le proprietagrave che il pensiero cristiano attribuisce a Dio laquoDi
nessuna cosa possiamo essere certi quanto dellrsquoesistenza dellrsquoEnte assolutamente infinito e cioegrave
perfetto che egrave Dioraquo46
percheacute la sua essenza implica necessariamente lrsquoesistenza e pertanto
toglie ogni motivo di dubitare della sua esistenza47
Quindi possiamo notare come le due
qualitagrave fondamentali della ldquovera e certa scienzardquo cartesiana ndash lrsquoindubitabilitagrave dellrsquoio e
lrsquoindubitabilitagrave di Dio ndash diventano un tuttrsquouno In ciograve che Spinoza chiama ldquoscienza intuitivardquo
ciograve di cui siamo piugrave certi egrave lrsquoesistenza di Dio Dio egrave il contenuto immediato del nostro pensiero
Spinoza indica con il termine ldquoSostanzardquo lrsquoEnte assolutamente perfetto e infinito la cui essenza
implica necessariamente lrsquoesistenza ossia non puograve essere concepito se non come esistente La
Sostanza esiste in seacute stessa non in virtugrave di una realtagrave precedente ed egrave la stessa totalitagrave
dellrsquoente che non lascia fuori di seacute nulla
46 B de Spinoza Etica Universale Bollati Boringhieri Torino1992 Proposizione 11 Scolio pag14
47 lt Forse tuttavia molti non potranno constatare facilmente lrsquoevidenza di questa dimostrazione per
essersi assuefatti a contemplare solo quelle cose che procedono da cause esterne e da quelle cose che sono
prodotte rapidamente cioegrave che facilmente esistono vedono anche che rapidamente periscono e giudicano al
contrario come cose piugrave difficili a farsi cioegrave non tanto facili a esistere quelle a cui concepiscono appartenere piugrave
cose [] io qui non parlo delle cose che sono prodotte dalle cause esterne bensigrave delle sole sostanze che non
possono essere prodotte da nessuna causa esterna gt Ibidem
30
Tutto ciograve che egrave egrave in Dio e tutto ciograve che egrave non puograve essere concepito senza Dio Dio non
egrave il mistero lrsquoineffabile il trascendente il soprannaturale ma egrave la stessa veritagrave originaria48
Per Leibniz egrave una veritagrave originaria la ldquoveritagrave di ragionerdquo che nellrsquoargomento
ontologico egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza di Dio Esso egrave la ragion sufficiente delle ldquoveritagrave di
fattordquo la monade suprema la Sostanza perfetta e infinita che contiene in seacute tutta la realtagrave
possibile e che mantiene allrsquointerno del proprio dominio tutto ciograve che creando essa rende da
possibile reale
Ad Anselmo ma anche a Tommaso Cartesio Spinoza Leibniz Immanuel Kant
avrebbe risposto allrsquointerno della Critica della Ragion Pura49
Dio egrave un ideale della ragione
Il suo oggetto egrave lrsquoente originario (ens originarium) in quanto non ha nulla sopra di seacute
prende il nome di ente supremo (ens summum) e in quanto tutto come condizionato sta al di
sotto di tale ente questrsquoultimo si chiama lrsquoente di tutti gli enti (ens entium)50
48 Agli occhi di Spinoza laquoil modo in cui Cartesio intende Dio e il rapporto tra Dio e lrsquouomo egrave ancora
troppo gravato da un antropomorfismoraquo e ad esso il filosofo rivolge una critica intransigente a tutte le forme presenti nella Bibbia che alterano il concetto di Dio lt che pregiudica la purezza della razionalitagrave del reale [] il
ldquoDio veracerdquo di Cartesio mantiene ancora quel carattere di ldquoDio ingannatorerdquo dal quale Cartesio crede di essersi
definitivamente liberato[] la separazione reale tra Dio e lrsquouomo rende estrinseca la presenza della razionalitagrave
nella conoscenza umana e quindi pregiudica la possibilitagrave dellrsquoaccordo tra conoscenza e realtagrave esterna In Cartesio
lrsquoio egrave res cogitans e la realtagrave res extensa Dio egrave il nesso il mediatore lrsquoelemento unificatore tra lrsquoio e il mondo
corporeo [] Per Spinoza invece Dio stesso egrave res cogitans e insieme res extensa Il pensiero e lrsquoestensione la
cui concordanza deve essere fondata sono due attributi diversi in cui si esprime la stessa Essenza assoluta della
Sostanza gt E Severino La filosofia moderna pag 99
49 Parte II Dialettica trascendentale libro II- Capitolo III- Sez II Mi riferisco alla I edizione Gli Adelphi
Introduzione traduzione e note di G Colli Milano 1995 50 Ivi pag 608
lt Il cammino naturale della ragione si svolge con tale processo innanzitutto essa si convince dellrsquoesistenza di un
essere necessario (lsquoingannatarsquo dal concetto di casualitagrave operante nella nostra conoscenza a priori dei fenomeni) e a
tale ente riconosce poi unrsquoesistenza incondizionata Essa cerca in seguito il concetto di ciograve che egrave indipendente da
ogni condizione e lo trova in ciograve che egrave esso stesso la condizione sufficiente di tutto il resto ossia in ciograve che
contiene ogni realtagrave Il tutto senza limiti peraltro egrave veritagrave assoluta e porta con seacute il concetto di un ente unico cioegrave
dellrsquoente supremo e la ragione conclude dunque che lrsquoente supremo in quanto fondamento originario di tutte le
cose esiste in modo assolutamente necessario gt Ivi cit pag 614-615
31
Tre prove afferma Kant sono possibili per dimostrare lrsquoesistenza di Dio in base alla
ragione speculativa una fisico-teologica una seconda cosmologica e la terza la prova madre
alla quale le atre due ritornano dopo un tentativo di esserne indipendenti nella loro
dimostrazione quella ontologica Ma nessuna strada neacute quella empirica neacute quella
trascendentale potranno condurre alla dimostrazione di Dio La ragione ha formato un concetto
a priori di una cosa ed ha creduto di poter dedurre da ciograve con sicurezza che in quanto
allrsquooggetto di questo concetto tocca necessariamente lrsquoesistenza
Questo perograve non toglie lrsquoimportanza e la grandezza a tale ideale51
Non quindi la persona di Cristo ma lrsquoidea Christi egrave il fulcro della concezione kantiana
di Cristo unrsquoidea che ciascuno porta in seacute come lrsquoideale piugrave alto vero e proprio laquoDio con noiraquo
Ma la lsquorivoluzione copernicanarsquo operata dal filosofo tedesco sta nellrsquoammissione che il
sapere universale e necessario (lrsquoepisteacuteme) e quindi a priori richieda che non sia piugrave la
conoscenza umana a regolarsi sulla natura degli oggetti ma allrsquoopposto che siano gli oggetti a
regolarsi sulla natura della conoscenza umana
51 Allrsquointerno dei laquoLavori preparatoriraquo a La religione entro i limiti della semplice ragione il filosofo
scrive lt Quando mi viene posto di fronte che un essere che egrave in possesso della piugrave alta felicitagrave si sottomette alla
piugrave profonda miseria per far partecipare delle creature meritevoli di castigo a questa felicitagrave io mi sento portare alla piugrave grande venerazione e riconoscenza a suo riguardo Ma non appena credo che ciograve sia per me un guadagno
che mi autorizza a non soddisfare io stesso alla eterna giustizia ricado nella bassezza dellrsquoasservimento Quando
perograve la ragione mi dice che questo essere deve servirmi in effetti come esempio per elevarmi allo stesso suo livello
di moralitagrave e che io devo trovare in me la disposizione a divenire come egli egrave ciograve talmente sollevante per lrsquoanima
che tutta la debolezza della mia natura scompare tanto da esser in grado di entusiasmarmi per tale idea Questo
Dio in noi egrave quello di fronte a cui si piega ogni ginocchio sulla terra gt Lavori presenti in Scritti di filosofia della
religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989 pag 87-124
32
Kant afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave della conoscenza del noumeno della cosa
in seacute Afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave di una metafisica come scienza
la ragione vede solo ciograve che essa produce col suo proprio disegno e che deve forzare la natura a
rispondere alle sue domande e non lasciarsi guidare da essa con le sue redini [] deve comportarsi
non come scolaro che si lascia dire tutto ciograve che piace al maestro ma come giudice che costringe i testimoni a rispondere alle domande che egli ha loro rivolto
52
Lrsquoidea dellrsquoessere assolutamente incondizionato lrsquoidea trascendentale di Dio
appartiene allrsquoessenza della ragione umana e drsquoaltra parte la ragione non puograve stabilire alcuncheacute
intorno alle cose in seacute stesse e non puograve quindi trasformare in una cosa in seacute il contenuto di
quellrsquoidea Essa ha perograve la funzione fondamentale di impedire che qualsiasi contenuto
dellrsquoesperienza venga considerato come lrsquoincondizionato
La natura egrave un insieme di condizioni che per quanto a fondo si possa andare nella loro
conoscenza hanno sempre al di lagrave di seacute lrsquoincondizionato e dallrsquoaltro proibisce di considerare
lrsquoincondizionato come cosa in seacute
Egrave certamente contraddittorio negare in un giudizio analitico che il predicato non
convenga al soggetto ma non egrave contraddittorio negare lrsquoesistenza del soggetto insieme a tutti i
suoi predicati
52 Critica della ragion pura pag 18-19
33
Come giagrave aveva rilevato Hume53
non vi egrave alcuna cosa tale che la negazione della sua esistenza
implichi contraddizione Il rapporto causale non egrave contenuto dellrsquoesperienza
Questrsquoultima egrave in grado di attestare solo un rapporto di successione tra due fenomeni
non un rapporto di dipendenza necessaria Gli enunciati causali sono solo il frutto di quella
credenza che nasce in presenza del ripetersi costante della successione empiricamente attestata
Lrsquoordine causale dellrsquouniverso altro non egrave se non il riflesso dellrsquoordine temporale della nostra
esperienza
53 Lrsquoatteggiamento di pensiero inaugurato da Locke giunge alla sua espressione piugrave rigorosa in David
Hume ossia nellrsquoempirismo radicale Se il fondamento di tutti i ragionamenti intorno alla realtagrave egrave il principio di
causalitagrave e se tale principio deve avere il suo fondamento nellrsquoesperienza e quindi egrave soltanto una congettura priva
di necessitagrave e universalitagrave appare chiaro come la ragione possa avere come contenuto reale solo quello che per Cartesio era il punto di partenza della ragione ossia il contenuto immediato della mente lrsquoindubitabilitagrave delle
nostre percezioni Ogni credenza metafisica egrave priva di valore razionale E anche ogni conoscenza scientifica Con
lrsquoavvertenza che la scienza a differenza della metafisica ha una utilitagrave pratica che la rende indispensabile lt
Hume mostra che come la mente non possiede alcuna idea di ldquocausardquo ldquoeffettordquo ldquoconnessione necessariardquo
ldquoforzardquo ldquopotererdquo e che queste parole sono completamente sprovviste di senso altrettanto accade per ciograve che viene
chiamato ldquosostanzardquo []soltanto una parola sprovvista di senso (appunto percheacute non riconducibile allrsquoesperienza)
gt E Severino La filosofia moderna cit pag 143
34
III - La logica esposizione di Dio e la sua morte
Lrsquoidealismo supereragrave lrsquoopposizione di certezza e veritagrave essa saragrave lrsquoaffermazione
mediata dellrsquoidentitagrave di veritagrave e certezza54
Il fenomeno cioegrave la realtagrave che appare allrsquointerno
della coscienza epistemica non egrave piugrave qualcosa di semplicemente soggettivo ma egrave la stessa
realtagrave in seacute stessa che appare e lrsquoapparire egrave inteso come pensiero o atto nel quale soltanto ogni
cosa puograve esistere
LrsquoAssoluto non esiste altrove che in questo mondo ossia nella realtagrave dellrsquoesperienza
nella realtagrave che egrave il contenuto del pensiero
In Hegel lrsquoEssenza assoluta egrave il senso il significato del Tutto sigrave che ogni cosa che
esiste egrave una forma di rispecchiamento e di individuazione dellrsquoEssenza assoluta Nelle Lezioni
Hegel afferma che
Questa apparizione di Dio nella carne avviene in un determinato tempo e in un individuo Poicheacute
essa egrave apparizione passa e diviene storia Questo modo sensibile deve scomparire ed elevarsi nellrsquoambito della rappresentazione La formazione della comunitagrave ha come suo contenuto che la
forma sensibile trapassa in un elemento spirituale
54 lt Altro egrave riconoscere immediatamente la veritagrave in ciograve che sta davanti altro egrave rendersi consapevoli che
ciograve in cui si pone la veritagrave egrave questo mondo esterno Questo egrave ciograve che compie la filosofia tradizionale [] In questa
prima fase della coscienza non crsquoegrave posto per il dubbio che pone la dicotomia tra certezza e veritagrave Questa
dicotomia egrave costituita dalla filosofia moderna [] Lrsquoidealismo segna la riunificazione dei due termini Identitagrave
dunque daccapo di certezza e veritagrave ma non piugrave nel senso che la veritagrave sia intesa come svincolabile dalla certezza ma nel senso che essendo i due termini identici proprio per questo si implicano necessariamente lrsquoun
lrsquoaltro []Noi diciamo che lrsquoidealismo consente di guardare la filosofia greca con occhi ben diversi da quelli di un
fenomenista o di un gnoseologista Dal punto di vista del momento antitetico si deve certo dire che la filosofia
greca egrave un realismo ingenuo ma questa squalifica viene condotta dal punto di vista di una coscienza che egrave essa
stessa dialettizzabile dialettizzata da un piano superiore di coscienza che egrave appunto quella sintetica quella
idealistica che non vede piugrave nellrsquoatteggiamento realistico la negazione della veritagrave ma piuttosto la veritagrave che
ancora non sa il proprio valore gt Id Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010 cit pag 98-99
35
E ancora
Con ciograve egrave espressa la coscienza che lrsquouomo il finito ciograve che egrave fragile la debolezza il negativo
sono pure un momento divino che tutto ciograve egrave in Dio e che la finitezza la negativitagrave lrsquoalteritagrave non
sono fuori di Dio e che lrsquoalteritagrave non egrave un ostacolo per lrsquounitagrave con Dio E lrsquoalteritagrave il negativo egrave conosciuto come momento della stessa natura divina Qui egrave contenuta la piugrave alta idea dello Spirito
[hellip] La veritagrave cui gli uomini sono giunti per mezzo di questa storia quello di cui essi sono divenuti
coscienti in tutta questa storia egrave che lrsquoidea di Dio egrave divenuta per essi una certezza che lrsquouomo ha raggiunto la certezza della sua unitagrave con Dio
55
Ossia la sua veritagrave
La logica egrave il regno della ragione questo regno egrave la veritagrave come essa egrave in seacute e per seacute
senza velo Questo contenuto egrave la esposizione di Dio comrsquoegli egrave nella sua eterna essenza prima
della creazione della natura e di uno spirito finito
La filosofia di Hegel egrave la piugrave alta forma raggiunta dal sapere incontrovertibile56
della
filosofia greca e un ritorno ad essa lrsquouniverso proviene dallrsquoAssoluto e ad esso ritorna con la
differenza che la circolaritagrave dellrsquoidealismo non riguarda piugrave il movimento fondamentale della
realtagrave esterna al pensiero ma il movimento fondamentale di quellrsquounica realtagrave che egrave il pensiero
stesso Lrsquoassoluto non tollera oltre a seacute unrsquoaltra realtagrave percheacute unrsquoaltra realtagrave oltre lrsquoassoluto
sarebbe una realtagrave limitante lrsquoassoluto e quindi questo come realtagrave limitata non sarebbe piugrave
lrsquoassoluto La produzione dellrsquoessere diventa lrsquoautoproduzione del pensiero che pone il proprio
contenuto come totalitagrave dellrsquoessere
55 GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll Zanichelli Bologna 1974
56 Dopo Hegel contro questa gigantesca e grandiosa volontagrave di veritagrave che anima lrsquoepisteacuteme si sono
rivolte tutte le forze che dominano la moderna civiltagrave occidentale il cristianesimo che non intende lasciare alla
filosofia lrsquoultima parola sul senso del mondo lrsquoeconomia borghese alla quale la filosofia non serve per
lrsquoincremento indefinito della produzione e del profitto la scienza moderna che invece consente la costruzione
degli strumenti che non solo promuovono lrsquoespansione economica ma ormai il dominio dellrsquouniverso ma
anche lo stesso pensiero filosofico
36
Lrsquoidealismo pone lrsquoequazione tra uomo e Dio percheacute il mondo dellrsquoal di lagrave cioegrave il
mondo di una realtagrave indipendente ed esterna rispetto al pensare egrave lrsquoassurdo Lrsquoatto di pensare egrave
la coscienza che lrsquoassoluto ha di seacute stesso la coscienza umana egrave la stessa coscienza che Dio ha
di seacute medesimo che la realtagrave assoluta ha di seacute medesima57
In conformitagrave al criticismo kantiano per il quale ogni spiegazione razionale degli eventi
egrave applicabile esclusivamente allrsquointerno dellrsquoesperienza per Schopenhauer la Volontagrave come
cosa in seacute esistente al di lagrave dei fenomeni sta al di lagrave anche di ogni spiegazione razionale non
ha senso chiedersi percheacute esista da dove venga dove vada Inoltre la filosofia non puograve
divenire teologia e considerare il Nulla (relativo) come lrsquoassoluta divina positivitagrave58
57 lt Hegel infatti disancora lrsquoessenza ontologica dellrsquouomo il suo originario rapportarsi allrsquoessere dalla
sua finitezza in cui vede un impedimento allrsquoincondizionato spiegamento dellrsquoattivitagrave pensante ed eliminando la
cosa in seacute risolve lrsquoessere nellrsquoenunciazione sistematica della totalitagrave degli enti ad opera della coscienza In questo
modo Hegel porta a compimento nella sua ragione assoluta quello che era lrsquointento nascosto della ragione
moderna a partire da Cartesio fare dellrsquouomo la misura di tutte le cose e dellrsquoessere nientrsquoaltro che lrsquoesplicitazione
della sua coscienza gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag106
58 Nel pensiero di Schopenhauer lt rimane lrsquoambiguitagrave del modo in cui viene inteso lrsquoessere se lrsquoessere egrave
la stoffa la materia per cosigrave dire del Tutto e se la Volontagrave egrave ldquolrsquointimo essere del Tuttordquo allora al di fuori della
Volontagrave crsquoegrave solo il niente assoluto e lrsquoascesi ndash che dovrebbe liberare dal terrore per il niente assoluto che corrode la vita ndash sarebbe il piugrave radicale sprofondarsi nel niente assoluto e non avrebbe piugrave senso parlare di una salvezza
dal niente e dalla Volontagrave di vivere [] la tematica del Nulla inteso come la salvezza ripropone il quadro della
teologia negativa (dalla teologia cioegrave che si rapporta al Divino non attribuendogli qualcosa ma liberandolo da
tutte le qualifiche inevitabilmente mondane con cui lo si vorrebbe definire) Non egrave un caso che nel pensiero di
Nietzsche la critica radicale di ogni teologia e di ogni metafisica si unisca allrsquoespulsione di due concetti tipici della
filosofia di Schopenhauer il concetto dellrsquoorrore per la volontagrave di vita e il concetto del Nulla come termine
dellrsquoascesi gt E Severino La filosofia contemporanea Rizzoli Milano 2000 pag 34
37
Il mondo egrave una mia rappresentazione ecco una veritagrave valida per ogni essere vivente e
pensante [] egli sa con chiara certezza di non conoscere neacute il sole neacute la terra ma soltanto
un occhio che vede un sole e una mano che sente il contatto drsquouna terra egli sa che il
mondo circostante non esiste se non come rappresentazione cioegrave sempre e soltanto in
relazione con un altro essere con il percipiente con lui medesimo59
La rappresentazione egrave il mascheramento razionale della volontagrave Ciograve che appare come
ragionevole egrave semplicemente volontaristico
La ragione egrave inganno percheacute fa apparire come ordine deliberatamente conquistato ciograve
che egrave semplicemente espressione di unrsquoinsopprimibile volontagrave di vita
La rappresentazione del mondo regolata dal principio di ragion sufficiente dellrsquoessere
del conoscere del divenire e dellrsquoagire che tutto coordina secondo necessitagrave egrave fenomeno nel
senso di apparenza illusione sogno il noumeno la vera realtagrave che si nasconde dietro il sogno
e lrsquoillusione egrave la volontagrave che irriducibile alla ragione si sottrae ad ogni necessitagrave sia logica sia
fisica sia matematica anzi della ragione si serve come della propria maschera
Il trionfo della ragione elaborato dalla filosofia hegeliana trova il suo rigoroso
ridimensionamento nel pensiero di Nietzsche60
che riconduce la mediazione razionale e la
sintesi dialettica tra gli ideali non reali Ogni sintesi logica operata dalla ragione nel tentativo
di comporre i fenomeni in determinate categorie egrave volontagrave di potenza che vuole la riduzione
degli enti nello schema prestabilito
Cogliere nella volontagrave di potenza lrsquoessenza di quanto finora era chiamato razionale
significa liquidare lrsquoidea di una sostanza del mondo e quella del suo Soggetto creatore da cui
dedurre la catena causale
59 Arthur Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di G
Brianese La Nuova Italia Editrice Scandicci (Firenze) 1998 pag 15
60 Allievo dellrsquoeducatore Schopenhauer Cfr F Nietzsche Schopenhauer come educatore trad italiana di
M Montinari in Opere di Friedrich Nietzsche vol III Adelphi Milano 1982
38
Il ldquosuperuomordquo61
supera lrsquouniversalitagrave ideale dellrsquouomo espressa scientificamente dalla
coscienza in generale ed esistenzialmente dalla prepotenza della ragione
Il superuomo non egrave oltre lrsquouomo percheacute piugrave universale ma esattamente allrsquoopposto il
superuomo supera appunto laquolrsquoastratta universalitagrave dellrsquouomo e la sua prepotenza mediante
lrsquoesercizio di quella volontagrave di potenza che gli consente di desituarsi da quella situazione di
impotenza in cui egrave ridotto dalla prepotenza dallrsquoidea astrattaraquo62
La soggettivitagrave ha preso il posto dellrsquoessere le cose sono in quanto appaiono al
soggetto il loro essere si risolve nel valore che a loro compete in quanto valutate dalla visione
che ordina allinea pone e dispone laquoSotto lrsquoapparente disinteresse della ragione che procede
more mathematico Nietzsche scopre quella volontagrave di potenza che anima la metafisica
soggettivistica dellrsquoOccidente dal tempo dellrsquoidegravea al tempo della scienzaraquo63
Dio non egrave per nulla causa ma semplicemente effetto della volontagrave di potenza che
protesa al dominio dellrsquoente ha costruito Dio e i valori che lungi dallrsquoessere degli
incondizionati sono condizioni percheacute la volontagrave possa volere seacute stessa
La proclamazione della morte di Dio significa che Dio egrave morto percheacute non viveva da seacute
ma in quanto era semplicemente voluto dalla volontagrave di potenza
Heidegger afferma come laquodi fronte a questo Dio lrsquouomo non puograve pregare non puograve
nemmeno presentargli offerte Di fronte al Dio causa sui lrsquouomo non puograve cadere in ginocchio
per reverenza e nemmeno cantare e danzare Il pensiero senza Dio che deve sacrificare il Dio
della filosofia egrave forse piugrave vicino al Dio divinoraquo64
61 lt Allrsquoente supremo della metafisica dellrsquoOccidente Nietzsche sostituisce il supremo gioco dellrsquoessere
in cui gli enti non sono causati ma compaiono per caso ossia ac-cadono (casum) senza lasciarsi pre-vedere o pre-
comprendere da alcuna ragione gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 219
62 Ivi pag195
63 Ivi pag197
64 Martin Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N Curcio
Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009 pag 70
39
La ldquomorte di Diordquo egrave la morte della ldquoveritagrave unica e incontrovertibilerdquo alla quale sono
state tolte le vesti dellrsquoimmutabilitagrave65
Egrave la morte inevitabile perentoria ineludibile inevitabile della veritagrave necessaria del
suo carattere incontrovertibile Il tramonto degli immutabili egrave insieme lrsquoavvento e la
dominazione della civiltagrave della tecnica66
E la tecnica scientifica che afferma Russell la
scienza ha contribuito a promuovere pur differenziandosene67
laquohellipincoraggia lrsquoabbandono
della ricerca della veritagrave assoluta e la sostituzione di quella che puograve essere definita una veritagrave
ldquotecnicardquo che appartiene a qualunque teoria possa venire applicata utilmente nelle invenzioni o
nella previsione del futuroraquo68
Quindi il carattere assoluto del sapere viene ldquoconcessordquo solo alle veritagrave di fede e solo
per questo la scienza riesce a dominare la natura abbandonando il tentativo della metafisica di
porsi come sapere incontrovertibile
65 lt Zarathustra insegna soltanto che i creatori sono gli uomini non Dio Se Dio esistesse lrsquouomo non
potrebbe crearehellipLrsquouomo puograve ora concretamente accingersi alla creazione del superuomo La biologia e la
cibernetica si muovono appunto in questa direzione gt E Severino Essenza del nichilismo pag 149h
66 lt Leopardi egrave il primo pensatore dellrsquoetagrave della tecnica e insieme egrave il pensatore del compimento di questa
etagrave Non solo pensa per la prima volta in modo esplicito allrsquoinizio dellrsquoetagrave della tecnica che la veritagrave non puograve
essere il rimedio del dolore ma pensa la condizione dellrsquouomo quale dovragrave apparire al compimento del tentativo
di porre la scienza e la tecnica come rimedio al dolore gt Id Il nulla e la poesia Alla fine dellrsquoetagrave della tecnica
Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2004 pag14 lt Mostrando lrsquoinevitabilitagrave del tramonto della tradizione
occidentale Leopardi mostra dunque che il contenuto della veritagrave egrave lrsquoannientamento e lrsquoannientabilitagrave di ogni cosa
e che quindi la veritagrave non egrave il rimedio ma allrsquoopposto la radice dellrsquoangosci Il rimedio per chi ha paura egrave la dimenticanza della veritagrave ndash sempre meno realizzabile nel tempo della ragione e della tecnica gt Id Cosa arcana e
stupenda Lrsquooccidente e Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2006 pag 8
67 B Russell Scienza e religione pag 177-178
68 E ancora lt Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica percheacute pretende di incarnare una
veritagrave eterna e assolutamente certa mentre la scienza egrave sempre sperimentale pronta ad ammettere presto o tardi la
necessitagrave di mutamenti alle sue attuali teorie e consapevole che il suo metodo egrave logicamente incapace di portare a
una dimostrazione completa e definitiva gt Ivi pag 12-13
40
Pur di riuscire nella trasformazione del mondo la scienza accetta e sopporta che il
proprio sapere sia ipotetico la metafisica purcheacute il proprio conoscere non fosse ipotetico
accettava e sopportava di essere una pura contemplazione della realtagrave
Alla domanda su che cosa significhi ldquonichilismordquo Nietzsche rispose laquoChe i valori
supremi perdono ogni valoreraquo69
Accostandosi al problema dellrsquoessenza del nichilismo Heidegger riconosce a Nietzsche
di avere intravisto alcuni tratti del nichilismo ma di averli spiegati nichilisticamente di aver
compreso e denunciato il nichilismo dellrsquoOccidente ma di non averlo oltrepassato e di aver
infine portato a compimento il nichilismo indicando nella volontagrave di potenza il vero
fondamento dei valori di Platone Per Heidegger superare veramente il nichilismo egrave possibile
solo addentrandosi profondamente in esso sigrave da poterne cogliere la vera essenza che risiede
nellrsquooblio dellrsquoessere Quindi non basta distruggere le Idee platoniche ma occorre distruggere
anche quella volontagrave di potenza come ultima espressione di quella metafisica dellrsquoOccidente
che pretende di far valere lrsquoente senza lrsquoessere
69 F Nietzsche Opere di Friedrich Nietzsche vol VIII 2 pag 12
Lrsquoessenza del nichilismo egrave per Nietzsche nel fatto che a partire da Platone lrsquoessere egrave decaduto a valore e il valore per quanto sollevato al rango ideale dl sovrasensibile si egrave rivelato incapace di salvare lrsquoessere dellrsquoente di
qui il nichilismo da intendersi come il venir meno dei supremi valori a cui lrsquoOccidente da Platone in poi si era
affidato Il nichilismo egrave dunque strettamente legato alla morte di Dio lt Infatti se Dio egrave morto se cioegrave il mondo
sovrasensibile delle idee ha perduto ogni forza vincolante lrsquouomo viene a trovarsi ldquosenza meta senza percheacuterdquo in
quanto il ldquomondo stellatordquo che da duemila anni reggeva lrsquouniverso ontico si egrave spento[] Il nichilismo tuttavia non
egrave sinonimo di decadenza percheacute a decadere non egrave la vita ma solo una lunga e veneranda tradizione dietro cui la
vita si era nascosta gt U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 232
41
Crsquo egrave nichilismo quando lrsquoente egrave considerato come il tutto siccheacute dellrsquoessere ne egrave nulla
laquoNella dimenticanza dellrsquoessere promuovere solo lrsquoente questo egrave nichilismoraquo70
La distruzione dellrsquoepisteacuteme operata dalla filosofia contemporanea non puograve essere
intesa come un semplice errare dovuto allrsquointelletto umano ma come ciograve che segue
inesorabilmente e completa con coerenza quellrsquounico atteggiamento di fondo che soggiace
allrsquointera storia71
del pensiero occidentale quel nichilismo presente nellrsquoinconscio del mortale
che pensa lrsquoessere come niente e che non vede la dimenticanza del senso originario dellrsquoessere
70 Martin Heidegger Introduzione alla metafisica presentazione di G Vattimo Ugo Mursia Editore
Milano 2014 pag 155
Severino sottolinea che Heidegger non ritrattograve mai lrsquoaffermazione che il proprio pensiero non pregiudica neacute in
senso positivo neacute in senso negativo la soluzione dei grandi problemi metafisici ndash i problemi dellrsquoesistenza di Dio e
dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima Sotto tale aspetto la posizione heideggeriana deve essere avvicinata al
problematicismo situazionale di Ugo Spirito Lrsquoessere heideggeriano egrave quel vuoto che consente allrsquoente di divenire
nel senso tradizionale e che perciograve stando alla logica immanente al pensiero che afferma un tale divenire non puograve non escludere lrsquoaffermazione di Dio Per Heidegger lrsquoessere non ha ldquopotenzardquo sugli enti ma li lascia essere e
tuttavia quel che lrsquoessere heideggeriano lascia essere egrave il divenire dellrsquoente inteso al modo della tradizione greco-
occidentale come un uscire dal niente per ritornarvi E Severino Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e
destino Rizzoli Milano 2008 pag160 e sgg
La questione per Severino quindi egrave come si puograve ritenere autenticamente possibile lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza
di Dio quando si consente effettivamente al divenire ontologico degli enti e si mette da parte esplicitamente il
sapere su Dio Severino non fraintende affatto il significato del ldquoNullardquo heideggeriano ma si chiede che cosa sia
questo EssereNulla che Heidegger tiene a differenziare nettamente dallrsquoEssere della ontoteologia La risposta che
ne trae egrave che in ultima analisi lrsquoEssere per Heidegger egrave soltanto lo ldquospazio vuotordquo per il divenire ontologico degli
enti
71 Hegel ha richiamato lrsquoattenzione in maniera potentissima sul carattere organico della storia e quindi anche della storia della filosofia La differenza tra un organismo e un semplice aggregato di elementi consiste
nella coessenzialitagrave delle parti dellrsquoorganismo e nella reciproca inessenzialitagrave delle parti del semplice aggregato
Ciograve significa che ogni filosofia storicamente realizzatasi non egrave qualcosa di accidentale o di inessenziale rispetto
alla totalitagrave storica bensigrave un momento indispensabile senza cui sarebbe impensabile la stessa totalitagrave storica La
storia della filosofia non egrave il casuale giustapporsi di opinioni ma lo sviluppo di un germe che giunge al proprio
compimento attraverso lrsquoesplicazione delleforze essenziali che lo costituiscono Id Istituzioni di filosofia pag 7
Non si puograve comprendere il pensiero contemporaneo senza legarlo indissolubilmente allrsquoorigine del pensiero greco
42
Gli eterni inevitabilmente distrutti dalla coerenza della volontagrave di potenza sono gli eterni che su tale
volontagrave si fondano Questa distruzione egrave inevitabile non percheacute sia inevitabile lrsquoannientamento costituita da essa ma percheacute egrave inevitabile che ponendo come evidenza originaria la libertagrave
dellrsquoente si neghi lrsquoesistenza di ciograve che viene riconosciuto come negazione di tale libertagrave
Lrsquoinevitabilitagrave della distruzione egrave una categoria che appartiene alla logica dellrsquoOccidente in quanto pervenuta al suo compimento Vi puograve pervenire solo quando veda nella civiltagrave della tecnica la
forma piugrave rigorosa dellrsquoontologia greca Ma non percheacute come crede Heidegger la
programmazione tecnologica sia il perfezionamento del tipo di dominio costituito dagli immutabili
della tradizione occidentale ma percheacute nella civiltagrave della tecnica si esprime compiutamente la volontagrave di dominio che si fonda sulla volontagrave che lrsquoente sia la libertagrave tra lrsquoessere e il niente La
ldquodifferenza ontologicardquo di Heidegger egrave la stessa libertagrave dellrsquoente72
La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico
Questo egrave il pensiero di Emanuele Severino
Se per Heidegger il nichilismo risiede nellrsquooblio dellrsquoessere che avvenne quando
Platone sottrasse lrsquoente allrsquoessere per affidarlo ad altro ente per Severino Platone non egrave
responsabile tanto dellrsquooblio dellrsquoessere quanto del suo annullamento avvenuto in occasione
dellrsquoaffermazione del mondo E come Nietzsche resta catturato dal nichilismo dellrsquoOccidente
che pure per primo in termini chiari aveva denunciato cosigrave Heidegger annuncia come veritagrave
dellrsquoessere ciograve che in realtagrave egrave il compimento della sua negazione
Per Severino il tentativo di assicurazione dellrsquoente in cui si esprime lrsquoopera della
volontagrave di potenza egrave fondato sullrsquoaccettazione originaria della separazione assoluta dellrsquoente
dallrsquoessere
72 Id Destino della necessitagrave pag 41
43
CAPITOLO SECONDO
Alle origini del pensiero e del nichilismo dellrsquoOccidente
44
I - La metafisica come sapere incontrovertibile
Lrsquointera esperienza cristiana si costituisce in relazione al thagraveuma da cui nasce la
filosofia
La filosofia nasce dalla meraviglia ma anche Cristo nasce dalla meraviglia
La parola greca thagraveuma che traduciamo con meraviglia indica anche lo stupore
attonito di fronte a ciograve che egrave strano imprevedibile orrendo mostruoso Indica lo smarrimento
angosciato che si prova dinanzi allrsquoenigma e al terrificante
Nel mito73
alle origini del pensiero la costruzione di un senso divino ed ordinato del
mondo che governa e definisce lrsquoesistenza permette allrsquouomo di sentirsi protetto Lrsquoesistere egrave
raccolto allrsquointerno di una spiegazione unitaria che predispone unrsquointerpretazione stabile del
Tutto attendendo preparato da essa lrsquoirrompere imprevedibile degli eventi Egrave infatti
lrsquoimprevedibilitagrave che genera il terrore
73 La parola mythos che viene tradotta con ldquomitordquo accentuando nella traduzione il carattere fabulatorio
del mytheiacuten Inizialmente mito non significa laquofavolaraquo laquoinvenzione arbitrariaraquo laquoleggenda inverosimileraquo
laquoracconto fantasticoraquo bensigrave laquoparola veraraquo laquonotizia vera di ciograve che egrave realeraquo ed egrave realmente accaduto tanto piugrave
vero quanto piugrave sta allrsquoorigine dei tempi e dunque eterno sacro divino lt Il passaggio dal mythos al logos non egrave il
passaggio dalla favola alla veritagrave egrave invece il passaggio alla testimonianza della veritagrave [] il mythos egrave lrsquoessere nella
veritagrave il logos egrave il sapere la veritagrave che si ha allora il mythos egrave un lasciare esposte le cose cosigrave come sono come
appaiono il logos egrave la coscienza che la veritagrave devrsquoessere appunto un lasciare esposte le cose cosigrave come esse sono
[] il passaggio dal mythos al logos il passaggio dal prefilosofico al filosofico non egrave quindi il passaggio a una cosa nuova bensigrave il passaggio alla testimonianza di ciograve che giagrave si egrave e giagrave egrave dinanzi[] Allora non crsquoegrave un passaggio
dalla favola alla veritagrave bensigrave passaggio dalla veritagrave in seacute la veritagrave che egrave ma che non sa di essere non possiede
ancora il proprio significato alla testimonianza della veritagrave alla consapevolezza che il discorso valido devrsquoessere
appunto lasciar le cose come sono alla consapevolezza che un discorso valido non puograve essere un poieiacuten []Il
mythos si realizza cosigrave come una contraddizione tra il lasciar essere le cose e lrsquoimposizione ldquopoeticardquo fa violenza
sulle cose Il logos invece egrave veritagrave ossia un lasciar essere ciograve che si impone ciograve che si annunzia o si manifesta
con autoritagrave gt E Severino Istituzioni di filosofia pag112-113
45
E quando lrsquouomo non si accontenta piugrave della produzione creazione poesia volontagrave
mitiche che le cose stiano in un certo modo di un atteggiamento sognante solo allora il
popolo greco volendo uscire dal sogno volendo cioegrave che il rimedio contro la morte e il dolore
non sia appunto il contenuto di un sogno ma sia qualche cosa che non possa essere smentito
vada cercando una veritagrave incontrovertibile
Questa volontagrave di uscire dal sogno questa volontagrave di guardare la veritagrave delle cose egrave la
filosofia E se essa sta ad indicare la volontagrave di portare alla luce il sapheacutes ciograve che di per seacute
stesso egrave chiaro e incontrovertibile allora con essa lrsquouomo vivragrave la veritagrave Veritagrave che nella
parola greca aleacutetheia74
che alla lettera significa ldquodisvelamentordquo accompagnata come valore
significativo alla parola episteacuteme75
traduciamo come la capacitagrave di imporsi sulle forze
pratiche mentali istintive che vorrebbero scuotere e abbattere ciograve che sta 76
74 lt La parola egrave costituita dallrsquoalfa privativo e dal termine λήθη (leacutethe) che vuol dire nascondimento
Λαvθάvω (lanthaacuteno) significa rimango nascosto occulto (velato celato) Allora se traduciamo aleacutetheia con
veritas perdiamo il senso autentico di questo termine percheacute aleacutetheia vuol dire non-nascondimento ossia
disvelamento E allora alegravetheia egrave anche mythos percheacute anchrsquoesso egrave un lasciar esposte le cose come sono ma
appunto egrave solo un lasciarle esposte Il logos egrave un riconoscere che la veritagrave devrsquoessere un lasciarle esposte gt Ivi
pag 115
75 lt rsquoEπιστήμη non egrave ὕβρις Yβρις egrave la tracotanza o prepotenza di ciograve che vuol farsi valere oltre la
propria potenza mentre episteacuteme egrave la potenza o la fermezza del dire attuale che si impone su ogni altro discorso
[hellip] la veritagrave dellrsquoessere appare sia nella δόξα che nellrsquoεπιστήμη ma solo questrsquoultima sa portarla alla luce e farla valere la δόξα non si cura del proprio carico prezioso ma di altre cose e tutto ciograve che dice puograve essere
contraddetto Quando la δόξα presume dire lrsquoincontrovertibile egrave ὕβρις gt Id Essenza del nichilismo pag157
76 lt Eschilo ci dice che se si deve cacciare dalla mente con veritagrave il dolore che rende folli allora egrave
necessario rivolgersi a Zeus ma Zeus non egrave il divino del mito (esso egrave lrsquoetere lrsquoacqua il fuoco e tutto ciograve che sta al
di lagrave di queste cose) ma quel divino che non sottostagrave allrsquoimprevedibilitagrave degli eventi gt Id lsquoI presocratici e la
nascita della filosofiarsquo collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il
quotidiano lsquoLa Repubblicarsquo
46
Steme egrave un costrutto linguistico che si forma sul verbo higravestasthai laquostareraquo laquoimporsiraquo
Epi-steacuteme significa epi-higravestasthai cioegrave stare laquosuraquo (epigrave) imporsi su ogni divenire laquosuraquo ogni
tempo e laquosuraquo ogni evento significa essere la Legge suprema a cui tutto deve adeguarsi e a cui
nulla puograve sfuggire
La veritagrave egrave lo stare originario che non si lascia smuovere e si impone sul divenire
Egrave innanzitutto lrsquoepisteacuteme a dire ad ogni ente laquoTu non avrai altro Dio allrsquoinfuori di meraquo
La veritagrave dellrsquoepisteacuteme mostra il senso incontrovertibile definitivo immutabile del Tutto essa
intende unire lrsquoevidenza del divenire allrsquoevidenza dellrsquoeterno Ed al suo interno lungo la storia
dellrsquoOccidente vengono innalzati tutti gli Immutabili e ogni forma del divino e dellrsquoeterno
Essa egrave lrsquoanima e il fondamento dellrsquointera tradizione dellrsquoOccidente che ha inizio cancellando
lrsquoambiguitagrave e il mistero che inevitabilmente compete al senso di ogni parola nel linguaggio pre-
metafisico77
Nel linguaggio biblico (ma anche in Platone) caos egrave sinonimo di magma di mescolanza
disordinata di elementi non ancora separati percheacute ancora non egrave stato guadagnato un certo
ordine o cosmo Lrsquoessenza del cosmo egrave pensata in funzione di un atto volontaristico (quello di
Dio ma anche il demiurgo platonico persuade la terra madre a diventare da caos a cosmo) che
intervenendo separa e separando ordina definendo il caos e ponendovi cosigrave fine
Eppure queste parole hanno alla radice un piugrave originario e piugrave autentico significato che
nulla ha da dividere coi significati di disordine mescolanza ordine separazione
77 Il linguaggio primitivo non porta alla luce il senso della veritagrave dellrsquoessere ma non porta alla luce nemmeno il senso alienato dellrsquoessere Resta per noi essenzialmente ambiguo percheacute non ci egrave consentito stabilire
se il significato delle sue parole esprima o tradisca la veritagrave dellrsquoessere Si puograve stabilire la sintassi ma non la
semantica ontologica di un linguaggio che non rende esplicito il senso dellrsquoessere e del niente (la lingua della
preistoria dellrsquoOccidente non parla della nientitagrave dellrsquoente ma soltanto della sicurezza della terra e delle cose
sicure)
47
La radice indoeuropea della parola chaos radic cha o radic gha che interviene in vari gruppi
di parole sia greche chasko chaino (mi apro mi dischiudo) sia latine hiatus (intervallo
apertura) non indica tanto il disordine o la mescolanza quanto lrsquoapertura il dischiudersi che
offre lo spettacolo della totalitagrave In questo senso il chaos non egrave la dimensione antecedente lrsquoe-
vocazione dellrsquoordine da parte di una volontagrave che chiamando separa ma egrave la dimensione
assoluta che ospita il suo interno ogni teogonia e ogni cosmologia ogni generazione di dei di
uomini e di mondi Non egrave una situazione separabile ma egrave la totalitagrave che include ogni
situazione
Dallrsquoetimo piugrave originario della parola chaos si opera una ripercussione sul termine
corrispettivo che egrave dato dalla parola kosmos la cui radice indoeuropea radic kens (da cui il
latino censeo) significa laquoannuncio con autoritagraveraquo Impiegare la parola kosmos allora non
significa riferirsi al mondo che nasce solo in presenza di un artefice ma significa riferirsi a
quella parola che nellrsquoapertura dischiusa del chaos si annuncia con autoritagrave senza poter essere
smentita Questa parola egrave il logos78
Con lrsquoavvento del pensiero metafisico anche lsquodiorsquo esce dallrsquoambiguitagrave ed entra nel
mondo non nel senso che venga necessariamente inteso come uno degli enti sensibili e
divenienti ma in quanto egrave pensato come il fondamento stesso del mondo ossia come ciograve che fa
sigrave che il mondo sia mondo
La parola greca ὐεός egrave essenzialmente costruita sulla radice δα Innanzitutto δα indica
lo star dinanzi manifesto e luminoso sigrave che Ζεύς lo laquosplendenteraquo egrave δηλος Ma la
manifestazione lascia apparire ed egrave dispensatrice delle differenze e quindi δα indica anche il
dispensare il dare in sorte distribuendo le differenze sigrave che il dio egrave il δαίμων che divide e
distribuisce le parti del tutto
78 U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag33
48
Ma il dispensare le differenze esige perizia e abilitagrave nel dispensatore esige cioegrave non
solo conoscenza ma anche padronanza dei differenti e quindi δα esprime anche il senso di
quella capacitagrave laquotecnicaraquo che viene indicata in parole come δαίος e δαήμων Ciograve vuol dire che
egli egrave artefice capace di padroneggiare le differenze che rende manifeste e che in quanto
padroneggiate sono ἔργον
Lrsquo ἔργον egrave la differenza padroneggiata e dispensata nellrsquoatto in cui viene resa manifesta
(δήμιον) Lrsquoartefice che assegna e distribuisce le parti differenti egrave allora insieme radice di ogni
sventura
Nei tratti che formano il significato premetafisico della parola ὐεός sono certamente
presenti le tracce di un modo di intendere il senso dellrsquoessere Ma le tracce rimangono
indecifrabili Si dovrebbe stabilire se quei tratti si sviluppino lrsquouno dallrsquoaltro in una sostanziale
solidarietagrave di fondo o siano invece le tracce di una abissale e inesplorata discordanza
nellrsquooriginario apparire dellrsquoessere Di tutto ciograve il pensiero metafisico non si occupa portando
nel mondo i linguaggi tra cui viene a trovarsi si convince di realizzare lrsquointerpretazione
autentica che rende esplicito il loro riposto significato ontologico
Dal punto di vista della metafisica lrsquoente puograve essere ossia puograve esistere solo se egrave
assicurato allrsquoesistenza da un fondamento Diversamente lrsquoente in quanto ente non puograve
esistere ossia egrave un niente79
79 lt ldquoEsse non habet creatura nisi ab aliordquo ldquoSibi relictardquoassunta cioegrave al di fuori della sua relazione al
fondamento la creatura ldquoin se considerata nihil estrdquo ldquoUnde prius naturaliter inest sibi nihil quam esserdquo
(Tommaso De aeternitate mundi7) Tuttavia anche ldquosibi relictardquo la creatura non egrave un niente Ponendo che la
creaturaldquosibi relictardquo egrave un niente il pensiero metafisico intende differenziare questa affermazione
dallrsquoaffermazione che il niente egrave niente gt E Severino Essenza del nichilismo pag 256
49
I primi pensatori realizzarono la situazione nella quale la realtagrave cosmica egrave saputa come
totalitagrave80
Ed egrave precisamente lrsquoapertura dellrsquoorizzonte della totalitagrave che conduce alla domanda
sul principio (ᾀρχή) e fa sorgere il problema di determinare che cosa sia ciograve per cui tutte le
cose che pur si differenziano lrsquouna dallrsquoaltra convengano tutte nellrsquoappartenere al medesimo
orizzonte
Gli antichi la maggior parte di coloro che per primi si posero a filosofare furono dei
metafisici in quanto fecero oggetto del loro interesse lrsquoapertura della totalitagrave e dei fisici in
quanto lrsquounica determinazione che conobbero della totalitagrave fu il mondo fisico
80 lt La prima filosofia non egrave un lasciare nellrsquoimplicitezza ma egrave un porre esplicitamente la categoria della
totalitagrave Proprio percheacute la categoria della totalitagrave egrave posta si sviluppa quella tematica del principio unificatore della
totalitagrave del molteplice gt e la comprensione di questa dimensione egrave possibile solo se il diverso viene visto come
insieme identico lt Il pensiero filosofico sin dal suo inizio storico egrave lrsquoattenzione portata allrsquounitagrave laddove il pensiero mitico pur pensa lrsquounitagrave ma facendo emergere la differenza Il concetto eracliteo di unitagrave degli opposti
altro non egrave che lrsquoesplicitazione di quellrsquoidentitagrave dei differenti che il pensiero filosofico pensa sin dal suo primo
apparire La filosofia sorge come attenzione al tutto ma al tutto si puograve prestare attenzione solo se le differenze
sono viste come tutte appartenenti al tutto il tutto puograve essere pensato solo se le molte cose sono pensate secondo
una sostanziale identitagrave solo se i differenti sono visti in certo senso identici[] Allora il problema che
inizialmente si presenta alla coscienza filosofica non egrave quello di introdurre un pensiero non ancora pensato di
produrre il pensiero dellrsquoidentitagrave che non si sarebbe ancora pensata infatti stando davanti la totalitagrave lrsquoidentitagrave egrave
pensata Il problema egrave invece quello di esplicitare ciograve che viene pensato per il fatto che il tutto egrave pensato[]
Quando Talete pensa lrsquoacqua come archeacute di tutte le cose non pensa semplicemente un elemento empirico una
cosa tra le cose ma pensa lrsquoacqua come concetto universale[] Il contributo dei presocratici non sta tanto
nellrsquoaver posto lrsquointero che egrave giagrave posto nelle teogonie ma nellrsquoesplicitazione particolarmente intensa dellrsquointero e questa intensitagrave la troviamo giagrave affermata a proposito di Anassimandro e di Anassimene [] Lrsquouomo vede quindi
da sempre lrsquounitagrave ma solo a questo punto della storia della filosofia quel semplice vedere si risolve in un riflettere
sulla necessaria posizione dellrsquoUno[] il mito tende appunto a lasciare inespressa lrsquounitagrave questo significa che il
discorso mitico insiste su altri punti cioegrave sulle differenze[] Il cercare lrsquoidentitagrave delle differenze significa cercare
lrsquoidentitagrave che lega i termini opposti significa in ultima analisi cercare il trascendentale [] proprio percheacute pur
essendo in ogni cosa in quanto comune a tutte le cose non vi si esaurisce e pur realizzandosi in ognuna di esse
le trascende per il fatto di essere a tutte comune gt Id Istituzioni di filosofia pag 146149150
50
Andando alla ricerca del principio i primi metafisici andarono alla ricerca di un
principio unificatore del molteplice o la ricerca del principio unificatore assunse la forma di
determinazione della materia primordiale Lrsquounitagrave delle cose che questi antichi vanno
ricercando acquista dunque il senso di principio materiale delle cose o il senso che si
conferisce a quella unitagrave egrave che le cose convengono tutte nellrsquoessere modi di configurazione di
una unica materia Ma si comprese ben presto lrsquoimpossibilitagrave di qualificare il principio come
una determinazione particolare non solo percheacute non poteva essere qualificato come una cosa
tra le cose ma anche in base alla constatazione del divenire o dello sparire di tutte le
determinazioni particolari del mondo
Il divenire egrave il principio dice Eraclito E infatti egrave nel divenire che le determinazioni
particolari si unificano poicheacute se ad ognuna di esse compete di sparire o di annullarsi e se lo
sparire o lrsquoannullamento di qualcosa egrave il sopraggiungere del contrario o dellrsquoopposto del
qualcosa e ancora se il contrario sopraggiunge solo in quanto il qualcosa sparisce segue che
il processo dello sparire egrave ciograve in cui si realizzano e si unificano le determinazioni piugrave differenti
Esso il processo stesso il divenire non sparisce ma egrave lrsquoimmutabile in cui ogni cosa che
sopraggiunge dilegua e si dissolve
Per Anassimandro lrsquoindeterminato si distingue dallrsquoeterno movimento onde le
determinazioni particolari si producono per Eraclito questa distinzione non ha ragione di
sussistere percheacute il movimento eterno contiene in seacute il motivo o la ragione per cui il principio
non egrave nulla di determinato particolarmente
Anassimandro si limita a rilevare lrsquoimpossibilitagrave di porre come principio una
determinazione particolare e in tal modo qualifica il principio solo negativamente81
sigrave che la
sua distinzione tra indeterminato e movimento eterno non si appoggia su alcuna qualificazione
per la quale lrsquoindeterminato possa distinguersi dal movimento
81 Una volta che ci si rende conto dellrsquoimpossibilitagrave di trattare il trascendentale come un particolare si
tratta di definire in concreto che cosa sia il trascendentale non nel senso che determinandolo lo si debba limitare
o particolarizzare a nel senso che si tratta di accertare in cosa consista ciograve che non puograve essere determinato come
particolare
51
A questo punto egrave doverosa una precisazione
laquoTimbroraquo egrave il modo in cui la parola del mortale risuona nellrsquoaria e si rende visibile nella
scrittura Innumerevoli sono le parole che formano la preistoria dellrsquoOccidente eppure
risuonano tutte allrsquointerno dei due timbri fondamentali il timbro dellrsquoinflessibile e il timbro del
flessibile (o timbro della flessione) il timbro che esprime lrsquoinflessibile e il timbro che esprime
il flessibile
La preistoria e la storia dellrsquoars del mortale sono separate da un breve intervallo Esso
interrompe la vicenda in cui il senso della flessione si impadronisce del timbro dellrsquoinflessibile
La interrompe prima che questo impadronirsi si trasformi da dominio premetafisico in
dominio metafisico dellrsquoente cioegrave prima che il senso della flessione divenga esplicito nella
testimonianza che del senso dellrsquoente egrave data dalla lingua greca Nellrsquointervallo accade il
rovesciamento il senso dellrsquoinflessibile si impadronisce del timbro della flessione Anche
questo rovesciamento accade nella lingua greca Questo accadere viene considerato come
lrsquoinizio della filosofia greca Ma non egrave lrsquoinizio egrave lrsquointervallo prima dellrsquoinizio ossia prima che
il linguaggio dellrsquoOccidente testimoni lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
Lrsquointervallo forma un indugio e nel cammino del mortale lrsquoindugio stabilisce un bivio
Anassimandro ed Eraclito rimangono nellrsquoambiguitagrave del bivio
Ma che cosa significa nel linguaggio di Anassimandro e di Eraclito lrsquoessere τὸ χρεών e
lrsquoessere ὁ λόγος e lrsquoessere xατὰ τὸ χρεών e χατὰ τὸν λόγον A queste domande comincia a
rispondere Parmenide Anche Parmenide sta sul bivio ma come il seminatore di entrambi i
sentieri che si dipartono da esso
Lungo il cammino si forma un bivio percheacute nel luogo dove diviene esplicita la volontagrave
che lrsquoente sia niente in quel luogo si rende visibile anche per breve tempo un bagliore che
proviene da un cielo diverso da quello tracciato dal cammino dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
52
Il bagliore illumina per breve tempo un altro cielo e in esso un altro cammino lungo le
costellazioni del Giorno Il χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τ´ἐὸν ἔμμεναι di Parmenide parla di quel
bagliore82
82 E Severino Destino della necessitagrave pag 254 e 279
53
II - Il sentiero della Notte
Parmenide semina il Sentiero del Giorno ma semina anche il Sentiero della Notte83
Lo
semina percheacute per negarlo lo evoca
LrsquoOccidente cammina allrsquointerno di questa evocazione Per la prima volta nella storia
del mortale Parmenide84
conduce nel linguaggio il senso dellrsquoessere e della sua opposizione al
niente
E per la prima volta Parmenide si volge verso un percorso diverso dalla storia del
mortale il percorso dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia In questo rivolgersi verso il sentiero
intentato evoca per negarlo lrsquoopposto sentiero il sentiero dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente e in
questa evocazione testimonia ciograve che non era mai stato testimoniato
La prima testimonianza del senso alienato dellrsquoessere accade allrsquointerno del pensiero
che la vede come testimonianza alienata Ma proprio percheacute egrave nel linguaggio di Parmenide che
per la prima volta viene evocata la testimonianza dellrsquoalienazione (ossia che lrsquoessere non egrave)
questa testimonianza non puograve precedere la propria evocazione
Parmenide evocando il proprio nemico lo crede un giagrave esistente e i suoi versi sono rivolti ai ldquoi mortali dalla doppia testardquo dai quali lrsquoessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici
Lrsquoevocatore del Sentiero della Notte non avverte di esserne lrsquoevocatore e crede che esso sia giagrave
incominciato85
Lrsquoessere parmenideo egrave la qualificazione positiva dellrsquoindeterminato anassimandreo
lrsquoorizzonte dellrsquointero puograve realizzarsi solo in quanto si apra come orizzonte dellrsquoessere
83 ἕνυα πύλαι Νυϰτός τε ϰαὶ ᾽´Ηματός εἰσι ϰελεύὑων lsaquolsaquoQui la porta che divide i sentieri della Notte e del
Giornorsaquorsaquo Parmenide fr 1 v 11
84 Da un punto di vista storico possiamo indicare una complementaritagrave dicendo che da un lato Eraclito
opera la determinazione formale dellrsquoaacutepeiron dallrsquoaltro Parmenide indica la determinazione materiale o concreta
dellrsquoaacutepeiron (materiale inteso come opposto al formale nulla a che vedere con la materia fisica) Per Eraclito
lrsquoaacutepeiron egrave lrsquoopposizione per Parmenide egrave lrsquoessere
85 E Severino Destino della necessitagrave pag 528-529
54
Parmenide tenendo fermo il principio dellrsquoimpossibilitagrave che il non essere sia o che
lrsquoessere non sia pone lrsquoessere come principio per cui si costituisce lrsquointero e quindi come ciograve
che permette lrsquounitagrave del molteplice E questo viene ad equivalere alla stessa negazione o allo
stesso annullamento del molteplice e del divenire di questo che egrave quanto dire negazione e
annullamento del mondo in quanto manifestatesi come lrsquoinsieme di tutte le molteplici cose
divenienti Infatti le cose sono molte e differenti in quanto sono altro oltre al loro semplice
essere Ma che le cose siano altro dallrsquoessere significa che esse proprio in quanto molte e
differenti sono non essere visto che soltanto il non essere egrave altro dallrsquoessere Affermare
dunque che le cose sono molte significa affermare che il non essere egrave Per eliminare questa
contraddizione saragrave quindi necessario eliminare ciograve che la produce saragrave necessario negare che
le cose siano molteplici Il divenire poi egrave reale solo in quanto anchrsquo esso include la realtagrave o
lrsquoessere del non essere Il divenire egrave infatti un passaggio dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere
al non essere La realtagrave del passaggio implica la realtagrave dei termini tra i quali si istituisce il
passaggio Ma poicheacute il non essere non egrave non puograve essere nemmeno il passaggio86
86 lt affincheacute la posizione parmenidea sia riguardata come un problema o come unrsquoaporigravea egrave
necessario avvedersi dellrsquoimpossibilitagrave di negare la realtagrave del mondo molteplice e diveniente per salvare o per
tener ferma lrsquounitagrave e lrsquoimmobilitagrave dellrsquoessere Egrave necessario avvedersi ancora che quella di Parmenide egrave infine una
scelta o una preferenza che egli accorda allrsquoessere piuttosto che al mondo gt Id I principi del divenire La Scuola
Brescia 1995 pag 13
55
Lrsquoontologia di Platone87
e Aristotele sono lrsquoassestamento di questa intuizione E
lrsquoassestamento si impone ma la scoperta egrave troppo grande percheacute lo scopritore non ne resti
abbagliato Il mondo svanisce nella prima luce dellrsquoessere svanisce come valore diviene
esistenza contrapposta allrsquoessenza e il valore egrave lrsquoessere come immutabilitagrave e semplicitagrave
assoluta
Lrsquoimprevisto lrsquoinsospettato egrave per il logo il mondo non Dio Ma se il logo si fa sorprendere dal
mondo in modo da non sapersi riprendere dalla sorpresa se non negando il mondo diventa logo
astratto ed egrave qui che si ferma Parmenide88
La semplice opposizione tra lrsquoessere (inteso come ciograve che egrave) e il nulla (inteso come ciograve
che non egrave) resta nellrsquoambiguitagrave percheacute la si puograve intendere ndash come si incominciograve e si continuograve
ad intenderla ndash come una legge che governa sigrave lrsquoessere ma che lo governa sin tanto che esso egrave
Lrsquo Occidente egrave la civiltagrave che cresce allrsquointerno dellrsquoorizzonte aperto dal senso che il
pensiero greco assegna allrsquoesser-cosa delle cose
87 Platone si egrave lasciato sfuggire la grande occasione di pensare la veritagrave dellrsquoessere percheacute anche lui (e dopo di lui tutto il pensiero occidentale) lascia al fondo del pensiero dellrsquoente lrsquoastratta separazione dellrsquoessere e
della determinazione proprio lui che si presenta come il pacificatore della scissione ossia come lrsquounificatore
dellrsquoessere e della determinazione lt Platone era divenuto il difensore del concreto il riparo dal naufragio
parmenideo e sotto questo riparo il pensiero occidentale si poneva una volta per tutte senza avvedersi che lrsquoovile
non era stato chiuso prima che entrasse il lupo e senza avvedersi che era stata lasciata fuori in sovrana solitudine
la luce della veritagrave dellrsquoessere gt Id Essenza del nichilismo cit pag 74
88 Id La struttura originaria cit pag 391
56
Sei secoli prima di Cristo la filosofia greca incomincia a concepire la cosa come ciograve
che totalmente o parzialmente esce dal niente e vi ritorna oscilla tra lrsquoessere e il niente un
ἐπαμφοτεριζειν89
dove laquoi dueraquo (ἀμφότεϱα) laquorispettoraquo (ἐπί) ai quali la cosaraquo egrave in lotta con seacute
stessaraquo (ἐϱίζει) sono lrsquoessere (τὸ ὄν) e il niente (τὸ μὴ ὄν inteso come τὸ πάντως μὴ ὄν nihil
absolutum90
In quanto laquoparteciparaquo di entrambi (τὸ ἀμφοτέϱων μετέχον)91
la cosa (τι) ha entrambi
come predicati essa egrave qualcosa che laquoinsiemeraquo (ἃμα) egrave e non egrave τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν92
Ma
lrsquoavverbio ἃμα non compare nel finale del libro quinto della Repubblica col senso temporale
che probabilmente esso intende esprimere nel celebre passo del libro quarto della Metafisica93
nel testo platonico ἃμα indica lrsquoinseparabilitagrave dei due (lrsquoessere e il niente) tra i quali la cosa egrave
indecisa nel suo oscillare tra lrsquouno e lrsquoaltro Dellrsquooscillante non solo non egrave possibile pensare
che sia semplicemente legato allrsquoessere (οὔτ᾽ εἶναι) o al non essere (οὔτε μὴ εἶναι) o che non
sia legato ad alcuno dei due (οὔτε οὐδέτεϱον) ma non si puograve nemmeno pensare che esso sia
lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα
Lrsquoἐπαμφοτεριζειν (lrsquooscillante) egrave un dibattersi (ἐϱίζειν) tra lrsquoesser e il niente (ἐπὶ τὰ
ἀμφότεϱα) proprio percheacute non egrave contemporaneamente lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα Il
dibattersi egrave il divenire della cosa Dove la cosa insieme (ἃμα) egrave e non egrave nel senso che nel
divenire lrsquoessere e il non essere sono inseparabili e non nel senso che nel divenire la cosa sia
e non sia contemporaneamente
Ma proprio percheacute nellrsquoespressione τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν lrsquoavverbio ἃμα non indica
la contemporaneitagrave ma lrsquoinseparabilitagrave dei due che si contendono la cosa proprio per questo
tale espressione egrave la definizione stessa del divenire cioegrave del tempo
89 Platone Civitas 479 c Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo fedelmente alla loro
utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino nelle opere di riferimento riportate in nota
90 Ibid 478 d
91 Ibid 478 d-e
92 Ibid 478 d
93 Aristotele Metafisica 1005 b 19-20
57
Lrsquoente quindi in quanto ente egrave ciograve che puograve non essere In quanto ente non egrave
lrsquoimmediata esclusione del suo poter non essere Lrsquoente egrave la cosa (il τι) nel suo essere coinvolta
nellrsquo ἐπαμφοτεριζειν tra lrsquoessere e il niente Affincheacute si possa porre un ente come immutabile e
quindi come ciograve che non puograve non essere si egrave costretti ad introdurre un medio tra lrsquoesser ente
dellrsquoente e lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoente
Introducendo un μεταξύ fra lrsquoessere e il nulla94
Platone segna il destino dellrsquoOccidente
lrsquoaffermazione di una dimensione in cui egrave contenuto ciograve che nasce e muore ossia ciograve che
partecipando dellrsquoessere e del niente non era e non saragrave piugrave era un niente e saragrave ancora un
niente Platone lascia in ereditagrave agli uomini il mondo compiendo il parricidio che conduce
nellrsquoessere le determinazioni che Parmenide lasciava nel nulla Ma il parricidio andava
compiuto le determinazioni non sono un niente (un ἐναντίον dellrsquoessere) e cioegrave sono
Lrsquoessere non egrave il puro indeterminato ma la totalitagrave concreta delle determinazioni95
Ma
nellrsquoatto stesso in cui Platone contrappone lrsquoessere concreto determinato al niente lascia
lrsquoessere identico al niente
94 Platone Civitas V 477-480)
95 lt Nella fondamentale dottrina metafisica quella hegeliana dellrsquointelletto astratto egrave lo sviluppo
dialettico il modo determinato secondo cui si istituisce la sintesi tra il puro essere e la totalitagrave delle determinazioni
Ma il significato ultimo della sintesi hegeliana egrave ancora quello platonico tra il puro essere e le determinazioni si
apre sin dal principio un abisso incolmabile onde lrsquounione delle due sponde egrave la sintesi di ciograve che sin dal principio
egrave stato destinato a rimanere diviso Nello sviluppo dialettico il puro essere si determina (si unisce alla determinazione) ma la determinazione mantiene nella sintesi il carattere che sin dal principio le conviene in
quanto separata dallrsquoessere di essere un niente Egrave unita allrsquoessere ma contiene ad essere un niente Egrave quindi
inevitabile che sia trattata come un niente e si affermi che la sua sintesi con lrsquoessere egrave accidentale e che sia quindi
destinata a nascere e a morire eterno rimanendo solamente quellrsquoente privilegiato che egrave la stessa accidentalitagrave
della sintesi Ma questa sintesi necessaria ndash lrsquoorganismo delle categorie lrsquoIdea ndash egrave la struttura privilegiata che
rende possibile il divenire delle determinazioni empiriche lrsquoistituzione della sintesi accidentale tra il categoriale e
lrsquoempirico gt E Severino La struttura originaria pag 403
58
Pensa le determinazioni come per seacute indifferenti al loro essere o non essere Per tenerle
ferme nellrsquoesistenza quegli esseri-relativi deve andare alla ricerca di un fondamento che perograve
fonda soltanto la ragione privilegiata delle determinazioni universali (idee) ed abbandona
allrsquoannullamento le determinazioni empiriche96
La soluzione che Aristotele dagrave dellrsquoaporigravea parmenidea si svolge in due momenti
accertamento della struttura intrinseca del divenire e accertamento delle condizioni totali della
pensabilitagrave del divenire ossia le condizioni in base alle quali la realtagrave del divenire non egrave
contraddittoria Ed essa realtagrave non lo egrave in quanto la contraddizione egrave tolta negando che il
divenire sia lrsquointero e quindi ponendo una realtagrave non diveniente egrave tolta introducendo il
concetto di sostrato
Il divenire non egrave piugrave indeterminatamente considerato ma egrave determinato come una
struttura complessa passaggio di un sostrato dalla privazione di una certa forma alla forma
corrispondente che egrave il concetto di ldquodivenienterdquo quel ldquoterzordquo tra il non essere e lrsquoessere che
quindi diviene97
Nel De Interpretatione98
si afferma infatti
Che dunque ciograve che egrave sia quando egrave e che ciograve che non egrave non sia quando non egrave egrave necessario tuttavia
non egrave necessario neacute che tutto quanto ciograve che egrave sia neacute che tutto quanto ciograve che non egrave non sia Infatti
non egrave la stessa cosa che tutto quanto ciograve che egrave sia di necessitagrave quando egrave e lrsquoessere assolutamente di necessitagrave E similmente va detto anche per ciograve che non egrave
96 Id Essenza del nichilismo pag 148
97 lt la differenza tra il parmenidismo e lrsquoaristotelismo [] egrave la stessa differenza tra il concetto di sapere
metafisico come appartenente alla struttura del fondamento e il concetto per il quale il sapere metafisico egrave
unrsquoulterioritagrave rispetto a quella struttura che deve essere conseguita attraverso un procedimento mediazionale gt
Id La struttura originaria cit pag 399
98 Traduzione condotta sul testo Della Interpretazione Edizione Bur quarta edizione marzo 2000 23-28
pag 99
59
Il principium firmissimum esprime la struttura dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente proprio
percheacute egrave il principio dellrsquoente in quanto ente (non un certo ente privilegiato) Esso egrave la
posizione della nientitagrave dellrsquoente espressa come non-nientitagrave dellrsquoente
Esso egrave lrsquoespressione piugrave esplicita e radicale dellrsquoopposizione dellrsquoente al niente E
tuttavia nel principio di non contraddizione la nientitagrave dellrsquoente resta essenzialmente affermata
proprio nellrsquoatto in cui la si vuole escludere nel modo piugrave perentorio Essa si manifesta nella
forma del suo opposto
In una sua formulazione fondamentale il principium firmissimum dice che laquonon egrave
possibile che la stessa cosa sia e non siaraquo (εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) per il medesimo rispetto e nello
stesso tempo (ϰαῦ᾽ ἕνα ϰαὶ τὸν αὐτὸν χϱόνον)99
Ciograve significa da un lato che il diverso puograve
esser e non essere nello stesso tempo e cioegrave che in un certo tempo alcuni degli enti sono ed
altri non sono e dallrsquoaltro lato significa che in tempi diversi il medesimo egrave e non egrave prima d i
nascere e dopo il suo perire non egrave ed egrave tra la nascita e la morte
99 Aristotele Metafisica 1061 b 36
Fabro critica fortemente lrsquointerpretazione severiniana dei testi aristotelici nella fattispecie il carattere temporale
assegnato al principio di non contraddizione lt Sotto lrsquoaspetto reale Aristotele che non conosce la creatio ex
nihilo della Bibbia ed ammette lrsquoeternitagrave del mondo []si muove con assoluta fedeltagrave alla concezione greca della necessitagrave del Tutto [] Il nascere e il perire cioegrave la contingenza del mondo sublunare [] esprimono non un passare
dallrsquoessere al non essere ma dallrsquoessere tale ad un essere tal altro della materia secondo le leggi fisiche e
biologiche della generazione e corruzione gt concludendo lt Il problema del tempo come qualificante lrsquoessere
dellrsquoente quale lrsquoinvoca il Severino egrave qui del tutto assente poicheacute si tratta unicamente del problema del rapporto
fra logica e metafisica cioegrave della dipendenza fra il modo di predicare e il modo di essere e si afferma che il primo
dipende dal secondo che il pensare dipende dallrsquoessere e che le qualitagrave del pensare e del predicare dipendono dal
modo di essere gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag110-112
60
Al principio di non contraddizione appartiene essenzialmente la persuasione che agli
enti sia consentito di non essere100
100 La negazione dellrsquoidentitagrave che la forma del dire e del pensare presenta nella preistoria dellrsquoOccidente
egrave determinata dallrsquoisolamento del soggetto dal predicato
lt Anzi il senso stesso del soggetto e del predicato egrave determinato dallrsquoisolamento giaccheacute il soggetto egrave ciograve che
permane ed egrave significante indipendentemente e isolatamente dal predicato Lrsquoisolamento egrave la coscienza in quanto
isolante cioegrave in quanto essa isola il proprio contenuto separando la parte dalle altre parti e la parte dal tutto In
quanto il soggetto egrave isolato dal predicato il soggetto egrave sempre un altro dal predicato Anche quando il predicato egrave il soggetto stesso (come in A egrave A) e in A egrave A A-soggetto isolato non solo egrave altro da A-predicato ma egrave qualcosa
a cui non puograve competere di essere A giaccheacute il suo essere A ndash il suo essere se stesso ndash egrave appunto ciograve da cui A-
soggetto in quanto isolato da A-predicato egrave isolato [] A sua volta quanto al contenuto del pensiero e del dire
dellrsquoOccidente lrsquoessente puograve essere pensato come ciograve che esce dal niente e vi ritorna solo in quanto egrave isolato
dallrsquoessere ndash ossia dal suo essere seacute[] In Aristotele lrsquoantecedenza e indipendenza della dimensione noetica
(oggetto dellrsquooperatio prima intellectus) da quella dianoetica (oggetto dellrsquooperatio secunda intellectus) egrave
appunto lrsquoisolamento del noetico dal suo esser seacute che si costituisce nella e come dimensione dianoetica Il
principio di non contraddizione che afferma lrsquoidentitagrave dellrsquoessente dice Tommaso (In duodecim libros
Metaphysicorum Aristotelis expositio 605) egrave sigrave il primo ossia egrave il principio fondamento ma nella seconda
operazione dellrsquointelletto (est naturaliter primum in secunda operatione intellectus) Per Hegel la determinazione
in quanto isolata egrave un contraddirsi Ma in quanto isolata la determinazione egrave una dimensione noetica [] Hegel
mostra sigrave che il noetico isolato egrave un contraddirsi ma concepisce il piano dianoetico (lrsquounitagrave di determinazioni diverse) come il risultato del divenire prodotto dalla contraddizione e quindi anche per Hegel lrsquointelletto
(Verstand) che isola il noetico egrave lrsquooperatio prima intellectus rispetto alla dimensione dianoetica costituita dalla
sintesi dialettica gt
Per Tommaso il principio drsquoidentitagrave e non contraddizione egrave un principio di ragione lt Quando si dice che
qualcosa egrave identico a seacute stesso [aliquid esse idem sibiipsi] lrsquointelletto assume come due ciograve che quanto alla cosa egrave
uno [intellectus utitur eo quod est unum secundum rem ut duobus] Altrimenti non potrebbe designare la
relazione dello stesso a seacute stesso Onde appare che la relazione include sempre due estremi e se nelle relazioni di
questo tipo non ci sono due estremi quanto alla cosa ma solo quanto allrsquointelletto la relazione di identitagrave non
potragrave essere una relazione reale ma solo di ragione gt
Nemmeno Tommaso vede che un intelletto che assuma come due ciograve che egrave uno afferma la contraddizione
impossibile cioegrave che lrsquouno egrave due lrsquoidentico egrave differente Pensare che lrsquoidentitagrave non sia quindi una relazione reale consente al realismo di concludere che lrsquoessente indipendentemente dallrsquointelletto egrave identico a seacute (altrimenti il
dirlo identico ndash esso egrave appunto illud quod dicitur idem ndash sarebbe falso) ma la sua identitagrave con seacute si costituisce
come tale (cioegrave formalmente) solo nella riflessione dellrsquointelletto sullrsquoessente Lrsquoessente egrave in seacute identico a seacute non
egrave per seacute identico a seacute [] In quanto isolato dallrsquoidentitagrave con seacute stesso (e cioegrave dal suo non esser lrsquoaltro da seacute)
lrsquoessente non egrave seacute stesso non solo non appare come seacute stesso ma non egrave nemmeno seacute stesso Egrave un nulla Un nulla
che il pensiero dellrsquoOccidente intende come essente (noema significato) indipendentemente dal suo esser pensato
come esser seacute e come non esser lrsquoatro da seacute gt E Severino Tautoacutetēs Adelphi Milano 1995 pag 102-105108
61
Questa persuasione gli appartiene anche quando in esso non vien fatta alcuna menzione
del tempo giaccheacute lrsquoente di cui vien posta lrsquoincontraddittorietagrave viene pensato come ciograve che in
quanto tale puograve non essere Il principio di non contraddizione stabilisce lrsquoopposizione dellrsquoente
al niente ma egrave lrsquoente in quanto egrave che si oppone al niente e non lrsquoente in quanto non egrave ndash dove
questo ldquoin quanto non egraverdquo esprime un aspetto essenziale dellrsquoente in quanto ente
Aristotele afferma lrsquoimpossibilitagrave che qualcosa cui convenga una certa determinazione
abbia ldquonello stesso tempordquo la determinazione contraddittoria Il che vuol dire che in un tempo
diverso puograve convenirle
Il pensiero metafisico supera lrsquoeleatismo percheacute oppone al niente non solo il puro essere
indeterminato ma ogni ente determinato
Ciograve che con la filosofia platonica e aristotelica si viene a guadagnare egrave lrsquoesistenza del
mondo E si tratta di un guadagno nel senso che il mondo non deve essere semplicemente
affermato ma deve essere affermato tenendo fermo quel puro atto che agli occhi di Parmenide
esigeva la nullitagrave o illusorietagrave del mondo il mondo egrave guadagnato nel senso che si mostrano le
condizioni del suo coesistere a Dio allrsquoeterno101
101 Aristotele lt Al posto di una palude incomprensibile piena di fumi del mistero e della magia egli
pone di fronte alla nostra intelligenza uno schema grandioso e coordinato limpido da comprendere e fondato sui
fatti ovvi e persistenti della nostra esperienza Nella generalitagrave della sua portata esso egrave insieme filosofico e
scientifico e fornigrave piugrave tardi lo sfondo fisico allo schema cristiano della salvezza gt Alfred North Whitehead
Science and Philosophy traduzione dallrsquoinglese di Stefano Federici Scienza e Filosofia Castelvecchi Roma I
edizione aprile 2014 pag 12
62
III - Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire
Lrsquo irruzione delle differenze del molteplice nellrsquoarea dellrsquoessere porta a concepire
lrsquointero del positivo sulla traccia del positivo empirico percheacute come ripetiamo lrsquoessere egrave ciograve
che egrave quando egrave e che non egrave quando non egrave
Ma sia il mondo delle idee che lrsquoatto puro di Aristotele sono certamente privi di una
dimensione del positivo la materia la radice cosmica da cui si generano tutte le cose sensibili
che non egrave dominata dal divino ma solo lsquopersuasarsquo a trasformarsi da caos in cosmo Egrave appunto
lrsquoesigenza di intendere lrsquoimmutabile come la pienezza dellrsquoessere ciograve che spinge lo stoicismo
il neoplatonismo la patristica e la scolastica a porre la dipendenza assoluta del mondo da Dio
Lrsquoimmutabile dagrave lrsquoessere alla materia e al mondo percheacute se li trovasse davanti a seacute
indipendenti e come suo limite esso mancherebbe di qualcosa sarebbe cioegrave aperto ad un
completamento possibile non sarebbe lrsquoimmutabile Ma se per Parmenide lrsquoimmutabile non
manca di nulla percheacute il mondo egrave illusorio per Agostino e Tommaso lrsquoimmutabile non manca
di nulla percheacute contiene tutta la positivitagrave del mondo e la puograve contenere solo a patto di porsi
come il libero creatore del mondo
Lrsquoesistenza dellrsquoimmutabile trasforma in un ente il niente secondo cui si struttura il
divenire e quindi trasforma lrsquoevidenza del divenire in una semplice apparenza e in un niente
lrsquoessere del divenire Lrsquoopposizione del positivo e del negativo egrave il principio motore della
metafisica classica quel principio cioegrave che porta appunto alla concezione creazionistica della
realtagrave102
Ma pensare lrsquoessere in seacute stesso un positivo che egrave anche negativo egrave contraddittorio
Il contrario dellrsquoessere egrave il non-essere il contraddittorio dellrsquoessere egrave tutto ciograve che non egrave essere
102 laquoDio ha scelto ciograve che nel mondo egrave nulla per ridurre a nulla le cose che sonoraquo Prima lettera ai
Corinzi 128
63
Lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla egrave uno dei modi secondo i quali il positivo si oppone
al negativo nella sua concretezza la veritagrave dellrsquoessere egrave lrsquoopposizione nella sua universalitagrave e
non in questo o quel modo in questa o quella individuazione sia pure emergente come quella
costituita dalla proibizione che lrsquoessere non sia
Ma il pensiero vive anche quando si contraddice quando si contraddice non si annulla
laquoIl contraddirsi non egrave un non pensar nulla ma egrave un pensare il nullaraquo103
Che il nulla si lasci
guardare dal pensiero costituisce uno dei piugrave formidabili ostacoli al pensiero dellrsquoessere104
Rispondere alla domanda del percheacute lrsquoidentitagrave dellrsquoessere e del non-essere non possa
essere affermata vuol dire operare il disvelamento autentico della veritagrave dellrsquoessere che non egrave
un semplice dire ma egrave un dire che ha valore ossia egrave capace di togliere la propria negazione
lrsquoautentica veritagrave epistemica
E dunque lrsquoopposizione dellrsquoessere e del non-essere affincheacute sia vista nella sua veritagrave
devrsquoessere vista nel suo valore Ossia da un lato il predicato conviene per seacute o
immediatamente al soggetto dallrsquoaltro lrsquoopposizione non puograve essere negata percheacute anche la
negazione puograve vivere come negazione solo se a suo modo afferma lrsquoopposizione Se
lrsquoopposizione viene in qualche modo negata e la negazione vuol essere negazione allora la
negazione si oppone al proprio negativo cioegrave si tien ferma in quel significare per cui essa egrave
negazione e differenzia questo significare da ogni altro significare ossia differenzia e oppone
questa positivitagrave in cui consiste il suo esser significante come negazione e come quella certa
negazione che egrave al proprio negativo
103 E Severino Essenza del nichilismo pag57
104 lt Lo Heidegger ha richiamato lrsquoattenzione su di esso ma i difensori della metafisica tradizionale non
hanno avvertito la gravitagrave del richiamo Ma se lo Heidegger avverte che il pensiero del nulla fa del nulla un
positivo rinuncia poi a superare questo ostacolo e ripiega sulla comoda condanna della logica e del principio di
non contraddizione Ma lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla non egrave un principio della logica ma il respiro del
pensiero gt Ibidem
64
Lrsquoopposizione egrave il fondamento di ogni dire e quindi anche di quel dire in cui consiste la
negazione dellrsquoopposizione In ogni discorso come in ogni pensiero il significato che emerge
nel dire e nel pensare egrave tenuto fermo nella sua diversitagrave da ogni altro significato nella sua
opposizione appunto al proprio negativo
Lrsquoessere viene incontro dominato dalla legge che lo oppone al non-essere in ogni suo
manifestarsi Nellrsquo opposizione originaria ogni essere si volge in piugrave direzioni si trova in una
pluralitagrave di rapporti Questa pluralitagrave di direzioni o rapporti egrave appunto la pluralitagrave di modi
secondo cui ogni positivo si oppone al suo negativo
Lrsquoopposizione originaria non egrave neacute questo neacute quel modo dellrsquoopposizione ma la loro
cooriginarietagrave ossia lrsquouniversale concreto dellrsquoopposizione espresso dalla proposizione
lrsquoessere non egrave non essere dove ripetiamo non viene pensata soltanto lrsquoopposizione dellrsquoessere
al nulla bensigrave lrsquoopposizione ad ogni forma del negativo (e quindi anche lrsquoopposizione al nulla)
Lrsquoopposizione egrave fondamento nel senso che egrave ciograve senza di cui non si costituirebbe
nessun discorso e nessun pensiero se la negazione non ponesse alla propria base lrsquoopposizione
(ossia non ponesse la propria positivitagrave significante a ogni altro significare) non esisterebbe
nemmeno Esiste solo se afferma ciograve che nega
Rilevare che la negazione dellrsquoopposizione egrave affermazione della propria inesistenza
vuol dire semantizzare lrsquoimpossibilitagrave di negare lrsquoopposizione Lrsquoopposizione che se ne sta in
solitudine sovrana egrave lrsquoopposizione universale del positivo e del negativo e non la sola
opposizione dellrsquoessere al nulla (che egrave soltanto individuazione dellrsquoopposizione universale)105
105 Bontadini aveva criticato Severino in questa configurazione dellrsquoἕλεγχος obiettando che se si pone
come principio la proposizione laquoLrsquoessere non egrave il nullaraquo la negazione di questa proposizione non afferma ciograve che
nega giaccheacute la negazione opponendosi allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione non si oppone al nulla bensigrave a un
certrsquoaltro essere Chi nega cioegrave lrsquoopposizione di contraddizione (tra essere e non essere) non afferma la stessa
opposizione ma solo unrsquoopposizione di diversitagrave Ivi cit pag 121
65
Lrsquoopposizione originaria proprio percheacute universale egrave sia opposizione di
contraddizione sia opposizione di diversitagrave opposizione del positivo a tutto ciograve che non egrave quel
positivo e dunque opposizione tanto al nulla quanto ad ogni altro positivo E tutto ciograve che egrave
altro dalla negazione egrave tutto ciograve che egrave altro dalla negazione e non soltanto una parte106
106 Lrsquo ἕλεγχος aristotelico egrave lrsquoaccertamento che lt la negazione non esiste come negazione pura ossia
come negazione che non abbia bisogno per costituirsi di affermare ciograve che nega [] proprio percheacute il fondamento della negazione egrave ciograve che essa nega essa consiste nella negazione di seacute medesima nel suo togliersi come discorso
gt Lrsquo ἕλεγχος mostra che la negazione universale dellrsquoopposizione tra positivo e negativo tra essere e non essere
non riesce a costituirsi proprio percheacute si costituisce solo se egrave affermazione dellrsquoopposizione Lrsquoἕλεγχος non dice
che lt la negazione dellrsquoincontraddittorietagrave non egrave ammissibile percheacute egrave contraddittoria [] ma dice che tale
negazione non riesce a vivere come negazione percheacute nellrsquoatto in cui si costituisce come negazione essa egrave insieme
anche affermazione [] Il toglimento della negazione non egrave dunque determinato dallrsquoaccertamento della
contraddittorietagrave di questa [] ma dal rilevamento che la negazione non riesce a vivere come negazione pura []
Nel caso in cui la negazione riconoscendo di non poter vivere come negazione pura rinunci a porsi come
negazione universale e si ripresenti come negazione limitata dellrsquoincontraddittorietagrave anchrsquoessa diventa allora un
discorso che non volendo negare ciograve su cui si fonda vuol essere incontraddittorio (condizione richiesta dalla
determinatezza del discorso) [] La considerazione concreta della determinatezza della negazione
dellrsquoopposizione rileva che la negazione si costituisce come negazione solo se da un lato egrave determinata come unitagrave semantica rispetto al proprio negativo e dallrsquoaltro lato se i termini che la costituiscono sono essi stessi
determinati gli uni rispetto agli altri La considerazione concreta di questa determinatezza consente una
formulazione dellrsquoἕλεγχος tale da fargli ricevere lrsquoampiezza massima che gli conviene non semplicemente la
negazione del determinato si fonda sullrsquoaffermazione di una parte di ciograve che essa nega ma la negazione si fonda
sullrsquoaffermazione dellrsquointero di ciograve che essa nega gt Ivi pag43-45
66
Lrsquoidentitagrave degli opposti in quanto pensata egrave un positivo e come positivo non egrave
negativo
Lrsquoidentitagrave degli opposti come esistente egrave un positivo significare ed egrave appunto questo
positivo significare ciograve senza di cui non si costituirebbe lrsquoopposizione del positivo e del
negativo
Lrsquoidentitagrave degli opposti egrave presupposta non in quanto identitagrave degli opposti ma in quanto
positivitagrave significante La negazione dellrsquoopposizione presuppone ciograve che essa nega mentre la
negazione dellrsquoidentitagrave degli opposti non presuppone ciograve che essa nega ma il positivo
significare di ciograve che essa nega lrsquoopposizione del positivo e del negativo non presuppone che il
positivo sia negativo ma presuppone quella positivitagrave significante che forma il contenuto
dellrsquoidentificazione del positivo e del negativo
Ecco che allora la negazione dellrsquoopposizione non riesce a costituirsi sigrave che
lrsquoopposizione (lrsquoincontraddittorietagrave la determinatezza) egrave il destino del dire egrave appunto ciograve che
si deve dire
La negazione che lrsquoessere non sia egrave individuazione dellrsquoopposizione universale del
positivo e del negativo e in quanto tenuta ferma nella sua concreta relazione allrsquouniversale
essa partecipa dellrsquooriginarietagrave del logo ndash inteso questo come lrsquoopposizione del positivo e del
negativo
Il fiore non egrave lrsquoalbero o questo positivo non egrave questo suo negativo il fiore non egrave lo
stagno la casa lrsquoalbero e tutto ciograve che egrave altro dal fiore
Ma quando lrsquoessere e quindi ogni essere si rivolge verso quella direzione lungo la quale si lega al suo Egrave quando cioegrave del fiore non si dice solamente che non egrave lrsquoalbero ma si dice che egrave e non puograve
non essere non puograve accadere che non sia allora ogni essere prende volto divino107
107 Ivi pag 58
67
CAPITOLO TERZO
Per una comprensione dellrsquoEssere
68
I - La struttura originaria dellrsquoessere
La struttura originaria egrave la struttura originaria dellrsquoessere108
ciograve che egrave necessariamente
presente in quanto un essente egrave e appare Senza la presenza di tale struttura nessun essente
potrebbe essere e apparire Essa egrave lo scheletro dellrsquoessere la sua grammatica di base la sua
sintassi fondamentale la quale non essendo un unico significato ma un intreccio inscindibile
di significati essa egrave una struttura (un complesso logico-semantico consistente nella totalitagrave
delle determinazioni che devono essere presenti affincheacute un essente possa apparire) In altre
parole la struttura originaria egrave la forma essenziale di ogni essente ciograve con cui esso egrave
necessariamente in relazione il suo legame indissolubile
In quanto lrsquoessere egrave immediatamente innegabile e lrsquoinnegabilmente immediato la
struttura originaria dellrsquoessere egrave la struttura originaria della necessitagrave dove il termine necessitagrave
ndash dal latino ne-cedo ndash esprime il senso assoluto dellrsquoinnegabilitagrave quale autonegativitagrave
immediata del proprio negativo In quanto il proprio negativo egrave immediatamente autonegativo
la struttura originaria egrave ciograve che laquostaraquo innegabilmente ed eternamente Essa non egrave un prodotto
teorico dellrsquouomo o di Dio ma il laquoluogo giagrave da sempre aperto dalla Necessitagraveraquo109
Egrave lo stare
innegabile dellrsquoessere-significare
Un essente egrave e appare in quanto egrave presente una certa dimensione dellrsquoessente costituita
dalle laquodeterminazioni che competono con necessitagrave a ogni essente e nelle quali consiste
appunto il destinoraquo110
108 Si tratta della struttura originaria come struttura dellrsquoessere e del significare e non della grande opera
edita per la prima volta nel 1958 e considerata fin drsquoora Questa distinzione rende legittima lrsquoestrapolazione del IV
capitolo da La struttura originaria
109 E Severino La struttura originaria pag13
110 Id Oltrepassare Adelphi Milano 2007 pag 179
69
Queste determinazioni sono chiamate laquopersintatticheraquo (lrsquoesser seacute dellrsquoessente il suo
non esser altro da seacute il suo non poter diventare ed essere altro da seacute il suo essere eterno ma
anche lrsquoessere dellrsquoapparire infinito la necessitagrave che gli essenti della terra sopraggiungendo
siano accolti dagli essenti dello sfondo e la necessitagrave che il sopraggiungere sia la Gloria cioegrave
si dispieghi senza fine) a queste poi si aggiungano tutte quelle che gli competono e che
costituiscono la dimensione stessa111
Lo ldquosfondordquo egrave un altro modo di nominare la sintassi originaria dellrsquoessere
evidenziandone lrsquoessere contenuto necessariamente originario e costante dellrsquoapparire
lrsquoinsieme delle determinazioni che non sopraggiunge e non tramonta mai allrsquointerno
dellrsquoapparire trascendentale ossia allrsquointerno di quellrsquoorizzonte che ospita lrsquoapparire empirico e
particolare degli essenti Lo sfondo egrave la permanenza non sopraggiungente
La struttura originaria della veritagrave dellrsquoessere egrave necessariamente identica sia
nellrsquoapparire finito che in quello infinito proprio in quanto egrave il fondamento dellrsquoessere ossia in
quanto egrave il predicato necessario di ogni essente ndash predicato trascendentale112
Le determinazioni della struttura originaria non sono il predicato di ogni essente cioegrave
questo libro non egrave ndash in quanto tale ndash lrsquoapparire infinito ma ogni essente egrave ciograve che esso egrave e
appare cosigrave come appare solo in quanto esso egrave in relazione a tale insieme Ciograve significa che
ogni essente egrave necessariamente in relazione alla totalitagrave delle determinazioni sono il predicato
necessario di ogni essente in questo senso dellrsquoessere in relazione
La struttura originaria egrave lo sfondo intramontabile dellrsquoapparire e cioegrave la persintassi
dellrsquoessente a differenza della iposintassi che egrave il contenuto variabile e variante dellrsquoapparire
la persintassi egrave la sintassi intramontabile dellrsquoIo finito del destino necessariamente costante e
sempre identica a seacute percheacute se via via apparissero ulteriori determinazioni integranti prima di
tale integrazione essa non sarebbe ancora stata seacute stessa cioegrave fondamento
111 Ibidem
112 Ibidem
70
Il fondamento in quanto persintassi o sintassi costante e originaria dellrsquoessere egrave il
contenuto eterno che appare eternamente nel cerchio finito del destino In quanto tale esso egrave il
luogo che accoglie la terra ossia la totalitagrave degli essenti che appaiono e scompaiono
In quanto la struttura originaria egrave fondamento essa egrave lrsquoessenza del fondamento la
struttura anapodittica del sapere e cioegrave lo strutturarsi della principalitagrave o dellrsquoimmediatezza
Il fondamento egrave quindi struttura unitagrave non semplice complesso logico e semantico
composto da una pluralitagrave di determinazioni essenzialmente legate tra loro
Legame essenziale significa che quelle determinazioni sono concretamente ciograve che sono
solo allrsquointerno di quel complesso cosigrave come quel complesso egrave concretamente quellrsquounitagrave che egrave
solo in quanto totalitagrave di quella pluralitagrave di determinazioni senza anche uno solo dei suoi
significati esso non sarebbe ciograve che egrave cosigrave come ogni parte separata da quel complesso non
sarebbe ciograve che egrave
La struttura originaria egrave lrsquoessenza del fondamento percheacute non egrave semplicemente
fondamento ma ciograve che il fondamento deve essere per essere fondamento essere fondamento
significa essere originario ed essere originario significa essere struttura
laquoLrsquoesposizione concreta della struttura originaria mostra che la metafisica come
teorematicitagrave o categoricitagrave appartiene alla struttura stessa dellrsquoimmediatoraquo113
Il sapere
metafisico non egrave unrsquoulterioritagrave da conseguire ma appartiene allrsquoessenza del fondamento E la
storia del fondamento egrave un elemento o un momento essenziale del fondamento stesso come in
generale ogni struttura logica che abbia a procedere dal fondamento include in seacute
essenzialmente la propria storia
113 Id La struttura originaria cap I par 4
71
Tutti i possibili modi di prendere posizione rispetto ad esso meno uno costituiscono
altrettanti negazioni del fondamento114
La posizione del fondamento implica il toglimento della negazione del fondamento o
questo si realizza come apertura originaria della veritagrave solo in quanto egrave in grado di togliere la
sua negazione115
114 lt Vi sono vari tipi di negazione il fondamento puograve essere negato percheacute al suo contenuto non si
riconosce valore di fondamento oppure il valore egrave riconosciuto soltanto ad una parte di quel contenuto oppure
percheacute si nega che il sapere debba avere un fondamento o infine semplicemente percheacute il fondamento egrave ignorato
sia nel suo contenuto concreto sia quanto al suo contenuto formale Le negazioni accadute le negazioni del
fondamento si distinguono allrsquointerno del sistema delle negazioni possibili dalle negazioni non accadute non
manifestatesi in quanto le prime sono oggetto di una cura di un interesse per cui o la base logica sulla quale tali
negazioni appoggiano viene considerata come il fondamento stesso o in generale esse diventano in quanto tali
contenuto di una certezza gt Ibidem
115 lt Sigrave che il fondamento egrave posto solo in quanto la sua negazione egrave posta (come tolta) Il contenuto del fondamento egrave posto in quanto il fondamento mostra la sua capacitagrave di togliere assolutamente la sua negazione
quindi essere fondamento significa essere originario In quanto il fondamento si impegna con la sua storia
lrsquoeternarsi del fondamento coincide col suo storicizzarsi Se la storia del fondamento egrave il concretarsi
dellrsquouniversalitagrave della sua negazione egrave infatti in rapporto allo sviluppo della negazione che il fondamento esercita
il suo valore Rispetto quindi allo sviluppo della negazione il fondamento si tien fermo ed in questo tenersi fermo
egli egrave sempre il medesimo Ma il tenersi fermo in relazione allo sviluppo della negazione egrave anche un movimento
sigrave che per questo lato il fondamento egrave svolgimento novitagrave progresso gt Ibidem
72
II - Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere
Il giudizio originario egrave lrsquoaffermazione in cui si realizza la struttura originaria tutto ciograve
che nel modo che gli conviene egrave immediatamente noto egrave lrsquoimmediato
Pensiero egrave lrsquoattualitagrave o la presenza immediata dellrsquoessere assunta in relazione alle
strutture semantiche che sono immediatamente implicate (ossia immediatamente presenti) dalla
posizione dellrsquoattualitagrave o presenza immediata dellrsquoessere Se a questa attualitagrave si riserva il nome
di laquoesperienzaraquo il termine laquopensieroraquo resta definito come implicazione immediata tra
lrsquoesperienza e quelle strutture Non si dagrave laquodimostrazioneraquo o laquofondazioneraquo del giudizio
originario che lo pongano come una struttura estranea alla struttura del porsi il linguaggio che
ne parla egrave lrsquoesporsi del giudizio stesso
Lrsquoessere che egrave immediatamente presente ndash lrsquoimmediato come ciograve che entra a
costituire il soggetto del giudizio originario - egrave ciograve che per essere affermato non richiede o non
presuppone altro che la presenza di seacute stesso o non presuppone altro che seacute stesso in quanto
presente τὸ δι αὐτὸ γνώϱιμον il per seacute notum
Il termine laquoessereraquo indica una sintesi tra il significato laquoessereraquo (essere formale) e i
significati costituiti dalle determinazioni che appunto sono O possiamo anche dire col
termine laquoessereraquo si intende una complessitagrave o concretezza semantica i cui momenti astratti
sono lrsquoessere formale e le determinazioni o individuazioni di questa formalitagrave
La proposizione laquoEgrave per seacute noto che lrsquoessere egraveraquo non sta ad affermare lrsquoimmediatezza
della connessione tra il soggetto e il predicato della proposizione laquoLrsquoessere egraveraquo ma
lrsquoimmediatezza della notizia di questa connessione116
La quale non interessa come tale ma
come positivitagrave (essere) che egrave contenuto della presenza che non vuol dire negare la
116 La struttura fenomeno-logica egrave articolata in tre momenti che costituiscono quellrsquounico atto che egrave
lrsquoapparire lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire ovvero la laquocoscienza di autocoscienzaraquo Questa espressione
esprime il significato fondamentale dellrsquoapparire indicando che qualcosa appare solo in quanto appare il suo
apparire Questo rilievo genera solitamente piugrave obiezioni tra le quali ldquose crsquoegrave un apparire dellrsquoapparire ci dovragrave
poi essere un apparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire e cosigrave via in un regresso allrsquoinfinito Ma lrsquoobiezione egrave presto
73
connessione tra il soggetto e il predicato lrsquoimmediatezza di quella connessione egrave infatti
lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave o incontraddittorietagrave dellrsquoessere ndash immediatezza logica ndash Lrsquoaporia
generata dallrsquointelletto astratto che cerca quindi di fondare il fondamento possiamo formularla
cosigrave laquola posizione dellrsquoimmediatezza dellrsquoessere ha il suo fondamento in seacute o in altroraquo Che sia
per altro egrave contraddittorio (lrsquoessere sarebbe un immediato e mediato) Se egrave nota per seacute si
produce il regressus in indefinitum (lrsquoimmediatezza viene ad essere posizione
dellrsquoimmediatezza dellrsquoimmediatezza andando cosigrave allrsquoinfinito)
Dato che la discorsivitagrave del pensare ha in proprio di dire nel tempo ndash una cosa dopo
lrsquoaltra ndash ciograve che non vale come tempo il discorso assume questo andamento laquoLrsquoessere egraveraquo
Lrsquointelletto astratto non riesce a sollevarsi al di sopra della tecnica o della forma esterna
del discorrere e mantenendosi nellrsquoastrattezza dagrave luogo al regressus Di ciograve la parola non ha
alcuna responsabilitagrave il tempo egrave il destino della parola (lrsquoandamento discorsivo egrave corretto
sempre purcheacute non si assuma come due momenti ciograve che vale come unico momento logico)
Lrsquoimmediatezza logica egrave lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave-non contraddittorietagrave dellrsquoente in
quanto ente cioegrave di ogni ente cioegrave della totalitagrave dellrsquoente La posizione dellrsquoidentitagrave-non
contraddittorietagrave egrave originaria Dire originariamente che lrsquoessere egrave essere non significa istituire
un confronto e quindi una identificazione tra lrsquoessere come soggetto e lrsquoessere come
predicato presupposti allrsquoidentificazione ndash cheacute anzi stante questa presupposizione lrsquoessere
(soggetto) non egrave lrsquoessere (predicato) Oppure lrsquoessere che egrave essere egrave lrsquoessere che egrave essere
ossia egrave lrsquoessere che egrave posto come identitagrave e non lrsquoessere che essendo posto (presupposto) egrave
poi posto come identitagrave (onde lrsquoidentitagrave si costituisce come identificazione dellrsquoalteritagrave)
Lrsquoidentitagrave dellrsquoessere con seacute stesso egrave pertanto assoluta Lrsquoessere (Ersquo) di cui si predica
lrsquoessere (Ersquorsquo) egrave appunto lrsquoessere che egrave essere Ersquo=Ersquorsquo e lrsquoessere (Ersquorsquo) che egrave predicato egrave
appunto essere dellrsquoessere Ersquorsquo=Ersquo
La formula dellrsquoidentitagrave concreta egrave quindi (Ersquo=Ersquorsquo) = (Ersquorsquo=Ersquo) oppure Ersquo(=Ersquorsquo) =
Ersquorsquo(=Ersquo)
tolta lt la triplice posizione non dagrave luogo a un regresso allrsquoinfinito giaccheacute quello che viene discorsivamente
posto come ldquoterzo momentordquo (lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire) egrave la posizione concreta del ldquoprimo momentordquo
(quello che egrave discorsivamente posto come la semplice coscienza o apparire dellrsquoente) e del ldquosecondo momentordquo
(discorsivamente posto come autocoscienza o apparire dellrsquoapparire) gt Non quindi un tre momenti esterni lrsquouno
allrsquoaltro ma della medesimezza di quellrsquounico atto complesso in cui consiste lrsquoapparire dellrsquoessente
Cfr N Cusano Capire Severino ndash La risoluzione dellrsquoaporetica del nulla Mimesis Edizioni Milano-Udine 2011
pag57-58
74
Di seguito possiamo formulare anche lrsquoespressione dellrsquoidentitagrave come identitagrave
dellrsquoidentitagrave e della non contraddizione Lrsquoessere che non egrave non essere non egrave non essere ndash dove
questo non esser non essere egrave proprio dellrsquoessere (E=nnE) = (nnE=E) Ma se lrsquoidentitagrave e la non
contraddizione sono i momenti astratti dellrsquoidentitagrave (o non contraddizione) concreta la
formulazione suprema dellrsquoidentitagrave egrave la posizione dellrsquoidentitagrave tra lrsquoidentitagrave (I) e la non
contraddizione (nC)
Dire che lrsquoessere egrave essere egrave lo stesso che dire che lrsquoessere non egrave non essere (I=nC) = (nC=I)
Kant osservava che non aveva senso fondare un giudizio analitico sullrsquoesperienza dato che per
far convenire il predicato al soggetto non egrave necessario uscire dal concetto del soggetto117
Considerando lrsquoanaliticitagrave del principio di non contraddizione egrave chiaro che lrsquoosservazione
kantiana non puograve voler significare che questo principio non abbia alcuna portata sintetica a
posteriori ovvero che la connessione del soggetto col predicato non abbia alcuna valenza
sintetica
117 lt Qualunque possa essere il contenuto della nostra conoscenza e comunque essa possa riferirsi allrsquooggetto certo la condizione universale ndash seppur solo negativa ndash di tutti i nostri giudizi in generale egrave che essi
non contraddicano seacute stessi altrimenti tali giudizi sono in seacute stessi (anche a prescindere dallrsquooggetto) nulla gt
Infatti lt se il giudizio egrave analitico sia esso negativo o affermativo la sua veritagrave deve sempre poter essere
conosciuta sufficientemente in base a principio di contraddizione Lrsquoopposto di ciograve che giagrave si trova e viene pensato
come concetto nella conoscenza dellrsquooggetto difatti egrave sempre giustamente negato di questo qualcosa mentre il
concetto stesso dovragrave invece venir necessariamente affermato del medesimo qualcosa per il fatto che il contrario
di tale concetto contraddirebbe allrsquooggetto gt I Kant Critica della ragione pura pag 228
75
Negare tale valenza significherebbe infatti negare che lrsquoessere che si manifesta nellrsquoorizzonte
fenomenologico sia in contraddittorio significherebbe affermare che lrsquoeffettualitagrave lrsquoesserci
dellrsquoessere smentisce lrsquoincontraddittorietagrave affermata dal principio Quindi si diragrave che anche il
principio di non contraddizione ha un valore sintetico (lrsquoincontraddittorietagrave egrave cioegrave
immediatezza anche come immediatezza fenomenologia) ma che questo valore egrave soltanto un
momento del valore del principio Lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave lrsquoimmediatezza
dellrsquoapparire dellrsquoente che appare in quanto ente che appare cioegrave di ogni ente che appare cioegrave
della totalitagrave dellrsquoente che appare Risiede nel significato stesso dellrsquoessere che lrsquoessere debba
ad essere quindi il principio di non contraddizione non esprime semplicemente lrsquoidentitagrave
dellrsquoessenza con seacute medesima ma lrsquoidentitagrave dellrsquoessenza con lrsquoesistenza
Ogni affermazione esistenziale egrave posizione di questa identitagrave dellrsquoessenza e dellrsquoesistenza non nel
senso che ogni proposizione esistenziale sia identica [] ma nel senso che nel significato della determinazione (essenza) di cui si predica lrsquoessere (lrsquoesistenza) egrave originariamente incluso lrsquoessere
(la positivitagrave lrsquoesistenza) della determinazione118
La relazione concreta tra lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave
dunque espressione della strutturazione dellrsquooriginario
La L-immediatezza dellrsquoente (ossia lrsquoente nel suo essere immediatamente identitagrave con
seacute e non contraddittorietagrave) la quale egrave immediatamente presente (cioegrave F-immediata) egrave
lrsquoimmediata presenza (cioegrave F-immediata) della L-immediatezza dellrsquoente (x=y) = (y=x)
118 E Severino Essenza del nichilismo pag 288
76
III - LrsquoEterno
Lrsquoontologia diviene incapace di cogliere lrsquoessere ed egrave costretta ad andar oltre per
trovare ciograve di cui si egrave privata Ciograve che poi trova lrsquoessere immutabile il totalmente altro
contrapposto quindi allrsquoessere diveniente egrave fondato sulla piugrave radicale assurditagrave Da che
lrsquoorizzonte originario del pensare egrave la fede nel divenire degli enti non puograve non essere
impossibile ogni metafisica ogni ontologia ogni teologia che si illuda di poter pervenire a una
dimensione immutabile al di sopra o al centro del divenire
E la dimostrazione di un essere necessario e quindi ogni prova dellrsquoesistenza di un essere
necessario va alla ricerca e presume di trovare un medio che connetta al positivo la negazione del negativo [] pretende di dimostrare il necessario dal contingente
119
Ma affermare un medio tra il soggetto e il predicato significa non vedere lrsquooriginarietagrave
di questa predicazione significa problematizzare la stessa immediatezza della veritagrave e quindi
negarla La veritagrave dellrsquoessere egrave il predicato di ogni ente non nel senso che lrsquoente stia al di fuori
della veritagrave dellrsquoessere ma nel senso che questa egrave la stessa predicazione ossia la stessa unitagrave
veritativa dellrsquoente e del suo predicato La veritagrave dellrsquoessere ndash che egrave il contenuto della filosofia
ndash egrave pertanto lo sfondo di ogni apparire o dellrsquoapparire in quanto tale
Lrsquo apparire del contenuto intramontabile della veritagrave egrave lrsquoapparire del contenuto totale
della veritagrave egrave cioegrave lrsquoapparire della concreta totalitagrave dellrsquoente egrave lrsquoapparire infinito del Tutto non
nel senso che la parte sia identica simpliciter al Tutto ma nel senso che la parte egrave legata con
necessitagrave al Tutto sigrave che il Tutto egrave il vero significato della parte ossia egrave la dimensione in cui la
parte che in quanto separata dal Tutto egrave contraddizione non egrave contraddizione
119 Ivi cit pag 33
77
E la parte egrave separata dal Tutto proprio percheacute il Tutto non appare nella sua compiuta
concretezza allrsquointerno del cerchio dellrsquoapparire120
del destino della veritagrave
laquoLa veritagrave dice non nel senso che essa sia innanzitutto un linguaggio intorno alle cose
ma nel senso che essa egrave il mostrarsi lrsquoapparire della necessitagrave in cui il Tutto dimoraraquo121
Solo
percheacute la necessitagrave (il λογος) presso cui il Tutto sta radunato appare il linguaggio puograve
parlarne ed essere un ομολογειν122
Il Tutto non egrave sopraffatto e catturato dalla necessitagrave ma egrave in accordo con essa sta nel
suo cuore e la necessitagrave sta nel cuore di ogni cosa Non esiste alcuna cosa che possa sfuggire
alla necessitagrave percheacute lo sfuggirle egrave il negarla (lrsquoaprire uno spazio che non si accorda con essa)
e il negarla egrave autonegazione In questa autonegazione consiste il vero senso del non poter
sfuggire alla necessitagrave e dunque il senso originario del destino
La veritagrave egrave il destino del Tutto percheacute la stessa volontagrave di abbandonarla e di negarla
esiste come tale solo in quanto egrave in accordo con ciograve che la veritagrave dice sigrave che per questo suo
accordo con la veritagrave essa egrave un abbandonare e un negare seacute medesima lasciando che ciograve che la
veritagrave dice sia lo stare che non trema e non puograve essere rimosso trasformato smentito abbattuto
da nessuna forza e da nessuna potenza
Il cuore non tremante della veritagrave dice che il Tutto non trema Il Tutto non trema percheacute
ogni cosa egrave destinata allrsquo essere non egrave un ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente Per questo
suo tenersi giagrave da sempre e per sempre sollevato nellrsquoessere il Tutto sta senza tremare
120 Il cerchio dellrsquoapparire egrave lrsquoapparire trascendentale laquoil luogo degli intramontabili che costituiscono lo
sfondo di ogni accadereraquo Id Destino della necessitagrave pag 110
121 Ivi cit pag 123
122 Eraclito fr 50
78
In questo secondo significato dello ldquostarerdquo il Tutto egrave il destino123
Il Tutto egrave ciograve che il mortale in veritagrave egrave egrave ciograve che il mortale egrave destinato ad essere da
sempre e per sempre Come oltrepassamento della totalitagrave della contraddizione del finito il
Tutto egrave la Gioia E nella Gioia il mortale egrave giagrave da sempre un passato
La dimostrazione dellrsquoimmediato egrave negazione dellrsquoimmediato giaccheacute se si sente il
bisogno di un medio vuol dire che il predicato egrave visto come qualcosa che come tale puograve
convenire come puograve non convenire al soggetto
Lrsquoessere tutto lrsquoessere visto come ciograve che egrave e non puograve non essere egrave Dio E quando lrsquoessere parla di seacute dice Ego sum qui sum (ἐγώ εἰμι ὁ ὤν Esodo III) che egrave la piugrave alta espressione speculativa del
testo sacro124
A Dio non si arriva A Dio non si giunge a guardarlo dopo un esilio o una cecitagrave
iniziali appunto percheacute Dio egrave lrsquoessere di cui il logo originario dice che egrave e non puograve non essere
ossia egrave il contenuto della veritagrave originaria nella misura in cui questa si costituisce come
affermazione che lrsquoessere egrave Se quindi Dio egrave contenuto della veritagrave originaria in quanto essa egrave
logo originario drsquoaltra parte lrsquointero dellrsquoessere in quanto immutabile trascende la
manifestazione originaria dellrsquoessere trascende lrsquoesserci125
Dio non si dimostra non giagrave nel senso che se ne dia immediata esperienza ossia
appartenga al contenuto originariamente manifesto ma nel senso che lrsquoaffermazione che
lrsquoessere egrave costituisce lrsquoimmediatezza lrsquooriginarietagrave del logo
123 lt Il verbo latino dēstino egrave costruito sulla radice sta che esprime appunto il senso fondamentale dello
laquostareraquo E nel significato del destinare la particella de non introduce lrsquoidea della separazione (come ad esempio in
decidere) o della mancanza (come ad esempio in deesse) ma ha il compito di rafforzare e di portare al massimo il
senso indicato dal tema sta indicando nel contempo che lo stare egrave in riferimento a un ambito sul quale lo stare sta
gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 131
124 Id Essenza del nichilismo pag 58
125 Ivi pag 59
79
E lrsquoessere di cui si parla egrave appunto Dio giaccheacute con questa parola si intende lrsquointero del
positivo pensato nel suo esistere e nella impossibilitagrave della sua inesistenza
Ed egrave appunto di questo essere che si afferma lrsquoimmutabilitagrave e quindi la trascendenza
rispetto allrsquoessere diveniente che egrave manifesto Lrsquoessere egrave immutabile Ma come immutabile si
libra sullrsquoessere diveniente lo trascende
Il pensiero occidentale egrave la dimenticanza di questa veritagrave di questa immediatezza
originaria e nella dimenticanza si sforza di raggiungere lrsquoEssere necessario Proprio in quanto
tale sforzo avviene nella dimenticanza della veritagrave dellrsquoessere esso egrave quindi destinato a fallire
Uscire dalla dimenticanza significa ristabilire la possibilitagrave del rapporto autentico con
Dio e il Sacro
La possibilitagrave che il Sacro sia veritagrave ndash e sia anzi la massima apertura dellrsquoessere consentita alla
veritagrave ndash egrave la possibilitagrave di un nesso tra il Sacro e la veritagrave tale che la negazione dellrsquoesistenza di ciograve
che egrave annunciato dal Sacro implichi necessariamente la negazione della veritagrave126
126 Ivi cit pag 170
80
NOTA
Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del verbo
Lrsquoincarnazione di Gesugrave Cristo avviene nella pienezza del tempo In esso infatti viene
alla luce lrsquointera opera della creazione e della salvezza e soprattutto emerge il fatto che laquocon
lrsquoincarnazione del Figlio di Dio noi viviamo e anticipiamo fin da ora ciograve che saragrave il
compimento del temporaquo127
La veritagrave che Dio ha consegnato allrsquouomo su seacute stesso e sulla sua vita si inserisce
quindi nel tempo e nella storia128
Certo essa egrave stata pronunciata una volta per tutte nel mistero di Gesugrave di Nazareth e lo
dice con parole eloquenti la Costituzione Dei Verbum129
Dio dopo avere a piugrave riprese e in piugrave modi parlato per mezzo dei Profeti ldquoalla fine nei nostri giorni ha parlato a noi per mezzo del Figliordquo Mandograve infatti suo Figlio cioegrave il Verbo eterno che
illumina tutti gli uomini affincheacute dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i segreti di Dio
Gesugrave Cristo Verbo fatto carne mandato come ldquouomo agli uominirdquo ldquoparla le parole di Diordquo e porta a compimento lrsquoopera di salvezza affidatagli dal Padre Perciograve Egli vedendo il quale si vede anche
il Padre con tutta la sua presenza e con la manifestazione di seacute con le parole e con le opere con i
segni e con i miracoli e specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione di tra i morti e infine con lrsquoinvio dello Spirito di veritagrave compie e completa la Rivelazione
127 Libro degli Ebrei 1 2
128 lt Cristo egrave una realtagrave cioegrave una persona storica ben precisa e perciograve appartiene alla dialettica della
storia alcuni uomini hanno scritto di lui ed hanno testimoniato nel mondo per lui affrontando la morte hanno
predicato chrsquoegli egrave il Figlio di Dio risorto da morte e asceso al cielo e quindi chrsquoegli egrave Dio e uomo ossia lrsquoUomo-
Dio comrsquoegrave stato creduto lungo i secoli nella vita della Chiesa e fuori di lui non crsquoegrave salvezza Personaggio sconvolgente apparso in una terra ed in una cultura del tutto isolata e opposta a quella della civiltagrave classica del
bacino del mediterraneo al suo apparire Cristo non ha fatto appello a nessuna filosofia [] ma soltanto allrsquoautoritagrave
del Padre che lrsquoha mandato alla testimonianza fattagli da Mosegrave e dai profeti del suo popolo Ma ha proclamato
che la sua dottrina egrave luce di salvezza per ogni uomo che viene in questo mondo gt C Fabro Lrsquoalienazione
dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno in aavv Il Cristo dei filosofi Atti del XXX Convegno di studi filosofici di
Gallarate Morcelliana Brescia 1976 pag 52-53
129 In URL maranathait Costituzione Dei Verbum consultato in data 14052017
81
Lrsquoaudacia del cristianesimo non consiste nel credere che un uomo sia Dio (un uomo
nato in Giudea e crocifisso al tempo dellrsquoimperatore Tiberio) La divinizzazione di certi uomini
egrave infatti diffusa nelle religioni che precedono il messaggio cristiano Lrsquoaudacia sta nel pensare
che un uomo sia Dio dopo che la filosofia greca aveva portato alla luce il significato piugrave
profondo e radicale del divino Dio inteso come Essere eterno e perfetto Bene supremo che
eternamente conosce se stesso al di sopra della nascita e della morte Qui sta lrsquoaudacia del
cristianesimo che un uomo un mortale sia lrsquoeterno che lrsquoEterno si sia fatto carne Ma quando
questa fede nellrsquouomo-Dio si diffonde la cultura greca non la considera unrsquoaudacia ma follia
aberrazione assurditagrave scandalo130
empietagrave offuscamento della ragione131
unrsquoaudacia cosigrave
spinta da diventare irresponsabilitagrave132
130 lt Egrave il Gesugrave storico quindi cioegrave Dio nel tempo che costituisce il punto cruciale dello scandalo della
filosofia Il Dio storico esige ed opera il cambiamento radicale della libertagrave dellrsquouomo Si tratta che dopo
lrsquoapparizione dellrsquouomo-Dio tanto lrsquointelligenza quanto la volontagrave sia il pensiero come lrsquoazionehellipsono tratti fuori
dallrsquoalveo naturale e lrsquouomo diventa da interrogante interrogato rinuncia al dominio della ragione e passa
allrsquoobbedienza della fede gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno cit pag82
131 laquoCristo il quale lungi dal fortificare la logica naturale piuttosto la confonde e la spezza deludendo
tutte le attese di comprensione della ragioneraquo Ivi cit pag 54
132 Siamo abituati a unire il cristianesimo al platonismo ma quando il cristianesimo cominciograve ad imporsi egrave proprio dal pensiero platonico e neoplatonico che gli vennero rivolte le critiche piugrave radicali e profonde lt Gesugrave egrave
per Porfirio un vero sapiente la cui sapienza perograve come quella degli evangelisti e di Paolo egrave interamente
riconducibile alla sapienza greca soprattutto a Pitagora e Platone gt I primi padri della Chiesa si impegnarono a
fondo per smontare questa tesi Inoltre lt I testi dei primi secoli del cristianesimo mostrano appunto lo scontro fra i
rappresentanti dellrsquoortodossia che intendono vivere e accettare a fondo lo scandalo e la follia cristiana e gli
gnostici che arretrano di fronte alla follia e allo scandalo e intendono come semplice apparenza lrsquoincarnazione e
la morte di Cristo gt E Severino Pensieri sul cristianesimo BUR Rizzoli Milano 2010 Cit pag 165
82
Giustino martire scrive di Gesugrave ldquoLo onoriamo sapendo che egrave Figlio del vero Dio e mettendolo al secondo posto e nel terzo mettendo lo Spirito profetico Su questo punto ci accusano di follia
dicendo che noi diamo il secondo posto dopo il Dio immutabile eterno autore di tutte le cose ad
un uomo crocifissordquo133
La follia e lo scandalo di quel secondo posto egrave che il primo si egrave fatto secondo cioegrave Dio
si egrave fatto uomo Ma se lrsquoaspetto scandaloso e folle dellrsquoaffermazione che Dio si egrave fatto uomo egrave
fuori discussione134
si egrave meno attenti nel mettere in luce le condizioni che rendono follia la
follia e scandalo lo scandalo La follia sussiste solo se Dio egrave essenzialmente lontano
dallrsquouomo se Dio egrave qualcosa che sta vicino ed egrave simile allrsquouomo che follia crsquoegrave ad affermare
che Dio si egrave fatto uomo Ma sin dallrsquoinizio il cristianesimo pretende che la propria follia sia
radicale E giustamente percheacute tra Dio e lrsquouomo pone una distanza infinita Il Dio che si fa
carne egrave il Dio che egrave stato portato alla luce dal pensiero greco il Dio immutabile ed eterno Il
cristianesimo certo aggiunge che questo Dio egrave ldquocreatorerdquo di tutte le cose ma questa
caratteristica non fa che portare al limite il carattere che egrave proprio del Dio greco cioegrave il suo
essere ldquodemiurgordquo produttore di tutte le cose dellrsquoordinamento cosmico
133 Ivi cit pag 163
A questo proposito Papa Francesco ricorda come lt Quella veritagrave quella egrave la rivelazione di Gesugrave Quella presenza
di Gesugrave incarnato Quello egrave il punto Se lo si dimentica saragrave sempre forte la seduzione per i discepoli di Cristo di
fare cose buone senza lo scandalo del Verbo incarnato senza lo scandalo della croce Giustino egrave stato testimone di questa veritagrave percheacute proprio per lo scandalo della croce si egrave attirato la persecuzione del mondo Egli ha
annunciato il Dio che egrave venuto tra noi e si egrave immedesimato nelle sue creature []Ciograve che di Gesugrave scandalizza egrave la
sua natura di Dio incarnato E come a lui anche a noi tendono trappole nella vita quello che scandalizza della
Chiesa egrave il mistero dellrsquoincarnazione del Verbo quello non si toglie quello il demonio non lo toglie gt
LrsquoOsservatore Romano ed quotidiana Anno CLIII n 125 Dom 02062013
134 laquoLa follia di Dio egrave piugrave sapiente degli uominiraquo scrive lrsquoapostolo Paolo nella prima Lettera ai Corinzi
I 17-31 In URL wwwgli scrittiitdchiesabibbia Consultato in data 18042017
83
Quel che non si deve perdere di vista egrave che senza il concetto greco di Dio ndash senza il
modo in cui la filosofia greca pensa Dio ndash la follia e lo scandalo del Dio che si fa uomo
verrebbe meno
Lrsquoenergia del pensiero greco porta alla luce il senso radicale dellrsquoimmutabilitagrave e
dellrsquoeternitagrave di Dio laquoportandosi al di sopra e al di fuori dellrsquoindeterminatezza del Dio
veterotestamentario e di ogni forma pre-greca del divinoraquo135
Nella Summa contra gentiles di Tommaso drsquoAquino136
il capitolo intitolato ldquoChe cosa
pensa la fede cattolica dellrsquoIncarnazione di Cristordquo (Quid cattolica fides sentiat de Incanatione
Christi) ha il compito di rispondere negativamente alla domanda se il mistero
dellrsquoincarnazione sia un assurdo
Di Cristo le scritture affermano che come uomo ha proprietagrave umane (humana) e
insieme affermano che come Dio non puograve patire (impassibile) e non puograve morire (immortale)
Ora le proprietagrave umane attribuite a Cristo sono degli opposti rispetto alle proprietagrave divine a lui
attribuite Dice Tommaso
Ma poicheacute gli opposti non possono essere affermati con veritagrave dello stesso e secondo lo stesso
riferimento e poicheacute le proprietagrave divine e umane che vengono dette di Cristo stanno tra di loro in
opposizione come che ha patio e che non puograve patire morto e immortale e tutte le altre proprietagrave di questo genere egrave necessario che le proprietagrave divine siano affermate di Cristo secondo un riferimento
e le proprietagrave umane secondo un altro riferimento[] ciograve di cui le une e le altre sono affermate
non si deve fare alcuna distinzione ma ci si imbatte in unrsquounitagrave137
Cristo quindi egrave unrsquounica ipostasi e un unico sostrato della natura umana e di quella
divina Quindi la tesi sostenuta da Tommaso che allo stesso convengano gli opposti egrave
affermazione che ha veritagrave solo se gli opposti non sono predicati secondo lo stesso rispetto
laquonecesse est quod secundum aliud et aliud divina et humana praedicentur de Christoraquo
135 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 164
136 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles capitolo 39 Libro IV consultato in data
26032017
137 Ibidem
84
La distinzione (aliud et aliud) non egrave ciograve di cui (id de quo) si predicano gli opposti che
anzi costituisce e deve costituire una unitagrave ma riguarda ciograve secondo cui (id secundum quod)
essi sono predicati
La doppia natura di Cristo egrave cioegrave la condizione necessariamente richiesta affincheacute la
predicazione delle proprietagrave umane e divine di Cristo non sia un affermare gli opposti
contraddittoriamente della stessa cosa e sotto lo stesso rispetto Del Verbo di Dio si possono e
si devono predicare le proprietagrave umane in quanto lrsquouomo che egrave Cristo egrave il suppositum non solo
della natura divina ma anche di quella umana E viceversa del Verbo di Dio sono affermate
proprietagrave umane in quanto tale sostrato egrave sostrato anche della natura umana
E sarebbe cosigrave tolta la contraddizione per quale della stessa cosa sono affermate
secondo lo stesso rispetto o riferimento proprietagrave opposte sarebbe tolta percheacute dellrsquounico
sostrato o ipostasi che egrave Cristo le cose divine sono affermate rispetto o in riferimento alla
natura divina di Cristo e le cose umane sono affermate secondo un altro rispetto e cioegrave
relativamente alla natura umana di Cristo
Eppure nonostante la portata di questo immenso lavoro il concetto dellrsquoIncarnazione
non riesce a liberarsi dallrsquoassurdo lrsquoassurdo in cui gli opposti sono predicati della stessa cosa
secondo lo stesso riferimento Il rilievo fondamentale per lrsquoaccertamento di tale assurdo sta
nel modo di pensare al quale appartiene la filosofia di Tommaso per il quale certe proprietagrave
come ldquomortalerdquo sono predicate necessariamente della natura umana e che certe proprietagrave
come ldquoimmortalerdquo sono predicate necessariamente della natura divina egrave impossibile che una
natura umana non sia mortale ed egrave impossibile una natura divina che non sia immortale
Questo significa che nature diverse sono esse stesse degli opposti ossia i diversi
rispetti o riferimenti sono essi stessi degli opposti e quindi non riescono a costituirsi come
rispettivi diversi secondo cui vengono predicati dello stesso gli opposti
85
Lrsquoesser uomo e lrsquoesser Dio costituiscono essi stessi unrsquoopposizione sigrave che egrave
contraddittorio dire dello stesso che egrave uomo e Dio Egrave immediatamente contraddittorio per la
ragione naturale Non egrave un mistero egrave un assurdo
Esser uomo ed esser Dio sono determinazioni opposte percheacute contengono
essenzialmente determinazioni opposte
86
PARTE SECONDA
IL DIVENIRE
INCONCEPIBILITAgrave E ASSURDITAgrave DELLA laquoCREATIO EX NIHILOraquo
laquoLa prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire
allrsquoeternitagrave del Tuttoraquo138
138 E Severino Destino della necessitagrave pag420
87
CAPITOLO I
La Terra e il mortale
88
I - La creazione dal nulla139
Tommaso ricorda come la causa delle cose egrave la volontagrave di Dio tanto necessario che le
cose esistano quanto necessario che Dio le faccia oggetto del suo volere dato che laquolrsquoeffetto
dipende dalla necessitagrave della causa come dice Aristoteleraquo140
E Dio agisce per intelletto e
volontagrave e non per necessitagrave di natura Esso produce insieme la materia e la forma la causa
agente particolare presuppone il tempo e la materia
139 Nulla o niente egrave lrsquoopposto dellrsquoente lrsquoassenza di esso Compare per la prima volta in Parmenide che lt
porta alla luce lrsquoassoluta nullitagrave del nulla (mḕ eoacuten laquonon essenteraquo) Proprio percheacute essa egrave tale il nulla non puograve
essere qualcosa di laquoconoscibileraquo e di laquoesprimibileraquo (fr2) Infatti si puograve conoscere ed esprimere solo qualcosa che
egrave ossia un essente mentre il nulla assolutamente non egrave un essente E tuttavia proprio nellrsquoatto in cui si
affermano questi caratteri del nulla il nulla si presenta come qualcosa di conoscibile e di esprimibile gt E
Severino Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013 cit pag 106 lt Teoricamente deve dirsi che il concetto di nulla egrave il tipico concetto negativo in tanto possibile e intelligibile in
quanto egrave possibile e intelligibile il suo opposto Esso consiste nella negazione di qualche cosa di positivo come i
concetti di cecitagrave vuoto male falso Se in proposizioni che lo riguardano gli si attribuisce qualche predicato e si
adopera il verbo ldquoessererdquo egrave in virtugrave drsquouna finzione fondata sulla positivitagrave del suo opposto esso non ha altra entitagrave
positiva che quella di essere pensato ens rationis per eccellenza gt Id Istituzioni di filosofia cit pag 211
140 In URL wwwdocumentacatholicaomniait Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 opera scaricata
integralmente in data 12122016 Nuova Edizione a cura di P Tito S Centi e P Angelo Z Belloni 2009
89
Quindi egrave giusto far notare che la causa agisce o dopo o prima ma per la causa
universale che produce le cose e il tempo non ha senso domandarsi se agisca ora e non
prima141
Il mondo porta in modo evidente alla conoscenza della potenza creatrice di Dio percheacute
ciograve che non egrave sempre esistito deve avere una causa mentre non serve a ciograve che egrave sempre
esistito142
Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica143
ribadisce che la creazione del mondo egrave il
fondamento di laquotutti i progetti salvifici di Dioraquo144
e che laquoDio crea liberamente dal nullaraquo145
141 lt Il frammento 30 di Eraclito dice laquoQuesto cosmo di fronte al quale ci troviamo e che egrave lo stesso per
tutto e per tutti non egrave stato creato neacute da un Dio neacute dallrsquouomo Era giagrave egrave e saragrave sempre Il fuoco del suo logos
divampa eternamente e si spegne di nuovo secondo tempi immutabiliraquo La Bibbia apre con questo annuncio laquoIn principio Dio creograve il cielo e la terra La terra era un caos senza forma e vuota le tenebre ricoprivano lrsquoabisso e
sulle acque aleggiava lo spirito di Dio Iddio disse ldquosia la lucerdquo e la luce fu Vide Iddio che la luce era buona e
separograve la luce dalle tenebre e chiamograve la luce ldquogiornordquo e le tenebre ldquonotterdquo Cosigrave fu sera poi fu mattina primo
giornoraquo In questo senso Dio separa la luce dalle tenebre e chiama cioegrave de-finisce la luce giorno e le tenebre notte
[] Dare il nome nominare egrave dunque porre fine a una situazione per de-finirne una nuova []La chiamata di Dio
opera una separazione nel caos la separazione pone fine alla mescolanza degli elementi e guadagna quellrsquoordine o
cosmo che nasce dalla separazione e quindi dalla definizione di ogni ente Il nome che definisce nel nominare la
cosa nomina la volontagrave che lrsquoha differenziata dal caos nel nome oltre alla cosa egrave quindi custodito anche il
possesso della cosa da parte di quella volontagrave che chiamandola da caos lrsquoha definita nel cosmo gt U Galimberti
Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente cit pag 31
142 Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 143 In URL wwwLa Santa Sede Il catechismo della Chiesa cattolica consultato in data 19012017
144 Ibidem
145 Ibidem lt Noi crediamo che Dio per creare non ha bisogno di nulla di preesistente neacute di alcun aiuto
La creazione non egrave neppure una emanazione necessaria della sostanza divina Dio crea liberamente laquodal nullaraquo gt
(in nota si rimanda al Concilio Vaticano I Cost dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canoni 1-4
DS 3002 3023-3024 Concilio Lateranense IV Cap 2 De fide catholica DS 800 Concilio Vaticano I Cost
dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canone 5 DS 3025)
90
La creazione devrsquoessere intesa come lrsquoemanazione di tutto lrsquoessere dalla causa
universale che egrave Dio creare propriamente egrave causare o produrre lrsquoessere delle cose A Dio
appartiene lrsquoatto creativo in forza del suo essere Ora il nulla egrave la stessa cosa che nessun ente
Come dunque la generazione di un uomo inizia da quel non-ente che egrave il non-uomo cosigrave la
creazione inizia da quel non-ente che egrave il nulla
Inoltre egrave falso affermare che un corpo possa creare in quanto nessun corpo agisce
senza un contatto o un moto e quindi per agire richiede qualcosa di preesistente atto a essere
toccato mosso cosa incompatibile con lrsquoidea di creazione146
SantrsquoAgostino ritorna spesso alla dottrina della creazione e al suo concetto il quale egrave
distinto a sua volta dai due concetti a noi naturalmente noti generazione e fabbricazione Non
essendo infatti neacute lrsquouna neacute lrsquoaltra cosa la creazione egrave un concetto altamente metafisico
unrsquooperazione che fa essere quello che assolutamente non era Egrave unrsquooperazione dal nulla147
cioegrave neacute dalla sostanza dellrsquooperante generazione neacute da una materia preesistente
fabbricazione
Ciograve che uno fa o lo fa dalla sostanza o da un qualcosa fuori di seacute o dal nulla Lrsquouomo
che non egrave onnipotente dalla sua sostanza produce il figlio e come artefice dal legno fa lrsquoarca
Nessun uomo puograve fare qualcosa dal nulla Dio invece percheacute onnipotente dal nulla ha creato
il mondo e dalla terra ha plasmato lrsquouomo laquoDio ha fatto che ricevesse lrsquoessere e fosse posto
tra le cose che sono ciograve che assolutamente non eraraquo148
146 Tommaso Summa Theologiae Arg 45 Art 1
147 In URL wwwInfocristiana si puograve leggere che lt Tra le tante eresie sviluppatesi negli ultimi 2000 anni
vi egrave anche quella secondo la quale Dio non avrebbe creato ex nihilo ma da materia pre-esistente [] Lrsquoebraismo prima e il Cristianesimo poi da migliaia e migliaia di anni credono che solo Dio sia eterno e come tale
ldquoincreatordquo Se perograve al momento della creazione dellrsquouniverso la materia giagrave crsquoera chi lrsquoha creata []
Lrsquoespressione ldquoin principiordquo sta ad indicare lrsquoinizio del tempo affermare che la materia fosse giagrave stata creata
precedentemente equivale a dire che il tempo esistesse giagrave ma in tal caso la parola ldquoin principiordquo perderebbe tutto
il proprio significato gt Consultato in data 22012017
148 In URL wwwaugustinusit A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino- Parte 4 ndash Capitolo 05
consultato in data 13022017
91
Dio sa di tutte le cose che egli crea che egli le fa uscire dal nulla e sa che la propria
onnipotenza potrebbe spingerle di nuovo nel nulla E sa anche che invece di crearle avrebbe
potuto lasciarle nel nulla149
149 Dio avrebbe potuto non creare nulla e avrebbe potuto abbandonare lrsquouomo alla dannazione eterna
prodotta dal peccato Dio sarebbe potuto essere non Creatore e non Redentore ndash sostiene la teologia cristiana e
cattolica - senza perdere nulla della sua perfezione immutabile ed eterna E poicheacute il primo atto di amore di Dio
per lrsquouomo consiste nel crearlo Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse
amato lrsquouomo In questo modo la dottrina cattolica nega che la libertagrave di Dio possa trasformare Dio ma non puograve
escludere che Dio proprio percheacute egrave libero da tutta lrsquoeternitagrave sarebbe potuto essere difforme da come egli egrave di
fatto Difforme percheacute un Dio creatore non egrave un Dio non creatore un Dio che decide di creare lrsquouomo e le cose non egrave un Dio che decide di non creare un Dio che vuole amare lrsquouomo non egrave un Dio che non vuole amarlo
Sigrave che lrsquoaffermazione che Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse creato e
amato le creature non mostra lrsquoessenza di Dio ma sostiene una di quelle ldquocose impossibili e contraddittorierdquo che
il pensiero di Agostino e di Tommaso si propone costantemente di evitare anche quando si rivolge ai misteri
soprannaturali della fede Sennoncheacute affermare che Dio non sarebbe mutato e avrebbe mantenuto tutta la sua
perfezione anche se non avesse creato e amato le creature significa affermare che un Dio creatore e pieno di
amore per lrsquouomo non differisce da un Dio non creatore e privo di amore per lrsquouomo e questa affermazione
sostiene appunto qualcosa di impossibile e di contraddittorio e cioegrave che da tutta lrsquoeternitagrave Dio sarebbe potuto
essere diverso da come egrave senza peraltro essere diverso avrebbe potuto avere due diverse forme di perfezione
continuando a essere perfetto nello stesso modo Se si vuole uscire da questa contraddizione affermando che Dio
in quanto libero sarebbe potuto essere da sempre diverso da come egrave e avrebbe potuto avere da sempre una perfezione diversa da quella che ha si viene a dire che lt Dio egrave immutabile non percheacute la sua immutabilitagrave sia
qualcosa di necessario ( nel qual caso egli non avrebbe potuto decidere diversamente da come ha deciso ) ma
percheacute di fatto non si egrave mutato e non si egrave trasformato immobile dunque solo nel senso che di fatto egrave rimasto
immoto pur avendo avuto da sempre la possibilitagrave di essere diversamente da come egrave di fatto Un immutabile
dunque che ha in seacute lrsquoanima piugrave profonda del divenire gt E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag176
Il dio creatore del cristianesimo non aggiunge nulla alla pura essenza della libertagrave ma costituisce uno dei modi in
cui nella storia occidentale la metafisica si egrave proposta di guidare la libertagrave dellrsquoente
92
Lrsquointerpretazione filosofico-teologica del significato sacrale della laquocreazioneraquo
sviluppata dallrsquointera cultura occidentale si trova radicalmente immersa nella dimenticanza
della veritagrave dellrsquoessere Se la laquocreazioneraquo viene interpretata in termini di essere e non essere se
cioegrave viene interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere del mondo allora il
concetto di creazione egrave lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere
La semplicitagrave dellrsquoessere esige la sua immutabilitagrave ed il puro e semplice rilevamento
dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia egrave il fondamento dellrsquoesclusione della nascita dellrsquoessere
La creazione egrave quindi un dare valore e consistenza al nulla al non essere dellrsquoessere
Lrsquoente pur essendo posto come un laquonon-nienteraquo egrave in realtagrave pensato come libero dal
suo legame con lrsquoessere e con il niente Quando tale libertagrave consiste nello scioglimento dal
legame con lrsquoessere si ha lrsquoannullamento o nientificazione quando invece consiste nello
scioglimento del legame con il niente si ha la creazione o entificazione
Lrsquoapparente contraddittorietagrave del divenire150
che appare ossia il suo mostrarsi come ciograve
che arriva nellrsquoessere e vi si dilegua resta tolta non giagrave introducendo lrsquoassurdo di un dio
creatore
150 Lrsquoaporetica prende vita dallrsquo lt affermazione che lrsquointero ossia ognuna delle determinazioni
dellrsquoessere nella loro unitagrave organica egrave immutabile ed essendo questa affermazione L-immediata (immediatezza
logica) drsquoaltra parte egrave F-immediata (immediatezza fenomenologica) lrsquoaffermazione che lrsquoessere diviene
lrsquoorizzonte aperto dalla totalitagrave dellrsquoessere F-immediato egrave appunto il regno del sopraggiungere e del dipartirsi
dellrsquoessere E non solo quella totalitagrave egrave il luogo che riceve e dal quale si congedano determinazioni particolari
dellrsquoessere F-immediato ma egrave anche F-immediato il sopraggiungere della stessa totalitagrave dellrsquoessere F-immediato
Mentre il logo originario afferma lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere lrsquoesperienza ne attesta il divenire contraddizione tra
lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologia [] Lrsquoaporia egrave tolta affermando che lrsquointero come immutabilitagrave assoluta non egrave la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato in quanto questa egrave lrsquoorizzonte del divenire Tale
affermazione egrave L-immediata ossia lrsquoaporia egrave originariamente tolta la struttura originaria si realizza come
toglimento originario dellrsquoaporia la quale permane solo in quanto non sia posta la distinzione tra lrsquointero come
assoluta immutabilitagrave e la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato Il significato di tale distinzione deve essere
determinato nel modo seguente []distinzione tra due positivitagrave [] Posta L-immediata lrsquoimmutabilitagrave dellrsquointero
non crsquoegrave bisogno di un medio per affermare che lrsquointero come assoluta immutabilitagrave non egrave la dimensione del
divenire costituita dalla totalitagrave del F-immediato Crsquoegrave bisogno di un medio solo se lrsquointero non egrave posto come
immutabile se cioegrave egrave posto come significato formale o autocontraddittorio il medio egrave qui lrsquoimmutabilitagrave Ma in
quanto quella formalitagrave o autocontraddittorietagrave egrave originariamente tolta egrave originariamente posta la distinzione tra
lrsquointero immutabile e lrsquoorizzonte del divenire []E lo sviluppo lrsquoincremento o il dileguare lo sparire ndash il divenire
dunque del contenuto della totalitagrave del F-immediato non aggiunge e non toglie alcuna positivitagrave allrsquointero immutabile cheacute altrimenti al positivo che sopraggiunge o che dilegua converrebbe di non essere Tutta la
positivitagrave del positivo diveniente che lrsquointero immutabile lascia laquooltreraquo di seacute ndash e lrsquoimmutabile lascia oltre di seacute
appunto e soltanto la totalitagrave del positivo diveniente ndash tutta quella positivitagrave egrave immutabilmente inclusa nellrsquointero
immutabile [] Il divenire inteso come processo che porta dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere al non essere non
solo egrave errore contraddizione ma allrsquointerno della struttura originaria egrave lrsquoimpossibile [] Sigrave che lrsquoimmutabile non egrave
semplicemente ciograve senza di cui la realtagrave diveniente non egrave ma egrave ciograve per cui questa realtagrave egrave gt Id La struttura
originaria cit pag389401-409
93
che identifichi lrsquoessere al nulla151
ma liberandosi da quella definizione del divenire che
appare visto come laquocominciamentoraquo
Ogni divenire egrave uno comparire e scomparire dellrsquoessere e quindi ogni azione egrave sempre
un disvelare o un lasciare che si disveli lrsquoessere che era nascosto o egrave un condurlo fuori
dellrsquoapparire nel nascondimento o un lasciare che si sottragga allrsquoapparire Ma quando si
agisce con la convinzione di produrre e distruggere lrsquoessere di trarlo dal nulla e rimandarlo nel
nulla allora resta svelato qualcosa di diverso da ciograve che si svelerebbe allorcheacute si agisse
sapendo che ogni agire e ogni fare egrave un disvelamento dellrsquoessere eterno
Lrsquoalienazione metafisica intende la volontagrave come la forza suprema che fa uscire gli enti
dal nulla e li fa ritornare nel nulla si tratti della volontagrave di Dio o della volontagrave dellrsquouomo Nella
civiltagrave occidentale dominata dalla metafisica lrsquouomo vuole ormai soltanto in questo modo e si
pone come il vero creatore e distruttore dellrsquoessere
151 Bontadini risolve il problema della creazione dal nulla affermando che lt lrsquoaffermazione del Creatore ndash della creazione ndash egrave giagrave inclusa nel teorema che il divenire la realtagrave diveniente non egrave ndash non puograve essere ndash
originario [] lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete ma la sottolineatura egrave voluta dalla considerazione ndash
fondamentale elementare ndash che ciograve che si tratta di sanare egrave la contraddizione inoculata del non dal negativo
Nella prospettiva metafisica ndash creazionistica ndash quellrsquoandare nel nulla (e similmente il venire dal nulla) che risulta
sul piano fenomenologico egrave risolto nel far andare nel nulla (e similmente nel trarre dal nulla) che egrave in quanto
fare un positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico gt GBontadini ndash ESeverino Lrsquoessere e
lrsquoapparire Una disputa cit pag 59
94
II - Divenire esser altro
In ogni forma di cultura il divenire delle cose e degli eventi egrave sempre inteso come divenir altro
altro da ciograve da cui il divenire incomincia [ ] Crsquoegrave divenire solo se crsquoegrave diversificazione solo se ciograve a
cui il divenire giunge (terminus ad quem εἰς ὅ lo chiama Aristotele Metaph 1067 b 9) egrave qualcosa di diverso da ciograve da cui il divenire incomincia (terminus a quo ἐξ οὗ loc cit)
152
Per Aristotele il terminus ad quem e il terminus a quo del divenire sono innanzitutto i
laquocontrariraquo ἐναντία
Quando qualcosa giunge ad essere altro qualcosa egrave altro da seacute
Ma che qualcosa sia altro da seacute egrave per il pensiero occidentale lrsquoimpossibile lrsquoassurdo
Eppure affermando lrsquoesistenza del divenire e pensando che nel divenire qualcosa
diventa altro da seacute si pensa che qualcosa diventando altro da seacute egrave altro da seacute Anche se non lo
si riconosce affermando lrsquoesistenza del divenire altro da seacute si afferma lrsquoesistenza dellrsquoesser
altro da seacute ossia lrsquoesistenza di ciograve che drsquoaltra parte egrave pensato come ciograve che non puograve esistere
Il divenire inteso come divenire altro da seacute ndash identificazione ndash non puograve esistere egrave
nulla153
Per il pensiero occidentale il diveniente egrave il permanente Quando il cielo diventa
nuvoloso il cielo egrave il permanente sotteso al sereno e alle nubi Drsquoaltra parte Aristotele afferma
lrsquoesistenza del laquosostratoraquo proprio per evitare che il divenire sia identificazione dei laquocontrariraquo
Ma una volta introdotto il sostrato il divenire in cui il sostrato passa da una determinazione a
unrsquoaltra egrave pur sempre un diventar altro da seacute
152 E Severino Tautόtēs cit pag 13
153 Id Oltre i l linguaggio parte prima
95
E ciograve accade solo in quanto qualcosa egrave venuto meno egrave svanito si egrave annientato (la
serenitagrave del cielo si annienta quando diventa nuvoloso)154
Quando si pensa che qualcosa diventando altro e identificandosi allrsquoaltro da seacute non egrave
piugrave ndash cioegrave vien meno svanisce si annienta diventa nulla - si crede di evitare la contraddizione
per la quale il qualcosa diventando altro egrave altro da seacute
Per rendere possibile lrsquoaffermazione che qualcosa diventa altro da seacute si deve sostenere
che il divenire egrave una successione in cui si trova una determinazione che poi diventa altro Per
esempio se dico che la legna diventa cenere cioegrave che una determinazione diventa altro posso
sostenere che vi sia una successione che non faccia diventare la legna cenere (scongiurando
lrsquoidentificazione) ma in quanto tale la legna diventa nulla E il nulla in cui la cenere in
quanto tale si trovava prima dellrsquoannientamento della legna diventa cenere
La successione non puograve essere un divenir atro da parte di qualcosa Se si esclude che la
successione sia un divenire si deve escludere che il mondo includente la legna divenga nulla
Ma se nessun qualcosa diviene nulla si nega il divenire che invece si vuole salvare
Affermando che nel divenire ndash cioegrave prima di incominciare ad essere e dopo essersi
annientato ndash lrsquoente egrave nulla il pensiero occidentale tiene e insieme non tiene in relazione lrsquoente
al nulla non lo isola e insieme lo isola dal nulla
154 lt Per la scienza la combustione della legna egrave trasformazione di una certa quantitagrave di energia Una
arte di tale quantitagrave si trasforma in cenere unrsquoaltra parte si trasforma in calore ecc La cenere il calore ecc dono le nuove forme in cui si trasforma quella certa quantitagrave di energia in cui consiste la legna che stiamo considerando
[] E il cielo che nellrsquoannuvolarsi del cielo egrave il permanente corrisponde alla quantitagrave di energia che nella
combustione della legna si mantiene costante trasformandosi in un certo insieme di nuove forme di energia []
Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa ndash ossia la relazione tra il sostrato (una certa quantitagrave di
energia) e una certa forma ndash diventa altro da seacute ossia diventa relazione tra il sostrato e lrsquoinsieme delle forme
nuove che esso assume e che cioegrave egrave la sua forma nuova [] Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa
puograve diventare altro da seacute solo se si annulla gt Id Tautόtēs pag 18-19
96
Non lo isola dal nulla percheacute per affermare il divenire deve pensare lrsquoente come
divenuto nulla cioegrave come identico al nulla ndash deve pensare come risultato il risultato del
divenire dellrsquoente ossia deve pensare la nullitagrave dellrsquoente la relazione appunto tra lrsquoente e il
nulla
Ma insieme isola lrsquoente dal nulla astrae dal suo essere il soggetto dellrsquoesser nulla e
pone soltanto il nulla come risultato (o come lrsquoinizio) del divenire percheacute solo attraverso
questa astrazione lrsquoidentitagrave dellrsquoente e del nulla rimane nascosta e il concetto del non essere
ancora e del non essere piugrave da parte dellrsquoente non si presenta come ciograve che esso egrave ossia come
la forma piugrave radicale della contraddizione e dunque dellrsquoimpossibile e del necessariamente non
esistente ndash la forma piugrave radicale dellrsquoalienazione della veritagrave
Il porre e insieme non porre la relazione tra il qualcosa che diviene e il suo altro egrave una
contraddizione la contraddizione mediante la quale il pensiero che afferma il divenire evita di
vedere che il divenire egrave lrsquoidentificazione dei non identici e che dunque lrsquoaffermazione
dellrsquoesistenza del divenire egrave la contraddizione che pone come esistenza lrsquoassoluta inesistenza
del divenire La prima di queste due contraddizioni maschera la seconda ma essa si sottrae
allo sguardo e si maschera facendo apparire separatamente i due lati che la costituiscono
Per rendere pensabile quel divenir altro da parte di qualcosa il nichilismo (cioegrave
lrsquoontologia dellrsquoOccidente) afferma che nel divenir altro il qualcosa diviene niente ma con
questa affermazione raddoppia la contraddittorietagrave del divenir altro giaccheacute il nichilismo deve
non solo continuare a pensare che nel divenir altro qualcosa egrave altro percheacute egrave un altro qualcosa
positivo ma deve pensare anche che qualcosa egrave altro percheacute egrave nulla (egrave quellrsquoaltro che egrave il
nulla)
97
III - La volontagrave
La volontagrave di potenza urta contro lrsquoInflessibile che non si lascia modificare e la volontagrave
muore
Incomincia a vivere solo quando incomincia a flettere lrsquoInflessibile Egrave lrsquoInflessibile
contro cui la volontagrave urta inizialmente a costituirsi rispetto ad essa come la configurazione
iniziale di ciograve che la filosofia nascendo ndash e aprendo un contesto essenzialmente diverso da
quello del mito ndash ripropone come laquoimmortaleraquo laquoincorruttibileraquo laquodivinoraquo (athaacutenaton
anoacutelethron theicircon) laquoeternoraquo laquoEssere che egrave sempre salvoraquo (phyacutesis aeigrave sōzomeacutenē)
Allrsquoinizio della terra isolata lrsquoeternitagrave egrave vissuta come lo scacco della volontagrave Poi forma
tradizionale del pensiero filosofico della terra isolata ponendosi come laquoepisteacuteme della veritagraveraquo
tenteragrave di rendere autonoma rispetto alla prassi lrsquoaffermazione dellrsquoEterno tenteragrave di fondarla
Ma egrave ancora la prassi ndash cioegrave il rapporto tra la volontagrave e ciograve che essa avverte come lrsquoInflessibile
ndash a preconfigurare oltre allrsquoaffermazione filosofica dellrsquoEterno la tesi filosofica che esso egrave il
luogo da cui tutte le cose nascono e in cui si dissolvono escono dal nulla della propria
specificitagrave e vi ritornano
La flessione dellrsquoInflessibile egrave infatti lo spezzarsi di esso il suo smembrarsi e frantumarsi nelle
parti del mondo delle quali la volontagrave puograve finalmente disporre La volontagrave puograve attribuire allrsquoInflessibile o a seacute stessa il prodursi della flessione ma in ogni caso tutte le cose del mondo sono
la flessione dellrsquoInflessibile cioegrave provengono da esso sono costituite da esso che egrave lrsquounitagrave iniziale
da cui le parti diverse e tra loro opposte si separano (e tale separatezza egrave la loro specificitagrave)155
Il flessibile non egrave semplicemente ciograve che si flette cioegrave che non rimane rigido ma ciograve
che egrave piegato (o che puograve essere piegato) egrave un flexum laquoPiegareraquo egrave costruito sul latino plicare
(greco πλέϰειν) che ha la stessa radice dei verbi plectere e flectere
155 E Severino Intorno al senso del nulla cit pag 35-36
98
In quanto flectere il piegare egrave volgere il flessibile in una certa direzione in modo da
assegnargli una certa piega (flexus flexio) ossia una certa disposizione relativamente duratura
E appunto questo egrave lrsquouso nella lingua latina del verbo flectere Il flectere egrave cioegrave lrsquoagire in
quanto tale Il latino non dice soltanto flectere membra ramum navem equos ma anche
flectere viam animum mentes verba cursus
Il flessibile egrave dunque ciograve che egrave dominato nellrsquoazione rivolta a un fine ossia ciograve che egrave
disponibile al dominio dellrsquoazione e che diventa il materiale o lrsquooggetto di essa Lrsquoinflessibile egrave
lrsquoindominabile lrsquoimmodificabile lrsquoimmutabile Il contrasto tra il flessibile e lrsquoinflessibile egrave il
contrasto tra la volontagrave di flettere ndash la volontagrave di potenza la volontagrave di azione ndash e la barriera
insormontabile dellrsquoinflessibile Tutta la vita del mortale egrave un andirivieni tra la volontagrave di agire
e la barriera dellrsquoinflessibile La laquovitaraquo del mortale non egrave qualcosa di diverso ma egrave la stessa
volontagrave di agire vita egrave vis βίος egrave βία La volontagrave di azione non agisce nel vuoto si trova
originariamente circondata dalla barriera degli immutabili e agisce per incrinarla penetrarla e
allontanarla da seacute
LrsquoInflessibile sta dinnanzi alla volontagrave come la Potenza suprema come il Tremendum
anche quando la volontagrave egrave riuscita a fletterlo e a frangerlo ndash riuscendo cosigrave ad aprire lo spazio
in cui essa puograve vivere (sia pur credendo a volte che tale spazio le sia stato donato) ndash
lrsquoInflessibile si ricostituisce attestandosi su una nuova linea inoltrepassabile
LrsquoInflessibile egrave il Sacro il Tremendum che si erge di contro la volontagrave di vivere
dellrsquouomo spegnendola Come volontagrave cosciente (volontagrave di trasformare il mondo di cui egrave
cosciente) proprio percheacute vuole trasformare il mondo egrave inevitabile che dapprima se lo trovi
dinanzi non ancora trasformato e che le stia di fronte non come una porta aperta ma come una
Barriera impenetrabile e inflessibile
Percheacute la Barriera si erga impenetrabile e inflessibile non crsquoegrave bisogno che essa si mostri
come un laquoal di lagrave del mondoraquo
99
Essa egrave lrsquoOrdinamento immodificabile che regola cielo e terra ritmi e configurazioni
dello spazio e del tempo alternanza del giorno e della notte e ritmi stagionali mancanza di
cibo e potenza indomabile degli animali del fuoco dei venti delle acque giagrave come natura e
come legge del clan la Barriera egrave il laquototalmente Altroraquo percheacute egrave lrsquoinflessibilitagrave della Barriera a
determinare la sua totale alteritagrave rispetto alla volontagrave di attraversarla
Lrsquoirrompere dellrsquoazione allrsquointerno della Barriera egrave la prima flessione degli inflessibili
cioegrave la prima forma di distruzione degli immutabili Per quanto debole incerta limitata
lrsquoazione accadendo flette una parte del corpo dellrsquoInflessibile In questo suo essere flessa la
parte diventa un laquoregnoraquo
Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile non egrave un lsquoregnorsquo percheacute il regere egrave uno dei
modi preminenti della flessione Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile precede il regno degli degravei e dei mortali e lrsquoazione irrompe allrsquointerno della Barriera degli inflessibili come
azione degli degravei e dei mortali Il corpo dellrsquoinflessibile egrave il modo originario in cui la volontagrave di
potenza del mortale regna sulle cose della terra ma la volontagrave di potenza incomincia ad avvertire il
proprio regno solo nella parte che essa strappa agli inflessibili ndash cioegrave al suo regno inconscio ndash irrompendo come azione
156
156 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 256
100
CAPITOLO SECONDO
Lrsquo azione che cattura e domina lrsquoEnte
101
I - Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire157
Platone definisce lrsquoessere come δύναμις (potenza)158
ciograve che egrave (τὸ ὄν) egrave ciograve che ha la
potenza di fare o di essere fatto laquoFareraquo (ποιεῑν) significa condurre allrsquoessere (εἰς οὐσίαν) ciograve
che prima non egrave (ὅπερ ἂν μὴ πρότερον ὄν) laquoessere fattoraquo (ποιεῖσαι) significa il venire
condotto allrsquoessere159
157 Nella lingua greca o latina ndash e in generale nelle lingue indoeuropee ndash il carattere laquotecnicoraquo dellrsquoagire
trova espressione ancor prima che lrsquoOccidente assuma la tecnica nellrsquoorizzonte dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente Le
parole costruite sulla radice ar indicano costantemente qualcosa che in modo piugrave o meno diretto piugrave o meno
esplicito appartiene alla struttura formale della tecnica e cioegrave allrsquoadattarsi al convenire a un fine da parte di certi
mezzi di cui il parlante egrave convinto di disporre Tali parole nominano cioegrave o questa stessa struttura nel suo insieme
o un modo specifico del disporre dei mezzi adatto allo scopo oppure nominano il mezzo o i modi specifici di
esser mezzo e strumento o lo scopo o la maggiore o minore disponibilitagrave o riluttanza delle cose a lasciarsi usare
o lo sforzo piugrave o meno intenso che il mortale deve compiere per realizzare i suoi scopi o lrsquoordine che lrsquoazione
tecnica instaura nelle cose o la volontagrave che presiede al realizzarsi dellrsquoazione oppure il successo e lrsquoinsuccesso
cui essa va incontro lt Gran parte delle parole che nelle lingue indoeuropee indicano la laquocosaraquo alludono piugrave o meno direttamente ai
beni alle ricchezze a ciograve che serve e si adopera a ciograve di cui si ha bisogno ai valori al bestiame allrsquoaffare a ciograve
che egrave pregiato alla sostanza e al patrimonio Ricordiamo il latino res il greco pracircgma chrḗma il tedesco Ding
(inglese thing) e Sache Anche lo spettro semantico del participio greco tagrave oacutenta (gli essenti le cose che sono)
include le sostanze e i beni e anche il participio ousiacutea nomina la sostanza intesa come patrimonio Questi antichi
significati della parola laquocosaraquo implicano una situazione conflittuale e il luogo in cui essa viene discussa che
vengono in luce ad esempio in Ding thing che significano anche laquocausaraquo laquotribunaleraquo laquoparlamentoraquo
laquoassemblearaquo laquoverdettoraquo laquoprocessoraquo La stessa parola laquocosaraquo proviene dal latino laquocausaraquo intesa sia come matrice
e principio del diventar altro (dyacutenamis eis tograve patheicircn e dyacutenamis eis tograve poieicircn) sia in senso giuridico come
motivazione del diritto al possesso di ciograve che egrave conteso tra volontagrave differenti Il significato della parola laquocosaraquo
come conflittualitagrave egrave mostrata nelle antiche formazioni linguistiche della terra isolata ed egrave una figura che rinvia alla conflittualitagrave originaria dove la laquocosaraquo egrave la risultante della lotta tra la volontagrave e lrsquoInflessibile ossia egrave la forma
originaria (preontologica) del diventar altro Dicendo che Poacutelemos egrave il padre di tutte le cose e che quindi ogni cosa
egrave lotta conflitto Eraclito dice giagrave implicitamente che il conflitto egrave il significato originario dellrsquoesser laquocosaraquo
quindi possiamo dire che allrsquointerno della terra isolata la cosa egrave la madre di tutte le guerre gt E Severino Intorno
al senso del nulla cit pag 43-44
158 Platone Sofista 247 d-e Edizione BUR ndash Rizzoli Milano 2007
159 Ivi 219 b
102
Ma la potenza egrave lrsquoessenza stessa della τέχνη160
percheacute se questa si distingue in τέχνη
produttiva e τέχνη acquisitiva (ποιητιϰὴ τέχνη ϰτητιχὴ τέχνη) lrsquoacquisizione degli enti ndash come
il guadagno la proprietagrave la lotta la conoscenza ndash non egrave che un ordinamento di ciograve che egrave giagrave
stato prodotto nelle varie forme della ποιητιϰὴ τέχνη161
La distinzione tra τέχνη divina e τέχνη
umana (ϑεία τέχνη ἀνϑρωπίνη τέχνη)162
egrave pertanto la suprema differenza tra gli enti
La ϑεία τέχνη produce tutti gli enti della natura lrsquoἀνϑρωίνη τέχνη produce tutti gli enti
che nelle arti umane sono condotti dal non essere allrsquoessere Lrsquoessere egrave τέχνη percheacute egrave
essenzialmente avvolto dallrsquoorizzonte del fare e dellrsquoessere fatto ossia percheacute appartiene
essenzialmente al processo del condurre e dellrsquoessere condotto dal non essere allrsquoessere (αἰτία
τοῖς μὴ πρότερον οῦσιν ὕστερον γίγνεσϑαι)163
160 lt Ars viene tradotto con il termine laquoarteraquo Ma ars indica innanzitutto ciograve che si trova disposto in una
connessione e in un ordine e precisamente ciograve che si trova disposto nella connessione e nellrsquoordine che consente
al mortale di ottenere un certo scopo Ars egrave cioegrave ogni abilitagrave del corpo e della mente del mortale ossia ogni attivitagrave
che disponendo le cose in un certo ordine ndash facendole diventare laquomezziraquo e laquostrumentiraquo in un certo modo
determinato ndash egrave capace di conseguire uno scopo Тέλος (laquoscoporaquo) ndash che egrave metatesi di art ndash egrave il compimento
dellrsquoars [] Ars egrave unrsquoastrazione di artus Artus non egrave semplicemente ciograve che egrave unito al corpo ma egrave lo strumento
originario di cui il mortale si sente padrone e che gli consente di modificare il mondo in cui vive E glielo
consente percheacute non egrave rigido ma egrave laquoarticolatoraquo e quindi egrave artus (a um) Quasi della stessa importanza dellrsquoartus
per la modificazione delle cose egrave lrsquoarmus (ἁρμoacuteς) lrsquoomero che consente di trasportare i pesi piugrave grossi e operare
piugrave profonde modificazioni nelle cose [] Nella storia dellrsquoOccidente la parola fondamentale che esprime il senso dellrsquoars egrave τέχνη da cui deriva la parola laquotecnicaraquo Ma mentre in ars viene esplicitamente nominata la connessione
calcolata dei mezzi al fine τέχνη nomina invece i vari modi e settori in cui questa connessione si realizza a partire
da quello originario mediante il quale il mortale copre il suo corpo e gli dagrave un rifugio gt E Severino Destino
della necessitagrave pag 263-265-266
161 Platone Sofista 219 c
162 Ibidem 265 b-e
163 Ibidem
103
Ma lrsquoente non egrave un niente sigrave che la τέχνη divina e umana non egrave la capacitagrave che riesce a
identificare lrsquoente al niente ma egrave quel modo di porsi in relazione allrsquoessere dellrsquoente dove ogni
aspetto della relazione egrave determinato dalla persuasione che la nientitagrave dellrsquoente sia164
Per Aristotele lrsquoaffermazione che tutto accada necessariamente implica lrsquoinutilitagrave e
lrsquoirrilevanza del volere e dellrsquoagire laquoIl volere e lrsquoagire sono principio delle cose futureraquo (ἀρχὴ
τῶν ἐσομένων ϰαὶ ἀπὸ τοῦ βουλεύεσϑαι ϰαὶ ἀπὸ τοῦ πρᾶξαί τι)165
nel senso che solo laquose ci
metteremo a fare qualcosa questa cosa esisteragrave e non esisteragrave se non ci metteremo a farlaraquo
(ἐὰν μὲν τοδὶ ποιήσωμεν ἔσται τοδί ἐὰν δὲ μὴ τοδί οὐϰ ἔσται)166
La volontagrave e lrsquoazione sono
dei principi dellrsquoesistenza del futuro nel senso che egrave da essi che dipende che certe cose future
siano oppure non siano
Lrsquoessenza della tecnica moderna egrave giagrave presente nel modo in cui il pensiero greco ha
espresso il senso dellrsquoazione umana Affincheacute esista qualcosa come una laquoazione umanaraquo
devono esistere un laquoattoreraquo cioegrave lrsquouomo che compie lrsquoazione uno laquoscoporaquo dellrsquoazione cioegrave
lrsquoidea del futuro che lrsquouomo vuole realizzare con la propria azione una serie di laquomezziraquo o di
strumenti capaci di realizzare lo scopo e dei quali lrsquouomo dispone
La decisone egrave il momento fondamentale dellrsquoagire umano consiste nella volontagrave di
produrre quel mezzo o quella serie di mezzi che allrsquoanalisi si rivela piugrave idonea alla
realizzazione dello scopo
164 lt Lrsquoἀνϑρωπίνη τέχνη si egrave oggi completamente sostituita alla ϑεία τέχνη ma il senso dellrsquoessere rimane
ancor oggi identico a quello stabilito da Platone una volta per tutte nella storia dellrsquoOccidente Dio e la tecnica
moderna sono le due fondamentali espressioni del nichilismo metafisico gt E Severino Essenza del nichilismo
pag 197
165 Aristotele De Interpretatione 19 a 7-8
166 Ibidem 18 b 32-33
104
I mezzi di cui dispone la tecnica moderna non sono confrontabili con i mezzi a disposizione
dellrsquouomo greco e tuttavia la tecnica moderna si sviluppa interamente allrsquointerno della struttura
dellrsquoazione umana quale egrave stata portata alla luce una volta per tutte dal pensiero greco167
In quanto volontagrave di realizzare uno scopo con i mezzi che essa ritiene piugrave adatti e che
crede di saper dominare lrsquoazione egrave la tecnica La struttura formale dellrsquoazione egrave la struttura
formale della tecnica della preistoria e della storia dellrsquoOccidente
Ma lrsquoazione dellrsquouomo egrave decisione e la decisione in quanto tale egrave assunta dai mortali
come un atto isolante Decidere egrave separare La parte separata dal Tutto egrave essa stessa un
separare dal Tutto
La parola latina decidere egrave formata dalla preposizione de e dal verbo caedere che significa
appunto laquoseparareraquo laquofare a pezziraquo laquotagliareraquo E anche la parola latina occidere egrave formata
da una preposizione (ob) a dal verbo caedere Come lrsquooccidere cosigrave il decidere egrave sentito
dal linguaggio premetafisico come un separare E ciograve accade anche in eligere (ex-legere)
da cui deriva probabilmente attraverso il rafforzativo exeligere lrsquoitaliano scegliere168
NellrsquoEtica a Nicomaco169
Aristotele esprime il senso della separazione operata dal
decidere in quanto tale la parola usata per indicare nel testo il processo del decidere egrave
προαίρεσις laquoproponimentoraquo costituita dalla preposizione πρὀ (che indica il procedere nei suoi
vari sensi) e da αἵρεσις che significa insieme laquoconquistaraquo e laquosceltaraquo
Αἱρέω da cui αἵρεσις deriva significa oltre che laquoscelgoraquo laquopreferiscoraquo anche
laquoprendoraquo laquoafferroraquo laquomi impadroniscoraquo laquotraggo via da un luogo riducendo in mio potereraquo
167 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 249
168 Ivi pag 362
169 Aristotele Etica Nicomachea Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo
fedelmente alla loro utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino in Destino della Necessitagrave pag
362 e sgg
105
E al significato dellrsquoimpadronirsi appartiene il separare ciograve di cui ci si impadronisce egrave
portato via cioegrave vien separato dalla compagnia e dai luoghi cui esso originariamente
appartiene
La definizione aristotelica della προαίρεσις esprime il senso giagrave contenuto in questa
parola laquola προαίρεσις egrave delle cose che sono in nostro potereraquo ἡ προαίρεσις περὶ τὰ ἐφ
´ἡμῖν170
La προαίρεσις aristotelica egrave ὄρεξις βουλευτιϰή un appetito (ὄρεξις) ndash tendenza brama
ndash unito a deliberazione (βουλευτιϰή) Lrsquoespressione ὄρεξις βουλευτιϰή egrave equivalente a
ὀρεϰτιϰὸς νοῦς laquointelligenza appetitivaraquo e a ὄρεξις διανοητιϰή laquoappetito razionaleraquo171
I
termini βουλευτιϰή νοῦς διανοητιϰή indicano il λόγος cioegrave la ratio il calcolo conformemente
(ϰατά)172
al quale lrsquoὄρεξις appetisce
Nella προαιρεσις vengono ad unirsi due aspetti (μόρια) dellrsquolaquoanimaraquo laquoquello che
possiede il λόγοςraquo (τὸ λόγος ἔϰον) e laquoquello che egrave privo del λόγοςraquo (τὸ ἄλογον)173
Lrsquo ἄλογον ὀρεϰτιϰόν (cioegrave ὄρεξις) laquopartecipa alla ragione appunto in quanto le presta
ascolto e le obbedisceraquo (μετέχει πως ᾗ ϰατήϰοόν ἐστιν αὐτοῦ [λόγου] ϰαὶ πειϑαρχιϰόν174
Lrsquoὄρεξις quindi egrave una convinzione πείϑεται Il suo obbedire al λόγος egrave un essere
convinta il suo prestare ascolto egrave un udire un dar retta e il dar retta egrave daccapo lrsquoesser convinti
di qualcosa Il concordare col λόγος significa capirlo ed essere convinti di ciograve che il λόγος dice
Ma lrsquoὄρεξις egrave una convinzione non solo quando obbedisce e concorda col λόγος ma
anche quando disobbedisce e discorda Disobbedire e discordare significa infatti avere una
convinzione diversa da quella che si possiede quando si obbedisce al λόγος laquoCombattereraquoraquo
laquoresistereraquo laquoopporsiraquo laquoavversareraquo il λόγος dagrave luogo allrsquoἀτεχνία175
laquomancanza di arteraquo ma
ἀτεχνία non egrave semplic assenza di λόγος ma egrave la presenza di un λόγος falso (λόγος ψευδής)176
170 Ivi 1111 b 30
171 Ivi 1139 a 23 1139 b 4-5
172 Ivi 1113 a 20
173 Ivi 1102 a 28 sgg
174 Ivi 1102 b 30-31
175 Ivi 1140 a 21
176 Ivi 1102 a 22
106
II - Il dominio che guida il divenire
La προαιρεσις guida percheacute essa egrave la presa di possesso preliminare che traccia il
confine attorno alle cose che saranno prodotte e distrutte e insieme delimita preliminarmente il
campo del dominabile e lo sottrae allrsquoinfluenza di ogni altro laquoprincipioraquo diverso dallrsquouomo
cioegrave lo rende qualcosa di separato e di isolato dal Tutto Lrsquouomo egrave infatti il laquoprincipio delle
azioniraquo ἄνϑρωπος εἶναι ἀρχὴ τῶν πράξεων177
ossia laquone egrave il genitore come lo egrave dei propri
figliraquo (γεννητῆν τῶν πράξεων ὥσπερ ϰαὶ τέϰνων)178
Le cose laquoil cui principio egrave in noiraquo sono
laquoquelle che sono in nostro potereraquo (ὦν ϰαὶ αἱ ἀρχαὶ ἐν ἡμῖνhellipαὐτὰ ἐφ´ἡμῖν) laquoe che sono
laquovolontarieraquo (ϰαὶ ἑϰούσια)179
La προαίρεσις egrave ciograve per cui lrsquouomo egrave principio delle proprie azioni e quindi essa egrave
qualcosa di laquovolontarioraquo (ἑϰούσιον)180
giaccheacute nelle azioni laquoinvolontarieraquo (ἀϰούσια) e
laquoforzateraquo (βίαια) il loro laquoprincipioraquo egrave esterno a chi agisce (ἡ ἀρχὴ ἔξωϑεϑν)181
Ma la προαίρεσις egrave principio dellrsquoazione e quindi degli enti prodotti dallrsquoazione nel
senso che egrave laquoprincipio del movimentoraquo principio che muove le parti del corpo umano
servendosene come strumenti (ἡ ἀρχὴ τοῦ ϰινεῖν τὰ ὀργανιϰὰ μέρη)182
al fine di produrre certi
enti invece di altri E Aristotele stabilendo unrsquoidentitagrave tra il punto di vista di chi agisce e il
punto di vista del filosofo che riflette sullrsquoazione non si limita ad affermare che per la
coscienza di chi decide certe cose appaiano essere in potere di chi decide ma afferma che
nellrsquouomo laquoassennatoraquo (νοῦν ἔχων)183
la decisione si riferisce a cose che non sono soltanto
ritenute da parte di chi decide in suo potere ma sono in realtagrave in suo potere Il dominio della
προαίρεσις egrave realtagrave
177 Ivi 1112 b 31-32
178 Ivi 1113 b 18-19
179 Ivi 1113 b 20-21
180 Ivi 1112 a 14
181 Ivi 1110 a 1
182 Ivi 1110 a 15-16
183 Ivi 1112 a 21
107
E drsquoaltra parte ndash dice lo Stagirita ndash affincheacute lrsquouomo decida non egrave sufficiente che il suo
decidere appaia come un dominio nella coscienza ma egrave necessario che chi decide ritenga
(οἴεται) sia convinto che le cose decise sono portate allrsquoesistenza (γενέσϑαι) dalla decisione
stessa ossia che la sua decisione domina la dimensione delle cose decise La προαίρεσις non egrave
cioegrave il puro volere (βούλησις)184
ma egrave la decisione che calcola le cose che assume sotto il
proprio dominio e la cui esistenza e non esistenza essa vede in proprio potere
Il calcolo egrave unrsquolaquoanalisiraquo (ἀναλίύειν)185
che ricerca lrsquoordine dei mezzi piugrave idoneo alla
produzione del fine e che scompone la serie dei mezzi procedendo da quello che produce il
fine a quello intermedio che produce quel primo mezzo sino a giungere alla laquocausa primaraquo (τὸ
πρῶτον αἴτιον) della realizzazione del fine la quale causa prima egrave lrsquolaquoultimo ad essere trattato
nellrsquoanalisi ed egrave il primo ad essere prodottoraquo (τὸ ἔσχατον ἐν τῇ ἀναλύσει πρῶτον εἶναι ἐν τῇ
γενέσει)186
Lrsquoanalisi riconduce un mondo al principio del dominio e fa di questo principio il
dominatore di questo mondo Lrsquoanalisi egrave questo stesso principio che si impadronisce
preliminarmente di quel mondo considerandolo come il luogo ove esso principio puograve
esercitare il proprio dominio Sin tanto che lrsquoanalisi non riesce ad agganciare la serie dei mezzi
alla προαίρεσις in quanto principio del dominio lrsquoanalisi egrave laquoricercaraquo (ζητεῖν)187
e il ricercante
ricerca appunto laquocome agireraquo o laquoche cosa fareraquo ma la ricerca in quanto tale egrave lrsquoapertura della
dimensione sulla quale puograve stendersi il dominio dellrsquouomo E la ricerca egrave la προαίρεσις in
quanto essa egrave lrsquoimpadronirsi preliminare di questo dominio
Avendo fede di essere lrsquoautore delle proprie azioni il mortale crede di esserne
responsabile Il linguaggio esprime questa convinzione con la costruzione dei pronomi
personali e con la flessione del verbo Ma nella convinzione di essere responsabili delle proprie
azioni egrave presente la volontagrave di potenza
184 Ivi 1111 b 19 sgg
185 Ivi 1112 b 15 sgg
186 Ivi 1112 b 23-24
187 Ivi 1112 b 20
108
Il responsabile egrave infatti chi decide cioegrave chi separa dal Tutto la dimensione che egrave convinto di dominare Risponde delle proprie azioni percheacute ne egrave il padrone e ne egrave il padrone percheacute le ha
separate dal Tutto e le ha separate dal Tutto percheacute il Tutto gli appare come lrsquounione accidentale di
ciograve che esce e ritorna nel nulla188
Il mortale egrave lrsquoartefice Il mortale premetafisico egrave il tentativo di essere artefice la sua
decisione egrave ciograve costantemente accompagnata dalla possibilitagrave che le cose non si lascino
decidere e separare Invece il mortale metafisico riesce a decidere percheacute il suo decidere si
fonda sullrsquoapertura dellrsquo ἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
La τέχνη e la φρόνησις (laquosaggezzaraquo) sono la προαίρεσις nella quale lrsquoὄρεξις egrave unita al
calcolo laquoveroraquo (ἀληϑεύει)189
La προαίρεσις esiste infatti come laquovolontagrave calcolanteraquo
(βουλευτιχὴ ὄρεξις) anche quando il suo calcolo egrave errato o perchegrave considera in suo potere enti
che non lo sono o percheacute considera come mezzo ciograve che non egrave in grado di produrre il fine
La τέχνη egrave laquoabito produttivoraquo (ποιητιχὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου
ἀληϑοῦς)190
la φρόνησις egrave laquoabito praticoraquo (πραϰτιϰὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου
ἀληϑοῦς)191
Nellrsquouna e nellrsquoaltra la προαίρεσις non egrave un atteggiamento passeggero o
accidentale ma laquoabitoraquo (ἕξις) e cioegrave sono entrambe laquoabito con proponimentoraquo ma nella τέχνη
la προαίρεσις egrave principio di ποίησις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave esterno allrsquoazione) nella
φρόνησις la προαίρεσις egrave principio di πρᾶξις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave interno allrsquoazione
stessa)192
Sia nella tecnica sia nella saggezza morale ndash cioegrave nelle due forme dellrsquoazione
razionale193
ndash lrsquouomo egrave veramente laquopadroneraquo (ϰύριος)194
e principio del proprio agire da lui
dipendono sia le opere tecniche sia il bene
188 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 377
189 Aristotele Etica Nicomachea 1139 b 15
190 Ivi 1140 a 9-10 191 Ivi 1140 b 20-21
192 Ivi 1140 a 3-5
193 lt Nellrsquolaquoazione razionaleraquo (cioegrave nellrsquoazione capace nella sua forma piugrave evoluta di guidare
lrsquooscillazione dellrsquoente) la coscienza non insegue infatti una volontagrave che vuole oggetti imprevedibili per la
coscienza ndash non egrave una coscienza impotente di una volontagrave (cioegrave di una potenza) laquociecaraquo nellrsquolaquoazione razionaleraquo
la volontagrave sa ciograve che vuole gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 388
194 Aristotele Etica Nicomachea 1113 b 32 1139 a 18
109
Tanto la tecnica quanto la santitagrave sono cioegrave isolamento di un mondo che cosigrave separato
dal Tutto viene dominato dallrsquoagire conforme al calcolo vero Lrsquoessenza della tecnica egrave
lrsquoessenza dellrsquoetica Al giovane ricco che gli domanda che cosa deve fare per avere la vita
eterna Gesugrave risponde Ma proprio percheacute gli dice che cosa deve fare (osservare i
comandamenti e dare le proprie ricchezze ai poveri) proprio per questo la risposta di Gesugrave si
mantiene allrsquointerno dellrsquoisolamento della terra ndash e se il giovane ricco gli avesse dato ascolto
avrebbe ottenuto una laquovita eternaraquo che egrave pur sempre una determinazione dellrsquoalienazione
essenziale una determinazione cioegrave della terra isolata
Lrsquoisolamento del mondo umano non egrave una semplice intenzione soggettiva ndash cioegrave non egrave
la προαίρεσις in quanto volontagrave di dominio che appartiene alla preistoria dellrsquoOccidente ndash solo
in quanto le cose prodotte dalla τέχνη e dalla φρόνησις sono enti che escono e ritornano nel
nulla (τι τῶν ἐνϑεχομένων ϰαὶ εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) cioegrave sono lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
La laquosalvezza dellrsquoanimaraquo (ma anche quella del mondo e degli esseri del mondo dal
nulla) del cristianesimo rimane completamente allrsquointerno della φρόνησις aristotelica anche il
santo cristiano ndash in quanto esso egrave la προαίρεσις che egrave principio e produzione della salvezza ndash egrave
volontagrave di dominare lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente
Secondo il cattolicesimo nel credente la προαίρεσις egrave unita ma non egrave annullata dalla laquoGraziaraquo ndash cioegrave la volontagrave di dominio umana laquocooperaraquo nel credente con la volontagrave di dominio divina (e la
laquocooperazioneraquo egrave in realtagrave unrsquoesclusione reciproca) Ma soltanto laquoDioraquo egrave il laquosignoreraquo (ὁ ϰύριος)
dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente che produce la salvezza dellrsquouomo e il Dominus egrave δαιμόνιος cioegrave il
laquoseparanteraquo proprio in quanto egrave il laquoSalvatoreraquo195
Il separato egrave la laquoterraraquo o la laquodimoraraquo o la laquodonnaraquo o la laquomoltitudineraquo o il laquobestiameraquo
Dio separa le cose da seacute in quanto inviolabile se le cose fossero legate indissolubilmente alla
sua inviolabilitagrave egli non potrebbe dominarle
195 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 370
110
III - La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio
Il dominio che si impadronisce delle cose modificandole egrave possibile solo sul
fondamento del dominio che si impadronisce delle cose isolandole dal tutto Lrsquoisolarle egrave
appunto la persuasione che esse non dipendano in alcun modo (quanto al loro esistere al loro
manifestarsi alla loro intelligibilitagrave alle loro trasformazioni) da ciograve che sta al di lagrave del campo ndash
il campo del dominato ndash da esse costituito Si puograve disporre di qualcosa solo in quanto
isolandolo lo si egrave reso disponibile
Il dominio assegna un futuro alle cose dominate Sia nel senso che allrsquoisolamento egrave
assegnato il suo perpetuarsi nel futuro ndash al disponibile egrave cioegrave assegnato il suo mantenersi nella
disponibilitagrave ndash sia nel senso che al disponibile egrave assegnata una trasformazione del suo
contenuto che ancora esso non possiede Lrsquoassegnazione di un futuro alle cose dominate egrave
avere uno scopo Ma nel dominio avere uno scopo significa assegnare alle cose un futuro che
egrave diverso da quello che esse avrebbero indipendentemente da questa assegnazione Codesta
diversitagrave peraltro non significa che il dominio rende impossibile il divenire ma che lo guida
Col dominio il divenire si guida e quindi si dagrave un futuro diverso da quello che esso avrebbe se non fosse un guidarsi Se il futuro delle cose fosse predeterminato e inevitabile esso sarebbe
indipendente dagli scopi del dominio cioegrave non sarebbe possibile assegnare un futuro alle cose e
quindi il dominio sarebbe impossibile196
Quindi per poter assegnare un futuro e avere uno scopo il dominio deve essere la
certezza che le cose dominate e il loro futuro non dipendono da nientrsquoaltro che dalla volontagrave
dominante che assegna loro un futuro e cioegrave deve essere la certezza che le cose dominate sono
isolate dal tutto
196 Ivi cit pag 239
111
La capacitagrave poi di assegnare un futuro egrave dunque nel dominio laquolibero arbitrioraquo ossia
isolamento del dominato e del dominante
Se lrsquoisolamento appartiene allrsquoessenza del dominio tuttavia sin tanto che non viene portato alla
luce il senso dellrsquoente in quanto ente e sin tanto che lrsquoente non viene inteso come
ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente [] lrsquoisolare si presenta come unrsquoattivitagrave che non egrave garantita dallo statuto reale di ciograve che si vuole isolare e quindi si presenta come unrsquointenzione
soggettiva che puograve avere successo ma puograve anche fallire e che quando ha successo egrave
costantemente esposta alla possibilitagrave del fallimento197
Il dominio sullrsquoente ha un carattere laquoscientificoraquo da quando lrsquooperazione isolante del
dominio non egrave unrsquointenzione soggettiva ma egrave fondata sullrsquoisolamento laquorealeraquo dellrsquoente
197 Ivi cit pag 240
lt Solo se lrsquoente esce e ritorna nel nulla lo si puograve isolare e solo se lo si isola lo si puograve dominare []
Lrsquooriginario e decisivo impadronirsi dellrsquoente egrave il renderlo libero Lrsquoimpadronirsene egrave il sottrarlo al destino della
veritagrave dellrsquoessere [] Solo in quanto lrsquoente egrave disponibile allrsquoessere e al niente un padrone puograve disporne []
Lrsquoἐπιστήμη (da Platone a Hegel) egrave la prima forma di dominio dellrsquooscillazione lrsquooscillazione egrave dominata dallrsquo
ἐπιστήμη appunto in quanto egrave sottoposta al calcolo incontrovertibile [] Ma il controllo epistemico dellrsquooscillazione la rende impossibile [] Solo se il progetto della dominazione su cui si fonda la tecnica egrave reso
esterno al divenire dellrsquoente e quindi viene daccapo a costituirsi come un immutabile e quindi come il centro di
una totalitagrave organica si puograve ritenere (come accade nel pensiero di Heidegger) che la tecnica come lrsquo ἐπιστήμη
renda impossibile il divenire dellrsquoente Ma se il progetto di dominazione della tecnica del Tutto viene lasciato
allrsquointerno del processo del divenire allora questo progetto a differenza dellrsquoἐπιστήμη non egrave una prevaricazione
che soffoca la libertagrave del divenire [] La tecnica non soffoca il laquogiocoraquo del divenire ma toglie ogni limite alla sua
libertagrave gt Ivi cit pag 229
112
La scientificitagrave del dominio raggiunge il suo culmine nella civiltagrave della tecnica quando
la volontagrave che il senso dellrsquoente sia oscillazione tra lrsquoessere e il niente si libera da ogni
episteacuteme da ogni immutabile da ogni nesso necessario e si tiene dinanzi lrsquoente in quanto ente
e cioegrave ogni ente come oscillazione tra lrsquoessere e il niente
Questa volontagrave di dominio totale in cui consiste lrsquoessenza della civiltagrave della tecnica
presuppone che il tutto sia unificato dalla determinazione trascendentale dellrsquoente
lrsquoἐπαμφοτερίζειν
Ma la volontagrave di guidare lrsquooscillazione della totalitagrave dellrsquoente si realizza solo come
dominio di una parte dellrsquoente percheacute la totalitagrave dellrsquoente sta dinnanzi come divisa in una
molteplicitagrave di campi isolati e il dominio tecnologico non puograve assegnare alla totalitagrave un futuro
che sia il futuro della totalitagrave in quanto totalitagrave e sia dunque lo scopo unitario del tutto in
quanto tale
Se il dominio tecnologico avesse uno scopo unitario verso il quale avesse a dirigere la totalitagrave degli
enti la totalitagrave sarebbe infatti un organismo un sistema di nessi necessari tra gli enti dove la teleologia di ogni ente coinvolgerebbe e sarebbe coinvolta dalla teleologia di ogni altro ente Se
dunque il dominio tecnologico assegna un futuro a qualcosa (A) se cioegrave trasforma qualcosa
conformemente a un certo scopo questo scopo puograve essere soltanto lo scopo di quel campo particolare di enti che egrave A e di quelle operazioni particolari che sono idonee alla trasformazione di
A e non puograve essere pertanto se non accidentalmente lo scopo di B C D e delle operazione
particolari che si propongono la trasformazione di B C D appunto percheacute altrimenti tra A B C D sussisterebbe un nesso necessario ed esse non sarebbero determinazioni isolate Nel dominio avere
uno scopo significa assegnare un futuro a una parte isolata dal tutto198
E il carattere particolare e specifico dellrsquooperare scientifico-tecnologico egrave giagrave presente
nella formulazione platonico-aristotelica della laquodivisione del lavororaquo
198 Ivi cit pag 245
113
Nel II libro della Repubblica199
Platone dice che il πράττειν cioegrave il dominio
dellrsquooscillazione dellrsquoente egrave laquopiugrave intensoraquo (πλείω) laquopiugrave efficaceraquo (ϰάλλιον) e laquopiugrave
praticabileraquo (ῥᾷον)200
solo in quanto si suddivide in operazioni specifiche realizzate da certi
operatori e non da altri ἄλλͻς ἐπ´ἄλλου ἔργου πρᾶξιν (alium ad alius operis effectionem)201
La divisione (lrsquoisolamento) del lavoro non egrave una determinazione accidentale del lavoro la
divisione del lavoro sussiste ndash il lavoro egrave una molteplicitagrave di operazioni isolate ndash appunto
percheacute il laquolavororaquo egrave πρᾶξις ossia egrave la guida (αἰτία)202
dellrsquooscillazione dellrsquoente tra lrsquoessere e il
niente e quindi egrave la guida di ciograve che in quanto cosigrave oscillante egrave isolato ndash si che la guida
dellrsquoisolato egrave essa stessa unrsquooperazione isolata divisa dalle altre
Proprio di questa divisione parla Aristotele allrsquoinizio dellrsquoEtica quando afferma la
molteplicitagrave degli scopi (πολλὰ γίνεται ϰαὶ τὰ τέλη) in corrispondenza alla molteplicitagrave dei
laquolavoriraquo (πολλῶν δὲ πράξεων οὐσῶν ϰαὶ τεχνῶν ϰαὶ ἐπιστημῶν)203
Lo scopo egrave il futuro che viene assegnato a una parte percheacute se fosse il futuro assegnato
al tutto in quanto tale il tutto non sarebbe laquodiacronicoraquo ma laquosincronicoraquo e organico cioegrave
esisterebbe un nesso tra le parti Ma se il futuro di una parte isolata non puograve essere il futuro
delle altre parti se cioegrave le altre parti hanno altri futuri ogni scopo egrave a sua volta una parte
isolata dalla totalitagrave del futuro La totalitagrave degli scopi riproduce la molteplicitagrave di
determinazioni isolate del presente
Separata dal destino la terra appare nellrsquoisolamento come libera e insieme dominabile
Egrave dominabile proprio percheacute egrave stata liberata dal destino Ma la sua libertagrave egrave anche la sua
assoluta imprevedibilitagrave Il timore egrave innanzitutto lrsquoavvertimento di questa imprevedibilitagrave E il
mortale per allontanare tale timore circonda di legami la terra che stringono ciograve che egrave stato
sciolto dal piugrave indissolubile dei legami Legami che sono gli laquoimmutabiliraquo gli laquoeterniraquo i
laquodestiniraquo che restano evocati allrsquointerno della solitudine della terra
199 Prima edizione Universale Economica Feltrinelli Milano 1995
200 Ivi 370 c
201 Ibidem
202 Platone Sofista 265 b
203 Aristotele Etica Nicomachea 1094 a 6-8
114
CAPITOLO TERZO
Lrsquo alienazione nello sguardo del Destino
115
I - Ciograve che il mortale crede
Ciograve che i mortali chiamano laquovolontagraveraquo e laquodecisioneraquo egrave in veritagrave senza residui convinzione (certezza fede persuasione) cioegrave apparire A sua volta lrsquoapparire in cui consiste ogni decisione e
ogni volontagrave possiede un carattere laquopraticoraquo quel carattere che i mortali interpretano come
capacitagrave pratica di trasformazione del mondo ma che nello sguardo del destino della veritagrave egrave qualcosa di abissalmente diverso da tale capacitagrave
204
La decisione non egrave altro che la convinzione che stia per realizzarsi un processo di cui lo
stato attuale del mortale (cioegrave della sua mente del suo corpo) egrave insieme la causa (il principio)
e lrsquoinizio e di cui lo laquoscoporaquo cioegrave una certa disposizione futura dellrsquoente egrave il termine La
decisione egrave lrsquoapparire di una certa disposizione futura dellrsquoente come risultato tale
disposizione di un certo processo quando i mortali decidono accade per lo piugrave qualcosa (ossia
nel cerchio dellrsquoapparire entra per lo piugrave qualcosa) che i mortali interpretano come il realizzarsi
di quella stessa disposizione dellrsquoente che si erano proposti come scopo e che dunque essi
credono di essere stati capaci di tradurre dal piano delle idee a quello della realtagrave
Quellrsquoapparire che egrave la decisione egrave per lo piugrave accompagnato dallrsquoapparire di qualcosa
che il decidente interpreta come il conseguimento la realizzazione dello scopo
La volontagrave e quindi anche quella volontagrave che si realizza come preghiera egrave la convinzione che il
voluto si realizzi credite quia accipietis Ma se per Gesugrave la fede egrave convinzione ogni decisione egrave una convinzione siffatta Solo che i mortali non hanno piugrave fede che le montagne si muovano cioegrave
hanno fede di muoverle non mediate il laquoFiglio di Dioraquo ma mediante lrsquouso di certi strumenti che la
tecnica dellrsquoOccidente egrave andata approntando e cioegrave mediante la fede questa sigrave posseduta nel
laquomovimentoraquo prodotto da tali strumenti205
Nella prassi scientifica egrave tenuta costantemente aperta la possibilitagrave che la regione
controllata sia condizionata da fattori ignoti
204 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 487
205 Ivi cit pag 488
116
Ma nellrsquoatto del decidere e quindi anche nella decisione scientifico-tecnologica la
decisione egrave presa solo in quanto essa egrave la convinzione di disporre di tutte le forze che sono
richieste per la produzione dello scopo e quindi solo in quanto viene esclusa quella possibilitagrave
di intervento di forze ignote Una possibilitagrave che torna a riaprirsi quando la prassi scientifico-
tecnologica si lascia alle spalle questo tipo di decisione per elaborarne uno piugrave adeguato alla
nuova configurazione che nel frattempo la regione controllata egrave venuta ad assumere
Il mortale crede di volere crede di disporre dei mezzi piugrave idonei alla produzione dei
suoi scopi crede di dominare la terra ma il suo volere (cioegrave lrsquoinsieme e ognuna delle sue
convinzioni) egrave unito al dubbio (cioegrave allrsquoindecisione e al non volere) e ne egrave contrastato
La coscienza di decidere egrave un laquovedersiraquo decidere ossia egrave un laquovedersiraquo non dubitante
Ma questo laquovedereraquo non vede ciograve che egrave non laquovederaquo cioegrave lrsquounione essenziale ossia la
contraddizione del decidere e del dubbio ma laquovederaquo soltanto il decidere Puograve credere di
volere percheacute isola la fede dal dubbio ma il dubbio non cessa e non scompare per il fatto che
il mortale non vuole avere i dubbi che pur appartengono alla sua essenza La qualitagrave del volere
del mortale egrave pur sempre determinata dal dubbio respinto nellrsquoinconscio in quanto lrsquoinconscio
egrave ciograve che viene isolato dal contenuto che il mortale vuole riconoscere
Egrave questa volontagrave non volente che laquoottieneraquo ciograve che i mortali credono sia lrsquolaquoottenutoraquo
Il mortale non laquoottieneraquo crede di ottenere Crede di ottenere ciograve che vuole ma ciograve che accade
egrave il destino ndash il destino della veritagrave ndash che nessun dio e nessun uomo possono laquotenereraquo e
dominare e che include anche lrsquoaccadimento della fede e della volontagrave dei mortali
Nello sguardo del destino la volontagrave egrave apparire Non egrave laquoforzaraquo laquotendenzaraquo laquoappetitoraquo
laquoimpulsoraquo Lrsquoapparire in cui la volontagrave consiste egrave apparire di un contenuto che non egrave il destino
della veritagrave egrave lrsquoapparire di qualcosa che appartiene al mondo sognato dallrsquoalienazione della
veritagrave
117
Tale mondo egrave la terra isolata il contenuto che appare allrsquointerno dellrsquoisolamento della
terra Ma ogni apparire il cui contenuto non egrave il destino della veritagrave o un suo tratto egrave volontagrave
decisione ossia egrave la convinzione di dominare qualcosa e che il dominante sia quello stesso che
egrave il convinto Lrsquoisolamento della terra egrave la volontagrave originaria allrsquointerno della quale soltanto egrave
possibile e puograve sopraggiungere lrsquoapparire di ogni volizione e di ogni decisione del mortale
Lrsquoisolamento della terra egrave volontagrave che la terra sia la regione sicura ossia egrave la
convinzione di disporre della terra nel senso che questa convinzione egrave convinzione che la terra
si rende disponibile per il motivo che si egrave convinti di disporne E la convinzione che la terra sia
il terreno sicuro egrave convinta di ottenere la sicurezza della terra non per mezzo di altro ma per seacute
stessa Ma nellrsquoisolamento la terra sicura viene dapprima interpretata come lrsquoinflessibile Il
fondamento originario di ogni flessione (cioegrave di ogni decisione e azione) interpreta come
inflessibile il contenuto che esso ottiene nel proprio flettere originario Poi un poco alla volta
la flessione flette gli inflessibili della terra Quando lrsquoOccidente incomincia a testimoniare la
sicurezza della terra trova la terra giagrave divisa tra le cose inflessibili e quelle flessibili tra ciograve che
egrave sottratto ad ogni volere e ciograve che invece egrave disponibile ad esso
La cultura moderna vede nei mortali la presenza della volontagrave divina e il soggetto
trascendentale diventa la volontagrave di produrre la terra La terra che resta prodotta
nellrsquoautoproduzione del soggetto trascendentale egrave sempre la terra isolata che appare come il
terreno sicuro La volontagrave che produce la terra egrave intesa come la vera realtagrave il vero valore Nel
concetto di creazione umana di creazione divina del mondo di autoproduzione del soggetto
trascendentale di dominio tecnologico della terra la volontagrave originaria che la terra sia la
regione sicura sta dinnanzi a seacute stessa
118
Lrsquoaccadimento in cui consiste lrsquoisolamento della terra egrave lrsquoaccadimento dellrsquoesser
mortale del mortale ma lrsquoesser mortale egrave lrsquoessenza sia del mortale sia degli degravei sia del dio
cristiano sia del soggetto trascendentale sia del dominio tecnologico della terra
Ma la volontagrave proprio percheacute egrave volontagrave non puograve ottenere ciograve che essa vuole Il voluto
egrave in quanto tale il non ottenibile
Tutto ciograve che si ottiene egrave ciograve che si vuole ottenere ossia egrave ciograve che si crede si ha fede di
ottenere egrave ottenuto allrsquointerno dellrsquoalienazione Lrsquoalienazione egrave lrsquoastro eterno che consiste
nella convinzione che esista ciograve che egrave impossibile Allrsquointerno dellrsquoalienazione tutto ciograve che si
ottiene si ottiene percheacute sia ha fede di ottenerlo e si ha fede di averlo ottenuto
Il precetto evangelico che se si ha fede che le montagne si sollevino esse si solleveranno e il
tratto decisivo della scienza moderna (e che ancora si sottrae allrsquoautocoscienza della scienza) che la trasformazione del mondo ha carattere scientifico solo se egrave oggetto di consenso intersoggettivo e
quindi solo se si ha fede che tale consenso esista [] ebbene quel precetto e quel tratto
appartengono entrambi alla stessa essenza ossia alla volontagrave originaria dellrsquoisolamento della terra
che crede di aver ottenuto la sicurezza della terra per il motivo che essa crede che la terra sia il terreno sicuro ha fede che questa sicurezza sia percheacute essa ha fede che sia ndash anche se la fede
apparendo a seacute come fondamento di ciograve che essa ottiene non appare come fede ma come forza
capace di produrre ciograve che si presenta come dimensione sicura ed evidente206
La volontagrave non riesce ad essere volontagrave non ottiene ciograve che essa vuole e quindi non
ottiene nemmeno il proprio volere Lrsquoimpossibilitagrave del voluto non puograve apparire allrsquointerno della
volontagrave (allrsquointerno cioegrave dellrsquoisolamento della terra) appunto percheacute la volontagrave egrave volontagrave d i
isolarsi dal destino Ma proprio percheacute il voluto egrave lrsquoimpossibile egrave necessitagrave che allrsquointerno
della volontagrave il voluto appaia nel suo esser qualcosa in cui il destino della veritagrave non si mostra
cioegrave qualcosa la cui affermazione e la cui negazione appaiono equivalenti
206 Ivi cit pag 579
119
Nellrsquoisolamento della terra la volontagrave crede di volere (la fede ha fede di aver fede)
percheacute nellrsquoequivalenza dellrsquoaffermazione e della negazione di ciograve che essa crede di volere
isola lrsquoaffermazione dalla negazione isola ciograve che egrave dubbio dal suo esser dubbio sigrave che questo
contenuto isolato appare nel suo esser tenuto fermo cioegrave egrave affermato e in quanto affermato si
presenta come il voluto
Anche questo isolamento egrave fede volontagrave Ma la fede di aver fede (il credere di volere)
non determina un regressus in indefinitum al contenuto in cui la fede ha fede appartiene la
fede di aver fede al contenuto voluto dalla volontagrave appartiene il credere di volere la volontagrave di
volere
Il tramonto dellrsquoisolamento della terra ossia la negazione del contrasto tra veritagrave e
isolamento egrave ciograve che in veritagrave il mortale vuole Il mortale egrave ndash lo egrave solamente ndash questa volontagrave
ossia questa volontagrave costituisce lrsquoinconscio essenziale del mortale cioegrave quanto egli trattiene nel
non testimoniato consumando la totalitagrave del linguaggio nella testimonianza della terra isolata
La terra cosigrave voluta egrave quella semplificazione estrema da cui viene offerta la resistenza minore
al linguaggio che intende illuminare le cose nelle parole La resistenza maggiore egrave invece
costituita dalla struttura del mortale cioegrave dallrsquoapparire della negazione impotente del contrasto
tra il destino e lrsquoisolamento della terra (che a sua volta egrave il contrasto tra fede e dubbio nella
sicurezza della terra)
La terra egrave contesa da due volontagrave contrastanti da un lato lrsquoinvasione del destino da parte della terra
isolata possibile solo se appare il destino della terra cioegrave solo se la terra appare nel suo esser
sottratta alla nebbia dellrsquoisolamento mostrando il volto destinatole dalla veritagrave dallrsquoaltro lato in quanto isolata dal destino e dal dubbio la terra mostra un altro volto quello divenuto familiare ai
mortali e che invece egrave soltanto uno dei due volti che la terra mostra introducendosi nel cerchio
dellrsquoapparire207
207 Ivi cit pag 496
120
Il doppio volto della terra egrave il doppio volto di ogni cosa della terra ed egrave appunto questo
sdoppiarsi e questo contrastarsi delle sembianze terrestri lrsquoostacolo maggiore incontrato dal
tentativo di condurre nel linguaggio le cose Le cose della terra stanno dinnanzi nel cerchio
dellrsquoapparire sdoppiate e in contrasto ognuna con seacute medesima e il tentativo di legarle nel
linguaggio alla loro immagine egrave contrastato dal carattere sfuggente di ciograve che dovrebbe essere
il modello dellrsquoimmagine
Invece la semplificazione estrema costituita dalla terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio
ndash la semplificazione in cui la terra mostra ai mortali il suo volto piugrave familiare ndash non disorienta
il linguaggio ma gli va incontro con lrsquoapparente chiarezza e univocitagrave del suo senso Tale
estrema semplificazione non puograve essere certo considerata come il motivo per il quale il
linguaggio destinato allrsquoapparire egrave stato innanzitutto il linguaggio che esprime lrsquoimmagine
della terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio e tuttavia il linguaggio destinato allrsquoapparire egrave
dapprima e a lungo solamente il linguaggio che esprime la terra cosigrave isolata La terra cioegrave il
cui volto raggiunge la semplificazione estrema dei suoi tratti
121
II - La necessitagrave dellrsquoaccadere come risoluzione del problema della libertagrave dellrsquoente
Ogni ente egrave eterno Quindi eterno anche quellrsquoente che egrave lo stesso accadere dellrsquoente Nella
veritagrave lrsquoaccadere non egrave lrsquoincominciare ad essere ma lrsquoincominciare ad apparire Che lrsquoente
incominci ad apparire significa che esso eterno esce dallrsquoombra del non apparire ed entra
nella luce dellrsquoapparire Cade in questa luce208
Poicheacute lrsquoaccadere dellrsquoente egrave eterno egrave necessario che lrsquoente accada Inoltre egrave
necessario che lrsquoente accada con il senso determinato che gli conviene non solo egrave necessario
che lrsquoente accada ma egrave insieme necessario che accada proprio quellrsquoente che accade
Lrsquoaccadere dellrsquoente egrave determinato e quindi lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave la necessitagrave
dellrsquoaccadere cosigrave determinato Se infatti lrsquoente che accade non accadesse lrsquoaccadere dellrsquoente
non sarebbe e quindi non sarebbe eterno ma possibile accidentale Affermando che lrsquoente che
entra nellrsquoapparire sarebbe potuto non entrarvi ndash affermando cioegrave la laquocontingenzaraquo
dellrsquoapparire ndash si afferma che lrsquoente che accade sarebbe potuto non accadere cioegrave si nega la
necessitagrave dellrsquoaccadere e in questo modo il non essere (la nientitagrave) dellrsquoaccadere dellrsquoente vien
posto come una possibilitagrave Lrsquoimpossibile viene ritenuto possibile
Poicheacute lrsquoaccadere egrave il passaggio dal non apparire allrsquoapparire lrsquoessere (e quindi
lrsquoeternitagrave) del passaggio richiede necessariamente che lrsquoente che sopraggiunge nellrsquoapparire
prima non appaia e poi appaia Lrsquoaccadere egrave solo in quanto lrsquoente che accade si mantiene
nascosto sino a che incomincia ad apparire Lrsquoeternitagrave di ogni ente egrave lrsquoeternitagrave di ciograve che esso egrave
nel modo in cui lo egrave
Lrsquoapparire che nellrsquoaccadimento incomincia non egrave separato dal proprio incominciare
ma egrave appunto lrsquoapparire incominciante Se invece si isola lrsquoapparire dal suo incominciare ndash se
lo si pensa indipendentemente dal suo incominciare ndash si finisce col rendere impossibile quel
mantenersi nascosto quel non apparire ancora da parte dellrsquoente senza di cui lrsquoaccadimento
non potrebbe essere
208 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 97
122
Separato dal suo incominciare lrsquoapparire si presenta come qualcosa che non puograve
incominciare Ogni ente egrave eterno ma appunto egrave eterno lrsquoente nel suo essere ciograve che egrave
nellrsquoaccadimento lrsquoente che incomincia ad apparire non egrave in sintesi con un apparire che egrave
separato dal proprio incominciare ma egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante
Questa egrave la sintesi che egrave e che egrave eterna il contenuto dellrsquoaltra sintesi invece ndash cioegrave della sintesi tra
lrsquoente e il suo semplice (astratto) apparire ndash non egrave appunto percheacute egrave ottenuta prescindendo dallrsquoincominciare che pur determina lrsquoapparire incominciante
209
Proprio percheacute lrsquoente che accade egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante lrsquoente in cui
consiste questa sintesi non esclude ma allrsquoopposto richiede necessariamente che prima di
incominciare ad apparire lrsquoente che accade non appaia lrsquoente incomincia ad apparire solo in
quanto esiste un prima rispetto allrsquoapparire dove tale ente ancora non appare Ma questo non
apparire ancora che precede lrsquoincominciare ad apparire non egrave la nientitagrave dellrsquoapparire
incominciante
Con lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente non si produce una sintesi nuova tra lrsquoente e il
suo apparire ma tutto ciograve che sopraggiunge egrave giagrave eterno Che col sopraggiungere non si formi
una sintesi nuova uscita dal niente non significa che quella tra il sopraggiungente e il suo
sopraggiungere cioegrave il suo incominciare ad apparire non sia una sintesi ma significa che in
quanto questa stessa sintesi sopraggiunge essa egrave giagrave eterna210
209 Ivi cit pag100
210 Con ciograve potremmo rispondere a una delle cretiche che C Fabro rivolge al divenire severiniano lt
Severino non spiega percheacute e come le cose della terra incominciano ad apparire ndash da dove sbucano dalla terra
[] e se incominciano ad apparire significa che le cose prima erano nascoste (a parte la domanda del dove fossero
nascoste) ci si puograve chiedere anche chi le ha spinte fuori dallrsquoombrahellip per guadagnar le stelle od almeno il sole
della coscienza E soprattutto quando incomincia questo cominciare gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente
cit pag 129
123
Affermando invece che il sopraggiungente sarebbe potuto non sopraggiungere ndash ossia
che ciograve che incomincia ad apparire sarebbe potuto non apparire ndash si afferma che la sintesi tra
lrsquoente che sopraggiunge e il suo sopraggiungere sarebbe potuta rimanere un niente Ma se
lrsquoapparire egrave laquoil nienteraquo che laquoil nienteraquo accolga o non accolga lrsquoente egrave qualcosa di
assolutamente indifferente e quindi lrsquoapparire egrave libertagrave Mentre lrsquoapparire egrave laquonienteraquo solo nel
senso che la sua determinatezza non egrave che lrsquoapparire delle determinazioni
Lrsquoaccadere egrave lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente Egrave questo lrsquoaccadere che nellrsquoapertura della
veritagrave appare Inteso invece come un incominciare ad essere uscendo dal niente lrsquoaccadere non egrave qualcosa che appare [] Poicheacute lrsquoaccadimento (il divenire) non egrave la creazione dellrsquoente ma il
sopraggiungere dellrsquoente cioegrave dellrsquoeterno nellrsquoapparire lrsquoaccadimento egrave dunque solamente in
quanto appare Un divenire laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile egrave cioegrave un concetto del
nichilismo211
Appunto percheacute un accadimento laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile la supposizione
che sarebbe potuto accadere altro da ciograve che di fatto accade non puograve essere mantenuta
affermando che sigrave lrsquoaccadere effettivo dellrsquoente egrave eterno ma questo eterno sarebbe potuto no
apparire e sarebbe potuto apparire lrsquoaccadere che di fatto non appare Questa supposizione non
puograve essere mantenuta percheacute lrsquoapparire appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere e cioegrave lrsquoaccadere
esiste solo in quanto appare e non puograve avere la possibilitagrave di restare nel non apparire lasciando
che un altro accadere appaia E lrsquoaccadere non egrave lrsquoaccadere in generale ma egrave lrsquoaccadere nella
sua attualitagrave Lrsquoapparire che appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere egrave questo attuale apparire egrave
lrsquoattualitagrave dellrsquoapparire ed egrave dunque questa attualitagrave ciograve senza di cui lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave
impossibile
Lrsquoapparire dellrsquoaccadimento accade e tuttavia non egrave un accadimento Lrsquoapparire
dellrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente incomincia e tuttavia non egrave un incominciare
211 Ivi cit pag 104
124
Lrsquoaccadimento che appare non egrave soltanto questo o quellrsquoaccadere particolare ma egrave la
totalitagrave dellrsquoaccadere che appare Anche se si trasforma laquocontinuamenteraquo lrsquoaccadere appare
comunque come totalitagrave dellrsquoaccadere Gli accadimenti che appaiono sono laquocontinuamenteraquo
diversi ma appaiono necessariamente come totalitagrave dellrsquoaccadimento Lrsquoapparire della totalitagrave
dellrsquoaccadere non potrebbe essere apparire della totalitagrave dellrsquoaccadere appunto percheacute questa
totalitagrave avrebbe al di fuori di seacute quellrsquoaccadere che egrave lrsquoaccadere dellrsquoapparire della totalitagrave
dellrsquoaccadere
Dire infatti che lrsquoente che sopraggiunge entra nellrsquoapparire significa che lrsquoapparire
dellrsquoente diventa apparire anche dellrsquoente che sopraggiunge in quanto egrave apparire anche
dellrsquoente che sopraggiunge lrsquoapparire in cui il sopraggiungente sopraggiunge egrave esso stesso
sopraggiungente Quindi lrsquoapparire del sopraggiungente egrave apparire anche del proprio
sopraggiungere lrsquoapparire del sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente egrave lo stesso
apparire del sopraggiungente e il sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente non egrave
qualcosa che non possa appartenere alla totalitagrave del sopraggiungere ma egrave contenuto di questa
totalitagrave un contenuto che egrave lo stesso contenente
Lrsquoessere con tutti gli altri enti nessuno escluso appartiene allrsquoessenza di ogni ente La
parte egrave nel Tutto non accidentalmente ma necessariamente Il Tutto non si limita a circondare
la parte ma la parte egrave ciograve che essa egrave solo in quanto egrave unita al Tutto
La persuasione che le decisioni ndash umane o divine ndash siano laquolibereraquo egrave invece la negazione
del legame necessario che unisce ogni parte a tutte le altre Tale persuasione separa infatti dal
Tutto quella parte che egrave lrsquoaccadimento della decisione e la rende qualcosa di assolutamente
indipendente Questa separazione sussiste in ogni caso sia che ancora si intenda la decisione
libera come qualcosa che sarebbe potuto non essere invece di essere sia che si intenda la
decisione libera come un ente eterno che sarebbe potuto non apparire invece di apparire
125
Lrsquoisolamento della decisione dal Tutto ndash e ogni isolamento ndash egrave negazione della veritagrave
dellrsquoessere non solo percheacute esso nega ogni legame necessario che unisce la parte al Tutto ma
anche percheacute in esso si esprime ancora una volta il nichilismo Negando ogni legame
necessario col Tutto lrsquoisolamento nega insieme il legame necessario che egrave richiesto
dallrsquoeternitagrave del Tutto e quindi nega lrsquoeternitagrave del Tutto negando la conseguenza nega il
fondamento La stessa prevaricazione che isola la decisione laquoliberaraquo dal tutto pone la
decisione (e il Tutto) come un niente La contingenza dellrsquoaccadere egrave dunque espressione del
nichilismo
Il linguaggio dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo Dice cosigrave che lrsquoazzurro
del cielo ora egrave un niente il cielo era azzurro Ma il cielo azzurro egrave una delle eterne cose della
terra che si inoltrano nel cerchio eterno dellrsquoapparire della veritagrave e ne escono dopo averlo
attraversato (Un cielo azzurro che non egrave espressione di un cielo azzurro universale ma
quellrsquoazzurritagrave del cielo considerata nella sua irripetibilitagrave e singolaritagrave es il cielo di oggi un
giorno di marzo a Roma) Il cielo egrave azzurro La contrapposizione tra lrsquolaquoegraveraquo copulativo e lrsquolaquoegraveraquo
esistenziale egrave propria del nichilismo Lrsquolaquoegraveraquo unisce il cielo e la sua azzurritagrave ma li unisce
appunto nellrsquoessere La loro unitagrave egrave ossia egrave eterna Il cielo egrave eternamente azzurro Il cielo egrave la
sua azzurritagrave nel senso che egrave il cielo-che-egrave-azzurro che egrave lrsquoazzurro-di-questo-cielo E il
contenuto dellrsquoerrore (in ogni errore si esprime la volontagrave di sottrarsi al destino della veritagrave
cioegrave lrsquoalienazione della veritagrave) egrave il niente
Ma proprio percheacute lrsquoente non egrave e non puograve diventare un niente il dire del destino non egrave
una laquoproposizioneraquo che da laquoveraraquo possa diventare laquofalsaraquo Nel destino il dire egrave lrsquoapparire
dellrsquoidentitagrave trascendentale che costituisce lrsquoessere qualcosa da parte di qualcosa ad esempio egrave
lrsquoapparire dellrsquoessere azzurro del cielo Ciograve che in veritagrave accade quando il linguaggio
dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo non egrave il diventar falso dellrsquoapparire del cielo
azzurro ma egrave lrsquouscire di questo apparire dal cerchio intramontabile dellrsquoapparire
126
Il cielo azzurro appare cioegrave dimora nel cerchio dellrsquoapparire della veritagrave Appunto
percheacute appare appare la sua destinazione allrsquoessere Poi laquoil cielo si oscuraraquo Nel linguaggio
dellrsquoOccidente lrsquolaquooscurarsiraquo esprime unrsquolaquoazioneraquo del cielo che prima laquoeraraquo azzurro Ma nella
veritagrave il cielo azzurro non si oscura non compie lrsquoazione di incupire e di render niente la
propria azzurritagrave Esso egrave eternamente azzurro e ciograve che lrsquoOccidente chiama laquoil suo oscurarsiraquo egrave
lrsquoinoltrarsi del cielo (eternamente) oscuro nel cerchio dellrsquoapparire mentre da questo cerchio
lrsquoeterno cielo azzurro esce e scompare La testimonianza della veritagrave non dice quindi che laquoil
cielo non egrave piugrave azzurroraquo ma che il cielo eternamente azzurro si egrave portato fuori dellrsquoapparire
nel non apparire Di esso non dice laquonon egraveraquo (laquonon egrave piugraveraquo laquonon egrave ancoraraquo) bensigrave laquonon egrave
presenteraquo laquonon egrave apparenteraquo (questrsquoultimo termine da intendersi come participio presente del
verbo apparire) Dice dunque laquoIl cielo (che egrave) azzurro non egrave (piugrave) apparenteraquo Ma daccapo
questrsquoultima affermazione non significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro non egrave (piugrave)raquo e che
pertanto questo apparire egrave diventato un niente bensigrave significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro
non egrave (piugrave) apparenteraquo
Ciograve che entra e esce dal cerchio dellrsquoapparire appartiene eternamente ad esso ma
dicendo che tale appartenenza laquoentraraquo nel cerchio dellrsquoapparire si intende escludere che in
qualsiasi modo lrsquoappartenenza si trovi giagrave nel cerchio e dicendo che ne esce si intende
escludere che essa in qualche modo continui a trovarvisi Pertanto ciograve che entra in questo
cerchio non egrave lrsquoatteso ma lrsquoinatteso e ciograve che ne esce non egrave il laquoricordatoraquo ma il
laquodimenticatoraquo Il laquoricordareraquo e il laquodimenticareraquo nel linguaggio del destino della veritagrave non
sono funzioni psicologiche o proprietagrave della coscienza trascendentale in quanto figura della
tradizione filosofica del nichilismo il laquodimenticareraquo egrave il cerchio dellrsquoapparire in quanto non
contiene piugrave in seacute qualcosa non lo contiene piugrave in nessun modo il laquoricordareraquo egrave il cerchio
dellrsquoapparire in quanto contiene ancora in seacute in qualche modo il ricordato
127
In qualche modo infatti lrsquoatteso appare giagrave e il ricordato appare ancora Quando
lrsquoatteso sopraggiunge non entra quindi simpliciter nel cerchio dellrsquoapparire e quando il
laquopresenteraquo passa e si mantiene nella memoria non esce da quel cerchio In entrambi i casi
varia soltanto il modo in cui si mostra una certa identitagrave che permane nel cerchio dellrsquoapparire
Ma lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire puograve apparire solo in quanto gli
insiemi di enti che lrsquoinoltrarsi porta progressivamente alla luce non sono via via dimenticati
(non vanno cioegrave uscendo via via dal cerchio dellrsquoapparire) ma continuano ad apparire sia pure
come passati Nella veritagrave appare lrsquoinoltrarsi della terra e lrsquoinoltrarsi appare solo in quanto
appare il passato Egrave infatti in relazione al passato ossia egrave percheacute il passato appare che il
sopraggiungente puograve apparire come tale Se nel sopraggiungere ciograve che giagrave appariva ndash e cioegrave
il passato ndash uscisse dimenticato dallrsquoapparire il sopraggiungente non potrebbe apparire come
laquogiunto sopraraquo qualcosa (appunto percheacute questo qualcosa sarebbe assente) e non solo il
sopraggiungente non potrebbe apparire come tale ma non potrebbe apparire affatto Questo
percheacute lrsquoapparire dellrsquoinoltrarsi della terra non solo esige lrsquoapparire del passato ma questo
inoltrarsi egrave necessariamente un permanere la permanenza assoluta dellrsquoidentitagrave costituita dalla
struttura della veritagrave che egrave presente in ogni insieme di enti che entrano nel cerchio
dellrsquoapparire Ciograve che permane egrave sigrave ciograve che appare ancora ma insieme egrave ciograve che appariva
anche prima il permanente egrave cioegrave presente e passato Il sopraggiungente sopraggiunge quindi
di necessitagrave nella permanenza ossia nellrsquoapertura di un passato Lrsquoessenza del divenire non puograve
essere stabilita indipendentemente dallrsquoessenza del passato
laquoLa legna arde nel camino e diventa cenereraquo Cosigrave parla il nichilismo nel linguaggio
quotidiano Diventando cenere la legna in quanto legna egrave distrutta cioegrave annientata
128
Anche se la scienza della natura afferma che lrsquoenergia in cui consiste la legna non egrave
andata distrutta nella combustione ma rimane sotto forma diversa tuttavia la forma che
lrsquoenergia assumeva nella legna egrave inevitabilmente pensata nella prospettiva scientifica come
ciograve che egrave andato distrutto e che dunque si egrave annientato
Ma la combustione come ogni divenire puograve essere laquosperimentataraquo solo se quando si
fa esperienza della cenere la legna non egrave stata dimenticata Giagrave in Kant egrave pienamente acquisito
il principio che la coscienza (o sperimentazione) del divenire non diviene ossia che lo stato
precedente (la legna che ancora non egrave diventata cenere) devrsquoessere conservato nella coscienza
insieme allo stato susseguente (la cenere) affincheacute si dia coscienza di un divenire
Nella dialettica della coscienza sensibile col sopraggiungere dellrsquouniversale e della coscienza
indiveniente del divenire il passato permane Egrave quanto richiesto dal principio secondo cui nel risultato egrave essenzialmente conservato e contenuto ciograve da cui esso risulta [] Il risultato egrave un
permanere [] la coscienza del divenire egrave necessariamente coscienza della permanenza [] Nella
laquoDimostrazioneraquo della laquoprima analogiaraquo dellrsquoesperienza (Critica della ragion pura sezione terza
dellrsquoAnalitica dei principi) si dice che qualcosa puograve mutare solo se resta Tutto ciograve che muta resta la permanenza egrave condizione necessaria in cui solo egrave possibile che i fenomeni siano determinabili
come cose od oggetti di una esperienza possibile212
Lo stato precedente egrave conservato come passato e questo conservarlo egrave il ricordo Il
ricordo ricorda qualcosa di positivamente determinato (la legna) ricorda cioegrave un non-niente
212 E Severino Tautόtēs cit pag 86-87
129
In quanto non-niente il ricordato non puograve essere quindi ciograve che nella combustione egrave
diventato niente213
Per il nichilismo il passare egrave un annientamento ma allora il passato in quanto
annientato e dunque in quanto niente non puograve apparire Lrsquoannientarsi egrave insieme
necessariamente uno sparire Ma in questo modo il ricordo non ricorda il passato ndash giaccheacute
lrsquoautentico passato non puograve apparire ndash e quindi non egrave ricordo ma apparizione di ciograve che del
passato nascosto continua ad esistere e che dunque non egrave un passato
213 lt Tuttavia non egrave unrsquoaltra legna ma egrave proprio la legna ricordata che nella combustione egrave diventata
cenere e che quindi si egrave annientata in quanto legna Ma di ciograve che egrave divenuto niente non puograve esserci memoria Ma
senza memoria egrave impossibile la coscienza del divenire Per salvare la memoria il nichilismo egrave costretto a
distinguere nel passato che appare nel ricordo due aspetti Da un lato il passato in quanto oggetto del ricordo egrave
uno dei molti fattori del diveniente che continuano ad esistere nonostante lrsquoannientamento cui il diveniente va
incontro oltre alla cenere al fumo e al calore della legna rimane anche il suo esser ricordata Dallrsquoaltro lato crsquoegrave
lrsquoaspetto del passato relativamente al quale si verifica lrsquoannientamento Il passato si annienta non in quanto esso egrave
oggetto del ricordo ma in quanto ha questo secondo aspetto ciograve che egrave diventato niente non egrave la legna che appare
nel ricordo ma altro Un altro che perograve appartiene alla legna che appare nel ricordo Per Hegel questo altro egrave
laquolrsquoesistenzaraquo della legna e ciograve che appare nel ricordo egrave la laquoformaraquo o essenza della legna Egrave lo stesso concetto di Agostino il passato esiste nellrsquoanima cioegrave esiste come idealitagrave essenza non come esistenza reale Ma su quale
base viene affermata lrsquoesistenza (passata) di questo altro che egrave divenuto inesistente Non si puograve rispondere
dicendo che questo altro appare nel ricordo appunto percheacute ciograve che appare nel ricordo in quanto appare come un
non-niente determinato non egrave un niente E per quanto riguarda lrsquoErinnerung hegeliana la legna ricordata non egrave
una legna ricordata come inesistente Il passato appare e nel nichilismo qualcosa di esso egrave divenuto un niente
Ma che cosa Non qualcosa che appare tutto il passato che appare sta ligrave dinnanzi come un positivo Qualcosa
dunque che non appare gt Id Destino della necessitagrave pag 178
130
Egrave percheacute lrsquoannientarsi egrave insieme lrsquouscire dallrsquoapparire che lrsquoapparire in quanto tale
non puograve attestare alcuncheacute della sorte di ciograve che si egrave portato al di fuori dellrsquoapparire se
continui ad esistere o se sia diventato nulla Lrsquoannientamento del passato egrave cioegrave lrsquoapriori con il
quale il nichilismo interpreta lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire
Nella veritagrave dellrsquoessere invece lo scomparire non egrave lrsquoannientamento di ciograve che
scompare e il progressivo arricchirsi della manifestazione del passato mostra appunto che il
dimenticato (ossia ciograve che egrave uscito dal cerchio dellrsquoapparire) continua ad essere e che questo
suo essere riappare nel concretarsi del ricordo
E non solo lrsquoapparire del divenire non attesta lrsquoannientamento del passato ma la
persuasione che il passato sia ciograve che egrave divenuto un niente rende impossibile lo stesso apparire
del divenire Infatti il divenire appare solo se appare il passato ma se il passato egrave ciograve che ormai
egrave un niente il passato non puograve apparire e dunque non puograve apparire nemmeno il divenire Ciograve
che lrsquoOccidente ritiene lrsquoevidenza suprema ndash lrsquouscire e il ritornare nel niente ndash rende
impossibile la visione del divenire ossia la visione della variazione del contenuto che appare
131
III - laquoCrescereraquo come divenire
Nellrsquoapparire del divenire il laquopassatoraquo egrave ciograve che non laquocresceraquo piugrave ma la cui avvenuta
crescita continua ad apparire insieme al laquopresenteraquo ndash dove il laquocrescereraquo non egrave una
trasformazione ontologica ma egrave la successione degli eterni che sebbene diversi hanno
qualcosa di identico (che egrave appunto ciograve che nella successione egrave il crescente) La permanenza
dellrsquointramontabile egrave il sopraggiungere in esso del suo differenziarsi ndash ossia dei differenti eterni
di cui esso egrave identitagrave Affincheacute unrsquoidentitagrave permanga nei differenti che sopraggiungono si
richiede pertanto la separazione e lrsquoindifferenza dellrsquoidentico rispetto ai differenti si richiede
cioegrave che lrsquoidentico abbia il senso che ha indipendentemente dal contenuto che entra e esce dal
cerchio dellrsquoapparire
Lrsquoaffermazione dellrsquoidentico sembra negare il legame necessario che sul fondamento
dellrsquoeternitagrave di ogni ente unisce ogni ente a ogni altro ente E drsquoaltra parte se non ci fosse
permanenza dellrsquoidentico non potrebbe nemmeno apparire la variazione del contenuto che
appare non potrebbe apparire alcun divenire Questa aporia egrave provocata dalla separazione che
isola lrsquoidentitagrave permanente dal contenuto che appare e che egrave il contesto dellrsquoidentitagrave Lrsquoaporia
ponendo la permanenza dellrsquoidentitagrave come risultato della separazione dellrsquoidentitagrave si
costituisce proprio in quanto lrsquoidentitagrave viene separata dagli insiemi che lrsquohanno in comune e nei
quali essa permane La separazione dellrsquoidentitagrave egrave il fondamento dellrsquoaffermazione che la
permanenza dellrsquoidentitagrave egrave separazione Nella testimonianza del destino della veritagrave dellrsquoessere
lrsquoidentitagrave che permane egrave invece ciograve che hanno in comune i diversi insiemi eterni che
sopraggiungono e si ritraggono dal cerchio dellrsquoapparire Eterni sono sia la identitagrave del diverso
sia la sopraggiungente e ritraentesi diversitagrave dellrsquoidentico Il non permanente egrave lrsquoeterno che
entra ed esce dal cerchio dellrsquoapparire o che continuando ad apparire ha raggiunto il
compimento del suo permanere
132
Il laquocrescereraquo egrave lrsquoapparire dellrsquoidentitagrave degli eterni diversi che si succedono nel cerchio
dellrsquoapparire egrave il ritrovarsi dellrsquoidentitagrave nel sopraggiungere dei diversi E quando la crescita ha raggiunto il suo compimento essa egrave divenuta un perfectum non nel senso che sia il prodotto
compiuto di un facere ma nel senso che lrsquoidentitagrave del diverso si egrave portata totalmente
compiutamente nel cerchio dellrsquoapparire si che in questo cerchio giunge ad apparire la totalitagrave compiuta del diverso di cui lrsquoidentitagrave egrave identitagrave e lrsquoapparire di questa totalitagrave egrave in questo senso il
perfectum214
Ciograve che diventa un passato non si trasforma e non egrave nemmeno necessario che qualcosa
di esso esca dallrsquoapparire Nel passato lrsquoente rimane tutto ciograve che esso nella sua destinazione
allrsquoapparire egrave riuscito a mostrare di seacute nel presente e non egrave nemmeno necessario affincheacute
lrsquoente passi che scompaia qualcosa di ciograve che esso egrave nel presente Col passare avviene di certo
una variazione nel contenuto del cerchio dellrsquoapparire ma questa variazione non riguarda
necessariamente ciograve che passa ndash giaccheacute appunto nel passato lrsquoente puograve continuare ad
apparire mostrando tutto ciograve che esso egrave nel presente ndash ciograve che egrave necessario appaia percheacute
appaia la variazione egrave il sopraggiungere di qualcosa
Nellrsquoapertura della veritagrave dellrsquoessere il divenire egrave il sopraggiungere dellrsquoeterno
lrsquoinoltrarsi dellrsquoeterna terra nel cerchio eterno dellrsquoapparire Per quanto atteso e previsto il
sopraggiungere della terra possiede sempre qualcosa di imprevisto qualcosa cioegrave che non egrave
visto in precedenza e che dunque entrando nel cerchio dellrsquoapparire esce dallrsquoombra del non
apparire Ma il sopraggiungere ndash cioegrave il divenire ndash appare come tale solo in quanto appare la
dimensione sopra la quale il sopraggiungente giunge e che nel sopraggiungere egrave sorpassata
ossia diviene un passato
Per concludere lrsquoestrema prevaricazione egrave il voler dimenticare di essere eterni nel Tutto
eterno voler dimenticare di essere lrsquoeterno apparire del destino della veritagrave nel quale si inoltra
la terra e voler appartenere alla terra isolata
214 Ivi cit pag 186
133
La prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire
allrsquoeternitagrave del Tutto e quindi dellrsquouomo Le cose della terra vanno e vengono muoiono e
nascono La volontagrave di appartenere alla terra isolata egrave la volontagrave di morire
La persuasione che la terra sia la regione con cui abbiamo sicuramente a che fare
scioglie non solo il legame che unisce ogni parte al Tutto ma scioglie anche il legame che
unisce lrsquoapparire della terra allrsquoapparire della veritagrave dellrsquoessere Ma questi legami sono
indissolubili e sciogliere lrsquoindissolubile egrave soltanto lrsquointenzione di scioglierlo ossia egrave il volere
lrsquoimpossibile
La convinzione che lrsquoaccadere delle cose sia contingente e che quindi le decisioni dei
mortali e degli degravei siano libere sorge allrsquointerno dellrsquoalienazione essenziale della veritagrave
Lrsquoisolamento della terra ossia lrsquoaccadimento del mortale egrave il fondamento di quella
convinzione Solo percheacute lrsquouomo egrave diventato un mortale puograve convincersi di essere libero
Il destino della veritagrave che non tramonta nemmeno con lrsquoaccadimento dellrsquoalienazione essenziale
della veritagrave dice che tutto ciograve che accade egrave destinato ad accadere ossia dice che la terra (che egrave la totalitagrave dellrsquoaccadimento) egrave destinata ad inoltrarsi nel cerchio dellrsquoapparire eterno
dellrsquointramontabile ed egrave destinata ad inoltrarvisi come laquodi fattoraquo vi si inoltra Il laquofattoraquo egrave il destino
cioegrave la necessitagrave (nella veritagrave del suo senso)215
La necessitagrave e il destino nella veritagrave del loro senso sono il cuore di ogni ente sono il
mantenersi da parte di ogni ente in accordo con ciograve che esso in veritagrave egrave
215 Ivi cit pag 443
134
PARTE TERZA
LA FEDE
Lrsquoimpossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione
lt Catturato dalla ragione malata il Verbo egrave inconciliabile con la ragione
Purificata Lrsquoinconciliabilitagrave non riguarda la ragione in quanto tale ma la forma
storica assunta dalla ragione occidentale gt216
216 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 42
135
CAPITOLO PRIMO
Filosofia e fede
136
I - Lo sguardo filosofico alla rivelazione
Nellrsquoantichitagrave i poeti presentano i loro canti come il risultato di un ammaestramento
divino la divinitagrave era posta allrsquoorigine della loro espressione il che significa che i poeti
esprimono un sapere che egrave a tutti gli effetti divino Era infatti convinzione comune che la
conoscenza fosse assolutamente impossibile senza lrsquointervento degli dei ed egrave in questa
prospettiva che Esiodo e Omero presentano i loro poemi NellrsquoVIII libro dellrsquoOdissea217
Odisseo tesse le lodi del cantore Demodoco laquocerto Apollo o la musa figlia di Zeus ti
istruironoraquo il cantore solo percheacute il sapere gli proviene da una fonte superiore puograve cantare
ciograve che capitograve agli Achei a Troia pur senza aver visto coi suoi occhi Anche lrsquoincipit della
Teogonia esiodea218
egrave sotto questo profilo particolarmente significativo laquosono le muse che un
giorno un bel canto insegnarono a Esiodoraquo Ma le muse di Esiodo e qui sta la cosa
interessante raccontano anche cose false cosiccheacute sta allrsquouomo capire gli ammaestramenti
divini evitando di riceverli passivamente non ogni forma di poesia percheacute ispirata dalle muse
egrave autenticamente vera Si affaccia cosigrave lrsquoidea che la conoscenza umana abbia una sua
indipendenza
Con lrsquoavvento della filosofia come egrave giagrave stato detto nella prima parte del presente
lavoro lrsquouomo cerca un sapere vero non smentibile un sapere che si imponga per la sua
incontrovertibilitagrave lrsquoepi-steacuteme ma la ricerca di una tale sapere fu possibile percheacute il pensiero
era convinto di giungere alla veritagrave in quanto la filosofia nel mondo antico era affermazione
immediata di certezza e veritagrave e quindi lrsquouomo era artefice di un pensiero vero
Il cristianesimo egrave invece la forma di pensiero filosofico che crede che la veritagrave sia
garantita solo se non egrave una produzione umana come per i Greci ma egrave rivelata da Dio
217 In URL wwwbibliolandiacomperioit Omero Odissea traduzione di N Delvinotti Consultato in
data 12042017
218 In URL wwwlariciit Esiodo Teogonia traduzione di E Romagnoli Consultato in data 12042017
137
E quando per difendersi dagli attacchi polemici e dalle persecuzioni noncheacute per
garantire la propria unitagrave contro sbandamenti ed errori il cristianesimo dovette venire in chiaro
dei propri presupposti teorici e organizzarsi in un sistema di dottrine esso si presentograve come
lrsquoespressione completa e definitiva della veritagrave che la filosofia greca cercava Una volta postosi
sul terreno della filosofia il cristianesimo tenne ad affermare la propria continuitagrave con la
filosofia greca ed a porsi come lrsquoultima e piugrave compiuta manifestazione di essa Giustificograve
questa continuitagrave con lrsquounitagrave della ragione che Dio ha creata identica in tutti gli uomini di tutti
i tempi e alla quale la rivelazione cristiana ha dato lrsquoultimo e piugrave sicuro fondamento e con ciograve
affermograve implicitamente lrsquounitagrave della filosofia e della religione Questa unitagrave egrave un presupposto
che guida e sorregge tutta la ricerca dei Padri della Chiesa nel loro contributo allrsquoelaborazione
dottrinale la cui opera egrave stata accettata dalla Chiesa stessa
La filosofia distingue il fatto storico dal keacuterygma o rivelazione Propriamente li
distingue in quanto il primo si fa portatore di un accadimento di una veritagrave storica ossia un
insieme di affermazioni intorno a eventi e a oggetti individuali a proposito delle quali si egrave
convinti che esprimano un contenuto che viene ad apparire il secondo invece porta con seacute
una veritagrave di fede ossia una veritagrave che esiste se viene laquocredutaraquo
Nellrsquoesempio del Cristianesimo la rivelazione egrave intesa come parola (Bibbia) e come
evento (Gesugrave Cristo) Compito della filosofia egrave di indagarne le condizioni di possibilitagrave
Il problema della rivelazione scaturisce dalla necessaria mondanizzazione ndash e dunque ndash
negazione ndash di Dio che si rivela Se il keacuterygma (lrsquoannuncio il messaggio) egrave parola di Dio
allrsquouomo egrave necessario presupporre unrsquoarea comune di intendimento Su tale necessitagrave insiste
anche quellrsquoorientamento teologico massimamente preoccupato di salvaguardare la distanza
lrsquoalteritagrave radicale tra Dio e lrsquouomo
138
Non sarebbe possibile lrsquoascolto della parola di Dio se non ci fosse insieme una
comunicazione tra Dio che parla e lrsquouomo che ascolta unrsquoanalogia un laquopunto drsquoinnestoraquo
come scrive Barth nella Dogmatica ecclesiastica219
Per la teologia cattolica tale laquopunto drsquoinnestoraquo egrave dato dalla dottrina ndash filosofica e
teologica insieme ndash dellrsquoanalogia entis Ma se il keacuterygma si fa storia allora la parola ndash e
lrsquoevento ndash non egrave Dio ma una sua testimonianza un segno allusivo indicativo di una ulterioritagrave
di significato che lrsquoevento in quanto storico non egrave in grado di offrire
Egrave stata proposta una soluzione per lrsquointerpretazione dellrsquoevento storico come evento
rivelato secondo una logica alternativa alla logica necessitante della non contraddizione la
logica della testimonianza220
In base ad essa lrsquoatto piugrave sensato piugrave umano egrave quello di credere
dinnanzi alle testimonianze bene autenticate pur non possedendo tale atto forza cogente Una
tale soluzione egrave in realtagrave lrsquoaccettazione di una possibilitagrave e non procede di un passo rispetto
alla possibilitagrave giagrave offerta dalla ragione stessa Non si tratta di logiche poicheacute il dar credito alla
testimonianza egrave giagrave essere nella fede La maggiore plausibilitagrave non si riferisce allrsquoeccedenza
semantica ma allrsquoevento come dato storico (plausibilitagrave storica) e la plausibilitagrave (o probabilitagrave)
egrave una variante interna al concetto stesso di possibilitagrave Egrave possibile anche lrsquoimprobabile
Egrave legittimo credere ed egrave legittimo non credere proprio percheacute il contenuto della fede egrave
per la ragione una laquopossibilitagraveraquo Ma il dar peso il ritenere per vero tale contenuto egrave opera della
volontagrave che cosigrave decide di determinarsi che decide cioegrave di oltrepassare pragmaticamente il
piano della possibilitagrave
219 J I Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio Cittagrave Nuova
Editrice Roma 2005 Rif pag 64
220 Cfr D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana Brescia 1991
139
II - Lrsquoargumentum
Nella Lettera agli Ebrei221
dellrsquoapostolo Paolo la fede egrave laquopragmaton eacutelenchos ou
blepomeacutenonraquo che traduciamo con argumentum non apparentium La fede egrave lrsquoargomento
laquoeacutelenchosraquo delle cose che non appaiono
La parola greca eacutelenchos significa laquoprovaraquo laquogiustificazioneraquo laquofondazioneraquo
laquoargomentoraquo Argumentum egrave legato ad argos laquosplendenteraquo egrave cioegrave il brillare dellrsquoargon la
luminositagrave di ciograve che argon Lrsquoargomento egrave il portare luce Lrsquo innegabilitagrave che splende nella
sophia egrave ciograve che si costituisce come argumentum dellrsquoepisteacuteme Lrsquo episteacuteme egrave il cuore
della tradizione filosofica il cuore originario della filosofia Ma Paolo afferma che la fede egrave
argumentum laquodelle cose non visibiliraquo (ou blepomeacutenon) argumentum non apparentium
Agostino dice che le ldquocose non visibilirdquo (i non apparentia) sono tutte quelle cose che absunt a
sensibus laquosono assenti dai sensiraquo222
Ma lo stesso Agostino e poi Tommaso precisano il senso di questa assenza i non
apperentia cioegrave gli invisibili i non manifesti non sono soltanto gli absentia a sensibus
animi cioegrave quelle realtagrave che sono semplicemente assenti dalla sensibilitagrave ma sono soprattutto
ciograve che sfugge alle capacitagrave del pensiero dellrsquouomo le cose che sono assenti dai sensi
dellrsquoanimo laquoabsentia a sensibus animiraquo e che dice Tommaso laquooltrepassano le capacitagrave
dellrsquointellettoraquo excedunt facultatem intellectus Questi sono gli invisibili gli enti che
laquoeccedonoraquo stanno al di lagrave delle possibilitagrave della ragione umana (ecco percheacute necessito di un
laquomedioraquo di un laquogaranteraquo per fondare la loro realtagrave)
221 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia San Paolo consultato in data 24032017 Per le parole in
latino mi attengo fedelmente alla loro utilizzazione e traduzione operate da Emanuele Severino in Pensiero sul
cristianesimo
222 In URL wwwbooksgoogleit Opera OmniaAugustinus De videndo Deum epistola CXLVII
Consultato in data 24032017
140
La fede egrave argumentum non apparentium Non apparentia sono gli invisibili gli assenti
ndash non visibili non solo nella dimensione della sensibilitagrave ma anche nella luce della sophigravea nella
luce della filosofia La fede conferisce ai non apparentia lrsquoargumentum Ossia la fede egrave ciograve per
cui i non visibili pur essendo tali sono accettati affermati creduti Il non visibile per
eccellenza egrave la divinitagrave di Gesugrave Che Gesugrave sia Dio non solo egrave assente dalla sensibilitagrave ma egrave
assente dalla sapientia huius saeculi223
Lrsquoargumentum che la fede conferisce ai non visibili egrave
dunque qualcosa di completamente diverso dalla luminositagrave dellrsquoeacutelenchos dellrsquoargumentum
che rende episteacuteme la sophia che rende stante il visibile Lrsquoargumentum di cui parla Paolo egrave
completamente diverso dal fondamento epistemico
Di fronte al non visibile la fede dice laquoEcco tu sei vero percheacute io ti voglio vero La mia
volontagrave che tu sia vero egrave il tuo argomentoraquo La mia volontagrave determina quellrsquoassenso al tuo
contenuto visibile che lrsquointelletto propriamente dagrave alla veritagrave al contenuto visibile Volendo
quellrsquoassenso voglio che tu sia vero
La fede tratta come visibile ciograve che invece egrave avvolto dallrsquooscuritagrave La parola
laquooscuritagraveraquo non egrave una metafora impropria lrsquooscuritagrave egrave la condizione che sottrae allo sguardo
dellrsquouomo i non visibili Lrsquooscuritagrave la notte fa sigrave che i non visibili (il contenuto del messaggio
evangelico) siano tali Lrsquoapostolo Paolo sa bene che lrsquoargomento della fede egrave diverso dallrsquo
argomento della veritagrave filosofica Nella prima Lettera ai Corinti224
(2 1) dice sono venuto non
in sublimitate sermonis laquonon ponendomi al culmine della ragioneraquo vengo collocandomi non
sullrsquoaltura della veritagrave e della filosofia ma in infirmitate et timore et tremore multo225
Questo venire in infirmitate et timore et tremore multo egrave proprio quellrsquo laquoesitareraquo che
Gesugrave esige che almeno una volta non ci sia affincheacute lrsquouomo sia salvo
223 In URL wwwlachiesait San Paolo Lettera ai Corinzi 126 Consultato in data 24032017
224 Ivi 2 1
225 Ivi 2 3
141
Gesugrave dice Se vuoi esser salvo non devi esitare almeno una volta Paolo invece dice
Vengo in infirmitate et timore et tremore multo cioegrave nellrsquo infermitagrave nel timore e nel tremore
da cui egrave afferrato lrsquouomo quando non si trova sullrsquoaltura luminosa della ragione (logos) e con i
quali e attraverso i quali gli si presenta il mondo e tutto ciograve in cui egli crede e quindi anche il
messaggio di Gesugrave Vengo esitando
La fede egrave lrsquoargomento dato ai non visibili Ma i non visibili stanno dinnanzi come
enunciati non ci puograve essere fede se non crsquoegrave lrsquoannuncio (laquoil messaggioraquo il keacuterygma) dei non
visibili Lrsquoapparire del keacuterigma egrave cioegrave la condizione dellrsquoesistenza della fede Il keacuterigma non egrave i
non visibili Il kegraverigma egrave il linguaggio che nomina i non visibili Esso egrave visibile egrave appunto
linguaggio egrave quel visibile che nomina i non visibili e dice Dio si egrave fatto carne Questa parola
appartiene ai visibili ma il contenuto della parola ndash ciograve a cui la parola si riferisce ndash egrave un non
visibile
La notte avvolge i non visibili i non apparentia La loro natura egrave opposta a quella dei
visibili che appaiono nellrsquoepisteacuteme
Epi-steacuteme egrave il contenuto che laquostaraquo e non si lascia smentire Il suo essere sapheacutes
visibile e luminoso egrave la condizione del suo stare Paolo sa bene che non di questo si tratta
quando il kegraverigma parla dei non visibili i non visibili sono sigrave annunciati dal kegraverigma ma sono
avvolti dallrsquooscuritagrave della notte cioegrave dalla condizione che li rende invisibili Stanno cioegrave ligrave
dinanzi nel linguaggio che li annuncia come ciograve che puograve essere smentito stanno ligrave dinnanzi
come equivalenti alla loro negazione A questa equivalenza non puograve rinunciare nemmeno la
teologia cristiana se questa equivalenza non ci fosse il contenuto del kegraverigma sarebbe una
veritagrave razionale il cristianesimo diventerebbe gnosi razionalizzazione del messaggio
sovrannaturale di Gesugrave e della Chiesa Cadrebbe la soprannaturalitagrave dellrsquoannuncio Lrsquo annuncio
in cui si ha fede dice Tommaso sta al di sotto della ldquoscienzardquo (cioegrave dellrsquoepistegraveme) e al di sopra
dellrsquoopinione226
226 Tommaso Summa Theologia Art 5 par 4
142
Dunque se la fede conferisce lrsquoargumentum al visibile annuncio degli invisibili se essa
vuole affermare ciograve che di per seacute egrave negabile dal punto di vista della sophia e dellrsquoepistegraveme e
che dunque sta nellrsquooscuritagrave della notte egrave allora necessario che affincheacute la fede esista appaia
la notte in cui si alza la voce dellrsquoannuncio egrave necessario che appaia la notte che rende
invisibili gli invisibili
Lrsquoapparire della loro oscuritagrave ndash che lrsquoargumentum della fede vuole luminosa come la
luce del giorno ndash egrave la condizione affincheacute la fede possa esistere Per volere che qualcosa
divenga e sia altro da ciograve che esso egrave esso deve apparire per quello che egrave per volere che gli
invisibili abbiano lrsquoassenso che spetta ai visibili egrave necessario che essi appaiono per quello che
sono cioegrave come invisibili come oscuritagrave e notte La fede conferisce un argumentum alle cose
non visibili annunciate dal kegraverigma e puograve farlo solo se esse appaiono come bisognose di tale
argumentum e cioegrave come non visibili e dunque smentibili controvertibili negabili
143
III - La certezza laquodubitanteraquo dellrsquoanimo
Ma se le cose annunciate in cui si ha fede devono stare ligrave dinnanzi manifeste nella loro
controvertibilitagrave affincheacute la fede possa conferir loro il proprio argumentum lrsquoapparire della
controvertibilitagrave del contenuto dellrsquoannuncio egrave il dubbio
Dubitare di qualcosa significa appunto aver dinnanzi la controvertibilitagrave del qualcosa la
sua incapacitagrave di stare di contro alla negazione Ma lrsquoapparire della controvertibilitagrave di ciograve che
egrave annunciato egrave il dubbio e il dubbio egrave il fondamento della fede la pura fede che Gesugrave esige la
fede che non esita almeno per un momento non puograve esistere percheacute essa egrave sempre ed
essenzialmente legata al dubbio ma con la volontagrave di isolarsi dal dubbio
Quando il credente dice laquoIo credoraquo egli rompe il nesso necessario tra la fede e il
dubbio che egrave il fondamento della fede cioegrave isola dal dubbio la volontagrave che il contenuto del
kegraverigma abbia un argomento Giaccheacute quando la veritagrave si lega alla fede accade che
nellrsquoapparire lo stesso contenuto sia oggetto di certezza e di dubbio appaia come affermato e
non affermato e che quindi lrsquoapparire sia contraddizione
La secolarizzazione e la profanazione della fede non costituiscono un tempo storico
successivo al tempo della purezza della fede ndash il tempo della Chiesa di pietra che avrebbe
distrutto la Chiesa dei santi La secolarizzazione e la profanazione della fede appartengo
allrsquoessenza della pura fede La fede pura in quanto tale nella sua autentica essenza egrave questa
profanazione appunto percheacute non crsquoegrave fede che non sia profanata dal dubbio
Il dubbio ldquoprofanardquo Nella parola profanum pro significa ldquoal di fuorirdquo e fanum egrave il corrispettivo
nella lingua latina di ciograve che i Greci chiamano il phainesthai (la luce dellrsquoapparire) In questo senso ldquoprofanordquo egrave ciograve che sta al di fuori della luce cioegrave del sapheacutes della luminositagrave dellrsquoepisteacuteme
Il dubbio profana la fede percheacute lrsquoargumentum lrsquoargon la luminositagrave che la fede adduce non egrave la
luce vera dellrsquoepisteacuteme ma egrave la volontagrave che le cose stiano in un certo modo la volontagrave che gli
invisibili della rivelazione siano227
227 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag87-88
144
Nel credente il linguaggio non ha parole che per lrsquoargumentum e non per il fondamento
ndash la pietra del dubbio ndash senza di cui la fede non si costituirebbe
La fede egrave consenso assenso dellrsquointelletto ma dellrsquointelletto in quanto comandato cioegrave
in quanto sottoposto alla spinta della volontagrave
Insieme ad Agostino Tommaso afferma che il credere non egrave possibile se non volendo
(credere non nisi volens)
Ciograve che ldquopropriamenterdquo determina lrsquoassenso dellrsquointelletto (e tale assenso egrave ldquoappropriatordquo quando
lrsquointelletto egrave intellezione della scientia) dice Tommaso non egrave la volontagrave ma lrsquoevidenza della veritagrave
(e tanto meno egrave la volontagrave a rendere evidente lrsquoevidente) E per Tommaso non egrave lrsquoldquoevidenzardquo della veritagrave a determinare lrsquoassenso in cui consiste la fede Sigrave la fede in Cristo laquoegrave piugrave certa di ogni
scienza e di ogni cognizioneraquo ( Tommaso De fide art1) ndash chi crede in Gesugrave ha cioegrave per
Tommaso una certezza superiore a quella che egrave presente nella piugrave alta delle scienze dellrsquouomo
(percheacute per Tommaso egrave lrsquoinfinita potenza della grazia di Dio a dare allrsquouomo la fede e a stabilirlo nella fede) ndash ma la certezza della fede cristiana non va confusa avverte Tommaso (ibid) con lrsquo
ldquoevidenzardquo delle veritagrave che determinano lrsquoassenso dellrsquointelletto e in questo senso laquosono la scienza
e lrsquointellezione evidente ad avere certezza non la federaquo (et sic fides non habet certitudinem sed scientia et intellectus)
228
La fede cristiana egrave una certezza dellrsquoanimo (certitudo quaedam animi) ldquolaquointorno alle
cose assentiraquo (laquoassentiraquo sono appunto le cose che non appaiono agli occhi della laquoragione
naturaleraquo mentre la laquoscienzaraquo egrave ciograve che la laquoragione naturaleraquo conosce primariamente) che
laquosta al di sopra dellrsquoopinione e al di sotto della scienzaraquo (dove la laquoscienzaraquo non egrave la scienza in
senso moderno cioegrave come sapere ipotetico ma come giagrave abbiamo rilevato egrave il sapere
incontrovertibile della filosofia ossia ciograve che i Greci chiamano episteacuteme)
Le veritagrave conoscibili naturalmente quindi filosoficamente costituiscono un
presupposto necessario per accogliere la rivelazione di Dio
228 Ivi cit pag 95
145
La fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora
lrsquointelletto puograve assentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto [] Secondo
[] per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E se ciograve viene fatto
col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione se invece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede [] Se si tiene una cosa per fede si deve affermare
lrsquoimpossibilitagrave che essa sia diversamente data la certezza della fede tuttavia una stessa cosa non
puograve essere sotto lo stesso aspetto oggetto di scienza e di fede poicheacute ciograve che egrave conosciuto per scienza egrave visto mentre ciograve che egrave creduto non egrave visto
229
Pur essendo al di sopra di ogni scienza quanto alla laquofermezzaraquo (firmitas) dellrsquoassenso
la certezza della fede cristiana egrave al di sotto della scienza percheacute non ha come contenuto il
contenuto evidente della scienza Infatti laquova detto che egrave al di sotto della scienza percheacute essa si
riferisce alle cose che non appaionoraquo (infra scientiam dicitur in quantum est non
apparentium)
Per Agostino e Tommaso laquole cose che non appaionoraquo e che primariamente consistono
nellrsquoessersi Dio incarnato in Gesugrave ndash sono quelle che o non sono laquodateraquo (manifeste presenti) o
non hanno lrsquoevidenza dei primi princigravepi conosciuti immediatamente dallrsquointelletto o non sono
veritagrave necessariamente connesse nella scienza allrsquoevidenza immediata dei primi princigravepi
Quelle cioegrave che non sono laquopresentiraquo neacute ai laquosensi del corporaquo (praesto corporis sensibus) neacute ai
laquosensi dellrsquoanimoraquo (praesto animi sensibus) Non stanno laquodinnanziraquo (praesto) non sono
presenti non prae-stant
(Il prae-sens ndash il laquopresenteraquo ndash egrave il prae-stans)
Ma proprio percheacute i contenuti della fede non sono manifesti cioegrave sono non apparentia
non stanno laquodinnanzi ai sensi del corpo e dellrsquoanimoraquo proprio per questo dice Tommaso nella
fede lrsquointelletto in quanto tale rimane laquoinquietoraquo (nondum est quietatus) non egrave laquosoddisfattoraquo
(satisfactum) egrave laquoindeterminatoraquo e puograve sentirsi attratto dalla tesi contraria a quella in cui il
credente crede
229 Tommaso Summa Theologia Art 4-5
146
Ora per Tommaso questa inquietudine e insoddisfazione egrave il dubbio
Questo significa che Tommaso stesso ndash e nellrsquoatto stesso in cui egli sta commentando
la definizione che lrsquoapostolo Paolo dagrave della fede ndash fornisce tutti gli elementi che conducono a
una conclusione straordinaria lrsquointelletto del credente egrave e rimane nel dubbio relativamente a
ciograve in cui il credente ha fede laquoInquietoraquo laquonon soddisfattoraquo laquoimprigionatoraquo (captivatus) dalla
volontagrave nellrsquoassenso ai contenuti invisibili della fede
questo egrave per Tommaso il significato del in captivitatem redigentes omnes intellectum laquofacendo
schiavo ogni intellettoraquo allrsquoobbedienza di Cristo di cui parla la seconda Lettera ai Corinti
lrsquointelletto del credente oscilla ldquofluttuardquo tra ciograve in cui il credente crede (Gesugrave egrave il Dio incarnato) e la negazione di ciograve in cui egli crede laquofluttua tra le due parti della contraddizioneraquo (la
contraddizione tra lrsquoaffermare e il negare che Gesugrave egrave Dio) e laquoquesta fluttuazione egrave lrsquoatteggiamento
che egrave proprio di chi dubitaraquo (et ista est dubitantis dispositivo ibid)230
Chi dubita egrave colui che esita Lrsquo intelletto del credente esita relativamente a ciograve in cui
egli crede Nella profonditagrave del suo animo ndash ossia in ciograve che la lingua greca chiama kardia
ldquocuorerdquo ndash il credente esita Non puograve non esitare Ma quando Gesugrave afferma che solo chi crede
saragrave salvo dice che salvo saragrave solo laquochi non esita nel proprio cuoreraquo qui non haesitaverit in
corde suo231
Solo chi non esita e cioegrave non dubita ha la fede che riesce a gettare le montagne nel
mare e che salva In questo modo sappiamo Gesugrave pretende lrsquoimpossibile percheacute il non
esitante non esiste non puograve esistere Lrsquo intelletto del credente infatti egrave essenzialmente il
dubbio il credente essenzialmente haesitat in corde suo esita nel proprio cuore e quindi non
egrave e non puograve essere ciograve che Gesugrave vorrebbe che fosse Se il credente che Gesugrave salva egrave il non
esitante il credente non esiste non puograve esistere Cristo non salva nessuno
230 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 97
231 Vangelo di Marco 1123
147
E una fede che sia solo laquodottrinaraquo e non quellrsquoevento perturbante che sconvolge la vita
non egrave la fede cristiana laquoSe ho tutta la fede che occorre per trasportare le montagne e poi non
posseggo lrsquoamore sono nullaraquo232
Ma sono nulla anche se ho tutto lrsquoamore ma non ho la fede ndash tanto che per lrsquoapostolo
lrsquoamore include la fede e la speranza (omnia credit omnia sperat) E tuttavia il credente non
ha non puograve avere la fede che muove le montagne appunto percheacute pur avendo una fede
laquofermissimaraquo la sua mente esita dubita di ciograve in cui egli crede
Il Perturbante piugrave profondo egrave il dubbio da cui la fede non puograve mai liberarsi Il
Perturbante piugrave profondo scuote la fede
232 Corinti I 132
148
CAPITOLO SECONDO
Una dama da compagnia per la ragione
149
I - laquoCredereraquo per capire e conoscere
Il pensiero cristiano si fa portatore della laquoveritagrave di federaquo Questa egrave una delle tesi
fondamentali di Tommaso drsquoAquino cioegrave una delle tesi fondamentali della Chiesa O per
meglio dire la tesi fondamentale percheacute nella teologia tomistica sta al fondamento di ogni
altra Si riferisce infatti alla totalitagrave del messaggio cristiano cioegrave allrsquoinsieme dei testi
dellrsquoAntico e del Nuovo Testamento
Nelle parole della Summa contra gentiles si dice laquoNon egrave lecito ritenere che essendo
cosigrave evidentemente confermato da Dio ciograve che viene affermato per fede sia falsoraquo233
Questo
messaggio egrave ciograve che il cristiano accetta per fede e non egrave lecito ritenere che esso sia falso (nec
id quod fide tenetur fas est credere esse falsum) Non egrave possibile ritenere che sia falso laquovisto
che egrave cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo (cum tam evidenter divinutus confirmatum sit)
laquoConfermato da Dioraquo significa laquorivelato da Dioraquo (ex revelatione divina) e quindi reso sicuro e
appunto laquoconfermatoraquo dal fatto che egrave Dio a rivelarlo Ma il testo precisa che il contenuto della
fede egrave confermato da Dio con piena evidenza laquocosigrave evidentemente confermato da Dioraquo tam
evidenter
Tommaso sta parlando dellrsquolaquoevidenzaraquo la quale egrave per lui la proprietagrave che compete ai
primi princigravepi innegabili della laquoragione naturaleraquo cioegrave della ragione che lrsquouomo possiede per
natura Ma con le proprie forze la laquoragione naturaleraquo non egrave capace di conoscere le veritagrave
soprannaturali
Nel commento al De Trinitate di Boezio234
egli ricorda che sebbene alla conoscenza di
alcune veritagrave divine possa giungere anche lrsquointelletto umano durante la vita presente con le sole
forze della ragione si da acquistare vera scienza tuttavia occorre la fede per cinque motivi
233 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles 17 Consultato in data 26032017
234 In URL wwwbooksgoogleit De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione C Pandolfi
Consultato in data 29032017
150
Per la profonditagrave e sottigliezza dellrsquooggetto per cui le realtagrave divine sono laquooccultateraquo al
nostro intelletto per la debolezza cui soggiace lrsquointelletto umano allrsquoinizio (raggiungendo la
perfezione solo alla fine) per la quantitagrave di precedenti che occorrono per arrivare alla
conoscenza di Dio mediante la ragione (egrave esigito un sapere pressocheacute universale) percheacute molti
data la loro costituzione fisica sono incapaci di raggiungere una perfetta conoscenza mediante
la ragione e ci riescono solo mediante la fede infine per le molte occupazioni degli uomini che
rendono impossibile acquistare di Dio la scienza necessaria mediante la ragione
La veritagrave di fede (veritas fidei) non egrave una veritagrave di ragione (veritas rationis) Quando il
testo di Tommaso afferma che il contenuto della fede laquocosigrave evidentemente confermato da
Dioraquo non puograve essere falso non intende dire che Dio confermando la fede la renda qualcosa di
laquoevidenteraquo Se Dio confermando il contenuto della fede lo rendesse qualcosa di laquoevidenteraquo lo
trasformerebbe in una veritagrave di ragione accessibile allrsquouomo Il contenuto della fede non
sarebbe piugrave soprannaturale e rivelato da Dio E invece Dio rivela ciograve che la ragione umana
naturale non egrave capace di conoscere e che dunque proprio percheacute soprannaturale non egrave
qualcosa di laquoevidenteraquo
Nel libro dei Proverbi235
si esclama che laquoEgrave gloria di Dio nascondere le cose egrave gloria
dei re investigarleraquo Il testo di Tommaso dicendo che il contenuto della fede non egrave falso
laquoessendo cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo intende dire questo contenuto non egrave falso
percheacute egrave evidente che egrave confermato da Dio ossia percheacute egrave evidente che egrave rivelato da Dio
Egrave evidente che lrsquoAntico e il Nuovo Testamento sono rivelati da Dio ed essendo cosigrave
evidentemente confermati da Dio non possono essere falsi
Questo significa che il fatto che Dio abbia rivelato il contenuto della fede cristiana egrave
una veritagrave evidente della ragione naturale
235 Proverbi 252
151
Certo tutto il contenuto della fede cristiana egrave una veritagrave soprannaturale ma che esso
sia rivelato e confermato da Dio egrave per Tommaso e per la Chiesa una veritagrave naturale cioegrave
possiede unrsquoevidenza che la ragione umana puograve cogliere con le proprie forze possiede
lrsquoevidenza dei primi princigravepi della ragione naturale
Lrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo egrave un principio evidente della
ragione naturale ma non ha nulla a che vedere con un principio laquologicoraquo o col principio di
non contraddizione che per Tommaso aristotelicamente sta alla radice di tutti i princigravepi logici
In un principio laquologicoraquo il predicato egrave infatti anche per Tommaso riferito necessariamente al
soggetto della proposizione in cui consiste il principio Ma per Tommaso e per la Chiesa Dio
soggetto dellrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo non egrave necessitato ma egrave
libero di rivelarsi agli uomini (predicato di quellrsquoaffermazione)
Nel commento al Vangelo di Giovanni Agostino dichiara
Al momento di rivelare una veritagrave cosigrave importante e profonda Cristo Signore si rese conto che non
tutti lrsquoavrebbero capita e perciograve nelle parole che seguono dagrave un consiglio Vuoi capire Credi [] se non hai capito credi Lrsquointelligenza egrave il frutto della fede Non cercare dunque di capire per
credere ma credi per capire percheacute se non crederete non capirete236
Lrsquoapostolo Paolo afferma che la fede puograve sorgere nellrsquouomo solo se si ascolta qualcuno
parlare di ciograve che in essa egrave contenuto fides ex auditu237
Chi si fa ascoltare per primo nel
Nuovo Testamento egrave Gesugrave Cristo il Verbo incarnato poi si fanno ascoltare coloro che
annunciano il messaggio di Cristo Che cosa si fa dunque sentire nellrsquoudito dellrsquouomo quando
gli viene incontro la vita di Gesugrave Qualcosa risponde lrsquoapostolo che va accolto laquonon come
parola di uomini ma come egrave in veritagrave come parola di Dioraquo238
236 In URL wwwaugustinusit Omelia 296 Consultato in data 03042017
237 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Romani 1017 Consultato in data 18042017
238 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Tessalonicesi 1213 Consultato in data 18042017
152
laquoIn veritagraveraquo ciograve che lrsquouomo sente egrave la parola di Dio egrave vero che egrave la parola di Dio Lrsquo
laquoesser veroraquo significa qui il laquomanifestarsiraquo il laquomostrarsiraquo La parola di Gesugrave ad un certo
momento si presenta mostrando di essere la parola di Dio Questo suo laquomostrare di essereraquo la
parola di Dio egrave il suo laquoessere veramenteraquo la parola di Dio
Ma ciograve che appare manifestamente e si manifesta da seacute egrave appunto qualcosa di evidente
Quando Tommaso afferma che egrave laquoevidenteraquo che il contenuto della fede sia rivelato da Dio
ripropone lrsquoaffermazione dellrsquoapostolo Paolo che laquoegrave veroraquo che la parola di Gesugrave che si fa
innanzi nellrsquoudito dellrsquouomo egrave la parola di Dio Questo non significa che quando Dio parla
tutti riconoscono che egrave Dio a parlare ma ci devono credere Paolo dice che la fede egrave ex auditu
proprio mentre sta ricordando quanto numerosi siano coloro che hanno udito la parola di Dio e
non le hanno creduto Paolo intende dire che chi non crede rifiuta lrsquoevidenza la veritagrave rifiuta
ciograve che si manifesta e si mostra
Rifiuta dunque nel linguaggio di Tommaso la ragione naturale giaccheacute questrsquoultima
non si fonda soltanto sullrsquoevidenza dei princigravepi laquologiciraquo e del laquoprincipio di non
contraddizioneraquo ma anche sullrsquolaquoevidenzaraquo di quella diversa forma di principio che consiste
nellrsquoapparire mostrarsi manifestarsi presentarsi delle cose (egrave la concezione di Aristotele la
laquoscienzaraquo lrsquoepistegraveme ossia il contenuto piugrave alto di ciograve che Tommaso chiama laquoragione
naturaleraquo egrave fondata da un lato sul principio di non contraddizione dallrsquoaltro sullrsquo aisthesis
che non significa semplicemente laquosensazioneraquo ma indica appunto la laquomanifestazioneraquo
laquolrsquoapparireraquo laquoil presentarsiraquo delle cose)
Lrsquoeccedenza semantica che la storia non egrave in grado di determinare egrave operata dalla fede
Altro allora lrsquoevento laquostoricoraquo e altro lrsquoevento in quanto laquocredutoraquo Altro cioegrave altrimenti
significante Altro egrave il Cristo storico altro il Cristo della fede Ma se egrave il Cristo della fede a
colmare lrsquoevento storico e lrsquoevento soteriologico lrsquoaspetto discriminante per la rivelazione egrave la
fede
153
Ma se la fede apologetica ha forza dimostrativa la fede puograve ancora dirsi
soprannaturale E se non ha tale forza puograve ancora dirsi ragionevole la fede
Ma tra i fedeli nel cristianesimo crsquoegrave anche chi salta a piegrave pari la preoccupazione
di affermare e confermare lrsquoesistenza della veritagrave storica di Cristo
Kierkegaard ad esempio scrive laquoesiste un fatto storico che mi insegna che per la mia salvezza
eterna io debba rivolgermi a Cristoraquo ma laquomi guarderograve bene dal prendere una via sbagliata e
drsquoingolfarmi nei cavilli delle ricerche scientifiche per sapere se si tratta di un fatto storicamente certissimoraquo laquoio scelgoraquo e laquoquesto si chiama rischiare e senza il rischio la fede egrave impossibileraquo
(Diario 1850 X A 406)239
Credo che da Cristo dipenda la mia salvezza eterna e credo che chi mi viene incontro
nella storia sia il Verbo di Dio fatto carne e cioegrave che sia la rivelazione di Dio Ma chi crede in
questo modo non puograve dire che sia laquocosigrave evidenteraquo (tam evidenter) che il contenuto del
messaggio cristiano sia la rivelazione di Dio Se il contenuto della fede fosse laquocosigrave
evidentemente confermato da Dioraquo non ci sarebbe piugrave il rischio della fede e ancor meno la
necessitagrave di garantire per la veritagrave rivelata
Una scelta Un laquofattoraquo egrave il laquoche crsquoegraveraquo Aristotele non usa la parola laquofattoraquo ma
lrsquoespressione laquoche crsquoegraveraquo (hoti eacutestin) per indicare uno stato di cose che egrave in un certo modo ma
potrebbe anche essere diversamente Fare laquoesperienzaraquo di Dio egrave fare esperienza di qualcosa che
egrave cosigrave ma potrebbe essere altrimenti Cioegrave nella misura in cui Dio egrave oggetto di esperienza Dio
egrave qualcosa che egrave cosigrave ma che potrebbe essere altrimenti Ma se il cristianesimo pensa che Dio egrave
lrsquounico a non poter essere altrimenti da come egrave (percheacute egrave la perfezione stessa) il cristianesimo
non puograve ridurre Dio a laquooggetto di esperienzaraquo Lrsquoesperienza se potesse potrebbe dire soltanto
laquoOra questo egrave Cristoraquo ndash lasciando aperta la possibilitagrave che prima esso non lo fosse e tra un
momento non lo sia piugrave
239 E Severino Pensiero sul cristianesimo cit pag 67
154
Ma il cristianesimo intende laquoCristoraquo la laquovita eternaraquo il laquoSalvatoreraquo non soltanto ora e
qui ma in ogni tempo e anche al di fuori del tempo e in ogni luogo e anche al di fuori di ogni
luogo e per ogni uomo e per ogni coscienza e dunque universalmente e necessariamente
Lrsquoesperienza mostra che una cosa egrave cosigrave ma non che egrave universale e necessario che sia cosigrave Il
contenuto dellrsquoesperienza egrave appunto un laquofattoraquo
Tutto questo non significa che il cristianesimo non abbia nulla a che fare con lrsquo
laquoavvenimentoraquo e con il laquofattoraquo significa che per rimanere in rapporto allrsquoeterno e non
allrsquoaccidentale il cristianesimo deve pensare che il laquofattoraquo lrsquo laquoavvenimentoraquo imprevedibile egrave
lrsquoincontro col non-fatto e col non-avvenimento e cioegrave non deve confondere il carattere
accidentale dellrsquoincontro con il carattere di ciograve che egrave incontrato
Per Lessing non si puograve fondare una salvezza eterna su di un fatto storico (cioegrave la vita di
Cristo) Se le veritagrave della rivelazione sono veritagrave storiche esse sono particolari e contingenti e
le veritagrave di questo tipo non possono neacute essere dimostrate neacute servire da premesse per una
dimostrazione razionale Kierkegaard non pretende di rovesciare questa tesi e fondare la
salvezza eterna su di un fatto storico ma decide di credere che il Gesugrave presente nel fatto storico
sia Dio cioegrave rischia e sa di rischiare Sa che dicendo laquoQuesto egrave Cristoraquo egli sta rischiando
sta trovandosi in rapporto al rischio ossia a ciograve che egrave precisamente lrsquoopposto del laquofattoraquo e
dellrsquoesperito
La storia ndash dice la fede ndash non ha assolutamente nulla a che fare con Gesugrave Cristo a suo riguardo
abbiamo soltanto la storia sacra (la quale egrave qualitativamente diversa dalla storia in generale) []
Cristo egrave il paradosso che la storia non potragrave mai digerire neacute riusciragrave mai a redigere in forma di sillogismo universale
240
240 S Kierkegaard Esercizio del Cristianesimo in Opere a cura di C Fabro Sansoni Firenze 1972
nuova edizione Piemme Casale Monferrato 1995 Cit pag706
155
Kierkegaard non identifica Cristo a un fatto storico e a unrsquoesperienza ma al contenuto
rischioso di una scelta Egrave un incredulo colui che riducendo Cristo a laquoun fattoraquo deve lasciare
aperta piugrave o meno consapevolmente la possibilitagrave che il laquofattoraquo possa essere sostituito o
smentito da altri fatti
La salvezza eterna non egrave fondata su un fatto storico ma sul rischio della fede Il sapere
storico resta dunque impotente di fronte alla realtagrave autentica di Cristo che egrave quella dellrsquouomo-
Dio Se non vi egrave la possibilitagrave dello scandalo nemmeno vi egrave la possibilitagrave di credere percheacute la
fede egrave esattamente fede in una realtagrave che per la ragione egrave scandalosa
La fede presuppone la rassegnazione [hellip] con essa io rinuncio a tutto egrave un movimento che io
compio da solo e se me ne astengo la colpa egrave della mia viltagrave della mia mollezza della mia mancanza di entusiasmo [hellip] la ricompensa che ne ho egrave me stesso nella coscienza della mia
eternitagrave in una felice armonia col mio amore per lrsquoessere eterno Mediante la fede io non rinunzio
a nulla anzi ricevo tutto nel senso in cui egrave scritto che chi avragrave fede quanto un grano di senape potragrave smuovere le montagne Ci vuole un coraggio proprio umano per rinunciare a tutta la
temporalitagrave in vista di guadagnare lrsquoeternitagrave [hellip] ma ci vuole lrsquoumile coraggio del paradosso per
afferrare allora tutta la temporalitagrave in virtugrave dellrsquoAssurdo e questo coraggio egrave quello della fede La fede egrave quel paradosso che nessun ragionamento puograve dominare percheacute laquola fede comincia lagrave
appunto dove la ragione finisceraquo241
In aiuto alla ragione che cerca lrsquointelligenza del mistero vengono i segni
presenti nella Rivelazione Essi servono a condurre piugrave a fondo la ricerca della veritagrave e a
permettere che la mente possa autonomamente indagare anche allrsquointerno del mistero
241 S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1997 Cit pag 40-42 46
156
Questi segni comunque se da una parte danno maggior forza alla ragione percheacute le consentono di ricercare allrsquointerno del mistero con i suoi propri mezzi di cui egrave giustamente gelosa dallrsquoaltra la
spingono a trascendere la loro realtagrave di segni per raccoglierne il significato ulteriore di cui sono
portatori In essi pertanto egrave giagrave presente una veritagrave nascosta a cui la mente egrave rinviata e da cui non puograve prescindere senza distruggere il segno stesso che le viene proposto [] come aveva ben detto
san Tommaso ldquotu non vedi non comprendi ma la fede ti conferma []oltre la naturardquo242
Aristotele diceva che le laquosostanzeraquo non sono laquosensibili per seacute stesseraquo ma
indirettamente (per accidens) cioegrave per il carattere sensibile delle loro proprietagrave
Lrsquointerpretazione aggiunge senso al senso che egrave dato Vuole che il senso non si
esaurisca nel senso che egrave dato E questa volontagrave egrave appunto la fede la fede per la quale io credo
in base a certi criteri (cioegrave non arbitrariamente a caso) che qualcosa sia di piugrave di quanto si
manifesta di quella cosa nellrsquoambito di ciograve che egrave dato appunto oltre la natura Quelle che noi
chiamiamo laquocoseraquo (anche quando non usiamo questa parola in senso restrittivo) sono
interpretazioni di cose cioegrave volontagrave che le cose abbiano un senso piuttosto che un altro cioegrave
sono fede
Il Concilio Vaticano II ribadisce che laquoa Dio che si rivela egrave dovuta lrsquoobbedienza della
federaquo e ancora Giovanni Paolo II ricorda che laquocon la fede lrsquouomo dona il suo assenso a tale
testimonianza divina Dagrave il suo assenso Quindi sceglie di credere di dare appunto il suo
assenso ad unrsquoeccedenza rispetto al senso dato
242 Papa G Paolo II Fides et Ratio versione integrale scaricata il 10122016 da URL
wwwW2vaticanit Cit pag 22
157
II - La sottomissione della ragione alla fede
Quando il cristianesimo afferma che la veritagrave egrave fondata su rivelazioni Divine contenute
nelle Sacre Scritture nasce il problema del rapporto tra fede e ragione e della loro armonia Il
problema egrave facilmente risolto dal punto di vista della fede essa laquoe percheacute procede
dallrsquoilluminazione e dallrsquoautoritagrave di Dio e percheacute ci comunica veritagrave che trascendono la
ragione rimane e va riconosciuta superiore alla ragioneraquo243
Il filosofo (la ragione)
deve procedere secondo le proprie regole e fondarsi sui propri principi la veritagrave tuttavia non puograve
essere che una sola La Rivelazione con i suoi contenuti non potragrave mai umiliare la ragione nelle sue scoperte e nella sua legittima autonomia per parte sua perograve la ragione non dovragrave mai perdere
la sua capacitagrave drsquointerrogarsi e di interrogare nella consapevolezza di non potersi ergere a valore
assoluto ed esclusivo La Rivelazione cristiana diventa il vero punto di aggancio e di confronto tra
il pensare filosofico e quello teologico nel loro reciproco rapportarsi Egrave auspicabile quindi che teologi e filosofi si lascino guidare dallrsquounica autoritagrave della veritagrave cosigrave che venga elaborata una
filosofia in consonanza con la parola di Dio244
Per il santrsquoAnselmo la prioritagrave della fede non egrave competitiva con la ragione Questa
infatti non egrave chiamata a esprimere un giudizio sui contenuti della fede ne sarebbe incapace
percheacute a ciograve non idonea Suo compito piuttosto egrave quello di saper trovare un senso di scoprire
ragioni che permettano a tutti di raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti di fede
Lrsquouomo ha bisogno di conoscenza ha bisogno di veritagrave percheacute senza di essa non si sostiene non
va avanti La fede senza veritagrave non salva non rende sicuri i nostri passi Resta una bella fiaba la proiezione dei nostri desideri di felicitagrave qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui
vogliamo illuderci Oppure si riduce a un bel sentimento che consola e riscalda ma resta soggetto
al mutarsi del nostro animo alla variabilitagrave dei tempi incapace di sorreggere un cammino costante nella vita
245
243 C Fabro Introduzione allrsquoateismo moderno nota pag 376 E Severino Essenza del nichilismo
244 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag116
245 In URL w2vaticanva Francesco Lumen Fidei capitolo secondo art 24 Consultato in data
20062017
158
Alla base dellrsquoatteggiamento della Chiesa si trova nuovamente il pensiero tomistico
non ci puograve essere contraddizione tra ragione e fede percheacute in entrambe egrave presente la veritagrave Il
contenuto della fede egrave veritagrave percheacute egrave rivelazione divina246
Lrsquoarmonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede egrave
confermata la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con lrsquoaiuto della ragione la
ragione al culmine della sua ricerca ammette come necessario ciograve che la fede presenta La
luce della ragione e quella della fede provengono entrambe da Dio perciograve non possono
contraddirsi La fede non teme la ragione ma la ricerca e in essa confida Come la grazia
suppone la natura e la porta a compimento cosigrave la fede suppone e perfeziona la ragione
Questrsquoultima illuminata dalla fede viene liberata dalle fragilitagrave e dai limiti derivanti dalla
disobbedienza e dal peccato e trova la forza necessaria per elevarsi alla conoscenza del mistero
di Dio La fede e la ragione sono le due ali con le quali lo spirito umano srsquoinnalza verso la
contemplazione della veritagrave
Tuttavia lrsquoaffermazione che il contenuto della fede cristiana egrave rivelazione divina e
quindi veritagrave egrave essa stessa un atto di fede Ciograve che essa afferma egrave una parte di quel contenuto
Egrave il credente in quanto tale a credere che ciograve in cui crede sia rivelazione divina Ed egrave dunque il
credente in quanto tale che deve qualificare come errore ogni pensiero che sia in contrasto con
il contenuto della fede chi egrave convinto della veritagrave della fede cristiana deve essere insieme
convinto che nulla potragrave mai distruggere questa veritagrave e che ogni tentativo in questo senso saragrave
sempre espressione di un fallimento dellrsquouomo Tutto ciograve significa che lrsquointera concezione
tomistica del rapporto fede ndash ragione egrave effettuata dal punto di vista delle fede
246 Tommaso Summa contra gentiles c 67 Somma Teologica q1
159
Ma allora tale punto di vista significa rinuncia della ragione nellrsquoatto stesso in cui si
intende riconoscerne lrsquoautonomia e lasciare la fede completamente indifesa di fronte al
costituirsi della ragione e al modo in cui la ragione concepisce il rapporto fede-ragione
Riguardo a ciograve ossia sullrsquoautonomia della ragione Giovanni Paolo II afferma che
a seguito di uno spirito razionalista proprio della modernitagrave [] culminato nel secolo scorso
toccando il suo ldquoapogeordquo con rappresentanti dellrsquoidealismo che hanno cercato di trasformare le fede e i suoi contenuti perfino la morte e risurrezione di Gesugrave Cristo in strutture dialettiche
razionalmente concepibili [] la filosofia egrave ridotta progressivamente da saggezza e sapere
universale a una delle tante province del sapere umano []La ragione privata dellrsquoapporto della Rivelazione ha percorso sentieri laterali che rischiano di farle perdere di vista la sua meta finale
La fede privata della ragione ha sottolineato il sentimento e lrsquoesperienza correndo il rischio di non
essere piugrave una proposta universale Egrave illusorio pensare che la fede dinnanzi a una ragione debole
abbia maggior incisivitagrave essa al contrario cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione
247
Leggiamo nei testi tomistici che mentre nella laquoscientiaraquo (e propriamente nel momento
originario della laquoscientiaraquo ove essa si costituisce aristotelicamente come posizione delle
protasi immediate) laquoex ipsis intelligibilibus statim veritas propositionum intelligibilium
infallibiliter apparetraquo invece nella fede lrsquoassenso non egrave determinato dallrsquoevidenza del
contenuto ma laquoex voluntateraquo248
247 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag69-7173-74
248 In URL wwwbooksgoogleit Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide
Art 1 Consultato in data 29032017
160
La fede che si fonda sulla testimonianza di Dio e si avvale dellrsquoaiuto soprannaturale della grazia egrave effettivamente di un ordine diverso da quello della conoscenza filosofica Le filosofie e le scienze
spaziano nellrsquoordine della ragione naturale mentre la fede illuminata e guidata dallo Spirito
riconosce nel messaggio della Salvezza la pienezza di grazia e veritagrave che Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera definitiva per mezzo di suo Figlio Gesugrave Cristo
249
E mentre la negazione della ragione naturale laquocui omnes assentire cogunturraquo egrave
impossibile la negazione del contenuto soprannaturale della fede non puograve invece manifestarsi
come impossibile (altrimenti tale contenuto non sarebbe soprannaturale ma sarebbe una veritagrave
necessaria della ragione naturale) ma come laquonon necessariaraquo
Esiste dunque una dimensione del divino che sfugge essenzialmente alla ragione
naturale Lrsquointera prospettiva tomistica del rapporto fede-ragione egrave espressa da questa
grandiosa sequenza poicheacute lrsquoIntelletto egrave il primo autore e motore dellrsquouniverso lrsquoultimo fine
dellrsquouniverso egrave la veritagrave e la divina Sapienza laquocarne indultaraquo attesta di essere venuta nel
mondo laquoad veritatis manifestationemraquo250
Cristo egrave la manifestazione dello scopo supremo dellrsquoIntelletto che produce e guida il
mondo
249 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag16
250 Tommaso Summa contra gentiles c 1
161
III - Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione
Ma come si debba intendere il rapporto tra ragione e fede quando si tenga ferma per
davvero lrsquoautonomia della ldquoragionerdquo viene con forza e potenza indicato da Kant
maggiormente nella Religione entro i limiti della sola ragione (1793) e nel Conflitto delle
facoltagrave (1798) che prende avvio dal conflitto tra le facoltagrave universitarie ma il cui tema di
fondo egrave appunto il rapporto tra ragione e fede
Kant dichiara rispondendo alla lettera inviatagli nel 1794 da Federico Guglielmo re di
Prussia nella quale si rimproverava al filosofo di aver laquotravisatoraquo e laquosvalutatoraquo la Sacra
Scrittura e la religione cristiana
la propria grande stima per la Bibbia ma aggiunge che il migliore e piugrave duraturo elogio che si possa fare della religione cristiana consiste nel rilevare lrsquoaccordo che quel Libro mostra tra la
religione cristiana e la ragione Infatti solo dalla ragione scaturiscono lrsquouniversalitagrave lrsquounitagrave la
necessitagrave delle dottrine della fede che costituiscono sempre la parte essenziale di una religione quella pratico-morale che consiste in ciograve che dobbiamo fare
251
La ragione egrave capace di dire allrsquouomo cosa egli deve fare E ciograve che la ragione dice egrave la
parte essenziale il cuore il centro di ogni fede e di ogni religione Lrsquoessenza del cristianesimo
non egrave la rivelazione divina lrsquoincontro con Cristo ma ciograve che vi egrave di universale e necessario
ossia ciograve che scaturisce soltanto dalla ragione Alla rivelazione divina possiamo credere in base
ad argomenti storici in base cioegrave allrsquoassicurazione che la Bibbia un documento storico dagrave di
seacute stessa di essere ispirata da Dio Ma proprio percheacute questi indirizzi sono storici cioegrave privi di
un valore assoluto la rivelazione egrave un contenuto in seacute contingente ed extraessenziale della fede
cristiana Esso crsquoegrave ma potrebbe non esserci ossia egrave contingente
251 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 127
162
La ragione con cui la fede deve confrontarsi egrave per Kant quella che dice che cosa
lrsquouomo debba fare la laquoragione praticaό o laquopratico-moraleraquo Ora la ragione non dice allrsquouomo
di far questo o quello ma gli impone di agire con la convinzione di fare ciograve che in ogni luogo
in ogni tempo e senza condizioni e da ogni essere razionale ndash e dunque laquouniversalmenteraquo e
laquonecessariamenteraquo ndash deve essere fatto
Chi possiede questa convinzione puograve certamente ingannarsi ma la forma originaria
della ragione consiste nella volontagrave di aver a che fare con i tratti essenziali della veritagrave cioegrave
lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave e quindi consiste nella volontagrave di essere guidati da essi anche
nellrsquoagire
Kant scorge nel cristianesimo la tendenza a sollevare al rango del contenuto essenziale
della religione gli aspetti laquoextraessenzialiraquo e laquocontingentiraquo della Bibbia ossia ciograve che il
cristianesimo considera rivelazione divina In questo modo il cristianesimo si trova costretto
ad avvallare dottrine che sono in conflitto con la coscienza morale in cui la ragione si esprime e
che costituisce lrsquoessenza dello stesso cristianesimo
Nel Conflitto della facoltagrave il filosofo afferma che il cristianesimo egrave lrsquoideale religioso (laquolrsquoidea della
religioneraquo) che laquodevrsquoessere fondato semplicemente sulla ragione ed essere pertanto religione
naturaleraquo qualcosa cioegrave che lrsquouomo puograve realizzare con le proprie forze [] senza aver bisogno dellrsquointervento di una grazia e di una rivelazione soprannaturale
252
Kant non esclude che possa esserci bisogno di una cooperazione esterna di Dio percheacute
lrsquouomo possa conformarsi alla legge morale che la ragione gli presenta indipendentemente da
ogni rivelazione ma considera una temerarietagrave la pretesa di vedere proprio nella vita di Gesugrave
nella sua incarnazione e in tutte le parti del suo insegnamento il modo in cui quella
cooperazione si egrave realizzata
252 Ivi cit pag 128
163
La laquofede ecclesiasticaraquo egrave appunto per Kant quel travisamento della religione autentica
che pretende di attribuire i caratteri della ragione ndash lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave ndash a quanto nelle
Scritture vi egrave di contingente di storico e di inessenziale e che pretende che la salvezza
dellrsquouomo sia riposta in una Chiesa
Il cattolicesimo egrave per Kant la forma maggiore della laquofede ecclesiasticaraquo dove la
laquocattolicitagraveraquo ossia lrsquolaquouniversalitagraveraquo egrave qualcosa di laquocontraddittorioraquo stante il carattere storico
della rivelazione che la fede ecclesiastica intende assumere come veritagrave assoluta
Quando il Dio biblico appare in conflitto con la legge morale della ragione la ragione
deve escludere che quel Dio sia il vero Dio
Alla tesi tomistica che la filosofia egrave lrsquolaquoancella della teologiaraquo (ossia del sapere fondato sulla fede)
Kant replica nel Conflitto che perograve lrsquoancella la laquoprecede col lume la sua gentile signoraraquo non laquola segue reggendo lo strascicoraquo
253
Quando crsquoegrave conflitto tra ragione e fede quel che vi egrave di inautentico e di degenerato non
egrave la ragione ma la fede
Kant esclude che la ragione possa accettare un ordine che le sia dato dallrsquoesterno ma
non si avvede che la ragione in quanto coscienza morale si trova nelle stesse condizioni della
fede ed egrave quindi essa stessa un ordine che essa si dagrave di tenere per vero qualcosa Sigrave che anche
la coscienza morale egrave fede in cui la volontagrave espressa dallrsquoordine esterno diventa volontagrave
interna al credente la volontagrave che ordina alla sua coscienza di ritenere per vero qualcosa che a
tale coscienza non si presenta come vero e che dunque appare come dubbio
La convinzione di essere laquoliberoraquo di assumere come vero ciograve di cui si egrave convinti che sia
vero proviene sia nella fede che nella coscienza morale dallrsquoisolamento che separa il
contenuto in cui si crede di credere dalla dubitabilitagrave che a tale contenuto compete
253 Ivi cit pag 130
164
Che il conflitto tra ragione e fede debba essere risolto come indica Kant tenendo ferma
la ragione e negando ciograve che della fede egrave in contrasto con la ragione egrave dunque unrsquoaffermazione
che non si riferisce alla ragione in quanto coscienza morale (come invece vorrebbe Kant) ma
alla ragione che non intende essere fede non intende essere la semplice convinzione che ciograve in
cui si crede sia vero il semplice ritenere per vero ciograve che non si sa se sia vero
Nellrsquoambito del pensiero dellrsquoOccidente la risposta che si deve dare al problema del
conflitto tra ragione e fede egrave certamente questa quando si presenta un conflitto tra la ragione
autentica e la fede cristiana la ragione deve liberarsi dalla fede vederla nel suo carattere di
semplice veicolo della ragione e come semplice laquofede ecclesiasticaraquo
165
CAPITOLO TERZO
Lrsquoinevitabile contrasto
166
I - La duplice posizione della Chiesa fideismo e gnosi
Alla domanda su cosa sia la veritagrave la Chiesa risponde fondandosi su una duplice
testimonianza la veritagrave egrave ciograve che egrave testimoniato dallrsquo episteacuteme greca e da Cristo come grazia
che porta al culmine la testimonianza umana Ma appunto qui il pensiero della Chiesa non esce
dallrsquoambiguitagrave Cristo egrave testimone della veritagrave solo per chi crede in lui Lrsquoarmonia tra
testimonianza naturale e testimonianza soprannaturale della veritagrave egrave cioegrave un atto di fede
(compiuto allrsquointerno di quel certo tipo di fede che intende riconoscere alla ragione umana la
capacitagrave di raggiungere una veritagrave definitiva assoluta ed autonoma e che nel contempo
pregiudica questo riconoscimento escludendo che la ragione in quanto tale possa trovarsi in
contrasto con la fede) ma nel pensiero teologico della Chiesa lrsquoarmonia tra ragione e fede non
egrave presentata come un atto di fede ed assume lrsquoaspetto di una veritagrave razionale assoluta
definitiva
Nellrsquoelenco delle preposizioni riguardanti la dottrina del prof Severino Mons Carlo
Colombo afferma che
Esaminando il pensiero filosofico del Prof Severino la Chiesa non pretende essere depositaria esclusiva della veritagrave naturale o veritagrave filosofica ma giudicando secondo il carisma ricevuto
dellrsquoesatto senso della veritagrave rivelata ha il diritto di dichiarare una posizione filosofica come
incompatibile con la Rivelazione (Cfr DS n 3020 e 3043)254
Se egrave (come egrave) un atto di fede lrsquoarmonia tra fede e ragione allora la Chiesa
laquodichiarando una posizione filosofica come incompatibile con la Rivelazioneraquo si limita a
indicare la pura differenza tra la rivelazione e quella posizione filosofica senza poter escludere
che la veritagrave si costituisca al di fuori dello spazio della fede e si costituisca come smentita del
contenuto della fede
254 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 133
167
Se lrsquoarmonia tra fede e ragione egrave essa stessa un contenuto della fede allora la Chiesa
deve lasciarsi giudicare dalla filosofia in quanto testimonianza della veritagrave dellrsquoessere e
riconoscere la possibilitagrave che con lrsquoavvento della testimonianza della veritagrave dellrsquoessere la
veritagrave si manifesti come la negazione piugrave essenziale della fede e ne denunci la non-veritagrave e
lrsquoalienazione
Ma se la Chiesa non intende lasciare al di fuori di seacute la veritagrave ndash se non intende restare
timore et tremore multo di fronte alla veritagrave se non accetta che la veritagrave dellrsquoessere la qualifichi
o possa qualificarla come non-veritagrave e alienazione ndash allora egrave inevitabilmente costretta a porre
lrsquoarmonia di fede e ragione come veritagrave di ragione veritagrave filosofica La laquoveritagrave filosoficaraquo o
laquonaturaleraquo dellrsquoaffermazione di tale armonia consentirebbe allora di porre come laquoerrore
filosoficoraquo ogni pensiero che risultasse in contrasto con la fede In questo caso sarebbe laquoveritagrave
filosoficaraquo che il contenuto della fede cristiana forma lrsquoorizzonte inoltrepassabile allrsquointerno
del quale la veritagrave filosofica deve costituirsi e svilupparsi sarebbe veritagrave di ragione che la fede
egrave la pietra di paragone della ragione dalla quale la ragione resta misurata
Ma dato che la Chiesa pretende laquogiudicare secondo il carisma ricevuto dellrsquoesatto
senso della veritagrave rivelataraquo egrave inevitabile che solo alla Chiesa sia consentito stabilire lrsquoesatto
senso della pietra di paragone alla quale la ragione deve commisurarsi e quindi solo la Chiesa
abbia la facoltagrave di stabilire ciograve che egrave laquoveritagrave filosoficaraquo e ciograve che non lo egrave
La Chiesa deve avere questa pretesa o rapportarsi timore et tremore alla veritagrave
dellrsquoessere Invece nel giudicare gli scritti del prof Severino Essa non intende laquotemereraquo la
veritagrave e insieme non pretende di essere depositaria esclusiva della veritagrave filosofica
La Chiesa vuole conciliare lrsquoinconciliabile Identifica surrettiziamente il punto di vista
della fede e quello della ragione Tuttavia negli stessi testi tomistici sono presenti elementi che
consentirebbero di stabilire come dal punto di vista della ragione lrsquoarmonia di fede e ragione
rimanga un problema
168
Tommaso distingue il laquodubitareraquo e lrsquolaquoopinareraquo dal laquocredereraquo ma riconoscendo un
fattore comune a queste diverse laquodispositionesraquo255
Il fattore comune egrave che rispetto alle due
laquoparti della contraddizioneraquo (ossia rispetto a due proposizioni che stanno tra di loro in rapporto
di contraddizione) lrsquointelletto laquonon est terminatus ad unumraquo ossia nessuna delle due parti si
impone per la sua evidenza sullrsquoaltra Nella fede lrsquointelletto dagrave il suo assenso a una delle due
parti della contraddizione in quanto egrave mosso dalla volontagrave ma per quanto fermo sia lrsquoassenso
prestato dallrsquointelletto ai contenuti della fede laquoquamvis fermissime eis assentiatraquo tuttavia
lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo resta laquoinsoddisfattoraquo (laquonon est
satisfactumraquo) laquoirrequietoraquo (laquoeius motus nondum est quietatusraquo) e si mantiene in un
atteggiamento di laquoricercaraquo relativamente ai contenuti cui pur presta il suo assenso
Lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo si mantiene in atteggiamento
problematico rispetto ai contenuti della fede La problematicitagrave egrave appunto la sua
laquoirrequietezzaraquo Ma lrsquointelletto in quanto tale egrave la laquoragione naturaleraquo Essa misurando i propri
confini vede la problematicitagrave di ciograve che la trascende Se ci si rende conto che lrsquoaffermazione
della veritagrave soprannaturale della fede cristiana egrave essa stessa un contenuto di questa fede e se
quindi ci si rende conto che lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia tra fede e ragione egrave un atto di fede se
si giunge a questa consapevolezza allora egrave lo stesso pensiero a porre la problematicitagrave di tale
armonia E se lrsquointelletto in quanto laquoragione naturaleraquo egrave laquoinquietusraquo proprio lagrave dove il credente
egrave laquoquietatusraquo lrsquointelletto vede allora la possibilitagrave che le cose stiano altrimenti da come sono
credute nella fede cristiana cioegrave vede la possibilitagrave che il cristianesimo sia oltre che veritagrave
anche errore Ciograve vuol dire che nella logica oggettiva del tomismo la laquoragione naturaleraquo
riconosce la possibilitagrave della discordanza tra ragione e fede
255 D Thomae Questio de Fide Art 1
169
Ma il tomismo e la Chiesa non giungono a questo riconoscimento percheacute non giungono
a rendersi conto che lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo egrave un atto di
fede e cioegrave percheacute trattano in modo diverso due dimensioni che tuttavia appartengono
entrambe al contenuto della fede cristiana Lrsquouna egrave lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale
del contenuto di questa fede lrsquoaltra egrave questo contenuto assunto come non includente
quellrsquoaffermazione
Accade cosigrave che nella dottrina della Chiesa un atto di fede (lrsquoaffermazione della veritagrave
soprannaturale del cristianesimo) venga a svolgere di fatto la funzione di una veritagrave di
ragione E tuttavia il tomismo e la Chiesa hanno anche evitato di porre esplicitamente come
veritagrave di ragione lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo Porla
esplicitamente come veritagrave di ragione significherebbe accettare e arrendersi esplicitamente a
quella gnosi contro cui la Chiesa ha sempre combattuto
Lrsquoatteggiamento esplicito della Chiesa risulta quindi da una doppia incoerenza si lascia
che di fatto funzioni come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che in realtagrave egrave soltanto un atto di fede si evita
di qualificare come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che di fatto si lascia funzionare come laquoveritagrave
naturaleraquo In questo modo la dottrina della Chiesa egrave insieme laquofideismoraquo e laquognosiraquo Quel
fideismo ossia la volontagrave di credere contro la ragione che la tradizione cattolica continua a
rigettare
Credo quia absurdum (credo percheacute egrave assurdo) non egrave formula che interpreti la fede cattolica [hellip]
Dio infatti non egrave assurdo semmai egrave mistero Il mistero a sua volta non egrave irrazionale ma
sovrabbondanza di senso di significato di veritagravegtgt256
La Chiesa vuole che giudicando la filosofia la fede non solo non abbia a laquocoartareraquo
lrsquoautonomia del pensiero filosofico ma laquone illumini il cammino verso la veritagraveraquo
256 In URL wwww2vaticanva Benedetto XVI Udienza generale del 21 novembre 2012 LrsquoAnno della
fede La ragionevolezza della fede in Dio Consultato in data 04042017
170
La laquolibertagrave di ricercaraquo e la laquovera autonomia della scienzaraquo esprimono la laquoragione
naturaleraquo tomistica lrsquoesclusione che la fede abbia a laquocoartare la libertagrave di ricerca e la vera
autonomia della scienzaraquo esprime lrsquoaffermazione tomistica dellrsquoarmonia di ragione e fede
sullrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione la fede traccia il senso ultimo dellrsquoessere al
quale la ragione non deve voltare le spalle In questo modo la grazia (la fede) non conserva la
natura (la ragione) ma la nega
Le distinzioni tra fede umana e fede divina rivelata tra ordine naturale e ordine
soprannaturale sono in realtagrave operate allrsquointerno della fede cristiana percheacute egrave il credente ad
avere fede che la propria fede in quanto rivelata differisca da ogni laquofede umanaraquo ed egrave ancora
il credente ad aver fede nellrsquoesistenza di un ordine soprannaturale costituito dalle
determinazioni della fede cristiana
La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la
sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane
per quanto profonda unrsquointenzione unrsquointenzione smentita in realtagrave dal principio ndash che sta al
centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i
contenuti della fede cristiana non appartiene alla ragione autentica ma ne egrave una
degenerazione Il principio che la Chiesa eredita dal pensiero di Tommaso La ragione
autentica cioegrave la ragione in quanto conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la
veritagrave indubitabile della fede laquocosigrave evidentemente confermata da Dioraquo Quando si produce un
conflitto tra un asserto della ragione e un asserto della fede questrsquoultimo non puograve essere
modificato e resta fermo ed egrave lrsquoaltro a dover riconoscere di non essere veramente un asserto
della ragione e di esserlo solo apparentemente
171
Riguardo allrsquoobiezione a proposito del contrasto tra fede e ragione che laquola ragione naturale che afferma Dio certamente non sa se Dio si rivela ma sa certissimamente che se egli si rileva tutto
ciograve che dice egrave vero e quindi che la possibilitagrave del contrasto dipende da una insufficiente
formulazione della veritagrave propria della ragione attuale che egrave ragione umana ldquofinitardquoraquo (Leonardo Messinese Essere e divenire nel pensiero di Emanuele Severino Cittagrave Nuova 1985 pp 40-41) Ma
ormai egrave chiaro che questa non egrave la posizione di Tommaso per il quale la ragione naturale non solo
sa certissimamente che se Dio si rivela quello che dice egrave vero ma sa anche (tam evidenter) che Dio si rivela
257
Dire come egrave giusto dire che la ragione naturale non sa se Dio si riveli significa che
essa non sa se il messaggio di Gesugrave sia il rivelarsi di Dio Ammettendo ma non concedendo
che la possibilitagrave del contrasto tra fede e ragione dipenda da una insufficiente formulazione
della veritagrave propria della ragione attuale finita ne viene che di fronte a un contrasto tra il
messaggio di Gesugrave e la ragione naturale questrsquoultima non sapendo e non potendo dire che
quel messaggio egrave vero in quanto rivelazione di Dio non puograve nemmeno squalificare se stessa
come laquoinsufficiente formulazione della veritagraveraquo deve squalificare quel messaggio ponendolo
come errore
La fede cristiana dice Non ci puograve essere contrasto tra me e la ragione naturale La
ragione naturale dice Se Dio si rivela non ci puograve essere contrasto tra me e questa rivelazione
ma io non so se e dove laquoDioraquo si riveli e quindi lagrave dove crsquoegrave contrasto tra me e una certa
affermazione che dichiari di essere la voce di laquoDioraquo questa affermazione qualunque essa sia e
comunque sia data egrave errore
Il concetto di laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo applicato alla struttura
originaria della veritagrave ndash in quanto struttura che giagrave da sempre si mostra al di fuori
dellrsquoalienazione della veritagrave ndash non ha veritagrave Se la veritagrave originaria potesse essere negata
smentita in quanto laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo non ci sarebbe piugrave veritagrave (e
nemmeno la laquoragione naturaleraquo puograve accettare di essere qualcosa che possa essere smentito)
257 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 154
172
La veritagrave infatti non egrave laquoformulazioneraquo non si riduce a linguaggio ndash a proposito del
quale soltanto ha senso parlare di laquoinsufficiente formulazioneraquo Egrave un errore considerare
dallrsquoesterno la veritagrave e il messaggio cristiano come se fossero due linguaggi che si
confrontano Egrave allrsquointerno dello sguardo della veritagrave che ogni linguaggio deve rendere conto di
seacute alla veritagrave
Se il contrasto tra laquoveritagrave filosoficaraquo e laquoveritagrave di federaquo costringesse a dire che la veritagrave
filosofica egrave laquoinsufficientemente formulataraquo questo significherebbe che la veritagrave originaria puograve
diventare errore Ma la veritagrave egrave appunto ciograve che non puograve diventare errore Essa egrave il contenuto
significante a cui il linguaggio si riferisce
Se esistesse una laquorivelazione di Dioraquo in un linguaggio storico questo linguaggio
dovrebbe essere agli occhi della veritagrave un problema autentico Non solo sarebbe problema ciograve
che questo linguaggio dice ma anche che esso dica quello che lrsquointerpretazione storica gli fa
dire Ma poicheacute il significato stesso dei linguaggi storici egrave problematico ndash poicheacute egrave
problematico che essi dicano quello che si crede che dicano ndash laquoDioraquo non puograve laquorivelarsiraquo in un
linguaggio storico ndash non puograve uscire dal problema e portarsi allo scoperto ndash ma puograve soltanto
nascondersi in esso Si deve nascondere nella problematicitagrave dellrsquointerpretazione laquoDioraquo
potrebbe entrare nel mondo solo come ciograve di cui non si potrebbe mai sapere che egrave laquoDioraquo Esso
non puograve costituirsi come punto di riferimento al quale la veritagrave debba adeguarsi Non egrave laquopuntoraquo
proprio percheacute lo egrave ndash laquopuntoraquo ndash solo allrsquointerno della interpretazione che lo rende laquopuntoraquo E
che il rivelarsi di Dio debba essere il suo nascondersi egrave qualcosa che vale non soltanto per la
veritagrave autentica ma anche per quella forma di veritagrave alienata che egrave la laquoragione naturaleraquo
La veritagrave autentica dice che laquoDioraquo la veritagrave infinita si rivela nel finito solo nella
struttura originaria della veritagrave che da sempre si apre al di fuori dellrsquoalienazione della veritagrave
173
Se laquosi rivelaraquo anche altrove nelle forme storiche del linguaggio il suo laquorivelarsiraquo deve
essere un nascondersi uno sfuggire in modo da non poter mai esser preso tenuto fermo
guardato in faccia e visto come veritagrave Un contrasto tra la veritagrave attuale e questo laquosvelarsi-
nascondersiraquo di Dio non puograve dunque apparire nello sguardo della veritagrave appunto percheacute
affincheacute ci sia un contrasto i punti fermi devono essere due
174
II - Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa
La Costituzione Dei Verbum dopo aver ricordato che la parola di Dio egrave presente sia nei
testi sacri che nella Tradizione afferma laquoLa Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura
costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesaraquo258
Alla fede posta come rivelazione divina corrisponde lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa La
Chiesa egrave infallibile percheacute conserva la laquoParola di Dioraquo e conservarla significa capirla cogliere
il significato autentico dei testi sacri In quanto la Chiesa stabilisce il senso autentico del
contenuto della fede e in quanto non puograve esserci contrasto tra ragione e fede la Chiesa egrave il
luogo esclusivo in cui resta stabilito il senso autentico della ragione
Ma anche lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa egrave un contenuto della fede di cui la Chiesa si ritiene
depositaria La Chiesa non dice laquoIo ho fede di essere infallibile ndash e quindi ammetto la
possibilitagrave che la veritagrave sia negazione della mia fede e della mia infallibilitagraveraquo Non dicendolo
la Chiesa egrave costretta a lasciare che il dogma dellrsquoinfallibilitagrave funzioni di fatto come una veritagrave
naturale non dicendolo la Chiesa si presenta di fatto come lrsquounica definitiva e suprema
filosofia al cui interno resta stabilito il rapporto tra fede e ragione come la gnosi piugrave
insuperabile in cui va completamente perduto il carattere laquosoprannaturaleraquo della rivelazione
Ponendosi di fatto come super-filosofia al cui interno egrave stabilito il rapporto fede-
ragione la Chiesa evita per altro di riconoscere esplicitamente questo carattere e da un lato
intende tener fermo il valore soprannaturale della rivelazione dallrsquoaltro lato non intende porsi
timore e tremore dinanzi alla veritagrave Ma senza questo timore e tremore la Chiesa egrave gnosi Essa
pur volendo sulla base del tomismo distinguere la fede dalla ragione in realtagrave si pone laquoal di lagrave
e al di sopraraquo di questa distinzione proprio nellrsquoatto in cui lascia di fatto sussistere come veritagrave
di ragione lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione e lrsquoaffermazione della propria
infallibilitagrave
258 In URL wwwmaranathait Concilio Vaticano II nn10 consultato in data 5042017
175
Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa garantisce che una formulazione dogmatica anche se
espressa con concetti e linguaggio metafisico egrave conforme alla veritagrave rivelata originaria e perciograve
vera come questa
La dottrina cattolica esige certamente i concetti di essere infinito di creazione ex nihilo non sono unrsquolaquoalienazione del senso dellrsquoessere ma lrsquoespressione vera del Verbo rivelato [] La Rivelazione
non puograve esprimere nessuna veritagrave (cioegrave nessuna manifestazione esatta della realtagrave) se non
attribuendo un valore reale ai concetti usati quindi la Rivelazione include necessariamente una laquoontologiaraquo fondamentale (non una metafisica sistematica) Qualunque ulteriore espressione
metafisica di questo dato laquoontologicoraquo deve essere coerente con il suo contenuto259
Egrave chiaro che lrsquoontologia fondamentale necessariamente inclusa nella rivelazione
costituisce quel contenuto essenziale del pensiero filosofico rispetto al quale non rimane piugrave
che il compito inessenziale ed estrinseco di dargli una forma sistematica Lrsquoontologia
fondamentale della Chiesa che egrave anche lrsquoontologia fondamentale dellrsquoOccidente egrave persuasa
che lrsquoessere non egrave lrsquoessere dellrsquoente ma egrave lrsquoessere come essenzialmente separato dallrsquo ente sigrave
che lrsquoente in quanto tale puograve non essere puograve cioegrave essere niente e dal niente esce e nel niente
ritorna per opera del dio creatore o della tecnica umana
Per la Chiesa lrsquoeternitagrave dellrsquoente in quanto ente rende impossibile la storia della
salvezza Il senso nichilistico del divenire domina il modo in cui la Chiesa intende il
laquodiventareraquo peccatore da parte dellrsquouomo il laquodiventareraquo carne da parte del Verbo e il divenire
in cui si fa innanzi ogni evento della laquostoria della salvezzaraquo Con lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave
dellrsquoente in quanto tale viene nullificato lrsquoevento storico
259 Lettera inviata al prof Severino da Mons C Colombo in data 13-9-1968 in Il mio scontro con la
Chiesa pag4647
176
Percheacute non sia nullificato si vuole un lsquoprimarsquo (in principio) in cui la carne del Verbo
sia stata niente e solo il Verbo sia Per non nullificare lrsquoIncarnazione la Chiesa nullifica la
carne Per non nullificare la laquostoria della salvezzaraquo nullifica la salvezza
La veritagrave dellrsquoessere non laquonullificaraquo lrsquoevento storico ma rileva che la comprensione
nichilistica di esso pensa la nientitagrave dellrsquoente ossia pensa ciograve che non egrave Al di fuori del
nichilismo la storia egrave il processo del Tutto immutabile Solo lrsquoimmutabile puograve di-venire cioegrave
venire fuori dal nascondimento
Tutte le cose e tutti gli eventi sono eternamente scolpiti Allrsquointerno dellrsquointramontabile
apparire della veritagrave dellrsquoessere sorgono e tramontano come le immutabili costellazioni del
cielo Condizione necessaria percheacute laquola storia della salvezzaraquo abbia la possibilitagrave di diventare
un problema egrave che essa sia intesa come questa successione dellrsquoapparire questa condizione non
nullifica lrsquoevento storico in quanto tale ma lo restituisce al suo autentico significato
Affincheacute la laquostoria della salvezzaraquo divenga un problema il laquoVerboraquo deve essere allora
innanzitutto pensato come eternamente laquopresso Dioraquo ed eternamente laquopresso la carneraquo e il suo
diventar carne deve innanzitutto significare che il Verbo che egrave eternamente presso la carne egrave
entrato nellrsquoapparire Solo a questo punto dinnanzi alla veritagrave dellrsquoessere puograve aprirsi la
domanda se la parola di Gesugrave riascoltata al di fuori del laquomondoraquo sia il Verbo che parla in
veritagrave della nascosta luminositagrave del Tutto
Allrsquointerno del laquomondoraquo cioegrave il luogo ove si scontrano le contrapposte volontagrave di
potenza il cristianesimo soprattutto nella forma che esso assume nella Chiesa cattolica egrave
ancora una delle forze piugrave potenti determina ancora il comportamento di grandi masse e
possiede un apparato concettuale altamente idoneo a operare questa determinazione
La laquoveraraquo critica laica della fede cristiana non puograve essere altro oggi che
lrsquoemarginazione pratica della Chiesa dalla vita sociale e la laquoveraraquo vittoria di quella fede sulla
irreligiositagrave e sul laicismo non puograve essere altro che il successo pratico-politico delle masse che
ancora posseggono quella fede
177
La potenza sociale della Chiesa non egrave in contraddizione con la pura fede interiore
giaccheacute anche la pura fede cristiana come ogni fede egrave una prevaricazione della volontagrave di
potenza La pura fede egrave prevaricazione proprio percheacute credendo in qualcosa rifiuta qualcosa
drsquoaltro che ha lo stesso diritto ad essere creduto e cioegrave a divenire prevaricante
178
III - Lrsquoauspicata armonia tra fede e ragione
La Chiesa cattolica ha sempre respinto ogni forma di fideismo tenendo ferma lrsquounione
la convergenza e lrsquoarmonia di fede e ragione Eppure questa armonia egrave la maschera di una lotta
mortale tra due contrapposte volontagrave di potenza una lotta dunque che si conclude con la
morte di uno dei due contendenti ndash la ragione ndash ma in cui sopravvive ciograve che egrave in comune a
entrambi la violenza prevaricante della volontagrave di potenza ossia lrsquoessenza dominatrice
dellrsquoOccidente
La filosofia non egrave piugrave un pericolo oggettivo per il cristianesimo e ogni critica rivolta
allrsquoessenza o alle configurazioni storiche del cristianesimo possiede lo stesso valore di ciograve che
essa intende negare La ragione che oggi la Chiesa si preoccupa di far concordare con la fede egrave
soprattutto la ragione scientifica che egrave a sua volta una fede
Lrsquounico pericolo e lrsquounica critica egrave che lrsquouomo riesca a produrre in terra il lsquoregno di
Diorsquo cioegrave un regno che liberi definitivamente lrsquouomo dalla nostalgia a dal desiderio di ogni
altro regno Nessuna fede nemmeno la fede cristiana potrebbe costituire unrsquoalternativa a un
regno capace di soddisfare i bisogni di ogni fede Ma accanto alla fede cristiana e ad ogni
umanesimo che in relazione a questa previsione le sia solidale crsquoegrave la fede nel dominio umano
del tutto e quindi nella capacitagrave di soddisfare i bisogni di ogni fede allrsquointerno di questo
dominio La fede nel dominio illimitato dellrsquouomo egrave la conseguenza rigorosa del rsquomondorsquo in
cui si muove anche la storia della fede cristiana
Il progetto della dominazione scientifica del tutto segna la fine del cristianesimo e
dellrsquointera cultura tradizionale ma nella situazione attuale dove le singole lsquoconquiste della
scienzarsquo lasciano ancora sullo sfondo quel progetto viene a costituirsi una sorta di
agevolazione specifica del compito della Chiesa nel mondo
179
La fine del sogno della lsquoveritagrave definitivarsquo pone innanzitutto sullo stesso piano ogni
proposta culturale ogni posizione culturale egrave una fede giaccheacute per quanto complesso possa
essere lrsquoordine concettuale in cui una cultura si definisce tale ordine non egrave la veritagrave che
manifesta la non veritagrave di ogni alternativa possibile Tommaso drsquoAquino interpretando S
Paolo poteva ancora dire che la fede ndash al contrario di quanto accade nella laquoscientiaraquo ndash conduce
in captivitatem omnem intellectum cioegrave lo rende prigioniero di un contenuto che non egrave
evidente e quindi gli egrave laquoestraneoraquo (alienus) e lrsquointelletto egrave pertanto laquoinquietoraquo (nondum est
quietatus) Lo stesso Paolo rispetto a quella laquoscientiaraquo poteva sentirsi ndash non tanto
soggettivamente quanto piuttosto in relazione al contenuto oggettivo di essa ndash in infirmitate et
timore et tremore multo Ma oggi ogni cultura conduce in captivitatem la coscienza e la fede
cristiana non ha piugrave alcun motivo di timore e tremore per una laquoscienzaraquo che a sua volta si
riconosce come fede
La laquosicurezzaraquo del sapere scientifico egrave per definizione relativa la scienza ha deciso da
tempo e metodicamente di lasciar da parte ogni tentativo di scoprire una conoscenza
assolutamente incontrovertibile della realtagrave e riconosce che i propri principi e metodi sono
ipotesi Esse consentono il dominio piugrave efficace delle cose ma in quanto ipotesi sono esposte
alla possibilitagrave della piugrave radicale smentita Il senso comune osserva che la tristezza ci assale
quando siamo felici Abbiamo paura di perdere la felicitagrave La scienza puograve produrre una felicitagrave
di cui forse non riusciamo ancora a sospettare lrsquoampiezza e lrsquointensitagrave Ma crsquoegrave unrsquounica cosa
che la scienza non puograve produrre la sicurezza della felicitagrave la sicurezza che non puograve essere data
dalla laquosicurezzaraquo di ogni possibile metodologia scientifica e nemmeno da una qualsiasi fede
religiosa Anche la scienza egrave in quanto scienza una fede E per chi ha raggiunto la felicitagrave non
puograve bastare la fede di non perderla
180
Anche per il cristianesimo la fede egrave una virtugrave di questo mondo che non puograve appartenere
al paradiso Ma non puograve bastare nemmeno vedere il dio facie ad faciem percheacute puograve sempre
sorgere il dubbio che ciograve che vediamo non sia la faccia di dio Percheacute il paradiso non sia un
inferno ndash cioegrave lrsquoangoscia dellrsquoimminente vanificazione della felicitagrave ndash deve mostrarsi la veritagrave
del paradiso la veritagrave che in nessun senso sia unrsquoipotesi
Per riassumere quindi tale argomentazione possiamo affermare che il contenuto della
fede egrave il Verbo e il Verbo storicamente egrave linguaggio Ogni linguaggio egrave comprensione del
senso dellrsquoessere ma non ogni linguaggio esprime tale comprensione Ossia non ogni
linguaggio storico egrave lrsquoesplicitazione del senso ontologico in cui pur si muove Nella storia
dellrsquouomo lrsquounico linguaggio ontologicamente esplicito egrave quello della filosofia greca e della
cultura che da essa discende Il linguaggio del Verbo egrave di questa natura non egrave lrsquoesplicitazione
di unrsquoontologia come non lo egrave la Rivelazione In questo senso egrave impossibile lrsquoaccertamento di
ogni contrasto o solidarietagrave tra unrsquoontologia (ossia un linguaggio che esplicita il senso
dellrsquoessere) e la Rivelazione proprio percheacute questrsquoultima non egrave una forma di ontologia Egrave
invece possibile un contrasto tra la veritagrave dellrsquoessere e una interpretazione ontologica della
Rivelazione quale egrave stata costruita dal pensiero occidentale egrave possibile la solidarietagrave tra la
ragione purificata (la ragione che parla la veritagrave dellrsquoessere) e la Rivelazione
Per la ragione purificata il Verbo egrave quindi unrsquoautentica possibilitagrave laquoarmoniaraquo e
laquoincontroraquo di ragione e fede
181
Sin dal suo inizio la filosofia intende raggiungere la forma piugrave radicale di sapere la
veritagrave assolutamente innegabile Ma questo immane tentativo della filosofia egrave destinato a
fallire La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico propostosi di difendere la veritagrave
dellrsquoessere ma risultandone la piugrave chiara negazione
Lrsquoessere egrave eterno ogni prova e ogni negazione dellrsquoessere immutabile vivono allrsquointerno
dellrsquoalienazione dellrsquoOccidente lrsquoalienazione metafisica che identifica lrsquoessere al niente
proprio in quanto si mette alla ricerca di un essere immutabile ed eterno I legami indissolubili
che legano ogni essere al proprio essere al proprio apparire e alle determinazioni che lo
accompagnano non possono essere spezzati Lrsquouomo ha da sempre e per sempre dinanzi la
veritagrave dellrsquoessere intramontabile
Lrsquoisolamento della terra dal destino egrave la fede che le cose siano il diventare altro da ciograve
che esse sono e che questo loro diventare sia la fondamentale e lrsquounica terra sicura con cui
lrsquouomo ha a che fare
Se la creazione viene interpretata in termini di essere e non essere - se cioegrave viene
interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere allora il concetto di creazione egrave
lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere
Nella terra isolata dal destino della veritagrave appare la storia dei mortali la storia della
prevaricazione di una volontagrave che rimane nello sguardo del destino soltanto un tentativo
prevaricante La tecnica egrave diventata oggi la piugrave potente delle forze metafisiche Lo stesso senso
comune non egrave piugrave dominato dalla religione o dalla politica ma dal modo di pensare e di agire
della metafisica ma che ormai ha raggiunto una capacitagrave di trasformazione della terra che non
si limita a guidare i processi naturali di produzione e distruzione ma li sostituisce con processi
artificiali
182
La fede proprio in quanto fede ossia volontagrave che le cose abbiano il senso deciso egrave
isolamento del laquocredutoraquo dal dubbio che lo avvolge Essa non potragrave mai porsi come una veritagrave
di ragione se non negando la propria essenza il kerygma Essere lrsquoargumentum la voce data ai
non visibili ai non manifesti egrave possibile solo se compare lrsquooscuritagrave che rende invisibili i
visibili La fede egrave volontagrave di potenza non solo percheacute egrave una prevaricazione sulle altre fedi che
intende sospingerle nel niente ma percheacute egrave la stessa volontagrave di impadronirsi della terra
sottraendola al destino e usandola come riparo dal niente che lrsquoattraversa
La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la
sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane
unrsquointenzione smentita dal principio ndash che sta al centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale
ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i contenuti della fede cristiana non appartiene alla
ragione autentica ma ne egrave una degenerazione La ragione autentica cioegrave la ragione in quanto
conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la veritagrave indubitabile della fede cosigrave
laquoevidentemente confermata da Dioraquo
Percheacute il cristianesimo abbia la possibilitagrave di diventare la Parola di Dio e preparare
lrsquoaccadimento della salvezza egrave necessario che tramontino il suo essere fede e la sua
appartenenza al mondo
183
INDICE
Prefazione pag 4
INTRODUZIONE
I La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica pag 9
II La ricerca giovanile di Emanuele Severino pag12
III Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa pag15
PARTE PRIMA ndash LrsquoETERNO
CAPITOLO I ndash LrsquoESSERE IMMUTABILE
I Dare prova di Dio pag 22
II La realtagrave di Dio e lrsquoideale della ragione pag 26
III La logica esposizione di Dio e la sua morte pag 34
CAPITOLO II ndash ALLE ORIGINI DEL PENSIERO E DEL NICHILISMO
DELLrsquoOCCIDENTE
I La metafisica come sapere incontrovertibile pag 44
II Il sentiero della Notte pag 53
III Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire pag 62
CAPITOLO III ndash PER UNA COMPRENSIONE DELLrsquoESSERE
I La struttura originaria dellrsquoessere pag 68
II Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere pag 72
III LrsquoEterno pag 76
NOTA
Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del Verbo pag 80
PARTE SECONDA ndash IL DIVENIRE
CAPITOLO I ndash IL DIVENIRE NELLrsquoALIENAZIONE DELLrsquoOCCIDENTE
I La creazione dal nulla pag 88
II Divenire esser altro pag 94
III La volontagrave pag 97
184
CAPITOLO II ndash LrsquoAZIONE CHE CATTURA E DOMINA LrsquoENTE
I Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire pag 101
II Il dominio che guida il divenire pag 106
III La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio pag 110
CAPITOLO III ndash LrsquoALIENAZIONE NELL O SGUARDO DEL DESTINO
I Ciograve che il mortale crede pag 115
II La necessitagrave dellrsquoaccadere come risolvimento del problema della libertagrave pag 121
III laquoCrescereraquo come divenire pag 131
TERZA PARTE ndash LA FEDE
CAPITOLO I ndash FILOSOFIA E FEDE
I Lo sguardo filosofico alla rivelazione pag 136
II Lrsquoargumentum pag 139
III La laquocertezzaraquo dubitante dellrsquoanimo pag 143
CAPITOLO II ndash UNA DAMA DA COMPAGNIA PER LA RAGIONE
I laquoCredereraquo per capire e conoscere pag 149
II La sottomissione della ragione alla fede pag 157
III Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione pag 161
CAPITOLO III ndash LrsquoINEVITABILE CONTRASTO
I La duplice posizionedella Chiesa fideismo e gnosi pag166
II Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa pag 174
III Lrsquoauspicata armonia tra ragione e fede pag 178
INDICE pag 183
BIBLIOGRAFIA pag 185
185
BIBLIOGRAFIA
OPERE DI EMANUELE SEVERINO
Cosa arcana e stupenda LrsquoOccidente e Leopardi RCS Libri Milano 2006
DallrsquoIslam a Prometeo RCS Libri Milano 2003
Destino della necessitagrave Adelphi Milano 1980
Essenza del nichilismo Adelphi Milano 1995
I presocratici e la nascita della filosofia collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo
Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il quotidiano La Repubblica
I principi del divenire La Scuola editrice Brescia 1959
Il mio scontro con la Chiesa RCS libri spa Milano 2001
Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e destino Rizzoli Milano 2008
Il principio di non contraddizione La Scuola editrice Brescia 1959
Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013
Introduzione alla Struttura originaria Seconda edizione Adelphi 1981
Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010
La filosofia moderna RCS Libri Milano 1984
La struttura originaria La Scuola editrice Brescia 1958
Oltrepassare Adelphi Milano 2007
Pensieri sul cristianesimo RCS Libri Milano 1995
Tautόtēs Adelphi Milano 1995
TESTI CLASSICI
Anselmo drsquoAosta Opere filosofiche Laterza ndash Bari 1969
Aristotele Della interpretazione RCS Libri spa Milano 2000
Aristotele Fisica Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L Ruggiu Rusconi Libri
Milano 1995
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