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Corso di Laurea In filosofia Ex D.M. 509/1999 Tesi di Laurea A proposito dell’Eterno, del divenire e della fede. Relatore Ch. Prof. Giorgio Brianese Correlatore Ch. Prof. Davide Spanio Laureando Paola Teston Matricola 778268 Anno Accademico 2017/ 2018

Corso di Laurea In filosofia Tesi di Laurea

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Page 1: Corso di Laurea In filosofia Tesi di Laurea

Corso di Laurea

In filosofia

Ex DM 5091999

Tesi di Laurea

A proposito

dellrsquoEterno del

divenire e della

fede

Relatore

Ch Prof Giorgio Brianese

Correlatore

Ch Prof Davide Spanio Laureando

Paola Teston

Matricola 778268

Anno Accademico

2017 2018

2

A PROPOSITO DELLrsquoETERNO

DEL DIVENIRE E DELLA FEDE

3

LrsquoOccidente non ha saputo accogliere

il Sacro In questo mancato incontro

incomincia lrsquoesperimento metafisico

dellrsquoOccidente

Emanuele Severino

-Essenza del nichilismo-

4

Prefazione

Nel volume di Emanuele Severino Il mio scontro con la Chiesa1 si trova la

documentazione epistolare delle vicende che dal 1961 al 1970 hanno condotto la Chiesa

Cattolica a dichiarare ufficialmente lrsquoopposizione tra il suo pensiero filosofico e il

Cristianesimo2 Inizialmente la Chiesa si espresse attraverso la Sacra Congregatio pro

Institutione Catholica3 (Sacra Congregazione per lrsquoeducazione cattolica che con lrsquoex

SantrsquoUffizio egrave una delle massime istituzioni dellrsquoorganizzazione teologico-educativa della

Chiesa) e in un secondo momento attraverso la Sacra Congregazione per la Dottrina della

Fede (lrsquoex SantrsquoUffizio)

Il cambiamento di sede per la discussione dellrsquointero problema fu la risposta positiva

alla richiesta dello stesso Severino preoccupato che la questione del rapporto tra il suo

pensiero e il Cristianesimo e dunque i motivi del dissenso non venissero confusi con altri

problemi e motivi come quelli politici che stavano alla base della contestazione partita proprio

in quegli anni dallrsquoUniversitagrave Cattolica4

1 Rizzoli Milano 2001

2 Emanuele Severino nato a Brescia il 26 febbraio 1929 fu docente presso lrsquoUniversitagrave Cattolica di Milano dallrsquoanno accademico 1954-1955 fino al 1970 prima come professore incaricato e poi come ordinario

3 Agli inizi del 1968 la Sacra Congregatio pro Institutione Catholica invitava monsignor Colombo a

prendere contatti con il prof Severino nel tentativo di condurlo a un chiarimento del suo pensiero che non

risultasse piugrave in contrasto con la dottrina della Chiesa Poicheacute il chiarimento richiesto aveva condotto a un esito

opposto il professor Lazzati rettore dellrsquoUniversitagrave Cattolica chiese a monsignor Colombo di sollecitare una

presa di posizione della Sacra Congregatio pro Institutione Catholica che rispose invitando Lazzati a prendere i

provvedimenti del caso e cioegrave immediatamente la sospensione dallrsquoincarico di Storia della filosofia

contemporanea che Severino teneva oltre al corso che svolgeva in qualitagrave di prof ordinario e in prospettiva la

revisione dellrsquointera sua posizione accademica presso lrsquoUniversitagrave Cattolica ossia il suo allontanamento da

questrsquoultima E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 14

4 Il sessantotto in Italia ebbe la sua scintilla iniziale allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave del Sacro Cuore di Milano a causa della decisione dellrsquoAteneo di aumentare le rette universitarie il 15 novembre 1967 gli studenti diedero

vita alla prima occupazione dellrsquoUniversitagrave La notte stessa il rettore Ezio Franceschini fece sgombrare

centocinquanta occupanti dalla polizia Dopo tre giorni 30000 studenti sfilarono per Milano fino

allrsquoarcivescovado e la protesta si diffuse in tutte le principali universitagrave del paese Il 21 marzo 1968 la Cattolica

venne nuovamente occupata e dopo essere stata sgomberata venne chiusa a tempo indeterminato Leader iniziale

della rivolta fu Mario Capanna studente di filosofia dellrsquoUniversitagrave Cattolica L Bertoli La rivolta alla Cattolica

diede il via al rsquo68 in URL oldUnicait consultato in data 15032017

5

Il 16 dicembre 1969 il cardinal Franjo Seper prefetto dellrsquoex SantrsquoUffizio spedigrave al

professor Severino i tre laquoVotiraquo dei periti incaricati dalla Sacra Congregazione di esaminare il

suo discorso filosofico (prof padre Cornelio Fabro prof padre GBLotz5 prof don E

Nicoletti6)

Padre Cornelio Fabro7 al termine del proprio Voto intitolato Sulla posizione filosofica

di E Severino conclude affermando

Prout verba sonante t eius philosophia exigit bencheacute il Severino non si dichiari espressamente

mai neacute ateo neacute anticristiano egli critica alla radice la concezione della trascendenza di Dio ed i

capisaldi del Cristianesimo come forse finora nessun ateismo ed eresia hanno mai fatto8

Durante gli anni di insegnamento alla Cattolica gli scritti maggiori pubblicati da

Severino furono La struttura originaria9 e Studi di filosofia della prassi

10

Anche se La struttura originaria conteneva il fondamento che poi si sarebbe sviluppato

negli scritti successivi la sua pubblicazione non incontrograve grandi difficoltagrave Maggiori furono

quelle incontrate con Studi di filosofia della prassi La seconda parte dellrsquoopera dal titolo

Implicazioni pragmatiche della veritagrave riguardava il problema della fede e quindi anche la fede

cristiana vista giagrave qui come contraddizione

5 Il laquoVotoraquo del prof padre GB Lotz SJ non aveva alcun carattere filosofico ma solo lrsquointento di stabilire

in modo sommario ed estrinseco la compatibilitagrave tra il discorso filosofico severiniano e la dottrina tradizionale

della Chiesa

6 Il laquoVotoraquo del prof don E Nicoletti aveva la forma della ldquodifesardquo rispetto ai primi due che assumevano la

forma dellrsquoldquoaccusardquo In seguito egli si portograve estremamente vicino al contenuto degli scritti di Severino e lasciograve la

veste talare

7 Padre Cornelio Fabro nato a Flumignano il 24 agosto 1911 presbitero teologo e filosofo membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesugrave Cristo ex definitore del SantrsquoUffizio fu professore

allrsquoUniversitagrave degli studi di Perugia e uno degli esponenti piugrave importanti del tomismo del Novecento Il suo

apporto piugrave profondo alla metafisica classica sulle orme di San Tommaso drsquoAquino egrave la distinzione tra essentia e

actus essendi

8 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag86

9 La Scuola editrice Brescia 1958 nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1980

10 Vita e pensiero Universitagrave cattolica 1962 seconda edizione Adelphi 1984

6

La fede egrave una delle modalitagrave dellrsquoessere in contraddizione e cioegrave nellrsquoerrore Ossia egrave il

trovarsi nella non-veritagrave egrave lrsquoassumere come veritagrave ciograve che non si presenta come veritagrave Al

tempo degli Studi perograve la fede (come ogni fede) egrave contraddizione e tuttavia agli occhi della

struttura originaria della veritagrave tale fede si presentava ancora come un problema Questo in

base al teorema che la fede in un asserto egrave sempre autocontraddizione tuttavia lrsquoasserto che egrave

contenuto della fede non egrave sempre autocontraddizione ma puograve essere qualcosa che non nega

neacute implica lrsquooriginario Quindi fino a Studi di filosofia della prassi crsquoegrave la persuasione che il

contenuto della fede cristiana (fides qua creditur) sia un insieme di asserti di questo tipo In

seguito a partire da Ritornare a Parmenide Poscritto11

sarebbe venuto in chiaro che la fede

cristiana egrave contraddizione non solo come fides qua creditur ma anche come fides quae

creditur ossia per il contenuto in cui si crede

11 lt La struttura originaria opera alla quale Severino si riporta di continuo come allrsquoesposizione basilare

del suo parmenidismo [] notevole per la sua mole e la ferrea struttura formale sembra non abbia destato

preoccupazione alcuna di ortodossia neacute allrsquouniversitagrave Cattolica di Milano neacute altrove La Redazione della Riv di

filosofia noescolmostra il suo dissenso ndash in forma piuttosto blanda mi sembra ndash solo allrsquoapparire di Ritornare a

Parmenide del 1964 la nota della redazione ammette anzi che lrsquolaquoarticoloraquo si riconnette ad una tradizione che ha i

suoi rappresentanti anche nella scolastica Con la tesi infatti che nellrsquoessere di ogni cosa per quanto diveniente e

caduca si manifesta immediatamente la presenza dellrsquoEssere divino Emanuele Severino continua ci sembra una

tradizione che ha esempi classici come per citarne uno il capitolo terzo dellrsquoItinerarium di San Bonaventura gt C

Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino prima edizione Quadrivium

Genova 1981 seconda edizione Opere Complete 2015 ndash Editrice del Verbo Incarnato (RM) pag70

I numeri successivi di laquoRivista di filosofia neoscolasticaraquo conterranno unrsquoampia discussione del saggio da parte di molti esponenti della cultura filosofica cattolica Nel numero V del 1965 venne pubblicato il Poscritto di Ritornare

a Parmenide che apparve con la seguente Nota lt Sebbene la risposta di Emanuele Severino accentui le

divergenze del suo pensiero dalla concezione filosofica alla quale si ispira questa Rivista pubblichiamo

ugualmente questo articolo persuasi che il dibattito di idee giovi alla conoscenza della veritagrave La fede nella veritagrave e

la fiducia che la possibilitagrave di esprimere liberamente il proprio pensiero aiuti a scoprirla egrave il vincolo fraterno che

oltre ogni pur radicale dissenso resta fra lrsquoAutore di questo articolo e gli altri redattori gt E Severino Il mio

scontro con la Chiesa cit pag 13

7

Unitamente alla lettera inviata al professor Severino il 2 luglio 1968 monsignor Carlo

Colombo presidente dellrsquoIstituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo Ente fondatore

dellrsquoUniversitagrave Cattolica e vescovo titolare di Vittoriana inviograve lrsquoallegato datato 21 marzo

1968 della Sacra Congregatio pro Istitutione Catholica firmato da Gabriel-Maria Card

Garrone e Giuseppe Schroffer segr

In tale lettera si auspicava ad una schietta e leale chiarificazione con il Professore a

seguito dellrsquoesame di alcuni suoi scritti (Ritornare a Parmenide Ritornare a Parmenide

Poscritto Il sentiero del giorno) data la loro marcata istanza immanentistica e per le

dissonanze che essi presentavano con la dottrina cattolica In un secondo allegato venivano

precisati tre punti i rilievi emersi dallrsquoesame degli scritti sopracitati 1- Il problema delle prove

dellrsquoesistenza di Dio come pseudoproblema 2- Inconcepibilitagrave e assurditagrave della laquocreatio ex

nihiloraquo 3- Impossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione12

Essi saranno il

contenuto del presente lavoro sviluppato quindi in tre parti riprendendo delle tematiche giagrave

presenti in Risposta ai critici e Risposta alla Chiesa13

e integrati da contenuti presenti negli

scritti successivi del prof Severino

La prima parte egrave riservata allrsquoalienazione del senso dellrsquoEssere alla dimenticanza della

veritagrave dellrsquoEssere che nel pensiero metafisico sorto per proteggere tale veritagrave rimane nellrsquo

inconscio e ne fa da sfondo

laquoEternoraquo come sinonimo di laquoEssereraquo eternitagrave che appartiene con veritagrave ad ogni

essente che nel suo manifestarsi non necessita di una dimostrazione ma di una

laquocomprensioneraquo La comprensione di un linguaggio che non parla la lingua del Sentiero della

Notte ma testimonia il Destino della veritagrave nel sentiero ancora intentato del Giorno che

conduce alla Gioia

12 Due anni dopo in data 12 febbraio 1970 verranno inviate al professor Severino le Osservazioni

conclusive con lrsquoElenco delle proposizioni riguardanti la dottrina filosofica del prof Severino formulato dalla S

congregazione per la Dottrina della Fede a conclusione dellrsquoesame condotto sugli scritti del filosofo

13 Testi rispettivamente del 1968 e 1970 contenuti in E Severino Essenza del nichilismo Adelphi

Milano 1995

8

La seconda parte si occupa della volontagrave di potenza come espressione del dominio

sullrsquoEnte dominio reso possibile solo nella laquopersuasioneraquo della libertagrave dellrsquoEnte che quindi egrave

libero da ogni legame che lo unisce al Tutto

La laquocreazione dal nullaraquo come assurda espressione del nichilismo in quanto creando un

mondo ndash e gli essenti del mondo ndash che sarebbe potuto non essere identifica di fatto lrsquoEssere al

Nulla ponendovi il divenir altro come cominciamento

Nello sguardo del destino lrsquoisolamento dellrsquoEnte e del Tutto dalla veritagrave dellrsquoEssere si

presenta come un tentativo fallito il tentativo di una laquovolontagrave che vuole lrsquoimpossibileraquo

La terza e ultima parte egrave dedicata alla trattazione della laquofederaquo come opposta alla

laquoveritagraveraquo in quanto la fede isola il contenuto creduto dal dubbio che lo circonda e nella

specificitagrave della fede cristiana in quanto laquoargomentoraquo laquoparolaraquo di ciograve che non laquosi mostraraquo di

ciograve di cui non si dagrave realtagrave

Il laquorapportoraquo tra fede e ragione nellrsquolaquoimpossibilitagraveraquo di una loro laquoarmoniaraquo decretata

dal mancato riconoscimento da parte della Chiesa di essere detentrice di una veritagrave di fede e

non di ragione

9

INTRODUZIONE

I - La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica

Un profondo osservatore come Cornelio Fabro poteva affermare circa quarantrsquoanni

orsono che il pensiero italiano nel contesto pluralistico delle filosofie contemporanee

sembrasse percorrere un proprio cammino nella fedeltagrave a quellrsquoevento che aveva caratterizzato

variamente ma costantemente il fondo della nostra cultura filosofica nella prima metagrave del

secolo il neo-idealismo specialmente nella forma dellrsquoattualismo gentiliano14

Se infatti

Benedetto Croce aveva dilagato soprattutto nellrsquoambito degli studi storici estetici letterari la

coscienza dei giovani assillati dallrsquoistanza teoretica si rivolse a Gentile

Se non che mentre Gentile poteva celebrare nella perenne presenza dellrsquoatto la veritagrave dellrsquoAssoluto onnicomprendente la coerenza spingeva i suoi accorti discepoli a denunziare fino in fondo la

sopravvivenza della contaminazione teologico-metafisica per portarsi su posizioni di rottura

radicale [] quale laquoil principio della scienzaraquo di Ugo Spirito15

Spirito fa il punto di partenza da una considerazione storica cioegrave dalla constatazione

che gli uomini di fatto hanno trovato un modo drsquointendersi al di lagrave di ogni religione e di ogni

filosofia cioegrave che di fatto il mondo ormai da tempo va unificandosi da oriente a occidente da

nord a sud e che la forza unificante non egrave data da un mito o da unrsquoideologia bensigrave dalla scienza

e dalla tecnica che diventano effettivamente lrsquounica valida piattaforma di consistenza e di

unificazione degli uomini Questo percheacute le laquoreligioni e le filosofie dividono la scienza

unisceraquo16

14 C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag 9

15 Ibidem

16 Ivi pag 1011

10

Ma proprio in quel periodo (1964-1965) Spirito veniva scavalcato nella reductio ad

nihilum o destructio philosophiae nientemeno che allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave Cattolica di

Milano da Emanuele Severino17

La piega attualistica continua Fabro se proprio non fu un vitium originis si rivelograve nella

UC almeno un trentennio prima dello s contro tra E Severino e la stessa Chiesa

nella tesi di laurea di G Bontadini18

[]dedicata appunto alla difesa della laquounitagrave dellrsquoesperienzaraquo

di qui fu facile il passo allrsquointerpretazione attualistica di Parmenide prima da parte del Bontadini e

poi senza remore del Severino il quale critica di certo anche lrsquoidealismo ma per quel tanto che ancora in esso rimane di affermazione dualistica

Fu un fatto secondo Padre Cornelio anche se puograve sorprendere che Bontadini

formatosi allrsquoUC la quale aveva pur fatto sua lrsquoesortazione della Aeterni Patris (1879) di Papa

Leone XIII rinnovata senza posa dai successori di un ritorno alla filosofia realistica della

tradizione greco-cristiana soprattutto secondo la rigorosa forma speculativa avuta da S

Tommaso mostri fin da principio una opzione decisa a favore dellrsquoimmanenza moderna e piugrave

precisamente per lrsquoattualismo di Gentile

17 lt Spirito e Severino stanno agli antipodi Spirito pensatore laico che rispetta la coscienza religiosa

indica nello sperimentare infinito della scienza il fondo del pensiero religioso ed il campo dellrsquounica veritagrave e

salvezza possibile Severino considera in blocco la scienza la filosofia il marxismo tutto il Cristianesimo storico

nella medesima area del nichilismo occidentale ossia la perdita radicale della veritagrave originaria chrsquoegrave lrsquoEssere uno e immutabile lagrave lrsquoesasperazione riflessiva della perdita del logo qui lrsquoesasperazione decisiva del ricupero del logo e

del non-logo gt Fabro sottolinea con tono di rimprovero ma direi soprattutto di rammarico come lt

Nellrsquoinfuriare della demitizzazione e nelle prospettive a getto continuo delle nuove ldquoteologie della morte di Diordquo

che percorrono in tutti i sensi la cristianitagrave post-conciliare doveva venire dallrsquoUniversitagrave Cattolica sorta per

difendere il pensiero ed i fondamenti della ortodossia cristiana lrsquoaffermazione radicale ndash ed a mio avviso non piugrave

superabile ndash del principio moderno della nientitagrave formale del cogito e alla demolizione ndash non piugrave ricuperabile ndash

della metafisica gt Ivi pag12

18 Gustavo Bontadini (Milano 27 marzo 1903-m1990) egrave stato un filosofo e accademico italiano

esponente di spicco del movimento neotomista (a parere di Severino laquoil maggiore pensatore cattolico dei nostri

tempiraquo Il mio scontro con la Chiesa pag6) Iscrittosi presso lrsquoUniversitagrave Cattolica quando essa aveva iniziato le

sue attivitagrave ma non era ancora riconosciuta dal Governo Italiano egli fu nel 1925 il terzo laureato assoluto dellrsquoAteneo presso il quale fu poi professore di filosofia teoretica dal 1951 al 1973 Fu maestro di Emanuele

Severino allrsquouniversitagrave di Pavia portandolo alla laurea nel 1951 con la tesi dal titolo Heidegger e la metafisica

Fabro ricorda come il miglior discepolo di Gentile quale Ugo Spirito affermava che lt Il Bontadini si puograve dire

oggi uno degli alunni piugrave genuini del Gentile e nel suo pensiero egrave piugrave presente lrsquoattualismo che non il

cattolicesimo gt inoltre Spirito attestograve ripetutamente a Fabro che Gentile considerava il Bontadini fra coloro che

meglio seguivano il suo pensiero C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E

Severino pag 139

11

Lrsquoorigine o forse la causa prossima che dir si voglia sembra da ricercare

nellrsquoinsegnamento del francescano P Emilio Chiocchetti19

studioso acuto ma alieno e

assolutamente impervio alle istanze della metafisica il quale pur criticando lrsquoidealismo aveva

prospettato la possibilitagrave di una simbiosi fra il realismo neoscolastico e il principio idealistico

Drsquo altra parte si puograve ammettere che lrsquoinsegnamento dellrsquoaltro pilastro del tomismo milanese

Mons F Olgiati20

il quale qualificava la filosofia moderna per laquofenomenismoraquo possa aver

stimolato al contrario la decantazione attualistica dellrsquoessere da parte di maestro e allievo

19 Emilio Chiocchetti nacque a Moena (Trento) il 20 settembre 1880 (m1951) nel 1903 ebbe

lrsquoordinazione sacerdotale Lrsquoincontro con la filosofia avvenne relativamente tardi quando fu mandato a Roma

presso il collegio internazionale di SAntonio La sua fatica piugrave importante fu la serie di articoli sulla filosofia di

Benedetto Croce del 1913-1914 la quale suscitograve notevoli e animate polemiche con lrsquoaccusa di idealismo

Chiocchetti riteneva non fosse possibile liquidare sommariamente tutte le conquiste della filosofia moderna

e che il necessario intervento per ristabilire la validitagrave del realismo tradizionale doveva avvenire per via di

dimostrazione e mai per principi astratti e decisi una volta per tutte La concretezza idealistica e quella realistica differiscono profondamente Nel volume sul Gentile La filosofia di Giovanni gentile si avverte subito

un tono diverso da quello usato per il Croce piugrave duro e intransigente e meno disposto a concessioni Lrsquoidealismo

attualistico viene opposto alla concezione cristiana in maniera netta Da Croce e da Gentile pensava Chiocchetti

dobbiamo imparare a vedere e cogliere la organicitagrave la metodicitagrave la modernitagrave e la concretezza storica del

sapere laquoIl Croce tratta e risolve problemi che anche la filosofia tradizionale considerava come immanenti il

Gentile invece risolve nel senso dellrsquoimmanenza problemi che la filosofia tradizionale risolve nel senso della

trascendenza Il Croce vede il mondo e si ferma ligrave il Gentile vede il mondo e lo afferma come Dioraquo Informazioni

raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura di Carlo Coen consultato in data 02072017

20 Francesco Olgiati nacque a Busto Arsizio in provincia di Varese il 1deg gennaio 1886 (m1962) nel

1908 nel Duomo di Milano fu ordinato sacerdote Nello stesso anno incontrograve Agostino Gemelli con lui e

Ludovico Necchi nel 1914 fondograve la rivista Vita e pensiero Dal 1922 fu membro del comitato permanente e del consiglio di amministrazione dellrsquoIstituto Giuseppe Toniolo (del quale divenne presidente dopo la morte di

Gemelli) ente finanziatore dellrsquoUniversitagrave Cattolica e dal 1924 ebbe un posto nel consiglio drsquoamministrazione

dellrsquouniversitagrave nella quale assunse subito lrsquoincarico dellrsquoinsegnamento di metafisica Filosofo neoscolastico

contro le dottrine di derivazione kantiana che pongono il primato della gnoseologia mons Olgiati sostiene il

primato della metafisica come scienza della realtagrave in quanto realtagrave Tiene una ferma presa di distanza

dallrsquoatteggiamento di ripulsa verso il pensiero moderno Informazioni raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura

di Lucia Pozzi consultato in data 02072017

12

II - La ricerca giovanile di Emanuele Severino

Nel periodo precedente la pubblicazione di Ritornare a Parmenide il pensiero di

Severino si svolse nellrsquoorizzonte di quel peculiare rinnovamento della metafisica che andava

proponendo il suo maestro Gustavo Bontadini e caratterizzato dallrsquoanalisi critica di alcuni

importanti filoni del pensiero contemporaneo21

Il magistero di Bontadini egrave rivelato dallrsquoattenzione di Severino verso la modalitagrave con

cui il filosofo milanese si era accostato prima nei confronti dellrsquoattualismo di Giovanni Gentile

e poi verso il successivo sviluppo in senso problematicistico operato da Ugo Spirito

La riforma operata da Gentile22

dellrsquoidealismo in attualismo non comportava soltanto il

venir meno del carattere assoluto della realtagrave in quanto considerata come presupposta al

pensiero ma esigeva pure che al concreto atto del pensare quale realtagrave autenticamente

spirituale non dovesse essere presupposto neppure lrsquoorganico sistema hegeliano delle categorie

logiche Solo cosigrave poteva essere portato al suo piugrave genuino compimento lrsquoidealismo introdotto

da Hegel e si sarebbe potuto affermare in modo radicale che la realtagrave assoluta non egrave lrsquoAtto puro

del quale parlava Aristotele inteso come lrsquoAtto giagrave perfettamente realizzato ma invece il

processo dialettico del Pensiero

21 Severino ricorda come lui e Bontadini a partire dal loro incontro allrsquouniversitagrave di Pavia dove il maestro era stato chiamato come professore straordinario di Filosofia teoretica si siano lt voluti sempre piugrave bene e

nonostante la distanza che andograve crescendo tra noi sul piano filosofico Bontadini pensava che lrsquoattualismo

gentiliano nel suo significato piugrave profondo avrebbe consentito di riproporre il discorso metafisico che negli ultimi

due secoli era stato sempre piugrave emarginato e soprattutto la metafisica classica Per Bontadini non si trattava di

rilevare la concordanza tra filosofia e cristianesimo guardando alla filosofia patristica e scolastica ma

valorizzando innanzitutto la riflessione greca sul senso dellrsquoessere Lrsquoattualismo sgombrava il terreno dal

ldquopresupposto naturalisticordquo che per secoli aveva concepito lrsquoessere come dimensione esistente indipendentemente

e al di lagrave del conoscere e che quindi non poteva che condurre (per usare lrsquoespressione kantiana) allrsquoimpossibilitagrave di

una metafisica come scienza - essendo rimasto alla metafisica il compito ineseguibile di andare al di lagrave del

conoscere per conoscere lrsquoessere Lrsquoidealismo e soprattutto quello gentiliano si era liberato di quel ldquopresuppostordquo

[] Non lo si percepigrave o non si comprese lrsquoimportanza della proposta di Bontadini percheacute era il tempo in cui in Italia incominciavano ad essere conosciute le filosofie straniere del Novecento ndash fenomenologia esistenzialismo

pragmatismo neopositivismo ndash e Gentile era stato fin troppo presente sulla scena culturale gt E Severino Il mio

ricordo degli eterni Rizzoli Milano 2011 pag 31-32

22 A proposito di Gentile Severino sostiene come si credesse spesso lt di poterlo liquidare dicendo che era

stato fascista che anzi durante il fascismo aveva avuto una posizione di primo piano Per capire opere come Teoria

generale dello Spirito come atto puro e ancor piugrave Sistema di logica come teoria del conoscere bisogna essere

addentro nelle cose filosofiche Per esempio conoscere Platone e Aristotele non meno di Kant e Hegel gt Ibidem

13

Ugo Spirito da parte sua aveva denunziato lrsquoesito contraddittorio inerente

allrsquoassolutezza che la dialettica veniva ad assumere nellrsquoattualismo di Gentile Ripristinando un

assoluto sia pure sui generis a suo parere la dottrina del maestro si rivelava anchrsquoessa una

forma di metafisica che era chiaramente in contraddizione con lrsquoassunto dialettico

fondamentale della dottrina Onde evitare il suddetto esito Spirito si orientograve pur con alcune

oscillazioni verso una forma di problematicismo situazionale riguardo allrsquoaffermazione o

meno di una realtagrave che trascendesse la dimensione che veniva a configurarsi nel processo

dialettico cosigrave come era affermato dallrsquoattualismo gentiliano

Il rapporto di Severino con la filosofia di Gentile fu articolato e si mosse seguendo un

duplice registro cogliere la presenza di un valore in seacute nella speculazione gentiliana e mostrare

la coerenza degli sviluppi attualistici allrsquointerno dellrsquoorizzonte nichilistico del pensiero

occidentale Due linee interpretative distinte ma convergenti

Per quanta riguarda il primo punto occorre distinguere due fasi che si succedono nel

tempo Nella prima fase della sua speculazione Severino guardograve allrsquoattualismo che si

proponeva quale essenzializzazione dellrsquoidealismo hegeliano come alla filosofia che

maggiormente si era impegnata nel toglimento del presupposto naturalistico tipico del

pensiero moderno inaugurato da Cartesio

Nella seconda fase a motivo della radicalitagrave con la quale Gentile assicurograve la serietagrave del

divenire dellrsquoessere lrsquoattualismo apparve agli occhi di Severino come lrsquoesatto capovolgimento

sul piano teoretico di quella filosofia della immutabilitagrave dellrsquoessere che egli era andato sempre

meglio valorizzando come espressione piugrave autentica della veritagrave

14

Dalla sua critica poi senza esitazione della determinazione attualistica dellrsquointero

Severino perverragrave alla conclusione che il superamento dellrsquoattualismo quale teoria del divenire

non egrave realizzabile lungo la via della mediazione metafisica ma soltanto negando la presunta

evidenza originaria del divenire dellrsquoessere vale a dire solo se lrsquoessere non vien posto come

diveniente

Per quanto riguarda Spirito Severino sostenne che esso non arrivograve a scorgere che

lrsquoimmutabile al quale egli tendeva fosse incompatibile con il divenire e che la sua critica

apparentemente radicale dellrsquoattualismo compigrave un passo indietro rispetto ad esso cosigrave come un

passo indietro fu compiuto da tutti coloro che sulla base dellrsquoattualismo ritennero di poter

giungere sia pure in modi diversi al Dio della teologia cristiana

Bontadini che pure comprendeva molto bene il significato preciso che le dottrine

dellrsquoattualismo e del problematicismo possedevano rispettivamente in Gentile e Spirito si era

risolutamente orientato a valorizzarle nella prospettiva di una efficace ripresa e di una valida

rigorizzazione della metafisica di trascendenza nella quale veniva data una risposta positiva al

problematicismo

Il giovane Severino seguigrave inizialmente il maestro fino ad affiancarglisi nella strategia

teoretica di fondo nondimeno si manifestograve subito un carattere piugrave personale nelle indagini

dellrsquoallievo rivelato dallrsquoinserimento in tale progetto ermeneutico teso a rivalutare la

metafisica classica nel contesto del pensiero contemporaneo anche della filosofia di Martin

Heidegger (Il risultato di tali ricerche severiniane egrave contenuto nei volumi Note sul

problematicismo italiano23

e Heiddeger e la metafisica24

)

23 E Severino Note sul problematicismo italiano Vannini Brescia1950

24 Id Heidegger e la metafisica prefazione di G Bontadini Vannini Brescia 1950 Lrsquoopera egrave stata

ripubblicata (Adelphi Milano 1994) senza la prefazione e con lrsquoaggiunta di altri testi severiniani posti in

Appendice

15

III - Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa

La discussione sullrsquoessere e lrsquoapparire tra Gustavo Bontadini ed Emanuele Severino egrave

durata piugrave di trentrsquoanni In essa e per essa i loro due linguaggi filosofici si sono andati

chiarendo sia pure in direzioni opposte25

Nella disputa i due grandi ambiti della discussione sono costituiti dalla determinazione

di ciograve che sia autenticamente il ldquodivenirerdquo che appare nellrsquoesperienza e dal valore che deve

essere riconosciuto al principio parmenideo che afferma lrsquoopposizione assoluta dellrsquoessere al

non essere

Il contrasto incominciograve con la pubblicazione di Ritornare a Parmenide nel quale viene

mostrata la necessitagrave che ogni essere sia eterno Ma questa necessitagrave si era giagrave mostrata nella

Struttura originaria e anzi ancor prima nel saggio del 1956 Aristotele e la metafisica classica

Sennoncheacute Ritornare a Parmenide tutto teso a mostrare lrsquoeternitagrave dellrsquoessente in quanto

essente non richiama e non sviluppa in alcun modo il tema del divenire dellrsquoesperienza come

lrsquoapparire e lo scomparire degli eterni Con lrsquoavvio della discussione con Bontadini quel tema ndash

e la connessa tesi che lrsquoesperienza non attesta che gli essenti escano dal nulla e vi ritornino ndash

saragrave al centro del Poscritto di Ritornare a Parmenide

Gli ldquoinconvenientirdquo che Bontadini riscontra nella posizione di Severino sono il

contrasto col consensus gentium (quello che una volta era portato tra le ldquoprove di Diordquo) la

Destruktion della storia della filosofia la frantumazione dellrsquoente e in particolare dellrsquouomo

Condividendo con Severino lrsquoassenso a Parmenide e ammettendo il divenire nel senso

nichilistico Bontadini dice di trovarsi preso da unrsquoantinomia lrsquoantinomia tra il responso del

logo e quello dellrsquoesperienza dal quale sente lrsquoobbligo di liberarsene

Egli ritiene di soddisfare a questrsquoobbligo con il teorema di Creazione lrsquoimmobile crea il

diveniente

25 Il breve saggio che contiene tale disputa egrave G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire ndash Una

disputa Morcelliana Brescia 2017

16

Alla contestazione di Severino che se lrsquoessere egrave immobile non si puograve piugrave tornare

indietro e pretendere che il divenire non sia piugrave assurdo quando egrave visto come creato e che se

Dio creasse il divenire creerebbe lrsquoassurdo Bontadini ritiene di dover laquoscagionare Dio da tanta

iatturaraquo26

La contraddittorietagrave che si deve togliere egrave data dalla presenza del negativo del non

Se egrave lasciato a seacute stesso il divenire presenta la sopraffazione del negativo sul positivo il

responso della fenomenologia

Lrsquointervento della metafisica cambia il verdetto dalla vittoria del nulla sullrsquoessere a

quella dellrsquoessere sul nulla Lrsquoannullatore non egrave piugrave il nulla ma lrsquoAtto creatore che egrave identico a

Dio perciograve eterno come Dio e pure positivum Il non ndash questo vuoto che affligge lrsquoessere ndash egrave

colmato compensato bilanciato dal positivo dellrsquoatto creatore il quale non egrave originariamente

diverso dalla realtagrave diveniente anzi potremmo dire sia laquoidentico a Dio nel modo di non

esserloraquo27

La contraddizione non crsquoegrave nel creato percheacute nel creato lagrave dove lrsquoesperienza ci

mostra la ferita della negativitagrave la ragione ci insegna che vige la potenza la positivitagrave del

Creatore (dellrsquoAtto creante che egrave atto puro)28

26 Ivi cit pag 23 27 Ivi cit pag 25

28 Lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete egrave dato dalla necessitagrave (corsivo mio) di sanare la

contraddizione inoculata dal non dal negativo Nella prospettiva della metafisica creazionistica lrsquoandare nel nulla

dellrsquoessere che risulta sul piano fenomenologico egrave risolto nel fare andare nel nulla che egrave in quanto fare un

positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico lt Sia che si tratti del porre o sia che si tratti del

togliere la concezione creazionistica risolve il negativo nel positivo e sopprime per ciograve stesso la contraddizione gt

Ivi cit pag 59

17

Severino da parte sua oltre a ricordare che padre Agostino Gemelli29

nella premessa

alla Metafisica classica e Aristotele aveva perfettamente colto che lrsquoeleatismo del suo scritto

non aveva nulla a che vedere col Principio di Parmenide di Bontadini sottolinea che lrsquoassurdo

nel divenire non egrave che lrsquoente non sia ma che sia il niente a render niente lrsquoente cioegrave che il

niente sia un positivo avente la forza di annullare lrsquoente

Lrsquoallievo quindi si sorprende che il maestro non avverta che nel suo discorso crsquoegrave

almeno lrsquoapparenza della strada che porta dal divenire allrsquoAnnullatore della strada invece che

porta dal divenire al Creatore non crsquoegrave nemmeno lrsquoapparenza

Allrsquoaffermazione di Bontadini che sia innegabile che almeno la presenza cioegrave

lrsquoapparire degli enti diviene nel senso dellrsquouscire e ritornare nel niente ( ciograve che lrsquoapparire egrave

chiamato a testimoniare egrave solo lrsquouscita del laquociograve cheraquo il venir meno del suo esser dentro

lrsquoesperienza) Severino pone allora il quesito questa laquoinnegabilitagraveraquo egrave dovuta a una

dimostrazione (che si fonderebbe sulla struttura originaria del sapere si fonderebbe sul logo) o

a una constatazione (cioegrave qualcosa di constatato che appare appunto nellrsquoesperienza)

29 Padre Agostino Gemelli al secolo Edoardo Gemelli nacque a Milano il 18 gennaio 1878 (m 1959)

religioso medico rettore e psicologo appartenente allrsquoordine francescano dei Frati Minori Proveniente da una

famiglia non praticante e anticlericale cresce in un ambiente agnostico comune alla borghesia dellrsquoepoca Durante

lrsquoanno di volontariato come soldato di sanitagrave frequenta Ludovico Nicchi e per suo tramite un giovane sacerdote

Giandomenico Pini Riprende pratica religiosa nellrsquoaprile 1903 e poco dopo matura la sua vocazione e la relativa

decisione di farsi frate francescano Edoardo diviene frarsquo Agostino Nel 1906 tiene una relazione al convegno

della Fuci dal titolo ldquoI progressi delle scienze biologiche innanzi al pensiero cattolicordquo dove pone con evidenza la

questione dei rapporti fra religione e scienza Si fa strada nella mente del giovane frate lrsquoidea che sia necessario

provvedere alla formazione di un pensiero cattolico moderno coerente con i tempi Nel 1909 fonda la ldquoRivista di filosofia neoscolasticardquo Le sue opere sono il frutto della convinzione profonda che il metodo empirico della

scienza e una fede solida possono arricchirsi a vicenda nella prospettiva di uno sviluppo autenticamente umano e

coerente con la grande tradizione della Chiesa Nel 1921 padre Gemelli ottiene lrsquoapprovazione di Benedetto XV

alla realizzazione dellrsquoUniversitagrave Cattolica del Sacro Cuore che inaugureragrave il 7 dicembre dello stesso anno nella

festivitagrave di SantrsquoAmbrogio con due facoltagrave Filosofia e Scienze sociali Padre Gemelli assume la carica di Rettore

che manterragrave fino alla morte Informazioni raccolte in URL laquowwwsantiebeatiitraquo (fonte riportata

laquowwwunicattitraquo) consultato in data 02072017

18

Il maestro risponde che lrsquoaffermazione del divenire ndash e dellrsquoannientamento ndash siano

opera non del solo logo neacute della sola esperienza ma di entrambi questi fattori della struttura

originaria egrave opera del logo che legge lrsquoesperienza e non puograve che leggerla nel modo suddetto

Lrsquoallievo rincalza facendo notare come sostenendo che lrsquoesistenza dellrsquoannientamento

dellrsquoapparire egrave affermata ad opera insieme dellrsquoesperienza e del logo considerati questi come

organi della Struttura originaria Bontadini tenti di far rientrare in tale struttura la

dimostrazione e il ragionamento errato di presupporre arbitrariamente che il venir meno sia

lrsquoandare nel nulla Inoltre se il logo originario egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come

puograve dire il maestro che il logo cooperi con lrsquoesperienza nellrsquoaffermare che qualcosa si

annienta Se il logo egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come puograve il logo leggere

nellrsquoesperienza lrsquoannientamento di qualcosa

Il maestro sentendosi ldquotirare per i capellirdquo afferma perentorio che

se qualcosa - un eterno ndash esce dallrsquoesperienza allora egrave venuto meno (= andato nel nulla) il suo

esser dentro (se infatti lrsquoesser dentro non fosse caduto allora lrsquoeterno non sarebbe andato fuori) Egrave naturalmente solo lrsquoessere di questo dentro che qui si afferma lrsquoesser venuto meno e non lrsquoessere

dellrsquoeterno che egrave andato fuori30

Agli occhi del discepolo il presupposto rimane il termine laquonon apparireraquo o

laquoscomparireraquo significa egrave inteso anche dal maestro come lo squagliarsi il dissolversi lo

spegnersi lrsquoannientamento dellrsquoapparire Invece lrsquoapparire empirico parziale egrave anche quando

esce dallrsquoapparire trascendentale (o anche egrave anche quando la sua appartenenza eterna al

contenuto dellrsquoapparire trascendentale non appare) Non si annienta neacute lrsquoente che esce

dallrsquoapparire trascendentale neacute il suo esser dentro tale apparire (ossia non si annienta nemmeno

il suo apparire che egrave apparire empirico parziale)

30 Lrsquoessere e lrsquoapparire - Una disputa pag 51 Bontadini in nota a ciograve continua sostenendo che se si

volesse sussumere che lrsquoeterno che egrave andato fuori (dallrsquoapparire) egrave eternamente dentro resta sempre che questo

esser dentro non appare (scompare) e cioegrave che si presenta sia pure ridotto al minimo un non un negativo

insopprimibile senza il quale non si avrebbe la struttura propria dello s-comparire

19

Ciograve che scompare egrave il finito non il trascendentale e il finito egrave sia lrsquoente che scompare

sia il suo apparire sia la relazione del finito col trascendentale (ossia della parte col tutto che

appare)

Una volta che Bontadini31

arriva a riconosce che lrsquoesperienza dello scomparire non egrave

lrsquoesperienza dellrsquoannientamento dellrsquoente che scompare gli rimane ancora da fare un passo

innanzi e riconoscere che anche lrsquoapparire dellrsquoente che scompare egrave un ente che scompare e che

quindi lrsquoesperienza del suo scomparire non egrave esperienza del suo annientamento

31 Il problema del divenire egrave posto e chiamato in causa per mettere a fuoco il senso e la portata

speculativa del principio di non contraddizione Il momentum metaphysicum del divenire egrave nella sua negativitagrave

ossia nel non avere nessuna positivitagrave poicheacute egrave proprio dellrsquoesperienza del divenire il suo continuo laquopassareraquo ad

altro che Bontadini indica con lrsquoespressione formale di laquovenir meno del datoraquo da cui scaturisce la

contraddittorietagrave del divenir che viene chiamata la laquogrande contraddizioneraquo (percheacute ogni altra contraddizione ne

sarebbe una specificazione) La spiegazione della contraddizione pura cioegrave che i molteplici casi di proposizioni in

cui il predicato egrave il termine contraddittorio del soggetto riguardano lrsquoessenza mentre la contraddizione pura

quella del divenire riguarda lrsquoesistenza (contraddizione che il maestro pensa di superare ad opera del Principio di Creazione) LrsquoAutore chiama questo procedere o meglio lo fa corrispondere allrsquoargomento ontologico percheacute

fondato super rationem entis et non entis In realtagrave secondo lrsquoumile avviso di Fabro si tratta di un salto dalla sfera

dellrsquoessenza a quella dellrsquoesistenza nella sfera dellrsquoessenza il divenire egrave contraddittorio e tale rimane nella sfera

dellrsquoesistenza lo sarebbe ma cessa di esserlo grazie alla mediazione del principio di creazione La creazione egrave un

laquoatto dellrsquoImmobile che suscita dal nulla la realtagrave divenienteraquo Il divenire come tale resta sempre nulla nulla di

essere Da questo nulla il divenire egrave liberato dallrsquoAtto creatore cosigrave che la realtagrave del creato egrave tutta insidente

secondo il rapporto stesso di creazione nellrsquoatto creatore tutta compresa in esso Bontadini si sforza di sfuggire

dalla risoluzione panenteistica si sforza di sfuggirle con il semantema del principio di creazione ove perograve non si

tratta di creazione come produzione dellrsquoente dal nulla ma come apparizione dellrsquoessere al nulla del divenire che

continua ad essere nulla in seacute percheacute egrave questa negativitagrave che fa fare il balzo verso lrsquoImmobile La contraddizione

fra il primo principio e la realtagrave constatata del movimento non si pone Di piugrave siffatta convinzione della realtagrave del movimento egrave garantita non a partire dallrsquoesperienza come fatto (dato) incontrovertibile che sta alla base

della riflessione ma dal ricorso alla mediazione dellrsquoesistenza di Dio Fabro precisa come mentre la posizione di

Severino rimanga chiara e divenga sempre piugrave chiara quella del maestro al contrario rimanga ambigua e diventi

sempre piugrave ambigua C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente pag 132-134138 139

20

PARTE PRIMA

LrsquoETERNO

LE PROVE DELLrsquoESISTENZA DI DIO COME PSEUDOPROBLEMA

laquoSi tratta certamente di uno pseudo problema non percheacute lrsquoaffermazione dellrsquoEssere

necessario sia impossibile tale affermazione egrave la stessa veritagrave originaria dellrsquoEssereraquo32

32 E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 40

21

CAPITOLO 1

LrsquoEssere Immutabile

22

I - Dare prova di Dio

Il coro del secondo canto intorno allrsquoara nelle Eumenidi di Eschilo dice che dalla

salute della mente proviene la felicitagrave che egrave cara a tutti e molto ricercata Dalla conoscenza

della veritagrave proviene la felicitagrave del mortale e della polis

Il rapporto tra veritagrave e felicitagrave egrave il tratto essenziale del pensiero greco Dalla filosofia

greca il cristianesimo attinge il significato stesso della parola veritagrave e il Dio della tradizione

cristiana egrave impensabile senza il concetto greco dellrsquoeterno (anche la certezza lrsquoindubitabilitagrave

sono categorie che il cristianesimo ha eredito dal pensiero greco)

Il paradiso cristiano egrave innanzitutto la vita felice nella veritagrave La veritagrave con cui lrsquouomo egrave

giagrave in rapporto nella vita presente si dispiega in modo compiuto nella vita futura Questo modo

di pensare si manifesta nel Proslogion di Anselmo di Aosta nel cosiddetto laquoargomento

ontologicoraquo

Anselmo lrsquoaveva intensamente ricercato un unico argomento che per mostrarsi

probante non avesse bisogno di nientrsquoaltro che di seacute stesso e che da solo fosse capace di

sostenere che Dio esiste veramente Un pensiero capace di mostrare da solo che lrsquoaffermazione

dellrsquoesistenza di Dio egrave veritagrave Da solo cioegrave senza farsi aiutare nemmeno dalla fede cristiana

Da vero filosofo Anselmo dice addirittura che anche se egli non volesse piugrave credere

nellrsquoesistenza di Dio trasgredendo cosigrave quanto gli impone la fede cristiana questo argomento

gli mostrerebbe egualmente lrsquoimpossibilitagrave di negare tale esistenza (si te esse nolim credere

non possim non intelligere ldquoanche se io non volessi credere che tu esisti non potrei non

intenderlordquo non potrei quindi evitare di saperlo con la mia sola ragione)

Lrsquoargomento non ha lo scopo di far nascere la fede Anselmo crede ha fede Ma la fede

non gli basta anche se egrave la fede stessa ad esigere un sapere superiore capace di laquoleggere

dentroraquo (intus) o laquotraraquo (inter) le pieghe delle cose un sapere che sia intel-ligere laquointendereraquo ndash

a differenza della fede che non laquolegge dentroraquo le cose ultime

23

ma le mostra laquoattraverso uno specchio e in enigmaraquo come dice lrsquoapostolo Lrsquoargomento ha bisogno solo di seacute non della fede ma la fede egrave il terreno in cui ci si deve inizialmente trovare proprio per

potersene staccare e sollevarsi al di sopra di esso laquoNon cerco infatti di intendere allo scopo di

credere ma credo allo scopo di intendereraquo (credo ut intelligam)33

Dio egrave presente a chi crede ma Anselmo che crede gli dice laquoIo cerco il tuo voltoraquo che

rimane ancora per lui laquoluce inaccessibileraquo Con lrsquoaudacia fervida del filosofo prega il Dio in

cui crede di fargli vedere la sua luce laquoanche da lontano o dal profondoraquo E lrsquoargomento unico e

potentissimo vera turris eburnea e janua coeli gli si fa incontro con laquocerta veritagrave e con vera

certezzaraquo34

Lrsquoarcivescovo di Canterbury si esprime cosigrave

Volgendo spesso e con impegno il mio pensiero a questo problema a volte mi sembrava di poter

ormai afferrare ciograve che cercavo altre volte invece sfuggiva completamente al mio pensiero fincheacute finalmente disperando di poterlo trovare volli smettere di ricercare qualcosa che era impossibile

trovare Ma quando volli scacciare da me quel pensiero percheacute occupando la mia mente non mi

distogliesse da altri problemi dai quali potevo ricavare qualche profitto allora cominciograve a

presentarsi con sempre maggior importunitagrave [] ma povero me uno dei poveri figli di Eva lontani da Dio che cosa ho cominciato a fare e a che cosa sono riuscito A che cosa tendevo e a che cosa

sono giunto A che cosa aspiravo e di che sospiro [] o Signore tu non solo sei ciograve di cui non si

puograve pensare nulla di piugrave grande (non solum es quo maius cogitari nequit) ma sei piugrave grande di tutto ciograve che si possa pensare (quidam maius quam cogitari possit) [] Se tu non fossi tale si

potrebbe pensare qualcosa piugrave grande di te ma questo egrave impossibilerdquo35

Solo nella vita futura del paradiso la fame saragrave saziata Ma il gaudio in cui entreranno i

beati non saragrave piugrave la semplice fede ma la laquopiena conoscenzaraquo (notitia plena) di Dio che si

manifesteragrave ai loro occhi in tutta la sua ricchezza ora inaccessibile ma con quella stessa veritagrave

con la quale qui sulla terra laquolrsquounico argomentoraquo ha mostrato lrsquoesistenza di Dio

33 E Severino Pensieri sul cristianesimo pag 256-258

34 Ibidem

35 Proemio e nn 1 15 PL 158 223 224 226 235

24

E i beati avranno la ldquovera sicurezzardquo ndash (vera sicuritas) ndash che la loro felicitagrave non verragrave

mai meno (numquam et nullatenus) Godranno tanto quanto ameranno e ameranno tanto

quanto conosceranno

Ma sentendo lrsquoargomento donandogli attenzione bisogna diffidare dalla delusione che

le cose grandi producono nellrsquoascolto affrettato e distratto Dice che Dio egrave laquociograve di cui non si

puograve pensare nulla di maggioreraquo ma se Dio esistesse solo nella nostra mente e non in realtagrave lo

si potrebbe pensare anche reale ma in questo modo avremmo pensato qualcosa di maggiore di

ciograve di cui non si puograve pensare nulla di maggiore Dunque Dio non esiste solo nella nostra mente

Se con la parola ldquoDiordquo si intende il Tutto ciograve che lascia fuori di seacute soltanto il niente

ossia non lascia fuori di seacute niente lrsquoargomento egrave inconfutabile ma in realtagrave non afferma altro

che lrsquoesistenza del Tutto ossia di ciograve che include tutte le cose e che non puograve essere quella parte

del Tutto che egrave il Tutto in quanto esistente soltanto ldquonella menterdquo Anselmo crede invece di

aver dimostrato lrsquoesistenza di ldquoDiordquo ossia di ciograve che differisce da tutte le cose finite divenienti

del mondo

Aristotele aveva presentato lrsquoaffermazione dellrsquoatto puro come risultato di un arduo

processo dimostrativo basato sul principio dellrsquoomne quod movetur ab alio movetur la cui

fondazione egrave esplicita nei libri settimo e ottavo della Fisica Tale fondazione egrave analizzata con

estrema aderenza al testo aristotelico da S Tommaso nel capitolo XIII della Summa contra

gentes Propriamente la fondazione egrave triplice ossia nel testo aristotelico sono rintracciabili piugrave

modi di fondazione di quel principio Nel primo fra i vari modi si sviluppa una prova per

assurdo mostrando la contraddizione che si produce negando il principio in questione

Senoncheacute la prova36

presuppone senzrsquoaltro che se lrsquoente in movimento non egrave mosso da

altro egrave mosso da seacute medesimo mentre egrave appunto questo che si tratta di provare La seconda

prova37

per inductionem egrave la piugrave debole ed egrave superfluo ogni commento

36 Aristotele Fisica Rusconi Libri Milano 1995 Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L

Ruggiu241b

37 Ivi 254b

25

La terza prova38

egrave la piugrave impegnativa e diventeragrave il fulcro della ldquoprima via tomisticardquo

Ma egrave chiaro che anche qui si presuppone ciograve che si deve dimostrare che ciograve che egrave in

movimento egrave mosso

38 Scrive Tommaso nella Summa theologiae laquoLa prima via egrave la piugrave evidente egrave quella che parte dal mutamento []Ora tutto ciograve che muta egrave mosso da altri poicheacute una cosa non muta se non egrave in potenza ciograve a cui

termina mutamento muove invece in quanto egrave in atto Muovere infatti vuol dire dedurre dalla potenza allrsquoattoraquo Il

moto egrave analizzato in quanto passaggio dalla potenza allrsquoatto passaggio che non puograve essere effettuato da ciograve che si

muove percheacute se si muove vuol dire che egrave mosso ed egrave mosso da un altro da chi cioegrave egrave in atto e quindi egrave capace di

operare il passaggio dalla potenza allrsquoatto laquoTutto ciograve che egrave mutevole e defettibile deve essere ricondotto a un

principio immutabile e necessarioraquo

G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985 pag 385

26

II - La realtagrave di Dio e lrsquoIdeale della ragione

Nellrsquoetagrave moderna la causa egrave posta nel sistema ipotetico delle anticipazioni

matematiche la realtagrave viene a coincidere con la certezza soggettiva (nellrsquoetagrave moderna a

dispetto di quella antica che vede lrsquoaffermazione immediata di certezza e veritagrave39

si assiste

allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione di veritagrave e certezza la prima come determinazione oggettiva

la seconda soggettiva) che determina le modalitagrave dellrsquoapparire in base alle ipotesi anticipate

La filosofia moderna egrave preceduta da una vigorosa ripresa dello scetticismo tradizionale

ma soprattutto dallrsquoaffacciarsi di una nuova forma di pensiero che normalmente ci si rifiuta di

qualificare come scetticismo e che tuttavia sviluppa una delle critiche piugrave radicali rivolte

allrsquoepisteacuteme greca la scienza moderna

Come la fede cristiana si propone in alternativa alla ragione greca di essere la luce

autentica che illumina il senso della vita dellrsquouomo cosigrave la scienza moderno propone un nuovo

concetto di ragione Essa non piugrave lrsquoaristotelica theorigravea40

39 Dicendo che la filosofia antica egrave affermazione di tale immediata identitagrave di certezza e veritagrave non si

intende sostenere che ogni forma della filosofia antica sia affermazione di tale identitagrave ma che lrsquoatteggiamento

predominante del pensiero antico e medioevale egrave caratterizzato da questa affermazione Le eccezioni notevoli

sono la sofistica lo scetticismo e tutte le forme di cristianesimo che hanno riconosciuto unicamente alla fede

negandola alla ragione la capacitagrave di cogliere il senso ultimo dellrsquoesistenza dellrsquouomo

40 lt Stupirsi egrave possibile solo di fronte allrsquoincomprensione del sorprendente Per superare questa

incomprensione lrsquouomo incomincia a riflettere La riflessione su quanto stupisce egrave puro theoregravein egrave desiderio di

vedere (theagraveomai) di comprendere percheacute qualcosa in generale sia e sia cosigrave come si manifesta Questo vedere

che indaga sollecitato dallo stupore egrave il vedere tipico della filosofia in quanto epistegraveme theoretikegrave il suo theoregravein egrave senza scopo prescinde da qualsiasi intenzione egrave puro amore dellrsquointendimento [] La scienza non vive lo

stupore teoretico il suo pensiero egrave disincantato il suo intento egrave di ricondurre ogni cosa alla sua causa in modo che

ogni evento non stupisca ma si lasci in qualche modo prevedere come qualsiasi effetto in presenza della causa []

il concetto greco di theorigravea ha continuato a vivere nel concetto cristiano di contemplatio ma limitatamente alla

conoscenza di Dio Il mondo non egrave da contemplare ma da utilizzare che si attenesse esclusivamente al mondo

(contentus mundi) perderebbe di vista Dio (non cognoscit Deum) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il

tramonto dellrsquoOccidenterdquo EST il Saggiatore Milano 1996 pag4142

27

ma un sapere operativo e pratico41

Per i fondatori della scienza la scienza della natura era la via verso Dio Copernico

Keplero Galileo Newton erano convinti che Dio avesse concepito il mondo matematicamente

e che quindi leggendo il libro della natura in analogia con la Bibbia si potesse conoscere

Dio42

Bacone43

criticando fortemente le teorie platonico-aristoteliche in quanto sterili

speculazioni fini a seacute stesse dovute allo sforzo presuntuoso dei due filosofi di trarre la

conoscenza della natura delle cose dalla propria mente (deduzione) invece di cercarla nel libro

della natura (induzione) aveva auspicato a rileggere con umiltagrave e con una certa riverenza il

libro del creato

41 Dire che la scienza si attiene solo ai dati di fatto significa semplicemente che la scienza considera reale

solo ciograve che si dagrave nelle modalitagrave attese da quel fare operativo che egrave proprio delle ipotesi Come laquoteoria del realeraquo

la scienza non contempla il reale ma controlla se il reale osserva le ipotesi anticipate se il reale corrisponde al

trattamento a cui egrave stato sottoposto dalle ipotesi Lrsquoesperimento si differenzia dalla semplice osservazione percheacute

non si limita a considerare il comportamento delle cose ma verifica la loro rispondenza alle ipotesi che

matematicamente sono state su di esse anticipate Lrsquoesperimento egrave il rendiconto della ragione ciograve in cui si verifica

la validitagrave delle sue anticipazioni razionali e lrsquoempirismo che lo esprime si presenta come quella ricerca che

assume la ragione come misura del proprio incedere Nellrsquoesecuzione dellrsquoesperimento la ragione indica la

direzione e pone le condizioni sotto le quali qualcosa deve essere esperito per cui ciograve che si osserva non egrave la cosa

nel suo libero offrirsi ma la cosa nel suo corrispondere allrsquoipotesi che la ragione ha anticipatamente formulato di

essa lt La scienza prescinde cioegrave sia dalla metafisica sia da ogni rivelazione soprannaturale Anche la fisica aristotelica egrave considerazione della natura ma ciograve che tale fisica afferma della natura non egrave ottenuto prescindendo

metodicamente dalla relazione della natura con la totalitagrave dellrsquoente Questo non significa che la scienza moderna

neghi lrsquoesistenza di ogni realtagrave non naturale si limita a prescinderne gt E Severino La filosofia moderna Rizzoli

Milano 1984 pag27

42 lt Ma nella coscienza popolare quando Copernico e i suoi successori persuasero il mondo che siamo

noi che ruotiamo mentre le stelle non si curano della nostra terra quando apparve inoltre che la nostra terra egrave

piccola a paragone di molti dei pianeti e che questi sono piccoli rispetto al sole quando il calcolo e il telescopio

rivelarono la vastitagrave del sistema solare della nostra galassia e finalmente dellrsquouniverso delle innumerevoli

galassie divenne sempre piugrave difficile credere che un rifugio cosigrave remoto ndash come sembrava la terra ndash potesse avere

lrsquoimportanza che ci si sarebbe potuti attendere dalla dimora dellrsquouomo se lrsquouomo avesse avuto il significato

assegnatogli nella teologia tradizionale gt B Russel Religion and Science Prefazione G Giorello Traduzione di P Vittorelli Scienza e religione TEA Milano 2014 pag19

43 Lrsquoidea di progresso egrave riconducibile alla lt critica baconiana alla filosofia antica in quanto

contemplazione sterile e infeconda incapace di elevarsi allrsquooperativismo attuoso che migliorando le condizioni di

vita consente un effettivoprogresso dellrsquoumanitagrave alla stessa idea si riconduce il primato dellrsquoinduzione che in

Bacone non egrave il primato di un metodo ma di una mentalitagrave la mentalitagrave che alla sistemazione delle veritagrave giagrave

trovate (deduzione) preferisce la scoperta di nuove veritagrave (induzione) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il

tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 66

28

Per Cartesio44

il cogito ha nellrsquoesistenza di Dio il suo fondamento In ognuno di noi crsquoegrave

unrsquoidea di sostanza infinita eterna immutabile indipendente onnisciente onnipotente e

creatrice di tutte le altre cose Dio La realtagrave oggettiva di questa idea egrave un effetto che implica

dunque lrsquoesistenza di una realtagrave che contenga realmente la quantitagrave che egrave contenuta

oggettivamente in tale idea Lrsquo idea di Dio implica necessariamente che oltre alla realtagrave in cui

io consisto esiste realmente la sostanza infinita Non solo ma la possibilitagrave che la realtagrave in seacute

mi sia assolutamente ostile e mi inganni anche in ciograve che mi appare piugrave evidente la possibilitagrave

dunque di un Dio onnipotente ingannatore sussiste sole nella misura in cui ignoro che la realtagrave

perfetta di Dio esiste45

Se tale Realtagrave esiste essa non puograve ingannarmi ndash percheacute lrsquoinganno egrave

sintomo di impotenza e imperfezione ndash ma mi svela la natura dellrsquouniverso extramentale

Lrsquoargomento con il quale Cartesio dimostra lrsquoesistenza di Dio sia pure articolato nel

contesto specifico del suo pensiero egrave sostanzialmente riconducibile allrsquoargomento ontologico

di Anselmo drsquoAosta

44 La radicalitagrave della critica cartesiana avvolge tanto la filosofia tradizionale quanto la scienza moderna

appena nata e persino le scienze matematiche lt Non si comprende quindi il senso della nascita della filosofia

moderna ci si ferma cioegrave alla facciata della casa quando si continua a ripetere che nellrsquoetagrave moderna la filosofia

presa da ammirazione o da invidia per i successi della nuova scienza ne abbia voluto adottare il metodo Cartesio

intende cosigrave poco lasciare che la nuova scienza condizioni il pensiero filosofico che anzi mette in questione

perfino la veritagrave della conoscenza matematica cioegrave dello strumento che per Galilei ha la capacitagrave di cogliere la

struttura della realtagrave naturale esterna e indipendente dalla nostra mente gt E Severino La filosofia moderna

pag51 Con Cartesio la filosofia moderna si addossa il compito di ricominciare da capo la costruzione dellrsquoepisteacuteme in

modo che essa possa porsi nuovamente al di sopra di quella scienza che egrave riuscita a pregiudicare lrsquoequilibrio della

forma tradizionale del pensiero filosofico

45 La prima veritagrave per Cartesio egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza dellrsquoio pensante cioegrave della res cogitans

lt Ma Cartesio a differenza della filosofia premoderna mette in questione lrsquoesistenza dellrsquoente esterno allrsquoio

pensante e applica il principio di causalitagrave esclusivamente a quellrsquoente che egrave la realtagrave contenuta e manifesta nel

pensiero gt Ivi pag71

29

Ed egrave appunto da tale argomento che incomincia la filosofia di Spinoza lrsquoEnte

sommamente perfetto non puograve avere le proprietagrave che il pensiero cristiano attribuisce a Dio laquoDi

nessuna cosa possiamo essere certi quanto dellrsquoesistenza dellrsquoEnte assolutamente infinito e cioegrave

perfetto che egrave Dioraquo46

percheacute la sua essenza implica necessariamente lrsquoesistenza e pertanto

toglie ogni motivo di dubitare della sua esistenza47

Quindi possiamo notare come le due

qualitagrave fondamentali della ldquovera e certa scienzardquo cartesiana ndash lrsquoindubitabilitagrave dellrsquoio e

lrsquoindubitabilitagrave di Dio ndash diventano un tuttrsquouno In ciograve che Spinoza chiama ldquoscienza intuitivardquo

ciograve di cui siamo piugrave certi egrave lrsquoesistenza di Dio Dio egrave il contenuto immediato del nostro pensiero

Spinoza indica con il termine ldquoSostanzardquo lrsquoEnte assolutamente perfetto e infinito la cui essenza

implica necessariamente lrsquoesistenza ossia non puograve essere concepito se non come esistente La

Sostanza esiste in seacute stessa non in virtugrave di una realtagrave precedente ed egrave la stessa totalitagrave

dellrsquoente che non lascia fuori di seacute nulla

46 B de Spinoza Etica Universale Bollati Boringhieri Torino1992 Proposizione 11 Scolio pag14

47 lt Forse tuttavia molti non potranno constatare facilmente lrsquoevidenza di questa dimostrazione per

essersi assuefatti a contemplare solo quelle cose che procedono da cause esterne e da quelle cose che sono

prodotte rapidamente cioegrave che facilmente esistono vedono anche che rapidamente periscono e giudicano al

contrario come cose piugrave difficili a farsi cioegrave non tanto facili a esistere quelle a cui concepiscono appartenere piugrave

cose [] io qui non parlo delle cose che sono prodotte dalle cause esterne bensigrave delle sole sostanze che non

possono essere prodotte da nessuna causa esterna gt Ibidem

30

Tutto ciograve che egrave egrave in Dio e tutto ciograve che egrave non puograve essere concepito senza Dio Dio non

egrave il mistero lrsquoineffabile il trascendente il soprannaturale ma egrave la stessa veritagrave originaria48

Per Leibniz egrave una veritagrave originaria la ldquoveritagrave di ragionerdquo che nellrsquoargomento

ontologico egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza di Dio Esso egrave la ragion sufficiente delle ldquoveritagrave di

fattordquo la monade suprema la Sostanza perfetta e infinita che contiene in seacute tutta la realtagrave

possibile e che mantiene allrsquointerno del proprio dominio tutto ciograve che creando essa rende da

possibile reale

Ad Anselmo ma anche a Tommaso Cartesio Spinoza Leibniz Immanuel Kant

avrebbe risposto allrsquointerno della Critica della Ragion Pura49

Dio egrave un ideale della ragione

Il suo oggetto egrave lrsquoente originario (ens originarium) in quanto non ha nulla sopra di seacute

prende il nome di ente supremo (ens summum) e in quanto tutto come condizionato sta al di

sotto di tale ente questrsquoultimo si chiama lrsquoente di tutti gli enti (ens entium)50

48 Agli occhi di Spinoza laquoil modo in cui Cartesio intende Dio e il rapporto tra Dio e lrsquouomo egrave ancora

troppo gravato da un antropomorfismoraquo e ad esso il filosofo rivolge una critica intransigente a tutte le forme presenti nella Bibbia che alterano il concetto di Dio lt che pregiudica la purezza della razionalitagrave del reale [] il

ldquoDio veracerdquo di Cartesio mantiene ancora quel carattere di ldquoDio ingannatorerdquo dal quale Cartesio crede di essersi

definitivamente liberato[] la separazione reale tra Dio e lrsquouomo rende estrinseca la presenza della razionalitagrave

nella conoscenza umana e quindi pregiudica la possibilitagrave dellrsquoaccordo tra conoscenza e realtagrave esterna In Cartesio

lrsquoio egrave res cogitans e la realtagrave res extensa Dio egrave il nesso il mediatore lrsquoelemento unificatore tra lrsquoio e il mondo

corporeo [] Per Spinoza invece Dio stesso egrave res cogitans e insieme res extensa Il pensiero e lrsquoestensione la

cui concordanza deve essere fondata sono due attributi diversi in cui si esprime la stessa Essenza assoluta della

Sostanza gt E Severino La filosofia moderna pag 99

49 Parte II Dialettica trascendentale libro II- Capitolo III- Sez II Mi riferisco alla I edizione Gli Adelphi

Introduzione traduzione e note di G Colli Milano 1995 50 Ivi pag 608

lt Il cammino naturale della ragione si svolge con tale processo innanzitutto essa si convince dellrsquoesistenza di un

essere necessario (lsquoingannatarsquo dal concetto di casualitagrave operante nella nostra conoscenza a priori dei fenomeni) e a

tale ente riconosce poi unrsquoesistenza incondizionata Essa cerca in seguito il concetto di ciograve che egrave indipendente da

ogni condizione e lo trova in ciograve che egrave esso stesso la condizione sufficiente di tutto il resto ossia in ciograve che

contiene ogni realtagrave Il tutto senza limiti peraltro egrave veritagrave assoluta e porta con seacute il concetto di un ente unico cioegrave

dellrsquoente supremo e la ragione conclude dunque che lrsquoente supremo in quanto fondamento originario di tutte le

cose esiste in modo assolutamente necessario gt Ivi cit pag 614-615

31

Tre prove afferma Kant sono possibili per dimostrare lrsquoesistenza di Dio in base alla

ragione speculativa una fisico-teologica una seconda cosmologica e la terza la prova madre

alla quale le atre due ritornano dopo un tentativo di esserne indipendenti nella loro

dimostrazione quella ontologica Ma nessuna strada neacute quella empirica neacute quella

trascendentale potranno condurre alla dimostrazione di Dio La ragione ha formato un concetto

a priori di una cosa ed ha creduto di poter dedurre da ciograve con sicurezza che in quanto

allrsquooggetto di questo concetto tocca necessariamente lrsquoesistenza

Questo perograve non toglie lrsquoimportanza e la grandezza a tale ideale51

Non quindi la persona di Cristo ma lrsquoidea Christi egrave il fulcro della concezione kantiana

di Cristo unrsquoidea che ciascuno porta in seacute come lrsquoideale piugrave alto vero e proprio laquoDio con noiraquo

Ma la lsquorivoluzione copernicanarsquo operata dal filosofo tedesco sta nellrsquoammissione che il

sapere universale e necessario (lrsquoepisteacuteme) e quindi a priori richieda che non sia piugrave la

conoscenza umana a regolarsi sulla natura degli oggetti ma allrsquoopposto che siano gli oggetti a

regolarsi sulla natura della conoscenza umana

51 Allrsquointerno dei laquoLavori preparatoriraquo a La religione entro i limiti della semplice ragione il filosofo

scrive lt Quando mi viene posto di fronte che un essere che egrave in possesso della piugrave alta felicitagrave si sottomette alla

piugrave profonda miseria per far partecipare delle creature meritevoli di castigo a questa felicitagrave io mi sento portare alla piugrave grande venerazione e riconoscenza a suo riguardo Ma non appena credo che ciograve sia per me un guadagno

che mi autorizza a non soddisfare io stesso alla eterna giustizia ricado nella bassezza dellrsquoasservimento Quando

perograve la ragione mi dice che questo essere deve servirmi in effetti come esempio per elevarmi allo stesso suo livello

di moralitagrave e che io devo trovare in me la disposizione a divenire come egli egrave ciograve talmente sollevante per lrsquoanima

che tutta la debolezza della mia natura scompare tanto da esser in grado di entusiasmarmi per tale idea Questo

Dio in noi egrave quello di fronte a cui si piega ogni ginocchio sulla terra gt Lavori presenti in Scritti di filosofia della

religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989 pag 87-124

32

Kant afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave della conoscenza del noumeno della cosa

in seacute Afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave di una metafisica come scienza

la ragione vede solo ciograve che essa produce col suo proprio disegno e che deve forzare la natura a

rispondere alle sue domande e non lasciarsi guidare da essa con le sue redini [] deve comportarsi

non come scolaro che si lascia dire tutto ciograve che piace al maestro ma come giudice che costringe i testimoni a rispondere alle domande che egli ha loro rivolto

52

Lrsquoidea dellrsquoessere assolutamente incondizionato lrsquoidea trascendentale di Dio

appartiene allrsquoessenza della ragione umana e drsquoaltra parte la ragione non puograve stabilire alcuncheacute

intorno alle cose in seacute stesse e non puograve quindi trasformare in una cosa in seacute il contenuto di

quellrsquoidea Essa ha perograve la funzione fondamentale di impedire che qualsiasi contenuto

dellrsquoesperienza venga considerato come lrsquoincondizionato

La natura egrave un insieme di condizioni che per quanto a fondo si possa andare nella loro

conoscenza hanno sempre al di lagrave di seacute lrsquoincondizionato e dallrsquoaltro proibisce di considerare

lrsquoincondizionato come cosa in seacute

Egrave certamente contraddittorio negare in un giudizio analitico che il predicato non

convenga al soggetto ma non egrave contraddittorio negare lrsquoesistenza del soggetto insieme a tutti i

suoi predicati

52 Critica della ragion pura pag 18-19

33

Come giagrave aveva rilevato Hume53

non vi egrave alcuna cosa tale che la negazione della sua esistenza

implichi contraddizione Il rapporto causale non egrave contenuto dellrsquoesperienza

Questrsquoultima egrave in grado di attestare solo un rapporto di successione tra due fenomeni

non un rapporto di dipendenza necessaria Gli enunciati causali sono solo il frutto di quella

credenza che nasce in presenza del ripetersi costante della successione empiricamente attestata

Lrsquoordine causale dellrsquouniverso altro non egrave se non il riflesso dellrsquoordine temporale della nostra

esperienza

53 Lrsquoatteggiamento di pensiero inaugurato da Locke giunge alla sua espressione piugrave rigorosa in David

Hume ossia nellrsquoempirismo radicale Se il fondamento di tutti i ragionamenti intorno alla realtagrave egrave il principio di

causalitagrave e se tale principio deve avere il suo fondamento nellrsquoesperienza e quindi egrave soltanto una congettura priva

di necessitagrave e universalitagrave appare chiaro come la ragione possa avere come contenuto reale solo quello che per Cartesio era il punto di partenza della ragione ossia il contenuto immediato della mente lrsquoindubitabilitagrave delle

nostre percezioni Ogni credenza metafisica egrave priva di valore razionale E anche ogni conoscenza scientifica Con

lrsquoavvertenza che la scienza a differenza della metafisica ha una utilitagrave pratica che la rende indispensabile lt

Hume mostra che come la mente non possiede alcuna idea di ldquocausardquo ldquoeffettordquo ldquoconnessione necessariardquo

ldquoforzardquo ldquopotererdquo e che queste parole sono completamente sprovviste di senso altrettanto accade per ciograve che viene

chiamato ldquosostanzardquo []soltanto una parola sprovvista di senso (appunto percheacute non riconducibile allrsquoesperienza)

gt E Severino La filosofia moderna cit pag 143

34

III - La logica esposizione di Dio e la sua morte

Lrsquoidealismo supereragrave lrsquoopposizione di certezza e veritagrave essa saragrave lrsquoaffermazione

mediata dellrsquoidentitagrave di veritagrave e certezza54

Il fenomeno cioegrave la realtagrave che appare allrsquointerno

della coscienza epistemica non egrave piugrave qualcosa di semplicemente soggettivo ma egrave la stessa

realtagrave in seacute stessa che appare e lrsquoapparire egrave inteso come pensiero o atto nel quale soltanto ogni

cosa puograve esistere

LrsquoAssoluto non esiste altrove che in questo mondo ossia nella realtagrave dellrsquoesperienza

nella realtagrave che egrave il contenuto del pensiero

In Hegel lrsquoEssenza assoluta egrave il senso il significato del Tutto sigrave che ogni cosa che

esiste egrave una forma di rispecchiamento e di individuazione dellrsquoEssenza assoluta Nelle Lezioni

Hegel afferma che

Questa apparizione di Dio nella carne avviene in un determinato tempo e in un individuo Poicheacute

essa egrave apparizione passa e diviene storia Questo modo sensibile deve scomparire ed elevarsi nellrsquoambito della rappresentazione La formazione della comunitagrave ha come suo contenuto che la

forma sensibile trapassa in un elemento spirituale

54 lt Altro egrave riconoscere immediatamente la veritagrave in ciograve che sta davanti altro egrave rendersi consapevoli che

ciograve in cui si pone la veritagrave egrave questo mondo esterno Questo egrave ciograve che compie la filosofia tradizionale [] In questa

prima fase della coscienza non crsquoegrave posto per il dubbio che pone la dicotomia tra certezza e veritagrave Questa

dicotomia egrave costituita dalla filosofia moderna [] Lrsquoidealismo segna la riunificazione dei due termini Identitagrave

dunque daccapo di certezza e veritagrave ma non piugrave nel senso che la veritagrave sia intesa come svincolabile dalla certezza ma nel senso che essendo i due termini identici proprio per questo si implicano necessariamente lrsquoun

lrsquoaltro []Noi diciamo che lrsquoidealismo consente di guardare la filosofia greca con occhi ben diversi da quelli di un

fenomenista o di un gnoseologista Dal punto di vista del momento antitetico si deve certo dire che la filosofia

greca egrave un realismo ingenuo ma questa squalifica viene condotta dal punto di vista di una coscienza che egrave essa

stessa dialettizzabile dialettizzata da un piano superiore di coscienza che egrave appunto quella sintetica quella

idealistica che non vede piugrave nellrsquoatteggiamento realistico la negazione della veritagrave ma piuttosto la veritagrave che

ancora non sa il proprio valore gt Id Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010 cit pag 98-99

35

E ancora

Con ciograve egrave espressa la coscienza che lrsquouomo il finito ciograve che egrave fragile la debolezza il negativo

sono pure un momento divino che tutto ciograve egrave in Dio e che la finitezza la negativitagrave lrsquoalteritagrave non

sono fuori di Dio e che lrsquoalteritagrave non egrave un ostacolo per lrsquounitagrave con Dio E lrsquoalteritagrave il negativo egrave conosciuto come momento della stessa natura divina Qui egrave contenuta la piugrave alta idea dello Spirito

[hellip] La veritagrave cui gli uomini sono giunti per mezzo di questa storia quello di cui essi sono divenuti

coscienti in tutta questa storia egrave che lrsquoidea di Dio egrave divenuta per essi una certezza che lrsquouomo ha raggiunto la certezza della sua unitagrave con Dio

55

Ossia la sua veritagrave

La logica egrave il regno della ragione questo regno egrave la veritagrave come essa egrave in seacute e per seacute

senza velo Questo contenuto egrave la esposizione di Dio comrsquoegli egrave nella sua eterna essenza prima

della creazione della natura e di uno spirito finito

La filosofia di Hegel egrave la piugrave alta forma raggiunta dal sapere incontrovertibile56

della

filosofia greca e un ritorno ad essa lrsquouniverso proviene dallrsquoAssoluto e ad esso ritorna con la

differenza che la circolaritagrave dellrsquoidealismo non riguarda piugrave il movimento fondamentale della

realtagrave esterna al pensiero ma il movimento fondamentale di quellrsquounica realtagrave che egrave il pensiero

stesso Lrsquoassoluto non tollera oltre a seacute unrsquoaltra realtagrave percheacute unrsquoaltra realtagrave oltre lrsquoassoluto

sarebbe una realtagrave limitante lrsquoassoluto e quindi questo come realtagrave limitata non sarebbe piugrave

lrsquoassoluto La produzione dellrsquoessere diventa lrsquoautoproduzione del pensiero che pone il proprio

contenuto come totalitagrave dellrsquoessere

55 GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll Zanichelli Bologna 1974

56 Dopo Hegel contro questa gigantesca e grandiosa volontagrave di veritagrave che anima lrsquoepisteacuteme si sono

rivolte tutte le forze che dominano la moderna civiltagrave occidentale il cristianesimo che non intende lasciare alla

filosofia lrsquoultima parola sul senso del mondo lrsquoeconomia borghese alla quale la filosofia non serve per

lrsquoincremento indefinito della produzione e del profitto la scienza moderna che invece consente la costruzione

degli strumenti che non solo promuovono lrsquoespansione economica ma ormai il dominio dellrsquouniverso ma

anche lo stesso pensiero filosofico

36

Lrsquoidealismo pone lrsquoequazione tra uomo e Dio percheacute il mondo dellrsquoal di lagrave cioegrave il

mondo di una realtagrave indipendente ed esterna rispetto al pensare egrave lrsquoassurdo Lrsquoatto di pensare egrave

la coscienza che lrsquoassoluto ha di seacute stesso la coscienza umana egrave la stessa coscienza che Dio ha

di seacute medesimo che la realtagrave assoluta ha di seacute medesima57

In conformitagrave al criticismo kantiano per il quale ogni spiegazione razionale degli eventi

egrave applicabile esclusivamente allrsquointerno dellrsquoesperienza per Schopenhauer la Volontagrave come

cosa in seacute esistente al di lagrave dei fenomeni sta al di lagrave anche di ogni spiegazione razionale non

ha senso chiedersi percheacute esista da dove venga dove vada Inoltre la filosofia non puograve

divenire teologia e considerare il Nulla (relativo) come lrsquoassoluta divina positivitagrave58

57 lt Hegel infatti disancora lrsquoessenza ontologica dellrsquouomo il suo originario rapportarsi allrsquoessere dalla

sua finitezza in cui vede un impedimento allrsquoincondizionato spiegamento dellrsquoattivitagrave pensante ed eliminando la

cosa in seacute risolve lrsquoessere nellrsquoenunciazione sistematica della totalitagrave degli enti ad opera della coscienza In questo

modo Hegel porta a compimento nella sua ragione assoluta quello che era lrsquointento nascosto della ragione

moderna a partire da Cartesio fare dellrsquouomo la misura di tutte le cose e dellrsquoessere nientrsquoaltro che lrsquoesplicitazione

della sua coscienza gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag106

58 Nel pensiero di Schopenhauer lt rimane lrsquoambiguitagrave del modo in cui viene inteso lrsquoessere se lrsquoessere egrave

la stoffa la materia per cosigrave dire del Tutto e se la Volontagrave egrave ldquolrsquointimo essere del Tuttordquo allora al di fuori della

Volontagrave crsquoegrave solo il niente assoluto e lrsquoascesi ndash che dovrebbe liberare dal terrore per il niente assoluto che corrode la vita ndash sarebbe il piugrave radicale sprofondarsi nel niente assoluto e non avrebbe piugrave senso parlare di una salvezza

dal niente e dalla Volontagrave di vivere [] la tematica del Nulla inteso come la salvezza ripropone il quadro della

teologia negativa (dalla teologia cioegrave che si rapporta al Divino non attribuendogli qualcosa ma liberandolo da

tutte le qualifiche inevitabilmente mondane con cui lo si vorrebbe definire) Non egrave un caso che nel pensiero di

Nietzsche la critica radicale di ogni teologia e di ogni metafisica si unisca allrsquoespulsione di due concetti tipici della

filosofia di Schopenhauer il concetto dellrsquoorrore per la volontagrave di vita e il concetto del Nulla come termine

dellrsquoascesi gt E Severino La filosofia contemporanea Rizzoli Milano 2000 pag 34

37

Il mondo egrave una mia rappresentazione ecco una veritagrave valida per ogni essere vivente e

pensante [] egli sa con chiara certezza di non conoscere neacute il sole neacute la terra ma soltanto

un occhio che vede un sole e una mano che sente il contatto drsquouna terra egli sa che il

mondo circostante non esiste se non come rappresentazione cioegrave sempre e soltanto in

relazione con un altro essere con il percipiente con lui medesimo59

La rappresentazione egrave il mascheramento razionale della volontagrave Ciograve che appare come

ragionevole egrave semplicemente volontaristico

La ragione egrave inganno percheacute fa apparire come ordine deliberatamente conquistato ciograve

che egrave semplicemente espressione di unrsquoinsopprimibile volontagrave di vita

La rappresentazione del mondo regolata dal principio di ragion sufficiente dellrsquoessere

del conoscere del divenire e dellrsquoagire che tutto coordina secondo necessitagrave egrave fenomeno nel

senso di apparenza illusione sogno il noumeno la vera realtagrave che si nasconde dietro il sogno

e lrsquoillusione egrave la volontagrave che irriducibile alla ragione si sottrae ad ogni necessitagrave sia logica sia

fisica sia matematica anzi della ragione si serve come della propria maschera

Il trionfo della ragione elaborato dalla filosofia hegeliana trova il suo rigoroso

ridimensionamento nel pensiero di Nietzsche60

che riconduce la mediazione razionale e la

sintesi dialettica tra gli ideali non reali Ogni sintesi logica operata dalla ragione nel tentativo

di comporre i fenomeni in determinate categorie egrave volontagrave di potenza che vuole la riduzione

degli enti nello schema prestabilito

Cogliere nella volontagrave di potenza lrsquoessenza di quanto finora era chiamato razionale

significa liquidare lrsquoidea di una sostanza del mondo e quella del suo Soggetto creatore da cui

dedurre la catena causale

59 Arthur Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di G

Brianese La Nuova Italia Editrice Scandicci (Firenze) 1998 pag 15

60 Allievo dellrsquoeducatore Schopenhauer Cfr F Nietzsche Schopenhauer come educatore trad italiana di

M Montinari in Opere di Friedrich Nietzsche vol III Adelphi Milano 1982

38

Il ldquosuperuomordquo61

supera lrsquouniversalitagrave ideale dellrsquouomo espressa scientificamente dalla

coscienza in generale ed esistenzialmente dalla prepotenza della ragione

Il superuomo non egrave oltre lrsquouomo percheacute piugrave universale ma esattamente allrsquoopposto il

superuomo supera appunto laquolrsquoastratta universalitagrave dellrsquouomo e la sua prepotenza mediante

lrsquoesercizio di quella volontagrave di potenza che gli consente di desituarsi da quella situazione di

impotenza in cui egrave ridotto dalla prepotenza dallrsquoidea astrattaraquo62

La soggettivitagrave ha preso il posto dellrsquoessere le cose sono in quanto appaiono al

soggetto il loro essere si risolve nel valore che a loro compete in quanto valutate dalla visione

che ordina allinea pone e dispone laquoSotto lrsquoapparente disinteresse della ragione che procede

more mathematico Nietzsche scopre quella volontagrave di potenza che anima la metafisica

soggettivistica dellrsquoOccidente dal tempo dellrsquoidegravea al tempo della scienzaraquo63

Dio non egrave per nulla causa ma semplicemente effetto della volontagrave di potenza che

protesa al dominio dellrsquoente ha costruito Dio e i valori che lungi dallrsquoessere degli

incondizionati sono condizioni percheacute la volontagrave possa volere seacute stessa

La proclamazione della morte di Dio significa che Dio egrave morto percheacute non viveva da seacute

ma in quanto era semplicemente voluto dalla volontagrave di potenza

Heidegger afferma come laquodi fronte a questo Dio lrsquouomo non puograve pregare non puograve

nemmeno presentargli offerte Di fronte al Dio causa sui lrsquouomo non puograve cadere in ginocchio

per reverenza e nemmeno cantare e danzare Il pensiero senza Dio che deve sacrificare il Dio

della filosofia egrave forse piugrave vicino al Dio divinoraquo64

61 lt Allrsquoente supremo della metafisica dellrsquoOccidente Nietzsche sostituisce il supremo gioco dellrsquoessere

in cui gli enti non sono causati ma compaiono per caso ossia ac-cadono (casum) senza lasciarsi pre-vedere o pre-

comprendere da alcuna ragione gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 219

62 Ivi pag195

63 Ivi pag197

64 Martin Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N Curcio

Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009 pag 70

39

La ldquomorte di Diordquo egrave la morte della ldquoveritagrave unica e incontrovertibilerdquo alla quale sono

state tolte le vesti dellrsquoimmutabilitagrave65

Egrave la morte inevitabile perentoria ineludibile inevitabile della veritagrave necessaria del

suo carattere incontrovertibile Il tramonto degli immutabili egrave insieme lrsquoavvento e la

dominazione della civiltagrave della tecnica66

E la tecnica scientifica che afferma Russell la

scienza ha contribuito a promuovere pur differenziandosene67

laquohellipincoraggia lrsquoabbandono

della ricerca della veritagrave assoluta e la sostituzione di quella che puograve essere definita una veritagrave

ldquotecnicardquo che appartiene a qualunque teoria possa venire applicata utilmente nelle invenzioni o

nella previsione del futuroraquo68

Quindi il carattere assoluto del sapere viene ldquoconcessordquo solo alle veritagrave di fede e solo

per questo la scienza riesce a dominare la natura abbandonando il tentativo della metafisica di

porsi come sapere incontrovertibile

65 lt Zarathustra insegna soltanto che i creatori sono gli uomini non Dio Se Dio esistesse lrsquouomo non

potrebbe crearehellipLrsquouomo puograve ora concretamente accingersi alla creazione del superuomo La biologia e la

cibernetica si muovono appunto in questa direzione gt E Severino Essenza del nichilismo pag 149h

66 lt Leopardi egrave il primo pensatore dellrsquoetagrave della tecnica e insieme egrave il pensatore del compimento di questa

etagrave Non solo pensa per la prima volta in modo esplicito allrsquoinizio dellrsquoetagrave della tecnica che la veritagrave non puograve

essere il rimedio del dolore ma pensa la condizione dellrsquouomo quale dovragrave apparire al compimento del tentativo

di porre la scienza e la tecnica come rimedio al dolore gt Id Il nulla e la poesia Alla fine dellrsquoetagrave della tecnica

Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2004 pag14 lt Mostrando lrsquoinevitabilitagrave del tramonto della tradizione

occidentale Leopardi mostra dunque che il contenuto della veritagrave egrave lrsquoannientamento e lrsquoannientabilitagrave di ogni cosa

e che quindi la veritagrave non egrave il rimedio ma allrsquoopposto la radice dellrsquoangosci Il rimedio per chi ha paura egrave la dimenticanza della veritagrave ndash sempre meno realizzabile nel tempo della ragione e della tecnica gt Id Cosa arcana e

stupenda Lrsquooccidente e Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2006 pag 8

67 B Russell Scienza e religione pag 177-178

68 E ancora lt Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica percheacute pretende di incarnare una

veritagrave eterna e assolutamente certa mentre la scienza egrave sempre sperimentale pronta ad ammettere presto o tardi la

necessitagrave di mutamenti alle sue attuali teorie e consapevole che il suo metodo egrave logicamente incapace di portare a

una dimostrazione completa e definitiva gt Ivi pag 12-13

40

Pur di riuscire nella trasformazione del mondo la scienza accetta e sopporta che il

proprio sapere sia ipotetico la metafisica purcheacute il proprio conoscere non fosse ipotetico

accettava e sopportava di essere una pura contemplazione della realtagrave

Alla domanda su che cosa significhi ldquonichilismordquo Nietzsche rispose laquoChe i valori

supremi perdono ogni valoreraquo69

Accostandosi al problema dellrsquoessenza del nichilismo Heidegger riconosce a Nietzsche

di avere intravisto alcuni tratti del nichilismo ma di averli spiegati nichilisticamente di aver

compreso e denunciato il nichilismo dellrsquoOccidente ma di non averlo oltrepassato e di aver

infine portato a compimento il nichilismo indicando nella volontagrave di potenza il vero

fondamento dei valori di Platone Per Heidegger superare veramente il nichilismo egrave possibile

solo addentrandosi profondamente in esso sigrave da poterne cogliere la vera essenza che risiede

nellrsquooblio dellrsquoessere Quindi non basta distruggere le Idee platoniche ma occorre distruggere

anche quella volontagrave di potenza come ultima espressione di quella metafisica dellrsquoOccidente

che pretende di far valere lrsquoente senza lrsquoessere

69 F Nietzsche Opere di Friedrich Nietzsche vol VIII 2 pag 12

Lrsquoessenza del nichilismo egrave per Nietzsche nel fatto che a partire da Platone lrsquoessere egrave decaduto a valore e il valore per quanto sollevato al rango ideale dl sovrasensibile si egrave rivelato incapace di salvare lrsquoessere dellrsquoente di

qui il nichilismo da intendersi come il venir meno dei supremi valori a cui lrsquoOccidente da Platone in poi si era

affidato Il nichilismo egrave dunque strettamente legato alla morte di Dio lt Infatti se Dio egrave morto se cioegrave il mondo

sovrasensibile delle idee ha perduto ogni forza vincolante lrsquouomo viene a trovarsi ldquosenza meta senza percheacuterdquo in

quanto il ldquomondo stellatordquo che da duemila anni reggeva lrsquouniverso ontico si egrave spento[] Il nichilismo tuttavia non

egrave sinonimo di decadenza percheacute a decadere non egrave la vita ma solo una lunga e veneranda tradizione dietro cui la

vita si era nascosta gt U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 232

41

Crsquo egrave nichilismo quando lrsquoente egrave considerato come il tutto siccheacute dellrsquoessere ne egrave nulla

laquoNella dimenticanza dellrsquoessere promuovere solo lrsquoente questo egrave nichilismoraquo70

La distruzione dellrsquoepisteacuteme operata dalla filosofia contemporanea non puograve essere

intesa come un semplice errare dovuto allrsquointelletto umano ma come ciograve che segue

inesorabilmente e completa con coerenza quellrsquounico atteggiamento di fondo che soggiace

allrsquointera storia71

del pensiero occidentale quel nichilismo presente nellrsquoinconscio del mortale

che pensa lrsquoessere come niente e che non vede la dimenticanza del senso originario dellrsquoessere

70 Martin Heidegger Introduzione alla metafisica presentazione di G Vattimo Ugo Mursia Editore

Milano 2014 pag 155

Severino sottolinea che Heidegger non ritrattograve mai lrsquoaffermazione che il proprio pensiero non pregiudica neacute in

senso positivo neacute in senso negativo la soluzione dei grandi problemi metafisici ndash i problemi dellrsquoesistenza di Dio e

dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima Sotto tale aspetto la posizione heideggeriana deve essere avvicinata al

problematicismo situazionale di Ugo Spirito Lrsquoessere heideggeriano egrave quel vuoto che consente allrsquoente di divenire

nel senso tradizionale e che perciograve stando alla logica immanente al pensiero che afferma un tale divenire non puograve non escludere lrsquoaffermazione di Dio Per Heidegger lrsquoessere non ha ldquopotenzardquo sugli enti ma li lascia essere e

tuttavia quel che lrsquoessere heideggeriano lascia essere egrave il divenire dellrsquoente inteso al modo della tradizione greco-

occidentale come un uscire dal niente per ritornarvi E Severino Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e

destino Rizzoli Milano 2008 pag160 e sgg

La questione per Severino quindi egrave come si puograve ritenere autenticamente possibile lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza

di Dio quando si consente effettivamente al divenire ontologico degli enti e si mette da parte esplicitamente il

sapere su Dio Severino non fraintende affatto il significato del ldquoNullardquo heideggeriano ma si chiede che cosa sia

questo EssereNulla che Heidegger tiene a differenziare nettamente dallrsquoEssere della ontoteologia La risposta che

ne trae egrave che in ultima analisi lrsquoEssere per Heidegger egrave soltanto lo ldquospazio vuotordquo per il divenire ontologico degli

enti

71 Hegel ha richiamato lrsquoattenzione in maniera potentissima sul carattere organico della storia e quindi anche della storia della filosofia La differenza tra un organismo e un semplice aggregato di elementi consiste

nella coessenzialitagrave delle parti dellrsquoorganismo e nella reciproca inessenzialitagrave delle parti del semplice aggregato

Ciograve significa che ogni filosofia storicamente realizzatasi non egrave qualcosa di accidentale o di inessenziale rispetto

alla totalitagrave storica bensigrave un momento indispensabile senza cui sarebbe impensabile la stessa totalitagrave storica La

storia della filosofia non egrave il casuale giustapporsi di opinioni ma lo sviluppo di un germe che giunge al proprio

compimento attraverso lrsquoesplicazione delleforze essenziali che lo costituiscono Id Istituzioni di filosofia pag 7

Non si puograve comprendere il pensiero contemporaneo senza legarlo indissolubilmente allrsquoorigine del pensiero greco

42

Gli eterni inevitabilmente distrutti dalla coerenza della volontagrave di potenza sono gli eterni che su tale

volontagrave si fondano Questa distruzione egrave inevitabile non percheacute sia inevitabile lrsquoannientamento costituita da essa ma percheacute egrave inevitabile che ponendo come evidenza originaria la libertagrave

dellrsquoente si neghi lrsquoesistenza di ciograve che viene riconosciuto come negazione di tale libertagrave

Lrsquoinevitabilitagrave della distruzione egrave una categoria che appartiene alla logica dellrsquoOccidente in quanto pervenuta al suo compimento Vi puograve pervenire solo quando veda nella civiltagrave della tecnica la

forma piugrave rigorosa dellrsquoontologia greca Ma non percheacute come crede Heidegger la

programmazione tecnologica sia il perfezionamento del tipo di dominio costituito dagli immutabili

della tradizione occidentale ma percheacute nella civiltagrave della tecnica si esprime compiutamente la volontagrave di dominio che si fonda sulla volontagrave che lrsquoente sia la libertagrave tra lrsquoessere e il niente La

ldquodifferenza ontologicardquo di Heidegger egrave la stessa libertagrave dellrsquoente72

La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico

Questo egrave il pensiero di Emanuele Severino

Se per Heidegger il nichilismo risiede nellrsquooblio dellrsquoessere che avvenne quando

Platone sottrasse lrsquoente allrsquoessere per affidarlo ad altro ente per Severino Platone non egrave

responsabile tanto dellrsquooblio dellrsquoessere quanto del suo annullamento avvenuto in occasione

dellrsquoaffermazione del mondo E come Nietzsche resta catturato dal nichilismo dellrsquoOccidente

che pure per primo in termini chiari aveva denunciato cosigrave Heidegger annuncia come veritagrave

dellrsquoessere ciograve che in realtagrave egrave il compimento della sua negazione

Per Severino il tentativo di assicurazione dellrsquoente in cui si esprime lrsquoopera della

volontagrave di potenza egrave fondato sullrsquoaccettazione originaria della separazione assoluta dellrsquoente

dallrsquoessere

72 Id Destino della necessitagrave pag 41

43

CAPITOLO SECONDO

Alle origini del pensiero e del nichilismo dellrsquoOccidente

44

I - La metafisica come sapere incontrovertibile

Lrsquointera esperienza cristiana si costituisce in relazione al thagraveuma da cui nasce la

filosofia

La filosofia nasce dalla meraviglia ma anche Cristo nasce dalla meraviglia

La parola greca thagraveuma che traduciamo con meraviglia indica anche lo stupore

attonito di fronte a ciograve che egrave strano imprevedibile orrendo mostruoso Indica lo smarrimento

angosciato che si prova dinanzi allrsquoenigma e al terrificante

Nel mito73

alle origini del pensiero la costruzione di un senso divino ed ordinato del

mondo che governa e definisce lrsquoesistenza permette allrsquouomo di sentirsi protetto Lrsquoesistere egrave

raccolto allrsquointerno di una spiegazione unitaria che predispone unrsquointerpretazione stabile del

Tutto attendendo preparato da essa lrsquoirrompere imprevedibile degli eventi Egrave infatti

lrsquoimprevedibilitagrave che genera il terrore

73 La parola mythos che viene tradotta con ldquomitordquo accentuando nella traduzione il carattere fabulatorio

del mytheiacuten Inizialmente mito non significa laquofavolaraquo laquoinvenzione arbitrariaraquo laquoleggenda inverosimileraquo

laquoracconto fantasticoraquo bensigrave laquoparola veraraquo laquonotizia vera di ciograve che egrave realeraquo ed egrave realmente accaduto tanto piugrave

vero quanto piugrave sta allrsquoorigine dei tempi e dunque eterno sacro divino lt Il passaggio dal mythos al logos non egrave il

passaggio dalla favola alla veritagrave egrave invece il passaggio alla testimonianza della veritagrave [] il mythos egrave lrsquoessere nella

veritagrave il logos egrave il sapere la veritagrave che si ha allora il mythos egrave un lasciare esposte le cose cosigrave come sono come

appaiono il logos egrave la coscienza che la veritagrave devrsquoessere appunto un lasciare esposte le cose cosigrave come esse sono

[] il passaggio dal mythos al logos il passaggio dal prefilosofico al filosofico non egrave quindi il passaggio a una cosa nuova bensigrave il passaggio alla testimonianza di ciograve che giagrave si egrave e giagrave egrave dinanzi[] Allora non crsquoegrave un passaggio

dalla favola alla veritagrave bensigrave passaggio dalla veritagrave in seacute la veritagrave che egrave ma che non sa di essere non possiede

ancora il proprio significato alla testimonianza della veritagrave alla consapevolezza che il discorso valido devrsquoessere

appunto lasciar le cose come sono alla consapevolezza che un discorso valido non puograve essere un poieiacuten []Il

mythos si realizza cosigrave come una contraddizione tra il lasciar essere le cose e lrsquoimposizione ldquopoeticardquo fa violenza

sulle cose Il logos invece egrave veritagrave ossia un lasciar essere ciograve che si impone ciograve che si annunzia o si manifesta

con autoritagrave gt E Severino Istituzioni di filosofia pag112-113

45

E quando lrsquouomo non si accontenta piugrave della produzione creazione poesia volontagrave

mitiche che le cose stiano in un certo modo di un atteggiamento sognante solo allora il

popolo greco volendo uscire dal sogno volendo cioegrave che il rimedio contro la morte e il dolore

non sia appunto il contenuto di un sogno ma sia qualche cosa che non possa essere smentito

vada cercando una veritagrave incontrovertibile

Questa volontagrave di uscire dal sogno questa volontagrave di guardare la veritagrave delle cose egrave la

filosofia E se essa sta ad indicare la volontagrave di portare alla luce il sapheacutes ciograve che di per seacute

stesso egrave chiaro e incontrovertibile allora con essa lrsquouomo vivragrave la veritagrave Veritagrave che nella

parola greca aleacutetheia74

che alla lettera significa ldquodisvelamentordquo accompagnata come valore

significativo alla parola episteacuteme75

traduciamo come la capacitagrave di imporsi sulle forze

pratiche mentali istintive che vorrebbero scuotere e abbattere ciograve che sta 76

74 lt La parola egrave costituita dallrsquoalfa privativo e dal termine λήθη (leacutethe) che vuol dire nascondimento

Λαvθάvω (lanthaacuteno) significa rimango nascosto occulto (velato celato) Allora se traduciamo aleacutetheia con

veritas perdiamo il senso autentico di questo termine percheacute aleacutetheia vuol dire non-nascondimento ossia

disvelamento E allora alegravetheia egrave anche mythos percheacute anchrsquoesso egrave un lasciar esposte le cose come sono ma

appunto egrave solo un lasciarle esposte Il logos egrave un riconoscere che la veritagrave devrsquoessere un lasciarle esposte gt Ivi

pag 115

75 lt rsquoEπιστήμη non egrave ὕβρις Yβρις egrave la tracotanza o prepotenza di ciograve che vuol farsi valere oltre la

propria potenza mentre episteacuteme egrave la potenza o la fermezza del dire attuale che si impone su ogni altro discorso

[hellip] la veritagrave dellrsquoessere appare sia nella δόξα che nellrsquoεπιστήμη ma solo questrsquoultima sa portarla alla luce e farla valere la δόξα non si cura del proprio carico prezioso ma di altre cose e tutto ciograve che dice puograve essere

contraddetto Quando la δόξα presume dire lrsquoincontrovertibile egrave ὕβρις gt Id Essenza del nichilismo pag157

76 lt Eschilo ci dice che se si deve cacciare dalla mente con veritagrave il dolore che rende folli allora egrave

necessario rivolgersi a Zeus ma Zeus non egrave il divino del mito (esso egrave lrsquoetere lrsquoacqua il fuoco e tutto ciograve che sta al

di lagrave di queste cose) ma quel divino che non sottostagrave allrsquoimprevedibilitagrave degli eventi gt Id lsquoI presocratici e la

nascita della filosofiarsquo collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il

quotidiano lsquoLa Repubblicarsquo

46

Steme egrave un costrutto linguistico che si forma sul verbo higravestasthai laquostareraquo laquoimporsiraquo

Epi-steacuteme significa epi-higravestasthai cioegrave stare laquosuraquo (epigrave) imporsi su ogni divenire laquosuraquo ogni

tempo e laquosuraquo ogni evento significa essere la Legge suprema a cui tutto deve adeguarsi e a cui

nulla puograve sfuggire

La veritagrave egrave lo stare originario che non si lascia smuovere e si impone sul divenire

Egrave innanzitutto lrsquoepisteacuteme a dire ad ogni ente laquoTu non avrai altro Dio allrsquoinfuori di meraquo

La veritagrave dellrsquoepisteacuteme mostra il senso incontrovertibile definitivo immutabile del Tutto essa

intende unire lrsquoevidenza del divenire allrsquoevidenza dellrsquoeterno Ed al suo interno lungo la storia

dellrsquoOccidente vengono innalzati tutti gli Immutabili e ogni forma del divino e dellrsquoeterno

Essa egrave lrsquoanima e il fondamento dellrsquointera tradizione dellrsquoOccidente che ha inizio cancellando

lrsquoambiguitagrave e il mistero che inevitabilmente compete al senso di ogni parola nel linguaggio pre-

metafisico77

Nel linguaggio biblico (ma anche in Platone) caos egrave sinonimo di magma di mescolanza

disordinata di elementi non ancora separati percheacute ancora non egrave stato guadagnato un certo

ordine o cosmo Lrsquoessenza del cosmo egrave pensata in funzione di un atto volontaristico (quello di

Dio ma anche il demiurgo platonico persuade la terra madre a diventare da caos a cosmo) che

intervenendo separa e separando ordina definendo il caos e ponendovi cosigrave fine

Eppure queste parole hanno alla radice un piugrave originario e piugrave autentico significato che

nulla ha da dividere coi significati di disordine mescolanza ordine separazione

77 Il linguaggio primitivo non porta alla luce il senso della veritagrave dellrsquoessere ma non porta alla luce nemmeno il senso alienato dellrsquoessere Resta per noi essenzialmente ambiguo percheacute non ci egrave consentito stabilire

se il significato delle sue parole esprima o tradisca la veritagrave dellrsquoessere Si puograve stabilire la sintassi ma non la

semantica ontologica di un linguaggio che non rende esplicito il senso dellrsquoessere e del niente (la lingua della

preistoria dellrsquoOccidente non parla della nientitagrave dellrsquoente ma soltanto della sicurezza della terra e delle cose

sicure)

47

La radice indoeuropea della parola chaos radic cha o radic gha che interviene in vari gruppi

di parole sia greche chasko chaino (mi apro mi dischiudo) sia latine hiatus (intervallo

apertura) non indica tanto il disordine o la mescolanza quanto lrsquoapertura il dischiudersi che

offre lo spettacolo della totalitagrave In questo senso il chaos non egrave la dimensione antecedente lrsquoe-

vocazione dellrsquoordine da parte di una volontagrave che chiamando separa ma egrave la dimensione

assoluta che ospita il suo interno ogni teogonia e ogni cosmologia ogni generazione di dei di

uomini e di mondi Non egrave una situazione separabile ma egrave la totalitagrave che include ogni

situazione

Dallrsquoetimo piugrave originario della parola chaos si opera una ripercussione sul termine

corrispettivo che egrave dato dalla parola kosmos la cui radice indoeuropea radic kens (da cui il

latino censeo) significa laquoannuncio con autoritagraveraquo Impiegare la parola kosmos allora non

significa riferirsi al mondo che nasce solo in presenza di un artefice ma significa riferirsi a

quella parola che nellrsquoapertura dischiusa del chaos si annuncia con autoritagrave senza poter essere

smentita Questa parola egrave il logos78

Con lrsquoavvento del pensiero metafisico anche lsquodiorsquo esce dallrsquoambiguitagrave ed entra nel

mondo non nel senso che venga necessariamente inteso come uno degli enti sensibili e

divenienti ma in quanto egrave pensato come il fondamento stesso del mondo ossia come ciograve che fa

sigrave che il mondo sia mondo

La parola greca ὐεός egrave essenzialmente costruita sulla radice δα Innanzitutto δα indica

lo star dinanzi manifesto e luminoso sigrave che Ζεύς lo laquosplendenteraquo egrave δηλος Ma la

manifestazione lascia apparire ed egrave dispensatrice delle differenze e quindi δα indica anche il

dispensare il dare in sorte distribuendo le differenze sigrave che il dio egrave il δαίμων che divide e

distribuisce le parti del tutto

78 U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag33

48

Ma il dispensare le differenze esige perizia e abilitagrave nel dispensatore esige cioegrave non

solo conoscenza ma anche padronanza dei differenti e quindi δα esprime anche il senso di

quella capacitagrave laquotecnicaraquo che viene indicata in parole come δαίος e δαήμων Ciograve vuol dire che

egli egrave artefice capace di padroneggiare le differenze che rende manifeste e che in quanto

padroneggiate sono ἔργον

Lrsquo ἔργον egrave la differenza padroneggiata e dispensata nellrsquoatto in cui viene resa manifesta

(δήμιον) Lrsquoartefice che assegna e distribuisce le parti differenti egrave allora insieme radice di ogni

sventura

Nei tratti che formano il significato premetafisico della parola ὐεός sono certamente

presenti le tracce di un modo di intendere il senso dellrsquoessere Ma le tracce rimangono

indecifrabili Si dovrebbe stabilire se quei tratti si sviluppino lrsquouno dallrsquoaltro in una sostanziale

solidarietagrave di fondo o siano invece le tracce di una abissale e inesplorata discordanza

nellrsquooriginario apparire dellrsquoessere Di tutto ciograve il pensiero metafisico non si occupa portando

nel mondo i linguaggi tra cui viene a trovarsi si convince di realizzare lrsquointerpretazione

autentica che rende esplicito il loro riposto significato ontologico

Dal punto di vista della metafisica lrsquoente puograve essere ossia puograve esistere solo se egrave

assicurato allrsquoesistenza da un fondamento Diversamente lrsquoente in quanto ente non puograve

esistere ossia egrave un niente79

79 lt ldquoEsse non habet creatura nisi ab aliordquo ldquoSibi relictardquoassunta cioegrave al di fuori della sua relazione al

fondamento la creatura ldquoin se considerata nihil estrdquo ldquoUnde prius naturaliter inest sibi nihil quam esserdquo

(Tommaso De aeternitate mundi7) Tuttavia anche ldquosibi relictardquo la creatura non egrave un niente Ponendo che la

creaturaldquosibi relictardquo egrave un niente il pensiero metafisico intende differenziare questa affermazione

dallrsquoaffermazione che il niente egrave niente gt E Severino Essenza del nichilismo pag 256

49

I primi pensatori realizzarono la situazione nella quale la realtagrave cosmica egrave saputa come

totalitagrave80

Ed egrave precisamente lrsquoapertura dellrsquoorizzonte della totalitagrave che conduce alla domanda

sul principio (ᾀρχή) e fa sorgere il problema di determinare che cosa sia ciograve per cui tutte le

cose che pur si differenziano lrsquouna dallrsquoaltra convengano tutte nellrsquoappartenere al medesimo

orizzonte

Gli antichi la maggior parte di coloro che per primi si posero a filosofare furono dei

metafisici in quanto fecero oggetto del loro interesse lrsquoapertura della totalitagrave e dei fisici in

quanto lrsquounica determinazione che conobbero della totalitagrave fu il mondo fisico

80 lt La prima filosofia non egrave un lasciare nellrsquoimplicitezza ma egrave un porre esplicitamente la categoria della

totalitagrave Proprio percheacute la categoria della totalitagrave egrave posta si sviluppa quella tematica del principio unificatore della

totalitagrave del molteplice gt e la comprensione di questa dimensione egrave possibile solo se il diverso viene visto come

insieme identico lt Il pensiero filosofico sin dal suo inizio storico egrave lrsquoattenzione portata allrsquounitagrave laddove il pensiero mitico pur pensa lrsquounitagrave ma facendo emergere la differenza Il concetto eracliteo di unitagrave degli opposti

altro non egrave che lrsquoesplicitazione di quellrsquoidentitagrave dei differenti che il pensiero filosofico pensa sin dal suo primo

apparire La filosofia sorge come attenzione al tutto ma al tutto si puograve prestare attenzione solo se le differenze

sono viste come tutte appartenenti al tutto il tutto puograve essere pensato solo se le molte cose sono pensate secondo

una sostanziale identitagrave solo se i differenti sono visti in certo senso identici[] Allora il problema che

inizialmente si presenta alla coscienza filosofica non egrave quello di introdurre un pensiero non ancora pensato di

produrre il pensiero dellrsquoidentitagrave che non si sarebbe ancora pensata infatti stando davanti la totalitagrave lrsquoidentitagrave egrave

pensata Il problema egrave invece quello di esplicitare ciograve che viene pensato per il fatto che il tutto egrave pensato[]

Quando Talete pensa lrsquoacqua come archeacute di tutte le cose non pensa semplicemente un elemento empirico una

cosa tra le cose ma pensa lrsquoacqua come concetto universale[] Il contributo dei presocratici non sta tanto

nellrsquoaver posto lrsquointero che egrave giagrave posto nelle teogonie ma nellrsquoesplicitazione particolarmente intensa dellrsquointero e questa intensitagrave la troviamo giagrave affermata a proposito di Anassimandro e di Anassimene [] Lrsquouomo vede quindi

da sempre lrsquounitagrave ma solo a questo punto della storia della filosofia quel semplice vedere si risolve in un riflettere

sulla necessaria posizione dellrsquoUno[] il mito tende appunto a lasciare inespressa lrsquounitagrave questo significa che il

discorso mitico insiste su altri punti cioegrave sulle differenze[] Il cercare lrsquoidentitagrave delle differenze significa cercare

lrsquoidentitagrave che lega i termini opposti significa in ultima analisi cercare il trascendentale [] proprio percheacute pur

essendo in ogni cosa in quanto comune a tutte le cose non vi si esaurisce e pur realizzandosi in ognuna di esse

le trascende per il fatto di essere a tutte comune gt Id Istituzioni di filosofia pag 146149150

50

Andando alla ricerca del principio i primi metafisici andarono alla ricerca di un

principio unificatore del molteplice o la ricerca del principio unificatore assunse la forma di

determinazione della materia primordiale Lrsquounitagrave delle cose che questi antichi vanno

ricercando acquista dunque il senso di principio materiale delle cose o il senso che si

conferisce a quella unitagrave egrave che le cose convengono tutte nellrsquoessere modi di configurazione di

una unica materia Ma si comprese ben presto lrsquoimpossibilitagrave di qualificare il principio come

una determinazione particolare non solo percheacute non poteva essere qualificato come una cosa

tra le cose ma anche in base alla constatazione del divenire o dello sparire di tutte le

determinazioni particolari del mondo

Il divenire egrave il principio dice Eraclito E infatti egrave nel divenire che le determinazioni

particolari si unificano poicheacute se ad ognuna di esse compete di sparire o di annullarsi e se lo

sparire o lrsquoannullamento di qualcosa egrave il sopraggiungere del contrario o dellrsquoopposto del

qualcosa e ancora se il contrario sopraggiunge solo in quanto il qualcosa sparisce segue che

il processo dello sparire egrave ciograve in cui si realizzano e si unificano le determinazioni piugrave differenti

Esso il processo stesso il divenire non sparisce ma egrave lrsquoimmutabile in cui ogni cosa che

sopraggiunge dilegua e si dissolve

Per Anassimandro lrsquoindeterminato si distingue dallrsquoeterno movimento onde le

determinazioni particolari si producono per Eraclito questa distinzione non ha ragione di

sussistere percheacute il movimento eterno contiene in seacute il motivo o la ragione per cui il principio

non egrave nulla di determinato particolarmente

Anassimandro si limita a rilevare lrsquoimpossibilitagrave di porre come principio una

determinazione particolare e in tal modo qualifica il principio solo negativamente81

sigrave che la

sua distinzione tra indeterminato e movimento eterno non si appoggia su alcuna qualificazione

per la quale lrsquoindeterminato possa distinguersi dal movimento

81 Una volta che ci si rende conto dellrsquoimpossibilitagrave di trattare il trascendentale come un particolare si

tratta di definire in concreto che cosa sia il trascendentale non nel senso che determinandolo lo si debba limitare

o particolarizzare a nel senso che si tratta di accertare in cosa consista ciograve che non puograve essere determinato come

particolare

51

A questo punto egrave doverosa una precisazione

laquoTimbroraquo egrave il modo in cui la parola del mortale risuona nellrsquoaria e si rende visibile nella

scrittura Innumerevoli sono le parole che formano la preistoria dellrsquoOccidente eppure

risuonano tutte allrsquointerno dei due timbri fondamentali il timbro dellrsquoinflessibile e il timbro del

flessibile (o timbro della flessione) il timbro che esprime lrsquoinflessibile e il timbro che esprime

il flessibile

La preistoria e la storia dellrsquoars del mortale sono separate da un breve intervallo Esso

interrompe la vicenda in cui il senso della flessione si impadronisce del timbro dellrsquoinflessibile

La interrompe prima che questo impadronirsi si trasformi da dominio premetafisico in

dominio metafisico dellrsquoente cioegrave prima che il senso della flessione divenga esplicito nella

testimonianza che del senso dellrsquoente egrave data dalla lingua greca Nellrsquointervallo accade il

rovesciamento il senso dellrsquoinflessibile si impadronisce del timbro della flessione Anche

questo rovesciamento accade nella lingua greca Questo accadere viene considerato come

lrsquoinizio della filosofia greca Ma non egrave lrsquoinizio egrave lrsquointervallo prima dellrsquoinizio ossia prima che

il linguaggio dellrsquoOccidente testimoni lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

Lrsquointervallo forma un indugio e nel cammino del mortale lrsquoindugio stabilisce un bivio

Anassimandro ed Eraclito rimangono nellrsquoambiguitagrave del bivio

Ma che cosa significa nel linguaggio di Anassimandro e di Eraclito lrsquoessere τὸ χρεών e

lrsquoessere ὁ λόγος e lrsquoessere xατὰ τὸ χρεών e χατὰ τὸν λόγον A queste domande comincia a

rispondere Parmenide Anche Parmenide sta sul bivio ma come il seminatore di entrambi i

sentieri che si dipartono da esso

Lungo il cammino si forma un bivio percheacute nel luogo dove diviene esplicita la volontagrave

che lrsquoente sia niente in quel luogo si rende visibile anche per breve tempo un bagliore che

proviene da un cielo diverso da quello tracciato dal cammino dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

52

Il bagliore illumina per breve tempo un altro cielo e in esso un altro cammino lungo le

costellazioni del Giorno Il χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τ´ἐὸν ἔμμεναι di Parmenide parla di quel

bagliore82

82 E Severino Destino della necessitagrave pag 254 e 279

53

II - Il sentiero della Notte

Parmenide semina il Sentiero del Giorno ma semina anche il Sentiero della Notte83

Lo

semina percheacute per negarlo lo evoca

LrsquoOccidente cammina allrsquointerno di questa evocazione Per la prima volta nella storia

del mortale Parmenide84

conduce nel linguaggio il senso dellrsquoessere e della sua opposizione al

niente

E per la prima volta Parmenide si volge verso un percorso diverso dalla storia del

mortale il percorso dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia In questo rivolgersi verso il sentiero

intentato evoca per negarlo lrsquoopposto sentiero il sentiero dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente e in

questa evocazione testimonia ciograve che non era mai stato testimoniato

La prima testimonianza del senso alienato dellrsquoessere accade allrsquointerno del pensiero

che la vede come testimonianza alienata Ma proprio percheacute egrave nel linguaggio di Parmenide che

per la prima volta viene evocata la testimonianza dellrsquoalienazione (ossia che lrsquoessere non egrave)

questa testimonianza non puograve precedere la propria evocazione

Parmenide evocando il proprio nemico lo crede un giagrave esistente e i suoi versi sono rivolti ai ldquoi mortali dalla doppia testardquo dai quali lrsquoessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici

Lrsquoevocatore del Sentiero della Notte non avverte di esserne lrsquoevocatore e crede che esso sia giagrave

incominciato85

Lrsquoessere parmenideo egrave la qualificazione positiva dellrsquoindeterminato anassimandreo

lrsquoorizzonte dellrsquointero puograve realizzarsi solo in quanto si apra come orizzonte dellrsquoessere

83 ἕνυα πύλαι Νυϰτός τε ϰαὶ ᾽´Ηματός εἰσι ϰελεύὑων lsaquolsaquoQui la porta che divide i sentieri della Notte e del

Giornorsaquorsaquo Parmenide fr 1 v 11

84 Da un punto di vista storico possiamo indicare una complementaritagrave dicendo che da un lato Eraclito

opera la determinazione formale dellrsquoaacutepeiron dallrsquoaltro Parmenide indica la determinazione materiale o concreta

dellrsquoaacutepeiron (materiale inteso come opposto al formale nulla a che vedere con la materia fisica) Per Eraclito

lrsquoaacutepeiron egrave lrsquoopposizione per Parmenide egrave lrsquoessere

85 E Severino Destino della necessitagrave pag 528-529

54

Parmenide tenendo fermo il principio dellrsquoimpossibilitagrave che il non essere sia o che

lrsquoessere non sia pone lrsquoessere come principio per cui si costituisce lrsquointero e quindi come ciograve

che permette lrsquounitagrave del molteplice E questo viene ad equivalere alla stessa negazione o allo

stesso annullamento del molteplice e del divenire di questo che egrave quanto dire negazione e

annullamento del mondo in quanto manifestatesi come lrsquoinsieme di tutte le molteplici cose

divenienti Infatti le cose sono molte e differenti in quanto sono altro oltre al loro semplice

essere Ma che le cose siano altro dallrsquoessere significa che esse proprio in quanto molte e

differenti sono non essere visto che soltanto il non essere egrave altro dallrsquoessere Affermare

dunque che le cose sono molte significa affermare che il non essere egrave Per eliminare questa

contraddizione saragrave quindi necessario eliminare ciograve che la produce saragrave necessario negare che

le cose siano molteplici Il divenire poi egrave reale solo in quanto anchrsquo esso include la realtagrave o

lrsquoessere del non essere Il divenire egrave infatti un passaggio dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere

al non essere La realtagrave del passaggio implica la realtagrave dei termini tra i quali si istituisce il

passaggio Ma poicheacute il non essere non egrave non puograve essere nemmeno il passaggio86

86 lt affincheacute la posizione parmenidea sia riguardata come un problema o come unrsquoaporigravea egrave

necessario avvedersi dellrsquoimpossibilitagrave di negare la realtagrave del mondo molteplice e diveniente per salvare o per

tener ferma lrsquounitagrave e lrsquoimmobilitagrave dellrsquoessere Egrave necessario avvedersi ancora che quella di Parmenide egrave infine una

scelta o una preferenza che egli accorda allrsquoessere piuttosto che al mondo gt Id I principi del divenire La Scuola

Brescia 1995 pag 13

55

Lrsquoontologia di Platone87

e Aristotele sono lrsquoassestamento di questa intuizione E

lrsquoassestamento si impone ma la scoperta egrave troppo grande percheacute lo scopritore non ne resti

abbagliato Il mondo svanisce nella prima luce dellrsquoessere svanisce come valore diviene

esistenza contrapposta allrsquoessenza e il valore egrave lrsquoessere come immutabilitagrave e semplicitagrave

assoluta

Lrsquoimprevisto lrsquoinsospettato egrave per il logo il mondo non Dio Ma se il logo si fa sorprendere dal

mondo in modo da non sapersi riprendere dalla sorpresa se non negando il mondo diventa logo

astratto ed egrave qui che si ferma Parmenide88

La semplice opposizione tra lrsquoessere (inteso come ciograve che egrave) e il nulla (inteso come ciograve

che non egrave) resta nellrsquoambiguitagrave percheacute la si puograve intendere ndash come si incominciograve e si continuograve

ad intenderla ndash come una legge che governa sigrave lrsquoessere ma che lo governa sin tanto che esso egrave

Lrsquo Occidente egrave la civiltagrave che cresce allrsquointerno dellrsquoorizzonte aperto dal senso che il

pensiero greco assegna allrsquoesser-cosa delle cose

87 Platone si egrave lasciato sfuggire la grande occasione di pensare la veritagrave dellrsquoessere percheacute anche lui (e dopo di lui tutto il pensiero occidentale) lascia al fondo del pensiero dellrsquoente lrsquoastratta separazione dellrsquoessere e

della determinazione proprio lui che si presenta come il pacificatore della scissione ossia come lrsquounificatore

dellrsquoessere e della determinazione lt Platone era divenuto il difensore del concreto il riparo dal naufragio

parmenideo e sotto questo riparo il pensiero occidentale si poneva una volta per tutte senza avvedersi che lrsquoovile

non era stato chiuso prima che entrasse il lupo e senza avvedersi che era stata lasciata fuori in sovrana solitudine

la luce della veritagrave dellrsquoessere gt Id Essenza del nichilismo cit pag 74

88 Id La struttura originaria cit pag 391

56

Sei secoli prima di Cristo la filosofia greca incomincia a concepire la cosa come ciograve

che totalmente o parzialmente esce dal niente e vi ritorna oscilla tra lrsquoessere e il niente un

ἐπαμφοτεριζειν89

dove laquoi dueraquo (ἀμφότεϱα) laquorispettoraquo (ἐπί) ai quali la cosaraquo egrave in lotta con seacute

stessaraquo (ἐϱίζει) sono lrsquoessere (τὸ ὄν) e il niente (τὸ μὴ ὄν inteso come τὸ πάντως μὴ ὄν nihil

absolutum90

In quanto laquoparteciparaquo di entrambi (τὸ ἀμφοτέϱων μετέχον)91

la cosa (τι) ha entrambi

come predicati essa egrave qualcosa che laquoinsiemeraquo (ἃμα) egrave e non egrave τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν92

Ma

lrsquoavverbio ἃμα non compare nel finale del libro quinto della Repubblica col senso temporale

che probabilmente esso intende esprimere nel celebre passo del libro quarto della Metafisica93

nel testo platonico ἃμα indica lrsquoinseparabilitagrave dei due (lrsquoessere e il niente) tra i quali la cosa egrave

indecisa nel suo oscillare tra lrsquouno e lrsquoaltro Dellrsquooscillante non solo non egrave possibile pensare

che sia semplicemente legato allrsquoessere (οὔτ᾽ εἶναι) o al non essere (οὔτε μὴ εἶναι) o che non

sia legato ad alcuno dei due (οὔτε οὐδέτεϱον) ma non si puograve nemmeno pensare che esso sia

lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα

Lrsquoἐπαμφοτεριζειν (lrsquooscillante) egrave un dibattersi (ἐϱίζειν) tra lrsquoesser e il niente (ἐπὶ τὰ

ἀμφότεϱα) proprio percheacute non egrave contemporaneamente lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα Il

dibattersi egrave il divenire della cosa Dove la cosa insieme (ἃμα) egrave e non egrave nel senso che nel

divenire lrsquoessere e il non essere sono inseparabili e non nel senso che nel divenire la cosa sia

e non sia contemporaneamente

Ma proprio percheacute nellrsquoespressione τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν lrsquoavverbio ἃμα non indica

la contemporaneitagrave ma lrsquoinseparabilitagrave dei due che si contendono la cosa proprio per questo

tale espressione egrave la definizione stessa del divenire cioegrave del tempo

89 Platone Civitas 479 c Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo fedelmente alla loro

utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino nelle opere di riferimento riportate in nota

90 Ibid 478 d

91 Ibid 478 d-e

92 Ibid 478 d

93 Aristotele Metafisica 1005 b 19-20

57

Lrsquoente quindi in quanto ente egrave ciograve che puograve non essere In quanto ente non egrave

lrsquoimmediata esclusione del suo poter non essere Lrsquoente egrave la cosa (il τι) nel suo essere coinvolta

nellrsquo ἐπαμφοτεριζειν tra lrsquoessere e il niente Affincheacute si possa porre un ente come immutabile e

quindi come ciograve che non puograve non essere si egrave costretti ad introdurre un medio tra lrsquoesser ente

dellrsquoente e lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoente

Introducendo un μεταξύ fra lrsquoessere e il nulla94

Platone segna il destino dellrsquoOccidente

lrsquoaffermazione di una dimensione in cui egrave contenuto ciograve che nasce e muore ossia ciograve che

partecipando dellrsquoessere e del niente non era e non saragrave piugrave era un niente e saragrave ancora un

niente Platone lascia in ereditagrave agli uomini il mondo compiendo il parricidio che conduce

nellrsquoessere le determinazioni che Parmenide lasciava nel nulla Ma il parricidio andava

compiuto le determinazioni non sono un niente (un ἐναντίον dellrsquoessere) e cioegrave sono

Lrsquoessere non egrave il puro indeterminato ma la totalitagrave concreta delle determinazioni95

Ma

nellrsquoatto stesso in cui Platone contrappone lrsquoessere concreto determinato al niente lascia

lrsquoessere identico al niente

94 Platone Civitas V 477-480)

95 lt Nella fondamentale dottrina metafisica quella hegeliana dellrsquointelletto astratto egrave lo sviluppo

dialettico il modo determinato secondo cui si istituisce la sintesi tra il puro essere e la totalitagrave delle determinazioni

Ma il significato ultimo della sintesi hegeliana egrave ancora quello platonico tra il puro essere e le determinazioni si

apre sin dal principio un abisso incolmabile onde lrsquounione delle due sponde egrave la sintesi di ciograve che sin dal principio

egrave stato destinato a rimanere diviso Nello sviluppo dialettico il puro essere si determina (si unisce alla determinazione) ma la determinazione mantiene nella sintesi il carattere che sin dal principio le conviene in

quanto separata dallrsquoessere di essere un niente Egrave unita allrsquoessere ma contiene ad essere un niente Egrave quindi

inevitabile che sia trattata come un niente e si affermi che la sua sintesi con lrsquoessere egrave accidentale e che sia quindi

destinata a nascere e a morire eterno rimanendo solamente quellrsquoente privilegiato che egrave la stessa accidentalitagrave

della sintesi Ma questa sintesi necessaria ndash lrsquoorganismo delle categorie lrsquoIdea ndash egrave la struttura privilegiata che

rende possibile il divenire delle determinazioni empiriche lrsquoistituzione della sintesi accidentale tra il categoriale e

lrsquoempirico gt E Severino La struttura originaria pag 403

58

Pensa le determinazioni come per seacute indifferenti al loro essere o non essere Per tenerle

ferme nellrsquoesistenza quegli esseri-relativi deve andare alla ricerca di un fondamento che perograve

fonda soltanto la ragione privilegiata delle determinazioni universali (idee) ed abbandona

allrsquoannullamento le determinazioni empiriche96

La soluzione che Aristotele dagrave dellrsquoaporigravea parmenidea si svolge in due momenti

accertamento della struttura intrinseca del divenire e accertamento delle condizioni totali della

pensabilitagrave del divenire ossia le condizioni in base alle quali la realtagrave del divenire non egrave

contraddittoria Ed essa realtagrave non lo egrave in quanto la contraddizione egrave tolta negando che il

divenire sia lrsquointero e quindi ponendo una realtagrave non diveniente egrave tolta introducendo il

concetto di sostrato

Il divenire non egrave piugrave indeterminatamente considerato ma egrave determinato come una

struttura complessa passaggio di un sostrato dalla privazione di una certa forma alla forma

corrispondente che egrave il concetto di ldquodivenienterdquo quel ldquoterzordquo tra il non essere e lrsquoessere che

quindi diviene97

Nel De Interpretatione98

si afferma infatti

Che dunque ciograve che egrave sia quando egrave e che ciograve che non egrave non sia quando non egrave egrave necessario tuttavia

non egrave necessario neacute che tutto quanto ciograve che egrave sia neacute che tutto quanto ciograve che non egrave non sia Infatti

non egrave la stessa cosa che tutto quanto ciograve che egrave sia di necessitagrave quando egrave e lrsquoessere assolutamente di necessitagrave E similmente va detto anche per ciograve che non egrave

96 Id Essenza del nichilismo pag 148

97 lt la differenza tra il parmenidismo e lrsquoaristotelismo [] egrave la stessa differenza tra il concetto di sapere

metafisico come appartenente alla struttura del fondamento e il concetto per il quale il sapere metafisico egrave

unrsquoulterioritagrave rispetto a quella struttura che deve essere conseguita attraverso un procedimento mediazionale gt

Id La struttura originaria cit pag 399

98 Traduzione condotta sul testo Della Interpretazione Edizione Bur quarta edizione marzo 2000 23-28

pag 99

59

Il principium firmissimum esprime la struttura dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente proprio

percheacute egrave il principio dellrsquoente in quanto ente (non un certo ente privilegiato) Esso egrave la

posizione della nientitagrave dellrsquoente espressa come non-nientitagrave dellrsquoente

Esso egrave lrsquoespressione piugrave esplicita e radicale dellrsquoopposizione dellrsquoente al niente E

tuttavia nel principio di non contraddizione la nientitagrave dellrsquoente resta essenzialmente affermata

proprio nellrsquoatto in cui la si vuole escludere nel modo piugrave perentorio Essa si manifesta nella

forma del suo opposto

In una sua formulazione fondamentale il principium firmissimum dice che laquonon egrave

possibile che la stessa cosa sia e non siaraquo (εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) per il medesimo rispetto e nello

stesso tempo (ϰαῦ᾽ ἕνα ϰαὶ τὸν αὐτὸν χϱόνον)99

Ciograve significa da un lato che il diverso puograve

esser e non essere nello stesso tempo e cioegrave che in un certo tempo alcuni degli enti sono ed

altri non sono e dallrsquoaltro lato significa che in tempi diversi il medesimo egrave e non egrave prima d i

nascere e dopo il suo perire non egrave ed egrave tra la nascita e la morte

99 Aristotele Metafisica 1061 b 36

Fabro critica fortemente lrsquointerpretazione severiniana dei testi aristotelici nella fattispecie il carattere temporale

assegnato al principio di non contraddizione lt Sotto lrsquoaspetto reale Aristotele che non conosce la creatio ex

nihilo della Bibbia ed ammette lrsquoeternitagrave del mondo []si muove con assoluta fedeltagrave alla concezione greca della necessitagrave del Tutto [] Il nascere e il perire cioegrave la contingenza del mondo sublunare [] esprimono non un passare

dallrsquoessere al non essere ma dallrsquoessere tale ad un essere tal altro della materia secondo le leggi fisiche e

biologiche della generazione e corruzione gt concludendo lt Il problema del tempo come qualificante lrsquoessere

dellrsquoente quale lrsquoinvoca il Severino egrave qui del tutto assente poicheacute si tratta unicamente del problema del rapporto

fra logica e metafisica cioegrave della dipendenza fra il modo di predicare e il modo di essere e si afferma che il primo

dipende dal secondo che il pensare dipende dallrsquoessere e che le qualitagrave del pensare e del predicare dipendono dal

modo di essere gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag110-112

60

Al principio di non contraddizione appartiene essenzialmente la persuasione che agli

enti sia consentito di non essere100

100 La negazione dellrsquoidentitagrave che la forma del dire e del pensare presenta nella preistoria dellrsquoOccidente

egrave determinata dallrsquoisolamento del soggetto dal predicato

lt Anzi il senso stesso del soggetto e del predicato egrave determinato dallrsquoisolamento giaccheacute il soggetto egrave ciograve che

permane ed egrave significante indipendentemente e isolatamente dal predicato Lrsquoisolamento egrave la coscienza in quanto

isolante cioegrave in quanto essa isola il proprio contenuto separando la parte dalle altre parti e la parte dal tutto In

quanto il soggetto egrave isolato dal predicato il soggetto egrave sempre un altro dal predicato Anche quando il predicato egrave il soggetto stesso (come in A egrave A) e in A egrave A A-soggetto isolato non solo egrave altro da A-predicato ma egrave qualcosa

a cui non puograve competere di essere A giaccheacute il suo essere A ndash il suo essere se stesso ndash egrave appunto ciograve da cui A-

soggetto in quanto isolato da A-predicato egrave isolato [] A sua volta quanto al contenuto del pensiero e del dire

dellrsquoOccidente lrsquoessente puograve essere pensato come ciograve che esce dal niente e vi ritorna solo in quanto egrave isolato

dallrsquoessere ndash ossia dal suo essere seacute[] In Aristotele lrsquoantecedenza e indipendenza della dimensione noetica

(oggetto dellrsquooperatio prima intellectus) da quella dianoetica (oggetto dellrsquooperatio secunda intellectus) egrave

appunto lrsquoisolamento del noetico dal suo esser seacute che si costituisce nella e come dimensione dianoetica Il

principio di non contraddizione che afferma lrsquoidentitagrave dellrsquoessente dice Tommaso (In duodecim libros

Metaphysicorum Aristotelis expositio 605) egrave sigrave il primo ossia egrave il principio fondamento ma nella seconda

operazione dellrsquointelletto (est naturaliter primum in secunda operatione intellectus) Per Hegel la determinazione

in quanto isolata egrave un contraddirsi Ma in quanto isolata la determinazione egrave una dimensione noetica [] Hegel

mostra sigrave che il noetico isolato egrave un contraddirsi ma concepisce il piano dianoetico (lrsquounitagrave di determinazioni diverse) come il risultato del divenire prodotto dalla contraddizione e quindi anche per Hegel lrsquointelletto

(Verstand) che isola il noetico egrave lrsquooperatio prima intellectus rispetto alla dimensione dianoetica costituita dalla

sintesi dialettica gt

Per Tommaso il principio drsquoidentitagrave e non contraddizione egrave un principio di ragione lt Quando si dice che

qualcosa egrave identico a seacute stesso [aliquid esse idem sibiipsi] lrsquointelletto assume come due ciograve che quanto alla cosa egrave

uno [intellectus utitur eo quod est unum secundum rem ut duobus] Altrimenti non potrebbe designare la

relazione dello stesso a seacute stesso Onde appare che la relazione include sempre due estremi e se nelle relazioni di

questo tipo non ci sono due estremi quanto alla cosa ma solo quanto allrsquointelletto la relazione di identitagrave non

potragrave essere una relazione reale ma solo di ragione gt

Nemmeno Tommaso vede che un intelletto che assuma come due ciograve che egrave uno afferma la contraddizione

impossibile cioegrave che lrsquouno egrave due lrsquoidentico egrave differente Pensare che lrsquoidentitagrave non sia quindi una relazione reale consente al realismo di concludere che lrsquoessente indipendentemente dallrsquointelletto egrave identico a seacute (altrimenti il

dirlo identico ndash esso egrave appunto illud quod dicitur idem ndash sarebbe falso) ma la sua identitagrave con seacute si costituisce

come tale (cioegrave formalmente) solo nella riflessione dellrsquointelletto sullrsquoessente Lrsquoessente egrave in seacute identico a seacute non

egrave per seacute identico a seacute [] In quanto isolato dallrsquoidentitagrave con seacute stesso (e cioegrave dal suo non esser lrsquoaltro da seacute)

lrsquoessente non egrave seacute stesso non solo non appare come seacute stesso ma non egrave nemmeno seacute stesso Egrave un nulla Un nulla

che il pensiero dellrsquoOccidente intende come essente (noema significato) indipendentemente dal suo esser pensato

come esser seacute e come non esser lrsquoatro da seacute gt E Severino Tautoacutetēs Adelphi Milano 1995 pag 102-105108

61

Questa persuasione gli appartiene anche quando in esso non vien fatta alcuna menzione

del tempo giaccheacute lrsquoente di cui vien posta lrsquoincontraddittorietagrave viene pensato come ciograve che in

quanto tale puograve non essere Il principio di non contraddizione stabilisce lrsquoopposizione dellrsquoente

al niente ma egrave lrsquoente in quanto egrave che si oppone al niente e non lrsquoente in quanto non egrave ndash dove

questo ldquoin quanto non egraverdquo esprime un aspetto essenziale dellrsquoente in quanto ente

Aristotele afferma lrsquoimpossibilitagrave che qualcosa cui convenga una certa determinazione

abbia ldquonello stesso tempordquo la determinazione contraddittoria Il che vuol dire che in un tempo

diverso puograve convenirle

Il pensiero metafisico supera lrsquoeleatismo percheacute oppone al niente non solo il puro essere

indeterminato ma ogni ente determinato

Ciograve che con la filosofia platonica e aristotelica si viene a guadagnare egrave lrsquoesistenza del

mondo E si tratta di un guadagno nel senso che il mondo non deve essere semplicemente

affermato ma deve essere affermato tenendo fermo quel puro atto che agli occhi di Parmenide

esigeva la nullitagrave o illusorietagrave del mondo il mondo egrave guadagnato nel senso che si mostrano le

condizioni del suo coesistere a Dio allrsquoeterno101

101 Aristotele lt Al posto di una palude incomprensibile piena di fumi del mistero e della magia egli

pone di fronte alla nostra intelligenza uno schema grandioso e coordinato limpido da comprendere e fondato sui

fatti ovvi e persistenti della nostra esperienza Nella generalitagrave della sua portata esso egrave insieme filosofico e

scientifico e fornigrave piugrave tardi lo sfondo fisico allo schema cristiano della salvezza gt Alfred North Whitehead

Science and Philosophy traduzione dallrsquoinglese di Stefano Federici Scienza e Filosofia Castelvecchi Roma I

edizione aprile 2014 pag 12

62

III - Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire

Lrsquo irruzione delle differenze del molteplice nellrsquoarea dellrsquoessere porta a concepire

lrsquointero del positivo sulla traccia del positivo empirico percheacute come ripetiamo lrsquoessere egrave ciograve

che egrave quando egrave e che non egrave quando non egrave

Ma sia il mondo delle idee che lrsquoatto puro di Aristotele sono certamente privi di una

dimensione del positivo la materia la radice cosmica da cui si generano tutte le cose sensibili

che non egrave dominata dal divino ma solo lsquopersuasarsquo a trasformarsi da caos in cosmo Egrave appunto

lrsquoesigenza di intendere lrsquoimmutabile come la pienezza dellrsquoessere ciograve che spinge lo stoicismo

il neoplatonismo la patristica e la scolastica a porre la dipendenza assoluta del mondo da Dio

Lrsquoimmutabile dagrave lrsquoessere alla materia e al mondo percheacute se li trovasse davanti a seacute

indipendenti e come suo limite esso mancherebbe di qualcosa sarebbe cioegrave aperto ad un

completamento possibile non sarebbe lrsquoimmutabile Ma se per Parmenide lrsquoimmutabile non

manca di nulla percheacute il mondo egrave illusorio per Agostino e Tommaso lrsquoimmutabile non manca

di nulla percheacute contiene tutta la positivitagrave del mondo e la puograve contenere solo a patto di porsi

come il libero creatore del mondo

Lrsquoesistenza dellrsquoimmutabile trasforma in un ente il niente secondo cui si struttura il

divenire e quindi trasforma lrsquoevidenza del divenire in una semplice apparenza e in un niente

lrsquoessere del divenire Lrsquoopposizione del positivo e del negativo egrave il principio motore della

metafisica classica quel principio cioegrave che porta appunto alla concezione creazionistica della

realtagrave102

Ma pensare lrsquoessere in seacute stesso un positivo che egrave anche negativo egrave contraddittorio

Il contrario dellrsquoessere egrave il non-essere il contraddittorio dellrsquoessere egrave tutto ciograve che non egrave essere

102 laquoDio ha scelto ciograve che nel mondo egrave nulla per ridurre a nulla le cose che sonoraquo Prima lettera ai

Corinzi 128

63

Lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla egrave uno dei modi secondo i quali il positivo si oppone

al negativo nella sua concretezza la veritagrave dellrsquoessere egrave lrsquoopposizione nella sua universalitagrave e

non in questo o quel modo in questa o quella individuazione sia pure emergente come quella

costituita dalla proibizione che lrsquoessere non sia

Ma il pensiero vive anche quando si contraddice quando si contraddice non si annulla

laquoIl contraddirsi non egrave un non pensar nulla ma egrave un pensare il nullaraquo103

Che il nulla si lasci

guardare dal pensiero costituisce uno dei piugrave formidabili ostacoli al pensiero dellrsquoessere104

Rispondere alla domanda del percheacute lrsquoidentitagrave dellrsquoessere e del non-essere non possa

essere affermata vuol dire operare il disvelamento autentico della veritagrave dellrsquoessere che non egrave

un semplice dire ma egrave un dire che ha valore ossia egrave capace di togliere la propria negazione

lrsquoautentica veritagrave epistemica

E dunque lrsquoopposizione dellrsquoessere e del non-essere affincheacute sia vista nella sua veritagrave

devrsquoessere vista nel suo valore Ossia da un lato il predicato conviene per seacute o

immediatamente al soggetto dallrsquoaltro lrsquoopposizione non puograve essere negata percheacute anche la

negazione puograve vivere come negazione solo se a suo modo afferma lrsquoopposizione Se

lrsquoopposizione viene in qualche modo negata e la negazione vuol essere negazione allora la

negazione si oppone al proprio negativo cioegrave si tien ferma in quel significare per cui essa egrave

negazione e differenzia questo significare da ogni altro significare ossia differenzia e oppone

questa positivitagrave in cui consiste il suo esser significante come negazione e come quella certa

negazione che egrave al proprio negativo

103 E Severino Essenza del nichilismo pag57

104 lt Lo Heidegger ha richiamato lrsquoattenzione su di esso ma i difensori della metafisica tradizionale non

hanno avvertito la gravitagrave del richiamo Ma se lo Heidegger avverte che il pensiero del nulla fa del nulla un

positivo rinuncia poi a superare questo ostacolo e ripiega sulla comoda condanna della logica e del principio di

non contraddizione Ma lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla non egrave un principio della logica ma il respiro del

pensiero gt Ibidem

64

Lrsquoopposizione egrave il fondamento di ogni dire e quindi anche di quel dire in cui consiste la

negazione dellrsquoopposizione In ogni discorso come in ogni pensiero il significato che emerge

nel dire e nel pensare egrave tenuto fermo nella sua diversitagrave da ogni altro significato nella sua

opposizione appunto al proprio negativo

Lrsquoessere viene incontro dominato dalla legge che lo oppone al non-essere in ogni suo

manifestarsi Nellrsquo opposizione originaria ogni essere si volge in piugrave direzioni si trova in una

pluralitagrave di rapporti Questa pluralitagrave di direzioni o rapporti egrave appunto la pluralitagrave di modi

secondo cui ogni positivo si oppone al suo negativo

Lrsquoopposizione originaria non egrave neacute questo neacute quel modo dellrsquoopposizione ma la loro

cooriginarietagrave ossia lrsquouniversale concreto dellrsquoopposizione espresso dalla proposizione

lrsquoessere non egrave non essere dove ripetiamo non viene pensata soltanto lrsquoopposizione dellrsquoessere

al nulla bensigrave lrsquoopposizione ad ogni forma del negativo (e quindi anche lrsquoopposizione al nulla)

Lrsquoopposizione egrave fondamento nel senso che egrave ciograve senza di cui non si costituirebbe

nessun discorso e nessun pensiero se la negazione non ponesse alla propria base lrsquoopposizione

(ossia non ponesse la propria positivitagrave significante a ogni altro significare) non esisterebbe

nemmeno Esiste solo se afferma ciograve che nega

Rilevare che la negazione dellrsquoopposizione egrave affermazione della propria inesistenza

vuol dire semantizzare lrsquoimpossibilitagrave di negare lrsquoopposizione Lrsquoopposizione che se ne sta in

solitudine sovrana egrave lrsquoopposizione universale del positivo e del negativo e non la sola

opposizione dellrsquoessere al nulla (che egrave soltanto individuazione dellrsquoopposizione universale)105

105 Bontadini aveva criticato Severino in questa configurazione dellrsquoἕλεγχος obiettando che se si pone

come principio la proposizione laquoLrsquoessere non egrave il nullaraquo la negazione di questa proposizione non afferma ciograve che

nega giaccheacute la negazione opponendosi allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione non si oppone al nulla bensigrave a un

certrsquoaltro essere Chi nega cioegrave lrsquoopposizione di contraddizione (tra essere e non essere) non afferma la stessa

opposizione ma solo unrsquoopposizione di diversitagrave Ivi cit pag 121

65

Lrsquoopposizione originaria proprio percheacute universale egrave sia opposizione di

contraddizione sia opposizione di diversitagrave opposizione del positivo a tutto ciograve che non egrave quel

positivo e dunque opposizione tanto al nulla quanto ad ogni altro positivo E tutto ciograve che egrave

altro dalla negazione egrave tutto ciograve che egrave altro dalla negazione e non soltanto una parte106

106 Lrsquo ἕλεγχος aristotelico egrave lrsquoaccertamento che lt la negazione non esiste come negazione pura ossia

come negazione che non abbia bisogno per costituirsi di affermare ciograve che nega [] proprio percheacute il fondamento della negazione egrave ciograve che essa nega essa consiste nella negazione di seacute medesima nel suo togliersi come discorso

gt Lrsquo ἕλεγχος mostra che la negazione universale dellrsquoopposizione tra positivo e negativo tra essere e non essere

non riesce a costituirsi proprio percheacute si costituisce solo se egrave affermazione dellrsquoopposizione Lrsquoἕλεγχος non dice

che lt la negazione dellrsquoincontraddittorietagrave non egrave ammissibile percheacute egrave contraddittoria [] ma dice che tale

negazione non riesce a vivere come negazione percheacute nellrsquoatto in cui si costituisce come negazione essa egrave insieme

anche affermazione [] Il toglimento della negazione non egrave dunque determinato dallrsquoaccertamento della

contraddittorietagrave di questa [] ma dal rilevamento che la negazione non riesce a vivere come negazione pura []

Nel caso in cui la negazione riconoscendo di non poter vivere come negazione pura rinunci a porsi come

negazione universale e si ripresenti come negazione limitata dellrsquoincontraddittorietagrave anchrsquoessa diventa allora un

discorso che non volendo negare ciograve su cui si fonda vuol essere incontraddittorio (condizione richiesta dalla

determinatezza del discorso) [] La considerazione concreta della determinatezza della negazione

dellrsquoopposizione rileva che la negazione si costituisce come negazione solo se da un lato egrave determinata come unitagrave semantica rispetto al proprio negativo e dallrsquoaltro lato se i termini che la costituiscono sono essi stessi

determinati gli uni rispetto agli altri La considerazione concreta di questa determinatezza consente una

formulazione dellrsquoἕλεγχος tale da fargli ricevere lrsquoampiezza massima che gli conviene non semplicemente la

negazione del determinato si fonda sullrsquoaffermazione di una parte di ciograve che essa nega ma la negazione si fonda

sullrsquoaffermazione dellrsquointero di ciograve che essa nega gt Ivi pag43-45

66

Lrsquoidentitagrave degli opposti in quanto pensata egrave un positivo e come positivo non egrave

negativo

Lrsquoidentitagrave degli opposti come esistente egrave un positivo significare ed egrave appunto questo

positivo significare ciograve senza di cui non si costituirebbe lrsquoopposizione del positivo e del

negativo

Lrsquoidentitagrave degli opposti egrave presupposta non in quanto identitagrave degli opposti ma in quanto

positivitagrave significante La negazione dellrsquoopposizione presuppone ciograve che essa nega mentre la

negazione dellrsquoidentitagrave degli opposti non presuppone ciograve che essa nega ma il positivo

significare di ciograve che essa nega lrsquoopposizione del positivo e del negativo non presuppone che il

positivo sia negativo ma presuppone quella positivitagrave significante che forma il contenuto

dellrsquoidentificazione del positivo e del negativo

Ecco che allora la negazione dellrsquoopposizione non riesce a costituirsi sigrave che

lrsquoopposizione (lrsquoincontraddittorietagrave la determinatezza) egrave il destino del dire egrave appunto ciograve che

si deve dire

La negazione che lrsquoessere non sia egrave individuazione dellrsquoopposizione universale del

positivo e del negativo e in quanto tenuta ferma nella sua concreta relazione allrsquouniversale

essa partecipa dellrsquooriginarietagrave del logo ndash inteso questo come lrsquoopposizione del positivo e del

negativo

Il fiore non egrave lrsquoalbero o questo positivo non egrave questo suo negativo il fiore non egrave lo

stagno la casa lrsquoalbero e tutto ciograve che egrave altro dal fiore

Ma quando lrsquoessere e quindi ogni essere si rivolge verso quella direzione lungo la quale si lega al suo Egrave quando cioegrave del fiore non si dice solamente che non egrave lrsquoalbero ma si dice che egrave e non puograve

non essere non puograve accadere che non sia allora ogni essere prende volto divino107

107 Ivi pag 58

67

CAPITOLO TERZO

Per una comprensione dellrsquoEssere

68

I - La struttura originaria dellrsquoessere

La struttura originaria egrave la struttura originaria dellrsquoessere108

ciograve che egrave necessariamente

presente in quanto un essente egrave e appare Senza la presenza di tale struttura nessun essente

potrebbe essere e apparire Essa egrave lo scheletro dellrsquoessere la sua grammatica di base la sua

sintassi fondamentale la quale non essendo un unico significato ma un intreccio inscindibile

di significati essa egrave una struttura (un complesso logico-semantico consistente nella totalitagrave

delle determinazioni che devono essere presenti affincheacute un essente possa apparire) In altre

parole la struttura originaria egrave la forma essenziale di ogni essente ciograve con cui esso egrave

necessariamente in relazione il suo legame indissolubile

In quanto lrsquoessere egrave immediatamente innegabile e lrsquoinnegabilmente immediato la

struttura originaria dellrsquoessere egrave la struttura originaria della necessitagrave dove il termine necessitagrave

ndash dal latino ne-cedo ndash esprime il senso assoluto dellrsquoinnegabilitagrave quale autonegativitagrave

immediata del proprio negativo In quanto il proprio negativo egrave immediatamente autonegativo

la struttura originaria egrave ciograve che laquostaraquo innegabilmente ed eternamente Essa non egrave un prodotto

teorico dellrsquouomo o di Dio ma il laquoluogo giagrave da sempre aperto dalla Necessitagraveraquo109

Egrave lo stare

innegabile dellrsquoessere-significare

Un essente egrave e appare in quanto egrave presente una certa dimensione dellrsquoessente costituita

dalle laquodeterminazioni che competono con necessitagrave a ogni essente e nelle quali consiste

appunto il destinoraquo110

108 Si tratta della struttura originaria come struttura dellrsquoessere e del significare e non della grande opera

edita per la prima volta nel 1958 e considerata fin drsquoora Questa distinzione rende legittima lrsquoestrapolazione del IV

capitolo da La struttura originaria

109 E Severino La struttura originaria pag13

110 Id Oltrepassare Adelphi Milano 2007 pag 179

69

Queste determinazioni sono chiamate laquopersintatticheraquo (lrsquoesser seacute dellrsquoessente il suo

non esser altro da seacute il suo non poter diventare ed essere altro da seacute il suo essere eterno ma

anche lrsquoessere dellrsquoapparire infinito la necessitagrave che gli essenti della terra sopraggiungendo

siano accolti dagli essenti dello sfondo e la necessitagrave che il sopraggiungere sia la Gloria cioegrave

si dispieghi senza fine) a queste poi si aggiungano tutte quelle che gli competono e che

costituiscono la dimensione stessa111

Lo ldquosfondordquo egrave un altro modo di nominare la sintassi originaria dellrsquoessere

evidenziandone lrsquoessere contenuto necessariamente originario e costante dellrsquoapparire

lrsquoinsieme delle determinazioni che non sopraggiunge e non tramonta mai allrsquointerno

dellrsquoapparire trascendentale ossia allrsquointerno di quellrsquoorizzonte che ospita lrsquoapparire empirico e

particolare degli essenti Lo sfondo egrave la permanenza non sopraggiungente

La struttura originaria della veritagrave dellrsquoessere egrave necessariamente identica sia

nellrsquoapparire finito che in quello infinito proprio in quanto egrave il fondamento dellrsquoessere ossia in

quanto egrave il predicato necessario di ogni essente ndash predicato trascendentale112

Le determinazioni della struttura originaria non sono il predicato di ogni essente cioegrave

questo libro non egrave ndash in quanto tale ndash lrsquoapparire infinito ma ogni essente egrave ciograve che esso egrave e

appare cosigrave come appare solo in quanto esso egrave in relazione a tale insieme Ciograve significa che

ogni essente egrave necessariamente in relazione alla totalitagrave delle determinazioni sono il predicato

necessario di ogni essente in questo senso dellrsquoessere in relazione

La struttura originaria egrave lo sfondo intramontabile dellrsquoapparire e cioegrave la persintassi

dellrsquoessente a differenza della iposintassi che egrave il contenuto variabile e variante dellrsquoapparire

la persintassi egrave la sintassi intramontabile dellrsquoIo finito del destino necessariamente costante e

sempre identica a seacute percheacute se via via apparissero ulteriori determinazioni integranti prima di

tale integrazione essa non sarebbe ancora stata seacute stessa cioegrave fondamento

111 Ibidem

112 Ibidem

70

Il fondamento in quanto persintassi o sintassi costante e originaria dellrsquoessere egrave il

contenuto eterno che appare eternamente nel cerchio finito del destino In quanto tale esso egrave il

luogo che accoglie la terra ossia la totalitagrave degli essenti che appaiono e scompaiono

In quanto la struttura originaria egrave fondamento essa egrave lrsquoessenza del fondamento la

struttura anapodittica del sapere e cioegrave lo strutturarsi della principalitagrave o dellrsquoimmediatezza

Il fondamento egrave quindi struttura unitagrave non semplice complesso logico e semantico

composto da una pluralitagrave di determinazioni essenzialmente legate tra loro

Legame essenziale significa che quelle determinazioni sono concretamente ciograve che sono

solo allrsquointerno di quel complesso cosigrave come quel complesso egrave concretamente quellrsquounitagrave che egrave

solo in quanto totalitagrave di quella pluralitagrave di determinazioni senza anche uno solo dei suoi

significati esso non sarebbe ciograve che egrave cosigrave come ogni parte separata da quel complesso non

sarebbe ciograve che egrave

La struttura originaria egrave lrsquoessenza del fondamento percheacute non egrave semplicemente

fondamento ma ciograve che il fondamento deve essere per essere fondamento essere fondamento

significa essere originario ed essere originario significa essere struttura

laquoLrsquoesposizione concreta della struttura originaria mostra che la metafisica come

teorematicitagrave o categoricitagrave appartiene alla struttura stessa dellrsquoimmediatoraquo113

Il sapere

metafisico non egrave unrsquoulterioritagrave da conseguire ma appartiene allrsquoessenza del fondamento E la

storia del fondamento egrave un elemento o un momento essenziale del fondamento stesso come in

generale ogni struttura logica che abbia a procedere dal fondamento include in seacute

essenzialmente la propria storia

113 Id La struttura originaria cap I par 4

71

Tutti i possibili modi di prendere posizione rispetto ad esso meno uno costituiscono

altrettanti negazioni del fondamento114

La posizione del fondamento implica il toglimento della negazione del fondamento o

questo si realizza come apertura originaria della veritagrave solo in quanto egrave in grado di togliere la

sua negazione115

114 lt Vi sono vari tipi di negazione il fondamento puograve essere negato percheacute al suo contenuto non si

riconosce valore di fondamento oppure il valore egrave riconosciuto soltanto ad una parte di quel contenuto oppure

percheacute si nega che il sapere debba avere un fondamento o infine semplicemente percheacute il fondamento egrave ignorato

sia nel suo contenuto concreto sia quanto al suo contenuto formale Le negazioni accadute le negazioni del

fondamento si distinguono allrsquointerno del sistema delle negazioni possibili dalle negazioni non accadute non

manifestatesi in quanto le prime sono oggetto di una cura di un interesse per cui o la base logica sulla quale tali

negazioni appoggiano viene considerata come il fondamento stesso o in generale esse diventano in quanto tali

contenuto di una certezza gt Ibidem

115 lt Sigrave che il fondamento egrave posto solo in quanto la sua negazione egrave posta (come tolta) Il contenuto del fondamento egrave posto in quanto il fondamento mostra la sua capacitagrave di togliere assolutamente la sua negazione

quindi essere fondamento significa essere originario In quanto il fondamento si impegna con la sua storia

lrsquoeternarsi del fondamento coincide col suo storicizzarsi Se la storia del fondamento egrave il concretarsi

dellrsquouniversalitagrave della sua negazione egrave infatti in rapporto allo sviluppo della negazione che il fondamento esercita

il suo valore Rispetto quindi allo sviluppo della negazione il fondamento si tien fermo ed in questo tenersi fermo

egli egrave sempre il medesimo Ma il tenersi fermo in relazione allo sviluppo della negazione egrave anche un movimento

sigrave che per questo lato il fondamento egrave svolgimento novitagrave progresso gt Ibidem

72

II - Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere

Il giudizio originario egrave lrsquoaffermazione in cui si realizza la struttura originaria tutto ciograve

che nel modo che gli conviene egrave immediatamente noto egrave lrsquoimmediato

Pensiero egrave lrsquoattualitagrave o la presenza immediata dellrsquoessere assunta in relazione alle

strutture semantiche che sono immediatamente implicate (ossia immediatamente presenti) dalla

posizione dellrsquoattualitagrave o presenza immediata dellrsquoessere Se a questa attualitagrave si riserva il nome

di laquoesperienzaraquo il termine laquopensieroraquo resta definito come implicazione immediata tra

lrsquoesperienza e quelle strutture Non si dagrave laquodimostrazioneraquo o laquofondazioneraquo del giudizio

originario che lo pongano come una struttura estranea alla struttura del porsi il linguaggio che

ne parla egrave lrsquoesporsi del giudizio stesso

Lrsquoessere che egrave immediatamente presente ndash lrsquoimmediato come ciograve che entra a

costituire il soggetto del giudizio originario - egrave ciograve che per essere affermato non richiede o non

presuppone altro che la presenza di seacute stesso o non presuppone altro che seacute stesso in quanto

presente τὸ δι αὐτὸ γνώϱιμον il per seacute notum

Il termine laquoessereraquo indica una sintesi tra il significato laquoessereraquo (essere formale) e i

significati costituiti dalle determinazioni che appunto sono O possiamo anche dire col

termine laquoessereraquo si intende una complessitagrave o concretezza semantica i cui momenti astratti

sono lrsquoessere formale e le determinazioni o individuazioni di questa formalitagrave

La proposizione laquoEgrave per seacute noto che lrsquoessere egraveraquo non sta ad affermare lrsquoimmediatezza

della connessione tra il soggetto e il predicato della proposizione laquoLrsquoessere egraveraquo ma

lrsquoimmediatezza della notizia di questa connessione116

La quale non interessa come tale ma

come positivitagrave (essere) che egrave contenuto della presenza che non vuol dire negare la

116 La struttura fenomeno-logica egrave articolata in tre momenti che costituiscono quellrsquounico atto che egrave

lrsquoapparire lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire ovvero la laquocoscienza di autocoscienzaraquo Questa espressione

esprime il significato fondamentale dellrsquoapparire indicando che qualcosa appare solo in quanto appare il suo

apparire Questo rilievo genera solitamente piugrave obiezioni tra le quali ldquose crsquoegrave un apparire dellrsquoapparire ci dovragrave

poi essere un apparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire e cosigrave via in un regresso allrsquoinfinito Ma lrsquoobiezione egrave presto

73

connessione tra il soggetto e il predicato lrsquoimmediatezza di quella connessione egrave infatti

lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave o incontraddittorietagrave dellrsquoessere ndash immediatezza logica ndash Lrsquoaporia

generata dallrsquointelletto astratto che cerca quindi di fondare il fondamento possiamo formularla

cosigrave laquola posizione dellrsquoimmediatezza dellrsquoessere ha il suo fondamento in seacute o in altroraquo Che sia

per altro egrave contraddittorio (lrsquoessere sarebbe un immediato e mediato) Se egrave nota per seacute si

produce il regressus in indefinitum (lrsquoimmediatezza viene ad essere posizione

dellrsquoimmediatezza dellrsquoimmediatezza andando cosigrave allrsquoinfinito)

Dato che la discorsivitagrave del pensare ha in proprio di dire nel tempo ndash una cosa dopo

lrsquoaltra ndash ciograve che non vale come tempo il discorso assume questo andamento laquoLrsquoessere egraveraquo

Lrsquointelletto astratto non riesce a sollevarsi al di sopra della tecnica o della forma esterna

del discorrere e mantenendosi nellrsquoastrattezza dagrave luogo al regressus Di ciograve la parola non ha

alcuna responsabilitagrave il tempo egrave il destino della parola (lrsquoandamento discorsivo egrave corretto

sempre purcheacute non si assuma come due momenti ciograve che vale come unico momento logico)

Lrsquoimmediatezza logica egrave lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave-non contraddittorietagrave dellrsquoente in

quanto ente cioegrave di ogni ente cioegrave della totalitagrave dellrsquoente La posizione dellrsquoidentitagrave-non

contraddittorietagrave egrave originaria Dire originariamente che lrsquoessere egrave essere non significa istituire

un confronto e quindi una identificazione tra lrsquoessere come soggetto e lrsquoessere come

predicato presupposti allrsquoidentificazione ndash cheacute anzi stante questa presupposizione lrsquoessere

(soggetto) non egrave lrsquoessere (predicato) Oppure lrsquoessere che egrave essere egrave lrsquoessere che egrave essere

ossia egrave lrsquoessere che egrave posto come identitagrave e non lrsquoessere che essendo posto (presupposto) egrave

poi posto come identitagrave (onde lrsquoidentitagrave si costituisce come identificazione dellrsquoalteritagrave)

Lrsquoidentitagrave dellrsquoessere con seacute stesso egrave pertanto assoluta Lrsquoessere (Ersquo) di cui si predica

lrsquoessere (Ersquorsquo) egrave appunto lrsquoessere che egrave essere Ersquo=Ersquorsquo e lrsquoessere (Ersquorsquo) che egrave predicato egrave

appunto essere dellrsquoessere Ersquorsquo=Ersquo

La formula dellrsquoidentitagrave concreta egrave quindi (Ersquo=Ersquorsquo) = (Ersquorsquo=Ersquo) oppure Ersquo(=Ersquorsquo) =

Ersquorsquo(=Ersquo)

tolta lt la triplice posizione non dagrave luogo a un regresso allrsquoinfinito giaccheacute quello che viene discorsivamente

posto come ldquoterzo momentordquo (lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire) egrave la posizione concreta del ldquoprimo momentordquo

(quello che egrave discorsivamente posto come la semplice coscienza o apparire dellrsquoente) e del ldquosecondo momentordquo

(discorsivamente posto come autocoscienza o apparire dellrsquoapparire) gt Non quindi un tre momenti esterni lrsquouno

allrsquoaltro ma della medesimezza di quellrsquounico atto complesso in cui consiste lrsquoapparire dellrsquoessente

Cfr N Cusano Capire Severino ndash La risoluzione dellrsquoaporetica del nulla Mimesis Edizioni Milano-Udine 2011

pag57-58

74

Di seguito possiamo formulare anche lrsquoespressione dellrsquoidentitagrave come identitagrave

dellrsquoidentitagrave e della non contraddizione Lrsquoessere che non egrave non essere non egrave non essere ndash dove

questo non esser non essere egrave proprio dellrsquoessere (E=nnE) = (nnE=E) Ma se lrsquoidentitagrave e la non

contraddizione sono i momenti astratti dellrsquoidentitagrave (o non contraddizione) concreta la

formulazione suprema dellrsquoidentitagrave egrave la posizione dellrsquoidentitagrave tra lrsquoidentitagrave (I) e la non

contraddizione (nC)

Dire che lrsquoessere egrave essere egrave lo stesso che dire che lrsquoessere non egrave non essere (I=nC) = (nC=I)

Kant osservava che non aveva senso fondare un giudizio analitico sullrsquoesperienza dato che per

far convenire il predicato al soggetto non egrave necessario uscire dal concetto del soggetto117

Considerando lrsquoanaliticitagrave del principio di non contraddizione egrave chiaro che lrsquoosservazione

kantiana non puograve voler significare che questo principio non abbia alcuna portata sintetica a

posteriori ovvero che la connessione del soggetto col predicato non abbia alcuna valenza

sintetica

117 lt Qualunque possa essere il contenuto della nostra conoscenza e comunque essa possa riferirsi allrsquooggetto certo la condizione universale ndash seppur solo negativa ndash di tutti i nostri giudizi in generale egrave che essi

non contraddicano seacute stessi altrimenti tali giudizi sono in seacute stessi (anche a prescindere dallrsquooggetto) nulla gt

Infatti lt se il giudizio egrave analitico sia esso negativo o affermativo la sua veritagrave deve sempre poter essere

conosciuta sufficientemente in base a principio di contraddizione Lrsquoopposto di ciograve che giagrave si trova e viene pensato

come concetto nella conoscenza dellrsquooggetto difatti egrave sempre giustamente negato di questo qualcosa mentre il

concetto stesso dovragrave invece venir necessariamente affermato del medesimo qualcosa per il fatto che il contrario

di tale concetto contraddirebbe allrsquooggetto gt I Kant Critica della ragione pura pag 228

75

Negare tale valenza significherebbe infatti negare che lrsquoessere che si manifesta nellrsquoorizzonte

fenomenologico sia in contraddittorio significherebbe affermare che lrsquoeffettualitagrave lrsquoesserci

dellrsquoessere smentisce lrsquoincontraddittorietagrave affermata dal principio Quindi si diragrave che anche il

principio di non contraddizione ha un valore sintetico (lrsquoincontraddittorietagrave egrave cioegrave

immediatezza anche come immediatezza fenomenologia) ma che questo valore egrave soltanto un

momento del valore del principio Lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave lrsquoimmediatezza

dellrsquoapparire dellrsquoente che appare in quanto ente che appare cioegrave di ogni ente che appare cioegrave

della totalitagrave dellrsquoente che appare Risiede nel significato stesso dellrsquoessere che lrsquoessere debba

ad essere quindi il principio di non contraddizione non esprime semplicemente lrsquoidentitagrave

dellrsquoessenza con seacute medesima ma lrsquoidentitagrave dellrsquoessenza con lrsquoesistenza

Ogni affermazione esistenziale egrave posizione di questa identitagrave dellrsquoessenza e dellrsquoesistenza non nel

senso che ogni proposizione esistenziale sia identica [] ma nel senso che nel significato della determinazione (essenza) di cui si predica lrsquoessere (lrsquoesistenza) egrave originariamente incluso lrsquoessere

(la positivitagrave lrsquoesistenza) della determinazione118

La relazione concreta tra lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave

dunque espressione della strutturazione dellrsquooriginario

La L-immediatezza dellrsquoente (ossia lrsquoente nel suo essere immediatamente identitagrave con

seacute e non contraddittorietagrave) la quale egrave immediatamente presente (cioegrave F-immediata) egrave

lrsquoimmediata presenza (cioegrave F-immediata) della L-immediatezza dellrsquoente (x=y) = (y=x)

118 E Severino Essenza del nichilismo pag 288

76

III - LrsquoEterno

Lrsquoontologia diviene incapace di cogliere lrsquoessere ed egrave costretta ad andar oltre per

trovare ciograve di cui si egrave privata Ciograve che poi trova lrsquoessere immutabile il totalmente altro

contrapposto quindi allrsquoessere diveniente egrave fondato sulla piugrave radicale assurditagrave Da che

lrsquoorizzonte originario del pensare egrave la fede nel divenire degli enti non puograve non essere

impossibile ogni metafisica ogni ontologia ogni teologia che si illuda di poter pervenire a una

dimensione immutabile al di sopra o al centro del divenire

E la dimostrazione di un essere necessario e quindi ogni prova dellrsquoesistenza di un essere

necessario va alla ricerca e presume di trovare un medio che connetta al positivo la negazione del negativo [] pretende di dimostrare il necessario dal contingente

119

Ma affermare un medio tra il soggetto e il predicato significa non vedere lrsquooriginarietagrave

di questa predicazione significa problematizzare la stessa immediatezza della veritagrave e quindi

negarla La veritagrave dellrsquoessere egrave il predicato di ogni ente non nel senso che lrsquoente stia al di fuori

della veritagrave dellrsquoessere ma nel senso che questa egrave la stessa predicazione ossia la stessa unitagrave

veritativa dellrsquoente e del suo predicato La veritagrave dellrsquoessere ndash che egrave il contenuto della filosofia

ndash egrave pertanto lo sfondo di ogni apparire o dellrsquoapparire in quanto tale

Lrsquo apparire del contenuto intramontabile della veritagrave egrave lrsquoapparire del contenuto totale

della veritagrave egrave cioegrave lrsquoapparire della concreta totalitagrave dellrsquoente egrave lrsquoapparire infinito del Tutto non

nel senso che la parte sia identica simpliciter al Tutto ma nel senso che la parte egrave legata con

necessitagrave al Tutto sigrave che il Tutto egrave il vero significato della parte ossia egrave la dimensione in cui la

parte che in quanto separata dal Tutto egrave contraddizione non egrave contraddizione

119 Ivi cit pag 33

77

E la parte egrave separata dal Tutto proprio percheacute il Tutto non appare nella sua compiuta

concretezza allrsquointerno del cerchio dellrsquoapparire120

del destino della veritagrave

laquoLa veritagrave dice non nel senso che essa sia innanzitutto un linguaggio intorno alle cose

ma nel senso che essa egrave il mostrarsi lrsquoapparire della necessitagrave in cui il Tutto dimoraraquo121

Solo

percheacute la necessitagrave (il λογος) presso cui il Tutto sta radunato appare il linguaggio puograve

parlarne ed essere un ομολογειν122

Il Tutto non egrave sopraffatto e catturato dalla necessitagrave ma egrave in accordo con essa sta nel

suo cuore e la necessitagrave sta nel cuore di ogni cosa Non esiste alcuna cosa che possa sfuggire

alla necessitagrave percheacute lo sfuggirle egrave il negarla (lrsquoaprire uno spazio che non si accorda con essa)

e il negarla egrave autonegazione In questa autonegazione consiste il vero senso del non poter

sfuggire alla necessitagrave e dunque il senso originario del destino

La veritagrave egrave il destino del Tutto percheacute la stessa volontagrave di abbandonarla e di negarla

esiste come tale solo in quanto egrave in accordo con ciograve che la veritagrave dice sigrave che per questo suo

accordo con la veritagrave essa egrave un abbandonare e un negare seacute medesima lasciando che ciograve che la

veritagrave dice sia lo stare che non trema e non puograve essere rimosso trasformato smentito abbattuto

da nessuna forza e da nessuna potenza

Il cuore non tremante della veritagrave dice che il Tutto non trema Il Tutto non trema percheacute

ogni cosa egrave destinata allrsquo essere non egrave un ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente Per questo

suo tenersi giagrave da sempre e per sempre sollevato nellrsquoessere il Tutto sta senza tremare

120 Il cerchio dellrsquoapparire egrave lrsquoapparire trascendentale laquoil luogo degli intramontabili che costituiscono lo

sfondo di ogni accadereraquo Id Destino della necessitagrave pag 110

121 Ivi cit pag 123

122 Eraclito fr 50

78

In questo secondo significato dello ldquostarerdquo il Tutto egrave il destino123

Il Tutto egrave ciograve che il mortale in veritagrave egrave egrave ciograve che il mortale egrave destinato ad essere da

sempre e per sempre Come oltrepassamento della totalitagrave della contraddizione del finito il

Tutto egrave la Gioia E nella Gioia il mortale egrave giagrave da sempre un passato

La dimostrazione dellrsquoimmediato egrave negazione dellrsquoimmediato giaccheacute se si sente il

bisogno di un medio vuol dire che il predicato egrave visto come qualcosa che come tale puograve

convenire come puograve non convenire al soggetto

Lrsquoessere tutto lrsquoessere visto come ciograve che egrave e non puograve non essere egrave Dio E quando lrsquoessere parla di seacute dice Ego sum qui sum (ἐγώ εἰμι ὁ ὤν Esodo III) che egrave la piugrave alta espressione speculativa del

testo sacro124

A Dio non si arriva A Dio non si giunge a guardarlo dopo un esilio o una cecitagrave

iniziali appunto percheacute Dio egrave lrsquoessere di cui il logo originario dice che egrave e non puograve non essere

ossia egrave il contenuto della veritagrave originaria nella misura in cui questa si costituisce come

affermazione che lrsquoessere egrave Se quindi Dio egrave contenuto della veritagrave originaria in quanto essa egrave

logo originario drsquoaltra parte lrsquointero dellrsquoessere in quanto immutabile trascende la

manifestazione originaria dellrsquoessere trascende lrsquoesserci125

Dio non si dimostra non giagrave nel senso che se ne dia immediata esperienza ossia

appartenga al contenuto originariamente manifesto ma nel senso che lrsquoaffermazione che

lrsquoessere egrave costituisce lrsquoimmediatezza lrsquooriginarietagrave del logo

123 lt Il verbo latino dēstino egrave costruito sulla radice sta che esprime appunto il senso fondamentale dello

laquostareraquo E nel significato del destinare la particella de non introduce lrsquoidea della separazione (come ad esempio in

decidere) o della mancanza (come ad esempio in deesse) ma ha il compito di rafforzare e di portare al massimo il

senso indicato dal tema sta indicando nel contempo che lo stare egrave in riferimento a un ambito sul quale lo stare sta

gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 131

124 Id Essenza del nichilismo pag 58

125 Ivi pag 59

79

E lrsquoessere di cui si parla egrave appunto Dio giaccheacute con questa parola si intende lrsquointero del

positivo pensato nel suo esistere e nella impossibilitagrave della sua inesistenza

Ed egrave appunto di questo essere che si afferma lrsquoimmutabilitagrave e quindi la trascendenza

rispetto allrsquoessere diveniente che egrave manifesto Lrsquoessere egrave immutabile Ma come immutabile si

libra sullrsquoessere diveniente lo trascende

Il pensiero occidentale egrave la dimenticanza di questa veritagrave di questa immediatezza

originaria e nella dimenticanza si sforza di raggiungere lrsquoEssere necessario Proprio in quanto

tale sforzo avviene nella dimenticanza della veritagrave dellrsquoessere esso egrave quindi destinato a fallire

Uscire dalla dimenticanza significa ristabilire la possibilitagrave del rapporto autentico con

Dio e il Sacro

La possibilitagrave che il Sacro sia veritagrave ndash e sia anzi la massima apertura dellrsquoessere consentita alla

veritagrave ndash egrave la possibilitagrave di un nesso tra il Sacro e la veritagrave tale che la negazione dellrsquoesistenza di ciograve

che egrave annunciato dal Sacro implichi necessariamente la negazione della veritagrave126

126 Ivi cit pag 170

80

NOTA

Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del verbo

Lrsquoincarnazione di Gesugrave Cristo avviene nella pienezza del tempo In esso infatti viene

alla luce lrsquointera opera della creazione e della salvezza e soprattutto emerge il fatto che laquocon

lrsquoincarnazione del Figlio di Dio noi viviamo e anticipiamo fin da ora ciograve che saragrave il

compimento del temporaquo127

La veritagrave che Dio ha consegnato allrsquouomo su seacute stesso e sulla sua vita si inserisce

quindi nel tempo e nella storia128

Certo essa egrave stata pronunciata una volta per tutte nel mistero di Gesugrave di Nazareth e lo

dice con parole eloquenti la Costituzione Dei Verbum129

Dio dopo avere a piugrave riprese e in piugrave modi parlato per mezzo dei Profeti ldquoalla fine nei nostri giorni ha parlato a noi per mezzo del Figliordquo Mandograve infatti suo Figlio cioegrave il Verbo eterno che

illumina tutti gli uomini affincheacute dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i segreti di Dio

Gesugrave Cristo Verbo fatto carne mandato come ldquouomo agli uominirdquo ldquoparla le parole di Diordquo e porta a compimento lrsquoopera di salvezza affidatagli dal Padre Perciograve Egli vedendo il quale si vede anche

il Padre con tutta la sua presenza e con la manifestazione di seacute con le parole e con le opere con i

segni e con i miracoli e specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione di tra i morti e infine con lrsquoinvio dello Spirito di veritagrave compie e completa la Rivelazione

127 Libro degli Ebrei 1 2

128 lt Cristo egrave una realtagrave cioegrave una persona storica ben precisa e perciograve appartiene alla dialettica della

storia alcuni uomini hanno scritto di lui ed hanno testimoniato nel mondo per lui affrontando la morte hanno

predicato chrsquoegli egrave il Figlio di Dio risorto da morte e asceso al cielo e quindi chrsquoegli egrave Dio e uomo ossia lrsquoUomo-

Dio comrsquoegrave stato creduto lungo i secoli nella vita della Chiesa e fuori di lui non crsquoegrave salvezza Personaggio sconvolgente apparso in una terra ed in una cultura del tutto isolata e opposta a quella della civiltagrave classica del

bacino del mediterraneo al suo apparire Cristo non ha fatto appello a nessuna filosofia [] ma soltanto allrsquoautoritagrave

del Padre che lrsquoha mandato alla testimonianza fattagli da Mosegrave e dai profeti del suo popolo Ma ha proclamato

che la sua dottrina egrave luce di salvezza per ogni uomo che viene in questo mondo gt C Fabro Lrsquoalienazione

dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno in aavv Il Cristo dei filosofi Atti del XXX Convegno di studi filosofici di

Gallarate Morcelliana Brescia 1976 pag 52-53

129 In URL maranathait Costituzione Dei Verbum consultato in data 14052017

81

Lrsquoaudacia del cristianesimo non consiste nel credere che un uomo sia Dio (un uomo

nato in Giudea e crocifisso al tempo dellrsquoimperatore Tiberio) La divinizzazione di certi uomini

egrave infatti diffusa nelle religioni che precedono il messaggio cristiano Lrsquoaudacia sta nel pensare

che un uomo sia Dio dopo che la filosofia greca aveva portato alla luce il significato piugrave

profondo e radicale del divino Dio inteso come Essere eterno e perfetto Bene supremo che

eternamente conosce se stesso al di sopra della nascita e della morte Qui sta lrsquoaudacia del

cristianesimo che un uomo un mortale sia lrsquoeterno che lrsquoEterno si sia fatto carne Ma quando

questa fede nellrsquouomo-Dio si diffonde la cultura greca non la considera unrsquoaudacia ma follia

aberrazione assurditagrave scandalo130

empietagrave offuscamento della ragione131

unrsquoaudacia cosigrave

spinta da diventare irresponsabilitagrave132

130 lt Egrave il Gesugrave storico quindi cioegrave Dio nel tempo che costituisce il punto cruciale dello scandalo della

filosofia Il Dio storico esige ed opera il cambiamento radicale della libertagrave dellrsquouomo Si tratta che dopo

lrsquoapparizione dellrsquouomo-Dio tanto lrsquointelligenza quanto la volontagrave sia il pensiero come lrsquoazionehellipsono tratti fuori

dallrsquoalveo naturale e lrsquouomo diventa da interrogante interrogato rinuncia al dominio della ragione e passa

allrsquoobbedienza della fede gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno cit pag82

131 laquoCristo il quale lungi dal fortificare la logica naturale piuttosto la confonde e la spezza deludendo

tutte le attese di comprensione della ragioneraquo Ivi cit pag 54

132 Siamo abituati a unire il cristianesimo al platonismo ma quando il cristianesimo cominciograve ad imporsi egrave proprio dal pensiero platonico e neoplatonico che gli vennero rivolte le critiche piugrave radicali e profonde lt Gesugrave egrave

per Porfirio un vero sapiente la cui sapienza perograve come quella degli evangelisti e di Paolo egrave interamente

riconducibile alla sapienza greca soprattutto a Pitagora e Platone gt I primi padri della Chiesa si impegnarono a

fondo per smontare questa tesi Inoltre lt I testi dei primi secoli del cristianesimo mostrano appunto lo scontro fra i

rappresentanti dellrsquoortodossia che intendono vivere e accettare a fondo lo scandalo e la follia cristiana e gli

gnostici che arretrano di fronte alla follia e allo scandalo e intendono come semplice apparenza lrsquoincarnazione e

la morte di Cristo gt E Severino Pensieri sul cristianesimo BUR Rizzoli Milano 2010 Cit pag 165

82

Giustino martire scrive di Gesugrave ldquoLo onoriamo sapendo che egrave Figlio del vero Dio e mettendolo al secondo posto e nel terzo mettendo lo Spirito profetico Su questo punto ci accusano di follia

dicendo che noi diamo il secondo posto dopo il Dio immutabile eterno autore di tutte le cose ad

un uomo crocifissordquo133

La follia e lo scandalo di quel secondo posto egrave che il primo si egrave fatto secondo cioegrave Dio

si egrave fatto uomo Ma se lrsquoaspetto scandaloso e folle dellrsquoaffermazione che Dio si egrave fatto uomo egrave

fuori discussione134

si egrave meno attenti nel mettere in luce le condizioni che rendono follia la

follia e scandalo lo scandalo La follia sussiste solo se Dio egrave essenzialmente lontano

dallrsquouomo se Dio egrave qualcosa che sta vicino ed egrave simile allrsquouomo che follia crsquoegrave ad affermare

che Dio si egrave fatto uomo Ma sin dallrsquoinizio il cristianesimo pretende che la propria follia sia

radicale E giustamente percheacute tra Dio e lrsquouomo pone una distanza infinita Il Dio che si fa

carne egrave il Dio che egrave stato portato alla luce dal pensiero greco il Dio immutabile ed eterno Il

cristianesimo certo aggiunge che questo Dio egrave ldquocreatorerdquo di tutte le cose ma questa

caratteristica non fa che portare al limite il carattere che egrave proprio del Dio greco cioegrave il suo

essere ldquodemiurgordquo produttore di tutte le cose dellrsquoordinamento cosmico

133 Ivi cit pag 163

A questo proposito Papa Francesco ricorda come lt Quella veritagrave quella egrave la rivelazione di Gesugrave Quella presenza

di Gesugrave incarnato Quello egrave il punto Se lo si dimentica saragrave sempre forte la seduzione per i discepoli di Cristo di

fare cose buone senza lo scandalo del Verbo incarnato senza lo scandalo della croce Giustino egrave stato testimone di questa veritagrave percheacute proprio per lo scandalo della croce si egrave attirato la persecuzione del mondo Egli ha

annunciato il Dio che egrave venuto tra noi e si egrave immedesimato nelle sue creature []Ciograve che di Gesugrave scandalizza egrave la

sua natura di Dio incarnato E come a lui anche a noi tendono trappole nella vita quello che scandalizza della

Chiesa egrave il mistero dellrsquoincarnazione del Verbo quello non si toglie quello il demonio non lo toglie gt

LrsquoOsservatore Romano ed quotidiana Anno CLIII n 125 Dom 02062013

134 laquoLa follia di Dio egrave piugrave sapiente degli uominiraquo scrive lrsquoapostolo Paolo nella prima Lettera ai Corinzi

I 17-31 In URL wwwgli scrittiitdchiesabibbia Consultato in data 18042017

83

Quel che non si deve perdere di vista egrave che senza il concetto greco di Dio ndash senza il

modo in cui la filosofia greca pensa Dio ndash la follia e lo scandalo del Dio che si fa uomo

verrebbe meno

Lrsquoenergia del pensiero greco porta alla luce il senso radicale dellrsquoimmutabilitagrave e

dellrsquoeternitagrave di Dio laquoportandosi al di sopra e al di fuori dellrsquoindeterminatezza del Dio

veterotestamentario e di ogni forma pre-greca del divinoraquo135

Nella Summa contra gentiles di Tommaso drsquoAquino136

il capitolo intitolato ldquoChe cosa

pensa la fede cattolica dellrsquoIncarnazione di Cristordquo (Quid cattolica fides sentiat de Incanatione

Christi) ha il compito di rispondere negativamente alla domanda se il mistero

dellrsquoincarnazione sia un assurdo

Di Cristo le scritture affermano che come uomo ha proprietagrave umane (humana) e

insieme affermano che come Dio non puograve patire (impassibile) e non puograve morire (immortale)

Ora le proprietagrave umane attribuite a Cristo sono degli opposti rispetto alle proprietagrave divine a lui

attribuite Dice Tommaso

Ma poicheacute gli opposti non possono essere affermati con veritagrave dello stesso e secondo lo stesso

riferimento e poicheacute le proprietagrave divine e umane che vengono dette di Cristo stanno tra di loro in

opposizione come che ha patio e che non puograve patire morto e immortale e tutte le altre proprietagrave di questo genere egrave necessario che le proprietagrave divine siano affermate di Cristo secondo un riferimento

e le proprietagrave umane secondo un altro riferimento[] ciograve di cui le une e le altre sono affermate

non si deve fare alcuna distinzione ma ci si imbatte in unrsquounitagrave137

Cristo quindi egrave unrsquounica ipostasi e un unico sostrato della natura umana e di quella

divina Quindi la tesi sostenuta da Tommaso che allo stesso convengano gli opposti egrave

affermazione che ha veritagrave solo se gli opposti non sono predicati secondo lo stesso rispetto

laquonecesse est quod secundum aliud et aliud divina et humana praedicentur de Christoraquo

135 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 164

136 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles capitolo 39 Libro IV consultato in data

26032017

137 Ibidem

84

La distinzione (aliud et aliud) non egrave ciograve di cui (id de quo) si predicano gli opposti che

anzi costituisce e deve costituire una unitagrave ma riguarda ciograve secondo cui (id secundum quod)

essi sono predicati

La doppia natura di Cristo egrave cioegrave la condizione necessariamente richiesta affincheacute la

predicazione delle proprietagrave umane e divine di Cristo non sia un affermare gli opposti

contraddittoriamente della stessa cosa e sotto lo stesso rispetto Del Verbo di Dio si possono e

si devono predicare le proprietagrave umane in quanto lrsquouomo che egrave Cristo egrave il suppositum non solo

della natura divina ma anche di quella umana E viceversa del Verbo di Dio sono affermate

proprietagrave umane in quanto tale sostrato egrave sostrato anche della natura umana

E sarebbe cosigrave tolta la contraddizione per quale della stessa cosa sono affermate

secondo lo stesso rispetto o riferimento proprietagrave opposte sarebbe tolta percheacute dellrsquounico

sostrato o ipostasi che egrave Cristo le cose divine sono affermate rispetto o in riferimento alla

natura divina di Cristo e le cose umane sono affermate secondo un altro rispetto e cioegrave

relativamente alla natura umana di Cristo

Eppure nonostante la portata di questo immenso lavoro il concetto dellrsquoIncarnazione

non riesce a liberarsi dallrsquoassurdo lrsquoassurdo in cui gli opposti sono predicati della stessa cosa

secondo lo stesso riferimento Il rilievo fondamentale per lrsquoaccertamento di tale assurdo sta

nel modo di pensare al quale appartiene la filosofia di Tommaso per il quale certe proprietagrave

come ldquomortalerdquo sono predicate necessariamente della natura umana e che certe proprietagrave

come ldquoimmortalerdquo sono predicate necessariamente della natura divina egrave impossibile che una

natura umana non sia mortale ed egrave impossibile una natura divina che non sia immortale

Questo significa che nature diverse sono esse stesse degli opposti ossia i diversi

rispetti o riferimenti sono essi stessi degli opposti e quindi non riescono a costituirsi come

rispettivi diversi secondo cui vengono predicati dello stesso gli opposti

85

Lrsquoesser uomo e lrsquoesser Dio costituiscono essi stessi unrsquoopposizione sigrave che egrave

contraddittorio dire dello stesso che egrave uomo e Dio Egrave immediatamente contraddittorio per la

ragione naturale Non egrave un mistero egrave un assurdo

Esser uomo ed esser Dio sono determinazioni opposte percheacute contengono

essenzialmente determinazioni opposte

86

PARTE SECONDA

IL DIVENIRE

INCONCEPIBILITAgrave E ASSURDITAgrave DELLA laquoCREATIO EX NIHILOraquo

laquoLa prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire

allrsquoeternitagrave del Tuttoraquo138

138 E Severino Destino della necessitagrave pag420

87

CAPITOLO I

La Terra e il mortale

88

I - La creazione dal nulla139

Tommaso ricorda come la causa delle cose egrave la volontagrave di Dio tanto necessario che le

cose esistano quanto necessario che Dio le faccia oggetto del suo volere dato che laquolrsquoeffetto

dipende dalla necessitagrave della causa come dice Aristoteleraquo140

E Dio agisce per intelletto e

volontagrave e non per necessitagrave di natura Esso produce insieme la materia e la forma la causa

agente particolare presuppone il tempo e la materia

139 Nulla o niente egrave lrsquoopposto dellrsquoente lrsquoassenza di esso Compare per la prima volta in Parmenide che lt

porta alla luce lrsquoassoluta nullitagrave del nulla (mḕ eoacuten laquonon essenteraquo) Proprio percheacute essa egrave tale il nulla non puograve

essere qualcosa di laquoconoscibileraquo e di laquoesprimibileraquo (fr2) Infatti si puograve conoscere ed esprimere solo qualcosa che

egrave ossia un essente mentre il nulla assolutamente non egrave un essente E tuttavia proprio nellrsquoatto in cui si

affermano questi caratteri del nulla il nulla si presenta come qualcosa di conoscibile e di esprimibile gt E

Severino Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013 cit pag 106 lt Teoricamente deve dirsi che il concetto di nulla egrave il tipico concetto negativo in tanto possibile e intelligibile in

quanto egrave possibile e intelligibile il suo opposto Esso consiste nella negazione di qualche cosa di positivo come i

concetti di cecitagrave vuoto male falso Se in proposizioni che lo riguardano gli si attribuisce qualche predicato e si

adopera il verbo ldquoessererdquo egrave in virtugrave drsquouna finzione fondata sulla positivitagrave del suo opposto esso non ha altra entitagrave

positiva che quella di essere pensato ens rationis per eccellenza gt Id Istituzioni di filosofia cit pag 211

140 In URL wwwdocumentacatholicaomniait Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 opera scaricata

integralmente in data 12122016 Nuova Edizione a cura di P Tito S Centi e P Angelo Z Belloni 2009

89

Quindi egrave giusto far notare che la causa agisce o dopo o prima ma per la causa

universale che produce le cose e il tempo non ha senso domandarsi se agisca ora e non

prima141

Il mondo porta in modo evidente alla conoscenza della potenza creatrice di Dio percheacute

ciograve che non egrave sempre esistito deve avere una causa mentre non serve a ciograve che egrave sempre

esistito142

Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica143

ribadisce che la creazione del mondo egrave il

fondamento di laquotutti i progetti salvifici di Dioraquo144

e che laquoDio crea liberamente dal nullaraquo145

141 lt Il frammento 30 di Eraclito dice laquoQuesto cosmo di fronte al quale ci troviamo e che egrave lo stesso per

tutto e per tutti non egrave stato creato neacute da un Dio neacute dallrsquouomo Era giagrave egrave e saragrave sempre Il fuoco del suo logos

divampa eternamente e si spegne di nuovo secondo tempi immutabiliraquo La Bibbia apre con questo annuncio laquoIn principio Dio creograve il cielo e la terra La terra era un caos senza forma e vuota le tenebre ricoprivano lrsquoabisso e

sulle acque aleggiava lo spirito di Dio Iddio disse ldquosia la lucerdquo e la luce fu Vide Iddio che la luce era buona e

separograve la luce dalle tenebre e chiamograve la luce ldquogiornordquo e le tenebre ldquonotterdquo Cosigrave fu sera poi fu mattina primo

giornoraquo In questo senso Dio separa la luce dalle tenebre e chiama cioegrave de-finisce la luce giorno e le tenebre notte

[] Dare il nome nominare egrave dunque porre fine a una situazione per de-finirne una nuova []La chiamata di Dio

opera una separazione nel caos la separazione pone fine alla mescolanza degli elementi e guadagna quellrsquoordine o

cosmo che nasce dalla separazione e quindi dalla definizione di ogni ente Il nome che definisce nel nominare la

cosa nomina la volontagrave che lrsquoha differenziata dal caos nel nome oltre alla cosa egrave quindi custodito anche il

possesso della cosa da parte di quella volontagrave che chiamandola da caos lrsquoha definita nel cosmo gt U Galimberti

Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente cit pag 31

142 Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 143 In URL wwwLa Santa Sede Il catechismo della Chiesa cattolica consultato in data 19012017

144 Ibidem

145 Ibidem lt Noi crediamo che Dio per creare non ha bisogno di nulla di preesistente neacute di alcun aiuto

La creazione non egrave neppure una emanazione necessaria della sostanza divina Dio crea liberamente laquodal nullaraquo gt

(in nota si rimanda al Concilio Vaticano I Cost dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canoni 1-4

DS 3002 3023-3024 Concilio Lateranense IV Cap 2 De fide catholica DS 800 Concilio Vaticano I Cost

dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canone 5 DS 3025)

90

La creazione devrsquoessere intesa come lrsquoemanazione di tutto lrsquoessere dalla causa

universale che egrave Dio creare propriamente egrave causare o produrre lrsquoessere delle cose A Dio

appartiene lrsquoatto creativo in forza del suo essere Ora il nulla egrave la stessa cosa che nessun ente

Come dunque la generazione di un uomo inizia da quel non-ente che egrave il non-uomo cosigrave la

creazione inizia da quel non-ente che egrave il nulla

Inoltre egrave falso affermare che un corpo possa creare in quanto nessun corpo agisce

senza un contatto o un moto e quindi per agire richiede qualcosa di preesistente atto a essere

toccato mosso cosa incompatibile con lrsquoidea di creazione146

SantrsquoAgostino ritorna spesso alla dottrina della creazione e al suo concetto il quale egrave

distinto a sua volta dai due concetti a noi naturalmente noti generazione e fabbricazione Non

essendo infatti neacute lrsquouna neacute lrsquoaltra cosa la creazione egrave un concetto altamente metafisico

unrsquooperazione che fa essere quello che assolutamente non era Egrave unrsquooperazione dal nulla147

cioegrave neacute dalla sostanza dellrsquooperante generazione neacute da una materia preesistente

fabbricazione

Ciograve che uno fa o lo fa dalla sostanza o da un qualcosa fuori di seacute o dal nulla Lrsquouomo

che non egrave onnipotente dalla sua sostanza produce il figlio e come artefice dal legno fa lrsquoarca

Nessun uomo puograve fare qualcosa dal nulla Dio invece percheacute onnipotente dal nulla ha creato

il mondo e dalla terra ha plasmato lrsquouomo laquoDio ha fatto che ricevesse lrsquoessere e fosse posto

tra le cose che sono ciograve che assolutamente non eraraquo148

146 Tommaso Summa Theologiae Arg 45 Art 1

147 In URL wwwInfocristiana si puograve leggere che lt Tra le tante eresie sviluppatesi negli ultimi 2000 anni

vi egrave anche quella secondo la quale Dio non avrebbe creato ex nihilo ma da materia pre-esistente [] Lrsquoebraismo prima e il Cristianesimo poi da migliaia e migliaia di anni credono che solo Dio sia eterno e come tale

ldquoincreatordquo Se perograve al momento della creazione dellrsquouniverso la materia giagrave crsquoera chi lrsquoha creata []

Lrsquoespressione ldquoin principiordquo sta ad indicare lrsquoinizio del tempo affermare che la materia fosse giagrave stata creata

precedentemente equivale a dire che il tempo esistesse giagrave ma in tal caso la parola ldquoin principiordquo perderebbe tutto

il proprio significato gt Consultato in data 22012017

148 In URL wwwaugustinusit A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino- Parte 4 ndash Capitolo 05

consultato in data 13022017

91

Dio sa di tutte le cose che egli crea che egli le fa uscire dal nulla e sa che la propria

onnipotenza potrebbe spingerle di nuovo nel nulla E sa anche che invece di crearle avrebbe

potuto lasciarle nel nulla149

149 Dio avrebbe potuto non creare nulla e avrebbe potuto abbandonare lrsquouomo alla dannazione eterna

prodotta dal peccato Dio sarebbe potuto essere non Creatore e non Redentore ndash sostiene la teologia cristiana e

cattolica - senza perdere nulla della sua perfezione immutabile ed eterna E poicheacute il primo atto di amore di Dio

per lrsquouomo consiste nel crearlo Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse

amato lrsquouomo In questo modo la dottrina cattolica nega che la libertagrave di Dio possa trasformare Dio ma non puograve

escludere che Dio proprio percheacute egrave libero da tutta lrsquoeternitagrave sarebbe potuto essere difforme da come egli egrave di

fatto Difforme percheacute un Dio creatore non egrave un Dio non creatore un Dio che decide di creare lrsquouomo e le cose non egrave un Dio che decide di non creare un Dio che vuole amare lrsquouomo non egrave un Dio che non vuole amarlo

Sigrave che lrsquoaffermazione che Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse creato e

amato le creature non mostra lrsquoessenza di Dio ma sostiene una di quelle ldquocose impossibili e contraddittorierdquo che

il pensiero di Agostino e di Tommaso si propone costantemente di evitare anche quando si rivolge ai misteri

soprannaturali della fede Sennoncheacute affermare che Dio non sarebbe mutato e avrebbe mantenuto tutta la sua

perfezione anche se non avesse creato e amato le creature significa affermare che un Dio creatore e pieno di

amore per lrsquouomo non differisce da un Dio non creatore e privo di amore per lrsquouomo e questa affermazione

sostiene appunto qualcosa di impossibile e di contraddittorio e cioegrave che da tutta lrsquoeternitagrave Dio sarebbe potuto

essere diverso da come egrave senza peraltro essere diverso avrebbe potuto avere due diverse forme di perfezione

continuando a essere perfetto nello stesso modo Se si vuole uscire da questa contraddizione affermando che Dio

in quanto libero sarebbe potuto essere da sempre diverso da come egrave e avrebbe potuto avere da sempre una perfezione diversa da quella che ha si viene a dire che lt Dio egrave immutabile non percheacute la sua immutabilitagrave sia

qualcosa di necessario ( nel qual caso egli non avrebbe potuto decidere diversamente da come ha deciso ) ma

percheacute di fatto non si egrave mutato e non si egrave trasformato immobile dunque solo nel senso che di fatto egrave rimasto

immoto pur avendo avuto da sempre la possibilitagrave di essere diversamente da come egrave di fatto Un immutabile

dunque che ha in seacute lrsquoanima piugrave profonda del divenire gt E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag176

Il dio creatore del cristianesimo non aggiunge nulla alla pura essenza della libertagrave ma costituisce uno dei modi in

cui nella storia occidentale la metafisica si egrave proposta di guidare la libertagrave dellrsquoente

92

Lrsquointerpretazione filosofico-teologica del significato sacrale della laquocreazioneraquo

sviluppata dallrsquointera cultura occidentale si trova radicalmente immersa nella dimenticanza

della veritagrave dellrsquoessere Se la laquocreazioneraquo viene interpretata in termini di essere e non essere se

cioegrave viene interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere del mondo allora il

concetto di creazione egrave lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere

La semplicitagrave dellrsquoessere esige la sua immutabilitagrave ed il puro e semplice rilevamento

dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia egrave il fondamento dellrsquoesclusione della nascita dellrsquoessere

La creazione egrave quindi un dare valore e consistenza al nulla al non essere dellrsquoessere

Lrsquoente pur essendo posto come un laquonon-nienteraquo egrave in realtagrave pensato come libero dal

suo legame con lrsquoessere e con il niente Quando tale libertagrave consiste nello scioglimento dal

legame con lrsquoessere si ha lrsquoannullamento o nientificazione quando invece consiste nello

scioglimento del legame con il niente si ha la creazione o entificazione

Lrsquoapparente contraddittorietagrave del divenire150

che appare ossia il suo mostrarsi come ciograve

che arriva nellrsquoessere e vi si dilegua resta tolta non giagrave introducendo lrsquoassurdo di un dio

creatore

150 Lrsquoaporetica prende vita dallrsquo lt affermazione che lrsquointero ossia ognuna delle determinazioni

dellrsquoessere nella loro unitagrave organica egrave immutabile ed essendo questa affermazione L-immediata (immediatezza

logica) drsquoaltra parte egrave F-immediata (immediatezza fenomenologica) lrsquoaffermazione che lrsquoessere diviene

lrsquoorizzonte aperto dalla totalitagrave dellrsquoessere F-immediato egrave appunto il regno del sopraggiungere e del dipartirsi

dellrsquoessere E non solo quella totalitagrave egrave il luogo che riceve e dal quale si congedano determinazioni particolari

dellrsquoessere F-immediato ma egrave anche F-immediato il sopraggiungere della stessa totalitagrave dellrsquoessere F-immediato

Mentre il logo originario afferma lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere lrsquoesperienza ne attesta il divenire contraddizione tra

lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologia [] Lrsquoaporia egrave tolta affermando che lrsquointero come immutabilitagrave assoluta non egrave la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato in quanto questa egrave lrsquoorizzonte del divenire Tale

affermazione egrave L-immediata ossia lrsquoaporia egrave originariamente tolta la struttura originaria si realizza come

toglimento originario dellrsquoaporia la quale permane solo in quanto non sia posta la distinzione tra lrsquointero come

assoluta immutabilitagrave e la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato Il significato di tale distinzione deve essere

determinato nel modo seguente []distinzione tra due positivitagrave [] Posta L-immediata lrsquoimmutabilitagrave dellrsquointero

non crsquoegrave bisogno di un medio per affermare che lrsquointero come assoluta immutabilitagrave non egrave la dimensione del

divenire costituita dalla totalitagrave del F-immediato Crsquoegrave bisogno di un medio solo se lrsquointero non egrave posto come

immutabile se cioegrave egrave posto come significato formale o autocontraddittorio il medio egrave qui lrsquoimmutabilitagrave Ma in

quanto quella formalitagrave o autocontraddittorietagrave egrave originariamente tolta egrave originariamente posta la distinzione tra

lrsquointero immutabile e lrsquoorizzonte del divenire []E lo sviluppo lrsquoincremento o il dileguare lo sparire ndash il divenire

dunque del contenuto della totalitagrave del F-immediato non aggiunge e non toglie alcuna positivitagrave allrsquointero immutabile cheacute altrimenti al positivo che sopraggiunge o che dilegua converrebbe di non essere Tutta la

positivitagrave del positivo diveniente che lrsquointero immutabile lascia laquooltreraquo di seacute ndash e lrsquoimmutabile lascia oltre di seacute

appunto e soltanto la totalitagrave del positivo diveniente ndash tutta quella positivitagrave egrave immutabilmente inclusa nellrsquointero

immutabile [] Il divenire inteso come processo che porta dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere al non essere non

solo egrave errore contraddizione ma allrsquointerno della struttura originaria egrave lrsquoimpossibile [] Sigrave che lrsquoimmutabile non egrave

semplicemente ciograve senza di cui la realtagrave diveniente non egrave ma egrave ciograve per cui questa realtagrave egrave gt Id La struttura

originaria cit pag389401-409

93

che identifichi lrsquoessere al nulla151

ma liberandosi da quella definizione del divenire che

appare visto come laquocominciamentoraquo

Ogni divenire egrave uno comparire e scomparire dellrsquoessere e quindi ogni azione egrave sempre

un disvelare o un lasciare che si disveli lrsquoessere che era nascosto o egrave un condurlo fuori

dellrsquoapparire nel nascondimento o un lasciare che si sottragga allrsquoapparire Ma quando si

agisce con la convinzione di produrre e distruggere lrsquoessere di trarlo dal nulla e rimandarlo nel

nulla allora resta svelato qualcosa di diverso da ciograve che si svelerebbe allorcheacute si agisse

sapendo che ogni agire e ogni fare egrave un disvelamento dellrsquoessere eterno

Lrsquoalienazione metafisica intende la volontagrave come la forza suprema che fa uscire gli enti

dal nulla e li fa ritornare nel nulla si tratti della volontagrave di Dio o della volontagrave dellrsquouomo Nella

civiltagrave occidentale dominata dalla metafisica lrsquouomo vuole ormai soltanto in questo modo e si

pone come il vero creatore e distruttore dellrsquoessere

151 Bontadini risolve il problema della creazione dal nulla affermando che lt lrsquoaffermazione del Creatore ndash della creazione ndash egrave giagrave inclusa nel teorema che il divenire la realtagrave diveniente non egrave ndash non puograve essere ndash

originario [] lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete ma la sottolineatura egrave voluta dalla considerazione ndash

fondamentale elementare ndash che ciograve che si tratta di sanare egrave la contraddizione inoculata del non dal negativo

Nella prospettiva metafisica ndash creazionistica ndash quellrsquoandare nel nulla (e similmente il venire dal nulla) che risulta

sul piano fenomenologico egrave risolto nel far andare nel nulla (e similmente nel trarre dal nulla) che egrave in quanto

fare un positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico gt GBontadini ndash ESeverino Lrsquoessere e

lrsquoapparire Una disputa cit pag 59

94

II - Divenire esser altro

In ogni forma di cultura il divenire delle cose e degli eventi egrave sempre inteso come divenir altro

altro da ciograve da cui il divenire incomincia [ ] Crsquoegrave divenire solo se crsquoegrave diversificazione solo se ciograve a

cui il divenire giunge (terminus ad quem εἰς ὅ lo chiama Aristotele Metaph 1067 b 9) egrave qualcosa di diverso da ciograve da cui il divenire incomincia (terminus a quo ἐξ οὗ loc cit)

152

Per Aristotele il terminus ad quem e il terminus a quo del divenire sono innanzitutto i

laquocontrariraquo ἐναντία

Quando qualcosa giunge ad essere altro qualcosa egrave altro da seacute

Ma che qualcosa sia altro da seacute egrave per il pensiero occidentale lrsquoimpossibile lrsquoassurdo

Eppure affermando lrsquoesistenza del divenire e pensando che nel divenire qualcosa

diventa altro da seacute si pensa che qualcosa diventando altro da seacute egrave altro da seacute Anche se non lo

si riconosce affermando lrsquoesistenza del divenire altro da seacute si afferma lrsquoesistenza dellrsquoesser

altro da seacute ossia lrsquoesistenza di ciograve che drsquoaltra parte egrave pensato come ciograve che non puograve esistere

Il divenire inteso come divenire altro da seacute ndash identificazione ndash non puograve esistere egrave

nulla153

Per il pensiero occidentale il diveniente egrave il permanente Quando il cielo diventa

nuvoloso il cielo egrave il permanente sotteso al sereno e alle nubi Drsquoaltra parte Aristotele afferma

lrsquoesistenza del laquosostratoraquo proprio per evitare che il divenire sia identificazione dei laquocontrariraquo

Ma una volta introdotto il sostrato il divenire in cui il sostrato passa da una determinazione a

unrsquoaltra egrave pur sempre un diventar altro da seacute

152 E Severino Tautόtēs cit pag 13

153 Id Oltre i l linguaggio parte prima

95

E ciograve accade solo in quanto qualcosa egrave venuto meno egrave svanito si egrave annientato (la

serenitagrave del cielo si annienta quando diventa nuvoloso)154

Quando si pensa che qualcosa diventando altro e identificandosi allrsquoaltro da seacute non egrave

piugrave ndash cioegrave vien meno svanisce si annienta diventa nulla - si crede di evitare la contraddizione

per la quale il qualcosa diventando altro egrave altro da seacute

Per rendere possibile lrsquoaffermazione che qualcosa diventa altro da seacute si deve sostenere

che il divenire egrave una successione in cui si trova una determinazione che poi diventa altro Per

esempio se dico che la legna diventa cenere cioegrave che una determinazione diventa altro posso

sostenere che vi sia una successione che non faccia diventare la legna cenere (scongiurando

lrsquoidentificazione) ma in quanto tale la legna diventa nulla E il nulla in cui la cenere in

quanto tale si trovava prima dellrsquoannientamento della legna diventa cenere

La successione non puograve essere un divenir atro da parte di qualcosa Se si esclude che la

successione sia un divenire si deve escludere che il mondo includente la legna divenga nulla

Ma se nessun qualcosa diviene nulla si nega il divenire che invece si vuole salvare

Affermando che nel divenire ndash cioegrave prima di incominciare ad essere e dopo essersi

annientato ndash lrsquoente egrave nulla il pensiero occidentale tiene e insieme non tiene in relazione lrsquoente

al nulla non lo isola e insieme lo isola dal nulla

154 lt Per la scienza la combustione della legna egrave trasformazione di una certa quantitagrave di energia Una

arte di tale quantitagrave si trasforma in cenere unrsquoaltra parte si trasforma in calore ecc La cenere il calore ecc dono le nuove forme in cui si trasforma quella certa quantitagrave di energia in cui consiste la legna che stiamo considerando

[] E il cielo che nellrsquoannuvolarsi del cielo egrave il permanente corrisponde alla quantitagrave di energia che nella

combustione della legna si mantiene costante trasformandosi in un certo insieme di nuove forme di energia []

Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa ndash ossia la relazione tra il sostrato (una certa quantitagrave di

energia) e una certa forma ndash diventa altro da seacute ossia diventa relazione tra il sostrato e lrsquoinsieme delle forme

nuove che esso assume e che cioegrave egrave la sua forma nuova [] Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa

puograve diventare altro da seacute solo se si annulla gt Id Tautόtēs pag 18-19

96

Non lo isola dal nulla percheacute per affermare il divenire deve pensare lrsquoente come

divenuto nulla cioegrave come identico al nulla ndash deve pensare come risultato il risultato del

divenire dellrsquoente ossia deve pensare la nullitagrave dellrsquoente la relazione appunto tra lrsquoente e il

nulla

Ma insieme isola lrsquoente dal nulla astrae dal suo essere il soggetto dellrsquoesser nulla e

pone soltanto il nulla come risultato (o come lrsquoinizio) del divenire percheacute solo attraverso

questa astrazione lrsquoidentitagrave dellrsquoente e del nulla rimane nascosta e il concetto del non essere

ancora e del non essere piugrave da parte dellrsquoente non si presenta come ciograve che esso egrave ossia come

la forma piugrave radicale della contraddizione e dunque dellrsquoimpossibile e del necessariamente non

esistente ndash la forma piugrave radicale dellrsquoalienazione della veritagrave

Il porre e insieme non porre la relazione tra il qualcosa che diviene e il suo altro egrave una

contraddizione la contraddizione mediante la quale il pensiero che afferma il divenire evita di

vedere che il divenire egrave lrsquoidentificazione dei non identici e che dunque lrsquoaffermazione

dellrsquoesistenza del divenire egrave la contraddizione che pone come esistenza lrsquoassoluta inesistenza

del divenire La prima di queste due contraddizioni maschera la seconda ma essa si sottrae

allo sguardo e si maschera facendo apparire separatamente i due lati che la costituiscono

Per rendere pensabile quel divenir altro da parte di qualcosa il nichilismo (cioegrave

lrsquoontologia dellrsquoOccidente) afferma che nel divenir altro il qualcosa diviene niente ma con

questa affermazione raddoppia la contraddittorietagrave del divenir altro giaccheacute il nichilismo deve

non solo continuare a pensare che nel divenir altro qualcosa egrave altro percheacute egrave un altro qualcosa

positivo ma deve pensare anche che qualcosa egrave altro percheacute egrave nulla (egrave quellrsquoaltro che egrave il

nulla)

97

III - La volontagrave

La volontagrave di potenza urta contro lrsquoInflessibile che non si lascia modificare e la volontagrave

muore

Incomincia a vivere solo quando incomincia a flettere lrsquoInflessibile Egrave lrsquoInflessibile

contro cui la volontagrave urta inizialmente a costituirsi rispetto ad essa come la configurazione

iniziale di ciograve che la filosofia nascendo ndash e aprendo un contesto essenzialmente diverso da

quello del mito ndash ripropone come laquoimmortaleraquo laquoincorruttibileraquo laquodivinoraquo (athaacutenaton

anoacutelethron theicircon) laquoeternoraquo laquoEssere che egrave sempre salvoraquo (phyacutesis aeigrave sōzomeacutenē)

Allrsquoinizio della terra isolata lrsquoeternitagrave egrave vissuta come lo scacco della volontagrave Poi forma

tradizionale del pensiero filosofico della terra isolata ponendosi come laquoepisteacuteme della veritagraveraquo

tenteragrave di rendere autonoma rispetto alla prassi lrsquoaffermazione dellrsquoEterno tenteragrave di fondarla

Ma egrave ancora la prassi ndash cioegrave il rapporto tra la volontagrave e ciograve che essa avverte come lrsquoInflessibile

ndash a preconfigurare oltre allrsquoaffermazione filosofica dellrsquoEterno la tesi filosofica che esso egrave il

luogo da cui tutte le cose nascono e in cui si dissolvono escono dal nulla della propria

specificitagrave e vi ritornano

La flessione dellrsquoInflessibile egrave infatti lo spezzarsi di esso il suo smembrarsi e frantumarsi nelle

parti del mondo delle quali la volontagrave puograve finalmente disporre La volontagrave puograve attribuire allrsquoInflessibile o a seacute stessa il prodursi della flessione ma in ogni caso tutte le cose del mondo sono

la flessione dellrsquoInflessibile cioegrave provengono da esso sono costituite da esso che egrave lrsquounitagrave iniziale

da cui le parti diverse e tra loro opposte si separano (e tale separatezza egrave la loro specificitagrave)155

Il flessibile non egrave semplicemente ciograve che si flette cioegrave che non rimane rigido ma ciograve

che egrave piegato (o che puograve essere piegato) egrave un flexum laquoPiegareraquo egrave costruito sul latino plicare

(greco πλέϰειν) che ha la stessa radice dei verbi plectere e flectere

155 E Severino Intorno al senso del nulla cit pag 35-36

98

In quanto flectere il piegare egrave volgere il flessibile in una certa direzione in modo da

assegnargli una certa piega (flexus flexio) ossia una certa disposizione relativamente duratura

E appunto questo egrave lrsquouso nella lingua latina del verbo flectere Il flectere egrave cioegrave lrsquoagire in

quanto tale Il latino non dice soltanto flectere membra ramum navem equos ma anche

flectere viam animum mentes verba cursus

Il flessibile egrave dunque ciograve che egrave dominato nellrsquoazione rivolta a un fine ossia ciograve che egrave

disponibile al dominio dellrsquoazione e che diventa il materiale o lrsquooggetto di essa Lrsquoinflessibile egrave

lrsquoindominabile lrsquoimmodificabile lrsquoimmutabile Il contrasto tra il flessibile e lrsquoinflessibile egrave il

contrasto tra la volontagrave di flettere ndash la volontagrave di potenza la volontagrave di azione ndash e la barriera

insormontabile dellrsquoinflessibile Tutta la vita del mortale egrave un andirivieni tra la volontagrave di agire

e la barriera dellrsquoinflessibile La laquovitaraquo del mortale non egrave qualcosa di diverso ma egrave la stessa

volontagrave di agire vita egrave vis βίος egrave βία La volontagrave di azione non agisce nel vuoto si trova

originariamente circondata dalla barriera degli immutabili e agisce per incrinarla penetrarla e

allontanarla da seacute

LrsquoInflessibile sta dinnanzi alla volontagrave come la Potenza suprema come il Tremendum

anche quando la volontagrave egrave riuscita a fletterlo e a frangerlo ndash riuscendo cosigrave ad aprire lo spazio

in cui essa puograve vivere (sia pur credendo a volte che tale spazio le sia stato donato) ndash

lrsquoInflessibile si ricostituisce attestandosi su una nuova linea inoltrepassabile

LrsquoInflessibile egrave il Sacro il Tremendum che si erge di contro la volontagrave di vivere

dellrsquouomo spegnendola Come volontagrave cosciente (volontagrave di trasformare il mondo di cui egrave

cosciente) proprio percheacute vuole trasformare il mondo egrave inevitabile che dapprima se lo trovi

dinanzi non ancora trasformato e che le stia di fronte non come una porta aperta ma come una

Barriera impenetrabile e inflessibile

Percheacute la Barriera si erga impenetrabile e inflessibile non crsquoegrave bisogno che essa si mostri

come un laquoal di lagrave del mondoraquo

99

Essa egrave lrsquoOrdinamento immodificabile che regola cielo e terra ritmi e configurazioni

dello spazio e del tempo alternanza del giorno e della notte e ritmi stagionali mancanza di

cibo e potenza indomabile degli animali del fuoco dei venti delle acque giagrave come natura e

come legge del clan la Barriera egrave il laquototalmente Altroraquo percheacute egrave lrsquoinflessibilitagrave della Barriera a

determinare la sua totale alteritagrave rispetto alla volontagrave di attraversarla

Lrsquoirrompere dellrsquoazione allrsquointerno della Barriera egrave la prima flessione degli inflessibili

cioegrave la prima forma di distruzione degli immutabili Per quanto debole incerta limitata

lrsquoazione accadendo flette una parte del corpo dellrsquoInflessibile In questo suo essere flessa la

parte diventa un laquoregnoraquo

Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile non egrave un lsquoregnorsquo percheacute il regere egrave uno dei

modi preminenti della flessione Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile precede il regno degli degravei e dei mortali e lrsquoazione irrompe allrsquointerno della Barriera degli inflessibili come

azione degli degravei e dei mortali Il corpo dellrsquoinflessibile egrave il modo originario in cui la volontagrave di

potenza del mortale regna sulle cose della terra ma la volontagrave di potenza incomincia ad avvertire il

proprio regno solo nella parte che essa strappa agli inflessibili ndash cioegrave al suo regno inconscio ndash irrompendo come azione

156

156 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 256

100

CAPITOLO SECONDO

Lrsquo azione che cattura e domina lrsquoEnte

101

I - Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire157

Platone definisce lrsquoessere come δύναμις (potenza)158

ciograve che egrave (τὸ ὄν) egrave ciograve che ha la

potenza di fare o di essere fatto laquoFareraquo (ποιεῑν) significa condurre allrsquoessere (εἰς οὐσίαν) ciograve

che prima non egrave (ὅπερ ἂν μὴ πρότερον ὄν) laquoessere fattoraquo (ποιεῖσαι) significa il venire

condotto allrsquoessere159

157 Nella lingua greca o latina ndash e in generale nelle lingue indoeuropee ndash il carattere laquotecnicoraquo dellrsquoagire

trova espressione ancor prima che lrsquoOccidente assuma la tecnica nellrsquoorizzonte dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente Le

parole costruite sulla radice ar indicano costantemente qualcosa che in modo piugrave o meno diretto piugrave o meno

esplicito appartiene alla struttura formale della tecnica e cioegrave allrsquoadattarsi al convenire a un fine da parte di certi

mezzi di cui il parlante egrave convinto di disporre Tali parole nominano cioegrave o questa stessa struttura nel suo insieme

o un modo specifico del disporre dei mezzi adatto allo scopo oppure nominano il mezzo o i modi specifici di

esser mezzo e strumento o lo scopo o la maggiore o minore disponibilitagrave o riluttanza delle cose a lasciarsi usare

o lo sforzo piugrave o meno intenso che il mortale deve compiere per realizzare i suoi scopi o lrsquoordine che lrsquoazione

tecnica instaura nelle cose o la volontagrave che presiede al realizzarsi dellrsquoazione oppure il successo e lrsquoinsuccesso

cui essa va incontro lt Gran parte delle parole che nelle lingue indoeuropee indicano la laquocosaraquo alludono piugrave o meno direttamente ai

beni alle ricchezze a ciograve che serve e si adopera a ciograve di cui si ha bisogno ai valori al bestiame allrsquoaffare a ciograve

che egrave pregiato alla sostanza e al patrimonio Ricordiamo il latino res il greco pracircgma chrḗma il tedesco Ding

(inglese thing) e Sache Anche lo spettro semantico del participio greco tagrave oacutenta (gli essenti le cose che sono)

include le sostanze e i beni e anche il participio ousiacutea nomina la sostanza intesa come patrimonio Questi antichi

significati della parola laquocosaraquo implicano una situazione conflittuale e il luogo in cui essa viene discussa che

vengono in luce ad esempio in Ding thing che significano anche laquocausaraquo laquotribunaleraquo laquoparlamentoraquo

laquoassemblearaquo laquoverdettoraquo laquoprocessoraquo La stessa parola laquocosaraquo proviene dal latino laquocausaraquo intesa sia come matrice

e principio del diventar altro (dyacutenamis eis tograve patheicircn e dyacutenamis eis tograve poieicircn) sia in senso giuridico come

motivazione del diritto al possesso di ciograve che egrave conteso tra volontagrave differenti Il significato della parola laquocosaraquo

come conflittualitagrave egrave mostrata nelle antiche formazioni linguistiche della terra isolata ed egrave una figura che rinvia alla conflittualitagrave originaria dove la laquocosaraquo egrave la risultante della lotta tra la volontagrave e lrsquoInflessibile ossia egrave la forma

originaria (preontologica) del diventar altro Dicendo che Poacutelemos egrave il padre di tutte le cose e che quindi ogni cosa

egrave lotta conflitto Eraclito dice giagrave implicitamente che il conflitto egrave il significato originario dellrsquoesser laquocosaraquo

quindi possiamo dire che allrsquointerno della terra isolata la cosa egrave la madre di tutte le guerre gt E Severino Intorno

al senso del nulla cit pag 43-44

158 Platone Sofista 247 d-e Edizione BUR ndash Rizzoli Milano 2007

159 Ivi 219 b

102

Ma la potenza egrave lrsquoessenza stessa della τέχνη160

percheacute se questa si distingue in τέχνη

produttiva e τέχνη acquisitiva (ποιητιϰὴ τέχνη ϰτητιχὴ τέχνη) lrsquoacquisizione degli enti ndash come

il guadagno la proprietagrave la lotta la conoscenza ndash non egrave che un ordinamento di ciograve che egrave giagrave

stato prodotto nelle varie forme della ποιητιϰὴ τέχνη161

La distinzione tra τέχνη divina e τέχνη

umana (ϑεία τέχνη ἀνϑρωπίνη τέχνη)162

egrave pertanto la suprema differenza tra gli enti

La ϑεία τέχνη produce tutti gli enti della natura lrsquoἀνϑρωίνη τέχνη produce tutti gli enti

che nelle arti umane sono condotti dal non essere allrsquoessere Lrsquoessere egrave τέχνη percheacute egrave

essenzialmente avvolto dallrsquoorizzonte del fare e dellrsquoessere fatto ossia percheacute appartiene

essenzialmente al processo del condurre e dellrsquoessere condotto dal non essere allrsquoessere (αἰτία

τοῖς μὴ πρότερον οῦσιν ὕστερον γίγνεσϑαι)163

160 lt Ars viene tradotto con il termine laquoarteraquo Ma ars indica innanzitutto ciograve che si trova disposto in una

connessione e in un ordine e precisamente ciograve che si trova disposto nella connessione e nellrsquoordine che consente

al mortale di ottenere un certo scopo Ars egrave cioegrave ogni abilitagrave del corpo e della mente del mortale ossia ogni attivitagrave

che disponendo le cose in un certo ordine ndash facendole diventare laquomezziraquo e laquostrumentiraquo in un certo modo

determinato ndash egrave capace di conseguire uno scopo Тέλος (laquoscoporaquo) ndash che egrave metatesi di art ndash egrave il compimento

dellrsquoars [] Ars egrave unrsquoastrazione di artus Artus non egrave semplicemente ciograve che egrave unito al corpo ma egrave lo strumento

originario di cui il mortale si sente padrone e che gli consente di modificare il mondo in cui vive E glielo

consente percheacute non egrave rigido ma egrave laquoarticolatoraquo e quindi egrave artus (a um) Quasi della stessa importanza dellrsquoartus

per la modificazione delle cose egrave lrsquoarmus (ἁρμoacuteς) lrsquoomero che consente di trasportare i pesi piugrave grossi e operare

piugrave profonde modificazioni nelle cose [] Nella storia dellrsquoOccidente la parola fondamentale che esprime il senso dellrsquoars egrave τέχνη da cui deriva la parola laquotecnicaraquo Ma mentre in ars viene esplicitamente nominata la connessione

calcolata dei mezzi al fine τέχνη nomina invece i vari modi e settori in cui questa connessione si realizza a partire

da quello originario mediante il quale il mortale copre il suo corpo e gli dagrave un rifugio gt E Severino Destino

della necessitagrave pag 263-265-266

161 Platone Sofista 219 c

162 Ibidem 265 b-e

163 Ibidem

103

Ma lrsquoente non egrave un niente sigrave che la τέχνη divina e umana non egrave la capacitagrave che riesce a

identificare lrsquoente al niente ma egrave quel modo di porsi in relazione allrsquoessere dellrsquoente dove ogni

aspetto della relazione egrave determinato dalla persuasione che la nientitagrave dellrsquoente sia164

Per Aristotele lrsquoaffermazione che tutto accada necessariamente implica lrsquoinutilitagrave e

lrsquoirrilevanza del volere e dellrsquoagire laquoIl volere e lrsquoagire sono principio delle cose futureraquo (ἀρχὴ

τῶν ἐσομένων ϰαὶ ἀπὸ τοῦ βουλεύεσϑαι ϰαὶ ἀπὸ τοῦ πρᾶξαί τι)165

nel senso che solo laquose ci

metteremo a fare qualcosa questa cosa esisteragrave e non esisteragrave se non ci metteremo a farlaraquo

(ἐὰν μὲν τοδὶ ποιήσωμεν ἔσται τοδί ἐὰν δὲ μὴ τοδί οὐϰ ἔσται)166

La volontagrave e lrsquoazione sono

dei principi dellrsquoesistenza del futuro nel senso che egrave da essi che dipende che certe cose future

siano oppure non siano

Lrsquoessenza della tecnica moderna egrave giagrave presente nel modo in cui il pensiero greco ha

espresso il senso dellrsquoazione umana Affincheacute esista qualcosa come una laquoazione umanaraquo

devono esistere un laquoattoreraquo cioegrave lrsquouomo che compie lrsquoazione uno laquoscoporaquo dellrsquoazione cioegrave

lrsquoidea del futuro che lrsquouomo vuole realizzare con la propria azione una serie di laquomezziraquo o di

strumenti capaci di realizzare lo scopo e dei quali lrsquouomo dispone

La decisone egrave il momento fondamentale dellrsquoagire umano consiste nella volontagrave di

produrre quel mezzo o quella serie di mezzi che allrsquoanalisi si rivela piugrave idonea alla

realizzazione dello scopo

164 lt Lrsquoἀνϑρωπίνη τέχνη si egrave oggi completamente sostituita alla ϑεία τέχνη ma il senso dellrsquoessere rimane

ancor oggi identico a quello stabilito da Platone una volta per tutte nella storia dellrsquoOccidente Dio e la tecnica

moderna sono le due fondamentali espressioni del nichilismo metafisico gt E Severino Essenza del nichilismo

pag 197

165 Aristotele De Interpretatione 19 a 7-8

166 Ibidem 18 b 32-33

104

I mezzi di cui dispone la tecnica moderna non sono confrontabili con i mezzi a disposizione

dellrsquouomo greco e tuttavia la tecnica moderna si sviluppa interamente allrsquointerno della struttura

dellrsquoazione umana quale egrave stata portata alla luce una volta per tutte dal pensiero greco167

In quanto volontagrave di realizzare uno scopo con i mezzi che essa ritiene piugrave adatti e che

crede di saper dominare lrsquoazione egrave la tecnica La struttura formale dellrsquoazione egrave la struttura

formale della tecnica della preistoria e della storia dellrsquoOccidente

Ma lrsquoazione dellrsquouomo egrave decisione e la decisione in quanto tale egrave assunta dai mortali

come un atto isolante Decidere egrave separare La parte separata dal Tutto egrave essa stessa un

separare dal Tutto

La parola latina decidere egrave formata dalla preposizione de e dal verbo caedere che significa

appunto laquoseparareraquo laquofare a pezziraquo laquotagliareraquo E anche la parola latina occidere egrave formata

da una preposizione (ob) a dal verbo caedere Come lrsquooccidere cosigrave il decidere egrave sentito

dal linguaggio premetafisico come un separare E ciograve accade anche in eligere (ex-legere)

da cui deriva probabilmente attraverso il rafforzativo exeligere lrsquoitaliano scegliere168

NellrsquoEtica a Nicomaco169

Aristotele esprime il senso della separazione operata dal

decidere in quanto tale la parola usata per indicare nel testo il processo del decidere egrave

προαίρεσις laquoproponimentoraquo costituita dalla preposizione πρὀ (che indica il procedere nei suoi

vari sensi) e da αἵρεσις che significa insieme laquoconquistaraquo e laquosceltaraquo

Αἱρέω da cui αἵρεσις deriva significa oltre che laquoscelgoraquo laquopreferiscoraquo anche

laquoprendoraquo laquoafferroraquo laquomi impadroniscoraquo laquotraggo via da un luogo riducendo in mio potereraquo

167 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 249

168 Ivi pag 362

169 Aristotele Etica Nicomachea Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo

fedelmente alla loro utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino in Destino della Necessitagrave pag

362 e sgg

105

E al significato dellrsquoimpadronirsi appartiene il separare ciograve di cui ci si impadronisce egrave

portato via cioegrave vien separato dalla compagnia e dai luoghi cui esso originariamente

appartiene

La definizione aristotelica della προαίρεσις esprime il senso giagrave contenuto in questa

parola laquola προαίρεσις egrave delle cose che sono in nostro potereraquo ἡ προαίρεσις περὶ τὰ ἐφ

´ἡμῖν170

La προαίρεσις aristotelica egrave ὄρεξις βουλευτιϰή un appetito (ὄρεξις) ndash tendenza brama

ndash unito a deliberazione (βουλευτιϰή) Lrsquoespressione ὄρεξις βουλευτιϰή egrave equivalente a

ὀρεϰτιϰὸς νοῦς laquointelligenza appetitivaraquo e a ὄρεξις διανοητιϰή laquoappetito razionaleraquo171

I

termini βουλευτιϰή νοῦς διανοητιϰή indicano il λόγος cioegrave la ratio il calcolo conformemente

(ϰατά)172

al quale lrsquoὄρεξις appetisce

Nella προαιρεσις vengono ad unirsi due aspetti (μόρια) dellrsquolaquoanimaraquo laquoquello che

possiede il λόγοςraquo (τὸ λόγος ἔϰον) e laquoquello che egrave privo del λόγοςraquo (τὸ ἄλογον)173

Lrsquo ἄλογον ὀρεϰτιϰόν (cioegrave ὄρεξις) laquopartecipa alla ragione appunto in quanto le presta

ascolto e le obbedisceraquo (μετέχει πως ᾗ ϰατήϰοόν ἐστιν αὐτοῦ [λόγου] ϰαὶ πειϑαρχιϰόν174

Lrsquoὄρεξις quindi egrave una convinzione πείϑεται Il suo obbedire al λόγος egrave un essere

convinta il suo prestare ascolto egrave un udire un dar retta e il dar retta egrave daccapo lrsquoesser convinti

di qualcosa Il concordare col λόγος significa capirlo ed essere convinti di ciograve che il λόγος dice

Ma lrsquoὄρεξις egrave una convinzione non solo quando obbedisce e concorda col λόγος ma

anche quando disobbedisce e discorda Disobbedire e discordare significa infatti avere una

convinzione diversa da quella che si possiede quando si obbedisce al λόγος laquoCombattereraquoraquo

laquoresistereraquo laquoopporsiraquo laquoavversareraquo il λόγος dagrave luogo allrsquoἀτεχνία175

laquomancanza di arteraquo ma

ἀτεχνία non egrave semplic assenza di λόγος ma egrave la presenza di un λόγος falso (λόγος ψευδής)176

170 Ivi 1111 b 30

171 Ivi 1139 a 23 1139 b 4-5

172 Ivi 1113 a 20

173 Ivi 1102 a 28 sgg

174 Ivi 1102 b 30-31

175 Ivi 1140 a 21

176 Ivi 1102 a 22

106

II - Il dominio che guida il divenire

La προαιρεσις guida percheacute essa egrave la presa di possesso preliminare che traccia il

confine attorno alle cose che saranno prodotte e distrutte e insieme delimita preliminarmente il

campo del dominabile e lo sottrae allrsquoinfluenza di ogni altro laquoprincipioraquo diverso dallrsquouomo

cioegrave lo rende qualcosa di separato e di isolato dal Tutto Lrsquouomo egrave infatti il laquoprincipio delle

azioniraquo ἄνϑρωπος εἶναι ἀρχὴ τῶν πράξεων177

ossia laquone egrave il genitore come lo egrave dei propri

figliraquo (γεννητῆν τῶν πράξεων ὥσπερ ϰαὶ τέϰνων)178

Le cose laquoil cui principio egrave in noiraquo sono

laquoquelle che sono in nostro potereraquo (ὦν ϰαὶ αἱ ἀρχαὶ ἐν ἡμῖνhellipαὐτὰ ἐφ´ἡμῖν) laquoe che sono

laquovolontarieraquo (ϰαὶ ἑϰούσια)179

La προαίρεσις egrave ciograve per cui lrsquouomo egrave principio delle proprie azioni e quindi essa egrave

qualcosa di laquovolontarioraquo (ἑϰούσιον)180

giaccheacute nelle azioni laquoinvolontarieraquo (ἀϰούσια) e

laquoforzateraquo (βίαια) il loro laquoprincipioraquo egrave esterno a chi agisce (ἡ ἀρχὴ ἔξωϑεϑν)181

Ma la προαίρεσις egrave principio dellrsquoazione e quindi degli enti prodotti dallrsquoazione nel

senso che egrave laquoprincipio del movimentoraquo principio che muove le parti del corpo umano

servendosene come strumenti (ἡ ἀρχὴ τοῦ ϰινεῖν τὰ ὀργανιϰὰ μέρη)182

al fine di produrre certi

enti invece di altri E Aristotele stabilendo unrsquoidentitagrave tra il punto di vista di chi agisce e il

punto di vista del filosofo che riflette sullrsquoazione non si limita ad affermare che per la

coscienza di chi decide certe cose appaiano essere in potere di chi decide ma afferma che

nellrsquouomo laquoassennatoraquo (νοῦν ἔχων)183

la decisione si riferisce a cose che non sono soltanto

ritenute da parte di chi decide in suo potere ma sono in realtagrave in suo potere Il dominio della

προαίρεσις egrave realtagrave

177 Ivi 1112 b 31-32

178 Ivi 1113 b 18-19

179 Ivi 1113 b 20-21

180 Ivi 1112 a 14

181 Ivi 1110 a 1

182 Ivi 1110 a 15-16

183 Ivi 1112 a 21

107

E drsquoaltra parte ndash dice lo Stagirita ndash affincheacute lrsquouomo decida non egrave sufficiente che il suo

decidere appaia come un dominio nella coscienza ma egrave necessario che chi decide ritenga

(οἴεται) sia convinto che le cose decise sono portate allrsquoesistenza (γενέσϑαι) dalla decisione

stessa ossia che la sua decisione domina la dimensione delle cose decise La προαίρεσις non egrave

cioegrave il puro volere (βούλησις)184

ma egrave la decisione che calcola le cose che assume sotto il

proprio dominio e la cui esistenza e non esistenza essa vede in proprio potere

Il calcolo egrave unrsquolaquoanalisiraquo (ἀναλίύειν)185

che ricerca lrsquoordine dei mezzi piugrave idoneo alla

produzione del fine e che scompone la serie dei mezzi procedendo da quello che produce il

fine a quello intermedio che produce quel primo mezzo sino a giungere alla laquocausa primaraquo (τὸ

πρῶτον αἴτιον) della realizzazione del fine la quale causa prima egrave lrsquolaquoultimo ad essere trattato

nellrsquoanalisi ed egrave il primo ad essere prodottoraquo (τὸ ἔσχατον ἐν τῇ ἀναλύσει πρῶτον εἶναι ἐν τῇ

γενέσει)186

Lrsquoanalisi riconduce un mondo al principio del dominio e fa di questo principio il

dominatore di questo mondo Lrsquoanalisi egrave questo stesso principio che si impadronisce

preliminarmente di quel mondo considerandolo come il luogo ove esso principio puograve

esercitare il proprio dominio Sin tanto che lrsquoanalisi non riesce ad agganciare la serie dei mezzi

alla προαίρεσις in quanto principio del dominio lrsquoanalisi egrave laquoricercaraquo (ζητεῖν)187

e il ricercante

ricerca appunto laquocome agireraquo o laquoche cosa fareraquo ma la ricerca in quanto tale egrave lrsquoapertura della

dimensione sulla quale puograve stendersi il dominio dellrsquouomo E la ricerca egrave la προαίρεσις in

quanto essa egrave lrsquoimpadronirsi preliminare di questo dominio

Avendo fede di essere lrsquoautore delle proprie azioni il mortale crede di esserne

responsabile Il linguaggio esprime questa convinzione con la costruzione dei pronomi

personali e con la flessione del verbo Ma nella convinzione di essere responsabili delle proprie

azioni egrave presente la volontagrave di potenza

184 Ivi 1111 b 19 sgg

185 Ivi 1112 b 15 sgg

186 Ivi 1112 b 23-24

187 Ivi 1112 b 20

108

Il responsabile egrave infatti chi decide cioegrave chi separa dal Tutto la dimensione che egrave convinto di dominare Risponde delle proprie azioni percheacute ne egrave il padrone e ne egrave il padrone percheacute le ha

separate dal Tutto e le ha separate dal Tutto percheacute il Tutto gli appare come lrsquounione accidentale di

ciograve che esce e ritorna nel nulla188

Il mortale egrave lrsquoartefice Il mortale premetafisico egrave il tentativo di essere artefice la sua

decisione egrave ciograve costantemente accompagnata dalla possibilitagrave che le cose non si lascino

decidere e separare Invece il mortale metafisico riesce a decidere percheacute il suo decidere si

fonda sullrsquoapertura dellrsquo ἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

La τέχνη e la φρόνησις (laquosaggezzaraquo) sono la προαίρεσις nella quale lrsquoὄρεξις egrave unita al

calcolo laquoveroraquo (ἀληϑεύει)189

La προαίρεσις esiste infatti come laquovolontagrave calcolanteraquo

(βουλευτιχὴ ὄρεξις) anche quando il suo calcolo egrave errato o perchegrave considera in suo potere enti

che non lo sono o percheacute considera come mezzo ciograve che non egrave in grado di produrre il fine

La τέχνη egrave laquoabito produttivoraquo (ποιητιχὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου

ἀληϑοῦς)190

la φρόνησις egrave laquoabito praticoraquo (πραϰτιϰὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου

ἀληϑοῦς)191

Nellrsquouna e nellrsquoaltra la προαίρεσις non egrave un atteggiamento passeggero o

accidentale ma laquoabitoraquo (ἕξις) e cioegrave sono entrambe laquoabito con proponimentoraquo ma nella τέχνη

la προαίρεσις egrave principio di ποίησις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave esterno allrsquoazione) nella

φρόνησις la προαίρεσις egrave principio di πρᾶξις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave interno allrsquoazione

stessa)192

Sia nella tecnica sia nella saggezza morale ndash cioegrave nelle due forme dellrsquoazione

razionale193

ndash lrsquouomo egrave veramente laquopadroneraquo (ϰύριος)194

e principio del proprio agire da lui

dipendono sia le opere tecniche sia il bene

188 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 377

189 Aristotele Etica Nicomachea 1139 b 15

190 Ivi 1140 a 9-10 191 Ivi 1140 b 20-21

192 Ivi 1140 a 3-5

193 lt Nellrsquolaquoazione razionaleraquo (cioegrave nellrsquoazione capace nella sua forma piugrave evoluta di guidare

lrsquooscillazione dellrsquoente) la coscienza non insegue infatti una volontagrave che vuole oggetti imprevedibili per la

coscienza ndash non egrave una coscienza impotente di una volontagrave (cioegrave di una potenza) laquociecaraquo nellrsquolaquoazione razionaleraquo

la volontagrave sa ciograve che vuole gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 388

194 Aristotele Etica Nicomachea 1113 b 32 1139 a 18

109

Tanto la tecnica quanto la santitagrave sono cioegrave isolamento di un mondo che cosigrave separato

dal Tutto viene dominato dallrsquoagire conforme al calcolo vero Lrsquoessenza della tecnica egrave

lrsquoessenza dellrsquoetica Al giovane ricco che gli domanda che cosa deve fare per avere la vita

eterna Gesugrave risponde Ma proprio percheacute gli dice che cosa deve fare (osservare i

comandamenti e dare le proprie ricchezze ai poveri) proprio per questo la risposta di Gesugrave si

mantiene allrsquointerno dellrsquoisolamento della terra ndash e se il giovane ricco gli avesse dato ascolto

avrebbe ottenuto una laquovita eternaraquo che egrave pur sempre una determinazione dellrsquoalienazione

essenziale una determinazione cioegrave della terra isolata

Lrsquoisolamento del mondo umano non egrave una semplice intenzione soggettiva ndash cioegrave non egrave

la προαίρεσις in quanto volontagrave di dominio che appartiene alla preistoria dellrsquoOccidente ndash solo

in quanto le cose prodotte dalla τέχνη e dalla φρόνησις sono enti che escono e ritornano nel

nulla (τι τῶν ἐνϑεχομένων ϰαὶ εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) cioegrave sono lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

La laquosalvezza dellrsquoanimaraquo (ma anche quella del mondo e degli esseri del mondo dal

nulla) del cristianesimo rimane completamente allrsquointerno della φρόνησις aristotelica anche il

santo cristiano ndash in quanto esso egrave la προαίρεσις che egrave principio e produzione della salvezza ndash egrave

volontagrave di dominare lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

Secondo il cattolicesimo nel credente la προαίρεσις egrave unita ma non egrave annullata dalla laquoGraziaraquo ndash cioegrave la volontagrave di dominio umana laquocooperaraquo nel credente con la volontagrave di dominio divina (e la

laquocooperazioneraquo egrave in realtagrave unrsquoesclusione reciproca) Ma soltanto laquoDioraquo egrave il laquosignoreraquo (ὁ ϰύριος)

dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente che produce la salvezza dellrsquouomo e il Dominus egrave δαιμόνιος cioegrave il

laquoseparanteraquo proprio in quanto egrave il laquoSalvatoreraquo195

Il separato egrave la laquoterraraquo o la laquodimoraraquo o la laquodonnaraquo o la laquomoltitudineraquo o il laquobestiameraquo

Dio separa le cose da seacute in quanto inviolabile se le cose fossero legate indissolubilmente alla

sua inviolabilitagrave egli non potrebbe dominarle

195 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 370

110

III - La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio

Il dominio che si impadronisce delle cose modificandole egrave possibile solo sul

fondamento del dominio che si impadronisce delle cose isolandole dal tutto Lrsquoisolarle egrave

appunto la persuasione che esse non dipendano in alcun modo (quanto al loro esistere al loro

manifestarsi alla loro intelligibilitagrave alle loro trasformazioni) da ciograve che sta al di lagrave del campo ndash

il campo del dominato ndash da esse costituito Si puograve disporre di qualcosa solo in quanto

isolandolo lo si egrave reso disponibile

Il dominio assegna un futuro alle cose dominate Sia nel senso che allrsquoisolamento egrave

assegnato il suo perpetuarsi nel futuro ndash al disponibile egrave cioegrave assegnato il suo mantenersi nella

disponibilitagrave ndash sia nel senso che al disponibile egrave assegnata una trasformazione del suo

contenuto che ancora esso non possiede Lrsquoassegnazione di un futuro alle cose dominate egrave

avere uno scopo Ma nel dominio avere uno scopo significa assegnare alle cose un futuro che

egrave diverso da quello che esse avrebbero indipendentemente da questa assegnazione Codesta

diversitagrave peraltro non significa che il dominio rende impossibile il divenire ma che lo guida

Col dominio il divenire si guida e quindi si dagrave un futuro diverso da quello che esso avrebbe se non fosse un guidarsi Se il futuro delle cose fosse predeterminato e inevitabile esso sarebbe

indipendente dagli scopi del dominio cioegrave non sarebbe possibile assegnare un futuro alle cose e

quindi il dominio sarebbe impossibile196

Quindi per poter assegnare un futuro e avere uno scopo il dominio deve essere la

certezza che le cose dominate e il loro futuro non dipendono da nientrsquoaltro che dalla volontagrave

dominante che assegna loro un futuro e cioegrave deve essere la certezza che le cose dominate sono

isolate dal tutto

196 Ivi cit pag 239

111

La capacitagrave poi di assegnare un futuro egrave dunque nel dominio laquolibero arbitrioraquo ossia

isolamento del dominato e del dominante

Se lrsquoisolamento appartiene allrsquoessenza del dominio tuttavia sin tanto che non viene portato alla

luce il senso dellrsquoente in quanto ente e sin tanto che lrsquoente non viene inteso come

ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente [] lrsquoisolare si presenta come unrsquoattivitagrave che non egrave garantita dallo statuto reale di ciograve che si vuole isolare e quindi si presenta come unrsquointenzione

soggettiva che puograve avere successo ma puograve anche fallire e che quando ha successo egrave

costantemente esposta alla possibilitagrave del fallimento197

Il dominio sullrsquoente ha un carattere laquoscientificoraquo da quando lrsquooperazione isolante del

dominio non egrave unrsquointenzione soggettiva ma egrave fondata sullrsquoisolamento laquorealeraquo dellrsquoente

197 Ivi cit pag 240

lt Solo se lrsquoente esce e ritorna nel nulla lo si puograve isolare e solo se lo si isola lo si puograve dominare []

Lrsquooriginario e decisivo impadronirsi dellrsquoente egrave il renderlo libero Lrsquoimpadronirsene egrave il sottrarlo al destino della

veritagrave dellrsquoessere [] Solo in quanto lrsquoente egrave disponibile allrsquoessere e al niente un padrone puograve disporne []

Lrsquoἐπιστήμη (da Platone a Hegel) egrave la prima forma di dominio dellrsquooscillazione lrsquooscillazione egrave dominata dallrsquo

ἐπιστήμη appunto in quanto egrave sottoposta al calcolo incontrovertibile [] Ma il controllo epistemico dellrsquooscillazione la rende impossibile [] Solo se il progetto della dominazione su cui si fonda la tecnica egrave reso

esterno al divenire dellrsquoente e quindi viene daccapo a costituirsi come un immutabile e quindi come il centro di

una totalitagrave organica si puograve ritenere (come accade nel pensiero di Heidegger) che la tecnica come lrsquo ἐπιστήμη

renda impossibile il divenire dellrsquoente Ma se il progetto di dominazione della tecnica del Tutto viene lasciato

allrsquointerno del processo del divenire allora questo progetto a differenza dellrsquoἐπιστήμη non egrave una prevaricazione

che soffoca la libertagrave del divenire [] La tecnica non soffoca il laquogiocoraquo del divenire ma toglie ogni limite alla sua

libertagrave gt Ivi cit pag 229

112

La scientificitagrave del dominio raggiunge il suo culmine nella civiltagrave della tecnica quando

la volontagrave che il senso dellrsquoente sia oscillazione tra lrsquoessere e il niente si libera da ogni

episteacuteme da ogni immutabile da ogni nesso necessario e si tiene dinanzi lrsquoente in quanto ente

e cioegrave ogni ente come oscillazione tra lrsquoessere e il niente

Questa volontagrave di dominio totale in cui consiste lrsquoessenza della civiltagrave della tecnica

presuppone che il tutto sia unificato dalla determinazione trascendentale dellrsquoente

lrsquoἐπαμφοτερίζειν

Ma la volontagrave di guidare lrsquooscillazione della totalitagrave dellrsquoente si realizza solo come

dominio di una parte dellrsquoente percheacute la totalitagrave dellrsquoente sta dinnanzi come divisa in una

molteplicitagrave di campi isolati e il dominio tecnologico non puograve assegnare alla totalitagrave un futuro

che sia il futuro della totalitagrave in quanto totalitagrave e sia dunque lo scopo unitario del tutto in

quanto tale

Se il dominio tecnologico avesse uno scopo unitario verso il quale avesse a dirigere la totalitagrave degli

enti la totalitagrave sarebbe infatti un organismo un sistema di nessi necessari tra gli enti dove la teleologia di ogni ente coinvolgerebbe e sarebbe coinvolta dalla teleologia di ogni altro ente Se

dunque il dominio tecnologico assegna un futuro a qualcosa (A) se cioegrave trasforma qualcosa

conformemente a un certo scopo questo scopo puograve essere soltanto lo scopo di quel campo particolare di enti che egrave A e di quelle operazioni particolari che sono idonee alla trasformazione di

A e non puograve essere pertanto se non accidentalmente lo scopo di B C D e delle operazione

particolari che si propongono la trasformazione di B C D appunto percheacute altrimenti tra A B C D sussisterebbe un nesso necessario ed esse non sarebbero determinazioni isolate Nel dominio avere

uno scopo significa assegnare un futuro a una parte isolata dal tutto198

E il carattere particolare e specifico dellrsquooperare scientifico-tecnologico egrave giagrave presente

nella formulazione platonico-aristotelica della laquodivisione del lavororaquo

198 Ivi cit pag 245

113

Nel II libro della Repubblica199

Platone dice che il πράττειν cioegrave il dominio

dellrsquooscillazione dellrsquoente egrave laquopiugrave intensoraquo (πλείω) laquopiugrave efficaceraquo (ϰάλλιον) e laquopiugrave

praticabileraquo (ῥᾷον)200

solo in quanto si suddivide in operazioni specifiche realizzate da certi

operatori e non da altri ἄλλͻς ἐπ´ἄλλου ἔργου πρᾶξιν (alium ad alius operis effectionem)201

La divisione (lrsquoisolamento) del lavoro non egrave una determinazione accidentale del lavoro la

divisione del lavoro sussiste ndash il lavoro egrave una molteplicitagrave di operazioni isolate ndash appunto

percheacute il laquolavororaquo egrave πρᾶξις ossia egrave la guida (αἰτία)202

dellrsquooscillazione dellrsquoente tra lrsquoessere e il

niente e quindi egrave la guida di ciograve che in quanto cosigrave oscillante egrave isolato ndash si che la guida

dellrsquoisolato egrave essa stessa unrsquooperazione isolata divisa dalle altre

Proprio di questa divisione parla Aristotele allrsquoinizio dellrsquoEtica quando afferma la

molteplicitagrave degli scopi (πολλὰ γίνεται ϰαὶ τὰ τέλη) in corrispondenza alla molteplicitagrave dei

laquolavoriraquo (πολλῶν δὲ πράξεων οὐσῶν ϰαὶ τεχνῶν ϰαὶ ἐπιστημῶν)203

Lo scopo egrave il futuro che viene assegnato a una parte percheacute se fosse il futuro assegnato

al tutto in quanto tale il tutto non sarebbe laquodiacronicoraquo ma laquosincronicoraquo e organico cioegrave

esisterebbe un nesso tra le parti Ma se il futuro di una parte isolata non puograve essere il futuro

delle altre parti se cioegrave le altre parti hanno altri futuri ogni scopo egrave a sua volta una parte

isolata dalla totalitagrave del futuro La totalitagrave degli scopi riproduce la molteplicitagrave di

determinazioni isolate del presente

Separata dal destino la terra appare nellrsquoisolamento come libera e insieme dominabile

Egrave dominabile proprio percheacute egrave stata liberata dal destino Ma la sua libertagrave egrave anche la sua

assoluta imprevedibilitagrave Il timore egrave innanzitutto lrsquoavvertimento di questa imprevedibilitagrave E il

mortale per allontanare tale timore circonda di legami la terra che stringono ciograve che egrave stato

sciolto dal piugrave indissolubile dei legami Legami che sono gli laquoimmutabiliraquo gli laquoeterniraquo i

laquodestiniraquo che restano evocati allrsquointerno della solitudine della terra

199 Prima edizione Universale Economica Feltrinelli Milano 1995

200 Ivi 370 c

201 Ibidem

202 Platone Sofista 265 b

203 Aristotele Etica Nicomachea 1094 a 6-8

114

CAPITOLO TERZO

Lrsquo alienazione nello sguardo del Destino

115

I - Ciograve che il mortale crede

Ciograve che i mortali chiamano laquovolontagraveraquo e laquodecisioneraquo egrave in veritagrave senza residui convinzione (certezza fede persuasione) cioegrave apparire A sua volta lrsquoapparire in cui consiste ogni decisione e

ogni volontagrave possiede un carattere laquopraticoraquo quel carattere che i mortali interpretano come

capacitagrave pratica di trasformazione del mondo ma che nello sguardo del destino della veritagrave egrave qualcosa di abissalmente diverso da tale capacitagrave

204

La decisione non egrave altro che la convinzione che stia per realizzarsi un processo di cui lo

stato attuale del mortale (cioegrave della sua mente del suo corpo) egrave insieme la causa (il principio)

e lrsquoinizio e di cui lo laquoscoporaquo cioegrave una certa disposizione futura dellrsquoente egrave il termine La

decisione egrave lrsquoapparire di una certa disposizione futura dellrsquoente come risultato tale

disposizione di un certo processo quando i mortali decidono accade per lo piugrave qualcosa (ossia

nel cerchio dellrsquoapparire entra per lo piugrave qualcosa) che i mortali interpretano come il realizzarsi

di quella stessa disposizione dellrsquoente che si erano proposti come scopo e che dunque essi

credono di essere stati capaci di tradurre dal piano delle idee a quello della realtagrave

Quellrsquoapparire che egrave la decisione egrave per lo piugrave accompagnato dallrsquoapparire di qualcosa

che il decidente interpreta come il conseguimento la realizzazione dello scopo

La volontagrave e quindi anche quella volontagrave che si realizza come preghiera egrave la convinzione che il

voluto si realizzi credite quia accipietis Ma se per Gesugrave la fede egrave convinzione ogni decisione egrave una convinzione siffatta Solo che i mortali non hanno piugrave fede che le montagne si muovano cioegrave

hanno fede di muoverle non mediate il laquoFiglio di Dioraquo ma mediante lrsquouso di certi strumenti che la

tecnica dellrsquoOccidente egrave andata approntando e cioegrave mediante la fede questa sigrave posseduta nel

laquomovimentoraquo prodotto da tali strumenti205

Nella prassi scientifica egrave tenuta costantemente aperta la possibilitagrave che la regione

controllata sia condizionata da fattori ignoti

204 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 487

205 Ivi cit pag 488

116

Ma nellrsquoatto del decidere e quindi anche nella decisione scientifico-tecnologica la

decisione egrave presa solo in quanto essa egrave la convinzione di disporre di tutte le forze che sono

richieste per la produzione dello scopo e quindi solo in quanto viene esclusa quella possibilitagrave

di intervento di forze ignote Una possibilitagrave che torna a riaprirsi quando la prassi scientifico-

tecnologica si lascia alle spalle questo tipo di decisione per elaborarne uno piugrave adeguato alla

nuova configurazione che nel frattempo la regione controllata egrave venuta ad assumere

Il mortale crede di volere crede di disporre dei mezzi piugrave idonei alla produzione dei

suoi scopi crede di dominare la terra ma il suo volere (cioegrave lrsquoinsieme e ognuna delle sue

convinzioni) egrave unito al dubbio (cioegrave allrsquoindecisione e al non volere) e ne egrave contrastato

La coscienza di decidere egrave un laquovedersiraquo decidere ossia egrave un laquovedersiraquo non dubitante

Ma questo laquovedereraquo non vede ciograve che egrave non laquovederaquo cioegrave lrsquounione essenziale ossia la

contraddizione del decidere e del dubbio ma laquovederaquo soltanto il decidere Puograve credere di

volere percheacute isola la fede dal dubbio ma il dubbio non cessa e non scompare per il fatto che

il mortale non vuole avere i dubbi che pur appartengono alla sua essenza La qualitagrave del volere

del mortale egrave pur sempre determinata dal dubbio respinto nellrsquoinconscio in quanto lrsquoinconscio

egrave ciograve che viene isolato dal contenuto che il mortale vuole riconoscere

Egrave questa volontagrave non volente che laquoottieneraquo ciograve che i mortali credono sia lrsquolaquoottenutoraquo

Il mortale non laquoottieneraquo crede di ottenere Crede di ottenere ciograve che vuole ma ciograve che accade

egrave il destino ndash il destino della veritagrave ndash che nessun dio e nessun uomo possono laquotenereraquo e

dominare e che include anche lrsquoaccadimento della fede e della volontagrave dei mortali

Nello sguardo del destino la volontagrave egrave apparire Non egrave laquoforzaraquo laquotendenzaraquo laquoappetitoraquo

laquoimpulsoraquo Lrsquoapparire in cui la volontagrave consiste egrave apparire di un contenuto che non egrave il destino

della veritagrave egrave lrsquoapparire di qualcosa che appartiene al mondo sognato dallrsquoalienazione della

veritagrave

117

Tale mondo egrave la terra isolata il contenuto che appare allrsquointerno dellrsquoisolamento della

terra Ma ogni apparire il cui contenuto non egrave il destino della veritagrave o un suo tratto egrave volontagrave

decisione ossia egrave la convinzione di dominare qualcosa e che il dominante sia quello stesso che

egrave il convinto Lrsquoisolamento della terra egrave la volontagrave originaria allrsquointerno della quale soltanto egrave

possibile e puograve sopraggiungere lrsquoapparire di ogni volizione e di ogni decisione del mortale

Lrsquoisolamento della terra egrave volontagrave che la terra sia la regione sicura ossia egrave la

convinzione di disporre della terra nel senso che questa convinzione egrave convinzione che la terra

si rende disponibile per il motivo che si egrave convinti di disporne E la convinzione che la terra sia

il terreno sicuro egrave convinta di ottenere la sicurezza della terra non per mezzo di altro ma per seacute

stessa Ma nellrsquoisolamento la terra sicura viene dapprima interpretata come lrsquoinflessibile Il

fondamento originario di ogni flessione (cioegrave di ogni decisione e azione) interpreta come

inflessibile il contenuto che esso ottiene nel proprio flettere originario Poi un poco alla volta

la flessione flette gli inflessibili della terra Quando lrsquoOccidente incomincia a testimoniare la

sicurezza della terra trova la terra giagrave divisa tra le cose inflessibili e quelle flessibili tra ciograve che

egrave sottratto ad ogni volere e ciograve che invece egrave disponibile ad esso

La cultura moderna vede nei mortali la presenza della volontagrave divina e il soggetto

trascendentale diventa la volontagrave di produrre la terra La terra che resta prodotta

nellrsquoautoproduzione del soggetto trascendentale egrave sempre la terra isolata che appare come il

terreno sicuro La volontagrave che produce la terra egrave intesa come la vera realtagrave il vero valore Nel

concetto di creazione umana di creazione divina del mondo di autoproduzione del soggetto

trascendentale di dominio tecnologico della terra la volontagrave originaria che la terra sia la

regione sicura sta dinnanzi a seacute stessa

118

Lrsquoaccadimento in cui consiste lrsquoisolamento della terra egrave lrsquoaccadimento dellrsquoesser

mortale del mortale ma lrsquoesser mortale egrave lrsquoessenza sia del mortale sia degli degravei sia del dio

cristiano sia del soggetto trascendentale sia del dominio tecnologico della terra

Ma la volontagrave proprio percheacute egrave volontagrave non puograve ottenere ciograve che essa vuole Il voluto

egrave in quanto tale il non ottenibile

Tutto ciograve che si ottiene egrave ciograve che si vuole ottenere ossia egrave ciograve che si crede si ha fede di

ottenere egrave ottenuto allrsquointerno dellrsquoalienazione Lrsquoalienazione egrave lrsquoastro eterno che consiste

nella convinzione che esista ciograve che egrave impossibile Allrsquointerno dellrsquoalienazione tutto ciograve che si

ottiene si ottiene percheacute sia ha fede di ottenerlo e si ha fede di averlo ottenuto

Il precetto evangelico che se si ha fede che le montagne si sollevino esse si solleveranno e il

tratto decisivo della scienza moderna (e che ancora si sottrae allrsquoautocoscienza della scienza) che la trasformazione del mondo ha carattere scientifico solo se egrave oggetto di consenso intersoggettivo e

quindi solo se si ha fede che tale consenso esista [] ebbene quel precetto e quel tratto

appartengono entrambi alla stessa essenza ossia alla volontagrave originaria dellrsquoisolamento della terra

che crede di aver ottenuto la sicurezza della terra per il motivo che essa crede che la terra sia il terreno sicuro ha fede che questa sicurezza sia percheacute essa ha fede che sia ndash anche se la fede

apparendo a seacute come fondamento di ciograve che essa ottiene non appare come fede ma come forza

capace di produrre ciograve che si presenta come dimensione sicura ed evidente206

La volontagrave non riesce ad essere volontagrave non ottiene ciograve che essa vuole e quindi non

ottiene nemmeno il proprio volere Lrsquoimpossibilitagrave del voluto non puograve apparire allrsquointerno della

volontagrave (allrsquointerno cioegrave dellrsquoisolamento della terra) appunto percheacute la volontagrave egrave volontagrave d i

isolarsi dal destino Ma proprio percheacute il voluto egrave lrsquoimpossibile egrave necessitagrave che allrsquointerno

della volontagrave il voluto appaia nel suo esser qualcosa in cui il destino della veritagrave non si mostra

cioegrave qualcosa la cui affermazione e la cui negazione appaiono equivalenti

206 Ivi cit pag 579

119

Nellrsquoisolamento della terra la volontagrave crede di volere (la fede ha fede di aver fede)

percheacute nellrsquoequivalenza dellrsquoaffermazione e della negazione di ciograve che essa crede di volere

isola lrsquoaffermazione dalla negazione isola ciograve che egrave dubbio dal suo esser dubbio sigrave che questo

contenuto isolato appare nel suo esser tenuto fermo cioegrave egrave affermato e in quanto affermato si

presenta come il voluto

Anche questo isolamento egrave fede volontagrave Ma la fede di aver fede (il credere di volere)

non determina un regressus in indefinitum al contenuto in cui la fede ha fede appartiene la

fede di aver fede al contenuto voluto dalla volontagrave appartiene il credere di volere la volontagrave di

volere

Il tramonto dellrsquoisolamento della terra ossia la negazione del contrasto tra veritagrave e

isolamento egrave ciograve che in veritagrave il mortale vuole Il mortale egrave ndash lo egrave solamente ndash questa volontagrave

ossia questa volontagrave costituisce lrsquoinconscio essenziale del mortale cioegrave quanto egli trattiene nel

non testimoniato consumando la totalitagrave del linguaggio nella testimonianza della terra isolata

La terra cosigrave voluta egrave quella semplificazione estrema da cui viene offerta la resistenza minore

al linguaggio che intende illuminare le cose nelle parole La resistenza maggiore egrave invece

costituita dalla struttura del mortale cioegrave dallrsquoapparire della negazione impotente del contrasto

tra il destino e lrsquoisolamento della terra (che a sua volta egrave il contrasto tra fede e dubbio nella

sicurezza della terra)

La terra egrave contesa da due volontagrave contrastanti da un lato lrsquoinvasione del destino da parte della terra

isolata possibile solo se appare il destino della terra cioegrave solo se la terra appare nel suo esser

sottratta alla nebbia dellrsquoisolamento mostrando il volto destinatole dalla veritagrave dallrsquoaltro lato in quanto isolata dal destino e dal dubbio la terra mostra un altro volto quello divenuto familiare ai

mortali e che invece egrave soltanto uno dei due volti che la terra mostra introducendosi nel cerchio

dellrsquoapparire207

207 Ivi cit pag 496

120

Il doppio volto della terra egrave il doppio volto di ogni cosa della terra ed egrave appunto questo

sdoppiarsi e questo contrastarsi delle sembianze terrestri lrsquoostacolo maggiore incontrato dal

tentativo di condurre nel linguaggio le cose Le cose della terra stanno dinnanzi nel cerchio

dellrsquoapparire sdoppiate e in contrasto ognuna con seacute medesima e il tentativo di legarle nel

linguaggio alla loro immagine egrave contrastato dal carattere sfuggente di ciograve che dovrebbe essere

il modello dellrsquoimmagine

Invece la semplificazione estrema costituita dalla terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio

ndash la semplificazione in cui la terra mostra ai mortali il suo volto piugrave familiare ndash non disorienta

il linguaggio ma gli va incontro con lrsquoapparente chiarezza e univocitagrave del suo senso Tale

estrema semplificazione non puograve essere certo considerata come il motivo per il quale il

linguaggio destinato allrsquoapparire egrave stato innanzitutto il linguaggio che esprime lrsquoimmagine

della terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio e tuttavia il linguaggio destinato allrsquoapparire egrave

dapprima e a lungo solamente il linguaggio che esprime la terra cosigrave isolata La terra cioegrave il

cui volto raggiunge la semplificazione estrema dei suoi tratti

121

II - La necessitagrave dellrsquoaccadere come risoluzione del problema della libertagrave dellrsquoente

Ogni ente egrave eterno Quindi eterno anche quellrsquoente che egrave lo stesso accadere dellrsquoente Nella

veritagrave lrsquoaccadere non egrave lrsquoincominciare ad essere ma lrsquoincominciare ad apparire Che lrsquoente

incominci ad apparire significa che esso eterno esce dallrsquoombra del non apparire ed entra

nella luce dellrsquoapparire Cade in questa luce208

Poicheacute lrsquoaccadere dellrsquoente egrave eterno egrave necessario che lrsquoente accada Inoltre egrave

necessario che lrsquoente accada con il senso determinato che gli conviene non solo egrave necessario

che lrsquoente accada ma egrave insieme necessario che accada proprio quellrsquoente che accade

Lrsquoaccadere dellrsquoente egrave determinato e quindi lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave la necessitagrave

dellrsquoaccadere cosigrave determinato Se infatti lrsquoente che accade non accadesse lrsquoaccadere dellrsquoente

non sarebbe e quindi non sarebbe eterno ma possibile accidentale Affermando che lrsquoente che

entra nellrsquoapparire sarebbe potuto non entrarvi ndash affermando cioegrave la laquocontingenzaraquo

dellrsquoapparire ndash si afferma che lrsquoente che accade sarebbe potuto non accadere cioegrave si nega la

necessitagrave dellrsquoaccadere e in questo modo il non essere (la nientitagrave) dellrsquoaccadere dellrsquoente vien

posto come una possibilitagrave Lrsquoimpossibile viene ritenuto possibile

Poicheacute lrsquoaccadere egrave il passaggio dal non apparire allrsquoapparire lrsquoessere (e quindi

lrsquoeternitagrave) del passaggio richiede necessariamente che lrsquoente che sopraggiunge nellrsquoapparire

prima non appaia e poi appaia Lrsquoaccadere egrave solo in quanto lrsquoente che accade si mantiene

nascosto sino a che incomincia ad apparire Lrsquoeternitagrave di ogni ente egrave lrsquoeternitagrave di ciograve che esso egrave

nel modo in cui lo egrave

Lrsquoapparire che nellrsquoaccadimento incomincia non egrave separato dal proprio incominciare

ma egrave appunto lrsquoapparire incominciante Se invece si isola lrsquoapparire dal suo incominciare ndash se

lo si pensa indipendentemente dal suo incominciare ndash si finisce col rendere impossibile quel

mantenersi nascosto quel non apparire ancora da parte dellrsquoente senza di cui lrsquoaccadimento

non potrebbe essere

208 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 97

122

Separato dal suo incominciare lrsquoapparire si presenta come qualcosa che non puograve

incominciare Ogni ente egrave eterno ma appunto egrave eterno lrsquoente nel suo essere ciograve che egrave

nellrsquoaccadimento lrsquoente che incomincia ad apparire non egrave in sintesi con un apparire che egrave

separato dal proprio incominciare ma egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante

Questa egrave la sintesi che egrave e che egrave eterna il contenuto dellrsquoaltra sintesi invece ndash cioegrave della sintesi tra

lrsquoente e il suo semplice (astratto) apparire ndash non egrave appunto percheacute egrave ottenuta prescindendo dallrsquoincominciare che pur determina lrsquoapparire incominciante

209

Proprio percheacute lrsquoente che accade egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante lrsquoente in cui

consiste questa sintesi non esclude ma allrsquoopposto richiede necessariamente che prima di

incominciare ad apparire lrsquoente che accade non appaia lrsquoente incomincia ad apparire solo in

quanto esiste un prima rispetto allrsquoapparire dove tale ente ancora non appare Ma questo non

apparire ancora che precede lrsquoincominciare ad apparire non egrave la nientitagrave dellrsquoapparire

incominciante

Con lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente non si produce una sintesi nuova tra lrsquoente e il

suo apparire ma tutto ciograve che sopraggiunge egrave giagrave eterno Che col sopraggiungere non si formi

una sintesi nuova uscita dal niente non significa che quella tra il sopraggiungente e il suo

sopraggiungere cioegrave il suo incominciare ad apparire non sia una sintesi ma significa che in

quanto questa stessa sintesi sopraggiunge essa egrave giagrave eterna210

209 Ivi cit pag100

210 Con ciograve potremmo rispondere a una delle cretiche che C Fabro rivolge al divenire severiniano lt

Severino non spiega percheacute e come le cose della terra incominciano ad apparire ndash da dove sbucano dalla terra

[] e se incominciano ad apparire significa che le cose prima erano nascoste (a parte la domanda del dove fossero

nascoste) ci si puograve chiedere anche chi le ha spinte fuori dallrsquoombrahellip per guadagnar le stelle od almeno il sole

della coscienza E soprattutto quando incomincia questo cominciare gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente

cit pag 129

123

Affermando invece che il sopraggiungente sarebbe potuto non sopraggiungere ndash ossia

che ciograve che incomincia ad apparire sarebbe potuto non apparire ndash si afferma che la sintesi tra

lrsquoente che sopraggiunge e il suo sopraggiungere sarebbe potuta rimanere un niente Ma se

lrsquoapparire egrave laquoil nienteraquo che laquoil nienteraquo accolga o non accolga lrsquoente egrave qualcosa di

assolutamente indifferente e quindi lrsquoapparire egrave libertagrave Mentre lrsquoapparire egrave laquonienteraquo solo nel

senso che la sua determinatezza non egrave che lrsquoapparire delle determinazioni

Lrsquoaccadere egrave lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente Egrave questo lrsquoaccadere che nellrsquoapertura della

veritagrave appare Inteso invece come un incominciare ad essere uscendo dal niente lrsquoaccadere non egrave qualcosa che appare [] Poicheacute lrsquoaccadimento (il divenire) non egrave la creazione dellrsquoente ma il

sopraggiungere dellrsquoente cioegrave dellrsquoeterno nellrsquoapparire lrsquoaccadimento egrave dunque solamente in

quanto appare Un divenire laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile egrave cioegrave un concetto del

nichilismo211

Appunto percheacute un accadimento laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile la supposizione

che sarebbe potuto accadere altro da ciograve che di fatto accade non puograve essere mantenuta

affermando che sigrave lrsquoaccadere effettivo dellrsquoente egrave eterno ma questo eterno sarebbe potuto no

apparire e sarebbe potuto apparire lrsquoaccadere che di fatto non appare Questa supposizione non

puograve essere mantenuta percheacute lrsquoapparire appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere e cioegrave lrsquoaccadere

esiste solo in quanto appare e non puograve avere la possibilitagrave di restare nel non apparire lasciando

che un altro accadere appaia E lrsquoaccadere non egrave lrsquoaccadere in generale ma egrave lrsquoaccadere nella

sua attualitagrave Lrsquoapparire che appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere egrave questo attuale apparire egrave

lrsquoattualitagrave dellrsquoapparire ed egrave dunque questa attualitagrave ciograve senza di cui lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave

impossibile

Lrsquoapparire dellrsquoaccadimento accade e tuttavia non egrave un accadimento Lrsquoapparire

dellrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente incomincia e tuttavia non egrave un incominciare

211 Ivi cit pag 104

124

Lrsquoaccadimento che appare non egrave soltanto questo o quellrsquoaccadere particolare ma egrave la

totalitagrave dellrsquoaccadere che appare Anche se si trasforma laquocontinuamenteraquo lrsquoaccadere appare

comunque come totalitagrave dellrsquoaccadere Gli accadimenti che appaiono sono laquocontinuamenteraquo

diversi ma appaiono necessariamente come totalitagrave dellrsquoaccadimento Lrsquoapparire della totalitagrave

dellrsquoaccadere non potrebbe essere apparire della totalitagrave dellrsquoaccadere appunto percheacute questa

totalitagrave avrebbe al di fuori di seacute quellrsquoaccadere che egrave lrsquoaccadere dellrsquoapparire della totalitagrave

dellrsquoaccadere

Dire infatti che lrsquoente che sopraggiunge entra nellrsquoapparire significa che lrsquoapparire

dellrsquoente diventa apparire anche dellrsquoente che sopraggiunge in quanto egrave apparire anche

dellrsquoente che sopraggiunge lrsquoapparire in cui il sopraggiungente sopraggiunge egrave esso stesso

sopraggiungente Quindi lrsquoapparire del sopraggiungente egrave apparire anche del proprio

sopraggiungere lrsquoapparire del sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente egrave lo stesso

apparire del sopraggiungente e il sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente non egrave

qualcosa che non possa appartenere alla totalitagrave del sopraggiungere ma egrave contenuto di questa

totalitagrave un contenuto che egrave lo stesso contenente

Lrsquoessere con tutti gli altri enti nessuno escluso appartiene allrsquoessenza di ogni ente La

parte egrave nel Tutto non accidentalmente ma necessariamente Il Tutto non si limita a circondare

la parte ma la parte egrave ciograve che essa egrave solo in quanto egrave unita al Tutto

La persuasione che le decisioni ndash umane o divine ndash siano laquolibereraquo egrave invece la negazione

del legame necessario che unisce ogni parte a tutte le altre Tale persuasione separa infatti dal

Tutto quella parte che egrave lrsquoaccadimento della decisione e la rende qualcosa di assolutamente

indipendente Questa separazione sussiste in ogni caso sia che ancora si intenda la decisione

libera come qualcosa che sarebbe potuto non essere invece di essere sia che si intenda la

decisione libera come un ente eterno che sarebbe potuto non apparire invece di apparire

125

Lrsquoisolamento della decisione dal Tutto ndash e ogni isolamento ndash egrave negazione della veritagrave

dellrsquoessere non solo percheacute esso nega ogni legame necessario che unisce la parte al Tutto ma

anche percheacute in esso si esprime ancora una volta il nichilismo Negando ogni legame

necessario col Tutto lrsquoisolamento nega insieme il legame necessario che egrave richiesto

dallrsquoeternitagrave del Tutto e quindi nega lrsquoeternitagrave del Tutto negando la conseguenza nega il

fondamento La stessa prevaricazione che isola la decisione laquoliberaraquo dal tutto pone la

decisione (e il Tutto) come un niente La contingenza dellrsquoaccadere egrave dunque espressione del

nichilismo

Il linguaggio dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo Dice cosigrave che lrsquoazzurro

del cielo ora egrave un niente il cielo era azzurro Ma il cielo azzurro egrave una delle eterne cose della

terra che si inoltrano nel cerchio eterno dellrsquoapparire della veritagrave e ne escono dopo averlo

attraversato (Un cielo azzurro che non egrave espressione di un cielo azzurro universale ma

quellrsquoazzurritagrave del cielo considerata nella sua irripetibilitagrave e singolaritagrave es il cielo di oggi un

giorno di marzo a Roma) Il cielo egrave azzurro La contrapposizione tra lrsquolaquoegraveraquo copulativo e lrsquolaquoegraveraquo

esistenziale egrave propria del nichilismo Lrsquolaquoegraveraquo unisce il cielo e la sua azzurritagrave ma li unisce

appunto nellrsquoessere La loro unitagrave egrave ossia egrave eterna Il cielo egrave eternamente azzurro Il cielo egrave la

sua azzurritagrave nel senso che egrave il cielo-che-egrave-azzurro che egrave lrsquoazzurro-di-questo-cielo E il

contenuto dellrsquoerrore (in ogni errore si esprime la volontagrave di sottrarsi al destino della veritagrave

cioegrave lrsquoalienazione della veritagrave) egrave il niente

Ma proprio percheacute lrsquoente non egrave e non puograve diventare un niente il dire del destino non egrave

una laquoproposizioneraquo che da laquoveraraquo possa diventare laquofalsaraquo Nel destino il dire egrave lrsquoapparire

dellrsquoidentitagrave trascendentale che costituisce lrsquoessere qualcosa da parte di qualcosa ad esempio egrave

lrsquoapparire dellrsquoessere azzurro del cielo Ciograve che in veritagrave accade quando il linguaggio

dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo non egrave il diventar falso dellrsquoapparire del cielo

azzurro ma egrave lrsquouscire di questo apparire dal cerchio intramontabile dellrsquoapparire

126

Il cielo azzurro appare cioegrave dimora nel cerchio dellrsquoapparire della veritagrave Appunto

percheacute appare appare la sua destinazione allrsquoessere Poi laquoil cielo si oscuraraquo Nel linguaggio

dellrsquoOccidente lrsquolaquooscurarsiraquo esprime unrsquolaquoazioneraquo del cielo che prima laquoeraraquo azzurro Ma nella

veritagrave il cielo azzurro non si oscura non compie lrsquoazione di incupire e di render niente la

propria azzurritagrave Esso egrave eternamente azzurro e ciograve che lrsquoOccidente chiama laquoil suo oscurarsiraquo egrave

lrsquoinoltrarsi del cielo (eternamente) oscuro nel cerchio dellrsquoapparire mentre da questo cerchio

lrsquoeterno cielo azzurro esce e scompare La testimonianza della veritagrave non dice quindi che laquoil

cielo non egrave piugrave azzurroraquo ma che il cielo eternamente azzurro si egrave portato fuori dellrsquoapparire

nel non apparire Di esso non dice laquonon egraveraquo (laquonon egrave piugraveraquo laquonon egrave ancoraraquo) bensigrave laquonon egrave

presenteraquo laquonon egrave apparenteraquo (questrsquoultimo termine da intendersi come participio presente del

verbo apparire) Dice dunque laquoIl cielo (che egrave) azzurro non egrave (piugrave) apparenteraquo Ma daccapo

questrsquoultima affermazione non significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro non egrave (piugrave)raquo e che

pertanto questo apparire egrave diventato un niente bensigrave significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro

non egrave (piugrave) apparenteraquo

Ciograve che entra e esce dal cerchio dellrsquoapparire appartiene eternamente ad esso ma

dicendo che tale appartenenza laquoentraraquo nel cerchio dellrsquoapparire si intende escludere che in

qualsiasi modo lrsquoappartenenza si trovi giagrave nel cerchio e dicendo che ne esce si intende

escludere che essa in qualche modo continui a trovarvisi Pertanto ciograve che entra in questo

cerchio non egrave lrsquoatteso ma lrsquoinatteso e ciograve che ne esce non egrave il laquoricordatoraquo ma il

laquodimenticatoraquo Il laquoricordareraquo e il laquodimenticareraquo nel linguaggio del destino della veritagrave non

sono funzioni psicologiche o proprietagrave della coscienza trascendentale in quanto figura della

tradizione filosofica del nichilismo il laquodimenticareraquo egrave il cerchio dellrsquoapparire in quanto non

contiene piugrave in seacute qualcosa non lo contiene piugrave in nessun modo il laquoricordareraquo egrave il cerchio

dellrsquoapparire in quanto contiene ancora in seacute in qualche modo il ricordato

127

In qualche modo infatti lrsquoatteso appare giagrave e il ricordato appare ancora Quando

lrsquoatteso sopraggiunge non entra quindi simpliciter nel cerchio dellrsquoapparire e quando il

laquopresenteraquo passa e si mantiene nella memoria non esce da quel cerchio In entrambi i casi

varia soltanto il modo in cui si mostra una certa identitagrave che permane nel cerchio dellrsquoapparire

Ma lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire puograve apparire solo in quanto gli

insiemi di enti che lrsquoinoltrarsi porta progressivamente alla luce non sono via via dimenticati

(non vanno cioegrave uscendo via via dal cerchio dellrsquoapparire) ma continuano ad apparire sia pure

come passati Nella veritagrave appare lrsquoinoltrarsi della terra e lrsquoinoltrarsi appare solo in quanto

appare il passato Egrave infatti in relazione al passato ossia egrave percheacute il passato appare che il

sopraggiungente puograve apparire come tale Se nel sopraggiungere ciograve che giagrave appariva ndash e cioegrave

il passato ndash uscisse dimenticato dallrsquoapparire il sopraggiungente non potrebbe apparire come

laquogiunto sopraraquo qualcosa (appunto percheacute questo qualcosa sarebbe assente) e non solo il

sopraggiungente non potrebbe apparire come tale ma non potrebbe apparire affatto Questo

percheacute lrsquoapparire dellrsquoinoltrarsi della terra non solo esige lrsquoapparire del passato ma questo

inoltrarsi egrave necessariamente un permanere la permanenza assoluta dellrsquoidentitagrave costituita dalla

struttura della veritagrave che egrave presente in ogni insieme di enti che entrano nel cerchio

dellrsquoapparire Ciograve che permane egrave sigrave ciograve che appare ancora ma insieme egrave ciograve che appariva

anche prima il permanente egrave cioegrave presente e passato Il sopraggiungente sopraggiunge quindi

di necessitagrave nella permanenza ossia nellrsquoapertura di un passato Lrsquoessenza del divenire non puograve

essere stabilita indipendentemente dallrsquoessenza del passato

laquoLa legna arde nel camino e diventa cenereraquo Cosigrave parla il nichilismo nel linguaggio

quotidiano Diventando cenere la legna in quanto legna egrave distrutta cioegrave annientata

128

Anche se la scienza della natura afferma che lrsquoenergia in cui consiste la legna non egrave

andata distrutta nella combustione ma rimane sotto forma diversa tuttavia la forma che

lrsquoenergia assumeva nella legna egrave inevitabilmente pensata nella prospettiva scientifica come

ciograve che egrave andato distrutto e che dunque si egrave annientato

Ma la combustione come ogni divenire puograve essere laquosperimentataraquo solo se quando si

fa esperienza della cenere la legna non egrave stata dimenticata Giagrave in Kant egrave pienamente acquisito

il principio che la coscienza (o sperimentazione) del divenire non diviene ossia che lo stato

precedente (la legna che ancora non egrave diventata cenere) devrsquoessere conservato nella coscienza

insieme allo stato susseguente (la cenere) affincheacute si dia coscienza di un divenire

Nella dialettica della coscienza sensibile col sopraggiungere dellrsquouniversale e della coscienza

indiveniente del divenire il passato permane Egrave quanto richiesto dal principio secondo cui nel risultato egrave essenzialmente conservato e contenuto ciograve da cui esso risulta [] Il risultato egrave un

permanere [] la coscienza del divenire egrave necessariamente coscienza della permanenza [] Nella

laquoDimostrazioneraquo della laquoprima analogiaraquo dellrsquoesperienza (Critica della ragion pura sezione terza

dellrsquoAnalitica dei principi) si dice che qualcosa puograve mutare solo se resta Tutto ciograve che muta resta la permanenza egrave condizione necessaria in cui solo egrave possibile che i fenomeni siano determinabili

come cose od oggetti di una esperienza possibile212

Lo stato precedente egrave conservato come passato e questo conservarlo egrave il ricordo Il

ricordo ricorda qualcosa di positivamente determinato (la legna) ricorda cioegrave un non-niente

212 E Severino Tautόtēs cit pag 86-87

129

In quanto non-niente il ricordato non puograve essere quindi ciograve che nella combustione egrave

diventato niente213

Per il nichilismo il passare egrave un annientamento ma allora il passato in quanto

annientato e dunque in quanto niente non puograve apparire Lrsquoannientarsi egrave insieme

necessariamente uno sparire Ma in questo modo il ricordo non ricorda il passato ndash giaccheacute

lrsquoautentico passato non puograve apparire ndash e quindi non egrave ricordo ma apparizione di ciograve che del

passato nascosto continua ad esistere e che dunque non egrave un passato

213 lt Tuttavia non egrave unrsquoaltra legna ma egrave proprio la legna ricordata che nella combustione egrave diventata

cenere e che quindi si egrave annientata in quanto legna Ma di ciograve che egrave divenuto niente non puograve esserci memoria Ma

senza memoria egrave impossibile la coscienza del divenire Per salvare la memoria il nichilismo egrave costretto a

distinguere nel passato che appare nel ricordo due aspetti Da un lato il passato in quanto oggetto del ricordo egrave

uno dei molti fattori del diveniente che continuano ad esistere nonostante lrsquoannientamento cui il diveniente va

incontro oltre alla cenere al fumo e al calore della legna rimane anche il suo esser ricordata Dallrsquoaltro lato crsquoegrave

lrsquoaspetto del passato relativamente al quale si verifica lrsquoannientamento Il passato si annienta non in quanto esso egrave

oggetto del ricordo ma in quanto ha questo secondo aspetto ciograve che egrave diventato niente non egrave la legna che appare

nel ricordo ma altro Un altro che perograve appartiene alla legna che appare nel ricordo Per Hegel questo altro egrave

laquolrsquoesistenzaraquo della legna e ciograve che appare nel ricordo egrave la laquoformaraquo o essenza della legna Egrave lo stesso concetto di Agostino il passato esiste nellrsquoanima cioegrave esiste come idealitagrave essenza non come esistenza reale Ma su quale

base viene affermata lrsquoesistenza (passata) di questo altro che egrave divenuto inesistente Non si puograve rispondere

dicendo che questo altro appare nel ricordo appunto percheacute ciograve che appare nel ricordo in quanto appare come un

non-niente determinato non egrave un niente E per quanto riguarda lrsquoErinnerung hegeliana la legna ricordata non egrave

una legna ricordata come inesistente Il passato appare e nel nichilismo qualcosa di esso egrave divenuto un niente

Ma che cosa Non qualcosa che appare tutto il passato che appare sta ligrave dinnanzi come un positivo Qualcosa

dunque che non appare gt Id Destino della necessitagrave pag 178

130

Egrave percheacute lrsquoannientarsi egrave insieme lrsquouscire dallrsquoapparire che lrsquoapparire in quanto tale

non puograve attestare alcuncheacute della sorte di ciograve che si egrave portato al di fuori dellrsquoapparire se

continui ad esistere o se sia diventato nulla Lrsquoannientamento del passato egrave cioegrave lrsquoapriori con il

quale il nichilismo interpreta lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire

Nella veritagrave dellrsquoessere invece lo scomparire non egrave lrsquoannientamento di ciograve che

scompare e il progressivo arricchirsi della manifestazione del passato mostra appunto che il

dimenticato (ossia ciograve che egrave uscito dal cerchio dellrsquoapparire) continua ad essere e che questo

suo essere riappare nel concretarsi del ricordo

E non solo lrsquoapparire del divenire non attesta lrsquoannientamento del passato ma la

persuasione che il passato sia ciograve che egrave divenuto un niente rende impossibile lo stesso apparire

del divenire Infatti il divenire appare solo se appare il passato ma se il passato egrave ciograve che ormai

egrave un niente il passato non puograve apparire e dunque non puograve apparire nemmeno il divenire Ciograve

che lrsquoOccidente ritiene lrsquoevidenza suprema ndash lrsquouscire e il ritornare nel niente ndash rende

impossibile la visione del divenire ossia la visione della variazione del contenuto che appare

131

III - laquoCrescereraquo come divenire

Nellrsquoapparire del divenire il laquopassatoraquo egrave ciograve che non laquocresceraquo piugrave ma la cui avvenuta

crescita continua ad apparire insieme al laquopresenteraquo ndash dove il laquocrescereraquo non egrave una

trasformazione ontologica ma egrave la successione degli eterni che sebbene diversi hanno

qualcosa di identico (che egrave appunto ciograve che nella successione egrave il crescente) La permanenza

dellrsquointramontabile egrave il sopraggiungere in esso del suo differenziarsi ndash ossia dei differenti eterni

di cui esso egrave identitagrave Affincheacute unrsquoidentitagrave permanga nei differenti che sopraggiungono si

richiede pertanto la separazione e lrsquoindifferenza dellrsquoidentico rispetto ai differenti si richiede

cioegrave che lrsquoidentico abbia il senso che ha indipendentemente dal contenuto che entra e esce dal

cerchio dellrsquoapparire

Lrsquoaffermazione dellrsquoidentico sembra negare il legame necessario che sul fondamento

dellrsquoeternitagrave di ogni ente unisce ogni ente a ogni altro ente E drsquoaltra parte se non ci fosse

permanenza dellrsquoidentico non potrebbe nemmeno apparire la variazione del contenuto che

appare non potrebbe apparire alcun divenire Questa aporia egrave provocata dalla separazione che

isola lrsquoidentitagrave permanente dal contenuto che appare e che egrave il contesto dellrsquoidentitagrave Lrsquoaporia

ponendo la permanenza dellrsquoidentitagrave come risultato della separazione dellrsquoidentitagrave si

costituisce proprio in quanto lrsquoidentitagrave viene separata dagli insiemi che lrsquohanno in comune e nei

quali essa permane La separazione dellrsquoidentitagrave egrave il fondamento dellrsquoaffermazione che la

permanenza dellrsquoidentitagrave egrave separazione Nella testimonianza del destino della veritagrave dellrsquoessere

lrsquoidentitagrave che permane egrave invece ciograve che hanno in comune i diversi insiemi eterni che

sopraggiungono e si ritraggono dal cerchio dellrsquoapparire Eterni sono sia la identitagrave del diverso

sia la sopraggiungente e ritraentesi diversitagrave dellrsquoidentico Il non permanente egrave lrsquoeterno che

entra ed esce dal cerchio dellrsquoapparire o che continuando ad apparire ha raggiunto il

compimento del suo permanere

132

Il laquocrescereraquo egrave lrsquoapparire dellrsquoidentitagrave degli eterni diversi che si succedono nel cerchio

dellrsquoapparire egrave il ritrovarsi dellrsquoidentitagrave nel sopraggiungere dei diversi E quando la crescita ha raggiunto il suo compimento essa egrave divenuta un perfectum non nel senso che sia il prodotto

compiuto di un facere ma nel senso che lrsquoidentitagrave del diverso si egrave portata totalmente

compiutamente nel cerchio dellrsquoapparire si che in questo cerchio giunge ad apparire la totalitagrave compiuta del diverso di cui lrsquoidentitagrave egrave identitagrave e lrsquoapparire di questa totalitagrave egrave in questo senso il

perfectum214

Ciograve che diventa un passato non si trasforma e non egrave nemmeno necessario che qualcosa

di esso esca dallrsquoapparire Nel passato lrsquoente rimane tutto ciograve che esso nella sua destinazione

allrsquoapparire egrave riuscito a mostrare di seacute nel presente e non egrave nemmeno necessario affincheacute

lrsquoente passi che scompaia qualcosa di ciograve che esso egrave nel presente Col passare avviene di certo

una variazione nel contenuto del cerchio dellrsquoapparire ma questa variazione non riguarda

necessariamente ciograve che passa ndash giaccheacute appunto nel passato lrsquoente puograve continuare ad

apparire mostrando tutto ciograve che esso egrave nel presente ndash ciograve che egrave necessario appaia percheacute

appaia la variazione egrave il sopraggiungere di qualcosa

Nellrsquoapertura della veritagrave dellrsquoessere il divenire egrave il sopraggiungere dellrsquoeterno

lrsquoinoltrarsi dellrsquoeterna terra nel cerchio eterno dellrsquoapparire Per quanto atteso e previsto il

sopraggiungere della terra possiede sempre qualcosa di imprevisto qualcosa cioegrave che non egrave

visto in precedenza e che dunque entrando nel cerchio dellrsquoapparire esce dallrsquoombra del non

apparire Ma il sopraggiungere ndash cioegrave il divenire ndash appare come tale solo in quanto appare la

dimensione sopra la quale il sopraggiungente giunge e che nel sopraggiungere egrave sorpassata

ossia diviene un passato

Per concludere lrsquoestrema prevaricazione egrave il voler dimenticare di essere eterni nel Tutto

eterno voler dimenticare di essere lrsquoeterno apparire del destino della veritagrave nel quale si inoltra

la terra e voler appartenere alla terra isolata

214 Ivi cit pag 186

133

La prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire

allrsquoeternitagrave del Tutto e quindi dellrsquouomo Le cose della terra vanno e vengono muoiono e

nascono La volontagrave di appartenere alla terra isolata egrave la volontagrave di morire

La persuasione che la terra sia la regione con cui abbiamo sicuramente a che fare

scioglie non solo il legame che unisce ogni parte al Tutto ma scioglie anche il legame che

unisce lrsquoapparire della terra allrsquoapparire della veritagrave dellrsquoessere Ma questi legami sono

indissolubili e sciogliere lrsquoindissolubile egrave soltanto lrsquointenzione di scioglierlo ossia egrave il volere

lrsquoimpossibile

La convinzione che lrsquoaccadere delle cose sia contingente e che quindi le decisioni dei

mortali e degli degravei siano libere sorge allrsquointerno dellrsquoalienazione essenziale della veritagrave

Lrsquoisolamento della terra ossia lrsquoaccadimento del mortale egrave il fondamento di quella

convinzione Solo percheacute lrsquouomo egrave diventato un mortale puograve convincersi di essere libero

Il destino della veritagrave che non tramonta nemmeno con lrsquoaccadimento dellrsquoalienazione essenziale

della veritagrave dice che tutto ciograve che accade egrave destinato ad accadere ossia dice che la terra (che egrave la totalitagrave dellrsquoaccadimento) egrave destinata ad inoltrarsi nel cerchio dellrsquoapparire eterno

dellrsquointramontabile ed egrave destinata ad inoltrarvisi come laquodi fattoraquo vi si inoltra Il laquofattoraquo egrave il destino

cioegrave la necessitagrave (nella veritagrave del suo senso)215

La necessitagrave e il destino nella veritagrave del loro senso sono il cuore di ogni ente sono il

mantenersi da parte di ogni ente in accordo con ciograve che esso in veritagrave egrave

215 Ivi cit pag 443

134

PARTE TERZA

LA FEDE

Lrsquoimpossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione

lt Catturato dalla ragione malata il Verbo egrave inconciliabile con la ragione

Purificata Lrsquoinconciliabilitagrave non riguarda la ragione in quanto tale ma la forma

storica assunta dalla ragione occidentale gt216

216 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 42

135

CAPITOLO PRIMO

Filosofia e fede

136

I - Lo sguardo filosofico alla rivelazione

Nellrsquoantichitagrave i poeti presentano i loro canti come il risultato di un ammaestramento

divino la divinitagrave era posta allrsquoorigine della loro espressione il che significa che i poeti

esprimono un sapere che egrave a tutti gli effetti divino Era infatti convinzione comune che la

conoscenza fosse assolutamente impossibile senza lrsquointervento degli dei ed egrave in questa

prospettiva che Esiodo e Omero presentano i loro poemi NellrsquoVIII libro dellrsquoOdissea217

Odisseo tesse le lodi del cantore Demodoco laquocerto Apollo o la musa figlia di Zeus ti

istruironoraquo il cantore solo percheacute il sapere gli proviene da una fonte superiore puograve cantare

ciograve che capitograve agli Achei a Troia pur senza aver visto coi suoi occhi Anche lrsquoincipit della

Teogonia esiodea218

egrave sotto questo profilo particolarmente significativo laquosono le muse che un

giorno un bel canto insegnarono a Esiodoraquo Ma le muse di Esiodo e qui sta la cosa

interessante raccontano anche cose false cosiccheacute sta allrsquouomo capire gli ammaestramenti

divini evitando di riceverli passivamente non ogni forma di poesia percheacute ispirata dalle muse

egrave autenticamente vera Si affaccia cosigrave lrsquoidea che la conoscenza umana abbia una sua

indipendenza

Con lrsquoavvento della filosofia come egrave giagrave stato detto nella prima parte del presente

lavoro lrsquouomo cerca un sapere vero non smentibile un sapere che si imponga per la sua

incontrovertibilitagrave lrsquoepi-steacuteme ma la ricerca di una tale sapere fu possibile percheacute il pensiero

era convinto di giungere alla veritagrave in quanto la filosofia nel mondo antico era affermazione

immediata di certezza e veritagrave e quindi lrsquouomo era artefice di un pensiero vero

Il cristianesimo egrave invece la forma di pensiero filosofico che crede che la veritagrave sia

garantita solo se non egrave una produzione umana come per i Greci ma egrave rivelata da Dio

217 In URL wwwbibliolandiacomperioit Omero Odissea traduzione di N Delvinotti Consultato in

data 12042017

218 In URL wwwlariciit Esiodo Teogonia traduzione di E Romagnoli Consultato in data 12042017

137

E quando per difendersi dagli attacchi polemici e dalle persecuzioni noncheacute per

garantire la propria unitagrave contro sbandamenti ed errori il cristianesimo dovette venire in chiaro

dei propri presupposti teorici e organizzarsi in un sistema di dottrine esso si presentograve come

lrsquoespressione completa e definitiva della veritagrave che la filosofia greca cercava Una volta postosi

sul terreno della filosofia il cristianesimo tenne ad affermare la propria continuitagrave con la

filosofia greca ed a porsi come lrsquoultima e piugrave compiuta manifestazione di essa Giustificograve

questa continuitagrave con lrsquounitagrave della ragione che Dio ha creata identica in tutti gli uomini di tutti

i tempi e alla quale la rivelazione cristiana ha dato lrsquoultimo e piugrave sicuro fondamento e con ciograve

affermograve implicitamente lrsquounitagrave della filosofia e della religione Questa unitagrave egrave un presupposto

che guida e sorregge tutta la ricerca dei Padri della Chiesa nel loro contributo allrsquoelaborazione

dottrinale la cui opera egrave stata accettata dalla Chiesa stessa

La filosofia distingue il fatto storico dal keacuterygma o rivelazione Propriamente li

distingue in quanto il primo si fa portatore di un accadimento di una veritagrave storica ossia un

insieme di affermazioni intorno a eventi e a oggetti individuali a proposito delle quali si egrave

convinti che esprimano un contenuto che viene ad apparire il secondo invece porta con seacute

una veritagrave di fede ossia una veritagrave che esiste se viene laquocredutaraquo

Nellrsquoesempio del Cristianesimo la rivelazione egrave intesa come parola (Bibbia) e come

evento (Gesugrave Cristo) Compito della filosofia egrave di indagarne le condizioni di possibilitagrave

Il problema della rivelazione scaturisce dalla necessaria mondanizzazione ndash e dunque ndash

negazione ndash di Dio che si rivela Se il keacuterygma (lrsquoannuncio il messaggio) egrave parola di Dio

allrsquouomo egrave necessario presupporre unrsquoarea comune di intendimento Su tale necessitagrave insiste

anche quellrsquoorientamento teologico massimamente preoccupato di salvaguardare la distanza

lrsquoalteritagrave radicale tra Dio e lrsquouomo

138

Non sarebbe possibile lrsquoascolto della parola di Dio se non ci fosse insieme una

comunicazione tra Dio che parla e lrsquouomo che ascolta unrsquoanalogia un laquopunto drsquoinnestoraquo

come scrive Barth nella Dogmatica ecclesiastica219

Per la teologia cattolica tale laquopunto drsquoinnestoraquo egrave dato dalla dottrina ndash filosofica e

teologica insieme ndash dellrsquoanalogia entis Ma se il keacuterygma si fa storia allora la parola ndash e

lrsquoevento ndash non egrave Dio ma una sua testimonianza un segno allusivo indicativo di una ulterioritagrave

di significato che lrsquoevento in quanto storico non egrave in grado di offrire

Egrave stata proposta una soluzione per lrsquointerpretazione dellrsquoevento storico come evento

rivelato secondo una logica alternativa alla logica necessitante della non contraddizione la

logica della testimonianza220

In base ad essa lrsquoatto piugrave sensato piugrave umano egrave quello di credere

dinnanzi alle testimonianze bene autenticate pur non possedendo tale atto forza cogente Una

tale soluzione egrave in realtagrave lrsquoaccettazione di una possibilitagrave e non procede di un passo rispetto

alla possibilitagrave giagrave offerta dalla ragione stessa Non si tratta di logiche poicheacute il dar credito alla

testimonianza egrave giagrave essere nella fede La maggiore plausibilitagrave non si riferisce allrsquoeccedenza

semantica ma allrsquoevento come dato storico (plausibilitagrave storica) e la plausibilitagrave (o probabilitagrave)

egrave una variante interna al concetto stesso di possibilitagrave Egrave possibile anche lrsquoimprobabile

Egrave legittimo credere ed egrave legittimo non credere proprio percheacute il contenuto della fede egrave

per la ragione una laquopossibilitagraveraquo Ma il dar peso il ritenere per vero tale contenuto egrave opera della

volontagrave che cosigrave decide di determinarsi che decide cioegrave di oltrepassare pragmaticamente il

piano della possibilitagrave

219 J I Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio Cittagrave Nuova

Editrice Roma 2005 Rif pag 64

220 Cfr D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana Brescia 1991

139

II - Lrsquoargumentum

Nella Lettera agli Ebrei221

dellrsquoapostolo Paolo la fede egrave laquopragmaton eacutelenchos ou

blepomeacutenonraquo che traduciamo con argumentum non apparentium La fede egrave lrsquoargomento

laquoeacutelenchosraquo delle cose che non appaiono

La parola greca eacutelenchos significa laquoprovaraquo laquogiustificazioneraquo laquofondazioneraquo

laquoargomentoraquo Argumentum egrave legato ad argos laquosplendenteraquo egrave cioegrave il brillare dellrsquoargon la

luminositagrave di ciograve che argon Lrsquoargomento egrave il portare luce Lrsquo innegabilitagrave che splende nella

sophia egrave ciograve che si costituisce come argumentum dellrsquoepisteacuteme Lrsquo episteacuteme egrave il cuore

della tradizione filosofica il cuore originario della filosofia Ma Paolo afferma che la fede egrave

argumentum laquodelle cose non visibiliraquo (ou blepomeacutenon) argumentum non apparentium

Agostino dice che le ldquocose non visibilirdquo (i non apparentia) sono tutte quelle cose che absunt a

sensibus laquosono assenti dai sensiraquo222

Ma lo stesso Agostino e poi Tommaso precisano il senso di questa assenza i non

apperentia cioegrave gli invisibili i non manifesti non sono soltanto gli absentia a sensibus

animi cioegrave quelle realtagrave che sono semplicemente assenti dalla sensibilitagrave ma sono soprattutto

ciograve che sfugge alle capacitagrave del pensiero dellrsquouomo le cose che sono assenti dai sensi

dellrsquoanimo laquoabsentia a sensibus animiraquo e che dice Tommaso laquooltrepassano le capacitagrave

dellrsquointellettoraquo excedunt facultatem intellectus Questi sono gli invisibili gli enti che

laquoeccedonoraquo stanno al di lagrave delle possibilitagrave della ragione umana (ecco percheacute necessito di un

laquomedioraquo di un laquogaranteraquo per fondare la loro realtagrave)

221 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia San Paolo consultato in data 24032017 Per le parole in

latino mi attengo fedelmente alla loro utilizzazione e traduzione operate da Emanuele Severino in Pensiero sul

cristianesimo

222 In URL wwwbooksgoogleit Opera OmniaAugustinus De videndo Deum epistola CXLVII

Consultato in data 24032017

140

La fede egrave argumentum non apparentium Non apparentia sono gli invisibili gli assenti

ndash non visibili non solo nella dimensione della sensibilitagrave ma anche nella luce della sophigravea nella

luce della filosofia La fede conferisce ai non apparentia lrsquoargumentum Ossia la fede egrave ciograve per

cui i non visibili pur essendo tali sono accettati affermati creduti Il non visibile per

eccellenza egrave la divinitagrave di Gesugrave Che Gesugrave sia Dio non solo egrave assente dalla sensibilitagrave ma egrave

assente dalla sapientia huius saeculi223

Lrsquoargumentum che la fede conferisce ai non visibili egrave

dunque qualcosa di completamente diverso dalla luminositagrave dellrsquoeacutelenchos dellrsquoargumentum

che rende episteacuteme la sophia che rende stante il visibile Lrsquoargumentum di cui parla Paolo egrave

completamente diverso dal fondamento epistemico

Di fronte al non visibile la fede dice laquoEcco tu sei vero percheacute io ti voglio vero La mia

volontagrave che tu sia vero egrave il tuo argomentoraquo La mia volontagrave determina quellrsquoassenso al tuo

contenuto visibile che lrsquointelletto propriamente dagrave alla veritagrave al contenuto visibile Volendo

quellrsquoassenso voglio che tu sia vero

La fede tratta come visibile ciograve che invece egrave avvolto dallrsquooscuritagrave La parola

laquooscuritagraveraquo non egrave una metafora impropria lrsquooscuritagrave egrave la condizione che sottrae allo sguardo

dellrsquouomo i non visibili Lrsquooscuritagrave la notte fa sigrave che i non visibili (il contenuto del messaggio

evangelico) siano tali Lrsquoapostolo Paolo sa bene che lrsquoargomento della fede egrave diverso dallrsquo

argomento della veritagrave filosofica Nella prima Lettera ai Corinti224

(2 1) dice sono venuto non

in sublimitate sermonis laquonon ponendomi al culmine della ragioneraquo vengo collocandomi non

sullrsquoaltura della veritagrave e della filosofia ma in infirmitate et timore et tremore multo225

Questo venire in infirmitate et timore et tremore multo egrave proprio quellrsquo laquoesitareraquo che

Gesugrave esige che almeno una volta non ci sia affincheacute lrsquouomo sia salvo

223 In URL wwwlachiesait San Paolo Lettera ai Corinzi 126 Consultato in data 24032017

224 Ivi 2 1

225 Ivi 2 3

141

Gesugrave dice Se vuoi esser salvo non devi esitare almeno una volta Paolo invece dice

Vengo in infirmitate et timore et tremore multo cioegrave nellrsquo infermitagrave nel timore e nel tremore

da cui egrave afferrato lrsquouomo quando non si trova sullrsquoaltura luminosa della ragione (logos) e con i

quali e attraverso i quali gli si presenta il mondo e tutto ciograve in cui egli crede e quindi anche il

messaggio di Gesugrave Vengo esitando

La fede egrave lrsquoargomento dato ai non visibili Ma i non visibili stanno dinnanzi come

enunciati non ci puograve essere fede se non crsquoegrave lrsquoannuncio (laquoil messaggioraquo il keacuterygma) dei non

visibili Lrsquoapparire del keacuterigma egrave cioegrave la condizione dellrsquoesistenza della fede Il keacuterigma non egrave i

non visibili Il kegraverigma egrave il linguaggio che nomina i non visibili Esso egrave visibile egrave appunto

linguaggio egrave quel visibile che nomina i non visibili e dice Dio si egrave fatto carne Questa parola

appartiene ai visibili ma il contenuto della parola ndash ciograve a cui la parola si riferisce ndash egrave un non

visibile

La notte avvolge i non visibili i non apparentia La loro natura egrave opposta a quella dei

visibili che appaiono nellrsquoepisteacuteme

Epi-steacuteme egrave il contenuto che laquostaraquo e non si lascia smentire Il suo essere sapheacutes

visibile e luminoso egrave la condizione del suo stare Paolo sa bene che non di questo si tratta

quando il kegraverigma parla dei non visibili i non visibili sono sigrave annunciati dal kegraverigma ma sono

avvolti dallrsquooscuritagrave della notte cioegrave dalla condizione che li rende invisibili Stanno cioegrave ligrave

dinanzi nel linguaggio che li annuncia come ciograve che puograve essere smentito stanno ligrave dinnanzi

come equivalenti alla loro negazione A questa equivalenza non puograve rinunciare nemmeno la

teologia cristiana se questa equivalenza non ci fosse il contenuto del kegraverigma sarebbe una

veritagrave razionale il cristianesimo diventerebbe gnosi razionalizzazione del messaggio

sovrannaturale di Gesugrave e della Chiesa Cadrebbe la soprannaturalitagrave dellrsquoannuncio Lrsquo annuncio

in cui si ha fede dice Tommaso sta al di sotto della ldquoscienzardquo (cioegrave dellrsquoepistegraveme) e al di sopra

dellrsquoopinione226

226 Tommaso Summa Theologia Art 5 par 4

142

Dunque se la fede conferisce lrsquoargumentum al visibile annuncio degli invisibili se essa

vuole affermare ciograve che di per seacute egrave negabile dal punto di vista della sophia e dellrsquoepistegraveme e

che dunque sta nellrsquooscuritagrave della notte egrave allora necessario che affincheacute la fede esista appaia

la notte in cui si alza la voce dellrsquoannuncio egrave necessario che appaia la notte che rende

invisibili gli invisibili

Lrsquoapparire della loro oscuritagrave ndash che lrsquoargumentum della fede vuole luminosa come la

luce del giorno ndash egrave la condizione affincheacute la fede possa esistere Per volere che qualcosa

divenga e sia altro da ciograve che esso egrave esso deve apparire per quello che egrave per volere che gli

invisibili abbiano lrsquoassenso che spetta ai visibili egrave necessario che essi appaiono per quello che

sono cioegrave come invisibili come oscuritagrave e notte La fede conferisce un argumentum alle cose

non visibili annunciate dal kegraverigma e puograve farlo solo se esse appaiono come bisognose di tale

argumentum e cioegrave come non visibili e dunque smentibili controvertibili negabili

143

III - La certezza laquodubitanteraquo dellrsquoanimo

Ma se le cose annunciate in cui si ha fede devono stare ligrave dinnanzi manifeste nella loro

controvertibilitagrave affincheacute la fede possa conferir loro il proprio argumentum lrsquoapparire della

controvertibilitagrave del contenuto dellrsquoannuncio egrave il dubbio

Dubitare di qualcosa significa appunto aver dinnanzi la controvertibilitagrave del qualcosa la

sua incapacitagrave di stare di contro alla negazione Ma lrsquoapparire della controvertibilitagrave di ciograve che

egrave annunciato egrave il dubbio e il dubbio egrave il fondamento della fede la pura fede che Gesugrave esige la

fede che non esita almeno per un momento non puograve esistere percheacute essa egrave sempre ed

essenzialmente legata al dubbio ma con la volontagrave di isolarsi dal dubbio

Quando il credente dice laquoIo credoraquo egli rompe il nesso necessario tra la fede e il

dubbio che egrave il fondamento della fede cioegrave isola dal dubbio la volontagrave che il contenuto del

kegraverigma abbia un argomento Giaccheacute quando la veritagrave si lega alla fede accade che

nellrsquoapparire lo stesso contenuto sia oggetto di certezza e di dubbio appaia come affermato e

non affermato e che quindi lrsquoapparire sia contraddizione

La secolarizzazione e la profanazione della fede non costituiscono un tempo storico

successivo al tempo della purezza della fede ndash il tempo della Chiesa di pietra che avrebbe

distrutto la Chiesa dei santi La secolarizzazione e la profanazione della fede appartengo

allrsquoessenza della pura fede La fede pura in quanto tale nella sua autentica essenza egrave questa

profanazione appunto percheacute non crsquoegrave fede che non sia profanata dal dubbio

Il dubbio ldquoprofanardquo Nella parola profanum pro significa ldquoal di fuorirdquo e fanum egrave il corrispettivo

nella lingua latina di ciograve che i Greci chiamano il phainesthai (la luce dellrsquoapparire) In questo senso ldquoprofanordquo egrave ciograve che sta al di fuori della luce cioegrave del sapheacutes della luminositagrave dellrsquoepisteacuteme

Il dubbio profana la fede percheacute lrsquoargumentum lrsquoargon la luminositagrave che la fede adduce non egrave la

luce vera dellrsquoepisteacuteme ma egrave la volontagrave che le cose stiano in un certo modo la volontagrave che gli

invisibili della rivelazione siano227

227 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag87-88

144

Nel credente il linguaggio non ha parole che per lrsquoargumentum e non per il fondamento

ndash la pietra del dubbio ndash senza di cui la fede non si costituirebbe

La fede egrave consenso assenso dellrsquointelletto ma dellrsquointelletto in quanto comandato cioegrave

in quanto sottoposto alla spinta della volontagrave

Insieme ad Agostino Tommaso afferma che il credere non egrave possibile se non volendo

(credere non nisi volens)

Ciograve che ldquopropriamenterdquo determina lrsquoassenso dellrsquointelletto (e tale assenso egrave ldquoappropriatordquo quando

lrsquointelletto egrave intellezione della scientia) dice Tommaso non egrave la volontagrave ma lrsquoevidenza della veritagrave

(e tanto meno egrave la volontagrave a rendere evidente lrsquoevidente) E per Tommaso non egrave lrsquoldquoevidenzardquo della veritagrave a determinare lrsquoassenso in cui consiste la fede Sigrave la fede in Cristo laquoegrave piugrave certa di ogni

scienza e di ogni cognizioneraquo ( Tommaso De fide art1) ndash chi crede in Gesugrave ha cioegrave per

Tommaso una certezza superiore a quella che egrave presente nella piugrave alta delle scienze dellrsquouomo

(percheacute per Tommaso egrave lrsquoinfinita potenza della grazia di Dio a dare allrsquouomo la fede e a stabilirlo nella fede) ndash ma la certezza della fede cristiana non va confusa avverte Tommaso (ibid) con lrsquo

ldquoevidenzardquo delle veritagrave che determinano lrsquoassenso dellrsquointelletto e in questo senso laquosono la scienza

e lrsquointellezione evidente ad avere certezza non la federaquo (et sic fides non habet certitudinem sed scientia et intellectus)

228

La fede cristiana egrave una certezza dellrsquoanimo (certitudo quaedam animi) ldquolaquointorno alle

cose assentiraquo (laquoassentiraquo sono appunto le cose che non appaiono agli occhi della laquoragione

naturaleraquo mentre la laquoscienzaraquo egrave ciograve che la laquoragione naturaleraquo conosce primariamente) che

laquosta al di sopra dellrsquoopinione e al di sotto della scienzaraquo (dove la laquoscienzaraquo non egrave la scienza in

senso moderno cioegrave come sapere ipotetico ma come giagrave abbiamo rilevato egrave il sapere

incontrovertibile della filosofia ossia ciograve che i Greci chiamano episteacuteme)

Le veritagrave conoscibili naturalmente quindi filosoficamente costituiscono un

presupposto necessario per accogliere la rivelazione di Dio

228 Ivi cit pag 95

145

La fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora

lrsquointelletto puograve assentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto [] Secondo

[] per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E se ciograve viene fatto

col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione se invece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede [] Se si tiene una cosa per fede si deve affermare

lrsquoimpossibilitagrave che essa sia diversamente data la certezza della fede tuttavia una stessa cosa non

puograve essere sotto lo stesso aspetto oggetto di scienza e di fede poicheacute ciograve che egrave conosciuto per scienza egrave visto mentre ciograve che egrave creduto non egrave visto

229

Pur essendo al di sopra di ogni scienza quanto alla laquofermezzaraquo (firmitas) dellrsquoassenso

la certezza della fede cristiana egrave al di sotto della scienza percheacute non ha come contenuto il

contenuto evidente della scienza Infatti laquova detto che egrave al di sotto della scienza percheacute essa si

riferisce alle cose che non appaionoraquo (infra scientiam dicitur in quantum est non

apparentium)

Per Agostino e Tommaso laquole cose che non appaionoraquo e che primariamente consistono

nellrsquoessersi Dio incarnato in Gesugrave ndash sono quelle che o non sono laquodateraquo (manifeste presenti) o

non hanno lrsquoevidenza dei primi princigravepi conosciuti immediatamente dallrsquointelletto o non sono

veritagrave necessariamente connesse nella scienza allrsquoevidenza immediata dei primi princigravepi

Quelle cioegrave che non sono laquopresentiraquo neacute ai laquosensi del corporaquo (praesto corporis sensibus) neacute ai

laquosensi dellrsquoanimoraquo (praesto animi sensibus) Non stanno laquodinnanziraquo (praesto) non sono

presenti non prae-stant

(Il prae-sens ndash il laquopresenteraquo ndash egrave il prae-stans)

Ma proprio percheacute i contenuti della fede non sono manifesti cioegrave sono non apparentia

non stanno laquodinnanzi ai sensi del corpo e dellrsquoanimoraquo proprio per questo dice Tommaso nella

fede lrsquointelletto in quanto tale rimane laquoinquietoraquo (nondum est quietatus) non egrave laquosoddisfattoraquo

(satisfactum) egrave laquoindeterminatoraquo e puograve sentirsi attratto dalla tesi contraria a quella in cui il

credente crede

229 Tommaso Summa Theologia Art 4-5

146

Ora per Tommaso questa inquietudine e insoddisfazione egrave il dubbio

Questo significa che Tommaso stesso ndash e nellrsquoatto stesso in cui egli sta commentando

la definizione che lrsquoapostolo Paolo dagrave della fede ndash fornisce tutti gli elementi che conducono a

una conclusione straordinaria lrsquointelletto del credente egrave e rimane nel dubbio relativamente a

ciograve in cui il credente ha fede laquoInquietoraquo laquonon soddisfattoraquo laquoimprigionatoraquo (captivatus) dalla

volontagrave nellrsquoassenso ai contenuti invisibili della fede

questo egrave per Tommaso il significato del in captivitatem redigentes omnes intellectum laquofacendo

schiavo ogni intellettoraquo allrsquoobbedienza di Cristo di cui parla la seconda Lettera ai Corinti

lrsquointelletto del credente oscilla ldquofluttuardquo tra ciograve in cui il credente crede (Gesugrave egrave il Dio incarnato) e la negazione di ciograve in cui egli crede laquofluttua tra le due parti della contraddizioneraquo (la

contraddizione tra lrsquoaffermare e il negare che Gesugrave egrave Dio) e laquoquesta fluttuazione egrave lrsquoatteggiamento

che egrave proprio di chi dubitaraquo (et ista est dubitantis dispositivo ibid)230

Chi dubita egrave colui che esita Lrsquo intelletto del credente esita relativamente a ciograve in cui

egli crede Nella profonditagrave del suo animo ndash ossia in ciograve che la lingua greca chiama kardia

ldquocuorerdquo ndash il credente esita Non puograve non esitare Ma quando Gesugrave afferma che solo chi crede

saragrave salvo dice che salvo saragrave solo laquochi non esita nel proprio cuoreraquo qui non haesitaverit in

corde suo231

Solo chi non esita e cioegrave non dubita ha la fede che riesce a gettare le montagne nel

mare e che salva In questo modo sappiamo Gesugrave pretende lrsquoimpossibile percheacute il non

esitante non esiste non puograve esistere Lrsquo intelletto del credente infatti egrave essenzialmente il

dubbio il credente essenzialmente haesitat in corde suo esita nel proprio cuore e quindi non

egrave e non puograve essere ciograve che Gesugrave vorrebbe che fosse Se il credente che Gesugrave salva egrave il non

esitante il credente non esiste non puograve esistere Cristo non salva nessuno

230 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 97

231 Vangelo di Marco 1123

147

E una fede che sia solo laquodottrinaraquo e non quellrsquoevento perturbante che sconvolge la vita

non egrave la fede cristiana laquoSe ho tutta la fede che occorre per trasportare le montagne e poi non

posseggo lrsquoamore sono nullaraquo232

Ma sono nulla anche se ho tutto lrsquoamore ma non ho la fede ndash tanto che per lrsquoapostolo

lrsquoamore include la fede e la speranza (omnia credit omnia sperat) E tuttavia il credente non

ha non puograve avere la fede che muove le montagne appunto percheacute pur avendo una fede

laquofermissimaraquo la sua mente esita dubita di ciograve in cui egli crede

Il Perturbante piugrave profondo egrave il dubbio da cui la fede non puograve mai liberarsi Il

Perturbante piugrave profondo scuote la fede

232 Corinti I 132

148

CAPITOLO SECONDO

Una dama da compagnia per la ragione

149

I - laquoCredereraquo per capire e conoscere

Il pensiero cristiano si fa portatore della laquoveritagrave di federaquo Questa egrave una delle tesi

fondamentali di Tommaso drsquoAquino cioegrave una delle tesi fondamentali della Chiesa O per

meglio dire la tesi fondamentale percheacute nella teologia tomistica sta al fondamento di ogni

altra Si riferisce infatti alla totalitagrave del messaggio cristiano cioegrave allrsquoinsieme dei testi

dellrsquoAntico e del Nuovo Testamento

Nelle parole della Summa contra gentiles si dice laquoNon egrave lecito ritenere che essendo

cosigrave evidentemente confermato da Dio ciograve che viene affermato per fede sia falsoraquo233

Questo

messaggio egrave ciograve che il cristiano accetta per fede e non egrave lecito ritenere che esso sia falso (nec

id quod fide tenetur fas est credere esse falsum) Non egrave possibile ritenere che sia falso laquovisto

che egrave cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo (cum tam evidenter divinutus confirmatum sit)

laquoConfermato da Dioraquo significa laquorivelato da Dioraquo (ex revelatione divina) e quindi reso sicuro e

appunto laquoconfermatoraquo dal fatto che egrave Dio a rivelarlo Ma il testo precisa che il contenuto della

fede egrave confermato da Dio con piena evidenza laquocosigrave evidentemente confermato da Dioraquo tam

evidenter

Tommaso sta parlando dellrsquolaquoevidenzaraquo la quale egrave per lui la proprietagrave che compete ai

primi princigravepi innegabili della laquoragione naturaleraquo cioegrave della ragione che lrsquouomo possiede per

natura Ma con le proprie forze la laquoragione naturaleraquo non egrave capace di conoscere le veritagrave

soprannaturali

Nel commento al De Trinitate di Boezio234

egli ricorda che sebbene alla conoscenza di

alcune veritagrave divine possa giungere anche lrsquointelletto umano durante la vita presente con le sole

forze della ragione si da acquistare vera scienza tuttavia occorre la fede per cinque motivi

233 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles 17 Consultato in data 26032017

234 In URL wwwbooksgoogleit De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione C Pandolfi

Consultato in data 29032017

150

Per la profonditagrave e sottigliezza dellrsquooggetto per cui le realtagrave divine sono laquooccultateraquo al

nostro intelletto per la debolezza cui soggiace lrsquointelletto umano allrsquoinizio (raggiungendo la

perfezione solo alla fine) per la quantitagrave di precedenti che occorrono per arrivare alla

conoscenza di Dio mediante la ragione (egrave esigito un sapere pressocheacute universale) percheacute molti

data la loro costituzione fisica sono incapaci di raggiungere una perfetta conoscenza mediante

la ragione e ci riescono solo mediante la fede infine per le molte occupazioni degli uomini che

rendono impossibile acquistare di Dio la scienza necessaria mediante la ragione

La veritagrave di fede (veritas fidei) non egrave una veritagrave di ragione (veritas rationis) Quando il

testo di Tommaso afferma che il contenuto della fede laquocosigrave evidentemente confermato da

Dioraquo non puograve essere falso non intende dire che Dio confermando la fede la renda qualcosa di

laquoevidenteraquo Se Dio confermando il contenuto della fede lo rendesse qualcosa di laquoevidenteraquo lo

trasformerebbe in una veritagrave di ragione accessibile allrsquouomo Il contenuto della fede non

sarebbe piugrave soprannaturale e rivelato da Dio E invece Dio rivela ciograve che la ragione umana

naturale non egrave capace di conoscere e che dunque proprio percheacute soprannaturale non egrave

qualcosa di laquoevidenteraquo

Nel libro dei Proverbi235

si esclama che laquoEgrave gloria di Dio nascondere le cose egrave gloria

dei re investigarleraquo Il testo di Tommaso dicendo che il contenuto della fede non egrave falso

laquoessendo cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo intende dire questo contenuto non egrave falso

percheacute egrave evidente che egrave confermato da Dio ossia percheacute egrave evidente che egrave rivelato da Dio

Egrave evidente che lrsquoAntico e il Nuovo Testamento sono rivelati da Dio ed essendo cosigrave

evidentemente confermati da Dio non possono essere falsi

Questo significa che il fatto che Dio abbia rivelato il contenuto della fede cristiana egrave

una veritagrave evidente della ragione naturale

235 Proverbi 252

151

Certo tutto il contenuto della fede cristiana egrave una veritagrave soprannaturale ma che esso

sia rivelato e confermato da Dio egrave per Tommaso e per la Chiesa una veritagrave naturale cioegrave

possiede unrsquoevidenza che la ragione umana puograve cogliere con le proprie forze possiede

lrsquoevidenza dei primi princigravepi della ragione naturale

Lrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo egrave un principio evidente della

ragione naturale ma non ha nulla a che vedere con un principio laquologicoraquo o col principio di

non contraddizione che per Tommaso aristotelicamente sta alla radice di tutti i princigravepi logici

In un principio laquologicoraquo il predicato egrave infatti anche per Tommaso riferito necessariamente al

soggetto della proposizione in cui consiste il principio Ma per Tommaso e per la Chiesa Dio

soggetto dellrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo non egrave necessitato ma egrave

libero di rivelarsi agli uomini (predicato di quellrsquoaffermazione)

Nel commento al Vangelo di Giovanni Agostino dichiara

Al momento di rivelare una veritagrave cosigrave importante e profonda Cristo Signore si rese conto che non

tutti lrsquoavrebbero capita e perciograve nelle parole che seguono dagrave un consiglio Vuoi capire Credi [] se non hai capito credi Lrsquointelligenza egrave il frutto della fede Non cercare dunque di capire per

credere ma credi per capire percheacute se non crederete non capirete236

Lrsquoapostolo Paolo afferma che la fede puograve sorgere nellrsquouomo solo se si ascolta qualcuno

parlare di ciograve che in essa egrave contenuto fides ex auditu237

Chi si fa ascoltare per primo nel

Nuovo Testamento egrave Gesugrave Cristo il Verbo incarnato poi si fanno ascoltare coloro che

annunciano il messaggio di Cristo Che cosa si fa dunque sentire nellrsquoudito dellrsquouomo quando

gli viene incontro la vita di Gesugrave Qualcosa risponde lrsquoapostolo che va accolto laquonon come

parola di uomini ma come egrave in veritagrave come parola di Dioraquo238

236 In URL wwwaugustinusit Omelia 296 Consultato in data 03042017

237 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Romani 1017 Consultato in data 18042017

238 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Tessalonicesi 1213 Consultato in data 18042017

152

laquoIn veritagraveraquo ciograve che lrsquouomo sente egrave la parola di Dio egrave vero che egrave la parola di Dio Lrsquo

laquoesser veroraquo significa qui il laquomanifestarsiraquo il laquomostrarsiraquo La parola di Gesugrave ad un certo

momento si presenta mostrando di essere la parola di Dio Questo suo laquomostrare di essereraquo la

parola di Dio egrave il suo laquoessere veramenteraquo la parola di Dio

Ma ciograve che appare manifestamente e si manifesta da seacute egrave appunto qualcosa di evidente

Quando Tommaso afferma che egrave laquoevidenteraquo che il contenuto della fede sia rivelato da Dio

ripropone lrsquoaffermazione dellrsquoapostolo Paolo che laquoegrave veroraquo che la parola di Gesugrave che si fa

innanzi nellrsquoudito dellrsquouomo egrave la parola di Dio Questo non significa che quando Dio parla

tutti riconoscono che egrave Dio a parlare ma ci devono credere Paolo dice che la fede egrave ex auditu

proprio mentre sta ricordando quanto numerosi siano coloro che hanno udito la parola di Dio e

non le hanno creduto Paolo intende dire che chi non crede rifiuta lrsquoevidenza la veritagrave rifiuta

ciograve che si manifesta e si mostra

Rifiuta dunque nel linguaggio di Tommaso la ragione naturale giaccheacute questrsquoultima

non si fonda soltanto sullrsquoevidenza dei princigravepi laquologiciraquo e del laquoprincipio di non

contraddizioneraquo ma anche sullrsquolaquoevidenzaraquo di quella diversa forma di principio che consiste

nellrsquoapparire mostrarsi manifestarsi presentarsi delle cose (egrave la concezione di Aristotele la

laquoscienzaraquo lrsquoepistegraveme ossia il contenuto piugrave alto di ciograve che Tommaso chiama laquoragione

naturaleraquo egrave fondata da un lato sul principio di non contraddizione dallrsquoaltro sullrsquo aisthesis

che non significa semplicemente laquosensazioneraquo ma indica appunto la laquomanifestazioneraquo

laquolrsquoapparireraquo laquoil presentarsiraquo delle cose)

Lrsquoeccedenza semantica che la storia non egrave in grado di determinare egrave operata dalla fede

Altro allora lrsquoevento laquostoricoraquo e altro lrsquoevento in quanto laquocredutoraquo Altro cioegrave altrimenti

significante Altro egrave il Cristo storico altro il Cristo della fede Ma se egrave il Cristo della fede a

colmare lrsquoevento storico e lrsquoevento soteriologico lrsquoaspetto discriminante per la rivelazione egrave la

fede

153

Ma se la fede apologetica ha forza dimostrativa la fede puograve ancora dirsi

soprannaturale E se non ha tale forza puograve ancora dirsi ragionevole la fede

Ma tra i fedeli nel cristianesimo crsquoegrave anche chi salta a piegrave pari la preoccupazione

di affermare e confermare lrsquoesistenza della veritagrave storica di Cristo

Kierkegaard ad esempio scrive laquoesiste un fatto storico che mi insegna che per la mia salvezza

eterna io debba rivolgermi a Cristoraquo ma laquomi guarderograve bene dal prendere una via sbagliata e

drsquoingolfarmi nei cavilli delle ricerche scientifiche per sapere se si tratta di un fatto storicamente certissimoraquo laquoio scelgoraquo e laquoquesto si chiama rischiare e senza il rischio la fede egrave impossibileraquo

(Diario 1850 X A 406)239

Credo che da Cristo dipenda la mia salvezza eterna e credo che chi mi viene incontro

nella storia sia il Verbo di Dio fatto carne e cioegrave che sia la rivelazione di Dio Ma chi crede in

questo modo non puograve dire che sia laquocosigrave evidenteraquo (tam evidenter) che il contenuto del

messaggio cristiano sia la rivelazione di Dio Se il contenuto della fede fosse laquocosigrave

evidentemente confermato da Dioraquo non ci sarebbe piugrave il rischio della fede e ancor meno la

necessitagrave di garantire per la veritagrave rivelata

Una scelta Un laquofattoraquo egrave il laquoche crsquoegraveraquo Aristotele non usa la parola laquofattoraquo ma

lrsquoespressione laquoche crsquoegraveraquo (hoti eacutestin) per indicare uno stato di cose che egrave in un certo modo ma

potrebbe anche essere diversamente Fare laquoesperienzaraquo di Dio egrave fare esperienza di qualcosa che

egrave cosigrave ma potrebbe essere altrimenti Cioegrave nella misura in cui Dio egrave oggetto di esperienza Dio

egrave qualcosa che egrave cosigrave ma che potrebbe essere altrimenti Ma se il cristianesimo pensa che Dio egrave

lrsquounico a non poter essere altrimenti da come egrave (percheacute egrave la perfezione stessa) il cristianesimo

non puograve ridurre Dio a laquooggetto di esperienzaraquo Lrsquoesperienza se potesse potrebbe dire soltanto

laquoOra questo egrave Cristoraquo ndash lasciando aperta la possibilitagrave che prima esso non lo fosse e tra un

momento non lo sia piugrave

239 E Severino Pensiero sul cristianesimo cit pag 67

154

Ma il cristianesimo intende laquoCristoraquo la laquovita eternaraquo il laquoSalvatoreraquo non soltanto ora e

qui ma in ogni tempo e anche al di fuori del tempo e in ogni luogo e anche al di fuori di ogni

luogo e per ogni uomo e per ogni coscienza e dunque universalmente e necessariamente

Lrsquoesperienza mostra che una cosa egrave cosigrave ma non che egrave universale e necessario che sia cosigrave Il

contenuto dellrsquoesperienza egrave appunto un laquofattoraquo

Tutto questo non significa che il cristianesimo non abbia nulla a che fare con lrsquo

laquoavvenimentoraquo e con il laquofattoraquo significa che per rimanere in rapporto allrsquoeterno e non

allrsquoaccidentale il cristianesimo deve pensare che il laquofattoraquo lrsquo laquoavvenimentoraquo imprevedibile egrave

lrsquoincontro col non-fatto e col non-avvenimento e cioegrave non deve confondere il carattere

accidentale dellrsquoincontro con il carattere di ciograve che egrave incontrato

Per Lessing non si puograve fondare una salvezza eterna su di un fatto storico (cioegrave la vita di

Cristo) Se le veritagrave della rivelazione sono veritagrave storiche esse sono particolari e contingenti e

le veritagrave di questo tipo non possono neacute essere dimostrate neacute servire da premesse per una

dimostrazione razionale Kierkegaard non pretende di rovesciare questa tesi e fondare la

salvezza eterna su di un fatto storico ma decide di credere che il Gesugrave presente nel fatto storico

sia Dio cioegrave rischia e sa di rischiare Sa che dicendo laquoQuesto egrave Cristoraquo egli sta rischiando

sta trovandosi in rapporto al rischio ossia a ciograve che egrave precisamente lrsquoopposto del laquofattoraquo e

dellrsquoesperito

La storia ndash dice la fede ndash non ha assolutamente nulla a che fare con Gesugrave Cristo a suo riguardo

abbiamo soltanto la storia sacra (la quale egrave qualitativamente diversa dalla storia in generale) []

Cristo egrave il paradosso che la storia non potragrave mai digerire neacute riusciragrave mai a redigere in forma di sillogismo universale

240

240 S Kierkegaard Esercizio del Cristianesimo in Opere a cura di C Fabro Sansoni Firenze 1972

nuova edizione Piemme Casale Monferrato 1995 Cit pag706

155

Kierkegaard non identifica Cristo a un fatto storico e a unrsquoesperienza ma al contenuto

rischioso di una scelta Egrave un incredulo colui che riducendo Cristo a laquoun fattoraquo deve lasciare

aperta piugrave o meno consapevolmente la possibilitagrave che il laquofattoraquo possa essere sostituito o

smentito da altri fatti

La salvezza eterna non egrave fondata su un fatto storico ma sul rischio della fede Il sapere

storico resta dunque impotente di fronte alla realtagrave autentica di Cristo che egrave quella dellrsquouomo-

Dio Se non vi egrave la possibilitagrave dello scandalo nemmeno vi egrave la possibilitagrave di credere percheacute la

fede egrave esattamente fede in una realtagrave che per la ragione egrave scandalosa

La fede presuppone la rassegnazione [hellip] con essa io rinuncio a tutto egrave un movimento che io

compio da solo e se me ne astengo la colpa egrave della mia viltagrave della mia mollezza della mia mancanza di entusiasmo [hellip] la ricompensa che ne ho egrave me stesso nella coscienza della mia

eternitagrave in una felice armonia col mio amore per lrsquoessere eterno Mediante la fede io non rinunzio

a nulla anzi ricevo tutto nel senso in cui egrave scritto che chi avragrave fede quanto un grano di senape potragrave smuovere le montagne Ci vuole un coraggio proprio umano per rinunciare a tutta la

temporalitagrave in vista di guadagnare lrsquoeternitagrave [hellip] ma ci vuole lrsquoumile coraggio del paradosso per

afferrare allora tutta la temporalitagrave in virtugrave dellrsquoAssurdo e questo coraggio egrave quello della fede La fede egrave quel paradosso che nessun ragionamento puograve dominare percheacute laquola fede comincia lagrave

appunto dove la ragione finisceraquo241

In aiuto alla ragione che cerca lrsquointelligenza del mistero vengono i segni

presenti nella Rivelazione Essi servono a condurre piugrave a fondo la ricerca della veritagrave e a

permettere che la mente possa autonomamente indagare anche allrsquointerno del mistero

241 S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1997 Cit pag 40-42 46

156

Questi segni comunque se da una parte danno maggior forza alla ragione percheacute le consentono di ricercare allrsquointerno del mistero con i suoi propri mezzi di cui egrave giustamente gelosa dallrsquoaltra la

spingono a trascendere la loro realtagrave di segni per raccoglierne il significato ulteriore di cui sono

portatori In essi pertanto egrave giagrave presente una veritagrave nascosta a cui la mente egrave rinviata e da cui non puograve prescindere senza distruggere il segno stesso che le viene proposto [] come aveva ben detto

san Tommaso ldquotu non vedi non comprendi ma la fede ti conferma []oltre la naturardquo242

Aristotele diceva che le laquosostanzeraquo non sono laquosensibili per seacute stesseraquo ma

indirettamente (per accidens) cioegrave per il carattere sensibile delle loro proprietagrave

Lrsquointerpretazione aggiunge senso al senso che egrave dato Vuole che il senso non si

esaurisca nel senso che egrave dato E questa volontagrave egrave appunto la fede la fede per la quale io credo

in base a certi criteri (cioegrave non arbitrariamente a caso) che qualcosa sia di piugrave di quanto si

manifesta di quella cosa nellrsquoambito di ciograve che egrave dato appunto oltre la natura Quelle che noi

chiamiamo laquocoseraquo (anche quando non usiamo questa parola in senso restrittivo) sono

interpretazioni di cose cioegrave volontagrave che le cose abbiano un senso piuttosto che un altro cioegrave

sono fede

Il Concilio Vaticano II ribadisce che laquoa Dio che si rivela egrave dovuta lrsquoobbedienza della

federaquo e ancora Giovanni Paolo II ricorda che laquocon la fede lrsquouomo dona il suo assenso a tale

testimonianza divina Dagrave il suo assenso Quindi sceglie di credere di dare appunto il suo

assenso ad unrsquoeccedenza rispetto al senso dato

242 Papa G Paolo II Fides et Ratio versione integrale scaricata il 10122016 da URL

wwwW2vaticanit Cit pag 22

157

II - La sottomissione della ragione alla fede

Quando il cristianesimo afferma che la veritagrave egrave fondata su rivelazioni Divine contenute

nelle Sacre Scritture nasce il problema del rapporto tra fede e ragione e della loro armonia Il

problema egrave facilmente risolto dal punto di vista della fede essa laquoe percheacute procede

dallrsquoilluminazione e dallrsquoautoritagrave di Dio e percheacute ci comunica veritagrave che trascendono la

ragione rimane e va riconosciuta superiore alla ragioneraquo243

Il filosofo (la ragione)

deve procedere secondo le proprie regole e fondarsi sui propri principi la veritagrave tuttavia non puograve

essere che una sola La Rivelazione con i suoi contenuti non potragrave mai umiliare la ragione nelle sue scoperte e nella sua legittima autonomia per parte sua perograve la ragione non dovragrave mai perdere

la sua capacitagrave drsquointerrogarsi e di interrogare nella consapevolezza di non potersi ergere a valore

assoluto ed esclusivo La Rivelazione cristiana diventa il vero punto di aggancio e di confronto tra

il pensare filosofico e quello teologico nel loro reciproco rapportarsi Egrave auspicabile quindi che teologi e filosofi si lascino guidare dallrsquounica autoritagrave della veritagrave cosigrave che venga elaborata una

filosofia in consonanza con la parola di Dio244

Per il santrsquoAnselmo la prioritagrave della fede non egrave competitiva con la ragione Questa

infatti non egrave chiamata a esprimere un giudizio sui contenuti della fede ne sarebbe incapace

percheacute a ciograve non idonea Suo compito piuttosto egrave quello di saper trovare un senso di scoprire

ragioni che permettano a tutti di raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti di fede

Lrsquouomo ha bisogno di conoscenza ha bisogno di veritagrave percheacute senza di essa non si sostiene non

va avanti La fede senza veritagrave non salva non rende sicuri i nostri passi Resta una bella fiaba la proiezione dei nostri desideri di felicitagrave qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui

vogliamo illuderci Oppure si riduce a un bel sentimento che consola e riscalda ma resta soggetto

al mutarsi del nostro animo alla variabilitagrave dei tempi incapace di sorreggere un cammino costante nella vita

245

243 C Fabro Introduzione allrsquoateismo moderno nota pag 376 E Severino Essenza del nichilismo

244 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag116

245 In URL w2vaticanva Francesco Lumen Fidei capitolo secondo art 24 Consultato in data

20062017

158

Alla base dellrsquoatteggiamento della Chiesa si trova nuovamente il pensiero tomistico

non ci puograve essere contraddizione tra ragione e fede percheacute in entrambe egrave presente la veritagrave Il

contenuto della fede egrave veritagrave percheacute egrave rivelazione divina246

Lrsquoarmonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede egrave

confermata la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con lrsquoaiuto della ragione la

ragione al culmine della sua ricerca ammette come necessario ciograve che la fede presenta La

luce della ragione e quella della fede provengono entrambe da Dio perciograve non possono

contraddirsi La fede non teme la ragione ma la ricerca e in essa confida Come la grazia

suppone la natura e la porta a compimento cosigrave la fede suppone e perfeziona la ragione

Questrsquoultima illuminata dalla fede viene liberata dalle fragilitagrave e dai limiti derivanti dalla

disobbedienza e dal peccato e trova la forza necessaria per elevarsi alla conoscenza del mistero

di Dio La fede e la ragione sono le due ali con le quali lo spirito umano srsquoinnalza verso la

contemplazione della veritagrave

Tuttavia lrsquoaffermazione che il contenuto della fede cristiana egrave rivelazione divina e

quindi veritagrave egrave essa stessa un atto di fede Ciograve che essa afferma egrave una parte di quel contenuto

Egrave il credente in quanto tale a credere che ciograve in cui crede sia rivelazione divina Ed egrave dunque il

credente in quanto tale che deve qualificare come errore ogni pensiero che sia in contrasto con

il contenuto della fede chi egrave convinto della veritagrave della fede cristiana deve essere insieme

convinto che nulla potragrave mai distruggere questa veritagrave e che ogni tentativo in questo senso saragrave

sempre espressione di un fallimento dellrsquouomo Tutto ciograve significa che lrsquointera concezione

tomistica del rapporto fede ndash ragione egrave effettuata dal punto di vista delle fede

246 Tommaso Summa contra gentiles c 67 Somma Teologica q1

159

Ma allora tale punto di vista significa rinuncia della ragione nellrsquoatto stesso in cui si

intende riconoscerne lrsquoautonomia e lasciare la fede completamente indifesa di fronte al

costituirsi della ragione e al modo in cui la ragione concepisce il rapporto fede-ragione

Riguardo a ciograve ossia sullrsquoautonomia della ragione Giovanni Paolo II afferma che

a seguito di uno spirito razionalista proprio della modernitagrave [] culminato nel secolo scorso

toccando il suo ldquoapogeordquo con rappresentanti dellrsquoidealismo che hanno cercato di trasformare le fede e i suoi contenuti perfino la morte e risurrezione di Gesugrave Cristo in strutture dialettiche

razionalmente concepibili [] la filosofia egrave ridotta progressivamente da saggezza e sapere

universale a una delle tante province del sapere umano []La ragione privata dellrsquoapporto della Rivelazione ha percorso sentieri laterali che rischiano di farle perdere di vista la sua meta finale

La fede privata della ragione ha sottolineato il sentimento e lrsquoesperienza correndo il rischio di non

essere piugrave una proposta universale Egrave illusorio pensare che la fede dinnanzi a una ragione debole

abbia maggior incisivitagrave essa al contrario cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione

247

Leggiamo nei testi tomistici che mentre nella laquoscientiaraquo (e propriamente nel momento

originario della laquoscientiaraquo ove essa si costituisce aristotelicamente come posizione delle

protasi immediate) laquoex ipsis intelligibilibus statim veritas propositionum intelligibilium

infallibiliter apparetraquo invece nella fede lrsquoassenso non egrave determinato dallrsquoevidenza del

contenuto ma laquoex voluntateraquo248

247 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag69-7173-74

248 In URL wwwbooksgoogleit Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide

Art 1 Consultato in data 29032017

160

La fede che si fonda sulla testimonianza di Dio e si avvale dellrsquoaiuto soprannaturale della grazia egrave effettivamente di un ordine diverso da quello della conoscenza filosofica Le filosofie e le scienze

spaziano nellrsquoordine della ragione naturale mentre la fede illuminata e guidata dallo Spirito

riconosce nel messaggio della Salvezza la pienezza di grazia e veritagrave che Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera definitiva per mezzo di suo Figlio Gesugrave Cristo

249

E mentre la negazione della ragione naturale laquocui omnes assentire cogunturraquo egrave

impossibile la negazione del contenuto soprannaturale della fede non puograve invece manifestarsi

come impossibile (altrimenti tale contenuto non sarebbe soprannaturale ma sarebbe una veritagrave

necessaria della ragione naturale) ma come laquonon necessariaraquo

Esiste dunque una dimensione del divino che sfugge essenzialmente alla ragione

naturale Lrsquointera prospettiva tomistica del rapporto fede-ragione egrave espressa da questa

grandiosa sequenza poicheacute lrsquoIntelletto egrave il primo autore e motore dellrsquouniverso lrsquoultimo fine

dellrsquouniverso egrave la veritagrave e la divina Sapienza laquocarne indultaraquo attesta di essere venuta nel

mondo laquoad veritatis manifestationemraquo250

Cristo egrave la manifestazione dello scopo supremo dellrsquoIntelletto che produce e guida il

mondo

249 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag16

250 Tommaso Summa contra gentiles c 1

161

III - Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione

Ma come si debba intendere il rapporto tra ragione e fede quando si tenga ferma per

davvero lrsquoautonomia della ldquoragionerdquo viene con forza e potenza indicato da Kant

maggiormente nella Religione entro i limiti della sola ragione (1793) e nel Conflitto delle

facoltagrave (1798) che prende avvio dal conflitto tra le facoltagrave universitarie ma il cui tema di

fondo egrave appunto il rapporto tra ragione e fede

Kant dichiara rispondendo alla lettera inviatagli nel 1794 da Federico Guglielmo re di

Prussia nella quale si rimproverava al filosofo di aver laquotravisatoraquo e laquosvalutatoraquo la Sacra

Scrittura e la religione cristiana

la propria grande stima per la Bibbia ma aggiunge che il migliore e piugrave duraturo elogio che si possa fare della religione cristiana consiste nel rilevare lrsquoaccordo che quel Libro mostra tra la

religione cristiana e la ragione Infatti solo dalla ragione scaturiscono lrsquouniversalitagrave lrsquounitagrave la

necessitagrave delle dottrine della fede che costituiscono sempre la parte essenziale di una religione quella pratico-morale che consiste in ciograve che dobbiamo fare

251

La ragione egrave capace di dire allrsquouomo cosa egli deve fare E ciograve che la ragione dice egrave la

parte essenziale il cuore il centro di ogni fede e di ogni religione Lrsquoessenza del cristianesimo

non egrave la rivelazione divina lrsquoincontro con Cristo ma ciograve che vi egrave di universale e necessario

ossia ciograve che scaturisce soltanto dalla ragione Alla rivelazione divina possiamo credere in base

ad argomenti storici in base cioegrave allrsquoassicurazione che la Bibbia un documento storico dagrave di

seacute stessa di essere ispirata da Dio Ma proprio percheacute questi indirizzi sono storici cioegrave privi di

un valore assoluto la rivelazione egrave un contenuto in seacute contingente ed extraessenziale della fede

cristiana Esso crsquoegrave ma potrebbe non esserci ossia egrave contingente

251 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 127

162

La ragione con cui la fede deve confrontarsi egrave per Kant quella che dice che cosa

lrsquouomo debba fare la laquoragione praticaό o laquopratico-moraleraquo Ora la ragione non dice allrsquouomo

di far questo o quello ma gli impone di agire con la convinzione di fare ciograve che in ogni luogo

in ogni tempo e senza condizioni e da ogni essere razionale ndash e dunque laquouniversalmenteraquo e

laquonecessariamenteraquo ndash deve essere fatto

Chi possiede questa convinzione puograve certamente ingannarsi ma la forma originaria

della ragione consiste nella volontagrave di aver a che fare con i tratti essenziali della veritagrave cioegrave

lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave e quindi consiste nella volontagrave di essere guidati da essi anche

nellrsquoagire

Kant scorge nel cristianesimo la tendenza a sollevare al rango del contenuto essenziale

della religione gli aspetti laquoextraessenzialiraquo e laquocontingentiraquo della Bibbia ossia ciograve che il

cristianesimo considera rivelazione divina In questo modo il cristianesimo si trova costretto

ad avvallare dottrine che sono in conflitto con la coscienza morale in cui la ragione si esprime e

che costituisce lrsquoessenza dello stesso cristianesimo

Nel Conflitto della facoltagrave il filosofo afferma che il cristianesimo egrave lrsquoideale religioso (laquolrsquoidea della

religioneraquo) che laquodevrsquoessere fondato semplicemente sulla ragione ed essere pertanto religione

naturaleraquo qualcosa cioegrave che lrsquouomo puograve realizzare con le proprie forze [] senza aver bisogno dellrsquointervento di una grazia e di una rivelazione soprannaturale

252

Kant non esclude che possa esserci bisogno di una cooperazione esterna di Dio percheacute

lrsquouomo possa conformarsi alla legge morale che la ragione gli presenta indipendentemente da

ogni rivelazione ma considera una temerarietagrave la pretesa di vedere proprio nella vita di Gesugrave

nella sua incarnazione e in tutte le parti del suo insegnamento il modo in cui quella

cooperazione si egrave realizzata

252 Ivi cit pag 128

163

La laquofede ecclesiasticaraquo egrave appunto per Kant quel travisamento della religione autentica

che pretende di attribuire i caratteri della ragione ndash lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave ndash a quanto nelle

Scritture vi egrave di contingente di storico e di inessenziale e che pretende che la salvezza

dellrsquouomo sia riposta in una Chiesa

Il cattolicesimo egrave per Kant la forma maggiore della laquofede ecclesiasticaraquo dove la

laquocattolicitagraveraquo ossia lrsquolaquouniversalitagraveraquo egrave qualcosa di laquocontraddittorioraquo stante il carattere storico

della rivelazione che la fede ecclesiastica intende assumere come veritagrave assoluta

Quando il Dio biblico appare in conflitto con la legge morale della ragione la ragione

deve escludere che quel Dio sia il vero Dio

Alla tesi tomistica che la filosofia egrave lrsquolaquoancella della teologiaraquo (ossia del sapere fondato sulla fede)

Kant replica nel Conflitto che perograve lrsquoancella la laquoprecede col lume la sua gentile signoraraquo non laquola segue reggendo lo strascicoraquo

253

Quando crsquoegrave conflitto tra ragione e fede quel che vi egrave di inautentico e di degenerato non

egrave la ragione ma la fede

Kant esclude che la ragione possa accettare un ordine che le sia dato dallrsquoesterno ma

non si avvede che la ragione in quanto coscienza morale si trova nelle stesse condizioni della

fede ed egrave quindi essa stessa un ordine che essa si dagrave di tenere per vero qualcosa Sigrave che anche

la coscienza morale egrave fede in cui la volontagrave espressa dallrsquoordine esterno diventa volontagrave

interna al credente la volontagrave che ordina alla sua coscienza di ritenere per vero qualcosa che a

tale coscienza non si presenta come vero e che dunque appare come dubbio

La convinzione di essere laquoliberoraquo di assumere come vero ciograve di cui si egrave convinti che sia

vero proviene sia nella fede che nella coscienza morale dallrsquoisolamento che separa il

contenuto in cui si crede di credere dalla dubitabilitagrave che a tale contenuto compete

253 Ivi cit pag 130

164

Che il conflitto tra ragione e fede debba essere risolto come indica Kant tenendo ferma

la ragione e negando ciograve che della fede egrave in contrasto con la ragione egrave dunque unrsquoaffermazione

che non si riferisce alla ragione in quanto coscienza morale (come invece vorrebbe Kant) ma

alla ragione che non intende essere fede non intende essere la semplice convinzione che ciograve in

cui si crede sia vero il semplice ritenere per vero ciograve che non si sa se sia vero

Nellrsquoambito del pensiero dellrsquoOccidente la risposta che si deve dare al problema del

conflitto tra ragione e fede egrave certamente questa quando si presenta un conflitto tra la ragione

autentica e la fede cristiana la ragione deve liberarsi dalla fede vederla nel suo carattere di

semplice veicolo della ragione e come semplice laquofede ecclesiasticaraquo

165

CAPITOLO TERZO

Lrsquoinevitabile contrasto

166

I - La duplice posizione della Chiesa fideismo e gnosi

Alla domanda su cosa sia la veritagrave la Chiesa risponde fondandosi su una duplice

testimonianza la veritagrave egrave ciograve che egrave testimoniato dallrsquo episteacuteme greca e da Cristo come grazia

che porta al culmine la testimonianza umana Ma appunto qui il pensiero della Chiesa non esce

dallrsquoambiguitagrave Cristo egrave testimone della veritagrave solo per chi crede in lui Lrsquoarmonia tra

testimonianza naturale e testimonianza soprannaturale della veritagrave egrave cioegrave un atto di fede

(compiuto allrsquointerno di quel certo tipo di fede che intende riconoscere alla ragione umana la

capacitagrave di raggiungere una veritagrave definitiva assoluta ed autonoma e che nel contempo

pregiudica questo riconoscimento escludendo che la ragione in quanto tale possa trovarsi in

contrasto con la fede) ma nel pensiero teologico della Chiesa lrsquoarmonia tra ragione e fede non

egrave presentata come un atto di fede ed assume lrsquoaspetto di una veritagrave razionale assoluta

definitiva

Nellrsquoelenco delle preposizioni riguardanti la dottrina del prof Severino Mons Carlo

Colombo afferma che

Esaminando il pensiero filosofico del Prof Severino la Chiesa non pretende essere depositaria esclusiva della veritagrave naturale o veritagrave filosofica ma giudicando secondo il carisma ricevuto

dellrsquoesatto senso della veritagrave rivelata ha il diritto di dichiarare una posizione filosofica come

incompatibile con la Rivelazione (Cfr DS n 3020 e 3043)254

Se egrave (come egrave) un atto di fede lrsquoarmonia tra fede e ragione allora la Chiesa

laquodichiarando una posizione filosofica come incompatibile con la Rivelazioneraquo si limita a

indicare la pura differenza tra la rivelazione e quella posizione filosofica senza poter escludere

che la veritagrave si costituisca al di fuori dello spazio della fede e si costituisca come smentita del

contenuto della fede

254 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 133

167

Se lrsquoarmonia tra fede e ragione egrave essa stessa un contenuto della fede allora la Chiesa

deve lasciarsi giudicare dalla filosofia in quanto testimonianza della veritagrave dellrsquoessere e

riconoscere la possibilitagrave che con lrsquoavvento della testimonianza della veritagrave dellrsquoessere la

veritagrave si manifesti come la negazione piugrave essenziale della fede e ne denunci la non-veritagrave e

lrsquoalienazione

Ma se la Chiesa non intende lasciare al di fuori di seacute la veritagrave ndash se non intende restare

timore et tremore multo di fronte alla veritagrave se non accetta che la veritagrave dellrsquoessere la qualifichi

o possa qualificarla come non-veritagrave e alienazione ndash allora egrave inevitabilmente costretta a porre

lrsquoarmonia di fede e ragione come veritagrave di ragione veritagrave filosofica La laquoveritagrave filosoficaraquo o

laquonaturaleraquo dellrsquoaffermazione di tale armonia consentirebbe allora di porre come laquoerrore

filosoficoraquo ogni pensiero che risultasse in contrasto con la fede In questo caso sarebbe laquoveritagrave

filosoficaraquo che il contenuto della fede cristiana forma lrsquoorizzonte inoltrepassabile allrsquointerno

del quale la veritagrave filosofica deve costituirsi e svilupparsi sarebbe veritagrave di ragione che la fede

egrave la pietra di paragone della ragione dalla quale la ragione resta misurata

Ma dato che la Chiesa pretende laquogiudicare secondo il carisma ricevuto dellrsquoesatto

senso della veritagrave rivelataraquo egrave inevitabile che solo alla Chiesa sia consentito stabilire lrsquoesatto

senso della pietra di paragone alla quale la ragione deve commisurarsi e quindi solo la Chiesa

abbia la facoltagrave di stabilire ciograve che egrave laquoveritagrave filosoficaraquo e ciograve che non lo egrave

La Chiesa deve avere questa pretesa o rapportarsi timore et tremore alla veritagrave

dellrsquoessere Invece nel giudicare gli scritti del prof Severino Essa non intende laquotemereraquo la

veritagrave e insieme non pretende di essere depositaria esclusiva della veritagrave filosofica

La Chiesa vuole conciliare lrsquoinconciliabile Identifica surrettiziamente il punto di vista

della fede e quello della ragione Tuttavia negli stessi testi tomistici sono presenti elementi che

consentirebbero di stabilire come dal punto di vista della ragione lrsquoarmonia di fede e ragione

rimanga un problema

168

Tommaso distingue il laquodubitareraquo e lrsquolaquoopinareraquo dal laquocredereraquo ma riconoscendo un

fattore comune a queste diverse laquodispositionesraquo255

Il fattore comune egrave che rispetto alle due

laquoparti della contraddizioneraquo (ossia rispetto a due proposizioni che stanno tra di loro in rapporto

di contraddizione) lrsquointelletto laquonon est terminatus ad unumraquo ossia nessuna delle due parti si

impone per la sua evidenza sullrsquoaltra Nella fede lrsquointelletto dagrave il suo assenso a una delle due

parti della contraddizione in quanto egrave mosso dalla volontagrave ma per quanto fermo sia lrsquoassenso

prestato dallrsquointelletto ai contenuti della fede laquoquamvis fermissime eis assentiatraquo tuttavia

lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo resta laquoinsoddisfattoraquo (laquonon est

satisfactumraquo) laquoirrequietoraquo (laquoeius motus nondum est quietatusraquo) e si mantiene in un

atteggiamento di laquoricercaraquo relativamente ai contenuti cui pur presta il suo assenso

Lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo si mantiene in atteggiamento

problematico rispetto ai contenuti della fede La problematicitagrave egrave appunto la sua

laquoirrequietezzaraquo Ma lrsquointelletto in quanto tale egrave la laquoragione naturaleraquo Essa misurando i propri

confini vede la problematicitagrave di ciograve che la trascende Se ci si rende conto che lrsquoaffermazione

della veritagrave soprannaturale della fede cristiana egrave essa stessa un contenuto di questa fede e se

quindi ci si rende conto che lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia tra fede e ragione egrave un atto di fede se

si giunge a questa consapevolezza allora egrave lo stesso pensiero a porre la problematicitagrave di tale

armonia E se lrsquointelletto in quanto laquoragione naturaleraquo egrave laquoinquietusraquo proprio lagrave dove il credente

egrave laquoquietatusraquo lrsquointelletto vede allora la possibilitagrave che le cose stiano altrimenti da come sono

credute nella fede cristiana cioegrave vede la possibilitagrave che il cristianesimo sia oltre che veritagrave

anche errore Ciograve vuol dire che nella logica oggettiva del tomismo la laquoragione naturaleraquo

riconosce la possibilitagrave della discordanza tra ragione e fede

255 D Thomae Questio de Fide Art 1

169

Ma il tomismo e la Chiesa non giungono a questo riconoscimento percheacute non giungono

a rendersi conto che lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo egrave un atto di

fede e cioegrave percheacute trattano in modo diverso due dimensioni che tuttavia appartengono

entrambe al contenuto della fede cristiana Lrsquouna egrave lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale

del contenuto di questa fede lrsquoaltra egrave questo contenuto assunto come non includente

quellrsquoaffermazione

Accade cosigrave che nella dottrina della Chiesa un atto di fede (lrsquoaffermazione della veritagrave

soprannaturale del cristianesimo) venga a svolgere di fatto la funzione di una veritagrave di

ragione E tuttavia il tomismo e la Chiesa hanno anche evitato di porre esplicitamente come

veritagrave di ragione lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo Porla

esplicitamente come veritagrave di ragione significherebbe accettare e arrendersi esplicitamente a

quella gnosi contro cui la Chiesa ha sempre combattuto

Lrsquoatteggiamento esplicito della Chiesa risulta quindi da una doppia incoerenza si lascia

che di fatto funzioni come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che in realtagrave egrave soltanto un atto di fede si evita

di qualificare come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che di fatto si lascia funzionare come laquoveritagrave

naturaleraquo In questo modo la dottrina della Chiesa egrave insieme laquofideismoraquo e laquognosiraquo Quel

fideismo ossia la volontagrave di credere contro la ragione che la tradizione cattolica continua a

rigettare

Credo quia absurdum (credo percheacute egrave assurdo) non egrave formula che interpreti la fede cattolica [hellip]

Dio infatti non egrave assurdo semmai egrave mistero Il mistero a sua volta non egrave irrazionale ma

sovrabbondanza di senso di significato di veritagravegtgt256

La Chiesa vuole che giudicando la filosofia la fede non solo non abbia a laquocoartareraquo

lrsquoautonomia del pensiero filosofico ma laquone illumini il cammino verso la veritagraveraquo

256 In URL wwww2vaticanva Benedetto XVI Udienza generale del 21 novembre 2012 LrsquoAnno della

fede La ragionevolezza della fede in Dio Consultato in data 04042017

170

La laquolibertagrave di ricercaraquo e la laquovera autonomia della scienzaraquo esprimono la laquoragione

naturaleraquo tomistica lrsquoesclusione che la fede abbia a laquocoartare la libertagrave di ricerca e la vera

autonomia della scienzaraquo esprime lrsquoaffermazione tomistica dellrsquoarmonia di ragione e fede

sullrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione la fede traccia il senso ultimo dellrsquoessere al

quale la ragione non deve voltare le spalle In questo modo la grazia (la fede) non conserva la

natura (la ragione) ma la nega

Le distinzioni tra fede umana e fede divina rivelata tra ordine naturale e ordine

soprannaturale sono in realtagrave operate allrsquointerno della fede cristiana percheacute egrave il credente ad

avere fede che la propria fede in quanto rivelata differisca da ogni laquofede umanaraquo ed egrave ancora

il credente ad aver fede nellrsquoesistenza di un ordine soprannaturale costituito dalle

determinazioni della fede cristiana

La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la

sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane

per quanto profonda unrsquointenzione unrsquointenzione smentita in realtagrave dal principio ndash che sta al

centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i

contenuti della fede cristiana non appartiene alla ragione autentica ma ne egrave una

degenerazione Il principio che la Chiesa eredita dal pensiero di Tommaso La ragione

autentica cioegrave la ragione in quanto conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la

veritagrave indubitabile della fede laquocosigrave evidentemente confermata da Dioraquo Quando si produce un

conflitto tra un asserto della ragione e un asserto della fede questrsquoultimo non puograve essere

modificato e resta fermo ed egrave lrsquoaltro a dover riconoscere di non essere veramente un asserto

della ragione e di esserlo solo apparentemente

171

Riguardo allrsquoobiezione a proposito del contrasto tra fede e ragione che laquola ragione naturale che afferma Dio certamente non sa se Dio si rivela ma sa certissimamente che se egli si rileva tutto

ciograve che dice egrave vero e quindi che la possibilitagrave del contrasto dipende da una insufficiente

formulazione della veritagrave propria della ragione attuale che egrave ragione umana ldquofinitardquoraquo (Leonardo Messinese Essere e divenire nel pensiero di Emanuele Severino Cittagrave Nuova 1985 pp 40-41) Ma

ormai egrave chiaro che questa non egrave la posizione di Tommaso per il quale la ragione naturale non solo

sa certissimamente che se Dio si rivela quello che dice egrave vero ma sa anche (tam evidenter) che Dio si rivela

257

Dire come egrave giusto dire che la ragione naturale non sa se Dio si riveli significa che

essa non sa se il messaggio di Gesugrave sia il rivelarsi di Dio Ammettendo ma non concedendo

che la possibilitagrave del contrasto tra fede e ragione dipenda da una insufficiente formulazione

della veritagrave propria della ragione attuale finita ne viene che di fronte a un contrasto tra il

messaggio di Gesugrave e la ragione naturale questrsquoultima non sapendo e non potendo dire che

quel messaggio egrave vero in quanto rivelazione di Dio non puograve nemmeno squalificare se stessa

come laquoinsufficiente formulazione della veritagraveraquo deve squalificare quel messaggio ponendolo

come errore

La fede cristiana dice Non ci puograve essere contrasto tra me e la ragione naturale La

ragione naturale dice Se Dio si rivela non ci puograve essere contrasto tra me e questa rivelazione

ma io non so se e dove laquoDioraquo si riveli e quindi lagrave dove crsquoegrave contrasto tra me e una certa

affermazione che dichiari di essere la voce di laquoDioraquo questa affermazione qualunque essa sia e

comunque sia data egrave errore

Il concetto di laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo applicato alla struttura

originaria della veritagrave ndash in quanto struttura che giagrave da sempre si mostra al di fuori

dellrsquoalienazione della veritagrave ndash non ha veritagrave Se la veritagrave originaria potesse essere negata

smentita in quanto laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo non ci sarebbe piugrave veritagrave (e

nemmeno la laquoragione naturaleraquo puograve accettare di essere qualcosa che possa essere smentito)

257 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 154

172

La veritagrave infatti non egrave laquoformulazioneraquo non si riduce a linguaggio ndash a proposito del

quale soltanto ha senso parlare di laquoinsufficiente formulazioneraquo Egrave un errore considerare

dallrsquoesterno la veritagrave e il messaggio cristiano come se fossero due linguaggi che si

confrontano Egrave allrsquointerno dello sguardo della veritagrave che ogni linguaggio deve rendere conto di

seacute alla veritagrave

Se il contrasto tra laquoveritagrave filosoficaraquo e laquoveritagrave di federaquo costringesse a dire che la veritagrave

filosofica egrave laquoinsufficientemente formulataraquo questo significherebbe che la veritagrave originaria puograve

diventare errore Ma la veritagrave egrave appunto ciograve che non puograve diventare errore Essa egrave il contenuto

significante a cui il linguaggio si riferisce

Se esistesse una laquorivelazione di Dioraquo in un linguaggio storico questo linguaggio

dovrebbe essere agli occhi della veritagrave un problema autentico Non solo sarebbe problema ciograve

che questo linguaggio dice ma anche che esso dica quello che lrsquointerpretazione storica gli fa

dire Ma poicheacute il significato stesso dei linguaggi storici egrave problematico ndash poicheacute egrave

problematico che essi dicano quello che si crede che dicano ndash laquoDioraquo non puograve laquorivelarsiraquo in un

linguaggio storico ndash non puograve uscire dal problema e portarsi allo scoperto ndash ma puograve soltanto

nascondersi in esso Si deve nascondere nella problematicitagrave dellrsquointerpretazione laquoDioraquo

potrebbe entrare nel mondo solo come ciograve di cui non si potrebbe mai sapere che egrave laquoDioraquo Esso

non puograve costituirsi come punto di riferimento al quale la veritagrave debba adeguarsi Non egrave laquopuntoraquo

proprio percheacute lo egrave ndash laquopuntoraquo ndash solo allrsquointerno della interpretazione che lo rende laquopuntoraquo E

che il rivelarsi di Dio debba essere il suo nascondersi egrave qualcosa che vale non soltanto per la

veritagrave autentica ma anche per quella forma di veritagrave alienata che egrave la laquoragione naturaleraquo

La veritagrave autentica dice che laquoDioraquo la veritagrave infinita si rivela nel finito solo nella

struttura originaria della veritagrave che da sempre si apre al di fuori dellrsquoalienazione della veritagrave

173

Se laquosi rivelaraquo anche altrove nelle forme storiche del linguaggio il suo laquorivelarsiraquo deve

essere un nascondersi uno sfuggire in modo da non poter mai esser preso tenuto fermo

guardato in faccia e visto come veritagrave Un contrasto tra la veritagrave attuale e questo laquosvelarsi-

nascondersiraquo di Dio non puograve dunque apparire nello sguardo della veritagrave appunto percheacute

affincheacute ci sia un contrasto i punti fermi devono essere due

174

II - Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa

La Costituzione Dei Verbum dopo aver ricordato che la parola di Dio egrave presente sia nei

testi sacri che nella Tradizione afferma laquoLa Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura

costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesaraquo258

Alla fede posta come rivelazione divina corrisponde lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa La

Chiesa egrave infallibile percheacute conserva la laquoParola di Dioraquo e conservarla significa capirla cogliere

il significato autentico dei testi sacri In quanto la Chiesa stabilisce il senso autentico del

contenuto della fede e in quanto non puograve esserci contrasto tra ragione e fede la Chiesa egrave il

luogo esclusivo in cui resta stabilito il senso autentico della ragione

Ma anche lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa egrave un contenuto della fede di cui la Chiesa si ritiene

depositaria La Chiesa non dice laquoIo ho fede di essere infallibile ndash e quindi ammetto la

possibilitagrave che la veritagrave sia negazione della mia fede e della mia infallibilitagraveraquo Non dicendolo

la Chiesa egrave costretta a lasciare che il dogma dellrsquoinfallibilitagrave funzioni di fatto come una veritagrave

naturale non dicendolo la Chiesa si presenta di fatto come lrsquounica definitiva e suprema

filosofia al cui interno resta stabilito il rapporto tra fede e ragione come la gnosi piugrave

insuperabile in cui va completamente perduto il carattere laquosoprannaturaleraquo della rivelazione

Ponendosi di fatto come super-filosofia al cui interno egrave stabilito il rapporto fede-

ragione la Chiesa evita per altro di riconoscere esplicitamente questo carattere e da un lato

intende tener fermo il valore soprannaturale della rivelazione dallrsquoaltro lato non intende porsi

timore e tremore dinanzi alla veritagrave Ma senza questo timore e tremore la Chiesa egrave gnosi Essa

pur volendo sulla base del tomismo distinguere la fede dalla ragione in realtagrave si pone laquoal di lagrave

e al di sopraraquo di questa distinzione proprio nellrsquoatto in cui lascia di fatto sussistere come veritagrave

di ragione lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione e lrsquoaffermazione della propria

infallibilitagrave

258 In URL wwwmaranathait Concilio Vaticano II nn10 consultato in data 5042017

175

Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa garantisce che una formulazione dogmatica anche se

espressa con concetti e linguaggio metafisico egrave conforme alla veritagrave rivelata originaria e perciograve

vera come questa

La dottrina cattolica esige certamente i concetti di essere infinito di creazione ex nihilo non sono unrsquolaquoalienazione del senso dellrsquoessere ma lrsquoespressione vera del Verbo rivelato [] La Rivelazione

non puograve esprimere nessuna veritagrave (cioegrave nessuna manifestazione esatta della realtagrave) se non

attribuendo un valore reale ai concetti usati quindi la Rivelazione include necessariamente una laquoontologiaraquo fondamentale (non una metafisica sistematica) Qualunque ulteriore espressione

metafisica di questo dato laquoontologicoraquo deve essere coerente con il suo contenuto259

Egrave chiaro che lrsquoontologia fondamentale necessariamente inclusa nella rivelazione

costituisce quel contenuto essenziale del pensiero filosofico rispetto al quale non rimane piugrave

che il compito inessenziale ed estrinseco di dargli una forma sistematica Lrsquoontologia

fondamentale della Chiesa che egrave anche lrsquoontologia fondamentale dellrsquoOccidente egrave persuasa

che lrsquoessere non egrave lrsquoessere dellrsquoente ma egrave lrsquoessere come essenzialmente separato dallrsquo ente sigrave

che lrsquoente in quanto tale puograve non essere puograve cioegrave essere niente e dal niente esce e nel niente

ritorna per opera del dio creatore o della tecnica umana

Per la Chiesa lrsquoeternitagrave dellrsquoente in quanto ente rende impossibile la storia della

salvezza Il senso nichilistico del divenire domina il modo in cui la Chiesa intende il

laquodiventareraquo peccatore da parte dellrsquouomo il laquodiventareraquo carne da parte del Verbo e il divenire

in cui si fa innanzi ogni evento della laquostoria della salvezzaraquo Con lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave

dellrsquoente in quanto tale viene nullificato lrsquoevento storico

259 Lettera inviata al prof Severino da Mons C Colombo in data 13-9-1968 in Il mio scontro con la

Chiesa pag4647

176

Percheacute non sia nullificato si vuole un lsquoprimarsquo (in principio) in cui la carne del Verbo

sia stata niente e solo il Verbo sia Per non nullificare lrsquoIncarnazione la Chiesa nullifica la

carne Per non nullificare la laquostoria della salvezzaraquo nullifica la salvezza

La veritagrave dellrsquoessere non laquonullificaraquo lrsquoevento storico ma rileva che la comprensione

nichilistica di esso pensa la nientitagrave dellrsquoente ossia pensa ciograve che non egrave Al di fuori del

nichilismo la storia egrave il processo del Tutto immutabile Solo lrsquoimmutabile puograve di-venire cioegrave

venire fuori dal nascondimento

Tutte le cose e tutti gli eventi sono eternamente scolpiti Allrsquointerno dellrsquointramontabile

apparire della veritagrave dellrsquoessere sorgono e tramontano come le immutabili costellazioni del

cielo Condizione necessaria percheacute laquola storia della salvezzaraquo abbia la possibilitagrave di diventare

un problema egrave che essa sia intesa come questa successione dellrsquoapparire questa condizione non

nullifica lrsquoevento storico in quanto tale ma lo restituisce al suo autentico significato

Affincheacute la laquostoria della salvezzaraquo divenga un problema il laquoVerboraquo deve essere allora

innanzitutto pensato come eternamente laquopresso Dioraquo ed eternamente laquopresso la carneraquo e il suo

diventar carne deve innanzitutto significare che il Verbo che egrave eternamente presso la carne egrave

entrato nellrsquoapparire Solo a questo punto dinnanzi alla veritagrave dellrsquoessere puograve aprirsi la

domanda se la parola di Gesugrave riascoltata al di fuori del laquomondoraquo sia il Verbo che parla in

veritagrave della nascosta luminositagrave del Tutto

Allrsquointerno del laquomondoraquo cioegrave il luogo ove si scontrano le contrapposte volontagrave di

potenza il cristianesimo soprattutto nella forma che esso assume nella Chiesa cattolica egrave

ancora una delle forze piugrave potenti determina ancora il comportamento di grandi masse e

possiede un apparato concettuale altamente idoneo a operare questa determinazione

La laquoveraraquo critica laica della fede cristiana non puograve essere altro oggi che

lrsquoemarginazione pratica della Chiesa dalla vita sociale e la laquoveraraquo vittoria di quella fede sulla

irreligiositagrave e sul laicismo non puograve essere altro che il successo pratico-politico delle masse che

ancora posseggono quella fede

177

La potenza sociale della Chiesa non egrave in contraddizione con la pura fede interiore

giaccheacute anche la pura fede cristiana come ogni fede egrave una prevaricazione della volontagrave di

potenza La pura fede egrave prevaricazione proprio percheacute credendo in qualcosa rifiuta qualcosa

drsquoaltro che ha lo stesso diritto ad essere creduto e cioegrave a divenire prevaricante

178

III - Lrsquoauspicata armonia tra fede e ragione

La Chiesa cattolica ha sempre respinto ogni forma di fideismo tenendo ferma lrsquounione

la convergenza e lrsquoarmonia di fede e ragione Eppure questa armonia egrave la maschera di una lotta

mortale tra due contrapposte volontagrave di potenza una lotta dunque che si conclude con la

morte di uno dei due contendenti ndash la ragione ndash ma in cui sopravvive ciograve che egrave in comune a

entrambi la violenza prevaricante della volontagrave di potenza ossia lrsquoessenza dominatrice

dellrsquoOccidente

La filosofia non egrave piugrave un pericolo oggettivo per il cristianesimo e ogni critica rivolta

allrsquoessenza o alle configurazioni storiche del cristianesimo possiede lo stesso valore di ciograve che

essa intende negare La ragione che oggi la Chiesa si preoccupa di far concordare con la fede egrave

soprattutto la ragione scientifica che egrave a sua volta una fede

Lrsquounico pericolo e lrsquounica critica egrave che lrsquouomo riesca a produrre in terra il lsquoregno di

Diorsquo cioegrave un regno che liberi definitivamente lrsquouomo dalla nostalgia a dal desiderio di ogni

altro regno Nessuna fede nemmeno la fede cristiana potrebbe costituire unrsquoalternativa a un

regno capace di soddisfare i bisogni di ogni fede Ma accanto alla fede cristiana e ad ogni

umanesimo che in relazione a questa previsione le sia solidale crsquoegrave la fede nel dominio umano

del tutto e quindi nella capacitagrave di soddisfare i bisogni di ogni fede allrsquointerno di questo

dominio La fede nel dominio illimitato dellrsquouomo egrave la conseguenza rigorosa del rsquomondorsquo in

cui si muove anche la storia della fede cristiana

Il progetto della dominazione scientifica del tutto segna la fine del cristianesimo e

dellrsquointera cultura tradizionale ma nella situazione attuale dove le singole lsquoconquiste della

scienzarsquo lasciano ancora sullo sfondo quel progetto viene a costituirsi una sorta di

agevolazione specifica del compito della Chiesa nel mondo

179

La fine del sogno della lsquoveritagrave definitivarsquo pone innanzitutto sullo stesso piano ogni

proposta culturale ogni posizione culturale egrave una fede giaccheacute per quanto complesso possa

essere lrsquoordine concettuale in cui una cultura si definisce tale ordine non egrave la veritagrave che

manifesta la non veritagrave di ogni alternativa possibile Tommaso drsquoAquino interpretando S

Paolo poteva ancora dire che la fede ndash al contrario di quanto accade nella laquoscientiaraquo ndash conduce

in captivitatem omnem intellectum cioegrave lo rende prigioniero di un contenuto che non egrave

evidente e quindi gli egrave laquoestraneoraquo (alienus) e lrsquointelletto egrave pertanto laquoinquietoraquo (nondum est

quietatus) Lo stesso Paolo rispetto a quella laquoscientiaraquo poteva sentirsi ndash non tanto

soggettivamente quanto piuttosto in relazione al contenuto oggettivo di essa ndash in infirmitate et

timore et tremore multo Ma oggi ogni cultura conduce in captivitatem la coscienza e la fede

cristiana non ha piugrave alcun motivo di timore e tremore per una laquoscienzaraquo che a sua volta si

riconosce come fede

La laquosicurezzaraquo del sapere scientifico egrave per definizione relativa la scienza ha deciso da

tempo e metodicamente di lasciar da parte ogni tentativo di scoprire una conoscenza

assolutamente incontrovertibile della realtagrave e riconosce che i propri principi e metodi sono

ipotesi Esse consentono il dominio piugrave efficace delle cose ma in quanto ipotesi sono esposte

alla possibilitagrave della piugrave radicale smentita Il senso comune osserva che la tristezza ci assale

quando siamo felici Abbiamo paura di perdere la felicitagrave La scienza puograve produrre una felicitagrave

di cui forse non riusciamo ancora a sospettare lrsquoampiezza e lrsquointensitagrave Ma crsquoegrave unrsquounica cosa

che la scienza non puograve produrre la sicurezza della felicitagrave la sicurezza che non puograve essere data

dalla laquosicurezzaraquo di ogni possibile metodologia scientifica e nemmeno da una qualsiasi fede

religiosa Anche la scienza egrave in quanto scienza una fede E per chi ha raggiunto la felicitagrave non

puograve bastare la fede di non perderla

180

Anche per il cristianesimo la fede egrave una virtugrave di questo mondo che non puograve appartenere

al paradiso Ma non puograve bastare nemmeno vedere il dio facie ad faciem percheacute puograve sempre

sorgere il dubbio che ciograve che vediamo non sia la faccia di dio Percheacute il paradiso non sia un

inferno ndash cioegrave lrsquoangoscia dellrsquoimminente vanificazione della felicitagrave ndash deve mostrarsi la veritagrave

del paradiso la veritagrave che in nessun senso sia unrsquoipotesi

Per riassumere quindi tale argomentazione possiamo affermare che il contenuto della

fede egrave il Verbo e il Verbo storicamente egrave linguaggio Ogni linguaggio egrave comprensione del

senso dellrsquoessere ma non ogni linguaggio esprime tale comprensione Ossia non ogni

linguaggio storico egrave lrsquoesplicitazione del senso ontologico in cui pur si muove Nella storia

dellrsquouomo lrsquounico linguaggio ontologicamente esplicito egrave quello della filosofia greca e della

cultura che da essa discende Il linguaggio del Verbo egrave di questa natura non egrave lrsquoesplicitazione

di unrsquoontologia come non lo egrave la Rivelazione In questo senso egrave impossibile lrsquoaccertamento di

ogni contrasto o solidarietagrave tra unrsquoontologia (ossia un linguaggio che esplicita il senso

dellrsquoessere) e la Rivelazione proprio percheacute questrsquoultima non egrave una forma di ontologia Egrave

invece possibile un contrasto tra la veritagrave dellrsquoessere e una interpretazione ontologica della

Rivelazione quale egrave stata costruita dal pensiero occidentale egrave possibile la solidarietagrave tra la

ragione purificata (la ragione che parla la veritagrave dellrsquoessere) e la Rivelazione

Per la ragione purificata il Verbo egrave quindi unrsquoautentica possibilitagrave laquoarmoniaraquo e

laquoincontroraquo di ragione e fede

181

Sin dal suo inizio la filosofia intende raggiungere la forma piugrave radicale di sapere la

veritagrave assolutamente innegabile Ma questo immane tentativo della filosofia egrave destinato a

fallire La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico propostosi di difendere la veritagrave

dellrsquoessere ma risultandone la piugrave chiara negazione

Lrsquoessere egrave eterno ogni prova e ogni negazione dellrsquoessere immutabile vivono allrsquointerno

dellrsquoalienazione dellrsquoOccidente lrsquoalienazione metafisica che identifica lrsquoessere al niente

proprio in quanto si mette alla ricerca di un essere immutabile ed eterno I legami indissolubili

che legano ogni essere al proprio essere al proprio apparire e alle determinazioni che lo

accompagnano non possono essere spezzati Lrsquouomo ha da sempre e per sempre dinanzi la

veritagrave dellrsquoessere intramontabile

Lrsquoisolamento della terra dal destino egrave la fede che le cose siano il diventare altro da ciograve

che esse sono e che questo loro diventare sia la fondamentale e lrsquounica terra sicura con cui

lrsquouomo ha a che fare

Se la creazione viene interpretata in termini di essere e non essere - se cioegrave viene

interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere allora il concetto di creazione egrave

lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere

Nella terra isolata dal destino della veritagrave appare la storia dei mortali la storia della

prevaricazione di una volontagrave che rimane nello sguardo del destino soltanto un tentativo

prevaricante La tecnica egrave diventata oggi la piugrave potente delle forze metafisiche Lo stesso senso

comune non egrave piugrave dominato dalla religione o dalla politica ma dal modo di pensare e di agire

della metafisica ma che ormai ha raggiunto una capacitagrave di trasformazione della terra che non

si limita a guidare i processi naturali di produzione e distruzione ma li sostituisce con processi

artificiali

182

La fede proprio in quanto fede ossia volontagrave che le cose abbiano il senso deciso egrave

isolamento del laquocredutoraquo dal dubbio che lo avvolge Essa non potragrave mai porsi come una veritagrave

di ragione se non negando la propria essenza il kerygma Essere lrsquoargumentum la voce data ai

non visibili ai non manifesti egrave possibile solo se compare lrsquooscuritagrave che rende invisibili i

visibili La fede egrave volontagrave di potenza non solo percheacute egrave una prevaricazione sulle altre fedi che

intende sospingerle nel niente ma percheacute egrave la stessa volontagrave di impadronirsi della terra

sottraendola al destino e usandola come riparo dal niente che lrsquoattraversa

La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la

sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane

unrsquointenzione smentita dal principio ndash che sta al centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale

ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i contenuti della fede cristiana non appartiene alla

ragione autentica ma ne egrave una degenerazione La ragione autentica cioegrave la ragione in quanto

conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la veritagrave indubitabile della fede cosigrave

laquoevidentemente confermata da Dioraquo

Percheacute il cristianesimo abbia la possibilitagrave di diventare la Parola di Dio e preparare

lrsquoaccadimento della salvezza egrave necessario che tramontino il suo essere fede e la sua

appartenenza al mondo

183

INDICE

Prefazione pag 4

INTRODUZIONE

I La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica pag 9

II La ricerca giovanile di Emanuele Severino pag12

III Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa pag15

PARTE PRIMA ndash LrsquoETERNO

CAPITOLO I ndash LrsquoESSERE IMMUTABILE

I Dare prova di Dio pag 22

II La realtagrave di Dio e lrsquoideale della ragione pag 26

III La logica esposizione di Dio e la sua morte pag 34

CAPITOLO II ndash ALLE ORIGINI DEL PENSIERO E DEL NICHILISMO

DELLrsquoOCCIDENTE

I La metafisica come sapere incontrovertibile pag 44

II Il sentiero della Notte pag 53

III Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire pag 62

CAPITOLO III ndash PER UNA COMPRENSIONE DELLrsquoESSERE

I La struttura originaria dellrsquoessere pag 68

II Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere pag 72

III LrsquoEterno pag 76

NOTA

Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del Verbo pag 80

PARTE SECONDA ndash IL DIVENIRE

CAPITOLO I ndash IL DIVENIRE NELLrsquoALIENAZIONE DELLrsquoOCCIDENTE

I La creazione dal nulla pag 88

II Divenire esser altro pag 94

III La volontagrave pag 97

184

CAPITOLO II ndash LrsquoAZIONE CHE CATTURA E DOMINA LrsquoENTE

I Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire pag 101

II Il dominio che guida il divenire pag 106

III La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio pag 110

CAPITOLO III ndash LrsquoALIENAZIONE NELL O SGUARDO DEL DESTINO

I Ciograve che il mortale crede pag 115

II La necessitagrave dellrsquoaccadere come risolvimento del problema della libertagrave pag 121

III laquoCrescereraquo come divenire pag 131

TERZA PARTE ndash LA FEDE

CAPITOLO I ndash FILOSOFIA E FEDE

I Lo sguardo filosofico alla rivelazione pag 136

II Lrsquoargumentum pag 139

III La laquocertezzaraquo dubitante dellrsquoanimo pag 143

CAPITOLO II ndash UNA DAMA DA COMPAGNIA PER LA RAGIONE

I laquoCredereraquo per capire e conoscere pag 149

II La sottomissione della ragione alla fede pag 157

III Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione pag 161

CAPITOLO III ndash LrsquoINEVITABILE CONTRASTO

I La duplice posizionedella Chiesa fideismo e gnosi pag166

II Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa pag 174

III Lrsquoauspicata armonia tra ragione e fede pag 178

INDICE pag 183

BIBLIOGRAFIA pag 185

185

BIBLIOGRAFIA

OPERE DI EMANUELE SEVERINO

Cosa arcana e stupenda LrsquoOccidente e Leopardi RCS Libri Milano 2006

DallrsquoIslam a Prometeo RCS Libri Milano 2003

Destino della necessitagrave Adelphi Milano 1980

Essenza del nichilismo Adelphi Milano 1995

I presocratici e la nascita della filosofia collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo

Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il quotidiano La Repubblica

I principi del divenire La Scuola editrice Brescia 1959

Il mio scontro con la Chiesa RCS libri spa Milano 2001

Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e destino Rizzoli Milano 2008

Il principio di non contraddizione La Scuola editrice Brescia 1959

Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013

Introduzione alla Struttura originaria Seconda edizione Adelphi 1981

Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010

La filosofia moderna RCS Libri Milano 1984

La struttura originaria La Scuola editrice Brescia 1958

Oltrepassare Adelphi Milano 2007

Pensieri sul cristianesimo RCS Libri Milano 1995

Tautόtēs Adelphi Milano 1995

TESTI CLASSICI

Anselmo drsquoAosta Opere filosofiche Laterza ndash Bari 1969

Aristotele Della interpretazione RCS Libri spa Milano 2000

Aristotele Fisica Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L Ruggiu Rusconi Libri

Milano 1995

Aristotele Metafisica Bompiani ndash Giunti Editore Firenze 2004

G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985

Platone Repubblica Feltrinelli Milano1995

TESTI SPECIALISTICI

D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana

Brescia 1991

G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire Una disputa Morcelliana 2017

N Cusano Capire Severino Mimesis Milano- Udine 2011

C Fabro Dallrsquoessere allrsquoesistente Morcelliana Brescia 1965 id Introduzione a S

Kierkegaard Esercizio del cristianesimo Roma Stadium 1971

C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente Osservazione sul pensiero di Emanuele Severino

186

Quadrivium Genova 1981 Seconda edizione 2015

U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente EST il Saggiatore Milano

1996

GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll

Zanichelli Bologna 1974

M Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N

Curcio Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009

I Kant Critica della ragione pura I edizione gli Adelphi Milano 1995

I Kant Lavori preparatori de La religione entro i limiti della semplice ragione Lavori presenti

in Scritti di filosofia della religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989

pag 87-124

S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1991

F Nietzsche Schopenhauer come educatore in Opere di Friedrich Nietzsche tr it M

Montinari Vol III Adelphi Milano 1982

L Messinese Il paradiso delle veritagrave Edizioni ETS Pisa 2010

JI Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio

Cittagrave Nuova Editrice Roma 2005

Papa Francesco Laudato sigrave Enciclica Edizioni San Paolo 2015

B Russel Religion and Science Oxford University Press 1935 tr it di P Vittorelli

prefazione di G Giorello Scienza e religione TEA Milano 2014

A Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di

G Brianese La Nuova Italia 1998

B Spinoza Etica U Bollate Boringhieri 1992

S Zucal Cristo nella filosofia contemporanea I Da Kant a Nietzsche Edizioni San Paolo

2000

AN Whitehead Science and Philosophy tr It di S Federici Scienza e filosofia

Castelvecchi Roma I edizione aprile 2014

SITI WEB CONSULTATI

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A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino ndash Parte 4 ndash Capitoli 0405 in data 13022017

SantrsquoAgostino Commento al vangelo di San Giovanni Omelia 29-10 in data 03042017

laquowwwbibliolandiacomperioitraquo

Omero Odissea traduzione di N Delvinotti in data 12042017

laquowwwbooksgoogleitraquo

Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide Art 1 in data

21032017

De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione di C Pandolfi in data

29032017

SantrsquoAgostino De videndo Deum epistola CXLVII in data 24032017

laquowwwcorpusthomisticumitraquo

S Tommaso drsquo Aquino Summa contra gentiles in data 26032017

187

laquowwwdocumentacatholicaomniaitraquo

S Tommaso drsquoAquino Somma Teologica Nuova Edizione a cura di P Tito S

Centi e P Angelo Z Belloni 2009

Versione scaricata integralmente in data 12122016

laquowwwgliscrittiitdchiesabibbiaraquo

Lettera ai Corinzi in data 24032017

Lettera ai Romani in data 24032017

Lettera ai Tessalonicesi in data 24032017

laquowwwlariciitraquo

Esiodo Teogonia traduzione E Romagnoli in data 12042017

laquowwwlasantasedeitraquo

Catechismo della Chiesa Cattolica ndash Compendio in data 19012017

laquowwwmaranathaitraquo

Concilio vaticano II Costituzione dei verbum in data 05042017 e 14052017

laquowwwoldUnicaitraquo

L Bertoli La rivolta alla Cattolica diede il via al rsquo68 in data 15032017

laquowwwsantiebeatiitraquo

Informazioni biografiche su Padre Agostino Gemelli in data 02072017

laquowwwtreccaniitraquo

Informazioni biografiche su Padre Emilio Chiocchetti a cura di C Coen e Francesco

Olgiati a cura di L Pozzi in data 02072017

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Benedetto XVI Udienza generale ldquoChe cosa egrave la federdquo 24 ottobre 2012 in data 04042017

Benedetto XVI Udienza generale ldquoLa ragionevolezza della fede in Diordquo 21 novembre 2012

in data 04042017

G Paolo II Enciclica ldquoFides et Ratiordquo 1998 Versione scaricata integralmente in

data 10122016

Papa Francesco Enciclica ldquoLumen fideirdquo 2013 in data 20062017

Page 2: Corso di Laurea In filosofia Tesi di Laurea

2

A PROPOSITO DELLrsquoETERNO

DEL DIVENIRE E DELLA FEDE

3

LrsquoOccidente non ha saputo accogliere

il Sacro In questo mancato incontro

incomincia lrsquoesperimento metafisico

dellrsquoOccidente

Emanuele Severino

-Essenza del nichilismo-

4

Prefazione

Nel volume di Emanuele Severino Il mio scontro con la Chiesa1 si trova la

documentazione epistolare delle vicende che dal 1961 al 1970 hanno condotto la Chiesa

Cattolica a dichiarare ufficialmente lrsquoopposizione tra il suo pensiero filosofico e il

Cristianesimo2 Inizialmente la Chiesa si espresse attraverso la Sacra Congregatio pro

Institutione Catholica3 (Sacra Congregazione per lrsquoeducazione cattolica che con lrsquoex

SantrsquoUffizio egrave una delle massime istituzioni dellrsquoorganizzazione teologico-educativa della

Chiesa) e in un secondo momento attraverso la Sacra Congregazione per la Dottrina della

Fede (lrsquoex SantrsquoUffizio)

Il cambiamento di sede per la discussione dellrsquointero problema fu la risposta positiva

alla richiesta dello stesso Severino preoccupato che la questione del rapporto tra il suo

pensiero e il Cristianesimo e dunque i motivi del dissenso non venissero confusi con altri

problemi e motivi come quelli politici che stavano alla base della contestazione partita proprio

in quegli anni dallrsquoUniversitagrave Cattolica4

1 Rizzoli Milano 2001

2 Emanuele Severino nato a Brescia il 26 febbraio 1929 fu docente presso lrsquoUniversitagrave Cattolica di Milano dallrsquoanno accademico 1954-1955 fino al 1970 prima come professore incaricato e poi come ordinario

3 Agli inizi del 1968 la Sacra Congregatio pro Institutione Catholica invitava monsignor Colombo a

prendere contatti con il prof Severino nel tentativo di condurlo a un chiarimento del suo pensiero che non

risultasse piugrave in contrasto con la dottrina della Chiesa Poicheacute il chiarimento richiesto aveva condotto a un esito

opposto il professor Lazzati rettore dellrsquoUniversitagrave Cattolica chiese a monsignor Colombo di sollecitare una

presa di posizione della Sacra Congregatio pro Institutione Catholica che rispose invitando Lazzati a prendere i

provvedimenti del caso e cioegrave immediatamente la sospensione dallrsquoincarico di Storia della filosofia

contemporanea che Severino teneva oltre al corso che svolgeva in qualitagrave di prof ordinario e in prospettiva la

revisione dellrsquointera sua posizione accademica presso lrsquoUniversitagrave Cattolica ossia il suo allontanamento da

questrsquoultima E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 14

4 Il sessantotto in Italia ebbe la sua scintilla iniziale allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave del Sacro Cuore di Milano a causa della decisione dellrsquoAteneo di aumentare le rette universitarie il 15 novembre 1967 gli studenti diedero

vita alla prima occupazione dellrsquoUniversitagrave La notte stessa il rettore Ezio Franceschini fece sgombrare

centocinquanta occupanti dalla polizia Dopo tre giorni 30000 studenti sfilarono per Milano fino

allrsquoarcivescovado e la protesta si diffuse in tutte le principali universitagrave del paese Il 21 marzo 1968 la Cattolica

venne nuovamente occupata e dopo essere stata sgomberata venne chiusa a tempo indeterminato Leader iniziale

della rivolta fu Mario Capanna studente di filosofia dellrsquoUniversitagrave Cattolica L Bertoli La rivolta alla Cattolica

diede il via al rsquo68 in URL oldUnicait consultato in data 15032017

5

Il 16 dicembre 1969 il cardinal Franjo Seper prefetto dellrsquoex SantrsquoUffizio spedigrave al

professor Severino i tre laquoVotiraquo dei periti incaricati dalla Sacra Congregazione di esaminare il

suo discorso filosofico (prof padre Cornelio Fabro prof padre GBLotz5 prof don E

Nicoletti6)

Padre Cornelio Fabro7 al termine del proprio Voto intitolato Sulla posizione filosofica

di E Severino conclude affermando

Prout verba sonante t eius philosophia exigit bencheacute il Severino non si dichiari espressamente

mai neacute ateo neacute anticristiano egli critica alla radice la concezione della trascendenza di Dio ed i

capisaldi del Cristianesimo come forse finora nessun ateismo ed eresia hanno mai fatto8

Durante gli anni di insegnamento alla Cattolica gli scritti maggiori pubblicati da

Severino furono La struttura originaria9 e Studi di filosofia della prassi

10

Anche se La struttura originaria conteneva il fondamento che poi si sarebbe sviluppato

negli scritti successivi la sua pubblicazione non incontrograve grandi difficoltagrave Maggiori furono

quelle incontrate con Studi di filosofia della prassi La seconda parte dellrsquoopera dal titolo

Implicazioni pragmatiche della veritagrave riguardava il problema della fede e quindi anche la fede

cristiana vista giagrave qui come contraddizione

5 Il laquoVotoraquo del prof padre GB Lotz SJ non aveva alcun carattere filosofico ma solo lrsquointento di stabilire

in modo sommario ed estrinseco la compatibilitagrave tra il discorso filosofico severiniano e la dottrina tradizionale

della Chiesa

6 Il laquoVotoraquo del prof don E Nicoletti aveva la forma della ldquodifesardquo rispetto ai primi due che assumevano la

forma dellrsquoldquoaccusardquo In seguito egli si portograve estremamente vicino al contenuto degli scritti di Severino e lasciograve la

veste talare

7 Padre Cornelio Fabro nato a Flumignano il 24 agosto 1911 presbitero teologo e filosofo membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesugrave Cristo ex definitore del SantrsquoUffizio fu professore

allrsquoUniversitagrave degli studi di Perugia e uno degli esponenti piugrave importanti del tomismo del Novecento Il suo

apporto piugrave profondo alla metafisica classica sulle orme di San Tommaso drsquoAquino egrave la distinzione tra essentia e

actus essendi

8 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag86

9 La Scuola editrice Brescia 1958 nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1980

10 Vita e pensiero Universitagrave cattolica 1962 seconda edizione Adelphi 1984

6

La fede egrave una delle modalitagrave dellrsquoessere in contraddizione e cioegrave nellrsquoerrore Ossia egrave il

trovarsi nella non-veritagrave egrave lrsquoassumere come veritagrave ciograve che non si presenta come veritagrave Al

tempo degli Studi perograve la fede (come ogni fede) egrave contraddizione e tuttavia agli occhi della

struttura originaria della veritagrave tale fede si presentava ancora come un problema Questo in

base al teorema che la fede in un asserto egrave sempre autocontraddizione tuttavia lrsquoasserto che egrave

contenuto della fede non egrave sempre autocontraddizione ma puograve essere qualcosa che non nega

neacute implica lrsquooriginario Quindi fino a Studi di filosofia della prassi crsquoegrave la persuasione che il

contenuto della fede cristiana (fides qua creditur) sia un insieme di asserti di questo tipo In

seguito a partire da Ritornare a Parmenide Poscritto11

sarebbe venuto in chiaro che la fede

cristiana egrave contraddizione non solo come fides qua creditur ma anche come fides quae

creditur ossia per il contenuto in cui si crede

11 lt La struttura originaria opera alla quale Severino si riporta di continuo come allrsquoesposizione basilare

del suo parmenidismo [] notevole per la sua mole e la ferrea struttura formale sembra non abbia destato

preoccupazione alcuna di ortodossia neacute allrsquouniversitagrave Cattolica di Milano neacute altrove La Redazione della Riv di

filosofia noescolmostra il suo dissenso ndash in forma piuttosto blanda mi sembra ndash solo allrsquoapparire di Ritornare a

Parmenide del 1964 la nota della redazione ammette anzi che lrsquolaquoarticoloraquo si riconnette ad una tradizione che ha i

suoi rappresentanti anche nella scolastica Con la tesi infatti che nellrsquoessere di ogni cosa per quanto diveniente e

caduca si manifesta immediatamente la presenza dellrsquoEssere divino Emanuele Severino continua ci sembra una

tradizione che ha esempi classici come per citarne uno il capitolo terzo dellrsquoItinerarium di San Bonaventura gt C

Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino prima edizione Quadrivium

Genova 1981 seconda edizione Opere Complete 2015 ndash Editrice del Verbo Incarnato (RM) pag70

I numeri successivi di laquoRivista di filosofia neoscolasticaraquo conterranno unrsquoampia discussione del saggio da parte di molti esponenti della cultura filosofica cattolica Nel numero V del 1965 venne pubblicato il Poscritto di Ritornare

a Parmenide che apparve con la seguente Nota lt Sebbene la risposta di Emanuele Severino accentui le

divergenze del suo pensiero dalla concezione filosofica alla quale si ispira questa Rivista pubblichiamo

ugualmente questo articolo persuasi che il dibattito di idee giovi alla conoscenza della veritagrave La fede nella veritagrave e

la fiducia che la possibilitagrave di esprimere liberamente il proprio pensiero aiuti a scoprirla egrave il vincolo fraterno che

oltre ogni pur radicale dissenso resta fra lrsquoAutore di questo articolo e gli altri redattori gt E Severino Il mio

scontro con la Chiesa cit pag 13

7

Unitamente alla lettera inviata al professor Severino il 2 luglio 1968 monsignor Carlo

Colombo presidente dellrsquoIstituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo Ente fondatore

dellrsquoUniversitagrave Cattolica e vescovo titolare di Vittoriana inviograve lrsquoallegato datato 21 marzo

1968 della Sacra Congregatio pro Istitutione Catholica firmato da Gabriel-Maria Card

Garrone e Giuseppe Schroffer segr

In tale lettera si auspicava ad una schietta e leale chiarificazione con il Professore a

seguito dellrsquoesame di alcuni suoi scritti (Ritornare a Parmenide Ritornare a Parmenide

Poscritto Il sentiero del giorno) data la loro marcata istanza immanentistica e per le

dissonanze che essi presentavano con la dottrina cattolica In un secondo allegato venivano

precisati tre punti i rilievi emersi dallrsquoesame degli scritti sopracitati 1- Il problema delle prove

dellrsquoesistenza di Dio come pseudoproblema 2- Inconcepibilitagrave e assurditagrave della laquocreatio ex

nihiloraquo 3- Impossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione12

Essi saranno il

contenuto del presente lavoro sviluppato quindi in tre parti riprendendo delle tematiche giagrave

presenti in Risposta ai critici e Risposta alla Chiesa13

e integrati da contenuti presenti negli

scritti successivi del prof Severino

La prima parte egrave riservata allrsquoalienazione del senso dellrsquoEssere alla dimenticanza della

veritagrave dellrsquoEssere che nel pensiero metafisico sorto per proteggere tale veritagrave rimane nellrsquo

inconscio e ne fa da sfondo

laquoEternoraquo come sinonimo di laquoEssereraquo eternitagrave che appartiene con veritagrave ad ogni

essente che nel suo manifestarsi non necessita di una dimostrazione ma di una

laquocomprensioneraquo La comprensione di un linguaggio che non parla la lingua del Sentiero della

Notte ma testimonia il Destino della veritagrave nel sentiero ancora intentato del Giorno che

conduce alla Gioia

12 Due anni dopo in data 12 febbraio 1970 verranno inviate al professor Severino le Osservazioni

conclusive con lrsquoElenco delle proposizioni riguardanti la dottrina filosofica del prof Severino formulato dalla S

congregazione per la Dottrina della Fede a conclusione dellrsquoesame condotto sugli scritti del filosofo

13 Testi rispettivamente del 1968 e 1970 contenuti in E Severino Essenza del nichilismo Adelphi

Milano 1995

8

La seconda parte si occupa della volontagrave di potenza come espressione del dominio

sullrsquoEnte dominio reso possibile solo nella laquopersuasioneraquo della libertagrave dellrsquoEnte che quindi egrave

libero da ogni legame che lo unisce al Tutto

La laquocreazione dal nullaraquo come assurda espressione del nichilismo in quanto creando un

mondo ndash e gli essenti del mondo ndash che sarebbe potuto non essere identifica di fatto lrsquoEssere al

Nulla ponendovi il divenir altro come cominciamento

Nello sguardo del destino lrsquoisolamento dellrsquoEnte e del Tutto dalla veritagrave dellrsquoEssere si

presenta come un tentativo fallito il tentativo di una laquovolontagrave che vuole lrsquoimpossibileraquo

La terza e ultima parte egrave dedicata alla trattazione della laquofederaquo come opposta alla

laquoveritagraveraquo in quanto la fede isola il contenuto creduto dal dubbio che lo circonda e nella

specificitagrave della fede cristiana in quanto laquoargomentoraquo laquoparolaraquo di ciograve che non laquosi mostraraquo di

ciograve di cui non si dagrave realtagrave

Il laquorapportoraquo tra fede e ragione nellrsquolaquoimpossibilitagraveraquo di una loro laquoarmoniaraquo decretata

dal mancato riconoscimento da parte della Chiesa di essere detentrice di una veritagrave di fede e

non di ragione

9

INTRODUZIONE

I - La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica

Un profondo osservatore come Cornelio Fabro poteva affermare circa quarantrsquoanni

orsono che il pensiero italiano nel contesto pluralistico delle filosofie contemporanee

sembrasse percorrere un proprio cammino nella fedeltagrave a quellrsquoevento che aveva caratterizzato

variamente ma costantemente il fondo della nostra cultura filosofica nella prima metagrave del

secolo il neo-idealismo specialmente nella forma dellrsquoattualismo gentiliano14

Se infatti

Benedetto Croce aveva dilagato soprattutto nellrsquoambito degli studi storici estetici letterari la

coscienza dei giovani assillati dallrsquoistanza teoretica si rivolse a Gentile

Se non che mentre Gentile poteva celebrare nella perenne presenza dellrsquoatto la veritagrave dellrsquoAssoluto onnicomprendente la coerenza spingeva i suoi accorti discepoli a denunziare fino in fondo la

sopravvivenza della contaminazione teologico-metafisica per portarsi su posizioni di rottura

radicale [] quale laquoil principio della scienzaraquo di Ugo Spirito15

Spirito fa il punto di partenza da una considerazione storica cioegrave dalla constatazione

che gli uomini di fatto hanno trovato un modo drsquointendersi al di lagrave di ogni religione e di ogni

filosofia cioegrave che di fatto il mondo ormai da tempo va unificandosi da oriente a occidente da

nord a sud e che la forza unificante non egrave data da un mito o da unrsquoideologia bensigrave dalla scienza

e dalla tecnica che diventano effettivamente lrsquounica valida piattaforma di consistenza e di

unificazione degli uomini Questo percheacute le laquoreligioni e le filosofie dividono la scienza

unisceraquo16

14 C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag 9

15 Ibidem

16 Ivi pag 1011

10

Ma proprio in quel periodo (1964-1965) Spirito veniva scavalcato nella reductio ad

nihilum o destructio philosophiae nientemeno che allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave Cattolica di

Milano da Emanuele Severino17

La piega attualistica continua Fabro se proprio non fu un vitium originis si rivelograve nella

UC almeno un trentennio prima dello s contro tra E Severino e la stessa Chiesa

nella tesi di laurea di G Bontadini18

[]dedicata appunto alla difesa della laquounitagrave dellrsquoesperienzaraquo

di qui fu facile il passo allrsquointerpretazione attualistica di Parmenide prima da parte del Bontadini e

poi senza remore del Severino il quale critica di certo anche lrsquoidealismo ma per quel tanto che ancora in esso rimane di affermazione dualistica

Fu un fatto secondo Padre Cornelio anche se puograve sorprendere che Bontadini

formatosi allrsquoUC la quale aveva pur fatto sua lrsquoesortazione della Aeterni Patris (1879) di Papa

Leone XIII rinnovata senza posa dai successori di un ritorno alla filosofia realistica della

tradizione greco-cristiana soprattutto secondo la rigorosa forma speculativa avuta da S

Tommaso mostri fin da principio una opzione decisa a favore dellrsquoimmanenza moderna e piugrave

precisamente per lrsquoattualismo di Gentile

17 lt Spirito e Severino stanno agli antipodi Spirito pensatore laico che rispetta la coscienza religiosa

indica nello sperimentare infinito della scienza il fondo del pensiero religioso ed il campo dellrsquounica veritagrave e

salvezza possibile Severino considera in blocco la scienza la filosofia il marxismo tutto il Cristianesimo storico

nella medesima area del nichilismo occidentale ossia la perdita radicale della veritagrave originaria chrsquoegrave lrsquoEssere uno e immutabile lagrave lrsquoesasperazione riflessiva della perdita del logo qui lrsquoesasperazione decisiva del ricupero del logo e

del non-logo gt Fabro sottolinea con tono di rimprovero ma direi soprattutto di rammarico come lt

Nellrsquoinfuriare della demitizzazione e nelle prospettive a getto continuo delle nuove ldquoteologie della morte di Diordquo

che percorrono in tutti i sensi la cristianitagrave post-conciliare doveva venire dallrsquoUniversitagrave Cattolica sorta per

difendere il pensiero ed i fondamenti della ortodossia cristiana lrsquoaffermazione radicale ndash ed a mio avviso non piugrave

superabile ndash del principio moderno della nientitagrave formale del cogito e alla demolizione ndash non piugrave ricuperabile ndash

della metafisica gt Ivi pag12

18 Gustavo Bontadini (Milano 27 marzo 1903-m1990) egrave stato un filosofo e accademico italiano

esponente di spicco del movimento neotomista (a parere di Severino laquoil maggiore pensatore cattolico dei nostri

tempiraquo Il mio scontro con la Chiesa pag6) Iscrittosi presso lrsquoUniversitagrave Cattolica quando essa aveva iniziato le

sue attivitagrave ma non era ancora riconosciuta dal Governo Italiano egli fu nel 1925 il terzo laureato assoluto dellrsquoAteneo presso il quale fu poi professore di filosofia teoretica dal 1951 al 1973 Fu maestro di Emanuele

Severino allrsquouniversitagrave di Pavia portandolo alla laurea nel 1951 con la tesi dal titolo Heidegger e la metafisica

Fabro ricorda come il miglior discepolo di Gentile quale Ugo Spirito affermava che lt Il Bontadini si puograve dire

oggi uno degli alunni piugrave genuini del Gentile e nel suo pensiero egrave piugrave presente lrsquoattualismo che non il

cattolicesimo gt inoltre Spirito attestograve ripetutamente a Fabro che Gentile considerava il Bontadini fra coloro che

meglio seguivano il suo pensiero C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E

Severino pag 139

11

Lrsquoorigine o forse la causa prossima che dir si voglia sembra da ricercare

nellrsquoinsegnamento del francescano P Emilio Chiocchetti19

studioso acuto ma alieno e

assolutamente impervio alle istanze della metafisica il quale pur criticando lrsquoidealismo aveva

prospettato la possibilitagrave di una simbiosi fra il realismo neoscolastico e il principio idealistico

Drsquo altra parte si puograve ammettere che lrsquoinsegnamento dellrsquoaltro pilastro del tomismo milanese

Mons F Olgiati20

il quale qualificava la filosofia moderna per laquofenomenismoraquo possa aver

stimolato al contrario la decantazione attualistica dellrsquoessere da parte di maestro e allievo

19 Emilio Chiocchetti nacque a Moena (Trento) il 20 settembre 1880 (m1951) nel 1903 ebbe

lrsquoordinazione sacerdotale Lrsquoincontro con la filosofia avvenne relativamente tardi quando fu mandato a Roma

presso il collegio internazionale di SAntonio La sua fatica piugrave importante fu la serie di articoli sulla filosofia di

Benedetto Croce del 1913-1914 la quale suscitograve notevoli e animate polemiche con lrsquoaccusa di idealismo

Chiocchetti riteneva non fosse possibile liquidare sommariamente tutte le conquiste della filosofia moderna

e che il necessario intervento per ristabilire la validitagrave del realismo tradizionale doveva avvenire per via di

dimostrazione e mai per principi astratti e decisi una volta per tutte La concretezza idealistica e quella realistica differiscono profondamente Nel volume sul Gentile La filosofia di Giovanni gentile si avverte subito

un tono diverso da quello usato per il Croce piugrave duro e intransigente e meno disposto a concessioni Lrsquoidealismo

attualistico viene opposto alla concezione cristiana in maniera netta Da Croce e da Gentile pensava Chiocchetti

dobbiamo imparare a vedere e cogliere la organicitagrave la metodicitagrave la modernitagrave e la concretezza storica del

sapere laquoIl Croce tratta e risolve problemi che anche la filosofia tradizionale considerava come immanenti il

Gentile invece risolve nel senso dellrsquoimmanenza problemi che la filosofia tradizionale risolve nel senso della

trascendenza Il Croce vede il mondo e si ferma ligrave il Gentile vede il mondo e lo afferma come Dioraquo Informazioni

raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura di Carlo Coen consultato in data 02072017

20 Francesco Olgiati nacque a Busto Arsizio in provincia di Varese il 1deg gennaio 1886 (m1962) nel

1908 nel Duomo di Milano fu ordinato sacerdote Nello stesso anno incontrograve Agostino Gemelli con lui e

Ludovico Necchi nel 1914 fondograve la rivista Vita e pensiero Dal 1922 fu membro del comitato permanente e del consiglio di amministrazione dellrsquoIstituto Giuseppe Toniolo (del quale divenne presidente dopo la morte di

Gemelli) ente finanziatore dellrsquoUniversitagrave Cattolica e dal 1924 ebbe un posto nel consiglio drsquoamministrazione

dellrsquouniversitagrave nella quale assunse subito lrsquoincarico dellrsquoinsegnamento di metafisica Filosofo neoscolastico

contro le dottrine di derivazione kantiana che pongono il primato della gnoseologia mons Olgiati sostiene il

primato della metafisica come scienza della realtagrave in quanto realtagrave Tiene una ferma presa di distanza

dallrsquoatteggiamento di ripulsa verso il pensiero moderno Informazioni raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura

di Lucia Pozzi consultato in data 02072017

12

II - La ricerca giovanile di Emanuele Severino

Nel periodo precedente la pubblicazione di Ritornare a Parmenide il pensiero di

Severino si svolse nellrsquoorizzonte di quel peculiare rinnovamento della metafisica che andava

proponendo il suo maestro Gustavo Bontadini e caratterizzato dallrsquoanalisi critica di alcuni

importanti filoni del pensiero contemporaneo21

Il magistero di Bontadini egrave rivelato dallrsquoattenzione di Severino verso la modalitagrave con

cui il filosofo milanese si era accostato prima nei confronti dellrsquoattualismo di Giovanni Gentile

e poi verso il successivo sviluppo in senso problematicistico operato da Ugo Spirito

La riforma operata da Gentile22

dellrsquoidealismo in attualismo non comportava soltanto il

venir meno del carattere assoluto della realtagrave in quanto considerata come presupposta al

pensiero ma esigeva pure che al concreto atto del pensare quale realtagrave autenticamente

spirituale non dovesse essere presupposto neppure lrsquoorganico sistema hegeliano delle categorie

logiche Solo cosigrave poteva essere portato al suo piugrave genuino compimento lrsquoidealismo introdotto

da Hegel e si sarebbe potuto affermare in modo radicale che la realtagrave assoluta non egrave lrsquoAtto puro

del quale parlava Aristotele inteso come lrsquoAtto giagrave perfettamente realizzato ma invece il

processo dialettico del Pensiero

21 Severino ricorda come lui e Bontadini a partire dal loro incontro allrsquouniversitagrave di Pavia dove il maestro era stato chiamato come professore straordinario di Filosofia teoretica si siano lt voluti sempre piugrave bene e

nonostante la distanza che andograve crescendo tra noi sul piano filosofico Bontadini pensava che lrsquoattualismo

gentiliano nel suo significato piugrave profondo avrebbe consentito di riproporre il discorso metafisico che negli ultimi

due secoli era stato sempre piugrave emarginato e soprattutto la metafisica classica Per Bontadini non si trattava di

rilevare la concordanza tra filosofia e cristianesimo guardando alla filosofia patristica e scolastica ma

valorizzando innanzitutto la riflessione greca sul senso dellrsquoessere Lrsquoattualismo sgombrava il terreno dal

ldquopresupposto naturalisticordquo che per secoli aveva concepito lrsquoessere come dimensione esistente indipendentemente

e al di lagrave del conoscere e che quindi non poteva che condurre (per usare lrsquoespressione kantiana) allrsquoimpossibilitagrave di

una metafisica come scienza - essendo rimasto alla metafisica il compito ineseguibile di andare al di lagrave del

conoscere per conoscere lrsquoessere Lrsquoidealismo e soprattutto quello gentiliano si era liberato di quel ldquopresuppostordquo

[] Non lo si percepigrave o non si comprese lrsquoimportanza della proposta di Bontadini percheacute era il tempo in cui in Italia incominciavano ad essere conosciute le filosofie straniere del Novecento ndash fenomenologia esistenzialismo

pragmatismo neopositivismo ndash e Gentile era stato fin troppo presente sulla scena culturale gt E Severino Il mio

ricordo degli eterni Rizzoli Milano 2011 pag 31-32

22 A proposito di Gentile Severino sostiene come si credesse spesso lt di poterlo liquidare dicendo che era

stato fascista che anzi durante il fascismo aveva avuto una posizione di primo piano Per capire opere come Teoria

generale dello Spirito come atto puro e ancor piugrave Sistema di logica come teoria del conoscere bisogna essere

addentro nelle cose filosofiche Per esempio conoscere Platone e Aristotele non meno di Kant e Hegel gt Ibidem

13

Ugo Spirito da parte sua aveva denunziato lrsquoesito contraddittorio inerente

allrsquoassolutezza che la dialettica veniva ad assumere nellrsquoattualismo di Gentile Ripristinando un

assoluto sia pure sui generis a suo parere la dottrina del maestro si rivelava anchrsquoessa una

forma di metafisica che era chiaramente in contraddizione con lrsquoassunto dialettico

fondamentale della dottrina Onde evitare il suddetto esito Spirito si orientograve pur con alcune

oscillazioni verso una forma di problematicismo situazionale riguardo allrsquoaffermazione o

meno di una realtagrave che trascendesse la dimensione che veniva a configurarsi nel processo

dialettico cosigrave come era affermato dallrsquoattualismo gentiliano

Il rapporto di Severino con la filosofia di Gentile fu articolato e si mosse seguendo un

duplice registro cogliere la presenza di un valore in seacute nella speculazione gentiliana e mostrare

la coerenza degli sviluppi attualistici allrsquointerno dellrsquoorizzonte nichilistico del pensiero

occidentale Due linee interpretative distinte ma convergenti

Per quanta riguarda il primo punto occorre distinguere due fasi che si succedono nel

tempo Nella prima fase della sua speculazione Severino guardograve allrsquoattualismo che si

proponeva quale essenzializzazione dellrsquoidealismo hegeliano come alla filosofia che

maggiormente si era impegnata nel toglimento del presupposto naturalistico tipico del

pensiero moderno inaugurato da Cartesio

Nella seconda fase a motivo della radicalitagrave con la quale Gentile assicurograve la serietagrave del

divenire dellrsquoessere lrsquoattualismo apparve agli occhi di Severino come lrsquoesatto capovolgimento

sul piano teoretico di quella filosofia della immutabilitagrave dellrsquoessere che egli era andato sempre

meglio valorizzando come espressione piugrave autentica della veritagrave

14

Dalla sua critica poi senza esitazione della determinazione attualistica dellrsquointero

Severino perverragrave alla conclusione che il superamento dellrsquoattualismo quale teoria del divenire

non egrave realizzabile lungo la via della mediazione metafisica ma soltanto negando la presunta

evidenza originaria del divenire dellrsquoessere vale a dire solo se lrsquoessere non vien posto come

diveniente

Per quanto riguarda Spirito Severino sostenne che esso non arrivograve a scorgere che

lrsquoimmutabile al quale egli tendeva fosse incompatibile con il divenire e che la sua critica

apparentemente radicale dellrsquoattualismo compigrave un passo indietro rispetto ad esso cosigrave come un

passo indietro fu compiuto da tutti coloro che sulla base dellrsquoattualismo ritennero di poter

giungere sia pure in modi diversi al Dio della teologia cristiana

Bontadini che pure comprendeva molto bene il significato preciso che le dottrine

dellrsquoattualismo e del problematicismo possedevano rispettivamente in Gentile e Spirito si era

risolutamente orientato a valorizzarle nella prospettiva di una efficace ripresa e di una valida

rigorizzazione della metafisica di trascendenza nella quale veniva data una risposta positiva al

problematicismo

Il giovane Severino seguigrave inizialmente il maestro fino ad affiancarglisi nella strategia

teoretica di fondo nondimeno si manifestograve subito un carattere piugrave personale nelle indagini

dellrsquoallievo rivelato dallrsquoinserimento in tale progetto ermeneutico teso a rivalutare la

metafisica classica nel contesto del pensiero contemporaneo anche della filosofia di Martin

Heidegger (Il risultato di tali ricerche severiniane egrave contenuto nei volumi Note sul

problematicismo italiano23

e Heiddeger e la metafisica24

)

23 E Severino Note sul problematicismo italiano Vannini Brescia1950

24 Id Heidegger e la metafisica prefazione di G Bontadini Vannini Brescia 1950 Lrsquoopera egrave stata

ripubblicata (Adelphi Milano 1994) senza la prefazione e con lrsquoaggiunta di altri testi severiniani posti in

Appendice

15

III - Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa

La discussione sullrsquoessere e lrsquoapparire tra Gustavo Bontadini ed Emanuele Severino egrave

durata piugrave di trentrsquoanni In essa e per essa i loro due linguaggi filosofici si sono andati

chiarendo sia pure in direzioni opposte25

Nella disputa i due grandi ambiti della discussione sono costituiti dalla determinazione

di ciograve che sia autenticamente il ldquodivenirerdquo che appare nellrsquoesperienza e dal valore che deve

essere riconosciuto al principio parmenideo che afferma lrsquoopposizione assoluta dellrsquoessere al

non essere

Il contrasto incominciograve con la pubblicazione di Ritornare a Parmenide nel quale viene

mostrata la necessitagrave che ogni essere sia eterno Ma questa necessitagrave si era giagrave mostrata nella

Struttura originaria e anzi ancor prima nel saggio del 1956 Aristotele e la metafisica classica

Sennoncheacute Ritornare a Parmenide tutto teso a mostrare lrsquoeternitagrave dellrsquoessente in quanto

essente non richiama e non sviluppa in alcun modo il tema del divenire dellrsquoesperienza come

lrsquoapparire e lo scomparire degli eterni Con lrsquoavvio della discussione con Bontadini quel tema ndash

e la connessa tesi che lrsquoesperienza non attesta che gli essenti escano dal nulla e vi ritornino ndash

saragrave al centro del Poscritto di Ritornare a Parmenide

Gli ldquoinconvenientirdquo che Bontadini riscontra nella posizione di Severino sono il

contrasto col consensus gentium (quello che una volta era portato tra le ldquoprove di Diordquo) la

Destruktion della storia della filosofia la frantumazione dellrsquoente e in particolare dellrsquouomo

Condividendo con Severino lrsquoassenso a Parmenide e ammettendo il divenire nel senso

nichilistico Bontadini dice di trovarsi preso da unrsquoantinomia lrsquoantinomia tra il responso del

logo e quello dellrsquoesperienza dal quale sente lrsquoobbligo di liberarsene

Egli ritiene di soddisfare a questrsquoobbligo con il teorema di Creazione lrsquoimmobile crea il

diveniente

25 Il breve saggio che contiene tale disputa egrave G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire ndash Una

disputa Morcelliana Brescia 2017

16

Alla contestazione di Severino che se lrsquoessere egrave immobile non si puograve piugrave tornare

indietro e pretendere che il divenire non sia piugrave assurdo quando egrave visto come creato e che se

Dio creasse il divenire creerebbe lrsquoassurdo Bontadini ritiene di dover laquoscagionare Dio da tanta

iatturaraquo26

La contraddittorietagrave che si deve togliere egrave data dalla presenza del negativo del non

Se egrave lasciato a seacute stesso il divenire presenta la sopraffazione del negativo sul positivo il

responso della fenomenologia

Lrsquointervento della metafisica cambia il verdetto dalla vittoria del nulla sullrsquoessere a

quella dellrsquoessere sul nulla Lrsquoannullatore non egrave piugrave il nulla ma lrsquoAtto creatore che egrave identico a

Dio perciograve eterno come Dio e pure positivum Il non ndash questo vuoto che affligge lrsquoessere ndash egrave

colmato compensato bilanciato dal positivo dellrsquoatto creatore il quale non egrave originariamente

diverso dalla realtagrave diveniente anzi potremmo dire sia laquoidentico a Dio nel modo di non

esserloraquo27

La contraddizione non crsquoegrave nel creato percheacute nel creato lagrave dove lrsquoesperienza ci

mostra la ferita della negativitagrave la ragione ci insegna che vige la potenza la positivitagrave del

Creatore (dellrsquoAtto creante che egrave atto puro)28

26 Ivi cit pag 23 27 Ivi cit pag 25

28 Lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete egrave dato dalla necessitagrave (corsivo mio) di sanare la

contraddizione inoculata dal non dal negativo Nella prospettiva della metafisica creazionistica lrsquoandare nel nulla

dellrsquoessere che risulta sul piano fenomenologico egrave risolto nel fare andare nel nulla che egrave in quanto fare un

positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico lt Sia che si tratti del porre o sia che si tratti del

togliere la concezione creazionistica risolve il negativo nel positivo e sopprime per ciograve stesso la contraddizione gt

Ivi cit pag 59

17

Severino da parte sua oltre a ricordare che padre Agostino Gemelli29

nella premessa

alla Metafisica classica e Aristotele aveva perfettamente colto che lrsquoeleatismo del suo scritto

non aveva nulla a che vedere col Principio di Parmenide di Bontadini sottolinea che lrsquoassurdo

nel divenire non egrave che lrsquoente non sia ma che sia il niente a render niente lrsquoente cioegrave che il

niente sia un positivo avente la forza di annullare lrsquoente

Lrsquoallievo quindi si sorprende che il maestro non avverta che nel suo discorso crsquoegrave

almeno lrsquoapparenza della strada che porta dal divenire allrsquoAnnullatore della strada invece che

porta dal divenire al Creatore non crsquoegrave nemmeno lrsquoapparenza

Allrsquoaffermazione di Bontadini che sia innegabile che almeno la presenza cioegrave

lrsquoapparire degli enti diviene nel senso dellrsquouscire e ritornare nel niente ( ciograve che lrsquoapparire egrave

chiamato a testimoniare egrave solo lrsquouscita del laquociograve cheraquo il venir meno del suo esser dentro

lrsquoesperienza) Severino pone allora il quesito questa laquoinnegabilitagraveraquo egrave dovuta a una

dimostrazione (che si fonderebbe sulla struttura originaria del sapere si fonderebbe sul logo) o

a una constatazione (cioegrave qualcosa di constatato che appare appunto nellrsquoesperienza)

29 Padre Agostino Gemelli al secolo Edoardo Gemelli nacque a Milano il 18 gennaio 1878 (m 1959)

religioso medico rettore e psicologo appartenente allrsquoordine francescano dei Frati Minori Proveniente da una

famiglia non praticante e anticlericale cresce in un ambiente agnostico comune alla borghesia dellrsquoepoca Durante

lrsquoanno di volontariato come soldato di sanitagrave frequenta Ludovico Nicchi e per suo tramite un giovane sacerdote

Giandomenico Pini Riprende pratica religiosa nellrsquoaprile 1903 e poco dopo matura la sua vocazione e la relativa

decisione di farsi frate francescano Edoardo diviene frarsquo Agostino Nel 1906 tiene una relazione al convegno

della Fuci dal titolo ldquoI progressi delle scienze biologiche innanzi al pensiero cattolicordquo dove pone con evidenza la

questione dei rapporti fra religione e scienza Si fa strada nella mente del giovane frate lrsquoidea che sia necessario

provvedere alla formazione di un pensiero cattolico moderno coerente con i tempi Nel 1909 fonda la ldquoRivista di filosofia neoscolasticardquo Le sue opere sono il frutto della convinzione profonda che il metodo empirico della

scienza e una fede solida possono arricchirsi a vicenda nella prospettiva di uno sviluppo autenticamente umano e

coerente con la grande tradizione della Chiesa Nel 1921 padre Gemelli ottiene lrsquoapprovazione di Benedetto XV

alla realizzazione dellrsquoUniversitagrave Cattolica del Sacro Cuore che inaugureragrave il 7 dicembre dello stesso anno nella

festivitagrave di SantrsquoAmbrogio con due facoltagrave Filosofia e Scienze sociali Padre Gemelli assume la carica di Rettore

che manterragrave fino alla morte Informazioni raccolte in URL laquowwwsantiebeatiitraquo (fonte riportata

laquowwwunicattitraquo) consultato in data 02072017

18

Il maestro risponde che lrsquoaffermazione del divenire ndash e dellrsquoannientamento ndash siano

opera non del solo logo neacute della sola esperienza ma di entrambi questi fattori della struttura

originaria egrave opera del logo che legge lrsquoesperienza e non puograve che leggerla nel modo suddetto

Lrsquoallievo rincalza facendo notare come sostenendo che lrsquoesistenza dellrsquoannientamento

dellrsquoapparire egrave affermata ad opera insieme dellrsquoesperienza e del logo considerati questi come

organi della Struttura originaria Bontadini tenti di far rientrare in tale struttura la

dimostrazione e il ragionamento errato di presupporre arbitrariamente che il venir meno sia

lrsquoandare nel nulla Inoltre se il logo originario egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come

puograve dire il maestro che il logo cooperi con lrsquoesperienza nellrsquoaffermare che qualcosa si

annienta Se il logo egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come puograve il logo leggere

nellrsquoesperienza lrsquoannientamento di qualcosa

Il maestro sentendosi ldquotirare per i capellirdquo afferma perentorio che

se qualcosa - un eterno ndash esce dallrsquoesperienza allora egrave venuto meno (= andato nel nulla) il suo

esser dentro (se infatti lrsquoesser dentro non fosse caduto allora lrsquoeterno non sarebbe andato fuori) Egrave naturalmente solo lrsquoessere di questo dentro che qui si afferma lrsquoesser venuto meno e non lrsquoessere

dellrsquoeterno che egrave andato fuori30

Agli occhi del discepolo il presupposto rimane il termine laquonon apparireraquo o

laquoscomparireraquo significa egrave inteso anche dal maestro come lo squagliarsi il dissolversi lo

spegnersi lrsquoannientamento dellrsquoapparire Invece lrsquoapparire empirico parziale egrave anche quando

esce dallrsquoapparire trascendentale (o anche egrave anche quando la sua appartenenza eterna al

contenuto dellrsquoapparire trascendentale non appare) Non si annienta neacute lrsquoente che esce

dallrsquoapparire trascendentale neacute il suo esser dentro tale apparire (ossia non si annienta nemmeno

il suo apparire che egrave apparire empirico parziale)

30 Lrsquoessere e lrsquoapparire - Una disputa pag 51 Bontadini in nota a ciograve continua sostenendo che se si

volesse sussumere che lrsquoeterno che egrave andato fuori (dallrsquoapparire) egrave eternamente dentro resta sempre che questo

esser dentro non appare (scompare) e cioegrave che si presenta sia pure ridotto al minimo un non un negativo

insopprimibile senza il quale non si avrebbe la struttura propria dello s-comparire

19

Ciograve che scompare egrave il finito non il trascendentale e il finito egrave sia lrsquoente che scompare

sia il suo apparire sia la relazione del finito col trascendentale (ossia della parte col tutto che

appare)

Una volta che Bontadini31

arriva a riconosce che lrsquoesperienza dello scomparire non egrave

lrsquoesperienza dellrsquoannientamento dellrsquoente che scompare gli rimane ancora da fare un passo

innanzi e riconoscere che anche lrsquoapparire dellrsquoente che scompare egrave un ente che scompare e che

quindi lrsquoesperienza del suo scomparire non egrave esperienza del suo annientamento

31 Il problema del divenire egrave posto e chiamato in causa per mettere a fuoco il senso e la portata

speculativa del principio di non contraddizione Il momentum metaphysicum del divenire egrave nella sua negativitagrave

ossia nel non avere nessuna positivitagrave poicheacute egrave proprio dellrsquoesperienza del divenire il suo continuo laquopassareraquo ad

altro che Bontadini indica con lrsquoespressione formale di laquovenir meno del datoraquo da cui scaturisce la

contraddittorietagrave del divenir che viene chiamata la laquogrande contraddizioneraquo (percheacute ogni altra contraddizione ne

sarebbe una specificazione) La spiegazione della contraddizione pura cioegrave che i molteplici casi di proposizioni in

cui il predicato egrave il termine contraddittorio del soggetto riguardano lrsquoessenza mentre la contraddizione pura

quella del divenire riguarda lrsquoesistenza (contraddizione che il maestro pensa di superare ad opera del Principio di Creazione) LrsquoAutore chiama questo procedere o meglio lo fa corrispondere allrsquoargomento ontologico percheacute

fondato super rationem entis et non entis In realtagrave secondo lrsquoumile avviso di Fabro si tratta di un salto dalla sfera

dellrsquoessenza a quella dellrsquoesistenza nella sfera dellrsquoessenza il divenire egrave contraddittorio e tale rimane nella sfera

dellrsquoesistenza lo sarebbe ma cessa di esserlo grazie alla mediazione del principio di creazione La creazione egrave un

laquoatto dellrsquoImmobile che suscita dal nulla la realtagrave divenienteraquo Il divenire come tale resta sempre nulla nulla di

essere Da questo nulla il divenire egrave liberato dallrsquoAtto creatore cosigrave che la realtagrave del creato egrave tutta insidente

secondo il rapporto stesso di creazione nellrsquoatto creatore tutta compresa in esso Bontadini si sforza di sfuggire

dalla risoluzione panenteistica si sforza di sfuggirle con il semantema del principio di creazione ove perograve non si

tratta di creazione come produzione dellrsquoente dal nulla ma come apparizione dellrsquoessere al nulla del divenire che

continua ad essere nulla in seacute percheacute egrave questa negativitagrave che fa fare il balzo verso lrsquoImmobile La contraddizione

fra il primo principio e la realtagrave constatata del movimento non si pone Di piugrave siffatta convinzione della realtagrave del movimento egrave garantita non a partire dallrsquoesperienza come fatto (dato) incontrovertibile che sta alla base

della riflessione ma dal ricorso alla mediazione dellrsquoesistenza di Dio Fabro precisa come mentre la posizione di

Severino rimanga chiara e divenga sempre piugrave chiara quella del maestro al contrario rimanga ambigua e diventi

sempre piugrave ambigua C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente pag 132-134138 139

20

PARTE PRIMA

LrsquoETERNO

LE PROVE DELLrsquoESISTENZA DI DIO COME PSEUDOPROBLEMA

laquoSi tratta certamente di uno pseudo problema non percheacute lrsquoaffermazione dellrsquoEssere

necessario sia impossibile tale affermazione egrave la stessa veritagrave originaria dellrsquoEssereraquo32

32 E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 40

21

CAPITOLO 1

LrsquoEssere Immutabile

22

I - Dare prova di Dio

Il coro del secondo canto intorno allrsquoara nelle Eumenidi di Eschilo dice che dalla

salute della mente proviene la felicitagrave che egrave cara a tutti e molto ricercata Dalla conoscenza

della veritagrave proviene la felicitagrave del mortale e della polis

Il rapporto tra veritagrave e felicitagrave egrave il tratto essenziale del pensiero greco Dalla filosofia

greca il cristianesimo attinge il significato stesso della parola veritagrave e il Dio della tradizione

cristiana egrave impensabile senza il concetto greco dellrsquoeterno (anche la certezza lrsquoindubitabilitagrave

sono categorie che il cristianesimo ha eredito dal pensiero greco)

Il paradiso cristiano egrave innanzitutto la vita felice nella veritagrave La veritagrave con cui lrsquouomo egrave

giagrave in rapporto nella vita presente si dispiega in modo compiuto nella vita futura Questo modo

di pensare si manifesta nel Proslogion di Anselmo di Aosta nel cosiddetto laquoargomento

ontologicoraquo

Anselmo lrsquoaveva intensamente ricercato un unico argomento che per mostrarsi

probante non avesse bisogno di nientrsquoaltro che di seacute stesso e che da solo fosse capace di

sostenere che Dio esiste veramente Un pensiero capace di mostrare da solo che lrsquoaffermazione

dellrsquoesistenza di Dio egrave veritagrave Da solo cioegrave senza farsi aiutare nemmeno dalla fede cristiana

Da vero filosofo Anselmo dice addirittura che anche se egli non volesse piugrave credere

nellrsquoesistenza di Dio trasgredendo cosigrave quanto gli impone la fede cristiana questo argomento

gli mostrerebbe egualmente lrsquoimpossibilitagrave di negare tale esistenza (si te esse nolim credere

non possim non intelligere ldquoanche se io non volessi credere che tu esisti non potrei non

intenderlordquo non potrei quindi evitare di saperlo con la mia sola ragione)

Lrsquoargomento non ha lo scopo di far nascere la fede Anselmo crede ha fede Ma la fede

non gli basta anche se egrave la fede stessa ad esigere un sapere superiore capace di laquoleggere

dentroraquo (intus) o laquotraraquo (inter) le pieghe delle cose un sapere che sia intel-ligere laquointendereraquo ndash

a differenza della fede che non laquolegge dentroraquo le cose ultime

23

ma le mostra laquoattraverso uno specchio e in enigmaraquo come dice lrsquoapostolo Lrsquoargomento ha bisogno solo di seacute non della fede ma la fede egrave il terreno in cui ci si deve inizialmente trovare proprio per

potersene staccare e sollevarsi al di sopra di esso laquoNon cerco infatti di intendere allo scopo di

credere ma credo allo scopo di intendereraquo (credo ut intelligam)33

Dio egrave presente a chi crede ma Anselmo che crede gli dice laquoIo cerco il tuo voltoraquo che

rimane ancora per lui laquoluce inaccessibileraquo Con lrsquoaudacia fervida del filosofo prega il Dio in

cui crede di fargli vedere la sua luce laquoanche da lontano o dal profondoraquo E lrsquoargomento unico e

potentissimo vera turris eburnea e janua coeli gli si fa incontro con laquocerta veritagrave e con vera

certezzaraquo34

Lrsquoarcivescovo di Canterbury si esprime cosigrave

Volgendo spesso e con impegno il mio pensiero a questo problema a volte mi sembrava di poter

ormai afferrare ciograve che cercavo altre volte invece sfuggiva completamente al mio pensiero fincheacute finalmente disperando di poterlo trovare volli smettere di ricercare qualcosa che era impossibile

trovare Ma quando volli scacciare da me quel pensiero percheacute occupando la mia mente non mi

distogliesse da altri problemi dai quali potevo ricavare qualche profitto allora cominciograve a

presentarsi con sempre maggior importunitagrave [] ma povero me uno dei poveri figli di Eva lontani da Dio che cosa ho cominciato a fare e a che cosa sono riuscito A che cosa tendevo e a che cosa

sono giunto A che cosa aspiravo e di che sospiro [] o Signore tu non solo sei ciograve di cui non si

puograve pensare nulla di piugrave grande (non solum es quo maius cogitari nequit) ma sei piugrave grande di tutto ciograve che si possa pensare (quidam maius quam cogitari possit) [] Se tu non fossi tale si

potrebbe pensare qualcosa piugrave grande di te ma questo egrave impossibilerdquo35

Solo nella vita futura del paradiso la fame saragrave saziata Ma il gaudio in cui entreranno i

beati non saragrave piugrave la semplice fede ma la laquopiena conoscenzaraquo (notitia plena) di Dio che si

manifesteragrave ai loro occhi in tutta la sua ricchezza ora inaccessibile ma con quella stessa veritagrave

con la quale qui sulla terra laquolrsquounico argomentoraquo ha mostrato lrsquoesistenza di Dio

33 E Severino Pensieri sul cristianesimo pag 256-258

34 Ibidem

35 Proemio e nn 1 15 PL 158 223 224 226 235

24

E i beati avranno la ldquovera sicurezzardquo ndash (vera sicuritas) ndash che la loro felicitagrave non verragrave

mai meno (numquam et nullatenus) Godranno tanto quanto ameranno e ameranno tanto

quanto conosceranno

Ma sentendo lrsquoargomento donandogli attenzione bisogna diffidare dalla delusione che

le cose grandi producono nellrsquoascolto affrettato e distratto Dice che Dio egrave laquociograve di cui non si

puograve pensare nulla di maggioreraquo ma se Dio esistesse solo nella nostra mente e non in realtagrave lo

si potrebbe pensare anche reale ma in questo modo avremmo pensato qualcosa di maggiore di

ciograve di cui non si puograve pensare nulla di maggiore Dunque Dio non esiste solo nella nostra mente

Se con la parola ldquoDiordquo si intende il Tutto ciograve che lascia fuori di seacute soltanto il niente

ossia non lascia fuori di seacute niente lrsquoargomento egrave inconfutabile ma in realtagrave non afferma altro

che lrsquoesistenza del Tutto ossia di ciograve che include tutte le cose e che non puograve essere quella parte

del Tutto che egrave il Tutto in quanto esistente soltanto ldquonella menterdquo Anselmo crede invece di

aver dimostrato lrsquoesistenza di ldquoDiordquo ossia di ciograve che differisce da tutte le cose finite divenienti

del mondo

Aristotele aveva presentato lrsquoaffermazione dellrsquoatto puro come risultato di un arduo

processo dimostrativo basato sul principio dellrsquoomne quod movetur ab alio movetur la cui

fondazione egrave esplicita nei libri settimo e ottavo della Fisica Tale fondazione egrave analizzata con

estrema aderenza al testo aristotelico da S Tommaso nel capitolo XIII della Summa contra

gentes Propriamente la fondazione egrave triplice ossia nel testo aristotelico sono rintracciabili piugrave

modi di fondazione di quel principio Nel primo fra i vari modi si sviluppa una prova per

assurdo mostrando la contraddizione che si produce negando il principio in questione

Senoncheacute la prova36

presuppone senzrsquoaltro che se lrsquoente in movimento non egrave mosso da

altro egrave mosso da seacute medesimo mentre egrave appunto questo che si tratta di provare La seconda

prova37

per inductionem egrave la piugrave debole ed egrave superfluo ogni commento

36 Aristotele Fisica Rusconi Libri Milano 1995 Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L

Ruggiu241b

37 Ivi 254b

25

La terza prova38

egrave la piugrave impegnativa e diventeragrave il fulcro della ldquoprima via tomisticardquo

Ma egrave chiaro che anche qui si presuppone ciograve che si deve dimostrare che ciograve che egrave in

movimento egrave mosso

38 Scrive Tommaso nella Summa theologiae laquoLa prima via egrave la piugrave evidente egrave quella che parte dal mutamento []Ora tutto ciograve che muta egrave mosso da altri poicheacute una cosa non muta se non egrave in potenza ciograve a cui

termina mutamento muove invece in quanto egrave in atto Muovere infatti vuol dire dedurre dalla potenza allrsquoattoraquo Il

moto egrave analizzato in quanto passaggio dalla potenza allrsquoatto passaggio che non puograve essere effettuato da ciograve che si

muove percheacute se si muove vuol dire che egrave mosso ed egrave mosso da un altro da chi cioegrave egrave in atto e quindi egrave capace di

operare il passaggio dalla potenza allrsquoatto laquoTutto ciograve che egrave mutevole e defettibile deve essere ricondotto a un

principio immutabile e necessarioraquo

G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985 pag 385

26

II - La realtagrave di Dio e lrsquoIdeale della ragione

Nellrsquoetagrave moderna la causa egrave posta nel sistema ipotetico delle anticipazioni

matematiche la realtagrave viene a coincidere con la certezza soggettiva (nellrsquoetagrave moderna a

dispetto di quella antica che vede lrsquoaffermazione immediata di certezza e veritagrave39

si assiste

allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione di veritagrave e certezza la prima come determinazione oggettiva

la seconda soggettiva) che determina le modalitagrave dellrsquoapparire in base alle ipotesi anticipate

La filosofia moderna egrave preceduta da una vigorosa ripresa dello scetticismo tradizionale

ma soprattutto dallrsquoaffacciarsi di una nuova forma di pensiero che normalmente ci si rifiuta di

qualificare come scetticismo e che tuttavia sviluppa una delle critiche piugrave radicali rivolte

allrsquoepisteacuteme greca la scienza moderna

Come la fede cristiana si propone in alternativa alla ragione greca di essere la luce

autentica che illumina il senso della vita dellrsquouomo cosigrave la scienza moderno propone un nuovo

concetto di ragione Essa non piugrave lrsquoaristotelica theorigravea40

39 Dicendo che la filosofia antica egrave affermazione di tale immediata identitagrave di certezza e veritagrave non si

intende sostenere che ogni forma della filosofia antica sia affermazione di tale identitagrave ma che lrsquoatteggiamento

predominante del pensiero antico e medioevale egrave caratterizzato da questa affermazione Le eccezioni notevoli

sono la sofistica lo scetticismo e tutte le forme di cristianesimo che hanno riconosciuto unicamente alla fede

negandola alla ragione la capacitagrave di cogliere il senso ultimo dellrsquoesistenza dellrsquouomo

40 lt Stupirsi egrave possibile solo di fronte allrsquoincomprensione del sorprendente Per superare questa

incomprensione lrsquouomo incomincia a riflettere La riflessione su quanto stupisce egrave puro theoregravein egrave desiderio di

vedere (theagraveomai) di comprendere percheacute qualcosa in generale sia e sia cosigrave come si manifesta Questo vedere

che indaga sollecitato dallo stupore egrave il vedere tipico della filosofia in quanto epistegraveme theoretikegrave il suo theoregravein egrave senza scopo prescinde da qualsiasi intenzione egrave puro amore dellrsquointendimento [] La scienza non vive lo

stupore teoretico il suo pensiero egrave disincantato il suo intento egrave di ricondurre ogni cosa alla sua causa in modo che

ogni evento non stupisca ma si lasci in qualche modo prevedere come qualsiasi effetto in presenza della causa []

il concetto greco di theorigravea ha continuato a vivere nel concetto cristiano di contemplatio ma limitatamente alla

conoscenza di Dio Il mondo non egrave da contemplare ma da utilizzare che si attenesse esclusivamente al mondo

(contentus mundi) perderebbe di vista Dio (non cognoscit Deum) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il

tramonto dellrsquoOccidenterdquo EST il Saggiatore Milano 1996 pag4142

27

ma un sapere operativo e pratico41

Per i fondatori della scienza la scienza della natura era la via verso Dio Copernico

Keplero Galileo Newton erano convinti che Dio avesse concepito il mondo matematicamente

e che quindi leggendo il libro della natura in analogia con la Bibbia si potesse conoscere

Dio42

Bacone43

criticando fortemente le teorie platonico-aristoteliche in quanto sterili

speculazioni fini a seacute stesse dovute allo sforzo presuntuoso dei due filosofi di trarre la

conoscenza della natura delle cose dalla propria mente (deduzione) invece di cercarla nel libro

della natura (induzione) aveva auspicato a rileggere con umiltagrave e con una certa riverenza il

libro del creato

41 Dire che la scienza si attiene solo ai dati di fatto significa semplicemente che la scienza considera reale

solo ciograve che si dagrave nelle modalitagrave attese da quel fare operativo che egrave proprio delle ipotesi Come laquoteoria del realeraquo

la scienza non contempla il reale ma controlla se il reale osserva le ipotesi anticipate se il reale corrisponde al

trattamento a cui egrave stato sottoposto dalle ipotesi Lrsquoesperimento si differenzia dalla semplice osservazione percheacute

non si limita a considerare il comportamento delle cose ma verifica la loro rispondenza alle ipotesi che

matematicamente sono state su di esse anticipate Lrsquoesperimento egrave il rendiconto della ragione ciograve in cui si verifica

la validitagrave delle sue anticipazioni razionali e lrsquoempirismo che lo esprime si presenta come quella ricerca che

assume la ragione come misura del proprio incedere Nellrsquoesecuzione dellrsquoesperimento la ragione indica la

direzione e pone le condizioni sotto le quali qualcosa deve essere esperito per cui ciograve che si osserva non egrave la cosa

nel suo libero offrirsi ma la cosa nel suo corrispondere allrsquoipotesi che la ragione ha anticipatamente formulato di

essa lt La scienza prescinde cioegrave sia dalla metafisica sia da ogni rivelazione soprannaturale Anche la fisica aristotelica egrave considerazione della natura ma ciograve che tale fisica afferma della natura non egrave ottenuto prescindendo

metodicamente dalla relazione della natura con la totalitagrave dellrsquoente Questo non significa che la scienza moderna

neghi lrsquoesistenza di ogni realtagrave non naturale si limita a prescinderne gt E Severino La filosofia moderna Rizzoli

Milano 1984 pag27

42 lt Ma nella coscienza popolare quando Copernico e i suoi successori persuasero il mondo che siamo

noi che ruotiamo mentre le stelle non si curano della nostra terra quando apparve inoltre che la nostra terra egrave

piccola a paragone di molti dei pianeti e che questi sono piccoli rispetto al sole quando il calcolo e il telescopio

rivelarono la vastitagrave del sistema solare della nostra galassia e finalmente dellrsquouniverso delle innumerevoli

galassie divenne sempre piugrave difficile credere che un rifugio cosigrave remoto ndash come sembrava la terra ndash potesse avere

lrsquoimportanza che ci si sarebbe potuti attendere dalla dimora dellrsquouomo se lrsquouomo avesse avuto il significato

assegnatogli nella teologia tradizionale gt B Russel Religion and Science Prefazione G Giorello Traduzione di P Vittorelli Scienza e religione TEA Milano 2014 pag19

43 Lrsquoidea di progresso egrave riconducibile alla lt critica baconiana alla filosofia antica in quanto

contemplazione sterile e infeconda incapace di elevarsi allrsquooperativismo attuoso che migliorando le condizioni di

vita consente un effettivoprogresso dellrsquoumanitagrave alla stessa idea si riconduce il primato dellrsquoinduzione che in

Bacone non egrave il primato di un metodo ma di una mentalitagrave la mentalitagrave che alla sistemazione delle veritagrave giagrave

trovate (deduzione) preferisce la scoperta di nuove veritagrave (induzione) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il

tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 66

28

Per Cartesio44

il cogito ha nellrsquoesistenza di Dio il suo fondamento In ognuno di noi crsquoegrave

unrsquoidea di sostanza infinita eterna immutabile indipendente onnisciente onnipotente e

creatrice di tutte le altre cose Dio La realtagrave oggettiva di questa idea egrave un effetto che implica

dunque lrsquoesistenza di una realtagrave che contenga realmente la quantitagrave che egrave contenuta

oggettivamente in tale idea Lrsquo idea di Dio implica necessariamente che oltre alla realtagrave in cui

io consisto esiste realmente la sostanza infinita Non solo ma la possibilitagrave che la realtagrave in seacute

mi sia assolutamente ostile e mi inganni anche in ciograve che mi appare piugrave evidente la possibilitagrave

dunque di un Dio onnipotente ingannatore sussiste sole nella misura in cui ignoro che la realtagrave

perfetta di Dio esiste45

Se tale Realtagrave esiste essa non puograve ingannarmi ndash percheacute lrsquoinganno egrave

sintomo di impotenza e imperfezione ndash ma mi svela la natura dellrsquouniverso extramentale

Lrsquoargomento con il quale Cartesio dimostra lrsquoesistenza di Dio sia pure articolato nel

contesto specifico del suo pensiero egrave sostanzialmente riconducibile allrsquoargomento ontologico

di Anselmo drsquoAosta

44 La radicalitagrave della critica cartesiana avvolge tanto la filosofia tradizionale quanto la scienza moderna

appena nata e persino le scienze matematiche lt Non si comprende quindi il senso della nascita della filosofia

moderna ci si ferma cioegrave alla facciata della casa quando si continua a ripetere che nellrsquoetagrave moderna la filosofia

presa da ammirazione o da invidia per i successi della nuova scienza ne abbia voluto adottare il metodo Cartesio

intende cosigrave poco lasciare che la nuova scienza condizioni il pensiero filosofico che anzi mette in questione

perfino la veritagrave della conoscenza matematica cioegrave dello strumento che per Galilei ha la capacitagrave di cogliere la

struttura della realtagrave naturale esterna e indipendente dalla nostra mente gt E Severino La filosofia moderna

pag51 Con Cartesio la filosofia moderna si addossa il compito di ricominciare da capo la costruzione dellrsquoepisteacuteme in

modo che essa possa porsi nuovamente al di sopra di quella scienza che egrave riuscita a pregiudicare lrsquoequilibrio della

forma tradizionale del pensiero filosofico

45 La prima veritagrave per Cartesio egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza dellrsquoio pensante cioegrave della res cogitans

lt Ma Cartesio a differenza della filosofia premoderna mette in questione lrsquoesistenza dellrsquoente esterno allrsquoio

pensante e applica il principio di causalitagrave esclusivamente a quellrsquoente che egrave la realtagrave contenuta e manifesta nel

pensiero gt Ivi pag71

29

Ed egrave appunto da tale argomento che incomincia la filosofia di Spinoza lrsquoEnte

sommamente perfetto non puograve avere le proprietagrave che il pensiero cristiano attribuisce a Dio laquoDi

nessuna cosa possiamo essere certi quanto dellrsquoesistenza dellrsquoEnte assolutamente infinito e cioegrave

perfetto che egrave Dioraquo46

percheacute la sua essenza implica necessariamente lrsquoesistenza e pertanto

toglie ogni motivo di dubitare della sua esistenza47

Quindi possiamo notare come le due

qualitagrave fondamentali della ldquovera e certa scienzardquo cartesiana ndash lrsquoindubitabilitagrave dellrsquoio e

lrsquoindubitabilitagrave di Dio ndash diventano un tuttrsquouno In ciograve che Spinoza chiama ldquoscienza intuitivardquo

ciograve di cui siamo piugrave certi egrave lrsquoesistenza di Dio Dio egrave il contenuto immediato del nostro pensiero

Spinoza indica con il termine ldquoSostanzardquo lrsquoEnte assolutamente perfetto e infinito la cui essenza

implica necessariamente lrsquoesistenza ossia non puograve essere concepito se non come esistente La

Sostanza esiste in seacute stessa non in virtugrave di una realtagrave precedente ed egrave la stessa totalitagrave

dellrsquoente che non lascia fuori di seacute nulla

46 B de Spinoza Etica Universale Bollati Boringhieri Torino1992 Proposizione 11 Scolio pag14

47 lt Forse tuttavia molti non potranno constatare facilmente lrsquoevidenza di questa dimostrazione per

essersi assuefatti a contemplare solo quelle cose che procedono da cause esterne e da quelle cose che sono

prodotte rapidamente cioegrave che facilmente esistono vedono anche che rapidamente periscono e giudicano al

contrario come cose piugrave difficili a farsi cioegrave non tanto facili a esistere quelle a cui concepiscono appartenere piugrave

cose [] io qui non parlo delle cose che sono prodotte dalle cause esterne bensigrave delle sole sostanze che non

possono essere prodotte da nessuna causa esterna gt Ibidem

30

Tutto ciograve che egrave egrave in Dio e tutto ciograve che egrave non puograve essere concepito senza Dio Dio non

egrave il mistero lrsquoineffabile il trascendente il soprannaturale ma egrave la stessa veritagrave originaria48

Per Leibniz egrave una veritagrave originaria la ldquoveritagrave di ragionerdquo che nellrsquoargomento

ontologico egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza di Dio Esso egrave la ragion sufficiente delle ldquoveritagrave di

fattordquo la monade suprema la Sostanza perfetta e infinita che contiene in seacute tutta la realtagrave

possibile e che mantiene allrsquointerno del proprio dominio tutto ciograve che creando essa rende da

possibile reale

Ad Anselmo ma anche a Tommaso Cartesio Spinoza Leibniz Immanuel Kant

avrebbe risposto allrsquointerno della Critica della Ragion Pura49

Dio egrave un ideale della ragione

Il suo oggetto egrave lrsquoente originario (ens originarium) in quanto non ha nulla sopra di seacute

prende il nome di ente supremo (ens summum) e in quanto tutto come condizionato sta al di

sotto di tale ente questrsquoultimo si chiama lrsquoente di tutti gli enti (ens entium)50

48 Agli occhi di Spinoza laquoil modo in cui Cartesio intende Dio e il rapporto tra Dio e lrsquouomo egrave ancora

troppo gravato da un antropomorfismoraquo e ad esso il filosofo rivolge una critica intransigente a tutte le forme presenti nella Bibbia che alterano il concetto di Dio lt che pregiudica la purezza della razionalitagrave del reale [] il

ldquoDio veracerdquo di Cartesio mantiene ancora quel carattere di ldquoDio ingannatorerdquo dal quale Cartesio crede di essersi

definitivamente liberato[] la separazione reale tra Dio e lrsquouomo rende estrinseca la presenza della razionalitagrave

nella conoscenza umana e quindi pregiudica la possibilitagrave dellrsquoaccordo tra conoscenza e realtagrave esterna In Cartesio

lrsquoio egrave res cogitans e la realtagrave res extensa Dio egrave il nesso il mediatore lrsquoelemento unificatore tra lrsquoio e il mondo

corporeo [] Per Spinoza invece Dio stesso egrave res cogitans e insieme res extensa Il pensiero e lrsquoestensione la

cui concordanza deve essere fondata sono due attributi diversi in cui si esprime la stessa Essenza assoluta della

Sostanza gt E Severino La filosofia moderna pag 99

49 Parte II Dialettica trascendentale libro II- Capitolo III- Sez II Mi riferisco alla I edizione Gli Adelphi

Introduzione traduzione e note di G Colli Milano 1995 50 Ivi pag 608

lt Il cammino naturale della ragione si svolge con tale processo innanzitutto essa si convince dellrsquoesistenza di un

essere necessario (lsquoingannatarsquo dal concetto di casualitagrave operante nella nostra conoscenza a priori dei fenomeni) e a

tale ente riconosce poi unrsquoesistenza incondizionata Essa cerca in seguito il concetto di ciograve che egrave indipendente da

ogni condizione e lo trova in ciograve che egrave esso stesso la condizione sufficiente di tutto il resto ossia in ciograve che

contiene ogni realtagrave Il tutto senza limiti peraltro egrave veritagrave assoluta e porta con seacute il concetto di un ente unico cioegrave

dellrsquoente supremo e la ragione conclude dunque che lrsquoente supremo in quanto fondamento originario di tutte le

cose esiste in modo assolutamente necessario gt Ivi cit pag 614-615

31

Tre prove afferma Kant sono possibili per dimostrare lrsquoesistenza di Dio in base alla

ragione speculativa una fisico-teologica una seconda cosmologica e la terza la prova madre

alla quale le atre due ritornano dopo un tentativo di esserne indipendenti nella loro

dimostrazione quella ontologica Ma nessuna strada neacute quella empirica neacute quella

trascendentale potranno condurre alla dimostrazione di Dio La ragione ha formato un concetto

a priori di una cosa ed ha creduto di poter dedurre da ciograve con sicurezza che in quanto

allrsquooggetto di questo concetto tocca necessariamente lrsquoesistenza

Questo perograve non toglie lrsquoimportanza e la grandezza a tale ideale51

Non quindi la persona di Cristo ma lrsquoidea Christi egrave il fulcro della concezione kantiana

di Cristo unrsquoidea che ciascuno porta in seacute come lrsquoideale piugrave alto vero e proprio laquoDio con noiraquo

Ma la lsquorivoluzione copernicanarsquo operata dal filosofo tedesco sta nellrsquoammissione che il

sapere universale e necessario (lrsquoepisteacuteme) e quindi a priori richieda che non sia piugrave la

conoscenza umana a regolarsi sulla natura degli oggetti ma allrsquoopposto che siano gli oggetti a

regolarsi sulla natura della conoscenza umana

51 Allrsquointerno dei laquoLavori preparatoriraquo a La religione entro i limiti della semplice ragione il filosofo

scrive lt Quando mi viene posto di fronte che un essere che egrave in possesso della piugrave alta felicitagrave si sottomette alla

piugrave profonda miseria per far partecipare delle creature meritevoli di castigo a questa felicitagrave io mi sento portare alla piugrave grande venerazione e riconoscenza a suo riguardo Ma non appena credo che ciograve sia per me un guadagno

che mi autorizza a non soddisfare io stesso alla eterna giustizia ricado nella bassezza dellrsquoasservimento Quando

perograve la ragione mi dice che questo essere deve servirmi in effetti come esempio per elevarmi allo stesso suo livello

di moralitagrave e che io devo trovare in me la disposizione a divenire come egli egrave ciograve talmente sollevante per lrsquoanima

che tutta la debolezza della mia natura scompare tanto da esser in grado di entusiasmarmi per tale idea Questo

Dio in noi egrave quello di fronte a cui si piega ogni ginocchio sulla terra gt Lavori presenti in Scritti di filosofia della

religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989 pag 87-124

32

Kant afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave della conoscenza del noumeno della cosa

in seacute Afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave di una metafisica come scienza

la ragione vede solo ciograve che essa produce col suo proprio disegno e che deve forzare la natura a

rispondere alle sue domande e non lasciarsi guidare da essa con le sue redini [] deve comportarsi

non come scolaro che si lascia dire tutto ciograve che piace al maestro ma come giudice che costringe i testimoni a rispondere alle domande che egli ha loro rivolto

52

Lrsquoidea dellrsquoessere assolutamente incondizionato lrsquoidea trascendentale di Dio

appartiene allrsquoessenza della ragione umana e drsquoaltra parte la ragione non puograve stabilire alcuncheacute

intorno alle cose in seacute stesse e non puograve quindi trasformare in una cosa in seacute il contenuto di

quellrsquoidea Essa ha perograve la funzione fondamentale di impedire che qualsiasi contenuto

dellrsquoesperienza venga considerato come lrsquoincondizionato

La natura egrave un insieme di condizioni che per quanto a fondo si possa andare nella loro

conoscenza hanno sempre al di lagrave di seacute lrsquoincondizionato e dallrsquoaltro proibisce di considerare

lrsquoincondizionato come cosa in seacute

Egrave certamente contraddittorio negare in un giudizio analitico che il predicato non

convenga al soggetto ma non egrave contraddittorio negare lrsquoesistenza del soggetto insieme a tutti i

suoi predicati

52 Critica della ragion pura pag 18-19

33

Come giagrave aveva rilevato Hume53

non vi egrave alcuna cosa tale che la negazione della sua esistenza

implichi contraddizione Il rapporto causale non egrave contenuto dellrsquoesperienza

Questrsquoultima egrave in grado di attestare solo un rapporto di successione tra due fenomeni

non un rapporto di dipendenza necessaria Gli enunciati causali sono solo il frutto di quella

credenza che nasce in presenza del ripetersi costante della successione empiricamente attestata

Lrsquoordine causale dellrsquouniverso altro non egrave se non il riflesso dellrsquoordine temporale della nostra

esperienza

53 Lrsquoatteggiamento di pensiero inaugurato da Locke giunge alla sua espressione piugrave rigorosa in David

Hume ossia nellrsquoempirismo radicale Se il fondamento di tutti i ragionamenti intorno alla realtagrave egrave il principio di

causalitagrave e se tale principio deve avere il suo fondamento nellrsquoesperienza e quindi egrave soltanto una congettura priva

di necessitagrave e universalitagrave appare chiaro come la ragione possa avere come contenuto reale solo quello che per Cartesio era il punto di partenza della ragione ossia il contenuto immediato della mente lrsquoindubitabilitagrave delle

nostre percezioni Ogni credenza metafisica egrave priva di valore razionale E anche ogni conoscenza scientifica Con

lrsquoavvertenza che la scienza a differenza della metafisica ha una utilitagrave pratica che la rende indispensabile lt

Hume mostra che come la mente non possiede alcuna idea di ldquocausardquo ldquoeffettordquo ldquoconnessione necessariardquo

ldquoforzardquo ldquopotererdquo e che queste parole sono completamente sprovviste di senso altrettanto accade per ciograve che viene

chiamato ldquosostanzardquo []soltanto una parola sprovvista di senso (appunto percheacute non riconducibile allrsquoesperienza)

gt E Severino La filosofia moderna cit pag 143

34

III - La logica esposizione di Dio e la sua morte

Lrsquoidealismo supereragrave lrsquoopposizione di certezza e veritagrave essa saragrave lrsquoaffermazione

mediata dellrsquoidentitagrave di veritagrave e certezza54

Il fenomeno cioegrave la realtagrave che appare allrsquointerno

della coscienza epistemica non egrave piugrave qualcosa di semplicemente soggettivo ma egrave la stessa

realtagrave in seacute stessa che appare e lrsquoapparire egrave inteso come pensiero o atto nel quale soltanto ogni

cosa puograve esistere

LrsquoAssoluto non esiste altrove che in questo mondo ossia nella realtagrave dellrsquoesperienza

nella realtagrave che egrave il contenuto del pensiero

In Hegel lrsquoEssenza assoluta egrave il senso il significato del Tutto sigrave che ogni cosa che

esiste egrave una forma di rispecchiamento e di individuazione dellrsquoEssenza assoluta Nelle Lezioni

Hegel afferma che

Questa apparizione di Dio nella carne avviene in un determinato tempo e in un individuo Poicheacute

essa egrave apparizione passa e diviene storia Questo modo sensibile deve scomparire ed elevarsi nellrsquoambito della rappresentazione La formazione della comunitagrave ha come suo contenuto che la

forma sensibile trapassa in un elemento spirituale

54 lt Altro egrave riconoscere immediatamente la veritagrave in ciograve che sta davanti altro egrave rendersi consapevoli che

ciograve in cui si pone la veritagrave egrave questo mondo esterno Questo egrave ciograve che compie la filosofia tradizionale [] In questa

prima fase della coscienza non crsquoegrave posto per il dubbio che pone la dicotomia tra certezza e veritagrave Questa

dicotomia egrave costituita dalla filosofia moderna [] Lrsquoidealismo segna la riunificazione dei due termini Identitagrave

dunque daccapo di certezza e veritagrave ma non piugrave nel senso che la veritagrave sia intesa come svincolabile dalla certezza ma nel senso che essendo i due termini identici proprio per questo si implicano necessariamente lrsquoun

lrsquoaltro []Noi diciamo che lrsquoidealismo consente di guardare la filosofia greca con occhi ben diversi da quelli di un

fenomenista o di un gnoseologista Dal punto di vista del momento antitetico si deve certo dire che la filosofia

greca egrave un realismo ingenuo ma questa squalifica viene condotta dal punto di vista di una coscienza che egrave essa

stessa dialettizzabile dialettizzata da un piano superiore di coscienza che egrave appunto quella sintetica quella

idealistica che non vede piugrave nellrsquoatteggiamento realistico la negazione della veritagrave ma piuttosto la veritagrave che

ancora non sa il proprio valore gt Id Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010 cit pag 98-99

35

E ancora

Con ciograve egrave espressa la coscienza che lrsquouomo il finito ciograve che egrave fragile la debolezza il negativo

sono pure un momento divino che tutto ciograve egrave in Dio e che la finitezza la negativitagrave lrsquoalteritagrave non

sono fuori di Dio e che lrsquoalteritagrave non egrave un ostacolo per lrsquounitagrave con Dio E lrsquoalteritagrave il negativo egrave conosciuto come momento della stessa natura divina Qui egrave contenuta la piugrave alta idea dello Spirito

[hellip] La veritagrave cui gli uomini sono giunti per mezzo di questa storia quello di cui essi sono divenuti

coscienti in tutta questa storia egrave che lrsquoidea di Dio egrave divenuta per essi una certezza che lrsquouomo ha raggiunto la certezza della sua unitagrave con Dio

55

Ossia la sua veritagrave

La logica egrave il regno della ragione questo regno egrave la veritagrave come essa egrave in seacute e per seacute

senza velo Questo contenuto egrave la esposizione di Dio comrsquoegli egrave nella sua eterna essenza prima

della creazione della natura e di uno spirito finito

La filosofia di Hegel egrave la piugrave alta forma raggiunta dal sapere incontrovertibile56

della

filosofia greca e un ritorno ad essa lrsquouniverso proviene dallrsquoAssoluto e ad esso ritorna con la

differenza che la circolaritagrave dellrsquoidealismo non riguarda piugrave il movimento fondamentale della

realtagrave esterna al pensiero ma il movimento fondamentale di quellrsquounica realtagrave che egrave il pensiero

stesso Lrsquoassoluto non tollera oltre a seacute unrsquoaltra realtagrave percheacute unrsquoaltra realtagrave oltre lrsquoassoluto

sarebbe una realtagrave limitante lrsquoassoluto e quindi questo come realtagrave limitata non sarebbe piugrave

lrsquoassoluto La produzione dellrsquoessere diventa lrsquoautoproduzione del pensiero che pone il proprio

contenuto come totalitagrave dellrsquoessere

55 GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll Zanichelli Bologna 1974

56 Dopo Hegel contro questa gigantesca e grandiosa volontagrave di veritagrave che anima lrsquoepisteacuteme si sono

rivolte tutte le forze che dominano la moderna civiltagrave occidentale il cristianesimo che non intende lasciare alla

filosofia lrsquoultima parola sul senso del mondo lrsquoeconomia borghese alla quale la filosofia non serve per

lrsquoincremento indefinito della produzione e del profitto la scienza moderna che invece consente la costruzione

degli strumenti che non solo promuovono lrsquoespansione economica ma ormai il dominio dellrsquouniverso ma

anche lo stesso pensiero filosofico

36

Lrsquoidealismo pone lrsquoequazione tra uomo e Dio percheacute il mondo dellrsquoal di lagrave cioegrave il

mondo di una realtagrave indipendente ed esterna rispetto al pensare egrave lrsquoassurdo Lrsquoatto di pensare egrave

la coscienza che lrsquoassoluto ha di seacute stesso la coscienza umana egrave la stessa coscienza che Dio ha

di seacute medesimo che la realtagrave assoluta ha di seacute medesima57

In conformitagrave al criticismo kantiano per il quale ogni spiegazione razionale degli eventi

egrave applicabile esclusivamente allrsquointerno dellrsquoesperienza per Schopenhauer la Volontagrave come

cosa in seacute esistente al di lagrave dei fenomeni sta al di lagrave anche di ogni spiegazione razionale non

ha senso chiedersi percheacute esista da dove venga dove vada Inoltre la filosofia non puograve

divenire teologia e considerare il Nulla (relativo) come lrsquoassoluta divina positivitagrave58

57 lt Hegel infatti disancora lrsquoessenza ontologica dellrsquouomo il suo originario rapportarsi allrsquoessere dalla

sua finitezza in cui vede un impedimento allrsquoincondizionato spiegamento dellrsquoattivitagrave pensante ed eliminando la

cosa in seacute risolve lrsquoessere nellrsquoenunciazione sistematica della totalitagrave degli enti ad opera della coscienza In questo

modo Hegel porta a compimento nella sua ragione assoluta quello che era lrsquointento nascosto della ragione

moderna a partire da Cartesio fare dellrsquouomo la misura di tutte le cose e dellrsquoessere nientrsquoaltro che lrsquoesplicitazione

della sua coscienza gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag106

58 Nel pensiero di Schopenhauer lt rimane lrsquoambiguitagrave del modo in cui viene inteso lrsquoessere se lrsquoessere egrave

la stoffa la materia per cosigrave dire del Tutto e se la Volontagrave egrave ldquolrsquointimo essere del Tuttordquo allora al di fuori della

Volontagrave crsquoegrave solo il niente assoluto e lrsquoascesi ndash che dovrebbe liberare dal terrore per il niente assoluto che corrode la vita ndash sarebbe il piugrave radicale sprofondarsi nel niente assoluto e non avrebbe piugrave senso parlare di una salvezza

dal niente e dalla Volontagrave di vivere [] la tematica del Nulla inteso come la salvezza ripropone il quadro della

teologia negativa (dalla teologia cioegrave che si rapporta al Divino non attribuendogli qualcosa ma liberandolo da

tutte le qualifiche inevitabilmente mondane con cui lo si vorrebbe definire) Non egrave un caso che nel pensiero di

Nietzsche la critica radicale di ogni teologia e di ogni metafisica si unisca allrsquoespulsione di due concetti tipici della

filosofia di Schopenhauer il concetto dellrsquoorrore per la volontagrave di vita e il concetto del Nulla come termine

dellrsquoascesi gt E Severino La filosofia contemporanea Rizzoli Milano 2000 pag 34

37

Il mondo egrave una mia rappresentazione ecco una veritagrave valida per ogni essere vivente e

pensante [] egli sa con chiara certezza di non conoscere neacute il sole neacute la terra ma soltanto

un occhio che vede un sole e una mano che sente il contatto drsquouna terra egli sa che il

mondo circostante non esiste se non come rappresentazione cioegrave sempre e soltanto in

relazione con un altro essere con il percipiente con lui medesimo59

La rappresentazione egrave il mascheramento razionale della volontagrave Ciograve che appare come

ragionevole egrave semplicemente volontaristico

La ragione egrave inganno percheacute fa apparire come ordine deliberatamente conquistato ciograve

che egrave semplicemente espressione di unrsquoinsopprimibile volontagrave di vita

La rappresentazione del mondo regolata dal principio di ragion sufficiente dellrsquoessere

del conoscere del divenire e dellrsquoagire che tutto coordina secondo necessitagrave egrave fenomeno nel

senso di apparenza illusione sogno il noumeno la vera realtagrave che si nasconde dietro il sogno

e lrsquoillusione egrave la volontagrave che irriducibile alla ragione si sottrae ad ogni necessitagrave sia logica sia

fisica sia matematica anzi della ragione si serve come della propria maschera

Il trionfo della ragione elaborato dalla filosofia hegeliana trova il suo rigoroso

ridimensionamento nel pensiero di Nietzsche60

che riconduce la mediazione razionale e la

sintesi dialettica tra gli ideali non reali Ogni sintesi logica operata dalla ragione nel tentativo

di comporre i fenomeni in determinate categorie egrave volontagrave di potenza che vuole la riduzione

degli enti nello schema prestabilito

Cogliere nella volontagrave di potenza lrsquoessenza di quanto finora era chiamato razionale

significa liquidare lrsquoidea di una sostanza del mondo e quella del suo Soggetto creatore da cui

dedurre la catena causale

59 Arthur Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di G

Brianese La Nuova Italia Editrice Scandicci (Firenze) 1998 pag 15

60 Allievo dellrsquoeducatore Schopenhauer Cfr F Nietzsche Schopenhauer come educatore trad italiana di

M Montinari in Opere di Friedrich Nietzsche vol III Adelphi Milano 1982

38

Il ldquosuperuomordquo61

supera lrsquouniversalitagrave ideale dellrsquouomo espressa scientificamente dalla

coscienza in generale ed esistenzialmente dalla prepotenza della ragione

Il superuomo non egrave oltre lrsquouomo percheacute piugrave universale ma esattamente allrsquoopposto il

superuomo supera appunto laquolrsquoastratta universalitagrave dellrsquouomo e la sua prepotenza mediante

lrsquoesercizio di quella volontagrave di potenza che gli consente di desituarsi da quella situazione di

impotenza in cui egrave ridotto dalla prepotenza dallrsquoidea astrattaraquo62

La soggettivitagrave ha preso il posto dellrsquoessere le cose sono in quanto appaiono al

soggetto il loro essere si risolve nel valore che a loro compete in quanto valutate dalla visione

che ordina allinea pone e dispone laquoSotto lrsquoapparente disinteresse della ragione che procede

more mathematico Nietzsche scopre quella volontagrave di potenza che anima la metafisica

soggettivistica dellrsquoOccidente dal tempo dellrsquoidegravea al tempo della scienzaraquo63

Dio non egrave per nulla causa ma semplicemente effetto della volontagrave di potenza che

protesa al dominio dellrsquoente ha costruito Dio e i valori che lungi dallrsquoessere degli

incondizionati sono condizioni percheacute la volontagrave possa volere seacute stessa

La proclamazione della morte di Dio significa che Dio egrave morto percheacute non viveva da seacute

ma in quanto era semplicemente voluto dalla volontagrave di potenza

Heidegger afferma come laquodi fronte a questo Dio lrsquouomo non puograve pregare non puograve

nemmeno presentargli offerte Di fronte al Dio causa sui lrsquouomo non puograve cadere in ginocchio

per reverenza e nemmeno cantare e danzare Il pensiero senza Dio che deve sacrificare il Dio

della filosofia egrave forse piugrave vicino al Dio divinoraquo64

61 lt Allrsquoente supremo della metafisica dellrsquoOccidente Nietzsche sostituisce il supremo gioco dellrsquoessere

in cui gli enti non sono causati ma compaiono per caso ossia ac-cadono (casum) senza lasciarsi pre-vedere o pre-

comprendere da alcuna ragione gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 219

62 Ivi pag195

63 Ivi pag197

64 Martin Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N Curcio

Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009 pag 70

39

La ldquomorte di Diordquo egrave la morte della ldquoveritagrave unica e incontrovertibilerdquo alla quale sono

state tolte le vesti dellrsquoimmutabilitagrave65

Egrave la morte inevitabile perentoria ineludibile inevitabile della veritagrave necessaria del

suo carattere incontrovertibile Il tramonto degli immutabili egrave insieme lrsquoavvento e la

dominazione della civiltagrave della tecnica66

E la tecnica scientifica che afferma Russell la

scienza ha contribuito a promuovere pur differenziandosene67

laquohellipincoraggia lrsquoabbandono

della ricerca della veritagrave assoluta e la sostituzione di quella che puograve essere definita una veritagrave

ldquotecnicardquo che appartiene a qualunque teoria possa venire applicata utilmente nelle invenzioni o

nella previsione del futuroraquo68

Quindi il carattere assoluto del sapere viene ldquoconcessordquo solo alle veritagrave di fede e solo

per questo la scienza riesce a dominare la natura abbandonando il tentativo della metafisica di

porsi come sapere incontrovertibile

65 lt Zarathustra insegna soltanto che i creatori sono gli uomini non Dio Se Dio esistesse lrsquouomo non

potrebbe crearehellipLrsquouomo puograve ora concretamente accingersi alla creazione del superuomo La biologia e la

cibernetica si muovono appunto in questa direzione gt E Severino Essenza del nichilismo pag 149h

66 lt Leopardi egrave il primo pensatore dellrsquoetagrave della tecnica e insieme egrave il pensatore del compimento di questa

etagrave Non solo pensa per la prima volta in modo esplicito allrsquoinizio dellrsquoetagrave della tecnica che la veritagrave non puograve

essere il rimedio del dolore ma pensa la condizione dellrsquouomo quale dovragrave apparire al compimento del tentativo

di porre la scienza e la tecnica come rimedio al dolore gt Id Il nulla e la poesia Alla fine dellrsquoetagrave della tecnica

Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2004 pag14 lt Mostrando lrsquoinevitabilitagrave del tramonto della tradizione

occidentale Leopardi mostra dunque che il contenuto della veritagrave egrave lrsquoannientamento e lrsquoannientabilitagrave di ogni cosa

e che quindi la veritagrave non egrave il rimedio ma allrsquoopposto la radice dellrsquoangosci Il rimedio per chi ha paura egrave la dimenticanza della veritagrave ndash sempre meno realizzabile nel tempo della ragione e della tecnica gt Id Cosa arcana e

stupenda Lrsquooccidente e Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2006 pag 8

67 B Russell Scienza e religione pag 177-178

68 E ancora lt Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica percheacute pretende di incarnare una

veritagrave eterna e assolutamente certa mentre la scienza egrave sempre sperimentale pronta ad ammettere presto o tardi la

necessitagrave di mutamenti alle sue attuali teorie e consapevole che il suo metodo egrave logicamente incapace di portare a

una dimostrazione completa e definitiva gt Ivi pag 12-13

40

Pur di riuscire nella trasformazione del mondo la scienza accetta e sopporta che il

proprio sapere sia ipotetico la metafisica purcheacute il proprio conoscere non fosse ipotetico

accettava e sopportava di essere una pura contemplazione della realtagrave

Alla domanda su che cosa significhi ldquonichilismordquo Nietzsche rispose laquoChe i valori

supremi perdono ogni valoreraquo69

Accostandosi al problema dellrsquoessenza del nichilismo Heidegger riconosce a Nietzsche

di avere intravisto alcuni tratti del nichilismo ma di averli spiegati nichilisticamente di aver

compreso e denunciato il nichilismo dellrsquoOccidente ma di non averlo oltrepassato e di aver

infine portato a compimento il nichilismo indicando nella volontagrave di potenza il vero

fondamento dei valori di Platone Per Heidegger superare veramente il nichilismo egrave possibile

solo addentrandosi profondamente in esso sigrave da poterne cogliere la vera essenza che risiede

nellrsquooblio dellrsquoessere Quindi non basta distruggere le Idee platoniche ma occorre distruggere

anche quella volontagrave di potenza come ultima espressione di quella metafisica dellrsquoOccidente

che pretende di far valere lrsquoente senza lrsquoessere

69 F Nietzsche Opere di Friedrich Nietzsche vol VIII 2 pag 12

Lrsquoessenza del nichilismo egrave per Nietzsche nel fatto che a partire da Platone lrsquoessere egrave decaduto a valore e il valore per quanto sollevato al rango ideale dl sovrasensibile si egrave rivelato incapace di salvare lrsquoessere dellrsquoente di

qui il nichilismo da intendersi come il venir meno dei supremi valori a cui lrsquoOccidente da Platone in poi si era

affidato Il nichilismo egrave dunque strettamente legato alla morte di Dio lt Infatti se Dio egrave morto se cioegrave il mondo

sovrasensibile delle idee ha perduto ogni forza vincolante lrsquouomo viene a trovarsi ldquosenza meta senza percheacuterdquo in

quanto il ldquomondo stellatordquo che da duemila anni reggeva lrsquouniverso ontico si egrave spento[] Il nichilismo tuttavia non

egrave sinonimo di decadenza percheacute a decadere non egrave la vita ma solo una lunga e veneranda tradizione dietro cui la

vita si era nascosta gt U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 232

41

Crsquo egrave nichilismo quando lrsquoente egrave considerato come il tutto siccheacute dellrsquoessere ne egrave nulla

laquoNella dimenticanza dellrsquoessere promuovere solo lrsquoente questo egrave nichilismoraquo70

La distruzione dellrsquoepisteacuteme operata dalla filosofia contemporanea non puograve essere

intesa come un semplice errare dovuto allrsquointelletto umano ma come ciograve che segue

inesorabilmente e completa con coerenza quellrsquounico atteggiamento di fondo che soggiace

allrsquointera storia71

del pensiero occidentale quel nichilismo presente nellrsquoinconscio del mortale

che pensa lrsquoessere come niente e che non vede la dimenticanza del senso originario dellrsquoessere

70 Martin Heidegger Introduzione alla metafisica presentazione di G Vattimo Ugo Mursia Editore

Milano 2014 pag 155

Severino sottolinea che Heidegger non ritrattograve mai lrsquoaffermazione che il proprio pensiero non pregiudica neacute in

senso positivo neacute in senso negativo la soluzione dei grandi problemi metafisici ndash i problemi dellrsquoesistenza di Dio e

dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima Sotto tale aspetto la posizione heideggeriana deve essere avvicinata al

problematicismo situazionale di Ugo Spirito Lrsquoessere heideggeriano egrave quel vuoto che consente allrsquoente di divenire

nel senso tradizionale e che perciograve stando alla logica immanente al pensiero che afferma un tale divenire non puograve non escludere lrsquoaffermazione di Dio Per Heidegger lrsquoessere non ha ldquopotenzardquo sugli enti ma li lascia essere e

tuttavia quel che lrsquoessere heideggeriano lascia essere egrave il divenire dellrsquoente inteso al modo della tradizione greco-

occidentale come un uscire dal niente per ritornarvi E Severino Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e

destino Rizzoli Milano 2008 pag160 e sgg

La questione per Severino quindi egrave come si puograve ritenere autenticamente possibile lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza

di Dio quando si consente effettivamente al divenire ontologico degli enti e si mette da parte esplicitamente il

sapere su Dio Severino non fraintende affatto il significato del ldquoNullardquo heideggeriano ma si chiede che cosa sia

questo EssereNulla che Heidegger tiene a differenziare nettamente dallrsquoEssere della ontoteologia La risposta che

ne trae egrave che in ultima analisi lrsquoEssere per Heidegger egrave soltanto lo ldquospazio vuotordquo per il divenire ontologico degli

enti

71 Hegel ha richiamato lrsquoattenzione in maniera potentissima sul carattere organico della storia e quindi anche della storia della filosofia La differenza tra un organismo e un semplice aggregato di elementi consiste

nella coessenzialitagrave delle parti dellrsquoorganismo e nella reciproca inessenzialitagrave delle parti del semplice aggregato

Ciograve significa che ogni filosofia storicamente realizzatasi non egrave qualcosa di accidentale o di inessenziale rispetto

alla totalitagrave storica bensigrave un momento indispensabile senza cui sarebbe impensabile la stessa totalitagrave storica La

storia della filosofia non egrave il casuale giustapporsi di opinioni ma lo sviluppo di un germe che giunge al proprio

compimento attraverso lrsquoesplicazione delleforze essenziali che lo costituiscono Id Istituzioni di filosofia pag 7

Non si puograve comprendere il pensiero contemporaneo senza legarlo indissolubilmente allrsquoorigine del pensiero greco

42

Gli eterni inevitabilmente distrutti dalla coerenza della volontagrave di potenza sono gli eterni che su tale

volontagrave si fondano Questa distruzione egrave inevitabile non percheacute sia inevitabile lrsquoannientamento costituita da essa ma percheacute egrave inevitabile che ponendo come evidenza originaria la libertagrave

dellrsquoente si neghi lrsquoesistenza di ciograve che viene riconosciuto come negazione di tale libertagrave

Lrsquoinevitabilitagrave della distruzione egrave una categoria che appartiene alla logica dellrsquoOccidente in quanto pervenuta al suo compimento Vi puograve pervenire solo quando veda nella civiltagrave della tecnica la

forma piugrave rigorosa dellrsquoontologia greca Ma non percheacute come crede Heidegger la

programmazione tecnologica sia il perfezionamento del tipo di dominio costituito dagli immutabili

della tradizione occidentale ma percheacute nella civiltagrave della tecnica si esprime compiutamente la volontagrave di dominio che si fonda sulla volontagrave che lrsquoente sia la libertagrave tra lrsquoessere e il niente La

ldquodifferenza ontologicardquo di Heidegger egrave la stessa libertagrave dellrsquoente72

La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico

Questo egrave il pensiero di Emanuele Severino

Se per Heidegger il nichilismo risiede nellrsquooblio dellrsquoessere che avvenne quando

Platone sottrasse lrsquoente allrsquoessere per affidarlo ad altro ente per Severino Platone non egrave

responsabile tanto dellrsquooblio dellrsquoessere quanto del suo annullamento avvenuto in occasione

dellrsquoaffermazione del mondo E come Nietzsche resta catturato dal nichilismo dellrsquoOccidente

che pure per primo in termini chiari aveva denunciato cosigrave Heidegger annuncia come veritagrave

dellrsquoessere ciograve che in realtagrave egrave il compimento della sua negazione

Per Severino il tentativo di assicurazione dellrsquoente in cui si esprime lrsquoopera della

volontagrave di potenza egrave fondato sullrsquoaccettazione originaria della separazione assoluta dellrsquoente

dallrsquoessere

72 Id Destino della necessitagrave pag 41

43

CAPITOLO SECONDO

Alle origini del pensiero e del nichilismo dellrsquoOccidente

44

I - La metafisica come sapere incontrovertibile

Lrsquointera esperienza cristiana si costituisce in relazione al thagraveuma da cui nasce la

filosofia

La filosofia nasce dalla meraviglia ma anche Cristo nasce dalla meraviglia

La parola greca thagraveuma che traduciamo con meraviglia indica anche lo stupore

attonito di fronte a ciograve che egrave strano imprevedibile orrendo mostruoso Indica lo smarrimento

angosciato che si prova dinanzi allrsquoenigma e al terrificante

Nel mito73

alle origini del pensiero la costruzione di un senso divino ed ordinato del

mondo che governa e definisce lrsquoesistenza permette allrsquouomo di sentirsi protetto Lrsquoesistere egrave

raccolto allrsquointerno di una spiegazione unitaria che predispone unrsquointerpretazione stabile del

Tutto attendendo preparato da essa lrsquoirrompere imprevedibile degli eventi Egrave infatti

lrsquoimprevedibilitagrave che genera il terrore

73 La parola mythos che viene tradotta con ldquomitordquo accentuando nella traduzione il carattere fabulatorio

del mytheiacuten Inizialmente mito non significa laquofavolaraquo laquoinvenzione arbitrariaraquo laquoleggenda inverosimileraquo

laquoracconto fantasticoraquo bensigrave laquoparola veraraquo laquonotizia vera di ciograve che egrave realeraquo ed egrave realmente accaduto tanto piugrave

vero quanto piugrave sta allrsquoorigine dei tempi e dunque eterno sacro divino lt Il passaggio dal mythos al logos non egrave il

passaggio dalla favola alla veritagrave egrave invece il passaggio alla testimonianza della veritagrave [] il mythos egrave lrsquoessere nella

veritagrave il logos egrave il sapere la veritagrave che si ha allora il mythos egrave un lasciare esposte le cose cosigrave come sono come

appaiono il logos egrave la coscienza che la veritagrave devrsquoessere appunto un lasciare esposte le cose cosigrave come esse sono

[] il passaggio dal mythos al logos il passaggio dal prefilosofico al filosofico non egrave quindi il passaggio a una cosa nuova bensigrave il passaggio alla testimonianza di ciograve che giagrave si egrave e giagrave egrave dinanzi[] Allora non crsquoegrave un passaggio

dalla favola alla veritagrave bensigrave passaggio dalla veritagrave in seacute la veritagrave che egrave ma che non sa di essere non possiede

ancora il proprio significato alla testimonianza della veritagrave alla consapevolezza che il discorso valido devrsquoessere

appunto lasciar le cose come sono alla consapevolezza che un discorso valido non puograve essere un poieiacuten []Il

mythos si realizza cosigrave come una contraddizione tra il lasciar essere le cose e lrsquoimposizione ldquopoeticardquo fa violenza

sulle cose Il logos invece egrave veritagrave ossia un lasciar essere ciograve che si impone ciograve che si annunzia o si manifesta

con autoritagrave gt E Severino Istituzioni di filosofia pag112-113

45

E quando lrsquouomo non si accontenta piugrave della produzione creazione poesia volontagrave

mitiche che le cose stiano in un certo modo di un atteggiamento sognante solo allora il

popolo greco volendo uscire dal sogno volendo cioegrave che il rimedio contro la morte e il dolore

non sia appunto il contenuto di un sogno ma sia qualche cosa che non possa essere smentito

vada cercando una veritagrave incontrovertibile

Questa volontagrave di uscire dal sogno questa volontagrave di guardare la veritagrave delle cose egrave la

filosofia E se essa sta ad indicare la volontagrave di portare alla luce il sapheacutes ciograve che di per seacute

stesso egrave chiaro e incontrovertibile allora con essa lrsquouomo vivragrave la veritagrave Veritagrave che nella

parola greca aleacutetheia74

che alla lettera significa ldquodisvelamentordquo accompagnata come valore

significativo alla parola episteacuteme75

traduciamo come la capacitagrave di imporsi sulle forze

pratiche mentali istintive che vorrebbero scuotere e abbattere ciograve che sta 76

74 lt La parola egrave costituita dallrsquoalfa privativo e dal termine λήθη (leacutethe) che vuol dire nascondimento

Λαvθάvω (lanthaacuteno) significa rimango nascosto occulto (velato celato) Allora se traduciamo aleacutetheia con

veritas perdiamo il senso autentico di questo termine percheacute aleacutetheia vuol dire non-nascondimento ossia

disvelamento E allora alegravetheia egrave anche mythos percheacute anchrsquoesso egrave un lasciar esposte le cose come sono ma

appunto egrave solo un lasciarle esposte Il logos egrave un riconoscere che la veritagrave devrsquoessere un lasciarle esposte gt Ivi

pag 115

75 lt rsquoEπιστήμη non egrave ὕβρις Yβρις egrave la tracotanza o prepotenza di ciograve che vuol farsi valere oltre la

propria potenza mentre episteacuteme egrave la potenza o la fermezza del dire attuale che si impone su ogni altro discorso

[hellip] la veritagrave dellrsquoessere appare sia nella δόξα che nellrsquoεπιστήμη ma solo questrsquoultima sa portarla alla luce e farla valere la δόξα non si cura del proprio carico prezioso ma di altre cose e tutto ciograve che dice puograve essere

contraddetto Quando la δόξα presume dire lrsquoincontrovertibile egrave ὕβρις gt Id Essenza del nichilismo pag157

76 lt Eschilo ci dice che se si deve cacciare dalla mente con veritagrave il dolore che rende folli allora egrave

necessario rivolgersi a Zeus ma Zeus non egrave il divino del mito (esso egrave lrsquoetere lrsquoacqua il fuoco e tutto ciograve che sta al

di lagrave di queste cose) ma quel divino che non sottostagrave allrsquoimprevedibilitagrave degli eventi gt Id lsquoI presocratici e la

nascita della filosofiarsquo collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il

quotidiano lsquoLa Repubblicarsquo

46

Steme egrave un costrutto linguistico che si forma sul verbo higravestasthai laquostareraquo laquoimporsiraquo

Epi-steacuteme significa epi-higravestasthai cioegrave stare laquosuraquo (epigrave) imporsi su ogni divenire laquosuraquo ogni

tempo e laquosuraquo ogni evento significa essere la Legge suprema a cui tutto deve adeguarsi e a cui

nulla puograve sfuggire

La veritagrave egrave lo stare originario che non si lascia smuovere e si impone sul divenire

Egrave innanzitutto lrsquoepisteacuteme a dire ad ogni ente laquoTu non avrai altro Dio allrsquoinfuori di meraquo

La veritagrave dellrsquoepisteacuteme mostra il senso incontrovertibile definitivo immutabile del Tutto essa

intende unire lrsquoevidenza del divenire allrsquoevidenza dellrsquoeterno Ed al suo interno lungo la storia

dellrsquoOccidente vengono innalzati tutti gli Immutabili e ogni forma del divino e dellrsquoeterno

Essa egrave lrsquoanima e il fondamento dellrsquointera tradizione dellrsquoOccidente che ha inizio cancellando

lrsquoambiguitagrave e il mistero che inevitabilmente compete al senso di ogni parola nel linguaggio pre-

metafisico77

Nel linguaggio biblico (ma anche in Platone) caos egrave sinonimo di magma di mescolanza

disordinata di elementi non ancora separati percheacute ancora non egrave stato guadagnato un certo

ordine o cosmo Lrsquoessenza del cosmo egrave pensata in funzione di un atto volontaristico (quello di

Dio ma anche il demiurgo platonico persuade la terra madre a diventare da caos a cosmo) che

intervenendo separa e separando ordina definendo il caos e ponendovi cosigrave fine

Eppure queste parole hanno alla radice un piugrave originario e piugrave autentico significato che

nulla ha da dividere coi significati di disordine mescolanza ordine separazione

77 Il linguaggio primitivo non porta alla luce il senso della veritagrave dellrsquoessere ma non porta alla luce nemmeno il senso alienato dellrsquoessere Resta per noi essenzialmente ambiguo percheacute non ci egrave consentito stabilire

se il significato delle sue parole esprima o tradisca la veritagrave dellrsquoessere Si puograve stabilire la sintassi ma non la

semantica ontologica di un linguaggio che non rende esplicito il senso dellrsquoessere e del niente (la lingua della

preistoria dellrsquoOccidente non parla della nientitagrave dellrsquoente ma soltanto della sicurezza della terra e delle cose

sicure)

47

La radice indoeuropea della parola chaos radic cha o radic gha che interviene in vari gruppi

di parole sia greche chasko chaino (mi apro mi dischiudo) sia latine hiatus (intervallo

apertura) non indica tanto il disordine o la mescolanza quanto lrsquoapertura il dischiudersi che

offre lo spettacolo della totalitagrave In questo senso il chaos non egrave la dimensione antecedente lrsquoe-

vocazione dellrsquoordine da parte di una volontagrave che chiamando separa ma egrave la dimensione

assoluta che ospita il suo interno ogni teogonia e ogni cosmologia ogni generazione di dei di

uomini e di mondi Non egrave una situazione separabile ma egrave la totalitagrave che include ogni

situazione

Dallrsquoetimo piugrave originario della parola chaos si opera una ripercussione sul termine

corrispettivo che egrave dato dalla parola kosmos la cui radice indoeuropea radic kens (da cui il

latino censeo) significa laquoannuncio con autoritagraveraquo Impiegare la parola kosmos allora non

significa riferirsi al mondo che nasce solo in presenza di un artefice ma significa riferirsi a

quella parola che nellrsquoapertura dischiusa del chaos si annuncia con autoritagrave senza poter essere

smentita Questa parola egrave il logos78

Con lrsquoavvento del pensiero metafisico anche lsquodiorsquo esce dallrsquoambiguitagrave ed entra nel

mondo non nel senso che venga necessariamente inteso come uno degli enti sensibili e

divenienti ma in quanto egrave pensato come il fondamento stesso del mondo ossia come ciograve che fa

sigrave che il mondo sia mondo

La parola greca ὐεός egrave essenzialmente costruita sulla radice δα Innanzitutto δα indica

lo star dinanzi manifesto e luminoso sigrave che Ζεύς lo laquosplendenteraquo egrave δηλος Ma la

manifestazione lascia apparire ed egrave dispensatrice delle differenze e quindi δα indica anche il

dispensare il dare in sorte distribuendo le differenze sigrave che il dio egrave il δαίμων che divide e

distribuisce le parti del tutto

78 U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag33

48

Ma il dispensare le differenze esige perizia e abilitagrave nel dispensatore esige cioegrave non

solo conoscenza ma anche padronanza dei differenti e quindi δα esprime anche il senso di

quella capacitagrave laquotecnicaraquo che viene indicata in parole come δαίος e δαήμων Ciograve vuol dire che

egli egrave artefice capace di padroneggiare le differenze che rende manifeste e che in quanto

padroneggiate sono ἔργον

Lrsquo ἔργον egrave la differenza padroneggiata e dispensata nellrsquoatto in cui viene resa manifesta

(δήμιον) Lrsquoartefice che assegna e distribuisce le parti differenti egrave allora insieme radice di ogni

sventura

Nei tratti che formano il significato premetafisico della parola ὐεός sono certamente

presenti le tracce di un modo di intendere il senso dellrsquoessere Ma le tracce rimangono

indecifrabili Si dovrebbe stabilire se quei tratti si sviluppino lrsquouno dallrsquoaltro in una sostanziale

solidarietagrave di fondo o siano invece le tracce di una abissale e inesplorata discordanza

nellrsquooriginario apparire dellrsquoessere Di tutto ciograve il pensiero metafisico non si occupa portando

nel mondo i linguaggi tra cui viene a trovarsi si convince di realizzare lrsquointerpretazione

autentica che rende esplicito il loro riposto significato ontologico

Dal punto di vista della metafisica lrsquoente puograve essere ossia puograve esistere solo se egrave

assicurato allrsquoesistenza da un fondamento Diversamente lrsquoente in quanto ente non puograve

esistere ossia egrave un niente79

79 lt ldquoEsse non habet creatura nisi ab aliordquo ldquoSibi relictardquoassunta cioegrave al di fuori della sua relazione al

fondamento la creatura ldquoin se considerata nihil estrdquo ldquoUnde prius naturaliter inest sibi nihil quam esserdquo

(Tommaso De aeternitate mundi7) Tuttavia anche ldquosibi relictardquo la creatura non egrave un niente Ponendo che la

creaturaldquosibi relictardquo egrave un niente il pensiero metafisico intende differenziare questa affermazione

dallrsquoaffermazione che il niente egrave niente gt E Severino Essenza del nichilismo pag 256

49

I primi pensatori realizzarono la situazione nella quale la realtagrave cosmica egrave saputa come

totalitagrave80

Ed egrave precisamente lrsquoapertura dellrsquoorizzonte della totalitagrave che conduce alla domanda

sul principio (ᾀρχή) e fa sorgere il problema di determinare che cosa sia ciograve per cui tutte le

cose che pur si differenziano lrsquouna dallrsquoaltra convengano tutte nellrsquoappartenere al medesimo

orizzonte

Gli antichi la maggior parte di coloro che per primi si posero a filosofare furono dei

metafisici in quanto fecero oggetto del loro interesse lrsquoapertura della totalitagrave e dei fisici in

quanto lrsquounica determinazione che conobbero della totalitagrave fu il mondo fisico

80 lt La prima filosofia non egrave un lasciare nellrsquoimplicitezza ma egrave un porre esplicitamente la categoria della

totalitagrave Proprio percheacute la categoria della totalitagrave egrave posta si sviluppa quella tematica del principio unificatore della

totalitagrave del molteplice gt e la comprensione di questa dimensione egrave possibile solo se il diverso viene visto come

insieme identico lt Il pensiero filosofico sin dal suo inizio storico egrave lrsquoattenzione portata allrsquounitagrave laddove il pensiero mitico pur pensa lrsquounitagrave ma facendo emergere la differenza Il concetto eracliteo di unitagrave degli opposti

altro non egrave che lrsquoesplicitazione di quellrsquoidentitagrave dei differenti che il pensiero filosofico pensa sin dal suo primo

apparire La filosofia sorge come attenzione al tutto ma al tutto si puograve prestare attenzione solo se le differenze

sono viste come tutte appartenenti al tutto il tutto puograve essere pensato solo se le molte cose sono pensate secondo

una sostanziale identitagrave solo se i differenti sono visti in certo senso identici[] Allora il problema che

inizialmente si presenta alla coscienza filosofica non egrave quello di introdurre un pensiero non ancora pensato di

produrre il pensiero dellrsquoidentitagrave che non si sarebbe ancora pensata infatti stando davanti la totalitagrave lrsquoidentitagrave egrave

pensata Il problema egrave invece quello di esplicitare ciograve che viene pensato per il fatto che il tutto egrave pensato[]

Quando Talete pensa lrsquoacqua come archeacute di tutte le cose non pensa semplicemente un elemento empirico una

cosa tra le cose ma pensa lrsquoacqua come concetto universale[] Il contributo dei presocratici non sta tanto

nellrsquoaver posto lrsquointero che egrave giagrave posto nelle teogonie ma nellrsquoesplicitazione particolarmente intensa dellrsquointero e questa intensitagrave la troviamo giagrave affermata a proposito di Anassimandro e di Anassimene [] Lrsquouomo vede quindi

da sempre lrsquounitagrave ma solo a questo punto della storia della filosofia quel semplice vedere si risolve in un riflettere

sulla necessaria posizione dellrsquoUno[] il mito tende appunto a lasciare inespressa lrsquounitagrave questo significa che il

discorso mitico insiste su altri punti cioegrave sulle differenze[] Il cercare lrsquoidentitagrave delle differenze significa cercare

lrsquoidentitagrave che lega i termini opposti significa in ultima analisi cercare il trascendentale [] proprio percheacute pur

essendo in ogni cosa in quanto comune a tutte le cose non vi si esaurisce e pur realizzandosi in ognuna di esse

le trascende per il fatto di essere a tutte comune gt Id Istituzioni di filosofia pag 146149150

50

Andando alla ricerca del principio i primi metafisici andarono alla ricerca di un

principio unificatore del molteplice o la ricerca del principio unificatore assunse la forma di

determinazione della materia primordiale Lrsquounitagrave delle cose che questi antichi vanno

ricercando acquista dunque il senso di principio materiale delle cose o il senso che si

conferisce a quella unitagrave egrave che le cose convengono tutte nellrsquoessere modi di configurazione di

una unica materia Ma si comprese ben presto lrsquoimpossibilitagrave di qualificare il principio come

una determinazione particolare non solo percheacute non poteva essere qualificato come una cosa

tra le cose ma anche in base alla constatazione del divenire o dello sparire di tutte le

determinazioni particolari del mondo

Il divenire egrave il principio dice Eraclito E infatti egrave nel divenire che le determinazioni

particolari si unificano poicheacute se ad ognuna di esse compete di sparire o di annullarsi e se lo

sparire o lrsquoannullamento di qualcosa egrave il sopraggiungere del contrario o dellrsquoopposto del

qualcosa e ancora se il contrario sopraggiunge solo in quanto il qualcosa sparisce segue che

il processo dello sparire egrave ciograve in cui si realizzano e si unificano le determinazioni piugrave differenti

Esso il processo stesso il divenire non sparisce ma egrave lrsquoimmutabile in cui ogni cosa che

sopraggiunge dilegua e si dissolve

Per Anassimandro lrsquoindeterminato si distingue dallrsquoeterno movimento onde le

determinazioni particolari si producono per Eraclito questa distinzione non ha ragione di

sussistere percheacute il movimento eterno contiene in seacute il motivo o la ragione per cui il principio

non egrave nulla di determinato particolarmente

Anassimandro si limita a rilevare lrsquoimpossibilitagrave di porre come principio una

determinazione particolare e in tal modo qualifica il principio solo negativamente81

sigrave che la

sua distinzione tra indeterminato e movimento eterno non si appoggia su alcuna qualificazione

per la quale lrsquoindeterminato possa distinguersi dal movimento

81 Una volta che ci si rende conto dellrsquoimpossibilitagrave di trattare il trascendentale come un particolare si

tratta di definire in concreto che cosa sia il trascendentale non nel senso che determinandolo lo si debba limitare

o particolarizzare a nel senso che si tratta di accertare in cosa consista ciograve che non puograve essere determinato come

particolare

51

A questo punto egrave doverosa una precisazione

laquoTimbroraquo egrave il modo in cui la parola del mortale risuona nellrsquoaria e si rende visibile nella

scrittura Innumerevoli sono le parole che formano la preistoria dellrsquoOccidente eppure

risuonano tutte allrsquointerno dei due timbri fondamentali il timbro dellrsquoinflessibile e il timbro del

flessibile (o timbro della flessione) il timbro che esprime lrsquoinflessibile e il timbro che esprime

il flessibile

La preistoria e la storia dellrsquoars del mortale sono separate da un breve intervallo Esso

interrompe la vicenda in cui il senso della flessione si impadronisce del timbro dellrsquoinflessibile

La interrompe prima che questo impadronirsi si trasformi da dominio premetafisico in

dominio metafisico dellrsquoente cioegrave prima che il senso della flessione divenga esplicito nella

testimonianza che del senso dellrsquoente egrave data dalla lingua greca Nellrsquointervallo accade il

rovesciamento il senso dellrsquoinflessibile si impadronisce del timbro della flessione Anche

questo rovesciamento accade nella lingua greca Questo accadere viene considerato come

lrsquoinizio della filosofia greca Ma non egrave lrsquoinizio egrave lrsquointervallo prima dellrsquoinizio ossia prima che

il linguaggio dellrsquoOccidente testimoni lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

Lrsquointervallo forma un indugio e nel cammino del mortale lrsquoindugio stabilisce un bivio

Anassimandro ed Eraclito rimangono nellrsquoambiguitagrave del bivio

Ma che cosa significa nel linguaggio di Anassimandro e di Eraclito lrsquoessere τὸ χρεών e

lrsquoessere ὁ λόγος e lrsquoessere xατὰ τὸ χρεών e χατὰ τὸν λόγον A queste domande comincia a

rispondere Parmenide Anche Parmenide sta sul bivio ma come il seminatore di entrambi i

sentieri che si dipartono da esso

Lungo il cammino si forma un bivio percheacute nel luogo dove diviene esplicita la volontagrave

che lrsquoente sia niente in quel luogo si rende visibile anche per breve tempo un bagliore che

proviene da un cielo diverso da quello tracciato dal cammino dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

52

Il bagliore illumina per breve tempo un altro cielo e in esso un altro cammino lungo le

costellazioni del Giorno Il χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τ´ἐὸν ἔμμεναι di Parmenide parla di quel

bagliore82

82 E Severino Destino della necessitagrave pag 254 e 279

53

II - Il sentiero della Notte

Parmenide semina il Sentiero del Giorno ma semina anche il Sentiero della Notte83

Lo

semina percheacute per negarlo lo evoca

LrsquoOccidente cammina allrsquointerno di questa evocazione Per la prima volta nella storia

del mortale Parmenide84

conduce nel linguaggio il senso dellrsquoessere e della sua opposizione al

niente

E per la prima volta Parmenide si volge verso un percorso diverso dalla storia del

mortale il percorso dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia In questo rivolgersi verso il sentiero

intentato evoca per negarlo lrsquoopposto sentiero il sentiero dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente e in

questa evocazione testimonia ciograve che non era mai stato testimoniato

La prima testimonianza del senso alienato dellrsquoessere accade allrsquointerno del pensiero

che la vede come testimonianza alienata Ma proprio percheacute egrave nel linguaggio di Parmenide che

per la prima volta viene evocata la testimonianza dellrsquoalienazione (ossia che lrsquoessere non egrave)

questa testimonianza non puograve precedere la propria evocazione

Parmenide evocando il proprio nemico lo crede un giagrave esistente e i suoi versi sono rivolti ai ldquoi mortali dalla doppia testardquo dai quali lrsquoessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici

Lrsquoevocatore del Sentiero della Notte non avverte di esserne lrsquoevocatore e crede che esso sia giagrave

incominciato85

Lrsquoessere parmenideo egrave la qualificazione positiva dellrsquoindeterminato anassimandreo

lrsquoorizzonte dellrsquointero puograve realizzarsi solo in quanto si apra come orizzonte dellrsquoessere

83 ἕνυα πύλαι Νυϰτός τε ϰαὶ ᾽´Ηματός εἰσι ϰελεύὑων lsaquolsaquoQui la porta che divide i sentieri della Notte e del

Giornorsaquorsaquo Parmenide fr 1 v 11

84 Da un punto di vista storico possiamo indicare una complementaritagrave dicendo che da un lato Eraclito

opera la determinazione formale dellrsquoaacutepeiron dallrsquoaltro Parmenide indica la determinazione materiale o concreta

dellrsquoaacutepeiron (materiale inteso come opposto al formale nulla a che vedere con la materia fisica) Per Eraclito

lrsquoaacutepeiron egrave lrsquoopposizione per Parmenide egrave lrsquoessere

85 E Severino Destino della necessitagrave pag 528-529

54

Parmenide tenendo fermo il principio dellrsquoimpossibilitagrave che il non essere sia o che

lrsquoessere non sia pone lrsquoessere come principio per cui si costituisce lrsquointero e quindi come ciograve

che permette lrsquounitagrave del molteplice E questo viene ad equivalere alla stessa negazione o allo

stesso annullamento del molteplice e del divenire di questo che egrave quanto dire negazione e

annullamento del mondo in quanto manifestatesi come lrsquoinsieme di tutte le molteplici cose

divenienti Infatti le cose sono molte e differenti in quanto sono altro oltre al loro semplice

essere Ma che le cose siano altro dallrsquoessere significa che esse proprio in quanto molte e

differenti sono non essere visto che soltanto il non essere egrave altro dallrsquoessere Affermare

dunque che le cose sono molte significa affermare che il non essere egrave Per eliminare questa

contraddizione saragrave quindi necessario eliminare ciograve che la produce saragrave necessario negare che

le cose siano molteplici Il divenire poi egrave reale solo in quanto anchrsquo esso include la realtagrave o

lrsquoessere del non essere Il divenire egrave infatti un passaggio dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere

al non essere La realtagrave del passaggio implica la realtagrave dei termini tra i quali si istituisce il

passaggio Ma poicheacute il non essere non egrave non puograve essere nemmeno il passaggio86

86 lt affincheacute la posizione parmenidea sia riguardata come un problema o come unrsquoaporigravea egrave

necessario avvedersi dellrsquoimpossibilitagrave di negare la realtagrave del mondo molteplice e diveniente per salvare o per

tener ferma lrsquounitagrave e lrsquoimmobilitagrave dellrsquoessere Egrave necessario avvedersi ancora che quella di Parmenide egrave infine una

scelta o una preferenza che egli accorda allrsquoessere piuttosto che al mondo gt Id I principi del divenire La Scuola

Brescia 1995 pag 13

55

Lrsquoontologia di Platone87

e Aristotele sono lrsquoassestamento di questa intuizione E

lrsquoassestamento si impone ma la scoperta egrave troppo grande percheacute lo scopritore non ne resti

abbagliato Il mondo svanisce nella prima luce dellrsquoessere svanisce come valore diviene

esistenza contrapposta allrsquoessenza e il valore egrave lrsquoessere come immutabilitagrave e semplicitagrave

assoluta

Lrsquoimprevisto lrsquoinsospettato egrave per il logo il mondo non Dio Ma se il logo si fa sorprendere dal

mondo in modo da non sapersi riprendere dalla sorpresa se non negando il mondo diventa logo

astratto ed egrave qui che si ferma Parmenide88

La semplice opposizione tra lrsquoessere (inteso come ciograve che egrave) e il nulla (inteso come ciograve

che non egrave) resta nellrsquoambiguitagrave percheacute la si puograve intendere ndash come si incominciograve e si continuograve

ad intenderla ndash come una legge che governa sigrave lrsquoessere ma che lo governa sin tanto che esso egrave

Lrsquo Occidente egrave la civiltagrave che cresce allrsquointerno dellrsquoorizzonte aperto dal senso che il

pensiero greco assegna allrsquoesser-cosa delle cose

87 Platone si egrave lasciato sfuggire la grande occasione di pensare la veritagrave dellrsquoessere percheacute anche lui (e dopo di lui tutto il pensiero occidentale) lascia al fondo del pensiero dellrsquoente lrsquoastratta separazione dellrsquoessere e

della determinazione proprio lui che si presenta come il pacificatore della scissione ossia come lrsquounificatore

dellrsquoessere e della determinazione lt Platone era divenuto il difensore del concreto il riparo dal naufragio

parmenideo e sotto questo riparo il pensiero occidentale si poneva una volta per tutte senza avvedersi che lrsquoovile

non era stato chiuso prima che entrasse il lupo e senza avvedersi che era stata lasciata fuori in sovrana solitudine

la luce della veritagrave dellrsquoessere gt Id Essenza del nichilismo cit pag 74

88 Id La struttura originaria cit pag 391

56

Sei secoli prima di Cristo la filosofia greca incomincia a concepire la cosa come ciograve

che totalmente o parzialmente esce dal niente e vi ritorna oscilla tra lrsquoessere e il niente un

ἐπαμφοτεριζειν89

dove laquoi dueraquo (ἀμφότεϱα) laquorispettoraquo (ἐπί) ai quali la cosaraquo egrave in lotta con seacute

stessaraquo (ἐϱίζει) sono lrsquoessere (τὸ ὄν) e il niente (τὸ μὴ ὄν inteso come τὸ πάντως μὴ ὄν nihil

absolutum90

In quanto laquoparteciparaquo di entrambi (τὸ ἀμφοτέϱων μετέχον)91

la cosa (τι) ha entrambi

come predicati essa egrave qualcosa che laquoinsiemeraquo (ἃμα) egrave e non egrave τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν92

Ma

lrsquoavverbio ἃμα non compare nel finale del libro quinto della Repubblica col senso temporale

che probabilmente esso intende esprimere nel celebre passo del libro quarto della Metafisica93

nel testo platonico ἃμα indica lrsquoinseparabilitagrave dei due (lrsquoessere e il niente) tra i quali la cosa egrave

indecisa nel suo oscillare tra lrsquouno e lrsquoaltro Dellrsquooscillante non solo non egrave possibile pensare

che sia semplicemente legato allrsquoessere (οὔτ᾽ εἶναι) o al non essere (οὔτε μὴ εἶναι) o che non

sia legato ad alcuno dei due (οὔτε οὐδέτεϱον) ma non si puograve nemmeno pensare che esso sia

lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα

Lrsquoἐπαμφοτεριζειν (lrsquooscillante) egrave un dibattersi (ἐϱίζειν) tra lrsquoesser e il niente (ἐπὶ τὰ

ἀμφότεϱα) proprio percheacute non egrave contemporaneamente lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα Il

dibattersi egrave il divenire della cosa Dove la cosa insieme (ἃμα) egrave e non egrave nel senso che nel

divenire lrsquoessere e il non essere sono inseparabili e non nel senso che nel divenire la cosa sia

e non sia contemporaneamente

Ma proprio percheacute nellrsquoespressione τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν lrsquoavverbio ἃμα non indica

la contemporaneitagrave ma lrsquoinseparabilitagrave dei due che si contendono la cosa proprio per questo

tale espressione egrave la definizione stessa del divenire cioegrave del tempo

89 Platone Civitas 479 c Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo fedelmente alla loro

utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino nelle opere di riferimento riportate in nota

90 Ibid 478 d

91 Ibid 478 d-e

92 Ibid 478 d

93 Aristotele Metafisica 1005 b 19-20

57

Lrsquoente quindi in quanto ente egrave ciograve che puograve non essere In quanto ente non egrave

lrsquoimmediata esclusione del suo poter non essere Lrsquoente egrave la cosa (il τι) nel suo essere coinvolta

nellrsquo ἐπαμφοτεριζειν tra lrsquoessere e il niente Affincheacute si possa porre un ente come immutabile e

quindi come ciograve che non puograve non essere si egrave costretti ad introdurre un medio tra lrsquoesser ente

dellrsquoente e lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoente

Introducendo un μεταξύ fra lrsquoessere e il nulla94

Platone segna il destino dellrsquoOccidente

lrsquoaffermazione di una dimensione in cui egrave contenuto ciograve che nasce e muore ossia ciograve che

partecipando dellrsquoessere e del niente non era e non saragrave piugrave era un niente e saragrave ancora un

niente Platone lascia in ereditagrave agli uomini il mondo compiendo il parricidio che conduce

nellrsquoessere le determinazioni che Parmenide lasciava nel nulla Ma il parricidio andava

compiuto le determinazioni non sono un niente (un ἐναντίον dellrsquoessere) e cioegrave sono

Lrsquoessere non egrave il puro indeterminato ma la totalitagrave concreta delle determinazioni95

Ma

nellrsquoatto stesso in cui Platone contrappone lrsquoessere concreto determinato al niente lascia

lrsquoessere identico al niente

94 Platone Civitas V 477-480)

95 lt Nella fondamentale dottrina metafisica quella hegeliana dellrsquointelletto astratto egrave lo sviluppo

dialettico il modo determinato secondo cui si istituisce la sintesi tra il puro essere e la totalitagrave delle determinazioni

Ma il significato ultimo della sintesi hegeliana egrave ancora quello platonico tra il puro essere e le determinazioni si

apre sin dal principio un abisso incolmabile onde lrsquounione delle due sponde egrave la sintesi di ciograve che sin dal principio

egrave stato destinato a rimanere diviso Nello sviluppo dialettico il puro essere si determina (si unisce alla determinazione) ma la determinazione mantiene nella sintesi il carattere che sin dal principio le conviene in

quanto separata dallrsquoessere di essere un niente Egrave unita allrsquoessere ma contiene ad essere un niente Egrave quindi

inevitabile che sia trattata come un niente e si affermi che la sua sintesi con lrsquoessere egrave accidentale e che sia quindi

destinata a nascere e a morire eterno rimanendo solamente quellrsquoente privilegiato che egrave la stessa accidentalitagrave

della sintesi Ma questa sintesi necessaria ndash lrsquoorganismo delle categorie lrsquoIdea ndash egrave la struttura privilegiata che

rende possibile il divenire delle determinazioni empiriche lrsquoistituzione della sintesi accidentale tra il categoriale e

lrsquoempirico gt E Severino La struttura originaria pag 403

58

Pensa le determinazioni come per seacute indifferenti al loro essere o non essere Per tenerle

ferme nellrsquoesistenza quegli esseri-relativi deve andare alla ricerca di un fondamento che perograve

fonda soltanto la ragione privilegiata delle determinazioni universali (idee) ed abbandona

allrsquoannullamento le determinazioni empiriche96

La soluzione che Aristotele dagrave dellrsquoaporigravea parmenidea si svolge in due momenti

accertamento della struttura intrinseca del divenire e accertamento delle condizioni totali della

pensabilitagrave del divenire ossia le condizioni in base alle quali la realtagrave del divenire non egrave

contraddittoria Ed essa realtagrave non lo egrave in quanto la contraddizione egrave tolta negando che il

divenire sia lrsquointero e quindi ponendo una realtagrave non diveniente egrave tolta introducendo il

concetto di sostrato

Il divenire non egrave piugrave indeterminatamente considerato ma egrave determinato come una

struttura complessa passaggio di un sostrato dalla privazione di una certa forma alla forma

corrispondente che egrave il concetto di ldquodivenienterdquo quel ldquoterzordquo tra il non essere e lrsquoessere che

quindi diviene97

Nel De Interpretatione98

si afferma infatti

Che dunque ciograve che egrave sia quando egrave e che ciograve che non egrave non sia quando non egrave egrave necessario tuttavia

non egrave necessario neacute che tutto quanto ciograve che egrave sia neacute che tutto quanto ciograve che non egrave non sia Infatti

non egrave la stessa cosa che tutto quanto ciograve che egrave sia di necessitagrave quando egrave e lrsquoessere assolutamente di necessitagrave E similmente va detto anche per ciograve che non egrave

96 Id Essenza del nichilismo pag 148

97 lt la differenza tra il parmenidismo e lrsquoaristotelismo [] egrave la stessa differenza tra il concetto di sapere

metafisico come appartenente alla struttura del fondamento e il concetto per il quale il sapere metafisico egrave

unrsquoulterioritagrave rispetto a quella struttura che deve essere conseguita attraverso un procedimento mediazionale gt

Id La struttura originaria cit pag 399

98 Traduzione condotta sul testo Della Interpretazione Edizione Bur quarta edizione marzo 2000 23-28

pag 99

59

Il principium firmissimum esprime la struttura dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente proprio

percheacute egrave il principio dellrsquoente in quanto ente (non un certo ente privilegiato) Esso egrave la

posizione della nientitagrave dellrsquoente espressa come non-nientitagrave dellrsquoente

Esso egrave lrsquoespressione piugrave esplicita e radicale dellrsquoopposizione dellrsquoente al niente E

tuttavia nel principio di non contraddizione la nientitagrave dellrsquoente resta essenzialmente affermata

proprio nellrsquoatto in cui la si vuole escludere nel modo piugrave perentorio Essa si manifesta nella

forma del suo opposto

In una sua formulazione fondamentale il principium firmissimum dice che laquonon egrave

possibile che la stessa cosa sia e non siaraquo (εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) per il medesimo rispetto e nello

stesso tempo (ϰαῦ᾽ ἕνα ϰαὶ τὸν αὐτὸν χϱόνον)99

Ciograve significa da un lato che il diverso puograve

esser e non essere nello stesso tempo e cioegrave che in un certo tempo alcuni degli enti sono ed

altri non sono e dallrsquoaltro lato significa che in tempi diversi il medesimo egrave e non egrave prima d i

nascere e dopo il suo perire non egrave ed egrave tra la nascita e la morte

99 Aristotele Metafisica 1061 b 36

Fabro critica fortemente lrsquointerpretazione severiniana dei testi aristotelici nella fattispecie il carattere temporale

assegnato al principio di non contraddizione lt Sotto lrsquoaspetto reale Aristotele che non conosce la creatio ex

nihilo della Bibbia ed ammette lrsquoeternitagrave del mondo []si muove con assoluta fedeltagrave alla concezione greca della necessitagrave del Tutto [] Il nascere e il perire cioegrave la contingenza del mondo sublunare [] esprimono non un passare

dallrsquoessere al non essere ma dallrsquoessere tale ad un essere tal altro della materia secondo le leggi fisiche e

biologiche della generazione e corruzione gt concludendo lt Il problema del tempo come qualificante lrsquoessere

dellrsquoente quale lrsquoinvoca il Severino egrave qui del tutto assente poicheacute si tratta unicamente del problema del rapporto

fra logica e metafisica cioegrave della dipendenza fra il modo di predicare e il modo di essere e si afferma che il primo

dipende dal secondo che il pensare dipende dallrsquoessere e che le qualitagrave del pensare e del predicare dipendono dal

modo di essere gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag110-112

60

Al principio di non contraddizione appartiene essenzialmente la persuasione che agli

enti sia consentito di non essere100

100 La negazione dellrsquoidentitagrave che la forma del dire e del pensare presenta nella preistoria dellrsquoOccidente

egrave determinata dallrsquoisolamento del soggetto dal predicato

lt Anzi il senso stesso del soggetto e del predicato egrave determinato dallrsquoisolamento giaccheacute il soggetto egrave ciograve che

permane ed egrave significante indipendentemente e isolatamente dal predicato Lrsquoisolamento egrave la coscienza in quanto

isolante cioegrave in quanto essa isola il proprio contenuto separando la parte dalle altre parti e la parte dal tutto In

quanto il soggetto egrave isolato dal predicato il soggetto egrave sempre un altro dal predicato Anche quando il predicato egrave il soggetto stesso (come in A egrave A) e in A egrave A A-soggetto isolato non solo egrave altro da A-predicato ma egrave qualcosa

a cui non puograve competere di essere A giaccheacute il suo essere A ndash il suo essere se stesso ndash egrave appunto ciograve da cui A-

soggetto in quanto isolato da A-predicato egrave isolato [] A sua volta quanto al contenuto del pensiero e del dire

dellrsquoOccidente lrsquoessente puograve essere pensato come ciograve che esce dal niente e vi ritorna solo in quanto egrave isolato

dallrsquoessere ndash ossia dal suo essere seacute[] In Aristotele lrsquoantecedenza e indipendenza della dimensione noetica

(oggetto dellrsquooperatio prima intellectus) da quella dianoetica (oggetto dellrsquooperatio secunda intellectus) egrave

appunto lrsquoisolamento del noetico dal suo esser seacute che si costituisce nella e come dimensione dianoetica Il

principio di non contraddizione che afferma lrsquoidentitagrave dellrsquoessente dice Tommaso (In duodecim libros

Metaphysicorum Aristotelis expositio 605) egrave sigrave il primo ossia egrave il principio fondamento ma nella seconda

operazione dellrsquointelletto (est naturaliter primum in secunda operatione intellectus) Per Hegel la determinazione

in quanto isolata egrave un contraddirsi Ma in quanto isolata la determinazione egrave una dimensione noetica [] Hegel

mostra sigrave che il noetico isolato egrave un contraddirsi ma concepisce il piano dianoetico (lrsquounitagrave di determinazioni diverse) come il risultato del divenire prodotto dalla contraddizione e quindi anche per Hegel lrsquointelletto

(Verstand) che isola il noetico egrave lrsquooperatio prima intellectus rispetto alla dimensione dianoetica costituita dalla

sintesi dialettica gt

Per Tommaso il principio drsquoidentitagrave e non contraddizione egrave un principio di ragione lt Quando si dice che

qualcosa egrave identico a seacute stesso [aliquid esse idem sibiipsi] lrsquointelletto assume come due ciograve che quanto alla cosa egrave

uno [intellectus utitur eo quod est unum secundum rem ut duobus] Altrimenti non potrebbe designare la

relazione dello stesso a seacute stesso Onde appare che la relazione include sempre due estremi e se nelle relazioni di

questo tipo non ci sono due estremi quanto alla cosa ma solo quanto allrsquointelletto la relazione di identitagrave non

potragrave essere una relazione reale ma solo di ragione gt

Nemmeno Tommaso vede che un intelletto che assuma come due ciograve che egrave uno afferma la contraddizione

impossibile cioegrave che lrsquouno egrave due lrsquoidentico egrave differente Pensare che lrsquoidentitagrave non sia quindi una relazione reale consente al realismo di concludere che lrsquoessente indipendentemente dallrsquointelletto egrave identico a seacute (altrimenti il

dirlo identico ndash esso egrave appunto illud quod dicitur idem ndash sarebbe falso) ma la sua identitagrave con seacute si costituisce

come tale (cioegrave formalmente) solo nella riflessione dellrsquointelletto sullrsquoessente Lrsquoessente egrave in seacute identico a seacute non

egrave per seacute identico a seacute [] In quanto isolato dallrsquoidentitagrave con seacute stesso (e cioegrave dal suo non esser lrsquoaltro da seacute)

lrsquoessente non egrave seacute stesso non solo non appare come seacute stesso ma non egrave nemmeno seacute stesso Egrave un nulla Un nulla

che il pensiero dellrsquoOccidente intende come essente (noema significato) indipendentemente dal suo esser pensato

come esser seacute e come non esser lrsquoatro da seacute gt E Severino Tautoacutetēs Adelphi Milano 1995 pag 102-105108

61

Questa persuasione gli appartiene anche quando in esso non vien fatta alcuna menzione

del tempo giaccheacute lrsquoente di cui vien posta lrsquoincontraddittorietagrave viene pensato come ciograve che in

quanto tale puograve non essere Il principio di non contraddizione stabilisce lrsquoopposizione dellrsquoente

al niente ma egrave lrsquoente in quanto egrave che si oppone al niente e non lrsquoente in quanto non egrave ndash dove

questo ldquoin quanto non egraverdquo esprime un aspetto essenziale dellrsquoente in quanto ente

Aristotele afferma lrsquoimpossibilitagrave che qualcosa cui convenga una certa determinazione

abbia ldquonello stesso tempordquo la determinazione contraddittoria Il che vuol dire che in un tempo

diverso puograve convenirle

Il pensiero metafisico supera lrsquoeleatismo percheacute oppone al niente non solo il puro essere

indeterminato ma ogni ente determinato

Ciograve che con la filosofia platonica e aristotelica si viene a guadagnare egrave lrsquoesistenza del

mondo E si tratta di un guadagno nel senso che il mondo non deve essere semplicemente

affermato ma deve essere affermato tenendo fermo quel puro atto che agli occhi di Parmenide

esigeva la nullitagrave o illusorietagrave del mondo il mondo egrave guadagnato nel senso che si mostrano le

condizioni del suo coesistere a Dio allrsquoeterno101

101 Aristotele lt Al posto di una palude incomprensibile piena di fumi del mistero e della magia egli

pone di fronte alla nostra intelligenza uno schema grandioso e coordinato limpido da comprendere e fondato sui

fatti ovvi e persistenti della nostra esperienza Nella generalitagrave della sua portata esso egrave insieme filosofico e

scientifico e fornigrave piugrave tardi lo sfondo fisico allo schema cristiano della salvezza gt Alfred North Whitehead

Science and Philosophy traduzione dallrsquoinglese di Stefano Federici Scienza e Filosofia Castelvecchi Roma I

edizione aprile 2014 pag 12

62

III - Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire

Lrsquo irruzione delle differenze del molteplice nellrsquoarea dellrsquoessere porta a concepire

lrsquointero del positivo sulla traccia del positivo empirico percheacute come ripetiamo lrsquoessere egrave ciograve

che egrave quando egrave e che non egrave quando non egrave

Ma sia il mondo delle idee che lrsquoatto puro di Aristotele sono certamente privi di una

dimensione del positivo la materia la radice cosmica da cui si generano tutte le cose sensibili

che non egrave dominata dal divino ma solo lsquopersuasarsquo a trasformarsi da caos in cosmo Egrave appunto

lrsquoesigenza di intendere lrsquoimmutabile come la pienezza dellrsquoessere ciograve che spinge lo stoicismo

il neoplatonismo la patristica e la scolastica a porre la dipendenza assoluta del mondo da Dio

Lrsquoimmutabile dagrave lrsquoessere alla materia e al mondo percheacute se li trovasse davanti a seacute

indipendenti e come suo limite esso mancherebbe di qualcosa sarebbe cioegrave aperto ad un

completamento possibile non sarebbe lrsquoimmutabile Ma se per Parmenide lrsquoimmutabile non

manca di nulla percheacute il mondo egrave illusorio per Agostino e Tommaso lrsquoimmutabile non manca

di nulla percheacute contiene tutta la positivitagrave del mondo e la puograve contenere solo a patto di porsi

come il libero creatore del mondo

Lrsquoesistenza dellrsquoimmutabile trasforma in un ente il niente secondo cui si struttura il

divenire e quindi trasforma lrsquoevidenza del divenire in una semplice apparenza e in un niente

lrsquoessere del divenire Lrsquoopposizione del positivo e del negativo egrave il principio motore della

metafisica classica quel principio cioegrave che porta appunto alla concezione creazionistica della

realtagrave102

Ma pensare lrsquoessere in seacute stesso un positivo che egrave anche negativo egrave contraddittorio

Il contrario dellrsquoessere egrave il non-essere il contraddittorio dellrsquoessere egrave tutto ciograve che non egrave essere

102 laquoDio ha scelto ciograve che nel mondo egrave nulla per ridurre a nulla le cose che sonoraquo Prima lettera ai

Corinzi 128

63

Lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla egrave uno dei modi secondo i quali il positivo si oppone

al negativo nella sua concretezza la veritagrave dellrsquoessere egrave lrsquoopposizione nella sua universalitagrave e

non in questo o quel modo in questa o quella individuazione sia pure emergente come quella

costituita dalla proibizione che lrsquoessere non sia

Ma il pensiero vive anche quando si contraddice quando si contraddice non si annulla

laquoIl contraddirsi non egrave un non pensar nulla ma egrave un pensare il nullaraquo103

Che il nulla si lasci

guardare dal pensiero costituisce uno dei piugrave formidabili ostacoli al pensiero dellrsquoessere104

Rispondere alla domanda del percheacute lrsquoidentitagrave dellrsquoessere e del non-essere non possa

essere affermata vuol dire operare il disvelamento autentico della veritagrave dellrsquoessere che non egrave

un semplice dire ma egrave un dire che ha valore ossia egrave capace di togliere la propria negazione

lrsquoautentica veritagrave epistemica

E dunque lrsquoopposizione dellrsquoessere e del non-essere affincheacute sia vista nella sua veritagrave

devrsquoessere vista nel suo valore Ossia da un lato il predicato conviene per seacute o

immediatamente al soggetto dallrsquoaltro lrsquoopposizione non puograve essere negata percheacute anche la

negazione puograve vivere come negazione solo se a suo modo afferma lrsquoopposizione Se

lrsquoopposizione viene in qualche modo negata e la negazione vuol essere negazione allora la

negazione si oppone al proprio negativo cioegrave si tien ferma in quel significare per cui essa egrave

negazione e differenzia questo significare da ogni altro significare ossia differenzia e oppone

questa positivitagrave in cui consiste il suo esser significante come negazione e come quella certa

negazione che egrave al proprio negativo

103 E Severino Essenza del nichilismo pag57

104 lt Lo Heidegger ha richiamato lrsquoattenzione su di esso ma i difensori della metafisica tradizionale non

hanno avvertito la gravitagrave del richiamo Ma se lo Heidegger avverte che il pensiero del nulla fa del nulla un

positivo rinuncia poi a superare questo ostacolo e ripiega sulla comoda condanna della logica e del principio di

non contraddizione Ma lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla non egrave un principio della logica ma il respiro del

pensiero gt Ibidem

64

Lrsquoopposizione egrave il fondamento di ogni dire e quindi anche di quel dire in cui consiste la

negazione dellrsquoopposizione In ogni discorso come in ogni pensiero il significato che emerge

nel dire e nel pensare egrave tenuto fermo nella sua diversitagrave da ogni altro significato nella sua

opposizione appunto al proprio negativo

Lrsquoessere viene incontro dominato dalla legge che lo oppone al non-essere in ogni suo

manifestarsi Nellrsquo opposizione originaria ogni essere si volge in piugrave direzioni si trova in una

pluralitagrave di rapporti Questa pluralitagrave di direzioni o rapporti egrave appunto la pluralitagrave di modi

secondo cui ogni positivo si oppone al suo negativo

Lrsquoopposizione originaria non egrave neacute questo neacute quel modo dellrsquoopposizione ma la loro

cooriginarietagrave ossia lrsquouniversale concreto dellrsquoopposizione espresso dalla proposizione

lrsquoessere non egrave non essere dove ripetiamo non viene pensata soltanto lrsquoopposizione dellrsquoessere

al nulla bensigrave lrsquoopposizione ad ogni forma del negativo (e quindi anche lrsquoopposizione al nulla)

Lrsquoopposizione egrave fondamento nel senso che egrave ciograve senza di cui non si costituirebbe

nessun discorso e nessun pensiero se la negazione non ponesse alla propria base lrsquoopposizione

(ossia non ponesse la propria positivitagrave significante a ogni altro significare) non esisterebbe

nemmeno Esiste solo se afferma ciograve che nega

Rilevare che la negazione dellrsquoopposizione egrave affermazione della propria inesistenza

vuol dire semantizzare lrsquoimpossibilitagrave di negare lrsquoopposizione Lrsquoopposizione che se ne sta in

solitudine sovrana egrave lrsquoopposizione universale del positivo e del negativo e non la sola

opposizione dellrsquoessere al nulla (che egrave soltanto individuazione dellrsquoopposizione universale)105

105 Bontadini aveva criticato Severino in questa configurazione dellrsquoἕλεγχος obiettando che se si pone

come principio la proposizione laquoLrsquoessere non egrave il nullaraquo la negazione di questa proposizione non afferma ciograve che

nega giaccheacute la negazione opponendosi allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione non si oppone al nulla bensigrave a un

certrsquoaltro essere Chi nega cioegrave lrsquoopposizione di contraddizione (tra essere e non essere) non afferma la stessa

opposizione ma solo unrsquoopposizione di diversitagrave Ivi cit pag 121

65

Lrsquoopposizione originaria proprio percheacute universale egrave sia opposizione di

contraddizione sia opposizione di diversitagrave opposizione del positivo a tutto ciograve che non egrave quel

positivo e dunque opposizione tanto al nulla quanto ad ogni altro positivo E tutto ciograve che egrave

altro dalla negazione egrave tutto ciograve che egrave altro dalla negazione e non soltanto una parte106

106 Lrsquo ἕλεγχος aristotelico egrave lrsquoaccertamento che lt la negazione non esiste come negazione pura ossia

come negazione che non abbia bisogno per costituirsi di affermare ciograve che nega [] proprio percheacute il fondamento della negazione egrave ciograve che essa nega essa consiste nella negazione di seacute medesima nel suo togliersi come discorso

gt Lrsquo ἕλεγχος mostra che la negazione universale dellrsquoopposizione tra positivo e negativo tra essere e non essere

non riesce a costituirsi proprio percheacute si costituisce solo se egrave affermazione dellrsquoopposizione Lrsquoἕλεγχος non dice

che lt la negazione dellrsquoincontraddittorietagrave non egrave ammissibile percheacute egrave contraddittoria [] ma dice che tale

negazione non riesce a vivere come negazione percheacute nellrsquoatto in cui si costituisce come negazione essa egrave insieme

anche affermazione [] Il toglimento della negazione non egrave dunque determinato dallrsquoaccertamento della

contraddittorietagrave di questa [] ma dal rilevamento che la negazione non riesce a vivere come negazione pura []

Nel caso in cui la negazione riconoscendo di non poter vivere come negazione pura rinunci a porsi come

negazione universale e si ripresenti come negazione limitata dellrsquoincontraddittorietagrave anchrsquoessa diventa allora un

discorso che non volendo negare ciograve su cui si fonda vuol essere incontraddittorio (condizione richiesta dalla

determinatezza del discorso) [] La considerazione concreta della determinatezza della negazione

dellrsquoopposizione rileva che la negazione si costituisce come negazione solo se da un lato egrave determinata come unitagrave semantica rispetto al proprio negativo e dallrsquoaltro lato se i termini che la costituiscono sono essi stessi

determinati gli uni rispetto agli altri La considerazione concreta di questa determinatezza consente una

formulazione dellrsquoἕλεγχος tale da fargli ricevere lrsquoampiezza massima che gli conviene non semplicemente la

negazione del determinato si fonda sullrsquoaffermazione di una parte di ciograve che essa nega ma la negazione si fonda

sullrsquoaffermazione dellrsquointero di ciograve che essa nega gt Ivi pag43-45

66

Lrsquoidentitagrave degli opposti in quanto pensata egrave un positivo e come positivo non egrave

negativo

Lrsquoidentitagrave degli opposti come esistente egrave un positivo significare ed egrave appunto questo

positivo significare ciograve senza di cui non si costituirebbe lrsquoopposizione del positivo e del

negativo

Lrsquoidentitagrave degli opposti egrave presupposta non in quanto identitagrave degli opposti ma in quanto

positivitagrave significante La negazione dellrsquoopposizione presuppone ciograve che essa nega mentre la

negazione dellrsquoidentitagrave degli opposti non presuppone ciograve che essa nega ma il positivo

significare di ciograve che essa nega lrsquoopposizione del positivo e del negativo non presuppone che il

positivo sia negativo ma presuppone quella positivitagrave significante che forma il contenuto

dellrsquoidentificazione del positivo e del negativo

Ecco che allora la negazione dellrsquoopposizione non riesce a costituirsi sigrave che

lrsquoopposizione (lrsquoincontraddittorietagrave la determinatezza) egrave il destino del dire egrave appunto ciograve che

si deve dire

La negazione che lrsquoessere non sia egrave individuazione dellrsquoopposizione universale del

positivo e del negativo e in quanto tenuta ferma nella sua concreta relazione allrsquouniversale

essa partecipa dellrsquooriginarietagrave del logo ndash inteso questo come lrsquoopposizione del positivo e del

negativo

Il fiore non egrave lrsquoalbero o questo positivo non egrave questo suo negativo il fiore non egrave lo

stagno la casa lrsquoalbero e tutto ciograve che egrave altro dal fiore

Ma quando lrsquoessere e quindi ogni essere si rivolge verso quella direzione lungo la quale si lega al suo Egrave quando cioegrave del fiore non si dice solamente che non egrave lrsquoalbero ma si dice che egrave e non puograve

non essere non puograve accadere che non sia allora ogni essere prende volto divino107

107 Ivi pag 58

67

CAPITOLO TERZO

Per una comprensione dellrsquoEssere

68

I - La struttura originaria dellrsquoessere

La struttura originaria egrave la struttura originaria dellrsquoessere108

ciograve che egrave necessariamente

presente in quanto un essente egrave e appare Senza la presenza di tale struttura nessun essente

potrebbe essere e apparire Essa egrave lo scheletro dellrsquoessere la sua grammatica di base la sua

sintassi fondamentale la quale non essendo un unico significato ma un intreccio inscindibile

di significati essa egrave una struttura (un complesso logico-semantico consistente nella totalitagrave

delle determinazioni che devono essere presenti affincheacute un essente possa apparire) In altre

parole la struttura originaria egrave la forma essenziale di ogni essente ciograve con cui esso egrave

necessariamente in relazione il suo legame indissolubile

In quanto lrsquoessere egrave immediatamente innegabile e lrsquoinnegabilmente immediato la

struttura originaria dellrsquoessere egrave la struttura originaria della necessitagrave dove il termine necessitagrave

ndash dal latino ne-cedo ndash esprime il senso assoluto dellrsquoinnegabilitagrave quale autonegativitagrave

immediata del proprio negativo In quanto il proprio negativo egrave immediatamente autonegativo

la struttura originaria egrave ciograve che laquostaraquo innegabilmente ed eternamente Essa non egrave un prodotto

teorico dellrsquouomo o di Dio ma il laquoluogo giagrave da sempre aperto dalla Necessitagraveraquo109

Egrave lo stare

innegabile dellrsquoessere-significare

Un essente egrave e appare in quanto egrave presente una certa dimensione dellrsquoessente costituita

dalle laquodeterminazioni che competono con necessitagrave a ogni essente e nelle quali consiste

appunto il destinoraquo110

108 Si tratta della struttura originaria come struttura dellrsquoessere e del significare e non della grande opera

edita per la prima volta nel 1958 e considerata fin drsquoora Questa distinzione rende legittima lrsquoestrapolazione del IV

capitolo da La struttura originaria

109 E Severino La struttura originaria pag13

110 Id Oltrepassare Adelphi Milano 2007 pag 179

69

Queste determinazioni sono chiamate laquopersintatticheraquo (lrsquoesser seacute dellrsquoessente il suo

non esser altro da seacute il suo non poter diventare ed essere altro da seacute il suo essere eterno ma

anche lrsquoessere dellrsquoapparire infinito la necessitagrave che gli essenti della terra sopraggiungendo

siano accolti dagli essenti dello sfondo e la necessitagrave che il sopraggiungere sia la Gloria cioegrave

si dispieghi senza fine) a queste poi si aggiungano tutte quelle che gli competono e che

costituiscono la dimensione stessa111

Lo ldquosfondordquo egrave un altro modo di nominare la sintassi originaria dellrsquoessere

evidenziandone lrsquoessere contenuto necessariamente originario e costante dellrsquoapparire

lrsquoinsieme delle determinazioni che non sopraggiunge e non tramonta mai allrsquointerno

dellrsquoapparire trascendentale ossia allrsquointerno di quellrsquoorizzonte che ospita lrsquoapparire empirico e

particolare degli essenti Lo sfondo egrave la permanenza non sopraggiungente

La struttura originaria della veritagrave dellrsquoessere egrave necessariamente identica sia

nellrsquoapparire finito che in quello infinito proprio in quanto egrave il fondamento dellrsquoessere ossia in

quanto egrave il predicato necessario di ogni essente ndash predicato trascendentale112

Le determinazioni della struttura originaria non sono il predicato di ogni essente cioegrave

questo libro non egrave ndash in quanto tale ndash lrsquoapparire infinito ma ogni essente egrave ciograve che esso egrave e

appare cosigrave come appare solo in quanto esso egrave in relazione a tale insieme Ciograve significa che

ogni essente egrave necessariamente in relazione alla totalitagrave delle determinazioni sono il predicato

necessario di ogni essente in questo senso dellrsquoessere in relazione

La struttura originaria egrave lo sfondo intramontabile dellrsquoapparire e cioegrave la persintassi

dellrsquoessente a differenza della iposintassi che egrave il contenuto variabile e variante dellrsquoapparire

la persintassi egrave la sintassi intramontabile dellrsquoIo finito del destino necessariamente costante e

sempre identica a seacute percheacute se via via apparissero ulteriori determinazioni integranti prima di

tale integrazione essa non sarebbe ancora stata seacute stessa cioegrave fondamento

111 Ibidem

112 Ibidem

70

Il fondamento in quanto persintassi o sintassi costante e originaria dellrsquoessere egrave il

contenuto eterno che appare eternamente nel cerchio finito del destino In quanto tale esso egrave il

luogo che accoglie la terra ossia la totalitagrave degli essenti che appaiono e scompaiono

In quanto la struttura originaria egrave fondamento essa egrave lrsquoessenza del fondamento la

struttura anapodittica del sapere e cioegrave lo strutturarsi della principalitagrave o dellrsquoimmediatezza

Il fondamento egrave quindi struttura unitagrave non semplice complesso logico e semantico

composto da una pluralitagrave di determinazioni essenzialmente legate tra loro

Legame essenziale significa che quelle determinazioni sono concretamente ciograve che sono

solo allrsquointerno di quel complesso cosigrave come quel complesso egrave concretamente quellrsquounitagrave che egrave

solo in quanto totalitagrave di quella pluralitagrave di determinazioni senza anche uno solo dei suoi

significati esso non sarebbe ciograve che egrave cosigrave come ogni parte separata da quel complesso non

sarebbe ciograve che egrave

La struttura originaria egrave lrsquoessenza del fondamento percheacute non egrave semplicemente

fondamento ma ciograve che il fondamento deve essere per essere fondamento essere fondamento

significa essere originario ed essere originario significa essere struttura

laquoLrsquoesposizione concreta della struttura originaria mostra che la metafisica come

teorematicitagrave o categoricitagrave appartiene alla struttura stessa dellrsquoimmediatoraquo113

Il sapere

metafisico non egrave unrsquoulterioritagrave da conseguire ma appartiene allrsquoessenza del fondamento E la

storia del fondamento egrave un elemento o un momento essenziale del fondamento stesso come in

generale ogni struttura logica che abbia a procedere dal fondamento include in seacute

essenzialmente la propria storia

113 Id La struttura originaria cap I par 4

71

Tutti i possibili modi di prendere posizione rispetto ad esso meno uno costituiscono

altrettanti negazioni del fondamento114

La posizione del fondamento implica il toglimento della negazione del fondamento o

questo si realizza come apertura originaria della veritagrave solo in quanto egrave in grado di togliere la

sua negazione115

114 lt Vi sono vari tipi di negazione il fondamento puograve essere negato percheacute al suo contenuto non si

riconosce valore di fondamento oppure il valore egrave riconosciuto soltanto ad una parte di quel contenuto oppure

percheacute si nega che il sapere debba avere un fondamento o infine semplicemente percheacute il fondamento egrave ignorato

sia nel suo contenuto concreto sia quanto al suo contenuto formale Le negazioni accadute le negazioni del

fondamento si distinguono allrsquointerno del sistema delle negazioni possibili dalle negazioni non accadute non

manifestatesi in quanto le prime sono oggetto di una cura di un interesse per cui o la base logica sulla quale tali

negazioni appoggiano viene considerata come il fondamento stesso o in generale esse diventano in quanto tali

contenuto di una certezza gt Ibidem

115 lt Sigrave che il fondamento egrave posto solo in quanto la sua negazione egrave posta (come tolta) Il contenuto del fondamento egrave posto in quanto il fondamento mostra la sua capacitagrave di togliere assolutamente la sua negazione

quindi essere fondamento significa essere originario In quanto il fondamento si impegna con la sua storia

lrsquoeternarsi del fondamento coincide col suo storicizzarsi Se la storia del fondamento egrave il concretarsi

dellrsquouniversalitagrave della sua negazione egrave infatti in rapporto allo sviluppo della negazione che il fondamento esercita

il suo valore Rispetto quindi allo sviluppo della negazione il fondamento si tien fermo ed in questo tenersi fermo

egli egrave sempre il medesimo Ma il tenersi fermo in relazione allo sviluppo della negazione egrave anche un movimento

sigrave che per questo lato il fondamento egrave svolgimento novitagrave progresso gt Ibidem

72

II - Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere

Il giudizio originario egrave lrsquoaffermazione in cui si realizza la struttura originaria tutto ciograve

che nel modo che gli conviene egrave immediatamente noto egrave lrsquoimmediato

Pensiero egrave lrsquoattualitagrave o la presenza immediata dellrsquoessere assunta in relazione alle

strutture semantiche che sono immediatamente implicate (ossia immediatamente presenti) dalla

posizione dellrsquoattualitagrave o presenza immediata dellrsquoessere Se a questa attualitagrave si riserva il nome

di laquoesperienzaraquo il termine laquopensieroraquo resta definito come implicazione immediata tra

lrsquoesperienza e quelle strutture Non si dagrave laquodimostrazioneraquo o laquofondazioneraquo del giudizio

originario che lo pongano come una struttura estranea alla struttura del porsi il linguaggio che

ne parla egrave lrsquoesporsi del giudizio stesso

Lrsquoessere che egrave immediatamente presente ndash lrsquoimmediato come ciograve che entra a

costituire il soggetto del giudizio originario - egrave ciograve che per essere affermato non richiede o non

presuppone altro che la presenza di seacute stesso o non presuppone altro che seacute stesso in quanto

presente τὸ δι αὐτὸ γνώϱιμον il per seacute notum

Il termine laquoessereraquo indica una sintesi tra il significato laquoessereraquo (essere formale) e i

significati costituiti dalle determinazioni che appunto sono O possiamo anche dire col

termine laquoessereraquo si intende una complessitagrave o concretezza semantica i cui momenti astratti

sono lrsquoessere formale e le determinazioni o individuazioni di questa formalitagrave

La proposizione laquoEgrave per seacute noto che lrsquoessere egraveraquo non sta ad affermare lrsquoimmediatezza

della connessione tra il soggetto e il predicato della proposizione laquoLrsquoessere egraveraquo ma

lrsquoimmediatezza della notizia di questa connessione116

La quale non interessa come tale ma

come positivitagrave (essere) che egrave contenuto della presenza che non vuol dire negare la

116 La struttura fenomeno-logica egrave articolata in tre momenti che costituiscono quellrsquounico atto che egrave

lrsquoapparire lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire ovvero la laquocoscienza di autocoscienzaraquo Questa espressione

esprime il significato fondamentale dellrsquoapparire indicando che qualcosa appare solo in quanto appare il suo

apparire Questo rilievo genera solitamente piugrave obiezioni tra le quali ldquose crsquoegrave un apparire dellrsquoapparire ci dovragrave

poi essere un apparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire e cosigrave via in un regresso allrsquoinfinito Ma lrsquoobiezione egrave presto

73

connessione tra il soggetto e il predicato lrsquoimmediatezza di quella connessione egrave infatti

lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave o incontraddittorietagrave dellrsquoessere ndash immediatezza logica ndash Lrsquoaporia

generata dallrsquointelletto astratto che cerca quindi di fondare il fondamento possiamo formularla

cosigrave laquola posizione dellrsquoimmediatezza dellrsquoessere ha il suo fondamento in seacute o in altroraquo Che sia

per altro egrave contraddittorio (lrsquoessere sarebbe un immediato e mediato) Se egrave nota per seacute si

produce il regressus in indefinitum (lrsquoimmediatezza viene ad essere posizione

dellrsquoimmediatezza dellrsquoimmediatezza andando cosigrave allrsquoinfinito)

Dato che la discorsivitagrave del pensare ha in proprio di dire nel tempo ndash una cosa dopo

lrsquoaltra ndash ciograve che non vale come tempo il discorso assume questo andamento laquoLrsquoessere egraveraquo

Lrsquointelletto astratto non riesce a sollevarsi al di sopra della tecnica o della forma esterna

del discorrere e mantenendosi nellrsquoastrattezza dagrave luogo al regressus Di ciograve la parola non ha

alcuna responsabilitagrave il tempo egrave il destino della parola (lrsquoandamento discorsivo egrave corretto

sempre purcheacute non si assuma come due momenti ciograve che vale come unico momento logico)

Lrsquoimmediatezza logica egrave lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave-non contraddittorietagrave dellrsquoente in

quanto ente cioegrave di ogni ente cioegrave della totalitagrave dellrsquoente La posizione dellrsquoidentitagrave-non

contraddittorietagrave egrave originaria Dire originariamente che lrsquoessere egrave essere non significa istituire

un confronto e quindi una identificazione tra lrsquoessere come soggetto e lrsquoessere come

predicato presupposti allrsquoidentificazione ndash cheacute anzi stante questa presupposizione lrsquoessere

(soggetto) non egrave lrsquoessere (predicato) Oppure lrsquoessere che egrave essere egrave lrsquoessere che egrave essere

ossia egrave lrsquoessere che egrave posto come identitagrave e non lrsquoessere che essendo posto (presupposto) egrave

poi posto come identitagrave (onde lrsquoidentitagrave si costituisce come identificazione dellrsquoalteritagrave)

Lrsquoidentitagrave dellrsquoessere con seacute stesso egrave pertanto assoluta Lrsquoessere (Ersquo) di cui si predica

lrsquoessere (Ersquorsquo) egrave appunto lrsquoessere che egrave essere Ersquo=Ersquorsquo e lrsquoessere (Ersquorsquo) che egrave predicato egrave

appunto essere dellrsquoessere Ersquorsquo=Ersquo

La formula dellrsquoidentitagrave concreta egrave quindi (Ersquo=Ersquorsquo) = (Ersquorsquo=Ersquo) oppure Ersquo(=Ersquorsquo) =

Ersquorsquo(=Ersquo)

tolta lt la triplice posizione non dagrave luogo a un regresso allrsquoinfinito giaccheacute quello che viene discorsivamente

posto come ldquoterzo momentordquo (lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire) egrave la posizione concreta del ldquoprimo momentordquo

(quello che egrave discorsivamente posto come la semplice coscienza o apparire dellrsquoente) e del ldquosecondo momentordquo

(discorsivamente posto come autocoscienza o apparire dellrsquoapparire) gt Non quindi un tre momenti esterni lrsquouno

allrsquoaltro ma della medesimezza di quellrsquounico atto complesso in cui consiste lrsquoapparire dellrsquoessente

Cfr N Cusano Capire Severino ndash La risoluzione dellrsquoaporetica del nulla Mimesis Edizioni Milano-Udine 2011

pag57-58

74

Di seguito possiamo formulare anche lrsquoespressione dellrsquoidentitagrave come identitagrave

dellrsquoidentitagrave e della non contraddizione Lrsquoessere che non egrave non essere non egrave non essere ndash dove

questo non esser non essere egrave proprio dellrsquoessere (E=nnE) = (nnE=E) Ma se lrsquoidentitagrave e la non

contraddizione sono i momenti astratti dellrsquoidentitagrave (o non contraddizione) concreta la

formulazione suprema dellrsquoidentitagrave egrave la posizione dellrsquoidentitagrave tra lrsquoidentitagrave (I) e la non

contraddizione (nC)

Dire che lrsquoessere egrave essere egrave lo stesso che dire che lrsquoessere non egrave non essere (I=nC) = (nC=I)

Kant osservava che non aveva senso fondare un giudizio analitico sullrsquoesperienza dato che per

far convenire il predicato al soggetto non egrave necessario uscire dal concetto del soggetto117

Considerando lrsquoanaliticitagrave del principio di non contraddizione egrave chiaro che lrsquoosservazione

kantiana non puograve voler significare che questo principio non abbia alcuna portata sintetica a

posteriori ovvero che la connessione del soggetto col predicato non abbia alcuna valenza

sintetica

117 lt Qualunque possa essere il contenuto della nostra conoscenza e comunque essa possa riferirsi allrsquooggetto certo la condizione universale ndash seppur solo negativa ndash di tutti i nostri giudizi in generale egrave che essi

non contraddicano seacute stessi altrimenti tali giudizi sono in seacute stessi (anche a prescindere dallrsquooggetto) nulla gt

Infatti lt se il giudizio egrave analitico sia esso negativo o affermativo la sua veritagrave deve sempre poter essere

conosciuta sufficientemente in base a principio di contraddizione Lrsquoopposto di ciograve che giagrave si trova e viene pensato

come concetto nella conoscenza dellrsquooggetto difatti egrave sempre giustamente negato di questo qualcosa mentre il

concetto stesso dovragrave invece venir necessariamente affermato del medesimo qualcosa per il fatto che il contrario

di tale concetto contraddirebbe allrsquooggetto gt I Kant Critica della ragione pura pag 228

75

Negare tale valenza significherebbe infatti negare che lrsquoessere che si manifesta nellrsquoorizzonte

fenomenologico sia in contraddittorio significherebbe affermare che lrsquoeffettualitagrave lrsquoesserci

dellrsquoessere smentisce lrsquoincontraddittorietagrave affermata dal principio Quindi si diragrave che anche il

principio di non contraddizione ha un valore sintetico (lrsquoincontraddittorietagrave egrave cioegrave

immediatezza anche come immediatezza fenomenologia) ma che questo valore egrave soltanto un

momento del valore del principio Lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave lrsquoimmediatezza

dellrsquoapparire dellrsquoente che appare in quanto ente che appare cioegrave di ogni ente che appare cioegrave

della totalitagrave dellrsquoente che appare Risiede nel significato stesso dellrsquoessere che lrsquoessere debba

ad essere quindi il principio di non contraddizione non esprime semplicemente lrsquoidentitagrave

dellrsquoessenza con seacute medesima ma lrsquoidentitagrave dellrsquoessenza con lrsquoesistenza

Ogni affermazione esistenziale egrave posizione di questa identitagrave dellrsquoessenza e dellrsquoesistenza non nel

senso che ogni proposizione esistenziale sia identica [] ma nel senso che nel significato della determinazione (essenza) di cui si predica lrsquoessere (lrsquoesistenza) egrave originariamente incluso lrsquoessere

(la positivitagrave lrsquoesistenza) della determinazione118

La relazione concreta tra lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave

dunque espressione della strutturazione dellrsquooriginario

La L-immediatezza dellrsquoente (ossia lrsquoente nel suo essere immediatamente identitagrave con

seacute e non contraddittorietagrave) la quale egrave immediatamente presente (cioegrave F-immediata) egrave

lrsquoimmediata presenza (cioegrave F-immediata) della L-immediatezza dellrsquoente (x=y) = (y=x)

118 E Severino Essenza del nichilismo pag 288

76

III - LrsquoEterno

Lrsquoontologia diviene incapace di cogliere lrsquoessere ed egrave costretta ad andar oltre per

trovare ciograve di cui si egrave privata Ciograve che poi trova lrsquoessere immutabile il totalmente altro

contrapposto quindi allrsquoessere diveniente egrave fondato sulla piugrave radicale assurditagrave Da che

lrsquoorizzonte originario del pensare egrave la fede nel divenire degli enti non puograve non essere

impossibile ogni metafisica ogni ontologia ogni teologia che si illuda di poter pervenire a una

dimensione immutabile al di sopra o al centro del divenire

E la dimostrazione di un essere necessario e quindi ogni prova dellrsquoesistenza di un essere

necessario va alla ricerca e presume di trovare un medio che connetta al positivo la negazione del negativo [] pretende di dimostrare il necessario dal contingente

119

Ma affermare un medio tra il soggetto e il predicato significa non vedere lrsquooriginarietagrave

di questa predicazione significa problematizzare la stessa immediatezza della veritagrave e quindi

negarla La veritagrave dellrsquoessere egrave il predicato di ogni ente non nel senso che lrsquoente stia al di fuori

della veritagrave dellrsquoessere ma nel senso che questa egrave la stessa predicazione ossia la stessa unitagrave

veritativa dellrsquoente e del suo predicato La veritagrave dellrsquoessere ndash che egrave il contenuto della filosofia

ndash egrave pertanto lo sfondo di ogni apparire o dellrsquoapparire in quanto tale

Lrsquo apparire del contenuto intramontabile della veritagrave egrave lrsquoapparire del contenuto totale

della veritagrave egrave cioegrave lrsquoapparire della concreta totalitagrave dellrsquoente egrave lrsquoapparire infinito del Tutto non

nel senso che la parte sia identica simpliciter al Tutto ma nel senso che la parte egrave legata con

necessitagrave al Tutto sigrave che il Tutto egrave il vero significato della parte ossia egrave la dimensione in cui la

parte che in quanto separata dal Tutto egrave contraddizione non egrave contraddizione

119 Ivi cit pag 33

77

E la parte egrave separata dal Tutto proprio percheacute il Tutto non appare nella sua compiuta

concretezza allrsquointerno del cerchio dellrsquoapparire120

del destino della veritagrave

laquoLa veritagrave dice non nel senso che essa sia innanzitutto un linguaggio intorno alle cose

ma nel senso che essa egrave il mostrarsi lrsquoapparire della necessitagrave in cui il Tutto dimoraraquo121

Solo

percheacute la necessitagrave (il λογος) presso cui il Tutto sta radunato appare il linguaggio puograve

parlarne ed essere un ομολογειν122

Il Tutto non egrave sopraffatto e catturato dalla necessitagrave ma egrave in accordo con essa sta nel

suo cuore e la necessitagrave sta nel cuore di ogni cosa Non esiste alcuna cosa che possa sfuggire

alla necessitagrave percheacute lo sfuggirle egrave il negarla (lrsquoaprire uno spazio che non si accorda con essa)

e il negarla egrave autonegazione In questa autonegazione consiste il vero senso del non poter

sfuggire alla necessitagrave e dunque il senso originario del destino

La veritagrave egrave il destino del Tutto percheacute la stessa volontagrave di abbandonarla e di negarla

esiste come tale solo in quanto egrave in accordo con ciograve che la veritagrave dice sigrave che per questo suo

accordo con la veritagrave essa egrave un abbandonare e un negare seacute medesima lasciando che ciograve che la

veritagrave dice sia lo stare che non trema e non puograve essere rimosso trasformato smentito abbattuto

da nessuna forza e da nessuna potenza

Il cuore non tremante della veritagrave dice che il Tutto non trema Il Tutto non trema percheacute

ogni cosa egrave destinata allrsquo essere non egrave un ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente Per questo

suo tenersi giagrave da sempre e per sempre sollevato nellrsquoessere il Tutto sta senza tremare

120 Il cerchio dellrsquoapparire egrave lrsquoapparire trascendentale laquoil luogo degli intramontabili che costituiscono lo

sfondo di ogni accadereraquo Id Destino della necessitagrave pag 110

121 Ivi cit pag 123

122 Eraclito fr 50

78

In questo secondo significato dello ldquostarerdquo il Tutto egrave il destino123

Il Tutto egrave ciograve che il mortale in veritagrave egrave egrave ciograve che il mortale egrave destinato ad essere da

sempre e per sempre Come oltrepassamento della totalitagrave della contraddizione del finito il

Tutto egrave la Gioia E nella Gioia il mortale egrave giagrave da sempre un passato

La dimostrazione dellrsquoimmediato egrave negazione dellrsquoimmediato giaccheacute se si sente il

bisogno di un medio vuol dire che il predicato egrave visto come qualcosa che come tale puograve

convenire come puograve non convenire al soggetto

Lrsquoessere tutto lrsquoessere visto come ciograve che egrave e non puograve non essere egrave Dio E quando lrsquoessere parla di seacute dice Ego sum qui sum (ἐγώ εἰμι ὁ ὤν Esodo III) che egrave la piugrave alta espressione speculativa del

testo sacro124

A Dio non si arriva A Dio non si giunge a guardarlo dopo un esilio o una cecitagrave

iniziali appunto percheacute Dio egrave lrsquoessere di cui il logo originario dice che egrave e non puograve non essere

ossia egrave il contenuto della veritagrave originaria nella misura in cui questa si costituisce come

affermazione che lrsquoessere egrave Se quindi Dio egrave contenuto della veritagrave originaria in quanto essa egrave

logo originario drsquoaltra parte lrsquointero dellrsquoessere in quanto immutabile trascende la

manifestazione originaria dellrsquoessere trascende lrsquoesserci125

Dio non si dimostra non giagrave nel senso che se ne dia immediata esperienza ossia

appartenga al contenuto originariamente manifesto ma nel senso che lrsquoaffermazione che

lrsquoessere egrave costituisce lrsquoimmediatezza lrsquooriginarietagrave del logo

123 lt Il verbo latino dēstino egrave costruito sulla radice sta che esprime appunto il senso fondamentale dello

laquostareraquo E nel significato del destinare la particella de non introduce lrsquoidea della separazione (come ad esempio in

decidere) o della mancanza (come ad esempio in deesse) ma ha il compito di rafforzare e di portare al massimo il

senso indicato dal tema sta indicando nel contempo che lo stare egrave in riferimento a un ambito sul quale lo stare sta

gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 131

124 Id Essenza del nichilismo pag 58

125 Ivi pag 59

79

E lrsquoessere di cui si parla egrave appunto Dio giaccheacute con questa parola si intende lrsquointero del

positivo pensato nel suo esistere e nella impossibilitagrave della sua inesistenza

Ed egrave appunto di questo essere che si afferma lrsquoimmutabilitagrave e quindi la trascendenza

rispetto allrsquoessere diveniente che egrave manifesto Lrsquoessere egrave immutabile Ma come immutabile si

libra sullrsquoessere diveniente lo trascende

Il pensiero occidentale egrave la dimenticanza di questa veritagrave di questa immediatezza

originaria e nella dimenticanza si sforza di raggiungere lrsquoEssere necessario Proprio in quanto

tale sforzo avviene nella dimenticanza della veritagrave dellrsquoessere esso egrave quindi destinato a fallire

Uscire dalla dimenticanza significa ristabilire la possibilitagrave del rapporto autentico con

Dio e il Sacro

La possibilitagrave che il Sacro sia veritagrave ndash e sia anzi la massima apertura dellrsquoessere consentita alla

veritagrave ndash egrave la possibilitagrave di un nesso tra il Sacro e la veritagrave tale che la negazione dellrsquoesistenza di ciograve

che egrave annunciato dal Sacro implichi necessariamente la negazione della veritagrave126

126 Ivi cit pag 170

80

NOTA

Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del verbo

Lrsquoincarnazione di Gesugrave Cristo avviene nella pienezza del tempo In esso infatti viene

alla luce lrsquointera opera della creazione e della salvezza e soprattutto emerge il fatto che laquocon

lrsquoincarnazione del Figlio di Dio noi viviamo e anticipiamo fin da ora ciograve che saragrave il

compimento del temporaquo127

La veritagrave che Dio ha consegnato allrsquouomo su seacute stesso e sulla sua vita si inserisce

quindi nel tempo e nella storia128

Certo essa egrave stata pronunciata una volta per tutte nel mistero di Gesugrave di Nazareth e lo

dice con parole eloquenti la Costituzione Dei Verbum129

Dio dopo avere a piugrave riprese e in piugrave modi parlato per mezzo dei Profeti ldquoalla fine nei nostri giorni ha parlato a noi per mezzo del Figliordquo Mandograve infatti suo Figlio cioegrave il Verbo eterno che

illumina tutti gli uomini affincheacute dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i segreti di Dio

Gesugrave Cristo Verbo fatto carne mandato come ldquouomo agli uominirdquo ldquoparla le parole di Diordquo e porta a compimento lrsquoopera di salvezza affidatagli dal Padre Perciograve Egli vedendo il quale si vede anche

il Padre con tutta la sua presenza e con la manifestazione di seacute con le parole e con le opere con i

segni e con i miracoli e specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione di tra i morti e infine con lrsquoinvio dello Spirito di veritagrave compie e completa la Rivelazione

127 Libro degli Ebrei 1 2

128 lt Cristo egrave una realtagrave cioegrave una persona storica ben precisa e perciograve appartiene alla dialettica della

storia alcuni uomini hanno scritto di lui ed hanno testimoniato nel mondo per lui affrontando la morte hanno

predicato chrsquoegli egrave il Figlio di Dio risorto da morte e asceso al cielo e quindi chrsquoegli egrave Dio e uomo ossia lrsquoUomo-

Dio comrsquoegrave stato creduto lungo i secoli nella vita della Chiesa e fuori di lui non crsquoegrave salvezza Personaggio sconvolgente apparso in una terra ed in una cultura del tutto isolata e opposta a quella della civiltagrave classica del

bacino del mediterraneo al suo apparire Cristo non ha fatto appello a nessuna filosofia [] ma soltanto allrsquoautoritagrave

del Padre che lrsquoha mandato alla testimonianza fattagli da Mosegrave e dai profeti del suo popolo Ma ha proclamato

che la sua dottrina egrave luce di salvezza per ogni uomo che viene in questo mondo gt C Fabro Lrsquoalienazione

dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno in aavv Il Cristo dei filosofi Atti del XXX Convegno di studi filosofici di

Gallarate Morcelliana Brescia 1976 pag 52-53

129 In URL maranathait Costituzione Dei Verbum consultato in data 14052017

81

Lrsquoaudacia del cristianesimo non consiste nel credere che un uomo sia Dio (un uomo

nato in Giudea e crocifisso al tempo dellrsquoimperatore Tiberio) La divinizzazione di certi uomini

egrave infatti diffusa nelle religioni che precedono il messaggio cristiano Lrsquoaudacia sta nel pensare

che un uomo sia Dio dopo che la filosofia greca aveva portato alla luce il significato piugrave

profondo e radicale del divino Dio inteso come Essere eterno e perfetto Bene supremo che

eternamente conosce se stesso al di sopra della nascita e della morte Qui sta lrsquoaudacia del

cristianesimo che un uomo un mortale sia lrsquoeterno che lrsquoEterno si sia fatto carne Ma quando

questa fede nellrsquouomo-Dio si diffonde la cultura greca non la considera unrsquoaudacia ma follia

aberrazione assurditagrave scandalo130

empietagrave offuscamento della ragione131

unrsquoaudacia cosigrave

spinta da diventare irresponsabilitagrave132

130 lt Egrave il Gesugrave storico quindi cioegrave Dio nel tempo che costituisce il punto cruciale dello scandalo della

filosofia Il Dio storico esige ed opera il cambiamento radicale della libertagrave dellrsquouomo Si tratta che dopo

lrsquoapparizione dellrsquouomo-Dio tanto lrsquointelligenza quanto la volontagrave sia il pensiero come lrsquoazionehellipsono tratti fuori

dallrsquoalveo naturale e lrsquouomo diventa da interrogante interrogato rinuncia al dominio della ragione e passa

allrsquoobbedienza della fede gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno cit pag82

131 laquoCristo il quale lungi dal fortificare la logica naturale piuttosto la confonde e la spezza deludendo

tutte le attese di comprensione della ragioneraquo Ivi cit pag 54

132 Siamo abituati a unire il cristianesimo al platonismo ma quando il cristianesimo cominciograve ad imporsi egrave proprio dal pensiero platonico e neoplatonico che gli vennero rivolte le critiche piugrave radicali e profonde lt Gesugrave egrave

per Porfirio un vero sapiente la cui sapienza perograve come quella degli evangelisti e di Paolo egrave interamente

riconducibile alla sapienza greca soprattutto a Pitagora e Platone gt I primi padri della Chiesa si impegnarono a

fondo per smontare questa tesi Inoltre lt I testi dei primi secoli del cristianesimo mostrano appunto lo scontro fra i

rappresentanti dellrsquoortodossia che intendono vivere e accettare a fondo lo scandalo e la follia cristiana e gli

gnostici che arretrano di fronte alla follia e allo scandalo e intendono come semplice apparenza lrsquoincarnazione e

la morte di Cristo gt E Severino Pensieri sul cristianesimo BUR Rizzoli Milano 2010 Cit pag 165

82

Giustino martire scrive di Gesugrave ldquoLo onoriamo sapendo che egrave Figlio del vero Dio e mettendolo al secondo posto e nel terzo mettendo lo Spirito profetico Su questo punto ci accusano di follia

dicendo che noi diamo il secondo posto dopo il Dio immutabile eterno autore di tutte le cose ad

un uomo crocifissordquo133

La follia e lo scandalo di quel secondo posto egrave che il primo si egrave fatto secondo cioegrave Dio

si egrave fatto uomo Ma se lrsquoaspetto scandaloso e folle dellrsquoaffermazione che Dio si egrave fatto uomo egrave

fuori discussione134

si egrave meno attenti nel mettere in luce le condizioni che rendono follia la

follia e scandalo lo scandalo La follia sussiste solo se Dio egrave essenzialmente lontano

dallrsquouomo se Dio egrave qualcosa che sta vicino ed egrave simile allrsquouomo che follia crsquoegrave ad affermare

che Dio si egrave fatto uomo Ma sin dallrsquoinizio il cristianesimo pretende che la propria follia sia

radicale E giustamente percheacute tra Dio e lrsquouomo pone una distanza infinita Il Dio che si fa

carne egrave il Dio che egrave stato portato alla luce dal pensiero greco il Dio immutabile ed eterno Il

cristianesimo certo aggiunge che questo Dio egrave ldquocreatorerdquo di tutte le cose ma questa

caratteristica non fa che portare al limite il carattere che egrave proprio del Dio greco cioegrave il suo

essere ldquodemiurgordquo produttore di tutte le cose dellrsquoordinamento cosmico

133 Ivi cit pag 163

A questo proposito Papa Francesco ricorda come lt Quella veritagrave quella egrave la rivelazione di Gesugrave Quella presenza

di Gesugrave incarnato Quello egrave il punto Se lo si dimentica saragrave sempre forte la seduzione per i discepoli di Cristo di

fare cose buone senza lo scandalo del Verbo incarnato senza lo scandalo della croce Giustino egrave stato testimone di questa veritagrave percheacute proprio per lo scandalo della croce si egrave attirato la persecuzione del mondo Egli ha

annunciato il Dio che egrave venuto tra noi e si egrave immedesimato nelle sue creature []Ciograve che di Gesugrave scandalizza egrave la

sua natura di Dio incarnato E come a lui anche a noi tendono trappole nella vita quello che scandalizza della

Chiesa egrave il mistero dellrsquoincarnazione del Verbo quello non si toglie quello il demonio non lo toglie gt

LrsquoOsservatore Romano ed quotidiana Anno CLIII n 125 Dom 02062013

134 laquoLa follia di Dio egrave piugrave sapiente degli uominiraquo scrive lrsquoapostolo Paolo nella prima Lettera ai Corinzi

I 17-31 In URL wwwgli scrittiitdchiesabibbia Consultato in data 18042017

83

Quel che non si deve perdere di vista egrave che senza il concetto greco di Dio ndash senza il

modo in cui la filosofia greca pensa Dio ndash la follia e lo scandalo del Dio che si fa uomo

verrebbe meno

Lrsquoenergia del pensiero greco porta alla luce il senso radicale dellrsquoimmutabilitagrave e

dellrsquoeternitagrave di Dio laquoportandosi al di sopra e al di fuori dellrsquoindeterminatezza del Dio

veterotestamentario e di ogni forma pre-greca del divinoraquo135

Nella Summa contra gentiles di Tommaso drsquoAquino136

il capitolo intitolato ldquoChe cosa

pensa la fede cattolica dellrsquoIncarnazione di Cristordquo (Quid cattolica fides sentiat de Incanatione

Christi) ha il compito di rispondere negativamente alla domanda se il mistero

dellrsquoincarnazione sia un assurdo

Di Cristo le scritture affermano che come uomo ha proprietagrave umane (humana) e

insieme affermano che come Dio non puograve patire (impassibile) e non puograve morire (immortale)

Ora le proprietagrave umane attribuite a Cristo sono degli opposti rispetto alle proprietagrave divine a lui

attribuite Dice Tommaso

Ma poicheacute gli opposti non possono essere affermati con veritagrave dello stesso e secondo lo stesso

riferimento e poicheacute le proprietagrave divine e umane che vengono dette di Cristo stanno tra di loro in

opposizione come che ha patio e che non puograve patire morto e immortale e tutte le altre proprietagrave di questo genere egrave necessario che le proprietagrave divine siano affermate di Cristo secondo un riferimento

e le proprietagrave umane secondo un altro riferimento[] ciograve di cui le une e le altre sono affermate

non si deve fare alcuna distinzione ma ci si imbatte in unrsquounitagrave137

Cristo quindi egrave unrsquounica ipostasi e un unico sostrato della natura umana e di quella

divina Quindi la tesi sostenuta da Tommaso che allo stesso convengano gli opposti egrave

affermazione che ha veritagrave solo se gli opposti non sono predicati secondo lo stesso rispetto

laquonecesse est quod secundum aliud et aliud divina et humana praedicentur de Christoraquo

135 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 164

136 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles capitolo 39 Libro IV consultato in data

26032017

137 Ibidem

84

La distinzione (aliud et aliud) non egrave ciograve di cui (id de quo) si predicano gli opposti che

anzi costituisce e deve costituire una unitagrave ma riguarda ciograve secondo cui (id secundum quod)

essi sono predicati

La doppia natura di Cristo egrave cioegrave la condizione necessariamente richiesta affincheacute la

predicazione delle proprietagrave umane e divine di Cristo non sia un affermare gli opposti

contraddittoriamente della stessa cosa e sotto lo stesso rispetto Del Verbo di Dio si possono e

si devono predicare le proprietagrave umane in quanto lrsquouomo che egrave Cristo egrave il suppositum non solo

della natura divina ma anche di quella umana E viceversa del Verbo di Dio sono affermate

proprietagrave umane in quanto tale sostrato egrave sostrato anche della natura umana

E sarebbe cosigrave tolta la contraddizione per quale della stessa cosa sono affermate

secondo lo stesso rispetto o riferimento proprietagrave opposte sarebbe tolta percheacute dellrsquounico

sostrato o ipostasi che egrave Cristo le cose divine sono affermate rispetto o in riferimento alla

natura divina di Cristo e le cose umane sono affermate secondo un altro rispetto e cioegrave

relativamente alla natura umana di Cristo

Eppure nonostante la portata di questo immenso lavoro il concetto dellrsquoIncarnazione

non riesce a liberarsi dallrsquoassurdo lrsquoassurdo in cui gli opposti sono predicati della stessa cosa

secondo lo stesso riferimento Il rilievo fondamentale per lrsquoaccertamento di tale assurdo sta

nel modo di pensare al quale appartiene la filosofia di Tommaso per il quale certe proprietagrave

come ldquomortalerdquo sono predicate necessariamente della natura umana e che certe proprietagrave

come ldquoimmortalerdquo sono predicate necessariamente della natura divina egrave impossibile che una

natura umana non sia mortale ed egrave impossibile una natura divina che non sia immortale

Questo significa che nature diverse sono esse stesse degli opposti ossia i diversi

rispetti o riferimenti sono essi stessi degli opposti e quindi non riescono a costituirsi come

rispettivi diversi secondo cui vengono predicati dello stesso gli opposti

85

Lrsquoesser uomo e lrsquoesser Dio costituiscono essi stessi unrsquoopposizione sigrave che egrave

contraddittorio dire dello stesso che egrave uomo e Dio Egrave immediatamente contraddittorio per la

ragione naturale Non egrave un mistero egrave un assurdo

Esser uomo ed esser Dio sono determinazioni opposte percheacute contengono

essenzialmente determinazioni opposte

86

PARTE SECONDA

IL DIVENIRE

INCONCEPIBILITAgrave E ASSURDITAgrave DELLA laquoCREATIO EX NIHILOraquo

laquoLa prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire

allrsquoeternitagrave del Tuttoraquo138

138 E Severino Destino della necessitagrave pag420

87

CAPITOLO I

La Terra e il mortale

88

I - La creazione dal nulla139

Tommaso ricorda come la causa delle cose egrave la volontagrave di Dio tanto necessario che le

cose esistano quanto necessario che Dio le faccia oggetto del suo volere dato che laquolrsquoeffetto

dipende dalla necessitagrave della causa come dice Aristoteleraquo140

E Dio agisce per intelletto e

volontagrave e non per necessitagrave di natura Esso produce insieme la materia e la forma la causa

agente particolare presuppone il tempo e la materia

139 Nulla o niente egrave lrsquoopposto dellrsquoente lrsquoassenza di esso Compare per la prima volta in Parmenide che lt

porta alla luce lrsquoassoluta nullitagrave del nulla (mḕ eoacuten laquonon essenteraquo) Proprio percheacute essa egrave tale il nulla non puograve

essere qualcosa di laquoconoscibileraquo e di laquoesprimibileraquo (fr2) Infatti si puograve conoscere ed esprimere solo qualcosa che

egrave ossia un essente mentre il nulla assolutamente non egrave un essente E tuttavia proprio nellrsquoatto in cui si

affermano questi caratteri del nulla il nulla si presenta come qualcosa di conoscibile e di esprimibile gt E

Severino Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013 cit pag 106 lt Teoricamente deve dirsi che il concetto di nulla egrave il tipico concetto negativo in tanto possibile e intelligibile in

quanto egrave possibile e intelligibile il suo opposto Esso consiste nella negazione di qualche cosa di positivo come i

concetti di cecitagrave vuoto male falso Se in proposizioni che lo riguardano gli si attribuisce qualche predicato e si

adopera il verbo ldquoessererdquo egrave in virtugrave drsquouna finzione fondata sulla positivitagrave del suo opposto esso non ha altra entitagrave

positiva che quella di essere pensato ens rationis per eccellenza gt Id Istituzioni di filosofia cit pag 211

140 In URL wwwdocumentacatholicaomniait Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 opera scaricata

integralmente in data 12122016 Nuova Edizione a cura di P Tito S Centi e P Angelo Z Belloni 2009

89

Quindi egrave giusto far notare che la causa agisce o dopo o prima ma per la causa

universale che produce le cose e il tempo non ha senso domandarsi se agisca ora e non

prima141

Il mondo porta in modo evidente alla conoscenza della potenza creatrice di Dio percheacute

ciograve che non egrave sempre esistito deve avere una causa mentre non serve a ciograve che egrave sempre

esistito142

Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica143

ribadisce che la creazione del mondo egrave il

fondamento di laquotutti i progetti salvifici di Dioraquo144

e che laquoDio crea liberamente dal nullaraquo145

141 lt Il frammento 30 di Eraclito dice laquoQuesto cosmo di fronte al quale ci troviamo e che egrave lo stesso per

tutto e per tutti non egrave stato creato neacute da un Dio neacute dallrsquouomo Era giagrave egrave e saragrave sempre Il fuoco del suo logos

divampa eternamente e si spegne di nuovo secondo tempi immutabiliraquo La Bibbia apre con questo annuncio laquoIn principio Dio creograve il cielo e la terra La terra era un caos senza forma e vuota le tenebre ricoprivano lrsquoabisso e

sulle acque aleggiava lo spirito di Dio Iddio disse ldquosia la lucerdquo e la luce fu Vide Iddio che la luce era buona e

separograve la luce dalle tenebre e chiamograve la luce ldquogiornordquo e le tenebre ldquonotterdquo Cosigrave fu sera poi fu mattina primo

giornoraquo In questo senso Dio separa la luce dalle tenebre e chiama cioegrave de-finisce la luce giorno e le tenebre notte

[] Dare il nome nominare egrave dunque porre fine a una situazione per de-finirne una nuova []La chiamata di Dio

opera una separazione nel caos la separazione pone fine alla mescolanza degli elementi e guadagna quellrsquoordine o

cosmo che nasce dalla separazione e quindi dalla definizione di ogni ente Il nome che definisce nel nominare la

cosa nomina la volontagrave che lrsquoha differenziata dal caos nel nome oltre alla cosa egrave quindi custodito anche il

possesso della cosa da parte di quella volontagrave che chiamandola da caos lrsquoha definita nel cosmo gt U Galimberti

Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente cit pag 31

142 Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 143 In URL wwwLa Santa Sede Il catechismo della Chiesa cattolica consultato in data 19012017

144 Ibidem

145 Ibidem lt Noi crediamo che Dio per creare non ha bisogno di nulla di preesistente neacute di alcun aiuto

La creazione non egrave neppure una emanazione necessaria della sostanza divina Dio crea liberamente laquodal nullaraquo gt

(in nota si rimanda al Concilio Vaticano I Cost dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canoni 1-4

DS 3002 3023-3024 Concilio Lateranense IV Cap 2 De fide catholica DS 800 Concilio Vaticano I Cost

dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canone 5 DS 3025)

90

La creazione devrsquoessere intesa come lrsquoemanazione di tutto lrsquoessere dalla causa

universale che egrave Dio creare propriamente egrave causare o produrre lrsquoessere delle cose A Dio

appartiene lrsquoatto creativo in forza del suo essere Ora il nulla egrave la stessa cosa che nessun ente

Come dunque la generazione di un uomo inizia da quel non-ente che egrave il non-uomo cosigrave la

creazione inizia da quel non-ente che egrave il nulla

Inoltre egrave falso affermare che un corpo possa creare in quanto nessun corpo agisce

senza un contatto o un moto e quindi per agire richiede qualcosa di preesistente atto a essere

toccato mosso cosa incompatibile con lrsquoidea di creazione146

SantrsquoAgostino ritorna spesso alla dottrina della creazione e al suo concetto il quale egrave

distinto a sua volta dai due concetti a noi naturalmente noti generazione e fabbricazione Non

essendo infatti neacute lrsquouna neacute lrsquoaltra cosa la creazione egrave un concetto altamente metafisico

unrsquooperazione che fa essere quello che assolutamente non era Egrave unrsquooperazione dal nulla147

cioegrave neacute dalla sostanza dellrsquooperante generazione neacute da una materia preesistente

fabbricazione

Ciograve che uno fa o lo fa dalla sostanza o da un qualcosa fuori di seacute o dal nulla Lrsquouomo

che non egrave onnipotente dalla sua sostanza produce il figlio e come artefice dal legno fa lrsquoarca

Nessun uomo puograve fare qualcosa dal nulla Dio invece percheacute onnipotente dal nulla ha creato

il mondo e dalla terra ha plasmato lrsquouomo laquoDio ha fatto che ricevesse lrsquoessere e fosse posto

tra le cose che sono ciograve che assolutamente non eraraquo148

146 Tommaso Summa Theologiae Arg 45 Art 1

147 In URL wwwInfocristiana si puograve leggere che lt Tra le tante eresie sviluppatesi negli ultimi 2000 anni

vi egrave anche quella secondo la quale Dio non avrebbe creato ex nihilo ma da materia pre-esistente [] Lrsquoebraismo prima e il Cristianesimo poi da migliaia e migliaia di anni credono che solo Dio sia eterno e come tale

ldquoincreatordquo Se perograve al momento della creazione dellrsquouniverso la materia giagrave crsquoera chi lrsquoha creata []

Lrsquoespressione ldquoin principiordquo sta ad indicare lrsquoinizio del tempo affermare che la materia fosse giagrave stata creata

precedentemente equivale a dire che il tempo esistesse giagrave ma in tal caso la parola ldquoin principiordquo perderebbe tutto

il proprio significato gt Consultato in data 22012017

148 In URL wwwaugustinusit A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino- Parte 4 ndash Capitolo 05

consultato in data 13022017

91

Dio sa di tutte le cose che egli crea che egli le fa uscire dal nulla e sa che la propria

onnipotenza potrebbe spingerle di nuovo nel nulla E sa anche che invece di crearle avrebbe

potuto lasciarle nel nulla149

149 Dio avrebbe potuto non creare nulla e avrebbe potuto abbandonare lrsquouomo alla dannazione eterna

prodotta dal peccato Dio sarebbe potuto essere non Creatore e non Redentore ndash sostiene la teologia cristiana e

cattolica - senza perdere nulla della sua perfezione immutabile ed eterna E poicheacute il primo atto di amore di Dio

per lrsquouomo consiste nel crearlo Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse

amato lrsquouomo In questo modo la dottrina cattolica nega che la libertagrave di Dio possa trasformare Dio ma non puograve

escludere che Dio proprio percheacute egrave libero da tutta lrsquoeternitagrave sarebbe potuto essere difforme da come egli egrave di

fatto Difforme percheacute un Dio creatore non egrave un Dio non creatore un Dio che decide di creare lrsquouomo e le cose non egrave un Dio che decide di non creare un Dio che vuole amare lrsquouomo non egrave un Dio che non vuole amarlo

Sigrave che lrsquoaffermazione che Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse creato e

amato le creature non mostra lrsquoessenza di Dio ma sostiene una di quelle ldquocose impossibili e contraddittorierdquo che

il pensiero di Agostino e di Tommaso si propone costantemente di evitare anche quando si rivolge ai misteri

soprannaturali della fede Sennoncheacute affermare che Dio non sarebbe mutato e avrebbe mantenuto tutta la sua

perfezione anche se non avesse creato e amato le creature significa affermare che un Dio creatore e pieno di

amore per lrsquouomo non differisce da un Dio non creatore e privo di amore per lrsquouomo e questa affermazione

sostiene appunto qualcosa di impossibile e di contraddittorio e cioegrave che da tutta lrsquoeternitagrave Dio sarebbe potuto

essere diverso da come egrave senza peraltro essere diverso avrebbe potuto avere due diverse forme di perfezione

continuando a essere perfetto nello stesso modo Se si vuole uscire da questa contraddizione affermando che Dio

in quanto libero sarebbe potuto essere da sempre diverso da come egrave e avrebbe potuto avere da sempre una perfezione diversa da quella che ha si viene a dire che lt Dio egrave immutabile non percheacute la sua immutabilitagrave sia

qualcosa di necessario ( nel qual caso egli non avrebbe potuto decidere diversamente da come ha deciso ) ma

percheacute di fatto non si egrave mutato e non si egrave trasformato immobile dunque solo nel senso che di fatto egrave rimasto

immoto pur avendo avuto da sempre la possibilitagrave di essere diversamente da come egrave di fatto Un immutabile

dunque che ha in seacute lrsquoanima piugrave profonda del divenire gt E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag176

Il dio creatore del cristianesimo non aggiunge nulla alla pura essenza della libertagrave ma costituisce uno dei modi in

cui nella storia occidentale la metafisica si egrave proposta di guidare la libertagrave dellrsquoente

92

Lrsquointerpretazione filosofico-teologica del significato sacrale della laquocreazioneraquo

sviluppata dallrsquointera cultura occidentale si trova radicalmente immersa nella dimenticanza

della veritagrave dellrsquoessere Se la laquocreazioneraquo viene interpretata in termini di essere e non essere se

cioegrave viene interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere del mondo allora il

concetto di creazione egrave lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere

La semplicitagrave dellrsquoessere esige la sua immutabilitagrave ed il puro e semplice rilevamento

dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia egrave il fondamento dellrsquoesclusione della nascita dellrsquoessere

La creazione egrave quindi un dare valore e consistenza al nulla al non essere dellrsquoessere

Lrsquoente pur essendo posto come un laquonon-nienteraquo egrave in realtagrave pensato come libero dal

suo legame con lrsquoessere e con il niente Quando tale libertagrave consiste nello scioglimento dal

legame con lrsquoessere si ha lrsquoannullamento o nientificazione quando invece consiste nello

scioglimento del legame con il niente si ha la creazione o entificazione

Lrsquoapparente contraddittorietagrave del divenire150

che appare ossia il suo mostrarsi come ciograve

che arriva nellrsquoessere e vi si dilegua resta tolta non giagrave introducendo lrsquoassurdo di un dio

creatore

150 Lrsquoaporetica prende vita dallrsquo lt affermazione che lrsquointero ossia ognuna delle determinazioni

dellrsquoessere nella loro unitagrave organica egrave immutabile ed essendo questa affermazione L-immediata (immediatezza

logica) drsquoaltra parte egrave F-immediata (immediatezza fenomenologica) lrsquoaffermazione che lrsquoessere diviene

lrsquoorizzonte aperto dalla totalitagrave dellrsquoessere F-immediato egrave appunto il regno del sopraggiungere e del dipartirsi

dellrsquoessere E non solo quella totalitagrave egrave il luogo che riceve e dal quale si congedano determinazioni particolari

dellrsquoessere F-immediato ma egrave anche F-immediato il sopraggiungere della stessa totalitagrave dellrsquoessere F-immediato

Mentre il logo originario afferma lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere lrsquoesperienza ne attesta il divenire contraddizione tra

lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologia [] Lrsquoaporia egrave tolta affermando che lrsquointero come immutabilitagrave assoluta non egrave la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato in quanto questa egrave lrsquoorizzonte del divenire Tale

affermazione egrave L-immediata ossia lrsquoaporia egrave originariamente tolta la struttura originaria si realizza come

toglimento originario dellrsquoaporia la quale permane solo in quanto non sia posta la distinzione tra lrsquointero come

assoluta immutabilitagrave e la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato Il significato di tale distinzione deve essere

determinato nel modo seguente []distinzione tra due positivitagrave [] Posta L-immediata lrsquoimmutabilitagrave dellrsquointero

non crsquoegrave bisogno di un medio per affermare che lrsquointero come assoluta immutabilitagrave non egrave la dimensione del

divenire costituita dalla totalitagrave del F-immediato Crsquoegrave bisogno di un medio solo se lrsquointero non egrave posto come

immutabile se cioegrave egrave posto come significato formale o autocontraddittorio il medio egrave qui lrsquoimmutabilitagrave Ma in

quanto quella formalitagrave o autocontraddittorietagrave egrave originariamente tolta egrave originariamente posta la distinzione tra

lrsquointero immutabile e lrsquoorizzonte del divenire []E lo sviluppo lrsquoincremento o il dileguare lo sparire ndash il divenire

dunque del contenuto della totalitagrave del F-immediato non aggiunge e non toglie alcuna positivitagrave allrsquointero immutabile cheacute altrimenti al positivo che sopraggiunge o che dilegua converrebbe di non essere Tutta la

positivitagrave del positivo diveniente che lrsquointero immutabile lascia laquooltreraquo di seacute ndash e lrsquoimmutabile lascia oltre di seacute

appunto e soltanto la totalitagrave del positivo diveniente ndash tutta quella positivitagrave egrave immutabilmente inclusa nellrsquointero

immutabile [] Il divenire inteso come processo che porta dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere al non essere non

solo egrave errore contraddizione ma allrsquointerno della struttura originaria egrave lrsquoimpossibile [] Sigrave che lrsquoimmutabile non egrave

semplicemente ciograve senza di cui la realtagrave diveniente non egrave ma egrave ciograve per cui questa realtagrave egrave gt Id La struttura

originaria cit pag389401-409

93

che identifichi lrsquoessere al nulla151

ma liberandosi da quella definizione del divenire che

appare visto come laquocominciamentoraquo

Ogni divenire egrave uno comparire e scomparire dellrsquoessere e quindi ogni azione egrave sempre

un disvelare o un lasciare che si disveli lrsquoessere che era nascosto o egrave un condurlo fuori

dellrsquoapparire nel nascondimento o un lasciare che si sottragga allrsquoapparire Ma quando si

agisce con la convinzione di produrre e distruggere lrsquoessere di trarlo dal nulla e rimandarlo nel

nulla allora resta svelato qualcosa di diverso da ciograve che si svelerebbe allorcheacute si agisse

sapendo che ogni agire e ogni fare egrave un disvelamento dellrsquoessere eterno

Lrsquoalienazione metafisica intende la volontagrave come la forza suprema che fa uscire gli enti

dal nulla e li fa ritornare nel nulla si tratti della volontagrave di Dio o della volontagrave dellrsquouomo Nella

civiltagrave occidentale dominata dalla metafisica lrsquouomo vuole ormai soltanto in questo modo e si

pone come il vero creatore e distruttore dellrsquoessere

151 Bontadini risolve il problema della creazione dal nulla affermando che lt lrsquoaffermazione del Creatore ndash della creazione ndash egrave giagrave inclusa nel teorema che il divenire la realtagrave diveniente non egrave ndash non puograve essere ndash

originario [] lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete ma la sottolineatura egrave voluta dalla considerazione ndash

fondamentale elementare ndash che ciograve che si tratta di sanare egrave la contraddizione inoculata del non dal negativo

Nella prospettiva metafisica ndash creazionistica ndash quellrsquoandare nel nulla (e similmente il venire dal nulla) che risulta

sul piano fenomenologico egrave risolto nel far andare nel nulla (e similmente nel trarre dal nulla) che egrave in quanto

fare un positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico gt GBontadini ndash ESeverino Lrsquoessere e

lrsquoapparire Una disputa cit pag 59

94

II - Divenire esser altro

In ogni forma di cultura il divenire delle cose e degli eventi egrave sempre inteso come divenir altro

altro da ciograve da cui il divenire incomincia [ ] Crsquoegrave divenire solo se crsquoegrave diversificazione solo se ciograve a

cui il divenire giunge (terminus ad quem εἰς ὅ lo chiama Aristotele Metaph 1067 b 9) egrave qualcosa di diverso da ciograve da cui il divenire incomincia (terminus a quo ἐξ οὗ loc cit)

152

Per Aristotele il terminus ad quem e il terminus a quo del divenire sono innanzitutto i

laquocontrariraquo ἐναντία

Quando qualcosa giunge ad essere altro qualcosa egrave altro da seacute

Ma che qualcosa sia altro da seacute egrave per il pensiero occidentale lrsquoimpossibile lrsquoassurdo

Eppure affermando lrsquoesistenza del divenire e pensando che nel divenire qualcosa

diventa altro da seacute si pensa che qualcosa diventando altro da seacute egrave altro da seacute Anche se non lo

si riconosce affermando lrsquoesistenza del divenire altro da seacute si afferma lrsquoesistenza dellrsquoesser

altro da seacute ossia lrsquoesistenza di ciograve che drsquoaltra parte egrave pensato come ciograve che non puograve esistere

Il divenire inteso come divenire altro da seacute ndash identificazione ndash non puograve esistere egrave

nulla153

Per il pensiero occidentale il diveniente egrave il permanente Quando il cielo diventa

nuvoloso il cielo egrave il permanente sotteso al sereno e alle nubi Drsquoaltra parte Aristotele afferma

lrsquoesistenza del laquosostratoraquo proprio per evitare che il divenire sia identificazione dei laquocontrariraquo

Ma una volta introdotto il sostrato il divenire in cui il sostrato passa da una determinazione a

unrsquoaltra egrave pur sempre un diventar altro da seacute

152 E Severino Tautόtēs cit pag 13

153 Id Oltre i l linguaggio parte prima

95

E ciograve accade solo in quanto qualcosa egrave venuto meno egrave svanito si egrave annientato (la

serenitagrave del cielo si annienta quando diventa nuvoloso)154

Quando si pensa che qualcosa diventando altro e identificandosi allrsquoaltro da seacute non egrave

piugrave ndash cioegrave vien meno svanisce si annienta diventa nulla - si crede di evitare la contraddizione

per la quale il qualcosa diventando altro egrave altro da seacute

Per rendere possibile lrsquoaffermazione che qualcosa diventa altro da seacute si deve sostenere

che il divenire egrave una successione in cui si trova una determinazione che poi diventa altro Per

esempio se dico che la legna diventa cenere cioegrave che una determinazione diventa altro posso

sostenere che vi sia una successione che non faccia diventare la legna cenere (scongiurando

lrsquoidentificazione) ma in quanto tale la legna diventa nulla E il nulla in cui la cenere in

quanto tale si trovava prima dellrsquoannientamento della legna diventa cenere

La successione non puograve essere un divenir atro da parte di qualcosa Se si esclude che la

successione sia un divenire si deve escludere che il mondo includente la legna divenga nulla

Ma se nessun qualcosa diviene nulla si nega il divenire che invece si vuole salvare

Affermando che nel divenire ndash cioegrave prima di incominciare ad essere e dopo essersi

annientato ndash lrsquoente egrave nulla il pensiero occidentale tiene e insieme non tiene in relazione lrsquoente

al nulla non lo isola e insieme lo isola dal nulla

154 lt Per la scienza la combustione della legna egrave trasformazione di una certa quantitagrave di energia Una

arte di tale quantitagrave si trasforma in cenere unrsquoaltra parte si trasforma in calore ecc La cenere il calore ecc dono le nuove forme in cui si trasforma quella certa quantitagrave di energia in cui consiste la legna che stiamo considerando

[] E il cielo che nellrsquoannuvolarsi del cielo egrave il permanente corrisponde alla quantitagrave di energia che nella

combustione della legna si mantiene costante trasformandosi in un certo insieme di nuove forme di energia []

Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa ndash ossia la relazione tra il sostrato (una certa quantitagrave di

energia) e una certa forma ndash diventa altro da seacute ossia diventa relazione tra il sostrato e lrsquoinsieme delle forme

nuove che esso assume e che cioegrave egrave la sua forma nuova [] Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa

puograve diventare altro da seacute solo se si annulla gt Id Tautόtēs pag 18-19

96

Non lo isola dal nulla percheacute per affermare il divenire deve pensare lrsquoente come

divenuto nulla cioegrave come identico al nulla ndash deve pensare come risultato il risultato del

divenire dellrsquoente ossia deve pensare la nullitagrave dellrsquoente la relazione appunto tra lrsquoente e il

nulla

Ma insieme isola lrsquoente dal nulla astrae dal suo essere il soggetto dellrsquoesser nulla e

pone soltanto il nulla come risultato (o come lrsquoinizio) del divenire percheacute solo attraverso

questa astrazione lrsquoidentitagrave dellrsquoente e del nulla rimane nascosta e il concetto del non essere

ancora e del non essere piugrave da parte dellrsquoente non si presenta come ciograve che esso egrave ossia come

la forma piugrave radicale della contraddizione e dunque dellrsquoimpossibile e del necessariamente non

esistente ndash la forma piugrave radicale dellrsquoalienazione della veritagrave

Il porre e insieme non porre la relazione tra il qualcosa che diviene e il suo altro egrave una

contraddizione la contraddizione mediante la quale il pensiero che afferma il divenire evita di

vedere che il divenire egrave lrsquoidentificazione dei non identici e che dunque lrsquoaffermazione

dellrsquoesistenza del divenire egrave la contraddizione che pone come esistenza lrsquoassoluta inesistenza

del divenire La prima di queste due contraddizioni maschera la seconda ma essa si sottrae

allo sguardo e si maschera facendo apparire separatamente i due lati che la costituiscono

Per rendere pensabile quel divenir altro da parte di qualcosa il nichilismo (cioegrave

lrsquoontologia dellrsquoOccidente) afferma che nel divenir altro il qualcosa diviene niente ma con

questa affermazione raddoppia la contraddittorietagrave del divenir altro giaccheacute il nichilismo deve

non solo continuare a pensare che nel divenir altro qualcosa egrave altro percheacute egrave un altro qualcosa

positivo ma deve pensare anche che qualcosa egrave altro percheacute egrave nulla (egrave quellrsquoaltro che egrave il

nulla)

97

III - La volontagrave

La volontagrave di potenza urta contro lrsquoInflessibile che non si lascia modificare e la volontagrave

muore

Incomincia a vivere solo quando incomincia a flettere lrsquoInflessibile Egrave lrsquoInflessibile

contro cui la volontagrave urta inizialmente a costituirsi rispetto ad essa come la configurazione

iniziale di ciograve che la filosofia nascendo ndash e aprendo un contesto essenzialmente diverso da

quello del mito ndash ripropone come laquoimmortaleraquo laquoincorruttibileraquo laquodivinoraquo (athaacutenaton

anoacutelethron theicircon) laquoeternoraquo laquoEssere che egrave sempre salvoraquo (phyacutesis aeigrave sōzomeacutenē)

Allrsquoinizio della terra isolata lrsquoeternitagrave egrave vissuta come lo scacco della volontagrave Poi forma

tradizionale del pensiero filosofico della terra isolata ponendosi come laquoepisteacuteme della veritagraveraquo

tenteragrave di rendere autonoma rispetto alla prassi lrsquoaffermazione dellrsquoEterno tenteragrave di fondarla

Ma egrave ancora la prassi ndash cioegrave il rapporto tra la volontagrave e ciograve che essa avverte come lrsquoInflessibile

ndash a preconfigurare oltre allrsquoaffermazione filosofica dellrsquoEterno la tesi filosofica che esso egrave il

luogo da cui tutte le cose nascono e in cui si dissolvono escono dal nulla della propria

specificitagrave e vi ritornano

La flessione dellrsquoInflessibile egrave infatti lo spezzarsi di esso il suo smembrarsi e frantumarsi nelle

parti del mondo delle quali la volontagrave puograve finalmente disporre La volontagrave puograve attribuire allrsquoInflessibile o a seacute stessa il prodursi della flessione ma in ogni caso tutte le cose del mondo sono

la flessione dellrsquoInflessibile cioegrave provengono da esso sono costituite da esso che egrave lrsquounitagrave iniziale

da cui le parti diverse e tra loro opposte si separano (e tale separatezza egrave la loro specificitagrave)155

Il flessibile non egrave semplicemente ciograve che si flette cioegrave che non rimane rigido ma ciograve

che egrave piegato (o che puograve essere piegato) egrave un flexum laquoPiegareraquo egrave costruito sul latino plicare

(greco πλέϰειν) che ha la stessa radice dei verbi plectere e flectere

155 E Severino Intorno al senso del nulla cit pag 35-36

98

In quanto flectere il piegare egrave volgere il flessibile in una certa direzione in modo da

assegnargli una certa piega (flexus flexio) ossia una certa disposizione relativamente duratura

E appunto questo egrave lrsquouso nella lingua latina del verbo flectere Il flectere egrave cioegrave lrsquoagire in

quanto tale Il latino non dice soltanto flectere membra ramum navem equos ma anche

flectere viam animum mentes verba cursus

Il flessibile egrave dunque ciograve che egrave dominato nellrsquoazione rivolta a un fine ossia ciograve che egrave

disponibile al dominio dellrsquoazione e che diventa il materiale o lrsquooggetto di essa Lrsquoinflessibile egrave

lrsquoindominabile lrsquoimmodificabile lrsquoimmutabile Il contrasto tra il flessibile e lrsquoinflessibile egrave il

contrasto tra la volontagrave di flettere ndash la volontagrave di potenza la volontagrave di azione ndash e la barriera

insormontabile dellrsquoinflessibile Tutta la vita del mortale egrave un andirivieni tra la volontagrave di agire

e la barriera dellrsquoinflessibile La laquovitaraquo del mortale non egrave qualcosa di diverso ma egrave la stessa

volontagrave di agire vita egrave vis βίος egrave βία La volontagrave di azione non agisce nel vuoto si trova

originariamente circondata dalla barriera degli immutabili e agisce per incrinarla penetrarla e

allontanarla da seacute

LrsquoInflessibile sta dinnanzi alla volontagrave come la Potenza suprema come il Tremendum

anche quando la volontagrave egrave riuscita a fletterlo e a frangerlo ndash riuscendo cosigrave ad aprire lo spazio

in cui essa puograve vivere (sia pur credendo a volte che tale spazio le sia stato donato) ndash

lrsquoInflessibile si ricostituisce attestandosi su una nuova linea inoltrepassabile

LrsquoInflessibile egrave il Sacro il Tremendum che si erge di contro la volontagrave di vivere

dellrsquouomo spegnendola Come volontagrave cosciente (volontagrave di trasformare il mondo di cui egrave

cosciente) proprio percheacute vuole trasformare il mondo egrave inevitabile che dapprima se lo trovi

dinanzi non ancora trasformato e che le stia di fronte non come una porta aperta ma come una

Barriera impenetrabile e inflessibile

Percheacute la Barriera si erga impenetrabile e inflessibile non crsquoegrave bisogno che essa si mostri

come un laquoal di lagrave del mondoraquo

99

Essa egrave lrsquoOrdinamento immodificabile che regola cielo e terra ritmi e configurazioni

dello spazio e del tempo alternanza del giorno e della notte e ritmi stagionali mancanza di

cibo e potenza indomabile degli animali del fuoco dei venti delle acque giagrave come natura e

come legge del clan la Barriera egrave il laquototalmente Altroraquo percheacute egrave lrsquoinflessibilitagrave della Barriera a

determinare la sua totale alteritagrave rispetto alla volontagrave di attraversarla

Lrsquoirrompere dellrsquoazione allrsquointerno della Barriera egrave la prima flessione degli inflessibili

cioegrave la prima forma di distruzione degli immutabili Per quanto debole incerta limitata

lrsquoazione accadendo flette una parte del corpo dellrsquoInflessibile In questo suo essere flessa la

parte diventa un laquoregnoraquo

Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile non egrave un lsquoregnorsquo percheacute il regere egrave uno dei

modi preminenti della flessione Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile precede il regno degli degravei e dei mortali e lrsquoazione irrompe allrsquointerno della Barriera degli inflessibili come

azione degli degravei e dei mortali Il corpo dellrsquoinflessibile egrave il modo originario in cui la volontagrave di

potenza del mortale regna sulle cose della terra ma la volontagrave di potenza incomincia ad avvertire il

proprio regno solo nella parte che essa strappa agli inflessibili ndash cioegrave al suo regno inconscio ndash irrompendo come azione

156

156 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 256

100

CAPITOLO SECONDO

Lrsquo azione che cattura e domina lrsquoEnte

101

I - Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire157

Platone definisce lrsquoessere come δύναμις (potenza)158

ciograve che egrave (τὸ ὄν) egrave ciograve che ha la

potenza di fare o di essere fatto laquoFareraquo (ποιεῑν) significa condurre allrsquoessere (εἰς οὐσίαν) ciograve

che prima non egrave (ὅπερ ἂν μὴ πρότερον ὄν) laquoessere fattoraquo (ποιεῖσαι) significa il venire

condotto allrsquoessere159

157 Nella lingua greca o latina ndash e in generale nelle lingue indoeuropee ndash il carattere laquotecnicoraquo dellrsquoagire

trova espressione ancor prima che lrsquoOccidente assuma la tecnica nellrsquoorizzonte dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente Le

parole costruite sulla radice ar indicano costantemente qualcosa che in modo piugrave o meno diretto piugrave o meno

esplicito appartiene alla struttura formale della tecnica e cioegrave allrsquoadattarsi al convenire a un fine da parte di certi

mezzi di cui il parlante egrave convinto di disporre Tali parole nominano cioegrave o questa stessa struttura nel suo insieme

o un modo specifico del disporre dei mezzi adatto allo scopo oppure nominano il mezzo o i modi specifici di

esser mezzo e strumento o lo scopo o la maggiore o minore disponibilitagrave o riluttanza delle cose a lasciarsi usare

o lo sforzo piugrave o meno intenso che il mortale deve compiere per realizzare i suoi scopi o lrsquoordine che lrsquoazione

tecnica instaura nelle cose o la volontagrave che presiede al realizzarsi dellrsquoazione oppure il successo e lrsquoinsuccesso

cui essa va incontro lt Gran parte delle parole che nelle lingue indoeuropee indicano la laquocosaraquo alludono piugrave o meno direttamente ai

beni alle ricchezze a ciograve che serve e si adopera a ciograve di cui si ha bisogno ai valori al bestiame allrsquoaffare a ciograve

che egrave pregiato alla sostanza e al patrimonio Ricordiamo il latino res il greco pracircgma chrḗma il tedesco Ding

(inglese thing) e Sache Anche lo spettro semantico del participio greco tagrave oacutenta (gli essenti le cose che sono)

include le sostanze e i beni e anche il participio ousiacutea nomina la sostanza intesa come patrimonio Questi antichi

significati della parola laquocosaraquo implicano una situazione conflittuale e il luogo in cui essa viene discussa che

vengono in luce ad esempio in Ding thing che significano anche laquocausaraquo laquotribunaleraquo laquoparlamentoraquo

laquoassemblearaquo laquoverdettoraquo laquoprocessoraquo La stessa parola laquocosaraquo proviene dal latino laquocausaraquo intesa sia come matrice

e principio del diventar altro (dyacutenamis eis tograve patheicircn e dyacutenamis eis tograve poieicircn) sia in senso giuridico come

motivazione del diritto al possesso di ciograve che egrave conteso tra volontagrave differenti Il significato della parola laquocosaraquo

come conflittualitagrave egrave mostrata nelle antiche formazioni linguistiche della terra isolata ed egrave una figura che rinvia alla conflittualitagrave originaria dove la laquocosaraquo egrave la risultante della lotta tra la volontagrave e lrsquoInflessibile ossia egrave la forma

originaria (preontologica) del diventar altro Dicendo che Poacutelemos egrave il padre di tutte le cose e che quindi ogni cosa

egrave lotta conflitto Eraclito dice giagrave implicitamente che il conflitto egrave il significato originario dellrsquoesser laquocosaraquo

quindi possiamo dire che allrsquointerno della terra isolata la cosa egrave la madre di tutte le guerre gt E Severino Intorno

al senso del nulla cit pag 43-44

158 Platone Sofista 247 d-e Edizione BUR ndash Rizzoli Milano 2007

159 Ivi 219 b

102

Ma la potenza egrave lrsquoessenza stessa della τέχνη160

percheacute se questa si distingue in τέχνη

produttiva e τέχνη acquisitiva (ποιητιϰὴ τέχνη ϰτητιχὴ τέχνη) lrsquoacquisizione degli enti ndash come

il guadagno la proprietagrave la lotta la conoscenza ndash non egrave che un ordinamento di ciograve che egrave giagrave

stato prodotto nelle varie forme della ποιητιϰὴ τέχνη161

La distinzione tra τέχνη divina e τέχνη

umana (ϑεία τέχνη ἀνϑρωπίνη τέχνη)162

egrave pertanto la suprema differenza tra gli enti

La ϑεία τέχνη produce tutti gli enti della natura lrsquoἀνϑρωίνη τέχνη produce tutti gli enti

che nelle arti umane sono condotti dal non essere allrsquoessere Lrsquoessere egrave τέχνη percheacute egrave

essenzialmente avvolto dallrsquoorizzonte del fare e dellrsquoessere fatto ossia percheacute appartiene

essenzialmente al processo del condurre e dellrsquoessere condotto dal non essere allrsquoessere (αἰτία

τοῖς μὴ πρότερον οῦσιν ὕστερον γίγνεσϑαι)163

160 lt Ars viene tradotto con il termine laquoarteraquo Ma ars indica innanzitutto ciograve che si trova disposto in una

connessione e in un ordine e precisamente ciograve che si trova disposto nella connessione e nellrsquoordine che consente

al mortale di ottenere un certo scopo Ars egrave cioegrave ogni abilitagrave del corpo e della mente del mortale ossia ogni attivitagrave

che disponendo le cose in un certo ordine ndash facendole diventare laquomezziraquo e laquostrumentiraquo in un certo modo

determinato ndash egrave capace di conseguire uno scopo Тέλος (laquoscoporaquo) ndash che egrave metatesi di art ndash egrave il compimento

dellrsquoars [] Ars egrave unrsquoastrazione di artus Artus non egrave semplicemente ciograve che egrave unito al corpo ma egrave lo strumento

originario di cui il mortale si sente padrone e che gli consente di modificare il mondo in cui vive E glielo

consente percheacute non egrave rigido ma egrave laquoarticolatoraquo e quindi egrave artus (a um) Quasi della stessa importanza dellrsquoartus

per la modificazione delle cose egrave lrsquoarmus (ἁρμoacuteς) lrsquoomero che consente di trasportare i pesi piugrave grossi e operare

piugrave profonde modificazioni nelle cose [] Nella storia dellrsquoOccidente la parola fondamentale che esprime il senso dellrsquoars egrave τέχνη da cui deriva la parola laquotecnicaraquo Ma mentre in ars viene esplicitamente nominata la connessione

calcolata dei mezzi al fine τέχνη nomina invece i vari modi e settori in cui questa connessione si realizza a partire

da quello originario mediante il quale il mortale copre il suo corpo e gli dagrave un rifugio gt E Severino Destino

della necessitagrave pag 263-265-266

161 Platone Sofista 219 c

162 Ibidem 265 b-e

163 Ibidem

103

Ma lrsquoente non egrave un niente sigrave che la τέχνη divina e umana non egrave la capacitagrave che riesce a

identificare lrsquoente al niente ma egrave quel modo di porsi in relazione allrsquoessere dellrsquoente dove ogni

aspetto della relazione egrave determinato dalla persuasione che la nientitagrave dellrsquoente sia164

Per Aristotele lrsquoaffermazione che tutto accada necessariamente implica lrsquoinutilitagrave e

lrsquoirrilevanza del volere e dellrsquoagire laquoIl volere e lrsquoagire sono principio delle cose futureraquo (ἀρχὴ

τῶν ἐσομένων ϰαὶ ἀπὸ τοῦ βουλεύεσϑαι ϰαὶ ἀπὸ τοῦ πρᾶξαί τι)165

nel senso che solo laquose ci

metteremo a fare qualcosa questa cosa esisteragrave e non esisteragrave se non ci metteremo a farlaraquo

(ἐὰν μὲν τοδὶ ποιήσωμεν ἔσται τοδί ἐὰν δὲ μὴ τοδί οὐϰ ἔσται)166

La volontagrave e lrsquoazione sono

dei principi dellrsquoesistenza del futuro nel senso che egrave da essi che dipende che certe cose future

siano oppure non siano

Lrsquoessenza della tecnica moderna egrave giagrave presente nel modo in cui il pensiero greco ha

espresso il senso dellrsquoazione umana Affincheacute esista qualcosa come una laquoazione umanaraquo

devono esistere un laquoattoreraquo cioegrave lrsquouomo che compie lrsquoazione uno laquoscoporaquo dellrsquoazione cioegrave

lrsquoidea del futuro che lrsquouomo vuole realizzare con la propria azione una serie di laquomezziraquo o di

strumenti capaci di realizzare lo scopo e dei quali lrsquouomo dispone

La decisone egrave il momento fondamentale dellrsquoagire umano consiste nella volontagrave di

produrre quel mezzo o quella serie di mezzi che allrsquoanalisi si rivela piugrave idonea alla

realizzazione dello scopo

164 lt Lrsquoἀνϑρωπίνη τέχνη si egrave oggi completamente sostituita alla ϑεία τέχνη ma il senso dellrsquoessere rimane

ancor oggi identico a quello stabilito da Platone una volta per tutte nella storia dellrsquoOccidente Dio e la tecnica

moderna sono le due fondamentali espressioni del nichilismo metafisico gt E Severino Essenza del nichilismo

pag 197

165 Aristotele De Interpretatione 19 a 7-8

166 Ibidem 18 b 32-33

104

I mezzi di cui dispone la tecnica moderna non sono confrontabili con i mezzi a disposizione

dellrsquouomo greco e tuttavia la tecnica moderna si sviluppa interamente allrsquointerno della struttura

dellrsquoazione umana quale egrave stata portata alla luce una volta per tutte dal pensiero greco167

In quanto volontagrave di realizzare uno scopo con i mezzi che essa ritiene piugrave adatti e che

crede di saper dominare lrsquoazione egrave la tecnica La struttura formale dellrsquoazione egrave la struttura

formale della tecnica della preistoria e della storia dellrsquoOccidente

Ma lrsquoazione dellrsquouomo egrave decisione e la decisione in quanto tale egrave assunta dai mortali

come un atto isolante Decidere egrave separare La parte separata dal Tutto egrave essa stessa un

separare dal Tutto

La parola latina decidere egrave formata dalla preposizione de e dal verbo caedere che significa

appunto laquoseparareraquo laquofare a pezziraquo laquotagliareraquo E anche la parola latina occidere egrave formata

da una preposizione (ob) a dal verbo caedere Come lrsquooccidere cosigrave il decidere egrave sentito

dal linguaggio premetafisico come un separare E ciograve accade anche in eligere (ex-legere)

da cui deriva probabilmente attraverso il rafforzativo exeligere lrsquoitaliano scegliere168

NellrsquoEtica a Nicomaco169

Aristotele esprime il senso della separazione operata dal

decidere in quanto tale la parola usata per indicare nel testo il processo del decidere egrave

προαίρεσις laquoproponimentoraquo costituita dalla preposizione πρὀ (che indica il procedere nei suoi

vari sensi) e da αἵρεσις che significa insieme laquoconquistaraquo e laquosceltaraquo

Αἱρέω da cui αἵρεσις deriva significa oltre che laquoscelgoraquo laquopreferiscoraquo anche

laquoprendoraquo laquoafferroraquo laquomi impadroniscoraquo laquotraggo via da un luogo riducendo in mio potereraquo

167 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 249

168 Ivi pag 362

169 Aristotele Etica Nicomachea Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo

fedelmente alla loro utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino in Destino della Necessitagrave pag

362 e sgg

105

E al significato dellrsquoimpadronirsi appartiene il separare ciograve di cui ci si impadronisce egrave

portato via cioegrave vien separato dalla compagnia e dai luoghi cui esso originariamente

appartiene

La definizione aristotelica della προαίρεσις esprime il senso giagrave contenuto in questa

parola laquola προαίρεσις egrave delle cose che sono in nostro potereraquo ἡ προαίρεσις περὶ τὰ ἐφ

´ἡμῖν170

La προαίρεσις aristotelica egrave ὄρεξις βουλευτιϰή un appetito (ὄρεξις) ndash tendenza brama

ndash unito a deliberazione (βουλευτιϰή) Lrsquoespressione ὄρεξις βουλευτιϰή egrave equivalente a

ὀρεϰτιϰὸς νοῦς laquointelligenza appetitivaraquo e a ὄρεξις διανοητιϰή laquoappetito razionaleraquo171

I

termini βουλευτιϰή νοῦς διανοητιϰή indicano il λόγος cioegrave la ratio il calcolo conformemente

(ϰατά)172

al quale lrsquoὄρεξις appetisce

Nella προαιρεσις vengono ad unirsi due aspetti (μόρια) dellrsquolaquoanimaraquo laquoquello che

possiede il λόγοςraquo (τὸ λόγος ἔϰον) e laquoquello che egrave privo del λόγοςraquo (τὸ ἄλογον)173

Lrsquo ἄλογον ὀρεϰτιϰόν (cioegrave ὄρεξις) laquopartecipa alla ragione appunto in quanto le presta

ascolto e le obbedisceraquo (μετέχει πως ᾗ ϰατήϰοόν ἐστιν αὐτοῦ [λόγου] ϰαὶ πειϑαρχιϰόν174

Lrsquoὄρεξις quindi egrave una convinzione πείϑεται Il suo obbedire al λόγος egrave un essere

convinta il suo prestare ascolto egrave un udire un dar retta e il dar retta egrave daccapo lrsquoesser convinti

di qualcosa Il concordare col λόγος significa capirlo ed essere convinti di ciograve che il λόγος dice

Ma lrsquoὄρεξις egrave una convinzione non solo quando obbedisce e concorda col λόγος ma

anche quando disobbedisce e discorda Disobbedire e discordare significa infatti avere una

convinzione diversa da quella che si possiede quando si obbedisce al λόγος laquoCombattereraquoraquo

laquoresistereraquo laquoopporsiraquo laquoavversareraquo il λόγος dagrave luogo allrsquoἀτεχνία175

laquomancanza di arteraquo ma

ἀτεχνία non egrave semplic assenza di λόγος ma egrave la presenza di un λόγος falso (λόγος ψευδής)176

170 Ivi 1111 b 30

171 Ivi 1139 a 23 1139 b 4-5

172 Ivi 1113 a 20

173 Ivi 1102 a 28 sgg

174 Ivi 1102 b 30-31

175 Ivi 1140 a 21

176 Ivi 1102 a 22

106

II - Il dominio che guida il divenire

La προαιρεσις guida percheacute essa egrave la presa di possesso preliminare che traccia il

confine attorno alle cose che saranno prodotte e distrutte e insieme delimita preliminarmente il

campo del dominabile e lo sottrae allrsquoinfluenza di ogni altro laquoprincipioraquo diverso dallrsquouomo

cioegrave lo rende qualcosa di separato e di isolato dal Tutto Lrsquouomo egrave infatti il laquoprincipio delle

azioniraquo ἄνϑρωπος εἶναι ἀρχὴ τῶν πράξεων177

ossia laquone egrave il genitore come lo egrave dei propri

figliraquo (γεννητῆν τῶν πράξεων ὥσπερ ϰαὶ τέϰνων)178

Le cose laquoil cui principio egrave in noiraquo sono

laquoquelle che sono in nostro potereraquo (ὦν ϰαὶ αἱ ἀρχαὶ ἐν ἡμῖνhellipαὐτὰ ἐφ´ἡμῖν) laquoe che sono

laquovolontarieraquo (ϰαὶ ἑϰούσια)179

La προαίρεσις egrave ciograve per cui lrsquouomo egrave principio delle proprie azioni e quindi essa egrave

qualcosa di laquovolontarioraquo (ἑϰούσιον)180

giaccheacute nelle azioni laquoinvolontarieraquo (ἀϰούσια) e

laquoforzateraquo (βίαια) il loro laquoprincipioraquo egrave esterno a chi agisce (ἡ ἀρχὴ ἔξωϑεϑν)181

Ma la προαίρεσις egrave principio dellrsquoazione e quindi degli enti prodotti dallrsquoazione nel

senso che egrave laquoprincipio del movimentoraquo principio che muove le parti del corpo umano

servendosene come strumenti (ἡ ἀρχὴ τοῦ ϰινεῖν τὰ ὀργανιϰὰ μέρη)182

al fine di produrre certi

enti invece di altri E Aristotele stabilendo unrsquoidentitagrave tra il punto di vista di chi agisce e il

punto di vista del filosofo che riflette sullrsquoazione non si limita ad affermare che per la

coscienza di chi decide certe cose appaiano essere in potere di chi decide ma afferma che

nellrsquouomo laquoassennatoraquo (νοῦν ἔχων)183

la decisione si riferisce a cose che non sono soltanto

ritenute da parte di chi decide in suo potere ma sono in realtagrave in suo potere Il dominio della

προαίρεσις egrave realtagrave

177 Ivi 1112 b 31-32

178 Ivi 1113 b 18-19

179 Ivi 1113 b 20-21

180 Ivi 1112 a 14

181 Ivi 1110 a 1

182 Ivi 1110 a 15-16

183 Ivi 1112 a 21

107

E drsquoaltra parte ndash dice lo Stagirita ndash affincheacute lrsquouomo decida non egrave sufficiente che il suo

decidere appaia come un dominio nella coscienza ma egrave necessario che chi decide ritenga

(οἴεται) sia convinto che le cose decise sono portate allrsquoesistenza (γενέσϑαι) dalla decisione

stessa ossia che la sua decisione domina la dimensione delle cose decise La προαίρεσις non egrave

cioegrave il puro volere (βούλησις)184

ma egrave la decisione che calcola le cose che assume sotto il

proprio dominio e la cui esistenza e non esistenza essa vede in proprio potere

Il calcolo egrave unrsquolaquoanalisiraquo (ἀναλίύειν)185

che ricerca lrsquoordine dei mezzi piugrave idoneo alla

produzione del fine e che scompone la serie dei mezzi procedendo da quello che produce il

fine a quello intermedio che produce quel primo mezzo sino a giungere alla laquocausa primaraquo (τὸ

πρῶτον αἴτιον) della realizzazione del fine la quale causa prima egrave lrsquolaquoultimo ad essere trattato

nellrsquoanalisi ed egrave il primo ad essere prodottoraquo (τὸ ἔσχατον ἐν τῇ ἀναλύσει πρῶτον εἶναι ἐν τῇ

γενέσει)186

Lrsquoanalisi riconduce un mondo al principio del dominio e fa di questo principio il

dominatore di questo mondo Lrsquoanalisi egrave questo stesso principio che si impadronisce

preliminarmente di quel mondo considerandolo come il luogo ove esso principio puograve

esercitare il proprio dominio Sin tanto che lrsquoanalisi non riesce ad agganciare la serie dei mezzi

alla προαίρεσις in quanto principio del dominio lrsquoanalisi egrave laquoricercaraquo (ζητεῖν)187

e il ricercante

ricerca appunto laquocome agireraquo o laquoche cosa fareraquo ma la ricerca in quanto tale egrave lrsquoapertura della

dimensione sulla quale puograve stendersi il dominio dellrsquouomo E la ricerca egrave la προαίρεσις in

quanto essa egrave lrsquoimpadronirsi preliminare di questo dominio

Avendo fede di essere lrsquoautore delle proprie azioni il mortale crede di esserne

responsabile Il linguaggio esprime questa convinzione con la costruzione dei pronomi

personali e con la flessione del verbo Ma nella convinzione di essere responsabili delle proprie

azioni egrave presente la volontagrave di potenza

184 Ivi 1111 b 19 sgg

185 Ivi 1112 b 15 sgg

186 Ivi 1112 b 23-24

187 Ivi 1112 b 20

108

Il responsabile egrave infatti chi decide cioegrave chi separa dal Tutto la dimensione che egrave convinto di dominare Risponde delle proprie azioni percheacute ne egrave il padrone e ne egrave il padrone percheacute le ha

separate dal Tutto e le ha separate dal Tutto percheacute il Tutto gli appare come lrsquounione accidentale di

ciograve che esce e ritorna nel nulla188

Il mortale egrave lrsquoartefice Il mortale premetafisico egrave il tentativo di essere artefice la sua

decisione egrave ciograve costantemente accompagnata dalla possibilitagrave che le cose non si lascino

decidere e separare Invece il mortale metafisico riesce a decidere percheacute il suo decidere si

fonda sullrsquoapertura dellrsquo ἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

La τέχνη e la φρόνησις (laquosaggezzaraquo) sono la προαίρεσις nella quale lrsquoὄρεξις egrave unita al

calcolo laquoveroraquo (ἀληϑεύει)189

La προαίρεσις esiste infatti come laquovolontagrave calcolanteraquo

(βουλευτιχὴ ὄρεξις) anche quando il suo calcolo egrave errato o perchegrave considera in suo potere enti

che non lo sono o percheacute considera come mezzo ciograve che non egrave in grado di produrre il fine

La τέχνη egrave laquoabito produttivoraquo (ποιητιχὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου

ἀληϑοῦς)190

la φρόνησις egrave laquoabito praticoraquo (πραϰτιϰὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου

ἀληϑοῦς)191

Nellrsquouna e nellrsquoaltra la προαίρεσις non egrave un atteggiamento passeggero o

accidentale ma laquoabitoraquo (ἕξις) e cioegrave sono entrambe laquoabito con proponimentoraquo ma nella τέχνη

la προαίρεσις egrave principio di ποίησις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave esterno allrsquoazione) nella

φρόνησις la προαίρεσις egrave principio di πρᾶξις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave interno allrsquoazione

stessa)192

Sia nella tecnica sia nella saggezza morale ndash cioegrave nelle due forme dellrsquoazione

razionale193

ndash lrsquouomo egrave veramente laquopadroneraquo (ϰύριος)194

e principio del proprio agire da lui

dipendono sia le opere tecniche sia il bene

188 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 377

189 Aristotele Etica Nicomachea 1139 b 15

190 Ivi 1140 a 9-10 191 Ivi 1140 b 20-21

192 Ivi 1140 a 3-5

193 lt Nellrsquolaquoazione razionaleraquo (cioegrave nellrsquoazione capace nella sua forma piugrave evoluta di guidare

lrsquooscillazione dellrsquoente) la coscienza non insegue infatti una volontagrave che vuole oggetti imprevedibili per la

coscienza ndash non egrave una coscienza impotente di una volontagrave (cioegrave di una potenza) laquociecaraquo nellrsquolaquoazione razionaleraquo

la volontagrave sa ciograve che vuole gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 388

194 Aristotele Etica Nicomachea 1113 b 32 1139 a 18

109

Tanto la tecnica quanto la santitagrave sono cioegrave isolamento di un mondo che cosigrave separato

dal Tutto viene dominato dallrsquoagire conforme al calcolo vero Lrsquoessenza della tecnica egrave

lrsquoessenza dellrsquoetica Al giovane ricco che gli domanda che cosa deve fare per avere la vita

eterna Gesugrave risponde Ma proprio percheacute gli dice che cosa deve fare (osservare i

comandamenti e dare le proprie ricchezze ai poveri) proprio per questo la risposta di Gesugrave si

mantiene allrsquointerno dellrsquoisolamento della terra ndash e se il giovane ricco gli avesse dato ascolto

avrebbe ottenuto una laquovita eternaraquo che egrave pur sempre una determinazione dellrsquoalienazione

essenziale una determinazione cioegrave della terra isolata

Lrsquoisolamento del mondo umano non egrave una semplice intenzione soggettiva ndash cioegrave non egrave

la προαίρεσις in quanto volontagrave di dominio che appartiene alla preistoria dellrsquoOccidente ndash solo

in quanto le cose prodotte dalla τέχνη e dalla φρόνησις sono enti che escono e ritornano nel

nulla (τι τῶν ἐνϑεχομένων ϰαὶ εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) cioegrave sono lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

La laquosalvezza dellrsquoanimaraquo (ma anche quella del mondo e degli esseri del mondo dal

nulla) del cristianesimo rimane completamente allrsquointerno della φρόνησις aristotelica anche il

santo cristiano ndash in quanto esso egrave la προαίρεσις che egrave principio e produzione della salvezza ndash egrave

volontagrave di dominare lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

Secondo il cattolicesimo nel credente la προαίρεσις egrave unita ma non egrave annullata dalla laquoGraziaraquo ndash cioegrave la volontagrave di dominio umana laquocooperaraquo nel credente con la volontagrave di dominio divina (e la

laquocooperazioneraquo egrave in realtagrave unrsquoesclusione reciproca) Ma soltanto laquoDioraquo egrave il laquosignoreraquo (ὁ ϰύριος)

dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente che produce la salvezza dellrsquouomo e il Dominus egrave δαιμόνιος cioegrave il

laquoseparanteraquo proprio in quanto egrave il laquoSalvatoreraquo195

Il separato egrave la laquoterraraquo o la laquodimoraraquo o la laquodonnaraquo o la laquomoltitudineraquo o il laquobestiameraquo

Dio separa le cose da seacute in quanto inviolabile se le cose fossero legate indissolubilmente alla

sua inviolabilitagrave egli non potrebbe dominarle

195 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 370

110

III - La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio

Il dominio che si impadronisce delle cose modificandole egrave possibile solo sul

fondamento del dominio che si impadronisce delle cose isolandole dal tutto Lrsquoisolarle egrave

appunto la persuasione che esse non dipendano in alcun modo (quanto al loro esistere al loro

manifestarsi alla loro intelligibilitagrave alle loro trasformazioni) da ciograve che sta al di lagrave del campo ndash

il campo del dominato ndash da esse costituito Si puograve disporre di qualcosa solo in quanto

isolandolo lo si egrave reso disponibile

Il dominio assegna un futuro alle cose dominate Sia nel senso che allrsquoisolamento egrave

assegnato il suo perpetuarsi nel futuro ndash al disponibile egrave cioegrave assegnato il suo mantenersi nella

disponibilitagrave ndash sia nel senso che al disponibile egrave assegnata una trasformazione del suo

contenuto che ancora esso non possiede Lrsquoassegnazione di un futuro alle cose dominate egrave

avere uno scopo Ma nel dominio avere uno scopo significa assegnare alle cose un futuro che

egrave diverso da quello che esse avrebbero indipendentemente da questa assegnazione Codesta

diversitagrave peraltro non significa che il dominio rende impossibile il divenire ma che lo guida

Col dominio il divenire si guida e quindi si dagrave un futuro diverso da quello che esso avrebbe se non fosse un guidarsi Se il futuro delle cose fosse predeterminato e inevitabile esso sarebbe

indipendente dagli scopi del dominio cioegrave non sarebbe possibile assegnare un futuro alle cose e

quindi il dominio sarebbe impossibile196

Quindi per poter assegnare un futuro e avere uno scopo il dominio deve essere la

certezza che le cose dominate e il loro futuro non dipendono da nientrsquoaltro che dalla volontagrave

dominante che assegna loro un futuro e cioegrave deve essere la certezza che le cose dominate sono

isolate dal tutto

196 Ivi cit pag 239

111

La capacitagrave poi di assegnare un futuro egrave dunque nel dominio laquolibero arbitrioraquo ossia

isolamento del dominato e del dominante

Se lrsquoisolamento appartiene allrsquoessenza del dominio tuttavia sin tanto che non viene portato alla

luce il senso dellrsquoente in quanto ente e sin tanto che lrsquoente non viene inteso come

ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente [] lrsquoisolare si presenta come unrsquoattivitagrave che non egrave garantita dallo statuto reale di ciograve che si vuole isolare e quindi si presenta come unrsquointenzione

soggettiva che puograve avere successo ma puograve anche fallire e che quando ha successo egrave

costantemente esposta alla possibilitagrave del fallimento197

Il dominio sullrsquoente ha un carattere laquoscientificoraquo da quando lrsquooperazione isolante del

dominio non egrave unrsquointenzione soggettiva ma egrave fondata sullrsquoisolamento laquorealeraquo dellrsquoente

197 Ivi cit pag 240

lt Solo se lrsquoente esce e ritorna nel nulla lo si puograve isolare e solo se lo si isola lo si puograve dominare []

Lrsquooriginario e decisivo impadronirsi dellrsquoente egrave il renderlo libero Lrsquoimpadronirsene egrave il sottrarlo al destino della

veritagrave dellrsquoessere [] Solo in quanto lrsquoente egrave disponibile allrsquoessere e al niente un padrone puograve disporne []

Lrsquoἐπιστήμη (da Platone a Hegel) egrave la prima forma di dominio dellrsquooscillazione lrsquooscillazione egrave dominata dallrsquo

ἐπιστήμη appunto in quanto egrave sottoposta al calcolo incontrovertibile [] Ma il controllo epistemico dellrsquooscillazione la rende impossibile [] Solo se il progetto della dominazione su cui si fonda la tecnica egrave reso

esterno al divenire dellrsquoente e quindi viene daccapo a costituirsi come un immutabile e quindi come il centro di

una totalitagrave organica si puograve ritenere (come accade nel pensiero di Heidegger) che la tecnica come lrsquo ἐπιστήμη

renda impossibile il divenire dellrsquoente Ma se il progetto di dominazione della tecnica del Tutto viene lasciato

allrsquointerno del processo del divenire allora questo progetto a differenza dellrsquoἐπιστήμη non egrave una prevaricazione

che soffoca la libertagrave del divenire [] La tecnica non soffoca il laquogiocoraquo del divenire ma toglie ogni limite alla sua

libertagrave gt Ivi cit pag 229

112

La scientificitagrave del dominio raggiunge il suo culmine nella civiltagrave della tecnica quando

la volontagrave che il senso dellrsquoente sia oscillazione tra lrsquoessere e il niente si libera da ogni

episteacuteme da ogni immutabile da ogni nesso necessario e si tiene dinanzi lrsquoente in quanto ente

e cioegrave ogni ente come oscillazione tra lrsquoessere e il niente

Questa volontagrave di dominio totale in cui consiste lrsquoessenza della civiltagrave della tecnica

presuppone che il tutto sia unificato dalla determinazione trascendentale dellrsquoente

lrsquoἐπαμφοτερίζειν

Ma la volontagrave di guidare lrsquooscillazione della totalitagrave dellrsquoente si realizza solo come

dominio di una parte dellrsquoente percheacute la totalitagrave dellrsquoente sta dinnanzi come divisa in una

molteplicitagrave di campi isolati e il dominio tecnologico non puograve assegnare alla totalitagrave un futuro

che sia il futuro della totalitagrave in quanto totalitagrave e sia dunque lo scopo unitario del tutto in

quanto tale

Se il dominio tecnologico avesse uno scopo unitario verso il quale avesse a dirigere la totalitagrave degli

enti la totalitagrave sarebbe infatti un organismo un sistema di nessi necessari tra gli enti dove la teleologia di ogni ente coinvolgerebbe e sarebbe coinvolta dalla teleologia di ogni altro ente Se

dunque il dominio tecnologico assegna un futuro a qualcosa (A) se cioegrave trasforma qualcosa

conformemente a un certo scopo questo scopo puograve essere soltanto lo scopo di quel campo particolare di enti che egrave A e di quelle operazioni particolari che sono idonee alla trasformazione di

A e non puograve essere pertanto se non accidentalmente lo scopo di B C D e delle operazione

particolari che si propongono la trasformazione di B C D appunto percheacute altrimenti tra A B C D sussisterebbe un nesso necessario ed esse non sarebbero determinazioni isolate Nel dominio avere

uno scopo significa assegnare un futuro a una parte isolata dal tutto198

E il carattere particolare e specifico dellrsquooperare scientifico-tecnologico egrave giagrave presente

nella formulazione platonico-aristotelica della laquodivisione del lavororaquo

198 Ivi cit pag 245

113

Nel II libro della Repubblica199

Platone dice che il πράττειν cioegrave il dominio

dellrsquooscillazione dellrsquoente egrave laquopiugrave intensoraquo (πλείω) laquopiugrave efficaceraquo (ϰάλλιον) e laquopiugrave

praticabileraquo (ῥᾷον)200

solo in quanto si suddivide in operazioni specifiche realizzate da certi

operatori e non da altri ἄλλͻς ἐπ´ἄλλου ἔργου πρᾶξιν (alium ad alius operis effectionem)201

La divisione (lrsquoisolamento) del lavoro non egrave una determinazione accidentale del lavoro la

divisione del lavoro sussiste ndash il lavoro egrave una molteplicitagrave di operazioni isolate ndash appunto

percheacute il laquolavororaquo egrave πρᾶξις ossia egrave la guida (αἰτία)202

dellrsquooscillazione dellrsquoente tra lrsquoessere e il

niente e quindi egrave la guida di ciograve che in quanto cosigrave oscillante egrave isolato ndash si che la guida

dellrsquoisolato egrave essa stessa unrsquooperazione isolata divisa dalle altre

Proprio di questa divisione parla Aristotele allrsquoinizio dellrsquoEtica quando afferma la

molteplicitagrave degli scopi (πολλὰ γίνεται ϰαὶ τὰ τέλη) in corrispondenza alla molteplicitagrave dei

laquolavoriraquo (πολλῶν δὲ πράξεων οὐσῶν ϰαὶ τεχνῶν ϰαὶ ἐπιστημῶν)203

Lo scopo egrave il futuro che viene assegnato a una parte percheacute se fosse il futuro assegnato

al tutto in quanto tale il tutto non sarebbe laquodiacronicoraquo ma laquosincronicoraquo e organico cioegrave

esisterebbe un nesso tra le parti Ma se il futuro di una parte isolata non puograve essere il futuro

delle altre parti se cioegrave le altre parti hanno altri futuri ogni scopo egrave a sua volta una parte

isolata dalla totalitagrave del futuro La totalitagrave degli scopi riproduce la molteplicitagrave di

determinazioni isolate del presente

Separata dal destino la terra appare nellrsquoisolamento come libera e insieme dominabile

Egrave dominabile proprio percheacute egrave stata liberata dal destino Ma la sua libertagrave egrave anche la sua

assoluta imprevedibilitagrave Il timore egrave innanzitutto lrsquoavvertimento di questa imprevedibilitagrave E il

mortale per allontanare tale timore circonda di legami la terra che stringono ciograve che egrave stato

sciolto dal piugrave indissolubile dei legami Legami che sono gli laquoimmutabiliraquo gli laquoeterniraquo i

laquodestiniraquo che restano evocati allrsquointerno della solitudine della terra

199 Prima edizione Universale Economica Feltrinelli Milano 1995

200 Ivi 370 c

201 Ibidem

202 Platone Sofista 265 b

203 Aristotele Etica Nicomachea 1094 a 6-8

114

CAPITOLO TERZO

Lrsquo alienazione nello sguardo del Destino

115

I - Ciograve che il mortale crede

Ciograve che i mortali chiamano laquovolontagraveraquo e laquodecisioneraquo egrave in veritagrave senza residui convinzione (certezza fede persuasione) cioegrave apparire A sua volta lrsquoapparire in cui consiste ogni decisione e

ogni volontagrave possiede un carattere laquopraticoraquo quel carattere che i mortali interpretano come

capacitagrave pratica di trasformazione del mondo ma che nello sguardo del destino della veritagrave egrave qualcosa di abissalmente diverso da tale capacitagrave

204

La decisione non egrave altro che la convinzione che stia per realizzarsi un processo di cui lo

stato attuale del mortale (cioegrave della sua mente del suo corpo) egrave insieme la causa (il principio)

e lrsquoinizio e di cui lo laquoscoporaquo cioegrave una certa disposizione futura dellrsquoente egrave il termine La

decisione egrave lrsquoapparire di una certa disposizione futura dellrsquoente come risultato tale

disposizione di un certo processo quando i mortali decidono accade per lo piugrave qualcosa (ossia

nel cerchio dellrsquoapparire entra per lo piugrave qualcosa) che i mortali interpretano come il realizzarsi

di quella stessa disposizione dellrsquoente che si erano proposti come scopo e che dunque essi

credono di essere stati capaci di tradurre dal piano delle idee a quello della realtagrave

Quellrsquoapparire che egrave la decisione egrave per lo piugrave accompagnato dallrsquoapparire di qualcosa

che il decidente interpreta come il conseguimento la realizzazione dello scopo

La volontagrave e quindi anche quella volontagrave che si realizza come preghiera egrave la convinzione che il

voluto si realizzi credite quia accipietis Ma se per Gesugrave la fede egrave convinzione ogni decisione egrave una convinzione siffatta Solo che i mortali non hanno piugrave fede che le montagne si muovano cioegrave

hanno fede di muoverle non mediate il laquoFiglio di Dioraquo ma mediante lrsquouso di certi strumenti che la

tecnica dellrsquoOccidente egrave andata approntando e cioegrave mediante la fede questa sigrave posseduta nel

laquomovimentoraquo prodotto da tali strumenti205

Nella prassi scientifica egrave tenuta costantemente aperta la possibilitagrave che la regione

controllata sia condizionata da fattori ignoti

204 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 487

205 Ivi cit pag 488

116

Ma nellrsquoatto del decidere e quindi anche nella decisione scientifico-tecnologica la

decisione egrave presa solo in quanto essa egrave la convinzione di disporre di tutte le forze che sono

richieste per la produzione dello scopo e quindi solo in quanto viene esclusa quella possibilitagrave

di intervento di forze ignote Una possibilitagrave che torna a riaprirsi quando la prassi scientifico-

tecnologica si lascia alle spalle questo tipo di decisione per elaborarne uno piugrave adeguato alla

nuova configurazione che nel frattempo la regione controllata egrave venuta ad assumere

Il mortale crede di volere crede di disporre dei mezzi piugrave idonei alla produzione dei

suoi scopi crede di dominare la terra ma il suo volere (cioegrave lrsquoinsieme e ognuna delle sue

convinzioni) egrave unito al dubbio (cioegrave allrsquoindecisione e al non volere) e ne egrave contrastato

La coscienza di decidere egrave un laquovedersiraquo decidere ossia egrave un laquovedersiraquo non dubitante

Ma questo laquovedereraquo non vede ciograve che egrave non laquovederaquo cioegrave lrsquounione essenziale ossia la

contraddizione del decidere e del dubbio ma laquovederaquo soltanto il decidere Puograve credere di

volere percheacute isola la fede dal dubbio ma il dubbio non cessa e non scompare per il fatto che

il mortale non vuole avere i dubbi che pur appartengono alla sua essenza La qualitagrave del volere

del mortale egrave pur sempre determinata dal dubbio respinto nellrsquoinconscio in quanto lrsquoinconscio

egrave ciograve che viene isolato dal contenuto che il mortale vuole riconoscere

Egrave questa volontagrave non volente che laquoottieneraquo ciograve che i mortali credono sia lrsquolaquoottenutoraquo

Il mortale non laquoottieneraquo crede di ottenere Crede di ottenere ciograve che vuole ma ciograve che accade

egrave il destino ndash il destino della veritagrave ndash che nessun dio e nessun uomo possono laquotenereraquo e

dominare e che include anche lrsquoaccadimento della fede e della volontagrave dei mortali

Nello sguardo del destino la volontagrave egrave apparire Non egrave laquoforzaraquo laquotendenzaraquo laquoappetitoraquo

laquoimpulsoraquo Lrsquoapparire in cui la volontagrave consiste egrave apparire di un contenuto che non egrave il destino

della veritagrave egrave lrsquoapparire di qualcosa che appartiene al mondo sognato dallrsquoalienazione della

veritagrave

117

Tale mondo egrave la terra isolata il contenuto che appare allrsquointerno dellrsquoisolamento della

terra Ma ogni apparire il cui contenuto non egrave il destino della veritagrave o un suo tratto egrave volontagrave

decisione ossia egrave la convinzione di dominare qualcosa e che il dominante sia quello stesso che

egrave il convinto Lrsquoisolamento della terra egrave la volontagrave originaria allrsquointerno della quale soltanto egrave

possibile e puograve sopraggiungere lrsquoapparire di ogni volizione e di ogni decisione del mortale

Lrsquoisolamento della terra egrave volontagrave che la terra sia la regione sicura ossia egrave la

convinzione di disporre della terra nel senso che questa convinzione egrave convinzione che la terra

si rende disponibile per il motivo che si egrave convinti di disporne E la convinzione che la terra sia

il terreno sicuro egrave convinta di ottenere la sicurezza della terra non per mezzo di altro ma per seacute

stessa Ma nellrsquoisolamento la terra sicura viene dapprima interpretata come lrsquoinflessibile Il

fondamento originario di ogni flessione (cioegrave di ogni decisione e azione) interpreta come

inflessibile il contenuto che esso ottiene nel proprio flettere originario Poi un poco alla volta

la flessione flette gli inflessibili della terra Quando lrsquoOccidente incomincia a testimoniare la

sicurezza della terra trova la terra giagrave divisa tra le cose inflessibili e quelle flessibili tra ciograve che

egrave sottratto ad ogni volere e ciograve che invece egrave disponibile ad esso

La cultura moderna vede nei mortali la presenza della volontagrave divina e il soggetto

trascendentale diventa la volontagrave di produrre la terra La terra che resta prodotta

nellrsquoautoproduzione del soggetto trascendentale egrave sempre la terra isolata che appare come il

terreno sicuro La volontagrave che produce la terra egrave intesa come la vera realtagrave il vero valore Nel

concetto di creazione umana di creazione divina del mondo di autoproduzione del soggetto

trascendentale di dominio tecnologico della terra la volontagrave originaria che la terra sia la

regione sicura sta dinnanzi a seacute stessa

118

Lrsquoaccadimento in cui consiste lrsquoisolamento della terra egrave lrsquoaccadimento dellrsquoesser

mortale del mortale ma lrsquoesser mortale egrave lrsquoessenza sia del mortale sia degli degravei sia del dio

cristiano sia del soggetto trascendentale sia del dominio tecnologico della terra

Ma la volontagrave proprio percheacute egrave volontagrave non puograve ottenere ciograve che essa vuole Il voluto

egrave in quanto tale il non ottenibile

Tutto ciograve che si ottiene egrave ciograve che si vuole ottenere ossia egrave ciograve che si crede si ha fede di

ottenere egrave ottenuto allrsquointerno dellrsquoalienazione Lrsquoalienazione egrave lrsquoastro eterno che consiste

nella convinzione che esista ciograve che egrave impossibile Allrsquointerno dellrsquoalienazione tutto ciograve che si

ottiene si ottiene percheacute sia ha fede di ottenerlo e si ha fede di averlo ottenuto

Il precetto evangelico che se si ha fede che le montagne si sollevino esse si solleveranno e il

tratto decisivo della scienza moderna (e che ancora si sottrae allrsquoautocoscienza della scienza) che la trasformazione del mondo ha carattere scientifico solo se egrave oggetto di consenso intersoggettivo e

quindi solo se si ha fede che tale consenso esista [] ebbene quel precetto e quel tratto

appartengono entrambi alla stessa essenza ossia alla volontagrave originaria dellrsquoisolamento della terra

che crede di aver ottenuto la sicurezza della terra per il motivo che essa crede che la terra sia il terreno sicuro ha fede che questa sicurezza sia percheacute essa ha fede che sia ndash anche se la fede

apparendo a seacute come fondamento di ciograve che essa ottiene non appare come fede ma come forza

capace di produrre ciograve che si presenta come dimensione sicura ed evidente206

La volontagrave non riesce ad essere volontagrave non ottiene ciograve che essa vuole e quindi non

ottiene nemmeno il proprio volere Lrsquoimpossibilitagrave del voluto non puograve apparire allrsquointerno della

volontagrave (allrsquointerno cioegrave dellrsquoisolamento della terra) appunto percheacute la volontagrave egrave volontagrave d i

isolarsi dal destino Ma proprio percheacute il voluto egrave lrsquoimpossibile egrave necessitagrave che allrsquointerno

della volontagrave il voluto appaia nel suo esser qualcosa in cui il destino della veritagrave non si mostra

cioegrave qualcosa la cui affermazione e la cui negazione appaiono equivalenti

206 Ivi cit pag 579

119

Nellrsquoisolamento della terra la volontagrave crede di volere (la fede ha fede di aver fede)

percheacute nellrsquoequivalenza dellrsquoaffermazione e della negazione di ciograve che essa crede di volere

isola lrsquoaffermazione dalla negazione isola ciograve che egrave dubbio dal suo esser dubbio sigrave che questo

contenuto isolato appare nel suo esser tenuto fermo cioegrave egrave affermato e in quanto affermato si

presenta come il voluto

Anche questo isolamento egrave fede volontagrave Ma la fede di aver fede (il credere di volere)

non determina un regressus in indefinitum al contenuto in cui la fede ha fede appartiene la

fede di aver fede al contenuto voluto dalla volontagrave appartiene il credere di volere la volontagrave di

volere

Il tramonto dellrsquoisolamento della terra ossia la negazione del contrasto tra veritagrave e

isolamento egrave ciograve che in veritagrave il mortale vuole Il mortale egrave ndash lo egrave solamente ndash questa volontagrave

ossia questa volontagrave costituisce lrsquoinconscio essenziale del mortale cioegrave quanto egli trattiene nel

non testimoniato consumando la totalitagrave del linguaggio nella testimonianza della terra isolata

La terra cosigrave voluta egrave quella semplificazione estrema da cui viene offerta la resistenza minore

al linguaggio che intende illuminare le cose nelle parole La resistenza maggiore egrave invece

costituita dalla struttura del mortale cioegrave dallrsquoapparire della negazione impotente del contrasto

tra il destino e lrsquoisolamento della terra (che a sua volta egrave il contrasto tra fede e dubbio nella

sicurezza della terra)

La terra egrave contesa da due volontagrave contrastanti da un lato lrsquoinvasione del destino da parte della terra

isolata possibile solo se appare il destino della terra cioegrave solo se la terra appare nel suo esser

sottratta alla nebbia dellrsquoisolamento mostrando il volto destinatole dalla veritagrave dallrsquoaltro lato in quanto isolata dal destino e dal dubbio la terra mostra un altro volto quello divenuto familiare ai

mortali e che invece egrave soltanto uno dei due volti che la terra mostra introducendosi nel cerchio

dellrsquoapparire207

207 Ivi cit pag 496

120

Il doppio volto della terra egrave il doppio volto di ogni cosa della terra ed egrave appunto questo

sdoppiarsi e questo contrastarsi delle sembianze terrestri lrsquoostacolo maggiore incontrato dal

tentativo di condurre nel linguaggio le cose Le cose della terra stanno dinnanzi nel cerchio

dellrsquoapparire sdoppiate e in contrasto ognuna con seacute medesima e il tentativo di legarle nel

linguaggio alla loro immagine egrave contrastato dal carattere sfuggente di ciograve che dovrebbe essere

il modello dellrsquoimmagine

Invece la semplificazione estrema costituita dalla terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio

ndash la semplificazione in cui la terra mostra ai mortali il suo volto piugrave familiare ndash non disorienta

il linguaggio ma gli va incontro con lrsquoapparente chiarezza e univocitagrave del suo senso Tale

estrema semplificazione non puograve essere certo considerata come il motivo per il quale il

linguaggio destinato allrsquoapparire egrave stato innanzitutto il linguaggio che esprime lrsquoimmagine

della terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio e tuttavia il linguaggio destinato allrsquoapparire egrave

dapprima e a lungo solamente il linguaggio che esprime la terra cosigrave isolata La terra cioegrave il

cui volto raggiunge la semplificazione estrema dei suoi tratti

121

II - La necessitagrave dellrsquoaccadere come risoluzione del problema della libertagrave dellrsquoente

Ogni ente egrave eterno Quindi eterno anche quellrsquoente che egrave lo stesso accadere dellrsquoente Nella

veritagrave lrsquoaccadere non egrave lrsquoincominciare ad essere ma lrsquoincominciare ad apparire Che lrsquoente

incominci ad apparire significa che esso eterno esce dallrsquoombra del non apparire ed entra

nella luce dellrsquoapparire Cade in questa luce208

Poicheacute lrsquoaccadere dellrsquoente egrave eterno egrave necessario che lrsquoente accada Inoltre egrave

necessario che lrsquoente accada con il senso determinato che gli conviene non solo egrave necessario

che lrsquoente accada ma egrave insieme necessario che accada proprio quellrsquoente che accade

Lrsquoaccadere dellrsquoente egrave determinato e quindi lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave la necessitagrave

dellrsquoaccadere cosigrave determinato Se infatti lrsquoente che accade non accadesse lrsquoaccadere dellrsquoente

non sarebbe e quindi non sarebbe eterno ma possibile accidentale Affermando che lrsquoente che

entra nellrsquoapparire sarebbe potuto non entrarvi ndash affermando cioegrave la laquocontingenzaraquo

dellrsquoapparire ndash si afferma che lrsquoente che accade sarebbe potuto non accadere cioegrave si nega la

necessitagrave dellrsquoaccadere e in questo modo il non essere (la nientitagrave) dellrsquoaccadere dellrsquoente vien

posto come una possibilitagrave Lrsquoimpossibile viene ritenuto possibile

Poicheacute lrsquoaccadere egrave il passaggio dal non apparire allrsquoapparire lrsquoessere (e quindi

lrsquoeternitagrave) del passaggio richiede necessariamente che lrsquoente che sopraggiunge nellrsquoapparire

prima non appaia e poi appaia Lrsquoaccadere egrave solo in quanto lrsquoente che accade si mantiene

nascosto sino a che incomincia ad apparire Lrsquoeternitagrave di ogni ente egrave lrsquoeternitagrave di ciograve che esso egrave

nel modo in cui lo egrave

Lrsquoapparire che nellrsquoaccadimento incomincia non egrave separato dal proprio incominciare

ma egrave appunto lrsquoapparire incominciante Se invece si isola lrsquoapparire dal suo incominciare ndash se

lo si pensa indipendentemente dal suo incominciare ndash si finisce col rendere impossibile quel

mantenersi nascosto quel non apparire ancora da parte dellrsquoente senza di cui lrsquoaccadimento

non potrebbe essere

208 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 97

122

Separato dal suo incominciare lrsquoapparire si presenta come qualcosa che non puograve

incominciare Ogni ente egrave eterno ma appunto egrave eterno lrsquoente nel suo essere ciograve che egrave

nellrsquoaccadimento lrsquoente che incomincia ad apparire non egrave in sintesi con un apparire che egrave

separato dal proprio incominciare ma egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante

Questa egrave la sintesi che egrave e che egrave eterna il contenuto dellrsquoaltra sintesi invece ndash cioegrave della sintesi tra

lrsquoente e il suo semplice (astratto) apparire ndash non egrave appunto percheacute egrave ottenuta prescindendo dallrsquoincominciare che pur determina lrsquoapparire incominciante

209

Proprio percheacute lrsquoente che accade egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante lrsquoente in cui

consiste questa sintesi non esclude ma allrsquoopposto richiede necessariamente che prima di

incominciare ad apparire lrsquoente che accade non appaia lrsquoente incomincia ad apparire solo in

quanto esiste un prima rispetto allrsquoapparire dove tale ente ancora non appare Ma questo non

apparire ancora che precede lrsquoincominciare ad apparire non egrave la nientitagrave dellrsquoapparire

incominciante

Con lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente non si produce una sintesi nuova tra lrsquoente e il

suo apparire ma tutto ciograve che sopraggiunge egrave giagrave eterno Che col sopraggiungere non si formi

una sintesi nuova uscita dal niente non significa che quella tra il sopraggiungente e il suo

sopraggiungere cioegrave il suo incominciare ad apparire non sia una sintesi ma significa che in

quanto questa stessa sintesi sopraggiunge essa egrave giagrave eterna210

209 Ivi cit pag100

210 Con ciograve potremmo rispondere a una delle cretiche che C Fabro rivolge al divenire severiniano lt

Severino non spiega percheacute e come le cose della terra incominciano ad apparire ndash da dove sbucano dalla terra

[] e se incominciano ad apparire significa che le cose prima erano nascoste (a parte la domanda del dove fossero

nascoste) ci si puograve chiedere anche chi le ha spinte fuori dallrsquoombrahellip per guadagnar le stelle od almeno il sole

della coscienza E soprattutto quando incomincia questo cominciare gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente

cit pag 129

123

Affermando invece che il sopraggiungente sarebbe potuto non sopraggiungere ndash ossia

che ciograve che incomincia ad apparire sarebbe potuto non apparire ndash si afferma che la sintesi tra

lrsquoente che sopraggiunge e il suo sopraggiungere sarebbe potuta rimanere un niente Ma se

lrsquoapparire egrave laquoil nienteraquo che laquoil nienteraquo accolga o non accolga lrsquoente egrave qualcosa di

assolutamente indifferente e quindi lrsquoapparire egrave libertagrave Mentre lrsquoapparire egrave laquonienteraquo solo nel

senso che la sua determinatezza non egrave che lrsquoapparire delle determinazioni

Lrsquoaccadere egrave lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente Egrave questo lrsquoaccadere che nellrsquoapertura della

veritagrave appare Inteso invece come un incominciare ad essere uscendo dal niente lrsquoaccadere non egrave qualcosa che appare [] Poicheacute lrsquoaccadimento (il divenire) non egrave la creazione dellrsquoente ma il

sopraggiungere dellrsquoente cioegrave dellrsquoeterno nellrsquoapparire lrsquoaccadimento egrave dunque solamente in

quanto appare Un divenire laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile egrave cioegrave un concetto del

nichilismo211

Appunto percheacute un accadimento laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile la supposizione

che sarebbe potuto accadere altro da ciograve che di fatto accade non puograve essere mantenuta

affermando che sigrave lrsquoaccadere effettivo dellrsquoente egrave eterno ma questo eterno sarebbe potuto no

apparire e sarebbe potuto apparire lrsquoaccadere che di fatto non appare Questa supposizione non

puograve essere mantenuta percheacute lrsquoapparire appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere e cioegrave lrsquoaccadere

esiste solo in quanto appare e non puograve avere la possibilitagrave di restare nel non apparire lasciando

che un altro accadere appaia E lrsquoaccadere non egrave lrsquoaccadere in generale ma egrave lrsquoaccadere nella

sua attualitagrave Lrsquoapparire che appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere egrave questo attuale apparire egrave

lrsquoattualitagrave dellrsquoapparire ed egrave dunque questa attualitagrave ciograve senza di cui lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave

impossibile

Lrsquoapparire dellrsquoaccadimento accade e tuttavia non egrave un accadimento Lrsquoapparire

dellrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente incomincia e tuttavia non egrave un incominciare

211 Ivi cit pag 104

124

Lrsquoaccadimento che appare non egrave soltanto questo o quellrsquoaccadere particolare ma egrave la

totalitagrave dellrsquoaccadere che appare Anche se si trasforma laquocontinuamenteraquo lrsquoaccadere appare

comunque come totalitagrave dellrsquoaccadere Gli accadimenti che appaiono sono laquocontinuamenteraquo

diversi ma appaiono necessariamente come totalitagrave dellrsquoaccadimento Lrsquoapparire della totalitagrave

dellrsquoaccadere non potrebbe essere apparire della totalitagrave dellrsquoaccadere appunto percheacute questa

totalitagrave avrebbe al di fuori di seacute quellrsquoaccadere che egrave lrsquoaccadere dellrsquoapparire della totalitagrave

dellrsquoaccadere

Dire infatti che lrsquoente che sopraggiunge entra nellrsquoapparire significa che lrsquoapparire

dellrsquoente diventa apparire anche dellrsquoente che sopraggiunge in quanto egrave apparire anche

dellrsquoente che sopraggiunge lrsquoapparire in cui il sopraggiungente sopraggiunge egrave esso stesso

sopraggiungente Quindi lrsquoapparire del sopraggiungente egrave apparire anche del proprio

sopraggiungere lrsquoapparire del sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente egrave lo stesso

apparire del sopraggiungente e il sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente non egrave

qualcosa che non possa appartenere alla totalitagrave del sopraggiungere ma egrave contenuto di questa

totalitagrave un contenuto che egrave lo stesso contenente

Lrsquoessere con tutti gli altri enti nessuno escluso appartiene allrsquoessenza di ogni ente La

parte egrave nel Tutto non accidentalmente ma necessariamente Il Tutto non si limita a circondare

la parte ma la parte egrave ciograve che essa egrave solo in quanto egrave unita al Tutto

La persuasione che le decisioni ndash umane o divine ndash siano laquolibereraquo egrave invece la negazione

del legame necessario che unisce ogni parte a tutte le altre Tale persuasione separa infatti dal

Tutto quella parte che egrave lrsquoaccadimento della decisione e la rende qualcosa di assolutamente

indipendente Questa separazione sussiste in ogni caso sia che ancora si intenda la decisione

libera come qualcosa che sarebbe potuto non essere invece di essere sia che si intenda la

decisione libera come un ente eterno che sarebbe potuto non apparire invece di apparire

125

Lrsquoisolamento della decisione dal Tutto ndash e ogni isolamento ndash egrave negazione della veritagrave

dellrsquoessere non solo percheacute esso nega ogni legame necessario che unisce la parte al Tutto ma

anche percheacute in esso si esprime ancora una volta il nichilismo Negando ogni legame

necessario col Tutto lrsquoisolamento nega insieme il legame necessario che egrave richiesto

dallrsquoeternitagrave del Tutto e quindi nega lrsquoeternitagrave del Tutto negando la conseguenza nega il

fondamento La stessa prevaricazione che isola la decisione laquoliberaraquo dal tutto pone la

decisione (e il Tutto) come un niente La contingenza dellrsquoaccadere egrave dunque espressione del

nichilismo

Il linguaggio dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo Dice cosigrave che lrsquoazzurro

del cielo ora egrave un niente il cielo era azzurro Ma il cielo azzurro egrave una delle eterne cose della

terra che si inoltrano nel cerchio eterno dellrsquoapparire della veritagrave e ne escono dopo averlo

attraversato (Un cielo azzurro che non egrave espressione di un cielo azzurro universale ma

quellrsquoazzurritagrave del cielo considerata nella sua irripetibilitagrave e singolaritagrave es il cielo di oggi un

giorno di marzo a Roma) Il cielo egrave azzurro La contrapposizione tra lrsquolaquoegraveraquo copulativo e lrsquolaquoegraveraquo

esistenziale egrave propria del nichilismo Lrsquolaquoegraveraquo unisce il cielo e la sua azzurritagrave ma li unisce

appunto nellrsquoessere La loro unitagrave egrave ossia egrave eterna Il cielo egrave eternamente azzurro Il cielo egrave la

sua azzurritagrave nel senso che egrave il cielo-che-egrave-azzurro che egrave lrsquoazzurro-di-questo-cielo E il

contenuto dellrsquoerrore (in ogni errore si esprime la volontagrave di sottrarsi al destino della veritagrave

cioegrave lrsquoalienazione della veritagrave) egrave il niente

Ma proprio percheacute lrsquoente non egrave e non puograve diventare un niente il dire del destino non egrave

una laquoproposizioneraquo che da laquoveraraquo possa diventare laquofalsaraquo Nel destino il dire egrave lrsquoapparire

dellrsquoidentitagrave trascendentale che costituisce lrsquoessere qualcosa da parte di qualcosa ad esempio egrave

lrsquoapparire dellrsquoessere azzurro del cielo Ciograve che in veritagrave accade quando il linguaggio

dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo non egrave il diventar falso dellrsquoapparire del cielo

azzurro ma egrave lrsquouscire di questo apparire dal cerchio intramontabile dellrsquoapparire

126

Il cielo azzurro appare cioegrave dimora nel cerchio dellrsquoapparire della veritagrave Appunto

percheacute appare appare la sua destinazione allrsquoessere Poi laquoil cielo si oscuraraquo Nel linguaggio

dellrsquoOccidente lrsquolaquooscurarsiraquo esprime unrsquolaquoazioneraquo del cielo che prima laquoeraraquo azzurro Ma nella

veritagrave il cielo azzurro non si oscura non compie lrsquoazione di incupire e di render niente la

propria azzurritagrave Esso egrave eternamente azzurro e ciograve che lrsquoOccidente chiama laquoil suo oscurarsiraquo egrave

lrsquoinoltrarsi del cielo (eternamente) oscuro nel cerchio dellrsquoapparire mentre da questo cerchio

lrsquoeterno cielo azzurro esce e scompare La testimonianza della veritagrave non dice quindi che laquoil

cielo non egrave piugrave azzurroraquo ma che il cielo eternamente azzurro si egrave portato fuori dellrsquoapparire

nel non apparire Di esso non dice laquonon egraveraquo (laquonon egrave piugraveraquo laquonon egrave ancoraraquo) bensigrave laquonon egrave

presenteraquo laquonon egrave apparenteraquo (questrsquoultimo termine da intendersi come participio presente del

verbo apparire) Dice dunque laquoIl cielo (che egrave) azzurro non egrave (piugrave) apparenteraquo Ma daccapo

questrsquoultima affermazione non significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro non egrave (piugrave)raquo e che

pertanto questo apparire egrave diventato un niente bensigrave significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro

non egrave (piugrave) apparenteraquo

Ciograve che entra e esce dal cerchio dellrsquoapparire appartiene eternamente ad esso ma

dicendo che tale appartenenza laquoentraraquo nel cerchio dellrsquoapparire si intende escludere che in

qualsiasi modo lrsquoappartenenza si trovi giagrave nel cerchio e dicendo che ne esce si intende

escludere che essa in qualche modo continui a trovarvisi Pertanto ciograve che entra in questo

cerchio non egrave lrsquoatteso ma lrsquoinatteso e ciograve che ne esce non egrave il laquoricordatoraquo ma il

laquodimenticatoraquo Il laquoricordareraquo e il laquodimenticareraquo nel linguaggio del destino della veritagrave non

sono funzioni psicologiche o proprietagrave della coscienza trascendentale in quanto figura della

tradizione filosofica del nichilismo il laquodimenticareraquo egrave il cerchio dellrsquoapparire in quanto non

contiene piugrave in seacute qualcosa non lo contiene piugrave in nessun modo il laquoricordareraquo egrave il cerchio

dellrsquoapparire in quanto contiene ancora in seacute in qualche modo il ricordato

127

In qualche modo infatti lrsquoatteso appare giagrave e il ricordato appare ancora Quando

lrsquoatteso sopraggiunge non entra quindi simpliciter nel cerchio dellrsquoapparire e quando il

laquopresenteraquo passa e si mantiene nella memoria non esce da quel cerchio In entrambi i casi

varia soltanto il modo in cui si mostra una certa identitagrave che permane nel cerchio dellrsquoapparire

Ma lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire puograve apparire solo in quanto gli

insiemi di enti che lrsquoinoltrarsi porta progressivamente alla luce non sono via via dimenticati

(non vanno cioegrave uscendo via via dal cerchio dellrsquoapparire) ma continuano ad apparire sia pure

come passati Nella veritagrave appare lrsquoinoltrarsi della terra e lrsquoinoltrarsi appare solo in quanto

appare il passato Egrave infatti in relazione al passato ossia egrave percheacute il passato appare che il

sopraggiungente puograve apparire come tale Se nel sopraggiungere ciograve che giagrave appariva ndash e cioegrave

il passato ndash uscisse dimenticato dallrsquoapparire il sopraggiungente non potrebbe apparire come

laquogiunto sopraraquo qualcosa (appunto percheacute questo qualcosa sarebbe assente) e non solo il

sopraggiungente non potrebbe apparire come tale ma non potrebbe apparire affatto Questo

percheacute lrsquoapparire dellrsquoinoltrarsi della terra non solo esige lrsquoapparire del passato ma questo

inoltrarsi egrave necessariamente un permanere la permanenza assoluta dellrsquoidentitagrave costituita dalla

struttura della veritagrave che egrave presente in ogni insieme di enti che entrano nel cerchio

dellrsquoapparire Ciograve che permane egrave sigrave ciograve che appare ancora ma insieme egrave ciograve che appariva

anche prima il permanente egrave cioegrave presente e passato Il sopraggiungente sopraggiunge quindi

di necessitagrave nella permanenza ossia nellrsquoapertura di un passato Lrsquoessenza del divenire non puograve

essere stabilita indipendentemente dallrsquoessenza del passato

laquoLa legna arde nel camino e diventa cenereraquo Cosigrave parla il nichilismo nel linguaggio

quotidiano Diventando cenere la legna in quanto legna egrave distrutta cioegrave annientata

128

Anche se la scienza della natura afferma che lrsquoenergia in cui consiste la legna non egrave

andata distrutta nella combustione ma rimane sotto forma diversa tuttavia la forma che

lrsquoenergia assumeva nella legna egrave inevitabilmente pensata nella prospettiva scientifica come

ciograve che egrave andato distrutto e che dunque si egrave annientato

Ma la combustione come ogni divenire puograve essere laquosperimentataraquo solo se quando si

fa esperienza della cenere la legna non egrave stata dimenticata Giagrave in Kant egrave pienamente acquisito

il principio che la coscienza (o sperimentazione) del divenire non diviene ossia che lo stato

precedente (la legna che ancora non egrave diventata cenere) devrsquoessere conservato nella coscienza

insieme allo stato susseguente (la cenere) affincheacute si dia coscienza di un divenire

Nella dialettica della coscienza sensibile col sopraggiungere dellrsquouniversale e della coscienza

indiveniente del divenire il passato permane Egrave quanto richiesto dal principio secondo cui nel risultato egrave essenzialmente conservato e contenuto ciograve da cui esso risulta [] Il risultato egrave un

permanere [] la coscienza del divenire egrave necessariamente coscienza della permanenza [] Nella

laquoDimostrazioneraquo della laquoprima analogiaraquo dellrsquoesperienza (Critica della ragion pura sezione terza

dellrsquoAnalitica dei principi) si dice che qualcosa puograve mutare solo se resta Tutto ciograve che muta resta la permanenza egrave condizione necessaria in cui solo egrave possibile che i fenomeni siano determinabili

come cose od oggetti di una esperienza possibile212

Lo stato precedente egrave conservato come passato e questo conservarlo egrave il ricordo Il

ricordo ricorda qualcosa di positivamente determinato (la legna) ricorda cioegrave un non-niente

212 E Severino Tautόtēs cit pag 86-87

129

In quanto non-niente il ricordato non puograve essere quindi ciograve che nella combustione egrave

diventato niente213

Per il nichilismo il passare egrave un annientamento ma allora il passato in quanto

annientato e dunque in quanto niente non puograve apparire Lrsquoannientarsi egrave insieme

necessariamente uno sparire Ma in questo modo il ricordo non ricorda il passato ndash giaccheacute

lrsquoautentico passato non puograve apparire ndash e quindi non egrave ricordo ma apparizione di ciograve che del

passato nascosto continua ad esistere e che dunque non egrave un passato

213 lt Tuttavia non egrave unrsquoaltra legna ma egrave proprio la legna ricordata che nella combustione egrave diventata

cenere e che quindi si egrave annientata in quanto legna Ma di ciograve che egrave divenuto niente non puograve esserci memoria Ma

senza memoria egrave impossibile la coscienza del divenire Per salvare la memoria il nichilismo egrave costretto a

distinguere nel passato che appare nel ricordo due aspetti Da un lato il passato in quanto oggetto del ricordo egrave

uno dei molti fattori del diveniente che continuano ad esistere nonostante lrsquoannientamento cui il diveniente va

incontro oltre alla cenere al fumo e al calore della legna rimane anche il suo esser ricordata Dallrsquoaltro lato crsquoegrave

lrsquoaspetto del passato relativamente al quale si verifica lrsquoannientamento Il passato si annienta non in quanto esso egrave

oggetto del ricordo ma in quanto ha questo secondo aspetto ciograve che egrave diventato niente non egrave la legna che appare

nel ricordo ma altro Un altro che perograve appartiene alla legna che appare nel ricordo Per Hegel questo altro egrave

laquolrsquoesistenzaraquo della legna e ciograve che appare nel ricordo egrave la laquoformaraquo o essenza della legna Egrave lo stesso concetto di Agostino il passato esiste nellrsquoanima cioegrave esiste come idealitagrave essenza non come esistenza reale Ma su quale

base viene affermata lrsquoesistenza (passata) di questo altro che egrave divenuto inesistente Non si puograve rispondere

dicendo che questo altro appare nel ricordo appunto percheacute ciograve che appare nel ricordo in quanto appare come un

non-niente determinato non egrave un niente E per quanto riguarda lrsquoErinnerung hegeliana la legna ricordata non egrave

una legna ricordata come inesistente Il passato appare e nel nichilismo qualcosa di esso egrave divenuto un niente

Ma che cosa Non qualcosa che appare tutto il passato che appare sta ligrave dinnanzi come un positivo Qualcosa

dunque che non appare gt Id Destino della necessitagrave pag 178

130

Egrave percheacute lrsquoannientarsi egrave insieme lrsquouscire dallrsquoapparire che lrsquoapparire in quanto tale

non puograve attestare alcuncheacute della sorte di ciograve che si egrave portato al di fuori dellrsquoapparire se

continui ad esistere o se sia diventato nulla Lrsquoannientamento del passato egrave cioegrave lrsquoapriori con il

quale il nichilismo interpreta lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire

Nella veritagrave dellrsquoessere invece lo scomparire non egrave lrsquoannientamento di ciograve che

scompare e il progressivo arricchirsi della manifestazione del passato mostra appunto che il

dimenticato (ossia ciograve che egrave uscito dal cerchio dellrsquoapparire) continua ad essere e che questo

suo essere riappare nel concretarsi del ricordo

E non solo lrsquoapparire del divenire non attesta lrsquoannientamento del passato ma la

persuasione che il passato sia ciograve che egrave divenuto un niente rende impossibile lo stesso apparire

del divenire Infatti il divenire appare solo se appare il passato ma se il passato egrave ciograve che ormai

egrave un niente il passato non puograve apparire e dunque non puograve apparire nemmeno il divenire Ciograve

che lrsquoOccidente ritiene lrsquoevidenza suprema ndash lrsquouscire e il ritornare nel niente ndash rende

impossibile la visione del divenire ossia la visione della variazione del contenuto che appare

131

III - laquoCrescereraquo come divenire

Nellrsquoapparire del divenire il laquopassatoraquo egrave ciograve che non laquocresceraquo piugrave ma la cui avvenuta

crescita continua ad apparire insieme al laquopresenteraquo ndash dove il laquocrescereraquo non egrave una

trasformazione ontologica ma egrave la successione degli eterni che sebbene diversi hanno

qualcosa di identico (che egrave appunto ciograve che nella successione egrave il crescente) La permanenza

dellrsquointramontabile egrave il sopraggiungere in esso del suo differenziarsi ndash ossia dei differenti eterni

di cui esso egrave identitagrave Affincheacute unrsquoidentitagrave permanga nei differenti che sopraggiungono si

richiede pertanto la separazione e lrsquoindifferenza dellrsquoidentico rispetto ai differenti si richiede

cioegrave che lrsquoidentico abbia il senso che ha indipendentemente dal contenuto che entra e esce dal

cerchio dellrsquoapparire

Lrsquoaffermazione dellrsquoidentico sembra negare il legame necessario che sul fondamento

dellrsquoeternitagrave di ogni ente unisce ogni ente a ogni altro ente E drsquoaltra parte se non ci fosse

permanenza dellrsquoidentico non potrebbe nemmeno apparire la variazione del contenuto che

appare non potrebbe apparire alcun divenire Questa aporia egrave provocata dalla separazione che

isola lrsquoidentitagrave permanente dal contenuto che appare e che egrave il contesto dellrsquoidentitagrave Lrsquoaporia

ponendo la permanenza dellrsquoidentitagrave come risultato della separazione dellrsquoidentitagrave si

costituisce proprio in quanto lrsquoidentitagrave viene separata dagli insiemi che lrsquohanno in comune e nei

quali essa permane La separazione dellrsquoidentitagrave egrave il fondamento dellrsquoaffermazione che la

permanenza dellrsquoidentitagrave egrave separazione Nella testimonianza del destino della veritagrave dellrsquoessere

lrsquoidentitagrave che permane egrave invece ciograve che hanno in comune i diversi insiemi eterni che

sopraggiungono e si ritraggono dal cerchio dellrsquoapparire Eterni sono sia la identitagrave del diverso

sia la sopraggiungente e ritraentesi diversitagrave dellrsquoidentico Il non permanente egrave lrsquoeterno che

entra ed esce dal cerchio dellrsquoapparire o che continuando ad apparire ha raggiunto il

compimento del suo permanere

132

Il laquocrescereraquo egrave lrsquoapparire dellrsquoidentitagrave degli eterni diversi che si succedono nel cerchio

dellrsquoapparire egrave il ritrovarsi dellrsquoidentitagrave nel sopraggiungere dei diversi E quando la crescita ha raggiunto il suo compimento essa egrave divenuta un perfectum non nel senso che sia il prodotto

compiuto di un facere ma nel senso che lrsquoidentitagrave del diverso si egrave portata totalmente

compiutamente nel cerchio dellrsquoapparire si che in questo cerchio giunge ad apparire la totalitagrave compiuta del diverso di cui lrsquoidentitagrave egrave identitagrave e lrsquoapparire di questa totalitagrave egrave in questo senso il

perfectum214

Ciograve che diventa un passato non si trasforma e non egrave nemmeno necessario che qualcosa

di esso esca dallrsquoapparire Nel passato lrsquoente rimane tutto ciograve che esso nella sua destinazione

allrsquoapparire egrave riuscito a mostrare di seacute nel presente e non egrave nemmeno necessario affincheacute

lrsquoente passi che scompaia qualcosa di ciograve che esso egrave nel presente Col passare avviene di certo

una variazione nel contenuto del cerchio dellrsquoapparire ma questa variazione non riguarda

necessariamente ciograve che passa ndash giaccheacute appunto nel passato lrsquoente puograve continuare ad

apparire mostrando tutto ciograve che esso egrave nel presente ndash ciograve che egrave necessario appaia percheacute

appaia la variazione egrave il sopraggiungere di qualcosa

Nellrsquoapertura della veritagrave dellrsquoessere il divenire egrave il sopraggiungere dellrsquoeterno

lrsquoinoltrarsi dellrsquoeterna terra nel cerchio eterno dellrsquoapparire Per quanto atteso e previsto il

sopraggiungere della terra possiede sempre qualcosa di imprevisto qualcosa cioegrave che non egrave

visto in precedenza e che dunque entrando nel cerchio dellrsquoapparire esce dallrsquoombra del non

apparire Ma il sopraggiungere ndash cioegrave il divenire ndash appare come tale solo in quanto appare la

dimensione sopra la quale il sopraggiungente giunge e che nel sopraggiungere egrave sorpassata

ossia diviene un passato

Per concludere lrsquoestrema prevaricazione egrave il voler dimenticare di essere eterni nel Tutto

eterno voler dimenticare di essere lrsquoeterno apparire del destino della veritagrave nel quale si inoltra

la terra e voler appartenere alla terra isolata

214 Ivi cit pag 186

133

La prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire

allrsquoeternitagrave del Tutto e quindi dellrsquouomo Le cose della terra vanno e vengono muoiono e

nascono La volontagrave di appartenere alla terra isolata egrave la volontagrave di morire

La persuasione che la terra sia la regione con cui abbiamo sicuramente a che fare

scioglie non solo il legame che unisce ogni parte al Tutto ma scioglie anche il legame che

unisce lrsquoapparire della terra allrsquoapparire della veritagrave dellrsquoessere Ma questi legami sono

indissolubili e sciogliere lrsquoindissolubile egrave soltanto lrsquointenzione di scioglierlo ossia egrave il volere

lrsquoimpossibile

La convinzione che lrsquoaccadere delle cose sia contingente e che quindi le decisioni dei

mortali e degli degravei siano libere sorge allrsquointerno dellrsquoalienazione essenziale della veritagrave

Lrsquoisolamento della terra ossia lrsquoaccadimento del mortale egrave il fondamento di quella

convinzione Solo percheacute lrsquouomo egrave diventato un mortale puograve convincersi di essere libero

Il destino della veritagrave che non tramonta nemmeno con lrsquoaccadimento dellrsquoalienazione essenziale

della veritagrave dice che tutto ciograve che accade egrave destinato ad accadere ossia dice che la terra (che egrave la totalitagrave dellrsquoaccadimento) egrave destinata ad inoltrarsi nel cerchio dellrsquoapparire eterno

dellrsquointramontabile ed egrave destinata ad inoltrarvisi come laquodi fattoraquo vi si inoltra Il laquofattoraquo egrave il destino

cioegrave la necessitagrave (nella veritagrave del suo senso)215

La necessitagrave e il destino nella veritagrave del loro senso sono il cuore di ogni ente sono il

mantenersi da parte di ogni ente in accordo con ciograve che esso in veritagrave egrave

215 Ivi cit pag 443

134

PARTE TERZA

LA FEDE

Lrsquoimpossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione

lt Catturato dalla ragione malata il Verbo egrave inconciliabile con la ragione

Purificata Lrsquoinconciliabilitagrave non riguarda la ragione in quanto tale ma la forma

storica assunta dalla ragione occidentale gt216

216 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 42

135

CAPITOLO PRIMO

Filosofia e fede

136

I - Lo sguardo filosofico alla rivelazione

Nellrsquoantichitagrave i poeti presentano i loro canti come il risultato di un ammaestramento

divino la divinitagrave era posta allrsquoorigine della loro espressione il che significa che i poeti

esprimono un sapere che egrave a tutti gli effetti divino Era infatti convinzione comune che la

conoscenza fosse assolutamente impossibile senza lrsquointervento degli dei ed egrave in questa

prospettiva che Esiodo e Omero presentano i loro poemi NellrsquoVIII libro dellrsquoOdissea217

Odisseo tesse le lodi del cantore Demodoco laquocerto Apollo o la musa figlia di Zeus ti

istruironoraquo il cantore solo percheacute il sapere gli proviene da una fonte superiore puograve cantare

ciograve che capitograve agli Achei a Troia pur senza aver visto coi suoi occhi Anche lrsquoincipit della

Teogonia esiodea218

egrave sotto questo profilo particolarmente significativo laquosono le muse che un

giorno un bel canto insegnarono a Esiodoraquo Ma le muse di Esiodo e qui sta la cosa

interessante raccontano anche cose false cosiccheacute sta allrsquouomo capire gli ammaestramenti

divini evitando di riceverli passivamente non ogni forma di poesia percheacute ispirata dalle muse

egrave autenticamente vera Si affaccia cosigrave lrsquoidea che la conoscenza umana abbia una sua

indipendenza

Con lrsquoavvento della filosofia come egrave giagrave stato detto nella prima parte del presente

lavoro lrsquouomo cerca un sapere vero non smentibile un sapere che si imponga per la sua

incontrovertibilitagrave lrsquoepi-steacuteme ma la ricerca di una tale sapere fu possibile percheacute il pensiero

era convinto di giungere alla veritagrave in quanto la filosofia nel mondo antico era affermazione

immediata di certezza e veritagrave e quindi lrsquouomo era artefice di un pensiero vero

Il cristianesimo egrave invece la forma di pensiero filosofico che crede che la veritagrave sia

garantita solo se non egrave una produzione umana come per i Greci ma egrave rivelata da Dio

217 In URL wwwbibliolandiacomperioit Omero Odissea traduzione di N Delvinotti Consultato in

data 12042017

218 In URL wwwlariciit Esiodo Teogonia traduzione di E Romagnoli Consultato in data 12042017

137

E quando per difendersi dagli attacchi polemici e dalle persecuzioni noncheacute per

garantire la propria unitagrave contro sbandamenti ed errori il cristianesimo dovette venire in chiaro

dei propri presupposti teorici e organizzarsi in un sistema di dottrine esso si presentograve come

lrsquoespressione completa e definitiva della veritagrave che la filosofia greca cercava Una volta postosi

sul terreno della filosofia il cristianesimo tenne ad affermare la propria continuitagrave con la

filosofia greca ed a porsi come lrsquoultima e piugrave compiuta manifestazione di essa Giustificograve

questa continuitagrave con lrsquounitagrave della ragione che Dio ha creata identica in tutti gli uomini di tutti

i tempi e alla quale la rivelazione cristiana ha dato lrsquoultimo e piugrave sicuro fondamento e con ciograve

affermograve implicitamente lrsquounitagrave della filosofia e della religione Questa unitagrave egrave un presupposto

che guida e sorregge tutta la ricerca dei Padri della Chiesa nel loro contributo allrsquoelaborazione

dottrinale la cui opera egrave stata accettata dalla Chiesa stessa

La filosofia distingue il fatto storico dal keacuterygma o rivelazione Propriamente li

distingue in quanto il primo si fa portatore di un accadimento di una veritagrave storica ossia un

insieme di affermazioni intorno a eventi e a oggetti individuali a proposito delle quali si egrave

convinti che esprimano un contenuto che viene ad apparire il secondo invece porta con seacute

una veritagrave di fede ossia una veritagrave che esiste se viene laquocredutaraquo

Nellrsquoesempio del Cristianesimo la rivelazione egrave intesa come parola (Bibbia) e come

evento (Gesugrave Cristo) Compito della filosofia egrave di indagarne le condizioni di possibilitagrave

Il problema della rivelazione scaturisce dalla necessaria mondanizzazione ndash e dunque ndash

negazione ndash di Dio che si rivela Se il keacuterygma (lrsquoannuncio il messaggio) egrave parola di Dio

allrsquouomo egrave necessario presupporre unrsquoarea comune di intendimento Su tale necessitagrave insiste

anche quellrsquoorientamento teologico massimamente preoccupato di salvaguardare la distanza

lrsquoalteritagrave radicale tra Dio e lrsquouomo

138

Non sarebbe possibile lrsquoascolto della parola di Dio se non ci fosse insieme una

comunicazione tra Dio che parla e lrsquouomo che ascolta unrsquoanalogia un laquopunto drsquoinnestoraquo

come scrive Barth nella Dogmatica ecclesiastica219

Per la teologia cattolica tale laquopunto drsquoinnestoraquo egrave dato dalla dottrina ndash filosofica e

teologica insieme ndash dellrsquoanalogia entis Ma se il keacuterygma si fa storia allora la parola ndash e

lrsquoevento ndash non egrave Dio ma una sua testimonianza un segno allusivo indicativo di una ulterioritagrave

di significato che lrsquoevento in quanto storico non egrave in grado di offrire

Egrave stata proposta una soluzione per lrsquointerpretazione dellrsquoevento storico come evento

rivelato secondo una logica alternativa alla logica necessitante della non contraddizione la

logica della testimonianza220

In base ad essa lrsquoatto piugrave sensato piugrave umano egrave quello di credere

dinnanzi alle testimonianze bene autenticate pur non possedendo tale atto forza cogente Una

tale soluzione egrave in realtagrave lrsquoaccettazione di una possibilitagrave e non procede di un passo rispetto

alla possibilitagrave giagrave offerta dalla ragione stessa Non si tratta di logiche poicheacute il dar credito alla

testimonianza egrave giagrave essere nella fede La maggiore plausibilitagrave non si riferisce allrsquoeccedenza

semantica ma allrsquoevento come dato storico (plausibilitagrave storica) e la plausibilitagrave (o probabilitagrave)

egrave una variante interna al concetto stesso di possibilitagrave Egrave possibile anche lrsquoimprobabile

Egrave legittimo credere ed egrave legittimo non credere proprio percheacute il contenuto della fede egrave

per la ragione una laquopossibilitagraveraquo Ma il dar peso il ritenere per vero tale contenuto egrave opera della

volontagrave che cosigrave decide di determinarsi che decide cioegrave di oltrepassare pragmaticamente il

piano della possibilitagrave

219 J I Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio Cittagrave Nuova

Editrice Roma 2005 Rif pag 64

220 Cfr D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana Brescia 1991

139

II - Lrsquoargumentum

Nella Lettera agli Ebrei221

dellrsquoapostolo Paolo la fede egrave laquopragmaton eacutelenchos ou

blepomeacutenonraquo che traduciamo con argumentum non apparentium La fede egrave lrsquoargomento

laquoeacutelenchosraquo delle cose che non appaiono

La parola greca eacutelenchos significa laquoprovaraquo laquogiustificazioneraquo laquofondazioneraquo

laquoargomentoraquo Argumentum egrave legato ad argos laquosplendenteraquo egrave cioegrave il brillare dellrsquoargon la

luminositagrave di ciograve che argon Lrsquoargomento egrave il portare luce Lrsquo innegabilitagrave che splende nella

sophia egrave ciograve che si costituisce come argumentum dellrsquoepisteacuteme Lrsquo episteacuteme egrave il cuore

della tradizione filosofica il cuore originario della filosofia Ma Paolo afferma che la fede egrave

argumentum laquodelle cose non visibiliraquo (ou blepomeacutenon) argumentum non apparentium

Agostino dice che le ldquocose non visibilirdquo (i non apparentia) sono tutte quelle cose che absunt a

sensibus laquosono assenti dai sensiraquo222

Ma lo stesso Agostino e poi Tommaso precisano il senso di questa assenza i non

apperentia cioegrave gli invisibili i non manifesti non sono soltanto gli absentia a sensibus

animi cioegrave quelle realtagrave che sono semplicemente assenti dalla sensibilitagrave ma sono soprattutto

ciograve che sfugge alle capacitagrave del pensiero dellrsquouomo le cose che sono assenti dai sensi

dellrsquoanimo laquoabsentia a sensibus animiraquo e che dice Tommaso laquooltrepassano le capacitagrave

dellrsquointellettoraquo excedunt facultatem intellectus Questi sono gli invisibili gli enti che

laquoeccedonoraquo stanno al di lagrave delle possibilitagrave della ragione umana (ecco percheacute necessito di un

laquomedioraquo di un laquogaranteraquo per fondare la loro realtagrave)

221 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia San Paolo consultato in data 24032017 Per le parole in

latino mi attengo fedelmente alla loro utilizzazione e traduzione operate da Emanuele Severino in Pensiero sul

cristianesimo

222 In URL wwwbooksgoogleit Opera OmniaAugustinus De videndo Deum epistola CXLVII

Consultato in data 24032017

140

La fede egrave argumentum non apparentium Non apparentia sono gli invisibili gli assenti

ndash non visibili non solo nella dimensione della sensibilitagrave ma anche nella luce della sophigravea nella

luce della filosofia La fede conferisce ai non apparentia lrsquoargumentum Ossia la fede egrave ciograve per

cui i non visibili pur essendo tali sono accettati affermati creduti Il non visibile per

eccellenza egrave la divinitagrave di Gesugrave Che Gesugrave sia Dio non solo egrave assente dalla sensibilitagrave ma egrave

assente dalla sapientia huius saeculi223

Lrsquoargumentum che la fede conferisce ai non visibili egrave

dunque qualcosa di completamente diverso dalla luminositagrave dellrsquoeacutelenchos dellrsquoargumentum

che rende episteacuteme la sophia che rende stante il visibile Lrsquoargumentum di cui parla Paolo egrave

completamente diverso dal fondamento epistemico

Di fronte al non visibile la fede dice laquoEcco tu sei vero percheacute io ti voglio vero La mia

volontagrave che tu sia vero egrave il tuo argomentoraquo La mia volontagrave determina quellrsquoassenso al tuo

contenuto visibile che lrsquointelletto propriamente dagrave alla veritagrave al contenuto visibile Volendo

quellrsquoassenso voglio che tu sia vero

La fede tratta come visibile ciograve che invece egrave avvolto dallrsquooscuritagrave La parola

laquooscuritagraveraquo non egrave una metafora impropria lrsquooscuritagrave egrave la condizione che sottrae allo sguardo

dellrsquouomo i non visibili Lrsquooscuritagrave la notte fa sigrave che i non visibili (il contenuto del messaggio

evangelico) siano tali Lrsquoapostolo Paolo sa bene che lrsquoargomento della fede egrave diverso dallrsquo

argomento della veritagrave filosofica Nella prima Lettera ai Corinti224

(2 1) dice sono venuto non

in sublimitate sermonis laquonon ponendomi al culmine della ragioneraquo vengo collocandomi non

sullrsquoaltura della veritagrave e della filosofia ma in infirmitate et timore et tremore multo225

Questo venire in infirmitate et timore et tremore multo egrave proprio quellrsquo laquoesitareraquo che

Gesugrave esige che almeno una volta non ci sia affincheacute lrsquouomo sia salvo

223 In URL wwwlachiesait San Paolo Lettera ai Corinzi 126 Consultato in data 24032017

224 Ivi 2 1

225 Ivi 2 3

141

Gesugrave dice Se vuoi esser salvo non devi esitare almeno una volta Paolo invece dice

Vengo in infirmitate et timore et tremore multo cioegrave nellrsquo infermitagrave nel timore e nel tremore

da cui egrave afferrato lrsquouomo quando non si trova sullrsquoaltura luminosa della ragione (logos) e con i

quali e attraverso i quali gli si presenta il mondo e tutto ciograve in cui egli crede e quindi anche il

messaggio di Gesugrave Vengo esitando

La fede egrave lrsquoargomento dato ai non visibili Ma i non visibili stanno dinnanzi come

enunciati non ci puograve essere fede se non crsquoegrave lrsquoannuncio (laquoil messaggioraquo il keacuterygma) dei non

visibili Lrsquoapparire del keacuterigma egrave cioegrave la condizione dellrsquoesistenza della fede Il keacuterigma non egrave i

non visibili Il kegraverigma egrave il linguaggio che nomina i non visibili Esso egrave visibile egrave appunto

linguaggio egrave quel visibile che nomina i non visibili e dice Dio si egrave fatto carne Questa parola

appartiene ai visibili ma il contenuto della parola ndash ciograve a cui la parola si riferisce ndash egrave un non

visibile

La notte avvolge i non visibili i non apparentia La loro natura egrave opposta a quella dei

visibili che appaiono nellrsquoepisteacuteme

Epi-steacuteme egrave il contenuto che laquostaraquo e non si lascia smentire Il suo essere sapheacutes

visibile e luminoso egrave la condizione del suo stare Paolo sa bene che non di questo si tratta

quando il kegraverigma parla dei non visibili i non visibili sono sigrave annunciati dal kegraverigma ma sono

avvolti dallrsquooscuritagrave della notte cioegrave dalla condizione che li rende invisibili Stanno cioegrave ligrave

dinanzi nel linguaggio che li annuncia come ciograve che puograve essere smentito stanno ligrave dinnanzi

come equivalenti alla loro negazione A questa equivalenza non puograve rinunciare nemmeno la

teologia cristiana se questa equivalenza non ci fosse il contenuto del kegraverigma sarebbe una

veritagrave razionale il cristianesimo diventerebbe gnosi razionalizzazione del messaggio

sovrannaturale di Gesugrave e della Chiesa Cadrebbe la soprannaturalitagrave dellrsquoannuncio Lrsquo annuncio

in cui si ha fede dice Tommaso sta al di sotto della ldquoscienzardquo (cioegrave dellrsquoepistegraveme) e al di sopra

dellrsquoopinione226

226 Tommaso Summa Theologia Art 5 par 4

142

Dunque se la fede conferisce lrsquoargumentum al visibile annuncio degli invisibili se essa

vuole affermare ciograve che di per seacute egrave negabile dal punto di vista della sophia e dellrsquoepistegraveme e

che dunque sta nellrsquooscuritagrave della notte egrave allora necessario che affincheacute la fede esista appaia

la notte in cui si alza la voce dellrsquoannuncio egrave necessario che appaia la notte che rende

invisibili gli invisibili

Lrsquoapparire della loro oscuritagrave ndash che lrsquoargumentum della fede vuole luminosa come la

luce del giorno ndash egrave la condizione affincheacute la fede possa esistere Per volere che qualcosa

divenga e sia altro da ciograve che esso egrave esso deve apparire per quello che egrave per volere che gli

invisibili abbiano lrsquoassenso che spetta ai visibili egrave necessario che essi appaiono per quello che

sono cioegrave come invisibili come oscuritagrave e notte La fede conferisce un argumentum alle cose

non visibili annunciate dal kegraverigma e puograve farlo solo se esse appaiono come bisognose di tale

argumentum e cioegrave come non visibili e dunque smentibili controvertibili negabili

143

III - La certezza laquodubitanteraquo dellrsquoanimo

Ma se le cose annunciate in cui si ha fede devono stare ligrave dinnanzi manifeste nella loro

controvertibilitagrave affincheacute la fede possa conferir loro il proprio argumentum lrsquoapparire della

controvertibilitagrave del contenuto dellrsquoannuncio egrave il dubbio

Dubitare di qualcosa significa appunto aver dinnanzi la controvertibilitagrave del qualcosa la

sua incapacitagrave di stare di contro alla negazione Ma lrsquoapparire della controvertibilitagrave di ciograve che

egrave annunciato egrave il dubbio e il dubbio egrave il fondamento della fede la pura fede che Gesugrave esige la

fede che non esita almeno per un momento non puograve esistere percheacute essa egrave sempre ed

essenzialmente legata al dubbio ma con la volontagrave di isolarsi dal dubbio

Quando il credente dice laquoIo credoraquo egli rompe il nesso necessario tra la fede e il

dubbio che egrave il fondamento della fede cioegrave isola dal dubbio la volontagrave che il contenuto del

kegraverigma abbia un argomento Giaccheacute quando la veritagrave si lega alla fede accade che

nellrsquoapparire lo stesso contenuto sia oggetto di certezza e di dubbio appaia come affermato e

non affermato e che quindi lrsquoapparire sia contraddizione

La secolarizzazione e la profanazione della fede non costituiscono un tempo storico

successivo al tempo della purezza della fede ndash il tempo della Chiesa di pietra che avrebbe

distrutto la Chiesa dei santi La secolarizzazione e la profanazione della fede appartengo

allrsquoessenza della pura fede La fede pura in quanto tale nella sua autentica essenza egrave questa

profanazione appunto percheacute non crsquoegrave fede che non sia profanata dal dubbio

Il dubbio ldquoprofanardquo Nella parola profanum pro significa ldquoal di fuorirdquo e fanum egrave il corrispettivo

nella lingua latina di ciograve che i Greci chiamano il phainesthai (la luce dellrsquoapparire) In questo senso ldquoprofanordquo egrave ciograve che sta al di fuori della luce cioegrave del sapheacutes della luminositagrave dellrsquoepisteacuteme

Il dubbio profana la fede percheacute lrsquoargumentum lrsquoargon la luminositagrave che la fede adduce non egrave la

luce vera dellrsquoepisteacuteme ma egrave la volontagrave che le cose stiano in un certo modo la volontagrave che gli

invisibili della rivelazione siano227

227 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag87-88

144

Nel credente il linguaggio non ha parole che per lrsquoargumentum e non per il fondamento

ndash la pietra del dubbio ndash senza di cui la fede non si costituirebbe

La fede egrave consenso assenso dellrsquointelletto ma dellrsquointelletto in quanto comandato cioegrave

in quanto sottoposto alla spinta della volontagrave

Insieme ad Agostino Tommaso afferma che il credere non egrave possibile se non volendo

(credere non nisi volens)

Ciograve che ldquopropriamenterdquo determina lrsquoassenso dellrsquointelletto (e tale assenso egrave ldquoappropriatordquo quando

lrsquointelletto egrave intellezione della scientia) dice Tommaso non egrave la volontagrave ma lrsquoevidenza della veritagrave

(e tanto meno egrave la volontagrave a rendere evidente lrsquoevidente) E per Tommaso non egrave lrsquoldquoevidenzardquo della veritagrave a determinare lrsquoassenso in cui consiste la fede Sigrave la fede in Cristo laquoegrave piugrave certa di ogni

scienza e di ogni cognizioneraquo ( Tommaso De fide art1) ndash chi crede in Gesugrave ha cioegrave per

Tommaso una certezza superiore a quella che egrave presente nella piugrave alta delle scienze dellrsquouomo

(percheacute per Tommaso egrave lrsquoinfinita potenza della grazia di Dio a dare allrsquouomo la fede e a stabilirlo nella fede) ndash ma la certezza della fede cristiana non va confusa avverte Tommaso (ibid) con lrsquo

ldquoevidenzardquo delle veritagrave che determinano lrsquoassenso dellrsquointelletto e in questo senso laquosono la scienza

e lrsquointellezione evidente ad avere certezza non la federaquo (et sic fides non habet certitudinem sed scientia et intellectus)

228

La fede cristiana egrave una certezza dellrsquoanimo (certitudo quaedam animi) ldquolaquointorno alle

cose assentiraquo (laquoassentiraquo sono appunto le cose che non appaiono agli occhi della laquoragione

naturaleraquo mentre la laquoscienzaraquo egrave ciograve che la laquoragione naturaleraquo conosce primariamente) che

laquosta al di sopra dellrsquoopinione e al di sotto della scienzaraquo (dove la laquoscienzaraquo non egrave la scienza in

senso moderno cioegrave come sapere ipotetico ma come giagrave abbiamo rilevato egrave il sapere

incontrovertibile della filosofia ossia ciograve che i Greci chiamano episteacuteme)

Le veritagrave conoscibili naturalmente quindi filosoficamente costituiscono un

presupposto necessario per accogliere la rivelazione di Dio

228 Ivi cit pag 95

145

La fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora

lrsquointelletto puograve assentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto [] Secondo

[] per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E se ciograve viene fatto

col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione se invece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede [] Se si tiene una cosa per fede si deve affermare

lrsquoimpossibilitagrave che essa sia diversamente data la certezza della fede tuttavia una stessa cosa non

puograve essere sotto lo stesso aspetto oggetto di scienza e di fede poicheacute ciograve che egrave conosciuto per scienza egrave visto mentre ciograve che egrave creduto non egrave visto

229

Pur essendo al di sopra di ogni scienza quanto alla laquofermezzaraquo (firmitas) dellrsquoassenso

la certezza della fede cristiana egrave al di sotto della scienza percheacute non ha come contenuto il

contenuto evidente della scienza Infatti laquova detto che egrave al di sotto della scienza percheacute essa si

riferisce alle cose che non appaionoraquo (infra scientiam dicitur in quantum est non

apparentium)

Per Agostino e Tommaso laquole cose che non appaionoraquo e che primariamente consistono

nellrsquoessersi Dio incarnato in Gesugrave ndash sono quelle che o non sono laquodateraquo (manifeste presenti) o

non hanno lrsquoevidenza dei primi princigravepi conosciuti immediatamente dallrsquointelletto o non sono

veritagrave necessariamente connesse nella scienza allrsquoevidenza immediata dei primi princigravepi

Quelle cioegrave che non sono laquopresentiraquo neacute ai laquosensi del corporaquo (praesto corporis sensibus) neacute ai

laquosensi dellrsquoanimoraquo (praesto animi sensibus) Non stanno laquodinnanziraquo (praesto) non sono

presenti non prae-stant

(Il prae-sens ndash il laquopresenteraquo ndash egrave il prae-stans)

Ma proprio percheacute i contenuti della fede non sono manifesti cioegrave sono non apparentia

non stanno laquodinnanzi ai sensi del corpo e dellrsquoanimoraquo proprio per questo dice Tommaso nella

fede lrsquointelletto in quanto tale rimane laquoinquietoraquo (nondum est quietatus) non egrave laquosoddisfattoraquo

(satisfactum) egrave laquoindeterminatoraquo e puograve sentirsi attratto dalla tesi contraria a quella in cui il

credente crede

229 Tommaso Summa Theologia Art 4-5

146

Ora per Tommaso questa inquietudine e insoddisfazione egrave il dubbio

Questo significa che Tommaso stesso ndash e nellrsquoatto stesso in cui egli sta commentando

la definizione che lrsquoapostolo Paolo dagrave della fede ndash fornisce tutti gli elementi che conducono a

una conclusione straordinaria lrsquointelletto del credente egrave e rimane nel dubbio relativamente a

ciograve in cui il credente ha fede laquoInquietoraquo laquonon soddisfattoraquo laquoimprigionatoraquo (captivatus) dalla

volontagrave nellrsquoassenso ai contenuti invisibili della fede

questo egrave per Tommaso il significato del in captivitatem redigentes omnes intellectum laquofacendo

schiavo ogni intellettoraquo allrsquoobbedienza di Cristo di cui parla la seconda Lettera ai Corinti

lrsquointelletto del credente oscilla ldquofluttuardquo tra ciograve in cui il credente crede (Gesugrave egrave il Dio incarnato) e la negazione di ciograve in cui egli crede laquofluttua tra le due parti della contraddizioneraquo (la

contraddizione tra lrsquoaffermare e il negare che Gesugrave egrave Dio) e laquoquesta fluttuazione egrave lrsquoatteggiamento

che egrave proprio di chi dubitaraquo (et ista est dubitantis dispositivo ibid)230

Chi dubita egrave colui che esita Lrsquo intelletto del credente esita relativamente a ciograve in cui

egli crede Nella profonditagrave del suo animo ndash ossia in ciograve che la lingua greca chiama kardia

ldquocuorerdquo ndash il credente esita Non puograve non esitare Ma quando Gesugrave afferma che solo chi crede

saragrave salvo dice che salvo saragrave solo laquochi non esita nel proprio cuoreraquo qui non haesitaverit in

corde suo231

Solo chi non esita e cioegrave non dubita ha la fede che riesce a gettare le montagne nel

mare e che salva In questo modo sappiamo Gesugrave pretende lrsquoimpossibile percheacute il non

esitante non esiste non puograve esistere Lrsquo intelletto del credente infatti egrave essenzialmente il

dubbio il credente essenzialmente haesitat in corde suo esita nel proprio cuore e quindi non

egrave e non puograve essere ciograve che Gesugrave vorrebbe che fosse Se il credente che Gesugrave salva egrave il non

esitante il credente non esiste non puograve esistere Cristo non salva nessuno

230 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 97

231 Vangelo di Marco 1123

147

E una fede che sia solo laquodottrinaraquo e non quellrsquoevento perturbante che sconvolge la vita

non egrave la fede cristiana laquoSe ho tutta la fede che occorre per trasportare le montagne e poi non

posseggo lrsquoamore sono nullaraquo232

Ma sono nulla anche se ho tutto lrsquoamore ma non ho la fede ndash tanto che per lrsquoapostolo

lrsquoamore include la fede e la speranza (omnia credit omnia sperat) E tuttavia il credente non

ha non puograve avere la fede che muove le montagne appunto percheacute pur avendo una fede

laquofermissimaraquo la sua mente esita dubita di ciograve in cui egli crede

Il Perturbante piugrave profondo egrave il dubbio da cui la fede non puograve mai liberarsi Il

Perturbante piugrave profondo scuote la fede

232 Corinti I 132

148

CAPITOLO SECONDO

Una dama da compagnia per la ragione

149

I - laquoCredereraquo per capire e conoscere

Il pensiero cristiano si fa portatore della laquoveritagrave di federaquo Questa egrave una delle tesi

fondamentali di Tommaso drsquoAquino cioegrave una delle tesi fondamentali della Chiesa O per

meglio dire la tesi fondamentale percheacute nella teologia tomistica sta al fondamento di ogni

altra Si riferisce infatti alla totalitagrave del messaggio cristiano cioegrave allrsquoinsieme dei testi

dellrsquoAntico e del Nuovo Testamento

Nelle parole della Summa contra gentiles si dice laquoNon egrave lecito ritenere che essendo

cosigrave evidentemente confermato da Dio ciograve che viene affermato per fede sia falsoraquo233

Questo

messaggio egrave ciograve che il cristiano accetta per fede e non egrave lecito ritenere che esso sia falso (nec

id quod fide tenetur fas est credere esse falsum) Non egrave possibile ritenere che sia falso laquovisto

che egrave cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo (cum tam evidenter divinutus confirmatum sit)

laquoConfermato da Dioraquo significa laquorivelato da Dioraquo (ex revelatione divina) e quindi reso sicuro e

appunto laquoconfermatoraquo dal fatto che egrave Dio a rivelarlo Ma il testo precisa che il contenuto della

fede egrave confermato da Dio con piena evidenza laquocosigrave evidentemente confermato da Dioraquo tam

evidenter

Tommaso sta parlando dellrsquolaquoevidenzaraquo la quale egrave per lui la proprietagrave che compete ai

primi princigravepi innegabili della laquoragione naturaleraquo cioegrave della ragione che lrsquouomo possiede per

natura Ma con le proprie forze la laquoragione naturaleraquo non egrave capace di conoscere le veritagrave

soprannaturali

Nel commento al De Trinitate di Boezio234

egli ricorda che sebbene alla conoscenza di

alcune veritagrave divine possa giungere anche lrsquointelletto umano durante la vita presente con le sole

forze della ragione si da acquistare vera scienza tuttavia occorre la fede per cinque motivi

233 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles 17 Consultato in data 26032017

234 In URL wwwbooksgoogleit De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione C Pandolfi

Consultato in data 29032017

150

Per la profonditagrave e sottigliezza dellrsquooggetto per cui le realtagrave divine sono laquooccultateraquo al

nostro intelletto per la debolezza cui soggiace lrsquointelletto umano allrsquoinizio (raggiungendo la

perfezione solo alla fine) per la quantitagrave di precedenti che occorrono per arrivare alla

conoscenza di Dio mediante la ragione (egrave esigito un sapere pressocheacute universale) percheacute molti

data la loro costituzione fisica sono incapaci di raggiungere una perfetta conoscenza mediante

la ragione e ci riescono solo mediante la fede infine per le molte occupazioni degli uomini che

rendono impossibile acquistare di Dio la scienza necessaria mediante la ragione

La veritagrave di fede (veritas fidei) non egrave una veritagrave di ragione (veritas rationis) Quando il

testo di Tommaso afferma che il contenuto della fede laquocosigrave evidentemente confermato da

Dioraquo non puograve essere falso non intende dire che Dio confermando la fede la renda qualcosa di

laquoevidenteraquo Se Dio confermando il contenuto della fede lo rendesse qualcosa di laquoevidenteraquo lo

trasformerebbe in una veritagrave di ragione accessibile allrsquouomo Il contenuto della fede non

sarebbe piugrave soprannaturale e rivelato da Dio E invece Dio rivela ciograve che la ragione umana

naturale non egrave capace di conoscere e che dunque proprio percheacute soprannaturale non egrave

qualcosa di laquoevidenteraquo

Nel libro dei Proverbi235

si esclama che laquoEgrave gloria di Dio nascondere le cose egrave gloria

dei re investigarleraquo Il testo di Tommaso dicendo che il contenuto della fede non egrave falso

laquoessendo cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo intende dire questo contenuto non egrave falso

percheacute egrave evidente che egrave confermato da Dio ossia percheacute egrave evidente che egrave rivelato da Dio

Egrave evidente che lrsquoAntico e il Nuovo Testamento sono rivelati da Dio ed essendo cosigrave

evidentemente confermati da Dio non possono essere falsi

Questo significa che il fatto che Dio abbia rivelato il contenuto della fede cristiana egrave

una veritagrave evidente della ragione naturale

235 Proverbi 252

151

Certo tutto il contenuto della fede cristiana egrave una veritagrave soprannaturale ma che esso

sia rivelato e confermato da Dio egrave per Tommaso e per la Chiesa una veritagrave naturale cioegrave

possiede unrsquoevidenza che la ragione umana puograve cogliere con le proprie forze possiede

lrsquoevidenza dei primi princigravepi della ragione naturale

Lrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo egrave un principio evidente della

ragione naturale ma non ha nulla a che vedere con un principio laquologicoraquo o col principio di

non contraddizione che per Tommaso aristotelicamente sta alla radice di tutti i princigravepi logici

In un principio laquologicoraquo il predicato egrave infatti anche per Tommaso riferito necessariamente al

soggetto della proposizione in cui consiste il principio Ma per Tommaso e per la Chiesa Dio

soggetto dellrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo non egrave necessitato ma egrave

libero di rivelarsi agli uomini (predicato di quellrsquoaffermazione)

Nel commento al Vangelo di Giovanni Agostino dichiara

Al momento di rivelare una veritagrave cosigrave importante e profonda Cristo Signore si rese conto che non

tutti lrsquoavrebbero capita e perciograve nelle parole che seguono dagrave un consiglio Vuoi capire Credi [] se non hai capito credi Lrsquointelligenza egrave il frutto della fede Non cercare dunque di capire per

credere ma credi per capire percheacute se non crederete non capirete236

Lrsquoapostolo Paolo afferma che la fede puograve sorgere nellrsquouomo solo se si ascolta qualcuno

parlare di ciograve che in essa egrave contenuto fides ex auditu237

Chi si fa ascoltare per primo nel

Nuovo Testamento egrave Gesugrave Cristo il Verbo incarnato poi si fanno ascoltare coloro che

annunciano il messaggio di Cristo Che cosa si fa dunque sentire nellrsquoudito dellrsquouomo quando

gli viene incontro la vita di Gesugrave Qualcosa risponde lrsquoapostolo che va accolto laquonon come

parola di uomini ma come egrave in veritagrave come parola di Dioraquo238

236 In URL wwwaugustinusit Omelia 296 Consultato in data 03042017

237 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Romani 1017 Consultato in data 18042017

238 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Tessalonicesi 1213 Consultato in data 18042017

152

laquoIn veritagraveraquo ciograve che lrsquouomo sente egrave la parola di Dio egrave vero che egrave la parola di Dio Lrsquo

laquoesser veroraquo significa qui il laquomanifestarsiraquo il laquomostrarsiraquo La parola di Gesugrave ad un certo

momento si presenta mostrando di essere la parola di Dio Questo suo laquomostrare di essereraquo la

parola di Dio egrave il suo laquoessere veramenteraquo la parola di Dio

Ma ciograve che appare manifestamente e si manifesta da seacute egrave appunto qualcosa di evidente

Quando Tommaso afferma che egrave laquoevidenteraquo che il contenuto della fede sia rivelato da Dio

ripropone lrsquoaffermazione dellrsquoapostolo Paolo che laquoegrave veroraquo che la parola di Gesugrave che si fa

innanzi nellrsquoudito dellrsquouomo egrave la parola di Dio Questo non significa che quando Dio parla

tutti riconoscono che egrave Dio a parlare ma ci devono credere Paolo dice che la fede egrave ex auditu

proprio mentre sta ricordando quanto numerosi siano coloro che hanno udito la parola di Dio e

non le hanno creduto Paolo intende dire che chi non crede rifiuta lrsquoevidenza la veritagrave rifiuta

ciograve che si manifesta e si mostra

Rifiuta dunque nel linguaggio di Tommaso la ragione naturale giaccheacute questrsquoultima

non si fonda soltanto sullrsquoevidenza dei princigravepi laquologiciraquo e del laquoprincipio di non

contraddizioneraquo ma anche sullrsquolaquoevidenzaraquo di quella diversa forma di principio che consiste

nellrsquoapparire mostrarsi manifestarsi presentarsi delle cose (egrave la concezione di Aristotele la

laquoscienzaraquo lrsquoepistegraveme ossia il contenuto piugrave alto di ciograve che Tommaso chiama laquoragione

naturaleraquo egrave fondata da un lato sul principio di non contraddizione dallrsquoaltro sullrsquo aisthesis

che non significa semplicemente laquosensazioneraquo ma indica appunto la laquomanifestazioneraquo

laquolrsquoapparireraquo laquoil presentarsiraquo delle cose)

Lrsquoeccedenza semantica che la storia non egrave in grado di determinare egrave operata dalla fede

Altro allora lrsquoevento laquostoricoraquo e altro lrsquoevento in quanto laquocredutoraquo Altro cioegrave altrimenti

significante Altro egrave il Cristo storico altro il Cristo della fede Ma se egrave il Cristo della fede a

colmare lrsquoevento storico e lrsquoevento soteriologico lrsquoaspetto discriminante per la rivelazione egrave la

fede

153

Ma se la fede apologetica ha forza dimostrativa la fede puograve ancora dirsi

soprannaturale E se non ha tale forza puograve ancora dirsi ragionevole la fede

Ma tra i fedeli nel cristianesimo crsquoegrave anche chi salta a piegrave pari la preoccupazione

di affermare e confermare lrsquoesistenza della veritagrave storica di Cristo

Kierkegaard ad esempio scrive laquoesiste un fatto storico che mi insegna che per la mia salvezza

eterna io debba rivolgermi a Cristoraquo ma laquomi guarderograve bene dal prendere una via sbagliata e

drsquoingolfarmi nei cavilli delle ricerche scientifiche per sapere se si tratta di un fatto storicamente certissimoraquo laquoio scelgoraquo e laquoquesto si chiama rischiare e senza il rischio la fede egrave impossibileraquo

(Diario 1850 X A 406)239

Credo che da Cristo dipenda la mia salvezza eterna e credo che chi mi viene incontro

nella storia sia il Verbo di Dio fatto carne e cioegrave che sia la rivelazione di Dio Ma chi crede in

questo modo non puograve dire che sia laquocosigrave evidenteraquo (tam evidenter) che il contenuto del

messaggio cristiano sia la rivelazione di Dio Se il contenuto della fede fosse laquocosigrave

evidentemente confermato da Dioraquo non ci sarebbe piugrave il rischio della fede e ancor meno la

necessitagrave di garantire per la veritagrave rivelata

Una scelta Un laquofattoraquo egrave il laquoche crsquoegraveraquo Aristotele non usa la parola laquofattoraquo ma

lrsquoespressione laquoche crsquoegraveraquo (hoti eacutestin) per indicare uno stato di cose che egrave in un certo modo ma

potrebbe anche essere diversamente Fare laquoesperienzaraquo di Dio egrave fare esperienza di qualcosa che

egrave cosigrave ma potrebbe essere altrimenti Cioegrave nella misura in cui Dio egrave oggetto di esperienza Dio

egrave qualcosa che egrave cosigrave ma che potrebbe essere altrimenti Ma se il cristianesimo pensa che Dio egrave

lrsquounico a non poter essere altrimenti da come egrave (percheacute egrave la perfezione stessa) il cristianesimo

non puograve ridurre Dio a laquooggetto di esperienzaraquo Lrsquoesperienza se potesse potrebbe dire soltanto

laquoOra questo egrave Cristoraquo ndash lasciando aperta la possibilitagrave che prima esso non lo fosse e tra un

momento non lo sia piugrave

239 E Severino Pensiero sul cristianesimo cit pag 67

154

Ma il cristianesimo intende laquoCristoraquo la laquovita eternaraquo il laquoSalvatoreraquo non soltanto ora e

qui ma in ogni tempo e anche al di fuori del tempo e in ogni luogo e anche al di fuori di ogni

luogo e per ogni uomo e per ogni coscienza e dunque universalmente e necessariamente

Lrsquoesperienza mostra che una cosa egrave cosigrave ma non che egrave universale e necessario che sia cosigrave Il

contenuto dellrsquoesperienza egrave appunto un laquofattoraquo

Tutto questo non significa che il cristianesimo non abbia nulla a che fare con lrsquo

laquoavvenimentoraquo e con il laquofattoraquo significa che per rimanere in rapporto allrsquoeterno e non

allrsquoaccidentale il cristianesimo deve pensare che il laquofattoraquo lrsquo laquoavvenimentoraquo imprevedibile egrave

lrsquoincontro col non-fatto e col non-avvenimento e cioegrave non deve confondere il carattere

accidentale dellrsquoincontro con il carattere di ciograve che egrave incontrato

Per Lessing non si puograve fondare una salvezza eterna su di un fatto storico (cioegrave la vita di

Cristo) Se le veritagrave della rivelazione sono veritagrave storiche esse sono particolari e contingenti e

le veritagrave di questo tipo non possono neacute essere dimostrate neacute servire da premesse per una

dimostrazione razionale Kierkegaard non pretende di rovesciare questa tesi e fondare la

salvezza eterna su di un fatto storico ma decide di credere che il Gesugrave presente nel fatto storico

sia Dio cioegrave rischia e sa di rischiare Sa che dicendo laquoQuesto egrave Cristoraquo egli sta rischiando

sta trovandosi in rapporto al rischio ossia a ciograve che egrave precisamente lrsquoopposto del laquofattoraquo e

dellrsquoesperito

La storia ndash dice la fede ndash non ha assolutamente nulla a che fare con Gesugrave Cristo a suo riguardo

abbiamo soltanto la storia sacra (la quale egrave qualitativamente diversa dalla storia in generale) []

Cristo egrave il paradosso che la storia non potragrave mai digerire neacute riusciragrave mai a redigere in forma di sillogismo universale

240

240 S Kierkegaard Esercizio del Cristianesimo in Opere a cura di C Fabro Sansoni Firenze 1972

nuova edizione Piemme Casale Monferrato 1995 Cit pag706

155

Kierkegaard non identifica Cristo a un fatto storico e a unrsquoesperienza ma al contenuto

rischioso di una scelta Egrave un incredulo colui che riducendo Cristo a laquoun fattoraquo deve lasciare

aperta piugrave o meno consapevolmente la possibilitagrave che il laquofattoraquo possa essere sostituito o

smentito da altri fatti

La salvezza eterna non egrave fondata su un fatto storico ma sul rischio della fede Il sapere

storico resta dunque impotente di fronte alla realtagrave autentica di Cristo che egrave quella dellrsquouomo-

Dio Se non vi egrave la possibilitagrave dello scandalo nemmeno vi egrave la possibilitagrave di credere percheacute la

fede egrave esattamente fede in una realtagrave che per la ragione egrave scandalosa

La fede presuppone la rassegnazione [hellip] con essa io rinuncio a tutto egrave un movimento che io

compio da solo e se me ne astengo la colpa egrave della mia viltagrave della mia mollezza della mia mancanza di entusiasmo [hellip] la ricompensa che ne ho egrave me stesso nella coscienza della mia

eternitagrave in una felice armonia col mio amore per lrsquoessere eterno Mediante la fede io non rinunzio

a nulla anzi ricevo tutto nel senso in cui egrave scritto che chi avragrave fede quanto un grano di senape potragrave smuovere le montagne Ci vuole un coraggio proprio umano per rinunciare a tutta la

temporalitagrave in vista di guadagnare lrsquoeternitagrave [hellip] ma ci vuole lrsquoumile coraggio del paradosso per

afferrare allora tutta la temporalitagrave in virtugrave dellrsquoAssurdo e questo coraggio egrave quello della fede La fede egrave quel paradosso che nessun ragionamento puograve dominare percheacute laquola fede comincia lagrave

appunto dove la ragione finisceraquo241

In aiuto alla ragione che cerca lrsquointelligenza del mistero vengono i segni

presenti nella Rivelazione Essi servono a condurre piugrave a fondo la ricerca della veritagrave e a

permettere che la mente possa autonomamente indagare anche allrsquointerno del mistero

241 S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1997 Cit pag 40-42 46

156

Questi segni comunque se da una parte danno maggior forza alla ragione percheacute le consentono di ricercare allrsquointerno del mistero con i suoi propri mezzi di cui egrave giustamente gelosa dallrsquoaltra la

spingono a trascendere la loro realtagrave di segni per raccoglierne il significato ulteriore di cui sono

portatori In essi pertanto egrave giagrave presente una veritagrave nascosta a cui la mente egrave rinviata e da cui non puograve prescindere senza distruggere il segno stesso che le viene proposto [] come aveva ben detto

san Tommaso ldquotu non vedi non comprendi ma la fede ti conferma []oltre la naturardquo242

Aristotele diceva che le laquosostanzeraquo non sono laquosensibili per seacute stesseraquo ma

indirettamente (per accidens) cioegrave per il carattere sensibile delle loro proprietagrave

Lrsquointerpretazione aggiunge senso al senso che egrave dato Vuole che il senso non si

esaurisca nel senso che egrave dato E questa volontagrave egrave appunto la fede la fede per la quale io credo

in base a certi criteri (cioegrave non arbitrariamente a caso) che qualcosa sia di piugrave di quanto si

manifesta di quella cosa nellrsquoambito di ciograve che egrave dato appunto oltre la natura Quelle che noi

chiamiamo laquocoseraquo (anche quando non usiamo questa parola in senso restrittivo) sono

interpretazioni di cose cioegrave volontagrave che le cose abbiano un senso piuttosto che un altro cioegrave

sono fede

Il Concilio Vaticano II ribadisce che laquoa Dio che si rivela egrave dovuta lrsquoobbedienza della

federaquo e ancora Giovanni Paolo II ricorda che laquocon la fede lrsquouomo dona il suo assenso a tale

testimonianza divina Dagrave il suo assenso Quindi sceglie di credere di dare appunto il suo

assenso ad unrsquoeccedenza rispetto al senso dato

242 Papa G Paolo II Fides et Ratio versione integrale scaricata il 10122016 da URL

wwwW2vaticanit Cit pag 22

157

II - La sottomissione della ragione alla fede

Quando il cristianesimo afferma che la veritagrave egrave fondata su rivelazioni Divine contenute

nelle Sacre Scritture nasce il problema del rapporto tra fede e ragione e della loro armonia Il

problema egrave facilmente risolto dal punto di vista della fede essa laquoe percheacute procede

dallrsquoilluminazione e dallrsquoautoritagrave di Dio e percheacute ci comunica veritagrave che trascendono la

ragione rimane e va riconosciuta superiore alla ragioneraquo243

Il filosofo (la ragione)

deve procedere secondo le proprie regole e fondarsi sui propri principi la veritagrave tuttavia non puograve

essere che una sola La Rivelazione con i suoi contenuti non potragrave mai umiliare la ragione nelle sue scoperte e nella sua legittima autonomia per parte sua perograve la ragione non dovragrave mai perdere

la sua capacitagrave drsquointerrogarsi e di interrogare nella consapevolezza di non potersi ergere a valore

assoluto ed esclusivo La Rivelazione cristiana diventa il vero punto di aggancio e di confronto tra

il pensare filosofico e quello teologico nel loro reciproco rapportarsi Egrave auspicabile quindi che teologi e filosofi si lascino guidare dallrsquounica autoritagrave della veritagrave cosigrave che venga elaborata una

filosofia in consonanza con la parola di Dio244

Per il santrsquoAnselmo la prioritagrave della fede non egrave competitiva con la ragione Questa

infatti non egrave chiamata a esprimere un giudizio sui contenuti della fede ne sarebbe incapace

percheacute a ciograve non idonea Suo compito piuttosto egrave quello di saper trovare un senso di scoprire

ragioni che permettano a tutti di raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti di fede

Lrsquouomo ha bisogno di conoscenza ha bisogno di veritagrave percheacute senza di essa non si sostiene non

va avanti La fede senza veritagrave non salva non rende sicuri i nostri passi Resta una bella fiaba la proiezione dei nostri desideri di felicitagrave qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui

vogliamo illuderci Oppure si riduce a un bel sentimento che consola e riscalda ma resta soggetto

al mutarsi del nostro animo alla variabilitagrave dei tempi incapace di sorreggere un cammino costante nella vita

245

243 C Fabro Introduzione allrsquoateismo moderno nota pag 376 E Severino Essenza del nichilismo

244 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag116

245 In URL w2vaticanva Francesco Lumen Fidei capitolo secondo art 24 Consultato in data

20062017

158

Alla base dellrsquoatteggiamento della Chiesa si trova nuovamente il pensiero tomistico

non ci puograve essere contraddizione tra ragione e fede percheacute in entrambe egrave presente la veritagrave Il

contenuto della fede egrave veritagrave percheacute egrave rivelazione divina246

Lrsquoarmonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede egrave

confermata la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con lrsquoaiuto della ragione la

ragione al culmine della sua ricerca ammette come necessario ciograve che la fede presenta La

luce della ragione e quella della fede provengono entrambe da Dio perciograve non possono

contraddirsi La fede non teme la ragione ma la ricerca e in essa confida Come la grazia

suppone la natura e la porta a compimento cosigrave la fede suppone e perfeziona la ragione

Questrsquoultima illuminata dalla fede viene liberata dalle fragilitagrave e dai limiti derivanti dalla

disobbedienza e dal peccato e trova la forza necessaria per elevarsi alla conoscenza del mistero

di Dio La fede e la ragione sono le due ali con le quali lo spirito umano srsquoinnalza verso la

contemplazione della veritagrave

Tuttavia lrsquoaffermazione che il contenuto della fede cristiana egrave rivelazione divina e

quindi veritagrave egrave essa stessa un atto di fede Ciograve che essa afferma egrave una parte di quel contenuto

Egrave il credente in quanto tale a credere che ciograve in cui crede sia rivelazione divina Ed egrave dunque il

credente in quanto tale che deve qualificare come errore ogni pensiero che sia in contrasto con

il contenuto della fede chi egrave convinto della veritagrave della fede cristiana deve essere insieme

convinto che nulla potragrave mai distruggere questa veritagrave e che ogni tentativo in questo senso saragrave

sempre espressione di un fallimento dellrsquouomo Tutto ciograve significa che lrsquointera concezione

tomistica del rapporto fede ndash ragione egrave effettuata dal punto di vista delle fede

246 Tommaso Summa contra gentiles c 67 Somma Teologica q1

159

Ma allora tale punto di vista significa rinuncia della ragione nellrsquoatto stesso in cui si

intende riconoscerne lrsquoautonomia e lasciare la fede completamente indifesa di fronte al

costituirsi della ragione e al modo in cui la ragione concepisce il rapporto fede-ragione

Riguardo a ciograve ossia sullrsquoautonomia della ragione Giovanni Paolo II afferma che

a seguito di uno spirito razionalista proprio della modernitagrave [] culminato nel secolo scorso

toccando il suo ldquoapogeordquo con rappresentanti dellrsquoidealismo che hanno cercato di trasformare le fede e i suoi contenuti perfino la morte e risurrezione di Gesugrave Cristo in strutture dialettiche

razionalmente concepibili [] la filosofia egrave ridotta progressivamente da saggezza e sapere

universale a una delle tante province del sapere umano []La ragione privata dellrsquoapporto della Rivelazione ha percorso sentieri laterali che rischiano di farle perdere di vista la sua meta finale

La fede privata della ragione ha sottolineato il sentimento e lrsquoesperienza correndo il rischio di non

essere piugrave una proposta universale Egrave illusorio pensare che la fede dinnanzi a una ragione debole

abbia maggior incisivitagrave essa al contrario cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione

247

Leggiamo nei testi tomistici che mentre nella laquoscientiaraquo (e propriamente nel momento

originario della laquoscientiaraquo ove essa si costituisce aristotelicamente come posizione delle

protasi immediate) laquoex ipsis intelligibilibus statim veritas propositionum intelligibilium

infallibiliter apparetraquo invece nella fede lrsquoassenso non egrave determinato dallrsquoevidenza del

contenuto ma laquoex voluntateraquo248

247 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag69-7173-74

248 In URL wwwbooksgoogleit Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide

Art 1 Consultato in data 29032017

160

La fede che si fonda sulla testimonianza di Dio e si avvale dellrsquoaiuto soprannaturale della grazia egrave effettivamente di un ordine diverso da quello della conoscenza filosofica Le filosofie e le scienze

spaziano nellrsquoordine della ragione naturale mentre la fede illuminata e guidata dallo Spirito

riconosce nel messaggio della Salvezza la pienezza di grazia e veritagrave che Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera definitiva per mezzo di suo Figlio Gesugrave Cristo

249

E mentre la negazione della ragione naturale laquocui omnes assentire cogunturraquo egrave

impossibile la negazione del contenuto soprannaturale della fede non puograve invece manifestarsi

come impossibile (altrimenti tale contenuto non sarebbe soprannaturale ma sarebbe una veritagrave

necessaria della ragione naturale) ma come laquonon necessariaraquo

Esiste dunque una dimensione del divino che sfugge essenzialmente alla ragione

naturale Lrsquointera prospettiva tomistica del rapporto fede-ragione egrave espressa da questa

grandiosa sequenza poicheacute lrsquoIntelletto egrave il primo autore e motore dellrsquouniverso lrsquoultimo fine

dellrsquouniverso egrave la veritagrave e la divina Sapienza laquocarne indultaraquo attesta di essere venuta nel

mondo laquoad veritatis manifestationemraquo250

Cristo egrave la manifestazione dello scopo supremo dellrsquoIntelletto che produce e guida il

mondo

249 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag16

250 Tommaso Summa contra gentiles c 1

161

III - Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione

Ma come si debba intendere il rapporto tra ragione e fede quando si tenga ferma per

davvero lrsquoautonomia della ldquoragionerdquo viene con forza e potenza indicato da Kant

maggiormente nella Religione entro i limiti della sola ragione (1793) e nel Conflitto delle

facoltagrave (1798) che prende avvio dal conflitto tra le facoltagrave universitarie ma il cui tema di

fondo egrave appunto il rapporto tra ragione e fede

Kant dichiara rispondendo alla lettera inviatagli nel 1794 da Federico Guglielmo re di

Prussia nella quale si rimproverava al filosofo di aver laquotravisatoraquo e laquosvalutatoraquo la Sacra

Scrittura e la religione cristiana

la propria grande stima per la Bibbia ma aggiunge che il migliore e piugrave duraturo elogio che si possa fare della religione cristiana consiste nel rilevare lrsquoaccordo che quel Libro mostra tra la

religione cristiana e la ragione Infatti solo dalla ragione scaturiscono lrsquouniversalitagrave lrsquounitagrave la

necessitagrave delle dottrine della fede che costituiscono sempre la parte essenziale di una religione quella pratico-morale che consiste in ciograve che dobbiamo fare

251

La ragione egrave capace di dire allrsquouomo cosa egli deve fare E ciograve che la ragione dice egrave la

parte essenziale il cuore il centro di ogni fede e di ogni religione Lrsquoessenza del cristianesimo

non egrave la rivelazione divina lrsquoincontro con Cristo ma ciograve che vi egrave di universale e necessario

ossia ciograve che scaturisce soltanto dalla ragione Alla rivelazione divina possiamo credere in base

ad argomenti storici in base cioegrave allrsquoassicurazione che la Bibbia un documento storico dagrave di

seacute stessa di essere ispirata da Dio Ma proprio percheacute questi indirizzi sono storici cioegrave privi di

un valore assoluto la rivelazione egrave un contenuto in seacute contingente ed extraessenziale della fede

cristiana Esso crsquoegrave ma potrebbe non esserci ossia egrave contingente

251 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 127

162

La ragione con cui la fede deve confrontarsi egrave per Kant quella che dice che cosa

lrsquouomo debba fare la laquoragione praticaό o laquopratico-moraleraquo Ora la ragione non dice allrsquouomo

di far questo o quello ma gli impone di agire con la convinzione di fare ciograve che in ogni luogo

in ogni tempo e senza condizioni e da ogni essere razionale ndash e dunque laquouniversalmenteraquo e

laquonecessariamenteraquo ndash deve essere fatto

Chi possiede questa convinzione puograve certamente ingannarsi ma la forma originaria

della ragione consiste nella volontagrave di aver a che fare con i tratti essenziali della veritagrave cioegrave

lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave e quindi consiste nella volontagrave di essere guidati da essi anche

nellrsquoagire

Kant scorge nel cristianesimo la tendenza a sollevare al rango del contenuto essenziale

della religione gli aspetti laquoextraessenzialiraquo e laquocontingentiraquo della Bibbia ossia ciograve che il

cristianesimo considera rivelazione divina In questo modo il cristianesimo si trova costretto

ad avvallare dottrine che sono in conflitto con la coscienza morale in cui la ragione si esprime e

che costituisce lrsquoessenza dello stesso cristianesimo

Nel Conflitto della facoltagrave il filosofo afferma che il cristianesimo egrave lrsquoideale religioso (laquolrsquoidea della

religioneraquo) che laquodevrsquoessere fondato semplicemente sulla ragione ed essere pertanto religione

naturaleraquo qualcosa cioegrave che lrsquouomo puograve realizzare con le proprie forze [] senza aver bisogno dellrsquointervento di una grazia e di una rivelazione soprannaturale

252

Kant non esclude che possa esserci bisogno di una cooperazione esterna di Dio percheacute

lrsquouomo possa conformarsi alla legge morale che la ragione gli presenta indipendentemente da

ogni rivelazione ma considera una temerarietagrave la pretesa di vedere proprio nella vita di Gesugrave

nella sua incarnazione e in tutte le parti del suo insegnamento il modo in cui quella

cooperazione si egrave realizzata

252 Ivi cit pag 128

163

La laquofede ecclesiasticaraquo egrave appunto per Kant quel travisamento della religione autentica

che pretende di attribuire i caratteri della ragione ndash lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave ndash a quanto nelle

Scritture vi egrave di contingente di storico e di inessenziale e che pretende che la salvezza

dellrsquouomo sia riposta in una Chiesa

Il cattolicesimo egrave per Kant la forma maggiore della laquofede ecclesiasticaraquo dove la

laquocattolicitagraveraquo ossia lrsquolaquouniversalitagraveraquo egrave qualcosa di laquocontraddittorioraquo stante il carattere storico

della rivelazione che la fede ecclesiastica intende assumere come veritagrave assoluta

Quando il Dio biblico appare in conflitto con la legge morale della ragione la ragione

deve escludere che quel Dio sia il vero Dio

Alla tesi tomistica che la filosofia egrave lrsquolaquoancella della teologiaraquo (ossia del sapere fondato sulla fede)

Kant replica nel Conflitto che perograve lrsquoancella la laquoprecede col lume la sua gentile signoraraquo non laquola segue reggendo lo strascicoraquo

253

Quando crsquoegrave conflitto tra ragione e fede quel che vi egrave di inautentico e di degenerato non

egrave la ragione ma la fede

Kant esclude che la ragione possa accettare un ordine che le sia dato dallrsquoesterno ma

non si avvede che la ragione in quanto coscienza morale si trova nelle stesse condizioni della

fede ed egrave quindi essa stessa un ordine che essa si dagrave di tenere per vero qualcosa Sigrave che anche

la coscienza morale egrave fede in cui la volontagrave espressa dallrsquoordine esterno diventa volontagrave

interna al credente la volontagrave che ordina alla sua coscienza di ritenere per vero qualcosa che a

tale coscienza non si presenta come vero e che dunque appare come dubbio

La convinzione di essere laquoliberoraquo di assumere come vero ciograve di cui si egrave convinti che sia

vero proviene sia nella fede che nella coscienza morale dallrsquoisolamento che separa il

contenuto in cui si crede di credere dalla dubitabilitagrave che a tale contenuto compete

253 Ivi cit pag 130

164

Che il conflitto tra ragione e fede debba essere risolto come indica Kant tenendo ferma

la ragione e negando ciograve che della fede egrave in contrasto con la ragione egrave dunque unrsquoaffermazione

che non si riferisce alla ragione in quanto coscienza morale (come invece vorrebbe Kant) ma

alla ragione che non intende essere fede non intende essere la semplice convinzione che ciograve in

cui si crede sia vero il semplice ritenere per vero ciograve che non si sa se sia vero

Nellrsquoambito del pensiero dellrsquoOccidente la risposta che si deve dare al problema del

conflitto tra ragione e fede egrave certamente questa quando si presenta un conflitto tra la ragione

autentica e la fede cristiana la ragione deve liberarsi dalla fede vederla nel suo carattere di

semplice veicolo della ragione e come semplice laquofede ecclesiasticaraquo

165

CAPITOLO TERZO

Lrsquoinevitabile contrasto

166

I - La duplice posizione della Chiesa fideismo e gnosi

Alla domanda su cosa sia la veritagrave la Chiesa risponde fondandosi su una duplice

testimonianza la veritagrave egrave ciograve che egrave testimoniato dallrsquo episteacuteme greca e da Cristo come grazia

che porta al culmine la testimonianza umana Ma appunto qui il pensiero della Chiesa non esce

dallrsquoambiguitagrave Cristo egrave testimone della veritagrave solo per chi crede in lui Lrsquoarmonia tra

testimonianza naturale e testimonianza soprannaturale della veritagrave egrave cioegrave un atto di fede

(compiuto allrsquointerno di quel certo tipo di fede che intende riconoscere alla ragione umana la

capacitagrave di raggiungere una veritagrave definitiva assoluta ed autonoma e che nel contempo

pregiudica questo riconoscimento escludendo che la ragione in quanto tale possa trovarsi in

contrasto con la fede) ma nel pensiero teologico della Chiesa lrsquoarmonia tra ragione e fede non

egrave presentata come un atto di fede ed assume lrsquoaspetto di una veritagrave razionale assoluta

definitiva

Nellrsquoelenco delle preposizioni riguardanti la dottrina del prof Severino Mons Carlo

Colombo afferma che

Esaminando il pensiero filosofico del Prof Severino la Chiesa non pretende essere depositaria esclusiva della veritagrave naturale o veritagrave filosofica ma giudicando secondo il carisma ricevuto

dellrsquoesatto senso della veritagrave rivelata ha il diritto di dichiarare una posizione filosofica come

incompatibile con la Rivelazione (Cfr DS n 3020 e 3043)254

Se egrave (come egrave) un atto di fede lrsquoarmonia tra fede e ragione allora la Chiesa

laquodichiarando una posizione filosofica come incompatibile con la Rivelazioneraquo si limita a

indicare la pura differenza tra la rivelazione e quella posizione filosofica senza poter escludere

che la veritagrave si costituisca al di fuori dello spazio della fede e si costituisca come smentita del

contenuto della fede

254 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 133

167

Se lrsquoarmonia tra fede e ragione egrave essa stessa un contenuto della fede allora la Chiesa

deve lasciarsi giudicare dalla filosofia in quanto testimonianza della veritagrave dellrsquoessere e

riconoscere la possibilitagrave che con lrsquoavvento della testimonianza della veritagrave dellrsquoessere la

veritagrave si manifesti come la negazione piugrave essenziale della fede e ne denunci la non-veritagrave e

lrsquoalienazione

Ma se la Chiesa non intende lasciare al di fuori di seacute la veritagrave ndash se non intende restare

timore et tremore multo di fronte alla veritagrave se non accetta che la veritagrave dellrsquoessere la qualifichi

o possa qualificarla come non-veritagrave e alienazione ndash allora egrave inevitabilmente costretta a porre

lrsquoarmonia di fede e ragione come veritagrave di ragione veritagrave filosofica La laquoveritagrave filosoficaraquo o

laquonaturaleraquo dellrsquoaffermazione di tale armonia consentirebbe allora di porre come laquoerrore

filosoficoraquo ogni pensiero che risultasse in contrasto con la fede In questo caso sarebbe laquoveritagrave

filosoficaraquo che il contenuto della fede cristiana forma lrsquoorizzonte inoltrepassabile allrsquointerno

del quale la veritagrave filosofica deve costituirsi e svilupparsi sarebbe veritagrave di ragione che la fede

egrave la pietra di paragone della ragione dalla quale la ragione resta misurata

Ma dato che la Chiesa pretende laquogiudicare secondo il carisma ricevuto dellrsquoesatto

senso della veritagrave rivelataraquo egrave inevitabile che solo alla Chiesa sia consentito stabilire lrsquoesatto

senso della pietra di paragone alla quale la ragione deve commisurarsi e quindi solo la Chiesa

abbia la facoltagrave di stabilire ciograve che egrave laquoveritagrave filosoficaraquo e ciograve che non lo egrave

La Chiesa deve avere questa pretesa o rapportarsi timore et tremore alla veritagrave

dellrsquoessere Invece nel giudicare gli scritti del prof Severino Essa non intende laquotemereraquo la

veritagrave e insieme non pretende di essere depositaria esclusiva della veritagrave filosofica

La Chiesa vuole conciliare lrsquoinconciliabile Identifica surrettiziamente il punto di vista

della fede e quello della ragione Tuttavia negli stessi testi tomistici sono presenti elementi che

consentirebbero di stabilire come dal punto di vista della ragione lrsquoarmonia di fede e ragione

rimanga un problema

168

Tommaso distingue il laquodubitareraquo e lrsquolaquoopinareraquo dal laquocredereraquo ma riconoscendo un

fattore comune a queste diverse laquodispositionesraquo255

Il fattore comune egrave che rispetto alle due

laquoparti della contraddizioneraquo (ossia rispetto a due proposizioni che stanno tra di loro in rapporto

di contraddizione) lrsquointelletto laquonon est terminatus ad unumraquo ossia nessuna delle due parti si

impone per la sua evidenza sullrsquoaltra Nella fede lrsquointelletto dagrave il suo assenso a una delle due

parti della contraddizione in quanto egrave mosso dalla volontagrave ma per quanto fermo sia lrsquoassenso

prestato dallrsquointelletto ai contenuti della fede laquoquamvis fermissime eis assentiatraquo tuttavia

lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo resta laquoinsoddisfattoraquo (laquonon est

satisfactumraquo) laquoirrequietoraquo (laquoeius motus nondum est quietatusraquo) e si mantiene in un

atteggiamento di laquoricercaraquo relativamente ai contenuti cui pur presta il suo assenso

Lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo si mantiene in atteggiamento

problematico rispetto ai contenuti della fede La problematicitagrave egrave appunto la sua

laquoirrequietezzaraquo Ma lrsquointelletto in quanto tale egrave la laquoragione naturaleraquo Essa misurando i propri

confini vede la problematicitagrave di ciograve che la trascende Se ci si rende conto che lrsquoaffermazione

della veritagrave soprannaturale della fede cristiana egrave essa stessa un contenuto di questa fede e se

quindi ci si rende conto che lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia tra fede e ragione egrave un atto di fede se

si giunge a questa consapevolezza allora egrave lo stesso pensiero a porre la problematicitagrave di tale

armonia E se lrsquointelletto in quanto laquoragione naturaleraquo egrave laquoinquietusraquo proprio lagrave dove il credente

egrave laquoquietatusraquo lrsquointelletto vede allora la possibilitagrave che le cose stiano altrimenti da come sono

credute nella fede cristiana cioegrave vede la possibilitagrave che il cristianesimo sia oltre che veritagrave

anche errore Ciograve vuol dire che nella logica oggettiva del tomismo la laquoragione naturaleraquo

riconosce la possibilitagrave della discordanza tra ragione e fede

255 D Thomae Questio de Fide Art 1

169

Ma il tomismo e la Chiesa non giungono a questo riconoscimento percheacute non giungono

a rendersi conto che lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo egrave un atto di

fede e cioegrave percheacute trattano in modo diverso due dimensioni che tuttavia appartengono

entrambe al contenuto della fede cristiana Lrsquouna egrave lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale

del contenuto di questa fede lrsquoaltra egrave questo contenuto assunto come non includente

quellrsquoaffermazione

Accade cosigrave che nella dottrina della Chiesa un atto di fede (lrsquoaffermazione della veritagrave

soprannaturale del cristianesimo) venga a svolgere di fatto la funzione di una veritagrave di

ragione E tuttavia il tomismo e la Chiesa hanno anche evitato di porre esplicitamente come

veritagrave di ragione lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo Porla

esplicitamente come veritagrave di ragione significherebbe accettare e arrendersi esplicitamente a

quella gnosi contro cui la Chiesa ha sempre combattuto

Lrsquoatteggiamento esplicito della Chiesa risulta quindi da una doppia incoerenza si lascia

che di fatto funzioni come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che in realtagrave egrave soltanto un atto di fede si evita

di qualificare come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che di fatto si lascia funzionare come laquoveritagrave

naturaleraquo In questo modo la dottrina della Chiesa egrave insieme laquofideismoraquo e laquognosiraquo Quel

fideismo ossia la volontagrave di credere contro la ragione che la tradizione cattolica continua a

rigettare

Credo quia absurdum (credo percheacute egrave assurdo) non egrave formula che interpreti la fede cattolica [hellip]

Dio infatti non egrave assurdo semmai egrave mistero Il mistero a sua volta non egrave irrazionale ma

sovrabbondanza di senso di significato di veritagravegtgt256

La Chiesa vuole che giudicando la filosofia la fede non solo non abbia a laquocoartareraquo

lrsquoautonomia del pensiero filosofico ma laquone illumini il cammino verso la veritagraveraquo

256 In URL wwww2vaticanva Benedetto XVI Udienza generale del 21 novembre 2012 LrsquoAnno della

fede La ragionevolezza della fede in Dio Consultato in data 04042017

170

La laquolibertagrave di ricercaraquo e la laquovera autonomia della scienzaraquo esprimono la laquoragione

naturaleraquo tomistica lrsquoesclusione che la fede abbia a laquocoartare la libertagrave di ricerca e la vera

autonomia della scienzaraquo esprime lrsquoaffermazione tomistica dellrsquoarmonia di ragione e fede

sullrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione la fede traccia il senso ultimo dellrsquoessere al

quale la ragione non deve voltare le spalle In questo modo la grazia (la fede) non conserva la

natura (la ragione) ma la nega

Le distinzioni tra fede umana e fede divina rivelata tra ordine naturale e ordine

soprannaturale sono in realtagrave operate allrsquointerno della fede cristiana percheacute egrave il credente ad

avere fede che la propria fede in quanto rivelata differisca da ogni laquofede umanaraquo ed egrave ancora

il credente ad aver fede nellrsquoesistenza di un ordine soprannaturale costituito dalle

determinazioni della fede cristiana

La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la

sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane

per quanto profonda unrsquointenzione unrsquointenzione smentita in realtagrave dal principio ndash che sta al

centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i

contenuti della fede cristiana non appartiene alla ragione autentica ma ne egrave una

degenerazione Il principio che la Chiesa eredita dal pensiero di Tommaso La ragione

autentica cioegrave la ragione in quanto conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la

veritagrave indubitabile della fede laquocosigrave evidentemente confermata da Dioraquo Quando si produce un

conflitto tra un asserto della ragione e un asserto della fede questrsquoultimo non puograve essere

modificato e resta fermo ed egrave lrsquoaltro a dover riconoscere di non essere veramente un asserto

della ragione e di esserlo solo apparentemente

171

Riguardo allrsquoobiezione a proposito del contrasto tra fede e ragione che laquola ragione naturale che afferma Dio certamente non sa se Dio si rivela ma sa certissimamente che se egli si rileva tutto

ciograve che dice egrave vero e quindi che la possibilitagrave del contrasto dipende da una insufficiente

formulazione della veritagrave propria della ragione attuale che egrave ragione umana ldquofinitardquoraquo (Leonardo Messinese Essere e divenire nel pensiero di Emanuele Severino Cittagrave Nuova 1985 pp 40-41) Ma

ormai egrave chiaro che questa non egrave la posizione di Tommaso per il quale la ragione naturale non solo

sa certissimamente che se Dio si rivela quello che dice egrave vero ma sa anche (tam evidenter) che Dio si rivela

257

Dire come egrave giusto dire che la ragione naturale non sa se Dio si riveli significa che

essa non sa se il messaggio di Gesugrave sia il rivelarsi di Dio Ammettendo ma non concedendo

che la possibilitagrave del contrasto tra fede e ragione dipenda da una insufficiente formulazione

della veritagrave propria della ragione attuale finita ne viene che di fronte a un contrasto tra il

messaggio di Gesugrave e la ragione naturale questrsquoultima non sapendo e non potendo dire che

quel messaggio egrave vero in quanto rivelazione di Dio non puograve nemmeno squalificare se stessa

come laquoinsufficiente formulazione della veritagraveraquo deve squalificare quel messaggio ponendolo

come errore

La fede cristiana dice Non ci puograve essere contrasto tra me e la ragione naturale La

ragione naturale dice Se Dio si rivela non ci puograve essere contrasto tra me e questa rivelazione

ma io non so se e dove laquoDioraquo si riveli e quindi lagrave dove crsquoegrave contrasto tra me e una certa

affermazione che dichiari di essere la voce di laquoDioraquo questa affermazione qualunque essa sia e

comunque sia data egrave errore

Il concetto di laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo applicato alla struttura

originaria della veritagrave ndash in quanto struttura che giagrave da sempre si mostra al di fuori

dellrsquoalienazione della veritagrave ndash non ha veritagrave Se la veritagrave originaria potesse essere negata

smentita in quanto laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo non ci sarebbe piugrave veritagrave (e

nemmeno la laquoragione naturaleraquo puograve accettare di essere qualcosa che possa essere smentito)

257 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 154

172

La veritagrave infatti non egrave laquoformulazioneraquo non si riduce a linguaggio ndash a proposito del

quale soltanto ha senso parlare di laquoinsufficiente formulazioneraquo Egrave un errore considerare

dallrsquoesterno la veritagrave e il messaggio cristiano come se fossero due linguaggi che si

confrontano Egrave allrsquointerno dello sguardo della veritagrave che ogni linguaggio deve rendere conto di

seacute alla veritagrave

Se il contrasto tra laquoveritagrave filosoficaraquo e laquoveritagrave di federaquo costringesse a dire che la veritagrave

filosofica egrave laquoinsufficientemente formulataraquo questo significherebbe che la veritagrave originaria puograve

diventare errore Ma la veritagrave egrave appunto ciograve che non puograve diventare errore Essa egrave il contenuto

significante a cui il linguaggio si riferisce

Se esistesse una laquorivelazione di Dioraquo in un linguaggio storico questo linguaggio

dovrebbe essere agli occhi della veritagrave un problema autentico Non solo sarebbe problema ciograve

che questo linguaggio dice ma anche che esso dica quello che lrsquointerpretazione storica gli fa

dire Ma poicheacute il significato stesso dei linguaggi storici egrave problematico ndash poicheacute egrave

problematico che essi dicano quello che si crede che dicano ndash laquoDioraquo non puograve laquorivelarsiraquo in un

linguaggio storico ndash non puograve uscire dal problema e portarsi allo scoperto ndash ma puograve soltanto

nascondersi in esso Si deve nascondere nella problematicitagrave dellrsquointerpretazione laquoDioraquo

potrebbe entrare nel mondo solo come ciograve di cui non si potrebbe mai sapere che egrave laquoDioraquo Esso

non puograve costituirsi come punto di riferimento al quale la veritagrave debba adeguarsi Non egrave laquopuntoraquo

proprio percheacute lo egrave ndash laquopuntoraquo ndash solo allrsquointerno della interpretazione che lo rende laquopuntoraquo E

che il rivelarsi di Dio debba essere il suo nascondersi egrave qualcosa che vale non soltanto per la

veritagrave autentica ma anche per quella forma di veritagrave alienata che egrave la laquoragione naturaleraquo

La veritagrave autentica dice che laquoDioraquo la veritagrave infinita si rivela nel finito solo nella

struttura originaria della veritagrave che da sempre si apre al di fuori dellrsquoalienazione della veritagrave

173

Se laquosi rivelaraquo anche altrove nelle forme storiche del linguaggio il suo laquorivelarsiraquo deve

essere un nascondersi uno sfuggire in modo da non poter mai esser preso tenuto fermo

guardato in faccia e visto come veritagrave Un contrasto tra la veritagrave attuale e questo laquosvelarsi-

nascondersiraquo di Dio non puograve dunque apparire nello sguardo della veritagrave appunto percheacute

affincheacute ci sia un contrasto i punti fermi devono essere due

174

II - Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa

La Costituzione Dei Verbum dopo aver ricordato che la parola di Dio egrave presente sia nei

testi sacri che nella Tradizione afferma laquoLa Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura

costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesaraquo258

Alla fede posta come rivelazione divina corrisponde lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa La

Chiesa egrave infallibile percheacute conserva la laquoParola di Dioraquo e conservarla significa capirla cogliere

il significato autentico dei testi sacri In quanto la Chiesa stabilisce il senso autentico del

contenuto della fede e in quanto non puograve esserci contrasto tra ragione e fede la Chiesa egrave il

luogo esclusivo in cui resta stabilito il senso autentico della ragione

Ma anche lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa egrave un contenuto della fede di cui la Chiesa si ritiene

depositaria La Chiesa non dice laquoIo ho fede di essere infallibile ndash e quindi ammetto la

possibilitagrave che la veritagrave sia negazione della mia fede e della mia infallibilitagraveraquo Non dicendolo

la Chiesa egrave costretta a lasciare che il dogma dellrsquoinfallibilitagrave funzioni di fatto come una veritagrave

naturale non dicendolo la Chiesa si presenta di fatto come lrsquounica definitiva e suprema

filosofia al cui interno resta stabilito il rapporto tra fede e ragione come la gnosi piugrave

insuperabile in cui va completamente perduto il carattere laquosoprannaturaleraquo della rivelazione

Ponendosi di fatto come super-filosofia al cui interno egrave stabilito il rapporto fede-

ragione la Chiesa evita per altro di riconoscere esplicitamente questo carattere e da un lato

intende tener fermo il valore soprannaturale della rivelazione dallrsquoaltro lato non intende porsi

timore e tremore dinanzi alla veritagrave Ma senza questo timore e tremore la Chiesa egrave gnosi Essa

pur volendo sulla base del tomismo distinguere la fede dalla ragione in realtagrave si pone laquoal di lagrave

e al di sopraraquo di questa distinzione proprio nellrsquoatto in cui lascia di fatto sussistere come veritagrave

di ragione lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione e lrsquoaffermazione della propria

infallibilitagrave

258 In URL wwwmaranathait Concilio Vaticano II nn10 consultato in data 5042017

175

Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa garantisce che una formulazione dogmatica anche se

espressa con concetti e linguaggio metafisico egrave conforme alla veritagrave rivelata originaria e perciograve

vera come questa

La dottrina cattolica esige certamente i concetti di essere infinito di creazione ex nihilo non sono unrsquolaquoalienazione del senso dellrsquoessere ma lrsquoespressione vera del Verbo rivelato [] La Rivelazione

non puograve esprimere nessuna veritagrave (cioegrave nessuna manifestazione esatta della realtagrave) se non

attribuendo un valore reale ai concetti usati quindi la Rivelazione include necessariamente una laquoontologiaraquo fondamentale (non una metafisica sistematica) Qualunque ulteriore espressione

metafisica di questo dato laquoontologicoraquo deve essere coerente con il suo contenuto259

Egrave chiaro che lrsquoontologia fondamentale necessariamente inclusa nella rivelazione

costituisce quel contenuto essenziale del pensiero filosofico rispetto al quale non rimane piugrave

che il compito inessenziale ed estrinseco di dargli una forma sistematica Lrsquoontologia

fondamentale della Chiesa che egrave anche lrsquoontologia fondamentale dellrsquoOccidente egrave persuasa

che lrsquoessere non egrave lrsquoessere dellrsquoente ma egrave lrsquoessere come essenzialmente separato dallrsquo ente sigrave

che lrsquoente in quanto tale puograve non essere puograve cioegrave essere niente e dal niente esce e nel niente

ritorna per opera del dio creatore o della tecnica umana

Per la Chiesa lrsquoeternitagrave dellrsquoente in quanto ente rende impossibile la storia della

salvezza Il senso nichilistico del divenire domina il modo in cui la Chiesa intende il

laquodiventareraquo peccatore da parte dellrsquouomo il laquodiventareraquo carne da parte del Verbo e il divenire

in cui si fa innanzi ogni evento della laquostoria della salvezzaraquo Con lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave

dellrsquoente in quanto tale viene nullificato lrsquoevento storico

259 Lettera inviata al prof Severino da Mons C Colombo in data 13-9-1968 in Il mio scontro con la

Chiesa pag4647

176

Percheacute non sia nullificato si vuole un lsquoprimarsquo (in principio) in cui la carne del Verbo

sia stata niente e solo il Verbo sia Per non nullificare lrsquoIncarnazione la Chiesa nullifica la

carne Per non nullificare la laquostoria della salvezzaraquo nullifica la salvezza

La veritagrave dellrsquoessere non laquonullificaraquo lrsquoevento storico ma rileva che la comprensione

nichilistica di esso pensa la nientitagrave dellrsquoente ossia pensa ciograve che non egrave Al di fuori del

nichilismo la storia egrave il processo del Tutto immutabile Solo lrsquoimmutabile puograve di-venire cioegrave

venire fuori dal nascondimento

Tutte le cose e tutti gli eventi sono eternamente scolpiti Allrsquointerno dellrsquointramontabile

apparire della veritagrave dellrsquoessere sorgono e tramontano come le immutabili costellazioni del

cielo Condizione necessaria percheacute laquola storia della salvezzaraquo abbia la possibilitagrave di diventare

un problema egrave che essa sia intesa come questa successione dellrsquoapparire questa condizione non

nullifica lrsquoevento storico in quanto tale ma lo restituisce al suo autentico significato

Affincheacute la laquostoria della salvezzaraquo divenga un problema il laquoVerboraquo deve essere allora

innanzitutto pensato come eternamente laquopresso Dioraquo ed eternamente laquopresso la carneraquo e il suo

diventar carne deve innanzitutto significare che il Verbo che egrave eternamente presso la carne egrave

entrato nellrsquoapparire Solo a questo punto dinnanzi alla veritagrave dellrsquoessere puograve aprirsi la

domanda se la parola di Gesugrave riascoltata al di fuori del laquomondoraquo sia il Verbo che parla in

veritagrave della nascosta luminositagrave del Tutto

Allrsquointerno del laquomondoraquo cioegrave il luogo ove si scontrano le contrapposte volontagrave di

potenza il cristianesimo soprattutto nella forma che esso assume nella Chiesa cattolica egrave

ancora una delle forze piugrave potenti determina ancora il comportamento di grandi masse e

possiede un apparato concettuale altamente idoneo a operare questa determinazione

La laquoveraraquo critica laica della fede cristiana non puograve essere altro oggi che

lrsquoemarginazione pratica della Chiesa dalla vita sociale e la laquoveraraquo vittoria di quella fede sulla

irreligiositagrave e sul laicismo non puograve essere altro che il successo pratico-politico delle masse che

ancora posseggono quella fede

177

La potenza sociale della Chiesa non egrave in contraddizione con la pura fede interiore

giaccheacute anche la pura fede cristiana come ogni fede egrave una prevaricazione della volontagrave di

potenza La pura fede egrave prevaricazione proprio percheacute credendo in qualcosa rifiuta qualcosa

drsquoaltro che ha lo stesso diritto ad essere creduto e cioegrave a divenire prevaricante

178

III - Lrsquoauspicata armonia tra fede e ragione

La Chiesa cattolica ha sempre respinto ogni forma di fideismo tenendo ferma lrsquounione

la convergenza e lrsquoarmonia di fede e ragione Eppure questa armonia egrave la maschera di una lotta

mortale tra due contrapposte volontagrave di potenza una lotta dunque che si conclude con la

morte di uno dei due contendenti ndash la ragione ndash ma in cui sopravvive ciograve che egrave in comune a

entrambi la violenza prevaricante della volontagrave di potenza ossia lrsquoessenza dominatrice

dellrsquoOccidente

La filosofia non egrave piugrave un pericolo oggettivo per il cristianesimo e ogni critica rivolta

allrsquoessenza o alle configurazioni storiche del cristianesimo possiede lo stesso valore di ciograve che

essa intende negare La ragione che oggi la Chiesa si preoccupa di far concordare con la fede egrave

soprattutto la ragione scientifica che egrave a sua volta una fede

Lrsquounico pericolo e lrsquounica critica egrave che lrsquouomo riesca a produrre in terra il lsquoregno di

Diorsquo cioegrave un regno che liberi definitivamente lrsquouomo dalla nostalgia a dal desiderio di ogni

altro regno Nessuna fede nemmeno la fede cristiana potrebbe costituire unrsquoalternativa a un

regno capace di soddisfare i bisogni di ogni fede Ma accanto alla fede cristiana e ad ogni

umanesimo che in relazione a questa previsione le sia solidale crsquoegrave la fede nel dominio umano

del tutto e quindi nella capacitagrave di soddisfare i bisogni di ogni fede allrsquointerno di questo

dominio La fede nel dominio illimitato dellrsquouomo egrave la conseguenza rigorosa del rsquomondorsquo in

cui si muove anche la storia della fede cristiana

Il progetto della dominazione scientifica del tutto segna la fine del cristianesimo e

dellrsquointera cultura tradizionale ma nella situazione attuale dove le singole lsquoconquiste della

scienzarsquo lasciano ancora sullo sfondo quel progetto viene a costituirsi una sorta di

agevolazione specifica del compito della Chiesa nel mondo

179

La fine del sogno della lsquoveritagrave definitivarsquo pone innanzitutto sullo stesso piano ogni

proposta culturale ogni posizione culturale egrave una fede giaccheacute per quanto complesso possa

essere lrsquoordine concettuale in cui una cultura si definisce tale ordine non egrave la veritagrave che

manifesta la non veritagrave di ogni alternativa possibile Tommaso drsquoAquino interpretando S

Paolo poteva ancora dire che la fede ndash al contrario di quanto accade nella laquoscientiaraquo ndash conduce

in captivitatem omnem intellectum cioegrave lo rende prigioniero di un contenuto che non egrave

evidente e quindi gli egrave laquoestraneoraquo (alienus) e lrsquointelletto egrave pertanto laquoinquietoraquo (nondum est

quietatus) Lo stesso Paolo rispetto a quella laquoscientiaraquo poteva sentirsi ndash non tanto

soggettivamente quanto piuttosto in relazione al contenuto oggettivo di essa ndash in infirmitate et

timore et tremore multo Ma oggi ogni cultura conduce in captivitatem la coscienza e la fede

cristiana non ha piugrave alcun motivo di timore e tremore per una laquoscienzaraquo che a sua volta si

riconosce come fede

La laquosicurezzaraquo del sapere scientifico egrave per definizione relativa la scienza ha deciso da

tempo e metodicamente di lasciar da parte ogni tentativo di scoprire una conoscenza

assolutamente incontrovertibile della realtagrave e riconosce che i propri principi e metodi sono

ipotesi Esse consentono il dominio piugrave efficace delle cose ma in quanto ipotesi sono esposte

alla possibilitagrave della piugrave radicale smentita Il senso comune osserva che la tristezza ci assale

quando siamo felici Abbiamo paura di perdere la felicitagrave La scienza puograve produrre una felicitagrave

di cui forse non riusciamo ancora a sospettare lrsquoampiezza e lrsquointensitagrave Ma crsquoegrave unrsquounica cosa

che la scienza non puograve produrre la sicurezza della felicitagrave la sicurezza che non puograve essere data

dalla laquosicurezzaraquo di ogni possibile metodologia scientifica e nemmeno da una qualsiasi fede

religiosa Anche la scienza egrave in quanto scienza una fede E per chi ha raggiunto la felicitagrave non

puograve bastare la fede di non perderla

180

Anche per il cristianesimo la fede egrave una virtugrave di questo mondo che non puograve appartenere

al paradiso Ma non puograve bastare nemmeno vedere il dio facie ad faciem percheacute puograve sempre

sorgere il dubbio che ciograve che vediamo non sia la faccia di dio Percheacute il paradiso non sia un

inferno ndash cioegrave lrsquoangoscia dellrsquoimminente vanificazione della felicitagrave ndash deve mostrarsi la veritagrave

del paradiso la veritagrave che in nessun senso sia unrsquoipotesi

Per riassumere quindi tale argomentazione possiamo affermare che il contenuto della

fede egrave il Verbo e il Verbo storicamente egrave linguaggio Ogni linguaggio egrave comprensione del

senso dellrsquoessere ma non ogni linguaggio esprime tale comprensione Ossia non ogni

linguaggio storico egrave lrsquoesplicitazione del senso ontologico in cui pur si muove Nella storia

dellrsquouomo lrsquounico linguaggio ontologicamente esplicito egrave quello della filosofia greca e della

cultura che da essa discende Il linguaggio del Verbo egrave di questa natura non egrave lrsquoesplicitazione

di unrsquoontologia come non lo egrave la Rivelazione In questo senso egrave impossibile lrsquoaccertamento di

ogni contrasto o solidarietagrave tra unrsquoontologia (ossia un linguaggio che esplicita il senso

dellrsquoessere) e la Rivelazione proprio percheacute questrsquoultima non egrave una forma di ontologia Egrave

invece possibile un contrasto tra la veritagrave dellrsquoessere e una interpretazione ontologica della

Rivelazione quale egrave stata costruita dal pensiero occidentale egrave possibile la solidarietagrave tra la

ragione purificata (la ragione che parla la veritagrave dellrsquoessere) e la Rivelazione

Per la ragione purificata il Verbo egrave quindi unrsquoautentica possibilitagrave laquoarmoniaraquo e

laquoincontroraquo di ragione e fede

181

Sin dal suo inizio la filosofia intende raggiungere la forma piugrave radicale di sapere la

veritagrave assolutamente innegabile Ma questo immane tentativo della filosofia egrave destinato a

fallire La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico propostosi di difendere la veritagrave

dellrsquoessere ma risultandone la piugrave chiara negazione

Lrsquoessere egrave eterno ogni prova e ogni negazione dellrsquoessere immutabile vivono allrsquointerno

dellrsquoalienazione dellrsquoOccidente lrsquoalienazione metafisica che identifica lrsquoessere al niente

proprio in quanto si mette alla ricerca di un essere immutabile ed eterno I legami indissolubili

che legano ogni essere al proprio essere al proprio apparire e alle determinazioni che lo

accompagnano non possono essere spezzati Lrsquouomo ha da sempre e per sempre dinanzi la

veritagrave dellrsquoessere intramontabile

Lrsquoisolamento della terra dal destino egrave la fede che le cose siano il diventare altro da ciograve

che esse sono e che questo loro diventare sia la fondamentale e lrsquounica terra sicura con cui

lrsquouomo ha a che fare

Se la creazione viene interpretata in termini di essere e non essere - se cioegrave viene

interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere allora il concetto di creazione egrave

lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere

Nella terra isolata dal destino della veritagrave appare la storia dei mortali la storia della

prevaricazione di una volontagrave che rimane nello sguardo del destino soltanto un tentativo

prevaricante La tecnica egrave diventata oggi la piugrave potente delle forze metafisiche Lo stesso senso

comune non egrave piugrave dominato dalla religione o dalla politica ma dal modo di pensare e di agire

della metafisica ma che ormai ha raggiunto una capacitagrave di trasformazione della terra che non

si limita a guidare i processi naturali di produzione e distruzione ma li sostituisce con processi

artificiali

182

La fede proprio in quanto fede ossia volontagrave che le cose abbiano il senso deciso egrave

isolamento del laquocredutoraquo dal dubbio che lo avvolge Essa non potragrave mai porsi come una veritagrave

di ragione se non negando la propria essenza il kerygma Essere lrsquoargumentum la voce data ai

non visibili ai non manifesti egrave possibile solo se compare lrsquooscuritagrave che rende invisibili i

visibili La fede egrave volontagrave di potenza non solo percheacute egrave una prevaricazione sulle altre fedi che

intende sospingerle nel niente ma percheacute egrave la stessa volontagrave di impadronirsi della terra

sottraendola al destino e usandola come riparo dal niente che lrsquoattraversa

La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la

sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane

unrsquointenzione smentita dal principio ndash che sta al centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale

ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i contenuti della fede cristiana non appartiene alla

ragione autentica ma ne egrave una degenerazione La ragione autentica cioegrave la ragione in quanto

conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la veritagrave indubitabile della fede cosigrave

laquoevidentemente confermata da Dioraquo

Percheacute il cristianesimo abbia la possibilitagrave di diventare la Parola di Dio e preparare

lrsquoaccadimento della salvezza egrave necessario che tramontino il suo essere fede e la sua

appartenenza al mondo

183

INDICE

Prefazione pag 4

INTRODUZIONE

I La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica pag 9

II La ricerca giovanile di Emanuele Severino pag12

III Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa pag15

PARTE PRIMA ndash LrsquoETERNO

CAPITOLO I ndash LrsquoESSERE IMMUTABILE

I Dare prova di Dio pag 22

II La realtagrave di Dio e lrsquoideale della ragione pag 26

III La logica esposizione di Dio e la sua morte pag 34

CAPITOLO II ndash ALLE ORIGINI DEL PENSIERO E DEL NICHILISMO

DELLrsquoOCCIDENTE

I La metafisica come sapere incontrovertibile pag 44

II Il sentiero della Notte pag 53

III Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire pag 62

CAPITOLO III ndash PER UNA COMPRENSIONE DELLrsquoESSERE

I La struttura originaria dellrsquoessere pag 68

II Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere pag 72

III LrsquoEterno pag 76

NOTA

Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del Verbo pag 80

PARTE SECONDA ndash IL DIVENIRE

CAPITOLO I ndash IL DIVENIRE NELLrsquoALIENAZIONE DELLrsquoOCCIDENTE

I La creazione dal nulla pag 88

II Divenire esser altro pag 94

III La volontagrave pag 97

184

CAPITOLO II ndash LrsquoAZIONE CHE CATTURA E DOMINA LrsquoENTE

I Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire pag 101

II Il dominio che guida il divenire pag 106

III La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio pag 110

CAPITOLO III ndash LrsquoALIENAZIONE NELL O SGUARDO DEL DESTINO

I Ciograve che il mortale crede pag 115

II La necessitagrave dellrsquoaccadere come risolvimento del problema della libertagrave pag 121

III laquoCrescereraquo come divenire pag 131

TERZA PARTE ndash LA FEDE

CAPITOLO I ndash FILOSOFIA E FEDE

I Lo sguardo filosofico alla rivelazione pag 136

II Lrsquoargumentum pag 139

III La laquocertezzaraquo dubitante dellrsquoanimo pag 143

CAPITOLO II ndash UNA DAMA DA COMPAGNIA PER LA RAGIONE

I laquoCredereraquo per capire e conoscere pag 149

II La sottomissione della ragione alla fede pag 157

III Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione pag 161

CAPITOLO III ndash LrsquoINEVITABILE CONTRASTO

I La duplice posizionedella Chiesa fideismo e gnosi pag166

II Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa pag 174

III Lrsquoauspicata armonia tra ragione e fede pag 178

INDICE pag 183

BIBLIOGRAFIA pag 185

185

BIBLIOGRAFIA

OPERE DI EMANUELE SEVERINO

Cosa arcana e stupenda LrsquoOccidente e Leopardi RCS Libri Milano 2006

DallrsquoIslam a Prometeo RCS Libri Milano 2003

Destino della necessitagrave Adelphi Milano 1980

Essenza del nichilismo Adelphi Milano 1995

I presocratici e la nascita della filosofia collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo

Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il quotidiano La Repubblica

I principi del divenire La Scuola editrice Brescia 1959

Il mio scontro con la Chiesa RCS libri spa Milano 2001

Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e destino Rizzoli Milano 2008

Il principio di non contraddizione La Scuola editrice Brescia 1959

Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013

Introduzione alla Struttura originaria Seconda edizione Adelphi 1981

Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010

La filosofia moderna RCS Libri Milano 1984

La struttura originaria La Scuola editrice Brescia 1958

Oltrepassare Adelphi Milano 2007

Pensieri sul cristianesimo RCS Libri Milano 1995

Tautόtēs Adelphi Milano 1995

TESTI CLASSICI

Anselmo drsquoAosta Opere filosofiche Laterza ndash Bari 1969

Aristotele Della interpretazione RCS Libri spa Milano 2000

Aristotele Fisica Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L Ruggiu Rusconi Libri

Milano 1995

Aristotele Metafisica Bompiani ndash Giunti Editore Firenze 2004

G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985

Platone Repubblica Feltrinelli Milano1995

TESTI SPECIALISTICI

D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana

Brescia 1991

G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire Una disputa Morcelliana 2017

N Cusano Capire Severino Mimesis Milano- Udine 2011

C Fabro Dallrsquoessere allrsquoesistente Morcelliana Brescia 1965 id Introduzione a S

Kierkegaard Esercizio del cristianesimo Roma Stadium 1971

C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente Osservazione sul pensiero di Emanuele Severino

186

Quadrivium Genova 1981 Seconda edizione 2015

U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente EST il Saggiatore Milano

1996

GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll

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M Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N

Curcio Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009

I Kant Critica della ragione pura I edizione gli Adelphi Milano 1995

I Kant Lavori preparatori de La religione entro i limiti della semplice ragione Lavori presenti

in Scritti di filosofia della religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989

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S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1991

F Nietzsche Schopenhauer come educatore in Opere di Friedrich Nietzsche tr it M

Montinari Vol III Adelphi Milano 1982

L Messinese Il paradiso delle veritagrave Edizioni ETS Pisa 2010

JI Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio

Cittagrave Nuova Editrice Roma 2005

Papa Francesco Laudato sigrave Enciclica Edizioni San Paolo 2015

B Russel Religion and Science Oxford University Press 1935 tr it di P Vittorelli

prefazione di G Giorello Scienza e religione TEA Milano 2014

A Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di

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B Spinoza Etica U Bollate Boringhieri 1992

S Zucal Cristo nella filosofia contemporanea I Da Kant a Nietzsche Edizioni San Paolo

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AN Whitehead Science and Philosophy tr It di S Federici Scienza e filosofia

Castelvecchi Roma I edizione aprile 2014

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SantrsquoAgostino Commento al vangelo di San Giovanni Omelia 29-10 in data 03042017

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Omero Odissea traduzione di N Delvinotti in data 12042017

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Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide Art 1 in data

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De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione di C Pandolfi in data

29032017

SantrsquoAgostino De videndo Deum epistola CXLVII in data 24032017

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S Tommaso drsquo Aquino Summa contra gentiles in data 26032017

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S Tommaso drsquoAquino Somma Teologica Nuova Edizione a cura di P Tito S

Centi e P Angelo Z Belloni 2009

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Lettera ai Corinzi in data 24032017

Lettera ai Romani in data 24032017

Lettera ai Tessalonicesi in data 24032017

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Esiodo Teogonia traduzione E Romagnoli in data 12042017

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Catechismo della Chiesa Cattolica ndash Compendio in data 19012017

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Concilio vaticano II Costituzione dei verbum in data 05042017 e 14052017

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L Bertoli La rivolta alla Cattolica diede il via al rsquo68 in data 15032017

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Informazioni biografiche su Padre Agostino Gemelli in data 02072017

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Informazioni biografiche su Padre Emilio Chiocchetti a cura di C Coen e Francesco

Olgiati a cura di L Pozzi in data 02072017

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Benedetto XVI Udienza generale ldquoChe cosa egrave la federdquo 24 ottobre 2012 in data 04042017

Benedetto XVI Udienza generale ldquoLa ragionevolezza della fede in Diordquo 21 novembre 2012

in data 04042017

G Paolo II Enciclica ldquoFides et Ratiordquo 1998 Versione scaricata integralmente in

data 10122016

Papa Francesco Enciclica ldquoLumen fideirdquo 2013 in data 20062017

Page 3: Corso di Laurea In filosofia Tesi di Laurea

3

LrsquoOccidente non ha saputo accogliere

il Sacro In questo mancato incontro

incomincia lrsquoesperimento metafisico

dellrsquoOccidente

Emanuele Severino

-Essenza del nichilismo-

4

Prefazione

Nel volume di Emanuele Severino Il mio scontro con la Chiesa1 si trova la

documentazione epistolare delle vicende che dal 1961 al 1970 hanno condotto la Chiesa

Cattolica a dichiarare ufficialmente lrsquoopposizione tra il suo pensiero filosofico e il

Cristianesimo2 Inizialmente la Chiesa si espresse attraverso la Sacra Congregatio pro

Institutione Catholica3 (Sacra Congregazione per lrsquoeducazione cattolica che con lrsquoex

SantrsquoUffizio egrave una delle massime istituzioni dellrsquoorganizzazione teologico-educativa della

Chiesa) e in un secondo momento attraverso la Sacra Congregazione per la Dottrina della

Fede (lrsquoex SantrsquoUffizio)

Il cambiamento di sede per la discussione dellrsquointero problema fu la risposta positiva

alla richiesta dello stesso Severino preoccupato che la questione del rapporto tra il suo

pensiero e il Cristianesimo e dunque i motivi del dissenso non venissero confusi con altri

problemi e motivi come quelli politici che stavano alla base della contestazione partita proprio

in quegli anni dallrsquoUniversitagrave Cattolica4

1 Rizzoli Milano 2001

2 Emanuele Severino nato a Brescia il 26 febbraio 1929 fu docente presso lrsquoUniversitagrave Cattolica di Milano dallrsquoanno accademico 1954-1955 fino al 1970 prima come professore incaricato e poi come ordinario

3 Agli inizi del 1968 la Sacra Congregatio pro Institutione Catholica invitava monsignor Colombo a

prendere contatti con il prof Severino nel tentativo di condurlo a un chiarimento del suo pensiero che non

risultasse piugrave in contrasto con la dottrina della Chiesa Poicheacute il chiarimento richiesto aveva condotto a un esito

opposto il professor Lazzati rettore dellrsquoUniversitagrave Cattolica chiese a monsignor Colombo di sollecitare una

presa di posizione della Sacra Congregatio pro Institutione Catholica che rispose invitando Lazzati a prendere i

provvedimenti del caso e cioegrave immediatamente la sospensione dallrsquoincarico di Storia della filosofia

contemporanea che Severino teneva oltre al corso che svolgeva in qualitagrave di prof ordinario e in prospettiva la

revisione dellrsquointera sua posizione accademica presso lrsquoUniversitagrave Cattolica ossia il suo allontanamento da

questrsquoultima E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 14

4 Il sessantotto in Italia ebbe la sua scintilla iniziale allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave del Sacro Cuore di Milano a causa della decisione dellrsquoAteneo di aumentare le rette universitarie il 15 novembre 1967 gli studenti diedero

vita alla prima occupazione dellrsquoUniversitagrave La notte stessa il rettore Ezio Franceschini fece sgombrare

centocinquanta occupanti dalla polizia Dopo tre giorni 30000 studenti sfilarono per Milano fino

allrsquoarcivescovado e la protesta si diffuse in tutte le principali universitagrave del paese Il 21 marzo 1968 la Cattolica

venne nuovamente occupata e dopo essere stata sgomberata venne chiusa a tempo indeterminato Leader iniziale

della rivolta fu Mario Capanna studente di filosofia dellrsquoUniversitagrave Cattolica L Bertoli La rivolta alla Cattolica

diede il via al rsquo68 in URL oldUnicait consultato in data 15032017

5

Il 16 dicembre 1969 il cardinal Franjo Seper prefetto dellrsquoex SantrsquoUffizio spedigrave al

professor Severino i tre laquoVotiraquo dei periti incaricati dalla Sacra Congregazione di esaminare il

suo discorso filosofico (prof padre Cornelio Fabro prof padre GBLotz5 prof don E

Nicoletti6)

Padre Cornelio Fabro7 al termine del proprio Voto intitolato Sulla posizione filosofica

di E Severino conclude affermando

Prout verba sonante t eius philosophia exigit bencheacute il Severino non si dichiari espressamente

mai neacute ateo neacute anticristiano egli critica alla radice la concezione della trascendenza di Dio ed i

capisaldi del Cristianesimo come forse finora nessun ateismo ed eresia hanno mai fatto8

Durante gli anni di insegnamento alla Cattolica gli scritti maggiori pubblicati da

Severino furono La struttura originaria9 e Studi di filosofia della prassi

10

Anche se La struttura originaria conteneva il fondamento che poi si sarebbe sviluppato

negli scritti successivi la sua pubblicazione non incontrograve grandi difficoltagrave Maggiori furono

quelle incontrate con Studi di filosofia della prassi La seconda parte dellrsquoopera dal titolo

Implicazioni pragmatiche della veritagrave riguardava il problema della fede e quindi anche la fede

cristiana vista giagrave qui come contraddizione

5 Il laquoVotoraquo del prof padre GB Lotz SJ non aveva alcun carattere filosofico ma solo lrsquointento di stabilire

in modo sommario ed estrinseco la compatibilitagrave tra il discorso filosofico severiniano e la dottrina tradizionale

della Chiesa

6 Il laquoVotoraquo del prof don E Nicoletti aveva la forma della ldquodifesardquo rispetto ai primi due che assumevano la

forma dellrsquoldquoaccusardquo In seguito egli si portograve estremamente vicino al contenuto degli scritti di Severino e lasciograve la

veste talare

7 Padre Cornelio Fabro nato a Flumignano il 24 agosto 1911 presbitero teologo e filosofo membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesugrave Cristo ex definitore del SantrsquoUffizio fu professore

allrsquoUniversitagrave degli studi di Perugia e uno degli esponenti piugrave importanti del tomismo del Novecento Il suo

apporto piugrave profondo alla metafisica classica sulle orme di San Tommaso drsquoAquino egrave la distinzione tra essentia e

actus essendi

8 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag86

9 La Scuola editrice Brescia 1958 nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1980

10 Vita e pensiero Universitagrave cattolica 1962 seconda edizione Adelphi 1984

6

La fede egrave una delle modalitagrave dellrsquoessere in contraddizione e cioegrave nellrsquoerrore Ossia egrave il

trovarsi nella non-veritagrave egrave lrsquoassumere come veritagrave ciograve che non si presenta come veritagrave Al

tempo degli Studi perograve la fede (come ogni fede) egrave contraddizione e tuttavia agli occhi della

struttura originaria della veritagrave tale fede si presentava ancora come un problema Questo in

base al teorema che la fede in un asserto egrave sempre autocontraddizione tuttavia lrsquoasserto che egrave

contenuto della fede non egrave sempre autocontraddizione ma puograve essere qualcosa che non nega

neacute implica lrsquooriginario Quindi fino a Studi di filosofia della prassi crsquoegrave la persuasione che il

contenuto della fede cristiana (fides qua creditur) sia un insieme di asserti di questo tipo In

seguito a partire da Ritornare a Parmenide Poscritto11

sarebbe venuto in chiaro che la fede

cristiana egrave contraddizione non solo come fides qua creditur ma anche come fides quae

creditur ossia per il contenuto in cui si crede

11 lt La struttura originaria opera alla quale Severino si riporta di continuo come allrsquoesposizione basilare

del suo parmenidismo [] notevole per la sua mole e la ferrea struttura formale sembra non abbia destato

preoccupazione alcuna di ortodossia neacute allrsquouniversitagrave Cattolica di Milano neacute altrove La Redazione della Riv di

filosofia noescolmostra il suo dissenso ndash in forma piuttosto blanda mi sembra ndash solo allrsquoapparire di Ritornare a

Parmenide del 1964 la nota della redazione ammette anzi che lrsquolaquoarticoloraquo si riconnette ad una tradizione che ha i

suoi rappresentanti anche nella scolastica Con la tesi infatti che nellrsquoessere di ogni cosa per quanto diveniente e

caduca si manifesta immediatamente la presenza dellrsquoEssere divino Emanuele Severino continua ci sembra una

tradizione che ha esempi classici come per citarne uno il capitolo terzo dellrsquoItinerarium di San Bonaventura gt C

Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino prima edizione Quadrivium

Genova 1981 seconda edizione Opere Complete 2015 ndash Editrice del Verbo Incarnato (RM) pag70

I numeri successivi di laquoRivista di filosofia neoscolasticaraquo conterranno unrsquoampia discussione del saggio da parte di molti esponenti della cultura filosofica cattolica Nel numero V del 1965 venne pubblicato il Poscritto di Ritornare

a Parmenide che apparve con la seguente Nota lt Sebbene la risposta di Emanuele Severino accentui le

divergenze del suo pensiero dalla concezione filosofica alla quale si ispira questa Rivista pubblichiamo

ugualmente questo articolo persuasi che il dibattito di idee giovi alla conoscenza della veritagrave La fede nella veritagrave e

la fiducia che la possibilitagrave di esprimere liberamente il proprio pensiero aiuti a scoprirla egrave il vincolo fraterno che

oltre ogni pur radicale dissenso resta fra lrsquoAutore di questo articolo e gli altri redattori gt E Severino Il mio

scontro con la Chiesa cit pag 13

7

Unitamente alla lettera inviata al professor Severino il 2 luglio 1968 monsignor Carlo

Colombo presidente dellrsquoIstituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo Ente fondatore

dellrsquoUniversitagrave Cattolica e vescovo titolare di Vittoriana inviograve lrsquoallegato datato 21 marzo

1968 della Sacra Congregatio pro Istitutione Catholica firmato da Gabriel-Maria Card

Garrone e Giuseppe Schroffer segr

In tale lettera si auspicava ad una schietta e leale chiarificazione con il Professore a

seguito dellrsquoesame di alcuni suoi scritti (Ritornare a Parmenide Ritornare a Parmenide

Poscritto Il sentiero del giorno) data la loro marcata istanza immanentistica e per le

dissonanze che essi presentavano con la dottrina cattolica In un secondo allegato venivano

precisati tre punti i rilievi emersi dallrsquoesame degli scritti sopracitati 1- Il problema delle prove

dellrsquoesistenza di Dio come pseudoproblema 2- Inconcepibilitagrave e assurditagrave della laquocreatio ex

nihiloraquo 3- Impossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione12

Essi saranno il

contenuto del presente lavoro sviluppato quindi in tre parti riprendendo delle tematiche giagrave

presenti in Risposta ai critici e Risposta alla Chiesa13

e integrati da contenuti presenti negli

scritti successivi del prof Severino

La prima parte egrave riservata allrsquoalienazione del senso dellrsquoEssere alla dimenticanza della

veritagrave dellrsquoEssere che nel pensiero metafisico sorto per proteggere tale veritagrave rimane nellrsquo

inconscio e ne fa da sfondo

laquoEternoraquo come sinonimo di laquoEssereraquo eternitagrave che appartiene con veritagrave ad ogni

essente che nel suo manifestarsi non necessita di una dimostrazione ma di una

laquocomprensioneraquo La comprensione di un linguaggio che non parla la lingua del Sentiero della

Notte ma testimonia il Destino della veritagrave nel sentiero ancora intentato del Giorno che

conduce alla Gioia

12 Due anni dopo in data 12 febbraio 1970 verranno inviate al professor Severino le Osservazioni

conclusive con lrsquoElenco delle proposizioni riguardanti la dottrina filosofica del prof Severino formulato dalla S

congregazione per la Dottrina della Fede a conclusione dellrsquoesame condotto sugli scritti del filosofo

13 Testi rispettivamente del 1968 e 1970 contenuti in E Severino Essenza del nichilismo Adelphi

Milano 1995

8

La seconda parte si occupa della volontagrave di potenza come espressione del dominio

sullrsquoEnte dominio reso possibile solo nella laquopersuasioneraquo della libertagrave dellrsquoEnte che quindi egrave

libero da ogni legame che lo unisce al Tutto

La laquocreazione dal nullaraquo come assurda espressione del nichilismo in quanto creando un

mondo ndash e gli essenti del mondo ndash che sarebbe potuto non essere identifica di fatto lrsquoEssere al

Nulla ponendovi il divenir altro come cominciamento

Nello sguardo del destino lrsquoisolamento dellrsquoEnte e del Tutto dalla veritagrave dellrsquoEssere si

presenta come un tentativo fallito il tentativo di una laquovolontagrave che vuole lrsquoimpossibileraquo

La terza e ultima parte egrave dedicata alla trattazione della laquofederaquo come opposta alla

laquoveritagraveraquo in quanto la fede isola il contenuto creduto dal dubbio che lo circonda e nella

specificitagrave della fede cristiana in quanto laquoargomentoraquo laquoparolaraquo di ciograve che non laquosi mostraraquo di

ciograve di cui non si dagrave realtagrave

Il laquorapportoraquo tra fede e ragione nellrsquolaquoimpossibilitagraveraquo di una loro laquoarmoniaraquo decretata

dal mancato riconoscimento da parte della Chiesa di essere detentrice di una veritagrave di fede e

non di ragione

9

INTRODUZIONE

I - La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica

Un profondo osservatore come Cornelio Fabro poteva affermare circa quarantrsquoanni

orsono che il pensiero italiano nel contesto pluralistico delle filosofie contemporanee

sembrasse percorrere un proprio cammino nella fedeltagrave a quellrsquoevento che aveva caratterizzato

variamente ma costantemente il fondo della nostra cultura filosofica nella prima metagrave del

secolo il neo-idealismo specialmente nella forma dellrsquoattualismo gentiliano14

Se infatti

Benedetto Croce aveva dilagato soprattutto nellrsquoambito degli studi storici estetici letterari la

coscienza dei giovani assillati dallrsquoistanza teoretica si rivolse a Gentile

Se non che mentre Gentile poteva celebrare nella perenne presenza dellrsquoatto la veritagrave dellrsquoAssoluto onnicomprendente la coerenza spingeva i suoi accorti discepoli a denunziare fino in fondo la

sopravvivenza della contaminazione teologico-metafisica per portarsi su posizioni di rottura

radicale [] quale laquoil principio della scienzaraquo di Ugo Spirito15

Spirito fa il punto di partenza da una considerazione storica cioegrave dalla constatazione

che gli uomini di fatto hanno trovato un modo drsquointendersi al di lagrave di ogni religione e di ogni

filosofia cioegrave che di fatto il mondo ormai da tempo va unificandosi da oriente a occidente da

nord a sud e che la forza unificante non egrave data da un mito o da unrsquoideologia bensigrave dalla scienza

e dalla tecnica che diventano effettivamente lrsquounica valida piattaforma di consistenza e di

unificazione degli uomini Questo percheacute le laquoreligioni e le filosofie dividono la scienza

unisceraquo16

14 C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag 9

15 Ibidem

16 Ivi pag 1011

10

Ma proprio in quel periodo (1964-1965) Spirito veniva scavalcato nella reductio ad

nihilum o destructio philosophiae nientemeno che allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave Cattolica di

Milano da Emanuele Severino17

La piega attualistica continua Fabro se proprio non fu un vitium originis si rivelograve nella

UC almeno un trentennio prima dello s contro tra E Severino e la stessa Chiesa

nella tesi di laurea di G Bontadini18

[]dedicata appunto alla difesa della laquounitagrave dellrsquoesperienzaraquo

di qui fu facile il passo allrsquointerpretazione attualistica di Parmenide prima da parte del Bontadini e

poi senza remore del Severino il quale critica di certo anche lrsquoidealismo ma per quel tanto che ancora in esso rimane di affermazione dualistica

Fu un fatto secondo Padre Cornelio anche se puograve sorprendere che Bontadini

formatosi allrsquoUC la quale aveva pur fatto sua lrsquoesortazione della Aeterni Patris (1879) di Papa

Leone XIII rinnovata senza posa dai successori di un ritorno alla filosofia realistica della

tradizione greco-cristiana soprattutto secondo la rigorosa forma speculativa avuta da S

Tommaso mostri fin da principio una opzione decisa a favore dellrsquoimmanenza moderna e piugrave

precisamente per lrsquoattualismo di Gentile

17 lt Spirito e Severino stanno agli antipodi Spirito pensatore laico che rispetta la coscienza religiosa

indica nello sperimentare infinito della scienza il fondo del pensiero religioso ed il campo dellrsquounica veritagrave e

salvezza possibile Severino considera in blocco la scienza la filosofia il marxismo tutto il Cristianesimo storico

nella medesima area del nichilismo occidentale ossia la perdita radicale della veritagrave originaria chrsquoegrave lrsquoEssere uno e immutabile lagrave lrsquoesasperazione riflessiva della perdita del logo qui lrsquoesasperazione decisiva del ricupero del logo e

del non-logo gt Fabro sottolinea con tono di rimprovero ma direi soprattutto di rammarico come lt

Nellrsquoinfuriare della demitizzazione e nelle prospettive a getto continuo delle nuove ldquoteologie della morte di Diordquo

che percorrono in tutti i sensi la cristianitagrave post-conciliare doveva venire dallrsquoUniversitagrave Cattolica sorta per

difendere il pensiero ed i fondamenti della ortodossia cristiana lrsquoaffermazione radicale ndash ed a mio avviso non piugrave

superabile ndash del principio moderno della nientitagrave formale del cogito e alla demolizione ndash non piugrave ricuperabile ndash

della metafisica gt Ivi pag12

18 Gustavo Bontadini (Milano 27 marzo 1903-m1990) egrave stato un filosofo e accademico italiano

esponente di spicco del movimento neotomista (a parere di Severino laquoil maggiore pensatore cattolico dei nostri

tempiraquo Il mio scontro con la Chiesa pag6) Iscrittosi presso lrsquoUniversitagrave Cattolica quando essa aveva iniziato le

sue attivitagrave ma non era ancora riconosciuta dal Governo Italiano egli fu nel 1925 il terzo laureato assoluto dellrsquoAteneo presso il quale fu poi professore di filosofia teoretica dal 1951 al 1973 Fu maestro di Emanuele

Severino allrsquouniversitagrave di Pavia portandolo alla laurea nel 1951 con la tesi dal titolo Heidegger e la metafisica

Fabro ricorda come il miglior discepolo di Gentile quale Ugo Spirito affermava che lt Il Bontadini si puograve dire

oggi uno degli alunni piugrave genuini del Gentile e nel suo pensiero egrave piugrave presente lrsquoattualismo che non il

cattolicesimo gt inoltre Spirito attestograve ripetutamente a Fabro che Gentile considerava il Bontadini fra coloro che

meglio seguivano il suo pensiero C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E

Severino pag 139

11

Lrsquoorigine o forse la causa prossima che dir si voglia sembra da ricercare

nellrsquoinsegnamento del francescano P Emilio Chiocchetti19

studioso acuto ma alieno e

assolutamente impervio alle istanze della metafisica il quale pur criticando lrsquoidealismo aveva

prospettato la possibilitagrave di una simbiosi fra il realismo neoscolastico e il principio idealistico

Drsquo altra parte si puograve ammettere che lrsquoinsegnamento dellrsquoaltro pilastro del tomismo milanese

Mons F Olgiati20

il quale qualificava la filosofia moderna per laquofenomenismoraquo possa aver

stimolato al contrario la decantazione attualistica dellrsquoessere da parte di maestro e allievo

19 Emilio Chiocchetti nacque a Moena (Trento) il 20 settembre 1880 (m1951) nel 1903 ebbe

lrsquoordinazione sacerdotale Lrsquoincontro con la filosofia avvenne relativamente tardi quando fu mandato a Roma

presso il collegio internazionale di SAntonio La sua fatica piugrave importante fu la serie di articoli sulla filosofia di

Benedetto Croce del 1913-1914 la quale suscitograve notevoli e animate polemiche con lrsquoaccusa di idealismo

Chiocchetti riteneva non fosse possibile liquidare sommariamente tutte le conquiste della filosofia moderna

e che il necessario intervento per ristabilire la validitagrave del realismo tradizionale doveva avvenire per via di

dimostrazione e mai per principi astratti e decisi una volta per tutte La concretezza idealistica e quella realistica differiscono profondamente Nel volume sul Gentile La filosofia di Giovanni gentile si avverte subito

un tono diverso da quello usato per il Croce piugrave duro e intransigente e meno disposto a concessioni Lrsquoidealismo

attualistico viene opposto alla concezione cristiana in maniera netta Da Croce e da Gentile pensava Chiocchetti

dobbiamo imparare a vedere e cogliere la organicitagrave la metodicitagrave la modernitagrave e la concretezza storica del

sapere laquoIl Croce tratta e risolve problemi che anche la filosofia tradizionale considerava come immanenti il

Gentile invece risolve nel senso dellrsquoimmanenza problemi che la filosofia tradizionale risolve nel senso della

trascendenza Il Croce vede il mondo e si ferma ligrave il Gentile vede il mondo e lo afferma come Dioraquo Informazioni

raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura di Carlo Coen consultato in data 02072017

20 Francesco Olgiati nacque a Busto Arsizio in provincia di Varese il 1deg gennaio 1886 (m1962) nel

1908 nel Duomo di Milano fu ordinato sacerdote Nello stesso anno incontrograve Agostino Gemelli con lui e

Ludovico Necchi nel 1914 fondograve la rivista Vita e pensiero Dal 1922 fu membro del comitato permanente e del consiglio di amministrazione dellrsquoIstituto Giuseppe Toniolo (del quale divenne presidente dopo la morte di

Gemelli) ente finanziatore dellrsquoUniversitagrave Cattolica e dal 1924 ebbe un posto nel consiglio drsquoamministrazione

dellrsquouniversitagrave nella quale assunse subito lrsquoincarico dellrsquoinsegnamento di metafisica Filosofo neoscolastico

contro le dottrine di derivazione kantiana che pongono il primato della gnoseologia mons Olgiati sostiene il

primato della metafisica come scienza della realtagrave in quanto realtagrave Tiene una ferma presa di distanza

dallrsquoatteggiamento di ripulsa verso il pensiero moderno Informazioni raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura

di Lucia Pozzi consultato in data 02072017

12

II - La ricerca giovanile di Emanuele Severino

Nel periodo precedente la pubblicazione di Ritornare a Parmenide il pensiero di

Severino si svolse nellrsquoorizzonte di quel peculiare rinnovamento della metafisica che andava

proponendo il suo maestro Gustavo Bontadini e caratterizzato dallrsquoanalisi critica di alcuni

importanti filoni del pensiero contemporaneo21

Il magistero di Bontadini egrave rivelato dallrsquoattenzione di Severino verso la modalitagrave con

cui il filosofo milanese si era accostato prima nei confronti dellrsquoattualismo di Giovanni Gentile

e poi verso il successivo sviluppo in senso problematicistico operato da Ugo Spirito

La riforma operata da Gentile22

dellrsquoidealismo in attualismo non comportava soltanto il

venir meno del carattere assoluto della realtagrave in quanto considerata come presupposta al

pensiero ma esigeva pure che al concreto atto del pensare quale realtagrave autenticamente

spirituale non dovesse essere presupposto neppure lrsquoorganico sistema hegeliano delle categorie

logiche Solo cosigrave poteva essere portato al suo piugrave genuino compimento lrsquoidealismo introdotto

da Hegel e si sarebbe potuto affermare in modo radicale che la realtagrave assoluta non egrave lrsquoAtto puro

del quale parlava Aristotele inteso come lrsquoAtto giagrave perfettamente realizzato ma invece il

processo dialettico del Pensiero

21 Severino ricorda come lui e Bontadini a partire dal loro incontro allrsquouniversitagrave di Pavia dove il maestro era stato chiamato come professore straordinario di Filosofia teoretica si siano lt voluti sempre piugrave bene e

nonostante la distanza che andograve crescendo tra noi sul piano filosofico Bontadini pensava che lrsquoattualismo

gentiliano nel suo significato piugrave profondo avrebbe consentito di riproporre il discorso metafisico che negli ultimi

due secoli era stato sempre piugrave emarginato e soprattutto la metafisica classica Per Bontadini non si trattava di

rilevare la concordanza tra filosofia e cristianesimo guardando alla filosofia patristica e scolastica ma

valorizzando innanzitutto la riflessione greca sul senso dellrsquoessere Lrsquoattualismo sgombrava il terreno dal

ldquopresupposto naturalisticordquo che per secoli aveva concepito lrsquoessere come dimensione esistente indipendentemente

e al di lagrave del conoscere e che quindi non poteva che condurre (per usare lrsquoespressione kantiana) allrsquoimpossibilitagrave di

una metafisica come scienza - essendo rimasto alla metafisica il compito ineseguibile di andare al di lagrave del

conoscere per conoscere lrsquoessere Lrsquoidealismo e soprattutto quello gentiliano si era liberato di quel ldquopresuppostordquo

[] Non lo si percepigrave o non si comprese lrsquoimportanza della proposta di Bontadini percheacute era il tempo in cui in Italia incominciavano ad essere conosciute le filosofie straniere del Novecento ndash fenomenologia esistenzialismo

pragmatismo neopositivismo ndash e Gentile era stato fin troppo presente sulla scena culturale gt E Severino Il mio

ricordo degli eterni Rizzoli Milano 2011 pag 31-32

22 A proposito di Gentile Severino sostiene come si credesse spesso lt di poterlo liquidare dicendo che era

stato fascista che anzi durante il fascismo aveva avuto una posizione di primo piano Per capire opere come Teoria

generale dello Spirito come atto puro e ancor piugrave Sistema di logica come teoria del conoscere bisogna essere

addentro nelle cose filosofiche Per esempio conoscere Platone e Aristotele non meno di Kant e Hegel gt Ibidem

13

Ugo Spirito da parte sua aveva denunziato lrsquoesito contraddittorio inerente

allrsquoassolutezza che la dialettica veniva ad assumere nellrsquoattualismo di Gentile Ripristinando un

assoluto sia pure sui generis a suo parere la dottrina del maestro si rivelava anchrsquoessa una

forma di metafisica che era chiaramente in contraddizione con lrsquoassunto dialettico

fondamentale della dottrina Onde evitare il suddetto esito Spirito si orientograve pur con alcune

oscillazioni verso una forma di problematicismo situazionale riguardo allrsquoaffermazione o

meno di una realtagrave che trascendesse la dimensione che veniva a configurarsi nel processo

dialettico cosigrave come era affermato dallrsquoattualismo gentiliano

Il rapporto di Severino con la filosofia di Gentile fu articolato e si mosse seguendo un

duplice registro cogliere la presenza di un valore in seacute nella speculazione gentiliana e mostrare

la coerenza degli sviluppi attualistici allrsquointerno dellrsquoorizzonte nichilistico del pensiero

occidentale Due linee interpretative distinte ma convergenti

Per quanta riguarda il primo punto occorre distinguere due fasi che si succedono nel

tempo Nella prima fase della sua speculazione Severino guardograve allrsquoattualismo che si

proponeva quale essenzializzazione dellrsquoidealismo hegeliano come alla filosofia che

maggiormente si era impegnata nel toglimento del presupposto naturalistico tipico del

pensiero moderno inaugurato da Cartesio

Nella seconda fase a motivo della radicalitagrave con la quale Gentile assicurograve la serietagrave del

divenire dellrsquoessere lrsquoattualismo apparve agli occhi di Severino come lrsquoesatto capovolgimento

sul piano teoretico di quella filosofia della immutabilitagrave dellrsquoessere che egli era andato sempre

meglio valorizzando come espressione piugrave autentica della veritagrave

14

Dalla sua critica poi senza esitazione della determinazione attualistica dellrsquointero

Severino perverragrave alla conclusione che il superamento dellrsquoattualismo quale teoria del divenire

non egrave realizzabile lungo la via della mediazione metafisica ma soltanto negando la presunta

evidenza originaria del divenire dellrsquoessere vale a dire solo se lrsquoessere non vien posto come

diveniente

Per quanto riguarda Spirito Severino sostenne che esso non arrivograve a scorgere che

lrsquoimmutabile al quale egli tendeva fosse incompatibile con il divenire e che la sua critica

apparentemente radicale dellrsquoattualismo compigrave un passo indietro rispetto ad esso cosigrave come un

passo indietro fu compiuto da tutti coloro che sulla base dellrsquoattualismo ritennero di poter

giungere sia pure in modi diversi al Dio della teologia cristiana

Bontadini che pure comprendeva molto bene il significato preciso che le dottrine

dellrsquoattualismo e del problematicismo possedevano rispettivamente in Gentile e Spirito si era

risolutamente orientato a valorizzarle nella prospettiva di una efficace ripresa e di una valida

rigorizzazione della metafisica di trascendenza nella quale veniva data una risposta positiva al

problematicismo

Il giovane Severino seguigrave inizialmente il maestro fino ad affiancarglisi nella strategia

teoretica di fondo nondimeno si manifestograve subito un carattere piugrave personale nelle indagini

dellrsquoallievo rivelato dallrsquoinserimento in tale progetto ermeneutico teso a rivalutare la

metafisica classica nel contesto del pensiero contemporaneo anche della filosofia di Martin

Heidegger (Il risultato di tali ricerche severiniane egrave contenuto nei volumi Note sul

problematicismo italiano23

e Heiddeger e la metafisica24

)

23 E Severino Note sul problematicismo italiano Vannini Brescia1950

24 Id Heidegger e la metafisica prefazione di G Bontadini Vannini Brescia 1950 Lrsquoopera egrave stata

ripubblicata (Adelphi Milano 1994) senza la prefazione e con lrsquoaggiunta di altri testi severiniani posti in

Appendice

15

III - Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa

La discussione sullrsquoessere e lrsquoapparire tra Gustavo Bontadini ed Emanuele Severino egrave

durata piugrave di trentrsquoanni In essa e per essa i loro due linguaggi filosofici si sono andati

chiarendo sia pure in direzioni opposte25

Nella disputa i due grandi ambiti della discussione sono costituiti dalla determinazione

di ciograve che sia autenticamente il ldquodivenirerdquo che appare nellrsquoesperienza e dal valore che deve

essere riconosciuto al principio parmenideo che afferma lrsquoopposizione assoluta dellrsquoessere al

non essere

Il contrasto incominciograve con la pubblicazione di Ritornare a Parmenide nel quale viene

mostrata la necessitagrave che ogni essere sia eterno Ma questa necessitagrave si era giagrave mostrata nella

Struttura originaria e anzi ancor prima nel saggio del 1956 Aristotele e la metafisica classica

Sennoncheacute Ritornare a Parmenide tutto teso a mostrare lrsquoeternitagrave dellrsquoessente in quanto

essente non richiama e non sviluppa in alcun modo il tema del divenire dellrsquoesperienza come

lrsquoapparire e lo scomparire degli eterni Con lrsquoavvio della discussione con Bontadini quel tema ndash

e la connessa tesi che lrsquoesperienza non attesta che gli essenti escano dal nulla e vi ritornino ndash

saragrave al centro del Poscritto di Ritornare a Parmenide

Gli ldquoinconvenientirdquo che Bontadini riscontra nella posizione di Severino sono il

contrasto col consensus gentium (quello che una volta era portato tra le ldquoprove di Diordquo) la

Destruktion della storia della filosofia la frantumazione dellrsquoente e in particolare dellrsquouomo

Condividendo con Severino lrsquoassenso a Parmenide e ammettendo il divenire nel senso

nichilistico Bontadini dice di trovarsi preso da unrsquoantinomia lrsquoantinomia tra il responso del

logo e quello dellrsquoesperienza dal quale sente lrsquoobbligo di liberarsene

Egli ritiene di soddisfare a questrsquoobbligo con il teorema di Creazione lrsquoimmobile crea il

diveniente

25 Il breve saggio che contiene tale disputa egrave G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire ndash Una

disputa Morcelliana Brescia 2017

16

Alla contestazione di Severino che se lrsquoessere egrave immobile non si puograve piugrave tornare

indietro e pretendere che il divenire non sia piugrave assurdo quando egrave visto come creato e che se

Dio creasse il divenire creerebbe lrsquoassurdo Bontadini ritiene di dover laquoscagionare Dio da tanta

iatturaraquo26

La contraddittorietagrave che si deve togliere egrave data dalla presenza del negativo del non

Se egrave lasciato a seacute stesso il divenire presenta la sopraffazione del negativo sul positivo il

responso della fenomenologia

Lrsquointervento della metafisica cambia il verdetto dalla vittoria del nulla sullrsquoessere a

quella dellrsquoessere sul nulla Lrsquoannullatore non egrave piugrave il nulla ma lrsquoAtto creatore che egrave identico a

Dio perciograve eterno come Dio e pure positivum Il non ndash questo vuoto che affligge lrsquoessere ndash egrave

colmato compensato bilanciato dal positivo dellrsquoatto creatore il quale non egrave originariamente

diverso dalla realtagrave diveniente anzi potremmo dire sia laquoidentico a Dio nel modo di non

esserloraquo27

La contraddizione non crsquoegrave nel creato percheacute nel creato lagrave dove lrsquoesperienza ci

mostra la ferita della negativitagrave la ragione ci insegna che vige la potenza la positivitagrave del

Creatore (dellrsquoAtto creante che egrave atto puro)28

26 Ivi cit pag 23 27 Ivi cit pag 25

28 Lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete egrave dato dalla necessitagrave (corsivo mio) di sanare la

contraddizione inoculata dal non dal negativo Nella prospettiva della metafisica creazionistica lrsquoandare nel nulla

dellrsquoessere che risulta sul piano fenomenologico egrave risolto nel fare andare nel nulla che egrave in quanto fare un

positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico lt Sia che si tratti del porre o sia che si tratti del

togliere la concezione creazionistica risolve il negativo nel positivo e sopprime per ciograve stesso la contraddizione gt

Ivi cit pag 59

17

Severino da parte sua oltre a ricordare che padre Agostino Gemelli29

nella premessa

alla Metafisica classica e Aristotele aveva perfettamente colto che lrsquoeleatismo del suo scritto

non aveva nulla a che vedere col Principio di Parmenide di Bontadini sottolinea che lrsquoassurdo

nel divenire non egrave che lrsquoente non sia ma che sia il niente a render niente lrsquoente cioegrave che il

niente sia un positivo avente la forza di annullare lrsquoente

Lrsquoallievo quindi si sorprende che il maestro non avverta che nel suo discorso crsquoegrave

almeno lrsquoapparenza della strada che porta dal divenire allrsquoAnnullatore della strada invece che

porta dal divenire al Creatore non crsquoegrave nemmeno lrsquoapparenza

Allrsquoaffermazione di Bontadini che sia innegabile che almeno la presenza cioegrave

lrsquoapparire degli enti diviene nel senso dellrsquouscire e ritornare nel niente ( ciograve che lrsquoapparire egrave

chiamato a testimoniare egrave solo lrsquouscita del laquociograve cheraquo il venir meno del suo esser dentro

lrsquoesperienza) Severino pone allora il quesito questa laquoinnegabilitagraveraquo egrave dovuta a una

dimostrazione (che si fonderebbe sulla struttura originaria del sapere si fonderebbe sul logo) o

a una constatazione (cioegrave qualcosa di constatato che appare appunto nellrsquoesperienza)

29 Padre Agostino Gemelli al secolo Edoardo Gemelli nacque a Milano il 18 gennaio 1878 (m 1959)

religioso medico rettore e psicologo appartenente allrsquoordine francescano dei Frati Minori Proveniente da una

famiglia non praticante e anticlericale cresce in un ambiente agnostico comune alla borghesia dellrsquoepoca Durante

lrsquoanno di volontariato come soldato di sanitagrave frequenta Ludovico Nicchi e per suo tramite un giovane sacerdote

Giandomenico Pini Riprende pratica religiosa nellrsquoaprile 1903 e poco dopo matura la sua vocazione e la relativa

decisione di farsi frate francescano Edoardo diviene frarsquo Agostino Nel 1906 tiene una relazione al convegno

della Fuci dal titolo ldquoI progressi delle scienze biologiche innanzi al pensiero cattolicordquo dove pone con evidenza la

questione dei rapporti fra religione e scienza Si fa strada nella mente del giovane frate lrsquoidea che sia necessario

provvedere alla formazione di un pensiero cattolico moderno coerente con i tempi Nel 1909 fonda la ldquoRivista di filosofia neoscolasticardquo Le sue opere sono il frutto della convinzione profonda che il metodo empirico della

scienza e una fede solida possono arricchirsi a vicenda nella prospettiva di uno sviluppo autenticamente umano e

coerente con la grande tradizione della Chiesa Nel 1921 padre Gemelli ottiene lrsquoapprovazione di Benedetto XV

alla realizzazione dellrsquoUniversitagrave Cattolica del Sacro Cuore che inaugureragrave il 7 dicembre dello stesso anno nella

festivitagrave di SantrsquoAmbrogio con due facoltagrave Filosofia e Scienze sociali Padre Gemelli assume la carica di Rettore

che manterragrave fino alla morte Informazioni raccolte in URL laquowwwsantiebeatiitraquo (fonte riportata

laquowwwunicattitraquo) consultato in data 02072017

18

Il maestro risponde che lrsquoaffermazione del divenire ndash e dellrsquoannientamento ndash siano

opera non del solo logo neacute della sola esperienza ma di entrambi questi fattori della struttura

originaria egrave opera del logo che legge lrsquoesperienza e non puograve che leggerla nel modo suddetto

Lrsquoallievo rincalza facendo notare come sostenendo che lrsquoesistenza dellrsquoannientamento

dellrsquoapparire egrave affermata ad opera insieme dellrsquoesperienza e del logo considerati questi come

organi della Struttura originaria Bontadini tenti di far rientrare in tale struttura la

dimostrazione e il ragionamento errato di presupporre arbitrariamente che il venir meno sia

lrsquoandare nel nulla Inoltre se il logo originario egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come

puograve dire il maestro che il logo cooperi con lrsquoesperienza nellrsquoaffermare che qualcosa si

annienta Se il logo egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come puograve il logo leggere

nellrsquoesperienza lrsquoannientamento di qualcosa

Il maestro sentendosi ldquotirare per i capellirdquo afferma perentorio che

se qualcosa - un eterno ndash esce dallrsquoesperienza allora egrave venuto meno (= andato nel nulla) il suo

esser dentro (se infatti lrsquoesser dentro non fosse caduto allora lrsquoeterno non sarebbe andato fuori) Egrave naturalmente solo lrsquoessere di questo dentro che qui si afferma lrsquoesser venuto meno e non lrsquoessere

dellrsquoeterno che egrave andato fuori30

Agli occhi del discepolo il presupposto rimane il termine laquonon apparireraquo o

laquoscomparireraquo significa egrave inteso anche dal maestro come lo squagliarsi il dissolversi lo

spegnersi lrsquoannientamento dellrsquoapparire Invece lrsquoapparire empirico parziale egrave anche quando

esce dallrsquoapparire trascendentale (o anche egrave anche quando la sua appartenenza eterna al

contenuto dellrsquoapparire trascendentale non appare) Non si annienta neacute lrsquoente che esce

dallrsquoapparire trascendentale neacute il suo esser dentro tale apparire (ossia non si annienta nemmeno

il suo apparire che egrave apparire empirico parziale)

30 Lrsquoessere e lrsquoapparire - Una disputa pag 51 Bontadini in nota a ciograve continua sostenendo che se si

volesse sussumere che lrsquoeterno che egrave andato fuori (dallrsquoapparire) egrave eternamente dentro resta sempre che questo

esser dentro non appare (scompare) e cioegrave che si presenta sia pure ridotto al minimo un non un negativo

insopprimibile senza il quale non si avrebbe la struttura propria dello s-comparire

19

Ciograve che scompare egrave il finito non il trascendentale e il finito egrave sia lrsquoente che scompare

sia il suo apparire sia la relazione del finito col trascendentale (ossia della parte col tutto che

appare)

Una volta che Bontadini31

arriva a riconosce che lrsquoesperienza dello scomparire non egrave

lrsquoesperienza dellrsquoannientamento dellrsquoente che scompare gli rimane ancora da fare un passo

innanzi e riconoscere che anche lrsquoapparire dellrsquoente che scompare egrave un ente che scompare e che

quindi lrsquoesperienza del suo scomparire non egrave esperienza del suo annientamento

31 Il problema del divenire egrave posto e chiamato in causa per mettere a fuoco il senso e la portata

speculativa del principio di non contraddizione Il momentum metaphysicum del divenire egrave nella sua negativitagrave

ossia nel non avere nessuna positivitagrave poicheacute egrave proprio dellrsquoesperienza del divenire il suo continuo laquopassareraquo ad

altro che Bontadini indica con lrsquoespressione formale di laquovenir meno del datoraquo da cui scaturisce la

contraddittorietagrave del divenir che viene chiamata la laquogrande contraddizioneraquo (percheacute ogni altra contraddizione ne

sarebbe una specificazione) La spiegazione della contraddizione pura cioegrave che i molteplici casi di proposizioni in

cui il predicato egrave il termine contraddittorio del soggetto riguardano lrsquoessenza mentre la contraddizione pura

quella del divenire riguarda lrsquoesistenza (contraddizione che il maestro pensa di superare ad opera del Principio di Creazione) LrsquoAutore chiama questo procedere o meglio lo fa corrispondere allrsquoargomento ontologico percheacute

fondato super rationem entis et non entis In realtagrave secondo lrsquoumile avviso di Fabro si tratta di un salto dalla sfera

dellrsquoessenza a quella dellrsquoesistenza nella sfera dellrsquoessenza il divenire egrave contraddittorio e tale rimane nella sfera

dellrsquoesistenza lo sarebbe ma cessa di esserlo grazie alla mediazione del principio di creazione La creazione egrave un

laquoatto dellrsquoImmobile che suscita dal nulla la realtagrave divenienteraquo Il divenire come tale resta sempre nulla nulla di

essere Da questo nulla il divenire egrave liberato dallrsquoAtto creatore cosigrave che la realtagrave del creato egrave tutta insidente

secondo il rapporto stesso di creazione nellrsquoatto creatore tutta compresa in esso Bontadini si sforza di sfuggire

dalla risoluzione panenteistica si sforza di sfuggirle con il semantema del principio di creazione ove perograve non si

tratta di creazione come produzione dellrsquoente dal nulla ma come apparizione dellrsquoessere al nulla del divenire che

continua ad essere nulla in seacute percheacute egrave questa negativitagrave che fa fare il balzo verso lrsquoImmobile La contraddizione

fra il primo principio e la realtagrave constatata del movimento non si pone Di piugrave siffatta convinzione della realtagrave del movimento egrave garantita non a partire dallrsquoesperienza come fatto (dato) incontrovertibile che sta alla base

della riflessione ma dal ricorso alla mediazione dellrsquoesistenza di Dio Fabro precisa come mentre la posizione di

Severino rimanga chiara e divenga sempre piugrave chiara quella del maestro al contrario rimanga ambigua e diventi

sempre piugrave ambigua C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente pag 132-134138 139

20

PARTE PRIMA

LrsquoETERNO

LE PROVE DELLrsquoESISTENZA DI DIO COME PSEUDOPROBLEMA

laquoSi tratta certamente di uno pseudo problema non percheacute lrsquoaffermazione dellrsquoEssere

necessario sia impossibile tale affermazione egrave la stessa veritagrave originaria dellrsquoEssereraquo32

32 E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 40

21

CAPITOLO 1

LrsquoEssere Immutabile

22

I - Dare prova di Dio

Il coro del secondo canto intorno allrsquoara nelle Eumenidi di Eschilo dice che dalla

salute della mente proviene la felicitagrave che egrave cara a tutti e molto ricercata Dalla conoscenza

della veritagrave proviene la felicitagrave del mortale e della polis

Il rapporto tra veritagrave e felicitagrave egrave il tratto essenziale del pensiero greco Dalla filosofia

greca il cristianesimo attinge il significato stesso della parola veritagrave e il Dio della tradizione

cristiana egrave impensabile senza il concetto greco dellrsquoeterno (anche la certezza lrsquoindubitabilitagrave

sono categorie che il cristianesimo ha eredito dal pensiero greco)

Il paradiso cristiano egrave innanzitutto la vita felice nella veritagrave La veritagrave con cui lrsquouomo egrave

giagrave in rapporto nella vita presente si dispiega in modo compiuto nella vita futura Questo modo

di pensare si manifesta nel Proslogion di Anselmo di Aosta nel cosiddetto laquoargomento

ontologicoraquo

Anselmo lrsquoaveva intensamente ricercato un unico argomento che per mostrarsi

probante non avesse bisogno di nientrsquoaltro che di seacute stesso e che da solo fosse capace di

sostenere che Dio esiste veramente Un pensiero capace di mostrare da solo che lrsquoaffermazione

dellrsquoesistenza di Dio egrave veritagrave Da solo cioegrave senza farsi aiutare nemmeno dalla fede cristiana

Da vero filosofo Anselmo dice addirittura che anche se egli non volesse piugrave credere

nellrsquoesistenza di Dio trasgredendo cosigrave quanto gli impone la fede cristiana questo argomento

gli mostrerebbe egualmente lrsquoimpossibilitagrave di negare tale esistenza (si te esse nolim credere

non possim non intelligere ldquoanche se io non volessi credere che tu esisti non potrei non

intenderlordquo non potrei quindi evitare di saperlo con la mia sola ragione)

Lrsquoargomento non ha lo scopo di far nascere la fede Anselmo crede ha fede Ma la fede

non gli basta anche se egrave la fede stessa ad esigere un sapere superiore capace di laquoleggere

dentroraquo (intus) o laquotraraquo (inter) le pieghe delle cose un sapere che sia intel-ligere laquointendereraquo ndash

a differenza della fede che non laquolegge dentroraquo le cose ultime

23

ma le mostra laquoattraverso uno specchio e in enigmaraquo come dice lrsquoapostolo Lrsquoargomento ha bisogno solo di seacute non della fede ma la fede egrave il terreno in cui ci si deve inizialmente trovare proprio per

potersene staccare e sollevarsi al di sopra di esso laquoNon cerco infatti di intendere allo scopo di

credere ma credo allo scopo di intendereraquo (credo ut intelligam)33

Dio egrave presente a chi crede ma Anselmo che crede gli dice laquoIo cerco il tuo voltoraquo che

rimane ancora per lui laquoluce inaccessibileraquo Con lrsquoaudacia fervida del filosofo prega il Dio in

cui crede di fargli vedere la sua luce laquoanche da lontano o dal profondoraquo E lrsquoargomento unico e

potentissimo vera turris eburnea e janua coeli gli si fa incontro con laquocerta veritagrave e con vera

certezzaraquo34

Lrsquoarcivescovo di Canterbury si esprime cosigrave

Volgendo spesso e con impegno il mio pensiero a questo problema a volte mi sembrava di poter

ormai afferrare ciograve che cercavo altre volte invece sfuggiva completamente al mio pensiero fincheacute finalmente disperando di poterlo trovare volli smettere di ricercare qualcosa che era impossibile

trovare Ma quando volli scacciare da me quel pensiero percheacute occupando la mia mente non mi

distogliesse da altri problemi dai quali potevo ricavare qualche profitto allora cominciograve a

presentarsi con sempre maggior importunitagrave [] ma povero me uno dei poveri figli di Eva lontani da Dio che cosa ho cominciato a fare e a che cosa sono riuscito A che cosa tendevo e a che cosa

sono giunto A che cosa aspiravo e di che sospiro [] o Signore tu non solo sei ciograve di cui non si

puograve pensare nulla di piugrave grande (non solum es quo maius cogitari nequit) ma sei piugrave grande di tutto ciograve che si possa pensare (quidam maius quam cogitari possit) [] Se tu non fossi tale si

potrebbe pensare qualcosa piugrave grande di te ma questo egrave impossibilerdquo35

Solo nella vita futura del paradiso la fame saragrave saziata Ma il gaudio in cui entreranno i

beati non saragrave piugrave la semplice fede ma la laquopiena conoscenzaraquo (notitia plena) di Dio che si

manifesteragrave ai loro occhi in tutta la sua ricchezza ora inaccessibile ma con quella stessa veritagrave

con la quale qui sulla terra laquolrsquounico argomentoraquo ha mostrato lrsquoesistenza di Dio

33 E Severino Pensieri sul cristianesimo pag 256-258

34 Ibidem

35 Proemio e nn 1 15 PL 158 223 224 226 235

24

E i beati avranno la ldquovera sicurezzardquo ndash (vera sicuritas) ndash che la loro felicitagrave non verragrave

mai meno (numquam et nullatenus) Godranno tanto quanto ameranno e ameranno tanto

quanto conosceranno

Ma sentendo lrsquoargomento donandogli attenzione bisogna diffidare dalla delusione che

le cose grandi producono nellrsquoascolto affrettato e distratto Dice che Dio egrave laquociograve di cui non si

puograve pensare nulla di maggioreraquo ma se Dio esistesse solo nella nostra mente e non in realtagrave lo

si potrebbe pensare anche reale ma in questo modo avremmo pensato qualcosa di maggiore di

ciograve di cui non si puograve pensare nulla di maggiore Dunque Dio non esiste solo nella nostra mente

Se con la parola ldquoDiordquo si intende il Tutto ciograve che lascia fuori di seacute soltanto il niente

ossia non lascia fuori di seacute niente lrsquoargomento egrave inconfutabile ma in realtagrave non afferma altro

che lrsquoesistenza del Tutto ossia di ciograve che include tutte le cose e che non puograve essere quella parte

del Tutto che egrave il Tutto in quanto esistente soltanto ldquonella menterdquo Anselmo crede invece di

aver dimostrato lrsquoesistenza di ldquoDiordquo ossia di ciograve che differisce da tutte le cose finite divenienti

del mondo

Aristotele aveva presentato lrsquoaffermazione dellrsquoatto puro come risultato di un arduo

processo dimostrativo basato sul principio dellrsquoomne quod movetur ab alio movetur la cui

fondazione egrave esplicita nei libri settimo e ottavo della Fisica Tale fondazione egrave analizzata con

estrema aderenza al testo aristotelico da S Tommaso nel capitolo XIII della Summa contra

gentes Propriamente la fondazione egrave triplice ossia nel testo aristotelico sono rintracciabili piugrave

modi di fondazione di quel principio Nel primo fra i vari modi si sviluppa una prova per

assurdo mostrando la contraddizione che si produce negando il principio in questione

Senoncheacute la prova36

presuppone senzrsquoaltro che se lrsquoente in movimento non egrave mosso da

altro egrave mosso da seacute medesimo mentre egrave appunto questo che si tratta di provare La seconda

prova37

per inductionem egrave la piugrave debole ed egrave superfluo ogni commento

36 Aristotele Fisica Rusconi Libri Milano 1995 Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L

Ruggiu241b

37 Ivi 254b

25

La terza prova38

egrave la piugrave impegnativa e diventeragrave il fulcro della ldquoprima via tomisticardquo

Ma egrave chiaro che anche qui si presuppone ciograve che si deve dimostrare che ciograve che egrave in

movimento egrave mosso

38 Scrive Tommaso nella Summa theologiae laquoLa prima via egrave la piugrave evidente egrave quella che parte dal mutamento []Ora tutto ciograve che muta egrave mosso da altri poicheacute una cosa non muta se non egrave in potenza ciograve a cui

termina mutamento muove invece in quanto egrave in atto Muovere infatti vuol dire dedurre dalla potenza allrsquoattoraquo Il

moto egrave analizzato in quanto passaggio dalla potenza allrsquoatto passaggio che non puograve essere effettuato da ciograve che si

muove percheacute se si muove vuol dire che egrave mosso ed egrave mosso da un altro da chi cioegrave egrave in atto e quindi egrave capace di

operare il passaggio dalla potenza allrsquoatto laquoTutto ciograve che egrave mutevole e defettibile deve essere ricondotto a un

principio immutabile e necessarioraquo

G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985 pag 385

26

II - La realtagrave di Dio e lrsquoIdeale della ragione

Nellrsquoetagrave moderna la causa egrave posta nel sistema ipotetico delle anticipazioni

matematiche la realtagrave viene a coincidere con la certezza soggettiva (nellrsquoetagrave moderna a

dispetto di quella antica che vede lrsquoaffermazione immediata di certezza e veritagrave39

si assiste

allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione di veritagrave e certezza la prima come determinazione oggettiva

la seconda soggettiva) che determina le modalitagrave dellrsquoapparire in base alle ipotesi anticipate

La filosofia moderna egrave preceduta da una vigorosa ripresa dello scetticismo tradizionale

ma soprattutto dallrsquoaffacciarsi di una nuova forma di pensiero che normalmente ci si rifiuta di

qualificare come scetticismo e che tuttavia sviluppa una delle critiche piugrave radicali rivolte

allrsquoepisteacuteme greca la scienza moderna

Come la fede cristiana si propone in alternativa alla ragione greca di essere la luce

autentica che illumina il senso della vita dellrsquouomo cosigrave la scienza moderno propone un nuovo

concetto di ragione Essa non piugrave lrsquoaristotelica theorigravea40

39 Dicendo che la filosofia antica egrave affermazione di tale immediata identitagrave di certezza e veritagrave non si

intende sostenere che ogni forma della filosofia antica sia affermazione di tale identitagrave ma che lrsquoatteggiamento

predominante del pensiero antico e medioevale egrave caratterizzato da questa affermazione Le eccezioni notevoli

sono la sofistica lo scetticismo e tutte le forme di cristianesimo che hanno riconosciuto unicamente alla fede

negandola alla ragione la capacitagrave di cogliere il senso ultimo dellrsquoesistenza dellrsquouomo

40 lt Stupirsi egrave possibile solo di fronte allrsquoincomprensione del sorprendente Per superare questa

incomprensione lrsquouomo incomincia a riflettere La riflessione su quanto stupisce egrave puro theoregravein egrave desiderio di

vedere (theagraveomai) di comprendere percheacute qualcosa in generale sia e sia cosigrave come si manifesta Questo vedere

che indaga sollecitato dallo stupore egrave il vedere tipico della filosofia in quanto epistegraveme theoretikegrave il suo theoregravein egrave senza scopo prescinde da qualsiasi intenzione egrave puro amore dellrsquointendimento [] La scienza non vive lo

stupore teoretico il suo pensiero egrave disincantato il suo intento egrave di ricondurre ogni cosa alla sua causa in modo che

ogni evento non stupisca ma si lasci in qualche modo prevedere come qualsiasi effetto in presenza della causa []

il concetto greco di theorigravea ha continuato a vivere nel concetto cristiano di contemplatio ma limitatamente alla

conoscenza di Dio Il mondo non egrave da contemplare ma da utilizzare che si attenesse esclusivamente al mondo

(contentus mundi) perderebbe di vista Dio (non cognoscit Deum) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il

tramonto dellrsquoOccidenterdquo EST il Saggiatore Milano 1996 pag4142

27

ma un sapere operativo e pratico41

Per i fondatori della scienza la scienza della natura era la via verso Dio Copernico

Keplero Galileo Newton erano convinti che Dio avesse concepito il mondo matematicamente

e che quindi leggendo il libro della natura in analogia con la Bibbia si potesse conoscere

Dio42

Bacone43

criticando fortemente le teorie platonico-aristoteliche in quanto sterili

speculazioni fini a seacute stesse dovute allo sforzo presuntuoso dei due filosofi di trarre la

conoscenza della natura delle cose dalla propria mente (deduzione) invece di cercarla nel libro

della natura (induzione) aveva auspicato a rileggere con umiltagrave e con una certa riverenza il

libro del creato

41 Dire che la scienza si attiene solo ai dati di fatto significa semplicemente che la scienza considera reale

solo ciograve che si dagrave nelle modalitagrave attese da quel fare operativo che egrave proprio delle ipotesi Come laquoteoria del realeraquo

la scienza non contempla il reale ma controlla se il reale osserva le ipotesi anticipate se il reale corrisponde al

trattamento a cui egrave stato sottoposto dalle ipotesi Lrsquoesperimento si differenzia dalla semplice osservazione percheacute

non si limita a considerare il comportamento delle cose ma verifica la loro rispondenza alle ipotesi che

matematicamente sono state su di esse anticipate Lrsquoesperimento egrave il rendiconto della ragione ciograve in cui si verifica

la validitagrave delle sue anticipazioni razionali e lrsquoempirismo che lo esprime si presenta come quella ricerca che

assume la ragione come misura del proprio incedere Nellrsquoesecuzione dellrsquoesperimento la ragione indica la

direzione e pone le condizioni sotto le quali qualcosa deve essere esperito per cui ciograve che si osserva non egrave la cosa

nel suo libero offrirsi ma la cosa nel suo corrispondere allrsquoipotesi che la ragione ha anticipatamente formulato di

essa lt La scienza prescinde cioegrave sia dalla metafisica sia da ogni rivelazione soprannaturale Anche la fisica aristotelica egrave considerazione della natura ma ciograve che tale fisica afferma della natura non egrave ottenuto prescindendo

metodicamente dalla relazione della natura con la totalitagrave dellrsquoente Questo non significa che la scienza moderna

neghi lrsquoesistenza di ogni realtagrave non naturale si limita a prescinderne gt E Severino La filosofia moderna Rizzoli

Milano 1984 pag27

42 lt Ma nella coscienza popolare quando Copernico e i suoi successori persuasero il mondo che siamo

noi che ruotiamo mentre le stelle non si curano della nostra terra quando apparve inoltre che la nostra terra egrave

piccola a paragone di molti dei pianeti e che questi sono piccoli rispetto al sole quando il calcolo e il telescopio

rivelarono la vastitagrave del sistema solare della nostra galassia e finalmente dellrsquouniverso delle innumerevoli

galassie divenne sempre piugrave difficile credere che un rifugio cosigrave remoto ndash come sembrava la terra ndash potesse avere

lrsquoimportanza che ci si sarebbe potuti attendere dalla dimora dellrsquouomo se lrsquouomo avesse avuto il significato

assegnatogli nella teologia tradizionale gt B Russel Religion and Science Prefazione G Giorello Traduzione di P Vittorelli Scienza e religione TEA Milano 2014 pag19

43 Lrsquoidea di progresso egrave riconducibile alla lt critica baconiana alla filosofia antica in quanto

contemplazione sterile e infeconda incapace di elevarsi allrsquooperativismo attuoso che migliorando le condizioni di

vita consente un effettivoprogresso dellrsquoumanitagrave alla stessa idea si riconduce il primato dellrsquoinduzione che in

Bacone non egrave il primato di un metodo ma di una mentalitagrave la mentalitagrave che alla sistemazione delle veritagrave giagrave

trovate (deduzione) preferisce la scoperta di nuove veritagrave (induzione) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il

tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 66

28

Per Cartesio44

il cogito ha nellrsquoesistenza di Dio il suo fondamento In ognuno di noi crsquoegrave

unrsquoidea di sostanza infinita eterna immutabile indipendente onnisciente onnipotente e

creatrice di tutte le altre cose Dio La realtagrave oggettiva di questa idea egrave un effetto che implica

dunque lrsquoesistenza di una realtagrave che contenga realmente la quantitagrave che egrave contenuta

oggettivamente in tale idea Lrsquo idea di Dio implica necessariamente che oltre alla realtagrave in cui

io consisto esiste realmente la sostanza infinita Non solo ma la possibilitagrave che la realtagrave in seacute

mi sia assolutamente ostile e mi inganni anche in ciograve che mi appare piugrave evidente la possibilitagrave

dunque di un Dio onnipotente ingannatore sussiste sole nella misura in cui ignoro che la realtagrave

perfetta di Dio esiste45

Se tale Realtagrave esiste essa non puograve ingannarmi ndash percheacute lrsquoinganno egrave

sintomo di impotenza e imperfezione ndash ma mi svela la natura dellrsquouniverso extramentale

Lrsquoargomento con il quale Cartesio dimostra lrsquoesistenza di Dio sia pure articolato nel

contesto specifico del suo pensiero egrave sostanzialmente riconducibile allrsquoargomento ontologico

di Anselmo drsquoAosta

44 La radicalitagrave della critica cartesiana avvolge tanto la filosofia tradizionale quanto la scienza moderna

appena nata e persino le scienze matematiche lt Non si comprende quindi il senso della nascita della filosofia

moderna ci si ferma cioegrave alla facciata della casa quando si continua a ripetere che nellrsquoetagrave moderna la filosofia

presa da ammirazione o da invidia per i successi della nuova scienza ne abbia voluto adottare il metodo Cartesio

intende cosigrave poco lasciare che la nuova scienza condizioni il pensiero filosofico che anzi mette in questione

perfino la veritagrave della conoscenza matematica cioegrave dello strumento che per Galilei ha la capacitagrave di cogliere la

struttura della realtagrave naturale esterna e indipendente dalla nostra mente gt E Severino La filosofia moderna

pag51 Con Cartesio la filosofia moderna si addossa il compito di ricominciare da capo la costruzione dellrsquoepisteacuteme in

modo che essa possa porsi nuovamente al di sopra di quella scienza che egrave riuscita a pregiudicare lrsquoequilibrio della

forma tradizionale del pensiero filosofico

45 La prima veritagrave per Cartesio egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza dellrsquoio pensante cioegrave della res cogitans

lt Ma Cartesio a differenza della filosofia premoderna mette in questione lrsquoesistenza dellrsquoente esterno allrsquoio

pensante e applica il principio di causalitagrave esclusivamente a quellrsquoente che egrave la realtagrave contenuta e manifesta nel

pensiero gt Ivi pag71

29

Ed egrave appunto da tale argomento che incomincia la filosofia di Spinoza lrsquoEnte

sommamente perfetto non puograve avere le proprietagrave che il pensiero cristiano attribuisce a Dio laquoDi

nessuna cosa possiamo essere certi quanto dellrsquoesistenza dellrsquoEnte assolutamente infinito e cioegrave

perfetto che egrave Dioraquo46

percheacute la sua essenza implica necessariamente lrsquoesistenza e pertanto

toglie ogni motivo di dubitare della sua esistenza47

Quindi possiamo notare come le due

qualitagrave fondamentali della ldquovera e certa scienzardquo cartesiana ndash lrsquoindubitabilitagrave dellrsquoio e

lrsquoindubitabilitagrave di Dio ndash diventano un tuttrsquouno In ciograve che Spinoza chiama ldquoscienza intuitivardquo

ciograve di cui siamo piugrave certi egrave lrsquoesistenza di Dio Dio egrave il contenuto immediato del nostro pensiero

Spinoza indica con il termine ldquoSostanzardquo lrsquoEnte assolutamente perfetto e infinito la cui essenza

implica necessariamente lrsquoesistenza ossia non puograve essere concepito se non come esistente La

Sostanza esiste in seacute stessa non in virtugrave di una realtagrave precedente ed egrave la stessa totalitagrave

dellrsquoente che non lascia fuori di seacute nulla

46 B de Spinoza Etica Universale Bollati Boringhieri Torino1992 Proposizione 11 Scolio pag14

47 lt Forse tuttavia molti non potranno constatare facilmente lrsquoevidenza di questa dimostrazione per

essersi assuefatti a contemplare solo quelle cose che procedono da cause esterne e da quelle cose che sono

prodotte rapidamente cioegrave che facilmente esistono vedono anche che rapidamente periscono e giudicano al

contrario come cose piugrave difficili a farsi cioegrave non tanto facili a esistere quelle a cui concepiscono appartenere piugrave

cose [] io qui non parlo delle cose che sono prodotte dalle cause esterne bensigrave delle sole sostanze che non

possono essere prodotte da nessuna causa esterna gt Ibidem

30

Tutto ciograve che egrave egrave in Dio e tutto ciograve che egrave non puograve essere concepito senza Dio Dio non

egrave il mistero lrsquoineffabile il trascendente il soprannaturale ma egrave la stessa veritagrave originaria48

Per Leibniz egrave una veritagrave originaria la ldquoveritagrave di ragionerdquo che nellrsquoargomento

ontologico egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza di Dio Esso egrave la ragion sufficiente delle ldquoveritagrave di

fattordquo la monade suprema la Sostanza perfetta e infinita che contiene in seacute tutta la realtagrave

possibile e che mantiene allrsquointerno del proprio dominio tutto ciograve che creando essa rende da

possibile reale

Ad Anselmo ma anche a Tommaso Cartesio Spinoza Leibniz Immanuel Kant

avrebbe risposto allrsquointerno della Critica della Ragion Pura49

Dio egrave un ideale della ragione

Il suo oggetto egrave lrsquoente originario (ens originarium) in quanto non ha nulla sopra di seacute

prende il nome di ente supremo (ens summum) e in quanto tutto come condizionato sta al di

sotto di tale ente questrsquoultimo si chiama lrsquoente di tutti gli enti (ens entium)50

48 Agli occhi di Spinoza laquoil modo in cui Cartesio intende Dio e il rapporto tra Dio e lrsquouomo egrave ancora

troppo gravato da un antropomorfismoraquo e ad esso il filosofo rivolge una critica intransigente a tutte le forme presenti nella Bibbia che alterano il concetto di Dio lt che pregiudica la purezza della razionalitagrave del reale [] il

ldquoDio veracerdquo di Cartesio mantiene ancora quel carattere di ldquoDio ingannatorerdquo dal quale Cartesio crede di essersi

definitivamente liberato[] la separazione reale tra Dio e lrsquouomo rende estrinseca la presenza della razionalitagrave

nella conoscenza umana e quindi pregiudica la possibilitagrave dellrsquoaccordo tra conoscenza e realtagrave esterna In Cartesio

lrsquoio egrave res cogitans e la realtagrave res extensa Dio egrave il nesso il mediatore lrsquoelemento unificatore tra lrsquoio e il mondo

corporeo [] Per Spinoza invece Dio stesso egrave res cogitans e insieme res extensa Il pensiero e lrsquoestensione la

cui concordanza deve essere fondata sono due attributi diversi in cui si esprime la stessa Essenza assoluta della

Sostanza gt E Severino La filosofia moderna pag 99

49 Parte II Dialettica trascendentale libro II- Capitolo III- Sez II Mi riferisco alla I edizione Gli Adelphi

Introduzione traduzione e note di G Colli Milano 1995 50 Ivi pag 608

lt Il cammino naturale della ragione si svolge con tale processo innanzitutto essa si convince dellrsquoesistenza di un

essere necessario (lsquoingannatarsquo dal concetto di casualitagrave operante nella nostra conoscenza a priori dei fenomeni) e a

tale ente riconosce poi unrsquoesistenza incondizionata Essa cerca in seguito il concetto di ciograve che egrave indipendente da

ogni condizione e lo trova in ciograve che egrave esso stesso la condizione sufficiente di tutto il resto ossia in ciograve che

contiene ogni realtagrave Il tutto senza limiti peraltro egrave veritagrave assoluta e porta con seacute il concetto di un ente unico cioegrave

dellrsquoente supremo e la ragione conclude dunque che lrsquoente supremo in quanto fondamento originario di tutte le

cose esiste in modo assolutamente necessario gt Ivi cit pag 614-615

31

Tre prove afferma Kant sono possibili per dimostrare lrsquoesistenza di Dio in base alla

ragione speculativa una fisico-teologica una seconda cosmologica e la terza la prova madre

alla quale le atre due ritornano dopo un tentativo di esserne indipendenti nella loro

dimostrazione quella ontologica Ma nessuna strada neacute quella empirica neacute quella

trascendentale potranno condurre alla dimostrazione di Dio La ragione ha formato un concetto

a priori di una cosa ed ha creduto di poter dedurre da ciograve con sicurezza che in quanto

allrsquooggetto di questo concetto tocca necessariamente lrsquoesistenza

Questo perograve non toglie lrsquoimportanza e la grandezza a tale ideale51

Non quindi la persona di Cristo ma lrsquoidea Christi egrave il fulcro della concezione kantiana

di Cristo unrsquoidea che ciascuno porta in seacute come lrsquoideale piugrave alto vero e proprio laquoDio con noiraquo

Ma la lsquorivoluzione copernicanarsquo operata dal filosofo tedesco sta nellrsquoammissione che il

sapere universale e necessario (lrsquoepisteacuteme) e quindi a priori richieda che non sia piugrave la

conoscenza umana a regolarsi sulla natura degli oggetti ma allrsquoopposto che siano gli oggetti a

regolarsi sulla natura della conoscenza umana

51 Allrsquointerno dei laquoLavori preparatoriraquo a La religione entro i limiti della semplice ragione il filosofo

scrive lt Quando mi viene posto di fronte che un essere che egrave in possesso della piugrave alta felicitagrave si sottomette alla

piugrave profonda miseria per far partecipare delle creature meritevoli di castigo a questa felicitagrave io mi sento portare alla piugrave grande venerazione e riconoscenza a suo riguardo Ma non appena credo che ciograve sia per me un guadagno

che mi autorizza a non soddisfare io stesso alla eterna giustizia ricado nella bassezza dellrsquoasservimento Quando

perograve la ragione mi dice che questo essere deve servirmi in effetti come esempio per elevarmi allo stesso suo livello

di moralitagrave e che io devo trovare in me la disposizione a divenire come egli egrave ciograve talmente sollevante per lrsquoanima

che tutta la debolezza della mia natura scompare tanto da esser in grado di entusiasmarmi per tale idea Questo

Dio in noi egrave quello di fronte a cui si piega ogni ginocchio sulla terra gt Lavori presenti in Scritti di filosofia della

religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989 pag 87-124

32

Kant afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave della conoscenza del noumeno della cosa

in seacute Afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave di una metafisica come scienza

la ragione vede solo ciograve che essa produce col suo proprio disegno e che deve forzare la natura a

rispondere alle sue domande e non lasciarsi guidare da essa con le sue redini [] deve comportarsi

non come scolaro che si lascia dire tutto ciograve che piace al maestro ma come giudice che costringe i testimoni a rispondere alle domande che egli ha loro rivolto

52

Lrsquoidea dellrsquoessere assolutamente incondizionato lrsquoidea trascendentale di Dio

appartiene allrsquoessenza della ragione umana e drsquoaltra parte la ragione non puograve stabilire alcuncheacute

intorno alle cose in seacute stesse e non puograve quindi trasformare in una cosa in seacute il contenuto di

quellrsquoidea Essa ha perograve la funzione fondamentale di impedire che qualsiasi contenuto

dellrsquoesperienza venga considerato come lrsquoincondizionato

La natura egrave un insieme di condizioni che per quanto a fondo si possa andare nella loro

conoscenza hanno sempre al di lagrave di seacute lrsquoincondizionato e dallrsquoaltro proibisce di considerare

lrsquoincondizionato come cosa in seacute

Egrave certamente contraddittorio negare in un giudizio analitico che il predicato non

convenga al soggetto ma non egrave contraddittorio negare lrsquoesistenza del soggetto insieme a tutti i

suoi predicati

52 Critica della ragion pura pag 18-19

33

Come giagrave aveva rilevato Hume53

non vi egrave alcuna cosa tale che la negazione della sua esistenza

implichi contraddizione Il rapporto causale non egrave contenuto dellrsquoesperienza

Questrsquoultima egrave in grado di attestare solo un rapporto di successione tra due fenomeni

non un rapporto di dipendenza necessaria Gli enunciati causali sono solo il frutto di quella

credenza che nasce in presenza del ripetersi costante della successione empiricamente attestata

Lrsquoordine causale dellrsquouniverso altro non egrave se non il riflesso dellrsquoordine temporale della nostra

esperienza

53 Lrsquoatteggiamento di pensiero inaugurato da Locke giunge alla sua espressione piugrave rigorosa in David

Hume ossia nellrsquoempirismo radicale Se il fondamento di tutti i ragionamenti intorno alla realtagrave egrave il principio di

causalitagrave e se tale principio deve avere il suo fondamento nellrsquoesperienza e quindi egrave soltanto una congettura priva

di necessitagrave e universalitagrave appare chiaro come la ragione possa avere come contenuto reale solo quello che per Cartesio era il punto di partenza della ragione ossia il contenuto immediato della mente lrsquoindubitabilitagrave delle

nostre percezioni Ogni credenza metafisica egrave priva di valore razionale E anche ogni conoscenza scientifica Con

lrsquoavvertenza che la scienza a differenza della metafisica ha una utilitagrave pratica che la rende indispensabile lt

Hume mostra che come la mente non possiede alcuna idea di ldquocausardquo ldquoeffettordquo ldquoconnessione necessariardquo

ldquoforzardquo ldquopotererdquo e che queste parole sono completamente sprovviste di senso altrettanto accade per ciograve che viene

chiamato ldquosostanzardquo []soltanto una parola sprovvista di senso (appunto percheacute non riconducibile allrsquoesperienza)

gt E Severino La filosofia moderna cit pag 143

34

III - La logica esposizione di Dio e la sua morte

Lrsquoidealismo supereragrave lrsquoopposizione di certezza e veritagrave essa saragrave lrsquoaffermazione

mediata dellrsquoidentitagrave di veritagrave e certezza54

Il fenomeno cioegrave la realtagrave che appare allrsquointerno

della coscienza epistemica non egrave piugrave qualcosa di semplicemente soggettivo ma egrave la stessa

realtagrave in seacute stessa che appare e lrsquoapparire egrave inteso come pensiero o atto nel quale soltanto ogni

cosa puograve esistere

LrsquoAssoluto non esiste altrove che in questo mondo ossia nella realtagrave dellrsquoesperienza

nella realtagrave che egrave il contenuto del pensiero

In Hegel lrsquoEssenza assoluta egrave il senso il significato del Tutto sigrave che ogni cosa che

esiste egrave una forma di rispecchiamento e di individuazione dellrsquoEssenza assoluta Nelle Lezioni

Hegel afferma che

Questa apparizione di Dio nella carne avviene in un determinato tempo e in un individuo Poicheacute

essa egrave apparizione passa e diviene storia Questo modo sensibile deve scomparire ed elevarsi nellrsquoambito della rappresentazione La formazione della comunitagrave ha come suo contenuto che la

forma sensibile trapassa in un elemento spirituale

54 lt Altro egrave riconoscere immediatamente la veritagrave in ciograve che sta davanti altro egrave rendersi consapevoli che

ciograve in cui si pone la veritagrave egrave questo mondo esterno Questo egrave ciograve che compie la filosofia tradizionale [] In questa

prima fase della coscienza non crsquoegrave posto per il dubbio che pone la dicotomia tra certezza e veritagrave Questa

dicotomia egrave costituita dalla filosofia moderna [] Lrsquoidealismo segna la riunificazione dei due termini Identitagrave

dunque daccapo di certezza e veritagrave ma non piugrave nel senso che la veritagrave sia intesa come svincolabile dalla certezza ma nel senso che essendo i due termini identici proprio per questo si implicano necessariamente lrsquoun

lrsquoaltro []Noi diciamo che lrsquoidealismo consente di guardare la filosofia greca con occhi ben diversi da quelli di un

fenomenista o di un gnoseologista Dal punto di vista del momento antitetico si deve certo dire che la filosofia

greca egrave un realismo ingenuo ma questa squalifica viene condotta dal punto di vista di una coscienza che egrave essa

stessa dialettizzabile dialettizzata da un piano superiore di coscienza che egrave appunto quella sintetica quella

idealistica che non vede piugrave nellrsquoatteggiamento realistico la negazione della veritagrave ma piuttosto la veritagrave che

ancora non sa il proprio valore gt Id Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010 cit pag 98-99

35

E ancora

Con ciograve egrave espressa la coscienza che lrsquouomo il finito ciograve che egrave fragile la debolezza il negativo

sono pure un momento divino che tutto ciograve egrave in Dio e che la finitezza la negativitagrave lrsquoalteritagrave non

sono fuori di Dio e che lrsquoalteritagrave non egrave un ostacolo per lrsquounitagrave con Dio E lrsquoalteritagrave il negativo egrave conosciuto come momento della stessa natura divina Qui egrave contenuta la piugrave alta idea dello Spirito

[hellip] La veritagrave cui gli uomini sono giunti per mezzo di questa storia quello di cui essi sono divenuti

coscienti in tutta questa storia egrave che lrsquoidea di Dio egrave divenuta per essi una certezza che lrsquouomo ha raggiunto la certezza della sua unitagrave con Dio

55

Ossia la sua veritagrave

La logica egrave il regno della ragione questo regno egrave la veritagrave come essa egrave in seacute e per seacute

senza velo Questo contenuto egrave la esposizione di Dio comrsquoegli egrave nella sua eterna essenza prima

della creazione della natura e di uno spirito finito

La filosofia di Hegel egrave la piugrave alta forma raggiunta dal sapere incontrovertibile56

della

filosofia greca e un ritorno ad essa lrsquouniverso proviene dallrsquoAssoluto e ad esso ritorna con la

differenza che la circolaritagrave dellrsquoidealismo non riguarda piugrave il movimento fondamentale della

realtagrave esterna al pensiero ma il movimento fondamentale di quellrsquounica realtagrave che egrave il pensiero

stesso Lrsquoassoluto non tollera oltre a seacute unrsquoaltra realtagrave percheacute unrsquoaltra realtagrave oltre lrsquoassoluto

sarebbe una realtagrave limitante lrsquoassoluto e quindi questo come realtagrave limitata non sarebbe piugrave

lrsquoassoluto La produzione dellrsquoessere diventa lrsquoautoproduzione del pensiero che pone il proprio

contenuto come totalitagrave dellrsquoessere

55 GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll Zanichelli Bologna 1974

56 Dopo Hegel contro questa gigantesca e grandiosa volontagrave di veritagrave che anima lrsquoepisteacuteme si sono

rivolte tutte le forze che dominano la moderna civiltagrave occidentale il cristianesimo che non intende lasciare alla

filosofia lrsquoultima parola sul senso del mondo lrsquoeconomia borghese alla quale la filosofia non serve per

lrsquoincremento indefinito della produzione e del profitto la scienza moderna che invece consente la costruzione

degli strumenti che non solo promuovono lrsquoespansione economica ma ormai il dominio dellrsquouniverso ma

anche lo stesso pensiero filosofico

36

Lrsquoidealismo pone lrsquoequazione tra uomo e Dio percheacute il mondo dellrsquoal di lagrave cioegrave il

mondo di una realtagrave indipendente ed esterna rispetto al pensare egrave lrsquoassurdo Lrsquoatto di pensare egrave

la coscienza che lrsquoassoluto ha di seacute stesso la coscienza umana egrave la stessa coscienza che Dio ha

di seacute medesimo che la realtagrave assoluta ha di seacute medesima57

In conformitagrave al criticismo kantiano per il quale ogni spiegazione razionale degli eventi

egrave applicabile esclusivamente allrsquointerno dellrsquoesperienza per Schopenhauer la Volontagrave come

cosa in seacute esistente al di lagrave dei fenomeni sta al di lagrave anche di ogni spiegazione razionale non

ha senso chiedersi percheacute esista da dove venga dove vada Inoltre la filosofia non puograve

divenire teologia e considerare il Nulla (relativo) come lrsquoassoluta divina positivitagrave58

57 lt Hegel infatti disancora lrsquoessenza ontologica dellrsquouomo il suo originario rapportarsi allrsquoessere dalla

sua finitezza in cui vede un impedimento allrsquoincondizionato spiegamento dellrsquoattivitagrave pensante ed eliminando la

cosa in seacute risolve lrsquoessere nellrsquoenunciazione sistematica della totalitagrave degli enti ad opera della coscienza In questo

modo Hegel porta a compimento nella sua ragione assoluta quello che era lrsquointento nascosto della ragione

moderna a partire da Cartesio fare dellrsquouomo la misura di tutte le cose e dellrsquoessere nientrsquoaltro che lrsquoesplicitazione

della sua coscienza gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag106

58 Nel pensiero di Schopenhauer lt rimane lrsquoambiguitagrave del modo in cui viene inteso lrsquoessere se lrsquoessere egrave

la stoffa la materia per cosigrave dire del Tutto e se la Volontagrave egrave ldquolrsquointimo essere del Tuttordquo allora al di fuori della

Volontagrave crsquoegrave solo il niente assoluto e lrsquoascesi ndash che dovrebbe liberare dal terrore per il niente assoluto che corrode la vita ndash sarebbe il piugrave radicale sprofondarsi nel niente assoluto e non avrebbe piugrave senso parlare di una salvezza

dal niente e dalla Volontagrave di vivere [] la tematica del Nulla inteso come la salvezza ripropone il quadro della

teologia negativa (dalla teologia cioegrave che si rapporta al Divino non attribuendogli qualcosa ma liberandolo da

tutte le qualifiche inevitabilmente mondane con cui lo si vorrebbe definire) Non egrave un caso che nel pensiero di

Nietzsche la critica radicale di ogni teologia e di ogni metafisica si unisca allrsquoespulsione di due concetti tipici della

filosofia di Schopenhauer il concetto dellrsquoorrore per la volontagrave di vita e il concetto del Nulla come termine

dellrsquoascesi gt E Severino La filosofia contemporanea Rizzoli Milano 2000 pag 34

37

Il mondo egrave una mia rappresentazione ecco una veritagrave valida per ogni essere vivente e

pensante [] egli sa con chiara certezza di non conoscere neacute il sole neacute la terra ma soltanto

un occhio che vede un sole e una mano che sente il contatto drsquouna terra egli sa che il

mondo circostante non esiste se non come rappresentazione cioegrave sempre e soltanto in

relazione con un altro essere con il percipiente con lui medesimo59

La rappresentazione egrave il mascheramento razionale della volontagrave Ciograve che appare come

ragionevole egrave semplicemente volontaristico

La ragione egrave inganno percheacute fa apparire come ordine deliberatamente conquistato ciograve

che egrave semplicemente espressione di unrsquoinsopprimibile volontagrave di vita

La rappresentazione del mondo regolata dal principio di ragion sufficiente dellrsquoessere

del conoscere del divenire e dellrsquoagire che tutto coordina secondo necessitagrave egrave fenomeno nel

senso di apparenza illusione sogno il noumeno la vera realtagrave che si nasconde dietro il sogno

e lrsquoillusione egrave la volontagrave che irriducibile alla ragione si sottrae ad ogni necessitagrave sia logica sia

fisica sia matematica anzi della ragione si serve come della propria maschera

Il trionfo della ragione elaborato dalla filosofia hegeliana trova il suo rigoroso

ridimensionamento nel pensiero di Nietzsche60

che riconduce la mediazione razionale e la

sintesi dialettica tra gli ideali non reali Ogni sintesi logica operata dalla ragione nel tentativo

di comporre i fenomeni in determinate categorie egrave volontagrave di potenza che vuole la riduzione

degli enti nello schema prestabilito

Cogliere nella volontagrave di potenza lrsquoessenza di quanto finora era chiamato razionale

significa liquidare lrsquoidea di una sostanza del mondo e quella del suo Soggetto creatore da cui

dedurre la catena causale

59 Arthur Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di G

Brianese La Nuova Italia Editrice Scandicci (Firenze) 1998 pag 15

60 Allievo dellrsquoeducatore Schopenhauer Cfr F Nietzsche Schopenhauer come educatore trad italiana di

M Montinari in Opere di Friedrich Nietzsche vol III Adelphi Milano 1982

38

Il ldquosuperuomordquo61

supera lrsquouniversalitagrave ideale dellrsquouomo espressa scientificamente dalla

coscienza in generale ed esistenzialmente dalla prepotenza della ragione

Il superuomo non egrave oltre lrsquouomo percheacute piugrave universale ma esattamente allrsquoopposto il

superuomo supera appunto laquolrsquoastratta universalitagrave dellrsquouomo e la sua prepotenza mediante

lrsquoesercizio di quella volontagrave di potenza che gli consente di desituarsi da quella situazione di

impotenza in cui egrave ridotto dalla prepotenza dallrsquoidea astrattaraquo62

La soggettivitagrave ha preso il posto dellrsquoessere le cose sono in quanto appaiono al

soggetto il loro essere si risolve nel valore che a loro compete in quanto valutate dalla visione

che ordina allinea pone e dispone laquoSotto lrsquoapparente disinteresse della ragione che procede

more mathematico Nietzsche scopre quella volontagrave di potenza che anima la metafisica

soggettivistica dellrsquoOccidente dal tempo dellrsquoidegravea al tempo della scienzaraquo63

Dio non egrave per nulla causa ma semplicemente effetto della volontagrave di potenza che

protesa al dominio dellrsquoente ha costruito Dio e i valori che lungi dallrsquoessere degli

incondizionati sono condizioni percheacute la volontagrave possa volere seacute stessa

La proclamazione della morte di Dio significa che Dio egrave morto percheacute non viveva da seacute

ma in quanto era semplicemente voluto dalla volontagrave di potenza

Heidegger afferma come laquodi fronte a questo Dio lrsquouomo non puograve pregare non puograve

nemmeno presentargli offerte Di fronte al Dio causa sui lrsquouomo non puograve cadere in ginocchio

per reverenza e nemmeno cantare e danzare Il pensiero senza Dio che deve sacrificare il Dio

della filosofia egrave forse piugrave vicino al Dio divinoraquo64

61 lt Allrsquoente supremo della metafisica dellrsquoOccidente Nietzsche sostituisce il supremo gioco dellrsquoessere

in cui gli enti non sono causati ma compaiono per caso ossia ac-cadono (casum) senza lasciarsi pre-vedere o pre-

comprendere da alcuna ragione gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 219

62 Ivi pag195

63 Ivi pag197

64 Martin Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N Curcio

Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009 pag 70

39

La ldquomorte di Diordquo egrave la morte della ldquoveritagrave unica e incontrovertibilerdquo alla quale sono

state tolte le vesti dellrsquoimmutabilitagrave65

Egrave la morte inevitabile perentoria ineludibile inevitabile della veritagrave necessaria del

suo carattere incontrovertibile Il tramonto degli immutabili egrave insieme lrsquoavvento e la

dominazione della civiltagrave della tecnica66

E la tecnica scientifica che afferma Russell la

scienza ha contribuito a promuovere pur differenziandosene67

laquohellipincoraggia lrsquoabbandono

della ricerca della veritagrave assoluta e la sostituzione di quella che puograve essere definita una veritagrave

ldquotecnicardquo che appartiene a qualunque teoria possa venire applicata utilmente nelle invenzioni o

nella previsione del futuroraquo68

Quindi il carattere assoluto del sapere viene ldquoconcessordquo solo alle veritagrave di fede e solo

per questo la scienza riesce a dominare la natura abbandonando il tentativo della metafisica di

porsi come sapere incontrovertibile

65 lt Zarathustra insegna soltanto che i creatori sono gli uomini non Dio Se Dio esistesse lrsquouomo non

potrebbe crearehellipLrsquouomo puograve ora concretamente accingersi alla creazione del superuomo La biologia e la

cibernetica si muovono appunto in questa direzione gt E Severino Essenza del nichilismo pag 149h

66 lt Leopardi egrave il primo pensatore dellrsquoetagrave della tecnica e insieme egrave il pensatore del compimento di questa

etagrave Non solo pensa per la prima volta in modo esplicito allrsquoinizio dellrsquoetagrave della tecnica che la veritagrave non puograve

essere il rimedio del dolore ma pensa la condizione dellrsquouomo quale dovragrave apparire al compimento del tentativo

di porre la scienza e la tecnica come rimedio al dolore gt Id Il nulla e la poesia Alla fine dellrsquoetagrave della tecnica

Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2004 pag14 lt Mostrando lrsquoinevitabilitagrave del tramonto della tradizione

occidentale Leopardi mostra dunque che il contenuto della veritagrave egrave lrsquoannientamento e lrsquoannientabilitagrave di ogni cosa

e che quindi la veritagrave non egrave il rimedio ma allrsquoopposto la radice dellrsquoangosci Il rimedio per chi ha paura egrave la dimenticanza della veritagrave ndash sempre meno realizzabile nel tempo della ragione e della tecnica gt Id Cosa arcana e

stupenda Lrsquooccidente e Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2006 pag 8

67 B Russell Scienza e religione pag 177-178

68 E ancora lt Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica percheacute pretende di incarnare una

veritagrave eterna e assolutamente certa mentre la scienza egrave sempre sperimentale pronta ad ammettere presto o tardi la

necessitagrave di mutamenti alle sue attuali teorie e consapevole che il suo metodo egrave logicamente incapace di portare a

una dimostrazione completa e definitiva gt Ivi pag 12-13

40

Pur di riuscire nella trasformazione del mondo la scienza accetta e sopporta che il

proprio sapere sia ipotetico la metafisica purcheacute il proprio conoscere non fosse ipotetico

accettava e sopportava di essere una pura contemplazione della realtagrave

Alla domanda su che cosa significhi ldquonichilismordquo Nietzsche rispose laquoChe i valori

supremi perdono ogni valoreraquo69

Accostandosi al problema dellrsquoessenza del nichilismo Heidegger riconosce a Nietzsche

di avere intravisto alcuni tratti del nichilismo ma di averli spiegati nichilisticamente di aver

compreso e denunciato il nichilismo dellrsquoOccidente ma di non averlo oltrepassato e di aver

infine portato a compimento il nichilismo indicando nella volontagrave di potenza il vero

fondamento dei valori di Platone Per Heidegger superare veramente il nichilismo egrave possibile

solo addentrandosi profondamente in esso sigrave da poterne cogliere la vera essenza che risiede

nellrsquooblio dellrsquoessere Quindi non basta distruggere le Idee platoniche ma occorre distruggere

anche quella volontagrave di potenza come ultima espressione di quella metafisica dellrsquoOccidente

che pretende di far valere lrsquoente senza lrsquoessere

69 F Nietzsche Opere di Friedrich Nietzsche vol VIII 2 pag 12

Lrsquoessenza del nichilismo egrave per Nietzsche nel fatto che a partire da Platone lrsquoessere egrave decaduto a valore e il valore per quanto sollevato al rango ideale dl sovrasensibile si egrave rivelato incapace di salvare lrsquoessere dellrsquoente di

qui il nichilismo da intendersi come il venir meno dei supremi valori a cui lrsquoOccidente da Platone in poi si era

affidato Il nichilismo egrave dunque strettamente legato alla morte di Dio lt Infatti se Dio egrave morto se cioegrave il mondo

sovrasensibile delle idee ha perduto ogni forza vincolante lrsquouomo viene a trovarsi ldquosenza meta senza percheacuterdquo in

quanto il ldquomondo stellatordquo che da duemila anni reggeva lrsquouniverso ontico si egrave spento[] Il nichilismo tuttavia non

egrave sinonimo di decadenza percheacute a decadere non egrave la vita ma solo una lunga e veneranda tradizione dietro cui la

vita si era nascosta gt U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 232

41

Crsquo egrave nichilismo quando lrsquoente egrave considerato come il tutto siccheacute dellrsquoessere ne egrave nulla

laquoNella dimenticanza dellrsquoessere promuovere solo lrsquoente questo egrave nichilismoraquo70

La distruzione dellrsquoepisteacuteme operata dalla filosofia contemporanea non puograve essere

intesa come un semplice errare dovuto allrsquointelletto umano ma come ciograve che segue

inesorabilmente e completa con coerenza quellrsquounico atteggiamento di fondo che soggiace

allrsquointera storia71

del pensiero occidentale quel nichilismo presente nellrsquoinconscio del mortale

che pensa lrsquoessere come niente e che non vede la dimenticanza del senso originario dellrsquoessere

70 Martin Heidegger Introduzione alla metafisica presentazione di G Vattimo Ugo Mursia Editore

Milano 2014 pag 155

Severino sottolinea che Heidegger non ritrattograve mai lrsquoaffermazione che il proprio pensiero non pregiudica neacute in

senso positivo neacute in senso negativo la soluzione dei grandi problemi metafisici ndash i problemi dellrsquoesistenza di Dio e

dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima Sotto tale aspetto la posizione heideggeriana deve essere avvicinata al

problematicismo situazionale di Ugo Spirito Lrsquoessere heideggeriano egrave quel vuoto che consente allrsquoente di divenire

nel senso tradizionale e che perciograve stando alla logica immanente al pensiero che afferma un tale divenire non puograve non escludere lrsquoaffermazione di Dio Per Heidegger lrsquoessere non ha ldquopotenzardquo sugli enti ma li lascia essere e

tuttavia quel che lrsquoessere heideggeriano lascia essere egrave il divenire dellrsquoente inteso al modo della tradizione greco-

occidentale come un uscire dal niente per ritornarvi E Severino Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e

destino Rizzoli Milano 2008 pag160 e sgg

La questione per Severino quindi egrave come si puograve ritenere autenticamente possibile lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza

di Dio quando si consente effettivamente al divenire ontologico degli enti e si mette da parte esplicitamente il

sapere su Dio Severino non fraintende affatto il significato del ldquoNullardquo heideggeriano ma si chiede che cosa sia

questo EssereNulla che Heidegger tiene a differenziare nettamente dallrsquoEssere della ontoteologia La risposta che

ne trae egrave che in ultima analisi lrsquoEssere per Heidegger egrave soltanto lo ldquospazio vuotordquo per il divenire ontologico degli

enti

71 Hegel ha richiamato lrsquoattenzione in maniera potentissima sul carattere organico della storia e quindi anche della storia della filosofia La differenza tra un organismo e un semplice aggregato di elementi consiste

nella coessenzialitagrave delle parti dellrsquoorganismo e nella reciproca inessenzialitagrave delle parti del semplice aggregato

Ciograve significa che ogni filosofia storicamente realizzatasi non egrave qualcosa di accidentale o di inessenziale rispetto

alla totalitagrave storica bensigrave un momento indispensabile senza cui sarebbe impensabile la stessa totalitagrave storica La

storia della filosofia non egrave il casuale giustapporsi di opinioni ma lo sviluppo di un germe che giunge al proprio

compimento attraverso lrsquoesplicazione delleforze essenziali che lo costituiscono Id Istituzioni di filosofia pag 7

Non si puograve comprendere il pensiero contemporaneo senza legarlo indissolubilmente allrsquoorigine del pensiero greco

42

Gli eterni inevitabilmente distrutti dalla coerenza della volontagrave di potenza sono gli eterni che su tale

volontagrave si fondano Questa distruzione egrave inevitabile non percheacute sia inevitabile lrsquoannientamento costituita da essa ma percheacute egrave inevitabile che ponendo come evidenza originaria la libertagrave

dellrsquoente si neghi lrsquoesistenza di ciograve che viene riconosciuto come negazione di tale libertagrave

Lrsquoinevitabilitagrave della distruzione egrave una categoria che appartiene alla logica dellrsquoOccidente in quanto pervenuta al suo compimento Vi puograve pervenire solo quando veda nella civiltagrave della tecnica la

forma piugrave rigorosa dellrsquoontologia greca Ma non percheacute come crede Heidegger la

programmazione tecnologica sia il perfezionamento del tipo di dominio costituito dagli immutabili

della tradizione occidentale ma percheacute nella civiltagrave della tecnica si esprime compiutamente la volontagrave di dominio che si fonda sulla volontagrave che lrsquoente sia la libertagrave tra lrsquoessere e il niente La

ldquodifferenza ontologicardquo di Heidegger egrave la stessa libertagrave dellrsquoente72

La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico

Questo egrave il pensiero di Emanuele Severino

Se per Heidegger il nichilismo risiede nellrsquooblio dellrsquoessere che avvenne quando

Platone sottrasse lrsquoente allrsquoessere per affidarlo ad altro ente per Severino Platone non egrave

responsabile tanto dellrsquooblio dellrsquoessere quanto del suo annullamento avvenuto in occasione

dellrsquoaffermazione del mondo E come Nietzsche resta catturato dal nichilismo dellrsquoOccidente

che pure per primo in termini chiari aveva denunciato cosigrave Heidegger annuncia come veritagrave

dellrsquoessere ciograve che in realtagrave egrave il compimento della sua negazione

Per Severino il tentativo di assicurazione dellrsquoente in cui si esprime lrsquoopera della

volontagrave di potenza egrave fondato sullrsquoaccettazione originaria della separazione assoluta dellrsquoente

dallrsquoessere

72 Id Destino della necessitagrave pag 41

43

CAPITOLO SECONDO

Alle origini del pensiero e del nichilismo dellrsquoOccidente

44

I - La metafisica come sapere incontrovertibile

Lrsquointera esperienza cristiana si costituisce in relazione al thagraveuma da cui nasce la

filosofia

La filosofia nasce dalla meraviglia ma anche Cristo nasce dalla meraviglia

La parola greca thagraveuma che traduciamo con meraviglia indica anche lo stupore

attonito di fronte a ciograve che egrave strano imprevedibile orrendo mostruoso Indica lo smarrimento

angosciato che si prova dinanzi allrsquoenigma e al terrificante

Nel mito73

alle origini del pensiero la costruzione di un senso divino ed ordinato del

mondo che governa e definisce lrsquoesistenza permette allrsquouomo di sentirsi protetto Lrsquoesistere egrave

raccolto allrsquointerno di una spiegazione unitaria che predispone unrsquointerpretazione stabile del

Tutto attendendo preparato da essa lrsquoirrompere imprevedibile degli eventi Egrave infatti

lrsquoimprevedibilitagrave che genera il terrore

73 La parola mythos che viene tradotta con ldquomitordquo accentuando nella traduzione il carattere fabulatorio

del mytheiacuten Inizialmente mito non significa laquofavolaraquo laquoinvenzione arbitrariaraquo laquoleggenda inverosimileraquo

laquoracconto fantasticoraquo bensigrave laquoparola veraraquo laquonotizia vera di ciograve che egrave realeraquo ed egrave realmente accaduto tanto piugrave

vero quanto piugrave sta allrsquoorigine dei tempi e dunque eterno sacro divino lt Il passaggio dal mythos al logos non egrave il

passaggio dalla favola alla veritagrave egrave invece il passaggio alla testimonianza della veritagrave [] il mythos egrave lrsquoessere nella

veritagrave il logos egrave il sapere la veritagrave che si ha allora il mythos egrave un lasciare esposte le cose cosigrave come sono come

appaiono il logos egrave la coscienza che la veritagrave devrsquoessere appunto un lasciare esposte le cose cosigrave come esse sono

[] il passaggio dal mythos al logos il passaggio dal prefilosofico al filosofico non egrave quindi il passaggio a una cosa nuova bensigrave il passaggio alla testimonianza di ciograve che giagrave si egrave e giagrave egrave dinanzi[] Allora non crsquoegrave un passaggio

dalla favola alla veritagrave bensigrave passaggio dalla veritagrave in seacute la veritagrave che egrave ma che non sa di essere non possiede

ancora il proprio significato alla testimonianza della veritagrave alla consapevolezza che il discorso valido devrsquoessere

appunto lasciar le cose come sono alla consapevolezza che un discorso valido non puograve essere un poieiacuten []Il

mythos si realizza cosigrave come una contraddizione tra il lasciar essere le cose e lrsquoimposizione ldquopoeticardquo fa violenza

sulle cose Il logos invece egrave veritagrave ossia un lasciar essere ciograve che si impone ciograve che si annunzia o si manifesta

con autoritagrave gt E Severino Istituzioni di filosofia pag112-113

45

E quando lrsquouomo non si accontenta piugrave della produzione creazione poesia volontagrave

mitiche che le cose stiano in un certo modo di un atteggiamento sognante solo allora il

popolo greco volendo uscire dal sogno volendo cioegrave che il rimedio contro la morte e il dolore

non sia appunto il contenuto di un sogno ma sia qualche cosa che non possa essere smentito

vada cercando una veritagrave incontrovertibile

Questa volontagrave di uscire dal sogno questa volontagrave di guardare la veritagrave delle cose egrave la

filosofia E se essa sta ad indicare la volontagrave di portare alla luce il sapheacutes ciograve che di per seacute

stesso egrave chiaro e incontrovertibile allora con essa lrsquouomo vivragrave la veritagrave Veritagrave che nella

parola greca aleacutetheia74

che alla lettera significa ldquodisvelamentordquo accompagnata come valore

significativo alla parola episteacuteme75

traduciamo come la capacitagrave di imporsi sulle forze

pratiche mentali istintive che vorrebbero scuotere e abbattere ciograve che sta 76

74 lt La parola egrave costituita dallrsquoalfa privativo e dal termine λήθη (leacutethe) che vuol dire nascondimento

Λαvθάvω (lanthaacuteno) significa rimango nascosto occulto (velato celato) Allora se traduciamo aleacutetheia con

veritas perdiamo il senso autentico di questo termine percheacute aleacutetheia vuol dire non-nascondimento ossia

disvelamento E allora alegravetheia egrave anche mythos percheacute anchrsquoesso egrave un lasciar esposte le cose come sono ma

appunto egrave solo un lasciarle esposte Il logos egrave un riconoscere che la veritagrave devrsquoessere un lasciarle esposte gt Ivi

pag 115

75 lt rsquoEπιστήμη non egrave ὕβρις Yβρις egrave la tracotanza o prepotenza di ciograve che vuol farsi valere oltre la

propria potenza mentre episteacuteme egrave la potenza o la fermezza del dire attuale che si impone su ogni altro discorso

[hellip] la veritagrave dellrsquoessere appare sia nella δόξα che nellrsquoεπιστήμη ma solo questrsquoultima sa portarla alla luce e farla valere la δόξα non si cura del proprio carico prezioso ma di altre cose e tutto ciograve che dice puograve essere

contraddetto Quando la δόξα presume dire lrsquoincontrovertibile egrave ὕβρις gt Id Essenza del nichilismo pag157

76 lt Eschilo ci dice che se si deve cacciare dalla mente con veritagrave il dolore che rende folli allora egrave

necessario rivolgersi a Zeus ma Zeus non egrave il divino del mito (esso egrave lrsquoetere lrsquoacqua il fuoco e tutto ciograve che sta al

di lagrave di queste cose) ma quel divino che non sottostagrave allrsquoimprevedibilitagrave degli eventi gt Id lsquoI presocratici e la

nascita della filosofiarsquo collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il

quotidiano lsquoLa Repubblicarsquo

46

Steme egrave un costrutto linguistico che si forma sul verbo higravestasthai laquostareraquo laquoimporsiraquo

Epi-steacuteme significa epi-higravestasthai cioegrave stare laquosuraquo (epigrave) imporsi su ogni divenire laquosuraquo ogni

tempo e laquosuraquo ogni evento significa essere la Legge suprema a cui tutto deve adeguarsi e a cui

nulla puograve sfuggire

La veritagrave egrave lo stare originario che non si lascia smuovere e si impone sul divenire

Egrave innanzitutto lrsquoepisteacuteme a dire ad ogni ente laquoTu non avrai altro Dio allrsquoinfuori di meraquo

La veritagrave dellrsquoepisteacuteme mostra il senso incontrovertibile definitivo immutabile del Tutto essa

intende unire lrsquoevidenza del divenire allrsquoevidenza dellrsquoeterno Ed al suo interno lungo la storia

dellrsquoOccidente vengono innalzati tutti gli Immutabili e ogni forma del divino e dellrsquoeterno

Essa egrave lrsquoanima e il fondamento dellrsquointera tradizione dellrsquoOccidente che ha inizio cancellando

lrsquoambiguitagrave e il mistero che inevitabilmente compete al senso di ogni parola nel linguaggio pre-

metafisico77

Nel linguaggio biblico (ma anche in Platone) caos egrave sinonimo di magma di mescolanza

disordinata di elementi non ancora separati percheacute ancora non egrave stato guadagnato un certo

ordine o cosmo Lrsquoessenza del cosmo egrave pensata in funzione di un atto volontaristico (quello di

Dio ma anche il demiurgo platonico persuade la terra madre a diventare da caos a cosmo) che

intervenendo separa e separando ordina definendo il caos e ponendovi cosigrave fine

Eppure queste parole hanno alla radice un piugrave originario e piugrave autentico significato che

nulla ha da dividere coi significati di disordine mescolanza ordine separazione

77 Il linguaggio primitivo non porta alla luce il senso della veritagrave dellrsquoessere ma non porta alla luce nemmeno il senso alienato dellrsquoessere Resta per noi essenzialmente ambiguo percheacute non ci egrave consentito stabilire

se il significato delle sue parole esprima o tradisca la veritagrave dellrsquoessere Si puograve stabilire la sintassi ma non la

semantica ontologica di un linguaggio che non rende esplicito il senso dellrsquoessere e del niente (la lingua della

preistoria dellrsquoOccidente non parla della nientitagrave dellrsquoente ma soltanto della sicurezza della terra e delle cose

sicure)

47

La radice indoeuropea della parola chaos radic cha o radic gha che interviene in vari gruppi

di parole sia greche chasko chaino (mi apro mi dischiudo) sia latine hiatus (intervallo

apertura) non indica tanto il disordine o la mescolanza quanto lrsquoapertura il dischiudersi che

offre lo spettacolo della totalitagrave In questo senso il chaos non egrave la dimensione antecedente lrsquoe-

vocazione dellrsquoordine da parte di una volontagrave che chiamando separa ma egrave la dimensione

assoluta che ospita il suo interno ogni teogonia e ogni cosmologia ogni generazione di dei di

uomini e di mondi Non egrave una situazione separabile ma egrave la totalitagrave che include ogni

situazione

Dallrsquoetimo piugrave originario della parola chaos si opera una ripercussione sul termine

corrispettivo che egrave dato dalla parola kosmos la cui radice indoeuropea radic kens (da cui il

latino censeo) significa laquoannuncio con autoritagraveraquo Impiegare la parola kosmos allora non

significa riferirsi al mondo che nasce solo in presenza di un artefice ma significa riferirsi a

quella parola che nellrsquoapertura dischiusa del chaos si annuncia con autoritagrave senza poter essere

smentita Questa parola egrave il logos78

Con lrsquoavvento del pensiero metafisico anche lsquodiorsquo esce dallrsquoambiguitagrave ed entra nel

mondo non nel senso che venga necessariamente inteso come uno degli enti sensibili e

divenienti ma in quanto egrave pensato come il fondamento stesso del mondo ossia come ciograve che fa

sigrave che il mondo sia mondo

La parola greca ὐεός egrave essenzialmente costruita sulla radice δα Innanzitutto δα indica

lo star dinanzi manifesto e luminoso sigrave che Ζεύς lo laquosplendenteraquo egrave δηλος Ma la

manifestazione lascia apparire ed egrave dispensatrice delle differenze e quindi δα indica anche il

dispensare il dare in sorte distribuendo le differenze sigrave che il dio egrave il δαίμων che divide e

distribuisce le parti del tutto

78 U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag33

48

Ma il dispensare le differenze esige perizia e abilitagrave nel dispensatore esige cioegrave non

solo conoscenza ma anche padronanza dei differenti e quindi δα esprime anche il senso di

quella capacitagrave laquotecnicaraquo che viene indicata in parole come δαίος e δαήμων Ciograve vuol dire che

egli egrave artefice capace di padroneggiare le differenze che rende manifeste e che in quanto

padroneggiate sono ἔργον

Lrsquo ἔργον egrave la differenza padroneggiata e dispensata nellrsquoatto in cui viene resa manifesta

(δήμιον) Lrsquoartefice che assegna e distribuisce le parti differenti egrave allora insieme radice di ogni

sventura

Nei tratti che formano il significato premetafisico della parola ὐεός sono certamente

presenti le tracce di un modo di intendere il senso dellrsquoessere Ma le tracce rimangono

indecifrabili Si dovrebbe stabilire se quei tratti si sviluppino lrsquouno dallrsquoaltro in una sostanziale

solidarietagrave di fondo o siano invece le tracce di una abissale e inesplorata discordanza

nellrsquooriginario apparire dellrsquoessere Di tutto ciograve il pensiero metafisico non si occupa portando

nel mondo i linguaggi tra cui viene a trovarsi si convince di realizzare lrsquointerpretazione

autentica che rende esplicito il loro riposto significato ontologico

Dal punto di vista della metafisica lrsquoente puograve essere ossia puograve esistere solo se egrave

assicurato allrsquoesistenza da un fondamento Diversamente lrsquoente in quanto ente non puograve

esistere ossia egrave un niente79

79 lt ldquoEsse non habet creatura nisi ab aliordquo ldquoSibi relictardquoassunta cioegrave al di fuori della sua relazione al

fondamento la creatura ldquoin se considerata nihil estrdquo ldquoUnde prius naturaliter inest sibi nihil quam esserdquo

(Tommaso De aeternitate mundi7) Tuttavia anche ldquosibi relictardquo la creatura non egrave un niente Ponendo che la

creaturaldquosibi relictardquo egrave un niente il pensiero metafisico intende differenziare questa affermazione

dallrsquoaffermazione che il niente egrave niente gt E Severino Essenza del nichilismo pag 256

49

I primi pensatori realizzarono la situazione nella quale la realtagrave cosmica egrave saputa come

totalitagrave80

Ed egrave precisamente lrsquoapertura dellrsquoorizzonte della totalitagrave che conduce alla domanda

sul principio (ᾀρχή) e fa sorgere il problema di determinare che cosa sia ciograve per cui tutte le

cose che pur si differenziano lrsquouna dallrsquoaltra convengano tutte nellrsquoappartenere al medesimo

orizzonte

Gli antichi la maggior parte di coloro che per primi si posero a filosofare furono dei

metafisici in quanto fecero oggetto del loro interesse lrsquoapertura della totalitagrave e dei fisici in

quanto lrsquounica determinazione che conobbero della totalitagrave fu il mondo fisico

80 lt La prima filosofia non egrave un lasciare nellrsquoimplicitezza ma egrave un porre esplicitamente la categoria della

totalitagrave Proprio percheacute la categoria della totalitagrave egrave posta si sviluppa quella tematica del principio unificatore della

totalitagrave del molteplice gt e la comprensione di questa dimensione egrave possibile solo se il diverso viene visto come

insieme identico lt Il pensiero filosofico sin dal suo inizio storico egrave lrsquoattenzione portata allrsquounitagrave laddove il pensiero mitico pur pensa lrsquounitagrave ma facendo emergere la differenza Il concetto eracliteo di unitagrave degli opposti

altro non egrave che lrsquoesplicitazione di quellrsquoidentitagrave dei differenti che il pensiero filosofico pensa sin dal suo primo

apparire La filosofia sorge come attenzione al tutto ma al tutto si puograve prestare attenzione solo se le differenze

sono viste come tutte appartenenti al tutto il tutto puograve essere pensato solo se le molte cose sono pensate secondo

una sostanziale identitagrave solo se i differenti sono visti in certo senso identici[] Allora il problema che

inizialmente si presenta alla coscienza filosofica non egrave quello di introdurre un pensiero non ancora pensato di

produrre il pensiero dellrsquoidentitagrave che non si sarebbe ancora pensata infatti stando davanti la totalitagrave lrsquoidentitagrave egrave

pensata Il problema egrave invece quello di esplicitare ciograve che viene pensato per il fatto che il tutto egrave pensato[]

Quando Talete pensa lrsquoacqua come archeacute di tutte le cose non pensa semplicemente un elemento empirico una

cosa tra le cose ma pensa lrsquoacqua come concetto universale[] Il contributo dei presocratici non sta tanto

nellrsquoaver posto lrsquointero che egrave giagrave posto nelle teogonie ma nellrsquoesplicitazione particolarmente intensa dellrsquointero e questa intensitagrave la troviamo giagrave affermata a proposito di Anassimandro e di Anassimene [] Lrsquouomo vede quindi

da sempre lrsquounitagrave ma solo a questo punto della storia della filosofia quel semplice vedere si risolve in un riflettere

sulla necessaria posizione dellrsquoUno[] il mito tende appunto a lasciare inespressa lrsquounitagrave questo significa che il

discorso mitico insiste su altri punti cioegrave sulle differenze[] Il cercare lrsquoidentitagrave delle differenze significa cercare

lrsquoidentitagrave che lega i termini opposti significa in ultima analisi cercare il trascendentale [] proprio percheacute pur

essendo in ogni cosa in quanto comune a tutte le cose non vi si esaurisce e pur realizzandosi in ognuna di esse

le trascende per il fatto di essere a tutte comune gt Id Istituzioni di filosofia pag 146149150

50

Andando alla ricerca del principio i primi metafisici andarono alla ricerca di un

principio unificatore del molteplice o la ricerca del principio unificatore assunse la forma di

determinazione della materia primordiale Lrsquounitagrave delle cose che questi antichi vanno

ricercando acquista dunque il senso di principio materiale delle cose o il senso che si

conferisce a quella unitagrave egrave che le cose convengono tutte nellrsquoessere modi di configurazione di

una unica materia Ma si comprese ben presto lrsquoimpossibilitagrave di qualificare il principio come

una determinazione particolare non solo percheacute non poteva essere qualificato come una cosa

tra le cose ma anche in base alla constatazione del divenire o dello sparire di tutte le

determinazioni particolari del mondo

Il divenire egrave il principio dice Eraclito E infatti egrave nel divenire che le determinazioni

particolari si unificano poicheacute se ad ognuna di esse compete di sparire o di annullarsi e se lo

sparire o lrsquoannullamento di qualcosa egrave il sopraggiungere del contrario o dellrsquoopposto del

qualcosa e ancora se il contrario sopraggiunge solo in quanto il qualcosa sparisce segue che

il processo dello sparire egrave ciograve in cui si realizzano e si unificano le determinazioni piugrave differenti

Esso il processo stesso il divenire non sparisce ma egrave lrsquoimmutabile in cui ogni cosa che

sopraggiunge dilegua e si dissolve

Per Anassimandro lrsquoindeterminato si distingue dallrsquoeterno movimento onde le

determinazioni particolari si producono per Eraclito questa distinzione non ha ragione di

sussistere percheacute il movimento eterno contiene in seacute il motivo o la ragione per cui il principio

non egrave nulla di determinato particolarmente

Anassimandro si limita a rilevare lrsquoimpossibilitagrave di porre come principio una

determinazione particolare e in tal modo qualifica il principio solo negativamente81

sigrave che la

sua distinzione tra indeterminato e movimento eterno non si appoggia su alcuna qualificazione

per la quale lrsquoindeterminato possa distinguersi dal movimento

81 Una volta che ci si rende conto dellrsquoimpossibilitagrave di trattare il trascendentale come un particolare si

tratta di definire in concreto che cosa sia il trascendentale non nel senso che determinandolo lo si debba limitare

o particolarizzare a nel senso che si tratta di accertare in cosa consista ciograve che non puograve essere determinato come

particolare

51

A questo punto egrave doverosa una precisazione

laquoTimbroraquo egrave il modo in cui la parola del mortale risuona nellrsquoaria e si rende visibile nella

scrittura Innumerevoli sono le parole che formano la preistoria dellrsquoOccidente eppure

risuonano tutte allrsquointerno dei due timbri fondamentali il timbro dellrsquoinflessibile e il timbro del

flessibile (o timbro della flessione) il timbro che esprime lrsquoinflessibile e il timbro che esprime

il flessibile

La preistoria e la storia dellrsquoars del mortale sono separate da un breve intervallo Esso

interrompe la vicenda in cui il senso della flessione si impadronisce del timbro dellrsquoinflessibile

La interrompe prima che questo impadronirsi si trasformi da dominio premetafisico in

dominio metafisico dellrsquoente cioegrave prima che il senso della flessione divenga esplicito nella

testimonianza che del senso dellrsquoente egrave data dalla lingua greca Nellrsquointervallo accade il

rovesciamento il senso dellrsquoinflessibile si impadronisce del timbro della flessione Anche

questo rovesciamento accade nella lingua greca Questo accadere viene considerato come

lrsquoinizio della filosofia greca Ma non egrave lrsquoinizio egrave lrsquointervallo prima dellrsquoinizio ossia prima che

il linguaggio dellrsquoOccidente testimoni lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

Lrsquointervallo forma un indugio e nel cammino del mortale lrsquoindugio stabilisce un bivio

Anassimandro ed Eraclito rimangono nellrsquoambiguitagrave del bivio

Ma che cosa significa nel linguaggio di Anassimandro e di Eraclito lrsquoessere τὸ χρεών e

lrsquoessere ὁ λόγος e lrsquoessere xατὰ τὸ χρεών e χατὰ τὸν λόγον A queste domande comincia a

rispondere Parmenide Anche Parmenide sta sul bivio ma come il seminatore di entrambi i

sentieri che si dipartono da esso

Lungo il cammino si forma un bivio percheacute nel luogo dove diviene esplicita la volontagrave

che lrsquoente sia niente in quel luogo si rende visibile anche per breve tempo un bagliore che

proviene da un cielo diverso da quello tracciato dal cammino dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

52

Il bagliore illumina per breve tempo un altro cielo e in esso un altro cammino lungo le

costellazioni del Giorno Il χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τ´ἐὸν ἔμμεναι di Parmenide parla di quel

bagliore82

82 E Severino Destino della necessitagrave pag 254 e 279

53

II - Il sentiero della Notte

Parmenide semina il Sentiero del Giorno ma semina anche il Sentiero della Notte83

Lo

semina percheacute per negarlo lo evoca

LrsquoOccidente cammina allrsquointerno di questa evocazione Per la prima volta nella storia

del mortale Parmenide84

conduce nel linguaggio il senso dellrsquoessere e della sua opposizione al

niente

E per la prima volta Parmenide si volge verso un percorso diverso dalla storia del

mortale il percorso dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia In questo rivolgersi verso il sentiero

intentato evoca per negarlo lrsquoopposto sentiero il sentiero dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente e in

questa evocazione testimonia ciograve che non era mai stato testimoniato

La prima testimonianza del senso alienato dellrsquoessere accade allrsquointerno del pensiero

che la vede come testimonianza alienata Ma proprio percheacute egrave nel linguaggio di Parmenide che

per la prima volta viene evocata la testimonianza dellrsquoalienazione (ossia che lrsquoessere non egrave)

questa testimonianza non puograve precedere la propria evocazione

Parmenide evocando il proprio nemico lo crede un giagrave esistente e i suoi versi sono rivolti ai ldquoi mortali dalla doppia testardquo dai quali lrsquoessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici

Lrsquoevocatore del Sentiero della Notte non avverte di esserne lrsquoevocatore e crede che esso sia giagrave

incominciato85

Lrsquoessere parmenideo egrave la qualificazione positiva dellrsquoindeterminato anassimandreo

lrsquoorizzonte dellrsquointero puograve realizzarsi solo in quanto si apra come orizzonte dellrsquoessere

83 ἕνυα πύλαι Νυϰτός τε ϰαὶ ᾽´Ηματός εἰσι ϰελεύὑων lsaquolsaquoQui la porta che divide i sentieri della Notte e del

Giornorsaquorsaquo Parmenide fr 1 v 11

84 Da un punto di vista storico possiamo indicare una complementaritagrave dicendo che da un lato Eraclito

opera la determinazione formale dellrsquoaacutepeiron dallrsquoaltro Parmenide indica la determinazione materiale o concreta

dellrsquoaacutepeiron (materiale inteso come opposto al formale nulla a che vedere con la materia fisica) Per Eraclito

lrsquoaacutepeiron egrave lrsquoopposizione per Parmenide egrave lrsquoessere

85 E Severino Destino della necessitagrave pag 528-529

54

Parmenide tenendo fermo il principio dellrsquoimpossibilitagrave che il non essere sia o che

lrsquoessere non sia pone lrsquoessere come principio per cui si costituisce lrsquointero e quindi come ciograve

che permette lrsquounitagrave del molteplice E questo viene ad equivalere alla stessa negazione o allo

stesso annullamento del molteplice e del divenire di questo che egrave quanto dire negazione e

annullamento del mondo in quanto manifestatesi come lrsquoinsieme di tutte le molteplici cose

divenienti Infatti le cose sono molte e differenti in quanto sono altro oltre al loro semplice

essere Ma che le cose siano altro dallrsquoessere significa che esse proprio in quanto molte e

differenti sono non essere visto che soltanto il non essere egrave altro dallrsquoessere Affermare

dunque che le cose sono molte significa affermare che il non essere egrave Per eliminare questa

contraddizione saragrave quindi necessario eliminare ciograve che la produce saragrave necessario negare che

le cose siano molteplici Il divenire poi egrave reale solo in quanto anchrsquo esso include la realtagrave o

lrsquoessere del non essere Il divenire egrave infatti un passaggio dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere

al non essere La realtagrave del passaggio implica la realtagrave dei termini tra i quali si istituisce il

passaggio Ma poicheacute il non essere non egrave non puograve essere nemmeno il passaggio86

86 lt affincheacute la posizione parmenidea sia riguardata come un problema o come unrsquoaporigravea egrave

necessario avvedersi dellrsquoimpossibilitagrave di negare la realtagrave del mondo molteplice e diveniente per salvare o per

tener ferma lrsquounitagrave e lrsquoimmobilitagrave dellrsquoessere Egrave necessario avvedersi ancora che quella di Parmenide egrave infine una

scelta o una preferenza che egli accorda allrsquoessere piuttosto che al mondo gt Id I principi del divenire La Scuola

Brescia 1995 pag 13

55

Lrsquoontologia di Platone87

e Aristotele sono lrsquoassestamento di questa intuizione E

lrsquoassestamento si impone ma la scoperta egrave troppo grande percheacute lo scopritore non ne resti

abbagliato Il mondo svanisce nella prima luce dellrsquoessere svanisce come valore diviene

esistenza contrapposta allrsquoessenza e il valore egrave lrsquoessere come immutabilitagrave e semplicitagrave

assoluta

Lrsquoimprevisto lrsquoinsospettato egrave per il logo il mondo non Dio Ma se il logo si fa sorprendere dal

mondo in modo da non sapersi riprendere dalla sorpresa se non negando il mondo diventa logo

astratto ed egrave qui che si ferma Parmenide88

La semplice opposizione tra lrsquoessere (inteso come ciograve che egrave) e il nulla (inteso come ciograve

che non egrave) resta nellrsquoambiguitagrave percheacute la si puograve intendere ndash come si incominciograve e si continuograve

ad intenderla ndash come una legge che governa sigrave lrsquoessere ma che lo governa sin tanto che esso egrave

Lrsquo Occidente egrave la civiltagrave che cresce allrsquointerno dellrsquoorizzonte aperto dal senso che il

pensiero greco assegna allrsquoesser-cosa delle cose

87 Platone si egrave lasciato sfuggire la grande occasione di pensare la veritagrave dellrsquoessere percheacute anche lui (e dopo di lui tutto il pensiero occidentale) lascia al fondo del pensiero dellrsquoente lrsquoastratta separazione dellrsquoessere e

della determinazione proprio lui che si presenta come il pacificatore della scissione ossia come lrsquounificatore

dellrsquoessere e della determinazione lt Platone era divenuto il difensore del concreto il riparo dal naufragio

parmenideo e sotto questo riparo il pensiero occidentale si poneva una volta per tutte senza avvedersi che lrsquoovile

non era stato chiuso prima che entrasse il lupo e senza avvedersi che era stata lasciata fuori in sovrana solitudine

la luce della veritagrave dellrsquoessere gt Id Essenza del nichilismo cit pag 74

88 Id La struttura originaria cit pag 391

56

Sei secoli prima di Cristo la filosofia greca incomincia a concepire la cosa come ciograve

che totalmente o parzialmente esce dal niente e vi ritorna oscilla tra lrsquoessere e il niente un

ἐπαμφοτεριζειν89

dove laquoi dueraquo (ἀμφότεϱα) laquorispettoraquo (ἐπί) ai quali la cosaraquo egrave in lotta con seacute

stessaraquo (ἐϱίζει) sono lrsquoessere (τὸ ὄν) e il niente (τὸ μὴ ὄν inteso come τὸ πάντως μὴ ὄν nihil

absolutum90

In quanto laquoparteciparaquo di entrambi (τὸ ἀμφοτέϱων μετέχον)91

la cosa (τι) ha entrambi

come predicati essa egrave qualcosa che laquoinsiemeraquo (ἃμα) egrave e non egrave τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν92

Ma

lrsquoavverbio ἃμα non compare nel finale del libro quinto della Repubblica col senso temporale

che probabilmente esso intende esprimere nel celebre passo del libro quarto della Metafisica93

nel testo platonico ἃμα indica lrsquoinseparabilitagrave dei due (lrsquoessere e il niente) tra i quali la cosa egrave

indecisa nel suo oscillare tra lrsquouno e lrsquoaltro Dellrsquooscillante non solo non egrave possibile pensare

che sia semplicemente legato allrsquoessere (οὔτ᾽ εἶναι) o al non essere (οὔτε μὴ εἶναι) o che non

sia legato ad alcuno dei due (οὔτε οὐδέτεϱον) ma non si puograve nemmeno pensare che esso sia

lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα

Lrsquoἐπαμφοτεριζειν (lrsquooscillante) egrave un dibattersi (ἐϱίζειν) tra lrsquoesser e il niente (ἐπὶ τὰ

ἀμφότεϱα) proprio percheacute non egrave contemporaneamente lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα Il

dibattersi egrave il divenire della cosa Dove la cosa insieme (ἃμα) egrave e non egrave nel senso che nel

divenire lrsquoessere e il non essere sono inseparabili e non nel senso che nel divenire la cosa sia

e non sia contemporaneamente

Ma proprio percheacute nellrsquoespressione τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν lrsquoavverbio ἃμα non indica

la contemporaneitagrave ma lrsquoinseparabilitagrave dei due che si contendono la cosa proprio per questo

tale espressione egrave la definizione stessa del divenire cioegrave del tempo

89 Platone Civitas 479 c Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo fedelmente alla loro

utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino nelle opere di riferimento riportate in nota

90 Ibid 478 d

91 Ibid 478 d-e

92 Ibid 478 d

93 Aristotele Metafisica 1005 b 19-20

57

Lrsquoente quindi in quanto ente egrave ciograve che puograve non essere In quanto ente non egrave

lrsquoimmediata esclusione del suo poter non essere Lrsquoente egrave la cosa (il τι) nel suo essere coinvolta

nellrsquo ἐπαμφοτεριζειν tra lrsquoessere e il niente Affincheacute si possa porre un ente come immutabile e

quindi come ciograve che non puograve non essere si egrave costretti ad introdurre un medio tra lrsquoesser ente

dellrsquoente e lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoente

Introducendo un μεταξύ fra lrsquoessere e il nulla94

Platone segna il destino dellrsquoOccidente

lrsquoaffermazione di una dimensione in cui egrave contenuto ciograve che nasce e muore ossia ciograve che

partecipando dellrsquoessere e del niente non era e non saragrave piugrave era un niente e saragrave ancora un

niente Platone lascia in ereditagrave agli uomini il mondo compiendo il parricidio che conduce

nellrsquoessere le determinazioni che Parmenide lasciava nel nulla Ma il parricidio andava

compiuto le determinazioni non sono un niente (un ἐναντίον dellrsquoessere) e cioegrave sono

Lrsquoessere non egrave il puro indeterminato ma la totalitagrave concreta delle determinazioni95

Ma

nellrsquoatto stesso in cui Platone contrappone lrsquoessere concreto determinato al niente lascia

lrsquoessere identico al niente

94 Platone Civitas V 477-480)

95 lt Nella fondamentale dottrina metafisica quella hegeliana dellrsquointelletto astratto egrave lo sviluppo

dialettico il modo determinato secondo cui si istituisce la sintesi tra il puro essere e la totalitagrave delle determinazioni

Ma il significato ultimo della sintesi hegeliana egrave ancora quello platonico tra il puro essere e le determinazioni si

apre sin dal principio un abisso incolmabile onde lrsquounione delle due sponde egrave la sintesi di ciograve che sin dal principio

egrave stato destinato a rimanere diviso Nello sviluppo dialettico il puro essere si determina (si unisce alla determinazione) ma la determinazione mantiene nella sintesi il carattere che sin dal principio le conviene in

quanto separata dallrsquoessere di essere un niente Egrave unita allrsquoessere ma contiene ad essere un niente Egrave quindi

inevitabile che sia trattata come un niente e si affermi che la sua sintesi con lrsquoessere egrave accidentale e che sia quindi

destinata a nascere e a morire eterno rimanendo solamente quellrsquoente privilegiato che egrave la stessa accidentalitagrave

della sintesi Ma questa sintesi necessaria ndash lrsquoorganismo delle categorie lrsquoIdea ndash egrave la struttura privilegiata che

rende possibile il divenire delle determinazioni empiriche lrsquoistituzione della sintesi accidentale tra il categoriale e

lrsquoempirico gt E Severino La struttura originaria pag 403

58

Pensa le determinazioni come per seacute indifferenti al loro essere o non essere Per tenerle

ferme nellrsquoesistenza quegli esseri-relativi deve andare alla ricerca di un fondamento che perograve

fonda soltanto la ragione privilegiata delle determinazioni universali (idee) ed abbandona

allrsquoannullamento le determinazioni empiriche96

La soluzione che Aristotele dagrave dellrsquoaporigravea parmenidea si svolge in due momenti

accertamento della struttura intrinseca del divenire e accertamento delle condizioni totali della

pensabilitagrave del divenire ossia le condizioni in base alle quali la realtagrave del divenire non egrave

contraddittoria Ed essa realtagrave non lo egrave in quanto la contraddizione egrave tolta negando che il

divenire sia lrsquointero e quindi ponendo una realtagrave non diveniente egrave tolta introducendo il

concetto di sostrato

Il divenire non egrave piugrave indeterminatamente considerato ma egrave determinato come una

struttura complessa passaggio di un sostrato dalla privazione di una certa forma alla forma

corrispondente che egrave il concetto di ldquodivenienterdquo quel ldquoterzordquo tra il non essere e lrsquoessere che

quindi diviene97

Nel De Interpretatione98

si afferma infatti

Che dunque ciograve che egrave sia quando egrave e che ciograve che non egrave non sia quando non egrave egrave necessario tuttavia

non egrave necessario neacute che tutto quanto ciograve che egrave sia neacute che tutto quanto ciograve che non egrave non sia Infatti

non egrave la stessa cosa che tutto quanto ciograve che egrave sia di necessitagrave quando egrave e lrsquoessere assolutamente di necessitagrave E similmente va detto anche per ciograve che non egrave

96 Id Essenza del nichilismo pag 148

97 lt la differenza tra il parmenidismo e lrsquoaristotelismo [] egrave la stessa differenza tra il concetto di sapere

metafisico come appartenente alla struttura del fondamento e il concetto per il quale il sapere metafisico egrave

unrsquoulterioritagrave rispetto a quella struttura che deve essere conseguita attraverso un procedimento mediazionale gt

Id La struttura originaria cit pag 399

98 Traduzione condotta sul testo Della Interpretazione Edizione Bur quarta edizione marzo 2000 23-28

pag 99

59

Il principium firmissimum esprime la struttura dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente proprio

percheacute egrave il principio dellrsquoente in quanto ente (non un certo ente privilegiato) Esso egrave la

posizione della nientitagrave dellrsquoente espressa come non-nientitagrave dellrsquoente

Esso egrave lrsquoespressione piugrave esplicita e radicale dellrsquoopposizione dellrsquoente al niente E

tuttavia nel principio di non contraddizione la nientitagrave dellrsquoente resta essenzialmente affermata

proprio nellrsquoatto in cui la si vuole escludere nel modo piugrave perentorio Essa si manifesta nella

forma del suo opposto

In una sua formulazione fondamentale il principium firmissimum dice che laquonon egrave

possibile che la stessa cosa sia e non siaraquo (εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) per il medesimo rispetto e nello

stesso tempo (ϰαῦ᾽ ἕνα ϰαὶ τὸν αὐτὸν χϱόνον)99

Ciograve significa da un lato che il diverso puograve

esser e non essere nello stesso tempo e cioegrave che in un certo tempo alcuni degli enti sono ed

altri non sono e dallrsquoaltro lato significa che in tempi diversi il medesimo egrave e non egrave prima d i

nascere e dopo il suo perire non egrave ed egrave tra la nascita e la morte

99 Aristotele Metafisica 1061 b 36

Fabro critica fortemente lrsquointerpretazione severiniana dei testi aristotelici nella fattispecie il carattere temporale

assegnato al principio di non contraddizione lt Sotto lrsquoaspetto reale Aristotele che non conosce la creatio ex

nihilo della Bibbia ed ammette lrsquoeternitagrave del mondo []si muove con assoluta fedeltagrave alla concezione greca della necessitagrave del Tutto [] Il nascere e il perire cioegrave la contingenza del mondo sublunare [] esprimono non un passare

dallrsquoessere al non essere ma dallrsquoessere tale ad un essere tal altro della materia secondo le leggi fisiche e

biologiche della generazione e corruzione gt concludendo lt Il problema del tempo come qualificante lrsquoessere

dellrsquoente quale lrsquoinvoca il Severino egrave qui del tutto assente poicheacute si tratta unicamente del problema del rapporto

fra logica e metafisica cioegrave della dipendenza fra il modo di predicare e il modo di essere e si afferma che il primo

dipende dal secondo che il pensare dipende dallrsquoessere e che le qualitagrave del pensare e del predicare dipendono dal

modo di essere gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag110-112

60

Al principio di non contraddizione appartiene essenzialmente la persuasione che agli

enti sia consentito di non essere100

100 La negazione dellrsquoidentitagrave che la forma del dire e del pensare presenta nella preistoria dellrsquoOccidente

egrave determinata dallrsquoisolamento del soggetto dal predicato

lt Anzi il senso stesso del soggetto e del predicato egrave determinato dallrsquoisolamento giaccheacute il soggetto egrave ciograve che

permane ed egrave significante indipendentemente e isolatamente dal predicato Lrsquoisolamento egrave la coscienza in quanto

isolante cioegrave in quanto essa isola il proprio contenuto separando la parte dalle altre parti e la parte dal tutto In

quanto il soggetto egrave isolato dal predicato il soggetto egrave sempre un altro dal predicato Anche quando il predicato egrave il soggetto stesso (come in A egrave A) e in A egrave A A-soggetto isolato non solo egrave altro da A-predicato ma egrave qualcosa

a cui non puograve competere di essere A giaccheacute il suo essere A ndash il suo essere se stesso ndash egrave appunto ciograve da cui A-

soggetto in quanto isolato da A-predicato egrave isolato [] A sua volta quanto al contenuto del pensiero e del dire

dellrsquoOccidente lrsquoessente puograve essere pensato come ciograve che esce dal niente e vi ritorna solo in quanto egrave isolato

dallrsquoessere ndash ossia dal suo essere seacute[] In Aristotele lrsquoantecedenza e indipendenza della dimensione noetica

(oggetto dellrsquooperatio prima intellectus) da quella dianoetica (oggetto dellrsquooperatio secunda intellectus) egrave

appunto lrsquoisolamento del noetico dal suo esser seacute che si costituisce nella e come dimensione dianoetica Il

principio di non contraddizione che afferma lrsquoidentitagrave dellrsquoessente dice Tommaso (In duodecim libros

Metaphysicorum Aristotelis expositio 605) egrave sigrave il primo ossia egrave il principio fondamento ma nella seconda

operazione dellrsquointelletto (est naturaliter primum in secunda operatione intellectus) Per Hegel la determinazione

in quanto isolata egrave un contraddirsi Ma in quanto isolata la determinazione egrave una dimensione noetica [] Hegel

mostra sigrave che il noetico isolato egrave un contraddirsi ma concepisce il piano dianoetico (lrsquounitagrave di determinazioni diverse) come il risultato del divenire prodotto dalla contraddizione e quindi anche per Hegel lrsquointelletto

(Verstand) che isola il noetico egrave lrsquooperatio prima intellectus rispetto alla dimensione dianoetica costituita dalla

sintesi dialettica gt

Per Tommaso il principio drsquoidentitagrave e non contraddizione egrave un principio di ragione lt Quando si dice che

qualcosa egrave identico a seacute stesso [aliquid esse idem sibiipsi] lrsquointelletto assume come due ciograve che quanto alla cosa egrave

uno [intellectus utitur eo quod est unum secundum rem ut duobus] Altrimenti non potrebbe designare la

relazione dello stesso a seacute stesso Onde appare che la relazione include sempre due estremi e se nelle relazioni di

questo tipo non ci sono due estremi quanto alla cosa ma solo quanto allrsquointelletto la relazione di identitagrave non

potragrave essere una relazione reale ma solo di ragione gt

Nemmeno Tommaso vede che un intelletto che assuma come due ciograve che egrave uno afferma la contraddizione

impossibile cioegrave che lrsquouno egrave due lrsquoidentico egrave differente Pensare che lrsquoidentitagrave non sia quindi una relazione reale consente al realismo di concludere che lrsquoessente indipendentemente dallrsquointelletto egrave identico a seacute (altrimenti il

dirlo identico ndash esso egrave appunto illud quod dicitur idem ndash sarebbe falso) ma la sua identitagrave con seacute si costituisce

come tale (cioegrave formalmente) solo nella riflessione dellrsquointelletto sullrsquoessente Lrsquoessente egrave in seacute identico a seacute non

egrave per seacute identico a seacute [] In quanto isolato dallrsquoidentitagrave con seacute stesso (e cioegrave dal suo non esser lrsquoaltro da seacute)

lrsquoessente non egrave seacute stesso non solo non appare come seacute stesso ma non egrave nemmeno seacute stesso Egrave un nulla Un nulla

che il pensiero dellrsquoOccidente intende come essente (noema significato) indipendentemente dal suo esser pensato

come esser seacute e come non esser lrsquoatro da seacute gt E Severino Tautoacutetēs Adelphi Milano 1995 pag 102-105108

61

Questa persuasione gli appartiene anche quando in esso non vien fatta alcuna menzione

del tempo giaccheacute lrsquoente di cui vien posta lrsquoincontraddittorietagrave viene pensato come ciograve che in

quanto tale puograve non essere Il principio di non contraddizione stabilisce lrsquoopposizione dellrsquoente

al niente ma egrave lrsquoente in quanto egrave che si oppone al niente e non lrsquoente in quanto non egrave ndash dove

questo ldquoin quanto non egraverdquo esprime un aspetto essenziale dellrsquoente in quanto ente

Aristotele afferma lrsquoimpossibilitagrave che qualcosa cui convenga una certa determinazione

abbia ldquonello stesso tempordquo la determinazione contraddittoria Il che vuol dire che in un tempo

diverso puograve convenirle

Il pensiero metafisico supera lrsquoeleatismo percheacute oppone al niente non solo il puro essere

indeterminato ma ogni ente determinato

Ciograve che con la filosofia platonica e aristotelica si viene a guadagnare egrave lrsquoesistenza del

mondo E si tratta di un guadagno nel senso che il mondo non deve essere semplicemente

affermato ma deve essere affermato tenendo fermo quel puro atto che agli occhi di Parmenide

esigeva la nullitagrave o illusorietagrave del mondo il mondo egrave guadagnato nel senso che si mostrano le

condizioni del suo coesistere a Dio allrsquoeterno101

101 Aristotele lt Al posto di una palude incomprensibile piena di fumi del mistero e della magia egli

pone di fronte alla nostra intelligenza uno schema grandioso e coordinato limpido da comprendere e fondato sui

fatti ovvi e persistenti della nostra esperienza Nella generalitagrave della sua portata esso egrave insieme filosofico e

scientifico e fornigrave piugrave tardi lo sfondo fisico allo schema cristiano della salvezza gt Alfred North Whitehead

Science and Philosophy traduzione dallrsquoinglese di Stefano Federici Scienza e Filosofia Castelvecchi Roma I

edizione aprile 2014 pag 12

62

III - Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire

Lrsquo irruzione delle differenze del molteplice nellrsquoarea dellrsquoessere porta a concepire

lrsquointero del positivo sulla traccia del positivo empirico percheacute come ripetiamo lrsquoessere egrave ciograve

che egrave quando egrave e che non egrave quando non egrave

Ma sia il mondo delle idee che lrsquoatto puro di Aristotele sono certamente privi di una

dimensione del positivo la materia la radice cosmica da cui si generano tutte le cose sensibili

che non egrave dominata dal divino ma solo lsquopersuasarsquo a trasformarsi da caos in cosmo Egrave appunto

lrsquoesigenza di intendere lrsquoimmutabile come la pienezza dellrsquoessere ciograve che spinge lo stoicismo

il neoplatonismo la patristica e la scolastica a porre la dipendenza assoluta del mondo da Dio

Lrsquoimmutabile dagrave lrsquoessere alla materia e al mondo percheacute se li trovasse davanti a seacute

indipendenti e come suo limite esso mancherebbe di qualcosa sarebbe cioegrave aperto ad un

completamento possibile non sarebbe lrsquoimmutabile Ma se per Parmenide lrsquoimmutabile non

manca di nulla percheacute il mondo egrave illusorio per Agostino e Tommaso lrsquoimmutabile non manca

di nulla percheacute contiene tutta la positivitagrave del mondo e la puograve contenere solo a patto di porsi

come il libero creatore del mondo

Lrsquoesistenza dellrsquoimmutabile trasforma in un ente il niente secondo cui si struttura il

divenire e quindi trasforma lrsquoevidenza del divenire in una semplice apparenza e in un niente

lrsquoessere del divenire Lrsquoopposizione del positivo e del negativo egrave il principio motore della

metafisica classica quel principio cioegrave che porta appunto alla concezione creazionistica della

realtagrave102

Ma pensare lrsquoessere in seacute stesso un positivo che egrave anche negativo egrave contraddittorio

Il contrario dellrsquoessere egrave il non-essere il contraddittorio dellrsquoessere egrave tutto ciograve che non egrave essere

102 laquoDio ha scelto ciograve che nel mondo egrave nulla per ridurre a nulla le cose che sonoraquo Prima lettera ai

Corinzi 128

63

Lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla egrave uno dei modi secondo i quali il positivo si oppone

al negativo nella sua concretezza la veritagrave dellrsquoessere egrave lrsquoopposizione nella sua universalitagrave e

non in questo o quel modo in questa o quella individuazione sia pure emergente come quella

costituita dalla proibizione che lrsquoessere non sia

Ma il pensiero vive anche quando si contraddice quando si contraddice non si annulla

laquoIl contraddirsi non egrave un non pensar nulla ma egrave un pensare il nullaraquo103

Che il nulla si lasci

guardare dal pensiero costituisce uno dei piugrave formidabili ostacoli al pensiero dellrsquoessere104

Rispondere alla domanda del percheacute lrsquoidentitagrave dellrsquoessere e del non-essere non possa

essere affermata vuol dire operare il disvelamento autentico della veritagrave dellrsquoessere che non egrave

un semplice dire ma egrave un dire che ha valore ossia egrave capace di togliere la propria negazione

lrsquoautentica veritagrave epistemica

E dunque lrsquoopposizione dellrsquoessere e del non-essere affincheacute sia vista nella sua veritagrave

devrsquoessere vista nel suo valore Ossia da un lato il predicato conviene per seacute o

immediatamente al soggetto dallrsquoaltro lrsquoopposizione non puograve essere negata percheacute anche la

negazione puograve vivere come negazione solo se a suo modo afferma lrsquoopposizione Se

lrsquoopposizione viene in qualche modo negata e la negazione vuol essere negazione allora la

negazione si oppone al proprio negativo cioegrave si tien ferma in quel significare per cui essa egrave

negazione e differenzia questo significare da ogni altro significare ossia differenzia e oppone

questa positivitagrave in cui consiste il suo esser significante come negazione e come quella certa

negazione che egrave al proprio negativo

103 E Severino Essenza del nichilismo pag57

104 lt Lo Heidegger ha richiamato lrsquoattenzione su di esso ma i difensori della metafisica tradizionale non

hanno avvertito la gravitagrave del richiamo Ma se lo Heidegger avverte che il pensiero del nulla fa del nulla un

positivo rinuncia poi a superare questo ostacolo e ripiega sulla comoda condanna della logica e del principio di

non contraddizione Ma lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla non egrave un principio della logica ma il respiro del

pensiero gt Ibidem

64

Lrsquoopposizione egrave il fondamento di ogni dire e quindi anche di quel dire in cui consiste la

negazione dellrsquoopposizione In ogni discorso come in ogni pensiero il significato che emerge

nel dire e nel pensare egrave tenuto fermo nella sua diversitagrave da ogni altro significato nella sua

opposizione appunto al proprio negativo

Lrsquoessere viene incontro dominato dalla legge che lo oppone al non-essere in ogni suo

manifestarsi Nellrsquo opposizione originaria ogni essere si volge in piugrave direzioni si trova in una

pluralitagrave di rapporti Questa pluralitagrave di direzioni o rapporti egrave appunto la pluralitagrave di modi

secondo cui ogni positivo si oppone al suo negativo

Lrsquoopposizione originaria non egrave neacute questo neacute quel modo dellrsquoopposizione ma la loro

cooriginarietagrave ossia lrsquouniversale concreto dellrsquoopposizione espresso dalla proposizione

lrsquoessere non egrave non essere dove ripetiamo non viene pensata soltanto lrsquoopposizione dellrsquoessere

al nulla bensigrave lrsquoopposizione ad ogni forma del negativo (e quindi anche lrsquoopposizione al nulla)

Lrsquoopposizione egrave fondamento nel senso che egrave ciograve senza di cui non si costituirebbe

nessun discorso e nessun pensiero se la negazione non ponesse alla propria base lrsquoopposizione

(ossia non ponesse la propria positivitagrave significante a ogni altro significare) non esisterebbe

nemmeno Esiste solo se afferma ciograve che nega

Rilevare che la negazione dellrsquoopposizione egrave affermazione della propria inesistenza

vuol dire semantizzare lrsquoimpossibilitagrave di negare lrsquoopposizione Lrsquoopposizione che se ne sta in

solitudine sovrana egrave lrsquoopposizione universale del positivo e del negativo e non la sola

opposizione dellrsquoessere al nulla (che egrave soltanto individuazione dellrsquoopposizione universale)105

105 Bontadini aveva criticato Severino in questa configurazione dellrsquoἕλεγχος obiettando che se si pone

come principio la proposizione laquoLrsquoessere non egrave il nullaraquo la negazione di questa proposizione non afferma ciograve che

nega giaccheacute la negazione opponendosi allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione non si oppone al nulla bensigrave a un

certrsquoaltro essere Chi nega cioegrave lrsquoopposizione di contraddizione (tra essere e non essere) non afferma la stessa

opposizione ma solo unrsquoopposizione di diversitagrave Ivi cit pag 121

65

Lrsquoopposizione originaria proprio percheacute universale egrave sia opposizione di

contraddizione sia opposizione di diversitagrave opposizione del positivo a tutto ciograve che non egrave quel

positivo e dunque opposizione tanto al nulla quanto ad ogni altro positivo E tutto ciograve che egrave

altro dalla negazione egrave tutto ciograve che egrave altro dalla negazione e non soltanto una parte106

106 Lrsquo ἕλεγχος aristotelico egrave lrsquoaccertamento che lt la negazione non esiste come negazione pura ossia

come negazione che non abbia bisogno per costituirsi di affermare ciograve che nega [] proprio percheacute il fondamento della negazione egrave ciograve che essa nega essa consiste nella negazione di seacute medesima nel suo togliersi come discorso

gt Lrsquo ἕλεγχος mostra che la negazione universale dellrsquoopposizione tra positivo e negativo tra essere e non essere

non riesce a costituirsi proprio percheacute si costituisce solo se egrave affermazione dellrsquoopposizione Lrsquoἕλεγχος non dice

che lt la negazione dellrsquoincontraddittorietagrave non egrave ammissibile percheacute egrave contraddittoria [] ma dice che tale

negazione non riesce a vivere come negazione percheacute nellrsquoatto in cui si costituisce come negazione essa egrave insieme

anche affermazione [] Il toglimento della negazione non egrave dunque determinato dallrsquoaccertamento della

contraddittorietagrave di questa [] ma dal rilevamento che la negazione non riesce a vivere come negazione pura []

Nel caso in cui la negazione riconoscendo di non poter vivere come negazione pura rinunci a porsi come

negazione universale e si ripresenti come negazione limitata dellrsquoincontraddittorietagrave anchrsquoessa diventa allora un

discorso che non volendo negare ciograve su cui si fonda vuol essere incontraddittorio (condizione richiesta dalla

determinatezza del discorso) [] La considerazione concreta della determinatezza della negazione

dellrsquoopposizione rileva che la negazione si costituisce come negazione solo se da un lato egrave determinata come unitagrave semantica rispetto al proprio negativo e dallrsquoaltro lato se i termini che la costituiscono sono essi stessi

determinati gli uni rispetto agli altri La considerazione concreta di questa determinatezza consente una

formulazione dellrsquoἕλεγχος tale da fargli ricevere lrsquoampiezza massima che gli conviene non semplicemente la

negazione del determinato si fonda sullrsquoaffermazione di una parte di ciograve che essa nega ma la negazione si fonda

sullrsquoaffermazione dellrsquointero di ciograve che essa nega gt Ivi pag43-45

66

Lrsquoidentitagrave degli opposti in quanto pensata egrave un positivo e come positivo non egrave

negativo

Lrsquoidentitagrave degli opposti come esistente egrave un positivo significare ed egrave appunto questo

positivo significare ciograve senza di cui non si costituirebbe lrsquoopposizione del positivo e del

negativo

Lrsquoidentitagrave degli opposti egrave presupposta non in quanto identitagrave degli opposti ma in quanto

positivitagrave significante La negazione dellrsquoopposizione presuppone ciograve che essa nega mentre la

negazione dellrsquoidentitagrave degli opposti non presuppone ciograve che essa nega ma il positivo

significare di ciograve che essa nega lrsquoopposizione del positivo e del negativo non presuppone che il

positivo sia negativo ma presuppone quella positivitagrave significante che forma il contenuto

dellrsquoidentificazione del positivo e del negativo

Ecco che allora la negazione dellrsquoopposizione non riesce a costituirsi sigrave che

lrsquoopposizione (lrsquoincontraddittorietagrave la determinatezza) egrave il destino del dire egrave appunto ciograve che

si deve dire

La negazione che lrsquoessere non sia egrave individuazione dellrsquoopposizione universale del

positivo e del negativo e in quanto tenuta ferma nella sua concreta relazione allrsquouniversale

essa partecipa dellrsquooriginarietagrave del logo ndash inteso questo come lrsquoopposizione del positivo e del

negativo

Il fiore non egrave lrsquoalbero o questo positivo non egrave questo suo negativo il fiore non egrave lo

stagno la casa lrsquoalbero e tutto ciograve che egrave altro dal fiore

Ma quando lrsquoessere e quindi ogni essere si rivolge verso quella direzione lungo la quale si lega al suo Egrave quando cioegrave del fiore non si dice solamente che non egrave lrsquoalbero ma si dice che egrave e non puograve

non essere non puograve accadere che non sia allora ogni essere prende volto divino107

107 Ivi pag 58

67

CAPITOLO TERZO

Per una comprensione dellrsquoEssere

68

I - La struttura originaria dellrsquoessere

La struttura originaria egrave la struttura originaria dellrsquoessere108

ciograve che egrave necessariamente

presente in quanto un essente egrave e appare Senza la presenza di tale struttura nessun essente

potrebbe essere e apparire Essa egrave lo scheletro dellrsquoessere la sua grammatica di base la sua

sintassi fondamentale la quale non essendo un unico significato ma un intreccio inscindibile

di significati essa egrave una struttura (un complesso logico-semantico consistente nella totalitagrave

delle determinazioni che devono essere presenti affincheacute un essente possa apparire) In altre

parole la struttura originaria egrave la forma essenziale di ogni essente ciograve con cui esso egrave

necessariamente in relazione il suo legame indissolubile

In quanto lrsquoessere egrave immediatamente innegabile e lrsquoinnegabilmente immediato la

struttura originaria dellrsquoessere egrave la struttura originaria della necessitagrave dove il termine necessitagrave

ndash dal latino ne-cedo ndash esprime il senso assoluto dellrsquoinnegabilitagrave quale autonegativitagrave

immediata del proprio negativo In quanto il proprio negativo egrave immediatamente autonegativo

la struttura originaria egrave ciograve che laquostaraquo innegabilmente ed eternamente Essa non egrave un prodotto

teorico dellrsquouomo o di Dio ma il laquoluogo giagrave da sempre aperto dalla Necessitagraveraquo109

Egrave lo stare

innegabile dellrsquoessere-significare

Un essente egrave e appare in quanto egrave presente una certa dimensione dellrsquoessente costituita

dalle laquodeterminazioni che competono con necessitagrave a ogni essente e nelle quali consiste

appunto il destinoraquo110

108 Si tratta della struttura originaria come struttura dellrsquoessere e del significare e non della grande opera

edita per la prima volta nel 1958 e considerata fin drsquoora Questa distinzione rende legittima lrsquoestrapolazione del IV

capitolo da La struttura originaria

109 E Severino La struttura originaria pag13

110 Id Oltrepassare Adelphi Milano 2007 pag 179

69

Queste determinazioni sono chiamate laquopersintatticheraquo (lrsquoesser seacute dellrsquoessente il suo

non esser altro da seacute il suo non poter diventare ed essere altro da seacute il suo essere eterno ma

anche lrsquoessere dellrsquoapparire infinito la necessitagrave che gli essenti della terra sopraggiungendo

siano accolti dagli essenti dello sfondo e la necessitagrave che il sopraggiungere sia la Gloria cioegrave

si dispieghi senza fine) a queste poi si aggiungano tutte quelle che gli competono e che

costituiscono la dimensione stessa111

Lo ldquosfondordquo egrave un altro modo di nominare la sintassi originaria dellrsquoessere

evidenziandone lrsquoessere contenuto necessariamente originario e costante dellrsquoapparire

lrsquoinsieme delle determinazioni che non sopraggiunge e non tramonta mai allrsquointerno

dellrsquoapparire trascendentale ossia allrsquointerno di quellrsquoorizzonte che ospita lrsquoapparire empirico e

particolare degli essenti Lo sfondo egrave la permanenza non sopraggiungente

La struttura originaria della veritagrave dellrsquoessere egrave necessariamente identica sia

nellrsquoapparire finito che in quello infinito proprio in quanto egrave il fondamento dellrsquoessere ossia in

quanto egrave il predicato necessario di ogni essente ndash predicato trascendentale112

Le determinazioni della struttura originaria non sono il predicato di ogni essente cioegrave

questo libro non egrave ndash in quanto tale ndash lrsquoapparire infinito ma ogni essente egrave ciograve che esso egrave e

appare cosigrave come appare solo in quanto esso egrave in relazione a tale insieme Ciograve significa che

ogni essente egrave necessariamente in relazione alla totalitagrave delle determinazioni sono il predicato

necessario di ogni essente in questo senso dellrsquoessere in relazione

La struttura originaria egrave lo sfondo intramontabile dellrsquoapparire e cioegrave la persintassi

dellrsquoessente a differenza della iposintassi che egrave il contenuto variabile e variante dellrsquoapparire

la persintassi egrave la sintassi intramontabile dellrsquoIo finito del destino necessariamente costante e

sempre identica a seacute percheacute se via via apparissero ulteriori determinazioni integranti prima di

tale integrazione essa non sarebbe ancora stata seacute stessa cioegrave fondamento

111 Ibidem

112 Ibidem

70

Il fondamento in quanto persintassi o sintassi costante e originaria dellrsquoessere egrave il

contenuto eterno che appare eternamente nel cerchio finito del destino In quanto tale esso egrave il

luogo che accoglie la terra ossia la totalitagrave degli essenti che appaiono e scompaiono

In quanto la struttura originaria egrave fondamento essa egrave lrsquoessenza del fondamento la

struttura anapodittica del sapere e cioegrave lo strutturarsi della principalitagrave o dellrsquoimmediatezza

Il fondamento egrave quindi struttura unitagrave non semplice complesso logico e semantico

composto da una pluralitagrave di determinazioni essenzialmente legate tra loro

Legame essenziale significa che quelle determinazioni sono concretamente ciograve che sono

solo allrsquointerno di quel complesso cosigrave come quel complesso egrave concretamente quellrsquounitagrave che egrave

solo in quanto totalitagrave di quella pluralitagrave di determinazioni senza anche uno solo dei suoi

significati esso non sarebbe ciograve che egrave cosigrave come ogni parte separata da quel complesso non

sarebbe ciograve che egrave

La struttura originaria egrave lrsquoessenza del fondamento percheacute non egrave semplicemente

fondamento ma ciograve che il fondamento deve essere per essere fondamento essere fondamento

significa essere originario ed essere originario significa essere struttura

laquoLrsquoesposizione concreta della struttura originaria mostra che la metafisica come

teorematicitagrave o categoricitagrave appartiene alla struttura stessa dellrsquoimmediatoraquo113

Il sapere

metafisico non egrave unrsquoulterioritagrave da conseguire ma appartiene allrsquoessenza del fondamento E la

storia del fondamento egrave un elemento o un momento essenziale del fondamento stesso come in

generale ogni struttura logica che abbia a procedere dal fondamento include in seacute

essenzialmente la propria storia

113 Id La struttura originaria cap I par 4

71

Tutti i possibili modi di prendere posizione rispetto ad esso meno uno costituiscono

altrettanti negazioni del fondamento114

La posizione del fondamento implica il toglimento della negazione del fondamento o

questo si realizza come apertura originaria della veritagrave solo in quanto egrave in grado di togliere la

sua negazione115

114 lt Vi sono vari tipi di negazione il fondamento puograve essere negato percheacute al suo contenuto non si

riconosce valore di fondamento oppure il valore egrave riconosciuto soltanto ad una parte di quel contenuto oppure

percheacute si nega che il sapere debba avere un fondamento o infine semplicemente percheacute il fondamento egrave ignorato

sia nel suo contenuto concreto sia quanto al suo contenuto formale Le negazioni accadute le negazioni del

fondamento si distinguono allrsquointerno del sistema delle negazioni possibili dalle negazioni non accadute non

manifestatesi in quanto le prime sono oggetto di una cura di un interesse per cui o la base logica sulla quale tali

negazioni appoggiano viene considerata come il fondamento stesso o in generale esse diventano in quanto tali

contenuto di una certezza gt Ibidem

115 lt Sigrave che il fondamento egrave posto solo in quanto la sua negazione egrave posta (come tolta) Il contenuto del fondamento egrave posto in quanto il fondamento mostra la sua capacitagrave di togliere assolutamente la sua negazione

quindi essere fondamento significa essere originario In quanto il fondamento si impegna con la sua storia

lrsquoeternarsi del fondamento coincide col suo storicizzarsi Se la storia del fondamento egrave il concretarsi

dellrsquouniversalitagrave della sua negazione egrave infatti in rapporto allo sviluppo della negazione che il fondamento esercita

il suo valore Rispetto quindi allo sviluppo della negazione il fondamento si tien fermo ed in questo tenersi fermo

egli egrave sempre il medesimo Ma il tenersi fermo in relazione allo sviluppo della negazione egrave anche un movimento

sigrave che per questo lato il fondamento egrave svolgimento novitagrave progresso gt Ibidem

72

II - Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere

Il giudizio originario egrave lrsquoaffermazione in cui si realizza la struttura originaria tutto ciograve

che nel modo che gli conviene egrave immediatamente noto egrave lrsquoimmediato

Pensiero egrave lrsquoattualitagrave o la presenza immediata dellrsquoessere assunta in relazione alle

strutture semantiche che sono immediatamente implicate (ossia immediatamente presenti) dalla

posizione dellrsquoattualitagrave o presenza immediata dellrsquoessere Se a questa attualitagrave si riserva il nome

di laquoesperienzaraquo il termine laquopensieroraquo resta definito come implicazione immediata tra

lrsquoesperienza e quelle strutture Non si dagrave laquodimostrazioneraquo o laquofondazioneraquo del giudizio

originario che lo pongano come una struttura estranea alla struttura del porsi il linguaggio che

ne parla egrave lrsquoesporsi del giudizio stesso

Lrsquoessere che egrave immediatamente presente ndash lrsquoimmediato come ciograve che entra a

costituire il soggetto del giudizio originario - egrave ciograve che per essere affermato non richiede o non

presuppone altro che la presenza di seacute stesso o non presuppone altro che seacute stesso in quanto

presente τὸ δι αὐτὸ γνώϱιμον il per seacute notum

Il termine laquoessereraquo indica una sintesi tra il significato laquoessereraquo (essere formale) e i

significati costituiti dalle determinazioni che appunto sono O possiamo anche dire col

termine laquoessereraquo si intende una complessitagrave o concretezza semantica i cui momenti astratti

sono lrsquoessere formale e le determinazioni o individuazioni di questa formalitagrave

La proposizione laquoEgrave per seacute noto che lrsquoessere egraveraquo non sta ad affermare lrsquoimmediatezza

della connessione tra il soggetto e il predicato della proposizione laquoLrsquoessere egraveraquo ma

lrsquoimmediatezza della notizia di questa connessione116

La quale non interessa come tale ma

come positivitagrave (essere) che egrave contenuto della presenza che non vuol dire negare la

116 La struttura fenomeno-logica egrave articolata in tre momenti che costituiscono quellrsquounico atto che egrave

lrsquoapparire lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire ovvero la laquocoscienza di autocoscienzaraquo Questa espressione

esprime il significato fondamentale dellrsquoapparire indicando che qualcosa appare solo in quanto appare il suo

apparire Questo rilievo genera solitamente piugrave obiezioni tra le quali ldquose crsquoegrave un apparire dellrsquoapparire ci dovragrave

poi essere un apparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire e cosigrave via in un regresso allrsquoinfinito Ma lrsquoobiezione egrave presto

73

connessione tra il soggetto e il predicato lrsquoimmediatezza di quella connessione egrave infatti

lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave o incontraddittorietagrave dellrsquoessere ndash immediatezza logica ndash Lrsquoaporia

generata dallrsquointelletto astratto che cerca quindi di fondare il fondamento possiamo formularla

cosigrave laquola posizione dellrsquoimmediatezza dellrsquoessere ha il suo fondamento in seacute o in altroraquo Che sia

per altro egrave contraddittorio (lrsquoessere sarebbe un immediato e mediato) Se egrave nota per seacute si

produce il regressus in indefinitum (lrsquoimmediatezza viene ad essere posizione

dellrsquoimmediatezza dellrsquoimmediatezza andando cosigrave allrsquoinfinito)

Dato che la discorsivitagrave del pensare ha in proprio di dire nel tempo ndash una cosa dopo

lrsquoaltra ndash ciograve che non vale come tempo il discorso assume questo andamento laquoLrsquoessere egraveraquo

Lrsquointelletto astratto non riesce a sollevarsi al di sopra della tecnica o della forma esterna

del discorrere e mantenendosi nellrsquoastrattezza dagrave luogo al regressus Di ciograve la parola non ha

alcuna responsabilitagrave il tempo egrave il destino della parola (lrsquoandamento discorsivo egrave corretto

sempre purcheacute non si assuma come due momenti ciograve che vale come unico momento logico)

Lrsquoimmediatezza logica egrave lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave-non contraddittorietagrave dellrsquoente in

quanto ente cioegrave di ogni ente cioegrave della totalitagrave dellrsquoente La posizione dellrsquoidentitagrave-non

contraddittorietagrave egrave originaria Dire originariamente che lrsquoessere egrave essere non significa istituire

un confronto e quindi una identificazione tra lrsquoessere come soggetto e lrsquoessere come

predicato presupposti allrsquoidentificazione ndash cheacute anzi stante questa presupposizione lrsquoessere

(soggetto) non egrave lrsquoessere (predicato) Oppure lrsquoessere che egrave essere egrave lrsquoessere che egrave essere

ossia egrave lrsquoessere che egrave posto come identitagrave e non lrsquoessere che essendo posto (presupposto) egrave

poi posto come identitagrave (onde lrsquoidentitagrave si costituisce come identificazione dellrsquoalteritagrave)

Lrsquoidentitagrave dellrsquoessere con seacute stesso egrave pertanto assoluta Lrsquoessere (Ersquo) di cui si predica

lrsquoessere (Ersquorsquo) egrave appunto lrsquoessere che egrave essere Ersquo=Ersquorsquo e lrsquoessere (Ersquorsquo) che egrave predicato egrave

appunto essere dellrsquoessere Ersquorsquo=Ersquo

La formula dellrsquoidentitagrave concreta egrave quindi (Ersquo=Ersquorsquo) = (Ersquorsquo=Ersquo) oppure Ersquo(=Ersquorsquo) =

Ersquorsquo(=Ersquo)

tolta lt la triplice posizione non dagrave luogo a un regresso allrsquoinfinito giaccheacute quello che viene discorsivamente

posto come ldquoterzo momentordquo (lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire) egrave la posizione concreta del ldquoprimo momentordquo

(quello che egrave discorsivamente posto come la semplice coscienza o apparire dellrsquoente) e del ldquosecondo momentordquo

(discorsivamente posto come autocoscienza o apparire dellrsquoapparire) gt Non quindi un tre momenti esterni lrsquouno

allrsquoaltro ma della medesimezza di quellrsquounico atto complesso in cui consiste lrsquoapparire dellrsquoessente

Cfr N Cusano Capire Severino ndash La risoluzione dellrsquoaporetica del nulla Mimesis Edizioni Milano-Udine 2011

pag57-58

74

Di seguito possiamo formulare anche lrsquoespressione dellrsquoidentitagrave come identitagrave

dellrsquoidentitagrave e della non contraddizione Lrsquoessere che non egrave non essere non egrave non essere ndash dove

questo non esser non essere egrave proprio dellrsquoessere (E=nnE) = (nnE=E) Ma se lrsquoidentitagrave e la non

contraddizione sono i momenti astratti dellrsquoidentitagrave (o non contraddizione) concreta la

formulazione suprema dellrsquoidentitagrave egrave la posizione dellrsquoidentitagrave tra lrsquoidentitagrave (I) e la non

contraddizione (nC)

Dire che lrsquoessere egrave essere egrave lo stesso che dire che lrsquoessere non egrave non essere (I=nC) = (nC=I)

Kant osservava che non aveva senso fondare un giudizio analitico sullrsquoesperienza dato che per

far convenire il predicato al soggetto non egrave necessario uscire dal concetto del soggetto117

Considerando lrsquoanaliticitagrave del principio di non contraddizione egrave chiaro che lrsquoosservazione

kantiana non puograve voler significare che questo principio non abbia alcuna portata sintetica a

posteriori ovvero che la connessione del soggetto col predicato non abbia alcuna valenza

sintetica

117 lt Qualunque possa essere il contenuto della nostra conoscenza e comunque essa possa riferirsi allrsquooggetto certo la condizione universale ndash seppur solo negativa ndash di tutti i nostri giudizi in generale egrave che essi

non contraddicano seacute stessi altrimenti tali giudizi sono in seacute stessi (anche a prescindere dallrsquooggetto) nulla gt

Infatti lt se il giudizio egrave analitico sia esso negativo o affermativo la sua veritagrave deve sempre poter essere

conosciuta sufficientemente in base a principio di contraddizione Lrsquoopposto di ciograve che giagrave si trova e viene pensato

come concetto nella conoscenza dellrsquooggetto difatti egrave sempre giustamente negato di questo qualcosa mentre il

concetto stesso dovragrave invece venir necessariamente affermato del medesimo qualcosa per il fatto che il contrario

di tale concetto contraddirebbe allrsquooggetto gt I Kant Critica della ragione pura pag 228

75

Negare tale valenza significherebbe infatti negare che lrsquoessere che si manifesta nellrsquoorizzonte

fenomenologico sia in contraddittorio significherebbe affermare che lrsquoeffettualitagrave lrsquoesserci

dellrsquoessere smentisce lrsquoincontraddittorietagrave affermata dal principio Quindi si diragrave che anche il

principio di non contraddizione ha un valore sintetico (lrsquoincontraddittorietagrave egrave cioegrave

immediatezza anche come immediatezza fenomenologia) ma che questo valore egrave soltanto un

momento del valore del principio Lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave lrsquoimmediatezza

dellrsquoapparire dellrsquoente che appare in quanto ente che appare cioegrave di ogni ente che appare cioegrave

della totalitagrave dellrsquoente che appare Risiede nel significato stesso dellrsquoessere che lrsquoessere debba

ad essere quindi il principio di non contraddizione non esprime semplicemente lrsquoidentitagrave

dellrsquoessenza con seacute medesima ma lrsquoidentitagrave dellrsquoessenza con lrsquoesistenza

Ogni affermazione esistenziale egrave posizione di questa identitagrave dellrsquoessenza e dellrsquoesistenza non nel

senso che ogni proposizione esistenziale sia identica [] ma nel senso che nel significato della determinazione (essenza) di cui si predica lrsquoessere (lrsquoesistenza) egrave originariamente incluso lrsquoessere

(la positivitagrave lrsquoesistenza) della determinazione118

La relazione concreta tra lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave

dunque espressione della strutturazione dellrsquooriginario

La L-immediatezza dellrsquoente (ossia lrsquoente nel suo essere immediatamente identitagrave con

seacute e non contraddittorietagrave) la quale egrave immediatamente presente (cioegrave F-immediata) egrave

lrsquoimmediata presenza (cioegrave F-immediata) della L-immediatezza dellrsquoente (x=y) = (y=x)

118 E Severino Essenza del nichilismo pag 288

76

III - LrsquoEterno

Lrsquoontologia diviene incapace di cogliere lrsquoessere ed egrave costretta ad andar oltre per

trovare ciograve di cui si egrave privata Ciograve che poi trova lrsquoessere immutabile il totalmente altro

contrapposto quindi allrsquoessere diveniente egrave fondato sulla piugrave radicale assurditagrave Da che

lrsquoorizzonte originario del pensare egrave la fede nel divenire degli enti non puograve non essere

impossibile ogni metafisica ogni ontologia ogni teologia che si illuda di poter pervenire a una

dimensione immutabile al di sopra o al centro del divenire

E la dimostrazione di un essere necessario e quindi ogni prova dellrsquoesistenza di un essere

necessario va alla ricerca e presume di trovare un medio che connetta al positivo la negazione del negativo [] pretende di dimostrare il necessario dal contingente

119

Ma affermare un medio tra il soggetto e il predicato significa non vedere lrsquooriginarietagrave

di questa predicazione significa problematizzare la stessa immediatezza della veritagrave e quindi

negarla La veritagrave dellrsquoessere egrave il predicato di ogni ente non nel senso che lrsquoente stia al di fuori

della veritagrave dellrsquoessere ma nel senso che questa egrave la stessa predicazione ossia la stessa unitagrave

veritativa dellrsquoente e del suo predicato La veritagrave dellrsquoessere ndash che egrave il contenuto della filosofia

ndash egrave pertanto lo sfondo di ogni apparire o dellrsquoapparire in quanto tale

Lrsquo apparire del contenuto intramontabile della veritagrave egrave lrsquoapparire del contenuto totale

della veritagrave egrave cioegrave lrsquoapparire della concreta totalitagrave dellrsquoente egrave lrsquoapparire infinito del Tutto non

nel senso che la parte sia identica simpliciter al Tutto ma nel senso che la parte egrave legata con

necessitagrave al Tutto sigrave che il Tutto egrave il vero significato della parte ossia egrave la dimensione in cui la

parte che in quanto separata dal Tutto egrave contraddizione non egrave contraddizione

119 Ivi cit pag 33

77

E la parte egrave separata dal Tutto proprio percheacute il Tutto non appare nella sua compiuta

concretezza allrsquointerno del cerchio dellrsquoapparire120

del destino della veritagrave

laquoLa veritagrave dice non nel senso che essa sia innanzitutto un linguaggio intorno alle cose

ma nel senso che essa egrave il mostrarsi lrsquoapparire della necessitagrave in cui il Tutto dimoraraquo121

Solo

percheacute la necessitagrave (il λογος) presso cui il Tutto sta radunato appare il linguaggio puograve

parlarne ed essere un ομολογειν122

Il Tutto non egrave sopraffatto e catturato dalla necessitagrave ma egrave in accordo con essa sta nel

suo cuore e la necessitagrave sta nel cuore di ogni cosa Non esiste alcuna cosa che possa sfuggire

alla necessitagrave percheacute lo sfuggirle egrave il negarla (lrsquoaprire uno spazio che non si accorda con essa)

e il negarla egrave autonegazione In questa autonegazione consiste il vero senso del non poter

sfuggire alla necessitagrave e dunque il senso originario del destino

La veritagrave egrave il destino del Tutto percheacute la stessa volontagrave di abbandonarla e di negarla

esiste come tale solo in quanto egrave in accordo con ciograve che la veritagrave dice sigrave che per questo suo

accordo con la veritagrave essa egrave un abbandonare e un negare seacute medesima lasciando che ciograve che la

veritagrave dice sia lo stare che non trema e non puograve essere rimosso trasformato smentito abbattuto

da nessuna forza e da nessuna potenza

Il cuore non tremante della veritagrave dice che il Tutto non trema Il Tutto non trema percheacute

ogni cosa egrave destinata allrsquo essere non egrave un ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente Per questo

suo tenersi giagrave da sempre e per sempre sollevato nellrsquoessere il Tutto sta senza tremare

120 Il cerchio dellrsquoapparire egrave lrsquoapparire trascendentale laquoil luogo degli intramontabili che costituiscono lo

sfondo di ogni accadereraquo Id Destino della necessitagrave pag 110

121 Ivi cit pag 123

122 Eraclito fr 50

78

In questo secondo significato dello ldquostarerdquo il Tutto egrave il destino123

Il Tutto egrave ciograve che il mortale in veritagrave egrave egrave ciograve che il mortale egrave destinato ad essere da

sempre e per sempre Come oltrepassamento della totalitagrave della contraddizione del finito il

Tutto egrave la Gioia E nella Gioia il mortale egrave giagrave da sempre un passato

La dimostrazione dellrsquoimmediato egrave negazione dellrsquoimmediato giaccheacute se si sente il

bisogno di un medio vuol dire che il predicato egrave visto come qualcosa che come tale puograve

convenire come puograve non convenire al soggetto

Lrsquoessere tutto lrsquoessere visto come ciograve che egrave e non puograve non essere egrave Dio E quando lrsquoessere parla di seacute dice Ego sum qui sum (ἐγώ εἰμι ὁ ὤν Esodo III) che egrave la piugrave alta espressione speculativa del

testo sacro124

A Dio non si arriva A Dio non si giunge a guardarlo dopo un esilio o una cecitagrave

iniziali appunto percheacute Dio egrave lrsquoessere di cui il logo originario dice che egrave e non puograve non essere

ossia egrave il contenuto della veritagrave originaria nella misura in cui questa si costituisce come

affermazione che lrsquoessere egrave Se quindi Dio egrave contenuto della veritagrave originaria in quanto essa egrave

logo originario drsquoaltra parte lrsquointero dellrsquoessere in quanto immutabile trascende la

manifestazione originaria dellrsquoessere trascende lrsquoesserci125

Dio non si dimostra non giagrave nel senso che se ne dia immediata esperienza ossia

appartenga al contenuto originariamente manifesto ma nel senso che lrsquoaffermazione che

lrsquoessere egrave costituisce lrsquoimmediatezza lrsquooriginarietagrave del logo

123 lt Il verbo latino dēstino egrave costruito sulla radice sta che esprime appunto il senso fondamentale dello

laquostareraquo E nel significato del destinare la particella de non introduce lrsquoidea della separazione (come ad esempio in

decidere) o della mancanza (come ad esempio in deesse) ma ha il compito di rafforzare e di portare al massimo il

senso indicato dal tema sta indicando nel contempo che lo stare egrave in riferimento a un ambito sul quale lo stare sta

gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 131

124 Id Essenza del nichilismo pag 58

125 Ivi pag 59

79

E lrsquoessere di cui si parla egrave appunto Dio giaccheacute con questa parola si intende lrsquointero del

positivo pensato nel suo esistere e nella impossibilitagrave della sua inesistenza

Ed egrave appunto di questo essere che si afferma lrsquoimmutabilitagrave e quindi la trascendenza

rispetto allrsquoessere diveniente che egrave manifesto Lrsquoessere egrave immutabile Ma come immutabile si

libra sullrsquoessere diveniente lo trascende

Il pensiero occidentale egrave la dimenticanza di questa veritagrave di questa immediatezza

originaria e nella dimenticanza si sforza di raggiungere lrsquoEssere necessario Proprio in quanto

tale sforzo avviene nella dimenticanza della veritagrave dellrsquoessere esso egrave quindi destinato a fallire

Uscire dalla dimenticanza significa ristabilire la possibilitagrave del rapporto autentico con

Dio e il Sacro

La possibilitagrave che il Sacro sia veritagrave ndash e sia anzi la massima apertura dellrsquoessere consentita alla

veritagrave ndash egrave la possibilitagrave di un nesso tra il Sacro e la veritagrave tale che la negazione dellrsquoesistenza di ciograve

che egrave annunciato dal Sacro implichi necessariamente la negazione della veritagrave126

126 Ivi cit pag 170

80

NOTA

Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del verbo

Lrsquoincarnazione di Gesugrave Cristo avviene nella pienezza del tempo In esso infatti viene

alla luce lrsquointera opera della creazione e della salvezza e soprattutto emerge il fatto che laquocon

lrsquoincarnazione del Figlio di Dio noi viviamo e anticipiamo fin da ora ciograve che saragrave il

compimento del temporaquo127

La veritagrave che Dio ha consegnato allrsquouomo su seacute stesso e sulla sua vita si inserisce

quindi nel tempo e nella storia128

Certo essa egrave stata pronunciata una volta per tutte nel mistero di Gesugrave di Nazareth e lo

dice con parole eloquenti la Costituzione Dei Verbum129

Dio dopo avere a piugrave riprese e in piugrave modi parlato per mezzo dei Profeti ldquoalla fine nei nostri giorni ha parlato a noi per mezzo del Figliordquo Mandograve infatti suo Figlio cioegrave il Verbo eterno che

illumina tutti gli uomini affincheacute dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i segreti di Dio

Gesugrave Cristo Verbo fatto carne mandato come ldquouomo agli uominirdquo ldquoparla le parole di Diordquo e porta a compimento lrsquoopera di salvezza affidatagli dal Padre Perciograve Egli vedendo il quale si vede anche

il Padre con tutta la sua presenza e con la manifestazione di seacute con le parole e con le opere con i

segni e con i miracoli e specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione di tra i morti e infine con lrsquoinvio dello Spirito di veritagrave compie e completa la Rivelazione

127 Libro degli Ebrei 1 2

128 lt Cristo egrave una realtagrave cioegrave una persona storica ben precisa e perciograve appartiene alla dialettica della

storia alcuni uomini hanno scritto di lui ed hanno testimoniato nel mondo per lui affrontando la morte hanno

predicato chrsquoegli egrave il Figlio di Dio risorto da morte e asceso al cielo e quindi chrsquoegli egrave Dio e uomo ossia lrsquoUomo-

Dio comrsquoegrave stato creduto lungo i secoli nella vita della Chiesa e fuori di lui non crsquoegrave salvezza Personaggio sconvolgente apparso in una terra ed in una cultura del tutto isolata e opposta a quella della civiltagrave classica del

bacino del mediterraneo al suo apparire Cristo non ha fatto appello a nessuna filosofia [] ma soltanto allrsquoautoritagrave

del Padre che lrsquoha mandato alla testimonianza fattagli da Mosegrave e dai profeti del suo popolo Ma ha proclamato

che la sua dottrina egrave luce di salvezza per ogni uomo che viene in questo mondo gt C Fabro Lrsquoalienazione

dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno in aavv Il Cristo dei filosofi Atti del XXX Convegno di studi filosofici di

Gallarate Morcelliana Brescia 1976 pag 52-53

129 In URL maranathait Costituzione Dei Verbum consultato in data 14052017

81

Lrsquoaudacia del cristianesimo non consiste nel credere che un uomo sia Dio (un uomo

nato in Giudea e crocifisso al tempo dellrsquoimperatore Tiberio) La divinizzazione di certi uomini

egrave infatti diffusa nelle religioni che precedono il messaggio cristiano Lrsquoaudacia sta nel pensare

che un uomo sia Dio dopo che la filosofia greca aveva portato alla luce il significato piugrave

profondo e radicale del divino Dio inteso come Essere eterno e perfetto Bene supremo che

eternamente conosce se stesso al di sopra della nascita e della morte Qui sta lrsquoaudacia del

cristianesimo che un uomo un mortale sia lrsquoeterno che lrsquoEterno si sia fatto carne Ma quando

questa fede nellrsquouomo-Dio si diffonde la cultura greca non la considera unrsquoaudacia ma follia

aberrazione assurditagrave scandalo130

empietagrave offuscamento della ragione131

unrsquoaudacia cosigrave

spinta da diventare irresponsabilitagrave132

130 lt Egrave il Gesugrave storico quindi cioegrave Dio nel tempo che costituisce il punto cruciale dello scandalo della

filosofia Il Dio storico esige ed opera il cambiamento radicale della libertagrave dellrsquouomo Si tratta che dopo

lrsquoapparizione dellrsquouomo-Dio tanto lrsquointelligenza quanto la volontagrave sia il pensiero come lrsquoazionehellipsono tratti fuori

dallrsquoalveo naturale e lrsquouomo diventa da interrogante interrogato rinuncia al dominio della ragione e passa

allrsquoobbedienza della fede gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno cit pag82

131 laquoCristo il quale lungi dal fortificare la logica naturale piuttosto la confonde e la spezza deludendo

tutte le attese di comprensione della ragioneraquo Ivi cit pag 54

132 Siamo abituati a unire il cristianesimo al platonismo ma quando il cristianesimo cominciograve ad imporsi egrave proprio dal pensiero platonico e neoplatonico che gli vennero rivolte le critiche piugrave radicali e profonde lt Gesugrave egrave

per Porfirio un vero sapiente la cui sapienza perograve come quella degli evangelisti e di Paolo egrave interamente

riconducibile alla sapienza greca soprattutto a Pitagora e Platone gt I primi padri della Chiesa si impegnarono a

fondo per smontare questa tesi Inoltre lt I testi dei primi secoli del cristianesimo mostrano appunto lo scontro fra i

rappresentanti dellrsquoortodossia che intendono vivere e accettare a fondo lo scandalo e la follia cristiana e gli

gnostici che arretrano di fronte alla follia e allo scandalo e intendono come semplice apparenza lrsquoincarnazione e

la morte di Cristo gt E Severino Pensieri sul cristianesimo BUR Rizzoli Milano 2010 Cit pag 165

82

Giustino martire scrive di Gesugrave ldquoLo onoriamo sapendo che egrave Figlio del vero Dio e mettendolo al secondo posto e nel terzo mettendo lo Spirito profetico Su questo punto ci accusano di follia

dicendo che noi diamo il secondo posto dopo il Dio immutabile eterno autore di tutte le cose ad

un uomo crocifissordquo133

La follia e lo scandalo di quel secondo posto egrave che il primo si egrave fatto secondo cioegrave Dio

si egrave fatto uomo Ma se lrsquoaspetto scandaloso e folle dellrsquoaffermazione che Dio si egrave fatto uomo egrave

fuori discussione134

si egrave meno attenti nel mettere in luce le condizioni che rendono follia la

follia e scandalo lo scandalo La follia sussiste solo se Dio egrave essenzialmente lontano

dallrsquouomo se Dio egrave qualcosa che sta vicino ed egrave simile allrsquouomo che follia crsquoegrave ad affermare

che Dio si egrave fatto uomo Ma sin dallrsquoinizio il cristianesimo pretende che la propria follia sia

radicale E giustamente percheacute tra Dio e lrsquouomo pone una distanza infinita Il Dio che si fa

carne egrave il Dio che egrave stato portato alla luce dal pensiero greco il Dio immutabile ed eterno Il

cristianesimo certo aggiunge che questo Dio egrave ldquocreatorerdquo di tutte le cose ma questa

caratteristica non fa che portare al limite il carattere che egrave proprio del Dio greco cioegrave il suo

essere ldquodemiurgordquo produttore di tutte le cose dellrsquoordinamento cosmico

133 Ivi cit pag 163

A questo proposito Papa Francesco ricorda come lt Quella veritagrave quella egrave la rivelazione di Gesugrave Quella presenza

di Gesugrave incarnato Quello egrave il punto Se lo si dimentica saragrave sempre forte la seduzione per i discepoli di Cristo di

fare cose buone senza lo scandalo del Verbo incarnato senza lo scandalo della croce Giustino egrave stato testimone di questa veritagrave percheacute proprio per lo scandalo della croce si egrave attirato la persecuzione del mondo Egli ha

annunciato il Dio che egrave venuto tra noi e si egrave immedesimato nelle sue creature []Ciograve che di Gesugrave scandalizza egrave la

sua natura di Dio incarnato E come a lui anche a noi tendono trappole nella vita quello che scandalizza della

Chiesa egrave il mistero dellrsquoincarnazione del Verbo quello non si toglie quello il demonio non lo toglie gt

LrsquoOsservatore Romano ed quotidiana Anno CLIII n 125 Dom 02062013

134 laquoLa follia di Dio egrave piugrave sapiente degli uominiraquo scrive lrsquoapostolo Paolo nella prima Lettera ai Corinzi

I 17-31 In URL wwwgli scrittiitdchiesabibbia Consultato in data 18042017

83

Quel che non si deve perdere di vista egrave che senza il concetto greco di Dio ndash senza il

modo in cui la filosofia greca pensa Dio ndash la follia e lo scandalo del Dio che si fa uomo

verrebbe meno

Lrsquoenergia del pensiero greco porta alla luce il senso radicale dellrsquoimmutabilitagrave e

dellrsquoeternitagrave di Dio laquoportandosi al di sopra e al di fuori dellrsquoindeterminatezza del Dio

veterotestamentario e di ogni forma pre-greca del divinoraquo135

Nella Summa contra gentiles di Tommaso drsquoAquino136

il capitolo intitolato ldquoChe cosa

pensa la fede cattolica dellrsquoIncarnazione di Cristordquo (Quid cattolica fides sentiat de Incanatione

Christi) ha il compito di rispondere negativamente alla domanda se il mistero

dellrsquoincarnazione sia un assurdo

Di Cristo le scritture affermano che come uomo ha proprietagrave umane (humana) e

insieme affermano che come Dio non puograve patire (impassibile) e non puograve morire (immortale)

Ora le proprietagrave umane attribuite a Cristo sono degli opposti rispetto alle proprietagrave divine a lui

attribuite Dice Tommaso

Ma poicheacute gli opposti non possono essere affermati con veritagrave dello stesso e secondo lo stesso

riferimento e poicheacute le proprietagrave divine e umane che vengono dette di Cristo stanno tra di loro in

opposizione come che ha patio e che non puograve patire morto e immortale e tutte le altre proprietagrave di questo genere egrave necessario che le proprietagrave divine siano affermate di Cristo secondo un riferimento

e le proprietagrave umane secondo un altro riferimento[] ciograve di cui le une e le altre sono affermate

non si deve fare alcuna distinzione ma ci si imbatte in unrsquounitagrave137

Cristo quindi egrave unrsquounica ipostasi e un unico sostrato della natura umana e di quella

divina Quindi la tesi sostenuta da Tommaso che allo stesso convengano gli opposti egrave

affermazione che ha veritagrave solo se gli opposti non sono predicati secondo lo stesso rispetto

laquonecesse est quod secundum aliud et aliud divina et humana praedicentur de Christoraquo

135 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 164

136 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles capitolo 39 Libro IV consultato in data

26032017

137 Ibidem

84

La distinzione (aliud et aliud) non egrave ciograve di cui (id de quo) si predicano gli opposti che

anzi costituisce e deve costituire una unitagrave ma riguarda ciograve secondo cui (id secundum quod)

essi sono predicati

La doppia natura di Cristo egrave cioegrave la condizione necessariamente richiesta affincheacute la

predicazione delle proprietagrave umane e divine di Cristo non sia un affermare gli opposti

contraddittoriamente della stessa cosa e sotto lo stesso rispetto Del Verbo di Dio si possono e

si devono predicare le proprietagrave umane in quanto lrsquouomo che egrave Cristo egrave il suppositum non solo

della natura divina ma anche di quella umana E viceversa del Verbo di Dio sono affermate

proprietagrave umane in quanto tale sostrato egrave sostrato anche della natura umana

E sarebbe cosigrave tolta la contraddizione per quale della stessa cosa sono affermate

secondo lo stesso rispetto o riferimento proprietagrave opposte sarebbe tolta percheacute dellrsquounico

sostrato o ipostasi che egrave Cristo le cose divine sono affermate rispetto o in riferimento alla

natura divina di Cristo e le cose umane sono affermate secondo un altro rispetto e cioegrave

relativamente alla natura umana di Cristo

Eppure nonostante la portata di questo immenso lavoro il concetto dellrsquoIncarnazione

non riesce a liberarsi dallrsquoassurdo lrsquoassurdo in cui gli opposti sono predicati della stessa cosa

secondo lo stesso riferimento Il rilievo fondamentale per lrsquoaccertamento di tale assurdo sta

nel modo di pensare al quale appartiene la filosofia di Tommaso per il quale certe proprietagrave

come ldquomortalerdquo sono predicate necessariamente della natura umana e che certe proprietagrave

come ldquoimmortalerdquo sono predicate necessariamente della natura divina egrave impossibile che una

natura umana non sia mortale ed egrave impossibile una natura divina che non sia immortale

Questo significa che nature diverse sono esse stesse degli opposti ossia i diversi

rispetti o riferimenti sono essi stessi degli opposti e quindi non riescono a costituirsi come

rispettivi diversi secondo cui vengono predicati dello stesso gli opposti

85

Lrsquoesser uomo e lrsquoesser Dio costituiscono essi stessi unrsquoopposizione sigrave che egrave

contraddittorio dire dello stesso che egrave uomo e Dio Egrave immediatamente contraddittorio per la

ragione naturale Non egrave un mistero egrave un assurdo

Esser uomo ed esser Dio sono determinazioni opposte percheacute contengono

essenzialmente determinazioni opposte

86

PARTE SECONDA

IL DIVENIRE

INCONCEPIBILITAgrave E ASSURDITAgrave DELLA laquoCREATIO EX NIHILOraquo

laquoLa prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire

allrsquoeternitagrave del Tuttoraquo138

138 E Severino Destino della necessitagrave pag420

87

CAPITOLO I

La Terra e il mortale

88

I - La creazione dal nulla139

Tommaso ricorda come la causa delle cose egrave la volontagrave di Dio tanto necessario che le

cose esistano quanto necessario che Dio le faccia oggetto del suo volere dato che laquolrsquoeffetto

dipende dalla necessitagrave della causa come dice Aristoteleraquo140

E Dio agisce per intelletto e

volontagrave e non per necessitagrave di natura Esso produce insieme la materia e la forma la causa

agente particolare presuppone il tempo e la materia

139 Nulla o niente egrave lrsquoopposto dellrsquoente lrsquoassenza di esso Compare per la prima volta in Parmenide che lt

porta alla luce lrsquoassoluta nullitagrave del nulla (mḕ eoacuten laquonon essenteraquo) Proprio percheacute essa egrave tale il nulla non puograve

essere qualcosa di laquoconoscibileraquo e di laquoesprimibileraquo (fr2) Infatti si puograve conoscere ed esprimere solo qualcosa che

egrave ossia un essente mentre il nulla assolutamente non egrave un essente E tuttavia proprio nellrsquoatto in cui si

affermano questi caratteri del nulla il nulla si presenta come qualcosa di conoscibile e di esprimibile gt E

Severino Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013 cit pag 106 lt Teoricamente deve dirsi che il concetto di nulla egrave il tipico concetto negativo in tanto possibile e intelligibile in

quanto egrave possibile e intelligibile il suo opposto Esso consiste nella negazione di qualche cosa di positivo come i

concetti di cecitagrave vuoto male falso Se in proposizioni che lo riguardano gli si attribuisce qualche predicato e si

adopera il verbo ldquoessererdquo egrave in virtugrave drsquouna finzione fondata sulla positivitagrave del suo opposto esso non ha altra entitagrave

positiva che quella di essere pensato ens rationis per eccellenza gt Id Istituzioni di filosofia cit pag 211

140 In URL wwwdocumentacatholicaomniait Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 opera scaricata

integralmente in data 12122016 Nuova Edizione a cura di P Tito S Centi e P Angelo Z Belloni 2009

89

Quindi egrave giusto far notare che la causa agisce o dopo o prima ma per la causa

universale che produce le cose e il tempo non ha senso domandarsi se agisca ora e non

prima141

Il mondo porta in modo evidente alla conoscenza della potenza creatrice di Dio percheacute

ciograve che non egrave sempre esistito deve avere una causa mentre non serve a ciograve che egrave sempre

esistito142

Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica143

ribadisce che la creazione del mondo egrave il

fondamento di laquotutti i progetti salvifici di Dioraquo144

e che laquoDio crea liberamente dal nullaraquo145

141 lt Il frammento 30 di Eraclito dice laquoQuesto cosmo di fronte al quale ci troviamo e che egrave lo stesso per

tutto e per tutti non egrave stato creato neacute da un Dio neacute dallrsquouomo Era giagrave egrave e saragrave sempre Il fuoco del suo logos

divampa eternamente e si spegne di nuovo secondo tempi immutabiliraquo La Bibbia apre con questo annuncio laquoIn principio Dio creograve il cielo e la terra La terra era un caos senza forma e vuota le tenebre ricoprivano lrsquoabisso e

sulle acque aleggiava lo spirito di Dio Iddio disse ldquosia la lucerdquo e la luce fu Vide Iddio che la luce era buona e

separograve la luce dalle tenebre e chiamograve la luce ldquogiornordquo e le tenebre ldquonotterdquo Cosigrave fu sera poi fu mattina primo

giornoraquo In questo senso Dio separa la luce dalle tenebre e chiama cioegrave de-finisce la luce giorno e le tenebre notte

[] Dare il nome nominare egrave dunque porre fine a una situazione per de-finirne una nuova []La chiamata di Dio

opera una separazione nel caos la separazione pone fine alla mescolanza degli elementi e guadagna quellrsquoordine o

cosmo che nasce dalla separazione e quindi dalla definizione di ogni ente Il nome che definisce nel nominare la

cosa nomina la volontagrave che lrsquoha differenziata dal caos nel nome oltre alla cosa egrave quindi custodito anche il

possesso della cosa da parte di quella volontagrave che chiamandola da caos lrsquoha definita nel cosmo gt U Galimberti

Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente cit pag 31

142 Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 143 In URL wwwLa Santa Sede Il catechismo della Chiesa cattolica consultato in data 19012017

144 Ibidem

145 Ibidem lt Noi crediamo che Dio per creare non ha bisogno di nulla di preesistente neacute di alcun aiuto

La creazione non egrave neppure una emanazione necessaria della sostanza divina Dio crea liberamente laquodal nullaraquo gt

(in nota si rimanda al Concilio Vaticano I Cost dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canoni 1-4

DS 3002 3023-3024 Concilio Lateranense IV Cap 2 De fide catholica DS 800 Concilio Vaticano I Cost

dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canone 5 DS 3025)

90

La creazione devrsquoessere intesa come lrsquoemanazione di tutto lrsquoessere dalla causa

universale che egrave Dio creare propriamente egrave causare o produrre lrsquoessere delle cose A Dio

appartiene lrsquoatto creativo in forza del suo essere Ora il nulla egrave la stessa cosa che nessun ente

Come dunque la generazione di un uomo inizia da quel non-ente che egrave il non-uomo cosigrave la

creazione inizia da quel non-ente che egrave il nulla

Inoltre egrave falso affermare che un corpo possa creare in quanto nessun corpo agisce

senza un contatto o un moto e quindi per agire richiede qualcosa di preesistente atto a essere

toccato mosso cosa incompatibile con lrsquoidea di creazione146

SantrsquoAgostino ritorna spesso alla dottrina della creazione e al suo concetto il quale egrave

distinto a sua volta dai due concetti a noi naturalmente noti generazione e fabbricazione Non

essendo infatti neacute lrsquouna neacute lrsquoaltra cosa la creazione egrave un concetto altamente metafisico

unrsquooperazione che fa essere quello che assolutamente non era Egrave unrsquooperazione dal nulla147

cioegrave neacute dalla sostanza dellrsquooperante generazione neacute da una materia preesistente

fabbricazione

Ciograve che uno fa o lo fa dalla sostanza o da un qualcosa fuori di seacute o dal nulla Lrsquouomo

che non egrave onnipotente dalla sua sostanza produce il figlio e come artefice dal legno fa lrsquoarca

Nessun uomo puograve fare qualcosa dal nulla Dio invece percheacute onnipotente dal nulla ha creato

il mondo e dalla terra ha plasmato lrsquouomo laquoDio ha fatto che ricevesse lrsquoessere e fosse posto

tra le cose che sono ciograve che assolutamente non eraraquo148

146 Tommaso Summa Theologiae Arg 45 Art 1

147 In URL wwwInfocristiana si puograve leggere che lt Tra le tante eresie sviluppatesi negli ultimi 2000 anni

vi egrave anche quella secondo la quale Dio non avrebbe creato ex nihilo ma da materia pre-esistente [] Lrsquoebraismo prima e il Cristianesimo poi da migliaia e migliaia di anni credono che solo Dio sia eterno e come tale

ldquoincreatordquo Se perograve al momento della creazione dellrsquouniverso la materia giagrave crsquoera chi lrsquoha creata []

Lrsquoespressione ldquoin principiordquo sta ad indicare lrsquoinizio del tempo affermare che la materia fosse giagrave stata creata

precedentemente equivale a dire che il tempo esistesse giagrave ma in tal caso la parola ldquoin principiordquo perderebbe tutto

il proprio significato gt Consultato in data 22012017

148 In URL wwwaugustinusit A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino- Parte 4 ndash Capitolo 05

consultato in data 13022017

91

Dio sa di tutte le cose che egli crea che egli le fa uscire dal nulla e sa che la propria

onnipotenza potrebbe spingerle di nuovo nel nulla E sa anche che invece di crearle avrebbe

potuto lasciarle nel nulla149

149 Dio avrebbe potuto non creare nulla e avrebbe potuto abbandonare lrsquouomo alla dannazione eterna

prodotta dal peccato Dio sarebbe potuto essere non Creatore e non Redentore ndash sostiene la teologia cristiana e

cattolica - senza perdere nulla della sua perfezione immutabile ed eterna E poicheacute il primo atto di amore di Dio

per lrsquouomo consiste nel crearlo Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse

amato lrsquouomo In questo modo la dottrina cattolica nega che la libertagrave di Dio possa trasformare Dio ma non puograve

escludere che Dio proprio percheacute egrave libero da tutta lrsquoeternitagrave sarebbe potuto essere difforme da come egli egrave di

fatto Difforme percheacute un Dio creatore non egrave un Dio non creatore un Dio che decide di creare lrsquouomo e le cose non egrave un Dio che decide di non creare un Dio che vuole amare lrsquouomo non egrave un Dio che non vuole amarlo

Sigrave che lrsquoaffermazione che Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse creato e

amato le creature non mostra lrsquoessenza di Dio ma sostiene una di quelle ldquocose impossibili e contraddittorierdquo che

il pensiero di Agostino e di Tommaso si propone costantemente di evitare anche quando si rivolge ai misteri

soprannaturali della fede Sennoncheacute affermare che Dio non sarebbe mutato e avrebbe mantenuto tutta la sua

perfezione anche se non avesse creato e amato le creature significa affermare che un Dio creatore e pieno di

amore per lrsquouomo non differisce da un Dio non creatore e privo di amore per lrsquouomo e questa affermazione

sostiene appunto qualcosa di impossibile e di contraddittorio e cioegrave che da tutta lrsquoeternitagrave Dio sarebbe potuto

essere diverso da come egrave senza peraltro essere diverso avrebbe potuto avere due diverse forme di perfezione

continuando a essere perfetto nello stesso modo Se si vuole uscire da questa contraddizione affermando che Dio

in quanto libero sarebbe potuto essere da sempre diverso da come egrave e avrebbe potuto avere da sempre una perfezione diversa da quella che ha si viene a dire che lt Dio egrave immutabile non percheacute la sua immutabilitagrave sia

qualcosa di necessario ( nel qual caso egli non avrebbe potuto decidere diversamente da come ha deciso ) ma

percheacute di fatto non si egrave mutato e non si egrave trasformato immobile dunque solo nel senso che di fatto egrave rimasto

immoto pur avendo avuto da sempre la possibilitagrave di essere diversamente da come egrave di fatto Un immutabile

dunque che ha in seacute lrsquoanima piugrave profonda del divenire gt E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag176

Il dio creatore del cristianesimo non aggiunge nulla alla pura essenza della libertagrave ma costituisce uno dei modi in

cui nella storia occidentale la metafisica si egrave proposta di guidare la libertagrave dellrsquoente

92

Lrsquointerpretazione filosofico-teologica del significato sacrale della laquocreazioneraquo

sviluppata dallrsquointera cultura occidentale si trova radicalmente immersa nella dimenticanza

della veritagrave dellrsquoessere Se la laquocreazioneraquo viene interpretata in termini di essere e non essere se

cioegrave viene interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere del mondo allora il

concetto di creazione egrave lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere

La semplicitagrave dellrsquoessere esige la sua immutabilitagrave ed il puro e semplice rilevamento

dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia egrave il fondamento dellrsquoesclusione della nascita dellrsquoessere

La creazione egrave quindi un dare valore e consistenza al nulla al non essere dellrsquoessere

Lrsquoente pur essendo posto come un laquonon-nienteraquo egrave in realtagrave pensato come libero dal

suo legame con lrsquoessere e con il niente Quando tale libertagrave consiste nello scioglimento dal

legame con lrsquoessere si ha lrsquoannullamento o nientificazione quando invece consiste nello

scioglimento del legame con il niente si ha la creazione o entificazione

Lrsquoapparente contraddittorietagrave del divenire150

che appare ossia il suo mostrarsi come ciograve

che arriva nellrsquoessere e vi si dilegua resta tolta non giagrave introducendo lrsquoassurdo di un dio

creatore

150 Lrsquoaporetica prende vita dallrsquo lt affermazione che lrsquointero ossia ognuna delle determinazioni

dellrsquoessere nella loro unitagrave organica egrave immutabile ed essendo questa affermazione L-immediata (immediatezza

logica) drsquoaltra parte egrave F-immediata (immediatezza fenomenologica) lrsquoaffermazione che lrsquoessere diviene

lrsquoorizzonte aperto dalla totalitagrave dellrsquoessere F-immediato egrave appunto il regno del sopraggiungere e del dipartirsi

dellrsquoessere E non solo quella totalitagrave egrave il luogo che riceve e dal quale si congedano determinazioni particolari

dellrsquoessere F-immediato ma egrave anche F-immediato il sopraggiungere della stessa totalitagrave dellrsquoessere F-immediato

Mentre il logo originario afferma lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere lrsquoesperienza ne attesta il divenire contraddizione tra

lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologia [] Lrsquoaporia egrave tolta affermando che lrsquointero come immutabilitagrave assoluta non egrave la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato in quanto questa egrave lrsquoorizzonte del divenire Tale

affermazione egrave L-immediata ossia lrsquoaporia egrave originariamente tolta la struttura originaria si realizza come

toglimento originario dellrsquoaporia la quale permane solo in quanto non sia posta la distinzione tra lrsquointero come

assoluta immutabilitagrave e la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato Il significato di tale distinzione deve essere

determinato nel modo seguente []distinzione tra due positivitagrave [] Posta L-immediata lrsquoimmutabilitagrave dellrsquointero

non crsquoegrave bisogno di un medio per affermare che lrsquointero come assoluta immutabilitagrave non egrave la dimensione del

divenire costituita dalla totalitagrave del F-immediato Crsquoegrave bisogno di un medio solo se lrsquointero non egrave posto come

immutabile se cioegrave egrave posto come significato formale o autocontraddittorio il medio egrave qui lrsquoimmutabilitagrave Ma in

quanto quella formalitagrave o autocontraddittorietagrave egrave originariamente tolta egrave originariamente posta la distinzione tra

lrsquointero immutabile e lrsquoorizzonte del divenire []E lo sviluppo lrsquoincremento o il dileguare lo sparire ndash il divenire

dunque del contenuto della totalitagrave del F-immediato non aggiunge e non toglie alcuna positivitagrave allrsquointero immutabile cheacute altrimenti al positivo che sopraggiunge o che dilegua converrebbe di non essere Tutta la

positivitagrave del positivo diveniente che lrsquointero immutabile lascia laquooltreraquo di seacute ndash e lrsquoimmutabile lascia oltre di seacute

appunto e soltanto la totalitagrave del positivo diveniente ndash tutta quella positivitagrave egrave immutabilmente inclusa nellrsquointero

immutabile [] Il divenire inteso come processo che porta dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere al non essere non

solo egrave errore contraddizione ma allrsquointerno della struttura originaria egrave lrsquoimpossibile [] Sigrave che lrsquoimmutabile non egrave

semplicemente ciograve senza di cui la realtagrave diveniente non egrave ma egrave ciograve per cui questa realtagrave egrave gt Id La struttura

originaria cit pag389401-409

93

che identifichi lrsquoessere al nulla151

ma liberandosi da quella definizione del divenire che

appare visto come laquocominciamentoraquo

Ogni divenire egrave uno comparire e scomparire dellrsquoessere e quindi ogni azione egrave sempre

un disvelare o un lasciare che si disveli lrsquoessere che era nascosto o egrave un condurlo fuori

dellrsquoapparire nel nascondimento o un lasciare che si sottragga allrsquoapparire Ma quando si

agisce con la convinzione di produrre e distruggere lrsquoessere di trarlo dal nulla e rimandarlo nel

nulla allora resta svelato qualcosa di diverso da ciograve che si svelerebbe allorcheacute si agisse

sapendo che ogni agire e ogni fare egrave un disvelamento dellrsquoessere eterno

Lrsquoalienazione metafisica intende la volontagrave come la forza suprema che fa uscire gli enti

dal nulla e li fa ritornare nel nulla si tratti della volontagrave di Dio o della volontagrave dellrsquouomo Nella

civiltagrave occidentale dominata dalla metafisica lrsquouomo vuole ormai soltanto in questo modo e si

pone come il vero creatore e distruttore dellrsquoessere

151 Bontadini risolve il problema della creazione dal nulla affermando che lt lrsquoaffermazione del Creatore ndash della creazione ndash egrave giagrave inclusa nel teorema che il divenire la realtagrave diveniente non egrave ndash non puograve essere ndash

originario [] lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete ma la sottolineatura egrave voluta dalla considerazione ndash

fondamentale elementare ndash che ciograve che si tratta di sanare egrave la contraddizione inoculata del non dal negativo

Nella prospettiva metafisica ndash creazionistica ndash quellrsquoandare nel nulla (e similmente il venire dal nulla) che risulta

sul piano fenomenologico egrave risolto nel far andare nel nulla (e similmente nel trarre dal nulla) che egrave in quanto

fare un positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico gt GBontadini ndash ESeverino Lrsquoessere e

lrsquoapparire Una disputa cit pag 59

94

II - Divenire esser altro

In ogni forma di cultura il divenire delle cose e degli eventi egrave sempre inteso come divenir altro

altro da ciograve da cui il divenire incomincia [ ] Crsquoegrave divenire solo se crsquoegrave diversificazione solo se ciograve a

cui il divenire giunge (terminus ad quem εἰς ὅ lo chiama Aristotele Metaph 1067 b 9) egrave qualcosa di diverso da ciograve da cui il divenire incomincia (terminus a quo ἐξ οὗ loc cit)

152

Per Aristotele il terminus ad quem e il terminus a quo del divenire sono innanzitutto i

laquocontrariraquo ἐναντία

Quando qualcosa giunge ad essere altro qualcosa egrave altro da seacute

Ma che qualcosa sia altro da seacute egrave per il pensiero occidentale lrsquoimpossibile lrsquoassurdo

Eppure affermando lrsquoesistenza del divenire e pensando che nel divenire qualcosa

diventa altro da seacute si pensa che qualcosa diventando altro da seacute egrave altro da seacute Anche se non lo

si riconosce affermando lrsquoesistenza del divenire altro da seacute si afferma lrsquoesistenza dellrsquoesser

altro da seacute ossia lrsquoesistenza di ciograve che drsquoaltra parte egrave pensato come ciograve che non puograve esistere

Il divenire inteso come divenire altro da seacute ndash identificazione ndash non puograve esistere egrave

nulla153

Per il pensiero occidentale il diveniente egrave il permanente Quando il cielo diventa

nuvoloso il cielo egrave il permanente sotteso al sereno e alle nubi Drsquoaltra parte Aristotele afferma

lrsquoesistenza del laquosostratoraquo proprio per evitare che il divenire sia identificazione dei laquocontrariraquo

Ma una volta introdotto il sostrato il divenire in cui il sostrato passa da una determinazione a

unrsquoaltra egrave pur sempre un diventar altro da seacute

152 E Severino Tautόtēs cit pag 13

153 Id Oltre i l linguaggio parte prima

95

E ciograve accade solo in quanto qualcosa egrave venuto meno egrave svanito si egrave annientato (la

serenitagrave del cielo si annienta quando diventa nuvoloso)154

Quando si pensa che qualcosa diventando altro e identificandosi allrsquoaltro da seacute non egrave

piugrave ndash cioegrave vien meno svanisce si annienta diventa nulla - si crede di evitare la contraddizione

per la quale il qualcosa diventando altro egrave altro da seacute

Per rendere possibile lrsquoaffermazione che qualcosa diventa altro da seacute si deve sostenere

che il divenire egrave una successione in cui si trova una determinazione che poi diventa altro Per

esempio se dico che la legna diventa cenere cioegrave che una determinazione diventa altro posso

sostenere che vi sia una successione che non faccia diventare la legna cenere (scongiurando

lrsquoidentificazione) ma in quanto tale la legna diventa nulla E il nulla in cui la cenere in

quanto tale si trovava prima dellrsquoannientamento della legna diventa cenere

La successione non puograve essere un divenir atro da parte di qualcosa Se si esclude che la

successione sia un divenire si deve escludere che il mondo includente la legna divenga nulla

Ma se nessun qualcosa diviene nulla si nega il divenire che invece si vuole salvare

Affermando che nel divenire ndash cioegrave prima di incominciare ad essere e dopo essersi

annientato ndash lrsquoente egrave nulla il pensiero occidentale tiene e insieme non tiene in relazione lrsquoente

al nulla non lo isola e insieme lo isola dal nulla

154 lt Per la scienza la combustione della legna egrave trasformazione di una certa quantitagrave di energia Una

arte di tale quantitagrave si trasforma in cenere unrsquoaltra parte si trasforma in calore ecc La cenere il calore ecc dono le nuove forme in cui si trasforma quella certa quantitagrave di energia in cui consiste la legna che stiamo considerando

[] E il cielo che nellrsquoannuvolarsi del cielo egrave il permanente corrisponde alla quantitagrave di energia che nella

combustione della legna si mantiene costante trasformandosi in un certo insieme di nuove forme di energia []

Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa ndash ossia la relazione tra il sostrato (una certa quantitagrave di

energia) e una certa forma ndash diventa altro da seacute ossia diventa relazione tra il sostrato e lrsquoinsieme delle forme

nuove che esso assume e che cioegrave egrave la sua forma nuova [] Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa

puograve diventare altro da seacute solo se si annulla gt Id Tautόtēs pag 18-19

96

Non lo isola dal nulla percheacute per affermare il divenire deve pensare lrsquoente come

divenuto nulla cioegrave come identico al nulla ndash deve pensare come risultato il risultato del

divenire dellrsquoente ossia deve pensare la nullitagrave dellrsquoente la relazione appunto tra lrsquoente e il

nulla

Ma insieme isola lrsquoente dal nulla astrae dal suo essere il soggetto dellrsquoesser nulla e

pone soltanto il nulla come risultato (o come lrsquoinizio) del divenire percheacute solo attraverso

questa astrazione lrsquoidentitagrave dellrsquoente e del nulla rimane nascosta e il concetto del non essere

ancora e del non essere piugrave da parte dellrsquoente non si presenta come ciograve che esso egrave ossia come

la forma piugrave radicale della contraddizione e dunque dellrsquoimpossibile e del necessariamente non

esistente ndash la forma piugrave radicale dellrsquoalienazione della veritagrave

Il porre e insieme non porre la relazione tra il qualcosa che diviene e il suo altro egrave una

contraddizione la contraddizione mediante la quale il pensiero che afferma il divenire evita di

vedere che il divenire egrave lrsquoidentificazione dei non identici e che dunque lrsquoaffermazione

dellrsquoesistenza del divenire egrave la contraddizione che pone come esistenza lrsquoassoluta inesistenza

del divenire La prima di queste due contraddizioni maschera la seconda ma essa si sottrae

allo sguardo e si maschera facendo apparire separatamente i due lati che la costituiscono

Per rendere pensabile quel divenir altro da parte di qualcosa il nichilismo (cioegrave

lrsquoontologia dellrsquoOccidente) afferma che nel divenir altro il qualcosa diviene niente ma con

questa affermazione raddoppia la contraddittorietagrave del divenir altro giaccheacute il nichilismo deve

non solo continuare a pensare che nel divenir altro qualcosa egrave altro percheacute egrave un altro qualcosa

positivo ma deve pensare anche che qualcosa egrave altro percheacute egrave nulla (egrave quellrsquoaltro che egrave il

nulla)

97

III - La volontagrave

La volontagrave di potenza urta contro lrsquoInflessibile che non si lascia modificare e la volontagrave

muore

Incomincia a vivere solo quando incomincia a flettere lrsquoInflessibile Egrave lrsquoInflessibile

contro cui la volontagrave urta inizialmente a costituirsi rispetto ad essa come la configurazione

iniziale di ciograve che la filosofia nascendo ndash e aprendo un contesto essenzialmente diverso da

quello del mito ndash ripropone come laquoimmortaleraquo laquoincorruttibileraquo laquodivinoraquo (athaacutenaton

anoacutelethron theicircon) laquoeternoraquo laquoEssere che egrave sempre salvoraquo (phyacutesis aeigrave sōzomeacutenē)

Allrsquoinizio della terra isolata lrsquoeternitagrave egrave vissuta come lo scacco della volontagrave Poi forma

tradizionale del pensiero filosofico della terra isolata ponendosi come laquoepisteacuteme della veritagraveraquo

tenteragrave di rendere autonoma rispetto alla prassi lrsquoaffermazione dellrsquoEterno tenteragrave di fondarla

Ma egrave ancora la prassi ndash cioegrave il rapporto tra la volontagrave e ciograve che essa avverte come lrsquoInflessibile

ndash a preconfigurare oltre allrsquoaffermazione filosofica dellrsquoEterno la tesi filosofica che esso egrave il

luogo da cui tutte le cose nascono e in cui si dissolvono escono dal nulla della propria

specificitagrave e vi ritornano

La flessione dellrsquoInflessibile egrave infatti lo spezzarsi di esso il suo smembrarsi e frantumarsi nelle

parti del mondo delle quali la volontagrave puograve finalmente disporre La volontagrave puograve attribuire allrsquoInflessibile o a seacute stessa il prodursi della flessione ma in ogni caso tutte le cose del mondo sono

la flessione dellrsquoInflessibile cioegrave provengono da esso sono costituite da esso che egrave lrsquounitagrave iniziale

da cui le parti diverse e tra loro opposte si separano (e tale separatezza egrave la loro specificitagrave)155

Il flessibile non egrave semplicemente ciograve che si flette cioegrave che non rimane rigido ma ciograve

che egrave piegato (o che puograve essere piegato) egrave un flexum laquoPiegareraquo egrave costruito sul latino plicare

(greco πλέϰειν) che ha la stessa radice dei verbi plectere e flectere

155 E Severino Intorno al senso del nulla cit pag 35-36

98

In quanto flectere il piegare egrave volgere il flessibile in una certa direzione in modo da

assegnargli una certa piega (flexus flexio) ossia una certa disposizione relativamente duratura

E appunto questo egrave lrsquouso nella lingua latina del verbo flectere Il flectere egrave cioegrave lrsquoagire in

quanto tale Il latino non dice soltanto flectere membra ramum navem equos ma anche

flectere viam animum mentes verba cursus

Il flessibile egrave dunque ciograve che egrave dominato nellrsquoazione rivolta a un fine ossia ciograve che egrave

disponibile al dominio dellrsquoazione e che diventa il materiale o lrsquooggetto di essa Lrsquoinflessibile egrave

lrsquoindominabile lrsquoimmodificabile lrsquoimmutabile Il contrasto tra il flessibile e lrsquoinflessibile egrave il

contrasto tra la volontagrave di flettere ndash la volontagrave di potenza la volontagrave di azione ndash e la barriera

insormontabile dellrsquoinflessibile Tutta la vita del mortale egrave un andirivieni tra la volontagrave di agire

e la barriera dellrsquoinflessibile La laquovitaraquo del mortale non egrave qualcosa di diverso ma egrave la stessa

volontagrave di agire vita egrave vis βίος egrave βία La volontagrave di azione non agisce nel vuoto si trova

originariamente circondata dalla barriera degli immutabili e agisce per incrinarla penetrarla e

allontanarla da seacute

LrsquoInflessibile sta dinnanzi alla volontagrave come la Potenza suprema come il Tremendum

anche quando la volontagrave egrave riuscita a fletterlo e a frangerlo ndash riuscendo cosigrave ad aprire lo spazio

in cui essa puograve vivere (sia pur credendo a volte che tale spazio le sia stato donato) ndash

lrsquoInflessibile si ricostituisce attestandosi su una nuova linea inoltrepassabile

LrsquoInflessibile egrave il Sacro il Tremendum che si erge di contro la volontagrave di vivere

dellrsquouomo spegnendola Come volontagrave cosciente (volontagrave di trasformare il mondo di cui egrave

cosciente) proprio percheacute vuole trasformare il mondo egrave inevitabile che dapprima se lo trovi

dinanzi non ancora trasformato e che le stia di fronte non come una porta aperta ma come una

Barriera impenetrabile e inflessibile

Percheacute la Barriera si erga impenetrabile e inflessibile non crsquoegrave bisogno che essa si mostri

come un laquoal di lagrave del mondoraquo

99

Essa egrave lrsquoOrdinamento immodificabile che regola cielo e terra ritmi e configurazioni

dello spazio e del tempo alternanza del giorno e della notte e ritmi stagionali mancanza di

cibo e potenza indomabile degli animali del fuoco dei venti delle acque giagrave come natura e

come legge del clan la Barriera egrave il laquototalmente Altroraquo percheacute egrave lrsquoinflessibilitagrave della Barriera a

determinare la sua totale alteritagrave rispetto alla volontagrave di attraversarla

Lrsquoirrompere dellrsquoazione allrsquointerno della Barriera egrave la prima flessione degli inflessibili

cioegrave la prima forma di distruzione degli immutabili Per quanto debole incerta limitata

lrsquoazione accadendo flette una parte del corpo dellrsquoInflessibile In questo suo essere flessa la

parte diventa un laquoregnoraquo

Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile non egrave un lsquoregnorsquo percheacute il regere egrave uno dei

modi preminenti della flessione Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile precede il regno degli degravei e dei mortali e lrsquoazione irrompe allrsquointerno della Barriera degli inflessibili come

azione degli degravei e dei mortali Il corpo dellrsquoinflessibile egrave il modo originario in cui la volontagrave di

potenza del mortale regna sulle cose della terra ma la volontagrave di potenza incomincia ad avvertire il

proprio regno solo nella parte che essa strappa agli inflessibili ndash cioegrave al suo regno inconscio ndash irrompendo come azione

156

156 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 256

100

CAPITOLO SECONDO

Lrsquo azione che cattura e domina lrsquoEnte

101

I - Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire157

Platone definisce lrsquoessere come δύναμις (potenza)158

ciograve che egrave (τὸ ὄν) egrave ciograve che ha la

potenza di fare o di essere fatto laquoFareraquo (ποιεῑν) significa condurre allrsquoessere (εἰς οὐσίαν) ciograve

che prima non egrave (ὅπερ ἂν μὴ πρότερον ὄν) laquoessere fattoraquo (ποιεῖσαι) significa il venire

condotto allrsquoessere159

157 Nella lingua greca o latina ndash e in generale nelle lingue indoeuropee ndash il carattere laquotecnicoraquo dellrsquoagire

trova espressione ancor prima che lrsquoOccidente assuma la tecnica nellrsquoorizzonte dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente Le

parole costruite sulla radice ar indicano costantemente qualcosa che in modo piugrave o meno diretto piugrave o meno

esplicito appartiene alla struttura formale della tecnica e cioegrave allrsquoadattarsi al convenire a un fine da parte di certi

mezzi di cui il parlante egrave convinto di disporre Tali parole nominano cioegrave o questa stessa struttura nel suo insieme

o un modo specifico del disporre dei mezzi adatto allo scopo oppure nominano il mezzo o i modi specifici di

esser mezzo e strumento o lo scopo o la maggiore o minore disponibilitagrave o riluttanza delle cose a lasciarsi usare

o lo sforzo piugrave o meno intenso che il mortale deve compiere per realizzare i suoi scopi o lrsquoordine che lrsquoazione

tecnica instaura nelle cose o la volontagrave che presiede al realizzarsi dellrsquoazione oppure il successo e lrsquoinsuccesso

cui essa va incontro lt Gran parte delle parole che nelle lingue indoeuropee indicano la laquocosaraquo alludono piugrave o meno direttamente ai

beni alle ricchezze a ciograve che serve e si adopera a ciograve di cui si ha bisogno ai valori al bestiame allrsquoaffare a ciograve

che egrave pregiato alla sostanza e al patrimonio Ricordiamo il latino res il greco pracircgma chrḗma il tedesco Ding

(inglese thing) e Sache Anche lo spettro semantico del participio greco tagrave oacutenta (gli essenti le cose che sono)

include le sostanze e i beni e anche il participio ousiacutea nomina la sostanza intesa come patrimonio Questi antichi

significati della parola laquocosaraquo implicano una situazione conflittuale e il luogo in cui essa viene discussa che

vengono in luce ad esempio in Ding thing che significano anche laquocausaraquo laquotribunaleraquo laquoparlamentoraquo

laquoassemblearaquo laquoverdettoraquo laquoprocessoraquo La stessa parola laquocosaraquo proviene dal latino laquocausaraquo intesa sia come matrice

e principio del diventar altro (dyacutenamis eis tograve patheicircn e dyacutenamis eis tograve poieicircn) sia in senso giuridico come

motivazione del diritto al possesso di ciograve che egrave conteso tra volontagrave differenti Il significato della parola laquocosaraquo

come conflittualitagrave egrave mostrata nelle antiche formazioni linguistiche della terra isolata ed egrave una figura che rinvia alla conflittualitagrave originaria dove la laquocosaraquo egrave la risultante della lotta tra la volontagrave e lrsquoInflessibile ossia egrave la forma

originaria (preontologica) del diventar altro Dicendo che Poacutelemos egrave il padre di tutte le cose e che quindi ogni cosa

egrave lotta conflitto Eraclito dice giagrave implicitamente che il conflitto egrave il significato originario dellrsquoesser laquocosaraquo

quindi possiamo dire che allrsquointerno della terra isolata la cosa egrave la madre di tutte le guerre gt E Severino Intorno

al senso del nulla cit pag 43-44

158 Platone Sofista 247 d-e Edizione BUR ndash Rizzoli Milano 2007

159 Ivi 219 b

102

Ma la potenza egrave lrsquoessenza stessa della τέχνη160

percheacute se questa si distingue in τέχνη

produttiva e τέχνη acquisitiva (ποιητιϰὴ τέχνη ϰτητιχὴ τέχνη) lrsquoacquisizione degli enti ndash come

il guadagno la proprietagrave la lotta la conoscenza ndash non egrave che un ordinamento di ciograve che egrave giagrave

stato prodotto nelle varie forme della ποιητιϰὴ τέχνη161

La distinzione tra τέχνη divina e τέχνη

umana (ϑεία τέχνη ἀνϑρωπίνη τέχνη)162

egrave pertanto la suprema differenza tra gli enti

La ϑεία τέχνη produce tutti gli enti della natura lrsquoἀνϑρωίνη τέχνη produce tutti gli enti

che nelle arti umane sono condotti dal non essere allrsquoessere Lrsquoessere egrave τέχνη percheacute egrave

essenzialmente avvolto dallrsquoorizzonte del fare e dellrsquoessere fatto ossia percheacute appartiene

essenzialmente al processo del condurre e dellrsquoessere condotto dal non essere allrsquoessere (αἰτία

τοῖς μὴ πρότερον οῦσιν ὕστερον γίγνεσϑαι)163

160 lt Ars viene tradotto con il termine laquoarteraquo Ma ars indica innanzitutto ciograve che si trova disposto in una

connessione e in un ordine e precisamente ciograve che si trova disposto nella connessione e nellrsquoordine che consente

al mortale di ottenere un certo scopo Ars egrave cioegrave ogni abilitagrave del corpo e della mente del mortale ossia ogni attivitagrave

che disponendo le cose in un certo ordine ndash facendole diventare laquomezziraquo e laquostrumentiraquo in un certo modo

determinato ndash egrave capace di conseguire uno scopo Тέλος (laquoscoporaquo) ndash che egrave metatesi di art ndash egrave il compimento

dellrsquoars [] Ars egrave unrsquoastrazione di artus Artus non egrave semplicemente ciograve che egrave unito al corpo ma egrave lo strumento

originario di cui il mortale si sente padrone e che gli consente di modificare il mondo in cui vive E glielo

consente percheacute non egrave rigido ma egrave laquoarticolatoraquo e quindi egrave artus (a um) Quasi della stessa importanza dellrsquoartus

per la modificazione delle cose egrave lrsquoarmus (ἁρμoacuteς) lrsquoomero che consente di trasportare i pesi piugrave grossi e operare

piugrave profonde modificazioni nelle cose [] Nella storia dellrsquoOccidente la parola fondamentale che esprime il senso dellrsquoars egrave τέχνη da cui deriva la parola laquotecnicaraquo Ma mentre in ars viene esplicitamente nominata la connessione

calcolata dei mezzi al fine τέχνη nomina invece i vari modi e settori in cui questa connessione si realizza a partire

da quello originario mediante il quale il mortale copre il suo corpo e gli dagrave un rifugio gt E Severino Destino

della necessitagrave pag 263-265-266

161 Platone Sofista 219 c

162 Ibidem 265 b-e

163 Ibidem

103

Ma lrsquoente non egrave un niente sigrave che la τέχνη divina e umana non egrave la capacitagrave che riesce a

identificare lrsquoente al niente ma egrave quel modo di porsi in relazione allrsquoessere dellrsquoente dove ogni

aspetto della relazione egrave determinato dalla persuasione che la nientitagrave dellrsquoente sia164

Per Aristotele lrsquoaffermazione che tutto accada necessariamente implica lrsquoinutilitagrave e

lrsquoirrilevanza del volere e dellrsquoagire laquoIl volere e lrsquoagire sono principio delle cose futureraquo (ἀρχὴ

τῶν ἐσομένων ϰαὶ ἀπὸ τοῦ βουλεύεσϑαι ϰαὶ ἀπὸ τοῦ πρᾶξαί τι)165

nel senso che solo laquose ci

metteremo a fare qualcosa questa cosa esisteragrave e non esisteragrave se non ci metteremo a farlaraquo

(ἐὰν μὲν τοδὶ ποιήσωμεν ἔσται τοδί ἐὰν δὲ μὴ τοδί οὐϰ ἔσται)166

La volontagrave e lrsquoazione sono

dei principi dellrsquoesistenza del futuro nel senso che egrave da essi che dipende che certe cose future

siano oppure non siano

Lrsquoessenza della tecnica moderna egrave giagrave presente nel modo in cui il pensiero greco ha

espresso il senso dellrsquoazione umana Affincheacute esista qualcosa come una laquoazione umanaraquo

devono esistere un laquoattoreraquo cioegrave lrsquouomo che compie lrsquoazione uno laquoscoporaquo dellrsquoazione cioegrave

lrsquoidea del futuro che lrsquouomo vuole realizzare con la propria azione una serie di laquomezziraquo o di

strumenti capaci di realizzare lo scopo e dei quali lrsquouomo dispone

La decisone egrave il momento fondamentale dellrsquoagire umano consiste nella volontagrave di

produrre quel mezzo o quella serie di mezzi che allrsquoanalisi si rivela piugrave idonea alla

realizzazione dello scopo

164 lt Lrsquoἀνϑρωπίνη τέχνη si egrave oggi completamente sostituita alla ϑεία τέχνη ma il senso dellrsquoessere rimane

ancor oggi identico a quello stabilito da Platone una volta per tutte nella storia dellrsquoOccidente Dio e la tecnica

moderna sono le due fondamentali espressioni del nichilismo metafisico gt E Severino Essenza del nichilismo

pag 197

165 Aristotele De Interpretatione 19 a 7-8

166 Ibidem 18 b 32-33

104

I mezzi di cui dispone la tecnica moderna non sono confrontabili con i mezzi a disposizione

dellrsquouomo greco e tuttavia la tecnica moderna si sviluppa interamente allrsquointerno della struttura

dellrsquoazione umana quale egrave stata portata alla luce una volta per tutte dal pensiero greco167

In quanto volontagrave di realizzare uno scopo con i mezzi che essa ritiene piugrave adatti e che

crede di saper dominare lrsquoazione egrave la tecnica La struttura formale dellrsquoazione egrave la struttura

formale della tecnica della preistoria e della storia dellrsquoOccidente

Ma lrsquoazione dellrsquouomo egrave decisione e la decisione in quanto tale egrave assunta dai mortali

come un atto isolante Decidere egrave separare La parte separata dal Tutto egrave essa stessa un

separare dal Tutto

La parola latina decidere egrave formata dalla preposizione de e dal verbo caedere che significa

appunto laquoseparareraquo laquofare a pezziraquo laquotagliareraquo E anche la parola latina occidere egrave formata

da una preposizione (ob) a dal verbo caedere Come lrsquooccidere cosigrave il decidere egrave sentito

dal linguaggio premetafisico come un separare E ciograve accade anche in eligere (ex-legere)

da cui deriva probabilmente attraverso il rafforzativo exeligere lrsquoitaliano scegliere168

NellrsquoEtica a Nicomaco169

Aristotele esprime il senso della separazione operata dal

decidere in quanto tale la parola usata per indicare nel testo il processo del decidere egrave

προαίρεσις laquoproponimentoraquo costituita dalla preposizione πρὀ (che indica il procedere nei suoi

vari sensi) e da αἵρεσις che significa insieme laquoconquistaraquo e laquosceltaraquo

Αἱρέω da cui αἵρεσις deriva significa oltre che laquoscelgoraquo laquopreferiscoraquo anche

laquoprendoraquo laquoafferroraquo laquomi impadroniscoraquo laquotraggo via da un luogo riducendo in mio potereraquo

167 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 249

168 Ivi pag 362

169 Aristotele Etica Nicomachea Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo

fedelmente alla loro utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino in Destino della Necessitagrave pag

362 e sgg

105

E al significato dellrsquoimpadronirsi appartiene il separare ciograve di cui ci si impadronisce egrave

portato via cioegrave vien separato dalla compagnia e dai luoghi cui esso originariamente

appartiene

La definizione aristotelica della προαίρεσις esprime il senso giagrave contenuto in questa

parola laquola προαίρεσις egrave delle cose che sono in nostro potereraquo ἡ προαίρεσις περὶ τὰ ἐφ

´ἡμῖν170

La προαίρεσις aristotelica egrave ὄρεξις βουλευτιϰή un appetito (ὄρεξις) ndash tendenza brama

ndash unito a deliberazione (βουλευτιϰή) Lrsquoespressione ὄρεξις βουλευτιϰή egrave equivalente a

ὀρεϰτιϰὸς νοῦς laquointelligenza appetitivaraquo e a ὄρεξις διανοητιϰή laquoappetito razionaleraquo171

I

termini βουλευτιϰή νοῦς διανοητιϰή indicano il λόγος cioegrave la ratio il calcolo conformemente

(ϰατά)172

al quale lrsquoὄρεξις appetisce

Nella προαιρεσις vengono ad unirsi due aspetti (μόρια) dellrsquolaquoanimaraquo laquoquello che

possiede il λόγοςraquo (τὸ λόγος ἔϰον) e laquoquello che egrave privo del λόγοςraquo (τὸ ἄλογον)173

Lrsquo ἄλογον ὀρεϰτιϰόν (cioegrave ὄρεξις) laquopartecipa alla ragione appunto in quanto le presta

ascolto e le obbedisceraquo (μετέχει πως ᾗ ϰατήϰοόν ἐστιν αὐτοῦ [λόγου] ϰαὶ πειϑαρχιϰόν174

Lrsquoὄρεξις quindi egrave una convinzione πείϑεται Il suo obbedire al λόγος egrave un essere

convinta il suo prestare ascolto egrave un udire un dar retta e il dar retta egrave daccapo lrsquoesser convinti

di qualcosa Il concordare col λόγος significa capirlo ed essere convinti di ciograve che il λόγος dice

Ma lrsquoὄρεξις egrave una convinzione non solo quando obbedisce e concorda col λόγος ma

anche quando disobbedisce e discorda Disobbedire e discordare significa infatti avere una

convinzione diversa da quella che si possiede quando si obbedisce al λόγος laquoCombattereraquoraquo

laquoresistereraquo laquoopporsiraquo laquoavversareraquo il λόγος dagrave luogo allrsquoἀτεχνία175

laquomancanza di arteraquo ma

ἀτεχνία non egrave semplic assenza di λόγος ma egrave la presenza di un λόγος falso (λόγος ψευδής)176

170 Ivi 1111 b 30

171 Ivi 1139 a 23 1139 b 4-5

172 Ivi 1113 a 20

173 Ivi 1102 a 28 sgg

174 Ivi 1102 b 30-31

175 Ivi 1140 a 21

176 Ivi 1102 a 22

106

II - Il dominio che guida il divenire

La προαιρεσις guida percheacute essa egrave la presa di possesso preliminare che traccia il

confine attorno alle cose che saranno prodotte e distrutte e insieme delimita preliminarmente il

campo del dominabile e lo sottrae allrsquoinfluenza di ogni altro laquoprincipioraquo diverso dallrsquouomo

cioegrave lo rende qualcosa di separato e di isolato dal Tutto Lrsquouomo egrave infatti il laquoprincipio delle

azioniraquo ἄνϑρωπος εἶναι ἀρχὴ τῶν πράξεων177

ossia laquone egrave il genitore come lo egrave dei propri

figliraquo (γεννητῆν τῶν πράξεων ὥσπερ ϰαὶ τέϰνων)178

Le cose laquoil cui principio egrave in noiraquo sono

laquoquelle che sono in nostro potereraquo (ὦν ϰαὶ αἱ ἀρχαὶ ἐν ἡμῖνhellipαὐτὰ ἐφ´ἡμῖν) laquoe che sono

laquovolontarieraquo (ϰαὶ ἑϰούσια)179

La προαίρεσις egrave ciograve per cui lrsquouomo egrave principio delle proprie azioni e quindi essa egrave

qualcosa di laquovolontarioraquo (ἑϰούσιον)180

giaccheacute nelle azioni laquoinvolontarieraquo (ἀϰούσια) e

laquoforzateraquo (βίαια) il loro laquoprincipioraquo egrave esterno a chi agisce (ἡ ἀρχὴ ἔξωϑεϑν)181

Ma la προαίρεσις egrave principio dellrsquoazione e quindi degli enti prodotti dallrsquoazione nel

senso che egrave laquoprincipio del movimentoraquo principio che muove le parti del corpo umano

servendosene come strumenti (ἡ ἀρχὴ τοῦ ϰινεῖν τὰ ὀργανιϰὰ μέρη)182

al fine di produrre certi

enti invece di altri E Aristotele stabilendo unrsquoidentitagrave tra il punto di vista di chi agisce e il

punto di vista del filosofo che riflette sullrsquoazione non si limita ad affermare che per la

coscienza di chi decide certe cose appaiano essere in potere di chi decide ma afferma che

nellrsquouomo laquoassennatoraquo (νοῦν ἔχων)183

la decisione si riferisce a cose che non sono soltanto

ritenute da parte di chi decide in suo potere ma sono in realtagrave in suo potere Il dominio della

προαίρεσις egrave realtagrave

177 Ivi 1112 b 31-32

178 Ivi 1113 b 18-19

179 Ivi 1113 b 20-21

180 Ivi 1112 a 14

181 Ivi 1110 a 1

182 Ivi 1110 a 15-16

183 Ivi 1112 a 21

107

E drsquoaltra parte ndash dice lo Stagirita ndash affincheacute lrsquouomo decida non egrave sufficiente che il suo

decidere appaia come un dominio nella coscienza ma egrave necessario che chi decide ritenga

(οἴεται) sia convinto che le cose decise sono portate allrsquoesistenza (γενέσϑαι) dalla decisione

stessa ossia che la sua decisione domina la dimensione delle cose decise La προαίρεσις non egrave

cioegrave il puro volere (βούλησις)184

ma egrave la decisione che calcola le cose che assume sotto il

proprio dominio e la cui esistenza e non esistenza essa vede in proprio potere

Il calcolo egrave unrsquolaquoanalisiraquo (ἀναλίύειν)185

che ricerca lrsquoordine dei mezzi piugrave idoneo alla

produzione del fine e che scompone la serie dei mezzi procedendo da quello che produce il

fine a quello intermedio che produce quel primo mezzo sino a giungere alla laquocausa primaraquo (τὸ

πρῶτον αἴτιον) della realizzazione del fine la quale causa prima egrave lrsquolaquoultimo ad essere trattato

nellrsquoanalisi ed egrave il primo ad essere prodottoraquo (τὸ ἔσχατον ἐν τῇ ἀναλύσει πρῶτον εἶναι ἐν τῇ

γενέσει)186

Lrsquoanalisi riconduce un mondo al principio del dominio e fa di questo principio il

dominatore di questo mondo Lrsquoanalisi egrave questo stesso principio che si impadronisce

preliminarmente di quel mondo considerandolo come il luogo ove esso principio puograve

esercitare il proprio dominio Sin tanto che lrsquoanalisi non riesce ad agganciare la serie dei mezzi

alla προαίρεσις in quanto principio del dominio lrsquoanalisi egrave laquoricercaraquo (ζητεῖν)187

e il ricercante

ricerca appunto laquocome agireraquo o laquoche cosa fareraquo ma la ricerca in quanto tale egrave lrsquoapertura della

dimensione sulla quale puograve stendersi il dominio dellrsquouomo E la ricerca egrave la προαίρεσις in

quanto essa egrave lrsquoimpadronirsi preliminare di questo dominio

Avendo fede di essere lrsquoautore delle proprie azioni il mortale crede di esserne

responsabile Il linguaggio esprime questa convinzione con la costruzione dei pronomi

personali e con la flessione del verbo Ma nella convinzione di essere responsabili delle proprie

azioni egrave presente la volontagrave di potenza

184 Ivi 1111 b 19 sgg

185 Ivi 1112 b 15 sgg

186 Ivi 1112 b 23-24

187 Ivi 1112 b 20

108

Il responsabile egrave infatti chi decide cioegrave chi separa dal Tutto la dimensione che egrave convinto di dominare Risponde delle proprie azioni percheacute ne egrave il padrone e ne egrave il padrone percheacute le ha

separate dal Tutto e le ha separate dal Tutto percheacute il Tutto gli appare come lrsquounione accidentale di

ciograve che esce e ritorna nel nulla188

Il mortale egrave lrsquoartefice Il mortale premetafisico egrave il tentativo di essere artefice la sua

decisione egrave ciograve costantemente accompagnata dalla possibilitagrave che le cose non si lascino

decidere e separare Invece il mortale metafisico riesce a decidere percheacute il suo decidere si

fonda sullrsquoapertura dellrsquo ἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

La τέχνη e la φρόνησις (laquosaggezzaraquo) sono la προαίρεσις nella quale lrsquoὄρεξις egrave unita al

calcolo laquoveroraquo (ἀληϑεύει)189

La προαίρεσις esiste infatti come laquovolontagrave calcolanteraquo

(βουλευτιχὴ ὄρεξις) anche quando il suo calcolo egrave errato o perchegrave considera in suo potere enti

che non lo sono o percheacute considera come mezzo ciograve che non egrave in grado di produrre il fine

La τέχνη egrave laquoabito produttivoraquo (ποιητιχὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου

ἀληϑοῦς)190

la φρόνησις egrave laquoabito praticoraquo (πραϰτιϰὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου

ἀληϑοῦς)191

Nellrsquouna e nellrsquoaltra la προαίρεσις non egrave un atteggiamento passeggero o

accidentale ma laquoabitoraquo (ἕξις) e cioegrave sono entrambe laquoabito con proponimentoraquo ma nella τέχνη

la προαίρεσις egrave principio di ποίησις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave esterno allrsquoazione) nella

φρόνησις la προαίρεσις egrave principio di πρᾶξις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave interno allrsquoazione

stessa)192

Sia nella tecnica sia nella saggezza morale ndash cioegrave nelle due forme dellrsquoazione

razionale193

ndash lrsquouomo egrave veramente laquopadroneraquo (ϰύριος)194

e principio del proprio agire da lui

dipendono sia le opere tecniche sia il bene

188 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 377

189 Aristotele Etica Nicomachea 1139 b 15

190 Ivi 1140 a 9-10 191 Ivi 1140 b 20-21

192 Ivi 1140 a 3-5

193 lt Nellrsquolaquoazione razionaleraquo (cioegrave nellrsquoazione capace nella sua forma piugrave evoluta di guidare

lrsquooscillazione dellrsquoente) la coscienza non insegue infatti una volontagrave che vuole oggetti imprevedibili per la

coscienza ndash non egrave una coscienza impotente di una volontagrave (cioegrave di una potenza) laquociecaraquo nellrsquolaquoazione razionaleraquo

la volontagrave sa ciograve che vuole gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 388

194 Aristotele Etica Nicomachea 1113 b 32 1139 a 18

109

Tanto la tecnica quanto la santitagrave sono cioegrave isolamento di un mondo che cosigrave separato

dal Tutto viene dominato dallrsquoagire conforme al calcolo vero Lrsquoessenza della tecnica egrave

lrsquoessenza dellrsquoetica Al giovane ricco che gli domanda che cosa deve fare per avere la vita

eterna Gesugrave risponde Ma proprio percheacute gli dice che cosa deve fare (osservare i

comandamenti e dare le proprie ricchezze ai poveri) proprio per questo la risposta di Gesugrave si

mantiene allrsquointerno dellrsquoisolamento della terra ndash e se il giovane ricco gli avesse dato ascolto

avrebbe ottenuto una laquovita eternaraquo che egrave pur sempre una determinazione dellrsquoalienazione

essenziale una determinazione cioegrave della terra isolata

Lrsquoisolamento del mondo umano non egrave una semplice intenzione soggettiva ndash cioegrave non egrave

la προαίρεσις in quanto volontagrave di dominio che appartiene alla preistoria dellrsquoOccidente ndash solo

in quanto le cose prodotte dalla τέχνη e dalla φρόνησις sono enti che escono e ritornano nel

nulla (τι τῶν ἐνϑεχομένων ϰαὶ εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) cioegrave sono lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

La laquosalvezza dellrsquoanimaraquo (ma anche quella del mondo e degli esseri del mondo dal

nulla) del cristianesimo rimane completamente allrsquointerno della φρόνησις aristotelica anche il

santo cristiano ndash in quanto esso egrave la προαίρεσις che egrave principio e produzione della salvezza ndash egrave

volontagrave di dominare lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

Secondo il cattolicesimo nel credente la προαίρεσις egrave unita ma non egrave annullata dalla laquoGraziaraquo ndash cioegrave la volontagrave di dominio umana laquocooperaraquo nel credente con la volontagrave di dominio divina (e la

laquocooperazioneraquo egrave in realtagrave unrsquoesclusione reciproca) Ma soltanto laquoDioraquo egrave il laquosignoreraquo (ὁ ϰύριος)

dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente che produce la salvezza dellrsquouomo e il Dominus egrave δαιμόνιος cioegrave il

laquoseparanteraquo proprio in quanto egrave il laquoSalvatoreraquo195

Il separato egrave la laquoterraraquo o la laquodimoraraquo o la laquodonnaraquo o la laquomoltitudineraquo o il laquobestiameraquo

Dio separa le cose da seacute in quanto inviolabile se le cose fossero legate indissolubilmente alla

sua inviolabilitagrave egli non potrebbe dominarle

195 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 370

110

III - La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio

Il dominio che si impadronisce delle cose modificandole egrave possibile solo sul

fondamento del dominio che si impadronisce delle cose isolandole dal tutto Lrsquoisolarle egrave

appunto la persuasione che esse non dipendano in alcun modo (quanto al loro esistere al loro

manifestarsi alla loro intelligibilitagrave alle loro trasformazioni) da ciograve che sta al di lagrave del campo ndash

il campo del dominato ndash da esse costituito Si puograve disporre di qualcosa solo in quanto

isolandolo lo si egrave reso disponibile

Il dominio assegna un futuro alle cose dominate Sia nel senso che allrsquoisolamento egrave

assegnato il suo perpetuarsi nel futuro ndash al disponibile egrave cioegrave assegnato il suo mantenersi nella

disponibilitagrave ndash sia nel senso che al disponibile egrave assegnata una trasformazione del suo

contenuto che ancora esso non possiede Lrsquoassegnazione di un futuro alle cose dominate egrave

avere uno scopo Ma nel dominio avere uno scopo significa assegnare alle cose un futuro che

egrave diverso da quello che esse avrebbero indipendentemente da questa assegnazione Codesta

diversitagrave peraltro non significa che il dominio rende impossibile il divenire ma che lo guida

Col dominio il divenire si guida e quindi si dagrave un futuro diverso da quello che esso avrebbe se non fosse un guidarsi Se il futuro delle cose fosse predeterminato e inevitabile esso sarebbe

indipendente dagli scopi del dominio cioegrave non sarebbe possibile assegnare un futuro alle cose e

quindi il dominio sarebbe impossibile196

Quindi per poter assegnare un futuro e avere uno scopo il dominio deve essere la

certezza che le cose dominate e il loro futuro non dipendono da nientrsquoaltro che dalla volontagrave

dominante che assegna loro un futuro e cioegrave deve essere la certezza che le cose dominate sono

isolate dal tutto

196 Ivi cit pag 239

111

La capacitagrave poi di assegnare un futuro egrave dunque nel dominio laquolibero arbitrioraquo ossia

isolamento del dominato e del dominante

Se lrsquoisolamento appartiene allrsquoessenza del dominio tuttavia sin tanto che non viene portato alla

luce il senso dellrsquoente in quanto ente e sin tanto che lrsquoente non viene inteso come

ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente [] lrsquoisolare si presenta come unrsquoattivitagrave che non egrave garantita dallo statuto reale di ciograve che si vuole isolare e quindi si presenta come unrsquointenzione

soggettiva che puograve avere successo ma puograve anche fallire e che quando ha successo egrave

costantemente esposta alla possibilitagrave del fallimento197

Il dominio sullrsquoente ha un carattere laquoscientificoraquo da quando lrsquooperazione isolante del

dominio non egrave unrsquointenzione soggettiva ma egrave fondata sullrsquoisolamento laquorealeraquo dellrsquoente

197 Ivi cit pag 240

lt Solo se lrsquoente esce e ritorna nel nulla lo si puograve isolare e solo se lo si isola lo si puograve dominare []

Lrsquooriginario e decisivo impadronirsi dellrsquoente egrave il renderlo libero Lrsquoimpadronirsene egrave il sottrarlo al destino della

veritagrave dellrsquoessere [] Solo in quanto lrsquoente egrave disponibile allrsquoessere e al niente un padrone puograve disporne []

Lrsquoἐπιστήμη (da Platone a Hegel) egrave la prima forma di dominio dellrsquooscillazione lrsquooscillazione egrave dominata dallrsquo

ἐπιστήμη appunto in quanto egrave sottoposta al calcolo incontrovertibile [] Ma il controllo epistemico dellrsquooscillazione la rende impossibile [] Solo se il progetto della dominazione su cui si fonda la tecnica egrave reso

esterno al divenire dellrsquoente e quindi viene daccapo a costituirsi come un immutabile e quindi come il centro di

una totalitagrave organica si puograve ritenere (come accade nel pensiero di Heidegger) che la tecnica come lrsquo ἐπιστήμη

renda impossibile il divenire dellrsquoente Ma se il progetto di dominazione della tecnica del Tutto viene lasciato

allrsquointerno del processo del divenire allora questo progetto a differenza dellrsquoἐπιστήμη non egrave una prevaricazione

che soffoca la libertagrave del divenire [] La tecnica non soffoca il laquogiocoraquo del divenire ma toglie ogni limite alla sua

libertagrave gt Ivi cit pag 229

112

La scientificitagrave del dominio raggiunge il suo culmine nella civiltagrave della tecnica quando

la volontagrave che il senso dellrsquoente sia oscillazione tra lrsquoessere e il niente si libera da ogni

episteacuteme da ogni immutabile da ogni nesso necessario e si tiene dinanzi lrsquoente in quanto ente

e cioegrave ogni ente come oscillazione tra lrsquoessere e il niente

Questa volontagrave di dominio totale in cui consiste lrsquoessenza della civiltagrave della tecnica

presuppone che il tutto sia unificato dalla determinazione trascendentale dellrsquoente

lrsquoἐπαμφοτερίζειν

Ma la volontagrave di guidare lrsquooscillazione della totalitagrave dellrsquoente si realizza solo come

dominio di una parte dellrsquoente percheacute la totalitagrave dellrsquoente sta dinnanzi come divisa in una

molteplicitagrave di campi isolati e il dominio tecnologico non puograve assegnare alla totalitagrave un futuro

che sia il futuro della totalitagrave in quanto totalitagrave e sia dunque lo scopo unitario del tutto in

quanto tale

Se il dominio tecnologico avesse uno scopo unitario verso il quale avesse a dirigere la totalitagrave degli

enti la totalitagrave sarebbe infatti un organismo un sistema di nessi necessari tra gli enti dove la teleologia di ogni ente coinvolgerebbe e sarebbe coinvolta dalla teleologia di ogni altro ente Se

dunque il dominio tecnologico assegna un futuro a qualcosa (A) se cioegrave trasforma qualcosa

conformemente a un certo scopo questo scopo puograve essere soltanto lo scopo di quel campo particolare di enti che egrave A e di quelle operazioni particolari che sono idonee alla trasformazione di

A e non puograve essere pertanto se non accidentalmente lo scopo di B C D e delle operazione

particolari che si propongono la trasformazione di B C D appunto percheacute altrimenti tra A B C D sussisterebbe un nesso necessario ed esse non sarebbero determinazioni isolate Nel dominio avere

uno scopo significa assegnare un futuro a una parte isolata dal tutto198

E il carattere particolare e specifico dellrsquooperare scientifico-tecnologico egrave giagrave presente

nella formulazione platonico-aristotelica della laquodivisione del lavororaquo

198 Ivi cit pag 245

113

Nel II libro della Repubblica199

Platone dice che il πράττειν cioegrave il dominio

dellrsquooscillazione dellrsquoente egrave laquopiugrave intensoraquo (πλείω) laquopiugrave efficaceraquo (ϰάλλιον) e laquopiugrave

praticabileraquo (ῥᾷον)200

solo in quanto si suddivide in operazioni specifiche realizzate da certi

operatori e non da altri ἄλλͻς ἐπ´ἄλλου ἔργου πρᾶξιν (alium ad alius operis effectionem)201

La divisione (lrsquoisolamento) del lavoro non egrave una determinazione accidentale del lavoro la

divisione del lavoro sussiste ndash il lavoro egrave una molteplicitagrave di operazioni isolate ndash appunto

percheacute il laquolavororaquo egrave πρᾶξις ossia egrave la guida (αἰτία)202

dellrsquooscillazione dellrsquoente tra lrsquoessere e il

niente e quindi egrave la guida di ciograve che in quanto cosigrave oscillante egrave isolato ndash si che la guida

dellrsquoisolato egrave essa stessa unrsquooperazione isolata divisa dalle altre

Proprio di questa divisione parla Aristotele allrsquoinizio dellrsquoEtica quando afferma la

molteplicitagrave degli scopi (πολλὰ γίνεται ϰαὶ τὰ τέλη) in corrispondenza alla molteplicitagrave dei

laquolavoriraquo (πολλῶν δὲ πράξεων οὐσῶν ϰαὶ τεχνῶν ϰαὶ ἐπιστημῶν)203

Lo scopo egrave il futuro che viene assegnato a una parte percheacute se fosse il futuro assegnato

al tutto in quanto tale il tutto non sarebbe laquodiacronicoraquo ma laquosincronicoraquo e organico cioegrave

esisterebbe un nesso tra le parti Ma se il futuro di una parte isolata non puograve essere il futuro

delle altre parti se cioegrave le altre parti hanno altri futuri ogni scopo egrave a sua volta una parte

isolata dalla totalitagrave del futuro La totalitagrave degli scopi riproduce la molteplicitagrave di

determinazioni isolate del presente

Separata dal destino la terra appare nellrsquoisolamento come libera e insieme dominabile

Egrave dominabile proprio percheacute egrave stata liberata dal destino Ma la sua libertagrave egrave anche la sua

assoluta imprevedibilitagrave Il timore egrave innanzitutto lrsquoavvertimento di questa imprevedibilitagrave E il

mortale per allontanare tale timore circonda di legami la terra che stringono ciograve che egrave stato

sciolto dal piugrave indissolubile dei legami Legami che sono gli laquoimmutabiliraquo gli laquoeterniraquo i

laquodestiniraquo che restano evocati allrsquointerno della solitudine della terra

199 Prima edizione Universale Economica Feltrinelli Milano 1995

200 Ivi 370 c

201 Ibidem

202 Platone Sofista 265 b

203 Aristotele Etica Nicomachea 1094 a 6-8

114

CAPITOLO TERZO

Lrsquo alienazione nello sguardo del Destino

115

I - Ciograve che il mortale crede

Ciograve che i mortali chiamano laquovolontagraveraquo e laquodecisioneraquo egrave in veritagrave senza residui convinzione (certezza fede persuasione) cioegrave apparire A sua volta lrsquoapparire in cui consiste ogni decisione e

ogni volontagrave possiede un carattere laquopraticoraquo quel carattere che i mortali interpretano come

capacitagrave pratica di trasformazione del mondo ma che nello sguardo del destino della veritagrave egrave qualcosa di abissalmente diverso da tale capacitagrave

204

La decisione non egrave altro che la convinzione che stia per realizzarsi un processo di cui lo

stato attuale del mortale (cioegrave della sua mente del suo corpo) egrave insieme la causa (il principio)

e lrsquoinizio e di cui lo laquoscoporaquo cioegrave una certa disposizione futura dellrsquoente egrave il termine La

decisione egrave lrsquoapparire di una certa disposizione futura dellrsquoente come risultato tale

disposizione di un certo processo quando i mortali decidono accade per lo piugrave qualcosa (ossia

nel cerchio dellrsquoapparire entra per lo piugrave qualcosa) che i mortali interpretano come il realizzarsi

di quella stessa disposizione dellrsquoente che si erano proposti come scopo e che dunque essi

credono di essere stati capaci di tradurre dal piano delle idee a quello della realtagrave

Quellrsquoapparire che egrave la decisione egrave per lo piugrave accompagnato dallrsquoapparire di qualcosa

che il decidente interpreta come il conseguimento la realizzazione dello scopo

La volontagrave e quindi anche quella volontagrave che si realizza come preghiera egrave la convinzione che il

voluto si realizzi credite quia accipietis Ma se per Gesugrave la fede egrave convinzione ogni decisione egrave una convinzione siffatta Solo che i mortali non hanno piugrave fede che le montagne si muovano cioegrave

hanno fede di muoverle non mediate il laquoFiglio di Dioraquo ma mediante lrsquouso di certi strumenti che la

tecnica dellrsquoOccidente egrave andata approntando e cioegrave mediante la fede questa sigrave posseduta nel

laquomovimentoraquo prodotto da tali strumenti205

Nella prassi scientifica egrave tenuta costantemente aperta la possibilitagrave che la regione

controllata sia condizionata da fattori ignoti

204 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 487

205 Ivi cit pag 488

116

Ma nellrsquoatto del decidere e quindi anche nella decisione scientifico-tecnologica la

decisione egrave presa solo in quanto essa egrave la convinzione di disporre di tutte le forze che sono

richieste per la produzione dello scopo e quindi solo in quanto viene esclusa quella possibilitagrave

di intervento di forze ignote Una possibilitagrave che torna a riaprirsi quando la prassi scientifico-

tecnologica si lascia alle spalle questo tipo di decisione per elaborarne uno piugrave adeguato alla

nuova configurazione che nel frattempo la regione controllata egrave venuta ad assumere

Il mortale crede di volere crede di disporre dei mezzi piugrave idonei alla produzione dei

suoi scopi crede di dominare la terra ma il suo volere (cioegrave lrsquoinsieme e ognuna delle sue

convinzioni) egrave unito al dubbio (cioegrave allrsquoindecisione e al non volere) e ne egrave contrastato

La coscienza di decidere egrave un laquovedersiraquo decidere ossia egrave un laquovedersiraquo non dubitante

Ma questo laquovedereraquo non vede ciograve che egrave non laquovederaquo cioegrave lrsquounione essenziale ossia la

contraddizione del decidere e del dubbio ma laquovederaquo soltanto il decidere Puograve credere di

volere percheacute isola la fede dal dubbio ma il dubbio non cessa e non scompare per il fatto che

il mortale non vuole avere i dubbi che pur appartengono alla sua essenza La qualitagrave del volere

del mortale egrave pur sempre determinata dal dubbio respinto nellrsquoinconscio in quanto lrsquoinconscio

egrave ciograve che viene isolato dal contenuto che il mortale vuole riconoscere

Egrave questa volontagrave non volente che laquoottieneraquo ciograve che i mortali credono sia lrsquolaquoottenutoraquo

Il mortale non laquoottieneraquo crede di ottenere Crede di ottenere ciograve che vuole ma ciograve che accade

egrave il destino ndash il destino della veritagrave ndash che nessun dio e nessun uomo possono laquotenereraquo e

dominare e che include anche lrsquoaccadimento della fede e della volontagrave dei mortali

Nello sguardo del destino la volontagrave egrave apparire Non egrave laquoforzaraquo laquotendenzaraquo laquoappetitoraquo

laquoimpulsoraquo Lrsquoapparire in cui la volontagrave consiste egrave apparire di un contenuto che non egrave il destino

della veritagrave egrave lrsquoapparire di qualcosa che appartiene al mondo sognato dallrsquoalienazione della

veritagrave

117

Tale mondo egrave la terra isolata il contenuto che appare allrsquointerno dellrsquoisolamento della

terra Ma ogni apparire il cui contenuto non egrave il destino della veritagrave o un suo tratto egrave volontagrave

decisione ossia egrave la convinzione di dominare qualcosa e che il dominante sia quello stesso che

egrave il convinto Lrsquoisolamento della terra egrave la volontagrave originaria allrsquointerno della quale soltanto egrave

possibile e puograve sopraggiungere lrsquoapparire di ogni volizione e di ogni decisione del mortale

Lrsquoisolamento della terra egrave volontagrave che la terra sia la regione sicura ossia egrave la

convinzione di disporre della terra nel senso che questa convinzione egrave convinzione che la terra

si rende disponibile per il motivo che si egrave convinti di disporne E la convinzione che la terra sia

il terreno sicuro egrave convinta di ottenere la sicurezza della terra non per mezzo di altro ma per seacute

stessa Ma nellrsquoisolamento la terra sicura viene dapprima interpretata come lrsquoinflessibile Il

fondamento originario di ogni flessione (cioegrave di ogni decisione e azione) interpreta come

inflessibile il contenuto che esso ottiene nel proprio flettere originario Poi un poco alla volta

la flessione flette gli inflessibili della terra Quando lrsquoOccidente incomincia a testimoniare la

sicurezza della terra trova la terra giagrave divisa tra le cose inflessibili e quelle flessibili tra ciograve che

egrave sottratto ad ogni volere e ciograve che invece egrave disponibile ad esso

La cultura moderna vede nei mortali la presenza della volontagrave divina e il soggetto

trascendentale diventa la volontagrave di produrre la terra La terra che resta prodotta

nellrsquoautoproduzione del soggetto trascendentale egrave sempre la terra isolata che appare come il

terreno sicuro La volontagrave che produce la terra egrave intesa come la vera realtagrave il vero valore Nel

concetto di creazione umana di creazione divina del mondo di autoproduzione del soggetto

trascendentale di dominio tecnologico della terra la volontagrave originaria che la terra sia la

regione sicura sta dinnanzi a seacute stessa

118

Lrsquoaccadimento in cui consiste lrsquoisolamento della terra egrave lrsquoaccadimento dellrsquoesser

mortale del mortale ma lrsquoesser mortale egrave lrsquoessenza sia del mortale sia degli degravei sia del dio

cristiano sia del soggetto trascendentale sia del dominio tecnologico della terra

Ma la volontagrave proprio percheacute egrave volontagrave non puograve ottenere ciograve che essa vuole Il voluto

egrave in quanto tale il non ottenibile

Tutto ciograve che si ottiene egrave ciograve che si vuole ottenere ossia egrave ciograve che si crede si ha fede di

ottenere egrave ottenuto allrsquointerno dellrsquoalienazione Lrsquoalienazione egrave lrsquoastro eterno che consiste

nella convinzione che esista ciograve che egrave impossibile Allrsquointerno dellrsquoalienazione tutto ciograve che si

ottiene si ottiene percheacute sia ha fede di ottenerlo e si ha fede di averlo ottenuto

Il precetto evangelico che se si ha fede che le montagne si sollevino esse si solleveranno e il

tratto decisivo della scienza moderna (e che ancora si sottrae allrsquoautocoscienza della scienza) che la trasformazione del mondo ha carattere scientifico solo se egrave oggetto di consenso intersoggettivo e

quindi solo se si ha fede che tale consenso esista [] ebbene quel precetto e quel tratto

appartengono entrambi alla stessa essenza ossia alla volontagrave originaria dellrsquoisolamento della terra

che crede di aver ottenuto la sicurezza della terra per il motivo che essa crede che la terra sia il terreno sicuro ha fede che questa sicurezza sia percheacute essa ha fede che sia ndash anche se la fede

apparendo a seacute come fondamento di ciograve che essa ottiene non appare come fede ma come forza

capace di produrre ciograve che si presenta come dimensione sicura ed evidente206

La volontagrave non riesce ad essere volontagrave non ottiene ciograve che essa vuole e quindi non

ottiene nemmeno il proprio volere Lrsquoimpossibilitagrave del voluto non puograve apparire allrsquointerno della

volontagrave (allrsquointerno cioegrave dellrsquoisolamento della terra) appunto percheacute la volontagrave egrave volontagrave d i

isolarsi dal destino Ma proprio percheacute il voluto egrave lrsquoimpossibile egrave necessitagrave che allrsquointerno

della volontagrave il voluto appaia nel suo esser qualcosa in cui il destino della veritagrave non si mostra

cioegrave qualcosa la cui affermazione e la cui negazione appaiono equivalenti

206 Ivi cit pag 579

119

Nellrsquoisolamento della terra la volontagrave crede di volere (la fede ha fede di aver fede)

percheacute nellrsquoequivalenza dellrsquoaffermazione e della negazione di ciograve che essa crede di volere

isola lrsquoaffermazione dalla negazione isola ciograve che egrave dubbio dal suo esser dubbio sigrave che questo

contenuto isolato appare nel suo esser tenuto fermo cioegrave egrave affermato e in quanto affermato si

presenta come il voluto

Anche questo isolamento egrave fede volontagrave Ma la fede di aver fede (il credere di volere)

non determina un regressus in indefinitum al contenuto in cui la fede ha fede appartiene la

fede di aver fede al contenuto voluto dalla volontagrave appartiene il credere di volere la volontagrave di

volere

Il tramonto dellrsquoisolamento della terra ossia la negazione del contrasto tra veritagrave e

isolamento egrave ciograve che in veritagrave il mortale vuole Il mortale egrave ndash lo egrave solamente ndash questa volontagrave

ossia questa volontagrave costituisce lrsquoinconscio essenziale del mortale cioegrave quanto egli trattiene nel

non testimoniato consumando la totalitagrave del linguaggio nella testimonianza della terra isolata

La terra cosigrave voluta egrave quella semplificazione estrema da cui viene offerta la resistenza minore

al linguaggio che intende illuminare le cose nelle parole La resistenza maggiore egrave invece

costituita dalla struttura del mortale cioegrave dallrsquoapparire della negazione impotente del contrasto

tra il destino e lrsquoisolamento della terra (che a sua volta egrave il contrasto tra fede e dubbio nella

sicurezza della terra)

La terra egrave contesa da due volontagrave contrastanti da un lato lrsquoinvasione del destino da parte della terra

isolata possibile solo se appare il destino della terra cioegrave solo se la terra appare nel suo esser

sottratta alla nebbia dellrsquoisolamento mostrando il volto destinatole dalla veritagrave dallrsquoaltro lato in quanto isolata dal destino e dal dubbio la terra mostra un altro volto quello divenuto familiare ai

mortali e che invece egrave soltanto uno dei due volti che la terra mostra introducendosi nel cerchio

dellrsquoapparire207

207 Ivi cit pag 496

120

Il doppio volto della terra egrave il doppio volto di ogni cosa della terra ed egrave appunto questo

sdoppiarsi e questo contrastarsi delle sembianze terrestri lrsquoostacolo maggiore incontrato dal

tentativo di condurre nel linguaggio le cose Le cose della terra stanno dinnanzi nel cerchio

dellrsquoapparire sdoppiate e in contrasto ognuna con seacute medesima e il tentativo di legarle nel

linguaggio alla loro immagine egrave contrastato dal carattere sfuggente di ciograve che dovrebbe essere

il modello dellrsquoimmagine

Invece la semplificazione estrema costituita dalla terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio

ndash la semplificazione in cui la terra mostra ai mortali il suo volto piugrave familiare ndash non disorienta

il linguaggio ma gli va incontro con lrsquoapparente chiarezza e univocitagrave del suo senso Tale

estrema semplificazione non puograve essere certo considerata come il motivo per il quale il

linguaggio destinato allrsquoapparire egrave stato innanzitutto il linguaggio che esprime lrsquoimmagine

della terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio e tuttavia il linguaggio destinato allrsquoapparire egrave

dapprima e a lungo solamente il linguaggio che esprime la terra cosigrave isolata La terra cioegrave il

cui volto raggiunge la semplificazione estrema dei suoi tratti

121

II - La necessitagrave dellrsquoaccadere come risoluzione del problema della libertagrave dellrsquoente

Ogni ente egrave eterno Quindi eterno anche quellrsquoente che egrave lo stesso accadere dellrsquoente Nella

veritagrave lrsquoaccadere non egrave lrsquoincominciare ad essere ma lrsquoincominciare ad apparire Che lrsquoente

incominci ad apparire significa che esso eterno esce dallrsquoombra del non apparire ed entra

nella luce dellrsquoapparire Cade in questa luce208

Poicheacute lrsquoaccadere dellrsquoente egrave eterno egrave necessario che lrsquoente accada Inoltre egrave

necessario che lrsquoente accada con il senso determinato che gli conviene non solo egrave necessario

che lrsquoente accada ma egrave insieme necessario che accada proprio quellrsquoente che accade

Lrsquoaccadere dellrsquoente egrave determinato e quindi lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave la necessitagrave

dellrsquoaccadere cosigrave determinato Se infatti lrsquoente che accade non accadesse lrsquoaccadere dellrsquoente

non sarebbe e quindi non sarebbe eterno ma possibile accidentale Affermando che lrsquoente che

entra nellrsquoapparire sarebbe potuto non entrarvi ndash affermando cioegrave la laquocontingenzaraquo

dellrsquoapparire ndash si afferma che lrsquoente che accade sarebbe potuto non accadere cioegrave si nega la

necessitagrave dellrsquoaccadere e in questo modo il non essere (la nientitagrave) dellrsquoaccadere dellrsquoente vien

posto come una possibilitagrave Lrsquoimpossibile viene ritenuto possibile

Poicheacute lrsquoaccadere egrave il passaggio dal non apparire allrsquoapparire lrsquoessere (e quindi

lrsquoeternitagrave) del passaggio richiede necessariamente che lrsquoente che sopraggiunge nellrsquoapparire

prima non appaia e poi appaia Lrsquoaccadere egrave solo in quanto lrsquoente che accade si mantiene

nascosto sino a che incomincia ad apparire Lrsquoeternitagrave di ogni ente egrave lrsquoeternitagrave di ciograve che esso egrave

nel modo in cui lo egrave

Lrsquoapparire che nellrsquoaccadimento incomincia non egrave separato dal proprio incominciare

ma egrave appunto lrsquoapparire incominciante Se invece si isola lrsquoapparire dal suo incominciare ndash se

lo si pensa indipendentemente dal suo incominciare ndash si finisce col rendere impossibile quel

mantenersi nascosto quel non apparire ancora da parte dellrsquoente senza di cui lrsquoaccadimento

non potrebbe essere

208 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 97

122

Separato dal suo incominciare lrsquoapparire si presenta come qualcosa che non puograve

incominciare Ogni ente egrave eterno ma appunto egrave eterno lrsquoente nel suo essere ciograve che egrave

nellrsquoaccadimento lrsquoente che incomincia ad apparire non egrave in sintesi con un apparire che egrave

separato dal proprio incominciare ma egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante

Questa egrave la sintesi che egrave e che egrave eterna il contenuto dellrsquoaltra sintesi invece ndash cioegrave della sintesi tra

lrsquoente e il suo semplice (astratto) apparire ndash non egrave appunto percheacute egrave ottenuta prescindendo dallrsquoincominciare che pur determina lrsquoapparire incominciante

209

Proprio percheacute lrsquoente che accade egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante lrsquoente in cui

consiste questa sintesi non esclude ma allrsquoopposto richiede necessariamente che prima di

incominciare ad apparire lrsquoente che accade non appaia lrsquoente incomincia ad apparire solo in

quanto esiste un prima rispetto allrsquoapparire dove tale ente ancora non appare Ma questo non

apparire ancora che precede lrsquoincominciare ad apparire non egrave la nientitagrave dellrsquoapparire

incominciante

Con lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente non si produce una sintesi nuova tra lrsquoente e il

suo apparire ma tutto ciograve che sopraggiunge egrave giagrave eterno Che col sopraggiungere non si formi

una sintesi nuova uscita dal niente non significa che quella tra il sopraggiungente e il suo

sopraggiungere cioegrave il suo incominciare ad apparire non sia una sintesi ma significa che in

quanto questa stessa sintesi sopraggiunge essa egrave giagrave eterna210

209 Ivi cit pag100

210 Con ciograve potremmo rispondere a una delle cretiche che C Fabro rivolge al divenire severiniano lt

Severino non spiega percheacute e come le cose della terra incominciano ad apparire ndash da dove sbucano dalla terra

[] e se incominciano ad apparire significa che le cose prima erano nascoste (a parte la domanda del dove fossero

nascoste) ci si puograve chiedere anche chi le ha spinte fuori dallrsquoombrahellip per guadagnar le stelle od almeno il sole

della coscienza E soprattutto quando incomincia questo cominciare gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente

cit pag 129

123

Affermando invece che il sopraggiungente sarebbe potuto non sopraggiungere ndash ossia

che ciograve che incomincia ad apparire sarebbe potuto non apparire ndash si afferma che la sintesi tra

lrsquoente che sopraggiunge e il suo sopraggiungere sarebbe potuta rimanere un niente Ma se

lrsquoapparire egrave laquoil nienteraquo che laquoil nienteraquo accolga o non accolga lrsquoente egrave qualcosa di

assolutamente indifferente e quindi lrsquoapparire egrave libertagrave Mentre lrsquoapparire egrave laquonienteraquo solo nel

senso che la sua determinatezza non egrave che lrsquoapparire delle determinazioni

Lrsquoaccadere egrave lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente Egrave questo lrsquoaccadere che nellrsquoapertura della

veritagrave appare Inteso invece come un incominciare ad essere uscendo dal niente lrsquoaccadere non egrave qualcosa che appare [] Poicheacute lrsquoaccadimento (il divenire) non egrave la creazione dellrsquoente ma il

sopraggiungere dellrsquoente cioegrave dellrsquoeterno nellrsquoapparire lrsquoaccadimento egrave dunque solamente in

quanto appare Un divenire laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile egrave cioegrave un concetto del

nichilismo211

Appunto percheacute un accadimento laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile la supposizione

che sarebbe potuto accadere altro da ciograve che di fatto accade non puograve essere mantenuta

affermando che sigrave lrsquoaccadere effettivo dellrsquoente egrave eterno ma questo eterno sarebbe potuto no

apparire e sarebbe potuto apparire lrsquoaccadere che di fatto non appare Questa supposizione non

puograve essere mantenuta percheacute lrsquoapparire appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere e cioegrave lrsquoaccadere

esiste solo in quanto appare e non puograve avere la possibilitagrave di restare nel non apparire lasciando

che un altro accadere appaia E lrsquoaccadere non egrave lrsquoaccadere in generale ma egrave lrsquoaccadere nella

sua attualitagrave Lrsquoapparire che appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere egrave questo attuale apparire egrave

lrsquoattualitagrave dellrsquoapparire ed egrave dunque questa attualitagrave ciograve senza di cui lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave

impossibile

Lrsquoapparire dellrsquoaccadimento accade e tuttavia non egrave un accadimento Lrsquoapparire

dellrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente incomincia e tuttavia non egrave un incominciare

211 Ivi cit pag 104

124

Lrsquoaccadimento che appare non egrave soltanto questo o quellrsquoaccadere particolare ma egrave la

totalitagrave dellrsquoaccadere che appare Anche se si trasforma laquocontinuamenteraquo lrsquoaccadere appare

comunque come totalitagrave dellrsquoaccadere Gli accadimenti che appaiono sono laquocontinuamenteraquo

diversi ma appaiono necessariamente come totalitagrave dellrsquoaccadimento Lrsquoapparire della totalitagrave

dellrsquoaccadere non potrebbe essere apparire della totalitagrave dellrsquoaccadere appunto percheacute questa

totalitagrave avrebbe al di fuori di seacute quellrsquoaccadere che egrave lrsquoaccadere dellrsquoapparire della totalitagrave

dellrsquoaccadere

Dire infatti che lrsquoente che sopraggiunge entra nellrsquoapparire significa che lrsquoapparire

dellrsquoente diventa apparire anche dellrsquoente che sopraggiunge in quanto egrave apparire anche

dellrsquoente che sopraggiunge lrsquoapparire in cui il sopraggiungente sopraggiunge egrave esso stesso

sopraggiungente Quindi lrsquoapparire del sopraggiungente egrave apparire anche del proprio

sopraggiungere lrsquoapparire del sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente egrave lo stesso

apparire del sopraggiungente e il sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente non egrave

qualcosa che non possa appartenere alla totalitagrave del sopraggiungere ma egrave contenuto di questa

totalitagrave un contenuto che egrave lo stesso contenente

Lrsquoessere con tutti gli altri enti nessuno escluso appartiene allrsquoessenza di ogni ente La

parte egrave nel Tutto non accidentalmente ma necessariamente Il Tutto non si limita a circondare

la parte ma la parte egrave ciograve che essa egrave solo in quanto egrave unita al Tutto

La persuasione che le decisioni ndash umane o divine ndash siano laquolibereraquo egrave invece la negazione

del legame necessario che unisce ogni parte a tutte le altre Tale persuasione separa infatti dal

Tutto quella parte che egrave lrsquoaccadimento della decisione e la rende qualcosa di assolutamente

indipendente Questa separazione sussiste in ogni caso sia che ancora si intenda la decisione

libera come qualcosa che sarebbe potuto non essere invece di essere sia che si intenda la

decisione libera come un ente eterno che sarebbe potuto non apparire invece di apparire

125

Lrsquoisolamento della decisione dal Tutto ndash e ogni isolamento ndash egrave negazione della veritagrave

dellrsquoessere non solo percheacute esso nega ogni legame necessario che unisce la parte al Tutto ma

anche percheacute in esso si esprime ancora una volta il nichilismo Negando ogni legame

necessario col Tutto lrsquoisolamento nega insieme il legame necessario che egrave richiesto

dallrsquoeternitagrave del Tutto e quindi nega lrsquoeternitagrave del Tutto negando la conseguenza nega il

fondamento La stessa prevaricazione che isola la decisione laquoliberaraquo dal tutto pone la

decisione (e il Tutto) come un niente La contingenza dellrsquoaccadere egrave dunque espressione del

nichilismo

Il linguaggio dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo Dice cosigrave che lrsquoazzurro

del cielo ora egrave un niente il cielo era azzurro Ma il cielo azzurro egrave una delle eterne cose della

terra che si inoltrano nel cerchio eterno dellrsquoapparire della veritagrave e ne escono dopo averlo

attraversato (Un cielo azzurro che non egrave espressione di un cielo azzurro universale ma

quellrsquoazzurritagrave del cielo considerata nella sua irripetibilitagrave e singolaritagrave es il cielo di oggi un

giorno di marzo a Roma) Il cielo egrave azzurro La contrapposizione tra lrsquolaquoegraveraquo copulativo e lrsquolaquoegraveraquo

esistenziale egrave propria del nichilismo Lrsquolaquoegraveraquo unisce il cielo e la sua azzurritagrave ma li unisce

appunto nellrsquoessere La loro unitagrave egrave ossia egrave eterna Il cielo egrave eternamente azzurro Il cielo egrave la

sua azzurritagrave nel senso che egrave il cielo-che-egrave-azzurro che egrave lrsquoazzurro-di-questo-cielo E il

contenuto dellrsquoerrore (in ogni errore si esprime la volontagrave di sottrarsi al destino della veritagrave

cioegrave lrsquoalienazione della veritagrave) egrave il niente

Ma proprio percheacute lrsquoente non egrave e non puograve diventare un niente il dire del destino non egrave

una laquoproposizioneraquo che da laquoveraraquo possa diventare laquofalsaraquo Nel destino il dire egrave lrsquoapparire

dellrsquoidentitagrave trascendentale che costituisce lrsquoessere qualcosa da parte di qualcosa ad esempio egrave

lrsquoapparire dellrsquoessere azzurro del cielo Ciograve che in veritagrave accade quando il linguaggio

dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo non egrave il diventar falso dellrsquoapparire del cielo

azzurro ma egrave lrsquouscire di questo apparire dal cerchio intramontabile dellrsquoapparire

126

Il cielo azzurro appare cioegrave dimora nel cerchio dellrsquoapparire della veritagrave Appunto

percheacute appare appare la sua destinazione allrsquoessere Poi laquoil cielo si oscuraraquo Nel linguaggio

dellrsquoOccidente lrsquolaquooscurarsiraquo esprime unrsquolaquoazioneraquo del cielo che prima laquoeraraquo azzurro Ma nella

veritagrave il cielo azzurro non si oscura non compie lrsquoazione di incupire e di render niente la

propria azzurritagrave Esso egrave eternamente azzurro e ciograve che lrsquoOccidente chiama laquoil suo oscurarsiraquo egrave

lrsquoinoltrarsi del cielo (eternamente) oscuro nel cerchio dellrsquoapparire mentre da questo cerchio

lrsquoeterno cielo azzurro esce e scompare La testimonianza della veritagrave non dice quindi che laquoil

cielo non egrave piugrave azzurroraquo ma che il cielo eternamente azzurro si egrave portato fuori dellrsquoapparire

nel non apparire Di esso non dice laquonon egraveraquo (laquonon egrave piugraveraquo laquonon egrave ancoraraquo) bensigrave laquonon egrave

presenteraquo laquonon egrave apparenteraquo (questrsquoultimo termine da intendersi come participio presente del

verbo apparire) Dice dunque laquoIl cielo (che egrave) azzurro non egrave (piugrave) apparenteraquo Ma daccapo

questrsquoultima affermazione non significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro non egrave (piugrave)raquo e che

pertanto questo apparire egrave diventato un niente bensigrave significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro

non egrave (piugrave) apparenteraquo

Ciograve che entra e esce dal cerchio dellrsquoapparire appartiene eternamente ad esso ma

dicendo che tale appartenenza laquoentraraquo nel cerchio dellrsquoapparire si intende escludere che in

qualsiasi modo lrsquoappartenenza si trovi giagrave nel cerchio e dicendo che ne esce si intende

escludere che essa in qualche modo continui a trovarvisi Pertanto ciograve che entra in questo

cerchio non egrave lrsquoatteso ma lrsquoinatteso e ciograve che ne esce non egrave il laquoricordatoraquo ma il

laquodimenticatoraquo Il laquoricordareraquo e il laquodimenticareraquo nel linguaggio del destino della veritagrave non

sono funzioni psicologiche o proprietagrave della coscienza trascendentale in quanto figura della

tradizione filosofica del nichilismo il laquodimenticareraquo egrave il cerchio dellrsquoapparire in quanto non

contiene piugrave in seacute qualcosa non lo contiene piugrave in nessun modo il laquoricordareraquo egrave il cerchio

dellrsquoapparire in quanto contiene ancora in seacute in qualche modo il ricordato

127

In qualche modo infatti lrsquoatteso appare giagrave e il ricordato appare ancora Quando

lrsquoatteso sopraggiunge non entra quindi simpliciter nel cerchio dellrsquoapparire e quando il

laquopresenteraquo passa e si mantiene nella memoria non esce da quel cerchio In entrambi i casi

varia soltanto il modo in cui si mostra una certa identitagrave che permane nel cerchio dellrsquoapparire

Ma lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire puograve apparire solo in quanto gli

insiemi di enti che lrsquoinoltrarsi porta progressivamente alla luce non sono via via dimenticati

(non vanno cioegrave uscendo via via dal cerchio dellrsquoapparire) ma continuano ad apparire sia pure

come passati Nella veritagrave appare lrsquoinoltrarsi della terra e lrsquoinoltrarsi appare solo in quanto

appare il passato Egrave infatti in relazione al passato ossia egrave percheacute il passato appare che il

sopraggiungente puograve apparire come tale Se nel sopraggiungere ciograve che giagrave appariva ndash e cioegrave

il passato ndash uscisse dimenticato dallrsquoapparire il sopraggiungente non potrebbe apparire come

laquogiunto sopraraquo qualcosa (appunto percheacute questo qualcosa sarebbe assente) e non solo il

sopraggiungente non potrebbe apparire come tale ma non potrebbe apparire affatto Questo

percheacute lrsquoapparire dellrsquoinoltrarsi della terra non solo esige lrsquoapparire del passato ma questo

inoltrarsi egrave necessariamente un permanere la permanenza assoluta dellrsquoidentitagrave costituita dalla

struttura della veritagrave che egrave presente in ogni insieme di enti che entrano nel cerchio

dellrsquoapparire Ciograve che permane egrave sigrave ciograve che appare ancora ma insieme egrave ciograve che appariva

anche prima il permanente egrave cioegrave presente e passato Il sopraggiungente sopraggiunge quindi

di necessitagrave nella permanenza ossia nellrsquoapertura di un passato Lrsquoessenza del divenire non puograve

essere stabilita indipendentemente dallrsquoessenza del passato

laquoLa legna arde nel camino e diventa cenereraquo Cosigrave parla il nichilismo nel linguaggio

quotidiano Diventando cenere la legna in quanto legna egrave distrutta cioegrave annientata

128

Anche se la scienza della natura afferma che lrsquoenergia in cui consiste la legna non egrave

andata distrutta nella combustione ma rimane sotto forma diversa tuttavia la forma che

lrsquoenergia assumeva nella legna egrave inevitabilmente pensata nella prospettiva scientifica come

ciograve che egrave andato distrutto e che dunque si egrave annientato

Ma la combustione come ogni divenire puograve essere laquosperimentataraquo solo se quando si

fa esperienza della cenere la legna non egrave stata dimenticata Giagrave in Kant egrave pienamente acquisito

il principio che la coscienza (o sperimentazione) del divenire non diviene ossia che lo stato

precedente (la legna che ancora non egrave diventata cenere) devrsquoessere conservato nella coscienza

insieme allo stato susseguente (la cenere) affincheacute si dia coscienza di un divenire

Nella dialettica della coscienza sensibile col sopraggiungere dellrsquouniversale e della coscienza

indiveniente del divenire il passato permane Egrave quanto richiesto dal principio secondo cui nel risultato egrave essenzialmente conservato e contenuto ciograve da cui esso risulta [] Il risultato egrave un

permanere [] la coscienza del divenire egrave necessariamente coscienza della permanenza [] Nella

laquoDimostrazioneraquo della laquoprima analogiaraquo dellrsquoesperienza (Critica della ragion pura sezione terza

dellrsquoAnalitica dei principi) si dice che qualcosa puograve mutare solo se resta Tutto ciograve che muta resta la permanenza egrave condizione necessaria in cui solo egrave possibile che i fenomeni siano determinabili

come cose od oggetti di una esperienza possibile212

Lo stato precedente egrave conservato come passato e questo conservarlo egrave il ricordo Il

ricordo ricorda qualcosa di positivamente determinato (la legna) ricorda cioegrave un non-niente

212 E Severino Tautόtēs cit pag 86-87

129

In quanto non-niente il ricordato non puograve essere quindi ciograve che nella combustione egrave

diventato niente213

Per il nichilismo il passare egrave un annientamento ma allora il passato in quanto

annientato e dunque in quanto niente non puograve apparire Lrsquoannientarsi egrave insieme

necessariamente uno sparire Ma in questo modo il ricordo non ricorda il passato ndash giaccheacute

lrsquoautentico passato non puograve apparire ndash e quindi non egrave ricordo ma apparizione di ciograve che del

passato nascosto continua ad esistere e che dunque non egrave un passato

213 lt Tuttavia non egrave unrsquoaltra legna ma egrave proprio la legna ricordata che nella combustione egrave diventata

cenere e che quindi si egrave annientata in quanto legna Ma di ciograve che egrave divenuto niente non puograve esserci memoria Ma

senza memoria egrave impossibile la coscienza del divenire Per salvare la memoria il nichilismo egrave costretto a

distinguere nel passato che appare nel ricordo due aspetti Da un lato il passato in quanto oggetto del ricordo egrave

uno dei molti fattori del diveniente che continuano ad esistere nonostante lrsquoannientamento cui il diveniente va

incontro oltre alla cenere al fumo e al calore della legna rimane anche il suo esser ricordata Dallrsquoaltro lato crsquoegrave

lrsquoaspetto del passato relativamente al quale si verifica lrsquoannientamento Il passato si annienta non in quanto esso egrave

oggetto del ricordo ma in quanto ha questo secondo aspetto ciograve che egrave diventato niente non egrave la legna che appare

nel ricordo ma altro Un altro che perograve appartiene alla legna che appare nel ricordo Per Hegel questo altro egrave

laquolrsquoesistenzaraquo della legna e ciograve che appare nel ricordo egrave la laquoformaraquo o essenza della legna Egrave lo stesso concetto di Agostino il passato esiste nellrsquoanima cioegrave esiste come idealitagrave essenza non come esistenza reale Ma su quale

base viene affermata lrsquoesistenza (passata) di questo altro che egrave divenuto inesistente Non si puograve rispondere

dicendo che questo altro appare nel ricordo appunto percheacute ciograve che appare nel ricordo in quanto appare come un

non-niente determinato non egrave un niente E per quanto riguarda lrsquoErinnerung hegeliana la legna ricordata non egrave

una legna ricordata come inesistente Il passato appare e nel nichilismo qualcosa di esso egrave divenuto un niente

Ma che cosa Non qualcosa che appare tutto il passato che appare sta ligrave dinnanzi come un positivo Qualcosa

dunque che non appare gt Id Destino della necessitagrave pag 178

130

Egrave percheacute lrsquoannientarsi egrave insieme lrsquouscire dallrsquoapparire che lrsquoapparire in quanto tale

non puograve attestare alcuncheacute della sorte di ciograve che si egrave portato al di fuori dellrsquoapparire se

continui ad esistere o se sia diventato nulla Lrsquoannientamento del passato egrave cioegrave lrsquoapriori con il

quale il nichilismo interpreta lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire

Nella veritagrave dellrsquoessere invece lo scomparire non egrave lrsquoannientamento di ciograve che

scompare e il progressivo arricchirsi della manifestazione del passato mostra appunto che il

dimenticato (ossia ciograve che egrave uscito dal cerchio dellrsquoapparire) continua ad essere e che questo

suo essere riappare nel concretarsi del ricordo

E non solo lrsquoapparire del divenire non attesta lrsquoannientamento del passato ma la

persuasione che il passato sia ciograve che egrave divenuto un niente rende impossibile lo stesso apparire

del divenire Infatti il divenire appare solo se appare il passato ma se il passato egrave ciograve che ormai

egrave un niente il passato non puograve apparire e dunque non puograve apparire nemmeno il divenire Ciograve

che lrsquoOccidente ritiene lrsquoevidenza suprema ndash lrsquouscire e il ritornare nel niente ndash rende

impossibile la visione del divenire ossia la visione della variazione del contenuto che appare

131

III - laquoCrescereraquo come divenire

Nellrsquoapparire del divenire il laquopassatoraquo egrave ciograve che non laquocresceraquo piugrave ma la cui avvenuta

crescita continua ad apparire insieme al laquopresenteraquo ndash dove il laquocrescereraquo non egrave una

trasformazione ontologica ma egrave la successione degli eterni che sebbene diversi hanno

qualcosa di identico (che egrave appunto ciograve che nella successione egrave il crescente) La permanenza

dellrsquointramontabile egrave il sopraggiungere in esso del suo differenziarsi ndash ossia dei differenti eterni

di cui esso egrave identitagrave Affincheacute unrsquoidentitagrave permanga nei differenti che sopraggiungono si

richiede pertanto la separazione e lrsquoindifferenza dellrsquoidentico rispetto ai differenti si richiede

cioegrave che lrsquoidentico abbia il senso che ha indipendentemente dal contenuto che entra e esce dal

cerchio dellrsquoapparire

Lrsquoaffermazione dellrsquoidentico sembra negare il legame necessario che sul fondamento

dellrsquoeternitagrave di ogni ente unisce ogni ente a ogni altro ente E drsquoaltra parte se non ci fosse

permanenza dellrsquoidentico non potrebbe nemmeno apparire la variazione del contenuto che

appare non potrebbe apparire alcun divenire Questa aporia egrave provocata dalla separazione che

isola lrsquoidentitagrave permanente dal contenuto che appare e che egrave il contesto dellrsquoidentitagrave Lrsquoaporia

ponendo la permanenza dellrsquoidentitagrave come risultato della separazione dellrsquoidentitagrave si

costituisce proprio in quanto lrsquoidentitagrave viene separata dagli insiemi che lrsquohanno in comune e nei

quali essa permane La separazione dellrsquoidentitagrave egrave il fondamento dellrsquoaffermazione che la

permanenza dellrsquoidentitagrave egrave separazione Nella testimonianza del destino della veritagrave dellrsquoessere

lrsquoidentitagrave che permane egrave invece ciograve che hanno in comune i diversi insiemi eterni che

sopraggiungono e si ritraggono dal cerchio dellrsquoapparire Eterni sono sia la identitagrave del diverso

sia la sopraggiungente e ritraentesi diversitagrave dellrsquoidentico Il non permanente egrave lrsquoeterno che

entra ed esce dal cerchio dellrsquoapparire o che continuando ad apparire ha raggiunto il

compimento del suo permanere

132

Il laquocrescereraquo egrave lrsquoapparire dellrsquoidentitagrave degli eterni diversi che si succedono nel cerchio

dellrsquoapparire egrave il ritrovarsi dellrsquoidentitagrave nel sopraggiungere dei diversi E quando la crescita ha raggiunto il suo compimento essa egrave divenuta un perfectum non nel senso che sia il prodotto

compiuto di un facere ma nel senso che lrsquoidentitagrave del diverso si egrave portata totalmente

compiutamente nel cerchio dellrsquoapparire si che in questo cerchio giunge ad apparire la totalitagrave compiuta del diverso di cui lrsquoidentitagrave egrave identitagrave e lrsquoapparire di questa totalitagrave egrave in questo senso il

perfectum214

Ciograve che diventa un passato non si trasforma e non egrave nemmeno necessario che qualcosa

di esso esca dallrsquoapparire Nel passato lrsquoente rimane tutto ciograve che esso nella sua destinazione

allrsquoapparire egrave riuscito a mostrare di seacute nel presente e non egrave nemmeno necessario affincheacute

lrsquoente passi che scompaia qualcosa di ciograve che esso egrave nel presente Col passare avviene di certo

una variazione nel contenuto del cerchio dellrsquoapparire ma questa variazione non riguarda

necessariamente ciograve che passa ndash giaccheacute appunto nel passato lrsquoente puograve continuare ad

apparire mostrando tutto ciograve che esso egrave nel presente ndash ciograve che egrave necessario appaia percheacute

appaia la variazione egrave il sopraggiungere di qualcosa

Nellrsquoapertura della veritagrave dellrsquoessere il divenire egrave il sopraggiungere dellrsquoeterno

lrsquoinoltrarsi dellrsquoeterna terra nel cerchio eterno dellrsquoapparire Per quanto atteso e previsto il

sopraggiungere della terra possiede sempre qualcosa di imprevisto qualcosa cioegrave che non egrave

visto in precedenza e che dunque entrando nel cerchio dellrsquoapparire esce dallrsquoombra del non

apparire Ma il sopraggiungere ndash cioegrave il divenire ndash appare come tale solo in quanto appare la

dimensione sopra la quale il sopraggiungente giunge e che nel sopraggiungere egrave sorpassata

ossia diviene un passato

Per concludere lrsquoestrema prevaricazione egrave il voler dimenticare di essere eterni nel Tutto

eterno voler dimenticare di essere lrsquoeterno apparire del destino della veritagrave nel quale si inoltra

la terra e voler appartenere alla terra isolata

214 Ivi cit pag 186

133

La prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire

allrsquoeternitagrave del Tutto e quindi dellrsquouomo Le cose della terra vanno e vengono muoiono e

nascono La volontagrave di appartenere alla terra isolata egrave la volontagrave di morire

La persuasione che la terra sia la regione con cui abbiamo sicuramente a che fare

scioglie non solo il legame che unisce ogni parte al Tutto ma scioglie anche il legame che

unisce lrsquoapparire della terra allrsquoapparire della veritagrave dellrsquoessere Ma questi legami sono

indissolubili e sciogliere lrsquoindissolubile egrave soltanto lrsquointenzione di scioglierlo ossia egrave il volere

lrsquoimpossibile

La convinzione che lrsquoaccadere delle cose sia contingente e che quindi le decisioni dei

mortali e degli degravei siano libere sorge allrsquointerno dellrsquoalienazione essenziale della veritagrave

Lrsquoisolamento della terra ossia lrsquoaccadimento del mortale egrave il fondamento di quella

convinzione Solo percheacute lrsquouomo egrave diventato un mortale puograve convincersi di essere libero

Il destino della veritagrave che non tramonta nemmeno con lrsquoaccadimento dellrsquoalienazione essenziale

della veritagrave dice che tutto ciograve che accade egrave destinato ad accadere ossia dice che la terra (che egrave la totalitagrave dellrsquoaccadimento) egrave destinata ad inoltrarsi nel cerchio dellrsquoapparire eterno

dellrsquointramontabile ed egrave destinata ad inoltrarvisi come laquodi fattoraquo vi si inoltra Il laquofattoraquo egrave il destino

cioegrave la necessitagrave (nella veritagrave del suo senso)215

La necessitagrave e il destino nella veritagrave del loro senso sono il cuore di ogni ente sono il

mantenersi da parte di ogni ente in accordo con ciograve che esso in veritagrave egrave

215 Ivi cit pag 443

134

PARTE TERZA

LA FEDE

Lrsquoimpossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione

lt Catturato dalla ragione malata il Verbo egrave inconciliabile con la ragione

Purificata Lrsquoinconciliabilitagrave non riguarda la ragione in quanto tale ma la forma

storica assunta dalla ragione occidentale gt216

216 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 42

135

CAPITOLO PRIMO

Filosofia e fede

136

I - Lo sguardo filosofico alla rivelazione

Nellrsquoantichitagrave i poeti presentano i loro canti come il risultato di un ammaestramento

divino la divinitagrave era posta allrsquoorigine della loro espressione il che significa che i poeti

esprimono un sapere che egrave a tutti gli effetti divino Era infatti convinzione comune che la

conoscenza fosse assolutamente impossibile senza lrsquointervento degli dei ed egrave in questa

prospettiva che Esiodo e Omero presentano i loro poemi NellrsquoVIII libro dellrsquoOdissea217

Odisseo tesse le lodi del cantore Demodoco laquocerto Apollo o la musa figlia di Zeus ti

istruironoraquo il cantore solo percheacute il sapere gli proviene da una fonte superiore puograve cantare

ciograve che capitograve agli Achei a Troia pur senza aver visto coi suoi occhi Anche lrsquoincipit della

Teogonia esiodea218

egrave sotto questo profilo particolarmente significativo laquosono le muse che un

giorno un bel canto insegnarono a Esiodoraquo Ma le muse di Esiodo e qui sta la cosa

interessante raccontano anche cose false cosiccheacute sta allrsquouomo capire gli ammaestramenti

divini evitando di riceverli passivamente non ogni forma di poesia percheacute ispirata dalle muse

egrave autenticamente vera Si affaccia cosigrave lrsquoidea che la conoscenza umana abbia una sua

indipendenza

Con lrsquoavvento della filosofia come egrave giagrave stato detto nella prima parte del presente

lavoro lrsquouomo cerca un sapere vero non smentibile un sapere che si imponga per la sua

incontrovertibilitagrave lrsquoepi-steacuteme ma la ricerca di una tale sapere fu possibile percheacute il pensiero

era convinto di giungere alla veritagrave in quanto la filosofia nel mondo antico era affermazione

immediata di certezza e veritagrave e quindi lrsquouomo era artefice di un pensiero vero

Il cristianesimo egrave invece la forma di pensiero filosofico che crede che la veritagrave sia

garantita solo se non egrave una produzione umana come per i Greci ma egrave rivelata da Dio

217 In URL wwwbibliolandiacomperioit Omero Odissea traduzione di N Delvinotti Consultato in

data 12042017

218 In URL wwwlariciit Esiodo Teogonia traduzione di E Romagnoli Consultato in data 12042017

137

E quando per difendersi dagli attacchi polemici e dalle persecuzioni noncheacute per

garantire la propria unitagrave contro sbandamenti ed errori il cristianesimo dovette venire in chiaro

dei propri presupposti teorici e organizzarsi in un sistema di dottrine esso si presentograve come

lrsquoespressione completa e definitiva della veritagrave che la filosofia greca cercava Una volta postosi

sul terreno della filosofia il cristianesimo tenne ad affermare la propria continuitagrave con la

filosofia greca ed a porsi come lrsquoultima e piugrave compiuta manifestazione di essa Giustificograve

questa continuitagrave con lrsquounitagrave della ragione che Dio ha creata identica in tutti gli uomini di tutti

i tempi e alla quale la rivelazione cristiana ha dato lrsquoultimo e piugrave sicuro fondamento e con ciograve

affermograve implicitamente lrsquounitagrave della filosofia e della religione Questa unitagrave egrave un presupposto

che guida e sorregge tutta la ricerca dei Padri della Chiesa nel loro contributo allrsquoelaborazione

dottrinale la cui opera egrave stata accettata dalla Chiesa stessa

La filosofia distingue il fatto storico dal keacuterygma o rivelazione Propriamente li

distingue in quanto il primo si fa portatore di un accadimento di una veritagrave storica ossia un

insieme di affermazioni intorno a eventi e a oggetti individuali a proposito delle quali si egrave

convinti che esprimano un contenuto che viene ad apparire il secondo invece porta con seacute

una veritagrave di fede ossia una veritagrave che esiste se viene laquocredutaraquo

Nellrsquoesempio del Cristianesimo la rivelazione egrave intesa come parola (Bibbia) e come

evento (Gesugrave Cristo) Compito della filosofia egrave di indagarne le condizioni di possibilitagrave

Il problema della rivelazione scaturisce dalla necessaria mondanizzazione ndash e dunque ndash

negazione ndash di Dio che si rivela Se il keacuterygma (lrsquoannuncio il messaggio) egrave parola di Dio

allrsquouomo egrave necessario presupporre unrsquoarea comune di intendimento Su tale necessitagrave insiste

anche quellrsquoorientamento teologico massimamente preoccupato di salvaguardare la distanza

lrsquoalteritagrave radicale tra Dio e lrsquouomo

138

Non sarebbe possibile lrsquoascolto della parola di Dio se non ci fosse insieme una

comunicazione tra Dio che parla e lrsquouomo che ascolta unrsquoanalogia un laquopunto drsquoinnestoraquo

come scrive Barth nella Dogmatica ecclesiastica219

Per la teologia cattolica tale laquopunto drsquoinnestoraquo egrave dato dalla dottrina ndash filosofica e

teologica insieme ndash dellrsquoanalogia entis Ma se il keacuterygma si fa storia allora la parola ndash e

lrsquoevento ndash non egrave Dio ma una sua testimonianza un segno allusivo indicativo di una ulterioritagrave

di significato che lrsquoevento in quanto storico non egrave in grado di offrire

Egrave stata proposta una soluzione per lrsquointerpretazione dellrsquoevento storico come evento

rivelato secondo una logica alternativa alla logica necessitante della non contraddizione la

logica della testimonianza220

In base ad essa lrsquoatto piugrave sensato piugrave umano egrave quello di credere

dinnanzi alle testimonianze bene autenticate pur non possedendo tale atto forza cogente Una

tale soluzione egrave in realtagrave lrsquoaccettazione di una possibilitagrave e non procede di un passo rispetto

alla possibilitagrave giagrave offerta dalla ragione stessa Non si tratta di logiche poicheacute il dar credito alla

testimonianza egrave giagrave essere nella fede La maggiore plausibilitagrave non si riferisce allrsquoeccedenza

semantica ma allrsquoevento come dato storico (plausibilitagrave storica) e la plausibilitagrave (o probabilitagrave)

egrave una variante interna al concetto stesso di possibilitagrave Egrave possibile anche lrsquoimprobabile

Egrave legittimo credere ed egrave legittimo non credere proprio percheacute il contenuto della fede egrave

per la ragione una laquopossibilitagraveraquo Ma il dar peso il ritenere per vero tale contenuto egrave opera della

volontagrave che cosigrave decide di determinarsi che decide cioegrave di oltrepassare pragmaticamente il

piano della possibilitagrave

219 J I Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio Cittagrave Nuova

Editrice Roma 2005 Rif pag 64

220 Cfr D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana Brescia 1991

139

II - Lrsquoargumentum

Nella Lettera agli Ebrei221

dellrsquoapostolo Paolo la fede egrave laquopragmaton eacutelenchos ou

blepomeacutenonraquo che traduciamo con argumentum non apparentium La fede egrave lrsquoargomento

laquoeacutelenchosraquo delle cose che non appaiono

La parola greca eacutelenchos significa laquoprovaraquo laquogiustificazioneraquo laquofondazioneraquo

laquoargomentoraquo Argumentum egrave legato ad argos laquosplendenteraquo egrave cioegrave il brillare dellrsquoargon la

luminositagrave di ciograve che argon Lrsquoargomento egrave il portare luce Lrsquo innegabilitagrave che splende nella

sophia egrave ciograve che si costituisce come argumentum dellrsquoepisteacuteme Lrsquo episteacuteme egrave il cuore

della tradizione filosofica il cuore originario della filosofia Ma Paolo afferma che la fede egrave

argumentum laquodelle cose non visibiliraquo (ou blepomeacutenon) argumentum non apparentium

Agostino dice che le ldquocose non visibilirdquo (i non apparentia) sono tutte quelle cose che absunt a

sensibus laquosono assenti dai sensiraquo222

Ma lo stesso Agostino e poi Tommaso precisano il senso di questa assenza i non

apperentia cioegrave gli invisibili i non manifesti non sono soltanto gli absentia a sensibus

animi cioegrave quelle realtagrave che sono semplicemente assenti dalla sensibilitagrave ma sono soprattutto

ciograve che sfugge alle capacitagrave del pensiero dellrsquouomo le cose che sono assenti dai sensi

dellrsquoanimo laquoabsentia a sensibus animiraquo e che dice Tommaso laquooltrepassano le capacitagrave

dellrsquointellettoraquo excedunt facultatem intellectus Questi sono gli invisibili gli enti che

laquoeccedonoraquo stanno al di lagrave delle possibilitagrave della ragione umana (ecco percheacute necessito di un

laquomedioraquo di un laquogaranteraquo per fondare la loro realtagrave)

221 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia San Paolo consultato in data 24032017 Per le parole in

latino mi attengo fedelmente alla loro utilizzazione e traduzione operate da Emanuele Severino in Pensiero sul

cristianesimo

222 In URL wwwbooksgoogleit Opera OmniaAugustinus De videndo Deum epistola CXLVII

Consultato in data 24032017

140

La fede egrave argumentum non apparentium Non apparentia sono gli invisibili gli assenti

ndash non visibili non solo nella dimensione della sensibilitagrave ma anche nella luce della sophigravea nella

luce della filosofia La fede conferisce ai non apparentia lrsquoargumentum Ossia la fede egrave ciograve per

cui i non visibili pur essendo tali sono accettati affermati creduti Il non visibile per

eccellenza egrave la divinitagrave di Gesugrave Che Gesugrave sia Dio non solo egrave assente dalla sensibilitagrave ma egrave

assente dalla sapientia huius saeculi223

Lrsquoargumentum che la fede conferisce ai non visibili egrave

dunque qualcosa di completamente diverso dalla luminositagrave dellrsquoeacutelenchos dellrsquoargumentum

che rende episteacuteme la sophia che rende stante il visibile Lrsquoargumentum di cui parla Paolo egrave

completamente diverso dal fondamento epistemico

Di fronte al non visibile la fede dice laquoEcco tu sei vero percheacute io ti voglio vero La mia

volontagrave che tu sia vero egrave il tuo argomentoraquo La mia volontagrave determina quellrsquoassenso al tuo

contenuto visibile che lrsquointelletto propriamente dagrave alla veritagrave al contenuto visibile Volendo

quellrsquoassenso voglio che tu sia vero

La fede tratta come visibile ciograve che invece egrave avvolto dallrsquooscuritagrave La parola

laquooscuritagraveraquo non egrave una metafora impropria lrsquooscuritagrave egrave la condizione che sottrae allo sguardo

dellrsquouomo i non visibili Lrsquooscuritagrave la notte fa sigrave che i non visibili (il contenuto del messaggio

evangelico) siano tali Lrsquoapostolo Paolo sa bene che lrsquoargomento della fede egrave diverso dallrsquo

argomento della veritagrave filosofica Nella prima Lettera ai Corinti224

(2 1) dice sono venuto non

in sublimitate sermonis laquonon ponendomi al culmine della ragioneraquo vengo collocandomi non

sullrsquoaltura della veritagrave e della filosofia ma in infirmitate et timore et tremore multo225

Questo venire in infirmitate et timore et tremore multo egrave proprio quellrsquo laquoesitareraquo che

Gesugrave esige che almeno una volta non ci sia affincheacute lrsquouomo sia salvo

223 In URL wwwlachiesait San Paolo Lettera ai Corinzi 126 Consultato in data 24032017

224 Ivi 2 1

225 Ivi 2 3

141

Gesugrave dice Se vuoi esser salvo non devi esitare almeno una volta Paolo invece dice

Vengo in infirmitate et timore et tremore multo cioegrave nellrsquo infermitagrave nel timore e nel tremore

da cui egrave afferrato lrsquouomo quando non si trova sullrsquoaltura luminosa della ragione (logos) e con i

quali e attraverso i quali gli si presenta il mondo e tutto ciograve in cui egli crede e quindi anche il

messaggio di Gesugrave Vengo esitando

La fede egrave lrsquoargomento dato ai non visibili Ma i non visibili stanno dinnanzi come

enunciati non ci puograve essere fede se non crsquoegrave lrsquoannuncio (laquoil messaggioraquo il keacuterygma) dei non

visibili Lrsquoapparire del keacuterigma egrave cioegrave la condizione dellrsquoesistenza della fede Il keacuterigma non egrave i

non visibili Il kegraverigma egrave il linguaggio che nomina i non visibili Esso egrave visibile egrave appunto

linguaggio egrave quel visibile che nomina i non visibili e dice Dio si egrave fatto carne Questa parola

appartiene ai visibili ma il contenuto della parola ndash ciograve a cui la parola si riferisce ndash egrave un non

visibile

La notte avvolge i non visibili i non apparentia La loro natura egrave opposta a quella dei

visibili che appaiono nellrsquoepisteacuteme

Epi-steacuteme egrave il contenuto che laquostaraquo e non si lascia smentire Il suo essere sapheacutes

visibile e luminoso egrave la condizione del suo stare Paolo sa bene che non di questo si tratta

quando il kegraverigma parla dei non visibili i non visibili sono sigrave annunciati dal kegraverigma ma sono

avvolti dallrsquooscuritagrave della notte cioegrave dalla condizione che li rende invisibili Stanno cioegrave ligrave

dinanzi nel linguaggio che li annuncia come ciograve che puograve essere smentito stanno ligrave dinnanzi

come equivalenti alla loro negazione A questa equivalenza non puograve rinunciare nemmeno la

teologia cristiana se questa equivalenza non ci fosse il contenuto del kegraverigma sarebbe una

veritagrave razionale il cristianesimo diventerebbe gnosi razionalizzazione del messaggio

sovrannaturale di Gesugrave e della Chiesa Cadrebbe la soprannaturalitagrave dellrsquoannuncio Lrsquo annuncio

in cui si ha fede dice Tommaso sta al di sotto della ldquoscienzardquo (cioegrave dellrsquoepistegraveme) e al di sopra

dellrsquoopinione226

226 Tommaso Summa Theologia Art 5 par 4

142

Dunque se la fede conferisce lrsquoargumentum al visibile annuncio degli invisibili se essa

vuole affermare ciograve che di per seacute egrave negabile dal punto di vista della sophia e dellrsquoepistegraveme e

che dunque sta nellrsquooscuritagrave della notte egrave allora necessario che affincheacute la fede esista appaia

la notte in cui si alza la voce dellrsquoannuncio egrave necessario che appaia la notte che rende

invisibili gli invisibili

Lrsquoapparire della loro oscuritagrave ndash che lrsquoargumentum della fede vuole luminosa come la

luce del giorno ndash egrave la condizione affincheacute la fede possa esistere Per volere che qualcosa

divenga e sia altro da ciograve che esso egrave esso deve apparire per quello che egrave per volere che gli

invisibili abbiano lrsquoassenso che spetta ai visibili egrave necessario che essi appaiono per quello che

sono cioegrave come invisibili come oscuritagrave e notte La fede conferisce un argumentum alle cose

non visibili annunciate dal kegraverigma e puograve farlo solo se esse appaiono come bisognose di tale

argumentum e cioegrave come non visibili e dunque smentibili controvertibili negabili

143

III - La certezza laquodubitanteraquo dellrsquoanimo

Ma se le cose annunciate in cui si ha fede devono stare ligrave dinnanzi manifeste nella loro

controvertibilitagrave affincheacute la fede possa conferir loro il proprio argumentum lrsquoapparire della

controvertibilitagrave del contenuto dellrsquoannuncio egrave il dubbio

Dubitare di qualcosa significa appunto aver dinnanzi la controvertibilitagrave del qualcosa la

sua incapacitagrave di stare di contro alla negazione Ma lrsquoapparire della controvertibilitagrave di ciograve che

egrave annunciato egrave il dubbio e il dubbio egrave il fondamento della fede la pura fede che Gesugrave esige la

fede che non esita almeno per un momento non puograve esistere percheacute essa egrave sempre ed

essenzialmente legata al dubbio ma con la volontagrave di isolarsi dal dubbio

Quando il credente dice laquoIo credoraquo egli rompe il nesso necessario tra la fede e il

dubbio che egrave il fondamento della fede cioegrave isola dal dubbio la volontagrave che il contenuto del

kegraverigma abbia un argomento Giaccheacute quando la veritagrave si lega alla fede accade che

nellrsquoapparire lo stesso contenuto sia oggetto di certezza e di dubbio appaia come affermato e

non affermato e che quindi lrsquoapparire sia contraddizione

La secolarizzazione e la profanazione della fede non costituiscono un tempo storico

successivo al tempo della purezza della fede ndash il tempo della Chiesa di pietra che avrebbe

distrutto la Chiesa dei santi La secolarizzazione e la profanazione della fede appartengo

allrsquoessenza della pura fede La fede pura in quanto tale nella sua autentica essenza egrave questa

profanazione appunto percheacute non crsquoegrave fede che non sia profanata dal dubbio

Il dubbio ldquoprofanardquo Nella parola profanum pro significa ldquoal di fuorirdquo e fanum egrave il corrispettivo

nella lingua latina di ciograve che i Greci chiamano il phainesthai (la luce dellrsquoapparire) In questo senso ldquoprofanordquo egrave ciograve che sta al di fuori della luce cioegrave del sapheacutes della luminositagrave dellrsquoepisteacuteme

Il dubbio profana la fede percheacute lrsquoargumentum lrsquoargon la luminositagrave che la fede adduce non egrave la

luce vera dellrsquoepisteacuteme ma egrave la volontagrave che le cose stiano in un certo modo la volontagrave che gli

invisibili della rivelazione siano227

227 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag87-88

144

Nel credente il linguaggio non ha parole che per lrsquoargumentum e non per il fondamento

ndash la pietra del dubbio ndash senza di cui la fede non si costituirebbe

La fede egrave consenso assenso dellrsquointelletto ma dellrsquointelletto in quanto comandato cioegrave

in quanto sottoposto alla spinta della volontagrave

Insieme ad Agostino Tommaso afferma che il credere non egrave possibile se non volendo

(credere non nisi volens)

Ciograve che ldquopropriamenterdquo determina lrsquoassenso dellrsquointelletto (e tale assenso egrave ldquoappropriatordquo quando

lrsquointelletto egrave intellezione della scientia) dice Tommaso non egrave la volontagrave ma lrsquoevidenza della veritagrave

(e tanto meno egrave la volontagrave a rendere evidente lrsquoevidente) E per Tommaso non egrave lrsquoldquoevidenzardquo della veritagrave a determinare lrsquoassenso in cui consiste la fede Sigrave la fede in Cristo laquoegrave piugrave certa di ogni

scienza e di ogni cognizioneraquo ( Tommaso De fide art1) ndash chi crede in Gesugrave ha cioegrave per

Tommaso una certezza superiore a quella che egrave presente nella piugrave alta delle scienze dellrsquouomo

(percheacute per Tommaso egrave lrsquoinfinita potenza della grazia di Dio a dare allrsquouomo la fede e a stabilirlo nella fede) ndash ma la certezza della fede cristiana non va confusa avverte Tommaso (ibid) con lrsquo

ldquoevidenzardquo delle veritagrave che determinano lrsquoassenso dellrsquointelletto e in questo senso laquosono la scienza

e lrsquointellezione evidente ad avere certezza non la federaquo (et sic fides non habet certitudinem sed scientia et intellectus)

228

La fede cristiana egrave una certezza dellrsquoanimo (certitudo quaedam animi) ldquolaquointorno alle

cose assentiraquo (laquoassentiraquo sono appunto le cose che non appaiono agli occhi della laquoragione

naturaleraquo mentre la laquoscienzaraquo egrave ciograve che la laquoragione naturaleraquo conosce primariamente) che

laquosta al di sopra dellrsquoopinione e al di sotto della scienzaraquo (dove la laquoscienzaraquo non egrave la scienza in

senso moderno cioegrave come sapere ipotetico ma come giagrave abbiamo rilevato egrave il sapere

incontrovertibile della filosofia ossia ciograve che i Greci chiamano episteacuteme)

Le veritagrave conoscibili naturalmente quindi filosoficamente costituiscono un

presupposto necessario per accogliere la rivelazione di Dio

228 Ivi cit pag 95

145

La fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora

lrsquointelletto puograve assentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto [] Secondo

[] per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E se ciograve viene fatto

col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione se invece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede [] Se si tiene una cosa per fede si deve affermare

lrsquoimpossibilitagrave che essa sia diversamente data la certezza della fede tuttavia una stessa cosa non

puograve essere sotto lo stesso aspetto oggetto di scienza e di fede poicheacute ciograve che egrave conosciuto per scienza egrave visto mentre ciograve che egrave creduto non egrave visto

229

Pur essendo al di sopra di ogni scienza quanto alla laquofermezzaraquo (firmitas) dellrsquoassenso

la certezza della fede cristiana egrave al di sotto della scienza percheacute non ha come contenuto il

contenuto evidente della scienza Infatti laquova detto che egrave al di sotto della scienza percheacute essa si

riferisce alle cose che non appaionoraquo (infra scientiam dicitur in quantum est non

apparentium)

Per Agostino e Tommaso laquole cose che non appaionoraquo e che primariamente consistono

nellrsquoessersi Dio incarnato in Gesugrave ndash sono quelle che o non sono laquodateraquo (manifeste presenti) o

non hanno lrsquoevidenza dei primi princigravepi conosciuti immediatamente dallrsquointelletto o non sono

veritagrave necessariamente connesse nella scienza allrsquoevidenza immediata dei primi princigravepi

Quelle cioegrave che non sono laquopresentiraquo neacute ai laquosensi del corporaquo (praesto corporis sensibus) neacute ai

laquosensi dellrsquoanimoraquo (praesto animi sensibus) Non stanno laquodinnanziraquo (praesto) non sono

presenti non prae-stant

(Il prae-sens ndash il laquopresenteraquo ndash egrave il prae-stans)

Ma proprio percheacute i contenuti della fede non sono manifesti cioegrave sono non apparentia

non stanno laquodinnanzi ai sensi del corpo e dellrsquoanimoraquo proprio per questo dice Tommaso nella

fede lrsquointelletto in quanto tale rimane laquoinquietoraquo (nondum est quietatus) non egrave laquosoddisfattoraquo

(satisfactum) egrave laquoindeterminatoraquo e puograve sentirsi attratto dalla tesi contraria a quella in cui il

credente crede

229 Tommaso Summa Theologia Art 4-5

146

Ora per Tommaso questa inquietudine e insoddisfazione egrave il dubbio

Questo significa che Tommaso stesso ndash e nellrsquoatto stesso in cui egli sta commentando

la definizione che lrsquoapostolo Paolo dagrave della fede ndash fornisce tutti gli elementi che conducono a

una conclusione straordinaria lrsquointelletto del credente egrave e rimane nel dubbio relativamente a

ciograve in cui il credente ha fede laquoInquietoraquo laquonon soddisfattoraquo laquoimprigionatoraquo (captivatus) dalla

volontagrave nellrsquoassenso ai contenuti invisibili della fede

questo egrave per Tommaso il significato del in captivitatem redigentes omnes intellectum laquofacendo

schiavo ogni intellettoraquo allrsquoobbedienza di Cristo di cui parla la seconda Lettera ai Corinti

lrsquointelletto del credente oscilla ldquofluttuardquo tra ciograve in cui il credente crede (Gesugrave egrave il Dio incarnato) e la negazione di ciograve in cui egli crede laquofluttua tra le due parti della contraddizioneraquo (la

contraddizione tra lrsquoaffermare e il negare che Gesugrave egrave Dio) e laquoquesta fluttuazione egrave lrsquoatteggiamento

che egrave proprio di chi dubitaraquo (et ista est dubitantis dispositivo ibid)230

Chi dubita egrave colui che esita Lrsquo intelletto del credente esita relativamente a ciograve in cui

egli crede Nella profonditagrave del suo animo ndash ossia in ciograve che la lingua greca chiama kardia

ldquocuorerdquo ndash il credente esita Non puograve non esitare Ma quando Gesugrave afferma che solo chi crede

saragrave salvo dice che salvo saragrave solo laquochi non esita nel proprio cuoreraquo qui non haesitaverit in

corde suo231

Solo chi non esita e cioegrave non dubita ha la fede che riesce a gettare le montagne nel

mare e che salva In questo modo sappiamo Gesugrave pretende lrsquoimpossibile percheacute il non

esitante non esiste non puograve esistere Lrsquo intelletto del credente infatti egrave essenzialmente il

dubbio il credente essenzialmente haesitat in corde suo esita nel proprio cuore e quindi non

egrave e non puograve essere ciograve che Gesugrave vorrebbe che fosse Se il credente che Gesugrave salva egrave il non

esitante il credente non esiste non puograve esistere Cristo non salva nessuno

230 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 97

231 Vangelo di Marco 1123

147

E una fede che sia solo laquodottrinaraquo e non quellrsquoevento perturbante che sconvolge la vita

non egrave la fede cristiana laquoSe ho tutta la fede che occorre per trasportare le montagne e poi non

posseggo lrsquoamore sono nullaraquo232

Ma sono nulla anche se ho tutto lrsquoamore ma non ho la fede ndash tanto che per lrsquoapostolo

lrsquoamore include la fede e la speranza (omnia credit omnia sperat) E tuttavia il credente non

ha non puograve avere la fede che muove le montagne appunto percheacute pur avendo una fede

laquofermissimaraquo la sua mente esita dubita di ciograve in cui egli crede

Il Perturbante piugrave profondo egrave il dubbio da cui la fede non puograve mai liberarsi Il

Perturbante piugrave profondo scuote la fede

232 Corinti I 132

148

CAPITOLO SECONDO

Una dama da compagnia per la ragione

149

I - laquoCredereraquo per capire e conoscere

Il pensiero cristiano si fa portatore della laquoveritagrave di federaquo Questa egrave una delle tesi

fondamentali di Tommaso drsquoAquino cioegrave una delle tesi fondamentali della Chiesa O per

meglio dire la tesi fondamentale percheacute nella teologia tomistica sta al fondamento di ogni

altra Si riferisce infatti alla totalitagrave del messaggio cristiano cioegrave allrsquoinsieme dei testi

dellrsquoAntico e del Nuovo Testamento

Nelle parole della Summa contra gentiles si dice laquoNon egrave lecito ritenere che essendo

cosigrave evidentemente confermato da Dio ciograve che viene affermato per fede sia falsoraquo233

Questo

messaggio egrave ciograve che il cristiano accetta per fede e non egrave lecito ritenere che esso sia falso (nec

id quod fide tenetur fas est credere esse falsum) Non egrave possibile ritenere che sia falso laquovisto

che egrave cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo (cum tam evidenter divinutus confirmatum sit)

laquoConfermato da Dioraquo significa laquorivelato da Dioraquo (ex revelatione divina) e quindi reso sicuro e

appunto laquoconfermatoraquo dal fatto che egrave Dio a rivelarlo Ma il testo precisa che il contenuto della

fede egrave confermato da Dio con piena evidenza laquocosigrave evidentemente confermato da Dioraquo tam

evidenter

Tommaso sta parlando dellrsquolaquoevidenzaraquo la quale egrave per lui la proprietagrave che compete ai

primi princigravepi innegabili della laquoragione naturaleraquo cioegrave della ragione che lrsquouomo possiede per

natura Ma con le proprie forze la laquoragione naturaleraquo non egrave capace di conoscere le veritagrave

soprannaturali

Nel commento al De Trinitate di Boezio234

egli ricorda che sebbene alla conoscenza di

alcune veritagrave divine possa giungere anche lrsquointelletto umano durante la vita presente con le sole

forze della ragione si da acquistare vera scienza tuttavia occorre la fede per cinque motivi

233 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles 17 Consultato in data 26032017

234 In URL wwwbooksgoogleit De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione C Pandolfi

Consultato in data 29032017

150

Per la profonditagrave e sottigliezza dellrsquooggetto per cui le realtagrave divine sono laquooccultateraquo al

nostro intelletto per la debolezza cui soggiace lrsquointelletto umano allrsquoinizio (raggiungendo la

perfezione solo alla fine) per la quantitagrave di precedenti che occorrono per arrivare alla

conoscenza di Dio mediante la ragione (egrave esigito un sapere pressocheacute universale) percheacute molti

data la loro costituzione fisica sono incapaci di raggiungere una perfetta conoscenza mediante

la ragione e ci riescono solo mediante la fede infine per le molte occupazioni degli uomini che

rendono impossibile acquistare di Dio la scienza necessaria mediante la ragione

La veritagrave di fede (veritas fidei) non egrave una veritagrave di ragione (veritas rationis) Quando il

testo di Tommaso afferma che il contenuto della fede laquocosigrave evidentemente confermato da

Dioraquo non puograve essere falso non intende dire che Dio confermando la fede la renda qualcosa di

laquoevidenteraquo Se Dio confermando il contenuto della fede lo rendesse qualcosa di laquoevidenteraquo lo

trasformerebbe in una veritagrave di ragione accessibile allrsquouomo Il contenuto della fede non

sarebbe piugrave soprannaturale e rivelato da Dio E invece Dio rivela ciograve che la ragione umana

naturale non egrave capace di conoscere e che dunque proprio percheacute soprannaturale non egrave

qualcosa di laquoevidenteraquo

Nel libro dei Proverbi235

si esclama che laquoEgrave gloria di Dio nascondere le cose egrave gloria

dei re investigarleraquo Il testo di Tommaso dicendo che il contenuto della fede non egrave falso

laquoessendo cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo intende dire questo contenuto non egrave falso

percheacute egrave evidente che egrave confermato da Dio ossia percheacute egrave evidente che egrave rivelato da Dio

Egrave evidente che lrsquoAntico e il Nuovo Testamento sono rivelati da Dio ed essendo cosigrave

evidentemente confermati da Dio non possono essere falsi

Questo significa che il fatto che Dio abbia rivelato il contenuto della fede cristiana egrave

una veritagrave evidente della ragione naturale

235 Proverbi 252

151

Certo tutto il contenuto della fede cristiana egrave una veritagrave soprannaturale ma che esso

sia rivelato e confermato da Dio egrave per Tommaso e per la Chiesa una veritagrave naturale cioegrave

possiede unrsquoevidenza che la ragione umana puograve cogliere con le proprie forze possiede

lrsquoevidenza dei primi princigravepi della ragione naturale

Lrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo egrave un principio evidente della

ragione naturale ma non ha nulla a che vedere con un principio laquologicoraquo o col principio di

non contraddizione che per Tommaso aristotelicamente sta alla radice di tutti i princigravepi logici

In un principio laquologicoraquo il predicato egrave infatti anche per Tommaso riferito necessariamente al

soggetto della proposizione in cui consiste il principio Ma per Tommaso e per la Chiesa Dio

soggetto dellrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo non egrave necessitato ma egrave

libero di rivelarsi agli uomini (predicato di quellrsquoaffermazione)

Nel commento al Vangelo di Giovanni Agostino dichiara

Al momento di rivelare una veritagrave cosigrave importante e profonda Cristo Signore si rese conto che non

tutti lrsquoavrebbero capita e perciograve nelle parole che seguono dagrave un consiglio Vuoi capire Credi [] se non hai capito credi Lrsquointelligenza egrave il frutto della fede Non cercare dunque di capire per

credere ma credi per capire percheacute se non crederete non capirete236

Lrsquoapostolo Paolo afferma che la fede puograve sorgere nellrsquouomo solo se si ascolta qualcuno

parlare di ciograve che in essa egrave contenuto fides ex auditu237

Chi si fa ascoltare per primo nel

Nuovo Testamento egrave Gesugrave Cristo il Verbo incarnato poi si fanno ascoltare coloro che

annunciano il messaggio di Cristo Che cosa si fa dunque sentire nellrsquoudito dellrsquouomo quando

gli viene incontro la vita di Gesugrave Qualcosa risponde lrsquoapostolo che va accolto laquonon come

parola di uomini ma come egrave in veritagrave come parola di Dioraquo238

236 In URL wwwaugustinusit Omelia 296 Consultato in data 03042017

237 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Romani 1017 Consultato in data 18042017

238 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Tessalonicesi 1213 Consultato in data 18042017

152

laquoIn veritagraveraquo ciograve che lrsquouomo sente egrave la parola di Dio egrave vero che egrave la parola di Dio Lrsquo

laquoesser veroraquo significa qui il laquomanifestarsiraquo il laquomostrarsiraquo La parola di Gesugrave ad un certo

momento si presenta mostrando di essere la parola di Dio Questo suo laquomostrare di essereraquo la

parola di Dio egrave il suo laquoessere veramenteraquo la parola di Dio

Ma ciograve che appare manifestamente e si manifesta da seacute egrave appunto qualcosa di evidente

Quando Tommaso afferma che egrave laquoevidenteraquo che il contenuto della fede sia rivelato da Dio

ripropone lrsquoaffermazione dellrsquoapostolo Paolo che laquoegrave veroraquo che la parola di Gesugrave che si fa

innanzi nellrsquoudito dellrsquouomo egrave la parola di Dio Questo non significa che quando Dio parla

tutti riconoscono che egrave Dio a parlare ma ci devono credere Paolo dice che la fede egrave ex auditu

proprio mentre sta ricordando quanto numerosi siano coloro che hanno udito la parola di Dio e

non le hanno creduto Paolo intende dire che chi non crede rifiuta lrsquoevidenza la veritagrave rifiuta

ciograve che si manifesta e si mostra

Rifiuta dunque nel linguaggio di Tommaso la ragione naturale giaccheacute questrsquoultima

non si fonda soltanto sullrsquoevidenza dei princigravepi laquologiciraquo e del laquoprincipio di non

contraddizioneraquo ma anche sullrsquolaquoevidenzaraquo di quella diversa forma di principio che consiste

nellrsquoapparire mostrarsi manifestarsi presentarsi delle cose (egrave la concezione di Aristotele la

laquoscienzaraquo lrsquoepistegraveme ossia il contenuto piugrave alto di ciograve che Tommaso chiama laquoragione

naturaleraquo egrave fondata da un lato sul principio di non contraddizione dallrsquoaltro sullrsquo aisthesis

che non significa semplicemente laquosensazioneraquo ma indica appunto la laquomanifestazioneraquo

laquolrsquoapparireraquo laquoil presentarsiraquo delle cose)

Lrsquoeccedenza semantica che la storia non egrave in grado di determinare egrave operata dalla fede

Altro allora lrsquoevento laquostoricoraquo e altro lrsquoevento in quanto laquocredutoraquo Altro cioegrave altrimenti

significante Altro egrave il Cristo storico altro il Cristo della fede Ma se egrave il Cristo della fede a

colmare lrsquoevento storico e lrsquoevento soteriologico lrsquoaspetto discriminante per la rivelazione egrave la

fede

153

Ma se la fede apologetica ha forza dimostrativa la fede puograve ancora dirsi

soprannaturale E se non ha tale forza puograve ancora dirsi ragionevole la fede

Ma tra i fedeli nel cristianesimo crsquoegrave anche chi salta a piegrave pari la preoccupazione

di affermare e confermare lrsquoesistenza della veritagrave storica di Cristo

Kierkegaard ad esempio scrive laquoesiste un fatto storico che mi insegna che per la mia salvezza

eterna io debba rivolgermi a Cristoraquo ma laquomi guarderograve bene dal prendere una via sbagliata e

drsquoingolfarmi nei cavilli delle ricerche scientifiche per sapere se si tratta di un fatto storicamente certissimoraquo laquoio scelgoraquo e laquoquesto si chiama rischiare e senza il rischio la fede egrave impossibileraquo

(Diario 1850 X A 406)239

Credo che da Cristo dipenda la mia salvezza eterna e credo che chi mi viene incontro

nella storia sia il Verbo di Dio fatto carne e cioegrave che sia la rivelazione di Dio Ma chi crede in

questo modo non puograve dire che sia laquocosigrave evidenteraquo (tam evidenter) che il contenuto del

messaggio cristiano sia la rivelazione di Dio Se il contenuto della fede fosse laquocosigrave

evidentemente confermato da Dioraquo non ci sarebbe piugrave il rischio della fede e ancor meno la

necessitagrave di garantire per la veritagrave rivelata

Una scelta Un laquofattoraquo egrave il laquoche crsquoegraveraquo Aristotele non usa la parola laquofattoraquo ma

lrsquoespressione laquoche crsquoegraveraquo (hoti eacutestin) per indicare uno stato di cose che egrave in un certo modo ma

potrebbe anche essere diversamente Fare laquoesperienzaraquo di Dio egrave fare esperienza di qualcosa che

egrave cosigrave ma potrebbe essere altrimenti Cioegrave nella misura in cui Dio egrave oggetto di esperienza Dio

egrave qualcosa che egrave cosigrave ma che potrebbe essere altrimenti Ma se il cristianesimo pensa che Dio egrave

lrsquounico a non poter essere altrimenti da come egrave (percheacute egrave la perfezione stessa) il cristianesimo

non puograve ridurre Dio a laquooggetto di esperienzaraquo Lrsquoesperienza se potesse potrebbe dire soltanto

laquoOra questo egrave Cristoraquo ndash lasciando aperta la possibilitagrave che prima esso non lo fosse e tra un

momento non lo sia piugrave

239 E Severino Pensiero sul cristianesimo cit pag 67

154

Ma il cristianesimo intende laquoCristoraquo la laquovita eternaraquo il laquoSalvatoreraquo non soltanto ora e

qui ma in ogni tempo e anche al di fuori del tempo e in ogni luogo e anche al di fuori di ogni

luogo e per ogni uomo e per ogni coscienza e dunque universalmente e necessariamente

Lrsquoesperienza mostra che una cosa egrave cosigrave ma non che egrave universale e necessario che sia cosigrave Il

contenuto dellrsquoesperienza egrave appunto un laquofattoraquo

Tutto questo non significa che il cristianesimo non abbia nulla a che fare con lrsquo

laquoavvenimentoraquo e con il laquofattoraquo significa che per rimanere in rapporto allrsquoeterno e non

allrsquoaccidentale il cristianesimo deve pensare che il laquofattoraquo lrsquo laquoavvenimentoraquo imprevedibile egrave

lrsquoincontro col non-fatto e col non-avvenimento e cioegrave non deve confondere il carattere

accidentale dellrsquoincontro con il carattere di ciograve che egrave incontrato

Per Lessing non si puograve fondare una salvezza eterna su di un fatto storico (cioegrave la vita di

Cristo) Se le veritagrave della rivelazione sono veritagrave storiche esse sono particolari e contingenti e

le veritagrave di questo tipo non possono neacute essere dimostrate neacute servire da premesse per una

dimostrazione razionale Kierkegaard non pretende di rovesciare questa tesi e fondare la

salvezza eterna su di un fatto storico ma decide di credere che il Gesugrave presente nel fatto storico

sia Dio cioegrave rischia e sa di rischiare Sa che dicendo laquoQuesto egrave Cristoraquo egli sta rischiando

sta trovandosi in rapporto al rischio ossia a ciograve che egrave precisamente lrsquoopposto del laquofattoraquo e

dellrsquoesperito

La storia ndash dice la fede ndash non ha assolutamente nulla a che fare con Gesugrave Cristo a suo riguardo

abbiamo soltanto la storia sacra (la quale egrave qualitativamente diversa dalla storia in generale) []

Cristo egrave il paradosso che la storia non potragrave mai digerire neacute riusciragrave mai a redigere in forma di sillogismo universale

240

240 S Kierkegaard Esercizio del Cristianesimo in Opere a cura di C Fabro Sansoni Firenze 1972

nuova edizione Piemme Casale Monferrato 1995 Cit pag706

155

Kierkegaard non identifica Cristo a un fatto storico e a unrsquoesperienza ma al contenuto

rischioso di una scelta Egrave un incredulo colui che riducendo Cristo a laquoun fattoraquo deve lasciare

aperta piugrave o meno consapevolmente la possibilitagrave che il laquofattoraquo possa essere sostituito o

smentito da altri fatti

La salvezza eterna non egrave fondata su un fatto storico ma sul rischio della fede Il sapere

storico resta dunque impotente di fronte alla realtagrave autentica di Cristo che egrave quella dellrsquouomo-

Dio Se non vi egrave la possibilitagrave dello scandalo nemmeno vi egrave la possibilitagrave di credere percheacute la

fede egrave esattamente fede in una realtagrave che per la ragione egrave scandalosa

La fede presuppone la rassegnazione [hellip] con essa io rinuncio a tutto egrave un movimento che io

compio da solo e se me ne astengo la colpa egrave della mia viltagrave della mia mollezza della mia mancanza di entusiasmo [hellip] la ricompensa che ne ho egrave me stesso nella coscienza della mia

eternitagrave in una felice armonia col mio amore per lrsquoessere eterno Mediante la fede io non rinunzio

a nulla anzi ricevo tutto nel senso in cui egrave scritto che chi avragrave fede quanto un grano di senape potragrave smuovere le montagne Ci vuole un coraggio proprio umano per rinunciare a tutta la

temporalitagrave in vista di guadagnare lrsquoeternitagrave [hellip] ma ci vuole lrsquoumile coraggio del paradosso per

afferrare allora tutta la temporalitagrave in virtugrave dellrsquoAssurdo e questo coraggio egrave quello della fede La fede egrave quel paradosso che nessun ragionamento puograve dominare percheacute laquola fede comincia lagrave

appunto dove la ragione finisceraquo241

In aiuto alla ragione che cerca lrsquointelligenza del mistero vengono i segni

presenti nella Rivelazione Essi servono a condurre piugrave a fondo la ricerca della veritagrave e a

permettere che la mente possa autonomamente indagare anche allrsquointerno del mistero

241 S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1997 Cit pag 40-42 46

156

Questi segni comunque se da una parte danno maggior forza alla ragione percheacute le consentono di ricercare allrsquointerno del mistero con i suoi propri mezzi di cui egrave giustamente gelosa dallrsquoaltra la

spingono a trascendere la loro realtagrave di segni per raccoglierne il significato ulteriore di cui sono

portatori In essi pertanto egrave giagrave presente una veritagrave nascosta a cui la mente egrave rinviata e da cui non puograve prescindere senza distruggere il segno stesso che le viene proposto [] come aveva ben detto

san Tommaso ldquotu non vedi non comprendi ma la fede ti conferma []oltre la naturardquo242

Aristotele diceva che le laquosostanzeraquo non sono laquosensibili per seacute stesseraquo ma

indirettamente (per accidens) cioegrave per il carattere sensibile delle loro proprietagrave

Lrsquointerpretazione aggiunge senso al senso che egrave dato Vuole che il senso non si

esaurisca nel senso che egrave dato E questa volontagrave egrave appunto la fede la fede per la quale io credo

in base a certi criteri (cioegrave non arbitrariamente a caso) che qualcosa sia di piugrave di quanto si

manifesta di quella cosa nellrsquoambito di ciograve che egrave dato appunto oltre la natura Quelle che noi

chiamiamo laquocoseraquo (anche quando non usiamo questa parola in senso restrittivo) sono

interpretazioni di cose cioegrave volontagrave che le cose abbiano un senso piuttosto che un altro cioegrave

sono fede

Il Concilio Vaticano II ribadisce che laquoa Dio che si rivela egrave dovuta lrsquoobbedienza della

federaquo e ancora Giovanni Paolo II ricorda che laquocon la fede lrsquouomo dona il suo assenso a tale

testimonianza divina Dagrave il suo assenso Quindi sceglie di credere di dare appunto il suo

assenso ad unrsquoeccedenza rispetto al senso dato

242 Papa G Paolo II Fides et Ratio versione integrale scaricata il 10122016 da URL

wwwW2vaticanit Cit pag 22

157

II - La sottomissione della ragione alla fede

Quando il cristianesimo afferma che la veritagrave egrave fondata su rivelazioni Divine contenute

nelle Sacre Scritture nasce il problema del rapporto tra fede e ragione e della loro armonia Il

problema egrave facilmente risolto dal punto di vista della fede essa laquoe percheacute procede

dallrsquoilluminazione e dallrsquoautoritagrave di Dio e percheacute ci comunica veritagrave che trascendono la

ragione rimane e va riconosciuta superiore alla ragioneraquo243

Il filosofo (la ragione)

deve procedere secondo le proprie regole e fondarsi sui propri principi la veritagrave tuttavia non puograve

essere che una sola La Rivelazione con i suoi contenuti non potragrave mai umiliare la ragione nelle sue scoperte e nella sua legittima autonomia per parte sua perograve la ragione non dovragrave mai perdere

la sua capacitagrave drsquointerrogarsi e di interrogare nella consapevolezza di non potersi ergere a valore

assoluto ed esclusivo La Rivelazione cristiana diventa il vero punto di aggancio e di confronto tra

il pensare filosofico e quello teologico nel loro reciproco rapportarsi Egrave auspicabile quindi che teologi e filosofi si lascino guidare dallrsquounica autoritagrave della veritagrave cosigrave che venga elaborata una

filosofia in consonanza con la parola di Dio244

Per il santrsquoAnselmo la prioritagrave della fede non egrave competitiva con la ragione Questa

infatti non egrave chiamata a esprimere un giudizio sui contenuti della fede ne sarebbe incapace

percheacute a ciograve non idonea Suo compito piuttosto egrave quello di saper trovare un senso di scoprire

ragioni che permettano a tutti di raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti di fede

Lrsquouomo ha bisogno di conoscenza ha bisogno di veritagrave percheacute senza di essa non si sostiene non

va avanti La fede senza veritagrave non salva non rende sicuri i nostri passi Resta una bella fiaba la proiezione dei nostri desideri di felicitagrave qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui

vogliamo illuderci Oppure si riduce a un bel sentimento che consola e riscalda ma resta soggetto

al mutarsi del nostro animo alla variabilitagrave dei tempi incapace di sorreggere un cammino costante nella vita

245

243 C Fabro Introduzione allrsquoateismo moderno nota pag 376 E Severino Essenza del nichilismo

244 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag116

245 In URL w2vaticanva Francesco Lumen Fidei capitolo secondo art 24 Consultato in data

20062017

158

Alla base dellrsquoatteggiamento della Chiesa si trova nuovamente il pensiero tomistico

non ci puograve essere contraddizione tra ragione e fede percheacute in entrambe egrave presente la veritagrave Il

contenuto della fede egrave veritagrave percheacute egrave rivelazione divina246

Lrsquoarmonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede egrave

confermata la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con lrsquoaiuto della ragione la

ragione al culmine della sua ricerca ammette come necessario ciograve che la fede presenta La

luce della ragione e quella della fede provengono entrambe da Dio perciograve non possono

contraddirsi La fede non teme la ragione ma la ricerca e in essa confida Come la grazia

suppone la natura e la porta a compimento cosigrave la fede suppone e perfeziona la ragione

Questrsquoultima illuminata dalla fede viene liberata dalle fragilitagrave e dai limiti derivanti dalla

disobbedienza e dal peccato e trova la forza necessaria per elevarsi alla conoscenza del mistero

di Dio La fede e la ragione sono le due ali con le quali lo spirito umano srsquoinnalza verso la

contemplazione della veritagrave

Tuttavia lrsquoaffermazione che il contenuto della fede cristiana egrave rivelazione divina e

quindi veritagrave egrave essa stessa un atto di fede Ciograve che essa afferma egrave una parte di quel contenuto

Egrave il credente in quanto tale a credere che ciograve in cui crede sia rivelazione divina Ed egrave dunque il

credente in quanto tale che deve qualificare come errore ogni pensiero che sia in contrasto con

il contenuto della fede chi egrave convinto della veritagrave della fede cristiana deve essere insieme

convinto che nulla potragrave mai distruggere questa veritagrave e che ogni tentativo in questo senso saragrave

sempre espressione di un fallimento dellrsquouomo Tutto ciograve significa che lrsquointera concezione

tomistica del rapporto fede ndash ragione egrave effettuata dal punto di vista delle fede

246 Tommaso Summa contra gentiles c 67 Somma Teologica q1

159

Ma allora tale punto di vista significa rinuncia della ragione nellrsquoatto stesso in cui si

intende riconoscerne lrsquoautonomia e lasciare la fede completamente indifesa di fronte al

costituirsi della ragione e al modo in cui la ragione concepisce il rapporto fede-ragione

Riguardo a ciograve ossia sullrsquoautonomia della ragione Giovanni Paolo II afferma che

a seguito di uno spirito razionalista proprio della modernitagrave [] culminato nel secolo scorso

toccando il suo ldquoapogeordquo con rappresentanti dellrsquoidealismo che hanno cercato di trasformare le fede e i suoi contenuti perfino la morte e risurrezione di Gesugrave Cristo in strutture dialettiche

razionalmente concepibili [] la filosofia egrave ridotta progressivamente da saggezza e sapere

universale a una delle tante province del sapere umano []La ragione privata dellrsquoapporto della Rivelazione ha percorso sentieri laterali che rischiano di farle perdere di vista la sua meta finale

La fede privata della ragione ha sottolineato il sentimento e lrsquoesperienza correndo il rischio di non

essere piugrave una proposta universale Egrave illusorio pensare che la fede dinnanzi a una ragione debole

abbia maggior incisivitagrave essa al contrario cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione

247

Leggiamo nei testi tomistici che mentre nella laquoscientiaraquo (e propriamente nel momento

originario della laquoscientiaraquo ove essa si costituisce aristotelicamente come posizione delle

protasi immediate) laquoex ipsis intelligibilibus statim veritas propositionum intelligibilium

infallibiliter apparetraquo invece nella fede lrsquoassenso non egrave determinato dallrsquoevidenza del

contenuto ma laquoex voluntateraquo248

247 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag69-7173-74

248 In URL wwwbooksgoogleit Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide

Art 1 Consultato in data 29032017

160

La fede che si fonda sulla testimonianza di Dio e si avvale dellrsquoaiuto soprannaturale della grazia egrave effettivamente di un ordine diverso da quello della conoscenza filosofica Le filosofie e le scienze

spaziano nellrsquoordine della ragione naturale mentre la fede illuminata e guidata dallo Spirito

riconosce nel messaggio della Salvezza la pienezza di grazia e veritagrave che Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera definitiva per mezzo di suo Figlio Gesugrave Cristo

249

E mentre la negazione della ragione naturale laquocui omnes assentire cogunturraquo egrave

impossibile la negazione del contenuto soprannaturale della fede non puograve invece manifestarsi

come impossibile (altrimenti tale contenuto non sarebbe soprannaturale ma sarebbe una veritagrave

necessaria della ragione naturale) ma come laquonon necessariaraquo

Esiste dunque una dimensione del divino che sfugge essenzialmente alla ragione

naturale Lrsquointera prospettiva tomistica del rapporto fede-ragione egrave espressa da questa

grandiosa sequenza poicheacute lrsquoIntelletto egrave il primo autore e motore dellrsquouniverso lrsquoultimo fine

dellrsquouniverso egrave la veritagrave e la divina Sapienza laquocarne indultaraquo attesta di essere venuta nel

mondo laquoad veritatis manifestationemraquo250

Cristo egrave la manifestazione dello scopo supremo dellrsquoIntelletto che produce e guida il

mondo

249 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag16

250 Tommaso Summa contra gentiles c 1

161

III - Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione

Ma come si debba intendere il rapporto tra ragione e fede quando si tenga ferma per

davvero lrsquoautonomia della ldquoragionerdquo viene con forza e potenza indicato da Kant

maggiormente nella Religione entro i limiti della sola ragione (1793) e nel Conflitto delle

facoltagrave (1798) che prende avvio dal conflitto tra le facoltagrave universitarie ma il cui tema di

fondo egrave appunto il rapporto tra ragione e fede

Kant dichiara rispondendo alla lettera inviatagli nel 1794 da Federico Guglielmo re di

Prussia nella quale si rimproverava al filosofo di aver laquotravisatoraquo e laquosvalutatoraquo la Sacra

Scrittura e la religione cristiana

la propria grande stima per la Bibbia ma aggiunge che il migliore e piugrave duraturo elogio che si possa fare della religione cristiana consiste nel rilevare lrsquoaccordo che quel Libro mostra tra la

religione cristiana e la ragione Infatti solo dalla ragione scaturiscono lrsquouniversalitagrave lrsquounitagrave la

necessitagrave delle dottrine della fede che costituiscono sempre la parte essenziale di una religione quella pratico-morale che consiste in ciograve che dobbiamo fare

251

La ragione egrave capace di dire allrsquouomo cosa egli deve fare E ciograve che la ragione dice egrave la

parte essenziale il cuore il centro di ogni fede e di ogni religione Lrsquoessenza del cristianesimo

non egrave la rivelazione divina lrsquoincontro con Cristo ma ciograve che vi egrave di universale e necessario

ossia ciograve che scaturisce soltanto dalla ragione Alla rivelazione divina possiamo credere in base

ad argomenti storici in base cioegrave allrsquoassicurazione che la Bibbia un documento storico dagrave di

seacute stessa di essere ispirata da Dio Ma proprio percheacute questi indirizzi sono storici cioegrave privi di

un valore assoluto la rivelazione egrave un contenuto in seacute contingente ed extraessenziale della fede

cristiana Esso crsquoegrave ma potrebbe non esserci ossia egrave contingente

251 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 127

162

La ragione con cui la fede deve confrontarsi egrave per Kant quella che dice che cosa

lrsquouomo debba fare la laquoragione praticaό o laquopratico-moraleraquo Ora la ragione non dice allrsquouomo

di far questo o quello ma gli impone di agire con la convinzione di fare ciograve che in ogni luogo

in ogni tempo e senza condizioni e da ogni essere razionale ndash e dunque laquouniversalmenteraquo e

laquonecessariamenteraquo ndash deve essere fatto

Chi possiede questa convinzione puograve certamente ingannarsi ma la forma originaria

della ragione consiste nella volontagrave di aver a che fare con i tratti essenziali della veritagrave cioegrave

lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave e quindi consiste nella volontagrave di essere guidati da essi anche

nellrsquoagire

Kant scorge nel cristianesimo la tendenza a sollevare al rango del contenuto essenziale

della religione gli aspetti laquoextraessenzialiraquo e laquocontingentiraquo della Bibbia ossia ciograve che il

cristianesimo considera rivelazione divina In questo modo il cristianesimo si trova costretto

ad avvallare dottrine che sono in conflitto con la coscienza morale in cui la ragione si esprime e

che costituisce lrsquoessenza dello stesso cristianesimo

Nel Conflitto della facoltagrave il filosofo afferma che il cristianesimo egrave lrsquoideale religioso (laquolrsquoidea della

religioneraquo) che laquodevrsquoessere fondato semplicemente sulla ragione ed essere pertanto religione

naturaleraquo qualcosa cioegrave che lrsquouomo puograve realizzare con le proprie forze [] senza aver bisogno dellrsquointervento di una grazia e di una rivelazione soprannaturale

252

Kant non esclude che possa esserci bisogno di una cooperazione esterna di Dio percheacute

lrsquouomo possa conformarsi alla legge morale che la ragione gli presenta indipendentemente da

ogni rivelazione ma considera una temerarietagrave la pretesa di vedere proprio nella vita di Gesugrave

nella sua incarnazione e in tutte le parti del suo insegnamento il modo in cui quella

cooperazione si egrave realizzata

252 Ivi cit pag 128

163

La laquofede ecclesiasticaraquo egrave appunto per Kant quel travisamento della religione autentica

che pretende di attribuire i caratteri della ragione ndash lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave ndash a quanto nelle

Scritture vi egrave di contingente di storico e di inessenziale e che pretende che la salvezza

dellrsquouomo sia riposta in una Chiesa

Il cattolicesimo egrave per Kant la forma maggiore della laquofede ecclesiasticaraquo dove la

laquocattolicitagraveraquo ossia lrsquolaquouniversalitagraveraquo egrave qualcosa di laquocontraddittorioraquo stante il carattere storico

della rivelazione che la fede ecclesiastica intende assumere come veritagrave assoluta

Quando il Dio biblico appare in conflitto con la legge morale della ragione la ragione

deve escludere che quel Dio sia il vero Dio

Alla tesi tomistica che la filosofia egrave lrsquolaquoancella della teologiaraquo (ossia del sapere fondato sulla fede)

Kant replica nel Conflitto che perograve lrsquoancella la laquoprecede col lume la sua gentile signoraraquo non laquola segue reggendo lo strascicoraquo

253

Quando crsquoegrave conflitto tra ragione e fede quel che vi egrave di inautentico e di degenerato non

egrave la ragione ma la fede

Kant esclude che la ragione possa accettare un ordine che le sia dato dallrsquoesterno ma

non si avvede che la ragione in quanto coscienza morale si trova nelle stesse condizioni della

fede ed egrave quindi essa stessa un ordine che essa si dagrave di tenere per vero qualcosa Sigrave che anche

la coscienza morale egrave fede in cui la volontagrave espressa dallrsquoordine esterno diventa volontagrave

interna al credente la volontagrave che ordina alla sua coscienza di ritenere per vero qualcosa che a

tale coscienza non si presenta come vero e che dunque appare come dubbio

La convinzione di essere laquoliberoraquo di assumere come vero ciograve di cui si egrave convinti che sia

vero proviene sia nella fede che nella coscienza morale dallrsquoisolamento che separa il

contenuto in cui si crede di credere dalla dubitabilitagrave che a tale contenuto compete

253 Ivi cit pag 130

164

Che il conflitto tra ragione e fede debba essere risolto come indica Kant tenendo ferma

la ragione e negando ciograve che della fede egrave in contrasto con la ragione egrave dunque unrsquoaffermazione

che non si riferisce alla ragione in quanto coscienza morale (come invece vorrebbe Kant) ma

alla ragione che non intende essere fede non intende essere la semplice convinzione che ciograve in

cui si crede sia vero il semplice ritenere per vero ciograve che non si sa se sia vero

Nellrsquoambito del pensiero dellrsquoOccidente la risposta che si deve dare al problema del

conflitto tra ragione e fede egrave certamente questa quando si presenta un conflitto tra la ragione

autentica e la fede cristiana la ragione deve liberarsi dalla fede vederla nel suo carattere di

semplice veicolo della ragione e come semplice laquofede ecclesiasticaraquo

165

CAPITOLO TERZO

Lrsquoinevitabile contrasto

166

I - La duplice posizione della Chiesa fideismo e gnosi

Alla domanda su cosa sia la veritagrave la Chiesa risponde fondandosi su una duplice

testimonianza la veritagrave egrave ciograve che egrave testimoniato dallrsquo episteacuteme greca e da Cristo come grazia

che porta al culmine la testimonianza umana Ma appunto qui il pensiero della Chiesa non esce

dallrsquoambiguitagrave Cristo egrave testimone della veritagrave solo per chi crede in lui Lrsquoarmonia tra

testimonianza naturale e testimonianza soprannaturale della veritagrave egrave cioegrave un atto di fede

(compiuto allrsquointerno di quel certo tipo di fede che intende riconoscere alla ragione umana la

capacitagrave di raggiungere una veritagrave definitiva assoluta ed autonoma e che nel contempo

pregiudica questo riconoscimento escludendo che la ragione in quanto tale possa trovarsi in

contrasto con la fede) ma nel pensiero teologico della Chiesa lrsquoarmonia tra ragione e fede non

egrave presentata come un atto di fede ed assume lrsquoaspetto di una veritagrave razionale assoluta

definitiva

Nellrsquoelenco delle preposizioni riguardanti la dottrina del prof Severino Mons Carlo

Colombo afferma che

Esaminando il pensiero filosofico del Prof Severino la Chiesa non pretende essere depositaria esclusiva della veritagrave naturale o veritagrave filosofica ma giudicando secondo il carisma ricevuto

dellrsquoesatto senso della veritagrave rivelata ha il diritto di dichiarare una posizione filosofica come

incompatibile con la Rivelazione (Cfr DS n 3020 e 3043)254

Se egrave (come egrave) un atto di fede lrsquoarmonia tra fede e ragione allora la Chiesa

laquodichiarando una posizione filosofica come incompatibile con la Rivelazioneraquo si limita a

indicare la pura differenza tra la rivelazione e quella posizione filosofica senza poter escludere

che la veritagrave si costituisca al di fuori dello spazio della fede e si costituisca come smentita del

contenuto della fede

254 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 133

167

Se lrsquoarmonia tra fede e ragione egrave essa stessa un contenuto della fede allora la Chiesa

deve lasciarsi giudicare dalla filosofia in quanto testimonianza della veritagrave dellrsquoessere e

riconoscere la possibilitagrave che con lrsquoavvento della testimonianza della veritagrave dellrsquoessere la

veritagrave si manifesti come la negazione piugrave essenziale della fede e ne denunci la non-veritagrave e

lrsquoalienazione

Ma se la Chiesa non intende lasciare al di fuori di seacute la veritagrave ndash se non intende restare

timore et tremore multo di fronte alla veritagrave se non accetta che la veritagrave dellrsquoessere la qualifichi

o possa qualificarla come non-veritagrave e alienazione ndash allora egrave inevitabilmente costretta a porre

lrsquoarmonia di fede e ragione come veritagrave di ragione veritagrave filosofica La laquoveritagrave filosoficaraquo o

laquonaturaleraquo dellrsquoaffermazione di tale armonia consentirebbe allora di porre come laquoerrore

filosoficoraquo ogni pensiero che risultasse in contrasto con la fede In questo caso sarebbe laquoveritagrave

filosoficaraquo che il contenuto della fede cristiana forma lrsquoorizzonte inoltrepassabile allrsquointerno

del quale la veritagrave filosofica deve costituirsi e svilupparsi sarebbe veritagrave di ragione che la fede

egrave la pietra di paragone della ragione dalla quale la ragione resta misurata

Ma dato che la Chiesa pretende laquogiudicare secondo il carisma ricevuto dellrsquoesatto

senso della veritagrave rivelataraquo egrave inevitabile che solo alla Chiesa sia consentito stabilire lrsquoesatto

senso della pietra di paragone alla quale la ragione deve commisurarsi e quindi solo la Chiesa

abbia la facoltagrave di stabilire ciograve che egrave laquoveritagrave filosoficaraquo e ciograve che non lo egrave

La Chiesa deve avere questa pretesa o rapportarsi timore et tremore alla veritagrave

dellrsquoessere Invece nel giudicare gli scritti del prof Severino Essa non intende laquotemereraquo la

veritagrave e insieme non pretende di essere depositaria esclusiva della veritagrave filosofica

La Chiesa vuole conciliare lrsquoinconciliabile Identifica surrettiziamente il punto di vista

della fede e quello della ragione Tuttavia negli stessi testi tomistici sono presenti elementi che

consentirebbero di stabilire come dal punto di vista della ragione lrsquoarmonia di fede e ragione

rimanga un problema

168

Tommaso distingue il laquodubitareraquo e lrsquolaquoopinareraquo dal laquocredereraquo ma riconoscendo un

fattore comune a queste diverse laquodispositionesraquo255

Il fattore comune egrave che rispetto alle due

laquoparti della contraddizioneraquo (ossia rispetto a due proposizioni che stanno tra di loro in rapporto

di contraddizione) lrsquointelletto laquonon est terminatus ad unumraquo ossia nessuna delle due parti si

impone per la sua evidenza sullrsquoaltra Nella fede lrsquointelletto dagrave il suo assenso a una delle due

parti della contraddizione in quanto egrave mosso dalla volontagrave ma per quanto fermo sia lrsquoassenso

prestato dallrsquointelletto ai contenuti della fede laquoquamvis fermissime eis assentiatraquo tuttavia

lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo resta laquoinsoddisfattoraquo (laquonon est

satisfactumraquo) laquoirrequietoraquo (laquoeius motus nondum est quietatusraquo) e si mantiene in un

atteggiamento di laquoricercaraquo relativamente ai contenuti cui pur presta il suo assenso

Lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo si mantiene in atteggiamento

problematico rispetto ai contenuti della fede La problematicitagrave egrave appunto la sua

laquoirrequietezzaraquo Ma lrsquointelletto in quanto tale egrave la laquoragione naturaleraquo Essa misurando i propri

confini vede la problematicitagrave di ciograve che la trascende Se ci si rende conto che lrsquoaffermazione

della veritagrave soprannaturale della fede cristiana egrave essa stessa un contenuto di questa fede e se

quindi ci si rende conto che lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia tra fede e ragione egrave un atto di fede se

si giunge a questa consapevolezza allora egrave lo stesso pensiero a porre la problematicitagrave di tale

armonia E se lrsquointelletto in quanto laquoragione naturaleraquo egrave laquoinquietusraquo proprio lagrave dove il credente

egrave laquoquietatusraquo lrsquointelletto vede allora la possibilitagrave che le cose stiano altrimenti da come sono

credute nella fede cristiana cioegrave vede la possibilitagrave che il cristianesimo sia oltre che veritagrave

anche errore Ciograve vuol dire che nella logica oggettiva del tomismo la laquoragione naturaleraquo

riconosce la possibilitagrave della discordanza tra ragione e fede

255 D Thomae Questio de Fide Art 1

169

Ma il tomismo e la Chiesa non giungono a questo riconoscimento percheacute non giungono

a rendersi conto che lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo egrave un atto di

fede e cioegrave percheacute trattano in modo diverso due dimensioni che tuttavia appartengono

entrambe al contenuto della fede cristiana Lrsquouna egrave lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale

del contenuto di questa fede lrsquoaltra egrave questo contenuto assunto come non includente

quellrsquoaffermazione

Accade cosigrave che nella dottrina della Chiesa un atto di fede (lrsquoaffermazione della veritagrave

soprannaturale del cristianesimo) venga a svolgere di fatto la funzione di una veritagrave di

ragione E tuttavia il tomismo e la Chiesa hanno anche evitato di porre esplicitamente come

veritagrave di ragione lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo Porla

esplicitamente come veritagrave di ragione significherebbe accettare e arrendersi esplicitamente a

quella gnosi contro cui la Chiesa ha sempre combattuto

Lrsquoatteggiamento esplicito della Chiesa risulta quindi da una doppia incoerenza si lascia

che di fatto funzioni come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che in realtagrave egrave soltanto un atto di fede si evita

di qualificare come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che di fatto si lascia funzionare come laquoveritagrave

naturaleraquo In questo modo la dottrina della Chiesa egrave insieme laquofideismoraquo e laquognosiraquo Quel

fideismo ossia la volontagrave di credere contro la ragione che la tradizione cattolica continua a

rigettare

Credo quia absurdum (credo percheacute egrave assurdo) non egrave formula che interpreti la fede cattolica [hellip]

Dio infatti non egrave assurdo semmai egrave mistero Il mistero a sua volta non egrave irrazionale ma

sovrabbondanza di senso di significato di veritagravegtgt256

La Chiesa vuole che giudicando la filosofia la fede non solo non abbia a laquocoartareraquo

lrsquoautonomia del pensiero filosofico ma laquone illumini il cammino verso la veritagraveraquo

256 In URL wwww2vaticanva Benedetto XVI Udienza generale del 21 novembre 2012 LrsquoAnno della

fede La ragionevolezza della fede in Dio Consultato in data 04042017

170

La laquolibertagrave di ricercaraquo e la laquovera autonomia della scienzaraquo esprimono la laquoragione

naturaleraquo tomistica lrsquoesclusione che la fede abbia a laquocoartare la libertagrave di ricerca e la vera

autonomia della scienzaraquo esprime lrsquoaffermazione tomistica dellrsquoarmonia di ragione e fede

sullrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione la fede traccia il senso ultimo dellrsquoessere al

quale la ragione non deve voltare le spalle In questo modo la grazia (la fede) non conserva la

natura (la ragione) ma la nega

Le distinzioni tra fede umana e fede divina rivelata tra ordine naturale e ordine

soprannaturale sono in realtagrave operate allrsquointerno della fede cristiana percheacute egrave il credente ad

avere fede che la propria fede in quanto rivelata differisca da ogni laquofede umanaraquo ed egrave ancora

il credente ad aver fede nellrsquoesistenza di un ordine soprannaturale costituito dalle

determinazioni della fede cristiana

La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la

sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane

per quanto profonda unrsquointenzione unrsquointenzione smentita in realtagrave dal principio ndash che sta al

centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i

contenuti della fede cristiana non appartiene alla ragione autentica ma ne egrave una

degenerazione Il principio che la Chiesa eredita dal pensiero di Tommaso La ragione

autentica cioegrave la ragione in quanto conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la

veritagrave indubitabile della fede laquocosigrave evidentemente confermata da Dioraquo Quando si produce un

conflitto tra un asserto della ragione e un asserto della fede questrsquoultimo non puograve essere

modificato e resta fermo ed egrave lrsquoaltro a dover riconoscere di non essere veramente un asserto

della ragione e di esserlo solo apparentemente

171

Riguardo allrsquoobiezione a proposito del contrasto tra fede e ragione che laquola ragione naturale che afferma Dio certamente non sa se Dio si rivela ma sa certissimamente che se egli si rileva tutto

ciograve che dice egrave vero e quindi che la possibilitagrave del contrasto dipende da una insufficiente

formulazione della veritagrave propria della ragione attuale che egrave ragione umana ldquofinitardquoraquo (Leonardo Messinese Essere e divenire nel pensiero di Emanuele Severino Cittagrave Nuova 1985 pp 40-41) Ma

ormai egrave chiaro che questa non egrave la posizione di Tommaso per il quale la ragione naturale non solo

sa certissimamente che se Dio si rivela quello che dice egrave vero ma sa anche (tam evidenter) che Dio si rivela

257

Dire come egrave giusto dire che la ragione naturale non sa se Dio si riveli significa che

essa non sa se il messaggio di Gesugrave sia il rivelarsi di Dio Ammettendo ma non concedendo

che la possibilitagrave del contrasto tra fede e ragione dipenda da una insufficiente formulazione

della veritagrave propria della ragione attuale finita ne viene che di fronte a un contrasto tra il

messaggio di Gesugrave e la ragione naturale questrsquoultima non sapendo e non potendo dire che

quel messaggio egrave vero in quanto rivelazione di Dio non puograve nemmeno squalificare se stessa

come laquoinsufficiente formulazione della veritagraveraquo deve squalificare quel messaggio ponendolo

come errore

La fede cristiana dice Non ci puograve essere contrasto tra me e la ragione naturale La

ragione naturale dice Se Dio si rivela non ci puograve essere contrasto tra me e questa rivelazione

ma io non so se e dove laquoDioraquo si riveli e quindi lagrave dove crsquoegrave contrasto tra me e una certa

affermazione che dichiari di essere la voce di laquoDioraquo questa affermazione qualunque essa sia e

comunque sia data egrave errore

Il concetto di laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo applicato alla struttura

originaria della veritagrave ndash in quanto struttura che giagrave da sempre si mostra al di fuori

dellrsquoalienazione della veritagrave ndash non ha veritagrave Se la veritagrave originaria potesse essere negata

smentita in quanto laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo non ci sarebbe piugrave veritagrave (e

nemmeno la laquoragione naturaleraquo puograve accettare di essere qualcosa che possa essere smentito)

257 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 154

172

La veritagrave infatti non egrave laquoformulazioneraquo non si riduce a linguaggio ndash a proposito del

quale soltanto ha senso parlare di laquoinsufficiente formulazioneraquo Egrave un errore considerare

dallrsquoesterno la veritagrave e il messaggio cristiano come se fossero due linguaggi che si

confrontano Egrave allrsquointerno dello sguardo della veritagrave che ogni linguaggio deve rendere conto di

seacute alla veritagrave

Se il contrasto tra laquoveritagrave filosoficaraquo e laquoveritagrave di federaquo costringesse a dire che la veritagrave

filosofica egrave laquoinsufficientemente formulataraquo questo significherebbe che la veritagrave originaria puograve

diventare errore Ma la veritagrave egrave appunto ciograve che non puograve diventare errore Essa egrave il contenuto

significante a cui il linguaggio si riferisce

Se esistesse una laquorivelazione di Dioraquo in un linguaggio storico questo linguaggio

dovrebbe essere agli occhi della veritagrave un problema autentico Non solo sarebbe problema ciograve

che questo linguaggio dice ma anche che esso dica quello che lrsquointerpretazione storica gli fa

dire Ma poicheacute il significato stesso dei linguaggi storici egrave problematico ndash poicheacute egrave

problematico che essi dicano quello che si crede che dicano ndash laquoDioraquo non puograve laquorivelarsiraquo in un

linguaggio storico ndash non puograve uscire dal problema e portarsi allo scoperto ndash ma puograve soltanto

nascondersi in esso Si deve nascondere nella problematicitagrave dellrsquointerpretazione laquoDioraquo

potrebbe entrare nel mondo solo come ciograve di cui non si potrebbe mai sapere che egrave laquoDioraquo Esso

non puograve costituirsi come punto di riferimento al quale la veritagrave debba adeguarsi Non egrave laquopuntoraquo

proprio percheacute lo egrave ndash laquopuntoraquo ndash solo allrsquointerno della interpretazione che lo rende laquopuntoraquo E

che il rivelarsi di Dio debba essere il suo nascondersi egrave qualcosa che vale non soltanto per la

veritagrave autentica ma anche per quella forma di veritagrave alienata che egrave la laquoragione naturaleraquo

La veritagrave autentica dice che laquoDioraquo la veritagrave infinita si rivela nel finito solo nella

struttura originaria della veritagrave che da sempre si apre al di fuori dellrsquoalienazione della veritagrave

173

Se laquosi rivelaraquo anche altrove nelle forme storiche del linguaggio il suo laquorivelarsiraquo deve

essere un nascondersi uno sfuggire in modo da non poter mai esser preso tenuto fermo

guardato in faccia e visto come veritagrave Un contrasto tra la veritagrave attuale e questo laquosvelarsi-

nascondersiraquo di Dio non puograve dunque apparire nello sguardo della veritagrave appunto percheacute

affincheacute ci sia un contrasto i punti fermi devono essere due

174

II - Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa

La Costituzione Dei Verbum dopo aver ricordato che la parola di Dio egrave presente sia nei

testi sacri che nella Tradizione afferma laquoLa Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura

costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesaraquo258

Alla fede posta come rivelazione divina corrisponde lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa La

Chiesa egrave infallibile percheacute conserva la laquoParola di Dioraquo e conservarla significa capirla cogliere

il significato autentico dei testi sacri In quanto la Chiesa stabilisce il senso autentico del

contenuto della fede e in quanto non puograve esserci contrasto tra ragione e fede la Chiesa egrave il

luogo esclusivo in cui resta stabilito il senso autentico della ragione

Ma anche lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa egrave un contenuto della fede di cui la Chiesa si ritiene

depositaria La Chiesa non dice laquoIo ho fede di essere infallibile ndash e quindi ammetto la

possibilitagrave che la veritagrave sia negazione della mia fede e della mia infallibilitagraveraquo Non dicendolo

la Chiesa egrave costretta a lasciare che il dogma dellrsquoinfallibilitagrave funzioni di fatto come una veritagrave

naturale non dicendolo la Chiesa si presenta di fatto come lrsquounica definitiva e suprema

filosofia al cui interno resta stabilito il rapporto tra fede e ragione come la gnosi piugrave

insuperabile in cui va completamente perduto il carattere laquosoprannaturaleraquo della rivelazione

Ponendosi di fatto come super-filosofia al cui interno egrave stabilito il rapporto fede-

ragione la Chiesa evita per altro di riconoscere esplicitamente questo carattere e da un lato

intende tener fermo il valore soprannaturale della rivelazione dallrsquoaltro lato non intende porsi

timore e tremore dinanzi alla veritagrave Ma senza questo timore e tremore la Chiesa egrave gnosi Essa

pur volendo sulla base del tomismo distinguere la fede dalla ragione in realtagrave si pone laquoal di lagrave

e al di sopraraquo di questa distinzione proprio nellrsquoatto in cui lascia di fatto sussistere come veritagrave

di ragione lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione e lrsquoaffermazione della propria

infallibilitagrave

258 In URL wwwmaranathait Concilio Vaticano II nn10 consultato in data 5042017

175

Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa garantisce che una formulazione dogmatica anche se

espressa con concetti e linguaggio metafisico egrave conforme alla veritagrave rivelata originaria e perciograve

vera come questa

La dottrina cattolica esige certamente i concetti di essere infinito di creazione ex nihilo non sono unrsquolaquoalienazione del senso dellrsquoessere ma lrsquoespressione vera del Verbo rivelato [] La Rivelazione

non puograve esprimere nessuna veritagrave (cioegrave nessuna manifestazione esatta della realtagrave) se non

attribuendo un valore reale ai concetti usati quindi la Rivelazione include necessariamente una laquoontologiaraquo fondamentale (non una metafisica sistematica) Qualunque ulteriore espressione

metafisica di questo dato laquoontologicoraquo deve essere coerente con il suo contenuto259

Egrave chiaro che lrsquoontologia fondamentale necessariamente inclusa nella rivelazione

costituisce quel contenuto essenziale del pensiero filosofico rispetto al quale non rimane piugrave

che il compito inessenziale ed estrinseco di dargli una forma sistematica Lrsquoontologia

fondamentale della Chiesa che egrave anche lrsquoontologia fondamentale dellrsquoOccidente egrave persuasa

che lrsquoessere non egrave lrsquoessere dellrsquoente ma egrave lrsquoessere come essenzialmente separato dallrsquo ente sigrave

che lrsquoente in quanto tale puograve non essere puograve cioegrave essere niente e dal niente esce e nel niente

ritorna per opera del dio creatore o della tecnica umana

Per la Chiesa lrsquoeternitagrave dellrsquoente in quanto ente rende impossibile la storia della

salvezza Il senso nichilistico del divenire domina il modo in cui la Chiesa intende il

laquodiventareraquo peccatore da parte dellrsquouomo il laquodiventareraquo carne da parte del Verbo e il divenire

in cui si fa innanzi ogni evento della laquostoria della salvezzaraquo Con lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave

dellrsquoente in quanto tale viene nullificato lrsquoevento storico

259 Lettera inviata al prof Severino da Mons C Colombo in data 13-9-1968 in Il mio scontro con la

Chiesa pag4647

176

Percheacute non sia nullificato si vuole un lsquoprimarsquo (in principio) in cui la carne del Verbo

sia stata niente e solo il Verbo sia Per non nullificare lrsquoIncarnazione la Chiesa nullifica la

carne Per non nullificare la laquostoria della salvezzaraquo nullifica la salvezza

La veritagrave dellrsquoessere non laquonullificaraquo lrsquoevento storico ma rileva che la comprensione

nichilistica di esso pensa la nientitagrave dellrsquoente ossia pensa ciograve che non egrave Al di fuori del

nichilismo la storia egrave il processo del Tutto immutabile Solo lrsquoimmutabile puograve di-venire cioegrave

venire fuori dal nascondimento

Tutte le cose e tutti gli eventi sono eternamente scolpiti Allrsquointerno dellrsquointramontabile

apparire della veritagrave dellrsquoessere sorgono e tramontano come le immutabili costellazioni del

cielo Condizione necessaria percheacute laquola storia della salvezzaraquo abbia la possibilitagrave di diventare

un problema egrave che essa sia intesa come questa successione dellrsquoapparire questa condizione non

nullifica lrsquoevento storico in quanto tale ma lo restituisce al suo autentico significato

Affincheacute la laquostoria della salvezzaraquo divenga un problema il laquoVerboraquo deve essere allora

innanzitutto pensato come eternamente laquopresso Dioraquo ed eternamente laquopresso la carneraquo e il suo

diventar carne deve innanzitutto significare che il Verbo che egrave eternamente presso la carne egrave

entrato nellrsquoapparire Solo a questo punto dinnanzi alla veritagrave dellrsquoessere puograve aprirsi la

domanda se la parola di Gesugrave riascoltata al di fuori del laquomondoraquo sia il Verbo che parla in

veritagrave della nascosta luminositagrave del Tutto

Allrsquointerno del laquomondoraquo cioegrave il luogo ove si scontrano le contrapposte volontagrave di

potenza il cristianesimo soprattutto nella forma che esso assume nella Chiesa cattolica egrave

ancora una delle forze piugrave potenti determina ancora il comportamento di grandi masse e

possiede un apparato concettuale altamente idoneo a operare questa determinazione

La laquoveraraquo critica laica della fede cristiana non puograve essere altro oggi che

lrsquoemarginazione pratica della Chiesa dalla vita sociale e la laquoveraraquo vittoria di quella fede sulla

irreligiositagrave e sul laicismo non puograve essere altro che il successo pratico-politico delle masse che

ancora posseggono quella fede

177

La potenza sociale della Chiesa non egrave in contraddizione con la pura fede interiore

giaccheacute anche la pura fede cristiana come ogni fede egrave una prevaricazione della volontagrave di

potenza La pura fede egrave prevaricazione proprio percheacute credendo in qualcosa rifiuta qualcosa

drsquoaltro che ha lo stesso diritto ad essere creduto e cioegrave a divenire prevaricante

178

III - Lrsquoauspicata armonia tra fede e ragione

La Chiesa cattolica ha sempre respinto ogni forma di fideismo tenendo ferma lrsquounione

la convergenza e lrsquoarmonia di fede e ragione Eppure questa armonia egrave la maschera di una lotta

mortale tra due contrapposte volontagrave di potenza una lotta dunque che si conclude con la

morte di uno dei due contendenti ndash la ragione ndash ma in cui sopravvive ciograve che egrave in comune a

entrambi la violenza prevaricante della volontagrave di potenza ossia lrsquoessenza dominatrice

dellrsquoOccidente

La filosofia non egrave piugrave un pericolo oggettivo per il cristianesimo e ogni critica rivolta

allrsquoessenza o alle configurazioni storiche del cristianesimo possiede lo stesso valore di ciograve che

essa intende negare La ragione che oggi la Chiesa si preoccupa di far concordare con la fede egrave

soprattutto la ragione scientifica che egrave a sua volta una fede

Lrsquounico pericolo e lrsquounica critica egrave che lrsquouomo riesca a produrre in terra il lsquoregno di

Diorsquo cioegrave un regno che liberi definitivamente lrsquouomo dalla nostalgia a dal desiderio di ogni

altro regno Nessuna fede nemmeno la fede cristiana potrebbe costituire unrsquoalternativa a un

regno capace di soddisfare i bisogni di ogni fede Ma accanto alla fede cristiana e ad ogni

umanesimo che in relazione a questa previsione le sia solidale crsquoegrave la fede nel dominio umano

del tutto e quindi nella capacitagrave di soddisfare i bisogni di ogni fede allrsquointerno di questo

dominio La fede nel dominio illimitato dellrsquouomo egrave la conseguenza rigorosa del rsquomondorsquo in

cui si muove anche la storia della fede cristiana

Il progetto della dominazione scientifica del tutto segna la fine del cristianesimo e

dellrsquointera cultura tradizionale ma nella situazione attuale dove le singole lsquoconquiste della

scienzarsquo lasciano ancora sullo sfondo quel progetto viene a costituirsi una sorta di

agevolazione specifica del compito della Chiesa nel mondo

179

La fine del sogno della lsquoveritagrave definitivarsquo pone innanzitutto sullo stesso piano ogni

proposta culturale ogni posizione culturale egrave una fede giaccheacute per quanto complesso possa

essere lrsquoordine concettuale in cui una cultura si definisce tale ordine non egrave la veritagrave che

manifesta la non veritagrave di ogni alternativa possibile Tommaso drsquoAquino interpretando S

Paolo poteva ancora dire che la fede ndash al contrario di quanto accade nella laquoscientiaraquo ndash conduce

in captivitatem omnem intellectum cioegrave lo rende prigioniero di un contenuto che non egrave

evidente e quindi gli egrave laquoestraneoraquo (alienus) e lrsquointelletto egrave pertanto laquoinquietoraquo (nondum est

quietatus) Lo stesso Paolo rispetto a quella laquoscientiaraquo poteva sentirsi ndash non tanto

soggettivamente quanto piuttosto in relazione al contenuto oggettivo di essa ndash in infirmitate et

timore et tremore multo Ma oggi ogni cultura conduce in captivitatem la coscienza e la fede

cristiana non ha piugrave alcun motivo di timore e tremore per una laquoscienzaraquo che a sua volta si

riconosce come fede

La laquosicurezzaraquo del sapere scientifico egrave per definizione relativa la scienza ha deciso da

tempo e metodicamente di lasciar da parte ogni tentativo di scoprire una conoscenza

assolutamente incontrovertibile della realtagrave e riconosce che i propri principi e metodi sono

ipotesi Esse consentono il dominio piugrave efficace delle cose ma in quanto ipotesi sono esposte

alla possibilitagrave della piugrave radicale smentita Il senso comune osserva che la tristezza ci assale

quando siamo felici Abbiamo paura di perdere la felicitagrave La scienza puograve produrre una felicitagrave

di cui forse non riusciamo ancora a sospettare lrsquoampiezza e lrsquointensitagrave Ma crsquoegrave unrsquounica cosa

che la scienza non puograve produrre la sicurezza della felicitagrave la sicurezza che non puograve essere data

dalla laquosicurezzaraquo di ogni possibile metodologia scientifica e nemmeno da una qualsiasi fede

religiosa Anche la scienza egrave in quanto scienza una fede E per chi ha raggiunto la felicitagrave non

puograve bastare la fede di non perderla

180

Anche per il cristianesimo la fede egrave una virtugrave di questo mondo che non puograve appartenere

al paradiso Ma non puograve bastare nemmeno vedere il dio facie ad faciem percheacute puograve sempre

sorgere il dubbio che ciograve che vediamo non sia la faccia di dio Percheacute il paradiso non sia un

inferno ndash cioegrave lrsquoangoscia dellrsquoimminente vanificazione della felicitagrave ndash deve mostrarsi la veritagrave

del paradiso la veritagrave che in nessun senso sia unrsquoipotesi

Per riassumere quindi tale argomentazione possiamo affermare che il contenuto della

fede egrave il Verbo e il Verbo storicamente egrave linguaggio Ogni linguaggio egrave comprensione del

senso dellrsquoessere ma non ogni linguaggio esprime tale comprensione Ossia non ogni

linguaggio storico egrave lrsquoesplicitazione del senso ontologico in cui pur si muove Nella storia

dellrsquouomo lrsquounico linguaggio ontologicamente esplicito egrave quello della filosofia greca e della

cultura che da essa discende Il linguaggio del Verbo egrave di questa natura non egrave lrsquoesplicitazione

di unrsquoontologia come non lo egrave la Rivelazione In questo senso egrave impossibile lrsquoaccertamento di

ogni contrasto o solidarietagrave tra unrsquoontologia (ossia un linguaggio che esplicita il senso

dellrsquoessere) e la Rivelazione proprio percheacute questrsquoultima non egrave una forma di ontologia Egrave

invece possibile un contrasto tra la veritagrave dellrsquoessere e una interpretazione ontologica della

Rivelazione quale egrave stata costruita dal pensiero occidentale egrave possibile la solidarietagrave tra la

ragione purificata (la ragione che parla la veritagrave dellrsquoessere) e la Rivelazione

Per la ragione purificata il Verbo egrave quindi unrsquoautentica possibilitagrave laquoarmoniaraquo e

laquoincontroraquo di ragione e fede

181

Sin dal suo inizio la filosofia intende raggiungere la forma piugrave radicale di sapere la

veritagrave assolutamente innegabile Ma questo immane tentativo della filosofia egrave destinato a

fallire La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico propostosi di difendere la veritagrave

dellrsquoessere ma risultandone la piugrave chiara negazione

Lrsquoessere egrave eterno ogni prova e ogni negazione dellrsquoessere immutabile vivono allrsquointerno

dellrsquoalienazione dellrsquoOccidente lrsquoalienazione metafisica che identifica lrsquoessere al niente

proprio in quanto si mette alla ricerca di un essere immutabile ed eterno I legami indissolubili

che legano ogni essere al proprio essere al proprio apparire e alle determinazioni che lo

accompagnano non possono essere spezzati Lrsquouomo ha da sempre e per sempre dinanzi la

veritagrave dellrsquoessere intramontabile

Lrsquoisolamento della terra dal destino egrave la fede che le cose siano il diventare altro da ciograve

che esse sono e che questo loro diventare sia la fondamentale e lrsquounica terra sicura con cui

lrsquouomo ha a che fare

Se la creazione viene interpretata in termini di essere e non essere - se cioegrave viene

interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere allora il concetto di creazione egrave

lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere

Nella terra isolata dal destino della veritagrave appare la storia dei mortali la storia della

prevaricazione di una volontagrave che rimane nello sguardo del destino soltanto un tentativo

prevaricante La tecnica egrave diventata oggi la piugrave potente delle forze metafisiche Lo stesso senso

comune non egrave piugrave dominato dalla religione o dalla politica ma dal modo di pensare e di agire

della metafisica ma che ormai ha raggiunto una capacitagrave di trasformazione della terra che non

si limita a guidare i processi naturali di produzione e distruzione ma li sostituisce con processi

artificiali

182

La fede proprio in quanto fede ossia volontagrave che le cose abbiano il senso deciso egrave

isolamento del laquocredutoraquo dal dubbio che lo avvolge Essa non potragrave mai porsi come una veritagrave

di ragione se non negando la propria essenza il kerygma Essere lrsquoargumentum la voce data ai

non visibili ai non manifesti egrave possibile solo se compare lrsquooscuritagrave che rende invisibili i

visibili La fede egrave volontagrave di potenza non solo percheacute egrave una prevaricazione sulle altre fedi che

intende sospingerle nel niente ma percheacute egrave la stessa volontagrave di impadronirsi della terra

sottraendola al destino e usandola come riparo dal niente che lrsquoattraversa

La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la

sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane

unrsquointenzione smentita dal principio ndash che sta al centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale

ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i contenuti della fede cristiana non appartiene alla

ragione autentica ma ne egrave una degenerazione La ragione autentica cioegrave la ragione in quanto

conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la veritagrave indubitabile della fede cosigrave

laquoevidentemente confermata da Dioraquo

Percheacute il cristianesimo abbia la possibilitagrave di diventare la Parola di Dio e preparare

lrsquoaccadimento della salvezza egrave necessario che tramontino il suo essere fede e la sua

appartenenza al mondo

183

INDICE

Prefazione pag 4

INTRODUZIONE

I La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica pag 9

II La ricerca giovanile di Emanuele Severino pag12

III Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa pag15

PARTE PRIMA ndash LrsquoETERNO

CAPITOLO I ndash LrsquoESSERE IMMUTABILE

I Dare prova di Dio pag 22

II La realtagrave di Dio e lrsquoideale della ragione pag 26

III La logica esposizione di Dio e la sua morte pag 34

CAPITOLO II ndash ALLE ORIGINI DEL PENSIERO E DEL NICHILISMO

DELLrsquoOCCIDENTE

I La metafisica come sapere incontrovertibile pag 44

II Il sentiero della Notte pag 53

III Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire pag 62

CAPITOLO III ndash PER UNA COMPRENSIONE DELLrsquoESSERE

I La struttura originaria dellrsquoessere pag 68

II Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere pag 72

III LrsquoEterno pag 76

NOTA

Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del Verbo pag 80

PARTE SECONDA ndash IL DIVENIRE

CAPITOLO I ndash IL DIVENIRE NELLrsquoALIENAZIONE DELLrsquoOCCIDENTE

I La creazione dal nulla pag 88

II Divenire esser altro pag 94

III La volontagrave pag 97

184

CAPITOLO II ndash LrsquoAZIONE CHE CATTURA E DOMINA LrsquoENTE

I Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire pag 101

II Il dominio che guida il divenire pag 106

III La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio pag 110

CAPITOLO III ndash LrsquoALIENAZIONE NELL O SGUARDO DEL DESTINO

I Ciograve che il mortale crede pag 115

II La necessitagrave dellrsquoaccadere come risolvimento del problema della libertagrave pag 121

III laquoCrescereraquo come divenire pag 131

TERZA PARTE ndash LA FEDE

CAPITOLO I ndash FILOSOFIA E FEDE

I Lo sguardo filosofico alla rivelazione pag 136

II Lrsquoargumentum pag 139

III La laquocertezzaraquo dubitante dellrsquoanimo pag 143

CAPITOLO II ndash UNA DAMA DA COMPAGNIA PER LA RAGIONE

I laquoCredereraquo per capire e conoscere pag 149

II La sottomissione della ragione alla fede pag 157

III Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione pag 161

CAPITOLO III ndash LrsquoINEVITABILE CONTRASTO

I La duplice posizionedella Chiesa fideismo e gnosi pag166

II Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa pag 174

III Lrsquoauspicata armonia tra ragione e fede pag 178

INDICE pag 183

BIBLIOGRAFIA pag 185

185

BIBLIOGRAFIA

OPERE DI EMANUELE SEVERINO

Cosa arcana e stupenda LrsquoOccidente e Leopardi RCS Libri Milano 2006

DallrsquoIslam a Prometeo RCS Libri Milano 2003

Destino della necessitagrave Adelphi Milano 1980

Essenza del nichilismo Adelphi Milano 1995

I presocratici e la nascita della filosofia collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo

Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il quotidiano La Repubblica

I principi del divenire La Scuola editrice Brescia 1959

Il mio scontro con la Chiesa RCS libri spa Milano 2001

Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e destino Rizzoli Milano 2008

Il principio di non contraddizione La Scuola editrice Brescia 1959

Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013

Introduzione alla Struttura originaria Seconda edizione Adelphi 1981

Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010

La filosofia moderna RCS Libri Milano 1984

La struttura originaria La Scuola editrice Brescia 1958

Oltrepassare Adelphi Milano 2007

Pensieri sul cristianesimo RCS Libri Milano 1995

Tautόtēs Adelphi Milano 1995

TESTI CLASSICI

Anselmo drsquoAosta Opere filosofiche Laterza ndash Bari 1969

Aristotele Della interpretazione RCS Libri spa Milano 2000

Aristotele Fisica Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L Ruggiu Rusconi Libri

Milano 1995

Aristotele Metafisica Bompiani ndash Giunti Editore Firenze 2004

G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985

Platone Repubblica Feltrinelli Milano1995

TESTI SPECIALISTICI

D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana

Brescia 1991

G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire Una disputa Morcelliana 2017

N Cusano Capire Severino Mimesis Milano- Udine 2011

C Fabro Dallrsquoessere allrsquoesistente Morcelliana Brescia 1965 id Introduzione a S

Kierkegaard Esercizio del cristianesimo Roma Stadium 1971

C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente Osservazione sul pensiero di Emanuele Severino

186

Quadrivium Genova 1981 Seconda edizione 2015

U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente EST il Saggiatore Milano

1996

GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll

Zanichelli Bologna 1974

M Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N

Curcio Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009

I Kant Critica della ragione pura I edizione gli Adelphi Milano 1995

I Kant Lavori preparatori de La religione entro i limiti della semplice ragione Lavori presenti

in Scritti di filosofia della religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989

pag 87-124

S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1991

F Nietzsche Schopenhauer come educatore in Opere di Friedrich Nietzsche tr it M

Montinari Vol III Adelphi Milano 1982

L Messinese Il paradiso delle veritagrave Edizioni ETS Pisa 2010

JI Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio

Cittagrave Nuova Editrice Roma 2005

Papa Francesco Laudato sigrave Enciclica Edizioni San Paolo 2015

B Russel Religion and Science Oxford University Press 1935 tr it di P Vittorelli

prefazione di G Giorello Scienza e religione TEA Milano 2014

A Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di

G Brianese La Nuova Italia 1998

B Spinoza Etica U Bollate Boringhieri 1992

S Zucal Cristo nella filosofia contemporanea I Da Kant a Nietzsche Edizioni San Paolo

2000

AN Whitehead Science and Philosophy tr It di S Federici Scienza e filosofia

Castelvecchi Roma I edizione aprile 2014

SITI WEB CONSULTATI

laquowwwaugustinusitraquo

A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino ndash Parte 4 ndash Capitoli 0405 in data 13022017

SantrsquoAgostino Commento al vangelo di San Giovanni Omelia 29-10 in data 03042017

laquowwwbibliolandiacomperioitraquo

Omero Odissea traduzione di N Delvinotti in data 12042017

laquowwwbooksgoogleitraquo

Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide Art 1 in data

21032017

De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione di C Pandolfi in data

29032017

SantrsquoAgostino De videndo Deum epistola CXLVII in data 24032017

laquowwwcorpusthomisticumitraquo

S Tommaso drsquo Aquino Summa contra gentiles in data 26032017

187

laquowwwdocumentacatholicaomniaitraquo

S Tommaso drsquoAquino Somma Teologica Nuova Edizione a cura di P Tito S

Centi e P Angelo Z Belloni 2009

Versione scaricata integralmente in data 12122016

laquowwwgliscrittiitdchiesabibbiaraquo

Lettera ai Corinzi in data 24032017

Lettera ai Romani in data 24032017

Lettera ai Tessalonicesi in data 24032017

laquowwwlariciitraquo

Esiodo Teogonia traduzione E Romagnoli in data 12042017

laquowwwlasantasedeitraquo

Catechismo della Chiesa Cattolica ndash Compendio in data 19012017

laquowwwmaranathaitraquo

Concilio vaticano II Costituzione dei verbum in data 05042017 e 14052017

laquowwwoldUnicaitraquo

L Bertoli La rivolta alla Cattolica diede il via al rsquo68 in data 15032017

laquowwwsantiebeatiitraquo

Informazioni biografiche su Padre Agostino Gemelli in data 02072017

laquowwwtreccaniitraquo

Informazioni biografiche su Padre Emilio Chiocchetti a cura di C Coen e Francesco

Olgiati a cura di L Pozzi in data 02072017

laquow2vaticanvaraquo

Benedetto XVI Udienza generale ldquoChe cosa egrave la federdquo 24 ottobre 2012 in data 04042017

Benedetto XVI Udienza generale ldquoLa ragionevolezza della fede in Diordquo 21 novembre 2012

in data 04042017

G Paolo II Enciclica ldquoFides et Ratiordquo 1998 Versione scaricata integralmente in

data 10122016

Papa Francesco Enciclica ldquoLumen fideirdquo 2013 in data 20062017

Page 4: Corso di Laurea In filosofia Tesi di Laurea

4

Prefazione

Nel volume di Emanuele Severino Il mio scontro con la Chiesa1 si trova la

documentazione epistolare delle vicende che dal 1961 al 1970 hanno condotto la Chiesa

Cattolica a dichiarare ufficialmente lrsquoopposizione tra il suo pensiero filosofico e il

Cristianesimo2 Inizialmente la Chiesa si espresse attraverso la Sacra Congregatio pro

Institutione Catholica3 (Sacra Congregazione per lrsquoeducazione cattolica che con lrsquoex

SantrsquoUffizio egrave una delle massime istituzioni dellrsquoorganizzazione teologico-educativa della

Chiesa) e in un secondo momento attraverso la Sacra Congregazione per la Dottrina della

Fede (lrsquoex SantrsquoUffizio)

Il cambiamento di sede per la discussione dellrsquointero problema fu la risposta positiva

alla richiesta dello stesso Severino preoccupato che la questione del rapporto tra il suo

pensiero e il Cristianesimo e dunque i motivi del dissenso non venissero confusi con altri

problemi e motivi come quelli politici che stavano alla base della contestazione partita proprio

in quegli anni dallrsquoUniversitagrave Cattolica4

1 Rizzoli Milano 2001

2 Emanuele Severino nato a Brescia il 26 febbraio 1929 fu docente presso lrsquoUniversitagrave Cattolica di Milano dallrsquoanno accademico 1954-1955 fino al 1970 prima come professore incaricato e poi come ordinario

3 Agli inizi del 1968 la Sacra Congregatio pro Institutione Catholica invitava monsignor Colombo a

prendere contatti con il prof Severino nel tentativo di condurlo a un chiarimento del suo pensiero che non

risultasse piugrave in contrasto con la dottrina della Chiesa Poicheacute il chiarimento richiesto aveva condotto a un esito

opposto il professor Lazzati rettore dellrsquoUniversitagrave Cattolica chiese a monsignor Colombo di sollecitare una

presa di posizione della Sacra Congregatio pro Institutione Catholica che rispose invitando Lazzati a prendere i

provvedimenti del caso e cioegrave immediatamente la sospensione dallrsquoincarico di Storia della filosofia

contemporanea che Severino teneva oltre al corso che svolgeva in qualitagrave di prof ordinario e in prospettiva la

revisione dellrsquointera sua posizione accademica presso lrsquoUniversitagrave Cattolica ossia il suo allontanamento da

questrsquoultima E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 14

4 Il sessantotto in Italia ebbe la sua scintilla iniziale allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave del Sacro Cuore di Milano a causa della decisione dellrsquoAteneo di aumentare le rette universitarie il 15 novembre 1967 gli studenti diedero

vita alla prima occupazione dellrsquoUniversitagrave La notte stessa il rettore Ezio Franceschini fece sgombrare

centocinquanta occupanti dalla polizia Dopo tre giorni 30000 studenti sfilarono per Milano fino

allrsquoarcivescovado e la protesta si diffuse in tutte le principali universitagrave del paese Il 21 marzo 1968 la Cattolica

venne nuovamente occupata e dopo essere stata sgomberata venne chiusa a tempo indeterminato Leader iniziale

della rivolta fu Mario Capanna studente di filosofia dellrsquoUniversitagrave Cattolica L Bertoli La rivolta alla Cattolica

diede il via al rsquo68 in URL oldUnicait consultato in data 15032017

5

Il 16 dicembre 1969 il cardinal Franjo Seper prefetto dellrsquoex SantrsquoUffizio spedigrave al

professor Severino i tre laquoVotiraquo dei periti incaricati dalla Sacra Congregazione di esaminare il

suo discorso filosofico (prof padre Cornelio Fabro prof padre GBLotz5 prof don E

Nicoletti6)

Padre Cornelio Fabro7 al termine del proprio Voto intitolato Sulla posizione filosofica

di E Severino conclude affermando

Prout verba sonante t eius philosophia exigit bencheacute il Severino non si dichiari espressamente

mai neacute ateo neacute anticristiano egli critica alla radice la concezione della trascendenza di Dio ed i

capisaldi del Cristianesimo come forse finora nessun ateismo ed eresia hanno mai fatto8

Durante gli anni di insegnamento alla Cattolica gli scritti maggiori pubblicati da

Severino furono La struttura originaria9 e Studi di filosofia della prassi

10

Anche se La struttura originaria conteneva il fondamento che poi si sarebbe sviluppato

negli scritti successivi la sua pubblicazione non incontrograve grandi difficoltagrave Maggiori furono

quelle incontrate con Studi di filosofia della prassi La seconda parte dellrsquoopera dal titolo

Implicazioni pragmatiche della veritagrave riguardava il problema della fede e quindi anche la fede

cristiana vista giagrave qui come contraddizione

5 Il laquoVotoraquo del prof padre GB Lotz SJ non aveva alcun carattere filosofico ma solo lrsquointento di stabilire

in modo sommario ed estrinseco la compatibilitagrave tra il discorso filosofico severiniano e la dottrina tradizionale

della Chiesa

6 Il laquoVotoraquo del prof don E Nicoletti aveva la forma della ldquodifesardquo rispetto ai primi due che assumevano la

forma dellrsquoldquoaccusardquo In seguito egli si portograve estremamente vicino al contenuto degli scritti di Severino e lasciograve la

veste talare

7 Padre Cornelio Fabro nato a Flumignano il 24 agosto 1911 presbitero teologo e filosofo membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesugrave Cristo ex definitore del SantrsquoUffizio fu professore

allrsquoUniversitagrave degli studi di Perugia e uno degli esponenti piugrave importanti del tomismo del Novecento Il suo

apporto piugrave profondo alla metafisica classica sulle orme di San Tommaso drsquoAquino egrave la distinzione tra essentia e

actus essendi

8 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag86

9 La Scuola editrice Brescia 1958 nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1980

10 Vita e pensiero Universitagrave cattolica 1962 seconda edizione Adelphi 1984

6

La fede egrave una delle modalitagrave dellrsquoessere in contraddizione e cioegrave nellrsquoerrore Ossia egrave il

trovarsi nella non-veritagrave egrave lrsquoassumere come veritagrave ciograve che non si presenta come veritagrave Al

tempo degli Studi perograve la fede (come ogni fede) egrave contraddizione e tuttavia agli occhi della

struttura originaria della veritagrave tale fede si presentava ancora come un problema Questo in

base al teorema che la fede in un asserto egrave sempre autocontraddizione tuttavia lrsquoasserto che egrave

contenuto della fede non egrave sempre autocontraddizione ma puograve essere qualcosa che non nega

neacute implica lrsquooriginario Quindi fino a Studi di filosofia della prassi crsquoegrave la persuasione che il

contenuto della fede cristiana (fides qua creditur) sia un insieme di asserti di questo tipo In

seguito a partire da Ritornare a Parmenide Poscritto11

sarebbe venuto in chiaro che la fede

cristiana egrave contraddizione non solo come fides qua creditur ma anche come fides quae

creditur ossia per il contenuto in cui si crede

11 lt La struttura originaria opera alla quale Severino si riporta di continuo come allrsquoesposizione basilare

del suo parmenidismo [] notevole per la sua mole e la ferrea struttura formale sembra non abbia destato

preoccupazione alcuna di ortodossia neacute allrsquouniversitagrave Cattolica di Milano neacute altrove La Redazione della Riv di

filosofia noescolmostra il suo dissenso ndash in forma piuttosto blanda mi sembra ndash solo allrsquoapparire di Ritornare a

Parmenide del 1964 la nota della redazione ammette anzi che lrsquolaquoarticoloraquo si riconnette ad una tradizione che ha i

suoi rappresentanti anche nella scolastica Con la tesi infatti che nellrsquoessere di ogni cosa per quanto diveniente e

caduca si manifesta immediatamente la presenza dellrsquoEssere divino Emanuele Severino continua ci sembra una

tradizione che ha esempi classici come per citarne uno il capitolo terzo dellrsquoItinerarium di San Bonaventura gt C

Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino prima edizione Quadrivium

Genova 1981 seconda edizione Opere Complete 2015 ndash Editrice del Verbo Incarnato (RM) pag70

I numeri successivi di laquoRivista di filosofia neoscolasticaraquo conterranno unrsquoampia discussione del saggio da parte di molti esponenti della cultura filosofica cattolica Nel numero V del 1965 venne pubblicato il Poscritto di Ritornare

a Parmenide che apparve con la seguente Nota lt Sebbene la risposta di Emanuele Severino accentui le

divergenze del suo pensiero dalla concezione filosofica alla quale si ispira questa Rivista pubblichiamo

ugualmente questo articolo persuasi che il dibattito di idee giovi alla conoscenza della veritagrave La fede nella veritagrave e

la fiducia che la possibilitagrave di esprimere liberamente il proprio pensiero aiuti a scoprirla egrave il vincolo fraterno che

oltre ogni pur radicale dissenso resta fra lrsquoAutore di questo articolo e gli altri redattori gt E Severino Il mio

scontro con la Chiesa cit pag 13

7

Unitamente alla lettera inviata al professor Severino il 2 luglio 1968 monsignor Carlo

Colombo presidente dellrsquoIstituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo Ente fondatore

dellrsquoUniversitagrave Cattolica e vescovo titolare di Vittoriana inviograve lrsquoallegato datato 21 marzo

1968 della Sacra Congregatio pro Istitutione Catholica firmato da Gabriel-Maria Card

Garrone e Giuseppe Schroffer segr

In tale lettera si auspicava ad una schietta e leale chiarificazione con il Professore a

seguito dellrsquoesame di alcuni suoi scritti (Ritornare a Parmenide Ritornare a Parmenide

Poscritto Il sentiero del giorno) data la loro marcata istanza immanentistica e per le

dissonanze che essi presentavano con la dottrina cattolica In un secondo allegato venivano

precisati tre punti i rilievi emersi dallrsquoesame degli scritti sopracitati 1- Il problema delle prove

dellrsquoesistenza di Dio come pseudoproblema 2- Inconcepibilitagrave e assurditagrave della laquocreatio ex

nihiloraquo 3- Impossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione12

Essi saranno il

contenuto del presente lavoro sviluppato quindi in tre parti riprendendo delle tematiche giagrave

presenti in Risposta ai critici e Risposta alla Chiesa13

e integrati da contenuti presenti negli

scritti successivi del prof Severino

La prima parte egrave riservata allrsquoalienazione del senso dellrsquoEssere alla dimenticanza della

veritagrave dellrsquoEssere che nel pensiero metafisico sorto per proteggere tale veritagrave rimane nellrsquo

inconscio e ne fa da sfondo

laquoEternoraquo come sinonimo di laquoEssereraquo eternitagrave che appartiene con veritagrave ad ogni

essente che nel suo manifestarsi non necessita di una dimostrazione ma di una

laquocomprensioneraquo La comprensione di un linguaggio che non parla la lingua del Sentiero della

Notte ma testimonia il Destino della veritagrave nel sentiero ancora intentato del Giorno che

conduce alla Gioia

12 Due anni dopo in data 12 febbraio 1970 verranno inviate al professor Severino le Osservazioni

conclusive con lrsquoElenco delle proposizioni riguardanti la dottrina filosofica del prof Severino formulato dalla S

congregazione per la Dottrina della Fede a conclusione dellrsquoesame condotto sugli scritti del filosofo

13 Testi rispettivamente del 1968 e 1970 contenuti in E Severino Essenza del nichilismo Adelphi

Milano 1995

8

La seconda parte si occupa della volontagrave di potenza come espressione del dominio

sullrsquoEnte dominio reso possibile solo nella laquopersuasioneraquo della libertagrave dellrsquoEnte che quindi egrave

libero da ogni legame che lo unisce al Tutto

La laquocreazione dal nullaraquo come assurda espressione del nichilismo in quanto creando un

mondo ndash e gli essenti del mondo ndash che sarebbe potuto non essere identifica di fatto lrsquoEssere al

Nulla ponendovi il divenir altro come cominciamento

Nello sguardo del destino lrsquoisolamento dellrsquoEnte e del Tutto dalla veritagrave dellrsquoEssere si

presenta come un tentativo fallito il tentativo di una laquovolontagrave che vuole lrsquoimpossibileraquo

La terza e ultima parte egrave dedicata alla trattazione della laquofederaquo come opposta alla

laquoveritagraveraquo in quanto la fede isola il contenuto creduto dal dubbio che lo circonda e nella

specificitagrave della fede cristiana in quanto laquoargomentoraquo laquoparolaraquo di ciograve che non laquosi mostraraquo di

ciograve di cui non si dagrave realtagrave

Il laquorapportoraquo tra fede e ragione nellrsquolaquoimpossibilitagraveraquo di una loro laquoarmoniaraquo decretata

dal mancato riconoscimento da parte della Chiesa di essere detentrice di una veritagrave di fede e

non di ragione

9

INTRODUZIONE

I - La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica

Un profondo osservatore come Cornelio Fabro poteva affermare circa quarantrsquoanni

orsono che il pensiero italiano nel contesto pluralistico delle filosofie contemporanee

sembrasse percorrere un proprio cammino nella fedeltagrave a quellrsquoevento che aveva caratterizzato

variamente ma costantemente il fondo della nostra cultura filosofica nella prima metagrave del

secolo il neo-idealismo specialmente nella forma dellrsquoattualismo gentiliano14

Se infatti

Benedetto Croce aveva dilagato soprattutto nellrsquoambito degli studi storici estetici letterari la

coscienza dei giovani assillati dallrsquoistanza teoretica si rivolse a Gentile

Se non che mentre Gentile poteva celebrare nella perenne presenza dellrsquoatto la veritagrave dellrsquoAssoluto onnicomprendente la coerenza spingeva i suoi accorti discepoli a denunziare fino in fondo la

sopravvivenza della contaminazione teologico-metafisica per portarsi su posizioni di rottura

radicale [] quale laquoil principio della scienzaraquo di Ugo Spirito15

Spirito fa il punto di partenza da una considerazione storica cioegrave dalla constatazione

che gli uomini di fatto hanno trovato un modo drsquointendersi al di lagrave di ogni religione e di ogni

filosofia cioegrave che di fatto il mondo ormai da tempo va unificandosi da oriente a occidente da

nord a sud e che la forza unificante non egrave data da un mito o da unrsquoideologia bensigrave dalla scienza

e dalla tecnica che diventano effettivamente lrsquounica valida piattaforma di consistenza e di

unificazione degli uomini Questo percheacute le laquoreligioni e le filosofie dividono la scienza

unisceraquo16

14 C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag 9

15 Ibidem

16 Ivi pag 1011

10

Ma proprio in quel periodo (1964-1965) Spirito veniva scavalcato nella reductio ad

nihilum o destructio philosophiae nientemeno che allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave Cattolica di

Milano da Emanuele Severino17

La piega attualistica continua Fabro se proprio non fu un vitium originis si rivelograve nella

UC almeno un trentennio prima dello s contro tra E Severino e la stessa Chiesa

nella tesi di laurea di G Bontadini18

[]dedicata appunto alla difesa della laquounitagrave dellrsquoesperienzaraquo

di qui fu facile il passo allrsquointerpretazione attualistica di Parmenide prima da parte del Bontadini e

poi senza remore del Severino il quale critica di certo anche lrsquoidealismo ma per quel tanto che ancora in esso rimane di affermazione dualistica

Fu un fatto secondo Padre Cornelio anche se puograve sorprendere che Bontadini

formatosi allrsquoUC la quale aveva pur fatto sua lrsquoesortazione della Aeterni Patris (1879) di Papa

Leone XIII rinnovata senza posa dai successori di un ritorno alla filosofia realistica della

tradizione greco-cristiana soprattutto secondo la rigorosa forma speculativa avuta da S

Tommaso mostri fin da principio una opzione decisa a favore dellrsquoimmanenza moderna e piugrave

precisamente per lrsquoattualismo di Gentile

17 lt Spirito e Severino stanno agli antipodi Spirito pensatore laico che rispetta la coscienza religiosa

indica nello sperimentare infinito della scienza il fondo del pensiero religioso ed il campo dellrsquounica veritagrave e

salvezza possibile Severino considera in blocco la scienza la filosofia il marxismo tutto il Cristianesimo storico

nella medesima area del nichilismo occidentale ossia la perdita radicale della veritagrave originaria chrsquoegrave lrsquoEssere uno e immutabile lagrave lrsquoesasperazione riflessiva della perdita del logo qui lrsquoesasperazione decisiva del ricupero del logo e

del non-logo gt Fabro sottolinea con tono di rimprovero ma direi soprattutto di rammarico come lt

Nellrsquoinfuriare della demitizzazione e nelle prospettive a getto continuo delle nuove ldquoteologie della morte di Diordquo

che percorrono in tutti i sensi la cristianitagrave post-conciliare doveva venire dallrsquoUniversitagrave Cattolica sorta per

difendere il pensiero ed i fondamenti della ortodossia cristiana lrsquoaffermazione radicale ndash ed a mio avviso non piugrave

superabile ndash del principio moderno della nientitagrave formale del cogito e alla demolizione ndash non piugrave ricuperabile ndash

della metafisica gt Ivi pag12

18 Gustavo Bontadini (Milano 27 marzo 1903-m1990) egrave stato un filosofo e accademico italiano

esponente di spicco del movimento neotomista (a parere di Severino laquoil maggiore pensatore cattolico dei nostri

tempiraquo Il mio scontro con la Chiesa pag6) Iscrittosi presso lrsquoUniversitagrave Cattolica quando essa aveva iniziato le

sue attivitagrave ma non era ancora riconosciuta dal Governo Italiano egli fu nel 1925 il terzo laureato assoluto dellrsquoAteneo presso il quale fu poi professore di filosofia teoretica dal 1951 al 1973 Fu maestro di Emanuele

Severino allrsquouniversitagrave di Pavia portandolo alla laurea nel 1951 con la tesi dal titolo Heidegger e la metafisica

Fabro ricorda come il miglior discepolo di Gentile quale Ugo Spirito affermava che lt Il Bontadini si puograve dire

oggi uno degli alunni piugrave genuini del Gentile e nel suo pensiero egrave piugrave presente lrsquoattualismo che non il

cattolicesimo gt inoltre Spirito attestograve ripetutamente a Fabro che Gentile considerava il Bontadini fra coloro che

meglio seguivano il suo pensiero C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E

Severino pag 139

11

Lrsquoorigine o forse la causa prossima che dir si voglia sembra da ricercare

nellrsquoinsegnamento del francescano P Emilio Chiocchetti19

studioso acuto ma alieno e

assolutamente impervio alle istanze della metafisica il quale pur criticando lrsquoidealismo aveva

prospettato la possibilitagrave di una simbiosi fra il realismo neoscolastico e il principio idealistico

Drsquo altra parte si puograve ammettere che lrsquoinsegnamento dellrsquoaltro pilastro del tomismo milanese

Mons F Olgiati20

il quale qualificava la filosofia moderna per laquofenomenismoraquo possa aver

stimolato al contrario la decantazione attualistica dellrsquoessere da parte di maestro e allievo

19 Emilio Chiocchetti nacque a Moena (Trento) il 20 settembre 1880 (m1951) nel 1903 ebbe

lrsquoordinazione sacerdotale Lrsquoincontro con la filosofia avvenne relativamente tardi quando fu mandato a Roma

presso il collegio internazionale di SAntonio La sua fatica piugrave importante fu la serie di articoli sulla filosofia di

Benedetto Croce del 1913-1914 la quale suscitograve notevoli e animate polemiche con lrsquoaccusa di idealismo

Chiocchetti riteneva non fosse possibile liquidare sommariamente tutte le conquiste della filosofia moderna

e che il necessario intervento per ristabilire la validitagrave del realismo tradizionale doveva avvenire per via di

dimostrazione e mai per principi astratti e decisi una volta per tutte La concretezza idealistica e quella realistica differiscono profondamente Nel volume sul Gentile La filosofia di Giovanni gentile si avverte subito

un tono diverso da quello usato per il Croce piugrave duro e intransigente e meno disposto a concessioni Lrsquoidealismo

attualistico viene opposto alla concezione cristiana in maniera netta Da Croce e da Gentile pensava Chiocchetti

dobbiamo imparare a vedere e cogliere la organicitagrave la metodicitagrave la modernitagrave e la concretezza storica del

sapere laquoIl Croce tratta e risolve problemi che anche la filosofia tradizionale considerava come immanenti il

Gentile invece risolve nel senso dellrsquoimmanenza problemi che la filosofia tradizionale risolve nel senso della

trascendenza Il Croce vede il mondo e si ferma ligrave il Gentile vede il mondo e lo afferma come Dioraquo Informazioni

raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura di Carlo Coen consultato in data 02072017

20 Francesco Olgiati nacque a Busto Arsizio in provincia di Varese il 1deg gennaio 1886 (m1962) nel

1908 nel Duomo di Milano fu ordinato sacerdote Nello stesso anno incontrograve Agostino Gemelli con lui e

Ludovico Necchi nel 1914 fondograve la rivista Vita e pensiero Dal 1922 fu membro del comitato permanente e del consiglio di amministrazione dellrsquoIstituto Giuseppe Toniolo (del quale divenne presidente dopo la morte di

Gemelli) ente finanziatore dellrsquoUniversitagrave Cattolica e dal 1924 ebbe un posto nel consiglio drsquoamministrazione

dellrsquouniversitagrave nella quale assunse subito lrsquoincarico dellrsquoinsegnamento di metafisica Filosofo neoscolastico

contro le dottrine di derivazione kantiana che pongono il primato della gnoseologia mons Olgiati sostiene il

primato della metafisica come scienza della realtagrave in quanto realtagrave Tiene una ferma presa di distanza

dallrsquoatteggiamento di ripulsa verso il pensiero moderno Informazioni raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura

di Lucia Pozzi consultato in data 02072017

12

II - La ricerca giovanile di Emanuele Severino

Nel periodo precedente la pubblicazione di Ritornare a Parmenide il pensiero di

Severino si svolse nellrsquoorizzonte di quel peculiare rinnovamento della metafisica che andava

proponendo il suo maestro Gustavo Bontadini e caratterizzato dallrsquoanalisi critica di alcuni

importanti filoni del pensiero contemporaneo21

Il magistero di Bontadini egrave rivelato dallrsquoattenzione di Severino verso la modalitagrave con

cui il filosofo milanese si era accostato prima nei confronti dellrsquoattualismo di Giovanni Gentile

e poi verso il successivo sviluppo in senso problematicistico operato da Ugo Spirito

La riforma operata da Gentile22

dellrsquoidealismo in attualismo non comportava soltanto il

venir meno del carattere assoluto della realtagrave in quanto considerata come presupposta al

pensiero ma esigeva pure che al concreto atto del pensare quale realtagrave autenticamente

spirituale non dovesse essere presupposto neppure lrsquoorganico sistema hegeliano delle categorie

logiche Solo cosigrave poteva essere portato al suo piugrave genuino compimento lrsquoidealismo introdotto

da Hegel e si sarebbe potuto affermare in modo radicale che la realtagrave assoluta non egrave lrsquoAtto puro

del quale parlava Aristotele inteso come lrsquoAtto giagrave perfettamente realizzato ma invece il

processo dialettico del Pensiero

21 Severino ricorda come lui e Bontadini a partire dal loro incontro allrsquouniversitagrave di Pavia dove il maestro era stato chiamato come professore straordinario di Filosofia teoretica si siano lt voluti sempre piugrave bene e

nonostante la distanza che andograve crescendo tra noi sul piano filosofico Bontadini pensava che lrsquoattualismo

gentiliano nel suo significato piugrave profondo avrebbe consentito di riproporre il discorso metafisico che negli ultimi

due secoli era stato sempre piugrave emarginato e soprattutto la metafisica classica Per Bontadini non si trattava di

rilevare la concordanza tra filosofia e cristianesimo guardando alla filosofia patristica e scolastica ma

valorizzando innanzitutto la riflessione greca sul senso dellrsquoessere Lrsquoattualismo sgombrava il terreno dal

ldquopresupposto naturalisticordquo che per secoli aveva concepito lrsquoessere come dimensione esistente indipendentemente

e al di lagrave del conoscere e che quindi non poteva che condurre (per usare lrsquoespressione kantiana) allrsquoimpossibilitagrave di

una metafisica come scienza - essendo rimasto alla metafisica il compito ineseguibile di andare al di lagrave del

conoscere per conoscere lrsquoessere Lrsquoidealismo e soprattutto quello gentiliano si era liberato di quel ldquopresuppostordquo

[] Non lo si percepigrave o non si comprese lrsquoimportanza della proposta di Bontadini percheacute era il tempo in cui in Italia incominciavano ad essere conosciute le filosofie straniere del Novecento ndash fenomenologia esistenzialismo

pragmatismo neopositivismo ndash e Gentile era stato fin troppo presente sulla scena culturale gt E Severino Il mio

ricordo degli eterni Rizzoli Milano 2011 pag 31-32

22 A proposito di Gentile Severino sostiene come si credesse spesso lt di poterlo liquidare dicendo che era

stato fascista che anzi durante il fascismo aveva avuto una posizione di primo piano Per capire opere come Teoria

generale dello Spirito come atto puro e ancor piugrave Sistema di logica come teoria del conoscere bisogna essere

addentro nelle cose filosofiche Per esempio conoscere Platone e Aristotele non meno di Kant e Hegel gt Ibidem

13

Ugo Spirito da parte sua aveva denunziato lrsquoesito contraddittorio inerente

allrsquoassolutezza che la dialettica veniva ad assumere nellrsquoattualismo di Gentile Ripristinando un

assoluto sia pure sui generis a suo parere la dottrina del maestro si rivelava anchrsquoessa una

forma di metafisica che era chiaramente in contraddizione con lrsquoassunto dialettico

fondamentale della dottrina Onde evitare il suddetto esito Spirito si orientograve pur con alcune

oscillazioni verso una forma di problematicismo situazionale riguardo allrsquoaffermazione o

meno di una realtagrave che trascendesse la dimensione che veniva a configurarsi nel processo

dialettico cosigrave come era affermato dallrsquoattualismo gentiliano

Il rapporto di Severino con la filosofia di Gentile fu articolato e si mosse seguendo un

duplice registro cogliere la presenza di un valore in seacute nella speculazione gentiliana e mostrare

la coerenza degli sviluppi attualistici allrsquointerno dellrsquoorizzonte nichilistico del pensiero

occidentale Due linee interpretative distinte ma convergenti

Per quanta riguarda il primo punto occorre distinguere due fasi che si succedono nel

tempo Nella prima fase della sua speculazione Severino guardograve allrsquoattualismo che si

proponeva quale essenzializzazione dellrsquoidealismo hegeliano come alla filosofia che

maggiormente si era impegnata nel toglimento del presupposto naturalistico tipico del

pensiero moderno inaugurato da Cartesio

Nella seconda fase a motivo della radicalitagrave con la quale Gentile assicurograve la serietagrave del

divenire dellrsquoessere lrsquoattualismo apparve agli occhi di Severino come lrsquoesatto capovolgimento

sul piano teoretico di quella filosofia della immutabilitagrave dellrsquoessere che egli era andato sempre

meglio valorizzando come espressione piugrave autentica della veritagrave

14

Dalla sua critica poi senza esitazione della determinazione attualistica dellrsquointero

Severino perverragrave alla conclusione che il superamento dellrsquoattualismo quale teoria del divenire

non egrave realizzabile lungo la via della mediazione metafisica ma soltanto negando la presunta

evidenza originaria del divenire dellrsquoessere vale a dire solo se lrsquoessere non vien posto come

diveniente

Per quanto riguarda Spirito Severino sostenne che esso non arrivograve a scorgere che

lrsquoimmutabile al quale egli tendeva fosse incompatibile con il divenire e che la sua critica

apparentemente radicale dellrsquoattualismo compigrave un passo indietro rispetto ad esso cosigrave come un

passo indietro fu compiuto da tutti coloro che sulla base dellrsquoattualismo ritennero di poter

giungere sia pure in modi diversi al Dio della teologia cristiana

Bontadini che pure comprendeva molto bene il significato preciso che le dottrine

dellrsquoattualismo e del problematicismo possedevano rispettivamente in Gentile e Spirito si era

risolutamente orientato a valorizzarle nella prospettiva di una efficace ripresa e di una valida

rigorizzazione della metafisica di trascendenza nella quale veniva data una risposta positiva al

problematicismo

Il giovane Severino seguigrave inizialmente il maestro fino ad affiancarglisi nella strategia

teoretica di fondo nondimeno si manifestograve subito un carattere piugrave personale nelle indagini

dellrsquoallievo rivelato dallrsquoinserimento in tale progetto ermeneutico teso a rivalutare la

metafisica classica nel contesto del pensiero contemporaneo anche della filosofia di Martin

Heidegger (Il risultato di tali ricerche severiniane egrave contenuto nei volumi Note sul

problematicismo italiano23

e Heiddeger e la metafisica24

)

23 E Severino Note sul problematicismo italiano Vannini Brescia1950

24 Id Heidegger e la metafisica prefazione di G Bontadini Vannini Brescia 1950 Lrsquoopera egrave stata

ripubblicata (Adelphi Milano 1994) senza la prefazione e con lrsquoaggiunta di altri testi severiniani posti in

Appendice

15

III - Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa

La discussione sullrsquoessere e lrsquoapparire tra Gustavo Bontadini ed Emanuele Severino egrave

durata piugrave di trentrsquoanni In essa e per essa i loro due linguaggi filosofici si sono andati

chiarendo sia pure in direzioni opposte25

Nella disputa i due grandi ambiti della discussione sono costituiti dalla determinazione

di ciograve che sia autenticamente il ldquodivenirerdquo che appare nellrsquoesperienza e dal valore che deve

essere riconosciuto al principio parmenideo che afferma lrsquoopposizione assoluta dellrsquoessere al

non essere

Il contrasto incominciograve con la pubblicazione di Ritornare a Parmenide nel quale viene

mostrata la necessitagrave che ogni essere sia eterno Ma questa necessitagrave si era giagrave mostrata nella

Struttura originaria e anzi ancor prima nel saggio del 1956 Aristotele e la metafisica classica

Sennoncheacute Ritornare a Parmenide tutto teso a mostrare lrsquoeternitagrave dellrsquoessente in quanto

essente non richiama e non sviluppa in alcun modo il tema del divenire dellrsquoesperienza come

lrsquoapparire e lo scomparire degli eterni Con lrsquoavvio della discussione con Bontadini quel tema ndash

e la connessa tesi che lrsquoesperienza non attesta che gli essenti escano dal nulla e vi ritornino ndash

saragrave al centro del Poscritto di Ritornare a Parmenide

Gli ldquoinconvenientirdquo che Bontadini riscontra nella posizione di Severino sono il

contrasto col consensus gentium (quello che una volta era portato tra le ldquoprove di Diordquo) la

Destruktion della storia della filosofia la frantumazione dellrsquoente e in particolare dellrsquouomo

Condividendo con Severino lrsquoassenso a Parmenide e ammettendo il divenire nel senso

nichilistico Bontadini dice di trovarsi preso da unrsquoantinomia lrsquoantinomia tra il responso del

logo e quello dellrsquoesperienza dal quale sente lrsquoobbligo di liberarsene

Egli ritiene di soddisfare a questrsquoobbligo con il teorema di Creazione lrsquoimmobile crea il

diveniente

25 Il breve saggio che contiene tale disputa egrave G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire ndash Una

disputa Morcelliana Brescia 2017

16

Alla contestazione di Severino che se lrsquoessere egrave immobile non si puograve piugrave tornare

indietro e pretendere che il divenire non sia piugrave assurdo quando egrave visto come creato e che se

Dio creasse il divenire creerebbe lrsquoassurdo Bontadini ritiene di dover laquoscagionare Dio da tanta

iatturaraquo26

La contraddittorietagrave che si deve togliere egrave data dalla presenza del negativo del non

Se egrave lasciato a seacute stesso il divenire presenta la sopraffazione del negativo sul positivo il

responso della fenomenologia

Lrsquointervento della metafisica cambia il verdetto dalla vittoria del nulla sullrsquoessere a

quella dellrsquoessere sul nulla Lrsquoannullatore non egrave piugrave il nulla ma lrsquoAtto creatore che egrave identico a

Dio perciograve eterno come Dio e pure positivum Il non ndash questo vuoto che affligge lrsquoessere ndash egrave

colmato compensato bilanciato dal positivo dellrsquoatto creatore il quale non egrave originariamente

diverso dalla realtagrave diveniente anzi potremmo dire sia laquoidentico a Dio nel modo di non

esserloraquo27

La contraddizione non crsquoegrave nel creato percheacute nel creato lagrave dove lrsquoesperienza ci

mostra la ferita della negativitagrave la ragione ci insegna che vige la potenza la positivitagrave del

Creatore (dellrsquoAtto creante che egrave atto puro)28

26 Ivi cit pag 23 27 Ivi cit pag 25

28 Lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete egrave dato dalla necessitagrave (corsivo mio) di sanare la

contraddizione inoculata dal non dal negativo Nella prospettiva della metafisica creazionistica lrsquoandare nel nulla

dellrsquoessere che risulta sul piano fenomenologico egrave risolto nel fare andare nel nulla che egrave in quanto fare un

positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico lt Sia che si tratti del porre o sia che si tratti del

togliere la concezione creazionistica risolve il negativo nel positivo e sopprime per ciograve stesso la contraddizione gt

Ivi cit pag 59

17

Severino da parte sua oltre a ricordare che padre Agostino Gemelli29

nella premessa

alla Metafisica classica e Aristotele aveva perfettamente colto che lrsquoeleatismo del suo scritto

non aveva nulla a che vedere col Principio di Parmenide di Bontadini sottolinea che lrsquoassurdo

nel divenire non egrave che lrsquoente non sia ma che sia il niente a render niente lrsquoente cioegrave che il

niente sia un positivo avente la forza di annullare lrsquoente

Lrsquoallievo quindi si sorprende che il maestro non avverta che nel suo discorso crsquoegrave

almeno lrsquoapparenza della strada che porta dal divenire allrsquoAnnullatore della strada invece che

porta dal divenire al Creatore non crsquoegrave nemmeno lrsquoapparenza

Allrsquoaffermazione di Bontadini che sia innegabile che almeno la presenza cioegrave

lrsquoapparire degli enti diviene nel senso dellrsquouscire e ritornare nel niente ( ciograve che lrsquoapparire egrave

chiamato a testimoniare egrave solo lrsquouscita del laquociograve cheraquo il venir meno del suo esser dentro

lrsquoesperienza) Severino pone allora il quesito questa laquoinnegabilitagraveraquo egrave dovuta a una

dimostrazione (che si fonderebbe sulla struttura originaria del sapere si fonderebbe sul logo) o

a una constatazione (cioegrave qualcosa di constatato che appare appunto nellrsquoesperienza)

29 Padre Agostino Gemelli al secolo Edoardo Gemelli nacque a Milano il 18 gennaio 1878 (m 1959)

religioso medico rettore e psicologo appartenente allrsquoordine francescano dei Frati Minori Proveniente da una

famiglia non praticante e anticlericale cresce in un ambiente agnostico comune alla borghesia dellrsquoepoca Durante

lrsquoanno di volontariato come soldato di sanitagrave frequenta Ludovico Nicchi e per suo tramite un giovane sacerdote

Giandomenico Pini Riprende pratica religiosa nellrsquoaprile 1903 e poco dopo matura la sua vocazione e la relativa

decisione di farsi frate francescano Edoardo diviene frarsquo Agostino Nel 1906 tiene una relazione al convegno

della Fuci dal titolo ldquoI progressi delle scienze biologiche innanzi al pensiero cattolicordquo dove pone con evidenza la

questione dei rapporti fra religione e scienza Si fa strada nella mente del giovane frate lrsquoidea che sia necessario

provvedere alla formazione di un pensiero cattolico moderno coerente con i tempi Nel 1909 fonda la ldquoRivista di filosofia neoscolasticardquo Le sue opere sono il frutto della convinzione profonda che il metodo empirico della

scienza e una fede solida possono arricchirsi a vicenda nella prospettiva di uno sviluppo autenticamente umano e

coerente con la grande tradizione della Chiesa Nel 1921 padre Gemelli ottiene lrsquoapprovazione di Benedetto XV

alla realizzazione dellrsquoUniversitagrave Cattolica del Sacro Cuore che inaugureragrave il 7 dicembre dello stesso anno nella

festivitagrave di SantrsquoAmbrogio con due facoltagrave Filosofia e Scienze sociali Padre Gemelli assume la carica di Rettore

che manterragrave fino alla morte Informazioni raccolte in URL laquowwwsantiebeatiitraquo (fonte riportata

laquowwwunicattitraquo) consultato in data 02072017

18

Il maestro risponde che lrsquoaffermazione del divenire ndash e dellrsquoannientamento ndash siano

opera non del solo logo neacute della sola esperienza ma di entrambi questi fattori della struttura

originaria egrave opera del logo che legge lrsquoesperienza e non puograve che leggerla nel modo suddetto

Lrsquoallievo rincalza facendo notare come sostenendo che lrsquoesistenza dellrsquoannientamento

dellrsquoapparire egrave affermata ad opera insieme dellrsquoesperienza e del logo considerati questi come

organi della Struttura originaria Bontadini tenti di far rientrare in tale struttura la

dimostrazione e il ragionamento errato di presupporre arbitrariamente che il venir meno sia

lrsquoandare nel nulla Inoltre se il logo originario egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come

puograve dire il maestro che il logo cooperi con lrsquoesperienza nellrsquoaffermare che qualcosa si

annienta Se il logo egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come puograve il logo leggere

nellrsquoesperienza lrsquoannientamento di qualcosa

Il maestro sentendosi ldquotirare per i capellirdquo afferma perentorio che

se qualcosa - un eterno ndash esce dallrsquoesperienza allora egrave venuto meno (= andato nel nulla) il suo

esser dentro (se infatti lrsquoesser dentro non fosse caduto allora lrsquoeterno non sarebbe andato fuori) Egrave naturalmente solo lrsquoessere di questo dentro che qui si afferma lrsquoesser venuto meno e non lrsquoessere

dellrsquoeterno che egrave andato fuori30

Agli occhi del discepolo il presupposto rimane il termine laquonon apparireraquo o

laquoscomparireraquo significa egrave inteso anche dal maestro come lo squagliarsi il dissolversi lo

spegnersi lrsquoannientamento dellrsquoapparire Invece lrsquoapparire empirico parziale egrave anche quando

esce dallrsquoapparire trascendentale (o anche egrave anche quando la sua appartenenza eterna al

contenuto dellrsquoapparire trascendentale non appare) Non si annienta neacute lrsquoente che esce

dallrsquoapparire trascendentale neacute il suo esser dentro tale apparire (ossia non si annienta nemmeno

il suo apparire che egrave apparire empirico parziale)

30 Lrsquoessere e lrsquoapparire - Una disputa pag 51 Bontadini in nota a ciograve continua sostenendo che se si

volesse sussumere che lrsquoeterno che egrave andato fuori (dallrsquoapparire) egrave eternamente dentro resta sempre che questo

esser dentro non appare (scompare) e cioegrave che si presenta sia pure ridotto al minimo un non un negativo

insopprimibile senza il quale non si avrebbe la struttura propria dello s-comparire

19

Ciograve che scompare egrave il finito non il trascendentale e il finito egrave sia lrsquoente che scompare

sia il suo apparire sia la relazione del finito col trascendentale (ossia della parte col tutto che

appare)

Una volta che Bontadini31

arriva a riconosce che lrsquoesperienza dello scomparire non egrave

lrsquoesperienza dellrsquoannientamento dellrsquoente che scompare gli rimane ancora da fare un passo

innanzi e riconoscere che anche lrsquoapparire dellrsquoente che scompare egrave un ente che scompare e che

quindi lrsquoesperienza del suo scomparire non egrave esperienza del suo annientamento

31 Il problema del divenire egrave posto e chiamato in causa per mettere a fuoco il senso e la portata

speculativa del principio di non contraddizione Il momentum metaphysicum del divenire egrave nella sua negativitagrave

ossia nel non avere nessuna positivitagrave poicheacute egrave proprio dellrsquoesperienza del divenire il suo continuo laquopassareraquo ad

altro che Bontadini indica con lrsquoespressione formale di laquovenir meno del datoraquo da cui scaturisce la

contraddittorietagrave del divenir che viene chiamata la laquogrande contraddizioneraquo (percheacute ogni altra contraddizione ne

sarebbe una specificazione) La spiegazione della contraddizione pura cioegrave che i molteplici casi di proposizioni in

cui il predicato egrave il termine contraddittorio del soggetto riguardano lrsquoessenza mentre la contraddizione pura

quella del divenire riguarda lrsquoesistenza (contraddizione che il maestro pensa di superare ad opera del Principio di Creazione) LrsquoAutore chiama questo procedere o meglio lo fa corrispondere allrsquoargomento ontologico percheacute

fondato super rationem entis et non entis In realtagrave secondo lrsquoumile avviso di Fabro si tratta di un salto dalla sfera

dellrsquoessenza a quella dellrsquoesistenza nella sfera dellrsquoessenza il divenire egrave contraddittorio e tale rimane nella sfera

dellrsquoesistenza lo sarebbe ma cessa di esserlo grazie alla mediazione del principio di creazione La creazione egrave un

laquoatto dellrsquoImmobile che suscita dal nulla la realtagrave divenienteraquo Il divenire come tale resta sempre nulla nulla di

essere Da questo nulla il divenire egrave liberato dallrsquoAtto creatore cosigrave che la realtagrave del creato egrave tutta insidente

secondo il rapporto stesso di creazione nellrsquoatto creatore tutta compresa in esso Bontadini si sforza di sfuggire

dalla risoluzione panenteistica si sforza di sfuggirle con il semantema del principio di creazione ove perograve non si

tratta di creazione come produzione dellrsquoente dal nulla ma come apparizione dellrsquoessere al nulla del divenire che

continua ad essere nulla in seacute percheacute egrave questa negativitagrave che fa fare il balzo verso lrsquoImmobile La contraddizione

fra il primo principio e la realtagrave constatata del movimento non si pone Di piugrave siffatta convinzione della realtagrave del movimento egrave garantita non a partire dallrsquoesperienza come fatto (dato) incontrovertibile che sta alla base

della riflessione ma dal ricorso alla mediazione dellrsquoesistenza di Dio Fabro precisa come mentre la posizione di

Severino rimanga chiara e divenga sempre piugrave chiara quella del maestro al contrario rimanga ambigua e diventi

sempre piugrave ambigua C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente pag 132-134138 139

20

PARTE PRIMA

LrsquoETERNO

LE PROVE DELLrsquoESISTENZA DI DIO COME PSEUDOPROBLEMA

laquoSi tratta certamente di uno pseudo problema non percheacute lrsquoaffermazione dellrsquoEssere

necessario sia impossibile tale affermazione egrave la stessa veritagrave originaria dellrsquoEssereraquo32

32 E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 40

21

CAPITOLO 1

LrsquoEssere Immutabile

22

I - Dare prova di Dio

Il coro del secondo canto intorno allrsquoara nelle Eumenidi di Eschilo dice che dalla

salute della mente proviene la felicitagrave che egrave cara a tutti e molto ricercata Dalla conoscenza

della veritagrave proviene la felicitagrave del mortale e della polis

Il rapporto tra veritagrave e felicitagrave egrave il tratto essenziale del pensiero greco Dalla filosofia

greca il cristianesimo attinge il significato stesso della parola veritagrave e il Dio della tradizione

cristiana egrave impensabile senza il concetto greco dellrsquoeterno (anche la certezza lrsquoindubitabilitagrave

sono categorie che il cristianesimo ha eredito dal pensiero greco)

Il paradiso cristiano egrave innanzitutto la vita felice nella veritagrave La veritagrave con cui lrsquouomo egrave

giagrave in rapporto nella vita presente si dispiega in modo compiuto nella vita futura Questo modo

di pensare si manifesta nel Proslogion di Anselmo di Aosta nel cosiddetto laquoargomento

ontologicoraquo

Anselmo lrsquoaveva intensamente ricercato un unico argomento che per mostrarsi

probante non avesse bisogno di nientrsquoaltro che di seacute stesso e che da solo fosse capace di

sostenere che Dio esiste veramente Un pensiero capace di mostrare da solo che lrsquoaffermazione

dellrsquoesistenza di Dio egrave veritagrave Da solo cioegrave senza farsi aiutare nemmeno dalla fede cristiana

Da vero filosofo Anselmo dice addirittura che anche se egli non volesse piugrave credere

nellrsquoesistenza di Dio trasgredendo cosigrave quanto gli impone la fede cristiana questo argomento

gli mostrerebbe egualmente lrsquoimpossibilitagrave di negare tale esistenza (si te esse nolim credere

non possim non intelligere ldquoanche se io non volessi credere che tu esisti non potrei non

intenderlordquo non potrei quindi evitare di saperlo con la mia sola ragione)

Lrsquoargomento non ha lo scopo di far nascere la fede Anselmo crede ha fede Ma la fede

non gli basta anche se egrave la fede stessa ad esigere un sapere superiore capace di laquoleggere

dentroraquo (intus) o laquotraraquo (inter) le pieghe delle cose un sapere che sia intel-ligere laquointendereraquo ndash

a differenza della fede che non laquolegge dentroraquo le cose ultime

23

ma le mostra laquoattraverso uno specchio e in enigmaraquo come dice lrsquoapostolo Lrsquoargomento ha bisogno solo di seacute non della fede ma la fede egrave il terreno in cui ci si deve inizialmente trovare proprio per

potersene staccare e sollevarsi al di sopra di esso laquoNon cerco infatti di intendere allo scopo di

credere ma credo allo scopo di intendereraquo (credo ut intelligam)33

Dio egrave presente a chi crede ma Anselmo che crede gli dice laquoIo cerco il tuo voltoraquo che

rimane ancora per lui laquoluce inaccessibileraquo Con lrsquoaudacia fervida del filosofo prega il Dio in

cui crede di fargli vedere la sua luce laquoanche da lontano o dal profondoraquo E lrsquoargomento unico e

potentissimo vera turris eburnea e janua coeli gli si fa incontro con laquocerta veritagrave e con vera

certezzaraquo34

Lrsquoarcivescovo di Canterbury si esprime cosigrave

Volgendo spesso e con impegno il mio pensiero a questo problema a volte mi sembrava di poter

ormai afferrare ciograve che cercavo altre volte invece sfuggiva completamente al mio pensiero fincheacute finalmente disperando di poterlo trovare volli smettere di ricercare qualcosa che era impossibile

trovare Ma quando volli scacciare da me quel pensiero percheacute occupando la mia mente non mi

distogliesse da altri problemi dai quali potevo ricavare qualche profitto allora cominciograve a

presentarsi con sempre maggior importunitagrave [] ma povero me uno dei poveri figli di Eva lontani da Dio che cosa ho cominciato a fare e a che cosa sono riuscito A che cosa tendevo e a che cosa

sono giunto A che cosa aspiravo e di che sospiro [] o Signore tu non solo sei ciograve di cui non si

puograve pensare nulla di piugrave grande (non solum es quo maius cogitari nequit) ma sei piugrave grande di tutto ciograve che si possa pensare (quidam maius quam cogitari possit) [] Se tu non fossi tale si

potrebbe pensare qualcosa piugrave grande di te ma questo egrave impossibilerdquo35

Solo nella vita futura del paradiso la fame saragrave saziata Ma il gaudio in cui entreranno i

beati non saragrave piugrave la semplice fede ma la laquopiena conoscenzaraquo (notitia plena) di Dio che si

manifesteragrave ai loro occhi in tutta la sua ricchezza ora inaccessibile ma con quella stessa veritagrave

con la quale qui sulla terra laquolrsquounico argomentoraquo ha mostrato lrsquoesistenza di Dio

33 E Severino Pensieri sul cristianesimo pag 256-258

34 Ibidem

35 Proemio e nn 1 15 PL 158 223 224 226 235

24

E i beati avranno la ldquovera sicurezzardquo ndash (vera sicuritas) ndash che la loro felicitagrave non verragrave

mai meno (numquam et nullatenus) Godranno tanto quanto ameranno e ameranno tanto

quanto conosceranno

Ma sentendo lrsquoargomento donandogli attenzione bisogna diffidare dalla delusione che

le cose grandi producono nellrsquoascolto affrettato e distratto Dice che Dio egrave laquociograve di cui non si

puograve pensare nulla di maggioreraquo ma se Dio esistesse solo nella nostra mente e non in realtagrave lo

si potrebbe pensare anche reale ma in questo modo avremmo pensato qualcosa di maggiore di

ciograve di cui non si puograve pensare nulla di maggiore Dunque Dio non esiste solo nella nostra mente

Se con la parola ldquoDiordquo si intende il Tutto ciograve che lascia fuori di seacute soltanto il niente

ossia non lascia fuori di seacute niente lrsquoargomento egrave inconfutabile ma in realtagrave non afferma altro

che lrsquoesistenza del Tutto ossia di ciograve che include tutte le cose e che non puograve essere quella parte

del Tutto che egrave il Tutto in quanto esistente soltanto ldquonella menterdquo Anselmo crede invece di

aver dimostrato lrsquoesistenza di ldquoDiordquo ossia di ciograve che differisce da tutte le cose finite divenienti

del mondo

Aristotele aveva presentato lrsquoaffermazione dellrsquoatto puro come risultato di un arduo

processo dimostrativo basato sul principio dellrsquoomne quod movetur ab alio movetur la cui

fondazione egrave esplicita nei libri settimo e ottavo della Fisica Tale fondazione egrave analizzata con

estrema aderenza al testo aristotelico da S Tommaso nel capitolo XIII della Summa contra

gentes Propriamente la fondazione egrave triplice ossia nel testo aristotelico sono rintracciabili piugrave

modi di fondazione di quel principio Nel primo fra i vari modi si sviluppa una prova per

assurdo mostrando la contraddizione che si produce negando il principio in questione

Senoncheacute la prova36

presuppone senzrsquoaltro che se lrsquoente in movimento non egrave mosso da

altro egrave mosso da seacute medesimo mentre egrave appunto questo che si tratta di provare La seconda

prova37

per inductionem egrave la piugrave debole ed egrave superfluo ogni commento

36 Aristotele Fisica Rusconi Libri Milano 1995 Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L

Ruggiu241b

37 Ivi 254b

25

La terza prova38

egrave la piugrave impegnativa e diventeragrave il fulcro della ldquoprima via tomisticardquo

Ma egrave chiaro che anche qui si presuppone ciograve che si deve dimostrare che ciograve che egrave in

movimento egrave mosso

38 Scrive Tommaso nella Summa theologiae laquoLa prima via egrave la piugrave evidente egrave quella che parte dal mutamento []Ora tutto ciograve che muta egrave mosso da altri poicheacute una cosa non muta se non egrave in potenza ciograve a cui

termina mutamento muove invece in quanto egrave in atto Muovere infatti vuol dire dedurre dalla potenza allrsquoattoraquo Il

moto egrave analizzato in quanto passaggio dalla potenza allrsquoatto passaggio che non puograve essere effettuato da ciograve che si

muove percheacute se si muove vuol dire che egrave mosso ed egrave mosso da un altro da chi cioegrave egrave in atto e quindi egrave capace di

operare il passaggio dalla potenza allrsquoatto laquoTutto ciograve che egrave mutevole e defettibile deve essere ricondotto a un

principio immutabile e necessarioraquo

G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985 pag 385

26

II - La realtagrave di Dio e lrsquoIdeale della ragione

Nellrsquoetagrave moderna la causa egrave posta nel sistema ipotetico delle anticipazioni

matematiche la realtagrave viene a coincidere con la certezza soggettiva (nellrsquoetagrave moderna a

dispetto di quella antica che vede lrsquoaffermazione immediata di certezza e veritagrave39

si assiste

allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione di veritagrave e certezza la prima come determinazione oggettiva

la seconda soggettiva) che determina le modalitagrave dellrsquoapparire in base alle ipotesi anticipate

La filosofia moderna egrave preceduta da una vigorosa ripresa dello scetticismo tradizionale

ma soprattutto dallrsquoaffacciarsi di una nuova forma di pensiero che normalmente ci si rifiuta di

qualificare come scetticismo e che tuttavia sviluppa una delle critiche piugrave radicali rivolte

allrsquoepisteacuteme greca la scienza moderna

Come la fede cristiana si propone in alternativa alla ragione greca di essere la luce

autentica che illumina il senso della vita dellrsquouomo cosigrave la scienza moderno propone un nuovo

concetto di ragione Essa non piugrave lrsquoaristotelica theorigravea40

39 Dicendo che la filosofia antica egrave affermazione di tale immediata identitagrave di certezza e veritagrave non si

intende sostenere che ogni forma della filosofia antica sia affermazione di tale identitagrave ma che lrsquoatteggiamento

predominante del pensiero antico e medioevale egrave caratterizzato da questa affermazione Le eccezioni notevoli

sono la sofistica lo scetticismo e tutte le forme di cristianesimo che hanno riconosciuto unicamente alla fede

negandola alla ragione la capacitagrave di cogliere il senso ultimo dellrsquoesistenza dellrsquouomo

40 lt Stupirsi egrave possibile solo di fronte allrsquoincomprensione del sorprendente Per superare questa

incomprensione lrsquouomo incomincia a riflettere La riflessione su quanto stupisce egrave puro theoregravein egrave desiderio di

vedere (theagraveomai) di comprendere percheacute qualcosa in generale sia e sia cosigrave come si manifesta Questo vedere

che indaga sollecitato dallo stupore egrave il vedere tipico della filosofia in quanto epistegraveme theoretikegrave il suo theoregravein egrave senza scopo prescinde da qualsiasi intenzione egrave puro amore dellrsquointendimento [] La scienza non vive lo

stupore teoretico il suo pensiero egrave disincantato il suo intento egrave di ricondurre ogni cosa alla sua causa in modo che

ogni evento non stupisca ma si lasci in qualche modo prevedere come qualsiasi effetto in presenza della causa []

il concetto greco di theorigravea ha continuato a vivere nel concetto cristiano di contemplatio ma limitatamente alla

conoscenza di Dio Il mondo non egrave da contemplare ma da utilizzare che si attenesse esclusivamente al mondo

(contentus mundi) perderebbe di vista Dio (non cognoscit Deum) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il

tramonto dellrsquoOccidenterdquo EST il Saggiatore Milano 1996 pag4142

27

ma un sapere operativo e pratico41

Per i fondatori della scienza la scienza della natura era la via verso Dio Copernico

Keplero Galileo Newton erano convinti che Dio avesse concepito il mondo matematicamente

e che quindi leggendo il libro della natura in analogia con la Bibbia si potesse conoscere

Dio42

Bacone43

criticando fortemente le teorie platonico-aristoteliche in quanto sterili

speculazioni fini a seacute stesse dovute allo sforzo presuntuoso dei due filosofi di trarre la

conoscenza della natura delle cose dalla propria mente (deduzione) invece di cercarla nel libro

della natura (induzione) aveva auspicato a rileggere con umiltagrave e con una certa riverenza il

libro del creato

41 Dire che la scienza si attiene solo ai dati di fatto significa semplicemente che la scienza considera reale

solo ciograve che si dagrave nelle modalitagrave attese da quel fare operativo che egrave proprio delle ipotesi Come laquoteoria del realeraquo

la scienza non contempla il reale ma controlla se il reale osserva le ipotesi anticipate se il reale corrisponde al

trattamento a cui egrave stato sottoposto dalle ipotesi Lrsquoesperimento si differenzia dalla semplice osservazione percheacute

non si limita a considerare il comportamento delle cose ma verifica la loro rispondenza alle ipotesi che

matematicamente sono state su di esse anticipate Lrsquoesperimento egrave il rendiconto della ragione ciograve in cui si verifica

la validitagrave delle sue anticipazioni razionali e lrsquoempirismo che lo esprime si presenta come quella ricerca che

assume la ragione come misura del proprio incedere Nellrsquoesecuzione dellrsquoesperimento la ragione indica la

direzione e pone le condizioni sotto le quali qualcosa deve essere esperito per cui ciograve che si osserva non egrave la cosa

nel suo libero offrirsi ma la cosa nel suo corrispondere allrsquoipotesi che la ragione ha anticipatamente formulato di

essa lt La scienza prescinde cioegrave sia dalla metafisica sia da ogni rivelazione soprannaturale Anche la fisica aristotelica egrave considerazione della natura ma ciograve che tale fisica afferma della natura non egrave ottenuto prescindendo

metodicamente dalla relazione della natura con la totalitagrave dellrsquoente Questo non significa che la scienza moderna

neghi lrsquoesistenza di ogni realtagrave non naturale si limita a prescinderne gt E Severino La filosofia moderna Rizzoli

Milano 1984 pag27

42 lt Ma nella coscienza popolare quando Copernico e i suoi successori persuasero il mondo che siamo

noi che ruotiamo mentre le stelle non si curano della nostra terra quando apparve inoltre che la nostra terra egrave

piccola a paragone di molti dei pianeti e che questi sono piccoli rispetto al sole quando il calcolo e il telescopio

rivelarono la vastitagrave del sistema solare della nostra galassia e finalmente dellrsquouniverso delle innumerevoli

galassie divenne sempre piugrave difficile credere che un rifugio cosigrave remoto ndash come sembrava la terra ndash potesse avere

lrsquoimportanza che ci si sarebbe potuti attendere dalla dimora dellrsquouomo se lrsquouomo avesse avuto il significato

assegnatogli nella teologia tradizionale gt B Russel Religion and Science Prefazione G Giorello Traduzione di P Vittorelli Scienza e religione TEA Milano 2014 pag19

43 Lrsquoidea di progresso egrave riconducibile alla lt critica baconiana alla filosofia antica in quanto

contemplazione sterile e infeconda incapace di elevarsi allrsquooperativismo attuoso che migliorando le condizioni di

vita consente un effettivoprogresso dellrsquoumanitagrave alla stessa idea si riconduce il primato dellrsquoinduzione che in

Bacone non egrave il primato di un metodo ma di una mentalitagrave la mentalitagrave che alla sistemazione delle veritagrave giagrave

trovate (deduzione) preferisce la scoperta di nuove veritagrave (induzione) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il

tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 66

28

Per Cartesio44

il cogito ha nellrsquoesistenza di Dio il suo fondamento In ognuno di noi crsquoegrave

unrsquoidea di sostanza infinita eterna immutabile indipendente onnisciente onnipotente e

creatrice di tutte le altre cose Dio La realtagrave oggettiva di questa idea egrave un effetto che implica

dunque lrsquoesistenza di una realtagrave che contenga realmente la quantitagrave che egrave contenuta

oggettivamente in tale idea Lrsquo idea di Dio implica necessariamente che oltre alla realtagrave in cui

io consisto esiste realmente la sostanza infinita Non solo ma la possibilitagrave che la realtagrave in seacute

mi sia assolutamente ostile e mi inganni anche in ciograve che mi appare piugrave evidente la possibilitagrave

dunque di un Dio onnipotente ingannatore sussiste sole nella misura in cui ignoro che la realtagrave

perfetta di Dio esiste45

Se tale Realtagrave esiste essa non puograve ingannarmi ndash percheacute lrsquoinganno egrave

sintomo di impotenza e imperfezione ndash ma mi svela la natura dellrsquouniverso extramentale

Lrsquoargomento con il quale Cartesio dimostra lrsquoesistenza di Dio sia pure articolato nel

contesto specifico del suo pensiero egrave sostanzialmente riconducibile allrsquoargomento ontologico

di Anselmo drsquoAosta

44 La radicalitagrave della critica cartesiana avvolge tanto la filosofia tradizionale quanto la scienza moderna

appena nata e persino le scienze matematiche lt Non si comprende quindi il senso della nascita della filosofia

moderna ci si ferma cioegrave alla facciata della casa quando si continua a ripetere che nellrsquoetagrave moderna la filosofia

presa da ammirazione o da invidia per i successi della nuova scienza ne abbia voluto adottare il metodo Cartesio

intende cosigrave poco lasciare che la nuova scienza condizioni il pensiero filosofico che anzi mette in questione

perfino la veritagrave della conoscenza matematica cioegrave dello strumento che per Galilei ha la capacitagrave di cogliere la

struttura della realtagrave naturale esterna e indipendente dalla nostra mente gt E Severino La filosofia moderna

pag51 Con Cartesio la filosofia moderna si addossa il compito di ricominciare da capo la costruzione dellrsquoepisteacuteme in

modo che essa possa porsi nuovamente al di sopra di quella scienza che egrave riuscita a pregiudicare lrsquoequilibrio della

forma tradizionale del pensiero filosofico

45 La prima veritagrave per Cartesio egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza dellrsquoio pensante cioegrave della res cogitans

lt Ma Cartesio a differenza della filosofia premoderna mette in questione lrsquoesistenza dellrsquoente esterno allrsquoio

pensante e applica il principio di causalitagrave esclusivamente a quellrsquoente che egrave la realtagrave contenuta e manifesta nel

pensiero gt Ivi pag71

29

Ed egrave appunto da tale argomento che incomincia la filosofia di Spinoza lrsquoEnte

sommamente perfetto non puograve avere le proprietagrave che il pensiero cristiano attribuisce a Dio laquoDi

nessuna cosa possiamo essere certi quanto dellrsquoesistenza dellrsquoEnte assolutamente infinito e cioegrave

perfetto che egrave Dioraquo46

percheacute la sua essenza implica necessariamente lrsquoesistenza e pertanto

toglie ogni motivo di dubitare della sua esistenza47

Quindi possiamo notare come le due

qualitagrave fondamentali della ldquovera e certa scienzardquo cartesiana ndash lrsquoindubitabilitagrave dellrsquoio e

lrsquoindubitabilitagrave di Dio ndash diventano un tuttrsquouno In ciograve che Spinoza chiama ldquoscienza intuitivardquo

ciograve di cui siamo piugrave certi egrave lrsquoesistenza di Dio Dio egrave il contenuto immediato del nostro pensiero

Spinoza indica con il termine ldquoSostanzardquo lrsquoEnte assolutamente perfetto e infinito la cui essenza

implica necessariamente lrsquoesistenza ossia non puograve essere concepito se non come esistente La

Sostanza esiste in seacute stessa non in virtugrave di una realtagrave precedente ed egrave la stessa totalitagrave

dellrsquoente che non lascia fuori di seacute nulla

46 B de Spinoza Etica Universale Bollati Boringhieri Torino1992 Proposizione 11 Scolio pag14

47 lt Forse tuttavia molti non potranno constatare facilmente lrsquoevidenza di questa dimostrazione per

essersi assuefatti a contemplare solo quelle cose che procedono da cause esterne e da quelle cose che sono

prodotte rapidamente cioegrave che facilmente esistono vedono anche che rapidamente periscono e giudicano al

contrario come cose piugrave difficili a farsi cioegrave non tanto facili a esistere quelle a cui concepiscono appartenere piugrave

cose [] io qui non parlo delle cose che sono prodotte dalle cause esterne bensigrave delle sole sostanze che non

possono essere prodotte da nessuna causa esterna gt Ibidem

30

Tutto ciograve che egrave egrave in Dio e tutto ciograve che egrave non puograve essere concepito senza Dio Dio non

egrave il mistero lrsquoineffabile il trascendente il soprannaturale ma egrave la stessa veritagrave originaria48

Per Leibniz egrave una veritagrave originaria la ldquoveritagrave di ragionerdquo che nellrsquoargomento

ontologico egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza di Dio Esso egrave la ragion sufficiente delle ldquoveritagrave di

fattordquo la monade suprema la Sostanza perfetta e infinita che contiene in seacute tutta la realtagrave

possibile e che mantiene allrsquointerno del proprio dominio tutto ciograve che creando essa rende da

possibile reale

Ad Anselmo ma anche a Tommaso Cartesio Spinoza Leibniz Immanuel Kant

avrebbe risposto allrsquointerno della Critica della Ragion Pura49

Dio egrave un ideale della ragione

Il suo oggetto egrave lrsquoente originario (ens originarium) in quanto non ha nulla sopra di seacute

prende il nome di ente supremo (ens summum) e in quanto tutto come condizionato sta al di

sotto di tale ente questrsquoultimo si chiama lrsquoente di tutti gli enti (ens entium)50

48 Agli occhi di Spinoza laquoil modo in cui Cartesio intende Dio e il rapporto tra Dio e lrsquouomo egrave ancora

troppo gravato da un antropomorfismoraquo e ad esso il filosofo rivolge una critica intransigente a tutte le forme presenti nella Bibbia che alterano il concetto di Dio lt che pregiudica la purezza della razionalitagrave del reale [] il

ldquoDio veracerdquo di Cartesio mantiene ancora quel carattere di ldquoDio ingannatorerdquo dal quale Cartesio crede di essersi

definitivamente liberato[] la separazione reale tra Dio e lrsquouomo rende estrinseca la presenza della razionalitagrave

nella conoscenza umana e quindi pregiudica la possibilitagrave dellrsquoaccordo tra conoscenza e realtagrave esterna In Cartesio

lrsquoio egrave res cogitans e la realtagrave res extensa Dio egrave il nesso il mediatore lrsquoelemento unificatore tra lrsquoio e il mondo

corporeo [] Per Spinoza invece Dio stesso egrave res cogitans e insieme res extensa Il pensiero e lrsquoestensione la

cui concordanza deve essere fondata sono due attributi diversi in cui si esprime la stessa Essenza assoluta della

Sostanza gt E Severino La filosofia moderna pag 99

49 Parte II Dialettica trascendentale libro II- Capitolo III- Sez II Mi riferisco alla I edizione Gli Adelphi

Introduzione traduzione e note di G Colli Milano 1995 50 Ivi pag 608

lt Il cammino naturale della ragione si svolge con tale processo innanzitutto essa si convince dellrsquoesistenza di un

essere necessario (lsquoingannatarsquo dal concetto di casualitagrave operante nella nostra conoscenza a priori dei fenomeni) e a

tale ente riconosce poi unrsquoesistenza incondizionata Essa cerca in seguito il concetto di ciograve che egrave indipendente da

ogni condizione e lo trova in ciograve che egrave esso stesso la condizione sufficiente di tutto il resto ossia in ciograve che

contiene ogni realtagrave Il tutto senza limiti peraltro egrave veritagrave assoluta e porta con seacute il concetto di un ente unico cioegrave

dellrsquoente supremo e la ragione conclude dunque che lrsquoente supremo in quanto fondamento originario di tutte le

cose esiste in modo assolutamente necessario gt Ivi cit pag 614-615

31

Tre prove afferma Kant sono possibili per dimostrare lrsquoesistenza di Dio in base alla

ragione speculativa una fisico-teologica una seconda cosmologica e la terza la prova madre

alla quale le atre due ritornano dopo un tentativo di esserne indipendenti nella loro

dimostrazione quella ontologica Ma nessuna strada neacute quella empirica neacute quella

trascendentale potranno condurre alla dimostrazione di Dio La ragione ha formato un concetto

a priori di una cosa ed ha creduto di poter dedurre da ciograve con sicurezza che in quanto

allrsquooggetto di questo concetto tocca necessariamente lrsquoesistenza

Questo perograve non toglie lrsquoimportanza e la grandezza a tale ideale51

Non quindi la persona di Cristo ma lrsquoidea Christi egrave il fulcro della concezione kantiana

di Cristo unrsquoidea che ciascuno porta in seacute come lrsquoideale piugrave alto vero e proprio laquoDio con noiraquo

Ma la lsquorivoluzione copernicanarsquo operata dal filosofo tedesco sta nellrsquoammissione che il

sapere universale e necessario (lrsquoepisteacuteme) e quindi a priori richieda che non sia piugrave la

conoscenza umana a regolarsi sulla natura degli oggetti ma allrsquoopposto che siano gli oggetti a

regolarsi sulla natura della conoscenza umana

51 Allrsquointerno dei laquoLavori preparatoriraquo a La religione entro i limiti della semplice ragione il filosofo

scrive lt Quando mi viene posto di fronte che un essere che egrave in possesso della piugrave alta felicitagrave si sottomette alla

piugrave profonda miseria per far partecipare delle creature meritevoli di castigo a questa felicitagrave io mi sento portare alla piugrave grande venerazione e riconoscenza a suo riguardo Ma non appena credo che ciograve sia per me un guadagno

che mi autorizza a non soddisfare io stesso alla eterna giustizia ricado nella bassezza dellrsquoasservimento Quando

perograve la ragione mi dice che questo essere deve servirmi in effetti come esempio per elevarmi allo stesso suo livello

di moralitagrave e che io devo trovare in me la disposizione a divenire come egli egrave ciograve talmente sollevante per lrsquoanima

che tutta la debolezza della mia natura scompare tanto da esser in grado di entusiasmarmi per tale idea Questo

Dio in noi egrave quello di fronte a cui si piega ogni ginocchio sulla terra gt Lavori presenti in Scritti di filosofia della

religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989 pag 87-124

32

Kant afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave della conoscenza del noumeno della cosa

in seacute Afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave di una metafisica come scienza

la ragione vede solo ciograve che essa produce col suo proprio disegno e che deve forzare la natura a

rispondere alle sue domande e non lasciarsi guidare da essa con le sue redini [] deve comportarsi

non come scolaro che si lascia dire tutto ciograve che piace al maestro ma come giudice che costringe i testimoni a rispondere alle domande che egli ha loro rivolto

52

Lrsquoidea dellrsquoessere assolutamente incondizionato lrsquoidea trascendentale di Dio

appartiene allrsquoessenza della ragione umana e drsquoaltra parte la ragione non puograve stabilire alcuncheacute

intorno alle cose in seacute stesse e non puograve quindi trasformare in una cosa in seacute il contenuto di

quellrsquoidea Essa ha perograve la funzione fondamentale di impedire che qualsiasi contenuto

dellrsquoesperienza venga considerato come lrsquoincondizionato

La natura egrave un insieme di condizioni che per quanto a fondo si possa andare nella loro

conoscenza hanno sempre al di lagrave di seacute lrsquoincondizionato e dallrsquoaltro proibisce di considerare

lrsquoincondizionato come cosa in seacute

Egrave certamente contraddittorio negare in un giudizio analitico che il predicato non

convenga al soggetto ma non egrave contraddittorio negare lrsquoesistenza del soggetto insieme a tutti i

suoi predicati

52 Critica della ragion pura pag 18-19

33

Come giagrave aveva rilevato Hume53

non vi egrave alcuna cosa tale che la negazione della sua esistenza

implichi contraddizione Il rapporto causale non egrave contenuto dellrsquoesperienza

Questrsquoultima egrave in grado di attestare solo un rapporto di successione tra due fenomeni

non un rapporto di dipendenza necessaria Gli enunciati causali sono solo il frutto di quella

credenza che nasce in presenza del ripetersi costante della successione empiricamente attestata

Lrsquoordine causale dellrsquouniverso altro non egrave se non il riflesso dellrsquoordine temporale della nostra

esperienza

53 Lrsquoatteggiamento di pensiero inaugurato da Locke giunge alla sua espressione piugrave rigorosa in David

Hume ossia nellrsquoempirismo radicale Se il fondamento di tutti i ragionamenti intorno alla realtagrave egrave il principio di

causalitagrave e se tale principio deve avere il suo fondamento nellrsquoesperienza e quindi egrave soltanto una congettura priva

di necessitagrave e universalitagrave appare chiaro come la ragione possa avere come contenuto reale solo quello che per Cartesio era il punto di partenza della ragione ossia il contenuto immediato della mente lrsquoindubitabilitagrave delle

nostre percezioni Ogni credenza metafisica egrave priva di valore razionale E anche ogni conoscenza scientifica Con

lrsquoavvertenza che la scienza a differenza della metafisica ha una utilitagrave pratica che la rende indispensabile lt

Hume mostra che come la mente non possiede alcuna idea di ldquocausardquo ldquoeffettordquo ldquoconnessione necessariardquo

ldquoforzardquo ldquopotererdquo e che queste parole sono completamente sprovviste di senso altrettanto accade per ciograve che viene

chiamato ldquosostanzardquo []soltanto una parola sprovvista di senso (appunto percheacute non riconducibile allrsquoesperienza)

gt E Severino La filosofia moderna cit pag 143

34

III - La logica esposizione di Dio e la sua morte

Lrsquoidealismo supereragrave lrsquoopposizione di certezza e veritagrave essa saragrave lrsquoaffermazione

mediata dellrsquoidentitagrave di veritagrave e certezza54

Il fenomeno cioegrave la realtagrave che appare allrsquointerno

della coscienza epistemica non egrave piugrave qualcosa di semplicemente soggettivo ma egrave la stessa

realtagrave in seacute stessa che appare e lrsquoapparire egrave inteso come pensiero o atto nel quale soltanto ogni

cosa puograve esistere

LrsquoAssoluto non esiste altrove che in questo mondo ossia nella realtagrave dellrsquoesperienza

nella realtagrave che egrave il contenuto del pensiero

In Hegel lrsquoEssenza assoluta egrave il senso il significato del Tutto sigrave che ogni cosa che

esiste egrave una forma di rispecchiamento e di individuazione dellrsquoEssenza assoluta Nelle Lezioni

Hegel afferma che

Questa apparizione di Dio nella carne avviene in un determinato tempo e in un individuo Poicheacute

essa egrave apparizione passa e diviene storia Questo modo sensibile deve scomparire ed elevarsi nellrsquoambito della rappresentazione La formazione della comunitagrave ha come suo contenuto che la

forma sensibile trapassa in un elemento spirituale

54 lt Altro egrave riconoscere immediatamente la veritagrave in ciograve che sta davanti altro egrave rendersi consapevoli che

ciograve in cui si pone la veritagrave egrave questo mondo esterno Questo egrave ciograve che compie la filosofia tradizionale [] In questa

prima fase della coscienza non crsquoegrave posto per il dubbio che pone la dicotomia tra certezza e veritagrave Questa

dicotomia egrave costituita dalla filosofia moderna [] Lrsquoidealismo segna la riunificazione dei due termini Identitagrave

dunque daccapo di certezza e veritagrave ma non piugrave nel senso che la veritagrave sia intesa come svincolabile dalla certezza ma nel senso che essendo i due termini identici proprio per questo si implicano necessariamente lrsquoun

lrsquoaltro []Noi diciamo che lrsquoidealismo consente di guardare la filosofia greca con occhi ben diversi da quelli di un

fenomenista o di un gnoseologista Dal punto di vista del momento antitetico si deve certo dire che la filosofia

greca egrave un realismo ingenuo ma questa squalifica viene condotta dal punto di vista di una coscienza che egrave essa

stessa dialettizzabile dialettizzata da un piano superiore di coscienza che egrave appunto quella sintetica quella

idealistica che non vede piugrave nellrsquoatteggiamento realistico la negazione della veritagrave ma piuttosto la veritagrave che

ancora non sa il proprio valore gt Id Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010 cit pag 98-99

35

E ancora

Con ciograve egrave espressa la coscienza che lrsquouomo il finito ciograve che egrave fragile la debolezza il negativo

sono pure un momento divino che tutto ciograve egrave in Dio e che la finitezza la negativitagrave lrsquoalteritagrave non

sono fuori di Dio e che lrsquoalteritagrave non egrave un ostacolo per lrsquounitagrave con Dio E lrsquoalteritagrave il negativo egrave conosciuto come momento della stessa natura divina Qui egrave contenuta la piugrave alta idea dello Spirito

[hellip] La veritagrave cui gli uomini sono giunti per mezzo di questa storia quello di cui essi sono divenuti

coscienti in tutta questa storia egrave che lrsquoidea di Dio egrave divenuta per essi una certezza che lrsquouomo ha raggiunto la certezza della sua unitagrave con Dio

55

Ossia la sua veritagrave

La logica egrave il regno della ragione questo regno egrave la veritagrave come essa egrave in seacute e per seacute

senza velo Questo contenuto egrave la esposizione di Dio comrsquoegli egrave nella sua eterna essenza prima

della creazione della natura e di uno spirito finito

La filosofia di Hegel egrave la piugrave alta forma raggiunta dal sapere incontrovertibile56

della

filosofia greca e un ritorno ad essa lrsquouniverso proviene dallrsquoAssoluto e ad esso ritorna con la

differenza che la circolaritagrave dellrsquoidealismo non riguarda piugrave il movimento fondamentale della

realtagrave esterna al pensiero ma il movimento fondamentale di quellrsquounica realtagrave che egrave il pensiero

stesso Lrsquoassoluto non tollera oltre a seacute unrsquoaltra realtagrave percheacute unrsquoaltra realtagrave oltre lrsquoassoluto

sarebbe una realtagrave limitante lrsquoassoluto e quindi questo come realtagrave limitata non sarebbe piugrave

lrsquoassoluto La produzione dellrsquoessere diventa lrsquoautoproduzione del pensiero che pone il proprio

contenuto come totalitagrave dellrsquoessere

55 GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll Zanichelli Bologna 1974

56 Dopo Hegel contro questa gigantesca e grandiosa volontagrave di veritagrave che anima lrsquoepisteacuteme si sono

rivolte tutte le forze che dominano la moderna civiltagrave occidentale il cristianesimo che non intende lasciare alla

filosofia lrsquoultima parola sul senso del mondo lrsquoeconomia borghese alla quale la filosofia non serve per

lrsquoincremento indefinito della produzione e del profitto la scienza moderna che invece consente la costruzione

degli strumenti che non solo promuovono lrsquoespansione economica ma ormai il dominio dellrsquouniverso ma

anche lo stesso pensiero filosofico

36

Lrsquoidealismo pone lrsquoequazione tra uomo e Dio percheacute il mondo dellrsquoal di lagrave cioegrave il

mondo di una realtagrave indipendente ed esterna rispetto al pensare egrave lrsquoassurdo Lrsquoatto di pensare egrave

la coscienza che lrsquoassoluto ha di seacute stesso la coscienza umana egrave la stessa coscienza che Dio ha

di seacute medesimo che la realtagrave assoluta ha di seacute medesima57

In conformitagrave al criticismo kantiano per il quale ogni spiegazione razionale degli eventi

egrave applicabile esclusivamente allrsquointerno dellrsquoesperienza per Schopenhauer la Volontagrave come

cosa in seacute esistente al di lagrave dei fenomeni sta al di lagrave anche di ogni spiegazione razionale non

ha senso chiedersi percheacute esista da dove venga dove vada Inoltre la filosofia non puograve

divenire teologia e considerare il Nulla (relativo) come lrsquoassoluta divina positivitagrave58

57 lt Hegel infatti disancora lrsquoessenza ontologica dellrsquouomo il suo originario rapportarsi allrsquoessere dalla

sua finitezza in cui vede un impedimento allrsquoincondizionato spiegamento dellrsquoattivitagrave pensante ed eliminando la

cosa in seacute risolve lrsquoessere nellrsquoenunciazione sistematica della totalitagrave degli enti ad opera della coscienza In questo

modo Hegel porta a compimento nella sua ragione assoluta quello che era lrsquointento nascosto della ragione

moderna a partire da Cartesio fare dellrsquouomo la misura di tutte le cose e dellrsquoessere nientrsquoaltro che lrsquoesplicitazione

della sua coscienza gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag106

58 Nel pensiero di Schopenhauer lt rimane lrsquoambiguitagrave del modo in cui viene inteso lrsquoessere se lrsquoessere egrave

la stoffa la materia per cosigrave dire del Tutto e se la Volontagrave egrave ldquolrsquointimo essere del Tuttordquo allora al di fuori della

Volontagrave crsquoegrave solo il niente assoluto e lrsquoascesi ndash che dovrebbe liberare dal terrore per il niente assoluto che corrode la vita ndash sarebbe il piugrave radicale sprofondarsi nel niente assoluto e non avrebbe piugrave senso parlare di una salvezza

dal niente e dalla Volontagrave di vivere [] la tematica del Nulla inteso come la salvezza ripropone il quadro della

teologia negativa (dalla teologia cioegrave che si rapporta al Divino non attribuendogli qualcosa ma liberandolo da

tutte le qualifiche inevitabilmente mondane con cui lo si vorrebbe definire) Non egrave un caso che nel pensiero di

Nietzsche la critica radicale di ogni teologia e di ogni metafisica si unisca allrsquoespulsione di due concetti tipici della

filosofia di Schopenhauer il concetto dellrsquoorrore per la volontagrave di vita e il concetto del Nulla come termine

dellrsquoascesi gt E Severino La filosofia contemporanea Rizzoli Milano 2000 pag 34

37

Il mondo egrave una mia rappresentazione ecco una veritagrave valida per ogni essere vivente e

pensante [] egli sa con chiara certezza di non conoscere neacute il sole neacute la terra ma soltanto

un occhio che vede un sole e una mano che sente il contatto drsquouna terra egli sa che il

mondo circostante non esiste se non come rappresentazione cioegrave sempre e soltanto in

relazione con un altro essere con il percipiente con lui medesimo59

La rappresentazione egrave il mascheramento razionale della volontagrave Ciograve che appare come

ragionevole egrave semplicemente volontaristico

La ragione egrave inganno percheacute fa apparire come ordine deliberatamente conquistato ciograve

che egrave semplicemente espressione di unrsquoinsopprimibile volontagrave di vita

La rappresentazione del mondo regolata dal principio di ragion sufficiente dellrsquoessere

del conoscere del divenire e dellrsquoagire che tutto coordina secondo necessitagrave egrave fenomeno nel

senso di apparenza illusione sogno il noumeno la vera realtagrave che si nasconde dietro il sogno

e lrsquoillusione egrave la volontagrave che irriducibile alla ragione si sottrae ad ogni necessitagrave sia logica sia

fisica sia matematica anzi della ragione si serve come della propria maschera

Il trionfo della ragione elaborato dalla filosofia hegeliana trova il suo rigoroso

ridimensionamento nel pensiero di Nietzsche60

che riconduce la mediazione razionale e la

sintesi dialettica tra gli ideali non reali Ogni sintesi logica operata dalla ragione nel tentativo

di comporre i fenomeni in determinate categorie egrave volontagrave di potenza che vuole la riduzione

degli enti nello schema prestabilito

Cogliere nella volontagrave di potenza lrsquoessenza di quanto finora era chiamato razionale

significa liquidare lrsquoidea di una sostanza del mondo e quella del suo Soggetto creatore da cui

dedurre la catena causale

59 Arthur Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di G

Brianese La Nuova Italia Editrice Scandicci (Firenze) 1998 pag 15

60 Allievo dellrsquoeducatore Schopenhauer Cfr F Nietzsche Schopenhauer come educatore trad italiana di

M Montinari in Opere di Friedrich Nietzsche vol III Adelphi Milano 1982

38

Il ldquosuperuomordquo61

supera lrsquouniversalitagrave ideale dellrsquouomo espressa scientificamente dalla

coscienza in generale ed esistenzialmente dalla prepotenza della ragione

Il superuomo non egrave oltre lrsquouomo percheacute piugrave universale ma esattamente allrsquoopposto il

superuomo supera appunto laquolrsquoastratta universalitagrave dellrsquouomo e la sua prepotenza mediante

lrsquoesercizio di quella volontagrave di potenza che gli consente di desituarsi da quella situazione di

impotenza in cui egrave ridotto dalla prepotenza dallrsquoidea astrattaraquo62

La soggettivitagrave ha preso il posto dellrsquoessere le cose sono in quanto appaiono al

soggetto il loro essere si risolve nel valore che a loro compete in quanto valutate dalla visione

che ordina allinea pone e dispone laquoSotto lrsquoapparente disinteresse della ragione che procede

more mathematico Nietzsche scopre quella volontagrave di potenza che anima la metafisica

soggettivistica dellrsquoOccidente dal tempo dellrsquoidegravea al tempo della scienzaraquo63

Dio non egrave per nulla causa ma semplicemente effetto della volontagrave di potenza che

protesa al dominio dellrsquoente ha costruito Dio e i valori che lungi dallrsquoessere degli

incondizionati sono condizioni percheacute la volontagrave possa volere seacute stessa

La proclamazione della morte di Dio significa che Dio egrave morto percheacute non viveva da seacute

ma in quanto era semplicemente voluto dalla volontagrave di potenza

Heidegger afferma come laquodi fronte a questo Dio lrsquouomo non puograve pregare non puograve

nemmeno presentargli offerte Di fronte al Dio causa sui lrsquouomo non puograve cadere in ginocchio

per reverenza e nemmeno cantare e danzare Il pensiero senza Dio che deve sacrificare il Dio

della filosofia egrave forse piugrave vicino al Dio divinoraquo64

61 lt Allrsquoente supremo della metafisica dellrsquoOccidente Nietzsche sostituisce il supremo gioco dellrsquoessere

in cui gli enti non sono causati ma compaiono per caso ossia ac-cadono (casum) senza lasciarsi pre-vedere o pre-

comprendere da alcuna ragione gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 219

62 Ivi pag195

63 Ivi pag197

64 Martin Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N Curcio

Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009 pag 70

39

La ldquomorte di Diordquo egrave la morte della ldquoveritagrave unica e incontrovertibilerdquo alla quale sono

state tolte le vesti dellrsquoimmutabilitagrave65

Egrave la morte inevitabile perentoria ineludibile inevitabile della veritagrave necessaria del

suo carattere incontrovertibile Il tramonto degli immutabili egrave insieme lrsquoavvento e la

dominazione della civiltagrave della tecnica66

E la tecnica scientifica che afferma Russell la

scienza ha contribuito a promuovere pur differenziandosene67

laquohellipincoraggia lrsquoabbandono

della ricerca della veritagrave assoluta e la sostituzione di quella che puograve essere definita una veritagrave

ldquotecnicardquo che appartiene a qualunque teoria possa venire applicata utilmente nelle invenzioni o

nella previsione del futuroraquo68

Quindi il carattere assoluto del sapere viene ldquoconcessordquo solo alle veritagrave di fede e solo

per questo la scienza riesce a dominare la natura abbandonando il tentativo della metafisica di

porsi come sapere incontrovertibile

65 lt Zarathustra insegna soltanto che i creatori sono gli uomini non Dio Se Dio esistesse lrsquouomo non

potrebbe crearehellipLrsquouomo puograve ora concretamente accingersi alla creazione del superuomo La biologia e la

cibernetica si muovono appunto in questa direzione gt E Severino Essenza del nichilismo pag 149h

66 lt Leopardi egrave il primo pensatore dellrsquoetagrave della tecnica e insieme egrave il pensatore del compimento di questa

etagrave Non solo pensa per la prima volta in modo esplicito allrsquoinizio dellrsquoetagrave della tecnica che la veritagrave non puograve

essere il rimedio del dolore ma pensa la condizione dellrsquouomo quale dovragrave apparire al compimento del tentativo

di porre la scienza e la tecnica come rimedio al dolore gt Id Il nulla e la poesia Alla fine dellrsquoetagrave della tecnica

Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2004 pag14 lt Mostrando lrsquoinevitabilitagrave del tramonto della tradizione

occidentale Leopardi mostra dunque che il contenuto della veritagrave egrave lrsquoannientamento e lrsquoannientabilitagrave di ogni cosa

e che quindi la veritagrave non egrave il rimedio ma allrsquoopposto la radice dellrsquoangosci Il rimedio per chi ha paura egrave la dimenticanza della veritagrave ndash sempre meno realizzabile nel tempo della ragione e della tecnica gt Id Cosa arcana e

stupenda Lrsquooccidente e Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2006 pag 8

67 B Russell Scienza e religione pag 177-178

68 E ancora lt Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica percheacute pretende di incarnare una

veritagrave eterna e assolutamente certa mentre la scienza egrave sempre sperimentale pronta ad ammettere presto o tardi la

necessitagrave di mutamenti alle sue attuali teorie e consapevole che il suo metodo egrave logicamente incapace di portare a

una dimostrazione completa e definitiva gt Ivi pag 12-13

40

Pur di riuscire nella trasformazione del mondo la scienza accetta e sopporta che il

proprio sapere sia ipotetico la metafisica purcheacute il proprio conoscere non fosse ipotetico

accettava e sopportava di essere una pura contemplazione della realtagrave

Alla domanda su che cosa significhi ldquonichilismordquo Nietzsche rispose laquoChe i valori

supremi perdono ogni valoreraquo69

Accostandosi al problema dellrsquoessenza del nichilismo Heidegger riconosce a Nietzsche

di avere intravisto alcuni tratti del nichilismo ma di averli spiegati nichilisticamente di aver

compreso e denunciato il nichilismo dellrsquoOccidente ma di non averlo oltrepassato e di aver

infine portato a compimento il nichilismo indicando nella volontagrave di potenza il vero

fondamento dei valori di Platone Per Heidegger superare veramente il nichilismo egrave possibile

solo addentrandosi profondamente in esso sigrave da poterne cogliere la vera essenza che risiede

nellrsquooblio dellrsquoessere Quindi non basta distruggere le Idee platoniche ma occorre distruggere

anche quella volontagrave di potenza come ultima espressione di quella metafisica dellrsquoOccidente

che pretende di far valere lrsquoente senza lrsquoessere

69 F Nietzsche Opere di Friedrich Nietzsche vol VIII 2 pag 12

Lrsquoessenza del nichilismo egrave per Nietzsche nel fatto che a partire da Platone lrsquoessere egrave decaduto a valore e il valore per quanto sollevato al rango ideale dl sovrasensibile si egrave rivelato incapace di salvare lrsquoessere dellrsquoente di

qui il nichilismo da intendersi come il venir meno dei supremi valori a cui lrsquoOccidente da Platone in poi si era

affidato Il nichilismo egrave dunque strettamente legato alla morte di Dio lt Infatti se Dio egrave morto se cioegrave il mondo

sovrasensibile delle idee ha perduto ogni forza vincolante lrsquouomo viene a trovarsi ldquosenza meta senza percheacuterdquo in

quanto il ldquomondo stellatordquo che da duemila anni reggeva lrsquouniverso ontico si egrave spento[] Il nichilismo tuttavia non

egrave sinonimo di decadenza percheacute a decadere non egrave la vita ma solo una lunga e veneranda tradizione dietro cui la

vita si era nascosta gt U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 232

41

Crsquo egrave nichilismo quando lrsquoente egrave considerato come il tutto siccheacute dellrsquoessere ne egrave nulla

laquoNella dimenticanza dellrsquoessere promuovere solo lrsquoente questo egrave nichilismoraquo70

La distruzione dellrsquoepisteacuteme operata dalla filosofia contemporanea non puograve essere

intesa come un semplice errare dovuto allrsquointelletto umano ma come ciograve che segue

inesorabilmente e completa con coerenza quellrsquounico atteggiamento di fondo che soggiace

allrsquointera storia71

del pensiero occidentale quel nichilismo presente nellrsquoinconscio del mortale

che pensa lrsquoessere come niente e che non vede la dimenticanza del senso originario dellrsquoessere

70 Martin Heidegger Introduzione alla metafisica presentazione di G Vattimo Ugo Mursia Editore

Milano 2014 pag 155

Severino sottolinea che Heidegger non ritrattograve mai lrsquoaffermazione che il proprio pensiero non pregiudica neacute in

senso positivo neacute in senso negativo la soluzione dei grandi problemi metafisici ndash i problemi dellrsquoesistenza di Dio e

dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima Sotto tale aspetto la posizione heideggeriana deve essere avvicinata al

problematicismo situazionale di Ugo Spirito Lrsquoessere heideggeriano egrave quel vuoto che consente allrsquoente di divenire

nel senso tradizionale e che perciograve stando alla logica immanente al pensiero che afferma un tale divenire non puograve non escludere lrsquoaffermazione di Dio Per Heidegger lrsquoessere non ha ldquopotenzardquo sugli enti ma li lascia essere e

tuttavia quel che lrsquoessere heideggeriano lascia essere egrave il divenire dellrsquoente inteso al modo della tradizione greco-

occidentale come un uscire dal niente per ritornarvi E Severino Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e

destino Rizzoli Milano 2008 pag160 e sgg

La questione per Severino quindi egrave come si puograve ritenere autenticamente possibile lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza

di Dio quando si consente effettivamente al divenire ontologico degli enti e si mette da parte esplicitamente il

sapere su Dio Severino non fraintende affatto il significato del ldquoNullardquo heideggeriano ma si chiede che cosa sia

questo EssereNulla che Heidegger tiene a differenziare nettamente dallrsquoEssere della ontoteologia La risposta che

ne trae egrave che in ultima analisi lrsquoEssere per Heidegger egrave soltanto lo ldquospazio vuotordquo per il divenire ontologico degli

enti

71 Hegel ha richiamato lrsquoattenzione in maniera potentissima sul carattere organico della storia e quindi anche della storia della filosofia La differenza tra un organismo e un semplice aggregato di elementi consiste

nella coessenzialitagrave delle parti dellrsquoorganismo e nella reciproca inessenzialitagrave delle parti del semplice aggregato

Ciograve significa che ogni filosofia storicamente realizzatasi non egrave qualcosa di accidentale o di inessenziale rispetto

alla totalitagrave storica bensigrave un momento indispensabile senza cui sarebbe impensabile la stessa totalitagrave storica La

storia della filosofia non egrave il casuale giustapporsi di opinioni ma lo sviluppo di un germe che giunge al proprio

compimento attraverso lrsquoesplicazione delleforze essenziali che lo costituiscono Id Istituzioni di filosofia pag 7

Non si puograve comprendere il pensiero contemporaneo senza legarlo indissolubilmente allrsquoorigine del pensiero greco

42

Gli eterni inevitabilmente distrutti dalla coerenza della volontagrave di potenza sono gli eterni che su tale

volontagrave si fondano Questa distruzione egrave inevitabile non percheacute sia inevitabile lrsquoannientamento costituita da essa ma percheacute egrave inevitabile che ponendo come evidenza originaria la libertagrave

dellrsquoente si neghi lrsquoesistenza di ciograve che viene riconosciuto come negazione di tale libertagrave

Lrsquoinevitabilitagrave della distruzione egrave una categoria che appartiene alla logica dellrsquoOccidente in quanto pervenuta al suo compimento Vi puograve pervenire solo quando veda nella civiltagrave della tecnica la

forma piugrave rigorosa dellrsquoontologia greca Ma non percheacute come crede Heidegger la

programmazione tecnologica sia il perfezionamento del tipo di dominio costituito dagli immutabili

della tradizione occidentale ma percheacute nella civiltagrave della tecnica si esprime compiutamente la volontagrave di dominio che si fonda sulla volontagrave che lrsquoente sia la libertagrave tra lrsquoessere e il niente La

ldquodifferenza ontologicardquo di Heidegger egrave la stessa libertagrave dellrsquoente72

La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico

Questo egrave il pensiero di Emanuele Severino

Se per Heidegger il nichilismo risiede nellrsquooblio dellrsquoessere che avvenne quando

Platone sottrasse lrsquoente allrsquoessere per affidarlo ad altro ente per Severino Platone non egrave

responsabile tanto dellrsquooblio dellrsquoessere quanto del suo annullamento avvenuto in occasione

dellrsquoaffermazione del mondo E come Nietzsche resta catturato dal nichilismo dellrsquoOccidente

che pure per primo in termini chiari aveva denunciato cosigrave Heidegger annuncia come veritagrave

dellrsquoessere ciograve che in realtagrave egrave il compimento della sua negazione

Per Severino il tentativo di assicurazione dellrsquoente in cui si esprime lrsquoopera della

volontagrave di potenza egrave fondato sullrsquoaccettazione originaria della separazione assoluta dellrsquoente

dallrsquoessere

72 Id Destino della necessitagrave pag 41

43

CAPITOLO SECONDO

Alle origini del pensiero e del nichilismo dellrsquoOccidente

44

I - La metafisica come sapere incontrovertibile

Lrsquointera esperienza cristiana si costituisce in relazione al thagraveuma da cui nasce la

filosofia

La filosofia nasce dalla meraviglia ma anche Cristo nasce dalla meraviglia

La parola greca thagraveuma che traduciamo con meraviglia indica anche lo stupore

attonito di fronte a ciograve che egrave strano imprevedibile orrendo mostruoso Indica lo smarrimento

angosciato che si prova dinanzi allrsquoenigma e al terrificante

Nel mito73

alle origini del pensiero la costruzione di un senso divino ed ordinato del

mondo che governa e definisce lrsquoesistenza permette allrsquouomo di sentirsi protetto Lrsquoesistere egrave

raccolto allrsquointerno di una spiegazione unitaria che predispone unrsquointerpretazione stabile del

Tutto attendendo preparato da essa lrsquoirrompere imprevedibile degli eventi Egrave infatti

lrsquoimprevedibilitagrave che genera il terrore

73 La parola mythos che viene tradotta con ldquomitordquo accentuando nella traduzione il carattere fabulatorio

del mytheiacuten Inizialmente mito non significa laquofavolaraquo laquoinvenzione arbitrariaraquo laquoleggenda inverosimileraquo

laquoracconto fantasticoraquo bensigrave laquoparola veraraquo laquonotizia vera di ciograve che egrave realeraquo ed egrave realmente accaduto tanto piugrave

vero quanto piugrave sta allrsquoorigine dei tempi e dunque eterno sacro divino lt Il passaggio dal mythos al logos non egrave il

passaggio dalla favola alla veritagrave egrave invece il passaggio alla testimonianza della veritagrave [] il mythos egrave lrsquoessere nella

veritagrave il logos egrave il sapere la veritagrave che si ha allora il mythos egrave un lasciare esposte le cose cosigrave come sono come

appaiono il logos egrave la coscienza che la veritagrave devrsquoessere appunto un lasciare esposte le cose cosigrave come esse sono

[] il passaggio dal mythos al logos il passaggio dal prefilosofico al filosofico non egrave quindi il passaggio a una cosa nuova bensigrave il passaggio alla testimonianza di ciograve che giagrave si egrave e giagrave egrave dinanzi[] Allora non crsquoegrave un passaggio

dalla favola alla veritagrave bensigrave passaggio dalla veritagrave in seacute la veritagrave che egrave ma che non sa di essere non possiede

ancora il proprio significato alla testimonianza della veritagrave alla consapevolezza che il discorso valido devrsquoessere

appunto lasciar le cose come sono alla consapevolezza che un discorso valido non puograve essere un poieiacuten []Il

mythos si realizza cosigrave come una contraddizione tra il lasciar essere le cose e lrsquoimposizione ldquopoeticardquo fa violenza

sulle cose Il logos invece egrave veritagrave ossia un lasciar essere ciograve che si impone ciograve che si annunzia o si manifesta

con autoritagrave gt E Severino Istituzioni di filosofia pag112-113

45

E quando lrsquouomo non si accontenta piugrave della produzione creazione poesia volontagrave

mitiche che le cose stiano in un certo modo di un atteggiamento sognante solo allora il

popolo greco volendo uscire dal sogno volendo cioegrave che il rimedio contro la morte e il dolore

non sia appunto il contenuto di un sogno ma sia qualche cosa che non possa essere smentito

vada cercando una veritagrave incontrovertibile

Questa volontagrave di uscire dal sogno questa volontagrave di guardare la veritagrave delle cose egrave la

filosofia E se essa sta ad indicare la volontagrave di portare alla luce il sapheacutes ciograve che di per seacute

stesso egrave chiaro e incontrovertibile allora con essa lrsquouomo vivragrave la veritagrave Veritagrave che nella

parola greca aleacutetheia74

che alla lettera significa ldquodisvelamentordquo accompagnata come valore

significativo alla parola episteacuteme75

traduciamo come la capacitagrave di imporsi sulle forze

pratiche mentali istintive che vorrebbero scuotere e abbattere ciograve che sta 76

74 lt La parola egrave costituita dallrsquoalfa privativo e dal termine λήθη (leacutethe) che vuol dire nascondimento

Λαvθάvω (lanthaacuteno) significa rimango nascosto occulto (velato celato) Allora se traduciamo aleacutetheia con

veritas perdiamo il senso autentico di questo termine percheacute aleacutetheia vuol dire non-nascondimento ossia

disvelamento E allora alegravetheia egrave anche mythos percheacute anchrsquoesso egrave un lasciar esposte le cose come sono ma

appunto egrave solo un lasciarle esposte Il logos egrave un riconoscere che la veritagrave devrsquoessere un lasciarle esposte gt Ivi

pag 115

75 lt rsquoEπιστήμη non egrave ὕβρις Yβρις egrave la tracotanza o prepotenza di ciograve che vuol farsi valere oltre la

propria potenza mentre episteacuteme egrave la potenza o la fermezza del dire attuale che si impone su ogni altro discorso

[hellip] la veritagrave dellrsquoessere appare sia nella δόξα che nellrsquoεπιστήμη ma solo questrsquoultima sa portarla alla luce e farla valere la δόξα non si cura del proprio carico prezioso ma di altre cose e tutto ciograve che dice puograve essere

contraddetto Quando la δόξα presume dire lrsquoincontrovertibile egrave ὕβρις gt Id Essenza del nichilismo pag157

76 lt Eschilo ci dice che se si deve cacciare dalla mente con veritagrave il dolore che rende folli allora egrave

necessario rivolgersi a Zeus ma Zeus non egrave il divino del mito (esso egrave lrsquoetere lrsquoacqua il fuoco e tutto ciograve che sta al

di lagrave di queste cose) ma quel divino che non sottostagrave allrsquoimprevedibilitagrave degli eventi gt Id lsquoI presocratici e la

nascita della filosofiarsquo collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il

quotidiano lsquoLa Repubblicarsquo

46

Steme egrave un costrutto linguistico che si forma sul verbo higravestasthai laquostareraquo laquoimporsiraquo

Epi-steacuteme significa epi-higravestasthai cioegrave stare laquosuraquo (epigrave) imporsi su ogni divenire laquosuraquo ogni

tempo e laquosuraquo ogni evento significa essere la Legge suprema a cui tutto deve adeguarsi e a cui

nulla puograve sfuggire

La veritagrave egrave lo stare originario che non si lascia smuovere e si impone sul divenire

Egrave innanzitutto lrsquoepisteacuteme a dire ad ogni ente laquoTu non avrai altro Dio allrsquoinfuori di meraquo

La veritagrave dellrsquoepisteacuteme mostra il senso incontrovertibile definitivo immutabile del Tutto essa

intende unire lrsquoevidenza del divenire allrsquoevidenza dellrsquoeterno Ed al suo interno lungo la storia

dellrsquoOccidente vengono innalzati tutti gli Immutabili e ogni forma del divino e dellrsquoeterno

Essa egrave lrsquoanima e il fondamento dellrsquointera tradizione dellrsquoOccidente che ha inizio cancellando

lrsquoambiguitagrave e il mistero che inevitabilmente compete al senso di ogni parola nel linguaggio pre-

metafisico77

Nel linguaggio biblico (ma anche in Platone) caos egrave sinonimo di magma di mescolanza

disordinata di elementi non ancora separati percheacute ancora non egrave stato guadagnato un certo

ordine o cosmo Lrsquoessenza del cosmo egrave pensata in funzione di un atto volontaristico (quello di

Dio ma anche il demiurgo platonico persuade la terra madre a diventare da caos a cosmo) che

intervenendo separa e separando ordina definendo il caos e ponendovi cosigrave fine

Eppure queste parole hanno alla radice un piugrave originario e piugrave autentico significato che

nulla ha da dividere coi significati di disordine mescolanza ordine separazione

77 Il linguaggio primitivo non porta alla luce il senso della veritagrave dellrsquoessere ma non porta alla luce nemmeno il senso alienato dellrsquoessere Resta per noi essenzialmente ambiguo percheacute non ci egrave consentito stabilire

se il significato delle sue parole esprima o tradisca la veritagrave dellrsquoessere Si puograve stabilire la sintassi ma non la

semantica ontologica di un linguaggio che non rende esplicito il senso dellrsquoessere e del niente (la lingua della

preistoria dellrsquoOccidente non parla della nientitagrave dellrsquoente ma soltanto della sicurezza della terra e delle cose

sicure)

47

La radice indoeuropea della parola chaos radic cha o radic gha che interviene in vari gruppi

di parole sia greche chasko chaino (mi apro mi dischiudo) sia latine hiatus (intervallo

apertura) non indica tanto il disordine o la mescolanza quanto lrsquoapertura il dischiudersi che

offre lo spettacolo della totalitagrave In questo senso il chaos non egrave la dimensione antecedente lrsquoe-

vocazione dellrsquoordine da parte di una volontagrave che chiamando separa ma egrave la dimensione

assoluta che ospita il suo interno ogni teogonia e ogni cosmologia ogni generazione di dei di

uomini e di mondi Non egrave una situazione separabile ma egrave la totalitagrave che include ogni

situazione

Dallrsquoetimo piugrave originario della parola chaos si opera una ripercussione sul termine

corrispettivo che egrave dato dalla parola kosmos la cui radice indoeuropea radic kens (da cui il

latino censeo) significa laquoannuncio con autoritagraveraquo Impiegare la parola kosmos allora non

significa riferirsi al mondo che nasce solo in presenza di un artefice ma significa riferirsi a

quella parola che nellrsquoapertura dischiusa del chaos si annuncia con autoritagrave senza poter essere

smentita Questa parola egrave il logos78

Con lrsquoavvento del pensiero metafisico anche lsquodiorsquo esce dallrsquoambiguitagrave ed entra nel

mondo non nel senso che venga necessariamente inteso come uno degli enti sensibili e

divenienti ma in quanto egrave pensato come il fondamento stesso del mondo ossia come ciograve che fa

sigrave che il mondo sia mondo

La parola greca ὐεός egrave essenzialmente costruita sulla radice δα Innanzitutto δα indica

lo star dinanzi manifesto e luminoso sigrave che Ζεύς lo laquosplendenteraquo egrave δηλος Ma la

manifestazione lascia apparire ed egrave dispensatrice delle differenze e quindi δα indica anche il

dispensare il dare in sorte distribuendo le differenze sigrave che il dio egrave il δαίμων che divide e

distribuisce le parti del tutto

78 U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag33

48

Ma il dispensare le differenze esige perizia e abilitagrave nel dispensatore esige cioegrave non

solo conoscenza ma anche padronanza dei differenti e quindi δα esprime anche il senso di

quella capacitagrave laquotecnicaraquo che viene indicata in parole come δαίος e δαήμων Ciograve vuol dire che

egli egrave artefice capace di padroneggiare le differenze che rende manifeste e che in quanto

padroneggiate sono ἔργον

Lrsquo ἔργον egrave la differenza padroneggiata e dispensata nellrsquoatto in cui viene resa manifesta

(δήμιον) Lrsquoartefice che assegna e distribuisce le parti differenti egrave allora insieme radice di ogni

sventura

Nei tratti che formano il significato premetafisico della parola ὐεός sono certamente

presenti le tracce di un modo di intendere il senso dellrsquoessere Ma le tracce rimangono

indecifrabili Si dovrebbe stabilire se quei tratti si sviluppino lrsquouno dallrsquoaltro in una sostanziale

solidarietagrave di fondo o siano invece le tracce di una abissale e inesplorata discordanza

nellrsquooriginario apparire dellrsquoessere Di tutto ciograve il pensiero metafisico non si occupa portando

nel mondo i linguaggi tra cui viene a trovarsi si convince di realizzare lrsquointerpretazione

autentica che rende esplicito il loro riposto significato ontologico

Dal punto di vista della metafisica lrsquoente puograve essere ossia puograve esistere solo se egrave

assicurato allrsquoesistenza da un fondamento Diversamente lrsquoente in quanto ente non puograve

esistere ossia egrave un niente79

79 lt ldquoEsse non habet creatura nisi ab aliordquo ldquoSibi relictardquoassunta cioegrave al di fuori della sua relazione al

fondamento la creatura ldquoin se considerata nihil estrdquo ldquoUnde prius naturaliter inest sibi nihil quam esserdquo

(Tommaso De aeternitate mundi7) Tuttavia anche ldquosibi relictardquo la creatura non egrave un niente Ponendo che la

creaturaldquosibi relictardquo egrave un niente il pensiero metafisico intende differenziare questa affermazione

dallrsquoaffermazione che il niente egrave niente gt E Severino Essenza del nichilismo pag 256

49

I primi pensatori realizzarono la situazione nella quale la realtagrave cosmica egrave saputa come

totalitagrave80

Ed egrave precisamente lrsquoapertura dellrsquoorizzonte della totalitagrave che conduce alla domanda

sul principio (ᾀρχή) e fa sorgere il problema di determinare che cosa sia ciograve per cui tutte le

cose che pur si differenziano lrsquouna dallrsquoaltra convengano tutte nellrsquoappartenere al medesimo

orizzonte

Gli antichi la maggior parte di coloro che per primi si posero a filosofare furono dei

metafisici in quanto fecero oggetto del loro interesse lrsquoapertura della totalitagrave e dei fisici in

quanto lrsquounica determinazione che conobbero della totalitagrave fu il mondo fisico

80 lt La prima filosofia non egrave un lasciare nellrsquoimplicitezza ma egrave un porre esplicitamente la categoria della

totalitagrave Proprio percheacute la categoria della totalitagrave egrave posta si sviluppa quella tematica del principio unificatore della

totalitagrave del molteplice gt e la comprensione di questa dimensione egrave possibile solo se il diverso viene visto come

insieme identico lt Il pensiero filosofico sin dal suo inizio storico egrave lrsquoattenzione portata allrsquounitagrave laddove il pensiero mitico pur pensa lrsquounitagrave ma facendo emergere la differenza Il concetto eracliteo di unitagrave degli opposti

altro non egrave che lrsquoesplicitazione di quellrsquoidentitagrave dei differenti che il pensiero filosofico pensa sin dal suo primo

apparire La filosofia sorge come attenzione al tutto ma al tutto si puograve prestare attenzione solo se le differenze

sono viste come tutte appartenenti al tutto il tutto puograve essere pensato solo se le molte cose sono pensate secondo

una sostanziale identitagrave solo se i differenti sono visti in certo senso identici[] Allora il problema che

inizialmente si presenta alla coscienza filosofica non egrave quello di introdurre un pensiero non ancora pensato di

produrre il pensiero dellrsquoidentitagrave che non si sarebbe ancora pensata infatti stando davanti la totalitagrave lrsquoidentitagrave egrave

pensata Il problema egrave invece quello di esplicitare ciograve che viene pensato per il fatto che il tutto egrave pensato[]

Quando Talete pensa lrsquoacqua come archeacute di tutte le cose non pensa semplicemente un elemento empirico una

cosa tra le cose ma pensa lrsquoacqua come concetto universale[] Il contributo dei presocratici non sta tanto

nellrsquoaver posto lrsquointero che egrave giagrave posto nelle teogonie ma nellrsquoesplicitazione particolarmente intensa dellrsquointero e questa intensitagrave la troviamo giagrave affermata a proposito di Anassimandro e di Anassimene [] Lrsquouomo vede quindi

da sempre lrsquounitagrave ma solo a questo punto della storia della filosofia quel semplice vedere si risolve in un riflettere

sulla necessaria posizione dellrsquoUno[] il mito tende appunto a lasciare inespressa lrsquounitagrave questo significa che il

discorso mitico insiste su altri punti cioegrave sulle differenze[] Il cercare lrsquoidentitagrave delle differenze significa cercare

lrsquoidentitagrave che lega i termini opposti significa in ultima analisi cercare il trascendentale [] proprio percheacute pur

essendo in ogni cosa in quanto comune a tutte le cose non vi si esaurisce e pur realizzandosi in ognuna di esse

le trascende per il fatto di essere a tutte comune gt Id Istituzioni di filosofia pag 146149150

50

Andando alla ricerca del principio i primi metafisici andarono alla ricerca di un

principio unificatore del molteplice o la ricerca del principio unificatore assunse la forma di

determinazione della materia primordiale Lrsquounitagrave delle cose che questi antichi vanno

ricercando acquista dunque il senso di principio materiale delle cose o il senso che si

conferisce a quella unitagrave egrave che le cose convengono tutte nellrsquoessere modi di configurazione di

una unica materia Ma si comprese ben presto lrsquoimpossibilitagrave di qualificare il principio come

una determinazione particolare non solo percheacute non poteva essere qualificato come una cosa

tra le cose ma anche in base alla constatazione del divenire o dello sparire di tutte le

determinazioni particolari del mondo

Il divenire egrave il principio dice Eraclito E infatti egrave nel divenire che le determinazioni

particolari si unificano poicheacute se ad ognuna di esse compete di sparire o di annullarsi e se lo

sparire o lrsquoannullamento di qualcosa egrave il sopraggiungere del contrario o dellrsquoopposto del

qualcosa e ancora se il contrario sopraggiunge solo in quanto il qualcosa sparisce segue che

il processo dello sparire egrave ciograve in cui si realizzano e si unificano le determinazioni piugrave differenti

Esso il processo stesso il divenire non sparisce ma egrave lrsquoimmutabile in cui ogni cosa che

sopraggiunge dilegua e si dissolve

Per Anassimandro lrsquoindeterminato si distingue dallrsquoeterno movimento onde le

determinazioni particolari si producono per Eraclito questa distinzione non ha ragione di

sussistere percheacute il movimento eterno contiene in seacute il motivo o la ragione per cui il principio

non egrave nulla di determinato particolarmente

Anassimandro si limita a rilevare lrsquoimpossibilitagrave di porre come principio una

determinazione particolare e in tal modo qualifica il principio solo negativamente81

sigrave che la

sua distinzione tra indeterminato e movimento eterno non si appoggia su alcuna qualificazione

per la quale lrsquoindeterminato possa distinguersi dal movimento

81 Una volta che ci si rende conto dellrsquoimpossibilitagrave di trattare il trascendentale come un particolare si

tratta di definire in concreto che cosa sia il trascendentale non nel senso che determinandolo lo si debba limitare

o particolarizzare a nel senso che si tratta di accertare in cosa consista ciograve che non puograve essere determinato come

particolare

51

A questo punto egrave doverosa una precisazione

laquoTimbroraquo egrave il modo in cui la parola del mortale risuona nellrsquoaria e si rende visibile nella

scrittura Innumerevoli sono le parole che formano la preistoria dellrsquoOccidente eppure

risuonano tutte allrsquointerno dei due timbri fondamentali il timbro dellrsquoinflessibile e il timbro del

flessibile (o timbro della flessione) il timbro che esprime lrsquoinflessibile e il timbro che esprime

il flessibile

La preistoria e la storia dellrsquoars del mortale sono separate da un breve intervallo Esso

interrompe la vicenda in cui il senso della flessione si impadronisce del timbro dellrsquoinflessibile

La interrompe prima che questo impadronirsi si trasformi da dominio premetafisico in

dominio metafisico dellrsquoente cioegrave prima che il senso della flessione divenga esplicito nella

testimonianza che del senso dellrsquoente egrave data dalla lingua greca Nellrsquointervallo accade il

rovesciamento il senso dellrsquoinflessibile si impadronisce del timbro della flessione Anche

questo rovesciamento accade nella lingua greca Questo accadere viene considerato come

lrsquoinizio della filosofia greca Ma non egrave lrsquoinizio egrave lrsquointervallo prima dellrsquoinizio ossia prima che

il linguaggio dellrsquoOccidente testimoni lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

Lrsquointervallo forma un indugio e nel cammino del mortale lrsquoindugio stabilisce un bivio

Anassimandro ed Eraclito rimangono nellrsquoambiguitagrave del bivio

Ma che cosa significa nel linguaggio di Anassimandro e di Eraclito lrsquoessere τὸ χρεών e

lrsquoessere ὁ λόγος e lrsquoessere xατὰ τὸ χρεών e χατὰ τὸν λόγον A queste domande comincia a

rispondere Parmenide Anche Parmenide sta sul bivio ma come il seminatore di entrambi i

sentieri che si dipartono da esso

Lungo il cammino si forma un bivio percheacute nel luogo dove diviene esplicita la volontagrave

che lrsquoente sia niente in quel luogo si rende visibile anche per breve tempo un bagliore che

proviene da un cielo diverso da quello tracciato dal cammino dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

52

Il bagliore illumina per breve tempo un altro cielo e in esso un altro cammino lungo le

costellazioni del Giorno Il χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τ´ἐὸν ἔμμεναι di Parmenide parla di quel

bagliore82

82 E Severino Destino della necessitagrave pag 254 e 279

53

II - Il sentiero della Notte

Parmenide semina il Sentiero del Giorno ma semina anche il Sentiero della Notte83

Lo

semina percheacute per negarlo lo evoca

LrsquoOccidente cammina allrsquointerno di questa evocazione Per la prima volta nella storia

del mortale Parmenide84

conduce nel linguaggio il senso dellrsquoessere e della sua opposizione al

niente

E per la prima volta Parmenide si volge verso un percorso diverso dalla storia del

mortale il percorso dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia In questo rivolgersi verso il sentiero

intentato evoca per negarlo lrsquoopposto sentiero il sentiero dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente e in

questa evocazione testimonia ciograve che non era mai stato testimoniato

La prima testimonianza del senso alienato dellrsquoessere accade allrsquointerno del pensiero

che la vede come testimonianza alienata Ma proprio percheacute egrave nel linguaggio di Parmenide che

per la prima volta viene evocata la testimonianza dellrsquoalienazione (ossia che lrsquoessere non egrave)

questa testimonianza non puograve precedere la propria evocazione

Parmenide evocando il proprio nemico lo crede un giagrave esistente e i suoi versi sono rivolti ai ldquoi mortali dalla doppia testardquo dai quali lrsquoessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici

Lrsquoevocatore del Sentiero della Notte non avverte di esserne lrsquoevocatore e crede che esso sia giagrave

incominciato85

Lrsquoessere parmenideo egrave la qualificazione positiva dellrsquoindeterminato anassimandreo

lrsquoorizzonte dellrsquointero puograve realizzarsi solo in quanto si apra come orizzonte dellrsquoessere

83 ἕνυα πύλαι Νυϰτός τε ϰαὶ ᾽´Ηματός εἰσι ϰελεύὑων lsaquolsaquoQui la porta che divide i sentieri della Notte e del

Giornorsaquorsaquo Parmenide fr 1 v 11

84 Da un punto di vista storico possiamo indicare una complementaritagrave dicendo che da un lato Eraclito

opera la determinazione formale dellrsquoaacutepeiron dallrsquoaltro Parmenide indica la determinazione materiale o concreta

dellrsquoaacutepeiron (materiale inteso come opposto al formale nulla a che vedere con la materia fisica) Per Eraclito

lrsquoaacutepeiron egrave lrsquoopposizione per Parmenide egrave lrsquoessere

85 E Severino Destino della necessitagrave pag 528-529

54

Parmenide tenendo fermo il principio dellrsquoimpossibilitagrave che il non essere sia o che

lrsquoessere non sia pone lrsquoessere come principio per cui si costituisce lrsquointero e quindi come ciograve

che permette lrsquounitagrave del molteplice E questo viene ad equivalere alla stessa negazione o allo

stesso annullamento del molteplice e del divenire di questo che egrave quanto dire negazione e

annullamento del mondo in quanto manifestatesi come lrsquoinsieme di tutte le molteplici cose

divenienti Infatti le cose sono molte e differenti in quanto sono altro oltre al loro semplice

essere Ma che le cose siano altro dallrsquoessere significa che esse proprio in quanto molte e

differenti sono non essere visto che soltanto il non essere egrave altro dallrsquoessere Affermare

dunque che le cose sono molte significa affermare che il non essere egrave Per eliminare questa

contraddizione saragrave quindi necessario eliminare ciograve che la produce saragrave necessario negare che

le cose siano molteplici Il divenire poi egrave reale solo in quanto anchrsquo esso include la realtagrave o

lrsquoessere del non essere Il divenire egrave infatti un passaggio dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere

al non essere La realtagrave del passaggio implica la realtagrave dei termini tra i quali si istituisce il

passaggio Ma poicheacute il non essere non egrave non puograve essere nemmeno il passaggio86

86 lt affincheacute la posizione parmenidea sia riguardata come un problema o come unrsquoaporigravea egrave

necessario avvedersi dellrsquoimpossibilitagrave di negare la realtagrave del mondo molteplice e diveniente per salvare o per

tener ferma lrsquounitagrave e lrsquoimmobilitagrave dellrsquoessere Egrave necessario avvedersi ancora che quella di Parmenide egrave infine una

scelta o una preferenza che egli accorda allrsquoessere piuttosto che al mondo gt Id I principi del divenire La Scuola

Brescia 1995 pag 13

55

Lrsquoontologia di Platone87

e Aristotele sono lrsquoassestamento di questa intuizione E

lrsquoassestamento si impone ma la scoperta egrave troppo grande percheacute lo scopritore non ne resti

abbagliato Il mondo svanisce nella prima luce dellrsquoessere svanisce come valore diviene

esistenza contrapposta allrsquoessenza e il valore egrave lrsquoessere come immutabilitagrave e semplicitagrave

assoluta

Lrsquoimprevisto lrsquoinsospettato egrave per il logo il mondo non Dio Ma se il logo si fa sorprendere dal

mondo in modo da non sapersi riprendere dalla sorpresa se non negando il mondo diventa logo

astratto ed egrave qui che si ferma Parmenide88

La semplice opposizione tra lrsquoessere (inteso come ciograve che egrave) e il nulla (inteso come ciograve

che non egrave) resta nellrsquoambiguitagrave percheacute la si puograve intendere ndash come si incominciograve e si continuograve

ad intenderla ndash come una legge che governa sigrave lrsquoessere ma che lo governa sin tanto che esso egrave

Lrsquo Occidente egrave la civiltagrave che cresce allrsquointerno dellrsquoorizzonte aperto dal senso che il

pensiero greco assegna allrsquoesser-cosa delle cose

87 Platone si egrave lasciato sfuggire la grande occasione di pensare la veritagrave dellrsquoessere percheacute anche lui (e dopo di lui tutto il pensiero occidentale) lascia al fondo del pensiero dellrsquoente lrsquoastratta separazione dellrsquoessere e

della determinazione proprio lui che si presenta come il pacificatore della scissione ossia come lrsquounificatore

dellrsquoessere e della determinazione lt Platone era divenuto il difensore del concreto il riparo dal naufragio

parmenideo e sotto questo riparo il pensiero occidentale si poneva una volta per tutte senza avvedersi che lrsquoovile

non era stato chiuso prima che entrasse il lupo e senza avvedersi che era stata lasciata fuori in sovrana solitudine

la luce della veritagrave dellrsquoessere gt Id Essenza del nichilismo cit pag 74

88 Id La struttura originaria cit pag 391

56

Sei secoli prima di Cristo la filosofia greca incomincia a concepire la cosa come ciograve

che totalmente o parzialmente esce dal niente e vi ritorna oscilla tra lrsquoessere e il niente un

ἐπαμφοτεριζειν89

dove laquoi dueraquo (ἀμφότεϱα) laquorispettoraquo (ἐπί) ai quali la cosaraquo egrave in lotta con seacute

stessaraquo (ἐϱίζει) sono lrsquoessere (τὸ ὄν) e il niente (τὸ μὴ ὄν inteso come τὸ πάντως μὴ ὄν nihil

absolutum90

In quanto laquoparteciparaquo di entrambi (τὸ ἀμφοτέϱων μετέχον)91

la cosa (τι) ha entrambi

come predicati essa egrave qualcosa che laquoinsiemeraquo (ἃμα) egrave e non egrave τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν92

Ma

lrsquoavverbio ἃμα non compare nel finale del libro quinto della Repubblica col senso temporale

che probabilmente esso intende esprimere nel celebre passo del libro quarto della Metafisica93

nel testo platonico ἃμα indica lrsquoinseparabilitagrave dei due (lrsquoessere e il niente) tra i quali la cosa egrave

indecisa nel suo oscillare tra lrsquouno e lrsquoaltro Dellrsquooscillante non solo non egrave possibile pensare

che sia semplicemente legato allrsquoessere (οὔτ᾽ εἶναι) o al non essere (οὔτε μὴ εἶναι) o che non

sia legato ad alcuno dei due (οὔτε οὐδέτεϱον) ma non si puograve nemmeno pensare che esso sia

lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα

Lrsquoἐπαμφοτεριζειν (lrsquooscillante) egrave un dibattersi (ἐϱίζειν) tra lrsquoesser e il niente (ἐπὶ τὰ

ἀμφότεϱα) proprio percheacute non egrave contemporaneamente lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα Il

dibattersi egrave il divenire della cosa Dove la cosa insieme (ἃμα) egrave e non egrave nel senso che nel

divenire lrsquoessere e il non essere sono inseparabili e non nel senso che nel divenire la cosa sia

e non sia contemporaneamente

Ma proprio percheacute nellrsquoespressione τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν lrsquoavverbio ἃμα non indica

la contemporaneitagrave ma lrsquoinseparabilitagrave dei due che si contendono la cosa proprio per questo

tale espressione egrave la definizione stessa del divenire cioegrave del tempo

89 Platone Civitas 479 c Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo fedelmente alla loro

utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino nelle opere di riferimento riportate in nota

90 Ibid 478 d

91 Ibid 478 d-e

92 Ibid 478 d

93 Aristotele Metafisica 1005 b 19-20

57

Lrsquoente quindi in quanto ente egrave ciograve che puograve non essere In quanto ente non egrave

lrsquoimmediata esclusione del suo poter non essere Lrsquoente egrave la cosa (il τι) nel suo essere coinvolta

nellrsquo ἐπαμφοτεριζειν tra lrsquoessere e il niente Affincheacute si possa porre un ente come immutabile e

quindi come ciograve che non puograve non essere si egrave costretti ad introdurre un medio tra lrsquoesser ente

dellrsquoente e lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoente

Introducendo un μεταξύ fra lrsquoessere e il nulla94

Platone segna il destino dellrsquoOccidente

lrsquoaffermazione di una dimensione in cui egrave contenuto ciograve che nasce e muore ossia ciograve che

partecipando dellrsquoessere e del niente non era e non saragrave piugrave era un niente e saragrave ancora un

niente Platone lascia in ereditagrave agli uomini il mondo compiendo il parricidio che conduce

nellrsquoessere le determinazioni che Parmenide lasciava nel nulla Ma il parricidio andava

compiuto le determinazioni non sono un niente (un ἐναντίον dellrsquoessere) e cioegrave sono

Lrsquoessere non egrave il puro indeterminato ma la totalitagrave concreta delle determinazioni95

Ma

nellrsquoatto stesso in cui Platone contrappone lrsquoessere concreto determinato al niente lascia

lrsquoessere identico al niente

94 Platone Civitas V 477-480)

95 lt Nella fondamentale dottrina metafisica quella hegeliana dellrsquointelletto astratto egrave lo sviluppo

dialettico il modo determinato secondo cui si istituisce la sintesi tra il puro essere e la totalitagrave delle determinazioni

Ma il significato ultimo della sintesi hegeliana egrave ancora quello platonico tra il puro essere e le determinazioni si

apre sin dal principio un abisso incolmabile onde lrsquounione delle due sponde egrave la sintesi di ciograve che sin dal principio

egrave stato destinato a rimanere diviso Nello sviluppo dialettico il puro essere si determina (si unisce alla determinazione) ma la determinazione mantiene nella sintesi il carattere che sin dal principio le conviene in

quanto separata dallrsquoessere di essere un niente Egrave unita allrsquoessere ma contiene ad essere un niente Egrave quindi

inevitabile che sia trattata come un niente e si affermi che la sua sintesi con lrsquoessere egrave accidentale e che sia quindi

destinata a nascere e a morire eterno rimanendo solamente quellrsquoente privilegiato che egrave la stessa accidentalitagrave

della sintesi Ma questa sintesi necessaria ndash lrsquoorganismo delle categorie lrsquoIdea ndash egrave la struttura privilegiata che

rende possibile il divenire delle determinazioni empiriche lrsquoistituzione della sintesi accidentale tra il categoriale e

lrsquoempirico gt E Severino La struttura originaria pag 403

58

Pensa le determinazioni come per seacute indifferenti al loro essere o non essere Per tenerle

ferme nellrsquoesistenza quegli esseri-relativi deve andare alla ricerca di un fondamento che perograve

fonda soltanto la ragione privilegiata delle determinazioni universali (idee) ed abbandona

allrsquoannullamento le determinazioni empiriche96

La soluzione che Aristotele dagrave dellrsquoaporigravea parmenidea si svolge in due momenti

accertamento della struttura intrinseca del divenire e accertamento delle condizioni totali della

pensabilitagrave del divenire ossia le condizioni in base alle quali la realtagrave del divenire non egrave

contraddittoria Ed essa realtagrave non lo egrave in quanto la contraddizione egrave tolta negando che il

divenire sia lrsquointero e quindi ponendo una realtagrave non diveniente egrave tolta introducendo il

concetto di sostrato

Il divenire non egrave piugrave indeterminatamente considerato ma egrave determinato come una

struttura complessa passaggio di un sostrato dalla privazione di una certa forma alla forma

corrispondente che egrave il concetto di ldquodivenienterdquo quel ldquoterzordquo tra il non essere e lrsquoessere che

quindi diviene97

Nel De Interpretatione98

si afferma infatti

Che dunque ciograve che egrave sia quando egrave e che ciograve che non egrave non sia quando non egrave egrave necessario tuttavia

non egrave necessario neacute che tutto quanto ciograve che egrave sia neacute che tutto quanto ciograve che non egrave non sia Infatti

non egrave la stessa cosa che tutto quanto ciograve che egrave sia di necessitagrave quando egrave e lrsquoessere assolutamente di necessitagrave E similmente va detto anche per ciograve che non egrave

96 Id Essenza del nichilismo pag 148

97 lt la differenza tra il parmenidismo e lrsquoaristotelismo [] egrave la stessa differenza tra il concetto di sapere

metafisico come appartenente alla struttura del fondamento e il concetto per il quale il sapere metafisico egrave

unrsquoulterioritagrave rispetto a quella struttura che deve essere conseguita attraverso un procedimento mediazionale gt

Id La struttura originaria cit pag 399

98 Traduzione condotta sul testo Della Interpretazione Edizione Bur quarta edizione marzo 2000 23-28

pag 99

59

Il principium firmissimum esprime la struttura dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente proprio

percheacute egrave il principio dellrsquoente in quanto ente (non un certo ente privilegiato) Esso egrave la

posizione della nientitagrave dellrsquoente espressa come non-nientitagrave dellrsquoente

Esso egrave lrsquoespressione piugrave esplicita e radicale dellrsquoopposizione dellrsquoente al niente E

tuttavia nel principio di non contraddizione la nientitagrave dellrsquoente resta essenzialmente affermata

proprio nellrsquoatto in cui la si vuole escludere nel modo piugrave perentorio Essa si manifesta nella

forma del suo opposto

In una sua formulazione fondamentale il principium firmissimum dice che laquonon egrave

possibile che la stessa cosa sia e non siaraquo (εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) per il medesimo rispetto e nello

stesso tempo (ϰαῦ᾽ ἕνα ϰαὶ τὸν αὐτὸν χϱόνον)99

Ciograve significa da un lato che il diverso puograve

esser e non essere nello stesso tempo e cioegrave che in un certo tempo alcuni degli enti sono ed

altri non sono e dallrsquoaltro lato significa che in tempi diversi il medesimo egrave e non egrave prima d i

nascere e dopo il suo perire non egrave ed egrave tra la nascita e la morte

99 Aristotele Metafisica 1061 b 36

Fabro critica fortemente lrsquointerpretazione severiniana dei testi aristotelici nella fattispecie il carattere temporale

assegnato al principio di non contraddizione lt Sotto lrsquoaspetto reale Aristotele che non conosce la creatio ex

nihilo della Bibbia ed ammette lrsquoeternitagrave del mondo []si muove con assoluta fedeltagrave alla concezione greca della necessitagrave del Tutto [] Il nascere e il perire cioegrave la contingenza del mondo sublunare [] esprimono non un passare

dallrsquoessere al non essere ma dallrsquoessere tale ad un essere tal altro della materia secondo le leggi fisiche e

biologiche della generazione e corruzione gt concludendo lt Il problema del tempo come qualificante lrsquoessere

dellrsquoente quale lrsquoinvoca il Severino egrave qui del tutto assente poicheacute si tratta unicamente del problema del rapporto

fra logica e metafisica cioegrave della dipendenza fra il modo di predicare e il modo di essere e si afferma che il primo

dipende dal secondo che il pensare dipende dallrsquoessere e che le qualitagrave del pensare e del predicare dipendono dal

modo di essere gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag110-112

60

Al principio di non contraddizione appartiene essenzialmente la persuasione che agli

enti sia consentito di non essere100

100 La negazione dellrsquoidentitagrave che la forma del dire e del pensare presenta nella preistoria dellrsquoOccidente

egrave determinata dallrsquoisolamento del soggetto dal predicato

lt Anzi il senso stesso del soggetto e del predicato egrave determinato dallrsquoisolamento giaccheacute il soggetto egrave ciograve che

permane ed egrave significante indipendentemente e isolatamente dal predicato Lrsquoisolamento egrave la coscienza in quanto

isolante cioegrave in quanto essa isola il proprio contenuto separando la parte dalle altre parti e la parte dal tutto In

quanto il soggetto egrave isolato dal predicato il soggetto egrave sempre un altro dal predicato Anche quando il predicato egrave il soggetto stesso (come in A egrave A) e in A egrave A A-soggetto isolato non solo egrave altro da A-predicato ma egrave qualcosa

a cui non puograve competere di essere A giaccheacute il suo essere A ndash il suo essere se stesso ndash egrave appunto ciograve da cui A-

soggetto in quanto isolato da A-predicato egrave isolato [] A sua volta quanto al contenuto del pensiero e del dire

dellrsquoOccidente lrsquoessente puograve essere pensato come ciograve che esce dal niente e vi ritorna solo in quanto egrave isolato

dallrsquoessere ndash ossia dal suo essere seacute[] In Aristotele lrsquoantecedenza e indipendenza della dimensione noetica

(oggetto dellrsquooperatio prima intellectus) da quella dianoetica (oggetto dellrsquooperatio secunda intellectus) egrave

appunto lrsquoisolamento del noetico dal suo esser seacute che si costituisce nella e come dimensione dianoetica Il

principio di non contraddizione che afferma lrsquoidentitagrave dellrsquoessente dice Tommaso (In duodecim libros

Metaphysicorum Aristotelis expositio 605) egrave sigrave il primo ossia egrave il principio fondamento ma nella seconda

operazione dellrsquointelletto (est naturaliter primum in secunda operatione intellectus) Per Hegel la determinazione

in quanto isolata egrave un contraddirsi Ma in quanto isolata la determinazione egrave una dimensione noetica [] Hegel

mostra sigrave che il noetico isolato egrave un contraddirsi ma concepisce il piano dianoetico (lrsquounitagrave di determinazioni diverse) come il risultato del divenire prodotto dalla contraddizione e quindi anche per Hegel lrsquointelletto

(Verstand) che isola il noetico egrave lrsquooperatio prima intellectus rispetto alla dimensione dianoetica costituita dalla

sintesi dialettica gt

Per Tommaso il principio drsquoidentitagrave e non contraddizione egrave un principio di ragione lt Quando si dice che

qualcosa egrave identico a seacute stesso [aliquid esse idem sibiipsi] lrsquointelletto assume come due ciograve che quanto alla cosa egrave

uno [intellectus utitur eo quod est unum secundum rem ut duobus] Altrimenti non potrebbe designare la

relazione dello stesso a seacute stesso Onde appare che la relazione include sempre due estremi e se nelle relazioni di

questo tipo non ci sono due estremi quanto alla cosa ma solo quanto allrsquointelletto la relazione di identitagrave non

potragrave essere una relazione reale ma solo di ragione gt

Nemmeno Tommaso vede che un intelletto che assuma come due ciograve che egrave uno afferma la contraddizione

impossibile cioegrave che lrsquouno egrave due lrsquoidentico egrave differente Pensare che lrsquoidentitagrave non sia quindi una relazione reale consente al realismo di concludere che lrsquoessente indipendentemente dallrsquointelletto egrave identico a seacute (altrimenti il

dirlo identico ndash esso egrave appunto illud quod dicitur idem ndash sarebbe falso) ma la sua identitagrave con seacute si costituisce

come tale (cioegrave formalmente) solo nella riflessione dellrsquointelletto sullrsquoessente Lrsquoessente egrave in seacute identico a seacute non

egrave per seacute identico a seacute [] In quanto isolato dallrsquoidentitagrave con seacute stesso (e cioegrave dal suo non esser lrsquoaltro da seacute)

lrsquoessente non egrave seacute stesso non solo non appare come seacute stesso ma non egrave nemmeno seacute stesso Egrave un nulla Un nulla

che il pensiero dellrsquoOccidente intende come essente (noema significato) indipendentemente dal suo esser pensato

come esser seacute e come non esser lrsquoatro da seacute gt E Severino Tautoacutetēs Adelphi Milano 1995 pag 102-105108

61

Questa persuasione gli appartiene anche quando in esso non vien fatta alcuna menzione

del tempo giaccheacute lrsquoente di cui vien posta lrsquoincontraddittorietagrave viene pensato come ciograve che in

quanto tale puograve non essere Il principio di non contraddizione stabilisce lrsquoopposizione dellrsquoente

al niente ma egrave lrsquoente in quanto egrave che si oppone al niente e non lrsquoente in quanto non egrave ndash dove

questo ldquoin quanto non egraverdquo esprime un aspetto essenziale dellrsquoente in quanto ente

Aristotele afferma lrsquoimpossibilitagrave che qualcosa cui convenga una certa determinazione

abbia ldquonello stesso tempordquo la determinazione contraddittoria Il che vuol dire che in un tempo

diverso puograve convenirle

Il pensiero metafisico supera lrsquoeleatismo percheacute oppone al niente non solo il puro essere

indeterminato ma ogni ente determinato

Ciograve che con la filosofia platonica e aristotelica si viene a guadagnare egrave lrsquoesistenza del

mondo E si tratta di un guadagno nel senso che il mondo non deve essere semplicemente

affermato ma deve essere affermato tenendo fermo quel puro atto che agli occhi di Parmenide

esigeva la nullitagrave o illusorietagrave del mondo il mondo egrave guadagnato nel senso che si mostrano le

condizioni del suo coesistere a Dio allrsquoeterno101

101 Aristotele lt Al posto di una palude incomprensibile piena di fumi del mistero e della magia egli

pone di fronte alla nostra intelligenza uno schema grandioso e coordinato limpido da comprendere e fondato sui

fatti ovvi e persistenti della nostra esperienza Nella generalitagrave della sua portata esso egrave insieme filosofico e

scientifico e fornigrave piugrave tardi lo sfondo fisico allo schema cristiano della salvezza gt Alfred North Whitehead

Science and Philosophy traduzione dallrsquoinglese di Stefano Federici Scienza e Filosofia Castelvecchi Roma I

edizione aprile 2014 pag 12

62

III - Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire

Lrsquo irruzione delle differenze del molteplice nellrsquoarea dellrsquoessere porta a concepire

lrsquointero del positivo sulla traccia del positivo empirico percheacute come ripetiamo lrsquoessere egrave ciograve

che egrave quando egrave e che non egrave quando non egrave

Ma sia il mondo delle idee che lrsquoatto puro di Aristotele sono certamente privi di una

dimensione del positivo la materia la radice cosmica da cui si generano tutte le cose sensibili

che non egrave dominata dal divino ma solo lsquopersuasarsquo a trasformarsi da caos in cosmo Egrave appunto

lrsquoesigenza di intendere lrsquoimmutabile come la pienezza dellrsquoessere ciograve che spinge lo stoicismo

il neoplatonismo la patristica e la scolastica a porre la dipendenza assoluta del mondo da Dio

Lrsquoimmutabile dagrave lrsquoessere alla materia e al mondo percheacute se li trovasse davanti a seacute

indipendenti e come suo limite esso mancherebbe di qualcosa sarebbe cioegrave aperto ad un

completamento possibile non sarebbe lrsquoimmutabile Ma se per Parmenide lrsquoimmutabile non

manca di nulla percheacute il mondo egrave illusorio per Agostino e Tommaso lrsquoimmutabile non manca

di nulla percheacute contiene tutta la positivitagrave del mondo e la puograve contenere solo a patto di porsi

come il libero creatore del mondo

Lrsquoesistenza dellrsquoimmutabile trasforma in un ente il niente secondo cui si struttura il

divenire e quindi trasforma lrsquoevidenza del divenire in una semplice apparenza e in un niente

lrsquoessere del divenire Lrsquoopposizione del positivo e del negativo egrave il principio motore della

metafisica classica quel principio cioegrave che porta appunto alla concezione creazionistica della

realtagrave102

Ma pensare lrsquoessere in seacute stesso un positivo che egrave anche negativo egrave contraddittorio

Il contrario dellrsquoessere egrave il non-essere il contraddittorio dellrsquoessere egrave tutto ciograve che non egrave essere

102 laquoDio ha scelto ciograve che nel mondo egrave nulla per ridurre a nulla le cose che sonoraquo Prima lettera ai

Corinzi 128

63

Lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla egrave uno dei modi secondo i quali il positivo si oppone

al negativo nella sua concretezza la veritagrave dellrsquoessere egrave lrsquoopposizione nella sua universalitagrave e

non in questo o quel modo in questa o quella individuazione sia pure emergente come quella

costituita dalla proibizione che lrsquoessere non sia

Ma il pensiero vive anche quando si contraddice quando si contraddice non si annulla

laquoIl contraddirsi non egrave un non pensar nulla ma egrave un pensare il nullaraquo103

Che il nulla si lasci

guardare dal pensiero costituisce uno dei piugrave formidabili ostacoli al pensiero dellrsquoessere104

Rispondere alla domanda del percheacute lrsquoidentitagrave dellrsquoessere e del non-essere non possa

essere affermata vuol dire operare il disvelamento autentico della veritagrave dellrsquoessere che non egrave

un semplice dire ma egrave un dire che ha valore ossia egrave capace di togliere la propria negazione

lrsquoautentica veritagrave epistemica

E dunque lrsquoopposizione dellrsquoessere e del non-essere affincheacute sia vista nella sua veritagrave

devrsquoessere vista nel suo valore Ossia da un lato il predicato conviene per seacute o

immediatamente al soggetto dallrsquoaltro lrsquoopposizione non puograve essere negata percheacute anche la

negazione puograve vivere come negazione solo se a suo modo afferma lrsquoopposizione Se

lrsquoopposizione viene in qualche modo negata e la negazione vuol essere negazione allora la

negazione si oppone al proprio negativo cioegrave si tien ferma in quel significare per cui essa egrave

negazione e differenzia questo significare da ogni altro significare ossia differenzia e oppone

questa positivitagrave in cui consiste il suo esser significante come negazione e come quella certa

negazione che egrave al proprio negativo

103 E Severino Essenza del nichilismo pag57

104 lt Lo Heidegger ha richiamato lrsquoattenzione su di esso ma i difensori della metafisica tradizionale non

hanno avvertito la gravitagrave del richiamo Ma se lo Heidegger avverte che il pensiero del nulla fa del nulla un

positivo rinuncia poi a superare questo ostacolo e ripiega sulla comoda condanna della logica e del principio di

non contraddizione Ma lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla non egrave un principio della logica ma il respiro del

pensiero gt Ibidem

64

Lrsquoopposizione egrave il fondamento di ogni dire e quindi anche di quel dire in cui consiste la

negazione dellrsquoopposizione In ogni discorso come in ogni pensiero il significato che emerge

nel dire e nel pensare egrave tenuto fermo nella sua diversitagrave da ogni altro significato nella sua

opposizione appunto al proprio negativo

Lrsquoessere viene incontro dominato dalla legge che lo oppone al non-essere in ogni suo

manifestarsi Nellrsquo opposizione originaria ogni essere si volge in piugrave direzioni si trova in una

pluralitagrave di rapporti Questa pluralitagrave di direzioni o rapporti egrave appunto la pluralitagrave di modi

secondo cui ogni positivo si oppone al suo negativo

Lrsquoopposizione originaria non egrave neacute questo neacute quel modo dellrsquoopposizione ma la loro

cooriginarietagrave ossia lrsquouniversale concreto dellrsquoopposizione espresso dalla proposizione

lrsquoessere non egrave non essere dove ripetiamo non viene pensata soltanto lrsquoopposizione dellrsquoessere

al nulla bensigrave lrsquoopposizione ad ogni forma del negativo (e quindi anche lrsquoopposizione al nulla)

Lrsquoopposizione egrave fondamento nel senso che egrave ciograve senza di cui non si costituirebbe

nessun discorso e nessun pensiero se la negazione non ponesse alla propria base lrsquoopposizione

(ossia non ponesse la propria positivitagrave significante a ogni altro significare) non esisterebbe

nemmeno Esiste solo se afferma ciograve che nega

Rilevare che la negazione dellrsquoopposizione egrave affermazione della propria inesistenza

vuol dire semantizzare lrsquoimpossibilitagrave di negare lrsquoopposizione Lrsquoopposizione che se ne sta in

solitudine sovrana egrave lrsquoopposizione universale del positivo e del negativo e non la sola

opposizione dellrsquoessere al nulla (che egrave soltanto individuazione dellrsquoopposizione universale)105

105 Bontadini aveva criticato Severino in questa configurazione dellrsquoἕλεγχος obiettando che se si pone

come principio la proposizione laquoLrsquoessere non egrave il nullaraquo la negazione di questa proposizione non afferma ciograve che

nega giaccheacute la negazione opponendosi allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione non si oppone al nulla bensigrave a un

certrsquoaltro essere Chi nega cioegrave lrsquoopposizione di contraddizione (tra essere e non essere) non afferma la stessa

opposizione ma solo unrsquoopposizione di diversitagrave Ivi cit pag 121

65

Lrsquoopposizione originaria proprio percheacute universale egrave sia opposizione di

contraddizione sia opposizione di diversitagrave opposizione del positivo a tutto ciograve che non egrave quel

positivo e dunque opposizione tanto al nulla quanto ad ogni altro positivo E tutto ciograve che egrave

altro dalla negazione egrave tutto ciograve che egrave altro dalla negazione e non soltanto una parte106

106 Lrsquo ἕλεγχος aristotelico egrave lrsquoaccertamento che lt la negazione non esiste come negazione pura ossia

come negazione che non abbia bisogno per costituirsi di affermare ciograve che nega [] proprio percheacute il fondamento della negazione egrave ciograve che essa nega essa consiste nella negazione di seacute medesima nel suo togliersi come discorso

gt Lrsquo ἕλεγχος mostra che la negazione universale dellrsquoopposizione tra positivo e negativo tra essere e non essere

non riesce a costituirsi proprio percheacute si costituisce solo se egrave affermazione dellrsquoopposizione Lrsquoἕλεγχος non dice

che lt la negazione dellrsquoincontraddittorietagrave non egrave ammissibile percheacute egrave contraddittoria [] ma dice che tale

negazione non riesce a vivere come negazione percheacute nellrsquoatto in cui si costituisce come negazione essa egrave insieme

anche affermazione [] Il toglimento della negazione non egrave dunque determinato dallrsquoaccertamento della

contraddittorietagrave di questa [] ma dal rilevamento che la negazione non riesce a vivere come negazione pura []

Nel caso in cui la negazione riconoscendo di non poter vivere come negazione pura rinunci a porsi come

negazione universale e si ripresenti come negazione limitata dellrsquoincontraddittorietagrave anchrsquoessa diventa allora un

discorso che non volendo negare ciograve su cui si fonda vuol essere incontraddittorio (condizione richiesta dalla

determinatezza del discorso) [] La considerazione concreta della determinatezza della negazione

dellrsquoopposizione rileva che la negazione si costituisce come negazione solo se da un lato egrave determinata come unitagrave semantica rispetto al proprio negativo e dallrsquoaltro lato se i termini che la costituiscono sono essi stessi

determinati gli uni rispetto agli altri La considerazione concreta di questa determinatezza consente una

formulazione dellrsquoἕλεγχος tale da fargli ricevere lrsquoampiezza massima che gli conviene non semplicemente la

negazione del determinato si fonda sullrsquoaffermazione di una parte di ciograve che essa nega ma la negazione si fonda

sullrsquoaffermazione dellrsquointero di ciograve che essa nega gt Ivi pag43-45

66

Lrsquoidentitagrave degli opposti in quanto pensata egrave un positivo e come positivo non egrave

negativo

Lrsquoidentitagrave degli opposti come esistente egrave un positivo significare ed egrave appunto questo

positivo significare ciograve senza di cui non si costituirebbe lrsquoopposizione del positivo e del

negativo

Lrsquoidentitagrave degli opposti egrave presupposta non in quanto identitagrave degli opposti ma in quanto

positivitagrave significante La negazione dellrsquoopposizione presuppone ciograve che essa nega mentre la

negazione dellrsquoidentitagrave degli opposti non presuppone ciograve che essa nega ma il positivo

significare di ciograve che essa nega lrsquoopposizione del positivo e del negativo non presuppone che il

positivo sia negativo ma presuppone quella positivitagrave significante che forma il contenuto

dellrsquoidentificazione del positivo e del negativo

Ecco che allora la negazione dellrsquoopposizione non riesce a costituirsi sigrave che

lrsquoopposizione (lrsquoincontraddittorietagrave la determinatezza) egrave il destino del dire egrave appunto ciograve che

si deve dire

La negazione che lrsquoessere non sia egrave individuazione dellrsquoopposizione universale del

positivo e del negativo e in quanto tenuta ferma nella sua concreta relazione allrsquouniversale

essa partecipa dellrsquooriginarietagrave del logo ndash inteso questo come lrsquoopposizione del positivo e del

negativo

Il fiore non egrave lrsquoalbero o questo positivo non egrave questo suo negativo il fiore non egrave lo

stagno la casa lrsquoalbero e tutto ciograve che egrave altro dal fiore

Ma quando lrsquoessere e quindi ogni essere si rivolge verso quella direzione lungo la quale si lega al suo Egrave quando cioegrave del fiore non si dice solamente che non egrave lrsquoalbero ma si dice che egrave e non puograve

non essere non puograve accadere che non sia allora ogni essere prende volto divino107

107 Ivi pag 58

67

CAPITOLO TERZO

Per una comprensione dellrsquoEssere

68

I - La struttura originaria dellrsquoessere

La struttura originaria egrave la struttura originaria dellrsquoessere108

ciograve che egrave necessariamente

presente in quanto un essente egrave e appare Senza la presenza di tale struttura nessun essente

potrebbe essere e apparire Essa egrave lo scheletro dellrsquoessere la sua grammatica di base la sua

sintassi fondamentale la quale non essendo un unico significato ma un intreccio inscindibile

di significati essa egrave una struttura (un complesso logico-semantico consistente nella totalitagrave

delle determinazioni che devono essere presenti affincheacute un essente possa apparire) In altre

parole la struttura originaria egrave la forma essenziale di ogni essente ciograve con cui esso egrave

necessariamente in relazione il suo legame indissolubile

In quanto lrsquoessere egrave immediatamente innegabile e lrsquoinnegabilmente immediato la

struttura originaria dellrsquoessere egrave la struttura originaria della necessitagrave dove il termine necessitagrave

ndash dal latino ne-cedo ndash esprime il senso assoluto dellrsquoinnegabilitagrave quale autonegativitagrave

immediata del proprio negativo In quanto il proprio negativo egrave immediatamente autonegativo

la struttura originaria egrave ciograve che laquostaraquo innegabilmente ed eternamente Essa non egrave un prodotto

teorico dellrsquouomo o di Dio ma il laquoluogo giagrave da sempre aperto dalla Necessitagraveraquo109

Egrave lo stare

innegabile dellrsquoessere-significare

Un essente egrave e appare in quanto egrave presente una certa dimensione dellrsquoessente costituita

dalle laquodeterminazioni che competono con necessitagrave a ogni essente e nelle quali consiste

appunto il destinoraquo110

108 Si tratta della struttura originaria come struttura dellrsquoessere e del significare e non della grande opera

edita per la prima volta nel 1958 e considerata fin drsquoora Questa distinzione rende legittima lrsquoestrapolazione del IV

capitolo da La struttura originaria

109 E Severino La struttura originaria pag13

110 Id Oltrepassare Adelphi Milano 2007 pag 179

69

Queste determinazioni sono chiamate laquopersintatticheraquo (lrsquoesser seacute dellrsquoessente il suo

non esser altro da seacute il suo non poter diventare ed essere altro da seacute il suo essere eterno ma

anche lrsquoessere dellrsquoapparire infinito la necessitagrave che gli essenti della terra sopraggiungendo

siano accolti dagli essenti dello sfondo e la necessitagrave che il sopraggiungere sia la Gloria cioegrave

si dispieghi senza fine) a queste poi si aggiungano tutte quelle che gli competono e che

costituiscono la dimensione stessa111

Lo ldquosfondordquo egrave un altro modo di nominare la sintassi originaria dellrsquoessere

evidenziandone lrsquoessere contenuto necessariamente originario e costante dellrsquoapparire

lrsquoinsieme delle determinazioni che non sopraggiunge e non tramonta mai allrsquointerno

dellrsquoapparire trascendentale ossia allrsquointerno di quellrsquoorizzonte che ospita lrsquoapparire empirico e

particolare degli essenti Lo sfondo egrave la permanenza non sopraggiungente

La struttura originaria della veritagrave dellrsquoessere egrave necessariamente identica sia

nellrsquoapparire finito che in quello infinito proprio in quanto egrave il fondamento dellrsquoessere ossia in

quanto egrave il predicato necessario di ogni essente ndash predicato trascendentale112

Le determinazioni della struttura originaria non sono il predicato di ogni essente cioegrave

questo libro non egrave ndash in quanto tale ndash lrsquoapparire infinito ma ogni essente egrave ciograve che esso egrave e

appare cosigrave come appare solo in quanto esso egrave in relazione a tale insieme Ciograve significa che

ogni essente egrave necessariamente in relazione alla totalitagrave delle determinazioni sono il predicato

necessario di ogni essente in questo senso dellrsquoessere in relazione

La struttura originaria egrave lo sfondo intramontabile dellrsquoapparire e cioegrave la persintassi

dellrsquoessente a differenza della iposintassi che egrave il contenuto variabile e variante dellrsquoapparire

la persintassi egrave la sintassi intramontabile dellrsquoIo finito del destino necessariamente costante e

sempre identica a seacute percheacute se via via apparissero ulteriori determinazioni integranti prima di

tale integrazione essa non sarebbe ancora stata seacute stessa cioegrave fondamento

111 Ibidem

112 Ibidem

70

Il fondamento in quanto persintassi o sintassi costante e originaria dellrsquoessere egrave il

contenuto eterno che appare eternamente nel cerchio finito del destino In quanto tale esso egrave il

luogo che accoglie la terra ossia la totalitagrave degli essenti che appaiono e scompaiono

In quanto la struttura originaria egrave fondamento essa egrave lrsquoessenza del fondamento la

struttura anapodittica del sapere e cioegrave lo strutturarsi della principalitagrave o dellrsquoimmediatezza

Il fondamento egrave quindi struttura unitagrave non semplice complesso logico e semantico

composto da una pluralitagrave di determinazioni essenzialmente legate tra loro

Legame essenziale significa che quelle determinazioni sono concretamente ciograve che sono

solo allrsquointerno di quel complesso cosigrave come quel complesso egrave concretamente quellrsquounitagrave che egrave

solo in quanto totalitagrave di quella pluralitagrave di determinazioni senza anche uno solo dei suoi

significati esso non sarebbe ciograve che egrave cosigrave come ogni parte separata da quel complesso non

sarebbe ciograve che egrave

La struttura originaria egrave lrsquoessenza del fondamento percheacute non egrave semplicemente

fondamento ma ciograve che il fondamento deve essere per essere fondamento essere fondamento

significa essere originario ed essere originario significa essere struttura

laquoLrsquoesposizione concreta della struttura originaria mostra che la metafisica come

teorematicitagrave o categoricitagrave appartiene alla struttura stessa dellrsquoimmediatoraquo113

Il sapere

metafisico non egrave unrsquoulterioritagrave da conseguire ma appartiene allrsquoessenza del fondamento E la

storia del fondamento egrave un elemento o un momento essenziale del fondamento stesso come in

generale ogni struttura logica che abbia a procedere dal fondamento include in seacute

essenzialmente la propria storia

113 Id La struttura originaria cap I par 4

71

Tutti i possibili modi di prendere posizione rispetto ad esso meno uno costituiscono

altrettanti negazioni del fondamento114

La posizione del fondamento implica il toglimento della negazione del fondamento o

questo si realizza come apertura originaria della veritagrave solo in quanto egrave in grado di togliere la

sua negazione115

114 lt Vi sono vari tipi di negazione il fondamento puograve essere negato percheacute al suo contenuto non si

riconosce valore di fondamento oppure il valore egrave riconosciuto soltanto ad una parte di quel contenuto oppure

percheacute si nega che il sapere debba avere un fondamento o infine semplicemente percheacute il fondamento egrave ignorato

sia nel suo contenuto concreto sia quanto al suo contenuto formale Le negazioni accadute le negazioni del

fondamento si distinguono allrsquointerno del sistema delle negazioni possibili dalle negazioni non accadute non

manifestatesi in quanto le prime sono oggetto di una cura di un interesse per cui o la base logica sulla quale tali

negazioni appoggiano viene considerata come il fondamento stesso o in generale esse diventano in quanto tali

contenuto di una certezza gt Ibidem

115 lt Sigrave che il fondamento egrave posto solo in quanto la sua negazione egrave posta (come tolta) Il contenuto del fondamento egrave posto in quanto il fondamento mostra la sua capacitagrave di togliere assolutamente la sua negazione

quindi essere fondamento significa essere originario In quanto il fondamento si impegna con la sua storia

lrsquoeternarsi del fondamento coincide col suo storicizzarsi Se la storia del fondamento egrave il concretarsi

dellrsquouniversalitagrave della sua negazione egrave infatti in rapporto allo sviluppo della negazione che il fondamento esercita

il suo valore Rispetto quindi allo sviluppo della negazione il fondamento si tien fermo ed in questo tenersi fermo

egli egrave sempre il medesimo Ma il tenersi fermo in relazione allo sviluppo della negazione egrave anche un movimento

sigrave che per questo lato il fondamento egrave svolgimento novitagrave progresso gt Ibidem

72

II - Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere

Il giudizio originario egrave lrsquoaffermazione in cui si realizza la struttura originaria tutto ciograve

che nel modo che gli conviene egrave immediatamente noto egrave lrsquoimmediato

Pensiero egrave lrsquoattualitagrave o la presenza immediata dellrsquoessere assunta in relazione alle

strutture semantiche che sono immediatamente implicate (ossia immediatamente presenti) dalla

posizione dellrsquoattualitagrave o presenza immediata dellrsquoessere Se a questa attualitagrave si riserva il nome

di laquoesperienzaraquo il termine laquopensieroraquo resta definito come implicazione immediata tra

lrsquoesperienza e quelle strutture Non si dagrave laquodimostrazioneraquo o laquofondazioneraquo del giudizio

originario che lo pongano come una struttura estranea alla struttura del porsi il linguaggio che

ne parla egrave lrsquoesporsi del giudizio stesso

Lrsquoessere che egrave immediatamente presente ndash lrsquoimmediato come ciograve che entra a

costituire il soggetto del giudizio originario - egrave ciograve che per essere affermato non richiede o non

presuppone altro che la presenza di seacute stesso o non presuppone altro che seacute stesso in quanto

presente τὸ δι αὐτὸ γνώϱιμον il per seacute notum

Il termine laquoessereraquo indica una sintesi tra il significato laquoessereraquo (essere formale) e i

significati costituiti dalle determinazioni che appunto sono O possiamo anche dire col

termine laquoessereraquo si intende una complessitagrave o concretezza semantica i cui momenti astratti

sono lrsquoessere formale e le determinazioni o individuazioni di questa formalitagrave

La proposizione laquoEgrave per seacute noto che lrsquoessere egraveraquo non sta ad affermare lrsquoimmediatezza

della connessione tra il soggetto e il predicato della proposizione laquoLrsquoessere egraveraquo ma

lrsquoimmediatezza della notizia di questa connessione116

La quale non interessa come tale ma

come positivitagrave (essere) che egrave contenuto della presenza che non vuol dire negare la

116 La struttura fenomeno-logica egrave articolata in tre momenti che costituiscono quellrsquounico atto che egrave

lrsquoapparire lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire ovvero la laquocoscienza di autocoscienzaraquo Questa espressione

esprime il significato fondamentale dellrsquoapparire indicando che qualcosa appare solo in quanto appare il suo

apparire Questo rilievo genera solitamente piugrave obiezioni tra le quali ldquose crsquoegrave un apparire dellrsquoapparire ci dovragrave

poi essere un apparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire e cosigrave via in un regresso allrsquoinfinito Ma lrsquoobiezione egrave presto

73

connessione tra il soggetto e il predicato lrsquoimmediatezza di quella connessione egrave infatti

lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave o incontraddittorietagrave dellrsquoessere ndash immediatezza logica ndash Lrsquoaporia

generata dallrsquointelletto astratto che cerca quindi di fondare il fondamento possiamo formularla

cosigrave laquola posizione dellrsquoimmediatezza dellrsquoessere ha il suo fondamento in seacute o in altroraquo Che sia

per altro egrave contraddittorio (lrsquoessere sarebbe un immediato e mediato) Se egrave nota per seacute si

produce il regressus in indefinitum (lrsquoimmediatezza viene ad essere posizione

dellrsquoimmediatezza dellrsquoimmediatezza andando cosigrave allrsquoinfinito)

Dato che la discorsivitagrave del pensare ha in proprio di dire nel tempo ndash una cosa dopo

lrsquoaltra ndash ciograve che non vale come tempo il discorso assume questo andamento laquoLrsquoessere egraveraquo

Lrsquointelletto astratto non riesce a sollevarsi al di sopra della tecnica o della forma esterna

del discorrere e mantenendosi nellrsquoastrattezza dagrave luogo al regressus Di ciograve la parola non ha

alcuna responsabilitagrave il tempo egrave il destino della parola (lrsquoandamento discorsivo egrave corretto

sempre purcheacute non si assuma come due momenti ciograve che vale come unico momento logico)

Lrsquoimmediatezza logica egrave lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave-non contraddittorietagrave dellrsquoente in

quanto ente cioegrave di ogni ente cioegrave della totalitagrave dellrsquoente La posizione dellrsquoidentitagrave-non

contraddittorietagrave egrave originaria Dire originariamente che lrsquoessere egrave essere non significa istituire

un confronto e quindi una identificazione tra lrsquoessere come soggetto e lrsquoessere come

predicato presupposti allrsquoidentificazione ndash cheacute anzi stante questa presupposizione lrsquoessere

(soggetto) non egrave lrsquoessere (predicato) Oppure lrsquoessere che egrave essere egrave lrsquoessere che egrave essere

ossia egrave lrsquoessere che egrave posto come identitagrave e non lrsquoessere che essendo posto (presupposto) egrave

poi posto come identitagrave (onde lrsquoidentitagrave si costituisce come identificazione dellrsquoalteritagrave)

Lrsquoidentitagrave dellrsquoessere con seacute stesso egrave pertanto assoluta Lrsquoessere (Ersquo) di cui si predica

lrsquoessere (Ersquorsquo) egrave appunto lrsquoessere che egrave essere Ersquo=Ersquorsquo e lrsquoessere (Ersquorsquo) che egrave predicato egrave

appunto essere dellrsquoessere Ersquorsquo=Ersquo

La formula dellrsquoidentitagrave concreta egrave quindi (Ersquo=Ersquorsquo) = (Ersquorsquo=Ersquo) oppure Ersquo(=Ersquorsquo) =

Ersquorsquo(=Ersquo)

tolta lt la triplice posizione non dagrave luogo a un regresso allrsquoinfinito giaccheacute quello che viene discorsivamente

posto come ldquoterzo momentordquo (lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire) egrave la posizione concreta del ldquoprimo momentordquo

(quello che egrave discorsivamente posto come la semplice coscienza o apparire dellrsquoente) e del ldquosecondo momentordquo

(discorsivamente posto come autocoscienza o apparire dellrsquoapparire) gt Non quindi un tre momenti esterni lrsquouno

allrsquoaltro ma della medesimezza di quellrsquounico atto complesso in cui consiste lrsquoapparire dellrsquoessente

Cfr N Cusano Capire Severino ndash La risoluzione dellrsquoaporetica del nulla Mimesis Edizioni Milano-Udine 2011

pag57-58

74

Di seguito possiamo formulare anche lrsquoespressione dellrsquoidentitagrave come identitagrave

dellrsquoidentitagrave e della non contraddizione Lrsquoessere che non egrave non essere non egrave non essere ndash dove

questo non esser non essere egrave proprio dellrsquoessere (E=nnE) = (nnE=E) Ma se lrsquoidentitagrave e la non

contraddizione sono i momenti astratti dellrsquoidentitagrave (o non contraddizione) concreta la

formulazione suprema dellrsquoidentitagrave egrave la posizione dellrsquoidentitagrave tra lrsquoidentitagrave (I) e la non

contraddizione (nC)

Dire che lrsquoessere egrave essere egrave lo stesso che dire che lrsquoessere non egrave non essere (I=nC) = (nC=I)

Kant osservava che non aveva senso fondare un giudizio analitico sullrsquoesperienza dato che per

far convenire il predicato al soggetto non egrave necessario uscire dal concetto del soggetto117

Considerando lrsquoanaliticitagrave del principio di non contraddizione egrave chiaro che lrsquoosservazione

kantiana non puograve voler significare che questo principio non abbia alcuna portata sintetica a

posteriori ovvero che la connessione del soggetto col predicato non abbia alcuna valenza

sintetica

117 lt Qualunque possa essere il contenuto della nostra conoscenza e comunque essa possa riferirsi allrsquooggetto certo la condizione universale ndash seppur solo negativa ndash di tutti i nostri giudizi in generale egrave che essi

non contraddicano seacute stessi altrimenti tali giudizi sono in seacute stessi (anche a prescindere dallrsquooggetto) nulla gt

Infatti lt se il giudizio egrave analitico sia esso negativo o affermativo la sua veritagrave deve sempre poter essere

conosciuta sufficientemente in base a principio di contraddizione Lrsquoopposto di ciograve che giagrave si trova e viene pensato

come concetto nella conoscenza dellrsquooggetto difatti egrave sempre giustamente negato di questo qualcosa mentre il

concetto stesso dovragrave invece venir necessariamente affermato del medesimo qualcosa per il fatto che il contrario

di tale concetto contraddirebbe allrsquooggetto gt I Kant Critica della ragione pura pag 228

75

Negare tale valenza significherebbe infatti negare che lrsquoessere che si manifesta nellrsquoorizzonte

fenomenologico sia in contraddittorio significherebbe affermare che lrsquoeffettualitagrave lrsquoesserci

dellrsquoessere smentisce lrsquoincontraddittorietagrave affermata dal principio Quindi si diragrave che anche il

principio di non contraddizione ha un valore sintetico (lrsquoincontraddittorietagrave egrave cioegrave

immediatezza anche come immediatezza fenomenologia) ma che questo valore egrave soltanto un

momento del valore del principio Lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave lrsquoimmediatezza

dellrsquoapparire dellrsquoente che appare in quanto ente che appare cioegrave di ogni ente che appare cioegrave

della totalitagrave dellrsquoente che appare Risiede nel significato stesso dellrsquoessere che lrsquoessere debba

ad essere quindi il principio di non contraddizione non esprime semplicemente lrsquoidentitagrave

dellrsquoessenza con seacute medesima ma lrsquoidentitagrave dellrsquoessenza con lrsquoesistenza

Ogni affermazione esistenziale egrave posizione di questa identitagrave dellrsquoessenza e dellrsquoesistenza non nel

senso che ogni proposizione esistenziale sia identica [] ma nel senso che nel significato della determinazione (essenza) di cui si predica lrsquoessere (lrsquoesistenza) egrave originariamente incluso lrsquoessere

(la positivitagrave lrsquoesistenza) della determinazione118

La relazione concreta tra lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave

dunque espressione della strutturazione dellrsquooriginario

La L-immediatezza dellrsquoente (ossia lrsquoente nel suo essere immediatamente identitagrave con

seacute e non contraddittorietagrave) la quale egrave immediatamente presente (cioegrave F-immediata) egrave

lrsquoimmediata presenza (cioegrave F-immediata) della L-immediatezza dellrsquoente (x=y) = (y=x)

118 E Severino Essenza del nichilismo pag 288

76

III - LrsquoEterno

Lrsquoontologia diviene incapace di cogliere lrsquoessere ed egrave costretta ad andar oltre per

trovare ciograve di cui si egrave privata Ciograve che poi trova lrsquoessere immutabile il totalmente altro

contrapposto quindi allrsquoessere diveniente egrave fondato sulla piugrave radicale assurditagrave Da che

lrsquoorizzonte originario del pensare egrave la fede nel divenire degli enti non puograve non essere

impossibile ogni metafisica ogni ontologia ogni teologia che si illuda di poter pervenire a una

dimensione immutabile al di sopra o al centro del divenire

E la dimostrazione di un essere necessario e quindi ogni prova dellrsquoesistenza di un essere

necessario va alla ricerca e presume di trovare un medio che connetta al positivo la negazione del negativo [] pretende di dimostrare il necessario dal contingente

119

Ma affermare un medio tra il soggetto e il predicato significa non vedere lrsquooriginarietagrave

di questa predicazione significa problematizzare la stessa immediatezza della veritagrave e quindi

negarla La veritagrave dellrsquoessere egrave il predicato di ogni ente non nel senso che lrsquoente stia al di fuori

della veritagrave dellrsquoessere ma nel senso che questa egrave la stessa predicazione ossia la stessa unitagrave

veritativa dellrsquoente e del suo predicato La veritagrave dellrsquoessere ndash che egrave il contenuto della filosofia

ndash egrave pertanto lo sfondo di ogni apparire o dellrsquoapparire in quanto tale

Lrsquo apparire del contenuto intramontabile della veritagrave egrave lrsquoapparire del contenuto totale

della veritagrave egrave cioegrave lrsquoapparire della concreta totalitagrave dellrsquoente egrave lrsquoapparire infinito del Tutto non

nel senso che la parte sia identica simpliciter al Tutto ma nel senso che la parte egrave legata con

necessitagrave al Tutto sigrave che il Tutto egrave il vero significato della parte ossia egrave la dimensione in cui la

parte che in quanto separata dal Tutto egrave contraddizione non egrave contraddizione

119 Ivi cit pag 33

77

E la parte egrave separata dal Tutto proprio percheacute il Tutto non appare nella sua compiuta

concretezza allrsquointerno del cerchio dellrsquoapparire120

del destino della veritagrave

laquoLa veritagrave dice non nel senso che essa sia innanzitutto un linguaggio intorno alle cose

ma nel senso che essa egrave il mostrarsi lrsquoapparire della necessitagrave in cui il Tutto dimoraraquo121

Solo

percheacute la necessitagrave (il λογος) presso cui il Tutto sta radunato appare il linguaggio puograve

parlarne ed essere un ομολογειν122

Il Tutto non egrave sopraffatto e catturato dalla necessitagrave ma egrave in accordo con essa sta nel

suo cuore e la necessitagrave sta nel cuore di ogni cosa Non esiste alcuna cosa che possa sfuggire

alla necessitagrave percheacute lo sfuggirle egrave il negarla (lrsquoaprire uno spazio che non si accorda con essa)

e il negarla egrave autonegazione In questa autonegazione consiste il vero senso del non poter

sfuggire alla necessitagrave e dunque il senso originario del destino

La veritagrave egrave il destino del Tutto percheacute la stessa volontagrave di abbandonarla e di negarla

esiste come tale solo in quanto egrave in accordo con ciograve che la veritagrave dice sigrave che per questo suo

accordo con la veritagrave essa egrave un abbandonare e un negare seacute medesima lasciando che ciograve che la

veritagrave dice sia lo stare che non trema e non puograve essere rimosso trasformato smentito abbattuto

da nessuna forza e da nessuna potenza

Il cuore non tremante della veritagrave dice che il Tutto non trema Il Tutto non trema percheacute

ogni cosa egrave destinata allrsquo essere non egrave un ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente Per questo

suo tenersi giagrave da sempre e per sempre sollevato nellrsquoessere il Tutto sta senza tremare

120 Il cerchio dellrsquoapparire egrave lrsquoapparire trascendentale laquoil luogo degli intramontabili che costituiscono lo

sfondo di ogni accadereraquo Id Destino della necessitagrave pag 110

121 Ivi cit pag 123

122 Eraclito fr 50

78

In questo secondo significato dello ldquostarerdquo il Tutto egrave il destino123

Il Tutto egrave ciograve che il mortale in veritagrave egrave egrave ciograve che il mortale egrave destinato ad essere da

sempre e per sempre Come oltrepassamento della totalitagrave della contraddizione del finito il

Tutto egrave la Gioia E nella Gioia il mortale egrave giagrave da sempre un passato

La dimostrazione dellrsquoimmediato egrave negazione dellrsquoimmediato giaccheacute se si sente il

bisogno di un medio vuol dire che il predicato egrave visto come qualcosa che come tale puograve

convenire come puograve non convenire al soggetto

Lrsquoessere tutto lrsquoessere visto come ciograve che egrave e non puograve non essere egrave Dio E quando lrsquoessere parla di seacute dice Ego sum qui sum (ἐγώ εἰμι ὁ ὤν Esodo III) che egrave la piugrave alta espressione speculativa del

testo sacro124

A Dio non si arriva A Dio non si giunge a guardarlo dopo un esilio o una cecitagrave

iniziali appunto percheacute Dio egrave lrsquoessere di cui il logo originario dice che egrave e non puograve non essere

ossia egrave il contenuto della veritagrave originaria nella misura in cui questa si costituisce come

affermazione che lrsquoessere egrave Se quindi Dio egrave contenuto della veritagrave originaria in quanto essa egrave

logo originario drsquoaltra parte lrsquointero dellrsquoessere in quanto immutabile trascende la

manifestazione originaria dellrsquoessere trascende lrsquoesserci125

Dio non si dimostra non giagrave nel senso che se ne dia immediata esperienza ossia

appartenga al contenuto originariamente manifesto ma nel senso che lrsquoaffermazione che

lrsquoessere egrave costituisce lrsquoimmediatezza lrsquooriginarietagrave del logo

123 lt Il verbo latino dēstino egrave costruito sulla radice sta che esprime appunto il senso fondamentale dello

laquostareraquo E nel significato del destinare la particella de non introduce lrsquoidea della separazione (come ad esempio in

decidere) o della mancanza (come ad esempio in deesse) ma ha il compito di rafforzare e di portare al massimo il

senso indicato dal tema sta indicando nel contempo che lo stare egrave in riferimento a un ambito sul quale lo stare sta

gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 131

124 Id Essenza del nichilismo pag 58

125 Ivi pag 59

79

E lrsquoessere di cui si parla egrave appunto Dio giaccheacute con questa parola si intende lrsquointero del

positivo pensato nel suo esistere e nella impossibilitagrave della sua inesistenza

Ed egrave appunto di questo essere che si afferma lrsquoimmutabilitagrave e quindi la trascendenza

rispetto allrsquoessere diveniente che egrave manifesto Lrsquoessere egrave immutabile Ma come immutabile si

libra sullrsquoessere diveniente lo trascende

Il pensiero occidentale egrave la dimenticanza di questa veritagrave di questa immediatezza

originaria e nella dimenticanza si sforza di raggiungere lrsquoEssere necessario Proprio in quanto

tale sforzo avviene nella dimenticanza della veritagrave dellrsquoessere esso egrave quindi destinato a fallire

Uscire dalla dimenticanza significa ristabilire la possibilitagrave del rapporto autentico con

Dio e il Sacro

La possibilitagrave che il Sacro sia veritagrave ndash e sia anzi la massima apertura dellrsquoessere consentita alla

veritagrave ndash egrave la possibilitagrave di un nesso tra il Sacro e la veritagrave tale che la negazione dellrsquoesistenza di ciograve

che egrave annunciato dal Sacro implichi necessariamente la negazione della veritagrave126

126 Ivi cit pag 170

80

NOTA

Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del verbo

Lrsquoincarnazione di Gesugrave Cristo avviene nella pienezza del tempo In esso infatti viene

alla luce lrsquointera opera della creazione e della salvezza e soprattutto emerge il fatto che laquocon

lrsquoincarnazione del Figlio di Dio noi viviamo e anticipiamo fin da ora ciograve che saragrave il

compimento del temporaquo127

La veritagrave che Dio ha consegnato allrsquouomo su seacute stesso e sulla sua vita si inserisce

quindi nel tempo e nella storia128

Certo essa egrave stata pronunciata una volta per tutte nel mistero di Gesugrave di Nazareth e lo

dice con parole eloquenti la Costituzione Dei Verbum129

Dio dopo avere a piugrave riprese e in piugrave modi parlato per mezzo dei Profeti ldquoalla fine nei nostri giorni ha parlato a noi per mezzo del Figliordquo Mandograve infatti suo Figlio cioegrave il Verbo eterno che

illumina tutti gli uomini affincheacute dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i segreti di Dio

Gesugrave Cristo Verbo fatto carne mandato come ldquouomo agli uominirdquo ldquoparla le parole di Diordquo e porta a compimento lrsquoopera di salvezza affidatagli dal Padre Perciograve Egli vedendo il quale si vede anche

il Padre con tutta la sua presenza e con la manifestazione di seacute con le parole e con le opere con i

segni e con i miracoli e specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione di tra i morti e infine con lrsquoinvio dello Spirito di veritagrave compie e completa la Rivelazione

127 Libro degli Ebrei 1 2

128 lt Cristo egrave una realtagrave cioegrave una persona storica ben precisa e perciograve appartiene alla dialettica della

storia alcuni uomini hanno scritto di lui ed hanno testimoniato nel mondo per lui affrontando la morte hanno

predicato chrsquoegli egrave il Figlio di Dio risorto da morte e asceso al cielo e quindi chrsquoegli egrave Dio e uomo ossia lrsquoUomo-

Dio comrsquoegrave stato creduto lungo i secoli nella vita della Chiesa e fuori di lui non crsquoegrave salvezza Personaggio sconvolgente apparso in una terra ed in una cultura del tutto isolata e opposta a quella della civiltagrave classica del

bacino del mediterraneo al suo apparire Cristo non ha fatto appello a nessuna filosofia [] ma soltanto allrsquoautoritagrave

del Padre che lrsquoha mandato alla testimonianza fattagli da Mosegrave e dai profeti del suo popolo Ma ha proclamato

che la sua dottrina egrave luce di salvezza per ogni uomo che viene in questo mondo gt C Fabro Lrsquoalienazione

dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno in aavv Il Cristo dei filosofi Atti del XXX Convegno di studi filosofici di

Gallarate Morcelliana Brescia 1976 pag 52-53

129 In URL maranathait Costituzione Dei Verbum consultato in data 14052017

81

Lrsquoaudacia del cristianesimo non consiste nel credere che un uomo sia Dio (un uomo

nato in Giudea e crocifisso al tempo dellrsquoimperatore Tiberio) La divinizzazione di certi uomini

egrave infatti diffusa nelle religioni che precedono il messaggio cristiano Lrsquoaudacia sta nel pensare

che un uomo sia Dio dopo che la filosofia greca aveva portato alla luce il significato piugrave

profondo e radicale del divino Dio inteso come Essere eterno e perfetto Bene supremo che

eternamente conosce se stesso al di sopra della nascita e della morte Qui sta lrsquoaudacia del

cristianesimo che un uomo un mortale sia lrsquoeterno che lrsquoEterno si sia fatto carne Ma quando

questa fede nellrsquouomo-Dio si diffonde la cultura greca non la considera unrsquoaudacia ma follia

aberrazione assurditagrave scandalo130

empietagrave offuscamento della ragione131

unrsquoaudacia cosigrave

spinta da diventare irresponsabilitagrave132

130 lt Egrave il Gesugrave storico quindi cioegrave Dio nel tempo che costituisce il punto cruciale dello scandalo della

filosofia Il Dio storico esige ed opera il cambiamento radicale della libertagrave dellrsquouomo Si tratta che dopo

lrsquoapparizione dellrsquouomo-Dio tanto lrsquointelligenza quanto la volontagrave sia il pensiero come lrsquoazionehellipsono tratti fuori

dallrsquoalveo naturale e lrsquouomo diventa da interrogante interrogato rinuncia al dominio della ragione e passa

allrsquoobbedienza della fede gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno cit pag82

131 laquoCristo il quale lungi dal fortificare la logica naturale piuttosto la confonde e la spezza deludendo

tutte le attese di comprensione della ragioneraquo Ivi cit pag 54

132 Siamo abituati a unire il cristianesimo al platonismo ma quando il cristianesimo cominciograve ad imporsi egrave proprio dal pensiero platonico e neoplatonico che gli vennero rivolte le critiche piugrave radicali e profonde lt Gesugrave egrave

per Porfirio un vero sapiente la cui sapienza perograve come quella degli evangelisti e di Paolo egrave interamente

riconducibile alla sapienza greca soprattutto a Pitagora e Platone gt I primi padri della Chiesa si impegnarono a

fondo per smontare questa tesi Inoltre lt I testi dei primi secoli del cristianesimo mostrano appunto lo scontro fra i

rappresentanti dellrsquoortodossia che intendono vivere e accettare a fondo lo scandalo e la follia cristiana e gli

gnostici che arretrano di fronte alla follia e allo scandalo e intendono come semplice apparenza lrsquoincarnazione e

la morte di Cristo gt E Severino Pensieri sul cristianesimo BUR Rizzoli Milano 2010 Cit pag 165

82

Giustino martire scrive di Gesugrave ldquoLo onoriamo sapendo che egrave Figlio del vero Dio e mettendolo al secondo posto e nel terzo mettendo lo Spirito profetico Su questo punto ci accusano di follia

dicendo che noi diamo il secondo posto dopo il Dio immutabile eterno autore di tutte le cose ad

un uomo crocifissordquo133

La follia e lo scandalo di quel secondo posto egrave che il primo si egrave fatto secondo cioegrave Dio

si egrave fatto uomo Ma se lrsquoaspetto scandaloso e folle dellrsquoaffermazione che Dio si egrave fatto uomo egrave

fuori discussione134

si egrave meno attenti nel mettere in luce le condizioni che rendono follia la

follia e scandalo lo scandalo La follia sussiste solo se Dio egrave essenzialmente lontano

dallrsquouomo se Dio egrave qualcosa che sta vicino ed egrave simile allrsquouomo che follia crsquoegrave ad affermare

che Dio si egrave fatto uomo Ma sin dallrsquoinizio il cristianesimo pretende che la propria follia sia

radicale E giustamente percheacute tra Dio e lrsquouomo pone una distanza infinita Il Dio che si fa

carne egrave il Dio che egrave stato portato alla luce dal pensiero greco il Dio immutabile ed eterno Il

cristianesimo certo aggiunge che questo Dio egrave ldquocreatorerdquo di tutte le cose ma questa

caratteristica non fa che portare al limite il carattere che egrave proprio del Dio greco cioegrave il suo

essere ldquodemiurgordquo produttore di tutte le cose dellrsquoordinamento cosmico

133 Ivi cit pag 163

A questo proposito Papa Francesco ricorda come lt Quella veritagrave quella egrave la rivelazione di Gesugrave Quella presenza

di Gesugrave incarnato Quello egrave il punto Se lo si dimentica saragrave sempre forte la seduzione per i discepoli di Cristo di

fare cose buone senza lo scandalo del Verbo incarnato senza lo scandalo della croce Giustino egrave stato testimone di questa veritagrave percheacute proprio per lo scandalo della croce si egrave attirato la persecuzione del mondo Egli ha

annunciato il Dio che egrave venuto tra noi e si egrave immedesimato nelle sue creature []Ciograve che di Gesugrave scandalizza egrave la

sua natura di Dio incarnato E come a lui anche a noi tendono trappole nella vita quello che scandalizza della

Chiesa egrave il mistero dellrsquoincarnazione del Verbo quello non si toglie quello il demonio non lo toglie gt

LrsquoOsservatore Romano ed quotidiana Anno CLIII n 125 Dom 02062013

134 laquoLa follia di Dio egrave piugrave sapiente degli uominiraquo scrive lrsquoapostolo Paolo nella prima Lettera ai Corinzi

I 17-31 In URL wwwgli scrittiitdchiesabibbia Consultato in data 18042017

83

Quel che non si deve perdere di vista egrave che senza il concetto greco di Dio ndash senza il

modo in cui la filosofia greca pensa Dio ndash la follia e lo scandalo del Dio che si fa uomo

verrebbe meno

Lrsquoenergia del pensiero greco porta alla luce il senso radicale dellrsquoimmutabilitagrave e

dellrsquoeternitagrave di Dio laquoportandosi al di sopra e al di fuori dellrsquoindeterminatezza del Dio

veterotestamentario e di ogni forma pre-greca del divinoraquo135

Nella Summa contra gentiles di Tommaso drsquoAquino136

il capitolo intitolato ldquoChe cosa

pensa la fede cattolica dellrsquoIncarnazione di Cristordquo (Quid cattolica fides sentiat de Incanatione

Christi) ha il compito di rispondere negativamente alla domanda se il mistero

dellrsquoincarnazione sia un assurdo

Di Cristo le scritture affermano che come uomo ha proprietagrave umane (humana) e

insieme affermano che come Dio non puograve patire (impassibile) e non puograve morire (immortale)

Ora le proprietagrave umane attribuite a Cristo sono degli opposti rispetto alle proprietagrave divine a lui

attribuite Dice Tommaso

Ma poicheacute gli opposti non possono essere affermati con veritagrave dello stesso e secondo lo stesso

riferimento e poicheacute le proprietagrave divine e umane che vengono dette di Cristo stanno tra di loro in

opposizione come che ha patio e che non puograve patire morto e immortale e tutte le altre proprietagrave di questo genere egrave necessario che le proprietagrave divine siano affermate di Cristo secondo un riferimento

e le proprietagrave umane secondo un altro riferimento[] ciograve di cui le une e le altre sono affermate

non si deve fare alcuna distinzione ma ci si imbatte in unrsquounitagrave137

Cristo quindi egrave unrsquounica ipostasi e un unico sostrato della natura umana e di quella

divina Quindi la tesi sostenuta da Tommaso che allo stesso convengano gli opposti egrave

affermazione che ha veritagrave solo se gli opposti non sono predicati secondo lo stesso rispetto

laquonecesse est quod secundum aliud et aliud divina et humana praedicentur de Christoraquo

135 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 164

136 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles capitolo 39 Libro IV consultato in data

26032017

137 Ibidem

84

La distinzione (aliud et aliud) non egrave ciograve di cui (id de quo) si predicano gli opposti che

anzi costituisce e deve costituire una unitagrave ma riguarda ciograve secondo cui (id secundum quod)

essi sono predicati

La doppia natura di Cristo egrave cioegrave la condizione necessariamente richiesta affincheacute la

predicazione delle proprietagrave umane e divine di Cristo non sia un affermare gli opposti

contraddittoriamente della stessa cosa e sotto lo stesso rispetto Del Verbo di Dio si possono e

si devono predicare le proprietagrave umane in quanto lrsquouomo che egrave Cristo egrave il suppositum non solo

della natura divina ma anche di quella umana E viceversa del Verbo di Dio sono affermate

proprietagrave umane in quanto tale sostrato egrave sostrato anche della natura umana

E sarebbe cosigrave tolta la contraddizione per quale della stessa cosa sono affermate

secondo lo stesso rispetto o riferimento proprietagrave opposte sarebbe tolta percheacute dellrsquounico

sostrato o ipostasi che egrave Cristo le cose divine sono affermate rispetto o in riferimento alla

natura divina di Cristo e le cose umane sono affermate secondo un altro rispetto e cioegrave

relativamente alla natura umana di Cristo

Eppure nonostante la portata di questo immenso lavoro il concetto dellrsquoIncarnazione

non riesce a liberarsi dallrsquoassurdo lrsquoassurdo in cui gli opposti sono predicati della stessa cosa

secondo lo stesso riferimento Il rilievo fondamentale per lrsquoaccertamento di tale assurdo sta

nel modo di pensare al quale appartiene la filosofia di Tommaso per il quale certe proprietagrave

come ldquomortalerdquo sono predicate necessariamente della natura umana e che certe proprietagrave

come ldquoimmortalerdquo sono predicate necessariamente della natura divina egrave impossibile che una

natura umana non sia mortale ed egrave impossibile una natura divina che non sia immortale

Questo significa che nature diverse sono esse stesse degli opposti ossia i diversi

rispetti o riferimenti sono essi stessi degli opposti e quindi non riescono a costituirsi come

rispettivi diversi secondo cui vengono predicati dello stesso gli opposti

85

Lrsquoesser uomo e lrsquoesser Dio costituiscono essi stessi unrsquoopposizione sigrave che egrave

contraddittorio dire dello stesso che egrave uomo e Dio Egrave immediatamente contraddittorio per la

ragione naturale Non egrave un mistero egrave un assurdo

Esser uomo ed esser Dio sono determinazioni opposte percheacute contengono

essenzialmente determinazioni opposte

86

PARTE SECONDA

IL DIVENIRE

INCONCEPIBILITAgrave E ASSURDITAgrave DELLA laquoCREATIO EX NIHILOraquo

laquoLa prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire

allrsquoeternitagrave del Tuttoraquo138

138 E Severino Destino della necessitagrave pag420

87

CAPITOLO I

La Terra e il mortale

88

I - La creazione dal nulla139

Tommaso ricorda come la causa delle cose egrave la volontagrave di Dio tanto necessario che le

cose esistano quanto necessario che Dio le faccia oggetto del suo volere dato che laquolrsquoeffetto

dipende dalla necessitagrave della causa come dice Aristoteleraquo140

E Dio agisce per intelletto e

volontagrave e non per necessitagrave di natura Esso produce insieme la materia e la forma la causa

agente particolare presuppone il tempo e la materia

139 Nulla o niente egrave lrsquoopposto dellrsquoente lrsquoassenza di esso Compare per la prima volta in Parmenide che lt

porta alla luce lrsquoassoluta nullitagrave del nulla (mḕ eoacuten laquonon essenteraquo) Proprio percheacute essa egrave tale il nulla non puograve

essere qualcosa di laquoconoscibileraquo e di laquoesprimibileraquo (fr2) Infatti si puograve conoscere ed esprimere solo qualcosa che

egrave ossia un essente mentre il nulla assolutamente non egrave un essente E tuttavia proprio nellrsquoatto in cui si

affermano questi caratteri del nulla il nulla si presenta come qualcosa di conoscibile e di esprimibile gt E

Severino Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013 cit pag 106 lt Teoricamente deve dirsi che il concetto di nulla egrave il tipico concetto negativo in tanto possibile e intelligibile in

quanto egrave possibile e intelligibile il suo opposto Esso consiste nella negazione di qualche cosa di positivo come i

concetti di cecitagrave vuoto male falso Se in proposizioni che lo riguardano gli si attribuisce qualche predicato e si

adopera il verbo ldquoessererdquo egrave in virtugrave drsquouna finzione fondata sulla positivitagrave del suo opposto esso non ha altra entitagrave

positiva che quella di essere pensato ens rationis per eccellenza gt Id Istituzioni di filosofia cit pag 211

140 In URL wwwdocumentacatholicaomniait Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 opera scaricata

integralmente in data 12122016 Nuova Edizione a cura di P Tito S Centi e P Angelo Z Belloni 2009

89

Quindi egrave giusto far notare che la causa agisce o dopo o prima ma per la causa

universale che produce le cose e il tempo non ha senso domandarsi se agisca ora e non

prima141

Il mondo porta in modo evidente alla conoscenza della potenza creatrice di Dio percheacute

ciograve che non egrave sempre esistito deve avere una causa mentre non serve a ciograve che egrave sempre

esistito142

Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica143

ribadisce che la creazione del mondo egrave il

fondamento di laquotutti i progetti salvifici di Dioraquo144

e che laquoDio crea liberamente dal nullaraquo145

141 lt Il frammento 30 di Eraclito dice laquoQuesto cosmo di fronte al quale ci troviamo e che egrave lo stesso per

tutto e per tutti non egrave stato creato neacute da un Dio neacute dallrsquouomo Era giagrave egrave e saragrave sempre Il fuoco del suo logos

divampa eternamente e si spegne di nuovo secondo tempi immutabiliraquo La Bibbia apre con questo annuncio laquoIn principio Dio creograve il cielo e la terra La terra era un caos senza forma e vuota le tenebre ricoprivano lrsquoabisso e

sulle acque aleggiava lo spirito di Dio Iddio disse ldquosia la lucerdquo e la luce fu Vide Iddio che la luce era buona e

separograve la luce dalle tenebre e chiamograve la luce ldquogiornordquo e le tenebre ldquonotterdquo Cosigrave fu sera poi fu mattina primo

giornoraquo In questo senso Dio separa la luce dalle tenebre e chiama cioegrave de-finisce la luce giorno e le tenebre notte

[] Dare il nome nominare egrave dunque porre fine a una situazione per de-finirne una nuova []La chiamata di Dio

opera una separazione nel caos la separazione pone fine alla mescolanza degli elementi e guadagna quellrsquoordine o

cosmo che nasce dalla separazione e quindi dalla definizione di ogni ente Il nome che definisce nel nominare la

cosa nomina la volontagrave che lrsquoha differenziata dal caos nel nome oltre alla cosa egrave quindi custodito anche il

possesso della cosa da parte di quella volontagrave che chiamandola da caos lrsquoha definita nel cosmo gt U Galimberti

Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente cit pag 31

142 Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 143 In URL wwwLa Santa Sede Il catechismo della Chiesa cattolica consultato in data 19012017

144 Ibidem

145 Ibidem lt Noi crediamo che Dio per creare non ha bisogno di nulla di preesistente neacute di alcun aiuto

La creazione non egrave neppure una emanazione necessaria della sostanza divina Dio crea liberamente laquodal nullaraquo gt

(in nota si rimanda al Concilio Vaticano I Cost dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canoni 1-4

DS 3002 3023-3024 Concilio Lateranense IV Cap 2 De fide catholica DS 800 Concilio Vaticano I Cost

dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canone 5 DS 3025)

90

La creazione devrsquoessere intesa come lrsquoemanazione di tutto lrsquoessere dalla causa

universale che egrave Dio creare propriamente egrave causare o produrre lrsquoessere delle cose A Dio

appartiene lrsquoatto creativo in forza del suo essere Ora il nulla egrave la stessa cosa che nessun ente

Come dunque la generazione di un uomo inizia da quel non-ente che egrave il non-uomo cosigrave la

creazione inizia da quel non-ente che egrave il nulla

Inoltre egrave falso affermare che un corpo possa creare in quanto nessun corpo agisce

senza un contatto o un moto e quindi per agire richiede qualcosa di preesistente atto a essere

toccato mosso cosa incompatibile con lrsquoidea di creazione146

SantrsquoAgostino ritorna spesso alla dottrina della creazione e al suo concetto il quale egrave

distinto a sua volta dai due concetti a noi naturalmente noti generazione e fabbricazione Non

essendo infatti neacute lrsquouna neacute lrsquoaltra cosa la creazione egrave un concetto altamente metafisico

unrsquooperazione che fa essere quello che assolutamente non era Egrave unrsquooperazione dal nulla147

cioegrave neacute dalla sostanza dellrsquooperante generazione neacute da una materia preesistente

fabbricazione

Ciograve che uno fa o lo fa dalla sostanza o da un qualcosa fuori di seacute o dal nulla Lrsquouomo

che non egrave onnipotente dalla sua sostanza produce il figlio e come artefice dal legno fa lrsquoarca

Nessun uomo puograve fare qualcosa dal nulla Dio invece percheacute onnipotente dal nulla ha creato

il mondo e dalla terra ha plasmato lrsquouomo laquoDio ha fatto che ricevesse lrsquoessere e fosse posto

tra le cose che sono ciograve che assolutamente non eraraquo148

146 Tommaso Summa Theologiae Arg 45 Art 1

147 In URL wwwInfocristiana si puograve leggere che lt Tra le tante eresie sviluppatesi negli ultimi 2000 anni

vi egrave anche quella secondo la quale Dio non avrebbe creato ex nihilo ma da materia pre-esistente [] Lrsquoebraismo prima e il Cristianesimo poi da migliaia e migliaia di anni credono che solo Dio sia eterno e come tale

ldquoincreatordquo Se perograve al momento della creazione dellrsquouniverso la materia giagrave crsquoera chi lrsquoha creata []

Lrsquoespressione ldquoin principiordquo sta ad indicare lrsquoinizio del tempo affermare che la materia fosse giagrave stata creata

precedentemente equivale a dire che il tempo esistesse giagrave ma in tal caso la parola ldquoin principiordquo perderebbe tutto

il proprio significato gt Consultato in data 22012017

148 In URL wwwaugustinusit A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino- Parte 4 ndash Capitolo 05

consultato in data 13022017

91

Dio sa di tutte le cose che egli crea che egli le fa uscire dal nulla e sa che la propria

onnipotenza potrebbe spingerle di nuovo nel nulla E sa anche che invece di crearle avrebbe

potuto lasciarle nel nulla149

149 Dio avrebbe potuto non creare nulla e avrebbe potuto abbandonare lrsquouomo alla dannazione eterna

prodotta dal peccato Dio sarebbe potuto essere non Creatore e non Redentore ndash sostiene la teologia cristiana e

cattolica - senza perdere nulla della sua perfezione immutabile ed eterna E poicheacute il primo atto di amore di Dio

per lrsquouomo consiste nel crearlo Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse

amato lrsquouomo In questo modo la dottrina cattolica nega che la libertagrave di Dio possa trasformare Dio ma non puograve

escludere che Dio proprio percheacute egrave libero da tutta lrsquoeternitagrave sarebbe potuto essere difforme da come egli egrave di

fatto Difforme percheacute un Dio creatore non egrave un Dio non creatore un Dio che decide di creare lrsquouomo e le cose non egrave un Dio che decide di non creare un Dio che vuole amare lrsquouomo non egrave un Dio che non vuole amarlo

Sigrave che lrsquoaffermazione che Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse creato e

amato le creature non mostra lrsquoessenza di Dio ma sostiene una di quelle ldquocose impossibili e contraddittorierdquo che

il pensiero di Agostino e di Tommaso si propone costantemente di evitare anche quando si rivolge ai misteri

soprannaturali della fede Sennoncheacute affermare che Dio non sarebbe mutato e avrebbe mantenuto tutta la sua

perfezione anche se non avesse creato e amato le creature significa affermare che un Dio creatore e pieno di

amore per lrsquouomo non differisce da un Dio non creatore e privo di amore per lrsquouomo e questa affermazione

sostiene appunto qualcosa di impossibile e di contraddittorio e cioegrave che da tutta lrsquoeternitagrave Dio sarebbe potuto

essere diverso da come egrave senza peraltro essere diverso avrebbe potuto avere due diverse forme di perfezione

continuando a essere perfetto nello stesso modo Se si vuole uscire da questa contraddizione affermando che Dio

in quanto libero sarebbe potuto essere da sempre diverso da come egrave e avrebbe potuto avere da sempre una perfezione diversa da quella che ha si viene a dire che lt Dio egrave immutabile non percheacute la sua immutabilitagrave sia

qualcosa di necessario ( nel qual caso egli non avrebbe potuto decidere diversamente da come ha deciso ) ma

percheacute di fatto non si egrave mutato e non si egrave trasformato immobile dunque solo nel senso che di fatto egrave rimasto

immoto pur avendo avuto da sempre la possibilitagrave di essere diversamente da come egrave di fatto Un immutabile

dunque che ha in seacute lrsquoanima piugrave profonda del divenire gt E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag176

Il dio creatore del cristianesimo non aggiunge nulla alla pura essenza della libertagrave ma costituisce uno dei modi in

cui nella storia occidentale la metafisica si egrave proposta di guidare la libertagrave dellrsquoente

92

Lrsquointerpretazione filosofico-teologica del significato sacrale della laquocreazioneraquo

sviluppata dallrsquointera cultura occidentale si trova radicalmente immersa nella dimenticanza

della veritagrave dellrsquoessere Se la laquocreazioneraquo viene interpretata in termini di essere e non essere se

cioegrave viene interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere del mondo allora il

concetto di creazione egrave lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere

La semplicitagrave dellrsquoessere esige la sua immutabilitagrave ed il puro e semplice rilevamento

dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia egrave il fondamento dellrsquoesclusione della nascita dellrsquoessere

La creazione egrave quindi un dare valore e consistenza al nulla al non essere dellrsquoessere

Lrsquoente pur essendo posto come un laquonon-nienteraquo egrave in realtagrave pensato come libero dal

suo legame con lrsquoessere e con il niente Quando tale libertagrave consiste nello scioglimento dal

legame con lrsquoessere si ha lrsquoannullamento o nientificazione quando invece consiste nello

scioglimento del legame con il niente si ha la creazione o entificazione

Lrsquoapparente contraddittorietagrave del divenire150

che appare ossia il suo mostrarsi come ciograve

che arriva nellrsquoessere e vi si dilegua resta tolta non giagrave introducendo lrsquoassurdo di un dio

creatore

150 Lrsquoaporetica prende vita dallrsquo lt affermazione che lrsquointero ossia ognuna delle determinazioni

dellrsquoessere nella loro unitagrave organica egrave immutabile ed essendo questa affermazione L-immediata (immediatezza

logica) drsquoaltra parte egrave F-immediata (immediatezza fenomenologica) lrsquoaffermazione che lrsquoessere diviene

lrsquoorizzonte aperto dalla totalitagrave dellrsquoessere F-immediato egrave appunto il regno del sopraggiungere e del dipartirsi

dellrsquoessere E non solo quella totalitagrave egrave il luogo che riceve e dal quale si congedano determinazioni particolari

dellrsquoessere F-immediato ma egrave anche F-immediato il sopraggiungere della stessa totalitagrave dellrsquoessere F-immediato

Mentre il logo originario afferma lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere lrsquoesperienza ne attesta il divenire contraddizione tra

lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologia [] Lrsquoaporia egrave tolta affermando che lrsquointero come immutabilitagrave assoluta non egrave la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato in quanto questa egrave lrsquoorizzonte del divenire Tale

affermazione egrave L-immediata ossia lrsquoaporia egrave originariamente tolta la struttura originaria si realizza come

toglimento originario dellrsquoaporia la quale permane solo in quanto non sia posta la distinzione tra lrsquointero come

assoluta immutabilitagrave e la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato Il significato di tale distinzione deve essere

determinato nel modo seguente []distinzione tra due positivitagrave [] Posta L-immediata lrsquoimmutabilitagrave dellrsquointero

non crsquoegrave bisogno di un medio per affermare che lrsquointero come assoluta immutabilitagrave non egrave la dimensione del

divenire costituita dalla totalitagrave del F-immediato Crsquoegrave bisogno di un medio solo se lrsquointero non egrave posto come

immutabile se cioegrave egrave posto come significato formale o autocontraddittorio il medio egrave qui lrsquoimmutabilitagrave Ma in

quanto quella formalitagrave o autocontraddittorietagrave egrave originariamente tolta egrave originariamente posta la distinzione tra

lrsquointero immutabile e lrsquoorizzonte del divenire []E lo sviluppo lrsquoincremento o il dileguare lo sparire ndash il divenire

dunque del contenuto della totalitagrave del F-immediato non aggiunge e non toglie alcuna positivitagrave allrsquointero immutabile cheacute altrimenti al positivo che sopraggiunge o che dilegua converrebbe di non essere Tutta la

positivitagrave del positivo diveniente che lrsquointero immutabile lascia laquooltreraquo di seacute ndash e lrsquoimmutabile lascia oltre di seacute

appunto e soltanto la totalitagrave del positivo diveniente ndash tutta quella positivitagrave egrave immutabilmente inclusa nellrsquointero

immutabile [] Il divenire inteso come processo che porta dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere al non essere non

solo egrave errore contraddizione ma allrsquointerno della struttura originaria egrave lrsquoimpossibile [] Sigrave che lrsquoimmutabile non egrave

semplicemente ciograve senza di cui la realtagrave diveniente non egrave ma egrave ciograve per cui questa realtagrave egrave gt Id La struttura

originaria cit pag389401-409

93

che identifichi lrsquoessere al nulla151

ma liberandosi da quella definizione del divenire che

appare visto come laquocominciamentoraquo

Ogni divenire egrave uno comparire e scomparire dellrsquoessere e quindi ogni azione egrave sempre

un disvelare o un lasciare che si disveli lrsquoessere che era nascosto o egrave un condurlo fuori

dellrsquoapparire nel nascondimento o un lasciare che si sottragga allrsquoapparire Ma quando si

agisce con la convinzione di produrre e distruggere lrsquoessere di trarlo dal nulla e rimandarlo nel

nulla allora resta svelato qualcosa di diverso da ciograve che si svelerebbe allorcheacute si agisse

sapendo che ogni agire e ogni fare egrave un disvelamento dellrsquoessere eterno

Lrsquoalienazione metafisica intende la volontagrave come la forza suprema che fa uscire gli enti

dal nulla e li fa ritornare nel nulla si tratti della volontagrave di Dio o della volontagrave dellrsquouomo Nella

civiltagrave occidentale dominata dalla metafisica lrsquouomo vuole ormai soltanto in questo modo e si

pone come il vero creatore e distruttore dellrsquoessere

151 Bontadini risolve il problema della creazione dal nulla affermando che lt lrsquoaffermazione del Creatore ndash della creazione ndash egrave giagrave inclusa nel teorema che il divenire la realtagrave diveniente non egrave ndash non puograve essere ndash

originario [] lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete ma la sottolineatura egrave voluta dalla considerazione ndash

fondamentale elementare ndash che ciograve che si tratta di sanare egrave la contraddizione inoculata del non dal negativo

Nella prospettiva metafisica ndash creazionistica ndash quellrsquoandare nel nulla (e similmente il venire dal nulla) che risulta

sul piano fenomenologico egrave risolto nel far andare nel nulla (e similmente nel trarre dal nulla) che egrave in quanto

fare un positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico gt GBontadini ndash ESeverino Lrsquoessere e

lrsquoapparire Una disputa cit pag 59

94

II - Divenire esser altro

In ogni forma di cultura il divenire delle cose e degli eventi egrave sempre inteso come divenir altro

altro da ciograve da cui il divenire incomincia [ ] Crsquoegrave divenire solo se crsquoegrave diversificazione solo se ciograve a

cui il divenire giunge (terminus ad quem εἰς ὅ lo chiama Aristotele Metaph 1067 b 9) egrave qualcosa di diverso da ciograve da cui il divenire incomincia (terminus a quo ἐξ οὗ loc cit)

152

Per Aristotele il terminus ad quem e il terminus a quo del divenire sono innanzitutto i

laquocontrariraquo ἐναντία

Quando qualcosa giunge ad essere altro qualcosa egrave altro da seacute

Ma che qualcosa sia altro da seacute egrave per il pensiero occidentale lrsquoimpossibile lrsquoassurdo

Eppure affermando lrsquoesistenza del divenire e pensando che nel divenire qualcosa

diventa altro da seacute si pensa che qualcosa diventando altro da seacute egrave altro da seacute Anche se non lo

si riconosce affermando lrsquoesistenza del divenire altro da seacute si afferma lrsquoesistenza dellrsquoesser

altro da seacute ossia lrsquoesistenza di ciograve che drsquoaltra parte egrave pensato come ciograve che non puograve esistere

Il divenire inteso come divenire altro da seacute ndash identificazione ndash non puograve esistere egrave

nulla153

Per il pensiero occidentale il diveniente egrave il permanente Quando il cielo diventa

nuvoloso il cielo egrave il permanente sotteso al sereno e alle nubi Drsquoaltra parte Aristotele afferma

lrsquoesistenza del laquosostratoraquo proprio per evitare che il divenire sia identificazione dei laquocontrariraquo

Ma una volta introdotto il sostrato il divenire in cui il sostrato passa da una determinazione a

unrsquoaltra egrave pur sempre un diventar altro da seacute

152 E Severino Tautόtēs cit pag 13

153 Id Oltre i l linguaggio parte prima

95

E ciograve accade solo in quanto qualcosa egrave venuto meno egrave svanito si egrave annientato (la

serenitagrave del cielo si annienta quando diventa nuvoloso)154

Quando si pensa che qualcosa diventando altro e identificandosi allrsquoaltro da seacute non egrave

piugrave ndash cioegrave vien meno svanisce si annienta diventa nulla - si crede di evitare la contraddizione

per la quale il qualcosa diventando altro egrave altro da seacute

Per rendere possibile lrsquoaffermazione che qualcosa diventa altro da seacute si deve sostenere

che il divenire egrave una successione in cui si trova una determinazione che poi diventa altro Per

esempio se dico che la legna diventa cenere cioegrave che una determinazione diventa altro posso

sostenere che vi sia una successione che non faccia diventare la legna cenere (scongiurando

lrsquoidentificazione) ma in quanto tale la legna diventa nulla E il nulla in cui la cenere in

quanto tale si trovava prima dellrsquoannientamento della legna diventa cenere

La successione non puograve essere un divenir atro da parte di qualcosa Se si esclude che la

successione sia un divenire si deve escludere che il mondo includente la legna divenga nulla

Ma se nessun qualcosa diviene nulla si nega il divenire che invece si vuole salvare

Affermando che nel divenire ndash cioegrave prima di incominciare ad essere e dopo essersi

annientato ndash lrsquoente egrave nulla il pensiero occidentale tiene e insieme non tiene in relazione lrsquoente

al nulla non lo isola e insieme lo isola dal nulla

154 lt Per la scienza la combustione della legna egrave trasformazione di una certa quantitagrave di energia Una

arte di tale quantitagrave si trasforma in cenere unrsquoaltra parte si trasforma in calore ecc La cenere il calore ecc dono le nuove forme in cui si trasforma quella certa quantitagrave di energia in cui consiste la legna che stiamo considerando

[] E il cielo che nellrsquoannuvolarsi del cielo egrave il permanente corrisponde alla quantitagrave di energia che nella

combustione della legna si mantiene costante trasformandosi in un certo insieme di nuove forme di energia []

Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa ndash ossia la relazione tra il sostrato (una certa quantitagrave di

energia) e una certa forma ndash diventa altro da seacute ossia diventa relazione tra il sostrato e lrsquoinsieme delle forme

nuove che esso assume e che cioegrave egrave la sua forma nuova [] Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa

puograve diventare altro da seacute solo se si annulla gt Id Tautόtēs pag 18-19

96

Non lo isola dal nulla percheacute per affermare il divenire deve pensare lrsquoente come

divenuto nulla cioegrave come identico al nulla ndash deve pensare come risultato il risultato del

divenire dellrsquoente ossia deve pensare la nullitagrave dellrsquoente la relazione appunto tra lrsquoente e il

nulla

Ma insieme isola lrsquoente dal nulla astrae dal suo essere il soggetto dellrsquoesser nulla e

pone soltanto il nulla come risultato (o come lrsquoinizio) del divenire percheacute solo attraverso

questa astrazione lrsquoidentitagrave dellrsquoente e del nulla rimane nascosta e il concetto del non essere

ancora e del non essere piugrave da parte dellrsquoente non si presenta come ciograve che esso egrave ossia come

la forma piugrave radicale della contraddizione e dunque dellrsquoimpossibile e del necessariamente non

esistente ndash la forma piugrave radicale dellrsquoalienazione della veritagrave

Il porre e insieme non porre la relazione tra il qualcosa che diviene e il suo altro egrave una

contraddizione la contraddizione mediante la quale il pensiero che afferma il divenire evita di

vedere che il divenire egrave lrsquoidentificazione dei non identici e che dunque lrsquoaffermazione

dellrsquoesistenza del divenire egrave la contraddizione che pone come esistenza lrsquoassoluta inesistenza

del divenire La prima di queste due contraddizioni maschera la seconda ma essa si sottrae

allo sguardo e si maschera facendo apparire separatamente i due lati che la costituiscono

Per rendere pensabile quel divenir altro da parte di qualcosa il nichilismo (cioegrave

lrsquoontologia dellrsquoOccidente) afferma che nel divenir altro il qualcosa diviene niente ma con

questa affermazione raddoppia la contraddittorietagrave del divenir altro giaccheacute il nichilismo deve

non solo continuare a pensare che nel divenir altro qualcosa egrave altro percheacute egrave un altro qualcosa

positivo ma deve pensare anche che qualcosa egrave altro percheacute egrave nulla (egrave quellrsquoaltro che egrave il

nulla)

97

III - La volontagrave

La volontagrave di potenza urta contro lrsquoInflessibile che non si lascia modificare e la volontagrave

muore

Incomincia a vivere solo quando incomincia a flettere lrsquoInflessibile Egrave lrsquoInflessibile

contro cui la volontagrave urta inizialmente a costituirsi rispetto ad essa come la configurazione

iniziale di ciograve che la filosofia nascendo ndash e aprendo un contesto essenzialmente diverso da

quello del mito ndash ripropone come laquoimmortaleraquo laquoincorruttibileraquo laquodivinoraquo (athaacutenaton

anoacutelethron theicircon) laquoeternoraquo laquoEssere che egrave sempre salvoraquo (phyacutesis aeigrave sōzomeacutenē)

Allrsquoinizio della terra isolata lrsquoeternitagrave egrave vissuta come lo scacco della volontagrave Poi forma

tradizionale del pensiero filosofico della terra isolata ponendosi come laquoepisteacuteme della veritagraveraquo

tenteragrave di rendere autonoma rispetto alla prassi lrsquoaffermazione dellrsquoEterno tenteragrave di fondarla

Ma egrave ancora la prassi ndash cioegrave il rapporto tra la volontagrave e ciograve che essa avverte come lrsquoInflessibile

ndash a preconfigurare oltre allrsquoaffermazione filosofica dellrsquoEterno la tesi filosofica che esso egrave il

luogo da cui tutte le cose nascono e in cui si dissolvono escono dal nulla della propria

specificitagrave e vi ritornano

La flessione dellrsquoInflessibile egrave infatti lo spezzarsi di esso il suo smembrarsi e frantumarsi nelle

parti del mondo delle quali la volontagrave puograve finalmente disporre La volontagrave puograve attribuire allrsquoInflessibile o a seacute stessa il prodursi della flessione ma in ogni caso tutte le cose del mondo sono

la flessione dellrsquoInflessibile cioegrave provengono da esso sono costituite da esso che egrave lrsquounitagrave iniziale

da cui le parti diverse e tra loro opposte si separano (e tale separatezza egrave la loro specificitagrave)155

Il flessibile non egrave semplicemente ciograve che si flette cioegrave che non rimane rigido ma ciograve

che egrave piegato (o che puograve essere piegato) egrave un flexum laquoPiegareraquo egrave costruito sul latino plicare

(greco πλέϰειν) che ha la stessa radice dei verbi plectere e flectere

155 E Severino Intorno al senso del nulla cit pag 35-36

98

In quanto flectere il piegare egrave volgere il flessibile in una certa direzione in modo da

assegnargli una certa piega (flexus flexio) ossia una certa disposizione relativamente duratura

E appunto questo egrave lrsquouso nella lingua latina del verbo flectere Il flectere egrave cioegrave lrsquoagire in

quanto tale Il latino non dice soltanto flectere membra ramum navem equos ma anche

flectere viam animum mentes verba cursus

Il flessibile egrave dunque ciograve che egrave dominato nellrsquoazione rivolta a un fine ossia ciograve che egrave

disponibile al dominio dellrsquoazione e che diventa il materiale o lrsquooggetto di essa Lrsquoinflessibile egrave

lrsquoindominabile lrsquoimmodificabile lrsquoimmutabile Il contrasto tra il flessibile e lrsquoinflessibile egrave il

contrasto tra la volontagrave di flettere ndash la volontagrave di potenza la volontagrave di azione ndash e la barriera

insormontabile dellrsquoinflessibile Tutta la vita del mortale egrave un andirivieni tra la volontagrave di agire

e la barriera dellrsquoinflessibile La laquovitaraquo del mortale non egrave qualcosa di diverso ma egrave la stessa

volontagrave di agire vita egrave vis βίος egrave βία La volontagrave di azione non agisce nel vuoto si trova

originariamente circondata dalla barriera degli immutabili e agisce per incrinarla penetrarla e

allontanarla da seacute

LrsquoInflessibile sta dinnanzi alla volontagrave come la Potenza suprema come il Tremendum

anche quando la volontagrave egrave riuscita a fletterlo e a frangerlo ndash riuscendo cosigrave ad aprire lo spazio

in cui essa puograve vivere (sia pur credendo a volte che tale spazio le sia stato donato) ndash

lrsquoInflessibile si ricostituisce attestandosi su una nuova linea inoltrepassabile

LrsquoInflessibile egrave il Sacro il Tremendum che si erge di contro la volontagrave di vivere

dellrsquouomo spegnendola Come volontagrave cosciente (volontagrave di trasformare il mondo di cui egrave

cosciente) proprio percheacute vuole trasformare il mondo egrave inevitabile che dapprima se lo trovi

dinanzi non ancora trasformato e che le stia di fronte non come una porta aperta ma come una

Barriera impenetrabile e inflessibile

Percheacute la Barriera si erga impenetrabile e inflessibile non crsquoegrave bisogno che essa si mostri

come un laquoal di lagrave del mondoraquo

99

Essa egrave lrsquoOrdinamento immodificabile che regola cielo e terra ritmi e configurazioni

dello spazio e del tempo alternanza del giorno e della notte e ritmi stagionali mancanza di

cibo e potenza indomabile degli animali del fuoco dei venti delle acque giagrave come natura e

come legge del clan la Barriera egrave il laquototalmente Altroraquo percheacute egrave lrsquoinflessibilitagrave della Barriera a

determinare la sua totale alteritagrave rispetto alla volontagrave di attraversarla

Lrsquoirrompere dellrsquoazione allrsquointerno della Barriera egrave la prima flessione degli inflessibili

cioegrave la prima forma di distruzione degli immutabili Per quanto debole incerta limitata

lrsquoazione accadendo flette una parte del corpo dellrsquoInflessibile In questo suo essere flessa la

parte diventa un laquoregnoraquo

Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile non egrave un lsquoregnorsquo percheacute il regere egrave uno dei

modi preminenti della flessione Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile precede il regno degli degravei e dei mortali e lrsquoazione irrompe allrsquointerno della Barriera degli inflessibili come

azione degli degravei e dei mortali Il corpo dellrsquoinflessibile egrave il modo originario in cui la volontagrave di

potenza del mortale regna sulle cose della terra ma la volontagrave di potenza incomincia ad avvertire il

proprio regno solo nella parte che essa strappa agli inflessibili ndash cioegrave al suo regno inconscio ndash irrompendo come azione

156

156 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 256

100

CAPITOLO SECONDO

Lrsquo azione che cattura e domina lrsquoEnte

101

I - Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire157

Platone definisce lrsquoessere come δύναμις (potenza)158

ciograve che egrave (τὸ ὄν) egrave ciograve che ha la

potenza di fare o di essere fatto laquoFareraquo (ποιεῑν) significa condurre allrsquoessere (εἰς οὐσίαν) ciograve

che prima non egrave (ὅπερ ἂν μὴ πρότερον ὄν) laquoessere fattoraquo (ποιεῖσαι) significa il venire

condotto allrsquoessere159

157 Nella lingua greca o latina ndash e in generale nelle lingue indoeuropee ndash il carattere laquotecnicoraquo dellrsquoagire

trova espressione ancor prima che lrsquoOccidente assuma la tecnica nellrsquoorizzonte dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente Le

parole costruite sulla radice ar indicano costantemente qualcosa che in modo piugrave o meno diretto piugrave o meno

esplicito appartiene alla struttura formale della tecnica e cioegrave allrsquoadattarsi al convenire a un fine da parte di certi

mezzi di cui il parlante egrave convinto di disporre Tali parole nominano cioegrave o questa stessa struttura nel suo insieme

o un modo specifico del disporre dei mezzi adatto allo scopo oppure nominano il mezzo o i modi specifici di

esser mezzo e strumento o lo scopo o la maggiore o minore disponibilitagrave o riluttanza delle cose a lasciarsi usare

o lo sforzo piugrave o meno intenso che il mortale deve compiere per realizzare i suoi scopi o lrsquoordine che lrsquoazione

tecnica instaura nelle cose o la volontagrave che presiede al realizzarsi dellrsquoazione oppure il successo e lrsquoinsuccesso

cui essa va incontro lt Gran parte delle parole che nelle lingue indoeuropee indicano la laquocosaraquo alludono piugrave o meno direttamente ai

beni alle ricchezze a ciograve che serve e si adopera a ciograve di cui si ha bisogno ai valori al bestiame allrsquoaffare a ciograve

che egrave pregiato alla sostanza e al patrimonio Ricordiamo il latino res il greco pracircgma chrḗma il tedesco Ding

(inglese thing) e Sache Anche lo spettro semantico del participio greco tagrave oacutenta (gli essenti le cose che sono)

include le sostanze e i beni e anche il participio ousiacutea nomina la sostanza intesa come patrimonio Questi antichi

significati della parola laquocosaraquo implicano una situazione conflittuale e il luogo in cui essa viene discussa che

vengono in luce ad esempio in Ding thing che significano anche laquocausaraquo laquotribunaleraquo laquoparlamentoraquo

laquoassemblearaquo laquoverdettoraquo laquoprocessoraquo La stessa parola laquocosaraquo proviene dal latino laquocausaraquo intesa sia come matrice

e principio del diventar altro (dyacutenamis eis tograve patheicircn e dyacutenamis eis tograve poieicircn) sia in senso giuridico come

motivazione del diritto al possesso di ciograve che egrave conteso tra volontagrave differenti Il significato della parola laquocosaraquo

come conflittualitagrave egrave mostrata nelle antiche formazioni linguistiche della terra isolata ed egrave una figura che rinvia alla conflittualitagrave originaria dove la laquocosaraquo egrave la risultante della lotta tra la volontagrave e lrsquoInflessibile ossia egrave la forma

originaria (preontologica) del diventar altro Dicendo che Poacutelemos egrave il padre di tutte le cose e che quindi ogni cosa

egrave lotta conflitto Eraclito dice giagrave implicitamente che il conflitto egrave il significato originario dellrsquoesser laquocosaraquo

quindi possiamo dire che allrsquointerno della terra isolata la cosa egrave la madre di tutte le guerre gt E Severino Intorno

al senso del nulla cit pag 43-44

158 Platone Sofista 247 d-e Edizione BUR ndash Rizzoli Milano 2007

159 Ivi 219 b

102

Ma la potenza egrave lrsquoessenza stessa della τέχνη160

percheacute se questa si distingue in τέχνη

produttiva e τέχνη acquisitiva (ποιητιϰὴ τέχνη ϰτητιχὴ τέχνη) lrsquoacquisizione degli enti ndash come

il guadagno la proprietagrave la lotta la conoscenza ndash non egrave che un ordinamento di ciograve che egrave giagrave

stato prodotto nelle varie forme della ποιητιϰὴ τέχνη161

La distinzione tra τέχνη divina e τέχνη

umana (ϑεία τέχνη ἀνϑρωπίνη τέχνη)162

egrave pertanto la suprema differenza tra gli enti

La ϑεία τέχνη produce tutti gli enti della natura lrsquoἀνϑρωίνη τέχνη produce tutti gli enti

che nelle arti umane sono condotti dal non essere allrsquoessere Lrsquoessere egrave τέχνη percheacute egrave

essenzialmente avvolto dallrsquoorizzonte del fare e dellrsquoessere fatto ossia percheacute appartiene

essenzialmente al processo del condurre e dellrsquoessere condotto dal non essere allrsquoessere (αἰτία

τοῖς μὴ πρότερον οῦσιν ὕστερον γίγνεσϑαι)163

160 lt Ars viene tradotto con il termine laquoarteraquo Ma ars indica innanzitutto ciograve che si trova disposto in una

connessione e in un ordine e precisamente ciograve che si trova disposto nella connessione e nellrsquoordine che consente

al mortale di ottenere un certo scopo Ars egrave cioegrave ogni abilitagrave del corpo e della mente del mortale ossia ogni attivitagrave

che disponendo le cose in un certo ordine ndash facendole diventare laquomezziraquo e laquostrumentiraquo in un certo modo

determinato ndash egrave capace di conseguire uno scopo Тέλος (laquoscoporaquo) ndash che egrave metatesi di art ndash egrave il compimento

dellrsquoars [] Ars egrave unrsquoastrazione di artus Artus non egrave semplicemente ciograve che egrave unito al corpo ma egrave lo strumento

originario di cui il mortale si sente padrone e che gli consente di modificare il mondo in cui vive E glielo

consente percheacute non egrave rigido ma egrave laquoarticolatoraquo e quindi egrave artus (a um) Quasi della stessa importanza dellrsquoartus

per la modificazione delle cose egrave lrsquoarmus (ἁρμoacuteς) lrsquoomero che consente di trasportare i pesi piugrave grossi e operare

piugrave profonde modificazioni nelle cose [] Nella storia dellrsquoOccidente la parola fondamentale che esprime il senso dellrsquoars egrave τέχνη da cui deriva la parola laquotecnicaraquo Ma mentre in ars viene esplicitamente nominata la connessione

calcolata dei mezzi al fine τέχνη nomina invece i vari modi e settori in cui questa connessione si realizza a partire

da quello originario mediante il quale il mortale copre il suo corpo e gli dagrave un rifugio gt E Severino Destino

della necessitagrave pag 263-265-266

161 Platone Sofista 219 c

162 Ibidem 265 b-e

163 Ibidem

103

Ma lrsquoente non egrave un niente sigrave che la τέχνη divina e umana non egrave la capacitagrave che riesce a

identificare lrsquoente al niente ma egrave quel modo di porsi in relazione allrsquoessere dellrsquoente dove ogni

aspetto della relazione egrave determinato dalla persuasione che la nientitagrave dellrsquoente sia164

Per Aristotele lrsquoaffermazione che tutto accada necessariamente implica lrsquoinutilitagrave e

lrsquoirrilevanza del volere e dellrsquoagire laquoIl volere e lrsquoagire sono principio delle cose futureraquo (ἀρχὴ

τῶν ἐσομένων ϰαὶ ἀπὸ τοῦ βουλεύεσϑαι ϰαὶ ἀπὸ τοῦ πρᾶξαί τι)165

nel senso che solo laquose ci

metteremo a fare qualcosa questa cosa esisteragrave e non esisteragrave se non ci metteremo a farlaraquo

(ἐὰν μὲν τοδὶ ποιήσωμεν ἔσται τοδί ἐὰν δὲ μὴ τοδί οὐϰ ἔσται)166

La volontagrave e lrsquoazione sono

dei principi dellrsquoesistenza del futuro nel senso che egrave da essi che dipende che certe cose future

siano oppure non siano

Lrsquoessenza della tecnica moderna egrave giagrave presente nel modo in cui il pensiero greco ha

espresso il senso dellrsquoazione umana Affincheacute esista qualcosa come una laquoazione umanaraquo

devono esistere un laquoattoreraquo cioegrave lrsquouomo che compie lrsquoazione uno laquoscoporaquo dellrsquoazione cioegrave

lrsquoidea del futuro che lrsquouomo vuole realizzare con la propria azione una serie di laquomezziraquo o di

strumenti capaci di realizzare lo scopo e dei quali lrsquouomo dispone

La decisone egrave il momento fondamentale dellrsquoagire umano consiste nella volontagrave di

produrre quel mezzo o quella serie di mezzi che allrsquoanalisi si rivela piugrave idonea alla

realizzazione dello scopo

164 lt Lrsquoἀνϑρωπίνη τέχνη si egrave oggi completamente sostituita alla ϑεία τέχνη ma il senso dellrsquoessere rimane

ancor oggi identico a quello stabilito da Platone una volta per tutte nella storia dellrsquoOccidente Dio e la tecnica

moderna sono le due fondamentali espressioni del nichilismo metafisico gt E Severino Essenza del nichilismo

pag 197

165 Aristotele De Interpretatione 19 a 7-8

166 Ibidem 18 b 32-33

104

I mezzi di cui dispone la tecnica moderna non sono confrontabili con i mezzi a disposizione

dellrsquouomo greco e tuttavia la tecnica moderna si sviluppa interamente allrsquointerno della struttura

dellrsquoazione umana quale egrave stata portata alla luce una volta per tutte dal pensiero greco167

In quanto volontagrave di realizzare uno scopo con i mezzi che essa ritiene piugrave adatti e che

crede di saper dominare lrsquoazione egrave la tecnica La struttura formale dellrsquoazione egrave la struttura

formale della tecnica della preistoria e della storia dellrsquoOccidente

Ma lrsquoazione dellrsquouomo egrave decisione e la decisione in quanto tale egrave assunta dai mortali

come un atto isolante Decidere egrave separare La parte separata dal Tutto egrave essa stessa un

separare dal Tutto

La parola latina decidere egrave formata dalla preposizione de e dal verbo caedere che significa

appunto laquoseparareraquo laquofare a pezziraquo laquotagliareraquo E anche la parola latina occidere egrave formata

da una preposizione (ob) a dal verbo caedere Come lrsquooccidere cosigrave il decidere egrave sentito

dal linguaggio premetafisico come un separare E ciograve accade anche in eligere (ex-legere)

da cui deriva probabilmente attraverso il rafforzativo exeligere lrsquoitaliano scegliere168

NellrsquoEtica a Nicomaco169

Aristotele esprime il senso della separazione operata dal

decidere in quanto tale la parola usata per indicare nel testo il processo del decidere egrave

προαίρεσις laquoproponimentoraquo costituita dalla preposizione πρὀ (che indica il procedere nei suoi

vari sensi) e da αἵρεσις che significa insieme laquoconquistaraquo e laquosceltaraquo

Αἱρέω da cui αἵρεσις deriva significa oltre che laquoscelgoraquo laquopreferiscoraquo anche

laquoprendoraquo laquoafferroraquo laquomi impadroniscoraquo laquotraggo via da un luogo riducendo in mio potereraquo

167 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 249

168 Ivi pag 362

169 Aristotele Etica Nicomachea Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo

fedelmente alla loro utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino in Destino della Necessitagrave pag

362 e sgg

105

E al significato dellrsquoimpadronirsi appartiene il separare ciograve di cui ci si impadronisce egrave

portato via cioegrave vien separato dalla compagnia e dai luoghi cui esso originariamente

appartiene

La definizione aristotelica della προαίρεσις esprime il senso giagrave contenuto in questa

parola laquola προαίρεσις egrave delle cose che sono in nostro potereraquo ἡ προαίρεσις περὶ τὰ ἐφ

´ἡμῖν170

La προαίρεσις aristotelica egrave ὄρεξις βουλευτιϰή un appetito (ὄρεξις) ndash tendenza brama

ndash unito a deliberazione (βουλευτιϰή) Lrsquoespressione ὄρεξις βουλευτιϰή egrave equivalente a

ὀρεϰτιϰὸς νοῦς laquointelligenza appetitivaraquo e a ὄρεξις διανοητιϰή laquoappetito razionaleraquo171

I

termini βουλευτιϰή νοῦς διανοητιϰή indicano il λόγος cioegrave la ratio il calcolo conformemente

(ϰατά)172

al quale lrsquoὄρεξις appetisce

Nella προαιρεσις vengono ad unirsi due aspetti (μόρια) dellrsquolaquoanimaraquo laquoquello che

possiede il λόγοςraquo (τὸ λόγος ἔϰον) e laquoquello che egrave privo del λόγοςraquo (τὸ ἄλογον)173

Lrsquo ἄλογον ὀρεϰτιϰόν (cioegrave ὄρεξις) laquopartecipa alla ragione appunto in quanto le presta

ascolto e le obbedisceraquo (μετέχει πως ᾗ ϰατήϰοόν ἐστιν αὐτοῦ [λόγου] ϰαὶ πειϑαρχιϰόν174

Lrsquoὄρεξις quindi egrave una convinzione πείϑεται Il suo obbedire al λόγος egrave un essere

convinta il suo prestare ascolto egrave un udire un dar retta e il dar retta egrave daccapo lrsquoesser convinti

di qualcosa Il concordare col λόγος significa capirlo ed essere convinti di ciograve che il λόγος dice

Ma lrsquoὄρεξις egrave una convinzione non solo quando obbedisce e concorda col λόγος ma

anche quando disobbedisce e discorda Disobbedire e discordare significa infatti avere una

convinzione diversa da quella che si possiede quando si obbedisce al λόγος laquoCombattereraquoraquo

laquoresistereraquo laquoopporsiraquo laquoavversareraquo il λόγος dagrave luogo allrsquoἀτεχνία175

laquomancanza di arteraquo ma

ἀτεχνία non egrave semplic assenza di λόγος ma egrave la presenza di un λόγος falso (λόγος ψευδής)176

170 Ivi 1111 b 30

171 Ivi 1139 a 23 1139 b 4-5

172 Ivi 1113 a 20

173 Ivi 1102 a 28 sgg

174 Ivi 1102 b 30-31

175 Ivi 1140 a 21

176 Ivi 1102 a 22

106

II - Il dominio che guida il divenire

La προαιρεσις guida percheacute essa egrave la presa di possesso preliminare che traccia il

confine attorno alle cose che saranno prodotte e distrutte e insieme delimita preliminarmente il

campo del dominabile e lo sottrae allrsquoinfluenza di ogni altro laquoprincipioraquo diverso dallrsquouomo

cioegrave lo rende qualcosa di separato e di isolato dal Tutto Lrsquouomo egrave infatti il laquoprincipio delle

azioniraquo ἄνϑρωπος εἶναι ἀρχὴ τῶν πράξεων177

ossia laquone egrave il genitore come lo egrave dei propri

figliraquo (γεννητῆν τῶν πράξεων ὥσπερ ϰαὶ τέϰνων)178

Le cose laquoil cui principio egrave in noiraquo sono

laquoquelle che sono in nostro potereraquo (ὦν ϰαὶ αἱ ἀρχαὶ ἐν ἡμῖνhellipαὐτὰ ἐφ´ἡμῖν) laquoe che sono

laquovolontarieraquo (ϰαὶ ἑϰούσια)179

La προαίρεσις egrave ciograve per cui lrsquouomo egrave principio delle proprie azioni e quindi essa egrave

qualcosa di laquovolontarioraquo (ἑϰούσιον)180

giaccheacute nelle azioni laquoinvolontarieraquo (ἀϰούσια) e

laquoforzateraquo (βίαια) il loro laquoprincipioraquo egrave esterno a chi agisce (ἡ ἀρχὴ ἔξωϑεϑν)181

Ma la προαίρεσις egrave principio dellrsquoazione e quindi degli enti prodotti dallrsquoazione nel

senso che egrave laquoprincipio del movimentoraquo principio che muove le parti del corpo umano

servendosene come strumenti (ἡ ἀρχὴ τοῦ ϰινεῖν τὰ ὀργανιϰὰ μέρη)182

al fine di produrre certi

enti invece di altri E Aristotele stabilendo unrsquoidentitagrave tra il punto di vista di chi agisce e il

punto di vista del filosofo che riflette sullrsquoazione non si limita ad affermare che per la

coscienza di chi decide certe cose appaiano essere in potere di chi decide ma afferma che

nellrsquouomo laquoassennatoraquo (νοῦν ἔχων)183

la decisione si riferisce a cose che non sono soltanto

ritenute da parte di chi decide in suo potere ma sono in realtagrave in suo potere Il dominio della

προαίρεσις egrave realtagrave

177 Ivi 1112 b 31-32

178 Ivi 1113 b 18-19

179 Ivi 1113 b 20-21

180 Ivi 1112 a 14

181 Ivi 1110 a 1

182 Ivi 1110 a 15-16

183 Ivi 1112 a 21

107

E drsquoaltra parte ndash dice lo Stagirita ndash affincheacute lrsquouomo decida non egrave sufficiente che il suo

decidere appaia come un dominio nella coscienza ma egrave necessario che chi decide ritenga

(οἴεται) sia convinto che le cose decise sono portate allrsquoesistenza (γενέσϑαι) dalla decisione

stessa ossia che la sua decisione domina la dimensione delle cose decise La προαίρεσις non egrave

cioegrave il puro volere (βούλησις)184

ma egrave la decisione che calcola le cose che assume sotto il

proprio dominio e la cui esistenza e non esistenza essa vede in proprio potere

Il calcolo egrave unrsquolaquoanalisiraquo (ἀναλίύειν)185

che ricerca lrsquoordine dei mezzi piugrave idoneo alla

produzione del fine e che scompone la serie dei mezzi procedendo da quello che produce il

fine a quello intermedio che produce quel primo mezzo sino a giungere alla laquocausa primaraquo (τὸ

πρῶτον αἴτιον) della realizzazione del fine la quale causa prima egrave lrsquolaquoultimo ad essere trattato

nellrsquoanalisi ed egrave il primo ad essere prodottoraquo (τὸ ἔσχατον ἐν τῇ ἀναλύσει πρῶτον εἶναι ἐν τῇ

γενέσει)186

Lrsquoanalisi riconduce un mondo al principio del dominio e fa di questo principio il

dominatore di questo mondo Lrsquoanalisi egrave questo stesso principio che si impadronisce

preliminarmente di quel mondo considerandolo come il luogo ove esso principio puograve

esercitare il proprio dominio Sin tanto che lrsquoanalisi non riesce ad agganciare la serie dei mezzi

alla προαίρεσις in quanto principio del dominio lrsquoanalisi egrave laquoricercaraquo (ζητεῖν)187

e il ricercante

ricerca appunto laquocome agireraquo o laquoche cosa fareraquo ma la ricerca in quanto tale egrave lrsquoapertura della

dimensione sulla quale puograve stendersi il dominio dellrsquouomo E la ricerca egrave la προαίρεσις in

quanto essa egrave lrsquoimpadronirsi preliminare di questo dominio

Avendo fede di essere lrsquoautore delle proprie azioni il mortale crede di esserne

responsabile Il linguaggio esprime questa convinzione con la costruzione dei pronomi

personali e con la flessione del verbo Ma nella convinzione di essere responsabili delle proprie

azioni egrave presente la volontagrave di potenza

184 Ivi 1111 b 19 sgg

185 Ivi 1112 b 15 sgg

186 Ivi 1112 b 23-24

187 Ivi 1112 b 20

108

Il responsabile egrave infatti chi decide cioegrave chi separa dal Tutto la dimensione che egrave convinto di dominare Risponde delle proprie azioni percheacute ne egrave il padrone e ne egrave il padrone percheacute le ha

separate dal Tutto e le ha separate dal Tutto percheacute il Tutto gli appare come lrsquounione accidentale di

ciograve che esce e ritorna nel nulla188

Il mortale egrave lrsquoartefice Il mortale premetafisico egrave il tentativo di essere artefice la sua

decisione egrave ciograve costantemente accompagnata dalla possibilitagrave che le cose non si lascino

decidere e separare Invece il mortale metafisico riesce a decidere percheacute il suo decidere si

fonda sullrsquoapertura dellrsquo ἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

La τέχνη e la φρόνησις (laquosaggezzaraquo) sono la προαίρεσις nella quale lrsquoὄρεξις egrave unita al

calcolo laquoveroraquo (ἀληϑεύει)189

La προαίρεσις esiste infatti come laquovolontagrave calcolanteraquo

(βουλευτιχὴ ὄρεξις) anche quando il suo calcolo egrave errato o perchegrave considera in suo potere enti

che non lo sono o percheacute considera come mezzo ciograve che non egrave in grado di produrre il fine

La τέχνη egrave laquoabito produttivoraquo (ποιητιχὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου

ἀληϑοῦς)190

la φρόνησις egrave laquoabito praticoraquo (πραϰτιϰὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου

ἀληϑοῦς)191

Nellrsquouna e nellrsquoaltra la προαίρεσις non egrave un atteggiamento passeggero o

accidentale ma laquoabitoraquo (ἕξις) e cioegrave sono entrambe laquoabito con proponimentoraquo ma nella τέχνη

la προαίρεσις egrave principio di ποίησις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave esterno allrsquoazione) nella

φρόνησις la προαίρεσις egrave principio di πρᾶξις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave interno allrsquoazione

stessa)192

Sia nella tecnica sia nella saggezza morale ndash cioegrave nelle due forme dellrsquoazione

razionale193

ndash lrsquouomo egrave veramente laquopadroneraquo (ϰύριος)194

e principio del proprio agire da lui

dipendono sia le opere tecniche sia il bene

188 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 377

189 Aristotele Etica Nicomachea 1139 b 15

190 Ivi 1140 a 9-10 191 Ivi 1140 b 20-21

192 Ivi 1140 a 3-5

193 lt Nellrsquolaquoazione razionaleraquo (cioegrave nellrsquoazione capace nella sua forma piugrave evoluta di guidare

lrsquooscillazione dellrsquoente) la coscienza non insegue infatti una volontagrave che vuole oggetti imprevedibili per la

coscienza ndash non egrave una coscienza impotente di una volontagrave (cioegrave di una potenza) laquociecaraquo nellrsquolaquoazione razionaleraquo

la volontagrave sa ciograve che vuole gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 388

194 Aristotele Etica Nicomachea 1113 b 32 1139 a 18

109

Tanto la tecnica quanto la santitagrave sono cioegrave isolamento di un mondo che cosigrave separato

dal Tutto viene dominato dallrsquoagire conforme al calcolo vero Lrsquoessenza della tecnica egrave

lrsquoessenza dellrsquoetica Al giovane ricco che gli domanda che cosa deve fare per avere la vita

eterna Gesugrave risponde Ma proprio percheacute gli dice che cosa deve fare (osservare i

comandamenti e dare le proprie ricchezze ai poveri) proprio per questo la risposta di Gesugrave si

mantiene allrsquointerno dellrsquoisolamento della terra ndash e se il giovane ricco gli avesse dato ascolto

avrebbe ottenuto una laquovita eternaraquo che egrave pur sempre una determinazione dellrsquoalienazione

essenziale una determinazione cioegrave della terra isolata

Lrsquoisolamento del mondo umano non egrave una semplice intenzione soggettiva ndash cioegrave non egrave

la προαίρεσις in quanto volontagrave di dominio che appartiene alla preistoria dellrsquoOccidente ndash solo

in quanto le cose prodotte dalla τέχνη e dalla φρόνησις sono enti che escono e ritornano nel

nulla (τι τῶν ἐνϑεχομένων ϰαὶ εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) cioegrave sono lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

La laquosalvezza dellrsquoanimaraquo (ma anche quella del mondo e degli esseri del mondo dal

nulla) del cristianesimo rimane completamente allrsquointerno della φρόνησις aristotelica anche il

santo cristiano ndash in quanto esso egrave la προαίρεσις che egrave principio e produzione della salvezza ndash egrave

volontagrave di dominare lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

Secondo il cattolicesimo nel credente la προαίρεσις egrave unita ma non egrave annullata dalla laquoGraziaraquo ndash cioegrave la volontagrave di dominio umana laquocooperaraquo nel credente con la volontagrave di dominio divina (e la

laquocooperazioneraquo egrave in realtagrave unrsquoesclusione reciproca) Ma soltanto laquoDioraquo egrave il laquosignoreraquo (ὁ ϰύριος)

dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente che produce la salvezza dellrsquouomo e il Dominus egrave δαιμόνιος cioegrave il

laquoseparanteraquo proprio in quanto egrave il laquoSalvatoreraquo195

Il separato egrave la laquoterraraquo o la laquodimoraraquo o la laquodonnaraquo o la laquomoltitudineraquo o il laquobestiameraquo

Dio separa le cose da seacute in quanto inviolabile se le cose fossero legate indissolubilmente alla

sua inviolabilitagrave egli non potrebbe dominarle

195 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 370

110

III - La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio

Il dominio che si impadronisce delle cose modificandole egrave possibile solo sul

fondamento del dominio che si impadronisce delle cose isolandole dal tutto Lrsquoisolarle egrave

appunto la persuasione che esse non dipendano in alcun modo (quanto al loro esistere al loro

manifestarsi alla loro intelligibilitagrave alle loro trasformazioni) da ciograve che sta al di lagrave del campo ndash

il campo del dominato ndash da esse costituito Si puograve disporre di qualcosa solo in quanto

isolandolo lo si egrave reso disponibile

Il dominio assegna un futuro alle cose dominate Sia nel senso che allrsquoisolamento egrave

assegnato il suo perpetuarsi nel futuro ndash al disponibile egrave cioegrave assegnato il suo mantenersi nella

disponibilitagrave ndash sia nel senso che al disponibile egrave assegnata una trasformazione del suo

contenuto che ancora esso non possiede Lrsquoassegnazione di un futuro alle cose dominate egrave

avere uno scopo Ma nel dominio avere uno scopo significa assegnare alle cose un futuro che

egrave diverso da quello che esse avrebbero indipendentemente da questa assegnazione Codesta

diversitagrave peraltro non significa che il dominio rende impossibile il divenire ma che lo guida

Col dominio il divenire si guida e quindi si dagrave un futuro diverso da quello che esso avrebbe se non fosse un guidarsi Se il futuro delle cose fosse predeterminato e inevitabile esso sarebbe

indipendente dagli scopi del dominio cioegrave non sarebbe possibile assegnare un futuro alle cose e

quindi il dominio sarebbe impossibile196

Quindi per poter assegnare un futuro e avere uno scopo il dominio deve essere la

certezza che le cose dominate e il loro futuro non dipendono da nientrsquoaltro che dalla volontagrave

dominante che assegna loro un futuro e cioegrave deve essere la certezza che le cose dominate sono

isolate dal tutto

196 Ivi cit pag 239

111

La capacitagrave poi di assegnare un futuro egrave dunque nel dominio laquolibero arbitrioraquo ossia

isolamento del dominato e del dominante

Se lrsquoisolamento appartiene allrsquoessenza del dominio tuttavia sin tanto che non viene portato alla

luce il senso dellrsquoente in quanto ente e sin tanto che lrsquoente non viene inteso come

ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente [] lrsquoisolare si presenta come unrsquoattivitagrave che non egrave garantita dallo statuto reale di ciograve che si vuole isolare e quindi si presenta come unrsquointenzione

soggettiva che puograve avere successo ma puograve anche fallire e che quando ha successo egrave

costantemente esposta alla possibilitagrave del fallimento197

Il dominio sullrsquoente ha un carattere laquoscientificoraquo da quando lrsquooperazione isolante del

dominio non egrave unrsquointenzione soggettiva ma egrave fondata sullrsquoisolamento laquorealeraquo dellrsquoente

197 Ivi cit pag 240

lt Solo se lrsquoente esce e ritorna nel nulla lo si puograve isolare e solo se lo si isola lo si puograve dominare []

Lrsquooriginario e decisivo impadronirsi dellrsquoente egrave il renderlo libero Lrsquoimpadronirsene egrave il sottrarlo al destino della

veritagrave dellrsquoessere [] Solo in quanto lrsquoente egrave disponibile allrsquoessere e al niente un padrone puograve disporne []

Lrsquoἐπιστήμη (da Platone a Hegel) egrave la prima forma di dominio dellrsquooscillazione lrsquooscillazione egrave dominata dallrsquo

ἐπιστήμη appunto in quanto egrave sottoposta al calcolo incontrovertibile [] Ma il controllo epistemico dellrsquooscillazione la rende impossibile [] Solo se il progetto della dominazione su cui si fonda la tecnica egrave reso

esterno al divenire dellrsquoente e quindi viene daccapo a costituirsi come un immutabile e quindi come il centro di

una totalitagrave organica si puograve ritenere (come accade nel pensiero di Heidegger) che la tecnica come lrsquo ἐπιστήμη

renda impossibile il divenire dellrsquoente Ma se il progetto di dominazione della tecnica del Tutto viene lasciato

allrsquointerno del processo del divenire allora questo progetto a differenza dellrsquoἐπιστήμη non egrave una prevaricazione

che soffoca la libertagrave del divenire [] La tecnica non soffoca il laquogiocoraquo del divenire ma toglie ogni limite alla sua

libertagrave gt Ivi cit pag 229

112

La scientificitagrave del dominio raggiunge il suo culmine nella civiltagrave della tecnica quando

la volontagrave che il senso dellrsquoente sia oscillazione tra lrsquoessere e il niente si libera da ogni

episteacuteme da ogni immutabile da ogni nesso necessario e si tiene dinanzi lrsquoente in quanto ente

e cioegrave ogni ente come oscillazione tra lrsquoessere e il niente

Questa volontagrave di dominio totale in cui consiste lrsquoessenza della civiltagrave della tecnica

presuppone che il tutto sia unificato dalla determinazione trascendentale dellrsquoente

lrsquoἐπαμφοτερίζειν

Ma la volontagrave di guidare lrsquooscillazione della totalitagrave dellrsquoente si realizza solo come

dominio di una parte dellrsquoente percheacute la totalitagrave dellrsquoente sta dinnanzi come divisa in una

molteplicitagrave di campi isolati e il dominio tecnologico non puograve assegnare alla totalitagrave un futuro

che sia il futuro della totalitagrave in quanto totalitagrave e sia dunque lo scopo unitario del tutto in

quanto tale

Se il dominio tecnologico avesse uno scopo unitario verso il quale avesse a dirigere la totalitagrave degli

enti la totalitagrave sarebbe infatti un organismo un sistema di nessi necessari tra gli enti dove la teleologia di ogni ente coinvolgerebbe e sarebbe coinvolta dalla teleologia di ogni altro ente Se

dunque il dominio tecnologico assegna un futuro a qualcosa (A) se cioegrave trasforma qualcosa

conformemente a un certo scopo questo scopo puograve essere soltanto lo scopo di quel campo particolare di enti che egrave A e di quelle operazioni particolari che sono idonee alla trasformazione di

A e non puograve essere pertanto se non accidentalmente lo scopo di B C D e delle operazione

particolari che si propongono la trasformazione di B C D appunto percheacute altrimenti tra A B C D sussisterebbe un nesso necessario ed esse non sarebbero determinazioni isolate Nel dominio avere

uno scopo significa assegnare un futuro a una parte isolata dal tutto198

E il carattere particolare e specifico dellrsquooperare scientifico-tecnologico egrave giagrave presente

nella formulazione platonico-aristotelica della laquodivisione del lavororaquo

198 Ivi cit pag 245

113

Nel II libro della Repubblica199

Platone dice che il πράττειν cioegrave il dominio

dellrsquooscillazione dellrsquoente egrave laquopiugrave intensoraquo (πλείω) laquopiugrave efficaceraquo (ϰάλλιον) e laquopiugrave

praticabileraquo (ῥᾷον)200

solo in quanto si suddivide in operazioni specifiche realizzate da certi

operatori e non da altri ἄλλͻς ἐπ´ἄλλου ἔργου πρᾶξιν (alium ad alius operis effectionem)201

La divisione (lrsquoisolamento) del lavoro non egrave una determinazione accidentale del lavoro la

divisione del lavoro sussiste ndash il lavoro egrave una molteplicitagrave di operazioni isolate ndash appunto

percheacute il laquolavororaquo egrave πρᾶξις ossia egrave la guida (αἰτία)202

dellrsquooscillazione dellrsquoente tra lrsquoessere e il

niente e quindi egrave la guida di ciograve che in quanto cosigrave oscillante egrave isolato ndash si che la guida

dellrsquoisolato egrave essa stessa unrsquooperazione isolata divisa dalle altre

Proprio di questa divisione parla Aristotele allrsquoinizio dellrsquoEtica quando afferma la

molteplicitagrave degli scopi (πολλὰ γίνεται ϰαὶ τὰ τέλη) in corrispondenza alla molteplicitagrave dei

laquolavoriraquo (πολλῶν δὲ πράξεων οὐσῶν ϰαὶ τεχνῶν ϰαὶ ἐπιστημῶν)203

Lo scopo egrave il futuro che viene assegnato a una parte percheacute se fosse il futuro assegnato

al tutto in quanto tale il tutto non sarebbe laquodiacronicoraquo ma laquosincronicoraquo e organico cioegrave

esisterebbe un nesso tra le parti Ma se il futuro di una parte isolata non puograve essere il futuro

delle altre parti se cioegrave le altre parti hanno altri futuri ogni scopo egrave a sua volta una parte

isolata dalla totalitagrave del futuro La totalitagrave degli scopi riproduce la molteplicitagrave di

determinazioni isolate del presente

Separata dal destino la terra appare nellrsquoisolamento come libera e insieme dominabile

Egrave dominabile proprio percheacute egrave stata liberata dal destino Ma la sua libertagrave egrave anche la sua

assoluta imprevedibilitagrave Il timore egrave innanzitutto lrsquoavvertimento di questa imprevedibilitagrave E il

mortale per allontanare tale timore circonda di legami la terra che stringono ciograve che egrave stato

sciolto dal piugrave indissolubile dei legami Legami che sono gli laquoimmutabiliraquo gli laquoeterniraquo i

laquodestiniraquo che restano evocati allrsquointerno della solitudine della terra

199 Prima edizione Universale Economica Feltrinelli Milano 1995

200 Ivi 370 c

201 Ibidem

202 Platone Sofista 265 b

203 Aristotele Etica Nicomachea 1094 a 6-8

114

CAPITOLO TERZO

Lrsquo alienazione nello sguardo del Destino

115

I - Ciograve che il mortale crede

Ciograve che i mortali chiamano laquovolontagraveraquo e laquodecisioneraquo egrave in veritagrave senza residui convinzione (certezza fede persuasione) cioegrave apparire A sua volta lrsquoapparire in cui consiste ogni decisione e

ogni volontagrave possiede un carattere laquopraticoraquo quel carattere che i mortali interpretano come

capacitagrave pratica di trasformazione del mondo ma che nello sguardo del destino della veritagrave egrave qualcosa di abissalmente diverso da tale capacitagrave

204

La decisione non egrave altro che la convinzione che stia per realizzarsi un processo di cui lo

stato attuale del mortale (cioegrave della sua mente del suo corpo) egrave insieme la causa (il principio)

e lrsquoinizio e di cui lo laquoscoporaquo cioegrave una certa disposizione futura dellrsquoente egrave il termine La

decisione egrave lrsquoapparire di una certa disposizione futura dellrsquoente come risultato tale

disposizione di un certo processo quando i mortali decidono accade per lo piugrave qualcosa (ossia

nel cerchio dellrsquoapparire entra per lo piugrave qualcosa) che i mortali interpretano come il realizzarsi

di quella stessa disposizione dellrsquoente che si erano proposti come scopo e che dunque essi

credono di essere stati capaci di tradurre dal piano delle idee a quello della realtagrave

Quellrsquoapparire che egrave la decisione egrave per lo piugrave accompagnato dallrsquoapparire di qualcosa

che il decidente interpreta come il conseguimento la realizzazione dello scopo

La volontagrave e quindi anche quella volontagrave che si realizza come preghiera egrave la convinzione che il

voluto si realizzi credite quia accipietis Ma se per Gesugrave la fede egrave convinzione ogni decisione egrave una convinzione siffatta Solo che i mortali non hanno piugrave fede che le montagne si muovano cioegrave

hanno fede di muoverle non mediate il laquoFiglio di Dioraquo ma mediante lrsquouso di certi strumenti che la

tecnica dellrsquoOccidente egrave andata approntando e cioegrave mediante la fede questa sigrave posseduta nel

laquomovimentoraquo prodotto da tali strumenti205

Nella prassi scientifica egrave tenuta costantemente aperta la possibilitagrave che la regione

controllata sia condizionata da fattori ignoti

204 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 487

205 Ivi cit pag 488

116

Ma nellrsquoatto del decidere e quindi anche nella decisione scientifico-tecnologica la

decisione egrave presa solo in quanto essa egrave la convinzione di disporre di tutte le forze che sono

richieste per la produzione dello scopo e quindi solo in quanto viene esclusa quella possibilitagrave

di intervento di forze ignote Una possibilitagrave che torna a riaprirsi quando la prassi scientifico-

tecnologica si lascia alle spalle questo tipo di decisione per elaborarne uno piugrave adeguato alla

nuova configurazione che nel frattempo la regione controllata egrave venuta ad assumere

Il mortale crede di volere crede di disporre dei mezzi piugrave idonei alla produzione dei

suoi scopi crede di dominare la terra ma il suo volere (cioegrave lrsquoinsieme e ognuna delle sue

convinzioni) egrave unito al dubbio (cioegrave allrsquoindecisione e al non volere) e ne egrave contrastato

La coscienza di decidere egrave un laquovedersiraquo decidere ossia egrave un laquovedersiraquo non dubitante

Ma questo laquovedereraquo non vede ciograve che egrave non laquovederaquo cioegrave lrsquounione essenziale ossia la

contraddizione del decidere e del dubbio ma laquovederaquo soltanto il decidere Puograve credere di

volere percheacute isola la fede dal dubbio ma il dubbio non cessa e non scompare per il fatto che

il mortale non vuole avere i dubbi che pur appartengono alla sua essenza La qualitagrave del volere

del mortale egrave pur sempre determinata dal dubbio respinto nellrsquoinconscio in quanto lrsquoinconscio

egrave ciograve che viene isolato dal contenuto che il mortale vuole riconoscere

Egrave questa volontagrave non volente che laquoottieneraquo ciograve che i mortali credono sia lrsquolaquoottenutoraquo

Il mortale non laquoottieneraquo crede di ottenere Crede di ottenere ciograve che vuole ma ciograve che accade

egrave il destino ndash il destino della veritagrave ndash che nessun dio e nessun uomo possono laquotenereraquo e

dominare e che include anche lrsquoaccadimento della fede e della volontagrave dei mortali

Nello sguardo del destino la volontagrave egrave apparire Non egrave laquoforzaraquo laquotendenzaraquo laquoappetitoraquo

laquoimpulsoraquo Lrsquoapparire in cui la volontagrave consiste egrave apparire di un contenuto che non egrave il destino

della veritagrave egrave lrsquoapparire di qualcosa che appartiene al mondo sognato dallrsquoalienazione della

veritagrave

117

Tale mondo egrave la terra isolata il contenuto che appare allrsquointerno dellrsquoisolamento della

terra Ma ogni apparire il cui contenuto non egrave il destino della veritagrave o un suo tratto egrave volontagrave

decisione ossia egrave la convinzione di dominare qualcosa e che il dominante sia quello stesso che

egrave il convinto Lrsquoisolamento della terra egrave la volontagrave originaria allrsquointerno della quale soltanto egrave

possibile e puograve sopraggiungere lrsquoapparire di ogni volizione e di ogni decisione del mortale

Lrsquoisolamento della terra egrave volontagrave che la terra sia la regione sicura ossia egrave la

convinzione di disporre della terra nel senso che questa convinzione egrave convinzione che la terra

si rende disponibile per il motivo che si egrave convinti di disporne E la convinzione che la terra sia

il terreno sicuro egrave convinta di ottenere la sicurezza della terra non per mezzo di altro ma per seacute

stessa Ma nellrsquoisolamento la terra sicura viene dapprima interpretata come lrsquoinflessibile Il

fondamento originario di ogni flessione (cioegrave di ogni decisione e azione) interpreta come

inflessibile il contenuto che esso ottiene nel proprio flettere originario Poi un poco alla volta

la flessione flette gli inflessibili della terra Quando lrsquoOccidente incomincia a testimoniare la

sicurezza della terra trova la terra giagrave divisa tra le cose inflessibili e quelle flessibili tra ciograve che

egrave sottratto ad ogni volere e ciograve che invece egrave disponibile ad esso

La cultura moderna vede nei mortali la presenza della volontagrave divina e il soggetto

trascendentale diventa la volontagrave di produrre la terra La terra che resta prodotta

nellrsquoautoproduzione del soggetto trascendentale egrave sempre la terra isolata che appare come il

terreno sicuro La volontagrave che produce la terra egrave intesa come la vera realtagrave il vero valore Nel

concetto di creazione umana di creazione divina del mondo di autoproduzione del soggetto

trascendentale di dominio tecnologico della terra la volontagrave originaria che la terra sia la

regione sicura sta dinnanzi a seacute stessa

118

Lrsquoaccadimento in cui consiste lrsquoisolamento della terra egrave lrsquoaccadimento dellrsquoesser

mortale del mortale ma lrsquoesser mortale egrave lrsquoessenza sia del mortale sia degli degravei sia del dio

cristiano sia del soggetto trascendentale sia del dominio tecnologico della terra

Ma la volontagrave proprio percheacute egrave volontagrave non puograve ottenere ciograve che essa vuole Il voluto

egrave in quanto tale il non ottenibile

Tutto ciograve che si ottiene egrave ciograve che si vuole ottenere ossia egrave ciograve che si crede si ha fede di

ottenere egrave ottenuto allrsquointerno dellrsquoalienazione Lrsquoalienazione egrave lrsquoastro eterno che consiste

nella convinzione che esista ciograve che egrave impossibile Allrsquointerno dellrsquoalienazione tutto ciograve che si

ottiene si ottiene percheacute sia ha fede di ottenerlo e si ha fede di averlo ottenuto

Il precetto evangelico che se si ha fede che le montagne si sollevino esse si solleveranno e il

tratto decisivo della scienza moderna (e che ancora si sottrae allrsquoautocoscienza della scienza) che la trasformazione del mondo ha carattere scientifico solo se egrave oggetto di consenso intersoggettivo e

quindi solo se si ha fede che tale consenso esista [] ebbene quel precetto e quel tratto

appartengono entrambi alla stessa essenza ossia alla volontagrave originaria dellrsquoisolamento della terra

che crede di aver ottenuto la sicurezza della terra per il motivo che essa crede che la terra sia il terreno sicuro ha fede che questa sicurezza sia percheacute essa ha fede che sia ndash anche se la fede

apparendo a seacute come fondamento di ciograve che essa ottiene non appare come fede ma come forza

capace di produrre ciograve che si presenta come dimensione sicura ed evidente206

La volontagrave non riesce ad essere volontagrave non ottiene ciograve che essa vuole e quindi non

ottiene nemmeno il proprio volere Lrsquoimpossibilitagrave del voluto non puograve apparire allrsquointerno della

volontagrave (allrsquointerno cioegrave dellrsquoisolamento della terra) appunto percheacute la volontagrave egrave volontagrave d i

isolarsi dal destino Ma proprio percheacute il voluto egrave lrsquoimpossibile egrave necessitagrave che allrsquointerno

della volontagrave il voluto appaia nel suo esser qualcosa in cui il destino della veritagrave non si mostra

cioegrave qualcosa la cui affermazione e la cui negazione appaiono equivalenti

206 Ivi cit pag 579

119

Nellrsquoisolamento della terra la volontagrave crede di volere (la fede ha fede di aver fede)

percheacute nellrsquoequivalenza dellrsquoaffermazione e della negazione di ciograve che essa crede di volere

isola lrsquoaffermazione dalla negazione isola ciograve che egrave dubbio dal suo esser dubbio sigrave che questo

contenuto isolato appare nel suo esser tenuto fermo cioegrave egrave affermato e in quanto affermato si

presenta come il voluto

Anche questo isolamento egrave fede volontagrave Ma la fede di aver fede (il credere di volere)

non determina un regressus in indefinitum al contenuto in cui la fede ha fede appartiene la

fede di aver fede al contenuto voluto dalla volontagrave appartiene il credere di volere la volontagrave di

volere

Il tramonto dellrsquoisolamento della terra ossia la negazione del contrasto tra veritagrave e

isolamento egrave ciograve che in veritagrave il mortale vuole Il mortale egrave ndash lo egrave solamente ndash questa volontagrave

ossia questa volontagrave costituisce lrsquoinconscio essenziale del mortale cioegrave quanto egli trattiene nel

non testimoniato consumando la totalitagrave del linguaggio nella testimonianza della terra isolata

La terra cosigrave voluta egrave quella semplificazione estrema da cui viene offerta la resistenza minore

al linguaggio che intende illuminare le cose nelle parole La resistenza maggiore egrave invece

costituita dalla struttura del mortale cioegrave dallrsquoapparire della negazione impotente del contrasto

tra il destino e lrsquoisolamento della terra (che a sua volta egrave il contrasto tra fede e dubbio nella

sicurezza della terra)

La terra egrave contesa da due volontagrave contrastanti da un lato lrsquoinvasione del destino da parte della terra

isolata possibile solo se appare il destino della terra cioegrave solo se la terra appare nel suo esser

sottratta alla nebbia dellrsquoisolamento mostrando il volto destinatole dalla veritagrave dallrsquoaltro lato in quanto isolata dal destino e dal dubbio la terra mostra un altro volto quello divenuto familiare ai

mortali e che invece egrave soltanto uno dei due volti che la terra mostra introducendosi nel cerchio

dellrsquoapparire207

207 Ivi cit pag 496

120

Il doppio volto della terra egrave il doppio volto di ogni cosa della terra ed egrave appunto questo

sdoppiarsi e questo contrastarsi delle sembianze terrestri lrsquoostacolo maggiore incontrato dal

tentativo di condurre nel linguaggio le cose Le cose della terra stanno dinnanzi nel cerchio

dellrsquoapparire sdoppiate e in contrasto ognuna con seacute medesima e il tentativo di legarle nel

linguaggio alla loro immagine egrave contrastato dal carattere sfuggente di ciograve che dovrebbe essere

il modello dellrsquoimmagine

Invece la semplificazione estrema costituita dalla terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio

ndash la semplificazione in cui la terra mostra ai mortali il suo volto piugrave familiare ndash non disorienta

il linguaggio ma gli va incontro con lrsquoapparente chiarezza e univocitagrave del suo senso Tale

estrema semplificazione non puograve essere certo considerata come il motivo per il quale il

linguaggio destinato allrsquoapparire egrave stato innanzitutto il linguaggio che esprime lrsquoimmagine

della terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio e tuttavia il linguaggio destinato allrsquoapparire egrave

dapprima e a lungo solamente il linguaggio che esprime la terra cosigrave isolata La terra cioegrave il

cui volto raggiunge la semplificazione estrema dei suoi tratti

121

II - La necessitagrave dellrsquoaccadere come risoluzione del problema della libertagrave dellrsquoente

Ogni ente egrave eterno Quindi eterno anche quellrsquoente che egrave lo stesso accadere dellrsquoente Nella

veritagrave lrsquoaccadere non egrave lrsquoincominciare ad essere ma lrsquoincominciare ad apparire Che lrsquoente

incominci ad apparire significa che esso eterno esce dallrsquoombra del non apparire ed entra

nella luce dellrsquoapparire Cade in questa luce208

Poicheacute lrsquoaccadere dellrsquoente egrave eterno egrave necessario che lrsquoente accada Inoltre egrave

necessario che lrsquoente accada con il senso determinato che gli conviene non solo egrave necessario

che lrsquoente accada ma egrave insieme necessario che accada proprio quellrsquoente che accade

Lrsquoaccadere dellrsquoente egrave determinato e quindi lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave la necessitagrave

dellrsquoaccadere cosigrave determinato Se infatti lrsquoente che accade non accadesse lrsquoaccadere dellrsquoente

non sarebbe e quindi non sarebbe eterno ma possibile accidentale Affermando che lrsquoente che

entra nellrsquoapparire sarebbe potuto non entrarvi ndash affermando cioegrave la laquocontingenzaraquo

dellrsquoapparire ndash si afferma che lrsquoente che accade sarebbe potuto non accadere cioegrave si nega la

necessitagrave dellrsquoaccadere e in questo modo il non essere (la nientitagrave) dellrsquoaccadere dellrsquoente vien

posto come una possibilitagrave Lrsquoimpossibile viene ritenuto possibile

Poicheacute lrsquoaccadere egrave il passaggio dal non apparire allrsquoapparire lrsquoessere (e quindi

lrsquoeternitagrave) del passaggio richiede necessariamente che lrsquoente che sopraggiunge nellrsquoapparire

prima non appaia e poi appaia Lrsquoaccadere egrave solo in quanto lrsquoente che accade si mantiene

nascosto sino a che incomincia ad apparire Lrsquoeternitagrave di ogni ente egrave lrsquoeternitagrave di ciograve che esso egrave

nel modo in cui lo egrave

Lrsquoapparire che nellrsquoaccadimento incomincia non egrave separato dal proprio incominciare

ma egrave appunto lrsquoapparire incominciante Se invece si isola lrsquoapparire dal suo incominciare ndash se

lo si pensa indipendentemente dal suo incominciare ndash si finisce col rendere impossibile quel

mantenersi nascosto quel non apparire ancora da parte dellrsquoente senza di cui lrsquoaccadimento

non potrebbe essere

208 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 97

122

Separato dal suo incominciare lrsquoapparire si presenta come qualcosa che non puograve

incominciare Ogni ente egrave eterno ma appunto egrave eterno lrsquoente nel suo essere ciograve che egrave

nellrsquoaccadimento lrsquoente che incomincia ad apparire non egrave in sintesi con un apparire che egrave

separato dal proprio incominciare ma egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante

Questa egrave la sintesi che egrave e che egrave eterna il contenuto dellrsquoaltra sintesi invece ndash cioegrave della sintesi tra

lrsquoente e il suo semplice (astratto) apparire ndash non egrave appunto percheacute egrave ottenuta prescindendo dallrsquoincominciare che pur determina lrsquoapparire incominciante

209

Proprio percheacute lrsquoente che accade egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante lrsquoente in cui

consiste questa sintesi non esclude ma allrsquoopposto richiede necessariamente che prima di

incominciare ad apparire lrsquoente che accade non appaia lrsquoente incomincia ad apparire solo in

quanto esiste un prima rispetto allrsquoapparire dove tale ente ancora non appare Ma questo non

apparire ancora che precede lrsquoincominciare ad apparire non egrave la nientitagrave dellrsquoapparire

incominciante

Con lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente non si produce una sintesi nuova tra lrsquoente e il

suo apparire ma tutto ciograve che sopraggiunge egrave giagrave eterno Che col sopraggiungere non si formi

una sintesi nuova uscita dal niente non significa che quella tra il sopraggiungente e il suo

sopraggiungere cioegrave il suo incominciare ad apparire non sia una sintesi ma significa che in

quanto questa stessa sintesi sopraggiunge essa egrave giagrave eterna210

209 Ivi cit pag100

210 Con ciograve potremmo rispondere a una delle cretiche che C Fabro rivolge al divenire severiniano lt

Severino non spiega percheacute e come le cose della terra incominciano ad apparire ndash da dove sbucano dalla terra

[] e se incominciano ad apparire significa che le cose prima erano nascoste (a parte la domanda del dove fossero

nascoste) ci si puograve chiedere anche chi le ha spinte fuori dallrsquoombrahellip per guadagnar le stelle od almeno il sole

della coscienza E soprattutto quando incomincia questo cominciare gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente

cit pag 129

123

Affermando invece che il sopraggiungente sarebbe potuto non sopraggiungere ndash ossia

che ciograve che incomincia ad apparire sarebbe potuto non apparire ndash si afferma che la sintesi tra

lrsquoente che sopraggiunge e il suo sopraggiungere sarebbe potuta rimanere un niente Ma se

lrsquoapparire egrave laquoil nienteraquo che laquoil nienteraquo accolga o non accolga lrsquoente egrave qualcosa di

assolutamente indifferente e quindi lrsquoapparire egrave libertagrave Mentre lrsquoapparire egrave laquonienteraquo solo nel

senso che la sua determinatezza non egrave che lrsquoapparire delle determinazioni

Lrsquoaccadere egrave lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente Egrave questo lrsquoaccadere che nellrsquoapertura della

veritagrave appare Inteso invece come un incominciare ad essere uscendo dal niente lrsquoaccadere non egrave qualcosa che appare [] Poicheacute lrsquoaccadimento (il divenire) non egrave la creazione dellrsquoente ma il

sopraggiungere dellrsquoente cioegrave dellrsquoeterno nellrsquoapparire lrsquoaccadimento egrave dunque solamente in

quanto appare Un divenire laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile egrave cioegrave un concetto del

nichilismo211

Appunto percheacute un accadimento laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile la supposizione

che sarebbe potuto accadere altro da ciograve che di fatto accade non puograve essere mantenuta

affermando che sigrave lrsquoaccadere effettivo dellrsquoente egrave eterno ma questo eterno sarebbe potuto no

apparire e sarebbe potuto apparire lrsquoaccadere che di fatto non appare Questa supposizione non

puograve essere mantenuta percheacute lrsquoapparire appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere e cioegrave lrsquoaccadere

esiste solo in quanto appare e non puograve avere la possibilitagrave di restare nel non apparire lasciando

che un altro accadere appaia E lrsquoaccadere non egrave lrsquoaccadere in generale ma egrave lrsquoaccadere nella

sua attualitagrave Lrsquoapparire che appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere egrave questo attuale apparire egrave

lrsquoattualitagrave dellrsquoapparire ed egrave dunque questa attualitagrave ciograve senza di cui lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave

impossibile

Lrsquoapparire dellrsquoaccadimento accade e tuttavia non egrave un accadimento Lrsquoapparire

dellrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente incomincia e tuttavia non egrave un incominciare

211 Ivi cit pag 104

124

Lrsquoaccadimento che appare non egrave soltanto questo o quellrsquoaccadere particolare ma egrave la

totalitagrave dellrsquoaccadere che appare Anche se si trasforma laquocontinuamenteraquo lrsquoaccadere appare

comunque come totalitagrave dellrsquoaccadere Gli accadimenti che appaiono sono laquocontinuamenteraquo

diversi ma appaiono necessariamente come totalitagrave dellrsquoaccadimento Lrsquoapparire della totalitagrave

dellrsquoaccadere non potrebbe essere apparire della totalitagrave dellrsquoaccadere appunto percheacute questa

totalitagrave avrebbe al di fuori di seacute quellrsquoaccadere che egrave lrsquoaccadere dellrsquoapparire della totalitagrave

dellrsquoaccadere

Dire infatti che lrsquoente che sopraggiunge entra nellrsquoapparire significa che lrsquoapparire

dellrsquoente diventa apparire anche dellrsquoente che sopraggiunge in quanto egrave apparire anche

dellrsquoente che sopraggiunge lrsquoapparire in cui il sopraggiungente sopraggiunge egrave esso stesso

sopraggiungente Quindi lrsquoapparire del sopraggiungente egrave apparire anche del proprio

sopraggiungere lrsquoapparire del sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente egrave lo stesso

apparire del sopraggiungente e il sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente non egrave

qualcosa che non possa appartenere alla totalitagrave del sopraggiungere ma egrave contenuto di questa

totalitagrave un contenuto che egrave lo stesso contenente

Lrsquoessere con tutti gli altri enti nessuno escluso appartiene allrsquoessenza di ogni ente La

parte egrave nel Tutto non accidentalmente ma necessariamente Il Tutto non si limita a circondare

la parte ma la parte egrave ciograve che essa egrave solo in quanto egrave unita al Tutto

La persuasione che le decisioni ndash umane o divine ndash siano laquolibereraquo egrave invece la negazione

del legame necessario che unisce ogni parte a tutte le altre Tale persuasione separa infatti dal

Tutto quella parte che egrave lrsquoaccadimento della decisione e la rende qualcosa di assolutamente

indipendente Questa separazione sussiste in ogni caso sia che ancora si intenda la decisione

libera come qualcosa che sarebbe potuto non essere invece di essere sia che si intenda la

decisione libera come un ente eterno che sarebbe potuto non apparire invece di apparire

125

Lrsquoisolamento della decisione dal Tutto ndash e ogni isolamento ndash egrave negazione della veritagrave

dellrsquoessere non solo percheacute esso nega ogni legame necessario che unisce la parte al Tutto ma

anche percheacute in esso si esprime ancora una volta il nichilismo Negando ogni legame

necessario col Tutto lrsquoisolamento nega insieme il legame necessario che egrave richiesto

dallrsquoeternitagrave del Tutto e quindi nega lrsquoeternitagrave del Tutto negando la conseguenza nega il

fondamento La stessa prevaricazione che isola la decisione laquoliberaraquo dal tutto pone la

decisione (e il Tutto) come un niente La contingenza dellrsquoaccadere egrave dunque espressione del

nichilismo

Il linguaggio dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo Dice cosigrave che lrsquoazzurro

del cielo ora egrave un niente il cielo era azzurro Ma il cielo azzurro egrave una delle eterne cose della

terra che si inoltrano nel cerchio eterno dellrsquoapparire della veritagrave e ne escono dopo averlo

attraversato (Un cielo azzurro che non egrave espressione di un cielo azzurro universale ma

quellrsquoazzurritagrave del cielo considerata nella sua irripetibilitagrave e singolaritagrave es il cielo di oggi un

giorno di marzo a Roma) Il cielo egrave azzurro La contrapposizione tra lrsquolaquoegraveraquo copulativo e lrsquolaquoegraveraquo

esistenziale egrave propria del nichilismo Lrsquolaquoegraveraquo unisce il cielo e la sua azzurritagrave ma li unisce

appunto nellrsquoessere La loro unitagrave egrave ossia egrave eterna Il cielo egrave eternamente azzurro Il cielo egrave la

sua azzurritagrave nel senso che egrave il cielo-che-egrave-azzurro che egrave lrsquoazzurro-di-questo-cielo E il

contenuto dellrsquoerrore (in ogni errore si esprime la volontagrave di sottrarsi al destino della veritagrave

cioegrave lrsquoalienazione della veritagrave) egrave il niente

Ma proprio percheacute lrsquoente non egrave e non puograve diventare un niente il dire del destino non egrave

una laquoproposizioneraquo che da laquoveraraquo possa diventare laquofalsaraquo Nel destino il dire egrave lrsquoapparire

dellrsquoidentitagrave trascendentale che costituisce lrsquoessere qualcosa da parte di qualcosa ad esempio egrave

lrsquoapparire dellrsquoessere azzurro del cielo Ciograve che in veritagrave accade quando il linguaggio

dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo non egrave il diventar falso dellrsquoapparire del cielo

azzurro ma egrave lrsquouscire di questo apparire dal cerchio intramontabile dellrsquoapparire

126

Il cielo azzurro appare cioegrave dimora nel cerchio dellrsquoapparire della veritagrave Appunto

percheacute appare appare la sua destinazione allrsquoessere Poi laquoil cielo si oscuraraquo Nel linguaggio

dellrsquoOccidente lrsquolaquooscurarsiraquo esprime unrsquolaquoazioneraquo del cielo che prima laquoeraraquo azzurro Ma nella

veritagrave il cielo azzurro non si oscura non compie lrsquoazione di incupire e di render niente la

propria azzurritagrave Esso egrave eternamente azzurro e ciograve che lrsquoOccidente chiama laquoil suo oscurarsiraquo egrave

lrsquoinoltrarsi del cielo (eternamente) oscuro nel cerchio dellrsquoapparire mentre da questo cerchio

lrsquoeterno cielo azzurro esce e scompare La testimonianza della veritagrave non dice quindi che laquoil

cielo non egrave piugrave azzurroraquo ma che il cielo eternamente azzurro si egrave portato fuori dellrsquoapparire

nel non apparire Di esso non dice laquonon egraveraquo (laquonon egrave piugraveraquo laquonon egrave ancoraraquo) bensigrave laquonon egrave

presenteraquo laquonon egrave apparenteraquo (questrsquoultimo termine da intendersi come participio presente del

verbo apparire) Dice dunque laquoIl cielo (che egrave) azzurro non egrave (piugrave) apparenteraquo Ma daccapo

questrsquoultima affermazione non significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro non egrave (piugrave)raquo e che

pertanto questo apparire egrave diventato un niente bensigrave significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro

non egrave (piugrave) apparenteraquo

Ciograve che entra e esce dal cerchio dellrsquoapparire appartiene eternamente ad esso ma

dicendo che tale appartenenza laquoentraraquo nel cerchio dellrsquoapparire si intende escludere che in

qualsiasi modo lrsquoappartenenza si trovi giagrave nel cerchio e dicendo che ne esce si intende

escludere che essa in qualche modo continui a trovarvisi Pertanto ciograve che entra in questo

cerchio non egrave lrsquoatteso ma lrsquoinatteso e ciograve che ne esce non egrave il laquoricordatoraquo ma il

laquodimenticatoraquo Il laquoricordareraquo e il laquodimenticareraquo nel linguaggio del destino della veritagrave non

sono funzioni psicologiche o proprietagrave della coscienza trascendentale in quanto figura della

tradizione filosofica del nichilismo il laquodimenticareraquo egrave il cerchio dellrsquoapparire in quanto non

contiene piugrave in seacute qualcosa non lo contiene piugrave in nessun modo il laquoricordareraquo egrave il cerchio

dellrsquoapparire in quanto contiene ancora in seacute in qualche modo il ricordato

127

In qualche modo infatti lrsquoatteso appare giagrave e il ricordato appare ancora Quando

lrsquoatteso sopraggiunge non entra quindi simpliciter nel cerchio dellrsquoapparire e quando il

laquopresenteraquo passa e si mantiene nella memoria non esce da quel cerchio In entrambi i casi

varia soltanto il modo in cui si mostra una certa identitagrave che permane nel cerchio dellrsquoapparire

Ma lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire puograve apparire solo in quanto gli

insiemi di enti che lrsquoinoltrarsi porta progressivamente alla luce non sono via via dimenticati

(non vanno cioegrave uscendo via via dal cerchio dellrsquoapparire) ma continuano ad apparire sia pure

come passati Nella veritagrave appare lrsquoinoltrarsi della terra e lrsquoinoltrarsi appare solo in quanto

appare il passato Egrave infatti in relazione al passato ossia egrave percheacute il passato appare che il

sopraggiungente puograve apparire come tale Se nel sopraggiungere ciograve che giagrave appariva ndash e cioegrave

il passato ndash uscisse dimenticato dallrsquoapparire il sopraggiungente non potrebbe apparire come

laquogiunto sopraraquo qualcosa (appunto percheacute questo qualcosa sarebbe assente) e non solo il

sopraggiungente non potrebbe apparire come tale ma non potrebbe apparire affatto Questo

percheacute lrsquoapparire dellrsquoinoltrarsi della terra non solo esige lrsquoapparire del passato ma questo

inoltrarsi egrave necessariamente un permanere la permanenza assoluta dellrsquoidentitagrave costituita dalla

struttura della veritagrave che egrave presente in ogni insieme di enti che entrano nel cerchio

dellrsquoapparire Ciograve che permane egrave sigrave ciograve che appare ancora ma insieme egrave ciograve che appariva

anche prima il permanente egrave cioegrave presente e passato Il sopraggiungente sopraggiunge quindi

di necessitagrave nella permanenza ossia nellrsquoapertura di un passato Lrsquoessenza del divenire non puograve

essere stabilita indipendentemente dallrsquoessenza del passato

laquoLa legna arde nel camino e diventa cenereraquo Cosigrave parla il nichilismo nel linguaggio

quotidiano Diventando cenere la legna in quanto legna egrave distrutta cioegrave annientata

128

Anche se la scienza della natura afferma che lrsquoenergia in cui consiste la legna non egrave

andata distrutta nella combustione ma rimane sotto forma diversa tuttavia la forma che

lrsquoenergia assumeva nella legna egrave inevitabilmente pensata nella prospettiva scientifica come

ciograve che egrave andato distrutto e che dunque si egrave annientato

Ma la combustione come ogni divenire puograve essere laquosperimentataraquo solo se quando si

fa esperienza della cenere la legna non egrave stata dimenticata Giagrave in Kant egrave pienamente acquisito

il principio che la coscienza (o sperimentazione) del divenire non diviene ossia che lo stato

precedente (la legna che ancora non egrave diventata cenere) devrsquoessere conservato nella coscienza

insieme allo stato susseguente (la cenere) affincheacute si dia coscienza di un divenire

Nella dialettica della coscienza sensibile col sopraggiungere dellrsquouniversale e della coscienza

indiveniente del divenire il passato permane Egrave quanto richiesto dal principio secondo cui nel risultato egrave essenzialmente conservato e contenuto ciograve da cui esso risulta [] Il risultato egrave un

permanere [] la coscienza del divenire egrave necessariamente coscienza della permanenza [] Nella

laquoDimostrazioneraquo della laquoprima analogiaraquo dellrsquoesperienza (Critica della ragion pura sezione terza

dellrsquoAnalitica dei principi) si dice che qualcosa puograve mutare solo se resta Tutto ciograve che muta resta la permanenza egrave condizione necessaria in cui solo egrave possibile che i fenomeni siano determinabili

come cose od oggetti di una esperienza possibile212

Lo stato precedente egrave conservato come passato e questo conservarlo egrave il ricordo Il

ricordo ricorda qualcosa di positivamente determinato (la legna) ricorda cioegrave un non-niente

212 E Severino Tautόtēs cit pag 86-87

129

In quanto non-niente il ricordato non puograve essere quindi ciograve che nella combustione egrave

diventato niente213

Per il nichilismo il passare egrave un annientamento ma allora il passato in quanto

annientato e dunque in quanto niente non puograve apparire Lrsquoannientarsi egrave insieme

necessariamente uno sparire Ma in questo modo il ricordo non ricorda il passato ndash giaccheacute

lrsquoautentico passato non puograve apparire ndash e quindi non egrave ricordo ma apparizione di ciograve che del

passato nascosto continua ad esistere e che dunque non egrave un passato

213 lt Tuttavia non egrave unrsquoaltra legna ma egrave proprio la legna ricordata che nella combustione egrave diventata

cenere e che quindi si egrave annientata in quanto legna Ma di ciograve che egrave divenuto niente non puograve esserci memoria Ma

senza memoria egrave impossibile la coscienza del divenire Per salvare la memoria il nichilismo egrave costretto a

distinguere nel passato che appare nel ricordo due aspetti Da un lato il passato in quanto oggetto del ricordo egrave

uno dei molti fattori del diveniente che continuano ad esistere nonostante lrsquoannientamento cui il diveniente va

incontro oltre alla cenere al fumo e al calore della legna rimane anche il suo esser ricordata Dallrsquoaltro lato crsquoegrave

lrsquoaspetto del passato relativamente al quale si verifica lrsquoannientamento Il passato si annienta non in quanto esso egrave

oggetto del ricordo ma in quanto ha questo secondo aspetto ciograve che egrave diventato niente non egrave la legna che appare

nel ricordo ma altro Un altro che perograve appartiene alla legna che appare nel ricordo Per Hegel questo altro egrave

laquolrsquoesistenzaraquo della legna e ciograve che appare nel ricordo egrave la laquoformaraquo o essenza della legna Egrave lo stesso concetto di Agostino il passato esiste nellrsquoanima cioegrave esiste come idealitagrave essenza non come esistenza reale Ma su quale

base viene affermata lrsquoesistenza (passata) di questo altro che egrave divenuto inesistente Non si puograve rispondere

dicendo che questo altro appare nel ricordo appunto percheacute ciograve che appare nel ricordo in quanto appare come un

non-niente determinato non egrave un niente E per quanto riguarda lrsquoErinnerung hegeliana la legna ricordata non egrave

una legna ricordata come inesistente Il passato appare e nel nichilismo qualcosa di esso egrave divenuto un niente

Ma che cosa Non qualcosa che appare tutto il passato che appare sta ligrave dinnanzi come un positivo Qualcosa

dunque che non appare gt Id Destino della necessitagrave pag 178

130

Egrave percheacute lrsquoannientarsi egrave insieme lrsquouscire dallrsquoapparire che lrsquoapparire in quanto tale

non puograve attestare alcuncheacute della sorte di ciograve che si egrave portato al di fuori dellrsquoapparire se

continui ad esistere o se sia diventato nulla Lrsquoannientamento del passato egrave cioegrave lrsquoapriori con il

quale il nichilismo interpreta lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire

Nella veritagrave dellrsquoessere invece lo scomparire non egrave lrsquoannientamento di ciograve che

scompare e il progressivo arricchirsi della manifestazione del passato mostra appunto che il

dimenticato (ossia ciograve che egrave uscito dal cerchio dellrsquoapparire) continua ad essere e che questo

suo essere riappare nel concretarsi del ricordo

E non solo lrsquoapparire del divenire non attesta lrsquoannientamento del passato ma la

persuasione che il passato sia ciograve che egrave divenuto un niente rende impossibile lo stesso apparire

del divenire Infatti il divenire appare solo se appare il passato ma se il passato egrave ciograve che ormai

egrave un niente il passato non puograve apparire e dunque non puograve apparire nemmeno il divenire Ciograve

che lrsquoOccidente ritiene lrsquoevidenza suprema ndash lrsquouscire e il ritornare nel niente ndash rende

impossibile la visione del divenire ossia la visione della variazione del contenuto che appare

131

III - laquoCrescereraquo come divenire

Nellrsquoapparire del divenire il laquopassatoraquo egrave ciograve che non laquocresceraquo piugrave ma la cui avvenuta

crescita continua ad apparire insieme al laquopresenteraquo ndash dove il laquocrescereraquo non egrave una

trasformazione ontologica ma egrave la successione degli eterni che sebbene diversi hanno

qualcosa di identico (che egrave appunto ciograve che nella successione egrave il crescente) La permanenza

dellrsquointramontabile egrave il sopraggiungere in esso del suo differenziarsi ndash ossia dei differenti eterni

di cui esso egrave identitagrave Affincheacute unrsquoidentitagrave permanga nei differenti che sopraggiungono si

richiede pertanto la separazione e lrsquoindifferenza dellrsquoidentico rispetto ai differenti si richiede

cioegrave che lrsquoidentico abbia il senso che ha indipendentemente dal contenuto che entra e esce dal

cerchio dellrsquoapparire

Lrsquoaffermazione dellrsquoidentico sembra negare il legame necessario che sul fondamento

dellrsquoeternitagrave di ogni ente unisce ogni ente a ogni altro ente E drsquoaltra parte se non ci fosse

permanenza dellrsquoidentico non potrebbe nemmeno apparire la variazione del contenuto che

appare non potrebbe apparire alcun divenire Questa aporia egrave provocata dalla separazione che

isola lrsquoidentitagrave permanente dal contenuto che appare e che egrave il contesto dellrsquoidentitagrave Lrsquoaporia

ponendo la permanenza dellrsquoidentitagrave come risultato della separazione dellrsquoidentitagrave si

costituisce proprio in quanto lrsquoidentitagrave viene separata dagli insiemi che lrsquohanno in comune e nei

quali essa permane La separazione dellrsquoidentitagrave egrave il fondamento dellrsquoaffermazione che la

permanenza dellrsquoidentitagrave egrave separazione Nella testimonianza del destino della veritagrave dellrsquoessere

lrsquoidentitagrave che permane egrave invece ciograve che hanno in comune i diversi insiemi eterni che

sopraggiungono e si ritraggono dal cerchio dellrsquoapparire Eterni sono sia la identitagrave del diverso

sia la sopraggiungente e ritraentesi diversitagrave dellrsquoidentico Il non permanente egrave lrsquoeterno che

entra ed esce dal cerchio dellrsquoapparire o che continuando ad apparire ha raggiunto il

compimento del suo permanere

132

Il laquocrescereraquo egrave lrsquoapparire dellrsquoidentitagrave degli eterni diversi che si succedono nel cerchio

dellrsquoapparire egrave il ritrovarsi dellrsquoidentitagrave nel sopraggiungere dei diversi E quando la crescita ha raggiunto il suo compimento essa egrave divenuta un perfectum non nel senso che sia il prodotto

compiuto di un facere ma nel senso che lrsquoidentitagrave del diverso si egrave portata totalmente

compiutamente nel cerchio dellrsquoapparire si che in questo cerchio giunge ad apparire la totalitagrave compiuta del diverso di cui lrsquoidentitagrave egrave identitagrave e lrsquoapparire di questa totalitagrave egrave in questo senso il

perfectum214

Ciograve che diventa un passato non si trasforma e non egrave nemmeno necessario che qualcosa

di esso esca dallrsquoapparire Nel passato lrsquoente rimane tutto ciograve che esso nella sua destinazione

allrsquoapparire egrave riuscito a mostrare di seacute nel presente e non egrave nemmeno necessario affincheacute

lrsquoente passi che scompaia qualcosa di ciograve che esso egrave nel presente Col passare avviene di certo

una variazione nel contenuto del cerchio dellrsquoapparire ma questa variazione non riguarda

necessariamente ciograve che passa ndash giaccheacute appunto nel passato lrsquoente puograve continuare ad

apparire mostrando tutto ciograve che esso egrave nel presente ndash ciograve che egrave necessario appaia percheacute

appaia la variazione egrave il sopraggiungere di qualcosa

Nellrsquoapertura della veritagrave dellrsquoessere il divenire egrave il sopraggiungere dellrsquoeterno

lrsquoinoltrarsi dellrsquoeterna terra nel cerchio eterno dellrsquoapparire Per quanto atteso e previsto il

sopraggiungere della terra possiede sempre qualcosa di imprevisto qualcosa cioegrave che non egrave

visto in precedenza e che dunque entrando nel cerchio dellrsquoapparire esce dallrsquoombra del non

apparire Ma il sopraggiungere ndash cioegrave il divenire ndash appare come tale solo in quanto appare la

dimensione sopra la quale il sopraggiungente giunge e che nel sopraggiungere egrave sorpassata

ossia diviene un passato

Per concludere lrsquoestrema prevaricazione egrave il voler dimenticare di essere eterni nel Tutto

eterno voler dimenticare di essere lrsquoeterno apparire del destino della veritagrave nel quale si inoltra

la terra e voler appartenere alla terra isolata

214 Ivi cit pag 186

133

La prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire

allrsquoeternitagrave del Tutto e quindi dellrsquouomo Le cose della terra vanno e vengono muoiono e

nascono La volontagrave di appartenere alla terra isolata egrave la volontagrave di morire

La persuasione che la terra sia la regione con cui abbiamo sicuramente a che fare

scioglie non solo il legame che unisce ogni parte al Tutto ma scioglie anche il legame che

unisce lrsquoapparire della terra allrsquoapparire della veritagrave dellrsquoessere Ma questi legami sono

indissolubili e sciogliere lrsquoindissolubile egrave soltanto lrsquointenzione di scioglierlo ossia egrave il volere

lrsquoimpossibile

La convinzione che lrsquoaccadere delle cose sia contingente e che quindi le decisioni dei

mortali e degli degravei siano libere sorge allrsquointerno dellrsquoalienazione essenziale della veritagrave

Lrsquoisolamento della terra ossia lrsquoaccadimento del mortale egrave il fondamento di quella

convinzione Solo percheacute lrsquouomo egrave diventato un mortale puograve convincersi di essere libero

Il destino della veritagrave che non tramonta nemmeno con lrsquoaccadimento dellrsquoalienazione essenziale

della veritagrave dice che tutto ciograve che accade egrave destinato ad accadere ossia dice che la terra (che egrave la totalitagrave dellrsquoaccadimento) egrave destinata ad inoltrarsi nel cerchio dellrsquoapparire eterno

dellrsquointramontabile ed egrave destinata ad inoltrarvisi come laquodi fattoraquo vi si inoltra Il laquofattoraquo egrave il destino

cioegrave la necessitagrave (nella veritagrave del suo senso)215

La necessitagrave e il destino nella veritagrave del loro senso sono il cuore di ogni ente sono il

mantenersi da parte di ogni ente in accordo con ciograve che esso in veritagrave egrave

215 Ivi cit pag 443

134

PARTE TERZA

LA FEDE

Lrsquoimpossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione

lt Catturato dalla ragione malata il Verbo egrave inconciliabile con la ragione

Purificata Lrsquoinconciliabilitagrave non riguarda la ragione in quanto tale ma la forma

storica assunta dalla ragione occidentale gt216

216 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 42

135

CAPITOLO PRIMO

Filosofia e fede

136

I - Lo sguardo filosofico alla rivelazione

Nellrsquoantichitagrave i poeti presentano i loro canti come il risultato di un ammaestramento

divino la divinitagrave era posta allrsquoorigine della loro espressione il che significa che i poeti

esprimono un sapere che egrave a tutti gli effetti divino Era infatti convinzione comune che la

conoscenza fosse assolutamente impossibile senza lrsquointervento degli dei ed egrave in questa

prospettiva che Esiodo e Omero presentano i loro poemi NellrsquoVIII libro dellrsquoOdissea217

Odisseo tesse le lodi del cantore Demodoco laquocerto Apollo o la musa figlia di Zeus ti

istruironoraquo il cantore solo percheacute il sapere gli proviene da una fonte superiore puograve cantare

ciograve che capitograve agli Achei a Troia pur senza aver visto coi suoi occhi Anche lrsquoincipit della

Teogonia esiodea218

egrave sotto questo profilo particolarmente significativo laquosono le muse che un

giorno un bel canto insegnarono a Esiodoraquo Ma le muse di Esiodo e qui sta la cosa

interessante raccontano anche cose false cosiccheacute sta allrsquouomo capire gli ammaestramenti

divini evitando di riceverli passivamente non ogni forma di poesia percheacute ispirata dalle muse

egrave autenticamente vera Si affaccia cosigrave lrsquoidea che la conoscenza umana abbia una sua

indipendenza

Con lrsquoavvento della filosofia come egrave giagrave stato detto nella prima parte del presente

lavoro lrsquouomo cerca un sapere vero non smentibile un sapere che si imponga per la sua

incontrovertibilitagrave lrsquoepi-steacuteme ma la ricerca di una tale sapere fu possibile percheacute il pensiero

era convinto di giungere alla veritagrave in quanto la filosofia nel mondo antico era affermazione

immediata di certezza e veritagrave e quindi lrsquouomo era artefice di un pensiero vero

Il cristianesimo egrave invece la forma di pensiero filosofico che crede che la veritagrave sia

garantita solo se non egrave una produzione umana come per i Greci ma egrave rivelata da Dio

217 In URL wwwbibliolandiacomperioit Omero Odissea traduzione di N Delvinotti Consultato in

data 12042017

218 In URL wwwlariciit Esiodo Teogonia traduzione di E Romagnoli Consultato in data 12042017

137

E quando per difendersi dagli attacchi polemici e dalle persecuzioni noncheacute per

garantire la propria unitagrave contro sbandamenti ed errori il cristianesimo dovette venire in chiaro

dei propri presupposti teorici e organizzarsi in un sistema di dottrine esso si presentograve come

lrsquoespressione completa e definitiva della veritagrave che la filosofia greca cercava Una volta postosi

sul terreno della filosofia il cristianesimo tenne ad affermare la propria continuitagrave con la

filosofia greca ed a porsi come lrsquoultima e piugrave compiuta manifestazione di essa Giustificograve

questa continuitagrave con lrsquounitagrave della ragione che Dio ha creata identica in tutti gli uomini di tutti

i tempi e alla quale la rivelazione cristiana ha dato lrsquoultimo e piugrave sicuro fondamento e con ciograve

affermograve implicitamente lrsquounitagrave della filosofia e della religione Questa unitagrave egrave un presupposto

che guida e sorregge tutta la ricerca dei Padri della Chiesa nel loro contributo allrsquoelaborazione

dottrinale la cui opera egrave stata accettata dalla Chiesa stessa

La filosofia distingue il fatto storico dal keacuterygma o rivelazione Propriamente li

distingue in quanto il primo si fa portatore di un accadimento di una veritagrave storica ossia un

insieme di affermazioni intorno a eventi e a oggetti individuali a proposito delle quali si egrave

convinti che esprimano un contenuto che viene ad apparire il secondo invece porta con seacute

una veritagrave di fede ossia una veritagrave che esiste se viene laquocredutaraquo

Nellrsquoesempio del Cristianesimo la rivelazione egrave intesa come parola (Bibbia) e come

evento (Gesugrave Cristo) Compito della filosofia egrave di indagarne le condizioni di possibilitagrave

Il problema della rivelazione scaturisce dalla necessaria mondanizzazione ndash e dunque ndash

negazione ndash di Dio che si rivela Se il keacuterygma (lrsquoannuncio il messaggio) egrave parola di Dio

allrsquouomo egrave necessario presupporre unrsquoarea comune di intendimento Su tale necessitagrave insiste

anche quellrsquoorientamento teologico massimamente preoccupato di salvaguardare la distanza

lrsquoalteritagrave radicale tra Dio e lrsquouomo

138

Non sarebbe possibile lrsquoascolto della parola di Dio se non ci fosse insieme una

comunicazione tra Dio che parla e lrsquouomo che ascolta unrsquoanalogia un laquopunto drsquoinnestoraquo

come scrive Barth nella Dogmatica ecclesiastica219

Per la teologia cattolica tale laquopunto drsquoinnestoraquo egrave dato dalla dottrina ndash filosofica e

teologica insieme ndash dellrsquoanalogia entis Ma se il keacuterygma si fa storia allora la parola ndash e

lrsquoevento ndash non egrave Dio ma una sua testimonianza un segno allusivo indicativo di una ulterioritagrave

di significato che lrsquoevento in quanto storico non egrave in grado di offrire

Egrave stata proposta una soluzione per lrsquointerpretazione dellrsquoevento storico come evento

rivelato secondo una logica alternativa alla logica necessitante della non contraddizione la

logica della testimonianza220

In base ad essa lrsquoatto piugrave sensato piugrave umano egrave quello di credere

dinnanzi alle testimonianze bene autenticate pur non possedendo tale atto forza cogente Una

tale soluzione egrave in realtagrave lrsquoaccettazione di una possibilitagrave e non procede di un passo rispetto

alla possibilitagrave giagrave offerta dalla ragione stessa Non si tratta di logiche poicheacute il dar credito alla

testimonianza egrave giagrave essere nella fede La maggiore plausibilitagrave non si riferisce allrsquoeccedenza

semantica ma allrsquoevento come dato storico (plausibilitagrave storica) e la plausibilitagrave (o probabilitagrave)

egrave una variante interna al concetto stesso di possibilitagrave Egrave possibile anche lrsquoimprobabile

Egrave legittimo credere ed egrave legittimo non credere proprio percheacute il contenuto della fede egrave

per la ragione una laquopossibilitagraveraquo Ma il dar peso il ritenere per vero tale contenuto egrave opera della

volontagrave che cosigrave decide di determinarsi che decide cioegrave di oltrepassare pragmaticamente il

piano della possibilitagrave

219 J I Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio Cittagrave Nuova

Editrice Roma 2005 Rif pag 64

220 Cfr D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana Brescia 1991

139

II - Lrsquoargumentum

Nella Lettera agli Ebrei221

dellrsquoapostolo Paolo la fede egrave laquopragmaton eacutelenchos ou

blepomeacutenonraquo che traduciamo con argumentum non apparentium La fede egrave lrsquoargomento

laquoeacutelenchosraquo delle cose che non appaiono

La parola greca eacutelenchos significa laquoprovaraquo laquogiustificazioneraquo laquofondazioneraquo

laquoargomentoraquo Argumentum egrave legato ad argos laquosplendenteraquo egrave cioegrave il brillare dellrsquoargon la

luminositagrave di ciograve che argon Lrsquoargomento egrave il portare luce Lrsquo innegabilitagrave che splende nella

sophia egrave ciograve che si costituisce come argumentum dellrsquoepisteacuteme Lrsquo episteacuteme egrave il cuore

della tradizione filosofica il cuore originario della filosofia Ma Paolo afferma che la fede egrave

argumentum laquodelle cose non visibiliraquo (ou blepomeacutenon) argumentum non apparentium

Agostino dice che le ldquocose non visibilirdquo (i non apparentia) sono tutte quelle cose che absunt a

sensibus laquosono assenti dai sensiraquo222

Ma lo stesso Agostino e poi Tommaso precisano il senso di questa assenza i non

apperentia cioegrave gli invisibili i non manifesti non sono soltanto gli absentia a sensibus

animi cioegrave quelle realtagrave che sono semplicemente assenti dalla sensibilitagrave ma sono soprattutto

ciograve che sfugge alle capacitagrave del pensiero dellrsquouomo le cose che sono assenti dai sensi

dellrsquoanimo laquoabsentia a sensibus animiraquo e che dice Tommaso laquooltrepassano le capacitagrave

dellrsquointellettoraquo excedunt facultatem intellectus Questi sono gli invisibili gli enti che

laquoeccedonoraquo stanno al di lagrave delle possibilitagrave della ragione umana (ecco percheacute necessito di un

laquomedioraquo di un laquogaranteraquo per fondare la loro realtagrave)

221 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia San Paolo consultato in data 24032017 Per le parole in

latino mi attengo fedelmente alla loro utilizzazione e traduzione operate da Emanuele Severino in Pensiero sul

cristianesimo

222 In URL wwwbooksgoogleit Opera OmniaAugustinus De videndo Deum epistola CXLVII

Consultato in data 24032017

140

La fede egrave argumentum non apparentium Non apparentia sono gli invisibili gli assenti

ndash non visibili non solo nella dimensione della sensibilitagrave ma anche nella luce della sophigravea nella

luce della filosofia La fede conferisce ai non apparentia lrsquoargumentum Ossia la fede egrave ciograve per

cui i non visibili pur essendo tali sono accettati affermati creduti Il non visibile per

eccellenza egrave la divinitagrave di Gesugrave Che Gesugrave sia Dio non solo egrave assente dalla sensibilitagrave ma egrave

assente dalla sapientia huius saeculi223

Lrsquoargumentum che la fede conferisce ai non visibili egrave

dunque qualcosa di completamente diverso dalla luminositagrave dellrsquoeacutelenchos dellrsquoargumentum

che rende episteacuteme la sophia che rende stante il visibile Lrsquoargumentum di cui parla Paolo egrave

completamente diverso dal fondamento epistemico

Di fronte al non visibile la fede dice laquoEcco tu sei vero percheacute io ti voglio vero La mia

volontagrave che tu sia vero egrave il tuo argomentoraquo La mia volontagrave determina quellrsquoassenso al tuo

contenuto visibile che lrsquointelletto propriamente dagrave alla veritagrave al contenuto visibile Volendo

quellrsquoassenso voglio che tu sia vero

La fede tratta come visibile ciograve che invece egrave avvolto dallrsquooscuritagrave La parola

laquooscuritagraveraquo non egrave una metafora impropria lrsquooscuritagrave egrave la condizione che sottrae allo sguardo

dellrsquouomo i non visibili Lrsquooscuritagrave la notte fa sigrave che i non visibili (il contenuto del messaggio

evangelico) siano tali Lrsquoapostolo Paolo sa bene che lrsquoargomento della fede egrave diverso dallrsquo

argomento della veritagrave filosofica Nella prima Lettera ai Corinti224

(2 1) dice sono venuto non

in sublimitate sermonis laquonon ponendomi al culmine della ragioneraquo vengo collocandomi non

sullrsquoaltura della veritagrave e della filosofia ma in infirmitate et timore et tremore multo225

Questo venire in infirmitate et timore et tremore multo egrave proprio quellrsquo laquoesitareraquo che

Gesugrave esige che almeno una volta non ci sia affincheacute lrsquouomo sia salvo

223 In URL wwwlachiesait San Paolo Lettera ai Corinzi 126 Consultato in data 24032017

224 Ivi 2 1

225 Ivi 2 3

141

Gesugrave dice Se vuoi esser salvo non devi esitare almeno una volta Paolo invece dice

Vengo in infirmitate et timore et tremore multo cioegrave nellrsquo infermitagrave nel timore e nel tremore

da cui egrave afferrato lrsquouomo quando non si trova sullrsquoaltura luminosa della ragione (logos) e con i

quali e attraverso i quali gli si presenta il mondo e tutto ciograve in cui egli crede e quindi anche il

messaggio di Gesugrave Vengo esitando

La fede egrave lrsquoargomento dato ai non visibili Ma i non visibili stanno dinnanzi come

enunciati non ci puograve essere fede se non crsquoegrave lrsquoannuncio (laquoil messaggioraquo il keacuterygma) dei non

visibili Lrsquoapparire del keacuterigma egrave cioegrave la condizione dellrsquoesistenza della fede Il keacuterigma non egrave i

non visibili Il kegraverigma egrave il linguaggio che nomina i non visibili Esso egrave visibile egrave appunto

linguaggio egrave quel visibile che nomina i non visibili e dice Dio si egrave fatto carne Questa parola

appartiene ai visibili ma il contenuto della parola ndash ciograve a cui la parola si riferisce ndash egrave un non

visibile

La notte avvolge i non visibili i non apparentia La loro natura egrave opposta a quella dei

visibili che appaiono nellrsquoepisteacuteme

Epi-steacuteme egrave il contenuto che laquostaraquo e non si lascia smentire Il suo essere sapheacutes

visibile e luminoso egrave la condizione del suo stare Paolo sa bene che non di questo si tratta

quando il kegraverigma parla dei non visibili i non visibili sono sigrave annunciati dal kegraverigma ma sono

avvolti dallrsquooscuritagrave della notte cioegrave dalla condizione che li rende invisibili Stanno cioegrave ligrave

dinanzi nel linguaggio che li annuncia come ciograve che puograve essere smentito stanno ligrave dinnanzi

come equivalenti alla loro negazione A questa equivalenza non puograve rinunciare nemmeno la

teologia cristiana se questa equivalenza non ci fosse il contenuto del kegraverigma sarebbe una

veritagrave razionale il cristianesimo diventerebbe gnosi razionalizzazione del messaggio

sovrannaturale di Gesugrave e della Chiesa Cadrebbe la soprannaturalitagrave dellrsquoannuncio Lrsquo annuncio

in cui si ha fede dice Tommaso sta al di sotto della ldquoscienzardquo (cioegrave dellrsquoepistegraveme) e al di sopra

dellrsquoopinione226

226 Tommaso Summa Theologia Art 5 par 4

142

Dunque se la fede conferisce lrsquoargumentum al visibile annuncio degli invisibili se essa

vuole affermare ciograve che di per seacute egrave negabile dal punto di vista della sophia e dellrsquoepistegraveme e

che dunque sta nellrsquooscuritagrave della notte egrave allora necessario che affincheacute la fede esista appaia

la notte in cui si alza la voce dellrsquoannuncio egrave necessario che appaia la notte che rende

invisibili gli invisibili

Lrsquoapparire della loro oscuritagrave ndash che lrsquoargumentum della fede vuole luminosa come la

luce del giorno ndash egrave la condizione affincheacute la fede possa esistere Per volere che qualcosa

divenga e sia altro da ciograve che esso egrave esso deve apparire per quello che egrave per volere che gli

invisibili abbiano lrsquoassenso che spetta ai visibili egrave necessario che essi appaiono per quello che

sono cioegrave come invisibili come oscuritagrave e notte La fede conferisce un argumentum alle cose

non visibili annunciate dal kegraverigma e puograve farlo solo se esse appaiono come bisognose di tale

argumentum e cioegrave come non visibili e dunque smentibili controvertibili negabili

143

III - La certezza laquodubitanteraquo dellrsquoanimo

Ma se le cose annunciate in cui si ha fede devono stare ligrave dinnanzi manifeste nella loro

controvertibilitagrave affincheacute la fede possa conferir loro il proprio argumentum lrsquoapparire della

controvertibilitagrave del contenuto dellrsquoannuncio egrave il dubbio

Dubitare di qualcosa significa appunto aver dinnanzi la controvertibilitagrave del qualcosa la

sua incapacitagrave di stare di contro alla negazione Ma lrsquoapparire della controvertibilitagrave di ciograve che

egrave annunciato egrave il dubbio e il dubbio egrave il fondamento della fede la pura fede che Gesugrave esige la

fede che non esita almeno per un momento non puograve esistere percheacute essa egrave sempre ed

essenzialmente legata al dubbio ma con la volontagrave di isolarsi dal dubbio

Quando il credente dice laquoIo credoraquo egli rompe il nesso necessario tra la fede e il

dubbio che egrave il fondamento della fede cioegrave isola dal dubbio la volontagrave che il contenuto del

kegraverigma abbia un argomento Giaccheacute quando la veritagrave si lega alla fede accade che

nellrsquoapparire lo stesso contenuto sia oggetto di certezza e di dubbio appaia come affermato e

non affermato e che quindi lrsquoapparire sia contraddizione

La secolarizzazione e la profanazione della fede non costituiscono un tempo storico

successivo al tempo della purezza della fede ndash il tempo della Chiesa di pietra che avrebbe

distrutto la Chiesa dei santi La secolarizzazione e la profanazione della fede appartengo

allrsquoessenza della pura fede La fede pura in quanto tale nella sua autentica essenza egrave questa

profanazione appunto percheacute non crsquoegrave fede che non sia profanata dal dubbio

Il dubbio ldquoprofanardquo Nella parola profanum pro significa ldquoal di fuorirdquo e fanum egrave il corrispettivo

nella lingua latina di ciograve che i Greci chiamano il phainesthai (la luce dellrsquoapparire) In questo senso ldquoprofanordquo egrave ciograve che sta al di fuori della luce cioegrave del sapheacutes della luminositagrave dellrsquoepisteacuteme

Il dubbio profana la fede percheacute lrsquoargumentum lrsquoargon la luminositagrave che la fede adduce non egrave la

luce vera dellrsquoepisteacuteme ma egrave la volontagrave che le cose stiano in un certo modo la volontagrave che gli

invisibili della rivelazione siano227

227 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag87-88

144

Nel credente il linguaggio non ha parole che per lrsquoargumentum e non per il fondamento

ndash la pietra del dubbio ndash senza di cui la fede non si costituirebbe

La fede egrave consenso assenso dellrsquointelletto ma dellrsquointelletto in quanto comandato cioegrave

in quanto sottoposto alla spinta della volontagrave

Insieme ad Agostino Tommaso afferma che il credere non egrave possibile se non volendo

(credere non nisi volens)

Ciograve che ldquopropriamenterdquo determina lrsquoassenso dellrsquointelletto (e tale assenso egrave ldquoappropriatordquo quando

lrsquointelletto egrave intellezione della scientia) dice Tommaso non egrave la volontagrave ma lrsquoevidenza della veritagrave

(e tanto meno egrave la volontagrave a rendere evidente lrsquoevidente) E per Tommaso non egrave lrsquoldquoevidenzardquo della veritagrave a determinare lrsquoassenso in cui consiste la fede Sigrave la fede in Cristo laquoegrave piugrave certa di ogni

scienza e di ogni cognizioneraquo ( Tommaso De fide art1) ndash chi crede in Gesugrave ha cioegrave per

Tommaso una certezza superiore a quella che egrave presente nella piugrave alta delle scienze dellrsquouomo

(percheacute per Tommaso egrave lrsquoinfinita potenza della grazia di Dio a dare allrsquouomo la fede e a stabilirlo nella fede) ndash ma la certezza della fede cristiana non va confusa avverte Tommaso (ibid) con lrsquo

ldquoevidenzardquo delle veritagrave che determinano lrsquoassenso dellrsquointelletto e in questo senso laquosono la scienza

e lrsquointellezione evidente ad avere certezza non la federaquo (et sic fides non habet certitudinem sed scientia et intellectus)

228

La fede cristiana egrave una certezza dellrsquoanimo (certitudo quaedam animi) ldquolaquointorno alle

cose assentiraquo (laquoassentiraquo sono appunto le cose che non appaiono agli occhi della laquoragione

naturaleraquo mentre la laquoscienzaraquo egrave ciograve che la laquoragione naturaleraquo conosce primariamente) che

laquosta al di sopra dellrsquoopinione e al di sotto della scienzaraquo (dove la laquoscienzaraquo non egrave la scienza in

senso moderno cioegrave come sapere ipotetico ma come giagrave abbiamo rilevato egrave il sapere

incontrovertibile della filosofia ossia ciograve che i Greci chiamano episteacuteme)

Le veritagrave conoscibili naturalmente quindi filosoficamente costituiscono un

presupposto necessario per accogliere la rivelazione di Dio

228 Ivi cit pag 95

145

La fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora

lrsquointelletto puograve assentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto [] Secondo

[] per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E se ciograve viene fatto

col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione se invece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede [] Se si tiene una cosa per fede si deve affermare

lrsquoimpossibilitagrave che essa sia diversamente data la certezza della fede tuttavia una stessa cosa non

puograve essere sotto lo stesso aspetto oggetto di scienza e di fede poicheacute ciograve che egrave conosciuto per scienza egrave visto mentre ciograve che egrave creduto non egrave visto

229

Pur essendo al di sopra di ogni scienza quanto alla laquofermezzaraquo (firmitas) dellrsquoassenso

la certezza della fede cristiana egrave al di sotto della scienza percheacute non ha come contenuto il

contenuto evidente della scienza Infatti laquova detto che egrave al di sotto della scienza percheacute essa si

riferisce alle cose che non appaionoraquo (infra scientiam dicitur in quantum est non

apparentium)

Per Agostino e Tommaso laquole cose che non appaionoraquo e che primariamente consistono

nellrsquoessersi Dio incarnato in Gesugrave ndash sono quelle che o non sono laquodateraquo (manifeste presenti) o

non hanno lrsquoevidenza dei primi princigravepi conosciuti immediatamente dallrsquointelletto o non sono

veritagrave necessariamente connesse nella scienza allrsquoevidenza immediata dei primi princigravepi

Quelle cioegrave che non sono laquopresentiraquo neacute ai laquosensi del corporaquo (praesto corporis sensibus) neacute ai

laquosensi dellrsquoanimoraquo (praesto animi sensibus) Non stanno laquodinnanziraquo (praesto) non sono

presenti non prae-stant

(Il prae-sens ndash il laquopresenteraquo ndash egrave il prae-stans)

Ma proprio percheacute i contenuti della fede non sono manifesti cioegrave sono non apparentia

non stanno laquodinnanzi ai sensi del corpo e dellrsquoanimoraquo proprio per questo dice Tommaso nella

fede lrsquointelletto in quanto tale rimane laquoinquietoraquo (nondum est quietatus) non egrave laquosoddisfattoraquo

(satisfactum) egrave laquoindeterminatoraquo e puograve sentirsi attratto dalla tesi contraria a quella in cui il

credente crede

229 Tommaso Summa Theologia Art 4-5

146

Ora per Tommaso questa inquietudine e insoddisfazione egrave il dubbio

Questo significa che Tommaso stesso ndash e nellrsquoatto stesso in cui egli sta commentando

la definizione che lrsquoapostolo Paolo dagrave della fede ndash fornisce tutti gli elementi che conducono a

una conclusione straordinaria lrsquointelletto del credente egrave e rimane nel dubbio relativamente a

ciograve in cui il credente ha fede laquoInquietoraquo laquonon soddisfattoraquo laquoimprigionatoraquo (captivatus) dalla

volontagrave nellrsquoassenso ai contenuti invisibili della fede

questo egrave per Tommaso il significato del in captivitatem redigentes omnes intellectum laquofacendo

schiavo ogni intellettoraquo allrsquoobbedienza di Cristo di cui parla la seconda Lettera ai Corinti

lrsquointelletto del credente oscilla ldquofluttuardquo tra ciograve in cui il credente crede (Gesugrave egrave il Dio incarnato) e la negazione di ciograve in cui egli crede laquofluttua tra le due parti della contraddizioneraquo (la

contraddizione tra lrsquoaffermare e il negare che Gesugrave egrave Dio) e laquoquesta fluttuazione egrave lrsquoatteggiamento

che egrave proprio di chi dubitaraquo (et ista est dubitantis dispositivo ibid)230

Chi dubita egrave colui che esita Lrsquo intelletto del credente esita relativamente a ciograve in cui

egli crede Nella profonditagrave del suo animo ndash ossia in ciograve che la lingua greca chiama kardia

ldquocuorerdquo ndash il credente esita Non puograve non esitare Ma quando Gesugrave afferma che solo chi crede

saragrave salvo dice che salvo saragrave solo laquochi non esita nel proprio cuoreraquo qui non haesitaverit in

corde suo231

Solo chi non esita e cioegrave non dubita ha la fede che riesce a gettare le montagne nel

mare e che salva In questo modo sappiamo Gesugrave pretende lrsquoimpossibile percheacute il non

esitante non esiste non puograve esistere Lrsquo intelletto del credente infatti egrave essenzialmente il

dubbio il credente essenzialmente haesitat in corde suo esita nel proprio cuore e quindi non

egrave e non puograve essere ciograve che Gesugrave vorrebbe che fosse Se il credente che Gesugrave salva egrave il non

esitante il credente non esiste non puograve esistere Cristo non salva nessuno

230 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 97

231 Vangelo di Marco 1123

147

E una fede che sia solo laquodottrinaraquo e non quellrsquoevento perturbante che sconvolge la vita

non egrave la fede cristiana laquoSe ho tutta la fede che occorre per trasportare le montagne e poi non

posseggo lrsquoamore sono nullaraquo232

Ma sono nulla anche se ho tutto lrsquoamore ma non ho la fede ndash tanto che per lrsquoapostolo

lrsquoamore include la fede e la speranza (omnia credit omnia sperat) E tuttavia il credente non

ha non puograve avere la fede che muove le montagne appunto percheacute pur avendo una fede

laquofermissimaraquo la sua mente esita dubita di ciograve in cui egli crede

Il Perturbante piugrave profondo egrave il dubbio da cui la fede non puograve mai liberarsi Il

Perturbante piugrave profondo scuote la fede

232 Corinti I 132

148

CAPITOLO SECONDO

Una dama da compagnia per la ragione

149

I - laquoCredereraquo per capire e conoscere

Il pensiero cristiano si fa portatore della laquoveritagrave di federaquo Questa egrave una delle tesi

fondamentali di Tommaso drsquoAquino cioegrave una delle tesi fondamentali della Chiesa O per

meglio dire la tesi fondamentale percheacute nella teologia tomistica sta al fondamento di ogni

altra Si riferisce infatti alla totalitagrave del messaggio cristiano cioegrave allrsquoinsieme dei testi

dellrsquoAntico e del Nuovo Testamento

Nelle parole della Summa contra gentiles si dice laquoNon egrave lecito ritenere che essendo

cosigrave evidentemente confermato da Dio ciograve che viene affermato per fede sia falsoraquo233

Questo

messaggio egrave ciograve che il cristiano accetta per fede e non egrave lecito ritenere che esso sia falso (nec

id quod fide tenetur fas est credere esse falsum) Non egrave possibile ritenere che sia falso laquovisto

che egrave cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo (cum tam evidenter divinutus confirmatum sit)

laquoConfermato da Dioraquo significa laquorivelato da Dioraquo (ex revelatione divina) e quindi reso sicuro e

appunto laquoconfermatoraquo dal fatto che egrave Dio a rivelarlo Ma il testo precisa che il contenuto della

fede egrave confermato da Dio con piena evidenza laquocosigrave evidentemente confermato da Dioraquo tam

evidenter

Tommaso sta parlando dellrsquolaquoevidenzaraquo la quale egrave per lui la proprietagrave che compete ai

primi princigravepi innegabili della laquoragione naturaleraquo cioegrave della ragione che lrsquouomo possiede per

natura Ma con le proprie forze la laquoragione naturaleraquo non egrave capace di conoscere le veritagrave

soprannaturali

Nel commento al De Trinitate di Boezio234

egli ricorda che sebbene alla conoscenza di

alcune veritagrave divine possa giungere anche lrsquointelletto umano durante la vita presente con le sole

forze della ragione si da acquistare vera scienza tuttavia occorre la fede per cinque motivi

233 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles 17 Consultato in data 26032017

234 In URL wwwbooksgoogleit De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione C Pandolfi

Consultato in data 29032017

150

Per la profonditagrave e sottigliezza dellrsquooggetto per cui le realtagrave divine sono laquooccultateraquo al

nostro intelletto per la debolezza cui soggiace lrsquointelletto umano allrsquoinizio (raggiungendo la

perfezione solo alla fine) per la quantitagrave di precedenti che occorrono per arrivare alla

conoscenza di Dio mediante la ragione (egrave esigito un sapere pressocheacute universale) percheacute molti

data la loro costituzione fisica sono incapaci di raggiungere una perfetta conoscenza mediante

la ragione e ci riescono solo mediante la fede infine per le molte occupazioni degli uomini che

rendono impossibile acquistare di Dio la scienza necessaria mediante la ragione

La veritagrave di fede (veritas fidei) non egrave una veritagrave di ragione (veritas rationis) Quando il

testo di Tommaso afferma che il contenuto della fede laquocosigrave evidentemente confermato da

Dioraquo non puograve essere falso non intende dire che Dio confermando la fede la renda qualcosa di

laquoevidenteraquo Se Dio confermando il contenuto della fede lo rendesse qualcosa di laquoevidenteraquo lo

trasformerebbe in una veritagrave di ragione accessibile allrsquouomo Il contenuto della fede non

sarebbe piugrave soprannaturale e rivelato da Dio E invece Dio rivela ciograve che la ragione umana

naturale non egrave capace di conoscere e che dunque proprio percheacute soprannaturale non egrave

qualcosa di laquoevidenteraquo

Nel libro dei Proverbi235

si esclama che laquoEgrave gloria di Dio nascondere le cose egrave gloria

dei re investigarleraquo Il testo di Tommaso dicendo che il contenuto della fede non egrave falso

laquoessendo cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo intende dire questo contenuto non egrave falso

percheacute egrave evidente che egrave confermato da Dio ossia percheacute egrave evidente che egrave rivelato da Dio

Egrave evidente che lrsquoAntico e il Nuovo Testamento sono rivelati da Dio ed essendo cosigrave

evidentemente confermati da Dio non possono essere falsi

Questo significa che il fatto che Dio abbia rivelato il contenuto della fede cristiana egrave

una veritagrave evidente della ragione naturale

235 Proverbi 252

151

Certo tutto il contenuto della fede cristiana egrave una veritagrave soprannaturale ma che esso

sia rivelato e confermato da Dio egrave per Tommaso e per la Chiesa una veritagrave naturale cioegrave

possiede unrsquoevidenza che la ragione umana puograve cogliere con le proprie forze possiede

lrsquoevidenza dei primi princigravepi della ragione naturale

Lrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo egrave un principio evidente della

ragione naturale ma non ha nulla a che vedere con un principio laquologicoraquo o col principio di

non contraddizione che per Tommaso aristotelicamente sta alla radice di tutti i princigravepi logici

In un principio laquologicoraquo il predicato egrave infatti anche per Tommaso riferito necessariamente al

soggetto della proposizione in cui consiste il principio Ma per Tommaso e per la Chiesa Dio

soggetto dellrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo non egrave necessitato ma egrave

libero di rivelarsi agli uomini (predicato di quellrsquoaffermazione)

Nel commento al Vangelo di Giovanni Agostino dichiara

Al momento di rivelare una veritagrave cosigrave importante e profonda Cristo Signore si rese conto che non

tutti lrsquoavrebbero capita e perciograve nelle parole che seguono dagrave un consiglio Vuoi capire Credi [] se non hai capito credi Lrsquointelligenza egrave il frutto della fede Non cercare dunque di capire per

credere ma credi per capire percheacute se non crederete non capirete236

Lrsquoapostolo Paolo afferma che la fede puograve sorgere nellrsquouomo solo se si ascolta qualcuno

parlare di ciograve che in essa egrave contenuto fides ex auditu237

Chi si fa ascoltare per primo nel

Nuovo Testamento egrave Gesugrave Cristo il Verbo incarnato poi si fanno ascoltare coloro che

annunciano il messaggio di Cristo Che cosa si fa dunque sentire nellrsquoudito dellrsquouomo quando

gli viene incontro la vita di Gesugrave Qualcosa risponde lrsquoapostolo che va accolto laquonon come

parola di uomini ma come egrave in veritagrave come parola di Dioraquo238

236 In URL wwwaugustinusit Omelia 296 Consultato in data 03042017

237 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Romani 1017 Consultato in data 18042017

238 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Tessalonicesi 1213 Consultato in data 18042017

152

laquoIn veritagraveraquo ciograve che lrsquouomo sente egrave la parola di Dio egrave vero che egrave la parola di Dio Lrsquo

laquoesser veroraquo significa qui il laquomanifestarsiraquo il laquomostrarsiraquo La parola di Gesugrave ad un certo

momento si presenta mostrando di essere la parola di Dio Questo suo laquomostrare di essereraquo la

parola di Dio egrave il suo laquoessere veramenteraquo la parola di Dio

Ma ciograve che appare manifestamente e si manifesta da seacute egrave appunto qualcosa di evidente

Quando Tommaso afferma che egrave laquoevidenteraquo che il contenuto della fede sia rivelato da Dio

ripropone lrsquoaffermazione dellrsquoapostolo Paolo che laquoegrave veroraquo che la parola di Gesugrave che si fa

innanzi nellrsquoudito dellrsquouomo egrave la parola di Dio Questo non significa che quando Dio parla

tutti riconoscono che egrave Dio a parlare ma ci devono credere Paolo dice che la fede egrave ex auditu

proprio mentre sta ricordando quanto numerosi siano coloro che hanno udito la parola di Dio e

non le hanno creduto Paolo intende dire che chi non crede rifiuta lrsquoevidenza la veritagrave rifiuta

ciograve che si manifesta e si mostra

Rifiuta dunque nel linguaggio di Tommaso la ragione naturale giaccheacute questrsquoultima

non si fonda soltanto sullrsquoevidenza dei princigravepi laquologiciraquo e del laquoprincipio di non

contraddizioneraquo ma anche sullrsquolaquoevidenzaraquo di quella diversa forma di principio che consiste

nellrsquoapparire mostrarsi manifestarsi presentarsi delle cose (egrave la concezione di Aristotele la

laquoscienzaraquo lrsquoepistegraveme ossia il contenuto piugrave alto di ciograve che Tommaso chiama laquoragione

naturaleraquo egrave fondata da un lato sul principio di non contraddizione dallrsquoaltro sullrsquo aisthesis

che non significa semplicemente laquosensazioneraquo ma indica appunto la laquomanifestazioneraquo

laquolrsquoapparireraquo laquoil presentarsiraquo delle cose)

Lrsquoeccedenza semantica che la storia non egrave in grado di determinare egrave operata dalla fede

Altro allora lrsquoevento laquostoricoraquo e altro lrsquoevento in quanto laquocredutoraquo Altro cioegrave altrimenti

significante Altro egrave il Cristo storico altro il Cristo della fede Ma se egrave il Cristo della fede a

colmare lrsquoevento storico e lrsquoevento soteriologico lrsquoaspetto discriminante per la rivelazione egrave la

fede

153

Ma se la fede apologetica ha forza dimostrativa la fede puograve ancora dirsi

soprannaturale E se non ha tale forza puograve ancora dirsi ragionevole la fede

Ma tra i fedeli nel cristianesimo crsquoegrave anche chi salta a piegrave pari la preoccupazione

di affermare e confermare lrsquoesistenza della veritagrave storica di Cristo

Kierkegaard ad esempio scrive laquoesiste un fatto storico che mi insegna che per la mia salvezza

eterna io debba rivolgermi a Cristoraquo ma laquomi guarderograve bene dal prendere una via sbagliata e

drsquoingolfarmi nei cavilli delle ricerche scientifiche per sapere se si tratta di un fatto storicamente certissimoraquo laquoio scelgoraquo e laquoquesto si chiama rischiare e senza il rischio la fede egrave impossibileraquo

(Diario 1850 X A 406)239

Credo che da Cristo dipenda la mia salvezza eterna e credo che chi mi viene incontro

nella storia sia il Verbo di Dio fatto carne e cioegrave che sia la rivelazione di Dio Ma chi crede in

questo modo non puograve dire che sia laquocosigrave evidenteraquo (tam evidenter) che il contenuto del

messaggio cristiano sia la rivelazione di Dio Se il contenuto della fede fosse laquocosigrave

evidentemente confermato da Dioraquo non ci sarebbe piugrave il rischio della fede e ancor meno la

necessitagrave di garantire per la veritagrave rivelata

Una scelta Un laquofattoraquo egrave il laquoche crsquoegraveraquo Aristotele non usa la parola laquofattoraquo ma

lrsquoespressione laquoche crsquoegraveraquo (hoti eacutestin) per indicare uno stato di cose che egrave in un certo modo ma

potrebbe anche essere diversamente Fare laquoesperienzaraquo di Dio egrave fare esperienza di qualcosa che

egrave cosigrave ma potrebbe essere altrimenti Cioegrave nella misura in cui Dio egrave oggetto di esperienza Dio

egrave qualcosa che egrave cosigrave ma che potrebbe essere altrimenti Ma se il cristianesimo pensa che Dio egrave

lrsquounico a non poter essere altrimenti da come egrave (percheacute egrave la perfezione stessa) il cristianesimo

non puograve ridurre Dio a laquooggetto di esperienzaraquo Lrsquoesperienza se potesse potrebbe dire soltanto

laquoOra questo egrave Cristoraquo ndash lasciando aperta la possibilitagrave che prima esso non lo fosse e tra un

momento non lo sia piugrave

239 E Severino Pensiero sul cristianesimo cit pag 67

154

Ma il cristianesimo intende laquoCristoraquo la laquovita eternaraquo il laquoSalvatoreraquo non soltanto ora e

qui ma in ogni tempo e anche al di fuori del tempo e in ogni luogo e anche al di fuori di ogni

luogo e per ogni uomo e per ogni coscienza e dunque universalmente e necessariamente

Lrsquoesperienza mostra che una cosa egrave cosigrave ma non che egrave universale e necessario che sia cosigrave Il

contenuto dellrsquoesperienza egrave appunto un laquofattoraquo

Tutto questo non significa che il cristianesimo non abbia nulla a che fare con lrsquo

laquoavvenimentoraquo e con il laquofattoraquo significa che per rimanere in rapporto allrsquoeterno e non

allrsquoaccidentale il cristianesimo deve pensare che il laquofattoraquo lrsquo laquoavvenimentoraquo imprevedibile egrave

lrsquoincontro col non-fatto e col non-avvenimento e cioegrave non deve confondere il carattere

accidentale dellrsquoincontro con il carattere di ciograve che egrave incontrato

Per Lessing non si puograve fondare una salvezza eterna su di un fatto storico (cioegrave la vita di

Cristo) Se le veritagrave della rivelazione sono veritagrave storiche esse sono particolari e contingenti e

le veritagrave di questo tipo non possono neacute essere dimostrate neacute servire da premesse per una

dimostrazione razionale Kierkegaard non pretende di rovesciare questa tesi e fondare la

salvezza eterna su di un fatto storico ma decide di credere che il Gesugrave presente nel fatto storico

sia Dio cioegrave rischia e sa di rischiare Sa che dicendo laquoQuesto egrave Cristoraquo egli sta rischiando

sta trovandosi in rapporto al rischio ossia a ciograve che egrave precisamente lrsquoopposto del laquofattoraquo e

dellrsquoesperito

La storia ndash dice la fede ndash non ha assolutamente nulla a che fare con Gesugrave Cristo a suo riguardo

abbiamo soltanto la storia sacra (la quale egrave qualitativamente diversa dalla storia in generale) []

Cristo egrave il paradosso che la storia non potragrave mai digerire neacute riusciragrave mai a redigere in forma di sillogismo universale

240

240 S Kierkegaard Esercizio del Cristianesimo in Opere a cura di C Fabro Sansoni Firenze 1972

nuova edizione Piemme Casale Monferrato 1995 Cit pag706

155

Kierkegaard non identifica Cristo a un fatto storico e a unrsquoesperienza ma al contenuto

rischioso di una scelta Egrave un incredulo colui che riducendo Cristo a laquoun fattoraquo deve lasciare

aperta piugrave o meno consapevolmente la possibilitagrave che il laquofattoraquo possa essere sostituito o

smentito da altri fatti

La salvezza eterna non egrave fondata su un fatto storico ma sul rischio della fede Il sapere

storico resta dunque impotente di fronte alla realtagrave autentica di Cristo che egrave quella dellrsquouomo-

Dio Se non vi egrave la possibilitagrave dello scandalo nemmeno vi egrave la possibilitagrave di credere percheacute la

fede egrave esattamente fede in una realtagrave che per la ragione egrave scandalosa

La fede presuppone la rassegnazione [hellip] con essa io rinuncio a tutto egrave un movimento che io

compio da solo e se me ne astengo la colpa egrave della mia viltagrave della mia mollezza della mia mancanza di entusiasmo [hellip] la ricompensa che ne ho egrave me stesso nella coscienza della mia

eternitagrave in una felice armonia col mio amore per lrsquoessere eterno Mediante la fede io non rinunzio

a nulla anzi ricevo tutto nel senso in cui egrave scritto che chi avragrave fede quanto un grano di senape potragrave smuovere le montagne Ci vuole un coraggio proprio umano per rinunciare a tutta la

temporalitagrave in vista di guadagnare lrsquoeternitagrave [hellip] ma ci vuole lrsquoumile coraggio del paradosso per

afferrare allora tutta la temporalitagrave in virtugrave dellrsquoAssurdo e questo coraggio egrave quello della fede La fede egrave quel paradosso che nessun ragionamento puograve dominare percheacute laquola fede comincia lagrave

appunto dove la ragione finisceraquo241

In aiuto alla ragione che cerca lrsquointelligenza del mistero vengono i segni

presenti nella Rivelazione Essi servono a condurre piugrave a fondo la ricerca della veritagrave e a

permettere che la mente possa autonomamente indagare anche allrsquointerno del mistero

241 S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1997 Cit pag 40-42 46

156

Questi segni comunque se da una parte danno maggior forza alla ragione percheacute le consentono di ricercare allrsquointerno del mistero con i suoi propri mezzi di cui egrave giustamente gelosa dallrsquoaltra la

spingono a trascendere la loro realtagrave di segni per raccoglierne il significato ulteriore di cui sono

portatori In essi pertanto egrave giagrave presente una veritagrave nascosta a cui la mente egrave rinviata e da cui non puograve prescindere senza distruggere il segno stesso che le viene proposto [] come aveva ben detto

san Tommaso ldquotu non vedi non comprendi ma la fede ti conferma []oltre la naturardquo242

Aristotele diceva che le laquosostanzeraquo non sono laquosensibili per seacute stesseraquo ma

indirettamente (per accidens) cioegrave per il carattere sensibile delle loro proprietagrave

Lrsquointerpretazione aggiunge senso al senso che egrave dato Vuole che il senso non si

esaurisca nel senso che egrave dato E questa volontagrave egrave appunto la fede la fede per la quale io credo

in base a certi criteri (cioegrave non arbitrariamente a caso) che qualcosa sia di piugrave di quanto si

manifesta di quella cosa nellrsquoambito di ciograve che egrave dato appunto oltre la natura Quelle che noi

chiamiamo laquocoseraquo (anche quando non usiamo questa parola in senso restrittivo) sono

interpretazioni di cose cioegrave volontagrave che le cose abbiano un senso piuttosto che un altro cioegrave

sono fede

Il Concilio Vaticano II ribadisce che laquoa Dio che si rivela egrave dovuta lrsquoobbedienza della

federaquo e ancora Giovanni Paolo II ricorda che laquocon la fede lrsquouomo dona il suo assenso a tale

testimonianza divina Dagrave il suo assenso Quindi sceglie di credere di dare appunto il suo

assenso ad unrsquoeccedenza rispetto al senso dato

242 Papa G Paolo II Fides et Ratio versione integrale scaricata il 10122016 da URL

wwwW2vaticanit Cit pag 22

157

II - La sottomissione della ragione alla fede

Quando il cristianesimo afferma che la veritagrave egrave fondata su rivelazioni Divine contenute

nelle Sacre Scritture nasce il problema del rapporto tra fede e ragione e della loro armonia Il

problema egrave facilmente risolto dal punto di vista della fede essa laquoe percheacute procede

dallrsquoilluminazione e dallrsquoautoritagrave di Dio e percheacute ci comunica veritagrave che trascendono la

ragione rimane e va riconosciuta superiore alla ragioneraquo243

Il filosofo (la ragione)

deve procedere secondo le proprie regole e fondarsi sui propri principi la veritagrave tuttavia non puograve

essere che una sola La Rivelazione con i suoi contenuti non potragrave mai umiliare la ragione nelle sue scoperte e nella sua legittima autonomia per parte sua perograve la ragione non dovragrave mai perdere

la sua capacitagrave drsquointerrogarsi e di interrogare nella consapevolezza di non potersi ergere a valore

assoluto ed esclusivo La Rivelazione cristiana diventa il vero punto di aggancio e di confronto tra

il pensare filosofico e quello teologico nel loro reciproco rapportarsi Egrave auspicabile quindi che teologi e filosofi si lascino guidare dallrsquounica autoritagrave della veritagrave cosigrave che venga elaborata una

filosofia in consonanza con la parola di Dio244

Per il santrsquoAnselmo la prioritagrave della fede non egrave competitiva con la ragione Questa

infatti non egrave chiamata a esprimere un giudizio sui contenuti della fede ne sarebbe incapace

percheacute a ciograve non idonea Suo compito piuttosto egrave quello di saper trovare un senso di scoprire

ragioni che permettano a tutti di raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti di fede

Lrsquouomo ha bisogno di conoscenza ha bisogno di veritagrave percheacute senza di essa non si sostiene non

va avanti La fede senza veritagrave non salva non rende sicuri i nostri passi Resta una bella fiaba la proiezione dei nostri desideri di felicitagrave qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui

vogliamo illuderci Oppure si riduce a un bel sentimento che consola e riscalda ma resta soggetto

al mutarsi del nostro animo alla variabilitagrave dei tempi incapace di sorreggere un cammino costante nella vita

245

243 C Fabro Introduzione allrsquoateismo moderno nota pag 376 E Severino Essenza del nichilismo

244 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag116

245 In URL w2vaticanva Francesco Lumen Fidei capitolo secondo art 24 Consultato in data

20062017

158

Alla base dellrsquoatteggiamento della Chiesa si trova nuovamente il pensiero tomistico

non ci puograve essere contraddizione tra ragione e fede percheacute in entrambe egrave presente la veritagrave Il

contenuto della fede egrave veritagrave percheacute egrave rivelazione divina246

Lrsquoarmonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede egrave

confermata la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con lrsquoaiuto della ragione la

ragione al culmine della sua ricerca ammette come necessario ciograve che la fede presenta La

luce della ragione e quella della fede provengono entrambe da Dio perciograve non possono

contraddirsi La fede non teme la ragione ma la ricerca e in essa confida Come la grazia

suppone la natura e la porta a compimento cosigrave la fede suppone e perfeziona la ragione

Questrsquoultima illuminata dalla fede viene liberata dalle fragilitagrave e dai limiti derivanti dalla

disobbedienza e dal peccato e trova la forza necessaria per elevarsi alla conoscenza del mistero

di Dio La fede e la ragione sono le due ali con le quali lo spirito umano srsquoinnalza verso la

contemplazione della veritagrave

Tuttavia lrsquoaffermazione che il contenuto della fede cristiana egrave rivelazione divina e

quindi veritagrave egrave essa stessa un atto di fede Ciograve che essa afferma egrave una parte di quel contenuto

Egrave il credente in quanto tale a credere che ciograve in cui crede sia rivelazione divina Ed egrave dunque il

credente in quanto tale che deve qualificare come errore ogni pensiero che sia in contrasto con

il contenuto della fede chi egrave convinto della veritagrave della fede cristiana deve essere insieme

convinto che nulla potragrave mai distruggere questa veritagrave e che ogni tentativo in questo senso saragrave

sempre espressione di un fallimento dellrsquouomo Tutto ciograve significa che lrsquointera concezione

tomistica del rapporto fede ndash ragione egrave effettuata dal punto di vista delle fede

246 Tommaso Summa contra gentiles c 67 Somma Teologica q1

159

Ma allora tale punto di vista significa rinuncia della ragione nellrsquoatto stesso in cui si

intende riconoscerne lrsquoautonomia e lasciare la fede completamente indifesa di fronte al

costituirsi della ragione e al modo in cui la ragione concepisce il rapporto fede-ragione

Riguardo a ciograve ossia sullrsquoautonomia della ragione Giovanni Paolo II afferma che

a seguito di uno spirito razionalista proprio della modernitagrave [] culminato nel secolo scorso

toccando il suo ldquoapogeordquo con rappresentanti dellrsquoidealismo che hanno cercato di trasformare le fede e i suoi contenuti perfino la morte e risurrezione di Gesugrave Cristo in strutture dialettiche

razionalmente concepibili [] la filosofia egrave ridotta progressivamente da saggezza e sapere

universale a una delle tante province del sapere umano []La ragione privata dellrsquoapporto della Rivelazione ha percorso sentieri laterali che rischiano di farle perdere di vista la sua meta finale

La fede privata della ragione ha sottolineato il sentimento e lrsquoesperienza correndo il rischio di non

essere piugrave una proposta universale Egrave illusorio pensare che la fede dinnanzi a una ragione debole

abbia maggior incisivitagrave essa al contrario cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione

247

Leggiamo nei testi tomistici che mentre nella laquoscientiaraquo (e propriamente nel momento

originario della laquoscientiaraquo ove essa si costituisce aristotelicamente come posizione delle

protasi immediate) laquoex ipsis intelligibilibus statim veritas propositionum intelligibilium

infallibiliter apparetraquo invece nella fede lrsquoassenso non egrave determinato dallrsquoevidenza del

contenuto ma laquoex voluntateraquo248

247 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag69-7173-74

248 In URL wwwbooksgoogleit Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide

Art 1 Consultato in data 29032017

160

La fede che si fonda sulla testimonianza di Dio e si avvale dellrsquoaiuto soprannaturale della grazia egrave effettivamente di un ordine diverso da quello della conoscenza filosofica Le filosofie e le scienze

spaziano nellrsquoordine della ragione naturale mentre la fede illuminata e guidata dallo Spirito

riconosce nel messaggio della Salvezza la pienezza di grazia e veritagrave che Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera definitiva per mezzo di suo Figlio Gesugrave Cristo

249

E mentre la negazione della ragione naturale laquocui omnes assentire cogunturraquo egrave

impossibile la negazione del contenuto soprannaturale della fede non puograve invece manifestarsi

come impossibile (altrimenti tale contenuto non sarebbe soprannaturale ma sarebbe una veritagrave

necessaria della ragione naturale) ma come laquonon necessariaraquo

Esiste dunque una dimensione del divino che sfugge essenzialmente alla ragione

naturale Lrsquointera prospettiva tomistica del rapporto fede-ragione egrave espressa da questa

grandiosa sequenza poicheacute lrsquoIntelletto egrave il primo autore e motore dellrsquouniverso lrsquoultimo fine

dellrsquouniverso egrave la veritagrave e la divina Sapienza laquocarne indultaraquo attesta di essere venuta nel

mondo laquoad veritatis manifestationemraquo250

Cristo egrave la manifestazione dello scopo supremo dellrsquoIntelletto che produce e guida il

mondo

249 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag16

250 Tommaso Summa contra gentiles c 1

161

III - Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione

Ma come si debba intendere il rapporto tra ragione e fede quando si tenga ferma per

davvero lrsquoautonomia della ldquoragionerdquo viene con forza e potenza indicato da Kant

maggiormente nella Religione entro i limiti della sola ragione (1793) e nel Conflitto delle

facoltagrave (1798) che prende avvio dal conflitto tra le facoltagrave universitarie ma il cui tema di

fondo egrave appunto il rapporto tra ragione e fede

Kant dichiara rispondendo alla lettera inviatagli nel 1794 da Federico Guglielmo re di

Prussia nella quale si rimproverava al filosofo di aver laquotravisatoraquo e laquosvalutatoraquo la Sacra

Scrittura e la religione cristiana

la propria grande stima per la Bibbia ma aggiunge che il migliore e piugrave duraturo elogio che si possa fare della religione cristiana consiste nel rilevare lrsquoaccordo che quel Libro mostra tra la

religione cristiana e la ragione Infatti solo dalla ragione scaturiscono lrsquouniversalitagrave lrsquounitagrave la

necessitagrave delle dottrine della fede che costituiscono sempre la parte essenziale di una religione quella pratico-morale che consiste in ciograve che dobbiamo fare

251

La ragione egrave capace di dire allrsquouomo cosa egli deve fare E ciograve che la ragione dice egrave la

parte essenziale il cuore il centro di ogni fede e di ogni religione Lrsquoessenza del cristianesimo

non egrave la rivelazione divina lrsquoincontro con Cristo ma ciograve che vi egrave di universale e necessario

ossia ciograve che scaturisce soltanto dalla ragione Alla rivelazione divina possiamo credere in base

ad argomenti storici in base cioegrave allrsquoassicurazione che la Bibbia un documento storico dagrave di

seacute stessa di essere ispirata da Dio Ma proprio percheacute questi indirizzi sono storici cioegrave privi di

un valore assoluto la rivelazione egrave un contenuto in seacute contingente ed extraessenziale della fede

cristiana Esso crsquoegrave ma potrebbe non esserci ossia egrave contingente

251 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 127

162

La ragione con cui la fede deve confrontarsi egrave per Kant quella che dice che cosa

lrsquouomo debba fare la laquoragione praticaό o laquopratico-moraleraquo Ora la ragione non dice allrsquouomo

di far questo o quello ma gli impone di agire con la convinzione di fare ciograve che in ogni luogo

in ogni tempo e senza condizioni e da ogni essere razionale ndash e dunque laquouniversalmenteraquo e

laquonecessariamenteraquo ndash deve essere fatto

Chi possiede questa convinzione puograve certamente ingannarsi ma la forma originaria

della ragione consiste nella volontagrave di aver a che fare con i tratti essenziali della veritagrave cioegrave

lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave e quindi consiste nella volontagrave di essere guidati da essi anche

nellrsquoagire

Kant scorge nel cristianesimo la tendenza a sollevare al rango del contenuto essenziale

della religione gli aspetti laquoextraessenzialiraquo e laquocontingentiraquo della Bibbia ossia ciograve che il

cristianesimo considera rivelazione divina In questo modo il cristianesimo si trova costretto

ad avvallare dottrine che sono in conflitto con la coscienza morale in cui la ragione si esprime e

che costituisce lrsquoessenza dello stesso cristianesimo

Nel Conflitto della facoltagrave il filosofo afferma che il cristianesimo egrave lrsquoideale religioso (laquolrsquoidea della

religioneraquo) che laquodevrsquoessere fondato semplicemente sulla ragione ed essere pertanto religione

naturaleraquo qualcosa cioegrave che lrsquouomo puograve realizzare con le proprie forze [] senza aver bisogno dellrsquointervento di una grazia e di una rivelazione soprannaturale

252

Kant non esclude che possa esserci bisogno di una cooperazione esterna di Dio percheacute

lrsquouomo possa conformarsi alla legge morale che la ragione gli presenta indipendentemente da

ogni rivelazione ma considera una temerarietagrave la pretesa di vedere proprio nella vita di Gesugrave

nella sua incarnazione e in tutte le parti del suo insegnamento il modo in cui quella

cooperazione si egrave realizzata

252 Ivi cit pag 128

163

La laquofede ecclesiasticaraquo egrave appunto per Kant quel travisamento della religione autentica

che pretende di attribuire i caratteri della ragione ndash lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave ndash a quanto nelle

Scritture vi egrave di contingente di storico e di inessenziale e che pretende che la salvezza

dellrsquouomo sia riposta in una Chiesa

Il cattolicesimo egrave per Kant la forma maggiore della laquofede ecclesiasticaraquo dove la

laquocattolicitagraveraquo ossia lrsquolaquouniversalitagraveraquo egrave qualcosa di laquocontraddittorioraquo stante il carattere storico

della rivelazione che la fede ecclesiastica intende assumere come veritagrave assoluta

Quando il Dio biblico appare in conflitto con la legge morale della ragione la ragione

deve escludere che quel Dio sia il vero Dio

Alla tesi tomistica che la filosofia egrave lrsquolaquoancella della teologiaraquo (ossia del sapere fondato sulla fede)

Kant replica nel Conflitto che perograve lrsquoancella la laquoprecede col lume la sua gentile signoraraquo non laquola segue reggendo lo strascicoraquo

253

Quando crsquoegrave conflitto tra ragione e fede quel che vi egrave di inautentico e di degenerato non

egrave la ragione ma la fede

Kant esclude che la ragione possa accettare un ordine che le sia dato dallrsquoesterno ma

non si avvede che la ragione in quanto coscienza morale si trova nelle stesse condizioni della

fede ed egrave quindi essa stessa un ordine che essa si dagrave di tenere per vero qualcosa Sigrave che anche

la coscienza morale egrave fede in cui la volontagrave espressa dallrsquoordine esterno diventa volontagrave

interna al credente la volontagrave che ordina alla sua coscienza di ritenere per vero qualcosa che a

tale coscienza non si presenta come vero e che dunque appare come dubbio

La convinzione di essere laquoliberoraquo di assumere come vero ciograve di cui si egrave convinti che sia

vero proviene sia nella fede che nella coscienza morale dallrsquoisolamento che separa il

contenuto in cui si crede di credere dalla dubitabilitagrave che a tale contenuto compete

253 Ivi cit pag 130

164

Che il conflitto tra ragione e fede debba essere risolto come indica Kant tenendo ferma

la ragione e negando ciograve che della fede egrave in contrasto con la ragione egrave dunque unrsquoaffermazione

che non si riferisce alla ragione in quanto coscienza morale (come invece vorrebbe Kant) ma

alla ragione che non intende essere fede non intende essere la semplice convinzione che ciograve in

cui si crede sia vero il semplice ritenere per vero ciograve che non si sa se sia vero

Nellrsquoambito del pensiero dellrsquoOccidente la risposta che si deve dare al problema del

conflitto tra ragione e fede egrave certamente questa quando si presenta un conflitto tra la ragione

autentica e la fede cristiana la ragione deve liberarsi dalla fede vederla nel suo carattere di

semplice veicolo della ragione e come semplice laquofede ecclesiasticaraquo

165

CAPITOLO TERZO

Lrsquoinevitabile contrasto

166

I - La duplice posizione della Chiesa fideismo e gnosi

Alla domanda su cosa sia la veritagrave la Chiesa risponde fondandosi su una duplice

testimonianza la veritagrave egrave ciograve che egrave testimoniato dallrsquo episteacuteme greca e da Cristo come grazia

che porta al culmine la testimonianza umana Ma appunto qui il pensiero della Chiesa non esce

dallrsquoambiguitagrave Cristo egrave testimone della veritagrave solo per chi crede in lui Lrsquoarmonia tra

testimonianza naturale e testimonianza soprannaturale della veritagrave egrave cioegrave un atto di fede

(compiuto allrsquointerno di quel certo tipo di fede che intende riconoscere alla ragione umana la

capacitagrave di raggiungere una veritagrave definitiva assoluta ed autonoma e che nel contempo

pregiudica questo riconoscimento escludendo che la ragione in quanto tale possa trovarsi in

contrasto con la fede) ma nel pensiero teologico della Chiesa lrsquoarmonia tra ragione e fede non

egrave presentata come un atto di fede ed assume lrsquoaspetto di una veritagrave razionale assoluta

definitiva

Nellrsquoelenco delle preposizioni riguardanti la dottrina del prof Severino Mons Carlo

Colombo afferma che

Esaminando il pensiero filosofico del Prof Severino la Chiesa non pretende essere depositaria esclusiva della veritagrave naturale o veritagrave filosofica ma giudicando secondo il carisma ricevuto

dellrsquoesatto senso della veritagrave rivelata ha il diritto di dichiarare una posizione filosofica come

incompatibile con la Rivelazione (Cfr DS n 3020 e 3043)254

Se egrave (come egrave) un atto di fede lrsquoarmonia tra fede e ragione allora la Chiesa

laquodichiarando una posizione filosofica come incompatibile con la Rivelazioneraquo si limita a

indicare la pura differenza tra la rivelazione e quella posizione filosofica senza poter escludere

che la veritagrave si costituisca al di fuori dello spazio della fede e si costituisca come smentita del

contenuto della fede

254 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 133

167

Se lrsquoarmonia tra fede e ragione egrave essa stessa un contenuto della fede allora la Chiesa

deve lasciarsi giudicare dalla filosofia in quanto testimonianza della veritagrave dellrsquoessere e

riconoscere la possibilitagrave che con lrsquoavvento della testimonianza della veritagrave dellrsquoessere la

veritagrave si manifesti come la negazione piugrave essenziale della fede e ne denunci la non-veritagrave e

lrsquoalienazione

Ma se la Chiesa non intende lasciare al di fuori di seacute la veritagrave ndash se non intende restare

timore et tremore multo di fronte alla veritagrave se non accetta che la veritagrave dellrsquoessere la qualifichi

o possa qualificarla come non-veritagrave e alienazione ndash allora egrave inevitabilmente costretta a porre

lrsquoarmonia di fede e ragione come veritagrave di ragione veritagrave filosofica La laquoveritagrave filosoficaraquo o

laquonaturaleraquo dellrsquoaffermazione di tale armonia consentirebbe allora di porre come laquoerrore

filosoficoraquo ogni pensiero che risultasse in contrasto con la fede In questo caso sarebbe laquoveritagrave

filosoficaraquo che il contenuto della fede cristiana forma lrsquoorizzonte inoltrepassabile allrsquointerno

del quale la veritagrave filosofica deve costituirsi e svilupparsi sarebbe veritagrave di ragione che la fede

egrave la pietra di paragone della ragione dalla quale la ragione resta misurata

Ma dato che la Chiesa pretende laquogiudicare secondo il carisma ricevuto dellrsquoesatto

senso della veritagrave rivelataraquo egrave inevitabile che solo alla Chiesa sia consentito stabilire lrsquoesatto

senso della pietra di paragone alla quale la ragione deve commisurarsi e quindi solo la Chiesa

abbia la facoltagrave di stabilire ciograve che egrave laquoveritagrave filosoficaraquo e ciograve che non lo egrave

La Chiesa deve avere questa pretesa o rapportarsi timore et tremore alla veritagrave

dellrsquoessere Invece nel giudicare gli scritti del prof Severino Essa non intende laquotemereraquo la

veritagrave e insieme non pretende di essere depositaria esclusiva della veritagrave filosofica

La Chiesa vuole conciliare lrsquoinconciliabile Identifica surrettiziamente il punto di vista

della fede e quello della ragione Tuttavia negli stessi testi tomistici sono presenti elementi che

consentirebbero di stabilire come dal punto di vista della ragione lrsquoarmonia di fede e ragione

rimanga un problema

168

Tommaso distingue il laquodubitareraquo e lrsquolaquoopinareraquo dal laquocredereraquo ma riconoscendo un

fattore comune a queste diverse laquodispositionesraquo255

Il fattore comune egrave che rispetto alle due

laquoparti della contraddizioneraquo (ossia rispetto a due proposizioni che stanno tra di loro in rapporto

di contraddizione) lrsquointelletto laquonon est terminatus ad unumraquo ossia nessuna delle due parti si

impone per la sua evidenza sullrsquoaltra Nella fede lrsquointelletto dagrave il suo assenso a una delle due

parti della contraddizione in quanto egrave mosso dalla volontagrave ma per quanto fermo sia lrsquoassenso

prestato dallrsquointelletto ai contenuti della fede laquoquamvis fermissime eis assentiatraquo tuttavia

lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo resta laquoinsoddisfattoraquo (laquonon est

satisfactumraquo) laquoirrequietoraquo (laquoeius motus nondum est quietatusraquo) e si mantiene in un

atteggiamento di laquoricercaraquo relativamente ai contenuti cui pur presta il suo assenso

Lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo si mantiene in atteggiamento

problematico rispetto ai contenuti della fede La problematicitagrave egrave appunto la sua

laquoirrequietezzaraquo Ma lrsquointelletto in quanto tale egrave la laquoragione naturaleraquo Essa misurando i propri

confini vede la problematicitagrave di ciograve che la trascende Se ci si rende conto che lrsquoaffermazione

della veritagrave soprannaturale della fede cristiana egrave essa stessa un contenuto di questa fede e se

quindi ci si rende conto che lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia tra fede e ragione egrave un atto di fede se

si giunge a questa consapevolezza allora egrave lo stesso pensiero a porre la problematicitagrave di tale

armonia E se lrsquointelletto in quanto laquoragione naturaleraquo egrave laquoinquietusraquo proprio lagrave dove il credente

egrave laquoquietatusraquo lrsquointelletto vede allora la possibilitagrave che le cose stiano altrimenti da come sono

credute nella fede cristiana cioegrave vede la possibilitagrave che il cristianesimo sia oltre che veritagrave

anche errore Ciograve vuol dire che nella logica oggettiva del tomismo la laquoragione naturaleraquo

riconosce la possibilitagrave della discordanza tra ragione e fede

255 D Thomae Questio de Fide Art 1

169

Ma il tomismo e la Chiesa non giungono a questo riconoscimento percheacute non giungono

a rendersi conto che lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo egrave un atto di

fede e cioegrave percheacute trattano in modo diverso due dimensioni che tuttavia appartengono

entrambe al contenuto della fede cristiana Lrsquouna egrave lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale

del contenuto di questa fede lrsquoaltra egrave questo contenuto assunto come non includente

quellrsquoaffermazione

Accade cosigrave che nella dottrina della Chiesa un atto di fede (lrsquoaffermazione della veritagrave

soprannaturale del cristianesimo) venga a svolgere di fatto la funzione di una veritagrave di

ragione E tuttavia il tomismo e la Chiesa hanno anche evitato di porre esplicitamente come

veritagrave di ragione lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo Porla

esplicitamente come veritagrave di ragione significherebbe accettare e arrendersi esplicitamente a

quella gnosi contro cui la Chiesa ha sempre combattuto

Lrsquoatteggiamento esplicito della Chiesa risulta quindi da una doppia incoerenza si lascia

che di fatto funzioni come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che in realtagrave egrave soltanto un atto di fede si evita

di qualificare come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che di fatto si lascia funzionare come laquoveritagrave

naturaleraquo In questo modo la dottrina della Chiesa egrave insieme laquofideismoraquo e laquognosiraquo Quel

fideismo ossia la volontagrave di credere contro la ragione che la tradizione cattolica continua a

rigettare

Credo quia absurdum (credo percheacute egrave assurdo) non egrave formula che interpreti la fede cattolica [hellip]

Dio infatti non egrave assurdo semmai egrave mistero Il mistero a sua volta non egrave irrazionale ma

sovrabbondanza di senso di significato di veritagravegtgt256

La Chiesa vuole che giudicando la filosofia la fede non solo non abbia a laquocoartareraquo

lrsquoautonomia del pensiero filosofico ma laquone illumini il cammino verso la veritagraveraquo

256 In URL wwww2vaticanva Benedetto XVI Udienza generale del 21 novembre 2012 LrsquoAnno della

fede La ragionevolezza della fede in Dio Consultato in data 04042017

170

La laquolibertagrave di ricercaraquo e la laquovera autonomia della scienzaraquo esprimono la laquoragione

naturaleraquo tomistica lrsquoesclusione che la fede abbia a laquocoartare la libertagrave di ricerca e la vera

autonomia della scienzaraquo esprime lrsquoaffermazione tomistica dellrsquoarmonia di ragione e fede

sullrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione la fede traccia il senso ultimo dellrsquoessere al

quale la ragione non deve voltare le spalle In questo modo la grazia (la fede) non conserva la

natura (la ragione) ma la nega

Le distinzioni tra fede umana e fede divina rivelata tra ordine naturale e ordine

soprannaturale sono in realtagrave operate allrsquointerno della fede cristiana percheacute egrave il credente ad

avere fede che la propria fede in quanto rivelata differisca da ogni laquofede umanaraquo ed egrave ancora

il credente ad aver fede nellrsquoesistenza di un ordine soprannaturale costituito dalle

determinazioni della fede cristiana

La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la

sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane

per quanto profonda unrsquointenzione unrsquointenzione smentita in realtagrave dal principio ndash che sta al

centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i

contenuti della fede cristiana non appartiene alla ragione autentica ma ne egrave una

degenerazione Il principio che la Chiesa eredita dal pensiero di Tommaso La ragione

autentica cioegrave la ragione in quanto conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la

veritagrave indubitabile della fede laquocosigrave evidentemente confermata da Dioraquo Quando si produce un

conflitto tra un asserto della ragione e un asserto della fede questrsquoultimo non puograve essere

modificato e resta fermo ed egrave lrsquoaltro a dover riconoscere di non essere veramente un asserto

della ragione e di esserlo solo apparentemente

171

Riguardo allrsquoobiezione a proposito del contrasto tra fede e ragione che laquola ragione naturale che afferma Dio certamente non sa se Dio si rivela ma sa certissimamente che se egli si rileva tutto

ciograve che dice egrave vero e quindi che la possibilitagrave del contrasto dipende da una insufficiente

formulazione della veritagrave propria della ragione attuale che egrave ragione umana ldquofinitardquoraquo (Leonardo Messinese Essere e divenire nel pensiero di Emanuele Severino Cittagrave Nuova 1985 pp 40-41) Ma

ormai egrave chiaro che questa non egrave la posizione di Tommaso per il quale la ragione naturale non solo

sa certissimamente che se Dio si rivela quello che dice egrave vero ma sa anche (tam evidenter) che Dio si rivela

257

Dire come egrave giusto dire che la ragione naturale non sa se Dio si riveli significa che

essa non sa se il messaggio di Gesugrave sia il rivelarsi di Dio Ammettendo ma non concedendo

che la possibilitagrave del contrasto tra fede e ragione dipenda da una insufficiente formulazione

della veritagrave propria della ragione attuale finita ne viene che di fronte a un contrasto tra il

messaggio di Gesugrave e la ragione naturale questrsquoultima non sapendo e non potendo dire che

quel messaggio egrave vero in quanto rivelazione di Dio non puograve nemmeno squalificare se stessa

come laquoinsufficiente formulazione della veritagraveraquo deve squalificare quel messaggio ponendolo

come errore

La fede cristiana dice Non ci puograve essere contrasto tra me e la ragione naturale La

ragione naturale dice Se Dio si rivela non ci puograve essere contrasto tra me e questa rivelazione

ma io non so se e dove laquoDioraquo si riveli e quindi lagrave dove crsquoegrave contrasto tra me e una certa

affermazione che dichiari di essere la voce di laquoDioraquo questa affermazione qualunque essa sia e

comunque sia data egrave errore

Il concetto di laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo applicato alla struttura

originaria della veritagrave ndash in quanto struttura che giagrave da sempre si mostra al di fuori

dellrsquoalienazione della veritagrave ndash non ha veritagrave Se la veritagrave originaria potesse essere negata

smentita in quanto laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo non ci sarebbe piugrave veritagrave (e

nemmeno la laquoragione naturaleraquo puograve accettare di essere qualcosa che possa essere smentito)

257 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 154

172

La veritagrave infatti non egrave laquoformulazioneraquo non si riduce a linguaggio ndash a proposito del

quale soltanto ha senso parlare di laquoinsufficiente formulazioneraquo Egrave un errore considerare

dallrsquoesterno la veritagrave e il messaggio cristiano come se fossero due linguaggi che si

confrontano Egrave allrsquointerno dello sguardo della veritagrave che ogni linguaggio deve rendere conto di

seacute alla veritagrave

Se il contrasto tra laquoveritagrave filosoficaraquo e laquoveritagrave di federaquo costringesse a dire che la veritagrave

filosofica egrave laquoinsufficientemente formulataraquo questo significherebbe che la veritagrave originaria puograve

diventare errore Ma la veritagrave egrave appunto ciograve che non puograve diventare errore Essa egrave il contenuto

significante a cui il linguaggio si riferisce

Se esistesse una laquorivelazione di Dioraquo in un linguaggio storico questo linguaggio

dovrebbe essere agli occhi della veritagrave un problema autentico Non solo sarebbe problema ciograve

che questo linguaggio dice ma anche che esso dica quello che lrsquointerpretazione storica gli fa

dire Ma poicheacute il significato stesso dei linguaggi storici egrave problematico ndash poicheacute egrave

problematico che essi dicano quello che si crede che dicano ndash laquoDioraquo non puograve laquorivelarsiraquo in un

linguaggio storico ndash non puograve uscire dal problema e portarsi allo scoperto ndash ma puograve soltanto

nascondersi in esso Si deve nascondere nella problematicitagrave dellrsquointerpretazione laquoDioraquo

potrebbe entrare nel mondo solo come ciograve di cui non si potrebbe mai sapere che egrave laquoDioraquo Esso

non puograve costituirsi come punto di riferimento al quale la veritagrave debba adeguarsi Non egrave laquopuntoraquo

proprio percheacute lo egrave ndash laquopuntoraquo ndash solo allrsquointerno della interpretazione che lo rende laquopuntoraquo E

che il rivelarsi di Dio debba essere il suo nascondersi egrave qualcosa che vale non soltanto per la

veritagrave autentica ma anche per quella forma di veritagrave alienata che egrave la laquoragione naturaleraquo

La veritagrave autentica dice che laquoDioraquo la veritagrave infinita si rivela nel finito solo nella

struttura originaria della veritagrave che da sempre si apre al di fuori dellrsquoalienazione della veritagrave

173

Se laquosi rivelaraquo anche altrove nelle forme storiche del linguaggio il suo laquorivelarsiraquo deve

essere un nascondersi uno sfuggire in modo da non poter mai esser preso tenuto fermo

guardato in faccia e visto come veritagrave Un contrasto tra la veritagrave attuale e questo laquosvelarsi-

nascondersiraquo di Dio non puograve dunque apparire nello sguardo della veritagrave appunto percheacute

affincheacute ci sia un contrasto i punti fermi devono essere due

174

II - Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa

La Costituzione Dei Verbum dopo aver ricordato che la parola di Dio egrave presente sia nei

testi sacri che nella Tradizione afferma laquoLa Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura

costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesaraquo258

Alla fede posta come rivelazione divina corrisponde lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa La

Chiesa egrave infallibile percheacute conserva la laquoParola di Dioraquo e conservarla significa capirla cogliere

il significato autentico dei testi sacri In quanto la Chiesa stabilisce il senso autentico del

contenuto della fede e in quanto non puograve esserci contrasto tra ragione e fede la Chiesa egrave il

luogo esclusivo in cui resta stabilito il senso autentico della ragione

Ma anche lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa egrave un contenuto della fede di cui la Chiesa si ritiene

depositaria La Chiesa non dice laquoIo ho fede di essere infallibile ndash e quindi ammetto la

possibilitagrave che la veritagrave sia negazione della mia fede e della mia infallibilitagraveraquo Non dicendolo

la Chiesa egrave costretta a lasciare che il dogma dellrsquoinfallibilitagrave funzioni di fatto come una veritagrave

naturale non dicendolo la Chiesa si presenta di fatto come lrsquounica definitiva e suprema

filosofia al cui interno resta stabilito il rapporto tra fede e ragione come la gnosi piugrave

insuperabile in cui va completamente perduto il carattere laquosoprannaturaleraquo della rivelazione

Ponendosi di fatto come super-filosofia al cui interno egrave stabilito il rapporto fede-

ragione la Chiesa evita per altro di riconoscere esplicitamente questo carattere e da un lato

intende tener fermo il valore soprannaturale della rivelazione dallrsquoaltro lato non intende porsi

timore e tremore dinanzi alla veritagrave Ma senza questo timore e tremore la Chiesa egrave gnosi Essa

pur volendo sulla base del tomismo distinguere la fede dalla ragione in realtagrave si pone laquoal di lagrave

e al di sopraraquo di questa distinzione proprio nellrsquoatto in cui lascia di fatto sussistere come veritagrave

di ragione lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione e lrsquoaffermazione della propria

infallibilitagrave

258 In URL wwwmaranathait Concilio Vaticano II nn10 consultato in data 5042017

175

Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa garantisce che una formulazione dogmatica anche se

espressa con concetti e linguaggio metafisico egrave conforme alla veritagrave rivelata originaria e perciograve

vera come questa

La dottrina cattolica esige certamente i concetti di essere infinito di creazione ex nihilo non sono unrsquolaquoalienazione del senso dellrsquoessere ma lrsquoespressione vera del Verbo rivelato [] La Rivelazione

non puograve esprimere nessuna veritagrave (cioegrave nessuna manifestazione esatta della realtagrave) se non

attribuendo un valore reale ai concetti usati quindi la Rivelazione include necessariamente una laquoontologiaraquo fondamentale (non una metafisica sistematica) Qualunque ulteriore espressione

metafisica di questo dato laquoontologicoraquo deve essere coerente con il suo contenuto259

Egrave chiaro che lrsquoontologia fondamentale necessariamente inclusa nella rivelazione

costituisce quel contenuto essenziale del pensiero filosofico rispetto al quale non rimane piugrave

che il compito inessenziale ed estrinseco di dargli una forma sistematica Lrsquoontologia

fondamentale della Chiesa che egrave anche lrsquoontologia fondamentale dellrsquoOccidente egrave persuasa

che lrsquoessere non egrave lrsquoessere dellrsquoente ma egrave lrsquoessere come essenzialmente separato dallrsquo ente sigrave

che lrsquoente in quanto tale puograve non essere puograve cioegrave essere niente e dal niente esce e nel niente

ritorna per opera del dio creatore o della tecnica umana

Per la Chiesa lrsquoeternitagrave dellrsquoente in quanto ente rende impossibile la storia della

salvezza Il senso nichilistico del divenire domina il modo in cui la Chiesa intende il

laquodiventareraquo peccatore da parte dellrsquouomo il laquodiventareraquo carne da parte del Verbo e il divenire

in cui si fa innanzi ogni evento della laquostoria della salvezzaraquo Con lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave

dellrsquoente in quanto tale viene nullificato lrsquoevento storico

259 Lettera inviata al prof Severino da Mons C Colombo in data 13-9-1968 in Il mio scontro con la

Chiesa pag4647

176

Percheacute non sia nullificato si vuole un lsquoprimarsquo (in principio) in cui la carne del Verbo

sia stata niente e solo il Verbo sia Per non nullificare lrsquoIncarnazione la Chiesa nullifica la

carne Per non nullificare la laquostoria della salvezzaraquo nullifica la salvezza

La veritagrave dellrsquoessere non laquonullificaraquo lrsquoevento storico ma rileva che la comprensione

nichilistica di esso pensa la nientitagrave dellrsquoente ossia pensa ciograve che non egrave Al di fuori del

nichilismo la storia egrave il processo del Tutto immutabile Solo lrsquoimmutabile puograve di-venire cioegrave

venire fuori dal nascondimento

Tutte le cose e tutti gli eventi sono eternamente scolpiti Allrsquointerno dellrsquointramontabile

apparire della veritagrave dellrsquoessere sorgono e tramontano come le immutabili costellazioni del

cielo Condizione necessaria percheacute laquola storia della salvezzaraquo abbia la possibilitagrave di diventare

un problema egrave che essa sia intesa come questa successione dellrsquoapparire questa condizione non

nullifica lrsquoevento storico in quanto tale ma lo restituisce al suo autentico significato

Affincheacute la laquostoria della salvezzaraquo divenga un problema il laquoVerboraquo deve essere allora

innanzitutto pensato come eternamente laquopresso Dioraquo ed eternamente laquopresso la carneraquo e il suo

diventar carne deve innanzitutto significare che il Verbo che egrave eternamente presso la carne egrave

entrato nellrsquoapparire Solo a questo punto dinnanzi alla veritagrave dellrsquoessere puograve aprirsi la

domanda se la parola di Gesugrave riascoltata al di fuori del laquomondoraquo sia il Verbo che parla in

veritagrave della nascosta luminositagrave del Tutto

Allrsquointerno del laquomondoraquo cioegrave il luogo ove si scontrano le contrapposte volontagrave di

potenza il cristianesimo soprattutto nella forma che esso assume nella Chiesa cattolica egrave

ancora una delle forze piugrave potenti determina ancora il comportamento di grandi masse e

possiede un apparato concettuale altamente idoneo a operare questa determinazione

La laquoveraraquo critica laica della fede cristiana non puograve essere altro oggi che

lrsquoemarginazione pratica della Chiesa dalla vita sociale e la laquoveraraquo vittoria di quella fede sulla

irreligiositagrave e sul laicismo non puograve essere altro che il successo pratico-politico delle masse che

ancora posseggono quella fede

177

La potenza sociale della Chiesa non egrave in contraddizione con la pura fede interiore

giaccheacute anche la pura fede cristiana come ogni fede egrave una prevaricazione della volontagrave di

potenza La pura fede egrave prevaricazione proprio percheacute credendo in qualcosa rifiuta qualcosa

drsquoaltro che ha lo stesso diritto ad essere creduto e cioegrave a divenire prevaricante

178

III - Lrsquoauspicata armonia tra fede e ragione

La Chiesa cattolica ha sempre respinto ogni forma di fideismo tenendo ferma lrsquounione

la convergenza e lrsquoarmonia di fede e ragione Eppure questa armonia egrave la maschera di una lotta

mortale tra due contrapposte volontagrave di potenza una lotta dunque che si conclude con la

morte di uno dei due contendenti ndash la ragione ndash ma in cui sopravvive ciograve che egrave in comune a

entrambi la violenza prevaricante della volontagrave di potenza ossia lrsquoessenza dominatrice

dellrsquoOccidente

La filosofia non egrave piugrave un pericolo oggettivo per il cristianesimo e ogni critica rivolta

allrsquoessenza o alle configurazioni storiche del cristianesimo possiede lo stesso valore di ciograve che

essa intende negare La ragione che oggi la Chiesa si preoccupa di far concordare con la fede egrave

soprattutto la ragione scientifica che egrave a sua volta una fede

Lrsquounico pericolo e lrsquounica critica egrave che lrsquouomo riesca a produrre in terra il lsquoregno di

Diorsquo cioegrave un regno che liberi definitivamente lrsquouomo dalla nostalgia a dal desiderio di ogni

altro regno Nessuna fede nemmeno la fede cristiana potrebbe costituire unrsquoalternativa a un

regno capace di soddisfare i bisogni di ogni fede Ma accanto alla fede cristiana e ad ogni

umanesimo che in relazione a questa previsione le sia solidale crsquoegrave la fede nel dominio umano

del tutto e quindi nella capacitagrave di soddisfare i bisogni di ogni fede allrsquointerno di questo

dominio La fede nel dominio illimitato dellrsquouomo egrave la conseguenza rigorosa del rsquomondorsquo in

cui si muove anche la storia della fede cristiana

Il progetto della dominazione scientifica del tutto segna la fine del cristianesimo e

dellrsquointera cultura tradizionale ma nella situazione attuale dove le singole lsquoconquiste della

scienzarsquo lasciano ancora sullo sfondo quel progetto viene a costituirsi una sorta di

agevolazione specifica del compito della Chiesa nel mondo

179

La fine del sogno della lsquoveritagrave definitivarsquo pone innanzitutto sullo stesso piano ogni

proposta culturale ogni posizione culturale egrave una fede giaccheacute per quanto complesso possa

essere lrsquoordine concettuale in cui una cultura si definisce tale ordine non egrave la veritagrave che

manifesta la non veritagrave di ogni alternativa possibile Tommaso drsquoAquino interpretando S

Paolo poteva ancora dire che la fede ndash al contrario di quanto accade nella laquoscientiaraquo ndash conduce

in captivitatem omnem intellectum cioegrave lo rende prigioniero di un contenuto che non egrave

evidente e quindi gli egrave laquoestraneoraquo (alienus) e lrsquointelletto egrave pertanto laquoinquietoraquo (nondum est

quietatus) Lo stesso Paolo rispetto a quella laquoscientiaraquo poteva sentirsi ndash non tanto

soggettivamente quanto piuttosto in relazione al contenuto oggettivo di essa ndash in infirmitate et

timore et tremore multo Ma oggi ogni cultura conduce in captivitatem la coscienza e la fede

cristiana non ha piugrave alcun motivo di timore e tremore per una laquoscienzaraquo che a sua volta si

riconosce come fede

La laquosicurezzaraquo del sapere scientifico egrave per definizione relativa la scienza ha deciso da

tempo e metodicamente di lasciar da parte ogni tentativo di scoprire una conoscenza

assolutamente incontrovertibile della realtagrave e riconosce che i propri principi e metodi sono

ipotesi Esse consentono il dominio piugrave efficace delle cose ma in quanto ipotesi sono esposte

alla possibilitagrave della piugrave radicale smentita Il senso comune osserva che la tristezza ci assale

quando siamo felici Abbiamo paura di perdere la felicitagrave La scienza puograve produrre una felicitagrave

di cui forse non riusciamo ancora a sospettare lrsquoampiezza e lrsquointensitagrave Ma crsquoegrave unrsquounica cosa

che la scienza non puograve produrre la sicurezza della felicitagrave la sicurezza che non puograve essere data

dalla laquosicurezzaraquo di ogni possibile metodologia scientifica e nemmeno da una qualsiasi fede

religiosa Anche la scienza egrave in quanto scienza una fede E per chi ha raggiunto la felicitagrave non

puograve bastare la fede di non perderla

180

Anche per il cristianesimo la fede egrave una virtugrave di questo mondo che non puograve appartenere

al paradiso Ma non puograve bastare nemmeno vedere il dio facie ad faciem percheacute puograve sempre

sorgere il dubbio che ciograve che vediamo non sia la faccia di dio Percheacute il paradiso non sia un

inferno ndash cioegrave lrsquoangoscia dellrsquoimminente vanificazione della felicitagrave ndash deve mostrarsi la veritagrave

del paradiso la veritagrave che in nessun senso sia unrsquoipotesi

Per riassumere quindi tale argomentazione possiamo affermare che il contenuto della

fede egrave il Verbo e il Verbo storicamente egrave linguaggio Ogni linguaggio egrave comprensione del

senso dellrsquoessere ma non ogni linguaggio esprime tale comprensione Ossia non ogni

linguaggio storico egrave lrsquoesplicitazione del senso ontologico in cui pur si muove Nella storia

dellrsquouomo lrsquounico linguaggio ontologicamente esplicito egrave quello della filosofia greca e della

cultura che da essa discende Il linguaggio del Verbo egrave di questa natura non egrave lrsquoesplicitazione

di unrsquoontologia come non lo egrave la Rivelazione In questo senso egrave impossibile lrsquoaccertamento di

ogni contrasto o solidarietagrave tra unrsquoontologia (ossia un linguaggio che esplicita il senso

dellrsquoessere) e la Rivelazione proprio percheacute questrsquoultima non egrave una forma di ontologia Egrave

invece possibile un contrasto tra la veritagrave dellrsquoessere e una interpretazione ontologica della

Rivelazione quale egrave stata costruita dal pensiero occidentale egrave possibile la solidarietagrave tra la

ragione purificata (la ragione che parla la veritagrave dellrsquoessere) e la Rivelazione

Per la ragione purificata il Verbo egrave quindi unrsquoautentica possibilitagrave laquoarmoniaraquo e

laquoincontroraquo di ragione e fede

181

Sin dal suo inizio la filosofia intende raggiungere la forma piugrave radicale di sapere la

veritagrave assolutamente innegabile Ma questo immane tentativo della filosofia egrave destinato a

fallire La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico propostosi di difendere la veritagrave

dellrsquoessere ma risultandone la piugrave chiara negazione

Lrsquoessere egrave eterno ogni prova e ogni negazione dellrsquoessere immutabile vivono allrsquointerno

dellrsquoalienazione dellrsquoOccidente lrsquoalienazione metafisica che identifica lrsquoessere al niente

proprio in quanto si mette alla ricerca di un essere immutabile ed eterno I legami indissolubili

che legano ogni essere al proprio essere al proprio apparire e alle determinazioni che lo

accompagnano non possono essere spezzati Lrsquouomo ha da sempre e per sempre dinanzi la

veritagrave dellrsquoessere intramontabile

Lrsquoisolamento della terra dal destino egrave la fede che le cose siano il diventare altro da ciograve

che esse sono e che questo loro diventare sia la fondamentale e lrsquounica terra sicura con cui

lrsquouomo ha a che fare

Se la creazione viene interpretata in termini di essere e non essere - se cioegrave viene

interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere allora il concetto di creazione egrave

lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere

Nella terra isolata dal destino della veritagrave appare la storia dei mortali la storia della

prevaricazione di una volontagrave che rimane nello sguardo del destino soltanto un tentativo

prevaricante La tecnica egrave diventata oggi la piugrave potente delle forze metafisiche Lo stesso senso

comune non egrave piugrave dominato dalla religione o dalla politica ma dal modo di pensare e di agire

della metafisica ma che ormai ha raggiunto una capacitagrave di trasformazione della terra che non

si limita a guidare i processi naturali di produzione e distruzione ma li sostituisce con processi

artificiali

182

La fede proprio in quanto fede ossia volontagrave che le cose abbiano il senso deciso egrave

isolamento del laquocredutoraquo dal dubbio che lo avvolge Essa non potragrave mai porsi come una veritagrave

di ragione se non negando la propria essenza il kerygma Essere lrsquoargumentum la voce data ai

non visibili ai non manifesti egrave possibile solo se compare lrsquooscuritagrave che rende invisibili i

visibili La fede egrave volontagrave di potenza non solo percheacute egrave una prevaricazione sulle altre fedi che

intende sospingerle nel niente ma percheacute egrave la stessa volontagrave di impadronirsi della terra

sottraendola al destino e usandola come riparo dal niente che lrsquoattraversa

La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la

sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane

unrsquointenzione smentita dal principio ndash che sta al centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale

ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i contenuti della fede cristiana non appartiene alla

ragione autentica ma ne egrave una degenerazione La ragione autentica cioegrave la ragione in quanto

conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la veritagrave indubitabile della fede cosigrave

laquoevidentemente confermata da Dioraquo

Percheacute il cristianesimo abbia la possibilitagrave di diventare la Parola di Dio e preparare

lrsquoaccadimento della salvezza egrave necessario che tramontino il suo essere fede e la sua

appartenenza al mondo

183

INDICE

Prefazione pag 4

INTRODUZIONE

I La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica pag 9

II La ricerca giovanile di Emanuele Severino pag12

III Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa pag15

PARTE PRIMA ndash LrsquoETERNO

CAPITOLO I ndash LrsquoESSERE IMMUTABILE

I Dare prova di Dio pag 22

II La realtagrave di Dio e lrsquoideale della ragione pag 26

III La logica esposizione di Dio e la sua morte pag 34

CAPITOLO II ndash ALLE ORIGINI DEL PENSIERO E DEL NICHILISMO

DELLrsquoOCCIDENTE

I La metafisica come sapere incontrovertibile pag 44

II Il sentiero della Notte pag 53

III Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire pag 62

CAPITOLO III ndash PER UNA COMPRENSIONE DELLrsquoESSERE

I La struttura originaria dellrsquoessere pag 68

II Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere pag 72

III LrsquoEterno pag 76

NOTA

Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del Verbo pag 80

PARTE SECONDA ndash IL DIVENIRE

CAPITOLO I ndash IL DIVENIRE NELLrsquoALIENAZIONE DELLrsquoOCCIDENTE

I La creazione dal nulla pag 88

II Divenire esser altro pag 94

III La volontagrave pag 97

184

CAPITOLO II ndash LrsquoAZIONE CHE CATTURA E DOMINA LrsquoENTE

I Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire pag 101

II Il dominio che guida il divenire pag 106

III La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio pag 110

CAPITOLO III ndash LrsquoALIENAZIONE NELL O SGUARDO DEL DESTINO

I Ciograve che il mortale crede pag 115

II La necessitagrave dellrsquoaccadere come risolvimento del problema della libertagrave pag 121

III laquoCrescereraquo come divenire pag 131

TERZA PARTE ndash LA FEDE

CAPITOLO I ndash FILOSOFIA E FEDE

I Lo sguardo filosofico alla rivelazione pag 136

II Lrsquoargumentum pag 139

III La laquocertezzaraquo dubitante dellrsquoanimo pag 143

CAPITOLO II ndash UNA DAMA DA COMPAGNIA PER LA RAGIONE

I laquoCredereraquo per capire e conoscere pag 149

II La sottomissione della ragione alla fede pag 157

III Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione pag 161

CAPITOLO III ndash LrsquoINEVITABILE CONTRASTO

I La duplice posizionedella Chiesa fideismo e gnosi pag166

II Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa pag 174

III Lrsquoauspicata armonia tra ragione e fede pag 178

INDICE pag 183

BIBLIOGRAFIA pag 185

185

BIBLIOGRAFIA

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Cosa arcana e stupenda LrsquoOccidente e Leopardi RCS Libri Milano 2006

DallrsquoIslam a Prometeo RCS Libri Milano 2003

Destino della necessitagrave Adelphi Milano 1980

Essenza del nichilismo Adelphi Milano 1995

I presocratici e la nascita della filosofia collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo

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I principi del divenire La Scuola editrice Brescia 1959

Il mio scontro con la Chiesa RCS libri spa Milano 2001

Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e destino Rizzoli Milano 2008

Il principio di non contraddizione La Scuola editrice Brescia 1959

Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013

Introduzione alla Struttura originaria Seconda edizione Adelphi 1981

Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010

La filosofia moderna RCS Libri Milano 1984

La struttura originaria La Scuola editrice Brescia 1958

Oltrepassare Adelphi Milano 2007

Pensieri sul cristianesimo RCS Libri Milano 1995

Tautόtēs Adelphi Milano 1995

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Aristotele Della interpretazione RCS Libri spa Milano 2000

Aristotele Fisica Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L Ruggiu Rusconi Libri

Milano 1995

Aristotele Metafisica Bompiani ndash Giunti Editore Firenze 2004

G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985

Platone Repubblica Feltrinelli Milano1995

TESTI SPECIALISTICI

D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana

Brescia 1991

G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire Una disputa Morcelliana 2017

N Cusano Capire Severino Mimesis Milano- Udine 2011

C Fabro Dallrsquoessere allrsquoesistente Morcelliana Brescia 1965 id Introduzione a S

Kierkegaard Esercizio del cristianesimo Roma Stadium 1971

C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente Osservazione sul pensiero di Emanuele Severino

186

Quadrivium Genova 1981 Seconda edizione 2015

U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente EST il Saggiatore Milano

1996

GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll

Zanichelli Bologna 1974

M Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N

Curcio Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009

I Kant Critica della ragione pura I edizione gli Adelphi Milano 1995

I Kant Lavori preparatori de La religione entro i limiti della semplice ragione Lavori presenti

in Scritti di filosofia della religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989

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F Nietzsche Schopenhauer come educatore in Opere di Friedrich Nietzsche tr it M

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L Messinese Il paradiso delle veritagrave Edizioni ETS Pisa 2010

JI Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio

Cittagrave Nuova Editrice Roma 2005

Papa Francesco Laudato sigrave Enciclica Edizioni San Paolo 2015

B Russel Religion and Science Oxford University Press 1935 tr it di P Vittorelli

prefazione di G Giorello Scienza e religione TEA Milano 2014

A Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di

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B Spinoza Etica U Bollate Boringhieri 1992

S Zucal Cristo nella filosofia contemporanea I Da Kant a Nietzsche Edizioni San Paolo

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SantrsquoAgostino Commento al vangelo di San Giovanni Omelia 29-10 in data 03042017

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Omero Odissea traduzione di N Delvinotti in data 12042017

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Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide Art 1 in data

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De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione di C Pandolfi in data

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S Tommaso drsquoAquino Somma Teologica Nuova Edizione a cura di P Tito S

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Esiodo Teogonia traduzione E Romagnoli in data 12042017

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Catechismo della Chiesa Cattolica ndash Compendio in data 19012017

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Informazioni biografiche su Padre Agostino Gemelli in data 02072017

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Informazioni biografiche su Padre Emilio Chiocchetti a cura di C Coen e Francesco

Olgiati a cura di L Pozzi in data 02072017

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Benedetto XVI Udienza generale ldquoChe cosa egrave la federdquo 24 ottobre 2012 in data 04042017

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Papa Francesco Enciclica ldquoLumen fideirdquo 2013 in data 20062017

Page 5: Corso di Laurea In filosofia Tesi di Laurea

5

Il 16 dicembre 1969 il cardinal Franjo Seper prefetto dellrsquoex SantrsquoUffizio spedigrave al

professor Severino i tre laquoVotiraquo dei periti incaricati dalla Sacra Congregazione di esaminare il

suo discorso filosofico (prof padre Cornelio Fabro prof padre GBLotz5 prof don E

Nicoletti6)

Padre Cornelio Fabro7 al termine del proprio Voto intitolato Sulla posizione filosofica

di E Severino conclude affermando

Prout verba sonante t eius philosophia exigit bencheacute il Severino non si dichiari espressamente

mai neacute ateo neacute anticristiano egli critica alla radice la concezione della trascendenza di Dio ed i

capisaldi del Cristianesimo come forse finora nessun ateismo ed eresia hanno mai fatto8

Durante gli anni di insegnamento alla Cattolica gli scritti maggiori pubblicati da

Severino furono La struttura originaria9 e Studi di filosofia della prassi

10

Anche se La struttura originaria conteneva il fondamento che poi si sarebbe sviluppato

negli scritti successivi la sua pubblicazione non incontrograve grandi difficoltagrave Maggiori furono

quelle incontrate con Studi di filosofia della prassi La seconda parte dellrsquoopera dal titolo

Implicazioni pragmatiche della veritagrave riguardava il problema della fede e quindi anche la fede

cristiana vista giagrave qui come contraddizione

5 Il laquoVotoraquo del prof padre GB Lotz SJ non aveva alcun carattere filosofico ma solo lrsquointento di stabilire

in modo sommario ed estrinseco la compatibilitagrave tra il discorso filosofico severiniano e la dottrina tradizionale

della Chiesa

6 Il laquoVotoraquo del prof don E Nicoletti aveva la forma della ldquodifesardquo rispetto ai primi due che assumevano la

forma dellrsquoldquoaccusardquo In seguito egli si portograve estremamente vicino al contenuto degli scritti di Severino e lasciograve la

veste talare

7 Padre Cornelio Fabro nato a Flumignano il 24 agosto 1911 presbitero teologo e filosofo membro della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesugrave Cristo ex definitore del SantrsquoUffizio fu professore

allrsquoUniversitagrave degli studi di Perugia e uno degli esponenti piugrave importanti del tomismo del Novecento Il suo

apporto piugrave profondo alla metafisica classica sulle orme di San Tommaso drsquoAquino egrave la distinzione tra essentia e

actus essendi

8 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag86

9 La Scuola editrice Brescia 1958 nuova edizione ampliata Adelphi Milano 1980

10 Vita e pensiero Universitagrave cattolica 1962 seconda edizione Adelphi 1984

6

La fede egrave una delle modalitagrave dellrsquoessere in contraddizione e cioegrave nellrsquoerrore Ossia egrave il

trovarsi nella non-veritagrave egrave lrsquoassumere come veritagrave ciograve che non si presenta come veritagrave Al

tempo degli Studi perograve la fede (come ogni fede) egrave contraddizione e tuttavia agli occhi della

struttura originaria della veritagrave tale fede si presentava ancora come un problema Questo in

base al teorema che la fede in un asserto egrave sempre autocontraddizione tuttavia lrsquoasserto che egrave

contenuto della fede non egrave sempre autocontraddizione ma puograve essere qualcosa che non nega

neacute implica lrsquooriginario Quindi fino a Studi di filosofia della prassi crsquoegrave la persuasione che il

contenuto della fede cristiana (fides qua creditur) sia un insieme di asserti di questo tipo In

seguito a partire da Ritornare a Parmenide Poscritto11

sarebbe venuto in chiaro che la fede

cristiana egrave contraddizione non solo come fides qua creditur ma anche come fides quae

creditur ossia per il contenuto in cui si crede

11 lt La struttura originaria opera alla quale Severino si riporta di continuo come allrsquoesposizione basilare

del suo parmenidismo [] notevole per la sua mole e la ferrea struttura formale sembra non abbia destato

preoccupazione alcuna di ortodossia neacute allrsquouniversitagrave Cattolica di Milano neacute altrove La Redazione della Riv di

filosofia noescolmostra il suo dissenso ndash in forma piuttosto blanda mi sembra ndash solo allrsquoapparire di Ritornare a

Parmenide del 1964 la nota della redazione ammette anzi che lrsquolaquoarticoloraquo si riconnette ad una tradizione che ha i

suoi rappresentanti anche nella scolastica Con la tesi infatti che nellrsquoessere di ogni cosa per quanto diveniente e

caduca si manifesta immediatamente la presenza dellrsquoEssere divino Emanuele Severino continua ci sembra una

tradizione che ha esempi classici come per citarne uno il capitolo terzo dellrsquoItinerarium di San Bonaventura gt C

Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino prima edizione Quadrivium

Genova 1981 seconda edizione Opere Complete 2015 ndash Editrice del Verbo Incarnato (RM) pag70

I numeri successivi di laquoRivista di filosofia neoscolasticaraquo conterranno unrsquoampia discussione del saggio da parte di molti esponenti della cultura filosofica cattolica Nel numero V del 1965 venne pubblicato il Poscritto di Ritornare

a Parmenide che apparve con la seguente Nota lt Sebbene la risposta di Emanuele Severino accentui le

divergenze del suo pensiero dalla concezione filosofica alla quale si ispira questa Rivista pubblichiamo

ugualmente questo articolo persuasi che il dibattito di idee giovi alla conoscenza della veritagrave La fede nella veritagrave e

la fiducia che la possibilitagrave di esprimere liberamente il proprio pensiero aiuti a scoprirla egrave il vincolo fraterno che

oltre ogni pur radicale dissenso resta fra lrsquoAutore di questo articolo e gli altri redattori gt E Severino Il mio

scontro con la Chiesa cit pag 13

7

Unitamente alla lettera inviata al professor Severino il 2 luglio 1968 monsignor Carlo

Colombo presidente dellrsquoIstituto di Studi Superiori Giuseppe Toniolo Ente fondatore

dellrsquoUniversitagrave Cattolica e vescovo titolare di Vittoriana inviograve lrsquoallegato datato 21 marzo

1968 della Sacra Congregatio pro Istitutione Catholica firmato da Gabriel-Maria Card

Garrone e Giuseppe Schroffer segr

In tale lettera si auspicava ad una schietta e leale chiarificazione con il Professore a

seguito dellrsquoesame di alcuni suoi scritti (Ritornare a Parmenide Ritornare a Parmenide

Poscritto Il sentiero del giorno) data la loro marcata istanza immanentistica e per le

dissonanze che essi presentavano con la dottrina cattolica In un secondo allegato venivano

precisati tre punti i rilievi emersi dallrsquoesame degli scritti sopracitati 1- Il problema delle prove

dellrsquoesistenza di Dio come pseudoproblema 2- Inconcepibilitagrave e assurditagrave della laquocreatio ex

nihiloraquo 3- Impossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione12

Essi saranno il

contenuto del presente lavoro sviluppato quindi in tre parti riprendendo delle tematiche giagrave

presenti in Risposta ai critici e Risposta alla Chiesa13

e integrati da contenuti presenti negli

scritti successivi del prof Severino

La prima parte egrave riservata allrsquoalienazione del senso dellrsquoEssere alla dimenticanza della

veritagrave dellrsquoEssere che nel pensiero metafisico sorto per proteggere tale veritagrave rimane nellrsquo

inconscio e ne fa da sfondo

laquoEternoraquo come sinonimo di laquoEssereraquo eternitagrave che appartiene con veritagrave ad ogni

essente che nel suo manifestarsi non necessita di una dimostrazione ma di una

laquocomprensioneraquo La comprensione di un linguaggio che non parla la lingua del Sentiero della

Notte ma testimonia il Destino della veritagrave nel sentiero ancora intentato del Giorno che

conduce alla Gioia

12 Due anni dopo in data 12 febbraio 1970 verranno inviate al professor Severino le Osservazioni

conclusive con lrsquoElenco delle proposizioni riguardanti la dottrina filosofica del prof Severino formulato dalla S

congregazione per la Dottrina della Fede a conclusione dellrsquoesame condotto sugli scritti del filosofo

13 Testi rispettivamente del 1968 e 1970 contenuti in E Severino Essenza del nichilismo Adelphi

Milano 1995

8

La seconda parte si occupa della volontagrave di potenza come espressione del dominio

sullrsquoEnte dominio reso possibile solo nella laquopersuasioneraquo della libertagrave dellrsquoEnte che quindi egrave

libero da ogni legame che lo unisce al Tutto

La laquocreazione dal nullaraquo come assurda espressione del nichilismo in quanto creando un

mondo ndash e gli essenti del mondo ndash che sarebbe potuto non essere identifica di fatto lrsquoEssere al

Nulla ponendovi il divenir altro come cominciamento

Nello sguardo del destino lrsquoisolamento dellrsquoEnte e del Tutto dalla veritagrave dellrsquoEssere si

presenta come un tentativo fallito il tentativo di una laquovolontagrave che vuole lrsquoimpossibileraquo

La terza e ultima parte egrave dedicata alla trattazione della laquofederaquo come opposta alla

laquoveritagraveraquo in quanto la fede isola il contenuto creduto dal dubbio che lo circonda e nella

specificitagrave della fede cristiana in quanto laquoargomentoraquo laquoparolaraquo di ciograve che non laquosi mostraraquo di

ciograve di cui non si dagrave realtagrave

Il laquorapportoraquo tra fede e ragione nellrsquolaquoimpossibilitagraveraquo di una loro laquoarmoniaraquo decretata

dal mancato riconoscimento da parte della Chiesa di essere detentrice di una veritagrave di fede e

non di ragione

9

INTRODUZIONE

I - La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica

Un profondo osservatore come Cornelio Fabro poteva affermare circa quarantrsquoanni

orsono che il pensiero italiano nel contesto pluralistico delle filosofie contemporanee

sembrasse percorrere un proprio cammino nella fedeltagrave a quellrsquoevento che aveva caratterizzato

variamente ma costantemente il fondo della nostra cultura filosofica nella prima metagrave del

secolo il neo-idealismo specialmente nella forma dellrsquoattualismo gentiliano14

Se infatti

Benedetto Croce aveva dilagato soprattutto nellrsquoambito degli studi storici estetici letterari la

coscienza dei giovani assillati dallrsquoistanza teoretica si rivolse a Gentile

Se non che mentre Gentile poteva celebrare nella perenne presenza dellrsquoatto la veritagrave dellrsquoAssoluto onnicomprendente la coerenza spingeva i suoi accorti discepoli a denunziare fino in fondo la

sopravvivenza della contaminazione teologico-metafisica per portarsi su posizioni di rottura

radicale [] quale laquoil principio della scienzaraquo di Ugo Spirito15

Spirito fa il punto di partenza da una considerazione storica cioegrave dalla constatazione

che gli uomini di fatto hanno trovato un modo drsquointendersi al di lagrave di ogni religione e di ogni

filosofia cioegrave che di fatto il mondo ormai da tempo va unificandosi da oriente a occidente da

nord a sud e che la forza unificante non egrave data da un mito o da unrsquoideologia bensigrave dalla scienza

e dalla tecnica che diventano effettivamente lrsquounica valida piattaforma di consistenza e di

unificazione degli uomini Questo percheacute le laquoreligioni e le filosofie dividono la scienza

unisceraquo16

14 C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag 9

15 Ibidem

16 Ivi pag 1011

10

Ma proprio in quel periodo (1964-1965) Spirito veniva scavalcato nella reductio ad

nihilum o destructio philosophiae nientemeno che allrsquointerno dellrsquoUniversitagrave Cattolica di

Milano da Emanuele Severino17

La piega attualistica continua Fabro se proprio non fu un vitium originis si rivelograve nella

UC almeno un trentennio prima dello s contro tra E Severino e la stessa Chiesa

nella tesi di laurea di G Bontadini18

[]dedicata appunto alla difesa della laquounitagrave dellrsquoesperienzaraquo

di qui fu facile il passo allrsquointerpretazione attualistica di Parmenide prima da parte del Bontadini e

poi senza remore del Severino il quale critica di certo anche lrsquoidealismo ma per quel tanto che ancora in esso rimane di affermazione dualistica

Fu un fatto secondo Padre Cornelio anche se puograve sorprendere che Bontadini

formatosi allrsquoUC la quale aveva pur fatto sua lrsquoesortazione della Aeterni Patris (1879) di Papa

Leone XIII rinnovata senza posa dai successori di un ritorno alla filosofia realistica della

tradizione greco-cristiana soprattutto secondo la rigorosa forma speculativa avuta da S

Tommaso mostri fin da principio una opzione decisa a favore dellrsquoimmanenza moderna e piugrave

precisamente per lrsquoattualismo di Gentile

17 lt Spirito e Severino stanno agli antipodi Spirito pensatore laico che rispetta la coscienza religiosa

indica nello sperimentare infinito della scienza il fondo del pensiero religioso ed il campo dellrsquounica veritagrave e

salvezza possibile Severino considera in blocco la scienza la filosofia il marxismo tutto il Cristianesimo storico

nella medesima area del nichilismo occidentale ossia la perdita radicale della veritagrave originaria chrsquoegrave lrsquoEssere uno e immutabile lagrave lrsquoesasperazione riflessiva della perdita del logo qui lrsquoesasperazione decisiva del ricupero del logo e

del non-logo gt Fabro sottolinea con tono di rimprovero ma direi soprattutto di rammarico come lt

Nellrsquoinfuriare della demitizzazione e nelle prospettive a getto continuo delle nuove ldquoteologie della morte di Diordquo

che percorrono in tutti i sensi la cristianitagrave post-conciliare doveva venire dallrsquoUniversitagrave Cattolica sorta per

difendere il pensiero ed i fondamenti della ortodossia cristiana lrsquoaffermazione radicale ndash ed a mio avviso non piugrave

superabile ndash del principio moderno della nientitagrave formale del cogito e alla demolizione ndash non piugrave ricuperabile ndash

della metafisica gt Ivi pag12

18 Gustavo Bontadini (Milano 27 marzo 1903-m1990) egrave stato un filosofo e accademico italiano

esponente di spicco del movimento neotomista (a parere di Severino laquoil maggiore pensatore cattolico dei nostri

tempiraquo Il mio scontro con la Chiesa pag6) Iscrittosi presso lrsquoUniversitagrave Cattolica quando essa aveva iniziato le

sue attivitagrave ma non era ancora riconosciuta dal Governo Italiano egli fu nel 1925 il terzo laureato assoluto dellrsquoAteneo presso il quale fu poi professore di filosofia teoretica dal 1951 al 1973 Fu maestro di Emanuele

Severino allrsquouniversitagrave di Pavia portandolo alla laurea nel 1951 con la tesi dal titolo Heidegger e la metafisica

Fabro ricorda come il miglior discepolo di Gentile quale Ugo Spirito affermava che lt Il Bontadini si puograve dire

oggi uno degli alunni piugrave genuini del Gentile e nel suo pensiero egrave piugrave presente lrsquoattualismo che non il

cattolicesimo gt inoltre Spirito attestograve ripetutamente a Fabro che Gentile considerava il Bontadini fra coloro che

meglio seguivano il suo pensiero C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E

Severino pag 139

11

Lrsquoorigine o forse la causa prossima che dir si voglia sembra da ricercare

nellrsquoinsegnamento del francescano P Emilio Chiocchetti19

studioso acuto ma alieno e

assolutamente impervio alle istanze della metafisica il quale pur criticando lrsquoidealismo aveva

prospettato la possibilitagrave di una simbiosi fra il realismo neoscolastico e il principio idealistico

Drsquo altra parte si puograve ammettere che lrsquoinsegnamento dellrsquoaltro pilastro del tomismo milanese

Mons F Olgiati20

il quale qualificava la filosofia moderna per laquofenomenismoraquo possa aver

stimolato al contrario la decantazione attualistica dellrsquoessere da parte di maestro e allievo

19 Emilio Chiocchetti nacque a Moena (Trento) il 20 settembre 1880 (m1951) nel 1903 ebbe

lrsquoordinazione sacerdotale Lrsquoincontro con la filosofia avvenne relativamente tardi quando fu mandato a Roma

presso il collegio internazionale di SAntonio La sua fatica piugrave importante fu la serie di articoli sulla filosofia di

Benedetto Croce del 1913-1914 la quale suscitograve notevoli e animate polemiche con lrsquoaccusa di idealismo

Chiocchetti riteneva non fosse possibile liquidare sommariamente tutte le conquiste della filosofia moderna

e che il necessario intervento per ristabilire la validitagrave del realismo tradizionale doveva avvenire per via di

dimostrazione e mai per principi astratti e decisi una volta per tutte La concretezza idealistica e quella realistica differiscono profondamente Nel volume sul Gentile La filosofia di Giovanni gentile si avverte subito

un tono diverso da quello usato per il Croce piugrave duro e intransigente e meno disposto a concessioni Lrsquoidealismo

attualistico viene opposto alla concezione cristiana in maniera netta Da Croce e da Gentile pensava Chiocchetti

dobbiamo imparare a vedere e cogliere la organicitagrave la metodicitagrave la modernitagrave e la concretezza storica del

sapere laquoIl Croce tratta e risolve problemi che anche la filosofia tradizionale considerava come immanenti il

Gentile invece risolve nel senso dellrsquoimmanenza problemi che la filosofia tradizionale risolve nel senso della

trascendenza Il Croce vede il mondo e si ferma ligrave il Gentile vede il mondo e lo afferma come Dioraquo Informazioni

raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura di Carlo Coen consultato in data 02072017

20 Francesco Olgiati nacque a Busto Arsizio in provincia di Varese il 1deg gennaio 1886 (m1962) nel

1908 nel Duomo di Milano fu ordinato sacerdote Nello stesso anno incontrograve Agostino Gemelli con lui e

Ludovico Necchi nel 1914 fondograve la rivista Vita e pensiero Dal 1922 fu membro del comitato permanente e del consiglio di amministrazione dellrsquoIstituto Giuseppe Toniolo (del quale divenne presidente dopo la morte di

Gemelli) ente finanziatore dellrsquoUniversitagrave Cattolica e dal 1924 ebbe un posto nel consiglio drsquoamministrazione

dellrsquouniversitagrave nella quale assunse subito lrsquoincarico dellrsquoinsegnamento di metafisica Filosofo neoscolastico

contro le dottrine di derivazione kantiana che pongono il primato della gnoseologia mons Olgiati sostiene il

primato della metafisica come scienza della realtagrave in quanto realtagrave Tiene una ferma presa di distanza

dallrsquoatteggiamento di ripulsa verso il pensiero moderno Informazioni raccolte in URL laquowwwtreccaniitraquo a cura

di Lucia Pozzi consultato in data 02072017

12

II - La ricerca giovanile di Emanuele Severino

Nel periodo precedente la pubblicazione di Ritornare a Parmenide il pensiero di

Severino si svolse nellrsquoorizzonte di quel peculiare rinnovamento della metafisica che andava

proponendo il suo maestro Gustavo Bontadini e caratterizzato dallrsquoanalisi critica di alcuni

importanti filoni del pensiero contemporaneo21

Il magistero di Bontadini egrave rivelato dallrsquoattenzione di Severino verso la modalitagrave con

cui il filosofo milanese si era accostato prima nei confronti dellrsquoattualismo di Giovanni Gentile

e poi verso il successivo sviluppo in senso problematicistico operato da Ugo Spirito

La riforma operata da Gentile22

dellrsquoidealismo in attualismo non comportava soltanto il

venir meno del carattere assoluto della realtagrave in quanto considerata come presupposta al

pensiero ma esigeva pure che al concreto atto del pensare quale realtagrave autenticamente

spirituale non dovesse essere presupposto neppure lrsquoorganico sistema hegeliano delle categorie

logiche Solo cosigrave poteva essere portato al suo piugrave genuino compimento lrsquoidealismo introdotto

da Hegel e si sarebbe potuto affermare in modo radicale che la realtagrave assoluta non egrave lrsquoAtto puro

del quale parlava Aristotele inteso come lrsquoAtto giagrave perfettamente realizzato ma invece il

processo dialettico del Pensiero

21 Severino ricorda come lui e Bontadini a partire dal loro incontro allrsquouniversitagrave di Pavia dove il maestro era stato chiamato come professore straordinario di Filosofia teoretica si siano lt voluti sempre piugrave bene e

nonostante la distanza che andograve crescendo tra noi sul piano filosofico Bontadini pensava che lrsquoattualismo

gentiliano nel suo significato piugrave profondo avrebbe consentito di riproporre il discorso metafisico che negli ultimi

due secoli era stato sempre piugrave emarginato e soprattutto la metafisica classica Per Bontadini non si trattava di

rilevare la concordanza tra filosofia e cristianesimo guardando alla filosofia patristica e scolastica ma

valorizzando innanzitutto la riflessione greca sul senso dellrsquoessere Lrsquoattualismo sgombrava il terreno dal

ldquopresupposto naturalisticordquo che per secoli aveva concepito lrsquoessere come dimensione esistente indipendentemente

e al di lagrave del conoscere e che quindi non poteva che condurre (per usare lrsquoespressione kantiana) allrsquoimpossibilitagrave di

una metafisica come scienza - essendo rimasto alla metafisica il compito ineseguibile di andare al di lagrave del

conoscere per conoscere lrsquoessere Lrsquoidealismo e soprattutto quello gentiliano si era liberato di quel ldquopresuppostordquo

[] Non lo si percepigrave o non si comprese lrsquoimportanza della proposta di Bontadini percheacute era il tempo in cui in Italia incominciavano ad essere conosciute le filosofie straniere del Novecento ndash fenomenologia esistenzialismo

pragmatismo neopositivismo ndash e Gentile era stato fin troppo presente sulla scena culturale gt E Severino Il mio

ricordo degli eterni Rizzoli Milano 2011 pag 31-32

22 A proposito di Gentile Severino sostiene come si credesse spesso lt di poterlo liquidare dicendo che era

stato fascista che anzi durante il fascismo aveva avuto una posizione di primo piano Per capire opere come Teoria

generale dello Spirito come atto puro e ancor piugrave Sistema di logica come teoria del conoscere bisogna essere

addentro nelle cose filosofiche Per esempio conoscere Platone e Aristotele non meno di Kant e Hegel gt Ibidem

13

Ugo Spirito da parte sua aveva denunziato lrsquoesito contraddittorio inerente

allrsquoassolutezza che la dialettica veniva ad assumere nellrsquoattualismo di Gentile Ripristinando un

assoluto sia pure sui generis a suo parere la dottrina del maestro si rivelava anchrsquoessa una

forma di metafisica che era chiaramente in contraddizione con lrsquoassunto dialettico

fondamentale della dottrina Onde evitare il suddetto esito Spirito si orientograve pur con alcune

oscillazioni verso una forma di problematicismo situazionale riguardo allrsquoaffermazione o

meno di una realtagrave che trascendesse la dimensione che veniva a configurarsi nel processo

dialettico cosigrave come era affermato dallrsquoattualismo gentiliano

Il rapporto di Severino con la filosofia di Gentile fu articolato e si mosse seguendo un

duplice registro cogliere la presenza di un valore in seacute nella speculazione gentiliana e mostrare

la coerenza degli sviluppi attualistici allrsquointerno dellrsquoorizzonte nichilistico del pensiero

occidentale Due linee interpretative distinte ma convergenti

Per quanta riguarda il primo punto occorre distinguere due fasi che si succedono nel

tempo Nella prima fase della sua speculazione Severino guardograve allrsquoattualismo che si

proponeva quale essenzializzazione dellrsquoidealismo hegeliano come alla filosofia che

maggiormente si era impegnata nel toglimento del presupposto naturalistico tipico del

pensiero moderno inaugurato da Cartesio

Nella seconda fase a motivo della radicalitagrave con la quale Gentile assicurograve la serietagrave del

divenire dellrsquoessere lrsquoattualismo apparve agli occhi di Severino come lrsquoesatto capovolgimento

sul piano teoretico di quella filosofia della immutabilitagrave dellrsquoessere che egli era andato sempre

meglio valorizzando come espressione piugrave autentica della veritagrave

14

Dalla sua critica poi senza esitazione della determinazione attualistica dellrsquointero

Severino perverragrave alla conclusione che il superamento dellrsquoattualismo quale teoria del divenire

non egrave realizzabile lungo la via della mediazione metafisica ma soltanto negando la presunta

evidenza originaria del divenire dellrsquoessere vale a dire solo se lrsquoessere non vien posto come

diveniente

Per quanto riguarda Spirito Severino sostenne che esso non arrivograve a scorgere che

lrsquoimmutabile al quale egli tendeva fosse incompatibile con il divenire e che la sua critica

apparentemente radicale dellrsquoattualismo compigrave un passo indietro rispetto ad esso cosigrave come un

passo indietro fu compiuto da tutti coloro che sulla base dellrsquoattualismo ritennero di poter

giungere sia pure in modi diversi al Dio della teologia cristiana

Bontadini che pure comprendeva molto bene il significato preciso che le dottrine

dellrsquoattualismo e del problematicismo possedevano rispettivamente in Gentile e Spirito si era

risolutamente orientato a valorizzarle nella prospettiva di una efficace ripresa e di una valida

rigorizzazione della metafisica di trascendenza nella quale veniva data una risposta positiva al

problematicismo

Il giovane Severino seguigrave inizialmente il maestro fino ad affiancarglisi nella strategia

teoretica di fondo nondimeno si manifestograve subito un carattere piugrave personale nelle indagini

dellrsquoallievo rivelato dallrsquoinserimento in tale progetto ermeneutico teso a rivalutare la

metafisica classica nel contesto del pensiero contemporaneo anche della filosofia di Martin

Heidegger (Il risultato di tali ricerche severiniane egrave contenuto nei volumi Note sul

problematicismo italiano23

e Heiddeger e la metafisica24

)

23 E Severino Note sul problematicismo italiano Vannini Brescia1950

24 Id Heidegger e la metafisica prefazione di G Bontadini Vannini Brescia 1950 Lrsquoopera egrave stata

ripubblicata (Adelphi Milano 1994) senza la prefazione e con lrsquoaggiunta di altri testi severiniani posti in

Appendice

15

III - Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa

La discussione sullrsquoessere e lrsquoapparire tra Gustavo Bontadini ed Emanuele Severino egrave

durata piugrave di trentrsquoanni In essa e per essa i loro due linguaggi filosofici si sono andati

chiarendo sia pure in direzioni opposte25

Nella disputa i due grandi ambiti della discussione sono costituiti dalla determinazione

di ciograve che sia autenticamente il ldquodivenirerdquo che appare nellrsquoesperienza e dal valore che deve

essere riconosciuto al principio parmenideo che afferma lrsquoopposizione assoluta dellrsquoessere al

non essere

Il contrasto incominciograve con la pubblicazione di Ritornare a Parmenide nel quale viene

mostrata la necessitagrave che ogni essere sia eterno Ma questa necessitagrave si era giagrave mostrata nella

Struttura originaria e anzi ancor prima nel saggio del 1956 Aristotele e la metafisica classica

Sennoncheacute Ritornare a Parmenide tutto teso a mostrare lrsquoeternitagrave dellrsquoessente in quanto

essente non richiama e non sviluppa in alcun modo il tema del divenire dellrsquoesperienza come

lrsquoapparire e lo scomparire degli eterni Con lrsquoavvio della discussione con Bontadini quel tema ndash

e la connessa tesi che lrsquoesperienza non attesta che gli essenti escano dal nulla e vi ritornino ndash

saragrave al centro del Poscritto di Ritornare a Parmenide

Gli ldquoinconvenientirdquo che Bontadini riscontra nella posizione di Severino sono il

contrasto col consensus gentium (quello che una volta era portato tra le ldquoprove di Diordquo) la

Destruktion della storia della filosofia la frantumazione dellrsquoente e in particolare dellrsquouomo

Condividendo con Severino lrsquoassenso a Parmenide e ammettendo il divenire nel senso

nichilistico Bontadini dice di trovarsi preso da unrsquoantinomia lrsquoantinomia tra il responso del

logo e quello dellrsquoesperienza dal quale sente lrsquoobbligo di liberarsene

Egli ritiene di soddisfare a questrsquoobbligo con il teorema di Creazione lrsquoimmobile crea il

diveniente

25 Il breve saggio che contiene tale disputa egrave G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire ndash Una

disputa Morcelliana Brescia 2017

16

Alla contestazione di Severino che se lrsquoessere egrave immobile non si puograve piugrave tornare

indietro e pretendere che il divenire non sia piugrave assurdo quando egrave visto come creato e che se

Dio creasse il divenire creerebbe lrsquoassurdo Bontadini ritiene di dover laquoscagionare Dio da tanta

iatturaraquo26

La contraddittorietagrave che si deve togliere egrave data dalla presenza del negativo del non

Se egrave lasciato a seacute stesso il divenire presenta la sopraffazione del negativo sul positivo il

responso della fenomenologia

Lrsquointervento della metafisica cambia il verdetto dalla vittoria del nulla sullrsquoessere a

quella dellrsquoessere sul nulla Lrsquoannullatore non egrave piugrave il nulla ma lrsquoAtto creatore che egrave identico a

Dio perciograve eterno come Dio e pure positivum Il non ndash questo vuoto che affligge lrsquoessere ndash egrave

colmato compensato bilanciato dal positivo dellrsquoatto creatore il quale non egrave originariamente

diverso dalla realtagrave diveniente anzi potremmo dire sia laquoidentico a Dio nel modo di non

esserloraquo27

La contraddizione non crsquoegrave nel creato percheacute nel creato lagrave dove lrsquoesperienza ci

mostra la ferita della negativitagrave la ragione ci insegna che vige la potenza la positivitagrave del

Creatore (dellrsquoAtto creante che egrave atto puro)28

26 Ivi cit pag 23 27 Ivi cit pag 25

28 Lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete egrave dato dalla necessitagrave (corsivo mio) di sanare la

contraddizione inoculata dal non dal negativo Nella prospettiva della metafisica creazionistica lrsquoandare nel nulla

dellrsquoessere che risulta sul piano fenomenologico egrave risolto nel fare andare nel nulla che egrave in quanto fare un

positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico lt Sia che si tratti del porre o sia che si tratti del

togliere la concezione creazionistica risolve il negativo nel positivo e sopprime per ciograve stesso la contraddizione gt

Ivi cit pag 59

17

Severino da parte sua oltre a ricordare che padre Agostino Gemelli29

nella premessa

alla Metafisica classica e Aristotele aveva perfettamente colto che lrsquoeleatismo del suo scritto

non aveva nulla a che vedere col Principio di Parmenide di Bontadini sottolinea che lrsquoassurdo

nel divenire non egrave che lrsquoente non sia ma che sia il niente a render niente lrsquoente cioegrave che il

niente sia un positivo avente la forza di annullare lrsquoente

Lrsquoallievo quindi si sorprende che il maestro non avverta che nel suo discorso crsquoegrave

almeno lrsquoapparenza della strada che porta dal divenire allrsquoAnnullatore della strada invece che

porta dal divenire al Creatore non crsquoegrave nemmeno lrsquoapparenza

Allrsquoaffermazione di Bontadini che sia innegabile che almeno la presenza cioegrave

lrsquoapparire degli enti diviene nel senso dellrsquouscire e ritornare nel niente ( ciograve che lrsquoapparire egrave

chiamato a testimoniare egrave solo lrsquouscita del laquociograve cheraquo il venir meno del suo esser dentro

lrsquoesperienza) Severino pone allora il quesito questa laquoinnegabilitagraveraquo egrave dovuta a una

dimostrazione (che si fonderebbe sulla struttura originaria del sapere si fonderebbe sul logo) o

a una constatazione (cioegrave qualcosa di constatato che appare appunto nellrsquoesperienza)

29 Padre Agostino Gemelli al secolo Edoardo Gemelli nacque a Milano il 18 gennaio 1878 (m 1959)

religioso medico rettore e psicologo appartenente allrsquoordine francescano dei Frati Minori Proveniente da una

famiglia non praticante e anticlericale cresce in un ambiente agnostico comune alla borghesia dellrsquoepoca Durante

lrsquoanno di volontariato come soldato di sanitagrave frequenta Ludovico Nicchi e per suo tramite un giovane sacerdote

Giandomenico Pini Riprende pratica religiosa nellrsquoaprile 1903 e poco dopo matura la sua vocazione e la relativa

decisione di farsi frate francescano Edoardo diviene frarsquo Agostino Nel 1906 tiene una relazione al convegno

della Fuci dal titolo ldquoI progressi delle scienze biologiche innanzi al pensiero cattolicordquo dove pone con evidenza la

questione dei rapporti fra religione e scienza Si fa strada nella mente del giovane frate lrsquoidea che sia necessario

provvedere alla formazione di un pensiero cattolico moderno coerente con i tempi Nel 1909 fonda la ldquoRivista di filosofia neoscolasticardquo Le sue opere sono il frutto della convinzione profonda che il metodo empirico della

scienza e una fede solida possono arricchirsi a vicenda nella prospettiva di uno sviluppo autenticamente umano e

coerente con la grande tradizione della Chiesa Nel 1921 padre Gemelli ottiene lrsquoapprovazione di Benedetto XV

alla realizzazione dellrsquoUniversitagrave Cattolica del Sacro Cuore che inaugureragrave il 7 dicembre dello stesso anno nella

festivitagrave di SantrsquoAmbrogio con due facoltagrave Filosofia e Scienze sociali Padre Gemelli assume la carica di Rettore

che manterragrave fino alla morte Informazioni raccolte in URL laquowwwsantiebeatiitraquo (fonte riportata

laquowwwunicattitraquo) consultato in data 02072017

18

Il maestro risponde che lrsquoaffermazione del divenire ndash e dellrsquoannientamento ndash siano

opera non del solo logo neacute della sola esperienza ma di entrambi questi fattori della struttura

originaria egrave opera del logo che legge lrsquoesperienza e non puograve che leggerla nel modo suddetto

Lrsquoallievo rincalza facendo notare come sostenendo che lrsquoesistenza dellrsquoannientamento

dellrsquoapparire egrave affermata ad opera insieme dellrsquoesperienza e del logo considerati questi come

organi della Struttura originaria Bontadini tenti di far rientrare in tale struttura la

dimostrazione e il ragionamento errato di presupporre arbitrariamente che il venir meno sia

lrsquoandare nel nulla Inoltre se il logo originario egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come

puograve dire il maestro che il logo cooperi con lrsquoesperienza nellrsquoaffermare che qualcosa si

annienta Se il logo egrave lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del Tutto come puograve il logo leggere

nellrsquoesperienza lrsquoannientamento di qualcosa

Il maestro sentendosi ldquotirare per i capellirdquo afferma perentorio che

se qualcosa - un eterno ndash esce dallrsquoesperienza allora egrave venuto meno (= andato nel nulla) il suo

esser dentro (se infatti lrsquoesser dentro non fosse caduto allora lrsquoeterno non sarebbe andato fuori) Egrave naturalmente solo lrsquoessere di questo dentro che qui si afferma lrsquoesser venuto meno e non lrsquoessere

dellrsquoeterno che egrave andato fuori30

Agli occhi del discepolo il presupposto rimane il termine laquonon apparireraquo o

laquoscomparireraquo significa egrave inteso anche dal maestro come lo squagliarsi il dissolversi lo

spegnersi lrsquoannientamento dellrsquoapparire Invece lrsquoapparire empirico parziale egrave anche quando

esce dallrsquoapparire trascendentale (o anche egrave anche quando la sua appartenenza eterna al

contenuto dellrsquoapparire trascendentale non appare) Non si annienta neacute lrsquoente che esce

dallrsquoapparire trascendentale neacute il suo esser dentro tale apparire (ossia non si annienta nemmeno

il suo apparire che egrave apparire empirico parziale)

30 Lrsquoessere e lrsquoapparire - Una disputa pag 51 Bontadini in nota a ciograve continua sostenendo che se si

volesse sussumere che lrsquoeterno che egrave andato fuori (dallrsquoapparire) egrave eternamente dentro resta sempre che questo

esser dentro non appare (scompare) e cioegrave che si presenta sia pure ridotto al minimo un non un negativo

insopprimibile senza il quale non si avrebbe la struttura propria dello s-comparire

19

Ciograve che scompare egrave il finito non il trascendentale e il finito egrave sia lrsquoente che scompare

sia il suo apparire sia la relazione del finito col trascendentale (ossia della parte col tutto che

appare)

Una volta che Bontadini31

arriva a riconosce che lrsquoesperienza dello scomparire non egrave

lrsquoesperienza dellrsquoannientamento dellrsquoente che scompare gli rimane ancora da fare un passo

innanzi e riconoscere che anche lrsquoapparire dellrsquoente che scompare egrave un ente che scompare e che

quindi lrsquoesperienza del suo scomparire non egrave esperienza del suo annientamento

31 Il problema del divenire egrave posto e chiamato in causa per mettere a fuoco il senso e la portata

speculativa del principio di non contraddizione Il momentum metaphysicum del divenire egrave nella sua negativitagrave

ossia nel non avere nessuna positivitagrave poicheacute egrave proprio dellrsquoesperienza del divenire il suo continuo laquopassareraquo ad

altro che Bontadini indica con lrsquoespressione formale di laquovenir meno del datoraquo da cui scaturisce la

contraddittorietagrave del divenir che viene chiamata la laquogrande contraddizioneraquo (percheacute ogni altra contraddizione ne

sarebbe una specificazione) La spiegazione della contraddizione pura cioegrave che i molteplici casi di proposizioni in

cui il predicato egrave il termine contraddittorio del soggetto riguardano lrsquoessenza mentre la contraddizione pura

quella del divenire riguarda lrsquoesistenza (contraddizione che il maestro pensa di superare ad opera del Principio di Creazione) LrsquoAutore chiama questo procedere o meglio lo fa corrispondere allrsquoargomento ontologico percheacute

fondato super rationem entis et non entis In realtagrave secondo lrsquoumile avviso di Fabro si tratta di un salto dalla sfera

dellrsquoessenza a quella dellrsquoesistenza nella sfera dellrsquoessenza il divenire egrave contraddittorio e tale rimane nella sfera

dellrsquoesistenza lo sarebbe ma cessa di esserlo grazie alla mediazione del principio di creazione La creazione egrave un

laquoatto dellrsquoImmobile che suscita dal nulla la realtagrave divenienteraquo Il divenire come tale resta sempre nulla nulla di

essere Da questo nulla il divenire egrave liberato dallrsquoAtto creatore cosigrave che la realtagrave del creato egrave tutta insidente

secondo il rapporto stesso di creazione nellrsquoatto creatore tutta compresa in esso Bontadini si sforza di sfuggire

dalla risoluzione panenteistica si sforza di sfuggirle con il semantema del principio di creazione ove perograve non si

tratta di creazione come produzione dellrsquoente dal nulla ma come apparizione dellrsquoessere al nulla del divenire che

continua ad essere nulla in seacute percheacute egrave questa negativitagrave che fa fare il balzo verso lrsquoImmobile La contraddizione

fra il primo principio e la realtagrave constatata del movimento non si pone Di piugrave siffatta convinzione della realtagrave del movimento egrave garantita non a partire dallrsquoesperienza come fatto (dato) incontrovertibile che sta alla base

della riflessione ma dal ricorso alla mediazione dellrsquoesistenza di Dio Fabro precisa come mentre la posizione di

Severino rimanga chiara e divenga sempre piugrave chiara quella del maestro al contrario rimanga ambigua e diventi

sempre piugrave ambigua C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente pag 132-134138 139

20

PARTE PRIMA

LrsquoETERNO

LE PROVE DELLrsquoESISTENZA DI DIO COME PSEUDOPROBLEMA

laquoSi tratta certamente di uno pseudo problema non percheacute lrsquoaffermazione dellrsquoEssere

necessario sia impossibile tale affermazione egrave la stessa veritagrave originaria dellrsquoEssereraquo32

32 E Severino Il mio scontro con la Chiesa pag 40

21

CAPITOLO 1

LrsquoEssere Immutabile

22

I - Dare prova di Dio

Il coro del secondo canto intorno allrsquoara nelle Eumenidi di Eschilo dice che dalla

salute della mente proviene la felicitagrave che egrave cara a tutti e molto ricercata Dalla conoscenza

della veritagrave proviene la felicitagrave del mortale e della polis

Il rapporto tra veritagrave e felicitagrave egrave il tratto essenziale del pensiero greco Dalla filosofia

greca il cristianesimo attinge il significato stesso della parola veritagrave e il Dio della tradizione

cristiana egrave impensabile senza il concetto greco dellrsquoeterno (anche la certezza lrsquoindubitabilitagrave

sono categorie che il cristianesimo ha eredito dal pensiero greco)

Il paradiso cristiano egrave innanzitutto la vita felice nella veritagrave La veritagrave con cui lrsquouomo egrave

giagrave in rapporto nella vita presente si dispiega in modo compiuto nella vita futura Questo modo

di pensare si manifesta nel Proslogion di Anselmo di Aosta nel cosiddetto laquoargomento

ontologicoraquo

Anselmo lrsquoaveva intensamente ricercato un unico argomento che per mostrarsi

probante non avesse bisogno di nientrsquoaltro che di seacute stesso e che da solo fosse capace di

sostenere che Dio esiste veramente Un pensiero capace di mostrare da solo che lrsquoaffermazione

dellrsquoesistenza di Dio egrave veritagrave Da solo cioegrave senza farsi aiutare nemmeno dalla fede cristiana

Da vero filosofo Anselmo dice addirittura che anche se egli non volesse piugrave credere

nellrsquoesistenza di Dio trasgredendo cosigrave quanto gli impone la fede cristiana questo argomento

gli mostrerebbe egualmente lrsquoimpossibilitagrave di negare tale esistenza (si te esse nolim credere

non possim non intelligere ldquoanche se io non volessi credere che tu esisti non potrei non

intenderlordquo non potrei quindi evitare di saperlo con la mia sola ragione)

Lrsquoargomento non ha lo scopo di far nascere la fede Anselmo crede ha fede Ma la fede

non gli basta anche se egrave la fede stessa ad esigere un sapere superiore capace di laquoleggere

dentroraquo (intus) o laquotraraquo (inter) le pieghe delle cose un sapere che sia intel-ligere laquointendereraquo ndash

a differenza della fede che non laquolegge dentroraquo le cose ultime

23

ma le mostra laquoattraverso uno specchio e in enigmaraquo come dice lrsquoapostolo Lrsquoargomento ha bisogno solo di seacute non della fede ma la fede egrave il terreno in cui ci si deve inizialmente trovare proprio per

potersene staccare e sollevarsi al di sopra di esso laquoNon cerco infatti di intendere allo scopo di

credere ma credo allo scopo di intendereraquo (credo ut intelligam)33

Dio egrave presente a chi crede ma Anselmo che crede gli dice laquoIo cerco il tuo voltoraquo che

rimane ancora per lui laquoluce inaccessibileraquo Con lrsquoaudacia fervida del filosofo prega il Dio in

cui crede di fargli vedere la sua luce laquoanche da lontano o dal profondoraquo E lrsquoargomento unico e

potentissimo vera turris eburnea e janua coeli gli si fa incontro con laquocerta veritagrave e con vera

certezzaraquo34

Lrsquoarcivescovo di Canterbury si esprime cosigrave

Volgendo spesso e con impegno il mio pensiero a questo problema a volte mi sembrava di poter

ormai afferrare ciograve che cercavo altre volte invece sfuggiva completamente al mio pensiero fincheacute finalmente disperando di poterlo trovare volli smettere di ricercare qualcosa che era impossibile

trovare Ma quando volli scacciare da me quel pensiero percheacute occupando la mia mente non mi

distogliesse da altri problemi dai quali potevo ricavare qualche profitto allora cominciograve a

presentarsi con sempre maggior importunitagrave [] ma povero me uno dei poveri figli di Eva lontani da Dio che cosa ho cominciato a fare e a che cosa sono riuscito A che cosa tendevo e a che cosa

sono giunto A che cosa aspiravo e di che sospiro [] o Signore tu non solo sei ciograve di cui non si

puograve pensare nulla di piugrave grande (non solum es quo maius cogitari nequit) ma sei piugrave grande di tutto ciograve che si possa pensare (quidam maius quam cogitari possit) [] Se tu non fossi tale si

potrebbe pensare qualcosa piugrave grande di te ma questo egrave impossibilerdquo35

Solo nella vita futura del paradiso la fame saragrave saziata Ma il gaudio in cui entreranno i

beati non saragrave piugrave la semplice fede ma la laquopiena conoscenzaraquo (notitia plena) di Dio che si

manifesteragrave ai loro occhi in tutta la sua ricchezza ora inaccessibile ma con quella stessa veritagrave

con la quale qui sulla terra laquolrsquounico argomentoraquo ha mostrato lrsquoesistenza di Dio

33 E Severino Pensieri sul cristianesimo pag 256-258

34 Ibidem

35 Proemio e nn 1 15 PL 158 223 224 226 235

24

E i beati avranno la ldquovera sicurezzardquo ndash (vera sicuritas) ndash che la loro felicitagrave non verragrave

mai meno (numquam et nullatenus) Godranno tanto quanto ameranno e ameranno tanto

quanto conosceranno

Ma sentendo lrsquoargomento donandogli attenzione bisogna diffidare dalla delusione che

le cose grandi producono nellrsquoascolto affrettato e distratto Dice che Dio egrave laquociograve di cui non si

puograve pensare nulla di maggioreraquo ma se Dio esistesse solo nella nostra mente e non in realtagrave lo

si potrebbe pensare anche reale ma in questo modo avremmo pensato qualcosa di maggiore di

ciograve di cui non si puograve pensare nulla di maggiore Dunque Dio non esiste solo nella nostra mente

Se con la parola ldquoDiordquo si intende il Tutto ciograve che lascia fuori di seacute soltanto il niente

ossia non lascia fuori di seacute niente lrsquoargomento egrave inconfutabile ma in realtagrave non afferma altro

che lrsquoesistenza del Tutto ossia di ciograve che include tutte le cose e che non puograve essere quella parte

del Tutto che egrave il Tutto in quanto esistente soltanto ldquonella menterdquo Anselmo crede invece di

aver dimostrato lrsquoesistenza di ldquoDiordquo ossia di ciograve che differisce da tutte le cose finite divenienti

del mondo

Aristotele aveva presentato lrsquoaffermazione dellrsquoatto puro come risultato di un arduo

processo dimostrativo basato sul principio dellrsquoomne quod movetur ab alio movetur la cui

fondazione egrave esplicita nei libri settimo e ottavo della Fisica Tale fondazione egrave analizzata con

estrema aderenza al testo aristotelico da S Tommaso nel capitolo XIII della Summa contra

gentes Propriamente la fondazione egrave triplice ossia nel testo aristotelico sono rintracciabili piugrave

modi di fondazione di quel principio Nel primo fra i vari modi si sviluppa una prova per

assurdo mostrando la contraddizione che si produce negando il principio in questione

Senoncheacute la prova36

presuppone senzrsquoaltro che se lrsquoente in movimento non egrave mosso da

altro egrave mosso da seacute medesimo mentre egrave appunto questo che si tratta di provare La seconda

prova37

per inductionem egrave la piugrave debole ed egrave superfluo ogni commento

36 Aristotele Fisica Rusconi Libri Milano 1995 Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L

Ruggiu241b

37 Ivi 254b

25

La terza prova38

egrave la piugrave impegnativa e diventeragrave il fulcro della ldquoprima via tomisticardquo

Ma egrave chiaro che anche qui si presuppone ciograve che si deve dimostrare che ciograve che egrave in

movimento egrave mosso

38 Scrive Tommaso nella Summa theologiae laquoLa prima via egrave la piugrave evidente egrave quella che parte dal mutamento []Ora tutto ciograve che muta egrave mosso da altri poicheacute una cosa non muta se non egrave in potenza ciograve a cui

termina mutamento muove invece in quanto egrave in atto Muovere infatti vuol dire dedurre dalla potenza allrsquoattoraquo Il

moto egrave analizzato in quanto passaggio dalla potenza allrsquoatto passaggio che non puograve essere effettuato da ciograve che si

muove percheacute se si muove vuol dire che egrave mosso ed egrave mosso da un altro da chi cioegrave egrave in atto e quindi egrave capace di

operare il passaggio dalla potenza allrsquoatto laquoTutto ciograve che egrave mutevole e defettibile deve essere ricondotto a un

principio immutabile e necessarioraquo

G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985 pag 385

26

II - La realtagrave di Dio e lrsquoIdeale della ragione

Nellrsquoetagrave moderna la causa egrave posta nel sistema ipotetico delle anticipazioni

matematiche la realtagrave viene a coincidere con la certezza soggettiva (nellrsquoetagrave moderna a

dispetto di quella antica che vede lrsquoaffermazione immediata di certezza e veritagrave39

si assiste

allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione di veritagrave e certezza la prima come determinazione oggettiva

la seconda soggettiva) che determina le modalitagrave dellrsquoapparire in base alle ipotesi anticipate

La filosofia moderna egrave preceduta da una vigorosa ripresa dello scetticismo tradizionale

ma soprattutto dallrsquoaffacciarsi di una nuova forma di pensiero che normalmente ci si rifiuta di

qualificare come scetticismo e che tuttavia sviluppa una delle critiche piugrave radicali rivolte

allrsquoepisteacuteme greca la scienza moderna

Come la fede cristiana si propone in alternativa alla ragione greca di essere la luce

autentica che illumina il senso della vita dellrsquouomo cosigrave la scienza moderno propone un nuovo

concetto di ragione Essa non piugrave lrsquoaristotelica theorigravea40

39 Dicendo che la filosofia antica egrave affermazione di tale immediata identitagrave di certezza e veritagrave non si

intende sostenere che ogni forma della filosofia antica sia affermazione di tale identitagrave ma che lrsquoatteggiamento

predominante del pensiero antico e medioevale egrave caratterizzato da questa affermazione Le eccezioni notevoli

sono la sofistica lo scetticismo e tutte le forme di cristianesimo che hanno riconosciuto unicamente alla fede

negandola alla ragione la capacitagrave di cogliere il senso ultimo dellrsquoesistenza dellrsquouomo

40 lt Stupirsi egrave possibile solo di fronte allrsquoincomprensione del sorprendente Per superare questa

incomprensione lrsquouomo incomincia a riflettere La riflessione su quanto stupisce egrave puro theoregravein egrave desiderio di

vedere (theagraveomai) di comprendere percheacute qualcosa in generale sia e sia cosigrave come si manifesta Questo vedere

che indaga sollecitato dallo stupore egrave il vedere tipico della filosofia in quanto epistegraveme theoretikegrave il suo theoregravein egrave senza scopo prescinde da qualsiasi intenzione egrave puro amore dellrsquointendimento [] La scienza non vive lo

stupore teoretico il suo pensiero egrave disincantato il suo intento egrave di ricondurre ogni cosa alla sua causa in modo che

ogni evento non stupisca ma si lasci in qualche modo prevedere come qualsiasi effetto in presenza della causa []

il concetto greco di theorigravea ha continuato a vivere nel concetto cristiano di contemplatio ma limitatamente alla

conoscenza di Dio Il mondo non egrave da contemplare ma da utilizzare che si attenesse esclusivamente al mondo

(contentus mundi) perderebbe di vista Dio (non cognoscit Deum) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il

tramonto dellrsquoOccidenterdquo EST il Saggiatore Milano 1996 pag4142

27

ma un sapere operativo e pratico41

Per i fondatori della scienza la scienza della natura era la via verso Dio Copernico

Keplero Galileo Newton erano convinti che Dio avesse concepito il mondo matematicamente

e che quindi leggendo il libro della natura in analogia con la Bibbia si potesse conoscere

Dio42

Bacone43

criticando fortemente le teorie platonico-aristoteliche in quanto sterili

speculazioni fini a seacute stesse dovute allo sforzo presuntuoso dei due filosofi di trarre la

conoscenza della natura delle cose dalla propria mente (deduzione) invece di cercarla nel libro

della natura (induzione) aveva auspicato a rileggere con umiltagrave e con una certa riverenza il

libro del creato

41 Dire che la scienza si attiene solo ai dati di fatto significa semplicemente che la scienza considera reale

solo ciograve che si dagrave nelle modalitagrave attese da quel fare operativo che egrave proprio delle ipotesi Come laquoteoria del realeraquo

la scienza non contempla il reale ma controlla se il reale osserva le ipotesi anticipate se il reale corrisponde al

trattamento a cui egrave stato sottoposto dalle ipotesi Lrsquoesperimento si differenzia dalla semplice osservazione percheacute

non si limita a considerare il comportamento delle cose ma verifica la loro rispondenza alle ipotesi che

matematicamente sono state su di esse anticipate Lrsquoesperimento egrave il rendiconto della ragione ciograve in cui si verifica

la validitagrave delle sue anticipazioni razionali e lrsquoempirismo che lo esprime si presenta come quella ricerca che

assume la ragione come misura del proprio incedere Nellrsquoesecuzione dellrsquoesperimento la ragione indica la

direzione e pone le condizioni sotto le quali qualcosa deve essere esperito per cui ciograve che si osserva non egrave la cosa

nel suo libero offrirsi ma la cosa nel suo corrispondere allrsquoipotesi che la ragione ha anticipatamente formulato di

essa lt La scienza prescinde cioegrave sia dalla metafisica sia da ogni rivelazione soprannaturale Anche la fisica aristotelica egrave considerazione della natura ma ciograve che tale fisica afferma della natura non egrave ottenuto prescindendo

metodicamente dalla relazione della natura con la totalitagrave dellrsquoente Questo non significa che la scienza moderna

neghi lrsquoesistenza di ogni realtagrave non naturale si limita a prescinderne gt E Severino La filosofia moderna Rizzoli

Milano 1984 pag27

42 lt Ma nella coscienza popolare quando Copernico e i suoi successori persuasero il mondo che siamo

noi che ruotiamo mentre le stelle non si curano della nostra terra quando apparve inoltre che la nostra terra egrave

piccola a paragone di molti dei pianeti e che questi sono piccoli rispetto al sole quando il calcolo e il telescopio

rivelarono la vastitagrave del sistema solare della nostra galassia e finalmente dellrsquouniverso delle innumerevoli

galassie divenne sempre piugrave difficile credere che un rifugio cosigrave remoto ndash come sembrava la terra ndash potesse avere

lrsquoimportanza che ci si sarebbe potuti attendere dalla dimora dellrsquouomo se lrsquouomo avesse avuto il significato

assegnatogli nella teologia tradizionale gt B Russel Religion and Science Prefazione G Giorello Traduzione di P Vittorelli Scienza e religione TEA Milano 2014 pag19

43 Lrsquoidea di progresso egrave riconducibile alla lt critica baconiana alla filosofia antica in quanto

contemplazione sterile e infeconda incapace di elevarsi allrsquooperativismo attuoso che migliorando le condizioni di

vita consente un effettivoprogresso dellrsquoumanitagrave alla stessa idea si riconduce il primato dellrsquoinduzione che in

Bacone non egrave il primato di un metodo ma di una mentalitagrave la mentalitagrave che alla sistemazione delle veritagrave giagrave

trovate (deduzione) preferisce la scoperta di nuove veritagrave (induzione) gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il

tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 66

28

Per Cartesio44

il cogito ha nellrsquoesistenza di Dio il suo fondamento In ognuno di noi crsquoegrave

unrsquoidea di sostanza infinita eterna immutabile indipendente onnisciente onnipotente e

creatrice di tutte le altre cose Dio La realtagrave oggettiva di questa idea egrave un effetto che implica

dunque lrsquoesistenza di una realtagrave che contenga realmente la quantitagrave che egrave contenuta

oggettivamente in tale idea Lrsquo idea di Dio implica necessariamente che oltre alla realtagrave in cui

io consisto esiste realmente la sostanza infinita Non solo ma la possibilitagrave che la realtagrave in seacute

mi sia assolutamente ostile e mi inganni anche in ciograve che mi appare piugrave evidente la possibilitagrave

dunque di un Dio onnipotente ingannatore sussiste sole nella misura in cui ignoro che la realtagrave

perfetta di Dio esiste45

Se tale Realtagrave esiste essa non puograve ingannarmi ndash percheacute lrsquoinganno egrave

sintomo di impotenza e imperfezione ndash ma mi svela la natura dellrsquouniverso extramentale

Lrsquoargomento con il quale Cartesio dimostra lrsquoesistenza di Dio sia pure articolato nel

contesto specifico del suo pensiero egrave sostanzialmente riconducibile allrsquoargomento ontologico

di Anselmo drsquoAosta

44 La radicalitagrave della critica cartesiana avvolge tanto la filosofia tradizionale quanto la scienza moderna

appena nata e persino le scienze matematiche lt Non si comprende quindi il senso della nascita della filosofia

moderna ci si ferma cioegrave alla facciata della casa quando si continua a ripetere che nellrsquoetagrave moderna la filosofia

presa da ammirazione o da invidia per i successi della nuova scienza ne abbia voluto adottare il metodo Cartesio

intende cosigrave poco lasciare che la nuova scienza condizioni il pensiero filosofico che anzi mette in questione

perfino la veritagrave della conoscenza matematica cioegrave dello strumento che per Galilei ha la capacitagrave di cogliere la

struttura della realtagrave naturale esterna e indipendente dalla nostra mente gt E Severino La filosofia moderna

pag51 Con Cartesio la filosofia moderna si addossa il compito di ricominciare da capo la costruzione dellrsquoepisteacuteme in

modo che essa possa porsi nuovamente al di sopra di quella scienza che egrave riuscita a pregiudicare lrsquoequilibrio della

forma tradizionale del pensiero filosofico

45 La prima veritagrave per Cartesio egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza dellrsquoio pensante cioegrave della res cogitans

lt Ma Cartesio a differenza della filosofia premoderna mette in questione lrsquoesistenza dellrsquoente esterno allrsquoio

pensante e applica il principio di causalitagrave esclusivamente a quellrsquoente che egrave la realtagrave contenuta e manifesta nel

pensiero gt Ivi pag71

29

Ed egrave appunto da tale argomento che incomincia la filosofia di Spinoza lrsquoEnte

sommamente perfetto non puograve avere le proprietagrave che il pensiero cristiano attribuisce a Dio laquoDi

nessuna cosa possiamo essere certi quanto dellrsquoesistenza dellrsquoEnte assolutamente infinito e cioegrave

perfetto che egrave Dioraquo46

percheacute la sua essenza implica necessariamente lrsquoesistenza e pertanto

toglie ogni motivo di dubitare della sua esistenza47

Quindi possiamo notare come le due

qualitagrave fondamentali della ldquovera e certa scienzardquo cartesiana ndash lrsquoindubitabilitagrave dellrsquoio e

lrsquoindubitabilitagrave di Dio ndash diventano un tuttrsquouno In ciograve che Spinoza chiama ldquoscienza intuitivardquo

ciograve di cui siamo piugrave certi egrave lrsquoesistenza di Dio Dio egrave il contenuto immediato del nostro pensiero

Spinoza indica con il termine ldquoSostanzardquo lrsquoEnte assolutamente perfetto e infinito la cui essenza

implica necessariamente lrsquoesistenza ossia non puograve essere concepito se non come esistente La

Sostanza esiste in seacute stessa non in virtugrave di una realtagrave precedente ed egrave la stessa totalitagrave

dellrsquoente che non lascia fuori di seacute nulla

46 B de Spinoza Etica Universale Bollati Boringhieri Torino1992 Proposizione 11 Scolio pag14

47 lt Forse tuttavia molti non potranno constatare facilmente lrsquoevidenza di questa dimostrazione per

essersi assuefatti a contemplare solo quelle cose che procedono da cause esterne e da quelle cose che sono

prodotte rapidamente cioegrave che facilmente esistono vedono anche che rapidamente periscono e giudicano al

contrario come cose piugrave difficili a farsi cioegrave non tanto facili a esistere quelle a cui concepiscono appartenere piugrave

cose [] io qui non parlo delle cose che sono prodotte dalle cause esterne bensigrave delle sole sostanze che non

possono essere prodotte da nessuna causa esterna gt Ibidem

30

Tutto ciograve che egrave egrave in Dio e tutto ciograve che egrave non puograve essere concepito senza Dio Dio non

egrave il mistero lrsquoineffabile il trascendente il soprannaturale ma egrave la stessa veritagrave originaria48

Per Leibniz egrave una veritagrave originaria la ldquoveritagrave di ragionerdquo che nellrsquoargomento

ontologico egrave lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza di Dio Esso egrave la ragion sufficiente delle ldquoveritagrave di

fattordquo la monade suprema la Sostanza perfetta e infinita che contiene in seacute tutta la realtagrave

possibile e che mantiene allrsquointerno del proprio dominio tutto ciograve che creando essa rende da

possibile reale

Ad Anselmo ma anche a Tommaso Cartesio Spinoza Leibniz Immanuel Kant

avrebbe risposto allrsquointerno della Critica della Ragion Pura49

Dio egrave un ideale della ragione

Il suo oggetto egrave lrsquoente originario (ens originarium) in quanto non ha nulla sopra di seacute

prende il nome di ente supremo (ens summum) e in quanto tutto come condizionato sta al di

sotto di tale ente questrsquoultimo si chiama lrsquoente di tutti gli enti (ens entium)50

48 Agli occhi di Spinoza laquoil modo in cui Cartesio intende Dio e il rapporto tra Dio e lrsquouomo egrave ancora

troppo gravato da un antropomorfismoraquo e ad esso il filosofo rivolge una critica intransigente a tutte le forme presenti nella Bibbia che alterano il concetto di Dio lt che pregiudica la purezza della razionalitagrave del reale [] il

ldquoDio veracerdquo di Cartesio mantiene ancora quel carattere di ldquoDio ingannatorerdquo dal quale Cartesio crede di essersi

definitivamente liberato[] la separazione reale tra Dio e lrsquouomo rende estrinseca la presenza della razionalitagrave

nella conoscenza umana e quindi pregiudica la possibilitagrave dellrsquoaccordo tra conoscenza e realtagrave esterna In Cartesio

lrsquoio egrave res cogitans e la realtagrave res extensa Dio egrave il nesso il mediatore lrsquoelemento unificatore tra lrsquoio e il mondo

corporeo [] Per Spinoza invece Dio stesso egrave res cogitans e insieme res extensa Il pensiero e lrsquoestensione la

cui concordanza deve essere fondata sono due attributi diversi in cui si esprime la stessa Essenza assoluta della

Sostanza gt E Severino La filosofia moderna pag 99

49 Parte II Dialettica trascendentale libro II- Capitolo III- Sez II Mi riferisco alla I edizione Gli Adelphi

Introduzione traduzione e note di G Colli Milano 1995 50 Ivi pag 608

lt Il cammino naturale della ragione si svolge con tale processo innanzitutto essa si convince dellrsquoesistenza di un

essere necessario (lsquoingannatarsquo dal concetto di casualitagrave operante nella nostra conoscenza a priori dei fenomeni) e a

tale ente riconosce poi unrsquoesistenza incondizionata Essa cerca in seguito il concetto di ciograve che egrave indipendente da

ogni condizione e lo trova in ciograve che egrave esso stesso la condizione sufficiente di tutto il resto ossia in ciograve che

contiene ogni realtagrave Il tutto senza limiti peraltro egrave veritagrave assoluta e porta con seacute il concetto di un ente unico cioegrave

dellrsquoente supremo e la ragione conclude dunque che lrsquoente supremo in quanto fondamento originario di tutte le

cose esiste in modo assolutamente necessario gt Ivi cit pag 614-615

31

Tre prove afferma Kant sono possibili per dimostrare lrsquoesistenza di Dio in base alla

ragione speculativa una fisico-teologica una seconda cosmologica e la terza la prova madre

alla quale le atre due ritornano dopo un tentativo di esserne indipendenti nella loro

dimostrazione quella ontologica Ma nessuna strada neacute quella empirica neacute quella

trascendentale potranno condurre alla dimostrazione di Dio La ragione ha formato un concetto

a priori di una cosa ed ha creduto di poter dedurre da ciograve con sicurezza che in quanto

allrsquooggetto di questo concetto tocca necessariamente lrsquoesistenza

Questo perograve non toglie lrsquoimportanza e la grandezza a tale ideale51

Non quindi la persona di Cristo ma lrsquoidea Christi egrave il fulcro della concezione kantiana

di Cristo unrsquoidea che ciascuno porta in seacute come lrsquoideale piugrave alto vero e proprio laquoDio con noiraquo

Ma la lsquorivoluzione copernicanarsquo operata dal filosofo tedesco sta nellrsquoammissione che il

sapere universale e necessario (lrsquoepisteacuteme) e quindi a priori richieda che non sia piugrave la

conoscenza umana a regolarsi sulla natura degli oggetti ma allrsquoopposto che siano gli oggetti a

regolarsi sulla natura della conoscenza umana

51 Allrsquointerno dei laquoLavori preparatoriraquo a La religione entro i limiti della semplice ragione il filosofo

scrive lt Quando mi viene posto di fronte che un essere che egrave in possesso della piugrave alta felicitagrave si sottomette alla

piugrave profonda miseria per far partecipare delle creature meritevoli di castigo a questa felicitagrave io mi sento portare alla piugrave grande venerazione e riconoscenza a suo riguardo Ma non appena credo che ciograve sia per me un guadagno

che mi autorizza a non soddisfare io stesso alla eterna giustizia ricado nella bassezza dellrsquoasservimento Quando

perograve la ragione mi dice che questo essere deve servirmi in effetti come esempio per elevarmi allo stesso suo livello

di moralitagrave e che io devo trovare in me la disposizione a divenire come egli egrave ciograve talmente sollevante per lrsquoanima

che tutta la debolezza della mia natura scompare tanto da esser in grado di entusiasmarmi per tale idea Questo

Dio in noi egrave quello di fronte a cui si piega ogni ginocchio sulla terra gt Lavori presenti in Scritti di filosofia della

religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989 pag 87-124

32

Kant afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave della conoscenza del noumeno della cosa

in seacute Afferma perentoriamente lrsquoimpossibilitagrave di una metafisica come scienza

la ragione vede solo ciograve che essa produce col suo proprio disegno e che deve forzare la natura a

rispondere alle sue domande e non lasciarsi guidare da essa con le sue redini [] deve comportarsi

non come scolaro che si lascia dire tutto ciograve che piace al maestro ma come giudice che costringe i testimoni a rispondere alle domande che egli ha loro rivolto

52

Lrsquoidea dellrsquoessere assolutamente incondizionato lrsquoidea trascendentale di Dio

appartiene allrsquoessenza della ragione umana e drsquoaltra parte la ragione non puograve stabilire alcuncheacute

intorno alle cose in seacute stesse e non puograve quindi trasformare in una cosa in seacute il contenuto di

quellrsquoidea Essa ha perograve la funzione fondamentale di impedire che qualsiasi contenuto

dellrsquoesperienza venga considerato come lrsquoincondizionato

La natura egrave un insieme di condizioni che per quanto a fondo si possa andare nella loro

conoscenza hanno sempre al di lagrave di seacute lrsquoincondizionato e dallrsquoaltro proibisce di considerare

lrsquoincondizionato come cosa in seacute

Egrave certamente contraddittorio negare in un giudizio analitico che il predicato non

convenga al soggetto ma non egrave contraddittorio negare lrsquoesistenza del soggetto insieme a tutti i

suoi predicati

52 Critica della ragion pura pag 18-19

33

Come giagrave aveva rilevato Hume53

non vi egrave alcuna cosa tale che la negazione della sua esistenza

implichi contraddizione Il rapporto causale non egrave contenuto dellrsquoesperienza

Questrsquoultima egrave in grado di attestare solo un rapporto di successione tra due fenomeni

non un rapporto di dipendenza necessaria Gli enunciati causali sono solo il frutto di quella

credenza che nasce in presenza del ripetersi costante della successione empiricamente attestata

Lrsquoordine causale dellrsquouniverso altro non egrave se non il riflesso dellrsquoordine temporale della nostra

esperienza

53 Lrsquoatteggiamento di pensiero inaugurato da Locke giunge alla sua espressione piugrave rigorosa in David

Hume ossia nellrsquoempirismo radicale Se il fondamento di tutti i ragionamenti intorno alla realtagrave egrave il principio di

causalitagrave e se tale principio deve avere il suo fondamento nellrsquoesperienza e quindi egrave soltanto una congettura priva

di necessitagrave e universalitagrave appare chiaro come la ragione possa avere come contenuto reale solo quello che per Cartesio era il punto di partenza della ragione ossia il contenuto immediato della mente lrsquoindubitabilitagrave delle

nostre percezioni Ogni credenza metafisica egrave priva di valore razionale E anche ogni conoscenza scientifica Con

lrsquoavvertenza che la scienza a differenza della metafisica ha una utilitagrave pratica che la rende indispensabile lt

Hume mostra che come la mente non possiede alcuna idea di ldquocausardquo ldquoeffettordquo ldquoconnessione necessariardquo

ldquoforzardquo ldquopotererdquo e che queste parole sono completamente sprovviste di senso altrettanto accade per ciograve che viene

chiamato ldquosostanzardquo []soltanto una parola sprovvista di senso (appunto percheacute non riconducibile allrsquoesperienza)

gt E Severino La filosofia moderna cit pag 143

34

III - La logica esposizione di Dio e la sua morte

Lrsquoidealismo supereragrave lrsquoopposizione di certezza e veritagrave essa saragrave lrsquoaffermazione

mediata dellrsquoidentitagrave di veritagrave e certezza54

Il fenomeno cioegrave la realtagrave che appare allrsquointerno

della coscienza epistemica non egrave piugrave qualcosa di semplicemente soggettivo ma egrave la stessa

realtagrave in seacute stessa che appare e lrsquoapparire egrave inteso come pensiero o atto nel quale soltanto ogni

cosa puograve esistere

LrsquoAssoluto non esiste altrove che in questo mondo ossia nella realtagrave dellrsquoesperienza

nella realtagrave che egrave il contenuto del pensiero

In Hegel lrsquoEssenza assoluta egrave il senso il significato del Tutto sigrave che ogni cosa che

esiste egrave una forma di rispecchiamento e di individuazione dellrsquoEssenza assoluta Nelle Lezioni

Hegel afferma che

Questa apparizione di Dio nella carne avviene in un determinato tempo e in un individuo Poicheacute

essa egrave apparizione passa e diviene storia Questo modo sensibile deve scomparire ed elevarsi nellrsquoambito della rappresentazione La formazione della comunitagrave ha come suo contenuto che la

forma sensibile trapassa in un elemento spirituale

54 lt Altro egrave riconoscere immediatamente la veritagrave in ciograve che sta davanti altro egrave rendersi consapevoli che

ciograve in cui si pone la veritagrave egrave questo mondo esterno Questo egrave ciograve che compie la filosofia tradizionale [] In questa

prima fase della coscienza non crsquoegrave posto per il dubbio che pone la dicotomia tra certezza e veritagrave Questa

dicotomia egrave costituita dalla filosofia moderna [] Lrsquoidealismo segna la riunificazione dei due termini Identitagrave

dunque daccapo di certezza e veritagrave ma non piugrave nel senso che la veritagrave sia intesa come svincolabile dalla certezza ma nel senso che essendo i due termini identici proprio per questo si implicano necessariamente lrsquoun

lrsquoaltro []Noi diciamo che lrsquoidealismo consente di guardare la filosofia greca con occhi ben diversi da quelli di un

fenomenista o di un gnoseologista Dal punto di vista del momento antitetico si deve certo dire che la filosofia

greca egrave un realismo ingenuo ma questa squalifica viene condotta dal punto di vista di una coscienza che egrave essa

stessa dialettizzabile dialettizzata da un piano superiore di coscienza che egrave appunto quella sintetica quella

idealistica che non vede piugrave nellrsquoatteggiamento realistico la negazione della veritagrave ma piuttosto la veritagrave che

ancora non sa il proprio valore gt Id Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010 cit pag 98-99

35

E ancora

Con ciograve egrave espressa la coscienza che lrsquouomo il finito ciograve che egrave fragile la debolezza il negativo

sono pure un momento divino che tutto ciograve egrave in Dio e che la finitezza la negativitagrave lrsquoalteritagrave non

sono fuori di Dio e che lrsquoalteritagrave non egrave un ostacolo per lrsquounitagrave con Dio E lrsquoalteritagrave il negativo egrave conosciuto come momento della stessa natura divina Qui egrave contenuta la piugrave alta idea dello Spirito

[hellip] La veritagrave cui gli uomini sono giunti per mezzo di questa storia quello di cui essi sono divenuti

coscienti in tutta questa storia egrave che lrsquoidea di Dio egrave divenuta per essi una certezza che lrsquouomo ha raggiunto la certezza della sua unitagrave con Dio

55

Ossia la sua veritagrave

La logica egrave il regno della ragione questo regno egrave la veritagrave come essa egrave in seacute e per seacute

senza velo Questo contenuto egrave la esposizione di Dio comrsquoegli egrave nella sua eterna essenza prima

della creazione della natura e di uno spirito finito

La filosofia di Hegel egrave la piugrave alta forma raggiunta dal sapere incontrovertibile56

della

filosofia greca e un ritorno ad essa lrsquouniverso proviene dallrsquoAssoluto e ad esso ritorna con la

differenza che la circolaritagrave dellrsquoidealismo non riguarda piugrave il movimento fondamentale della

realtagrave esterna al pensiero ma il movimento fondamentale di quellrsquounica realtagrave che egrave il pensiero

stesso Lrsquoassoluto non tollera oltre a seacute unrsquoaltra realtagrave percheacute unrsquoaltra realtagrave oltre lrsquoassoluto

sarebbe una realtagrave limitante lrsquoassoluto e quindi questo come realtagrave limitata non sarebbe piugrave

lrsquoassoluto La produzione dellrsquoessere diventa lrsquoautoproduzione del pensiero che pone il proprio

contenuto come totalitagrave dellrsquoessere

55 GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll Zanichelli Bologna 1974

56 Dopo Hegel contro questa gigantesca e grandiosa volontagrave di veritagrave che anima lrsquoepisteacuteme si sono

rivolte tutte le forze che dominano la moderna civiltagrave occidentale il cristianesimo che non intende lasciare alla

filosofia lrsquoultima parola sul senso del mondo lrsquoeconomia borghese alla quale la filosofia non serve per

lrsquoincremento indefinito della produzione e del profitto la scienza moderna che invece consente la costruzione

degli strumenti che non solo promuovono lrsquoespansione economica ma ormai il dominio dellrsquouniverso ma

anche lo stesso pensiero filosofico

36

Lrsquoidealismo pone lrsquoequazione tra uomo e Dio percheacute il mondo dellrsquoal di lagrave cioegrave il

mondo di una realtagrave indipendente ed esterna rispetto al pensare egrave lrsquoassurdo Lrsquoatto di pensare egrave

la coscienza che lrsquoassoluto ha di seacute stesso la coscienza umana egrave la stessa coscienza che Dio ha

di seacute medesimo che la realtagrave assoluta ha di seacute medesima57

In conformitagrave al criticismo kantiano per il quale ogni spiegazione razionale degli eventi

egrave applicabile esclusivamente allrsquointerno dellrsquoesperienza per Schopenhauer la Volontagrave come

cosa in seacute esistente al di lagrave dei fenomeni sta al di lagrave anche di ogni spiegazione razionale non

ha senso chiedersi percheacute esista da dove venga dove vada Inoltre la filosofia non puograve

divenire teologia e considerare il Nulla (relativo) come lrsquoassoluta divina positivitagrave58

57 lt Hegel infatti disancora lrsquoessenza ontologica dellrsquouomo il suo originario rapportarsi allrsquoessere dalla

sua finitezza in cui vede un impedimento allrsquoincondizionato spiegamento dellrsquoattivitagrave pensante ed eliminando la

cosa in seacute risolve lrsquoessere nellrsquoenunciazione sistematica della totalitagrave degli enti ad opera della coscienza In questo

modo Hegel porta a compimento nella sua ragione assoluta quello che era lrsquointento nascosto della ragione

moderna a partire da Cartesio fare dellrsquouomo la misura di tutte le cose e dellrsquoessere nientrsquoaltro che lrsquoesplicitazione

della sua coscienza gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag106

58 Nel pensiero di Schopenhauer lt rimane lrsquoambiguitagrave del modo in cui viene inteso lrsquoessere se lrsquoessere egrave

la stoffa la materia per cosigrave dire del Tutto e se la Volontagrave egrave ldquolrsquointimo essere del Tuttordquo allora al di fuori della

Volontagrave crsquoegrave solo il niente assoluto e lrsquoascesi ndash che dovrebbe liberare dal terrore per il niente assoluto che corrode la vita ndash sarebbe il piugrave radicale sprofondarsi nel niente assoluto e non avrebbe piugrave senso parlare di una salvezza

dal niente e dalla Volontagrave di vivere [] la tematica del Nulla inteso come la salvezza ripropone il quadro della

teologia negativa (dalla teologia cioegrave che si rapporta al Divino non attribuendogli qualcosa ma liberandolo da

tutte le qualifiche inevitabilmente mondane con cui lo si vorrebbe definire) Non egrave un caso che nel pensiero di

Nietzsche la critica radicale di ogni teologia e di ogni metafisica si unisca allrsquoespulsione di due concetti tipici della

filosofia di Schopenhauer il concetto dellrsquoorrore per la volontagrave di vita e il concetto del Nulla come termine

dellrsquoascesi gt E Severino La filosofia contemporanea Rizzoli Milano 2000 pag 34

37

Il mondo egrave una mia rappresentazione ecco una veritagrave valida per ogni essere vivente e

pensante [] egli sa con chiara certezza di non conoscere neacute il sole neacute la terra ma soltanto

un occhio che vede un sole e una mano che sente il contatto drsquouna terra egli sa che il

mondo circostante non esiste se non come rappresentazione cioegrave sempre e soltanto in

relazione con un altro essere con il percipiente con lui medesimo59

La rappresentazione egrave il mascheramento razionale della volontagrave Ciograve che appare come

ragionevole egrave semplicemente volontaristico

La ragione egrave inganno percheacute fa apparire come ordine deliberatamente conquistato ciograve

che egrave semplicemente espressione di unrsquoinsopprimibile volontagrave di vita

La rappresentazione del mondo regolata dal principio di ragion sufficiente dellrsquoessere

del conoscere del divenire e dellrsquoagire che tutto coordina secondo necessitagrave egrave fenomeno nel

senso di apparenza illusione sogno il noumeno la vera realtagrave che si nasconde dietro il sogno

e lrsquoillusione egrave la volontagrave che irriducibile alla ragione si sottrae ad ogni necessitagrave sia logica sia

fisica sia matematica anzi della ragione si serve come della propria maschera

Il trionfo della ragione elaborato dalla filosofia hegeliana trova il suo rigoroso

ridimensionamento nel pensiero di Nietzsche60

che riconduce la mediazione razionale e la

sintesi dialettica tra gli ideali non reali Ogni sintesi logica operata dalla ragione nel tentativo

di comporre i fenomeni in determinate categorie egrave volontagrave di potenza che vuole la riduzione

degli enti nello schema prestabilito

Cogliere nella volontagrave di potenza lrsquoessenza di quanto finora era chiamato razionale

significa liquidare lrsquoidea di una sostanza del mondo e quella del suo Soggetto creatore da cui

dedurre la catena causale

59 Arthur Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di G

Brianese La Nuova Italia Editrice Scandicci (Firenze) 1998 pag 15

60 Allievo dellrsquoeducatore Schopenhauer Cfr F Nietzsche Schopenhauer come educatore trad italiana di

M Montinari in Opere di Friedrich Nietzsche vol III Adelphi Milano 1982

38

Il ldquosuperuomordquo61

supera lrsquouniversalitagrave ideale dellrsquouomo espressa scientificamente dalla

coscienza in generale ed esistenzialmente dalla prepotenza della ragione

Il superuomo non egrave oltre lrsquouomo percheacute piugrave universale ma esattamente allrsquoopposto il

superuomo supera appunto laquolrsquoastratta universalitagrave dellrsquouomo e la sua prepotenza mediante

lrsquoesercizio di quella volontagrave di potenza che gli consente di desituarsi da quella situazione di

impotenza in cui egrave ridotto dalla prepotenza dallrsquoidea astrattaraquo62

La soggettivitagrave ha preso il posto dellrsquoessere le cose sono in quanto appaiono al

soggetto il loro essere si risolve nel valore che a loro compete in quanto valutate dalla visione

che ordina allinea pone e dispone laquoSotto lrsquoapparente disinteresse della ragione che procede

more mathematico Nietzsche scopre quella volontagrave di potenza che anima la metafisica

soggettivistica dellrsquoOccidente dal tempo dellrsquoidegravea al tempo della scienzaraquo63

Dio non egrave per nulla causa ma semplicemente effetto della volontagrave di potenza che

protesa al dominio dellrsquoente ha costruito Dio e i valori che lungi dallrsquoessere degli

incondizionati sono condizioni percheacute la volontagrave possa volere seacute stessa

La proclamazione della morte di Dio significa che Dio egrave morto percheacute non viveva da seacute

ma in quanto era semplicemente voluto dalla volontagrave di potenza

Heidegger afferma come laquodi fronte a questo Dio lrsquouomo non puograve pregare non puograve

nemmeno presentargli offerte Di fronte al Dio causa sui lrsquouomo non puograve cadere in ginocchio

per reverenza e nemmeno cantare e danzare Il pensiero senza Dio che deve sacrificare il Dio

della filosofia egrave forse piugrave vicino al Dio divinoraquo64

61 lt Allrsquoente supremo della metafisica dellrsquoOccidente Nietzsche sostituisce il supremo gioco dellrsquoessere

in cui gli enti non sono causati ma compaiono per caso ossia ac-cadono (casum) senza lasciarsi pre-vedere o pre-

comprendere da alcuna ragione gt U Galimberti ldquoHeidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 219

62 Ivi pag195

63 Ivi pag197

64 Martin Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N Curcio

Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009 pag 70

39

La ldquomorte di Diordquo egrave la morte della ldquoveritagrave unica e incontrovertibilerdquo alla quale sono

state tolte le vesti dellrsquoimmutabilitagrave65

Egrave la morte inevitabile perentoria ineludibile inevitabile della veritagrave necessaria del

suo carattere incontrovertibile Il tramonto degli immutabili egrave insieme lrsquoavvento e la

dominazione della civiltagrave della tecnica66

E la tecnica scientifica che afferma Russell la

scienza ha contribuito a promuovere pur differenziandosene67

laquohellipincoraggia lrsquoabbandono

della ricerca della veritagrave assoluta e la sostituzione di quella che puograve essere definita una veritagrave

ldquotecnicardquo che appartiene a qualunque teoria possa venire applicata utilmente nelle invenzioni o

nella previsione del futuroraquo68

Quindi il carattere assoluto del sapere viene ldquoconcessordquo solo alle veritagrave di fede e solo

per questo la scienza riesce a dominare la natura abbandonando il tentativo della metafisica di

porsi come sapere incontrovertibile

65 lt Zarathustra insegna soltanto che i creatori sono gli uomini non Dio Se Dio esistesse lrsquouomo non

potrebbe crearehellipLrsquouomo puograve ora concretamente accingersi alla creazione del superuomo La biologia e la

cibernetica si muovono appunto in questa direzione gt E Severino Essenza del nichilismo pag 149h

66 lt Leopardi egrave il primo pensatore dellrsquoetagrave della tecnica e insieme egrave il pensatore del compimento di questa

etagrave Non solo pensa per la prima volta in modo esplicito allrsquoinizio dellrsquoetagrave della tecnica che la veritagrave non puograve

essere il rimedio del dolore ma pensa la condizione dellrsquouomo quale dovragrave apparire al compimento del tentativo

di porre la scienza e la tecnica come rimedio al dolore gt Id Il nulla e la poesia Alla fine dellrsquoetagrave della tecnica

Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2004 pag14 lt Mostrando lrsquoinevitabilitagrave del tramonto della tradizione

occidentale Leopardi mostra dunque che il contenuto della veritagrave egrave lrsquoannientamento e lrsquoannientabilitagrave di ogni cosa

e che quindi la veritagrave non egrave il rimedio ma allrsquoopposto la radice dellrsquoangosci Il rimedio per chi ha paura egrave la dimenticanza della veritagrave ndash sempre meno realizzabile nel tempo della ragione e della tecnica gt Id Cosa arcana e

stupenda Lrsquooccidente e Leopardi Bur ndash Rizzoli Milano 2006 pag 8

67 B Russell Scienza e religione pag 177-178

68 E ancora lt Una fede religiosa si distingue da una teoria scientifica percheacute pretende di incarnare una

veritagrave eterna e assolutamente certa mentre la scienza egrave sempre sperimentale pronta ad ammettere presto o tardi la

necessitagrave di mutamenti alle sue attuali teorie e consapevole che il suo metodo egrave logicamente incapace di portare a

una dimostrazione completa e definitiva gt Ivi pag 12-13

40

Pur di riuscire nella trasformazione del mondo la scienza accetta e sopporta che il

proprio sapere sia ipotetico la metafisica purcheacute il proprio conoscere non fosse ipotetico

accettava e sopportava di essere una pura contemplazione della realtagrave

Alla domanda su che cosa significhi ldquonichilismordquo Nietzsche rispose laquoChe i valori

supremi perdono ogni valoreraquo69

Accostandosi al problema dellrsquoessenza del nichilismo Heidegger riconosce a Nietzsche

di avere intravisto alcuni tratti del nichilismo ma di averli spiegati nichilisticamente di aver

compreso e denunciato il nichilismo dellrsquoOccidente ma di non averlo oltrepassato e di aver

infine portato a compimento il nichilismo indicando nella volontagrave di potenza il vero

fondamento dei valori di Platone Per Heidegger superare veramente il nichilismo egrave possibile

solo addentrandosi profondamente in esso sigrave da poterne cogliere la vera essenza che risiede

nellrsquooblio dellrsquoessere Quindi non basta distruggere le Idee platoniche ma occorre distruggere

anche quella volontagrave di potenza come ultima espressione di quella metafisica dellrsquoOccidente

che pretende di far valere lrsquoente senza lrsquoessere

69 F Nietzsche Opere di Friedrich Nietzsche vol VIII 2 pag 12

Lrsquoessenza del nichilismo egrave per Nietzsche nel fatto che a partire da Platone lrsquoessere egrave decaduto a valore e il valore per quanto sollevato al rango ideale dl sovrasensibile si egrave rivelato incapace di salvare lrsquoessere dellrsquoente di

qui il nichilismo da intendersi come il venir meno dei supremi valori a cui lrsquoOccidente da Platone in poi si era

affidato Il nichilismo egrave dunque strettamente legato alla morte di Dio lt Infatti se Dio egrave morto se cioegrave il mondo

sovrasensibile delle idee ha perduto ogni forza vincolante lrsquouomo viene a trovarsi ldquosenza meta senza percheacuterdquo in

quanto il ldquomondo stellatordquo che da duemila anni reggeva lrsquouniverso ontico si egrave spento[] Il nichilismo tuttavia non

egrave sinonimo di decadenza percheacute a decadere non egrave la vita ma solo una lunga e veneranda tradizione dietro cui la

vita si era nascosta gt U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag 232

41

Crsquo egrave nichilismo quando lrsquoente egrave considerato come il tutto siccheacute dellrsquoessere ne egrave nulla

laquoNella dimenticanza dellrsquoessere promuovere solo lrsquoente questo egrave nichilismoraquo70

La distruzione dellrsquoepisteacuteme operata dalla filosofia contemporanea non puograve essere

intesa come un semplice errare dovuto allrsquointelletto umano ma come ciograve che segue

inesorabilmente e completa con coerenza quellrsquounico atteggiamento di fondo che soggiace

allrsquointera storia71

del pensiero occidentale quel nichilismo presente nellrsquoinconscio del mortale

che pensa lrsquoessere come niente e che non vede la dimenticanza del senso originario dellrsquoessere

70 Martin Heidegger Introduzione alla metafisica presentazione di G Vattimo Ugo Mursia Editore

Milano 2014 pag 155

Severino sottolinea che Heidegger non ritrattograve mai lrsquoaffermazione che il proprio pensiero non pregiudica neacute in

senso positivo neacute in senso negativo la soluzione dei grandi problemi metafisici ndash i problemi dellrsquoesistenza di Dio e

dellrsquoimmortalitagrave dellrsquoanima Sotto tale aspetto la posizione heideggeriana deve essere avvicinata al

problematicismo situazionale di Ugo Spirito Lrsquoessere heideggeriano egrave quel vuoto che consente allrsquoente di divenire

nel senso tradizionale e che perciograve stando alla logica immanente al pensiero che afferma un tale divenire non puograve non escludere lrsquoaffermazione di Dio Per Heidegger lrsquoessere non ha ldquopotenzardquo sugli enti ma li lascia essere e

tuttavia quel che lrsquoessere heideggeriano lascia essere egrave il divenire dellrsquoente inteso al modo della tradizione greco-

occidentale come un uscire dal niente per ritornarvi E Severino Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e

destino Rizzoli Milano 2008 pag160 e sgg

La questione per Severino quindi egrave come si puograve ritenere autenticamente possibile lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza

di Dio quando si consente effettivamente al divenire ontologico degli enti e si mette da parte esplicitamente il

sapere su Dio Severino non fraintende affatto il significato del ldquoNullardquo heideggeriano ma si chiede che cosa sia

questo EssereNulla che Heidegger tiene a differenziare nettamente dallrsquoEssere della ontoteologia La risposta che

ne trae egrave che in ultima analisi lrsquoEssere per Heidegger egrave soltanto lo ldquospazio vuotordquo per il divenire ontologico degli

enti

71 Hegel ha richiamato lrsquoattenzione in maniera potentissima sul carattere organico della storia e quindi anche della storia della filosofia La differenza tra un organismo e un semplice aggregato di elementi consiste

nella coessenzialitagrave delle parti dellrsquoorganismo e nella reciproca inessenzialitagrave delle parti del semplice aggregato

Ciograve significa che ogni filosofia storicamente realizzatasi non egrave qualcosa di accidentale o di inessenziale rispetto

alla totalitagrave storica bensigrave un momento indispensabile senza cui sarebbe impensabile la stessa totalitagrave storica La

storia della filosofia non egrave il casuale giustapporsi di opinioni ma lo sviluppo di un germe che giunge al proprio

compimento attraverso lrsquoesplicazione delleforze essenziali che lo costituiscono Id Istituzioni di filosofia pag 7

Non si puograve comprendere il pensiero contemporaneo senza legarlo indissolubilmente allrsquoorigine del pensiero greco

42

Gli eterni inevitabilmente distrutti dalla coerenza della volontagrave di potenza sono gli eterni che su tale

volontagrave si fondano Questa distruzione egrave inevitabile non percheacute sia inevitabile lrsquoannientamento costituita da essa ma percheacute egrave inevitabile che ponendo come evidenza originaria la libertagrave

dellrsquoente si neghi lrsquoesistenza di ciograve che viene riconosciuto come negazione di tale libertagrave

Lrsquoinevitabilitagrave della distruzione egrave una categoria che appartiene alla logica dellrsquoOccidente in quanto pervenuta al suo compimento Vi puograve pervenire solo quando veda nella civiltagrave della tecnica la

forma piugrave rigorosa dellrsquoontologia greca Ma non percheacute come crede Heidegger la

programmazione tecnologica sia il perfezionamento del tipo di dominio costituito dagli immutabili

della tradizione occidentale ma percheacute nella civiltagrave della tecnica si esprime compiutamente la volontagrave di dominio che si fonda sulla volontagrave che lrsquoente sia la libertagrave tra lrsquoessere e il niente La

ldquodifferenza ontologicardquo di Heidegger egrave la stessa libertagrave dellrsquoente72

La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico

Questo egrave il pensiero di Emanuele Severino

Se per Heidegger il nichilismo risiede nellrsquooblio dellrsquoessere che avvenne quando

Platone sottrasse lrsquoente allrsquoessere per affidarlo ad altro ente per Severino Platone non egrave

responsabile tanto dellrsquooblio dellrsquoessere quanto del suo annullamento avvenuto in occasione

dellrsquoaffermazione del mondo E come Nietzsche resta catturato dal nichilismo dellrsquoOccidente

che pure per primo in termini chiari aveva denunciato cosigrave Heidegger annuncia come veritagrave

dellrsquoessere ciograve che in realtagrave egrave il compimento della sua negazione

Per Severino il tentativo di assicurazione dellrsquoente in cui si esprime lrsquoopera della

volontagrave di potenza egrave fondato sullrsquoaccettazione originaria della separazione assoluta dellrsquoente

dallrsquoessere

72 Id Destino della necessitagrave pag 41

43

CAPITOLO SECONDO

Alle origini del pensiero e del nichilismo dellrsquoOccidente

44

I - La metafisica come sapere incontrovertibile

Lrsquointera esperienza cristiana si costituisce in relazione al thagraveuma da cui nasce la

filosofia

La filosofia nasce dalla meraviglia ma anche Cristo nasce dalla meraviglia

La parola greca thagraveuma che traduciamo con meraviglia indica anche lo stupore

attonito di fronte a ciograve che egrave strano imprevedibile orrendo mostruoso Indica lo smarrimento

angosciato che si prova dinanzi allrsquoenigma e al terrificante

Nel mito73

alle origini del pensiero la costruzione di un senso divino ed ordinato del

mondo che governa e definisce lrsquoesistenza permette allrsquouomo di sentirsi protetto Lrsquoesistere egrave

raccolto allrsquointerno di una spiegazione unitaria che predispone unrsquointerpretazione stabile del

Tutto attendendo preparato da essa lrsquoirrompere imprevedibile degli eventi Egrave infatti

lrsquoimprevedibilitagrave che genera il terrore

73 La parola mythos che viene tradotta con ldquomitordquo accentuando nella traduzione il carattere fabulatorio

del mytheiacuten Inizialmente mito non significa laquofavolaraquo laquoinvenzione arbitrariaraquo laquoleggenda inverosimileraquo

laquoracconto fantasticoraquo bensigrave laquoparola veraraquo laquonotizia vera di ciograve che egrave realeraquo ed egrave realmente accaduto tanto piugrave

vero quanto piugrave sta allrsquoorigine dei tempi e dunque eterno sacro divino lt Il passaggio dal mythos al logos non egrave il

passaggio dalla favola alla veritagrave egrave invece il passaggio alla testimonianza della veritagrave [] il mythos egrave lrsquoessere nella

veritagrave il logos egrave il sapere la veritagrave che si ha allora il mythos egrave un lasciare esposte le cose cosigrave come sono come

appaiono il logos egrave la coscienza che la veritagrave devrsquoessere appunto un lasciare esposte le cose cosigrave come esse sono

[] il passaggio dal mythos al logos il passaggio dal prefilosofico al filosofico non egrave quindi il passaggio a una cosa nuova bensigrave il passaggio alla testimonianza di ciograve che giagrave si egrave e giagrave egrave dinanzi[] Allora non crsquoegrave un passaggio

dalla favola alla veritagrave bensigrave passaggio dalla veritagrave in seacute la veritagrave che egrave ma che non sa di essere non possiede

ancora il proprio significato alla testimonianza della veritagrave alla consapevolezza che il discorso valido devrsquoessere

appunto lasciar le cose come sono alla consapevolezza che un discorso valido non puograve essere un poieiacuten []Il

mythos si realizza cosigrave come una contraddizione tra il lasciar essere le cose e lrsquoimposizione ldquopoeticardquo fa violenza

sulle cose Il logos invece egrave veritagrave ossia un lasciar essere ciograve che si impone ciograve che si annunzia o si manifesta

con autoritagrave gt E Severino Istituzioni di filosofia pag112-113

45

E quando lrsquouomo non si accontenta piugrave della produzione creazione poesia volontagrave

mitiche che le cose stiano in un certo modo di un atteggiamento sognante solo allora il

popolo greco volendo uscire dal sogno volendo cioegrave che il rimedio contro la morte e il dolore

non sia appunto il contenuto di un sogno ma sia qualche cosa che non possa essere smentito

vada cercando una veritagrave incontrovertibile

Questa volontagrave di uscire dal sogno questa volontagrave di guardare la veritagrave delle cose egrave la

filosofia E se essa sta ad indicare la volontagrave di portare alla luce il sapheacutes ciograve che di per seacute

stesso egrave chiaro e incontrovertibile allora con essa lrsquouomo vivragrave la veritagrave Veritagrave che nella

parola greca aleacutetheia74

che alla lettera significa ldquodisvelamentordquo accompagnata come valore

significativo alla parola episteacuteme75

traduciamo come la capacitagrave di imporsi sulle forze

pratiche mentali istintive che vorrebbero scuotere e abbattere ciograve che sta 76

74 lt La parola egrave costituita dallrsquoalfa privativo e dal termine λήθη (leacutethe) che vuol dire nascondimento

Λαvθάvω (lanthaacuteno) significa rimango nascosto occulto (velato celato) Allora se traduciamo aleacutetheia con

veritas perdiamo il senso autentico di questo termine percheacute aleacutetheia vuol dire non-nascondimento ossia

disvelamento E allora alegravetheia egrave anche mythos percheacute anchrsquoesso egrave un lasciar esposte le cose come sono ma

appunto egrave solo un lasciarle esposte Il logos egrave un riconoscere che la veritagrave devrsquoessere un lasciarle esposte gt Ivi

pag 115

75 lt rsquoEπιστήμη non egrave ὕβρις Yβρις egrave la tracotanza o prepotenza di ciograve che vuol farsi valere oltre la

propria potenza mentre episteacuteme egrave la potenza o la fermezza del dire attuale che si impone su ogni altro discorso

[hellip] la veritagrave dellrsquoessere appare sia nella δόξα che nellrsquoεπιστήμη ma solo questrsquoultima sa portarla alla luce e farla valere la δόξα non si cura del proprio carico prezioso ma di altre cose e tutto ciograve che dice puograve essere

contraddetto Quando la δόξα presume dire lrsquoincontrovertibile egrave ὕβρις gt Id Essenza del nichilismo pag157

76 lt Eschilo ci dice che se si deve cacciare dalla mente con veritagrave il dolore che rende folli allora egrave

necessario rivolgersi a Zeus ma Zeus non egrave il divino del mito (esso egrave lrsquoetere lrsquoacqua il fuoco e tutto ciograve che sta al

di lagrave di queste cose) ma quel divino che non sottostagrave allrsquoimprevedibilitagrave degli eventi gt Id lsquoI presocratici e la

nascita della filosofiarsquo collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il

quotidiano lsquoLa Repubblicarsquo

46

Steme egrave un costrutto linguistico che si forma sul verbo higravestasthai laquostareraquo laquoimporsiraquo

Epi-steacuteme significa epi-higravestasthai cioegrave stare laquosuraquo (epigrave) imporsi su ogni divenire laquosuraquo ogni

tempo e laquosuraquo ogni evento significa essere la Legge suprema a cui tutto deve adeguarsi e a cui

nulla puograve sfuggire

La veritagrave egrave lo stare originario che non si lascia smuovere e si impone sul divenire

Egrave innanzitutto lrsquoepisteacuteme a dire ad ogni ente laquoTu non avrai altro Dio allrsquoinfuori di meraquo

La veritagrave dellrsquoepisteacuteme mostra il senso incontrovertibile definitivo immutabile del Tutto essa

intende unire lrsquoevidenza del divenire allrsquoevidenza dellrsquoeterno Ed al suo interno lungo la storia

dellrsquoOccidente vengono innalzati tutti gli Immutabili e ogni forma del divino e dellrsquoeterno

Essa egrave lrsquoanima e il fondamento dellrsquointera tradizione dellrsquoOccidente che ha inizio cancellando

lrsquoambiguitagrave e il mistero che inevitabilmente compete al senso di ogni parola nel linguaggio pre-

metafisico77

Nel linguaggio biblico (ma anche in Platone) caos egrave sinonimo di magma di mescolanza

disordinata di elementi non ancora separati percheacute ancora non egrave stato guadagnato un certo

ordine o cosmo Lrsquoessenza del cosmo egrave pensata in funzione di un atto volontaristico (quello di

Dio ma anche il demiurgo platonico persuade la terra madre a diventare da caos a cosmo) che

intervenendo separa e separando ordina definendo il caos e ponendovi cosigrave fine

Eppure queste parole hanno alla radice un piugrave originario e piugrave autentico significato che

nulla ha da dividere coi significati di disordine mescolanza ordine separazione

77 Il linguaggio primitivo non porta alla luce il senso della veritagrave dellrsquoessere ma non porta alla luce nemmeno il senso alienato dellrsquoessere Resta per noi essenzialmente ambiguo percheacute non ci egrave consentito stabilire

se il significato delle sue parole esprima o tradisca la veritagrave dellrsquoessere Si puograve stabilire la sintassi ma non la

semantica ontologica di un linguaggio che non rende esplicito il senso dellrsquoessere e del niente (la lingua della

preistoria dellrsquoOccidente non parla della nientitagrave dellrsquoente ma soltanto della sicurezza della terra e delle cose

sicure)

47

La radice indoeuropea della parola chaos radic cha o radic gha che interviene in vari gruppi

di parole sia greche chasko chaino (mi apro mi dischiudo) sia latine hiatus (intervallo

apertura) non indica tanto il disordine o la mescolanza quanto lrsquoapertura il dischiudersi che

offre lo spettacolo della totalitagrave In questo senso il chaos non egrave la dimensione antecedente lrsquoe-

vocazione dellrsquoordine da parte di una volontagrave che chiamando separa ma egrave la dimensione

assoluta che ospita il suo interno ogni teogonia e ogni cosmologia ogni generazione di dei di

uomini e di mondi Non egrave una situazione separabile ma egrave la totalitagrave che include ogni

situazione

Dallrsquoetimo piugrave originario della parola chaos si opera una ripercussione sul termine

corrispettivo che egrave dato dalla parola kosmos la cui radice indoeuropea radic kens (da cui il

latino censeo) significa laquoannuncio con autoritagraveraquo Impiegare la parola kosmos allora non

significa riferirsi al mondo che nasce solo in presenza di un artefice ma significa riferirsi a

quella parola che nellrsquoapertura dischiusa del chaos si annuncia con autoritagrave senza poter essere

smentita Questa parola egrave il logos78

Con lrsquoavvento del pensiero metafisico anche lsquodiorsquo esce dallrsquoambiguitagrave ed entra nel

mondo non nel senso che venga necessariamente inteso come uno degli enti sensibili e

divenienti ma in quanto egrave pensato come il fondamento stesso del mondo ossia come ciograve che fa

sigrave che il mondo sia mondo

La parola greca ὐεός egrave essenzialmente costruita sulla radice δα Innanzitutto δα indica

lo star dinanzi manifesto e luminoso sigrave che Ζεύς lo laquosplendenteraquo egrave δηλος Ma la

manifestazione lascia apparire ed egrave dispensatrice delle differenze e quindi δα indica anche il

dispensare il dare in sorte distribuendo le differenze sigrave che il dio egrave il δαίμων che divide e

distribuisce le parti del tutto

78 U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidenterdquo pag33

48

Ma il dispensare le differenze esige perizia e abilitagrave nel dispensatore esige cioegrave non

solo conoscenza ma anche padronanza dei differenti e quindi δα esprime anche il senso di

quella capacitagrave laquotecnicaraquo che viene indicata in parole come δαίος e δαήμων Ciograve vuol dire che

egli egrave artefice capace di padroneggiare le differenze che rende manifeste e che in quanto

padroneggiate sono ἔργον

Lrsquo ἔργον egrave la differenza padroneggiata e dispensata nellrsquoatto in cui viene resa manifesta

(δήμιον) Lrsquoartefice che assegna e distribuisce le parti differenti egrave allora insieme radice di ogni

sventura

Nei tratti che formano il significato premetafisico della parola ὐεός sono certamente

presenti le tracce di un modo di intendere il senso dellrsquoessere Ma le tracce rimangono

indecifrabili Si dovrebbe stabilire se quei tratti si sviluppino lrsquouno dallrsquoaltro in una sostanziale

solidarietagrave di fondo o siano invece le tracce di una abissale e inesplorata discordanza

nellrsquooriginario apparire dellrsquoessere Di tutto ciograve il pensiero metafisico non si occupa portando

nel mondo i linguaggi tra cui viene a trovarsi si convince di realizzare lrsquointerpretazione

autentica che rende esplicito il loro riposto significato ontologico

Dal punto di vista della metafisica lrsquoente puograve essere ossia puograve esistere solo se egrave

assicurato allrsquoesistenza da un fondamento Diversamente lrsquoente in quanto ente non puograve

esistere ossia egrave un niente79

79 lt ldquoEsse non habet creatura nisi ab aliordquo ldquoSibi relictardquoassunta cioegrave al di fuori della sua relazione al

fondamento la creatura ldquoin se considerata nihil estrdquo ldquoUnde prius naturaliter inest sibi nihil quam esserdquo

(Tommaso De aeternitate mundi7) Tuttavia anche ldquosibi relictardquo la creatura non egrave un niente Ponendo che la

creaturaldquosibi relictardquo egrave un niente il pensiero metafisico intende differenziare questa affermazione

dallrsquoaffermazione che il niente egrave niente gt E Severino Essenza del nichilismo pag 256

49

I primi pensatori realizzarono la situazione nella quale la realtagrave cosmica egrave saputa come

totalitagrave80

Ed egrave precisamente lrsquoapertura dellrsquoorizzonte della totalitagrave che conduce alla domanda

sul principio (ᾀρχή) e fa sorgere il problema di determinare che cosa sia ciograve per cui tutte le

cose che pur si differenziano lrsquouna dallrsquoaltra convengano tutte nellrsquoappartenere al medesimo

orizzonte

Gli antichi la maggior parte di coloro che per primi si posero a filosofare furono dei

metafisici in quanto fecero oggetto del loro interesse lrsquoapertura della totalitagrave e dei fisici in

quanto lrsquounica determinazione che conobbero della totalitagrave fu il mondo fisico

80 lt La prima filosofia non egrave un lasciare nellrsquoimplicitezza ma egrave un porre esplicitamente la categoria della

totalitagrave Proprio percheacute la categoria della totalitagrave egrave posta si sviluppa quella tematica del principio unificatore della

totalitagrave del molteplice gt e la comprensione di questa dimensione egrave possibile solo se il diverso viene visto come

insieme identico lt Il pensiero filosofico sin dal suo inizio storico egrave lrsquoattenzione portata allrsquounitagrave laddove il pensiero mitico pur pensa lrsquounitagrave ma facendo emergere la differenza Il concetto eracliteo di unitagrave degli opposti

altro non egrave che lrsquoesplicitazione di quellrsquoidentitagrave dei differenti che il pensiero filosofico pensa sin dal suo primo

apparire La filosofia sorge come attenzione al tutto ma al tutto si puograve prestare attenzione solo se le differenze

sono viste come tutte appartenenti al tutto il tutto puograve essere pensato solo se le molte cose sono pensate secondo

una sostanziale identitagrave solo se i differenti sono visti in certo senso identici[] Allora il problema che

inizialmente si presenta alla coscienza filosofica non egrave quello di introdurre un pensiero non ancora pensato di

produrre il pensiero dellrsquoidentitagrave che non si sarebbe ancora pensata infatti stando davanti la totalitagrave lrsquoidentitagrave egrave

pensata Il problema egrave invece quello di esplicitare ciograve che viene pensato per il fatto che il tutto egrave pensato[]

Quando Talete pensa lrsquoacqua come archeacute di tutte le cose non pensa semplicemente un elemento empirico una

cosa tra le cose ma pensa lrsquoacqua come concetto universale[] Il contributo dei presocratici non sta tanto

nellrsquoaver posto lrsquointero che egrave giagrave posto nelle teogonie ma nellrsquoesplicitazione particolarmente intensa dellrsquointero e questa intensitagrave la troviamo giagrave affermata a proposito di Anassimandro e di Anassimene [] Lrsquouomo vede quindi

da sempre lrsquounitagrave ma solo a questo punto della storia della filosofia quel semplice vedere si risolve in un riflettere

sulla necessaria posizione dellrsquoUno[] il mito tende appunto a lasciare inespressa lrsquounitagrave questo significa che il

discorso mitico insiste su altri punti cioegrave sulle differenze[] Il cercare lrsquoidentitagrave delle differenze significa cercare

lrsquoidentitagrave che lega i termini opposti significa in ultima analisi cercare il trascendentale [] proprio percheacute pur

essendo in ogni cosa in quanto comune a tutte le cose non vi si esaurisce e pur realizzandosi in ognuna di esse

le trascende per il fatto di essere a tutte comune gt Id Istituzioni di filosofia pag 146149150

50

Andando alla ricerca del principio i primi metafisici andarono alla ricerca di un

principio unificatore del molteplice o la ricerca del principio unificatore assunse la forma di

determinazione della materia primordiale Lrsquounitagrave delle cose che questi antichi vanno

ricercando acquista dunque il senso di principio materiale delle cose o il senso che si

conferisce a quella unitagrave egrave che le cose convengono tutte nellrsquoessere modi di configurazione di

una unica materia Ma si comprese ben presto lrsquoimpossibilitagrave di qualificare il principio come

una determinazione particolare non solo percheacute non poteva essere qualificato come una cosa

tra le cose ma anche in base alla constatazione del divenire o dello sparire di tutte le

determinazioni particolari del mondo

Il divenire egrave il principio dice Eraclito E infatti egrave nel divenire che le determinazioni

particolari si unificano poicheacute se ad ognuna di esse compete di sparire o di annullarsi e se lo

sparire o lrsquoannullamento di qualcosa egrave il sopraggiungere del contrario o dellrsquoopposto del

qualcosa e ancora se il contrario sopraggiunge solo in quanto il qualcosa sparisce segue che

il processo dello sparire egrave ciograve in cui si realizzano e si unificano le determinazioni piugrave differenti

Esso il processo stesso il divenire non sparisce ma egrave lrsquoimmutabile in cui ogni cosa che

sopraggiunge dilegua e si dissolve

Per Anassimandro lrsquoindeterminato si distingue dallrsquoeterno movimento onde le

determinazioni particolari si producono per Eraclito questa distinzione non ha ragione di

sussistere percheacute il movimento eterno contiene in seacute il motivo o la ragione per cui il principio

non egrave nulla di determinato particolarmente

Anassimandro si limita a rilevare lrsquoimpossibilitagrave di porre come principio una

determinazione particolare e in tal modo qualifica il principio solo negativamente81

sigrave che la

sua distinzione tra indeterminato e movimento eterno non si appoggia su alcuna qualificazione

per la quale lrsquoindeterminato possa distinguersi dal movimento

81 Una volta che ci si rende conto dellrsquoimpossibilitagrave di trattare il trascendentale come un particolare si

tratta di definire in concreto che cosa sia il trascendentale non nel senso che determinandolo lo si debba limitare

o particolarizzare a nel senso che si tratta di accertare in cosa consista ciograve che non puograve essere determinato come

particolare

51

A questo punto egrave doverosa una precisazione

laquoTimbroraquo egrave il modo in cui la parola del mortale risuona nellrsquoaria e si rende visibile nella

scrittura Innumerevoli sono le parole che formano la preistoria dellrsquoOccidente eppure

risuonano tutte allrsquointerno dei due timbri fondamentali il timbro dellrsquoinflessibile e il timbro del

flessibile (o timbro della flessione) il timbro che esprime lrsquoinflessibile e il timbro che esprime

il flessibile

La preistoria e la storia dellrsquoars del mortale sono separate da un breve intervallo Esso

interrompe la vicenda in cui il senso della flessione si impadronisce del timbro dellrsquoinflessibile

La interrompe prima che questo impadronirsi si trasformi da dominio premetafisico in

dominio metafisico dellrsquoente cioegrave prima che il senso della flessione divenga esplicito nella

testimonianza che del senso dellrsquoente egrave data dalla lingua greca Nellrsquointervallo accade il

rovesciamento il senso dellrsquoinflessibile si impadronisce del timbro della flessione Anche

questo rovesciamento accade nella lingua greca Questo accadere viene considerato come

lrsquoinizio della filosofia greca Ma non egrave lrsquoinizio egrave lrsquointervallo prima dellrsquoinizio ossia prima che

il linguaggio dellrsquoOccidente testimoni lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

Lrsquointervallo forma un indugio e nel cammino del mortale lrsquoindugio stabilisce un bivio

Anassimandro ed Eraclito rimangono nellrsquoambiguitagrave del bivio

Ma che cosa significa nel linguaggio di Anassimandro e di Eraclito lrsquoessere τὸ χρεών e

lrsquoessere ὁ λόγος e lrsquoessere xατὰ τὸ χρεών e χατὰ τὸν λόγον A queste domande comincia a

rispondere Parmenide Anche Parmenide sta sul bivio ma come il seminatore di entrambi i

sentieri che si dipartono da esso

Lungo il cammino si forma un bivio percheacute nel luogo dove diviene esplicita la volontagrave

che lrsquoente sia niente in quel luogo si rende visibile anche per breve tempo un bagliore che

proviene da un cielo diverso da quello tracciato dal cammino dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

52

Il bagliore illumina per breve tempo un altro cielo e in esso un altro cammino lungo le

costellazioni del Giorno Il χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τ´ἐὸν ἔμμεναι di Parmenide parla di quel

bagliore82

82 E Severino Destino della necessitagrave pag 254 e 279

53

II - Il sentiero della Notte

Parmenide semina il Sentiero del Giorno ma semina anche il Sentiero della Notte83

Lo

semina percheacute per negarlo lo evoca

LrsquoOccidente cammina allrsquointerno di questa evocazione Per la prima volta nella storia

del mortale Parmenide84

conduce nel linguaggio il senso dellrsquoessere e della sua opposizione al

niente

E per la prima volta Parmenide si volge verso un percorso diverso dalla storia del

mortale il percorso dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia In questo rivolgersi verso il sentiero

intentato evoca per negarlo lrsquoopposto sentiero il sentiero dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente e in

questa evocazione testimonia ciograve che non era mai stato testimoniato

La prima testimonianza del senso alienato dellrsquoessere accade allrsquointerno del pensiero

che la vede come testimonianza alienata Ma proprio percheacute egrave nel linguaggio di Parmenide che

per la prima volta viene evocata la testimonianza dellrsquoalienazione (ossia che lrsquoessere non egrave)

questa testimonianza non puograve precedere la propria evocazione

Parmenide evocando il proprio nemico lo crede un giagrave esistente e i suoi versi sono rivolti ai ldquoi mortali dalla doppia testardquo dai quali lrsquoessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici

Lrsquoevocatore del Sentiero della Notte non avverte di esserne lrsquoevocatore e crede che esso sia giagrave

incominciato85

Lrsquoessere parmenideo egrave la qualificazione positiva dellrsquoindeterminato anassimandreo

lrsquoorizzonte dellrsquointero puograve realizzarsi solo in quanto si apra come orizzonte dellrsquoessere

83 ἕνυα πύλαι Νυϰτός τε ϰαὶ ᾽´Ηματός εἰσι ϰελεύὑων lsaquolsaquoQui la porta che divide i sentieri della Notte e del

Giornorsaquorsaquo Parmenide fr 1 v 11

84 Da un punto di vista storico possiamo indicare una complementaritagrave dicendo che da un lato Eraclito

opera la determinazione formale dellrsquoaacutepeiron dallrsquoaltro Parmenide indica la determinazione materiale o concreta

dellrsquoaacutepeiron (materiale inteso come opposto al formale nulla a che vedere con la materia fisica) Per Eraclito

lrsquoaacutepeiron egrave lrsquoopposizione per Parmenide egrave lrsquoessere

85 E Severino Destino della necessitagrave pag 528-529

54

Parmenide tenendo fermo il principio dellrsquoimpossibilitagrave che il non essere sia o che

lrsquoessere non sia pone lrsquoessere come principio per cui si costituisce lrsquointero e quindi come ciograve

che permette lrsquounitagrave del molteplice E questo viene ad equivalere alla stessa negazione o allo

stesso annullamento del molteplice e del divenire di questo che egrave quanto dire negazione e

annullamento del mondo in quanto manifestatesi come lrsquoinsieme di tutte le molteplici cose

divenienti Infatti le cose sono molte e differenti in quanto sono altro oltre al loro semplice

essere Ma che le cose siano altro dallrsquoessere significa che esse proprio in quanto molte e

differenti sono non essere visto che soltanto il non essere egrave altro dallrsquoessere Affermare

dunque che le cose sono molte significa affermare che il non essere egrave Per eliminare questa

contraddizione saragrave quindi necessario eliminare ciograve che la produce saragrave necessario negare che

le cose siano molteplici Il divenire poi egrave reale solo in quanto anchrsquo esso include la realtagrave o

lrsquoessere del non essere Il divenire egrave infatti un passaggio dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere

al non essere La realtagrave del passaggio implica la realtagrave dei termini tra i quali si istituisce il

passaggio Ma poicheacute il non essere non egrave non puograve essere nemmeno il passaggio86

86 lt affincheacute la posizione parmenidea sia riguardata come un problema o come unrsquoaporigravea egrave

necessario avvedersi dellrsquoimpossibilitagrave di negare la realtagrave del mondo molteplice e diveniente per salvare o per

tener ferma lrsquounitagrave e lrsquoimmobilitagrave dellrsquoessere Egrave necessario avvedersi ancora che quella di Parmenide egrave infine una

scelta o una preferenza che egli accorda allrsquoessere piuttosto che al mondo gt Id I principi del divenire La Scuola

Brescia 1995 pag 13

55

Lrsquoontologia di Platone87

e Aristotele sono lrsquoassestamento di questa intuizione E

lrsquoassestamento si impone ma la scoperta egrave troppo grande percheacute lo scopritore non ne resti

abbagliato Il mondo svanisce nella prima luce dellrsquoessere svanisce come valore diviene

esistenza contrapposta allrsquoessenza e il valore egrave lrsquoessere come immutabilitagrave e semplicitagrave

assoluta

Lrsquoimprevisto lrsquoinsospettato egrave per il logo il mondo non Dio Ma se il logo si fa sorprendere dal

mondo in modo da non sapersi riprendere dalla sorpresa se non negando il mondo diventa logo

astratto ed egrave qui che si ferma Parmenide88

La semplice opposizione tra lrsquoessere (inteso come ciograve che egrave) e il nulla (inteso come ciograve

che non egrave) resta nellrsquoambiguitagrave percheacute la si puograve intendere ndash come si incominciograve e si continuograve

ad intenderla ndash come una legge che governa sigrave lrsquoessere ma che lo governa sin tanto che esso egrave

Lrsquo Occidente egrave la civiltagrave che cresce allrsquointerno dellrsquoorizzonte aperto dal senso che il

pensiero greco assegna allrsquoesser-cosa delle cose

87 Platone si egrave lasciato sfuggire la grande occasione di pensare la veritagrave dellrsquoessere percheacute anche lui (e dopo di lui tutto il pensiero occidentale) lascia al fondo del pensiero dellrsquoente lrsquoastratta separazione dellrsquoessere e

della determinazione proprio lui che si presenta come il pacificatore della scissione ossia come lrsquounificatore

dellrsquoessere e della determinazione lt Platone era divenuto il difensore del concreto il riparo dal naufragio

parmenideo e sotto questo riparo il pensiero occidentale si poneva una volta per tutte senza avvedersi che lrsquoovile

non era stato chiuso prima che entrasse il lupo e senza avvedersi che era stata lasciata fuori in sovrana solitudine

la luce della veritagrave dellrsquoessere gt Id Essenza del nichilismo cit pag 74

88 Id La struttura originaria cit pag 391

56

Sei secoli prima di Cristo la filosofia greca incomincia a concepire la cosa come ciograve

che totalmente o parzialmente esce dal niente e vi ritorna oscilla tra lrsquoessere e il niente un

ἐπαμφοτεριζειν89

dove laquoi dueraquo (ἀμφότεϱα) laquorispettoraquo (ἐπί) ai quali la cosaraquo egrave in lotta con seacute

stessaraquo (ἐϱίζει) sono lrsquoessere (τὸ ὄν) e il niente (τὸ μὴ ὄν inteso come τὸ πάντως μὴ ὄν nihil

absolutum90

In quanto laquoparteciparaquo di entrambi (τὸ ἀμφοτέϱων μετέχον)91

la cosa (τι) ha entrambi

come predicati essa egrave qualcosa che laquoinsiemeraquo (ἃμα) egrave e non egrave τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν92

Ma

lrsquoavverbio ἃμα non compare nel finale del libro quinto della Repubblica col senso temporale

che probabilmente esso intende esprimere nel celebre passo del libro quarto della Metafisica93

nel testo platonico ἃμα indica lrsquoinseparabilitagrave dei due (lrsquoessere e il niente) tra i quali la cosa egrave

indecisa nel suo oscillare tra lrsquouno e lrsquoaltro Dellrsquooscillante non solo non egrave possibile pensare

che sia semplicemente legato allrsquoessere (οὔτ᾽ εἶναι) o al non essere (οὔτε μὴ εἶναι) o che non

sia legato ad alcuno dei due (οὔτε οὐδέτεϱον) ma non si puograve nemmeno pensare che esso sia

lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα

Lrsquoἐπαμφοτεριζειν (lrsquooscillante) egrave un dibattersi (ἐϱίζειν) tra lrsquoesser e il niente (ἐπὶ τὰ

ἀμφότεϱα) proprio percheacute non egrave contemporaneamente lrsquouno e lrsquoaltro οὔτ᾽ ἀμφότεϱα Il

dibattersi egrave il divenire della cosa Dove la cosa insieme (ἃμα) egrave e non egrave nel senso che nel

divenire lrsquoessere e il non essere sono inseparabili e non nel senso che nel divenire la cosa sia

e non sia contemporaneamente

Ma proprio percheacute nellrsquoespressione τι ἃμα ὄν τε ϰαὶ μὴ ὄν lrsquoavverbio ἃμα non indica

la contemporaneitagrave ma lrsquoinseparabilitagrave dei due che si contendono la cosa proprio per questo

tale espressione egrave la definizione stessa del divenire cioegrave del tempo

89 Platone Civitas 479 c Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo fedelmente alla loro

utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino nelle opere di riferimento riportate in nota

90 Ibid 478 d

91 Ibid 478 d-e

92 Ibid 478 d

93 Aristotele Metafisica 1005 b 19-20

57

Lrsquoente quindi in quanto ente egrave ciograve che puograve non essere In quanto ente non egrave

lrsquoimmediata esclusione del suo poter non essere Lrsquoente egrave la cosa (il τι) nel suo essere coinvolta

nellrsquo ἐπαμφοτεριζειν tra lrsquoessere e il niente Affincheacute si possa porre un ente come immutabile e

quindi come ciograve che non puograve non essere si egrave costretti ad introdurre un medio tra lrsquoesser ente

dellrsquoente e lrsquoimmutabilitagrave di quellrsquoente

Introducendo un μεταξύ fra lrsquoessere e il nulla94

Platone segna il destino dellrsquoOccidente

lrsquoaffermazione di una dimensione in cui egrave contenuto ciograve che nasce e muore ossia ciograve che

partecipando dellrsquoessere e del niente non era e non saragrave piugrave era un niente e saragrave ancora un

niente Platone lascia in ereditagrave agli uomini il mondo compiendo il parricidio che conduce

nellrsquoessere le determinazioni che Parmenide lasciava nel nulla Ma il parricidio andava

compiuto le determinazioni non sono un niente (un ἐναντίον dellrsquoessere) e cioegrave sono

Lrsquoessere non egrave il puro indeterminato ma la totalitagrave concreta delle determinazioni95

Ma

nellrsquoatto stesso in cui Platone contrappone lrsquoessere concreto determinato al niente lascia

lrsquoessere identico al niente

94 Platone Civitas V 477-480)

95 lt Nella fondamentale dottrina metafisica quella hegeliana dellrsquointelletto astratto egrave lo sviluppo

dialettico il modo determinato secondo cui si istituisce la sintesi tra il puro essere e la totalitagrave delle determinazioni

Ma il significato ultimo della sintesi hegeliana egrave ancora quello platonico tra il puro essere e le determinazioni si

apre sin dal principio un abisso incolmabile onde lrsquounione delle due sponde egrave la sintesi di ciograve che sin dal principio

egrave stato destinato a rimanere diviso Nello sviluppo dialettico il puro essere si determina (si unisce alla determinazione) ma la determinazione mantiene nella sintesi il carattere che sin dal principio le conviene in

quanto separata dallrsquoessere di essere un niente Egrave unita allrsquoessere ma contiene ad essere un niente Egrave quindi

inevitabile che sia trattata come un niente e si affermi che la sua sintesi con lrsquoessere egrave accidentale e che sia quindi

destinata a nascere e a morire eterno rimanendo solamente quellrsquoente privilegiato che egrave la stessa accidentalitagrave

della sintesi Ma questa sintesi necessaria ndash lrsquoorganismo delle categorie lrsquoIdea ndash egrave la struttura privilegiata che

rende possibile il divenire delle determinazioni empiriche lrsquoistituzione della sintesi accidentale tra il categoriale e

lrsquoempirico gt E Severino La struttura originaria pag 403

58

Pensa le determinazioni come per seacute indifferenti al loro essere o non essere Per tenerle

ferme nellrsquoesistenza quegli esseri-relativi deve andare alla ricerca di un fondamento che perograve

fonda soltanto la ragione privilegiata delle determinazioni universali (idee) ed abbandona

allrsquoannullamento le determinazioni empiriche96

La soluzione che Aristotele dagrave dellrsquoaporigravea parmenidea si svolge in due momenti

accertamento della struttura intrinseca del divenire e accertamento delle condizioni totali della

pensabilitagrave del divenire ossia le condizioni in base alle quali la realtagrave del divenire non egrave

contraddittoria Ed essa realtagrave non lo egrave in quanto la contraddizione egrave tolta negando che il

divenire sia lrsquointero e quindi ponendo una realtagrave non diveniente egrave tolta introducendo il

concetto di sostrato

Il divenire non egrave piugrave indeterminatamente considerato ma egrave determinato come una

struttura complessa passaggio di un sostrato dalla privazione di una certa forma alla forma

corrispondente che egrave il concetto di ldquodivenienterdquo quel ldquoterzordquo tra il non essere e lrsquoessere che

quindi diviene97

Nel De Interpretatione98

si afferma infatti

Che dunque ciograve che egrave sia quando egrave e che ciograve che non egrave non sia quando non egrave egrave necessario tuttavia

non egrave necessario neacute che tutto quanto ciograve che egrave sia neacute che tutto quanto ciograve che non egrave non sia Infatti

non egrave la stessa cosa che tutto quanto ciograve che egrave sia di necessitagrave quando egrave e lrsquoessere assolutamente di necessitagrave E similmente va detto anche per ciograve che non egrave

96 Id Essenza del nichilismo pag 148

97 lt la differenza tra il parmenidismo e lrsquoaristotelismo [] egrave la stessa differenza tra il concetto di sapere

metafisico come appartenente alla struttura del fondamento e il concetto per il quale il sapere metafisico egrave

unrsquoulterioritagrave rispetto a quella struttura che deve essere conseguita attraverso un procedimento mediazionale gt

Id La struttura originaria cit pag 399

98 Traduzione condotta sul testo Della Interpretazione Edizione Bur quarta edizione marzo 2000 23-28

pag 99

59

Il principium firmissimum esprime la struttura dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente proprio

percheacute egrave il principio dellrsquoente in quanto ente (non un certo ente privilegiato) Esso egrave la

posizione della nientitagrave dellrsquoente espressa come non-nientitagrave dellrsquoente

Esso egrave lrsquoespressione piugrave esplicita e radicale dellrsquoopposizione dellrsquoente al niente E

tuttavia nel principio di non contraddizione la nientitagrave dellrsquoente resta essenzialmente affermata

proprio nellrsquoatto in cui la si vuole escludere nel modo piugrave perentorio Essa si manifesta nella

forma del suo opposto

In una sua formulazione fondamentale il principium firmissimum dice che laquonon egrave

possibile che la stessa cosa sia e non siaraquo (εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) per il medesimo rispetto e nello

stesso tempo (ϰαῦ᾽ ἕνα ϰαὶ τὸν αὐτὸν χϱόνον)99

Ciograve significa da un lato che il diverso puograve

esser e non essere nello stesso tempo e cioegrave che in un certo tempo alcuni degli enti sono ed

altri non sono e dallrsquoaltro lato significa che in tempi diversi il medesimo egrave e non egrave prima d i

nascere e dopo il suo perire non egrave ed egrave tra la nascita e la morte

99 Aristotele Metafisica 1061 b 36

Fabro critica fortemente lrsquointerpretazione severiniana dei testi aristotelici nella fattispecie il carattere temporale

assegnato al principio di non contraddizione lt Sotto lrsquoaspetto reale Aristotele che non conosce la creatio ex

nihilo della Bibbia ed ammette lrsquoeternitagrave del mondo []si muove con assoluta fedeltagrave alla concezione greca della necessitagrave del Tutto [] Il nascere e il perire cioegrave la contingenza del mondo sublunare [] esprimono non un passare

dallrsquoessere al non essere ma dallrsquoessere tale ad un essere tal altro della materia secondo le leggi fisiche e

biologiche della generazione e corruzione gt concludendo lt Il problema del tempo come qualificante lrsquoessere

dellrsquoente quale lrsquoinvoca il Severino egrave qui del tutto assente poicheacute si tratta unicamente del problema del rapporto

fra logica e metafisica cioegrave della dipendenza fra il modo di predicare e il modo di essere e si afferma che il primo

dipende dal secondo che il pensare dipende dallrsquoessere e che le qualitagrave del pensare e del predicare dipendono dal

modo di essere gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente ndash Osservazioni sul pensiero di E Severino pag110-112

60

Al principio di non contraddizione appartiene essenzialmente la persuasione che agli

enti sia consentito di non essere100

100 La negazione dellrsquoidentitagrave che la forma del dire e del pensare presenta nella preistoria dellrsquoOccidente

egrave determinata dallrsquoisolamento del soggetto dal predicato

lt Anzi il senso stesso del soggetto e del predicato egrave determinato dallrsquoisolamento giaccheacute il soggetto egrave ciograve che

permane ed egrave significante indipendentemente e isolatamente dal predicato Lrsquoisolamento egrave la coscienza in quanto

isolante cioegrave in quanto essa isola il proprio contenuto separando la parte dalle altre parti e la parte dal tutto In

quanto il soggetto egrave isolato dal predicato il soggetto egrave sempre un altro dal predicato Anche quando il predicato egrave il soggetto stesso (come in A egrave A) e in A egrave A A-soggetto isolato non solo egrave altro da A-predicato ma egrave qualcosa

a cui non puograve competere di essere A giaccheacute il suo essere A ndash il suo essere se stesso ndash egrave appunto ciograve da cui A-

soggetto in quanto isolato da A-predicato egrave isolato [] A sua volta quanto al contenuto del pensiero e del dire

dellrsquoOccidente lrsquoessente puograve essere pensato come ciograve che esce dal niente e vi ritorna solo in quanto egrave isolato

dallrsquoessere ndash ossia dal suo essere seacute[] In Aristotele lrsquoantecedenza e indipendenza della dimensione noetica

(oggetto dellrsquooperatio prima intellectus) da quella dianoetica (oggetto dellrsquooperatio secunda intellectus) egrave

appunto lrsquoisolamento del noetico dal suo esser seacute che si costituisce nella e come dimensione dianoetica Il

principio di non contraddizione che afferma lrsquoidentitagrave dellrsquoessente dice Tommaso (In duodecim libros

Metaphysicorum Aristotelis expositio 605) egrave sigrave il primo ossia egrave il principio fondamento ma nella seconda

operazione dellrsquointelletto (est naturaliter primum in secunda operatione intellectus) Per Hegel la determinazione

in quanto isolata egrave un contraddirsi Ma in quanto isolata la determinazione egrave una dimensione noetica [] Hegel

mostra sigrave che il noetico isolato egrave un contraddirsi ma concepisce il piano dianoetico (lrsquounitagrave di determinazioni diverse) come il risultato del divenire prodotto dalla contraddizione e quindi anche per Hegel lrsquointelletto

(Verstand) che isola il noetico egrave lrsquooperatio prima intellectus rispetto alla dimensione dianoetica costituita dalla

sintesi dialettica gt

Per Tommaso il principio drsquoidentitagrave e non contraddizione egrave un principio di ragione lt Quando si dice che

qualcosa egrave identico a seacute stesso [aliquid esse idem sibiipsi] lrsquointelletto assume come due ciograve che quanto alla cosa egrave

uno [intellectus utitur eo quod est unum secundum rem ut duobus] Altrimenti non potrebbe designare la

relazione dello stesso a seacute stesso Onde appare che la relazione include sempre due estremi e se nelle relazioni di

questo tipo non ci sono due estremi quanto alla cosa ma solo quanto allrsquointelletto la relazione di identitagrave non

potragrave essere una relazione reale ma solo di ragione gt

Nemmeno Tommaso vede che un intelletto che assuma come due ciograve che egrave uno afferma la contraddizione

impossibile cioegrave che lrsquouno egrave due lrsquoidentico egrave differente Pensare che lrsquoidentitagrave non sia quindi una relazione reale consente al realismo di concludere che lrsquoessente indipendentemente dallrsquointelletto egrave identico a seacute (altrimenti il

dirlo identico ndash esso egrave appunto illud quod dicitur idem ndash sarebbe falso) ma la sua identitagrave con seacute si costituisce

come tale (cioegrave formalmente) solo nella riflessione dellrsquointelletto sullrsquoessente Lrsquoessente egrave in seacute identico a seacute non

egrave per seacute identico a seacute [] In quanto isolato dallrsquoidentitagrave con seacute stesso (e cioegrave dal suo non esser lrsquoaltro da seacute)

lrsquoessente non egrave seacute stesso non solo non appare come seacute stesso ma non egrave nemmeno seacute stesso Egrave un nulla Un nulla

che il pensiero dellrsquoOccidente intende come essente (noema significato) indipendentemente dal suo esser pensato

come esser seacute e come non esser lrsquoatro da seacute gt E Severino Tautoacutetēs Adelphi Milano 1995 pag 102-105108

61

Questa persuasione gli appartiene anche quando in esso non vien fatta alcuna menzione

del tempo giaccheacute lrsquoente di cui vien posta lrsquoincontraddittorietagrave viene pensato come ciograve che in

quanto tale puograve non essere Il principio di non contraddizione stabilisce lrsquoopposizione dellrsquoente

al niente ma egrave lrsquoente in quanto egrave che si oppone al niente e non lrsquoente in quanto non egrave ndash dove

questo ldquoin quanto non egraverdquo esprime un aspetto essenziale dellrsquoente in quanto ente

Aristotele afferma lrsquoimpossibilitagrave che qualcosa cui convenga una certa determinazione

abbia ldquonello stesso tempordquo la determinazione contraddittoria Il che vuol dire che in un tempo

diverso puograve convenirle

Il pensiero metafisico supera lrsquoeleatismo percheacute oppone al niente non solo il puro essere

indeterminato ma ogni ente determinato

Ciograve che con la filosofia platonica e aristotelica si viene a guadagnare egrave lrsquoesistenza del

mondo E si tratta di un guadagno nel senso che il mondo non deve essere semplicemente

affermato ma deve essere affermato tenendo fermo quel puro atto che agli occhi di Parmenide

esigeva la nullitagrave o illusorietagrave del mondo il mondo egrave guadagnato nel senso che si mostrano le

condizioni del suo coesistere a Dio allrsquoeterno101

101 Aristotele lt Al posto di una palude incomprensibile piena di fumi del mistero e della magia egli

pone di fronte alla nostra intelligenza uno schema grandioso e coordinato limpido da comprendere e fondato sui

fatti ovvi e persistenti della nostra esperienza Nella generalitagrave della sua portata esso egrave insieme filosofico e

scientifico e fornigrave piugrave tardi lo sfondo fisico allo schema cristiano della salvezza gt Alfred North Whitehead

Science and Philosophy traduzione dallrsquoinglese di Stefano Federici Scienza e Filosofia Castelvecchi Roma I

edizione aprile 2014 pag 12

62

III - Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire

Lrsquo irruzione delle differenze del molteplice nellrsquoarea dellrsquoessere porta a concepire

lrsquointero del positivo sulla traccia del positivo empirico percheacute come ripetiamo lrsquoessere egrave ciograve

che egrave quando egrave e che non egrave quando non egrave

Ma sia il mondo delle idee che lrsquoatto puro di Aristotele sono certamente privi di una

dimensione del positivo la materia la radice cosmica da cui si generano tutte le cose sensibili

che non egrave dominata dal divino ma solo lsquopersuasarsquo a trasformarsi da caos in cosmo Egrave appunto

lrsquoesigenza di intendere lrsquoimmutabile come la pienezza dellrsquoessere ciograve che spinge lo stoicismo

il neoplatonismo la patristica e la scolastica a porre la dipendenza assoluta del mondo da Dio

Lrsquoimmutabile dagrave lrsquoessere alla materia e al mondo percheacute se li trovasse davanti a seacute

indipendenti e come suo limite esso mancherebbe di qualcosa sarebbe cioegrave aperto ad un

completamento possibile non sarebbe lrsquoimmutabile Ma se per Parmenide lrsquoimmutabile non

manca di nulla percheacute il mondo egrave illusorio per Agostino e Tommaso lrsquoimmutabile non manca

di nulla percheacute contiene tutta la positivitagrave del mondo e la puograve contenere solo a patto di porsi

come il libero creatore del mondo

Lrsquoesistenza dellrsquoimmutabile trasforma in un ente il niente secondo cui si struttura il

divenire e quindi trasforma lrsquoevidenza del divenire in una semplice apparenza e in un niente

lrsquoessere del divenire Lrsquoopposizione del positivo e del negativo egrave il principio motore della

metafisica classica quel principio cioegrave che porta appunto alla concezione creazionistica della

realtagrave102

Ma pensare lrsquoessere in seacute stesso un positivo che egrave anche negativo egrave contraddittorio

Il contrario dellrsquoessere egrave il non-essere il contraddittorio dellrsquoessere egrave tutto ciograve che non egrave essere

102 laquoDio ha scelto ciograve che nel mondo egrave nulla per ridurre a nulla le cose che sonoraquo Prima lettera ai

Corinzi 128

63

Lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla egrave uno dei modi secondo i quali il positivo si oppone

al negativo nella sua concretezza la veritagrave dellrsquoessere egrave lrsquoopposizione nella sua universalitagrave e

non in questo o quel modo in questa o quella individuazione sia pure emergente come quella

costituita dalla proibizione che lrsquoessere non sia

Ma il pensiero vive anche quando si contraddice quando si contraddice non si annulla

laquoIl contraddirsi non egrave un non pensar nulla ma egrave un pensare il nullaraquo103

Che il nulla si lasci

guardare dal pensiero costituisce uno dei piugrave formidabili ostacoli al pensiero dellrsquoessere104

Rispondere alla domanda del percheacute lrsquoidentitagrave dellrsquoessere e del non-essere non possa

essere affermata vuol dire operare il disvelamento autentico della veritagrave dellrsquoessere che non egrave

un semplice dire ma egrave un dire che ha valore ossia egrave capace di togliere la propria negazione

lrsquoautentica veritagrave epistemica

E dunque lrsquoopposizione dellrsquoessere e del non-essere affincheacute sia vista nella sua veritagrave

devrsquoessere vista nel suo valore Ossia da un lato il predicato conviene per seacute o

immediatamente al soggetto dallrsquoaltro lrsquoopposizione non puograve essere negata percheacute anche la

negazione puograve vivere come negazione solo se a suo modo afferma lrsquoopposizione Se

lrsquoopposizione viene in qualche modo negata e la negazione vuol essere negazione allora la

negazione si oppone al proprio negativo cioegrave si tien ferma in quel significare per cui essa egrave

negazione e differenzia questo significare da ogni altro significare ossia differenzia e oppone

questa positivitagrave in cui consiste il suo esser significante come negazione e come quella certa

negazione che egrave al proprio negativo

103 E Severino Essenza del nichilismo pag57

104 lt Lo Heidegger ha richiamato lrsquoattenzione su di esso ma i difensori della metafisica tradizionale non

hanno avvertito la gravitagrave del richiamo Ma se lo Heidegger avverte che il pensiero del nulla fa del nulla un

positivo rinuncia poi a superare questo ostacolo e ripiega sulla comoda condanna della logica e del principio di

non contraddizione Ma lrsquoopposizione dellrsquoessere al nulla non egrave un principio della logica ma il respiro del

pensiero gt Ibidem

64

Lrsquoopposizione egrave il fondamento di ogni dire e quindi anche di quel dire in cui consiste la

negazione dellrsquoopposizione In ogni discorso come in ogni pensiero il significato che emerge

nel dire e nel pensare egrave tenuto fermo nella sua diversitagrave da ogni altro significato nella sua

opposizione appunto al proprio negativo

Lrsquoessere viene incontro dominato dalla legge che lo oppone al non-essere in ogni suo

manifestarsi Nellrsquo opposizione originaria ogni essere si volge in piugrave direzioni si trova in una

pluralitagrave di rapporti Questa pluralitagrave di direzioni o rapporti egrave appunto la pluralitagrave di modi

secondo cui ogni positivo si oppone al suo negativo

Lrsquoopposizione originaria non egrave neacute questo neacute quel modo dellrsquoopposizione ma la loro

cooriginarietagrave ossia lrsquouniversale concreto dellrsquoopposizione espresso dalla proposizione

lrsquoessere non egrave non essere dove ripetiamo non viene pensata soltanto lrsquoopposizione dellrsquoessere

al nulla bensigrave lrsquoopposizione ad ogni forma del negativo (e quindi anche lrsquoopposizione al nulla)

Lrsquoopposizione egrave fondamento nel senso che egrave ciograve senza di cui non si costituirebbe

nessun discorso e nessun pensiero se la negazione non ponesse alla propria base lrsquoopposizione

(ossia non ponesse la propria positivitagrave significante a ogni altro significare) non esisterebbe

nemmeno Esiste solo se afferma ciograve che nega

Rilevare che la negazione dellrsquoopposizione egrave affermazione della propria inesistenza

vuol dire semantizzare lrsquoimpossibilitagrave di negare lrsquoopposizione Lrsquoopposizione che se ne sta in

solitudine sovrana egrave lrsquoopposizione universale del positivo e del negativo e non la sola

opposizione dellrsquoessere al nulla (che egrave soltanto individuazione dellrsquoopposizione universale)105

105 Bontadini aveva criticato Severino in questa configurazione dellrsquoἕλεγχος obiettando che se si pone

come principio la proposizione laquoLrsquoessere non egrave il nullaraquo la negazione di questa proposizione non afferma ciograve che

nega giaccheacute la negazione opponendosi allrsquoaffermazione dellrsquoopposizione non si oppone al nulla bensigrave a un

certrsquoaltro essere Chi nega cioegrave lrsquoopposizione di contraddizione (tra essere e non essere) non afferma la stessa

opposizione ma solo unrsquoopposizione di diversitagrave Ivi cit pag 121

65

Lrsquoopposizione originaria proprio percheacute universale egrave sia opposizione di

contraddizione sia opposizione di diversitagrave opposizione del positivo a tutto ciograve che non egrave quel

positivo e dunque opposizione tanto al nulla quanto ad ogni altro positivo E tutto ciograve che egrave

altro dalla negazione egrave tutto ciograve che egrave altro dalla negazione e non soltanto una parte106

106 Lrsquo ἕλεγχος aristotelico egrave lrsquoaccertamento che lt la negazione non esiste come negazione pura ossia

come negazione che non abbia bisogno per costituirsi di affermare ciograve che nega [] proprio percheacute il fondamento della negazione egrave ciograve che essa nega essa consiste nella negazione di seacute medesima nel suo togliersi come discorso

gt Lrsquo ἕλεγχος mostra che la negazione universale dellrsquoopposizione tra positivo e negativo tra essere e non essere

non riesce a costituirsi proprio percheacute si costituisce solo se egrave affermazione dellrsquoopposizione Lrsquoἕλεγχος non dice

che lt la negazione dellrsquoincontraddittorietagrave non egrave ammissibile percheacute egrave contraddittoria [] ma dice che tale

negazione non riesce a vivere come negazione percheacute nellrsquoatto in cui si costituisce come negazione essa egrave insieme

anche affermazione [] Il toglimento della negazione non egrave dunque determinato dallrsquoaccertamento della

contraddittorietagrave di questa [] ma dal rilevamento che la negazione non riesce a vivere come negazione pura []

Nel caso in cui la negazione riconoscendo di non poter vivere come negazione pura rinunci a porsi come

negazione universale e si ripresenti come negazione limitata dellrsquoincontraddittorietagrave anchrsquoessa diventa allora un

discorso che non volendo negare ciograve su cui si fonda vuol essere incontraddittorio (condizione richiesta dalla

determinatezza del discorso) [] La considerazione concreta della determinatezza della negazione

dellrsquoopposizione rileva che la negazione si costituisce come negazione solo se da un lato egrave determinata come unitagrave semantica rispetto al proprio negativo e dallrsquoaltro lato se i termini che la costituiscono sono essi stessi

determinati gli uni rispetto agli altri La considerazione concreta di questa determinatezza consente una

formulazione dellrsquoἕλεγχος tale da fargli ricevere lrsquoampiezza massima che gli conviene non semplicemente la

negazione del determinato si fonda sullrsquoaffermazione di una parte di ciograve che essa nega ma la negazione si fonda

sullrsquoaffermazione dellrsquointero di ciograve che essa nega gt Ivi pag43-45

66

Lrsquoidentitagrave degli opposti in quanto pensata egrave un positivo e come positivo non egrave

negativo

Lrsquoidentitagrave degli opposti come esistente egrave un positivo significare ed egrave appunto questo

positivo significare ciograve senza di cui non si costituirebbe lrsquoopposizione del positivo e del

negativo

Lrsquoidentitagrave degli opposti egrave presupposta non in quanto identitagrave degli opposti ma in quanto

positivitagrave significante La negazione dellrsquoopposizione presuppone ciograve che essa nega mentre la

negazione dellrsquoidentitagrave degli opposti non presuppone ciograve che essa nega ma il positivo

significare di ciograve che essa nega lrsquoopposizione del positivo e del negativo non presuppone che il

positivo sia negativo ma presuppone quella positivitagrave significante che forma il contenuto

dellrsquoidentificazione del positivo e del negativo

Ecco che allora la negazione dellrsquoopposizione non riesce a costituirsi sigrave che

lrsquoopposizione (lrsquoincontraddittorietagrave la determinatezza) egrave il destino del dire egrave appunto ciograve che

si deve dire

La negazione che lrsquoessere non sia egrave individuazione dellrsquoopposizione universale del

positivo e del negativo e in quanto tenuta ferma nella sua concreta relazione allrsquouniversale

essa partecipa dellrsquooriginarietagrave del logo ndash inteso questo come lrsquoopposizione del positivo e del

negativo

Il fiore non egrave lrsquoalbero o questo positivo non egrave questo suo negativo il fiore non egrave lo

stagno la casa lrsquoalbero e tutto ciograve che egrave altro dal fiore

Ma quando lrsquoessere e quindi ogni essere si rivolge verso quella direzione lungo la quale si lega al suo Egrave quando cioegrave del fiore non si dice solamente che non egrave lrsquoalbero ma si dice che egrave e non puograve

non essere non puograve accadere che non sia allora ogni essere prende volto divino107

107 Ivi pag 58

67

CAPITOLO TERZO

Per una comprensione dellrsquoEssere

68

I - La struttura originaria dellrsquoessere

La struttura originaria egrave la struttura originaria dellrsquoessere108

ciograve che egrave necessariamente

presente in quanto un essente egrave e appare Senza la presenza di tale struttura nessun essente

potrebbe essere e apparire Essa egrave lo scheletro dellrsquoessere la sua grammatica di base la sua

sintassi fondamentale la quale non essendo un unico significato ma un intreccio inscindibile

di significati essa egrave una struttura (un complesso logico-semantico consistente nella totalitagrave

delle determinazioni che devono essere presenti affincheacute un essente possa apparire) In altre

parole la struttura originaria egrave la forma essenziale di ogni essente ciograve con cui esso egrave

necessariamente in relazione il suo legame indissolubile

In quanto lrsquoessere egrave immediatamente innegabile e lrsquoinnegabilmente immediato la

struttura originaria dellrsquoessere egrave la struttura originaria della necessitagrave dove il termine necessitagrave

ndash dal latino ne-cedo ndash esprime il senso assoluto dellrsquoinnegabilitagrave quale autonegativitagrave

immediata del proprio negativo In quanto il proprio negativo egrave immediatamente autonegativo

la struttura originaria egrave ciograve che laquostaraquo innegabilmente ed eternamente Essa non egrave un prodotto

teorico dellrsquouomo o di Dio ma il laquoluogo giagrave da sempre aperto dalla Necessitagraveraquo109

Egrave lo stare

innegabile dellrsquoessere-significare

Un essente egrave e appare in quanto egrave presente una certa dimensione dellrsquoessente costituita

dalle laquodeterminazioni che competono con necessitagrave a ogni essente e nelle quali consiste

appunto il destinoraquo110

108 Si tratta della struttura originaria come struttura dellrsquoessere e del significare e non della grande opera

edita per la prima volta nel 1958 e considerata fin drsquoora Questa distinzione rende legittima lrsquoestrapolazione del IV

capitolo da La struttura originaria

109 E Severino La struttura originaria pag13

110 Id Oltrepassare Adelphi Milano 2007 pag 179

69

Queste determinazioni sono chiamate laquopersintatticheraquo (lrsquoesser seacute dellrsquoessente il suo

non esser altro da seacute il suo non poter diventare ed essere altro da seacute il suo essere eterno ma

anche lrsquoessere dellrsquoapparire infinito la necessitagrave che gli essenti della terra sopraggiungendo

siano accolti dagli essenti dello sfondo e la necessitagrave che il sopraggiungere sia la Gloria cioegrave

si dispieghi senza fine) a queste poi si aggiungano tutte quelle che gli competono e che

costituiscono la dimensione stessa111

Lo ldquosfondordquo egrave un altro modo di nominare la sintassi originaria dellrsquoessere

evidenziandone lrsquoessere contenuto necessariamente originario e costante dellrsquoapparire

lrsquoinsieme delle determinazioni che non sopraggiunge e non tramonta mai allrsquointerno

dellrsquoapparire trascendentale ossia allrsquointerno di quellrsquoorizzonte che ospita lrsquoapparire empirico e

particolare degli essenti Lo sfondo egrave la permanenza non sopraggiungente

La struttura originaria della veritagrave dellrsquoessere egrave necessariamente identica sia

nellrsquoapparire finito che in quello infinito proprio in quanto egrave il fondamento dellrsquoessere ossia in

quanto egrave il predicato necessario di ogni essente ndash predicato trascendentale112

Le determinazioni della struttura originaria non sono il predicato di ogni essente cioegrave

questo libro non egrave ndash in quanto tale ndash lrsquoapparire infinito ma ogni essente egrave ciograve che esso egrave e

appare cosigrave come appare solo in quanto esso egrave in relazione a tale insieme Ciograve significa che

ogni essente egrave necessariamente in relazione alla totalitagrave delle determinazioni sono il predicato

necessario di ogni essente in questo senso dellrsquoessere in relazione

La struttura originaria egrave lo sfondo intramontabile dellrsquoapparire e cioegrave la persintassi

dellrsquoessente a differenza della iposintassi che egrave il contenuto variabile e variante dellrsquoapparire

la persintassi egrave la sintassi intramontabile dellrsquoIo finito del destino necessariamente costante e

sempre identica a seacute percheacute se via via apparissero ulteriori determinazioni integranti prima di

tale integrazione essa non sarebbe ancora stata seacute stessa cioegrave fondamento

111 Ibidem

112 Ibidem

70

Il fondamento in quanto persintassi o sintassi costante e originaria dellrsquoessere egrave il

contenuto eterno che appare eternamente nel cerchio finito del destino In quanto tale esso egrave il

luogo che accoglie la terra ossia la totalitagrave degli essenti che appaiono e scompaiono

In quanto la struttura originaria egrave fondamento essa egrave lrsquoessenza del fondamento la

struttura anapodittica del sapere e cioegrave lo strutturarsi della principalitagrave o dellrsquoimmediatezza

Il fondamento egrave quindi struttura unitagrave non semplice complesso logico e semantico

composto da una pluralitagrave di determinazioni essenzialmente legate tra loro

Legame essenziale significa che quelle determinazioni sono concretamente ciograve che sono

solo allrsquointerno di quel complesso cosigrave come quel complesso egrave concretamente quellrsquounitagrave che egrave

solo in quanto totalitagrave di quella pluralitagrave di determinazioni senza anche uno solo dei suoi

significati esso non sarebbe ciograve che egrave cosigrave come ogni parte separata da quel complesso non

sarebbe ciograve che egrave

La struttura originaria egrave lrsquoessenza del fondamento percheacute non egrave semplicemente

fondamento ma ciograve che il fondamento deve essere per essere fondamento essere fondamento

significa essere originario ed essere originario significa essere struttura

laquoLrsquoesposizione concreta della struttura originaria mostra che la metafisica come

teorematicitagrave o categoricitagrave appartiene alla struttura stessa dellrsquoimmediatoraquo113

Il sapere

metafisico non egrave unrsquoulterioritagrave da conseguire ma appartiene allrsquoessenza del fondamento E la

storia del fondamento egrave un elemento o un momento essenziale del fondamento stesso come in

generale ogni struttura logica che abbia a procedere dal fondamento include in seacute

essenzialmente la propria storia

113 Id La struttura originaria cap I par 4

71

Tutti i possibili modi di prendere posizione rispetto ad esso meno uno costituiscono

altrettanti negazioni del fondamento114

La posizione del fondamento implica il toglimento della negazione del fondamento o

questo si realizza come apertura originaria della veritagrave solo in quanto egrave in grado di togliere la

sua negazione115

114 lt Vi sono vari tipi di negazione il fondamento puograve essere negato percheacute al suo contenuto non si

riconosce valore di fondamento oppure il valore egrave riconosciuto soltanto ad una parte di quel contenuto oppure

percheacute si nega che il sapere debba avere un fondamento o infine semplicemente percheacute il fondamento egrave ignorato

sia nel suo contenuto concreto sia quanto al suo contenuto formale Le negazioni accadute le negazioni del

fondamento si distinguono allrsquointerno del sistema delle negazioni possibili dalle negazioni non accadute non

manifestatesi in quanto le prime sono oggetto di una cura di un interesse per cui o la base logica sulla quale tali

negazioni appoggiano viene considerata come il fondamento stesso o in generale esse diventano in quanto tali

contenuto di una certezza gt Ibidem

115 lt Sigrave che il fondamento egrave posto solo in quanto la sua negazione egrave posta (come tolta) Il contenuto del fondamento egrave posto in quanto il fondamento mostra la sua capacitagrave di togliere assolutamente la sua negazione

quindi essere fondamento significa essere originario In quanto il fondamento si impegna con la sua storia

lrsquoeternarsi del fondamento coincide col suo storicizzarsi Se la storia del fondamento egrave il concretarsi

dellrsquouniversalitagrave della sua negazione egrave infatti in rapporto allo sviluppo della negazione che il fondamento esercita

il suo valore Rispetto quindi allo sviluppo della negazione il fondamento si tien fermo ed in questo tenersi fermo

egli egrave sempre il medesimo Ma il tenersi fermo in relazione allo sviluppo della negazione egrave anche un movimento

sigrave che per questo lato il fondamento egrave svolgimento novitagrave progresso gt Ibidem

72

II - Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere

Il giudizio originario egrave lrsquoaffermazione in cui si realizza la struttura originaria tutto ciograve

che nel modo che gli conviene egrave immediatamente noto egrave lrsquoimmediato

Pensiero egrave lrsquoattualitagrave o la presenza immediata dellrsquoessere assunta in relazione alle

strutture semantiche che sono immediatamente implicate (ossia immediatamente presenti) dalla

posizione dellrsquoattualitagrave o presenza immediata dellrsquoessere Se a questa attualitagrave si riserva il nome

di laquoesperienzaraquo il termine laquopensieroraquo resta definito come implicazione immediata tra

lrsquoesperienza e quelle strutture Non si dagrave laquodimostrazioneraquo o laquofondazioneraquo del giudizio

originario che lo pongano come una struttura estranea alla struttura del porsi il linguaggio che

ne parla egrave lrsquoesporsi del giudizio stesso

Lrsquoessere che egrave immediatamente presente ndash lrsquoimmediato come ciograve che entra a

costituire il soggetto del giudizio originario - egrave ciograve che per essere affermato non richiede o non

presuppone altro che la presenza di seacute stesso o non presuppone altro che seacute stesso in quanto

presente τὸ δι αὐτὸ γνώϱιμον il per seacute notum

Il termine laquoessereraquo indica una sintesi tra il significato laquoessereraquo (essere formale) e i

significati costituiti dalle determinazioni che appunto sono O possiamo anche dire col

termine laquoessereraquo si intende una complessitagrave o concretezza semantica i cui momenti astratti

sono lrsquoessere formale e le determinazioni o individuazioni di questa formalitagrave

La proposizione laquoEgrave per seacute noto che lrsquoessere egraveraquo non sta ad affermare lrsquoimmediatezza

della connessione tra il soggetto e il predicato della proposizione laquoLrsquoessere egraveraquo ma

lrsquoimmediatezza della notizia di questa connessione116

La quale non interessa come tale ma

come positivitagrave (essere) che egrave contenuto della presenza che non vuol dire negare la

116 La struttura fenomeno-logica egrave articolata in tre momenti che costituiscono quellrsquounico atto che egrave

lrsquoapparire lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire ovvero la laquocoscienza di autocoscienzaraquo Questa espressione

esprime il significato fondamentale dellrsquoapparire indicando che qualcosa appare solo in quanto appare il suo

apparire Questo rilievo genera solitamente piugrave obiezioni tra le quali ldquose crsquoegrave un apparire dellrsquoapparire ci dovragrave

poi essere un apparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire e cosigrave via in un regresso allrsquoinfinito Ma lrsquoobiezione egrave presto

73

connessione tra il soggetto e il predicato lrsquoimmediatezza di quella connessione egrave infatti

lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave o incontraddittorietagrave dellrsquoessere ndash immediatezza logica ndash Lrsquoaporia

generata dallrsquointelletto astratto che cerca quindi di fondare il fondamento possiamo formularla

cosigrave laquola posizione dellrsquoimmediatezza dellrsquoessere ha il suo fondamento in seacute o in altroraquo Che sia

per altro egrave contraddittorio (lrsquoessere sarebbe un immediato e mediato) Se egrave nota per seacute si

produce il regressus in indefinitum (lrsquoimmediatezza viene ad essere posizione

dellrsquoimmediatezza dellrsquoimmediatezza andando cosigrave allrsquoinfinito)

Dato che la discorsivitagrave del pensare ha in proprio di dire nel tempo ndash una cosa dopo

lrsquoaltra ndash ciograve che non vale come tempo il discorso assume questo andamento laquoLrsquoessere egraveraquo

Lrsquointelletto astratto non riesce a sollevarsi al di sopra della tecnica o della forma esterna

del discorrere e mantenendosi nellrsquoastrattezza dagrave luogo al regressus Di ciograve la parola non ha

alcuna responsabilitagrave il tempo egrave il destino della parola (lrsquoandamento discorsivo egrave corretto

sempre purcheacute non si assuma come due momenti ciograve che vale come unico momento logico)

Lrsquoimmediatezza logica egrave lrsquoimmediatezza dellrsquoidentitagrave-non contraddittorietagrave dellrsquoente in

quanto ente cioegrave di ogni ente cioegrave della totalitagrave dellrsquoente La posizione dellrsquoidentitagrave-non

contraddittorietagrave egrave originaria Dire originariamente che lrsquoessere egrave essere non significa istituire

un confronto e quindi una identificazione tra lrsquoessere come soggetto e lrsquoessere come

predicato presupposti allrsquoidentificazione ndash cheacute anzi stante questa presupposizione lrsquoessere

(soggetto) non egrave lrsquoessere (predicato) Oppure lrsquoessere che egrave essere egrave lrsquoessere che egrave essere

ossia egrave lrsquoessere che egrave posto come identitagrave e non lrsquoessere che essendo posto (presupposto) egrave

poi posto come identitagrave (onde lrsquoidentitagrave si costituisce come identificazione dellrsquoalteritagrave)

Lrsquoidentitagrave dellrsquoessere con seacute stesso egrave pertanto assoluta Lrsquoessere (Ersquo) di cui si predica

lrsquoessere (Ersquorsquo) egrave appunto lrsquoessere che egrave essere Ersquo=Ersquorsquo e lrsquoessere (Ersquorsquo) che egrave predicato egrave

appunto essere dellrsquoessere Ersquorsquo=Ersquo

La formula dellrsquoidentitagrave concreta egrave quindi (Ersquo=Ersquorsquo) = (Ersquorsquo=Ersquo) oppure Ersquo(=Ersquorsquo) =

Ersquorsquo(=Ersquo)

tolta lt la triplice posizione non dagrave luogo a un regresso allrsquoinfinito giaccheacute quello che viene discorsivamente

posto come ldquoterzo momentordquo (lrsquoapparire dellrsquoapparire dellrsquoapparire) egrave la posizione concreta del ldquoprimo momentordquo

(quello che egrave discorsivamente posto come la semplice coscienza o apparire dellrsquoente) e del ldquosecondo momentordquo

(discorsivamente posto come autocoscienza o apparire dellrsquoapparire) gt Non quindi un tre momenti esterni lrsquouno

allrsquoaltro ma della medesimezza di quellrsquounico atto complesso in cui consiste lrsquoapparire dellrsquoessente

Cfr N Cusano Capire Severino ndash La risoluzione dellrsquoaporetica del nulla Mimesis Edizioni Milano-Udine 2011

pag57-58

74

Di seguito possiamo formulare anche lrsquoespressione dellrsquoidentitagrave come identitagrave

dellrsquoidentitagrave e della non contraddizione Lrsquoessere che non egrave non essere non egrave non essere ndash dove

questo non esser non essere egrave proprio dellrsquoessere (E=nnE) = (nnE=E) Ma se lrsquoidentitagrave e la non

contraddizione sono i momenti astratti dellrsquoidentitagrave (o non contraddizione) concreta la

formulazione suprema dellrsquoidentitagrave egrave la posizione dellrsquoidentitagrave tra lrsquoidentitagrave (I) e la non

contraddizione (nC)

Dire che lrsquoessere egrave essere egrave lo stesso che dire che lrsquoessere non egrave non essere (I=nC) = (nC=I)

Kant osservava che non aveva senso fondare un giudizio analitico sullrsquoesperienza dato che per

far convenire il predicato al soggetto non egrave necessario uscire dal concetto del soggetto117

Considerando lrsquoanaliticitagrave del principio di non contraddizione egrave chiaro che lrsquoosservazione

kantiana non puograve voler significare che questo principio non abbia alcuna portata sintetica a

posteriori ovvero che la connessione del soggetto col predicato non abbia alcuna valenza

sintetica

117 lt Qualunque possa essere il contenuto della nostra conoscenza e comunque essa possa riferirsi allrsquooggetto certo la condizione universale ndash seppur solo negativa ndash di tutti i nostri giudizi in generale egrave che essi

non contraddicano seacute stessi altrimenti tali giudizi sono in seacute stessi (anche a prescindere dallrsquooggetto) nulla gt

Infatti lt se il giudizio egrave analitico sia esso negativo o affermativo la sua veritagrave deve sempre poter essere

conosciuta sufficientemente in base a principio di contraddizione Lrsquoopposto di ciograve che giagrave si trova e viene pensato

come concetto nella conoscenza dellrsquooggetto difatti egrave sempre giustamente negato di questo qualcosa mentre il

concetto stesso dovragrave invece venir necessariamente affermato del medesimo qualcosa per il fatto che il contrario

di tale concetto contraddirebbe allrsquooggetto gt I Kant Critica della ragione pura pag 228

75

Negare tale valenza significherebbe infatti negare che lrsquoessere che si manifesta nellrsquoorizzonte

fenomenologico sia in contraddittorio significherebbe affermare che lrsquoeffettualitagrave lrsquoesserci

dellrsquoessere smentisce lrsquoincontraddittorietagrave affermata dal principio Quindi si diragrave che anche il

principio di non contraddizione ha un valore sintetico (lrsquoincontraddittorietagrave egrave cioegrave

immediatezza anche come immediatezza fenomenologia) ma che questo valore egrave soltanto un

momento del valore del principio Lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave lrsquoimmediatezza

dellrsquoapparire dellrsquoente che appare in quanto ente che appare cioegrave di ogni ente che appare cioegrave

della totalitagrave dellrsquoente che appare Risiede nel significato stesso dellrsquoessere che lrsquoessere debba

ad essere quindi il principio di non contraddizione non esprime semplicemente lrsquoidentitagrave

dellrsquoessenza con seacute medesima ma lrsquoidentitagrave dellrsquoessenza con lrsquoesistenza

Ogni affermazione esistenziale egrave posizione di questa identitagrave dellrsquoessenza e dellrsquoesistenza non nel

senso che ogni proposizione esistenziale sia identica [] ma nel senso che nel significato della determinazione (essenza) di cui si predica lrsquoessere (lrsquoesistenza) egrave originariamente incluso lrsquoessere

(la positivitagrave lrsquoesistenza) della determinazione118

La relazione concreta tra lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologica egrave

dunque espressione della strutturazione dellrsquooriginario

La L-immediatezza dellrsquoente (ossia lrsquoente nel suo essere immediatamente identitagrave con

seacute e non contraddittorietagrave) la quale egrave immediatamente presente (cioegrave F-immediata) egrave

lrsquoimmediata presenza (cioegrave F-immediata) della L-immediatezza dellrsquoente (x=y) = (y=x)

118 E Severino Essenza del nichilismo pag 288

76

III - LrsquoEterno

Lrsquoontologia diviene incapace di cogliere lrsquoessere ed egrave costretta ad andar oltre per

trovare ciograve di cui si egrave privata Ciograve che poi trova lrsquoessere immutabile il totalmente altro

contrapposto quindi allrsquoessere diveniente egrave fondato sulla piugrave radicale assurditagrave Da che

lrsquoorizzonte originario del pensare egrave la fede nel divenire degli enti non puograve non essere

impossibile ogni metafisica ogni ontologia ogni teologia che si illuda di poter pervenire a una

dimensione immutabile al di sopra o al centro del divenire

E la dimostrazione di un essere necessario e quindi ogni prova dellrsquoesistenza di un essere

necessario va alla ricerca e presume di trovare un medio che connetta al positivo la negazione del negativo [] pretende di dimostrare il necessario dal contingente

119

Ma affermare un medio tra il soggetto e il predicato significa non vedere lrsquooriginarietagrave

di questa predicazione significa problematizzare la stessa immediatezza della veritagrave e quindi

negarla La veritagrave dellrsquoessere egrave il predicato di ogni ente non nel senso che lrsquoente stia al di fuori

della veritagrave dellrsquoessere ma nel senso che questa egrave la stessa predicazione ossia la stessa unitagrave

veritativa dellrsquoente e del suo predicato La veritagrave dellrsquoessere ndash che egrave il contenuto della filosofia

ndash egrave pertanto lo sfondo di ogni apparire o dellrsquoapparire in quanto tale

Lrsquo apparire del contenuto intramontabile della veritagrave egrave lrsquoapparire del contenuto totale

della veritagrave egrave cioegrave lrsquoapparire della concreta totalitagrave dellrsquoente egrave lrsquoapparire infinito del Tutto non

nel senso che la parte sia identica simpliciter al Tutto ma nel senso che la parte egrave legata con

necessitagrave al Tutto sigrave che il Tutto egrave il vero significato della parte ossia egrave la dimensione in cui la

parte che in quanto separata dal Tutto egrave contraddizione non egrave contraddizione

119 Ivi cit pag 33

77

E la parte egrave separata dal Tutto proprio percheacute il Tutto non appare nella sua compiuta

concretezza allrsquointerno del cerchio dellrsquoapparire120

del destino della veritagrave

laquoLa veritagrave dice non nel senso che essa sia innanzitutto un linguaggio intorno alle cose

ma nel senso che essa egrave il mostrarsi lrsquoapparire della necessitagrave in cui il Tutto dimoraraquo121

Solo

percheacute la necessitagrave (il λογος) presso cui il Tutto sta radunato appare il linguaggio puograve

parlarne ed essere un ομολογειν122

Il Tutto non egrave sopraffatto e catturato dalla necessitagrave ma egrave in accordo con essa sta nel

suo cuore e la necessitagrave sta nel cuore di ogni cosa Non esiste alcuna cosa che possa sfuggire

alla necessitagrave percheacute lo sfuggirle egrave il negarla (lrsquoaprire uno spazio che non si accorda con essa)

e il negarla egrave autonegazione In questa autonegazione consiste il vero senso del non poter

sfuggire alla necessitagrave e dunque il senso originario del destino

La veritagrave egrave il destino del Tutto percheacute la stessa volontagrave di abbandonarla e di negarla

esiste come tale solo in quanto egrave in accordo con ciograve che la veritagrave dice sigrave che per questo suo

accordo con la veritagrave essa egrave un abbandonare e un negare seacute medesima lasciando che ciograve che la

veritagrave dice sia lo stare che non trema e non puograve essere rimosso trasformato smentito abbattuto

da nessuna forza e da nessuna potenza

Il cuore non tremante della veritagrave dice che il Tutto non trema Il Tutto non trema percheacute

ogni cosa egrave destinata allrsquo essere non egrave un ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente Per questo

suo tenersi giagrave da sempre e per sempre sollevato nellrsquoessere il Tutto sta senza tremare

120 Il cerchio dellrsquoapparire egrave lrsquoapparire trascendentale laquoil luogo degli intramontabili che costituiscono lo

sfondo di ogni accadereraquo Id Destino della necessitagrave pag 110

121 Ivi cit pag 123

122 Eraclito fr 50

78

In questo secondo significato dello ldquostarerdquo il Tutto egrave il destino123

Il Tutto egrave ciograve che il mortale in veritagrave egrave egrave ciograve che il mortale egrave destinato ad essere da

sempre e per sempre Come oltrepassamento della totalitagrave della contraddizione del finito il

Tutto egrave la Gioia E nella Gioia il mortale egrave giagrave da sempre un passato

La dimostrazione dellrsquoimmediato egrave negazione dellrsquoimmediato giaccheacute se si sente il

bisogno di un medio vuol dire che il predicato egrave visto come qualcosa che come tale puograve

convenire come puograve non convenire al soggetto

Lrsquoessere tutto lrsquoessere visto come ciograve che egrave e non puograve non essere egrave Dio E quando lrsquoessere parla di seacute dice Ego sum qui sum (ἐγώ εἰμι ὁ ὤν Esodo III) che egrave la piugrave alta espressione speculativa del

testo sacro124

A Dio non si arriva A Dio non si giunge a guardarlo dopo un esilio o una cecitagrave

iniziali appunto percheacute Dio egrave lrsquoessere di cui il logo originario dice che egrave e non puograve non essere

ossia egrave il contenuto della veritagrave originaria nella misura in cui questa si costituisce come

affermazione che lrsquoessere egrave Se quindi Dio egrave contenuto della veritagrave originaria in quanto essa egrave

logo originario drsquoaltra parte lrsquointero dellrsquoessere in quanto immutabile trascende la

manifestazione originaria dellrsquoessere trascende lrsquoesserci125

Dio non si dimostra non giagrave nel senso che se ne dia immediata esperienza ossia

appartenga al contenuto originariamente manifesto ma nel senso che lrsquoaffermazione che

lrsquoessere egrave costituisce lrsquoimmediatezza lrsquooriginarietagrave del logo

123 lt Il verbo latino dēstino egrave costruito sulla radice sta che esprime appunto il senso fondamentale dello

laquostareraquo E nel significato del destinare la particella de non introduce lrsquoidea della separazione (come ad esempio in

decidere) o della mancanza (come ad esempio in deesse) ma ha il compito di rafforzare e di portare al massimo il

senso indicato dal tema sta indicando nel contempo che lo stare egrave in riferimento a un ambito sul quale lo stare sta

gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 131

124 Id Essenza del nichilismo pag 58

125 Ivi pag 59

79

E lrsquoessere di cui si parla egrave appunto Dio giaccheacute con questa parola si intende lrsquointero del

positivo pensato nel suo esistere e nella impossibilitagrave della sua inesistenza

Ed egrave appunto di questo essere che si afferma lrsquoimmutabilitagrave e quindi la trascendenza

rispetto allrsquoessere diveniente che egrave manifesto Lrsquoessere egrave immutabile Ma come immutabile si

libra sullrsquoessere diveniente lo trascende

Il pensiero occidentale egrave la dimenticanza di questa veritagrave di questa immediatezza

originaria e nella dimenticanza si sforza di raggiungere lrsquoEssere necessario Proprio in quanto

tale sforzo avviene nella dimenticanza della veritagrave dellrsquoessere esso egrave quindi destinato a fallire

Uscire dalla dimenticanza significa ristabilire la possibilitagrave del rapporto autentico con

Dio e il Sacro

La possibilitagrave che il Sacro sia veritagrave ndash e sia anzi la massima apertura dellrsquoessere consentita alla

veritagrave ndash egrave la possibilitagrave di un nesso tra il Sacro e la veritagrave tale che la negazione dellrsquoesistenza di ciograve

che egrave annunciato dal Sacro implichi necessariamente la negazione della veritagrave126

126 Ivi cit pag 170

80

NOTA

Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del verbo

Lrsquoincarnazione di Gesugrave Cristo avviene nella pienezza del tempo In esso infatti viene

alla luce lrsquointera opera della creazione e della salvezza e soprattutto emerge il fatto che laquocon

lrsquoincarnazione del Figlio di Dio noi viviamo e anticipiamo fin da ora ciograve che saragrave il

compimento del temporaquo127

La veritagrave che Dio ha consegnato allrsquouomo su seacute stesso e sulla sua vita si inserisce

quindi nel tempo e nella storia128

Certo essa egrave stata pronunciata una volta per tutte nel mistero di Gesugrave di Nazareth e lo

dice con parole eloquenti la Costituzione Dei Verbum129

Dio dopo avere a piugrave riprese e in piugrave modi parlato per mezzo dei Profeti ldquoalla fine nei nostri giorni ha parlato a noi per mezzo del Figliordquo Mandograve infatti suo Figlio cioegrave il Verbo eterno che

illumina tutti gli uomini affincheacute dimorasse tra gli uomini e ad essi spiegasse i segreti di Dio

Gesugrave Cristo Verbo fatto carne mandato come ldquouomo agli uominirdquo ldquoparla le parole di Diordquo e porta a compimento lrsquoopera di salvezza affidatagli dal Padre Perciograve Egli vedendo il quale si vede anche

il Padre con tutta la sua presenza e con la manifestazione di seacute con le parole e con le opere con i

segni e con i miracoli e specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione di tra i morti e infine con lrsquoinvio dello Spirito di veritagrave compie e completa la Rivelazione

127 Libro degli Ebrei 1 2

128 lt Cristo egrave una realtagrave cioegrave una persona storica ben precisa e perciograve appartiene alla dialettica della

storia alcuni uomini hanno scritto di lui ed hanno testimoniato nel mondo per lui affrontando la morte hanno

predicato chrsquoegli egrave il Figlio di Dio risorto da morte e asceso al cielo e quindi chrsquoegli egrave Dio e uomo ossia lrsquoUomo-

Dio comrsquoegrave stato creduto lungo i secoli nella vita della Chiesa e fuori di lui non crsquoegrave salvezza Personaggio sconvolgente apparso in una terra ed in una cultura del tutto isolata e opposta a quella della civiltagrave classica del

bacino del mediterraneo al suo apparire Cristo non ha fatto appello a nessuna filosofia [] ma soltanto allrsquoautoritagrave

del Padre che lrsquoha mandato alla testimonianza fattagli da Mosegrave e dai profeti del suo popolo Ma ha proclamato

che la sua dottrina egrave luce di salvezza per ogni uomo che viene in questo mondo gt C Fabro Lrsquoalienazione

dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno in aavv Il Cristo dei filosofi Atti del XXX Convegno di studi filosofici di

Gallarate Morcelliana Brescia 1976 pag 52-53

129 In URL maranathait Costituzione Dei Verbum consultato in data 14052017

81

Lrsquoaudacia del cristianesimo non consiste nel credere che un uomo sia Dio (un uomo

nato in Giudea e crocifisso al tempo dellrsquoimperatore Tiberio) La divinizzazione di certi uomini

egrave infatti diffusa nelle religioni che precedono il messaggio cristiano Lrsquoaudacia sta nel pensare

che un uomo sia Dio dopo che la filosofia greca aveva portato alla luce il significato piugrave

profondo e radicale del divino Dio inteso come Essere eterno e perfetto Bene supremo che

eternamente conosce se stesso al di sopra della nascita e della morte Qui sta lrsquoaudacia del

cristianesimo che un uomo un mortale sia lrsquoeterno che lrsquoEterno si sia fatto carne Ma quando

questa fede nellrsquouomo-Dio si diffonde la cultura greca non la considera unrsquoaudacia ma follia

aberrazione assurditagrave scandalo130

empietagrave offuscamento della ragione131

unrsquoaudacia cosigrave

spinta da diventare irresponsabilitagrave132

130 lt Egrave il Gesugrave storico quindi cioegrave Dio nel tempo che costituisce il punto cruciale dello scandalo della

filosofia Il Dio storico esige ed opera il cambiamento radicale della libertagrave dellrsquouomo Si tratta che dopo

lrsquoapparizione dellrsquouomo-Dio tanto lrsquointelligenza quanto la volontagrave sia il pensiero come lrsquoazionehellipsono tratti fuori

dallrsquoalveo naturale e lrsquouomo diventa da interrogante interrogato rinuncia al dominio della ragione e passa

allrsquoobbedienza della fede gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoUomo-Dio nel pensiero moderno cit pag82

131 laquoCristo il quale lungi dal fortificare la logica naturale piuttosto la confonde e la spezza deludendo

tutte le attese di comprensione della ragioneraquo Ivi cit pag 54

132 Siamo abituati a unire il cristianesimo al platonismo ma quando il cristianesimo cominciograve ad imporsi egrave proprio dal pensiero platonico e neoplatonico che gli vennero rivolte le critiche piugrave radicali e profonde lt Gesugrave egrave

per Porfirio un vero sapiente la cui sapienza perograve come quella degli evangelisti e di Paolo egrave interamente

riconducibile alla sapienza greca soprattutto a Pitagora e Platone gt I primi padri della Chiesa si impegnarono a

fondo per smontare questa tesi Inoltre lt I testi dei primi secoli del cristianesimo mostrano appunto lo scontro fra i

rappresentanti dellrsquoortodossia che intendono vivere e accettare a fondo lo scandalo e la follia cristiana e gli

gnostici che arretrano di fronte alla follia e allo scandalo e intendono come semplice apparenza lrsquoincarnazione e

la morte di Cristo gt E Severino Pensieri sul cristianesimo BUR Rizzoli Milano 2010 Cit pag 165

82

Giustino martire scrive di Gesugrave ldquoLo onoriamo sapendo che egrave Figlio del vero Dio e mettendolo al secondo posto e nel terzo mettendo lo Spirito profetico Su questo punto ci accusano di follia

dicendo che noi diamo il secondo posto dopo il Dio immutabile eterno autore di tutte le cose ad

un uomo crocifissordquo133

La follia e lo scandalo di quel secondo posto egrave che il primo si egrave fatto secondo cioegrave Dio

si egrave fatto uomo Ma se lrsquoaspetto scandaloso e folle dellrsquoaffermazione che Dio si egrave fatto uomo egrave

fuori discussione134

si egrave meno attenti nel mettere in luce le condizioni che rendono follia la

follia e scandalo lo scandalo La follia sussiste solo se Dio egrave essenzialmente lontano

dallrsquouomo se Dio egrave qualcosa che sta vicino ed egrave simile allrsquouomo che follia crsquoegrave ad affermare

che Dio si egrave fatto uomo Ma sin dallrsquoinizio il cristianesimo pretende che la propria follia sia

radicale E giustamente percheacute tra Dio e lrsquouomo pone una distanza infinita Il Dio che si fa

carne egrave il Dio che egrave stato portato alla luce dal pensiero greco il Dio immutabile ed eterno Il

cristianesimo certo aggiunge che questo Dio egrave ldquocreatorerdquo di tutte le cose ma questa

caratteristica non fa che portare al limite il carattere che egrave proprio del Dio greco cioegrave il suo

essere ldquodemiurgordquo produttore di tutte le cose dellrsquoordinamento cosmico

133 Ivi cit pag 163

A questo proposito Papa Francesco ricorda come lt Quella veritagrave quella egrave la rivelazione di Gesugrave Quella presenza

di Gesugrave incarnato Quello egrave il punto Se lo si dimentica saragrave sempre forte la seduzione per i discepoli di Cristo di

fare cose buone senza lo scandalo del Verbo incarnato senza lo scandalo della croce Giustino egrave stato testimone di questa veritagrave percheacute proprio per lo scandalo della croce si egrave attirato la persecuzione del mondo Egli ha

annunciato il Dio che egrave venuto tra noi e si egrave immedesimato nelle sue creature []Ciograve che di Gesugrave scandalizza egrave la

sua natura di Dio incarnato E come a lui anche a noi tendono trappole nella vita quello che scandalizza della

Chiesa egrave il mistero dellrsquoincarnazione del Verbo quello non si toglie quello il demonio non lo toglie gt

LrsquoOsservatore Romano ed quotidiana Anno CLIII n 125 Dom 02062013

134 laquoLa follia di Dio egrave piugrave sapiente degli uominiraquo scrive lrsquoapostolo Paolo nella prima Lettera ai Corinzi

I 17-31 In URL wwwgli scrittiitdchiesabibbia Consultato in data 18042017

83

Quel che non si deve perdere di vista egrave che senza il concetto greco di Dio ndash senza il

modo in cui la filosofia greca pensa Dio ndash la follia e lo scandalo del Dio che si fa uomo

verrebbe meno

Lrsquoenergia del pensiero greco porta alla luce il senso radicale dellrsquoimmutabilitagrave e

dellrsquoeternitagrave di Dio laquoportandosi al di sopra e al di fuori dellrsquoindeterminatezza del Dio

veterotestamentario e di ogni forma pre-greca del divinoraquo135

Nella Summa contra gentiles di Tommaso drsquoAquino136

il capitolo intitolato ldquoChe cosa

pensa la fede cattolica dellrsquoIncarnazione di Cristordquo (Quid cattolica fides sentiat de Incanatione

Christi) ha il compito di rispondere negativamente alla domanda se il mistero

dellrsquoincarnazione sia un assurdo

Di Cristo le scritture affermano che come uomo ha proprietagrave umane (humana) e

insieme affermano che come Dio non puograve patire (impassibile) e non puograve morire (immortale)

Ora le proprietagrave umane attribuite a Cristo sono degli opposti rispetto alle proprietagrave divine a lui

attribuite Dice Tommaso

Ma poicheacute gli opposti non possono essere affermati con veritagrave dello stesso e secondo lo stesso

riferimento e poicheacute le proprietagrave divine e umane che vengono dette di Cristo stanno tra di loro in

opposizione come che ha patio e che non puograve patire morto e immortale e tutte le altre proprietagrave di questo genere egrave necessario che le proprietagrave divine siano affermate di Cristo secondo un riferimento

e le proprietagrave umane secondo un altro riferimento[] ciograve di cui le une e le altre sono affermate

non si deve fare alcuna distinzione ma ci si imbatte in unrsquounitagrave137

Cristo quindi egrave unrsquounica ipostasi e un unico sostrato della natura umana e di quella

divina Quindi la tesi sostenuta da Tommaso che allo stesso convengano gli opposti egrave

affermazione che ha veritagrave solo se gli opposti non sono predicati secondo lo stesso rispetto

laquonecesse est quod secundum aliud et aliud divina et humana praedicentur de Christoraquo

135 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 164

136 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles capitolo 39 Libro IV consultato in data

26032017

137 Ibidem

84

La distinzione (aliud et aliud) non egrave ciograve di cui (id de quo) si predicano gli opposti che

anzi costituisce e deve costituire una unitagrave ma riguarda ciograve secondo cui (id secundum quod)

essi sono predicati

La doppia natura di Cristo egrave cioegrave la condizione necessariamente richiesta affincheacute la

predicazione delle proprietagrave umane e divine di Cristo non sia un affermare gli opposti

contraddittoriamente della stessa cosa e sotto lo stesso rispetto Del Verbo di Dio si possono e

si devono predicare le proprietagrave umane in quanto lrsquouomo che egrave Cristo egrave il suppositum non solo

della natura divina ma anche di quella umana E viceversa del Verbo di Dio sono affermate

proprietagrave umane in quanto tale sostrato egrave sostrato anche della natura umana

E sarebbe cosigrave tolta la contraddizione per quale della stessa cosa sono affermate

secondo lo stesso rispetto o riferimento proprietagrave opposte sarebbe tolta percheacute dellrsquounico

sostrato o ipostasi che egrave Cristo le cose divine sono affermate rispetto o in riferimento alla

natura divina di Cristo e le cose umane sono affermate secondo un altro rispetto e cioegrave

relativamente alla natura umana di Cristo

Eppure nonostante la portata di questo immenso lavoro il concetto dellrsquoIncarnazione

non riesce a liberarsi dallrsquoassurdo lrsquoassurdo in cui gli opposti sono predicati della stessa cosa

secondo lo stesso riferimento Il rilievo fondamentale per lrsquoaccertamento di tale assurdo sta

nel modo di pensare al quale appartiene la filosofia di Tommaso per il quale certe proprietagrave

come ldquomortalerdquo sono predicate necessariamente della natura umana e che certe proprietagrave

come ldquoimmortalerdquo sono predicate necessariamente della natura divina egrave impossibile che una

natura umana non sia mortale ed egrave impossibile una natura divina che non sia immortale

Questo significa che nature diverse sono esse stesse degli opposti ossia i diversi

rispetti o riferimenti sono essi stessi degli opposti e quindi non riescono a costituirsi come

rispettivi diversi secondo cui vengono predicati dello stesso gli opposti

85

Lrsquoesser uomo e lrsquoesser Dio costituiscono essi stessi unrsquoopposizione sigrave che egrave

contraddittorio dire dello stesso che egrave uomo e Dio Egrave immediatamente contraddittorio per la

ragione naturale Non egrave un mistero egrave un assurdo

Esser uomo ed esser Dio sono determinazioni opposte percheacute contengono

essenzialmente determinazioni opposte

86

PARTE SECONDA

IL DIVENIRE

INCONCEPIBILITAgrave E ASSURDITAgrave DELLA laquoCREATIO EX NIHILOraquo

laquoLa prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire

allrsquoeternitagrave del Tuttoraquo138

138 E Severino Destino della necessitagrave pag420

87

CAPITOLO I

La Terra e il mortale

88

I - La creazione dal nulla139

Tommaso ricorda come la causa delle cose egrave la volontagrave di Dio tanto necessario che le

cose esistano quanto necessario che Dio le faccia oggetto del suo volere dato che laquolrsquoeffetto

dipende dalla necessitagrave della causa come dice Aristoteleraquo140

E Dio agisce per intelletto e

volontagrave e non per necessitagrave di natura Esso produce insieme la materia e la forma la causa

agente particolare presuppone il tempo e la materia

139 Nulla o niente egrave lrsquoopposto dellrsquoente lrsquoassenza di esso Compare per la prima volta in Parmenide che lt

porta alla luce lrsquoassoluta nullitagrave del nulla (mḕ eoacuten laquonon essenteraquo) Proprio percheacute essa egrave tale il nulla non puograve

essere qualcosa di laquoconoscibileraquo e di laquoesprimibileraquo (fr2) Infatti si puograve conoscere ed esprimere solo qualcosa che

egrave ossia un essente mentre il nulla assolutamente non egrave un essente E tuttavia proprio nellrsquoatto in cui si

affermano questi caratteri del nulla il nulla si presenta come qualcosa di conoscibile e di esprimibile gt E

Severino Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013 cit pag 106 lt Teoricamente deve dirsi che il concetto di nulla egrave il tipico concetto negativo in tanto possibile e intelligibile in

quanto egrave possibile e intelligibile il suo opposto Esso consiste nella negazione di qualche cosa di positivo come i

concetti di cecitagrave vuoto male falso Se in proposizioni che lo riguardano gli si attribuisce qualche predicato e si

adopera il verbo ldquoessererdquo egrave in virtugrave drsquouna finzione fondata sulla positivitagrave del suo opposto esso non ha altra entitagrave

positiva che quella di essere pensato ens rationis per eccellenza gt Id Istituzioni di filosofia cit pag 211

140 In URL wwwdocumentacatholicaomniait Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 opera scaricata

integralmente in data 12122016 Nuova Edizione a cura di P Tito S Centi e P Angelo Z Belloni 2009

89

Quindi egrave giusto far notare che la causa agisce o dopo o prima ma per la causa

universale che produce le cose e il tempo non ha senso domandarsi se agisca ora e non

prima141

Il mondo porta in modo evidente alla conoscenza della potenza creatrice di Dio percheacute

ciograve che non egrave sempre esistito deve avere una causa mentre non serve a ciograve che egrave sempre

esistito142

Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica143

ribadisce che la creazione del mondo egrave il

fondamento di laquotutti i progetti salvifici di Dioraquo144

e che laquoDio crea liberamente dal nullaraquo145

141 lt Il frammento 30 di Eraclito dice laquoQuesto cosmo di fronte al quale ci troviamo e che egrave lo stesso per

tutto e per tutti non egrave stato creato neacute da un Dio neacute dallrsquouomo Era giagrave egrave e saragrave sempre Il fuoco del suo logos

divampa eternamente e si spegne di nuovo secondo tempi immutabiliraquo La Bibbia apre con questo annuncio laquoIn principio Dio creograve il cielo e la terra La terra era un caos senza forma e vuota le tenebre ricoprivano lrsquoabisso e

sulle acque aleggiava lo spirito di Dio Iddio disse ldquosia la lucerdquo e la luce fu Vide Iddio che la luce era buona e

separograve la luce dalle tenebre e chiamograve la luce ldquogiornordquo e le tenebre ldquonotterdquo Cosigrave fu sera poi fu mattina primo

giornoraquo In questo senso Dio separa la luce dalle tenebre e chiama cioegrave de-finisce la luce giorno e le tenebre notte

[] Dare il nome nominare egrave dunque porre fine a una situazione per de-finirne una nuova []La chiamata di Dio

opera una separazione nel caos la separazione pone fine alla mescolanza degli elementi e guadagna quellrsquoordine o

cosmo che nasce dalla separazione e quindi dalla definizione di ogni ente Il nome che definisce nel nominare la

cosa nomina la volontagrave che lrsquoha differenziata dal caos nel nome oltre alla cosa egrave quindi custodito anche il

possesso della cosa da parte di quella volontagrave che chiamandola da caos lrsquoha definita nel cosmo gt U Galimberti

Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente cit pag 31

142 Tommaso SummaTheologiae Arg 46 Art1 143 In URL wwwLa Santa Sede Il catechismo della Chiesa cattolica consultato in data 19012017

144 Ibidem

145 Ibidem lt Noi crediamo che Dio per creare non ha bisogno di nulla di preesistente neacute di alcun aiuto

La creazione non egrave neppure una emanazione necessaria della sostanza divina Dio crea liberamente laquodal nullaraquo gt

(in nota si rimanda al Concilio Vaticano I Cost dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canoni 1-4

DS 3002 3023-3024 Concilio Lateranense IV Cap 2 De fide catholica DS 800 Concilio Vaticano I Cost

dogm Dei Filius De Deo rerum omnium Creatore canone 5 DS 3025)

90

La creazione devrsquoessere intesa come lrsquoemanazione di tutto lrsquoessere dalla causa

universale che egrave Dio creare propriamente egrave causare o produrre lrsquoessere delle cose A Dio

appartiene lrsquoatto creativo in forza del suo essere Ora il nulla egrave la stessa cosa che nessun ente

Come dunque la generazione di un uomo inizia da quel non-ente che egrave il non-uomo cosigrave la

creazione inizia da quel non-ente che egrave il nulla

Inoltre egrave falso affermare che un corpo possa creare in quanto nessun corpo agisce

senza un contatto o un moto e quindi per agire richiede qualcosa di preesistente atto a essere

toccato mosso cosa incompatibile con lrsquoidea di creazione146

SantrsquoAgostino ritorna spesso alla dottrina della creazione e al suo concetto il quale egrave

distinto a sua volta dai due concetti a noi naturalmente noti generazione e fabbricazione Non

essendo infatti neacute lrsquouna neacute lrsquoaltra cosa la creazione egrave un concetto altamente metafisico

unrsquooperazione che fa essere quello che assolutamente non era Egrave unrsquooperazione dal nulla147

cioegrave neacute dalla sostanza dellrsquooperante generazione neacute da una materia preesistente

fabbricazione

Ciograve che uno fa o lo fa dalla sostanza o da un qualcosa fuori di seacute o dal nulla Lrsquouomo

che non egrave onnipotente dalla sua sostanza produce il figlio e come artefice dal legno fa lrsquoarca

Nessun uomo puograve fare qualcosa dal nulla Dio invece percheacute onnipotente dal nulla ha creato

il mondo e dalla terra ha plasmato lrsquouomo laquoDio ha fatto che ricevesse lrsquoessere e fosse posto

tra le cose che sono ciograve che assolutamente non eraraquo148

146 Tommaso Summa Theologiae Arg 45 Art 1

147 In URL wwwInfocristiana si puograve leggere che lt Tra le tante eresie sviluppatesi negli ultimi 2000 anni

vi egrave anche quella secondo la quale Dio non avrebbe creato ex nihilo ma da materia pre-esistente [] Lrsquoebraismo prima e il Cristianesimo poi da migliaia e migliaia di anni credono che solo Dio sia eterno e come tale

ldquoincreatordquo Se perograve al momento della creazione dellrsquouniverso la materia giagrave crsquoera chi lrsquoha creata []

Lrsquoespressione ldquoin principiordquo sta ad indicare lrsquoinizio del tempo affermare che la materia fosse giagrave stata creata

precedentemente equivale a dire che il tempo esistesse giagrave ma in tal caso la parola ldquoin principiordquo perderebbe tutto

il proprio significato gt Consultato in data 22012017

148 In URL wwwaugustinusit A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino- Parte 4 ndash Capitolo 05

consultato in data 13022017

91

Dio sa di tutte le cose che egli crea che egli le fa uscire dal nulla e sa che la propria

onnipotenza potrebbe spingerle di nuovo nel nulla E sa anche che invece di crearle avrebbe

potuto lasciarle nel nulla149

149 Dio avrebbe potuto non creare nulla e avrebbe potuto abbandonare lrsquouomo alla dannazione eterna

prodotta dal peccato Dio sarebbe potuto essere non Creatore e non Redentore ndash sostiene la teologia cristiana e

cattolica - senza perdere nulla della sua perfezione immutabile ed eterna E poicheacute il primo atto di amore di Dio

per lrsquouomo consiste nel crearlo Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse

amato lrsquouomo In questo modo la dottrina cattolica nega che la libertagrave di Dio possa trasformare Dio ma non puograve

escludere che Dio proprio percheacute egrave libero da tutta lrsquoeternitagrave sarebbe potuto essere difforme da come egli egrave di

fatto Difforme percheacute un Dio creatore non egrave un Dio non creatore un Dio che decide di creare lrsquouomo e le cose non egrave un Dio che decide di non creare un Dio che vuole amare lrsquouomo non egrave un Dio che non vuole amarlo

Sigrave che lrsquoaffermazione che Dio sarebbe stato immutabilmente ed eternamente perfetto anche se non avesse creato e

amato le creature non mostra lrsquoessenza di Dio ma sostiene una di quelle ldquocose impossibili e contraddittorierdquo che

il pensiero di Agostino e di Tommaso si propone costantemente di evitare anche quando si rivolge ai misteri

soprannaturali della fede Sennoncheacute affermare che Dio non sarebbe mutato e avrebbe mantenuto tutta la sua

perfezione anche se non avesse creato e amato le creature significa affermare che un Dio creatore e pieno di

amore per lrsquouomo non differisce da un Dio non creatore e privo di amore per lrsquouomo e questa affermazione

sostiene appunto qualcosa di impossibile e di contraddittorio e cioegrave che da tutta lrsquoeternitagrave Dio sarebbe potuto

essere diverso da come egrave senza peraltro essere diverso avrebbe potuto avere due diverse forme di perfezione

continuando a essere perfetto nello stesso modo Se si vuole uscire da questa contraddizione affermando che Dio

in quanto libero sarebbe potuto essere da sempre diverso da come egrave e avrebbe potuto avere da sempre una perfezione diversa da quella che ha si viene a dire che lt Dio egrave immutabile non percheacute la sua immutabilitagrave sia

qualcosa di necessario ( nel qual caso egli non avrebbe potuto decidere diversamente da come ha deciso ) ma

percheacute di fatto non si egrave mutato e non si egrave trasformato immobile dunque solo nel senso che di fatto egrave rimasto

immoto pur avendo avuto da sempre la possibilitagrave di essere diversamente da come egrave di fatto Un immutabile

dunque che ha in seacute lrsquoanima piugrave profonda del divenire gt E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag176

Il dio creatore del cristianesimo non aggiunge nulla alla pura essenza della libertagrave ma costituisce uno dei modi in

cui nella storia occidentale la metafisica si egrave proposta di guidare la libertagrave dellrsquoente

92

Lrsquointerpretazione filosofico-teologica del significato sacrale della laquocreazioneraquo

sviluppata dallrsquointera cultura occidentale si trova radicalmente immersa nella dimenticanza

della veritagrave dellrsquoessere Se la laquocreazioneraquo viene interpretata in termini di essere e non essere se

cioegrave viene interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere del mondo allora il

concetto di creazione egrave lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere

La semplicitagrave dellrsquoessere esige la sua immutabilitagrave ed il puro e semplice rilevamento

dellrsquoimpossibilitagrave che lrsquoessere non sia egrave il fondamento dellrsquoesclusione della nascita dellrsquoessere

La creazione egrave quindi un dare valore e consistenza al nulla al non essere dellrsquoessere

Lrsquoente pur essendo posto come un laquonon-nienteraquo egrave in realtagrave pensato come libero dal

suo legame con lrsquoessere e con il niente Quando tale libertagrave consiste nello scioglimento dal

legame con lrsquoessere si ha lrsquoannullamento o nientificazione quando invece consiste nello

scioglimento del legame con il niente si ha la creazione o entificazione

Lrsquoapparente contraddittorietagrave del divenire150

che appare ossia il suo mostrarsi come ciograve

che arriva nellrsquoessere e vi si dilegua resta tolta non giagrave introducendo lrsquoassurdo di un dio

creatore

150 Lrsquoaporetica prende vita dallrsquo lt affermazione che lrsquointero ossia ognuna delle determinazioni

dellrsquoessere nella loro unitagrave organica egrave immutabile ed essendo questa affermazione L-immediata (immediatezza

logica) drsquoaltra parte egrave F-immediata (immediatezza fenomenologica) lrsquoaffermazione che lrsquoessere diviene

lrsquoorizzonte aperto dalla totalitagrave dellrsquoessere F-immediato egrave appunto il regno del sopraggiungere e del dipartirsi

dellrsquoessere E non solo quella totalitagrave egrave il luogo che riceve e dal quale si congedano determinazioni particolari

dellrsquoessere F-immediato ma egrave anche F-immediato il sopraggiungere della stessa totalitagrave dellrsquoessere F-immediato

Mentre il logo originario afferma lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere lrsquoesperienza ne attesta il divenire contraddizione tra

lrsquoimmediatezza logica e lrsquoimmediatezza fenomenologia [] Lrsquoaporia egrave tolta affermando che lrsquointero come immutabilitagrave assoluta non egrave la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato in quanto questa egrave lrsquoorizzonte del divenire Tale

affermazione egrave L-immediata ossia lrsquoaporia egrave originariamente tolta la struttura originaria si realizza come

toglimento originario dellrsquoaporia la quale permane solo in quanto non sia posta la distinzione tra lrsquointero come

assoluta immutabilitagrave e la totalitagrave dellrsquoessere F-immediato Il significato di tale distinzione deve essere

determinato nel modo seguente []distinzione tra due positivitagrave [] Posta L-immediata lrsquoimmutabilitagrave dellrsquointero

non crsquoegrave bisogno di un medio per affermare che lrsquointero come assoluta immutabilitagrave non egrave la dimensione del

divenire costituita dalla totalitagrave del F-immediato Crsquoegrave bisogno di un medio solo se lrsquointero non egrave posto come

immutabile se cioegrave egrave posto come significato formale o autocontraddittorio il medio egrave qui lrsquoimmutabilitagrave Ma in

quanto quella formalitagrave o autocontraddittorietagrave egrave originariamente tolta egrave originariamente posta la distinzione tra

lrsquointero immutabile e lrsquoorizzonte del divenire []E lo sviluppo lrsquoincremento o il dileguare lo sparire ndash il divenire

dunque del contenuto della totalitagrave del F-immediato non aggiunge e non toglie alcuna positivitagrave allrsquointero immutabile cheacute altrimenti al positivo che sopraggiunge o che dilegua converrebbe di non essere Tutta la

positivitagrave del positivo diveniente che lrsquointero immutabile lascia laquooltreraquo di seacute ndash e lrsquoimmutabile lascia oltre di seacute

appunto e soltanto la totalitagrave del positivo diveniente ndash tutta quella positivitagrave egrave immutabilmente inclusa nellrsquointero

immutabile [] Il divenire inteso come processo che porta dal non essere allrsquoessere e dallrsquoessere al non essere non

solo egrave errore contraddizione ma allrsquointerno della struttura originaria egrave lrsquoimpossibile [] Sigrave che lrsquoimmutabile non egrave

semplicemente ciograve senza di cui la realtagrave diveniente non egrave ma egrave ciograve per cui questa realtagrave egrave gt Id La struttura

originaria cit pag389401-409

93

che identifichi lrsquoessere al nulla151

ma liberandosi da quella definizione del divenire che

appare visto come laquocominciamentoraquo

Ogni divenire egrave uno comparire e scomparire dellrsquoessere e quindi ogni azione egrave sempre

un disvelare o un lasciare che si disveli lrsquoessere che era nascosto o egrave un condurlo fuori

dellrsquoapparire nel nascondimento o un lasciare che si sottragga allrsquoapparire Ma quando si

agisce con la convinzione di produrre e distruggere lrsquoessere di trarlo dal nulla e rimandarlo nel

nulla allora resta svelato qualcosa di diverso da ciograve che si svelerebbe allorcheacute si agisse

sapendo che ogni agire e ogni fare egrave un disvelamento dellrsquoessere eterno

Lrsquoalienazione metafisica intende la volontagrave come la forza suprema che fa uscire gli enti

dal nulla e li fa ritornare nel nulla si tratti della volontagrave di Dio o della volontagrave dellrsquouomo Nella

civiltagrave occidentale dominata dalla metafisica lrsquouomo vuole ormai soltanto in questo modo e si

pone come il vero creatore e distruttore dellrsquoessere

151 Bontadini risolve il problema della creazione dal nulla affermando che lt lrsquoaffermazione del Creatore ndash della creazione ndash egrave giagrave inclusa nel teorema che il divenire la realtagrave diveniente non egrave ndash non puograve essere ndash

originario [] lrsquoaspetto di Annullatore che a Dio compete ma la sottolineatura egrave voluta dalla considerazione ndash

fondamentale elementare ndash che ciograve che si tratta di sanare egrave la contraddizione inoculata del non dal negativo

Nella prospettiva metafisica ndash creazionistica ndash quellrsquoandare nel nulla (e similmente il venire dal nulla) che risulta

sul piano fenomenologico egrave risolto nel far andare nel nulla (e similmente nel trarre dal nulla) che egrave in quanto

fare un positivo Il negativo fenomenologico egrave un positivo metafisico gt GBontadini ndash ESeverino Lrsquoessere e

lrsquoapparire Una disputa cit pag 59

94

II - Divenire esser altro

In ogni forma di cultura il divenire delle cose e degli eventi egrave sempre inteso come divenir altro

altro da ciograve da cui il divenire incomincia [ ] Crsquoegrave divenire solo se crsquoegrave diversificazione solo se ciograve a

cui il divenire giunge (terminus ad quem εἰς ὅ lo chiama Aristotele Metaph 1067 b 9) egrave qualcosa di diverso da ciograve da cui il divenire incomincia (terminus a quo ἐξ οὗ loc cit)

152

Per Aristotele il terminus ad quem e il terminus a quo del divenire sono innanzitutto i

laquocontrariraquo ἐναντία

Quando qualcosa giunge ad essere altro qualcosa egrave altro da seacute

Ma che qualcosa sia altro da seacute egrave per il pensiero occidentale lrsquoimpossibile lrsquoassurdo

Eppure affermando lrsquoesistenza del divenire e pensando che nel divenire qualcosa

diventa altro da seacute si pensa che qualcosa diventando altro da seacute egrave altro da seacute Anche se non lo

si riconosce affermando lrsquoesistenza del divenire altro da seacute si afferma lrsquoesistenza dellrsquoesser

altro da seacute ossia lrsquoesistenza di ciograve che drsquoaltra parte egrave pensato come ciograve che non puograve esistere

Il divenire inteso come divenire altro da seacute ndash identificazione ndash non puograve esistere egrave

nulla153

Per il pensiero occidentale il diveniente egrave il permanente Quando il cielo diventa

nuvoloso il cielo egrave il permanente sotteso al sereno e alle nubi Drsquoaltra parte Aristotele afferma

lrsquoesistenza del laquosostratoraquo proprio per evitare che il divenire sia identificazione dei laquocontrariraquo

Ma una volta introdotto il sostrato il divenire in cui il sostrato passa da una determinazione a

unrsquoaltra egrave pur sempre un diventar altro da seacute

152 E Severino Tautόtēs cit pag 13

153 Id Oltre i l linguaggio parte prima

95

E ciograve accade solo in quanto qualcosa egrave venuto meno egrave svanito si egrave annientato (la

serenitagrave del cielo si annienta quando diventa nuvoloso)154

Quando si pensa che qualcosa diventando altro e identificandosi allrsquoaltro da seacute non egrave

piugrave ndash cioegrave vien meno svanisce si annienta diventa nulla - si crede di evitare la contraddizione

per la quale il qualcosa diventando altro egrave altro da seacute

Per rendere possibile lrsquoaffermazione che qualcosa diventa altro da seacute si deve sostenere

che il divenire egrave una successione in cui si trova una determinazione che poi diventa altro Per

esempio se dico che la legna diventa cenere cioegrave che una determinazione diventa altro posso

sostenere che vi sia una successione che non faccia diventare la legna cenere (scongiurando

lrsquoidentificazione) ma in quanto tale la legna diventa nulla E il nulla in cui la cenere in

quanto tale si trovava prima dellrsquoannientamento della legna diventa cenere

La successione non puograve essere un divenir atro da parte di qualcosa Se si esclude che la

successione sia un divenire si deve escludere che il mondo includente la legna divenga nulla

Ma se nessun qualcosa diviene nulla si nega il divenire che invece si vuole salvare

Affermando che nel divenire ndash cioegrave prima di incominciare ad essere e dopo essersi

annientato ndash lrsquoente egrave nulla il pensiero occidentale tiene e insieme non tiene in relazione lrsquoente

al nulla non lo isola e insieme lo isola dal nulla

154 lt Per la scienza la combustione della legna egrave trasformazione di una certa quantitagrave di energia Una

arte di tale quantitagrave si trasforma in cenere unrsquoaltra parte si trasforma in calore ecc La cenere il calore ecc dono le nuove forme in cui si trasforma quella certa quantitagrave di energia in cui consiste la legna che stiamo considerando

[] E il cielo che nellrsquoannuvolarsi del cielo egrave il permanente corrisponde alla quantitagrave di energia che nella

combustione della legna si mantiene costante trasformandosi in un certo insieme di nuove forme di energia []

Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa ndash ossia la relazione tra il sostrato (una certa quantitagrave di

energia) e una certa forma ndash diventa altro da seacute ossia diventa relazione tra il sostrato e lrsquoinsieme delle forme

nuove che esso assume e che cioegrave egrave la sua forma nuova [] Anche nella prospettiva scientifica dunque qualcosa

puograve diventare altro da seacute solo se si annulla gt Id Tautόtēs pag 18-19

96

Non lo isola dal nulla percheacute per affermare il divenire deve pensare lrsquoente come

divenuto nulla cioegrave come identico al nulla ndash deve pensare come risultato il risultato del

divenire dellrsquoente ossia deve pensare la nullitagrave dellrsquoente la relazione appunto tra lrsquoente e il

nulla

Ma insieme isola lrsquoente dal nulla astrae dal suo essere il soggetto dellrsquoesser nulla e

pone soltanto il nulla come risultato (o come lrsquoinizio) del divenire percheacute solo attraverso

questa astrazione lrsquoidentitagrave dellrsquoente e del nulla rimane nascosta e il concetto del non essere

ancora e del non essere piugrave da parte dellrsquoente non si presenta come ciograve che esso egrave ossia come

la forma piugrave radicale della contraddizione e dunque dellrsquoimpossibile e del necessariamente non

esistente ndash la forma piugrave radicale dellrsquoalienazione della veritagrave

Il porre e insieme non porre la relazione tra il qualcosa che diviene e il suo altro egrave una

contraddizione la contraddizione mediante la quale il pensiero che afferma il divenire evita di

vedere che il divenire egrave lrsquoidentificazione dei non identici e che dunque lrsquoaffermazione

dellrsquoesistenza del divenire egrave la contraddizione che pone come esistenza lrsquoassoluta inesistenza

del divenire La prima di queste due contraddizioni maschera la seconda ma essa si sottrae

allo sguardo e si maschera facendo apparire separatamente i due lati che la costituiscono

Per rendere pensabile quel divenir altro da parte di qualcosa il nichilismo (cioegrave

lrsquoontologia dellrsquoOccidente) afferma che nel divenir altro il qualcosa diviene niente ma con

questa affermazione raddoppia la contraddittorietagrave del divenir altro giaccheacute il nichilismo deve

non solo continuare a pensare che nel divenir altro qualcosa egrave altro percheacute egrave un altro qualcosa

positivo ma deve pensare anche che qualcosa egrave altro percheacute egrave nulla (egrave quellrsquoaltro che egrave il

nulla)

97

III - La volontagrave

La volontagrave di potenza urta contro lrsquoInflessibile che non si lascia modificare e la volontagrave

muore

Incomincia a vivere solo quando incomincia a flettere lrsquoInflessibile Egrave lrsquoInflessibile

contro cui la volontagrave urta inizialmente a costituirsi rispetto ad essa come la configurazione

iniziale di ciograve che la filosofia nascendo ndash e aprendo un contesto essenzialmente diverso da

quello del mito ndash ripropone come laquoimmortaleraquo laquoincorruttibileraquo laquodivinoraquo (athaacutenaton

anoacutelethron theicircon) laquoeternoraquo laquoEssere che egrave sempre salvoraquo (phyacutesis aeigrave sōzomeacutenē)

Allrsquoinizio della terra isolata lrsquoeternitagrave egrave vissuta come lo scacco della volontagrave Poi forma

tradizionale del pensiero filosofico della terra isolata ponendosi come laquoepisteacuteme della veritagraveraquo

tenteragrave di rendere autonoma rispetto alla prassi lrsquoaffermazione dellrsquoEterno tenteragrave di fondarla

Ma egrave ancora la prassi ndash cioegrave il rapporto tra la volontagrave e ciograve che essa avverte come lrsquoInflessibile

ndash a preconfigurare oltre allrsquoaffermazione filosofica dellrsquoEterno la tesi filosofica che esso egrave il

luogo da cui tutte le cose nascono e in cui si dissolvono escono dal nulla della propria

specificitagrave e vi ritornano

La flessione dellrsquoInflessibile egrave infatti lo spezzarsi di esso il suo smembrarsi e frantumarsi nelle

parti del mondo delle quali la volontagrave puograve finalmente disporre La volontagrave puograve attribuire allrsquoInflessibile o a seacute stessa il prodursi della flessione ma in ogni caso tutte le cose del mondo sono

la flessione dellrsquoInflessibile cioegrave provengono da esso sono costituite da esso che egrave lrsquounitagrave iniziale

da cui le parti diverse e tra loro opposte si separano (e tale separatezza egrave la loro specificitagrave)155

Il flessibile non egrave semplicemente ciograve che si flette cioegrave che non rimane rigido ma ciograve

che egrave piegato (o che puograve essere piegato) egrave un flexum laquoPiegareraquo egrave costruito sul latino plicare

(greco πλέϰειν) che ha la stessa radice dei verbi plectere e flectere

155 E Severino Intorno al senso del nulla cit pag 35-36

98

In quanto flectere il piegare egrave volgere il flessibile in una certa direzione in modo da

assegnargli una certa piega (flexus flexio) ossia una certa disposizione relativamente duratura

E appunto questo egrave lrsquouso nella lingua latina del verbo flectere Il flectere egrave cioegrave lrsquoagire in

quanto tale Il latino non dice soltanto flectere membra ramum navem equos ma anche

flectere viam animum mentes verba cursus

Il flessibile egrave dunque ciograve che egrave dominato nellrsquoazione rivolta a un fine ossia ciograve che egrave

disponibile al dominio dellrsquoazione e che diventa il materiale o lrsquooggetto di essa Lrsquoinflessibile egrave

lrsquoindominabile lrsquoimmodificabile lrsquoimmutabile Il contrasto tra il flessibile e lrsquoinflessibile egrave il

contrasto tra la volontagrave di flettere ndash la volontagrave di potenza la volontagrave di azione ndash e la barriera

insormontabile dellrsquoinflessibile Tutta la vita del mortale egrave un andirivieni tra la volontagrave di agire

e la barriera dellrsquoinflessibile La laquovitaraquo del mortale non egrave qualcosa di diverso ma egrave la stessa

volontagrave di agire vita egrave vis βίος egrave βία La volontagrave di azione non agisce nel vuoto si trova

originariamente circondata dalla barriera degli immutabili e agisce per incrinarla penetrarla e

allontanarla da seacute

LrsquoInflessibile sta dinnanzi alla volontagrave come la Potenza suprema come il Tremendum

anche quando la volontagrave egrave riuscita a fletterlo e a frangerlo ndash riuscendo cosigrave ad aprire lo spazio

in cui essa puograve vivere (sia pur credendo a volte che tale spazio le sia stato donato) ndash

lrsquoInflessibile si ricostituisce attestandosi su una nuova linea inoltrepassabile

LrsquoInflessibile egrave il Sacro il Tremendum che si erge di contro la volontagrave di vivere

dellrsquouomo spegnendola Come volontagrave cosciente (volontagrave di trasformare il mondo di cui egrave

cosciente) proprio percheacute vuole trasformare il mondo egrave inevitabile che dapprima se lo trovi

dinanzi non ancora trasformato e che le stia di fronte non come una porta aperta ma come una

Barriera impenetrabile e inflessibile

Percheacute la Barriera si erga impenetrabile e inflessibile non crsquoegrave bisogno che essa si mostri

come un laquoal di lagrave del mondoraquo

99

Essa egrave lrsquoOrdinamento immodificabile che regola cielo e terra ritmi e configurazioni

dello spazio e del tempo alternanza del giorno e della notte e ritmi stagionali mancanza di

cibo e potenza indomabile degli animali del fuoco dei venti delle acque giagrave come natura e

come legge del clan la Barriera egrave il laquototalmente Altroraquo percheacute egrave lrsquoinflessibilitagrave della Barriera a

determinare la sua totale alteritagrave rispetto alla volontagrave di attraversarla

Lrsquoirrompere dellrsquoazione allrsquointerno della Barriera egrave la prima flessione degli inflessibili

cioegrave la prima forma di distruzione degli immutabili Per quanto debole incerta limitata

lrsquoazione accadendo flette una parte del corpo dellrsquoInflessibile In questo suo essere flessa la

parte diventa un laquoregnoraquo

Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile non egrave un lsquoregnorsquo percheacute il regere egrave uno dei

modi preminenti della flessione Nello sguardo del mortale il corpo dellrsquoInflessibile precede il regno degli degravei e dei mortali e lrsquoazione irrompe allrsquointerno della Barriera degli inflessibili come

azione degli degravei e dei mortali Il corpo dellrsquoinflessibile egrave il modo originario in cui la volontagrave di

potenza del mortale regna sulle cose della terra ma la volontagrave di potenza incomincia ad avvertire il

proprio regno solo nella parte che essa strappa agli inflessibili ndash cioegrave al suo regno inconscio ndash irrompendo come azione

156

156 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 256

100

CAPITOLO SECONDO

Lrsquo azione che cattura e domina lrsquoEnte

101

I - Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire157

Platone definisce lrsquoessere come δύναμις (potenza)158

ciograve che egrave (τὸ ὄν) egrave ciograve che ha la

potenza di fare o di essere fatto laquoFareraquo (ποιεῑν) significa condurre allrsquoessere (εἰς οὐσίαν) ciograve

che prima non egrave (ὅπερ ἂν μὴ πρότερον ὄν) laquoessere fattoraquo (ποιεῖσαι) significa il venire

condotto allrsquoessere159

157 Nella lingua greca o latina ndash e in generale nelle lingue indoeuropee ndash il carattere laquotecnicoraquo dellrsquoagire

trova espressione ancor prima che lrsquoOccidente assuma la tecnica nellrsquoorizzonte dellrsquoἐπαμφοτεριζειν dellrsquoente Le

parole costruite sulla radice ar indicano costantemente qualcosa che in modo piugrave o meno diretto piugrave o meno

esplicito appartiene alla struttura formale della tecnica e cioegrave allrsquoadattarsi al convenire a un fine da parte di certi

mezzi di cui il parlante egrave convinto di disporre Tali parole nominano cioegrave o questa stessa struttura nel suo insieme

o un modo specifico del disporre dei mezzi adatto allo scopo oppure nominano il mezzo o i modi specifici di

esser mezzo e strumento o lo scopo o la maggiore o minore disponibilitagrave o riluttanza delle cose a lasciarsi usare

o lo sforzo piugrave o meno intenso che il mortale deve compiere per realizzare i suoi scopi o lrsquoordine che lrsquoazione

tecnica instaura nelle cose o la volontagrave che presiede al realizzarsi dellrsquoazione oppure il successo e lrsquoinsuccesso

cui essa va incontro lt Gran parte delle parole che nelle lingue indoeuropee indicano la laquocosaraquo alludono piugrave o meno direttamente ai

beni alle ricchezze a ciograve che serve e si adopera a ciograve di cui si ha bisogno ai valori al bestiame allrsquoaffare a ciograve

che egrave pregiato alla sostanza e al patrimonio Ricordiamo il latino res il greco pracircgma chrḗma il tedesco Ding

(inglese thing) e Sache Anche lo spettro semantico del participio greco tagrave oacutenta (gli essenti le cose che sono)

include le sostanze e i beni e anche il participio ousiacutea nomina la sostanza intesa come patrimonio Questi antichi

significati della parola laquocosaraquo implicano una situazione conflittuale e il luogo in cui essa viene discussa che

vengono in luce ad esempio in Ding thing che significano anche laquocausaraquo laquotribunaleraquo laquoparlamentoraquo

laquoassemblearaquo laquoverdettoraquo laquoprocessoraquo La stessa parola laquocosaraquo proviene dal latino laquocausaraquo intesa sia come matrice

e principio del diventar altro (dyacutenamis eis tograve patheicircn e dyacutenamis eis tograve poieicircn) sia in senso giuridico come

motivazione del diritto al possesso di ciograve che egrave conteso tra volontagrave differenti Il significato della parola laquocosaraquo

come conflittualitagrave egrave mostrata nelle antiche formazioni linguistiche della terra isolata ed egrave una figura che rinvia alla conflittualitagrave originaria dove la laquocosaraquo egrave la risultante della lotta tra la volontagrave e lrsquoInflessibile ossia egrave la forma

originaria (preontologica) del diventar altro Dicendo che Poacutelemos egrave il padre di tutte le cose e che quindi ogni cosa

egrave lotta conflitto Eraclito dice giagrave implicitamente che il conflitto egrave il significato originario dellrsquoesser laquocosaraquo

quindi possiamo dire che allrsquointerno della terra isolata la cosa egrave la madre di tutte le guerre gt E Severino Intorno

al senso del nulla cit pag 43-44

158 Platone Sofista 247 d-e Edizione BUR ndash Rizzoli Milano 2007

159 Ivi 219 b

102

Ma la potenza egrave lrsquoessenza stessa della τέχνη160

percheacute se questa si distingue in τέχνη

produttiva e τέχνη acquisitiva (ποιητιϰὴ τέχνη ϰτητιχὴ τέχνη) lrsquoacquisizione degli enti ndash come

il guadagno la proprietagrave la lotta la conoscenza ndash non egrave che un ordinamento di ciograve che egrave giagrave

stato prodotto nelle varie forme della ποιητιϰὴ τέχνη161

La distinzione tra τέχνη divina e τέχνη

umana (ϑεία τέχνη ἀνϑρωπίνη τέχνη)162

egrave pertanto la suprema differenza tra gli enti

La ϑεία τέχνη produce tutti gli enti della natura lrsquoἀνϑρωίνη τέχνη produce tutti gli enti

che nelle arti umane sono condotti dal non essere allrsquoessere Lrsquoessere egrave τέχνη percheacute egrave

essenzialmente avvolto dallrsquoorizzonte del fare e dellrsquoessere fatto ossia percheacute appartiene

essenzialmente al processo del condurre e dellrsquoessere condotto dal non essere allrsquoessere (αἰτία

τοῖς μὴ πρότερον οῦσιν ὕστερον γίγνεσϑαι)163

160 lt Ars viene tradotto con il termine laquoarteraquo Ma ars indica innanzitutto ciograve che si trova disposto in una

connessione e in un ordine e precisamente ciograve che si trova disposto nella connessione e nellrsquoordine che consente

al mortale di ottenere un certo scopo Ars egrave cioegrave ogni abilitagrave del corpo e della mente del mortale ossia ogni attivitagrave

che disponendo le cose in un certo ordine ndash facendole diventare laquomezziraquo e laquostrumentiraquo in un certo modo

determinato ndash egrave capace di conseguire uno scopo Тέλος (laquoscoporaquo) ndash che egrave metatesi di art ndash egrave il compimento

dellrsquoars [] Ars egrave unrsquoastrazione di artus Artus non egrave semplicemente ciograve che egrave unito al corpo ma egrave lo strumento

originario di cui il mortale si sente padrone e che gli consente di modificare il mondo in cui vive E glielo

consente percheacute non egrave rigido ma egrave laquoarticolatoraquo e quindi egrave artus (a um) Quasi della stessa importanza dellrsquoartus

per la modificazione delle cose egrave lrsquoarmus (ἁρμoacuteς) lrsquoomero che consente di trasportare i pesi piugrave grossi e operare

piugrave profonde modificazioni nelle cose [] Nella storia dellrsquoOccidente la parola fondamentale che esprime il senso dellrsquoars egrave τέχνη da cui deriva la parola laquotecnicaraquo Ma mentre in ars viene esplicitamente nominata la connessione

calcolata dei mezzi al fine τέχνη nomina invece i vari modi e settori in cui questa connessione si realizza a partire

da quello originario mediante il quale il mortale copre il suo corpo e gli dagrave un rifugio gt E Severino Destino

della necessitagrave pag 263-265-266

161 Platone Sofista 219 c

162 Ibidem 265 b-e

163 Ibidem

103

Ma lrsquoente non egrave un niente sigrave che la τέχνη divina e umana non egrave la capacitagrave che riesce a

identificare lrsquoente al niente ma egrave quel modo di porsi in relazione allrsquoessere dellrsquoente dove ogni

aspetto della relazione egrave determinato dalla persuasione che la nientitagrave dellrsquoente sia164

Per Aristotele lrsquoaffermazione che tutto accada necessariamente implica lrsquoinutilitagrave e

lrsquoirrilevanza del volere e dellrsquoagire laquoIl volere e lrsquoagire sono principio delle cose futureraquo (ἀρχὴ

τῶν ἐσομένων ϰαὶ ἀπὸ τοῦ βουλεύεσϑαι ϰαὶ ἀπὸ τοῦ πρᾶξαί τι)165

nel senso che solo laquose ci

metteremo a fare qualcosa questa cosa esisteragrave e non esisteragrave se non ci metteremo a farlaraquo

(ἐὰν μὲν τοδὶ ποιήσωμεν ἔσται τοδί ἐὰν δὲ μὴ τοδί οὐϰ ἔσται)166

La volontagrave e lrsquoazione sono

dei principi dellrsquoesistenza del futuro nel senso che egrave da essi che dipende che certe cose future

siano oppure non siano

Lrsquoessenza della tecnica moderna egrave giagrave presente nel modo in cui il pensiero greco ha

espresso il senso dellrsquoazione umana Affincheacute esista qualcosa come una laquoazione umanaraquo

devono esistere un laquoattoreraquo cioegrave lrsquouomo che compie lrsquoazione uno laquoscoporaquo dellrsquoazione cioegrave

lrsquoidea del futuro che lrsquouomo vuole realizzare con la propria azione una serie di laquomezziraquo o di

strumenti capaci di realizzare lo scopo e dei quali lrsquouomo dispone

La decisone egrave il momento fondamentale dellrsquoagire umano consiste nella volontagrave di

produrre quel mezzo o quella serie di mezzi che allrsquoanalisi si rivela piugrave idonea alla

realizzazione dello scopo

164 lt Lrsquoἀνϑρωπίνη τέχνη si egrave oggi completamente sostituita alla ϑεία τέχνη ma il senso dellrsquoessere rimane

ancor oggi identico a quello stabilito da Platone una volta per tutte nella storia dellrsquoOccidente Dio e la tecnica

moderna sono le due fondamentali espressioni del nichilismo metafisico gt E Severino Essenza del nichilismo

pag 197

165 Aristotele De Interpretatione 19 a 7-8

166 Ibidem 18 b 32-33

104

I mezzi di cui dispone la tecnica moderna non sono confrontabili con i mezzi a disposizione

dellrsquouomo greco e tuttavia la tecnica moderna si sviluppa interamente allrsquointerno della struttura

dellrsquoazione umana quale egrave stata portata alla luce una volta per tutte dal pensiero greco167

In quanto volontagrave di realizzare uno scopo con i mezzi che essa ritiene piugrave adatti e che

crede di saper dominare lrsquoazione egrave la tecnica La struttura formale dellrsquoazione egrave la struttura

formale della tecnica della preistoria e della storia dellrsquoOccidente

Ma lrsquoazione dellrsquouomo egrave decisione e la decisione in quanto tale egrave assunta dai mortali

come un atto isolante Decidere egrave separare La parte separata dal Tutto egrave essa stessa un

separare dal Tutto

La parola latina decidere egrave formata dalla preposizione de e dal verbo caedere che significa

appunto laquoseparareraquo laquofare a pezziraquo laquotagliareraquo E anche la parola latina occidere egrave formata

da una preposizione (ob) a dal verbo caedere Come lrsquooccidere cosigrave il decidere egrave sentito

dal linguaggio premetafisico come un separare E ciograve accade anche in eligere (ex-legere)

da cui deriva probabilmente attraverso il rafforzativo exeligere lrsquoitaliano scegliere168

NellrsquoEtica a Nicomaco169

Aristotele esprime il senso della separazione operata dal

decidere in quanto tale la parola usata per indicare nel testo il processo del decidere egrave

προαίρεσις laquoproponimentoraquo costituita dalla preposizione πρὀ (che indica il procedere nei suoi

vari sensi) e da αἵρεσις che significa insieme laquoconquistaraquo e laquosceltaraquo

Αἱρέω da cui αἵρεσις deriva significa oltre che laquoscelgoraquo laquopreferiscoraquo anche

laquoprendoraquo laquoafferroraquo laquomi impadroniscoraquo laquotraggo via da un luogo riducendo in mio potereraquo

167 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 249

168 Ivi pag 362

169 Aristotele Etica Nicomachea Per tutte le parole in greco e relativa traduzione mi attengo

fedelmente alla loro utilizzazione e interpretazione date da Emanuele Severino in Destino della Necessitagrave pag

362 e sgg

105

E al significato dellrsquoimpadronirsi appartiene il separare ciograve di cui ci si impadronisce egrave

portato via cioegrave vien separato dalla compagnia e dai luoghi cui esso originariamente

appartiene

La definizione aristotelica della προαίρεσις esprime il senso giagrave contenuto in questa

parola laquola προαίρεσις egrave delle cose che sono in nostro potereraquo ἡ προαίρεσις περὶ τὰ ἐφ

´ἡμῖν170

La προαίρεσις aristotelica egrave ὄρεξις βουλευτιϰή un appetito (ὄρεξις) ndash tendenza brama

ndash unito a deliberazione (βουλευτιϰή) Lrsquoespressione ὄρεξις βουλευτιϰή egrave equivalente a

ὀρεϰτιϰὸς νοῦς laquointelligenza appetitivaraquo e a ὄρεξις διανοητιϰή laquoappetito razionaleraquo171

I

termini βουλευτιϰή νοῦς διανοητιϰή indicano il λόγος cioegrave la ratio il calcolo conformemente

(ϰατά)172

al quale lrsquoὄρεξις appetisce

Nella προαιρεσις vengono ad unirsi due aspetti (μόρια) dellrsquolaquoanimaraquo laquoquello che

possiede il λόγοςraquo (τὸ λόγος ἔϰον) e laquoquello che egrave privo del λόγοςraquo (τὸ ἄλογον)173

Lrsquo ἄλογον ὀρεϰτιϰόν (cioegrave ὄρεξις) laquopartecipa alla ragione appunto in quanto le presta

ascolto e le obbedisceraquo (μετέχει πως ᾗ ϰατήϰοόν ἐστιν αὐτοῦ [λόγου] ϰαὶ πειϑαρχιϰόν174

Lrsquoὄρεξις quindi egrave una convinzione πείϑεται Il suo obbedire al λόγος egrave un essere

convinta il suo prestare ascolto egrave un udire un dar retta e il dar retta egrave daccapo lrsquoesser convinti

di qualcosa Il concordare col λόγος significa capirlo ed essere convinti di ciograve che il λόγος dice

Ma lrsquoὄρεξις egrave una convinzione non solo quando obbedisce e concorda col λόγος ma

anche quando disobbedisce e discorda Disobbedire e discordare significa infatti avere una

convinzione diversa da quella che si possiede quando si obbedisce al λόγος laquoCombattereraquoraquo

laquoresistereraquo laquoopporsiraquo laquoavversareraquo il λόγος dagrave luogo allrsquoἀτεχνία175

laquomancanza di arteraquo ma

ἀτεχνία non egrave semplic assenza di λόγος ma egrave la presenza di un λόγος falso (λόγος ψευδής)176

170 Ivi 1111 b 30

171 Ivi 1139 a 23 1139 b 4-5

172 Ivi 1113 a 20

173 Ivi 1102 a 28 sgg

174 Ivi 1102 b 30-31

175 Ivi 1140 a 21

176 Ivi 1102 a 22

106

II - Il dominio che guida il divenire

La προαιρεσις guida percheacute essa egrave la presa di possesso preliminare che traccia il

confine attorno alle cose che saranno prodotte e distrutte e insieme delimita preliminarmente il

campo del dominabile e lo sottrae allrsquoinfluenza di ogni altro laquoprincipioraquo diverso dallrsquouomo

cioegrave lo rende qualcosa di separato e di isolato dal Tutto Lrsquouomo egrave infatti il laquoprincipio delle

azioniraquo ἄνϑρωπος εἶναι ἀρχὴ τῶν πράξεων177

ossia laquone egrave il genitore come lo egrave dei propri

figliraquo (γεννητῆν τῶν πράξεων ὥσπερ ϰαὶ τέϰνων)178

Le cose laquoil cui principio egrave in noiraquo sono

laquoquelle che sono in nostro potereraquo (ὦν ϰαὶ αἱ ἀρχαὶ ἐν ἡμῖνhellipαὐτὰ ἐφ´ἡμῖν) laquoe che sono

laquovolontarieraquo (ϰαὶ ἑϰούσια)179

La προαίρεσις egrave ciograve per cui lrsquouomo egrave principio delle proprie azioni e quindi essa egrave

qualcosa di laquovolontarioraquo (ἑϰούσιον)180

giaccheacute nelle azioni laquoinvolontarieraquo (ἀϰούσια) e

laquoforzateraquo (βίαια) il loro laquoprincipioraquo egrave esterno a chi agisce (ἡ ἀρχὴ ἔξωϑεϑν)181

Ma la προαίρεσις egrave principio dellrsquoazione e quindi degli enti prodotti dallrsquoazione nel

senso che egrave laquoprincipio del movimentoraquo principio che muove le parti del corpo umano

servendosene come strumenti (ἡ ἀρχὴ τοῦ ϰινεῖν τὰ ὀργανιϰὰ μέρη)182

al fine di produrre certi

enti invece di altri E Aristotele stabilendo unrsquoidentitagrave tra il punto di vista di chi agisce e il

punto di vista del filosofo che riflette sullrsquoazione non si limita ad affermare che per la

coscienza di chi decide certe cose appaiano essere in potere di chi decide ma afferma che

nellrsquouomo laquoassennatoraquo (νοῦν ἔχων)183

la decisione si riferisce a cose che non sono soltanto

ritenute da parte di chi decide in suo potere ma sono in realtagrave in suo potere Il dominio della

προαίρεσις egrave realtagrave

177 Ivi 1112 b 31-32

178 Ivi 1113 b 18-19

179 Ivi 1113 b 20-21

180 Ivi 1112 a 14

181 Ivi 1110 a 1

182 Ivi 1110 a 15-16

183 Ivi 1112 a 21

107

E drsquoaltra parte ndash dice lo Stagirita ndash affincheacute lrsquouomo decida non egrave sufficiente che il suo

decidere appaia come un dominio nella coscienza ma egrave necessario che chi decide ritenga

(οἴεται) sia convinto che le cose decise sono portate allrsquoesistenza (γενέσϑαι) dalla decisione

stessa ossia che la sua decisione domina la dimensione delle cose decise La προαίρεσις non egrave

cioegrave il puro volere (βούλησις)184

ma egrave la decisione che calcola le cose che assume sotto il

proprio dominio e la cui esistenza e non esistenza essa vede in proprio potere

Il calcolo egrave unrsquolaquoanalisiraquo (ἀναλίύειν)185

che ricerca lrsquoordine dei mezzi piugrave idoneo alla

produzione del fine e che scompone la serie dei mezzi procedendo da quello che produce il

fine a quello intermedio che produce quel primo mezzo sino a giungere alla laquocausa primaraquo (τὸ

πρῶτον αἴτιον) della realizzazione del fine la quale causa prima egrave lrsquolaquoultimo ad essere trattato

nellrsquoanalisi ed egrave il primo ad essere prodottoraquo (τὸ ἔσχατον ἐν τῇ ἀναλύσει πρῶτον εἶναι ἐν τῇ

γενέσει)186

Lrsquoanalisi riconduce un mondo al principio del dominio e fa di questo principio il

dominatore di questo mondo Lrsquoanalisi egrave questo stesso principio che si impadronisce

preliminarmente di quel mondo considerandolo come il luogo ove esso principio puograve

esercitare il proprio dominio Sin tanto che lrsquoanalisi non riesce ad agganciare la serie dei mezzi

alla προαίρεσις in quanto principio del dominio lrsquoanalisi egrave laquoricercaraquo (ζητεῖν)187

e il ricercante

ricerca appunto laquocome agireraquo o laquoche cosa fareraquo ma la ricerca in quanto tale egrave lrsquoapertura della

dimensione sulla quale puograve stendersi il dominio dellrsquouomo E la ricerca egrave la προαίρεσις in

quanto essa egrave lrsquoimpadronirsi preliminare di questo dominio

Avendo fede di essere lrsquoautore delle proprie azioni il mortale crede di esserne

responsabile Il linguaggio esprime questa convinzione con la costruzione dei pronomi

personali e con la flessione del verbo Ma nella convinzione di essere responsabili delle proprie

azioni egrave presente la volontagrave di potenza

184 Ivi 1111 b 19 sgg

185 Ivi 1112 b 15 sgg

186 Ivi 1112 b 23-24

187 Ivi 1112 b 20

108

Il responsabile egrave infatti chi decide cioegrave chi separa dal Tutto la dimensione che egrave convinto di dominare Risponde delle proprie azioni percheacute ne egrave il padrone e ne egrave il padrone percheacute le ha

separate dal Tutto e le ha separate dal Tutto percheacute il Tutto gli appare come lrsquounione accidentale di

ciograve che esce e ritorna nel nulla188

Il mortale egrave lrsquoartefice Il mortale premetafisico egrave il tentativo di essere artefice la sua

decisione egrave ciograve costantemente accompagnata dalla possibilitagrave che le cose non si lascino

decidere e separare Invece il mortale metafisico riesce a decidere percheacute il suo decidere si

fonda sullrsquoapertura dellrsquo ἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

La τέχνη e la φρόνησις (laquosaggezzaraquo) sono la προαίρεσις nella quale lrsquoὄρεξις egrave unita al

calcolo laquoveroraquo (ἀληϑεύει)189

La προαίρεσις esiste infatti come laquovolontagrave calcolanteraquo

(βουλευτιχὴ ὄρεξις) anche quando il suo calcolo egrave errato o perchegrave considera in suo potere enti

che non lo sono o percheacute considera come mezzo ciograve che non egrave in grado di produrre il fine

La τέχνη egrave laquoabito produttivoraquo (ποιητιχὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου

ἀληϑοῦς)190

la φρόνησις egrave laquoabito praticoraquo (πραϰτιϰὴ ἕξις) laquounito a calcolo veroraquo (μετὰ λόγου

ἀληϑοῦς)191

Nellrsquouna e nellrsquoaltra la προαίρεσις non egrave un atteggiamento passeggero o

accidentale ma laquoabitoraquo (ἕξις) e cioegrave sono entrambe laquoabito con proponimentoraquo ma nella τέχνη

la προαίρεσις egrave principio di ποίησις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave esterno allrsquoazione) nella

φρόνησις la προαίρεσις egrave principio di πρᾶξις (cioegrave di azione il cui τέλος egrave interno allrsquoazione

stessa)192

Sia nella tecnica sia nella saggezza morale ndash cioegrave nelle due forme dellrsquoazione

razionale193

ndash lrsquouomo egrave veramente laquopadroneraquo (ϰύριος)194

e principio del proprio agire da lui

dipendono sia le opere tecniche sia il bene

188 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 377

189 Aristotele Etica Nicomachea 1139 b 15

190 Ivi 1140 a 9-10 191 Ivi 1140 b 20-21

192 Ivi 1140 a 3-5

193 lt Nellrsquolaquoazione razionaleraquo (cioegrave nellrsquoazione capace nella sua forma piugrave evoluta di guidare

lrsquooscillazione dellrsquoente) la coscienza non insegue infatti una volontagrave che vuole oggetti imprevedibili per la

coscienza ndash non egrave una coscienza impotente di una volontagrave (cioegrave di una potenza) laquociecaraquo nellrsquolaquoazione razionaleraquo

la volontagrave sa ciograve che vuole gt E Severino Destino della necessitagrave cit pag 388

194 Aristotele Etica Nicomachea 1113 b 32 1139 a 18

109

Tanto la tecnica quanto la santitagrave sono cioegrave isolamento di un mondo che cosigrave separato

dal Tutto viene dominato dallrsquoagire conforme al calcolo vero Lrsquoessenza della tecnica egrave

lrsquoessenza dellrsquoetica Al giovane ricco che gli domanda che cosa deve fare per avere la vita

eterna Gesugrave risponde Ma proprio percheacute gli dice che cosa deve fare (osservare i

comandamenti e dare le proprie ricchezze ai poveri) proprio per questo la risposta di Gesugrave si

mantiene allrsquointerno dellrsquoisolamento della terra ndash e se il giovane ricco gli avesse dato ascolto

avrebbe ottenuto una laquovita eternaraquo che egrave pur sempre una determinazione dellrsquoalienazione

essenziale una determinazione cioegrave della terra isolata

Lrsquoisolamento del mondo umano non egrave una semplice intenzione soggettiva ndash cioegrave non egrave

la προαίρεσις in quanto volontagrave di dominio che appartiene alla preistoria dellrsquoOccidente ndash solo

in quanto le cose prodotte dalla τέχνη e dalla φρόνησις sono enti che escono e ritornano nel

nulla (τι τῶν ἐνϑεχομένων ϰαὶ εἶναι ϰαὶ μὴ εἶναι) cioegrave sono lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

La laquosalvezza dellrsquoanimaraquo (ma anche quella del mondo e degli esseri del mondo dal

nulla) del cristianesimo rimane completamente allrsquointerno della φρόνησις aristotelica anche il

santo cristiano ndash in quanto esso egrave la προαίρεσις che egrave principio e produzione della salvezza ndash egrave

volontagrave di dominare lrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente

Secondo il cattolicesimo nel credente la προαίρεσις egrave unita ma non egrave annullata dalla laquoGraziaraquo ndash cioegrave la volontagrave di dominio umana laquocooperaraquo nel credente con la volontagrave di dominio divina (e la

laquocooperazioneraquo egrave in realtagrave unrsquoesclusione reciproca) Ma soltanto laquoDioraquo egrave il laquosignoreraquo (ὁ ϰύριος)

dellrsquoἐπαμφοτερίζειν dellrsquoente che produce la salvezza dellrsquouomo e il Dominus egrave δαιμόνιος cioegrave il

laquoseparanteraquo proprio in quanto egrave il laquoSalvatoreraquo195

Il separato egrave la laquoterraraquo o la laquodimoraraquo o la laquodonnaraquo o la laquomoltitudineraquo o il laquobestiameraquo

Dio separa le cose da seacute in quanto inviolabile se le cose fossero legate indissolubilmente alla

sua inviolabilitagrave egli non potrebbe dominarle

195 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 370

110

III - La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio

Il dominio che si impadronisce delle cose modificandole egrave possibile solo sul

fondamento del dominio che si impadronisce delle cose isolandole dal tutto Lrsquoisolarle egrave

appunto la persuasione che esse non dipendano in alcun modo (quanto al loro esistere al loro

manifestarsi alla loro intelligibilitagrave alle loro trasformazioni) da ciograve che sta al di lagrave del campo ndash

il campo del dominato ndash da esse costituito Si puograve disporre di qualcosa solo in quanto

isolandolo lo si egrave reso disponibile

Il dominio assegna un futuro alle cose dominate Sia nel senso che allrsquoisolamento egrave

assegnato il suo perpetuarsi nel futuro ndash al disponibile egrave cioegrave assegnato il suo mantenersi nella

disponibilitagrave ndash sia nel senso che al disponibile egrave assegnata una trasformazione del suo

contenuto che ancora esso non possiede Lrsquoassegnazione di un futuro alle cose dominate egrave

avere uno scopo Ma nel dominio avere uno scopo significa assegnare alle cose un futuro che

egrave diverso da quello che esse avrebbero indipendentemente da questa assegnazione Codesta

diversitagrave peraltro non significa che il dominio rende impossibile il divenire ma che lo guida

Col dominio il divenire si guida e quindi si dagrave un futuro diverso da quello che esso avrebbe se non fosse un guidarsi Se il futuro delle cose fosse predeterminato e inevitabile esso sarebbe

indipendente dagli scopi del dominio cioegrave non sarebbe possibile assegnare un futuro alle cose e

quindi il dominio sarebbe impossibile196

Quindi per poter assegnare un futuro e avere uno scopo il dominio deve essere la

certezza che le cose dominate e il loro futuro non dipendono da nientrsquoaltro che dalla volontagrave

dominante che assegna loro un futuro e cioegrave deve essere la certezza che le cose dominate sono

isolate dal tutto

196 Ivi cit pag 239

111

La capacitagrave poi di assegnare un futuro egrave dunque nel dominio laquolibero arbitrioraquo ossia

isolamento del dominato e del dominante

Se lrsquoisolamento appartiene allrsquoessenza del dominio tuttavia sin tanto che non viene portato alla

luce il senso dellrsquoente in quanto ente e sin tanto che lrsquoente non viene inteso come

ἐπαμφοτερίζειν tra lrsquoessere e il niente [] lrsquoisolare si presenta come unrsquoattivitagrave che non egrave garantita dallo statuto reale di ciograve che si vuole isolare e quindi si presenta come unrsquointenzione

soggettiva che puograve avere successo ma puograve anche fallire e che quando ha successo egrave

costantemente esposta alla possibilitagrave del fallimento197

Il dominio sullrsquoente ha un carattere laquoscientificoraquo da quando lrsquooperazione isolante del

dominio non egrave unrsquointenzione soggettiva ma egrave fondata sullrsquoisolamento laquorealeraquo dellrsquoente

197 Ivi cit pag 240

lt Solo se lrsquoente esce e ritorna nel nulla lo si puograve isolare e solo se lo si isola lo si puograve dominare []

Lrsquooriginario e decisivo impadronirsi dellrsquoente egrave il renderlo libero Lrsquoimpadronirsene egrave il sottrarlo al destino della

veritagrave dellrsquoessere [] Solo in quanto lrsquoente egrave disponibile allrsquoessere e al niente un padrone puograve disporne []

Lrsquoἐπιστήμη (da Platone a Hegel) egrave la prima forma di dominio dellrsquooscillazione lrsquooscillazione egrave dominata dallrsquo

ἐπιστήμη appunto in quanto egrave sottoposta al calcolo incontrovertibile [] Ma il controllo epistemico dellrsquooscillazione la rende impossibile [] Solo se il progetto della dominazione su cui si fonda la tecnica egrave reso

esterno al divenire dellrsquoente e quindi viene daccapo a costituirsi come un immutabile e quindi come il centro di

una totalitagrave organica si puograve ritenere (come accade nel pensiero di Heidegger) che la tecnica come lrsquo ἐπιστήμη

renda impossibile il divenire dellrsquoente Ma se il progetto di dominazione della tecnica del Tutto viene lasciato

allrsquointerno del processo del divenire allora questo progetto a differenza dellrsquoἐπιστήμη non egrave una prevaricazione

che soffoca la libertagrave del divenire [] La tecnica non soffoca il laquogiocoraquo del divenire ma toglie ogni limite alla sua

libertagrave gt Ivi cit pag 229

112

La scientificitagrave del dominio raggiunge il suo culmine nella civiltagrave della tecnica quando

la volontagrave che il senso dellrsquoente sia oscillazione tra lrsquoessere e il niente si libera da ogni

episteacuteme da ogni immutabile da ogni nesso necessario e si tiene dinanzi lrsquoente in quanto ente

e cioegrave ogni ente come oscillazione tra lrsquoessere e il niente

Questa volontagrave di dominio totale in cui consiste lrsquoessenza della civiltagrave della tecnica

presuppone che il tutto sia unificato dalla determinazione trascendentale dellrsquoente

lrsquoἐπαμφοτερίζειν

Ma la volontagrave di guidare lrsquooscillazione della totalitagrave dellrsquoente si realizza solo come

dominio di una parte dellrsquoente percheacute la totalitagrave dellrsquoente sta dinnanzi come divisa in una

molteplicitagrave di campi isolati e il dominio tecnologico non puograve assegnare alla totalitagrave un futuro

che sia il futuro della totalitagrave in quanto totalitagrave e sia dunque lo scopo unitario del tutto in

quanto tale

Se il dominio tecnologico avesse uno scopo unitario verso il quale avesse a dirigere la totalitagrave degli

enti la totalitagrave sarebbe infatti un organismo un sistema di nessi necessari tra gli enti dove la teleologia di ogni ente coinvolgerebbe e sarebbe coinvolta dalla teleologia di ogni altro ente Se

dunque il dominio tecnologico assegna un futuro a qualcosa (A) se cioegrave trasforma qualcosa

conformemente a un certo scopo questo scopo puograve essere soltanto lo scopo di quel campo particolare di enti che egrave A e di quelle operazioni particolari che sono idonee alla trasformazione di

A e non puograve essere pertanto se non accidentalmente lo scopo di B C D e delle operazione

particolari che si propongono la trasformazione di B C D appunto percheacute altrimenti tra A B C D sussisterebbe un nesso necessario ed esse non sarebbero determinazioni isolate Nel dominio avere

uno scopo significa assegnare un futuro a una parte isolata dal tutto198

E il carattere particolare e specifico dellrsquooperare scientifico-tecnologico egrave giagrave presente

nella formulazione platonico-aristotelica della laquodivisione del lavororaquo

198 Ivi cit pag 245

113

Nel II libro della Repubblica199

Platone dice che il πράττειν cioegrave il dominio

dellrsquooscillazione dellrsquoente egrave laquopiugrave intensoraquo (πλείω) laquopiugrave efficaceraquo (ϰάλλιον) e laquopiugrave

praticabileraquo (ῥᾷον)200

solo in quanto si suddivide in operazioni specifiche realizzate da certi

operatori e non da altri ἄλλͻς ἐπ´ἄλλου ἔργου πρᾶξιν (alium ad alius operis effectionem)201

La divisione (lrsquoisolamento) del lavoro non egrave una determinazione accidentale del lavoro la

divisione del lavoro sussiste ndash il lavoro egrave una molteplicitagrave di operazioni isolate ndash appunto

percheacute il laquolavororaquo egrave πρᾶξις ossia egrave la guida (αἰτία)202

dellrsquooscillazione dellrsquoente tra lrsquoessere e il

niente e quindi egrave la guida di ciograve che in quanto cosigrave oscillante egrave isolato ndash si che la guida

dellrsquoisolato egrave essa stessa unrsquooperazione isolata divisa dalle altre

Proprio di questa divisione parla Aristotele allrsquoinizio dellrsquoEtica quando afferma la

molteplicitagrave degli scopi (πολλὰ γίνεται ϰαὶ τὰ τέλη) in corrispondenza alla molteplicitagrave dei

laquolavoriraquo (πολλῶν δὲ πράξεων οὐσῶν ϰαὶ τεχνῶν ϰαὶ ἐπιστημῶν)203

Lo scopo egrave il futuro che viene assegnato a una parte percheacute se fosse il futuro assegnato

al tutto in quanto tale il tutto non sarebbe laquodiacronicoraquo ma laquosincronicoraquo e organico cioegrave

esisterebbe un nesso tra le parti Ma se il futuro di una parte isolata non puograve essere il futuro

delle altre parti se cioegrave le altre parti hanno altri futuri ogni scopo egrave a sua volta una parte

isolata dalla totalitagrave del futuro La totalitagrave degli scopi riproduce la molteplicitagrave di

determinazioni isolate del presente

Separata dal destino la terra appare nellrsquoisolamento come libera e insieme dominabile

Egrave dominabile proprio percheacute egrave stata liberata dal destino Ma la sua libertagrave egrave anche la sua

assoluta imprevedibilitagrave Il timore egrave innanzitutto lrsquoavvertimento di questa imprevedibilitagrave E il

mortale per allontanare tale timore circonda di legami la terra che stringono ciograve che egrave stato

sciolto dal piugrave indissolubile dei legami Legami che sono gli laquoimmutabiliraquo gli laquoeterniraquo i

laquodestiniraquo che restano evocati allrsquointerno della solitudine della terra

199 Prima edizione Universale Economica Feltrinelli Milano 1995

200 Ivi 370 c

201 Ibidem

202 Platone Sofista 265 b

203 Aristotele Etica Nicomachea 1094 a 6-8

114

CAPITOLO TERZO

Lrsquo alienazione nello sguardo del Destino

115

I - Ciograve che il mortale crede

Ciograve che i mortali chiamano laquovolontagraveraquo e laquodecisioneraquo egrave in veritagrave senza residui convinzione (certezza fede persuasione) cioegrave apparire A sua volta lrsquoapparire in cui consiste ogni decisione e

ogni volontagrave possiede un carattere laquopraticoraquo quel carattere che i mortali interpretano come

capacitagrave pratica di trasformazione del mondo ma che nello sguardo del destino della veritagrave egrave qualcosa di abissalmente diverso da tale capacitagrave

204

La decisione non egrave altro che la convinzione che stia per realizzarsi un processo di cui lo

stato attuale del mortale (cioegrave della sua mente del suo corpo) egrave insieme la causa (il principio)

e lrsquoinizio e di cui lo laquoscoporaquo cioegrave una certa disposizione futura dellrsquoente egrave il termine La

decisione egrave lrsquoapparire di una certa disposizione futura dellrsquoente come risultato tale

disposizione di un certo processo quando i mortali decidono accade per lo piugrave qualcosa (ossia

nel cerchio dellrsquoapparire entra per lo piugrave qualcosa) che i mortali interpretano come il realizzarsi

di quella stessa disposizione dellrsquoente che si erano proposti come scopo e che dunque essi

credono di essere stati capaci di tradurre dal piano delle idee a quello della realtagrave

Quellrsquoapparire che egrave la decisione egrave per lo piugrave accompagnato dallrsquoapparire di qualcosa

che il decidente interpreta come il conseguimento la realizzazione dello scopo

La volontagrave e quindi anche quella volontagrave che si realizza come preghiera egrave la convinzione che il

voluto si realizzi credite quia accipietis Ma se per Gesugrave la fede egrave convinzione ogni decisione egrave una convinzione siffatta Solo che i mortali non hanno piugrave fede che le montagne si muovano cioegrave

hanno fede di muoverle non mediate il laquoFiglio di Dioraquo ma mediante lrsquouso di certi strumenti che la

tecnica dellrsquoOccidente egrave andata approntando e cioegrave mediante la fede questa sigrave posseduta nel

laquomovimentoraquo prodotto da tali strumenti205

Nella prassi scientifica egrave tenuta costantemente aperta la possibilitagrave che la regione

controllata sia condizionata da fattori ignoti

204 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 487

205 Ivi cit pag 488

116

Ma nellrsquoatto del decidere e quindi anche nella decisione scientifico-tecnologica la

decisione egrave presa solo in quanto essa egrave la convinzione di disporre di tutte le forze che sono

richieste per la produzione dello scopo e quindi solo in quanto viene esclusa quella possibilitagrave

di intervento di forze ignote Una possibilitagrave che torna a riaprirsi quando la prassi scientifico-

tecnologica si lascia alle spalle questo tipo di decisione per elaborarne uno piugrave adeguato alla

nuova configurazione che nel frattempo la regione controllata egrave venuta ad assumere

Il mortale crede di volere crede di disporre dei mezzi piugrave idonei alla produzione dei

suoi scopi crede di dominare la terra ma il suo volere (cioegrave lrsquoinsieme e ognuna delle sue

convinzioni) egrave unito al dubbio (cioegrave allrsquoindecisione e al non volere) e ne egrave contrastato

La coscienza di decidere egrave un laquovedersiraquo decidere ossia egrave un laquovedersiraquo non dubitante

Ma questo laquovedereraquo non vede ciograve che egrave non laquovederaquo cioegrave lrsquounione essenziale ossia la

contraddizione del decidere e del dubbio ma laquovederaquo soltanto il decidere Puograve credere di

volere percheacute isola la fede dal dubbio ma il dubbio non cessa e non scompare per il fatto che

il mortale non vuole avere i dubbi che pur appartengono alla sua essenza La qualitagrave del volere

del mortale egrave pur sempre determinata dal dubbio respinto nellrsquoinconscio in quanto lrsquoinconscio

egrave ciograve che viene isolato dal contenuto che il mortale vuole riconoscere

Egrave questa volontagrave non volente che laquoottieneraquo ciograve che i mortali credono sia lrsquolaquoottenutoraquo

Il mortale non laquoottieneraquo crede di ottenere Crede di ottenere ciograve che vuole ma ciograve che accade

egrave il destino ndash il destino della veritagrave ndash che nessun dio e nessun uomo possono laquotenereraquo e

dominare e che include anche lrsquoaccadimento della fede e della volontagrave dei mortali

Nello sguardo del destino la volontagrave egrave apparire Non egrave laquoforzaraquo laquotendenzaraquo laquoappetitoraquo

laquoimpulsoraquo Lrsquoapparire in cui la volontagrave consiste egrave apparire di un contenuto che non egrave il destino

della veritagrave egrave lrsquoapparire di qualcosa che appartiene al mondo sognato dallrsquoalienazione della

veritagrave

117

Tale mondo egrave la terra isolata il contenuto che appare allrsquointerno dellrsquoisolamento della

terra Ma ogni apparire il cui contenuto non egrave il destino della veritagrave o un suo tratto egrave volontagrave

decisione ossia egrave la convinzione di dominare qualcosa e che il dominante sia quello stesso che

egrave il convinto Lrsquoisolamento della terra egrave la volontagrave originaria allrsquointerno della quale soltanto egrave

possibile e puograve sopraggiungere lrsquoapparire di ogni volizione e di ogni decisione del mortale

Lrsquoisolamento della terra egrave volontagrave che la terra sia la regione sicura ossia egrave la

convinzione di disporre della terra nel senso che questa convinzione egrave convinzione che la terra

si rende disponibile per il motivo che si egrave convinti di disporne E la convinzione che la terra sia

il terreno sicuro egrave convinta di ottenere la sicurezza della terra non per mezzo di altro ma per seacute

stessa Ma nellrsquoisolamento la terra sicura viene dapprima interpretata come lrsquoinflessibile Il

fondamento originario di ogni flessione (cioegrave di ogni decisione e azione) interpreta come

inflessibile il contenuto che esso ottiene nel proprio flettere originario Poi un poco alla volta

la flessione flette gli inflessibili della terra Quando lrsquoOccidente incomincia a testimoniare la

sicurezza della terra trova la terra giagrave divisa tra le cose inflessibili e quelle flessibili tra ciograve che

egrave sottratto ad ogni volere e ciograve che invece egrave disponibile ad esso

La cultura moderna vede nei mortali la presenza della volontagrave divina e il soggetto

trascendentale diventa la volontagrave di produrre la terra La terra che resta prodotta

nellrsquoautoproduzione del soggetto trascendentale egrave sempre la terra isolata che appare come il

terreno sicuro La volontagrave che produce la terra egrave intesa come la vera realtagrave il vero valore Nel

concetto di creazione umana di creazione divina del mondo di autoproduzione del soggetto

trascendentale di dominio tecnologico della terra la volontagrave originaria che la terra sia la

regione sicura sta dinnanzi a seacute stessa

118

Lrsquoaccadimento in cui consiste lrsquoisolamento della terra egrave lrsquoaccadimento dellrsquoesser

mortale del mortale ma lrsquoesser mortale egrave lrsquoessenza sia del mortale sia degli degravei sia del dio

cristiano sia del soggetto trascendentale sia del dominio tecnologico della terra

Ma la volontagrave proprio percheacute egrave volontagrave non puograve ottenere ciograve che essa vuole Il voluto

egrave in quanto tale il non ottenibile

Tutto ciograve che si ottiene egrave ciograve che si vuole ottenere ossia egrave ciograve che si crede si ha fede di

ottenere egrave ottenuto allrsquointerno dellrsquoalienazione Lrsquoalienazione egrave lrsquoastro eterno che consiste

nella convinzione che esista ciograve che egrave impossibile Allrsquointerno dellrsquoalienazione tutto ciograve che si

ottiene si ottiene percheacute sia ha fede di ottenerlo e si ha fede di averlo ottenuto

Il precetto evangelico che se si ha fede che le montagne si sollevino esse si solleveranno e il

tratto decisivo della scienza moderna (e che ancora si sottrae allrsquoautocoscienza della scienza) che la trasformazione del mondo ha carattere scientifico solo se egrave oggetto di consenso intersoggettivo e

quindi solo se si ha fede che tale consenso esista [] ebbene quel precetto e quel tratto

appartengono entrambi alla stessa essenza ossia alla volontagrave originaria dellrsquoisolamento della terra

che crede di aver ottenuto la sicurezza della terra per il motivo che essa crede che la terra sia il terreno sicuro ha fede che questa sicurezza sia percheacute essa ha fede che sia ndash anche se la fede

apparendo a seacute come fondamento di ciograve che essa ottiene non appare come fede ma come forza

capace di produrre ciograve che si presenta come dimensione sicura ed evidente206

La volontagrave non riesce ad essere volontagrave non ottiene ciograve che essa vuole e quindi non

ottiene nemmeno il proprio volere Lrsquoimpossibilitagrave del voluto non puograve apparire allrsquointerno della

volontagrave (allrsquointerno cioegrave dellrsquoisolamento della terra) appunto percheacute la volontagrave egrave volontagrave d i

isolarsi dal destino Ma proprio percheacute il voluto egrave lrsquoimpossibile egrave necessitagrave che allrsquointerno

della volontagrave il voluto appaia nel suo esser qualcosa in cui il destino della veritagrave non si mostra

cioegrave qualcosa la cui affermazione e la cui negazione appaiono equivalenti

206 Ivi cit pag 579

119

Nellrsquoisolamento della terra la volontagrave crede di volere (la fede ha fede di aver fede)

percheacute nellrsquoequivalenza dellrsquoaffermazione e della negazione di ciograve che essa crede di volere

isola lrsquoaffermazione dalla negazione isola ciograve che egrave dubbio dal suo esser dubbio sigrave che questo

contenuto isolato appare nel suo esser tenuto fermo cioegrave egrave affermato e in quanto affermato si

presenta come il voluto

Anche questo isolamento egrave fede volontagrave Ma la fede di aver fede (il credere di volere)

non determina un regressus in indefinitum al contenuto in cui la fede ha fede appartiene la

fede di aver fede al contenuto voluto dalla volontagrave appartiene il credere di volere la volontagrave di

volere

Il tramonto dellrsquoisolamento della terra ossia la negazione del contrasto tra veritagrave e

isolamento egrave ciograve che in veritagrave il mortale vuole Il mortale egrave ndash lo egrave solamente ndash questa volontagrave

ossia questa volontagrave costituisce lrsquoinconscio essenziale del mortale cioegrave quanto egli trattiene nel

non testimoniato consumando la totalitagrave del linguaggio nella testimonianza della terra isolata

La terra cosigrave voluta egrave quella semplificazione estrema da cui viene offerta la resistenza minore

al linguaggio che intende illuminare le cose nelle parole La resistenza maggiore egrave invece

costituita dalla struttura del mortale cioegrave dallrsquoapparire della negazione impotente del contrasto

tra il destino e lrsquoisolamento della terra (che a sua volta egrave il contrasto tra fede e dubbio nella

sicurezza della terra)

La terra egrave contesa da due volontagrave contrastanti da un lato lrsquoinvasione del destino da parte della terra

isolata possibile solo se appare il destino della terra cioegrave solo se la terra appare nel suo esser

sottratta alla nebbia dellrsquoisolamento mostrando il volto destinatole dalla veritagrave dallrsquoaltro lato in quanto isolata dal destino e dal dubbio la terra mostra un altro volto quello divenuto familiare ai

mortali e che invece egrave soltanto uno dei due volti che la terra mostra introducendosi nel cerchio

dellrsquoapparire207

207 Ivi cit pag 496

120

Il doppio volto della terra egrave il doppio volto di ogni cosa della terra ed egrave appunto questo

sdoppiarsi e questo contrastarsi delle sembianze terrestri lrsquoostacolo maggiore incontrato dal

tentativo di condurre nel linguaggio le cose Le cose della terra stanno dinnanzi nel cerchio

dellrsquoapparire sdoppiate e in contrasto ognuna con seacute medesima e il tentativo di legarle nel

linguaggio alla loro immagine egrave contrastato dal carattere sfuggente di ciograve che dovrebbe essere

il modello dellrsquoimmagine

Invece la semplificazione estrema costituita dalla terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio

ndash la semplificazione in cui la terra mostra ai mortali il suo volto piugrave familiare ndash non disorienta

il linguaggio ma gli va incontro con lrsquoapparente chiarezza e univocitagrave del suo senso Tale

estrema semplificazione non puograve essere certo considerata come il motivo per il quale il

linguaggio destinato allrsquoapparire egrave stato innanzitutto il linguaggio che esprime lrsquoimmagine

della terra isolata dalla veritagrave e dal dubbio e tuttavia il linguaggio destinato allrsquoapparire egrave

dapprima e a lungo solamente il linguaggio che esprime la terra cosigrave isolata La terra cioegrave il

cui volto raggiunge la semplificazione estrema dei suoi tratti

121

II - La necessitagrave dellrsquoaccadere come risoluzione del problema della libertagrave dellrsquoente

Ogni ente egrave eterno Quindi eterno anche quellrsquoente che egrave lo stesso accadere dellrsquoente Nella

veritagrave lrsquoaccadere non egrave lrsquoincominciare ad essere ma lrsquoincominciare ad apparire Che lrsquoente

incominci ad apparire significa che esso eterno esce dallrsquoombra del non apparire ed entra

nella luce dellrsquoapparire Cade in questa luce208

Poicheacute lrsquoaccadere dellrsquoente egrave eterno egrave necessario che lrsquoente accada Inoltre egrave

necessario che lrsquoente accada con il senso determinato che gli conviene non solo egrave necessario

che lrsquoente accada ma egrave insieme necessario che accada proprio quellrsquoente che accade

Lrsquoaccadere dellrsquoente egrave determinato e quindi lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave la necessitagrave

dellrsquoaccadere cosigrave determinato Se infatti lrsquoente che accade non accadesse lrsquoaccadere dellrsquoente

non sarebbe e quindi non sarebbe eterno ma possibile accidentale Affermando che lrsquoente che

entra nellrsquoapparire sarebbe potuto non entrarvi ndash affermando cioegrave la laquocontingenzaraquo

dellrsquoapparire ndash si afferma che lrsquoente che accade sarebbe potuto non accadere cioegrave si nega la

necessitagrave dellrsquoaccadere e in questo modo il non essere (la nientitagrave) dellrsquoaccadere dellrsquoente vien

posto come una possibilitagrave Lrsquoimpossibile viene ritenuto possibile

Poicheacute lrsquoaccadere egrave il passaggio dal non apparire allrsquoapparire lrsquoessere (e quindi

lrsquoeternitagrave) del passaggio richiede necessariamente che lrsquoente che sopraggiunge nellrsquoapparire

prima non appaia e poi appaia Lrsquoaccadere egrave solo in quanto lrsquoente che accade si mantiene

nascosto sino a che incomincia ad apparire Lrsquoeternitagrave di ogni ente egrave lrsquoeternitagrave di ciograve che esso egrave

nel modo in cui lo egrave

Lrsquoapparire che nellrsquoaccadimento incomincia non egrave separato dal proprio incominciare

ma egrave appunto lrsquoapparire incominciante Se invece si isola lrsquoapparire dal suo incominciare ndash se

lo si pensa indipendentemente dal suo incominciare ndash si finisce col rendere impossibile quel

mantenersi nascosto quel non apparire ancora da parte dellrsquoente senza di cui lrsquoaccadimento

non potrebbe essere

208 E Severino Destino della necessitagrave cit pag 97

122

Separato dal suo incominciare lrsquoapparire si presenta come qualcosa che non puograve

incominciare Ogni ente egrave eterno ma appunto egrave eterno lrsquoente nel suo essere ciograve che egrave

nellrsquoaccadimento lrsquoente che incomincia ad apparire non egrave in sintesi con un apparire che egrave

separato dal proprio incominciare ma egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante

Questa egrave la sintesi che egrave e che egrave eterna il contenuto dellrsquoaltra sintesi invece ndash cioegrave della sintesi tra

lrsquoente e il suo semplice (astratto) apparire ndash non egrave appunto percheacute egrave ottenuta prescindendo dallrsquoincominciare che pur determina lrsquoapparire incominciante

209

Proprio percheacute lrsquoente che accade egrave in sintesi con lrsquoapparire incominciante lrsquoente in cui

consiste questa sintesi non esclude ma allrsquoopposto richiede necessariamente che prima di

incominciare ad apparire lrsquoente che accade non appaia lrsquoente incomincia ad apparire solo in

quanto esiste un prima rispetto allrsquoapparire dove tale ente ancora non appare Ma questo non

apparire ancora che precede lrsquoincominciare ad apparire non egrave la nientitagrave dellrsquoapparire

incominciante

Con lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente non si produce una sintesi nuova tra lrsquoente e il

suo apparire ma tutto ciograve che sopraggiunge egrave giagrave eterno Che col sopraggiungere non si formi

una sintesi nuova uscita dal niente non significa che quella tra il sopraggiungente e il suo

sopraggiungere cioegrave il suo incominciare ad apparire non sia una sintesi ma significa che in

quanto questa stessa sintesi sopraggiunge essa egrave giagrave eterna210

209 Ivi cit pag100

210 Con ciograve potremmo rispondere a una delle cretiche che C Fabro rivolge al divenire severiniano lt

Severino non spiega percheacute e come le cose della terra incominciano ad apparire ndash da dove sbucano dalla terra

[] e se incominciano ad apparire significa che le cose prima erano nascoste (a parte la domanda del dove fossero

nascoste) ci si puograve chiedere anche chi le ha spinte fuori dallrsquoombrahellip per guadagnar le stelle od almeno il sole

della coscienza E soprattutto quando incomincia questo cominciare gt C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente

cit pag 129

123

Affermando invece che il sopraggiungente sarebbe potuto non sopraggiungere ndash ossia

che ciograve che incomincia ad apparire sarebbe potuto non apparire ndash si afferma che la sintesi tra

lrsquoente che sopraggiunge e il suo sopraggiungere sarebbe potuta rimanere un niente Ma se

lrsquoapparire egrave laquoil nienteraquo che laquoil nienteraquo accolga o non accolga lrsquoente egrave qualcosa di

assolutamente indifferente e quindi lrsquoapparire egrave libertagrave Mentre lrsquoapparire egrave laquonienteraquo solo nel

senso che la sua determinatezza non egrave che lrsquoapparire delle determinazioni

Lrsquoaccadere egrave lrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente Egrave questo lrsquoaccadere che nellrsquoapertura della

veritagrave appare Inteso invece come un incominciare ad essere uscendo dal niente lrsquoaccadere non egrave qualcosa che appare [] Poicheacute lrsquoaccadimento (il divenire) non egrave la creazione dellrsquoente ma il

sopraggiungere dellrsquoente cioegrave dellrsquoeterno nellrsquoapparire lrsquoaccadimento egrave dunque solamente in

quanto appare Un divenire laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile egrave cioegrave un concetto del

nichilismo211

Appunto percheacute un accadimento laquoin seacuteraquo che non appaia egrave impossibile la supposizione

che sarebbe potuto accadere altro da ciograve che di fatto accade non puograve essere mantenuta

affermando che sigrave lrsquoaccadere effettivo dellrsquoente egrave eterno ma questo eterno sarebbe potuto no

apparire e sarebbe potuto apparire lrsquoaccadere che di fatto non appare Questa supposizione non

puograve essere mantenuta percheacute lrsquoapparire appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere e cioegrave lrsquoaccadere

esiste solo in quanto appare e non puograve avere la possibilitagrave di restare nel non apparire lasciando

che un altro accadere appaia E lrsquoaccadere non egrave lrsquoaccadere in generale ma egrave lrsquoaccadere nella

sua attualitagrave Lrsquoapparire che appartiene allrsquoessenza dellrsquoaccadere egrave questo attuale apparire egrave

lrsquoattualitagrave dellrsquoapparire ed egrave dunque questa attualitagrave ciograve senza di cui lrsquoeternitagrave dellrsquoaccadere egrave

impossibile

Lrsquoapparire dellrsquoaccadimento accade e tuttavia non egrave un accadimento Lrsquoapparire

dellrsquoincominciare ad apparire dellrsquoente incomincia e tuttavia non egrave un incominciare

211 Ivi cit pag 104

124

Lrsquoaccadimento che appare non egrave soltanto questo o quellrsquoaccadere particolare ma egrave la

totalitagrave dellrsquoaccadere che appare Anche se si trasforma laquocontinuamenteraquo lrsquoaccadere appare

comunque come totalitagrave dellrsquoaccadere Gli accadimenti che appaiono sono laquocontinuamenteraquo

diversi ma appaiono necessariamente come totalitagrave dellrsquoaccadimento Lrsquoapparire della totalitagrave

dellrsquoaccadere non potrebbe essere apparire della totalitagrave dellrsquoaccadere appunto percheacute questa

totalitagrave avrebbe al di fuori di seacute quellrsquoaccadere che egrave lrsquoaccadere dellrsquoapparire della totalitagrave

dellrsquoaccadere

Dire infatti che lrsquoente che sopraggiunge entra nellrsquoapparire significa che lrsquoapparire

dellrsquoente diventa apparire anche dellrsquoente che sopraggiunge in quanto egrave apparire anche

dellrsquoente che sopraggiunge lrsquoapparire in cui il sopraggiungente sopraggiunge egrave esso stesso

sopraggiungente Quindi lrsquoapparire del sopraggiungente egrave apparire anche del proprio

sopraggiungere lrsquoapparire del sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente egrave lo stesso

apparire del sopraggiungente e il sopraggiungere dellrsquoapparire del sopraggiungente non egrave

qualcosa che non possa appartenere alla totalitagrave del sopraggiungere ma egrave contenuto di questa

totalitagrave un contenuto che egrave lo stesso contenente

Lrsquoessere con tutti gli altri enti nessuno escluso appartiene allrsquoessenza di ogni ente La

parte egrave nel Tutto non accidentalmente ma necessariamente Il Tutto non si limita a circondare

la parte ma la parte egrave ciograve che essa egrave solo in quanto egrave unita al Tutto

La persuasione che le decisioni ndash umane o divine ndash siano laquolibereraquo egrave invece la negazione

del legame necessario che unisce ogni parte a tutte le altre Tale persuasione separa infatti dal

Tutto quella parte che egrave lrsquoaccadimento della decisione e la rende qualcosa di assolutamente

indipendente Questa separazione sussiste in ogni caso sia che ancora si intenda la decisione

libera come qualcosa che sarebbe potuto non essere invece di essere sia che si intenda la

decisione libera come un ente eterno che sarebbe potuto non apparire invece di apparire

125

Lrsquoisolamento della decisione dal Tutto ndash e ogni isolamento ndash egrave negazione della veritagrave

dellrsquoessere non solo percheacute esso nega ogni legame necessario che unisce la parte al Tutto ma

anche percheacute in esso si esprime ancora una volta il nichilismo Negando ogni legame

necessario col Tutto lrsquoisolamento nega insieme il legame necessario che egrave richiesto

dallrsquoeternitagrave del Tutto e quindi nega lrsquoeternitagrave del Tutto negando la conseguenza nega il

fondamento La stessa prevaricazione che isola la decisione laquoliberaraquo dal tutto pone la

decisione (e il Tutto) come un niente La contingenza dellrsquoaccadere egrave dunque espressione del

nichilismo

Il linguaggio dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo Dice cosigrave che lrsquoazzurro

del cielo ora egrave un niente il cielo era azzurro Ma il cielo azzurro egrave una delle eterne cose della

terra che si inoltrano nel cerchio eterno dellrsquoapparire della veritagrave e ne escono dopo averlo

attraversato (Un cielo azzurro che non egrave espressione di un cielo azzurro universale ma

quellrsquoazzurritagrave del cielo considerata nella sua irripetibilitagrave e singolaritagrave es il cielo di oggi un

giorno di marzo a Roma) Il cielo egrave azzurro La contrapposizione tra lrsquolaquoegraveraquo copulativo e lrsquolaquoegraveraquo

esistenziale egrave propria del nichilismo Lrsquolaquoegraveraquo unisce il cielo e la sua azzurritagrave ma li unisce

appunto nellrsquoessere La loro unitagrave egrave ossia egrave eterna Il cielo egrave eternamente azzurro Il cielo egrave la

sua azzurritagrave nel senso che egrave il cielo-che-egrave-azzurro che egrave lrsquoazzurro-di-questo-cielo E il

contenuto dellrsquoerrore (in ogni errore si esprime la volontagrave di sottrarsi al destino della veritagrave

cioegrave lrsquoalienazione della veritagrave) egrave il niente

Ma proprio percheacute lrsquoente non egrave e non puograve diventare un niente il dire del destino non egrave

una laquoproposizioneraquo che da laquoveraraquo possa diventare laquofalsaraquo Nel destino il dire egrave lrsquoapparire

dellrsquoidentitagrave trascendentale che costituisce lrsquoessere qualcosa da parte di qualcosa ad esempio egrave

lrsquoapparire dellrsquoessere azzurro del cielo Ciograve che in veritagrave accade quando il linguaggio

dellrsquoOccidente dice laquoIl cielo non egrave piugrave azzurroraquo non egrave il diventar falso dellrsquoapparire del cielo

azzurro ma egrave lrsquouscire di questo apparire dal cerchio intramontabile dellrsquoapparire

126

Il cielo azzurro appare cioegrave dimora nel cerchio dellrsquoapparire della veritagrave Appunto

percheacute appare appare la sua destinazione allrsquoessere Poi laquoil cielo si oscuraraquo Nel linguaggio

dellrsquoOccidente lrsquolaquooscurarsiraquo esprime unrsquolaquoazioneraquo del cielo che prima laquoeraraquo azzurro Ma nella

veritagrave il cielo azzurro non si oscura non compie lrsquoazione di incupire e di render niente la

propria azzurritagrave Esso egrave eternamente azzurro e ciograve che lrsquoOccidente chiama laquoil suo oscurarsiraquo egrave

lrsquoinoltrarsi del cielo (eternamente) oscuro nel cerchio dellrsquoapparire mentre da questo cerchio

lrsquoeterno cielo azzurro esce e scompare La testimonianza della veritagrave non dice quindi che laquoil

cielo non egrave piugrave azzurroraquo ma che il cielo eternamente azzurro si egrave portato fuori dellrsquoapparire

nel non apparire Di esso non dice laquonon egraveraquo (laquonon egrave piugraveraquo laquonon egrave ancoraraquo) bensigrave laquonon egrave

presenteraquo laquonon egrave apparenteraquo (questrsquoultimo termine da intendersi come participio presente del

verbo apparire) Dice dunque laquoIl cielo (che egrave) azzurro non egrave (piugrave) apparenteraquo Ma daccapo

questrsquoultima affermazione non significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro non egrave (piugrave)raquo e che

pertanto questo apparire egrave diventato un niente bensigrave significa che laquolrsquoapparire del cielo azzurro

non egrave (piugrave) apparenteraquo

Ciograve che entra e esce dal cerchio dellrsquoapparire appartiene eternamente ad esso ma

dicendo che tale appartenenza laquoentraraquo nel cerchio dellrsquoapparire si intende escludere che in

qualsiasi modo lrsquoappartenenza si trovi giagrave nel cerchio e dicendo che ne esce si intende

escludere che essa in qualche modo continui a trovarvisi Pertanto ciograve che entra in questo

cerchio non egrave lrsquoatteso ma lrsquoinatteso e ciograve che ne esce non egrave il laquoricordatoraquo ma il

laquodimenticatoraquo Il laquoricordareraquo e il laquodimenticareraquo nel linguaggio del destino della veritagrave non

sono funzioni psicologiche o proprietagrave della coscienza trascendentale in quanto figura della

tradizione filosofica del nichilismo il laquodimenticareraquo egrave il cerchio dellrsquoapparire in quanto non

contiene piugrave in seacute qualcosa non lo contiene piugrave in nessun modo il laquoricordareraquo egrave il cerchio

dellrsquoapparire in quanto contiene ancora in seacute in qualche modo il ricordato

127

In qualche modo infatti lrsquoatteso appare giagrave e il ricordato appare ancora Quando

lrsquoatteso sopraggiunge non entra quindi simpliciter nel cerchio dellrsquoapparire e quando il

laquopresenteraquo passa e si mantiene nella memoria non esce da quel cerchio In entrambi i casi

varia soltanto il modo in cui si mostra una certa identitagrave che permane nel cerchio dellrsquoapparire

Ma lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire puograve apparire solo in quanto gli

insiemi di enti che lrsquoinoltrarsi porta progressivamente alla luce non sono via via dimenticati

(non vanno cioegrave uscendo via via dal cerchio dellrsquoapparire) ma continuano ad apparire sia pure

come passati Nella veritagrave appare lrsquoinoltrarsi della terra e lrsquoinoltrarsi appare solo in quanto

appare il passato Egrave infatti in relazione al passato ossia egrave percheacute il passato appare che il

sopraggiungente puograve apparire come tale Se nel sopraggiungere ciograve che giagrave appariva ndash e cioegrave

il passato ndash uscisse dimenticato dallrsquoapparire il sopraggiungente non potrebbe apparire come

laquogiunto sopraraquo qualcosa (appunto percheacute questo qualcosa sarebbe assente) e non solo il

sopraggiungente non potrebbe apparire come tale ma non potrebbe apparire affatto Questo

percheacute lrsquoapparire dellrsquoinoltrarsi della terra non solo esige lrsquoapparire del passato ma questo

inoltrarsi egrave necessariamente un permanere la permanenza assoluta dellrsquoidentitagrave costituita dalla

struttura della veritagrave che egrave presente in ogni insieme di enti che entrano nel cerchio

dellrsquoapparire Ciograve che permane egrave sigrave ciograve che appare ancora ma insieme egrave ciograve che appariva

anche prima il permanente egrave cioegrave presente e passato Il sopraggiungente sopraggiunge quindi

di necessitagrave nella permanenza ossia nellrsquoapertura di un passato Lrsquoessenza del divenire non puograve

essere stabilita indipendentemente dallrsquoessenza del passato

laquoLa legna arde nel camino e diventa cenereraquo Cosigrave parla il nichilismo nel linguaggio

quotidiano Diventando cenere la legna in quanto legna egrave distrutta cioegrave annientata

128

Anche se la scienza della natura afferma che lrsquoenergia in cui consiste la legna non egrave

andata distrutta nella combustione ma rimane sotto forma diversa tuttavia la forma che

lrsquoenergia assumeva nella legna egrave inevitabilmente pensata nella prospettiva scientifica come

ciograve che egrave andato distrutto e che dunque si egrave annientato

Ma la combustione come ogni divenire puograve essere laquosperimentataraquo solo se quando si

fa esperienza della cenere la legna non egrave stata dimenticata Giagrave in Kant egrave pienamente acquisito

il principio che la coscienza (o sperimentazione) del divenire non diviene ossia che lo stato

precedente (la legna che ancora non egrave diventata cenere) devrsquoessere conservato nella coscienza

insieme allo stato susseguente (la cenere) affincheacute si dia coscienza di un divenire

Nella dialettica della coscienza sensibile col sopraggiungere dellrsquouniversale e della coscienza

indiveniente del divenire il passato permane Egrave quanto richiesto dal principio secondo cui nel risultato egrave essenzialmente conservato e contenuto ciograve da cui esso risulta [] Il risultato egrave un

permanere [] la coscienza del divenire egrave necessariamente coscienza della permanenza [] Nella

laquoDimostrazioneraquo della laquoprima analogiaraquo dellrsquoesperienza (Critica della ragion pura sezione terza

dellrsquoAnalitica dei principi) si dice che qualcosa puograve mutare solo se resta Tutto ciograve che muta resta la permanenza egrave condizione necessaria in cui solo egrave possibile che i fenomeni siano determinabili

come cose od oggetti di una esperienza possibile212

Lo stato precedente egrave conservato come passato e questo conservarlo egrave il ricordo Il

ricordo ricorda qualcosa di positivamente determinato (la legna) ricorda cioegrave un non-niente

212 E Severino Tautόtēs cit pag 86-87

129

In quanto non-niente il ricordato non puograve essere quindi ciograve che nella combustione egrave

diventato niente213

Per il nichilismo il passare egrave un annientamento ma allora il passato in quanto

annientato e dunque in quanto niente non puograve apparire Lrsquoannientarsi egrave insieme

necessariamente uno sparire Ma in questo modo il ricordo non ricorda il passato ndash giaccheacute

lrsquoautentico passato non puograve apparire ndash e quindi non egrave ricordo ma apparizione di ciograve che del

passato nascosto continua ad esistere e che dunque non egrave un passato

213 lt Tuttavia non egrave unrsquoaltra legna ma egrave proprio la legna ricordata che nella combustione egrave diventata

cenere e che quindi si egrave annientata in quanto legna Ma di ciograve che egrave divenuto niente non puograve esserci memoria Ma

senza memoria egrave impossibile la coscienza del divenire Per salvare la memoria il nichilismo egrave costretto a

distinguere nel passato che appare nel ricordo due aspetti Da un lato il passato in quanto oggetto del ricordo egrave

uno dei molti fattori del diveniente che continuano ad esistere nonostante lrsquoannientamento cui il diveniente va

incontro oltre alla cenere al fumo e al calore della legna rimane anche il suo esser ricordata Dallrsquoaltro lato crsquoegrave

lrsquoaspetto del passato relativamente al quale si verifica lrsquoannientamento Il passato si annienta non in quanto esso egrave

oggetto del ricordo ma in quanto ha questo secondo aspetto ciograve che egrave diventato niente non egrave la legna che appare

nel ricordo ma altro Un altro che perograve appartiene alla legna che appare nel ricordo Per Hegel questo altro egrave

laquolrsquoesistenzaraquo della legna e ciograve che appare nel ricordo egrave la laquoformaraquo o essenza della legna Egrave lo stesso concetto di Agostino il passato esiste nellrsquoanima cioegrave esiste come idealitagrave essenza non come esistenza reale Ma su quale

base viene affermata lrsquoesistenza (passata) di questo altro che egrave divenuto inesistente Non si puograve rispondere

dicendo che questo altro appare nel ricordo appunto percheacute ciograve che appare nel ricordo in quanto appare come un

non-niente determinato non egrave un niente E per quanto riguarda lrsquoErinnerung hegeliana la legna ricordata non egrave

una legna ricordata come inesistente Il passato appare e nel nichilismo qualcosa di esso egrave divenuto un niente

Ma che cosa Non qualcosa che appare tutto il passato che appare sta ligrave dinnanzi come un positivo Qualcosa

dunque che non appare gt Id Destino della necessitagrave pag 178

130

Egrave percheacute lrsquoannientarsi egrave insieme lrsquouscire dallrsquoapparire che lrsquoapparire in quanto tale

non puograve attestare alcuncheacute della sorte di ciograve che si egrave portato al di fuori dellrsquoapparire se

continui ad esistere o se sia diventato nulla Lrsquoannientamento del passato egrave cioegrave lrsquoapriori con il

quale il nichilismo interpreta lrsquoinoltrarsi della terra nel cerchio dellrsquoapparire

Nella veritagrave dellrsquoessere invece lo scomparire non egrave lrsquoannientamento di ciograve che

scompare e il progressivo arricchirsi della manifestazione del passato mostra appunto che il

dimenticato (ossia ciograve che egrave uscito dal cerchio dellrsquoapparire) continua ad essere e che questo

suo essere riappare nel concretarsi del ricordo

E non solo lrsquoapparire del divenire non attesta lrsquoannientamento del passato ma la

persuasione che il passato sia ciograve che egrave divenuto un niente rende impossibile lo stesso apparire

del divenire Infatti il divenire appare solo se appare il passato ma se il passato egrave ciograve che ormai

egrave un niente il passato non puograve apparire e dunque non puograve apparire nemmeno il divenire Ciograve

che lrsquoOccidente ritiene lrsquoevidenza suprema ndash lrsquouscire e il ritornare nel niente ndash rende

impossibile la visione del divenire ossia la visione della variazione del contenuto che appare

131

III - laquoCrescereraquo come divenire

Nellrsquoapparire del divenire il laquopassatoraquo egrave ciograve che non laquocresceraquo piugrave ma la cui avvenuta

crescita continua ad apparire insieme al laquopresenteraquo ndash dove il laquocrescereraquo non egrave una

trasformazione ontologica ma egrave la successione degli eterni che sebbene diversi hanno

qualcosa di identico (che egrave appunto ciograve che nella successione egrave il crescente) La permanenza

dellrsquointramontabile egrave il sopraggiungere in esso del suo differenziarsi ndash ossia dei differenti eterni

di cui esso egrave identitagrave Affincheacute unrsquoidentitagrave permanga nei differenti che sopraggiungono si

richiede pertanto la separazione e lrsquoindifferenza dellrsquoidentico rispetto ai differenti si richiede

cioegrave che lrsquoidentico abbia il senso che ha indipendentemente dal contenuto che entra e esce dal

cerchio dellrsquoapparire

Lrsquoaffermazione dellrsquoidentico sembra negare il legame necessario che sul fondamento

dellrsquoeternitagrave di ogni ente unisce ogni ente a ogni altro ente E drsquoaltra parte se non ci fosse

permanenza dellrsquoidentico non potrebbe nemmeno apparire la variazione del contenuto che

appare non potrebbe apparire alcun divenire Questa aporia egrave provocata dalla separazione che

isola lrsquoidentitagrave permanente dal contenuto che appare e che egrave il contesto dellrsquoidentitagrave Lrsquoaporia

ponendo la permanenza dellrsquoidentitagrave come risultato della separazione dellrsquoidentitagrave si

costituisce proprio in quanto lrsquoidentitagrave viene separata dagli insiemi che lrsquohanno in comune e nei

quali essa permane La separazione dellrsquoidentitagrave egrave il fondamento dellrsquoaffermazione che la

permanenza dellrsquoidentitagrave egrave separazione Nella testimonianza del destino della veritagrave dellrsquoessere

lrsquoidentitagrave che permane egrave invece ciograve che hanno in comune i diversi insiemi eterni che

sopraggiungono e si ritraggono dal cerchio dellrsquoapparire Eterni sono sia la identitagrave del diverso

sia la sopraggiungente e ritraentesi diversitagrave dellrsquoidentico Il non permanente egrave lrsquoeterno che

entra ed esce dal cerchio dellrsquoapparire o che continuando ad apparire ha raggiunto il

compimento del suo permanere

132

Il laquocrescereraquo egrave lrsquoapparire dellrsquoidentitagrave degli eterni diversi che si succedono nel cerchio

dellrsquoapparire egrave il ritrovarsi dellrsquoidentitagrave nel sopraggiungere dei diversi E quando la crescita ha raggiunto il suo compimento essa egrave divenuta un perfectum non nel senso che sia il prodotto

compiuto di un facere ma nel senso che lrsquoidentitagrave del diverso si egrave portata totalmente

compiutamente nel cerchio dellrsquoapparire si che in questo cerchio giunge ad apparire la totalitagrave compiuta del diverso di cui lrsquoidentitagrave egrave identitagrave e lrsquoapparire di questa totalitagrave egrave in questo senso il

perfectum214

Ciograve che diventa un passato non si trasforma e non egrave nemmeno necessario che qualcosa

di esso esca dallrsquoapparire Nel passato lrsquoente rimane tutto ciograve che esso nella sua destinazione

allrsquoapparire egrave riuscito a mostrare di seacute nel presente e non egrave nemmeno necessario affincheacute

lrsquoente passi che scompaia qualcosa di ciograve che esso egrave nel presente Col passare avviene di certo

una variazione nel contenuto del cerchio dellrsquoapparire ma questa variazione non riguarda

necessariamente ciograve che passa ndash giaccheacute appunto nel passato lrsquoente puograve continuare ad

apparire mostrando tutto ciograve che esso egrave nel presente ndash ciograve che egrave necessario appaia percheacute

appaia la variazione egrave il sopraggiungere di qualcosa

Nellrsquoapertura della veritagrave dellrsquoessere il divenire egrave il sopraggiungere dellrsquoeterno

lrsquoinoltrarsi dellrsquoeterna terra nel cerchio eterno dellrsquoapparire Per quanto atteso e previsto il

sopraggiungere della terra possiede sempre qualcosa di imprevisto qualcosa cioegrave che non egrave

visto in precedenza e che dunque entrando nel cerchio dellrsquoapparire esce dallrsquoombra del non

apparire Ma il sopraggiungere ndash cioegrave il divenire ndash appare come tale solo in quanto appare la

dimensione sopra la quale il sopraggiungente giunge e che nel sopraggiungere egrave sorpassata

ossia diviene un passato

Per concludere lrsquoestrema prevaricazione egrave il voler dimenticare di essere eterni nel Tutto

eterno voler dimenticare di essere lrsquoeterno apparire del destino della veritagrave nel quale si inoltra

la terra e voler appartenere alla terra isolata

214 Ivi cit pag 186

133

La prevaricazione del mortale egrave lrsquoisolamento della terra ossia la volontagrave di sfuggire

allrsquoeternitagrave del Tutto e quindi dellrsquouomo Le cose della terra vanno e vengono muoiono e

nascono La volontagrave di appartenere alla terra isolata egrave la volontagrave di morire

La persuasione che la terra sia la regione con cui abbiamo sicuramente a che fare

scioglie non solo il legame che unisce ogni parte al Tutto ma scioglie anche il legame che

unisce lrsquoapparire della terra allrsquoapparire della veritagrave dellrsquoessere Ma questi legami sono

indissolubili e sciogliere lrsquoindissolubile egrave soltanto lrsquointenzione di scioglierlo ossia egrave il volere

lrsquoimpossibile

La convinzione che lrsquoaccadere delle cose sia contingente e che quindi le decisioni dei

mortali e degli degravei siano libere sorge allrsquointerno dellrsquoalienazione essenziale della veritagrave

Lrsquoisolamento della terra ossia lrsquoaccadimento del mortale egrave il fondamento di quella

convinzione Solo percheacute lrsquouomo egrave diventato un mortale puograve convincersi di essere libero

Il destino della veritagrave che non tramonta nemmeno con lrsquoaccadimento dellrsquoalienazione essenziale

della veritagrave dice che tutto ciograve che accade egrave destinato ad accadere ossia dice che la terra (che egrave la totalitagrave dellrsquoaccadimento) egrave destinata ad inoltrarsi nel cerchio dellrsquoapparire eterno

dellrsquointramontabile ed egrave destinata ad inoltrarvisi come laquodi fattoraquo vi si inoltra Il laquofattoraquo egrave il destino

cioegrave la necessitagrave (nella veritagrave del suo senso)215

La necessitagrave e il destino nella veritagrave del loro senso sono il cuore di ogni ente sono il

mantenersi da parte di ogni ente in accordo con ciograve che esso in veritagrave egrave

215 Ivi cit pag 443

134

PARTE TERZA

LA FEDE

Lrsquoimpossibilitagrave di una laquoarmoniaraquo o incontro di fede e ragione

lt Catturato dalla ragione malata il Verbo egrave inconciliabile con la ragione

Purificata Lrsquoinconciliabilitagrave non riguarda la ragione in quanto tale ma la forma

storica assunta dalla ragione occidentale gt216

216 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 42

135

CAPITOLO PRIMO

Filosofia e fede

136

I - Lo sguardo filosofico alla rivelazione

Nellrsquoantichitagrave i poeti presentano i loro canti come il risultato di un ammaestramento

divino la divinitagrave era posta allrsquoorigine della loro espressione il che significa che i poeti

esprimono un sapere che egrave a tutti gli effetti divino Era infatti convinzione comune che la

conoscenza fosse assolutamente impossibile senza lrsquointervento degli dei ed egrave in questa

prospettiva che Esiodo e Omero presentano i loro poemi NellrsquoVIII libro dellrsquoOdissea217

Odisseo tesse le lodi del cantore Demodoco laquocerto Apollo o la musa figlia di Zeus ti

istruironoraquo il cantore solo percheacute il sapere gli proviene da una fonte superiore puograve cantare

ciograve che capitograve agli Achei a Troia pur senza aver visto coi suoi occhi Anche lrsquoincipit della

Teogonia esiodea218

egrave sotto questo profilo particolarmente significativo laquosono le muse che un

giorno un bel canto insegnarono a Esiodoraquo Ma le muse di Esiodo e qui sta la cosa

interessante raccontano anche cose false cosiccheacute sta allrsquouomo capire gli ammaestramenti

divini evitando di riceverli passivamente non ogni forma di poesia percheacute ispirata dalle muse

egrave autenticamente vera Si affaccia cosigrave lrsquoidea che la conoscenza umana abbia una sua

indipendenza

Con lrsquoavvento della filosofia come egrave giagrave stato detto nella prima parte del presente

lavoro lrsquouomo cerca un sapere vero non smentibile un sapere che si imponga per la sua

incontrovertibilitagrave lrsquoepi-steacuteme ma la ricerca di una tale sapere fu possibile percheacute il pensiero

era convinto di giungere alla veritagrave in quanto la filosofia nel mondo antico era affermazione

immediata di certezza e veritagrave e quindi lrsquouomo era artefice di un pensiero vero

Il cristianesimo egrave invece la forma di pensiero filosofico che crede che la veritagrave sia

garantita solo se non egrave una produzione umana come per i Greci ma egrave rivelata da Dio

217 In URL wwwbibliolandiacomperioit Omero Odissea traduzione di N Delvinotti Consultato in

data 12042017

218 In URL wwwlariciit Esiodo Teogonia traduzione di E Romagnoli Consultato in data 12042017

137

E quando per difendersi dagli attacchi polemici e dalle persecuzioni noncheacute per

garantire la propria unitagrave contro sbandamenti ed errori il cristianesimo dovette venire in chiaro

dei propri presupposti teorici e organizzarsi in un sistema di dottrine esso si presentograve come

lrsquoespressione completa e definitiva della veritagrave che la filosofia greca cercava Una volta postosi

sul terreno della filosofia il cristianesimo tenne ad affermare la propria continuitagrave con la

filosofia greca ed a porsi come lrsquoultima e piugrave compiuta manifestazione di essa Giustificograve

questa continuitagrave con lrsquounitagrave della ragione che Dio ha creata identica in tutti gli uomini di tutti

i tempi e alla quale la rivelazione cristiana ha dato lrsquoultimo e piugrave sicuro fondamento e con ciograve

affermograve implicitamente lrsquounitagrave della filosofia e della religione Questa unitagrave egrave un presupposto

che guida e sorregge tutta la ricerca dei Padri della Chiesa nel loro contributo allrsquoelaborazione

dottrinale la cui opera egrave stata accettata dalla Chiesa stessa

La filosofia distingue il fatto storico dal keacuterygma o rivelazione Propriamente li

distingue in quanto il primo si fa portatore di un accadimento di una veritagrave storica ossia un

insieme di affermazioni intorno a eventi e a oggetti individuali a proposito delle quali si egrave

convinti che esprimano un contenuto che viene ad apparire il secondo invece porta con seacute

una veritagrave di fede ossia una veritagrave che esiste se viene laquocredutaraquo

Nellrsquoesempio del Cristianesimo la rivelazione egrave intesa come parola (Bibbia) e come

evento (Gesugrave Cristo) Compito della filosofia egrave di indagarne le condizioni di possibilitagrave

Il problema della rivelazione scaturisce dalla necessaria mondanizzazione ndash e dunque ndash

negazione ndash di Dio che si rivela Se il keacuterygma (lrsquoannuncio il messaggio) egrave parola di Dio

allrsquouomo egrave necessario presupporre unrsquoarea comune di intendimento Su tale necessitagrave insiste

anche quellrsquoorientamento teologico massimamente preoccupato di salvaguardare la distanza

lrsquoalteritagrave radicale tra Dio e lrsquouomo

138

Non sarebbe possibile lrsquoascolto della parola di Dio se non ci fosse insieme una

comunicazione tra Dio che parla e lrsquouomo che ascolta unrsquoanalogia un laquopunto drsquoinnestoraquo

come scrive Barth nella Dogmatica ecclesiastica219

Per la teologia cattolica tale laquopunto drsquoinnestoraquo egrave dato dalla dottrina ndash filosofica e

teologica insieme ndash dellrsquoanalogia entis Ma se il keacuterygma si fa storia allora la parola ndash e

lrsquoevento ndash non egrave Dio ma una sua testimonianza un segno allusivo indicativo di una ulterioritagrave

di significato che lrsquoevento in quanto storico non egrave in grado di offrire

Egrave stata proposta una soluzione per lrsquointerpretazione dellrsquoevento storico come evento

rivelato secondo una logica alternativa alla logica necessitante della non contraddizione la

logica della testimonianza220

In base ad essa lrsquoatto piugrave sensato piugrave umano egrave quello di credere

dinnanzi alle testimonianze bene autenticate pur non possedendo tale atto forza cogente Una

tale soluzione egrave in realtagrave lrsquoaccettazione di una possibilitagrave e non procede di un passo rispetto

alla possibilitagrave giagrave offerta dalla ragione stessa Non si tratta di logiche poicheacute il dar credito alla

testimonianza egrave giagrave essere nella fede La maggiore plausibilitagrave non si riferisce allrsquoeccedenza

semantica ma allrsquoevento come dato storico (plausibilitagrave storica) e la plausibilitagrave (o probabilitagrave)

egrave una variante interna al concetto stesso di possibilitagrave Egrave possibile anche lrsquoimprobabile

Egrave legittimo credere ed egrave legittimo non credere proprio percheacute il contenuto della fede egrave

per la ragione una laquopossibilitagraveraquo Ma il dar peso il ritenere per vero tale contenuto egrave opera della

volontagrave che cosigrave decide di determinarsi che decide cioegrave di oltrepassare pragmaticamente il

piano della possibilitagrave

219 J I Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio Cittagrave Nuova

Editrice Roma 2005 Rif pag 64

220 Cfr D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana Brescia 1991

139

II - Lrsquoargumentum

Nella Lettera agli Ebrei221

dellrsquoapostolo Paolo la fede egrave laquopragmaton eacutelenchos ou

blepomeacutenonraquo che traduciamo con argumentum non apparentium La fede egrave lrsquoargomento

laquoeacutelenchosraquo delle cose che non appaiono

La parola greca eacutelenchos significa laquoprovaraquo laquogiustificazioneraquo laquofondazioneraquo

laquoargomentoraquo Argumentum egrave legato ad argos laquosplendenteraquo egrave cioegrave il brillare dellrsquoargon la

luminositagrave di ciograve che argon Lrsquoargomento egrave il portare luce Lrsquo innegabilitagrave che splende nella

sophia egrave ciograve che si costituisce come argumentum dellrsquoepisteacuteme Lrsquo episteacuteme egrave il cuore

della tradizione filosofica il cuore originario della filosofia Ma Paolo afferma che la fede egrave

argumentum laquodelle cose non visibiliraquo (ou blepomeacutenon) argumentum non apparentium

Agostino dice che le ldquocose non visibilirdquo (i non apparentia) sono tutte quelle cose che absunt a

sensibus laquosono assenti dai sensiraquo222

Ma lo stesso Agostino e poi Tommaso precisano il senso di questa assenza i non

apperentia cioegrave gli invisibili i non manifesti non sono soltanto gli absentia a sensibus

animi cioegrave quelle realtagrave che sono semplicemente assenti dalla sensibilitagrave ma sono soprattutto

ciograve che sfugge alle capacitagrave del pensiero dellrsquouomo le cose che sono assenti dai sensi

dellrsquoanimo laquoabsentia a sensibus animiraquo e che dice Tommaso laquooltrepassano le capacitagrave

dellrsquointellettoraquo excedunt facultatem intellectus Questi sono gli invisibili gli enti che

laquoeccedonoraquo stanno al di lagrave delle possibilitagrave della ragione umana (ecco percheacute necessito di un

laquomedioraquo di un laquogaranteraquo per fondare la loro realtagrave)

221 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia San Paolo consultato in data 24032017 Per le parole in

latino mi attengo fedelmente alla loro utilizzazione e traduzione operate da Emanuele Severino in Pensiero sul

cristianesimo

222 In URL wwwbooksgoogleit Opera OmniaAugustinus De videndo Deum epistola CXLVII

Consultato in data 24032017

140

La fede egrave argumentum non apparentium Non apparentia sono gli invisibili gli assenti

ndash non visibili non solo nella dimensione della sensibilitagrave ma anche nella luce della sophigravea nella

luce della filosofia La fede conferisce ai non apparentia lrsquoargumentum Ossia la fede egrave ciograve per

cui i non visibili pur essendo tali sono accettati affermati creduti Il non visibile per

eccellenza egrave la divinitagrave di Gesugrave Che Gesugrave sia Dio non solo egrave assente dalla sensibilitagrave ma egrave

assente dalla sapientia huius saeculi223

Lrsquoargumentum che la fede conferisce ai non visibili egrave

dunque qualcosa di completamente diverso dalla luminositagrave dellrsquoeacutelenchos dellrsquoargumentum

che rende episteacuteme la sophia che rende stante il visibile Lrsquoargumentum di cui parla Paolo egrave

completamente diverso dal fondamento epistemico

Di fronte al non visibile la fede dice laquoEcco tu sei vero percheacute io ti voglio vero La mia

volontagrave che tu sia vero egrave il tuo argomentoraquo La mia volontagrave determina quellrsquoassenso al tuo

contenuto visibile che lrsquointelletto propriamente dagrave alla veritagrave al contenuto visibile Volendo

quellrsquoassenso voglio che tu sia vero

La fede tratta come visibile ciograve che invece egrave avvolto dallrsquooscuritagrave La parola

laquooscuritagraveraquo non egrave una metafora impropria lrsquooscuritagrave egrave la condizione che sottrae allo sguardo

dellrsquouomo i non visibili Lrsquooscuritagrave la notte fa sigrave che i non visibili (il contenuto del messaggio

evangelico) siano tali Lrsquoapostolo Paolo sa bene che lrsquoargomento della fede egrave diverso dallrsquo

argomento della veritagrave filosofica Nella prima Lettera ai Corinti224

(2 1) dice sono venuto non

in sublimitate sermonis laquonon ponendomi al culmine della ragioneraquo vengo collocandomi non

sullrsquoaltura della veritagrave e della filosofia ma in infirmitate et timore et tremore multo225

Questo venire in infirmitate et timore et tremore multo egrave proprio quellrsquo laquoesitareraquo che

Gesugrave esige che almeno una volta non ci sia affincheacute lrsquouomo sia salvo

223 In URL wwwlachiesait San Paolo Lettera ai Corinzi 126 Consultato in data 24032017

224 Ivi 2 1

225 Ivi 2 3

141

Gesugrave dice Se vuoi esser salvo non devi esitare almeno una volta Paolo invece dice

Vengo in infirmitate et timore et tremore multo cioegrave nellrsquo infermitagrave nel timore e nel tremore

da cui egrave afferrato lrsquouomo quando non si trova sullrsquoaltura luminosa della ragione (logos) e con i

quali e attraverso i quali gli si presenta il mondo e tutto ciograve in cui egli crede e quindi anche il

messaggio di Gesugrave Vengo esitando

La fede egrave lrsquoargomento dato ai non visibili Ma i non visibili stanno dinnanzi come

enunciati non ci puograve essere fede se non crsquoegrave lrsquoannuncio (laquoil messaggioraquo il keacuterygma) dei non

visibili Lrsquoapparire del keacuterigma egrave cioegrave la condizione dellrsquoesistenza della fede Il keacuterigma non egrave i

non visibili Il kegraverigma egrave il linguaggio che nomina i non visibili Esso egrave visibile egrave appunto

linguaggio egrave quel visibile che nomina i non visibili e dice Dio si egrave fatto carne Questa parola

appartiene ai visibili ma il contenuto della parola ndash ciograve a cui la parola si riferisce ndash egrave un non

visibile

La notte avvolge i non visibili i non apparentia La loro natura egrave opposta a quella dei

visibili che appaiono nellrsquoepisteacuteme

Epi-steacuteme egrave il contenuto che laquostaraquo e non si lascia smentire Il suo essere sapheacutes

visibile e luminoso egrave la condizione del suo stare Paolo sa bene che non di questo si tratta

quando il kegraverigma parla dei non visibili i non visibili sono sigrave annunciati dal kegraverigma ma sono

avvolti dallrsquooscuritagrave della notte cioegrave dalla condizione che li rende invisibili Stanno cioegrave ligrave

dinanzi nel linguaggio che li annuncia come ciograve che puograve essere smentito stanno ligrave dinnanzi

come equivalenti alla loro negazione A questa equivalenza non puograve rinunciare nemmeno la

teologia cristiana se questa equivalenza non ci fosse il contenuto del kegraverigma sarebbe una

veritagrave razionale il cristianesimo diventerebbe gnosi razionalizzazione del messaggio

sovrannaturale di Gesugrave e della Chiesa Cadrebbe la soprannaturalitagrave dellrsquoannuncio Lrsquo annuncio

in cui si ha fede dice Tommaso sta al di sotto della ldquoscienzardquo (cioegrave dellrsquoepistegraveme) e al di sopra

dellrsquoopinione226

226 Tommaso Summa Theologia Art 5 par 4

142

Dunque se la fede conferisce lrsquoargumentum al visibile annuncio degli invisibili se essa

vuole affermare ciograve che di per seacute egrave negabile dal punto di vista della sophia e dellrsquoepistegraveme e

che dunque sta nellrsquooscuritagrave della notte egrave allora necessario che affincheacute la fede esista appaia

la notte in cui si alza la voce dellrsquoannuncio egrave necessario che appaia la notte che rende

invisibili gli invisibili

Lrsquoapparire della loro oscuritagrave ndash che lrsquoargumentum della fede vuole luminosa come la

luce del giorno ndash egrave la condizione affincheacute la fede possa esistere Per volere che qualcosa

divenga e sia altro da ciograve che esso egrave esso deve apparire per quello che egrave per volere che gli

invisibili abbiano lrsquoassenso che spetta ai visibili egrave necessario che essi appaiono per quello che

sono cioegrave come invisibili come oscuritagrave e notte La fede conferisce un argumentum alle cose

non visibili annunciate dal kegraverigma e puograve farlo solo se esse appaiono come bisognose di tale

argumentum e cioegrave come non visibili e dunque smentibili controvertibili negabili

143

III - La certezza laquodubitanteraquo dellrsquoanimo

Ma se le cose annunciate in cui si ha fede devono stare ligrave dinnanzi manifeste nella loro

controvertibilitagrave affincheacute la fede possa conferir loro il proprio argumentum lrsquoapparire della

controvertibilitagrave del contenuto dellrsquoannuncio egrave il dubbio

Dubitare di qualcosa significa appunto aver dinnanzi la controvertibilitagrave del qualcosa la

sua incapacitagrave di stare di contro alla negazione Ma lrsquoapparire della controvertibilitagrave di ciograve che

egrave annunciato egrave il dubbio e il dubbio egrave il fondamento della fede la pura fede che Gesugrave esige la

fede che non esita almeno per un momento non puograve esistere percheacute essa egrave sempre ed

essenzialmente legata al dubbio ma con la volontagrave di isolarsi dal dubbio

Quando il credente dice laquoIo credoraquo egli rompe il nesso necessario tra la fede e il

dubbio che egrave il fondamento della fede cioegrave isola dal dubbio la volontagrave che il contenuto del

kegraverigma abbia un argomento Giaccheacute quando la veritagrave si lega alla fede accade che

nellrsquoapparire lo stesso contenuto sia oggetto di certezza e di dubbio appaia come affermato e

non affermato e che quindi lrsquoapparire sia contraddizione

La secolarizzazione e la profanazione della fede non costituiscono un tempo storico

successivo al tempo della purezza della fede ndash il tempo della Chiesa di pietra che avrebbe

distrutto la Chiesa dei santi La secolarizzazione e la profanazione della fede appartengo

allrsquoessenza della pura fede La fede pura in quanto tale nella sua autentica essenza egrave questa

profanazione appunto percheacute non crsquoegrave fede che non sia profanata dal dubbio

Il dubbio ldquoprofanardquo Nella parola profanum pro significa ldquoal di fuorirdquo e fanum egrave il corrispettivo

nella lingua latina di ciograve che i Greci chiamano il phainesthai (la luce dellrsquoapparire) In questo senso ldquoprofanordquo egrave ciograve che sta al di fuori della luce cioegrave del sapheacutes della luminositagrave dellrsquoepisteacuteme

Il dubbio profana la fede percheacute lrsquoargumentum lrsquoargon la luminositagrave che la fede adduce non egrave la

luce vera dellrsquoepisteacuteme ma egrave la volontagrave che le cose stiano in un certo modo la volontagrave che gli

invisibili della rivelazione siano227

227 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag87-88

144

Nel credente il linguaggio non ha parole che per lrsquoargumentum e non per il fondamento

ndash la pietra del dubbio ndash senza di cui la fede non si costituirebbe

La fede egrave consenso assenso dellrsquointelletto ma dellrsquointelletto in quanto comandato cioegrave

in quanto sottoposto alla spinta della volontagrave

Insieme ad Agostino Tommaso afferma che il credere non egrave possibile se non volendo

(credere non nisi volens)

Ciograve che ldquopropriamenterdquo determina lrsquoassenso dellrsquointelletto (e tale assenso egrave ldquoappropriatordquo quando

lrsquointelletto egrave intellezione della scientia) dice Tommaso non egrave la volontagrave ma lrsquoevidenza della veritagrave

(e tanto meno egrave la volontagrave a rendere evidente lrsquoevidente) E per Tommaso non egrave lrsquoldquoevidenzardquo della veritagrave a determinare lrsquoassenso in cui consiste la fede Sigrave la fede in Cristo laquoegrave piugrave certa di ogni

scienza e di ogni cognizioneraquo ( Tommaso De fide art1) ndash chi crede in Gesugrave ha cioegrave per

Tommaso una certezza superiore a quella che egrave presente nella piugrave alta delle scienze dellrsquouomo

(percheacute per Tommaso egrave lrsquoinfinita potenza della grazia di Dio a dare allrsquouomo la fede e a stabilirlo nella fede) ndash ma la certezza della fede cristiana non va confusa avverte Tommaso (ibid) con lrsquo

ldquoevidenzardquo delle veritagrave che determinano lrsquoassenso dellrsquointelletto e in questo senso laquosono la scienza

e lrsquointellezione evidente ad avere certezza non la federaquo (et sic fides non habet certitudinem sed scientia et intellectus)

228

La fede cristiana egrave una certezza dellrsquoanimo (certitudo quaedam animi) ldquolaquointorno alle

cose assentiraquo (laquoassentiraquo sono appunto le cose che non appaiono agli occhi della laquoragione

naturaleraquo mentre la laquoscienzaraquo egrave ciograve che la laquoragione naturaleraquo conosce primariamente) che

laquosta al di sopra dellrsquoopinione e al di sotto della scienzaraquo (dove la laquoscienzaraquo non egrave la scienza in

senso moderno cioegrave come sapere ipotetico ma come giagrave abbiamo rilevato egrave il sapere

incontrovertibile della filosofia ossia ciograve che i Greci chiamano episteacuteme)

Le veritagrave conoscibili naturalmente quindi filosoficamente costituiscono un

presupposto necessario per accogliere la rivelazione di Dio

228 Ivi cit pag 95

145

La fede implica lrsquoassenso dellrsquointelletto a ciograve che si crede Ora

lrsquointelletto puograve assentire a una cosa in due modi Primo percheacute egrave mosso dallrsquooggetto [] Secondo

[] per una scelta volontaria che inclina piugrave verso una parte che verso lrsquoaltra E se ciograve viene fatto

col dubbio e col timore che sia vero lrsquoopposto avremo lrsquoopinione se invece egrave fatto con la certezza e senza tale timore avremo la fede [] Se si tiene una cosa per fede si deve affermare

lrsquoimpossibilitagrave che essa sia diversamente data la certezza della fede tuttavia una stessa cosa non

puograve essere sotto lo stesso aspetto oggetto di scienza e di fede poicheacute ciograve che egrave conosciuto per scienza egrave visto mentre ciograve che egrave creduto non egrave visto

229

Pur essendo al di sopra di ogni scienza quanto alla laquofermezzaraquo (firmitas) dellrsquoassenso

la certezza della fede cristiana egrave al di sotto della scienza percheacute non ha come contenuto il

contenuto evidente della scienza Infatti laquova detto che egrave al di sotto della scienza percheacute essa si

riferisce alle cose che non appaionoraquo (infra scientiam dicitur in quantum est non

apparentium)

Per Agostino e Tommaso laquole cose che non appaionoraquo e che primariamente consistono

nellrsquoessersi Dio incarnato in Gesugrave ndash sono quelle che o non sono laquodateraquo (manifeste presenti) o

non hanno lrsquoevidenza dei primi princigravepi conosciuti immediatamente dallrsquointelletto o non sono

veritagrave necessariamente connesse nella scienza allrsquoevidenza immediata dei primi princigravepi

Quelle cioegrave che non sono laquopresentiraquo neacute ai laquosensi del corporaquo (praesto corporis sensibus) neacute ai

laquosensi dellrsquoanimoraquo (praesto animi sensibus) Non stanno laquodinnanziraquo (praesto) non sono

presenti non prae-stant

(Il prae-sens ndash il laquopresenteraquo ndash egrave il prae-stans)

Ma proprio percheacute i contenuti della fede non sono manifesti cioegrave sono non apparentia

non stanno laquodinnanzi ai sensi del corpo e dellrsquoanimoraquo proprio per questo dice Tommaso nella

fede lrsquointelletto in quanto tale rimane laquoinquietoraquo (nondum est quietatus) non egrave laquosoddisfattoraquo

(satisfactum) egrave laquoindeterminatoraquo e puograve sentirsi attratto dalla tesi contraria a quella in cui il

credente crede

229 Tommaso Summa Theologia Art 4-5

146

Ora per Tommaso questa inquietudine e insoddisfazione egrave il dubbio

Questo significa che Tommaso stesso ndash e nellrsquoatto stesso in cui egli sta commentando

la definizione che lrsquoapostolo Paolo dagrave della fede ndash fornisce tutti gli elementi che conducono a

una conclusione straordinaria lrsquointelletto del credente egrave e rimane nel dubbio relativamente a

ciograve in cui il credente ha fede laquoInquietoraquo laquonon soddisfattoraquo laquoimprigionatoraquo (captivatus) dalla

volontagrave nellrsquoassenso ai contenuti invisibili della fede

questo egrave per Tommaso il significato del in captivitatem redigentes omnes intellectum laquofacendo

schiavo ogni intellettoraquo allrsquoobbedienza di Cristo di cui parla la seconda Lettera ai Corinti

lrsquointelletto del credente oscilla ldquofluttuardquo tra ciograve in cui il credente crede (Gesugrave egrave il Dio incarnato) e la negazione di ciograve in cui egli crede laquofluttua tra le due parti della contraddizioneraquo (la

contraddizione tra lrsquoaffermare e il negare che Gesugrave egrave Dio) e laquoquesta fluttuazione egrave lrsquoatteggiamento

che egrave proprio di chi dubitaraquo (et ista est dubitantis dispositivo ibid)230

Chi dubita egrave colui che esita Lrsquo intelletto del credente esita relativamente a ciograve in cui

egli crede Nella profonditagrave del suo animo ndash ossia in ciograve che la lingua greca chiama kardia

ldquocuorerdquo ndash il credente esita Non puograve non esitare Ma quando Gesugrave afferma che solo chi crede

saragrave salvo dice che salvo saragrave solo laquochi non esita nel proprio cuoreraquo qui non haesitaverit in

corde suo231

Solo chi non esita e cioegrave non dubita ha la fede che riesce a gettare le montagne nel

mare e che salva In questo modo sappiamo Gesugrave pretende lrsquoimpossibile percheacute il non

esitante non esiste non puograve esistere Lrsquo intelletto del credente infatti egrave essenzialmente il

dubbio il credente essenzialmente haesitat in corde suo esita nel proprio cuore e quindi non

egrave e non puograve essere ciograve che Gesugrave vorrebbe che fosse Se il credente che Gesugrave salva egrave il non

esitante il credente non esiste non puograve esistere Cristo non salva nessuno

230 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 97

231 Vangelo di Marco 1123

147

E una fede che sia solo laquodottrinaraquo e non quellrsquoevento perturbante che sconvolge la vita

non egrave la fede cristiana laquoSe ho tutta la fede che occorre per trasportare le montagne e poi non

posseggo lrsquoamore sono nullaraquo232

Ma sono nulla anche se ho tutto lrsquoamore ma non ho la fede ndash tanto che per lrsquoapostolo

lrsquoamore include la fede e la speranza (omnia credit omnia sperat) E tuttavia il credente non

ha non puograve avere la fede che muove le montagne appunto percheacute pur avendo una fede

laquofermissimaraquo la sua mente esita dubita di ciograve in cui egli crede

Il Perturbante piugrave profondo egrave il dubbio da cui la fede non puograve mai liberarsi Il

Perturbante piugrave profondo scuote la fede

232 Corinti I 132

148

CAPITOLO SECONDO

Una dama da compagnia per la ragione

149

I - laquoCredereraquo per capire e conoscere

Il pensiero cristiano si fa portatore della laquoveritagrave di federaquo Questa egrave una delle tesi

fondamentali di Tommaso drsquoAquino cioegrave una delle tesi fondamentali della Chiesa O per

meglio dire la tesi fondamentale percheacute nella teologia tomistica sta al fondamento di ogni

altra Si riferisce infatti alla totalitagrave del messaggio cristiano cioegrave allrsquoinsieme dei testi

dellrsquoAntico e del Nuovo Testamento

Nelle parole della Summa contra gentiles si dice laquoNon egrave lecito ritenere che essendo

cosigrave evidentemente confermato da Dio ciograve che viene affermato per fede sia falsoraquo233

Questo

messaggio egrave ciograve che il cristiano accetta per fede e non egrave lecito ritenere che esso sia falso (nec

id quod fide tenetur fas est credere esse falsum) Non egrave possibile ritenere che sia falso laquovisto

che egrave cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo (cum tam evidenter divinutus confirmatum sit)

laquoConfermato da Dioraquo significa laquorivelato da Dioraquo (ex revelatione divina) e quindi reso sicuro e

appunto laquoconfermatoraquo dal fatto che egrave Dio a rivelarlo Ma il testo precisa che il contenuto della

fede egrave confermato da Dio con piena evidenza laquocosigrave evidentemente confermato da Dioraquo tam

evidenter

Tommaso sta parlando dellrsquolaquoevidenzaraquo la quale egrave per lui la proprietagrave che compete ai

primi princigravepi innegabili della laquoragione naturaleraquo cioegrave della ragione che lrsquouomo possiede per

natura Ma con le proprie forze la laquoragione naturaleraquo non egrave capace di conoscere le veritagrave

soprannaturali

Nel commento al De Trinitate di Boezio234

egli ricorda che sebbene alla conoscenza di

alcune veritagrave divine possa giungere anche lrsquointelletto umano durante la vita presente con le sole

forze della ragione si da acquistare vera scienza tuttavia occorre la fede per cinque motivi

233 In URL wwwcorpusthomisticum Summa contra gentiles 17 Consultato in data 26032017

234 In URL wwwbooksgoogleit De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione C Pandolfi

Consultato in data 29032017

150

Per la profonditagrave e sottigliezza dellrsquooggetto per cui le realtagrave divine sono laquooccultateraquo al

nostro intelletto per la debolezza cui soggiace lrsquointelletto umano allrsquoinizio (raggiungendo la

perfezione solo alla fine) per la quantitagrave di precedenti che occorrono per arrivare alla

conoscenza di Dio mediante la ragione (egrave esigito un sapere pressocheacute universale) percheacute molti

data la loro costituzione fisica sono incapaci di raggiungere una perfetta conoscenza mediante

la ragione e ci riescono solo mediante la fede infine per le molte occupazioni degli uomini che

rendono impossibile acquistare di Dio la scienza necessaria mediante la ragione

La veritagrave di fede (veritas fidei) non egrave una veritagrave di ragione (veritas rationis) Quando il

testo di Tommaso afferma che il contenuto della fede laquocosigrave evidentemente confermato da

Dioraquo non puograve essere falso non intende dire che Dio confermando la fede la renda qualcosa di

laquoevidenteraquo Se Dio confermando il contenuto della fede lo rendesse qualcosa di laquoevidenteraquo lo

trasformerebbe in una veritagrave di ragione accessibile allrsquouomo Il contenuto della fede non

sarebbe piugrave soprannaturale e rivelato da Dio E invece Dio rivela ciograve che la ragione umana

naturale non egrave capace di conoscere e che dunque proprio percheacute soprannaturale non egrave

qualcosa di laquoevidenteraquo

Nel libro dei Proverbi235

si esclama che laquoEgrave gloria di Dio nascondere le cose egrave gloria

dei re investigarleraquo Il testo di Tommaso dicendo che il contenuto della fede non egrave falso

laquoessendo cosigrave evidentemente confermato da Dioraquo intende dire questo contenuto non egrave falso

percheacute egrave evidente che egrave confermato da Dio ossia percheacute egrave evidente che egrave rivelato da Dio

Egrave evidente che lrsquoAntico e il Nuovo Testamento sono rivelati da Dio ed essendo cosigrave

evidentemente confermati da Dio non possono essere falsi

Questo significa che il fatto che Dio abbia rivelato il contenuto della fede cristiana egrave

una veritagrave evidente della ragione naturale

235 Proverbi 252

151

Certo tutto il contenuto della fede cristiana egrave una veritagrave soprannaturale ma che esso

sia rivelato e confermato da Dio egrave per Tommaso e per la Chiesa una veritagrave naturale cioegrave

possiede unrsquoevidenza che la ragione umana puograve cogliere con le proprie forze possiede

lrsquoevidenza dei primi princigravepi della ragione naturale

Lrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo egrave un principio evidente della

ragione naturale ma non ha nulla a che vedere con un principio laquologicoraquo o col principio di

non contraddizione che per Tommaso aristotelicamente sta alla radice di tutti i princigravepi logici

In un principio laquologicoraquo il predicato egrave infatti anche per Tommaso riferito necessariamente al

soggetto della proposizione in cui consiste il principio Ma per Tommaso e per la Chiesa Dio

soggetto dellrsquoaffermazione laquoDio ha rivelato il contenuto della federaquo non egrave necessitato ma egrave

libero di rivelarsi agli uomini (predicato di quellrsquoaffermazione)

Nel commento al Vangelo di Giovanni Agostino dichiara

Al momento di rivelare una veritagrave cosigrave importante e profonda Cristo Signore si rese conto che non

tutti lrsquoavrebbero capita e perciograve nelle parole che seguono dagrave un consiglio Vuoi capire Credi [] se non hai capito credi Lrsquointelligenza egrave il frutto della fede Non cercare dunque di capire per

credere ma credi per capire percheacute se non crederete non capirete236

Lrsquoapostolo Paolo afferma che la fede puograve sorgere nellrsquouomo solo se si ascolta qualcuno

parlare di ciograve che in essa egrave contenuto fides ex auditu237

Chi si fa ascoltare per primo nel

Nuovo Testamento egrave Gesugrave Cristo il Verbo incarnato poi si fanno ascoltare coloro che

annunciano il messaggio di Cristo Che cosa si fa dunque sentire nellrsquoudito dellrsquouomo quando

gli viene incontro la vita di Gesugrave Qualcosa risponde lrsquoapostolo che va accolto laquonon come

parola di uomini ma come egrave in veritagrave come parola di Dioraquo238

236 In URL wwwaugustinusit Omelia 296 Consultato in data 03042017

237 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Romani 1017 Consultato in data 18042017

238 In URL wwwgliscrittiitdchiesabibbia Lettera ai Tessalonicesi 1213 Consultato in data 18042017

152

laquoIn veritagraveraquo ciograve che lrsquouomo sente egrave la parola di Dio egrave vero che egrave la parola di Dio Lrsquo

laquoesser veroraquo significa qui il laquomanifestarsiraquo il laquomostrarsiraquo La parola di Gesugrave ad un certo

momento si presenta mostrando di essere la parola di Dio Questo suo laquomostrare di essereraquo la

parola di Dio egrave il suo laquoessere veramenteraquo la parola di Dio

Ma ciograve che appare manifestamente e si manifesta da seacute egrave appunto qualcosa di evidente

Quando Tommaso afferma che egrave laquoevidenteraquo che il contenuto della fede sia rivelato da Dio

ripropone lrsquoaffermazione dellrsquoapostolo Paolo che laquoegrave veroraquo che la parola di Gesugrave che si fa

innanzi nellrsquoudito dellrsquouomo egrave la parola di Dio Questo non significa che quando Dio parla

tutti riconoscono che egrave Dio a parlare ma ci devono credere Paolo dice che la fede egrave ex auditu

proprio mentre sta ricordando quanto numerosi siano coloro che hanno udito la parola di Dio e

non le hanno creduto Paolo intende dire che chi non crede rifiuta lrsquoevidenza la veritagrave rifiuta

ciograve che si manifesta e si mostra

Rifiuta dunque nel linguaggio di Tommaso la ragione naturale giaccheacute questrsquoultima

non si fonda soltanto sullrsquoevidenza dei princigravepi laquologiciraquo e del laquoprincipio di non

contraddizioneraquo ma anche sullrsquolaquoevidenzaraquo di quella diversa forma di principio che consiste

nellrsquoapparire mostrarsi manifestarsi presentarsi delle cose (egrave la concezione di Aristotele la

laquoscienzaraquo lrsquoepistegraveme ossia il contenuto piugrave alto di ciograve che Tommaso chiama laquoragione

naturaleraquo egrave fondata da un lato sul principio di non contraddizione dallrsquoaltro sullrsquo aisthesis

che non significa semplicemente laquosensazioneraquo ma indica appunto la laquomanifestazioneraquo

laquolrsquoapparireraquo laquoil presentarsiraquo delle cose)

Lrsquoeccedenza semantica che la storia non egrave in grado di determinare egrave operata dalla fede

Altro allora lrsquoevento laquostoricoraquo e altro lrsquoevento in quanto laquocredutoraquo Altro cioegrave altrimenti

significante Altro egrave il Cristo storico altro il Cristo della fede Ma se egrave il Cristo della fede a

colmare lrsquoevento storico e lrsquoevento soteriologico lrsquoaspetto discriminante per la rivelazione egrave la

fede

153

Ma se la fede apologetica ha forza dimostrativa la fede puograve ancora dirsi

soprannaturale E se non ha tale forza puograve ancora dirsi ragionevole la fede

Ma tra i fedeli nel cristianesimo crsquoegrave anche chi salta a piegrave pari la preoccupazione

di affermare e confermare lrsquoesistenza della veritagrave storica di Cristo

Kierkegaard ad esempio scrive laquoesiste un fatto storico che mi insegna che per la mia salvezza

eterna io debba rivolgermi a Cristoraquo ma laquomi guarderograve bene dal prendere una via sbagliata e

drsquoingolfarmi nei cavilli delle ricerche scientifiche per sapere se si tratta di un fatto storicamente certissimoraquo laquoio scelgoraquo e laquoquesto si chiama rischiare e senza il rischio la fede egrave impossibileraquo

(Diario 1850 X A 406)239

Credo che da Cristo dipenda la mia salvezza eterna e credo che chi mi viene incontro

nella storia sia il Verbo di Dio fatto carne e cioegrave che sia la rivelazione di Dio Ma chi crede in

questo modo non puograve dire che sia laquocosigrave evidenteraquo (tam evidenter) che il contenuto del

messaggio cristiano sia la rivelazione di Dio Se il contenuto della fede fosse laquocosigrave

evidentemente confermato da Dioraquo non ci sarebbe piugrave il rischio della fede e ancor meno la

necessitagrave di garantire per la veritagrave rivelata

Una scelta Un laquofattoraquo egrave il laquoche crsquoegraveraquo Aristotele non usa la parola laquofattoraquo ma

lrsquoespressione laquoche crsquoegraveraquo (hoti eacutestin) per indicare uno stato di cose che egrave in un certo modo ma

potrebbe anche essere diversamente Fare laquoesperienzaraquo di Dio egrave fare esperienza di qualcosa che

egrave cosigrave ma potrebbe essere altrimenti Cioegrave nella misura in cui Dio egrave oggetto di esperienza Dio

egrave qualcosa che egrave cosigrave ma che potrebbe essere altrimenti Ma se il cristianesimo pensa che Dio egrave

lrsquounico a non poter essere altrimenti da come egrave (percheacute egrave la perfezione stessa) il cristianesimo

non puograve ridurre Dio a laquooggetto di esperienzaraquo Lrsquoesperienza se potesse potrebbe dire soltanto

laquoOra questo egrave Cristoraquo ndash lasciando aperta la possibilitagrave che prima esso non lo fosse e tra un

momento non lo sia piugrave

239 E Severino Pensiero sul cristianesimo cit pag 67

154

Ma il cristianesimo intende laquoCristoraquo la laquovita eternaraquo il laquoSalvatoreraquo non soltanto ora e

qui ma in ogni tempo e anche al di fuori del tempo e in ogni luogo e anche al di fuori di ogni

luogo e per ogni uomo e per ogni coscienza e dunque universalmente e necessariamente

Lrsquoesperienza mostra che una cosa egrave cosigrave ma non che egrave universale e necessario che sia cosigrave Il

contenuto dellrsquoesperienza egrave appunto un laquofattoraquo

Tutto questo non significa che il cristianesimo non abbia nulla a che fare con lrsquo

laquoavvenimentoraquo e con il laquofattoraquo significa che per rimanere in rapporto allrsquoeterno e non

allrsquoaccidentale il cristianesimo deve pensare che il laquofattoraquo lrsquo laquoavvenimentoraquo imprevedibile egrave

lrsquoincontro col non-fatto e col non-avvenimento e cioegrave non deve confondere il carattere

accidentale dellrsquoincontro con il carattere di ciograve che egrave incontrato

Per Lessing non si puograve fondare una salvezza eterna su di un fatto storico (cioegrave la vita di

Cristo) Se le veritagrave della rivelazione sono veritagrave storiche esse sono particolari e contingenti e

le veritagrave di questo tipo non possono neacute essere dimostrate neacute servire da premesse per una

dimostrazione razionale Kierkegaard non pretende di rovesciare questa tesi e fondare la

salvezza eterna su di un fatto storico ma decide di credere che il Gesugrave presente nel fatto storico

sia Dio cioegrave rischia e sa di rischiare Sa che dicendo laquoQuesto egrave Cristoraquo egli sta rischiando

sta trovandosi in rapporto al rischio ossia a ciograve che egrave precisamente lrsquoopposto del laquofattoraquo e

dellrsquoesperito

La storia ndash dice la fede ndash non ha assolutamente nulla a che fare con Gesugrave Cristo a suo riguardo

abbiamo soltanto la storia sacra (la quale egrave qualitativamente diversa dalla storia in generale) []

Cristo egrave il paradosso che la storia non potragrave mai digerire neacute riusciragrave mai a redigere in forma di sillogismo universale

240

240 S Kierkegaard Esercizio del Cristianesimo in Opere a cura di C Fabro Sansoni Firenze 1972

nuova edizione Piemme Casale Monferrato 1995 Cit pag706

155

Kierkegaard non identifica Cristo a un fatto storico e a unrsquoesperienza ma al contenuto

rischioso di una scelta Egrave un incredulo colui che riducendo Cristo a laquoun fattoraquo deve lasciare

aperta piugrave o meno consapevolmente la possibilitagrave che il laquofattoraquo possa essere sostituito o

smentito da altri fatti

La salvezza eterna non egrave fondata su un fatto storico ma sul rischio della fede Il sapere

storico resta dunque impotente di fronte alla realtagrave autentica di Cristo che egrave quella dellrsquouomo-

Dio Se non vi egrave la possibilitagrave dello scandalo nemmeno vi egrave la possibilitagrave di credere percheacute la

fede egrave esattamente fede in una realtagrave che per la ragione egrave scandalosa

La fede presuppone la rassegnazione [hellip] con essa io rinuncio a tutto egrave un movimento che io

compio da solo e se me ne astengo la colpa egrave della mia viltagrave della mia mollezza della mia mancanza di entusiasmo [hellip] la ricompensa che ne ho egrave me stesso nella coscienza della mia

eternitagrave in una felice armonia col mio amore per lrsquoessere eterno Mediante la fede io non rinunzio

a nulla anzi ricevo tutto nel senso in cui egrave scritto che chi avragrave fede quanto un grano di senape potragrave smuovere le montagne Ci vuole un coraggio proprio umano per rinunciare a tutta la

temporalitagrave in vista di guadagnare lrsquoeternitagrave [hellip] ma ci vuole lrsquoumile coraggio del paradosso per

afferrare allora tutta la temporalitagrave in virtugrave dellrsquoAssurdo e questo coraggio egrave quello della fede La fede egrave quel paradosso che nessun ragionamento puograve dominare percheacute laquola fede comincia lagrave

appunto dove la ragione finisceraquo241

In aiuto alla ragione che cerca lrsquointelligenza del mistero vengono i segni

presenti nella Rivelazione Essi servono a condurre piugrave a fondo la ricerca della veritagrave e a

permettere che la mente possa autonomamente indagare anche allrsquointerno del mistero

241 S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1997 Cit pag 40-42 46

156

Questi segni comunque se da una parte danno maggior forza alla ragione percheacute le consentono di ricercare allrsquointerno del mistero con i suoi propri mezzi di cui egrave giustamente gelosa dallrsquoaltra la

spingono a trascendere la loro realtagrave di segni per raccoglierne il significato ulteriore di cui sono

portatori In essi pertanto egrave giagrave presente una veritagrave nascosta a cui la mente egrave rinviata e da cui non puograve prescindere senza distruggere il segno stesso che le viene proposto [] come aveva ben detto

san Tommaso ldquotu non vedi non comprendi ma la fede ti conferma []oltre la naturardquo242

Aristotele diceva che le laquosostanzeraquo non sono laquosensibili per seacute stesseraquo ma

indirettamente (per accidens) cioegrave per il carattere sensibile delle loro proprietagrave

Lrsquointerpretazione aggiunge senso al senso che egrave dato Vuole che il senso non si

esaurisca nel senso che egrave dato E questa volontagrave egrave appunto la fede la fede per la quale io credo

in base a certi criteri (cioegrave non arbitrariamente a caso) che qualcosa sia di piugrave di quanto si

manifesta di quella cosa nellrsquoambito di ciograve che egrave dato appunto oltre la natura Quelle che noi

chiamiamo laquocoseraquo (anche quando non usiamo questa parola in senso restrittivo) sono

interpretazioni di cose cioegrave volontagrave che le cose abbiano un senso piuttosto che un altro cioegrave

sono fede

Il Concilio Vaticano II ribadisce che laquoa Dio che si rivela egrave dovuta lrsquoobbedienza della

federaquo e ancora Giovanni Paolo II ricorda che laquocon la fede lrsquouomo dona il suo assenso a tale

testimonianza divina Dagrave il suo assenso Quindi sceglie di credere di dare appunto il suo

assenso ad unrsquoeccedenza rispetto al senso dato

242 Papa G Paolo II Fides et Ratio versione integrale scaricata il 10122016 da URL

wwwW2vaticanit Cit pag 22

157

II - La sottomissione della ragione alla fede

Quando il cristianesimo afferma che la veritagrave egrave fondata su rivelazioni Divine contenute

nelle Sacre Scritture nasce il problema del rapporto tra fede e ragione e della loro armonia Il

problema egrave facilmente risolto dal punto di vista della fede essa laquoe percheacute procede

dallrsquoilluminazione e dallrsquoautoritagrave di Dio e percheacute ci comunica veritagrave che trascendono la

ragione rimane e va riconosciuta superiore alla ragioneraquo243

Il filosofo (la ragione)

deve procedere secondo le proprie regole e fondarsi sui propri principi la veritagrave tuttavia non puograve

essere che una sola La Rivelazione con i suoi contenuti non potragrave mai umiliare la ragione nelle sue scoperte e nella sua legittima autonomia per parte sua perograve la ragione non dovragrave mai perdere

la sua capacitagrave drsquointerrogarsi e di interrogare nella consapevolezza di non potersi ergere a valore

assoluto ed esclusivo La Rivelazione cristiana diventa il vero punto di aggancio e di confronto tra

il pensare filosofico e quello teologico nel loro reciproco rapportarsi Egrave auspicabile quindi che teologi e filosofi si lascino guidare dallrsquounica autoritagrave della veritagrave cosigrave che venga elaborata una

filosofia in consonanza con la parola di Dio244

Per il santrsquoAnselmo la prioritagrave della fede non egrave competitiva con la ragione Questa

infatti non egrave chiamata a esprimere un giudizio sui contenuti della fede ne sarebbe incapace

percheacute a ciograve non idonea Suo compito piuttosto egrave quello di saper trovare un senso di scoprire

ragioni che permettano a tutti di raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti di fede

Lrsquouomo ha bisogno di conoscenza ha bisogno di veritagrave percheacute senza di essa non si sostiene non

va avanti La fede senza veritagrave non salva non rende sicuri i nostri passi Resta una bella fiaba la proiezione dei nostri desideri di felicitagrave qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui

vogliamo illuderci Oppure si riduce a un bel sentimento che consola e riscalda ma resta soggetto

al mutarsi del nostro animo alla variabilitagrave dei tempi incapace di sorreggere un cammino costante nella vita

245

243 C Fabro Introduzione allrsquoateismo moderno nota pag 376 E Severino Essenza del nichilismo

244 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag116

245 In URL w2vaticanva Francesco Lumen Fidei capitolo secondo art 24 Consultato in data

20062017

158

Alla base dellrsquoatteggiamento della Chiesa si trova nuovamente il pensiero tomistico

non ci puograve essere contraddizione tra ragione e fede percheacute in entrambe egrave presente la veritagrave Il

contenuto della fede egrave veritagrave percheacute egrave rivelazione divina246

Lrsquoarmonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede egrave

confermata la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con lrsquoaiuto della ragione la

ragione al culmine della sua ricerca ammette come necessario ciograve che la fede presenta La

luce della ragione e quella della fede provengono entrambe da Dio perciograve non possono

contraddirsi La fede non teme la ragione ma la ricerca e in essa confida Come la grazia

suppone la natura e la porta a compimento cosigrave la fede suppone e perfeziona la ragione

Questrsquoultima illuminata dalla fede viene liberata dalle fragilitagrave e dai limiti derivanti dalla

disobbedienza e dal peccato e trova la forza necessaria per elevarsi alla conoscenza del mistero

di Dio La fede e la ragione sono le due ali con le quali lo spirito umano srsquoinnalza verso la

contemplazione della veritagrave

Tuttavia lrsquoaffermazione che il contenuto della fede cristiana egrave rivelazione divina e

quindi veritagrave egrave essa stessa un atto di fede Ciograve che essa afferma egrave una parte di quel contenuto

Egrave il credente in quanto tale a credere che ciograve in cui crede sia rivelazione divina Ed egrave dunque il

credente in quanto tale che deve qualificare come errore ogni pensiero che sia in contrasto con

il contenuto della fede chi egrave convinto della veritagrave della fede cristiana deve essere insieme

convinto che nulla potragrave mai distruggere questa veritagrave e che ogni tentativo in questo senso saragrave

sempre espressione di un fallimento dellrsquouomo Tutto ciograve significa che lrsquointera concezione

tomistica del rapporto fede ndash ragione egrave effettuata dal punto di vista delle fede

246 Tommaso Summa contra gentiles c 67 Somma Teologica q1

159

Ma allora tale punto di vista significa rinuncia della ragione nellrsquoatto stesso in cui si

intende riconoscerne lrsquoautonomia e lasciare la fede completamente indifesa di fronte al

costituirsi della ragione e al modo in cui la ragione concepisce il rapporto fede-ragione

Riguardo a ciograve ossia sullrsquoautonomia della ragione Giovanni Paolo II afferma che

a seguito di uno spirito razionalista proprio della modernitagrave [] culminato nel secolo scorso

toccando il suo ldquoapogeordquo con rappresentanti dellrsquoidealismo che hanno cercato di trasformare le fede e i suoi contenuti perfino la morte e risurrezione di Gesugrave Cristo in strutture dialettiche

razionalmente concepibili [] la filosofia egrave ridotta progressivamente da saggezza e sapere

universale a una delle tante province del sapere umano []La ragione privata dellrsquoapporto della Rivelazione ha percorso sentieri laterali che rischiano di farle perdere di vista la sua meta finale

La fede privata della ragione ha sottolineato il sentimento e lrsquoesperienza correndo il rischio di non

essere piugrave una proposta universale Egrave illusorio pensare che la fede dinnanzi a una ragione debole

abbia maggior incisivitagrave essa al contrario cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione

247

Leggiamo nei testi tomistici che mentre nella laquoscientiaraquo (e propriamente nel momento

originario della laquoscientiaraquo ove essa si costituisce aristotelicamente come posizione delle

protasi immediate) laquoex ipsis intelligibilibus statim veritas propositionum intelligibilium

infallibiliter apparetraquo invece nella fede lrsquoassenso non egrave determinato dallrsquoevidenza del

contenuto ma laquoex voluntateraquo248

247 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag69-7173-74

248 In URL wwwbooksgoogleit Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide

Art 1 Consultato in data 29032017

160

La fede che si fonda sulla testimonianza di Dio e si avvale dellrsquoaiuto soprannaturale della grazia egrave effettivamente di un ordine diverso da quello della conoscenza filosofica Le filosofie e le scienze

spaziano nellrsquoordine della ragione naturale mentre la fede illuminata e guidata dallo Spirito

riconosce nel messaggio della Salvezza la pienezza di grazia e veritagrave che Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera definitiva per mezzo di suo Figlio Gesugrave Cristo

249

E mentre la negazione della ragione naturale laquocui omnes assentire cogunturraquo egrave

impossibile la negazione del contenuto soprannaturale della fede non puograve invece manifestarsi

come impossibile (altrimenti tale contenuto non sarebbe soprannaturale ma sarebbe una veritagrave

necessaria della ragione naturale) ma come laquonon necessariaraquo

Esiste dunque una dimensione del divino che sfugge essenzialmente alla ragione

naturale Lrsquointera prospettiva tomistica del rapporto fede-ragione egrave espressa da questa

grandiosa sequenza poicheacute lrsquoIntelletto egrave il primo autore e motore dellrsquouniverso lrsquoultimo fine

dellrsquouniverso egrave la veritagrave e la divina Sapienza laquocarne indultaraquo attesta di essere venuta nel

mondo laquoad veritatis manifestationemraquo250

Cristo egrave la manifestazione dello scopo supremo dellrsquoIntelletto che produce e guida il

mondo

249 Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio cit pag16

250 Tommaso Summa contra gentiles c 1

161

III - Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione

Ma come si debba intendere il rapporto tra ragione e fede quando si tenga ferma per

davvero lrsquoautonomia della ldquoragionerdquo viene con forza e potenza indicato da Kant

maggiormente nella Religione entro i limiti della sola ragione (1793) e nel Conflitto delle

facoltagrave (1798) che prende avvio dal conflitto tra le facoltagrave universitarie ma il cui tema di

fondo egrave appunto il rapporto tra ragione e fede

Kant dichiara rispondendo alla lettera inviatagli nel 1794 da Federico Guglielmo re di

Prussia nella quale si rimproverava al filosofo di aver laquotravisatoraquo e laquosvalutatoraquo la Sacra

Scrittura e la religione cristiana

la propria grande stima per la Bibbia ma aggiunge che il migliore e piugrave duraturo elogio che si possa fare della religione cristiana consiste nel rilevare lrsquoaccordo che quel Libro mostra tra la

religione cristiana e la ragione Infatti solo dalla ragione scaturiscono lrsquouniversalitagrave lrsquounitagrave la

necessitagrave delle dottrine della fede che costituiscono sempre la parte essenziale di una religione quella pratico-morale che consiste in ciograve che dobbiamo fare

251

La ragione egrave capace di dire allrsquouomo cosa egli deve fare E ciograve che la ragione dice egrave la

parte essenziale il cuore il centro di ogni fede e di ogni religione Lrsquoessenza del cristianesimo

non egrave la rivelazione divina lrsquoincontro con Cristo ma ciograve che vi egrave di universale e necessario

ossia ciograve che scaturisce soltanto dalla ragione Alla rivelazione divina possiamo credere in base

ad argomenti storici in base cioegrave allrsquoassicurazione che la Bibbia un documento storico dagrave di

seacute stessa di essere ispirata da Dio Ma proprio percheacute questi indirizzi sono storici cioegrave privi di

un valore assoluto la rivelazione egrave un contenuto in seacute contingente ed extraessenziale della fede

cristiana Esso crsquoegrave ma potrebbe non esserci ossia egrave contingente

251 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 127

162

La ragione con cui la fede deve confrontarsi egrave per Kant quella che dice che cosa

lrsquouomo debba fare la laquoragione praticaό o laquopratico-moraleraquo Ora la ragione non dice allrsquouomo

di far questo o quello ma gli impone di agire con la convinzione di fare ciograve che in ogni luogo

in ogni tempo e senza condizioni e da ogni essere razionale ndash e dunque laquouniversalmenteraquo e

laquonecessariamenteraquo ndash deve essere fatto

Chi possiede questa convinzione puograve certamente ingannarsi ma la forma originaria

della ragione consiste nella volontagrave di aver a che fare con i tratti essenziali della veritagrave cioegrave

lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave e quindi consiste nella volontagrave di essere guidati da essi anche

nellrsquoagire

Kant scorge nel cristianesimo la tendenza a sollevare al rango del contenuto essenziale

della religione gli aspetti laquoextraessenzialiraquo e laquocontingentiraquo della Bibbia ossia ciograve che il

cristianesimo considera rivelazione divina In questo modo il cristianesimo si trova costretto

ad avvallare dottrine che sono in conflitto con la coscienza morale in cui la ragione si esprime e

che costituisce lrsquoessenza dello stesso cristianesimo

Nel Conflitto della facoltagrave il filosofo afferma che il cristianesimo egrave lrsquoideale religioso (laquolrsquoidea della

religioneraquo) che laquodevrsquoessere fondato semplicemente sulla ragione ed essere pertanto religione

naturaleraquo qualcosa cioegrave che lrsquouomo puograve realizzare con le proprie forze [] senza aver bisogno dellrsquointervento di una grazia e di una rivelazione soprannaturale

252

Kant non esclude che possa esserci bisogno di una cooperazione esterna di Dio percheacute

lrsquouomo possa conformarsi alla legge morale che la ragione gli presenta indipendentemente da

ogni rivelazione ma considera una temerarietagrave la pretesa di vedere proprio nella vita di Gesugrave

nella sua incarnazione e in tutte le parti del suo insegnamento il modo in cui quella

cooperazione si egrave realizzata

252 Ivi cit pag 128

163

La laquofede ecclesiasticaraquo egrave appunto per Kant quel travisamento della religione autentica

che pretende di attribuire i caratteri della ragione ndash lrsquouniversalitagrave e la necessitagrave ndash a quanto nelle

Scritture vi egrave di contingente di storico e di inessenziale e che pretende che la salvezza

dellrsquouomo sia riposta in una Chiesa

Il cattolicesimo egrave per Kant la forma maggiore della laquofede ecclesiasticaraquo dove la

laquocattolicitagraveraquo ossia lrsquolaquouniversalitagraveraquo egrave qualcosa di laquocontraddittorioraquo stante il carattere storico

della rivelazione che la fede ecclesiastica intende assumere come veritagrave assoluta

Quando il Dio biblico appare in conflitto con la legge morale della ragione la ragione

deve escludere che quel Dio sia il vero Dio

Alla tesi tomistica che la filosofia egrave lrsquolaquoancella della teologiaraquo (ossia del sapere fondato sulla fede)

Kant replica nel Conflitto che perograve lrsquoancella la laquoprecede col lume la sua gentile signoraraquo non laquola segue reggendo lo strascicoraquo

253

Quando crsquoegrave conflitto tra ragione e fede quel che vi egrave di inautentico e di degenerato non

egrave la ragione ma la fede

Kant esclude che la ragione possa accettare un ordine che le sia dato dallrsquoesterno ma

non si avvede che la ragione in quanto coscienza morale si trova nelle stesse condizioni della

fede ed egrave quindi essa stessa un ordine che essa si dagrave di tenere per vero qualcosa Sigrave che anche

la coscienza morale egrave fede in cui la volontagrave espressa dallrsquoordine esterno diventa volontagrave

interna al credente la volontagrave che ordina alla sua coscienza di ritenere per vero qualcosa che a

tale coscienza non si presenta come vero e che dunque appare come dubbio

La convinzione di essere laquoliberoraquo di assumere come vero ciograve di cui si egrave convinti che sia

vero proviene sia nella fede che nella coscienza morale dallrsquoisolamento che separa il

contenuto in cui si crede di credere dalla dubitabilitagrave che a tale contenuto compete

253 Ivi cit pag 130

164

Che il conflitto tra ragione e fede debba essere risolto come indica Kant tenendo ferma

la ragione e negando ciograve che della fede egrave in contrasto con la ragione egrave dunque unrsquoaffermazione

che non si riferisce alla ragione in quanto coscienza morale (come invece vorrebbe Kant) ma

alla ragione che non intende essere fede non intende essere la semplice convinzione che ciograve in

cui si crede sia vero il semplice ritenere per vero ciograve che non si sa se sia vero

Nellrsquoambito del pensiero dellrsquoOccidente la risposta che si deve dare al problema del

conflitto tra ragione e fede egrave certamente questa quando si presenta un conflitto tra la ragione

autentica e la fede cristiana la ragione deve liberarsi dalla fede vederla nel suo carattere di

semplice veicolo della ragione e come semplice laquofede ecclesiasticaraquo

165

CAPITOLO TERZO

Lrsquoinevitabile contrasto

166

I - La duplice posizione della Chiesa fideismo e gnosi

Alla domanda su cosa sia la veritagrave la Chiesa risponde fondandosi su una duplice

testimonianza la veritagrave egrave ciograve che egrave testimoniato dallrsquo episteacuteme greca e da Cristo come grazia

che porta al culmine la testimonianza umana Ma appunto qui il pensiero della Chiesa non esce

dallrsquoambiguitagrave Cristo egrave testimone della veritagrave solo per chi crede in lui Lrsquoarmonia tra

testimonianza naturale e testimonianza soprannaturale della veritagrave egrave cioegrave un atto di fede

(compiuto allrsquointerno di quel certo tipo di fede che intende riconoscere alla ragione umana la

capacitagrave di raggiungere una veritagrave definitiva assoluta ed autonoma e che nel contempo

pregiudica questo riconoscimento escludendo che la ragione in quanto tale possa trovarsi in

contrasto con la fede) ma nel pensiero teologico della Chiesa lrsquoarmonia tra ragione e fede non

egrave presentata come un atto di fede ed assume lrsquoaspetto di una veritagrave razionale assoluta

definitiva

Nellrsquoelenco delle preposizioni riguardanti la dottrina del prof Severino Mons Carlo

Colombo afferma che

Esaminando il pensiero filosofico del Prof Severino la Chiesa non pretende essere depositaria esclusiva della veritagrave naturale o veritagrave filosofica ma giudicando secondo il carisma ricevuto

dellrsquoesatto senso della veritagrave rivelata ha il diritto di dichiarare una posizione filosofica come

incompatibile con la Rivelazione (Cfr DS n 3020 e 3043)254

Se egrave (come egrave) un atto di fede lrsquoarmonia tra fede e ragione allora la Chiesa

laquodichiarando una posizione filosofica come incompatibile con la Rivelazioneraquo si limita a

indicare la pura differenza tra la rivelazione e quella posizione filosofica senza poter escludere

che la veritagrave si costituisca al di fuori dello spazio della fede e si costituisca come smentita del

contenuto della fede

254 E Severino Il mio scontro con la Chiesa cit pag 133

167

Se lrsquoarmonia tra fede e ragione egrave essa stessa un contenuto della fede allora la Chiesa

deve lasciarsi giudicare dalla filosofia in quanto testimonianza della veritagrave dellrsquoessere e

riconoscere la possibilitagrave che con lrsquoavvento della testimonianza della veritagrave dellrsquoessere la

veritagrave si manifesti come la negazione piugrave essenziale della fede e ne denunci la non-veritagrave e

lrsquoalienazione

Ma se la Chiesa non intende lasciare al di fuori di seacute la veritagrave ndash se non intende restare

timore et tremore multo di fronte alla veritagrave se non accetta che la veritagrave dellrsquoessere la qualifichi

o possa qualificarla come non-veritagrave e alienazione ndash allora egrave inevitabilmente costretta a porre

lrsquoarmonia di fede e ragione come veritagrave di ragione veritagrave filosofica La laquoveritagrave filosoficaraquo o

laquonaturaleraquo dellrsquoaffermazione di tale armonia consentirebbe allora di porre come laquoerrore

filosoficoraquo ogni pensiero che risultasse in contrasto con la fede In questo caso sarebbe laquoveritagrave

filosoficaraquo che il contenuto della fede cristiana forma lrsquoorizzonte inoltrepassabile allrsquointerno

del quale la veritagrave filosofica deve costituirsi e svilupparsi sarebbe veritagrave di ragione che la fede

egrave la pietra di paragone della ragione dalla quale la ragione resta misurata

Ma dato che la Chiesa pretende laquogiudicare secondo il carisma ricevuto dellrsquoesatto

senso della veritagrave rivelataraquo egrave inevitabile che solo alla Chiesa sia consentito stabilire lrsquoesatto

senso della pietra di paragone alla quale la ragione deve commisurarsi e quindi solo la Chiesa

abbia la facoltagrave di stabilire ciograve che egrave laquoveritagrave filosoficaraquo e ciograve che non lo egrave

La Chiesa deve avere questa pretesa o rapportarsi timore et tremore alla veritagrave

dellrsquoessere Invece nel giudicare gli scritti del prof Severino Essa non intende laquotemereraquo la

veritagrave e insieme non pretende di essere depositaria esclusiva della veritagrave filosofica

La Chiesa vuole conciliare lrsquoinconciliabile Identifica surrettiziamente il punto di vista

della fede e quello della ragione Tuttavia negli stessi testi tomistici sono presenti elementi che

consentirebbero di stabilire come dal punto di vista della ragione lrsquoarmonia di fede e ragione

rimanga un problema

168

Tommaso distingue il laquodubitareraquo e lrsquolaquoopinareraquo dal laquocredereraquo ma riconoscendo un

fattore comune a queste diverse laquodispositionesraquo255

Il fattore comune egrave che rispetto alle due

laquoparti della contraddizioneraquo (ossia rispetto a due proposizioni che stanno tra di loro in rapporto

di contraddizione) lrsquointelletto laquonon est terminatus ad unumraquo ossia nessuna delle due parti si

impone per la sua evidenza sullrsquoaltra Nella fede lrsquointelletto dagrave il suo assenso a una delle due

parti della contraddizione in quanto egrave mosso dalla volontagrave ma per quanto fermo sia lrsquoassenso

prestato dallrsquointelletto ai contenuti della fede laquoquamvis fermissime eis assentiatraquo tuttavia

lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo resta laquoinsoddisfattoraquo (laquonon est

satisfactumraquo) laquoirrequietoraquo (laquoeius motus nondum est quietatusraquo) e si mantiene in un

atteggiamento di laquoricercaraquo relativamente ai contenuti cui pur presta il suo assenso

Lrsquointelletto in quanto tale laquoquantum est ex seipsoraquo si mantiene in atteggiamento

problematico rispetto ai contenuti della fede La problematicitagrave egrave appunto la sua

laquoirrequietezzaraquo Ma lrsquointelletto in quanto tale egrave la laquoragione naturaleraquo Essa misurando i propri

confini vede la problematicitagrave di ciograve che la trascende Se ci si rende conto che lrsquoaffermazione

della veritagrave soprannaturale della fede cristiana egrave essa stessa un contenuto di questa fede e se

quindi ci si rende conto che lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia tra fede e ragione egrave un atto di fede se

si giunge a questa consapevolezza allora egrave lo stesso pensiero a porre la problematicitagrave di tale

armonia E se lrsquointelletto in quanto laquoragione naturaleraquo egrave laquoinquietusraquo proprio lagrave dove il credente

egrave laquoquietatusraquo lrsquointelletto vede allora la possibilitagrave che le cose stiano altrimenti da come sono

credute nella fede cristiana cioegrave vede la possibilitagrave che il cristianesimo sia oltre che veritagrave

anche errore Ciograve vuol dire che nella logica oggettiva del tomismo la laquoragione naturaleraquo

riconosce la possibilitagrave della discordanza tra ragione e fede

255 D Thomae Questio de Fide Art 1

169

Ma il tomismo e la Chiesa non giungono a questo riconoscimento percheacute non giungono

a rendersi conto che lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo egrave un atto di

fede e cioegrave percheacute trattano in modo diverso due dimensioni che tuttavia appartengono

entrambe al contenuto della fede cristiana Lrsquouna egrave lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale

del contenuto di questa fede lrsquoaltra egrave questo contenuto assunto come non includente

quellrsquoaffermazione

Accade cosigrave che nella dottrina della Chiesa un atto di fede (lrsquoaffermazione della veritagrave

soprannaturale del cristianesimo) venga a svolgere di fatto la funzione di una veritagrave di

ragione E tuttavia il tomismo e la Chiesa hanno anche evitato di porre esplicitamente come

veritagrave di ragione lrsquoaffermazione della veritagrave soprannaturale del cristianesimo Porla

esplicitamente come veritagrave di ragione significherebbe accettare e arrendersi esplicitamente a

quella gnosi contro cui la Chiesa ha sempre combattuto

Lrsquoatteggiamento esplicito della Chiesa risulta quindi da una doppia incoerenza si lascia

che di fatto funzioni come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che in realtagrave egrave soltanto un atto di fede si evita

di qualificare come laquoveritagrave naturaleraquo ciograve che di fatto si lascia funzionare come laquoveritagrave

naturaleraquo In questo modo la dottrina della Chiesa egrave insieme laquofideismoraquo e laquognosiraquo Quel

fideismo ossia la volontagrave di credere contro la ragione che la tradizione cattolica continua a

rigettare

Credo quia absurdum (credo percheacute egrave assurdo) non egrave formula che interpreti la fede cattolica [hellip]

Dio infatti non egrave assurdo semmai egrave mistero Il mistero a sua volta non egrave irrazionale ma

sovrabbondanza di senso di significato di veritagravegtgt256

La Chiesa vuole che giudicando la filosofia la fede non solo non abbia a laquocoartareraquo

lrsquoautonomia del pensiero filosofico ma laquone illumini il cammino verso la veritagraveraquo

256 In URL wwww2vaticanva Benedetto XVI Udienza generale del 21 novembre 2012 LrsquoAnno della

fede La ragionevolezza della fede in Dio Consultato in data 04042017

170

La laquolibertagrave di ricercaraquo e la laquovera autonomia della scienzaraquo esprimono la laquoragione

naturaleraquo tomistica lrsquoesclusione che la fede abbia a laquocoartare la libertagrave di ricerca e la vera

autonomia della scienzaraquo esprime lrsquoaffermazione tomistica dellrsquoarmonia di ragione e fede

sullrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione la fede traccia il senso ultimo dellrsquoessere al

quale la ragione non deve voltare le spalle In questo modo la grazia (la fede) non conserva la

natura (la ragione) ma la nega

Le distinzioni tra fede umana e fede divina rivelata tra ordine naturale e ordine

soprannaturale sono in realtagrave operate allrsquointerno della fede cristiana percheacute egrave il credente ad

avere fede che la propria fede in quanto rivelata differisca da ogni laquofede umanaraquo ed egrave ancora

il credente ad aver fede nellrsquoesistenza di un ordine soprannaturale costituito dalle

determinazioni della fede cristiana

La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la

sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane

per quanto profonda unrsquointenzione unrsquointenzione smentita in realtagrave dal principio ndash che sta al

centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i

contenuti della fede cristiana non appartiene alla ragione autentica ma ne egrave una

degenerazione Il principio che la Chiesa eredita dal pensiero di Tommaso La ragione

autentica cioegrave la ragione in quanto conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la

veritagrave indubitabile della fede laquocosigrave evidentemente confermata da Dioraquo Quando si produce un

conflitto tra un asserto della ragione e un asserto della fede questrsquoultimo non puograve essere

modificato e resta fermo ed egrave lrsquoaltro a dover riconoscere di non essere veramente un asserto

della ragione e di esserlo solo apparentemente

171

Riguardo allrsquoobiezione a proposito del contrasto tra fede e ragione che laquola ragione naturale che afferma Dio certamente non sa se Dio si rivela ma sa certissimamente che se egli si rileva tutto

ciograve che dice egrave vero e quindi che la possibilitagrave del contrasto dipende da una insufficiente

formulazione della veritagrave propria della ragione attuale che egrave ragione umana ldquofinitardquoraquo (Leonardo Messinese Essere e divenire nel pensiero di Emanuele Severino Cittagrave Nuova 1985 pp 40-41) Ma

ormai egrave chiaro che questa non egrave la posizione di Tommaso per il quale la ragione naturale non solo

sa certissimamente che se Dio si rivela quello che dice egrave vero ma sa anche (tam evidenter) che Dio si rivela

257

Dire come egrave giusto dire che la ragione naturale non sa se Dio si riveli significa che

essa non sa se il messaggio di Gesugrave sia il rivelarsi di Dio Ammettendo ma non concedendo

che la possibilitagrave del contrasto tra fede e ragione dipenda da una insufficiente formulazione

della veritagrave propria della ragione attuale finita ne viene che di fronte a un contrasto tra il

messaggio di Gesugrave e la ragione naturale questrsquoultima non sapendo e non potendo dire che

quel messaggio egrave vero in quanto rivelazione di Dio non puograve nemmeno squalificare se stessa

come laquoinsufficiente formulazione della veritagraveraquo deve squalificare quel messaggio ponendolo

come errore

La fede cristiana dice Non ci puograve essere contrasto tra me e la ragione naturale La

ragione naturale dice Se Dio si rivela non ci puograve essere contrasto tra me e questa rivelazione

ma io non so se e dove laquoDioraquo si riveli e quindi lagrave dove crsquoegrave contrasto tra me e una certa

affermazione che dichiari di essere la voce di laquoDioraquo questa affermazione qualunque essa sia e

comunque sia data egrave errore

Il concetto di laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo applicato alla struttura

originaria della veritagrave ndash in quanto struttura che giagrave da sempre si mostra al di fuori

dellrsquoalienazione della veritagrave ndash non ha veritagrave Se la veritagrave originaria potesse essere negata

smentita in quanto laquoformulazione insufficiente della veritagraveraquo non ci sarebbe piugrave veritagrave (e

nemmeno la laquoragione naturaleraquo puograve accettare di essere qualcosa che possa essere smentito)

257 E Severino Pensieri sul cristianesimo cit pag 154

172

La veritagrave infatti non egrave laquoformulazioneraquo non si riduce a linguaggio ndash a proposito del

quale soltanto ha senso parlare di laquoinsufficiente formulazioneraquo Egrave un errore considerare

dallrsquoesterno la veritagrave e il messaggio cristiano come se fossero due linguaggi che si

confrontano Egrave allrsquointerno dello sguardo della veritagrave che ogni linguaggio deve rendere conto di

seacute alla veritagrave

Se il contrasto tra laquoveritagrave filosoficaraquo e laquoveritagrave di federaquo costringesse a dire che la veritagrave

filosofica egrave laquoinsufficientemente formulataraquo questo significherebbe che la veritagrave originaria puograve

diventare errore Ma la veritagrave egrave appunto ciograve che non puograve diventare errore Essa egrave il contenuto

significante a cui il linguaggio si riferisce

Se esistesse una laquorivelazione di Dioraquo in un linguaggio storico questo linguaggio

dovrebbe essere agli occhi della veritagrave un problema autentico Non solo sarebbe problema ciograve

che questo linguaggio dice ma anche che esso dica quello che lrsquointerpretazione storica gli fa

dire Ma poicheacute il significato stesso dei linguaggi storici egrave problematico ndash poicheacute egrave

problematico che essi dicano quello che si crede che dicano ndash laquoDioraquo non puograve laquorivelarsiraquo in un

linguaggio storico ndash non puograve uscire dal problema e portarsi allo scoperto ndash ma puograve soltanto

nascondersi in esso Si deve nascondere nella problematicitagrave dellrsquointerpretazione laquoDioraquo

potrebbe entrare nel mondo solo come ciograve di cui non si potrebbe mai sapere che egrave laquoDioraquo Esso

non puograve costituirsi come punto di riferimento al quale la veritagrave debba adeguarsi Non egrave laquopuntoraquo

proprio percheacute lo egrave ndash laquopuntoraquo ndash solo allrsquointerno della interpretazione che lo rende laquopuntoraquo E

che il rivelarsi di Dio debba essere il suo nascondersi egrave qualcosa che vale non soltanto per la

veritagrave autentica ma anche per quella forma di veritagrave alienata che egrave la laquoragione naturaleraquo

La veritagrave autentica dice che laquoDioraquo la veritagrave infinita si rivela nel finito solo nella

struttura originaria della veritagrave che da sempre si apre al di fuori dellrsquoalienazione della veritagrave

173

Se laquosi rivelaraquo anche altrove nelle forme storiche del linguaggio il suo laquorivelarsiraquo deve

essere un nascondersi uno sfuggire in modo da non poter mai esser preso tenuto fermo

guardato in faccia e visto come veritagrave Un contrasto tra la veritagrave attuale e questo laquosvelarsi-

nascondersiraquo di Dio non puograve dunque apparire nello sguardo della veritagrave appunto percheacute

affincheacute ci sia un contrasto i punti fermi devono essere due

174

II - Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa

La Costituzione Dei Verbum dopo aver ricordato che la parola di Dio egrave presente sia nei

testi sacri che nella Tradizione afferma laquoLa Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura

costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesaraquo258

Alla fede posta come rivelazione divina corrisponde lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa La

Chiesa egrave infallibile percheacute conserva la laquoParola di Dioraquo e conservarla significa capirla cogliere

il significato autentico dei testi sacri In quanto la Chiesa stabilisce il senso autentico del

contenuto della fede e in quanto non puograve esserci contrasto tra ragione e fede la Chiesa egrave il

luogo esclusivo in cui resta stabilito il senso autentico della ragione

Ma anche lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa egrave un contenuto della fede di cui la Chiesa si ritiene

depositaria La Chiesa non dice laquoIo ho fede di essere infallibile ndash e quindi ammetto la

possibilitagrave che la veritagrave sia negazione della mia fede e della mia infallibilitagraveraquo Non dicendolo

la Chiesa egrave costretta a lasciare che il dogma dellrsquoinfallibilitagrave funzioni di fatto come una veritagrave

naturale non dicendolo la Chiesa si presenta di fatto come lrsquounica definitiva e suprema

filosofia al cui interno resta stabilito il rapporto tra fede e ragione come la gnosi piugrave

insuperabile in cui va completamente perduto il carattere laquosoprannaturaleraquo della rivelazione

Ponendosi di fatto come super-filosofia al cui interno egrave stabilito il rapporto fede-

ragione la Chiesa evita per altro di riconoscere esplicitamente questo carattere e da un lato

intende tener fermo il valore soprannaturale della rivelazione dallrsquoaltro lato non intende porsi

timore e tremore dinanzi alla veritagrave Ma senza questo timore e tremore la Chiesa egrave gnosi Essa

pur volendo sulla base del tomismo distinguere la fede dalla ragione in realtagrave si pone laquoal di lagrave

e al di sopraraquo di questa distinzione proprio nellrsquoatto in cui lascia di fatto sussistere come veritagrave

di ragione lrsquoaffermazione dellrsquoarmonia di fede e ragione e lrsquoaffermazione della propria

infallibilitagrave

258 In URL wwwmaranathait Concilio Vaticano II nn10 consultato in data 5042017

175

Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa garantisce che una formulazione dogmatica anche se

espressa con concetti e linguaggio metafisico egrave conforme alla veritagrave rivelata originaria e perciograve

vera come questa

La dottrina cattolica esige certamente i concetti di essere infinito di creazione ex nihilo non sono unrsquolaquoalienazione del senso dellrsquoessere ma lrsquoespressione vera del Verbo rivelato [] La Rivelazione

non puograve esprimere nessuna veritagrave (cioegrave nessuna manifestazione esatta della realtagrave) se non

attribuendo un valore reale ai concetti usati quindi la Rivelazione include necessariamente una laquoontologiaraquo fondamentale (non una metafisica sistematica) Qualunque ulteriore espressione

metafisica di questo dato laquoontologicoraquo deve essere coerente con il suo contenuto259

Egrave chiaro che lrsquoontologia fondamentale necessariamente inclusa nella rivelazione

costituisce quel contenuto essenziale del pensiero filosofico rispetto al quale non rimane piugrave

che il compito inessenziale ed estrinseco di dargli una forma sistematica Lrsquoontologia

fondamentale della Chiesa che egrave anche lrsquoontologia fondamentale dellrsquoOccidente egrave persuasa

che lrsquoessere non egrave lrsquoessere dellrsquoente ma egrave lrsquoessere come essenzialmente separato dallrsquo ente sigrave

che lrsquoente in quanto tale puograve non essere puograve cioegrave essere niente e dal niente esce e nel niente

ritorna per opera del dio creatore o della tecnica umana

Per la Chiesa lrsquoeternitagrave dellrsquoente in quanto ente rende impossibile la storia della

salvezza Il senso nichilistico del divenire domina il modo in cui la Chiesa intende il

laquodiventareraquo peccatore da parte dellrsquouomo il laquodiventareraquo carne da parte del Verbo e il divenire

in cui si fa innanzi ogni evento della laquostoria della salvezzaraquo Con lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave

dellrsquoente in quanto tale viene nullificato lrsquoevento storico

259 Lettera inviata al prof Severino da Mons C Colombo in data 13-9-1968 in Il mio scontro con la

Chiesa pag4647

176

Percheacute non sia nullificato si vuole un lsquoprimarsquo (in principio) in cui la carne del Verbo

sia stata niente e solo il Verbo sia Per non nullificare lrsquoIncarnazione la Chiesa nullifica la

carne Per non nullificare la laquostoria della salvezzaraquo nullifica la salvezza

La veritagrave dellrsquoessere non laquonullificaraquo lrsquoevento storico ma rileva che la comprensione

nichilistica di esso pensa la nientitagrave dellrsquoente ossia pensa ciograve che non egrave Al di fuori del

nichilismo la storia egrave il processo del Tutto immutabile Solo lrsquoimmutabile puograve di-venire cioegrave

venire fuori dal nascondimento

Tutte le cose e tutti gli eventi sono eternamente scolpiti Allrsquointerno dellrsquointramontabile

apparire della veritagrave dellrsquoessere sorgono e tramontano come le immutabili costellazioni del

cielo Condizione necessaria percheacute laquola storia della salvezzaraquo abbia la possibilitagrave di diventare

un problema egrave che essa sia intesa come questa successione dellrsquoapparire questa condizione non

nullifica lrsquoevento storico in quanto tale ma lo restituisce al suo autentico significato

Affincheacute la laquostoria della salvezzaraquo divenga un problema il laquoVerboraquo deve essere allora

innanzitutto pensato come eternamente laquopresso Dioraquo ed eternamente laquopresso la carneraquo e il suo

diventar carne deve innanzitutto significare che il Verbo che egrave eternamente presso la carne egrave

entrato nellrsquoapparire Solo a questo punto dinnanzi alla veritagrave dellrsquoessere puograve aprirsi la

domanda se la parola di Gesugrave riascoltata al di fuori del laquomondoraquo sia il Verbo che parla in

veritagrave della nascosta luminositagrave del Tutto

Allrsquointerno del laquomondoraquo cioegrave il luogo ove si scontrano le contrapposte volontagrave di

potenza il cristianesimo soprattutto nella forma che esso assume nella Chiesa cattolica egrave

ancora una delle forze piugrave potenti determina ancora il comportamento di grandi masse e

possiede un apparato concettuale altamente idoneo a operare questa determinazione

La laquoveraraquo critica laica della fede cristiana non puograve essere altro oggi che

lrsquoemarginazione pratica della Chiesa dalla vita sociale e la laquoveraraquo vittoria di quella fede sulla

irreligiositagrave e sul laicismo non puograve essere altro che il successo pratico-politico delle masse che

ancora posseggono quella fede

177

La potenza sociale della Chiesa non egrave in contraddizione con la pura fede interiore

giaccheacute anche la pura fede cristiana come ogni fede egrave una prevaricazione della volontagrave di

potenza La pura fede egrave prevaricazione proprio percheacute credendo in qualcosa rifiuta qualcosa

drsquoaltro che ha lo stesso diritto ad essere creduto e cioegrave a divenire prevaricante

178

III - Lrsquoauspicata armonia tra fede e ragione

La Chiesa cattolica ha sempre respinto ogni forma di fideismo tenendo ferma lrsquounione

la convergenza e lrsquoarmonia di fede e ragione Eppure questa armonia egrave la maschera di una lotta

mortale tra due contrapposte volontagrave di potenza una lotta dunque che si conclude con la

morte di uno dei due contendenti ndash la ragione ndash ma in cui sopravvive ciograve che egrave in comune a

entrambi la violenza prevaricante della volontagrave di potenza ossia lrsquoessenza dominatrice

dellrsquoOccidente

La filosofia non egrave piugrave un pericolo oggettivo per il cristianesimo e ogni critica rivolta

allrsquoessenza o alle configurazioni storiche del cristianesimo possiede lo stesso valore di ciograve che

essa intende negare La ragione che oggi la Chiesa si preoccupa di far concordare con la fede egrave

soprattutto la ragione scientifica che egrave a sua volta una fede

Lrsquounico pericolo e lrsquounica critica egrave che lrsquouomo riesca a produrre in terra il lsquoregno di

Diorsquo cioegrave un regno che liberi definitivamente lrsquouomo dalla nostalgia a dal desiderio di ogni

altro regno Nessuna fede nemmeno la fede cristiana potrebbe costituire unrsquoalternativa a un

regno capace di soddisfare i bisogni di ogni fede Ma accanto alla fede cristiana e ad ogni

umanesimo che in relazione a questa previsione le sia solidale crsquoegrave la fede nel dominio umano

del tutto e quindi nella capacitagrave di soddisfare i bisogni di ogni fede allrsquointerno di questo

dominio La fede nel dominio illimitato dellrsquouomo egrave la conseguenza rigorosa del rsquomondorsquo in

cui si muove anche la storia della fede cristiana

Il progetto della dominazione scientifica del tutto segna la fine del cristianesimo e

dellrsquointera cultura tradizionale ma nella situazione attuale dove le singole lsquoconquiste della

scienzarsquo lasciano ancora sullo sfondo quel progetto viene a costituirsi una sorta di

agevolazione specifica del compito della Chiesa nel mondo

179

La fine del sogno della lsquoveritagrave definitivarsquo pone innanzitutto sullo stesso piano ogni

proposta culturale ogni posizione culturale egrave una fede giaccheacute per quanto complesso possa

essere lrsquoordine concettuale in cui una cultura si definisce tale ordine non egrave la veritagrave che

manifesta la non veritagrave di ogni alternativa possibile Tommaso drsquoAquino interpretando S

Paolo poteva ancora dire che la fede ndash al contrario di quanto accade nella laquoscientiaraquo ndash conduce

in captivitatem omnem intellectum cioegrave lo rende prigioniero di un contenuto che non egrave

evidente e quindi gli egrave laquoestraneoraquo (alienus) e lrsquointelletto egrave pertanto laquoinquietoraquo (nondum est

quietatus) Lo stesso Paolo rispetto a quella laquoscientiaraquo poteva sentirsi ndash non tanto

soggettivamente quanto piuttosto in relazione al contenuto oggettivo di essa ndash in infirmitate et

timore et tremore multo Ma oggi ogni cultura conduce in captivitatem la coscienza e la fede

cristiana non ha piugrave alcun motivo di timore e tremore per una laquoscienzaraquo che a sua volta si

riconosce come fede

La laquosicurezzaraquo del sapere scientifico egrave per definizione relativa la scienza ha deciso da

tempo e metodicamente di lasciar da parte ogni tentativo di scoprire una conoscenza

assolutamente incontrovertibile della realtagrave e riconosce che i propri principi e metodi sono

ipotesi Esse consentono il dominio piugrave efficace delle cose ma in quanto ipotesi sono esposte

alla possibilitagrave della piugrave radicale smentita Il senso comune osserva che la tristezza ci assale

quando siamo felici Abbiamo paura di perdere la felicitagrave La scienza puograve produrre una felicitagrave

di cui forse non riusciamo ancora a sospettare lrsquoampiezza e lrsquointensitagrave Ma crsquoegrave unrsquounica cosa

che la scienza non puograve produrre la sicurezza della felicitagrave la sicurezza che non puograve essere data

dalla laquosicurezzaraquo di ogni possibile metodologia scientifica e nemmeno da una qualsiasi fede

religiosa Anche la scienza egrave in quanto scienza una fede E per chi ha raggiunto la felicitagrave non

puograve bastare la fede di non perderla

180

Anche per il cristianesimo la fede egrave una virtugrave di questo mondo che non puograve appartenere

al paradiso Ma non puograve bastare nemmeno vedere il dio facie ad faciem percheacute puograve sempre

sorgere il dubbio che ciograve che vediamo non sia la faccia di dio Percheacute il paradiso non sia un

inferno ndash cioegrave lrsquoangoscia dellrsquoimminente vanificazione della felicitagrave ndash deve mostrarsi la veritagrave

del paradiso la veritagrave che in nessun senso sia unrsquoipotesi

Per riassumere quindi tale argomentazione possiamo affermare che il contenuto della

fede egrave il Verbo e il Verbo storicamente egrave linguaggio Ogni linguaggio egrave comprensione del

senso dellrsquoessere ma non ogni linguaggio esprime tale comprensione Ossia non ogni

linguaggio storico egrave lrsquoesplicitazione del senso ontologico in cui pur si muove Nella storia

dellrsquouomo lrsquounico linguaggio ontologicamente esplicito egrave quello della filosofia greca e della

cultura che da essa discende Il linguaggio del Verbo egrave di questa natura non egrave lrsquoesplicitazione

di unrsquoontologia come non lo egrave la Rivelazione In questo senso egrave impossibile lrsquoaccertamento di

ogni contrasto o solidarietagrave tra unrsquoontologia (ossia un linguaggio che esplicita il senso

dellrsquoessere) e la Rivelazione proprio percheacute questrsquoultima non egrave una forma di ontologia Egrave

invece possibile un contrasto tra la veritagrave dellrsquoessere e una interpretazione ontologica della

Rivelazione quale egrave stata costruita dal pensiero occidentale egrave possibile la solidarietagrave tra la

ragione purificata (la ragione che parla la veritagrave dellrsquoessere) e la Rivelazione

Per la ragione purificata il Verbo egrave quindi unrsquoautentica possibilitagrave laquoarmoniaraquo e

laquoincontroraquo di ragione e fede

181

Sin dal suo inizio la filosofia intende raggiungere la forma piugrave radicale di sapere la

veritagrave assolutamente innegabile Ma questo immane tentativo della filosofia egrave destinato a

fallire La storia dellrsquoOccidente egrave un esperimento metafisico propostosi di difendere la veritagrave

dellrsquoessere ma risultandone la piugrave chiara negazione

Lrsquoessere egrave eterno ogni prova e ogni negazione dellrsquoessere immutabile vivono allrsquointerno

dellrsquoalienazione dellrsquoOccidente lrsquoalienazione metafisica che identifica lrsquoessere al niente

proprio in quanto si mette alla ricerca di un essere immutabile ed eterno I legami indissolubili

che legano ogni essere al proprio essere al proprio apparire e alle determinazioni che lo

accompagnano non possono essere spezzati Lrsquouomo ha da sempre e per sempre dinanzi la

veritagrave dellrsquoessere intramontabile

Lrsquoisolamento della terra dal destino egrave la fede che le cose siano il diventare altro da ciograve

che esse sono e che questo loro diventare sia la fondamentale e lrsquounica terra sicura con cui

lrsquouomo ha a che fare

Se la creazione viene interpretata in termini di essere e non essere - se cioegrave viene

interpretata come implicante la possibilitagrave di non essere allora il concetto di creazione egrave

lrsquoesplicita negazione della veritagrave dellrsquoessere

Nella terra isolata dal destino della veritagrave appare la storia dei mortali la storia della

prevaricazione di una volontagrave che rimane nello sguardo del destino soltanto un tentativo

prevaricante La tecnica egrave diventata oggi la piugrave potente delle forze metafisiche Lo stesso senso

comune non egrave piugrave dominato dalla religione o dalla politica ma dal modo di pensare e di agire

della metafisica ma che ormai ha raggiunto una capacitagrave di trasformazione della terra che non

si limita a guidare i processi naturali di produzione e distruzione ma li sostituisce con processi

artificiali

182

La fede proprio in quanto fede ossia volontagrave che le cose abbiano il senso deciso egrave

isolamento del laquocredutoraquo dal dubbio che lo avvolge Essa non potragrave mai porsi come una veritagrave

di ragione se non negando la propria essenza il kerygma Essere lrsquoargumentum la voce data ai

non visibili ai non manifesti egrave possibile solo se compare lrsquooscuritagrave che rende invisibili i

visibili La fede egrave volontagrave di potenza non solo percheacute egrave una prevaricazione sulle altre fedi che

intende sospingerle nel niente ma percheacute egrave la stessa volontagrave di impadronirsi della terra

sottraendola al destino e usandola come riparo dal niente che lrsquoattraversa

La Chiesa cattolica intende certamente difendere lrsquoautonomia della ragione e quindi la

sua indipendenza dalla stessa rivelazione soprannaturale e dalla fede Ma questa difesa rimane

unrsquointenzione smentita dal principio ndash che sta al centro della dottrina della Chiesa ndash per il quale

ogni conoscenza che si trovi in conflitto con i contenuti della fede cristiana non appartiene alla

ragione autentica ma ne egrave una degenerazione La ragione autentica cioegrave la ragione in quanto

conoscenza della veritagrave non puograve essere in contrasto con la veritagrave indubitabile della fede cosigrave

laquoevidentemente confermata da Dioraquo

Percheacute il cristianesimo abbia la possibilitagrave di diventare la Parola di Dio e preparare

lrsquoaccadimento della salvezza egrave necessario che tramontino il suo essere fede e la sua

appartenenza al mondo

183

INDICE

Prefazione pag 4

INTRODUZIONE

I La piega attualistica allrsquoUniversitagrave Cattolica pag 9

II La ricerca giovanile di Emanuele Severino pag12

III Gustavo Bontadini ndash Emanuele Severino una disputa pag15

PARTE PRIMA ndash LrsquoETERNO

CAPITOLO I ndash LrsquoESSERE IMMUTABILE

I Dare prova di Dio pag 22

II La realtagrave di Dio e lrsquoideale della ragione pag 26

III La logica esposizione di Dio e la sua morte pag 34

CAPITOLO II ndash ALLE ORIGINI DEL PENSIERO E DEL NICHILISMO

DELLrsquoOCCIDENTE

I La metafisica come sapere incontrovertibile pag 44

II Il sentiero della Notte pag 53

III Lrsquoopposizione del positivo al negativo e il fondamento di ogni dire pag 62

CAPITOLO III ndash PER UNA COMPRENSIONE DELLrsquoESSERE

I La struttura originaria dellrsquoessere pag 68

II Il giudizio originario e lrsquoidentitagrave lrsquoautenticitagrave dellrsquoessere pag 72

III LrsquoEterno pag 76

NOTA

Lrsquoassurditagrave dellrsquoincarnazione del Verbo pag 80

PARTE SECONDA ndash IL DIVENIRE

CAPITOLO I ndash IL DIVENIRE NELLrsquoALIENAZIONE DELLrsquoOCCIDENTE

I La creazione dal nulla pag 88

II Divenire esser altro pag 94

III La volontagrave pag 97

184

CAPITOLO II ndash LrsquoAZIONE CHE CATTURA E DOMINA LrsquoENTE

I Lrsquoessere come potenza la decisione e lrsquoagire pag 101

II Il dominio che guida il divenire pag 106

III La disorganicitagrave della totalitagrave nel dominio pag 110

CAPITOLO III ndash LrsquoALIENAZIONE NELL O SGUARDO DEL DESTINO

I Ciograve che il mortale crede pag 115

II La necessitagrave dellrsquoaccadere come risolvimento del problema della libertagrave pag 121

III laquoCrescereraquo come divenire pag 131

TERZA PARTE ndash LA FEDE

CAPITOLO I ndash FILOSOFIA E FEDE

I Lo sguardo filosofico alla rivelazione pag 136

II Lrsquoargumentum pag 139

III La laquocertezzaraquo dubitante dellrsquoanimo pag 143

CAPITOLO II ndash UNA DAMA DA COMPAGNIA PER LA RAGIONE

I laquoCredereraquo per capire e conoscere pag 149

II La sottomissione della ragione alla fede pag 157

III Per un senso autentico del rapporto tra fede e ragione pag 161

CAPITOLO III ndash LrsquoINEVITABILE CONTRASTO

I La duplice posizionedella Chiesa fideismo e gnosi pag166

II Lrsquoinfallibilitagrave della Chiesa pag 174

III Lrsquoauspicata armonia tra ragione e fede pag 178

INDICE pag 183

BIBLIOGRAFIA pag 185

185

BIBLIOGRAFIA

OPERE DI EMANUELE SEVERINO

Cosa arcana e stupenda LrsquoOccidente e Leopardi RCS Libri Milano 2006

DallrsquoIslam a Prometeo RCS Libri Milano 2003

Destino della necessitagrave Adelphi Milano 1980

Essenza del nichilismo Adelphi Milano 1995

I presocratici e la nascita della filosofia collana di DVD laquoIL CAFFEgrave FILOSOFICOraquo

Pubblicati da Digital E Torino 2011 per il quotidiano La Repubblica

I principi del divenire La Scuola editrice Brescia 1959

Il mio scontro con la Chiesa RCS libri spa Milano 2001

Il nichilismo e Heidegger in ID Immortalitagrave e destino Rizzoli Milano 2008

Il principio di non contraddizione La Scuola editrice Brescia 1959

Intorno al senso del nulla Adelphi Milano 2013

Introduzione alla Struttura originaria Seconda edizione Adelphi 1981

Istituzioni di filosofia Morcelliana Brescia 2010

La filosofia moderna RCS Libri Milano 1984

La struttura originaria La Scuola editrice Brescia 1958

Oltrepassare Adelphi Milano 2007

Pensieri sul cristianesimo RCS Libri Milano 1995

Tautόtēs Adelphi Milano 1995

TESTI CLASSICI

Anselmo drsquoAosta Opere filosofiche Laterza ndash Bari 1969

Aristotele Della interpretazione RCS Libri spa Milano 2000

Aristotele Fisica Saggio introduttivo traduzione note e apparati di L Ruggiu Rusconi Libri

Milano 1995

Aristotele Metafisica Bompiani ndash Giunti Editore Firenze 2004

G Reale-D Antiseri Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi La Scuola Brescia 1985

Platone Repubblica Feltrinelli Milano1995

TESTI SPECIALISTICI

D Antiseri Filosofia analitica e semantica del linguaggio religioso Queriniana

Brescia 1991

G Bontadini ndash E Severino Lrsquoessere e lrsquoapparire Una disputa Morcelliana 2017

N Cusano Capire Severino Mimesis Milano- Udine 2011

C Fabro Dallrsquoessere allrsquoesistente Morcelliana Brescia 1965 id Introduzione a S

Kierkegaard Esercizio del cristianesimo Roma Stadium 1971

C Fabro Lrsquoalienazione dellrsquoOccidente Osservazione sul pensiero di Emanuele Severino

186

Quadrivium Genova 1981 Seconda edizione 2015

U Galimberti Heidegger Jaspers e il tramonto dellrsquoOccidente EST il Saggiatore Milano

1996

GWF Hegel Lezioni sulla filosofia della religione trit di E Oberti e G Borruso 2 voll

Zanichelli Bologna 1974

M Heidegger Identitagrave e differenza Traduzione italiana di A Cariolato E Fongaro N

Curcio Piccola Biblioteca Adelphi Milano 2009

I Kant Critica della ragione pura I edizione gli Adelphi Milano 1995

I Kant Lavori preparatori de La religione entro i limiti della semplice ragione Lavori presenti

in Scritti di filosofia della religione a cura di G Riconda Mursia Milano 1989

pag 87-124

S Kierkegaard Timore e tremore Mondadori Milano 1991

F Nietzsche Schopenhauer come educatore in Opere di Friedrich Nietzsche tr it M

Montinari Vol III Adelphi Milano 1982

L Messinese Il paradiso delle veritagrave Edizioni ETS Pisa 2010

JI Muya La teologia delle religioni in Teologia fondamentale a cura di G Lorizio

Cittagrave Nuova Editrice Roma 2005

Papa Francesco Laudato sigrave Enciclica Edizioni San Paolo 2015

B Russel Religion and Science Oxford University Press 1935 tr it di P Vittorelli

prefazione di G Giorello Scienza e religione TEA Milano 2014

A Schopenhauer Il mondo come volontagrave e rappresentazione Antologia sistematica a cura di

G Brianese La Nuova Italia 1998

B Spinoza Etica U Bollate Boringhieri 1992

S Zucal Cristo nella filosofia contemporanea I Da Kant a Nietzsche Edizioni San Paolo

2000

AN Whitehead Science and Philosophy tr It di S Federici Scienza e filosofia

Castelvecchi Roma I edizione aprile 2014

SITI WEB CONSULTATI

laquowwwaugustinusitraquo

A Trapegrave Introduzione a SantrsquoAgostino ndash Parte 4 ndash Capitoli 0405 in data 13022017

SantrsquoAgostino Commento al vangelo di San Giovanni Omelia 29-10 in data 03042017

laquowwwbibliolandiacomperioitraquo

Omero Odissea traduzione di N Delvinotti in data 12042017

laquowwwbooksgoogleitraquo

Commentaria in Secundam Secundae D Thomae Questio de Fide Art 1 in data

21032017

De Trenitate De Ebdomadibus introduzione e traduzione di C Pandolfi in data

29032017

SantrsquoAgostino De videndo Deum epistola CXLVII in data 24032017

laquowwwcorpusthomisticumitraquo

S Tommaso drsquo Aquino Summa contra gentiles in data 26032017

187

laquowwwdocumentacatholicaomniaitraquo

S Tommaso drsquoAquino Somma Teologica Nuova Edizione a cura di P Tito S

Centi e P Angelo Z Belloni 2009

Versione scaricata integralmente in data 12122016

laquowwwgliscrittiitdchiesabibbiaraquo

Lettera ai Corinzi in data 24032017

Lettera ai Romani in data 24032017

Lettera ai Tessalonicesi in data 24032017

laquowwwlariciitraquo

Esiodo Teogonia traduzione E Romagnoli in data 12042017

laquowwwlasantasedeitraquo

Catechismo della Chiesa Cattolica ndash Compendio in data 19012017

laquowwwmaranathaitraquo

Concilio vaticano II Costituzione dei verbum in data 05042017 e 14052017

laquowwwoldUnicaitraquo

L Bertoli La rivolta alla Cattolica diede il via al rsquo68 in data 15032017

laquowwwsantiebeatiitraquo

Informazioni biografiche su Padre Agostino Gemelli in data 02072017

laquowwwtreccaniitraquo

Informazioni biografiche su Padre Emilio Chiocchetti a cura di C Coen e Francesco

Olgiati a cura di L Pozzi in data 02072017

laquow2vaticanvaraquo

Benedetto XVI Udienza generale ldquoChe cosa egrave la federdquo 24 ottobre 2012 in data 04042017

Benedetto XVI Udienza generale ldquoLa ragionevolezza della fede in Diordquo 21 novembre 2012

in data 04042017

G Paolo II Enciclica ldquoFides et Ratiordquo 1998 Versione scaricata integralmente in

data 10122016

Papa Francesco Enciclica ldquoLumen fideirdquo 2013 in data 20062017

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