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Corso di Sociologia delle Relazioni Internazional

Corso di Sociologia delle Relazioni Internazionali 2010-2011

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Corso di Sociologia delle Relazioni Internazionali 2010-2011

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- Roberto Gritti: Gianni Statera e la sociologia delle relazioni internazionali – La politica dell’identità nella soc. delle relazioni internazionali (disponibile sulla bacheca online)- Giuseppe Anzera: Gianni Statera e la sociologia delle relazioni internazionali - Ottica Multicentrica e persistenza del realismo (disponibile sulla bacheca online)- Giuseppe Anzera: Flussi di armamenti e politica internazionale, 2010, Guerini- Massimo Campanini: Storia del Medio Oriente, 2006, Il Mulino (da pag.103 a pag. 240)- Roberto Gritti, Giuseppe Anzera: I partigiani di Ali, 2007, Guerini- Patrizia Laurano: Fondamenti di comunicazione politica internazionale, 2006, Bonanno

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L’analisi delle relazioni internazionali descrive e spiega le caratteristiche e le dinamiche dell’insieme dei rapporti che gli stati intrattengono tra di loro e con altri attori operanti a livello internazionale (organi intergovernativi, Ong, associazioni transnazionali, ecc.)

Il termine relazioni internazionali si riferisce alle forme di interazione, sostenute o meno dai governi, tra i membri di società separate

La sociologia delle relazioni internazionali

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01/03/11Titolo Presentazione

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01/03/11Titolo Presentazione

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Titolo Presentazione

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Gli approcci e le metodologie per l’analisi delle relazioni internazionali

• Approcci e dibattiti

1. La natura della politica internazionale

REALISMO vs. IDEALISMO

2. Oggetto di studio delle relazioni internazionali

STATOCENTRISTI vs. GLOBALISTI

3. Metodologie di analisi delle relazioni internazionali

COMPORTAMENTISTI vs. CLASSICI

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IDEALISMO E REALISMO

IDEALISMO - fine I G.M. – (Zimmern, Wilson)

• Concezione positiva dell’uomo in grado di vivere in armonia con i propri simili

• La guerra è il prodotto di incomprensioni tra i capi o di istituzioni imperfette

• Obiettivi morali universali – governo mondiale• Il rafforzamento del diritto internazionale può evitare le

situazioni conflittuali e favorire la cooperazione• Il contesto internazionale non è un’arena• La guerra si può prevenire e la SICUREZZA COLLETTIVA

è in grado di contrastare gli atti aggressivi con azioni collegiali

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IDEALISMO E REALISMO

REALISMO - anni ’40 – ’60 (Morgenthau – Aron)

• Pessimismo antropologico• La politica è mossa da leggi oggettive e immutabili• Ricerca egoistica del potere da parte degli stati• La guerra è un legittimo strumento per gli stati• Gli stati coesistono in un ambiente anarchico senza autorità

superiori (rifiuto della domestic analogy) • La pace può essere mantenuta solo dall’equilibrio di potenza

(BALANCE OF POWER)• gli stati sono gli unici attori di rilievo del sistema delle relazioni

internazionali• gli stati sono attori unitari.• gli stati sono attori razionali nel senso che perseguono sempre

l’interesse nazionale• la sicurezza nazionale è il primo obiettivo: la difesa da qualunque

nemico

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OLTRE IL REALISMO E L’IDEALISMO

NEOLIBERALISM e ISTITUZIONALISMO RAZIONALISTA – Anni ’70/’80 (Keohane – Nye)

• L’interdipendenza e il dilemma del prigioniero rivisto (Axelrod)

• Visione utilitarista/razionalista; la cooperazione nasce dal fatto che gli attori statuali avendo continue interazioni positive comprendono che è nel loro auto-interesse perpetuarle

• Validità e importanza dei regimi internazionali (Krasner)

NEOREALISMO - fine anni ‘70 (Waltz)

• Strutturalisti: anarchia moderata dall’assetto del sistema internazionale; il comportamento degli stati deriva dalla struttura di potere presente nel sistema internazionale

• Elementi costitutivi della struttura: ordine, capacità delle unità, mutamento da ascesa e declino delle potenze

• Polarità, sistemi di alleanze, deterrenza nucleare e stabilità del bipolarismo.

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Modelli di sicurezza statocentrici

Risoluzione del dilemma della sicurezza

Tecniche (anche) violente

Tecniche non violente

REALISMO Balance of power Deterrenza convenzionale e nucleare

IDEALISMO Sicurezza collettiva Trattati sul disarmo

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La questione metodologica nelle RI

Superamento degli studi sociologici del dibattito ancora in corso nelle RI

Approccio classico:

riflessione filosofica – storia della diplomazia: descrizione della politica e delle istituzioni internazionali

Approccio comportamentista/scientifico:

Ricerca di metodologie in grado di rispettare la logica dell’indagine scientifica: pubblicità, ripetibilità, controllo. Modelli matematici, analisi multivariata, dati statistici, serie storiche.

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Crollo del bipolarismo e spiegazioni del nuovo ordine mondiale: il crescente appeal delle spiegazioni sociologiche

• Collins: le ragioni del crollo dell’Urss- Svantaggio demografico e delle risorse

- Svantaggio posizionale

- Iperestensione

- Guerra egemonica sfiancante

- Crisi della legittimazione: mobilitazione popolare e conflitto intra-elite

• Fukuyama: “La fine della storia”

• Huntington: “Lo scontro di civiltà”

• Benjamin Barber: “Guerra santa vs. Mcmondo”

• Sagan: i nuovi modelli di nuclearizzazione militare connessi con la percezione sociale

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Il modello della turbolenza e la dottrina multicentrica (Rosenau)

Gli stati non sono più gli unici attori fondamentali del sistema internazionale: interazione continua tra attori sovereignty free vs.

attori sovereignty bound

organi sovrastatali

STATO

gruppi etnici

Attori economici

Movimentitransnazionali religiosi epolitici, terrorismointernazionale

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Fattore

Mondo statocentrico

Mondo multicentrico

Numero di attori essenziali

Meno di 200 Migliaia

Principale scopo degli attori

Sicurezza e conservazione dell’integrità nazionale e della sicurezza fisica

Autonomia e aumento delle interconnessioni nei processi di globalizzazione

Risorse ultime per realizzare i propri scopi

Forza armata Stimolo alla governance

Modalità di collaborazione

Alleanze formali quando possibili

Coalizioni temporanee

Suscettibilità al cambiamento

Relativamente bassa Relativamente alta

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Il multicentrismo e la prospettiva sociologica

Caratteristiche e criticità:– Eterogeneità degli attori

– Problemi di predicibilità degli eventi

– Incapacità di identificare i centri di potere

– Il rapporto tra stati e attori non statali

– Lo stato tra fine e resurrezione: lo stato è ancora la più importante forma di organizzazione collettiva planetaria

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La politica dell’identità nelle RI• L’ascesa di nuovi attori substatali dopo il bipolarismo: etnie,

nazionalismi, appartenenza religiosa, geopolitica delle emozioni

• Oltre l’immutabilità dello stato: le comunità immaginate, processi di morte e resurrezione degli stati

• Il braccio di ferro tra sovranità e autodeterminazione

• La diffusione delle guerre civili (secessioniste e per il potere) nel mondo contemporaneo

• I punti critici dell’autodeterminazione: crisi integrità territoriale, rischio ingerenze esterne, non necessariamente secessione, causa di belligeranza, lesione diritti altre minoranze

• Conseguenze: creazione dei failed states, aumento delle diaspore, diffusione delle reti transnazionali di tipo etnico, ma anche terroristico o criminale (la società ‘incivile’ globale)

• I rischi: pol. delle identità vs. pol. delle idee, creazione di entità sovrane monoetniche e non democratiche, effetto domino dell’epidemia separatista, il rischio di un mondo di micro-stati.

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“Nell’analisi delle relazioni internazionali si fanno sempre più centrali variabili di tipo socioculturale a scapito delle tradizionali variabili politico-istituzionali”

(Statera – Gritti, il nuovo disordine mondiale 1994)

Elementi di rafforzamento della prospettiva sociologica nell’analisi della sicurezza internazionale

1- aumento dei conflitti intrastatali e diminuzione di quelli interstatali

2- aumento del numero di attori coinvolti

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Kaldor - Le nuove guerre e i tratti identitari

Segal - Il Peacekeeping come interazione tra gruppi

Singer – L'ascesa delle Private Military Companies

Postel e Soffer - Le analisi sociologiche per la riduzione dell’idrodeficit

Kepel – La mobilitazione su base religiosa e l'inizio delle Jihad interne

Walden Bello – L'avvento delle guerre del cibo

Sageman – terrorismo internazionale da gerarchico a reticolare (leaderless jihad)

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Valutazione stateriana delle nuove e vecchie dinamiche delle RI

Apporto delle dimensione sociologica nell’analisi delle RI

Decisivo

Realismo

Diminuita capacità esplicativa analisi delle RI, utile solo in caso di conflitto interstatuale – no alla concezione anarchica – no alla razionalità – no allo stato come attore unitario – si alla teoria della leadership egemonica di Gilpin e alla moderazione strategica di Ikenberry

Idealismo

Scarsa capacità esplicativa analisi delle RI limitata allo sviluppo di regimi internazionali (su temi globali, es. ambiente, disarmo) o all’applicazione del pacifismo debole (sceriffi regionali) – euroscettico – si all’istituzionalismo e ai rendimenti crescenti

Stato-nazione

Elemento cardine delle RI, ma affiancato da altri attori -- analisi previsionale necessita integrazione con fattori socio-culturali

Analisi Geopolitica

Di grande utilità: recupero del valore della geografia e della triade stato – popolazione – territorio -necessarie analisi di “lungo periodo” (Collins)

Multicentrismo e modello della turbolenza

Utile approccio per evitare di cadere nello statalismo e nel nichilismo sullo stato

Visioni ipergeneralizzanti sul postbipolarismo

Di scarsa utilità, necessaria la complessità non le semplificazioni

La globalizzazione

Processo essenzialmente economico con ricadute socio-culturali – Occidentalizzazione che oscilla tra acquiescenza e opposizione (J ihad vs. McWorld) Necessaria una governance della globalizzazione economica

La visione stateriana