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INFORTUNISTICA STRADALE Dott. Ezio Bassani Comandante Corpo Polizia Municipale Serravalle Scrivia (AL) Docente Formatore per la Polizia Locale della Regione Piemonte Tecnico del Traffico Esperto in infortunistica stradale e nella circolazione dei veicoli per trasporto merci pericolose (ADR )

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INFORTUNISTICA STRADALE

Dott. Ezio Bassani Comandante Corpo Polizia Municipale Serravalle Scrivia (AL) Docente Formatore per la Polizia Locale della Regione Piemonte Tecnico del Traffico Esperto in infortunistica stradale e nella circolazione dei veicoli per trasporto merci pericolose (ADR )

PREMESSA Sedici morti e ottocentoventuno feriti: questo è il tributo che ogni giorno paghiamo, un numero impressionante di persone che subiscono danni, purtroppo a volte drammaticamente gravi, negli oltre 215.000 incidenti stradali rilevati dagli organi di polizia tutti, nei quali perdono la vita ogni anno oltre 4.000 persone e circa 300.000 riportano lesioni, molte di queste con esiti di inabilità permanente.

ANNO 2009 ( fonte ISTAT )

215.405 incidenti 4.237 morti 307.258 feriti

la maggior parte di questi sinistri avviene su strade urbane (76%) con 44,7%

morti e del 72,6% dei feriti, anche se i casi più gravi si verificano sulle strade extraurbane con il 5,1 decessi ogni 100 incidenti.

Il mese "nero" è luglio

giovedì e venerdì i giorni in cui avvengono più incidenti, ma va al sabato il

record di quelli più gravi, con una particolare pericolosità alle ore 18.

la tipologia dell'incidente più classico: scontro frontale; fuoriuscita di strada; urto con ostacolo; investimento pedone.

motivo? precedenza/semaforo; guida distratta/andamento indeciso; eccesso

velocità. Un danno che tra l’altro costa complessivamente ogni anno allo Stato Italiano la somma di 34.733.000 Euro ( fonte : Automobil Club d’Italia “ i costi sociali degli incidenti stradali “ anno 2005 ) e che ammonta a circa 2,2 punti del prodotto interno lordo. A ciò si devono poi aggiungere danni nel comune sentire poco noti, se non determinati dalla eclatanza dell’avvenimento o nella drammaticità dell’emergenza, quali gli sversamenti di sostanze pericolose - tossiche o nocive - nei fiumi e nei

torrenti, nei campi, e più raramente nell’aria, danni che molto spesso vengono sottovalutati e sottostimati nell’immediatezza per i reali costi che invece tali eventi creano alla società.

I COSTI SOCIALI DEGLI INCIDENTI STRADALI

» Costi sociali: parametri di calcolo—milioni di Euro anno 2005 )

Si diceva che ogni giorno in Italia si verificano in media 590 incidenti stradali, che causano la morte di 15 persone e il ferimento di altre 842. La maggior parte degli incidenti stradali è rappresentata dallo scontro tra due o più veicoli (76,7%) mentre soltanto il 23,3% degli incidenti ha visto coinvolti veicoli isolati. Tra tutti gli incidenti esaminati nei quali sono risultati coinvolti veicoli isolati, la fuoriuscita o sbandamento del veicolo rappresentano la maggior parte dei casi (21.637 incidenti) con 1.061 morti e 27.191 feriti e, paradossalmente, l’incidente con un solo veicolo crea molti più danni di quanto non si possa pensare ad una superficiale analisi e determina un lavoro a livello risarcitorio che spesso finisce nelle aule del Tribunale, a causa della elevata richiesta di risarcimento.

IL DANNO “DEL SECONDO MOMENTO”

Si deve poi rilevare che esiste un danno secondario fisico, psicologico e materiale inflitto alle vittime e alle loro famiglie dagli incidenti stradali, la cui espressione consiste in un significativo, ed in molti casi drammatico, declino permanente della qualità della vita. Le famiglie colpite dal lutto e quelle con parenti prossimi (soprattutto genitori ) di vittime di infortunio ha un’inevitabile caduta – di lungo periodo, sostanziale e talvolta drammatica – del livello di vita.

Sappiamo che queste “ vittime secondarie “ finiscono per consumare maggiori quantità di sostanze psicotrope, dai semplici tranquillanti ai sonniferi, ma anche più nicotina, alcool e droghe, creando quindi una sorta di circolo vizioso.

E chi subisce a qualsiasi titolo un infortunio, a causa della tragedia, scompensa anche il suo rapporto con il partner e quello con gli amici.

Specificatamente circa il destino delle coppie, una delle conseguente frequenti degli incidenti stradali gravi è determinata dall’evoluzione ( in negativo ) del rapporto all’interno dei nuclei familiari: dopo la tragedia non sono poche le famiglie delle persone decedute che hanno avuto mutamenti al nucleo familiare, con separazioni e divorzi, e soprattutto con figli che hanno lasciato la casa.

Fatto che rivela la sua drammaticità proprio nelle situazioni in cui vi sono disabili permanenti, le loro famiglie sono quelle che maggiormente hanno subito evoluzioni: per loro separazioni e divorzi sono molto più numerosi

IL DANNO “ CONSEGUENTE “

Il disabile spesso deve cambiare occupazione, perché costretto dalle circostanze, talvolta solo per patologie riconducibili all’evento di natura psicologica, spesso più semplicemente, per ragioni fisiche.

Forse tutto ciò sembrerà retorico e anche banale, ma si tratta di sofferenza, una sofferenza che viene vissuta come una condizione difficile, talvolta addirittura estrema, patita dalle vittime – che muoiono o restano invalide – e dalle famiglie, spesso lasciate sole al loro destino e che invece necessitano di sostegno psicologico e materiale.

È giusto dunque che l’impatto degli incidenti stradali debba essere studiato a fondo e riconosciuto sia dalla società che dal sistema giuridico, in maniera tale da poter sostenere vittime e familiari con una doverosa assistenza legale, individuando giuste forme di corresponsione, al termine dei processi, dei danni in relazione alla gravità patita, anche come postumi, garantendo procedimenti penali e civili più semplici e veloci, fissando standard risarcitori più alti, per assicurare ai superstiti ed ai familiari il mantenimento del livello di vita precedente.

*** ***

ANALISI DELL’IMPATTO PSICOLOGICO E FISIOLOGICO SULLE VITTIME E SUI LORO PARENTI

Vittime e parenti soffrono poi di insonnia, cefalee e incubi notturni destinate spesso a protrarsi oltre i tre anni, indice di una sofferenza psicologica che spesso diviene permanente.

Una larga percentuale dei parenti delle vittime, morte e disabili, così come gli stessi disabili, soffre di disordini psicologici; la situazione peggiore è quella dei parenti dei morti, che porta nei primi 36 mesi a pensare al suicidio.

Nello stesso periodo, la quasi totalità dei danneggiati ha perso interesse per le attività quotidiane, come l’attività professionale, il lavoro di casa, la cucina o gli studi; si deve segnalare che vi è chi lamenta perdita nelle capacità di guida, la perdita di fiducia in se stesso, chi segnala di soffrire di attacchi d´ansia, soprattutto è elevata la percentuale di chi inizia a soffrire di depressione, talvolta di fobie, di disordini alimentari, di rabbia e di risentimento.

Con l’eccezione dell’aspirazione al suicidio, i parenti degli invalidi presentano un quadro simile a quello dei parenti dei morti. Sorprendentemente, pur con i loro frequenti disordini – neurologici o di altro tipo – gli invalidi si presentano leggermente meglio (dal punto di vista psicologico ) dei loro parenti, in particolare per quanto riguarda gli attacchi d’ansia, le fobie, i disordini alimentari, la rabbia e il risentimento.

Concludo questa parte soffermandomi sul fatto che i genitori delle vittime di incidenti stradali sono i più colpiti da problemi relazionali, da difficoltà di comunicazione e da problemi sessuali, mentre il dato è relativamente inferiore per i parenti dei disabili e per i disabili stessi.

Chiunque subisca la privazione violenta di una o più persone care, chiunque subisca invalidità o debba assistere soggetti invalidi a seguito di un evento traumatico, deve fare i conti con la quasi totale assenza di aiuto. Non c’è comprensione del fenomeno che ad oggi possa limitare il declino della qualità e livello di vita.

Incidenti e persone infortunate secondo la natura – Anno 2009 NATURA DELL'INCIDENTE Incidenti Morti Feriti Scontro frontale 14.065 598 23.231 Scontro frontale-laterale 76.095 1.071 112.165 Scontro laterale 25.426 213 33.458 Tamponamento 38.995 382 64.706 Urto con veicolo in fermata 7.443 101 10.221 Totale incidenti tra veicoli 162.024 2.365 243.781 Investimento di pedone 18.472 611 20.887 Urto con veicolo in sosta 1.805 28 2.089 Urto con ostacolo accidentale 8.280 311 10.289 Urto con treno 12 1 12 Fuoriuscita 20.646 845 25.750 Frenata improvvisa 702 9 802 Caduta da veicolo 3.464 67 3.648 Totale incidenti a veicoli isolati 53.381 1.872 63.477

TOTALE 215.405 4.237 307.258

Capitolo 1

GLI ASPETTI GIURIDICI DELL’ATTIVITÀ DI INFORTUNISTICA STRADALE

A seguito di un sinistro stradale si aprono scenari e si verificano conseguenze anche di natura personale, non solo economica che portano a ritenere questa attività tra le più delicate effettuate da un organo di polizia.

Inutile soffermarsi sulla professionalità che ogni addetto in ogni lavoro deve avere ma, e sul punto i casi sono frequentissimi, una ricostruzione superficiale di un evento porta a conclusioni non sempre in linea con l’accadimento. Chi scrive ritiene che l’attività specialistica della rilevazione di un incidente sia tra le più qualificanti della Polizia Locale perché prevede un bagaglio di informazioni notevole e permette di mettere in campo l’esperienza e la professionalità che il cittadino legittimamente richiede in tali circostanze.

Oggi, a prescindere dai dati forniti dai vari Ministeri sui presunti cali di sinistri stradali va invece rilevata una maggior pressione – e prevalentemente per motivi economici – sugli Organi accertatori e le parti coinvolte, le compagnie di assicurazione, la stessa Autorità Giudiziaria a cui si deve riferire, tutti chiedono elementi certi per poter definire la pratica e attribuire responsabilità.

Tuttavia, e sul punto si dovrà riflettere attentamente, si deve preliminarmente sottolineare che l’attività di accertamento è sempre a posteriori, cioè comunque seguente all’evento per cui le attività istruttorie saranno sempre finalizzate a concludere che – ragionevolmente – un dato incidente stradale si è verificato possibilmente, probabilmente, quasi sicuramente in un certo modo, ma a parte casi rari ed eccezionali, non visti dal rilevatore che quindi più che accertare, deduce.

Per questo motivo la giurisprudenza di merito non ritiene di dover riconoscere in caso di accertamento a posteriori, quale è appunto la violazione ad una norma comportamentale, la fede privilegiata della dichiarazione del pubblico ufficiale invece prevista dall’art. 2700 del codice civile per i fatti che si sono verificati sotto gli occhi di colui che accerta visivamente. Le attività di ricostruzione del sinistro stradale e le violazioni conseguentemente accertate devono essere provate ai sensi del 12° comma dell’art. 23 della legge 24.11.1981, n. 689 che infatti statuisce:

23. Giudizio di opposizione.

……

12° Il Giudice di Pace accoglie l'opposizione quando non vi sono prove sufficienti della responsabilità dell'opponente.

E provare significa avere elementi oggettivamente rilevanti, indiscutibili, fonti di prova incontrovertibili. Nel corso di questo studio lavoreremo prevalentemente su questo argomento. Perché la Polizia viene chiamata per il rilievo di un sinistro stradale ? La domanda, che può apparire retorica e addirittura fuori luogo, invece rivela curiosi retroscena ai più non conosciuti: per questo motivo è meglio trattare – anche se superficialmente – la materia che origina la competenza.

le norme che dispongono il rilievo del sinistro stradale sono:

Art. 5 comma 1 della legge 7.3.1986, n. 65

Il personale che svolge servizio di polizia municipale, nell'ambito territoriale dell'ente di appartenenza e nei limiti delle proprie attribuzioni, esercita anche:

a) funzioni di polizia giudiziaria, rivestendo a tal fine la qualità di agente di polizia giudiziaria, riferita agli operatori, o di ufficiale di polizia giudiziaria, riferita ai responsabili del servizio o del Corpo e agli addetti al coordinamento e al controllo, ai sensi dell'articolo 221, terzo comma, del codice di procedura penale;

b) servizio di polizia stradale, ai sensi dell'articolo 137 del testo unico delle norme sulla circolazione stradale approvato con decreto del Presidente della Repubblica 15 giugno 1959, numero 393 ( ora art. 11 D. Lgs. 285/92 );

Art. 347 del codice di procedura penale

Obbligo di riferire la notizia del reato

1. Acquisita la notizia di reato, la polizia giudiziaria, senza ritardo, riferisce al pubblico ministero, per iscritto, gli elementi essenziali del fatto e gli altri elementi sino ad allora raccolti, indicando le fonti di prova e le attività compiute, delle quali trasmette la relativa documentazione.

2. Comunica, inoltre, quando è possibile, le generalità, il domicilio e quanto altro valga alla identificazione della persona nei cui confronti vengono svolte le indagini, della persona offesa e di coloro che siano in grado di riferire su circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti.

2-bis. Qualora siano stati compiuti atti per i quali è prevista l'assistenza del difensore della persona nei cui confronti vengono svolte le indagini, la comunicazione della notizia di reato è trasmessa al più tardi entro quarantotto ore dal compimento dell'atto, salve le disposizioni di legge che prevedono termini particolari .

3. Se si tratta di taluno dei delitti indicati nell'articolo 275, comma 3, e, in ogni caso, quando sussistono ragioni di urgenza, la comunicazione della notizia di reato è data immediatamente anche in forma orale . Alla comunicazione orale deve seguire senza ritardo quella scritta con le indicazioni e la documentazione previste dai commi 1 e 2.

4. Con la comunicazione la polizia giudiziaria indica il giorno e l'ora in cui ha acquisito la notizia.

Art. 11 del D. Lgs. 285/92 “ Nuovo Codice della Strada “

Servizi di polizia stradale.

1. Costituiscono servizi di polizia stradale:

a) la prevenzione e l'accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale;

b) la rilevazione degli incidenti stradali;

c) la predisposizione e l'esecuzione dei servizi diretti a regolare il traffico;

d) la scorta per la sicurezza della circolazione;

e) la tutela e il controllo sull'uso della strada.

2. Gli organi di polizia stradale concorrono, altresì, alle operazioni di soccorso automobilistico e stradale in genere. Possono, inoltre, collaborare all'effettuazione di rilevazioni per studi sul traffico.

3. Ai servizi di polizia stradale provvede il Ministero dell'interno, salve le attribuzioni dei comuni per quanto concerne i centri abitati. Al Ministero dell'interno compete, altresì, il coordinamento dei servizi di polizia stradale da chiunque espletati.

4. Gli interessati possono chiedere agli organi di polizia di cui all'art. 12 le informazioni acquisite relativamente alle modalità dell'incidente, alla residenza ed al domicilio delle parti, alla copertura assicurativa dei veicoli e ai dati di individuazione di questi ultimi.

Art. 2043 del Codice Civile

Risarcimento per fatto illecito

Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.

Art. 2054 del Codice Civile

Circolazione di veicoli

Il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. Nel caso di scontro tra veicoli si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli. … omissis…

Ora, tutte queste norme sono quelle che regolano il sinistro stradale ed hanno tutte un’unica finalità: quella di accertare i fatti, punire gli eventuali colpevoli e risarcire il danno cagionato.

Pertanto, tralasciando gli incidenti stradali senza lesioni che investono solo profili civilistici (il risarcimento del danno tra le parti coinvolte) e per la quali l’intervento dell’organo di polizia è richiesto - se possibile - per formare prove utili ai fini di un processo civile e pertanto effettuato solo nel rispetto dell’art. 11 del Codice della strada tratteremo invece gli incidenti stradali nel quale vengono cagionate lesioni a terzi, anche se trasportati.

Insomma ciò che si vuole dire è che nella graduazione degli interventi richiesti, ove non sia possibile rispondere a tutte le chiamate si darà priorità agli incidenti stradali con lesioni, poi a quelli senza feriti e precisando che la autonoma fuoriuscita di strada non è classificata incidente stradale

Anzi, la definizione di incidente stradale data dalla Conferenza di Vienna sulla circolazione stradale (1968), approvata dalla Commissione Economica delle Nazioni Unite per l'Europa, utilizzata anche dall’ISTAT è la seguente :

fatto verificatosi nelle vie o piazze, aperte alla circolazione, in cui risultano coinvolti veicoli (o animali) fermi o in movimento e dai quali siano derivate lesioni alle persone.

Per cui, dato atto che è certamente incidente stradale quell’evento nel quale riportano lesioni una o più persone, gli altri fatti accidentali parrebbero classificati residualmente incidenti stradali mentre in realtà tali non sarebbero.

Soccorre a tal fine l’art. 189 del Codice della Strada che, al comma 3, indica quale incidente stradale quello in cui “Ove dall'incidente siano derivati danni alle sole cose… “ per disporre conseguentemente che “ i conducenti e ogni altro utente della strada coinvolto devono inoltre, ove possibile, evitare intralcio alla circolazione, secondo le disposizioni dell'art. 161. Gli agenti in servizio di polizia stradale, in tali casi, dispongono l'immediata rimozione di ogni intralcio alla circolazione, salva soltanto l'esecuzione, con assoluta urgenza, degli eventuali rilievi necessari per appurare le modalita' dell'incidente. “

Ed anche il comma 5 dello stesso articolo prevede che “Chiunque… non ottempera all'obbligo di fermarsi in caso di incidente, con danno alle sole cose, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 250 euro a 1000 euro”.

Concludendo, deve darsi atto che è incidente stradale anche quello con danno alle sole cose, con ciò ricomprendendo anche la fuoriuscita di strada, posto che è altamente improbabile una totale assenza di danni alle cose in tale evento.

Capitolo 2

INCIDENTI STRADALI CON LESIONI E PROFILI DI RESPONSABILITÀ DEI COINVOLTI

Se dall’incidente stradale, come abbiamo visto, emergono lesioni provocate a terzi in conseguenza della condotta tenuta dall’autore dell’evento scattano “ ope legis “ conseguenze di rilevanza personale e patrimoniale.

Per cui l’incidente deve essere trattato con estrema prudenza, posto che:

a) vi è responsabilità penale per il reato di lesioni personali ( art. 590 C.P.) o per quello più grave di lesioni colpose ( art. 589 C.P.);

b) vi è responsabilità civile per i danni cagionati a terzi ( art. 2043 del codice civile )

c) la liquidazione del danno riportato è ridotta in conseguenza del grado di responsabilità concorsuale;

d) scatta comunque un aumento del bonus malus previsto dal contratto di assicurazione stipulato ai sensi della legge 24.12.1969, n. 990;

e) vi è l’esposizione a sanzione amministrativa per le violazioni comportamentali al codice della strada ed a quelle accessorie, nonché alla possibile decurtazione di punti di cui all’art. 126 bis del medesimo codice.

f) è disposta dall’Ufficio Territoriale del Governo ( la ex Prefettura ) la sospensione cautelare della patente di guida ai sensi dell’art. 223 comma 2 del Codice della Strada.

il tutto sempre che non emergano incidentalmente fatti penalmente rilevanti quali la guida in stato di ebbrezza o di alterazione psico fisica, falsità materiali di documenti o altri reati che, per ragioni di questi studio, non si ritiene di dover trattare più approfonditamente.

La responsabilità qui richiamata produce effetti che hanno conseguenze tali da dover far preoccupare l’ improvvisato operatore, posto che un intervento superficiale porta

poi a dover discutere in tutte le sedi processuali i vari aspetti trattati ed espone a giudizio di responsabilità chi invece è stato chiamato per accertare i fatti se ha – per la superficialità o l’approssimazione anzidetta – cagionato danni ad altri.

Anche se ciò, fortunatamente, accade di rado.

Capitolo 3

L’INTERVENTO OPERATIVO E L’ARRIVO SULLA

“ SCENA DEL CRIMINE “

i veicoli nella posizione di quiete assunta a seguito dell’urto, un’ambulanza sul posto con i sanitari che stanno prodigandosi per soccorrere la vittima del sinistro, una persona stesa al suolo e chiazze di sangue a terra, un casco ed un ciclomotore poco più indietro, vetri e tracce di frenata, una coda di auto ferme che impediscono l’arrivo sul posto e tanta gente, per lo più curiosi, che si attarda a commentare l’accaduto: questo lo scenario che tante volte si presenta al sopraggiungere della pattuglia inviata per i rilievi dell’incidente stradale e lavorare in queste condizioni, con il traffico da ripristinare al più presto ma senza perdere elementi utili alla ricostruzione dell’evento.

E la stampa che preme per sapere, per avere notizie di cronaca; anche loro lavorano e meritano rispetto, molto spesso sono anche utili alla causa e permettono l’acquisizione di notizie ( o di persone informate sui fatti ) che nell’immediato possono essere sfuggite agli operatori.

Cosa si deve fare immediatamente una volta giunti sulla “ scena del crimine “ per acquisire tutti gli elementi oggettivi: soprattutto non farsi idee sull’accaduto, perché la partenza in tale attività è determinante e non deve essere condizionata da presunzioni ancorché supportate dall’esperienza ne’ da dichiarazioni di persone che hanno visto tutto e ce lo dicono subito.

Occorre intanto arrivare sul luogo il più presto possibile, anche se non è il caso di rischiare la propria e l’altrui incolumità; ma un intervento tempestivo permette l’acquisizione di più notizie.

E poi circoscrivere subito l’area del sinistro, fotografando tutto il possibile: ciò che non servirà sarà scartato, ma più foto abbiamo ( meglio se si acquisiscono riprese filmate ) più potremo ricostruire l’evento dopo.

Importantissimo parlare con il medico presente sul posto per sapere dove si trovava ed in che posizione era la persona ferita; la notizia è importantissima e talvolta si rivela determinante nella ricostruzione del puzzle; già un puzzle, questo è il lavoro dell’operatore di polizia che deve pertanto ricordarsi, prima di riavviare il traffico, che tutte le tracce non raccolte andranno irrimediabilmente perse, per sempre.

I nostri veicoli a motore non hanno la scatola nera di rilevamento come gli aerei di linea che ti dice a quale velocità viaggiava il veicolo, in quale momento sono stati messi in azione i freni, in quale punto questo ha iniziato a decelerare e a sterzare le ruote, come era il tempo e le condizioni del manto stradale e non abbiamo neppure a bordo di ogni autovettura una videocamera che registra la visuale di marcia .

Non abbiamo neppure videocamere in ogni intersezione che registrano il traffico e le collisioni di veicoli ogni volta che queste avvengono che – assicuro - sono utilissime e permettono immediatamente di vedere tutto ciò che è necessario per accertare inequivocabilmente l’accaduto.

In assenza dell’ormai sempre più indispensabile aiuto della tecnologia, quando si verifica una collisione, abbiamo la necessità di avere una quantità di informazioni per costruire il nostro puzzle.

Capitolo 4

L’ACQUISIZIONE DEGLI ELEMENTI

NECESSARI ALL’ACCERTAMENTO

Facciamo un passo indietro per capire cosa voglia dire accertare, termine tecnico e fulcro su cui ruota tutto il lavoro di ricostruzione del sinistro.

La norma che ci viene in soccorso è quella dell’art. 13 della legge 24.11.1981, n. 689 che, specificatamente al comma 1, recita:

Atti di accertamento.

Gli organi addetti al controllo sull'osservanza delle disposizioni per la cui violazione è prevista la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro possono, per l'accertamento delle violazioni di rispettiva competenza, assumere informazioni e procedere a ispezioni di cose e di luoghi diversi dalla privata dimora, a rilievi segnaletici, descrittivi e fotografici e ad ogni altra operazione tecnica.

Per prima cosa occorre documentare la scena del sinistro, con tutte le risorse a disposizione: una macchina fotografica, un metro a nastro, una “ bindella metrica “ dovrebbero essere utili per raccogliere e documentare le misure necessarie per stabilire la posizione statica dei veicoli

Occorre subito scegliere due punti di riferimento (i cosiddetti “ capisaldi ”) per circoscrivere il teatro del sinistro. Si possono scegliere idranti, tombini, la segnaletica orizzontale stradale, i grandi alberi, i pali dell'illuminazione elettrica, gli angoli di edifici, i guard-rail, i ponti, i marciapiedi, e le intersezioni, purchè siano punti che durano nel tempo.

E poi devono essere individuati i punti di ogni veicolo coinvolto; da quel punto ad entrambi i punti di riferimento che sono stati scelti prima occorre “ triangolare “ cioè misurare le distanze e formale per ogni caposaldo un triangolo. La realizzazione di un primo schizzo che mostra questi due punti di riferimento e le linee comprese tra questi con i punti di veicolo sarà utile per lo studio del sinistro.

La raccolta degli indizi sul luogo del sinistro quali i segni di slittamento e di frenata di pneumatici su una strada possono rivelare sia quando un conducente ha reagito,

sia la direzione di marcia e talvolta può permettere di risalire con buona approssimazione alla velocità. I falsi segni a scopo di truffa e altri tipi di prova fisica ( ad esempio un linea di scolo di fluidi che potrebbe fuoriuscire da un veicolo) può dirci dove la collisione ha avuto luogo e il percorso dei veicoli. Un danneggiamento di fogliame di cespuglio, danni o segni su veicoli, segni di frenata possono aiutare a determinare il percorso del veicolo.

A questo punto il traffico può essere riavviato perché le altre attività possono essere svolte senza più tenere la strada chiusa.

L’accertamento della tipologia e dell’entità dei danni riportati dai veicoli permette la raccolta di un buon numero di indizi di prova. Il danno di impatto può dirci infatti quale parte di un veicolo ha colpito quella di un altro, i segni di scarrocciamento ci possono rivelare come un veicolo si è rovesciato, così come le parti sfuggite all'impatto ci possono dire qualcosa sulla direzione geometrica della collisione.

Capitolo 5

LA TECNICA DI RACCOLTA E RILEVAZIONE

DEGLI ELEMENTI OGGETTIVI

il titolo del capitolo in trattazione già di per se’ potrebbe essere esaustivo del concetto che si vuole esprimere perché – ma lo si vuole sottolineare – ai fini della ricostruzione dell’evento sono solo gli elementi oggettivi quelli che potranno essere utilizzati dall’organo accertatore per trarre le conclusioni.

Conclusioni che porteranno non già a stabilire chi abbia ragione nell’evento ma ad accertare le responsabilità di ognuno dei protagonisti.

Quindi le dichiarazioni di parte e quelle rese dalle persone informate sui fatti ( che non sono testimoni e che spesso, molto spesso, sottoposti alle pressioni dei legali di questa o di quell’altra parte durante il processo ritrattano o dichiarano di non essere più così tanto sicuri dell’accaduto ) non devono avere valenza ai fini del lavoro di ricostruzione del puzzle.

Gli elementi oggettivi sono sempre gli stessi: il punto localizzato al suolo ove è avvenuto il contatto tra i veicoli e i danni prodotti dal contatto medesimo, nonché le tracce prodotte dagli eventuali tentativi di evitare l’impatto e quelle lasciate dopo l’urto.

La perspicacia e l’ostinazione sono elementi caratterizzanti la professionalità dell’operatore esperto in infortunistica stradale ( ricercare vuol dire infatti cercare e poi cercare ancora sino a trovare ciò che non si vede immediatamente ) e ciò che si vuole rimarcare è che occorre valutare attentamente ogni piccola traccia lasciata al suolo; ciò che immediatamente può non essere importante diventa rilevante in successione e quindi non deve essere sottovalutato.

Tuttavia le dichiarazioni di parte e quelle di persona che hanno assistito alla scena servono per proseguire le indagini e quindi vanno raccolte, ove le persone acconsentano.

In modo particolare si ritiene che debbano essere scattate fotografie cercando di “ vedere “ ciò che vedeva il dichiarante, cioè riproducendo dalla posizione in cui egli si trovava, dal suo punto di osservazione, ciò che ha dichiarato.

Le dichiarazioni cosiddette testimoniali possono raccontare numerosi dettagli su come sia avvenuto l’evento, anche se comunque occorre essere consapevoli che tali testimoni possono aver subito un' esperienza traumatica e possono riferire in modo impreciso ciò che è accaduto. I passanti possono riferire ciò che essi hanno notato, ma la loro interpretazione degli eventi, specialmente la velocità del veicolo, non è attendibile tranne che in determinati termini.

Tali dichiarazioni, che vanno guidate durante la redazione dall’operatore di polizia, serviranno successivamente, nel caso si arrivi ad un processo penale ma anche in sede civile e questo è l’unico vero motivo per cui si procede alla loro raccolta.

Capitolo 6

LO SVILUPPO DELLE INDAGINI E LA RICOSTRUZIONE DELL’EVENTO

Tutto il lavoro prodotto ed il materiale raccolto ora viene trattato ai fini della ricostruzione della vicenda: occorre quindi lavorare su disegni, foto e quant’altro utile alla formazione della scena del crimine per poter poi tentare di capire quali sono stati gli eventi immediatamente verificatisi prima dell’urto e quali le singole responsabilità.

Questa è la fase dello studio del sinistro, che deve portare al convincimento che i fatti si siano svolti i un modo piuttosto che in altro, le ipotesi attentante vagliate e devono essere tratte le conclusioni.

Spesso si legge sui rapporti che “ non essendo possibile accertare esattamente l’accaduto si fa rinvio a quanto disposto dall’art. 2054 cpv del codice civile “ che significa, tradotto in linguaggio comune, << non avendo capito cosa è successo, lascio che siano le parti e le loro assicurazioni a decidere l’accaduto e le responsabilità ai fini del risarcimento del danno >>; è un’ammissione di superficialità nel lavoro di ricostruzione e solo talvolta di impossibilità oggettiva al rilievo.

Frase che invece è quasi sempre sostenibile se i veicoli sono rimossi dal punto di quiete successiva all’urto e le tracce di contatto tra gli stessi non permettono una certa ricostruzione degli accadimenti.

La ricerca delle cause del sinistro è frutto di intuizione, capacità professionale, abilità ed esperienza, soprattutto quest’ultima è determinante nell’attività specifica e non può certo essere tratta in un corso teorico.

Se le ipotesi sono due o più e non vi è modo di individuare certamente l’accadimento, si dia atto sul rapporto di tutte le possibili modalità dell’evento, dell’impossibilità di definire l’unico vero motivo per cui si è verificato il sinistro.

Capitolo 7

LA REDAZIONE DEGLI ATTI DI POLIZIA STRADALE E

DI POLIZIA GIUDIZIARIA

“ la violazione, quando possibile, deve essere immediatamente contestata tanto al conducente che all’obbligato in solido “ recita l’art. 200 del codice della strada, ma quella frase tra virgole, quel “quando possibile “ lascia aperti molti interrogativi.

Si, perché la redazione di questi atti è forse la parte più delicata dell’intera attività di rilevazione di un sinistro, comporta l’aver accertato qualcosa che non si è sicuri si sia davvero verificato in quel modo, forse è meglio ragionare e pensarci su ancora un po’.

Cosa va contestato immediatamente, all’atto del rilievo del sinistro stradale ?

“ Tutto ciò che si è accertato “ è la logica risposta, ma … accertare significa avere la convinzione che i fatti si siano svolti in un dato modo piuttosto che in un altro.

Si potrà ragionevolmente sostenere di avere accertato che un veicolo non aveva superato la prescritta visita di revisione periodica, che non è stata esibita il certificato di assicurazione obbligatoria, che l veicolo aveva gli pneumatici usurati oltre il limite; ma cosa altro si potrà avere accertato sul posto, visto che le dichiarazioni dei protagonisti e delle persona informate sui fatti non possono essere tenute in alcuna considerazione e che le stesse vengono acquisite soltanto per finalità successive ?

Chi può dire, arrivato sul luogo dell’incidente ad evento avvenuto, chi vi fosse alla guida del veicolo, se indossava i prescritti sistemi di ritenuta, se ha segnalato con sufficiente anticipo il cambio di direzione ?

Tutte le attività di ricerca condotte devono portare a conclusioni e se tali conclusioni sono certe, si proceda alla contestazione, diversamente meglio riservarsi di valutare meglio ed eventualmente di contestare dopo.

Molti Giudici di Pace sollevano eccezioni per tale presunta violazione del diritto di difesa ma chi scrive ritiene che valga la pena riservarsi di contestare se non si è sicuri di ciò che si scrive, viste le conseguenze cui si espone la vittima di una possibile ingiusta sanzione.

A maggior ragione valgono le argomentazioni sin qui esposte per gli atti di polizia giudiziaria e, prudenza a parte, ci si comporterà solo notiziando di tutto ciò che si è accertato, lasciando ad altri il compito di dedurre, valutare, decidere.

Il verbale di accertamenti e rilievi urgenti, i verbali di raccolta delle sommarie informazioni rese dai protagonisti e dagli eventuali presunti testimoni, il sequestro dei veicoli laddove ve ne siano le necessità sono atti tipici di polizia giudiziaria e come tali vanno trattati.

La norma codicistica per la definizione del sinistro stradale indica che :

Art. 223. Ritiro della patente in conseguenza a ipotesi di reato.

1. Nelle ipotesi di reato per le quali è prevista la sanzione amministrativa accessoria della sospensione o della revoca della patente di guida, l'agente o l'organo accertatore della violazione ritira immediatamente la patente e la trasmette, unitamente al rapporto, entro dieci giorni, tramite il proprio comando o ufficio, alla prefettura-ufficio territoriale del Governo del luogo della commessa violazione. Il prefetto, ricevuti gli atti, dispone la sospensione provvisoria della validità della patente di guida, fino ad un massimo di due anni. Il provvedimento, per i fini di cui all'articolo 226, comma 11, è comunicato all'anagrafe nazionale degli abilitati alla guida

2. Le disposizioni del comma 1 del presente articolo si applicano anche nelle ipotesi di reato di cui all'articolo 222, commi 2 e 3. La trasmissione della patente di guida, unitamente a copia del rapporto e del verbale di contestazione, è effettuata dall'agente o dall'organo che ha proceduto al rilevamento del sinistro. Il prefetto, ricevuti gli atti, dispone, ove sussistano fondati elementi di un'evidente responsabilità, la sospensione provvisoria della validità della patente di guida fino ad un massimo di tre anni.

e l’art.222 richiamato sopra recita che:

Art. 222. Sanzioni amministrative accessorie all'accertamento di reati.

1. Qualora da una violazione delle norme di cui al presente codice derivino danni alle persone, il giudice applica con la sentenza di condanna le sanzioni amministrative pecuniarie previste, nonché le sanzioni amministrative accessorie della sospensione o della revoca della patente.

2. Quando dal fatto derivi una lesione personale colposa la sospensione della patente è da quindici giorni a tre mesi. Quando dal fatto derivi una lesione personale colposa grave o gravissima la sospensione della patente è da uno a sei mesi. Nel caso di omicidio colposo la sospensione è da due mesi a un anno. Se il fatto di cui al secondo o al terzo periodo è commesso da soggetto in stato di ebbrezza alcolica ai sensi dell'articolo 186, comma 2, lettera c), ovvero da soggetto sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope, il giudice applica la sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente.

2-bis. La sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente fino a quattro anni è diminuita fino a un terzo nel caso di applicazione della pena ai sensi degli articoli 444 e seguenti del codice di procedura penale.

3. Il giudice può applicare la sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente nell'ipotesi di recidiva reiterata specifica verificatasi entro il periodo di cinque anni a decorrere dalla data della condanna definitiva per la prima violazione.

norma alla quale il legislatore ha apportato ancora modifiche con la legge 168/2005, modifiche che oggi dispongono all’art. 213 che : 2-sexies. È sempre disposta la confisca del veicolo in tutti i casi in cui un ciclomotore o un motoveicolo sia stato adoperato per commettere un reato, sia che il reato sia stato commesso da un conducente maggiorenne, sia che sia stato commesso da un conducente minorenne.

e che va tenuta in debita considerazione nel caso in cui il conducente di un ciclomotore o di un motoveicolo coinvolto in un sinistro stradale sia – per esempio – in stato di ebbrezza, piuttosto che in flagranza di qualsiasi reato.

Il rapporto di cui all’art. 223 del Codice della strada deve integrarsi con la segnalazione di notizia di reato ai sensi dell’art. 347 del c.p.p. e, redatto un’unica volta, deve avere i connotati e gli estremi di entrambe le procedure.

Ovviamente, all’Autorità Giudiziaria verranno trasmessi ( se necessario, vista ora la competenza giurisdizionale del Giudice di Pace per le lesioni colpose ) tutti gli atti di polizia giudiziaria e copia fotostatica degli atti di polizia stradale, all’Ufficio Territoriale del Governo ( la ex Prefettura ) ed all’Ufficio Provinciale del Dipartimento Trasporti Terrestri ( la ex Motorizzazione Civile ) copia fotostatica degli atti sanzionatori di polizia stradale e copia fotostatica del referto medico della parte offesa.

Gli originali degli atti sanzionatori di polizia stradale verranno invece trattenuti in Ufficio per il successivo procedimento, posto che è ammesso il pagamento in misura ridotta ovvero il ricorso al Giudice di Pace, a prescindere dalle altre conseguenze.

Capitolo 8

METODOLOGIA DI REDAZIONE DELLA

RELAZIONE DI INCIDENTE STRADALE

Ogni Comando ha adottato un modus operandi proprio e diverso, sempre comunque legittimo,per trattare le relazioni di sinistro stradale.

Va ricordato che:

in caso di incidente con esito mortale ( o prognosi riservata ) deve essere data immediata informazione, anche telefonica, all’Autorità Giudiziaria, cui va fatto seguire al più presto una prima ricostruzione oggettiva dell’evento.

in caso di incidente con sole lesioni occorre attendere tre mesi ( e non 90 giorni, ndr ) prima di inoltrare alla Procura della Repubblica la richiesta di citazione a giudizio della persona responsabile delle lesioni colpose, e solo a seguito di querela della parte offesa.

in entrambi i casi sopradescritti non si potrà fornire alcuna notizia circa la dinamica dell’evento in assenza di liberatoria dell’A.G. procedente, ma si devono invece fornire agli aventi diritto ( il conducente, il proprietario, il legale di fiducia e l’assicurazione ) tutti gli elementi di tempo e di luogo del sinistro, i dati dei veicoli, i nomi dei conducenti e proprietari, nonché gli estremi assicurativi.

in caso di sinistro ove non vi sono feriti i dati possono essere forniti alle medesime persone ai sensi della legge 241/90 entro trenta giorni dalla richiesta.

E’ sempre meglio far richiedere per iscritto la documentazione, visto che molti sono gli studi peritali e di investigazione che lavorano senza mandato e solo dopo avere visionato gli atti contattano la parte coinvolta, proponendo assistenza per l’utile risarcimento del danno.

In caso di incidente stradale con esito mortale o con feriti, occorre sempre compilare il modello ISTAT, da inviare al Comando Stazione Carabinieri che ne cura la raccolta per il successivo invio all’Istituto di Statitistica.

In caso di incidente stradale – anche senza feriti – va mandata copia della relazione all’’U.C.I. – Ufficio Centrale Italiano – con sede a Milano per la trattazione con le compagnie di assicurazione che rappresentano in Italia le compagnie estere.

In caso di incidente stradale con feriti l’INAIL chiede talvolta notizie dell’evento: l’Istituto ne ha titolo e la richiesta deve essere soddisfatta.

ULTIME NOVITA’ DALLA CASSAZIONE

cattiva manutenzione strade comunali? Sindaco rischia condanna per lesioni colpose

La Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. 36475/2008) ha stabilito che, in caso di lesioni riportate dai cittadini per cadute sulle strade comunali dissestate, rischia una condanna per lesioni colpose, il sindaco (con delega ai lavori pubblici) e il responsabile dell'Ufficio tecnico comunale. Secondo la Corte, in tali casi, la loro responsabilità va ricondotta alla mancata verifica da parte loro circa la manutenzione delle strade. La Corte ha infatti affermato che "la posizione di garanzia che il Sindaco e il responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune assumono sulla base di una generale norma di diligenza che impone agli organi della amministrazione comunale, rappresentativi o tecnici che siano, di vigilare nell'ambito delle rispettive competenze per evitare situazioni di pericolo ai cittadini, situazioni di pericolo derivanti dalla non adeguata manutenzione e dal non adeguato controllo dello stato delle strade comunali". "Non è certo richiesto – prosegue la Corte – né al sindaco, né al responsabile dell'Ufficio tecnico di effettuare perlustrazioni o ronde di sorta, ma è sicuramente doveroso il loro attivarsi per avere attraverso le varie articolazioni operative dei competenti uffici, le informazioni necessarie sullo stato delle strade comunali nonché per adottare i provvedimenti organizzativi generali e dispositivi specifici per la eliminazione dei pericolo accertati o comunque segnalati".

muore cadendo dal motorino per una buca sulla strada, è omicidio colposo La Corte di Cassazione con sentenza 6267/2008 ho reso definitiva la condanna per omicidio colposo nei confronti del titolare di una società appaltatrice di opere di manutenzione di un tratto stradale in cui la presenza di tre buche aveva fatto perdere il controllo di un motorino ad una ragazza che cadendo aveva perso la vita a causa delle gravi lesioni riportate. Il fatto si era verificato nella Capitale in un tratto di Via Salaria corrispondente all'ingresso di Villa Ada. La suprema Corte ha sottolineato nella sentenza che il giudice di merito ''con argomentazione condivisibile ha ritenuto insussistente il concorso di colpa della vittima, che procedeva a velocita' moderata in un tratto stradale in cui non vi era un limite particolare di velocita', riconducendo la causa della caduta in via esclusiva alla trappola stradale che si era venuta a creare nel tratto stradale, alla quale [...], violando gli obblighi contrattualmente assunti non aveva posto rimedio''. La condanna per omicidio Colposo era stata inflitta dal

Tribunale di Roma sulla base del rilievo che con la consegna dell'appalto l'impresa ''era obbligata ad iniziare immediatamente il servizio si sorveglianza ed il conseguente pronto intervento sulla sede stradale''. A tali obblighi il titolare della manutenzione non aveva fatto fronte pur avendo il dovere di rimuovere quelle che la Corte ha definito, senza mezzi termini, "trappole stradali".

conducente confessa? non è piena prova Nelle ipotesi di responsabilità civile automobilistica se una delle parti confessa la propria responsabilità non è possibile assegnare a tale confessione valore di piena prova neppure nei confronti di chi ha reso la confessione. E' quanto chiarisce la Corte di Cassazione (Cassazione civile , sez. III, 25 gennaio 2008 , n. 1680) spiegando che detta confessione, può essere solo liberamente apprezzata da giudice come previsto dall'art. 2733 comma terzo del codice civile senza che si possa ipotizzare una valutazione differenziata delle responsabilità, con la condanna di chi ha confessato e l'assoluzione dell'assicuratore. Il libero apprezzamento delle dichiarazioni confessorie va fatto dunque con riferimento alla posizione di tutte le parti. La motivazione resa dai giudici di merito - si legge nella sentenza - "appare intrinsecamente contraddittoria, nella parte in cui ha ritenuto contemporaneamente provato e non provato - quindi legalmente esistente e legalmente inesistente - il medesimo fatto, ed ha emesso condanna a carico del privato danneggiante e non degli assicuratori, sebbene posizioni e responsabilità dell'uno e degli altri siano tutte inscindibilmente collegate all'accertamento di quel fatto". In sostanza spiega la Corte "se unico è il fatto che genera la responsabilità, l'accertamento relativo alla sussistenza o meno di quel fatto non può condurre a risultati diversi per l'uno e per l'altro dei coobbligati, senza che la decisione manifesti un'insanabile contraddizione interna (Nello stesso senso si veda, diffusamente, Cass. Civ. Sez. Un. 5 maggio 2006 n. 10311)".

Conducente responsabile di omicidio colposo anche se è stato tamponato Esporsi al rischio di accusare un "colpo di sonno" al volante, ovvero già solo il semplice mettersi alla guida dell'auto in condizioni fisiche e psichiche non di sicurezza (come dopo aver bevuto e fatto molto tardi in discoteca), è di per sè fonte di "condotta colposa" in caso di incidente stradale, a prescindere persino dalla violazione dei limiti di velocità o dall'erroneità di una manovra. è su questa base che

il giudice Aurelio Barazzetta ha ritenuto responsabile di omicidio colposo un 22enne automobilista reo non di aver tamponato qualcuno l'8 giugno 2002 sulla tangenziale Ovest, ma di aver perso il controllo del proprio mezzo, urtando il guard-rail e restando in mezzo alla strada, dove poi un'altra auto, condotta da una 26enne (rimasta uccisa nello scontro) l'aveva centrato. Che cosa fa del "colpo di sonno" una potenziale "condotta colposa" già in sé? Generali canoni di prudenza, certo, e poi il codice della strada. Ma "prima ancora", scrive il giudice, "il buon senso risvegliato spesso da adeguata pubblicità televisiva pagata dall'ente pubblico nel rammentare che dopo una notte insonne può essere pericoloso mettersi alla guida di un'auto alle quattro del mattino", dato che "rientra nel pronosticabile che a causa di un colpo di sonno si perda la guida del mezzo creando una condizione pericolosa per la circolazione e l'incolumità". Il colpo di sonno, riassume dunque il giudice, non può essere svalutato a "occasione" dell'incidente, come proposto dalla difesa, ma va valutato quale "concausa" dell'evento. Anzi, quasi come un "dolo eventuale", nel senso che l'imputato, mettendosi insonne alla guida alle 4 del mattino all'uscita dalla discoteca, "ha accettato di correre un rischio del quale poteva prevedere le gravi conseguenze". Di qui l'entità della sentenza: condanna a un anno e mezzo di pena (seppur con la sospensione condizionale), e a un risarcimento danni di 150 mila euro alla parte civile, cioè alla famiglia della vittima, assistita dall'avvocato Rosario Alberghina.

Cinture di sicurezza. Prova del mancato uso. Al fine di accertare il concorso di colpa nella produzione di lesioni in caso di sinistro stradale, il giudice può dedurre il mancato uso delle cinture di sicurezza dal semplice referto del pronto soccorso?

(Cassazione Civ., sentenza 2 marzo 2007, n. 4954.)

Con la pronuncia in esame, la Suprema Corte ha cassato la sentenza del giudice di appello che aveva affermato il concorso di colpa nell’entità delle lesioni subite dagli eredi dell’attore nel corso di un sinistro stradale, sulla base del semplice referto di pronto soccorso. La Corte ha osservato che il giudice di appello non avrebbe potuto affermare il concorso in mancanza di elementi diretti di prova e di una specifica indagine istruttoria sul punto, essenzialmente di ordine tecnico (sulla cinematica dell’incidente e sull’accertamento sul mezzo dell’uso delle cinture). Difatti, il mero esame del referto di pronto soccorso, non era funzionalmente e scientificamente diretto alla verifica della compatibilità delle lesioni mortali con l’utilizzo o meno delle cinture di sicurezza, e dunque poteva costituire un indizio, non univoco, da consolidare attraverso la indicazione di ulteriori elementi di prova. Nella specie, gli unici tecnici intervenuti sul teatro dell’incidente, ispezionata la macchina, non avevano rilevato il mancato utilizzo delle cinture, che avrebbero dovuto risultare

integre anche nel meccanismo di arresto dopo il violentissimo urto per la uscita dell’auto fuori strada e per l’impatto contro un muro.

Sull'ammissibilità ed utilizzabilità delle videoriprese nel processo penale. Cassazione Penale SS.UU. 28/07/2006, n. 26795

In mancanza del provvedimento autorizzativo è da ritenere che la prova atipica, costituita dalle videoregistrazioni effettuate, si prospetti carente di un presupposto di ammissibilità e che quindi non possa essere utilmente addotta a giustificazione di una prognosi di responsabilità sorretta da gravi indizi di colpevolezza.

Presunzione di colpa - Nesso di casualità con l'evento

Cassazione Penale Sez IV n° 3094 del 11 marzo 1998

In tema di delitti colposi in generale e di incidenti stradali in particolare, l'accertata sussistenza di condotta antigiuridica per violazione di norme specifiche di Legge o di precetti generali di comune prudenza, non fa presumere rapporto di casualità materiale tra la condotta e l'evento: tale rapporto deve essere oggetto di indagine e risultare dalla sentenza con motivazione adeguata.

spegnimento della pubblica illuminazione

Cassazione Penale, sez. IV, 9 giugno 1982, n. 720.

Non può costituire caso fortuito l'improvviso spegnimento della illuminazione pubblica che si sia verificato mentre il conducenteimpegna una curva tenendo una velocità che non consenta l'arresto immediato del veicolo da lui condotto.

Un veicolo che proceda senza le luci di posizione o di altri prescritti dispositivi di illuminazione efficienti

Cassazione Penale, sez. IV, 26 febbraio 1982, n. 1944.

Il fatto che un automobilista possa imbattersi in orario notturno o in altri casi di scarsa visibilità in un veicolo con i dispositivi di illuminazione non efficienti deve ritenersi, secondo la comune esperienza, un fatto prevedibile e anche probabile, legato a cause di vario genere.

Lo slittamento del piede dal pedale del freno

Cassazione Penale, sez. IV, 24 maggio 1978, n. 6401.

Lo slittamento del piede dal pedale del freno non costituisce caso fortuito, ma imperizia del conducente e quindi trattasi di condotta sicuramente colposa.

L'afflosciamento progressivo di un pneumatico

Cassazione Penale, sez. IV, 7 giugno 1983, 5473.

Qualora un improvvisa foratura causi l'improvviso afflosciamento di uno pneumatico e a causa di questo si verifichi un sinistro con lesioni alle persone, costituisce la scriminante di cui all'art. 45 CP per essere il fatto dovuto al caso fortuito.

Oggi, essendo le strade asfaltate e mantenute quasi sempre in buono stato di conservazione, l'ipotesi di trovare oggetti taglienti che possano lesionare i pneumatici, riveste carattere di astratta prevedibilità.

Cassazione Penale, sez. IV, 25 maggio 1983, 4766.

Non costituisce invece caso fortuito l'afflosciamento di un pneumatico dovuto all'usura o ad altre fattori tecnici, e ancor di più se il conducente abbia notato la fase iniziale dello sgonfiamento.

Abbagliamento causato da raggi solari o dai fari di altri veicoli o anche da riflessi sull'asfalto

Cassazione Penale, sez. IV, 10 luglio 1980, n. 8796.

L'abbagliamento causato dalla luce dei fari di veicolo che procede in senso inverso di marcia non costituisce caso fortuito poiché colui che si trovi abbagliato deve di ridurre la velocità o addirittura di fermarsi.

Cassazione Penale, sez. IV, 13 luglio 1989, n. 10337.

L'abbagliamento da raggi solari non costituisce caso fortuito poiché in tale situazione il conducente è tenuto a ridurre la velocità ed anche a interrompere la marcia sino a che il fenomeno non è cessato.

Cassazione Penale, sez. IV, 7 febbraio 1968.

Non costituisce caso fortuito l'abbagliamento dovuto al del riflesso delle luci dell'illuminazione pubblica sull'asfalto bagnato.