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Cosa sono il Preliminare di PUC e il Rapporto...3 Cosa sono il Preliminare di PUC e il Rapporto Ambientale Preliminare Il Regolamento 4 agosto 2011 n. 5 di attuazione della L.R. 16/2004

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Cosa sono il Preliminare di PUC e il Rapporto Ambientale Preliminare Il Regolamento 4 agosto 2011 n. 5 di attuazione della L.R. 16/2004 in materia di Governo del territorio e del successivo relativo “Manuale operativo” recentemente pubblicato sul n. 1 de “I quaderni del governo del territorio” dell’Area Generale di coordinamento 16 della Regione Campania, apportano modifiche alla legge urbanistica regionale al fine di rendere contemporanee ed totalmente integrate la redazione del Piano Urbanistico Comunale (PUC) e quella della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che, introdotta dalla stessa legge , ha il compito di analizzare e valutare la sostenibilità delle scelte del piano rispetto all’ambiente. Per questo motivo il primo passo verso il piano comunale costituito dalla redazione dei documenti che qui vengono presentati: il Preliminare di PUC e il Rapporto Ambientale Preliminare sul quale si fonda la VAS . Questa fase è anche quella in cui gli enti competenti in materia ambientale (i cosiddetti SCA, Soggetti Competenti in Materia Ambientale), le associazioni e i cittadini possono pendere visione degli indirizzi e delle strategie di sviluppo del piano e contribuire alle scelte attraverso i propri suggerimenti, proposte e critiche. Il Preliminare del PUC di Portici si fonda su un approfondito quadro conoscitivo, costituito dall’interpretazione e rappresentazione delle dinamiche, modi e forme dell’urbanizzazione storica, moderna e contemporanea, delle forme del paesaggio e delle componenti ambientali, della infrastrutturazione, mobilità e fruibilità della città, degli usi del territorio agricolo ed urbano e dei piani e vincoli alla scala sovra comunale che condizionano le scelte del PUC. Gli elaborati analitici, insieme a quelli progettuali del preliminare e agli studi di supporto al piano, come lo Studio dell’uso agricolo e dell’arredo a verde, pubblico e privato del Comune di Portici e lo Studio geologico-tecnico, consultabili sul Sito del comune dedicato al PUC all’indirizzo.

Il PUC e la pianificazione sovraordinata Le strategie e le scelte preliminari del PUC sono coerenti con i piani sovraordinati che dettano indirizzi strategici e vincoli. In particolare, il Piano Territoriale Regionale (PTR) e il Piano di Coordinamento della Provincia di Napoli (PTCP), il Piano del Parco Nazionale del Vesuvio

(PPNV)1 e il Piano Strategico Operativo per la zona rossa vesuviana

(PSO) per i temi riguardanti la mitigazione del rischio vulcanico e le relative politiche di riqualificazione ambientale e insediativa, individuano i seguenti principali temi per lo sviluppo e la riqualificazione urbana: � la riqualificazione della fascia costiera, valorizzando sia il mare e il suo

uso balneare, sia le risorse paesaggistiche e culturali; � il potenziamento della continuità ecologica fra le aree naturali del

Parco del Vesuvio e il mare attraverso la riconnessione del Parco della Reggia borbonica e delle aree a nord e a sud;

� il governo del rischio sismico e vulcanico, attraverso la riduzione della pressione abitativa nella direzione tracciata dal Piano strategico operativo (PSO) ai sensi della L.R. 21/04 che vieta, nella zona rossa vesuviana, la realizzazione di nuove abitazioni;

� la valorizzazione della identità urbana attraverso la realizzazione di nuove centralità alla scala metropolitana e la valorizzazione delle risorse storico-ambientali locali in grado di rendere Portici uno dei poli dell’armatura urbana regionale;

� il miglioramento delle condizioni di accessibilità e il sostegno al trasporto pubblico, in un’ottica di mobilità sostenibile e integrata, attraverso la razionalizzazione del trasporto pubblico su ferro e della portualità turistica.

Gli indirizzi del piano sono anche coerenti con il Documento di Orientamento Strategico (DOS) che il Consiglio Comunale ha approvato nel luglio 2009 previsto dalla Regione Campania come propedeutico al Programma Integrato Urbano (PIU’ Europa) per accedere ai Fondi FESR 2007-2011 per la riqualificazione delle città con oltre 50mila abitanti (Misura 6.1. del PO Campania). Infine il PUC recepisce il sistema di vincoli di natura paesaggistica dettati dal Piano Territoriale Paesistico dei Comuni Vesuviani (PTP) che definiscono misure di salvaguardia limitando l’attività edificatoria ai soli interventi di recupero dell’esistente e di realizzazione di nuove attrezzature pubbliche a standard.

1 Il territorio del comune di Portici non ricade nei confini del Parco Nazionale del

Vesuvio ma, rientra nelle “aree contigue del Parco” per le quali il PPNV costruisce

indirizzi da assumere nella formazione degli strumenti urbanistici comunali.

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I contenuti e l’articolazione del PUC Il PUC è costituito da diverse tipologie di elaborati, con ruoli differenziati: - il Quadro strategico, con valore di indirizzo, che definisce le principali

direttrici di sviluppo e riqualificazione del territorio di Portici e che viene sintetizzato e rappresentato in 4 nuove immagini della città (Vision);

- i Sistemi (Ambientale e la Rete ecologica, Insediativo e Infrastrutturale) che rappresentano le principali componenti della struttura insediativa, ambientale e infrastrutturale del territorio, per le quali il PUC fornisce disposizioni normative connesse ai loro caratteri strutturanti, caratterizzanti e qualificanti e alle specifiche scelte progettuali, che definiscono la disciplina del territorio comunale con valenza di direttive e indirizzi;

- gli Ambiti di paesaggio (non presenti in questa fase del Preliminare), con valenza normativa, che costituiscono parti discrete del territorio comunale dotate di una specifica e riconoscibile identità, riconducibile alla peculiare compresenza di una o più componenti strutturali costitutive dei Sistemi e di specifiche relazioni storiche, culturali, ecologiche, percettive e funzionali fra tali componenti;

- i Progetti-guida, con valenza di indirizzo, per alcune parti della città nelle quali, sia per la presenza di particolari risorse che si intende valorizzare (componenti naturali e paesaggistiche; edifici, tessuti e tracciati storici; tessuti di nuova formazione da consolidare, …), sia per la presenza di condizioni di criticità urbanistica e ambientale (detrattori ambientali, aree e tessuti da riconvertire o riqualificare, …), si prevedono interventi di conservazione e trasformazione e singole opere a diversa destinazione funzionale di particolare rilevanza sulle quali si concentreranno gli sforzi del Comune, attraverso l’attivazione dei piani operativi e degli Atti di programmazione, per dare concretezza agli obiettivi e ai lineamenti strategici del PUC.

In stretta coerenza con gli indirizzi strategici si collocano queste ultime tre famiglie di elaborati descritte, la cui relazione è rappresentate nello schema esemplificativo tratto da un’analoga esperienza di pianificazione, in cui compare anche la relazione delle famiglie di elaborati con la perequazione urbanistica.

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Il quadro strategico del PUC e i Sistemi

Quattro nuove immagini per la città Il quadro strategico propone di riguardare la città di Portici attraverso uno sguardo plurale e inusuale, rispetto ai tradizionali luoghi comuni che hanno penalizzato nel tempo la sua immagine e il suo ruolo a causa di un processo insediativo pervasivo e ad alto consumo di suolo. In questo senso, la proiezione strategica proposta si articola in 4 Vision, in relazione alle quali, di seguito, vengono sinteticamente descritti i tre Sistemi. In particolare le 4 Vision sono:

1. La città porosa 2. La città palinsesto 3. La città attrattiva 4. La città accessibile

La città porosa. Il rafforzamento delle grandi connessioni ambientali e del sistema diffuso della permeabilità urbana

Nell’immaginario collettivo il “verde” è una categoria estranea alla struttura urbana di Portici. Se si escludono alcuni episodi eccezionali, come il Parco della Reggia borbonica, l’immagine consolidata è infatti quella di un sistema urbano ormai saturo e soggetto ad una fortissima pressione antropica che lo rende estremamente fragile dal punto di vista ambientale, nonostante la vicinanza di grandi spazi di naturalità. Ad una lettura più attenta è possibile però riconoscere un patrimonio inedito di spazi verdi esistenti ma spesso nascosti, sconosciuti, altre volte degradati o semplicemente esclusi dalla vita urbana (le aree agricole residue della fascia peri-urbana, spesso ancora produttive, i parchi e i giardini storici e quelli delle espansioni moderne e contemporanee, i viali alberati e tutti gli innumerevoli minuscoli spazi urbani capaci di offrire una breve interruzione nel continuum urbanizzato) che si offrono al ridisegno di una struttura permeabile e continua di spazi aperti. Valorizzare, potenziare e qualificare questi spazi vuol dire mettere a sistema gli spazi aperti, rendendoli anche percepibili e, dove possibile, attraversabili e partecipi della vita quotidiana della città. La Vision “Città Porosa” intende dunque perseguire la tutela e rafforzamento delle connessioni con i grandi spazi di naturalità (in primo luogo il Parco Nazionale del Vesuvio e la fascia costiera), anche rintracciando e coinvolgendo gli spazi minuti e diffusi all’interno della città, che vanno a completare e connettere le principali componenti ambientali: le incisioni del reticolo idrografico che conformano gli antichi percorsi di risalita; le permanenze agrarie peri-urbane, i giardini e i parchi storici; gli spazi di naturalità urbani. Sotto il profilo dei contenuti strutturali, a questa immagine della città sono collegati il Sistema Ambientale e la Rete ecologica che prendono le mosse da un’interpretazione dell’attuale struttura del territorio in cui si affiancano la connessione ambientale territoriale del Parco della Reggia e il sistema diffuso e poroso degli spazi aperti urbani e periurbani. Interpretando tale struttura, il PUC punta al rafforzamento delle grandi connessioni ecologiche territoriali e contemporaneamente alla salvaguardia e al potenziamento del sistema diffuso della permeabilità urbana.

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La città palinsesto. La valorizzazione delle identità storiche stratificate fino al Novecento

La Vision “Città Palinsesto” punta alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico della città e delle sue molteplici e plurali declinazioni - anche aldilà della città settecentesca borbonica- come risorsa centrale per il rafforzamento dell’identità urbana. Tale rafforzamento prevede non solo azioni di tutela, salvaguardia e messa in rete dei diversi luoghi ed edifici della storia, ma anche la costruzione di una qualità architettonica diffusa dei nuovi interventi, attraverso i quali ricercare la realizzazione di nuove eccellenze connotanti l’immagine urbana, soprattutto per quanto riguarda le relazioni fra gli edifici con gli spazi aperti, con il mare e con “la Montagna”, oggi frammentate o negate. La rivitalizzazione morfologica e funzionale del patrimonio storico della città di Portici, importante polo della rete di risorse storico-culturali dell’area costiera vesuviana, trova il suo punto di partenza nell’avvio del processo di razionalizzazione delle funzioni di eccellenza presenti nella Reggia sancito

dal citato Protocollo d’Intesa del 2007 con i comuni limitrofi, la Provincia, la Regione e il Ministero delle Riforme e dell’Innovazione nella Pubblica Amministrazione. Tale processo prevede, com’è noto, il trasferimento delle attività didattiche nel’area delle ex Officine Fiore di Ercolano, che consentirà di “liberare” il complesso monumentale della Reggia borbonica dalla condizione di depauperamento dovuta a tale attività e adibirla ad usi più consoni al suo valore storico-architettonico e alla valorizzazione sia delle numerose collezioni ivi esistenti, sia di alcune parti attualmente abbandonate o impropriamente utilizzate come Palazzo Mascabruno e il Galoppatoio Reale, raro esemplare di attrezzatura equestre coperta, seconda per dimensione solo a quella, quasi coeva, di Vienna. La valorizzazione del complesso monumentale della Reggia costituirà anche un forte incentivo alla sostituzione della funzione abitativa nei tessuti circostanti, sia per la creazione di quel Polo delle eccellenze scientifiche e tecnologiche già previsto in sede di Piano Strategico Operativo, sia per creare nuove funzioni ricettive connesse direttamente o indirettamente alle attività ospitate. Una politica di miglioramento diffuso della qualità urbana sotto il profilo morfologico e paesaggistico, a partire dalla salvaguardia e dalla riqualificazione del territorio storico, in particolare il centro storico lineare del Miglio d’Oro, è d’altra parte da tempo perseguita con determinazione da questa Amministrazione, come dimostra il frequente ricorso al concorso internazionale per la riqualificazione di luoghi, come p.zza S. Ciro e il waterfront, strategici per l’identità urbana. Già elemento portante del Documento di Orientamento Strategico, il centro storico di Portici è la realtà su cui si è fortemente investito negli ultimi anni, soprattutto con gli interventi del PIU’ Europa del quale è parte cospicua. Con il PUC questa sfida si arricchisce di un nuovo obiettivo, quello di estendere l’effetto-città, qui presente più che in altre parti, fino alle cosiddette aree periferiche, migliorandone i requisiti sia in termini di qualità della vita che sotto l’aspetto strutturale e funzionale. Si tratta cioè di lavorare contemporaneamente sulla rigenerazione dello spazio pubblico aperto e sulla creazione di un sistema di nuovi poli di eccellenza tra loro propedeutici e complementari che danno origine ad una nuova dimensione identitaria.

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La città attrattiva. La diffusione delle centralità locali e delle eccellenze funzionali

L’obiettivo che sostiene la Vision “Città Attrattiva” è innanzitutto quello di garantire una maggiore distribuzione, sia qualitativa che quantitativa, dei servizi in ogni zona della città, favorendo e progettando un sistema il più possibile isotropo e reticolare di spazi pubblici in contrapposizione al tradizionale assetto sperequato della città. L’individuazione e la progettazione dei cosiddetti “servizi ad ampio e virtuoso consumo di suolo”, cioè parchi, infrastrutture sociali e in generale tutte le categorie degli spazi pubblici all’aperto, è da affrontare a tutte le scale puntando a mantenere un costante e fruttuoso equilibrio tra la dimensione territoriale e quella urbana e dei singoli quartieri, degli spazi minimi di aggregazione e di identità della città. Il sistema degli spazi aperti in particolare diventa il tessuto connettivo urbano essenziale e rappresenta il presupposto per ripensare una città costruita intorno all’uomo e alla qualità urbana, rimettendo in discussione significati ed obiettivi attraverso una regia pubblica. La nuova rete della mobilità apre inoltre la città alla relazione multicentrica con una regione

urbana più ampia e individua nuove potenzialità di sviluppo urbano connesse ad una idea di mobilità trasversale e tangenziale. al punto di vista dei contenuti strutturali del PUC, la Città Palinsesto e la Città Attrattiva rimandano alle disposizioni del Sistema Insediativo che fa riferimento a tre grandi componenti della città esistente: - la Città storica - la Città consolidata - la Città da riqualificare.

All’articolazione in Città si aggiunge l’individuazione di Ambiti di

Riqualificazione, dove si concentrano le maggiori aspettative per la

rigenerazione urbana, perché è qui che ritroviamo la maggior parte dei

luoghi della riqualificazione e delle azioni progettuali più rilevanti da

inserire nei Progetti-guida (di cui al successivo capitolo).

Nella Città storica è ricompreso il ricco e stratificato complesso di risorse storiche del territorio comunale per il quale il Puc prevede interventi di prevalente conservazione e valorizzazione, anche sotto il profilo funzionale. La Città consolidata comprende invece quei tessuti dell’espansione urbana novecentesca ad alta densità caratterizzati da un livello prevalentemente alto di consolidamento morfologico-insediativo. Per essi gli interventi previsti dal PUC sono di prevalente manutenzione, pur ammettendosi operazioni puntuali di trasformazione edilizia, soprattutto finalizzate alla riconversione verso funzioni non residenziali. Infine la Città da riqualificare comprende le parti di città prevalentemente precarie e dequalificate, caratterizzate da un livello generalmente basso di consolidamento morfologico-insediativo la cui riqualificazione implica azioni differenziate, che vanno dal miglioramento della qualità morfologico-architettonica, al ridisegno degli spazi aperti, fino alla razionalizzazione delle regole insediative in alcuni casi, come quello dei tessuti periurbani, volta anche alla costruzione di continuità delle aree verdi e agricole a fini ecologici.

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La città accessibile. La messa in rete dei luoghi attraverso il trasporto ecosostenibile

La città di Portici, parte integrante della vasta conurbazione metropolitana di Napoli, risulta particolarmente sensibile ai temi della mobilità, come la maggior parte dei comuni della costa vesuviana. Ciò sia perché è parte di un territorio densamente abitato con forti condizioni di dipendenza dal capoluogo, sia per la presenza di eccellenze nel campo della ricerca e delle emergenze storico-ambientali, sia ancora per la sua posizione a ridosso di un territorio ad alto valore paesaggistico e naturalistico. Il contesto geografico, segnato dalle due grandi emergenze morfologico-ambientali del mare e del Vesuvio - simboli stessi dell’identità territoriale - è infatti fortemente caratterizzato dalla permanenza di numerose risorse storico-insediative e da un denso sistema infrastrutturale su gomma e su ferro che si sviluppa parallelamente alla linea di costa (linea FS, strada storica del Miglio d’Oro, linea Circumvesuviana, autostrada Napoli-Salerno). Tale sistema, se da una parte consente un rapido collegamento sia con il capoluogo che con i maggiori attrattori turistici dell’area vesuviana e della penisola sorrentina, dall’altra non è interconnesso ad un

sistema di trasporto pubblico urbano tale da costituire un’efficiente alternativa all’automobile privata e alleggerire i flussi di traffico. La Vision “Città Accessibile” punta a alla costruzione di una rete infrastrutturale a maglia stretta, incentrata sulla valorizzazione delle intermodalità gomma – acqua – ferro, sulla costruzione di una rete tranviaria e ciclopedonale diffusa, sulla realizzazione di un efficiente sistema di parcheggi e nodi intermodali in grado di consentire un alleggerimento del traffico privato su gomma a favore di quello pedonale e ciclabile. Questa rete può consentire non solo un’accessibilità più ampia all’intero sistema insediativo di Portici e dei Comuni contigui, ma anche la messa in rete del ricco patrimonio di risorse storiche ed ambientali esistenti: dal territorio storico del Miglio d’Oro, ai grandi e piccoli episodi architettonici isolati fino alle grandi risorse archeologiche, alle ville e agli approdi storici di un territorio fortemente antropizzato che non può essere suddiviso in ambiti circoscritti e separati, ma deve essere riguardato in una prospettiva sistemica. Questo approccio, che punta ad integrare le domande dei diversi segmenti della domanda di mobilità – da quella degli abitanti a quella di chi lavora in questo territorio o lo attraversa per ragioni turistiche - rivoluzionando i concetti consolidati di lontananza/prossimità e valorizzando un approccio slow alla conoscenza del territorio.

La Vision è collegata ai contenuti strutturali delle politiche previste per la mobilità e il Sistema Infrastrutturale, a partire dalle criticità che sono emerse dall’analisi della rete di trasporto del Comune di Portici:

• Scarsa fluidità del traffico veicolare dovuta sia all’alta densità di auto sia alla bassa capacità degli archi stradali (la rete stradale è occupata soprattutto da veicoli in sosta che riducono notevolmente la capacità stradale);

• Carenza di aree di sosta;

• Mancanza di adeguati nodi di interscambi tra il trasporto pubblico e quello privato sia gomma-gomma che gomma-ferro;

• Scarso utilizzo del trasporto pubblico sia su gomma che su ferro;

• Commistione dei flussi di veicolari “interni” con quelli di attraversamento, soprattutto su Corso Garibaldi. Ne conseguono rilevanti problemi di congestione.

Gli interventi prefigurati per il miglioramento della mobilità del Comune di Portici sono dunque indirizzati a moderare la preminenza dell’automobile

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ed a ridurre il traffico, cercando di instaurare una pacifica convivenza tra autoveicoli, biciclette e pedoni. Gli interventi e le azioni previste sono specificamente: - la realizzazione di un’Isola Ambientale, da realizzare per fasi

attraverso lo spostamento dell’attuale traffico di attraversamento di c.so Garibaldi su una viabilità di “gronda” e la realizzazione di parcheggi pertinenziali per liberare la sede stradale.

- un’adeguata politica della sosta - la realizzazione di 3 nodi intermodali (in corrispondenza del nuovo

svincolo autostradale, anche come base di partenza e snodo logistico per le escursioni al Vesuvio; nei pressi della stazione di RFI, di servizio sia alla ferrovia sia al porto; sul lato orientale della città, anche inteso come porta occidentale di Portici in direzione Napoli ed essere di supporto al sistema di attrezzature ricreative previste sul litorale del comune di Portici.

- l’incentivazione del servizio pubblico anche con la realizzazione di un nuovo sistema di mobilità ecosostenibile, di collegamento trasversale tra le linee ferroviarie esistenti (oggi non integrate tra loro), creando una sorta di “circolari” che, percorrendo le strade principali (Corso Garibaldi, via Diaz, via Libertà, ecc.), possono soddisfare l’attuale domanda di mobilità interna permettendo la diminuzione del traffico veicolare.

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I Progetti-guida del PUC Il PUC delinea quattro Progetti-guida relativi a specifiche parti della città, definite prevalentemente da componenti naturali e paesaggistiche e da tessuti e tracciati storici o di nuova formazione, nelle quali, anche per la presenza di condizioni di criticità urbanistica e ambientale, si prevedono interventi di conservazione e trasformazione e singole opere a diversa destinazione funzionale di particolare rilevanza: 1. Il fronte-mare delle eccellenze 2. La trasversale della riconnessione monte-mare lungo la direttrice della

Reggia 3. La trasversale della rigenerazione urbana lungo il margine occidentale

Su questi Progetti si concentreranno gli sforzi del Comune, per dare concretezza agli obiettivi e ai lineamenti strategici richiamati nel precedente capitolo. Tali Progetti, fortemente interagenti tra loro, svolgono quindi un ruolo di indirizzo prioritario del Comune, da concretizzare attraverso l’integrazione e il coordinamento di azioni diverse, competenti a soggetti diversi, in diversi settori di governo del territorio. Nei progetti-guida si ritrovano i luoghi di maggiore malleabilità e propensione alla modificazione. Tra questi: - gli spazi della dismissione e del degrado; - gli edifici speciali inutilizzati; - i tessuti storici degradati; - i tessuti edilizi precari e quartieri di edilizia pubblica degradati; - gli spazi aperti e le aree verdi interstiziali; - le aree di frangia ai i margini del territorio comunale.

Facendo leva su questi luoghi, i Progetti-guida danno forma ai principali temi, portanti e trasversali, della riqualificazione urbana che, diversamente posizionati e miscelati, rappresentano le opportunità progettuali prioritarie:

• COSTRUIRE UNA NUOVA GENERAZIONE DI PARCHI • DISEGNARE I MARGINI E GLI SPAZI RESIDUALI

• VALORIZZARE I PAESAGGI INFRASTRUTTURALI • QUALIFICARE LA CAMPAGNA URBANA

• RIDEFINIRE LE GERARCHIE URBANE

• RIGENERARE I TESSUTI DEBOLI • QUALIFICARE IL PATRIMONIO EDILIZIO OBSOLETO

• RIPENSARE L’ACCESSIBILITA’ ALLE AREE SENSIBILI

1. Il fronte-mare delle eccellenze Si tratta di un progetto rilevante per il futuro della città e forse quello che, in più occasioni, è stato implicitamente ed esplicitamente evocato in occasione di importanti fasi della pianificazione attuativa e di settore del Comune di Portici, dalla Variante di PRG per la fascia costiera al PUA di utilizzazione degli arenili e al concorso per il nuovo approdo turistico. E’ infatti centrato sulla riscoperta del rapporto città-mare, sulla qualificazione della spiaggia e sul contestuale sviluppo dell’attività portuale e delle sue connessioni urbane. Si tratta di un fronte-mare da riguardare con uno sguardo unitario ma, allo stesso tempo, chiaramente articolato tra:

• la fascia degli arenili da sottoporre ad un ripascimento ecologicamente aggiornato e da riconnettere al Miglio d’Oro

• e le propaggini a mare della colata lavica del 1631 su cui insiste il complesso della Reggia e le sue propaggini a mare col porto del Granatello, il nuovo approdo turistico e la riqualificazione della fascia ferroviaria con la nuova stazione della Metropolitana Regionale e la valorizzazione dell’accesso da sud al parco della Reggia..

Nel progetto-guida ricade una molteplicità di occasioni puntuali di riqualificazione e valorizzazione – alcune già realizzate, altre programmate, altre ancora di nuova ideazione – capaci di saldare la necessaria “continuità nella diversità” del fronte-mare e della sua fruizione lineare – anche attraverso un ridisegno della ferrovia e la realizzazione di un percorso ciclopedonale capace di dilatarsi in prospettiva ad occidente verso Napoli e ad oriente verso Castellammare - con un sistema articolato e diffuso di transetti di riconnessione trasversale verso la città esistente e

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le pendici del vulcano: dalla trasversale della rigenerazione urbana da Pietrarsa alla via Benedetto Cozzolino a quella connotata dal parco stesso della Reggia che si protende verso la montagna e si aggancia alla risalita storica al Vesuvio. 2. La trasversale della riconnessione monte-mare lungo la direttrice

della Reggia Questa direttrice è fortemente segnata storicamente dalla colata lavica del 1631 e dalla vicenda realizzativa della Reggia e dei suoi parchi che si è sviluppata a partire dai primi decenni del XVII secolo e si è protratta nell’800 e nei primi del 900, quando la realizzazione di interventi trasformativi della città hanno prodotto una separazione di questo grande complesso architettonico e urbano dalle due proiezioni contrapposte verso il mare e la montagna che avevano guidato il progetto urbano nel tempo. Allo stesso tempo, la costruzione novecentesca delle città di Portici ed Ercolano hanno compresso questa grande risorsa storico-ambientale entro margini edificatori compatti, con cui esistono deboli o nulle relazioni e che tuttavia reclamano una maggiore permeabilità e fruizione. In questo senso il progetto-guida punta prioritariamente ad attualizzare le connessioni urbane del complesso della Reggia in quattro direzioni:

• a sud, verso il mare, ricomponendo il parco inferiore impropriamente separato dalla villa d’Elboeuf e dal Granatello a causa del taglio di corso Umberto e del trattamento residuale del salto di quota in corrispondenza del parco ferroviario e dell’ENEA;

• a nord, verso la montagna, ripensando lo svincolo autostradale come grande e attrezzato nodo intermodale tra l’autostrada, la linea tranviaria urbana e la risalita meccanizzata al Vesuvio, previsto dal progetto strategico del Piano del Parco Nazionale del Vesuvio, recuperando e rifunzionalizzando l’area della ex Kerasav, riqualificando l’area della Reale Fagianeria borbonica d’intesa col Comune di Ercolano, inglobando gli spazi aperti e i tessuti edilizi precari contigui, intercettando il PRU di piazzale de Lauziares e prevedendo un accesso al bosco superiore da nord;

• ad ovest, con la copertura attrezzata del vallo ferroviario della Circumvesuviana oggetto di uno specifico Studio di fattibilità e la previsione di un accesso mediano alla Reggia, e ad est, in territorio di Ercolano, per un analogo accesso mediano.

Complementare di questa direttrice nord-sud sono:

- il rafforzamento del tracciato costituito dalla sequenza nuovo svincolo - via Libertà - piazza S. Ciro e corso Umberto riconfigurati – nuovo parcheggio intermodale interrato in corrispondenza del piazzale dell’attuale stazione del Granatello

- la riqualificazione dei tessuti storici degradati, a partire da quelli a monte di via Università e lungo il margine del Parco della Reggia.

E’ evidente che questa trasversale, opportunamente connessa al porto attraverso la nuova linea tranviaria e il ridisegno dei tracciati di accesso alla Reggia, costituisce uno straordinario racconto “lento” che, dal mare verso la montagna e viceversa, attraversa l’intero territorio comunale, intercetta le straordinarie potenzialità di riorganizzazione museale e culturale degli edifici storici e degli spazi aperti che connotano questo complesso architettonico e urbano e si connette sia alla risalita meccanizzata al Vesuvio sia al porto, perseguendo così l’obiettivo di un “corridoio ecologico e paesistico” contemporaneo. 3. La trasversale della rigenerazione urbana lungo il margine

occidentale Questo progetto persegue la riqualificazione e il ridisegno del margine occidentale della città a contatto con il Comune di S. Giorgio a Cremano, dove l’espansione edilizia della seconda metà del Novecento ha determinato un assetto urbano precario, caratterizzato dalla giustapposizione di tessuti e frammenti edilizi senza qualità e scarsamente dotati di spazi aperti e attrezzature. Lungo la direttrice che si dilata da Pietrarsa alla via Benedetto Cozzolino lungo via Lagno/via Martiri di via Fani fino a via Siani - attorno ai due interventi già decisi dall’Amministrazione del PRU di via Dalbono e della Cittadella dello Sport e a poca distanza dagli interventi di Villa Caposele e Villa Mascolo inseriti nel PIU Europa – si prevede la trasformazione di alcuni dei tessuti degradati e la qualificazione degli spazi aperti interstiziali per dare ad essi struttura e forma e mettere in rete nuove destinazioni d’uso legate al tempo libero, allo sport e all’aggregazione sociale. In tal modo la valorizzazione di questa direttrice, facendo leva soprattutto sugli spazi aperti, configura un altro rilevante “corridoio ecologico e paesistico”, oltre quello storico della Reggia, innestandosi con i residui di paesaggi agrari periurbani da conservare a valle e a monte dell’autostrada dove ridisegnare le aree di margine dell’infrastruttura.

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Le tipologie d’intervento della riqualificazione urbana

Nell’ambito dei Progetti guida individuati, con particolare riferimento alle aree di maggiore trasformabilità in essi ricompresi, gli interventi previsti dal PUC saranno finalizzati ad accogliere i fabbisogni connessi alle condizioni di disagio abitativo, alla localizzazione di nuove attività terziarie, artigianali e produttive compatibili e di nuove attrezzature a standard. In tal senso, le tipologie d’intervento attivabili sul territorio di Portici assumeranno come riferimento gli indirizzi tracciati dal PSO in coerenza con quanto prescritto dalla L.R. 21/04 e parzialmente richiamato dalla L.R. n. 1/2011 (Incentivi alla delocalizzazione della funzione abitativa nella Zona Rossa), con le limitazioni previste dal P.T.P. che ammette incrementi volumetrici solo per adeguamenti igienico-sanitari e nuova edificazione per la realizzazione di attrezzature a standard. In particolare si individuano le seguenti tipologie d’intervento: 1. Realizzazione di alloggi esclusivamente finalizzati a dare risposta

al disagio abitativo a. Recupero abitativo di edifici residenziali abbandonati o

sottoutilizzati b. Eventuale nuova edificazione di ERS, assimilabile a standard

urbanistico, a seguito di concordamento con gli Enti preposti

2. Realizzazione di attività produttive e terziarie a. Riconversione funzionale di edifici residenziali b. Riconversione funzionale di edifici dismessi o non utilizzati

3. Realizzazione di attrezzature a standard, pubbliche o private di

uso pubblico a. Riconversione funzionale di edifici residenziali b. Riconversione funzionale di edifici dismessi o non utilizzati c. Riutilizzo di aree libere a seguito di demolizione senza

ricostruzione in sito di edifici in aree critiche o a rischio idrogeologico

d. Nuove attrezzature a standard pubbliche e/o private di uso pubblico su aree libere

Tali tipologie di intervento consentono l’attuazione del meccanismo perequativo e compensativo, previsto dal PUC come modalità attuativa dei

progetti-guida, con la riqualificazione urbana delle aree urbane degradate e la cessione di aree da destinare a standard urbanistici, in quanto incorporano margini di redditività in grado di alimentare la fattibilità economico-finanziaria degli interventi di riqualificazione in termini di:

• incrementi di valore connessi al cambio di destinazione d’uso verso funzioni più remunerative (ad esempio da industriale a terziario);

• incrementi di superficie utile lorda (SUL) e di valore in sito con incremento di volume, con riferimento alle nuove attrezzature private di uso pubblico;

• incrementi di superficie utile lorda (SUL) e di valore in sito senza incremento di volume, con riferimento soprattutto al patrimonio storico e a quello produttivo dismesso in cui le altezze interne consentono di recuperare superficie utile a parità di volume;

• incrementi di superficie utile lorda (SUL) e di valore in altro sito; con riferimento soprattutto al patrimonio edilizio moderno in cui le altezze interne non consentono di recuperare superficie utile a parità di volume. In particolare la SUL connessa all’incremento volumetrico potrà essere realizzata: - fuori dal territorio di Portici, secondo una programmazione

effettuata dal Comune di concerto con altri Comuni, in coerenza con quanto previsto dal PSO e dal PTCP;

- all’interno del territorio di Portici esclusivamente per nuove attrezzature a standard, comprese quelle private di uso pubblico.

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