127
COSE ACERBE ERNESTO SPARVIERI A cura di Niccolò Mencucci

Cose Acerbe

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Raccolta di poesie di Ernesto Sparvieri, a cura di Niccolò Mencucci

Citation preview

Page 1: Cose Acerbe

COSE ACERBE

ERNESTO

SPARVIERI

A cura di Niccolò Mencucci

Page 2: Cose Acerbe

© MMXVI Mencoli editore 50121 Firenze (FI)

ISBN 978–88–XXXXX–XX–X I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,

di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono concessi a tutti.

Potreste farne quel che vi pare. Ma vi consiglio di non farlo.

Sono assolutamente consentite le fotocopie anche senza il permesso scritto dell’Editore.

Sebbene sia un e-book, non so quanto convenga stamparlo.

Meglio se lo leggete.

Prima edizione: giugno 2014 Seconda edizione: giugno 2016

Page 3: Cose Acerbe

Non che da sé sien queste cose acerbe, ma è difetto dalla parte tua,

che non hai viste ancor tanto superbe.

PARADISO, CANTO XXX, v. 79-81

Page 4: Cose Acerbe

- 4 -

Prefazione

Non so perché ho voluto scrivere poesie. Anni fa mi dissi “Vale la pena fare il poeta?”. Mi risposi, “No! Meglio di no! Non fare…” Non sono nato poeta, né scrittore. Eppure ho scritto più di quaranta poesie. Oltre la metà sono scolari, esercizi di stile. Un quarto sono sincere, ma poco originali. Forse qualcuna dà l’emozione della lirica. Solo una è vera poesia, vera lirica pura. Mi piace sperare che una si salvi dal nulla. Cosa rimane di tutte queste strofe? Qualche emozione, qualche ricordo. Cosa rimane di tutte queste parole? Nulla, solo un silenzio di vento. Non c’è miglior poesia del sussurro. Stare in silenzio, fermi, dopo aver parlato. E aspettare. Cosa? Nulla è in attesa. Ma comunque è meglio aspettare.

Page 5: Cose Acerbe

COSE ACERBE

Page 6: Cose Acerbe

- 6 -

IN NATURA Guarda che maraviglia! Impressionante! Un vero capolavoro naturalistico Bisogna chiamare un poeta per descrivere un tale spettacolo!

Page 7: Cose Acerbe

- 7 -

Il lamento breve di un poeta in erba Un po' triste come inizio, lo ammetto, ma credo che questo piccolo esempio riesca ad azzeccare la realtà attuale: l’indifferenza e l’ipocrisia verso le piccole cose. È vero: io non dico nulla con queste poesie, se mi prediligo ad attaccare “l’eterno decadentismo dei costumi e le cadute speranze”: un’intera generazione ha basato la propria vita a tentare di cambiare le menti dell’uomo, invano. È vero: io non dico nulla

Page 8: Cose Acerbe

- 8 -

con questi componimenti se comincio ad esaltare le realtà contadine, urbane, idilliache, turpi e gotiche, o ad attaccarle. È già stato detto tutto. E io dirò: “E allora? Non posso parlare?” Parlo di me, di noi, di voi, di tutti e di altri. Critico e rido. Amo e odio. E tutto e altro. E forse dirò qualcosa, o forse nulla. Ma almeno ci proverò. E tanto per iniziare una polemica, questo fa la differenza. Io ci proverò. Pochi si distaccano dal filo dell’Arianna della depressione, dell’edonismo infantile e dell’indifferenza, figlie di due guerre baldracche e di tre padri idealisti, la Rivoluzione d’ottobre, Il Sessantotto e il Millenium Bug. Tutti questi si sparerebbero ai piedi

Page 9: Cose Acerbe

- 9 -

piuttosto che continuare a sperare, parlando del fatalismo storico, della caduta delle illusioni e della maturità nell’aridità. Ma invece dei piedi, ma un proiettile in testa, no? Alla fine non desiderate questo, la morte. E qui nasce la follia dell’assurdo, che ci provò Camus a parlarne ma non completò il lavoro per una macchina che non gli fu amica. È suddivisa alla peggio posso, la mia anima. Ho ancora molto da apprendere, mi sento giovane. Il tempo è passato, tutto ritorna, non più sì sbaglierà. Se pretendete di trovare qualcosa di avvincente o di romantico in queste poesie, o siete dei geni, o siete dei cristiani.

22/06/12

Page 10: Cose Acerbe

- 10 -

Gocce di rugiada

Povere queste piccole gocce di rugiada, si sentono inutili. Nascono dalla notte, dalle nebbie indefinite, vengono dall’indifferenza della gente; nessuno le vuole. Eppure sono sempre lì, nell’erba sempre calpestata mai tenuta conto. Loro dal basso vedono il cielo, gli altri dall’alto vedono solo il basso, odiano alzare la testa al cielo. Queste piccole gocce non toccano l’aria, sono immutate. E nessuno ne dà importanza. Tanto scompaiono nel giorno.

21/06/12

Page 11: Cose Acerbe

DISCORDIA Attendi, un cambio di valore, una pavenza si altera...

Page 12: Cose Acerbe

La presenza

Credo di essermi montato la testa... ma per me la poesia è solo festa, scrissi un poemetto, cento o più rime, senza precisionismo o labor limae, se volete ve lo pubblico or ora nell'istante, a pericolo ché diventi errante... Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.

26/02/2012

23/05/2014

Page 13: Cose Acerbe

Uno squarcio Oh, il teatro nella sua limpidezza caduca di vita... Prova ahimè teatrale senza pepe e senza sale, tra due pazzi e folli e con tanto di Jolly. Apre il sipario il macchinista: “stanno fuori tutti dalla pista, gireremo intorno al nulla, se il Comico non mette in culla un'idea di gioia e risa, e la parola che delizia.” Non sai, alla farsa non c'è che un dolce inganno... Iniziò il gioco senza scuse,

Page 14: Cose Acerbe

ma il sipario si chiuse. Urla e strani battibecchi, come Capuleti e Montecchi, c'erano tra Comico e Commedia, l'uno gioca e l'altro rimedia. “Pensiamo velocemente, il tempo è pertinente, senza fughe o malanni, o ci rimarremo degli anni” così infatti Commedia disse, e nel dolore allor infisse, regola ferrea e dolente a un futile sedicente. “Eppur dovremmo divertire: è in Commedia questo il suo agire, dai piaceri e dai dolori, da diletto come negli allori” “Dici cose senza fatto, cosa diavolo metti in atto? Gente violenta e volgare, non vuole sentire il parlare: mimo, pantomima e peti, per questi già son ben lieti!” Il silenzio pervade, triste l'attesa Luci e musiche aleggiavano

Page 15: Cose Acerbe

e le scenografie danzavano, ombre e figure guardavano, ciò che era un disegno invano. “Porca vacca! I due ormai urlano, come tanto adirati e detestati; sono in preda al Lucifero insano, crudel demone degli odiati! Dubito che per continuare, priva di senso e di pathos, una storia del rappresentare serva solo il magico fato!” La risata è immota, delirata, e il tutto è fugace Deus ex machina fortuna volle, appare come un sadico folle, dicesi salvator dei matti e pensatore di vari misfatti. Ma costui non è il vero Apollo, è in verità un attore senza collo!! Una parlata fiera, non più il sublime verrà... “Voi due ,falsi e imbecilli, siete più stupidi di due grilli.

Page 16: Cose Acerbe

Parlate tanto di teatro e scena, invece pensate solo alla cena. Tornate al lavoro e alla mente, siete peggio di tanta gente. Ma il sorriso si deforma? Languido sentore pervade... Smettete subito di bestemmiare, o Iddio vi farà castigare, e Comico sarà il tappeto dei mali, un capro che è meglio dei sali, vuol parlare di idea saliente, tu in testa non c'hai niente! Inquieta viene la scena? All'opra del novello forse un trionfo verrà... Commedia diverrà quindi uccel, ma non volerà mai più nel Ciel, canterà difatti per matti e vari ma non ricaverà nemmeno danari.” Si apre lo scenario stabilito... Tornò a cantar lieto la scena, nessuno ormai se li mena,

Page 17: Cose Acerbe

e con un poco di felicità, mostro di nuovo la sua vitalità. La perdita... non dir mai la perdita... “Corri intorno alla vicenda, e mai devi disperare, se qualcosa non si intenda e non si può rappresentare. Alla fine ci si diverte: poiché è vero che si diventa abili; ma neppur si rimane inerte, sennò si finisce labili. Forse non accadrà il fatuo. L'Attore divenne il vincente “e anche il più deficiente” a detta dei due artisti, dalla rabbia pieni di cisti! La chimera è apparsa. “Concludiamo questo poemetto, tutti quanti si è ripetuto ciò che è stato detto,

Page 18: Cose Acerbe

ciò che è stato ribaduto”. Ormai il tempo è mosso, crollato. Alzate il sipario rosso: (e tu saprai che il reale si storce) è ora di saltare il fosso. Merda, merda, (solo e sola, assurda) merda, al fine che (della buffa scena ) non si perda.

14/02/2012 23/05/2014

Page 19: Cose Acerbe

Avevo capito tutto. E infatti avvisai subito il pubblico. Manco fossi demente.

Page 20: Cose Acerbe

Una giornata Giornata di un abitante, che, ben vivo di allegria, si sente come un poetante, che lontano da qualsivoglia diceria ascolta e scrive; ma, forse un po' interessato, come immerso nella follia, si mostra di sé amareggiato: “Come posso esaltare, ciò che m'ha meravigliato?”.

I Cosa c'è nell'aria di una mattina primaverile,

Page 21: Cose Acerbe

nei suoni e nei profumi varia, se non questo piacere febbrile nel sentire le grandi campane solenni, la piacevole brezza gentile, le chiacchiere nate dal “giovane” ottantenne, che rimembra (strano!) il “perduto” tempo della guerra delle Ardenne: un orrore da loro volutamente compiuto, nell'età della amata gioventù, con un marchio che hanno avuto. Nuvole grigie care ai più nascondono il Sole splendente, mostrandolo per pochi laggiù mentre bevono, tra il ricordo intermittente, o forte grappa o dolce limoncello, tracannando ormai continuamente.

II

Al mezzo dì dalla mente io cancello ciò che prima ho rimato nella maniera di un giovincello.

Page 22: Cose Acerbe

Perdonate lo scempio, a molti detestato, che vi procuro a tutti voi or con queste rime che poco ho apprezzato; ma è sbagliato all'Autor entrare nell'opera sua (o di chiunque) e raccontare come primo orator?

III Tornando al poemetto, comunque, ora il meridiano dice le tre, benché l'ora legale affermi le due, durante i “piccoli” banchetti dei “grandi” re, ove son riunite lì tutte le famiglie, con i padri ormai tutti fuori di sé per lo smadonnare e il parlare delle maniglie dell'amore delle madri; loro son incazzose (tra cui c'è chi ha pure le doglie!) per non avere mai avuto delle rose in quel momento, per qualsiasi motivo anche come premio per alcune cose.

Page 23: Cose Acerbe

Davanti a questo teatrino primitivo i figli giocano con la fantasia, pur preferendo il programma televisivo che riempie la loro mente di allegria e stuzzicando la loro mente con scenette comiche sulla nostalgia, iniziano a creare un magico Oriente con samurai, principesse e draghi e con della strana gente che parla una lingua da maghi: parole e suoni a casaccio, roba priva per tutti di svaghi, solamente per loro, come io faccio, trovano del vero divertimento a ciò che può piacer solo a un diavolaccio.

IV Conclusosi questo momento la Città si spegne per il sonno chiaramente un un lento movimento: prima le finestre spente dal nonno

Page 24: Cose Acerbe

di un povero sprovveduto addormentatosi nella pasta al tonno (pietà all' Autor per questo verso voluto nefasto; ma, ahimè, non ebbi il potere di decidere qualcosa di più astuto) subito i lampioni dall'usciere spenti sì, ma in modo tale che gli ubriachi tentando di entrare possano con luci illuminate a Natale vedere la piccolissima serratura e risalire in fretta e furia le scale prima di morire per la freddura che li ha già congelato il cervello e la lingua rossa. Negli occhi il ciel stellato diventa l'unica luce piacevole, dove ovunque è sempre grato guardare Orione e addormentandosi lentamente guardando della Terra la mole infinita per quell'uomo vivente

Page 25: Cose Acerbe

ma pure piccola per essa stessa, abbandonata lei continuamente.

V La felicità dell'ingenuo racconto attrae il sereno, la gioia, e dirai di essere quieto. Come il ciel sa nelle nubi il passo è nuovo, le spemi mutate, non più la facile ironia. Non cantare il leggiadro, solare canto del piccolo e tenerello; un nuovo cammino attende alla soglia della natura. E saprai dire allora di essere vero, persona matura.

26/02/2012 23/05/2014

Page 26: Cose Acerbe

Storia di una camminata Sei e mezzo, inizia la giornata e la sveglia stavolta non s’altera; spenta, per fortuna dei suoi amici, a dormire coccolati da brezza fresca, piacevole.

Risalita la vetta, ponte nel viacolo del viandante, arriva la scesa repentina e concitata. Una scoperta non atterra nelle vie della cittadella, un ultimo richiamo alle alte nubi sì porrà in vittoria. Il nostro caro protagonista (non vi chiedo di volergli bene, ma di stimarlo come idealista e mattiniero) è pronto per vedere la blondea stella, perla di una strada minuta

Page 27: Cose Acerbe

nel vasto Universo, elevarsi dai monti e staccarsi da Gaia, Gea per gli Ellenici.

Il portatore alle genti, delle sue gemme odorose, il mercante di piaceri; Nel suo itinere non che tempesta di briganti, sabbie dei ricordi e sete di conoscenza avrà il soldo. Venne all’uscio il dubbio se prendere l’ascensore o le scale, ma,allo rimembrare della claustrofobia, disse no, per l’ascensore, e giù in quei gradini ripidi e polverosi, vecchi di mezzo secolo o più, per gli avi.

Sua vita deserta divaga errante nelle sponde dei canali strozzati, al malore del sole leone. Giunto all’uscio, aprì il portone e si trovò quella che chiaman pace i visionari e gli idealisti, grandi sognatori di mondi inesistenti.

La cittadella? Chi mai vide

Page 28: Cose Acerbe

se non le rovine a lui viventi: la dispersa sola serpentina silente ombra abita nelle dimore, satolla di vita, golosa di morte. Mancano venti stocchi di bacchetta all’ora del risveglio delle masse, e il protagonista disse tra sè e sè “Splendet lux in viri oculis”; la bea spiaggia lo attendeva ormai.

Il miraggio; l'acqua gli pronuncia un altrui loco, vero alla vetta dell'arrivo. Il salto necessita. Alla luce non volle seguire il riflesso della spiga vitale.

07/07/2012 24/05/2014

Page 29: Cose Acerbe

Del pensare invano

Fermarsi a pensare su qualcosa, e a fissare il vuoto per la ragione propria dell'annoiato, con un lento moto a muovere il tutto. A non esser inutili come chi osa.

Trovo il libro dai toni moderni ora ovunque tra i letterati della mia irrequieta età di falsa disinteressità generale, di modi odiati da tutti, e pur sempre tollerati; è il volume mediocre, d'eterni detti, ascoltati solo per metà, poi lasciati all'ombra sporca di una libreria; si corca una poesia, un romanzo

Page 30: Cose Acerbe

per pochi scrittori dei veri perni, per gli stupidi solo "ganzo". Ma nulla v' interessa ai lettori, interessati più al proprio pranzo, ad un autore del "memento mori"

21/06/2013 26/06/2013

Page 31: Cose Acerbe

Attesa

E cadde solo e vuoto il silenzio al rombo della città. Le macchine asfissiano le vie afose con ceneri di vento, di una viltà priva di pudore; sono sereni chi, al volante, nelle gallerie vede un cieco faro, e vi entra superiore al mondo, non notandovi il lato profondo, ché un punto amaro.

Lungi, guardo immerso nell'assenzio del mio primaverile orto; la mia facoltà unica è di attendere vile l'entrata nel tempo adulto caro.

14/08/2013

Page 32: Cose Acerbe

Prima…

Der Himmel und Blick Ihr Gesicht in den städtischen Hochwasser und in den Spitzen der Tempel Haar Shirts,

Il cielo e la vista Il suo viso nel diluvio urbano e le punte dei cilici tempi, (sai forse che la lingua altrui, vorrà la tua forza, agire mobile?)

in einer ruhigen und Sonnenschutz Frühling regungslos Ich sehe, verstopften in der Welt. in una tranquilla e di protesi del sole Primavera immobili

Page 33: Cose Acerbe

Vedo congestionata in tutto il mondo. (oh, non tua la sua terra, illudi il cuore, non avrai...)

Nicht ein Wort, aber ein süßes Lächeln und alles ist getan. Non una parola, ma un sorriso dolce e tutto è fatto. (per l'attesa, vien prima il caos, il dolore)

23/03/2014 24/05/2014

Page 34: Cose Acerbe

FLAMINIA? Chi mai dirà al sé di mirar Amore nel suo certo piacere?

Page 35: Cose Acerbe

Se devo, Flaminia, sorridere, ti sarà difficile convincermi; da tempo sono triste. Molto è il tempo in cui rido di fulmineità, e poco in cui sorrido di durevolezze. Capiscimi, Flaminia? Come c'incontrammo? Non me lo ricordo. Non per cattiva memoria. Se potessi imparerei a mente poemi, storie lunghe, dalla vita di tartaruga. E perché non trovo il piacere di sorridere ancora.

Page 36: Cose Acerbe

È passato, è finito? Perché il ricordo del dolore è sempre più forte dell'amore? La fortezza è ferma, le spaccature son sparite. Flaminia, anche tu triste. Non sei estroversa, sennò non ti amerei (gli introversi litigano sempre?) Ti chiamano Quercia? I latini lo sapevano: il segreto della forza che li ha fatti vivere nel bene e nel male. Ma non è il tempo della res pubblica. Devo vedere il leone che in me rugg'entro in te? O almeno così credo. E falsità, potrei essere leone nel mondo. Chi potrebbe non sbranarmi? Cosa viene dopo il leone?

Page 37: Cose Acerbe

Devo essere ignoto a i morituri sennò non ti amerei. Sono stanco delle quête! Flaminia... sappiamo... non è il tuo nome! Ma sei antica, così la statuaria beltà, per me, per tutti, è tale. L'amante e l'aurea aetate? Quanto siamo stupidi, infantili e ignoranti. Se tu fossi statua non ti amerei? E perché i simili si attraggono? Al male il carpe diem! Le candele si spengono se le bruci fortemente. Gli amanti bruciano nel dolore con i lirici acerbi dell'amore folle.

Page 38: Cose Acerbe

La vita è sempre lunga, e come tale l'amore. Flaminia? Cos'è amore? Si va per la morte dell'amore, si va per la morte della vita, si va per la morte della speme?

20/05/2013

Page 39: Cose Acerbe

Il tormento

Perché mi scappi al tuo calore? Tu mi porti il quieto andare tra la gente assurda, di poco valore,

e mi sussurri il tuo tempo, la tua speranza che è vita.

Hai il dovere di portare la gioia, un onere non ricambiato con me medesimo. E fuggi alla mia caduta.

Perché rifiuti il mio amore? È terribile il mio spirito chiuso e orribile il mio modo di uso e consumo verso tutti e tutto. Ho angoscia per le tenebre,

della melanconia, del tedio vivere non visto da loro, falsi,

Page 40: Cose Acerbe

ipocriti...e adulti. Io bimbo cerco te, la madre, e oltre. E fuggì alla mia saputa natura l'essere. 26/07/2013

Page 41: Cose Acerbe

Un cielo tra i buchi Criccare è del grillo, nell'imbruna valle, il rumore, a imitare la ruina città dei mille suoni, i suoi tuoni. da soli, con i buchi sopra. Poni la tua mano nella guancia calda mia, pel tuo amore. È molto salda. Muovi per il tuo viso, glabro ebeo, solleticandomi, e un po' gemeo; al tuo profondar nel buio ventre impazzendomi; non pensai nel mentre ad amar la tua follia di amore. Solo a far uscire quel che tenea tra i fuochi, a liberar dal nulla il pazzo, di cui un mondo pullula. Casti dalle vesti impudiche siamo al cielo, con le luci non teniamo più le paure diurne: un punto di luce, d'uno star, ahimè, giunto.

17/06/2013

Page 42: Cose Acerbe

La sua fine? Non odo la tua risata limpida... ...perdo nel tuo delicato pallore la mia mente. Non ti trova più. dalle mie lacrime nasce un nulla. Rimbombi secchi e striduli algidi udivo, non tangevo il freddo nostro; il tuo seno mi salvava dai Soli delle strade, umide di liquami socchiusi alle palpebre degli altri. Venivi dal tempo...ora sei tornata. chi t'ha violata, Persefone mia? Non più cammini e il vento mi dice malignità: "Non tua, è la vita". Cado. Il silenzio mi assordisce, la noia mi stritola, e soffoco...

Page 43: Cose Acerbe

...canta, dimmi che ci sei, mia speranza non perduta; e carezza il mio riso di una felicità risanata. Deve nascere dall'acqua il frutto.

9/10/2013

Page 44: Cose Acerbe

Preannunzio All'allegra calla di primavera... Torturante del vinto il viale del tresòr, dipana crudele la schera minaccia del giogo di milia volti, in un rogo di fantasia, di babele. È la risa nel passo sale, a vedermi immoto scendere nel buio delle mie sale: la pianura passa le sere nel silenzio; in quel luogo attendo un'acuta cantata e la quête si dirà dorata.

24/04/2014

Page 45: Cose Acerbe

L’avvento

Si aprirono le nuvole da pioggia al tuo apparir, alla tua coccia arriva l'aria, quando vi si poggia sui due tuoi ametisti la goccia. Viene da quel tempo, ove la loggia dei mercanti univa a mo' di chioccia le vite dei Comunali. Una roggia della storia, ora una fredda doccia. Perché si è dispersa la vicenda degli avi, del tuo bel mondo mitico, e ci tocca ritornare realisti. Sei un attimo. Che tutto si tenda al ricordo con te, non al critico presente di problemi e imprevisti.

27/06/2013

Page 46: Cose Acerbe

Ad un’anima

Non mi dilungherò nel dirti che la tua voce lieve mi accompagnava in sere di solitudine voluta un po' malinconicamente di ascesi falsa e goduta.

Poco mi perderò a gemere su futilità e chimere, ormai tutto divide noi da un nuovo incontro placido, e mirabile il sorriso tuo. Attenderò la tua scoperta, ma sarà tardi e assai lontano.

20/09/2013

Page 47: Cose Acerbe

I GIORNI DELL'INNAMORATO

Su Amore, solo il versare lo indica

Page 48: Cose Acerbe

Primo giorno Nonnulla si doglie, calma cheta aleggia intonsa nello spirito: non c'è l'incauto tenzone proprio. Ah, poter dire che pace sia. La tempra della ricerca divaga all'orizzonte delle fantasie mie, ma si dirà che il tempo si divida tra il volere e il nolere, infame diviene lo spirito di suo ingordo. 18/05/2014

Page 49: Cose Acerbe

Secondo giorno Il passo si inimica, leggiadro posa

al cammino di catrame: Una trappola si attiva... Una corvina ombra si altera, e il greto aeree non quieta la presenza immane. Un ultimo sussulto, una ossessione tangente al cuore; alla mente lo stretto si torbida.

Cuor di tenebra mi dirà, enfatica voce sua di un salone trepidante di essenze.

Come cozzerà, fiera, alle mura frenanti

Page 50: Cose Acerbe

d'una rocca purpurea? Non dire al alto vento ingenuo che si possa vedere con le nebbie di velluto un piccolo lampo, una chiamata dagli astri,

nel torpore della notte. Dirà di vita, che il male del mondo avrà la sua tregua.

19/05/2014

Page 51: Cose Acerbe

Terzo giorno

Del cuore, il sole degli occhi, non dirai di dettar delizia; e il sintomo viscerale, la parvenza della veglia eterna. Al cielo non si sentirà il canto del pianto, la gioia dolce. Silenzio accompagna la mente, torbido sisma si snida serpentesco al diavolo della passione umana. Un occhio si chiude, l'altro erge. Che il flusso pervada pazzo.

20/05/2014

Page 52: Cose Acerbe

Quarto Giorno

Dolente insana voglia di attesa

m'attanaglia, passiva è l'anima di debole languor di pace, non persa, e non mai perduta. Un ricordo si ripercuote ciclico, carico d'un algido sapore, e il far nulla è impotenza della fine non voluta e venuta. Non vincerà questo difetto empio al desio di vitalità estrosa, tra la gentile, e cortese gente, a cui il non credere è funesto.

21/05/2014

Page 53: Cose Acerbe

Quinto Giorno

Apro gli occhi e vedo il sole puro di calore svettare sulle città silenziose e lontane dal rumore dei flutti marini liberi e scuri. Sentivo solo il suono lucente delle onde celesti e l'orizzonte e le terre inchinate e le nubi girovaghe e piegate dal zefiro. Ma dietro viene la fiera tempesta e il freddo ostile e la solitudine del buio perché ora gli occhi chiudo.

22/05/2014

Page 54: Cose Acerbe

Sesto giorno Quale, nella celera intelligenza, il cuor mio un sentimento decida di far sopraggiungere impazzito? Le parole scoppiano nella lingua trepidanti alla confessione: dire il mio, il vero proprio assoluto. Si storce al lemma, si insidia l'ambiguo, si delira il volto al tono errato. Parola, voce, spiro, oculo deviato, e il non essere amati si confina alla variabile, al finale giunto. Le fratte, le foglie loro sussurrano altrui note, al vento inquieto; il pallore del cielo non degna fine

Page 55: Cose Acerbe

alla questione nella vissuta battaglia di un sentir libero. Infelicità, non vivrà ancora quel male. Dirà alla vòlta di non cadere indefesso alle logore immagini dell'attimo: non c'è arresa nel propugnare libertà al passato infausto.

23/05/2014

Page 56: Cose Acerbe

Settimo giorno

Mirabilia quel riso che si spegne nel mirare la inutile plebaglia, si alza alata dai fumi del blando ghignando superiore sentore; sola rimarrà, nei cieli alti un profondo dolore l'atterrerà.

Pavoncellava. Era lieta e gioiosa, non temea il tempo mediocre della terra volgare: il biancore e il blondeo luminano la via. Un tuono, spacco totale dell'azzurro, la creatura ascoltò, rassegnata. Il suo volo non andrà oltre,

Page 57: Cose Acerbe

e nel seguitar solerte pavida lagrimerà disagio infame, aulico...

...un canticello, una voce limpida le ricorderà di esistere, ancora vivere, fiorire, dirsi libera dal male. E tornare.

24/05/2014

Page 58: Cose Acerbe

Ottavo giorno La calendula...pervade un giardino di specchi, raggi di luce primaverile, l'acqua non potea al fermo vibrare tra i venti leggiadri, le sete delle nubi. Alla libera spoglia non vorrò il suo tocco, non un sussulto, una lagrima di gioia: uno sguardo di ossidiana decadrà il mio dubbio, o ultima paura dell'ignoto. Dove andrà la calendula...è perfida colonia di miei incroci non aprono la foce; al suo volere mi opporrò, e solo calpesterò lo floreale splendore perso nel zefiro.

25/05/2014

Page 59: Cose Acerbe

Nono giorno Fuori, nella tenera e ombrosa marina del mio umano vivere, un solo e tersamente opaco turbinìo, di pensieri voluti, implacabili, atti non di ragion , e la placata attesa invenuta odo e temo compirsi. L'euforia del momento irale si contempla in pochi rintocchi, una frustrazione del ritorno, al rieccheggiare perpetuon inganna la mia coscienza.

26/05/2014

Page 60: Cose Acerbe

Decimo giorno

Cumulonembo di tuoni fragoranti, indice dell'arrivo, un presagio alla strada intorba di foglie cadute e fiori maturati. Giacché del riflesso delle luci non si rivede l'ombra, un gracchiare nervante consuma l'aria e lo spazio. È lacera la trama dei nostri sensi oscurati e criptati dal ragionare ossesso; eppure oltre il temporale un sereno si porrà leggero... ...ma quel roseto antico pioviggina nella grigia ed atona via al sole bianco: il colore dei petali richiama un qualcosa...

27/05/2014

Page 61: Cose Acerbe

UN AMORE DIFFICILE

Page 62: Cose Acerbe

Alla notte

Alla notte, la folgore tenebra nel sussurrare delle frasche ondose al venticello dell'ultima primavera al passato tramonto concluso... ...vedrai il mio venire.

12/06/2014

Page 63: Cose Acerbe

La corsa

Oh, la corsa a te non rifuggo allo strepitio delle lumiere urbane: uno spiazzo, brughiera sacra il palco del nostro incontro vedrà. Trottolano le membra alla cerca tua, speranzosa mia lenta lumina del buio astrale.

12/06/2014

Page 64: Cose Acerbe

Non posso vedere le note

Non posso vedere le note del mio cuore non calme, agitate dal voler desiderio.

Ho scorto tu, e non tornerò a cadere in quella danza oscena, perversa, per le mie malate meningi. È la camminata! Ultima volontà mia al mirarti, a decidere il bene dell'animo primo.

12/06/2014

Page 65: Cose Acerbe

Cara e tenera e calda mia pioggia

Cara e tenera e calda mia pioggia di una solitudine unione; la sottile felicità nel tuo presente è una grata grazia.

Il silenzio...un continuo imperituro stagliarsi del corvo, alla velata ombra del nulla...vibra un pulsare etereo di felice richiamata. Le mura non sanno l'amore.

12/06/2014

Page 66: Cose Acerbe

Ah, scivola

Ah, scivola dalla breccia mia assurda impotenza di passione, al battagliare del dolore: gli occhi del pozzo scorgono una speranza in compimento?

Eppure, chiamare il buio come potenza distrutta... ...tu computi al clamore del passare delle ore un male? Il passo dell'attesa sembra

calare in un rinnovo di suoni. La calma è il pianto postumo di lacrime non spese.

Page 67: Cose Acerbe

E tutto concluse al tepore, al ciclico risuono della notte nelle vie ignote, aperte al susseguo delle vicende umane.

12/06/2014

Page 68: Cose Acerbe

Carpire l’altrui mente

Carpire l'altrui mente è il sogno dell'amante: è mirabile l'illusa passione del sognante.

12/06/2014

Page 69: Cose Acerbe

Non accecare la vista

Non accecare la vista allo sguardo

di perfido dolore immane, delirare al male crollante al cuore; la tempesta tona sull'animo dell'errante al passo!

12/06/2014

Page 70: Cose Acerbe

PRIME CONCLUSIONI

Page 71: Cose Acerbe

Nulla passa

Nulla passa...in alto, mira le nuvole passare leggere, gli stormi vagare lontani dalla terra; dire che oltre c'è la pace, la quiete, alla pioggia degli occhi.

Quale il sole dell'alba mia?

Nella sola campagna si ode il vuoto senza aria, il sussurro impercettibile degli alberi è spento all'orecchio chiuso. Crolla il peso di vivere al nulla.

Ma, uno scoccare di luce, appare nelle ombre della tenebra passate al porsi delle piante nascenti, nel clamore dei nidi svegliati...

12/06/2014

Page 72: Cose Acerbe

Cosa rimane… Cosa rimane di un infatuo saltare delle corde del centro della vita? Una desolata rinascita...

12/06/2014

Page 73: Cose Acerbe

Al canto dei rami silvestri

Al canto dei rami silvestri

non si chiede ove arrivi l'errante: il vagare suo è la scoperta del mondo che volle la sua vista porsi; delle stelle della tenebra c'è il loro sapore antico di polvere, di sogni.

12/06/2014

Page 74: Cose Acerbe

Da lontano non si pone

Da lontano non si pone un raggio libero dalla terra, librante in aria... ...è un baleno di vita primaverile, un giungere al novello piacere, e credere al sole della luce propria!

Ma alcune nubi sì addensano; il mare dei monti è meno solcabile.

Albera, il nome del vero, l'approdo alla pace, non arriva in mio volere?

Chi dirà la venuta nascita di un nuovo sentimento, dell'impeto di vita, se l'inganno perpetua all'ombra tua?

Page 75: Cose Acerbe

Non risponde...il sapere è posto dopo i tempi passati.

12/06/2014

Page 76: Cose Acerbe

All’oscuro passo

All'oscuro passo della luna: che la pace ti porti il sorriso, un godere di roseo risveglio.

Il cammino è lungo e turpe per il rinnovo della speranza, l'attesa tortura l'animo, a vedere il compimento totale.

12/06/2014

Page 77: Cose Acerbe

Non sentì che il pulsare

Non sentì che il pulsante, il violento tumulto feroce di vita scorrere nella mia breccia, a cuor fermo e pavido; tenere tutto dentro, sopprimere la vibrata passante. Non c'è che reggere al digrignar? Un gonfiarsi di bruciori, furori incessanti al battere concitato di celeri pensieri ossessivi, non sentono. Un'esplosione, un'uscita di logorroico starnazzare, tribolare e gioie, impazzire delirare e forsennante: tutto scivola dalle fauci divaricate senza fermarsi, implacabili.

Page 78: Cose Acerbe

Solo un piccolo ludico piacere non protrae altro; lungi dal venturo dolore dello squarcio della realtà.

12/06/2014

Page 79: Cose Acerbe

NEL RICORDARE Un riposo, prima di tornare nella battaglia totale...

Page 80: Cose Acerbe

Del trionfo della città Un lamento puerile

Le bandiere volano dolcemente nel meriggio sereno di settembre ricordando agli urbani il lieto tripudio alla lotta vinta contro i nemici attigui.

Urla di vittoria risuonan forti tra i rioni alti e la marmorea cinta della storia locale. Era il Saracino del neo autunno, sentendo nel lontano solo un'amara cognizion morale: disprezzare i vinti, campanilare tra noi, salire il podio vuoto,

Page 81: Cose Acerbe

e sentirsi qualcosa, ma poi capire tutto. La città è divisa nella lancia, tra voci futili di patriottismo gratuito e nocivo. Essere un quartiere da uomini è come un oggetto: si vale solo per ciò.

E la città vede la divisione: le strade urlano di rabbia vana, le mura sì corrodono al veleno, e il tempo passa lento. Scappare dalla vita piatta e bigia, vedere negli eroi la risalita dall'infernale tedio. Ma passare il resto a riprenderlo, e a non combattere sol che la lancia di legno delicato. Ma è follia, sì, è mia malattia dire questo, verissimo. Ho attaccato vilmente un amato passatempo, la festa Di tutti gli aretini.

Page 82: Cose Acerbe

È bella, con i cavalli piegati mo' di palio senese. E meraviglia lo scherzo di insulti gratuiti e pessimi. E tutta libertà, sì, vitalità. Moltissimi si sfogan con facezie ed è divertimento.

Allora starò muto alle offese per essere apolide, pensando allo scherzo. Chiuderò le palpebre alla vista di gente irata tra loro. Perché miro il mondo sulla serietà, e sbaglio, ed erro già se vedo delle spaccature dure. Solo goliardate, da sorridere. Che trionfino oggi i nostri araldi, domani si vedrà.

2/09/2013

Page 83: Cose Acerbe

Al sorriso dell’ingenuità

Mai ridere all'improvviso, vicino a chi ti conosce. Penserà alla schizofrenia subito, e senza nemmeno ragionare sul sorriso. Ti guarda male, chi ti vuole bene, sempre, con gli occhi di chi pensa che il mondo sia tanto prevedibile. Ma, se invece sorridi, diversa sarà la situazione. Si sentirà preso in giro, e ti vedrà peggio. Tralasciando questa scena indegna, che ti fa capire quanto sia incerta una futura maturità a gente di questo ingegno, torno all'inizio.

Page 84: Cose Acerbe

Ho sempre avuto difficoltà, correr in bici ci riesco, ma da bimbo no. C'era sempre il fosso a volermi, non mi ferivo, ma non riuscivo mai a starci retto in bici. Cadevo. Ero a leggere, e mi ricordai un momento delle elementari, una gita al Comunale della terra mia, per vedere il sindaco applaudire ipocrita ai giovani, il loro futuro. L'hanno trombato nel dopo. Con tutta la classe ero in bici pel giro, a far "slalom inutile", come bofonchiava una mia maestra. Non sapevo che fare. La paura che si sapesse della "capacità zero" che ho a pedalare. Merda. Tremavo, e sudavo allo stesso tempo; non sapevo che cosa fare. E la cosa peggiore vien domani: tutti a prendermi in giro, riso gratuito a costo della dignità propria. A rischio di trauma psichico. Non fu così. Caddi, caddi ancora e fui ultimo. E rientrando, tutti

Page 85: Cose Acerbe

mi...fecero saltar in aria, come una star del rock. E piansi felice. Temevo tutto il mal dell'infanzia, le angherie e i soprusi, condensi in quell'attimo. E invece nulla. Forse perché c'erano i maestri? Forse perché c'era il primo tra i cittadini, assessori? Forse sì. Ma non avrei sorriso con piacere. E ancora lo faccio.

15/05/2013

Page 86: Cose Acerbe

Sole di pietra

Ove il tempo nuoceva solo agli annoiati lavoranti, adesso veli di carte macchiate gli volgono un lontano saluto, seppur breve, all'ansia del tepore scialbo. E lo scirocco le fa camminare. Ti vorresti muovere, ma, fermo, non senti il che ti renda errante uomo. Solo un fruscio di lettere È il luogo della quiete giovanile. Ozio, sonno e riposo erano malvisti e involuti. Non più gioventù viva e libera; tutto conforme,

Page 87: Cose Acerbe

tutto ben regolare. Si è vinti al male del tempo, e nel contempo si ode solo i ricordi belli delle fantasie da lettura.

S'alternano i rumori per i lidi, e quel silenzio molle e profondo sobbalza inquieto alle chiacchiere di comari ciarle, alle goliardate infantili e alla volata degli alisei e delle sabbie. Eco di onde nell'orizzonte parlano della quiete, e del ristoro, e la calma avita, di intoccati scogli rossi e di grani di quarzo. La giornata è lunga e il chiasso ferma il tempo. Delle lettere si scivola un vago sentore di bea gioia.

26/07/2013

28/07/2013

Page 88: Cose Acerbe

Ultimo atto Saprai parlare, cantare... Il vetro si spezzò, un attimo: vedere crollare il tutto compiuto, sentire odori dissolti nell'aeree, udire il canto del tempo. Un crogiuolo si anima incessante, alluvione invincibile aliena, sterminatrice del mio animo. ...la esistente percepita.... altrui, il senso si dipana, infiero, soffoca il già, il presente proprio. Iridi ammutate dall'acqua d'oblio, e del mio non vivrà, sol sarà.

24/05/2014

Page 89: Cose Acerbe

METAMORFOSI Crollo delle mura di fumo... sarà una novella di libertà... Un delirio ti pervaderà l'animo tuo, sempre un dolore...

Page 90: Cose Acerbe

È tutto chiaro, preciso in vita, non ti preoccupi del futuro tuo se hai già il tuo desiderio pronto. Hai preso l'utile per necessario, il possesso per etica, per moral il divenuto; t'aspetti un fine alla storia, a sugello della bella esistenza compiuta in un modo. Eppure tu pensi. E puoi cambiare. Domani sarai un altro, avrai non più la tua vita e vivrai comunque. La certezza è assai mutabile d'un dubbio: chi si ferma non vive e si lascia abbattere dai flutti violenti. E il vento seguirà pio le foglie cadenti, forse a guidar il volo che scende e poi risale.

17/06/2013

Page 91: Cose Acerbe

L’essere Ora davanti un problema terribile e sentire di poter fare la differenza, di cambiare il male per un vero bene, sensato a te, per me, per tutta la gente. E vedere l'indifferenza, la risibile virgola di chi ha tutto, e non vive senza; ascoltar quei matti del dogma civile, dell'impossibilità, nel tempo il comma. E toccare con l'animo le ferite proprie, un'esperienza inservibile, in più volte, dell'impotenza del solitario, eroe tragico di un'epoca rara nella sua mollezza. Esser privi di volontà, tolta da improprie persone egoiste, ad un bene, da cui còlte le gemme dal suo prato, vive nel suo magico mondo, e agli altri non alcuna tenerezza.

17/06/2013

Page 92: Cose Acerbe

L’inizio del viaggio

Ultimo addio a questa terra di ultimi docili inganni, se il vento vorrà il mio ritorno ora i flutti mi piegano già e il tempo non vedrà in anni il sapere che il vento sa; mai qui non trova il pacifico.

Un sussulto, un passo inerte e il proseguo della guerra nell'oceano delle avversità: tutte le scelte prima certe non puntano al guardo mitico, le sere si alternano al sole di marzo, gioco di colore di ombre, e il mio contorno.

Page 93: Cose Acerbe

Non rimane che un proseguo, e le luci a segno finito della bufera e dei malanni. Non si chiamerà che il rito del passo, di un dolore che rende umano, e infinito.

19/03/2014

Page 94: Cose Acerbe

Vista nova La strada della contrada rustica è sconnessa e piena di ghiaie taglienti, e di dossi impervi e arsi dal passare continuo di macchine il cui ritto rombare nega quiete ai pochi passanti alla cerca stabile andante per il cammino duro tra cespi di cardi e rami piegati dal tempo plurale e dagli eccessi della babele degli uomini ora volti a vivere un adesso con la miopia di quella nebbia circondante quella natura eterna.

2/07/2013

Page 95: Cose Acerbe

Gli attriti

Gli striduli sordi e aspri dei suoni tuonano ovunque intorno a quei esuli dalla conformità tipica di chi limita il pensiero alla propria voce ed occhi.

E lasciano agli spiriti dell'ora l'oblio che precede i tocchi della noia da semplicità e li porta all'essere uno fiero della propria unità che del solo spirito solo ai tuoni. Il motto giovanile del "non penso" e obbligo del nuovo mondo a seguito della generazione precedente dove tutto ha senso e non necessita di un vero

Page 96: Cose Acerbe

sincero e ideale e fecondo di vita e di umana reazione.

Perché non ti fanno vivere come vuole l'uniformità del nostro tempo decaduto e segretamente taciuto. Non c'è orrore in questo fervore in questa stonante realtà perché è utile e certo e valido per tutti quanti la vedano nel bene e male e nella vita.

E a quelli che volentieri credano non curando se le loro ragioni siano vere per tutti e udita in tal modo o se abbiano un odore non d'una spettacolosa “figata” ma d'una immatura lotta segata. Eppure sono lieti e vivi e ridono ingenui al serio del circondario e dei piccoli rivi della linea imperva e temono alla prima cruda mora e chissà se accettano e piegano la testa a tutto e poi premono

Page 97: Cose Acerbe

su un facile desiderio... ...sfogliando taglienti pagine supina al sapere sta la gente dei tempi sorrisi ma sdegnati...

All'ombra silenziosa mentre sente le sinfonie della solitudine e della melanconia da conoscenza in attesa del riscatto fin da nati col mondo diviso e chiuso senza unità e speranza da comunione e non negano la vista ai felici liberi per loro dalla cognizione.

10/07/2013

Page 98: Cose Acerbe

Solo e pensoso Mille chiassi popolari cantano la gioia dell'estate con un inno comune e puerile; l'onda puntano su di loro, il sole deviano con ombrelli giganti, la sabbietta pongon a forte per alleviare il tedio, in continuo tintinnio, mentre l'aria riscalda con la retta attività dei podisti (vantano il fisico dell'ora!), le ciarlate insulse dei vecchi uniti a setta, e le annoiate burle, dannate alle vittime, ch0a mal stentano. Io sono lì, solo e pensoso in me, a vedere l'assurdo intorno a te, a pensare se servì tutto quel se.

1/07/2013

Page 99: Cose Acerbe

Il rinnovo

Al rilasso dei nervi c'è la fosca di nubi sopra la mia corsetta di veloci ansimi, e un leggero spillo di pensieri, piccola mosca a coprire le lenti d'una belletta della mia testa; ciò che un dì ero. Non parlavo delle piccole cose da tempo più voluto da nessuno; non pensavo a dure riflessioni da sempre pensate come le rose; non decidevo che , uno ad uno, avrei colto dei petali i colori. E intravedo la natura fiorita dei boccioli che vedrò da lontano risplendere e donarmene novità, gli stormi di uccelli che non imita

Page 100: Cose Acerbe

gli uomini fuggiaschi, con la mano colma, a vedere le solarità. Ma il ricordo del passato viene alla mia memoria a fermarmi nel mio tuffo, per dannarmi col no del presente, e cinica ritiene che i miei paletti son le sue armi per me se non capisco ciò che non so.

07/07/2013

Page 101: Cose Acerbe

Epigrafe ad un amico

Sorrideva felice al tedio del quieto vivere e s'infischiava del mondo alle sue porte,

[aperte per tutti e per nessuno, mentre c'è chi a

[sopravvivere deve stare male nel suo e dimenticarsi. Tutti si sono persi tra dolori e gioie incerte E pavidi al futuro, ma lui mai fu a voltarsi.

07/07/2013

Page 102: Cose Acerbe

Breve noia Risuona. È in attesa del primo fermo di volontà nel quotidiano modo di viver sano, per nausearci, a fare il mimo incessantemente, sol per allontanarcela dalla fuga nostra e dall'andar via che non cattura il tempo; una mano forzata...

17/08/2013

Page 103: Cose Acerbe

VARIE ED ULTIME Un ché di nuovo non può non palesarsi nella tua realtà...

Page 104: Cose Acerbe

Altro pensiero Un insieme di specule immagini distorte, a vedere, contornano le realtà umane,

[contorte, lascive al caso, balenate dalla ragione eppure sottili al cinismo, al pessimista divenuto per la sorte avversa, cieca. È un'oscura capacità di vivere, insane incoerenze privi di senso; alcuna posizione ancorata alla nostra vita. E subentra quella paura di gioire, al rischio di esser in sella al cavallo nero, e di perdere l'auriga nella insipida brughiera coperta di sìga.

14/01/2013

Page 105: Cose Acerbe

Elegia mancata

Bastava un inchino sincero, un solo leggero ultimo saluto per alzare questa, la piacerià e metterla in un piano ideale, superiore alla sua vera realtà. Ci si chiede dove vi sia in tutto il contorto e crudo nel poetare è facile porre ave erudite citazioni in rima, e mandare ad intendere "È alta poesia"? Presumo sempre di stare errando; se alla fine scrivo con un senso, un valore giusto, almen corretto. Forse scarabocchio, e cantando ancora un po' diventerò retto

Page 106: Cose Acerbe

poeta, non piegato dal dolore venturo dei rimorsi del fallito. Leggere troppo t'indebolisce per la nascita di un autocritica feroce come la propria coscienza, non si va avanti, È stato detto. La fantasia diventa demenza se venuta da un adolescente.

15/01/2013

Page 107: Cose Acerbe

L’ARALDO

Page 108: Cose Acerbe

“La Primavera non poteva giungere se il sangue di un caduto Non diveniva acqua nella nuova terra e in un vacuo cielo...”

I

“L'araldo venne alle porte della vallata spenta dai gelidi venti e dal sole di ghiaccio, arroccato nella parabola dei giorni, dove la luce non toccava le pietre fisse, al silenzio delle cime innevate; un lungo cammino l'attendeva nel suo compiersi, di una ciclicità destinata al rinnovo perpetuo.

Page 109: Cose Acerbe

L'araldo vide che era ormai stabilito. Il fiore non si apre: le gemme sono chiuse al ghiaccio e al solitario spento sussurro delle onde dei fiumi acquietati dall'immoto tempo. Gli alberi sono vuoti: nella loro corteccia le querce si inaridiscono, sopite al passare delle ombre stanche e pendenti al buio. L'aria è opaca: indefinita nel porsi al tempo quel suo smarrirsi nel vago cielo disperso, senza sapere dove i venti la dirigano. L'araldo vinse il timore della sconfitta: i canti non si possono che udire da lontano, nel disperdersi degli echi degli uomini. Il canto del sole, squarciante nei geli del tempo, era nella speranza, tutto continui: la melodia della voce si senta sempre, plachi la menzogna, il cristallo di luci e oscurità che immerge la valle, che tutto finisca, tutto cominci.”

Page 110: Cose Acerbe

II Un Zeffiro aprì le finestre del palazzo antico. Fisso nel fondo delle pietre delle alte dimore ed a comando dell'antico signore decano, lui lesse la grande novella di ciò che fu: la profezia si compia nel tempo, nella storia. La lode, il segno dell'inizio: la profezia si disperde, nell'avanzare delle ere, il passo era identico, diverse le scelte, identiche le cause, uniche le azioni; segua il compiersi! Segua la Storia! E si sappia che alla fine tutto non finisce, ma inizia! Attenda le prove, di essere, non apparire; conservi le minacce, memoria del passato immutabile; impari, non poteva non compiersi, ma accadere. I muri del palazzo ricordano gli araldi, i passati, che vissero nel porsi alla ricerca della speranza di un nuovo tempo, fiorito, di rivivere; si tenga il libro del passato,

Page 111: Cose Acerbe

il ricordo, la memoria di ciò che si compie e si ripete, e che la mente dica di guardarsi da ciò che accadrà e di voler sempre che il tempo passi ciclico. Un Zeffiro chiuse le finestre del palazzo antico. Lui proseguì nel cammino iniziatico, fuori dalle mura, nella valle ferma. Gli uomini camminavano nel freddo coperto, tra i rumori della natura circondante infuriata, nel caos delle genti più disparate nelle loro lingue; il fiume si muoveva alle onde delle piogge invernali e la noia era l'attesa sospirata al passo nuovo. Le colline erano senza ombre solari, silenti, e i sentieri dell'antichità deserti all'aria opaca. Lui porterà il nuovo ciclo del tempo come l'araldo della Storia passata e futura, nel prodigarsi, nelle scene, nei casi in cui una volta il Nulla dominava?

Page 112: Cose Acerbe

III Il Bestio Bisciato non voleva apparire... Le Storie le parole che si distinguono nel suo parlare nel suo evolversi senza fine e mutarsi incessantemente tra i segni e le voci tra gli alti imperi dalle corone appuntite timorate dal dire tutto e un nulla indifferente. La voce del finale era l'inizio del male, tra i latrati e i dolori del passo incombente, nell'elenco dei cambi, nelle lettere che mancano e tornano e ritornano e nascono e muoiono e vivono e passano e valgono e cadono. Ordine! Tutta la linea deve tornare, tutta la Storia deve essere detta, tutta la consulta degli antichi tomi raccontata. Ordine! Gli occhi di bracia seguono le voci, il negare speranza è la persecuzione, il passare al nuovo tempo è la prosecuzione. Ordine! Le lacrime scesero a chi passò, nel trauma della dipartita per mano degli occhi, della lingua e della voce. Ordine! Parve non passare

Page 113: Cose Acerbe

nulla al suo mirare, eppure la speranza che il fiore si apra dipenderà dal passare indenne. Ordine! Uno ad uno, e lui toccò: la calma dimorava, la voce disse un che inaspettato e all'orizzonte la pace sembrava... ...i venti si diressero contro, la disperazione non si sentì, gli occhi si accesero, la lingua trapelò, e quasi tutto finì, in un silenzio assoluto, e non sembra andare oltre, tutto concluso. Ordine! La prova non sembrava passata, e in attesa della morte per mano sua sì raccolse lui nel suo chiedersi perché. Vinse? Il caso volle la vita. Un passo quieto. Un'alba del futuro si intravvedeva già oltre la notte, e tutto poteva essere passato indenne. Si arrese? Lui andò oltre. Lui aspettò. Perché possa un trionfo sancire il ritorno al tempo nuovo ciclico del canto del sole. Detto questo, passò oltre. Il Bestio Bisciato non voleva però scomparire...

Page 114: Cose Acerbe

IV La morte, l'assassino, i caduti e il sangue sono i resti delle stragi di un errante che crede in ognuno come uno e nulla più. Il sorriso dell'essere diventava inganno, menzogna ai caduti delle guerre osteggiate al suo cospetto, e le sue parole criptiche, senza sapere se è un traditore o un tradito. Lui vide il passo degli altrui, devastati dalla strage infernale e cruenta del maligno, e salvati dalla pietà rara a cui si poneva, pur sputando dalle fauci folli. Evitare, scendere, determinare, capire, per evitare il maligno e salvarsi dal suo errare. Il freddo del suo passo era ammorbato dalle trappole di disperazione, nei muri segnati, nelle quindici celle prigioniere della vita altrui. Era un Còrrer a Diavolo il suo! Nello stacco delle lancette, decideva vita e morte, e segnati erano le sue vittime, carnefice delle bolge, il cui sguardo non poteva carità,

Page 115: Cose Acerbe

ma riso bigio. Lui non si fece che attendere, e decise le sorti, uno ad uno, nell'ordine folle e critico. Non c'era tempo alla sua corsa verso il fondo, ed era tutto finito alla scelta dei salvati e sommersi. Lui non ce la fece. L'albero era ancora vuoto. Nel timor di cadere, si unì alla compagnia di ventura, sapiente dell'atto meschino eterno, impiegabile a nessun caso della sorte, eterno. Evitarono tutto, scesero tutto, determinarono tutto, capirono tutto, e le formule per la salvezza del passaggio e la speranza futura... all'apparire non notò assieme agli altri... ...nel vedere l'ottavo segno... e le persone accanto, tutti uniti... decisivo al secondo passo... ...tutti erano vittime sue ormai... ...lui scappò dalla fine; l'unica per lui era il ritorno alla prima e ora ultima fase,

Page 116: Cose Acerbe

al compimento di questa ciclicità... di cui ora non rimane che il sangue, i caduti, l'assassinio e la morte.

V Il sangue era gonfio nel caduto all'ultimo varco per il passaggio. Era il mattino in cui nascerà il canto, e conclusa, darà l'inizio al rinnovo. Il Bestio Bisciato riapparve: La voce e la lingua identiche, gli occhi e la mente simili. Non più, doveva portare lui il trionfo del sole, e cancellare il passato, rinnovare il presente. La voce non deve disperdersi: che i fiori si aprano, gli alberi si riempiano, il cielo torni vivo, e tutto cominci. Ultima prova. Nessuno cadde pur il terrore dentro le menti immemori delle prodezze degli occhi di bracia. Ultima prova. Ritentare di nuovo, far valere il trionfo dell'araldo, destinare il compimento della ciclicità,

Page 117: Cose Acerbe

scoprendo alla fine...alla fine... ...ma la strada era sempre quella... a cadere non era lui... ...non una voce, un riflesso vero... uno scatto...uno sguardo... ...il silenzio...le voci si dipanano... il caos che converte gli ordini... le storie le parole le cose che la mente fugge nell'avanzare del tempo e il timore della sconfitta e i cristalli di luce e oscurità rotti nell'offesa nella tragica parvenza del fallire cadere indefesso e non avere più una missione creduta dalle prove e non credere di essere ciò che si era e la minaccia che diventa minacce ricordate nelle proprie menzogne che erano ma non sono e apprendere di non essere nulla e di passare solo per un essere che non esiste. Il segreto venne scoperto. Lui decise di non fuggire. Il Bestio Bisciato lo uccise. L'araldo cadde alla terra murata. Gli occhi videro il sole

Page 118: Cose Acerbe

aprire l'aria non più opaca, gli occhi videro il verde riempire gli alberi non più vuoti, gli occhi videro le gemme aprire i fiori non più chiusi. Gli occhi impararono che il freddo era passato, gli occhi impararono che il cerchio era compiuto, gli occhi impararono che tutto era già cominciato. “La Primavera non poteva giungere se il sangue di un caduto Non diveniva acqua nella nuova terra e in un vacuo cielo...”

12/02/2015

Page 119: Cose Acerbe

ORIZZONTE

Ah, fantastico, il tramonto è scomparso. Come tutti i giorni. E torna sempre.

Page 120: Cose Acerbe

La fine non colpirà la mia anima. Senso del mondo misero e scialbo, sai se di me rimarrà un misero, incauto livore di speranza? ...il verde ti percuote dal lontano, solitaria tua volontà stoica risanerà il passare del varco? Oh, colli miei antichi, se cantate il vostro canto, spezzatemi, urlate alla tenebra, di negare la disperata immota segretezza di librarmi. Non vi sono alture nel tuo occhio

Page 121: Cose Acerbe

di pomice. Il mare ti ascolta alla tua chiamata amata. Animo mio balbo, non chiederai alle rive una risposta, la cessione del vento? ...mira al gonfiarsi tronfio, al passare indenne tra quarzi e conchiglie, fortuna non tua... ...il sole è all'ultima parte... La nube passa solerte, cieca ai raggi di calore; il suo amore alla umanità, (non dispersa?) tornerà, ripartirà ad amare? Vedi. Il richiamo tuo più che saldo si smuove al perno della natura impassiva, solare, inumana. Ormai scuote il credo, e non il cielo mi reponderà pronto ad assolvermi, salvarmi dal morso di un male esistente, vivo.

Page 122: Cose Acerbe

Il fruscio tende i chicchi di polvere alla sommità del cielo, a cui vado oltre. Meno di me, e non verrà nulla. Il passo tuo, frettoloso, non canta, muove te dalla statuaria... ...lungi si vedrà nel cosmo. Mio essere, chi chiede di mirare dove tutto si conclude, si fissa indenne dal sisma fatale? Quel tenere terreno che sa d'un domani venturo. Tu ami mai il sussurrare doloso alla vita propria? Cadrai negli ami dei mali? Disperdo nell'esistenza tutto il frutto del mio volere. Chissà, all'immatura sorte non segue un riscatto? Solo, al nulla degli altri, mi derido agli arrivati di me, vinto alla realtà,

Page 123: Cose Acerbe

al tutto totale... ...c'è un cristallo...il ricordo degli spiriti del cielo sereno? Il viaggio, l'essere, l'amore sono quelle luci dell'esistenza al soldo di un ché nuovo. ...vedo le mie sabbie unirsi ad altre... un suono... impunta all'orizzonte e qualcosa si muta, si erige al chiaro incelato... Un richiamo dall'alto verrà nel cammino della fertile conquista e della gentil scoperta? A te, cuore di luce mia, nella fede comune, mio amore, pulsar di umano, essere circolare sempre aperto, non sarò un vinto? All'orizzonte non si domanda. E piango alla felicità, alla rinnovata e risanata ode del rifiorire, vivere.

24/05/2014

Page 124: Cose Acerbe

Prefazione - 3 -

IN NATURA Il lamento breve di un poeta in erba - 7 - Gocce di rugiada - 10 -

DISCORDIA La presenza - 12 - Uno squarcio - 13 - Una giornata - 20 - Storia di una camminata - 26 - Del pensare invano - 29 - Attesa - 31 - Prima… - 32 -

FLAMINIA? Il tormento - 39 -

Page 125: Cose Acerbe

Un cielo tra i buchi - 41 - La sua fine? - 42 - Preannunzio - 44 - L’avvento - 45 - Ad un’anima - 46 -

I GIORNI DELL'INNAMORATO Primo giorno - 48 - Secondo giorno - 49 - Terzo giorno - 51 - Quarto Giorno - 52 - Quinto Giorno - 53 - Sesto giorno - 54 - Settimo giorno - 56 - Ottavo giorno - 58 - Nono giorno - 59 - Decimo giorno - 60 -

UN AMORE DIFFICILE Alla notte - 62 - La corsa - 63 - Non posso vedere le note - 64 - Cara e tenera e calda mia pioggia - - 65 - - Ah, scivola - 66 - Carpire l’altrui mente - 68 - Non accecare la vista - 69 -

PRIME CONCLUSIONI Nulla passa - 71 - Cosa rimane… - 72 -

Page 126: Cose Acerbe

Al canto dei rami silvestri - 73 - Da lontano non si pone - 74 - All’oscuro passo - 76 - Non sentì che il pulsare - 77 -

NEL RICORDARE Del trionfo della città - 80 - Al sorriso dell’ingenuità - 83 - Sole di pietra - 86 - Ultimo atto - 88 -

METAMORFOSI L’essere - 91 - L’inizio del viaggio - 92 - Vista nova - 94 - Gli attriti - 95 - Solo e pensoso - 98 - Il rinnovo - 99 - Epigrafe ad un amico - 101 - Breve noia - 102 -

VARIE ED ULTIME Altro pensiero - 104 - Elegia mancata - 105 -

L’ARALDO - 107 -

ORIZZONTE - 119 -

Page 127: Cose Acerbe