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così impari a mangiarti Bambi

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Mostra di arti visive

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CLEANER VI, 201060x40 cmtecnica mista su tela

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CLEANER VII, 2010, (particolare)100x150 cmolio su tela

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CLEANER, 200960x40 cmtecnica mista su tela

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CLEANER IV, 2010100x150 cmtecnica mista su tela

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SENZA TITOLO, 2010100x150 cmtecnica mista su tela

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PADELLA, 200918x24 cmtecnica mista su tela

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PINOZA V, 200818x24 cmtecnica mista su tela

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PINOZA VI, 2009, (particolare)100x150 cmtecnica mista su tela

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IMBUTI, 200918x24 cmtecnica mista su tela

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SENA TITOLO, 200830x40 cmacrilico su tela

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PINOZA III, 200718x24 cmtecnica mista su tela

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CLEANER V, 2010, (particolare)100x100 cmtecnica mista su tela

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PINOZA IV, 200918x24 cmtecnica mista su tela

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CLEANER III, 2010, (particolare)90x60 cmtecnica mista su tela

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CLEANER II, 2010100x100 cmtecnica mista su tela

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…così impari a mangiarti Bambi

Il titolo “…così impari a mangiarti Bambi” non è un velato invito a sposare la cultura vegana, ma una sin-tesi “poetica”, seppur provvisoria, delle opere esposte. L’artista giunge a conoscere sé stesso (impara) attra-verso un esperimento di regressione allo stato infan-tile (Bambi-no) per ricreare visivamente (mangiare) situazioni già vissute in precedenza. Un processo estetico/esistenziale derivato dalla teoria freudiana sulla sessualità per la quale il bambino che indulge a succhiarsi il pollice ricerca un piacere ata-vico, già provato, che corrisponde al succhiare il seno della madre. Tuttavia, il riferimento a Freud vale per quegli stadi preedipici (orale, anale, fallico, genitale) che il bambino attraversa durante la crescita. Solo con la psicanalisi dei “rapporti con l’oggetto”, associata a Melanine Klein (1882-1960), pulsioni di questo tipo vengono analizzate anche nella vita adulta. E’ dalla combinazione di questi riferimenti, che Boffa struttura la propria operatività. L’artista elegge i pro-pri strumenti creativi e li usa come potrebbe usarli un bambino. Con la stessa serietà con la quale il bambino affronta il gioco, l’artista costruisce il proprio immagi-nario sostituendo alle macchinine ed alle bambole, orinatoi, escrementi, frammenti di vecchi WC, falli (se-

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rie “Pinoza” e “Cleaner”). In particolare, la metafora fallica -spesso presente nei suoi dipinti- corrisponde ad una volontà di rappresen-tare quell’indicibile che appartiene al buon senso, alle confortanti abitudini precostituite. Il tentativo è scopri-re il nervo di quell’ordine fallocentrico che presiede il linguaggio, l’espressione, la comunicazione e che, nella società, influenza la vita, le scelte.Quello della regressione infantile non è ricerca di un linguaggio primigenio, aurorale, che racconta il mondo con l’identico stupore e l’identica libertà espressiva propria delle prime età dell’uomo, bensì l’espressione di un trauma, il trauma della perdita che apre ad un’estetica del lutto e della malinconia dove ad essere rappresentati sono corpi violati, psiche frustrate, mo-dellate psicologicamente da pulsioni e fantasie. In que-sta chiave, Boffa sviluppa un metodo che fa dell’opera il luogo in cui si può tentare un “trattamento” o un “e-sorcismo”. E’ la “ripetizione dell’esperienza traumati-ca”, il continuo confrontarsi con le proprie malattie, in cui si mette in scena la regressione come espressione di protesta e di sfida. Riportare in luce le ferite significa cercare la verità e la verità è l’unica arma contro il po-tere corrotto e osceno.

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Domenico Boffa (Nereto 1975) si diploma all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila in Scultura nel 2006 con tesi in Estetica dal titolo Il Vuoto in Kafka (come condizione dell’operare artistico). Partecipa a diversi workshop con personalità internazionalmente rilevanti come Botto e Bruno, Marcel-lì Antunez Rocha, Gulsum Karamus-tafà, Myriam Laplante ed espone in diverse città italiane, tra cui Pescara, Spoltore (Pescara), L’Aquila, Genova, Trieste. Nel 2011 partecipa alla 54° Biennale di Venezia/Padiglione Accademie. E’ insegnante di Disegno e Storia dell’Arte ed Educazione artistica. Attualmente vive e lavora a Guastalla (RE).

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MOSTRE COLLETTIVE

201154° BIENNALE DI VENEZIA/PADIGLIONE ACCADEMIE a cura di Vittorio Sgarbi, Tese di San Cristoforo, Venezia2010Premio ART GALLERY, Milano (selezionato)LA DERIVA ALLE 99 CANNELLE, a cura di Antonio Gasbarrini, L’Aquila2009DALLE 3.31 ALLE 3.33. Il prima e il poi degli artisti aquilani dopo il terremoto delle 3.32, a cura di Antonio Gasbarrini, Porto di Genova.“ARTEFATTO LUMINESSENZE 2009”, YOUTH ART EXHIBITION, Trieste2007IMAGO IMAGINIS, 53° PREMIO BASILIO CASCELLA, a cura di Antonio Zimarino, OrtonaETNORAMI III a cura di Teresa Macrì, workshop con Myriam Laplante ed Enzo Umbaca, a cura di Teresa Macrì e Lea Contestabile, Accademia di Belle Arti, L’AquilaANNUALE D’ARTE 2007 -L’Aquila città della pace in nome di Ce-lestino V-” ex Monastero di S.Maria dei Raccomandati, Muspac, L’Aquila2006L’OZIO a cura di Teresa Macrì, workshop con Marcel-lì Antunez Roca, Gulsun Karamustafa, Botto & Bruno, Accademia di Belle Arti, L’AquilaMONTONE TRA IL SOLE E LA LUNA a cura di Antonello Rubini, Montone, (TE)

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[email protected]

+39 3497816583

LIBERARSI AL SOGNO” a cura di Stefania Silvidii e Antonio Zimarino, Rosciano, (PE)UTOPIA, Museo d’arte Vittoria Colonna, Pescara2005SINESTESIE Vedere il suono, Galleria Passato Presente, L’AquilaOCCHI NUOVI…giovani artisti italiani a cura di Antonio Zimarino-Sibilla Panerai, Spoltore Ensemble, Spoltore, (PE)L’INQUIETANTE MUSA DELLA DIVINA COMMEDIA a cura di Antonio Gasbar-rini, Angelus Novus, L’Aquila2003INSIGHT a cura di Antonio Zimarino, SPARTS, PescaraX Premio di scultura Edgardo Mannucci, Arcevia (Ancona)