Cosmetici,salute e qualità della vita

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    ISTITUTO SUPERIORE DI SANIT

    COSMETICI,SALUTE E QUALIT DELLA VITA

    2ConvegnoMaterie prime documentate per luso previsto

    Istituto Superiore di SanitRoma, 1 giugno 2001

    RIASSUNTI

    A cura diGiuseppe Salvatore (a), Mirella Colella (b) e Oreste Cozzoli (c)

    (a) Laboratorio di Tossicologia Comparata ed Ecotossicologia, Istituto Superiore di Sanit, Roma(b) Direzione Generale per la Valutazione dei Medicinali

    e la Farmacovigilanza, Ministero della Sanit, Roma(c) Stazione Sperimentale per le Industrie degli Oli e dei Grassi, Milano

    ISTISAN Congressi 73(ISSN 0393-5620)

    Roma

    2001

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    Istituto Superiore di SanitCosmetici, salute e qualit della vita. 2 Convegno. Materie prime documentate per luso previsto.

    Istituto Superiore di Sanit. Roma, 1 giugno 2001. Riassunti.

    A cura di Giuseppe Salvatore, Mirella Colella e Oreste Cozzoli

    2001, iii, 45 p. ISTISAN Congressi 73

    Il Convegno riunisce contributi di operatori del settore cosmetico provenienti da realt diverse

    (amministrazione pubblica, universit, ricerca, imprenditoria, ecc.) e propone dunque interessanti spunti

    di riflessione sul ruolo dei cosmetici in rapporto alla salute e alla qualit della vita con particolare

    riferimento alla funzione delle materie prime. Il Convegno articolato in tre sessioni: 1) Dalle materie

    prime al prodotto cosmetico; 2) Dal prodotto cosmetico al consumatore, 3) Informazione e ricerca

    (sessione di presentazione di poster) e una Tavola rotonda che prevede la discussione finale dei temi

    trattati con lintento di giungere ad una formulazione di proposte finalizzate allaggiornamento della

    attuale normativa sui cosmetici.

    Parole chiave:Cosmetici, Normativa, Materie prime, Recupero dellinformazione

    Istituto Superiore di Sanit

    Cosmetics, health and life quality. 2ndConference. Certified raw materials for designed purpose.

    Istituto Superiore di Sanit. Rome, June 1, 2001. Astract book.

    Edited by Giuseppe Salvatore, Mirella Colella and Oreste Cozzoli

    2001, iii, 45 p. ISTISAN Congressi 73 (in Italian)

    The Conference gathers important papers by operators involved in different sectors of the cosmetics

    field (government, university, research, industry, etc.), thus presenting relevant hints for discussion on

    the role of cosmetics in relation to human health and the quality of life with particular reference to raw

    materials. The conference has three sessions: 1) From raw materials to cosmetic products; 2) From

    cosmetic products to consumers; 3) Information and research (poster session), and a Round table where

    the main issues of the conference will be finally discussed with the purpose to draw up proposals for up-

    dating the present regulations on cosmetics in Italy.

    Key words:Cosmetics, Regulations, Raw materials, Information retrieval

    Istituto Superiore di Sanit 2001

    Il rapporto disponibile online nel sito di questo Istituto: www.iss.it.

    Comitato organizzatore

    Mirella Colella, Giuseppe Salvatore (Responsabile Scientifico)

    Comitato scientifico

    Rita Patrizia Aquino, Paolo Aureli, Cesidio Bianchi, Angelo Carere, Domenica Centi, Mirella Colella,Luigi Gagliardi, Giuseppe Salvatore (Coordinatore), Carla Scesa

    Convegno organizzato da: Istituto Superiore di Sanit.

    Con la partecipazione di: Ministero della Sanit, Stazione Sperimentale per le Industrie degli Oli e dei

    Grassi, Societ Italiana di Chimica e Scienze Cosmetologiche e Federchimica (Gruppo Aromi e Fragranze,

    Gruppo Materie Prime per lIndustria Cosmetica).

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    INDICE

    Premessa................................................................................................................ iii

    Programma .............................................................................................................. 1

    Prima sessioneDalle materie prime al prodotto cosmetico ................................................................... 5

    Seconda sessioneDal prodotto cosmetico al consumatore....................................................................... 19

    Sessione PosterInformazione e ricerca ................................................................................................ 27

    Indice degli autori .................................................................................................. 45

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    PREMESSA

    Largomento di questo 2 Convegno sul tema Cosmetici, salute e qualit della vitaappare molto ambizioso se inteso come trattazione globale ed esaustiva dei vari aspetticonnessi con luso delle materie prime.

    Lobiettivo in realt pi preciso ed piuttosto incentrato sul significato da dareallaggettivo documentate che trae spunto dai principi sulla qualit, efficacia e sicurezzadegli ingredienti e dei prodotti cosmetici enunciati nella Legge n. 713 dell11 ottobre 1986,suoi aggiornamenti e modifiche, e nel DL.vo n. 126 del 24 aprile 1997.

    Tali principi, che in pratica raccomandano limpiego di materie prime sicure ecertificate per luso previsto, nella realt sono talvolta disattesi, causando situazionipotenzialmente a rischio per la sicurezza dei consumatori.

    Liniziativa, quindi, di questa riflessione sulla situazione, da effettuarsi con spiritocollaborativo da parte di chi impegnato nel settore cosmetico (dallamministrazionepubblica, universit, imprenditoria e organismi nazionali alle varie figure professionali) quanto mai attuale in un momento in cui sempre pi si fa attenzione alla salute come benefondamentale per lindividuo e la collettivit.

    Il Comitato organizzatore

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    PROGRAMMA

    Venerd 1 giugno 2001

    9.00 Registrazione dei partecipanti

    9.30 Indirizzo di benvenuto

    Prima sessioneDALLE MATERIE PRIME AL PRODOTTO COSMETICOModeratori:M. Colella, G. Salvatore

    9.40 Riflessione in tema di qualit, efficacia e sicurezzaG. Salvatore

    10.00 Materie prime cosmeticheL. Carinelli

    10.20 Dalle materie prime al prodotto cosmetico: situazione e sviluppi nellUnioneeuropea

    M. Trovato

    10.40 Fragranze e aromiF. Filippini

    11.00 Intervallo

    11.20 Il ruolo dei tensioattivi nelle formazioni cosmetiche autopreservantiO. Cozzoli

    11.40 Quei tensioattivi chiamati emulsionanti: una rassegna attualeG. Proserpio, G. DAgostinis

    12.00 Materie prime dorigine vegetaleF. Mearelli, R. Pozzi, C. Sessa

    12.20 Prospettive duso di ingredienti alternativi naturali

    R. Malanchin, M. Baggi

    12.40 Sostanze funzionali: quali esigenze per la cute?C. Scesa

    13.00 Intervallo

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    Seconda sessioneDAL PRODOTTO COSMETICO AL CONSUMATOREModeratori:C. Scesa, O. Cozzoli

    14.00 Dimostrazione dellefficacia e della tollerabilit dei prodotti cosmeticiA. Cristaudo,M. Picardo, B. Santucci

    14.20 Caratteristiche edonistiche del cosmetico: ruolo degli ingredienti nella definizionedel suo profilo sensoriale

    E. Mignini

    14.40 Funzionalit degli ingredienti cosmetici e pubblicit ingannevoleG. Bronzini

    15.00 Controllo ufficiale finalizzato alla prevenzione sanitaria ed alla qualit deiprodotti cosmetici

    L. Gagliardi

    15.20 Evoluzione normativa sulla sperimentazione di ingredienti e di prodotti cosmeticifiniti

    M. Colella

    15.40 Intervallo

    Sessione PosterINFORMAZIONE E RICERCAModeratori: A. Gasparoli, L. Gagliardi

    16.00 Breve presentazione e discussione

    Cosmetici: quale informazione?

    P. De Castro, R. Ferrara, G. Poppi, A. Spurio

    Cosmesi in Internet: come orientarsi tra i trucchi della rete

    R. Cammarano, M. Della Seta, A. Dracos

    Attivit della Sottocommissione Prodotti cosmetici e di igiene personale

    A. Gasparoli, O. Cozzoli

    Profili gascromatografici dellolio essenziale ottenuto dalle foglie diMelaleuca alternifoliaCheel

    E. Gentile, A. Cioffi , L. Farina, R. P. Aquino, G. Salvatore

    Particolare ed inconsueta utilizzazione del Tea Tree Oil

    C. Ricciardi

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    Prima sessioneDalle materie prime al prodotto cosmetico

    Moderatori

    Mirella Colella, Giuseppe Salvatore

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    RIFLESSIONE IN TEMA DI QUALIT, EFFICACIAE SICUREZZA

    Giuseppe SalvatoreLaboratorio di Tossicologia Comparata ed Ecotossicologia, Istituto Superiore di Sanit,

    Roma

    Il duplice obiettivo di facilitare lo scambio delle merci tra i Paesi e di tutelare la salutepubblica dai potenziali rischi derivanti dallimpiego delle stesse quando non adeguate sottoil profilo della qualit, dellefficacia e della sicurezza, alla base di ogni specifica norma

    che regolamenta la produzione e la vendita di una variet di prodotti di largo consumoumano, tra cui i cosmetici. Per questi i criteri per garantirne linnocuit e lefficacia siritrovano nel DL.vo 126/1997, cio nel decreto di recepimento di una direttiva adottatadallUnione Europea circa nove anni fa (35/92/CEE). La riflessione sul tema della relazionescaturisce appunto dal voler fare intanto unanalisi della situazione, richiamandolattenzione su quei punti che non hanno avuto ancora lo sviluppo annunciato dal decretosopracitato, cercando cos di sollecitare eventuali proposte per migliorare la normativavigente. La verifica dei ruoli e delle responsabilit porta da un lato a considerarelimprenditoria delle materie prime (obbligo di rendere disponibili le relative informazioni),degli utilizzatori delle stesse (produzione, confezionamento, immagazzinamento edistribuzione dei prodotti finiti; applicazione di BPF e di un idoneo sistema di qualit;responsabilit del proprietario, del direttore tecnico e del valutatore della sicurezza) e gliimportatori (responsabile dellimmissione sul mercato ed esperto dei prodotti importati) e

    dallaltro lamministrazione pubblica e periferica cui compete lonere di assicurare unaregolamentazione adatta allo scopo e la corretta applicazione della stessa attraversounazione di sorveglianza su tutto il territorio nazionale. Purtroppo da tale contestoemergono alcune questioni la cui definizione rimandata a decreti da emanarsiappositamente, che riguardano: i criteri di purezza chimica e microbiologica dei prodotticosmetici ed i relativi metodi di analisi; le modalit con cui i produttori e distributori dimaterie prime debbono rendere disponibili le informazioni sulle stesse; il tipo di strutturache deve avere il dossier previsto per ciascun cosmetico; listituzione del sistema dicosmeticosorveglianza; le modalit di comunicazione degli effetti indesiderati dei cosmeticida parte dei cittadini. Altri punti controversi riguardano: una migliore definizione degliingredienti nellInventario; lapplicazione dei principi di BPL allo studio degli ingredienticosmetici; il numero di laboratori al riguardo certificati, che appare esiguo rispetto alnumero di ingredienti utilizzabili dallindustria cosmetica; linadeguatezza dei sistemi

    alternativi alla sperimentazione animale, il cui divieto, pur stabilito per motivi di eticit apartire dal 1998, viene prorogato di anno in anno; il conseguente ricorso ai volontari pervalutare gli eventuali effetti irritativi dei prodotti. Non vi dubbio che in tutto ci sipossano verificare situazioni non ben valutate e quindi potenzialmente a rischio per iconsumatori; ma pur vero che gi la corretta e documentata informazione sulle materieprime per luso previsto possa avvalorare un accettabile livello di sicurezza dei prodottifiniti. Questo convegno intende iniziare una tale verifica sistematica per le diverse categoriedi materie prime cosmetiche cominciando tra quelle pi utilizzate.

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    MATERIE PRIME COSMETICHE

    Luigi CarinelliGruppo Materie Prime per lIndustria Cosmetica, Assospecifici-Federchimica, Milano

    La direttiva 93/35 CEE del 14 giugno 1993, pi nota con il nome di VI modifica, hacoinvolto solo indirettamente i fornitori di ingredienti. La legge di recepimento in Italia(DL n. 126 del 24 aprile 1997) ha invece esplicitamente indicato alcuni doveri dei fornitoridi materie prime. Tuttavia gli ingredienti cosmetici costituiscono un insieme numeroso emolto articolato di sostanze, rendendo estremamente difficoltoso usare criteri uniformi ed

    omogenei di valutazione. Questa complessit e variet si riflette anche nelle attuali normedi etichettatura, in quanto la nomenclatura INCI non rende facile distinguere tra ingredientidi ben diversa natura e valenza. Il tutto reso ancora pi complicato dalle normativeesistenti e in preparazione riguardanti lintroduzione sul mercato di prodotti ottenuti sia persintesi chimica che per estrazione da sostanze naturali.

    Ne deriva che nel rapporto tra cliente e fornitore si vanno ad inserire ulteriori elementicritici. Assume quindi una importanza sempre maggiore la quantit e la qualit delleinformazioni che, tramite la documentazione tecnica di accompagnamento, il fornitore dimaterie prime comunica ai suoi clienti. La documentazione diviene quindi parte integrantedel prodotto, come altre componenti pi o meno importanti quali le caratteristiche chimico-fisiche, le prestazioni, il prezzo, la disponibilit, lassistenza post-vendita, linnovazione.

    La legislazione continua nel frattempo ad evolversi, variando in continuazione loscenario nel quale operiamo, costringendoci quindi a modifiche ed adattamenti. E tuttavia

    estremamente importante che le limitazioni poste dalle future disposizioni di legge, siaeuropee che italiane, pur nel rispetto delle esigenze di tutela della salute del consumatore edi una crescente sensibilit verso lambiente, lascino lo spazio allinnovazione anche nelsettore delle materie prime cosmetiche, in quanto linnovazione non soltanto fine a sstessa, ma porta anche ad un miglioramento della sicurezza del consumatore, ad un miglioresoddisfacimento delle sue necessit di salute, di igiene e di bellezza, ed anche, pur se taloraquesto lato non viene sufficientemente recepito, ad un maggior rispetto dellambiente.

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    DALLE MATERIE PRIME AL PRODOTTO COSMETICO:SITUAZIONE E SVILUPPI NELLUNIONE EUROPEA

    Marinella TrovatoUnipro, Milano

    La legislazione nazionale che disciplina i prodotti cosmetici deriva da provvedimenticomunitari che dal 1976 hanno inquadrato con uno specifico assetto normativo questacategoria di prodotti.

    La Comunit europea ha fino ad oggi adottato, per disciplinare la produzione e la

    commercializzazione di cosmetici, lo strumento giuridico della direttiva: direttiva base ,infatti, la 76/768CEE del 27 luglio 1976, rivolta a tutti gli Stati membri per avviareununiforme disciplina della produzione e del commercio dei prodotti cosmetici e direttivedel Consiglio o della Commissione sono gli strumenti giuridici successivamente adottatidalla Comunit per aggiornare ed adeguare la direttiva base.

    In ambito di Commissione europea, dal luglio del 1997, la competenza in tema diprodotti cosmetici ripartita tra due diverse Direzioni generali.

    La Direzione generale Imprese ha assunto la responsabilit per gli aspetti giuridico-amministrativi, mentre la Direzione generale Salute del consumatore ha la responsabilitdella parte scientifica, avvalendosi per lo svolgimento di tale ruolo, del ComitatoScientifico di cosmetologia e dei prodotti non alimentari (SCCNFP), costituito da espertiindipendenti, di rinomata fama e competenza, provenienti da tutti i paesi europei.

    Nellemanazione delle direttive, che prevedono sia atti amministrativi che valutazioni di

    carattere scientifico, quindi necessaria linterazione delle due direzioni generali.I prodotti cosmetici immessi sul mercato comunitario non devono causare danni alla

    salute umana nelle normali e nelle ragionevolmente presumibili condizioni dimpiego,recita lart. 2 della direttiva 93/35 CEE.

    La stessa direttiva 93/35CE che, ultima, in ordine di tempo, ha emendato la direttivabase del 1976 si posta, tra gli obiettivi principali, di salvaguardare la salute delconsumatore dai possibili effetti nocivi correlati alla presenza nei prodotti di specifichesostanze e preparazioni che potrebbero nuocere alluomo in relazione a loro intrinsechepropriet.

    Diversi meccanismi sono stati sviluppati, alla luce del mandato della direttiva base, alfine di soddisfare il principio fondamentale di proteggere la salute del consumatore ed inparticolare sono state realizzate una serie di liste positive e negative di sostanze impiegabilio meno nei cosmetici, quali: linventario degli ingredienti utilizzati nei prodotti, sulla base

    delle informazioni pervenute dalle industrie che rappresenta una lista indicativa e nonesaustiva, aggiornabile periodicamente; lelenco delle sostanze che non devono far partedella composizione dei prodotti cosmetici; gli elenchi di sostanze che non possono esserecontenute nei prodotti cosmetici salvo che in determinati limiti e condizioni; gli elenchi disostanze autorizzate che comprendono agenti coloranti, conservanti e filtri ultravioletti.

    Il produttore o il suo agente o alla persona per conto della quale il cosmetico immessosul territorio comunitario deve inoltre tenere a disposizione, ai fini di controllo da partedelle autorit esplicitamente designate in ogni stato membro, una serie dinformazioni sul

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    prodotto dalle quali sia possibile evincere che sono state adottate tutte le misure e si tenuto conto di ogni indicazione e prescrizione per garantirne la sicurezza nelluso umano.In particolare necessario effettuare sotto la responsabilit di un esperto, competente inmateria di risk assessment, la valutazione della sicurezza del prodotto finito per la saluteumana, prendendo in considerazione in particolare il profilo tossicologico generale degliingredienti, la struttura chimica e il livello di esposizione.

    La valutazione della sicurezza per la salute umana deve essere effettuataconformemente ai principi di buona prassi di laboratorio previsti nella direttiva 87/18/CEEdel Consiglio, del 18 dicembre 1986, concernente il ravvicinamento delle disposizionilegislative, regolamentari ed amministrative relative allapplicazione dei principi di buoneprassi di laboratorio e al controllo della loro applicazione per le prove sulle sostanzechimiche.

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    FRAGRANZE E AROMI

    Fabrizio FilippiniGruppo Aromi e Fragranze, Assospecifici-Federchimica, Milano

    Fragranze e aromi giocano un importantissimo ruolo nella formulazione di un prodottocosmetico: indipendentemente dalla funzione per cui il cosmetico concepito, essi nerappresentano il biglietto da visita, il primo impatto con il giudizio sensoriale delconsumatore. Non a causa, tuttavia, di questa connotazione edonistica vengono prestate afragranze e ad aromi meno attenzioni per quanto riguarda la sicurezza per il consumatore

    rispetto agli altri ingredienti ad uso cosmetico. Infatti con il Decreto Legislativo n. 126 del24 aprile 1997, che ha recepito in Italia le direttive 93/35/CEE e 95/17/CE, risulta cheanche il fornitore di fragranze e di aromi deve garantire al produttore di cosmetici fermarestando la segretezza della formula adeguate informazioni sulla sicurezza di impiego diquesti prodotti.

    Al fine di agevolare ladempimento ai dispositivi previsti dalla norma in parola, leassociazioni europee EFFA e COLIPA, rispettivamente rappresentative dei produttori diaromi e fragranze e dei produttori di cosmetici, hanno collaborato alla definizione didirettive ufficiali concernenti lo scambio di informazioni tra fornitori di fragranze/aromi eproduttori di cosmetici. Il Gruppo aromi e fragranze di Federchimica e UNIPRO hanno diconseguenza collaborato alla predisposizione della versione italiana delle direttive EFFA-COLIPA. Queste direttive si basano soprattutto, per quanto riguarda le dichiarazioni disicurezza delle fragranze, sulle raccomandazioni del Codice di Buona Pratica IFRA, di

    conseguenza vincolanti per tutte le imprese che aderiscono ad IFRA attraverso leassociazioni nazionali.IFRA e lOrganizzazione Internazionale delle Industria delle Fragranze, in assenza di

    specifiche norme di legge che regolamentano direttamente le fragranze, hanno introdotto apartire dal 1974 un sistema di autoregolamentazione destinato allIndustria. La funzioneprimaria di questo sistema stata la creazione di un Codice di buona pratica per lIndustriadelle fragranze che fornisce suggerimenti per una buona pratica di fabbricazione estabilisce delle direttive destinate ai produttori, ai fini di utilizzare senza rischi gliingredienti delle fragranze, con particolare attenzione per quegli ingredienti che potrebberoprovocare effetti indesiderati. Il Codice IFRA redatto da un Comitato Scientifico diEsperti del settore sulla base di dati riscontrati e dai risultati degli studi scientifici condottisulle materie prime utilizzate per la preparazione delle fragranze.

    Per quanto riguarda la sicurezza dimpiego degli aromi, oltre che sul Codice IFRA le

    direttive EFFA-COLIPA si basano soprattutto sulla complessa normativa comunitaria inmateria di aromi per alimenti, che prevede, nel giro di alcuni anni, di completare il vagliotossicologico di tutte le sostanze aromatizzanti utilizzate in Europa.

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    IL RUOLO DEI TENSIOATTIVI NELLE FORMULAZIONICOSMETICHE AUTOPRESERVANTI

    Oreste CozzoliStazione Sperimentale per le Industrie degli Oli e dei Grassi, Milano

    In questa nota viene riportata una panoramica sullattivit antimicrobica dei tensioattivi,con particolare enfasi allevidenziazione delle correlazioni esistenti fra la struttura chimicae lattivit antimicrobica. Per i chimici formulatori importante avere una certa conoscenzadellattivit antimicrobica dei tensioattivi, oltre che degli effetti collaterali e delle

    interferenze, per affrontare lo sviluppo della formulazione in modo razionale.Generalmente, per la conservazione dei prodotti vengono utilizzati dei conservanti ad

    attivit antimicrobica dal momento che questi prevengono la crescita dei microrganismi chepossono essere dannosi o possono essere causa di difetti (deterioramento, decolorazione,modificazione degli odori, ecc.). I prodotti conservanti possono avere attivit irritante osensibilizzante per alcune persone che usano prodotti che li contengono; di conseguenza, preferibile impiegarne la quantit strettamente necessaria per unadeguata conservazionedei prodotti.

    Molti tensioattivi sono composti polifunzionali dal momento che presentano attivitantimicrobica oltre alla peculiare caratteristica di ridurre la tensione superficiale dellesoluzioni acquose nelle quali sono impiegati. Da questo punto di vista appare evidente che itensioattivi rappresentano una classe di composti che possono contribuire allattivit delsistema conservante. Pu essere possibile ridurre e/o eliminare i conservanti in alcune

    formulazioni attraverso la selezione dei tensioattivi e delle condizioni fisicochimiche cheprevengono/minimizzano la crescita microbica. Allindustria cosmetica vengono fornitimolti tensioattivi come soluzioni acquose contenenti conservanti. E importante che questiconservanti, presenti accidentalmente, siano opportunamente considerati nella formulazionedel prodotto e nella reclamizzazione del prodotto finito. Limpiego dei tensioattivi puconsentire la riduzione nellimpiego dei conservanti in alcune formulazioni e contribuireallo sviluppo di prodotti cosmetici autopreservanti.

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    MATERIE PRIME DORIGINE VEGETALE

    Fausto Mearelli (a), Roberto Pozzi (b), Carlo Sessa (c)(a) Planta Medica, Pistrino di Citerna (MI); (b) Indena, Milano; (c) ASSOERBE, Milano

    Le materie prime di origine vegetale impiegate in campo cosmetico sono costituitenormalmente da estratti preparati in modi diversi. Lestratto viene utilizzato nel prodottocosmetico in base alla sua attivit sulla pelle, sui capelli, sulle mucose, sulla secrezione dialcune ghiandole, ecc., senza tuttavia esprimere una vera e propria azione farmacologicaonde non confondere la suddetta con quella funzionale del cosmetico.

    Il controllo dellestratto non sufficiente a garantirne la genuinit. Occorre il controllodella materia prima costituita dal vegetale.Chi produce estratti deve analizzare le droghe vegetali da un punto di vista botanico e

    chimico per accettare solo le specie utilizzabili ed individuare le sofisticazioni. Devonoanche essere considerate alcune impurezze potenziali quali i pesticidi, le aflatossine e imetalli pesanti in funzione del metodo impiegato per la produzione dellestratto.

    Gli estratti, essendo impiegati per la loro attivit, devono essere controllati perquantificare le sostanze attive presenti e, ove non possibile, il rapporto estratto/droga. Eallo studio, presso la Farmacopea Europea, una linea guida per la classificazione degliestratti in base alla conoscenza dei principi attivi in essi contenuti; questa potr essere unutile riferimento per quanto si sta attuando presso la Sottocommissione Prodotti Cosmeticied Igiene Personale operante presso la Stazione Sperimentale per le Industrie degli Oli e deiGrassi di Milano.

    Si fa rilevare che largomento ha avuto una particolare attenzione in ambito dellasopracitata commissione che ha effettuato ricerche sperimentali su campioni di estratti diinteresse cosmetico per arrivare alla definizione quali-quantitativa dei medesimi in unprogetto di normalizzazione della materia che si rifletter nella redazione di norme UNI.

    Largomento ha avuto un seguito nel 1 convegno tenutosi a Roma nel dicembre 1998presso lIstituto Superiore di Sanit e avr una ricaduta nazionale per una corretta verificadella qualit degli estratti a vantaggio degli utilizzatori dei medesimi.

    La standardizzazione dei metodi di produzione dipende dal tipo di classificazione.Altri parametri da controllare sono lidentificazione chimica, il contenuto in sostanza

    secca e alcuni dati chimico-fisici. Le impurezze potenziali quali i solventi residui, ipesticidi, le aflatossine, le cariche batteriche e i metalli pesanti dovranno avere dei limiti infunzione dellimpiego previsto. I metodi di produzione degli estratti devono tener conto deltipo di vegetale da estrarre, delle sostanze attive che si vogliono recuperare, del livello di

    purezza che deve essere raggiunto soprattutto in funzione dellutilizzo del prodotto finito.Infine, e non ultimo, il fattore stabilit che di competenza del produttore per la materiaprima.

    Per il prodotto finito, che in genere contiene quantit modeste di estratto, esiste ilproblema della sua quantificazione onde poter stabilire la corretta preparazione delcosmetico e la stabilit del medesimo. Pi sar stato sensibile e specifico il metodo dianalisi dellestratto pi sar facile farne il controllo nel prodotto finito.

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    PROSPETTIVE DUSO DI INGREDIENTI ALTERNATIVINATURALI

    Rosella Malanchin, Marcello BaggiAMI Italia, Garbagnate Milanese (MI)

    Prima di diventare agricoltore luomo stato cacciatore e si servito degli animali pervestirsi, alimentarsi e adornarsi. Basterebbe consultare il papiro di Erbers per redigere unlungo elenco di sostanze animali usate nei cosmetici dagli antichi egizi. Ed al loro fiancoanche non poche sostanze inorganiche minerali, argilla in testa. Per venire a tempi a noi pi

    vicini, si pu ricordare che per tutta la prima met del 900, la opoterapia ha condizionatonon poco la cosmesi di allora; placenta, estratti embrionali e tessutali, midollo, cervello,sangue, estratti di ghiandole endocrine, e ormoni hanno per quasi un secolo occupatoposizioni primarie nei cosmetici. Verso la fine del secolo, la spinta animalista comincia afarsi sentire e si provvede a selezionare gli ingredienti che non presuppongono il sacrificiodi animali. Prodotti animali come lanolina, miele, uova, latte, seta vengono privilegiatimentre cessa l uso di visoni e tartarughe. Poi esplode dapprima lAIDS (che blocca luso diplacenta umana), quindi la BSE che mette in crisi l uso di derivati bovini, ovini e caprini.Ci si rifugia (specie i francesi) sugli animali marini, ma il risultato modesto.

    Cosa rimane oggi degli ingredienti cosmetici animali? Proviamo a suddividere le voci inbase al tipo di animale:

    a)Insetti- dalle api (mellitocosmesi): miele, cera, gelatina reale, polline, propoli

    - daBombix mori(Baco da seta): seta polvere, fibroina, sericina e voci minori.b)Animali terrestri

    - dai bovini: sego, olio di zoccolo (bubulum), latte, burro, caseina, colostro,collagene, fibronectina, gelatina, cheratina, parti varie (vitulus) escluse le vietate

    - dai suini: sugna, collagene- dagli ovini: lanolina, colesterolo- dai caprini: latte- dalle galline: uovo, acido jaluronico, embrioni, colesterolo, lecitina.

    c)Animali marini- chitina, chitosano (esoscheletro di crostacei), nero di seppia, collagene, oli di pesce

    vari, ostriche, ricci di mare, salmone uova, olio, storione uova, squalene.Anche luso di miele, latte, uovo oggi contestato come disdicevole: secondo gli

    animalisti. In campo cosmetico lessere umano diventa sempre pi vegetariano.

    Per quanto riguarda le sostanze inorganiche minerali, le parole magiche argilla efango caratterizzano un po tutto il settore degli ingredienti cosmetici minerali. E unsettore senza crisi, e che procede a ruota con quello fitocosmetico. Da un lato comprendeprodotti di antico uso: Attapulgite, Bentonite, Calamina, Caolino, Ettorite,Montmorrilonite, Sepiolite, Talco; dallaltro composti inorganici ad uso pi specifico comeAlluminio cloridrato, Bismuto ossicloruro, Ossidi di Ferro e Cromo, Biossido di Titanio eOssido di Zinco.

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    C anche un terzo gruppo di sostanze molto particolari come le diatomee, la terrafollone, i sali marini, la pomice, che sono usate per le loro propriet leviganti. Uninteressante esempio di materiale argilloso di valore cosmetico costituito dalla storicaterra di Nocera Umbra definita un tempo come Bolus alba (argilla bianca).

    Nella relazione completa troverete la lista degli ingredienti cosmetici di provenienzaminerale ed animale ammessi e quelli non ammessi.

    Un particolare ringraziamento dobbiamo rivolgere al Prof. Proserpio per i consigli elorientamento che ci ha dato nella stesura della nostra relazione.

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    SOSTANZE FUNZIONALI:QUALI ESIGENZE PER LA CUTE?

    Carla ScesaScuola di Specializzazione in Scienza e Tecnologia Cosmetiche,Universit degli Studi,

    Siena

    Linterrogativo posto dal titolo della relazione riguarda ormai milioni di persone, ditutte le et, che si concentrano non soltanto nelle aree pi ricche del mondo, ma in culture ePaesi diversi, spesso con tradizioni antichissime che ci arrivano attraverso i millenni.

    Esigenze cosmetiche che iniziano nella culla, con un grande bisogno di protezione e ciaccompagnano per tutta la vita, sviluppandosi in tre grandi momenti: protezione,prevenzione, trattamento.

    La relazione, considerando i grandi problemi della cosmesi attuale invecchiamento,caduta dei capelli e cellulite ne prende in considerazione soprattutto il primo aspetto,considerando le profonde differenze tra il crono-invecchiamento, scritto nel nostro DNA eil foto-invecchiamento, pi legato alle attenzioni cosmetiche e agli stili di vita. Ed sullaprevenzione dai danni ambientali che si concentrano le attenzioni della ricerca scientifica,con la nascita di nuove discipline, quali lingegneria cutanea, per valutare gli effetti deicosmetici applicati sulla cute.

    Si entra a fondo nei meccanismi della biologia cellulare, nella trasmissione dei messaggitra cellula e cellula, fino a cercare di percorrere lintero cammino delle sostanze attivecosmetiche, attraverso le vie cutanee, le loro barriere, il ruolo delle molecole poste a

    protezione dellintegrit cutanea.Dalla ricerca stanno nascendo nuove conoscenze e nuove funzionalit, si ricercano

    nuove materie prime, spesso attingendo ad antiche esperienze o a nuovissimi ritrovati,esplorando ad esempio limmenso patrimonio marino, dove sono presenti straniaccoppiamenti di sostanze, molecole poco note sulla superficie terrestre (quali molti oli dapesci o estratti da alghe di profondit), nella ricerca continua di nuove fonti diapprovvigionamento.

    Biotecnologia e ricerca danno altres origine a sistemi applicativi sempre pi mirativerso le cellule-bersaglio, con lo studio di nanosistemi funzionalizzati e di forme dideposito e rilascio. Ma le esigenze della cute sono altres orientate verso la sua protezioneimmunitaria, in un mondo dove le aggressioni ambientali sono sempre pi intense e rapidenel loro cambiamento, senza permettere a quel meraviglioso organo di difesa che la cuteumana, di sviluppare opportuni sistemi di salvaguardia. Esigenze dunque di protezione, ma

    anche di riparazione e di prevenzione dei danni, soprattutto da quei raggi solari di cui non siconoscono ancora tutte le possibili implicazioni cutanee. Studi che portano i cosmeticiverso nuove frontiere di funzionalit e di efficacia: da sperimentare, da documentare, dadimostrare. Diventer un impegno del futuro saper riconoscere quella sottile linea che talorasepara un cosmetico di trattamento da un farmaco ed i meccanismi, attraverso i quali, leoltre 10.000 sostanze coinvolte nelle formulazioni, riescono ad ottenere effetti concreti diefficacia e funzionalit.

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    Seconda sessioneDal prodotto cosmetico al consumatore

    Moderatori

    Carla Scesa, Oreste Cozzoli

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    DIMOSTRAZIONE DELLEFFICACIAE DELLA TOLLERABILIT DEI PRODOTTI COSMETICI

    Antonio Cristaudo, Mauro Picardo, Baldassare SantucciIstituto Dermatologico San Gallicano, IRCCS, Roma

    Uno dei presupposti fondamentali della direttiva europea sui prodotti cosmetici stataquella di garantire la salvaguardia della salute del consumatore. Infatti i prodotti cosmeticidevono essere immessi sul territorio comunitario in modo tale da non causare danni allasalute umana , se applicati nelle normali o ragionevolmente prevedibili condizioni duso.

    La sicurezza di un cosmetico deve essere garantita attraverso la messa a punto diinformazioni (dossier cosmetico) che comprovano la qualit e la sicurezza delle materieprime impiegate nella formulazione, laffidabilit dei mezzi di produzione che devonorispondere ai criteri di buona pratica di fabbricazione, la predisposizione di una valutazionedel rischio operata preliminarmente sulla base del profilo tossicologico, della strutturachimica e del livello di esposizione delle singole materie prime della formulazione, econfermate successivamente attraverso leffettuazione di test complementari in vitro esulluomo del prodotto finito. In particolare, quando le informazioni sugli ingredienti nonsono sufficienti, opportuno considerare: il veicolo utilizzato che permette un marcatoaumento della penetrazione cutanea degli ingredienti, linterazione degli ingredienti chefacilita leventuale formazione di nuove sostanze con potenzialit tossiche. Fanno parteintegrante del dossier le prove della funzionalit attribuita al cosmetico.

    E necessario provare lefficacia di un cosmetico, quando tali effetti non sono

    giustificabili dalla documentazione disponibile sulle singole materie prime, o quando glieffetti non sono dovuti alla presenza di un singolo costituente, ma alla sinergia degliingredienti. Il cosmetico, infatti, una composizione che associa pi ingredienti, ciascunodei quali contribuisce allefficacia globale del prodotto. La valutazione dellefficacia di uncosmetico effettuata attraverso la messa a punto di protocolli sperimentali standardizzatiadatti alla tipologia del prodotto in esame. Le prove potranno essere condotte sia in vitroche in vivo anche se allo stato attuale non esistono metodologie ufficiali per il controllodellefficacia dei prodotti cosmetici. I test in vitro comprendono modelli cellulari,epidermide o cute ricostituita, test chimici e fisici. E possibile effettuare test sulluomo, daeseguire in condizioni sperimentali controllate e documentabili, attraverso test strumentalicon apparecchiature e protocolli convalidati. Oltre al vantaggio della non invasivitindispensabile in sperimentazioni sulluomo, le metodiche strumentali consentono laraccolta di dati numerici, che possono essere elaborati dal punto di vista statistico, e

    permettono quindi una pi oggettiva descrizione degli effetti ottenuti. Tali test risultanoimportanti anche perch la VI modifica della direttiva europea sui cosmetici prevede laproibizione alluso degli animali per la valutazione della sicurezza e dellefficacia deiprodotti cosmetici (sebbene tale divieto sia per ora sospeso).

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    FUNZIONALIT DEGLI INGREDIENTI COSMETICIE PUBBLICIT INGANNEVOLE

    Gloria BronziniAutorit Garante della Concorrenza e del Mercato, Roma

    LAutorit Garante della Concorrenza e del Mercato, nel corso dellattivit istituzionalesvolta in materia di pubblicit ingannevole, intervenuta pi volte nel settore dei prodotticosmetici (circa il 6% delle pronunce del 1999 ha riguardato tali prodotti).

    Nellambito dei prodotti cosmetici, cos come individuati dal DL.vo 126/97 che li

    definisce come sostanze e preparazioni diverse dai medicinali destinate ad essere applicatesulle superfici esterne del corpo umano [...] allo scopo esclusivo o prevalente di pulirli,purificarli o mantenerli in buono stato possibile operare unulteriore distinzione: iprodotti che hanno unefficacia parzialmente modificativa, svolgendo nel tempo unazionecoadiuvante nel trattamento di alcuni inestetismi della persona (come ad. es. le rughe, lacellulite, ladipe localizzato ecc.) e i prodotti che hanno funzioni prettamente estetiche dinatura non modificativa (trucchi, profumi, ecc.).

    I messaggi volti a pubblicizzare i primi sono stati sovente oggetto di sindacato da partedellAutorit, che ne ha rilevato lingannevolezza, riscontrando una mancatacorrispondenza tra quanto pubblicizzato e le effettive propriet possedute da tali prodotti.Sussiste, infatti, una generalizzata tendenza degli operatori pubblicitari a enfatizzareoltremodo i risultati conseguibili attraverso luso dei cosmetici.

    Al fine di valutare la promesse pubblicitarie contenute nei messaggi, lAutorit si pi

    volte avvalsa della preziosa collaborazione dellIstituto Superiore di Sanit.In linea con la normativa di settore sopra richiamata che ha sottolineato la netta

    separazione che sussiste tra prodotti cosmetici e prodotti che possono vantare proprietterapeutiche, lAutorit ha rilevato lingannevolezza dei messaggi laddove nel promuovereun prodotto cosmetico affermavano o lasciavano intendere che lo stesso potesse avereunefficacia terapeutica nei confronti di determinate patologie, in realt non ascrivibile aiprodotti cosmetici e non suffragata da alcun riscontro scientifico.

    Numerose pronunce hanno riguardato in particolare messaggi relativi a prodottianticellulite per uso topico, che attribuivano al prodotto pubblicizzato la propriet dieliminare in via definitiva o contrastare efficacemente la cellulite, suffragando quantoaffermato relativamente allefficacia del prodotto con il riferimento a specifici principiattivi in esso contenuti e ai risultati di studi e sperimentazioni condotte sul prodotto. Conriguardo a tali messaggi si affermato il principio che la cellulite, in quanto manifestazione

    lipidistrofica, la cui genesi multifattoriale estremamente complessa, richieda un approccioterapeutico che non pu essere assicurato da un trattamento cosmetico che, per sua natura,non in grado di agire sulle cause allorigine di tale patologia, potendo esclusivamenteesplicare unazione benefica in relazione ad alcune sue manifestazioni quali, ad esempio,laccumulo adiposo localizzato.

    Molte decisioni dellAutorit hanno avuto ad oggetto messaggi volti a pubblicizzaretrattamenti antirughe, per lo pi creme, nei quali si asseriva o si lasciava intendere che taliprodotti fossero in grado di svolgere, grazie ai particolari principi attivi in essi contenuti,

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    una specifica e sperimentalmente accertata azione di riduzione o eliminazione delle rughe. Iriscontri effettuati, in alcuni casi disponendo una perizia tecnica sul prodotto, hannocondotto ad un giudizio di ingannevolezza dei messaggi laddove si riscontrato che lesperimentazioni condotte sui prodotti non consentivano di attribuire ad essi alcuna specificae innovativa azione antirughe, superiore rispetto a quella conseguente ad una sempliceidratazione dello strato corneo.

    LAutorit nel campo dei prodotti cosmetici , altres, intervenuta rilevandolinganevolezza di messaggi volti a promuovere trattamenti per capelli, nella parte in cuilasciavano intendere che tali lozioni fossero in grado di riattivare la ricrescita fisiologica deicapelli nei soggetti colpiti da manifestazioni alopeciche.

    Altri interventi dellAutorit hanno riguardato i messaggi volti a promuovere alcunishampoo antiforfora. I messaggi sono stati ritenuti ingannevoli nella parte in cui lasciavano

    intendere che lutilizzo del prodotto consentisse di risolvere definitivamente il problemadella forfora, mentre in realt attraverso detti trattamenti di natura cosmetica possibilesolo conseguire un miglioramento dello stato dei capelli in relazione alla manifestazionedella forfora, diminuendone la quantit, ma non possibile curare in modo definitivo talefenomeno destinato a ripresentarsi alla fine del trattamento.

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    CONTROLLO UFFICIALE FINALIZZATOALLA PREVENZIONE SANITARIAED ALLA QUALIT DEI PRODOTTI COSMETICI

    Luigi GagliardiLaboratorio di Chimica del Farmaco, Istituto Superiore di Sanit, Roma

    I cosmetici , al pari di tutti i prodotti di consumo , devono rispondere a tre requisitifondamentali che sono la Sicurezza, la Qualit e lEfficacia.

    Tali aspetti sono interdipendenti e devono essere valutati mediante tecnicheinterdisciplinari applicate dai diversi soggetti che hanno titolo in materia in modoindipendente ma sicuramente complementare. Definiamo brevemente chi siano questisoggetti e quali siano i loro ruoli:

    Industria ProduttriceHa il compito di valutare il cosmetico sotto ogni punto di vista proprio perch illegislatore le ha attribuito le responsabilit complessive dellinnocuit di ci cheproduce nelle normali condizioni di utilizzo. In particolare dovr controllare lecaratteristiche di ogni ingrediente dei formulati, preparare protocolli di analisi per iprodotti finiti relativamente alla stima della qualit chimica e microbiologica emetodi per la dimostrazione obiettiva dellefficacia vantata ove necessario.

    Autorit Sanitaria LocaleDeve vigilare negli stabilimenti di produzione e sugli importatori controllandone gli

    aspetti tecnici ed amministrativi e verificando la rispondenza della produzione allenorme di legge. Autorit Sanitaria Centrale

    Ha lincarico di predisporre tutti gli aggiornamenti normativi del settore, di prepararemetodiche analitiche chimiche e microbiologiche che dovranno essere applicate daiLaboratori periferici per la verifica della qualit e sicurezza, nonch dovrorganizzare un sistema di cosmeticosorveglianza per recepire tempestivamentesituazioni di rischio che dovessero manifestarsi nel mercato.

    E evidente che solo un coordinamento ed una effettiva attivit di tutti questi soggettipu conferire una maggiore sicurezza, qualit ed efficacia nei prodotti cosmetici.

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    EVOLUZIONE NORMATIVA SULLA SPERIMENTAZIONEDI INGREDIENTI E DI PRODOTTI COSMETICI FINITI

    Mirella ColellaDirezione Generale per la Valutazione dei Medicinali e la Farmacovigilanza, Ministero

    della Sanit, Roma

    La normativa comunitaria disciplina la produzione e la vendita di prodotti cosmetici epu essere modificata da nuove direttive della Commissione Europea che ne aggiornanoquasi annualmente gli allegati tecnici e da direttive del Consiglio e del Parlamento Europeo

    che ne modificano larticolato.Attualmente sono allesame della Commissione una direttiva che modifica per la 26

    volta gli allegati tecnici e una direttiva del Consiglio e del Parlamento che modifica per la7 volta il testo in vigore.

    Scopo precipuo della normativa la tutela della salute pubblica che la 7 modifica sipropone di armonizzare con la finalit di abolire la sperimentazione di prodotti cosmeticisugli animali ed applicare il divieto di condurre tali esperimenti sul territorio degli StatiMembri. Un alto livello di sicurezza dei prodotti cosmetici pu essere valutato e mantenutosulla base delle conoscenze gi acquisite in materia di sicurezza degli ingredienti emediante limpiego di metodi che non comportano sperimentazioni sugli animali.

    A tal fine la Commissione Europea ha finanziato un programma per mettere a puntometodi alternativi che dovranno essere sviluppati e rapidamente riconosciuti per garantire lasicurezza dei consumatori ed anche il benessere degli animali.

    La Commissione e gli Stati Membri forniranno linee guida per lapplicazione di critericomuni alluso delle dichiarazioni sulla sperimentazione animale, al fine di non trarre ininganno il consumatore.

    Altra finalit che si propone la 7 modifica quella di informare i consumatori in meritoalla durata di tutti i prodotti cosmetici, attualmente prevista solo per quelli aventi una durataminima superiore a trenta mesi, e quella di definire condizioni particolari di valutazione peri prodotti cosmetici destinati ai bambini di et inferiore a tre anni.

    Questi ed altri elementi sono attualmente allesame delle riunioni che hanno luogopresso la Commissione ed il Consiglio dellUnione Europea e tuttavia il punto picontroverso resta quello di un accordo soddisfacente sulle misure da adottare in merito aldivieto di commercializzazione di prodotti cosmetici contenenti ingredienti o combinazionidi ingredienti testati sugli animali.

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    Sessione PosterInformazione e ricerca

    Moderatori

    Ada Gasparoli, Luigi Gagliardi

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    COSMETICI: QUALE INFORMAZIONE?

    Paola De Castro (a), Rosalia Ferrara (b), Gabriella Poppi (b), Alessandro Spurio (a)(a) Servizio per le Attivit Editoriali, Istituto Superiore di Sanit, Roma

    (b) Biblioteca, Istituto Superiore di Sanit, Roma

    Luso dei cosmetici, diffuso sin dai tempi antichi, accompagna lindividuo dalla nascitaper tutto larco della sua vita. Spesso non si ha una chiara percezione dellimportanza delprodotto cosmetico che viene usato abitualmente da ogni ceto sociale, in maggiore o minoremisura e in occasioni diverse. Il cosmetico, infatti, pu rappresentare un importante

    supporto psicologico che accresce la stima di s e il suo uso va inteso non soltanto comemanifestazione di pura vanit, ma anche come sintomo di benessere fisico e psichico; peresempio, dopo una malattia luso di cosmetici rappresenta un importante segnale di ripresa.

    Attualmente il consumo di tali prodotti in Italia e nel mondo in costante e continuoaumento grazie anche ad una pubblicit coinvolgente e talvolta accattivante che bersagliaquotidianamente il cittadino attraverso i vari media, inducendolo allacquisto di cosmeticinon sempre necessari (se si escludono quelli igienici), a volte non efficaci e sicuramentecostosi.

    Ci premesso, importante sottolineare il ruolo di una corretta informazione, a tutti ilivelli, per garantire una conoscenza attendibile sui prodotti utilizzati. In particolare,linformazione assume un ruolo assolutamente strategico per lo specialista del settore, chedeve sapersi orientare in una quantit di risorse informative difficilmente controllabile enon sempre di facile ed immediata valutazione da un punto di vista qualitativo. Inoltre,

    lapparente facilit di accesso alla documentazione in Rete, sempre pi spesso disponibilein full-text, accresce la difficolt di orientarsi fra fonti accreditate e non. Non dasottovalutare, infatti, la necessit imprescindibile di disporre di fonti informative affidabilinellinsidioso universo di siti resi accessibili in Internet.

    Lobiettivo di questa presentazione rappresentare graficamente i possibili flussi e lerisorse informative che vengono diffuse attraverso vari canali e supporti ad un pubblicodifferenziato che va dal comune cittadino allo specialista del settore. Inoltre, vengonopresentate le principali fonti dinformazione e gli strumenti pi comuni di accesso e direcupero dei documenti con particolare attenzione al ruolo che lIstituto Superiore di Sanitsvolge quale produttore di letteratura sia di tipo tradizionale (periodici, monografie) che ditipo non convenzionale (rapporti tecnici, atti di congressi, ecc.). Sono anche evidenziati iprincipali canali e metodi di accesso allinformazione con esempi di risorse informative inrete.

    Il messaggio espresso graficamente attraverso immagini in movimento di sicuroimpatto.

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    COSMESI IN INTERNET: COME ORIENTARSITRA I TRUCCHI DELLA RETE

    Rosaria Cammarano, Maurella Della Seta, Adriana DracosServizio Documentazione, Istituto Superiore di Sanit, Roma

    Il principale obiettivo di questa comunicazione consiste nel presentare una rassegna deiproblemi e delle opportunit offerte dalle risorse elettroniche in Internet, nel settorecosmetico. La proliferazione di portali, gateway, siti di selezione qualitativa e indici persoggetto delle risorse, ha ingenerato nellutente lillusione di poter ritrovare in rete tutto e

    senza alcun costo. Da un lato si assiste ad una rapida espansione di archivi bibliografici efattuali messi a disposizione gratuitamente, mentre tuttora sussistono, dallaltro, econseguentemente a una precisa richiesta di mercato, le tradizionali basi di dati, distribuiteda organizzazioni commerciali. Il reperimento del testo completo del documento -indispensabile al ricercatore - presenta tuttavia delle problematiche particolari, pur nellamiriade di offerte e diversificazioni tariffarie oggi disponibili.

    Nellambito di questo complesso quadro di riferimento, sono analizzati alcuni deiprincipali strumenti per la localizzazione e il recupero di documentazione scientifica:

    cataloghi collettivi che consentono lindividuazione della biblioteca che possiede ildocumento;

    siti Web di editori scientifici che hanno attivato la distribuzione di riviste in formatoelettronico, generalmente previo abbonamento;

    liste e repertori di periodici elettronici scientifici disponibili gratuitamente;

    collegamenti diretti da basi di dati bibliografici al testo completo; nuove sperimentazioni di editoria elettronica (PubMed Central, BioMed Central),

    che utilizzano le tecnologie della Rete per eliminare lintermediazione delleditorecommerciale, proponendo nuove modalit di comunicazione scientifica;

    servizi nazionali e internazionali di fornitura del documento, con una comparazionetra la tipologia di prestazioni e documenti offerti e relativa politica dei costi.

    In conclusione, considerata limportanza della conoscenza del quadro normativo diriferimento nel settore della cosmesi, e come supporto ai ricercatori per orientarsinellindividuazione di informazioni legislative disponibili sulla rete, sono presentate leprincipali fonti informative nellambito della legislazione nazionale, dellUnione Europea einternazionale.

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    ATTIVIT DELLA SOTTOCOMMISSIONEPRODOTTI COSMETICI E DI IGIENE PERSONALE

    Ada Gasparoli, Oreste CozzoliStazione Sperimentale per le Industrie degli Oli e dei Grassi, Milano

    Nellambito della normalizzazione delle materie prime ad uso cosmetico, un ruolofondamentale viene svolto dalla Sottocommissione Prodotti cosmetici e di igiene personaledella Commissione Tecnica del Ministero Industria, Commercio e Artigianato.

    In essa sono attivi 3 gruppi di lavoro:

    Oli e grassi Tensioattivi Estratti vegetali

    con lobiettivo primario di pervenire alla normazione di metodiche analitiche specifiche perogni settore ed individuare nel contempo caratteristiche compositive di genuinit e diqualit.

    Da questa attivit sono scaturiti numerosi metodi di analisi, nonch caratteristiche, chevengono dapprima pubblicati in inchiesta pubblica su La Rivista Italiana delle Sostanzegrasse per raccogliere le eventuali osservazioni, e successivamente inseriti nelle NormeProdotti Cosmetici, edite da SSOG.

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    PROFILI GASCROMATOGRAFICIDELLOLIO ESSENZIALE OTTENUTO DALLE FOGLIEDI MELALEUCA ALTERNIFOLIACHEEL

    Elvira Gentile (a), Angela Cioffi (a), Lida Farina (b), Rita Patrizia Aquino (a), GiuseppeSalvatore (b)(a) Scuola di Specializzazione in Scienza e Tecnologia Cosmetiche,

    Universit degli Studi, Salerno

    (b) Laboratorio di Tossicologia Comparata ed Ecotossicologia, Istituto Superiore

    di Sanit, Roma

    La denominazione di Tea Tree (come si ritrova nei diari di bordo di Capitan Cook,1770) o Albero del T, sebbene si riferisca principalmente allaMelaleuca alternifoliaCheelviene utilizzata anche per indicare altre specie dello stesso genere o di altri generi(Leptospermumsp. e Kunzeasp.) della stessa famiglia delle Myrtaceae, che crescono nonsolo in Australia, ma anche nella Nuova Zelanda ed in India. La diversit di generi e specie,di posizione geografica e di fattori bioclimatici, determina una variet di oli essenziali didifferente composizione chimica tale da influenzare anche le propriet biologiche eapplicative degli stessi.

    Cos la denominazione di Tea Tree Oil (TTO) viene utilizzata nel caso di oli provenientidalla distillazione in corrente di vapore del fogliame e dei rametti terminali non solo dellaMelaleuca alternifolia Cheel, ma anche della Melaleuca linariifolia Smith, Melaleuca

    dissitiflora F. Mueller e di altre specie di Melaleuca, purch gli oli abbiano un titolominimo di terpinen-4-olo del 30% e un titolo massimo di 1,8-cineolo del 15%. Ci inaccordo con la definizione e la composizione prevista dalla International Standard ISO4730:1996 (Oil ofMelaleuca, terpinen-4-ol Type, Tea Tree Oil).

    Linteresse per questo olio principalmente dovuto al notevole potere antisetticodimostrato gi nel 1925 (sebbene le propriet curative delle foglie fossero gi note agliaborigeni) e lattivit antimicrobica nei confronti di vari microorgnismi patogeni ampiamente descritta nella letteratura recente. Ci ha portato a varie applicazioni mediche(infezioni vaginali, acne, piede datleta, candidosi, ecc.) e ad una variet di altri usi. Esingolare citare, ad esempio, che lolio veniva dato in dotazione ai militari australiani nellaSeconda Guerra Mondiale per disinfettare e medicare le ferite e che il personale addetto allaproduzione di TTO era esentato dal servizio militare. Alcuni impieghi sono insoliti, comead esempio quello descritto da Ricciardi (p. 34 di questo volume), mentre sul mercato si

    notano sempre pi prodotti topici, igienici, cosmetici e di protezione personale,insettorepellenti e germicidi ambientali a base di TTO.La conoscenza dellesatta composizione dellolio essenziale diMelaleuca alternifolia

    quindi un requisito importante di qualit ai fini del corretto impiego nei vari settoriapplicativi. In considerazione di ci si voluto:

    fissare lattenzione su quei parametri che possono essere considerati utili perstabilirne il grado di qualit;

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    svolgere unindagine conoscitiva sulla composizione chimica di campioni di TTOpresenti sul mercato nazionale.

    La campionatura studiata comprende 15 campioni e le indagini analitiche, effettuatemediante GC/FID (SPB5) e GC/MS, hanno consentito lidentificazione ed il dosaggio ditutti i picchi gascromatografici caratteristici della composizione dellolio essenziale diMelaleuca alternifolia, verificandone la rispondenza alla norma ISO predetta. Non sonostate evidenziate sofisticazioni o alterazioni ossidative dovute allinvecchiamento deicampioni. In conclusione stato possibile selezionare tre distinti profili gascromatograficiper gli oli diMelaleuca alternifoliaesaminati:

    tipo ad elevato contenuto di terpinen-4-olo (fino a 44,5%) e basso tenore di 1,8-cineolo (fino a 4,4%);

    a prevalente contenuto di terpinen-4-olo ed elevato contenuto di 1,8-cineolo (fino a

    14,2%); oli di melaleuca in soluzione alcoolica.La maggior parte degli oli esaminati rientra nella prima categoria; tra questi

    particolarmente tre campioni si sono distinti per la composizione molto simile. Di questi eranota la provenienza e la tecnologia di produzione (in piantagione) in Australia. Lepreferenze di mercato al riguardo sono proprio orientate verso il primo tipo di olio(comunque rientrante nella norma ISO predetta) e cio quello a maggior contenuto diterpinen-4-olo (fino al 45%) ed a minore contenuto di 1,8-cineolo (massimo 5%), in quantomeno irritante, dotato di migliori propriet antimicrobiche e, quindi, pi appropriato per laproduzione di prodotti topici ad azione antisettica ed igienizzante.

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    PARTICOLARE ED INCONSUETA UTILIZZAZIONEDEL TEA TREE OIL

    Claudio RicciardiLaboratorio di Tossicologia comparata ed Ecotossicologia, Istituto Superiore di Sanit,

    Roma

    Le propriet antibatteriche ed antimicotiche del Tea Tree Oil hanno determinatoleliminazione del cattivo odore presente allinterno di un particolare strumento musicale afiato tipico della tradizione aborigena australiana. Il didgeridoo (yidaki nella lingua della

    popolazione Yolngu) un aerofono naturale ricavato da rami di eucalipto scavatiinternamente dalle termiti; linsufflazione continua di aria allinterno dello strumentodurante le esecuzioni produce la condensa della saliva dellesecutore che penetrando nellefibre del legno per assorbimento, dopo alcuni giorni determina fenomeni degenerativimaleodoranti di natura batterica. Lutilizzazione di alcune gocce di Tea Tree Oil allinternodello strumento ha eliminato il problema. Utilizzando poi lo strumento in questione unaimboccatura lavorata in cera dapi si ottenuto il medesimo effetto passandovi sopra unagoccia per mantenerne unasepsi costante. Si potuto inoltre appurare che linserimento dialcune gocce di Tea Tree Oil durante lo scioglimento a bagno maria della cera per lacostruzione artigianale dellimboccatura, permetteva il rilascio dellessenza durante leesecuzioni musicali per riscaldamento della stessa. Tale rilascio dellessenza favorisce ladilatazione dei capillari della mucosa nasale e dei bronchi e rende pertanto pi agevoli leprestazioni con lo strumento. La particolare tecnica della respirazione circolare, che

    consente di produrre un suono continuo senza interruzione durante linalazione dellaria,utilizzata per suonare questo strumento, ne risulta agevolata per un maggiore apporto diossigeno. Luso dellaerofono protratto nel tempo (circa due anni) non ha determinatofenomeni irritativi o allergici.

    Lo strumento che viene presentato al Convegno, costruito da Paul Cielinski (Australia)e di propriet di Claudio Ricciardi, in legno di eucalipto (Eucalyptus miniata) yellowbloodwood. In questo particolare caso nellimboccatura non presente cera dapi perchordinato nelle personali misure della bocca dellesecutore per una maggiore durabilitdurante le performance dei concerti.

    Si ringrazia Giuseppe Salvatore per aver sollecitato linserimento di questa nota difolclore teatrale aborigeno, in tema con i lavori presentati a questo convegno da Gentile etal. e da Cagliani et al.(rispettivamente a p. 32 e 35 di questo volume).

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    UTILIT DELLE MISURE IMPEDOMETRICHENELLA VALUTAZIONE DELLATTIVITANTIMICROBICA DELLOLIO ESSENZIALEDI MELALEUCA ALTERNIFOLIACHEEL

    Irene Cagliani (a), Silvia Gatti (b), Barbara Besostri (b)(a) Scuola di Specializzazione in Scienza e Tecnologia Cosmetiche, Universit di Siena

    (b) Microna Srl, Torino

    Il notevole interesse suscitato dallimpiego dellolio essenziale diMelaleuca alternifoliarisulta evidente dai numerosi dati di letteratura e dal suo frequente utilizzo in preparati aduso topico con propriet antisettiche.

    Le caratteristiche antimicrobiche sono note da tempo e la sua efficacia, soprattutto neiconfronti di batteri Gram positivi e dei lieviti, stata dimostrata attraverso numerosi lavori.

    In questa sperimentazione si voluto saggiare la possibilit di impiego del metodoimpedometrico per verificare le propriet antimicrobiche di alcuni oli essenziali delcommercio, di cui stata preliminarmente stabilita da Gentile et al. (p. 32 di questovolume) la composizione chimica mediante GC e GC/MS. Lo strumento utilizzato limpedometro RABIT che permette di valutare attraverso curve impedometriche sialattivit inibente lo sviluppo microbico che lattivit microbicida. Gli altri parametri fornitidallo strumento, importanti per linterpretazione dei risultati, sono la variazione diimpedenza durante il test ed il tempo impiegato per evidenziare lo sviluppo microbico.

    Lattenta valutazione di tutti questi dati (pendenza della curva impedometrica, variazione diimpedenza dallinizio alla fine del test o Total Change, tempo in ore richiesto dallostrumento per evidenziare lo sviluppo microbico o Time to Detect) permette di ottenererisultati pi completi rispetto a quelli ottenibili con i metodi tradizionali, potendoevidenziare anche minime differenze di attivit di differenti campioni parallelamentesaggiati. Inoltre, poich si tratta di un metodo strumentale, i risultati sono influenzati inmisura minore dallinterpretazione soggettiva che ancora alla base dei metodi tradizionali.

    Nellapplicare la metodica impedometrica si sono superati i problemi di difficolt disolubilizzazione che generalmente si incontrano nelle prove di valutazione dellattivitantimicrobica con gli oli essenziali. I campioni di olio sono stati saggiati in confronto asostanze di riferimento (terpinen-4-olo e 1,8-cineolo), normali costituenti dellolioessenziale diMelaleuca alternifolia.

    I risultati ottenuti depongono a favore dellapplicabilit di tale metodica innovativa, non

    solo per la valutazione dellattivit dellolio qui considerato, ma anche di altri oli essenziali.

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    PRESENZA DI INSETTOREPELLENTI NEI COSMETICI

    Angela Cioffi (a), Elvira Gentile (a), Lida Farina (b), Rita Patrizia Aquino (a),Giuseppe Salvatore (b)(a) Scuola di Specializzazione in Scienza e Tecnologia Cosmetiche,

    Universit degli Studi, Salerno

    (b) Laboratorio di Tossicologia Comparata ed Ecotossicologia, Istituto Superiore

    di Sanit, Roma

    Tra gli artropodi in particolare tra gli insetti (ditteri, emitteri, anopluri, afanitteri,

    blattidi) lordine dei ditteri il gruppo sistematico pi importante perch comprende ivettori di gravi parassitosi che ancora si verificano nel mondo: malaria (zanzara del genereAnopheles), leismaniosi (flebotomi), tripnosomiasi africane (mosche tse tse), filariosi(diversi ditteri), altre infezioni da arbovirus, quali la febbre gialla e la dengue (zanzare delgenere Aedes). Inoltre, diversi insetti (zanzare, black fly, acari) con le loro punturepossono causare reazioni allergiche locali o sistemiche, come pure malattie, quali la malariadi Lyme, lencefalite St. Louis e febbre (Rocky Mountain spotted fever). I ditteri ematofagidi maggiore interesse sanitario appartengono alla famiglia Culicidae che comprende pi di3.000 specie; in Italia sono presenti circa 60 specie. La Culex pipiens la zanzara picomune presente nelle nostre case; lAedes albopictus la zanzara tigre che si ritrova anchein Italia ed caratterizzata da una spiccata antropofilia, grande aggressivit e attivit diurna.

    Per questi motivi alle malattie trasmissibili dagli insetti si pone una particolare econtinua attenzione sia in termini di prevenzione che di protezione individuale, dal

    momento che gi una semplice puntura, come noto, risulta particolarmente fastidiosa.Limpiego topico di sostanze dotate di azione insettorepellente il mezzo maggiormenteutilizzato ed considerato un ausilio nella lotta contro le malattie trasmesse da insetti.Molti sono i prodotti disponibili sul mercato registrati come presidi medico-chirurgici nelnostro Paese e come over-the-counter insect repellents negli Stati Uniti. Perfino nellacomposizione dichiarata sulla confezione di alcuni cosmetici, anche destinati ai bambini, silegge il nome di sostanze - di sintesi e naturali - di nota azione insettorepellente. Queste siritrovano elencate nellInventario Europeo degli Ingredienti Cosmetici (Decisione n.96/335/CE della Commissione dell8 maggio 1996): dimetil ftalato, dietil ftalato, dibutilftalato, N,N-dietil-m-toluamide (Deet; repellente liquido, sintetizzato nel 1953, il piutilizzato attualmente), 2-etil-1,3-esanediol, olio essenziale di citronella (Cymbopogonnardus), olio essenziale di geranio (Pelargonium graveolens, Pelargonium roseum), olioessenziale di melaleuca (Melaleuca alternifolia).

    Poich i cosmetici che contengono tali sostanze sono presentati come efficaci nelprevenire le molestie degli insetti, parso di un certo interesse considerare pi da vicinoalcuni aspetti della tematica, dal momento che la funzione dellinsettorepellenza non propriamente prevista dalla normativa vigente per i cosmetici (Legge 11 ottobre 1986, n.713, e successive modifiche). Pertanto con questo lavoro ci si posti i seguenti obiettivi: a)effettuare una ricognizione delle sostanze ad azione insettorepellente di normale impiegonei presidi medico-chirurgici che si ritrovano in liste qualificate di ingredienti cosmetici; b)tentare preliminarmente un approccio sperimentale per la messa a punto di un metodo

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    rapido di identificazione e di dosaggio di tali sostanze nei prodotti cosmetici delcommercio, anche al fine di consentire lobiettivo seguente; c) considerare eventualiproblemi di sicurezza connessi con luso di queste sostanze, tenendo conto del profilotossicologico generale degli ingredienti, la struttura chimica ed il livello desposizione (art.10-ter, lettera d, legge 713/1986).

    Vengono qui riferite principalmente le indagini preliminari svolte per lidentificazioneed il dosaggio delle sostanze insettorepellenti in campioni del commercio, dal momento chelargomento non appare nella letteratura cosmetica, almeno in data recente. Le tecnicheutilizzate sono state la GC, GC/MS anche abbinate alla SPME.

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    CRITERI PER SCEGLIERE LE ARGILLENELLA COSMESI E NELLA FANGOTERAPIA

    Vito Summa, Fabio TateoIstituto di Ricerca sulle Argille, CNR, Tito Scalo (PZ)

    Le argille, grazie alle loro particolari propriet, sono state usate dalluomo sindallantichit. Il loro crescente utilizzo, talora indiscriminato, impone di identificarerigorosi criteri scientifici per un controllo di qualit.

    Loptimum dellutilizzazione da correlare al livello di conoscenza di questi

    geomateriali, che in alcuni settori (come erboristeria, cosmesi, fangoterapia e farmacologia)sono impiegati sulla base di una conoscenza della composizione fisica, chimica emineralogica abbastanza limitata. Infatti, negli ultimi anni alcune ricerche hanno dimostratoche limpiego di argille non selezionate ha causato la commercializzazione di litotipi pocoadatti alluso ed, in alcuni casi, con fattori rischio per la salute umana.

    Le propriet da valutare per limpiego dei materiali argillosi sono: composizionemineralogica; composizione chimica; mobilit degli elementi chimici; capacit di scambiocationico; distribuzione granulometrica; superficie specifica; comportamento reologico;propriet termiche; radioattivit.

    La limitata presenza di alcune fasi mineralogiche espandibili e con elevata superficiespecifica e capacit di scambio cationico, come le smectiti, pu condizionare in mododeterminante lefficacia di questi geomateriali come materiali adsorbenti e/o con bassotasso di raffreddamento. Inoltre, alcune argille possono contenere fasi mineralogiche

    pericolose (come la presenza di minerali asbestiformi).Un uso indiscriminato, inoltre, non tiene conto della presenza nelle argille di elementi

    chimici considerati tossici (Hg, Cd, etc.) che sono in grado di essere mobilizzati durante leapplicazioni.

    Unabbondante presenza di particelle fini consentono di rendere lisce, flessibili eimpermeabili le superfici su cui le argille vengono spalmate.

    A consolidare tale situazione concorre anche la legislazione vigente, la quale basata suuna scarsa conoscenza mineralogica e chimica dei sedimenti argillosi.

    Considerato il modesto sviluppo che hanno avuto le conoscenze scientifiche in relazionealluso di argille medicali e la crescente utilizzazione di questi prodotti (probabilmenteindicativa di effettivi benefici), si ritiene che una ricerca multidisciplinare, mirata a valutarelottimizzazione e leventuale pericolosit nelluso di questi prodotti, ormaiindispensabile.

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    PROFILO POLIFENOLICO ED ATTIVITANTIOSSIDANTE E FOTOPROTETTIVADI UN ESTRATTO DI CULCITIUM REFLEXUM

    Silvana Morelli (a), Antonio Tomaino (b), Antonella Saija (c),Francesco Bonina (d), Rita Patrizia Aquino (a)(a) Scuola di Specializzazione in Scienza e Tecnologia Cosmetiche, Universit di Salerno,

    Fisciano (SA); (b) Dipartimento Farmaco-Biologico, Universit di Messina; (c) Dipar-

    timento di Farmacologia delle Sostanze Naturali & Fisiologia Generale, Universit di

    Roma La Sapienza; (d) Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Universit di Catania

    Nel corso degli anni 90 si registrato un notevole incremento nellutilizzazione diestratti vegetali titolati e stabilizzati, o di principi dermofunzionali da piante, nel settorecosmetico. Una serie di controlli , per, indispensabile per ottenere estratti chimicamentedefiniti e con profilo biologico costante. Tuttavia la definizione della composizione edellefficacia di questi ingredienti risulta complessa e impone unaccurata scelta dellemetodologie sperimentali da utilizzare per poter giungere ad una reale verifica dellacomposizione e ad una corretta valutazione dellefficacia in un prodotto cosmetico.

    Fra le piante e gli estratti pi studiati particolare interesse hanno quelli ad elevatocontenuto di flavonoidi e derivati dellacido cinnamico, che sembrano possedere unaspiccata attivit antiossidante/radical scavenging in vitro e fotoprotettiva in vivo. Lapresente comunicazione si inserisce in un pi vasto progetto di ricerca volto alla selezione

    di specie con elevato contenuto in flavonoidi, alla determinazione del profilo flavonoidicodelle matrici vegetali ed alla valutazione della loro attivit dermofunzionale ai fini di unpossibile uso in prodotti cosmetici. Lintroduzione dei polifenoli nellorganismo, attraversola dieta o opportuno trattamento cosmetico, pu contribuire a ripristinare lequilibrio traproduzione di ROS/RL e consumo di antiossidanti endogeni, o a prevenirne lo squilibriocausa del cosiddetto stress ossidativo cellulare legato sia al processo biologicodellinvecchiamento che ad insulti ambientali, quali lesposizione a radiazioni UV.

    Lo scopo del presente lavoro stato quello di caratterizzare il profilo polifenolico e didefinire lattivit antiossidante/radical scavenging di estratti secchi ottenuti dalle parti aereedi Culcitium reflexum. Sono stati presi in considerazione tre estratti: estratto etanolico 70(ECR), estratto etanolico 95, estratto etanolico 95 precedentemente sgrassato con solventiapolari. Degli estratti stato inizialmente determinato il contenuto in fenoli totaliutilizzando il metodo colorimetrico di Folin-Ciocalteau. Lattivit antiossidante/radical

    scavenging in vitrodegli estratti, stata determinata utilizzando tre modelli sperimentali: 1)lo sbiancamento (bleaching) del radicale stabile 1,1-difenil-2-picril-idrazilico (DPPHtest); 2) la perossidazione, indotta mediante liniziatore radicalico idrosolubile 2,2'-azobis(2-amidinopropano)idrocloruro (AAPH), di una sospensione liposomialeunilamellare di dipalmitoilfosfatidilcolina/acido linoleico (LP-LUV test); 3) leffettoprotettivo nei confronti della perossidazione indotta da radiazioni UV-C in liposomimultilamellari di fosfatidilcolina (UV-IP test).

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    In tutti i test in vitro utilizzati, lestratto ECR ha mostrato un significativo effettoantiossidante. Di conseguenza, tale estratto stato testato in vivo per determinarne lacapacit di ridurre, quando applicato topicamente, leritema cutaneo indotto dalle radiazioniUVB (monitorato mediante spettrofotometria di riflettanza) in volontari sani. In questo testabbiamo rilevato una significativa attivit fotoprotettiva dellestratto.

    Lestratto ECR, cromatografato su colonna di Sephadex LH-20, ha fornito cinqueprincipali frazioni successivamente separate per RP-HPLC dando sei flavonoli comeprincipali costituenti: rutina (1), quercetina-3-O-b-D-galactopiranoside-4-O-b-D-glucopiranoside (2), quercetina-3-O-b-D-glucopiranoside (3), isoramnetina-3-O-b-D-galactopiranoside (4), quercetina (5) e kaempferolo (6). La loro struttura stata determinatamediante analisi combinata degli spettri MS ed NMR ottenuti con tecniche sia mono chebidimensionali.

    Successivamente, attraverso una metodica analitica HPLC, il contenuto di ognuno di talicomposti stato determinato nellestratto: ECR 1.40% per il composto 1, 0.92% per 2,0.68% per 3, 0.82% per 4, 0.63% per 5, 0.20% per 6.

    I risultati ottenuti nel presente lavoro in vivo sono in accordo con lattivit radicalscavenging/antiossidante osservata negli esperimenti effettuati in vitro; per cui si puipotizzare che il buon effetto fotoprotettivo esercitato dallestratto ECR di C. reflexumsiacorrelato alla sua attivit antiradicalica/antiossidante, e al suo contenuto in flavonoli

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    IDENTIFICAZIONE E DOSAGGIO DI SOSTANZECORTICOSTEROIDEE NEI PRODOTTI COSMETICI

    Luigi Gagliardi, Daniela De Orsi, Maria Rosaria Del Giudice, Franco Gatta,Bruno Gallinella, Luciana Turchetto, Rita PorrLaboratorio di Chimica del Farmaco, Istituto Superiore di Sanit, Roma

    Uno dei compiti pi complessi ed impegnativi per i Laboratori pubblici di analisi ilcontrollo della conformit sanitaria dei prodotti cosmetici, con particolare riferimento allaverifica dellassenza delle sostanze proibite riportate nellAllegato II della Direttiva

    CEE76/768. Partendo dal presupposto che la mancanza di metodi ufficiali rendeestremamente difficoltosa la loro ricerca abbiamo ritenuto utile sviluppare un sistematandem TLC-HPLC con rivelazione UV per lanalisi di 51 corticosteroidi nei prodotticosmetici. Il metodo TLC, utilizzato con sistemi eluenti e di rivelazione differenti, consentein prima istanza di evidenziare leventuale presenza di sostanze a struttura e reattivitsteroidea nei campioni. Solo dopo che questa prima fase preliminare ha messo in evidenzadelle strutture sospette, il campione viene opportunamente estratto ed analizzato mediantetecnica HPLC.

    La separazione HPLC per lidentificazione ed il dosaggio delle sostanzecorticosteroidee viene condotta su colonna Purospher RP-18, utilizzando come fase mobileuna miscela Acqua: Acetonitrile sia in condizione isocratica che a gradiente. Laccuratezzadel metodo stata determinata aggiungendo ai campioni estratti le sostanze in studio ad unlivello di concentrazione dello 0.1%.Tutti i risultati dei recuperi si sono dimostrati

    soddisfacenti.

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    LANALISI GASCROMATOGRAFICA DELLA FRAZIONESTEROLICA DEL BURRO DI KARIT

    Ada Gasparoli, Maria Elena GaboardiStazione Sperimentale per le Industrie degli Oli e dei Grassi, Milano

    Lanalisi della componente sterolica dei lipidi costituisce ancor oggi una validametodica per individuare prodotti di diversa origine: infatti esistono steroli tipici perdeterminate sostanze grasse, nonch steroli presenti in rapporti specifici a seconda del tipodi sostanza grassa.

    Esistono per in natura alcune specie botaniche la cui componente lipidica presenta laparticolarit di possedere una frazione sterolica ricca in 7 steroli, diversamente dallamaggior parte degli oli vegetali, ricchi in 5 steroli, prevalentemente -sitosterolo.

    In particolare il burro di Karit (Butyrospermum parkji) materia prima ampiamenteutilizzata nel settore cosmetico, risulta costituito esclusivamente da 7 steroli,principalmente a spinasterolo e 7 stigmastenolo, accompagnati da quantit inferiori di 7campestanolo e 7 avenasterolo.

    Questa caratteristica pu essere considerata come un finger print di questi lipidi.Eseguendo per lanalisi della frazione sterolica nelle condizioni gascromatografiche

    indicate dalla metodica ufficiale, laspinasterolo viene coeluito con il -sitosterolo, e solocolonne particolarmente efficienti riescono a realizzare questa separazione.

    Nel presente lavoro abbiamo voluto pertanto valutare lutilizzo di una colonna rivestita

    di metilfenilsilicone polimero al 33% di fenile nellanalisi della frazione sterolica del burrodi karit, per ottenere un risultato analitico significativo per questo tipo di olio edindividuare eventuali commistioni con oli di minor pregio.

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    VALUTAZIONE DELLATTIVIT ANTIMICROBICADELLA PROPOLI E DI ALCUNI DEI SUOI COMPONENTI

    Wally Baffone (a), Carla Scesa (b), Barbara Citterio (a), Emanuela Vittoria (a),Gabriella Lombardelli (c)(a) Istituto di Scienze Tossicologiche, Igienistiche ed Ambientali, Universit degli Studi di

    Urbino

    (b) Universit Cattolica del Sacro Cuore di Roma

    (c) Istituto di Farmacologia e Farmacognosia, Universit degli Studi di Urbino

    La propoli, prodotto di raccolta da parte delle api di sostanze resinose e balsamiche, famosa fin dallantichit per i suoi molteplici usi medicamentosi e, tuttoggi, il suo impiegoin campo medico giustificato dalle sue numerose attivit biologiche. Tale sostanza statarecentemente riscoperta oltre che per il crescente interesse per la ricerca di farmaci diorigine naturale anche per la sua azione antimicrobica, correlata soprattutto ai costituentiflavonoidi e agli acidi fenolici, al fine di ovviare ai fenomeni di antibiotico-resistenzasempre pi frequentemente riscontrati nei batteri.

    Nel presente lavoro ci si proposti di valutare lattivit antimicrobica della propoli e dialcuni dei suoi componenti con lo scopo di individuare a quale delle sue frazioni possaessere attribuita leventuale azione inibente nei confronti di microrganismi coinvoltinellinsorgenza di varie patologie umane.

    A tale proposito sono stati impiegati lestratto idrodispersibile e decerato di propoli(EPID), di propoli grezza, di propoli decerata polvere e i seguenti componenti: quercitina,

    crisina, flavonone, galangina, morina, acido caffeico ed estere dellacido caffeico (CAPE).L attivit inibente di queste sostanze stata saggiata verso ceppi batterici gram+ e gram,ceppi fungini di recente isolamento clinico e ceppi ATCC mediante le tecniche delladiluizione in agar e del micrometodo delle diluizioni in brodo.

    Lanalisi dei risultati ottenuti consente di evidenziare che EPID e lestratto alcolico dipropoli grezza svolgono azione batteriostatica e/o battericida nei confronti di tutti gli stipitisaggiati e in particolare di S. aureus e C. albicans, mentre lestratto di propoli polveredecerata ha dimostrato di essere pi efficace verso i ceppi batterici gram+.

    Per quanto riguarda i componenti polifenolici, essi non hanno evidenziato alcunaattivit antibatterica e antifungina.

    Poich dai nostri dati non emergono uno o pi componenti ai quali attribuire lazioneantimicrobica, che sembra possedere il prodotto in toto, lecito supporre che tale attivitsia la conseguenza di un sinergismo dei suoi componenti dovuta probabilmente ad una loro

    diversa formulazione chimica.

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    INDICE DEGLI AUTORI

    Aquino, R.P.; 32; 36; 39Baffone, W.; 44Baggi, M.; 15Besostri, B.; 35Bonina, F.; 39Bronzini, G.; 23Cagliani, I.; 35Cammarano, R.; 30Carinelli, L.; 8Cioffi, A.; 32; 36Citterio, B.; 44Colella, M.; 26Cozzoli, O.; 12; 31Cristaudo, A.; 21DAgostinis, G.; 13De Castro, P.; 29De Orsi, D.; 41Del Giudice, M.R.; 41Della Seta, M.; 30Dracos, A.; 30Farina, L.; 32; 36Ferrara, R.; 29Filippini, F.; 11Gaboardi, M.E.; 43Gagliardi, L.; 25; 41Gallinella, B.; 41Gasparoli, A.; 31; 42; 43

    Gatta, F.; 41Gatti, S.; 35Gentile, E.; 32; 36Lombardelli, G.; 44Malanchin, R.; 15Mearelli, F.; 14Mignini, E.; 22Morelli, S.; 39Picardo, M.; 21Poppi, G.; 29Porr, R.; 41Pozzi, R.; 14Proserpio, G.; 13Ricciardi, C.; 34Saija, A.; 39Salvatore, G.; 7; 32; 36Santucci, B.; 21Scesa, C.; 17; 44Sessa, C.; 14Spurio, A.; 29Summa, V.; 38Tagliabue, S.; 42Tateo, F.; 38Tomaino, A.; 39Trovato, M.; 9Turchetto, L.; 41Vittoria, E.; 44

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    Presidente dellIstituto Superiore di Sanit: Enrico Garaci

    Direttore responsabile: Giuseppe Benagiano

    Coordinamento redazionale:

    Paola De Castro e Sandra Salinetti

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    deve essere preventivamente autorizzata.

    Reg. Stampa - Tribunale di Roma n. 131/88 del 1 marzo 1988

    Roma, marzo 2001 (n. 1) 5 Suppl.

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    La responsabilit dei dati scientifici e tecnici

    pubblicati nei Rapporti eCongressi ISTISAN dei singoli autori