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, ' l -- /; R _ .t tJ " "J /; ?t1. . .IJ?Y/f< t Paler mo 29 . ' L i1glio 18 48· J ·- - -- -- GLI DEL 'DIA.VOLO CIOR!lALI: PERIODICO PEL POPOLO Costa tm bajocco _ .... , ____ _ Oguuno rotra (are giugnere articoli, reclaml ed altro francbi di posla al di sl r ibutorc Giambatti st a Fiore-Surauoo rigeLlati lolli qaegl artieoll che olfendooo _ Ia Religiooe, il huon costume, e I' onorc delle' famigli e. . INTRODUZIONE I>oiche Ia rivoluzione nostra e una di q uell e rad is - sime ope re cui e cielo e ter ra soglion por re Ia mano, non e gran peccalo se benanco vi po ngan mano i dia- v oli La loro assistenza , percbe son essi spiriti del- l' altro moudo , c dotati di souaumano sapere , non potrebbe chc tornar ci in vanta_,g g io, non altrimenti che quella di Asmo doo al dabbenuomo diD. C leofa Lea n- dro Zambullo. Ep pc ro neva io gia si n da molto te mpo inoanzi , scgt1c n do il nagromanti co rito di lsmeno, co minciato a mormor an gli sco n gi uri e le si vaitic he imprecazloni pe r - e'!oca ro uno di q uegli spirlli •he- stanno, come ci as- &i curo Dante, nell' ·anticamert de ll ' Inferno , cacciali da' CiOii perc/!t questi non, ( OISCr tnen belli , e n on ri- OOYUli da' demonl , perclu! questi oon. aves scr atcuna giQfia !f' elli . for zato rlalla vi olenza de' miei neri ,accenti gia sbucava dall' Etna , che .e Ia bocca di A- 'Yerno, quegli, ehe pili ama di usar con ooi , Asmodeo. }fa a scansa r Cor se- pove ro zoppo! ! - Ia via si fcr- mo alia prima beva, e C cce stanza in Catania. Non me ne dolsi -II dilicato gusto de'nostri, av - veuo a bearsi oramai uell e ondcggianti piu me degl i elmi , nella el eganza de gli uniformi , ed neUe belle t aglie di laati che ti rormic an donduuquc co n mag gio r aria che i genc rali dell' assedio Troj ano , a- n cbbe mol to soff erto in vedc re e ne t Parlamento, e nel rnin iste ro c pe r le str ade di Pa le r mo baloccarsi q uell a brutta smor fi a da Car e prop ri o spiritare i caoi , o 11coneiare pe r lo manco qualcuna . .Ptfa co mpe uso egli total sua manca nza con un si ngolar favore a me fatt o, ci ofl col dono de' suoi medesimi occhi ali che e- g li , benche n on l'avesse avuto a' dl di Le Sage, pure aveYa da qualche te mpo in qua comiociato a ca gio n di vecchiaja , ad usarc. e ehe gli aggiungevaoo una · novella be llezza Non o da dire qual fosse stata Ia mia sorpresa quan do, faUime li Ia prima volta agli occbi , o aUra- ver so quelle lcnli guardando, tutte vcde va co me per incanto mutarsi le cose, . e ca mpa rir nero, cio che io credeva bianchissi mo; c rustico e scabro cio ehe mi era se mbrato liscio e polito fino a qncl tempo. Ohl di ssi allora, benedetta I' anima degli scettici, e de" pirroni- sti! benedetta Ia soggelt iva. filoso!Ja degli Alemanni! bene- datto chi di tutto dubila e tentenoa! Qucllo che al- l' esle rn o apparisoe e ben diverso da qucllo chc den- tro vi si occ ulta, e vi cova • E. mi persuasi a render eooto al pubblico queste mie scoverte. I. e forb ici , c -.voro, i galli , lc vi))erO, i Pasquini tagliano sgraflia no ·mQrdo nQ · dprido!'o ma c:he? cio chc apparis ce a· I oro se nsi ', sna non f rrivano a pcnctrare f<t( · so stan za - ar- rnati gli di questa diaboliche l ll nti; oh! poLreb- ooro vcdcr megli o, e di scuovrire gran cose. Io dun- que 1\0n grafiiCI'O , non lnOt'dtHb , 1100 tagJiero : Ina 1 s additoro e co n seg ner6 a chi sara di •ragione 'I do ''' thc ov ro cogli occhiali mie i scoverto. State sicuri - ( (Uesti occhi ali noo si inga nn eranoo: essi n on sono come quelli che porta ubitualmente in- forcati naso il Deput ato On des, r quali non gli davano a vede re le compOilencle, cd i furti, che gio rni addietro solevan si qui a pas li atempo commettere • al tra Ia qualita de' miei - lavo rati alia otlica fucina di casa del dia volo potraono essi ingannare , od cs- sere in gan n am UNO SG U ARDO A .STAiliLE Vuoi far fortu na o giornalelto, e vuoi esser messo ll parte de ' sorrisi , e de' bajocchi della gen te ? Parla i" prirni• di Stabile, che e il diretto( re della ministc- riale filarmonica co mp agoia . C on lu i. apri Ia sce na lo Sta{fil6, con lui bisog na aprirla no i tutti. Non v edi ta co mo Ja . Forbicl, benche da tanto tempo sta bili la, . ' . . . ..,.... .. . a \ , .... .• _ / , ,.. ... . ,.,. ,., :.,. .. .1, .. iJ ' , N<i1 ._, . .J " . }"' ....... - .. .. ·-- ., ... . ,. ,_ , •, . . . . .. -;_ ) ). .. .. ' ..

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Page 1: Costa , - Bibliotecacentraleregionesiciliana...trove!rsia, Ia quale, come pole essere risoluta, non fa mcstieri cho il dica, perchil n' c ciascuno persuasislii mo- Solo ~onsigliamo

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Palermo 29 . ' L i1glio 1848· J ·- - -- --

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GLI OCCHI.~LI DEL'DIA.VOLO CIOR!lALI: PERIODICO PEL POPOLO

Costa tm bajocco _...., ____ _

Oguuno rotra (are giugnere articoli, reclaml ed altro francbi di posla al dislr ibutorc Giambattista Fiore-Surauoo rigeLlati lolli qaegl artieoll che olfendooo_ Ia Religiooe, il huon costume, e I' onorc delle' famiglie. .

INTRODUZIONE I>oiche Ia rivoluzione nostra e una di quelle radis­

sime opere cui e cielo e terra soglion porre Ia mano, non e gran peccalo se benanco vi pongan mano i dia­voli • La loro assistenza , percbe son essi spiriti del­l' altro moudo , c dotati di souaumano sapere , non potrebbe chc tornarci in vanta_,ggio, non altrimenti che quella di Asmodoo al dabbenuomo diD. Cleofa Lean­dro Perc~ Zambullo.

Eppcro neva io gia sin da molto tempo inoanzi , scgt1cndo il nagromantico rito di lsmeno, cominciato a mormoran gli scongiuri e le sivaitiche imprecazloni per

- e'!ocaro uno di quegli spirlli •he- stanno, come ci as­&icuro Dante, nell' ·anticamert dell' Inferno , cacciali da' CiOii perc/!t questi non, ( OISCr tnen belli , e non ri­OOYUli da' demonl , perclu! questi oon. avesscr atcuna giQfia !f' elli . 1~ forzato rlalla violenza de' miei neri

,accenti gia sbucava dall' Etna , che .e Ia bocca di A­'Yerno, quegli, ehe pili ama di usar con ooi , Asmodeo. }fa a scansar Corse-povero zoppo! ! - Ia via si fcr­mo alia prima beva, e Ccce stanza in Catania.

Non me ne dolsi -II dilicato gusto de'nostri, av­veuo a bearsi oramai uelle ondcggianti piume degli elmi , nella eleganza degli uniformi , ed neUe belle taglie di laati uffici~li che ti rormican donduuquc con maggior aria che i gencrali dell' assedio Trojano , a­n cbbe mol to sofferto in vedcre e net Parlamento, e nel rninistero c per le strade di Palermo baloccarsi quell a brutta smorfi a da Care proprio spiritare i caoi , o 11coneiare per lo manco qualcuna . .Ptfa compeuso egli total sua mancanza con un singolar favore a me fatto, ciofl col dono de' suoi medesimi occhiali che e­gli , benche non l'avesse avuto a' dl di Le Sage, pure aveYa da qualche tempo in qua comiociato a cagion di vecchiaja , ad usarc. e ehe gli aggiungevaoo una

· novella bellezza •

Non o da dire qual fosse stata Ia mia sorpresa quando, faUimeli Ia prima volta agli occbi , o aUra­verso quelle lcnli guardando, tutte vcdeva come per incanto mutarsi le cose, . e camparir nero, cio che io credeva bianchissimo; c rustico e scabro cio ehe mi era sembrato liscio e polito fino a qncl tempo. Ohl dissi allora, benedetta I' anima degli scettici, e de" pirroni­sti! benedetta Ia soggeltiva. filoso!Ja degli Alemanni! bene­datto chi di tutto dubila e tentenoa! Qucllo che al­l' eslerno apparisoe e ben diverso da qucllo chc den­tro vi si occulta, e vi cova • E. mi persuasi a render eooto al pubblico queste mie scoverte. I.e forbici , c

-.voro, i galli , lc vi))erO, i Pasquini tagliano sgrafliano ·mQrdonQ · dprido!'o ma c:he? cio chc apparisce a· I oro sensi', sna non f rrivano a pcnctrare f<t( ·so stanza - ar­rnati gli "'O!>~ di questa diaboliche lllnti; oh! poLreb­ooro vcdcr meglio, e discuovrire gran cose. Io dun­que 1\0n grafiiCI'O , non lnOt'dtHb , 1100 tagJiero : Ina

1 s '-~CJ'O, additoro e consegner6 a chi sara di •ragione 'I do'''thc ovro cogli occhiali miei scoverto.

State sicuri - ((Uesti occhiali noo si inganneranoo: essi non sono come quelli che porta ubitualmente in­forcati ~ul naso il Deputato Ondes, r quali non gli davano a vede re le compOilencle, cd i furti, che giorni addietro solevansi qui a pasliatempo commettere • '£ al tra Ia qualita de' miei - lavorati alia otlica fucina di cas a del dia volo potraono essi ingannare , od cs­sere ingannam

UNO SGUARDO A .STAiliLE

Vuoi far fortuna o giornalelto, e vuoi esser messo ll parte de' sorrisi , e de' bajocchi della gente ? Parla i" prirni• di Stabile, che e il diretto(re della ministc­riale filarmonica compagoia . Con lui. apri Ia scena lo Sta{fil6, con lui bisogna aprirla noi tutti. Non vedi ta como Ja .Forbicl, benche da tanto tempo stabili la,

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fton cessi di parlar eli lui Y Ma badando essa a' poli , che son piu di ogni alt1·a cosa faci i a tagliarsi , ne potcndo tagliar lc lravi , lo laseia sempre incolume , perchi: Ia testa di qucl ministro e, Ia Dio merce, tutta spelata. Gli occhiali del Diavolo gli si son pure pian· wti addosso ad osscrvarlo. Lo trovano uomo di poca since rita ; assai scaltro chc ha del fag none , e non so chc cosa prevoggano. II signor Jlfariano e stato cre­duto sinora ncco~sario pnr Ia conchiusionc del matri­monio di donna Sicilia o di D. Alberto - ora esso c conchinso. !'opera s.ua non sembra piu necessaria. Sa· rcbbe beno che muti eli rna, coma si dice , perche il ri-. , spetto, signor Mariano, 6 stato portato non tibi sed Pe­tro - mi capisci 'I Torncro quanto prima a riguardarti di nuovo.

GL' lMPF.GNl NON REALIZZATI.

Allegramenle o valorosi campioni della truppa na­zionale ! Ia vostra bravura vi ha procacciato merita­mcnto un posto nella milizia , di quella milizia cioe che in Sicilia, dopo che cessera il mondo di esisLere, non si organizzera giammai - Questo sistema parve qui e•·roneo a prima giunta, ed il ministro della guer­ra dovotte suo mal~rac\o sosteoere i piu pungenti sar­casmi: rna fattasi poscia miglior rfllessione , e consi· dorato su tulli i punti il gia adottato sistema, fu u­ni versalmento giudicalo saviissimo , meritevole di ap­plauso . •

Una storminata bri;;ata infatti di colonnelli, capitani, tenonti, a lfie r~. composta di portieri , cppisti , taver .. nuj , ba rbicri, calzolaj, frnttnjuoli, briganli, esiste, che siciliaua memoria non ricot·da, per lo di cui giorna­liero stipendio non sarebhe. ro ne pure sufficienti tutte l' cntl; to • cho Ia Sicilia polesse allo Stato comocla­mente olfl·ire- E pure net trambusto delle cose mo­strossi tlai hravi lulla Ia premura a chiodere un po­&to nella futu ru milizia , chc non iste.ntarono conse­guire - I nt;~nto so si vnole fare uno stretto calcolo t.li tal i uffir.i al i. si conoscera di leggieri , che essi ec­cedono di numoro i tre battaglioni di gia formati ; cosiccho dovranno essi senza meno venire dismessi , ell imba rcati con pc·ospero Yen to per rinserrarsi altr a liata no' I oro buchi, ove eransi chiusi in tutto il te~t­vo della rivolm.ic•IIC-Tale non onorevole ritir\lta fara prustamcnte disciogliere I consentili impegni. che do­y.!van presto realizzarsi con le fidanzate , appena si rnt! ttevano in csercizio del posto che era $lato confc­rilo - Con si lfatto procedimento non vicne a scemarsi nello stato di guerra , itnpedendosi indirettamente i matrimonii, Ia procrcDT.ionc della specie ? San\ il mi­ni:~h·o della guerra applaudito ? le signorine lo dete­stcrauno per sempro , csseodQ egli Ia causa di fare

svaniro i !oro amori , e Ia speranza di congiugoersj con oumini vostiti di corazza, dragoni ed elmo.

I VERI SORCI.

Gl' inCami birri eran chiamati sorci da quella raua di sorci piu malefi ci , di quelli cioe avvezzi a rapt­narc cd a nuotare nell' umano saogue - Dei birri in­tanto, ognun sa, fecosi spietato macello: di quelli pero ehe arrecano il maggior male, tutta Ia misericordia, cosicche Ia patria e Ia nazione trovansi travagliate e dai bisogoi che non mancano, e dai timori che l'opp rimono - In tali affii1.ioni non si e voluto un tanto male astir­pare non per poter c, rna per volere - Se si fosse j. mitato l' esompio di Mossi na o Catania, i sorci sareb­bero per sempro spariti da Paleqno, mentre non dee farsi uso nolle cttuali imperiose circostanze se non di pronto salnitro mescolato con ferro fuso.

UNA SCENA RIDICOLA..

II dl 20 nella camera de' Comuni si riunl il comi • tato misto 1 composto di n° 20 deputati o 6 Ui altret• tanti Pari per istabili re, se doveva il Parlameoto chiu­dcrsi, come avrebbe il nuovo re prestato il giuramen­to , ovvcro continuare le scdute - I Pari , tranne il signor Vico , inclinavano per Ia prima opioione , per I' opposta scnteoza i deputati de' comuni, meno il si­gnor Cordova, e baronc Ventura- La ragione adun· quo stava per i Pari - Mirate intanto Ia feconcla spe- _ colazione I II presidente faceva pur conoscere alia ca. mora ed al pubblico, che Ia votazione non dicesi pe.r­fetta , so non dqpo I' appello nominate di ciascun vo­tante , il che oasto a fare iutendere ai deputati Cor­dova o harone Ventura Ia inelinaziGne del presidente di cambiar partito - JAa inoppor~una suggestione del buon presidecte fo' pure rimanere irremovibile il de­putato Cordova, non ghi il barone Ventura. il quale allo invi to dal presidente immediatamente si scosse, e muto parero , in guisa che da siffatto cambiamento ridicolo di scena r·e~tarono bi lanciate perfettameotu le opinioni da ambe le parti, e per Iegge doveya di­rimcr~i dal presidentc della camera de' Comuni Ia con­trove!rsia, Ia quale, come pole essere risoluta, non fa mcstieri cho il dica, perchil n' c ciascuno persuasislii­mo - Solo ~onsigliamo al deputato Ventura di non commettere altra fia ta una cost pubblica balordaggi­ne, per non cssero dall' uditorio tenuto per on uomo doppio e di nissun carattere , quali ta che non erasi vurso lui afT aLto spcrimentata , e per non offri re agli occhi del diavolo una qualcho non piacevole teatrale rapprescntazione , ch~ molti:>simo potrebbo offendere i flt;li , i nipoti , i discemlenti , successor! e tutta quanta Ia Vclltura progcnie.

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UNA PREGHIERA;

1 miei occhiali mi hanno fatto avvedere di una cosa che mi Ce' tanto cruccio che me li cacciai ben tosto per non piu guardarla • Ho veduto qualche guardia Dazionale entrare in qualche deposito di vini, e quivi ualtcnersi a sollazzarsi , ed a here - capisco - e cio uo mio pregiudizio, rna io amo tanto ed ammiro que­Ito nobile corpo , che vorrei non poter nessuno dar­g 1i pcoca per nulla. II berretto nazionale e sacro , e nle sovranita, ogni bassezza lo disgrada , e lo avvi~ Iisee. Quelli aon luoghi in cui ogni onesto uomo si a~ atiene dal por pfedo, Ia forza morale quivi si pol'de e ti cstinguc. I signori colonnelli non cessino di dirno a' loro battaglioni qualche parola , li incilino alia so~ brieta, li ednchino alia maesta, faccian di tutto per­cbe lascin tal uso , in grazia del grand' onore oho da loro Ia daga , que IIi ehe per ventura lo. a vessero.

DA UNA CENSUHA UN ELOGIO •

La sera del 10 luglio disoutevasi Ia quistiona dat comitato misto nella camera de' Comuni, sc nella ca­mera de' Pari dovessero rimanero tutti coloro che Ia componevano unitamente ai !oro suc(:essori , non ee­cottuati gli ecclesiastici , ovvero dovevaoo sedere du­rante Ia vi ta i soli Pari tcmporali - ·Per quest' ul tima opinione eran fermissi mi i deputati de' comuni : per 1' altra i Pari, meno il duoa ~Iontelcont\, oh6 fu osli­natissimo a non alzarsi, talmente che resLo Ia quistio­no in sullo istantt~ decisa a d i ~storo danno.

La sora , Ia dimane e per molti ~~~)(~tuti gion1i fl povcro duca dovette sopt>ortare dai sn&i ami'ci i pi i1 "Yillani insulti per non a vere sostenuto Ia propria can~ aa, quclla de' colloghi e del fi glio: rna alta llno rom­pcndo il silenzio mando fuori questa soJflfmissima e-. 1cla maziono - Amici , ~i ~· z'ngan.nM~ , io ctvrei col •angue aino all' u(/ima goccia $OSl&nteto Ia comtme calb­

$a, •e per tJoco in caso d·i p<tritit doveva Ia qui~/ ione dee1'dcr.~i dal l'reudente 1lelta camera flo' Pan~ , twn

1/c' Comrm~. it quc&liJ sino a queslo p1mto, qra::ic alta prouvideo . .:;a , no.n si ricortia di e1sersi unito wll• w'a· volta co11 i Pari !

Sl o vcuulo da cio ehe Ia ragion ·stava pel duca Mol\t<'lcone ; ed il llOtl esserri quella sera al:&ato col

non seguin} r opinionc de' suoi colleghi 1\a mostra to quella prcv{lggcn;e:J, che altri noo ban ,·pduto, c per­Gio u stato nmritamento applaudilo. ed elogio.~lo- Cou­&igliamo uoi quimli Ia ca rncra de' Pari a rtor,l isc<!gliorc ultcriol'i comitali misti , rna invece a pre~;are e a co~ mandure 1' ()llOrevolo presidente della oamtJ ra de' Co­muni p!lr tlecidc~re ei iolo , essen do c~ priori pCirsu,J. &i~simi a uiriUo e a !;.1rto ui uo contrario CYC(tlo no

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eosl si tolgono addos5o no incommodo disgustoso e di­spiacevolissimo senza Ia menoma speranta di futura vitloria •

LA SIGNORA FORBICE.

Toccavano appena Je undici della sera , quando , standomi a leggere due o tre numeri ultimi de~ l a Forbice un Jicvc movimcnto mi avvertl della · visi ta del mio st,rctlissimo amico - Oh ! signor Dia'folo • csclamai , voi sic to il b<>n vcnuto ; io vi a ltentleva con grande impazienza: ravori temi Yi prt~go i vostri occhiali , ch~ da pochi giorni in qua , leggcndo queslo giornale, ffil

si oll'nsca inlCl rameulo Ia vista -Asmed~o pero , cho per tult' af tr·o fine O!'l\ ' 'enuto, non e possibiiL\, rispOSC, che questa sera passlam iJ tempo a soddisraro questa. vostra cterna curiosita . Vi basti per ora sapere cho nissun Pugliese 1celse mai di scrivcrc questa gazzctta, rna i vert autori sono assai divcrsi cia qt\Ci vani ra"' gazzoni , chc falsa mcnto porlandonc il nome sogghi­gnando Ia van lcggendo per tuttc le. strade a' signor i Dcpulali c Scnatori , Guardatevi aocora di diriggero alia Sl(;'SSa arlicoli c r<'clamr di qualunque sorta. che> iufame comme rcia ne vicn f.•lto. Oiver:oi autori si han qucrclato perchC i !oro reclami non si aian pubbli~

cati : infc lici ! essi igrwrano che questi inYece si son portali aile pcrsone conlro cui era n direlli, ondo o l~

trncrsi Ia merilata m<•rco - :\fa ehc! voi impalliditc! , ·0i frcmcrulo ;JP,:;rotlalu lc ciglia! Vi semhra dunquo itn[>Ossibile cite IJ m;dit,ia deW oomo possa t.la sl gran h1nga cccedPrc qudla del noslro inFerno 'I - Ah si. si·gnorc Asmodco, esclumai :- lasoiatrmi, lasciatemi per quef·ta leal1l amici1:ia·, Ia dolce. spcranza di· potnrmi .i·n-. g;•nnam. ; if urio cuor;c C. ~roppo s.ensibilc t1er soffn ro t' ufl'.nuw. di una si l';•lul cartezza - 1'1 Diavolo com .. mosso alia piena del mio dolore , stctte un momento. immobile, q_ulnd.i con'\inciu a. c.li (e d.clto a~m.ute J.i Si-. oil,ia •.

.1\I. MI :\IS' l'IW DELLA SICUHEZZA,

Voi, o signore, cur sono affitta ti Ia vita, i ben!, Ia fe­Jicila Ui ogrri oiltadi110 •. inorte c. sonnacchroso agito. il ministcro dolf intcrna sicurezza con quclla prgri'zia Ol\­de solcvt~ te agiro I' intendeoza borbonrca ncl migliOI' tompo tli oostro nvvili men to ;- cppuro aHora quando tutto Elno i nom i delle. fumi ne e. de'· ragazzi ' e.ra scol­pito no' tcnebrosr rcgistrr della perqursit,rone, Ia S\'r-..

sli atez~a e l' iner:da non altra male pr0dncea no cho farei tardi sonlii'C. ( d.annj uel.la schiavilu, ma aclc:;so che un pregiudicato norbo. tH esocntoci abbor rc ,\a o­gui es.arnc'. cite \V1 trom.anlo git~tl,i oo t: ifuggc <h~ ogl\i inJagilll.! , e ucssur1 al tro deli tto se non colto in tuLia ll<~~ r·a~a ~i ll l'reslll o prcxieqc; a millo cJorpJ r ic>e~'

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clnnnosa o pericolosa Ia vosira inersia- Volete rorse pt:rpeluarc Ia sciocca amnistia p•·ooont.iala , ovvcru ~: rcdctc cho questa studiata indiiTtJ renza possa restarc 111o>servata rlai ciltadini che gridaoo ri])aro ai mali che uc sturbano Ia felioit.a~ Oh guai a chi provoca il fre­mito di un popolo libcro - - e si frcme i ignor ministro si f1·eme: un miglio dal\a citta non puo pi1i cammi­narsi, che vi scannano vi rubano vi sacrificano impu• ncmcntc, e vvi non vc ne date Ia menoma bril;a. no anco quclla almeno di far ricovri rc di pictosa terra le vittime del tlelitto . Sl vidi io stes~o due cadaveri sformali <Ia innumcnwoli colpi di arma t raditrice gia­cere da Ire giorni allalo un descrto ci mitcro , e vo­raci cani dilaniarue a ripresa le sauguinose c potrido c;arui ; e voi I' igoorate . • ho ,,isto io .•. rna r imcm­brar non voglio cose che per decoro della noslra glo­riosa terra e giusto si ignorasscro ' ne e mio u{licio cia incresciosa prelica il querelarmi accanfo ad un po­polo ridcnlc eli libll rlti . II rimedio sol io vi chieggo c cou me il popolo tutt.o. Se noi tornammo sicuri nella cilta, ne c nostra Ia gloria , della divina guardia na­zionale , chc pet· evi tare I' involameolo di un benchc mcnomo bene c pronta a dare a rivi piuttosto il suo sanguc . No' dintorni organizzaste Je squadre crran~ ti , cnorme mancamento -le pattuglie mobili non pos· sono esserc onni presenti, anzi esse segneranno ai no­mici dell' ordine il luogo ove potere piu sicuramenle rubare, percivcche costoro si ' 'olteranoo dal Ia to op­posto d' onde quelle si diriggeranno . Stabili e brevi lc pattuglie - non abbia ciascuna a custodire piu di mezzo miglio di circonfercnta - non a colonnc , rna a cinque o sei iudividui ciascuna si fo rmi i cosl sa-

. 1'8nno fortis~irno, perciocchC sa ran reci procameute di guardia e di difesa I' una all' altra; cosl sapra il cit• tadino O\'e correre a cercare ajulo; cosl sara certis­simo I' arrestnmento d<~' rei, che ad un trarre dl fu­cilo sarebbero involfi in una rete d' onde Oa impossl· bile I' uscirc violcntemente - Domandate dalle came­re Ia responsahilila diretta de' capi di silfatte squa­dre ; rassicura lc i giudici dei quartieri, e domandate !tpcsso conto non del solo fatto, rna dP-11' istruzione le­gale di esso ; ed arrivi questa ai magistrati di com­]lClenza: fnlminnteli delle pene della Iegge iri caso sl al'rcstasse o obblioasso qualche istruzioue , sarebbero 11 l:ora a sufficienza garentite le persona e I' ordine • At;c0gliete il Consiglio di un' amico della patria e del• Ia comune felici fa, e scotetevi una volta, se non vor­rcte csser di~hia r~ t? li;.: lio inde~no e rulle lle.

I 1 RIBLri AU lH COM~JEI~ClO. 1.' ononwoli5simo St·ualore 5ig. IJarooe di Mortillaro

:Jtlasa (come ci diceva) quella slupida e crassa igno ­ranza cit;' giudici di Com mercio iulorno al rito giudi­.:t.iario, propom•m.lo alia Camera uru1 riforma, si avvi·

sava doversi costituire a presideDte ed a custede della Iegge in questi collegi due giurecoosu!U,-da scegliersl esclusivamente fra gli alunci di giurisprudenza-Be­nissimo ! Egli col suo vasto ingegno couiP.rende, ehe sill'ctlli magistrali conoscauo , -o almeno possan facil• mente conoscore Ia scicnza delle leggi civili e di ee· cezioni ( bagatt.olla ! ) rna non cosl ugualmente quella d·i{ftcilislima riguardante le forme de' giudiztll! Egli propone alia preside1tza di questi tribuoali due aluoni di giurisprudcnza- Felice casta privilegiata I

E non vi vergognale, sigMr niozionante, di eostituiro in questi posti cosl cospicui non che iateressanti alta pubblica e privata economia , due imberbi giovani , chc, ragionandovi di drilto romano , canonleo , pub­blico, civile, penale e commerciale 1 neppure alia fin fino vi san dire cosa sia diritto '1 • P•·osegua , prosegua I' illustre Senatore \a Slta no­bile carrie ra ; ma si ricordi talora , che il sig. ·Dia­'Yolo gli stara scm pre addosso.

UNA RAPPRES£NTAZIONE TEATRALE. Net teatro di Pasquiuo Ia s' ra del due agosto si rap·

presentera una graziosissma comedia. Ia quale sara divlsu in cinque atti.

Alto - 11 re laz~arono ordiua una leva ideale o di Calabri e di galeotti eli numero indeterminato per de­bellare Ia Sicilia .

Atto secondo - 11 timore panico creato SCilla baso dal ministero Siciliano.

Att(J terzo -Invito p~r Ia liOSC'1Zione momeotanea de' belligManti per una guerra in fllturum •

Alto quarto- Nnovo maniresto del ministero , col quale si melte in all' armo Ia nazione per Ia imagi­naria spedizione de' Calabri fatta dalt·o lazzaronc coo­Lro Ia Sicilia.

Alto quinto - Si ra toccare colle mani e vederc cogli occh i bendati il bisogno reate ed eiTettivo di ri· com~rsi al Piemonte per essore Ia Sicilia rallorzata di truppe straniere ,

II caratterisla Siciliano Giuseppe Colombo , altra· mente inteso sotlo il nome di Pasquino, invita il col• to pubblico palennitano e siciliano a volerlo ouorare di sua prt.!senza , non doveodo contribuire allro per ciascun !Jiglielto se non Un miserabile bajocco •

AVVISO .s. ~- II .sig. Principe lli Butera mlnistro della JlUb­

blica 1Slruz10ne ha sapiont•ssimamentc ordinate il con­cot·so per le vuote calll!dre di modicina legale e ma· tcria medica, malgrado i favorevoli rapporti inoltrati da questa Commessione a l'avore de' signori Salvadore Cacopardo e Giuseppe Triolo, perchc crcduti iutlegni, come realmenle sono, a consegulrle senza stcuto non avond.o dato cssi prova di sapero - Cio si t·nude di puhbt.ea conoscenza, accio si prevenis;ero i $Oiili se• greti intrighi del president~ , rr. ttore e ca ncelliea:e di qu~sta universit~. _e per potere ciascuno, clljt vi abbia dll'ltto, nelle legtHune forme rcclamare.

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