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Costruttori e maestranze edilizie Bella Toscana medievale Igrandi lavori del contadofiorentino (secolo XIV) A cura di Giuseppina Carla Romby Le Lettere - Firenze n% IM ýjl

Costruttori e maestranze edilizie Bella · fitio super actandis viis stratis e pontibus et fontibus civitatis et comitatus Florentie» a. Per ovviare a sovrapposizioni di competenze

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Costruttori e maestranze edilizie Bella

Toscana medievale Igrandi lavori del contadofiorentino

(secolo XIV)

A cura di Giuseppina Carla Romby

Le Lettere - Firenze

n% IM ýjl

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IV LA COSTRUZIONE E RIPARAZIONE DI PONTI

Nel XIII secolo la manutenzione di ponti e ponticelli non era sistematica, si interveniva dove vi era maggiore urgenza; i cantieri aperti erano indipen- denti gli uni dagli altri ed erano diretti da maestranze che potevano avere referenti diversi. Agli inizi del Duegento i lavori erano sotto la tutela degli

«Ufficiali dei Ponti e Mura»', nel 1286 risultano, invece, affidati a sei «officiales bladi» 2, ufficiali annonari, che avevano il compito di controllare 1'approvvigionamento dei cereali e, curandone il trasporto, sorvegliavano anche la manutenzione delle strade per le quali le derrate arrivavano in cittä. In una provvisione del Comune di Firenze del 1292 si fa riferimento ad uno «judicis stratarum et viarum» 3 mentre nel 1293 appare una struttura piü definita: «of- fitio super actandis viis stratis e pontibus et fontibus civitatis et comitatus Florentie» a. Per ovviare a sovrapposizioni di competenze o vuoti decisionali fu necessario creare un coordinamento tra i lavori e individuare un unico re- sponsabile per tutte le infrastrutture del contado. 11 4 dicembre del 1316 i Priori e il Gonfaloniere di Giustizia del Comune di Firenze decisero, cosi, di eleggere «unum ufficialem forensem que voluit super stratis et viis ponti- bus et ponticellis decta civitatis florentie quidem comitatis et distrectis eius- dem reparandis reaptandis lastricandis refitiendis dirizandis et ampliandis et ei de novo construendis» 5. Negli Statuti del Capitano del Popolo di Firenze del 1322-25 vennero specificate quali fossero «Stratas et vias maestras» da sottoporre ad una manutenzione regolare per garantire il trasporto delle der-

I G. Prunai, Fimn_e, Milano 1967, p. 63. zA. S. F., Proºvisioni rrgistri, n. 1, c. 37v. A. Gherardi, Le corrsulte della Repubblica fiorentina dall'anno MCCLXXX al MCCXCVII,

Firenze 1896/98, I, p. 194. 41bid., II, p. 320. SA. S. F., Provvisioni registri, n. 15, c. 28%,, 4 dicembre 1316. Provvisioni simili a queste veni-

vano periodicamente riproposte quando scadeva il mandato degli Ufficiali.

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rate alimentari. Entro i primi quindici giorni del mese di maggio di ogni anno il Capitano avrebbe deciso quali sarebbero stati gli interventi necessari, le strade da riparare, i ponti da ricostruire etc.; avrebbe stabilito inoltre in quale misura e quali comuni, plebati e popoli avrebbero contribuito alle spese. I cantieri sarebbero stati seguiti da un magistrum, un mensuratorem, un pinzocherum o un altro bonum virum e da duos nuntios, i quali «teneatur, expensis Comunis Florentie ad ipsas stratas providendas, mensurandas et assignandas ad reaptandum ubicumque forent destructe vel dissipate)) 6.

Per coordinare e controllare ulteriormente i lavori nel 1335 si ricorse alla nomina di sei «Ufficiali» il cui incarico, a titolo gratuito, aveva la durata di un anno7. I compiti di questi addetti che dovevano «reparari et reactari et diriczari facere stratas publicas et vias» 8 furono ulteriormente definiti in una prowisione del 1346. Un maggior coordinamento ed un piü preciso controllo degli interventi si ebbe nel 1369 quando la Signoria fiorentina decise di affi- dare la costruzione e la manutenzione di strade e ponti all'«Ufficio della Tor- re e dei beni de Rubelli» 9, una magistratura, nata dalla fusione di piü antiche magistrature fiorentine, che giä dal 1348 aveva competenze sulla viabilitä.

6 R. Caggese, Statuti del capitano del popolo..., cit., L. 1, R. VIII, Devils et pontibus reparandis et de novofaciendis et de ingombratis disgombrandis, et eonmr materia, pp. 175-181.

7 A. S. F., Provvisioni registri, n. 28, c. 5. BA. S. E , Provvisioni duplicati, n. 6, c. 74. 9A. S. E, Capitani di Parte numeri Rossi, n. 106, c. 36v. Nei 1369 fu stabilito «che 1'Uf icio

della Torre, e de beni de Rubelli si governi da quinci innanzi pe gli Uficiali della Gabella grossa de Ponti, e mura. E sia un medesimo Uff icio. E intorno al detto Uficio della Torre, e de beni de Rubelli habbiano e havere sintendano e detti Uf iciali della gabella grossa, ponti e mura» . Tale ufficio doveva occuparsi di molti problemi, dalla gestione dei beni incamerati ai ribelli alla ma- nutenzione di fiumi, acque, vie di comunicazione e ponti, riassumendo in se gli antichi compiti delle due magistrature. Gli Ufficiali della Torre avevano, precedentemente, convogliato su di loro i compiti prima assegnati ad altre piii antiche magistrature quali gli Ufficiali delle Vie, gli Ufficiali di Ponti e Mura e gli Ufficiali delle Mulina. Questi magistrati avevano compiti esclusi- vamente esecutivi: le decisioni venivano prese dai Priori delle Arti e dal Gonfaloniere di Giusti- zia «a fave blanche e nere» cioe con una votazione. Gli Uff iciali, che dovevano organizzare e controllare i cantieri erano a loro volta puntualmente controllati. Dovevano prestare giuramento «toccando le scritture co le mani» ma dovevano anche tenere un registro net quale veniva anno- tato tutto quello che riguardava l'esecuzione del manufatto. Per essere continuamente aggiornato l'Ufficiale cui era delegato il controllo dello specif ico lavoro doveva andare frequentemente in canticre. Le sue missioni, che si svolgevano per lo piü a cavallo, avevano modalitü e tempi preci- si: non potevano, ad esempio, durare piü di quindici giomi, i giorni eccedenti non sarebbero comunque stati pagati. Oltre allo stipendio che ammontava a circa sei f iorini al mese gli erano

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Suo compito era quello di individuare i lavori necessari e di designare chi avrebbe controllato i cantieri 10.

Gli Ufficiali della Torre, seguendo prassi piuttosto rigidamente definite, sorvegliavano 1'operato del «direttore dei lavori» e svolgevano la parte piü propriamente burocratica. Uno di questi, detto Provveditore, aveva il compito di tenere 1'amministrazione, di trovare i fornitori, di ordinäre il materiale, di verificarne le consegne, di controllare la sicurezza del cantiere e di decidere i pagamenti effettuati dal Camerlingo su ordine scritto del Provveditore stesso. I contatti tra il cantiere e gli Ufficiali preposti al controllo erano tenuti da messi " che avevano il compito di portare ordini ma che trasportavano anche i denari necessari per pagare i lavoranti.

Il reperimento dei fondi necessari seguiva prassi diverse secondo l'impor- tanza strategica o economica delle strade sulle quali erano situate le diverse strutture. I lavori ai ponti posti nei nodi piü cruciali erano pagati completa- mente o in larga parte dagli Ufficiali della Torre. Il Comune fiorentino sov- venzionö, ad esempio, la ricostruzione del ponte sull'Elsa situato sulla «via la quale si va da Firenze a San MiniatoWz. La strada pisana era un itinerario privilegiato tra Firenze ed il porto tirrenico ma permetteva, anche, di raggiun- gere Empoli importante «granaio» e significativo mercato a livello locale. Il ponte, protetto da torre Benni, fu distrutto una prima volta da una piena nel 1307 e ricostruito quaranta anni dopo in una posizione diversa da quella ori- ginaria, piü lontano dalla confluenza dell'Elsa con 1'Arno. Le spese in questa

riconosciute, per le spese di vitto, venti lire. I suoi compensi erano comunque «privilegiati» cioe dovevano essere pagati appena arri%avano i fondi, prima che fossero computate tutte le altre spese. La contabilitä generale era tenuta da un Camerlingo dell'UfTfcio anch'egli sottoposto a rigidi controlli: non pote%a pagare niente se lo stanziamento non era giä stato deciso ed approvato dai Priori e dal Gonfaloniere ed avrebbe sempre risposto in prima persona di eventuali errori. Per evitare collusioni di alcun tipo gli Ufiiciali ave,. ano cariche molto limitate nel tempo. Questo rigido controllo deciso per porre fine a sprechi ed inefficienze non sempre portö a reali miglio- ramenti nella conduzione dei lavori. L'organizzazione dei cantieri era, infatti, assai laboriosa sia per il numero degli intenenti che contemporaneamente veni%ano seguiti sia per 1'oggettiva com- plessitä dei lavori stessi.

IU I ponti distrutti e le strade rovinate erano per lo piü segnalati dalle Comunitä nei cui terri- tori si trova%ano. La ricostruzione del ponte di Bovino fu, ad esempio, caldeggiata dal Priore della abbazia che sorge, a nei pressi del ponte. A. S. F., Provvisioni registri, n. 7, c. 142.

11 Questi ave%ano diritto oltre al salario ad un rimborso di 6 lire al mese per le spese del vitto. 12 A. S. F., Capitani di Parte numeri Rossi, n. 106, c. 44v.

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occasione furono divise tra Firenze e San Miniato13. Quando il ponte, trenta

anni dopo, crollö di nuovo il Comune di Firenze «consideranti quanto perico- lo e quanto disagio e quanti casi pericolosi possono accorrere e avenire cos! a cittadini fiorentini come agli altri viandanti... per non havere il ponte sopra il fiume dell'Elsa per ]a via la quale si va da Firenze a San Miniato... » ordinö di

«hedificare un buono e suffciente ponte»14 di cui si accollö tutte le spese. Anche «la reparatione e lo hedificio» del ponte a Greve fu stabilito che «sapartiene agli Ufficiali della Tone e Signori di tutte le gabelle del detto Comune»15. Per questi interventi gli Ufficiali potevano usufruire di entrate particolari quali i «quattro denari per lira)) della «Gabella del sale e della

salina dell'estimo del contado, della gabella de contratti del vino che si vende a minuto, mulina e stinche del comune di Firenze»16. Ne11381 questi prctventi furono stornati per sopperire ad altre necessitä piü urgenti e poco dopo quan- do le rendite degli Ufficiali della Torre diminuirono ulteriormente per «1'as- segnamento fatto di fiorini Cento Cinquanta di Oro i quali si debbono pagare ogni mese pe Camerlinghi del detto ufficio della Tone a Camerlinghi della Camera del detto Comune all'entrata della Cassa della Condotta»17, i lavori di costruzione e di ripristino delle strutture rovinate rallentarono notevolmen- te. Furono realizzate solo le opere indispensabili per le quali il Camerlingo avrebbe elergito «tuttociö che alle sue Mani pervenisse»18: sarebbero, cioe, stati assegnati agli interventi improcrastinabili tutti i soldi che sarebbero en- trati in cassa. Nel 1397, ad esempio, per i nuovi restauri al ponte a Greve e al ponte ad Elsa fu necessario stornare per otto mesi tutti i soldi assegnati alla «Camera» 19.

Le somme stanziate non erano mai sufficienti perche i lavori si sussegui- vano con ritmo incalzante. Riintervenire su strutture sulle quali si era da poco lavorato accadeva di frequente ed il Comune di Firenze era costretto a fare nuove delibere per stanziare sempre ulteriori fondi. D'altra parte lasciare a meta i lavori iniziati o non intervenire dove era necessario poteva compro-

13E. Repetti, Dizionario geografico fisico storico deiia Toscana, vo1.1V, Firenze 1833-46, p. 520.

14 A. S. F., Capitani di Parte numeri Rossi, n. 106, cc. 44-45. ls lbid., c. 105v. 16lbid., c. 63. 171bid., c. 105v. 181bid., c. 71. 191bid., c. 106.

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mettere tutto quello che era stato fatto e maggiore sarebbe stata la perdita di denaro senza contare la «vergogna» die sarebbe venuta al Comune di Firen- ze. Era, infatti, motivo di orgoglio per le cittä piü ricche offlire ai viaggiatori che percorrevano il loro contado una viabilitä efficiente e sicura. Il Comune, comunque, talvolta fu costretto a fare delle scelte di prioritä ea sospendere, per mancanza di denari, l'attivitä in alcuni cantieri. Per questo motivo la co- struzione del ponte a Cerbaia durö piü di un secolo. La sua realizzazione fu decisa i127 maggio 1295 affinche «reducentes victualia ad civitas Florentie libere et expedite inde possint ire et redire tempore iemali» 20. Nel 1319 il ponte ebbe necessitä di restauri 21 e crollö completamente dopo la grande piena dell'Arno del 1333. Non fu possibile ricostruirlo clie alla fine del seco- lo nonostante «il detto ponte fosse in quel luogo necessario, e di bisogno... [per] andare e tornare si colle persone come colle bestie, animali mercantie e cose» 22. Nel 1394 fu deciso di stanziare 50 fiorini d'oro ogni mese per cinque anni «per per fare e hedificare il detto ponte» 23 ma poco dopo si dovette sospendere i lavori perche «L'entrata del detto Camerlingato dell'Ufficio del- la Torre e scemata» 24e tutte le risorse furono convogliate sul ponte a Greve la cui costruzione era ormai quasi terminata. Solo quattro anni dopo si riusci a riprendere i lavori per realizzare «un ponte con archi e pile e altri edifici bisognevoli intorno a ciö... » 25 ed a stanziare di nuovo 50 fiorini d'oro al mese per cinque anni 26.

Per costruire un nuovo ponte a Levane, sul Fiume Ambra, dove si dirama- vano le strade per Arezzo e per Siena, si ricorse, invece, alla «Pecunia del passaggio che si ricoglierä nel Comune di Leona»27. Nel 1385 il Comune di Firenze aveva stabilito «Che sopra al flume dell'Ambra, appresso a Leona, e di bisogno fare un ponte e ancora da luogo di Leona infino al ponte che si chiama il ponte a Valle e ancora di bisogno rifare la strada. E ancora in certa parte bisogna di fare un ponticello» 28. Sarebbe stato convogliato sulla costru-

20A. S. F., Proºozsiorri rrgistri, n. 5, c. 103. 21lbid., n. 16 c. 107v 22 A. S. F., Capitaui di Parte Humeri Rossi, n. 106, c. 108. 21lbid., c. 108%: 2+Ibid., c. 102. 23Ibid., c. 108tt 261bid., c. 109. 27Ibid., c. 75v 211bid., c. 75%,.

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zione dell'importante manufatto tutto quello che si «riscuoterä per l'avvenire per infino a tanto chel detto ponte e ponticello saranno compiuti e la detta strada sia racconcia» 29.

Il sistema piü diffuso per pagare i lavori era comunque quello di far contri- buire alle spese tutti popoli, comunitä etc. che avrebbero tratto beneficio dal- la costruzione o dal restauro dell'infrastruttura. Risultavano, perciö, coinvolti nelle spese non solo la comunitä nella quale i ponti si trovavano e quelle limitrofe ma, talvolta, anche comunitä lontane ma che usufruivano del manu- fatto in questione per raggiungere mercati o cittä con cui avevano rapporti commerciali. Per ]a costruzione del ponte a Cerbaia sulla Pesa nel 1295 le spese furono divise tra tutti i possidenti di terreni situati lungo il Fiume e tra quelli che, comunque, avrebbero tratto vantaggio da quest'opera 30. Cosa ana- loga avvenne anche per il ponte di Montesassi31. Questo manufatto fu co- struito nel 1295 lungo la strada del Sagginale per superare la Sieve all'altezza di Vicchio cos] da incentivare il nuovo mercato qui creato e di fatto tagliare fuori dalle piü significative correnti di traffico i mercati di Dicomano e di Pavanico ed il ponte di Bovino 32 unico passaggio della Sieve «ex utraque parte... per septe miliara» che permetteva il collegamento «inter forum de decomano et forum de pavanicho» 33 oltre a garantire il passaggio del grano dalla Romagna verso Firenze.

Un' altra direttrice che, unendo Prato con il Mugello, permetteva il transi- to delle vettovaglie che arrivavano dalla Romagna era la strada che transitava lungo la Marina Nuova; qui fu realizzato il ponte alla Valle «a spese degli uomini e persone del popo]o di S. Niccolö a Calenzano, popolo della plebe di S. Donato a Calenzano, popolo di S. Maria de..., popolo di S. Rossignani di S. Maria, popolo di S. Stefano di S. Maria, popolo di S. Romillo de Leccio, popolo di S. Maria di Morello, popolo di S. Giusto di Gualdo, popolo di S. Donato di Ronciano, popolo di S. Stefano di Pescina, popolo di S. Maria di Quercieto, popolo di S. Lucia di settimello, popolo di S. Quirici di Capalle»34. Alla ricostruzione del «pontem de lignamine... super flumen Sevis prope

"Ibid., c. 88. 30A. S. F., Provvisioni registri, n. 5, cc. 103-103v "Ibid., c. 30v. 32 Ibid., n. 7, c. 142. 331bid., n. 7, c. 142. 34Ibid., n. 36, c. 83.

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burgum Sancti Petri ad Sevem» concorsero: «plebatus SancteAgathe; plebatus Fagne; plebatus Sancti Iohannis Maioris; plebatus Burgi Sancti Laurentii; plebatus Rivi Cornacchiari; plebatus Camaioris plebatus Bordignani» 3s,

Anche per i restauri al ponte all'Olmo, sulla Pesa, vicino a Tavarnelle, agli inizi del XV secolo, i costi vennero divisi tra i comuni limitrofi. Dovevano contribuire: con 25 fiorini d'oro il Comune di Colle di Val d' Elsa e quello di San Gimignano, con 15 quello di Poggibonsi, con 10 quello di Staggia, e quello di Vico di Val d'Elsa, con 6 quello di Barberino di Val d'Elsa, di Linari e di San Casciano, con 4 quello di Migliano e con tre quello di Tignano. I comuni che si rifiutarono di partecipare alle spese furono costretti «a solvere ipsas impositas» 36. Avrebbero contribuito alle spese anche «tutti e ciascheduni Albergatori o che tengono Albergo» nei pressi del ponte situato sull' impor- tante arteria «per la quale si va da Firenze a Siena ea Roma)) 37.

Per il ponte a Rignano sull'Arno che agli inizi del XV secolo «e guasto, e pericoloso infino da fondamenti, e per quello non si puö passare pe vicini e pe gli altri che erano usati a passare» e oche alla repubblica fiorentina sapartiene» 38vennero stanziati, dal Camerlingo delta Torre, trecento fiorini ma «tutti e ciascheduni popoli e comuni i quali avessono beneficio delle pre- dette cose e ciascheduni di loro sieno tenuti e debbano pagare al detto Camerlingo della Torre» 39. Un analogo provvedimento era stato preso per ((duo ydonei pontes de lapidibus et caicina» realizzati, alla fine del XIII seco- lo «per stratam per quam a civitate Florentie itur Bononiam inter Cornaclarum et terram Valium in strata publica... unus videlicet super flumen Risani et alterum super flumen Santerni»40. II Comune di Firenze stanziö 300 lire per questo lavoro ma gli abitanti di Cornacchiaia, Castro, Valle, Frena, Santerno, Casanuova e Rifredo che ne traevano indubbia «utilitä» furono obbligati a contribuire in proporzione del vantaggio che avrebbero avuto.

Nei 1296, quando crollö un arco del ponte di Montesassi, costruito da

35Statuti del Podesti del! anno 1325, a cuts di R. Caggese, Firenze 1921, L. IV, R. LIII, De aptando pontem de lignamine supra Hornen Seeis prope burguni Sancti Petri ad Severn, pp. 344- 345.

16A. S. F., Protmisioni registri, n. 10, c. 220. 37A. S. F., Capitani di Parte numeri Rossi, n. 106, c. 128. "Ibid., c. 132. 791bid. w A. S. F., Protivisioni registri, n. 6, cc. 145v-146.

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poco, si obbligarono i maestri muratori ad impegnarsi per una veloce rico- struzione ei mallevadori a depositare il denaro necessario. I lavori non inizia- rono subito e la somma raccolta suscitö 1'interesse del Comune di Firenze che aveva urgente bisogno di denari. La cittä, forte del suo potere, costrinse il depositario del fondo, Orlanduccio Orlandi, a cedere le 538 lire e 10 soldi raccolti, impegnandosi, perö, a renderli quando fosse stato necessario 41.

Non si interveniva sempre con ]a stessa tempestivitä: e evidente la volontä di qualificare e privilegiare alcuni percorsi dotandoli di efficienti infrastrut- ture e di trascurarne altri perche transitavano in aree che si voleva emarginare. Tra i11316 ed i11318, ad esempio, si lavorö a lungo per migliorare gli accessi a Firenze: furono sistemati i ponti sul Mugnone e le strade adiacenti. L'attraversamento di questo torrente era cos! importante che le Provvisioni del Comune di questi anni che proponevano programmi generali di interven- to per strade e fiumi davano suggerimenti sullo specifico solo per il passag- gio di questo corso d'acqua 42. Fu stabilito (Vie nove... usque portam noviter factam in capite Pontis Mugnonis de Sacto Gallo derizzetur et fiat et mictatur et de novo construatur ad cordam et recta linea» 43. Anche gli Statuti del Pode- stä del 1322-25 privilegiarono il passaggio del Mugnone. Nella rubrica «De manutenenda via que est ex utraque parte Mugnonis» fu, infatti, precisato che la strada che arriva al flume «debet esse amplitudinis brachiorum quinque» perche «est multum utilis Florentinis» 44.

Nel quadro di un generale riordinamento dei collegamenti ad ovest di Fi- renze va considerata ]a bonifica della piana dell'Osmannoro, che in inverno veniva sommersa dalle acque dei torrenti che qui si impaludavano trovando il loro alveo interrato. Vennero ripuliti i letti dei fossi di scarico delle acque e

41Ibid., n. 5, c. 30v. 42 Ibid., n. 15, cc. 12,13,28,127,250. 43R. Caggese, Statuti del capitano del popolo..., cit., L. 1, R. V1II, De viis et pontibus reparandis

et de novofaciendis et de ingombrantis disgombrandis, et eonmm materia, pp. 175-181. 44 R. Caggese, Statuti del capitano delpopolo.... cit., L. IV, R. LIII, De manutenenda via que

est ex utraque parte Mugnonis, p. 344. 11 Mugnone fungeva da fossato di protezione per le mum nella parte nord-ovest della cittä:

da porta San Gallo arrivava all'Arno passando da porta a Prato prima di essere deviato, nel XVI secolo, per permettere la costruzione della fortezza di San Giovanni. Il Poggi alla fine del XIX secolo, durante la realizzazione dell'emissario che segue il percorso dei viali trovö, davanti alla porta a San Gallo, i resti di un grande ponte in muratura di origine medievale ma con «diversi acerescimenti» posteriori (A. S. F., Carte Poggi, Scatola IX, ins. 434).

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vennero proposti lavori piü radicali. Negli Statuti fiorentini del 1325 fu stabi- lito: «aliquibus ponticellis faciendis in locis aliquibus necessariis» e fu decisa la regimentazione del «fluvius Rimaggi qui est prope plebem Sexti... ita quod iter rectum faciat versus Arnum»45. Per migliorare i collegamenti a medio raggio fu decisa la realizzazione di un nuovo percorso verso Pistoia che si sarebbe staccato dalla strada Pratese a San Piero a Ponti, al nuovo ponte sul Bisenzio costruito net 1310 da maestro Albertino di Mondaccio46. Dopo la guerra con Castruccio questo collegamento divenne sempre piü rilevante a livello strategico e nel gennaio 1320 ne venne fatto un nuovo tronco: «novam stratam que incepta fuit in partibus plebatu Signie et Sancti Mauri qua ire debet Florentiam-Pistorium» 47. La sua importanza e sottolineata dalla realiz- zazione di due nuovi ponti: uno del 1329 sull'Ombrone a Poggio a Caiano 4s e un altro del 1358 «super stratam qua itur a civitate Florentie verso Pistorium in popolo San Laurentii de Signa» 49.

Il Comune di Firenze, inoltre, fece ricostruire agli Ospitalieri di San Jacopo di Altopascio, a loro spese, il ponte a Castelfiorentino, struttura strategica- mente molto significativa. Il manufatto, costruito nel 1280 era crollato una prima volta nel 1318 e poi di nuovo trenta anni dopo. 11200 fiorini necessari per i lavori, anticipati da Giovanni di Lippo Bombeni sarebbero stati restituiti al mallevadore di Giovanni, il padre Lippo, con la concessione, per dodici anni, delle rendite della Magione di Altopascio presenti nei vicariati di Valdinievole, Prato, Castelfiorentino e Valdarno di sotto50. Questo contratto non andö, perö, a buon fine perche net 1364 il rifacimento del ponte fu affi- dato a Bartolomeo Lapi il quale «faciebat rehedificari dictum pontem suis expensis» $1.

45 G. Caggese, Statuti del capitano del popolo..., cit., L. I\; R. LXIIII, De reparanda dogana planitiei de Orntannoro, pp. 352-353.

46 E. Repetti, Di_ionario..., cit., N; pp. 106-107. "A. S. F., ProSvisioni protocolli, n. 7, c. 137. 181bid., registri, n. 25, c. 86%: 49A. S. F., Capitani di Parte numeri Rossi, n. 109,18 aprile 1358. La filza 109 non risulta piü

presente presso 1'Archivio di Stato di Firenze, c lc notizic che abbiamo sono quelle riportate dal De la Ronciere che ebbe occasione di consultarlo: Ch. M. De La Ronciere, Florence..., cit., L. V, p. 295 nota 111.

50M. Bori, t antico ponte srdl'Elsa a Castelfrorrntino, «Miscellanea Storica della Valdelsa», 1907, a. XIN; fasc. 41, p. 111.

51 M. Cioni, Dopo la ricostnt=irrte de! parrte di Castelftorentino, Ibid. , p. 115 nota 1.

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Cantieri e artefici I lavori di costruzione e di restauro dei ponti erano diretti da un capomaestro

il quale, soprattutto per i cantieri di minorcomplessitä, poteva coincidere con il progettista. Alle sue dipendenze vi erano maestri-muratori ognuno dei quali dirigeva una piccola squadra di uomini in genere composta da un assistente o un apprendista e da uno o due manovali. 11 capo-maestro, dal quale difficil- mente dipendevano piü di dodici uomini, era scelto per la sua capacitä ma anche per ]a sua abilitä a controllare il cantiere ea far lavorare uomini con attitudini e specificitä diverse in modo ehe tutta la fabbrica potesse andare avanti. 11 cantiere era, infatti, un microcosmo assai complesso nel quale era necessario armonizzare 1'operato di un numero spesso notevole di competen- ze: muratori ma anche carpentieri, tagliatori di pietra, fabbri, legnaioli ed altri ed erano necessarie buone conoscenze tecniche per risolvere i problemi che potevano emergere 52. Alla fine del XIV secolo fu approvata una norma se- condo la quale il «capo-maestro» designato a seguire un lavoro doveva essere «un cittadino, o contadino di tal via, overo luogo nel quale fosse di necessitä far raccorciare cotal via e luogo» e non un cittadino fiorentino se i lavori fossero ubicati nel contado perche questi «non possa havere o ricevere per ciö alcun salario dal Comune di Firenze)) 53, perche, quindi, non rivendicasse dal Comune compensi non preventivati.

Chi erano questi «maestri»? Difficile e trovare notizie sulla loro personali- tä; i loro nomi compaiono soprattutto nei registri di spese dei cantieri ma

52 Sull'organizzazione dei cantieri medievali: G. Pinto, L'organi. -zazione del lavoro nei can- tieri edili (Italia ceniro-settentrionale), in AA. W., Artigianato e salariati: 11 mondo del lavoro nell'Italia dei secoli Xll XV, Pistoia 9-13 ottobre 1981, pp. 69-101; R. A. Goldthwaite, La co- stnrzione di Firenze rinascinrentale, Bologna 1984; A. Cortonesi, Studi recenti sul lavoro edile nell'Italia del Trecento, «Quaderni Medievali», n. 10, dic. 1980, pp. 300-316.

53A. S. F., Cap itani di Parte numeri Rossi, n. 106, cc. 100v-101: «Ancora providono, ordinaro- no, c deliberarono, che i predetti Ufficiali dellaTorre per lo detto Comune al detto Ufficio diputati non possino ardiscano, overo presumano direttamente, o indirettamente, o sotto qualunque simu- lato colore, eleggiere overo diputare, mandare, o far mandate alcun cittadino, overo contadino di qualunque conditione si sia a racconciare, o fare racconciare alcuna via, o strada net Contado, overo distretto di Firenze con alcuno salario, che dal Comune di Firenze dovesse ricevere, overo dal Comune, e popolo del Contado, e distretto di Firenze, o da altra persona... E che quando fosse necessitä di racconciare alcuna via, o altro luogo necessario, essi Ufficiali possano e siano tenuti, e debbano eleggiere, o diputare un cittadino, b contadino di tal via, overo luogo, nel quale fosse di necessitä far racconciare cotal via, e luogo... che non possa havere, o ricevere per ciö alcun salario dal Comune di Firenze»

.

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LA COSTRUZIONE E RIPARAZIONE DI PONTI 63

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raramente si trattava di artefici abbastanza famosi da lasciare maggiori tracce del loro operato. Vestro e Vanni, ad esempio si occuparono, nel 1325, della costruzione del ponte sulla Sieve a Borgo San Lorenzo e della sua manuten- zione per dieci anni 54; nel 1331 Piero di Puccio del popolo di San Frediano e Comuccio di Buto d'Empoli costruirono parte del ponte a Sagginale situato sulla Sieve vicino a Borgo San Lorenzo55. Gianni di Meglioretto da Vico, Nuto di Bruno da Fiesole, Meglio di Megliorello da Montefiesole, Fede di Giovanni della Pieve Vecchia furono scelti per «facere construere et hedificare pontem Saxi super flumen Sievis» quali «magistri de lapide seu in arte murandi» 56.

I capomaestri erano pagati piuttosto bene: nel 1372 Francesco Carletti, Giovanni Giuntini, Giovanni Mercati e Niccol6 di Ciardo per la ricostruzione del ponte di San Piero a Sieve ebbero quasi 2000 fiorini 57. Jacopo di France- sco the diresse i lavori del ponte a Greve fu ricompensato, nel 1396, con ben 700 fiorini d'oro. II pagamento, in questo caso, avvenne in fasi successive: 334 fiorini gli furono dati in «corso d'opera», gli altri 366 the non gli furono consegnati nei tempi stabiliti, rischi6 di non averli affatto: riusci solo dopo alcuni mesi a farsi saldare il credito5S. Nel 1372 Francesco del Cresta, del popolo di Santa Maria Novella si occupö di cinque ponticelli posti sulla stra- da di Rimaggio e per questi riscosse 315 lire, 1S soldi e4 denari 59. Nello stesso anno Simone di Marangone fu «maestro» del ponte a Rignano sull'Arno ed ebbe 50 lire60, Domenico di Berto per quattro ponticelli a Signa ebbe 209

14 A. S. F., NotarileAntecosimiano, C. 5241,30 aprile 1325. "Ibid., F. 7872,7 aprile 1331. 56A. S. F., Proti -isioni registri, n. 5, c. 30V. 57A. S. E, Capitani di Parte numeri Rossi, n. 115, cc. 80,83,85,86v. "Ibid., 106, c. 102. A cc. 103-103v sono precisati i compensi the Francesco ebbe nel corso

del tempo: «Adi 6 di Maggio nel milletrecentonovantasei, ebbe fiorini quattordici, lire tredici, soldi

cinque, danari tre di piccioli. Adi 22 del detto mese di maggio, fiorini cinque, lire cinque, soldi uno, danari quattro di

piccioli. Ancona adi 29 del dato mese di maggio, ebbe fiorini ventiuno di oro. Ancona adi 5 del detto anno ebbe fiorini dodici d'oro. Ancona adi 30 del detto mese di giugno, ebbe forini cento quarantasette di oro». "A. S. F., Capitani di Parte numeri Rossi, n. 115, cc. 82,83%,, 85%,, 87v. 601bid., c. 82%,.

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lire e6 soldi 6l, Stefano Spigati per il ponte del ponte a Mensola sulla strada per Settignano ebbe 30 lire 6= e Chiaro de la Volta per due ponticelli situati uno sulla- strada pisana e uno a Scandicci ebbe 101ire 63.

La ricostruzione del ponte a Castelfiorentino fu affidata a Benci di Cione,

«maestro del popolo di Santa Liperata», costruttore di vasta fama che, forse

proprio per i suoi numerosi impegni, non riusci a seguire in modo adeguato i lavori. Gli Ufficiali revocarono quindi la nomina, obbligando Benci a restitu- ire quasi tutti i cento fiorini che aveva avuto come anticipo e nel 1360 i lavori

vennero affidati, per 1'aspetto finanziario-organizzativo, a Giovanni di Lippo Bombeni mentre per 1'aspetto tecnico fu chiesto il parere di Tommaso Passe- ra. Nel 13641a ricostruzione del ponte sia dal punto di vista economico che strutturale risulta affidata, come giä accennato, ad un altro personaggio: Bartolomeo Lapi 64.

La parte amministrativa della ricostruzione del ponte a Castelfiorentino fu affidata, nel 1354, a «puccinus conversus monasterii vallinbrose» 65. Per la riparazione della strada senese nel tratto compreso tra il ponte a Greve e San- t'Andrea e di due ponticelli che qui si trovavano i 12 «Buoni Uomini» del comune fiorentino richiesero, nel 1323,1'aiuto di «duo viri religiosi ordinis fratrum humiliatorum ecclesie omnium sanctorum florentiae... seu duo viri religiosi monasterii San Salvatoris de Septimo Cistercensi ordinis» che qui aveva proprietä66. La prassi di affidare lavori a religiosi era abbastanza diffusa fino a circa la meta del XIV secolo e si pensa che i monaci effettuassero soprattutto un controllo amministrativo: il loro status li rendeva affidabili, persone di fiducia. Talvolta, come nel caso del ponte a Castelfiorentino, la loro presenza era ulteriormente giustificata dal fatto che il ponte ricadeva

61 Ibid., c. 84. 621bid., c. 85. 631bid., c. 85. 64 Le vicissitudini del ponte sono descritte in M. Bori, L'antico pontesull'Elsa..., cit., pp. 108-

112. Qui sono riportati due interessanti documenti, the giä al tempo del Bori non erano piü presenti nell'Archivio di Stato di Firenze, the trattano dell'attribuzione del lavoro prima a Benci di Cione poi a Giovanni di Lippo Bombeni. Questi erano a cc. 134 c 184 della Fifa di varie scrilture e atti spettanti all'erede di Stolto di Leonardo Frescobaldi, 1491-1528, n. 54 dell'Ar- chivio Frescobaldi. La presenza di Bartolomei Lapi alla direzione del cantiere c testimoniata dal documento riportato in M. Cioni, Dopo la ricostncione del pwue..., cit., p. 115 (nota 1) tratto dal Libro di Cause delegate 1364/1373 di Ser Lando Fortini dell'Archivio Arcivescovile di Firenze.

6$A. S. E, Diplomatico Vallombrosa, 26 giugno 1354. 66A. S. E, Provvisioni registri, n. 20, c. 56.

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sotto la protezione degli Ospitalieri67.11 Comune di Firenze si avvaleva di religiosi come esperti in vari lavori tanto che negli Statuti del Podestä e rico- nosciuta ai frati umiliati di Ognissanti e all'Abate e at convento di San Salva- tore di Settimo ampia immunitä fiscale perche «cotidie quasi labores tollerent et incommoda et expensas in servitium populi et Communis Florentie» 68.

Anche la « fortificatione et defensione castri et pontis de Signa»69 sull'Arno fu affidata net 1325 a Donato monaco ea Taddeo converso delta Badia a Settimo. Il ponte era assai importante per i commerci locali tra le due sponde dell'Arno70 e metteva in comunicazione Pisa con Prato permettendo it tra- sporto di «salem, salinam, caseum, Pisces salatos, tonninam, lanam, coltrones et stramen» 71. Ricordato per la prima volta in un documento del 13 settembre 1217 72 fu distrutto da una piena net 1278 e ricostruito poco dopo. Net corso del XIV secolo, durante le lotte con Castruccio, ebbe importanza strategica tanto che net 1325 fu, appunto, fortificato73 ma, nonostante ciö, un anno dopo fu distrutto proprio dall'esercito di Castruccio. Ebbe necessitä di restauri an- che dopo ]a grande piena del 1333 che travolse molti ponti del contado fio- rentino74. Net 1347 «pons de Signa tune existentes super flumine Arni cecidit ita quod super ipso ponte nemo poterat transire flumen Arni» 75 e net 1349 furono stanziate piü di 800 lire «refectere et construere pontis de Signa... utile est dictum pontem... refici et construi»76. Affinche «Naves et navigia per dictum

67A. S. F., Diplontatico iüllombrosa, 26 giugno 1354. Cfr. M. Cioni, Gli ospitalieri d'Altopascio a Castelftorentino, ((Miscellanea Storica della Valdelsa», a. I, fasc. 1,1893, pp. 48-55. I religiosi non curavano solo la parte amministrativa ma, talvolta, crano anche veri e propri tecnici: nel 1246 i frati domenicani Sisto e Ristoro furono, ad esempio, i progettisti della chiesa di Santa Maria Novella a Firenze cd a loro e attribuito anche l'impianto delta chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma.

"R- Caggese, StatuOi del podestä..., cit., LN, R L=i, De imnumitate fizrtntm hiuniliatonrm ontnium sanctonun, p. 270; R. LXIII, De inununitate abbatis et canventus sancti salvatoris dc septimo, p. 270.

69A. S. F., Diplomatico Cistercensi, 27 settembre 1325. 70 A questa data tra Pisa e Firenze vi erano solo due ponti: quello di Fucecchio sulla via

Francigena c questo di Signa. It Davidsohn, op. cit., pp. 1171-1172. 71 A. S. F., Pro3ti"isioni mgistri, n. 1, c. 40. 72 A. S. F., Diplomatico Cistetrensi, 13 settembre 1217. 73 Vedi nota 69. TA. S. E, Pmvvisiorti registri, n. 38, c. 179v: «Dictis pills pontis de Signa receperit aliquam

lesionenu,. 75 A. S. F., Giudice degliAppelli e Nidlitä, 2, III, c. 33r 76A. S. F., Proºvisioni rtgistri, n. 36, c. 84.

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flumen Arni possint agiliter pertransire» nel 1331 erano stati «abbassandis, minorandis... quibuscumque piscariis sitis in dicto flumine Arni a civitate Florentia usque ad terram Empolis» n mentre nel 1347 fu costruito un porto tra Signa e Firenze a spese del comune fiorentino78.

I materiali Fino agli inizi del XIV secolo la maggior parte dei ponti era in legno. Nel

1330 erano in questo elemento strutture anche importanti quali il ponte di Borgo San Lorenzo, il ponte di San Piero a Sieve, quello di Bovino sulla Sieve, quello di Poggio a Caiano sull'Ombrone e quello di Campi sul Bisenzio. La scelta del materiale era condizionata da diversi fattori quali la possibilitä di reperirlo facilmente in loco, l'importanza del manufatto, il traffico che vi sarebbe transitato, ma soprattutto era legata alla disponibilitä finanziaria del momento. Ad esempio quando, nel 1297, fu necessario ricostruire il ponte di Bovino il Comune fiorentino decise 1'uso del legno proprio perche la spesa non avrebbe dovuto superare le 150 lire 79. Alcuni ponti in origine in legno nel corso del tempo furono ricostruiti in muratura, tecnica che prevalse nelle nuove realizzazioni del XIV secolo anche se il legno non fu completamente abban- donato. Il ponte a Borgo San Lorenzo, ad esempio, costruito in questo mate- riale nel 1325, fu rifatto nel 1358 con una struttura mista: le pile in pietra e l'impalcato in legno. Erano, invece, tutti in pietra 80: il ponte di Montesassi, i due ponti a Cornacchiaia e quello della pieve a Remole realizzati alla fine del XIII secolo; quello di Montebuoni, quello di Signa, il ponte all'Asse sulla Greve, quello di Calenzano, quello a San Piero a Sieve e il ponte a Elsa co- struiti nel corso del XIV secolo.

Per i materiali da costruzione esistevano norme molto precise codificate negli Statuti del Podestä di Firenze del 1322-25. Qui erano definiti la misura e il genere di lavorazione necessario per i vari tipi di manufatti in cotto, la qualitä delle pietre e del ferro da usare, etc. 81. Altre norme erano codificate

77 Ch. M. De La Ronciere, Florence ..., cit., L. V, nota 157, p. 307. 78A. S. F., Provvisioni duplicati, n. 6, c. 91. 791bid. registri, n. 7, c. 142 81 Ch. M. De La Ronciere, Florence..., cit., L. III, pp. 904-905. 81 R. Caggese, Statuti del podestir..., cit., L. 111, R. LXXXVII, De foniaciariis et mattonariis

committentibtts infrascripta condennandis, pp. 252-255. Secondo questi Statuti i mattoni dove- vano essere lunghi 1/2 braccio, larghi 1/4 e dovevano avere uno spessore di 1/8. Successivamente oltre al mattone vi era la mezzana, piü larga e sottile cd il quadruccio piü stretto del mattone.

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negli Statuti dei Maestri di Pietra e di Legname, Arte a cui dovevano essere iscritti i muratori e negli Statuti dell'Arte dei Fabbri nei quali si trovano, ad esempio, notizie precise sulla quantitä di acciaio che doveva essere usata per fabbricare i vari attrezzi da lavoro 8=.

I ponti in muratura del contado fiorentino erano quasi sempre in pietra, materiale in genere piü facile da reperire nelle vicinanze dei cantieri. Erano realizzati con «petris fortibus de cava» o con «lastronis grossis» e «bone chalce» come era richiesto, ad esempio, per il ponte all'Asse sulla Greve 83. Spesso le strutture erano rivestite in pietra da taglio almeno nell'armilla, nel bordo esterno della volta, che aveva una funzione essenzialmente decorativa o nei cantonali, nelle pietre poste agli angoli di pile e spalle. I fianchi dei terrapie- ni che sostenevano i ponti erano protetti «usque ad lastricum de lapidibus et bone calce... et desuper et totus dictus pontus debeat lastricari... » sa. Talvolta i manufatti erano in mattoni come il ponte di accesso alle fortificazioni di Borgo San Lorenzo, per costruire il quale, compresa la torre che doveva difenderlo, furono prodotti, nel marzo del 1352, alla «fornace del merchatale» quasi undicimila mattoni &5. Questi manufatti potevano essere anche «de lapidibus seu mattonibus et calcina» come il ponte a Elsa 86o essere di «lapidibus et calce» ma avere «voltam duplam mattonibus» come il ponte a Signa 87.

11 legno piü usato era quercia o castagno e la durata dell'opera doveva essere garantita per almeno dieci anni, salvo, naturalmente eventuali danni provocati da cause contingenti quali incendi e guerre. Le pile che sosteneva- no 1'impalcato dovevano essere ben infisse nel suolo e cerchiate di ferro men- tre assi di legno tenute insieme da «agucci», da chiodi in ferro, erano usate per realizzare le strutture portanti ma anche per le centine degli archi in pietra o in mattoni e «per armare i fondamenti e serrare da lato» 88. Nel 1325 fu

112Cfr. A. Doren, Ledrti fiorentine, Firenze 1940; G. Gandi, Ledrti maggiori e minori in Eirene, Roma 1971.

83 A. S. F., Capitani di Parte numeri Rossi, n. 109, riportato da Ch. M. De La Ronciere, Florence.., cit., V, c. 305, nota 141.

'+Ibid. A. S. F., Ufciali delle Castello, n. 2, cc. 8,17.

16A. S. F., Protivisioni registri, n. 35, c. 21v. "A. S. F., Capitani di Parte nun: eri Rossi, n. 109, riportato da Ch. M. De La Ronciere,

Florence..., cit., V, p. 305, nota 141. "A. S. F., Ufciali delle Castella, n. 2, c. 15%.

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stabilito di «facere et de novo edificare et costruire unum pontem de lignamine» s9 sulla Sieve a Borgo San Lorenzo. II ponte, lungo 140 braccia (circa m 81) e largo quattro braccia (circa m 2,30), aveva nove pile «de palis et panconibus de quercobus» in ognuna delle quali vi erano 708 pali lunghi 10 braccia e un grosso pancone 90 rinforzato con ferro; ciascun palo era forato, incastrato e infisso quanto piü possibile nella ghiaia. Per ogni pancone vi erano due cavalletti di 5 braccia, ben fissati con corde in modo che tutto il ponte fosse solido 91.

Tommaso Passera, il capomaestro incaricato di eseguire il ponte a Castelfiorentino, dopo un primo sopralluogo, stabili di non rifare completa- mente la pila centrale ma di rafforzarla 92, la decisione non ebbe, invece, se- guito perche questa fu, poi, ricostruita completamente. La pila era composta da ben 12 pali di quercia lunghi 20 braccia fasciati da assi sottili fino am4, 60 sopra il livello dell'acqua. Sopra vi erano grosse travi di quercia di mezzo braccio sorrette da mensole e da cavalletti. 11 tavolato che formava il piano stradale era di assi di «midollo di quercia» alte un ottavo di braccio poggiate su regoli della dimensione di un quarto di braccio. Le spallette, sempre in legno erano alte un braccio e mezzo ed erano ben fissate con chiodi di ferro. I muri di risvolto posti a protezione dei terrapieni laterali erano in mattoni. Per proteggere il ponte e le delicate fasi della sua costruzione si pose molta cura anche nella regimentazione delle acque.

Si interveniva sulle strutture sulle quali si era da poco lavorato perche spesso erano in condizioni precarie pochi anni dopo 1'ultimo restauro. Cie potrebbe essere un sintomo di scarsa abilitä dei tecnici responsabili dei cantieri ma piü

89A. S. F, NotarileAntecosimiano, C. 5241, c. 20. 90 Cfr. U. Menicali, I materiali nell'edilizia storica, Roma 1992. A p. 198 sono definite le

misure dei manufatti in legno piü usati: i panconi, ad esempio, erano grosse tavole usate per le fondazioni e le impalcature piü robuste. Avevano uno spessore che variava da 8a 15 cm, una largezza compresa tra 25 e 40 cm ed una lunghezza compresa tra 3e6 metri.

91 A. S. F., NotarileAntecosimiano, C. 5241, cc. 20v-21. La descrizione di questo ponte e tra- scritta in Ch. M. De La Roncii; re, Florence..., cit., L. V, p. 302, nota 125.

92 Net 1360 la costruzione del ponte fu affidata a Giovanni di Lippo Bombeni e nella «Allogagione» stipulata si legge: «Imprima di fare intorno alla detta pila uno filare di pall a castello di lunghezza di braccia XVII infino a XX, di lunge da gli altri pali delta pila braccia II almeno a tra lluno palo all'altro braccio uno, inchatenati insieme con quelli delta pila almeno con sei traverse di lunghezza di braccia VII Puna, buone e sofficenti di quercia e detti pali siano insieme legati con buone sovici e ripieni tra pali e la pila d'altri palatelli sofficienti e di pietra e

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probabilmente dipendeva dai modesti fondi disponibili che costringevano a risparmi forzosi ea non terminare lavori che lasciati a meta deperivano velo- cemente. Dalle pur complesse e spesso difficilmente interpretabili descrizio- ni dei lavori approntati non emerge una evoluzione tecnico-strutturale nella costruzione dei ponti. Quelli in legno erano, infatti, realizzati come solai, cioe erano costituiti da grosse travi sorrette da mensole o da saettoni che a loro volta sostenevano un impalcato di assi. Anche la prassi costruttiva e 1'or- ganizzazione del cantiere, nella sezione temporale esaminata, non mutö, vi fu solo una maggior diffusione dell'uso della muratura. 11 legno, dapprima pre- ferito perche meno costoso, fu, infatti, spesso, rimpiazzato dalle piü resistenti strutture in muratura che anche se pin dispendiose garantivano una maggior durata nel tempo.

Un'idea piuttosto precisa sulle modalitä costruttive di un ponte si puö rica- vare dai resoconti di spesa dei lavori realizzati a San Piero a Sieve 93 impor- tante nodo infrastrutturale per i collegamenti tra Firenze e Bologna. La «via per quam itur a civitate Florentie ad civitatem Bononie» 94 era uno degli assi portanti dei commerci a lungo raggio ma era, anche, una delle arterie privile- giate per il trasporto del grano in cittä. Nel 1294 il Comune di Firenze aveva stanziato 25 lire per «pons noviter fiendus super flumine Santerni in strata publica»95. Due anni dopo, nel dicembre del 1296, venne fatta una nuova richiesta per finanziare la costruzione di un altro ponte sul Risano nel tratto tra Cornacchiaia e LeValli 96. Con il XIV secolo il valico dell'Osteria Brucia- ta perse importanza perche ricadeva sotto il controllo degli Ubaldini, potenti feudatari locali e Firenze decise allora di attivare un nuovo percorso, peraltro giä esistente a livello di tracciato, che transitava per il passo del Giogo. A

di calcina ebene fondata c the ii desto ponte sia almeno il voto dentro dove si valicha di larghez- za di braccia cinque col legname sofficente e l'assi grosse uno ottavo di braccio, e tra Iluna e lialtra uno travicello alto uno quarto di btaccio». Questo documento e stato trascritto da M. Bori, in L'antico ponte sull Elsa..., cit., p. 112. Vedi nota 64.

93 A. S. F., Capitani di Parte nunteri Rossi, n. 15, cc. 80-88v. 94 R. Caggese, Statuti del capitano del popolo ..., cit., L. \, R. CXXIIII, De refttiendo pattern

Sancti Petri ad Severn, p. 317. 93 A. S. F., Prot-visioni registri, n. 4, c. 115. 961bid., 6, cc. 145v-146. «Per stratam per quarr a civitate Florentic itur Bononiam... duo

idonei pontes de lapidibus et calcina fiert et construi debeant inter terram Cornaclarii et terram Valium in strata predetta unus videlicet super flumen Risani et alterum super flumen Santerni».

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protezione di questo furono costruite «le terre nuove» di Castel San Barnaba e di Firenzuola nei pressi delle quali, sul Santerno, nel 1332 fu costruito un nuovo ponte 97. Nello stesso anno fu deciso anche di costruire un altro ponte, sempre sul Santerno, a «villa Rapezzi» 93 sulla strada che raggiungeva il terri- torio bolognese seguendo il fiume.

Con il potenziamento dei collegamenti tra Firenze e Bologna San Piero divenne sempre piü importante. Nel 1299 fu perciö deciso di ricostruire il ponte da tempo crollato. Negli Statuti del Capitano del Popolo di Firenze del 1322-25 si ribadi le necessita di rifare il Ponte «fractus et diruptus» «propter inundationem aquarum et negligentiam circustantium». Venne stabilito «tarnen adhuc sunt pile ipsius pontis integre... hedificari et construi arcus super ipsis pilis sine magno dispendio» 99. Nel 1349 si provvide ad eleggere gli Ufficiali «super refectere et construere... pontis S. Petri ad Severn)) 100, ma il cantiere fu aperto solo nel 1372101.

Anche se in origine i lavori dovevano limitarsi alla ricostruzione delle sole arcate distrutte, il cantiere risultö importante volano per 1'economia locale. La maggior parte dei materiali fu, infatti, acquistata negli opifici vicini e molta manodopera locale fu impiegata nella realizzazione del nuovo manu- fatto. La grande quantitä di calcina necessaria (si spese f. 602 s. 15 dr. 17) fu comprata nelle fornaci piü prossime al cantiere per contenere le spese di tra- sporto e fu necessario rivolgersi a piü manifatture perche gli impianti erano di ridotte dimensioni e la cottura del calcare durava parecchi giorni. Fu acqui- stato materiale da Cennino di Matteo da Coldaia, da Francesco di Piero del popolo di San Giovanni in Petroio, da Francesco di Guido da Scarperia, da Giovanni di Jacopo da Borgo San Lorenzo, due volle fu comprato da Babbuino Nuti da Sant'Agata, e quattro dal prete Girolamo da Scandalone. La calce fu acquistata quattro volte, tra meta luglio ed i primi di agosto, per un totale di spesa di 100 lire, anche, da Giovanni di Guido Melai da Sant'Agata che aveva come «procuratore» il pievano di Sant'Agata messer Ventura che gli compi- lava le «bullette». In ottobre risulta un'altra fornitura di calce per un ammon-

97Ibid., 211, c. 98. 981bid., c. 103v. 99 R. Caggese, Statttti del capitano del popolo..., cit~, L. V, R. CXXIIII, De refttiendo pontent

sancti petri ad Severn, p. 317. 100A. S. F., Provvisioni regisiri, n. 36, c. 84. 101 A. S. F., Provvisioni registri, n. 36, c. 83. ; Ibid., n. 61, c. 90.

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LA COSTRUZIONE E RIPARAZIONE DI PONTI 71

tare di 16 lire ma questa volta «procuratore» fu Jacopo di Giovanni da Treb- bio capomaestro dell'Ufficio della Torre delegato al controllo del cantiere, «procuratore» anche di un altro fornitore: frate Girolamo da Scandalone. Sem- pre in ottobre una notevole fornitura di calce, per un ammontare di 100 lire, fu pagata a Giovanni Giuntini uno dei «maestri» del ponte the evidentemente acquistava personalmente materiale the poi rivendeva al cantiere. Responsa- bile dei lavori al ponce per I'Ufficio della Torre fu una maestranza locale, Giovanni di Jacopo daTrebbio; maestri di «pietra e di legname», ricompensa- ti con ben 1950 fiorini d'oro furono Francesco Carletti, Giovanni Giuntini, Giovanni Mercati fiorentini del popolo di San Pier Maggiore e Niccolö di Ciardo, personaggi conosciuti dal comune fiorentino. Giovanni Giuntini tra il 1336 ed il 1376 fu, infatti, consultato prima per il progetto della chiesa di Santa Maria del Fiore e poi per risolvere alcuni problemi statici sorti durante la sua costruzione. Dal 1380 anche Giovanni Mercati si occup6 delle strutture della chiesa fiorentina. Sempre da questo stesso cantiere veniva anche Angiolo Pagni da Settignano the con Angiolo Buoni fu incaricato di preparare le pie- tre per le arcate del nuovo ponte. I due scalpellini lavorarono a lungo a San Piero, furono loro pagate «52 opere e 1/3» per demolire e ricostruire anche le pile del vecchio ponte ed ebbero 100 lire per il materiale e la fattura delle pietre delle nuove arcate. Per quanto riguarda i materiali accessori, questi furono, per lo piü, acquistati da artigiani giä fornitori del Comune fiorentino. Infatti il «ferramento» fu commissionato al fabbro Jacopo di Riccio the ave- va giä procurato materiale per altri cantieri, «48 stuoie di saca... e6 oncie di chorda di chanape» 102 furono acquistate da Maso di Neri «merchaio» da cui era stato preso anche il materiale per il «lavorio del pingnone da richorboli» 103. Ad Andrea di Barone del popolo di Santa Maria Nipotecosa «per vettura duno ronzino» 104 furono date 11 lire. Trenta pali furono comprati da Jacopo del Sega da Carlone, come suggerisce il suo patronimico discendente da una fa- miglia di lavoranti il legno abitanti vicino al piccolo affluente del Carza.

I provveditori delegati dall'Ufficio della Torre a seguire i lavori furono Guccio di Lapo de Medici e Vieri di messer Pepo mentre i collegamenti con il cantiere furono tenuti dal messo Guido di Guido. La data di inizio dei lavori si pu6 far coincidere con il 22 marzo del 1372 a questo giorno risalgono,

102A. S. F., Capitani di Pane numeri Rossi, n. 115, c. 83v 101 Mid., n. 115, c. 87. 104 Ibid., c. 86%,.

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72 G. CASAt. t

infatti, le prime spese sostenute dal messo per il suo sostentamento durante i sopralluoghi at ponte. Si lavorö soprattutto con la buona stagione: in luglio ed agosto; a settembre i lavori sembrano sospesi, non vi sono annotazioni di ac- quisto di materiali; ripresero, invece, i14 ottobre per proseguire fino a dicem- bre, praticamente fino alla vigilia di I`'atale, quando furono fatti i resoconti e furono saldati i sospesi. Nonostante vi siano testimonianze di spese solo per il 1372 anno in cui, per altro, fu fatta la maggior parte degli interventi, la co- struzione del ponte andd avanti ancora a lungo tanto che ancora nel 1416 6 annotato: oche i detti Ufficiali possino mandare fuori uno de loro compagni per tempo insino in di dieci con salario usato, per provedere e dare compi- mento al ponte di San Piero a Sieve)) 105.

Per facilitare e rendere piii sicura la costruzione del ponte, Giovenco di messere Giovenco de' Medici, tecnico fiorentino, fu incaricato di fare alcune opere provvisionali «per riparazione delacqua et che lacqua del detto fiume no dese dano at detto ponte overo a lavorio del detto ponte» 106. Furono costruiti «pignoncielli a difensione et per difensione del ponte di S. Piero a Sieve» e fu, anche, realizzato un «foso fatto nel greto di Sieve presso al detto ponte» che agisse da scolmatore 107.

1051bid., n. 106, c. 131. 106Ibid., n. 115, c. 87v. 107Ibid., c. 86v.

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APPENDICE

A. S. F. - Capitani di Parte numeri Rossi, n. 15

Chamarlingho dele cinque chose

c. 80r - Uscita di ponti e di mum hiCCCL7XII sabato adi III di luglio a Franciescho Charletti ea Giovanni Giuntini ea Giovanni merchati a niccholo di ciardo popolo di sanpiero magiore di firenze maestri di pietra e di legniame chondutore del Ponte a Sanpiero a Sieve per parte di pagamento del maestero del detto ponte per vighore duna buletta de detti uficiali a detti Giovanni di merchato e Nicholaio ed azolino di Spina prochuratore de detti franciescho e giovanni giuntini charta per mano di ser Richardo cini in soma lb. cinquecento piccioli

lb. 500

lunedi adi V di luglio 1372 a Cenno di Matteo da choldaia di Mugiello per parse di paghamento di chalcina the de dare a detti uficiali per lo ponce di sanpiero a Sieve per vighore duna buletta detti uficiali e soscrita per regholatori del chomune di f irenze lb. venti

lb. 20

venerdi adi VIII di luglio a Jachopo del segha da charlona per intero pagamento di trenta pali a chastelo per lui venduti a detti uficiali per lo Ponte di sanpiero a sieve di mugiello per vigore Buna buletta de detti uficiali e soscrita per regolatori lb. dodici s. 10. [... ] lb. 12 s. 10

c. 81r venerdi XVI di luglio [... ] a Giovanni di Guido da Santaghata fornaciaio per parte di paghamento di chalcina per lui data a detti uficiali per to ponte di sanpiero a sieve per vigore duna buletta

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74 APPENDICE

de deti uficiali a messer ventura piovano di santa aghata messer ventura suo pro- curatore lb.

lb. 20 a Giovanni di Guido predetto per parte di pagamento di chalcina che de dare a detti uficiali per lo detto ponte porto il detto messer ventura piovano per vigore duna buletta\de deti uficiali e soscrita per regolatori in soma lb. trenta piccioli martedi

adi XX di luglio ad Angniolo buoni et ad Angniolo Pangni maestri da setingniano per parte di paghamento di choncio di pietre per loro fatto per lavorio del ponte da Sanpiero a sieve per vigore duna buletta de detti uficiali e soscrita per regolatori lb. ciento

lb. 100 [... ] sabato adi XXIIII di luglio [ ... ] a Guido di Guido meso dal detto uficio a provedere lavorio del ponte da sanpiero a sieve di mugiello per spese per lui fatte imanichare e bere da di 22 di marzo prosimo pasato per insino a di 22 del presente mese di luglio a ragione di lb. sei per mese per vigore duna buletta de detti uficiali in soma lb. ventiquatro piccioli

lb. 24

c. 81v venerdi adi XXX luglio a Francescho di piero fornaciaio popolo di Sangiovanni in petroio di mugiello per parte di pagamento di chalcina per lui data a deti uficiali per lo ponte di sanpiero a sieve per vigore duna buletta de deti uficiali a Jachopo di Bartolomeo suo prochuratore lb. cinquanta di piccioli

lb. 50 A Jachopo di riccio fabro per intero pagamento di feramento per lui dato a detti uficiali per lo ponte di sanpiero a sieve e altri lavori del detto chomune per vigore duna buletta de detti uficiali soscrita per regolatori del deto chomune lb. dugiento due s. tredici dr. 9

1b. 202 s. 13 dr. 9 sabato adi VII dagosto A messer Giovanni di Guido fornaciaio da Santa aghata per parte di pagamento di chalcina per lui venduta a detti uf iciali per lo lavorio del ponte di sanpiero a sieve di mugiello per vigore duna buletta de deti uficiali in soma lb. cinquanta

lb. 50 A Jachopo di dono meso de detti uficiali per spese per lui fate per mangiare e bere deto di per vigore duna buletta de detti uficiali in soma lb. otto s. quindici dr. nove piccioli

lb. 8 s. 15 dr. 9

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APPENDICE 75

A Jachopo di dono meso de detti uficiali per dare et pagare a giovanni di Jacopo chapomaestro per spese the nela buletta si contiene e per altre spese the la detta buletta si contengono per vigore duna buletta de detti uficiali in soma lb. sedici dr. dieci piccioli

lb. 16 dr. 10

c. 82r [... ] giovedi adi XXVI daghosto A Franciescho di Guido dela scharperia fornaciaio per parte di paghamento di chalcina the dare dee a detti uficiali per lo lavorio del ponce a sapiero a sieve per vighore duna buletta de detti uficiali e soscrita per regolatori lb. venti piccioli

lb. 20 A babbino nuti da Santa aghata di mugiello fornaciaio per parte di paghamento di chalcina the de dare a detti uficiali per lavorio del ponte da sanpiero a sieve per vighore duna buletta de detti uficiali insoma lb. venti piccioli

lb. 20 Per frate Girolamo da schandalone di mugiello per intero paghamento di venti moggia di chalcina per lui data a detti uficiali per lo lavorio del ponte da sanpiero a sieve per vighore duno stanziamento e duna buletta de detti uficiali et soscrita per regholatori ebegli Giovanni di Jacopo daTrebio suo prochuratore lb. cinquan- ta piccioli

lb. 50

c. 83r ["] lunedi adi IIII dottobre A Giovanni Giuntini maestro popolo sanpiero magiore per parte di paghamento di chalcina per lui data e the dare dee a detti uficiali per lo lavorio del ponte da sanpiero a sieve di mugiello per vigore duna buletta de detti uficiali e soscrita per regolatori del detto chomune in soma lb. ciento piccioli

lb. 100

c. 83v lunedi adi IIII dottobre Ad agniolo pagni e ad agniolo buoni maestri popolo santamaria da settigniano per 52 opere e 1/1 terzo a ragione di s. 23 per ciaschuna opera per loro date e poste per rompere cierte pile vecchie at ponte di sanpiero a sieve e per concio di pietre delle dette pile per vigore duno stanziamento e buletta de detti uficiali scrita per ser richardo cini notaio del detto uficio in soma lb. cinquantanove s. diciannove e dr. dieci piccioli

lb. 59 s. 19 dr. X

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76 APPENDICE

martedi adi XII dottobre A franciescho charletti maestro per se e per conpagni suoi maestri de lavorio del ponte da sanpiero a sieve per parse di paghamento dc lavorio del desto ponte per vigore duna buletta de detti uficiali e soscrita de regolatori insoma lb. seciento piccioli

lb. 600 A Maso di Neri funaiolo per 48 stuoie di Baca per lui data a detti uficiali per lavorio del ponte da sanpiero a sieve a ragione di s. 6 per una e per 6 oncie di chorda di chanape c per vettura dole dette chose al detto Ponte per vigore duns buletta de detti uficiali e soscrita per regolatori in soma lb. quindici s. dicianove dr. sei

lb. 15 s. 19 dr. 6

c. 84r giovedi adi XIIII dottobre ["J A Giovanni di Guido melai da santa aghata di mugiello per pane di paghamento di chalcina per lui data e the de dare a detti uficiali per lo lavorio del ponte da sanpiero a sieve per vigore duna buletta de detti uficiali in soma lb. sedici piccioli

lb. 16 ebegli Giovanni di Jachopo da trebio suo prochuratore fata carta per ser pagolo nemi adi 13 dotobre 1372. A frate Girolamo da schandalone di mugiello fornaciaio per chompimento di chalcina per lui data a detti uficiali per lo lavorio del Ponte da sanpiero a Sieve per vigore duna buletta de detti uficiali in soma lb. diciotto s. sei dr. otto ebegli Giovanni di Jachopo suo prochuratore per pin vechia charta

lb. 18 s. 6 dr. 8

sabato adi XXIII dottobre ["J A Franciescho di piero fornaciaio per parte di pagamento di chalcina data e che de dare a Iavorio del ponte a sanpiero a sieve per vigore duna buletta de detti uficiali de Jacopo di bartolomeo de medici suo prochuratore lb. ciento

lb. 100

c. 84v sabato adi XIII dottobre [ ... ] A tieri del charoccio degli schalongnio per XXIII di che stette a provedere al ponte da sanpiero a sieve per vigore duna buletta de detti uficiali e soscrita per regolatori del detto chomune in soma f. tre doro

lb. 3

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APPE, \DICE 77

martedi adi a7üV dottobre [ ... ] A babbino di nuto fornaciaio da santa aghata per parte di chalcina e di quadri dati per lo lavorio del ponte da sanpiero a sieve per vigore duna buletta de detti uficiali e soscrita per regolatori lb. trenta

lb. 30

c. 85r [... ] venerdi adi V di novembre A franciescho charletti ea Giovanni Giuntini ea Govanni merchati ea Niccholo di ciardo maestri di pietra c di lengniame chondutori de lavorio del ponte da sanpiero a sieve per parte di paghamento del Iavorio del detto ponte per vigore di buletta e stanziamento de detti uficiali soscrita per regolatori scrito per ser richardo cini in soma lb. seteciento

lb. 700

c. 85v [... ] sabato adi AX di novembre A frate Girolamo da schandalone per parte di pagltamento di chalcina per lui data a detti uficiali per lavorio del ponte da sanpiero a sieve per vigore di stanziamento e di buletta de detti uficiali scrita per ser pagolo nemi adi 16 di novembre 1372

lb. 40

c. 86r [ ... ] lunedi adi XXVIIII di novembre A Guido di Guido popolo di sanpiero magiore di Firenze per far fare alchuno pingnioncielli a difensione e per difensione del ponte di sanpiero a sieve per vigore di buletta e di stanziamento de detti uficiali fata di 24 di setembre per ser pagholo nemi e soscrita per regolatori lb. trenta

lb. 30

c. 86v sabato adi 1111 di dicembre A Giovanni di Jachopo dal borgho a san Lorenzo di mugiello per parte di paghamento di chalcina per lui data e the de dare a lavorio del ponte da sanpiero a sieve per vigore di buletta e di stanziamento scrito per ser Giovanni di ser Piero

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78 APPENDICE

Gucci adi 20 di settembre e soscrita per regolatori insoma lb. trentacinque piccioli ]b. 35

demogli per lui a Jachopo di dono suo prochuratore charta per mano di ser pagholo nemi notaio.

[ ... ] venerdi adi X di dicembre A franciescho charletti maestro per se et per compangni suoi maestri del lavorio del ponte da sanpiero a sieve per parte di paghamento del detto lavorio per vigore di buletta e di stanziamento de detti uficiali scrito per ser pagholo nemmi adi 26 di novembre e soscrita per regolatori in soma lb. cientocinquanta

lb. 150 Ad andrea di barone popolo di santa maria nepotecosa per vettura duno ronzino e spese per lui fatte chon vied di messer pepo uno degli uficiali del detto uficio per chagione delandata e provedimento de lavorio del ponte da sanpiero a sieve/ et anchora del foso fatto nel greto di sieve presso al detto ponte per vigore di bulettta de detti uficiali scrita per ser pagholo nemmi e soscrita per regolatori lb. undici piccioli

lb. 11

c. 87r sabato adi XVII di diciembre [" "] A frate Girolamo da schandalone fornaciaio per intero paghamento di chalcina per lui data a detti uficiali ne lavorio del ponte di sanpiero a sieve per vigore di buletta e di stanziamento de detti uficiali e soscrita per regolatori in somma

lb. 13 s. 9

c. 87 v mercholedi adi XXII di diciembre [... ] A Guido di Guido popolo di sanpiero maggiore di firenze per spese per lui fatte immmangiare e in bere di quatro mesi chominciati adi 22 di luglio prosimo pasato i quali stette a prochurare ea solecitare il lavorio del ponte da san piero a sieve per vigore di stanziamento de detti uficiali adi 17 di diciembre presente scrito per ser Giovanni di ser Piero Gucci et per vigore di buletta de deti uficiali soscrita per regolatori insoma lb. ventiquatro piccioli

lb. 24 C"] A Giovencho di messer Giovencho de medici di Firenze per 19 opere mese nel lavorio del ponte di san piero a sieve cioe per riparazione delaqua e the laqua del

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APPENDICE 79

detto flume no dese dano al detto ponte overo a lavorio del detto ponte per vigore di stanziamento e di buletta de detti uficiali e soscrita per regolatori in soma lb. nove s. dieci

lb. 9 s. 10 A Giovencho predetto per prezo di 5 alberi per lui dati nel lavorio del ponte a san piero a sieve per vigore di stanziamento fatto de detti uficiali scrito per ser pagolo nemi e soscrita per regolatori in soma lb. ventidue e s. dieci piccioli

lb. 22 s. 10

c. 88r bis mercholedi adi XXII di dicembre A Giovanni di Jachopo da trebio cltapomaestro del detto uficio per suo salario et pagha di due mesi chominciati adi p. o dottobre prosimo pasato a ragione di f. sei doro per mese per vigore di buletta de detti uficiali e soscrita per regolatori scrita per ser pagholo nemmi adi primo di diciembre 1372 insoma lb. dodici doro

lb. 12 A Giovanni di Jachopo chapomaestro il quale ando piu' e piu' volte a provedere il ponte da sanpiero a sieve e per spese ivi fatte di chomandamento de detti uficiali a dare opera ala chostruzione del detto ponte per vigore di stanziamento fatto per detti uficiali adi 29 dottobre et scrito per ser pagholo nemi detto di in soma lb. 26 s. 13 dr. 9

lb. 22 s. 13 dr. 9

Giovedi adi XIII di diciembre [... ] Per Guccio di lapo de medici uficiale a provedere i lavorio del ponte a sanpiero a sieve per suo salaro e pagha di due mesi et XXIII di chominciati adi XV daprile prosimo pasato a ragione di f. sei per mese per vigore de ]a sua chiamata e per vigore di stanziamento degli uficiali del detto uficio fatta adi 8 di luglio prosimo pasato scrito per ser richardo cini notaio del detto uficio e per vigore di buletta scrita per lo detto ser richardo per lui a pezino di Guido prochuratore del detto Ghuccio de ]a quale prochura e carta fatta per mano di ser pagholo nemmi notaio deluficio in soma f. sedici lb. una s. tredici piccioli

f. 16 lb. 1 s. 13

88v bis giovedi XXIII di diciembre A Guccio di lapo de medici proveditore del detto chomune ne lavorio del detto ponte per suo salario e di pagha duno mese di VIII chominciando adi 8 di luglio prosimo pasato a ragione di f. 6 doro per mese per vigore di stanziamento fatto per gli uficiali scrito per ser richardo cini adi 12 dagosto 1372 e soscrito per

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80 APPENDICE

regolatori in soma f. sette doro s. 13 de mogli a pizino di Guido suo prochuratore charta per ser pagholo nemi ebe per lb. 3 s. 6 i1 fiorino

1b. 7 lb. 1 s. 13 1... ] A Guido di Guido meso del detto uficio per avere una chopia duna provisione a ser bernardo di ser Taddeo c per molte altre spese per lui fatte per mandato de detti uficiali adi 5 dagosto pasato a la chostruzione del ponce a san piero a sieve per vigore di stanziamento degli uficiali scrito per ser pagholo nemmi in somma lb. trentacinque s. dieci piccioli e soscrita per regolatori

1b. 35 s. 50

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I. Il poste di Sagginak. situalo sulla stroda che, f ancheggiando la riva destra de//a Sieve, unisce Borgo San Lorenzo a Dicomano e San Godenzo, si nrn n su un itinemrio importance per il trasporto del grano dalla Romagna a Firenze e per questa sua parricolare posizione fu pasta grande cura per la sua manutenzione. Le prime notizie the abbiamo di esso risalgono al 1307: fu poi ricostruito in muratura a piü arcate nel 1331 da Piero di Puccio e da Comuccio di Buto (A. S. F. Plante del Capitani di Parte, cartone XVIII n. 4). 2. Ponte del Sagginale angl.

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3. !l ponte di San Piero a Sieve era uno dei piü significativi nodi infrastruttumli nei collegamenti tm Firenze e Bologna. Nei 1299 fu deciso di ricostruire 1 'antico poste in legno crollato da tempo, ma. per mancanza di denari, il cantiere fu aperto solo nel 1372 ed il poste the doveva essere restaurato fu imvece completamente ricostruito in muratura (A. S. P. Piante dei Capitani di Parte. carton IX n. 5).

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4.11 Ponte a Signa superava I'Arno dove la strada per Prato si staccava dalla pisana. 11 ponce, ricordato per la prima volta nel 1217 era talmente importance per la cittä da apparire nel suo stemma (A. S. E, Piante dei Capitani di Parte, Carton XIX n. 16).

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5. Disegno allegato ad un Rapporto del Mechini e del di Pagno sui lavori da eseguirsi al Ponte a Signa alla fine del Cinquecento (A. S. F., Piante dei Capitani di Parte, numeri neri. f 1007 c. 165). 6. Stemma di Signa scolpito al/a fine del Cinquecento sopru l'architruve della porta destra della chiesa di San Giovanni Battista.

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7. Il ponte a Elsa. situato sulla stroda pisana. quasi alla conJluenza dell 'Elsa in Arno, fu distrutto piü volte da rovinose piene e sempre ricostruito in tempi relatiiamente brevi per la sua importanza con i collegamenti tra Firenze ed il porto di Pisa (A. S. F. Piante dei Capitani di Parte, cartone XXVI n. 58). 8. Il Comune di Firenze ne! 1385 decise la costruzione di un ponte sull 'Ambra tra Montevarchi e Levane dove si diramavano le strade per Are= e per Siena ma per la dicoltä di reperire ifondi necessari i lavori iniziarono molto piü tarrli (A. S. F., Piante dei Capitani di Parte. cartone XVIII n. 12).

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9.1! Poggi ne! 1867 durante la distruzione delle mum medievali di Firenze per la reali=azione dei viali di

circonvallazione trov6 e rilev61 'antico ponte situato fuori della porta a Prato. Questo, come si vede nei disegni, era in pietre di fiume con arcate in mattoni. decorato con to stemma ftorentino (A. S. F., Piante Poggi

n. 5). 10. Rilievo eseguito da! Poggi dell 'antico ponte fuori ports San Gallo. /l ponte era, come si vede dal disegno, collegato all 'antico porta e superava it Mugnone the quifungeva da fossato di protezione delle

mura medievali (A. S. P, Carte Poggi, scatola IXn. 434).

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11. Queste immagini, pur tarde, di un ponte situato su! fossato di Fiacchereto a Montevarchi, danno un 'idea di come dovevano essere costruiti, anche ne! Medioevo, i ponti in legno. Questi dovevano avere semplici sostegni realizzati con pali affiancati infissi ne! terreno, come si vede ne! disegno segnato AB o, per offrire minor resistenza a!! e acque e non trattenere legni e frasche galleggianti, potevano avere pali con saettoni come si vede nei disegni CD e EF (A. S. F., Piante dei Capitani di Parte, cartone XXVII nn. 12-13).

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12. Esempio di ponte in legno a piü campate, ognuna delle quali e sorretta da saettoni inclinati e da una

sottotrave, cosi da ridurre la luce della trave che sorregge 1'impalcato (A. S. F. Piante dei Capitani di Parte,

cartone XXVII n. 11).

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13. Questo ponte sul Bisenzio e un interessante esempio di manufatto ad arco con struttura in muratura di mattoni e armilla in pietm da taglio (A. S. F. Piante dei Capitani di Parte, cartone XXVII n. 11).

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14. Questo ponte sul Bisenzio e un esempio di manufatto realizzato in mumtum di mattoni. Sono di laterr-io le pile a losanga per assecondare il. /lusso delle acque e le arcate a sesto ribassato (A. S. F., Piante dei Capitani di Parte, cartone XXVII! n. 7).

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15. Ponte di ricchio. 16. Ponte detto di Cimabue nei pressi di ricchio.

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V I MAGISTRI

Bartolo di Bonavaccio del popolo di S. Pier Maggiore di Firenze Nei 1329 lavora, in societä con Lapo di Abbandonato al la mura di Firenze'. Nei 1351 presta la sua opera come maestro «a chonciare chantoni» nel cantie-

re delle fortificazioni di Borgo San Lorenzo. La sua presenza in cantiere e abba- stanza limitata e in data 5 marzo viene pagato una prima volta con 1 lira; un secondo pagamento a registrato it giorno 11 marzo e it compenso di 4 lire corri- sponde ad un lavoro svolto in quattro giorni e mezzo e valutato 20 soldi al giorno2.

1 A. S. F., Manoscritti 180, ins. e: Manetti, Pozzana, 1979, p. 235. Z A. S. F., Ufficiali delle Castella n. 2, c. 14v, 15r.

Batino di Cambiuzzo del popolo di S. Paolo di Firenze (anche Bacino di Cambiuzzo e Batino Cambiuczi)

II padre Cambiuzzo di Benvenuto del popolo di S. Paolo, lavorava alle mura di Firenze net 1324,1325,1328,1329 '; inoltre faceva parte, con cariche diverse, degli ufficiali sopra le Fortificazioni di Firenze ed in particolare net 1324,1325, 1328 come «Testimone», net 1327.1329 come «Mallevadore» z.

Net 1328 Batino lavora alla mura di Firenze 3. Net 1346-47 opera alla costruzione delle mura di Buggiano, con una fun-

zione subalterna come risulta dal contratto the prevedeva the Batino si atte- nesse alle disposizioni di Frate Berto delta Badia a Settimo the dirigeva it

cantiere, anche per la dimensione dei materials da utilizzare nella costruzio- ne4; viene pagato 3 lire e4 soldi «pro uno scuto intalliato ad arma domini

vicarii cum cruce Populi florentini posito supra portam anteporti rocche»5. Nello stesso 1346 Batino viene registrato come residente net popolo di S.

Lucia di Ognissanti, mentre un ventennio dopo tornerä ad abitare net popolo di origine (S. Paolo) °.

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94 G. C. ROMBI

Appare immatricolato nell'arte dei maestri di Pietra e Legname nel 1358'. Nei 1364 fa parse dei maestri consulenti dell'Opera del Duomo di Firenze;

in particolare suggerisce di tenersi pi6 in basso possibile con i beccatelli e con il peduccio delle volte maggiori e di aprire le finestre ad occhio in ogni parse. Per questa consulenza, the viene accettata, riceve un compenso di lire 4e soldi 10 ".

Net 1365 e nominato «magistrum et capud magistrum et provveditorem constructionem dicte terre Vichii» 9; la edificazione delle mura e pone e affi- data a Piero e Leonardo fratelli e Figli «Masi Leonis» del popolo di S. Maria Novella di Firenze 11'.

Fa parse del la commissione preposta alla costruzione delle mura di Vicchio per gli anni 1366-1367; nel 1366 Batino viene rimborsato del denaro speso per ospitare i membri della commissione in visita di ispezione alle mura di Vicchio nei giorni 7,8,9, maggio 1366 ".

Nei 1380 e fra i maestri consulenti dell'Opera di S. Maria del Fiore e for- nisce un parere sui fondamenti dei pilastri, per il quale viene pagato con 20 soldi 12.

1 A. S. F., Manoscrtitti 180; Manetti, Pozzana, 1979, pp. 230,231,234,236. 2 Manetti, Pozzana, 1979, pp. 244,246,250,254. 3 A. S. F., Manoscritti 180; Manetti, Pozzana, 1979, p. 234. 4 Pirillo, 1984, p. 279. 5 Idem, p. 382. 6ldem, p. 284. 7 A. S. F., Arte dei Maestri di Pietra e Legname, n. 1, c. 4r. R Guasti, 1887, p. 159, doc. 120,4 ottobre 1364; Pietramellara, 1984, p. 74. 9 A. S. F., Wficiali delle Castella n. 6; Friedman, 1988, pp. 155-156 e p. 269; Cantini,

1979, p. 110. 10 Cfr. la scheda a pag. 98. 11 Friedman, 1988, p. 155. 12 Guasti, 1887, p. 250, doc. 312,7 agosto 1380.

Benci di Cione del popolo di S. Reparata di Firenze Nei 1345 lavora sotto la direzione di Neri di Fioravante alla riparazione e

completamento del Palazzo del Podestä di Firenze'; 1120 febbraio 1345 (stile fior. ) viene pagato per sei scale, due corticelle, un solaio e una camera nella torre e varie porte e finestre; it 13 e it 17 maggio 1346 a compensato con 15 fiorini d'oro per l'intonacatura delta torre verso la Badia e l'apertura di un finestrone su piazza S. Apollinare 2.

Nei 1349 insieme a Neri di Fioravante e Francesco di Simone Talenti e fra

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I MAGISTRI 95

i periti nominati dall'Arte di Por S. Maria per effettuare le stime di alcune case da acquistare e abbattere per costruire la cappella di S. Anna in Orsan-

michele 3.

Net 1355 consigliere dell'Opera di S. Maria del Fiore fornisce un parere scritto sul modello elaborato da Francesco Talenti per la fabbrica 4; net 1356 viene pagato 10 soldi per ulteriori pareri e net 1357 dä un giudizio negativo alle soluzioni prescelte per le fondazioni e gli interassi delle «colonne» 5.

Nei 1358 risulta nelle Matricole dell'Arte° e fornisce ancora pareri per la organizzazione delle fiancate del Duomo e per i rapporti da istituire tra l'esterno e l'interno dell'edificio. Contemporaneamente svolge una attivitä imprendi- toriale e viene pagato 100 fiorini per la fornitura di marmi.

Nei 1359 lavora alla ricostruzione del ponte di Castelfiorentino, incarico

revocatogli quasi subito a causa dei risultati giudicati negativamente dagli Ufficiali del comune di Firenze the obbligarono it maestro alla restituzione del la somma di 100 fiorini percepita quale anticipo sui lavori. L'opera fu affi- data net 1364 a Bartolomeo Lapi, dopo aver richiesto (1360) un parere tecni- co a Tomaso Passera'.

Net 1358 visita con Giovanni Gherardini le fortificazioni di Pontassieve e provvede a dare inizio ai lavori s.

Net 1361 a capomaestro net cantiere delta Loggia di Orsanmichele; a que- sta data 1'edificio era stato innalzato oltre la cornice del parapetto del secon- do piano. La Signoria dä facoltä all'Arte di Por S. Maria di cercare i beni e le case di Benci di Cione, cittadino fiorentino, e di appurare quanto deve dare a riparazione del male fatto e dei difetti commessi net lavoro9.

Nei 1366-67 come maestro consulente dell'Opera di S. Maria del Fiore fornisce pareri sulla forma e it consolidamento delta costruzione; net 1366 viene richiesto di un nuovo modello e disegno delta chiesa e fa pane del collegio di otto maestri e pittori scelti per disegnare it progetto del Duomo; net 1367 riceve un compenso di 54 lire per 1'esecuzione del disegno delta chiesa e delta cupola.

Nei 1376,1377,1382,1383 a nominato capomaestro di S. Maria del Fio- re 10 e contemporaneamente viene eletto capomaestro del cantiere delta Log- gia delta Signoria'' insieme a Taddeo Ristori e Simone di Francesco (Talenti); ricopre la carica net 1377,1382,1383, e in questi ultimi due anni a associato a Lorenzo Filippi, maestro di scalpello 12.

Nei 1382 e nominato capomaestro maggiore dell'Opera di S. Maria del Fiore, con uno stipendio mensile di 8 fiorini; negli stessi anni ea capo del cantiere di Orsanmichele 13.

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Nel 1384 fornisce un'ultima consulenza nel cantiere del Duomo, relativa- mente alle fondazioni delle cappelle orientali per cui propone una palificata sul letto di ghiaia "

1 A. S. F., Bulle 3, c. 3r e v; Uccelli, 1865, pp. 191-192; . Ilostra ducumentaria e iconogra-

fica del palazzo del Podestä, 1963, p. 13. 2 A. S. F., Balie 3, c. 27v; Uccelli, 1865, p. 161. 3 Franceschini, 1892, pp. 41-42; La Sorsa, 1902. pp. 111 e 247. 4 Guasti, 1887, p. 83,15 luglio 1355; Pietramellara, 1984, p. 74. 5 Guasti, 1887, p. 97,3 luglio 1357. 6 A. S. F., Arte dei Maestri di Pietra e Legname n. 1, c. 4r. 7 Bori, 1907, p. 11 1 8 Friedman, 1988, p. 157 e 273. 9 Franceschini, 1892, p. 57; La Sorsa, 1902, p. 104. 1° Guasti, 1887, p. 235, doc. 262,21 onobre 1376; Id., p. 238, doc. 273,274,30 maggio

1377; Id., p. 267, doc. 349,350,28 novembre 1383; Id., pp. 261-63, doc. 334,10 novembre 1382; Pietramellara, 1984, p. 74.

11 Frey, 1885, pp. 261 e seg. 2 Idem, p. 275; Guasti, 1887, p. 258, doc. 328. 13 La Sorsa, 1902, p. 105. 14 Guasti, 1887, pp. 272-273, doc. 355,6 luglio 1384; Pietramellara, 1984, p. 75.

Bernardo Pieri (di Piero) Nei 1351 come capomaestro deputato alla costruzione delle mura di Figline

e compensato con la somma di lire 120 dovutegli per quattro mesi di lavoro conteggiati dal 1° aprile 1365 '.

Nei 1366 fornisce una consulenza sul consolidamento e I'impianto della fabbrica del Duomo di Firenze; in questa occasione viene richiesto anche un nuovo modello o disegno per la chiesa

1 Pirillo, 1988, p. 43. 2 Guasti, 1887, p. 167, doc. 142,20 luglio 1366; Pietramellara, 1984, p. 77.

Berto di Feo del popolo di S. Donato de' Vecchi Nel 1328 e 1329 lavora alle mura di Firenze' e nel 1357 e uno dei «magistri

lapidum», deputati alla costruzione delle fortificazioni di S. Casciano, che richiede di essere saldato per lire 50 e soldi 6 di fiorini piccoli '.

1 A. S. F., Manoscritti 180, ins. e; Manetti, Pozzana, 1979, pp. 234-235. 2 Gaye, 1840, vol. 1, App. 11, p. 509.

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I MAGISTRI 97

Francesco del Crests del popolo di S. Maria Novella di Firenze Nei 1372 si occupa della edificazione di cinque ponticelli posti sulla stra-

da di Rimaggio, per i quali riceve la somma di 315 lire, 18 soldi, 4 denari '. Nei 1384, in qualitä di consulente dell'Opera di S. Maria del Fiore forni-

sce un parere per le fondazioni delle cappelle orientali proponendo di iniziare i fondamenti sulla ghiaia a6 braccia dal primo pilastro della cupola 2.

1 A. S. F., Capirani di Phrre numeri Rossi, n. 115, cc. 82r, 83v, 85v, 87v. 2 Guasti, 1887, p. 273, doc. 355.6 Iuglio 1384; Pietramellara, 1984, p. 82.

Giovanni Giuntini del popolo di S. Pier Maggiore di Firenze Nei 1366 come consulente dell'Opera di S. Maria del Fiore, fornisce con-

sigh sull'impianto e consolidamento della chiesa'. Nei 1372, insieme a Francesco Carletti, Giovanni Mercati e Niccolö di

Ciardo a capomaestro conduttore del cantiere del ponte di S. Piero a Sieve Z. Nei 1376, ancora come consulente del Duomo di Firenze fornisce indicazio-

ni in merito a questioni statiche 3 ed esegue, insieme ad Ambrogio Vanni e Andrea Cioffi, 11 pilastro della cupola situato verso la porta di Balla'.

1 Guasti, 1887, p. 168, doc. 143,221uglio 1366; Pietramellara, 1984, p. 92. 2 A. S. F., Capitani di Parte numeri Rossi, n. 115, cc. 80r, 83r, 85r, 86v; «Bullettino Storico

Muellano», a. I, n. 9,1893, p. 141. 3 Guasti, 1887, p. 232, doc. 254, maggio 1376; Pietramellaiýa, 1984, p. 92. ° Guasti, 1887, pp. 232-233, doc. 256,18 agosto 1376; Pietramellara, 1984, p. 92.

Giovanni llercati del popolo di S. Pier Maggiore Nei 1372 a nominato capomaestro e conduttore dei lavori di ricostruzione

del ponte di S. Piero a Sieve, insieme a Francesco Carletti, Giovanni Giuntini, Niccolö di Ciardo'.

Nei 1380 fa parte dei maestri consulenti dell'Opera di S. Maria del Fiore ed a pagato 20 soldi per un parere relativo alla fondazione del pilastro nord della cupola 2, di cui eseguirä la costruzione (insieme a Bartolomeo Stefano e Leonardo Cecchi) senza utilizzare calcestruzzo ma lavorando tutto in pietra squadrata e the sarä pagato soldi 2e denari 2a braccio quadro 3.

1 A. S. F., Capitani di Phrte numeri Rossi, n. 115, cc. 80r, 83r, 85r, 86v; «Bullettino Storico Mugellano», a. 1, n. 9,1893, p. 141.

2 Guasti, 1887, p. 250, doc. 312,7 agosto 1380. 3 Guasti, 1887, p. 251, doc. 315,12 novembre 1380; Pietramellara, 1984, p. 92.

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98 G. C. ROMBV

Jacopo di Francesco Nei 1384 e fra i consulenti dell'Opera di S. Maria del Fiore e fornisce un

parere sulle fondazioni delle cappelle orientali proponendo di fondare diret- tamente sulla ghiaia, a6 braccia dal primo pilastro delta cupola'.

Nei 1396, come direttore dei lavori del ponte a Greve, viene ricompensato con 700 fiorini d'oro z.

Nei 1407 fornisce una consulenza all'Opera di S. Maria del Fiore in meri- to alla costruzione della tribuna dal lato di via dei Servi, suggerendo di segui- re it disegno di Giovanni di Ambrogio, e viene compensato con I lira'.

I Guasti, 1887, p. 274, doc. 355,6 lugho 1384; Pietramellara, 1964, p. 93. 2 A. S. F., Capitani di Parte numeri Rossi, n. 115, cc. 103r e v. 3 Guasti, 1887, p. 304, doc. 440,2 giugno 1407; Pietramellara, 1984, p. 93.

Marco di Pietro da Como del popolo di S. Michele Berteldi di Firenze Nel 1356 lavora come imprenditore nel cantiere di S. Maria del Fiore e

riceve, insieme a Sibellino di Guanieri da Bologna detto Nascimbeni del po- polo di S. Lorenzo, la concessione della fornitura di marmi provenienti dalle cave di Siena'.

Nel 1365 lavora come «magistro lapidum et lignaminum» alle mura di Figline e viene pagato per la sua opera con 200 fiorini d'oro 2.

' Guasti, 1887, pp. 127-129, doc. 75,7-8 novembre 1356; Pietramellara, 1984, pp. 98 e 108. 2 Pirillo, 1988, p. 41.

Piero e Leonardo «Masi Leonis» del popolo di S. Maria Novella di Firenze Il padre, Maso di Leone, lavorava nelle fortificazioni di Firenze nel 1314,

1315,1319,1320,1324,1329'. Nei 1345 Maso di Leone insieme a Lippo di Corso, Niccolö di Martello,

Rustico di Cenni, Antonio di Giovanni, Paolo di Maestro Giovanni e Benci di Cione fa parte del gruppo di maestri diretti da Neri di Fioravante e incaricati dei lavori di riparazione e completamento del Palazzo del PodestA di Firenze 2.

Nei 1365 Piero e Leonardo ottengono la concessione della costruzione delle mura, porte e torn di Vicchio di Mugello 1.

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I MAGISTRI 99

Net 1366 Leonardo lavora probabilmente come scalpellino nel cantiere di S. Maria del Fiore, eseguendo il fusto e il capitello di un pilastro della cupo- 1a4; nella stessa data ottiene la concessione, per la durata di cinque anni, di prowedere la fabbrica di marmo di Carrara e di sgrossare in blocchi e lastre il materiale.

Nei 1376 in veste di consulente dell'Opera di S. Maria del Fiore, Leonardo fornisce un parere su questioni statiche (muro di fronte alla casa di Benedetto Neri)5.

Net 1381 fornisce un parere sulla sistemazione urbanistica della zona a sud della Cattedrale 6.

I A. S. F., Manoscritti 180, ins. e; Manetti, Pozzana, 1979, pp. 226,227,229,235,236. Z AS . F., Balie 3, c. Re v; Uccelli, 1865, pp. 191-192; Mostra documentaria..., cit., 1963, p. 13. 3 A. S. F., Ufficiali delle Castella n. 6; Friedman, 1988, p. 269; Cantini, 1979, p. 110. ° Guasti, 1887, pp. 179-182, doc. 158,31 agosto 1366; Pietramellara, 1984,. p. 96. S Guasti, 1887, p. 231-232, doc. 253-254, maggio 1376; Pietramellara, 1984, p. 97. 6 Guasti, 1887, pp. 258-259, doc. 328,7 novembre 1381; Pietramellara, 1984, p. 96.

Pietro Ducci (Duccii) Impegnato nella fortificazione di San Casciano, in societä con Taddeo Ri-

stori, nel 1357 avanza la richiesta di pagamento per la sua opera di «magister lapidum»; la somma richiesta complessivamente dai due maestri ammonta a lire 137.18.9 di fiorini piccoli 1.

Nel 1376 fornisce una consulenza all'Opera di S. Maria del Fiore in meri- to a questions statiche (muro di fronte alla casa di Benedetto Neri) 2.

1 Gaye, 1840, vol. I, App. II, p. 509. 2 Guasti, 1887, p. 232, doc. 254, maggio 1376; Pietramellara, 1984, p. 106.

Taddeo Ristori (di Ristoro) del popolo di S. Michele Visdomini di Firenze In societä con Pietro Ducci lavora alle mura di S. Casciano e nel 1357

avanza la richiesta di pagamento per la sua opera di «magister lapidum»; la somma richiesta dai due maestri ammonta a lire 137.18.9. di fiorini piccoli'; nello stesso anno lavora alle fortificazioni di S. Angelo a Sieve Z.

Nel 1358 fa parse delle Matricole dell'Arte dei Maestri di Pietra e Legnarne Nel 1367 lavora come capomaestro nel cantiere dell'Ospedale di S. Maria

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Nuova, sostituendo Zanobi di Pacino, ed e I'unico responsabile del cantiere anche come imprenditore, fornendo i materiali e la manodopera 4.

Net 1371 l'impresa di Taddeo e incaricata di costruire le camere per i ma- lati e net 1372 la cucina e la dispensa dell'Ospedale.

1127 ottobre 1367 con altri maestri e cittadini fiorentini fornisce un parere sul modello delta cattedrale di Firenze eseguito da Neri di Fioravante, Benci di Clone, Francesco Salvetti e Andrea di Clone, compagni maestri e dipintori 5.

A partire dal 10 gennaio 1375 e capomaestro del Duomo di Firenze insie- me a Francesco Salvetti e riceve un salario di 8 fiorini e 1/3 6; il 20 giugno dello stesso anno gli Operai di S. Maria del Fiore ricordano a Taddeo che deve lavorare net cantiere con le sue mani '.

Net 1376 fornisce la sua consulenza su questioni statiche relative at muro del lato nord (di fronte alla casa di Benedetto Neri)8.

Mantiene la carica di capomaestro del Duomo fino at giugno 1377. Dal 6 ottobre 1376 e nominato capomaestro delta Loggia delta Signoria

insieme a Benci di Clone e Simone di Francesco (Talenti)9, incarico che con- serva fino at giugno 1377 10.

Fra il 7 novembre e it 4 aprile 1384 fa parte delta commissione di esperti consultata dagli Operai di S. Maria del Fiore e fornisce pareri sulla sistema- zione urbanistica delta zona a nord delta Cattedrale (1381), sulle «chiocciole, gli usci» e le dimensioni delle «sagrestie» nei piloni delta cupola (1384), e suite fondazioni delle cappelle orientali, proponendo di fondare su pali con- ficcati nella ghiaia ".

1 Gaye, 1840, vol. 1, App. 11, p. 509. 2 A. S. F., U)Jriciali delle Castella n. 5; Pirillo, 1984, p. 284; Friedman, 1988, p. 156. 3 A. S. F., Arte dei Maestri di Pietra e Legname n. I, c. 32r. 4 De La Ronciere, 1982, pp. 309-315. 5 Guasti, 1887, p. 203, doc. 190,27 Ottobre 1367; Pietramellara, 1984, p. 104; De La

Ronciere, 1982, pp. 309-315. 6 De La Ronciere, pp. 309-315. ' Guasti, 1887, p. 228, doc. 243,30 giugno 1375 8 Guasti, 1887, p. 232, doc. 254, maggio 1376. 9 Frey, 1885, p. 261. 10 Guasti, 1887, p. 258, doc. 328,7 novembre 1381; De La Roncibre, 1982, pp. 309-315. 11 Guasti, 1887, p. 228, doc. 243,30 giugno 1375; Pietramellara, 1984, p. 104.

Tomaso (del) Passera Deputato alla costruzione e fortificazione di S. Casciano, in societä con

Andrea Guglielmi (di Guglielmo), in data 25 agosto 1357 avanza richiesta di

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pagamento per il lavoro svolto in qualitä di amagister lapidum»; il compenso richiesto insieme al socio ammonta a lire 212.10 di fiorini piccoli'.

Nei 1360 venne richiesto di un parere tecnico in merito alla costruzione del ponte di Castelfiorentino, non portato a termine da Benci di Cione Z.

Nei 1366 fa parte del comitato di consulenti dell'Opera di S. Maria del Fiore e fornisce un parere sulla forma e it consolidamento delta chiesa`; nel 1380, ancora come consulente dell'Opera, e interpellato per fornire indica- zioni sulla fondazione del pilastro nord delta cupola, e viene compensato con 20 soldi'.

I Gaye, 1840, vol. 1, App. II, p. 509. 2 Bori, 1907, p. 111. 3 Guasti, 1887, p. 168, doc. 143,22 Iuglio 1366; gli altri maestri interpellati erano: Neri di

Fioravante, Cecco Pieri, Jacopo dello Stimolino, Zanobi Pacini e Andrea chiamato Burchiasso, Pacino Cini e Piero Giamboni, Francesco M. icheli. Stefano Metti, Sandro Macci, Ciardino del Guerra, Martino Doni, Giovanni di Giunta, Andrea Ciotti, Buono Masi, Cambio Micheli, Pie- ro Mattel, Ambrogio Daddi, Benintendi Guidi, Andrea di Cione chiamato Orcagna, Benci Cioni, Francesco di Neri Ubaldi a Ristoro di Cione.

4 Guasti, 1887, p. 250, doc. 312,7 agosto 1380; Pietramellara, 1984, p. 112.