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VADEMECUM PER IL RECUPERO E RIUSO DELLE ANTICHE COSTRUZIONI RURALI IN LEGNO Flavio Bona

COSTRUZIONI RURALI IN LEGNO - data.cmcs.itdata.cmcs.it/ckfinder/userfiles/fondazione/files/Copertina... · VADEMECUM PER IL RECUPERO E RIUSO DELLE ANTICHE COSTRUZIONI RURALI IN LEGNO

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Oggetto dello studio ricerca sono le antiche costruzioni rurali adibite a stalla-fienile, costruite totalmente o prevalentemente in legno.

Tali edifici contrassegnano il paesaggio dolomitico con i caratteri co-struttivi tradizionali in non meno di 8000 unità. Tra questi circa 1200 edifici appartengono al comprensorio del Comelico e Sappada e circa 800 sono stati selezionati per questa ricerca.

Il potenziale espresso da migliaia di questi edifici, il loro ruolo nel con-notare il paesaggio, il significato culturale della loro conservazione, il riscontro economico indotto dal cambio d’uso sono fattori che esigono un’efficace regolamentazione affinché il riuso non si traduca nella loro definitiva perdita.

L’obiettivo della ricerca è di fornire un contributo affinché la popolazio-ne e soprattutto i giovani si riapproprino del valore identitario di questi edifici. Lo studio ha sancito la necessità di nuovi metodi per l’analisi dell’esistente e la programmazione del recupero con un diverso ap-proccio al rilievo e al progetto per:

– la conoscenza puntuale di tutte le componenti costitutive dell’edificio;– archiviare a futura memoria la documentazione comprovante l’inte-

grale consistenza dell’edificio nel momento del rilevamento;– programmare con cognizione di causa le riparazioni e sostituzioni

necessarie al recupero;– inserire le aggiunte necessarie al cambio d’uso con la garanzia della

totale conservazione della preesistenza.

LEGNO SOLE GHIACCIONella tradizione dell’autentico costruire in montagna, il contadino-montanaro non si preoccupava di proteggere il legno dalle intemperie ma lo esponeva “nudo” al sole o al ghiaccio. Era il sole o il ghiaccio che assumevano il ruolo di pittore/scultore. All’azione “elio-termolabile” si contrapponeva quella “crionivale”.

Architetto Edoardo Gellner

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Oggetto dello studio ricerca sono le antiche costruzioni rurali adibite a stalla-fienile, costruite totalmente o prevalentemente in legno.

Tali edifici contrassegnano il paesaggio dolomitico con i caratteri co-struttivi tradizionali in non meno di 8000 unità. Tra questi circa 1200 edifici appartengono al comprensorio del Comelico e Sappada e circa 800 sono stati selezionati per questa ricerca.

Il potenziale espresso da migliaia di questi edifici, il loro ruolo nel con-notare il paesaggio, il significato culturale della loro conservazione, il riscontro economico indotto dal cambio d’uso sono fattori che esigono un’efficace regolamentazione affinché il riuso non si traduca nella loro definitiva perdita.

L’obiettivo della ricerca è di fornire un contributo affinché la popolazio-ne e soprattutto i giovani si riapproprino del valore identitario di questi edifici. Lo studio ha sancito la necessità di nuovi metodi per l’analisi dell’esistente e la programmazione del recupero con un diverso ap-proccio al rilievo e al progetto per:

– la conoscenza puntuale di tutte le componenti costitutive dell’edificio;– archiviare a futura memoria la documentazione comprovante l’inte-

grale consistenza dell’edificio nel momento del rilevamento;– programmare con cognizione di causa le riparazioni e sostituzioni

necessarie al recupero;– inserire le aggiunte necessarie al cambio d’uso con la garanzia della

totale conservazione della preesistenza.

LEGNO SOLE GHIACCIONella tradizione dell’autentico costruire in montagna, il contadino-montanaro non si preoccupava di proteggere il legno dalle intemperie ma lo esponeva “nudo” al sole o al ghiaccio. Era il sole o il ghiaccio che assumevano il ruolo di pittore/scultore. All’azione “elio-termolabile” si contrapponeva quella “crionivale”.

Architetto Edoardo Gellner

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Oggetto dello studio ricerca sono le antiche costruzioni rurali adibite a stalla-fienile, costruite totalmente o prevalentemente in legno.

Tali edifici contrassegnano il paesaggio dolomitico con i caratteri co-struttivi tradizionali in non meno di 8000 unità. Tra questi circa 1200 edifici appartengono al comprensorio del Comelico e Sappada e circa 800 sono stati selezionati per questa ricerca.

Il potenziale espresso da migliaia di questi edifici, il loro ruolo nel con-notare il paesaggio, il significato culturale della loro conservazione, il riscontro economico indotto dal cambio d’uso sono fattori che esigono un’efficace regolamentazione affinché il riuso non si traduca nella loro definitiva perdita.

L’obiettivo della ricerca è di fornire un contributo affinché la popolazio-ne e soprattutto i giovani si riapproprino del valore identitario di questi edifici. Lo studio ha sancito la necessità di nuovi metodi per l’analisi dell’esistente e la programmazione del recupero con un diverso ap-proccio al rilievo e al progetto per:

– la conoscenza puntuale di tutte le componenti costitutive dell’edificio;– archiviare a futura memoria la documentazione comprovante l’inte-

grale consistenza dell’edificio nel momento del rilevamento;– programmare con cognizione di causa le riparazioni e sostituzioni

necessarie al recupero;– inserire le aggiunte necessarie al cambio d’uso con la garanzia della

totale conservazione della preesistenza.

LEGNO SOLE GHIACCIONella tradizione dell’autentico costruire in montagna, il contadino-montanaro non si preoccupava di proteggere il legno dalle intemperie ma lo esponeva “nudo” al sole o al ghiaccio. Era il sole o il ghiaccio che assumevano il ruolo di pittore/scultore. All’azione “elio-termolabile” si contrapponeva quella “crionivale”.

Architetto Edoardo Gellner