21
NPCrew Paolo martelli Mauro Gatti till the last breath scarica gratis il numero #0 SU WWW.CREAMWAGON.COM #0 Aprile 2014

Cream wagon #0

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Italian non-profit digital Magazine about different cultures, such as music, art, indiependent creative streams. Free to download

Citation preview

Page 1: Cream wagon #0

NPCrew

Paolo martelli

Mauro Gatti

till the last breath

scarica gratis il numero #0 SU WWW.CREAMWAGON.COM

#0Aprile 2014

Page 2: Cream wagon #0

CREAM WAGON MAGAZINE

2

#0Aprile 2014

DIGITAL MAGAZINE MENSILE

/cream.wagon

@CreamWagon

#creamwagonmagazine

immagine copertina:

MAURO GATTI

Page 3: Cream wagon #0

Sommario

3

Mauro Gatti

Paolo Martelli

NPCrew

Till The Last Breath

pag.10

pag.6

pag.14

pag.18

Page 4: Cream wagon #0

4

Cream WagonVogliamo condividere con voi i nostri interessi e le nos-tre passioni o più semplicemente ciò che ci incuriosisce. Vogliamo lasciarci trasportare da ciò che ci piace, dalle arti alla musica fino alle culture giovanili più interessanti fino ad arrivare alle proposte più fresche e attuali. Ci presentiamo con la pretesa di essere indipendenti e li-beri da restrizioni di ogni sorta con l'unico desiderio di parlare di ciò che ci piace e condividerlo con chi ha la

stessa nostra fame di curiosità.

CREAM WAGONMAGAZINE

Page 5: Cream wagon #0

5

GIULIA LANCINI: laureata nel 2014 in fo-tografia presso l’università “LABA” di Brescia. Attual-mente opera nel campo musicale

YURIY ZAGRANOVSKYY: Diplomato nel 2012 in grafica. Lavora come freelancer per alcune aziende e dal 2006 si occupa di fotografia art and commerce.

CLAUDIO CAMPANA: Diplomato nel 2012 in un istituto grafico. Attualmente studia arti visive al “DAMS” di Bologna.

TEAM

Page 6: Cream wagon #0

Mauro GattiMilano city, giornata nuvolosa e abstanza fredda..“Mutado” Studio.Incontro con l’illustratore ,Art Director dello studio “Mutado”- Mauro Gatti

Da dove nasce tutto? Da quale inizio?

Ci sono due diversi percorsi, c’è il Mauro Art Director d’agenzia, più focalizzato su un certo tipo di business, piuttosto della costruzione di un progetto e dall’altra parte c’è il Mauro illustratore che disegna. La creatività è una cosa dentro, si può raffinare ma non può essere rassegnata.Fin da piccolo disegnavo, non guardavo i cartoni animati dal punto di vista dei personaggi ma mi immaginavo di essere il disegnatore. All’epoca il digitale non es-isteva, non c’era internet, cellulari, non c’era niente. L’avvento del computer ha permesso la nascita del digitale anche senza internet. Fortunatamente a Palazzolo sull’Oglio, sono stati presenti i gemelli Car-raro che hanno fatto un passo importante nel digitale anche a livello internazionale ed è verso l’ultimo anno delle superiori che ho iniziato a collaborare con loro. Gra-zie alla stabilità economica e a internet ho potuto dare una mia interpretazione personale al vero significato di multimedi-alità, cosa che al giorno d’oggi può sem-brare banale. Il passo successivo è dire “Lavoro nel digitale e faccio l’illustratore”, la mia scelta e stata una scelta economi-ca, non nascondo niente a nessuno. Fac-cio l’illustratore e vuol dire che lavoro per un certo tipo di ambiente pubblicitario.

. Ho sempre desiderato una stabilità economica per poter avere una casa tutta mia, avere tanti cani, mangiare bio-logico e l’unico modo per raggiungere quell’obbiettivo era di costruire un’azienda. Assieme al mio socio socio , nonostante abbiamo passato anni durissimi, umiliazioni, notti in ufficio, siamo riusciti a realizzare i nostri progetti, per dimostrare che non sem-

pre vince il nipote, il cugino o il parente.

“Ci siamo conosciuti al PDF festival e dopo l’evento ho approfondito la tua biografia, visualizzando il tuo sito, dove ho notato una quantità altissima di brand noti, famosi sia in Italia e all’estero. Hai avuto un ruolo im-portante solo con i “Big” del mercato o col-laboravi già con brand meno importanti?”

Bisogna sempre distinguere ciò che si fa: da una parte sono illustratore, dove

6

(C) Mauro Gatti

Cream Wagon

by Yuriy Zagranovskyy

Page 7: Cream wagon #0

posso sfogarmi con più libertà, avendo magari meno guadagni ma sempre una possibilità di scelta creativa. Che io lavori per un brand famoso o per una “salumeria del cugino di un cugino dell’altro cugino” , l’importante è dare la libertà creativa senza un muro di pretese e atteggiamenti arroganti, perchè non sono un manovale della grafica.Ovviamente un’azienda deve mantenere un certo stile nella proposta di lavoro, dove a volte, più grande è il cliente, più gran-di sono i bisogni a cui si deve far fronte, sopratutto per lavori al livello nazionale. Come quando un prodotto va in diretta su un canale internazionale, ovviamente deve rispecchiare un occhio generale nel presentare una cosa come la vediamo noi.La grande fortuna che abbiamo avu-to è di lavorare con grandi brand dell’entertainment, diversi da altri che sono più quadrati dal punto di vista creativo. Qui nasce il discorso della sfida, che è una parte essenziale del mondo creativo. Il min-imo problema ti potrebbe far crollare, in-

vece questa è una palestra eccezionale .

“ Hai avuto qualche ispirazione dal punto di vista fashion? “

Tu pensi di essere influenzato dall’informazione che cerchi di ignorare, però involontariamente accogli ciò che ascolti o vedi, è la regola della pubblicità. Quando pensi di non essere influenzato , an-dando in un centro commerciale, vedi una realtà incrociata tra ciò che vuoi comprare e ciò che hai visto o sentito. Non sono stato influenzato dalla moda, non ho mai avuto un grosso bisogno di brand, mi limito a com-prare un ristretto numero di prodotti, non-ostante tanti amici facciano moda. La moda milanese non mi ha mai colpito e non ho mai avuto particolare attrazione verso essa.

“Il futuro è una cosa incerta, non si sa cosa suc-cederà domani. Per questo ti chiedo, quali sa-ranno i tuoi prossimi passi per il futuro dello studio o qualche nuova proposta dell’adevertise?”

Per quello che mi riguarda, “Mutado” ha già raggiunto il suo obbiettivo a grandez-za generale. Credo di farmi ancora qual-che anno, voglio condividere la mia espe-rienza nell’advertise, e poter aiutare le persone che mi sono intorno. Saranno loro poi ad aprire altri Mutado, perché vedo triste la situazione in cui le persone fanno lo stesso lavoro per 60 anni e non migliorano. É chiaro che se fai un lavoro in cui ripeti un singolo gesto per tutto l’giorno non è come

7

(C) Mauro Gatti

(C) Mauro Gatti

Cream Wagon Mauro Gatti

Page 8: Cream wagon #0

lavorare nel mondo creativo che deve es-sere sempre in evoluzione dove riesci ad evolvere, però sempre fino a un certo punto. Nel mio futuro voglio concentrarmi su 3 cose: giochi, illustrazione e cibo. Mi piace molto fare giochi, soprattutto ai bambini, quindi toccare un aspetto education-al. Illustrare, perché è sempre stata una cosa che mi piace fare, anche se ultima-mente solo di notte. Il Food, perché mia moglie è una terapista alimentare e noi crediamo nel food macrobiotico. Credi-amo nel unire i nostri due mondi, per dare più importanza alla vita alimentare che deve essere essenziale in ogni individuo.

“Il problema dei giorni d’oggi, è che l’istruzione rimane molto indietro, dal punto di vista dei gadgets, tablet e creatività moderna in gener-ale. Secondo te, un giovane deve dedicare più tempo allo sviluppo e all’uso di questa strumen-tazione e in generale a sviluppare meglio lo stru-mento più importante che è il nostro cervello? “

Questo discorso penso sia molto tenta-colare. Se un giorno mi propongono di dare un aiuto nell’istruzione io riformerei il sistema scolastico. Le medie le por-terei a 5 anni, perché è completamente assurdo chiedere a un dodicenne in cosa impegnarsi nei successivi 5 anni.Dopo quel periodo decidi proseguire

con ciò che hai scelto in questo percor-so, con una decisione molto più matura. Oggi in Italia è tutto generico nella scu-ola, fai un po’ di tutto. Secondo me è un errore del sistema d’istruzione, che forma una cultura generica stupenda ma che non ti dà nessuna conoscenza pratica. Questo vuol dire che alla fine fai quello che ti senti di fare. Ovviamente c’è anche il rischio di creare una generazione di soli creativi che non si sporcano le mani.Per tornare al discorso di prima, bisogna integrare il tema dei next-gen, come i tablet da subito nelle scuole elementari, perché è inutile negare il rapporto che i bambini di 3 anni hanno con i gadgets. Basta pensare che la TV esiste dagli anni 50 ,in cui il bambino si limitava a guard-are invece, con i tablet, il bambino intera-gisce; sempre mantenendo un’occhio nelle tempistiche e negli orari d’uso corretti.

“Come lo vedi l’anno 2014. Pare un anno un po’ particolare”

Sono un ottimista di natura, però da un punto di vista, cittadino-sociale, faccio sempre più fatica a riconoscermi ottimista verso la politica o altre cose. Ogni anno cerco di vedere in positivo, anche su alcuni punti mi devo sforzare di più. È dif-ficile rimanere ottimista in una situazione come questa, dove la classe politica è inesistente, dove si creano le generazioni che non hanno valori. Spero sempre che le nuove generazioni formino degli anticor-pi, cercando di portare dei cambiamenti. Dal punto di vista professionale, la vedo sempre positiva, è chiaro che la crisi c’è, però è un argomento, poco confrontabile d’avanti a una sequenza di sistemi incom-prensibili e poco chiari per essere com-battuti. Bisogna rimboccarsi le maniche e ritenerci fortunati di avere un lavoro in confronto a quelli che non lo hanno.

8

(C) Mauro Gatti

Cream Wagon Mauro Gatti

Page 9: Cream wagon #0

9

(C) Mauro Gatti (C) Mauro Gatti

Cream WagonMauro Gatti

Contacts and info

www.maurogatti.comwww.mutado.com

(C) Mauro Gatti

Page 10: Cream wagon #0

Paolo MartelliGennaio 2014.

Una giornata di pioggia e nuvole molto grigie a Bresci.Incontrando Paolo, siamo andati in un bar, per creare una

conversazione - racconto, sulla sua vita. Non conoscendolo, ho avuto un piacere di ascoltare una storia della sua vita, del

tutto poco tranquilla, ma nello stesso momento, anchè tanto minimalista...

Laureato in fisioterapia. Dopo 6 mesi di lav-oro in centro privato fisioterapeutico, Pao-lo capisce che quello è il lavoro perfetto. Nonostante tutto si sente a disagio e decide di fare qualcos’altro. Trovandosi ancora in Italia, decide di scappare a Barcellona, considerata un posto da visitare almeno una volta nella vita. Inizialmente l’idea era quella di stare in Spagna soltanto 3 mesi, invece Paolo ci rimane per 7 anni. Prima di fare questo viaggio non sapeva ancora fotografare ma dopo 10 giorni inizia a fare volantinaggio, 4 ore al giorno, 4-5 giorni a settimana, 500 euro fissi al mese. Vivendo cosi per 2 anni, avendo un sacco di tempo libero e guardando sempre la gente, inizia a pensare che tutto questo deve essere fotografato. Questo flusso della vita deve essere colto nell’attimo giusto. Compra la sua prima reflex, inizia fotografando “a caso” e decide di iscriversi ad un corso sull’uso base della macchina fotografica digitale. In tre anni si ritrova ad avere un archivio contenente più di 500.000 foto-grafie scattate alcune delle quali vengono caricate su un blog fotografico, per capire la reazione e vedere la risposta del pub-blico. Non ha mai l’idea di un progetto pre-ciso, “ciò che viene bene fa piacere, ciò che non esce, fa niente”. Inizia un nuovo lavoro in un ristorante che gli ruba molto tempo per via dei turni serali e che porta

Paolo a dover sfruttava il giorno per dedicarsi completamente e solo alla fo-tografia. . Con poche forze ed energie, consapevole che non avrebbe potuto continuare a dormire poco e lavorare tan-to, decide di mettere da parte qualche sol-do, per poter fare un nuovo grande passo.Decide di abbandonare ogni lavoro per dedicarsi solo alla fotografia cercando di vivere solo di quella, senza negare mai il bisogno di dover tornare a lavorare nel ristorante per necessità economica.Con il tempo inizia ad organizzare es-posizioni fotografiche proprie, occa-sioni che gli permettono di tornare a pari delle spese fatte per l’acquisto dei materiali investiti nelle mostre.Il problema del 2014 è che ormai qual-siasi persona, avendo un budget da investire, può diventare “fotografo”. Ricordiamo il caso successo poco tem-

(C) Paolo Martelli

10

Cream Wagon

by Yuriy Zagranovskyy

Page 11: Cream wagon #0

po fa in Spagna, dove una rivista de-cise di eliminare il 90% dei fotografi, ar-ruolando giornalisti armati di smartphone. C’è da sottolineare il fatto che avere un identità fotografica propria sia im-portante: la gente chiamerà TE per-ché vuole quello che fai TU e non quello che fanno altri milioni di fotografi.Nelle sue immagini non s’ispira mai ad altri fotografi, le sue sono sempre state scelte personali. All’inizio fotografa soprattutto le persone cercando di coglierne l’essenza, l’anima e soffermandosi sui dettagli e sui particolari. Si dedica anche ad oggetti in-animati. Ciò che non è vivo, diventa un sog-getto molto più difficile da cogliere e da imprimere sulla pellicola. Trova molto più interessante le situazioni senza le persone. Riferendoci alla sua sequenza di foto-grafie minimaliste, prendiamo ad esempio, un albero fuori città. Scatta non pensando all’albero come a un’idea per una nuova fo-tografia, ma lasciandosi andare, cercando di farsi ispirare da ciò che capita nella vita.

L’albero come altre cose fa parte del flusso naturale della vita, non è programmato, è una piccola parte di questo mondo pieno di particolari che Paolo vuole cogliere. Ragionando in generale, conferma la sua soddisfazione nel lasciare “se stesso” nella fotografia, per farsi riconoscere dalla sua firma personale, dal suo modo di scat-tare. La gente riconosce un suo scatto e un giorno rimarrà una parte intima del suo lavoro che chiunque potrà vedere.

Paolo MartelliCream Wagon

(C) Paolo Martelli

11

Page 12: Cream wagon #0

“Avranno quelle 400 fotografie buone,in cui sono dentro. Ho già raggiunto il mio obbiettivo, e mi piacerebbe andare avanti finché posso. Penso di aver già fatto qualcosa, sono li dentro, pos-sono ritrovare la mia anima li dentro.”La mancanza di confronto con altri fo-tografi porta Paolo ad avere una vi-sione particolare e del tutto person-ale del mondo fotografico moderno.

Recentemente, Paolo ha lavorato per Addidas e ha collaborato con la squad-ra Paraolimpica Italiana del ciclismo. Prosegue sempre nei suoi lavori. Potete visualizzare altre delle sue fotografie su: w w w . p a o l o m a r t e l l i . c o m

Cream Wagon Paolo Martelli

(C) Paolo Martelli

12

(C) Paolo Martelli

(C) Paolo Martelli

Page 13: Cream wagon #0

Cream WagonPaolo Martelli

13

(C) Paolo Martelli

Page 14: Cream wagon #0

NPCrew: Marco Bellini, Marco Cremaschi, Marco Ghezzi, Michele Pagani e Alessandro Signoroni.

Nati nel 2005 a Palazzolo S/O come brand di ma-gliette divenute un must, ho ancora la loro t-shirt con ghiacciolo mammellato, si sono fatti strada tra ironia e passione organizzando eventi e firmando importanti collaborazioni con artisti della zona per poi trovare il loro ambiente naturale come web agency. Per questa intervista ho parlato con Michele Pagani, Marco Cre-maschi e Marco Bellini.

NPCrew

“NPCrew è l’unione di diverse personal-ità ma prima di tutto siete un gruppo di ami-ci. Come è nata la crew e da quali sogni? “

Si, innanzi tutto siamo un gruppo di amici ac-comunati da interessi comuni. Inizialmente il gruppo era formato da Michele Pagani, Marco Ghezzi e Alessandro Signoroni con l’idea totalmente casuale di fare t-shirt con fondi di magazzino dal quale poi è nato il brand, senza alcuna conoscenza di cosa fosse, senza sapere di graphic design o di comunicazione marketing. Con le prime ma-gliette abbiamo iniziato a ragionare su temi che avremmo poi sviluppato in futuro, con l’intenzione di farlo diventare il nostro lavoro.Sempre casualmente dalle magliette siamo passati a fare qualche lavoro di graphic design inserendo nel gruppo Marco Cre-maschi come web designer e Marco Bell-ini come illustratore andando a formare l’attuale Crew. Nel 2011 abbiamo de-ciso di trovare una forma istituzionale costituendo una SRL, con l’obbiettivo di fare qualcosa di creativo al servizio dell’impresa, sia nostra che per clienti.

“Negli ultimi anni vi siete addentrati in tanti progetti differenti quasi come se essere dinamici sia una necessità. Cosa vi porta a questa indipendenza?”

La completa mancanza di program-mazione che, nonostante sia pecca enorme della crew, ci permette di but-tare idee in continuazione e cercar di far nascere progetti, alcuni senza pre-tese altri con grosse aspettative garan-tendoci comunque molta indipendenza.

“Siete nati in un territorio provinciale dove il vostro nome è ormai riconosciu-to. Che rapporto avete con Palazzolo e in generale con la zona che vi circonda?”

Siamo molto legati al territorio sopratutto per il discorso eventi e per le nostre ami-cizie, cerchiamo di inserirci in dinamiche che conosciamo bene. Da una parte es-sere ben inseriti sul territorio ci permette di andare avanti con contatti per passapa-rola garantendoci numerosi clienti con un buon successo. Dall’altra parte non ci sentiamo provinciali nel senso che due di noi vivono a Milano, abbiamo fatto tutti esperienze all’estero e viaggiamo parec-chio quindi siamo per l’internazionalità rimanendo però in provincia.

14

Cream Wagon

by Claudio Campana

Page 15: Cream wagon #0

“Dalle esperienze di lavoro all’estero avete qualche considerazione da fare o aneddoti da raccontare? “

M.P. Lavorare all’estero ti permette una crescita che in Italia, anche se vai a la-vorare per le grosse società, difficilmente riesci ad avere. Questo per un modo com-pletamente diverso di come viene vissuto il lavoro, ad esempio io sono stato a New York dove la gente si spacca effettivamente di lavoro. D’altra parte l’internazionalità è un’esperienza che ognuno dovrebbe provare senza per forza restare all’estero, perchè conoscere diverse culture e rap-portarsi con altre realtà arricchisce il tuo bagaglio sia personale che culturale. Per quanto riguarda la Crew l’obbiettivo sarebbe andare per un periodo all’estero, con destinazione California, per sviluppare dei nostri progetti che sono attualmente in via di costruzione.

“So che tra i vostri progetti più immediati c’è Whattaspot, potete parlarcene?

Whattaspot è la nostra grossa scommessa, si tratta della seconda startup seria a cui lavoriamo, di base è una app con supporto web e social natwork fatto su misura per chi pratica sport su tavola (snowbord, skate-board, surf). Ci stiamo dedicando da ormai quasi un anno e con il release ad aprile, abbiamo quasi compretamente finito lo sviluppo. E’ una scommessa che ci ha visto andare in H-Farm (incubatore di imprese) per un periodo e con questo progetto vorremmo partire per l’estero, proprio in California dove trovare investitori e dove l’applicazione risquotrebbe maggior suc-cesso, subito dopo averla testata in Italia.

“Negli ultimi anni i social natwork hanno avuto una crescita esponenziale, che rapporto avete con questi mezzi e quanto hanno influito nel vostro lavoro?”

Il social è lo strumento principale del nostro lavoro, importante sia per le public rela-tions che per curare l’immagine dei clienti. C’è chi di noi è molto social e chi di noi lo è molto meno, ovviamente è uno strumen-to molto importante ma che va usato con il cervello per poterlo sfruttare a proprio vantaggio sia per il marketing pesonale che per quello aziendale.

“Nell’ultimo periodo avete collaborato anche con delle scuole riscuotendo notevole succes-so. Qualche consiglio per i più giovani? “

M.P. Darsi da fare al di la dell’orario scolas-tico e di ciò che si impara sui banchi di scu-ola. Internet è uno strumento potentissimo che permette anche di formarsi e raggiun-gere determinate competenze. M.B. Coltivare i propri interessi e fare un uso sensato di internet con il qual poter spa-ziare e approfondire su tutto cercando la qualità.

Cream WagonNPCrew

15

Page 16: Cream wagon #0

16

“Sono certo che il lavoro vi risucchi mol-to spazio, ma che fate nel tempo libero?”

M.P. Quando posso faccio snowboard, vado spesso in montaga, guardo film e penso un sacco, poi il confine tempo libero e lavoro è molto labile perchè comunque sia, NPCrew è al centro di ogni cosa. M.B. Dipingo, ogni tanto faccio graffiti, vado a concerti, me la godo. Anche per me si ricade in NPCrew volontariamente o involontariamente. Gli altri si danno alle se-rie tv(M.C.), alla playstation e alla capoe-ira (M.G.) e al cambio di pannolini (A.S.) Non imponendoci limitazioni ogni cosa che ci viene in mente diventa la scusa per un nuovo progetto, l’ultimo arrivato è FAI CACARE che nulla vuol dire se non questo...

“Ultima domanda, qual’è il vostro gusto del ge-lato preferito?”

M.P. mascarpone M.B. pistacchio

M.G. mascarpone A.L. fior di latte

M.C. kiwi

NPCrewCream Wagon

www.npcrew.ithttps://www.facebook.com/godblessthecrew

Page 17: Cream wagon #0
Page 18: Cream wagon #0

Cream Wagon Till The Last Breath

Till The Last Breath“Partiamo da una domanda banale ma neces-saria. Come siete nati, dove, come e perché?”

Nel 2010 abbiamo iniziato a suonare perché avevamo influenze musicali co-muni e inizialmente non c’era l’idea di fare un gruppo serio, assolutamente. Dopo qualche cover abbiamo scritto il primo singolo, lo abbiamo poi registrato allo Skie Studio di Roma e l’abbiamo caricato su youtube. Dopo aver ottenu-to un riscontro positivo abbiamo deciso di tornare a Roma e registrare il primo ep.

“Ci sono stati cambiamenti della formazi-one della band?”

Nel 2011 abbiamo dovuto sostituire, per delle incomprensioni, il nostro primo screamer. La scelta del nuovo cantante

è stata fatta tramite dei provini, dopo aver sentito una quindicina di raga-zzi che provenivano da varie zone del nord Italia, abbiamo scelto Nicola per la sua attitudine e timbro vocale.

“Come vi organizzate per scrivere la musica e i testi?”

Sostanzialmente si inizia scrivendo i riff di chitarra e da lì parte un processo di song writing fatto in comune. Il tutto viene infine filtrato dal general manager Alessandro Fapanni. Si lavora molto sui pezzi, ci si sta sopra anche per mesi per poter arricchire al meglio la struttura base da cui si parte. Per quanto riguar-da i testi vengono scritti da Galli anche se può capitare che l’idea del tema può venire in mente a chiunque di noi.

18

by Giulia Lancini

Page 19: Cream wagon #0

Gli argomenti che di solito trattiamo nelle canzoni sono molto vari. Nel primo ep passiamo da tematiche che riguardano l’uomo calato nella natura, un concetto che ha a che fare con la filosofia greca, a testi che trattano dell’amore disper-ato di uomo per una ragazza-mostro, messo in modo molto metaforico, o an-cora testi che parlano di noi come band.Per quanto riguarda “Adam” il testo è molto particolare. Come si vede nel video Adam è un bambino che scopre di voler trascend-ere quello che è il limite umano e arrivare a controllare il tempo. Il nome “Adam” è stato scelto in quanto biblicamente è il nome che Dio ha dato al primo uomo e quindi rap-presenterebbe la volontà di tutta l’umanità di avere il controllo sul tempo e sulla vita.

“Raccontateci del vostro primo live”

Il primo live è stato il 19 febbraio 2011 pres-so il Decimo Secolo, locale ormai chiuso, e possiamo dire che abbiamo dei bei ricordi della serata (risata generale). Scherzi a parte la serata è stata fantastica e il lo-cale era pieno. Finalmente possiamo dire che diversamente dalle esperienze musica-li passate, visto che alcuni di noi avevano già suonato in altri gruppi, questo è stato il primo live in cui abbiamo sentito di suonare qualcosa che ci appartenesse davvero.

“La cosa più assurda che vi è successa du-rante un live?”

Alessandro Galli: questa la racconto io! Eravamo a Roma e il backstage del lo-cale era collegato al retro del palco. Non c’era un bagno. Dovevamo salire sul palco nel giro di un minuto, l’intro era già partito, ma io avevo una grave ur-genza di svuotare la vescica, ma del tipo che se salivo sul palco me la facevo

sul palco me la facevo addosso! Preso dal panico ho deciso di prendere un bicchiere e nello sgomento generale ho pisciato in un angolino dentro al bicchiere. Tempo di chiudere la cerniera e sono salito sul palco.

“Com’è il vostro rapporto con i fans?”

Il rapporto è molto buono. Cerchiamo sem-pre di rispondere a tutti, sia privatamente che sulla pagina pubblica. Siamo molto gra-ti quando ci viene dimostrato del supporto e quando vediamo che c’è una risposta più che positiva a quello che facciamo. I nostri fans sono soprattutto stranieri, ci sono di-verse pagine e gruppi che sono stati creati su facebook da fans provenienti da diversi stati: Messico, Russia, Ex Jugoslavia. Il nostro è un genere che viene recepito e accet-tato più facilmente all’estero che in Italia.

“Vi aspettavate di ottenere il succes-so che avete raggiunto? Visto che sec-ondo me si può già parlare di successo.”

19

Cream WagonTill The Last Breath

Page 20: Cream wagon #0

Sicuramente non ci aspettavamo una ris-posta così forte anche se comunque è an-cora presto per poter parlare di successo. Quello che abbiamo raggiunto finora ci ha sicuramente stimolati molto per continuare a lavorare dando sempre il meglio. Speriamo con i prossimi lavori di mantenere, e magari aumentare il livello ottenuto fino adesso.

“Cosa potete accennarci dei progetti futuri?”

Nel prossimo album ci sarà sicuramente un cambio di sound che sarà più pesante ed esce un po’ da quello che è l’emo del primo ep. Stiamo sperimentando per capire qual è la nostra dimensione musicale. Abbiamo due singoli registrati che rilasceremo molto presto con due video ufficiali. Stiamo de-finendo un tour italiano con Ghost Agency che è l’agenzia con cui stiamo collaboran-do ora. Il nostro obiettivo è quello di rius-cire a suonare anche all’estero dove il nos-tro genere ha sicuramente un terreno più fertile. Per ora abbiamo fatto live in tutto il nord Italia fino al centro e speriamo di ri-uscire a portare la nostra musica ovunque.

“Il vostro gusto di gelato preferito?”

Amarena e stracciatella.

Info sul gruppo, canzoni, merchandise:http://www.smarturl.it/iTunesTTLB

https://twitter.com/TTLBreathBandhttp://tillthelastbreath.bigcartel.com/

https://www.facebook.com/tillthelastbreathofficial/

20

Till The Last BreathCream Wagon

Page 21: Cream wagon #0

R I N G R A Z I A M E N T I

Ringraziamo per la disponibilità:Mauro Gatti, Paolo Martelli, Marco Ghezzi, Marco Bellini, Marco Cre-maschi, Michele Pagani, Alessandro Signoroni, Luca Rapuzzi, Alessandro Galli, Alessandro Larini, Leonardo Pio-

vanelli e Nicola Bicego.

Uno speciale ringraziamento va all'Altrove Pub per la gentile ac-

coglienza.

CREAM WAGONMAGAZINE