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1 GIORNALINO SCOLASTICO DELL’ISTITUTO TECNICO AGRARIO STATALE “C. RIDOLFI” DI SCERNI 2009/2010 Come è stata accolta nella nuova scuola? L’accoglienza, come tutti sappiamo, è un valore fondamentale della convivenza civile, l’educazione è anch’essa accoglienza. Il benvenuto da parte dell’istituzione scolastica e delle sue varie componenti è stata a dir poco fantastica. E’ come se ci fossi sempre stata e penso veramente di starci sempre bene per il tempo che verrà. Qual è stato il suo impatto con un ambiente socio- culturale molto diverso da quello in cui era stata abituata ad operare? La terra d’Abruzzo non nasconde disuguaglianze eclatanti sotto tutti i punti di vista, sia socio economici che culturali. Nei ragazzi ho ritrovato i miei ragazzi di sempre. Molte volte l’età non è una discriminante educativa, i problemi sono semplicemente più grandi e hanno di conseguenza bisogno di un approccio educativo diverso. A suo parere, quali sono i punti di forza dell’istituto e quali quelli deboli? CREDERE IN SE’ STESSI Il consiglio della nuova Dirigente agli studenti Il nuovo Dirigente Scolastico, Dott.ssa Filomena Zanfardino, risponde alle nostre domande, negli uffici della presidenza: immediatamente traspare una grande dose di grinta ed entusiasmo BUON NATALE Riccardo Carlucci BUON ANNO Natale Non v’era freddo, né neve, né gelo nella notte del tuo Santo Natale. Il cielo dell’inverno era scaldato dal calore della rosa e del giglio. Assieme ti hanno portato e posato sullo strame dell’umile giaciglio… Ancor la rosa non cessa di amare e il giglio di profumare, piangendo. Continua in seconda pagina

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GIORNALINO SCOLASTICO DELL’ISTITUTO TECNICO AGRARIO STATALE “C. RIDOLFI” DI SCERNI 2009/2010

Come è stata accolta nella nuova scuola?

L’ a c cog l i en z a , come tu t t i s a p p i a m o , è u n v a l o r e fondamentale della convivenza civile, l’educazione è anch’essa accoglienza. Il benvenuto da parte dell’istituzione scolastica e delle sue varie componenti è stata a dir poco fantastica. E’ come se ci fossi sempre stata e penso veramente di starci

sempre bene per il tempo che verrà.

Qual è stato il suo impatto con un ambiente socio-culturale molto diverso da que l lo in cu i e ra s tata abituata ad operare?

L a t e r r a d ’ A b r u z z o n o n nasconde disuguaglianze eclatanti sotto tutti i punti di vista, sia socio economici che culturali.

Nei ragazzi ho ritrovato i miei ragazzi di sempre.

Molte volte l’età non è una d i scr iminante educat i va , i problemi sono semplicemente p i ù g r a n d i e h a n n o d i conseguenza bisogno di un approccio educativo diverso.

A suo parere, quali sono i punti di forza dell’istituto e quali quelli deboli?

CREDERE IN SE ’ STESSI

Il consiglio della nuova

Dirigente agli studenti

Il nuovo Dirigente

Scolastico, Dott.ssa

Filomena Zanfardino,

risponde alle nostre

domande, negli uffici della

presidenza:

immediatamente traspare

una grande dose di grinta

ed entusiasmo

BUON NATALE Riccardo Carlucci BUON ANNO

Natale

Non v’era freddo, né neve, né gelo nella notte del tuo Santo Natale.Il cielo dell’inverno era scaldatodal calore della rosa e del giglio.Assieme ti hanno portato e posatosullo strame dell’umile giaciglio…Ancor la rosa non cessa di amaree il giglio di profumare, piangendo.

Continua in seconda pagina

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La scuola offre, attraverso le sue strutture, opportunità formative incredibili in tutti i settori ed ambiti.

Senz’altro l’ambito tecnico-agrario è prevalente, ma io non voglio mettere all’angolo tutta la gamma delle opportunità formative, specialmente vorrei sottolineare la formazione linguistica che è il presupposto di ogni occupazione.

Il convitto che l’istituto annovera tra le sue strutture è il fiore all’occhiello del territorio. Dobbiamo sfruttarne tutte le potenzialità che i suoi moderni ambienti offrono.

Bisogna migliorare il trasporto locale: è un impegno che dobbiamo risolvere insieme alle istituzioni civili.

Quel’è il miglior augurio per i suoi studenti, professori, personale ausiliario e personale amministrativo con cui lavora giorno dopo giorno?

Il clima favorevole del posto di lavoro non è ne’ un a priori ne’ un a posteriori.

Occorre costruirlo giorno dopo giorno nel rispetto di sé stessi e degli altri, migliorando il

livello culturale che ci circonda, creando così un sistema sinergico e virtuoso.

E infine, quale consiglio si sente di poter dare a noi ragazzi del quinto, che si affacciano alla vita lavorativa e/o universitaria?

L’istruzione superiore di base è fondamentale sia per l’ambiente lavorativo che universitario.

I grandi educatori che ci hanno preceduti identificano la cultura con la storia, sia la storia con la “S” maiuscola che la storia di ognuno di noi: ambedue s’identificano nello spirito e quindi nella nostra personalità unica e irripetibile. Più colti siamo più personalità abbiamo e più si ampliano gli orizzonti del nostro avvenire. Studiare è la costruzione di sé stessi nella società.

L’autostima è un valore morale: credere in sé stessi significa non curarsi dei giudizi negativi altrui, credere in sé stessi è il consiglio migliore che io vi possa dare.

Con quest’ultima frase si conclude il nostro incontro.

Ritorniamo in classe sognando il nostro futuro!

Marzia Di Tullio, Mariella Tittaferrante, Eugenio Longo.

VIVIAMO IN UNA SOCIETA’ CHE TOLLERA LA DIVERSITA’?Il rapporto tra la diversità e il popolo italiano

Partendo dall’idea che siamo tutti eterosessuali e che non è normale scegliere un partner dello stesso sesso, nascono molti atteggiamenti avversi nei confronti di chi non condivide quest’idea.È proprio così che nasce l’omofobia.L’omofobia letteralmente significa: “paura nei confronti di persone dello stesso sesso”, ma viene usata per indicare tutti quei sentimenti negativi che molte persone hanno nei confronti di uomini e donne omosessuali.Secondo alcune indagini prese dal l ’ar t icolo “L’omosessualità è contro l’economia” di Irene Tinagli, il 49% degli italiani ha risposto “si” alla domanda se il proprio Paese è un buon posto per vivere per gli omosessuali; quindi una buona fetta della popolazione italiana ritiene che l’Italia sia un Paese in grado di accettare la diversità. Questo dato è falso perché si parla di una società dove avvengono innumerevoli discriminazioni, violenze verbali, psicologiche, fisiche, limitazioni dei diritti pubblici e religiosi…per tutte le persone che scelgono di avere accanto, un uomo o una donna dello stesso sesso nella vita. Inoltre, la società è

diffidente nei confronti della diversità, fino al punto di considerarla pericolosa.L’Italia si sforza per proiettarsi verso lo sviluppo, cerca di diventare un Paese libero, innovativo che gratifica il cittadino rispettandolo, che accetta e tollera ciò che è “diverso”…,ma non riesce a liberarsi dalla propria immagine tradizionalista i pregiudizi e le discriminazioni che ostacolano e limitano il progresso. Se si vuole costruire una nuova società moderna con un’economia dinamica, è fondamentale aprirsi, cambiare le proprie disposizioni e accettare il cittadino con le proprie diversità.Nel nostro Paese le violenze verso i gay sono sempre più frequenti, i cittadini manifestano disprezzo e isolano tutto ciò che non li rispecchia. Tanti usano la parola “frocio” come connotazione negativa, anche questo può essere considerato omofobia.Solo quando tutti saranno capaci di valutare le idee degli altri indipendentemente dalla sessualità e valorizzare la diversità dell’individuo, si potrà dire che gli omosessuali vivono in un Paese “giusto”.

Mariella Tittaferrante

CREDERE IN SE’ STESSI - Continua dalla prima pagina

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Carissimi Amici,all’inizio del nuovo anno

sco l a s t i co, des idero f a r v i giungere il mio augurio di buon lavoro e l’assicurazione della mia preghiera affinché il Vostro impegno possa essere ricco di sodd i s f az ione e d i f rut t i . All’augurio unisco la richiesta di una speciale riflessione sul tema della quarta Giornata per la Salvaguardia del creato, proposto dai Vescovi italiani per il 1 settembre 2009. Prendendo spunto dalle parole di San Francesco “Laudato sì, mi’ Signore…per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sostentamento”, viene richiamata l’attenzione su “quel bene indispensabile alla vita di tutti che è l’aria”. L’invito è a riflettere “sulla necessità di respira aria più pulita e sul nostro contributo personale perché ciò avvenga”. A questo

richiamo, vorrei aggiungere quello circa l’urgenza di far respirare ai nostri ragazzi aria pura anche in senso morale: la d e g e n e r a z i o n e d e i comportamenti etici, l’esempio negativo offerto da figure di spicco della vita sociale e politica, sono una serie minaccia alla formazione dei giovani. l’aria che respiriamo in campo etico appare spesso inquinata in maniera intollerabile: occorre un sussulto morale, che parta specialmente dai giovani, per chiedere onestà e disinteresse nel servizio della cosa pubblica, trasparenza e credibilità nei comportamenti, corrispondenza fra valori enunciati e valori vissuti. Salvaguardare l’aria dello spazio fisico e purificare quella dell’agire risulta particolarmente urgente per il nostro Abruzzo, segnato in questo 2009 dal dramma de l terremoto e dall’opera necessaria e difficile

de l l a r i co s t ruz ione . Tu t t i dobbiamo vigilare perché essa avvenga non solo in tempi rapidi, m a a n c h e n e l r i s p e t t o dell’ambiente e nella trasparenza morale di quanti ad ogni titolo vi saranno coinvolti. Propongo ai docenti e agl i studenti di riflettere su questa duplice sfida, comunicandovi, se vorranno, le Loro impressioni. Salvaguardare l ’ a r i a – v i g i l i a m o s u l l e responsabilità etiche dell’agire sociale e politico. Anche così la scuola potrà essere preparazione del futuro di tutti e contribuire a far crescere la qualità della vita per tutti. Benedico i ragazzi e i giovani, le Famiglie e l’intero Personale Scolastico, docente e non docente, con tutto l’affetto del mio cuore di Padre e Pastore.Bruno ForteArcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto

Chieti, 1 Settembre 2009

AI RAGAZZI E AI GIOVANI CHE RIPRENDONO LA SCUOLAAI DIRIGENTI SCOLASTICI, AI DOCENTIAL PERSONALE NON DOCENTE DELLE SCUOLE

A l c u n e c l a s s i dell’Istituto Tecnico Agrario di Scerni portano

avanti da qualche anno un progetto curato dalla professoressa Michelina Pirocchi e d e n o m i n a t o “ P ro g e t t o l e t t u r a ” . L a professoressa ci porta nella biblioteca della

scuola che è ben fornita perché ci sono libri di diverso genere: narrativa,avventura,storia,quindi noi alunni abbiamo una vasta scelta e possiamo prendere in prestito,per circa venti giorni, un libro di nostro gradimento. Dopo averlo letto,la professoressa ci fa svolgere una verifica scritta cioè una scheda dove bisogna scrivere il titolo,l’autore,la

descrizione dei personaggi,dell’ambiente dove si svolge la storia,un breve riassunto sul contenuto del libro ed infine una valutazione personale su quello che è stato letto.Questa iniziativa è molto interessante perché stimola noi ragazzi al la lettura verso la quale,spesso,non abbiamo simpatia perché preferiamo impiegare il nostro tempo libero in altre attività. Leggere è molto importante per la nostra formazione culturale perché conosciamo non solo cose nuove ma impariamo a comprendere meglio il contenuto di un testo,ad esporlo e ad esprimerci meglio anche quando ci troviamo fuori dalla scuola, a contatto con persone che non fanno parte dell’ambiente scolastico.Grazie professoressa per averci fatto apprezzare il gusto e l’importanza della lettura.

Del Re Alessandro

Progetto letturaITASNEWS

D I R E T T O R E R E S P O N S A B I L E :P R O F . R I C C A R D O C A R L U C C IG R A F I C A E I M P A G I N A Z I O N E :P R O F . F I O R E D I D O N A T OR E F E R E N T E A L U N N I :M A R I E L L A T I T T A F E R R A N T EC O L L A B O R A T O R I : M A R Z I A D I T U L L I O , P A M E L A L U C C I , E U G E N I O L O N G O

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PROGETTO LEONARDO

IMMAGINI DA GRANADA

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VALENTINA E ALESSANDRO ALLE F INALI NAZIONALI DEI GIOCHI

SPORTIVI STUDENTESCHI

Dal 19 al 23 ottobre 2009 io e Alessandro

siamo andati a Lignano Sabbiadoro (UD)

per partecipare alle finali dei giochi

s po r t i v i s t uden t e s ch i , c i h anno

accompagnato i professori Beraducci

Domenico e Di Tommaso Francesca.

Abbiamo partecipato alle gare dei 100

metri e alla staffetta, riportando i seguenti

risultati:

nei 100 mentri mi sono classificata

seconda (19.53) , Alessandro s i è

classificato quarto (18.09).

Alla staffetta per l 'Abruzzo io e

Alessandro abbiamo partecipato insieme a

Ballatore Alan dell'I.M. "G Vico" di

Sulmona(AQ) e a Schiarizza Nineth dell'

I.S.A."N. di Guardiagrele" di Chieti, la

nostra squadra si è classificata quarta

(1:08.32).

Finite le gare siamo andati a visitare

Venezia, dove c'era l'acqua alta e si

camminava sulle passerelle. Ci siamo

divertiti molto e abbiamo fatto amicizia

con altri ragazzi, come Alan e Nineth.

Valentina Pallotta VB

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Quest'anno l'Istituto Tecnico Agrario Statale “C. Ridolfi" di Scerni e l ' I s t i t u t o P ro f e s s i o n a l e p e r l 'Agricoltura e l 'Ambiente di Lanciano hanno avuto l'opportunità di partecipare alla manifestazione più importante in Abruzzo nel settore florovivaistico: la 9° edizione di Florviva.Questa manifestazione si svolge da alcuni anni presso l'area fiera di Lanciano e nel suo ambito vengono esposti prodotti che riguardano il f lorov iva i smo, g i a rd inagg io e attrezzature di settore.Nello spazio riservato alla scuola il nostro insegnante, professor Di Donato e un assistente, avevano allestito un mini percorso espositivo di piante succulente e cactacee provenienti dalla serra della scuola di Lanciano.Nei padiglioni della fiera erano presenti oltre a venditori ed e s p o s i t o r i , d i v e r s i e n t i e d associazioni regionali e non, che illustravano le proprie attività: ARSSA Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo in Abruzzo, ASSOFLORA Associazione dei Produttori Florovivaisti Abruzzesi, Corpo Forestale di Stato - servizio CITES, Federazione Ordini Dottori Agronomi e Dottori Forestali D'Abruzzo e molti altri.

Florviva, oltre ad essere una vetrina per la vendita dei propri prodotti, offre la possibilità anche alle persone che non sono del settore, ma semplici appassionati, di conoscere tutte le novità e i progressi che si fanno in questo campo. A q u e s t o p ro p o s i t o , m o l t o interessante è stata la conferenza "Evoluzione del f lorovivaismo abruzzese nel periodo 2004-2008" presentata da due funzionari dell'ARSSA: Rita Cianfarra e Camillo Giangiulio.Il programma della manifestazione è stato suddiviso in 3 giornate, 10, 11 e 12 ottobre 2009. Nella giornata di sabato 10, c'è stata l'apertura con s u c c e s s i v a i n a u g u r a z i o n e dell'esposizione, la conferenza e, nel pomeriggio, prove di tree climbing (tecnica di potatura in arrampicata su alberi di alto fusto). Il giorno 11 era domenica, quindi l'affluenza dei vis itatori è stata maggiore e s o p r a t t u t t o m o l t e p e r s o n e incuriosite si sono fermate presso il n o s t ro s t a n d p e r c h i e d e r e informazioni sia sulla scuola che sulle piante esposte.Nella mattinata di lunedì ci sono state le visite guidate per gli studenti delle scuole, mentre nel pomeriggio, dopo i l 9° concorso f loreale "Florviva 2009", riservato ai giovani

Marco al “Florviva”

LE MIE C ARNIVORE

fioristi, alle ore 18.00 c'è stata la chiusura della manifestazione.Questo evento, di cui questo ar t icolo propone una breve descrizione, è stato estremamente interessante dal punto di vista tecnico e professionale, ma un altro e l emen to comunque mo l to importante resta il piacere di incontrare altri appassionati con cui scambiare esperienze e piante.

Marco Pezzotta

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L’ ISTITUTO VA IN F IERA

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Quella che noi definiamo “civiltà” è nata con l’avvento e lo sviluppo dell’agricoltura, non pertanto essa è da sempre ritenuta il

settore primario. Tutte le civiltà si sono sviluppate nella misura in cui sono riuscite ad ottenere alimenti e fibre tessili con maggiore sicurezza. Anche se i libri di storia scolastici molto spesso non ne parlano, ma il successo delle grandi civiltà è dipeso fondamentalmente dalla capacità di approvvigionamento degli alimenti, basta ricordare la c i v i l t à e g i z i a n a e l a t i n a . L’ a g r i co l t u r a come fon te rinnovabile di cibo e fibre e come capacità di gestione sostenibile del territorio, quando questo ruolo è venuto meno si r i corda fame , ep idemie e catastrofi.C o n l ’ a v v e n t o d e l l ’ i n d u s t r i a l i z z a z i o n e , l ’ agr ico l tura man mano è divenuta una delle principali cause di depauperamento e di alterazione dell’ambiente, perché sono state modificate la gestione delle risorse genetiche, dei suoli, delle acque e di conseguenza dell’atmosfera.Alla concezione sostenibile del l ’agricoltura, patrimonio plurimil lenario della civi ltà contadina, è stata nel volgere di pochi decenni sostituita una gestione che può essere definita

minieristica delle risorse naturali tuttora in auge. Una gestione che sinteticamente si può esprimere come “ prendere molto e dare poco o niente”.Questo approccio ha portato allo smantellamento dei saggi concetti agronomici e al la disapplicazione delle famose leggi della concimazione.Il territorio purtroppo in molti casi è ancora utilizzato come fosse una risorsa mineraria ove l’obiettivo è unicamente quello di estrarre. Porto, per semplicità, il solo esempio della gestione dei suoli agricoli dai quali è stata estratta quasi tutta la sostanza

organica portando così i suoli stessi sull’orlo se non gia alla desertificazione, con una netta d iminuz ione del la fer t i l i tà naturale aumentando così i costi di produzione e immettendo nell’atmosfera ingenti quantità di anidride carbonica, con le conseguenze che tutti possiamo onestamente constatare.Questo tipo di agricoltura supportata da uno sviluppo tecnologico a monte (semi bioingegnerizzati, antiparassitari e fertilizzanti di sintesi, macchine sempre più potenti, gestione d e l l e r i s o r s e c o m e b e n i indefiniti) e a valle (sistemi di conservazione, trasformazione e t r a s p o r t i d e l l e d e r r a t e alimentari) più efficienti come

velocità di sfruttamento, ha creato l ’ i l lusione di poter disporre di alimenti migliori e in maggiore quantità dando la sensazione di poter avere cibo a volontà a costi molto accessibili. Questa è stata ed è una autentica bolla di sapone, una scelta scellerata che oggi gia paghiamo e pagheremo sempre più a caro prezzo.Di agr icoltori che ancora possono definirsi Contadini ne sono rimasti ben pochi e sono questi che cercano di mantenere viva quella saggezza che ha permesso per mi l lenn i lo sviluppo delle civiltà anche di quel la industr ia le e post-industriale.Ed è su queste ceneri che oggi dobbiamo ripartire non per tornare indietro ma per andare avanti per dare l’avvio ad una agricoltura sostenibile nella quale s i s v i l u p p i u n a c o n c re t a integrazione fra le risorse naturali e quelle scientifiche-tecnologiche.Una agricoltura capace di produrre alimenti migliori ed in m o d o m i g l i o

re, soprattutto una produzione più diversificata più consona alla cultura gastronomica dei diversi popol i . Una agr ico l tura a gestione sostenibile impiegando

PERCHÉ L’ ISTRUZIONE AGRARIA

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le risorse con la consapevolezza di una loro disponibilità limitata e

pertanto molto più attenta al riutilizzo ciclico dei fattori produttivi. Una agricoltura che abbia non solo la funzione di produrre alimenti ma anche servizi come la salvaguardia del territorio, basta ricordare le t rag i che conseguenze de l dissesto idrogeologico. Una agricoltura partner delle attività turistiche e scolastiche sia come produttrice di prodotti realmente tipici che come spazi, s t r u t t u r e e t e m p i p e r l’accoglienza .Ed è in questa agricoltura che possiamo definire polifunzionale c h e s i d e v e i n s e r i r e necessariamente l’istruzione agraria ( la riforma dell’istruzione di secondo grado sembra andare in questa direzione) per far sì che i nuovi “Contadini” siano all’altezza delle esigenze che le nuove società richiedono.C o n t a d i n i n o n i n s e n s o tradizionale ma personale che ama il suo lavoro con una preparazione solida e in continuo aggiornamento. Uomini e donne c o n u n a p r e p a r a z i o n e storica,scienti f ica,tecnica e

professionale di alto livello a cui vengono affidati responsabilità essenziali quali produrre e migliorare la qualità degli alimenti e dell’ambiente.In questo contesto di sviluppo agricolo nel nostro territorio è doveroso rilanciare l’azione fondamentale del nostro Istituto che nonostante le difficoltà incontrate è riuscito a fornire a g l i a l l i e v i c h e l ’ h a n n o frequentato una preparazione più che dignitosa. Tanti allievi di questo Istituto hanno acquisito ruoli di responsabilità pubbliche nel settore dell’agricoltura, delle Università e della scuola e tanti a l t r i s o n o d e g l i o t t i m i i m p r e n d i t o r i .

Noi come scuola sentiamo la n e c e s s i t à d i a v v i a r e e d accrescere dei rapporti di collaborazione con le strutture pubbliche del settore come l’ARSSA, IL COTIR, IL CRIVEA, le Università e con le strutture produttive private come aziende agricole, agrituristiche e di trasformazione delle derrate alimentari (cantine,caseifici, pasti f ici ,salumif ici ,ecc .) che rappresentano realtà significative sul nostro territorio.

Tutti questi soggetti hanno necessità di acquisire personale con competenze di buon livello c h e s o l o u n a r e a l e collaborazione tra scuola e mondo esterno può permettere di ottenere.Vorremmo come unico Istituto del settore a livello provinciale e uno dei pochi a livello regionale essere coinvolti nelle attività di ricerca che i soggetti prima menz ionat i i n t raprendono n e l l ’ a m b i t o d i n o s t r a competenza, considerando che questo Istituto dispone di una azienda agraria con annesse strutture di trasformazione, di l aborator i e d i persona le qualificato.Chiediamo, in fondo, a tutti un serio impegno affinché in un s e t t o re s t r a t e g i c o c o m e l’agricoltura lavorino a qualsiasi livello di responsabilità persone che abbiano la saggezza della civiltà contadina e le competenze d e l l a c i v i l t à s c i e n t i f i c a -tecnologica.Chiudo ricordando un vecchio detto popolare: “ il contadino scarpe grosse e cervello fino”, vorrei fosse trasformato in “ il contadino cuore grande e cervello fino”.

Nicola Pellegrini

L’agricoltura: dal passato,all’oggi, al domani

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”DALL’AMORE PER LA MADRE TERRA ALLA RIEVOCAZIONE DELLA CULTURA CONTADINA.”

Gli alunni delle classi terze del RIDOLFI di Scerni vogliono cimentarsi nel progetto di elaborazione di vini genuini sostanziali ( naturali), riproponendo le metodologie tradizionali dei nonni sotto la guida dei loro docenti e con la

speranza che detti vini escano sani e pieni di armonie, per farne un regalo natalizio alle loro famiglie.

D’altra parte, i docenti del RIDOLFI sono stati sempre attenti a coniugare le più attuali tecnologie con la schietta tradizione contadina e non vogliono lasciarsi sfuggire la sfida di affiancare alla produzione di vini eccellenti della nostra cantina anche questi altri vini da ottenere con metodi più artigianali .

Gli alunni raccoglieranno una trentina di cassette di uva a bacca rossa ,varietà Montepulciano d’Abruzzo e intraprenderanno due differenti linee di elaborazione enologica per produrre un vino rosato e uno rosso di macerazione. Le due classi si alterneranno ,in un locale adiacente la cantina ,per procedere all’elaborazione mediante attrezzature tradizionali di pigiatura e torchiatura (molto probabilmente la vinificazione in bianco sarà avviata con lo schiacciamento soffice prodotto mediante il calpestio dei grappoli sistemati dentro la “mesa” di legno di abete, come era usanza dalle nostre parti) .I recipienti e le attrezzature che saranno impiegate garantiscono un buon livello di sicurezza e di igienicità alimentare e lo schiacciamento delle uve sarà fatto

mediante il rivestimento dei piedi con buste prodotte con polimeri per alimenti.

FINALITA’ :

- cercare di inculcare l’entusiasmo per le attività inerenti il settore agrario,

- impegnare nell’elaborazione enologica gli alunni che entrano nel percorso triennale,

- metterli in grado di produrre con le loro mani( anche se si utilizzano le competenze guidate dai docenti ) una sana bevanda da offrire in dono ai loro familiari.

- problematizzare ogni passaggio della filiera tecnologica per rendere più attento l’interesse all’apprendimento.

PREREQUISITI :

- conoscenze essenziali delle tecnologie enologiche,

- adozione delle buone prassi igieniche e un impegno diligente degli alunni nel lavoro di gruppo (responsabilità nelle mansioni affidate),

- adeguata capacità ad operare con il computer per la realizzazione delle etichette personalizzate,

- conoscenza del processo microbiologico che è dietro la fermentazione alcolica.

ATTIVITA’ DA REALIZZARE :

- raccolta delle uve aziendali,

- pigiatura

- guida del processo di macerazione,

- svinatura e torchiatura del macerato,

“ IL VINO FATTO DAGLI ALUNNI “

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- controllo chimico dei parametri enologici

- controllo della fermentazione secondaria dentro al tino,

- esecuzione del travaso e della chiarificazione,

- stabilizzazione ed affinamento del vino,

- imbottigliamento ed etichettatura.

METODOLOGIA DI LAVORO :

- breve illustrazione dei lavori da realizzare e loro coordinamento,

- attribuizione dei compiti specifici ai singoli gruppi di lavoro e individuazione di chi deve relazionare,

- definizione dei docenti tutor delegati per le singole fasi operative,

STRUMENTI DI LAVORO :

IN AULA : consegna di uno schema delle operazioni da svolgere, illustrazione di alcuni processi mediante disegni o fotografie, elaborazione di schede di rilevamento dei parametri chimici di laboratorio.

IN CANTINA : mastelloni di plastica alimentare, pigiadiraspatrice, torchio a vite, aste di follatura, griglia di sommersione delle vinacce da macerare, tino inox o vetroresina, damigiane, imbuti, mestoli, colini,stivali PVC, guanti in neoprene, grembiuli antimacchia, pompa da travaso a membrana, tappatrice manuale, ecc.

DESTINATARI :

le classi terze per i lavori di cantina, le quinte per le analisi di rito dei mosti e dei vini.

Gli alunni della quarta si impegneranno sia nella raccolta che nell’esecuzione delle operazioni tecnologiche di chiarificazione e di travaso.

INSEGNANTI COINVOLTI : Gattafoni, Pedone, Pellegrini, Silverii, Di Candilo, Tiberio, De Iure, Di Donato,Di Castelnuovo( per le riprese dei momenti importanti del processo ), Silvestri L.

N.B. : i docenti avranno cura di guidare le operazioni e di inculcare negli alunni l’educazione al rispetto delle buone pratiche enologiche e alla valorizzazione della naturalità dell’alimento, che garantisce sia la salute del consumatore che la salubrità dell’ambiente.

PERIODO DI REALIZZAZIONE :dal 10 di ottobre al 23 dicembre.

COSTO DEL PROGETTO : si stima in circa 5-6 qli la quantità di uva impegnata che con un prezzo corrente di circa 25 euro/qle porta a 150.00 totali.

L’operazione di imbottigliamento presuppone un costo di 26 centesimi per la bottiglia, 25 cent. per il sughero, 5 cent. per il cappuccio e 20 cent per la stampa dell’etichetta per cui ogni bottiglia costerebbe ( escluso il vino ) 76 cent.

Se la resa in vino dell’uva si attesta sul 70% del prodotto impiegato si dovrebbero produrre circa 400 litri di vino ma ,per l’imbottigliamento potrebbero essere già sufficienti 300 litri ( 400 bottiglie)

Costo totale dell’imbottigliamento . 400x 76 cent. = 304.00 euro

Si dovrebbero aggiungere i costi degli ausiliari enologici e dei reattivi delle analisi chimiche che devono essere quantificati in circa 30.00 euro.

N.B. : questo progetto può essere esteso alle classi finali delle scuole medie del comprensorio per cercare di interagire meglio con quelle realtà al fine di un più armonioso orientamento inoltre le prime manipolazioni sono alla portata anche dei nostri alunni diversabili ( PIGIATURA; TORCHIATURA)

VALUTAZIONE DEL PROGETTO : alla fine del lavoro ci sarà una misurazione dei risultati ottenuti basati sia sui parametri qualitativi dei vini che sul grado di apprezzamento espresso con un questionario dagli alunni e dai loro genitori.

IDEAZIONE E DIAGRAMMAZIONE DEL PROGETTO : prof. E. Gattafoni -

PROGETTO VENDEMMIA

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Quando Papa Giovanni Paolo II s’inginocchiò davanti a tutte quelle lapidi, sulla quale è incisa la commemorazione delle vittime di Oswiec im (Aushwitz) nel le seguenti lingue: Polacco, Inglese, Bulgaro, Zingaro, Ceco, Danese, Francese, Greco, Ebraico, Yiddish, Spagnolo, Fiammingo, Serbo-Croato, Tedesco, Norvergese, Russo, Rumeno, Ungherese e Italiano, si soffermò in particolare davanti alla lapide con l’iscrizione in lingua ebraica. Questa suscitava un ricordo del Popolo che ha la sua origine da Abramo, che è p a d r e d e l l a n o s t r a f e d e (cattolica); proprio quel Popolo, che ha r icevuto da Dio i l comandamento : “non uccidere”, ha provato su se stesso, in misura particolare, che cosa significa l’uccidere.Davanti a queste lapidi non è lecito a n e s s uno d i p a s s a re con indifferenza!Oswiecim è una testimonianza della guerra. La guerra porta con sé una sproporzionata crescita dell’odio, della distruzione e della crudeltà.Nei primi mesi di guerra, durante la Seconda guerra mondiale, Hitler e i gerarchi nazisti, attuarono il Nuovo Ordine che enunciava la teoria dello spazio vitale affermando la superiorità della razza tedesca; perfezionato negli anni successivi, in seguito alle altre conquiste, venne esteso in quasi tutta Europa nel 1942.La shoà, termine che indica lo sterminio del popolo ebreo, che tradotto significa disastro è stata quindi parte integrante del Nuovo Ordine. G i à d a l 1 9 3 3 g l i e b r e i i n c o m i n c i a ro n o a d e s s e re allontanati dalla vita pubblica, nel 1943 i tribunali per la salute ereditaria iniziarono un programma di sterilizzazione (campagna per l’eugenetica), nel 1935, con le leggi di Norinberga, vennero privati i matrimoni “misti”. Queste pratiche pensate dal

razzista Alfered Rosenberg, fanno parte dei Protocolli dei saggi di Sion. Tra il 9 e 10 novembre

1938 venne scatenato, sotto la direzione di Goebbels, un g i g a n t e s c o “ p r o g r o m ” antiebraico, passato alla storia sotto il nome di: notte dei cristalli. Vennero distrutti i negozi, le case di ebrei successivamente deportati nei Lager. Nell’estate del 1939, poco prima dello scoppio della guerra, Hitler diede il via a l l ’ o p e r a z i o n e T 4 , c h e prevedeva l’eliminazione dei malati mentali, degli anziani infermi e degli asociali. Il “miglioramento genetico” fu interrotto nel 1941 in seguito alla reazione da parte nella chiesa cattolica-protestante. La Popolazione ebraica venne rinchiusa in ghetti circondati da filo spinato. Il 22 giugno 1941, fu immediatamente avviato lo sterminio degli ebrei e dei comunisti.La razza tedesca, affermava Hitler, era divenuta padrona di tutti gli altri popoli, il suo compito era di conservare e

sviluppare gli elementi più nobili dell’intera umanità. Era dovere della razza

Shoah

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Se questo è un uomoVoi che vivete sicuriNelle vostre tiepide case,Voi che tovate tornando a seraIl cibo caldo e visi amici:Considerate se questo è un uomoChe lavora nel fangoChe non conosce paceChe lotta per mezzo paneChe muore per un sì o per un no.Considerate se questa è una donna,Senza capelli e senza nomeSenza più forza di ricordareVuoti gli occhi e freddo il gremboCome una rana d'inverno. Meditate che questo è stato:Vi comando queste parole.Scolpitele nel vostro cuoreStando in casa andando per via,Coricandovi alzandovi;Ripetetelele ai vostri figli.O vi si sfaccia la casa,La malattia vi impedisca,I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi

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ariana, eliminare gli uomini di razza inferiore (sottouomini), schiavizzare per il bene dell’umanità in detto ordine: prima gli slavi, poi i neri, gli zingari, tutti i popoli dell’Europa non tedesca e infine la “razza maledetta” ovvero gli ebrei.L’attuazione del Nuovo Ordine da parte delle SS e la Gestapo portarono all’uccisione di oltre 11 milioni di persone, furono decimate intere popolazioni di città, così come accadde a Leningrado. Nel 1943, la mancanza di manodopera tedesca portò allo sfruttamento di polacchi, slavi, e altri popoli ritenuti adatti al lavoro; venivano impiegati in industrie belliche definite anche “fabbriche della morte”. Qui lavoravano uomini donne e bambini abili al lavoro, venivano trasportati senza cibo, acqua, e impianti igienici, sfruttati e avviati al lavoro fino allo stremo, seguendo il concetto di lavoro-coatto. (sfruttamento economico).Quando cominciarono a mancare alimenti, in s e g u i t o a l l e p r i m e s c o n f i t t e , g l i s c h i av i divennero un costo sociale insostenibile.I n a z i o n a l s o c i a l i s t i iniziarono lo sterminio, dapprima con le fucilazioni e in seguito deportando la m a s s a i n c a m p i d i concentramento (Dachau, Buchenwald, Mauthausen, Auswitz, Treblinka e tanti altri).Il Nuovo Ordine previde un particolare trattamento per g l i e b r e i , c h i a m a t o “soluzione finale”. Questa, ideata nel gennaio dei 1942, intendeva la totale eliminazione del Popolo ebraico nei campi di sterminio, nelle camere a gas.Dai corpi dei deportati uccisi si ricavavano saponi, fertilizzanti, copertine dei libri, fermacarte e paralumi, mentre gli oggetti di valore entravano a far parte delle casse del Reich…Gli storici si chiedono perché il popolo tedesco, di fronte a tale orrore non reagì.In primo luogo l’opposizione di sinistra venne stroncata da Hitler quando affermò la dittatura nel 1933, in seguito gli operai comunisti vennero controllati dalla polizia seguendo delle particolari misure di sicurezza all’interno delle fabbriche.

Ma, nonostante il terrorismo nazista, alcuni gruppi di sinistra attuarono delle rivolte, senza successo. Fu invece l’operazione Walchiria (20 Luglio 1944), organizzata da ufficiali dell’esercito con l’intendo di uccidere Hitler, ad essere la protesta maggiore che segnò la resistenza tedesca, ma purtroppo anche questa fallì.L’orrore Nazista fa riflettere ancora oggi sul numero totale delle vittime, complessivamente ad Auschwitz si stimano un milione di persone, anche se in realtà, non sapremo mai il numero esatto di coloro che vi morirono.Il giorno della memoria è una ricorrenza istituita con la legge n.211 del 20 Luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come g iornata in commemoraz ione de l nazionalsocialismo e dell’Olocausto e in onore di colore che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945

quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, nel corso dell’offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oswiecim, scoprendo il suo tristemente e famoso campo di concentramento, liberandone i pochi superstiti.La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo dell’orrore del genocidio nazista.

Marzia Di Tullio

Voi che vivete sicuriNelle vostre tiepide case...

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La diocesi di Roma ha organizzato la Festa diocesana della Famiglia l’8 febbraio 2009, al Santuario della Madonna del Divino Amore.Per l’occasione ha indetto un concorso per i bambini e per i ragazzi sul tema: ”La Famiglia e la Felicità”.Quando gli psicologi e gli specialisti parlano della famiglia dicono cose importanti ma non sempre sono facili da capire. Quando ne parlano i teologi, dicono cose profonde e svelano la verità sulla famiglia, ma sempre con linguaggi molto difficili. Quando ne parlano i bambini, il linguaggio è semplice, quasi ingenuo, ma si avvicina molto al linguaggio di Dio.

La famiglia è un “riparo” soprattutto per i più piccoli ed è quella piccola società che forma le basi per un’educazione autentica alla vita e al bene. Oggi per un giovane viene vista come un appoggio, un’ancora a cui ricorrere per stare bene, quando tutto sembra buio e nulla va per il resto giusto. A volte nella famiglia, però vi sono dei rapporti non piacevoli poiché nascono dei conflitti generazionali. Secondo me tutto parte dalla vita propria di un individuo, cioè a seconda di come si vive la propria vita, a seconda delle proprie esperienze una persona si forma e così porta avanti delle convinzioni per fare delle scelte personali. Tutto quello che vorrei dire è che una delle tante differenze che c’è tra la famiglia di ieri e quella di oggi è che prima i capo famiglia era il padre, mentre la moglie educava i figli, perciò un ragazzo riceveva comunque amore dalla famiglia, ma in modo diverso. Oggi invece un ragazzo riceve sempre amore da ambedue i genitori perché sono cambiati i costumi, i pensieri e tutto ciò che vi era un tempo. Nella famiglia cristiana l’educazione è tesa verso la conoscenza di Cristo per improntare tutte le scelte verso un Bene più grande che la società civile non potrebbe mai dare.

D’Angelo Elisabetta, VA

La famiglia è la costruzione di un futuro, è l’amore reciproco dei coniugi. La famiglia è l’unione che cerca di sopravvivere nonostante i mass media cercano di infangarla, è un progetto che si costruisce giorno per giorno grazie ai sacrifici e all’amore della coppia. La famiglia è il primo luogo dove impari a relazionarti e l’educazione per eccellenza.

VBSecondo noi la famiglia dovrebbe darci un’educazione nel senso che ci insegna a relazionare, deve anche darci delle regole da rispettare che sono fondamentali per la crescita dei figli. La famiglia di oggi è composta da due genitori e dei figli , i nonni dovrebbero aiutare con la loro esperienza i giovani coniugi. Purtroppo le coppie di oggi , subito dopo essersi sposate si lasciano, questo perché l’amore non è vero e per questo finisce subito. In caso di amore vero, dura per sempre. La chiesa non odia il sesso, ma afferma che sia fatto solo dopo il matrimonio, una volta sposato l’uomo dovrebbe collaborare alla gestione della famiglia e non lasciare i compiti solo alla donna. Se per vari motivi i genitori non possono mantenere sia fisicamente sia economicamente la famiglia, si chiede aiuto ai nonni. Nella famiglia bisogna stare bene, senza complicazioni perché essa ha un ruolo affettivo. Purtroppo non mancano le separazioni e i divorzi. Questo rende più difficile amare una persona. Quindi prima di sposarsi bisogna accertarsi di amare veramente una persona, cioè di accettarla cosi com’e.(Nicola Menna , Nicola Gallo , Lucio Ranalli, Antonio Galante)

IIBPer me non c’è una vera e propria definizione di famiglia. A mio parere costruirsi una famiglia vuol dire essere responsabili della vita delle persone che ti stanno accanto, rendersi conto di essere cresciuti e di amare veramente l’altra persona. La famiglia è una guida indispensabile per andare avanti, è il perno portante della società.

IIIB

LA FAMIGLIA E LA FELICITA’

Al caldo, in casa, torna più facile raccontarci una storia d’amore anziché una storia di dolore. “Giuseppe e Maria” erano due sposi felici. Si amavano per volontà loro e volontà divina. Maria era molto più giovane di Giuseppe. Dio aveva scelto la piccola e bella Maria come madre naturale ed il bravo e saggio Giuseppe come padre putativo per scendere sulla Terra e prendere sembianze di uomo. Stavano lì per passare nove mesi da quando l’angelo, mandato da Dio, aveva annunciato, prima a Maria, poi a Giuseppe il miracolo che si stava compiendo. La luna già volgeva verso l’ultimo quarto. Tutto era pronto nell’umile e decorosa casa: la stanza, il letto, le stoffe, la capiente anfora dell’acqua. Le donne più anziane erano già state tutte avvisate per accogliere con decoro il venuto da Dio. Ogni evenienza era stata considerata e prevista, eccetto il decreto di Cesare Augusto il quale ordinava si facesse un censimento nella terra di Giudea e Galilea. Maria e Giuseppe, essendo della casa e della famiglia di Davide, dovevano partire ed andare in Giudea e, precisamente, in Betlemme per registrare il loro nome. Essi subito capirono che era obbligo andare e, dato che non potevano perdere tempo prezioso, si rimisero alla volontà di Dio. Partirono, portando con sé lo stretto necessario. Il viaggio non fu eccessivamente pesante; il tempo fu buono e propizio: niente neve, niente pioggia, solo freddo di stagione. Gli amici della piccola comitiva erano sinceri e tutti avevano un occhio di riguardo per lo stato di Maria, la quale, pur ansiosa e in continua apprensione, era dolcemente felice. Giunti a Betlemme, Giuseppe, con il denaro necessario a

portata di mano, cercò subito una degna sistemazione, ma tutto era già stato occupato. Alcune donne, visto lo stato ormai di sofferenza di Maria, capirono subito quanto stava per accadere e consigliarono a Giuseppe di uscire dalla porta di Oriente della città e avviarsi verso la via della collina prospiciente. Dopo poco avrebbero incontrato dei ripari e delle stalle che i pastori del luogo spesso usavano nella stagione fredda. Giuseppe così fece: scelse l’alloggio più degno, caldo e pulito; sul muro v’era anche una torcia; dopo che l’ebbe accesa, si accorse piacevolmente che in fondo alla stalla, dietro la cancellata in legno, c’erano un bue ed un asinello. Gli occhi grandi, neri e curiosi, la mansuetudine, il tepore dei due insoliti spettatori rincuorarono Giuseppe e gli diedero forza. Il parto fu regolare e Giuseppe accolse con mani esperte il frutto della carne della sua sposa. Il bambino, bello e sano, non aspettò che pochi attimi per dare il primo segno di vita. Giuseppe, dopo averlo pulito e fasciato secondo la costumanza ebraica, lo depose accanto al seno della madre per il primo latte: “Maria, sul tuo petto riposa il figlio che romperà nel tempo la legge del più forte”. Se dopo duemila anni prevalgono ancora negli uomini la supponenza di Verità, l’apologia di pensiero, l’ostracismo della persona umana, l’arricchimento indebito ed immorale, l’egoismo, se grandi sono ancora gli scandali, se milioni sono ancora le bocche da sfamare, se centinaia di milioni di occhi da asciugare, è tremendamente necessario che ritorni, almeno una volta l’anno, la commemorazione e la festa del Natale di Gesù.

Buon Natale!

Riccardo Carlucci

Il Natale di Gesù