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Criteri, strumenti e modalità per la valutazione di conoscenze, abilità e competenze dell’IRC
Fenomenologia della valutazione dall’interno della relazione educativa scolastica
Introduzione ai lavori di gruppo – Luciano Pace
Seminario Residenziale Regionale per formatori degli IdRC della LombardiaBienno 26-06-2013
Presupposti insegnamento
La comunicazione è possibile e le nostre menti sono capaci, dialogando, di dirsi qualcosa che appare reale a ciascuna di loro. L’apprendimento è sempre una forma di dialogo in cui si verifica ciò che appare reale.
Qualsiasi processo di conoscenza non parte dall’osservare qualcosa, ma dall’avere qualcosa che ci interessa osservare. Se non desidero apprendere prima di osservare non vedrò mai nulla.
Per insegnare è necessario possedere almeno un’implicita teoria su che cos’è apprendere ed imparare. La più diffusa ed implicita teoria che si scorge fra le aule è questa: per apprendere basta che gli studenti ascoltino le mie lezioni, prendano appunti e li ripetano mentre studiano. Domanda: per quale ragione dovrebbero ascoltare una tua lezione piuttosto che leggersi autonomamente il libro di testo da te indicato?
Fenomenologia della relazione educativa
Fenomeno-logia: discorso alla luce di ciò che appare. Che cosa appare? Che cosa è dato nella immediata consapevolezza
dell’esperienza? Relazione: atto intenzionale di interazione (fisica, linguistica,
affettiva, etica, ecc.) fra due interlocutori coscienti e potenzialmente indipendenti l’uno dall’altro. Si può decidere di non entrare in relazione!
Educativa: l’educativo, in una relazione fra esseri intenzionali e liberi, è una scoperta più che una previsione. Sennò si è deterministi (causa-effetto). Dove sta l’educativo dentro e fuori le relazioni? Dove sta l’educativo dentro la relazione scolastica?
In quale contesto di relazione valuto?
Valutare dentro la relazione educativa scolasticasignifica valutare molti aspetti:
valutare cos’è percepito/inteso come educativo; valutare l’educativo mentre si verificano le conoscenze degli
alunni; valutare il significato educativo dell’apprendimento scolastico; valutare la competenza educativa scolastica degli studenti; valutare l’educativo della cultura facendo opera di mediazione
culturale; Valutare il proprio essere insegnante dentro la relazione
educativa con gli studenti.
“Colloquio con un genitore”Dal film “Il club degli imperatori” (00:32:00 — 00:35:30)
Cos’è educativo a scuola?
I: “Mio compito è plasmare il carattere di suo figlio” G: “No. Suo compito è insegnare a mio figlio. Sarò io a
plasmarlo”.
La valutazione dentro (dall’interno) della relazione educativa scolastica dipende dal modo in cui valutiamo da adulti (genitori ed insegnanti) il valore dell’educazione in se stessa. Cos’è educare? Una azione? Una relazione? Che tipo di relazione? Cos’è educare a scuola? Cosa mi rende educatore-insegnante?
Dove valutiamo l’educativo della scuola?
“Da un meno a un più”Dal film “Il club degli imperatori” (00:44:47 — 00:48:07)
Cos’è educativo nel verificare le conoscenze?
L’insegnante decide di attribuire un “+” rispetto ad un “-” in una verifica ad un ragazzo che non se lo meriterebbe oggettivamente per ciò che dimostra di sapere (conoscenze) ma a cui ha dato fiducia dentro la relazione educativa scolastica.
La valutazione dentro (dall’interno) della relazione educativa scolastica dipende dal modo in cui valutiamo da insegnanti il valore educativo delle conoscenze e dei saperi. In che senso apprendere conoscenze è educativo? Conoscere un’informazione è sempre educativo? L’ignoranza è dis-educativa?
Dove valutiamo l’educativo delle conoscenze?
“Autonomia educativa”Dal film “Freedom writers” (00:35:55 — 00:37:29)
Cos’è educativo dentro il processo di apprendimento?
I1: “Non so come farli interessare alla lettura”. I2: “Lei non può obbligare la gente a desiderare un’istruzione,
basta che insegni almeno la disciplina”.
La valutazione dentro (dall’interno) della relazione educativa scolastica dipende dal modo in cui valutiamo da insegnanti il valore educativo del processo di apprendimento istruttivo. Il processo di apprendimento è educativo in sé? In che senso lo è? Cosa permette all’apprendimento di essere educativo?
Dove valutiamo l’educativo del processo apprendimento scolastico?
“Un abbraccio scolastico competente”Dal film “Freedom writers” (01:07:22 — 01:12:00)
Cos’è competenza educativa scolastica?
Una docente ha insegnato il valore educativo della lettura/scrittura e dell’istruzione e questo si manifesta nel momento in cui gli studenti si mostrano competenti ad averlo fatto proprio, applicandolo in maniera originale a se stessi.
La valutazione dentro (dall’interno) della relazione educativa scolastica dipende dal modo in cui valutiamo da insegnanti il valore educativo delle competenze disciplinari degli alunni. Cosa rende educativa una competenza disciplinare? In che senso le competenze scolastiche sono educative e non solo tecniche?
Dove valutiamo l’educativo delle competenze acquisite dagli alunni?
“I ruoli per cui siamo nate”Dal film “Monalisa Smile” (01:05:36 — 01:08:22)
Cos’è educativo della cultura in cui si istruisce?
Una docente valuta dalla cattedra (mentre insegna arte contemporanea) il valore di alcune pubblicità del suo tempo sul ruolo della donna e della sua funzione sociale.
La valutazione dentro (dall’interno) della relazione educativa scolastica dipende dal modo in cui valutiamo da insegnanti il valore educativo delle culture con cui siamo a contatto. Quali elementi delle culture con cui vengo a contatto sono educativi? C’è qualcosa di educativo che appartiene alla cultura? In che senso ogni cultura educa?
Dove valutiamo l’educativo delle culture con cui ci confrontiamo da insegnanti?
“Lei non lo fa”Dal film “Monalisa Smile” (01:26:22 — 01:28:30)
Cos’è educativo per il proprio essere docente?
Un’alunna valuta da casa propria il valore dell’insegnamento ricevuto in aula davanti ad una docente che impara che cosa le ha insegnato durante le lezioni, di là ciò che ella stessa immaginava e credeva.
La valutazione dentro (dall’interno) della relazione educativa scolastica dipende dal modo in cui valutiamo da insegnanti il valore educativo della nostra professione-vocazione. Cos’è educativo per me che insegno? Che cosa apprendo che mi educa ad insegnare ed il valore di ciò che insegno?
Dove valutiamo l’educativo del nostro essere insegnanti di RC?
Criteri, strumenti e modalità di valutazioneInizio attività di laboratorio Durante il lavoro di gruppo verrà utilizzato il metodo
dell’ Analisi di caso coordinati da un facilitatore: leggere bene la valutazione del caso; discutere insieme sui criteri, le modalità e gli strumenti di
valutazione scolastica e dell’IRC alla luce del caso. Vivere il momento della discussione alla luce del
contesto della relazione educativa scolastica qui più volte mostrato nell’analisi fenomenologica tramite i film.
Far emergere, in sintesi, i criteri, gli strumenti e le modalità di valutazione scolastica dell’IRC condivisi dal gruppo.
Sintesi Gruppo 1
L’alunno è stato trattato come un “oggetto” da mettere nel “posto idoneo”. La valutazione dovrebbe aiutare a crescere e ad essere responsabili ed autonomi.
Condivisione fra i consigli di classe dei criteri e delle modalità di valutazione.
Disponibilità del docente all’auto-valutazione e meno discrezionalità dei dirigenti nella valutazione degli insegnanti.
La struttura normativa parla davvero di competenze come qualcosa che attiene alla “persona” o vengono intese solo come “abilità tecniche” e “conoscenze memorizzate”?
Il consiglio di classe non ha tempo da dedicare alla discussione sui criteri e sulle modalità di valutazione. Il ruolo del dirigente scolastico dovrebbe facilitare questa attenzione.
Gli interventi nel gruppo sono stati mossi dall’esperienza personale più che dalle relazioni ascoltate in mattinata.
Sintesi gruppo 2
Ci sono dei grandi assenti nel caso: struttura d’orientamento della scuola, il rapporto scuola-famiglia, progettualità del consiglio di classe, un rapporto con il territorio e con il modo del lavoro. C’è solo una pura valutazione numerica.
Il soggetto dell’analisi del caso non è stato tanto Andrea ma l’insegnante di matematica ed il consiglio di classe. Anche nella nostra discussione di gruppo abbiamo perso di vista il ragazzo.
Specificità dell’IdRC: specificità della relazione educativa entro cui si inseriscono i suoi giudizi disciplinari. Questa competenza valutativa è più un punto di forza che un limite dell’IdRC.
La normativa equipara l’IdRC agli altri insegnanti ma di fatto la valutazione non numerica viene penalizzata in consigli di classe organizzati a numeri. Sensibilizzare le dirigenze ed i colleghi perché assumano uno sguardo più formativo sulla valutaizone.
Sintesi gruppo 3
Progettazione della scuola: manca una valutazione di sistema. L’indirizzo per geometri è considerato “più facile”, ma non se ne sanno indicare le peculiarità e gli aspetti adatti alle inclinazioni e alle doti intellettuali di Andrea rispetto ad altri indirizzi.
Fragilità del collegio: c’è auto-referenzialità dei docenti. Manca l’equipe didattico-pedagogica, con il ruolo di rendere meno auto-referenziali i giudizi dei singoli docenti.
Non è visibile un profilo finale di uscita rispetto alle competenze dello studente.
Debolezza della famiglia: Andrea sembra un “pacco” da spostare in altro luogo. Manca il dialogo educativo scuola-famiglia.
Sfida/provocazione: quando nei consigli di classe si attiva una vera progettazione per competenze e per progetti come negli IFP anche gli IdRC vengono rivalutati nel loro ruolo di docenti.
Sintesi gruppo 4
Il lavoro di gruppo ha permesso la condivisione di esperienze, la crescita umana e professionale di ciascuno dei partecipanti.
Rispetto all’analisi del caso sono tre gli aspetti di discussione messi a fuoco: Rapporto con i colleghi: fare della formazione insieme,
soprattutto dei docenti più anziani, meno avvezzi ad accettare un nuovo modo di fare scuola e di valutare.
Rapporto con gli alunni: l’IdRC dovrebbe essere “esperto in umanità”, capace di far crescere e responsabilizzare l’alunno. Proposta di tutorship fra pari o degli ex alunni volontari può essere un buono strumento educativo per motivare Andrea. L’IdRC potrebbe essere umanamente ciò che è scolasticamente il coordinatore di classe.
Rapporto con le famiglie: colloqui individuali e generali più spesso. Il dialogo scuola famiglia è un elemento determinante per far diventare educativa la valutazione.
Sintesi gruppo 5 L’esperienza del lavoro di gruppo ha permesso di mettere a fuoco la
“relazione” entro cui programmare e valutare competenze e non solo conoscenze ed abilità.
Soggetti: Andrea, docenti, famiglia e dirigente (che appare come figura “positiva”).
Errori di relazione: Andrea non è stato mai motivato, non gli è stato chiesto un parere, le sue competenze non sono state indicate, un vero ri-orientamento non è stato fatto, l’apprendimento non è stato modificato in funzione d’Andrea.
Non si è evidenziato molto la parte normativa, se non quella riferita al collegio docenti. L’IdRC appare spesso come educatore scollato dalla realtà scolastica.
L’auto-valutazione: è vista per lo più come qualcosa di negativo come un fatto personale; dovrebbe essere invece qualcosa che ci permette di migliorare le nostre pratiche di orientamento.
La valutazione in teoria non è solo misurazione. Per gli IdRC potrebbe essere utile attivare delle attività integrative per
potenziare la relazione educativa con i ragazzi.
Sintesi gruppo 6 Dinamiche cognitive e meta-cognitive del caso Andrea che è “persona”.
Andrea si adagia in ciò che più lo gratifica, anche se appare una certa “interiorità” di Andrea.
Il lavoro di gruppo è stato vissuto in un clima di dialogo aperto e cordiale, anche se il riferimento alla normativa per lo più assente.
Difficoltà di comunicazione con i genitori che sembrano non tener conto delle inclinazioni di Andrea.
Molto critici verso l’insegnante di matematica: non ama mettersi in discussione in collegio. E sembra incapace di auto-valutazione.
Qual è la funzione dell’IdRC nella scuola rispetto alla valutazione scolastica?
L’IdRC nella valutazione, in virtù della sua funzione educativa, ha un peso maggiore rispetto alla valutazione del comportamento.
Non esiste un criterio unico di valutazione. Metodologia diversificata per ogni classe. Capacità di “andare oltre”. E’ importante socializzare con gli alunni i criteri di valutazione in un vero patto educativo.
Le verifiche possono essere anche oggettive. Gli strumenti sono funzionali alla modalità di insegnamento adottata
dall’insegnante.
Sintesi gruppo 7 L’esperienza personale ha inciso molto nell’analisi del caso, più
di ciò che si è ascoltato nelle relazioni della mattina. Questione del lavorare sulla ri-motivazione di Andrea. Ri-
motivaizone è meglio di ri-orientamento dal punto di vista educativo perché non tratta Andrea come un “pacco da spostare da un luogo ad un altro”.
IdRC: mediatore discreto che aiuta il consiglio a ri-orientare l’attenzione sul complessivo della persona. L’IdRC può orientare le discussioni del consiglio di classe su ciò che fa riferimento non solo alle prestazioni numeriche di Andrea.
Rispetto all’idea di valutazione delle relazioni della mattina (come attribuire valore ad una “persona”), fino a che punto Andrea è stato valutato?
Il riferimento alla normativa è uscito rispetto all’inquadramento di Andrea nella prospettiva dei BES.
Sintesi gruppo 8
Nel caso analizzato c’è sostanziale assenza delle indicazioni ricevute nelle relazioni della mattinata.
Che cosa la normativa ci chiede rispetto alla valutazione? Abbiamo un po’ paura di fare ciò che chiede la normativa. Eppure ciò che ci chiede non è così vago.
Davvero il coinvolgimento fra docente ed insegnante dev’essere a livello di PEI, che è la metodologia adatta a trattare il caso.
Quali sono le modalità di relazione entro cui valuto le conoscenze, le capacità e le competenze degli alunni?
La fonte delle riflessione del lavoro di gruppo è stata soprattutto l’esperienza personale.
Tutti ci siamo coinvolti con gli insegnati. Meno nell’analisi di caso ci siamo immedesimati nell’alunno Andrea.
Sintesi gruppo 9
Lite motive: “dare valore”. Nessuno ha ripreso il linguaggio delle relazioni ma è stato “agito” nella discussione. Serve considerare la “storia” e il “contesto sociale” in cui Andrea vive.
Gli interventi del gruppo sono stati aderenti al caso facendo riferimento alle relazioni della mattinata.
Ruolo dell’IdRC: curatore e mediatore di una rete di relazioni, consapevole della sua continua intenzionalità educativa.
Dal punto di vista normativo abbiamo osservato la “corresponsabilità” dei docenti, di cui anche l’IdRC deve essere partecipe.
Attenzione all’auto-valutazione: L’idRC può essere da stimolo ad altri colleghi rispetto all’auto-valutazione.
Diffidenza nel vedere la scuola come un “sistema produttivo”. La scuola non ha standrd di produzione di alunni ma forma persone che sono alunni.
Conclusione lavori di gruppoLa valutazione nell’IRC ha due dimensioni distinte:
La dimensione della valutazione disciplinare: in questo caso ciò che la normativa chiede ad un IdRC rispetto al suo valutare è una nota separata con un giudizio espressivo del livello di profitto e di interesse di ciascun alunno. Questo giudizio non è solo tecnico ma può assumere valore educativo se chi lo formula lo rende un strumento di crescita degli alunni.
La dimensione collegiale della valutazione: anche l’IdRC partecipa a tutti gli effetti ai collegi docenti e il suo giudizio “vale” educativamente come quello di ogni altro suo collega. Anzi, il modo di valutare tipico dell’IdRC può diventare da stimolo a non far diventare la valutazione collegiale solo una sommatoria numerica di prestazioni riferite ai profitti di ciascun alunno nelle singole discipline.
