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SEMESTRALE INFORMATIVO DELLA CROCE VERDE LUGANO • N.3 • novembre 2007 • www.croceverde.ch Il percorso della qualità in CVL PER UN MIGLIORAMENTO DELLE PROPRIE ATTIVITÀ Ambulanza si diventa COME NASCE UN MEZZO DI SOCCORSO “Riesco di nuovo a muovermi” L’INTERVENTO MEDICO I miei anni di volontariato LE TESTIMONIANZE DEI NOSTRI VOLONTARI “Trasporti e cure balneari” IL “RICONOSCIMENTO” DEL SOCCORSO D’URGENZA CROCE VERDE LUGANO CROCE VERDE LUGANO news news

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SEMESTRALE INFORMATIVO DELLA CROCE VERDE LUGANO • N.3 • novembre 2007 • www.croceverde.ch

Il percorso della qualità in CVLPER UN MIGLIORAMENTO DELLE PROPRIE ATTIVITÀ

Ambulanza si diventaCOME NASCE UN MEZZO DI SOCCORSO

“Riesco di nuovo a muovermi”L’INTERVENTO MEDICO

I miei anni di volontariatoLE TESTIMONIANZE DEI NOSTRI VOLONTARI

“Trasporti e cure balneari”IL “RICONOSCIMENTO” DEL SOCCORSO D’URGENZA

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DDaa cceennttoo aannnnii,, ggiioorrnnoo ddooppoo ggiioorrnnoo,, llaavvoorriiaammoo aall ttoopp!!

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delle persone ad una risposta sanitariaimmediata permette di salvare diverse viteumane.Per raggiungere traguardi di questa impor-tanza bisogna necessariamente passareattraverso una formazione impartita dallepersone che quotidianamente sono con-frontate con queste problematiche, e chepossono quindi trasmettere delle nozioniestremamente utili e pragmatiche al fine diaffrontare questo tipo di patologie.Ed è per questo che tutta la comunità can-tonale dell’urgenza extraospedaliera, di cuila Croce Verde Lugano rappresenta sicura-mente un punto di riferimento, sta concen-trando parte delle sue forze al fine di ccrreeaarreeuunnaa vveerraa ee pprroopprriiaa rreettee ddii ssoolliiddaarriieettàà ssaanniittaa--rriiaa aallll’’iinntteerrnnoo ddeellllaa ppooppoollaazziioonnee sstteessssaa con ilnobile intento di portar soccorso al prossi-mo. La nuova sede della CVL potrà acco-gliere quindi l’Accademia di Medicinad’Urgenza che con la cooperazione deglienti autoambulanze sparsi sul territorio potràdispensare quelle informazioni pre-arrivoindispensabili alla sopravvivenza dei pazien-ti più gravi. La conoscenza dei primi gestidel soccorso non è solo utile per il pazientema anche per il soccorritore occasionaleche potrà tramutare i primi minuti da unostato di panico impotente in un momentoattivo ed utile per il malato.

DDrr.. RRoommaannoo MMaauurrii

Presidente Croce Verde Lugano

Cari lettori,la terza edizione di CVL News è nelle vostremani con diversi, interessanti approfondi-menti sulla nostra attività sempre in fermen-to e ricca di iniziative.L’associazione Croce Verde Lugano comeforse molti di voi già sanno si avvia al tra-guardo dei cento anni di esistenza e, a latodella costante ed ininterrotta opera di soc-corso, vi è grande fervore per coronarequesto invidiabile traguardo con la costru-zione di una nuova sede che ci permetteràdi meglio fronteggiare le sfide che già oggistiamo affrontando.Una di queste è sicuramente rappresentatadal crescente bisogno di formazione che haassunto dimensioni che richiedono strutturelogistiche ed organizzative che stanno pianopiano superando lo stadio pionieristico, alquale si può ancora sopperire unicamentecon i mezzi di bordo.La Croce Verde sostiene un nuovo progettoin questo senso collaborando attivamenteall’interno della Federazione Ticinese deiServizi Autoambulanza per llaa ccrreeaazziioonnee ddiiuunnaa vveerraa ee pprroopprriiaa AAccccaaddeemmiiaa ddii MMeeddiicciinnaadd’’UUrrggeennzzaa dove riunire gli sforzi per offrireuna piattaforma formativa che possa esserericonosciuta anche al di fuori dei nostri con-fini cantonali e nazionali.L’educazione alla gestione dell’emergenzadeve essere forzatamente proposta a duedifferenti livelli, quello professionale e quellolaico, con lo scopo di ridurre al minimo itempi per l’applicazione delle misure salvavita.Un esempio illustrativo è rappresentato dalgrande sforzo in atto da parte dellaFondazione Ticinocuore per raggiungereuna miglior sopravvivenza in caso di arrestocardiaco improvviso, dove la preparazione

EDITORIALE

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CROCE VERDE LUGANOnews

S o m m a r i o

Impressum:Editore: Croce Verde Lugano, Via delle Scuole 46, 6963 Pregassona • Tel. 091 935 01 11, Fax091 935 01 10 • Donazioni: CCP N. 69-10420-9 • mail:[email protected], >>>>>> wwwwww..ccrroocceevveerrddee..cchh• Concezione e impaginazione grafica, coordinamento redazionale: Mediares, marketing &communication agency, Via dei Circoli, 6965 Cadro • Fotografie: Alexandre Zveiger, Rescue Media –Nicola Liver, archivio CVL, (tutte le immagini contenute rappresentano momenti di formazione) • Hannocollaborato a questo numero: Romano Mauri, Carlo Casso, Beppe Savary-Borioli, Daniel Pasquali,Paolo Ziella, Omar Arigoni, Sandro Muschietti, Luciana Caglio, Sal Comodo, Anna Fraschini, DianaAgostinelli • Stampa: Tipografia La Buona Stampa SA, Via Fola, 6963 Pregassona • Tiratura:80’000 copie, distribuite gratuitamente a tutti i fuochi del Luganese • N. 3, novembre 2007.

3 Editoriale delPresidente

4 Il percorso dellaqualità in CVL

5 “Quelli di cui nonsi parla”

7 Ticino Soccorso 144

8 “Riesco di nuovoa muovermi”

9 I miei anni di volontariato

11 Il Soccorritore professionale

12 Ambulanza si diventa

14 “... cure balneari”

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Il percorso della qualitàin Croce Verde Lugano

DALLA CERTIFICAZIONE IAS AL SISTEMA DI GESTIONE TQM, TUTTE LE TAPPE DEL PERCORSOQUALITATIVO IN CVL PER IL MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLE SUE ATTIVITÀ

La parola qualità viene descritta daldizionario etimologico come “modo diessere, proprietà, natura”, ovvero

“quale una cosa è”. Una descrizione moltoneutra del termine che chiarisce bene comela gestione, la valutazione, la promozionedella qualità siano attività che permettono diorganizzare, valutare o promuovere unaserie di criteri che determinano le proprietàspecifiche di un determinato oggetto.Ecco che partendo da questo concetto èfacile anche descrivere gli enti di certifica-zione, che sono enti che definiscono deglistandard per determinare la qualità di taleoggetto (sia esso un prodotto o un’attività). Nascono quindi i vari marchi ISO(International Standardisation Organisation),EDUQUA per la certificazione in Svizzeradelle istituzioni che propongono corsi peradulti, il marchio MINERGIE per certificare lacostruzione di edifici secondo determinatistandard, il marchio EN che determina lenorme europee di standardizzazione, il mar-chio TÜV (originario della Germania ma orapresente a livello internazionale), che certifi-ca sistemi di gestione, test e certificazionedei diversi campi dell’industria (aerospazia-le, medica, trasporto, clima, laboratori...)solo per citarne alcuni.Per il sistema sanitario il punto di svolta ini-zia nel 1996. Con l’introduzione della leggesull’assicurazione malattia (LAMal) laSvizzera e il sistema sanitario si trovano adaffrontare una nuova situazione. Tra i diver-si articoli della legge troviamo il concetto digestione della qualità dove citiamo l’articolo58: “... il Consiglio federale può prevederecontrolli scientifici e sistematici al fine di

garantire la qualità e l’impiego appropriatodelle prestazioni coperte dall’assicurazioneobbligatoria delle cure medico-sanitarie.2. Ne può affidare l’esecuzione ad associa-zioni professionali o ad altre istituzioni...”È interessante evidenziare che l’articolo èinserito nella sezione 6 della LAMal chedescrive l’economicità e la qualità delle pre-stazioni. L’intenzione del legislatore è presu-mibilmente quello d’introdurre dei criteri pervalutare le prestazioni sanitarie in termini dicosto - risultato.Dal 1996 iniziano a spuntare come funghi lecertificazioni in ambito sanitario e anche ilsistema di soccorso preospedaliero non èimmune da questa novità.Nel 1999 viene introdotta la certificazionedei servizi ambulanza da parte dell’In-terassociazione Svizzeradi Salvataggio (IAS) dove,attraverso la dimostrazionedel rispetto di una lista di criteri e una visitada parte degli esperti certificatori, ogni enteambulanza può dimostrare il livello di offerta.NNeell 22000000 ttuuttttii ii sseerrvviizzii ddeellllaa FFeeddeerraazziioonneeCCaannttoonnaallee TTiicciinneessee ddeeii SSeerrvviizzii AAmmbbuullaannzzaa((FFCCTTSSAA)),, iinn uunn’’aazziioonnee ccoonnggiiuunnttaa,, iinnoollttrraannoo llaarriicchhiieessttaa ee ootttteennggoonnoo llaa cceerrttiiffiiccaazziioonnee IIAASSppeerr iill CCaannttoonnee TTiicciinnoo ee llaa MMeessoollcciinnaa.La Croce Verde Lugano, come membrodella FCTSA, riceve la Certificazione, ma haintenzione di andare oltre e introduce il siste-ma di gestione denominato TQM (TotalQuality Management) secondo il modelloEuropeo proposto dalla fon-dazione europea per unagestione di qualità (EFQM=EuropeanFoundation for Quality Management).

Questo modello prende origine dal concettoche se l’organizzazione è di “buona qualità”anche il risultato del bene che produce (chesia un prodotto o un servizio) sarà positivo.Ecco che, per introdurre questo modello,nascono una serie d’iniziative che portano laCroce Verde di Lugano a sviluppare proget-ti in diversi ambiti. DDaallll’’iinnttrroodduuzziioonnee ddeellllaappiiaanniiffiiccaazziioonnee ssttrraatteeggiiccaa ppeerr iill ccoommiittaattoo ((ccoonnllaa ddeeffiinniizziioonnee ddeellllaa mmiissssiioonnee ee ddeeii vvaalloorrii ccoonn--ddiivviissii ddaa ttuuttttaa ll’’oorrggaanniizzzzaazziioonnee)),, aallllaa vvaalluuttaa--zziioonnee ddeellllaa ssooddddiissffaazziioonnee ddeeii ccoollllaabboorraattoorrii..DDaaii ssiisstteemmii ddii vvaalluuttaazziioonnee ddeell ttrraattttaammeennttooddeeii ppaazziieennttii ((pprrooggeettttoo aannaallggeessiiaa ddoovvee èè ssttaattoovvaalluuttaattoo ll’’eeffffeettttoo ddeellllaa tteerraappiiaa ffaarrmmaaccoollooggiiccaaccoonnttrroo iill ddoolloorree)) aallllaa ggeessttiioonnee ddeeii rreeccllaammii..La CVL e la FCTSA però avevano già inizia-to all’inizio degli anni 90 con la definizionedei criteri minimi di qualità. Una sorta didocumento programmatico che nel corsodella fine del secolo ha segnato anche lalegge sul soccorso in Ticino e indirettamen-te è stata da esempio per la realizzazione deicriteri d’accreditamento dell’IAS.

Qualità tra oggettivo e soggettivoNell’ambito della gestione del sistema quali-tà è importante considerare le due dimen-sioni dell’analisi dei risultati. Abbiamo deglielementi di tipo oggettivo, il numero di inter-venti, il numero dei pazienti soccorsi (inun’intervento possono esserci più di unpaziente) o ad esempio le patologie più fre-quenti. La dimensione soggettiva è invecedata da quelle valutazioni espresse dai sog-getti che hanno usufruito del servizio, nelnostro specifico il paziente. Dobbiamo valu-tare, oltre al livello di soddisfazione, che

CROCE VERDE LUGANOnews L ’ A s s o c i a z i o n e

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Quelli di cui non si parla di Luciana Caglio

Le cose che funzionano, istituzioni, imprese, servizi, pubblici o privati che siano, non fanno notizia. Così vuole una regola, anzi un principio, che si è imposto nelgiornalismo e che, del resto, rispetta una certa logica. Ciò che appartiene alla normalità non suscita scalpore e quindi non incuriosisce il grande pubblico degliutenti dei massmedia. Soltanto l’evento straordinario, positivo o negativo, un primato sportivo, un successo artistico, o invece uno scandalo politico o una truffafinanziaria, sembra meritare giustamente l’attenzione delle cronache. È un criterioirrinunciabile per chi pratica questo mestiere al servizio dell’informazione, a cui hodovuto attenermi commentando l’attualità. Ora, proprio una lunga esperienza professionale mi ha fatto assistere all’esasperazione di questo stesso criterio. Si è, infatti, sviluppato non solo il senso del dovere di denunciare le cose che, effettivamente, non funzionano, ma anche una forma di compiacimento nell’esagerarne la portata. O, addirittura, in casi limite, si arriva a inventare, di sana pianta, crisi, problemi e malefatte alimentando così la tendenza perversa al sensazionalismo e all’allarmismo. Insomma, ed è l’immagine che emerge da questo genere d’informazione, tutto va male in una società di profittatori, di disonesti, di falsi talenti. Mentre rimane nell’ombra l’altra faccia della società,quella quotidiana, la cosiddetta ordinaria amministrazione, sostenuta dal contributodi persone di cui non si parla.Ho accettato, con particolare piacere, direi persino con gratitudine, l’invito di scrivere un articolo destinato al semestrale della Croce Verde di Lugano. È un’occasione che vivo, per così dire, su due fronti. Da un lato come giornalistache, finalmente, può esprimersi su un tema insolito, l’aspetto positivo delle cose che funzionano, dall’altro come luganese che, personalmente, ha avuto modo diapprezzare i servizi di un’istituzione, veramente vicina ai bisogni di tutti. Ricordo, è un privilegio dell’età, la vecchia sede della Croce Verde in PiazzaIndipendenza, dove prestavano le proprie cure le suore misericordine, a volte burbere ma sempre efficienti: vi si ricorreva, da ragazzi, magari per medicare la ferita, per una caduta durante i giochi, allora praticati nelle strade. Più tardi, neglianni 70, mi capitò di portare mia figlia, caduta dalla bicicletta, al pronto soccorso,nei locali del vecchio Ospedale Civico. E in seguito, gli inevitabili imprevisti che sconvolgono la vita familiare, il malore di un padre anziano o l’inspiegabile svenimento di un congiunto, dovevano risolversi grazie all’arrivo tempestivo e rassicurante dell’ambulanza gialla. Come avvenne, in un ambiente del tutto diverso,su un campo di tennis, dove un compagno di gioco si accasciò all’improvviso provocando il panico generale... poi rientrato: nel giro di pochi minuti, i soccorritoridella Croce Verde risposero all’appello. E già con la loro stessa presenza, con i lorogesti mirati, con le loro parole pacate, riuscirono a dissipare l’imbarazzo e l’angosciache paralizzano, invece, i non addetti ai lavori nei momenti d’emergenza. Qui sta il plusvalore di una funzione che non si esaurisce nelle prestazioni sanitariema agisce sul piano psicologico, riportando la situazione entro i suoi giusti limiti,aprendo un varco alla speranza, dando sicurezza. E una sicurezza sempre più solida. Negli ultimi decenni, anche la preparazione dei professionisti e dei volontaridella Croce Verde si è perfezionata adeguandosi alle emergenze più urgenti erischiose, in una società che ha moltiplicato le occasioni di incidenti. Oggi sappiamo di poter contare su quest’esercito, pacifico, competente e coraggioso, di persone che lavorano nell’anonimato. Soltanto in casi rari di salvataggi estremi, le loro imprese fanno notizia. Altrimenti, di questi uomini e diqueste donne non si sa nulla, non si conoscono né i nomi né l’immagine. E c’è da credere che di questa mancata notorietà non gliene importi gran che. La loro scelta professionale e di vita ha altre motivazioni. Il senso dell’utilità pubblicae lo spirito di solidarietà umana devono essere i loro motori. E, non da ultimo, la gratitudine, sia pure silenziosa, che proviamo nei loro confronti...

dipende da molti fattori (età, grado di scola-rità, genere maschile o femminile, aspettati-ve, altre esperienze), anche l’importanza cheviene data ad una determinata attività. Ad esempio il paziente può essere moltosoddisfatto della barella, ma per lui è piùimportante avere le informazioni sull’arrivo inospedale. Ecco quindi che la tipologia d’in-formazioni per valutare la qualità di un servi-zio sono date dall’equilibrio degli elementioggettivi (dati) e soggettivi (soddisfazione delpaziente). Non è sufficiente rilevare dei datima bisogna anche intervenire e, per operarea livello di gestione qualità nell’ambito sani-tario, si devono seguire, oltre ai classici prin-cipi guida dei sistemi qualità per le altre real-tà, altri concetti fondamentali. Uno di questi è quello delle 3 E.

Le 3 E in sanitàAlla fine del mese tutti noi dobbiamo fare iconti con le fatture della Cassa Malati.Infatti noi oggi stiamo pagando quantoabbiamo consumato l’anno precedente! Inuna situazione dove le risorse (finanziarie eno) non sono infinite, è importante sottoli-neare che la qualità nella sanità è subordina-ta al concetto delle 3 E.La prima E sta per Efficacia, ovvero fare lecose al meglio. La seconda E sta perEfficienza, intesa come fare le cose non soloal meglio ma al minor costo. L’ultima E èrelativa al concetto di Equità (di accesso e ditrattamento). Questi tre concetti sono legatil’uno all’altro e sono dipendenti. PPeerr qquueessttoommoottiivvoo ffaarree ddeellllaa ggeessttiioonnee ddeellllaa qquuaalliittàà iimmppllii--ccaa ll’’eeqquuiilliibbrriioo ddii qquueessttii ttrree eelleemmeennttii ddoovvee lleesscceellttee ddeevvoonnoo eesssseerree ssìì eeffffiiccaaccii mmaa aanncchheeddiissppoonniibbiillii ppeerr ttuuttttii aalllloo sstteessssoo mmooddoo..

(la seconda parte dell’articolo continuerà nel

prossimo numero di CVL NEWS)

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DDaanniieell PPaassqquuaalliiResponsabile

Qualità e RicercaCroce Verde Lugano

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CROCE VERDE LUGANOnews

Èopinione molto diffusa pensare chele domande poste dall’operatoredella Centrale operativa 144 siano

una perdita di tempo e ritardino l’interventodell’ambulanza. “ MMaa ppeerrcchhéé qquuaannddoo tteelleeffoo--nnoo ppeerr aavveerree uunn’’aammbbuullaannzzaa mmii ffaannnnoo ttuutttteeqquueellllee ddoommaannddee?? Io che ho bisogno subitoe quelli stanno a perdere tempo! Cosa gliinteressano quelle informazioni? Che mimandino subito i soccorsi e basta!”. Questo modo di pensare è legato al fatto dinon capire come le informazioni richiestepermettano di individuare esattamente qualisono i bisogni del chiamante. Occorre tene-re presente che il sistema di allarme tra laCentrale operativa 144 e i servizi d’ambu-lanza è informatizzato e non necessita dialcuna comunicazione verbale per inviare isoccorsi. Grazie a questa tecnologia, leambulanze partono automaticamente el’operatore può rimanere in contatto telefo-nico con il chiamante, raccogliere tutte leinformazioni necessarie e impartire quelleistruzioni atte a preservare e a migliorare lecondizioni di salute del paziente.

Sesso del paziente ed età Se non conoscete il paziente, indicate l’etàapprossimativa della persona che abbiso-gna di soccorso. L’informazione sull’etàaiuta l’operatore della Centrale operativa144 a capire quale problema può metterepiù probabilmente in pericolo la vita delpaziente. È infatti scientificamente dimostra-to che alcune cause di malessere sonolegate di più ad una fascia di età piuttostoche a un’altra. Questa informazione permet-te quindi all’operatore di consigliare le misu-re più idonee. Lo stesso discorso vale per ilsesso del paziente. Alcuni problemi hannouna possibilità maggiore di presentarsi più inpazienti maschili che femminili, e viceversa.

Il paziente è cosciente, respira?La conoscenza dello stato di coscienza erespirazione del paziente sono parametriassolutamente indispensabili per l’operatoredella Centrale operativa 144 per impartire alchiamante le corrette istruzioni delle mano-vre da compiere per assicurare la sopravvi-

venza della persona in situazione d’emer-genza. LL’’ooppeerraattoorree èè uunnaa ppeerrssoonnaa aallttaammeenn--ttee iissttrruuiittaa nneellll’’aammbbiittoo ddeellllaa mmeeddiicciinnaa dd’’uurr--ggeennzzaa ee ppuuòò iinnddiiccaarrvvii qquuaallii mmaannoovvrree mmeettttee--rree iinn pprraattiiccaa ppeerr cceerrccaarree ddii mmaanntteenneerree iinn vviittaaiill ppaazziieennttee.. L’ambulanza necessita di uncerto lasso di tempo per raggiungere il luogod’intervento.. NNEEII PPRRIIMMII MMIINNUUTTII SSIIEETTEE VVOOII CCHHEE MMEETTTTEENNDDOO IINN PPRRAA--TTIICCAA LLEE IINNDDIICCAAZZIIOONNII IIMMPPAARRTTIITTEE DDAALLLL’’OOPPEERRAATTOORREE

PPOOTTEETTEE AASSSSIICCUURRAARREE AALL PPAAZZIIEENNTTEE CCOONNDDIIZZIIOONNII

CCOOMMPPAATTIIBBIILLII CCOONN LLAA VVIITTAA..Nei casi più estremi l’operatore sarà ingrado di guidarvi nella messa in pratica diuna respirazione artificiale e di un mas-saggio cardiaco.

Cosa fare in attesa dell’ambulanza?Il vostro ruolo è assolutamente importantefino a che i soccorsi sono giunti sul posto.Seguite e mettete in atto le istruzioni impar-tite dall’operatore della Centrale 144. Solograzie al vostro aiuto il paziente avrà qualchepossibilità di sopravvivere alla fase critica..NNOONN LLAASSCCIIAATTEEVVII PPRREENNDDEERREE DDAALL PPAANNIICCOO,, RRIIMMAANNEETTEE

CCAALLMMII EE SSEEGGUUIITTEE LLEE IINNDDIICCAAZZIIOONNII DDEELLLL’’OOPPEERRAATTOORREE..Anche nella situazione più critica, non met-tete a repentaglio la vostra vita per prestarei primi soccorsi. Proteggetevi e seguite leindicazioni della Centrale 144.

In sintesi ricorda queste poche righe:““AAllllaarrmmaa iill 114444,, rriissppoonnddii aa ttuuttttee llee ddoommaannddeecchhee ttii vveennggoonnoo ppoossttee,, rriimmaannii iinn lliinneeaa,, mmeettttii iinnaattttoo llee iissttrruuzziioonnii iimmppaarrttiittee ddaallll’’ooppeerraattoorreeddeellllaa CCeennttrraallee ooppeerraattiivvaa.. NNoonn mmeetttteerrttii iinnssiittuuaazziioonnee ddii ppeerriiccoolloo ee pprrootteeggggii iill ppaazziieennttee””..

SEGUIRE ALCUNE SEMPLICI INDICAZIONI CONTRIBUISCE AD AUMENTARE L’EFFICACIA DEI PRIMI SOCCORSI

SSoolloo ccoossìì ppoottrraaii ccoonnttrriibbuuiirree aallllaa ssoopprraavvvviivveenn--zzaa ddii cchhii ssii ttrroovvaa iinn ssiittuuaazziioonnee dd’’eemmeerrggeennzzaa..

In caso di richiesta di intervento utilizza sepossibile un telefono fisso. Potremo cosìlocalizzare automaticamente l’obiettivo diintervento ed aumentare la rapidità dei soc-corsi. Nelle zone di confine fai attenzioneche la rete telefonica sia svizzera (swisscom,orange o sunrise). Solo così potrai accedereal numero breve 144. Se non ti fosse pos-sibile puoi comunque contattare TicinoSoccorso tramite il numero +4191800.18.28. Attenzione: questo non è unnumero di urgenza. La chiamata vienecomunque presa a carico dall’operatoredi Ticino Soccorso 144.Controlla che il numero civico dell’abitazionesia visibile, indica il nominativo sul campa-nello ed il piano. Se possibile manda qualcu-no in strada ad attendere i soccorsi.

La prima parte di questo articolo è stata pub-blicata nella precedente edizione di CVLNEWS, scaricabile da >>>>>> wwwwww..ccrroocceevveerrddee..cchh

SSaannddrroo MMuusscchhiieettttiiDirettore Ticino Soccorso 144

Come chiamare il 144?

Comporre su qualsiasitelefono il numero“144”, senza prefissolocale. La chiamata ègratuita: non occorregettone o tessera.

Attendere risposta dalla Centrale operativa 144. Rispondere con calma e precisione alle seguenti domande:

•• DDoovv’’èè eessaattttaammeennttee ll’’uurrggeennzzaa •• QQuuaall èè iill nnuummeerroo ddii tteelleeffoonnoo ddaall qquuaallee

ssttaaii cchhiiaammaannddoo •• QQuuaall èè iill pprroobblleemmaa

SSppiieeggaarree eessaattttaammeennttee ccoossaa èè ssuucccceessssoo•• SSeessssoo ddeell ppaazziieennttee eedd eettàà

((aanncchhee aapppprroossssiimmaattiivvaa)) •• IIll ppaazziieennttee èè ccoosscciieennttee?? •• IIll ppaazziieennttee rreessppiirraa??

Comunicare meglio conla Centrale operativa

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NNoonn eesssseerree ppiiùù ppaaddrroonnii ddii uunnaa ppaarrtteeddeell ccoorrppoo,, sseennttiirrssii ppaarraalliizzzzaattii,, èèuunn’’aannggoosscciiaa pprrooffoonnddaa..

Tornare a muoversi equivale in un certosenso a rinascere. In una notte di fine estate, veniamo chiama-ti per un incidente nella galleria autostradaledel San Salvatore. L’allarme è partito da unapattuglia della polizia che, a poca distanza,ha visto sbandare una macchina. Gli agentisi fermano, prendono le necessarie precau-zioni per isolare il luogo dell’incidente: il vei-colo ha urtato contro il muro destro dellagalleria. Si rendono subito conto che ilconducente non sta bene. Fa fatica adesprimersi. Attraverso la centrale dellapolizia cantonale, la segnalazione della pat-tuglia arriva alla Centrale 144/TicinoSoccorso, che invia immediatamente sulluogo un’ambulanza e un’automedica.Nel veicolo incidentato, gli equipaggi di soc-corso trovano una famiglia germanica.Il conducente, un uomo di circa cinquan-t’anni, si è sentito male all’improvviso: haavvertito un forte giramento di testa, conprogressiva perdita di forza nel braccio enella gamba destra; non riesce più a parlare.È riuscito a frenare, andando a fermarsi con-tro il muro della galleria. Dal momento chel’incidente è avvenuto in un luogo moltopericoloso per la viabilità stradale, i soccor-ritori decidono di estrarre rapidamente ilpaziente dal veicolo e di procedere a uunn uullttee--rriioorree ccoonnttrroolllloo ee tteerraappiiaa iinn aammbbuullaannzzaa dduurraanntteeiill ttrraassppoorrttoo iinn oossppeeddaallee (verifica della glicemia- un’ipoglicemia potrebbe imitare un ictus e vasubito corretta -, ossigenoterapia, sostegnodella circolazione cerebrale).L’equipe CVL contatta subito l’OspedaleCivico preannunciando l’arrivo del pazientecon un sospetto ictus cerebri. All’ospedalela diagnosi viene confermata attraverso unatomografia assiale computerizzata (TAC): sitratta di un ictus cerebri ischemico. In unimportante vaso sanguigno del cervello si èformato un trombo (“grumo di sangue”) cheblocca la circolazione. Alla parte del cervelloche dovrebbe essere irrorata da questovaso sanguigno ora otturato viene così a

mancare il passaggio dei globuli rossi, forni-tori dell’ossigeno. IIll tteessssuuttoo ddeell cceerrvveelllloo èèqquueelllloo cchhee hhaa bbiissooggnnoo ddeellllaa mmaaggggiioorr qquuaannttii--ttàà ddii oossssiiggeennoo ddii ttuuttttoo iill nnoossttrroo oorrggaanniissmmoo –l’abbiamo già visto trattando l’argomentodella rianimazione cardio-polmonare (RCP),che dev’essere una rianimazione cerebro-cardio-polmonare (RCCP). In mancanzad’ossigeno, le cellule del cervello cessano difunzionare e non riescono più a stimolare leparti del corpo che dipendono dai loroimpulsi nervosi: può verificarsi una paralisi,un’afasia (impossibilità di parlare) o addirittu-ra un coma (stato d’incoscienza profonda).LL’’uunniiccaa tteerraappiiaa ppeerr rriiaattttiivvaarree iill llaavvoorroo ddeelllleecceelllluullee ccoonnssiissttee nneell ffoorrnniirree lloorroo nnuuoovvaammeenntteeoossssiiggeennoo,, cciiooèè rriipprriissttiinnaarree llaa cciirrccoollaazziioonnee..È necessario disostruire il vaso sanguignotrombotizzato somministrando al più prestoun farmaco trombolitico, destinato a scio-gliere il grumo di sangue. La stessa terapiapuò, a volte, essere utilizzata anche per ria-prire un’arteria coronaria in caso di infartodel miocardio.Il paziente germanico non presenta con-troindicazioni alla terapia trombolitica, chia-mata anche “fibrinolitica” perché scioglie lafibrina, sostanza che funge da collante dellepiastrine “appiccicate” che formano il trom-bo. Dal momento dell’incidente all’arrivo inospedale passa pochissimo tempo. Questopermette al medico specialista di iniettare ilfarmaco fibrinolitico. Se fossero passate piùdi tre ore, la terapia sarebbe stata moltomeno efficace. Il trombo, dopo questo pic-colo lasso di tempo, è già troppo “organiz-zato”, la “colla” troppo dura. LLee mmiissuurree mmeeddiicchhee aaddoottttaattee ssii rriivveellaannoo qquuiinn--ddii iiddoonneeee,, iill ppaazziieennttee rriipprreennddee aa mmuuoovveerree gglliiaarrttii ppaarraalliizzzzaattii ee aa ppaarrllaarree nnoorrmmaallmmeennttee..Dopo pochi giorni torna nella sua patriabavarese e, in breve tempo, ricomincia alavorare.Questa disavventura avrebbe potuto averedelle conseguenze ben peggiori: un inciden-te stradale grave in seguito all’ictus, un’emi-plegia (paralisi di una metà del corpo) e laperdita della parola persistente, con l’invali-dità che ne deriva.

Anche in questo caso la catena di salvatag-gio ha funzionato correttamente. In più, ladea Fortuna è stata dalla nostra parte. Il vei-colo si è fermato senza causare ulteriori pro-blemi, la pattuglia della polizia era già sulposto e ha dato tempestivamente l’allarme.Ambulanza e ospedale hanno svolto unlavoro rapido ed efficace. Il paziente harisposto molto bene alla terapia. Siamo con-tenti di aver contribuito al raggiungimento delmiglior risultato, che a volte non è possibileottenere malgrado tutti gli sforzi compiuti.Da questa esperienza si evince anche unaltro aspetto importante:

“Riesco di nuovo a muovermi”SINTOMI COME VERTIGINI, FORMICOLII, DIMINUZIONE DELLA SENSIBILITÀ O DELLA VISTA,ANCHE PASSEGGERI, NON VANNO SOTTOVALUTATI. IL CASO DI UN TURISTA GERMANICOA RISCHIO DI PARALISI E PRONTAMENTE SOCCORSO DA CVL

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CCrrooccee VVeerrddee nnoonn èè aall sseerrvviizziioo ssoolloo ddeeggllii aabbii--ttaannttii ddeell LLuuggaanneessee mmaa aanncchhee ddii ttuuttttee llee ppeerr--ssoonnee cchhee ssii ttrroovvaannoo ssuull nnoossttrroo tteerrrriittoorriioo,,aanncchhee ddii ppaassssaaggggiioo.. Durante i periodi di fortiflussi turistici il nostro lavoro e la nostraresponsabilità aumentano. Il paziente e il medico germanico che loaccompagnava durante il viaggio di ritornosi sono espressi in modo molto lusinghiero aproposito del nostro lavoro, della rapidità edefficienza. “Non siamo sicuri che ‘bei uns’(da noi) avremmo potuto ottenere altrettan-to” hanno commentato.Per poter dare tempestivamente l’allarme, èimportante saper riconoscere i segni e sinto-mi che il paziente ci dà per capire che ègrave e che non bisogna sprecare momentipreziosi. La perdita di conoscenza, un dolo-re repentino e forte fanno pensare chepotrebbero nascondere qualcosa di grave.Altrettanto vale nel caso di sospetto ictuscerebri per la perdita della vista o della paro-la, una sensibilità diminuita, formicolii, para-lisi e vertigini (giramenti di testa) repentini eforti con o senza mal di testa. Questi segni esintomi vanno presi sul serio e devono esse-re immediatamente segnalati, anche se inun primo tempo dovessero passare; forsepreannunciano un secondo episodio piùgrave, che si potrebbe evitare con un inter-vento adeguato - anche questo ci ricordal’urgenza cardiaca.In caso di dubbio, non esitate a contattare laCentrale d’allarme 144/Ticino Soccorso,che saprà aiutarvi nel modo migliore.

RRiiccoorrddaatteevvii:: ““TTiimmee iiss bbrraaiinn””.. QQuueessttoo ssiiggnniiffiiccaacchhee ssee vvoogglliiaammoo ssaallvvaarree iill cceerrvveelllloo,, aabbbbiiaammooppooccoo tteemmppoo ppeerr rriiddaarrggllii oossssiiggeennoo.. TTrree mmiinnuu--ttii nneell ccaassoo ddii aarrrreessttoo ccaarrddiioocciirrccoollaattoorriioo,, ttrreeoorree ppeerr rriiaapprriirree uunn vvaassoo cceerreebbrraallee ttrroommbboottiizz--zzaattoo nneell ccaassoo ddii iiccttuuss cceerreebbrrii.. ÈÈ ppooccoo tteemmppoo ddaavvvveerroo.. NNoonn ppeerrddiiaammoolloo..

o I miei anni di volontariatoIl mio interesse per il volontariato presso la Croce Verde Lugano risale ai tempi delGinnasio. Tutto è cominciato con l’idea di fare una «presentazione» nell’ambito diuna lezione di tedesco. L’argomento da scegliere non era facile, mancavano le idee.Alla fine si è deciso di realizzare un film, ovviamente amatoriale, sulla Croce Verde.Così abbiamo (2 amici ed io) preso contatto con l’allora Caposervizio, cominciandoa frequentare la sede, che allora si trovava ancora nel quartiere Maghetti.Piazza Indipendenza era praticamente a un tiro di schioppo dal Ginnasio di vialeCattaneo, per cui, dopo scuola, ci si incontrava laggiù per poter girare il nostro film.Al tempo stesso abbiamo cominciato a familiarizzare con quello che sarebbe poidiventato il futuro ambiente di lavoro…Avevamo 16-17 anni e l’entusiasmo per il volontariato cresceva… «Perché nondiventate anche voi volontari?», ci è stato chiesto. Mah…, perché no? L’idea ci allettava, ma per iscriverci avremmo dovuto aspettare i 18 anni…Nel frattempo la Croce Verde si era trasferita dal centralissimo Quartiere Maghettinei locali di un’ala del vecchio Ospedale Civico. Va beh, pazienza… era poi sempre«centro»… L’anno successivo ci siamo quindi iscritti al corso per diventare soccorritori volontari, il cui inizio era previsto per l’autunno.Martedì 2 novembre 1981… finalmente il gran giorno era arrivato!In una saletta di istruzione in via Castausio assistiamo alla primissima lezione delcorso denominato «Brevetto A». Le lezioni si tenevano ogni settimana, il mercoledìsera dalle 20 alle 22, talvolta nella saletta di via Castausio e talvolta nella sala mensadel reparto emodialisi del vecchio Civico. Le ambulanze erano parcheggiate lì,vicinissime, eppure ancora «irraggiungibili», almeno ufficialmente... (Ora posso dirlo:durante l’estate dell’81, prima del brevetto, come «assistenti» qualche trasporto«semplice» avevamo già potuto farlo… ovviamente con il consenso della Direzione!)Allora come oggi il fatto di poter uscire con l’ambulanza era comunque legato allosvolgimento del corso. La formazione procedeva, le nozioni da imparare erano tante. L’attesa per poterfinalmente prestare servizio è durata fino al mese di marzo dell’82.Ricordo che al Liceo, quando avevo ore cosiddette «buche», prima di tornare acasa riuscivo a passare in sede. A seconda delle disponibilità entravo a far parte diun’equipe e riuscivo quasi sempre a eseguire qualche trasporto o, addirittura,qualche urgenza. Da una parte, dato che frequentavo ancora il Liceo, compensavol’impossibilità di eseguire turni notturni durante la settimana, e dall’altra potevo cosìaumentare il mio bagaglio di esperienze.Alcuni espisodi rimarranno indelebili nella mia mente.La rianimazione di un ragazzo che, allora, aveva la mia età… solo 20 anni… Pur intervenendo quasi subito, la rianimazione si è protratta al domicilio per più dimezz’ora e, in seguito, in ospedale per un’altra ora. L’esito è stato positivo, tanto che ho avuto poi il piacere di conoscere, in un altrocontesto, il «mio» paziente. Oppure il trasporto di un paziente dall’ospedale al domicilio e, giorni dopo, dal domicilio all’ospedale: purtroppo la terapia non gliaveva permesso di rimanere a casa propria... Una situazione, questa, molto delicata. Ho avuto modo di entrare quasi «in sintonia» con il paziente, quasi loconoscessi da anni… Cosa possono fare le situazioni e una ventina di minuti ditrasporto… Esperienze veramente arricchenti e che ti lasciano il segno!È difficile descrivere cosa si prova in situazioni del genere. Quando puoi aiutare,quando sai che sei in grado di farlo e riesci nel tuo intento, provi soddisfazione. Ma quando, purtroppo, i tuoi sforzi non riescono a salvare la persona… Rabbia? Impotenza? …? Vi sono state anche esperienze quasi surreali o addiritturatragicomiche: dalla signora anziana, caduta in una via del centro e ferita lievemente,che ha sì voluto essere trasportata all’ospedale, ma a condizione che il suo amatobarboncino venisse con noi…, alla signora tedesca che, un pomeriggio di primavera, cantando a squarciagola affacciata alla finestra, è stata punta sulla linguada un’ape…, passando per uno spiacevole incontro con una gallina che ha avuto lasventura di non sentire le sirene e che mi ha attraversato improvvisamente la strada… Posso comunque assicurare che la poveretta è stata abilmente evitata ese l’è sicuramente cavata con uno spavento e qualche piuma in meno…In 25 anni di servizio di situazioni ne ho vissute parecchie: esperienze belle maanche esperienze brutte, ma soprattutto… umane!Essere volontari richiede comunque una grande passione, oltre che impegno ecostanza. Quando ci sono queste prerogative si può arrivare a gestire lavoro evolontariato, pur abitando, come nel mio caso, oltre Gottardo.Inoltre, posso approfittare della mia esperienza di volontario della Croce Verdeanche nell’ambito lavorativo, ricoprendo la funzione di soccorritore aziendale. Il legame che ancora oggi ho con la mia famiglia, con gli amici e anche con laCroce Verde mi permette di «sopportare» meglio il rientro quasi settimanale inTicino, nonostante i cantieri autostradali, il traffico più o meno intenso e le varie catastrofi naturali disseminate sul tragitto… (Omar Arigoni, soccorritore volontario)

DDrr.. BBeeppppee SSaavvaarryy--BBoorriioolliiDirettore sanitario

Croce Verde Lugano

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Sara, un sorrisoper il prossimo

TRA I SOCCORRITORI PROFESSIONALI DI CVL C’È ANCHE SARA,COMPAGNA DI NICOLA. UNA RAGAZZA GIOVANE MA CON LEIDEE MOLTO PIÙ CHIARE DI QUELLO CHE LEI STESSA AMMETTE

recentemente, una paziente che aveva soc-corso le ha mandato una cartolina da NewYork, ricordandosi di lei.C’è un altro aspetto che coinvolge Sara nelprofondo della sua sensibilità. ÈÈ iill ccoonnffrroonnttooccoonn iill ddoolloorree ee llaa ssooffffeerreennzzaa ddeeii ppaarreennttii ddeegglliiaassssiissttiittii,, mmaaggaarrii iinn uunnaa cciirrccoossttaannzzaa aaggggrraavvaa--ttaa ddaa uunn lluuttttoo. In questi momenti, la ragazzainnesca un processo di autodifesa emotiva,si sente impotente e cerca di rimuovere la

realtà. Ma si rende anche conto che nellesituazioni difficili, come in quelle di disagiosociale di anziani, emarginati e della gentesola, non ci sono spiegazioni razionali: vi èsolo la lucida volontà di andare avanti e diesserci sempre, anche a costo di delicaticompromessi.

Il Soccorritore diplomato

ASara Lott piace stare in mezzo allagente. È una ragazza molto solare,anche nell’aspetto. Ha capelli biondi e

occhi verdi, ed un sorriso luminoso che larende subito simpatica a chi la incontra per laprima volta. Estroversa e dalla sciolta parlanti-na, porta una ventata di freschezza nelle saledella Croce Verde con i suoi motti arguti e lasua inesauribile voglia di allegria. “Saretta”,così la chiamano gli amici, lavora in CVL comeSoccorritrice professionale. Anche il suo com-pagno Nicola fa lo stesso mestiere. Si sonoconosciuti sul lavoro, e da quel momento nonsi sono più persi di vista. Hanno in comune la passione per il lorolavoro e la volontà di creare una famiglia, el’anno prossimo contano di sposarsi. “Parlaci del tuo percorso professionale,Sara”, le chiediamo, e lei con molta sinceri-tà ammette che la sua non è stata una verae propria vocazione. ““SSaappeevvoo qquueelllloo cchhee nnoonnvvoolleevvoo ffaarree,, mmaa nnoonn qquueelllloo cchhee vvoolleevvoo ffaarree””,,ddiiccee,, ““nnoonn aavveevvoo llee iiddeeee mmoollttoo cchhiiaarree,, mmaassaappeevvoo ddii vvoolleerree iimmppeeggnnaarrmmii iinn qquuaallccoossaa ddiirreeaallee uuttiilliittàà ppeerr iill pprroossssiimmoo;; nnoonn vvoolleevvoo llaavvoo--rraarree iinn uuffffiicciioo,, nnoonn vvoolleevvoo llaavvoorraarree ddaa ssoollaa,,mmaa vvoolleevvoo iill ccoonnttaattttoo ccoonn llaa ggeennttee ee mmii ppiiaa--cceevvaa ccoommuunnqquuee iill sseettttoorree ssoocciiaallee--ssaanniittaarriioo..Mi sarebbe piaciuto anche fare la criminolo-ga. Fatto sta che dopo la maturità linguisticaho frequentato la scuola triennale per soc-corritori professionali, e adesso sono qui”.Sara, che fa anche parte del GruppoTecnico di Soccorso, si muove nel suoambiente professionale con molta naturalez-za ed è pronta a regalare un momento diserenità anche nelle situazioni più critiche. Nel tempo libero le piace fare sport all’ariaaperta e praticare del cucito creativo –“Adoro fare delle attività pratiche, lavorarecon le mani, realizzare cose concrete” –tenendo a precisare però che, ultimamente,è più occupata a prendersi cura del suo pic-colo cucciolo di labrador di nome Asia. Del suo lavoro llee ppiiaaccee iill ppootteerr eennttrraarree iinnrreellaazziioonnee ccoonn llee ppeerrssoonnee nneell ccoorrssoo ddeeii ppoocchhiimmiinnuuttii ddii uunn iinntteerrvveennttoo, poter dare un sorri-so, un conforto. La gratificazione arriva sem-pre: le ha fatto molto piacere quando,

Il primo collaboratore stipendiato dellaCroce Verde con il ruolo di “milite stabile” è Gino Cantoreggi. Assunto il 1° gennaio 1944, resta in carica fino al1977. La decisione di affiancare personale stipendiato al volontariatonasce dall’impossibilità di far fronte alle crescenti richieste d’intervento unicamente con personale volontario. Tra gli Anni Sessanta e Settanta lasituazione diventa insostenibile e sidecide di assumere ulteriori collaboratoriprofessionisti. La loro funzione però nondifferisce molto da quella del soccorritore volontario. Da un punto divista professionale, non esistendo ancora la figura riconosciuta del “Soccorritore professionale” la loroposizione è quella di personale ausiliario.In quegli anni si inizia a realizzare quantosia importante per il paziente acuto ricevere cure adeguate già prima dell’arrivo in ospedale. Nel 1977 l’Interassociazione Svizzera diSalvataggio propone il primo corso pilota per Soccorritori professionisti, acui partecipano due Ticinesi, AttilioMarzaro di Locarno e Carlo Casso diLugano. Da questa partecipazionenasce la consapevolezza che il soccorso pre-ospedaliero necessitisempre più di risorse umane con unalto grado di competenza professionalee che quella del soccorritore debbaevolvere a vera e propria professione.Ma la strada è ancora lunga. Sono necessari dodici anni per far riconosce ufficialmente la nuova figuraprofessionale. Nel 1989 ha inizio il primo corso ticinese per “Soccorritori professionali” diretto da Graziano Meli.Il Ticino e il Canton Ginevra sono i primi,a livello svizzero, a realizzare lepremesse per formare i nuoviprofessionisti del soccorso. Nel 1998anche la Croce Rossa Svizzerariconosce la professione a livellonazionale, e la formazione passadalla FCTSA al Dipartimento dell’educazione della cultura e dellosport, concretamente alla Scuola specializzata superiore in cure infermieristiche. La formazione ha ladurata di tre anni e si conclude con unacertificazione ufficiale, riconosciuta alivello nazionale. La CVL conta oggi 26Soccorritori diplomati molto benpreparati, competenti e motivati.

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CROCE VERDE LUGANOnews L e r i s o r s e t e c n i c h e

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Metamorfosi per la vita,ambulanza si diventa

DA VEICOLO COMMERCIALE AD AMBULANZA: ECCO COME NASCONO I MEZZI DI PRONTO INTERVENTO DI CROCE VERDE LUGANO

Le vediamo sfrecciare ogni giorno sullestrade del nostro territorio: veloci, sicu-re, sempre tempestive. Ma cosa c’è

dietro la nascita di un’ambulanza di CroceVerde Lugano?Per scoprirlo è importante seguire, passodopo passo, un cammino ricco di tecnolo-gia, che si spinge fino al di là dei confini dellaSvizzera. Proviamo a percorrerlo insieme.Ogni autoambulanza di CVL non è destinatafin dall’inizio al soccorso: è frutto di una seriedi operazioni che portano a trasformare un“furgone” commerciale in un mezzo di pron-to intervento.La scelta del veicolo da modificare è delica-ta e tutt’altro che semplice. Innanzitutto,ddeevvee rriissppoonnddeerree aa ssttaannddaarrdd ddii ssiiccuurreezzzzaammoollttoo eelleevvaattii,, iinn ggrraaddoo ddii ssooddddiissffaarree ii sseevveerriirreeqquuiissiittii iimmppoossttii ddaallll’’IInntteerraassssoocciiaazziioonneeSSvviizzzzeerraa ddii SSaallvvaattaaggggiioo ((IIAASS)) ee ddaallllee ddiissppoossii--zziioonnii lleeggiissllaattiivvee eeuurrooppeeee. Ma non solo: deveanche garantire il massimo livello di comforte affidabilità, per consentire allo staff di CVLdi operare in modo ottimale. Con questepremesse, la selezione è molto restrittiva efinisce con l’interessare solo pochi modelliattualmente in commercio nel territorio elve-tico. Una volta acquistato il veicolo aLugano, inizia il processo di trasformazioneche porterà alla creazione della vera e pro-pria ambulanza.

L’assenza, in Svizzera, di un mercato speci-fico per l’allestimento dei mezzi di prontointervento, ha spinto Croce Verde a guarda-re oltre il proprio territorio, valutando l’offertadi aziende germaniche, francesi e italiane. È stata infine scelta la ditta Bollanti VeicoliSanitari, con sede a Latina (Italia), che hasaputo soddisfare al meglio le aspettative diCVL. Non va dimenticato, del resto, che leattività di progettazione, produzione e mon-taggio di allestimenti sanitari devono sotto-stare a severe normative di qualità cheun’azienda deve saper garantire nel tempo.Spingersi al di là dei confini svizzeri implicapure l’applicazione delle procedure doganalirelative al traffico di perfezionamento, chedevono essere seguite attentamente per ladefinizione dei dazi (a seguito della modificainiziale del veicolo).Tutte le fasi di sviluppo del nuovo veicolovedono operare in stretta sinergia l’ufficioprogettazione della Bollanti Veicoli Sanitari eil team delle risorse tecniche di CVL. Si defi-niscono le esigenze strutturali del mezzo,l’alloggiamento di ogni presidio di soccorso,i tempi di produzione e vengono prese inesame eventuali novità di mercato. Nel primo stadio operativo, il furgone vienesmontato e reso “grezzo”. Si procede quin-di ad effettuare gli interventi che interessanola carrozzeria (sportelli esterni, separazione

tra lato guida e lato sanitario…). Seguonopoi la predisposizione dei presidi di veicolod’urgenza (lampeggianti blu, sirene, fari diricerca…) e la verniciatura speciale in coloreluminescente, necessaria ad assicurare laperfetta visibilità del veicolo in particolaricondizioni di luce (come ad esempio l’alba,il crepuscolo, la nebbia). Il passo successivo prevede l’applicazionedi materiale fonoassorbente e termoisolanteall’interno del tetto, delle pareti e nelle por-tiere, allo scopo di ridurre al minimo la tra-smissione di rumori nell’abitacolo.

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A questo punto viene realizzato un impiantoelettrico supplementare, specifico per tuttele apparecchiature di soccorso. Si presentastrutturato in 3 sotto-sistemi, destinatirispettivamente ad alimentare le attrezzatureinstallate (lampeggianti, sirene, fari di lavoro),il vano sanitario (luci, aspiratori, climatizzato-re) e gli apparati di comunicazione (radio,sistemi satellitari, telefono).Particolare cura viene posta nei rivestimentiinterni: il materiale utilizzato è un compositoRTM (Resin Transfer Molding), che ha unasuperficie facilmente lavabile e disinfettabile,mentre il design risulta piacevole e di coloregradevole e riposante.Si procede successivamente alla produzio-

ne dei mobili, dotati di vani per alloggiarel’equipaggiamento. Sono realizzati inAlucobond (utilizzato, tra l’altro, per l’isola-mento dei grattacieli), un pannello composi-to in alluminio con un’anima in polietileneche abbina leggerezza, robustezza, auto-estinguenza e facilità di lavorazione. GGrraannddee aatttteennzziioonnee vviieennee ppoossttaa aallllaa ccoossiidd--ddeettttaa ““ssiiccuurreezzzzaa ppaassssiivvaa””,, ccoonn iill ffiissssaaggggiioo ddiittuuttttee llee aattttrreezzzzaattuurree,, cchhee ddeevvee ootttteemmppeerraarree aasseevveerree nnoorrmmaattiivvee eeuurrooppeeee ((EENN 11778899)):: la let-tiga, ad esempio, è in grado di resistere asollecitazioni pari a 10 G (forza di gravità). La fase di produzione si conclude con l’ap-plicazione della grafica esterna che caratte-rizza l’immagine di Croce Verde.L’ambulanza, a questo punto, può rientrarein Svizzera.Il team delle risorse tecniche di CVL prendein consegna il veicolo direttamente a Latina

PPaaoolloo ZZiieellllaaAssistente Capo Servizio

Croce Verde Lugano

e lo porta in sede a Lugano, dove viene alle-stito con il materiale e le apparecchiaturesanitarie necessarie. La nuova ambulanza, a questo punto, èpronta per la sua missione.Le sollecitazioni alle quali sono sottoposte,sia dal punto di vista del motore sia di usurastrutturale dei materiali, fanno sì che venga-no in seguito ritirate dal servizio dopo sette-otto anni di vita e comunque con una per-correnza non superiore ai 150.000 km.Questo “tetto”, infatti, equivale ai 300.000km di un mezzo di trasporto comune. Nonva dimenticato che un’autoambulanzaviene usata quotidianamente e opera sem-pre in condizioni estreme, con partenze a

freddo a regimi elevati, velocità sostenuta esotto continui sforzi: uno “stress” che siripercuote sugli organi del motore, provo-cando un’usura precoce. Inoltre, dopo uncerto chilometraggio aumentano sensibil-mente i costi di manutenzione, anche per-ché la legge impone un controllo annuale daparte dell’ufficio di circolazione per la revisio-ne del veicolo in tutti i dettagli. A questo punto, il destino dell’ambulanza èduplice: può essere demolita o, se è ancorain efficienza, viene donata ad associazioniche operano in paesi meno fortunati delnostro. Per continuare così la sua preziosamissione.

Un dono particolarmente gradito

L’autoambulanza e l’automedica con illoro contenuto di attrezzature medichee tecniche non rappresentano solo i“ferri del mestiere” del soccorritore, maassumono un alto valore comunicativo.Infatti la loro colorazione a forte impattovisivo e il loro destreggiarsi nel traffico,utilizzando luci lampeggianti e sirene,non passano certo inosservati e inevitabilmente inducono a momenti diriflessione. Per chi sta vivendo attimi diangoscia a causa di un malore o di uninfortunio, l’arrivo del mezzo di soccorsocoincide con l’affievolirsi di uno stato digrande tensione e la nascita di nuovesperanze. Per il servizio ambulanze, questo “strumento” di lavoro rappresenta un elemento essenziale per l’efficacia dellapropria missione, che deve risponderead alti standard qualitativi, sia per lesollecitazioni alle quali viene sottoposto,sia per la delicatezza del “bene” che èchiamato a trasportare: ”il paziente incondizioni fisiche alterate”.L’investimento necessario è diconseguenza assai oneroso. Il costo diun’autoambulanza equipaggiata puòarrivare fino a Fr. 200’000.—. È quindifacilmente immaginabile il piacere con ilquale il Comitato, la Direzione e tutti i collaboratori della Croce Verde accolgono la notizia della donazione diun’ambulanza. Questa felice circostanza si è verificata il 12 novembre 2006 quando laFondazione Dott. Giuseppe Camozzidi Lugano, per il tramite del suoPresidente, Dott. Jur. Giovanni Gianola,ritenendo la nostra Associazione “Ente di pubblica utilità particolarmente meritevole”, ci ha comunicato l’intenzione di donare al nostro enteuna nuova ambulanza. Siamo estremamente grati allaFondazione Camozzi per il generosogesto di sostegno e solidarietà che premia CVL per il suo impegno, e checontribuisce anche in modo significativoa contenere i costi a carico della collettività.Grazie di cuore al Consiglio diFondazione Giuseppe Camozzi per ilprezioso dono e ci auguriamo che questo gesto di solidarietà trovi anchein futuro organizzazioni o persone desiderose di imitarlo.

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1155 FFrraanncchhii aallll’’aannnnoo ((FFrr.. 11,,2255 aall mmeessee)),, aa ttaannttoo((oo ppooccoo??)) aammmmoonntteerreebbbbee iill ssuupppplleemmeennttoo ddeeiipprreemmii ddeellllaa ccaassssaa mmaallaattii ppeerr uunnaa ccooppeerrttuurraattoottaallee ddeeii ccoossttii ddeell ssooccccoorrssoo..Riunitasi il 21 agosto 2006, la Commissionedella sicurezza sociale e della sanità ha esa-minato l’iniziativa summenzionata, deposita-ta il 9 dicembre 2005 dal Canton Ginevra, esostenuta dal Canton Ticino. LL’’iinniizziiaattiivvaacchhiieeddee cchhee llee ssppeessee ccaauussaattee ddaa uunn ttrraassppoorr--ttoo iinnddiiccaattoo ddaall pprrooffiilloo mmeeddiiccoo ee llee ssppeessee ddiissaallvvaattaaggggiioo vveennggaannoo aassssuunnttee iinntteerraammeenntteeddaallll’’aassssiiccuurraazziioonnee mmaallaattttiiaa, come nel casodell’assicurazione contro gli infortuni. Con10 voti contro 2, la maggioranza dellaCommissione propone di non dare segui-to all’iniziativa. Una minoranza dellaCommissione (Ory, Leuenberger) propo-ne di dare seguito all’iniziativa. LLaa mmaaggggiioorraannzzaa ddeellllaa CCoommmmiissssiioonnee nnoonnvvuuoollee oobbbblliiggaarree llee ccaassssee mmaallaattii aa rriimmbboorrssaarreennuuoovvee pprreessttaazziioonnii,, rriitteenneennddoo iill rriimmbboorrssooddeellllee pprreessttaazziioonnii iinn qquueessttiioonnee aauussppiiccaabbiillee mmaannoonn iinnddiissppeennssaabbiillee. Secondo la commissio-ne sarebbe difficile valutare a quantoammonterebbero le spese supplementarigenerate dall’iniziativa; tutto dipende dalladefinizione che si dà al termine «trasportinecessari dal profilo medico». Nel 2004 leprestazioni dell’assicurazione malattia per lecure balneari e i “trasporti” sono ammontateall’1,7 per cento delle spese complessivedella salute, ovvero circa 317 milioni su untotale di 19 miliardi di franchi. Una minoran-za della Commissione osserva che le spesesupplementari generate dall’iniziativa sareb-bero trascurabili se rapportate all’insiemedelle spese della salute. Inoltre per le perso-ne interessate, in particolare per i malati cro-nici, le fatture di trasporto rappresentanospesso una grande spesa.C’è da rimanere allibiti leggendo questemotivazioni. Pur ritenendo auspicabile il rim-borso, la Commissione della sicurezzasociale e della sanità non lo ritiene indispen-sabile per il seguente motivo: non è in gradodi valutare a quanto ammonterebbero lespese supplementari. Tutto dipende dalsignificato che si dà all’espressione:

A LIVELLO NAZIONALE IL SOCCORSO EXTRA-OSPEDALIERO CONTINUA A ESSERE CONSIDERATO ALLA STESSA STREGUA DELLE CURE BALNEARI

CROCE VERDE LUGANOnews L ’ i n i z i a t i v a

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funzioni vitali di un paziente la cui vita puòessere seriamente minacciata. Fatte questeconsiderazioni, la risposta alla domanda sel’operato dei servizi sanitari d’emergenza siada considerare “utile o indispensabile”appare scontata. Nel comprensorio lugane-se l’aumento dei premi di cassa malati cau-sati dalla copertura totale dei costi del servi-zio pre-ospedaliero di soccorso è quantifica-bile in Fr. 15.— all’anno, pari a Fr. 1,25 almese. I premi medi globali per l’assicurazio-ne malattia ammontano a ca. Fr. 4’000.—all’anno, rispettivamente Fr. 330.— mensili.L’incidenza dell’aumento sui costi globalisarebbe quindi dello 0.37%. La superficialitàriscontrata a livello federale nell’affrontare larichiesta ginevrina e ticinese si ripercuotepesantemente sui cittadini.IInn uunnoo ddeeii ppaaeessii eeuurrooppeeii cchhee vvaannttaa ddii aassssiiccuu--rraarree aallllaa ppooppoollaazziioonnee uunnaa ttoottaallee eeqquuiittàà ddiiaacccceessssoo aallllee ccuurree ssaanniittaarriiee rriilleevviiaammoo,, ddii ffaattttoo,,cchhee iinn uunn sseettttoorree ddii iimmppoorrttaannzzaa vviittaallee ((mmaacchhee iill ppoolliittiiccoo ffeeddeerraallee nnoonn hhaa aannccoorraa rriiccoonnoo--sscciiuuttoo)) eessiissttoonnoo iinnvveeccee ddeellllee bbaarrrriieerree ddiiffffiicciilliiddaa ssuuppeerraarree..

CCaarrlloo CCaassssoo

Direttore Croce Verde Lugano

“Trasporti necessari dal profilo medico”. Il sistema nazionale di analisi dei costi non èin grado di distinguere i costi del soccorsopre-ospedaliero da quello delle cure balnea-ri che complessivamente incide nella misuradell’1,7% sui costi della salute.DDaa oollttrree ttrreenntt’’aannnnii ssii ccoonnoossccoonnoo llee eevviiddeennzzeecchhee ddiimmoossttrraannoo ccoommee llaa tteemmppeessttiivviittàà ee ll’’aallttaaccoommppeetteennzzaa pprrooffeessssiioonnaallee ddeellll’’iinntteerrvveennttoo ddiissooccccoorrssoo ssuull ppaazziieennttee aaccuuttoo,, ffuuoorrii ddaalllleemmuurraa ddeellll’’oossppeeddaallee,, ccoossttiittuuiissccoonnoo llee bbaassiiiinnddiissppeennssaabbiillii ppeerr llaa ssuuaa ssoopprraavvvviivveennzzaa..Senza di esse l’ospedale più performantenon sarebbe in grado di recuperare unasituazione irrimediabilmente compromessa.Il servizio di soccorso pre-ospedaliero svol-ge un ruolo fondamentale nella situazioneacuta di tre delle quattro casistiche checostituiscono l’80% delle cause di morte piùfrequenti nei paesi industrializzati: i problemicardiovascolari, le malattie tumorali, le causeesterne (infortunistica), l’insufficienza respi-ratoria acuta.L’efficacia del soccorso professionale tem-pestivo è particolarmente provata nei casidi: arresto cardiaco, sindrome coronaricaacuta, insufficienza respiratoria acuta, ictusacuto, trauma. Per far fronte alla loro missio-ne i servizi sanitari d’emergenza devonoessere dotati di risorse adeguate ai bisognidella collettività servita. La tempestività d’intervento si misura in secondi nella fase di mobilizzazione (dalla ricezione della missione all’uscita dalla sede) e in minuti nella fase di trasferta fino al paziente. La professionalità si misurain termini di collaboratori qualificati (soc-corritori – infermieri specializzati – medici d’urgenza). L’imprevedibilità del bisogno, e quindi l’impossibilità di pianificare l’inter-vento di soccorso, rende necessaria lacostituzione di uno stato di “prontezza” per-manente. È anche facile comprendere che icosti che ne derivano siano globalmente rile-vanti. LL’’eelleemmeennttoo ““ttrraassppoorrttoo””,, aannccoorraa ooggggiiuuttiilliizzzzaattoo nneellllee ddiissccuussssiioonnii lleeggiissllaattiivvee ee ttaarriiffffaa--llii,, èè ssoollaammeennttee uunn eevveennttoo ssuussssiiddiiaarriioo aadduunn’’aattttiivviittàà pprriinncciippaallee ssaanniittaarriiaa,, aallttaammeenntteeqquuaalliiffiiccaattaa e volta a ristabilire e assicurare le

“Trasporti e cure balneari”

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