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1 MATERIALE DIDATTICO CYRANO DE BERGERAC Edmond Rostand Regia di Denis Podalydès « Cyrano è un sogno di teatro totale, un miscuglio di arti e di generi: opera buffa, trage- dia, dramma romantico, poesia simbolista, farsa molieresca. » DENIS PODALYDÈS © Christophe Raynaud de Lage

CYRANO Edmond Rostand DE BERGERAC Denis Podalydès · Dopo aver scritto due opere teatrali per Sarah Bernhardt (La Princesse lointaine nel 1895 e La Samaritaine nel 1897), ... Podalydès

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MATERIALE DIDATTICO

CYRANODE BERGERAC

Edmond RostandRegia di Denis Podalydès

« Cyrano è un sogno di teatro totale, un miscuglio di arti e di generi: opera buffa, trage-dia, dramma romantico, poesia simbolista, farsa molieresca. » DENIS PODALYDÈS

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Presentazione

Cyrano visto da Denis Podalydès: l’attore in tutta la sua espressività

- Approfondimento: da un naso all’altro: i volti di Cyrano

- Lettura: la tirata sul naso

« Utilizzare tutta la macchina teatrale »

- Approfondimento: le macchine teatrali

- Lettura: la carrozza di Rossana

AllegatiI Cyrano della tradizione franceseFilmare Cyrano de Bergerac alla Comédie-Française

p.3

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CYRANO DE BERGERACEdmond Rostand

Regia di Denis PodalydèsRipreso da Dominique ThielDrammaturgia Emmanuel BourdieuScenografia Éric RufCostumi Christian LacroixLuci Stéphanie DanielSuoni Bernard ValléryVideo Anne KesslerMaestro d’armi François RostainTrucco Véronique NguyenMovimenti coreografici Cécile BonAssistente alla regia Alison HornusAssistente alle scene Dominique SchmittAssistente al trucco Laurence AuéConVéronique Vella* Ladruncolo, Cadetto, la Governante, una suoraCécile Brune* Lisa, Madre MargheritaSylvia Bergé la Marchesa*, Bambino*, Poeta*, Cadetto*, Preziosa*, Suor Clara*, Madre Margherita*Bruno Raffaelli RagueneauAlain Lenglet Lignière, CadettoFrançoise Gillard RossanaLaurent Natrella Carbone di Castelgeloso, Jodelet, PreziosoMichel Vuillermoz Cyrano de BergeracChristian Gonon Valvert, Cuoco, Poeta, Musicista, CadettoJulie Sicard Lisa*, Suor Clara*, Ladruncolo*, Cadetto*,la Governante*, una suora*Loïc Corbery CristianoChristian Hecq Cuigy, Cadetto, PreziosoNicolas Lormeau Montfleury, Pasticciere, Cadetto, PreziosoGilles David il Borghese, Poeta, il Cappuccino, CadettoStéphane Varupenne Le BretAdeline d’Hermy* il Bottegaio, Cadetto, Musicista, Suor MartaNâzim Boudjenah* il Cavaliere, Bellerose, il Moschettiere, CadettoNoam Morgensztern* il Cavaliere, Bellerose, il Moschettiere, CadettoClaire de La Rüe du Can* la Bottegaia, Cadetto, Musicista, Suor MartaDidier Sandre de GuicheJulien Frison il Marchese, l’Apprendista, Cadetto, Prezioso

e gli attori dell’Académie della Comédie-FrançaiseMarina Cappe il Giovane, Aiutante di campoAmaranta Kun Preziosa, CadettoAxel Mandron Flanquin, Cadetto, un pasticciere

DATEDAL 7 GIUGNO 2017 AL 20 LUGLIO 2017RIPRESO IN DIRETTA ALLA COMÉDIE-FRANÇAISE IL 4 LUGLIO 2017 E TRASMESSO NELLE SALE DEL-LA RETE PATHÉ LIVE!

REGIA DOMINIQUE THIEL.

OMMARIO NFORMAZIONI GENERALI

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EDMOND ROSTAND Dopo aver scritto due opere teatrali per Sarah Bernhardt (La Princesse lointaine nel 1895

e La Samaritaine nel 1897), scrive Cyrano de Bergerac, « commedia eroica in cinque atti

e in versi », su richiesta dell’ex membro della Comédie-Française Coquelin aîné. Fin dalla

sua prima rappresentazione al Théâtre de la Porte-Saint-Martin, il 28 dicembre 1897,

questa commedia conoscerà un successo fulmineo, eclisserà il resto dell’opera di Rostand e

diventerà la pièce probabilmente più celebre del teatro francese. Questo primo allestimento

trionfale varrà a Rostand la Legion d’onore. In seguito creerà L’Aiglon, nel 1900, un nuovo

successo con Sarah Bernhardt, entrerà all’Académie française nel 1901 e farà portare

in scena nel 1910 una « favola simbolica » i cui personaggi sono animali da cortile:

Chanteclerc, che avrà molto meno successo delle opere precedenti.

DENIS PODALYDÈS Membro della Comédie-Française, attore di teatro e di cinema ma anche scrittore, Denis

Podalydès realizza la sua prima regia con Cyrano de Bergerac. Sarà seguita da molte altre,

in particolare Fantasio di Musset e Lucrezia Borgia di Victor Hugo alla Comédie-Française.

Nella stagione 2017 allestirà Le furberie di Scapino alla Salle Richelieu, spettacolo che

sarà anche trasmesso in diretta nelle sale della rete Pathé Live!

DOMINIQUE THIEL Regista specializzato nelle riprese di spettacoli dal vivo, a cui dobbiamo in particolar modo la

ripresa in diretta di L’Acte inconnu di Valère Novarina nel cortile d’onore del Palazzo dei Papi di

Avignone nel 2007, Il suicida di Nikolaï Erdman messo in scena da Patrick Pineau nella Carrière

de Boulbon nel 2011 o l’immenso successo popolare rappresentato dall’allestimento di Jérôme

Deschamps di La palla al piede di Feydeau, nel 2011 alla Comédie-Française.

Coquelin aîné e Edmond Rostand© Comédie-Française

I. PRESENTAZIONE DELLO SPETTACOLO

RIASSUNTOCyrano de Bergerac è, a dispetto della bruttezza deforme che gli procura il suo naso, un valente spadaccino e poeta

(atto I). Nella rosticceria di Ragueneau, sua cugina, la preziosa Rossana di cui è segretamente innamorato, gli rivela di

amare Cristiano (atto II). Questo giovane nobile, a cui non manca niente a parte l’eloquenza amorosa, chiede a Cyrano

di aiutarlo a conquistare la giovane donna, sensibile ai bei fraseggi, suggerendogli dei versi d’amore (atto III). La bella

si innamora, ma durante l’assedio di Arras Cristiano muore e chiede a Cyrano di rivelare tutto a Rossana (atto IV), ma

Cyrano rifiuterà di farlo anche molti anni più tardi (atto V).

© Stéphane Lavoué, coll. Comédie-Française

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II. CYRANO VISTO DA DENIS PODALYDÈS: L’ATTORE IN TUTTA LA SUA ESPRESSIVITÀ

Michel Vuillermoz © Raphaël Gaillarde, coll. Comédie-Française

La regia di Denis Podalydès fa di questa opera un racconto in cui l’eroe, alternando brio e malinconia, attraversa degli

spazi che si trasformano come in un sogno. Sotto gli occhi dello spettatore si manifesta tutta la magia del teatro. L’allestimento

riesce a far durare questa magia, che si rinnova ad ogni atto con i cambi di scena, e al tempo stesso sottolinea la grande

riflessività dell’opera che ci parla anzitutto di teatro.

L’allestimento è in effetti particolarmente sensibile all’elogio che Rostand fa del teatro e dell’arte degli attori in

Cyrano de Bergerac. Il personaggio principale, al di là delle caratteristiche che conosciamo di lui (eloquenza ed ardore

guerriero, saggezza filosofica ed orgoglio eccessivo, sentimentalismo ed abnegazione) è prima di tutto un uomo di teatro,

fatto totalmente di parole e di gesti, e al tempo stesso attore e regista. Denis Podalydès, in un’intervista con Frédérique Plain,

sottolinea questa costante “mise en abyme” presente nella pièce e approfondita ulteriormente dall’allestimento: « la tirata

sul naso si può leggere come una lezione di teatro: Cyrano apostrofa Valvert come un professore interrompe un allievo di

teatro per dargli delle indicazioni. La maggior parte dei personaggi dell’opera sono contemporaneamente attori – Cyrano,

Rossana – o appassionati di teatro o di letteratura - De Guiche, Ragueneau. Alcuni rifiutano di esserlo: Le Bret e soprattutto

Cristiano. » Ciò che è in gioco nella scena del balcone è anche il fatto di far accettare a Cristiano questo teatro a cui rifiuta

di appartenere: Cyrano gli suggerisce le parole come ad un attore debuttante, per la più grande gioia di Rossana e del

pubblico. La figura dell’attore è così al centro dello spettacolo. D’altronde, ci si ricorderà che la pièce inizia al Palazzo

Borgogna, dove Cyrano interrompe una pastorale in cui recita Montfleury, celebre attore del XVII secolo, opponendo da

subito il suo linguaggio vivace alle tirate ridicole di una forma teatrale ormai superata. Se si pensa anche alla celebre scena

dei « viaggi sulla luna », recitata letteralmente davanti e con il sipario, nello stile della commedia dell’arte, si capisce a che

punto l’allestimento si nutra della storia del teatro per far trionfare l’istrionismo del suo personaggio.

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« Avere un Cyrano, è fondamentale »: così come Rostand aveva il suo attore prima di scrivere l’opera, Denis

Podalydès aveva il suo Cyrano prima di passare alla regia. In effetti, insieme al regista russo Piotr Fomenko, che lo

incoraggia ad allestire lo spettacolo, condivide l’impressione di una somiglianza impressionante tra Michel Vuillermoz

e Cyrano. La scelta dell’attore è al tempo stesso personale e audace: « Con Michel, ho l’impressione di ritrovare una

figura mitica di Cyrano, una sorta di autenticità, e al contempo di poter tentare un Cyrano nuovo, dotato di tutta la forza

dell’inquietudine, della violenza e della buffonaggine di cui dà prova il personaggio. Per me, Michel ha qualcosa dell’orco

dell’infanzia. Ma un orco ferito. Cyrano, innamorato, è una ferita vivente: questo naso è un’enorme ferita in mezzo al volto.

È una mostruosità che in certi momenti può farlo impazzire. Michel dà al personaggio una dimensione poetica e comica

e al tempo stesso una grande capacità di terrorizzare, come nei grandi racconti che non sono mai bonaccioni. » (id.)

Quindi la scelta dell’attore Michel Vuillermoz, che oggi incarna Cyrano alla Comédie-

Française da più di dieci anni (la prima rappresentazione ha avuto luogo nel 2006), si

iscrive nel segno dell’eredità ma manifesta anche una volontà di rinnovamento: da quando

è entrato a far parte del repertorio, nel 1938, dieci attori hanno già incarnato Cyrano

(vedere il testo di Joël Huthwohl in allegato). Per far rivivere questa memoria degli attori,

Denis Podalydès sceglie di iniziare lo spettacolo con la proiezione di un video sul sipario

e poi sul palcoscenico, sul retro di un quadro sospeso in aria: « Abbiamo integrato nello

spettacolo questa dimensione di un altro tempo che percorre il testo, della storia del teatro.

Ho consultato gli archivi, le foto, ho ascoltato le registrazioni dei vecchi allestimenti, da

Coquelin fino a Depardieu, passando per Brunot, Dux, Ferrer, Piat, Deiber, Weber, ce ne

sono tanti. [...] Il primo atto, del resto, ci serve per recitare a soggetto, è una messinscena

della nostra istituzione. In omaggio ai vecchi attori della troupe e con l’idea di mettere a

confronto tutti i Cyrano che ci hanno preceduto, Anne Kessler ha filmato dei membri onorari

tra cui Jean Piat e Paul-Émile Deiber, grandi Cyrano della tradizione francese: appaiono

sullo schermo e nel testo, inseriti tra gli spettatori del Palazzo Borgogna, presentati come se

fossero il nostro pubblico, con i suoi fedeli, i suoi detrattori, etc. » (ibid.)

APPROFONDIMENTO:DAUNNASOALL’ALTRO:IVOLTIDICYRANO

La dedica di Rostand al suo attore è rimasta famosa: « È all’anima di Cyrano che volevo dedicare questo poema. Ma

poiché essa si è trasmessa in lei, Coquelin, è a lei che lo dedico ». Ma interpretare Cyrano non è solo una questione

di metempsicosi, è anche l’occasione di una trasformazione fisica concreta, burlesca, attenuata o terrificante.

André Brunot, 1938 © Harcourt Coquelin aîné fotografato da Nadar © Comédie-Française

Jean Piat e Paul-Émile Deiber, 1964© J.-P. Chevallier

Jean Piat e Paul-Émile Deiber, 1964© J.-P. Chevallier

©1990 Hachette Première e Soc. Gruppo Europe 1 Communication - Caméra One -Films A2 – Produzioni D.D.

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DOMANDE

1. Istrione: cercate il senso e l’etimologia di questa parola in un dizionario.

2. Jean-Paul Belmondo, Philippe Torreton, Jacques Weber, Gérard Depardieu: queste star del teatro o del cinema hanno tutte interpretato Cyrano. Fate delle ricerche di immagini su internet e confrontate le differenti interpretazioni di questo ruolo.

3. « Il suo naso non ha qui il semplice ruolo di un’appendice destinata non a mascherare ma a mettere in risalto - attraverso la sua incongruenza - la bellezza di un volto naturalmente seducente, come quello, un tempo, dei Cyrano di Jean Piat o di Francis Huster. Realmente mostruoso, accentua la deformità fisica del personaggio, costringendo l’attore ad attingere alla parte più profonda di sé per commuovere e sedurre. » (Encyclopedia Universalis, « Cyrano de Bergerac, regia Denis Podalydès »). Discutete questa analisi di Didier Méreuze.

*Cyrano : Eh, no! È un po’ poco, giovanotto! Si poteva dire...Che diamine, talmente tante cose!Variando il tono per esempio, vediamo:Aggressivo: « Io, signore, se avessi un naso simile, me lo farei tagliare seduta stante !».Amichevole: « Deve sguazzarvi nel bicchiere!Per bere, fatevene fabbricare uno su misura! ».Descrittivo: « È una montagna, un picco, un promontorio!Ma che dico, un promontorio? È una penisola! ».Curioso: « A cosa serve questo oblungo affare? È uno scrittoio, signore, o una cassetta degli attrezzi? ».Grazioso: « Amate a tal punto gli uccelli che paternamente vi preoccupatedi offrire un trespolo alle loro zampette? ».Truculento: « Signore, quando fumate, il fumo del tabacco esce dal nasosenza che i vicini gridino “al fuoco”? ».Premuroso: « State attento, trascinata dal tal peso,la faccia potrebbe cadervi per terra! ».Tenero: « Fategli fare un ombrellone,di modo che al sole non appassisca! ».Pedante: « Solo l’animale che Aristofane chiama ippocampelefantocammellopuò avere tanta carne sull’osso sotto fronte! ».Cavalleresco: « Dite, amico mio, questa zanna va di moda?Per appenderci il cappello è davvero comoda! ».Enfatico: « Che naso magistrale! Nessun vento può fargli venire il raffreddore, ad eccezione del maestrale! ».Drammatico: « Quando sanguina, sembra il Mar Rosso! »Ammirativo: « Che splendida insegna per un

profumiere! ».Lirico: «È una fontana. Siete Tritone?».Ingenuo: « Quando si può visitare questo monumento? ».Rispettoso: « Consentitemi di dirvi, signore,che voi ne possedete di beni al sole! ».Rustico: « Un naso questo? Oh, su, andiamo! O è una rapa gigante o un melone nano! ».Militaresco: « Puntate! ».Pratico: «Volete metterlo in una lotteria?Di sicuro, signore, sarà il premio più grosso! ».Oppure, parodiando Piramo, piangendo: « Ecco il naso che ha distrutto l’armonia del viso del suo padrone!Guardatelo, ne arrossisce, il fellone! ».Ecco più o meno, mio caro, cosa mi avreste detto,se solo aveste un briciolo di cultura o di lettere. Ma di spirito, penoso individuo, voi non ne possedete un atomo. E di lettere, avete solo quelle che formano la parola “sciocco”!Ma quand’anche aveste avuto l’immaginazione che serveper poter qui, davanti al nostro nobile pubblico,indirizzarmi tanti e tali allegorie,non avreste potuto pronunciarne la metàdel quarto dell’inizio di una sola, poichétali cose me le dico da solo, con molto estro,ma non permetto a nessun altro di farne manifesto.

Cyrano de Bergerac, atto I, scena IV

• LETTURA: LA TIRATA SUL NASO

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III. « UTILIZZARE TUTTA LA MACCHINA TEATRALE »

Quando Cyrano viene creato nel 1897, la féerie ha abbandonato il teatro e si appresta a trovare un terreno di gioco

privilegiato sugli schermi del cinema che sta nascendo. La vena fantasmagorica che utilizza regolarmente Rostand nella sua

commedia eroica spiega probabilmente l’immenso successo della sua pièce: « è impressionante come il successo di Cyrano

sia esattamente contemporaneo degli esordi del cinema, due anni esatti dopo il primo spettacolo pubblico organizzato dai

fratelli Lumière al Grand Café. Il cinematografo non ha certo ucciso il teatro, ma gli ha comunque rubato qualcosa e anzitutto

il grande pubblico popolare che poteva aderire immediatamente allo spettacolo; gli ha anche preso in prestito certe forme

spettacolari, come il genere che dominava la scena teatrale del XIX secolo, la féerie. È impossibile non constatare che questa

risorge rapidamente al cinema: è tipico di Méliès riprendere la magia e gli artifici della féerie. Ebbene, il quarto atto di Cyrano

de Bergerac propone un quadro degno delle più celebri féerie: la metamorfosi in cibo della carrozza di Rossana, che si

trasforma in piatti deliziosi per la meraviglia dei cadetti affamati: « I cuscini sono pieni di ortolani! [...] /Ogni lanterna è una

piccola dispensa! » E soprattutto un verso di Ragueneau rappresenta un gioco di prestigio: « Il manico della mia frusta è un

salame di Arles! » (Patrick Besnier, « À la plume, Rostand » in Journal des trois théâtres, maggio 2006).

Julien Frison, Sylvia Bergé, Christian Gonon, Gilles David, Bruno Raffaelli, Axel Mandron, Julie Sicard, Noam Morgensztern, Michel Vuillermoz © Brigitte Enguérand, coll. Comédie-Française

L’allestimento, privilegiando l’onirismo e l’aspetto meraviglioso del racconto, esaspera la dimensione fiabesca

della pièce, dando vita a dei quadri incantevoli che ricordano le meraviglie delle vecchie “pièce à machine”, cioè delle

rappresentazioni teatrali che prevedevano grande uso di macchine sceniche. Così nell’atto II, la rosticceria di Ragueneau

scende a vista dal soffitto; nell’atto III Rossana si solleva in aria, leggera come una fata: « Volevamo che lo spettacolo uscisse dal

ventre del teatro, dalle cantine, dalle soffitte, dalle quinte: volevamo utilizzare tutta la macchina teatrale » (Denis Podalydès).

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L’uso del video nel primo atto appare come una nuova forma di macchina teatrale: proiettando sul sipario le immagini spettrali dei vecchi Cyrano, oppure diffondendo in diretta la ridicola prestazione degli attori del Palazzo di Borgogna, il video non è soltanto un « effetto speciale » funzionale all’aspetto meraviglioso dell’allestimento ma anche anche il mezzo attraverso il quale la teatralità della pièce si vede raddoppiata.

Loïc Corbery, Françoise Gillard © Brigitte Enguérand, coll. Comédie-Française

Marina Cappe, Bruno Raffaelli, Axel Mandron, Noam Morgensztern, Laurent Natrella, Gilles David, Amaranta Kun, Nicolas Lormeau, Julie Sicard, Sylvia Bergé, Michel Vuillermoz, Christian Hecq, Claire de la Rüe du Can, Julien Frison © Brigitte Enguérand, coll. Comédie-Française

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• APPROFONDIMENTO: LE MACCHINE TEATRALI

Illustrazione dell’articolo « Macchine teatrali » dall’Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri di Diderot e d’Alembert, 1751-1772

Jérémy Lopez, La regola del gioco, di Jean Renoir, regia Christiane Jatahy, 2017. © Christophe Raynaud de Lage, coll. Comédie-Française

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DOMANDE

1. Cercate le definizioni di « pièce à machines », « macchineria teatrale ». In che epoca il teatro comincia a usare le macchine?

2. L’uso di video è sempre più frequente nel teatro. Sono usati sempre nello stesso modo? Date degli esempi precisi.

3. « La macchineria teatrale è la più nobile serva del teatro per la sua umile sottomissione ai poeti. » (Louis Jouvet, Prefazione di Pratica di fabricar scene e macchine ne’ teatri di Nicola Sabbattini). Che senso si può dare a questa affermazione?

*RossanaGuardate il mio cocchiere da più vicino signori,E riconoscerete un uomo prezioso:Ogni salsa sarà, se lo volete, riscaldata!I cadetti, correndo verso la carrozza.È Ragueneau !(Acclamazioni.)Oh ! Oh !Rossana, seguendoli con lo sguardo.Poveri ragazzi!Cyrano, baciandole la mano.Buona fata!Ragueneau, in piedi sul sedilecome un ciarlatano sulla piazza pubblica.Signori!…(Entusiasmo.)I cadettiBravo! Bravo!RagueneauGli spagnoli non hanno,Mentre passava tanta bellezza, visto passare il cibo!(Applausi)Cyrano, piano a Cristiano.Ehm! Ehm! Cristiano!Ragueneau.Distratti dalla galanteriaNon hanno visto…(Tira fuori da sotto il sedile un piatto che solleva.)La galantina!(Applausi. La galantina passa di mano in mano.)Cyrano, piano a Cristiano.Ti prego, una parola sola!...RagueneauE Venere ha occupato i loro occhiPerché Diana, in segreto, potesse far passare...(Brandisce un cosciotto.)il suo capriolo!(Entusiasmo. Il cosciotto è afferratoda venti mani tese.)Cyrano, piano a Cristiano.Ti vorrei parlare!Rossana, ai cadetti che scendono,

con la braccia cariche di vettovaglie.Posatele per terra!(Mette una tovaglia sull’erba, aiutata da duelacchè imperturbabili che stavano dietro la carrozza.)Rossana a Cristiano, nel momento in cui Cyranostava per tirarlo da parte.Voi, rendetevi utile!(Cristiano viene ad aiutarla. Gesto di inquietudine di Cyrano.)RagueneauUn pavone ripieno!Primo cadetto, raggiante, che scendetagliando una larga fetta di prosciutto.Tuoni e fulmini!Non avremo corso il nostro ultimo rischio,Senza fare una scorpacciata...(Riprendendosi prontamente, vedendo Rossana.)Pardon! Un banchetto!Ragueneau, lanciando i cuscini della carrozza.I cuscini sono pieni di ortolani!(Tumulto. Si sventrano i cuscini. Risate. Gioia.)Terzo cadetto.Ah! Si beve!Ragueneau, lanciando bottiglie di vino rosso.Bottiglie di rubino!...(Di vino bianco.)Bottiglie di topazio!Rossana, lanciando una tovaglia piegataa Cyrano.Spiegate questa tovaglia!… Eh! hop!Su, forza!Ragueneau, brandendo una lanterna staccata alla carrozza.Ogni lanterna è una piccola dispensa!Cyrano, piano a Cristiano, mentresistemano insieme la tovaglia.Devo parlarti prima che tu le parli!Ragueneau, sempre più lirico.Il manico della mia frusta è un salame di Arles!

• LETTURA: LA CARROZZA DI ROSSANA

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° ALLEGATI: I CYRANO DELLA TRADIZIONE FRANCESE

« L’anima di Cyrano, al contrario, è passata in molti altri corpi e voci, dopo la morte di Coquelin nel 1909. Forse perché Rostand, più che un personaggio, ha inventato o reinventato una figura archetipica, come si direbbe di « un eroe corneliano », facendo nascere nel teatro un eroe da romanzo, alla Don Chisciotte, alla Capitan Fracassa, d’onore e d’amore puro, sognatore e impetuoso. Charles Le Bargy, prototipo del dandy di fine secolo, anche lui membro dimissionario della Comédie-Française, nel 1912 fu uno dei primi a riprendere il ruolo, con più sensibilità, meno ironia del suo predecessore. André Brunot, che fu il primo ad incarnare Cyrano alla Comédie-Française, nell’allestimento di Pierre Dux, con le scenografie di Christian Bérard, con Marie Bell (Rossana), Jean Martinelli (Cristiano) e Maurice Escande (de Guiche), si iscriveva invece nella tradizione dell’originale ma senza suscitare l’unanimità. La sua interpretazione fu a volte considerata troppo misurata, povera di fantasia, ma la sua voce squillante, la semplicità della sua recitazione, conquistarono il pubblico con un successo prodigioso. Lo spettacolo fu rappresentato con continuità dal 1938 al 1953 (416 volte), con lo stesso allestimento. Con Brunot si alternarono a partire dal 1939 Denis d’Inès, dal 1942 Pierre Dux, dal 1946 Jean Martinelli, che così passa dalla « bellezza » allo « spirito », e dal 1949 Maurice Escande.

La commedia fu ripresa con una nuova regia di Jacques Charon, l’8 febbraio 1964. Il ruolo principale fu affidato a Jean Piat, un « Cyrano più giovane che mai » (i suoi predecessori avevano esordito a più di cinquantacinque anni). Piat abbandona l’interpretazione tonitruante per diventare un seduttore, un Cyrano con molta spigliatezza e vitalità, intelligenza e sensibilità, capace di rivaleggiare agli occhi di una « abbagliante » Rossana (Geneviève Casile) con il « bel » Cristiano (Jacques Toja), mentre il ruolo di de Guiche era interpretato « con un’eleganza rara » da Georges Descrières. Paul-Émile Deiber, che aveva interpretato Cyrano nell’allestimento di Pierre Dux nel 1952, si alterna dal 1964 al suo compagno Jean Piat, non senza brio. L’allestimento, molto classico, con le scenografie e i costumi d’epoca firmati Jacques Dupont e con una musica di Marcel Landowski, aveva beneficiato di mezzi importanti, in particolare del concorso eccezionale di Pacha e Crin blanc, i due cavalli che tiravano la carrozza di Rossana nel IV atto. È un trionfo, che la stampa paragona a quello del 1897. André Malraux, il generale de Gaulle, il presidente del Togo, uniscono i loro applausi all’ovazione degli spettatori. Vengono organizzate delle tournée; nel 1966, per le Chorégies d’Orange, e senza che i versi di Rostand cedano al maestrale. Lo spettacolo fu ripreso il 22 settembre 1976 per 21 rappresentazioni eccezionali al Palazzo dei congressi durante i lavori della Salle Richelieu. Jean-Paul Roussillon fu incaricato di adattare l’allestimento di Charon, deceduto l’anno prima, ad un palco tre volte più grande, con un’ampiezza di 22 metri, e ad una sala di 3.700 posti. Come aveva promesso il regista, il pubblico, per il quale il segretario generale aveva organizzato una prevendita speciale per corrispondenza, rimase estremamente impressionato. Assecondata da numerose comparse, la troupe mise in campo per l’occasione tutti i suoi talenti, in particolar modo tre Cyrano (Jacques Destoop, che aveva già recitato in alternanza nel 1972, Alain Pralon e Jacques Toja), due Rossana (Ludmila Mikaël e Claire Vernet), due Cristiano (Claude Giraud e Jean-Noël Sissia) e due conti (François Chaumette e Georges Descrières). Dominique Constanza, come altri, accumulava diversi ruoli: fioraia all’inizio dello spettacolo, serva nel secondo atto e monaca nell’ultimo. Fu una festa, per il pubblico e per gli attori, che tutti ricordano. »

Joël Huthwohl, « Nez à nez » in Journal des trois théâtres, maggio 2006

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° ALLEGATO: FILMARE CYRANO DE BERGERAC ALLA COMÉDIE-FRANÇAISE

Lo spettacolo è stato filmato in diretta il 4 luglio 2017 nella Sala Richelieu e trasmesso nelle sale cinematografiche della rete Pathé Live !

Riprese di Cyrano de Bergerac, schema delle cineprese il 4 luglio 2017

La difficoltà particolare posta da questo spettacolo è l’estrema profusione di certi quadri (in particolare l’Atto I), la complessità della scenografia e il grande numero di attori in scena. A differenza delle riprese precedenti, il regista ha posizionato due cineprese sul palcoscenico per poter rendere sullo schermo il disordine evidente che regna al Palazzo di Borgogna. Una delle due cineprese sostituisce quella della Comédie-Française che di solito serve – in questo allestimento – per filmare la rappresentazione della pastorale La Cloreste interrotta da Cyrano, in modo che l’immagine proiettata sul retro del quadro nella sala di teatro sia quella proiettata sul grande schermo nella sala cinematografica. È l’unica scena in cui il regista ha posizionato delle cineprese sul palco.

(Per una più ampia presentazione delle questioni teoriche e pratiche poste dalle riprese di spettacoli dal vivo, si veda l’opuscolo pedagogico Filmare Romeo e Giulietta alla Comédie-Française)

beauty camera senza cameraman(installata durante l’intermezzo)posizione da localizzare il 14/06

cineprese portatiliquinte lato destro

Atto I

giraffisti

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MATERIALE DIDATTICOCYRANO DE BERGERAC

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DOMINIQUE THIEL: « IL FILM RACCONTA A VOLTE TUTTA UN’ALTRA STORIA »

« Anzitutto è stato il mio interesse per gli spettacoli dal vivo e soprattutto per il teatro che mi ha spinto a utilizzare le mie cineprese nelle sale degli spettacoli. Ovviamente la televisione non sostituirà mai la presenza in sala né le emozioni che vi si provano. Certo, il telespettatore non potrà sentire il soffio del vento o l’odore della gariga che regnerà durante la rappresentazione de Il suicida nella Carrière de Boulbon, ad Avignone. Ma la televisione, in quanto media della diretta, ha il potere di ritrascrivere questa esperienza teatrale. Se non addirittura di conferirle qualcosa di più. Ripreso in diretta, lo spettacolo diventa un evento. Come il pubblico in sala, i telespettatori condividono un’esperienza di immediatezza, peculiare della televisione. Se le riprese sono anzitutto al servizio dello spettacolo, del suo svolgimento e del suo senso, esse non si riassumono per questo ad una semplice riproduzione. Ovviamente non ci saranno carrellate o inquadrature a venti centimetri dagli attori. Ma la sfida delle riprese teatrali consiste ad aggirare i vincoli imposti dal genere: la sala, l’unità di tempo e di luogo... Così certe riprese a volte sono migliori degli spettacoli stessi. Perché il film racconta a volte tutta un’altra storia. Per esempio, scegliendo di lavorare sui piani ravvicinati e sulla vicinanza con gli attori, il regista potrà mettere in evidenza certe sottigliezze dell’interpretazione degli attori: un ammiccamento, un sorriso o una smorfia, impercettibili al pubblico. Contrariamente allo spettatore, la cinepresa è mobile e può cambiare i punti di vista, passando dal un lato all’altro della scena quasi istantaneamente. Il film compone così diversi quadri che solo il telespettatore potrà vedere. Infine c’è la fase di montaggio, che è molto breve in diretta, ma che permetterà al regista di variare i tipi e la lunghezza delle inquadrature, messe sempre al servizio dello spettacolo.[...] Le riprese sono anche una traccia del lavoro di un regista, il ricordo dei momenti di grazia o anche dei fallimenti di un attore. Sono la memoria necessaria di uno spettacolo ».

Intervista di Dominique Thiel realizzata da Jeanne Ferney per il giornale La Croix, ottobre 2011

REDATTRICE DEL DOSSIER:Laurence Cousteix, docente di cinema per le classes préparatoires littéraires (Liceo Léon Blum, Créteil).

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B I B L I O G R A F I A

CYRANO DE BERGERAC Edmond RostandRegia di Denis Podalydès

7 giugno 2017 > 20 luglio 2017

* Bibliografia Edmond Rostand: Cyrano de Bergerac, Collection « Folio Classiques », Gallimard, Paris, 1983

Savinien Cyrano de Bergerac: L’Autre monde. Les Etats et empires de la lune. Les États et empires du soleil, Collection Folio Classiques, Gallimard, Paris, 2004.

Journal des trois théâtres, Numéro 20, mai 2006.

* Filmografia Andy Sommer: Cyrano de Bergerac, regia Denis Podalydès, Montparnasse Éditions 2008. Una prima ripresa realizzata alla Comédie-Française.

Jean-Paul Rappeneau: Cyrano de Bergerac, 1990. DVD Pathé vidéo

* Sitografia Cyrano de Bergerac, film per la TV di Claude Barma, 1960

http://www.ina.fr/video/CPF86627508

Gli interpreti di Cyrano

http://fresques.ina.fr/en-scenes/fiche-media/Scenes00332/les-grands-interpretes-de-cyrano-de-bergerac-de-coquelin-a-jean-piat.html

La macchineria teatrale della Comédie-Française

http://www.ina.fr/video/I00018352

L’uso del video nel teatro

http://next.liberation.fr/images/2017/04/28/theatre-la-video-en-debat_1566086

CON IL SOSTEGNO DI:

Réseau Canopé pubblica delle risorse pedagogiche per accompagnare gli insegnanti e gli allievi per una scuola dello spettatore: opere, DVD, materiali didattici on line: https://www.reseau-canope.fr/arts-vivants/theatre.html

La CASDEN, banca cooperativa di tutta l’amministrazione pubblica, creata in origine da e per gli insegnanti, si impegna ogni giorno a fianco dei suoi soci. Fortemente impegnata nel campo dell’educazione e della cultura, sviluppa in particolar modo degli strumenti pedagogici, che mette gratuitamente a disposizione dei suoi soci e sostiene le iniziative che mirano a favorire l’accesso alla cultura a un numero di persone sempre più grande. www.casden.fr