203
I Dossier di Leggi d’Italia Armonizzazione contabile: dalla sperimentazione alla realtà LEGGI D'ITALIA

D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

I Dossier di Leggi d’Italia

Armonizzazione contabile:

dalla sperimentazione alla realtà

LEGGI D

'ITALIA

Page 2: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

©2013 Wolters Kluwer Italia S.r.l.

Strada I, Palazzo F6 - 20090 Milanofiori Assago (MI)

Redazione Leggi d’Italia V.le M.llo Pilsudski, 124 - 00197 Roma

Siti Internet:

www.leggiditalia.it www.entilocali.leggiditalia.it

www.pa.leggiditalia.it

www.studiolegale.leggiditalia.it e-mail: [email protected]

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione

e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo

(compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi.

L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione,

non può comportare specifiche responsabilità per eventuali

errori o inesattezze.

Data di pubblicazione aprile 2015

LEGGI D

'ITALIA

Page 3: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

Armonizzazione contabile:

dalla sperimentazione alla realtà

Sommario

1. Riferimenti normativi ................................................................................................................ pag. 4

2. L'avvio della contabilità armonizzata degli enti territoriali di Massimo Anzalone .................. » 155

3. Armonizzazione degli enti territoriali e relativi controlli di Roberta Caiffa ............................ » 157

4. Il bagaglio di competenze e strumentazioni per affrontare il processo di armonizzazione

contabile ........................................................................................................................................ » 160

5. L'impatto di legge e patto di stabilità 2015 sulla disciplina dell'armonizzazione contabile

di Iacopo Cavallini ...................................................................................................................... » 161

6. Indicazioni di principio ed operative agli Enti territoriali per orientare l'uniformità di

comportamento degli organi di revisione di Roberta Caiffa ........................................................ » 165

7. Linee-guida e questionari della Sezione delle autonomie della Corte dei conti sul

funzionamento dei controlli interni (ex art. 148 TUEL) di Roberta Caiffa ................................. » 167

8. La nuova contabilità armonizzata è decollata. con quali prospettive? di Giuseppe Farneti ... » 169

9. Luci e ombre della nuova contabilità armonizzata: considerazioni sulla sperimentazione

di Mauro Bellesia ........................................................................................................................ » 175

10. L’armonizzazione contabile: dalla sperimentazione alla realtà di Roberta Caiffa ............... » 181

11. La trasparenza come obiettivo dell'armonizzazione? di Iacopo Cavallini ........................... » 195

LEGGI D

'ITALIA

Page 4: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

1. Riferimenti normativi

D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 1181.

Disposizioni in materia di armonizzazione

dei sistemi contabili e degli schemi di

bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei

loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2

della legge 5 maggio 2009, n. 42 .

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 76 , 87 , 117 e 119 della

Costituzione ;

Vista la legge 5 maggio 2009, n. 42 , recante

delega al Governo in materia di federalismo

fiscale, in attuazione dell' articolo 119 della

Costituzione , e in particolare l'articolo 2,

comma 1 e comma 2, lettera h);

Vista la legge 31 dicembre 2009, n. 196 ,

recante la legge di contabilità e finanza

pubblica e, in particolare, l' articolo 1 ,

comma 4, e l' articolo 2 , comma 6;

Vista la preliminare deliberazione del

Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione

del 17 dicembre 2010;

Vista l'intesa sancita in Conferenza unificata

ai sensi dell' articolo 3 del decreto legislativo

28 agosto 1997, n. 281 , nella riunione del 3

marzo 2011;

Visti il parere della Commissione

parlamentare per l'attuazione del federalismo

fiscale di cui all' articolo 3 della legge 5

maggio 2009, n. 42 e i pareri delle

Commissioni parlamentari competenti per le

conseguenze di carattere finanziario della

1 Pubblicato nella Gazz. Uff. 26 luglio 2011, n. 172.

Camera dei deputati e del Senato della

Repubblica;

Vista la deliberazione del Consiglio dei

Ministri, adottata nella riunione del 9 giugno

2011;

Sulla proposta del Ministro dell'economia e

delle finanze, del Ministro per le riforme per

il federalismo, del Ministro per la

semplificazione normativa e del Ministro per i

rapporti con le regioni e per la coesione

territoriale, di concerto con i Ministri

dell'interno, della salute e per la pubblica

amministrazione e l'innovazione;

Emana

il seguente decreto legislativo:

TITOLO I

Principi contabili generali e applicati per le

regioni, le province autonome e gli enti locali

Art. 1 Oggetto e ambito di applicazione

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Ai sensi dell'art. 117, secondo comma,

lettera e), della Costituzione, il presente titolo

e il titolo III disciplinano l'armonizzazione dei

sistemi contabili e degli schemi di bilancio

delle Regioni, ad eccezione dei casi in cui il

Titolo II disponga diversamente, con

particolare riferimento alla fattispecie di cui

all'art. 19, comma 2, lettera b), degli enti

locali di cui all' art. 2 del decreto legislativo

18 agosto 2000, n. 267, e dei loro enti e

organismi strumentali, esclusi gli enti di cui al

titolo II del presente decreto. A decorrere dal

LEGGI D

'ITALIA

Page 5: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

5 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

1° gennaio 2015 cessano di avere efficacia le

disposizioni legislative regionali incompatibili

con il presente decreto. 2

2. Ai fini del presente decreto:

a) per enti strumentali si intendono gli enti di

cui all'art. 11-ter, distinti nelle tipologie

definite in corrispondenza delle missioni del

bilancio;

b) per organismi strumentali delle regioni e

degli enti locali si intendono le loro

articolazioni organizzative, anche a livello

territoriale, dotate di autonomia gestionale e

contabile, prive di personalità giuridica. Le

gestioni fuori bilancio autorizzate da legge e

le istituzioni di cui all' art. 114, comma 2, del

decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,

sono organismi strumentali. Gli organismi

strumentali sono distinti nelle tipologie

definite in corrispondenza delle missioni del

bilancio. 3

[ 3. Il presente titolo contiene i principi in

materia di armonizzazione dei sistemi

contabili e degli schemi di bilancio delle

Regioni, degli enti locali di cui all' articolo 2

del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267

e dei loro enti e organismi strumentali, esclusi

gli enti di cui al titolo secondo del presente

decreto. 4]

[ 4. Con i decreti legislativi di cui all' articolo

2, comma 7, della legge 5 maggio 2009, n. 42

, sono identificate le tipologie di soggetti

giuridici che costituiscono enti ed organismi

strumentali ai fini dell'applicazione delle

presenti disposizioni in materia di

armonizzazione dei sistemi contabili e degli

schemi di bilancio. 5]

2 Comma così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. a),

n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126. 3 Comma così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. a),

n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126. 4 Comma abrogato dall’ art. 1, comma 1, lett. a), n. 2),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 5 Comma abrogato dall’ art. 1, comma 1, lett. a), n. 2),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

5. Per gli enti coinvolti nella gestione della

spesa sanitaria finanziata con le risorse

destinate al Servizio sanitario nazionale, come

individuati all' articolo 19 , si applicano le

disposizioni recate dal Titolo II.

Art. 2 Adozione di sistemi contabili

omogenei

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Le Regioni e gli enti locali di cui all'

articolo 2 del decreto legislativo 18 agosto

2000, n. 267 adottano la contabilità

finanziaria cui affiancano, ai fini conoscitivi,

un sistema di contabilità economico-

patrimoniale, garantendo la rilevazione

unitaria dei fatti gestionali sia sotto il profilo

finanziario che sotto il profilo economico-

patrimoniale.

2. Gli enti strumentali delle amministrazioni

di cui al comma 1 che adottano la contabilità

finanziaria affiancano alla stessa, ai fini

conoscitivi, un sistema di contabilità

economico-patrimoniale, garantendo la

rilevazione unitaria dei fatti gestionali, sia

sotto il profilo finanziario che sotto il profilo

economico-patrimoniale.

3. Le istituzioni degli enti locali di cui all'

articolo 114 del decreto legislativo 18 agosto

2000, n. 267 e gli altri organismi strumentali

delle amministrazioni pubbliche di cui al

comma 1 adottano il medesimo sistema

contabile dell'amministrazione di cui fanno

parte.

[ 4. In relazione al riordino della disciplina

per la gestione del bilancio dello Stato e il

potenziamento della funzione del bilancio di

cassa, si procede ai sensi dell' articolo 42 della

legge 31 dicembre 2009, n. 196 , previa

apposita sperimentazione, alla graduale

estensione della disciplina adottata in

LEGGI D

'ITALIA

Page 6: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

6 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

applicazione del medesimo articolo alle

amministrazioni di cui ai commi 1 e 2. 6]

Art. 3 Principi contabili generali e applicati 7

In vigore dal 1 gennaio 2015

1. Le amministrazioni pubbliche di cui all'art.

2, conformano la propria gestione ai principi

contabili generali contenuti nell'allegato 1 ed

ai seguenti principi contabili applicati, che

costituiscono parte integrante al presente

decreto:

a) della programmazione (allegato n. 4/1);

b) della contabilità finanziaria (allegato n.

4/2);

c) della contabilità economico-patrimoniale

(allegato n. 4/3);

d) del bilancio consolidato (allegato n. 4/4).

2. I principi applicati di cui al comma 1

garantiscono il consolidamento e la

trasparenza dei conti pubblici secondo le

direttive dell'Unione europea e l'adozione di

sistemi informativi omogenei e interoperabili.

3. Gli enti strumentali delle amministrazioni

di cui all'art. 2, comma 1, che adottano la

contabilità economico-patrimoniale

conformano la propria gestione ai principi

contabili generali contenuti nell’allegato 1 e ai

principi del codice civile.

4. Al fine di dare attuazione al principio

contabile generale della competenza

finanziaria enunciato nell'allegato 1, gli enti di

cui al comma 1 provvedono, annualmente, al

riaccertamento dei residui attivi e passivi,

verificando, ai fini del rendiconto, le ragioni

del loro mantenimento. Le regioni escludono

6 Comma abrogato dall’ art. 1, comma 1, lett. b),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 7 Articolo così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. c),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

dal riaccertamento ordinario dei residui quelli

derivanti dal perimetro sanitario cui si applica

il titolo II e, fino al 31 dicembre 2015, i

residui passivi finanziati da debito autorizzato

e non contratto. Possono essere conservati tra

i residui attivi le entrate accertate esigibili

nell'esercizio di riferimento, ma non incassate.

Possono essere conservate tra i residui passivi

le spese impegnate, liquidate o liquidabili nel

corso dell'esercizio, ma non pagate. Le entrate

e le spese accertate e impegnate non esigibili

nell'esercizio considerato, sono

immediatamente reimputate all'esercizio in

cui sono esigibili. La reimputazione degli

impegni è effettuata incrementando, di pari

importo, il fondo pluriennale di spesa, al fine

di consentire, nell'entrata degli esercizi

successivi, l'iscrizione del fondo pluriennale

vincolato a copertura delle spese reimputate.

La costituzione del fondo pluriennale

vincolato non è effettuata in caso di

reimputazione contestuale di entrate e di

spese. Le variazioni agli stanziamenti del

fondo pluriennale vincolato e agli

stanziamenti correlati, dell'esercizio in corso e

dell'esercizio precedente, necessarie alla

reimputazione delle entrate e delle spese

riaccertate, sono effettuate con provvedimento

amministrativo della giunta entro i termini

previsti per l'approvazione del rendiconto

dell'esercizio precedente. Il riaccertamento

ordinario dei residui è effettuato anche nel

corso dell'esercizio provvisorio o della

gestione provvisoria. Al termine delle

procedure di riaccertamento non sono

conservati residui cui non corrispondono

obbligazioni giuridicamente perfezionate.

4-bis. Le regioni che hanno partecipato alla

sperimentazione nell'anno 2014, nell'ambito

del riaccertamento ordinario effettuato nel

2015 ai fini del rendiconto 2014, provvedono

al riaccertamento dei residui attivi e passivi

relativi alla politica regionale unitaria -

cooperazione territoriale non effettuato in

occasione del riaccertamento straordinario

effettuato ai sensi dell' articolo 14 del decreto

del Presidente del Consiglio dei ministri 28

dicembre 2011, pubblicato nel supplemento

LEGGI D

'ITALIA

Page 7: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

7 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

ordinario n. 285 alla Gazzetta Ufficiale n. 304

del 31 dicembre 2011. 8

5. Al fine di dare attuazione al principio

contabile generale della competenza

finanziaria enunciato nell'allegato 1 al

presente decreto, gli enti di cui al comma 1, a

decorrere dall'anno 2015, iscrivono negli

schemi di bilancio di cui all'art. 11, comma 1,

lettere a) e b), il fondo per la copertura degli

impegni pluriennali derivanti da obbligazioni

sorte negli esercizi precedenti, di seguito

denominato fondo pluriennale vincolato,

costituito:

a) in entrata, da due voci riguardanti la parte

corrente e il conto capitale del fondo, per un

importo corrispondente alla sommatoria degli

impegni assunti negli esercizi precedenti ed

imputati sia all'esercizio considerato sia agli

esercizi successivi, finanziati da risorse

accertate negli esercizi precedenti,

determinato secondo le modalità indicate nel

principio applicato della programmazione, di

cui all'allegato 4/1;

b) nella spesa, da una voce denominata

«fondo pluriennale vincolato», per ciascuna

unità di voto riguardante spese a carattere

pluriennale e distintamente per ciascun titolo

di spesa. Il fondo è determinato per un

importo pari alle spese che si prevede di

impegnare nel corso del primo anno

considerato nel bilancio, con imputazione agli

esercizi successivi e alle spese già impegnate

negli esercizi precedenti con imputazione agli

esercizi successivi a quello considerato. La

copertura della quota del fondo pluriennale

vincolato riguardante le spese impegnate negli

esercizi precedenti è costituita dal fondo

pluriennale iscritto in entrata, mentre la

copertura della quota del fondo pluriennale

vincolato riguardante le spese che si prevede

di impegnare nell'esercizio di riferimento con

imputazione agli esercizi successivi, è

costituita dalle entrate che si prevede di

accertare nel corso dell'esercizio di

8 Comma inserito dall’ art. 1, comma 506, L. 23

dicembre 2014, n. 190 , a decorrere dal 1° gennaio

2015.

riferimento. Agli stanziamenti di spesa

riguardanti il fondo pluriennale vincolato è

attribuito il codice della missione e del

programma di spesa cui il fondo si riferisce e

il codice del piano dei conti relativo al fondo

pluriennale vincolato.

Nel corso dell'esercizio, sulla base dei risultati

del rendiconto, è determinato l'importo

definivo degli stanziamenti riguardanti il

fondo pluriennale vincolato e degli impegni

assunti negli esercizi precedenti di cui il

fondo pluriennale vincolato costituisce la

copertura.

6. I principi contabili applicati di cui al

comma 1 sono aggiornati con decreto del

Ministero dell'economia e delle finanze -

Dipartimento della Ragioneria generale dello

Stato, di concerto con il Ministero dell'interno

- Dipartimento per gli affari interni e

territoriali e la Presidenza del Consiglio dei

ministri - Dipartimento per gli affari regionali,

su proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali di cui all'art. 3-bis.

7. Al fine di adeguare i residui attivi e passivi

risultanti al 1° gennaio 2015 al principio

generale della competenza finanziaria

enunciato nell'allegato n. 1, le

amministrazioni pubbliche di cui al comma 1,

escluse quelle che hanno partecipato alla

sperimentazione nel 2014, con delibera di

Giunta, previo parere dell'organo di revisione

economico-finanziario, provvedono,

contestualmente all'approvazione del

rendiconto 2014, al riaccertamento

straordinario dei residui, consistente:

a) nella cancellazione dei propri residui attivi

e passivi, cui non corrispondono obbligazioni

perfezionate e scadute alla data del 1° gennaio

2015. Non sono cancellati i residui delle

regioni derivanti dal perimetro sanitario cui si

applica il titolo II e i residui passivi finanziati

da debito autorizzato e non contratto. Per

ciascun residuo eliminato in quanto non

scaduto sono indicati gli esercizi nei quali

l'obbligazione diviene esigibile, secondo i

LEGGI D

'ITALIA

Page 8: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

8 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

criteri individuati nel principio applicato della

contabilità finanziaria di cui all'allegato n.

4/2. Per ciascun residuo passivo eliminato in

quanto non correlato a obbligazioni

giuridicamente perfezionate, è indicata la

natura della fonte di copertura; 9

b) nella conseguente determinazione del

fondo pluriennale vincolato da iscrivere in

entrata del bilancio dell'esercizio 2015,

distintamente per la parte corrente e per il

conto capitale, per un importo pari alla

differenza tra i residui passivi ed i residui

attivi eliminati ai sensi della lettera a), se

positiva, e nella rideterminazione del risultato

di amministrazione al 1° gennaio 2015 a

seguito del riaccertamento dei residui di cui

alla lettera a);

c) nella variazione del bilancio di previsione

annuale 2015 autorizzatorio, del bilancio

pluriennale 2015-2017 autorizzatorio e del

bilancio di previsione finanziario 2015-2017

predisposto con funzione conoscitiva, in

considerazione della cancellazione dei residui

di cui alla lettera a). In particolare gli

stanziamenti di entrata e di spesa degli

esercizi 2015, 2016 e 2017 sono adeguati per

consentire la reimputazione dei residui

cancellati e l'aggiornamento degli

stanziamenti riguardanti il fondo pluriennale

vincolato;

d) nella reimputazione delle entrate e delle

spese cancellate in attuazione della lettera a),

a ciascuno degli esercizi in cui l'obbligazione

è esigibile, secondo i criteri individuati nel

principio applicato della contabilità

finanziaria di cui all'allegato n. 4/2. La

copertura finanziaria delle spese reimpegnate

cui non corrispondono entrate riaccertate nel

medesimo esercizio è costituita dal fondo

pluriennale vincolato, salvi i casi di disavanzo

tecnico di cui al comma 13;

e) nell'accantonamento di una quota del

risultato di amministrazione al 1° gennaio

2015, rideterminato in attuazione di quanto

previsto dalla lettera b), al fondo crediti di

dubbia esigibilità. L'importo del fondo è

9 Lettera così modificata dall’ art. 1, comma 505, L. 23

dicembre 2014, n. 190 , a decorrere dal 1° gennaio

2015.

determinato secondo i criteri indicati nel

principio applicato della contabilità

finanziaria di cui all'allegato n. 4.2. Tale

vincolo di destinazione opera anche se il

risultato di amministrazione non è capiente o

è negativo (disavanzo di amministrazione).

8. L'operazione di riaccertamento di cui al

comma 7 è oggetto di un unico atto

deliberativo. Al termine del riaccertamento

straordinario dei residui non sono conservati

residui cui non corrispondono obbligazioni

giuridicamente perfezionate e esigibili. La

delibera di giunta di cui al comma 7, cui sono

allegati i prospetti riguardanti la

rideterminazione del fondo pluriennale

vincolato e del risultato di amministrazione,

secondo lo schema di cui agli allegati 5/1 e

5/2, è tempestivamente trasmessa al

Consiglio. In caso di mancata deliberazione

del riaccertamento straordinario dei residui al

1° gennaio 2015, contestualmente

all'approvazione del rendiconto 2014, agli enti

locali si applica la procedura prevista dal

comma 2, primo periodo, dell' art. 141 del

decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

9. Il riaccertamento straordinario dei residui

di cui al comma 7 è effettuato anche in caso di

esercizio provvisorio o di gestione provvisoria

del bilancio, registrando nelle scritture

contabili le reimputazioni di cui al comma 7,

lettera d), anche nelle more dell'approvazione

dei bilanci di previsione. Il bilancio di

previsione eventualmente approvato

successivamente al riaccertamento dei residui

è predisposto tenendo conto di tali

registrazioni.

10. La quota libera del risultato di

amministrazione al 31 dicembre 2014 non è

applicata al bilancio di previsione 2015 in

attesa del riaccertamento straordinario dei

residui di cui al comma 7, esclusi gli enti che,

nel 2014, hanno partecipato alla

sperimentazione di cui all'art. 74, che

applicano i principi applicati della contabilità

finanziaria di cui all'allegato 4/2.

LEGGI D

'ITALIA

Page 9: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

9 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

11. Il principio generale n. 16 della

competenza finanziaria di cui all'allegato n. 1

è applicato con riferimento a tutte le

operazioni gestionali registrate nelle scritture

finanziarie di esercizio, che nel 2015, sono

rappresentate anche negli schemi di bilancio

di cui all'art. 11, comma 12.

12. L'adozione dei principi applicati della

contabilità economico-patrimoniale e il

conseguente affiancamento della contabilità

economico patrimoniale alla contabilità

finanziaria previsto dall'art. 2, commi 1 e 2,

unitamente all'adozione del piano dei conti

integrato di cui all'art. 4, può essere rinviata

all'anno 2016, con l'esclusione degli enti che

nel 2014 hanno partecipato alla

sperimentazione di cui all'art. 78.

13. Nel caso in cui a seguito del

riaccertamento straordinario di cui al comma

7, i residui passivi reimputati ad un esercizio

sono di importo superiore alla somma del

fondo pluriennale vincolato stanziato in

entrata e dei residui attivi reimputati al

medesimo esercizio, tale differenza può essere

finanziata con le risorse dell'esercizio o

costituire un disavanzo tecnico da coprirsi, nei

bilanci degli esercizi successivi con i residui

attivi reimputati a tali esercizi eccedenti

rispetto alla somma dei residui passivi

reimputati e del fondo pluriennale vincolato

di entrata. Gli esercizi per i quali si è

determinato il disavanzo tecnico possono

essere approvati in disavanzo di competenza,

per un importo non superiore al disavanzo

tecnico.

14. Nel caso in cui a seguito del

riaccertamento straordinario di cui al comma

7, i residui attivi reimputati ad un esercizio

sono di importo superiore alla somma del

fondo pluriennale vincolato stanziato in

entrata e dei residui passivi reimputati nel

medesimo esercizio, tale differenza è

vincolata alla copertura dell'eventuale

eccedenza degli impegni reimputati agli

esercizi successivi rispetto alla somma del

fondo pluriennale vincolato di entrata e dei

residui attivi. Nel bilancio di previsione

dell'esercizio in cui si verifica tale differenza

è effettuato un accantonamento di pari

importo agli stanziamenti di spesa del fondo

pluriennale vincolato.

15. Le modalità e i tempi di copertura

dell'eventuale maggiore disavanzo al 1°

gennaio 2015 rispetto al risultato di

amministrazione al 31 dicembre 2014,

derivante dalla rideterminazione del risultato

di amministrazione a seguito dell'attuazione

del comma 7, sono definiti con decreto del

Ministero dell'economia e delle finanze, di

concerto con il Ministero dell'interno, in

considerazione dei risultati al 1° gennaio 2015

e prevedendo incentivi, anche attraverso la

disciplina del patto di stabilità interno e dei

limiti di spesa del personale, per gli enti che,

alla data del 31 dicembre 2017, non

presentano quote di disavanzo derivanti dal

riaccertamento straordinario dei residui. Per le

regioni non rilevano i disavanzi derivanti dal

debito autorizzato non contratto.

Sulla base dei rendiconti delle regioni e dei

consuntivi degli enti locali relativi all'anno

2014 e delle delibere di riaccertamento

straordinario dei residui sono acquisite le

informazioni riguardanti il maggiore

disavanzo al 1° gennaio 2015 e quelle relative

agli enti che hanno partecipato alla

sperimentazione, incluso l'importo

dell'accantonamento al fondo crediti di dubbia

esigibilità, con tempi e modalità definiti con

decreto del Ministro dell'economia e delle

finanze, di concerto con il Ministro

dell'interno e sentita la Conferenza unificata

di cui all' articolo 8 del decreto legislativo 28

agosto 1997, n. 281, e successive

modificazioni. In base alle predette

informazioni sono definiti i tempi di copertura

del maggiore disavanzo, secondo modalità

differenziate in considerazione dell'entità del

fenomeno e della dimensione demografica e

di bilancio dei singoli enti. Gli enti che non

trasmettono le predette informazioni secondo

le modalità e i tempi previsti dal decreto di

cui al terzo periodo ripianano i disavanzi nei

LEGGI D

'ITALIA

Page 10: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

10 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

tempi più brevi previsti dal decreto di cui al

primo periodo. 10

16. Nelle more dell'emanazione del decreto

di cui al comma 15, l'eventuale maggiore

disavanzo di amministrazione al 1° gennaio

2015, determinato dal riaccertamento

straordinario dei residui effettuato a seguito

dell'attuazione del comma 7 e dal primo

accantonamento al fondo crediti di dubbia

esigibilità è ripianato in non più di 30 esercizi

a quote costanti l'anno. In attesa del decreto di

cui al comma 15, sono definiti criteri e

modalità di ripiano dell'eventuale disavanzo

di amministrazione di cui al periodo

precedente, attraverso un decreto del

Ministero dell'economia e delle finanze, di

concerto con il Ministero dell'interno, previa

intesa in sede di Conferenza unificata. Tale

decreto si attiene ai seguenti criteri: 11

a) utilizzo di quote accantonate o destinate

del risultato di amministrazione per ridurre la

quota del disavanzo di amministrazione;

b) ridefinizione delle tipologie di entrata

utilizzabili ai fini del ripiano del disavanzo;

c) individuazione di eventuali altre misure

finalizzate a conseguire un sostenibile

passaggio alla disciplina contabile prevista dal

presente decreto.

17. Il decreto di cui al comma 15 estende gli

incentivi anche agli enti che hanno partecipato

alla sperimentazione prevista dall'art. 78 se,

alla data del 31 dicembre 2015, non

presentano quote di disavanzo risalenti

all'esercizio 2012. Nelle more dell'adozione

del decreto di cui al comma 15, la copertura

dell'eventuale disavanzo di amministrazione

di cui all' art. 14, commi 2 e 3, del decreto del

Presidente del Consiglio dei ministri 28

dicembre 2011, può essere effettuata fino

all'esercizio 2042 da parte degli enti coinvolti

10

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 538, lett.

a), nn. 1) e 2), L. 23 dicembre 2014, n. 190 , a

decorrere dal 1° gennaio 2015. 11

Alinea così modificato dall’ art. 1, comma 538, lett.

b), nn. 1) e 2), L. 23 dicembre 2014, n. 190 , a

decorrere dal 1° gennaio 2015.

nella sperimentazione che hanno effettuato il

riaccertamento straordinario dei residui nel

2012, e fino al 2043 da parte degli enti

coinvolti nella sperimentazione che hanno

effettuato il riaccertamento straordinario dei

residui al 1° gennaio 2014. 12

Art. 3-bis Commissione per l'armonizzazione

degli enti territoriali 13

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Presso il Ministero dell'economia e delle

finanze è istituita, senza nuovi o maggiori

oneri per la finanza pubblica, la Commissione

per l'armonizzazione degli enti territoriali.

2. La Commissione di cui al comma 1 ha il

compito di promuovere l'armonizzazione dei

sistemi contabili e degli schemi di bilancio

degli enti territoriali e dei loro organismi e

enti strumentali, esclusi gli enti coinvolti nella

gestione della spesa sanitaria finanziata con le

risorse destinate al Servizio sanitario

nazionale, e di aggiornare gli allegati al titolo

I del presente decreto in relazione al processo

evolutivo delle fonti normative che

concorrono a costituirne il presupposto e alle

esigenze del monitoraggio e del

consolidamento dei conti pubblici, nonché del

miglioramento della raccordabilità dei conti

delle amministrazioni pubbliche con il

Sistema europeo dei conti nazionali. La

Commissione agisce in reciproco raccordo

con l'Osservatorio sulla finanza e la

contabilità degli enti locali di cui all' art. 154

del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

3. Con decreto del Ministro dell'economia e

delle finanze sono disciplinate le modalità di

12

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 507, lett.

a) e b), L. 23 dicembre 2014, n. 190 , a decorrere dal 1°

gennaio 2015. 13

Articolo inserito dall’ art. 1, comma 1, lett. d),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 11: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

11 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

organizzazione e di funzionamento della

Commissione di cui al comma 1 cui possono

essere attribuite ulteriori funzioni nell'ambito

delle finalità generali del comma 2.

4. La Commissione di cui al comma 1 si

avvale delle strutture e dell'organizzazione del

Ministero dell'economia e delle finanze -

Dipartimento della Ragioneria Generale dello

Stato. Ai componenti della Commissione non

è corrisposto alcun compenso, né indennità,

né rimborso di spese.

Art. 4 Piano dei conti integrato

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Al fine di consentire il consolidamento ed

il monitoraggio dei conti pubblici, nonché il

miglioramento della raccordabilità dei conti

delle amministrazioni pubbliche con il

Sistema europeo dei conti nazionali

nell'ambito delle rappresentazioni contabili, le

amministrazioni di cui all' articolo 2 ,

adottano il piano dei conti integrato di cui

all'allegato n. 6, raccordato al piano dei conti

di cui all' art. 4, comma 3, lettera a), del

decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91. 14

2. Il piano dei conti integrato, ispirato a

comuni criteri di contabilizzazione, è

costituito dall'elenco delle articolazioni delle

unità elementari del bilancio finanziario

gestionale e dei conti economico-patrimoniali,

definito in modo da evidenziare, attraverso i

principi contabili applicati, le modalità di

raccordo, anche in una sequenza temporale,

dei dati finanziari ed economico-patrimoniali,

nonché consentire la rilevazione unitaria dei

fatti gestionali.

14

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

e), n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

3. L'elenco dei conti economico-patrimoniali

comprende i conti necessari per le operazioni

di integrazione, rettifica e ammortamento,

effettuate secondo le modalità e i tempi

necessari alle esigenze conoscitive della

finanza pubblica.

4. Il piano dei conti di ciascun comparto di

enti può essere articolato in considerazione

alla specificità dell'attività svolta, fermo

restando la riconducibilità delle predette voci

alle aggregazioni previste dal piano dei conti

integrato comune di cui al comma 1.

5. Il livello del piano dei conti integrato

comune rappresenta la struttura di riferimento

per la predisposizione dei documenti contabili

e di finanza pubblica delle amministrazioni

pubbliche. Ai fini del raccordo con i capitoli e

gli articoli, ove previsti, il livello minimo di

articolazione del piano dei conti è costituito

almeno dal quarto livello. Ai fini della

gestione, il livello minimo di articolazione del

piano dei conti è costituito dal quinto livello. 15

6. Al fine di facilitare il monitoraggio e il

confronto delle grandezze di finanza pubblica

rispetto al consuntivo, le amministrazioni di

cui all' articolo 2 , trasmettono le previsioni di

bilancio, aggregate secondo la struttura del

quarto livello del piano dei conti, alla banca

dati unitaria delle amministrazioni pubbliche

di cui all' art. 13, comma 3, della legge 31

dicembre 2009, n. 196, sulla base di schemi,

tempi e modalità definiti con decreto del

Ministro dell'economia e delle finanze. 16

7. Al fine di fornire supporto all'analisi degli

scostamenti in sede di consuntivo rispetto alle

previsioni, le amministrazioni di cui all'art. 2,

trasmettono le risultanze del consuntivo,

aggregate secondo la struttura del piano dei

conti, alla banca dati unitaria delle

amministrazioni pubbliche di cui all' art. 13,

15

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

e), n. 2), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 16

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

e), n. 3), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 12: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

12 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n.

196, sulla base di schemi, tempi e modalità

definiti con decreto del Ministro

dell'economia e delle finanze. 17

7-bis. Entro 60 giorni dalla pubblicazione del

presente decreto nella Gazzetta Ufficiale, a

fini conoscitivi, è pubblicato nel sito internet

www.arconet.rgs.tesoro.it:

a) il piano dei conti dedicato alle regioni e

agli enti regionali, derivato dal piano dei conti

degli enti territoriali di cui al comma 1;

b) il piano dei conti dedicato alle province, ai

comuni e agli enti locali, derivato dal piano

dei conti degli enti territoriali di cui al comma

1. (16)

7-ter. A seguito degli aggiornamenti del

piano dei conti integrato di cui all' art. 4,

comma 3, lettera a), del decreto legislativo 31

maggio 2011, n. 91, l'allegato n. 6 può essere

modificato con decreto del Ministero

dell'economia e delle finanze - Dipartimento

della Ragioneria generale dello Stato, di

concerto con il Ministero dell'interno -

Dipartimento per gli affari interni e territoriali

e la Presidenza del Consiglio dei ministri -

Dipartimento per gli affari regionali, su

proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali. La commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali promuove le modifiche e le

integrazioni del piano dei conti di cui all' art.

4, comma 3, lettera a), del decreto legislativo

31 maggio 2011, n. 91, di interesse degli enti

territoriali. 18

Art. 5 Definizione della transazione

elementare

17

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

e), n. 4), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 18

Comma aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. e), n. 5),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Ogni atto gestionale genera una

transazione elementare.

2. Ad ogni transazione elementare è attribuita

una codifica che deve consentire di tracciare

le operazioni contabili e di movimentare il

piano dei conti integrato.

3. Le amministrazioni di cui all' articolo 2 ,

organizzano il proprio sistema informativo-

contabile in modo tale da non consentire

l'accertamento, la riscossione o il versamento

di entrate e l'impegno, la liquidazione,

l'ordinazione e il pagamento di spese, in

assenza di una codifica completa che ne

permetta l'identificazione. 19

3-bis. Negli ordinativi di incasso e di

pagamento la codifica della transazione

elementare è inserita nei campi liberi a

disposizione dell'ente, non gestiti dal

tesoriere. 20

Art. 6 Struttura della codifica della

transazione elementare

In vigore dal 12 settembre 2014

1. La struttura della codifica della transazione

elementare è definita dall'allegato n. 7. 21

1-bis. La codifica della transazione

elementare è aggiornata con decreto del

Ministero dell'economia e delle finanze -

Dipartimento della Ragioneria generale dello

Stato, di concerto con il Ministero dell'interno

- Dipartimento per gli affari interni e

19

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett. f),

n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 20

Comma aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. f), n. 2),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 21

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

g), n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 13: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

13 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

territoriali e la Presidenza del Consiglio dei

ministri - Dipartimento per gli affari regionali,

su proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali con validità dall'esercizio

successivo alla data di pubblicazione. 22

Art. 7 Modalità di codificazione delle

transazioni elementari

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Al fine di garantire l'omogeneità dei

bilanci pubblici, le amministrazioni di cui all'

articolo 2 codificano le transazioni elementari

uniformandosi alle istruzioni degli appositi

glossari. È vietato: 23

a) l'adozione del criterio della prevalenza,

salvi i casi in cui è espressamente previsto; 24

b) l'imputazione provvisoria di operazioni

alle partite di giro/servizi per conto terzi;

c) assumere impegni sui fondi di riserva e

sugli altri accantonamenti stanziati in bilancio 25

.

1-bis. I residui provenienti dagli esercizi

precedenti all'entrata in vigore del presente

decreto, che non sono stati oggetto del

riaccertamento di cui all'art. 3, comma 7, non

imputabili ad una sola tipologia di entrata, o

ad un solo programma di spesa, possono

essere codificati adottando il criterio della

prevalenza. 26

22

Comma aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. g), n. 2),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126. 23

Alinea così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett. h),

n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 24

Lettera così modificata dall’ art. 1, comma 1, lett. h),

n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 25

Lettera così modificata dall’ art. 1, comma 1, lett. h),

n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 26

Comma aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. h), n. 2),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

Art. 8 Adeguamento SIOPE

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Con le modalità definite dall' art. 14,

comma 8, della legge 31 dicembre 2009, n.

196, dal 1° gennaio 2017 le codifiche SIOPE

degli enti territoriali e dei loro enti strumentali

in contabilità finanziaria sono sostituite con

quelle previste nella struttura del piano dei

conti integrato. Le codifiche SIOPE degli enti

in contabilità civilistica sono aggiornate in

considerazione della struttura del piano dei

conti integrato degli enti in contabilità

finanziaria. 27

2. Eventuali ulteriori livelli di articolazione

delle codifiche SIOPE sono riconducibili alle

aggregazioni previste dal piano dei conti

integrati.

Art. 9 Il sistema di bilancio

In vigore dal 10 agosto 2011

1. Il sistema di bilancio delle amministrazioni

pubbliche di cui all' articolo 2 costituisce lo

strumento essenziale per il processo di

programmazione, previsione, gestione e

rendicontazione. Le sue finalità sono quelle di

fornire informazioni in merito ai programmi

futuri, a quelli in corso di realizzazione ed

all'andamento dell'ente, a favore dei soggetti

interessati al processo di decisione politica,

sociale ed economico-finanziaria.

27

Comma così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. i),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 14: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

14 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

Art. 10 Bilanci di previsione finanziari

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Il bilancio di previsione finanziario è

almeno triennale, ha carattere autorizzatorio

ed è aggiornato annualmente in occasione

della sua approvazione. Le previsioni di

entrata e di spesa sono elaborate distintamente

per ciascun esercizio, in coerenza con i

documenti di programmazione dell'ente,

restando esclusa ogni quantificazione basata

sul criterio della spesa storica incrementale. 28

2. A seguito di eventi intervenuti

successivamente all'approvazione del

bilancio, la giunta, nelle more della necessaria

variazione di bilancio e al solo fine di

garantire gli equilibri di bilancio, può limitare

la natura autorizzatoria degli stanziamenti del

bilancio di previsione, compresi quelli relativi

agli esercizi successivi al primo. Con

riferimento a tali stanziamenti, non possono

essere assunte obbligazioni giuridiche. 29

3. Gli impegni di spesa sono assunti nei limiti

dei rispettivi stanziamenti di competenza del

bilancio di previsione, con imputazione agli

esercizi in cui le obbligazioni passive sono

esigibili. Non possono essere assunte

obbligazioni che danno luogo ad impegni di

spesa corrente:

a) sugli esercizi successivi a quello in corso

considerati nel bilancio di previsione, a meno

che non siano connesse a contratti o

convenzioni pluriennali o siano necessarie per

garantire la continuità dei servizi connessi con

le funzioni fondamentali, fatta salva la

costante verifica del mantenimento degli

equilibri di bilancio;

b) sugli esercizi non considerati nel bilancio,

a meno delle spese derivanti da contratti di

28

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett. l),

n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 29

Comma così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. l),

n. 2), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

somministrazione, di locazione, relative a

prestazioni periodiche o continuative di

servizi di cui all'art. 1677 del codice civile,

imputate anche agli esercizi considerati nel

bilancio di previsione, delle spese correlate a

finanziamenti comunitari e delle rate di

ammortamento dei prestiti, inclusa la quota

capitale. 30

4. Alle variazioni al bilancio di previsione,

disposte nel rispetto di quanto previsto dai

rispettivi ordinamenti finanziari, sono allegati

i prospetti di cui all'allegato n. 8, da

trasmettere al tesoriere. 31

4-bis. Il conto del tesoriere è predisposto

secondo lo schema di cui all'allegato n. 17. 32

Art. 11 Schemi di bilancio 33

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Le amministrazioni pubbliche di cui all'art.

2 adottano i seguenti comuni schemi di

bilancio finanziari, economici e patrimoniali e

comuni schemi di bilancio consolidato con i

propri enti ed organismi strumentali, aziende,

società controllate e partecipate e altri

organismi controllati:

a) allegato n. 9, concernente lo schema del

bilancio di previsione finanziario, costituito

dalle previsioni delle entrate e delle spese, di

competenza e di cassa del primo esercizio,

dalle previsioni delle entrate e delle spese di

competenza degli esercizi successivi, dai

30

Comma così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. l),

n. 2), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 31

Comma così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. l),

n. 2), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 32

Comma aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. l), n. 3),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 33

Articolo così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. m),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 15: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

15 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

relativi riepiloghi, e dai prospetti riguardanti il

quadro generale riassuntivo e gli equilibri;

b) allegato n. 10, concernente lo schema del

rendiconto della gestione, che comprende il

conto del bilancio, i relativi riepiloghi, i

prospetti riguardanti il quadro generale

riassuntivo e la verifica degli equilibri, lo

stato patrimoniale e il conto economico;

c) allegato n. 11 concernente lo schema del

bilancio consolidato disciplinato dall'art. 11-

ter.

2. Le amministrazioni pubbliche di cui all'art.

2 redigono un rendiconto semplificato per il

cittadino, da divulgare sul proprio sito

internet, recante una esposizione sintetica dei

dati di bilancio, con evidenziazione delle

risorse finanziarie umane e strumentali

utilizzate dall'ente nel perseguimento delle

diverse finalità istituzionali, dei risultati

conseguiti con riferimento al livello di

copertura ed alla qualità dei servizi pubblici

forniti ai cittadini.

3. Al bilancio di previsione finanziario di cui

al comma 1, lettera a), sono allegati, oltre a

quelli previsti dai relativi ordinamenti

contabili:

a) il prospetto esplicativo del presunto

risultato di amministrazione;

b) il prospetto concernente la composizione,

per missioni e programmi, del fondo

pluriennale vincolato per ciascuno degli

esercizi considerati nel bilancio di previsione;

c) il prospetto concernente la composizione

del fondo crediti di dubbia esigibilità per

ciascuno degli esercizi considerati nel

bilancio di previsione;

d) il prospetto dimostrativo del rispetto dei

vincoli di indebitamento;

e) per i soli enti locali, il prospetto delle

spese previste per l'utilizzo di contributi e

trasferimenti da parte di organismi comunitari

e internazionali, per ciascuno degli anni

considerati nel bilancio di previsione;

f) per i soli enti locali, il prospetto delle spese

previste per lo svolgimento delle funzioni

delegate dalle regioni per ciascuno degli anni

considerati nel bilancio di previsione;

g) la nota integrativa redatta secondo le

modalità previste dal comma 5;

h) la relazione del collegio dei revisori dei

conti.

4. Al rendiconto della gestione sono allegati

oltre a quelli previsti dai relativi ordinamenti

contabili:

a) il prospetto dimostrativo del risultato di

amministrazione;

b) il prospetto concernente la composizione,

per missioni e programmi, del fondo

pluriennale vincolato;

c) il prospetto concernente la composizione

del fondo crediti di dubbia esigibilità;

d) il prospetto degli accertamenti per titoli,

tipologie e categorie;

e) il prospetto degli impegni per missioni,

programmi e macroaggregati;

f) la tabella dimostrativa degli accertamenti

assunti nell'esercizio in corso e negli esercizi

precedenti imputati agli esercizi successivi;

g) la tabella dimostrativa degli impegni

assunti nell'esercizio in corso e negli esercizi

precedenti imputati agli esercizi successivi;

h) il prospetto rappresentativo dei costi

sostenuti per missione;

i) per le sole regioni, il prospetto

dimostrativo della ripartizione per missioni e

programmi della politica regionale unitaria e

cooperazione territoriale, a partire dal periodo

di programmazione 2014 - 2020;

j) per i soli enti locali, il prospetto delle spese

sostenute per l'utilizzo di contributi e

trasferimenti da parte di organismi comunitari

e internazionali;

k) per i soli enti locali, il prospetto delle

spese sostenute per lo svolgimento delle

funzioni delegate dalle regioni

l) il prospetto dei dati SIOPE;

m) l'elenco dei residui attivi e passivi

provenienti dagli esercizi anteriori a quello di

competenza, distintamente per esercizio di

provenienza e per capitolo;

LEGGI D

'ITALIA

Page 16: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

16 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

n) l'elenco dei crediti inesigibili, stralciati dal

conto del bilancio, sino al compimento dei

termini di prescrizione;

o) la relazione sulla gestione dell'organo

esecutivo redatta secondo le modalità previste

dal comma 6;

p) la relazione del collegio dei revisori dei

conti.

5. La nota integrativa allegata al bilancio di

previsione indica:

a) i criteri di valutazione adottati per la

formulazione delle previsioni, con particolare

riferimento agli stanziamenti riguardanti gli

accantonamenti per le spese potenziali e al

fondo crediti di dubbia esigibilità, dando

illustrazione dei crediti per i quali non è

previsto l'accantonamento a tale fondo;

b) l'elenco analitico delle quote vincolate e

accantonate del risultato di amministrazione

presunto al 31 dicembre dell'esercizio

precedente, distinguendo i vincoli derivanti

dalla legge e dai principi contabili, dai

trasferimenti, da mutui e altri finanziamenti,

vincoli formalmente attribuiti dall'ente;

c) l'elenco analitico degli utilizzi delle quote

vincolate e accantonate del risultato di

amministrazione presunto, distinguendo i

vincoli derivanti dalla legge e dai principi

contabili, dai trasferimenti, da mutui e altri

finanziamenti, vincoli formalmente attribuiti

dall'ente;

d) l'elenco degli interventi programmati per

spese di investimento finanziati col ricorso al

debito e con le risorse disponibili;

e) nel caso in cui gli stanziamenti riguardanti

il fondo pluriennale vincolato comprendono

anche investimenti ancora in corso di

definizione, le cause che non hanno reso

possibile porre in essere la programmazione

necessaria alla definizione dei relativi

cronoprogrammi;

f) l'elenco delle garanzie principali o

sussidiarie prestate dall'ente a favore di enti e

di altri soggetti ai sensi delle leggi vigenti;

g) gli oneri e gli impegni finanziari stimati e

stanziati in bilancio, derivanti da contratti

relativi a strumenti finanziari derivati o da

contratti di finanziamento che includono una

componente derivata;

h) l'elenco dei propri enti ed organismi

strumentali, precisando che i relativi bilanci

consuntivi sono consultabili nel proprio sito

internet fermo restando quanto previsto per

gli enti locali dall' art. 172, comma 1, lettera

a) del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.

267;

i) l'elenco delle partecipazioni possedute con

l'indicazione della relativa quota percentuale;

j) altre informazioni riguardanti le previsioni,

richieste dalla legge o necessarie per

l'interpretazione del bilancio.

6. La relazione sulla gestione allegata al

rendiconto è un documento illustrativo della

gestione dell'ente, nonché dei fatti di rilievo

verificatisi dopo la chiusura dell'esercizio e di

ogni eventuale informazione utile ad una

migliore comprensione dei dati contabili. In

particolare la relazione illustra:

a) i criteri di valutazione utilizzati;

b) le principali voci del conto del bilancio;

c) le principali variazioni alle previsioni

finanziarie intervenute in corso d'anno,

comprendendo l'utilizzazione dei fondi di

riserva e gli utilizzi delle quote vincolate e

accantonate del risultato di amministrazione

al 1° gennaio dell'esercizio precedente,

distinguendo i vincoli derivanti dalla legge e

dai principi contabili, dai trasferimenti, da

mutui e altri finanziamenti, vincoli

formalmente attribuiti dall'ente;

d) l'elenco analitico delle quote vincolate e

accantonate del risultato di amministrazione

al 31 dicembre dell'esercizio precedente,

distinguendo i vincoli derivanti dalla legge e

dai principi contabili, dai trasferimenti, da

mutui e altri finanziamenti, vincoli

formalmente attribuiti dall'ente;

e) le ragioni della persistenza dei residui con

anzianità superiore ai cinque anni e di

maggiore consistenza, nonché sulla

fondatezza degli stessi, compresi i crediti di

cui al comma 4, lettera n);

f) l'elenco delle movimentazioni effettuate

nel corso dell'esercizio sui capitoli di entrata e

LEGGI D

'ITALIA

Page 17: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

17 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

di spesa riguardanti l'anticipazione,

evidenziando l'utilizzo medio e l'utilizzo

massimo dell'anticipazione nel corso

dell'anno, nel caso in cui il conto del bilancio,

in deroga al principio generale dell'integrità,

espone il saldo al 31 dicembre

dell'anticipazione attivata al netto dei relativi

rimborsi;

g) l'elencazione dei diritti reali di godimento

e la loro illustrazione;

h) l'elenco dei propri enti e organismi

strumentali, con la precisazione che i relativi

rendiconti o bilanci di esercizio sono

consultabili nel proprio sito internet;

i) l'elenco delle partecipazioni dirette

possedute con l'indicazione della relativa

quota percentuale;

j) gli esiti della verifica dei crediti e debiti

reciproci con i propri enti strumentali e le

società controllate e partecipate. La predetta

informativa, asseverata dai rispettivi organi di

revisione, evidenzia analiticamente eventuali

discordanze e ne fornisce la motivazione; in

tal caso l'ente assume senza indugio, e

comunque non oltre il termine dell'esercizio

finanziario in corso, i provvedimenti necessari

ai fini della riconciliazione delle partite

debitorie e creditorie;

k) gli oneri e gli impegni sostenuti, derivanti

da contratti relativi a strumenti finanziari

derivati o da contratti di finanziamento che

includono una componente derivata;

l) l'elenco delle garanzie principali o

sussidiarie prestate dall'ente a favore di enti e

di altri soggetti ai sensi delle leggi vigenti,

con l'indicazione delle eventuali richieste di

escussione nei confronti dell'ente e del rischio

di applicazione dell' art. 3, comma 17 della

legge 24 dicembre 2003, n. 350;

m) l'elenco descrittivo dei beni appartenenti

al patrimonio immobiliare dell'ente alla data

di chiusura dell'esercizio cui il conto si

riferisce, con l'indicazione delle rispettive

destinazioni e degli eventuali proventi da essi

prodotti;

n) gli elementi richiesti dall'art. 2427 e dagli

altri articoli del codice civile, nonché da altre

norme di legge e dai documenti sui principi

contabili applicabili;

o) altre informazioni riguardanti i risultati

della gestione, richieste dalla legge o

necessarie per l'interpretazione del rendiconto.

7. Al documento tecnico di

accompagnamento delle regioni di cui all'art.

39, comma 10, e al piano esecutivo di

gestione degli enti locali di cui all' art. 169

del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,

sono allegati:

a) il prospetto delle previsioni di entrata per

titoli, tipologie e categorie per ciascuno degli

anni considerati nel bilancio di previsione,

distinguendo le entrate ricorrenti e non

ricorrenti, secondo lo schema di cui

all'allegato 12/1;

b) il prospetto delle previsioni di spesa per

missioni, programmi e macroaggregati per

ciascuno degli anni considerati nel bilancio di

previsione, distinguendo le spese ricorrenti e

non ricorrenti, secondo lo schema di cui

all'allegato 12/2.

8. Le amministrazioni di cui al comma 1

articolate in organismi strumentali come

definiti dall'art. 1, comma 2, approvano,

contestualmente al rendiconto della gestione

di cui al comma 1, lettera b), anche il

rendiconto consolidato con i propri organismi

strumentali. Il rendiconto consolidato delle

regioni comprende anche i risultati della

gestione del consiglio regionale.

9. Il rendiconto consolidato di cui al comma

8, predisposto nel rispetto dello schema

previsto dal comma 1, lettera b), è costituito

dal conto del bilancio, dai relativi riepiloghi,

dai prospetti riguardanti il quadro generale

riassuntivo e la verifica degli equilibri, dallo

stato patrimoniale e dal conto economico, ed

è elaborato aggiungendo alle risultanze

riguardanti la gestione dell'ente, quelle dei

suoi organismi strumentali ed eliminando le

risultanze relative ai trasferimenti interni. Al

rendiconto consolidato sono allegati i

prospetti di cui al comma 4, lettere da a) a g).

Al fine di consentire l'elaborazione del

rendiconto consolidato l'ente disciplina tempi

LEGGI D

'ITALIA

Page 18: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

18 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

e modalità di approvazione e acquisizione dei

rendiconti dei suoi organismi strumentali.

10. Per i comuni con popolazione inferiore a

5.000 abitanti, la predisposizione degli

allegati di cui al comma 3, lettere e) ed f), e di

cui al comma 4, lettere d), e), h), j) e k), è

facoltativa.

11. Gli schemi di bilancio di cui al presente

articolo sono modificati ed integrati con

decreto del Ministero dell'economia e delle

finanze - Dipartimento della Ragioneria

generale dello Stato, di concerto con il

Ministero dell'interno - Dipartimento per gli

affari interni e territoriali e la Presidenza del

Consiglio dei ministri - Dipartimento per gli

affari regionali, su proposta della

Commissione per l'armonizzazione contabile

degli enti territoriali. A decorrere dal 2016, gli

allegati riguardanti gli equilibri sono integrati

in attuazione dell' art. 9, della legge 24

dicembre 2012, n. 243.

12. Nel 2015 gli enti di cui al comma 1

adottano gli schemi di bilancio e di rendiconto

vigenti nel 2014, che conservano valore a tutti

gli effetti giuridici, anche con riguardo alla

funzione autorizzatoria, ai quali affiancano

quelli previsti dal comma 1, cui è attribuita

funzione conoscitiva. Il bilancio pluriennale

2015-2017 adottato secondo lo schema

vigente nel 2014 svolge funzione

autorizzatoria. Nel 2015, come prima voce

dell'entrata degli schemi di bilancio

autorizzatori annuali e pluriennali è inserito il

fondo pluriennale vincolato come definito

dall'art. 3, comma 4, mentre in spesa il fondo

pluriennale è incluso nei singoli stanziamenti

del bilancio annuale e pluriennale.

13. Il bilancio di previsione e il rendiconto

relativi all'esercizio 2015 predisposti secondo

gli schemi di cui agli allegati 9 e 10 sono

allegati ai corrispondenti documenti contabili

aventi natura autorizzatoria. Il rendiconto

relativo all'esercizio 2015 predisposto

secondo lo schema di cui all'allegato 10 degli

enti che si sono avvalsi della facoltà di cui

all'art. 3, comma 12, non comprende il conto

economico e lo stato patrimoniale. Al primo

rendiconto di affiancamento della contabilità

economico patrimoniale alla contabilità

finanziaria previsto dall'art. 2, commi 1 e 2, è

allegato anche lo stato patrimoniale iniziale.

14. A decorrere dal 2016 gli enti di cui all'art.

2 adottano gli schemi di bilancio previsti dal

comma 1 che assumono valore a tutti gli

effetti giuridici, anche con riguardo alla

funzione autorizzatoria.

15. A decorrere dal 2015 gli enti che nel

2014 hanno partecipato alla sperimentazione

di cui all'art. 78 adottano gli schemi di

bilancio di cui al comma 1 che assumono

valore a tutti gli effetti giuridici, anche con

riguardo alla funzione autorizzatoria cui

affiancano nel 2015, con funzione

conoscitiva, gli schemi di bilancio e di

rendiconto vigenti nel 2014, salvo gli allegati

n. 17, 18 e 20 del decreto del Presidente della

Repubblica n. 194 del 1996 che possono non

essere compilati.

16. In caso di esercizio provvisorio o

gestione provvisoria nell'esercizio 2015, gli

enti di cui al comma 1 applicano la relativa

disciplina vigente nel 2014, ad esclusione

degli enti che nel 2014 hanno partecipato alla

sperimentazione di cui all'art. 78, per i quali

trova applicazione la disciplina dell'esercizio

provvisorio prevista dal principio contabile

applicato della contabilità finanziaria di cui

all'allegato 4/2.

17. In caso di esercizio provvisorio o

gestione provvisoria nell'esercizio 2016 gli

enti di cui al comma 1 gestiscono gli

stanziamenti di spesa previsti nel bilancio

pluriennale autorizzatorio 2015 - 2017 per

l'annualità 2016, riclassificati secondo lo

schema di cui all'allegato 9.

LEGGI D

'ITALIA

Page 19: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

19 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

Art. 11-bis Bilancio consolidato 34

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Gli enti di cui all'art. 1, comma 1,

redigono il bilancio consolidato con i propri

enti ed organismi strumentali, aziende, società

controllate e partecipate, secondo le modalità

ed i criteri individuati nel principio applicato

del bilancio consolidato di cui all'allegato n.

4/4.

2. Il bilancio consolidato è costituito dal

conto economico consolidato, dallo stato

patrimoniale consolidato e dai seguenti

allegati:

a) la relazione sulla gestione consolidata che

comprende la nota integrativa;

b) la relazione del collegio dei revisori dei

conti.

3. Ai fini dell'inclusione nel bilancio

consolidato, si considera qualsiasi ente

strumentale, azienda, società controllata e

partecipata, indipendentemente dalla sua

forma giuridica pubblica o privata, anche se le

attività che svolge sono dissimili da quelle

degli altri componenti del gruppo, con

l'esclusione degli enti cui si applica il titolo II.

4. Gli enti di cui al comma 1 possono

rinviare l'adozione del bilancio consolidato

con riferimento all'esercizio 2016, salvo gli

enti che, nel 2014, hanno partecipato alla

sperimentazione.

Art. 11-ter Enti strumentali 35

In vigore dal 12 settembre 2014

34

Articolo inserito dall’ art. 1, comma 1, lett. n),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 35

Articolo inserito dall’ art. 1, comma 1, lett. n),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

1. Si definisce ente strumentale controllato

di una regione o di un ente locale di cui all'

art. 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000,

n. 267, l'azienda o l'ente, pubblico o privato,

nei cui confronti la regione o l'ente locale ha

una delle seguenti condizioni:

a) il possesso, diretto o indiretto, della

maggioranza dei voti esercitabili nell'ente o

nell'azienda;

b) il potere assegnato da legge, statuto o

convenzione di nominare o rimuovere la

maggioranza dei componenti degli organi

decisionali, competenti a definire le scelte

strategiche e le politiche di settore, nonché a

decidere in ordine all'indirizzo, alla

pianificazione ed alla programmazione

dell'attività di un ente o di un'azienda;

c) la maggioranza, diretta o indiretta, dei

diritti di voto nelle sedute degli organi

decisionali, competenti a definire le scelte

strategiche e le politiche di settore, nonché a

decidere in ordine all'indirizzo, alla

pianificazione ed alla programmazione

dell'attività dell'ente o dell'azienda;

d) l'obbligo di ripianare i disavanzi, nei casi

consentiti dalla legge, per percentuali

superiori alla propria quota di partecipazione;

e) un'influenza dominante in virtù di contratti

o clausole statutarie, nei casi in cui la legge

consente tali contratti o clausole. I contratti di

servizio pubblico e di concessione, stipulati

con enti o aziende che svolgono

prevalentemente l'attività oggetto di tali

contratti, comportano l'esercizio di influenza

dominante.

2. Si definisce ente strumentale partecipato

da una regione o da un ente locale di cui all'

art. 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000,

n. 267, l'azienda o l'ente, pubblico o privato,

nel quale la regione o l'ente locale ha una

partecipazione, in assenza delle condizioni di

cui al comma 1.

3. Gli enti strumentali di cui ai commi 1 e 2

sono distinti nelle seguenti tipologie,

corrispondenti alle missioni del bilancio:

LEGGI D

'ITALIA

Page 20: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

20 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

a) servizi istituzionali, generali e di gestione;

b) istruzione e diritto allo studio;

c) ordine pubblico e sicurezza;

d) tutela e valorizzazione dei beni ed attività

culturali;

e) politiche giovanili, sport e tempo libero;

f) turismo;

g) assetto del territorio ed edilizia abitativa;

h) sviluppo sostenibile e tutela del territorio e

dell'ambiente;

i) trasporti e diritto alla mobilità;

j) soccorso civile;

k) diritti sociali, politiche sociali e famiglia;

l) tutela della salute;

m) sviluppo economico e competitività;

n) politiche per il lavoro e la formazione

professionale;

o) agricoltura, politiche agroalimentari e

pesca;

p) energia e diversificazione delle fonti

energetiche;

q) relazione con le altre autonomie territoriali

e locali;

r) relazioni internazionali.

Art. 11-quater Società controllate 36

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Si definisce controllata da una regione o

da un ente locale la società nella quale la

regione o l'ente locale ha una delle seguenti

condizioni:

a) il possesso, diretto o indiretto, anche sulla

scorta di patti parasociali, della maggioranza

dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria o

dispone di voti sufficienti per esercitare una

influenza dominante sull'assemblea ordinaria;

b) il diritto, in virtù di un contratto o di una

clausola statutaria, di esercitare un'influenza

36

Articolo inserito dall’ art. 1, comma 1, lett. n),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

dominante, quando la legge consente tali

contratti o clausole.

2. I contratti di servizio pubblico e gli atti di

concessione stipulati con società che svolgono

prevalentemente l'attività oggetto di tali

contratti comportano l'esercizio di influenza

dominante.

3. Le società controllate sono distinte nelle

medesime tipologie previste per gli enti

strumentali.

4. In fase di prima applicazione del presente

decreto, con riferimento agli esercizi 2015-

2017, non sono considerate le società quotate

e quelle da esse controllate ai sensi dell'art.

2359 del codice civile. A tal fine, per società

quotate degli enti di cui al presente articolo si

intendono le società emittenti strumenti

finanziari quotati in mercati regolamentari.

Art. 11-quinquies Società partecipate 37

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Per società partecipata da una regione o da

un ente locale, si intende la società nella quale

la regione o l'ente locale, direttamente o

indirettamente, dispone di una quota di voti,

esercitabili in assemblea, pari o superiore al

20 per cento, o al 10 per cento se trattasi di

società quotata.

2. Le società partecipate sono distinte nelle

medesime tipologie previste per gli enti

strumentali.

3. In fase di prima applicazione del presente

decreto, con riferimento agli esercizi 2015 -

2017, per società partecipata da una regione o

da un ente locale, si intende la società a totale

37

Articolo inserito dall’ art. 1, comma 1, lett. n),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 21: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

21 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

partecipazione pubblica affidataria di servizi

pubblici locali della regione o dell'ente locale,

indipendentemente dalla quota di

partecipazione.

Art. 12 Omogeneità della classificazione

delle spese

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Allo scopo di assicurare maggiore

trasparenza delle informazioni riguardanti il

processo di allocazione delle risorse

pubbliche e la destinazione delle stesse alle

politiche pubbliche settoriali, e al fine di

consentire la confrontabilità dei dati di

bilancio in coerenza con le classificazioni

economiche e funzionali individuate dai

regolamenti comunitari in materia di

contabilità nazionale e relativi conti satellite,

le amministrazioni pubbliche di cui all'

articolo 2 adottano uno schema di bilancio

articolato per missioni e programmi che

evidenzi le finalità della spesa. 38

Art. 13 Definizione del contenuto di missione

e programma

In vigore dal 12 settembre 2014

1. La rappresentazione della spesa per

missioni e programmi costituisce uno dei

fondamentali principi contabili di cui

all'articolo 3. Le missioni rappresentano le

funzioni principali e gli obiettivi strategici

perseguiti dalle amministrazioni di cui all'

articolo 2 utilizzando risorse finanziarie,

umane e strumentali ad esse destinate. I

38

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

o), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

programmi rappresentano gli aggregati

omogenei di attività volte a perseguire gli

obiettivi definiti nell'ambito delle missioni.

(34)

2. L'unità di voto per l'approvazione del

bilancio di previsione delle amministrazioni

di cui all' articolo 2 è costituita dai

programmi. 39

Art. 14 Criteri per la specificazione e

classificazione delle spese

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Unitamente alle rilevazioni contabili in

termini finanziari, economici e patrimoniali, i

documenti di bilancio previsivi e consuntivi

delle Amministrazioni pubbliche di cui all'

articolo 2 in attuazione di quanto previsto dall'

articolo 13 ripartiscono le spese in: 40

a) missioni, come definite all' articolo 13 ,

comma 1, secondo periodo. Le missioni sono

definite in relazione al riparto di competenza

di cui agli articoli 117 e 118 della

Costituzione . Al fine di assicurare un più

agevole consolidamento e monitoraggio dei

conti pubblici, le missioni sono definite anche

tenendo conto di quelle individuate per il

bilancio dello Stato;

b) programmi, come definiti all'art. 13,

comma 1, terzo periodo. I programmi si

articolano in titoli e, ai fini della gestione,

sono ripartiti in macroaggregati, capitoli ed

eventualmente in articoli. I capitoli e gli

articoli, ove previsti, si raccordano con il

quarto livello di articolazione del piano dei

conti integrato di cui all'art. 4. La Giunta

contestualmente alla proposta di bilancio

trasmette, a fini conoscitivi, la proposta di

39

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

o), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 40

Alinea così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett. p),

n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 22: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

22 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

articolazione dei programmi in

macroaggregati. Il programma è, inoltre,

raccordato alla relativa codificazione COFOG

di secondo livello (Gruppi), secondo le

corrispondenze individuate nel glossario, di

cui al comma 3-ter, che costituisce parte

integrante dell'allegato n. 14. Nell'ambito dei

macroaggregati è data separata evidenza delle

eventuali quote di spesa non ricorrente; 41

[c) macroaggregati, che costituiscono

un'articolazione dei programmi, secondo la

natura economica della spesa. I

macroaggregati si raggruppano in titoli e, ai

fini della gestione, sono ripartiti in capitoli ed

in articoli. I capitoli e gli articoli, ove previsti,

si raccordano con il livello minimo di

articolazione del piano dei conti integrato di

cui all' articolo 4 42

. ]

[ 2. La realizzazione di ciascun programma è

attribuita ad un unico centro di responsabilità

amministrativa. 43

]

3. Le amministrazioni pubbliche di cui all'

articolo 2 allegano al bilancio consuntivo un

apposito allegato che includa una

rappresentazione riassuntiva dei costi

sostenuti per le missioni di cui agli articoli 12

e 13 secondo lo schema previsto dall'art. 11,

comma 4, lettera h). 44

3-bis. Le Regioni, a seguito di motivate ed

effettive difficoltà gestionali per la sola spesa

di personale, possono utilizzare in maniera

strumentale, per non più di due esercizi

finanziari, il programma “Risorse umane”,

all'interno della missione “Servizi

istituzionali, generali e di gestione”. La

disaggregazione delle spese di personale per

le singole missioni e i programmi

rappresentati a bilancio deve essere comunque

41

Lettera così sostituita dall’ art. 1, comma 1, lett. p),

n. 2), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 42

Lettera abrogata dall’ art. 1, comma 1, lett. p), n. 3),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 43

Comma abrogato dall’ art. 1, comma 1, lett. p), n. 3),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 44

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

p), nn. 1) e 4), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

esplicitata in apposito allegato alla legge di

bilancio, aggiornata con la legge di

assestamento e definitivamente contabilizzata

con il rendiconto. 45

3-ter. L'elenco delle missioni, programmi,

titoli e macroaggregati, indicato nell'allegato

n. 14, è aggiornato con decreto del Ministero

dell'economia e delle finanze - Dipartimento

della Ragioneria generale dello Stato, di

concerto con il Ministero dell'interno -

Dipartimento per gli affari interni e territoriali

e la Presidenza del Consiglio dei ministri -

Dipartimento per gli affari regionali, su

proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali. L'allegato 14 comprende il

glossario delle missioni e dei programmi che

individua anche le corrispondenze tra i

programmi e la classificazione COFOG di

secondo livello (Gruppi). 46

Art. 15 Criteri per la specificazione e la

classificazione delle entrate

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Le entrate degli schemi di bilancio

finanziario di cui all' articolo 11 sono

classificate secondo i successivi livelli di

dettaglio:

a) titoli, definiti secondo la fonte di

provenienza delle entrate;

b) tipologie, definite in base alla natura delle

entrate, nell'ambito di ciascuna fonte di

provenienza, ai fini dell'approvazione in

termini di unità di voto. Ai fini della gestione

e della rendicontazione le tipologie sono

ripartite in categorie, capitoli ed

eventualmente in articoli secondo il rispettivo

45

Comma aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. p), n. 5),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 46

Comma aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. p), n. 5),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 23: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

23 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

oggetto. I capitoli e gli articoli, ove previsti, si

raccordano con il quarto livello di

articolazione del piano dei conti integrato di

cui all'art. 4. La Giunta contestualmente alla

proposta di bilancio trasmette al Consiglio, a

fini conoscitivi, la proposta di articolazione

delle tipologie in categorie; 47

[c) categorie, definite in base all'oggetto

dell'entrata nell'ambito della tipologia di

appartenenza. Nell'ambito delle categorie è

data separata evidenza delle eventuali quote di

entrata non ricorrente 48

. ]

2. Nell'ambito delle categorie è data separata

evidenza delle eventuali quote di entrata non

ricorrente. L'elenco dei titoli, delle tipologie e

delle categorie, indicato nell'allegato n. 13, è

aggiornato con decreto del Ministero

dell'economia e delle finanze - Dipartimento

della Ragioneria generale dello Stato, di

concerto con il Ministero dell'interno -

Dipartimento per gli affari interni e territoriali

e la Presidenza del Consiglio dei ministri -

Dipartimento per gli affari regionali, su

proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali. 49

Art. 16 Flessibilità degli stanziamenti di

bilancio 50

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Al fine di migliorare l'utilizzo delle risorse

pubbliche, anche in termini di riqualificazione

della spesa, le amministrazioni pubbliche di

cui all'art. 2 possono effettuare, in sede di

47

Lettera così modificata dall’ art. 1, comma 1, lett. q),

n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 48

Lettera abrogata dall’ art. 1, comma 1, lett. q), n. 2),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 49

Comma così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. q),

n. 3), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 50

Articolo così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. r),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

gestione, variazioni compensative tra le

dotazioni delle missioni e dei programmi,

limitatamente alle spese per il personale,

conseguenti a provvedimenti di trasferimento

del personale all'interno dell'amministrazione.

2. Resta in ogni caso precluso l'utilizzo delle

entrate in conto capitale e derivanti

dall'accensione di prestiti per il finanziamento

delle spese correnti.

Art. 17 Tassonomia per gli enti in contabilità

civilistica

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Gli enti strumentali di cui all' articolo 3 ,

comma 3, predispongono un budget

economico. 51

1-bis. Gli enti di cui al comma 1 sono tenuti

alla redazione di un rendiconto finanziario in

termini di cassa predisposto ai sensi dell'art.

2428, comma 2, del codice civile. 52

2. Al fine di consentire il consolidamento dei

propri dati di cassa con quelli delle altre

amministrazioni pubbliche, gli enti di cui al

comma 1 che rientrano nella definizione di

amministrazioni pubbliche di cui all' art. 1,

comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n.

196, riclassificano i propri incassi e

pagamenti attraverso la rilevazione SIOPE di

cui all' articolo 14, comma 6, della legge 31

dicembre 2009, n. 196 . 53

3. Al fine di fornire informazioni in merito

alla classificazione della propria spesa

complessiva in missioni e programmi, come

51

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

s), n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 52

Comma inserito dall’ art. 1, comma 1, lett. s), n. 2),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 53

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

s), n. 3), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 24: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

24 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

definiti dall'art. 13 del presente decreto, le

amministrazioni pubbliche di cui al comma 2,

elaborano un apposito prospetto, predisposto

secondo le modalità di cui all'allegato n. 15,

concernente la ripartizione della propria spesa

per missioni e programmi, accompagnata

dalla corrispondente classificazione secondo

la nomenclatura COFOG di secondo livello

secondo le corrispondenze individuate nel

glossario delle missioni e dei programmi di

cui all'allegato 14. Nel caso di corrispondenza

non univoca tra programma e funzioni

COFOG di secondo livello, vanno indicate le

funzioni COFOG con l'indicazione delle

percentuali di attribuzione della spesa del

programma a ciascuna di esse. 54

4. Tale prospetto è allegato al budget e al

bilancio di esercizio in coerenza con i risultati

della tassonomia effettuata attraverso la

rilevazione SIOPE. 55

5. La relazione sulla gestione attesta -

nell'ambito del quadro di riferimento in cui

operano i soggetti di cui al comma 1, a

corredo delle informazioni, e in coerenza con

la missione - le attività riferite a ciascun

programma di spesa.

6. Gli organi interni di controllo vigilano

sull'attuazione di quanto previsto dai

precedenti commi, attestando tale

adempimento nella relazione di cui all'articolo

2429 del codice civile.

6-bis. Al fine di consentire la rilevazione

SIOPE, gli enti di cui al comma 1 si

avvalgono di un servizio di cassa che prevede

l'utilizzo di ordinativi di incasso e di

pagamento. 56

6-ter. Gli enti di cui al comma 1, ancora non

coinvolti nella rilevazione SIOPE, rinviano

54

Comma così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. s),

n. 4), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 55

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

s), n. 5), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 56

Comma aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. s), n. 6),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

l'attuazione dei commi da 2 a 6

all'emanazione del decreto del Ministro

dell'economia e delle finanze concernente

l'attuazione della rilevazione SIOPE per gli

enti del proprio comparto. 57

6-quater. Il prospetto di cui all'allegato n. 15

è aggiornato con decreto del Ministero

dell'economia e delle finanze - Dipartimento

della Ragioneria generale dello Stato, di

concerto con il Ministero dell'interno -

Dipartimento per gli affari interni e territoriali

e la Presidenza del Consiglio dei ministri -

Dipartimento per gli affari regionali, su

proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali. 58

Art. 18 Termini di approvazione dei bilanci

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Le amministrazioni pubbliche di cui all'

articolo 1 , comma 1, approvano: 59

a) il bilancio di previsione o il budget

economico entro il 31 dicembre dell'anno

precedente;

b) il rendiconto o il bilancio di esercizio entro

il 30 aprile dell'anno successivo. Le regioni

approvano il rendiconto entro il 31 luglio

dell'anno successivo, con preventiva

approvazione da parte della giunta entro il 30

aprile, per consentire la parifica delle sezioni

regionali di controllo della Corte dei conti; 60

57

Comma aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. s), n. 6),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 58

Comma aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. s), n. 6),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 59

Alinea così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett. t),

n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 60

Lettera così modificata dall’ art. 1, comma 1, lett. t),

n. 2), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 25: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

25 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

c) il bilancio consolidato entro il 30

settembre dell'anno successivo 61

.

2. Le amministrazioni pubbliche di cui all'

articolo 1 trasmettono i loro bilanci

preventivi, le relative variazioni ed i bilanci

consuntivi alla Banca dati unitaria delle

amministrazioni pubbliche, secondo gli

schemi e le modalità previste dall' articolo 13,

comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n.

196 . Gli schemi, standardizzati ed omogenei,

assicurano l'effettiva comparabilità delle

informazioni tra i diversi enti territoriali.

Art. 18-bis Indicatori di bilancio 62

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Al fine di consentire la comparazione dei

bilanci, gli enti adottano un sistema di

indicatori semplici, denominato «Piano degli

indicatori e dei risultati attesi di bilancio»

misurabili e riferiti ai programmi e agli altri

aggregati del bilancio, costruiti secondo

criteri e metodologie comuni.

2. Le regioni e i loro enti ed organismi

strumentali, entro 30 giorni dall'approvazione

del bilancio di previsione o del budget di

esercizio e del bilancio consuntivo o del

bilancio di esercizio, presentano il documento

di cui al comma 1, il quale è parte integrante

dei documenti di programmazione e di

bilancio di ciascuna amministrazione

pubblica. Esso viene divulgato anche

attraverso la pubblicazione sul sito internet

istituzionale dell'amministrazione stessa nella

sezione «Trasparenza, valutazione e merito»,

accessibile dalla pagina principale (home

page).

61

Lettera così modificata dall’ art. 1, comma 1, lett. t),

n. 3), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 62

Articolo inserito dall’ art. 1, comma 1, lett. u),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

3. Gli enti locali ed i loro enti e organismi

strumentali allegano il “Piano” di cui al

comma 1 al bilancio di previsione o del

budget di esercizio e del bilancio consuntivo o

del bilancio di esercizio.

4. Il sistema comune di indicatori di risultato

delle Regioni e dei loro enti ed organismi

strumentali, è definito con decreto del

Ministero dell’economia e delle finanze su

proposta della Commissione

sull’armonizzazione contabile degli enti

territoriali. Il sistema comune di indicatori di

risultato degli enti locali e dei loro enti ed

organismi strumentali è definito con decreto

del Ministero dell’interno, su proposta della

Commissione sull’armonizzazione contabile

degli enti territoriali. L’adozione del Piano di

cui al comma 1 è obbligatoria a decorrere

dall’esercizio successivo all’emanazione dei

rispettivi decreti.

TITOLO II

Principi contabili generali e applicati per il

settore sanitario

Art. 19 Oggetto e ambito di applicazione

In vigore dal 10 agosto 2011

1. Le disposizioni del presente titolo, che

costituiscono principi fondamentali del

coordinamento della finanza pubblica ai sensi

dell' articolo 117, comma 3, della

Costituzione e sono finalizzate alla tutela

dell'unità economica della Repubblica

italiana, ai sensi dell' articolo 120, secondo

comma, della Costituzione , al fine di

garantire che gli enti coinvolti nella gestione

della spesa finanziata con le risorse destinate

al Servizio sanitario nazionale concorrano al

perseguimento degli obiettivi di finanza

pubblica sulla base di principi di

armonizzazione dei sistemi contabili e dei

LEGGI D

'ITALIA

Page 26: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

26 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

bilanci, sono dirette a disciplinare le modalità

di redazione e di consolidamento dei bilanci

da parte dei predetti enti, nonché a dettare i

principi contabili cui devono attenersi gli

stessi per l'attuazione delle disposizioni ivi

contenute.

2. Gli enti destinatari delle disposizioni del

presente titolo sono:

a) le regioni, per la parte del bilancio

regionale che riguarda il finanziamento e la

spesa del relativo servizio sanitario, rilevata

attraverso scritture di contabilità finanziaria;

b) le regioni:

i) per la parte del finanziamento del servizio

sanitario, regionale direttamente gestito,

rilevata attraverso scritture di contabilità

economico-patrimoniale, qualora le singole

regioni esercitino la scelta di gestire

direttamente presso la regione una quota del

finanziamento del proprio servizio sanitario,

d'ora in poi denominata gestione sanitaria

accentrata presso la regione;

ii) per il consolidamento dei conti degli enti

sanitari di cui alla lettera c) e, ove presente ai

sensi del punto i), della gestione sanitaria

accentrata presso la regione;

c) aziende sanitarie locali; aziende

ospedaliere; istituti di ricovero e cura a

carattere scientifico pubblici, anche se

trasformati in fondazioni; aziende ospedaliere

universitarie integrate con il Servizio sanitario

nazionale; 63

d) istituti zooprofilattici di cui al decreto

legislativo 30 giugno 1993, n. 270 .

Art. 20 Trasparenza dei conti sanitari e

finalizzazione delle risorse al finanziamento

dei singoli servizi sanitari regionali

In vigore dal 12 settembre 2014

63

Vedi, anche, l' art. 1, comma 1, D.M. 15 giugno 2012

.

1. Nell'ambito del bilancio regionale le

regioni garantiscono un'esatta perimetrazione

delle entrate e delle uscite relative al

finanziamento del proprio servizio sanitario

regionale, al fine di consentire la

confrontabilità immediata fra le entrate e le

spese sanitarie iscritte nel bilancio regionale e

le risorse indicate negli atti di determinazione

del fabbisogno sanitario regionale standard e

di individuazione delle correlate fonti di

finanziamento, nonché un'agevole verifica

delle ulteriori risorse rese disponibili dalle

regioni per il finanziamento del medesimo

servizio sanitario regionale per l'esercizio in

corso. A tal fine le regioni adottano

un'articolazione in capitoli tale da garantire,

sia nella sezione dell'entrata che nella sezione

della spesa, ivi compresa l'eventuale

movimentazione di partite di giro, separata

evidenza delle seguenti grandezze:

A) Entrate:

a) finanziamento sanitario ordinario corrente

quale derivante dalle fonti di finanziamento

definite nell'atto formale di determinazione

del fabbisogno sanitario regionale standard e

di individuazione delle relative fonti di

finanziamento intercettate dall'ente regionale,

ivi compresa la mobilità attiva programmata

per l'esercizio;

b) finanziamento sanitario aggiuntivo

corrente, quale derivante dagli eventuali atti

regionali di incremento di aliquote fiscali per

il finanziamento della sanità regionale, dagli

automatismi fiscali intervenuti ai sensi della

vigente legislazione in materia di copertura

dei disavanzi sanitari, da altri atti di

finanziamento regionale aggiuntivo, ivi

compresi quelli di erogazione dei livelli di

assistenza superiori rispetto ai LEA, da pay

back e da iscrizione volontaria al Servizio

sanitario nazionale;

c) finanziamento regionale del disavanzo

sanitario pregresso;

d) finanziamento per investimenti in ambito

sanitario, con separata evidenza degli

interventi per l'edilizia sanitaria finanziati ai

sensi dell' articolo 20, della legge n. 67 del

1988 ;

LEGGI D

'ITALIA

Page 27: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

27 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

B) Spesa:

a) spesa sanitaria corrente per il

finanziamento dei LEA, ivi compresa la

mobilità passiva programmata per l'esercizio e

il pay back;

b) spesa sanitaria aggiuntiva per il

finanziamento di livelli di assistenza sanitaria

superiori ai LEA;

c) spesa sanitaria per il finanziamento di

disavanzo sanitario pregresso;

d) spesa per investimenti in ambito sanitario,

con separata evidenza degli interventi per

l'edilizia sanitaria finanziati ai sensi dell'

articolo 20, della legge n. 67 del 1988 .

2. Per garantire effettività al finanziamento

dei livelli di assistenza sanitaria, le regioni:

a) accertano ed impegnano nel corso

dell'esercizio l'intero importo corrispondente

al finanziamento sanitario corrente, ivi

compresa la quota premiale condizionata alla

verifica degli adempimenti regionali, e le

quote di finanziamento sanitario vincolate o

finalizzate. Ove si verifichi la perdita

definitiva di quote di finanziamento

condizionate alla verifica di adempimenti

regionali, ai sensi della legislazione vigente,

detto evento è registrato come cancellazione

dei residui attivi nell'esercizio nel quale la

perdita si determina definitivamente; 64

b) accertano ed impegnano nel corso

dell'esercizio l'intero importo corrispondente

al finanziamento regionale del disavanzo

sanitario pregresso.

2-bis. I gettiti derivanti dalle manovre fiscali

regionali e destinati al finanziamento del

Servizio sanitario regionale sono iscritti nel

bilancio regionale nell'esercizio di

competenza dei tributi. 65

2-ter. La quota dei gettiti derivanti dalle

manovre fiscali regionali destinata

obbligatoriamente al finanziamento del

64

Lettera così sostituita dall’ art. 1, comma 1, lett. v),

n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 65

Comma inserito dall’ art. 1, comma 1, lett. v), n. 2),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

servizio sanitario regionale, ai sensi della

legislazione vigente sui piani di rientro dai

disavanzi sanitari, è iscritta nel bilancio

regionale triennale, nell'esercizio di

competenza dei tributi, obbligatoriamente per

l'importo stimato dal competente

Dipartimento delle finanze del Ministero

dell'economia e delle finanze, ovvero per il

minore importo destinato al Servizio sanitario

regionale ai sensi dell' art. 1, comma 80, della

legge 23 dicembre 2009, n. 191. Tale

iscrizione comporta l'automatico e contestuale

accertamento e impegno dell'importo nel

bilancio regionale.

La regione non può disimpegnare tali somme,

se non a seguito di espressa autorizzazione da

parte del Tavolo di verifica degli

adempimenti, ai sensi e per gli effetti dell' art.

1, comma 80, della legge 23 dicembre 2009,

n. 191. In relazione a tale autorizzazione la

regione è tenuta a trasmettere al Tavolo di

verifica degli adempimenti la relativa

documentazione corredata dalla valutazione

d'impatto operata dal competente

Dipartimento delle finanze. Ove si verifichi in

sede di consuntivazione dei gettiti fiscali un

minore importo effettivo delle risorse

derivanti dalla manovra fiscale regionale

rispetto all'importo che ha formato oggetto di

accertamento e di impegno, detto evento è

contabilmente registrato nell'esercizio nel

quale tale perdita si determina come

cancellazione di residui attivi. 66

3. Per la parte in conto capitale riferita

all'edilizia sanitaria di cui all' articolo 20 della

legge 11 marzo 1988, n. 67 , e successive

modificazioni, le regioni accertano e

impegnano nel corso dell'esercizio l'importo

corrispondente a quello indicato nel decreto di

ammissione al finanziamento. In caso di

revoca dell'ammissione a finanziamento ai

sensi dell' articolo 1, comma 310, della legge

23 dicembre 2005, n. 266 , le regioni

66

Comma inserito dall’ art. 1, comma 1, lett. v), n. 2),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 28: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

28 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

registrano detto evento nell'esercizio nel quale

la revoca è disposta.

Art. 21 Accensione di conti di tesoreria

intestati alla sanità

In vigore dal 10 agosto 2011

1. Per garantire trasparenza e confrontabilità

dei flussi di cassa relativi al finanziamento del

fabbisogno sanitario regionale standard:

a) le risorse destinate al finanziamento del

fabbisogno sanitario regionale standard che

affluiscono nei conti di tesoreria unica

intestati alle singole regioni e a titolo di

trasferimento dal Bilancio dello Stato e di

anticipazione mensile di tesoreria sono

versate in conti di tesoreria unica

appositamente istituiti per il finanziamento

del servizio sanitario nazionale e funzionanti

secondo le modalità di cui all' articolo 7 del

decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279 ;

b) le ulteriori risorse destinate al

finanziamento del Servizio sanitario nazionale

sono versate in appositi conti correnti intestati

alla sanità presso i tesorieri delle regioni

secondo le modalità previste dall' articolo 77-

quater, comma 2, del decreto-legge 25 giugno

2008, n. 112 , convertito, con modificazioni,

dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 .

2. Ai fini della rilevazione SIOPE le regioni

sono identificate da distinti codici-ente,

riguardanti la gestione non sanitaria e la

gestione sanitaria.

Art. 22 Individuazione delle responsabilità

all'interno delle regioni nel caso di sussistenza

della gestione sanitaria accentrata presso la

regione

In vigore dal 10 agosto 2011

1. Le regioni che esercitano la scelta di

gestire direttamente presso la regione una

quota del finanziamento del proprio servizio

sanitario di cui all' articolo 19 , comma 2,

lettera b), punto i), individuano nella propria

struttura organizzativa uno specifico centro di

responsabilità, d'ora in poi denominato

gestione sanitaria accentrata presso la regione,

deputato all'implementazione ed alla tenuta di

una contabilità di tipo economico-

patrimoniale atta a rilevare, in maniera

sistematica e continuativa, i rapporti

economici, patrimoniali e finanziari

intercorrenti fra la singola regione e lo Stato,

le altre regioni, le aziende sanitarie, gli altri

enti pubblici ed i terzi vari, inerenti le

operazioni finanziate con risorse destinate ai

rispettivi servizi sanitari regionali.

2. Il responsabile della gestione sanitaria

accentrata presso la regione registra i fatti

gestionali nel libro giornale e li imputa ai

conti relativi a singole categorie di valori

omogenei, provvedendo alla rilevazione dei

costi, dei ricavi e delle variazioni negli

elementi attivi e passivi del patrimonio, in

modo da darne rappresentazione nel bilancio

di esercizio.

3. Le regioni individuano il responsabile

della gestione sanitaria accentrata presso la

regione che è tenuto:

a) all'elaborazione e all'adozione del bilancio

di esercizio della gestione sanitaria accentrata

presso la regione;

b) alla coerente compilazione, con il bilancio

di esercizio della gestione sanitaria accentrata

presso la regione, dei modelli ministeriali CE

e SP di cui al decreto ministeriale 13

novembre 2007 e successive modificazioni ed

integrazioni, e relativi all'ente ivi identificato

con il codice "000";

c) alla redazione del bilancio sanitario

consolidato mediante il consolidamento dei

conti della gestione accentrata stessa e dei

conti degli enti di cui all' articolo 19 , comma

LEGGI D

'ITALIA

Page 29: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

29 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

2, lettera c), secondo le modalità definite nell'

articolo 32 . In sede di consolidamento, il

responsabile della gestione sanitaria

accentrata presso la regione garantisce la

coerenza del bilancio sanitario consolidato

con le risultanze dei modelli ministeriali CE e

SP di cui al decreto ministeriale 13 novembre

2007 e s.m.i. e relative all'ente ivi identificato

con il codice "999". In sede di

consolidamento, il responsabile della gestione

sanitaria accentrata presso la regione ed il

responsabile della predisposizione del

bilancio regionale, assicurano l'integrale

raccordo e riconciliazione tra le poste iscritte

e contabilizzate in termini di contabilità

economico-patrimoniale e quelle iscritte in

termini di contabilità finanziaria. Tale

riconciliazione è obbligatoriamente riportata

nella nota integrativa di cui all' articolo 32 ;

d) le regioni individuano un responsabile

regionale che certifichi, con riferimento alla

gestione sanitaria accertata presso la regione:

i. in sede di rendicontazione trimestrale, la

regolare tenuta dei libri contabili e della

contabilità, la riconciliazione dei dati della

gestione accentrata con le risultanze del

bilancio finanziario, la riconciliazione dei dati

di cassa, la coerenza dei dati inseriti nei

modelli ministeriali di rilevazione dei conti

con le risultanze della contabilità;

ii. in sede di rendicontazione annuale,

quando indicato al punto i), nonché la

corrispondenza del bilancio alle risultanze

della contabilità.

Art. 23 Individuazione delle responsabilità

all'interno delle regioni nel caso di gestione

integrale del finanziamento del servizio

sanitario regionale presso gli enti di cui del

servizio sanitario regionale

In vigore dal 10 agosto 2011

1. Le regioni che non esercitano la scelta di

gestire direttamente presso la regione una

quota del finanziamento del proprio servizio

sanitario di cui all' articolo 19 , comma 2,

lettera b), punto i):

a) ne danno preventivamente comunicazione

ai Ministeri dell'economia e delle finanze e

della salute;

b) trattano presso la regione le sole

operazioni di consolidamento dei conti

sanitari degli enti di cui all' articolo 19 ,

comma 2, lettera c), come disciplinato dall'

articolo 22 , comma 3, lettera c). A tal fine è

comunque formalmente individuato un

responsabile presso la regione, al quale si

applicano le disposizioni recate dall' articolo

32 ;

c) non possono effettuare, a valere sui

capitoli di spesa del servizio sanitario

regionale, operazioni di gestione diverse dal

mero trasferimento delle somme agli enti del

servizio sanitario regionale di cui all' articolo

19 , comma 2, lettera c). A tal fine le regioni

destinano in ciascun esercizio agli enti del

servizio sanitario regionale l'intero importo

del finanziamento previsto nell'esercizio di

riferimento.

Art. 24 Libri obbligatori della gestione

sanitaria accentrata presso la regione

In vigore dal 10 agosto 2011

1. Nelle regioni che esercitano la scelta di

gestire direttamente presso la regione una

quota del finanziamento del proprio servizio

sanitario di cui all' articolo 19 , comma 2,

lettera b), punto i), i libri contabili obbligatori

della gestione sanitaria accentrata presso la

regione sono il libro giornale ed il libro degli

inventari. Il libro giornale registra

indistintamente, in ordine cronologico, tutti i

fatti di gestione che abbiano rilievo sui

risultati d'esercizio. Il libro degli inventari

contiene l'indicazione e la valutazione di tutte

le attività e le passività relative alla gestione

sanitaria accentrata presso la regione.

LEGGI D

'ITALIA

Page 30: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

30 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

All'aggiornamento del libro degli inventari si

provvede al termine dell'esercizio.

Art. 25 Bilancio preventivo economico

annuale

In vigore dal 1 gennaio 2015

1. Gli enti di cui all' articolo 19 , comma 2,

lettera b), punto i), ove ricorrano le condizioni

ivi previste, e lettera c) predispongono un

bilancio preventivo economico annuale, in

coerenza con la programmazione sanitaria e

con la programmazione economico-

finanziaria della regione.

1-bis. Le regioni e le province autonome di

Trento e di Bolzano devono garantire una

programmabilità degli investimenti da

effettuare nel proprio ambito territoriale,

attraverso la predisposizione di piani annuali

di investimento accompagnati da un'adeguata

analisi dei fabbisogni e della relativa

sostenibilità economico-finanziaria

complessiva, da attuare anche in sede di

predisposizione del previsto piano dei flussi

di cassa prospettici di cui al comma 2. 67

2. Il bilancio preventivo economico annuale

include un conto economico preventivo e un

piano dei flussi di cassa prospettici, redatti

secondo gli schemi di conto economico e di

rendiconto finanziario previsti dall' articolo 26

. Al conto economico preventivo è allegato il

conto economico dettagliato, secondo lo

schema CE di cui al decreto ministeriale 13

novembre 2007 e successive modificazioni ed

integrazioni.

3. Il bilancio preventivo economico annuale è

corredato da una nota illustrativa, dal piano

degli investimenti e da una relazione redatta

67

Comma inserito dall’ art. 1, comma 564, L. 23

dicembre 2014, n. 190 , a decorrere dal 1° gennaio

2015.

dal direttore generale per gli enti di cui alla

lettera c) del comma 2 dell' articolo 19 e dal

responsabile della gestione sanitaria

accentrata presso la regione per gli enti di cui

all' articolo 19 , comma 2, lettera b), punto i),

ove ricorrano le condizioni ivi previste. La

nota illustrativa esplicita i criteri impiegati

nell'elaborazione del bilancio preventivo

economico annuale; la relazione del direttore

generale o del responsabile della gestione

sanitaria accentrata evidenzia i collegamenti

con gli altri atti di programmazione aziendali

e regionali; il piano degli investimenti

definisce gli investimenti da effettuare nel

triennio e le relative modalità di

finanziamento. Il bilancio preventivo

economico annuale degli enti di cui all'

articolo 19 , comma 2, lettera c) e lettera b),

punto i), ove ricorrano le condizioni ivi

previste, deve essere corredato dalla relazione

del collegio sindacale.

4. Gli enti di cui alla lettera d), del comma 2

dell' articolo 19 predispongono un bilancio

preventivo economico annuale, corredato da

una nota illustrativa che espliciti i criteri

impiegati nell'elaborazione dello stesso,

nonché da un piano degli investimenti che

definisca gli investimenti da effettuare nel

triennio e le relative modalità di

finanziamento. Il bilancio preventivo

economico annuale deve essere corredato

dalla relazione del collegio dei revisori. Con

delibera del direttore generale, il bilancio

preventivo economico annuale, corredato

dalla nota illustrativa, dal piano triennale

degli investimenti e dalla relazione del

collegio dei revisori, viene sottoposto al

Consiglio di amministrazione dell'ente per

l'approvazione.

Art. 26 Bilancio di esercizio e schemi di

bilancio degli enti del SSN

In vigore dal 10 agosto 2011

LEGGI D

'ITALIA

Page 31: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

31 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

1. Il bilancio d'esercizio è redatto con

riferimento all'anno solare. Si compone dello

stato patrimoniale, del conto economico, del

rendiconto finanziario e della nota integrativa

ed è corredato da una relazione sulla gestione

sottoscritta dal direttore generale, per gli enti

di cui alle lettere c) e d) del comma 2

dell'articolo 19, e dal responsabile della

gestione sanitaria accentrata presso la regione,

per gli enti di cui all' articolo 19 , comma 2,

lettera b), punto i), ove ricorrano le condizioni

ivi previste.

2. Il bilancio di esercizio predisposto dagli

enti di cui alla lettera d), comma 2, dell'

articolo 19 viene sottoposto al Consiglio di

amministrazione dell'ente per l'approvazione.

3. Per conferire struttura uniforme alle voci

del bilancio preventivo economico annuale e

del bilancio d'esercizio, nonché omogeneità ai

valori inseriti in tali voci, gli enti di cui all'

articolo 19 , comma 2, lettera c) e lettera b),

punto i), ove ricorrano le condizioni ivi

previste redigono il bilancio di esercizio

secondo gli appositi schemi di cui all' allegato

n. 2 , che costituiscono parte integrante del

presente decreto legislativo. Gli enti di cui

alla lettera d), comma 2, dell' articolo 19

adottano i medesimi schemi di bilancio,

adattando la nota integrativa e la relazione

sulla gestione alle specificità del proprio

ambito operativo. 68

4. Per gli enti di cui all' articolo 19 , comma

2, lettera c) e lettera b), punto i), ove ricorrano

le condizioni ivi previste, la nota integrativa

deve contenere anche i modelli CE ed SP per

l'esercizio in chiusura e per l'esercizio

precedente e la relazione sulla gestione deve

contenere anche il modello di rilevazione LA,

di cui al decreto ministeriale 18 giugno 2004

e successive modificazioni ed integrazioni,

per l'esercizio in chiusura e per l'esercizio

precedente, nonché un'analisi dei costi

sostenuti per l'erogazione dei servizi sanitari,

68

Vedi, ora, il D.M. 15 giugno 2012 e il D.M. 20

marzo 2013 .

distinti per ciascun livello essenziale di

assistenza.

Art. 27 Piano dei conti

In vigore dal 10 agosto 2011

1. Al fine di soddisfare le esigenze di

standardizzazione delle procedure contabili e

dei debiti informativi previsti dalla normativa

vigente, ciascuna voce del piano dei conti

degli enti di cui all' articolo 19 , comma 2,

lettera c) e lettera b), punto i), ove ricorrano le

condizioni ivi previste, deve essere

univocamente riconducibile ad una sola voce

dei modelli di rilevazione SP o CE di cui al

decreto ministeriale 13 novembre 2007 e

successive modificazioni ed integrazioni.

2. Gli enti di cui al comma 1 possono

dettagliare il proprio piano dei conti inserendo

ulteriori sottovoci, rispetto a quelle di cui ai

modelli di rilevazione SP e CE di cui al

decreto ministeriale 13 novembre 2007 e

successive modificazioni ed integrazioni,

secondo le proprie esigenze informative.

Art. 28 Norme generali di riferimento

In vigore dal 10 agosto 2011

1. Per la redazione del bilancio d'esercizio gli

enti di cui alle lettere b), punto i), c) e d) del

comma 2 dell' articolo 19 applicano gli

articoli da 2423 a 2428 del codice civile, fatto

salvo quanto diversamente disposto nel

presente titolo.

LEGGI D

'ITALIA

Page 32: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

32 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

Art. 29 Principi di valutazione specifici del

settore sanitario

In vigore dal 1 gennaio 2013

1. Al fine di soddisfare il principio generale

di chiarezza e di rappresentazione veritiera e

corretta, nonché di garantire l'omogeneità, la

confrontabilità ed il consolidamento dei

bilanci dei servizi sanitari regionali, sono

individuate le modalità di rappresentazione,

da parte degli enti di cui all' articolo 19 ,

comma 2, lettera c) e lettera b), punto i), ove

ricorrano le condizioni ivi previste, delle

seguenti fattispecie: 69

a) il costo delle rimanenze di beni fungibili è

calcolato con il metodo della media

ponderata;

b) a partire dall'esercizio 2016 i cespiti

acquistati utilizzando contributi in conto

esercizio, indipendentemente dal loro valore,

devono essere interamente ammortizzati

nell'esercizio di acquisizione; per gli esercizi

dal 2012 al 2015 i cespiti acquistati

utilizzando contributi in conto esercizio,

indipendentemente dal loro valore, devono

essere interamente ammortizzati applicando le

seguenti percentuali per esercizio di

acquisizione:

1) esercizio di acquisizione 2012: per il 20%

del loro valore nel 2012, 2013, 2014, 2015 e

2016;

2) esercizio di acquisizione 2013: per il 40%

del loro valore nel 2013, 2014; per il 20% nel

2015;

3) esercizio di acquisizione 2014: per il 60%

del loro valore nel 2014; per il 40% nel 2015;

4) esercizio di acquisizione 2015: per 1'80%

del loro valore nel 2015; per il 20% nel

2016;70

69

La Corte costituzionale, con sentenza 2-11 luglio

2012, n. 178 (Gazz. Uff. 18 luglio 2012, n. 29 - Prima

serie speciale), ha dichiarato, tra l’altro, l’illegittimità

costituzionale del presente alinea nella parte in cui si

applica direttamente alle Regioni autonome ed alle

Province autonome. 70

Lettera così sostituita dall’ art. 1, comma 36, L. 24

dicembre 2012, n. 228 , a decorrere dal 1° gennaio

2013.

c) i contributi in conto capitale da regione

sono rilevati sulla base del provvedimento di

assegnazione. I contributi sono iscritti in

un'apposita voce di patrimonio netto, con

contestuale rilevazione di un credito verso

regione. Laddove siano impiegati per

l'acquisizione di cespiti ammortizzabili, i

contributi vengono successivamente stornati a

proventi con un criterio sistematico,

commisurato all'ammortamento dei cespiti cui

si riferiscono, producendo la sterilizzazione

dell'ammortamento stesso. Nel caso di

cessione di beni acquisiti tramite contributi in

conto capitale con generazione di

minusvalenza, viene stornata a provento una

quota di contributo commisurata alla

minusvalenza. La quota di contributo residua

resta iscritta nell'apposita voce di patrimonio

netto ed è utilizzata per sterilizzare

l'ammortamento dei beni acquisiti con le

disponibilità generate dalla dismissione. Nel

caso di cessione di beni acquisiti tramite

contributi in conto capitale con generazione di

plusvalenza, la plusvalenza viene direttamente

iscritta in una riserva del patrimonio netto,

senza influenzare il risultato economico

dell'esercizio. La quota di contributo residua

resta iscritta nell'apposita voce di patrimonio

netto ed è utilizzata, unitamente alla riserva

derivante dalla plusvalenza, per sterilizzare

l'ammortamento dei beni acquisiti con le

disponibilità generate dalla dismissione. Le

presenti disposizioni si applicano anche ai

contributi in conto capitale dallo Stato e da

altri enti pubblici, a lasciti e donazioni

vincolati all'acquisto di immobilizzazioni,

nonché a conferimenti, lasciti e donazioni di

immobilizzazioni da parte dello Stato, della

regione, di altri soggetti pubblici o privati;71

d) i contributi per ripiano perdite sono

rilevati in un'apposita voce del patrimonio

netto sulla base del provvedimento regionale

71

A parziale deroga delle disposizioni di cui alla

presente lettera, vedi l’ art. 6, comma 2-sexies, D.L. 29

dicembre 2011, n. 216 , convertito, con modificazioni,

dalla L. 24 febbraio 2012, n. 14 e, successivamente, l'

art. 6-bis, comma 1, D.L. 13 settembre 2012, n. 158 ,

convertito, con modificazioni, dalla L. 8 novembre

2012, n. 189 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 33: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

33 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

di assegnazione, con contestuale iscrizione di

un credito verso regione. Al momento

dell'incasso del credito, il contributo viene

stornato dall'apposita voce del patrimonio

netto e portato a diretta riduzione della perdita

all'interno della voce «utili e perdite portati a

nuovo»;

e) le quote di contributi di parte corrente

finanziati con somme relative al fabbisogno

sanitario regionale standard, vincolate ai sensi

della normativa nazionale vigente e non

utilizzate nel corso dell'esercizio, sono

accantonate nel medesimo esercizio in

apposito fondo spese per essere rese

disponibili negli esercizi successivi di

effettivo utilizzo;

f) le plusvalenze, le minusvalenze, le

donazioni che non consistano in

immobilizzazioni, né siano vincolate

all'acquisto di immobilizzazioni, nonché le

sopravvenienze e le insussistenze, sono

iscritte fra i proventi e gli oneri straordinari;

g) lo stato dei rischi aziendali è valutato dalla

regione, che verifica l'adeguatezza degli

accantonamenti ai fondi rischi e oneri iscritti

nei bilanci di esercizio degli enti. Il collegio

sindacale dei suddetti enti attesta l'avvenuto

rispetto degli adempimenti necessari per

procedere all'iscrizione dei fondi rischi ed

oneri ed al relativo utilizzo;

h) le somme di parte corrente assegnate alle

regioni, a titolo di finanziamento ordinario del

Servizio sanitario nazionale, tramite atto

formale di individuazione del fabbisogno

sanitario regionale standard e delle relative

fonti di finanziamento, sono iscritte, ove

sussista la gestione di cui all' articolo 19 ,

comma 2, lettera b), punto i), dal responsabile

della gestione sanitaria accentrata presso la

regione nella propria contabilità generale,

come credito e contestualmente come

passività per finanziamenti da allocare. Ai fini

della contabilizzazione della mobilità sanitaria

extraregionale attiva e passiva, si prende a

riferimento la matrice della mobilità

extraregionale approvata dal Presidente della

Conferenza delle Regioni e delle Province

autonome ed inserita nell'atto formale di

individuazione del fabbisogno sanitario

regionale standard e delle relative fonti di

finanziamento dell'anno di riferimento;

i) ove sussista la gestione di cui all' articolo

19 , comma 2, lettera b), punto i), per la parte

di finanziamento assegnata dalla regione agli

enti di cui alla lettera c) del comma 2 dell'

articolo 19 , mensilmente il responsabile della

gestione sanitaria accentrata presso la regione

storna la passività per finanziamenti da

allocare in ragione di un dodicesimo

dell'intero importo, iscrivendo parimenti

debiti verso le singole aziende in dodicesimi.

Gli enti di cui alla predetta lettera c) del

comma 2 dell' articolo 19 contestualmente

rilevano un credito verso la regione e un

ricavo sempre in ragione di un dodicesimo.

Per la parte di finanziamento assegnata agli

enti di cui all' articolo 19 , comma 2, lettera

b), punto i), limitatamente alla quota riferita

alla spesa sanitaria direttamente gestita, dal

momento dell'assegnazione il responsabile

della gestione sanitaria accentrata presso la

regione storna la passività per finanziamenti

da allocare, iscrivendo proventi in ragione di

un dodicesimo per ogni mese. Al termine

dell'esercizio, eventuali quote non assegnate

né agli enti di cui all' articolo 19 , comma 2,

lettera b), punto i), né agli enti di cui alla

predetta lettera c) si intendono attribuite alla

gestione sanitaria accentrata presso la regione

e, conseguentemente, stornate da passività per

finanziamenti da allocare a proventi della

stessa gestione sanitaria accentrata. Il

responsabile della gestione sanitaria

accentrata presso la regione impartisce

disposizioni agli enti di cui alla predetta

lettera c) sulla rilevazione dei proventi e dei

costi per mobilità extraregionale, al fine di

garantire la corrispondenza dei dati aziendali

con quanto disposto nell'ultimo periodo della

lettera h);

j) con modalità analoghe a quelle previste per

le somme di parte corrente, di cui al primo

periodo della lettera h), ove sussista la

gestione di cui all' articolo 19 , comma 2,

lettera b), punto i), il responsabile della

gestione sanitaria accentrata presso la regione

iscrive nella propria contabilità generale le

altre entrate regionali per l'assistenza sanitaria

LEGGI D

'ITALIA

Page 34: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

34 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

e ne definisce l'assegnazione alle aziende

sanitarie. Tali assegnazioni sono rilevate dalle

aziende con le modalità stabilite alla lettera i)

se destinate al finanziamento di parte

corrente; sono invece rilevate con le modalità

stabilite alle lettere c) e d) se destinate

rispettivamente al finanziamento degli

investimenti o al ripiano delle perdite. In tutti

i casi va garantita la corrispondenza tra i

crediti verso regione iscritti nei bilanci degli

enti di cui alla lettera c) del comma 2

dell'articolo 19 del presente titolo e i debiti

verso aziende iscritti nel bilancio della

gestione sanitaria accentrata presso la regione;

k) alle disposizioni recate dalle lettere h), i) e

j), qualora le singole regioni non esercitino la

scelta di gestire direttamente presso la regione

o la provincia autonoma una quota del

finanziamento del proprio servizio sanitario,

provvedono le singole aziende di cui all'

articolo 19 , comma 2, lettera c), per quanto di

loro competenza, sulla base delle assegnazioni

del finanziamento del servizio sanitario

regionale effettuate dalla regione in loro

favore a seguito di atto formale di

individuazione del fabbisogno sanitario

regionale standard e delle relative fonti di

finanziamento. In tutti i casi va garantita la

corrispondenza fra il finanziamento

complessivo del servizio sanitario regionale e

la somma dei finanziamenti registrati dalle

aziende di cui all'articolo 19, comma 2, lettera

c) 72

.

Art. 30 Destinazione del risultato d'esercizio

degli enti del SSN

In vigore dal 1 gennaio 2015

72

La Corte costituzionale, con sentenza 2-11 luglio

2012, n. 178 (Gazz. Uff. 18 luglio 2012, n. 29 - Prima

serie speciale), ha dichiarato, tra l’altro, l’illegittimità

costituzionale della presente lettera nella parte in cui si

applica direttamente alle Regioni autonome ed alle

Province autonome.

1. L'eventuale risultato positivo di esercizio

degli enti di cui alle lettere b), punto i), c) e d)

del comma 2 dell' articolo 19 è portato a

ripiano delle eventuali perdite di esercizi

precedenti. L'eventuale eccedenza è

accantonata a riserva ovvero, limitatamente

agli enti di cui alle lettere b) punto i), e c) del

comma 2 dell' articolo 19 , è reso disponibile

per il ripiano delle perdite del servizio

sanitario regionale. Fermo restando quanto

previsto dall' articolo 2, comma 80, della

legge 23 dicembre 2009, n. 191, eventuali

risparmi nella gestione del Servizio sanitario

nazionale effettuati dalle regioni rimangono

nella disponibilità delle regioni stesse per

finalità sanitarie. 73

Art. 31 Adozione del bilancio d'esercizio

In vigore dal 10 agosto 2011

1. Il bilancio di esercizio è adottato entro il

30 aprile dell'anno successivo a quello di

riferimento dal direttore generale per gli enti

di cui alla lettera c) del comma 2 dell' articolo

19 , e dal responsabile della gestione sanitaria

accentrata presso la regione per gli enti di cui

alla lettera b), punto i), del comma 2 dell'

articolo 19 , ed è corredato dalla relazione del

collegio sindacale. Gli enti di cui alla lettera

c) del comma 2 dell' articolo 19 provvedono,

altresì, a trasmettere al responsabile della

gestione sanitaria accentrata presso la regione

il bilancio di esercizio e la relazione del

collegio sindacale ai fini della predisposizione

delle necessarie operazioni di

consolidamento, di cui all' articolo 32 .

2. Entro la medesima data del 30 aprile

dell'anno successivo a quello di riferimento,

gli enti di cui alla lettera d) del comma 2

dell'articolo 19 devono trasmettere al

73

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 557, L.

23 dicembre 2014, n. 190 , a decorrere dal 1° gennaio

2015.

LEGGI D

'ITALIA

Page 35: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

35 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

Ministero della Salute il bilancio di esercizio

corredato dalla relazione del collegio dei

revisori.

Art. 32 Bilancio consolidato del Servizio

Sanitario Regionale

In vigore dal 10 agosto 2011

1. La gestione sanitaria accentrata presso la

regione predispone e sottopone

all'approvazione della giunta regionale sia il

bilancio preventivo economico annuale

consolidato del Servizio Sanitario Regionale,

di cui al comma 5, sia il bilancio d'esercizio

consolidato del Servizio Sanitario Regionale,

di cui al comma 7.

2. Per la redazione dei bilanci consolidati di

cui al comma 1 si applicano le disposizioni

del decreto legislativo n. 127 del 1991 , fatto

salvo quanto disposto dal presente titolo.

3. L'area di consolidamento comprende tutti

gli enti di cui alle lettere b), punto i), e c) del

comma 2 dell' articolo 19 ed esclude soggetti

eventualmente partecipati da questi ultimi. Il

patrimonio netto consolidato è determinato

dalla somma dei valori di patrimonio netto

degli enti consolidati. Con il decreto del

Presidente del Consiglio dei Ministri di cui

all' articolo 36 , comma 2, sono definite le

modalità di sperimentazione riguardanti la

previsione di un ulteriore bilancio consolidato

che comprenda i soggetti controllati dagli enti

di cui all' articolo 19 , comma 2, lettere b),

punto i), e c).

4. Il bilancio preventivo economico annuale

consolidato si compone ed è corredato dagli

stessi documenti che compongono e

corredano il bilancio preventivo economico

annuale dei singoli enti di cui all' articolo 25 .

La relazione del direttore generale è sostituita

da una relazione del responsabile della

gestione sanitaria accentrata presso la regione.

Salvi gli adeguamenti necessari, la struttura e

il contenuto dei documenti che compongono e

corredano il bilancio preventivo economico

annuale consolidato sono quelli prescritti per

il bilancio preventivo economico annuale dei

singoli enti di cui all' articolo 19 , comma 2,

lettere b), punto i), e c) del presente titolo.

5. La giunta regionale approva i bilanci

preventivi economici annuali degli enti di cui

alle lettere b), punto i), e c) del comma 2 dell'

articolo 19 e il bilancio preventivo economico

annuale consolidato di cui al comma 4 entro il

31 dicembre dell'anno precedente a quello cui

i bilanci economici preventivi si riferiscono.

Entro sessanta giorni dalla data di

approvazione, i bilanci in oggetto sono

pubblicati integralmente sul sito internet della

regione.

6. Il bilancio d'esercizio consolidato si

compone ed è corredato dagli stessi

documenti che compongono e corredano il

bilancio d'esercizio dei singoli enti di cui all'

articolo 26 . La relazione del direttore

generale è sostituita da una relazione del

responsabile della gestione sanitaria

accentrata presso la regione. Salvi gli

adeguamenti necessari, la struttura e il

contenuto dei documenti che compongono e

corredano il bilancio d'esercizio consolidato

sono quelli prescritti per il bilancio d'esercizio

dei singoli enti di cui all' articolo 19 , comma

2, lettere b), punto i), e c). I modelli SP e CE

di cui al decreto ministeriale 13 novembre

2007 e successive modificazioni ed

integrazioni, da inserire nella nota integrativa

del bilancio d'esercizio consolidato, ed il

modello LA di cui al decreto ministeriale 18

giugno 2004 e successive modificazioni ed

integrazioni, da inserire nella relazione sulla

gestione, sono quelli relativi al codice 999. La

nota integrativa al bilancio consolidato deve

in ogni caso contenere: (a) il prospetto di cui

all' articolo 22 , comma 3, lettera c), che

illustri l'integrale raccordo tra le poste iscritte

nel bilancio d'esercizio consolidato e quelle

iscritte nel rendiconto di contabilità

LEGGI D

'ITALIA

Page 36: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

36 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

finanziaria; (b) un prospetto che, per ogni

eventuale partecipazione detenuta dalle

aziende di cui alla lettera c) del comma 2 dell'

articolo 19 presso altri soggetti, indichi

denominazione, sede, importo totale

dell'attivo, importo del patrimonio netto, utile

o perdita dell'ultimo esercizio, quota

posseduta da ciascuna azienda del servizio

sanitario regionale ed eventualmente dalla

regione, valore attribuito nel bilancio

consolidato e criterio di valutazione adottato;

(c) un prospetto che, per ogni altra società

partecipata o ente dipendente della regione

che riceva a qualsiasi titolo una quota delle

risorse destinate al finanziamento del

fabbisogno sanitario regionale standard o

delle ulteriori risorse destinate al

finanziamento del servizio sanitario regionale,

indichi denominazione, sede, importo totale

dell'attivo, importo del patrimonio netto, utile

o perdita dell'ultimo esercizio, quota

posseduta dalla regione. 74

7. La giunta regionale approva i bilanci

d'esercizio degli enti di cui alle lettere b),

punto i), e c) del comma 2 dell' articolo 19

entro il termine del 31 maggio dell'anno

successivo a quello di riferimento e il bilancio

consolidato nel termine del 30 giugno

dell'anno successivo a quello di riferimento.

Entro sessanta giorni dalla data di

approvazione, i bilanci in oggetto sono

pubblicati integralmente sul sito internet della

regione.

8. Per favorire la compatibilità e l'uniformità

dei bilanci da consolidare, il responsabile

della gestione sanitaria accentrata presso la

regione può stabilire specifici obblighi

informativi a carico degli enti di cui alla

lettera c) del comma 2 dell' articolo 19 e

prescrivere trattamenti contabili omogenei,

nei limiti di quanto stabilito dagli articoli 28 e

29.

74

Vedi, ora, il D.M. 15 giugno 2012 e il D.M. 20

marzo 2013 .

Art. 33 Tassonomia per gli enti in contabilità

civilista

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Al fine di consentire l'elaborazione dei

conti di cassa consolidati delle

amministrazioni pubbliche, la

riclassificazione dei dati contabili degli enti di

cui all' articolo 19 , lettere c) e d), è operata

attraverso la rilevazione SIOPE di cui all'

articolo 14, comma 6, della legge 31 dicembre

2009, n. 196 .

2. Gli enti di cui al comma 1 allegano il

prospetto concernente la ripartizione dei

pagamenti per missioni e programmi, definito

secondo le modalità di cui all'allegato n. 16, al

bilancio di esercizio e, a decorrere dal 2017,

al bilancio preventivo economico annuale. Il

prospetto allegato al bilancio di esercizio è

elaborato in coerenza con i risultati della

tassonomia effettuata attraverso la rilevazione

SIOPE. Nel caso di corrispondenza non

univoca tra programma e funzioni COFOG di

secondo livello, vanno individuate due o più

funzioni COFOG con l'indicazione delle

percentuali di attribuzione della spesa del

programma a ciascuna di esse. 75

2-bis. Il prospetto di cui all'allegato n. 16 è

aggiornato con decreto del Ministero

dell'economia e delle finanze - Dipartimento

della Ragioneria generale dello Stato, di

concerto con il Ministero dell'interno -

Dipartimento per gli affari interni e territoriali

e la Presidenza del Consiglio dei ministri -

Dipartimento per gli affari regionali, su

proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali. 76

75

Comma così modificato dall’ art. 1, comma 1, lett.

z), n. 1), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 . 76

Comma aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. z), n. 2),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 .

LEGGI D

'ITALIA

Page 37: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

37 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

Art. 34 Aggiornamento schemi tecnici

In vigore dal 10 agosto 2011

1. In funzione di eventuali emergenti

fabbisogni informativi, anche in conseguenza

dell'attività di monitoraggio dei conti sanitari

e dell'erogazione dei livelli di assistenza,

ovvero di aggiornamento dei livelli essenziali

di assistenza, nonché della definizione del

livello minimo di articolazione del piano dei

conti integrato di cui all' articolo 36 , comma

2, i relativi necessari aggiornamenti degli

schemi allegati al presente decreto legislativo,

di cui agli articoli 26 e 32 nonché la tabella di

cui all' articolo 29 , comma 1, lettera b) sono

effettuati con decreto del Ministro della

Salute, di concerto con il Ministro

dell'economia e delle finanze, d'intesa con la

Conferenza permanente per i rapporti tra lo

Stato, le regioni e le province autonome di

Trento e di Bolzano.

Art. 35 Sistemi informativi e statistici della

Sanità

In vigore dal 10 agosto 2011

1. Al fine di migliorare i sistemi informativi e

statistici della sanità e per il loro migliore

utilizzo in termini di monitoraggio

dell'organizzazione dei livelli di assistenza,

con procedure analoghe a quanto previsto

dall' articolo 34 , con decreto del Ministro

della salute vengono stabilite le procedure di

anonimizzazione dei dati individuali presenti

nei flussi informativi, già oggi acquisiti in

modo univoco sulla base del codice fiscale

dell'assistito, con la trasformazione del codice

fiscale, ai fini di ricerca per scopi di statistica

sanitaria, in codice anonimo, mediante

apposito algoritmo biunivoco, in modo da

tutelare l'identità dell'assistito nel

procedimento di elaborazione dei dati. I dati

così anonimizzati sono utilizzati per

migliorare il monitoraggio e la valutazione

della qualità e dell'efficacia dei percorsi di

cura, con un pieno utilizzo degli archivi

informatici dell'assistenza ospedaliera,

specialistica, farmaceutica.

TITOLO III

Ordinamento finanziario e contabile delle

regioni 77

Art. 36 Principi generali in materia di finanza

regionale 78

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Il presente titolo disciplina i bilanci delle

regioni ai sensi dell'art. 117, comma 2, lettera

e), della Costituzione.

2. La finanza regionale concorre con la

finanza statale e locale al perseguimento degli

obiettivi di convergenza e di stabilità

derivanti dall'appartenenza dell'Italia

all'Unione europea ed opera in coerenza con i

vincoli che ne derivano in ambito nazionale.

3. Le regioni ispirano la propria gestione al

principio della programmazione. A tal fine

adottano ogni anno il bilancio di previsione

finanziario, le cui previsioni, riferite ad un

orizzonte temporale almeno triennale, sono

77

Titolo così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’originario Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

Precedentemente la rubrica era la seguente:

«Disposizioni finali e transitorie.». 78

Articolo modificato dall' art. 9, comma 1, lett. a),

D.L. 31 agosto 2013, n. 102 , convertito, con

modificazioni, dalla L. 28 ottobre 2013, n. 124 , e,

successivamente, così sostituito dall’ art. 1, comma 1,

lett. aa), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha

sostituito l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV

e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 38: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

38 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

elaborate sulla base delle linee strategiche e

delle politiche contenute nel documento di

economia e finanza regionale (DEFR),

predisposto secondo le modalità previste dal

principio contabile applicato della

programmazione allegato al presente decreto.

Il DEFR è approvato con una delibera del

consiglio regionale. Con riferimento al

periodo di programmazione decorrente

dall'esercizio 2015, le regioni non sono tenute

alla predisposizione del documento di

economia e finanza regionale e adottano il

documento di programmazione previsto

dall'ordinamento contabile vigente

nell'esercizio 2014. Il primo documento di

economia e finanza regionale è adottato con

riferimento agli esercizi 2016 e successivi. Gli

enti che hanno partecipato alla

sperimentazione nel 2014 adottano la

disciplina prevista dal presente articolo a

decorrere dal 1° gennaio 2015.

4. La regione adotta, in relazione alle

esigenze derivanti dallo sviluppo della

fiscalità regionale, una legge di stabilità

regionale, contenente il quadro di riferimento

finanziario per il periodo compreso nel

bilancio di previsione. Essa contiene

esclusivamente norme tese a realizzare effetti

finanziari con decorrenza dal primo anno

considerato nel bilancio di previsione ed è

disciplinata dal principio applicato

riguardante la programmazione, allegato n.

4/1 al presente decreto.

5. Le regioni adottano i principi contabili

generali ed i principi contabili applicati di cui

agli allegati n. 1 e n. 4 al presente decreto.

Art. 37 Sistema contabile 79

In vigore dal 12 settembre 2014

79

Articolo così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett.

aa), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

1. Il sistema contabile delle regioni, in

attuazione dell' art. 2, comma 2, lettera h),

della legge 5 maggio 2009, n. 42, garantisce

la rilevazione unitaria dei fatti gestionali sotto

il profilo finanziario, economico e

patrimoniale, attraverso l'adozione:

a) della contabilità finanziaria, che ha natura

autorizzatoria e consente la rendicontazione

della gestione finanziaria;

b) della contabilità economico-patrimoniale,

per la rilevazione, ai fini conoscitivi, degli

effetti economici e patrimoniali dei fatti

gestionali, che consente la rendicontazione

economico e patrimoniale.

2. Le regioni garantiscono la rilevazione

unitaria dei fatti gestionali sotto il profilo

finanziario ed economico patrimoniale

adottando il piano dei conti integrato di cui

all'art. 4.

3. Al fine di consentire la tracciabilità di tutte

le operazioni gestionali e la movimentazione

delle voci del piano dei conti integrato, ad

ogni transazione è attribuita una codifica da

applicare secondo le modalità previste dagli

articoli 5, 6 e 7.

4. Le previsioni di competenza e di cassa,

aggregate secondo l'articolazione del piano

dei conti di quarto livello, e i risultati della

gestione di competenza e di cassa aggregati

secondo l'articolazione del piano dei conti,

sono trasmessi alla banca dati unitaria delle

amministrazioni pubbliche di cui all' art. 13,

comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n.

196, sulla base di schemi, tempi e modalità

definiti con decreto del Ministro

dell'economia e delle finanze.

LEGGI D

'ITALIA

Page 39: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

39 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

Art. 38 Leggi regionali di spesa e relativa

copertura finanziaria 80

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Le leggi regionali che prevedono spese a

carattere continuativo quantificano l'onere

annuale previsto per ciascuno degli esercizi

compresi nel bilancio di previsione e indicano

l'onere a regime ovvero, nel caso in cui non si

tratti di spese obbligatorie, possono rinviare le

quantificazioni dell'onere annuo alla legge di

bilancio.

2. Le leggi regionali che dispongono spese a

carattere pluriennale indicano l'ammontare

complessivo della spesa, nonché la quota

eventualmente a carico del bilancio in corso e

degli esercizi successivi. La legge di stabilità

regionale può annualmente rimodulare le

quote previste per ciascuno degli anni

considerati nel bilancio di previsione e per gli

esercizi successivi, nei limiti

dell'autorizzazione complessiva di spesa.

Art. 39 Il sistema di bilancio delle regioni 81

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Il Consiglio regionale approva ogni anno,

con legge, il bilancio di previsione finanziario

che rappresenta il quadro delle risorse che la

regione prevede di acquisire e di impiegare,

riferite ad un orizzonte temporale almeno

triennale, esponendo separatamente

80

Articolo modificato dall' art. 9, comma 1, lett. b),

D.L. 31 agosto 2013, n. 102 , convertito, con

modificazioni, dalla L. 28 ottobre 2013, n. 124 , e,

successivamente, così sostituito dall’ art. 1, comma 1,

lett. aa), D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha

sostituito l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV

e V. 81

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

l'andamento delle entrate e delle spese in base

alla legislazione statale e regionale in vigore.

2. Il bilancio di previsione finanziario

comprende le previsioni di competenza e di

cassa del primo esercizio del periodo

considerato e le previsioni di competenza

degli esercizi successivi ed è redatto, secondo

gli schemi previsti dall'allegato n. 9, con le

modalità previste dal principio applicato della

programmazione di cui all'allegato n. 4/1,

dallo statuto e dall'ordinamento contabile. Le

previsioni riguardanti il primo esercizio

costituiscono il bilancio di previsione

finanziario annuale.

3. Il bilancio di previsione finanziario ha

carattere autorizzatorio, costituendo limite:

a) agli accertamenti e agli incassi riguardanti

le accensioni di prestiti;

b) agli impegni e ai pagamenti di spesa. Non

comportano limiti alla gestione le previsioni

riguardanti i rimborsi delle anticipazioni di

tesoreria e le partite di giro.

4. A seguito di eventi intervenuti

successivamente all'approvazione del bilancio

la giunta, nelle more della necessaria

variazione di bilancio, può limitare la natura

autorizzatoria degli stanziamenti di ciascuno

degli esercizi successivi considerati nel

bilancio di previsione, al solo fine di garantire

gli equilibri di bilancio. Con riferimento a tali

stanziamenti, non possono essere assunte

obbligazioni giuridiche.

5. Il bilancio di previsione finanziario indica,

per ciascuna unità di voto:

a) l'ammontare presunto dei residui attivi o

passivi alla chiusura dell'esercizio precedente

a quello cui il bilancio si riferisce;

b) l'ammontare delle previsioni di

competenza definitive dell'anno precedente a

quello cui si riferisce il bilancio;

c) l'ammontare delle entrate che si prevede di

accertare o delle spese di cui si autorizza

LEGGI D

'ITALIA

Page 40: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

40 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

l'impegno negli esercizi cui il bilancio si

riferisce;

d) l'ammontare delle entrate che si prevede di

riscuotere o delle spese di cui si autorizza il

pagamento nel primo esercizio considerato

nel bilancio, senza distinzioni fra riscossioni e

pagamenti in conto competenza e in conto

residui.

6. Gli stanziamenti di spesa di competenza

sono quantificati nella misura necessaria per

lo svolgimento delle attività o interventi che

sulla base della legislazione vigente daranno

luogo ad obbligazioni esigibili negli esercizi

considerati nel bilancio di previsione, e sono

determinati esclusivamente in relazione alle

esigenze funzionali ed agli obiettivi

concretamente perseguibili nel periodo cui si

riferisce il bilancio di previsione finanziario,

restando esclusa ogni quantificazione basata

sul criterio della spesa storica incrementale.

7. Nel bilancio di previsione finanziario,

prima di tutte le entrate e le spese, sono

iscritti:

a) in entrata, gli importi relativi al fondo

pluriennale vincolato di parte corrente e del

fondo pluriennale vincolato in c/capitale;

b) nell'entrata del primo esercizio, gli importi

relativi all'utilizzo dell'avanzo di

amministrazione presunto, nei casi individuati

dall'art. 42, comma 8, con l'indicazione della

quota vincolata del risultato di

amministrazione utilizzata anticipatamente;

c) in spesa, l'importo del disavanzo di

amministrazione presunto al 31 dicembre

dell'esercizio precedente cui il bilancio si

riferisce. Il disavanzo di amministrazione

presunto può essere iscritto nella spesa del

bilancio di previsione secondo le modalità

previste dall'art. 42, comma 12;

d) in entrata, il fondo di cassa presunto

dell'esercizio precedente.

8. Nel bilancio, ciascun stanziamento di

spesa di cui al comma 5, lettere b) e c),

individua:

a) la quota che è già stata impegnata negli

esercizi precedenti con imputazione

all'esercizio di riferimento;

b) la quota dello stanziamento di competenza

costituita dal fondo pluriennale vincolato,

destinata alla copertura degli impegni che

sono stati assunti negli esercizi precedenti con

imputazione agli esercizi successivi e degli

impegni che si prevede di assumere

nell'esercizio con imputazione agli esercizi

successivi. Con riferimento a tale quota, non è

possibile impegnare e pagare con imputazione

all'esercizio cui lo stanziamento si riferisce.

Agli stanziamenti di spesa riguardanti il fondo

pluriennale vincolato è attribuito il medesimo

codice del piano dei conti della spesa cui il

fondo si riferisce.

9. Formano oggetto di specifica

approvazione del consiglio regionale, le

previsioni di cui al comma 5, lettere c) e d),

per ogni unità di voto e le previsioni del

comma 7.

10. Contestualmente all'approvazione della

legge di bilancio la giunta approva, per

ciascun esercizio, la ripartizione delle unità di

voto del bilancio in categorie e

macroaggregati. Tale ripartizione costituisce

il documento tecnico di accompagnamento al

bilancio. L'ordinamento contabile disciplina le

modalità con cui, contestualmente

all'approvazione del documento tecnico di

accompagnamento, la Giunta o il Segretario

generale, con il bilancio finanziario

gestionale, provvede, per ciascun esercizio, a

ripartire le categorie e i macroaggregati in

capitoli ai fini della gestione e

rendicontazione, ed ad assegnare ai dirigenti

titolari dei centri di responsabilità

amministrativa le risorse necessarie al

raggiungimento degli obiettivi individuati per

i programmi ed i progetti finanziati

nell'ambito dello stato di previsione delle

spese. I capitoli di entrata e di spesa sono

raccordati almeno al quarto livello del piano

dei conti di cui all'art. 4.

LEGGI D

'ITALIA

Page 41: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

41 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

11. Alla legge concernente il bilancio di

previsione finanziario sono allegati i

documenti previsti dall'art. 11, comma 3, e i

seguenti documenti:

a) l'elenco dei capitoli che riguardano le

spese obbligatorie;

b) l'elenco delle spese che possono essere

finanziate con il fondo di riserva per spese

impreviste di cui all'art. 48, comma 1, lettera

b).

12. Al documento tecnico di

accompagnamento al bilancio di cui al comma

10 sono allegati i documenti previsti dall'art.

11 comma 7.

13. Al bilancio finanziario gestionale di cui

al comma 10 è allegato il prospetto

riguardante le previsioni di competenza e di

cassa dei capitoli di entrata e di spesa del

perimetro sanitario individuate dall'art. 20,

comma 1, ove previsto, per ciascun esercizio

considerato nel bilancio di previsione. Il

prospetto è articolato, per quanto riguarda le

entrate, in titoli, tipologie, categorie e capitoli

e, per quanto riguarda le spese, in titoli,

macroaggregati e capitoli. Se il bilancio

gestionale della regione risulta articolato in

modo da distinguere la gestione ordinaria

dalla gestione sanitaria, tale allegato non è

richiesto.

14. In relazione a quanto disposto dal

comma 6, le regioni adottano misure

organizzative idonee a consentire l'analisi ed

il controllo dei costi e dei rendimenti

dell'attività amministrativa, della gestione e

delle decisioni organizzative, nonché la

corretta quantificazione delle conseguenze

finanziarie dei provvedimenti legislativi di

entrata e di spesa.

15. Sono vietate le gestioni di fondi al di

fuori del bilancio della regione e dei bilanci di

cui all'art. 47.

16. Nella sezione del sito internet della

regione dedicata ai bilanci sono pubblicati: il

bilancio di previsione finanziario, il relativo

documento tecnico di accompagnamento, il

bilancio finanziario gestionale, le variazioni

del bilancio di previsione, le variazioni del

documento tecnico di accompagnamento, il

bilancio di previsione assestato, il documento

tecnico di accompagnamento assestato e il

bilancio gestionale assestato.

Art. 40 Equilibrio di bilanci 82

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Per ciascuno degli esercizi in cui è

articolato, il bilancio di previsione è

deliberato in pareggio finanziario di

competenza, comprensivo dell'utilizzo

dell'avanzo di amministrazione e del recupero

del disavanzo di amministrazione, garantendo

un fondo di cassa finale non negativo. Inoltre,

le previsioni di competenza relative alle spese

correnti sommate alle previsioni di

competenza relative ai trasferimenti in

c/capitale, al saldo negativo delle partite

finanziarie, alle quote di capitale delle rate di

ammortamento dei mutui e degli altri prestiti,

con l'esclusione dei rimborsi anticipati, non

possono essere complessivamente superiori

alle previsioni di competenza dei primi tre

titoli dell'entrata, ai contributi destinati al

rimborso dei prestiti e all'utilizzo dell'avanzo

di competenza di parte corrente, salvo le

eccezioni tassativamente indicate nel

principio applicato alla contabilità finanziaria

necessarie a garantire elementi di flessibilità

degli equilibri di bilancio ai fini del rispetto

del principio dell'integrità. Nelle more

dell'applicazione del capo IV della legge 24

dicembre 2012, n. 243 , il totale delle spese di

cui si autorizza l'impegno può essere

superiore al totale delle entrate che si prevede

di accertare nel medesimo esercizio, purché il

82

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 42: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

42 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

relativo disavanzo sia coperto da mutui e altre

forme di indebitamento autorizzati con la

legge di approvazione del bilancio nei limiti

di cui all'art. 62.

2. A decorrere dal 2016, il disavanzo di

amministrazione derivante dal debito

autorizzato e non contratto per finanziare

spesa di investimento, risultante dal

rendiconto 2015, può essere coperto con il

ricorso al debito che può essere contratto solo

per far fronte ad effettive esigenze di cassa.

Art. 41 Il piano degli indicatori e dei risultati

attesi 83

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Al fine di consentire la comparazione dei

bilanci, entro 30 giorni dall'approvazione del

bilancio di previsione e del rendiconto, la

regione presenta un documento denominato

“Piano degli indicatori e dei risultati attesi di

bilancio” predisposto secondo le modalità

previste dall'art. 18-bis.

Art. 42 Il risultato di amministrazione 84

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Il risultato di amministrazione, distinto in

fondi liberi, fondi accantonati, fondi destinati

agli investimenti e fondi vincolati, è accertato

con l'approvazione del rendiconto della

gestione dell'ultimo esercizio chiuso, ed è pari

83

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V. 84

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

al fondo di cassa aumentato dei residui attivi e

diminuito dei residui passivi. Tale risultato

non comprende le risorse accertate che hanno

finanziato spese impegnate con imputazione

agli esercizi successivi, rappresentate dal

fondo pluriennale vincolato determinato in

spesa del conto del bilancio. Nel caso in cui il

risultato di amministrazione non presenti un

importo sufficiente a comprendere le quote

vincolate, destinate ed accantonate, la

differenza è iscritta nel primo esercizio

considerato nel bilancio di previsione, prima

di tutte le spese, come disavanzo da

recuperare, secondo le modalità previste al

comma 12.

2. In occasione dell'approvazione del

bilancio di previsione, è determinato l'importo

del risultato di amministrazione presunto

dell'esercizio precedente cui il bilancio si

riferisce.

3. I fondi accantonati del risultato di

amministrazione comprendono il fondo

crediti di dubbia esigibilità, l'accantonamento

per i residui perenti e gli accantonamenti per

passività potenziali.

4. I fondi destinati agli investimenti sono

costituiti dalle entrate in conto capitale senza

vincoli di specifica destinazione non spese, e

sono utilizzabili con provvedimento di

variazione di bilancio solo a seguito

dell'approvazione del rendiconto.

L'indicazione della destinazione nel risultato

di amministrazione, per le entrate in conto

capitale che hanno dato luogo ad

accantonamento al fondo crediti di dubbia e

difficile esazione, è sospeso, per l'importo

dell'accantonamento, sino all'effettiva

riscossione delle stesse. I trasferimenti in

conto capitale non sono destinati al

finanziamento degli investimenti e non

possono essere finanziati dal debito e dalle

entrate in conto capitale destinate al

finanziamento degli investimenti.

LEGGI D

'ITALIA

Page 43: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

43 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

5. Costituiscono quota vincolata del risultato

di amministrazione le entrate accertate e le

corrispondenti economie di bilancio:

a) nei casi in cui la legge o i principi contabili

generali e applicati individuano un vincolo di

specifica destinazione dell'entrata alla spesa;

b) derivanti da mutui e finanziamenti

contratti per il finanziamento di investimenti

determinati;

c) derivanti da trasferimenti erogati a favore

dell'ente per una specifica destinazione;

d) derivanti da entrate accertate straordinarie,

non aventi natura ricorrente, cui la regione ha

formalmente attribuito una specifica

destinazione. E' possibile attribuire un vincolo

di destinazione alle entrate straordinarie non

aventi natura ricorrente solo se la regione non

ha rinviato la copertura del disavanzo di

amministrazione negli esercizi successivi e ha

provveduto nel corso dell'esercizio alla

copertura di tutti gli eventuali debiti fuori

bilancio.

L'indicazione del vincolo nel risultato di

amministrazione, per le entrate vincolate che

hanno dato luogo ad accantonamento al fondo

crediti di dubbia e difficile esazione, è

sospeso, per l'importo dell'accantonamento,

sino all'effettiva riscossione delle stesse.

6. La quota libera dell'avanzo di

amministrazione dell'esercizio precedente,

accertato ai sensi del comma 1, può essere

utilizzata, nel rispetto dei vincoli di

destinazione, con provvedimento di

variazione di bilancio, per le finalità di

seguito indicate in ordine di priorità:

a) per la copertura dei debiti fuori bilancio;

b) per i provvedimenti necessari per la

salvaguardia degli equilibri di bilancio

previsti dalla legislazione vigente, ove non

possa provvedersi con mezzi ordinari;

c) per il finanziamento di spese di

investimento;

d) per il finanziamento delle spese correnti a

carattere non permanente;

e) per l'estinzione anticipata dei prestiti.

7. Resta salva la facoltà di impiegare

l'eventuale quota del risultato di

amministrazione “svincolata”, in occasione

dell'approvazione del rendiconto, sulla base

della determinazione dell'ammontare

definitivo della quota del risultato di

amministrazione accantonata per il fondo

crediti di dubbia esigibilità, per finanziare lo

stanziamento riguardante il fondo crediti di

dubbia esigibilità nel bilancio di previsione

dell'esercizio successivo a quello cui il

rendiconto si riferisce.

8. Le quote del risultato di amministrazione

presunto dell'esercizio precedente costituite

da accantonamenti risultanti dall'ultimo

consuntivo approvato o derivanti da fondi

vincolati possono essere immediatamente

utilizzate per le finalità cui sono destinate,

attraverso l'iscrizione di tali risorse, come

posta a sé stante dell'entrata, del primo

esercizio del bilancio di previsione o con

provvedimento di variazione al bilancio.

L'utilizzo della quota vincolata o accantonata

del risultato di amministrazione è consentito,

sulla base di una relazione documentata del

dirigente competente, anche in caso di

esercizio provvisorio, esclusivamente per

garantire la prosecuzione o l'avvio di attività

soggette a termini o scadenza, la cui mancata

attuazione determinerebbe danno per l'ente.

9. Se il bilancio di previsione impiega quote

vincolate del risultato di amministrazione

presunto ai sensi del comma 8, entro il 31

gennaio, la Giunta verifica l'importo delle

quote vincolate del risultato di

amministrazione dell'anno precedente sulla

base di un preconsuntivo relativo alle entrate

e alle spese vincolate e approva

l'aggiornamento dell'allegato al bilancio di

previsione di cui all'art. 11, comma 3, lettera

a). Se la quota vincolata del risultato di

amministrazione presunto è inferiore rispetto

all'importo applicato al bilancio di previsione,

l'ente provvede immediatamente alle

necessarie variazioni di bilancio che adeguano

l'impiego del risultato di amministrazione

vincolato.

LEGGI D

'ITALIA

Page 44: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

44 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

10. Le quote del risultato presunto derivante

dall'esercizio precedente, costituite dagli

accantonamenti effettuati nel corso

dell'esercizio precedente, possono essere

utilizzate prima dell'approvazione del conto

consuntivo dell'esercizio precedente, per le

finalità cui sono destinate, con provvedimento

di variazione al bilancio, se la verifica di cui

al comma 9 e l'aggiornamento dell'allegato al

bilancio di previsione di cui all'art. 11, comma

4, lettera d), sono effettuate con riferimento a

tutte le entrate e le spese dell'esercizio

precedente e non solo alle entrate e alle spese

vincolate.

11. Le variazioni di bilancio che, in attesa

dell'approvazione del consuntivo, applicano al

bilancio quote vincolate del risultato di

amministrazione, sono effettuate dopo

l'approvazione del prospetto aggiornato del

risultato di amministrazione presunto da parte

della Giunta di cui al comma 10. Le

variazioni consistenti nella mera reiscrizione

di economie di spesa, derivanti da

stanziamenti di bilancio dell'esercizio

precedente corrispondenti a entrate vincolate,

possono essere disposte dai dirigenti se

previsto dall'ordinamento contabile o, in

assenza di norme, dal responsabile

finanziario.

12. L'eventuale disavanzo di

amministrazione accertato ai sensi del comma

1, a seguito dell'approvazione del rendiconto,

al netto del debito autorizzato e non contratto

di cui all'art. 40, comma 1, è applicato al

primo esercizio del bilancio di previsione

dell'esercizio in corso di gestione. La mancata

variazione di bilancio che, in corso di

gestione, applica il disavanzo al bilancio è

equiparata a tutti gli effetti alla mancata

approvazione del rendiconto di gestione. Il

disavanzo di amministrazione può anche

essere ripianato negli esercizi considerati nel

bilancio di previsione, in ogni caso non oltre

la durata della legislatura regionale,

contestualmente all'adozione di una delibera

consiliare avente ad oggetto il piano di rientro

dal disavanzo nel quale siano individuati i

provvedimenti necessari a ripristinare il

pareggio. Il piano di rientro è sottoposto al

parere del collegio dei revisori. Ai fini del

rientro, possono essere utilizzate le economie

di spesa e tutte le entrate, ad eccezione di

quelle provenienti dall'assunzione di prestiti e

di quelle con specifico vincolo di

destinazione, nonché i proventi derivanti da

alienazione di beni patrimoniali disponibili e

da altre entrate in c/capitale con riferimento a

squilibri di parte capitale.

13. La deliberazione di cui al comma 12

contiene l'impegno formale di evitare la

formazione di ogni ulteriore potenziale

disavanzo, ed è allegata al bilancio di

previsione e al rendiconto, costituendone

parte integrante. Con periodicità almeno

semestrale, il Presidente della giunta

regionale trasmette al Consiglio una relazione

riguardante lo stato di attuazione del piano di

rientro. A decorrere dal 2016, è fatto salvo

quanto previsto dall'art. 40, comma 2.

14. L'eventuale disavanzo di

amministrazione presunto, accertato ai sensi

del comma 2, è applicato al bilancio di

previsione dell'esercizio successivo secondo

le modalità previste al comma 12. A seguito

dell'approvazione del rendiconto e

dell'accertamento dell'importo definitivo del

disavanzo di amministrazione dell'esercizio

precedente, si provvede alle eventuali ulteriori

iniziative necessarie ai sensi del comma 12.

15. A seguito dell'eventuale accertamento di

un disavanzo di amministrazione presunto,

nell'ambito delle attività previste dal comma 9

effettuate nel corso dell'esercizio provvisorio,

si provvede alla tempestiva approvazione del

bilancio di previsione. Nelle more

dell'approvazione del bilancio, la gestione

prosegue secondo le modalità previste dal

principio applicato della contabilità

finanziaria riguardante la gestione provvisoria

del bilancio.

LEGGI D

'ITALIA

Page 45: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

45 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

Art. 43 Esercizio provvisorio e gestione

provvisoria 85

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Se il bilancio di previsione non è

approvato dal Consiglio entro il 31 dicembre

dell'anno precedente, la gestione finanziaria

dell'ente si svolge nel rispetto dei principi

applicati della contabilità finanziaria

riguardanti l'esercizio provvisorio o la

gestione provvisoria.

2. L'esercizio provvisorio del bilancio non

può essere concesso se non per legge e per

periodi non superiori complessivamente a

quattro mesi, nei modi, nei termini e con gli

effetti previsti dagli statuti e dall'ordinamento

contabile dell'ente. Nel corso dell'esercizio

provvisorio non è consentito il ricorso

all'indebitamento.

Art. 44 Classificazione delle entrate 86

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Nel bilancio della regione le entrate sono

ripartite, secondo le modalità indicate all'art.

15, in:

a) titoli, definiti secondo la fonte di

provenienza delle entrate;

b) tipologie, definite in base alla natura delle

entrate, nell'ambito di ciascuna fonte di

provenienza, ai fini dell'approvazione in

termini di unità di voto.

85

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V. 86

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

2. Ai fini della gestione le tipologie sono

ripartite in categorie, in capitoli ed

eventualmente in articoli. Le categorie di

entrata delle regioni sono individuate

dall'elenco di cui all'allegato n. 13.

Nell'ambito delle categorie è data separata

evidenza delle eventuali quote di entrata non

ricorrente. La Giunta, contestualmente alla

proposta di bilancio, trasmette, a fini

conoscitivi, la proposta di articolazione delle

tipologie in categorie.

3. Le entrate in c/capitale e derivanti da

debito sono destinate esclusivamente al

finanziamento di spese di investimento e non

possono essere impiegate per la spesa

corrente.

Art. 45 Classificazione delle spese 87

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Le previsioni di spesa del bilancio di

previsione sono classificate secondo le

modalità indicate all'art. 14 in:

a) missioni, che rappresentano le funzioni

principali e gli obiettivi strategici perseguiti

dalle regioni, utilizzando risorse finanziarie,

umane e strumentali ad esse destinate;

b) programmi, che rappresentano gli

aggregati omogenei di attività volte a

perseguire gli obiettivi definiti nell'ambito

delle missioni, ai fini dell'approvazione in

termini di unità di voto. I programmi sono

ripartiti in titoli e sono raccordati alla relativa

codificazione COFOG di secondo livello

(Gruppi), secondo le corrispondenze

individuate nel glossario, di cui al comma 3-

ter dell'art. 14, che costituisce parte integrante

dell'allegato n. 14.

87

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 46: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

46 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

2. Ai fini della gestione, i programmi sono

ripartiti in macroaggregati, capitoli ed

eventualmente in articoli. I macroaggregati di

spesa delle regioni sono individuati

dall'elenco di cui all'allegato n. 14. La Giunta,

contestualmente alla proposta di bilancio,

trasmette, a fini conoscitivi, la proposta di

articolazione dei programmi in

macroaggregati.

Art. 46 Fondo crediti di dubbia esigiblità 88

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Nella missione “Fondi e

Accantonamenti”, all'interno del programma

fondo crediti di dubbia esigibilità, è stanziato

l'accantonamento al fondo crediti di dubbia

esigibilità, il cui ammontare è determinato in

considerazione dell'importo degli

stanziamenti di entrata di dubbia e difficile

esazione, secondo le modalità indicate nel

principio applicato della contabilità

finanziaria di cui all'allegato n. 4/2 al presente

decreto.

2. Una quota del risultato di amministrazione

è accantonata per il fondo crediti di dubbia

esigibilità, il cui ammontare è determinato,

secondo le modalità indicate nel principio

applicato della contabilità finanziaria di cui

all’allegato n. 4/2 al presente decreto, in

considerazione dell’ammontare dei crediti di

dubbia e difficile esazione, e non può essere

destinata ad altro utilizzo.

3. È data facoltà alle regioni di stanziare

nella missione “Fondi e accantonamenti”,

all'interno del programma “Altri fondi”,

ulteriori accantonamenti riguardanti passività

potenziali, sui quali non è possibile impegnare

e pagare. A fine esercizio, le relative

88

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

economie di bilancio confluiscono nella quota

accantonata del risultato di amministrazione,

immediatamente utilizzabili ai sensi di quanto

previsto dall'art. 42, comma 3. Quando si

accerta che la spesa potenziale non può più

verificarsi, la corrispondente quota del

risultato di amministrazione è liberata dal

vincolo.

Art. 47 Sistemi contabili degli organismi e

degli enti strumentali della regione. Spese

degli enti locali 89

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Per conseguire i propri obiettivi, la

regione si avvale di organismi e di enti

strumentali, distinti nelle tipologie, definite in

corrispondenza delle missioni del bilancio, di

cui all'art. 11-ter, comma 3.

2. Gli organismi strumentali della regione

sono costituiti dalle sue articolazioni

organizzative, anche a livello territoriale,

dotate di autonomia gestionale e contabile,

prive di personalità giuridica, escluso il

consiglio regionale, al quale si applica l'art.

67. Gli organismi strumentali della regione

adottano il medesimo sistema contabile della

regione e adeguano la propria gestione alle

disposizioni del presente decreto.

3. Gli organismi strumentali delle regioni

che svolgono la funzione di organismo

pagatore dei fondi europei trasmettono il

proprio bilancio di previsione, le variazioni di

bilancio, il consuntivo ed i dati concernenti le

operazioni gestionali alla banca dati unitaria

delle Amministrazioni pubbliche, di cui all'

art. 13, comma 3, della legge 31 dicembre

2009, n. 196, sulla base di schemi, tempi e

modalità definiti con decreto del Ministro

89

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 47: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

47 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

dell'economia e delle finanze, e non sono

compresi nel rendiconto consolidato di cui

all'art. 11, commi 8 e 9. Il consuntivo degli

organismi pagatori dei fondi UE partecipa al

bilancio consolidato di cui all'art. 11-bis.

4. Gli enti strumentali della regione sono le

aziende e gli enti, pubblici e privati, dotati di

personalità giuridica, definiti dall'art. 11-ter.

Gli enti strumentali in contabilità finanziaria

adottano il medesimo sistema contabile della

regione e adeguano la propria gestione alle

disposizioni del presente decreto. Gli enti

strumentali della regione in contabilità

economico-patrimoniale adeguano il proprio

sistema contabile ai principi di cui all'art. 17.

5. I bilanci degli enti e degli organismi, in

qualunque forma costituiti, strumentali della

regione, sono approvati annualmente nei

termini e nelle forme stabiliti dallo statuto e

dalle leggi regionali e sono pubblicati nel sito

internet della regione.

Art. 48 Fondi di riserva 90

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Nel bilancio regionale sono iscritti:

a) nella parte corrente, un «fondo di riserva

per spese obbligatorie» dipendenti dalla

legislazione in vigore. Le spese obbligatorie

sono quelle relative al pagamento di stipendi,

assegni, pensioni ed altre spese fisse, le spese

per interessi passivi, quelle derivanti da

obblighi comunitari e internazionali, le spese

per ammortamenti di mutui, nonché quelle

così identificative per espressa disposizione

normativa;

b) nella parte corrente, un «fondo di riserva

per spese impreviste» per provvedere alle

90

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

eventuali deficienze delle assegnazioni di

bilancio, che non riguardino le spese di cui

alla lettera a), e che, comunque, non

impegnino i bilanci futuri con carattere di

continuità;

c) il fondo di riserva per le autorizzazioni di

cassa di cui al comma 3.

2. L'ordinamento contabile della regione

disciplina le modalità e i limiti del prelievo di

somme dai fondi di cui al comma 1,

escludendo la possibilità di utilizzarli per

l'imputazione di atti di spesa. I prelievi dal

fondo di cui al comma 1, lettera a), sono

disposti con decreto dirigenziale. I prelievi dal

fondo di cui al comma 1, lettera b), sono

disposti con delibere della giunta regionale.

3. Il fondo di riserva per le autorizzazioni di

cassa è iscritto nel solo bilancio di cassa per

un importo definito in rapporto alla

complessiva autorizzazione a pagare ivi

disposta, secondo modalità indicate

dall'ordinamento contabile regionale in

misura non superiore ad un dodicesimo e i cui

prelievi e relative destinazioni ed integrazioni

degli altri programmi di spesa, nonché dei

relativi capitoli del bilancio di cassa, sono

disposti con decreto dirigenziale.

Art. 49 Fondi speciali 91

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Nel bilancio regionale possono essere

iscritti uno o più fondi speciali, destinati a far

fronte agli oneri derivanti da provvedimenti

legislativi regionali che si perfezionino dopo

l'approvazione del bilancio.

2. I fondi di cui al comma 1 non sono

utilizzabili per l'imputazione di atti di spesa;

91

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 48: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

48 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

ma solo ai fini del prelievo di somme da

iscrivere in aumento alle autorizzazioni di

spesa dei programmi esistenti o dei nuovi

programmi dopo l'entrata in vigore dei

provvedimenti legislativi che autorizzano le

spese medesime.

3. I fondi di cui al comma 1 sono tenuti

distinti a seconda che siano destinati al

finanziamento di spese correnti o di spese in

conto capitale.

4. Le quote dei fondi speciali, non utilizzate

al termine dell'esercizio secondo le modalità

di cui al comma 2, costituiscono economie di

spesa.

5. Ai fini della copertura finanziaria di spese

derivanti da provvedimenti legislativi non

approvati entro il termine dell'esercizio

relativo, ma in corso di approvazione da parte

del Consiglio, può farsi riferimento alle quote

non utilizzate dei relativi fondi speciali di

detto esercizio. A tal fine, le economie di

spesa derivanti dalle quote non utilizzate di

tali fondi speciali costituiscono una quota

accantonata del risultato di amministrazione,

destinata alla copertura finanziaria di spese

derivanti dai relativi provvedimenti

legislativi, purché tali provvedimenti siano

approvati entro il termine dell'esercizio

immediatamente successivo.

Art. 50 Assestamento del bilancio 92

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Entro il 31 luglio, la regione approva con

legge l'assestamento delle previsioni di

bilancio, anche sulla scorta della consistenza

dei residui attivi e passivi, del fondo

pluriennale vincolato e del fondo crediti di

92

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

dubbia esigibilità, accertati in sede di

rendiconto dall'esercizio scaduto il 31

dicembre precedente, fermi restando i vincoli

di cui all'art. 40.

2. La legge di assestamento del bilancio dà

atto del permanere degli equilibri generali di

bilancio e, in caso di accertamento negativo,

assume i necessari provvedimenti di

riequilibrio.

3. Alla legge di assestamento è allegata una

nota integrativa nella quale sono indicati:

a) la destinazione del risultato economico

dell'esercizio precedente o i provvedimenti

atti al contenimento e assorbimento del

disavanzo economico;

b) la destinazione della quota libera del

risultato di amministrazione;

c) le modalità di copertura dell'eventuale

disavanzo di amministrazione tenuto conto

della struttura e della sostenibilità del ricorso

all'indebitamento, con particolare riguardo ai

contratti di mutuo, alle garanzie prestate e alla

conformità dei relativi oneri alle condizioni

previste dalle convenzioni con gli istituti

bancari e i valori di mercato, evidenziando gli

oneri sostenuti in relazione ad eventuali

anticipazioni di cassa concesse dall'istituto

tesoriere.

Art. 51 Variazioni del bilancio di previsione,

del documento tecnico di accompagnamento e

del bilancio gestionale 93

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Nel corso dell'esercizio, il bilancio di

previsione può essere oggetto di variazioni

autorizzate con legge.

93

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 49: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

49 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

2. Nel corso dell'esercizio la giunta, con

provvedimento amministrativo, autorizza le

variazioni del documento tecnico di

accompagnamento e le variazioni del bilancio

di previsione riguardanti:

a) l'istituzione di nuove tipologie di bilancio,

per l'iscrizione di entrate derivanti da

assegnazioni vincolate a scopi specifici

nonché per l'iscrizione delle relative spese,

quando queste siano tassativamente regolate

dalla legislazione in vigore;

b) variazioni compensative tra le dotazioni

delle missioni e dei programmi riguardanti

l'utilizzo di risorse comunitarie e vincolate,

nel rispetto della finalità della spesa definita

nel provvedimento di assegnazione delle

risorse, o qualora le variazioni siano

necessarie per l'attuazione di interventi

previsti da intese istituzionali di programma o

da altri strumenti di programmazione

negoziata;

c) variazioni compensative tra le dotazioni

delle missioni e dei programmi limitatamente

alle spese per il personale, conseguenti a

provvedimenti di trasferimento del personale

all'interno dell'amministrazione;

d) variazioni compensative tra le dotazioni di

cassa delle missioni e dei programmi di

diverse missioni;

e) variazioni riguardanti il fondo pluriennale

di cui all'art. 3, comma 4;

f) le variazioni riguardanti l'utilizzo del fondo

di riserva per le spese impreviste di cui all'art.

48, lettera b);

g) le variazioni necessarie per l'utilizzo della

quota accantonata del risultato di

amministrazione riguardante i residui perenti.

3. L'ordinamento contabile regionale

disciplina le modalità con cui la giunta

regionale o il Segretario generale, con

provvedimento amministrativo, autorizza le

variazioni del bilancio gestionale che non

sono di competenza dei dirigenti e del

responsabile finanziario.

4. Salva differente previsione definita dalle

Regioni nel proprio ordinamento contabile, i

dirigenti responsabili della spesa o, in assenza

di disciplina, il responsabile finanziario della

regione possono effettuare variazioni del

bilancio gestionale compensative fra capitoli

di entrata della medesima categoria e fra i

capitoli di spesa del medesimo

macroaggregato, le variazioni di bilancio

riguardanti la mera reiscrizione di economie

di spesa derivanti da stanziamenti di bilancio

dell'esercizio precedente corrispondenti a

entrate vincolate, secondo le modalità previste

dall'art. 42, commi 8 e 9, le variazioni

necessarie per l'adeguamento delle previsioni,

compresa l'istituzione di tipologie e

programmi, riguardanti le partite di giro e le

operazioni per conto di terzi, le variazioni

degli stanziamenti riguardanti i versamenti ai

conti di tesoreria statale intestati all'ente e i

versamenti a depositi bancari intestati all'ente,

e le variazioni di bilancio riguardanti il fondo

pluriennale vincolato escluse quelle previste

dall'art. 3, comma 4, di competenza della

giunta. Salvo differente autorizzazione della

giunta, con riferimento ai macroaggregati

riguardanti i trasferimenti correnti, i contributi

agli investimenti e ai trasferimenti in conto

capitale, i dirigenti responsabili della spesa o,

in assenza di disciplina, il responsabile

finanziario, possono effettuare variazioni

compensative solo dei capitoli di spesa

appartenenti al medesimo macroaggregato e

al medesimo codice di quarto livello del piano

dei conti.

5. Sono vietate le variazioni amministrative

compensative tra macroaggregati appartenenti

a titoli diversi e spostamenti di somme tra

residui e competenza.

6. Nessuna variazione al bilancio può essere

approvata dopo il 30 novembre dell'anno a cui

il bilancio stesso si riferisce, fatta salva:

a) l'istituzione di tipologie di entrata di cui al

comma 2, lettera a);

b) l'istituzione di tipologie di entrata, nei casi

non previsti dalla lettera a) con stanziamento

pari a zero, a seguito di accertamento e

riscossione di entrate non previste in bilancio,

LEGGI D

'ITALIA

Page 50: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

50 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

secondo le modalità previste dal principio

applicato della contabilità finanziaria;

c) le variazioni del fondo pluriennale

vincolato;

d) le variazioni necessarie per consentire la

reimputazione di obbligazioni già assunte agli

esercizi in cui sono esigibili;

e) i prelievi dai fondi di riserva per le spese

obbligatorie, per le spese impreviste, per

l'utilizzo della quota accantonata del risultato

di amministrazione riguardante i residui

perenti e le spese potenziali;

f) le variazioni necessarie alla reimputazione

agli esercizi in cui sono esigibili, di

obbligazioni riguardanti entrate vincolate già

assunte e, se necessario, delle spese correlate;

g) le variazioni delle dotazioni di cassa di cui

al comma 2, lettera d);

h) le variazioni degli stanziamenti riguardanti

i versamenti ai conti correnti di tesoreria

statale intestati all'ente e i versamenti a

depositi bancari intestati all'ente.

7. I provvedimenti amministrativi che

dispongono le variazioni al bilancio di

previsione e, nei casi previsti dal presente

decreto, non possono disporre variazioni del

documento tecnico di accompagnamento o del

bilancio gestionale.

8. Salvo quanto disposto dal presente

articolo e dagli articoli 48 e 49, sono vietate le

variazioni compensative degli stanziamenti di

competenza da un programma all'altro del

bilancio con atto amministrativo.

9. Le variazioni al bilancio di previsione

sono trasmesse al tesoriere inviando il

prospetto di cui all'art. 10, comma 4, allegato

alla legge o al provvedimento di approvazione

della variazione. Sono altresì trasmesse al

tesoriere:

a) le variazioni dei residui a seguito del loro

riaccertamento;

b) le variazioni del fondo pluriennale

vincolato effettuate nel corso dell'esercizio

finanziario.

10. Nel corso dell'esercizio 2015 sono

applicate le norme concernenti le variazioni di

bilancio vigenti nell'esercizio 2014, fatta salva

la disciplina del fondo pluriennale vincolato e

del riaccertamento straordinario dei residui.

Gli enti che hanno partecipato alla

sperimentazione nel 2014 adottano la

disciplina prevista dal presente articolo a

decorrere dal 1° gennaio 2015.

Art. 52 La gestione delle entrate e delle spese 94

In vigore dal 12 settembre 2014

1. La gestione delle entrate si attua attraverso

le fasi dell'accertamento, della riscossione e

del versamento.

2. La gestione delle spese si attua attraverso

le fasi dell'impegno, della liquidazione,

dell'ordinazione e del pagamento.

Art. 53 Accertamenti 95

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Tutte le obbligazioni giuridicamente

perfezionate attive, da cui derivano entrate per

la regione, devono essere registrate nelle

scritture contabili quando l'obbligazione è

perfezionata, con imputazione all'esercizio in

cui l'obbligazione viene a scadenza, secondo

le modalità previste dal principio applicato

della contabilità finanziaria di cui all'allegato

94

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V. 95

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 51: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

51 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

n. 4/2. Le entrate sono registrate nelle

scritture contabili anche se non determinano

movimenti di cassa effettivi.

2. L'accertamento costituisce la prima fase

della gestione dell'entrata con la quale il

funzionario competente, sulla base di idonea

documentazione verifica la ragione del credito

e la sussistenza di un idoneo titolo giuridico

che dà luogo all'obbligazione attiva

giuridicamente perfezionata, individua il

debitore, quantifica la somma da incassare,

individua la relativa scadenza, e registra il

diritto di credito imputandolo contabilmente

all'esercizio finanziario nel quale viene a

scadenza. Non possono essere riferite ad un

determinato esercizio finanziario le entrate il

cui diritto di credito non venga a scadenza

nello stesso esercizio finanziario. E’ vietato

l'accertamento attuale di entrate future.

Art. 54 La riscossione 96

In vigore dal 12 settembre 2014

1. La riscossione consiste nel materiale

introito da parte del tesoriere o di altri

eventuali incaricati della riscossione delle

somme dovute all'ente.

2. La riscossione è disposta a mezzo di

ordinativo di incasso, fatto pervenire al

tesoriere nelle forme e nei tempi previsti dalla

convenzione di tesoreria, anche nei casi in cui

l'entrata non dà luogo ad effettivi movimenti

di cassa.

3. L'ordinativo d'incasso è sottoscritto dal

responsabile del servizio finanziario o da un

suo delegato e contiene almeno:

a) l'indicazione del debitore;

96

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

b) l'ammontare della somma da riscuotere;

c) la causale;

d) l'indicazione del titolo e della tipologia di

bilancio cui è riferita l'entrata, con le relative

codifiche, distintamente per residui o

competenza;

e) i codici della transazione elementare di cui

agli articoli da 5 a 7, inseriti nei campi liberi

dell'ordinativo a disposizione dell'ente, non

gestiti dal tesoriere;

f) il numero progressivo;

g) l'esercizio finanziario e la data di

emissione;

h) la codifica SIOPE di cui all' art. 14 della

legge 31 dicembre 2009, n. 196.

4. Il tesoriere deve accettare, senza

pregiudizio per i diritti della regione, la

riscossione di ogni somma, versata in favore

della regione, ivi comprese le entrate di cui al

comma 6, anche senza la preventiva

emissione di ordinativo d'incasso. In tale

ipotesi, il tesoriere ne dà immediata

comunicazione alla regione, richiedendo la

regolarizzazione. La regione procede alla

regolarizzazione dell'incasso entro i

successivi 60 giorni.

5. Gli ordinativi di incasso che si riferiscono

ad entrate di competenza dell'esercizio in

corso sono tenuti distinti da quelli relativi ai

residui, garantendone la numerazione unica

per esercizio e progressiva. Entrambi sono

imputati contabilmente all'esercizio in cui il

tesoriere li ha eseguiti, anche se la relativa

comunicazione è pervenuta nell'esercizio

successivo.

6. Gli incassi derivanti dalle accensioni di

prestiti sono disposti nei limiti dei rispettivi

stanziamenti di cassa.

7. È vietata l'imputazione provvisoria degli

incassi in attesa di regolarizzazione alle

partite di giro.

8. Gli ordinativi d'incasso non riscossi entro

il termine dell'esercizio sono restituiti dal

tesoriere alla regione per l'annullamento e la

LEGGI D

'ITALIA

Page 52: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

52 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

successiva emissione nell'esercizio successivo

in conto residui.

9. I codici di cui al comma 3, lettera e),

possono essere applicati all'ordinativo di

incasso a decorrere dal 1° gennaio 2016.

Art. 55 Il versamento 97

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Il versamento costituisce l'ultima fase

dell'entrata, consistente nel trasferimento delle

somme riscosse nelle casse della regione.

2. Gli incaricati della riscossione interni ed

esterni, versano al tesoriere le somme riscosse

nei termini e nei modi fissati dai regolamenti

di contabilità e dagli accordi convenzionali.

3. Gli incaricati interni, designati con

provvedimento formale della regione, versano

le somme riscosse presso la tesoreria della

regione con cadenza stabilita dall'ordinamento

contabile regionale, non superiore ai quindici

giorni lavorativi.

Art. 56 Impegni di spesa 98

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Tutte le obbligazioni giuridicamente

perfezionate passive, da cui derivano spese

per la regione, devono essere registrate nelle

scritture contabili quando l'obbligazione è

97

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V. 98

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

perfezionata, con imputazione all'esercizio in

cui l'obbligazione viene a scadenza, secondo

le modalità previste, dal principio applicato

della contabilità finanziaria di cui all'allegato

n. 4/2. Le spese sono registrate nelle scritture

contabili anche se non determinano

movimenti di cassa effettivi.

2. L'impegno costituisce la fase della spesa

con la quale viene riconosciuto il

perfezionamento di un'obbligazione giuridica

passiva, ed è determinata la ragione del

debito, la somma da pagare, il soggetto

creditore, la specificazione del vincolo

costituito sullo stanziamento di bilancio e la

data di scadenza.

3. Gli impegni di spesa sono assunti nei

limiti dei rispettivi stanziamenti di

competenza del bilancio di previsione, con

imputazione agli esercizi in cui le

obbligazioni sono esigibili. Gli impegni

riguardanti le partite di giro e i rimborsi delle

anticipazioni di tesoreria sono assunti in

relazione alle esigenze della gestione.

4. Durante la gestione, con riferimento agli

stanziamenti del bilancio di previsione,

possono essere prenotati impegni relativi a

procedure in via di espletamento. I

provvedimenti relativi, per i quali entro il

termine dell'esercizio non è stata assunta dalla

regione l'obbligazione di spesa verso i terzi,

decadono e costituiscono economia di

bilancio, concorrendo alla determinazione del

risultato di amministrazione di cui all'art. 42.

Le economie riguardanti le spese di

investimento per lavori pubblici di cui all' art.

3, comma 7, del decreto legislativo 12 aprile

2006, n. 163, recante codice dei contratti

pubblici, esigibili negli esercizi successivi,

effettuate sulla base della gara per

l'affidamento dei lavori, formalmente indetta

ai sensi dell' art. 53, comma 2, del citato

decreto legislativo n. 163 del 2006

concorrono alla determinazione del fondo

pluriennale vincolato. In assenza di

aggiudicazione definitiva, entro l'anno

successivo le economie di bilancio

LEGGI D

'ITALIA

Page 53: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

53 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

confluiscono nell'avanzo di amministrazione

vincolato per la riprogrammazione

dell'intervento in c/capitale ed il fondo

pluriennale è ridotto di pari importo.

5. Costituiscono economia le minori spese

sostenute rispetto all'impegno assunto nel

corso dell'esercizio, verificate con la

conclusione della fase della liquidazione.

6. Al fine di evitare ritardi nei pagamenti e la

formazione di debiti pregressi, il funzionario

della Regione che adotta provvedimenti che

comportano impegni di spesa ha l'obbligo di

accertare preventivamente che il programma

dei conseguenti pagamenti sia compatibile

con i relativi stanziamenti di bilancio e con le

regole di finanza pubblica; la violazione

dell'obbligo di accertamento di cui al presente

comma comporta responsabilità disciplinare

ed amministrativa. Qualora lo stanziamento di

bilancio, per ragioni sopravvenute, non

consenta di far fronte all'obbligo contrattuale,

l'amministrazione adotta le opportune

iniziative, anche di tipo contabile,

amministrativo o contrattuale, per evitare la

formazione di debiti pregressi.

7. Nel caso di spese riguardanti trasferimenti

e contributi ad amministrazioni pubbliche,

somministrazioni, forniture, appalti e

prestazioni professionali, il responsabile del

procedimento di spesa comunica al

destinatario della spesa le informazioni

relative all'impegno. La comunicazione

dell'avvenuto impegno delle spese riguardanti

somministrazioni, forniture e prestazioni

professionali è effettuata contestualmente

all'ordinazione della prestazione con

l'avvertenza che la successiva fattura deve

essere completata con gli estremi della

suddetta comunicazione. In mancanza della

comunicazione, il terzo interessato ha facoltà

di non eseguire la prestazione sino a quando i

dati non gli vengano comunicati.

8. L'ordinamento contabile della regione

disciplina le modalità attraverso le quali le

fatture o i documenti contabili equivalenti che

attestano l'avvenuta cessione di beni, lo stato

di avanzamento di lavori, la prestazione di

servizi nei confronti dell'ente, sono annotate

entro 10 giorni nel registro delle fatture

ricevute secondo le modalità previste dall' art.

42 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66,

convertito in legge, con modificazioni, dalla

legge 23 giugno 2014, n. 89 . Per il protocollo

di tali documenti è istituito un registro unico

nel rispetto della disciplina in materia di

documentazione amministrativa di cui al

decreto del Presidente della Repubblica 28

dicembre 2000, n. 445 , ed è esclusa la

possibilità di ricorrere a registri di settore o di

reparto.

Art. 57 Liquidazione della spesa 99

In vigore dal 12 settembre 2014

1. La liquidazione costituisce la fase del

procedimento di spesa con la quale, in base ai

documenti ed ai titoli atti a comprovare il

diritto del creditore, si determina la somma da

pagare nei limiti dell'ammontare dell'impegno

definitivo assunto.

2. La liquidazione è una registrazione

contabile effettuata quando l'obbligazione

diviene effettivamente esigibile, a seguito

della acquisizione completa della

documentazione necessaria a comprovare il

diritto del creditore e a seguito del riscontro

operato sulla regolarità della fornitura o della

prestazione e sulla rispondenza della stessa ai

requisiti quantitativi e qualitativi, ai termini

ed alle condizioni pattuite.

99

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 54: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

54 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

Art. 58 Il pagamento della spesa 100

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Il pagamento delle spese è ordinato al

tesoriere entro i limiti delle previsioni di

cassa, mediante l'emissione di mandati di

pagamento numerati in ordine progressivo e

contrassegnati da evidenze informatiche del

capitolo. Gli stanziamenti riguardanti i

rimborsi delle anticipazioni di tesoreria e le

partite di giro non costituiscono limite ai

pagamenti.

2. Al pagamento delle spese, conseguenti

alle deliberazioni o agli atti con i quali sono

assunti i relativi impegni, si provvede

esclusivamente se tali deliberazioni o atti

siano divenuti esecutivi, ovvero risultino

immediatamente eseguibili.

3. I mandati di pagamento sono firmati dal

responsabile del servizio finanziario o da un

suo delegato e contengono almeno i seguenti

elementi:

a) il numero progressivo del mandato per

esercizio finanziario;

b) la data di emissione;

c) l'indicazione della missione, del

programma e del titolo di bilancio cui è

riferita la spesa, distintamente per residui o

competenza, e della relativa disponibilità in

termini di cassa;

d) l'indicazione del creditore e, se si tratta di

persona diversa, del soggetto tenuto a

rilasciare quietanza, nonché il relativo codice

fiscale o la partita IVA;

e) l'ammontare della somma dovuta e la

scadenza, qualora sia prevista dalla legge o sia

stata concordata con il creditore;

f) la causale e gli estremi dell'atto esecutivo

che legittima l'erogazione della spesa;

g) le modalità di pagamento se richieste dal

creditore;

100

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

h) la codifica SIOPE di cui all' art. 14 della

legge 31 dicembre 2009, n. 196;

i) i codici della transazione elementare di cui

agli articoli da 5 a 7, inseriti nei campi liberi

del mandato a disposizione dell'ente, non

gestiti dal tesoriere;

j) il codice che identifica le spese non

soggette al controllo dei dodicesimi previsto

dal principio applicato della contabilità

finanziaria di cui all'allegato n. 4/2, in caso di

esercizio provvisorio.

4. I codici di cui al comma 3, lettera i),

possono essere applicati al mandato a

decorrere dal 1° gennaio 2016.

5. Il tesoriere effettua i pagamenti derivanti

da obblighi tributari, da somme iscritte a

ruolo, da delegazioni di pagamento e da altri

obblighi di legge, anche in assenza della

preventiva emissione del relativo mandato di

pagamento. Entro trenta giorni, la regione

emette il relativo mandato ai fini della

regolarizzazione.

6. I mandati che si riferiscono alla

competenza sono tenuti distinti da quelli

relativi ai residui, garantendone la

numerazione unica per esercizio e

progressiva. Entrambi sono imputati

all'esercizio in cui il tesoriere li ha eseguiti,

anche se la relativa comunicazione è

pervenuta nell'esercizio successivo.

7. È vietata l'imputazione provvisoria dei

pagamenti in attesa di regolarizzazione alle

partite di giro.

8. I mandati di pagamento, non pagati entro

il termine dell'esercizio, sono commutati dal

tesoriere, nelle forme e nelle modalità previste

dalla legge, in assegni postali localizzati o

altri mezzi equipollenti offerti dal sistema

bancario o postale, al fine di rendere

possibile, al 31 dicembre di ciascun anno, la

parificazione dei mandati emessi dall'ente con

quelli pagati dal tesoriere.

LEGGI D

'ITALIA

Page 55: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

55 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

Art. 59 Modalità di estinzione dei titoli di

pagamento 101

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Le regioni possono disporre, su richiesta

scritta del creditore e con spese a suo carico,

che i mandati di pagamento siano estinti

mediante:

a) accreditamento in conto corrente postale

intestato al creditore;

b) commutazione in vaglia cambiario o in

assegno circolare, non trasferibile, all'ordine

del creditore;

c) accreditamento in conto corrente bancario;

d) altre forme di pagamento previste dai

sistemi bancari e postali.

2. Le dichiarazioni di accreditamento o di

commutazione, che sostituiscono la quietanza

del creditore, devono risultare da annotazione

sul mandato di pagamento, o su evidenze

informatiche, recante gli estremi relativi alle

operazioni.

Art. 60 Gestione dei residui 102

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Costituiscono residui attivi le somme

accertate e non riscosse e versate entro il

termine dell'esercizio, da iscriversi nel

bilancio di previsione dell'esercizio

successivo.

101

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V. 102

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

2. Costituiscono residui passivi le somme

impegnate a norma dell'art. 56, liquidate o

liquidabili, e non pagate entro il termine

dell'esercizio, da iscriversi nel bilancio di

previsione dell'esercizio successivo. Non è

ammessa la conservazione nel conto dei

residui di somme non impegnate a norma

dell'art. 56.

3. A decorrere dall'entrata in vigore del

presente decreto, non è consentita la

cancellazione dei residui passivi dalle

scritture contabili per perenzione. L'istituto

della perenzione amministrativa si applica per

l'ultima volta in occasione della

predisposizione del rendiconto dell'esercizio

2014. A tal fine, una quota del risultato di

amministrazione al 31 dicembre 2014 è

accantonata per garantire la copertura della

reiscrizione dei residui perenti, per un importo

almeno pari all'incidenza delle richieste di

reiscrizione dei residui perenti degli ultimi tre

esercizi rispetto all'ammontare dei residui

perenti e comunque incrementando

annualmente l'entità dell'accantonamento di

almeno il 20 per cento, fino al 70 per cento

dell'ammontare dei residui perenti.

4. La gestione della competenza è separata

da quella dei residui.

5. I residui attivi e passivi di ciascun

esercizio sono trasferiti ai corrispondenti

capitoli dell'esercizio successivo,

separatamente dagli stanziamenti di

competenza dello stesso.

6. Tutte le somme iscritte tra le entrate di

competenza del bilancio e non accertate entro

il termine dell'esercizio costituiscono minori

accertamenti rispetto alle previsioni ed a tale

titolo concorrono a determinare i risultati

finali della gestione.

7. Tutte le somme iscritte negli stanziamenti

di competenza del bilancio e non impegnate, a

norma dell'art. 56, entro il termine

dell'esercizio costituiscono economia di spesa

e a tale titolo concorrono a determinare i

LEGGI D

'ITALIA

Page 56: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

56 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

risultati finali della gestione, escluse le

somme iscritte negli stanziamenti relativi ai

fondi pluriennali vincolati in corrispondenza

di impegni imputati agli esercizi successivi.

Art. 61 Fondi statali per interventi speciali 103

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Nel caso di assegnazioni dello Stato per

interventi speciali, la regione ha facoltà di

stanziare e di erogare somme eccedenti quelle

assegnate dallo Stato, di compensare tali

maggiori spese con minori erogazioni per lo

stesso scopo nei due esercizi immediatamente

successivi.

Art. 62 Mutui e altre forme di indebitamento 104

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Il ricorso al debito da parte delle regioni,

fatto salvo quanto previsto dall'art. 40, comma

2, è ammesso esclusivamente nel rispetto di

quanto previsto dalle leggi vigenti in materia,

con particolare riferimento agli articoli 81 e

119 della Costituzione, all' art. 3, comma 16,

della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e, a

decorrere dal 1° gennaio 2016, dagli articoli 9

e 10 della legge 24 dicembre 2012, n. 243.

2. Non può essere autorizzata la contrazione

di nuovo indebitamento, se non è stato

approvato dal consiglio regionale il

103

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V. 104

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

rendiconto dell'esercizio di due anni

precedenti a quello al cui bilancio il nuovo

indebitamento si riferisce.

3. L'autorizzazione all'indebitamento,

concessa con la legge di approvazione del

bilancio o con leggi di variazione del

medesimo, decade al termine dell'esercizio

cui il bilancio si riferisce.

4. Le entrate derivanti da operazioni di

debito sono immediatamente accertate a

seguito del perfezionamento delle relative

obbligazioni, anche se non sono riscosse, e

sono imputate agli esercizi in cui è prevista

l’effettiva erogazione del finanziamento.

Contestualmente è impegnata la spesa

complessiva riguardante il rimborso dei

prestiti, con imputazione agli esercizi secondo

il piano di ammortamento, distintamente per

la quota interessi e la quota capitale.

5. Le somme iscritte nello stato di previsione

dell'entrata in relazione ad operazioni di

indebitamento autorizzate, ma non

perfezionate entro il termine dell'esercizio,

costituiscono minori entrate rispetto alle

previsioni.

6. Le regioni possono autorizzare nuovo

debito solo se l'importo complessivo delle

annualità di ammortamento per capitale e

interesse dei mutui e delle altre forme di

debito in estinzione nell'esercizio considerato,

al netto dei contributi erariali sulle rate di

ammortamento dei mutui in essere al

momento della sottoscrizione del

finanziamento e delle rate riguardanti debiti

espressamente esclusi dalla legge, non supera

il 20 per cento dell'ammontare complessivo

delle entrate del titolo “Entrate correnti di

natura tributaria, contributiva e perequativa”

al netto di quelle della tipologia “Tributi

destinati al finanziamento della sanità” ed a

condizione che gli oneri futuri di

ammortamento trovino copertura nell'ambito

del bilancio di previsione della regione stessa,

fatto salvo quanto previsto dall'art. 8, comma

2-bis, della legge n. 183 del 2011 . Nelle

LEGGI D

'ITALIA

Page 57: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

57 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

entrate di cui al periodo precedente, sono

comprese le risorse del fondo di cui all' art.

16-bis del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95,

convertito, con modificazioni, dalla legge 7

agosto 2012, n. 135 , alimentato dalle

compartecipazioni al gettito derivante dalle

accise. Concorrono al limite di indebitamento

le rate sulle garanzie prestate dalla regione a

favore di enti e di altri soggetti ai sensi delle

leggi vigenti, salvo quelle per le quali la

regione ha accantonato l'intero importo del

debito garantito.

7. In caso di superamento del limite di cui al

comma 6, determinato dalle garanzie prestate

dalla regione alla data del 31 dicembre 2014,

la regione non può assumere nuovo debito

fino a quando il limite non risulta rispettato.

8. La legge regionale che autorizza il ricorso

al debito deve specificare l'incidenza

dell'operazione sui singoli esercizi finanziari

futuri, nonché i mezzi necessari per la

copertura degli oneri, e deve, altresì, disporre,

per i prestiti obbligazionari, che

l'effettuazione dell'operazione sia deliberata

dalla giunta regionale, che ne determina le

condizioni e le modalità.

9. Ai mutui e alle anticipazioni contratti

dalle Regioni, si applica il trattamento fiscale

previsto per i corrispondenti atti

dell'Amministrazione dello Stato.

Art. 63 Rendiconto generale 105

In vigore dal 12 settembre 2014

1. I risultati della gestione sono dimostrati

nel rendiconto generale annuale della regione.

105

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

2. Il rendiconto generale, composto dal

conto del bilancio relativo alla gestione

finanziaria, dai relativi riepiloghi, dai

prospetti riguardanti il quadro generale

riassuntivo e la verifica degli equilibri, dal

conto economico e dallo stato patrimoniale, è

predisposto secondo lo schema di cui

all'allegato n. 10 al presente decreto.

3. Contestualmente al rendiconto, la regione

approva il rendiconto consolidato,

comprensivo dei risultati del consiglio

regionale e degli eventuali organismi

strumentali secondo le modalità previste

dall'art. 11, commi 8 e 9.

4. Al rendiconto della gestione sono allegati

i documenti previsti dall'art. 11, comma 4,

l'elenco delle delibere di prelievo dal fondo di

riserva per spese impreviste di cui all'art. 48,

comma 1, lettera b), con l'indicazione dei

motivi per i quali si è proceduto ai

prelevamenti e il prospetto relativo alla

gestione del perimetro sanitario di cui all'art.

20, comma 1.

5. Il conto del bilancio dimostra i risultati

finali della gestione rispetto alle

autorizzazioni contenute nel primo esercizio

considerato nel bilancio di previsione. Per

ciascuna tipologia di entrata e per ciascun

programma della spesa, il conto del bilancio

comprende, distintamente per residui e

competenza:

a) per l'entrata le somme accertate, con

distinzione della parte riscossa e di quella

ancora da riscuotere;

b) per la spesa le somme impegnate, con

distinzione della parte pagata, di quella ancora

da pagare e di quella impegnata con

imputazione agli esercizi successivi, che

costituisce il fondo pluriennale vincolato.

6. Il conto economico evidenzia i

componenti positivi e negativi della gestione

di competenza economica dell'esercizio

considerato, rilevati dalla contabilità

economico-patrimoniale, nel rispetto del

LEGGI D

'ITALIA

Page 58: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

58 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

principio contabile generale n. 17 di cui

all'allegato n. 1 e dei principi applicati della

contabilità economico-patrimoniale di cui

all'allegato n. 4/3.

7. Lo stato patrimoniale rappresenta la

consistenza del patrimonio al termine

dell'esercizio. Il patrimonio delle regioni è

costituito dal complesso dei beni e dei

rapporti giuridici, attivi e passivi, di

pertinenza della regione, ed attraverso la cui

rappresentazione contabile è determinata la

consistenza netta della dotazione patrimoniale

comprensiva del risultato economico

dell'esercizio. Le regioni includono nel conto

del patrimonio anche:

a) i beni del demanio, con specifica

distinzione, ferme restando le caratteristiche

proprie, in relazione alle disposizioni del

codice civile. Le regioni valutano i beni del

demanio e del patrimonio, comprensivi delle

relative manutenzioni straordinarie, secondo

le modalità previste dal principio applicato

della contabilità economico-patrimoniale di

cui all'allegato n. 4/3;

b) i crediti inesigibili, stralciati dal conto del

bilancio, sino al compimento dei termini di

prescrizione. Al rendiconto della gestione è

allegato l'elenco di tali crediti distintamente

rispetto a quello dei residui attivi.

8. In attuazione del principio contabile

generale della competenza finanziaria allegato

al presente decreto, le regioni, prima di

inserire i residui attivi e passivi nel rendiconto

della gestione, provvedono al riaccertamento

degli stessi, consistente nella revisione delle

ragioni del mantenimento in tutto o in parte

dei residui.

9. Possono essere conservate tra i residui

attivi le entrate accertate esigibili

nell'esercizio di riferimento, ma non incassate.

Possono essere conservate tra i residui passivi

le spese impegnate, liquidate o liquidabili nel

corso di tale esercizio, ma non pagate. Le

entrate e le spese accertate e impegnate non

esigibili nell'esercizio considerato, sono

immediatamente reimputate all'esercizio in

cui sono esigibili. Le variazioni agli

stanziamenti del fondo pluriennale vincolato

dell'esercizio in corso e dell'esercizio

precedente necessarie alla reimputazione delle

entrate e delle spese riaccertate sono effettuate

con provvedimento amministrativo della

giunta entro i termini previsti per

l'approvazione del rendiconto dell'esercizio

precedente.

10. I residui attivi possono essere ridotti od

eliminati soltanto dopo che siano stati esperiti

tutti gli atti per ottenerne la riscossione, a

meno che il costo per tale esperimento superi

l'importo da recuperare.

11. Le variazioni dei residui attivi e passivi e

la loro reimputazione ad altri esercizi in

considerazione del principio generale della

competenza finanziaria di cui all'allegato n.

4/3, formano oggetto di apposito decreto del

responsabile del procedimento, previa

attestazione dell'inesigibilità dei crediti o il

venir meno delle obbligazioni giuridicamente

vincolanti posta in essere dalla struttura

regionale competente in materia, sentito il

collegio dei revisori dei conti, che in

proposito manifesta il proprio parere. Dette

variazioni trovano evidenza nel conto

economico e nel risultato di amministrazione,

tenuto conto dell'accantonamento al fondo

crediti di dubbia esigibilità.

Art. 64 Gli inventari 106

In vigore dal 12 settembre 2014

1. L'amministrazione del patrimonio delle

regioni è disciplinata dalle norme dello Stato

in materia di beni, salvo quanto previsto nel

106

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 59: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

59 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

presente decreto e dai principi contabili

applicati.

2. Gli inventari costituiscono la principale

fonte descrittiva e valutativa dello stato

patrimoniale.

3. I beni sono valutati secondo le norme del

codice civile e conformemente ai criteri di

iscrizione e valutazione di cui al principio

applicato della contabilità economico-

patrimoniale (allegato n. 4/3), salvo quanto

previsto per gli eventuali beni della gestione

sanitaria accentrata dal titolo II.

4. Almeno ogni cinque anni, per i beni

mobili, ed ogni dieci anni, per gli immobili, la

regione provvede alla ricognizione e al

conseguente rinnovo degli inventari.

5. Nel proprio ordinamento contabile le

regioni disciplinano le modalità di

inventariazione, di classificazione e di

gestione dei beni, nonché la nomina dei

consegnatari dei beni mobili, nel rispetto dei

principi contabili applicati.

Art. 65 Rendiconti degli enti strumentali

della regione e spese degli enti locali 107

In vigore dal 12 settembre 2014

1. I rendiconti degli enti e degli organismi,

in qualunque forma costituiti, strumentali

della regione sono sottoposti al Consiglio

regionale, entro i termini e per le

determinazioni previsti dallo statuto e

dall'ordinamento contabile regionale e sono

pubblicati nel bollettino ufficiale e nel sito

internet della regione.

107

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

2. I rendiconti degli organismi strumentali e

degli enti di cui al comma 1 che adottano la

contabilità finanziaria sono redatti secondo lo

schema previsto dall'allegato n. 10 al presente

decreto.

Art. 66 Modalità per la formazione e

l'approvazione del rendiconto 108

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Il rendiconto generale della regione è

approvato con legge regionale entro il 31

luglio dell'anno successivo all'esercizio cui

questo si riferisce. L'ordinamento contabile

regionale disciplina le modalità e i termini per

la sua presentazione al consiglio regionale.

2. Nel sito internet della regione dedicato ai

bilanci è pubblicata la versione integrale del

rendiconto della gestione, comprensivo anche

della gestione in capitoli, con il relativo

allegato concernente la gestione del perimetro

sanitario di cui all'art. 63, comma 4, del

rendiconto consolidato, comprensivo della

gestione in capitoli e del rendiconto

semplificato per il cittadino di cui all'art. 11,

comma 2.

Art. 67 Autonomia contabile del consiglio

regionale 109

In vigore dal 12 settembre 2014

108

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V. 109

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 60: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

60 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

1. Le regioni, sulla base delle norme dei

rispettivi statuti, assicurano l'autonomia

contabile del consiglio regionale, nel rispetto

di quanto previsto dal decreto-legge 10

ottobre 2012, n. 174 , convertito, con

modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012,

n. 213 , e dai principi contabili stabiliti dal

presente decreto riguardanti gli organismi

strumentali.

2. Il consiglio regionale adotta il medesimo

sistema contabile e gli schemi di bilancio e di

rendiconto della regione adeguandosi ai

principi contabili generali e applicati allegati

al presente decreto.

3. La presidenza del consiglio regionale

sottopone all'assemblea consiliare, secondo le

norme previste nel regolamento interno di

questa, il rendiconto del Consiglio regionale.

Le relative risultanze finali confluiscono nel

rendiconto consolidato di cui all'art. 63,

comma 3. Al fine di consentire il predetto

consolidato, l'assemblea consiliare approva il

proprio rendiconto entro il 30 giugno

dell'anno successivo.

Art. 68 Il bilancio consolidato 110

In vigore dal 12 settembre 2014

1. La regione redige il bilancio consolidato

con i propri enti ed organismi strumentali,

aziende, società controllate e partecipate,

secondo le modalità ed i criteri individuati dal

presente decreto.

2. Gli enti strumentali, le aziende e le società

considerate nel bilancio consolidato della

regione costituiscono il “Gruppo della

regione”.

110

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

3. Le regioni adottano lo schema di bilancio

consolidato di cui all'allegato n. 11 del

presente decreto.

4. Al bilancio consolidato del gruppo della

regione sono allegati:

a) la relazione sulla gestione che comprende

la nota integrativa;

b) la relazione del collegio dei revisori dei

conti.

5. Il bilancio consolidato è approvato dal

Consiglio regionale entro il 30 settembre

dell'anno successivo secondo le modalità

previste dalla disciplina contabile della

Regione.

Art. 69 Servizio di tesoreria della regione 111

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Il servizio di tesoreria delle regioni è

affidato, in base ad apposita convenzione

sottoscritta dal dirigente competente, a

imprese autorizzate all'esercizio dell'attività

bancaria ai sensi del decreto legislativo 1°

settembre 1993, n. 385 , e successive

modificazioni.

2. Il servizio è aggiudicato secondo le

modalità previste nell'ordinamento contabile

regionale, previo esperimento di apposita gara

ad evidenza pubblica, con modalità che

rispettino i principi della concorrenza. La

convenzione deve prevedere la partecipazione

alla rilevazione SIOPE, disciplinata dall' art.

14 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, e

successive modificazioni e dai relativi decreti

attuativi.

111

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 61: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

61 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

3. Per eventuali danni causati alla regione o

a terzi, il tesoriere risponde con tutte le

proprie attività e con il proprio patrimonio.

4. Ogni deposito o conto corrente comunque

costituito è intestato alla regione e viene

gestito dal tesoriere.

5. La regione può avvalersi dei conti correnti

postali, nonché di conti correnti bancari, per

l'espletamento di particolari servizi. Unico

traente è l'istituto tesoriere, previa emissione

di apposita reversale da parte della regione

almeno ogni 15 giorni.

6. Le modalità per l'espletamento del

servizio di tesoreria devono essere coerenti

con le disposizioni sulla tesoreria unica di cui

alla legge 29 ottobre 1984, n. 720 , e

successive modificazioni, e relativi decreti

attuativi.

7. Il servizio di tesoreria può essere gestito

con modalità e criteri informatici e con l'uso

di ordinativi di pagamento e di riscossione

informatici in luogo di quelli cartacei le cui

evidenze informatiche valgono ai fini della

rendicontazione.

8. Gli incassi effettuati dal tesoriere

mediante i servizi elettronici interbancari

danno luogo al rilascio di quietanza o

evidenza bancaria ad effetto liberatorio per il

debitore.

9. Le Regioni possono contrarre

anticipazioni unicamente allo scopo di

fronteggiare temporanee deficienze di cassa,

per un importo non eccedente il 10 per cento

dell'ammontare complessivo delle entrate di

competenza del titolo “Entrate correnti di

natura tributaria, contributiva e perequativa”.

Le anticipazioni devono essere estinte

nell'esercizio finanziario in cui sono contratte.

10. Gli interessi sulle anticipazioni di

tesoreria decorrono dall'effettivo utilizzo delle

somme con le modalità previste dalla

convenzione.

11. La regione registra le operazioni di

anticipazione e i relativi rimborsi secondo le

modalità indicate nel principio applicato della

contabilità finanziaria allegato al presente

decreto.

Art. 70 Cooperazione Stato-Regioni 112

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Gli organi statali e le regioni sono tenuti a

fornirsi, reciprocamente e a richiesta, ogni

notizia utile allo svolgimento delle proprie

funzioni nella materia di cui al presente

decreto, nonché a concordare le modalità di

utilizzazione comune dei rispettivi sistemi

informativi e le altre forme di collaborazione.

2. In attuazione di quanto previsto dal

comma 1, le regioni trasmettono alla banca

dati delle amministrazioni pubbliche tutte le

informazioni previste dall' art. 13 della legge

31 dicembre 2009 n. 196, e accedono alla

medesima banca dati secondo le modalità

previste con apposito decreto del Ministro

dell'economia e delle finanze.

Art. 71 Responsabilità verso l'ente degli

amministratori e dei dipendenti, competenza

della Corte dei conti e obblighi di denunzia 113

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Gli amministratori e i dipendenti della

regione, per danni arrecati nell'esercizio delle

112

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V. 113

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 62: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

62 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

loro funzioni, rispondono nei soli casi e negli

stessi limiti di cui alla legge 14 gennaio 1994,

n. 20 , e successive modificazioni. Si

applicano alle indicate ipotesi di

responsabilità gli istituti processuali valevoli

per i dipendenti delle amministrazioni statali.

Art. 72 Il Collegio dei revisori dei conti 114

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Il collegio dei revisori dei conti, istituito

ai sensi e secondo le modalità previste dall'art.

14, comma 1, lettera e), del decreto-legge 3

agosto 2011, n. 138, convertito, con

modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011,

n. 148 , svolge la funzione di vigilanza sulla

regolarità contabile, finanziaria ed economica

della gestione della regione, delle sue

articolazioni organizzative dotate di

autonomia contabile e di bilancio, compreso il

Consiglio regionale, ove non sia presente un

proprio organo di revisione.

2. Il collegio svolge i compiti previsti dall'

art. 20 del decreto legislativo 30 giugno 2011,

n. 123. Restano fermi gli ulteriori

adempimenti previsti dal presente articolo.

L'ordinamento contabile regionale può

prevedere ampliamenti delle funzioni affidate

al collegio dei revisori.

3. Nello svolgimento dell'attività di

controllo, il collegio si conforma ai principi di

onorabilità, professionalità e indipendenza

previsti dall'art. 2387 del codice civile.

4. Al fine di garantire lo svolgimento delle

proprie funzioni, il collegio dei revisori ha

diritto di accesso agli atti e documenti della

regione. I singoli componenti hanno diritto di

eseguire ispezioni e controlli individuali.

114

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

5. Il registro dei verbali è custodito presso la

sede della regione. Copia del verbale è inviata

al presidente della regione, al Consiglio

regionale, alla sezione regionale di controllo

della Corte dei conti e al responsabile

finanziario della regione.

Art. 73 Riconoscimento di legittimità di

debiti fuori bilancio delle Regioni 115

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Il Consiglio regionale riconosce con legge,

la legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti

da:

a) sentenze esecutive;

b) copertura dei disavanzi di enti, società ed

organismi controllati, o, comunque,

dipendenti dalla Regione, purché il disavanzo

derivi da fatti di gestione;

c) ricapitalizzazione, nei limiti e nelle forme

previste dal codice civile o da norme speciali,

delle società di cui alla lettera b);

d) procedure espropriative o di occupazione

d'urgenza per opere di pubblica utilità;

e) acquisizione di beni e servizi in assenza

del preventivo impegno di spesa.

2. Per il pagamento la Regione può

provvedere anche mediante un piano di

rateizzazione, della durata di tre esercizi

finanziari compreso quello in corso,

convenuto con i creditori.

3. Qualora il bilancio della Regione non

rechi le disponibilità finanziarie sufficienti per

effettuare le spese conseguenti al

riconoscimento dei debiti fuori bilancio, la

Regione è autorizzata a deliberare aumenti,

sino al limite massimo consentito dalla

vigente legislazione, dei tributi, delle

115

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 63: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

63 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

addizionali, delle aliquote ovvero delle

maggiorazioni di aliquote ad essa attribuite,

nonché ad elevare ulteriormente la misura

dell'imposta regionale di cui all’ art. 17,

comma 1, del decreto legislativo 21 dicembre

1990, n. 398, fino a un massimo di cinque

centesimi per litro, ulteriori rispetto alla

misura massima consentita.

4. Al riconoscimento della legittimità dei

debiti fuori bilancio di cui al comma 1, lettera

a), il Consiglio regionale provvede entro

sessanta giorni dalla ricezione della relativa

proposta. Decorso inutilmente tale termine, la

legittimità di detto debito si intende

riconosciuta.

TITOLO IV

Adeguamento delle disposizioni riguardanti la

finanza regionale e locale 116

Art. 74 Adeguamento dell'ordinamento

contabile degli enti locali 117

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Nel decreto legislativo 18 agosto 2000, n.

267 , e successive modificazioni, recante il

testo unico delle leggi sull'ordinamento degli

enti locali, sono apportate le seguenti

modificazioni:

1) all'art. 114:

a) al comma 1 è aggiunto, in fine, il seguente

periodo:

«L'azienda speciale conforma la propria

gestione ai principi contabili generali

contenuti nell'allegato n. 1 al decreto

116

Titolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V. 117

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni, ed ai principi del

codice civile.»;

b) al comma 2 è aggiunto, in fine, il seguente

periodo:

«L'istituzione conforma la propria gestione ai

principi contabili generali e applicati allegati

al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118

e successive modificazioni e integrazioni ed

adotta il medesimo sistema contabile dell'ente

locale che lo ha istituito, nel rispetto di quanto

previsto dall'art. 151, comma 2. L'ente locale

che si avvale della facoltà di non tenere la

contabilità economico patrimoniale di cui

all'art. 232, comma 3, può imporre alle

proprie istituzioni l'adozione della contabilità

economico-patrimoniale.»;

c) al comma 4, la parola: «informano» è

sostituita dalla seguente: «conformano», e le

parole: «del pareggio di bilancio da perseguire

attraverso l'equilibrio dei costi e dei ricavi,

compresi i trasferimenti.» sono sostituite dalle

seguenti: «dell'equilibrio economico,

considerando anche i proventi derivanti dai

trasferimenti, fermo restando, per l'istituzione,

l'obbligo del pareggio finanziario.»;

d) al comma 8, dopo le parole: « i seguenti

atti» sono inserite le seguenti: « dell'azienda»;

e) le lettere b), c) e d) del comma 8 sono

sostituite dalle seguenti:

«b) il budget economico almeno triennale;

c) il bilancio di esercizio;

d) il piano degli indicatori di bilancio.»;

f) dopo il comma 8 è aggiunto, in fine, il

seguente:

«8-bis. Ai fini di cui al comma 6, sono

fondamentali i seguenti atti dell'istituzione da

sottoporre all'approvazione del consiglio

comunale:

a) il piano-programma, di durata almeno

triennale, che costituisce il documento di

programmazione dell'istituzione;

b) il bilancio di previsione almeno triennale,

predisposto secondo lo schema di cui

all'allegato n. 9 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni, completo dei relativi allegati;

c) le variazioni di bilancio;

LEGGI D

'ITALIA

Page 64: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

64 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

d) il rendiconto della gestione predisposto

secondo lo schema di cui all'allegato n. 10 del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni, completo dei

relativi allegati.»;

2) alla lettera d) del comma 2 dell'art. 147

dopo le parole: «la redazione del bilancio

consolidato» sono inserite le seguenti: «nel

rispetto di quanto previsto dal decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni»;

3) al comma 4 dell'art. 147-quater, dopo le

parole: «secondo la competenza economica»

sono inserite le seguenti: «, predisposto

secondo le modalità previste dal decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni»;

4) all'art. 150:

a) al comma 1, dopo le parole: «dalle

disposizioni di principio del presente testo

unico» sono aggiunte le seguenti: «e del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 .»;

b) il comma 3 è abrogato;

5) l'art. 151 è sostituito dal seguente:

«Art. 151. (Principi generali). - 1. Gli enti

locali ispirano la propria gestione al principio

della programmazione. A tal fine presentano

il Documento unico di programmazione entro

il 31 luglio di ogni anno e il bilancio di

previsione finanziario entro il 31 dicembre,

riferiti ad un orizzonte temporale almeno

triennale. Le previsioni del bilancio sono

elaborate sulla base delle linee strategiche

contenute nel documento unico di

programmazione, osservando i princìpi

contabili generali ed applicati allegati al

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni. I termini possono

essere differiti con decreto del Ministro

dell'interno, d'intesa con il Ministro

dell'economia e delle finanze, sentita la

Conferenza Stato-città ed autonomie locali, in

presenza di motivate esigenze.

2. Il Documento unico di programmazione è

composto dalla Sezione strategica, della

durata pari a quelle del mandato

amministrativo, e dalla Sezione operativa di

durata pari a quello del bilancio di previsione

finanziario.

3. Il bilancio di previsione finanziario

comprende le previsioni di competenza e di

cassa del primo esercizio del periodo

considerato e le previsioni di competenza

degli esercizi successivi. Le previsioni

riguardanti il primo esercizio costituiscono il

bilancio di previsione finanziario annuale.

4. Il sistema contabile degli enti locali

garantisce la rilevazione unitaria dei fatti

gestionali sotto il profilo finanziario,

economico e patrimoniale, attraverso

l'adozione:

a) della contabilità finanziaria, che ha natura

autorizzatoria e consente la rendicontazione

della gestione finanziaria;

b) della contabilità economico-patrimoniale ai

fini conoscitivi, per la rilevazione degli effetti

economici e patrimoniali dei fatti gestionali e

per consentire la rendicontazione economico e

patrimoniale.

5. I risultati della gestione finanziaria,

economico e patrimoniale sono dimostrati nel

rendiconto comprendente il conto del

bilancio, il conto economico e lo stato

patrimoniale.

6. Al rendiconto è allegata una relazione della

Giunta sulla gestione che esprime le

valutazioni di efficacia dell'azione condotta

sulla base dei risultati conseguiti, e gli altri

documenti previsti dall' art. 11, comma 4, del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.

7. Il rendiconto è deliberato dall'organo

consiliare entro il 30 aprile dell'anno

successivo.

8. Entro il 31 luglio l'ente approva il bilancio

consolidato con i bilanci dei propri organismi

e enti strumentali e delle società controllate e

partecipate, secondo il principio applicato n.

4/4 di cui al decreto legislativo 23 giugno

2011, n. 118 .»;

6) all'art. 152:

a) al comma 1, dopo le parole: «i principi

contabili stabiliti dal presente testo unico»

sono inserite le seguenti: «e dal decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni»;

b) le lettere a), b), c), d), ed e), del comma 4

sono sostituite dalle seguenti:

«a) art. 177;

LEGGI D

'ITALIA

Page 65: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

65 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

b) art. 185, comma 3;

c) articoli 197 e 198;

d) art. 205;

e) articoli 213 e 219»;

7) al comma 4 dell'art. 153, le parole:

«annuale o pluriennale» sono sostituite dalle

seguenti: «di previsione», dopo le parole:

«dello stato di accertamento delle entrate e di

impegno delle spese» sono inserite le

seguenti: «, alla regolare tenuta della

contabilità economico-patrimoniale e» e dopo

la parola: «finanziari» è inserita la seguente:

«e»;

8) all'art. 154:

a) i commi da 1 a 4 sono sostituiti dai

seguenti

«1. E' istituito, senza nuovi o maggiori oneri

per la finanza pubblica, presso il Ministero

dell'interno l'Osservatorio sulla finanza e la

contabilità degli enti locali.

2. L'Osservatorio ha il compito di

promuovere, in raccordo con la Commissione

per l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali di cui all' art. 3-bis del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni, l'adeguamento e la

corretta applicazione dei principi contabili da

parte degli enti locali e di monitorare la

situazione della finanza pubblica locale

attraverso studi ed analisi, anche in relazione

agli effetti prodotti dall'applicazione della

procedura di riequilibrio finanziario

pluriennale di cui all'art. 243-bis. Nell'ambito

dei suoi compiti, l'Osservatorio esprime

pareri, indirizzi ed orientamenti.

3. Con decreto del Ministro dell'interno, di

concerto con il Ministro dell'economia e delle

finanze, sentita la Conferenza Stato-città,

sono disciplinate le modalità di

organizzazione e di funzionamento.»;

4. La partecipazione ai lavori

dell'Osservatorio è a titolo gratuito e non dà

diritto ad alcun compenso o rimborso spese.»;

b) il comma 7 è abrogato;

9) all'art. 157:

a) al comma 1, le parole: «25, 29 e 30 della

legge 5 agosto 1978, n. 468 , e successive

modificazioni ed integrazioni» sono sostituite

dalle seguenti: «13, 14 e 15 della legge 31

dicembre 2009, n. 196 , e successive

modificazioni, e di cui al titolo I del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

b) dopo il comma 1 sono aggiunti i seguenti:

«1-bis. Per le stesse finalità di cui al comma 1

gli enti locali garantiscono la rilevazione

unitaria dei fatti gestionali attraverso

l'adozione di un piano integrato dei conti,

articolato in piano finanziario, economico e

patrimoniale secondo lo schema di cui

all'allegato n. 6 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni. Il livello minimo di

articolazione del piano dei conti finanziario,

ai fini del raccordo con i capitoli e gli articoli,

ove previsti, del piano esecutivo di gestione è

costituito almeno dal quarto livello.

1-ter. Al fine di garantire la tracciabilità di

tutte le operazioni gestionali e la

movimentazione delle voci del piano dei conti

integrato, ad ogni transazione è attribuita una

codifica da applicare secondo le modalità

previste dagli articoli 5, 6 e 7 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive integrazioni.

1-quater. Le previsioni di competenza e di

cassa, aggregate secondo l'articolazione del

piano dei conti di quarto livello, ed i risultati

della gestione aggregati secondo

l'articolazione del piano dei conti, sono

trasmessi alla banca dati unitaria delle

amministrazioni pubbliche di cui all' art. 13

della legge 31 dicembre 2009, n. 196, sulla

base di schemi, tempi e modalità definiti con

decreto del Ministro dell'economia e delle

finanze.»;

10) l'art. 160 è abrogato;

11) all'art. 162:

a) al comma 1, le parole: «redatto in termini

di competenza, per l'anno successivo,

osservando i princìpi di unità, annualità,

universalità ed integrità, veridicità, pareggio

finanziario e pubblicità. La situazione

corrente, come definita al comma 6 del

presente articolo, non può presentare un

disavanzo» sono sostituite dalle seguenti:

«riferito ad almeno un triennio, comprendente

le previsioni di competenza e di cassa del

LEGGI D

'ITALIA

Page 66: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

66 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

primo esercizio del periodo considerato e le

previsioni di competenza degli esercizi

successivi, osservando i principi contabili

generali e applicati allegati al decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni»;

b) il comma 6 è sostituito dal seguente:

«6. Il bilancio di previsione è deliberato in

pareggio finanziario complessivo per la

competenza, comprensivo dell'utilizzo

dell'avanzo di amministrazione e del recupero

del disavanzo di amministrazione e

garantendo un fondo di cassa finale non

negativo. Inoltre, le previsioni di competenza

relative alle spese correnti sommate alle

previsioni di competenza relative ai

trasferimenti in c/capitale,al saldo negativo

delle partite finanziarie e alle quote di capitale

delle rate di ammortamento dei mutui e degli

altri prestiti, con l’esclusione dei rimborsi

anticipati, non possono essere

complessivamente superiori alle previsioni di

competenza dei primi tre titoli dell’entrata, ai

contribuiti destinati al rimborso dei prestiti e

all’utilizzo dell’avanzo di competenza di parte

corrente e non possono avere altra forma di

finanziamento, salvo le eccezioni

tassativamente indicate nel principio applicato

alla contabilità finanziaria necessarie a

garantire elementi di flessibilità degli equilibri

di bilancio ai fini del rispetto del principio

dell’integrità.»;

12) l'art. 163 è sostituito dal seguente:

«Art. 163. (Esercizio provvisorio e gestione

provvisoria). - 1. Se il bilancio di previsione

non è approvato dal Consiglio entro il 31

dicembre dell'anno precedente, la gestione

finanziaria dell'ente si svolge nel rispetto dei

principi applicati della contabilità finanziaria

riguardanti l'esercizio provvisorio o la

gestione provvisoria. Nel corso dell'esercizio

provvisorio o della gestione provvisoria, gli

enti gestiscono gli stanziamenti di

competenza previsti nell'ultimo bilancio

approvato per l'esercizio cui si riferisce la

gestione o l'esercizio provvisorio, ed

effettuano i pagamenti entro i limiti

determinati dalla somma dei residui al 31

dicembre dell'anno precedente e degli

stanziamenti di competenza al netto del fondo

pluriennale vincolato.

2. Nel caso in cui il bilancio di esercizio non

sia approvato entro il 31 dicembre e non sia

stato autorizzato l'esercizio provvisorio, o il

bilancio non sia stato approvato entro i

termini previsti ai sensi del comma 3, è

consentita esclusivamente una gestione

provvisoria nei limiti dei corrispondenti

stanziamenti di spesa dell'ultimo bilancio

approvato per l'esercizio cui si riferisce la

gestione provvisoria. Nel corso della gestione

provvisoria l'ente può assumere solo

obbligazioni derivanti da provvedimenti

giurisdizionali esecutivi, quelle

tassativamente regolate dalla legge e quelle

necessarie ad evitare che siano arrecati danni

patrimoniali certi e gravi all'ente. Nel corso

della gestione provvisoria l'ente può disporre

pagamenti solo per l'assolvimento delle

obbligazioni già assunte, delle obbligazioni

derivanti da provvedimenti giurisdizionali

esecutivi e di obblighi speciali tassativamente

regolati dalla legge, per le spese di personale,

di residui passivi, di rate di mutuo, di canoni,

imposte e tasse, ed, in particolare, per le sole

operazioni necessarie ad evitare che siano

arrecati danni patrimoniali certi e gravi

all'ente.

3. L'esercizio provvisorio è autorizzato con

legge o con decreto del Ministro dell'interno

che, ai sensi di quanto previsto dall'art. 151,

primo comma, differisce il termine di

approvazione del bilancio, d'intesa con il

Ministro dell'economia e delle finanze, sentita

la Conferenza Stato-città ed autonomia locale,

in presenza di motivate esigenze. Nel corso

dell'esercizio provvisorio non è consentito il

ricorso all'indebitamento e gli enti possono

impegnare solo spese correnti, le eventuali

spese correlate riguardanti le partite di giro,

lavori pubblici di somma urgenza o altri

interventi di somma urgenza. Nel corso

dell'esercizio provvisorio è consentito il

ricorso all'anticipazione di tesoreria di cui

all'art. 222.

4. All'avvio dell'esercizio provvisorio o della

gestione provvisoria l'ente trasmette al

tesoriere l'elenco dei residui presunti alla data

LEGGI D

'ITALIA

Page 67: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

67 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

del 1° gennaio e gli stanziamenti di

competenza riguardanti l'anno a cui si

riferisce l'esercizio provvisorio o la gestione

provvisoria previsti nell'ultimo bilancio di

previsione approvato, aggiornati alle

variazioni deliberate nel corso dell'esercizio

precedente, indicanti - per ciascuna missione,

programma e titolo - gli impegni già assunti e

l'importo del fondo pluriennale vincolato.

5. Nel corso dell'esercizio provvisorio, gli enti

possono impegnare mensilmente, unitamente

alla quota dei dodicesimi non utilizzata nei

mesi precedenti, per ciascun programma, le

spese di cui al comma 3, per importi non

superiori ad un dodicesimo degli stanziamenti

del secondo esercizio del bilancio di

previsione deliberato l'anno precedente, ridotti

delle somme già impegnate negli esercizi

precedenti e dell'importo accantonato al fondo

pluriennale vincolato, con l'esclusione delle

spese:

a) tassativamente regolate dalla legge;

b) non suscettibili di pagamento frazionato in

dodicesimi;

c) a carattere continuativo necessarie per

garantire il mantenimento del livello

qualitativo e quantitativo dei servizi esistenti,

impegnate a seguito della scadenza dei relativi

contratti.

6. I pagamenti riguardanti spese escluse dal

limite dei dodicesimi di cui al comma 5 sono

individuati nel mandato attraverso l'indicatore

di cui all'art. 185, comma 2, lettera i-bis).

7. Nel corso dell'esercizio provvisorio, sono

consentite le variazioni di bilancio previste

dall'art. 187, comma 3-quinquies, quelle

riguardanti le variazioni del fondo pluriennale

vincolato, quelle necessarie alla

reimputazione agli esercizi in cui sono

esigibili, di obbligazioni riguardanti entrate

vincolate già assunte, e delle spese correlate,

nei casi in cui anche la spesa è oggetto di

reimputazione l'eventuale aggiornamento

delle spese già impegnate. Tali variazioni

rilevano solo ai fini della gestione dei

dodicesimi.»;

13) l'art. 164 è sostituito dal seguente:

«Art. 164. - (Caratteristiche del bilancio) - 1.

L'unità di voto del bilancio per l'entrata è la

tipologia e per la spesa è il programma,

articolato in titoli.

2. Il bilancio di previsione finanziario ha

carattere autorizzatorio, costituendo limite,

per ciascuno degli esercizi considerati:

a) agli accertamenti e agli incassi riguardanti

le accensioni di prestiti;

b) agli impegni e ai pagamenti di spesa. Non

comportano limiti alla gestione le previsioni

riguardanti i rimborsi delle anticipazioni di

tesoreria e le partite di giro.»;

14) all'art. 165:

a) al comma 1, la parola: «annuale» è

sostituita dalla seguente: «finanziario», dopo

le parole: «all'entrata ed alla spesa» sono

inserite le seguenti: «ed è redatto secondo lo

schema previsto dall'allegato n. 9 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

b) i commi da 2 a 14 sono sostituiti dai

seguenti:

«2. Le previsioni di entrata del bilancio di

previsione sono classificate, secondo le

modalità indicate all' art. 15 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, in:

a) titoli, definiti secondo la fonte di

provenienza delle entrate;

b) tipologie, definite in base alla natura delle

entrate, nell'ambito di ciascuna fonte di

provenienza.

3. Ai fini della gestione, nel Piano esecutivo

di gestione, le tipologie sono ripartite in

categorie, in capitoli ed eventualmente in

articoli. Le categorie di entrata degli enti

locali sono individuate nell'elenco di cui

all'allegato n. 13/2 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni. Nell'ambito delle categorie è

data separata evidenza delle eventuali quote di

entrata non ricorrente. La Giunta,

contestualmente alla proposta di bilancio,

trasmette, a fini conoscitivi, la proposta di

articolazione delle tipologie in categorie.

4. Le previsioni di spesa del bilancio di

previsione sono classificate secondo le

modalità indicate all' art. 14 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 in:

a) missioni, che rappresentano le funzioni

principali e gli obiettivi strategici perseguiti

LEGGI D

'ITALIA

Page 68: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

68 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

dagli enti locali, utilizzando risorse

finanziarie, umane e strumentali ad esse

destinate;

b) programmi, che rappresentano gli aggregati

omogenei di attività volte a perseguire gli

obiettivi definiti nell'ambito delle missioni. I

programmi sono ripartiti in titoli e sono

raccordati alla relativa codificazione COFOG

di secondo livello (Gruppi), secondo le

corrispondenze individuate nel glossario, di

cui al comma 3-ter dell'art. 14, che costituisce

parte integrante dell'allegato n. 14.

5. Ai fini della gestione, nel Piano esecutivo

di gestione, i programmi sono ripartiti in

titoli, macroaggregati, capitoli ed

eventualmente in articoli. I macroaggregati di

spesa degli enti locali sono individuati

nell'elenco di cui all'allegato n. 14 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni. La Giunta,

contestualmente alla proposta di bilancio

trasmette, a fini conoscitivi, la proposta di

articolazione dei programmi in

macroaggregati.

6. Il bilancio di previsione finanziario indica,

per ciascuna unità di voto:

a) l'ammontare presunto dei residui attivi o

passivi alla chiusura dell'esercizio precedente

a quello cui il bilancio si riferisce;

b) l'ammontare delle previsioni di competenza

e di cassa definitive dell'anno precedente a

quello cui si riferisce il bilancio;

c) l'ammontare degli accertamenti e degli

impegni che si prevede di imputare in

ciascuno degli esercizi cui il bilancio si

riferisce, nel rispetto del principio della

competenza finanziaria;

d) l'ammontare delle entrate che si prevede di

riscuotere o delle spese di cui si autorizza il

pagamento nel primo esercizio considerato

nel bilancio, senza distinzioni fra riscossioni e

pagamenti in conto competenza e in conto

residui.

7. In bilancio, prima di tutte le entrate e le

spese, sono iscritti:

a) in entrata gli importi relativi al fondo

pluriennale vincolato di parte corrente e al

fondo pluriennale vincolato in c/capitale;

b) in entrata del primo esercizio gli importi

relativi all'utilizzo dell'avanzo di

amministrazione presunto, nei casi individuati

dall'art. 187, commi 3 e 3-bis, con

l'indicazione della quota vincolata del

risultato di amministrazione utilizzata

anticipatamente;

c) in uscita l'importo del disavanzo di

amministrazione presunto al 31 dicembre

dell'esercizio precedente cui il bilancio si

riferisce. Il disavanzo di amministrazione

presunto può essere iscritto nella spesa degli

esercizi successivi secondo le modalità

previste dall'art. 188;

d) in entrata del primo esercizio il fondo di

cassa presunto dell'esercizio precedente.

8. In bilancio, gli stanziamenti di competenza

relativi alla spesa di cui al comma 6, lettere b)

e c), individuano:

a) la quota che è già stata impegnata negli

esercizi precedenti con imputazione

all'esercizio cui si riferisce il bilancio;

b) la quota di competenza costituita dal fondo

pluriennale vincolato, destinata alla copertura

degli impegni che sono stati assunti negli

esercizi precedenti con imputazione agli

esercizi successivi e degli impegni che si

prevede di assumere nell'esercizio con

imputazione agli esercizi successivi. Con

riferimento a tale quota non è possibile

impegnare e pagare con imputazione

all'esercizio cui lo stanziamento si riferisce.

Agli stanziamenti di spesa riguardanti il fondo

pluriennale vincolato è attribuito il codice

della missione e del programma di spesa cui il

fondo si riferisce e il codice del piano dei

conti relativo al fondo pluriennale vincolato.

9. I bilanci di previsione degli enti locali

recepiscono, per quanto non contrasta con la

normativa del presente testo unico, le norme

recate dalle leggi delle rispettive regioni di

appartenenza riguardanti le entrate e le spese

relative a funzioni delegate, al fine di

consentire la possibilità del controllo

regionale sulla destinazione dei fondi

assegnati agli enti locali e l'omogeneità delle

classificazioni di dette spese nei bilanci di

previsione degli enti rispetto a quelle

contenute nei rispettivi bilanci di previsione

LEGGI D

'ITALIA

Page 69: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

69 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

regionali. Le entrate e le spese per le funzioni

delegate dalle regioni non possono essere

collocate tra i servizi per conto di terzi nei

bilanci di previsione degli enti locali.

10. Il bilancio di previsione si conclude con

più quadri riepilogativi, secondo gli schemi

previsti dall'allegato n. 9 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.

11. Formano oggetto di specifica

approvazione del consiglio le previsioni di cui

al comma 6, lettere c) e d), per ogni unità di

voto, e le previsioni del comma 7.»;

15) all'art. 166:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente «1.

Nella missione “Fondi e Accantonamenti”,

all'interno del programma “Fondo di riserva”,

gli enti locali iscrivono un fondo di riserva

non inferiore allo 0,30 e non superiore al 2

per cento del totale delle spese correnti di

competenza inizialmente previste in

bilancio.»;

b) dopo il comma 2-ter è aggiunto il

seguente:

«2-quater. Nella missione “Fondi e

Accantonamenti”, all'interno del programma

“Fondo di riserva”, gli enti locali iscrivono un

fondo di riserva di cassa non inferiore allo 0,2

per cento delle spese finali, utilizzato con

deliberazioni dell'organo esecutivo.»;

16) l'art. 167 è sostituito dal seguente:

«Art. 167. (Fondo crediti di dubbia esigibilità

e altri fondi per spese potenziali). - 1. Nella

missione “Fondi e Accantonamenti”,

all'interno del programma “Fondo crediti di

dubbia esigibilità” è stanziato

l'accantonamento al fondo crediti di dubbia

esigibilità, il cui ammontare è determinato in

considerazione dell'importo degli

stanziamenti di entrata di dubbia e difficile

esazione, secondo le modalità indicate nel

principio applicato della contabilità

finanziaria di cui all'allegato n. 4/2 al decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.

2. Una quota del risultato di amministrazione

è accantonata per il fondo crediti di dubbia

esigibilità, il cui ammontare è determinato,

secondo le modalità indicate nel principio

applicato della contabilità finanziaria di cui

all'allegato n. 4/2 al decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 e successive

modificazioni e integrazioni, in

considerazione dell'ammontare dei crediti di

dubbia e difficile esazione, e non può essere

destinata ad altro utilizzo.

3. E' data facoltà agli enti locali di stanziare

nella missione “Fondi e accantonamenti”,

all'interno del programma “Altri fondi”,

ulteriori accantonamenti riguardanti passività

potenziali, sui quali non è possibile impegnare

e pagare. A fine esercizio, le relative

economie di bilancio confluiscono nella quota

accantonata del risultato di amministrazione,

utilizzabili ai sensi di quanto previsto dall'art.

187, comma 3. Quando si accerta che la spesa

potenziale non può più verificarsi, la

corrispondente quota del risultato di

amministrazione è liberata dal vincolo.»;

17) all'art. 168:

a) alla rubrica, sono aggiunte le seguenti

parole: « e le partite di giro»;

b) al comma 1, dopo le parole: «servizi per

conto di terzi» sono inserite le seguenti: «e le

partite di giro», le parole: «ivi compresi i

fondi economali, e» sono soppresse, le parole:

«sono ordinati esclusivamente in capitoli,

secondo la partizione contenuta nel

regolamento di cui all'art. 160.» sono

sostituite dalle seguenti: « comprendono le

transazioni poste in essere per conto di altri

soggetti, in assenza di qualsiasi

discrezionalità come individuate dal principio

applicato della contabilità finanziaria di cui

all'allegato n. 4/2 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni.»;

c) il comma 2 è sostituito dal seguente:

«2. Le partite di giro riguardano le operazioni

effettuate come sostituto di imposta, per la

gestione dei fondi economali e le altre

operazioni previste nel principio applicato

della contabilità finanziaria di cui all'allegato

n. 4/2 del decreto legislativo 23 giugno 2011,

n. 118 , e successive modificazioni.»;

d) dopo il comma 2 sono inseriti i seguenti:

«2-bis. Le previsioni e gli accertamenti

d'entrata riguardanti i servizi per conto di terzi

LEGGI D

'ITALIA

Page 70: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

70 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

e le partite di giro conservano l'equivalenza

con le corrispondenti previsioni e impegni di

spesa, e viceversa. A tal fine, le obbligazioni

giuridicamente perfezionate attive e passive

che danno luogo ad entrate e spese riguardanti

tali operazioni sono registrate e imputate

all'esercizio in cui l'obbligazione è

perfezionata, in deroga al principio contabile

generale n. 16.

2-ter. Non comportando discrezionalità e

autonomia decisionale, gli stanziamenti

riguardanti le operazioni per conto di terzi e le

partite di giro non hanno natura

autorizzatoria.»;

18) l'art. 169 è sostituito dal seguente:

«Art. 169. (Piano esecutivo di gestione). - 1.

La giunta delibera il piano esecutivo di

gestione (PEG) entro venti giorni

dall'approvazione del bilancio di previsione,

in termini di competenza . Con riferimento al

primo esercizio il PEG è redatto anche in

termini di cassa.

Il PEG è riferito ai medesimi esercizi

considerati nel bilancio, individua gli obiettivi

della gestione ed affida gli stessi, unitamente

alle dotazioni necessarie, ai responsabili dei

servizi.

2. Nel PEG le entrate sono articolate in titoli,

tipologie, categorie, capitoli, ed

eventualmente in articoli, secondo il rispettivo

oggetto. Le spese sono articolate in missioni,

programmi, titoli, macroaggregati, capitoli ed

eventualmente in articoli. I capitoli

costituiscono le unità elementari ai fini della

gestione e della rendicontazione, e sono

raccordati al quarto livello del piano dei conti

finanziario di cui all'art. 157.

3. L'applicazione dei commi 1 e 2 del presente

articolo è facoltativa per gli enti locali con

popolazione inferiore a 5.000 abitanti, fermo

restando l'obbligo di rilevare unitariamente i

fatti gestionali secondo la struttura del piano

dei conti di cui all'art. 157, comma 1-bis.

3-bis. Il PEG è deliberato in coerenza con il

bilancio di previsione e con il documento

unico di programmazione. Al PEG è allegato

il prospetto concernente la ripartizione delle

tipologie in categorie e dei programmi in

macroaggregati, secondo lo schema di cui

all'allegato n. 8 al decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni. Il piano dettagliato degli

obiettivi di cui all'art. 108, comma 1, del

presente testo unico e il piano della

performance di cui all' art. 10 del decreto

legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, sono

unificati organicamente nel PEG .»;

19) l'art. 170 è sostituito dal seguente:

«Art. 170. (Documento unico di

programmazione). - 1. Entro il 31 luglio di

ciascun anno la Giunta presenta al Consiglio

il Documento unico di programmazione per le

conseguenti deliberazioni. Entro il 15

novembre di ciascun anno, con lo schema di

delibera del bilancio di previsione finanziario,

la Giunta presenta al Consiglio la nota di

aggiornamento del Documento unico di

programmazione. Con riferimento al periodo

di programmazione decorrente dall'esercizio

2015, gli enti locali non sono tenuti alla

predisposizione del documento unico di

programmazione e allegano al bilancio

annuale di previsione una relazione

previsionale e programmatica che copra un

periodo pari a quello del bilancio pluriennale,

secondo le modalità previste dall'ordinamento

contabile vigente nell'esercizio 2014. Il primo

documento unico di programmazione è

adottato con riferimento agli esercizi 2016 e

successivi. Gli enti che hanno partecipato alla

sperimentazione adottano la disciplina

prevista dal presente articolo a decorrere dal

1° gennaio 2015.

2. Il Documento unico di programmazione ha

carattere generale e costituisce la guida

strategica ed operativa dell'ente.

3. Il Documento unico di programmazione si

compone di due sezioni: la Sezione strategica

e la Sezione operativa. La prima ha un

orizzonte temporale di riferimento pari a

quello del mandato amministrativo, la

seconda pari a quello del bilancio di

previsione.

4. Il documento unico di programmazione è

predisposto nel rispetto di quanto previsto dal

principio applicato della programmazione di

cui all'allegato n. 4/1 del decreto legislativo

LEGGI D

'ITALIA

Page 71: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

71 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

23 giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni.

5. Il Documento unico di programmazione

costituisce atto presupposto indispensabile per

l'approvazione del bilancio di previsione.

6. Gli enti locali con popolazione fino a 5.000

abitanti predispongono il Documento unico di

programmazione semplificato previsto

dall'allegato n. 4/1 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni.

7. Nel regolamento di contabilità sono previsti

i casi di inammissibilità e di improcedibilità

per le deliberazioni del Consiglio e della

Giunta che non sono coerenti con le

previsioni del Documento unico di

programmazione.»;

20) l'art. 171 è abrogato;

21) l'art. 172 è sostituito dal seguente:

«Art. 172. (Altri allegati al bilancio di

previsione). - 1. Al bilancio di previsione

sono allegati i documenti previsti dall' art. 11,

comma 3, del decreto legislativo 23 giugno

2011, n. 118, e successive modificazioni, e i

seguenti documenti:

a) l'elenco degli indirizzi internet di

pubblicazione del rendiconto della gestione,

del bilancio consolidato deliberati e relativi al

penultimo esercizio antecedente quello cui si

riferisce il bilancio di previsione, dei

rendiconti e dei bilanci consolidati delle

unioni di comuni e dei soggetti considerati nel

gruppo “amministrazione pubblica” di cui al

principio applicato del bilancio consolidato

allegato al decreto legislativo 23 giugno 2011,

n. 118 , e successive modificazioni, relativi al

penultimo esercizio antecedente quello cui il

bilancio si riferisce. Tali documenti contabili

sono allegati al bilancio di previsione qualora

non integralmente pubblicati nei siti internet

indicati nell'elenco;

b) la deliberazione, da adottarsi annualmente

prima dell'approvazione del bilancio, con la

quale i comuni verificano la quantità e qualità

di aree e fabbricati da destinarsi alla

residenza, alle attività produttive e terziarie -

ai sensi delle leggi 18 aprile 1962, n. 167, 22

ottobre 1971, n. 865, e 5 agosto 1978, n. 457,

che potranno essere ceduti in proprietà od in

diritto di superficie; con la stessa

deliberazione i comuni stabiliscono il prezzo

di cessione per ciascun tipo di area o di

fabbricato;

c) le deliberazioni con le quali sono

determinati, per l'esercizio successivo, le

tariffe, le aliquote d'imposta e le eventuali

maggiori detrazioni, le variazioni dei limiti di

reddito per i tributi locali e per i servizi locali,

nonché, per i servizi a domanda individuale, i

tassi di copertura in percentuale del costo di

gestione dei servizi stessi;

d) la tabella relativa ai parametri di riscontro

della situazione di deficitarietà strutturale

prevista dalle disposizioni vigenti in materia;

e) il prospetto della concordanza tra bilancio

di previsione e obiettivo programmatico del

patto di stabilità interno.»;

22) all'art. 174:

a) al comma 1, la parola: «annuale» è

abrogata, le parole: «la relazione previsionale

e programmatica e lo schema di bilancio

pluriennale» sono sostituite dalle seguenti:

«finanziario e il Documento unico di

programmazione», dopo le parole: «organo di

revisione» sono aggiunte le seguenti: «entro il

15 novembre di ogni anno»;

b) al comma 2, dopo le parole: «dell'organo

consiliare» sono inserite le seguenti: «e dalla

Giunta» le parole: «predisposti dall'organo

esecutivo» sono soppresse. Dopo il primo

periodo, è aggiunto il seguente: «A seguito di

variazioni del quadro normativo di

riferimento sopravvenute, l'organo esecutivo

presenta all'organo consiliare emendamenti

allo schema di bilancio e alla nota di

aggiornamento al Documento unico di

programmazione in corso di approvazione.»;

c) al comma 3, la parola: «annuale» è

abrogata, dopo le parole: «di previsione» è

inserita la seguente: «finanziario». Il secondo

periodo è soppresso;

d) il comma 4 è sostituito dal seguente:

«4. Nel sito internet dell'ente locale sono

pubblicati il bilancio di previsione, il piano

esecutivo di gestione, le variazioni al bilancio

di previsione, il bilancio di previsione

assestato ed il piano esecutivo di gestione

assestato.»;

LEGGI D

'ITALIA

Page 72: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

72 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

23) all'art. 175:

a) al comma 1, dopo le parole: «il bilancio di

previsione» è inserita la seguente:

«finanziario», dopo le parole: «di

competenza» sono inserite le seguenti: « e di

cassa» e dopo le parole: «relativa alle spese»

sono aggiunte le seguenti: «,per ciascuno

degli esercizi considerati nel documento.»;

b) al comma 2, dopo le parole: «dell'organo

consiliare» sono aggiunte le seguenti: «salvo

quelle previste dai commi 5-bis e 5-quater.»;

c) al comma 3, dopo le parole: «non oltre il

30 novembre di ciascun anno» sono aggiunte

le seguenti: «, fatte salve le seguenti

variazioni, che possono essere deliberate sino

al 31 dicembre di ciascun anno:

a) l'istituzione di tipologie di entrata a

destinazione vincolata e il correlato

programma di spesa;

b) l'istituzione di tipologie di entrata senza

vincolo di destinazione, con stanziamento pari

a zero, a seguito di accertamento e riscossione

di entrate non previste in bilancio, secondo le

modalità disciplinate dal principio applicato

della contabilità finanziaria;

c) l'utilizzo delle quote del risultato di

amministrazione vincolato ed accantonato per

le finalità per le quali sono stati previsti;

d) quelle necessarie alla reimputazione agli

esercizi in cui sono esigibili, di obbligazioni

riguardanti entrate vincolate già assunte e, se

necessario, delle spese correlate;

e) le variazioni delle dotazioni di cassa di cui

al comma 5-bis, lettera d);

f) le variazioni di cui al comma 5-quater,

lettera b);

g) le variazioni degli stanziamenti riguardanti

i versamenti ai conti di tesoreria statale

intestati all'ente e i versamenti a depositi

bancari intestati all'ente»;

d) al comma 4, dopo le parole: « in via

d'urgenza» sono inserite le seguenti:

«opportunamente motivata,»;

e) dopo il comma 5, sono inseriti i seguenti:

«5-bis. L'organo esecutivo con provvedimento

amministrativo approva le variazioni del

piano esecutivo di gestione, salvo quelle di

cui al comma 5-quater, e le seguenti

variazioni del bilancio di previsione non

aventi natura discrezionale, che si configurano

come meramente applicative delle decisioni

del Consiglio, per ciascuno degli esercizi

considerati nel bilancio:

a) variazioni riguardanti l'utilizzo della quota

vincolata e accantonata del risultato di

amministrazione nel corso dell'esercizio

provvisorio consistenti nella mera reiscrizione

di economie di spesa derivanti da

stanziamenti di bilancio dell'esercizio

precedente corrispondenti a entrate vincolate,

secondo le modalità previste dall'art. 187,

comma 3-quinquies;

b) variazioni compensative tra le dotazioni

delle missioni e dei programmi riguardanti

l'utilizzo di risorse comunitarie e vincolate,

nel rispetto della finalità della spesa definita

nel provvedimento di assegnazione delle

risorse, o qualora le variazioni siano

necessarie per l'attuazione di interventi

previsti da intese istituzionali di programma o

da altri strumenti di programmazione

negoziata, già deliberati dal Consiglio;

c) variazioni compensative tra le dotazioni

delle missioni e dei programmi limitatamente

alle spese per il personale, conseguenti a

provvedimenti di trasferimento del personale

all'interno dell'ente;

d) variazioni delle dotazioni di cassa, salvo

quelle previste dal comma 5-quater,

garantendo che il fondo di cassa alla fine

dell'esercizio sia non negativo;

e) variazioni riguardanti il fondo pluriennale

vincolato di cui all' art. 3, comma 5, del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118,

effettuata entro i termini di approvazione del

rendiconto in deroga al comma 3.

5-ter. Con il regolamento di contabilità si

disciplinano le modalità di comunicazione al

Consiglio delle variazioni di bilancio di cui al

comma 5-bis.

5-quater. Nel rispetto di quanto previsto dai

regolamenti di contabilità, i responsabili della

spesa o, in assenza di disciplina, il

responsabile finanziario, possono effettuare,

per ciascuno degli esercizi del bilancio:

a) le variazioni compensative del piano

esecutivo di gestione fra capitoli di entrata

della medesima categoria e fra i capitoli di

LEGGI D

'ITALIA

Page 73: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

73 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

spesa del medesimo macroaggregato, escluse

le variazioni dei capitoli appartenenti ai

macroaggregati riguardanti i trasferimenti

correnti, i contribuiti agli investimenti, ed ai

trasferimenti in conto capitale, che sono di

competenza della Giunta;

b) le variazioni di bilancio fra gli stanziamenti

riguardanti il fondo pluriennale vincolato e gli

stanziamenti correlati, in termini di

competenza e di cassa, escluse quelle previste

dall' art. 3, comma 5, del decreto legislativo

23 giugno 2011, n. 118. Le variazioni di

bilancio riguardanti le variazioni del fondo

pluriennale vincolato sono comunicate

trimestralmente alla giunta;

c) le variazioni di bilancio riguardanti

l'utilizzo della quota vincolata del risultato di

amministrazione derivanti da stanziamenti di

bilancio dell'esercizio precedente

corrispondenti a entrate vincolate, in termini

di competenza e di cassa, secondo le modalità

previste dall'art. 187, comma 3-quinquies;

d) le variazioni degli stanziamenti riguardanti

i versamenti ai conti di tesoreria statale

intestati all'ente e i versamenti a depositi

bancari intestati all'ente;

e) le variazioni necessarie per l'adeguamento

delle previsioni, compresa l'istituzione di

tipologie e programmi, riguardanti le partite

di giro e le operazioni per conto di terzi.

5-quinquies. Le variazioni al bilancio di

previsione disposte con provvedimenti

amministrativi, nei casi previsti dal presente

decreto, e le variazioni del piano esecutivo di

gestione non possono essere disposte con il

medesimo provvedimento amministrativo. Le

determinazioni dirigenziali di variazione

compensativa dei capitoli del piano esecutivo

di gestione di cui al comma 5-quater sono

effettuate al fine di favorire il conseguimento

degli obiettivi assegnati ai dirigenti.»;

f) il comma 6 è sostituito dal seguente:

«6. Sono vietate le variazioni di giunta

compensative tra macroaggregati appartenenti

a titoli diversi.»;

g) al comma 7, le parole: « nei servizi per

conto di terzi» sono sostituite dalle seguenti:

«nei titoli riguardanti le entrate e le spese per

conto di terzi e partite di giro»;

h) al comma 8, le parole: «30 novembre»

sono sostituite dalle seguenti: «31 luglio» e

dopo le parole: «fondo di riserva» sono

inserite le seguenti: «ed il fondo di cassa,»;

i) al comma 9, dopo le parole: «dell'organo

esecutivo» sono inserite le seguenti: «, salvo

quelle previste dal comma 5-quater,» e dopo

le parole: «entro il 15 dicembre di ciascun

anno» sono aggiunte le seguenti: «, fatte salve

le variazioni correlate alle variazioni di

bilancio previste al comma 3, che possono

essere deliberate sino al 31 dicembre di

ciascun anno.»;

l) dopo il comma 9 è aggiunto, in fine, il

seguente:

«9-bis. Le variazioni al bilancio di previsione

sono trasmesse al tesoriere inviando il

prospetto di cui all' art. 10, comma 4, del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni, allegato al

provvedimento di approvazione della

variazione. Sono altresì trasmesse al tesoriere:

a) le variazioni dei residui a seguito del loro

riaccertamento;

b) le variazioni del fondo pluriennale

vincolato effettuate nel corso dell'esercizio

finanziario.»;

m) dopo il comma 9-bis è aggiunto il

seguente: «9-ter. Nel corso dell'esercizio 2015

sono applicate le norme concernenti le

variazioni di bilancio vigenti nell'esercizio

2014, fatta salva la disciplina del fondo

pluriennale vincolato e del riaccertamento

straordinario dei residui. Gli enti che hanno

partecipato alla sperimentazione nel 2014

adottano la disciplina prevista dal presente

articolo a decorrere dal 1° gennaio 2015.»

24) all'art. 176:

a) alla rubrica, dopo le parole: «Prelevamenti

dal fondo di riserva» sono aggiunte le

seguenti: «e dai fondi spese potenziali»;

b) dopo le parole: «fondo di riserva» sono

inserite le seguenti: «, dal fondo di riserva di

cassa e dai fondi spese potenziali»;

25) all'art. 179:

a) dopo il primo periodo del comma 1 è

aggiunto il seguente: «Le entrate relative al

titolo “Accensione prestiti” sono accertate nei

LEGGI D

'ITALIA

Page 74: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

74 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

limiti dei rispettivi stanziamenti di

competenza del bilancio.»;

b) al comma 2, dopo le parole:

«l'accertamento delle entrate avviene» sono

aggiunte le seguenti: «distinguendo le entrate

ricorrenti da quelle non ricorrenti attraverso la

codifica della transazione elementare di cui

agli articoli 5 e 6 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118, e successive

modificazioni, seguendo le seguenti

disposizioni»;

c) alla lettera c) del comma 2, dopo le parole:

«delle spese» sono inserite le seguenti: «del

titolo “Servizi per conto terzi e partite di

giro”,»;

d) dopo la lettera c) del comma 2 è inserita la

seguente:

«c-bis) per le entrate derivanti da trasferimenti

e contributi da altre amministrazioni

pubbliche a seguito della comunicazione dei

dati identificativi dell'atto amministrativo di

impegno dell'amministrazione erogante

relativo al contributo o al finanziamento;»;

e) alla lettera d) del comma 2, dopo le parole:

«atti amministrativi specifici» sono aggiunte

le seguenti: «, salvo i casi, tassativamente

previsti nel principio applicato della

contabilità finanziaria, per cui è previsto

l'accertamento per cassa.»;

f) al comma 3, dopo le parole: «regolamento

di contabilità dell'ente» sono aggiunte le

seguenti: «, nel rispetto di quanto previsto dal

presente decreto e dal principio generale della

competenza finanziaria e dal principio

applicato della contabilità finanziaria di cui

agli allegati n. 1 e n. 4/2 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

g) dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:

«3-bis. L'accertamento dell'entrata è registrato

quando l'obbligazione è perfezionata, con

imputazione alle scritture contabili riguardanti

l'esercizio in cui l'obbligazione viene a

scadenza. Non possono essere riferite ad un

determinato esercizio finanziario le entrate il

cui diritto di credito non venga a scadenza

nello stesso esercizio finanziario. E’ vietato

l'accertamento attuale di entrate future. Le

entrate sono registrate nelle scritture contabili

anche se non determinano movimenti di cassa

effettivi.»;

26) all'art. 180:

a) alla lettera d) del comma 3, la parola:

«somme» è sostituita dalle seguenti: «entrate

derivanti da legge, da trasferimenti o da

prestiti»;

b) alla lettera e) del comma 3, le parole:

«della risorsa o del capitolo di bilancio cui è

riferita l'entrata» sono sostituite dalle

seguenti: «del titolo e della tipologia»;

c) alla lettera f) del comma 3, dopo le parole:

«la codifica» sono aggiunte le seguenti: «di

bilancio»;

d) dopo la lettera h) del comma 3 sono

aggiunte le seguenti:

« h-bis) la codifica SIOPE di cui all' art. 14

della legge 31 dicembre 2009, n. 196;

h-ter) i codici della transazione elementare di

cui agli articoli da 5 a 7, del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118.»;

e) al primo periodo del comma 4, dopo le

parole: «versata in favore dell'ente,» sono

inserite le seguenti: «ivi comprese le entrate

di cui al comma 4-ter,». Dopo il secondo

periodo è aggiunto il seguente: «L'ente

procede alla regolarizzazione dell'incasso

entro i successivi 60 giorni e, comunque,

entro i termini previsti per la resa del conto

del tesoriere.»;

f) dopo il comma 4 sono aggiunti, in fine, i

seguenti:

«4-bis. Gli ordinativi di incasso che si

riferiscono ad entrate di competenza

dell'esercizio in corso sono tenuti distinti da

quelli relativi ai residui, garantendone la

numerazione unica per esercizio e

progressiva. Gli ordinativi di incasso, sia in

conto competenza sia in conto residui, sono

imputati contabilmente all'esercizio in cui il

tesoriere ha incassato le relative entrate, anche

se la comunicazione è pervenuta all'ente

nell'esercizio successivo.

4-ter. Gli incassi derivanti dalle accensioni di

prestiti sono disposti nei limiti dei rispettivi

stanziamenti di cassa.

4-quater. E' vietata l'imputazione provvisoria

degli incassi in attesa di regolarizzazione alle

partite di giro.

LEGGI D

'ITALIA

Page 75: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

75 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

4-quinquies. Gli ordinativi d'incasso non

riscossi entro il termine dell'esercizio sono

restituiti dal tesoriere all'ente per

l'annullamento e la successiva emissione

nell'esercizio successivo in conto residui.

4-sexies. I codici di cui al comma 3, lettera h-

ter), possono essere applicati all'ordinativo di

incasso a decorrere dal 1° gennaio 2016.»;

27) al comma 3 dell'art. 181, dopo le parole:

«dal regolamento di contabilità» sono

aggiunte le seguenti: «, non superiori ai

quindici giorni lavorativi»;

28) all'art. 183:

a) al comma 1, dopo le parole: «indicata la

ragione» sono inserite le seguenti: «e la

relativa scadenza»;

b) alla lettera b) del comma 2 dopo le parole:

«oneri accessori» sono aggiunte le seguenti:

«nei casi in cui non si sia provveduto

all'impegno nell'esercizio in cui il contratto di

finanziamento è stato perfezionato»;

c) la lettera c) del comma 2 è sostituita dalla

seguente:

«c) per contratti di somministrazione

riguardanti prestazioni continuative, nei casi

in cui l'importo dell'obbligazione sia definita

contrattualmente. Se l'importo

dell'obbligazione non è predefinito nel

contratto, con l'approvazione del bilancio si

provvede alla prenotazione della spesa, per un

importo pari al consumo dell'ultimo esercizio

per il quale l'informazione è disponibile.»;

d) il terzo periodo del comma 3 è sostituito

dai seguenti: «Le spese di investimento per

lavori pubblici prenotate negli esercizi

successivi, la cui gara è stata formalmente

indetta, concorrono alla determinazione del

fondo pluriennale vincolato e non del risultato

di amministrazione. In assenza di

aggiudicazione definitiva della gara entro

l'anno successivo le economie di bilancio

confluiscono nell'avanzo di amministrazione

vincolato per la riprogrammazione

dell'intervento in c/capitale e il fondo

pluriennale è ridotto di pari importo.»;

e) i commi 5, 6, 7 e 8, sono sostituiti dai

seguenti:

«5. Tutte le obbligazioni passive

giuridicamente perfezionate, devono essere

registrate nelle scritture contabili quando

l'obbligazione è perfezionata, con

imputazione all'esercizio in cui l'obbligazione

viene a scadenza, secondo le modalità

previste dal principio applicato della

contabilità finanziaria di cui all'allegato n. 4/2

del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118

. Non possono essere riferite ad un

determinato esercizio finanziario le spese per

le quali non sia venuta a scadere nello stesso

esercizio finanziario la relativa obbligazione

giuridica. Le spese sono registrate anche se

non determinano movimenti di cassa effettivi.

6. Gli impegni di spesa sono assunti nei limiti

dei rispettivi stanziamenti di competenza del

bilancio di previsione, con imputazione agli

esercizi in cui le obbligazioni passive sono

esigibili. Non possono essere assunte

obbligazioni che danno luogo ad impegni di

spesa corrente:

a) sugli esercizi successivi a quello in corso, a

meno che non siano connesse a contratti o

convenzioni pluriennali o siano necessarie per

garantire la continuità dei servizi connessi con

le funzioni fondamentali, fatta salva la

costante verifica del mantenimento degli

equilibri di bilancio, anche con riferimento

agli esercizi successivi al primo;

b) sugli esercizi non considerati nel bilancio,

a meno delle spese derivanti da contratti di

somministrazione, di locazione, relative a

prestazioni periodiche o continuative di

servizi di cui all'art. 1677 del codice civile,

delle spese correnti correlate a finanziamenti

comunitari e delle rate di ammortamento dei

prestiti, inclusa la quota capitale.

Le obbligazioni che comportano impegni

riguardanti le partite di giro e i rimborsi delle

anticipazioni di tesoreria sono assunte

esclusivamente in relazione alle esigenze

della gestione.

7. I provvedimenti dei responsabili dei servizi

che comportano impegni di spesa sono

trasmessi al responsabile del servizio

finanziario e sono esecutivi con l'apposizione

del visto di regolarità contabile attestante la

copertura finanziaria.

8. Al fine di evitare ritardi nei pagamenti e la

formazione di debiti pregressi, il responsabile

LEGGI D

'ITALIA

Page 76: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

76 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

della spesa che adotta provvedimenti che

comportano impegni di spesa ha l'obbligo di

accertare preventivamente che il programma

dei conseguenti pagamenti sia compatibile

con i relativi stanziamenti di cassa e con le

regole del patto di stabilità interno; la

violazione dell'obbligo di accertamento di cui

al presente comma comporta responsabilità

disciplinare ed amministrativa. Qualora lo

stanziamento di cassa, per ragioni

sopravvenute, non consenta di far fronte

all'obbligo contrattuale, l'amministrazione

adotta le opportune iniziative, anche di tipo

contabile, amministrativo o contrattuale, per

evitare la formazione di debiti pregressi.»;

f) al primo periodo del comma 9, dopo le

parole: «assumono atti di impegno» sono

inserite le seguenti: «nel rispetto dei principi

contabili generali e del principio applicato

della contabilità finanziaria di cui agli allegati

n. 1 e n. 4/2 del decreto legislativo 23 giugno

2011, n. 118 , e successive modificazioni.» e,

al secondo periodo, le parole: «all'art. 151,

comma 4» sono sostituite dalle seguenti: «ai

commi 7 e 8.»;

g) dopo il comma 9 è inserito il seguente: «9-

bis. Gli impegni sono registrati distinguendo

le spese ricorrenti da quelle non ricorrenti

attraverso la codifica della transazione

elementare di cui agli articoli 5 e 6 del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni.»

29) all'art. 185:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente:

«1. Gli ordinativi di pagamento sono disposti

nei limiti dei rispettivi stanziamenti di cassa,

salvo i pagamenti riguardanti il rimborso delle

anticipazioni di tesoreria, i servizi per conto

terzi e le partite di giro.»;

b) la lettera c) del comma 2 è sostituita dalla

seguente:

«c) l'indicazione della missione, del

programma e del titolo di bilancio cui è

riferita la spesa e la relativa disponibilità,

distintamente per residui o competenza e

cassa;»;

c) alla lettera d) del comma 2, dopo la parola:

«codifica» sono aggiunte le seguenti: «di

bilancio»;

d) alla lettera e) del comma 2, le parole: «,

ove richiesto,» sono soppresse;

e) alla lettera i) della comma 2, dopo le

parole: «vincoli di destinazione» sono

aggiunte le seguenti: «stabiliti per legge o

relativi a trasferimenti o ai prestiti;»;

f) dopo la lettera i) del comma 2 sono inserite

le seguenti:

«i-bis) la codifica SIOPE di cui all' art. 14

della legge 31 dicembre 2009, n. 196;

i-ter) i codici della transazione elementare di

cui agli articoli da 5 a 7, del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118.

i-quater) l'identificazione delle spese non

soggette al controllo dei dodicesimi di cui

all'art. 163, comma 5, in caso di esercizio

provvisorio.»;

g) al comma 3, dopo le parole: «della

liquidazione» sono inserite le seguenti: «e al

rispetto dell'autorizzazione di cassa,»;

h) al secondo periodo del comma 4, le parole:

«Entro quindici giorni e comunque entro il

termine del mese in corso» sono sostituite

dalle seguenti: «Entro trenta giorni» e dopo le

parole: «ai fini della regolarizzazione» sono

aggiunte le seguenti: «, imputandolo

contabilmente all'esercizio in cui il tesoriere

ha effettuato il pagamento, anche se la relativa

comunicazione è pervenuta all'ente

nell'esercizio successivo.»;

i) dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

«4-bis. I codici di cui al comma 2, lettera i-

bis), possono essere applicati al mandato a

decorrere dal 1° gennaio 2016.»;

30) all'art. 186:

a) dopo il primo periodo del comma 1 è

aggiunto il seguente: «Tale risultato non

comprende le risorse accertate che hanno

finanziato spese impegnate con imputazione

agli esercizi successivi, rappresentate dal

fondo pluriennale vincolato determinato in

spesa del conto del bilancio.»;

b) dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

«1-bis. In occasione dell'approvazione del

bilancio di previsione è determinato l'importo

del risultato di amministrazione presunto

dell'esercizio precedente cui il bilancio si

riferisce.»;

31) all'art. 187:

LEGGI D

'ITALIA

Page 77: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

77 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

a) la rubrica è sostituita dalla seguente:

«Composizione del risultato di

amministrazione»;

b) i commi 1, 2 e 3 sono sostituiti dai

seguenti:

«1. Il risultato di amministrazione è distinto in

fondi liberi, fondi vincolati, fondi destinati

agli investimenti e fondi accantonati. I fondi

destinati agli investimenti sono costituiti dalle

entrate in c/capitale senza vincoli di specifica

destinazione non spese, e sono utilizzabili con

provvedimento di variazione di bilancio solo

a seguito dell'approvazione del rendiconto.

L'indicazione della destinazione nel risultato

di amministrazione per le entrate in conto

capitale che hanno dato luogo ad

accantonamento al fondo crediti di dubbia e

difficile esazione è sospeso, per l'importo

dell'accantonamento, sino all'effettiva

riscossione delle stesse. I trasferimenti in

conto capitale non sono destinati al

finanziamento degli investimenti e non

possono essere finanziati dal debito e dalle

entrate in conto capitale destinate al

finanziamento degli investimenti.

I fondi accantonati comprendono gli

accantonamenti per passività potenziali e il

fondo crediti di dubbia esigibilità. Nel caso in

cui il risultato di amministrazione non sia

sufficiente a comprendere le quote vincolate,

destinate e accantonate, l'ente è in disavanzo

di amministrazione. Tale disavanzo è iscritto

come posta a se stante nel primo esercizio del

bilancio di previsione secondo le modalità

previste dall'art. 188.

2. La quota libera dell'avanzo di

amministrazione dell'esercizio precedente,

accertato ai sensi dell'art. 186 e quantificato ai

sensi del comma 1, può essere utilizzato con

provvedimento di variazione di bilancio, per

le finalità di seguito indicate in ordine di

priorità:

a) per la copertura dei debiti fuori bilancio;

b) per i provvedimenti necessari per la

salvaguardia degli equilibri di bilancio di cui

all'art. 193 ove non possa provvedersi con

mezzi ordinari;

c) per il finanziamento di spese di

investimento;

d) per il finanziamento delle spese correnti a

carattere non permanente;

e) per l'estinzione anticipata dei prestiti.

Resta salva la facoltà di impiegare l'eventuale

quota del risultato di amministrazione

“svincolata”, in occasione dell'approvazione

del rendiconto, sulla base della

determinazione dell'ammontare definitivo

della quota del risultato di amministrazione

accantonata per il fondo crediti di dubbia

esigibilità, per finanziare lo stanziamento

riguardante il fondo crediti di dubbia

esigibilità nel bilancio di previsione

dell'esercizio successivo a quello cui il

rendiconto si riferisce.

3. Le quote del risultato presunto derivanti

dall'esercizio precedente, costituite da

accantonamenti risultanti dall'ultimo

consuntivo approvato o derivanti da fondi

vincolati possono essere utilizzate per le

finalità cui sono destinate prima

dell'approvazione del conto consuntivo

dell'esercizio precedente, attraverso

l'iscrizione di tali risorse, come posta a sé

stante dell'entrata, nel primo esercizio del

bilancio di previsione o con provvedimento di

variazione al bilancio. L'utilizzo della quota

vincolata o accantonata del risultato di

amministrazione è consentito, sulla base di

una relazione documentata del dirigente

competente, anche in caso di esercizio

provvisorio, esclusivamente per garantire la

prosecuzione o l'avvio di attività soggette a

termini o scadenza, la cui mancata attuazione

determinerebbe danno per l'ente, secondo le

modalità individuate al comma 3-quinquies.»;

c) dopo il comma 3-bis sono inseriti i

seguenti:

«3-ter. Costituiscono quota vincolata del

risultato di amministrazione le entrate

accertate e le corrispondenti economie di

bilancio:

a) nei casi in cui la legge o i principi contabili

generali e applicati individuano un vincolo di

specifica destinazione dell'entrata alla spesa;

b) derivanti da mutui e finanziamenti contratti

per il finanziamento di investimenti

determinati;

LEGGI D

'ITALIA

Page 78: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

78 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

c) derivanti da trasferimenti erogati a favore

dell'ente per una specifica destinazione

determinata;

d) derivanti da entrate accertate straordinarie,

non aventi natura ricorrente, cui

l'amministrazione ha formalmente attribuito

una specifica destinazione. E' possibile

attribuire un vincolo di destinazione alle

entrate straordinarie non aventi natura

ricorrente solo se l'ente non ha rinviato la

copertura del disavanzo di amministrazione

negli esercizi successivi e ha provveduto nel

corso dell'esercizio alla copertura di tutti gli

eventuali debiti fuori bilancio, compresi quelli

di cui all'art. 193.

L'indicazione del vincolo nel risultato di

amministrazione per le entrate vincolate che

hanno dato luogo ad accantonamento al fondo

crediti di dubbia e difficile esazione è

sospeso, per l'importo dell'accantonamento,

sino all'effettiva riscossione delle stesse.

3-quater. Se il bilancio di previsione impiega

quote vincolate del risultato di

amministrazione presunto ai sensi del comma

3, entro il 31 gennaio la Giunta verifica

l'importo delle quote vincolate del risultato di

amministrazione presunto sulla base di un

preconsuntivo relativo alle entrate e alle spese

vincolate ed approva l'aggiornamento

dell'allegato al bilancio di previsione di cui

all' art. 11, comma 3, lettera a), del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni. Se la quota

vincolata del risultato di amministrazione

presunto è inferiore rispetto all'importo

applicato al bilancio di previsione, l'ente

provvede immediatamente alle necessarie

variazioni di bilancio che adeguano l'impiego

del risultato di amministrazione vincolato.

3-quinquies. Le variazioni di bilancio che, in

attesa dell'approvazione del consuntivo,

applicano al bilancio quote vincolate o

accantonate del risultato di amministrazione,

sono effettuate solo dopo l'approvazione del

prospetto aggiornato del risultato di

amministrazione presunto da parte della

Giunta di cui al comma 3-quater. Le

variazioni consistenti nella mera re-iscrizione

di economie di spesa derivanti da

stanziamenti di bilancio dell'esercizio

precedente corrispondenti a entrate vincolate,

possono essere disposte dai dirigenti se

previsto dal regolamento di contabilità o, in

assenza di norme, dal responsabile

finanziario. In caso di esercizio provvisorio

tali variazioni sono di competenza della

Giunta.

3-sexies. Le quote del risultato presunto

derivante dall'esercizio precedente costituite

dagli accantonamenti effettuati nel corso

dell'esercizio precedente possono essere

utilizzate prima dell'approvazione del conto

consuntivo dell'esercizio precedente, per le

finalità cui sono destinate, con provvedimento

di variazione al bilancio, se la verifica di cui

al comma 3-quater e l'aggiornamento

dell'allegato al bilancio di previsione di cui

all' art. 11, comma 3, lettera a), del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni, sono effettuate con

riferimento a tutte le entrate e le spese

dell'esercizio precedente e non solo alle

entrate e alle spese vincolate.»;

32) all'art. 188:

a) al comma 1, dopo la parola: «è» è inserita

la seguente: «immediatamente» e le parole:

«al bilancio di previsione nei modi e nei

termini di cui all'art. 193, in aggiunta alle

quote di ammortamento accantonate e non

disponibili nel risultato contabile di

amministrazione» sono sostituite dalle

seguenti: «all'esercizio in corso di gestione

contestualmente alla delibera di approvazione

del rendiconto.»;

b) al comma 1, dopo il primo periodo, sono

aggiunti i seguenti:

«La mancata adozione della delibera che

applica il disavanzo al bilancio in corso di

gestione è equiparata a tutti gli effetti alla

mancata approvazione del rendiconto di

gestione. Il disavanzo di amministrazione può

anche essere ripianato negli esercizi

successivi considerati nel bilancio di

previsione, in ogni caso non oltre la durata

della consiliatura, contestualmente

all'adozione di una delibera consiliare avente

ad oggetto il piano di rientro dal disavanzo

nel quale siano individuati i provvedimenti

LEGGI D

'ITALIA

Page 79: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

79 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

necessari a ripristinare il pareggio. Il piano di

rientro è sottoposto al parere del collegio dei

revisori. Ai fini del rientro possono essere

utilizzate le economie di spesa e tutte le

entrate, ad eccezione di quelle provenienti

dall'assunzione di prestiti e di quelle con

specifico vincolo di destinazione, nonché i

proventi derivanti da alienazione di beni

patrimoniali disponibili e da altre entrate in

c/capitale con riferimento a squilibri di parte

capitale. Ai fini del rientro, in deroga all' art.

1, comma 169, della legge 27 dicembre 2006,

n. 296, contestualmente, l'ente può modificare

le tariffe e le aliquote relative ai tributi di

propria competenza. La deliberazione,

contiene l'analisi delle cause che hanno

determinato il disavanzo, l'individuazione di

misure strutturali dirette ad evitare ogni

ulteriore potenziale disavanzo, ed è allegata al

bilancio di previsione e al rendiconto,

costituendone parte integrante. Con

periodicità almeno semestrale il sindaco o il

presidente trasmette al Consiglio una

relazione riguardante lo stato di attuazione del

piano di rientro, con il parere del collegio dei

revisori. L'eventuale ulteriore disavanzo

formatosi nel corso del periodo considerato

nel piano di rientro deve essere coperto non

oltre la scadenza del piano di rientro in

corso.»;

c) dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti:

«1-bis. L'eventuale disavanzo di

amministrazione presunto accertato ai sensi

dell'art. 186, comma 1-bis, è applicato al

bilancio di previsione dell'esercizio

successivo secondo le modalità previste al

comma 1. A seguito dell'approvazione del

rendiconto e dell'accertamento dell'importo

definitivo del disavanzo di amministrazione

dell'esercizio precedente, si provvede

all'adeguamento delle iniziative assunte ai

sensi del presente comma.

1-ter. A seguito dell'eventuale accertamento

di un disavanzo di amministrazione presunto

nell'ambito delle attività previste dall'art. 187,

comma 3-quinquies, effettuate nel corso

dell'esercizio provvisorio nel rispetto di

quanto previsto dall'art. 187, comma 3, si

provvede alla tempestiva approvazione del

bilancio di previsione. Nelle more

dell'approvazione del bilancio la gestione

prosegue secondo le modalità previste dall'art.

163, comma 3.

1-quater. Agli enti locali che presentino,

nell'ultimo rendiconto deliberato, un

disavanzo di amministrazione ovvero debiti

fuori bilancio, ancorché da riconoscere, nelle

more della variazione di bilancio che dispone

la copertura del disavanzo e del

riconoscimento e finanziamento del debito

fuori bilancio, è fatto divieto di assumere

impegni e pagare spese per servizi non

espressamente previsti per legge. Sono fatte

salve le spese da sostenere a fronte di impegni

già assunti nei precedenti esercizi.»;

33) all'art. 189:

a) al comma 2 le parole: «nonché le somme

derivanti dalla stipulazione di contratti di

apertura di credito» sono sostituite dalle

seguenti: «esigibile nell'esercizio, secondo i

principi applicati della contabilità finanziaria

di cui all'allegato n. 4/2 del decreto legislativo

23 giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni.»;

b) al comma 3 le parole: «costituiscono

residui attivi le somme derivanti da mutui per

i quali è intervenuta la concessione definitiva

da parte della Cassa depositi e prestiti o degli

Istituti di previdenza ovvero la stipulazione

del contratto per i mutui concessi da altri

Istituti di credito.» sono sostituite dalle

seguenti: «le somme rese disponibili dalla

Cassa depositi e prestiti a titolo di

finanziamento e non ancora prelevate dall'ente

costituiscono residui attivi a valere dell'entrata

classificata come prelievi da depositi bancari,

nell'ambito del titolo Entrate da riduzione di

attività finanziarie, tipologia Altre entrate per

riduzione di attività finanziarie.»;

c) al comma 4 la parola: «accertamenti» è

sostituita dalla seguente: «entrate»;

34) all'art. 191:

a) al comma 1 le parole: «intervento o

capitolo» sono sostituite dalla seguente:

«programma». Il secondo periodo è sostituito

dai seguenti:

«Nel caso di spese riguardanti trasferimenti e

contributi ad altre amministrazioni pubbliche,

LEGGI D

'ITALIA

Page 80: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

80 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

somministrazioni, forniture, appalti e

prestazioni professionali, il responsabile del

procedimento di spesa comunica al

destinatario le informazioni relative

all'impegno. La comunicazione dell'avvenuto

impegno e della relativa copertura finanziaria,

riguardanti le somministrazioni, le forniture e

le prestazioni professionali, è effettuata

contestualmente all'ordinazione della

prestazione con l'avvertenza che la successiva

fattura deve essere completata con gli estremi

della suddetta comunicazione.»;

b) al comma 2 le parole: «all'intervento o

capitolo» sono sostituite dalle seguenti: «alla

missione e al programma», dopo le parole:

«di bilancio» sono inserite le seguenti: «e al

relativo capitolo di spesa del piano esecutivo

di gestione»;

c) il comma 5 è sostituito dal seguente:

«5. Il regolamento di contabilità dell'ente

disciplina le modalità attraverso le quali le

fatture o i documenti contabili equivalenti che

attestano l'avvenuta cessione di beni, lo stato

di avanzamento di lavori, la prestazione di

servizi nei confronti dell'ente sono

protocollate ed, entro 10 giorni, annotate nel

registro delle fatture ricevute secondo le

modalità previste dall' art. 42 del decreto-

legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito in

legge, con modificazioni, dalla legge 23

giugno 2014, n. 89 . Per il protocollo di tali

documenti è istituito un registro unico nel

rispetto della disciplina in materia di

documentazione amministrativa di cui al

decreto del Presidente della Repubblica 28

dicembre 2000, n. 445 , ed è esclusa la

possibilità di ricorrere a protocolli di settore o

di reparto.»;

35) all'art. 193:

a) al comma 1, dopo le parole: «dal presente

testo unico» sono aggiunte le seguenti: «, con

particolare riferimento agli equilibri di

competenza e di cassa di cui all'art. 162,

comma 6.»;

b) al comma 2, le parole: «30 settembre»

sono sostituite dalle seguenti: «31 luglio», le

parole: «ad effettuare la ricognizione sullo

stato di attuazione dei programmi. In tale sede

l'organo consiliare dà», sono sostituite dalle

seguenti: «a dare», e le parole: «, adotta

contestualmente i provvedimenti necessari per

il ripiano degli eventuali debiti di cui all'art.

194, per il ripiano dell'eventuale disavanzo di

amministrazione risultante dal rendiconto

approvato e, qualora i dati della gestione

finanziaria facciano prevedere un disavanzo,

di amministrazione o di gestione, per

squilibrio della gestione di competenza

ovvero della gestione dei residui, adotta le

misure necessarie a ripristinare il pareggio.»

sono sostituite dalle seguenti: «ad adottare,

contestualmente:

a) le misure necessarie a ripristinare il

pareggio qualora i dati della gestione

finanziaria facciano prevedere un disavanzo,

di gestione o di amministrazione, per

squilibrio della gestione di competenza, di

cassa ovvero della gestione dei residui;

b) i provvedimenti per il ripiano degli

eventuali debiti di cui all'art. 194;

c) le iniziative necessarie ad adeguare il fondo

crediti di dubbia esigibilità accantonato nel

risultato di amministrazione in caso di gravi

squilibri riguardanti la gestione dei residui.»;

c) il comma 3 è sostituito dal seguente: «3.

Ai fini del comma 2, fermo restando quanto

stabilito dall'art. 194, comma 2, possono

essere utilizzate per l'anno in corso e per i due

successivi le possibili economie di spesa e

tutte le entrate, ad eccezione di quelle

provenienti dall'assunzione di prestiti e di

quelle con specifico vincolo di destinazione,

nonché i proventi derivanti da alienazione di

beni patrimoniali disponibili e da altre entrate

in c/capitale con riferimento a squilibri di

parte capitale. Ove non possa provvedersi con

le modalità sopra indicate è possibile

impiegare la quota libera del risultato di

amministrazione. Per il ripristino degli

equilibri di bilancio e in deroga all' art. 1,

comma 169, della legge 27 dicembre 2006, n.

296, l'ente può modificare le tariffe e le

aliquote relative ai tributi di propria

competenza entro la data di cui al comma 2.»;

36) all'art. 195

a) la rubrica è sostituita dalla seguente:

«Utilizzo di entrate vincolate»:

LEGGI D

'ITALIA

Page 81: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

81 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

b) al comma 1, le parole: «di entrate aventi

specifica destinazione» sono sostituite dalle

seguenti: «delle entrate vincolate di cui all'art.

180, comma 3, lettera d)». Dopo il primo

periodo, è aggiunto il seguente: «I movimenti

di utilizzo e di reintegro delle somme

vincolate di cui all'art. 180, comma 3, sono

oggetto di registrazione contabile secondo le

modalità indicate nel principio applicato della

contabilità finanziaria.»;

c) al comma 2, le parole: «somme a specifica

destinazione» sono sostituite dalle seguenti:

«entrate vincolate», le parole: «dal tesoriere

su specifiche richieste del servizio finanziario

dell'ente» sono sostituite dalle seguenti:

«dall'ente con l'emissione di appositi

ordinativi di incasso e pagamento di

regolazione contabile»;

d) al comma 3, le parole: «somme a specifica

destinazione» sono sostituite dalle seguenti:

«entrate vincolate». Dopo il secondo periodo

del comma 3 è aggiunto il seguente: « La

ricostituzione dei vincoli è perfezionata con

l'emissione di appositi ordinativi di incasso e

pagamento di regolazione contabile.»;

e) al comma 4, le parole: «somme a specifica

destinazione» sono sostituite dalle seguenti:

«entrate vincolate»;

37) la lettera a) del comma 2 dell'art. 197 è

sostituita dalla seguente:

«a) predisposizione del piano esecutivo di

gestione;»;

38) all'art. 199:

a) alla lettera b) del comma 1 dell'art. 199, le

parole: «avanzi di» sono sostituite dalle

seguenti: «avanzo di parte corrente del», la

parola: «costituiti» è sostituita dalla seguente:

«costituito»;

b) dopo il comma 1, è inserito il seguente:

«1-bis. Le entrate di cui al comma 1, lettere

a), c), d) ed f) sono destinate esclusivamente

al finanziamento di spese di investimento e

non possono essere impiegate per la spesa

corrente.»;

39) all'art. 200:

a) la rubrica è sostituita dalla seguente: «Gli

investimenti»:

b) al comma 1, le parole: «pluriennale

originario, eventualmente modificato

dall'organo consiliare,» sono sostituite dalle

seguenti: «di previsione»;

c) dopo il comma 1, sono aggiunti, in fine, i

seguenti:

«1-bis. La copertura finanziaria delle spese di

investimento imputate agli esercizi successivi

è costituita:

a) da risorse accertate esigibili nell'esercizio

in corso di gestione, confluite nel fondo

pluriennale vincolato accantonato per gli

esercizi successivi;

b) da risorse accertate esigibili negli esercizi

successivi, la cui esigibilità è nella piena

discrezionalità dell'ente o di altra pubblica

amministrazione;

c) dall'utilizzo del risultato di

amministrazione nel primo esercizio

considerato nel bilancio di previsione, nel

rispetto di quanto previsto dall'art. 187. Il

risultato di amministrazione può confluire nel

fondo pluriennale vincolato accantonato per

gli esercizi successivi.

1-ter. Per l'attività di investimento che

comporta impegni di spesa che vengono a

scadenza in più esercizi finanziari, deve

essere dato specificamente atto, al momento

dell'attivazione del primo impegno, di aver

predisposto la copertura finanziaria per

l'effettuazione della complessiva spesa

dell'investimento, anche se la forma di

copertura è stata già indicata nell'elenco

annuale del piano delle opere pubbliche di cui

all' art. 128 del decreto legislativo n. 163 del

2006.»;

40) all'art. 201:

a) al comma 1, dopo le parole: «sono

autorizzate» sono inserite le seguenti: «, nel

rispetto dei limiti imposti dall'ordinamento

alla possibilità di indebitamento,»;

b) al comma 2, le parole: «al miliardo di lire»

sono sostituite dalle seguenti: «a

cinquecentomila euro»;

41) all'art. 203:

a) alla lettera b) del comma 1, la parola:

«annuale» è sostituita dalle seguenti: «di

previsione» le parole: «incluse le relative

previsioni» sono sostituite dalle seguenti:

«iscritti i relativi stanziamenti»;

LEGGI D

'ITALIA

Page 82: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

82 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

b) al comma 2, la parola: «annuale» è

sostituita dalla seguente: «di previsione» e le

parole: «modifica il bilancio pluriennale e la

relazione previsionale e programmatica» sono

sostituite dalle seguenti: «adegua il

documento unico di programmazione e di

conseguenza le previsioni del bilancio degli

esercizi successivi»;

42) all'art. 204:

a) al comma 1, le parole: «Per le comunità

montane si fa riferimento ai primi due titoli

delle entrate.» sono soppresse;

b) alla fine del comma 1 sono aggiunti i

seguenti periodi: «Il rispetto del limite è

verificato facendo riferimento anche agli

interessi riguardanti i finanziamenti contratti e

imputati contabilmente agli esercizi

successivi. Non concorrono al limite di

indebitamento le garanzie prestate per le quali

l'ente ha accantonato l'intero importo del

debito garantito.»;

c) al comma 2, le parole: «dall'Istituto

nazionale di previdenza per i dipendenti

dell'amministrazione pubblica» sono

soppresse. Alla lettera f), le parole: «Ministro

del tesoro, bilancio e programmazione

economica» sono sostituite dalle seguenti:

«dal Ministro dell'economia e delle finanze»;

d) il secondo periodo del comma 3 è

soppresso;

43) all'art. 205-bis:

a) alla lettera a) del comma 3, le parole:

«L'erogazione dell'intero importo messo a

disposizione al momento della contrazione

dell'apertura di credito ha luogo nel termine

massimo di tre anni, ferma restando la

possibilità per l'ente locale di disciplinare

contrattualmente le condizioni economiche di

un eventuale utilizzo parziale;» sono

soppresse;

b) dopo il comma 3 è inserito il seguente:

«3-bis. Il contratto di cui al comma 3 può

prevedere l'erogazione dei singoli tiraggi sulla

base di scritture private ovvero di atti di

quietanza, fermo restando, al termine di

periodi di tempo contrattualmente

predeterminati, la formalizzazione

dell'insieme dei tiraggi effettuati con unico

atto pubblico.»;

44) all'art. 206:

a) al comma 1, la parola: «annuale» è

sostituita dalle seguenti: «di previsione»;

b) il secondo periodo del comma 1 è

soppresso;

45) all'art. 207:

a) al comma 1, dopo le parole: «dalle

comunità montane di cui fanno parte» sono

aggiunte le seguenti: «che possono essere

destinatari di contributi agli investimenti

finanziati da debito, come definiti dall'art. 3,

comma 18, lettere g) ed h), della legge 24

dicembre 2003, n. 350 .»;

b) al comma 3, dopo le parole: «anche a

favore di terzi» sono inserite le seguenti: «,

che possono essere destinatari di contributi

agli investimenti finanziati da debito, come

definiti dall'art. 3, comma 18, lettere g) ed h),

della legge 24 dicembre 2003, n. 350 ,»;

c) dopo il comma 4 è aggiunto, in fine, il

seguente:

«4-bis. Con il regolamento di contabilità l'ente

può limitare la possibilità di rilasciare

fideiussioni.»;

46) alla lettera b) del comma 1 all'art. 208, le

parole: «lire 1 miliardo» sono sostituite dalle

seguenti: «cinquecentomila euro»;

47) all'art. 209, dopo il comma 3 è aggiunto il

seguente:

«3-bis. Il tesoriere tiene contabilmente distinti

gli incassi di cui all'art. 180, comma 3, lettera

d). I prelievi di tali risorse sono consentiti

solo con i mandati di pagamento di cui all'art.

185, comma 2, lettera i). E’ consentito

l'utilizzo di risorse vincolate secondo le

modalità e nel rispetto dei limiti previsti

dall'art. 195.»;

48) dopo il comma 1 dell'art. 215 è aggiunto

il seguente:

«1-bis. Il tesoriere non gestisce i codici della

transazione elementare di cui agli articoli da

5 a 7, del decreto legislativo 23 giugno 2011,

n. 118, inseriti nei campi liberi dell'ordinativo

a disposizione dell'ente.»;

49) all'art. 216:

a) al comma 1 le parole: «solo se i mandati

risultano emessi entro i limiti dei rispettivi

interventi stanziati in bilancio o dei capitoli

per i servizi per conto di terzi» sono sostituite

LEGGI D

'ITALIA

Page 83: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

83 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

dalle seguenti: «nei limiti degli stanziamenti

di cassa. I mandati in conto competenza non

possono essere pagati per un importo

superiore alla differenza tra il relativo

stanziamento di competenza e la rispettiva

quota riguardante il fondo pluriennale

vincolato.». Al secondo periodo, dopo le

parole: «debitamente esecutive» sono

aggiunte, in fine, le seguenti: «riguardanti

l'esercizio in corso di gestione. Il tesoriere

gestisce solo il primo esercizio del bilancio di

previsione e registra solo le delibere di

variazione del fondo pluriennale vincolate

effettuate entro la chiusura dell'esercizio

finanziario.»;

b) al comma 2, dopo le parole: «se privo

della codifica» sono aggiunte, in fine, le

seguenti: «, compresa la codifica SIOPE di

cui all' art. 14 della legge 31 dicembre 2009,

n. 196. Il tesoriere non gestisce i codici della

transazione elementare di cui agli articoli da

5 a 7, del decreto legislativo 23 giugno 2011,

n. 118, inseriti nei campi liberi del mandato a

disposizione dell'ente»;

c) il comma 3 è sostituito dal seguente: «3. I

mandati in conto residui non possono essere

pagati per un importo superiore all'ammontare

dei residui risultanti in bilancio per ciascun

programma.»;

50) all'art. 222 le parole: «per i comuni, le

province, le città metropolitane e le unioni di

comuni» e «e per le comunità montane ai

primi due titoli» sono soppresse;

51) all'art. 224, dopo il comma 1 è aggiunto il

seguente:

«1-bis. Il regolamento di contabilità dell'ente

disciplina le modalità di svolgimento della

verifica straordinaria di cassa.»;

52) alla lettera c) del comma 1 dell'art. 225,

dopo la parola: «conservazione» sono inserite

le seguenti: «per almeno cinque anni» e la

parola: «periodiche» è soppressa;

53) all'art. 226:

a) al comma 2, le parole: «su modello

approvato col regolamento di cui all'art. 160»

sono sostituite dalle seguenti: «su modello di

cui all'allegato n. 17 al decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 »;

b) alla lettera a) del comma 2 la parola:

«risorsa» è sostituita dalla seguente:

«tipologia», la parola: «intervento» è

sostituita dalla seguente: «programma», le

parole: «nonché per ogni capitolo di entrata e

di spesa per i servizi per conto di terzi» sono

soppresse;

c) alla lettera c) del comma 2, la parola:

«meccanografici» è sostituita dalla seguente:

«informatici»;

54) all'art. 227:

a) al comma 1, dopo la parola: «rendiconto»

sono inserite le seguenti: «della gestione», le

parole: «ed il conto del patrimonio» sono

sostituite dalle seguenti: «e lo stato

patrimoniale»;

b) il comma 2 è sostituito dal seguente:

«2. Il rendiconto della gestione è deliberato

entro il 30 aprile dell'anno successivo

dall'organo consiliare, tenuto motivatamente

conto della relazione dell'organo di revisione.

La proposta è messa a disposizione dei

componenti dell'organo consiliare prima

dell'inizio della sessione consiliare in cui

viene esaminato il rendiconto entro un

termine, non inferiore a venti giorni, stabilito

dal regolamento di contabilità.»;

c) dopo il comma 2-bis è inserito il seguente:

«2-ter. Contestualmente al rendiconto, l'ente

approva il rendiconto consolidato,

comprensivo dei risultati degli eventuali

organismi strumentali secondo le modalità

previste dall' art. 11, commi 8 e 9, del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni.»;

d) il comma 3 è sostituito dal seguente:

«3. Nelle more dell'adozione della contabilità

economico-patrimoniale, gli enti locali con

popolazione inferiore a 5.000 abitanti che si

avvalgono della facoltà, prevista dall'art. 232,

non predispongono il conto economico, lo

stato patrimoniale e il bilancio consolidato.»;

e) il comma 5 è sostituito dal seguente:

«5. Al rendiconto della gestione sono allegati

i documenti previsti dall' art. 11 comma 4 del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni, ed i seguenti

documenti:

LEGGI D

'ITALIA

Page 84: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

84 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

a) l'elenco degli indirizzi internet di

pubblicazione del rendiconto della gestione,

del bilancio consolidato deliberati e relativi al

penultimo esercizio antecedente quello cui si

riferisce il bilancio di previsione, dei

rendiconti e dei bilanci consolidati delle

unioni di comuni di cui il comune fa parte e

dei soggetti considerati nel gruppo

“amministrazione pubblica” di cui al principio

applicato del bilancio consolidato allegato al

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni, relativi al

penultimo esercizio antecedente quello cui il

bilancio si riferisce. Tali documenti contabili

sono allegati al rendiconto della gestione

qualora non integralmente pubblicati nei siti

internet indicati nell'elenco;

b) la tabella dei parametri di riscontro della

situazione di deficitarietà strutturale;

c) il piano degli indicatori e dei risultati di

bilancio.»;

f) dopo il comma 6, sono aggiunti, in fine, i

seguenti:

«6-bis. Nel sito internet dell'ente, nella

sezione dedicata ai bilanci, è pubblicata la

versione integrale del rendiconto della

gestione, comprensivo anche della gestione in

capitoli, dell'eventuale rendiconto

consolidato, comprensivo della gestione in

capitoli ed una versione semplificata per il

cittadino di entrambi i documenti.

6-ter. I modelli relativi alla resa del conto da

parte degli agenti contabili sono quelli

previsti dal decreto del Presidente della

Repubblica 31 gennaio 1996, n. 194 . Tali

modelli sono aggiornati con le procedure

previste per l'aggiornamento degli allegati al

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.

6-quater. Contestualmente all'approvazione

del rendiconto, la giunta adegua, ove

necessario, i residui, le previsioni di cassa e

quelle riguardanti il fondo pluriennale

vincolato alle risultanze del rendiconto, fermo

restando quanto previsto dall'art. 188, comma

1, in caso di disavanzo di amministrazione.»;

55) all'art. 228 sono apportate le seguenti

modificazioni:

a) al comma 1, le parole: «autorizzatoria

contenuta nel bilancio annuale rispetto alle

previsioni» sono sostituite dalle seguenti:

«rispetto alle autorizzazioni contenute nel

primo esercizio considerato nel bilancio di

previsione»;

b) al comma 2, le parole: «risorsa dell’» sono

sostituite dalle seguenti: «tipologia di» e le

parole: «intervento della» sono sostituite dalle

seguenti: «programma di» e le parole:

«nonché per ciascun capitolo dei servizi per

conto di terzi,» sono soppresse;

c) alla lettera b) del comma 2, dopo le parole:

«di quella ancora da pagare» sono aggiunte le

seguenti: «e di quella impegnata con

imputazione agli esercizi successivi

rappresentata dal fondo pluriennale

vincolato»;

d) al comma 3, dopo le parole: «in parte dei

residui» sono aggiunte le seguenti: «e della

corretta imputazione in bilancio, secondo le

modalità di cui all' art. 3, comma 4, del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni»;

e) al comma 4, le parole: «contabile di

gestione e con quello contabile di

amministrazione, in termini di avanzo,

pareggio o disavanzo» sono sostituite dalle

seguenti: «della gestione di competenza e

della gestione di cassa e del risultato di

amministrazione alla fine dell'esercizio»;

f) il comma 5 è sostituito dal seguente:

«5. Al rendiconto sono allegati la tabella dei

parametri di riscontro della situazione di

deficitarietà strutturale ed il piano degli

indicatori e dei risultati di bilancio. La tabella

dei parametri di riscontro della situazione di

deficitarietà strutturale e il piano degli

indicatori e dei risultati di bilancio sono

altresì allegati al certificato del rendiconto.»;

g) al comma 7, la parola: «sui» è sostituita

dalla seguente: «riguardante», le parole:

«gestionali dei servizi degli enti locali

indicati» sono sostituite dalla seguente:

«contenuti» e le parole: «nella Gazzetta

Ufficiale della Repubblica italiana.» sono

sostituite dalle seguenti: «nel sito internet del

Ministero dell'interno.»;

LEGGI D

'ITALIA

Page 85: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

85 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

h) al comma 8, le parole: «e le tabelle di cui

al comma 5 sono approvati con il regolamento

di cui all'art. 160» sono sostituite dalle

seguenti: «sono predisposti secondo lo

schema di cui all'allegato n. 10 al decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

56) all'art. 229:

a) i commi 1 e 2 sono sostituiti dai seguenti:

«1. Il conto economico evidenzia i

componenti positivi e negativi della gestione

di competenza economica dell'esercizio

considerato, rilevati dalla contabilità

economico-patrimoniale, nel rispetto del

principio contabile generale n. 17 e dei

principi applicati della contabilità economico-

patrimoniale di cui all'allegato n. 1 e n. 10 al

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni, e rileva il risultato

economico dell'esercizio.

2. Il conto economico è redatto secondo lo

schema di cui all'allegato n. 10 al decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

b) i commi 3, 4, 5, 6, 7, 9 e 10 sono abrogati;

57) all'art. 230:

a) alla rubrica, le parole: «conto del

patrimonio» sono sostituite dalle seguenti:

«Lo stato patrimoniale»;

b) il comma 1 è sostituito dal seguente:

«1. Lo stato patrimoniale rappresenta i

risultati della gestione patrimoniale e la

consistenza del patrimonio al termine

dell'esercizio ed è predisposto nel rispetto del

principio contabile generale n. 17 e dei

principi applicati della contabilità economico-

patrimoniale di cui all'allegato n. 1 e n. 4/3 al

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

c) al comma 2, le parole: «, suscettibili di

valutazione ed attraverso la cui

rappresentazione contabile ed il relativo

risultato finale differenziale è determinata la

consistenza netta della dotazione

patrimoniale» sono soppresse. Dopo il primo

periodo è aggiunto il seguente:

«Attraverso la rappresentazione contabile del

patrimonio è determinata la consistenza netta

della dotazione patrimoniale.»;

d) al comma 3, le parole: «nel conto del

patrimonio» sono sostituite dalle seguenti:

«nello stato patrimoniale»;

e) al comma 4, le parole: «come segue:» sono

sostituite dalle seguenti: «, secondo le

modalità previste dal principio applicato della

contabilità economico-patrimoniale di cui

all'allegato n. 4/3 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni.» e le lettere a), b), c), d), e), f),

g) ed h) sono soppresse;

f) il comma 5 è sostituito dal seguente:

«5. Lo stato patrimoniale comprende anche i

crediti inesigibili, stralciati dal conto del

bilancio, sino al compimento dei termini di

prescrizione. Al rendiconto della gestione è

allegato l'elenco di tali crediti distintamente

rispetto a quello dei residui attivi.»;

g) il comma 6 è sostituito dal seguente:

«6. Il regolamento di contabilità può

prevedere la compilazione di conti

patrimoniali di inizio e fine mandato degli

amministratori.»;

h) il comma 9 è sostituito dal seguente:

«9. Lo stato patrimoniale è redatto secondo lo

schema di cui all'allegato n. 4/3 al decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e

successive modificazioni e integrazioni.»;

f) dopo il comma 9 è inserito il seguente:

«9-bis. Nell'apposita sezione dedicata ai

bilanci del sito internet degli enti locali è

pubblicato il rendiconto della gestione, il

conto del bilancio articolato per capitoli, e il

rendiconto semplificato per il cittadino di cui

all' art. 11 del decreto legislativo 23 giugno

2011, n. 118 e successive modificazioni e

integrazioni.»;

58) l'art. 231 è sostituito dal seguente:

«Art. 231. (La relazione sulla gestione). - 1.

La relazione sulla gestione è un documento

illustrativo della gestione dell'ente, nonché dei

fatti di rilievo verificatisi dopo la chiusura

dell'esercizio, contiene ogni eventuale

informazione utile ad una migliore

comprensione dei dati contabili, ed è

predisposto secondo le modalità previste dall'

art. 11, comma 6, del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118, e successive

modificazioni.»;

LEGGI D

'ITALIA

Page 86: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

86 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

59) l'art. 232 è sostituito dal seguente:

«Art. 232. (Contabilità economico-

patrimoniale). - 1. Gli enti locali garantiscono

la rilevazione dei fatti gestionali sotto il

profilo economico-patrimoniale nel rispetto

del principio contabile generale n. 17 della

competenza economica e dei principi applicati

della contabilità economico-patrimoniale di

cui agli allegati n. 1 e n. 4/3 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.

2. Gli enti locali con popolazione inferiore a

5.000 abitanti possono non tenere la

contabilità economico-patrimoniale fino

all'esercizio 2017.»;

60) dopo l'art. 233 è inserito il seguente:

«Art. 233-bis. (Il bilancio consolidato). - 1. Il

bilancio consolidato di gruppo è predisposto

secondo le modalità previste dal decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.

2. Il bilancio consolidato è redatto secondo lo

schema previsto dall'allegato n. 11 del decreto

legislativo 23 giugno 2011 . n. 118, e

successive modificazioni.

3. Gli enti locali con popolazione inferiore a

5.000 abitanti possono non predisporre il

bilancio consolidato fino all'esercizio 2017.»;

61) all'art. 239:

a) al comma 1, lettera b), numero 2), dopo le

parole: «variazioni di bilancio» sono aggiunte

le seguenti: «escluse quelle attribuite alla

competenza della giunta, del responsabile

finanziario e dei dirigenti, a meno che il

parere dei revisori sia espressamente previsto

dalle norme o dai principi contabili, fermo

restando la necessità dell'organo di revisione

di verificare, in sede di esame del rendiconto

della gestione, dandone conto nella propria

relazione, l'esistenza dei presupposti che

hanno dato luogo alle variazioni di bilancio

approvate nel corso dell'esercizio, comprese

quelle approvate nel corso dell'esercizio

provvisorio.»;

b) alla lettera d) del comma 1, dopo le parole:

«di deliberazione consiliare» sono inserite le

seguenti: «di approvazione». Al secondo

periodo, dopo le parole: «La relazione» sono

inserite le seguenti: «dedica un'apposita

sezione all'eventuale rendiconto consolidato

di cui all'art. 11, commi 8 e 9, e»;

c) dopo la lettera d) è inserita la seguente:

«d-bis) relazione sulla proposta di

deliberazione consiliare di approvazione del

bilancio consolidato di cui all'art. 233-bis e

sullo schema di bilancio consolidato, entro il

termine previsto dal regolamento di

contabilità e comunque non inferiore a 20

giorni, decorrente dalla trasmissione della

stessa proposta approvata dall'organo

esecutivo;»;

62) al comma 4 dell'art. 246, le parole:

«bilancio preventivo per l'esercizio

successivo» sono sostituite dalle seguenti:

«bilancio di previsione per il triennio

successivo»;

63) al primo periodo del comma 1 dell'art.

250, dopo le parole: «nell'ultimo bilancio

approvato» sono inserite le seguenti: «con

riferimento all'esercizio in corso,»;

64) al primo periodo del comma 5 dell'art.

268-bis, le parole: «nei bilanci annuale e

pluriennale» sono sostituite dalle seguenti: «in

ciascuno degli esercizi considerati nel

bilancio di previsione.».

Art. 75 Adeguamento della definizione di

indebitamento 118

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Nella legge 24 dicembre 2003, n. 350 ,

sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 17 dell'art. 3 è sostituito dal

seguente:

«17. Per gli enti di cui al comma 16,

costituiscono indebitamento, agli effetti

dell'art. 119, sesto comma, della Costituzione,

l'assunzione di mutui, l'emissione di prestiti

obbligazionari, le cartolarizzazioni relative a

118

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 87: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

87 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

flussi futuri di entrata, a crediti e a attività

finanziarie e non finanziarie, l'eventuale

somma incassata al momento del

perfezionamento delle operazioni derivate di

swap (cosiddetto upfront), le operazioni di

leasing finanziario stipulate dal 1° gennaio

2015, il residuo debito garantito dall'ente a

seguito della definitiva escussione della

garanzia. Inoltre, costituisce indebitamento il

residuo debito garantito a seguito

dell'escussione della garanzia per tre annualità

consecutive, fermo restando il diritto di

rivalsa nei confronti del debitore originario.

Dal 2015, gli enti di cui al comma 16

rilasciano garanzie solo a favore dei soggetti

che possono essere destinatari di contributi

agli investimenti finanziati da debito e per le

finalità definite dal comma 18.Non

costituiscono indebitamento, agli effetti del

citato art. 119, le operazioni che non

comportano risorse aggiuntive, ma

consentono di superare, entro il limite

massimo stabilito dalla normativa statale

vigente, una momentanea carenza di liquidità

e di effettuare spese per le quali è già prevista

idonea copertura di bilancio.»;

b) al comma 18 dell'art. 3, le parole: «

Trasferimenti in conto capitale» sono

sostituite dalle seguenti: «Contributi agli

investimenti e i trasferimenti in conto capitale

a seguito di escussione delle garanzie».

Art. 76 Adeguamento delle disposizioni in

materia di trasparenza dei bilanci 119

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Gli enti soggetti al titolo I del presente

decreto pubblicano nel proprio sito

istituzionale, nella sezione dedicata ai bilanci,

tutti i documenti contabili previsti dai

rispettivi ordinamenti.

119

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

2. Dal 1° gennaio 2015 agli enti di cui al

comma 1 non si applicano:

a) l' art. 6 della legge 25 febbraio 1987, n.

67, recante rinnovo della legge 5 agosto 1981,

n. 416 , recante disciplina delle imprese

editrici e provvidenze per l'editoria;

b) il decreto del Presidente della Repubblica

15 febbraio 1989, n. 90 , recante

approvazione dei modelli degli estratti di

bilancio che gli enti pubblici devono

compilare e pubblicare sui giornali quotidiani

e periodici, ai sensi dell' art. 6 della legge 25

febbraio 1987, n. 67.

Art. 77 Abrogazioni 120

In vigore dal 12 settembre 2014

1. A decorrere dal 1° gennaio 2015 sono

abrogati:

a) l' art. 10 della legge 16 maggio 1970, n.

281;

b) la legge 6 dicembre 1973, n. 853 ,

concernente autonomia contabile e funzionale

dei consigli regionali delle regioni a statuto

ordinario;

c) il decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76

, concernente principi fondamenti e norme di

coordinamento in materia di bilancio e di

contabilità delle regioni in attuazione dell' art.

1, comma 4, della legge 25 giugno 1999, n.

208;

d) il decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 170

, concernente ricognizione dei principi

fondamentali in materia di armonizzazione

dei bilanci pubblici, a norma dell' art. 1 della

legge 5 giugno 2003, n. 131;

e) il comma 4 dell' art. 6 del decreto-legge 6

luglio 2012, n. 95, convertito, con

modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.

120

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

LEGGI D

'ITALIA

Page 88: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

88 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

135 , fatta salva l'applicazione ai fini della

rendicontazione dell'esercizio 2014;

f) il comma 17 dell' art. 6 del decreto-legge 6

luglio 2012, n. 95, convertito, con

modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.

135 , fatta salva l'applicazione all'esercizio

2014;

g) l' art. 4, comma 3, della legge 14 gennaio

2013, n. 10, concernente norme per lo

sviluppo degli spazi verdi urbani;

h) al decreto del Presidente della Repubblica

31 gennaio 1996, n. 194 :

1) le lettere da a) a v) del comma 1 dell'art. 1;

2) i commi 2, 3 e 5 dell'art. 1;

3) gli articoli 2, 3 e 4.

TITOLO V

Disposizioni finali e transitorie 121

Art. 78 Sperimentazione 122

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Al fine di verificare l'effettiva rispondenza

del nuovo assetto contabile definito dal

presente decreto alle esigenze conoscitive

della finanza pubblica e per individuare

eventuali criticità del sistema e le conseguenti

modifiche intese a realizzare una più efficace

disciplina della materia, a decorrere dal 2012

è avviata una sperimentazione, della durata di

tre esercizi finanziari, riguardante l'attuazione

delle disposizioni di cui al titolo I, con

particolare riguardo all'adozione del bilancio

di previsione finanziario annuale di

competenza e di cassa, e della classificazione

per missioni e programmi di cui all'art. 33.

121

Titolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V. 122

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

2. Ai fini della sperimentazione, entro 120

giorni dalla data di entrata in vigore del

presente decreto, con decreto del Presidente

del Consiglio dei ministri, su proposta del

Ministro dell'economia e delle finanze, di

concerto con il Ministro dell'interno, il

Ministro delle riforme per il federalismo, il

Ministro per i rapporti con le regioni e per la

coesione territoriale e il Ministro per la

semplificazione normativa, d'intesa con la

Conferenza unificata di cui all' art. 8 del

decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281,

sono definiti le modalità della

sperimentazione, i principi contabili applicati

di cui all'art. 3, il livello minimo di

articolazione del piano dei conti integrato

comune e del piano dei conti integrato di

ciascun comparto di cui all'art. 4, la codifica

della transazione elementare di cui all'art. 6,

gli schemi di bilancio di cui agli articoli 11 e

12, i criteri di individuazione dei Programmi

sottostanti le missioni, le metodologie comuni

ai diversi enti per la costruzione di un sistema

di indicatori di risultato semplici, misurabili e

riferiti ai programmi del bilancio e le modalità

di attuazione della classificazione per

missioni e programmi di cui all’ art. 17 e le

eventuali ulteriori modifiche e integrazioni

alle disposizioni concernenti il sistema

contabile delle amministrazioni coinvolte

nella sperimentazione di cui al comma 1. Il

decreto di cui al primo periodo prevede la

sperimentazione della tenuta della contabilità

finanziaria sulla base di una configurazione

del principio della competenza finanziaria

secondo la quale le obbligazioni attive e

passive giuridicamente perfezionate, che

danno luogo a entrate e spese per l'ente di

riferimento sono registrate nelle scritture

contabili con l'imputazione all'esercizio nel

quale esse vengono a scadenza, ferma

restando, nel caso di attività di investimento

che comporta impegni di spesa che vengono a

scadenza in più esercizi finanziari, la

necessità di predisporre, sin dal primo anno,

la copertura finanziaria per l'effettuazione

della complessiva spesa dell'investimento. Ai

fini della sperimentazione, il bilancio di

previsione annuale e il bilancio di previsione

LEGGI D

'ITALIA

Page 89: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

89 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

pluriennale hanno carattere autorizzatorio,

costituendo limite agli impegni di spesa, fatta

eccezione per le partite di giro, i servizi per

conto di terzi e per i rimborsi delle

anticipazioni di cassa. Per i comuni con

popolazione inferiore a 5000 abitanti possono

essere sperimentati sistemi di contabilità e

schemi di bilancio semplificati. La tenuta

della contabilità delle amministrazioni

coinvolte nella sperimentazione è disciplinata

dalle disposizioni di cui al titolo I e al decreto

di cui al presente comma, nonché dalle

discipline contabili vigenti alla data di entrata

in vigore del presente decreto, in quanto con

esse compatibili. Per le regioni, in via

sperimentale, può essere verificata la

possibilità di individuare appositi programmi

anche di carattere strumentale in relazione alle

specifiche competenze ad esse attribuiti e nel

rispetto dei principi di omogeneità di

classificazione delle spese di cui all'art. 12

della presente legge. Al termine del primo

esercizio finanziario in cui ha avuto luogo la

sperimentazione e, successivamente, ogni sei

mesi, il Ministro dell'economia e delle finanze

trasmette alle Camere una relazione sui

relativi risultati. Nella relazione relativa

all'ultimo semestre della sperimentazione, il

Governo fornisce una valutazione sulle

risultanze della medesima sperimentazione,

anche ai fini dell'attuazione del comma 4.

3. Lo schema del decreto di cui al comma 2

è trasmesso alle Camere, ai fini

dell'acquisizione del parere della

Commissione parlamentare per l'attuazione

del federalismo fiscale e delle Commissioni

parlamentari competenti per i profili di

carattere finanziario, da esprimere entro trenta

giorni dalla trasmissione. Decorso tale

termine, il decreto può comunque essere

adottato.

4. Entro 150 giorni dalla data di entrata in

vigore del presente decreto, con decreto del

Presidente del Consiglio dei Ministri, su

proposta del Ministro dell'economia e delle

finanze, di concerto con il Ministro

dell'interno e con il Ministro per i rapporti con

le regioni e per la coesione territoriale,

d'intesa con la Conferenza unificata ai sensi

dell’ art. 3 del decreto legislativo 28 agosto

1997, n. 281, sono individuate le

amministrazioni coinvolte nella

sperimentazione, secondo criteri che tengano

conto della collocazione geografica e della

dimensione demografica. Per le

amministrazioni non interessate dalla

sperimentazione continua ad applicarsi, sino

all'entrata in vigore dei decreti legislativi di

cui al comma 5, la vigente disciplina

contabile.

5. In considerazione degli esiti della

sperimentazione, con i decreti legislativi di

cui all' art. 2, comma 7, della legge 5 maggio

2009, n. 42, sono definiti i contenuti specifici

del principio della competenza finanziaria di

cui al punto 16 dell'allegato n. 1 e possono

essere ridefiniti i principi contabili generali;

inoltre sono definiti i principi contabili

applicati di cui all'art. 3, il livello minimo di

articolazione del piano dei conti integrato

comune e del piano dei conti integrato di

ciascun comparto di cui all'art. 4, la codifica

della transazione elementare di cui all'art. 6,

gli schemi di bilancio di cui agli articoli 11 e

12, i criteri di individuazione dei Programmi

sottostanti le missioni, le metodologie comuni

ai diversi enti per la costruzione di un sistema

di indicatori di risultato semplici, misurabili e

riferiti ai programmi del bilancio, le modalità

di attuazione della classificazione per

missioni e programmi di cui all’ art. 17,

nonché della definizione di spese rimodulabili

e non rimodulabili di cui all'art. 16.

6. Il decreto del Presidente del Consiglio dei

ministri di cui al comma 2, individua un

sistema premiante, senza nuovi o maggiori

oneri per la finanza pubblica, a favore delle

amministrazioni pubbliche che partecipano

alla sperimentazione.

LEGGI D

'ITALIA

Page 90: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

90 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

Art. 79 Disposizioni concernenti le Regioni a

statuto speciale e le province autonome di

Trento e di Bolzano 123

In vigore dal 12 settembre 2014

1. La decorrenza e le modalità di

applicazione delle disposizioni di cui al

presente decreto legislativo nei confronti delle

Regioni a statuto speciale e delle province

autonome di Trento e di Bolzano, nonché nei

confronti degli enti locali ubicati nelle

medesime Regioni speciali e province

autonome, sono stabilite, in conformità con i

relativi statuti, con le procedure previste dall'

art. 27 della legge 5 maggio 2009, n. 42.

Art. 80 Disposizioni finali ed entrata in

vigore 124

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Le disposizioni del Titolo I, III, IV e V si

applicano, ove non diversamente previsto nel

presente decreto, a decorrere dall'esercizio

finanziario 2015, con la predisposizione dei

bilanci relativi all'esercizio 2015 e successivi,

e le disposizioni del Titolo II si applicano a

decorrere dall'anno successivo a quello di

entrata in vigore del presente decreto

legislativo.

2. Per quanto non diversamente disposto dal

titolo II del presente decreto, restano

confermate le disposizioni di cui all' art. 5 del

decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502,

e successive modificazioni.

123

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V. 124

Articolo aggiunto dall’ art. 1, comma 1, lett. aa),

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 , che ha sostituito

l’intero Titolo III con gli attuali Titoli III, IV e V.

3. All'attuazione del presente decreto si

provvede nell'ambito delle risorse umane,

strumentali e finanziarie disponibili a

legislazione vigente e, comunque, senza nuovi

o maggiori oneri per la finanza pubblica.

4. Ogni richiamo agli articoli 36, 37 e 38 del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118,

contenuti in decreti, disposizioni di legge e

atti aventi forza di legge vigenti, deve

intendersi riferito, rispettivamente, agli

articoli 78, 79 e 80 del presente decreto.

Allegato 1 - (previsto dall'articolo 3, comma

1) - Principi generali o postulati - omissis

Allegato 2 - (previsto dall'articolo 26, comma

3) - omissis

Allegato 2/1 SP - omissis

Allegato 2/2 - omissis

Allegato 2/3 - Schema di nota integrativa -

omissis

Allegato 2/4 - Schema di relazione sulla

gestione - omissis

Allegato 3 - omissis

Allegato 4/1 - omissis

Allegato 4/2 - omissis

Allegato 4/3 - omissis

Allegato 4/4 - omissis

Allegato 5/1 - omissis

Allegato 5/2 - omissis

Allegato 6/1 - omissis

LEGGI D

'ITALIA

Page 91: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

91 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

Allegato 6/2 - omissis

Allegato 6/3 - omissis

Allegato 7 - omissis

Allegato 8/1 - omissis

Allegato 8/2 - omissis

Allegato 8/3 - omissis

Allegato 9 - omissis

Allegato 10 - omissis

Allegato 11 - omissis

Allegato 12 - omissis

Allegato 13 - omissis

Allegato 14 - omissis

Allegato 15 - omissis

Allegato 16 - omissis

Allegato 17 - omissis

LEGGI D

'ITALIA

Page 92: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

92 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126 125

.

Disposizioni integrative e correttive del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 ,

recante disposizioni in materia di

armonizzazione dei sistemi contabili e degli

schemi di bilancio delle Regioni, degli enti

locali e dei loro organismi, a norma degli

articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n.

42.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 76, 87, 117 e 119 della

Costituzione;

Vista la legge 5 maggio 2009, n. 42 , recante

delega al Governo in materia di federalismo

fiscale, in attuazione dell'art. 119 della

Costituzione, e, in particolare, l'art. 2, comma

7;

Vista la legge 31 dicembre 2009, n. 196 ,

recante la legge di contabilità e finanza

pubblica e, in particolare, l'art. 1, comma 4;

Visto il decreto legislativo 23 giugno 2011, n.

118 , recante disposizioni in materia di

armonizzazione dei sistemi contabili e degli

schemi di bilancio delle Regioni, degli enti

locali e dei loro organismi, a norma degli

articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n.

42;

Vista la preliminare deliberazione del

Consiglio dei ministri, adottata nella riunione

del 31 gennaio 2014;

Vista l'intesa sancita in Conferenza unificata

ai sensi dell' art. 3 del decreto legislativo 28

agosto 1997, n. 281, nella riunione del 3

aprile 2014;

125

Pubblicato nella Gazz. Uff. 28 agosto 2014, n. 199,

S.O.

Visti il parere della Commissione

parlamentare per l'attuazione del federalismo

fiscale di cui all' art. 3 della legge 5 maggio

2009, n. 42, e i pareri delle Commissioni

parlamentari competenti per le conseguenze

di carattere finanziario della Camera dei

deputati e del Senato della Repubblica;

Vista la deliberazione del Consiglio dei

ministri, adottata nella riunione dell'8 agosto

2014;

Sulla proposta del Ministro dell'economia e

delle finanze, del Ministro per la

semplificazione e la pubblica amministrazione

e del Ministro per gli affari regionali e le

autonomie, di concerto con il Ministro

dell'interno;

EMANA

il seguente decreto legislativo:

Art. 1. Integrazioni e modifiche del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118

In vigore dal 12 settembre 2014

1. Nel decreto legislativo 23 giugno 2011, n.

118 , e successive modificazioni, recante

disposizioni in materia di armonizzazione dei

sistemi contabili e degli schemi di bilancio

delle regioni, degli enti locali e dei loro

organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della

legge 5 maggio 2009, n. 42, sono apportate le

seguenti modificazioni:

a) all'art. 1:

1) i commi 1 e 2 sono sostituiti dai seguenti:

«1. Ai sensi dell'art. 117, secondo comma,

lettera e), della Costituzione, il presente titolo

e il titolo III disciplinano l'armonizzazione dei

sistemi contabili e degli schemi di bilancio

LEGGI D

'ITALIA

Page 93: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

93 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

delle Regioni, ad eccezione dei casi in cui il

Titolo II disponga diversamente, con

particolare riferimento alla fattispecie di cui

all'art. 19, comma 2, lettera b), degli enti

locali di cui all' art. 2 del decreto legislativo

18 agosto 2000, n. 267, e dei loro enti e

organismi strumentali, esclusi gli enti di cui al

titolo II del presente decreto. A decorrere dal

1° gennaio 2015 cessano di avere efficacia le

disposizioni legislative regionali incompatibili

con il presente decreto.

2. Ai fini del presente decreto:

a) per enti strumentali si intendono gli enti di

cui all'art. 11-ter, distinti nelle tipologie

definite in corrispondenza delle missioni del

bilancio;

b) per organismi strumentali delle regioni e

degli enti locali si intendono le loro

articolazioni organizzative, anche a livello

territoriale, dotate di autonomia gestionale e

contabile, prive di personalità giuridica. Le

gestioni fuori bilancio autorizzate da legge e

le istituzioni di cui all' art. 114, comma 2, del

decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,

sono organismi strumentali. Gli organismi

strumentali sono distinti nelle tipologie

definite in corrispondenza delle missioni del

bilancio.»;

2) i commi 3 e 4 sono abrogati;

b) all'art. 2 il comma 4 è abrogato;

c) l'art. 3 è sostituito dal seguente:

«Art. 3.

Principi contabili generali e applicati

1. Le amministrazioni pubbliche di cui all'art.

2, conformano la propria gestione ai principi

contabili generali contenuti nell'allegato 1 ed

ai seguenti principi contabili applicati, che

costituiscono parte integrante al presente

decreto:

a) della programmazione (allegato n. 4/1);

b) della contabilità finanziaria (allegato n.

4/2);

c) della contabilità economico-patrimoniale

(allegato n. 4/3);

d) del bilancio consolidato (allegato n. 4/4).

2. I principi applicati di cui al comma 1

garantiscono il consolidamento e la

trasparenza dei conti pubblici secondo le

direttive dell'Unione europea e l'adozione di

sistemi informativi omogenei e interoperabili.

3. Gli enti strumentali delle amministrazioni

di cui all'art. 2, comma 1, che adottano la

contabilità economico-patrimoniale

conformano la propria gestione ai principi

contabili generali contenuti nell’allegato 1 e ai

principi del codice civile.

4. Al fine di dare attuazione al principio

contabile generale della competenza

finanziaria enunciato nell'allegato 1, gli enti di

cui al comma 1 provvedono, annualmente, al

riaccertamento dei residui attivi e passivi,

verificando, ai fini del rendiconto, le ragioni

del loro mantenimento. Le regioni escludono

dal riaccertamento ordinario dei residui quelli

derivanti dal perimetro sanitario cui si applica

il titolo II e, fino al 31 dicembre 2015, i

residui passivi finanziati da debito autorizzato

e non contratto. Possono essere conservati tra

i residui attivi le entrate accertate esigibili

nell'esercizio di riferimento, ma non incassate.

Possono essere conservate tra i residui passivi

le spese impegnate, liquidate o liquidabili nel

corso dell'esercizio, ma non pagate. Le entrate

e le spese accertate e impegnate non esigibili

nell'esercizio considerato, sono

immediatamente reimputate all'esercizio in

cui sono esigibili. La reimputazione degli

impegni è effettuata incrementando, di pari

importo, il fondo pluriennale di spesa, al fine

di consentire, nell'entrata degli esercizi

successivi, l'iscrizione del fondo pluriennale

vincolato a copertura delle spese reimputate.

La costituzione del fondo pluriennale

vincolato non è effettuata in caso di

reimputazione contestuale di entrate e di

spese. Le variazioni agli stanziamenti del

fondo pluriennale vincolato e agli

stanziamenti correlati, dell'esercizio in corso e

dell'esercizio precedente, necessarie alla

reimputazione delle entrate e delle spese

riaccertate, sono effettuate con provvedimento

amministrativo della giunta entro i termini

previsti per l'approvazione del rendiconto

dell'esercizio precedente. Il riaccertamento

ordinario dei residui è effettuato anche nel

corso dell'esercizio provvisorio o della

gestione provvisoria. Al termine delle

LEGGI D

'ITALIA

Page 94: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

94 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

procedure di riaccertamento non sono

conservati residui cui non corrispondono

obbligazioni giuridicamente perfezionate.

5. Al fine di dare attuazione al principio

contabile generale della competenza

finanziaria enunciato nell'allegato 1 al

presente decreto, gli enti di cui al comma 1, a

decorrere dall'anno 2015, iscrivono negli

schemi di bilancio di cui all'art. 11, comma 1,

lettere a) e b), il fondo per la copertura degli

impegni pluriennali derivanti da obbligazioni

sorte negli esercizi precedenti, di seguito

denominato fondo pluriennale vincolato,

costituito:

a) in entrata, da due voci riguardanti la parte

corrente e il conto capitale del fondo, per un

importo corrispondente alla sommatoria degli

impegni assunti negli esercizi precedenti ed

imputati sia all'esercizio considerato sia agli

esercizi successivi, finanziati da risorse

accertate negli esercizi precedenti,

determinato secondo le modalità indicate nel

principio applicato della programmazione, di

cui all'allegato 4/1;

b) nella spesa, da una voce denominata

«fondo pluriennale vincolato», per ciascuna

unità di voto riguardante spese a carattere

pluriennale e distintamente per ciascun titolo

di spesa. Il fondo è determinato per un

importo pari alle spese che si prevede di

impegnare nel corso del primo anno

considerato nel bilancio, con imputazione agli

esercizi successivi e alle spese già impegnate

negli esercizi precedenti con imputazione agli

esercizi successivi a quello considerato. La

copertura della quota del fondo pluriennale

vincolato riguardante le spese impegnate negli

esercizi precedenti è costituita dal fondo

pluriennale iscritto in entrata, mentre la

copertura della quota del fondo pluriennale

vincolato riguardante le spese che si prevede

di impegnare nell'esercizio di riferimento con

imputazione agli esercizi successivi, è

costituita dalle entrate che si prevede di

accertare nel corso dell'esercizio di

riferimento. Agli stanziamenti di spesa

riguardanti il fondo pluriennale vincolato è

attribuito il codice della missione e del

programma di spesa cui il fondo si riferisce e

il codice del piano dei conti relativo al fondo

pluriennale vincolato.

Nel corso dell'esercizio, sulla base dei risultati

del rendiconto, è determinato l'importo

definivo degli stanziamenti riguardanti il

fondo pluriennale vincolato e degli impegni

assunti negli esercizi precedenti di cui il

fondo pluriennale vincolato costituisce la

copertura.

6. I principi contabili applicati di cui al

comma 1 sono aggiornati con decreto del

Ministero dell'economia e delle finanze -

Dipartimento della Ragioneria generale dello

Stato, di concerto con il Ministero dell'interno

- Dipartimento per gli affari interni e

territoriali e la Presidenza del Consiglio dei

ministri - Dipartimento per gli affari regionali,

su proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali di cui all'art. 3-bis.

7. Al fine di adeguare i residui attivi e passivi

risultanti al 1° gennaio 2015 al principio

generale della competenza finanziaria

enunciato nell'allegato n. 1, le

amministrazioni pubbliche di cui al comma 1,

escluse quelle che hanno partecipato alla

sperimentazione nel 2014, con delibera di

Giunta, previo parere dell'organo di revisione

economico-finanziario, provvedono,

contestualmente all'approvazione del

rendiconto 2014, al riaccertamento

straordinario dei residui, consistente:

a) nella cancellazione dei propri residui attivi

e passivi, cui non corrispondono obbligazioni

perfezionate e scadute alla data del 1° gennaio

2015. Non sono cancellati i residui delle

regioni derivanti dal perimetro sanitario cui si

applica il titolo II, quelli relativi alla politica

regionale unitaria - cooperazione territoriale, e

i residui passivi finanziati da debito

autorizzato e non contratto. Per ciascun

residuo eliminato in quanto non scaduto sono

indicati gli esercizi nei quali l'obbligazione

diviene esigibile, secondo i criteri individuati

nel principio applicato della contabilità

finanziaria di cui all'allegato n. 4/2. Per

ciascun residuo passivo eliminato in quanto

non correlato a obbligazioni giuridicamente

LEGGI D

'ITALIA

Page 95: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

95 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

perfezionate, è indicata la natura della fonte di

copertura;

b) nella conseguente determinazione del

fondo pluriennale vincolato da iscrivere in

entrata del bilancio dell'esercizio 2015,

distintamente per la parte corrente e per il

conto capitale, per un importo pari alla

differenza tra i residui passivi ed i residui

attivi eliminati ai sensi della lettera a), se

positiva, e nella rideterminazione del risultato

di amministrazione al 1° gennaio 2015 a

seguito del riaccertamento dei residui di cui

alla lettera a);

c) nella variazione del bilancio di previsione

annuale 2015 autorizzatorio, del bilancio

pluriennale 2015-2017 autorizzatorio e del

bilancio di previsione finanziario 2015-2017

predisposto con funzione conoscitiva, in

considerazione della cancellazione dei residui

di cui alla lettera a). In particolare gli

stanziamenti di entrata e di spesa degli

esercizi 2015, 2016 e 2017 sono adeguati per

consentire la reimputazione dei residui

cancellati e l'aggiornamento degli

stanziamenti riguardanti il fondo pluriennale

vincolato;

d) nella reimputazione delle entrate e delle

spese cancellate in attuazione della lettera a),

a ciascuno degli esercizi in cui l'obbligazione

è esigibile, secondo i criteri individuati nel

principio applicato della contabilità

finanziaria di cui all'allegato n. 4/2. La

copertura finanziaria delle spese reimpegnate

cui non corrispondono entrate riaccertate nel

medesimo esercizio è costituita dal fondo

pluriennale vincolato, salvi i casi di disavanzo

tecnico di cui al comma 13;

e) nell'accantonamento di una quota del

risultato di amministrazione al 1° gennaio

2015, rideterminato in attuazione di quanto

previsto dalla lettera b), al fondo crediti di

dubbia esigibilità. L'importo del fondo è

determinato secondo i criteri indicati nel

principio applicato della contabilità

finanziaria di cui all'allegato n. 4.2. Tale

vincolo di destinazione opera anche se il

risultato di amministrazione non è capiente o

è negativo (disavanzo di amministrazione).

8. L'operazione di riaccertamento di cui al

comma 7 è oggetto di un unico atto

deliberativo. Al termine del riaccertamento

straordinario dei residui non sono conservati

residui cui non corrispondono obbligazioni

giuridicamente perfezionate e esigibili. La

delibera di giunta di cui al comma 7, cui sono

allegati i prospetti riguardanti la

rideterminazione del fondo pluriennale

vincolato e del risultato di amministrazione,

secondo lo schema di cui agli allegati 5/1 e

5/2, è tempestivamente trasmessa al

Consiglio. In caso di mancata deliberazione

del riaccertamento straordinario dei residui al

1° gennaio 2015, contestualmente

all'approvazione del rendiconto 2014, agli enti

locali si applica la procedura prevista dal

comma 2, primo periodo, dell' art. 141 del

decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

9. Il riaccertamento straordinario dei residui

di cui al comma 7 è effettuato anche in caso di

esercizio provvisorio o di gestione provvisoria

del bilancio, registrando nelle scritture

contabili le reimputazioni di cui al comma 7,

lettera d), anche nelle more dell'approvazione

dei bilanci di previsione. Il bilancio di

previsione eventualmente approvato

successivamente al riaccertamento dei residui

è predisposto tenendo conto di tali

registrazioni.

10. La quota libera del risultato di

amministrazione al 31 dicembre 2014 non è

applicata al bilancio di previsione 2015 in

attesa del riaccertamento straordinario dei

residui di cui al comma 7, esclusi gli enti che,

nel 2014, hanno partecipato alla

sperimentazione di cui all'art. 74, che

applicano i principi applicati della contabilità

finanziaria di cui all'allegato 4/2.

11. Il principio generale n. 16 della

competenza finanziaria di cui all'allegato n. 1

è applicato con riferimento a tutte le

operazioni gestionali registrate nelle scritture

finanziarie di esercizio, che nel 2015, sono

rappresentate anche negli schemi di bilancio

di cui all'art. 11, comma 12.

12. L'adozione dei principi applicati della

contabilità economico-patrimoniale e il

conseguente affiancamento della contabilità

LEGGI D

'ITALIA

Page 96: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

96 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

economico patrimoniale alla contabilità

finanziaria previsto dall'art. 2, commi 1 e 2,

unitamente all'adozione del piano dei conti

integrato di cui all'art. 4, può essere rinviata

all'anno 2016, con l'esclusione degli enti che

nel 2014 hanno partecipato alla

sperimentazione di cui all'art. 78.

13. Nel caso in cui a seguito del

riaccertamento straordinario di cui al comma

7, i residui passivi reimputati ad un esercizio

sono di importo superiore alla somma del

fondo pluriennale vincolato stanziato in

entrata e dei residui attivi reimputati al

medesimo esercizio, tale differenza può essere

finanziata con le risorse dell'esercizio o

costituire un disavanzo tecnico da coprirsi, nei

bilanci degli esercizi successivi con i residui

attivi reimputati a tali esercizi eccedenti

rispetto alla somma dei residui passivi

reimputati e del fondo pluriennale vincolato

di entrata. Gli esercizi per i quali si è

determinato il disavanzo tecnico possono

essere approvati in disavanzo di competenza,

per un importo non superiore al disavanzo

tecnico.

14. Nel caso in cui a seguito del

riaccertamento straordinario di cui al comma

7, i residui attivi reimputati ad un esercizio

sono di importo superiore alla somma del

fondo pluriennale vincolato stanziato in

entrata e dei residui passivi reimputati nel

medesimo esercizio, tale differenza è

vincolata alla copertura dell'eventuale

eccedenza degli impegni reimputati agli

esercizi successivi rispetto alla somma del

fondo pluriennale vincolato di entrata e dei

residui attivi. Nel bilancio di previsione

dell'esercizio in cui si verifica tale differenza

è effettuato un accantonamento di pari

importo agli stanziamenti di spesa del fondo

pluriennale vincolato.

15. Le modalità e i tempi di copertura

dell'eventuale maggiore disavanzo al 1°

gennaio 2015 rispetto al risultato di

amministrazione al 31 dicembre 2014,

derivante dalla rideterminazione del risultato

di amministrazione a seguito dell'attuazione

del comma 7, sono definiti con decreto del

Presidente del Consiglio dei ministri, su

proposta del Ministero dell'economia e delle

finanze, di concerto con il Ministero

dell'interno, in considerazione dei risultati al

1° gennaio 2015 e prevedendo incentivi,

anche attraverso la disciplina del patto di

stabilità interno e dei limiti di spesa del

personale, per gli enti che, alla data del 31

dicembre 2017, non presentano quote di

disavanzo derivanti dal riaccertamento

straordinario dei residui. Per le regioni non

rilevano i disavanzi derivanti dal debito

autorizzato non contratto.

Attraverso i rendiconti delle regioni e i

certificati di conto consuntivo relativi al 31

dicembre 2014 di cui all' art. 161 del decreto

legislativo 267 del 2000 sono acquisite

informazioni riguardanti il riaccertamento

straordinario dei residui di cui al comma 7.

16. Nelle more dell'emanazione del decreto di

cui al comma 15, l'eventuale maggiore

disavanzo di amministrazione al 1° gennaio

2015, determinato dal riaccertamento

straordinario dei residui effettuato a seguito

dell'attuazione del comma 7 e dal primo

accantonamento al fondo crediti di dubbia

esigibilità è ripianato per una quota pari

almeno al 10 per cento l'anno. In attesa del

decreto del Presidente del Consiglio dei

ministri di cui al comma 15, sono definiti

criteri e modalità di ripiano dell'eventuale

disavanzo di amministrazione di cui al

periodo precedente, attraverso un decreto del

Ministero dell'economia e delle finanze, di

concerto con il Ministero dell'interno, previa

intesa in sede di Conferenza unificata. Tale

decreto si attiene ai seguenti criteri:

a) utilizzo di quote accantonate o destinate del

risultato di amministrazione per ridurre la

quota del disavanzo di amministrazione;

b) ridefinizione delle tipologie di entrata

utilizzabili ai fini del ripiano del disavanzo;

c) individuazione di eventuali altre misure

finalizzate a conseguire un sostenibile

passaggio alla disciplina contabile prevista dal

presente decreto.

17. Il decreto di cui al comma 15 estende gli

incentivi anche agli enti che hanno partecipato

alla sperimentazione prevista dall'art. 78 se,

alla data del 31 dicembre 2015, non

LEGGI D

'ITALIA

Page 97: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

97 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

presentano quote di disavanzo risalenti

all'esercizio 2012. La copertura dell'eventuale

disavanzo di amministrazione di cui all' art.

14, commi 2 e 3, del decreto del Presidente

del Consiglio dei ministri 28 dicembre 2011,

può essere effettuata fino all'esercizio 2017.»;

d) dopo l'art. 3, è inserito il seguente articolo:

«Art. 3-bis. (Commissione per

l'armonizzazione degli enti territoriali). - 1.

Presso il Ministero dell'economia e delle

finanze è istituita, senza nuovi o maggiori

oneri per la finanza pubblica, la Commissione

per l'armonizzazione degli enti territoriali.

2. La Commissione di cui al comma 1 ha il

compito di promuovere l'armonizzazione dei

sistemi contabili e degli schemi di bilancio

degli enti territoriali e dei loro organismi e

enti strumentali, esclusi gli enti coinvolti nella

gestione della spesa sanitaria finanziata con le

risorse destinate al Servizio sanitario

nazionale, e di aggiornare gli allegati al titolo

I del presente decreto in relazione al processo

evolutivo delle fonti normative che

concorrono a costituirne il presupposto e alle

esigenze del monitoraggio e del

consolidamento dei conti pubblici, nonché del

miglioramento della raccordabilità dei conti

delle amministrazioni pubbliche con il

Sistema europeo dei conti nazionali. La

Commissione agisce in reciproco raccordo

con l'Osservatorio sulla finanza e la

contabilità degli enti locali di cui all' art. 154

del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

3. Con decreto del Ministro dell'economia e

delle finanze sono disciplinate le modalità di

organizzazione e di funzionamento della

Commissione di cui al comma 1 cui possono

essere attribuite ulteriori funzioni nell'ambito

delle finalità generali del comma 2.

4. La Commissione di cui al comma 1 si

avvale delle strutture e dell'organizzazione del

Ministero dell'economia e delle finanze -

Dipartimento della Ragioneria Generale dello

Stato. Ai componenti della Commissione non

è corrisposto alcun compenso, né indennità,

né rimborso di spese.»

e) all'art. 4:

1) al comma 1 le parole: «, commi 1 e 2»

sono abrogate e le parole: «un comune piano

dei conti integrato definito con le modalità di

cui all'art. 36, comma 5.» sono sostituite dalle

seguenti: «il piano dei conti integrato di cui

all'allegato n. 6, raccordato al piano dei conti

di cui all' art. 4, comma 3, lettera a), del

decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91.»;

2) al comma 5, dopo il primo periodo è

aggiunto il seguente:

«Ai fini del raccordo con i capitoli e gli

articoli, ove previsti, il livello minimo di

articolazione del piano dei conti è costituito

almeno dal quarto livello. Ai fini della

gestione, il livello minimo di articolazione del

piano dei conti è costituito dal quinto

livello.»;

3) al comma 6, le parole: «commi 1 e 2,

allegano al bilancio annuale di previsione un

documento conoscitivo concernente le

previsioni relative agli aggregati

corrispondenti alle voci articolate secondo la

struttura del piano dei conti integrato di cui al

comma 1» sono sostituite dalle seguenti:

«trasmettono le previsioni di bilancio,

aggregate secondo la struttura del quarto

livello del piano dei conti, alla banca dati

unitaria delle amministrazioni pubbliche di

cui all' art. 13, comma 3, della legge 31

dicembre 2009, n. 196, sulla base di schemi,

tempi e modalità definiti con decreto del

Ministro dell'economia e delle finanze.»;

4) al comma 7, le parole: «la nota integrativa

al rendiconto, che espone i risultati della

gestione, deve essere corredata di un allegato

conoscitivo che esponga le risultanze degli

aggregati corrispondenti alle voci articolate

secondo la struttura del piano dei conti

integrato.» sono sostituite dalle seguenti: «le

amministrazioni di cui all'art. 2, trasmettono

le risultanze del consuntivo, aggregate

secondo la struttura del piano dei conti, alla

banca dati unitaria delle amministrazioni

pubbliche di cui all' art. 13, comma 3, della

legge 31 dicembre 2009, n. 196, sulla base di

schemi, tempi e modalità definiti con decreto

del Ministro dell'economia e delle finanze.»; 126

5) dopo il comma 7, sono aggiunti i seguenti:

126

Numero così corretto da Comunicato 10 marzo 2015

, pubblicato nella G.U 10 marzo 2015, n. 57.

LEGGI D

'ITALIA

Page 98: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

98 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

«7-bis. Entro 60 giorni dalla pubblicazione

del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale,

a fini conoscitivi, è pubblicato nel sito

internet www.arconet.rgs.tesoro.it:

a) il piano dei conti dedicato alle regioni e

agli enti regionali, derivato dal piano dei conti

degli enti territoriali di cui al comma 1;

b) il piano dei conti dedicato alle province, ai

comuni e agli enti locali, derivato dal piano

dei conti degli enti territoriali di cui al comma

1.

7-ter. A seguito degli aggiornamenti del piano

dei conti integrato di cui all' art. 4, comma 3,

lettera a), del decreto legislativo 31 maggio

2011, n. 91, l'allegato n. 6 può essere

modificato con decreto del Ministero

dell'economia e delle finanze - Dipartimento

della Ragioneria generale dello Stato, di

concerto con il Ministero dell'interno -

Dipartimento per gli affari interni e territoriali

e la Presidenza del Consiglio dei ministri -

Dipartimento per gli affari regionali, su

proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali. La commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali promuove le modifiche e le

integrazioni del piano dei conti di cui all' art.

4, comma 3, lettera a), del decreto legislativo

31 maggio 2011, n. 91, di interesse degli enti

territoriali.»;

f) all'art. 5:

1) al comma 3, le parole: «, commi 1 e 2»

sono soppresse e le parole: «l'esecuzione delle

transazioni» sono sostituite dalle seguenti:

«l'accertamento, la riscossione o il

versamento di entrate e l'impegno, la

liquidazione, l'ordinazione e il pagamento di

spese,»;

2) dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:

«3-bis. Negli ordinativi di incasso e di

pagamento la codifica della transazione

elementare è inserita nei campi liberi a

disposizione dell'ente, non gestiti dal

tesoriere.»;

g) all'art. 6:

1) al comma 1, dopo le parole: «è definita»

sono inserite le seguenti: «dall'allegato n. 7.»

e le parole: « con le modalità di cui all'art. 36,

comma 5, ed è integrata o modificata con

decreto del Ministro dell'economia e delle

finanze.» sono soppresse;

2) dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

«1-bis. La codifica della transazione

elementare è aggiornata con decreto del

Ministero dell'economia e delle finanze -

Dipartimento della Ragioneria generale dello

Stato, di concerto con il Ministero dell'interno

- Dipartimento per gli affari interni e

territoriali e la Presidenza del Consiglio dei

ministri - Dipartimento per gli affari regionali,

su proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali con validità dall'esercizio

successivo alla data di pubblicazione.»;

h) all'art. 7:

1) al comma 1, le parole: «, commi 1 e 2,»

sono soppresse, alla lettera a), dopo le parole:

«l'adozione del criterio della prevalenza» sono

aggiunte le seguenti: «, salvi i casi in cui è

espressamente previsto», ed alla lettera c),

dopo le parole: «assumere impegni sui fondi

di riserva», sono aggiunte le seguenti: «e sugli

altri accantonamenti stanziati in bilancio.»;

2) dopo il comma 1 è aggiunto, in fine, il

seguente:

«1-bis. I residui provenienti dagli esercizi

precedenti all'entrata in vigore del presente

decreto, che non sono stati oggetto del

riaccertamento di cui all'art. 3, comma 7, non

imputabili ad una sola tipologia di entrata, o

ad un solo programma di spesa, possono

essere codificati adottando il criterio della

prevalenza.»;

i) all'art. 8, il comma 1 è sostituito dal

seguente:

«1. Con le modalità definite dall' art. 14,

comma 8, della legge 31 dicembre 2009, n.

196, dal 1° gennaio 2017 le codifiche SIOPE

degli enti territoriali e dei loro enti strumentali

in contabilità finanziaria sono sostituite con

quelle previste nella struttura del piano dei

conti integrato. Le codifiche SIOPE degli enti

in contabilità civilistica sono aggiornate in

considerazione della struttura del piano dei

conti integrato degli enti in contabilità

finanziaria.»;

l) all'art. 10:

LEGGI D

'ITALIA

Page 99: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

99 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

1) al comma 1, le parole: «annuale ed il

bilancio di previsione finanziario pluriennale

hanno carattere autorizzatorio» sono sostituite

dalle seguenti: «è almeno triennale, ha

carattere autorizzatorio ed è aggiornato

annualmente in occasione della sua

approvazione. Le previsioni di entrata e di

spesa sono elaborate distintamente per

ciascun esercizio, in coerenza con i documenti

di programmazione dell'ente, restando esclusa

ogni quantificazione basata sul criterio della

spesa storica incrementale.»;

2) i commi 2, 3 e 4 sono sostituiti dai

seguenti:

«2. A seguito di eventi intervenuti

successivamente all'approvazione del

bilancio, la giunta, nelle more della necessaria

variazione di bilancio e al solo fine di

garantire gli equilibri di bilancio, può limitare

la natura autorizzatoria degli stanziamenti del

bilancio di previsione, compresi quelli relativi

agli esercizi successivi al primo. Con

riferimento a tali stanziamenti, non possono

essere assunte obbligazioni giuridiche.

3. Gli impegni di spesa sono assunti nei limiti

dei rispettivi stanziamenti di competenza del

bilancio di previsione, con imputazione agli

esercizi in cui le obbligazioni passive sono

esigibili. Non possono essere assunte

obbligazioni che danno luogo ad impegni di

spesa corrente:

a) sugli esercizi successivi a quello in corso

considerati nel bilancio di previsione, a meno

che non siano connesse a contratti o

convenzioni pluriennali o siano necessarie per

garantire la continuità dei servizi connessi con

le funzioni fondamentali, fatta salva la

costante verifica del mantenimento degli

equilibri di bilancio;

b) sugli esercizi non considerati nel bilancio,

a meno delle spese derivanti da contratti di

somministrazione, di locazione, relative a

prestazioni periodiche o continuative di

servizi di cui all'art. 1677 del codice civile,

imputate anche agli esercizi considerati nel

bilancio di previsione, delle spese correlate a

finanziamenti comunitari e delle rate di

ammortamento dei prestiti, inclusa la quota

capitale.

4. Alle variazioni al bilancio di previsione,

disposte nel rispetto di quanto previsto dai

rispettivi ordinamenti finanziari, sono allegati

i prospetti di cui all'allegato n. 8, da

trasmettere al tesoriere.»;

3) dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

«4-bis. Il conto del tesoriere è predisposto

secondo lo schema di cui all'allegato n. 17.».

m) l'art. 11 è sostituito dal seguente:

«Art. 11.

Schemi di bilancio

1. Le amministrazioni pubbliche di cui all'art.

2 adottano i seguenti comuni schemi di

bilancio finanziari, economici e patrimoniali e

comuni schemi di bilancio consolidato con i

propri enti ed organismi strumentali, aziende,

società controllate e partecipate e altri

organismi controllati:

a) allegato n. 9, concernente lo schema del

bilancio di previsione finanziario, costituito

dalle previsioni delle entrate e delle spese, di

competenza e di cassa del primo esercizio,

dalle previsioni delle entrate e delle spese di

competenza degli esercizi successivi, dai

relativi riepiloghi, e dai prospetti riguardanti il

quadro generale riassuntivo e gli equilibri;

b) allegato n. 10, concernente lo schema del

rendiconto della gestione, che comprende il

conto del bilancio, i relativi riepiloghi, i

prospetti riguardanti il quadro generale

riassuntivo e la verifica degli equilibri, lo

stato patrimoniale e il conto economico;

c) allegato n. 11 concernente lo schema del

bilancio consolidato disciplinato dall'art. 11-

ter.

2. Le amministrazioni pubbliche di cui all'art.

2 redigono un rendiconto semplificato per il

cittadino, da divulgare sul proprio sito

internet, recante una esposizione sintetica dei

dati di bilancio, con evidenziazione delle

risorse finanziarie umane e strumentali

utilizzate dall'ente nel perseguimento delle

diverse finalità istituzionali, dei risultati

conseguiti con riferimento al livello di

copertura ed alla qualità dei servizi pubblici

forniti ai cittadini.

3. Al bilancio di previsione finanziario di cui

al comma 1, lettera a), sono allegati, oltre a

LEGGI D

'ITALIA

Page 100: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

100 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

quelli previsti dai relativi ordinamenti

contabili:

a) il prospetto esplicativo del presunto

risultato di amministrazione;

b) il prospetto concernente la composizione,

per missioni e programmi, del fondo

pluriennale vincolato per ciascuno degli

esercizi considerati nel bilancio di previsione;

c) il prospetto concernente la composizione

del fondo crediti di dubbia esigibilità per

ciascuno degli esercizi considerati nel

bilancio di previsione;

d) il prospetto dimostrativo del rispetto dei

vincoli di indebitamento;

e) per i soli enti locali, il prospetto delle spese

previste per l'utilizzo di contributi e

trasferimenti da parte di organismi comunitari

e internazionali, per ciascuno degli anni

considerati nel bilancio di previsione;

f) per i soli enti locali, il prospetto delle spese

previste per lo svolgimento delle funzioni

delegate dalle regioni per ciascuno degli anni

considerati nel bilancio di previsione;

g) la nota integrativa redatta secondo le

modalità previste dal comma 5;

h) la relazione del collegio dei revisori dei

conti.

4. Al rendiconto della gestione sono allegati

oltre a quelli previsti dai relativi ordinamenti

contabili:

a) il prospetto dimostrativo del risultato di

amministrazione;

b) il prospetto concernente la composizione,

per missioni e programmi, del fondo

pluriennale vincolato;

c) il prospetto concernente la composizione

del fondo crediti di dubbia esigibilità;

d) il prospetto degli accertamenti per titoli,

tipologie e categorie;

e) il prospetto degli impegni per missioni,

programmi e macroaggregati;

f) la tabella dimostrativa degli accertamenti

assunti nell'esercizio in corso e negli esercizi

precedenti imputati agli esercizi successivi;

g) la tabella dimostrativa degli impegni

assunti nell'esercizio in corso e negli esercizi

precedenti imputati agli esercizi successivi;

h) il prospetto rappresentativo dei costi

sostenuti per missione;

i) per le sole regioni, il prospetto dimostrativo

della ripartizione per missioni e programmi

della politica regionale unitaria e

cooperazione territoriale, a partire dal periodo

di programmazione 2014 - 2020;

j) per i soli enti locali, il prospetto delle spese

sostenute per l'utilizzo di contributi e

trasferimenti da parte di organismi comunitari

e internazionali;

k) per i soli enti locali, il prospetto delle spese

sostenute per lo svolgimento delle funzioni

delegate dalle regioni;

l) il prospetto dei dati SIOPE;

m) l'elenco dei residui attivi e passivi

provenienti dagli esercizi anteriori a quello di

competenza, distintamente per esercizio di

provenienza e per capitolo;

n) l'elenco dei crediti inesigibili, stralciati dal

conto del bilancio, sino al compimento dei

termini di prescrizione;

o) la relazione sulla gestione dell'organo

esecutivo redatta secondo le modalità previste

dal comma 6;

p) la relazione del collegio dei revisori dei

conti.

5. La nota integrativa allegata al bilancio di

previsione indica:

a) i criteri di valutazione adottati per la

formulazione delle previsioni, con particolare

riferimento agli stanziamenti riguardanti gli

accantonamenti per le spese potenziali e al

fondo crediti di dubbia esigibilità, dando

illustrazione dei crediti per i quali non è

previsto l'accantonamento a tale fondo;

b) l'elenco analitico delle quote vincolate e

accantonate del risultato di amministrazione

presunto al 31 dicembre dell'esercizio

precedente, distinguendo i vincoli derivanti

dalla legge e dai principi contabili, dai

trasferimenti, da mutui e altri finanziamenti,

vincoli formalmente attribuiti dall'ente;

c) l'elenco analitico degli utilizzi delle quote

vincolate e accantonate del risultato di

amministrazione presunto, distinguendo i

vincoli derivanti dalla legge e dai principi

contabili, dai trasferimenti, da mutui e altri

finanziamenti, vincoli formalmente attribuiti

dall'ente;

LEGGI D

'ITALIA

Page 101: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

101 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

d) l'elenco degli interventi programmati per

spese di investimento finanziati col ricorso al

debito e con le risorse disponibili;

e) nel caso in cui gli stanziamenti riguardanti

il fondo pluriennale vincolato comprendono

anche investimenti ancora in corso di

definizione, le cause che non hanno reso

possibile porre in essere la programmazione

necessaria alla definizione dei relativi

cronoprogrammi;

f) l'elenco delle garanzie principali o

sussidiarie prestate dall'ente a favore di enti e

di altri soggetti ai sensi delle leggi vigenti;

g) gli oneri e gli impegni finanziari stimati e

stanziati in bilancio, derivanti da contratti

relativi a strumenti finanziari derivati o da

contratti di finanziamento che includono una

componente derivata;

h) l'elenco dei propri enti ed organismi

strumentali, precisando che i relativi bilanci

consuntivi sono consultabili nel proprio sito

internet fermo restando quanto previsto per

gli enti locali dall' art. 172, comma 1, lettera

a) del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.

267;

i) l'elenco delle partecipazioni possedute con

l'indicazione della relativa quota percentuale;

j) altre informazioni riguardanti le previsioni,

richieste dalla legge o necessarie per

l'interpretazione del bilancio.

6. La relazione sulla gestione allegata al

rendiconto è un documento illustrativo della

gestione dell'ente, nonché dei fatti di rilievo

verificatisi dopo la chiusura dell'esercizio e di

ogni eventuale informazione utile ad una

migliore comprensione dei dati contabili. In

particolare la relazione illustra:

a) i criteri di valutazione utilizzati;

b) le principali voci del conto del bilancio;

c) le principali variazioni alle previsioni

finanziarie intervenute in corso d'anno,

comprendendo l'utilizzazione dei fondi di

riserva e gli utilizzi delle quote vincolate e

accantonate del risultato di amministrazione

al 1° gennaio dell'esercizio precedente,

distinguendo i vincoli derivanti dalla legge e

dai principi contabili, dai trasferimenti, da

mutui e altri finanziamenti, vincoli

formalmente attribuiti dall'ente;

d) l'elenco analitico delle quote vincolate e

accantonate del risultato di amministrazione

al 31 dicembre dell'esercizio precedente,

distinguendo i vincoli derivanti dalla legge e

dai principi contabili, dai trasferimenti, da

mutui e altri finanziamenti, vincoli

formalmente attribuiti dall'ente;

e) le ragioni della persistenza dei residui con

anzianità superiore ai cinque anni e di

maggiore consistenza, nonché sulla

fondatezza degli stessi, compresi i crediti di

cui al comma 4, lettera n);

f) l'elenco delle movimentazioni effettuate nel

corso dell'esercizio sui capitoli di entrata e di

spesa riguardanti l'anticipazione,

evidenziando l'utilizzo medio e l'utilizzo

massimo dell'anticipazione nel corso

dell'anno, nel caso in cui il conto del bilancio,

in deroga al principio generale dell'integrità,

espone il saldo al 31 dicembre

dell'anticipazione attivata al netto dei relativi

rimborsi;

g) l'elencazione dei diritti reali di godimento e

la loro illustrazione;

h) l'elenco dei propri enti e organismi

strumentali, con la precisazione che i relativi

rendiconti o bilanci di esercizio sono

consultabili nel proprio sito internet;

i) l'elenco delle partecipazioni dirette

possedute con l'indicazione della relativa

quota percentuale;

j) gli esiti della verifica dei crediti e debiti

reciproci con i propri enti strumentali e le

società controllate e partecipate. La predetta

informativa, asseverata dai rispettivi organi di

revisione, evidenzia analiticamente eventuali

discordanze e ne fornisce la motivazione; in

tal caso l'ente assume senza indugio, e

comunque non oltre il termine dell'esercizio

finanziario in corso, i provvedimenti necessari

ai fini della riconciliazione delle partite

debitorie e creditorie;

k) gli oneri e gli impegni sostenuti, derivanti

da contratti relativi a strumenti finanziari

derivati o da contratti di finanziamento che

includono una componente derivata;

l) l'elenco delle garanzie principali o

sussidiarie prestate dall'ente a favore di enti e

di altri soggetti ai sensi delle leggi vigenti,

LEGGI D

'ITALIA

Page 102: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

102 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

con l'indicazione delle eventuali richieste di

escussione nei confronti dell'ente e del rischio

di applicazione dell' art. 3, comma 17 della

legge 24 dicembre 2003, n. 350;

m) l'elenco descrittivo dei beni appartenenti al

patrimonio immobiliare dell'ente alla data di

chiusura dell'esercizio cui il conto si riferisce,

con l'indicazione delle rispettive destinazioni

e degli eventuali proventi da essi prodotti;

n) gli elementi richiesti dall'art. 2427 e dagli

altri articoli del codice civile, nonché da altre

norme di legge e dai documenti sui principi

contabili applicabili;

o) altre informazioni riguardanti i risultati

della gestione, richieste dalla legge o

necessarie per l'interpretazione del rendiconto.

7. Al documento tecnico di

accompagnamento delle regioni di cui all'art.

39, comma 10, e al piano esecutivo di

gestione degli enti locali di cui all' art. 169

del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,

sono allegati:

a) il prospetto delle previsioni di entrata per

titoli, tipologie e categorie per ciascuno degli

anni considerati nel bilancio di previsione,

distinguendo le entrate ricorrenti e non

ricorrenti, secondo lo schema di cui

all'allegato 12/1;

b) il prospetto delle previsioni di spesa per

missioni, programmi e macroaggregati per

ciascuno degli anni considerati nel bilancio di

previsione, distinguendo le spese ricorrenti e

non ricorrenti, secondo lo schema di cui

all'allegato 12/2.

8. Le amministrazioni di cui al comma 1

articolate in organismi strumentali come

definiti dall'art. 1, comma 2, approvano,

contestualmente al rendiconto della gestione

di cui al comma 1, lettera b), anche il

rendiconto consolidato con i propri organismi

strumentali. Il rendiconto consolidato delle

regioni comprende anche i risultati della

gestione del consiglio regionale.

9. Il rendiconto consolidato di cui al comma

8, predisposto nel rispetto dello schema

previsto dal comma 1, lettera b), è costituito

dal conto del bilancio, dai relativi riepiloghi,

dai prospetti riguardanti il quadro generale

riassuntivo e la verifica degli equilibri, dallo

stato patrimoniale e dal conto economico, ed

è elaborato aggiungendo alle risultanze

riguardanti la gestione dell'ente, quelle dei

suoi organismi strumentali ed eliminando le

risultanze relative ai trasferimenti interni. Al

rendiconto consolidato sono allegati i

prospetti di cui al comma 4, lettere da a) a g).

Al fine di consentire l'elaborazione del

rendiconto consolidato l'ente disciplina tempi

e modalità di approvazione e acquisizione dei

rendiconti dei suoi organismi strumentali.

10. Per i comuni con popolazione inferiore a

5.000 abitanti, la predisposizione degli

allegati di cui al comma 3, lettere e) ed f), e di

cui al comma 4, lettere d), e), h), j) e k), è

facoltativa.

11. Gli schemi di bilancio di cui al presente

articolo sono modificati ed integrati con

decreto del Ministero dell'economia e delle

finanze - Dipartimento della Ragioneria

generale dello Stato, di concerto con il

Ministero dell'interno - Dipartimento per gli

affari interni e territoriali e la Presidenza del

Consiglio dei ministri - Dipartimento per gli

affari regionali, su proposta della

Commissione per l'armonizzazione contabile

degli enti territoriali. A decorrere dal 2016, gli

allegati riguardanti gli equilibri sono integrati

in attuazione dell' art. 9, della legge 24

dicembre 2012, n. 243.

12. Nel 2015 gli enti di cui al comma 1

adottano gli schemi di bilancio e di rendiconto

vigenti nel 2014, che conservano valore a tutti

gli effetti giuridici, anche con riguardo alla

funzione autorizzatoria, ai quali affiancano

quelli previsti dal comma 1, cui è attribuita

funzione conoscitiva. Il bilancio pluriennale

2015-2017 adottato secondo lo schema

vigente nel 2014 svolge funzione

autorizzatoria. Nel 2015, come prima voce

dell'entrata degli schemi di bilancio

autorizzatori annuali e pluriennali è inserito il

fondo pluriennale vincolato come definito

dall'art. 3, comma 4, mentre in spesa il fondo

pluriennale è incluso nei singoli stanziamenti

del bilancio annuale e pluriennale.

13. Il bilancio di previsione e il rendiconto

relativi all'esercizio 2015 predisposti secondo

gli schemi di cui agli allegati 9 e 10 sono

LEGGI D

'ITALIA

Page 103: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

103 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

allegati ai corrispondenti documenti contabili

aventi natura autorizzatoria. Il rendiconto

relativo all'esercizio 2015 predisposto

secondo lo schema di cui all'allegato 10 degli

enti che si sono avvalsi della facoltà di cui

all'art. 3, comma 12, non comprende il conto

economico e lo stato patrimoniale. Al primo

rendiconto di affiancamento della contabilità

economico patrimoniale alla contabilità

finanziaria previsto dall'art. 2, commi 1 e 2, è

allegato anche lo stato patrimoniale iniziale.

14. A decorrere dal 2016 gli enti di cui all'art.

2 adottano gli schemi di bilancio previsti dal

comma 1 che assumono valore a tutti gli

effetti giuridici, anche con riguardo alla

funzione autorizzatoria.

15. A decorrere dal 2015 gli enti che nel 2014

hanno partecipato alla sperimentazione di cui

all'art. 78 adottano gli schemi di bilancio di

cui al comma 1 che assumono valore a tutti

gli effetti giuridici, anche con riguardo alla

funzione autorizzatoria cui affiancano nel

2015, con funzione conoscitiva, gli schemi di

bilancio e di rendiconto vigenti nel 2014,

salvo gli allegati n. 17, 18 e 20 del decreto del

Presidente della Repubblica n. 194 del 1996

che possono non essere compilati.

16. In caso di esercizio provvisorio o gestione

provvisoria nell'esercizio 2015, gli enti di cui

al comma 1 applicano la relativa disciplina

vigente nel 2014, ad esclusione degli enti che

nel 2014 hanno partecipato alla

sperimentazione di cui all'art. 78, per i quali

trova applicazione la disciplina dell'esercizio

provvisorio prevista dal principio contabile

applicato della contabilità finanziaria di cui

all'allegato 4/2.

17. In caso di esercizio provvisorio o gestione

provvisoria nell'esercizio 2016 gli enti di cui

al comma 1 gestiscono gli stanziamenti di

spesa previsti nel bilancio pluriennale

autorizzatorio 2015 - 2017 per l'annualità

2016, riclassificati secondo lo schema di cui

all'allegato 9.»;

n) dopo l'art. 11 sono inseriti i seguenti:

«Art. 11-bis. (Bilancio consolidato). - 1. Gli

enti di cui all'art. 1, comma 1, redigono il

bilancio consolidato con i propri enti ed

organismi strumentali, aziende, società

controllate e partecipate, secondo le modalità

ed i criteri individuati nel principio applicato

del bilancio consolidato di cui all'allegato n.

4/4.

2. Il bilancio consolidato è costituito dal conto

economico consolidato, dallo stato

patrimoniale consolidato e dai seguenti

allegati:

a) la relazione sulla gestione consolidata che

comprende la nota integrativa;

b) la relazione del collegio dei revisori dei

conti.

3. Ai fini dell'inclusione nel bilancio

consolidato, si considera qualsiasi ente

strumentale, azienda, società controllata e

partecipata, indipendentemente dalla sua

forma giuridica pubblica o privata, anche se le

attività che svolge sono dissimili da quelle

degli altri componenti del gruppo, con

l'esclusione degli enti cui si applica il titolo II.

4. Gli enti di cui al comma 1 possono rinviare

l'adozione del bilancio consolidato con

riferimento all'esercizio 2016, salvo gli enti

che, nel 2014, hanno partecipato alla

sperimentazione.

Art. 11-ter. (Enti strumentali) - 1. Si definisce

ente strumentale controllato di una regione o

di un ente locale di cui all' art. 2 del decreto

legislativo 18 agosto 2000, n. 267, l'azienda o

l'ente, pubblico o privato, nei cui confronti la

regione o l'ente locale ha una delle seguenti

condizioni:

a) il possesso, diretto o indiretto, della

maggioranza dei voti esercitabili nell'ente o

nell'azienda;

b) il potere assegnato da legge, statuto o

convenzione di nominare o rimuovere la

maggioranza dei componenti degli organi

decisionali, competenti a definire le scelte

strategiche e le politiche di settore, nonché a

decidere in ordine all'indirizzo, alla

pianificazione ed alla programmazione

dell'attività di un ente o di un'azienda;

c) la maggioranza, diretta o indiretta, dei

diritti di voto nelle sedute degli organi

decisionali, competenti a definire le scelte

strategiche e le politiche di settore, nonché a

decidere in ordine all'indirizzo, alla

LEGGI D

'ITALIA

Page 104: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

104 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

pianificazione ed alla programmazione

dell'attività dell'ente o dell'azienda;

d) l'obbligo di ripianare i disavanzi, nei casi

consentiti dalla legge, per percentuali

superiori alla propria quota di partecipazione;

e) un'influenza dominante in virtù di contratti

o clausole statutarie, nei casi in cui la legge

consente tali contratti o clausole. I contratti di

servizio pubblico e di concessione, stipulati

con enti o aziende che svolgono

prevalentemente l'attività oggetto di tali

contratti, comportano l'esercizio di influenza

dominante.

2. Si definisce ente strumentale partecipato da

una regione o da un ente locale di cui all' art.

2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.

267, l'azienda o l'ente, pubblico o privato, nel

quale la regione o l'ente locale ha una

partecipazione, in assenza delle condizioni di

cui al comma 1.

3. Gli enti strumentali di cui ai commi 1 e 2

sono distinti nelle seguenti tipologie,

corrispondenti alle missioni del bilancio:

a) servizi istituzionali, generali e di gestione;

b) istruzione e diritto allo studio;

c) ordine pubblico e sicurezza;

d) tutela e valorizzazione dei beni ed attività

culturali;

e) politiche giovanili, sport e tempo libero;

f) turismo;

g) assetto del territorio ed edilizia abitativa;

h) sviluppo sostenibile e tutela del territorio e

dell'ambiente;

i) trasporti e diritto alla mobilità;

j) soccorso civile;

k) diritti sociali, politiche sociali e famiglia;

l) tutela della salute;

m) sviluppo economico e competitività;

n) politiche per il lavoro e la formazione

professionale;

o) agricoltura, politiche agroalimentari e

pesca;

p) energia e diversificazione delle fonti

energetiche;

q) relazione con le altre autonomie territoriali

e locali;

r) relazioni internazionali.

Art. 11-quater. (Società controllate). - 1. Si

definisce controllata da una regione o da un

ente locale la società nella quale la regione o

l'ente locale ha una delle seguenti condizioni:

a) il possesso, diretto o indiretto, anche sulla

scorta di patti parasociali, della maggioranza

dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria o

dispone di voti sufficienti per esercitare una

influenza dominante sull'assemblea ordinaria;

b) il diritto, in virtù di un contratto o di una

clausola statutaria, di esercitare un'influenza

dominante, quando la legge consente tali

contratti o clausole.

2. I contratti di servizio pubblico e gli atti di

concessione stipulati con società che svolgono

prevalentemente l'attività oggetto di tali

contratti comportano l'esercizio di influenza

dominante.

3. Le società controllate sono distinte nelle

medesime tipologie previste per gli enti

strumentali.

4. In fase di prima applicazione del presente

decreto, con riferimento agli esercizi 2015-

2017, non sono considerate le società quotate

e quelle da esse controllate ai sensi dell'art.

2359 del codice civile. A tal fine, per società

quotate degli enti di cui al presente articolo si

intendono le società emittenti strumenti

finanziari quotati in mercati regolamentari.

11-quinquies. (Società partecipate). - 1. Per

società partecipata da una regione o da un

ente locale, si intende la società nella quale la

regione o l'ente locale, direttamente o

indirettamente, dispone di una quota di voti,

esercitabili in assemblea, pari o superiore al

20 per cento, o al 10 per cento se trattasi di

società quotata.

2. Le società partecipate sono distinte nelle

medesime tipologie previste per gli enti

strumentali.

3. In fase di prima applicazione del presente

decreto, con riferimento agli esercizi 2015 -

2017, per società partecipata da una regione o

da un ente locale, si intende la società a totale

partecipazione pubblica affidataria di servizi

pubblici locali della regione o dell'ente locale,

indipendentemente dalla quota di

partecipazione.»;

o) al comma 1 dell'art. 12 e ai commi 1 e 2

dell'art. 13 le parole: «,commi 1 e 2,» sono

soppresse;

LEGGI D

'ITALIA

Page 105: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

105 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

p) all'art. 14:

1) ai commi 1 e 3, le parole: «, commi 1 e 2,»

sono soppresse;

2) la lettera b) del comma 1 è sostituita dalla

seguente:

«b) programmi, come definiti all'art. 13,

comma 1, terzo periodo. I programmi si

articolano in titoli e, ai fini della gestione,

sono ripartiti in macroaggregati, capitoli ed

eventualmente in articoli. I capitoli e gli

articoli, ove previsti, si raccordano con il

quarto livello di articolazione del piano dei

conti integrato di cui all'art. 4. La Giunta

contestualmente alla proposta di bilancio

trasmette, a fini conoscitivi, la proposta di

articolazione dei programmi in

macroaggregati. Il programma è, inoltre,

raccordato alla relativa codificazione COFOG

di secondo livello (Gruppi), secondo le

corrispondenze individuate nel glossario, di

cui al comma 3-ter, che costituisce parte

integrante dell'allegato n. 14. Nell'ambito dei

macroaggregati è data separata evidenza delle

eventuali quote di spesa non ricorrente.»;

3) la lettera c) del comma 1 ed il comma 2

sono abrogati;

4) al comma 3, le parole: «le funzioni

riconducibili al vincolo di cui all'art. 117,

secondo comma, lettera m), della Costituzione

e alle funzioni fondamentali di cui al

medesimo art. 117, secondo comma, lettera

p), della Costituzione, nonché dei relativi

costi e fabbisogni standard. I contenuti e lo

schema dell'allegato di cui al presente comma

sono definiti secondo le modalità di cui all'art.

36, comma 5, anche al fine di consentire una

comparazione tra i costi e i fabbisogni

effettivi e i costi e fabbisogni standard» sono

sostituite dalle seguenti: «per le missioni di

cui agli articoli 12 e 13 secondo lo schema

previsto dall'art. 11, comma 4, lettera h)»;

5) dopo il comma 3 sono aggiunti i seguenti:

«3-bis. Le Regioni, a seguito di motivate ed

effettive difficoltà gestionali per la sola spesa

di personale, possono utilizzare in maniera

strumentale, per non più di due esercizi

finanziari, il programma “Risorse umane”,

all'interno della missione “Servizi

istituzionali, generali e di gestione”. La

disaggregazione delle spese di personale per

le singole missioni e i programmi

rappresentati a bilancio deve essere comunque

esplicitata in apposito allegato alla legge di

bilancio, aggiornata con la legge di

assestamento e definitivamente contabilizzata

con il rendiconto.

3-ter. L'elenco delle missioni, programmi,

titoli e macroaggregati, indicato nell'allegato

n. 14, è aggiornato con decreto del Ministero

dell'economia e delle finanze - Dipartimento

della Ragioneria generale dello Stato, di

concerto con il Ministero dell'interno -

Dipartimento per gli affari interni e territoriali

e la Presidenza del Consiglio dei ministri -

Dipartimento per gli affari regionali, su

proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali. L'allegato 14 comprende il

glossario delle missioni e dei programmi che

individua anche le corrispondenze tra i

programmi e la classificazione COFOG di

secondo livello (Gruppi).»;

q) all'art. 15:

1) alla lettera b) del comma 1, dopo il primo

periodo sono aggiunti i seguenti:

«Ai fini della gestione e della rendicontazione

le tipologie sono ripartite in categorie, capitoli

ed eventualmente in articoli secondo il

rispettivo oggetto. I capitoli e gli articoli, ove

previsti, si raccordano con il quarto livello di

articolazione del piano dei conti integrato di

cui all'art. 4. La Giunta contestualmente alla

proposta di bilancio trasmette al Consiglio, a

fini conoscitivi, la proposta di articolazione

delle tipologie in categorie.»;

2) la lettera c) del comma 1 è abrogata;

3) il comma 2 è sostituito dal seguente:

«2. Nell'ambito delle categorie è data separata

evidenza delle eventuali quote di entrata non

ricorrente. L'elenco dei titoli, delle tipologie e

delle categorie, indicato nell'allegato n. 13, è

aggiornato con decreto del Ministero

dell'economia e delle finanze - Dipartimento

della Ragioneria generale dello Stato, di

concerto con il Ministero dell'interno -

Dipartimento per gli affari interni e territoriali

e la Presidenza del Consiglio dei ministri -

Dipartimento per gli affari regionali, su

LEGGI D

'ITALIA

Page 106: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

106 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali.»;

r) l'art. 16 è sostituito dal seguente:

«Art. 16. (Flessibilità degli stanziamenti di

bilancio). - 1. Al fine di migliorare l'utilizzo

delle risorse pubbliche, anche in termini di

riqualificazione della spesa, le

amministrazioni pubbliche di cui all'art. 2

possono effettuare, in sede di gestione,

variazioni compensative tra le dotazioni delle

missioni e dei programmi, limitatamente alle

spese per il personale, conseguenti a

provvedimenti di trasferimento del personale

all'interno dell'amministrazione.

2. Resta in ogni caso precluso l'utilizzo delle

entrate in conto capitale e derivanti

dall'accensione di prestiti per il finanziamento

delle spese correnti.»;

s) all'art. 17:

1) al comma 1 le parole: «Le amministrazioni

pubbliche» sono sostituite dalle seguenti: «Gli

enti strumentali» e le parole: «comma 2» sono

sostituite dalle seguenti: «comma 3»;

2) dopo il comma 1 è inserito il seguente:

«1-bis. Gli enti di cui al comma 1 sono tenuti

alla redazione di un rendiconto finanziario in

termini di cassa predisposto ai sensi dell'art.

2428, comma 2, del codice civile.»;

3) al comma 2, le parole: «all'art. 3, comma

2, individuati dall'ISTAT ai sensi dell' art. 1,

commi 2 e 3, della legge 31 dicembre 2009, n.

196» sono sostituite dalle seguenti: « al

comma 1 che rientrano nella definizione di

amministrazioni pubbliche di cui all' art. 1,

comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n.

196,» e le parole: «dati contabili» sono

sostituite dalle seguenti: «incassi e

pagamenti»;

4) il comma 3 è sostituito dal seguente:

«3. Al fine di fornire informazioni in merito

alla classificazione della propria spesa

complessiva in missioni e programmi, come

definiti dall'art. 13 del presente decreto, le

amministrazioni pubbliche di cui al comma 2,

elaborano un apposito prospetto, predisposto

secondo le modalità di cui all'allegato n. 15,

concernente la ripartizione della propria spesa

per missioni e programmi, accompagnata

dalla corrispondente classificazione secondo

la nomenclatura COFOG di secondo livello

secondo le corrispondenze individuate nel

glossario delle missioni e dei programmi di

cui all'allegato 14. Nel caso di corrispondenza

non univoca tra programma e funzioni

COFOG di secondo livello, vanno indicate le

funzioni COFOG con l'indicazione delle

percentuali di attribuzione della spesa del

programma a ciascuna di esse.»;

5) al comma 4, le parole: «, definito secondo

le modalità di cui all'art. 36, comma 5,» sono

soppresse;

6) dopo il comma 6 sono aggiunti i seguenti:

«6-bis. Al fine di consentire la rilevazione

SIOPE, gli enti di cui al comma 1 si

avvalgono di un servizio di cassa che prevede

l'utilizzo di ordinativi di incasso e di

pagamento.

6-ter. Gli enti di cui al comma 1, ancora non

coinvolti nella rilevazione SIOPE, rinviano

l'attuazione dei commi da 2 a 6

all'emanazione del decreto del Ministro

dell'economia e delle finanze concernente

l'attuazione della rilevazione SIOPE per gli

enti del proprio comparto.

6-quater. Il prospetto di cui all'allegato n. 15 è

aggiornato con decreto del Ministero

dell'economia e delle finanze - Dipartimento

della Ragioneria generale dello Stato, di

concerto con il Ministero dell'interno -

Dipartimento per gli affari interni e territoriali

e la Presidenza del Consiglio dei ministri -

Dipartimento per gli affari regionali, su

proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali.»;

t) all'art. 18:

1) al comma 1, le parole: «comma 3» sono

sostituite dalle seguenti: «comma 1»;

2) alla lettera b) del comma 1, dopo le parole:

« anno successivo» sono inserite le seguenti:

«Le regioni approvano il rendiconto entro il

31 luglio dell'anno successivo, con preventiva

approvazione da parte della giunta entro il 30

aprile, per consentire la parifica delle sezioni

regionali di controllo della Corte dei conti»;

LEGGI D

'ITALIA

Page 107: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

107 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

3) alla lettera c) del comma 1, le parole: «30

giugno» sono sostituite dalle seguenti: «30

settembre»;

u) dopo l'art. 18 è inserito il seguente:

«Art. 18-bis. (Indicatori di bilancio) - 1. Al

fine di consentire la comparazione dei bilanci,

gli enti adottano un sistema di indicatori

semplici, denominato «Piano degli indicatori

e dei risultati attesi di bilancio» misurabili e

riferiti ai programmi e agli altri aggregati del

bilancio, costruiti secondo criteri e

metodologie comuni.

2. Le regioni e i loro enti ed organismi

strumentali, entro 30 giorni dall'approvazione

del bilancio di previsione o del budget di

esercizio e del bilancio consuntivo o del

bilancio di esercizio, presentano il documento

di cui al comma 1, il quale è parte integrante

dei documenti di programmazione e di

bilancio di ciascuna amministrazione

pubblica. Esso viene divulgato anche

attraverso la pubblicazione sul sito internet

istituzionale dell'amministrazione stessa nella

sezione «Trasparenza, valutazione e merito»,

accessibile dalla pagina principale (home

page).

3. Gli enti locali ed i loro enti e organismi

strumentali allegano il “Piano” di cui al

comma 1 al bilancio di previsione o del

budget di esercizio e del bilancio consuntivo o

del bilancio di esercizio.

4. Il sistema comune di indicatori di risultato

delle Regioni e dei loro enti ed organismi

strumentali, è definito con decreto del

Ministero dell’economia e delle finanze su

proposta della Commissione

sull’armonizzazione contabile degli enti

territoriali. Il sistema comune di indicatori di

risultato degli enti locali e dei loro enti ed

organismi strumentali è definito con decreto

del Ministero dell’interno, su proposta della

Commissione sull’armonizzazione contabile

degli enti territoriali. L’adozione del Piano di

cui al comma 1 è obbligatoria a decorrere

dall’esercizio successivo all’emanazione dei

rispettivi decreti.»;

v) all'art. 20:

1) al comma 2 la lettera a) è sostituita dalla

seguente: «a) accertano ed impegnano nel

corso dell'esercizio l'intero importo

corrispondente al finanziamento sanitario

corrente, ivi compresa la quota premiale

condizionata alla verifica degli adempimenti

regionali, e le quote di finanziamento

sanitario vincolate o finalizzate. Ove si

verifichi la perdita definitiva di quote di

finanziamento condizionate alla verifica di

adempimenti regionali, ai sensi della

legislazione vigente, detto evento è registrato

come cancellazione dei residui attivi

nell'esercizio nel quale la perdita si determina

definitivamente;»;

2) dopo il comma 2 siano inseriti i seguenti:

«2-bis. I gettiti derivanti dalle manovre fiscali

regionali e destinati al finanziamento del

Servizio sanitario regionale sono iscritti nel

bilancio regionale nell'esercizio di

competenza dei tributi.

2-ter. La quota dei gettiti derivanti dalle

manovre fiscali regionali destinata

obbligatoriamente al finanziamento del

servizio sanitario regionale, ai sensi della

legislazione vigente sui piani di rientro dai

disavanzi sanitari, è iscritta nel bilancio

regionale triennale, nell'esercizio di

competenza dei tributi, obbligatoriamente per

l'importo stimato dal competente

Dipartimento delle finanze del Ministero

dell'economia e delle finanze, ovvero per il

minore importo destinato al Servizio sanitario

regionale ai sensi dell' art. 1, comma 80, della

legge 23 dicembre 2009, n. 191. Tale

iscrizione comporta l'automatico e contestuale

accertamento e impegno dell'importo nel

bilancio regionale.

La regione non può disimpegnare tali somme,

se non a seguito di espressa autorizzazione da

parte del Tavolo di verifica degli

adempimenti, ai sensi e per gli effetti dell' art.

1, comma 80, della legge 23 dicembre 2009,

n. 191. In relazione a tale autorizzazione la

regione è tenuta a trasmettere al Tavolo di

verifica degli adempimenti la relativa

documentazione corredata dalla valutazione

d'impatto operata dal competente

Dipartimento delle finanze. Ove si verifichi in

sede di consuntivazione dei gettiti fiscali un

minore importo effettivo delle risorse

LEGGI D

'ITALIA

Page 108: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

108 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

derivanti dalla manovra fiscale regionale

rispetto all'importo che ha formato oggetto di

accertamento e di impegno, detto evento è

contabilmente registrato nell'esercizio nel

quale tale perdita si determina come

cancellazione di residui attivi.»;

z) all'art. 33:

1) il primo periodo del comma 2 è sostituito

dai seguenti:

«Gli enti di cui al comma 1 allegano il

prospetto concernente la ripartizione dei

pagamenti per missioni e programmi, definito

secondo le modalità di cui all'allegato n. 16, al

bilancio di esercizio e, a decorrere dal 2017,

al bilancio preventivo economico annuale. Il

prospetto allegato al bilancio di esercizio è

elaborato in coerenza con i risultati della

tassonomia effettuata attraverso la rilevazione

SIOPE.»;

2) dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:

«2-bis. Il prospetto di cui all'allegato n. 16 è

aggiornato con decreto del Ministero

dell'economia e delle finanze - Dipartimento

della Ragioneria generale dello Stato, di

concerto con il Ministero dell'interno -

Dipartimento per gli affari interni e territoriali

e la Presidenza del Consiglio dei ministri -

Dipartimento per gli affari regionali, su

proposta della Commissione per

l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali.»;

aa) il Titolo III è sostituito dai seguenti:

«Titolo III - Ordinamento finanziario e

contabile delle regioni

Art. 36. (Principi generali in materia di

finanza regionale). - 1. Il presente titolo

disciplina i bilanci delle regioni ai sensi

dell'art. 117, comma 2, lettera e), della

Costituzione.

2. La finanza regionale concorre con la

finanza statale e locale al perseguimento degli

obiettivi di convergenza e di stabilità

derivanti dall'appartenenza dell'Italia

all'Unione europea ed opera in coerenza con i

vincoli che ne derivano in ambito nazionale.

3. Le regioni ispirano la propria gestione al

principio della programmazione. A tal fine

adottano ogni anno il bilancio di previsione

finanziario, le cui previsioni, riferite ad un

orizzonte temporale almeno triennale, sono

elaborate sulla base delle linee strategiche e

delle politiche contenute nel documento di

economia e finanza regionale (DEFR),

predisposto secondo le modalità previste dal

principio contabile applicato della

programmazione allegato al presente decreto.

Il DEFR è approvato con una delibera del

consiglio regionale. Con riferimento al

periodo di programmazione decorrente

dall'esercizio 2015, le regioni non sono tenute

alla predisposizione del documento di

economia e finanza regionale e adottano il

documento di programmazione previsto

dall'ordinamento contabile vigente

nell'esercizio 2014. Il primo documento di

economia e finanza regionale è adottato con

riferimento agli esercizi 2016 e successivi. Gli

enti che hanno partecipato alla

sperimentazione nel 2014 adottano la

disciplina prevista dal presente articolo a

decorrere dal 1° gennaio 2015.

4. La regione adotta, in relazione alle esigenze

derivanti dallo sviluppo della fiscalità

regionale, una legge di stabilità regionale,

contenente il quadro di riferimento finanziario

per il periodo compreso nel bilancio di

previsione. Essa contiene esclusivamente

norme tese a realizzare effetti finanziari con

decorrenza dal primo anno considerato nel

bilancio di previsione ed è disciplinata dal

principio applicato riguardante la

programmazione, allegato n. 4/1 al presente

decreto.

5. Le regioni adottano i principi contabili

generali ed i principi contabili applicati di cui

agli allegati n. 1 e n. 4 al presente decreto.

Art. 37. (Sistema contabile). - 1. Il sistema

contabile delle regioni, in attuazione dell' art.

2, comma 2, lettera h), della legge 5 maggio

2009, n. 42, garantisce la rilevazione unitaria

dei fatti gestionali sotto il profilo finanziario,

economico e patrimoniale, attraverso

l'adozione:

a) della contabilità finanziaria, che ha natura

autorizzatoria e consente la rendicontazione

della gestione finanziaria;

b) della contabilità economico-patrimoniale,

per la rilevazione, ai fini conoscitivi, degli

LEGGI D

'ITALIA

Page 109: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

109 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

effetti economici e patrimoniali dei fatti

gestionali, che consente la rendicontazione

economico e patrimoniale.

2. Le regioni garantiscono la rilevazione

unitaria dei fatti gestionali sotto il profilo

finanziario ed economico patrimoniale

adottando il piano dei conti integrato di cui

all'art. 4.

3. Al fine di consentire la tracciabilità di tutte

le operazioni gestionali e la movimentazione

delle voci del piano dei conti integrato, ad

ogni transazione è attribuita una codifica da

applicare secondo le modalità previste dagli

articoli 5, 6 e 7.

4. Le previsioni di competenza e di cassa,

aggregate secondo l'articolazione del piano

dei conti di quarto livello, e i risultati della

gestione di competenza e di cassa aggregati

secondo l'articolazione del piano dei conti,

sono trasmessi alla banca dati unitaria delle

amministrazioni pubbliche di cui all' art. 13,

comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n.

196, sulla base di schemi, tempi e modalità

definiti con decreto del Ministro

dell'economia e delle finanze.

Art. 38. (Leggi regionali di spesa e relativa

copertura finanziaria). - 1. Le leggi regionali

che prevedono spese a carattere continuativo

quantificano l'onere annuale previsto per

ciascuno degli esercizi compresi nel bilancio

di previsione e indicano l'onere a regime

ovvero, nel caso in cui non si tratti di spese

obbligatorie, possono rinviare le

quantificazioni dell'onere annuo alla legge di

bilancio.

2. Le leggi regionali che dispongono spese a

carattere pluriennale indicano l'ammontare

complessivo della spesa, nonché la quota

eventualmente a carico del bilancio in corso e

degli esercizi successivi. La legge di stabilità

regionale può annualmente rimodulare le

quote previste per ciascuno degli anni

considerati nel bilancio di previsione e per gli

esercizi successivi, nei limiti

dell'autorizzazione complessiva di spesa.

Art. 39. (Il sistema di bilancio delle regioni). -

1. Il Consiglio regionale approva ogni anno,

con legge, il bilancio di previsione finanziario

che rappresenta il quadro delle risorse che la

regione prevede di acquisire e di impiegare,

riferite ad un orizzonte temporale almeno

triennale, esponendo separatamente

l'andamento delle entrate e delle spese in base

alla legislazione statale e regionale in vigore.

2. Il bilancio di previsione finanziario

comprende le previsioni di competenza e di

cassa del primo esercizio del periodo

considerato e le previsioni di competenza

degli esercizi successivi ed è redatto, secondo

gli schemi previsti dall'allegato n. 9, con le

modalità previste dal principio applicato della

programmazione di cui all'allegato n. 4/1,

dallo statuto e dall'ordinamento contabile. Le

previsioni riguardanti il primo esercizio

costituiscono il bilancio di previsione

finanziario annuale.

3. Il bilancio di previsione finanziario ha

carattere autorizzatorio, costituendo limite:

a) agli accertamenti e agli incassi riguardanti

le accensioni di prestiti;

b) agli impegni e ai pagamenti di spesa. Non

comportano limiti alla gestione le previsioni

riguardanti i rimborsi delle anticipazioni di

tesoreria e le partite di giro.

4. A seguito di eventi intervenuti

successivamente all'approvazione del bilancio

la giunta, nelle more della necessaria

variazione di bilancio, può limitare la natura

autorizzatoria degli stanziamenti di ciascuno

degli esercizi successivi considerati nel

bilancio di previsione, al solo fine di garantire

gli equilibri di bilancio. Con riferimento a tali

stanziamenti, non possono essere assunte

obbligazioni giuridiche.

5. Il bilancio di previsione finanziario indica,

per ciascuna unità di voto:

a) l'ammontare presunto dei residui attivi o

passivi alla chiusura dell'esercizio precedente

a quello cui il bilancio si riferisce;

b) l'ammontare delle previsioni di competenza

definitive dell'anno precedente a quello cui si

riferisce il bilancio;

c) l'ammontare delle entrate che si prevede di

accertare o delle spese di cui si autorizza

l'impegno negli esercizi cui il bilancio si

riferisce;

d) l'ammontare delle entrate che si prevede di

riscuotere o delle spese di cui si autorizza il

LEGGI D

'ITALIA

Page 110: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

110 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

pagamento nel primo esercizio considerato

nel bilancio, senza distinzioni fra riscossioni e

pagamenti in conto competenza e in conto

residui.

6. Gli stanziamenti di spesa di competenza

sono quantificati nella misura necessaria per

lo svolgimento delle attività o interventi che

sulla base della legislazione vigente daranno

luogo ad obbligazioni esigibili negli esercizi

considerati nel bilancio di previsione, e sono

determinati esclusivamente in relazione alle

esigenze funzionali ed agli obiettivi

concretamente perseguibili nel periodo cui si

riferisce il bilancio di previsione finanziario,

restando esclusa ogni quantificazione basata

sul criterio della spesa storica incrementale.

7. Nel bilancio di previsione finanziario,

prima di tutte le entrate e le spese, sono

iscritti:

a) in entrata, gli importi relativi al fondo

pluriennale vincolato di parte corrente e del

fondo pluriennale vincolato in c/capitale;

b) nell'entrata del primo esercizio, gli importi

relativi all'utilizzo dell'avanzo di

amministrazione presunto, nei casi individuati

dall'art. 42, comma 8, con l'indicazione della

quota vincolata del risultato di

amministrazione utilizzata anticipatamente;

c) in spesa, l'importo del disavanzo di

amministrazione presunto al 31 dicembre

dell'esercizio precedente cui il bilancio si

riferisce. Il disavanzo di amministrazione

presunto può essere iscritto nella spesa del

bilancio di previsione secondo le modalità

previste dall'art. 42, comma 12;

d) in entrata, il fondo di cassa presunto

dell'esercizio precedente.

8. Nel bilancio, ciascun stanziamento di spesa

di cui al comma 5, lettere b) e c), individua:

a) la quota che è già stata impegnata negli

esercizi precedenti con imputazione

all'esercizio di riferimento;

b) la quota dello stanziamento di competenza

costituita dal fondo pluriennale vincolato,

destinata alla copertura degli impegni che

sono stati assunti negli esercizi precedenti con

imputazione agli esercizi successivi e degli

impegni che si prevede di assumere

nell'esercizio con imputazione agli esercizi

successivi. Con riferimento a tale quota, non è

possibile impegnare e pagare con imputazione

all'esercizio cui lo stanziamento si riferisce.

Agli stanziamenti di spesa riguardanti il fondo

pluriennale vincolato è attribuito il medesimo

codice del piano dei conti della spesa cui il

fondo si riferisce.

9. Formano oggetto di specifica approvazione

del consiglio regionale, le previsioni di cui al

comma 5, lettere c) e d), per ogni unità di

voto e le previsioni del comma 7.

10. Contestualmente all'approvazione della

legge di bilancio la giunta approva, per

ciascun esercizio, la ripartizione delle unità di

voto del bilancio in categorie e

macroaggregati. Tale ripartizione costituisce

il documento tecnico di accompagnamento al

bilancio. L'ordinamento contabile disciplina le

modalità con cui, contestualmente

all'approvazione del documento tecnico di

accompagnamento, la Giunta o il Segretario

generale, con il bilancio finanziario

gestionale, provvede, per ciascun esercizio, a

ripartire le categorie e i macroaggregati in

capitoli ai fini della gestione e

rendicontazione, ed ad assegnare ai dirigenti

titolari dei centri di responsabilità

amministrativa le risorse necessarie al

raggiungimento degli obiettivi individuati per

i programmi ed i progetti finanziati

nell'ambito dello stato di previsione delle

spese. I capitoli di entrata e di spesa sono

raccordati almeno al quarto livello del piano

dei conti di cui all'art. 4.

11. Alla legge concernente il bilancio di

previsione finanziario sono allegati i

documenti previsti dall'art. 11, comma 3, e i

seguenti documenti:

a) l'elenco dei capitoli che riguardano le spese

obbligatorie;

b) l'elenco delle spese che possono essere

finanziate con il fondo di riserva per spese

impreviste di cui all'art. 48, comma 1, lettera

b).

12. Al documento tecnico di

accompagnamento al bilancio di cui al comma

10 sono allegati i documenti previsti dall'art.

11 comma 7.

LEGGI D

'ITALIA

Page 111: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

111 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

13. Al bilancio finanziario gestionale di cui al

comma 10 è allegato il prospetto riguardante

le previsioni di competenza e di cassa dei

capitoli di entrata e di spesa del perimetro

sanitario individuate dall'art. 20, comma 1,

ove previsto, per ciascun esercizio considerato

nel bilancio di previsione. Il prospetto è

articolato, per quanto riguarda le entrate, in

titoli, tipologie, categorie e capitoli e, per

quanto riguarda le spese, in titoli,

macroaggregati e capitoli. Se il bilancio

gestionale della regione risulta articolato in

modo da distinguere la gestione ordinaria

dalla gestione sanitaria, tale allegato non è

richiesto.

14. In relazione a quanto disposto dal comma

6, le regioni adottano misure organizzative

idonee a consentire l'analisi ed il controllo dei

costi e dei rendimenti dell'attività

amministrativa, della gestione e delle

decisioni organizzative, nonché la corretta

quantificazione delle conseguenze finanziarie

dei provvedimenti legislativi di entrata e di

spesa.

15. Sono vietate le gestioni di fondi al di fuori

del bilancio della regione e dei bilanci di cui

all'art. 47.

16. Nella sezione del sito internet della

regione dedicata ai bilanci sono pubblicati: il

bilancio di previsione finanziario, il relativo

documento tecnico di accompagnamento, il

bilancio finanziario gestionale, le variazioni

del bilancio di previsione, le variazioni del

documento tecnico di accompagnamento, il

bilancio di previsione assestato, il documento

tecnico di accompagnamento assestato e il

bilancio gestionale assestato.

Art. 40. (Equilibrio di bilanci) - 1. Per

ciascuno degli esercizi in cui è articolato, il

bilancio di previsione è deliberato in pareggio

finanziario di competenza, comprensivo

dell'utilizzo dell'avanzo di amministrazione e

del recupero del disavanzo di

amministrazione, garantendo un fondo di

cassa finale non negativo. Inoltre, le

previsioni di competenza relative alle spese

correnti sommate alle previsioni di

competenza relative ai trasferimenti in

c/capitale, al saldo negativo delle partite

finanziarie, alle quote di capitale delle rate di

ammortamento dei mutui e degli altri prestiti,

con l'esclusione dei rimborsi anticipati, non

possono essere complessivamente superiori

alle previsioni di competenza dei primi tre

titoli dell'entrata, ai contributi destinati al

rimborso dei prestiti e all'utilizzo dell'avanzo

di competenza di parte corrente, salvo le

eccezioni tassativamente indicate nel

principio applicato alla contabilità finanziaria

necessarie a garantire elementi di flessibilità

degli equilibri di bilancio ai fini del rispetto

del principio dell'integrità. Nelle more

dell'applicazione del capo IV della legge 24

dicembre 2012, n. 243 , il totale delle spese di

cui si autorizza l'impegno può essere

superiore al totale delle entrate che si prevede

di accertare nel medesimo esercizio, purché il

relativo disavanzo sia coperto da mutui e altre

forme di indebitamento autorizzati con la

legge di approvazione del bilancio nei limiti

di cui all'art. 62.

2. A decorrere dal 2016, il disavanzo di

amministrazione derivante dal debito

autorizzato e non contratto per finanziare

spesa di investimento, risultante dal

rendiconto 2015, può essere coperto con il

ricorso al debito che può essere contratto solo

per far fronte ad effettive esigenze di cassa.

Art. 41. (Il piano degli indicatori e dei risultati

attesi). - 1. Al fine di consentire la

comparazione dei bilanci, entro 30 giorni

dall'approvazione del bilancio di previsione e

del rendiconto, la regione presenta un

documento denominato “Piano degli

indicatori e dei risultati attesi di bilancio”

predisposto secondo le modalità previste

dall'art. 18-bis.

Art. 42. (Il risultato di amministrazione). - 1.

Il risultato di amministrazione, distinto in

fondi liberi, fondi accantonati, fondi destinati

agli investimenti e fondi vincolati, è accertato

con l'approvazione del rendiconto della

gestione dell'ultimo esercizio chiuso, ed è pari

al fondo di cassa aumentato dei residui attivi e

diminuito dei residui passivi. Tale risultato

non comprende le risorse accertate che hanno

finanziato spese impegnate con imputazione

agli esercizi successivi, rappresentate dal

LEGGI D

'ITALIA

Page 112: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

112 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

fondo pluriennale vincolato determinato in

spesa del conto del bilancio. Nel caso in cui il

risultato di amministrazione non presenti un

importo sufficiente a comprendere le quote

vincolate, destinate ed accantonate, la

differenza è iscritta nel primo esercizio

considerato nel bilancio di previsione, prima

di tutte le spese, come disavanzo da

recuperare, secondo le modalità previste al

comma 12.

2. In occasione dell'approvazione del bilancio

di previsione, è determinato l'importo del

risultato di amministrazione presunto

dell'esercizio precedente cui il bilancio si

riferisce.

3. I fondi accantonati del risultato di

amministrazione comprendono il fondo

crediti di dubbia esigibilità, l'accantonamento

per i residui perenti e gli accantonamenti per

passività potenziali.

4. I fondi destinati agli investimenti sono

costituiti dalle entrate in conto capitale senza

vincoli di specifica destinazione non spese, e

sono utilizzabili con provvedimento di

variazione di bilancio solo a seguito

dell'approvazione del rendiconto.

L'indicazione della destinazione nel risultato

di amministrazione, per le entrate in conto

capitale che hanno dato luogo ad

accantonamento al fondo crediti di dubbia e

difficile esazione, è sospeso, per l'importo

dell'accantonamento, sino all'effettiva

riscossione delle stesse. I trasferimenti in

conto capitale non sono destinati al

finanziamento degli investimenti e non

possono essere finanziati dal debito e dalle

entrate in conto capitale destinate al

finanziamento degli investimenti.

5. Costituiscono quota vincolata del risultato

di amministrazione le entrate accertate e le

corrispondenti economie di bilancio:

a) nei casi in cui la legge o i principi contabili

generali e applicati individuano un vincolo di

specifica destinazione dell'entrata alla spesa;

b) derivanti da mutui e finanziamenti contratti

per il finanziamento di investimenti

determinati;

c) derivanti da trasferimenti erogati a favore

dell'ente per una specifica destinazione;

d) derivanti da entrate accertate straordinarie,

non aventi natura ricorrente, cui la regione ha

formalmente attribuito una specifica

destinazione. E' possibile attribuire un vincolo

di destinazione alle entrate straordinarie non

aventi natura ricorrente solo se la regione non

ha rinviato la copertura del disavanzo di

amministrazione negli esercizi successivi e ha

provveduto nel corso dell'esercizio alla

copertura di tutti gli eventuali debiti fuori

bilancio.

L'indicazione del vincolo nel risultato di

amministrazione, per le entrate vincolate che

hanno dato luogo ad accantonamento al fondo

crediti di dubbia e difficile esazione, è

sospeso, per l'importo dell'accantonamento,

sino all'effettiva riscossione delle stesse.

6. La quota libera dell'avanzo di

amministrazione dell'esercizio precedente,

accertato ai sensi del comma 1, può essere

utilizzata, nel rispetto dei vincoli di

destinazione, con provvedimento di

variazione di bilancio, per le finalità di

seguito indicate in ordine di priorità:

a) per la copertura dei debiti fuori bilancio;

b) per i provvedimenti necessari per la

salvaguardia degli equilibri di bilancio

previsti dalla legislazione vigente, ove non

possa provvedersi con mezzi ordinari;

c) per il finanziamento di spese di

investimento;

d) per il finanziamento delle spese correnti a

carattere non permanente;

e) per l'estinzione anticipata dei prestiti.

7. Resta salva la facoltà di impiegare

l'eventuale quota del risultato di

amministrazione “svincolata”, in occasione

dell'approvazione del rendiconto, sulla base

della determinazione dell'ammontare

definitivo della quota del risultato di

amministrazione accantonata per il fondo

crediti di dubbia esigibilità, per finanziare lo

stanziamento riguardante il fondo crediti di

dubbia esigibilità nel bilancio di previsione

dell'esercizio successivo a quello cui il

rendiconto si riferisce.

8. Le quote del risultato di amministrazione

presunto dell'esercizio precedente costituite

da accantonamenti risultanti dall'ultimo

LEGGI D

'ITALIA

Page 113: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

113 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

consuntivo approvato o derivanti da fondi

vincolati possono essere immediatamente

utilizzate per le finalità cui sono destinate,

attraverso l'iscrizione di tali risorse, come

posta a sé stante dell'entrata, del primo

esercizio del bilancio di previsione o con

provvedimento di variazione al bilancio.

L'utilizzo della quota vincolata o accantonata

del risultato di amministrazione è consentito,

sulla base di una relazione documentata del

dirigente competente, anche in caso di

esercizio provvisorio, esclusivamente per

garantire la prosecuzione o l'avvio di attività

soggette a termini o scadenza, la cui mancata

attuazione determinerebbe danno per l'ente.

9. Se il bilancio di previsione impiega quote

vincolate del risultato di amministrazione

presunto ai sensi del comma 8, entro il 31

gennaio, la Giunta verifica l'importo delle

quote vincolate del risultato di

amministrazione dell'anno precedente sulla

base di un preconsuntivo relativo alle entrate

e alle spese vincolate e approva

l'aggiornamento dell'allegato al bilancio di

previsione di cui all'art. 11, comma 3, lettera

a). Se la quota vincolata del risultato di

amministrazione presunto è inferiore rispetto

all'importo applicato al bilancio di previsione,

l'ente provvede immediatamente alle

necessarie variazioni di bilancio che adeguano

l'impiego del risultato di amministrazione

vincolato.

10. Le quote del risultato presunto derivante

dall'esercizio precedente, costituite dagli

accantonamenti effettuati nel corso

dell'esercizio precedente, possono essere

utilizzate prima dell'approvazione del conto

consuntivo dell'esercizio precedente, per le

finalità cui sono destinate, con provvedimento

di variazione al bilancio, se la verifica di cui

al comma 9 e l'aggiornamento dell'allegato al

bilancio di previsione di cui all'art. 11, comma

4, lettera d), sono effettuate con riferimento a

tutte le entrate e le spese dell'esercizio

precedente e non solo alle entrate e alle spese

vincolate.

11. Le variazioni di bilancio che, in attesa

dell'approvazione del consuntivo, applicano al

bilancio quote vincolate del risultato di

amministrazione, sono effettuate dopo

l'approvazione del prospetto aggiornato del

risultato di amministrazione presunto da parte

della Giunta di cui al comma 10. Le

variazioni consistenti nella mera reiscrizione

di economie di spesa, derivanti da

stanziamenti di bilancio dell'esercizio

precedente corrispondenti a entrate vincolate,

possono essere disposte dai dirigenti se

previsto dall'ordinamento contabile o, in

assenza di norme, dal responsabile

finanziario.

12. L'eventuale disavanzo di amministrazione

accertato ai sensi del comma 1, a seguito

dell'approvazione del rendiconto, al netto del

debito autorizzato e non contratto di cui

all'art. 40, comma 1, è applicato al primo

esercizio del bilancio di previsione

dell'esercizio in corso di gestione. La mancata

variazione di bilancio che, in corso di

gestione, applica il disavanzo al bilancio è

equiparata a tutti gli effetti alla mancata

approvazione del rendiconto di gestione. Il

disavanzo di amministrazione può anche

essere ripianato negli esercizi considerati nel

bilancio di previsione, in ogni caso non oltre

la durata della legislatura regionale,

contestualmente all'adozione di una delibera

consiliare avente ad oggetto il piano di rientro

dal disavanzo nel quale siano individuati i

provvedimenti necessari a ripristinare il

pareggio. Il piano di rientro è sottoposto al

parere del collegio dei revisori. Ai fini del

rientro, possono essere utilizzate le economie

di spesa e tutte le entrate, ad eccezione di

quelle provenienti dall'assunzione di prestiti e

di quelle con specifico vincolo di

destinazione, nonché i proventi derivanti da

alienazione di beni patrimoniali disponibili e

da altre entrate in c/capitale con riferimento a

squilibri di parte capitale.

13. La deliberazione di cui al comma 12

contiene l'impegno formale di evitare la

formazione di ogni ulteriore potenziale

disavanzo, ed è allegata al bilancio di

previsione e al rendiconto, costituendone

parte integrante. Con periodicità almeno

semestrale, il Presidente della giunta

regionale trasmette al Consiglio una relazione

LEGGI D

'ITALIA

Page 114: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

114 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

riguardante lo stato di attuazione del piano di

rientro. A decorrere dal 2016, è fatto salvo

quanto previsto dall'art. 40, comma 2.

14. L'eventuale disavanzo di amministrazione

presunto, accertato ai sensi del comma 2, è

applicato al bilancio di previsione

dell'esercizio successivo secondo le modalità

previste al comma 12. A seguito

dell'approvazione del rendiconto e

dell'accertamento dell'importo definitivo del

disavanzo di amministrazione dell'esercizio

precedente, si provvede alle eventuali ulteriori

iniziative necessarie ai sensi del comma 12.

15. A seguito dell'eventuale accertamento di

un disavanzo di amministrazione presunto,

nell'ambito delle attività previste dal comma 9

effettuate nel corso dell'esercizio provvisorio,

si provvede alla tempestiva approvazione del

bilancio di previsione. Nelle more

dell'approvazione del bilancio, la gestione

prosegue secondo le modalità previste dal

principio applicato della contabilità

finanziaria riguardante la gestione provvisoria

del bilancio.

Art. 43. (Esercizio provvisorio e gestione

provvisoria). - 1. Se il bilancio di previsione

non è approvato dal Consiglio entro il 31

dicembre dell'anno precedente, la gestione

finanziaria dell'ente si svolge nel rispetto dei

principi applicati della contabilità finanziaria

riguardanti l'esercizio provvisorio o la

gestione provvisoria.

2. L'esercizio provvisorio del bilancio non

può essere concesso se non per legge e per

periodi non superiori complessivamente a

quattro mesi, nei modi, nei termini e con gli

effetti previsti dagli statuti e dall'ordinamento

contabile dell'ente. Nel corso dell'esercizio

provvisorio non è consentito il ricorso

all'indebitamento.

Art. 44. (Classificazione delle entrate). - 1.

Nel bilancio della regione le entrate sono

ripartite, secondo le modalità indicate all'art.

15, in:

a) titoli, definiti secondo la fonte di

provenienza delle entrate;

b) tipologie, definite in base alla natura delle

entrate, nell'ambito di ciascuna fonte di

provenienza, ai fini dell'approvazione in

termini di unità di voto.

2. Ai fini della gestione le tipologie sono

ripartite in categorie, in capitoli ed

eventualmente in articoli. Le categorie di

entrata delle regioni sono individuate

dall'elenco di cui all'allegato n. 13.

Nell'ambito delle categorie è data separata

evidenza delle eventuali quote di entrata non

ricorrente. La Giunta, contestualmente alla

proposta di bilancio, trasmette, a fini

conoscitivi, la proposta di articolazione delle

tipologie in categorie.

3. Le entrate in c/capitale e derivanti da debito

sono destinate esclusivamente al

finanziamento di spese di investimento e non

possono essere impiegate per la spesa

corrente.

Art. 45. (Classificazione delle spese). - 1. Le

previsioni di spesa del bilancio di previsione

sono classificate secondo le modalità indicate

all'art. 14 in:

a) missioni, che rappresentano le funzioni

principali e gli obiettivi strategici perseguiti

dalle regioni, utilizzando risorse finanziarie,

umane e strumentali ad esse destinate;

b) programmi, che rappresentano gli aggregati

omogenei di attività volte a perseguire gli

obiettivi definiti nell'ambito delle missioni, ai

fini dell'approvazione in termini di unità di

voto. I programmi sono ripartiti in titoli e

sono raccordati alla relativa codificazione

COFOG di secondo livello (Gruppi), secondo

le corrispondenze individuate nel glossario, di

cui al comma 3-ter dell'art. 14, che costituisce

parte integrante dell'allegato n. 14.

2. Ai fini della gestione, i programmi sono

ripartiti in macroaggregati, capitoli ed

eventualmente in articoli. I macroaggregati di

spesa delle regioni sono individuati

dall'elenco di cui all'allegato n. 14. La Giunta,

contestualmente alla proposta di bilancio,

trasmette, a fini conoscitivi, la proposta di

articolazione dei programmi in

macroaggregati.

Art. 46. (Fondo crediti di dubbia esigiblità). -

1. Nella missione “Fondi e Accantonamenti”,

all'interno del programma fondo crediti di

dubbia esigibilità, è stanziato

LEGGI D

'ITALIA

Page 115: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

115 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

l'accantonamento al fondo crediti di dubbia

esigibilità, il cui ammontare è determinato in

considerazione dell'importo degli

stanziamenti di entrata di dubbia e difficile

esazione, secondo le modalità indicate nel

principio applicato della contabilità

finanziaria di cui all'allegato n. 4/2 al presente

decreto.

2. Una quota del risultato di amministrazione

è accantonata per il fondo crediti di dubbia

esigibilità, il cui ammontare è determinato,

secondo le modalità indicate nel principio

applicato della contabilità finanziaria di cui

all’allegato n. 4/2 al presente decreto, in

considerazione dell’ammontare dei crediti di

dubbia e difficile esazione, e non può essere

destinata ad altro utilizzo.

3. E' data facoltà alle regioni di stanziare nella

missione “Fondi e accantonamenti”,

all'interno del programma “Altri fondi”,

ulteriori accantonamenti riguardanti passività

potenziali, sui quali non è possibile impegnare

e pagare. A fine esercizio, le relative

economie di bilancio confluiscono nella quota

accantonata del risultato di amministrazione,

immediatamente utilizzabili ai sensi di quanto

previsto dall'art. 42, comma 3. Quando si

accerta che la spesa potenziale non può più

verificarsi, la corrispondente quota del

risultato di amministrazione è liberata dal

vincolo.

Art. 47. (Sistemi contabili degli organismi e

degli enti strumentali della regione. Spese

degli enti locali). - 1. Per conseguire i propri

obiettivi, la regione si avvale di organismi e di

enti strumentali, distinti nelle tipologie,

definite in corrispondenza delle missioni del

bilancio, di cui all'art. 11-ter, comma 3.

2. Gli organismi strumentali della regione

sono costituiti dalle sue articolazioni

organizzative, anche a livello territoriale,

dotate di autonomia gestionale e contabile,

prive di personalità giuridica, escluso il

consiglio regionale, al quale si applica l'art.

67. Gli organismi strumentali della regione

adottano il medesimo sistema contabile della

regione e adeguano la propria gestione alle

disposizioni del presente decreto.

3. Gli organismi strumentali delle regioni che

svolgono la funzione di organismo pagatore

dei fondi europei trasmettono il proprio

bilancio di previsione, le variazioni di

bilancio, il consuntivo ed i dati concernenti le

operazioni gestionali alla banca dati unitaria

delle Amministrazioni pubbliche, di cui all'

art. 13, comma 3, della legge 31 dicembre

2009, n. 196, sulla base di schemi, tempi e

modalità definiti con decreto del Ministro

dell'economia e delle finanze, e non sono

compresi nel rendiconto consolidato di cui

all'art. 11, commi 8 e 9. Il consuntivo degli

organismi pagatori dei fondi UE partecipa al

bilancio consolidato di cui all'art. 11-bis.

4. Gli enti strumentali della regione sono le

aziende e gli enti, pubblici e privati, dotati di

personalità giuridica, definiti dall'art. 11-ter.

Gli enti strumentali in contabilità finanziaria

adottano il medesimo sistema contabile della

regione e adeguano la propria gestione alle

disposizioni del presente decreto. Gli enti

strumentali della regione in contabilità

economico-patrimoniale adeguano il proprio

sistema contabile ai principi di cui all'art. 17.

5. I bilanci degli enti e degli organismi, in

qualunque forma costituiti, strumentali della

regione, sono approvati annualmente nei

termini e nelle forme stabiliti dallo statuto e

dalle leggi regionali e sono pubblicati nel sito

internet della regione.

Art. 48. (Fondi di riserva). - 1. Nel bilancio

regionale sono iscritti:

a) nella parte corrente, un «fondo di riserva

per spese obbligatorie» dipendenti dalla

legislazione in vigore. Le spese obbligatorie

sono quelle relative al pagamento di stipendi,

assegni, pensioni ed altre spese fisse, le spese

per interessi passivi, quelle derivanti da

obblighi comunitari e internazionali, le spese

per ammortamenti di mutui, nonché quelle

così identificative per espressa disposizione

normativa;

b) nella parte corrente, un «fondo di riserva

per spese impreviste» per provvedere alle

eventuali deficienze delle assegnazioni di

bilancio, che non riguardino le spese di cui

alla lettera a), e che, comunque, non

LEGGI D

'ITALIA

Page 116: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

116 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

impegnino i bilanci futuri con carattere di

continuità;

c) il fondo di riserva per le autorizzazioni di

cassa di cui al comma 3.

2. L'ordinamento contabile della regione

disciplina le modalità e i limiti del prelievo di

somme dai fondi di cui al comma 1,

escludendo la possibilità di utilizzarli per

l'imputazione di atti di spesa. I prelievi dal

fondo di cui al comma 1, lettera a), sono

disposti con decreto dirigenziale. I prelievi dal

fondo di cui al comma 1, lettera b), sono

disposti con delibere della giunta regionale.

3. Il fondo di riserva per le autorizzazioni di

cassa è iscritto nel solo bilancio di cassa per

un importo definito in rapporto alla

complessiva autorizzazione a pagare ivi

disposta, secondo modalità indicate

dall'ordinamento contabile regionale in

misura non superiore ad un dodicesimo e i cui

prelievi e relative destinazioni ed integrazioni

degli altri programmi di spesa, nonché dei

relativi capitoli del bilancio di cassa, sono

disposti con decreto dirigenziale.

Art. 49. (Fondi speciali). - 1. Nel bilancio

regionale possono essere iscritti uno o più

fondi speciali, destinati a far fronte agli oneri

derivanti da provvedimenti legislativi

regionali che si perfezionino dopo

l'approvazione del bilancio.

2. I fondi di cui al comma 1 non sono

utilizzabili per l'imputazione di atti di spesa;

ma solo ai fini del prelievo di somme da

iscrivere in aumento alle autorizzazioni di

spesa dei programmi esistenti o dei nuovi

programmi dopo l'entrata in vigore dei

provvedimenti legislativi che autorizzano le

spese medesime.

3. I fondi di cui al comma 1 sono tenuti

distinti a seconda che siano destinati al

finanziamento di spese correnti o di spese in

conto capitale.

4. Le quote dei fondi speciali, non utilizzate al

termine dell'esercizio secondo le modalità di

cui al comma 2, costituiscono economie di

spesa.

5. Ai fini della copertura finanziaria di spese

derivanti da provvedimenti legislativi non

approvati entro il termine dell'esercizio

relativo, ma in corso di approvazione da parte

del Consiglio, può farsi riferimento alle quote

non utilizzate dei relativi fondi speciali di

detto esercizio. A tal fine, le economie di

spesa derivanti dalle quote non utilizzate di

tali fondi speciali costituiscono una quota

accantonata del risultato di amministrazione,

destinata alla copertura finanziaria di spese

derivanti dai relativi provvedimenti

legislativi, purché tali provvedimenti siano

approvati entro il termine dell'esercizio

immediatamente successivo.

Art. 50. (Assestamento del bilancio). - 1.

Entro il 31 luglio, la regione approva con

legge l'assestamento delle previsioni di

bilancio, anche sulla scorta della consistenza

dei residui attivi e passivi, del fondo

pluriennale vincolato e del fondo crediti di

dubbia esigibilità, accertati in sede di

rendiconto dall'esercizio scaduto il 31

dicembre precedente, fermi restando i vincoli

di cui all'art. 40.

2. La legge di assestamento del bilancio dà

atto del permanere degli equilibri generali di

bilancio e, in caso di accertamento negativo,

assume i necessari provvedimenti di

riequilibrio.

3. Alla legge di assestamento è allegata una

nota integrativa nella quale sono indicati:

a) la destinazione del risultato economico

dell'esercizio precedente o i provvedimenti

atti al contenimento e assorbimento del

disavanzo economico;

b) la destinazione della quota libera del

risultato di amministrazione;

c) le modalità di copertura dell'eventuale

disavanzo di amministrazione tenuto conto

della struttura e della sostenibilità del ricorso

all'indebitamento, con particolare riguardo ai

contratti di mutuo, alle garanzie prestate e alla

conformità dei relativi oneri alle condizioni

previste dalle convenzioni con gli istituti

bancari e i valori di mercato, evidenziando gli

oneri sostenuti in relazione ad eventuali

anticipazioni di cassa concesse dall'istituto

tesoriere.

Art. 51. (Variazioni del bilancio di previsione,

del documento tecnico di accompagnamento e

del bilancio gestionale). - 1. Nel corso

LEGGI D

'ITALIA

Page 117: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

117 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

dell'esercizio, il bilancio di previsione può

essere oggetto di variazioni autorizzate con

legge.

2. Nel corso dell'esercizio la giunta, con

provvedimento amministrativo, autorizza le

variazioni del documento tecnico di

accompagnamento e le variazioni del bilancio

di previsione riguardanti:

a) l'istituzione di nuove tipologie di bilancio,

per l'iscrizione di entrate derivanti da

assegnazioni vincolate a scopi specifici

nonché per l'iscrizione delle relative spese,

quando queste siano tassativamente regolate

dalla legislazione in vigore;

b) variazioni compensative tra le dotazioni

delle missioni e dei programmi riguardanti

l'utilizzo di risorse comunitarie e vincolate,

nel rispetto della finalità della spesa definita

nel provvedimento di assegnazione delle

risorse, o qualora le variazioni siano

necessarie per l'attuazione di interventi

previsti da intese istituzionali di programma o

da altri strumenti di programmazione

negoziata;

c) variazioni compensative tra le dotazioni

delle missioni e dei programmi limitatamente

alle spese per il personale, conseguenti a

provvedimenti di trasferimento del personale

all'interno dell'amministrazione;

d) variazioni compensative tra le dotazioni di

cassa delle missioni e dei programmi di

diverse missioni;

e) variazioni riguardanti il fondo pluriennale

di cui all'art. 3, comma 4;

f) le variazioni riguardanti l'utilizzo del fondo

di riserva per le spese impreviste di cui all'art.

48, lettera b);

g) le variazioni necessarie per l'utilizzo della

quota accantonata del risultato di

amministrazione riguardante i residui perenti.

3. L'ordinamento contabile regionale

disciplina le modalità con cui la giunta

regionale o il Segretario generale, con

provvedimento amministrativo, autorizza le

variazioni del bilancio gestionale che non

sono di competenza dei dirigenti e del

responsabile finanziario.

4. Salva differente previsione definita dalle

Regioni nel proprio ordinamento contabile, i

dirigenti responsabili della spesa o, in assenza

di disciplina, il responsabile finanziario della

regione possono effettuare variazioni del

bilancio gestionale compensative fra capitoli

di entrata della medesima categoria e fra i

capitoli di spesa del medesimo

macroaggregato, le variazioni di bilancio

riguardanti la mera reiscrizione di economie

di spesa derivanti da stanziamenti di bilancio

dell'esercizio precedente corrispondenti a

entrate vincolate, secondo le modalità previste

dall'art. 42, commi 8 e 9, le variazioni

necessarie per l'adeguamento delle previsioni,

compresa l'istituzione di tipologie e

programmi, riguardanti le partite di giro e le

operazioni per conto di terzi, le variazioni

degli stanziamenti riguardanti i versamenti ai

conti di tesoreria statale intestati all'ente e i

versamenti a depositi bancari intestati all'ente,

e le variazioni di bilancio riguardanti il fondo

pluriennale vincolato escluse quelle previste

dall'art. 3, comma 4, di competenza della

giunta. Salvo differente autorizzazione della

giunta, con riferimento ai macro aggregati

riguardanti i trasferimenti correnti, i contributi

agli investimenti e ai trasferimenti in conto

capitale, i dirigenti responsabili della spesa o,

in assenza di disciplina, il responsabile

finanziario, possono effettuare variazioni

compensative solo dei capitoli di spesa

appartenenti al medesimo macroaggregato e

al medesimo codice di quarto livello del piano

dei conti.

5. Sono vietate le variazioni amministrative

compensative tra macroaggregati appartenenti

a titoli diversi e spostamenti di somme tra

residui e competenza.

6. Nessuna variazione al bilancio può essere

approvata dopo il 30 novembre dell'anno a cui

il bilancio stesso si riferisce, fatta salva:

a) l'istituzione di tipologie di entrata di cui al

comma 2, lettera a);

b) l'istituzione di tipologie di entrata, nei casi

non previsti dalla lettera a) con stanziamento

pari a zero, a seguito di accertamento e

riscossione di entrate non previste in bilancio,

secondo le modalità previste dal principio

applicato della contabilità finanziaria;

LEGGI D

'ITALIA

Page 118: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

118 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

c) le variazioni del fondo pluriennale

vincolato;

d) le variazioni necessarie per consentire la

reimputazione di obbligazioni già assunte agli

esercizi in cui sono esigibili;

e) i prelievi dai fondi di riserva per le spese

obbligatorie, per le spese impreviste, per

l'utilizzo della quota accantonata del risultato

di amministrazione riguardante i residui

perenti e le spese potenziali;

f) le variazioni necessarie alla reimputazione

agli esercizi in cui sono esigibili, di

obbligazioni riguardanti entrate vincolate già

assunte e, se necessario, delle spese correlate;

g) le variazioni delle dotazioni di cassa di cui

al comma 2, lettera d);

h) le variazioni degli stanziamenti riguardanti

i versamenti ai conti correnti di tesoreria

statale intestati all'ente e i versamenti a

depositi bancari intestati all'ente.

7. I provvedimenti amministrativi che

dispongono le variazioni al bilancio di

previsione e, nei casi previsti dal presente

decreto, non possono disporre variazioni del

documento tecnico di accompagnamento o del

bilancio gestionale.

8. Salvo quanto disposto dal presente articolo

e dagli articoli 48 e 49, sono vietate le

variazioni compensative degli stanziamenti di

competenza da un programma all'altro del

bilancio con atto amministrativo.

9. Le variazioni al bilancio di previsione sono

trasmesse al tesoriere inviando il prospetto di

cui all'art. 10, comma 4, allegato alla legge o

al provvedimento di approvazione della

variazione. Sono altresì trasmesse al tesoriere:

a) le variazioni dei residui a seguito del loro

riaccertamento;

b) le variazioni del fondo pluriennale

vincolato effettuate nel corso dell'esercizio

finanziario.

10. Nel corso dell'esercizio 2015 sono

applicate le norme concernenti le variazioni di

bilancio vigenti nell'esercizio 2014, fatta salva

la disciplina del fondo pluriennale vincolato e

del riaccertamento straordinario dei residui.

Gli enti che hanno partecipato alla

sperimentazione nel 2014 adottano la

disciplina prevista dal presente articolo a

decorrere dal 1° gennaio 2015.

Art. 52. (La gestione delle entrate e delle

spese). - 1. La gestione delle entrate si attua

attraverso le fasi dell'accertamento, della

riscossione e del versamento.

2. La gestione delle spese si attua attraverso le

fasi dell'impegno, della liquidazione,

dell'ordinazione e del pagamento.

Art. 53. (Accertamenti). - 1. Tutte le

obbligazioni giuridicamente perfezionate

attive, da cui derivano entrate per la regione,

devono essere registrate nelle scritture

contabili quando l'obbligazione è

perfezionata, con imputazione all'esercizio in

cui l'obbligazione viene a scadenza, secondo

le modalità previste dal principio applicato

della contabilità finanziaria di cui all'allegato

n. 4/2. Le entrate sono registrate nelle

scritture contabili anche se non determinano

movimenti di cassa effettivi.

2. L'accertamento costituisce la prima fase

della gestione dell'entrata con la quale il

funzionario competente, sulla base di idonea

documentazione verifica la ragione del credito

e la sussistenza di un idoneo titolo giuridico

che dà luogo all'obbligazione attiva

giuridicamente perfezionata, individua il

debitore, quantifica la somma da incassare,

individua la relativa scadenza, e registra il

diritto di credito imputandolo contabilmente

all'esercizio finanziario nel quale viene a

scadenza. Non possono essere riferite ad un

determinato esercizio finanziario le entrate il

cui diritto di credito non venga a scadenza

nello stesso esercizio finanziario. E’ vietato

l'accertamento attuale di entrate future.

Art. 54. (La riscossione). - 1. La riscossione

consiste nel materiale introito da parte del

tesoriere o di altri eventuali incaricati della

riscossione delle somme dovute all'ente.

2. La riscossione è disposta a mezzo di

ordinativo di incasso, fatto pervenire al

tesoriere nelle forme e nei tempi previsti dalla

convenzione di tesoreria, anche nei casi in cui

l'entrata non dà luogo ad effettivi movimenti

di cassa.

LEGGI D

'ITALIA

Page 119: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

119 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

3. L'ordinativo d'incasso è sottoscritto dal

responsabile del servizio finanziario o da un

suo delegato e contiene almeno:

a) l'indicazione del debitore;

b) l'ammontare della somma da riscuotere;

c) la causale;

d) l'indicazione del titolo e della tipologia di

bilancio cui è riferita l'entrata, con le relative

codifiche, distintamente per residui o

competenza;

e) i codici della transazione elementare di cui

agli articoli da 5 a 7, inseriti nei campi liberi

dell'ordinativo a disposizione dell'ente, non

gestiti dal tesoriere;

f) il numero progressivo;

g) l'esercizio finanziario e la data di

emissione;

h) la codifica SIOPE di cui all' art. 14 della

legge 31 dicembre 2009, n. 196.

4. Il tesoriere deve accettare, senza

pregiudizio per i diritti della regione, la

riscossione di ogni somma, versata in favore

della regione, ivi comprese le entrate di cui al

comma 6, anche senza la preventiva

emissione di ordinativo d'incasso. In tale

ipotesi, il tesoriere ne dà immediata

comunicazione alla regione, richiedendo la

regolarizzazione. La regione procede alla

regolarizzazione dell'incasso entro i

successivi 60 giorni.

5. Gli ordinativi di incasso che si riferiscono

ad entrate di competenza dell'esercizio in

corso sono tenuti distinti da quelli relativi ai

residui, garantendone la numerazione unica

per esercizio e progressiva. Entrambi sono

imputati contabilmente all'esercizio in cui il

tesoriere li ha eseguiti, anche se la relativa

comunicazione è pervenuta nell'esercizio

successivo.

6. Gli incassi derivanti dalle accensioni di

prestiti sono disposti nei limiti dei rispettivi

stanziamenti di cassa.

7. E’ vietata l'imputazione provvisoria degli

incassi in attesa di regolarizzazione alle

partite di giro.

8. Gli ordinativi d'incasso non riscossi entro il

termine dell'esercizio sono restituiti dal

tesoriere alla regione per l'annullamento e la

successiva emissione nell'esercizio successivo

in conto residui.

9. I codici di cui al comma 3, lettera e),

possono essere applicati all'ordinativo di

incasso a decorrere dal 1° gennaio 2016.

Art. 55. (Il versamento) - 1. Il versamento

costituisce l'ultima fase dell'entrata,

consistente nel trasferimento delle somme

riscosse nelle casse della regione.

2. Gli incaricati della riscossione interni ed

esterni, versano al tesoriere le somme riscosse

nei termini e nei modi fissati dai regolamenti

di contabilità e dagli accordi convenzionali.

3. Gli incaricati interni, designati con

provvedimento formale della regione, versano

le somme riscosse presso la tesoreria della

regione con cadenza stabilita dall'ordinamento

contabile regionale, non superiore ai quindici

giorni lavorativi.

Art. 56. (Impegni di spesa). - 1. Tutte le

obbligazioni giuridicamente perfezionate

passive, da cui derivano spese per la regione,

devono essere registrate nelle scritture

contabili quando l'obbligazione è

perfezionata, con imputazione all'esercizio in

cui l'obbligazione viene a scadenza, secondo

le modalità previste, dal principio applicato

della contabilità finanziaria di cui all'allegato

n. 4/2. Le spese sono registrate nelle scritture

contabili anche se non determinano

movimenti di cassa effettivi.

2. L'impegno costituisce la fase della spesa

con la quale viene riconosciuto il

perfezionamento di un'obbligazione giuridica

passiva, ed è determinata la ragione del

debito, la somma da pagare, il soggetto

creditore, la specificazione del vincolo

costituito sullo stanziamento di bilancio e la

data di scadenza.

3. Gli impegni di spesa sono assunti nei limiti

dei rispettivi stanziamenti di competenza del

bilancio di previsione, con imputazione agli

esercizi in cui le obbligazioni sono esigibili.

Gli impegni riguardanti le partite di giro e i

rimborsi delle anticipazioni di tesoreria sono

assunti in relazione alle esigenze della

gestione.

4. Durante la gestione, con riferimento agli

stanziamenti del bilancio di previsione,

LEGGI D

'ITALIA

Page 120: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

120 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

possono essere prenotati impegni relativi a

procedure in via di espletamento. I

provvedimenti relativi, per i quali entro il

termine dell'esercizio non è stata assunta dalla

regione l'obbligazione di spesa verso i terzi,

decadono e costituiscono economia di

bilancio, concorrendo alla determinazione del

risultato di amministrazione di cui all'art. 42.

Le economie riguardanti le spese di

investimento per lavori pubblici di cui all' art.

3, comma 7, del decreto legislativo 12 aprile

2006, n. 163, recante codice dei contratti

pubblici, esigibili negli esercizi successivi,

effettuate sulla base della gara per

l'affidamento dei lavori, formalmente indetta

ai sensi dell' art. 53, comma 2, del citato

decreto legislativo n. 163 del 2006

concorrono alla determinazione del fondo

pluriennale vincolato. In assenza di

aggiudicazione definitiva, entro l'anno

successivo le economie di bilancio

confluiscono nell'avanzo di amministrazione

vincolato per la riprogrammazione

dell'intervento in c/capitale ed il fondo

pluriennale è ridotto di pari importo.

5. Costituiscono economia le minori spese

sostenute rispetto all'impegno assunto nel

corso dell'esercizio, verificate con la

conclusione della fase della liquidazione.

6. Al fine di evitare ritardi nei pagamenti e la

formazione di debiti pregressi, il funzionario

della Regione che adotta provvedimenti che

comportano impegni di spesa ha l'obbligo di

accertare preventivamente che il programma

dei conseguenti pagamenti sia compatibile

con i relativi stanziamenti di bilancio e con le

regole di finanza pubblica; la violazione

dell'obbligo di accertamento di cui al presente

comma comporta responsabilità disciplinare

ed amministrativa. Qualora lo stanziamento di

bilancio, per ragioni sopravvenute, non

consenta di far fronte all'obbligo contrattuale,

l'amministrazione adotta le opportune

iniziative, anche di tipo contabile,

amministrativo o contrattuale, per evitare la

formazione di debiti pregressi.

7. Nel caso di spese riguardanti trasferimenti

e contributi ad amministrazioni pubbliche,

somministrazioni, forniture, appalti e

prestazioni professionali, il responsabile del

procedimento di spesa comunica al

destinatario della spesa le informazioni

relative all'impegno. La comunicazione

dell'avvenuto impegno delle spese riguardanti

somministrazioni, forniture e prestazioni

professionali è effettuata contestualmente

all'ordinazione della prestazione con

l'avvertenza che la successiva fattura deve

essere completata con gli estremi della

suddetta comunicazione. In mancanza della

comunicazione, il terzo interessato ha facoltà

di non eseguire la prestazione sino a quando i

dati non gli vengano comunicati.

8. L'ordinamento contabile della regione

disciplina le modalità attraverso le quali le

fatture o i documenti contabili equivalenti che

attestano l'avvenuta cessione di beni, lo stato

di avanzamento di lavori, la prestazione di

servizi nei confronti dell'ente, sono annotate

entro 10 giorni nel registro delle fatture

ricevute secondo le modalità previste dall' art.

42 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66,

convertito in legge, con modificazioni, dalla

legge 23 giugno 2014, n. 89 . Per il protocollo

di tali documenti è istituito un registro unico

nel rispetto della disciplina in materia di

documentazione amministrativa di cui al

decreto del Presidente della Repubblica 28

dicembre 2000, n. 445 , ed è esclusa la

possibilità di ricorrere a registri di settore o di

reparto.

Art. 57. (Liquidazione della spesa). - 1. La

liquidazione costituisce la fase del

procedimento di spesa con la quale, in base ai

documenti ed ai titoli atti a comprovare il

diritto del creditore, si determina la somma da

pagare nei limiti dell'ammontare dell'impegno

definitivo assunto.

2. La liquidazione è una registrazione

contabile effettuata quando l'obbligazione

diviene effettivamente esigibile, a seguito

della acquisizione completa della

documentazione necessaria a comprovare il

diritto del creditore e a seguito del riscontro

operato sulla regolarità della fornitura o della

prestazione e sulla rispondenza della stessa ai

requisiti quantitativi e qualitativi, ai termini

ed alle condizioni pattuite.

LEGGI D

'ITALIA

Page 121: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

121 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

Art. 58. (Il pagamento della spesa). - 1. Il

pagamento delle spese è ordinato al tesoriere

entro i limiti delle previsioni di cassa,

mediante l'emissione di mandati di pagamento

numerati in ordine progressivo e

contrassegnati da evidenze informatiche del

capitolo. Gli stanziamenti riguardanti i

rimborsi delle anticipazioni di tesoreria e le

partite di giro non costituiscono limite ai

pagamenti.

2. Al pagamento delle spese, conseguenti alle

deliberazioni o agli atti con i quali sono

assunti i relativi impegni, si provvede

esclusivamente se tali deliberazioni o atti

siano divenuti esecutivi, ovvero risultino

immediatamente eseguibili.

3. I mandati di pagamento sono firmati dal

responsabile del servizio finanziario o da un

suo delegato e contengono almeno i seguenti

elementi:

a) il numero progressivo del mandato per

esercizio finanziario;

b) la data di emissione;

c) l'indicazione della missione, del

programma e del titolo di bilancio cui è

riferita la spesa, distintamente per residui o

competenza, e della relativa disponibilità in

termini di cassa;

d) l'indicazione del creditore e, se si tratta di

persona diversa, del soggetto tenuto a

rilasciare quietanza, nonché il relativo codice

fiscale o la partita IVA;

e) l'ammontare della somma dovuta e la

scadenza, qualora sia prevista dalla legge o sia

stata concordata con il creditore;

f) la causale e gli estremi dell'atto esecutivo

che legittima l'erogazione della spesa;

g) le modalità di pagamento se richieste dal

creditore;

h) la codifica SIOPE di cui all' art. 14 della

legge 31 dicembre 2009, n. 196;

i) i codici della transazione elementare di cui

agli articoli da 5 a 7, inseriti nei campi liberi

del mandato a disposizione dell'ente, non

gestiti dal tesoriere;

j) il codice che identifica le spese non

soggette al controllo dei dodicesimi previsto

dal principio applicato della contabilità

finanziaria di cui all'allegato n. 4/2, in caso di

esercizio provvisorio.

4. I codici di cui al comma 3, lettera i),

possono essere applicati al mandato a

decorrere dal 1° gennaio 2016.

5. Il tesoriere effettua i pagamenti derivanti da

obblighi tributari, da somme iscritte a ruolo,

da delegazioni di pagamento e da altri

obblighi di legge, anche in assenza della

preventiva emissione del relativo mandato di

pagamento. Entro trenta giorni, la regione

emette il relativo mandato ai fini della

regolarizzazione.

6. I mandati che si riferiscono alla

competenza sono tenuti distinti da quelli

relativi ai residui, garantendone la

numerazione unica per esercizio e

progressiva. Entrambi sono imputati

all'esercizio in cui il tesoriere li ha eseguiti,

anche se la relativa comunicazione è

pervenuta nell'esercizio successivo.

7. E’ vietata l'imputazione provvisoria dei

pagamenti in attesa di regolarizzazione alle

partite di giro.

8. I mandati di pagamento, non pagati entro il

termine dell'esercizio, sono commutati dal

tesoriere, nelle forme e nelle modalità previste

dalla legge, in assegni postali localizzati o

altri mezzi equipollenti offerti dal sistema

bancario o postale, al fine di rendere

possibile, al 31 dicembre di ciascun anno, la

parificazione dei mandati emessi dall'ente con

quelli pagati dal tesoriere.

Art. 59. (Modalità di estinzione dei titoli di

pagamento). - 1. Le regioni possono disporre,

su richiesta scritta del creditore e con spese a

suo carico, che i mandati di pagamento siano

estinti mediante:

a) accreditamento in conto corrente postale

intestato al creditore;

b) commutazione in vaglia cambiario o in

assegno circolare, non trasferibile, all'ordine

del creditore;

c) accreditamento in conto corrente bancario;

d) altre forme di pagamento previste dai

sistemi bancari e postali.

2. Le dichiarazioni di accreditamento o di

commutazione, che sostituiscono la quietanza

del creditore, devono risultare da annotazione

LEGGI D

'ITALIA

Page 122: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

122 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

sul mandato di pagamento, o su evidenze

informatiche, recante gli estremi relativi alle

operazioni

Art. 60. (Gestione dei residui). - 1.

Costituiscono residui attivi le somme

accertate e non riscosse e versate entro il

termine dell'esercizio, da iscriversi nel

bilancio di previsione dell'esercizio

successivo.

2. Costituiscono residui passivi le somme

impegnate a norma dell'art. 56,liquidate o

liquidabili, e non pagate entro il termine

dell'esercizio, da iscriversi nel bilancio di

previsione dell'esercizio successivo. Non è

ammessa la conservazione nel conto dei

residui di somme non impegnate a norma

dell'art. 56.

3. A decorrere dall'entrata in vigore del

presente decreto, non è consentita la

cancellazione dei residui passivi dalle

scritture contabili per perenzione. L'istituto

della perenzione amministrativa si applica per

l'ultima volta in occasione della

predisposizione del rendiconto dell'esercizio

2014. A tal fine, una quota del risultato di

amministrazione al 31 dicembre 2014 è

accantonata per garantire la copertura della

reiscrizione dei residui perenti, per un importo

almeno pari all'incidenza delle richieste di

reiscrizione dei residui perenti degli ultimi tre

esercizi rispetto all'ammontare dei residui

perenti e comunque incrementando

annualmente l'entità dell'accantonamento di

almeno il 20 per cento, fino al 70 per cento

dell'ammontare dei residui perenti.

4. La gestione della competenza è separata da

quella dei residui.

5. I residui attivi e passivi di ciascun esercizio

sono trasferiti ai corrispondenti capitoli

dell'esercizio successivo, separatamente dagli

stanziamenti di competenza dello stesso.

6. Tutte le somme iscritte tra le entrate di

competenza del bilancio e non accertate entro

il termine dell'esercizio costituiscono minori

accertamenti rispetto alle previsioni ed a tale

titolo concorrono a determinare i risultati

finali della gestione.

7. Tutte le somme iscritte negli stanziamenti

di competenza del bilancio e non impegnate, a

norma dell'art. 56, entro il termine

dell'esercizio costituiscono economia di spesa

e a tale titolo concorrono a determinare i

risultati finali della gestione, escluse le

somme iscritte negli stanziamenti relativi ai

fondi pluriennali vincolati in corrispondenza

di impegni imputati agli esercizi successivi.

Art. 61. (Fondi statali per interventi speciali).

- 1. Nel caso di assegnazioni dello Stato per

interventi speciali, la regione ha facoltà di

stanziare e di erogare somme eccedenti quelle

assegnate dallo Stato, di compensare tali

maggiori spese con minori erogazioni per lo

stesso scopo nei due esercizi immediatamente

successivi.

Art. 62. (Mutui e altre forme di

indebitamento). - 1. Il ricorso al debito da

parte delle regioni, fatto salvo quanto previsto

dall'art. 40, comma 2, è ammesso

esclusivamente nel rispetto di quanto previsto

dalle leggi vigenti in materia, con particolare

riferimento agli articoli 81 e 119 della

Costituzione, all' art. 3, comma 16, della

legge 24 dicembre 2003, n. 350, e, a decorrere

dal 1° gennaio 2016, dagli articoli 9 e 10

della legge 24 dicembre 2012, n. 243.

2. Non può essere autorizzata la contrazione

di nuovo indebitamento, se non è stato

approvato dal consiglio regionale il

rendiconto dell'esercizio di due anni

precedenti a quello al cui bilancio il nuovo

indebitamento si riferisce.

3. L'autorizzazione all'indebitamento,

concessa con la legge di approvazione del

bilancio o con leggi di variazione del

medesimo, decade al termine dell'esercizio

cui il bilancio si riferisce.

4. Le entrate derivanti da operazioni di debito

sono immediatamente accertate a seguito del

perfezionamento delle relative obbligazioni,

anche se non sono riscosse, e sono imputate

agli esercizi in cui è prevista l’effettiva

erogazione del finanziamento.

Contestualmente è impegnata la spesa

complessiva riguardante il rimborso dei

prestiti, con imputazione agli esercizi secondo

il piano di ammortamento, distintamente per

la quota interessi e la quota capitale.

LEGGI D

'ITALIA

Page 123: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

123 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

5. Le somme iscritte nello stato di previsione

dell'entrata in relazione ad operazioni di

indebitamento autorizzate, ma non

perfezionate entro il termine dell'esercizio,

costituiscono minori entrate rispetto alle

previsioni.

6. Le regioni possono autorizzare nuovo

debito solo se l'importo complessivo delle

annualità di ammortamento per capitale e

interesse dei mutui e delle altre forme di

debito in estinzione nell'esercizio considerato,

al netto dei contributi erariali sulle rate di

ammortamento dei mutui in essere al

momento della sottoscrizione del

finanziamento e delle rate riguardanti debiti

espressamente esclusi dalla legge, non supera

il 20 per cento dell'ammontare complessivo

delle entrate del titolo “Entrate correnti di

natura tributaria, contributiva e perequativa”

al netto di quelle della tipologia “Tributi

destinati al finanziamento della sanità” ed a

condizione che gli oneri futuri di

ammortamento trovino copertura nell'ambito

del bilancio di previsione della regione stessa,

fatto salvo quanto previsto dall'art. 8, comma

2-bis, della legge n. 183 del 2011 . Nelle

entrate di cui al periodo precedente, sono

comprese le risorse del fondo di cui all' art.

16-bis del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95,

convertito, con modificazioni, dalla legge 7

agosto 2012, n. 135 , alimentato dalle

compartecipazioni al gettito derivante dalle

accise. Concorrono al limite di indebitamento

le rate sulle garanzie prestate dalla regione a

favore di enti e di altri soggetti ai sensi delle

leggi vigenti, salvo quelle per le quali la

regione ha accantonato l'intero importo del

debito garantito.

Il limite è determinato anche con riferimento

ai finanziamenti imputati contabilmente agli

esercizi successivi.

7. In caso di superamento del limite di cui al

comma 6, determinato dalle garanzie prestate

dalla regione alla data del 31 dicembre 2014,

la regione non può assumere nuovo debito

fino a quando il limite non risulta rispettato.

8. La legge regionale che autorizza il ricorso

al debito deve specificare l'incidenza

dell'operazione sui singoli esercizi finanziari

futuri, nonché i mezzi necessari per la

copertura degli oneri, e deve, altresì, disporre,

per i prestiti obbligazionari, che

l'effettuazione dell'operazione sia deliberata

dalla giunta regionale, che ne determina le

condizioni e le modalità.

9. Ai mutui e alle anticipazioni contratti dalle

Regioni, si applica il trattamento fiscale

previsto per i corrispondenti atti

dell'Amministrazione dello Stato.

Art. 63. (Rendiconto generale). - 1. I risultati

della gestione sono dimostrati nel rendiconto

generale annuale della regione.

2. Il rendiconto generale, composto dal conto

del bilancio relativo alla gestione finanziaria,

dai relativi riepiloghi, dai prospetti riguardanti

il quadro generale riassuntivo e la verifica

degli equilibri, dal conto economico e dallo

stato patrimoniale, è predisposto secondo lo

schema di cui all'allegato n. 10 al presente

decreto.

3. Contestualmente al rendiconto, la regione

approva il rendiconto consolidato,

comprensivo dei risultati del consiglio

regionale e degli eventuali organismi

strumentali secondo le modalità previste

dall'art. 11, commi 8 e 9.

4. Al rendiconto della gestione sono allegati i

documenti previsti dall'art. 11, comma 4,

l'elenco delle delibere di prelievo dal fondo di

riserva per spese impreviste di cui all'art. 48,

comma 1, lettera b), con l'indicazione dei

motivi per i quali si è proceduto ai

prelevamenti e il prospetto relativo alla

gestione del perimetro sanitario di cui all'art.

20, comma 1.

5. Il conto del bilancio dimostra i risultati

finali della gestione rispetto alle

autorizzazioni contenute nel primo esercizio

considerato nel bilancio di previsione. Per

ciascuna tipologia di entrata e per ciascun

programma della spesa, il conto del bilancio

comprende, distintamente per residui e

competenza:

a) per l'entrata le somme accertate, con

distinzione della parte riscossa e di quella

ancora da riscuotere;

b) per la spesa le somme impegnate, con

distinzione della parte pagata, di quella ancora

LEGGI D

'ITALIA

Page 124: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

124 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

da pagare e di quella impegnata con

imputazione agli esercizi successivi, che

costituisce il fondo pluriennale vincolato.

6. Il conto economico evidenzia i componenti

positivi e negativi della gestione di

competenza economica dell'esercizio

considerato, rilevati dalla contabilità

economico-patrimoniale, nel rispetto del

principio contabile generale n. 17 di cui

all'allegato n. 1 e dei principi applicati della

contabilità economico-patrimoniale di cui

all'allegato n. 4/3.

7. Lo stato patrimoniale rappresenta la

consistenza del patrimonio al termine

dell'esercizio. Il patrimonio delle regioni è

costituito dal complesso dei beni e dei

rapporti giuridici, attivi e passivi, di

pertinenza della regione, ed attraverso la cui

rappresentazione contabile è determinata la

consistenza netta della dotazione patrimoniale

comprensiva del risultato economico

dell'esercizio. Le regioni includono nel conto

del patrimonio anche:

a) i beni del demanio, con specifica

distinzione, ferme restando le caratteristiche

proprie, in relazione alle disposizioni del

codice civile. Le regioni valutano i beni del

demanio e del patrimonio, comprensivi delle

relative manutenzioni straordinarie, secondo

le modalità previste dal principio applicato

della contabilità economico-patrimoniale di

cui all'allegato n. 4/3;

b) i crediti inesigibili, stralciati dal conto del

bilancio, sino al compimento dei termini di

prescrizione. Al rendiconto della gestione è

allegato l'elenco di tali crediti distintamente

rispetto a quello dei residui attivi.

8. In attuazione del principio contabile

generale della competenza finanziaria allegato

al presente decreto, le regioni, prima di

inserire i residui attivi e passivi nel rendiconto

della gestione, provvedono al riaccertamento

degli stessi, consistente nella revisione delle

ragioni del mantenimento in tutto o in parte

dei residui.

9. Possono essere conservate tra i residui

attivi le entrate accertate esigibili

nell'esercizio di riferimento, ma non incassate.

Possono essere conservate tra i residui passivi

le spese impegnate, liquidate o liquidabili nel

corso di tale esercizio, ma non pagate. Le

entrate e le spese accertate e impegnate non

esigibili nell'esercizio considerato, sono

immediatamente reimputate all'esercizio in

cui sono esigibili. Le variazioni agli

stanziamenti del fondo pluriennale vincolato

dell'esercizio in corso e dell'esercizio

precedente necessarie alla reimputazione delle

entrate e delle spese riaccertate sono effettuate

con provvedimento amministrativo della

giunta entro i termini previsti per

l'approvazione del rendiconto dell'esercizio

precedente.

10. I residui attivi possono essere ridotti od

eliminati soltanto dopo che siano stati esperiti

tutti gli atti per ottenerne la riscossione, a

meno che il costo per tale esperimento superi

l'importo da recuperare.

11. Le variazioni dei residui attivi e passivi e

la loro reimputazione ad altri esercizi in

considerazione del principio generale della

competenza finanziaria di cui all'allegato n.

4/3, formano oggetto di apposito decreto del

responsabile del procedimento, previa

attestazione dell'inesigibilità dei crediti o il

venir meno delle obbligazioni giuridicamente

vincolanti posta in essere dalla struttura

regionale competente in materia, sentito il

collegio dei revisori dei conti, che in

proposito manifesta il proprio parere. Dette

variazioni trovano evidenza nel conto

economico e nel risultato di amministrazione,

tenuto conto dell'accantonamento al fondo

crediti di dubbia esigibilità.

Art. 64. (Gli inventari). - 1.

L'amministrazione del patrimonio delle

regioni è disciplinata dalle norme dello Stato

in materia di beni, salvo quanto previsto nel

presente decreto e dai principi contabili

applicati.

2. Gli inventari costituiscono la principale

fonte descrittiva e valutativa dello stato

patrimoniale.

3. I beni sono valutati secondo le norme del

codice civile e conformemente ai criteri di

iscrizione e valutazione di cui al principio

applicato della contabilità economico-

patrimoniale (allegato n. 4/3), salvo quanto

LEGGI D

'ITALIA

Page 125: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

125 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

previsto per gli eventuali beni della gestione

sanitaria accentrata dal titolo II.

4. Almeno ogni cinque anni, per i beni mobili,

ed ogni dieci anni, per gli immobili, la

regione provvede alla ricognizione e al

conseguente rinnovo degli inventari.

5. Nel proprio ordinamento contabile le

regioni disciplinano le modalità di

inventariazione, di classificazione e di

gestione dei beni, nonché la nomina dei

consegnatari dei beni mobili, nel rispetto dei

principi contabili applicati.

Art. 65. (Rendiconti degli enti strumentali

della regione e spese degli enti locali). - 1. I

rendiconti degli enti e degli organismi, in

qualunque forma costituiti, strumentali della

regione sono sottoposti al Consiglio

regionale, entro i termini e per le

determinazioni previsti dallo statuto e

dall'ordinamento contabile regionale e sono

pubblicati nel bollettino ufficiale e nel sito

internet della regione.

2. I rendiconti degli organismi strumentali e

degli enti di cui al comma 1 che adottano la

contabilità finanziaria sono redatti secondo lo

schema previsto dall'allegato n. 10 al presente

decreto.

Art. 66. (Modalità per la formazione e

l'approvazione del rendiconto). - 1. Il

rendiconto generale della regione è approvato

con legge regionale entro il 31 luglio

dell'anno successivo all'esercizio cui questo si

riferisce. L'ordinamento contabile regionale

disciplina le modalità e i termini per la sua

presentazione al consiglio regionale.

2. Nel sito internet della regione dedicato ai

bilanci è pubblicata la versione integrale del

rendiconto della gestione, comprensivo anche

della gestione in capitoli, con il relativo

allegato concernente la gestione del perimetro

sanitario di cui all'art. 63, comma 4, del

rendiconto consolidato, comprensivo della

gestione in capitoli e del rendiconto

semplificato per il cittadino di cui all'art. 11,

comma 2.

Art. 67. (Autonomia contabile del consiglio

regionale). - 1. Le regioni, sulla base delle

norme dei rispettivi statuti, assicurano

l'autonomia contabile del consiglio regionale,

nel rispetto di quanto previsto dal decreto-

legge 10 ottobre 2012, n. 174 , convertito, con

modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012,

n. 213 , e dai principi contabili stabiliti dal

presente decreto riguardanti gli organismi

strumentali.

2. Il consiglio regionale adotta il medesimo

sistema contabile e gli schemi di bilancio e di

rendiconto della regione adeguandosi ai

principi contabili generali e applicati allegati

al presente decreto.

3. La presidenza del consiglio regionale

sottopone all'assemblea consiliare, secondo le

norme previste nel regolamento interno di

questa, il rendiconto del Consiglio regionale.

Le relative risultanze finali confluiscono nel

rendiconto consolidato di cui all'art. 63,

comma 3. Al fine di consentire il predetto

consolidato, l'assemblea consiliare approva il

proprio rendiconto entro il 30 giugno

dell'anno successivo.

Art. 68. (Il bilancio consolidato). - 1. La

regione redige il bilancio consolidato con i

propri enti ed organismi strumentali, aziende,

società controllate e partecipate, secondo le

modalità ed i criteri individuati dal presente

decreto.

2. Gli enti strumentali, le aziende e le società

considerate nel bilancio consolidato della

regione costituiscono il “Gruppo della

regione”.

3. Le regioni adottano lo schema di bilancio

consolidato di cui all'allegato n. 11 del

presente decreto.

4. Al bilancio consolidato del gruppo della

regione sono allegati:

a) la relazione sulla gestione che comprende

la nota integrativa,

b) la relazione del collegio dei revisori dei

conti.

5. Il bilancio consolidato è approvato dal

Consiglio regionale entro il 30 settembre

dell'anno successivo secondo le modalità

previste dalla disciplina contabile della

Regione.

Art. 69. (Servizio di tesoreria della regione). -

1. Il servizio di tesoreria delle regioni è

affidato, in base ad apposita convenzione

sottoscritta dal dirigente competente, a

LEGGI D

'ITALIA

Page 126: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

126 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

imprese autorizzate all'esercizio dell'attività

bancaria ai sensi del decreto legislativo 1°

settembre 1993, n. 385 , e successive

modificazioni.

2. Il servizio è aggiudicato secondo le

modalità previste nell'ordinamento contabile

regionale, previo esperimento di apposita gara

ad evidenza pubblica, con modalità che

rispettino i principi della concorrenza. La

convenzione deve prevedere la partecipazione

alla rilevazione SIOPE, disciplinata dall' art.

14 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, e

successive modificazioni e dai relativi decreti

attuativi.

3. Per eventuali danni causati alla regione o a

terzi, il tesoriere risponde con tutte le proprie

attività e con il proprio patrimonio.

4. Ogni deposito o conto corrente comunque

costituito è intestato alla regione e viene

gestito dal tesoriere

5. La regione può avvalersi dei conti correnti

postali, nonché di conti correnti bancari, per

l'espletamento di particolari servizi. Unico

traente è l'istituto tesoriere, previa emissione

di apposita reversale da parte della regione

almeno ogni 15 giorni

6. Le modalità per l'espletamento del servizio

di tesoreria devono essere coerenti con le

disposizioni sulla tesoreria unica di cui alla

legge 29 ottobre 1984, n. 720 , e successive

modificazioni, e relativi decreti attuativi.

7. Il servizio di tesoreria può essere gestito

con modalità e criteri informatici e con l'uso

di ordinativi di pagamento e di riscossione

informatici in luogo di quelli cartacei le cui

evidenze informatiche valgono ai fini della

rendicontazione.

8. Gli incassi effettuati dal tesoriere mediante

i servizi elettronici interbancari danno luogo

al rilascio di quietanza o evidenza bancaria ad

effetto liberatorio per il debitore.

9. Le Regioni possono contrarre anticipazioni

unicamente allo scopo di fronteggiare

temporanee deficienze di cassa, per un

importo non eccedente il 10 per cento

dell'ammontare complessivo delle entrate di

competenza del titolo “Entrate correnti di

natura tributaria, contributiva e perequativa”.

Le anticipazioni devono essere estinte

nell'esercizio finanziario in cui sono contratte.

10. Gli interessi sulle anticipazioni di

tesoreria decorrono dall'effettivo utilizzo delle

somme con le modalità previste dalla

convenzione.

11. La regione registra le operazioni di

anticipazione e i relativi rimborsi secondo le

modalità indicate nel principio applicato della

contabilità finanziaria allegato al presente

decreto.

Art. 70. (Cooperazione Stato-Regioni). - 1.

Gli organi statali e le regioni sono tenuti a

fornirsi, reciprocamente e a richiesta, ogni

notizia utile allo svolgimento delle proprie

funzioni nella materia di cui al presente

decreto, nonché a concordare le modalità di

utilizzazione comune dei rispettivi sistemi

informativi e le altre forme di collaborazione.

2. In attuazione di quanto previsto dal comma

1, le regioni trasmettono alla banca dati delle

amministrazioni pubbliche tutte le

informazioni previste dall' art. 13 della legge

31 dicembre 2009 n. 196, e accedono alla

medesima banca dati secondo le modalità

previste con apposito decreto del Ministro

dell'economia e delle finanze.

Art. 71. (Responsabilità verso l'ente degli

amministratori e dei dipendenti, competenza

della Corte dei conti e obblighi di denunzia). -

1. Gli amministratori e i dipendenti della

regione, per danni arrecati nell'esercizio delle

loro funzioni, rispondono nei soli casi e negli

stessi limiti di cui alla legge 14 gennaio 1994,

n. 20 , e successive modificazioni. Si

applicano alle indicate ipotesi di

responsabilità gli istituti processuali valevoli

per i dipendenti delle amministrazioni statali.

Art. 72. (Il Collegio dei revisori dei conti). -

1. Il collegio dei revisori dei conti, istituito ai

sensi e secondo le modalità previste dall'art.

14, comma 1, lettera e), del decreto-legge 3

agosto 2011, n. 138, convertito, con

modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011,

n. 148 , svolge la funzione di vigilanza sulla

regolarità contabile, finanziaria ed economica

della gestione della regione, delle sue

articolazioni organizzative dotate di

autonomia contabile e di bilancio, compreso il

LEGGI D

'ITALIA

Page 127: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

127 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

Consiglio regionale, ove non sia presente un

proprio organo di revisione.

2. Il collegio svolge i compiti previsti dall'

art. 20 del decreto legislativo 30 giugno 2011,

n. 123. Restano fermi gli ulteriori

adempimenti previsti dal presente articolo.

L'ordinamento contabile regionale può

prevedere ampliamenti delle funzioni affidate

al collegio dei revisori.

3. Nello svolgimento dell'attività di controllo,

il collegio si conforma ai principi di

onorabilità, professionalità e indipendenza

previsti dall'art. 2387 del codice civile.

4. Al fine di garantire lo svolgimento delle

proprie funzioni, il collegio dei revisori ha

diritto di accesso agli atti e documenti della

regione. I singoli componenti hanno diritto di

eseguire ispezioni e controlli individuali.

5. Il registro dei verbali è custodito presso la

sede della regione. Copia del verbale è inviata

al presidente della regione, al Consiglio

regionale, alla sezione regionale di controllo

della Corte dei conti e al responsabile

finanziario della regione.

Art. 73. (Riconoscimento di legittimità di

debiti fuori bilancio delle Regioni). - 1. Il

Consiglio regionale riconosce con legge, la

legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti

da:

a) sentenze esecutive;

b) copertura dei disavanzi di enti, società ed

organismi controllati, o, comunque,

dipendenti dalla Regione, purché il disavanzo

derivi da fatti di gestione;

c) ricapitalizzazione, nei limiti e nelle forme

previste dal codice civile o da norme speciali,

delle società di cui alla lettera b);

d) procedure espropriative o di occupazione

d'urgenza per opere di pubblica utilità;

e) acquisizione di beni e servizi in assenza del

preventivo impegno di spesa.

2. Per il pagamento la Regione può

provvedere anche mediante un piano di

rateizzazione, della durata di tre esercizi

finanziari compreso quello in corso,

convenuto con i creditori.

3. Qualora il bilancio della Regione non rechi

le disponibilità finanziarie sufficienti per

effettuare le spese conseguenti al

riconoscimento dei debiti fuori bilancio, la

Regione è autorizzata a deliberare aumenti,

sino al limite massimo consentito dalla

vigente legislazione, dei tributi, delle

addizionali, delle aliquote ovvero delle

maggiorazioni di aliquote ad essa attribuite,

nonché ad elevare ulteriormente la misura

dell'imposta regionale di cui all’ art. 17,

comma 1, del decreto legislativo 21 dicembre

1990, n. 398, fino a un massimo di cinque

centesimi per litro, ulteriori rispetto alla

misura massima consentita.

4. Al riconoscimento della legittimità dei

debiti fuori bilancio di cui al comma 1, lettera

a), il Consiglio regionale provvede entro

sessanta giorni dalla ricezione della relativa

proposta. Decorso inutilmente tale termine, la

legittimità di detto debito si intende

riconosciuta.

Titolo IV - Adeguamento delle disposizioni

riguardanti la finanza regionale e locale.

Art. 74. (Adeguamento dell'ordinamento

contabile degli enti locali). - 1. Nel decreto

legislativo 18 agosto 2000, n. 267 , e

successive modificazioni, recante il testo

unico delle leggi sull'ordinamento degli enti

locali, sono apportate le seguenti

modificazioni:

1) all'art. 114:

a) al comma 1 è aggiunto, in fine, il seguente

periodo:

«L'azienda speciale conforma la propria

gestione ai principi contabili generali

contenuti nell'allegato n. 1 al decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni, ed ai principi del

codice civile.»;

b) al comma 2 è aggiunto, in fine, il seguente

periodo:

«L'istituzione conforma la propria gestione ai

principi contabili generali e applicati allegati

al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118

e successive modificazioni e integrazioni ed

adotta il medesimo sistema contabile dell'ente

locale che lo ha istituito, nel rispetto di quanto

previsto dall'art. 151, comma 2. L'ente locale

che si avvale della facoltà di non tenere la

contabilità economico patrimoniale di cui

all'art. 232, comma 3, può imporre alle

LEGGI D

'ITALIA

Page 128: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

128 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

proprie istituzioni l'adozione della contabilità

economico-patrimoniale.»;

c) al comma 4, la parola: «informano» è

sostituita dalla seguente: «conformano», e le

parole: «del pareggio di bilancio da perseguire

attraverso l'equilibrio dei costi e dei ricavi,

compresi i trasferimenti.» sono sostituite dalle

seguenti: «dell'equilibrio economico,

considerando anche i proventi derivanti dai

trasferimenti, fermo restando, per l'istituzione,

l'obbligo del pareggio finanziario.»;

d) al comma 8, dopo le parole: « i seguenti

atti» sono inserite le seguenti: « dell'azienda»;

e) le lettere b), c) e d) del comma 8 sono

sostituite dalle seguenti:

«b) il budget economico almeno triennale;

c) il bilancio di esercizio;

d) il piano degli indicatori di bilancio.»;

f) dopo il comma 8 è aggiunto, in fine, il

seguente:

«8-bis. Ai fini di cui al comma 6, sono

fondamentali i seguenti atti dell'istituzione da

sottoporre all'approvazione del consiglio

comunale:

a) il piano-programma, di durata almeno

triennale, che costituisce il documento di

programmazione dell'istituzione;

b) il bilancio di previsione almeno triennale,

predisposto secondo lo schema di cui

all'allegato n. 9 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni, completo dei relativi allegati;

c) le variazioni di bilancio;

d) il rendiconto della gestione predisposto

secondo lo schema di cui all'allegato n. 10 del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni, completo dei

relativi allegati.»;

2) alla lettera d) del comma 2 dell'art. 147

dopo le parole: «la redazione del bilancio

consolidato» sono inserite le seguenti: «nel

rispetto di quanto previsto dal decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni»;

3) al comma 4 dell'art. 147-quater, dopo le

parole: «secondo la competenza economica»

sono inserite le seguenti: «, predisposto

secondo le modalità previste dal decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni»;

4) all'art. 150:

a) al comma 1, dopo le parole: «dalle

disposizioni di principio del presente testo

unico» sono aggiunte le seguenti: «e del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 .»;

b) il comma 3 è abrogato;

5) l'art. 151 è sostituito dal seguente:

«Art. 151. (Principi generali). - 1. Gli enti

locali ispirano la propria gestione al principio

della programmazione. A tal fine presentano

il Documento unico di programmazione entro

il 31 luglio di ogni anno e il bilancio di

previsione finanziario entro il 31 dicembre,

riferiti ad un orizzonte temporale almeno

triennale. Le previsioni del bilancio sono

elaborate sulla base delle linee strategiche

contenute nel documento unico di

programmazione, osservando i princìpi

contabili generali ed applicati allegati al

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni. I termini possono

essere differiti con decreto del Ministro

dell'interno, d'intesa con il Ministro

dell'economia e delle finanze, sentita la

Conferenza Stato-città ed autonomie locali, in

presenza di motivate esigenze.

2. Il Documento unico di programmazione è

composto dalla Sezione strategica, della

durata pari a quelle del mandato

amministrativo, e dalla Sezione operativa di

durata pari a quello del bilancio di previsione

finanziario.

3. Il bilancio di previsione finanziario

comprende le previsioni di competenza e di

cassa del primo esercizio del periodo

considerato e le previsioni di competenza

degli esercizi successivi. Le previsioni

riguardanti il primo esercizio costituiscono il

bilancio di previsione finanziario annuale.

4. Il sistema contabile degli enti locali

garantisce la rilevazione unitaria dei fatti

gestionali sotto il profilo finanziario,

economico e patrimoniale, attraverso

l'adozione:

a) della contabilità finanziaria, che ha natura

autorizzatoria e consente la rendicontazione

della gestione finanziaria;

LEGGI D

'ITALIA

Page 129: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

129 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

b) della contabilità economico-patrimoniale ai

fini conoscitivi, per la rilevazione degli effetti

economici e patrimoniali dei fatti gestionali e

per consentire la rendicontazione economico e

patrimoniale.

5. I risultati della gestione finanziaria,

economico e patrimoniale sono dimostrati nel

rendiconto comprendente il conto del

bilancio, il conto economico e lo stato

patrimoniale.

6. Al rendiconto è allegata una relazione della

Giunta sulla gestione che esprime le

valutazioni di efficacia dell'azione condotta

sulla base dei risultati conseguiti, e gli altri

documenti previsti dall' art. 11, comma 4, del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.

7. Il rendiconto è deliberato dall'organo

consiliare entro il 30 aprile dell'anno

successivo.

8. Entro il 31 luglio l'ente approva il bilancio

consolidato con i bilanci dei propri organismi

e enti strumentali e delle società controllate e

partecipate, secondo il principio applicato n.

4/4 di cui al decreto legislativo 23 giugno

2011, n. 118 .»;

6) all'art. 152:

a) al comma 1, dopo le parole: «i principi

contabili stabiliti dal presente testo unico»

sono inserite le seguenti: «e dal decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni»;

b) le lettere a), b), c), d), ed e), del comma 4

sono sostituite dalle seguenti:

«a) art. 177;

b) art. 185, comma 3;

c) articoli 197 e 198;

d) art. 205;

e) articoli 213 e 219»;

7) al comma 4 dell'art. 153, le parole:

«annuale o pluriennale» sono sostituite dalle

seguenti: «di previsione», dopo le parole:

«dello stato di accertamento delle entrate e di

impegno delle spese» sono inserite le

seguenti: «, alla regolare tenuta della

contabilità economico-patrimoniale e» e dopo

la parola: «finanziari» è inserita la seguente:

«e»;

8) all'art. 154:

a) i commi da 1 a 4 sono sostituiti dai

seguenti

«1. E' istituito, senza nuovi o maggiori oneri

per la finanza pubblica, presso il Ministero

dell'interno l'Osservatorio sulla finanza e la

contabilità degli enti locali.

2. L'Osservatorio ha il compito di

promuovere, in raccordo con la Commissione

per l'armonizzazione contabile degli enti

territoriali di cui all' art. 3-bis del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni, l'adeguamento e la

corretta applicazione dei principi contabili da

parte degli enti locali e di monitorare la

situazione della finanza pubblica locale

attraverso studi ed analisi, anche in relazione

agli effetti prodotti dall'applicazione della

procedura di riequilibrio finanziario

pluriennale di cui all'art. 243-bis. Nell'ambito

dei suoi compiti, l'Osservatorio esprime

pareri, indirizzi ed orientamenti.

3. Con decreto del Ministro dell'interno, di

concerto con il Ministro dell'economia e delle

finanze, sentita la Conferenza Stato-città,

sono disciplinate le modalità di

organizzazione e di funzionamento.»;

4. La partecipazione ai lavori

dell'Osservatorio è a titolo gratuito e non dà

diritto ad alcun compenso o rimborso spese.»;

b) il comma 7 è abrogato;

9) all'art. 157:

a) al comma 1, le parole: «25, 29 e 30 della

legge 5 agosto 1978, n. 468 , e successive

modificazioni ed integrazioni» sono sostituite

dalle seguenti: «13, 14 e 15 della legge 31

dicembre 2009, n. 196 , e successive

modificazioni, e di cui al titolo I del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

b) dopo il comma 1 sono aggiunti i seguenti:

«1-bis. Per le stesse finalità di cui al comma 1

gli enti locali garantiscono la rilevazione

unitaria dei fatti gestionali attraverso

l'adozione di un piano integrato dei conti,

articolato in piano finanziario, economico e

patrimoniale secondo lo schema di cui

all'allegato n. 6 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni. Il livello minimo di

LEGGI D

'ITALIA

Page 130: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

130 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

articolazione del piano dei conti finanziario,

ai fini del raccordo con i capitoli e gli articoli,

ove previsti, del piano esecutivo di gestione è

costituito almeno dal quarto livello.

1-ter. Al fine di garantire la tracciabilità di

tutte le operazioni gestionali e la

movimentazione delle voci del piano dei conti

integrato, ad ogni transazione è attribuita una

codifica da applicare secondo le modalità

previste dagli articoli 5, 6 e 7 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive integrazioni.

1-quater. Le previsioni di competenza e di

cassa, aggregate secondo l'articolazione del

piano dei conti di quarto livello, ed i risultati

della gestione aggregati secondo

l'articolazione del piano dei conti, sono

trasmessi alla banca dati unitaria delle

amministrazioni pubbliche di cui all' art. 13

della legge 31 dicembre 2009, n. 196, sulla

base di schemi, tempi e modalità definiti con

decreto del Ministro dell'economia e delle

finanze.»;

10) l'art. 160 è abrogato;

11) all'art. 162:

a) al comma 1, le parole: «redatto in termini

di competenza, per l'anno successivo,

osservando i princìpi di unità, annualità,

universalità ed integrità, veridicità, pareggio

finanziario e pubblicità. La situazione

corrente, come definita al comma 6 del

presente articolo, non può presentare un

disavanzo» sono sostituite dalle seguenti:

«riferito ad almeno un triennio, comprendente

le previsioni di competenza e di cassa del

primo esercizio del periodo considerato e le

previsioni di competenza degli esercizi

successivi, osservando i principi contabili

generali e applicati allegati al decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni»;

b) il comma 6 è sostituito dal seguente:

«6. Il bilancio di previsione è deliberato in

pareggio finanziario complessivo per la

competenza, comprensivo dell'utilizzo

dell'avanzo di amministrazione e del recupero

del disavanzo di amministrazione e

garantendo un fondo di cassa finale non

negativo. Inoltre, le previsioni di competenza

relative alle spese correnti sommate alle

previsioni di competenza relative ai

trasferimenti in c/capitale,al saldo negativo

delle partite finanziarie e alle quote di capitale

delle rate di ammortamento dei mutui e degli

altri prestiti, con l’esclusione dei rimborsi

anticipati, non possono essere

complessivamente superiori alle previsioni di

competenza dei primi tre titoli dell’entrata, ai

contribuiti destinati al rimborso dei prestiti e

all’utilizzo dell’avanzo di competenza di parte

corrente e non possono avere altra forma di

finanziamento, salvo le eccezioni

tassativamente indicate nel principio applicato

alla contabilità finanziaria necessarie a

garantire elementi di flessibilità degli equilibri

di bilancio ai fini del rispetto del principio

dell’integrità.»;

12) l'art. 163 è sostituito dal seguente:

«Art. 163. (Esercizio provvisorio e gestione

provvisoria). - 1. Se il bilancio di previsione

non è approvato dal Consiglio entro il 31

dicembre dell'anno precedente, la gestione

finanziaria dell'ente si svolge nel rispetto dei

principi applicati della contabilità finanziaria

riguardanti l'esercizio provvisorio o la

gestione provvisoria. Nel corso dell'esercizio

provvisorio o della gestione provvisoria, gli

enti gestiscono gli stanziamenti di

competenza previsti nell'ultimo bilancio

approvato per l'esercizio cui si riferisce la

gestione o l'esercizio provvisorio, ed

effettuano i pagamenti entro i limiti

determinati dalla somma dei residui al 31

dicembre dell'anno precedente e degli

stanziamenti di competenza al netto del fondo

pluriennale vincolato.

2. Nel caso in cui il bilancio di esercizio non

sia approvato entro il 31 dicembre e non sia

stato autorizzato l'esercizio provvisorio, o il

bilancio non sia stato approvato entro i

termini previsti ai sensi del comma 3, è

consentita esclusivamente una gestione

provvisoria nei limiti dei corrispondenti

stanziamenti di spesa dell'ultimo bilancio

approvato per l'esercizio cui si riferisce la

gestione provvisoria. Nel corso della gestione

provvisoria l'ente può assumere solo

obbligazioni derivanti da provvedimenti

LEGGI D

'ITALIA

Page 131: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

131 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

giurisdizionali esecutivi, quelle

tassativamente regolate dalla legge e quelle

necessarie ad evitare che siano arrecati danni

patrimoniali certi e gravi all'ente. Nel corso

della gestione provvisoria l'ente può disporre

pagamenti solo per l'assolvimento delle

obbligazioni già assunte, delle obbligazioni

derivanti da provvedimenti giurisdizionali

esecutivi e di obblighi speciali tassativamente

regolati dalla legge, per le spese di personale,

di residui passivi, di rate di mutuo, di canoni,

imposte e tasse, ed, in particolare, per le sole

operazioni necessarie ad evitare che siano

arrecati danni patrimoniali certi e gravi

all'ente.

3. L'esercizio provvisorio è autorizzato con

legge o con decreto del Ministro dell'interno

che, ai sensi di quanto previsto dall'art. 151,

primo comma, differisce il termine di

approvazione del bilancio, d'intesa con il

Ministro dell'economia e delle finanze, sentita

la Conferenza Stato-città ed autonomia locale,

in presenza di motivate esigenze. Nel corso

dell'esercizio provvisorio non è consentito il

ricorso all'indebitamento e gli enti possono

impegnare solo spese correnti, le eventuali

spese correlate riguardanti le partite di giro,

lavori pubblici di somma urgenza o altri

interventi di somma urgenza. Nel corso

dell'esercizio provvisorio è consentito il

ricorso all'anticipazione di tesoreria di cui

all'art. 222.

4. All'avvio dell'esercizio provvisorio o della

gestione provvisoria l'ente trasmette al

tesoriere l'elenco dei residui presunti alla data

del 1° gennaio e gli stanziamenti di

competenza riguardanti l'anno a cui si

riferisce l'esercizio provvisorio o la gestione

provvisoria previsti nell'ultimo bilancio di

previsione approvato, aggiornati alle

variazioni deliberate nel corso dell'esercizio

precedente, indicanti - per ciascuna missione,

programma e titolo - gli impegni già assunti e

l'importo del fondo pluriennale vincolato.

5. Nel corso dell'esercizio provvisorio, gli enti

possono impegnare mensilmente,unitamente

alla quota dei dodicesimi non utilizzata nei

mesi precedenti, per ciascun programma, le

spese di cui al comma 3, per importi non

superiori ad un dodicesimo degli stanziamenti

del secondo esercizio del bilancio di

previsione deliberato l'anno precedente, ridotti

delle somme già impegnate negli esercizi

precedenti e dell'importo accantonato al fondo

pluriennale vincolato, con l'esclusione delle

spese:

a) tassativamente regolate dalla legge;

b) non suscettibili di pagamento frazionato in

dodicesimi;

c) a carattere continuativo necessarie per

garantire il mantenimento del livello

qualitativo e quantitativo dei servizi esistenti,

impegnate a seguito della scadenza dei relativi

contratti.

6. I pagamenti riguardanti spese escluse dal

limite dei dodicesimi di cui al comma 5 sono

individuati nel mandato attraverso l'indicatore

di cui all'art. 185, comma 2, lettera i-bis).

7. Nel corso dell'esercizio provvisorio, sono

consentite le variazioni di bilancio previste

dall'art. 187, comma 3-quinquies, quelle

riguardanti le variazioni del fondo pluriennale

vincolato, quelle necessarie alla

reimputazione agli esercizi in cui sono

esigibili, di obbligazioni riguardanti entrate

vincolate già assunte, e delle spese correlate,

nei casi in cui anche la spesa è oggetto di

reimputazione l'eventuale aggiornamento

delle spese già impegnate. Tali variazioni

rilevano solo ai fini della gestione dei

dodicesimi.»;

13) l'art. 164 è sostituito dal seguente:

«Art. 164. - (Caratteristiche del bilancio) - 1.

L'unità di voto del bilancio per l'entrata è la

tipologia e per la spesa è il programma,

articolato in titoli.

2. Il bilancio di previsione finanziario ha

carattere autorizzatorio, costituendo limite,

per ciascuno degli esercizi considerati:

a) agli accertamenti e agli incassi riguardanti

le accensioni di prestiti;

b) agli impegni e ai pagamenti di spesa. Non

comportano limiti alla gestione le previsioni

riguardanti i rimborsi delle anticipazioni di

tesoreria e le partite di giro.»;

14) all'art. 165:

a) al comma 1, la parola: «annuale» è

sostituita dalla seguente: «finanziario», dopo

LEGGI D

'ITALIA

Page 132: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

132 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

le parole: «all'entrata ed alla spesa» sono

inserite le seguenti: «ed è redatto secondo lo

schema previsto dall'allegato n. 9 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

b) i commi da 2 a 14 sono sostituiti dai

seguenti:

«2. Le previsioni di entrata del bilancio di

previsione sono classificate, secondo le

modalità indicate all' art. 15 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, in:

a) titoli, definiti secondo la fonte di

provenienza delle entrate;

b) tipologie, definite in base alla natura delle

entrate, nell'ambito di ciascuna fonte di

provenienza.

3. Ai fini della gestione, nel Piano esecutivo

di gestione, le tipologie sono ripartite in

categorie, in capitoli ed eventualmente in

articoli. Le categorie di entrata degli enti

locali sono individuate nell'elenco di cui

all'allegato n. 13/2 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni. Nell'ambito delle categorie è

data separata evidenza delle eventuali quote di

entrata non ricorrente. La Giunta,

contestualmente alla proposta di bilancio,

trasmette, a fini conoscitivi, la proposta di

articolazione delle tipologie in categorie.

4. Le previsioni di spesa del bilancio di

previsione sono classificate secondo le

modalità indicate all' art. 14 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 in:

a) missioni, che rappresentano le funzioni

principali e gli obiettivi strategici perseguiti

dagli enti locali, utilizzando risorse

finanziarie, umane e strumentali ad esse

destinate;

b) programmi, che rappresentano gli aggregati

omogenei di attività volte a perseguire gli

obiettivi definiti nell'ambito delle missioni. I

programmi sono ripartiti in titoli e sono

raccordati alla relativa codificazione COFOG

di secondo livello (Gruppi), secondo le

corrispondenze individuate nel glossario, di

cui al comma 3-ter dell'art. 14, che costituisce

parte integrante dell'allegato n. 14.

5. Ai fini della gestione, nel Piano esecutivo

di gestione, i programmi sono ripartiti in

titoli, macroaggregati, capitoli ed

eventualmente in articoli. I macroaggregati di

spesa degli enti locali sono individuati

nell'elenco di cui all'allegato n. 14 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni. La Giunta,

contestualmente alla proposta di bilancio

trasmette, a fini conoscitivi, la proposta di

articolazione dei programmi in

macroaggregati.

6. Il bilancio di previsione finanziario indica,

per ciascuna unità di voto:

a) l'ammontare presunto dei residui attivi o

passivi alla chiusura dell'esercizio precedente

a quello cui il bilancio si riferisce;

b) l'ammontare delle previsioni di competenza

e di cassa definitive dell'anno precedente a

quello cui si riferisce il bilancio;

c) l'ammontare degli accertamenti e degli

impegni che si prevede di imputare in

ciascuno degli esercizi cui il bilancio si

riferisce, nel rispetto del principio della

competenza finanziaria;

d) l'ammontare delle entrate che si prevede di

riscuotere o delle spese di cui si autorizza il

pagamento nel primo esercizio considerato

nel bilancio, senza distinzioni fra riscossioni e

pagamenti in conto competenza e in conto

residui.

7. In bilancio, prima di tutte le entrate e le

spese, sono iscritti:

a) in entrata gli importi relativi al fondo

pluriennale vincolato di parte corrente e al

fondo pluriennale vincolato in c/capitale;

b) in entrata del primo esercizio gli importi

relativi all'utilizzo dell'avanzo di

amministrazione presunto, nei casi individuati

dall'art. 187, commi 3 e 3-bis, con

l'indicazione della quota vincolata del

risultato di amministrazione utilizzata

anticipatamente;

c) in uscita l'importo del disavanzo di

amministrazione presunto al 31 dicembre

dell'esercizio precedente cui il bilancio si

riferisce. Il disavanzo di amministrazione

presunto può essere iscritto nella spesa degli

esercizi successivi secondo le modalità

previste dall'art. 188;

LEGGI D

'ITALIA

Page 133: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

133 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

d) in entrata del primo esercizio il fondo di

cassa presunto dell'esercizio precedente.

8. In bilancio, gli stanziamenti di competenza

relativi alla spesa di cui al comma 6, lettere b)

e c), individuano:

a) la quota che è già stata impegnata negli

esercizi precedenti con imputazione

all'esercizio cui si riferisce il bilancio;

b) la quota di competenza costituita dal fondo

pluriennale vincolato, destinata alla copertura

degli impegni che sono stati assunti negli

esercizi precedenti con imputazione agli

esercizi successivi e degli impegni che si

prevede di assumere nell'esercizio con

imputazione agli esercizi successivi. Con

riferimento a tale quota non è possibile

impegnare e pagare con imputazione

all'esercizio cui lo stanziamento si riferisce.

Agli stanziamenti di spesa riguardanti il fondo

pluriennale vincolato è attribuito il codice

della missione e del programma di spesa cui il

fondo si riferisce e il codice del piano dei

conti relativo al fondo pluriennale vincolato.

9. I bilanci di previsione degli enti locali

recepiscono, per quanto non contrasta con la

normativa del presente testo unico, le norme

recate dalle leggi delle rispettive regioni di

appartenenza riguardanti le entrate e le spese

relative a funzioni delegate, al fine di

consentire la possibilità del controllo

regionale sulla destinazione dei fondi

assegnati agli enti locali e l'omogeneità delle

classificazioni di dette spese nei bilanci di

previsione degli enti rispetto a quelle

contenute nei rispettivi bilanci di previsione

regionali. Le entrate e le spese per le funzioni

delegate dalle regioni non possono essere

collocate tra i servizi per conto di terzi nei

bilanci di previsione degli enti locali.

10. Il bilancio di previsione si conclude con

più quadri riepilogativi, secondo gli schemi

previsti dall'allegato n. 9 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.

11. Formano oggetto di specifica

approvazione del consiglio le previsioni di cui

al comma 6, lettere c) e d), per ogni unità di

voto, e le previsioni del comma 7.»;

15) all'art. 166:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente «1.

Nella missione “Fondi e Accantonamenti”,

all'interno del programma “Fondo di riserva”,

gli enti locali iscrivono un fondo di riserva

non inferiore allo 0,30 e non superiore al 2

per cento del totale delle spese correnti di

competenza inizialmente previste in

bilancio.»;

b) dopo il comma 2-ter è aggiunto il seguente:

«2-quater. Nella missione “Fondi e

Accantonamenti”, all'interno del programma

“Fondo di riserva”, gli enti locali iscrivono un

fondo di riserva di cassa non inferiore allo 0,2

per cento delle spese finali, utilizzato con

deliberazioni dell'organo esecutivo.»;

16) l'art. 167 è sostituito dal seguente:

«Art. 167. (Fondo crediti di dubbia esigibilità

e altri fondi per spese potenziali). - 1. Nella

missione “Fondi e Accantonamenti”,

all'interno del programma “Fondo crediti di

dubbia esigibilità” è stanziato

l'accantonamento al fondo crediti di dubbia

esigibilità, il cui ammontare è determinato in

considerazione dell'importo degli

stanziamenti di entrata di dubbia e difficile

esazione, secondo le modalità indicate nel

principio applicato della contabilità

finanziaria di cui all'allegato n. 4/2 al decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.

2. Una quota del risultato di amministrazione

è accantonata per il fondo crediti di dubbia

esigibilità, il cui ammontare è determinato,

secondo le modalità indicate nel principio

applicato della contabilità finanziaria di cui

all'allegato n. 4/2 al decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 e successive

modificazioni e integrazioni, in

considerazione dell'ammontare dei crediti di

dubbia e difficile esazione, e non può essere

destinata ad altro utilizzo.

3. E' data facoltà agli enti locali di stanziare

nella missione “Fondi e accantonamenti”,

all'interno del programma “Altri fondi”,

ulteriori accantonamenti riguardanti passività

potenziali, sui quali non è possibile impegnare

e pagare. A fine esercizio, le relative

economie di bilancio confluiscono nella quota

accantonata del risultato di amministrazione,

LEGGI D

'ITALIA

Page 134: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

134 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

utilizzabili ai sensi di quanto previsto dall'art.

187, comma 3. Quando si accerta che la spesa

potenziale non può più verificarsi, la

corrispondente quota del risultato di

amministrazione è liberata dal vincolo.»;

17) all'art. 168:

a) alla rubrica, sono aggiunte le seguenti

parole: « e le partite di giro»;

b) al comma 1, dopo le parole: «servizi per

conto di terzi» sono inserite le seguenti: «e le

partite di giro», le parole: «ivi compresi i

fondi economali, e» sono soppresse, le parole:

«sono ordinati esclusivamente in capitoli,

secondo la partizione contenuta nel

regolamento di cui all'art. 160.» sono

sostituite dalle seguenti: « comprendono le

transazioni poste in essere per conto di altri

soggetti, in assenza di qualsiasi

discrezionalità come individuate dal principio

applicato della contabilità finanziaria di cui

all'allegato n. 4/2 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni.»;

c) il comma 2 è sostituito dal seguente:

«2. Le partite di giro riguardano le operazioni

effettuate come sostituto di imposta, per la

gestione dei fondi economali e le altre

operazioni previste nel principio applicato

della contabilità finanziaria di cui all'allegato

n. 4/2 del decreto legislativo 23 giugno 2011,

n. 118 , e successive modificazioni.»;

d) dopo il comma 2 sono inseriti i seguenti:

«2-bis. Le previsioni e gli accertamenti

d'entrata riguardanti i servizi per conto di terzi

e le partite di giro conservano l'equivalenza

con le corrispondenti previsioni e impegni di

spesa, e viceversa. A tal fine, le obbligazioni

giuridicamente perfezionate attive e passive

che danno luogo ad entrate e spese riguardanti

tali operazioni sono registrate e imputate

all'esercizio in cui l'obbligazione è

perfezionata, in deroga al principio contabile

generale n. 16.

2-ter. Non comportando discrezionalità e

autonomia decisionale, gli stanziamenti

riguardanti le operazioni per conto di terzi e le

partite di giro non hanno natura

autorizzatoria.»;

18) l'art. 169 è sostituito dal seguente:

«Art. 169. (Piano esecutivo di gestione). - 1.

La giunta delibera il piano esecutivo di

gestione (PEG) entro venti giorni

dall'approvazione del bilancio di previsione,

in termini di competenza . Con riferimento al

primo esercizio il PEG è redatto anche in

termini di cassa.

Il PEG è riferito ai medesimi esercizi

considerati nel bilancio, individua gli obiettivi

della gestione ed affida gli stessi, unitamente

alle dotazioni necessarie, ai responsabili dei

servizi.

2. Nel PEG le entrate sono articolate in titoli,

tipologie, categorie, capitoli, ed

eventualmente in articoli, secondo il rispettivo

oggetto. Le spese sono articolate in missioni,

programmi, titoli, macroaggregati, capitoli ed

eventualmente in articoli. I capitoli

costituiscono le unità elementari ai fini della

gestione e della rendicontazione, e sono

raccordati al quarto livello del piano dei conti

finanziario di cui all'art. 157.

3. L'applicazione dei commi 1 e 2 del presente

articolo è facoltativa per gli enti locali con

popolazione inferiore a 5.000 abitanti, fermo

restando l'obbligo di rilevare unitariamente i

fatti gestionali secondo la struttura del piano

dei conti di cui all'art. 157, comma 1-bis.

3-bis. Il PEG è deliberato in coerenza con il

bilancio di previsione e con il documento

unico di programmazione. Al PEG è allegato

il prospetto concernente la ripartizione delle

tipologie in categorie e dei programmi in

macroaggregati, secondo lo schema di cui

all'allegato n. 8 al decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni. Il piano dettagliato degli

obiettivi di cui all'art. 108, comma 1, del

presente testo unico e il piano della

performance di cui all' art. 10 del decreto

legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, sono

unificati organicamente nel PEG .»;

19) l'art. 170 è sostituito dal seguente:

«Art. 170. (Documento unico di

programmazione). - 1. Entro il 31 luglio di

ciascun anno la Giunta presenta al Consiglio

il Documento unico di programmazione per le

conseguenti deliberazioni. Entro il 15

novembre di ciascun anno, con lo schema di

LEGGI D

'ITALIA

Page 135: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

135 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

delibera del bilancio di previsione finanziario,

la Giunta presenta al Consiglio la nota di

aggiornamento del Documento unico di

programmazione. Con riferimento al periodo

di programmazione decorrente dall'esercizio

2015, gli enti locali non sono tenuti alla

predisposizione del documento unico di

programmazione e allegano al bilancio

annuale di previsione una relazione

previsionale e programmatica che copra un

periodo pari a quello del bilancio pluriennale,

secondo le modalità previste dall'ordinamento

contabile vigente nell'esercizio 2014. Il primo

documento unico di programmazione è

adottato con riferimento agli esercizi 2016 e

successivi. Gli enti che hanno partecipato alla

sperimentazione adottano la disciplina

prevista dal presente articolo a decorrere dal

1° gennaio 2015.

2. Il Documento unico di programmazione ha

carattere generale e costituisce la guida

strategica ed operativa dell'ente.

3. Il Documento unico di programmazione si

compone di due sezioni: la Sezione strategica

e la Sezione operativa. La prima ha un

orizzonte temporale di riferimento pari a

quello del mandato amministrativo, la

seconda pari a quello del bilancio di

previsione.

4. Il documento unico di programmazione è

predisposto nel rispetto di quanto previsto dal

principio applicato della programmazione di

cui all'allegato n. 4/1 del decreto legislativo

23 giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni.

5. Il Documento unico di programmazione

costituisce atto presupposto indispensabile per

l'approvazione del bilancio di previsione.

6. Gli enti locali con popolazione fino a 5.000

abitanti predispongono il Documento unico di

programmazione semplificato previsto

dall'allegato n. 4/1 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni.

7. Nel regolamento di contabilità sono previsti

i casi di inammissibilità e di improcedibilità

per le deliberazioni del Consiglio e della

Giunta che non sono coerenti con le

previsioni del Documento unico di

programmazione.»;

20) l'art. 171 è abrogato;

21) l'art. 172 è sostituito dal seguente:

«Art. 172. (Altri allegati al bilancio di

previsione). - 1. Al bilancio di previsione

sono allegati i documenti previsti dall' art. 11,

comma 3, del decreto legislativo 23 giugno

2011, n. 118, e successive modificazioni, e i

seguenti documenti:

a) l'elenco degli indirizzi internet di

pubblicazione del rendiconto della gestione,

del bilancio consolidato deliberati e relativi al

penultimo esercizio antecedente quello cui si

riferisce il bilancio di previsione, dei

rendiconti e dei bilanci consolidati delle

unioni di comuni e dei soggetti considerati nel

gruppo “amministrazione pubblica” di cui al

principio applicato del bilancio consolidato

allegato al decreto legislativo 23 giugno 2011,

n. 118 , e successive modificazioni, relativi al

penultimo esercizio antecedente quello cui il

bilancio si riferisce. Tali documenti contabili

sono allegati al bilancio di previsione qualora

non integralmente pubblicati nei siti internet

indicati nell'elenco;

b) la deliberazione, da adottarsi annualmente

prima dell'approvazione del bilancio, con la

quale i comuni verificano la quantità e qualità

di aree e fabbricati da destinarsi alla

residenza, alle attività produttive e terziarie -

ai sensi delle leggi 18 aprile 1962, n. 167, 22

ottobre 1971, n. 865, e 5 agosto 1978, n. 457,

che potranno essere ceduti in proprietà od in

diritto di superficie; con la stessa

deliberazione i comuni stabiliscono il prezzo

di cessione per ciascun tipo di area o di

fabbricato;

c) le deliberazioni con le quali sono

determinati, per l'esercizio successivo, le

tariffe, le aliquote d'imposta e le eventuali

maggiori detrazioni, le variazioni dei limiti di

reddito per i tributi locali e per i servizi locali,

nonché, per i servizi a domanda individuale, i

tassi di copertura in percentuale del costo di

gestione dei servizi stessi;

d) la tabella relativa ai parametri di riscontro

della situazione di deficitarietà strutturale

prevista dalle disposizioni vigenti in materia;

LEGGI D

'ITALIA

Page 136: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

136 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

e) il prospetto della concordanza tra bilancio

di previsione e obiettivo programmatico del

patto di stabilità interno.»;

22) all'art. 174:

a) al comma 1, la parola: «annuale» è

abrogata, le parole: «la relazione previsionale

e programmatica e lo schema di bilancio

pluriennale» sono sostituite dalle seguenti:

«finanziario e il Documento unico di

programmazione», dopo le parole: «organo di

revisione» sono aggiunte le seguenti: «entro il

15 novembre di ogni anno»;

b) al comma 2, dopo le parole: «dell'organo

consiliare» sono inserite le seguenti: «e dalla

Giunta» le parole: «predisposti dall'organo

esecutivo» sono soppresse. Dopo il primo

periodo, è aggiunto il seguente: «A seguito di

variazioni del quadro normativo di

riferimento sopravvenute, l'organo esecutivo

presenta all'organo consiliare emendamenti

allo schema di bilancio e alla nota di

aggiornamento al Documento unico di

programmazione in corso di approvazione.»;

c) al comma 3, la parola: «annuale» è

abrogata, dopo le parole: «di previsione» è

inserita la seguente: «finanziario». Il secondo

periodo è soppresso;

d) il comma 4 è sostituito dal seguente:

«4. Nel sito internet dell'ente locale sono

pubblicati il bilancio di previsione, il piano

esecutivo di gestione, le variazioni al bilancio

di previsione, il bilancio di previsione

assestato ed il piano esecutivo di gestione

assestato.»;

23) all'art. 175:

a) al comma 1, dopo le parole: «il bilancio di

previsione» è inserita la seguente:

«finanziario», dopo le parole: «di

competenza» sono inserite le seguenti: « e di

cassa» e dopo le parole: «relativa alle spese»

sono aggiunte le seguenti: «,per ciascuno

degli esercizi considerati nel documento.»;

b) al comma 2, dopo le parole: «dell'organo

consiliare» sono aggiunte le seguenti: «salvo

quelle previste dai commi 5-bis e 5-quater.»;

c) al comma 3, dopo le parole: «non oltre il 30

novembre di ciascun anno» sono aggiunte le

seguenti: «, fatte salve le seguenti variazioni,

che possono essere deliberate sino al 31

dicembre di ciascun anno:

a) l'istituzione di tipologie di entrata a

destinazione vincolata e il correlato

programma di spesa;

b) l'istituzione di tipologie di entrata senza

vincolo di destinazione, con stanziamento pari

a zero, a seguito di accertamento e riscossione

di entrate non previste in bilancio, secondo le

modalità disciplinate dal principio applicato

della contabilità finanziaria;

c) l'utilizzo delle quote del risultato di

amministrazione vincolato ed accantonato per

le finalità per le quali sono stati previsti;

d) quelle necessarie alla reimputazione agli

esercizi in cui sono esigibili, di obbligazioni

riguardanti entrate vincolate già assunte e, se

necessario, delle spese correlate;

e) le variazioni delle dotazioni di cassa di cui

al comma 5-bis, lettera d);

f) le variazioni di cui al comma 5-quater,

lettera b);

g) le variazioni degli stanziamenti riguardanti

i versamenti ai conti di tesoreria statale

intestati all'ente e i versamenti a depositi

bancari intestati all'ente»;

d) al comma 4, dopo le parole: « in via

d'urgenza» sono inserite le seguenti:

«opportunamente motivata,»;

e) dopo il comma 5, sono inseriti i seguenti:

«5-bis. L'organo esecutivo con provvedimento

amministrativo approva le variazioni del

piano esecutivo di gestione, salvo quelle di

cui al comma 5-quater, e le seguenti

variazioni del bilancio di previsione non

aventi natura discrezionale, che si configurano

come meramente applicative delle decisioni

del Consiglio, per ciascuno degli esercizi

considerati nel bilancio:

a) variazioni riguardanti l'utilizzo della quota

vincolata e accantonata del risultato di

amministrazione nel corso dell'esercizio

provvisorio consistenti nella mera reiscrizione

di economie di spesa derivanti da

stanziamenti di bilancio dell'esercizio

precedente corrispondenti a entrate vincolate,

secondo le modalità previste dall'art. 187,

comma 3-quinquies;

LEGGI D

'ITALIA

Page 137: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

137 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

b) variazioni compensative tra le dotazioni

delle missioni e dei programmi riguardanti

l'utilizzo di risorse comunitarie e vincolate,

nel rispetto della finalità della spesa definita

nel provvedimento di assegnazione delle

risorse, o qualora le variazioni siano

necessarie per l'attuazione di interventi

previsti da intese istituzionali di programma o

da altri strumenti di programmazione

negoziata, già deliberati dal Consiglio;

c) variazioni compensative tra le dotazioni

delle missioni e dei programmi limitatamente

alle spese per il personale, conseguenti a

provvedimenti di trasferimento del personale

all'interno dell'ente;

d) variazioni delle dotazioni di cassa, salvo

quelle previste dal comma 5-quater,

garantendo che il fondo di cassa alla fine

dell'esercizio sia non negativo;

e) variazioni riguardanti il fondo pluriennale

vincolato di cui all' art. 3, comma 5, del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118,

effettuata entro i termini di approvazione del

rendiconto in deroga al comma 3.

5-ter. Con il regolamento di contabilità si

disciplinano le modalità di comunicazione al

Consiglio delle variazioni di bilancio di cui al

comma 5-bis.

5-quater. Nel rispetto di quanto previsto dai

regolamenti di contabilità, i responsabili della

spesa o, in assenza di disciplina, il

responsabile finanziario, possono effettuare,

per ciascuno degli esercizi del bilancio:

a) le variazioni compensative del piano

esecutivo di gestione fra capitoli di entrata

della medesima categoria e fra i capitoli di

spesa del medesimo macroaggregato, escluse

le variazioni dei capitoli appartenenti ai

macroaggregati riguardanti i trasferimenti

correnti, i contribuiti agli investimenti, ed ai

trasferimenti in conto capitale, che sono di

competenza della Giunta;

b) le variazioni di bilancio fra gli stanziamenti

riguardanti il fondo pluriennale vincolato e gli

stanziamenti correlati, in termini di

competenza e di cassa, escluse quelle previste

dall' art. 3, comma 5, del decreto legislativo

23 giugno 2011, n. 118. Le variazioni di

bilancio riguardanti le variazioni del fondo

pluriennale vincolato sono comunicate

trimestralmente alla giunta;

c) le variazioni di bilancio riguardanti

l'utilizzo della quota vincolata del risultato di

amministrazione derivanti da stanziamenti di

bilancio dell'esercizio precedente

corrispondenti a entrate vincolate, in termini

di competenza e di cassa, secondo le modalità

previste dall'art. 187, comma 3-quinquies;

d) le variazioni degli stanziamenti riguardanti

i versamenti ai conti di tesoreria statale

intestati all'ente e i versamenti a depositi

bancari intestati all'ente;

e) le variazioni necessarie per l'adeguamento

delle previsioni, compresa l'istituzione di

tipologie e programmi, riguardanti le partite

di giro e le operazioni per conto di terzi.

5-quinquies. Le variazioni al bilancio di

previsione disposte con provvedimenti

amministrativi, nei casi previsti dal presente

decreto, e le variazioni del piano esecutivo di

gestione non possono essere disposte con il

medesimo provvedimento amministrativo. Le

determinazioni dirigenziali di variazione

compensativa dei capitoli del piano esecutivo

di gestione di cui al comma 5-quater sono

effettuate al fine di favorire il conseguimento

degli obiettivi assegnati ai dirigenti.»;

f) il comma 6 è sostituito dal seguente:

«6. Sono vietate le variazioni di giunta

compensative tra macroaggregati appartenenti

a titoli diversi.»;

g) al comma 7, le parole: « nei servizi per

conto di terzi» sono sostituite dalle seguenti:

«nei titoli riguardanti le entrate e le spese per

conto di terzi e partite di giro»;

h) al comma 8, le parole: «30 novembre»

sono sostituite dalle seguenti: «31 luglio» e

dopo le parole: «fondo di riserva» sono

inserite le seguenti: «ed il fondo di cassa,»;

i) al comma 9, dopo le parole: «dell'organo

esecutivo» sono inserite le seguenti: «, salvo

quelle previste dal comma 5-quater,» e dopo

le parole: «entro il 15 dicembre di ciascun

anno» sono aggiunte le seguenti: «, fatte salve

le variazioni correlate alle variazioni di

bilancio previste al comma 3, che possono

essere deliberate sino al 31 dicembre di

ciascun anno.»;

LEGGI D

'ITALIA

Page 138: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

138 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

l) dopo il comma 9 è aggiunto, in fine, il

seguente:

«9-bis. Le variazioni al bilancio di previsione

sono trasmesse al tesoriere inviando il

prospetto di cui all' art. 10, comma 4, del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni, allegato al

provvedimento di approvazione della

variazione. Sono altresì trasmesse al tesoriere:

a) le variazioni dei residui a seguito del loro

riaccertamento;

b) le variazioni del fondo pluriennale

vincolato effettuate nel corso dell'esercizio

finanziario.»;

m) dopo il comma 9-bis è aggiunto il

seguente: «9-ter. Nel corso dell'esercizio 2015

sono applicate le norme concernenti le

variazioni di bilancio vigenti nell'esercizio

2014, fatta salva la disciplina del fondo

pluriennale vincolato e del riaccertamento

straordinario dei residui. Gli enti che hanno

partecipato alla sperimentazione nel 2014

adottano la disciplina prevista dal presente

articolo a decorrere dal 1° gennaio 2015.»

24) all'art. 176:

a) alla rubrica, dopo le parole: «Prelevamenti

dal fondo di riserva» sono aggiunte le

seguenti: «e dai fondi spese potenziali»;

b) dopo le parole: «fondo di riserva» sono

inserite le seguenti: «, dal fondo di riserva di

cassa e dai fondi spese potenziali»;

25) all'art. 179:

a) dopo il primo periodo del comma 1 è

aggiunto il seguente: «Le entrate relative al

titolo “Accensione prestiti” sono accertate nei

limiti dei rispettivi stanziamenti di

competenza del bilancio.»;

b) al comma 2, dopo le parole:

«l'accertamento delle entrate avviene» sono

aggiunte le seguenti: «distinguendo le entrate

ricorrenti da quelle non ricorrenti attraverso la

codifica della transazione elementare di cui

agli articoli 5 e 6 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118, e successive

modificazioni, seguendo le seguenti

disposizioni»;

c) alla lettera c) del comma 2, dopo le parole:

«delle spese» sono inserite le seguenti: «del

titolo “Servizi per conto terzi e partite di

giro”,»;

d) dopo la lettera c) del comma 2 è inserita la

seguente:

«c-bis) per le entrate derivanti da trasferimenti

e contributi da altre amministrazioni

pubbliche a seguito della comunicazione dei

dati identificativi dell'atto amministrativo di

impegno dell'amministrazione erogante

relativo al contributo o al finanziamento;»;

e) alla lettera d) del comma 2, dopo le parole:

«atti amministrativi specifici» sono aggiunte

le seguenti: «, salvo i casi, tassativamente

previsti nel principio applicato della

contabilità finanziaria, per cui è previsto

l'accertamento per cassa.»;

f) al comma 3, dopo le parole: «regolamento

di contabilità dell'ente» sono aggiunte le

seguenti: «, nel rispetto di quanto previsto dal

presente decreto e dal principio generale della

competenza finanziaria e dal principio

applicato della contabilità finanziaria di cui

agli allegati n. 1 e n. 4/2 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

g) dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:

«3-bis. L'accertamento dell'entrata è registrato

quando l'obbligazione è perfezionata, con

imputazione alle scritture contabili riguardanti

l'esercizio in cui l'obbligazione viene a

scadenza. Non possono essere riferite ad un

determinato esercizio finanziario le entrate il

cui diritto di credito non venga a scadenza

nello stesso esercizio finanziario. E’ vietato

l'accertamento attuale di entrate future. Le

entrate sono registrate nelle scritture contabili

anche se non determinano movimenti di cassa

effettivi.»;

26) all'art. 180:

a) alla lettera d) del comma 3, la parola:

«somme» è sostituita dalle seguenti: «entrate

derivanti da legge, da trasferimenti o da

prestiti»;

b) alla lettera e) del comma 3, le parole:

«della risorsa o del capitolo di bilancio cui è

riferita l'entrata» sono sostituite dalle

seguenti: «del titolo e della tipologia»;

LEGGI D

'ITALIA

Page 139: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

139 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

c) alla lettera f) del comma 3, dopo le parole:

«la codifica» sono aggiunte le seguenti: «di

bilancio»;

d) dopo la lettera h) del comma 3 sono

aggiunte le seguenti:

« h-bis) la codifica SIOPE di cui all' art. 14

della legge 31 dicembre 2009, n. 196;

h-ter) i codici della transazione elementare di

cui agli articoli da 5 a 7, del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118.»;

e) al primo periodo del comma 4, dopo le

parole: «versata in favore dell'ente,» sono

inserite le seguenti: «ivi comprese le entrate

di cui al comma 4-ter,». Dopo il secondo

periodo è aggiunto il seguente: «L'ente

procede alla regolarizzazione dell'incasso

entro i successivi 60 giorni e, comunque,

entro i termini previsti per la resa del conto

del tesoriere.»;

f) dopo il comma 4 sono aggiunti, in fine, i

seguenti:

«4-bis. Gli ordinativi di incasso che si

riferiscono ad entrate di competenza

dell'esercizio in corso sono tenuti distinti da

quelli relativi ai residui, garantendone la

numerazione unica per esercizio e

progressiva. Gli ordinativi di incasso, sia in

conto competenza sia in conto residui, sono

imputati contabilmente all'esercizio in cui il

tesoriere ha incassato le relative entrate, anche

se la comunicazione è pervenuta all'ente

nell'esercizio successivo.

4-ter. Gli incassi derivanti dalle accensioni di

prestiti sono disposti nei limiti dei rispettivi

stanziamenti di cassa.

4-quater. E' vietata l'imputazione provvisoria

degli incassi in attesa di regolarizzazione alle

partite di giro.

4-quinquies. Gli ordinativi d'incasso non

riscossi entro il termine dell'esercizio sono

restituiti dal tesoriere all'ente per

l'annullamento e la successiva emissione

nell'esercizio successivo in conto residui.

4-sexies. I codici di cui al comma 3, lettera h-

ter), possono essere applicati all'ordinativo di

incasso a decorrere dal 1° gennaio 2016.»;

27) al comma 3 dell'art. 181, dopo le parole:

«dal regolamento di contabilità» sono

aggiunte le seguenti: «, non superiori ai

quindici giorni lavorativi»;

28) all'art. 183:

a) al comma 1, dopo le parole: «indicata la

ragione» sono inserite le seguenti: «e la

relativa scadenza»;

b) alla lettera b) del comma 2 dopo le parole:

«oneri accessori» sono aggiunte le seguenti:

«nei casi in cui non si sia provveduto

all'impegno nell'esercizio in cui il contratto di

finanziamento è stato perfezionato»;

c) la lettera c) del comma 2 è sostituita dalla

seguente:

«c) per contratti di somministrazione

riguardanti prestazioni continuative, nei casi

in cui l'importo dell'obbligazione sia definita

contrattualmente. Se l'importo

dell'obbligazione non è predefinito nel

contratto, con l'approvazione del bilancio si

provvede alla prenotazione della spesa, per un

importo pari al consumo dell'ultimo esercizio

per il quale l'informazione è disponibile.»;

d) il terzo periodo del comma 3 è sostituito

dai seguenti: «Le spese di investimento per

lavori pubblici prenotate negli esercizi

successivi, la cui gara è stata formalmente

indetta, concorrono alla determinazione del

fondo pluriennale vincolato e non del risultato

di amministrazione. In assenza di

aggiudicazione definitiva della gara entro

l'anno successivo le economie di bilancio

confluiscono nell'avanzo di amministrazione

vincolato per la riprogrammazione

dell'intervento in c/capitale e il fondo

pluriennale è ridotto di pari importo.»;

e) i commi 5, 6, 7 e 8, sono sostituiti dai

seguenti:

«5. Tutte le obbligazioni passive

giuridicamente perfezionate, devono essere

registrate nelle scritture contabili quando

l'obbligazione è perfezionata, con

imputazione all'esercizio in cui l'obbligazione

viene a scadenza, secondo le modalità

previste dal principio applicato della

contabilità finanziaria di cui all'allegato n. 4/2

del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118

. Non possono essere riferite ad un

determinato esercizio finanziario le spese per

le quali non sia venuta a scadere nello stesso

LEGGI D

'ITALIA

Page 140: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

140 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

esercizio finanziario la relativa obbligazione

giuridica. Le spese sono registrate anche se

non determinano movimenti di cassa effettivi.

6. Gli impegni di spesa sono assunti nei limiti

dei rispettivi stanziamenti di competenza del

bilancio di previsione, con imputazione agli

esercizi in cui le obbligazioni passive sono

esigibili. Non possono essere assunte

obbligazioni che danno luogo ad impegni di

spesa corrente:

a) sugli esercizi successivi a quello in corso, a

meno che non siano connesse a contratti o

convenzioni pluriennali o siano necessarie per

garantire la continuità dei servizi connessi con

le funzioni fondamentali, fatta salva la

costante verifica del mantenimento degli

equilibri di bilancio, anche con riferimento

agli esercizi successivi al primo;

b) sugli esercizi non considerati nel bilancio,

a meno delle spese derivanti da contratti di

somministrazione, di locazione, relative a

prestazioni periodiche o continuative di

servizi di cui all'art. 1677 del codice civile,

delle spese correnti correlate a finanziamenti

comunitari e delle rate di ammortamento dei

prestiti, inclusa la quota capitale.

Le obbligazioni che comportano impegni

riguardanti le partite di giro e i rimborsi delle

anticipazioni di tesoreria sono assunte

esclusivamente in relazione alle esigenze

della gestione.

7. I provvedimenti dei responsabili dei servizi

che comportano impegni di spesa sono

trasmessi al responsabile del servizio

finanziario e sono esecutivi con l'apposizione

del visto di regolarità contabile attestante la

copertura finanziaria.

8. Al fine di evitare ritardi nei pagamenti e la

formazione di debiti pregressi, il responsabile

della spesa che adotta provvedimenti che

comportano impegni di spesa ha l'obbligo di

accertare preventivamente che il programma

dei conseguenti pagamenti sia compatibile

con i relativi stanziamenti di cassa e con le

regole del patto di stabilità interno; la

violazione dell'obbligo di accertamento di cui

al presente comma comporta responsabilità

disciplinare ed amministrativa. Qualora lo

stanziamento di cassa, per ragioni

sopravvenute, non consenta di far fronte

all'obbligo contrattuale, l'amministrazione

adotta le opportune iniziative, anche di tipo

contabile, amministrativo o contrattuale, per

evitare la formazione di debiti pregressi.»;

f) al primo periodo del comma 9, dopo le

parole: «assumono atti di impegno» sono

inserite le seguenti: «nel rispetto dei principi

contabili generali e del principio applicato

della contabilità finanziaria di cui agli allegati

n. 1 e n. 4/2 del decreto legislativo 23 giugno

2011, n. 118 , e successive modificazioni.» e,

al secondo periodo, le parole: «all'art. 151,

comma 4» sono sostituite dalle seguenti: «ai

commi 7 e 8.»;

g) dopo il comma 9 è inserito il seguente: «9-

bis. Gli impegni sono registrati distinguendo

le spese ricorrenti da quelle non ricorrenti

attraverso la codifica della transazione

elementare di cui agli articoli 5 e 6 del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni.»

29) all'art. 185:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente:

«1. Gli ordinativi di pagamento sono disposti

nei limiti dei rispettivi stanziamenti di cassa,

salvo i pagamenti riguardanti il rimborso delle

anticipazioni di tesoreria, i servizi per conto

terzi e le partite di giro.»;

b) la lettera c) del comma 2 è sostituita dalla

seguente:

«c) l'indicazione della missione, del

programma e del titolo di bilancio cui è

riferita la spesa e la relativa disponibilità,

distintamente per residui o competenza e

cassa;»;

c) alla lettera d) del comma 2, dopo la parola:

«codifica» sono aggiunte le seguenti: «di

bilancio»;

d) alla lettera e) del comma 2, le parole: «,

ove richiesto,» sono soppresse;

e) alla lettera i) della comma 2,dopo le parole:

«vincoli di destinazione» sono aggiunte le

seguenti: «stabiliti per legge o relativi a

trasferimenti o ai prestiti;»;

f) dopo la lettera i) del comma 2 sono inserite

le seguenti:

«i-bis) la codifica SIOPE di cui all' art. 14

della legge 31 dicembre 2009, n. 196;

LEGGI D

'ITALIA

Page 141: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

141 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

i-ter) i codici della transazione elementare di

cui agli articoli da 5 a 7, del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118.

i-quater) l'identificazione delle spese non

soggette al controllo dei dodicesimi di cui

all'art. 163, comma 5, in caso di esercizio

provvisorio.»;

g) al comma 3, dopo le parole: «della

liquidazione» sono inserite le seguenti: «e al

rispetto dell'autorizzazione di cassa,»;

h) al secondo periodo del comma 4, le parole:

«Entro quindici giorni e comunque entro il

termine del mese in corso» sono sostituite

dalle seguenti: «Entro trenta giorni» e dopo le

parole: «ai fini della regolarizzazione» sono

aggiunte le seguenti: «, imputandolo

contabilmente all'esercizio in cui il tesoriere

ha effettuato il pagamento, anche se la relativa

comunicazione è pervenuta all'ente

nell'esercizio successivo.»;

i) dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

«4-bis. I codici di cui al comma 2, lettera i-

bis), possono essere applicati al mandato a

decorrere dal 1° gennaio 2016.»;

30) all'art. 186:

a) dopo il primo periodo del comma 1 è

aggiunto il seguente: «Tale risultato non

comprende le risorse accertate che hanno

finanziato spese impegnate con imputazione

agli esercizi successivi, rappresentate dal

fondo pluriennale vincolato determinato in

spesa del conto del bilancio.»;

b) dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

«1-bis. In occasione dell'approvazione del

bilancio di previsione è determinato l'importo

del risultato di amministrazione presunto

dell'esercizio precedente cui il bilancio si

riferisce.»;

31) all'art. 187:

a) la rubrica è sostituita dalla seguente:

«Composizione del risultato di

amministrazione»;

b) i commi 1, 2 e 3 sono sostituiti dai

seguenti:

«1. Il risultato di amministrazione è distinto in

fondi liberi, fondi vincolati, fondi destinati

agli investimenti e fondi accantonati. I fondi

destinati agli investimenti sono costituiti dalle

entrate in c/capitale senza vincoli di specifica

destinazione non spese, e sono utilizzabili con

provvedimento di variazione di bilancio solo

a seguito dell'approvazione del rendiconto.

L'indicazione della destinazione nel risultato

di amministrazione per le entrate in conto

capitale che hanno dato luogo ad

accantonamento al fondo crediti di dubbia e

difficile esazione è sospeso, per l'importo

dell'accantonamento, sino all'effettiva

riscossione delle stesse. I trasferimenti in

conto capitale non sono destinati al

finanziamento degli investimenti e non

possono essere finanziati dal debito e dalle

entrate in conto capitale destinate al

finanziamento degli investimenti.

I fondi accantonati comprendono gli

accantonamenti per passività potenziali e il

fondo crediti di dubbia esigibilità. Nel caso in

cui il risultato di amministrazione non sia

sufficiente a comprendere le quote vincolate,

destinate e accantonate, l'ente è in disavanzo

di amministrazione. Tale disavanzo è iscritto

come posta a se stante nel primo esercizio del

bilancio di previsione secondo le modalità

previste dall'art. 188.

2. La quota libera dell'avanzo di

amministrazione dell'esercizio precedente,

accertato ai sensi dell'art. 186 e quantificato ai

sensi del comma 1, può essere utilizzato con

provvedimento di variazione di bilancio, per

le finalità di seguito indicate in ordine di

priorità:

a) per la copertura dei debiti fuori bilancio;

b) per i provvedimenti necessari per la

salvaguardia degli equilibri di bilancio di cui

all'art. 193 ove non possa provvedersi con

mezzi ordinari;

c) per il finanziamento di spese di

investimento;

d) per il finanziamento delle spese correnti a

carattere non permanente;

e) per l'estinzione anticipata dei prestiti.

Resta salva la facoltà di impiegare l'eventuale

quota del risultato di amministrazione

“svincolata”, in occasione dell'approvazione

del rendiconto, sulla base della

determinazione dell'ammontare definitivo

della quota del risultato di amministrazione

accantonata per il fondo crediti di dubbia

LEGGI D

'ITALIA

Page 142: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

142 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

esigibilità, per finanziare lo stanziamento

riguardante il fondo crediti di dubbia

esigibilità nel bilancio di previsione

dell'esercizio successivo a quello cui il

rendiconto si riferisce.

3. Le quote del risultato presunto derivanti

dall'esercizio precedente, costituite da

accantonamenti risultanti dall'ultimo

consuntivo approvato o derivanti da fondi

vincolati possono essere utilizzate per le

finalità cui sono destinate prima

dell'approvazione del conto consuntivo

dell'esercizio precedente, attraverso

l'iscrizione di tali risorse, come posta a sé

stante dell'entrata, nel primo esercizio del

bilancio di previsione o con provvedimento di

variazione al bilancio. L'utilizzo della quota

vincolata o accantonata del risultato di

amministrazione è consentito, sulla base di

una relazione documentata del dirigente

competente, anche in caso di esercizio

provvisorio, esclusivamente per garantire la

prosecuzione o l'avvio di attività soggette a

termini o scadenza, la cui mancata attuazione

determinerebbe danno per l'ente, secondo le

modalità individuate al comma 3-quinquies.»;

c) dopo il comma 3-bis sono inseriti i

seguenti:

«3-ter. Costituiscono quota vincolata del

risultato di amministrazione le entrate

accertate e le corrispondenti economie di

bilancio:

a) nei casi in cui la legge o i principi contabili

generali e applicati individuano un vincolo di

specifica destinazione dell'entrata alla spesa;

b) derivanti da mutui e finanziamenti contratti

per il finanziamento di investimenti

determinati;

c) derivanti da trasferimenti erogati a favore

dell'ente per una specifica destinazione

determinata;

d) derivanti da entrate accertate straordinarie,

non aventi natura ricorrente, cui

l'amministrazione ha formalmente attribuito

una specifica destinazione. E' possibile

attribuire un vincolo di destinazione alle

entrate straordinarie non aventi natura

ricorrente solo se l'ente non ha rinviato la

copertura del disavanzo di amministrazione

negli esercizi successivi e ha provveduto nel

corso dell'esercizio alla copertura di tutti gli

eventuali debiti fuori bilancio, compresi quelli

di cui all'art. 193.

L'indicazione del vincolo nel risultato di

amministrazione per le entrate vincolate che

hanno dato luogo ad accantonamento al fondo

crediti di dubbia e difficile esazione è

sospeso, per l'importo dell'accantonamento,

sino all'effettiva riscossione delle stesse.

3-quater. Se il bilancio di previsione impiega

quote vincolate del risultato di

amministrazione presunto ai sensi del comma

3, entro il 31 gennaio la Giunta verifica

l'importo delle quote vincolate del risultato di

amministrazione presunto sulla base di un

preconsuntivo relativo alle entrate e alle spese

vincolate ed approva l'aggiornamento

dell'allegato al bilancio di previsione di cui

all' art. 11, comma 3, lettera a), del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni. Se la quota

vincolata del risultato di amministrazione

presunto è inferiore rispetto all'importo

applicato al bilancio di previsione, l'ente

provvede immediatamente alle necessarie

variazioni di bilancio che adeguano l'impiego

del risultato di amministrazione vincolato.

3-quinquies. Le variazioni di bilancio che, in

attesa dell'approvazione del consuntivo,

applicano al bilancio quote vincolate o

accantonate del risultato di amministrazione,

sono effettuate solo dopo l'approvazione del

prospetto aggiornato del risultato di

amministrazione presunto da parte della

Giunta di cui al comma 3-quater. Le

variazioni consistenti nella mera re-iscrizione

di economie di spesa derivanti da

stanziamenti di bilancio dell'esercizio

precedente corrispondenti a entrate vincolate,

possono essere disposte dai dirigenti se

previsto dal regolamento di contabilità o, in

assenza di norme, dal responsabile

finanziario. In caso di esercizio provvisorio

tali variazioni sono di competenza della

Giunta.

3-sexies. Le quote del risultato presunto

derivante dall'esercizio precedente costituite

dagli accantonamenti effettuati nel corso

LEGGI D

'ITALIA

Page 143: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

143 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

dell'esercizio precedente possono essere

utilizzate prima dell'approvazione del conto

consuntivo dell'esercizio precedente, per le

finalità cui sono destinate, con provvedimento

di variazione al bilancio, se la verifica di cui

al comma 3-quater e l'aggiornamento

dell'allegato al bilancio di previsione di cui

all' art. 11, comma 3, lettera a), del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni, sono effettuate con

riferimento a tutte le entrate e le spese

dell'esercizio precedente e non solo alle

entrate e alle spese vincolate.»;

32) all'art. 188:

a) al comma 1, dopo la parola: «è» è inserita

la seguente: «immediatamente» e le parole:

«al bilancio di previsione nei modi e nei

termini di cui all'art. 193, in aggiunta alle

quote di ammortamento accantonate e non

disponibili nel risultato contabile di

amministrazione» sono sostituite dalle

seguenti: «all'esercizio in corso di gestione

contestualmente alla delibera di approvazione

del rendiconto.»;

b) al comma 1, dopo il primo periodo, sono

aggiunti i seguenti:

«La mancata adozione della delibera che

applica il disavanzo al bilancio in corso di

gestione è equiparata a tutti gli effetti alla

mancata approvazione del rendiconto di

gestione. Il disavanzo di amministrazione può

anche essere ripianato negli esercizi

successivi considerati nel bilancio di

previsione, in ogni caso non oltre la durata

della consiliatura, contestualmente

all'adozione di una delibera consiliare avente

ad oggetto il piano di rientro dal disavanzo

nel quale siano individuati i provvedimenti

necessari a ripristinare il pareggio. Il piano di

rientro è sottoposto al parere del collegio dei

revisori. Ai fini del rientro possono essere

utilizzate le economie di spesa e tutte le

entrate, ad eccezione di quelle provenienti

dall'assunzione di prestiti e di quelle con

specifico vincolo di destinazione, nonché i

proventi derivanti da alienazione di beni

patrimoniali disponibili e da altre entrate in

c/capitale con riferimento a squilibri di parte

capitale. Ai fini del rientro, in deroga all' art.

1, comma 169, della legge 27 dicembre 2006,

n. 296, contestualmente, l'ente può modificare

le tariffe e le aliquote relative ai tributi di

propria competenza. La deliberazione,

contiene l'analisi delle cause che hanno

determinato il disavanzo, l'individuazione di

misure strutturali dirette ad evitare ogni

ulteriore potenziale disavanzo, ed è allegata al

bilancio di previsione e al rendiconto,

costituendone parte integrante. Con

periodicità almeno semestrale il sindaco o il

presidente trasmette al Consiglio una

relazione riguardante lo stato di attuazione del

piano di rientro, con il parere del collegio dei

revisori. L'eventuale ulteriore disavanzo

formatosi nel corso del periodo considerato

nel piano di rientro deve essere coperto non

oltre la scadenza del piano di rientro in

corso.»;

c) dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti:

«1-bis. L'eventuale disavanzo di

amministrazione presunto accertato ai sensi

dell'art. 186, comma 1-bis, è applicato al

bilancio di previsione dell'esercizio

successivo secondo le modalità previste al

comma 1. A seguito dell'approvazione del

rendiconto e dell'accertamento dell'importo

definitivo del disavanzo di amministrazione

dell'esercizio precedente, si provvede

all'adeguamento delle iniziative assunte ai

sensi del presente comma.

1-ter. A seguito dell'eventuale accertamento

di un disavanzo di amministrazione presunto

nell'ambito delle attività previste dall'art. 187,

comma 3-quinquies, effettuate nel corso

dell'esercizio provvisorio nel rispetto di

quanto previsto dall'art. 187, comma 3, si

provvede alla tempestiva approvazione del

bilancio di previsione. Nelle more

dell'approvazione del bilancio la gestione

prosegue secondo le modalità previste dall'art.

163, comma 3.

1-quater. Agli enti locali che presentino,

nell'ultimo rendiconto deliberato, un

disavanzo di amministrazione ovvero debiti

fuori bilancio, ancorché da riconoscere, nelle

more della variazione di bilancio che dispone

la copertura del disavanzo e del

riconoscimento e finanziamento del debito

LEGGI D

'ITALIA

Page 144: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

144 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

fuori bilancio, è fatto divieto di assumere

impegni e pagare spese per servizi non

espressamente previsti per legge. Sono fatte

salve le spese da sostenere a fronte di impegni

già assunti nei precedenti esercizi.»;

33) all'art. 189:

a) al comma 2 le parole: «nonché le somme

derivanti dalla stipulazione di contratti di

apertura di credito» sono sostituite dalle

seguenti: «esigibile nell'esercizio, secondo i

principi applicati della contabilità finanziaria

di cui all'allegato n. 4/2 del decreto legislativo

23 giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni.»;

b) al comma 3 le parole: «costituiscono

residui attivi le somme derivanti da mutui per

i quali è intervenuta la concessione definitiva

da parte della Cassa depositi e prestiti o degli

Istituti di previdenza ovvero la stipulazione

del contratto per i mutui concessi da altri

Istituti di credito.» sono sostituite dalle

seguenti: «le somme rese disponibili dalla

Cassa depositi e prestiti a titolo di

finanziamento e non ancora prelevate dall'ente

costituiscono residui attivi a valere dell'entrata

classificata come prelievi da depositi bancari,

nell'ambito del titolo Entrate da riduzione di

attività finanziarie, tipologia Altre entrate per

riduzione di attività finanziarie.»;

c) al comma 4 la parola: «accertamenti» è

sostituita dalla seguente: «entrate»;

34) all'art. 191:

a) al comma 1 le parole: «intervento o

capitolo» sono sostituite dalla seguente:

«programma». Il secondo periodo è sostituito

dai seguenti:

«Nel caso di spese riguardanti trasferimenti e

contributi ad altre amministrazioni pubbliche,

somministrazioni, forniture, appalti e

prestazioni professionali, il responsabile del

procedimento di spesa comunica al

destinatario le informazioni relative

all'impegno. La comunicazione dell'avvenuto

impegno e della relativa copertura finanziaria,

riguardanti le somministrazioni, le forniture e

le prestazioni professionali, è effettuata

contestualmente all'ordinazione della

prestazione con l'avvertenza che la successiva

fattura deve essere completata con gli estremi

della suddetta comunicazione.»;

b) al comma 2 le parole: «all'intervento o

capitolo» sono sostituite dalle seguenti: «alla

missione e al programma», dopo le parole:

«di bilancio» sono inserite le seguenti: «e al

relativo capitolo di spesa del piano esecutivo

di gestione»;

c) il comma 5 è sostituito dal seguente:

«5. Il regolamento di contabilità dell'ente

disciplina le modalità attraverso le quali le

fatture o i documenti contabili equivalenti che

attestano l'avvenuta cessione di beni, lo stato

di avanzamento di lavori, la prestazione di

servizi nei confronti dell'ente sono

protocollate ed, entro 10 giorni, annotate nel

registro delle fatture ricevute secondo le

modalità previste dall' art. 42 del decreto-

legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito in

legge, con modificazioni, dalla legge 23

giugno 2014, n. 89 . Per il protocollo di tali

documenti è istituito un registro unico nel

rispetto della disciplina in materia di

documentazione amministrativa di cui al

decreto del Presidente della Repubblica 28

dicembre 2000, n. 445 , ed è esclusa la

possibilità di ricorrere a protocolli di settore o

di reparto.»;

35) all'art. 193:

a) al comma 1, dopo le parole: «dal presente

testo unico» sono aggiunte le seguenti: «, con

particolare riferimento agli equilibri di

competenza e di cassa di cui all'art. 162,

comma 6.»;

b) al comma 2, le parole: «30 settembre» sono

sostituite dalle seguenti: «31 luglio», le

parole: «ad effettuare la ricognizione sullo

stato di attuazione dei programmi. In tale sede

l'organo consiliare dà», sono sostituite dalle

seguenti: «a dare», e le parole: «, adotta

contestualmente i provvedimenti necessari per

il ripiano degli eventuali debiti di cui all'art.

194, per il ripiano dell'eventuale disavanzo di

amministrazione risultante dal rendiconto

approvato e, qualora i dati della gestione

finanziaria facciano prevedere un disavanzo,

di amministrazione o di gestione, per

squilibrio della gestione di competenza

ovvero della gestione dei residui, adotta le

LEGGI D

'ITALIA

Page 145: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

145 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

misure necessarie a ripristinare il pareggio.»

sono sostituite dalle seguenti: «ad adottare,

contestualmente:

a) le misure necessarie a ripristinare il

pareggio qualora i dati della gestione

finanziaria facciano prevedere un disavanzo,

di gestione o di amministrazione, per

squilibrio della gestione di competenza, di

cassa ovvero della gestione dei residui;

b) i provvedimenti per il ripiano degli

eventuali debiti di cui all'art. 194;

c) le iniziative necessarie ad adeguare il fondo

crediti di dubbia esigibilità accantonato nel

risultato di amministrazione in caso di gravi

squilibri riguardanti la gestione dei residui.»;

c) il comma 3 è sostituito dal seguente: «3. Ai

fini del comma 2, fermo restando quanto

stabilito dall'art. 194, comma 2, possono

essere utilizzate per l'anno in corso e per i due

successivi le possibili economie di spesa e

tutte le entrate, ad eccezione di quelle

provenienti dall'assunzione di prestiti e di

quelle con specifico vincolo di destinazione,

nonché i proventi derivanti da alienazione di

beni patrimoniali disponibili e da altre entrate

in c/capitale con riferimento a squilibri di

parte capitale. Ove non possa provvedersi con

le modalità sopra indicate è possibile

impiegare la quota libera del risultato di

amministrazione. Per il ripristino degli

equilibri di bilancio e in deroga all' art. 1,

comma 169, della legge 27 dicembre 2006, n.

296, l'ente può modificare le tariffe e le

aliquote relative ai tributi di propria

competenza entro la data di cui al comma 2.»;

36) all'art. 195

a) la rubrica è sostituita dalla seguente:

«Utilizzo di entrate vincolate»:

b) al comma 1, le parole: «di entrate aventi

specifica destinazione» sono sostituite dalle

seguenti: «delle entrate vincolate di cui all'art.

180, comma 3, lettera d)». Dopo il primo

periodo, è aggiunto il seguente: «I movimenti

di utilizzo e di reintegro delle somme

vincolate di cui all'art. 180, comma 3, sono

oggetto di registrazione contabile secondo le

modalità indicate nel principio applicato della

contabilità finanziaria.»;

c) al comma 2, le parole: «somme a specifica

destinazione» sono sostituite dalle seguenti:

«entrate vincolate», le parole: «dal tesoriere

su specifiche richieste del servizio finanziario

dell'ente» sono sostituite dalle seguenti:

«dall'ente con l'emissione di appositi

ordinativi di incasso e pagamento di

regolazione contabile»;

d) al comma 3, le parole: «somme a specifica

destinazione» sono sostituite dalle seguenti:

«entrate vincolate». Dopo il secondo periodo

del comma 3 è aggiunto il seguente: « La

ricostituzione dei vincoli è perfezionata con

l'emissione di appositi ordinativi di incasso e

pagamento di regolazione contabile.»;

e) al comma 4, le parole: «somme a specifica

destinazione» sono sostituite dalle seguenti:

«entrate vincolate»;

37) la lettera a) del comma 2 dell'art. 197 è

sostituita dalla seguente:

«a) predisposizione del piano esecutivo di

gestione;»;

38) all'art. 199:

a) alla lettera b) del comma 1 dell'art. 199, le

parole: «avanzi di» sono sostituite dalle

seguenti: «avanzo di parte corrente del», la

parola: «costituiti» è sostituita dalla seguente:

«costituito»;

b) dopo il comma 1, è inserito il seguente:

«1-bis. Le entrate di cui al comma 1, lettere

a), c), d) ed f) sono destinate esclusivamente

al finanziamento di spese di investimento e

non possono essere impiegate per la spesa

corrente.»;

39) all'art. 200:

a) la rubrica è sostituita dalla seguente: «Gli

investimenti»:

b) al comma 1, le parole: «pluriennale

originario, eventualmente modificato

dall'organo consiliare,» sono sostituite dalle

seguenti: «di previsione»;

c) dopo il comma 1, sono aggiunti, in fine, i

seguenti:

«1-bis. La copertura finanziaria delle spese di

investimento imputate agli esercizi successivi

è costituita:

a) da risorse accertate esigibili nell'esercizio

in corso di gestione, confluite nel fondo

LEGGI D

'ITALIA

Page 146: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

146 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

pluriennale vincolato accantonato per gli

esercizi successivi;

b) da risorse accertate esigibili negli esercizi

successivi, la cui esigibilità è nella piena

discrezionalità dell'ente o di altra pubblica

amministrazione;

c) dall'utilizzo del risultato di

amministrazione nel primo esercizio

considerato nel bilancio di previsione, nel

rispetto di quanto previsto dall'art. 187. Il

risultato di amministrazione può confluire nel

fondo pluriennale vincolato accantonato per

gli esercizi successivi.

1-ter. Per l'attività di investimento che

comporta impegni di spesa che vengono a

scadenza in più esercizi finanziari, deve

essere dato specificamente atto, al momento

dell'attivazione del primo impegno, di aver

predisposto la copertura finanziaria per

l'effettuazione della complessiva spesa

dell'investimento, anche se la forma di

copertura è stata già indicata nell'elenco

annuale del piano delle opere pubbliche di cui

all' art. 128 del decreto legislativo n. 163 del

2006.»;

40) all'art. 201:

a) al comma 1, dopo le parole: «sono

autorizzate» sono inserite le seguenti: «, nel

rispetto dei limiti imposti dall'ordinamento

alla possibilità di indebitamento,»;

b) al comma 2, le parole: «al miliardo di lire»

sono sostituite dalle seguenti: «a

cinquecentomila euro»;

41) all'art. 203:

a) alla lettera b) del comma 1, la parola:

«annuale» è sostituita dalle seguenti: «di

previsione» le parole: «incluse le relative

previsioni» sono sostituite dalle seguenti:

«iscritti i relativi stanziamenti»;

b) al comma 2, la parola: «annuale» è

sostituita dalla seguente: «di previsione» e le

parole: «modifica il bilancio pluriennale e la

relazione previsionale e programmatica» sono

sostituite dalle seguenti: «adegua il

documento unico di programmazione e di

conseguenza le previsioni del bilancio degli

esercizi successivi»;

42) all'art. 204:

a) al comma 1, le parole: «Per le comunità

montane si fa riferimento ai primi due titoli

delle entrate.» sono soppresse;

b) alla fine del comma 1 sono aggiunti i

seguenti periodi: «Il rispetto del limite è

verificato facendo riferimento anche agli

interessi riguardanti i finanziamenti contratti e

imputati contabilmente agli esercizi

successivi. Non concorrono al limite di

indebitamento le garanzie prestate per le quali

l'ente ha accantonato l'intero importo del

debito garantito.»;

c) al comma 2, le parole: «dall'Istituto

nazionale di previdenza per i dipendenti

dell'amministrazione pubblica» sono

soppresse. Alla lettera f), le parole: «Ministro

del tesoro, bilancio e programmazione

economica» sono sostituite dalle seguenti:

«dal Ministro dell'economia e delle finanze»;

d) il secondo periodo del comma 3 è

soppresso;

43) all'art. 205-bis:

a) alla lettera a) del comma 3, le parole:

«L'erogazione dell'intero importo messo a

disposizione al momento della contrazione

dell'apertura di credito ha luogo nel termine

massimo di tre anni, ferma restando la

possibilità per l'ente locale di disciplinare

contrattualmente le condizioni economiche di

un eventuale utilizzo parziale;» sono

soppresse;

b) dopo il comma 3 è inserito il seguente:

«3-bis. Il contratto di cui al comma 3 può

prevedere l'erogazione dei singoli tiraggi sulla

base di scritture private ovvero di atti di

quietanza, fermo restando, al termine di

periodi di tempo contrattualmente

predeterminati, la formalizzazione

dell'insieme dei tiraggi effettuati con unico

atto pubblico.»;

44) all'art. 206:

a) al comma 1, la parola: «annuale» è

sostituita dalle seguenti: «di previsione»;

b) il secondo periodo del comma 1 è

soppresso;

45) all'art. 207:

a) al comma 1, dopo le parole: «dalle

comunità montane di cui fanno parte» sono

aggiunte le seguenti: «che possono essere

LEGGI D

'ITALIA

Page 147: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

147 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

destinatari di contributi agli investimenti

finanziati da debito, come definiti dall'art. 3,

comma 18, lettere g) ed h), della legge 24

dicembre 2003, n. 350 .»;

b) al comma 3, dopo le parole: «anche a

favore di terzi» sono inserite le seguenti: «,

che possono essere destinatari di contributi

agli investimenti finanziati da debito, come

definiti dall'art. 3, comma 18, lettere g) ed h),

della legge 24 dicembre 2003, n. 350 ,»;

c) dopo il comma 4 è aggiunto, in fine, il

seguente:

«4-bis. Con il regolamento di contabilità l'ente

può limitare la possibilità di rilasciare

fideiussioni.»;

46) alla lettera b) del comma 1 all'art. 208, le

parole: «lire 1 miliardo» sono sostituite dalle

seguenti: «cinquecentomila euro»;

47) all'art. 209, dopo il comma 3 è aggiunto il

seguente:

«3-bis. Il tesoriere tiene contabilmente distinti

gli incassi di cui all'art. 180, comma 3, lettera

d). I prelievi di tali risorse sono consentiti

solo con i mandati di pagamento di cui all'art.

185, comma 2, lettera i). E’ consentito

l'utilizzo di risorse vincolate secondo le

modalità e nel rispetto dei limiti previsti

dall'art. 195.»;

48) dopo il comma 1 dell'art. 215 è aggiunto il

seguente:

«1-bis. Il tesoriere non gestisce i codici della

transazione elementare di cui agli articoli da

5 a 7, del decreto legislativo 23 giugno 2011,

n. 118, inseriti nei campi liberi dell'ordinativo

a disposizione dell'ente.»;

49) all'art. 216:

a) al comma 1 le parole: «solo se i mandati

risultano emessi entro i limiti dei rispettivi

interventi stanziati in bilancio o dei capitoli

per i servizi per conto di terzi» sono sostituite

dalle seguenti: «nei limiti degli stanziamenti

di cassa. I mandati in conto competenza non

possono essere pagati per un importo

superiore alla differenza tra il relativo

stanziamento di competenza e la rispettiva

quota riguardante il fondo pluriennale

vincolato.». Al secondo periodo, dopo le

parole: «debitamente esecutive» sono

aggiunte, in fine, le seguenti: «riguardanti

l'esercizio in corso di gestione. Il tesoriere

gestisce solo il primo esercizio del bilancio di

previsione e registra solo le delibere di

variazione del fondo pluriennale vincolate

effettuate entro la chiusura dell'esercizio

finanziario.»;

b) al comma 2, dopo le parole: «se privo della

codifica» sono aggiunte, in fine, le seguenti:

«, compresa la codifica SIOPE di cui all' art.

14 della legge 31 dicembre 2009, n. 196. Il

tesoriere non gestisce i codici della

transazione elementare di cui agli articoli da

5 a 7, del decreto legislativo 23 giugno 2011,

n. 118, inseriti nei campi liberi del mandato a

disposizione dell'ente»;

c) il comma 3 è sostituito dal seguente: «3. I

mandati in conto residui non possono essere

pagati per un importo superiore all'ammontare

dei residui risultanti in bilancio per ciascun

programma.»;

50) all'art. 222 le parole: «per i comuni, le

province, le città metropolitane e le unioni di

comuni» e «e per le comunità montane ai

primi due titoli» sono soppresse;

51) all'art. 224, dopo il comma 1 è aggiunto il

seguente:

«1-bis. Il regolamento di contabilità dell'ente

disciplina le modalità di svolgimento della

verifica straordinaria di cassa.»;

52) alla lettera c) del comma 1 dell'art. 225,

dopo la parola: «conservazione» sono inserite

le seguenti: «per almeno cinque anni» e la

parola: «periodiche» è soppressa;

53) all'art. 226:

a) al comma 2, le parole: «su modello

approvato col regolamento di cui all'art. 160»

sono sostituite dalle seguenti: «su modello di

cui all'allegato n. 17 al decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 »;

b) alla lettera a) del comma 2 la parola:

«risorsa» è sostituita dalla seguente:

«tipologia», la parola: «intervento» è

sostituita dalla seguente: «programma», le

parole: «nonché per ogni capitolo di entrata e

di spesa per i servizi per conto di terzi» sono

soppresse;

c) alla lettera c) del comma 2, la parola:

«meccanografici» è sostituita dalla seguente:

«informatici»;

LEGGI D

'ITALIA

Page 148: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

148 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

54) all'art. 227:

a) al comma 1, dopo la parola: «rendiconto»

sono inserite le seguenti: «della gestione», le

parole: «ed il conto del patrimonio» sono

sostituite dalle seguenti: «e lo stato

patrimoniale»;

b) il comma 2 è sostituito dal seguente:

«2. Il rendiconto della gestione è deliberato

entro il 30 aprile dell'anno successivo

dall'organo consiliare, tenuto motivatamente

conto della relazione dell'organo di revisione.

La proposta è messa a disposizione dei

componenti dell'organo consiliare prima

dell'inizio della sessione consiliare in cui

viene esaminato il rendiconto entro un

termine, non inferiore a venti giorni, stabilito

dal regolamento di contabilità.»;

c) dopo il comma 2-bis è inserito il seguente:

«2-ter. Contestualmente al rendiconto, l'ente

approva il rendiconto consolidato,

comprensivo dei risultati degli eventuali

organismi strumentali secondo le modalità

previste dall' art. 11, commi 8 e 9, del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni.»;

d) il comma 3 è sostituito dal seguente:

«3. Nelle more dell'adozione della contabilità

economico-patrimoniale, gli enti locali con

popolazione inferiore a 5.000 abitanti che si

avvalgono della facoltà, prevista dall'art. 232,

non predispongono il conto economico, lo

stato patrimoniale e il bilancio consolidato.»;

e) il comma 5 è sostituito dal seguente:

«5. Al rendiconto della gestione sono allegati

i documenti previsti dall' art. 11 comma 4 del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni, ed i seguenti

documenti:

a) l'elenco degli indirizzi internet di

pubblicazione del rendiconto della gestione,

del bilancio consolidato deliberati e relativi al

penultimo esercizio antecedente quello cui si

riferisce il bilancio di previsione, dei

rendiconti e dei bilanci consolidati delle

unioni di comuni di cui il comune fa parte e

dei soggetti considerati nel gruppo

“amministrazione pubblica” di cui al principio

applicato del bilancio consolidato allegato al

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni, relativi al

penultimo esercizio antecedente quello cui il

bilancio si riferisce. Tali documenti contabili

sono allegati al rendiconto della gestione

qualora non integralmente pubblicati nei siti

internet indicati nell'elenco;

b) la tabella dei parametri di riscontro della

situazione di deficitarietà strutturale;

c) il piano degli indicatori e dei risultati di

bilancio.»;

f) dopo il comma 6, sono aggiunti, in fine, i

seguenti:

«6-bis. Nel sito internet dell'ente, nella

sezione dedicata ai bilanci, è pubblicata la

versione integrale del rendiconto della

gestione, comprensivo anche della gestione in

capitoli, dell'eventuale rendiconto

consolidato, comprensivo della gestione in

capitoli ed una versione semplificata per il

cittadino di entrambi i documenti.

6-ter. I modelli relativi alla resa del conto da

parte degli agenti contabili sono quelli

previsti dal decreto del Presidente della

Repubblica 31 gennaio 1996, n. 194 . Tali

modelli sono aggiornati con le procedure

previste per l'aggiornamento degli allegati al

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.

6-quater. Contestualmente all'approvazione

del rendiconto, la giunta adegua, ove

necessario, i residui, le previsioni di cassa e

quelle riguardanti il fondo pluriennale

vincolato alle risultanze del rendiconto, fermo

restando quanto previsto dall'art. 188, comma

1, in caso di disavanzo di amministrazione.»;

55) all'art. 228 sono apportate le seguenti

modificazioni:

a) al comma 1, le parole: «autorizzatoria

contenuta nel bilancio annuale rispetto alle

previsioni» sono sostituite dalle seguenti:

«rispetto alle autorizzazioni contenute nel

primo esercizio considerato nel bilancio di

previsione»;

b) al comma 2, le parole: «risorsa dell’» sono

sostituite dalle seguenti: «tipologia di» e le

parole: «intervento della» sono sostituite dalle

seguenti: «programma di» e le parole:

«nonché per ciascun capitolo dei servizi per

conto di terzi,» sono soppresse;

LEGGI D

'ITALIA

Page 149: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

149 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

c) alla lettera b) del comma 2, dopo le parole:

«di quella ancora da pagare» sono aggiunte le

seguenti: «e di quella impegnata con

imputazione agli esercizi successivi

rappresentata dal fondo pluriennale

vincolato»;

d) al comma 3, dopo le parole: «in parte dei

residui» sono aggiunte le seguenti: «e della

corretta imputazione in bilancio, secondo le

modalità di cui all' art. 3, comma 4, del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e

successive modificazioni»;

e) al comma 4, le parole: «contabile di

gestione e con quello contabile di

amministrazione, in termini di avanzo,

pareggio o disavanzo» sono sostituite dalle

seguenti: «della gestione di competenza e

della gestione di cassa e del risultato di

amministrazione alla fine dell'esercizio»;

f) il comma 5 è sostituito dal seguente:

«5. Al rendiconto sono allegati la tabella dei

parametri di riscontro della situazione di

deficitarietà strutturale ed il piano degli

indicatori e dei risultati di bilancio. La tabella

dei parametri di riscontro della situazione di

deficitarietà strutturale e il piano degli

indicatori e dei risultati di bilancio sono

altresì allegati al certificato del rendiconto.»;

g) al comma 7, la parola: «sui» è sostituita

dalla seguente: «riguardante», le parole:

«gestionali dei servizi degli enti locali

indicati» sono sostituite dalla seguente:

«contenuti» e le parole: «nella Gazzetta

Ufficiale della Repubblica italiana.» sono

sostituite dalle seguenti: «nel sito internet del

Ministero dell'interno.»;

h) al comma 8, le parole: «e le tabelle di cui al

comma 5 sono approvati con il regolamento

di cui all'art. 160» sono sostituite dalle

seguenti: «sono predisposti secondo lo

schema di cui all'allegato n. 10 al decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

56) all'art. 229:

a) i commi 1 e 2 sono sostituiti dai seguenti:

«1. Il conto economico evidenzia i

componenti positivi e negativi della gestione

di competenza economica dell'esercizio

considerato, rilevati dalla contabilità

economico-patrimoniale, nel rispetto del

principio contabile generale n. 17 e dei

principi applicati della contabilità economico-

patrimoniale di cui all'allegato n. 1 e n. 10 al

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni, e rileva il risultato

economico dell'esercizio.

2. Il conto economico è redatto secondo lo

schema di cui all'allegato n. 10 al decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

b) i commi 3, 4, 5, 6, 7, 9 e 10 sono abrogati;

57) all'art. 230:

a) alla rubrica, le parole: «conto del

patrimonio» sono sostituite dalle seguenti:

«Lo stato patrimoniale»:

b) il comma 1 è sostituito dal seguente:

«1. Lo stato patrimoniale rappresenta i

risultati della gestione patrimoniale e la

consistenza del patrimonio al termine

dell'esercizio ed è predisposto nel rispetto del

principio contabile generale n. 17 e dei

principi applicati della contabilità economico-

patrimoniale di cui all'allegato n. 1 e n. 4/3 al

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.»;

c) al comma 2, le parole: «, suscettibili di

valutazione ed attraverso la cui

rappresentazione contabile ed il relativo

risultato finale differenziale è determinata la

consistenza netta della dotazione

patrimoniale» sono soppresse. Dopo il primo

periodo è aggiunto il seguente:

«Attraverso la rappresentazione contabile del

patrimonio è determinata la consistenza netta

della dotazione patrimoniale.»;

d) al comma 3, le parole: «nel conto del

patrimonio» sono sostituite dalle seguenti:

«nello stato patrimoniale»;

e) al comma 4, le parole: «come segue:» sono

sostituite dalle seguenti: «, secondo le

modalità previste dal principio applicato della

contabilità economico-patrimoniale di cui

all'allegato n. 4/3 del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118 , e successive

modificazioni.» e le lettere a), b), c), d), e), f),

g) ed h) sono soppresse;

f) il comma 5 è sostituito dal seguente:

LEGGI D

'ITALIA

Page 150: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

150 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

«5. Lo stato patrimoniale comprende anche i

crediti inesigibili, stralciati dal conto del

bilancio, sino al compimento dei termini di

prescrizione. Al rendiconto della gestione è

allegato l'elenco di tali crediti distintamente

rispetto a quello dei residui attivi.»;

g) il comma 6 è sostituito dal seguente:

«6. Il regolamento di contabilità può

prevedere la compilazione di conti

patrimoniali di inizio e fine mandato degli

amministratori.»;

h) il comma 9 è sostituito dal seguente:

«9. Lo stato patrimoniale è redatto secondo lo

schema di cui all'allegato n. 4/3 al decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e

successive modificazioni e integrazioni.»;

f) dopo il comma 9 è inserito il seguente:

«9-bis. Nell'apposita sezione dedicata ai

bilanci del sito internet degli enti locali è

pubblicato il rendiconto della gestione, il

conto del bilancio articolato per capitoli, e il

rendiconto semplificato per il cittadino di cui

all' art. 11 del decreto legislativo 23 giugno

2011, n. 118 e successive modificazioni e

integrazioni.»;

58) l'art. 231 è sostituito dal seguente:

«Art. 231. (La relazione sulla gestione). - 1.

La relazione sulla gestione è un documento

illustrativo della gestione dell'ente, nonché dei

fatti di rilievo verificatisi dopo la chiusura

dell'esercizio, contiene ogni eventuale

informazione utile ad una migliore

comprensione dei dati contabili, ed è

predisposto secondo le modalità previste dall'

art. 11, comma 6, del decreto legislativo 23

giugno 2011, n. 118, e successive

modificazioni.»;

59) l'art. 232 è sostituito dal seguente:

«Art. 232. (Contabilità economico-

patrimoniale). - 1. Gli enti locali garantiscono

la rilevazione dei fatti gestionali sotto il

profilo economico-patrimoniale nel rispetto

del principio contabile generale n. 17 della

competenza economica e dei principi applicati

della contabilità economico-patrimoniale di

cui agli allegati n. 1 e n. 4/3 del decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.

2. Gli enti locali con popolazione inferiore a

5.000 abitanti possono non tenere la

contabilità economico-patrimoniale fino

all'esercizio 2017.»;

60) dopo l'art. 233 è inserito il seguente:

«Art. 233-bis. (Il bilancio consolidato). - 1. Il

bilancio consolidato di gruppo è predisposto

secondo le modalità previste dal decreto

legislativo 23 giugno 2011, n. 118 , e

successive modificazioni.

2. Il bilancio consolidato è redatto secondo lo

schema previsto dall'allegato n. 11 del decreto

legislativo 23 giugno 2011 . n. 118, e

successive modificazioni.

3. Gli enti locali con popolazione inferiore a

5.000 abitanti possono non predisporre il

bilancio consolidato fino all'esercizio 2017.»;

61) all'art. 239:

a) al comma 1, lettera b), numero 2), dopo le

parole: «variazioni di bilancio» sono aggiunte

le seguenti: «escluse quelle attribuite alla

competenza della giunta, del responsabile

finanziario e dei dirigenti, a meno che il

parere dei revisori sia espressamente previsto

dalle norme o dai principi contabili, fermo

restando la necessità dell'organo di revisione

di verificare, in sede di esame del rendiconto

della gestione, dandone conto nella propria

relazione, l'esistenza dei presupposti che

hanno dato luogo alle variazioni di bilancio

approvate nel corso dell'esercizio, comprese

quelle approvate nel corso dell'esercizio

provvisorio.»;

b) alla lettera d) del comma 1, dopo le parole:

«di deliberazione consiliare» sono inserite le

seguenti: «di approvazione». Al secondo

periodo, dopo le parole: «La relazione» sono

inserite le seguenti: «dedica un'apposita

sezione all'eventuale rendiconto consolidato

di cui all'art. 11, commi 8 e 9, e»;

c) dopo la lettera d) è inserita la seguente:

«d-bis) relazione sulla proposta di

deliberazione consiliare di approvazione del

bilancio consolidato di cui all'art. 233-bis e

sullo schema di bilancio consolidato, entro il

termine previsto dal regolamento di

contabilità e comunque non inferiore a 20

giorni, decorrente dalla trasmissione della

LEGGI D

'ITALIA

Page 151: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

151 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

stessa proposta approvata dall'organo

esecutivo;»;

62) al comma 4 dell'art. 246, le parole:

«bilancio preventivo per l'esercizio

successivo» sono sostituite dalle seguenti:

«bilancio di previsione per il triennio

successivo»;

63) al primo periodo del comma 1 dell'art.

250, dopo le parole: «nell'ultimo bilancio

approvato» sono inserite le seguenti: «con

riferimento all'esercizio in corso,»;

64) al primo periodo del comma 5 dell'art.

268-bis, le parole: «nei bilanci annuale e

pluriennale» sono sostituite dalle seguenti: «in

ciascuno degli esercizi considerati nel

bilancio di previsione.».

Art. 75. (Adeguamento della definizione di

indebitamento). - 1. Nella legge 24 dicembre

2003, n. 350 , sono apportate le seguenti

modificazioni:

a) il comma 17 dell'art. 3 è sostituito dal

seguente:

«17. Per gli enti di cui al comma 16,

costituiscono indebitamento, agli effetti

dell'art. 119, sesto comma, della Costituzione,

l'assunzione di mutui, l'emissione di prestiti

obbligazionari, le cartolarizzazioni relative a

flussi futuri di entrata, a crediti e a attività

finanziarie e non finanziarie, l'eventuale

somma incassata al momento del

perfezionamento delle operazioni derivate di

swap (cosiddetto upfront), le operazioni di

leasing finanziario stipulate dal 1° gennaio

2015, il residuo debito garantito dall'ente a

seguito della definitiva escussione della

garanzia. Inoltre, costituisce indebitamento il

residuo debito garantito a seguito

dell'escussione della garanzia per tre annualità

consecutive, fermo restando il diritto di

rivalsa nei confronti del debitore originario.

Dal 2015, gli enti di cui al comma 16

rilasciano garanzie solo a favore dei soggetti

che possono essere destinatari di contributi

agli investimenti finanziati da debito e per le

finalità definite dal comma 18. Non

costituiscono indebitamento, agli effetti del

citato art. 119, le operazioni che non

comportano risorse aggiuntive, ma

consentono di superare, entro il limite

massimo stabilito dalla normativa statale

vigente, una momentanea carenza di liquidità

e di effettuare spese per le quali è già prevista

idonea copertura di bilancio.»;

b) al comma 18 dell'art. 3, le parole: «

Trasferimenti in conto capitale» sono

sostituite dalle seguenti: «Contributi agli

investimenti e i trasferimenti in conto capitale

a seguito di escussione delle garanzie».

Art. 76. (Adeguamento delle disposizioni in

materia di trasparenza dei bilanci). - 1. Gli

enti soggetti al titolo I del presente decreto

pubblicano nel proprio sito istituzionale, nella

sezione dedicata ai bilanci, tutti i documenti

contabili previsti dai rispettivi ordinamenti.

2. Dal 1° gennaio 2015 agli enti di cui al

comma 1 non si applicano:

a) l' art. 6 della legge 25 febbraio 1987, n. 67,

recante rinnovo della legge 5 agosto 1981, n.

416 , recante disciplina delle imprese editrici

e provvidenze per l'editoria;

b) il decreto del Presidente della Repubblica

15 febbraio 1989, n. 90 , recante

approvazione dei modelli degli estratti di

bilancio che gli enti pubblici devono

compilare e pubblicare sui giornali quotidiani

e periodici, ai sensi dell' art. 6 della legge 25

febbraio 1987, n. 67.

Art. 77. (Abrogazioni). - 1. A decorrere dal 1°

gennaio 2015 sono abrogati:

a) l' art. 10 della legge 16 maggio 1970, n.

281;

b) la legge 6 dicembre 1973, n. 853 ,

concernente autonomia contabile e funzionale

dei consigli regionali delle regioni a statuto

ordinario;

c) il decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76 ,

concernente principi fondamenti e norme di

coordinamento in materia di bilancio e di

contabilità delle regioni in attuazione dell' art.

1, comma 4, della legge 25 giugno 1999, n.

208;

d) il decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 170

, concernente ricognizione dei principi

fondamentali in materia di armonizzazione

dei bilanci pubblici, a norma dell' art. 1 della

legge 5 giugno 2003, n. 131;

e) il comma 4 dell' art. 6 del decreto-legge 6

luglio 2012, n. 95, convertito, con

LEGGI D

'ITALIA

Page 152: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

152 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.

135 , fatta salva l'applicazione ai fini della

rendicontazione dell'esercizio 2014;

f) il comma 17 dell' art. 6 del decreto-legge 6

luglio 2012, n. 95, convertito, con

modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.

135 , fatta salva l'applicazione all'esercizio

2014;

g) l' art. 4, comma 3, della legge 14 gennaio

2013, n. 10, concernente norme per lo

sviluppo degli spazi verdi urbani;

h) al decreto del Presidente della Repubblica

31 gennaio 1996, n. 194 :

1) le lettere da a) a v) del comma 1 dell'art. 1;

2) i commi 2, 3 e 5 dell'art. 1;

3) gli articoli 2, 3 e 4.

Titolo V - Disposizioni finali e transitorie

Art. 78. (Sperimentazione). - 1. Al fine di

verificare l'effettiva rispondenza del nuovo

assetto contabile definito dal presente decreto

alle esigenze conoscitive della finanza

pubblica e per individuare eventuali criticità

del sistema e le conseguenti modifiche intese

a realizzare una più efficace disciplina della

materia, a decorrere dal 2012 è avviata una

sperimentazione, della durata di tre esercizi

finanziari, riguardante l'attuazione delle

disposizioni di cui al titolo I, con particolare

riguardo all'adozione del bilancio di

previsione finanziario annuale di competenza

e di cassa, e della classificazione per missioni

e programmi di cui all'art. 33.

2. Ai fini della sperimentazione, entro 120

giorni dalla data di entrata in vigore del

presente decreto, con decreto del Presidente

del Consiglio dei ministri, su proposta del

Ministro dell'economia e delle finanze, di

concerto con il Ministro dell'interno, il

Ministro delle riforme per il federalismo, il

Ministro per i rapporti con le regioni e per la

coesione territoriale e il Ministro per la

semplificazione normativa, d'intesa con la

Conferenza unificata di cui all' art. 8 del

decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281,

sono definiti le modalità della

sperimentazione, i principi contabili applicati

di cui all'art. 3, il livello minimo di

articolazione del piano dei conti integrato

comune e del piano dei conti integrato di

ciascun comparto di cui all'art. 4, la codifica

della transazione elementare di cui all'art. 6,

gli schemi di bilancio di cui agli articoli 11 e

12, i criteri di individuazione dei Programmi

sottostanti le missioni, le metodologie comuni

ai diversi enti per la costruzione di un sistema

di indicatori di risultato semplici, misurabili e

riferiti ai programmi del bilancio e le modalità

di attuazione della classificazione per

missioni e programmi di cui all’ art. 17 e le

eventuali ulteriori modifiche e integrazioni

alle disposizioni concernenti il sistema

contabile delle amministrazioni coinvolte

nella sperimentazione di cui al comma 1. Il

decreto di cui al primo periodo prevede la

sperimentazione della tenuta della contabilità

finanziaria sulla base di una configurazione

del principio della competenza finanziaria

secondo la quale le obbligazioni attive e

passive giuridicamente perfezionate, che

danno luogo a entrate e spese per l'ente di

riferimento sono registrate nelle scritture

contabili con l'imputazione all'esercizio nel

quale esse vengono a scadenza, ferma

restando, nel caso di attività di investimento

che comporta impegni di spesa che vengono a

scadenza in più esercizi finanziari, la

necessità di predisporre, sin dal primo anno,

la copertura finanziaria per l'effettuazione

della complessiva spesa dell'investimento. Ai

fini della sperimentazione, il bilancio di

previsione annuale e il bilancio di previsione

pluriennale hanno carattere autorizzatorio,

costituendo limite agli impegni di spesa, fatta

eccezione per le partite di giro, i servizi per

conto di terzi e per i rimborsi delle

anticipazioni di cassa. Per i comuni con

popolazione inferiore a 5000 abitanti possono

essere sperimentati sistemi di contabilità e

schemi di bilancio semplificati. La tenuta

della contabilità delle amministrazioni

coinvolte nella sperimentazione è disciplinata

dalle disposizioni di cui al titolo I e al decreto

di cui al presente comma, nonché dalle

discipline contabili vigenti alla data di entrata

in vigore del presente decreto, in quanto con

esse compatibili. Per le regioni, in via

sperimentale, può essere verificata la

possibilità di individuare appositi programmi

LEGGI D

'ITALIA

Page 153: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

153 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

anche di carattere strumentale in relazione alle

specifiche competenze ad esse attribuiti e nel

rispetto dei principi di omogeneità di

classificazione delle spese di cui all'art. 12

della presente legge. Al termine del primo

esercizio finanziario in cui ha avuto luogo la

sperimentazione e, successivamente, ogni sei

mesi, il Ministro dell'economia e delle finanze

trasmette alle Camere una relazione sui

relativi risultati. Nella relazione relativa

all'ultimo semestre della sperimentazione, il

Governo fornisce una valutazione sulle

risultanze della medesima sperimentazione,

anche ai fini dell'attuazione del comma 4.

3. Lo schema del decreto di cui al comma 2 è

trasmesso alle Camere, ai fini

dell'acquisizione del parere della

Commissione parlamentare per l'attuazione

del federalismo fiscale e delle Commissioni

parlamentari competenti per i profili di

carattere finanziario, da esprimere entro trenta

giorni dalla trasmissione. Decorso tale

termine, il decreto può comunque essere

adottato.

4. Entro 150 giorni dalla data di entrata in

vigore del presente decreto, con decreto del

Presidente del Consiglio dei Ministri, su

proposta del Ministro dell'economia e delle

finanze, di concerto con il Ministro

dell'interno e con il Ministro per i rapporti con

le regioni e per la coesione territoriale,

d'intesa con la Conferenza unificata ai sensi

dell’ art. 3 del decreto legislativo 28 agosto

1997, n. 281, sono individuate le

amministrazioni coinvolte nella

sperimentazione, secondo criteri che tengano

conto della collocazione geografica e della

dimensione demografica. Per le

amministrazioni non interessate dalla

sperimentazione continua ad applicarsi, sino

all'entrata in vigore dei decreti legislativi di

cui al comma 5, la vigente disciplina

contabile.

5. In considerazione degli esiti della

sperimentazione, con i decreti legislativi di

cui all' art. 2, comma 7, della legge 5 maggio

2009, n. 42, sono definiti i contenuti specifici

del principio della competenza finanziaria di

cui al punto 16 dell'allegato n. 1 e possono

essere ridefiniti i principi contabili generali;

inoltre sono definiti i principi contabili

applicati di cui all'art. 3, il livello minimo di

articolazione del piano dei conti integrato

comune e del piano dei conti integrato di

ciascun comparto di cui all'art. 4, la codifica

della transazione elementare di cui all'art. 6,

gli schemi di bilancio di cui agli articoli 11 e

12, i criteri di individuazione dei Programmi

sottostanti le missioni, le metodologie comuni

ai diversi enti per la costruzione di un sistema

di indicatori di risultato semplici, misurabili e

riferiti ai programmi del bilancio, le modalità

di attuazione della classificazione per

missioni e programmi di cui all’ art. 17,

nonché della definizione di spese rimodulabili

e non rimodulabili di cui all'art. 16.

6. Il decreto del Presidente del Consiglio dei

ministri di cui al comma 2, individua un

sistema premiante, senza nuovi o maggiori

oneri per la finanza pubblica, a favore delle

amministrazioni pubbliche che partecipano

alla sperimentazione.

Art. 79. (Disposizioni concernenti le Regioni

a statuto speciale e le province autonome di

Trento e di Bolzano). - 1. La decorrenza e le

modalità di applicazione delle disposizioni di

cui al presente decreto legislativo nei

confronti delle Regioni a statuto speciale e

delle province autonome di Trento e di

Bolzano, nonché nei confronti degli enti locali

ubicati nelle medesime Regioni speciali e

province autonome, sono stabilite, in

conformità con i relativi statuti, con le

procedure previste dall' art. 27 della legge 5

maggio 2009, n. 42.

Art. 80. (Disposizioni finali ed entrata in

vigore). - 1. Le disposizioni del Titolo I, III,

IV e V si applicano, ove non diversamente

previsto nel presente decreto, a decorrere

dall'esercizio finanziario 2015, con la

predisposizione dei bilanci relativi

all'esercizio 2015 e successivi, e le

disposizioni del Titolo II si applicano a

decorrere dall'anno successivo a quello di

entrata in vigore del presente decreto

legislativo.

2. Per quanto non diversamente disposto dal

titolo II del presente decreto, restano

LEGGI D

'ITALIA

Page 154: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

154 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126

confermate le disposizioni di cui all' art. 5 del

decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502,

e successive modificazioni.

3. All'attuazione del presente decreto si

provvede nell'ambito delle risorse umane,

strumentali e finanziarie disponibili a

legislazione vigente e, comunque, senza nuovi

o maggiori oneri per la finanza pubblica.

4. Ogni richiamo agli articoli 36, 37 e 38 del

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118,

contenuti in decreti, disposizioni di legge e

atti aventi forza di legge vigenti, deve

intendersi riferito, rispettivamente, agli

articoli 78, 79 e 80 del presente decreto.» 127

.

Allegato A/1 omissis

Allegato A/2 omissis

Allegato A/3 omissis

Allegato A/4 omissis

Allegato B/1 omissis

Allegato B/2 omissis

Allegato C/1 omissis

Allegato C/2 omissis

Allegato C/3 omissis

Allegato D omissis

Allegato E/1 omissis

Allegato E/2 omissis

Allegato E/3 omissis

Allegato F omissis

127

Lettera così corretta da Comunicato 10 marzo 2015 ,

pubblicato nella G.U 10 marzo 2015, n. 57.

Allegato G omissis

Allegato H omissis

Allegato I omissis

Allegato L omissis

Allegato M omissis

Allegato N omissis

Allegato O omissis

Allegato P

LEGGI D

'ITALIA

Page 155: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

155 2. L'avvio della contabilità armonizzata degli enti territoriali

2. L'avvio della contabilità armonizzata degli enti territoriali

di Massimo Anzalone

Quadro generale

Il 1° gennaio 2015 ha preso l'avvio la riforma definita in materia di armonizzazione dei sistemi

contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, secondo gli

indirizzi all'uopo previsti dal D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126, correttivo del D.Lgs. 23 giugno 2011,

n. 118.

Tale riforma trae le sue origini nel 2009, con le modificazioni apportate dalla L. 31 dicembre 2009,

n. 196 di contabilità e finanza pubblica alla L. 5 maggio 2009, n. 42. Essa si dipana lungo un

percorso di concertazione e sperimentazione di significativa importanza che ha condotto

all'integrazione e correzione in itinere del D.Lgs. n. 118 del 2011 - attuativo degli artt. 1 e 2, L. 5

maggio 2009, n. 42. Al suo interno sono state inglobate, infatti, le risultanze del processo di

sperimentazione, intrapreso da un numero progressivamente sempre più consistente di enti a partire

dalla pubblicazione del D.P.C.M. 28 dicembre 2011. L'iter di formazione della norma rende, di

fatto, il D.Lgs. n. 118 del 2011 il primo caso di normativa contabile scritta e condivisa direttamente

con i soggetti cui essa si riferisce.

Il D.Lgs. n. 118 del 2011 incide sul processo di formazione dei bilanci pubblici prevedendo, tra gli

altri, la ridefinizione del principio generale della competenza finanziaria, il potenziamento del

processo di programmazione degli enti territoriali e l'introduzione di alcuni strumenti

operativi, pilastri del processo di armonizzazione, necessari per l'attuazione della riforma contabile.

E' bene richiamare tali strumenti poiché la loro adozione comporta una serie di obblighi specifici

che affronteremo nel seguito della trattazione:

- adozione di regole contabili uniformi e di un comune piano dei conti integrato;

- adozione di comuni schemi di bilancio articolati in missioni e programmi coerenti con la

classificazione economica e funzionale individuata dagli appositi regolamenti comunitari;

- adozione di un bilancio consolidato con le proprie aziende, società o altri organismi controllali,

secondo uno schema comune;

- affiancamento, a fini conoscitivi, al sistema di contabilità finanziaria di un sistema e di schemi di

contabilità economico-patrimoniale ispirati a comuni criteri di contabilizzazione.

Principali obblighi

Gli obblighi che insistono su tali strumenti sono diversi a seconda che si tratti di enti aderenti o

meno al periodo di sperimentazione precedente l'avvio della riforma. Per le amministrazioni che

non vi sono rientrate è necessario procedere, per gradi, ai seguenti primi adempimenti:

- affiancamento dei nuovi schemi di bilancio di previsione e di rendiconto per missioni e programmi

agli schemi di bilancio annuale e pluriennale e di rendiconto adottati nel 2014. I primi, per il 2014,

LEGGI D

'ITALIA

Page 156: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

156 2. L'avvio della contabilità armonizzata degli enti territoriali

svolgono una funzione meramente conoscitiva mentre conservano la funzione autorizzatoria -e

hanno valore giuridico ai fini della rendicontazione- gli schemi di bilancio e di rendiconto definiti

nel 2014 nonché il relativo bilancio pluriennale. Trattandosi di versioni di bilancio e di rendiconto

insistenti sulle medesime poste contabili, ma classificate secondo criteri e principi diversi, è

necessario che i due bilanci -conoscitivo secondo la nuova struttura e autorizzatorio secondo il

sistema tradizionale- presentino le medesime risultanze;

- approvazione, a decorrere dal 2015, contestualmente all'approvazione del rendiconto della

gestione, del rendiconto consolidato per gli enti locali articolati in Istituzioni (entro il termine del 30

aprile dell'anno successivo) e per le Regioni con il proprio Consiglio regionale e con gli eventuali

organismi strumentali (entro il 31 luglio dell'anno successivo). A tal riguardo è opportuno ricordare

che gli enti e gli organismi strumentali degli enti territoriali e degli enti locali in contabilità

finanziaria, nonché i consigli regionali, devono deve adottare il medesimo ordinamento contabile

dell'ente cui appartengono, con la medesima gradualità prevista per il proprio ente di riferimento;

- applicazione del principio contabile generale e applicato della competenza finanziaria (cd.

potenziata). A tal fine, gli enti devono garantire, pertanto, che l'accertamento e l'impegno siano

registrati solo in presenza di obbligazioni giuridicamente perfezionate e che debba essere

evidenziata la data di scadenza della spesa ai fini della sua corretta imputazione contabile;

- riaccertamento ordinario e straordinario dei residui. Gli enti dovranno procedere alla ricognizione

dei residui, attivi e passivi, al 31 dicembre 2014. Il riaccertamento straordinario, in particolare,

dovrà essere condotto:

-- cancellando i residui cui non corrispondono obbligazioni giuridicamente perfezionate,

-- reimputando i residui per i quali sussiste l'obbligazione giuridicamente perfezionata ma che

devono essere ricondotti, temporalmente, all'esercizio nel quale la stessa è esigibile, coerentemente

al dettato del nuovo principio della competenza finanziaria potenziata,

- applicazione del principio contabile applicato della programmazione. A tal fine si dovrà

provvedere alla predisposizione del primo Documento di economia e finanza regionale (DEFR) e

del Documento unico di programmazione (DUP), con riferimento al triennio 2016-2018;

- adozione a partire dal 2016 del piano dei conti integrato.

In merito al piano dei conti integrato, è necessario soffermarsi un istante in più.

Dal piano dei conti, si deve ricordare, infatti, scaturisce la classificazione per categorie di entrata e

per titoli e macroaggregati di spesa, necessari ai fini della preparazione del rendiconto 2015, che

dovrà essere predisposto nella versione tradizionale e in quella prevista della riforma. Le

amministrazioni, inoltre, dovranno progressivamente procedere alla "spaccatura" delle informazioni

contabili onde allineare le proprie scritture gestionali al nuovo sistema di classificazione

economico-funzionale previsto dalla riforma. Ciò detto, è più che auspicabile che il piano dei conti

integrato venga adottato dagli enti già a partire dal 2015, onde evitare anche inutili e dispendiose

duplicazioni di lavoro.

Fonte: Il QUOTIDIANO PER LA PA, 23/01/2015

LEGGI D

'ITALIA

Page 157: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

157 3. Armonizzazione degli enti territoriali e relativi controlli

3. Armonizzazione degli enti territoriali e relativi controlli

di Roberta Caiffa

Dal primo gennaio 2015 l'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio ha preso

avvio per tutti gli enti territoriali per effetto del novellato D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118

"Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle

Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio

2009, n. 42",

La tendenza, negli anni, ad accumulare residui attivi e passivi da parte degli enti territoriali e a non

assoggettarli a serie periodiche revisioni, sulla base della sussistenza o meno di un titolo giuridico -

o, a non evidenziare problematiche nella riscossione o nel pagamento delle relative somme- ha

complicato sempre più la quantificazione, tra l'altro, dei veri crediti vantati dalle pubbliche

amministrazioni e dell'esatto livello dell'indebitamento.

Una pubblica amministrazione deve avere il bilancio 'autorizzatorio' in pareggio. Ma se l'ente

mantiene nel suo bilancio residui attivi e passivi riferiti a crediti e debiti che probabilmente non

riscuoterà o non pagherà mai, in quanto di dubbia esigibilità o non supportati da validi titoli

giuridici, non è in grado di conoscere la sua reale situazione, né di verificare la tendenziale

corrispondenza tra risorse acquisite -tramite imposte sia nazionali che locali- e livello dei servizi

resi. A questo tende il percorso di armonizzazione, ossia a rendere chiari e completi i dati indicati

nei bilanci.

Così programmazione, previsione e rendicontazione dei fatti gestionali -sulla base di comuni

schemi di bilancio finanziari, economici e patrimoniali (cfr. art. 11, D.Lgs. n. 118 del 2011), anche

nell'ottica di consolidamento con gli enti ed organismi strumentali, aziende, società controllate e

partecipate ed altri organismi controllati- mirano insieme a permettere il raffronto dei vari comparti

della finanza pubblica, attraverso l'introduzione di una metodologia unitaria di rilevazione e

classificazione delle entrate e delle spese.

Un impianto di contabilità più chiaro è in grado di fornire informazioni utili a tutti i livelli: non solo

a gestori e controllori, ma anche agli amministratori e a tutti i soggetti coinvolti nei processi

decisionali e/o semplicemente interessati, anche dal punto di vista politico e sociale.

La strada che l'Europa ci chiede di percorrere è più trasparente, nella quale tutti siano in grado di

leggere più facilmente i dati di bilancio. La riforma è passata attraverso un periodo di

sperimentazione iniziato nel 2012 (programmato inizialmente per due anni, divenuti tre per effetto

della disposizione contenuta nell'art. 9, comma 1, D.L. 31 agosto 2013, n. 102, convertito dalla L.

28 ottobre 2013, n. 124, che, oltre a portare al 1° gennaio 2015 l'avvio dell'armonizzazione per tutti

gli enti, ha anche introdotto novità significative per la riforma). Inizialmente è stata condotta da 5

Regioni, 12 Province e 68 Comuni. Nel corso del triennio la popolazione del gruppo si è dapprima

ridotta, poi ampliata -per gli enti locali- per effetto del citato D.L. n. 102 del 2013, che ha previsto

la possibilità, per gli enti interessati, di entrare nel terzo anno di attività, su base volontaria. Hanno

così concluso la fase, al 31 dicembre 2014: 3 Regioni, 23 province; 372 Comuni e 5 Unioni di

Comuni, comprensivi dei loro enti ed organismi strumentali, che hanno potuto beneficiare, nel corso

LEGGI D

'ITALIA

Page 158: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

158 3. Armonizzazione degli enti territoriali e relativi controlli

del triennio, di un sistema premiante, in forma di riduzione degli obiettivi di patto di stabilità

interno.

Il Ministero dell'economia e delle finanze, nel sito internet dedicato all'armonizzazione contabile -

oltre a raccogliere tutto il 'patrimonio' conoscitivo che è stato prodotto nel triennio di

sperimentazione, dedica ampio spazio alle domande (FAQ - frequentlyasked questions - suddivise

per argomento) che gli enti hanno posto al Gruppo di lavoro Arconet (operante presso la Ragioneria

Generale dello Stato).

Gli enti che hanno partecipato alla sperimentazione costituiscono oggi un patrimonio comune di

esperienze a disposizione di tutte le altre amministrazioni interessate alla riforma. I numerosi quesiti

che hanno posto -ed ai quali è stata data risposta o sul sito internet dedicato o tramite circolari

ministeriali ed interventi legislativi- possono servire da base per sciogliere gli inevitabili dubbi che

possono sorgere agli enti nelle prime fasi di attuazione della riforma.

L'impegnativo periodo di applicazione dei nuovi principi, ed in particolar modo l'ultimo anno che,

come già detto, è stato caratterizzato da un incremento della numerosità degli enti locali che vi

hanno preso parte -alcuni dei quali usciti dal percorso per varie problematiche/difficoltà

organizzative- può essere considerato come riferimento di quello che significherà l'avvio della

riforma per tutti.

Sarà un percorso a tappe il cui sviluppo, come per gli enti in sperimentazione, richiederà un grande

impegno, soprattutto nell'attività di formazione continua, in modo da prepararsi adeguatamente ad

applicare le novità.

A tal proposito, sullo stesso sito Arconet sono indicati i primi adempimenti, necessari per l'avvio

della riforma, che le Regioni, gli Enti locali ed i loro organismi ed enti strumentali, che hanno

avviato il percorso dal 1° gennaio 2015, sono tenuti a porre in essere.

Tra gli elementi che gli enti partecipanti al progetto hanno considerato critico e di ostacolo alla

piena applicazione dei nuovi principi è stato il rinvio dei termini per l'approvazione dei bilanci al 31

ottobre 2012, al 30 novembre 2013 ed al 30 settembre 2014, rispettivamente per i bilanci 2012,

2013 e 2014. Ciò ha comportato significativi ritardi nella loro piena applicazione. La Corte dei

conti, Sezione delle autonomie, con le deliberazioni n. 23 del 2013 e n. 18 del 2014, ha criticamente

evidenziato tale prassi che ha portato gli enti a gestire in esercizio provvisorio quasi la totalità delle

risorse, tanto che, venendo meno un vincolo autorizzatorio alle entrate e alle spese, il controllo sul

bilancio annuale perde di significato.

Il nuovo differimento del termine per la deliberazione del bilancio di previsione 2015 degli enti

locali, di cui al Decreto del Ministero dell'interno del 24 dicembre 2014, che ha già visto slittare il

termine di approvazione dal 31 dicembre 2014 al 31 marzo 2015 è probabilmente dovuto a

problematiche legate alle incertezze che circondano la finanza locale che, oggi, riguardano anche i

rendiconti degli enti locali.

Nel percorso legislativo che ha portato all'armonizzazione contabile degli enti territoriali, la Corte

dei conti, Sezione delle autonomie, nelle due audizioni tenute il 29 maggio ed il 27 novembre 2014

presso la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale -sullo schema di

decreto legislativo correttivo ed integrativo del D.Lgs. n. 118 del 2011 e sull'andamento

dell'armonizzazione dei bilanci degli enti territoriali, in particolar modo regionali- nel sostenere la

LEGGI D

'ITALIA

Page 159: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

159 3. Armonizzazione degli enti territoriali e relativi controlli

riforma, ha ribadito che "nella ... attività di referto, ha avuto modo di sperimentare quanto sia

complesso ed arduo ricostruire i conti regionali, sia pure per macroaggregati, attesa la

disomogeneità dei bilanci"(Del. 20/2013/FRG).

Partendo dalle misure tendenti a verificare i "veri" debiti degli enti territoriali, la Corte ha

focalizzato l'attenzione sui due temi tendenti a riordinare i conti, ossia l'operazione di

riaccertamento straordinario dei residui e la corretta modalità di accantonamento al fondo crediti di

dubbia esigibilità. Entrambi gli strumenti avrebbero il ruolo di preparare l'ente alla corretta partenza

della riforma.

La suprema magistratura contabile ha inoltre evidenziato che occorra un diverso approccio culturale

ed il pieno coinvolgimento, sia delle figure tecnico-professionali che della classe dirigente locale,

presupponendo adeguati investimenti formativi, "che dovrebbero essere favoriti anche con

temperamenti della normativa vincolistica in vigore".

Uno degli obiettivi, scrive ancora la Corte, è quello di "pervenire alla conoscenza puntuale degli

effetti delle manovre di finanza pubblica sugli enti territoriali e loro organismi gestionali". Questo

anche per "comparare l'effettivo concorso al risanamento della finanza pubblica da parte dei vari

livelli di governo e consentire, in prospettiva, di calibrare le manovre in base alla reale situazione

economico - finanziaria degli enti".

L'audizione su "armonizzazione dei bilanci degli enti territoriali e sistema contabile delle Regioni",

seguita all'entrata in vigore del D.Lgs. n. 126 del 2014, modificativo ed integrativo del D.Lgs. n.

118 del 2011, tenutasi nel novembre 2014, ha posto in evidenza i nodi problematici e le potenzialità

legate all'avvio della riforma e, allo stesso tempo, ha fornito un quadro delle più rilevanti criticità

emerse nei giudizi di parificazione sui rendiconti generali delle Regioni nel biennio 2012/2013.

La Corte ha ripetutamente espresso l'esigenza che vi sia una presa di coscienza, a livello politico, in

ogni Ente, che porti a rappresentare la reale situazione dei conti ed i veri rischi che possano

compromettere gli equilibri di bilancio. La Sezione delle autonomie non sottovaluta le resistenze

che potrebbero manifestarsi, relativamente sia alla trasformazione del sistema informativo contabile

-che si auspica riscontri generalità di applicazione per permettere il reale coordinamento della

finanza pubblica- che alla riorganizzazione degli uffici, da accompagnare con una adeguata

formazione.

In questo momento, anche in relazione al controllo collaborativo che la Corte svolge sui bilanci e

rendiconti, ai sensi dell'art. 1, commi 166 e ss., L. n. 266 del 2005, vengono richiamati gli organi di

revisione, i direttori delle ragionerie regionali ed i responsabili dei servizi finanziari degli Enti

locali, a prestare la massima attenzione al corretto svolgimento delle prime fasi di attuazione. La

Corte stessa procederà ad un sistematico monitoraggio sull'attuazione della riforma, essenziale

perché gli enti territoriali operino in condizioni di sana gestione finanziaria.

Fonte: Il QUOTIDIANO PER LA PA, 28/01/2015

LEGGI D

'ITALIA

Page 160: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

160 4. Il bagaglio di competenze e strumentazioni per affrontare

il processo di armonizzazione contabile

4. Il bagaglio di competenze e strumentazioni per affrontare il processo di

armonizzazione contabile

Il sistema contabile che scaturisce dal processo di armonizzazione ha l'indubbio merito di portare,

finalmente, a un allineamento tra criteri di competenza differenti. Dopo decenni di dibattiti sulla

presunta "superiorità" dell'uno o dell'altro rispetto all'obiettivo generale del buon andamento della

gestione, e a quello più specifico della stabilità finanziaria degli enti, il criterio dell'imputazione dei

valori in base all'esigibilità riduce drasticamente le distanze tra competenza finanziaria (o

"giuridicoautorizzatoria"), competenza economica e di cassa, ed evita dunque che l'utilizzo

strumentale, per non dire "distorto" di uno dei tre criteri possa generare bilanci non attendibili né

veritieri. L'imputazione finanziaria di entrate e spese è strettamente dipendente dalla loro

manifestazione monetaria, così come la cessione/fruizione economica di beni e servizi ne determina

la relativa imputazione a bilancio.

Nonostante la sua complessità intrinseca, e l'enorme sforzo di adeguamento che essa comporta, si

arriva a obiettare che quella armonizzata sia una "nuova" contabilità nel senso proprio del termine:

costituirebbe, piuttosto, una "evoluzione" della normativa vigente, un suo adeguamento a criticità

che in realtà non è grado di rimuovere alla radice.

Nell'interpretazione più "pessimistica", la riforma rappresenta dunque l'ennesima "occasione

mancata": non condurrebbe a una quantificazione attendibile della massa debitoria in capo agli enti,

né impedirebbe, per non dire che agevolerebbe il rinvio delle spese al solo scopo di occultare le

difficoltà finanziarie dei medesimi; e oltre a quello del consolidamento dei conti pubblici, non

raggiungerebbe, per le ragioni sopra esposte, neppure gli obiettivi della leggibilità del bilancio e

della trasparenza dell'azione politico-amministrativa.

A tutte queste considerazioni -peraltro motivate e legittime- e che sono state esposte con la massima

oggettività, si preferisce opporre i punti di forza dell'armonizzazione contabile e la sua visione di

opportunità da cogliere. In particolare riteniamo che, "nonostante tutto", a prevalere debba essere la

consapevolezza -con ciò che ne consegue quanto a impegno e responsabilità- di trovarsi di fronte

una riforma che potrebbe avere un impatto significativo sul futuro stesso del Paese.

Con il Manuale di contabilità armonizzata offriamo l'intero bagaglio di competenze e di

strumentazioni, necessario ad affrontare la "rivoluzione contabile" e in particolare la fase di

adeguamento alle nuove disposizioni; è principalmente diretto, quindi, agli uffici finanziari, ma si

rivolge a tutti coloro -altri servizi, organi politici, enti di controllo- che verranno inevitabilmente

coinvolti nel processo di armonizzazione.

Fonte: Il QUOTIDIANO PER LA PA, 25/02/2015

LEGGI D

'ITALIA

Page 161: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

161 5. L'impatto di legge e patto di stabilità 2015 sulla disciplina

dell'armonizzazione contabile

5. L'impatto di legge e patto di stabilità 2015 sulla disciplina dell'armonizzazione

contabile

di Iacopo Cavallini

La L. n. 190 del 23 dicembre 2014 recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale dello Stato" (ossia la Legge di stabilità 2015, composta come di prassi da un solo

articolo) interviene sull'armonizzazione contabile modificando direttamente la normativa in materia,

e dunque:

- il D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 (commi di riferimento: da 505 a 507; 538)

- gli allegati al suddetto decreto (comma 509)

- il testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267

(comma 510).

Solo nel caso del comma 543 la disposizione non è modificatrice della normativa vigente bensì

"aggiuntiva", e comunque transitoria in quanto relativa al solo 2015: gli enti "sperimentatori" hanno

infatti la possibilità (non l'obbligo) di rispettare i termini "di cui alla normativa ordinaria" -ossia

antecedente l'entrata in vigore della contabilità armonizzata- per sottoporre al proprio organo

deliberante la proposta di bilancio di previsione riferita alla suddetta annualità. Viceversa,

avrebbero dovuto applicare hic et nuncl'art. 174, comma 1, del TUEL, e dunque predisporre e

presentare lo schema di bilancio entro il 15 novembre 2014.

Presentiamo dunque in maniera sinottica le varie disposizioni, nel testo originario come modificato

in conseguenza della L.n. 190 del 2014 (in corsivo fra parentesi quadre il testo soppresso; in

neretto il testo aggiunto):

Tabella 1 - Dopo il comma 4 dell'articolo 3 del D.Lgs. 118/2011:

4-bis. Le regioni che hanno partecipato alla sperimentazione nell'anno 2014, nell'ambito del

riaccertamento ordinario effettuato nel 2015 ai fini del rendiconto 2014, provvedono al

riaccertamento dei residui attivi e passivi relativi alla politica regionale unitaria-cooperazione

territoriale non effettuato in occasione del riaccertamento straordinario effettuato ai sensi

dell'articolo 14 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 dicembre 2011,

pubblicato nel supplemento ordinario n. 285 alla Gazzetta Ufficiale n. 304 del 31 dicembre

2011

Tabella 2 - D.Lgs. 118/2011 art. 3, comma 7

7. Al fine di adeguare i residui attivi e passivi risultanti al 1° gennaio 2015 al principio generale

della competenza finanziaria enunciato nell'allegato n. 1, le amministrazioni pubbliche di cui al

comma 1, escluse quelle che hanno partecipato alla sperimentazione nel 2014, con delibera di

Giunta, previo parere dell'organo di revisione economico-finanziario, provvedono, contestualmente

all'approvazione del rendiconto 2014, al riaccertamento straordinario dei residui, consistente:

LEGGI D

'ITALIA

Page 162: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

162 5. L'impatto di legge e patto di stabilità 2015 sulla disciplina

dell'armonizzazione contabile

a) nella cancellazione dei propri residui attivi e passivi, cui non corrispondono obbligazioni

perfezionate e scadute alla data del 1° gennaio 2015. Non sono cancellati i residui delle regioni

derivanti dal perimetro sanitario cui si applica il titolo secondo [, quelli relativi alla politica

regionale unitaria – cooperazione territoriale,] e i residui passivi finanziati da debito autorizzato e

non contratto. Per ciascun residuo eliminato in quanto non scaduto sono indicati gli esercizi nei

quali l'obbligazione diviene esigibile, secondo i criteri individuati nel principio applicato della

contabilità finanziaria di cui all'allegato n. 4/2. Per ciascun residuo passivo eliminato in quanto non

correlato ad obbligazioni giuridicamente perfezionato, è indicato la natura della fonte di copertura.

Tabella 3 - D.Lgs. 118/2011, art. 3, commi 15 e 16

15. Le modalità e i tempi di copertura dell'eventuale maggiore disavanzo al 1° gennaio 2015

rispetto al risultato di amministrazione al 31 dicembre 2014, derivante dalla rideterminazione del

risultato di amministrazione a seguito dell'attuazione del comma 7, sono definiti con decreto [del

Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta] del Ministero dell'economia e delle finanze, di

concerto con il Ministero dell'interno, in considerazione dei risultati al 1° gennaio 2015 e

prevedendo incentivi, anche attraverso la disciplina del patto di stabilità interno e dei limiti di spesa

del personale, per gli enti che, alla data del 31 dicembre 2017, non presentano quote di disavanzo

derivanti dal riaccertamento straordinario dei residui. Per le regioni non rilevano i disavanzi

derivanti dal debito autorizzato non contratto.

[Attraverso i rendiconti delle regioni e i certificati di conto consuntivo relativi al 31 dicembre 2014

di cui all'articolo 161 del decreto legislativo 267 del 2000 sono acquisite informazioni riguardanti

il riaccertamento straordinario dei residui di cui al comma 7.] Sulla base dei rendiconti delle

regioni e dei consuntivi degli enti locali relativi all'anno 2014 e delle delibere di

riaccertamento straordinario dei residui sono acquisite le informazioni riguardanti il

maggiore disavanzo al 1° gennaio 2015 e quelle relative agli enti che hanno partecipato alla

sperimentazione, incluso l'importo dell'accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità,

con tempi e modalità definiti con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di

concerto con il Ministro dell'interno e sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del

decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni. In base alle predette

informazioni sono definiti i tempi di copertura del maggiore disavanzo, secondo modalità

differenziate in considerazione dell'entità del fenomeno e della dimensione demografica e di

bilancio dei singoli enti. Gli enti che non trasmettono le predette informazioni secondo le

modalità e i tempi previsti dal decreto di cui al terzo periodo ripianano i disavanzi nei tempi

più brevi previsti dal decreto di cui al primo periodo.

16. Nelle more dell'emanazione del decreto di cui al comma 15, l'eventuale maggiore disavanzo di

amministrazione al 1° gennaio 2015, determinato dal riaccertamento straordinario dei residui

effettuato a seguito dell'attuazione del comma 7 e dal primo accantonamento al fondo crediti di

dubbia esigibilità è ripianato [per una quota pari almeno al 10 per cento l'anno] in non più di 30

esercizi a quote costanti. In attesa del decreto del [Presidente del Consiglio dei ministri] di cui al

comma 15, sono definiti criteri e modalità di ripiano dell'eventuale disavanzo di amministrazione di

cui al periodo precedente, attraverso un decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, di

concerto con il Ministero dell'interno, previa intesa in sede di Conferenza Unificata. Tale decreto si

attiene ai seguenti criteri:

a) utilizzo di quote accantonate o destinate del risultato di amministrazione per ridurre la quota del

LEGGI D

'ITALIA

Page 163: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

163 5. L'impatto di legge e patto di stabilità 2015 sulla disciplina

dell'armonizzazione contabile

disavanzo di amministrazione;

b) ridefinizione delle tipologie di entrata utilizzabili ai fini del ripiano del disavanzo;

c) individuazione di eventuali altre misure finalizzate a conseguire e un sostenibile passaggio alla

disciplina contabile prevista dal presente decreto.

Tabella 4 - D.Lgs. 118/2011, art. 3, comma 17

Nelle more dell'adozione del decreto di cui al comma 15, la copertura dell'eventuale disavanzo di

amministrazione di cui all'articolo 14, commi 2 e 3, del decreto del Presidente del Consiglio dei

Ministri 28 dicembre 2011, può essere effettuata fino all'esercizio [2017] 2042 da parte degli enti

coinvolti nella sperimentazione che hanno effettuato il riaccertamento straordinario dei

residui nel 2012, e fino al 2043 da parte degli enti coinvolti nella sperimentazione che hanno

effettuato il riaccertamento straordinario dei residui al 1° gennaio 2014

Tabella 5 - Paragrafo 3.3, allegato 4/2 al D.Lgs. 118/2011

Nel primo esercizio di applicazione del presente principio è possibile stanziare in bilancio una quota

almeno pari al 50% dell'importo dell'accantonamento quantificato nel prospetto riguardante il fondo

crediti di dubbia esigibilità allegato al bilancio di previsione. Nel secondo esercizio lo stanziamento

di bilancio riguardante il fondo crediti di dubbia esigibilità è pari almeno al 75%

dell'accantonamento quantificato nel prospetto riguardante il fondo crediti di dubbia esigibilità

allegato al bilancio di previsione, e dal terzo esercizio l'accantonamento al fondo è effettuato per

l'intero importo. Con riferimento agli enti locali, nel 2015 è stanziata in bilancio una quota

dell'importo dell'accantonamento quantificato nel prospetto riguardante il fondo crediti di

dubbia esigibilità allegato al bilancio di previsione pari almeno al 36 per cento, se l'ente non

ha aderito alla sperimentazione di cui all'articolo 36, e al 55 per cento, se l'ente ha aderito alla

predetta sperimentazione. Nel 2016 per tutti gli enti locali lo stanziamento di bilancio

riguardante il fondo crediti di dubbia esigibilità è pari almeno al 55 per cento, nel 2017 è pari

almeno al 70 per cento, nel 2018 è pari almeno all'85 per cento e dal 2019 l'accantonamento al

fondo è effettuato per l'intero importo

Tabella 6 – D.Lgs. 267/2000, art. 151, commi 1 e 8

Gli enti locali ispirano la propria gestione al principio della programmazione. A tal fine presentano

il Documento unico di programmazione entro il 31 luglio di ogni anno e deliberano il bilancio di

previsione finanziario entro il 31 dicembre, riferiti ad un orizzonte temporale almeno triennale.

8. Entro il [31 luglio] 30 settembre l'ente approva il bilancio consolidato con i bilanci dei propri

organismi e enti strumentali e delle società controllate e partecipate, secondo il principio

applicato n. 4/4 di cui al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.

Prescindendo dalla particolarità per cui i diversi commi che trattano delle novità in materia di

armonizzazione non sono consecutivi (rendendo relativamente complessa una lettura sistematica),

vi è da notare come buona parte delle novità medesime conseguano o alla necessità di "sanare"

situazioni "in sospeso" (il comma 510), o all'intento di soddisfare le richieste formulate dalle

associazioni rappresentative degli EE.LL., ANCI in particolare (tutti gli altri commi interessati).

LEGGI D

'ITALIA

Page 164: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

164 5. L'impatto di legge e patto di stabilità 2015 sulla disciplina

dell'armonizzazione contabile

In realtà, o meglio in aggiunto a tutto ciò, il legame tra Legge di Stabilità e armonizzazione

contabile si esplicita anche in quello tra Patto di Stabilità e Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità

(FCDE): a fronte infatti di una forte riduzione del contributo nominale -circa il 59% secondo

l'ANCI, il 64% in base a stime della Corte dei Conti- richiesto agli enti locali per il periodo

2015/2018 (comma 489), gli stanziamenti di competenza al Fondo medesimo entrano nel novero

delle Spese rilevanti ai fini del rispetto del saldo-obiettivo (comma 490), il che porterebbe a una

riduzione "reale" dell'obiettivo rispetto al Patto 2014 stimata in un 19% circa. Un do ut des, lo si

potrebbe definire, ulteriormente accentuato dall'aver previsto (sempre comma 490):

- la possibilità di modificare, già nel corso del 2015, le percentuali per la determinazione

dell'obiettivo annuale a seguito dell'operazione di riaccertamento straordinario, vale a dire in base

agli accantonamenti al FCDE effettuati dagli EE.LL. nei prossimi mesi. Ciò in ragione della forte

incertezza, che ancora regna, sull'effettivo ammontare del fondo a carico del singolo Comune e

dunque sui potenziali riflessi di bilancio;

- l'obbligo di rivedere, a decorrere dal 2016, le percentuali suddette tenendo conto del valore degli

accantonamenti al FCDE stanziati nel 2015 (e dunque, a quel punto, certi e definitivi).

E' inoltre previsto che un decreto MEF possa ridefinire, purché emesso entro il 31 gennaio, gli

obiettivi individuali di ciascun ente, fermo restando l'obiettivo complessivo del comparto. L'intesa

raggiunta, al momento, in Conferenza Stato-città e autonomie locali prevede un "obiettivo lordo",

conseguente alla ripartizione tra ogni singolo ente dell'obiettivo finanziario complessivo (3.653 mln

€), a cui sottrarre l'FCDE stanziato in bilancio al fine di ottenere il cosiddetto "obiettivo netto".

Maggiore l'accantonamento al fondo, minore il vincolo finanziario.

Fonti: Il QUOTIDIANO PER LA PA, 05/03/2015

Manuale di contabilità armonizzata, Leggi d'Italia - Ipsoa ed. dicembre 2014

Aggiornamento:

Capitolo 4 paragrafo 2.4, pag. 185

Capitolo 4 paragrafo 2.4, pag. 186

Capitolo 4 paragrafo 4.4, pag. 220

Capitolo 10 paragrafo 7, pag. 522

LEGGI D

'ITALIA

Page 165: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

165 6. Indicazioni di principio ed operative agli Enti territoriali per

orientare l'uniformità di comportamento degli organi di revisione

6. Indicazioni di principio ed operative agli Enti territoriali per orientare

l'uniformità di comportamento degli organi di revisione

di Roberta Caiffa - Funzionario della Corte dei conti

In concomitanza con l'entrata in vigore, per tutti gli Enti territoriali, del D.Lgs. 23 giugno 2011, n.

118, recante "Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di

bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della

legge 5 maggio 2009, n. 42", modificato ed integrato dal D.Lgs. 10 agosto 2014, n. 126, la Sezione

delle autonomie della Corte dei conti, con la deliberazione n. 4/SEZAUT/2015/INPR, deliberata

nell'adunanza della Sezione del 17 febbraio 2015 -alla presenza di rappresentanti del Ministero

dell'interno, della Ragioneria Generale dello Stato, della Conferenza delle Regioni, della

Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, dell'Unione

Province d'Italia e dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani- depositata il 24 febbraio u.s.,

tenendo conto delle finalità della riforma, in attuazione dello specifico punto del programma delle

attività di controllo per l'anno 2015 (cfr. punto 6 della deliberazione n. 1/SEZAUT/2015/INPR) ha

fornito indicazioni in merito alle operazioni propedeutiche all'applicazione dei nuovi principi

contabili e all'adozione degli schemi di bilancio armonizzato, con particolare riferimento al

riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi. Tali istruzioni -che sono finalizzate alla

cancellazione o alla reimputazione delle poste in conto residui risultanti dall'attività di ricognizione

e alla costituzione di appositi fondi (Fondo pluriennale vincolato; Fondo crediti di dubbia esigibilità

con vincolo nell'avanzo di amministrazione)- sono rivolte ad orientare le prime attività ed a

segnalare le criticità che potrebbero emergere da un'applicazione non coerente dei principi contabili.

Tutto questo, tenendo conto delle finalità della riforma, dell'impatto sul procedimento

amministrativo e delle responsabilità della dirigenza nell'attuazione delle nuove regole contabili,

raccomandando la responsabilità delle scelte operate nell'attuazione delle nuove regole contabili.

Tali linee di indirizzo vanno ad integrare il punto di vista della Corte dei conti, già espresso nel

corso dell'ultimo anno nelle Audizioni parlamentari sulla riforma (cfr. Audizioni della Corte dei

conti presso la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale del 29 maggio e

27 novembre 2014), anche ribadito dal Presidente della Corte nella relazione alla Cerimonia di

inaugurazione dell'anno giudiziario 2015: "il presente ed il prossimo futuro sono ...rappresentati

dalla capacità per l'Istituto, di "accompagnare" gli Enti territoriali nella complessiva riforma in

materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio...azione, peraltro, già

avviata in concreto dalla Sezione delle autonomie".

Con la finalità di orientare l'uniformità dei comportamenti degli organi di revisione contabile e le

correlate attività di controllo delle Sezioni regionali della Corte, il documento, in dieci punti,

esamina: trasparenza e veridicità dei conti; giurisprudenza della Corte costituzionale e principi della

riforma; esiti della sperimentazione; impatto della riforma; profili di criticità legati alla legge di

stabilità 2015; attività di riaccertamento straordinario dei residui e tenuta dei conti pubblici; fondo

pluriennale vincolato e rafforzamento della funzione programmatoria; fondo vincolato per perdite

reiterate negli organismi partecipati; equilibrio reale di cassa e piano di riequilibrio finanziario

pluriennale alla luce della nuova contabilità armonizzata.

LEGGI D

'ITALIA

Page 166: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

166 6. Indicazioni di principio ed operative agli Enti territoriali per

orientare l'uniformità di comportamento degli organi di revisione

Il documento è, inoltre, disseminato di specifici riferimenti alle più rilevanti decisioni della Corte

costituzionale sui singoli punti trattati.

Fonte: Il QUOTIDIANO PER LA PA, 12/03/2015

LEGGI D

'ITALIA

Page 167: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

167 7. Linee-guida e questionari della Sezione delle autonomie della Corte

dei conti sul funzionamento dei controlli interni (ex art. 148 TUEL)

7. Linee-guida e questionari della Sezione delle autonomie della Corte dei conti

sul funzionamento dei controlli interni (ex art. 148 TUEL)

di Roberta Caiffa

La Corte dei conti, Sezione delle autonomie, con la deliberazione 24 novembre 2014, n.

28 (depositata l'11 dicembre 2014), ha rivisto le Linee guida ed il relativo questionario per il referto

annuale del Sindaco, per i Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, e del Presidente

della Provincia, sul funzionamento dei controlli interni per l'esercizio 2014, sulla base della

modifica all'art.148 del TUEL intervenuta per effetto dell'art. 33, D.L. n. 91 del 2014.

Lo schema di relazione, strutturato in forma di questionario, che l'Ente può integrare con elementi

discorsivi a maggiore illustrazione dei profili esaminati, dovrà essere trasmesso alle Sezioni

regionali di controllo della Corte dei conti, competenti per territorio, ed alla Sezione delle

autonomie, entro il 30 aprile 2015.

Con la nuova disciplina introdotta dall'art. 33, D.L. n. 91 del 2014 -che ha modificato l'art. 148 del

TUEL- è divenuto "annuale" il referto del Presidente della Provincia e del Sindaco, per i Comuni

con popolazione superiore a 15.000 abitanti, che era "semestrale"nel primo anno di applicazione del

D.L. n. 174 del 2012. La Sezione delle autonomie ha emanato le nuove linee guida nell'adunanza

del 24 novembre 2014 (con deliberazione n. 28/2014/SEZAUT/INPR depositata l'11 dicembre

2014).

In coerenza con le prime linee guida (deliberazione n. 4 dell'adunanza dell'11 febbraio 2013,

depositata il 18 febbraio 2013), la Sezione riafferma che nei controlli vadano coinvolte le figure che

ricoprono ruoli più rilevanti nell'Ente, quali il Segretario comunale, il Direttore generale ed i

Responsabili dei servizi.

La relazione, che conferisce compiutezza al sistema dei controlli, nel ciclo programmazione-

gestione-controllo, costituisce una base di riferimento, in un percorso che coniuga "regolarità

dell'azione, intesa come rispetto del complesso delle regole finanziarie e procedurali, con l'efficacia

e l'efficienza della gestione", il tutto ricercando l'economicità della gestione, senza riduzione di

qualità e quantità dei servizi erogati.

Il rinnovato art. 148 definisce che "Le Sezioni regionali della Corte dei conti, con cadenza annuale,

nell'ambito del controllo di legittimità e regolarità delle gestioni, verificano il funzionamento dei

controlli interni ai fini del rispetto delle regole contabili e dell'equilibrio di

bilancio...". L'eliminazione della relazione infra-annuale -come tra l'altro stabilito anche per le

relazioni dei Presidenti delle Regioni, previste dall'articolo 1, comma 6, D.L. n. 174 del 2012- ha

seguito una tendenza volta alla ricerca di semplificazione e razionalizzazione dei controlli.

Il riscontro sugli equilibri finanziari del bilanci, legato alla verifica sul rispetto delle regole contabili

-come si evince dall'art. 148 TUEL- è la finalità di fondo del controllo. Questo, in considerazione

della frequente situazione di instabilità nel sistema delle fonti di finanziamento e della conseguente

LEGGI D

'ITALIA

Page 168: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

168 7. Linee-guida e questionari della Sezione delle autonomie della Corte

dei conti sul funzionamento dei controlli interni (ex art. 148 TUEL)

difficoltà di tenuta degli equilibri negli enti locali. Ne discende, altresì, che i controlli interni

devono anche esser maggiormente orientati all'analisi, valutazione e revisione della spesa pubblica.

Rispetto al questionario allegato alla precedente decisione, lo schema contenuto nella

deliberazione n. 28 del 2014 contiene una sola sezione, sottoarticolata in sei tipologie di verifiche,

ognuna delle quali è introdotta da una sintetica ricognizione sull'organizzazione del sistema dei

controlli interni e si articola nelle seguenti analisi: di regolarità amministrativa e contabile; di

gestione; strategica; sugli equilibri finanziari; sugli organismi partecipati; sulla qualità dei servizi.

La relazione del Presidente della Provincia e del Sindaco, per i Comuni con popolazione superiore a

15.000 abitanti, per l'anno 2014, deve essere trasmessa alle Sezioni regionali di controllo della

Corte dei conti, competenti per territorio, agli indirizzi istituzionali, entro il prossimo 30 aprile. La

stessa relazione deve essere trasmessa alla Sezione delle autonomie, entro pari data, all'indirizzo

[email protected], per esigenze legate al referto al Parlamento,

ai sensi dell'art. 7, comma 7, L. 5 giugno 2003, n. 131, che attribuisce alla Corte dei conti il compito

di verificare il rispetto degli equilibri di bilancio da parte degli enti territoriali -in relazione al patto

di stabilità interno ed ai vincoli derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione Europea- anche

sulla base dei dati e delle informazioni raccolte dalle Sezioni regionali di controllo.

Quest'anno, a differenza dei questionari in formato word allegati alla precedente deliberazione, la

compilazione è agevolata da uno schema di relazione in excel -contenente sei fogli di lavoro,

corrispondenti a sei tipi di controlli "tipizzati"- corredati da istruzioni per la compilazione. Le celle

in colore azzurro indicano la presenza di menù "a tendina", dal quale scegliere una risposta tra

quelle indicate. Le celle in colore giallo sono editabili, per permettere all'Ente di inserire ulteriori

informazioni a corredo, a discrezione del compilatore. Nelle stesse istruzioni si raccomanda all'Ente

di non apportare modifiche al file, provvedendo al salvataggio in formato "XLXS". Questo perché

l'integrità del documento garantisce il riversamento delle informazioni ivi contenute in

un database che, nel caso in cui vengano apportate modifiche, non potrebbero più essere acquisite.

Manuale di contabilità armonizzata, Leggi d'Italia - Ipsoa ed. dicembre 2014

Aggiornamento: Capitolo 11 paragrafo 2.3, pag. 551

Font: Il QUOTIDIANO PER LA PA, 23/03/2015

LEGGI D

'ITALIA

Page 169: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

169 8. La nuova contabilità armonizzata è decollata.

Con quali prospettive?

8. La nuova contabilità armonizzata è decollata. Con quali prospettive?

di Giuseppe Farneti

La nuova contabilità armonizzata segna certamente un passo in avanti del sistema informativo

pubblico. Si deve però essere consapevoli sul fatto che, nella sua realizzazione, sarà necessario

impostare una vera contabilità economico-patrimoniale e che il complessivo sistema dei controlli

dovrà rendersi operante, così producendosi, per entrambi gli aspetti, un netto cambiamento rispetto

al passato. Gli operatori tutti saranno in conseguenza in grado di concretizzare quell'evoluzione

culturale che è richiesta per utilizzare al meglio le risorse pubbliche, nel rigoroso rispetto del

principio di legalità.

Il nuovo quadro normativo

L'entrata in vigore dal 1° gennaio 2015 della nuova contabilità armonizzata per le autonomie locali

e per le regioni, costituisce una sorta di spartiacque fra due epoche, sul quale è bene fare qualche

riflessione; anche per potere in seguito, nell'attività operativa, nei diversi ruoli interessati (i tecnici, i

politici, i controllori interni/esterni), dare ad essa compiuta realizzazione (che sia efficace e nel

rispetto della legalità), così risolvendo i problemi che certamente dovranno essere affrontati.

Come ormai è noto si tratta di una riforma che modifica in modo consistente l'ordinamento

finanziario e contabile e che è orientata, da una parte dall'esigenza di armonizzare la contabilità di

tutto il settore pubblico, dall'altra di fondare la stessa, nei suoi aspetti autorizzatori, sul momento

della scadenza delle obbligazioni giuridicamente perfezionate, così agevolando sia il rispetto degli

equilibri finanziari, sia il rispetto del patto di stabilità interno e dunque consentendo di potere

leggere i suoi risultati in concomitanza con quelli degli altri paesi europei, come si rende necessario

per il rispetto del patto di stabilità in ambito europeo.

Il passaggio alla nuova contabilità è stato, in quest'occasione, ben preparato. Nel senso che, come è

noto, è stato da tre anni "testato" in diversi enti «sperimentatori» per i quali la nuova contabilità è

nel frattempo già entrata a regime e nel senso che la sua entrata in vigore è stata progressiva. Così

nel 2015 il nuovo sistema si affiancherà al vecchio (per la maggioranza degli enti, quelli che non

hanno partecipato alla sperimentazione), fermo rimanendo l'entrata in vigore del principio della

contabilità finanziaria potenziata fin da subito nell'assunzione degli impegni e degli accertamenti;

ma solo nel 2016 avrà piena applicazione (ai fini dell'obbligatoria utilizzazione della nuova struttura

del bilancio, della realizzazione del DUP, della predisposizione del bilancio consolidato, della

tenuta della contabilità economico-patrimoniale). La contabilità economico-patrimoniale, in

particolare, si prospetta come una contabilità concomitante ai fatti della gestione, nel senso che alle

registrazioni dei fatti gestionali in contabilità finanziaria dovranno affiancarsi le registrazioni (è

sperabile, nell'ambito di un unico software) in contabilità economica. Dunque la contabilità

economica costituirà l'elemento di dialogo fra le strutture pubbliche e il mondo esterno (che la

conosce e che invece non conosce la contabilità finanziaria potenziata), italiano e internazionale.

LEGGI D

'ITALIA

Page 170: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

170 8. La nuova contabilità armonizzata è decollata.

Con quali prospettive?

Dato così atto del processo d'armonizzazione che è in corso, con la gradualità che è stata rilevata e

della sua incisività, ci si potrebbe chiedere se la via seguita è stata la migliore. Non s'intende però

affrontare, in questa sede, il tema se non per fare due riflessioni.

La contabilità economico-patrimoniale

La prima concerne l'enfasi è stata posta sugli equilibri finanziari, particolarmente di tipo monetario,

attraverso una contabilità finanziaria che ha il suo nucleo centrale nel principio dell'equilibrio

finanziario potenziato (quello, appunto, di tipo monetario, sia per l'imputazione delle entrate e delle

spese, fondata come si è osservato sulla scadenza dei debiti/crediti, sia per la previsione di cassa

prevista per la prima annualità del bilancio). Si è invece trascurata la possibilità di focalizzare la

riforma sulla predisposizione di una più attuale contabilità economico-patrimoniale, nell'ambito

della quale ricercare poi il rispetto dell'equilibrio monetario. In tal modo non si è percorsa la strada

maestra indicata dall'IPSASB, seguita invece da altri paesi e, soprattutto, non si è incardinato, da

subito, il sistema informativo pubblico nell'alveo di quelle conoscenze che ormai si sono affermate

in tutto il mondo, per tutte le organizzazioni, pubbliche e private, lucrative o non lucrative. La

nuova contabilità armonizzata costituisce, infatti, un sistema «chiuso», estraneo alla cultura

contabile italiana (e alla sua storia) e anche a quella europea. Con l'ulteriore conseguenza di

renderne difficile l'utilizzazione da parte degli operatori che, per comprenderla, dovranno acquisire

dimestichezza con le sue specifiche regole (forse, questo, è un aspetto troppo superficialmente

trascurato, anche sotto il profilo dell'auspicabile scambio di competenze fra settore pubblico e

privato). L'osservazione è qui formulata in vista della concreta applicazione della contabilità

economico-patrimoniale, che condizionerà il successo della riforma, atteso che è dalle sue

conoscenze che dipende la correttezza economica delle decisioni e dunque del processo decisionale.

Si tratta di un aspetto che è stato trascurato dalla vecchia contabilità e che, come ben sanno gli

operatori, si è pesantemente riflesso, in termini negativi, sulle politiche degli enti locali. A titolo di

esempio gli enti ben raramente hanno costruito e utilizzato sistemi di contabilità analitica e di

controllo gestionale che siano in grado di fondarsi sulla conoscenza dei costi (variamente strutturati)

dei servizi, utili per le diverse finalità manageriali e sui costi unitari di prodotto, conoscenza che si

presenta come indispensabile nelle decisioni di «make or buy», nella predisposizione e gestione dei

contratti di servizio, nella responsabilizzazione dei dirigenti e dei funzionari in genere su specifici

obiettivi economici.

Ne consegue che una corretta predisposizione di una «vera» contabilità economico-patrimoniale,

del tutto analoga nelle sue regole a quella che è considerata dai principi contabili italiani e

internazionali e che è insegnata in Italia e all'estero in tutti i corsi di accounting, costituisce una

sorta di cartina di tornasole circa la corretta predisposizione della nuova contabilità armonizzata.

Quest'ultima, infatti, disciplina il momento autorizzatorio e quello dell'incasso/pagamento per le

finalità che sono state sommariamente richiamate, ma in un quadro, definito dal contenuto della

contabilità economico-patrimoniale, che sarà comprensibile a tutti gli operatori, l'unico poi, come si

è appena evidenziato, che sia in grado di fornire le conoscenze economiche ai fini del controllo

manageriale e di conferire correttezza al conto del patrimonio. Trascurare la contabilità economica,

o il non realizzarla secondo le consolidate regole ovunque praticate avrebbe un solo significato:

quello di un sistema contabile volutamente «domestico», tale da consentire una gestione non

trasparente, per inseguire finalità di parte; con spreco di risorse, aperto ai fenomeni corruttivi.

LEGGI D

'ITALIA

Page 171: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

171 8. La nuova contabilità armonizzata è decollata.

Con quali prospettive?

La nuova contabilità finanziaria e le ragioni della sua evoluzione

La seconda riflessione riguarda la scelta fatta, quella di un bilancio autorizzatorio fondato sulla

scadenza delle obbligazioni che comportano entrate/uscite e, per il primo anno, anche sul momento

dell'incasso-pagamento, come reazione alla palese inefficacia dell'attuale contabilità finanziaria,

così come realizzata secondo le prassi prevalenti, basata com'è sul principio della competenza

finanziaria (focalizzato sui momenti dell'accertamento e dell'impegno riferiti a obbligazioni

giuridicamente perfezionate), incapace nei fatti d'assicurare gli equilibri finanziari e in particolare

quello monetario e, pertanto, il rispetto del patto di stabilità. Non si è però riflettuto sul punto che

questa carenza dell'attuale sistema contabile non dipende dalle norme, ma dai comportamenti, degli

enti e dei controllori 128

. Costituiscono significativi esempi di quanto osservato: l'iscrizione di

accertamenti inesistenti e il loro mantenimento in bilancio e il mantenimento di crediti inesigibili; la

tolleranza per i debiti fuori bilancio; la disinvoltura, mai seriamente presa in considerazione, con la

quale un accertamento/impegno viene riferito a un periodo amministrativo o a un altro;

l'imputazione degli impegni agli interventi secondo necessità, vanificando la capacità informativa

del sistema del bilancio129

; l'inserimento in bilancio, fra le entrate, di fatti palesemente "sperati", o

l'esclusione, invece, di spese palesemente probabili; gli impegni da stanziamento.

Il tutto in unione con la mancanza di una "vera" e dunque "legale" programmazione, peraltro

difficile, se non impossibile, all'infuori, come si verifica, di una «vera» contabilità economico-

patrimoniale. Quando mai, sempre esemplificando, è rispettata l'indicazione di cui all'art. 170,

comma 5 e 6130

, del Tuel, la sola che dia continuità all'attività di programmazione dell'ente e dei

suoi organismi, indispensabile per valutare nel tempo il prodursi delle politiche gestionali?

Le stesse patologie, sempre più evidenti, che investono le società partecipate, tali da condizionare

l'attività degli enti e i loro equilibri finanziari, come la cronaca sta ampiamente dimostrando, trova

nelle descritte circostanze, dunque nelle pratiche contabili di fatto ammesse, la loro causa

principale. Questa seconda riflessione attiene dunque al mancato rispetto di quel quadro di legalità

che l'ordinamento ha invece tracciato. Questo mancato rispetto costituisce il «male oscuro131

» della

nostra pubblica amministrazione e, se non sarà risolto, ben difficilmente una qualsiasi riforma avrà

successo. Le nuove norme sono più puntuali, enfatizzano il momento della competenza finanziaria

potenziata e dell'incasso/pagamento, che è l'unico che oggettivamente può essere rilevato (con

certezza), definiscono un piano dei conti comune a tutte le pubbliche amministrazioni, impongono,

finalmente, una vera contabilità economica e il bilancio consolidato fra l'ente e i propri organismi.

Ma tutto ciò sarà vanificato se gli operatori interni/esterni non cureranno il concreto rispetto del

quadro ordinamentale.

Questo rispetto deve prodursi, in primis, da parte del Governo e da parte del Legislatore. Il Governo

dovrebbe, come in parte sta facendo, curando (in unione con altri soggetti, come l'Anci) la

128

Cfr. sul punto G. Farneti, "Il "male oscuro" della nostra pubblica amministrazione: un'analisi relativa alle società

partecipate dagli enti locali", in Rivista della Corte dei Conti, n. 3-4, 2014. 129

È noto al riguardo come sia stato impossibile utilizzare le conoscenze desumibili dai rendiconti per determinare i

costi (standard) delle attività e dei servizi. 130

Nei quali si legge: "5. La relazione previsionale e programmatica fornisce la motivata dimostrazione delle variazioni

intervenute rispetto all'esercizio precedente. 6. Per gli organismi gestionali dell'ente locale la relazione indica anche gli

obiettivi che si intendono raggiungere, sia in termini di bilancio che in termini di efficacia, efficienza ed economicità

del servizio". 131

Cfr. G. Farneti, come da nota 1.

LEGGI D

'ITALIA

Page 172: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

172 8. La nuova contabilità armonizzata è decollata.

Con quali prospettive?

formazione (senza dunque la necessità di praticare costosi e spesso ingiustificati processi formativi)

e dunque il prodursi delle necessarie conoscenze per gestire il "passaggio", cercando di semplificare

il quadro di fondo e minimizzando i cambiamenti (su questa strada si manifestano invece

preoccupanti segnali in senso contrario132

). Il legislatore, a sua volta, dovrebbe legiferare il meno

possibile, curare la chiarezza del quadro normativo, non consentire agli operatori di poterlo

ignorare. Potrebbe sembrare impossibile, ma di fatto il nostro legislatore ha preso atto, sino ad oggi,

che il quadro normativo non è rispettato e così ha legiferato per neutralizzare in parte le

conseguenze negative che si sono prodotte; si vogliono al riguardo fare gli esempi dei residui non

correttamente iscritti o riaccertati133

e della mancata esplicitazione degli obiettivi gestionali

nell'utilizzare lo strumento della partecipata134

; rimane l'osservazione relativa al mancato contrasto

da parte dei controllori di tutte quelle patologie alle quali si è fatto sopra riferimento relativamente

alle prassi concretamente seguite.

La via da seguire avrebbe dovuto essere un'altra, quella del rigoroso rispetto delle norme e dunque

delle regole che sono a presidio della concreta realizzazione dei principi di efficienza, efficacia ed

economicità, così realizzando, tramite una buona gestione, la migliore utilizzazione delle risorse

pubbliche135

. Anche perché, come la cronaca sta mettendo in luce, la conseguenza pratica è una

sostanziale irresponsabilità (per la mancanza di ogni controllo) da parte degli operatori (sia tecnici

sia politici), che si caratterizza per l'assoluta discrezionalità dei comportamenti (esaltata

dall'osservata mancanza di dati economici, dal prodursi di bilanci non veridici, dalla sostanziale

ignoranza della programmazione, dall'inesistenza di un processo decisionale che sia tracciabile),

come vuole la politica, ma che è anche in grado di agevolare gli osservati e generalizzati fenomeni

di corruzione. Eppure il tutto poteva essere evitato, se ci si fosse indirizzati lungo la strada

dell'applicazione del quadro normativo, in particolare attraverso l'emanazione dei principi contabili

aventi efficacia normativa. Tale processo, notoriamente iniziò, con grande efficacia, a cura

dell'Osservatorio di cui al all'art. 154 del Tuel, ma poi fu bloccato, dopo le autorevoli presidenze,

prima di Giuncato e poi di Staderini.

Una prima conclusione è dunque da cogliere in questo aspetto. La nuova contabilità armonizzata

deve elaborare quel quadro di conoscenze che servono agli operatori per gestire le autonomie locali,

132

Ai quali faremmo di seguito riferimento, per alcuni aspetti, ma bene evidenziati da M. Bellesia, in questo numero

della Rivista. 133

La pratica dei residui attivi inesigibili, ma mantenuti a bilancio, si è ampiamente diffusa e ha avuto come

motivazione quella di non fare emergere un disavanzo, o di alimentare un avanzo fittizio, contravvenendo al principio di

veridicità. Così l'art. 6, comma 17, del D.L. n. 95 del 2012 ha reso obbligatorio un risparmio forzoso, molto parziale, di

tali residui, se "vecchi" di oltre cinque anni. Il rimedio, pur nella consapevolezza della patologia, è stato dunque

parziale. 134

Cfr. G. Farneti, cit. in nota 1, p.575: " l'art. 147-quater, c. 2, Tuel, che dettaglia ulteriormente l'obbligo di cui all'art.

170, c. 6, chiarendo che gli obiettivi gestionali, da esplicitare, cui devono tendere le società partecipate, devono essere

riferibili a parametri, sia quantitativi sia qualitativi, ricavabili da un idoneo sistema informativo; ma tale disposizione

era comunque ampiamente applicabile anche in precedenza, perché tecnicamente consegue dal menzionato sesto

comma dell'art. 170 Tuel, ove si voglia renderne effettivo il contenuto". 135

Dunque se in Italia, secondo la nostra convinzione, vi è, nel confronto con gli altri paesi, una pubblica

amministrazione inefficiente e inefficace, questo non è un caso, ma dipende dal fatto che la cultura burocratico-

amministrativa prosegue nei suoi riti, nell'assenza dei vecchi controlli, che avrebbero dovuto essere sostituiti dai nuovi,

invece non praticati. Una riprova? L'assenza di una vera motivazione economica nel processo decisionale e la mancanza

della sua tracciabilità, in unione con un bilancio che non informa, una sorta di specchio deformato, ma in termini

sempre diversi nelle varie organizzazioni pubbliche, della realtà. Quella realtà che, finalmente, si dovrebbe rendere

palese con la nuova contabilità armonizzata, se le difficoltà insite nella complessità del processo e i suoi limiti di fondo

saranno superati.

LEGGI D

'ITALIA

Page 173: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

173 8. La nuova contabilità armonizzata è decollata.

Con quali prospettive?

sotto il profilo sia politico, sia gestionale; fornendo altresì ai controllori tutti gli elementi per

verificare la correttezza e la legalità dei comportamenti messi in atto, in particolare consentendo di

riprodurre il processo decisionale, in presenza di una rigorosa motivazione delle scelte effettuate;

fornendo altresì ai cittadini e alle loro articolazioni nell'ambito della società civile, tutte le

conoscenze necessarie per il formarsi di un'opinione di merito, che consenta di svolgere il proprio

ruolo, di volta in volta: come quello, indispensabile, di cittadini consapevoli, o quello di sindacalisti

informati, o quello di finanziatori che siano in grado di valutare il grado di solvibilità dell'ente.

La nuova contabilità armonizzata è semplice nei principi ispiratori, complessa nelle regole che la

disciplinano. È stato, questo, un errore da parte del nostro legislatore. Più le norme sono complesse,

notoriamente, più agevole è la loro inosservanza/elusione, vanificando le ragioni della loro

esistenza. Si tratta di un'osservazione che spesso viene ripetuta, di un limite che è tipicamente

riferibile al nostro paese, in relazione al quale si è persa un'occasione preziosa. Si può però, in parte,

rimediare, se le opportune indicazioni verranno fornite tempestivamente e in modo chiaro.

Il vero aspetto centrale del processo, oltre all'esigenza di trasparenza136

e di correttezza già messa in

luce è quello della realizzazione di una corretta contabilità economica. Già con riferimento alla

legge n. 196 del 2009. che ha gettato le fondamenta dell'armonizzazione, si ebbe modo di

rispondere alla domanda, che sorgeva naturale, dopo avere esaminato quali dovrebbero essere i

contenuti di un sistema contabile pubblico, con riferimento alla contabilità economica ivi prevista e

al ruolo centrale da essa svolto: "Sarà realizzata con il carattere dell'effettività"? Questo sarà un

nodo centrale che discriminerà fra una riforma che ha realizzato i suoi obiettivi, o meno137

.

136

Si deve purtroppo osservare, nella direzione apparentemente contraria, quanto M. Bellesia, cit., ha messo in luce

circa il fatto che con il fondo crediti di dubbia esigibilità, ridotto nell'importo da inserire nel bilancio previsionale del

2015 e con il c.d. disavanzo tecnico, si dispone di fatto il rinvio del risanamento dei bilanci pubblici. È vero, ma tutto

nasce da patologie che conseguono dalla mancata applicazione (voluta dagli enti e, di fatto, prevalentemente tollerata

dai controllori) del quadro normativo, e ora, si può obiettare, il predetto rinvio avviene in modo trasparente,

consentendo agli enti un graduale riequilibrio dei loro flussi di entrata/spesa. Sul tema si vuole porre l'attenzione, anche

perché vanno emergendo alcune discrasie in ambito formativo, sull'importanza della rideterminazione dei residui,

preceduta dal riaccertamento ordinario (che è riferito a quelli per i quali non vi sia un'obbligazione giuridicamente

perfezionata), curando che le due attività non si sviluppino correttamente. Nel senso che quanto deve emergere in sede

di riaccertamento ordinario, con specifico riferimento all'inesistenza, o all'inesigibilità, dei residui attivi, dovrà essere

puntualmente realizzato, provvedendosi alla loro cancellazione. 137

Così G. Farneti, "Il procedimento gestionale di spesa, con particolare riguardo alla contrattualistica, secondo il

modello aziendale: un'opportunità per la pubblica amministrazione", in Legge di contabilità e finanza pubblica, le

questioni aperte, atti del convegno, Corte dei conti, Seminario di formazione permanente, Roma, 28-19 novembre 2009,

volume stampato nel 2011 dal Centro unico per la fotoriproduzione della Corte dei conti, Roma, p. 203-204, dopo avere

osservato che " Se, invece, dovessimo pensare ai risultati di cassa come al principale punto di riferimento per

armonizzare i sistemi contabili pubblici, ci troveremmo di fronte a un enorme passo indietro sul piano della complessiva

disponibilità delle conoscenze ritraibili dai sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni. Si dovrà, pertanto,

valorizzare al massimo la previsione normativa di un affiancamento, accanto al sistema di contabilità finanziaria, «di un

sistema e di schemi di contabilità economico-patrimoniale che si ispirino a comuni criteri di contabilizzazione» (cfr. art.

2, secondo comma, della legge n. 196). Questi comuni criteri non possono che riferirsi ai principi contabili; essi, in

quanto comuni, non potranno non considerare quanto si è già osservato laddove è stato messo in luce che la dimensione

finanziaria fa ovvio riferimento a quella, connessa, di tipo economico, secondo una logica che è quella che viene

accolta, appunto, dalla contabilità economico-patrimoniale", risponde alla domanda sopra formulata, riportando le

indicazioni elaborate dal CNEL, in questi termini (nell'assemblea del 30 maggio del 2007): ".. Rispondere a simili

problematiche avrebbe richiesto una serie di profonde modificazioni e innovazioni tese, ad esempio, a sollecitare

un'integrazione tra la tradizionale contabilità finanziaria e quella economico patrimoniale (Accrual basis of accounting).

Questa tendenza, ampiamente suffragata in ambito internazionale dai principi contabili per il settore pubblico (Ipsas), si

basa sulla considerazione che l'impiego della contabilità a base economico-patrimoniale consente di migliorare la

LEGGI D

'ITALIA

Page 174: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

174 8. La nuova contabilità armonizzata è decollata.

Con quali prospettive?

Conclusioni

Al termine di queste brevi riflessioni si deve ancora osservare come la complessità delle norme

dovrà trovare soluzioni applicative facendo sempre riferimento alle finalità della normativa e

dunque all'esigenza di rendere operante, in chiave prospettica, l'equilibrio monetario nell'ambito di

un sistema informativo chiamato ad elaborare le conoscenze che dovranno essere variamente

utilizzate all'interno e all'esterno dell'ente. Per utilizzare al meglio le risorse, rendendo trasparenti i

connessi processi decisionali e consentendo pertanto la replicabilità degli stessi. Tutto ciò non si

potrà realizzare se la contabilità economica non si svilupperà in modo analogo a quanto avviene nel

settore privato (e a quanto codificato dagli Ipsas); in particolare i costi e i proventi dovranno essere

rilevati contemporaneamente alla registrazione delle operazioni di accertamento e di impegno,

quando sorge l'obbligazione, indipendentemente dalla loro imputazione138

. Ancora, si dovrà curare

che i dati economici, correttamente elaborati attraverso una contabilità analitica che potrà realizzarsi

sia attraverso una metodologia contabile sia attraverso una metodologia extra-contabile, siano

utilizzati nel processo decisionale e, prima, nel controllo di gestione.

Per finire, un auspicio e una previsione, per quando il nostro paese vorrà, come sistema, imboccare

la strada della semplicità e della chiarezza. L'auspicio è quello di rendere disponibili per gli enti un

"software contabile unico", "con soluzioni cloud", così chiarendo le doverose regole nella tenuta

della contabilità finanziaria ed economico-patrimoniale e abbattendo costi e tempi139

.

La previsione è nella direzione di una futura contabilità economico-patrimoniale nell'ambito della

quale sviluppare tutte le richieste conoscenze sugli equilibri finanziari e più specificatamente

monetari, consuntivi e previsionali, anche con efficacia autorizzatoria; in particolare attraverso il

rendiconto/budget dei flussi monetari (o statement of cash flow), secondo le comuni conoscenze e le

prassi contabili, sia italiane sia internazionali. Così realizzando quel passaggio culturale che al

momento non si è potuto effettuare, imponendo in conseguenza agli enti un carico di lavoro che in

molte situazioni può apparire eccessivo; ma anche inducendo, e questo è l'aspetto maggiormente

negativo di una riforma che si è solo parzialmente compiuta, gli enti a dedicare prevalentemente

tempo e risorse alle concrete problematiche che emergono dalla contabilità finanziaria, trascurando,

spesso, quelle che attengono a una corretta gestione, in particolare sotto il profilo della realizzazione

del buon andamento (che è, contemporaneamente, manageriale e di effettiva legalità).

Fonte: Azienditalia, 2015, 1, 5.

rendicontazione delle amministrazioni pubbliche e di sensibilizzare i comportamenti verso un uso più razionale delle

risorse disponibili". 138

La Corte dei conti, Sezione delle Autonomie, nell'audizione su "Armonizzazione dei bilanci degli enti territoriali e

sistema contabile delle Regioni" del 27 novembre 2014 alla Commissione Parlamentare per l'attuazione del federalismo

fiscale, soffermandosi in termini chiari ed efficaci su tutte le problematiche connesse, così mettendo in luce assai bene i

contenuti dell'armonizzazione e le problematiche che emergono, a p. 6 afferma, con grande efficacia: "È da aggiungere

che la riforma non si esaurisce nella modifica della contabilità finanziaria, ma si sostanzia nella organica connessione di

questa con i sistemi e gli schemi di contabilità economico-patrimoniale (la cui attivazione - ad eccezione degli enti in

sperimentazione - è differita al 1° gennaio 2016). Solo se la riforma sarà resa operante con la sinergica combinazione

dei diversi moduli contabili, sarà possibile pervenire a una reale valutazione dello stato dei conti di ogni singolo ente". 139

Questa è la soluzione esplicitata da M. Bellesia, su questo numero della Rivista, che si vuole condividere in pieno.

Essa, a suo tempo, fu oggetto di discussione anche nell'ambito dell'Osservatorio ex art 154 del Tuel.

LEGGI D

'ITALIA

Page 175: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

175 9. Luci e ombre della nuova contabilità armonizzata:

considerazioni sulla sperimentazione

9. Luci e ombre della nuova contabilità armonizzata: considerazioni sulla

sperimentazione

di Mauro Bellesia

La sperimentazione della nuova contabilità armonizzata segna ormai tre anni e dalle esperienze sul

campo si possono certamente trarre alcune considerazioni che potrebbero essere utili a capire il

futuro della riforma di cui al D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118, come modificato dal D.Lgs. 10 agosto

2014, n. 126.

Innanzitutto, la gestione contabile di un ente locale è senz'altro più complessa di prima

Ciò si evince già "a colpo d'occhio" dalle 759 pagine di principi, schemi e modelli allegati al D.Lgs.

10 agosto 2014, n. 126140

. Anche un primo breve approfondimento evidenzia la medesima

sensazione: basta osservare il grado di dettaglio dei principi contabili, del piano dei conti e di talune

procedure, come, ad esempio, quelle delle variazioni di bilancio141

.

Se poi si passa ad analizzare le scelte fondamentali della riforma, emerge un quadro assai articolato:

1) per prima cosa, non si è voluto eliminare la contabilità finanziaria a favore di un sistema

contabile economico-patrimoniale, così come avviene in altri Paesi europei; rimane la contabilità

finanziaria di competenza quale sistema contabile principale e fondamentale per i fini autorizzatori

e di rendicontazione della gestione (art. 2, D.Lgs. n. 118/2011);

2) la contabilità economico-patrimoniale è obbligatoria e si affianca a quella finanziaria

mantenendo finalità prettamente conoscitive; tuttavia, si complica il sistema delle rilevazioni poiché

non si limita ad un'analisi di fine periodo, ma riguarda i singoli fatti gestionali che si svolgono

quotidianamente durante la gestione (art. 2, c. 1, D.Lgs. n. 118/2011)142

;

3) viene reintrodotto l'obbligo del bilancio di cassa, anch'esso con finalità autorizzatorie e

vincolanti, in aggiunta a quello di competenza finanziaria (art. 11, D.Lgs. n. 118/2011). Sorgono di

140

Limitandosi a constatare il numero di pagine della presente riforma, rispetto a quella precedente, si rileva che detto

numero passa da 510, per il vero da n. 449 al netto dei modelli della relazione previsionale e programmatica che viene

accantonata e sostituita dal DUP (D.P.R. n. 194/1996, G.U. s.o. n. 87 del 13 aprile 1996), a n. 759 pagine (D.Lgs. n.

126/2014, s.o. n. 73L della G.U. n. 199 del 28 agosto 2014), con un incremento del 69%. 141

Il quadro normativo delle variazioni di bilancio indicato nell'art. 175 del Tuel D.Lgs. 267/2000, si complica

notevolmente: limitandosi all'analisi del numero delle righe del testo, non si può non osservare che si passa da 25 righe,

a ben 89 righe ca. nella nuova contabilità armonizzata. 142

Nella riforma precedente la contabilità economico-patrimoniale poteva essere tenuta in via semplificata nelle

scritture di fine esercizio tramite il c.d. prospetto di conciliazione; l'ente può comunque implementare un sistema di

contabilità unica, nel quale la contabilità economico-patrimoniale utilizza il metodo della partita doppia. Per

approfondimenti si rinvia a Bellesia M., www.bellesiamauro.it Manuale di contabilità e dei Principi contabili per gli

Enti locali, CEL Editrice, 2011. Si veda anche Mauro Bellesia (www.bellesiamauro.it), Rubrica rilevazioni contabili:

vecchia e nuova contabilità a confronto, caso n. 1, L'impegno di una spesa per un servizio reso alla PA, in Azienditalia

n. 11/2013.

LEGGI D

'ITALIA

Page 176: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

176 9. Luci e ombre della nuova contabilità armonizzata:

considerazioni sulla sperimentazione

conseguenza nuove problematiche in ordine al coordinamento degli stanziamenti con i vincoli del

patto di stabilità interno e le giacenze di tesoreria;

4) il sistema di programmazione finanziaria diventa più complesso per effetto dell'adozione del

principio della "competenza finanziaria potenziata": il nuovo bilancio preventivo non si limita alla

previsione dei nuovi impegni e accertamenti che saranno assunti negli anni futuri, ma deve

contenere anche gli impegni e gli accertamenti assunti nel passato e non ancora, rispettivamente,

pagati e riscossi (ex gestione residui)143

. Al fine di rappresentare gli equilibri di bilancio, compare

una nuova voce, sia in entrata che in spesa, destinata a far parlare di se per lungo tempo per la

complessità di gestione e di verifica: il "fondo pluriennale vincolato"144

;

5) l'utilizzo di schemi di bilancio uniformi per tutta la p.a., da un lato, favorisce il consolidamento

dei dati, ma, dall'altro, aumenta e disarticola le voci di bilancio (art. 4, D.Lgs. n. 118/2011),

aumentandone la complessità;

6) per i comuni con più di 5000 abitanti, si aggiunge anche l'obbligo di adottare il bilancio

consolidato tra ente locale e proprie società, fondazioni, istituzioni ecc. (art. 11-bis D.Lgs. n.

118/2011);

7) tutte le singole movimentazioni contabili vengono sottoposte a codifica standardizzata ai fini

della loro tracciabilità (transazioni elementari - artt. 5 e 6, D.Lgs. n. 118/2011).

Quindi, la prima considerazione consiste nell'evidenziare che la riforma non va di certo verso una

semplificazione del sistema contabile degli enti locali145

. Si pensi, a titolo di esempio, al necessario

aggiornamento dei software di contabilità e di programmazione che ha prodotto, nella realtà dei

fatti, una notevole mole di lavoro e l'impiego di risorse non trascurabili; a riguardo, appare singolare

la convinzione del Legislatore che all'art. 80, c. 3, del D.Lgs. n. 118/2011 prevede testualmente

"All'attuazione del presente decreto si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e

finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la

finanza pubblica".

Considerazioni sull'applicazione della nuova contabilità armonizzata

Altre considerazioni sull'applicazione della nuova contabilità armonizzata riguardano le

conseguenze pratiche dell'adozione del nuovo principio della "competenza finanziaria potenziata".

143

Rimane comunque una c.d. "gestione residui" seppur limitata rispetto all'analoga accezione della riforma precedente. 144

Il fondo pluriennale vincolato (FPV) è definito dal paragrafo 5.3 dell'allegato n. 4/2 del Principio contabile applicato

della contabilità finanziaria: "Il fondo pluriennale vincolato è un saldo finanziario, costituito da risorse già accertate

destinate al finanziamento di obbligazioni passive dell'ente già impegnate, ma esigibili in esercizi successivi a quello in

cui è accertata l'entrata...". Si ritiene che si tratti di una posta contabile particolarmente difficile da gestire nel corso

degli anni, specie se non sussiste un adeguato software applicativo in grado di tenere in memoria tutte le

movimentazioni succedutasi dal momento di prima costituzione; tali difficoltà sono state peraltro già anticipate nella

relazione del Ministro dell'Economia alla Camera dei Deputati il 23 maggio 2013. 145

Il fattore "semplicità" ha sempre avuto un ruolo determinante e, purtroppo, viene sovente sottovalutato: più

complessità è spesso sintomo di minore chiarezza, maggiore confusione e quindi elemento foriero di comportamenti

diversi dalle attese.

LEGGI D

'ITALIA

Page 177: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

177 9. Luci e ombre della nuova contabilità armonizzata:

considerazioni sulla sperimentazione

Ci si riferisce, in particolare, ai criteri per l'accertamento delle entrate e delle spese, nonché alle

modalità di verifica della copertura finanziaria. Vediamole una alla volta.

a) Le conseguenze dei nuovi criteri per l'accertamento delle entrate

Fra le finalità dichiarate fin dall'inizio come qualificanti la nuova contabilità armonizzata, rientra

anche quella di evitare l'accertamento di entrate future e di impegni inesistenti; ciò significa bilanci

più veritieri e più incisività nel contrasto dei fenomeni del dissesto, in quanto si frenano le

"forzature" dei bilanci finalizzate a permettere livelli di spesa non sostenibili. Infatti, i nuovi

principi contabili impongono di inserire in bilancio stanziamenti consoni a crediti effettivi e quindi

si fa decisamente un passo avanti verso una maggiore veridicità e attendibilità dei conti pubblici.

Nella realtà dei fatti avverrà proprio questo? Qualche dubbio c'è, specie nella fase di avvio della

nuova contabilità.

I dubbi nascono (e i rischi connessi si avvertono) nel momento in cui si percepiscono gli effetti

congiunti di due norme differenti:

- da un lato, sussiste l'obbligo di prevedere nel bilancio, parte entrata, tutti i crediti anche quelli di

difficile esazione (punto 3.3 del principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria,

Allegato n. 4/2 al D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118);

- dall'altro, il fondo crediti dubbia esigibilità, che costituisce uno stanziamento di spesa corrente

(art. 167 Tuel), peraltro non di facile determinazione, con lo scopo di bilanciare (ai fini degli

equilibri di bilancio) la presenza di stanziamenti di entrata fasulli, subirà per effetto della legge di

stabilità dell'anno 2015 una forte riduzione nell'importo da inserire nel bilancio preventivo

(attualmente è il 50% il primo anno e 75% il secondo, ma si prevede un'ulteriore riduzione).

L'effetto congiunto delle due norme succitate produce l'esatto contrario di quanto ipotizzato dal

Legislatore: le entrate devono essere tutte previste in bilancio, ma il fondo che permette di non

utilizzare la parte delle entrate di dubbia riscossione, va conteggiato solo in parte: in altre parole, si

dispone il rinvio del risanamento dei bilanci pubblici.

Un'altra norma con effetti simili è destinata a generare ulteriori dubbi: il c.d. "disavanzo tecnico"

che può emergere al 1° gennaio 2015 per effetto della prima applicazione della nuova contabilità146

risulta già spalmabile nei 10 anni futuri (art. 3, c. 16, D.Lgs. n. 118/2011) e si prevede un ulteriore

allungamento nella legge di stabilità 2015 fino a 30 anni.

b) Le conseguenze dei nuovi criteri per l'impegno delle spese

Come noto, la nuova contabilità armonizzata di cui al D.Lgs. n. 118/2011 rileva i debiti effettivi,

ovvero quando diventano certi, liquidi ed esigibili; conseguentemente, negli schemi e negli allegati

al bilancio o al rendiconto non vi è traccia delle obbligazioni nate o perfezionate, ma sono rilevati

146

Il c.d. "disavanzo tecnico" non è altro che la conferma della presenza di un disavanzo effettivo e latente. Per

approfondimenti si rinvia a Bellesia M., www.bellesiamauro.it Manuale di contabilità e dei Principi contabili per gli

Enti locali, CEL Editrice, 2011.

LEGGI D

'ITALIA

Page 178: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

178 9. Luci e ombre della nuova contabilità armonizzata:

considerazioni sulla sperimentazione

solo gli impegni corrispondenti a obbligazioni venute a scadenza (o che si presume vadano a

scadenza, se si tratta di bilancio di previsione).

In altri termini, con il passaggio dalla vecchia alla nuova contabilità occorre spostare l'imputazione

degli impegni dal momento in cui la relativa obbligazione sottostante si perfeziona, al momento in

cui la stessa va a scadenza147

.

Pertanto, si può generare, di conseguenza un effetto di spostamento in avanti nel tempo

dell'imputazione degli impegni; questo evento, ovviamente, non avviene se nello stesso anno le

obbligazioni sorte vanno pure a scadenza, ma quando, invece, la scadenza slitta agli anni

successivi148

.

Tale fattispecie potrebbe rivelarsi, alla prova dei fatti, una criticità molto importante

sostanzialmente per due motivi:

- il primo riguarda la maggiore complessità e/o difficoltà nel verificare le condizioni di copertura

finanziaria, visto che l'allungamento dell'orizzonte temporale comporta previsioni per il futuro e

quindi minori certezze nel presente;

- il secondo motivo concerne il rischio di generare comportamenti non prudenziali, caratterizzati da

ingiustificate dilazioni dei tempi di imputazione delle spese, rinviando, di fatto, oneri al futuro e

nascondendo situazioni di difficoltà finanziaria o di dissesto149

.

c) La verifica della copertura finanziaria

Un altro aspetto della nuova contabilità armonizzata che di certo cambierà di molto i meccanismi e i

comportamenti attuali, consiste nel sistema di verifica della copertura finanziaria degli atti

amministrativi che si esplicita nelle modalità di resa del parere di regolarità contabile sulle delibere

e del visto sulle determine (rispettivamente art. 49, c. 1 e art. 151, c. 4 del Tuel).

Le difficoltà operative aumentano di molto per il semplice fatto che il parere e il visto vanno resi, di

norma, prima della effettiva possibilità di verificare le disponibilità finanziarie: praticamente, nella

147

Vedasi a riguardo i criteri per l'impegno delle spese in AAVV, Manuale di Contabilità armonizzata, Ipsoa, 2014. 148

Vedasi a riguardo Mauro Bellesia (www.bellesiamauro.it), Rubrica rilevazioni contabili: vecchia e nuova contabilità

a confronto, caso n. 1, L'impegno di una spesa per un servizio reso alla PA, in Azienditalia n. 11/2013. Vedasi anche

AAVV, Manuale di Contabilità armonizzata, Ipsoa, 2014. 149

Ci si riferisce, in modo particolare, ai debiti di parte corrente che non hanno, a differenza degli investimenti, la

garanzia generalizzata di copertura finanziaria con risorse accertate ed esigibili nell'esercizio in cui viene presa la

decisione che comporterà la spesa (punto 5.3 del principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria,

Allegato n. 4/2 al D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118). D'altro canto, la focalizzazione dell'attenzione (e delle rilevazioni

contabili intese come "imputazioni") sul momento in cui i debiti diventano certi, liquidi ed esigibili potrebbe lasciare

spiragli a comportamenti effettivi non virtuosi supportati dalla (erronea) convinzione di un allentamento dei vincoli

nella fase di contrazione delle obbligazioni che generano, nel futuro, esborsi monetari.

Vedasi per approfondimenti:

- Mauro Bellesia (www.bellesiamauro.it) "La nuova contabilità può essere un boomerang" in ItaliaOggi del 15 agosto

2013.

- Mauro Bellesia (www.bellesiamauro.it) "Luci ed ombre della nuova contabilità armonizzata degli enti locali ex D.Lgs.

118/11 in Management Locale", Rivista di amministrazione, finanza e controllo, agosto 2013.

- Mauro Bellesia (www.bellesiamauro.it) "Bilanci, sperimentazione tra dubbi" in ItaliaOggi del 20 aprile 2012.

LEGGI D

'ITALIA

Page 179: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

179 9. Luci e ombre della nuova contabilità armonizzata:

considerazioni sulla sperimentazione

nuova contabilità armonizzata, è come attestare ora che domani (o fra un anno, o fra due anni e così

via) ci saranno i soldi necessari per pagare i debiti quando diverranno certi, liquidi ed esigibili.

Cioè, rispetto alle regole precedenti, si passa da una attestazione di copertura finanziaria verificabile

contestualmente, a un'attestazione su ipotetici eventi che avverranno nel futuro a distanza anche di

vari anni.

Si pensi poi, al nuovo obbligo del bilancio di cassa: l'attestazione di copertura finanziaria, d'ora in

avanti, non può prescindere dalla verifica aggiuntiva dell'esistenza delle reali disponibilità di

tesoreria150

nell'ambito della rispettiva voce di bilancio.

Ne risulta che la medesima attestazione diventa più laboriosa, più difficoltosa, meno certa e più

responsabilizzante per il funzionario che la firma151

. Trattasi di una problematica di notevoli

conseguenze sulla tenuta dei conti degli enti locali, che meriterebbe una maggiore attenzione del

Legislatore, nel garantire imparzialità e tutele personali di chi deve svolgere, nell'interesse generale,

la delicatissima funzione di responsabile del servizio finanziario.

Un'ultima considerazione sulle ultimissime novità in tema di fatture elettroniche

Un'ultima considerazione riguarda le ultimissime novità in tema di fatture elettroniche da parte di

tutti i fornitori della p.a. e utilizzo obbligatorio della piattaforma WEB per la certificazione crediti

(sistema PCC - art. 7-bis del D.L. n. 35/2013 introdotto dall'art. 27 del D.L. n. 66/2014).

Il sistema PCC è destinato a fornire, a regime (che si prevede a marzo 2015), tutte le informazioni

necessarie per conoscere i debiti nei confronti della p.a. coinvolgendo i soggetti direttamente

interessati (ovvero i fornitori) nell'inserimento nella piattaforma web delle fatture elettroniche nei

riguardi della p.a. al fine di ottenere il pagamento delle stesse ed, eventualmente, la certificazione

del credito per usi bancari. Pertanto, vi sono tutte le condizioni affinché tale sistema funzioni

rapidamente, visto che da fine marzo 2015 gli enti locali potranno pagare solo fatture elettroniche.

Ciò premesso, risulta facile prevedere che a breve sarà effettivamente funzionante un valido sistema

in grado di misurare in modo attendibile i debiti degli enti locali, oltre naturalmente le fatture e i

rispettivi pagamenti.

Ma allora una domanda sorge spontanea: ha ancora senso mantenere il complesso sistema della

nuova contabilità armonizzata, se una delle priorità dello stesso, cioè la conoscenza dei debiti

effettivi, avviene in automatico in tempo reale tramite un semplice strumento informatico, peraltro

attendibile perché implementato proprio da coloro che hanno tutto l'interesse che funzioni bene?

A questo punto, non sarebbe meglio tenere la sola contabilità di cassa, certamente più semplice, più

attendibile e facilmente controllabile? Oppure la sola contabilità economico-patrimoniale a partita

doppia (che rileva, come noto, anche le movimentazioni di cassa) così come fanno molti altri Paesi

europei? E pensare già al futuro, perché no? Magari a un software contabile unico per tutti gli enti

150

Per approfondimenti sulle modalità di verifica della copertura finanziaria si rinvia a Bellesia M.,

www.bellesiamauro.it Manuale di contabilità e dei Principi contabili per gli Enti locali, CEL Editrice, 2011. 151

Non bisogna sottovalutare anche l'importanza di disporre di adeguati software di contabilità che permettono di

gestire contemporaneamente molti esercizi futuri, in termini di: analisi storica di tutte le assunzioni, variazioni e

reimputazioni per ogni singolo impegno/accertamento, nonché previsioni, variazioni e movimentazioni di cassa.

LEGGI D

'ITALIA

Page 180: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

180 9. Luci e ombre della nuova contabilità armonizzata:

considerazioni sulla sperimentazione

locali funzionante su web con soluzioni cloud? Chissà quante sinergie e quanti risparmi si

potrebbero ottenere….

(*) www.bellesiamauro.it.

Fonte: Azienditalia, 2015, 1, 10

LEGGI D

'ITALIA

Page 181: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

181 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

10. L’armonizzazione contabile: dalla sperimentazione alla realtà

di Roberta Caiffa

Nel contributo viene delineato il quadro di riferimento che, dal 1° gennaio 2015, sarà caratterizzato

dall'introduzione dei nuovi principi contabili generali e applicati per gli enti territoriali e i loro enti e

organismi strumentali, sulla base di un progetto di fondo orientato alla tenuta degli equilibri di

finanza pubblica.

Premessa

Con l'entrata in vigore del decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 che, con disposizioni

integrative e correttive, ha novellato il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 "Disposizioni in

materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti

locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42", al 31

dicembre 2014 si è conclusa la sperimentazione del nuovo impianto di contabilità condotta su un

campione di enti. Dal primo gennaio 2015, infatti, l'armonizzazione dei sistemi contabili e degli

schemi di bilancio ha preso avvio per tutti gli enti territoriali, secondo la "Delega al Governo in

materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione"152

contenuta nella

Legge n. 42/2009.

Le altre amministrazioni pubbliche - per effetto di analoga delega al Governo sull'armonizzazione,

informata a medesimi principi e criteri direttivi della Legge n. 42/2009, ma contenuta nella legge 31

dicembre 2009, n. 196 "Legge di contabilità e finanza pubblica"153

- vedranno l'avvio della

contabilità armonizzata per effetto del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91 "Disposizioni

recanti attuazione dell'articolo 2 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in materia di adeguamento

ed armonizzazione dei sistemi contabili" con inizio della sperimentazione, a legislazione vigente,

dal 2015, ai sensi dell'art. 25154

. Così, le leggi n. 42/2009 e n. 196/2009 hanno operato in maniera

convergente verso l'armonizzazione, per soddisfare esigenze di programmazione, gestione e

rendicontazione, secondo il principio di coordinamento della finanza pubblica. A tal fine, si sono

152

Cfr. art. 2 ed, in particolare, lettera h). 153

Cfr. articolo 2. 154

Art. 25 - Sperimentazione - "1. Al fine di valutare gli effetti derivanti da un avvicinamento tra contabilità finanziaria

e contabilità economico-patrimoniale, entro il 31 dicembre 2012, con decreto del Ministro dell'economia e delle

finanze è disciplinata, a partire dal 2015, una attività di sperimentazione della durata di due esercizi finanziari, avente

ad oggetto la tenuta della contabilità finanziaria sulla base di una nuova configurazione del principio della competenza

finanziaria, secondo la quale le obbligazioni attive e passive giuridicamente perfezionate, che danno luogo a entrate e

spese per l'ente di riferimento, sono registrate nelle scritture contabili con l'imputazione all'esercizio nel quale esse

vengono a scadenza, ferma restando, nel caso di attività di investimento che comporta impegni di spesa che vengono a

scadenza in più esercizi finanziari, la necessità di predisporre la copertura finanziaria per l'effettuazione della

complessiva spesa dell'investimento. Le amministrazioni interessate alla sperimentazione sono individuate anche

tenendo conto della opportunità di verificarne, in particolare, gli effetti sulle spese in conto capitale. Al termine del

primo esercizio finanziario in cui ha avuto luogo la sperimentazione e, successivamente, ogni sei mesi, il Ministro

dell'economia e delle finanze trasmette alle Camere una relazione sui relativi risultati 2. In considerazione degli esiti

della sperimentazione, è valutata la possibilità di estendere alle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 1, lettera

a), la tenuta di una contabilità finanziaria sulla base del principio di competenza finanziaria come configurato dal

comma 1."

LEGGI D

'ITALIA

Page 182: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

182 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

basate su principi e regole contabili uniformi, su un comune piano dei conti integrato, su comuni

schemi di bilancio articolati in missioni e programmi - in coerenza con la classificazione economica

e funzionale individuata dai regolamenti comunitari in materia di contabilità nazionale e relativi

conti satellite - e sull'adozione di un bilancio consolidato con le aziende, società ed altri organismi

controllati.

In questo lavoro si delinea, anche se in sintesi, il quadro di riferimento che, dal 1° gennaio 2015,

sarà caratterizzato dall'introduzione dei nuovi principi contabili generali ed applicati per gli enti

territoriali ed i loro enti ed organismi strumentali, sulla base di un progetto di fondo orientato alla

tenuta degli equilibri di finanza pubblica. Il percorso è ben individuato dalle norme e già

sperimentato, sotto la guida del Ministero dell'economia e finanze, nel corso dell'ultimo triennio, da

un rappresentativo numero di enti territoriali. Il risultato dell'impegnativo lavoro svolto negli ultimi

tre anni, per la concreta attuazione della riforma, si è tradotto nella documentazione allegata al

D.Lgs. n. 126/2014, modificativo ed integrativo del D.Lgs. n. 118/2011. In questa sede viene

illustrato il punto di vista della Corte dei conti sulla riforma, desumibile dall'attività di controllo

sugli enti territoriali, anche tenuto conto del fatto che l'Europa chiede da tempo di adottare regole

contabili uniformi.

Considerazioni generali sull'armonizzazione

L'affermarsi di un localismo contabile, soprattutto a livello regionale, che nel corso del tempo ha

reso poco compatibili tra loro i documenti contabili redatti dalle pubbliche amministrazioni, ha di

fatto spesso finito per precludere il confronto dei dati di bilancio a livello sia nazionale che europeo.

In particolare la tendenza, negli anni, ad accumulare residui attivi e passivi da parte degli enti

territoriali e a non assoggettarli a serie periodiche revisioni, sulla base della sussistenza o meno di

un titolo giuridico - o, a non evidenziare problematiche nella riscossione o nel pagamento delle

relative somme - ha complicato sempre più la quantificazione, tra l'altro, dei veri crediti vantati

dalle pubbliche amministrazioni e dell'esatto livello dell'indebitamento. Tale esigenza ha spinto il

legislatore a normare, a livello generale - per tutte le pubbliche amministrazioni - ed in maniera più

organica, i processi per fare emergere le reali difficoltà degli enti e, per contro, le loro potenzialità

economiche. Infatti il nuovo sistema affida un giusto ruolo agli elementi patrimoniali, in

combinazione con i profili economici e finanziari.

Una pubblica amministrazione deve avere il bilancio 'autorizzatorio' in pareggio. Se un ente usa

meno risorse di quelle che acquisisce vuol dire che sta tassando troppo i suoi cittadini; mentre se ne

utilizza di più significa che sta 'depauperando' in modo rischioso il suo patrimonio. Così facendo

non fa altro che spostare sulle generazioni future un problema attuale di non ottimale uso delle

risorse. Le sue entrate potrebbero non essere in grado di finanziare adeguatamente le attività

fondamentali dell'ente. Tra l'altro, a tale scopo rileva la finalizzazione della spesa pubblica, che è

sostanzialmente alla base della nuova classificazione per missioni e programmi prevista dalla

riforma. Ma se l'ente mantiene nel suo bilancio residui attivi e passivi riferiti a crediti e debiti che

probabilmente non riscuoterà o non pagherà mai, in quanto di dubbia esigibilità o non supportati da

validi titoli giuridici, non è in grado di conoscere la sua reale situazione, né di verificare la

tendenziale corrispondenza tra risorse acquisite - tramite imposte sia nazionali che locali - e livello

dei servizi resi. A questo tende il percorso di armonizzazione, ossia a rendere chiari e completi i dati

indicati nei bilanci.

LEGGI D

'ITALIA

Page 183: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

183 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

Con il nuovo sistema di bilancio si raggiunge una prima tappa fondamentale nel percorso di

risanamento dei conti che, nell'ottica del coordinamento della finanza pubblica, mira anche al

rispetto delle regole comunitarie, nonché a facilitare l'attività di revisione della spesa pubblica e

determinazione di fabbisogni e costi standard. Così programmazione, previsione e rendicontazione

dei fatti gestionali - sulla base di comuni schemi di bilancio finanziari, economici e patrimoniali

(cfr. art. 11 D.Lgs. n. 118/2011), anche nell'ottica di consolidamento con gli enti ed organismi

strumentali, aziende, società controllate e partecipate ed altri organismi controllati - mirano insieme

a permettere il raffronto dei vari comparti della finanza pubblica, attraverso l'introduzione di una

metodologia unitaria di rilevazione e classificazione delle entrate e delle spese.

In questo sistema, il nuovo piano dei conti integrato155

(cfr. art. 4 ed allegato n. 6 del D.Lgs. n.

118/2011), per il corretto monitoraggio dei conti pubblici, è funzionale al raccordo tra i conti delle

amministrazioni pubbliche e il Sistema europeo dei conti nazionali. L'intento è quello di garantire

una rilevazione unitaria dei fatti gestionali sotto tre diversi aspetti: finanziario, economico e

patrimoniale. L'obiettivo viene perseguito con il supporto di un sistema omogeneo di contabilità

economico-patrimoniale. E qui, il nuovo principio generale di competenza finanziaria potenziata, -

dettagliatamente declinato nell'allegato A/2 del già citato decreto - basato sulla variabile "tempo",

impone un rafforzamento della programmazione di bilancio; favorisce la modulazione delle

riscossioni e dei pagamenti secondo gli effettivi fabbisogni ed avvicina i due momenti relativi alla

competenza finanziaria ed alla competenza economica. Importante, al riguardo, è il documento

relativo alla matrice di correlazione, che permette il raccordo tra il piano finanziario, il piano

economico ed il piano patrimoniale, predisposta per il piano dei conti di tutte le amministrazioni

pubbliche, al fine di verificarne la coerenza con i principi contabili applicati in corso di

sperimentazione, consultabile sul sito MEF dedicato alla sperimentazione.

Un impianto di contabilità più chiaro è in grado di fornire utili informazioni a tutti i livelli: non solo

ai gestori e ai controllori, ma anche agli amministratori e a tutti i soggetti coinvolti nei processi

decisionali e/o semplicemente interessati, anche dal punto di vista politico e sociale.

La strada che l'Europa ci ha chiamati a percorrere è una strada più trasparente, nella quale gli

'stakeholders', ossia i vari portatori di interessi, siano in grado di leggere più facilmente i dati di

bilancio, anche in maniera critica, se ciò è necessario. La riforma oggi avviata presuppone, ad ogni

modo, una diversa modalità di impostare l'attività degli enti, coinvolgendo tutte le figure

155

Nel piano dei conti integrato vengono rappresentati gli atti gestionali che generano transazioni elementari e ad

ognuna di esse è attribuita una codifica al fine di tracciare le operazioni contabili e di movimentare il piano dei conti

integrato. Art. 4 D.Lgs. n. 118/2011"... Il piano dei conti integrato, ispirato a comuni criteri di contabilizzazione, è

costituito dall'elenco delle articolazioni delle unità elementari del bilancio finanziario gestionale e dei conti economico-

patrimoniali, definito in modo da evidenziare, attraverso i principi contabili applicati, le modalità di raccordo, anche in

una sequenza temporale, dei dati finanziari ed economico-patrimoniali, nonché consentire la rilevazione unitaria dei

fatti gestionali ...".

Dal sito Arconet: "Il piano dei conti integrato, costituito dall'elenco delle voci del bilancio gestionale finanziario e dei

conti economici e patrimoniali, definito in modo da consentire la rilevazione unitaria dei fatti gestionali è unico e

obbligatorio per tutte le amministrazioni pubbliche (con i necessari adeguamenti in considerazione delle caratteristiche

peculiari dei singoli comparti) e rappresenta la struttura di riferimento per la predisposizione dei documenti contabili e

di finanza pubblica. E' previsto solo per le amministrazioni pubbliche in contabilità finanziaria ed è stato elaborato in

funzione delle esigenze del monitoraggio della finanza pubblica. Il livello minimo di articolazione del piano dei conti, ai

fini del raccordo con i capitoli e, ove previsti, con gli articoli, è costituito almeno dal quarto livello. Ai fini della

gestione gli enti territoriali in contabilità finanziaria fanno riferimento anche al quinto livello del piano dei conti".

LEGGI D

'ITALIA

Page 184: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

184 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

professionali che la amministrano, con la finalità di rendere i bilanci omogenei, confrontabili e

aggregabili, anche in chiave europea.

Il processo di sintesi di tutte queste esigenze è passato attraverso un periodo di sperimentazione,

programmato inizialmente per due anni, ai sensi dell'art. 36156

dell'originario D.Lgs. n. 118/2011,

divenuti tre per effetto della disposizione contenuta nell'art. 9, co. 1, del decreto legge 31 agosto

2013, n. 102, convertito dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124, che ha anche introdotto novità

significative per la riforma.

Gli enti in sperimentazione come "patrimonio" dei nuovi bilanci armonizzati

La sperimentazione dei nuovi sistemi contabili e schemi di bilancio è stata inizialmente condotta da

5 Regioni, 12 Province e 68 Comuni, estendendola anche agli enti strumentali (almeno uno in

contabilità finanziaria ed uno in contabilità economico-patrimoniale)157

. Gli enti sono stati

individuati dal D.P.C.M. 28 dicembre 2011, secondo criteri di rappresentatività, in base alla loro

collocazione geografica ed alla dimensione demografica, candidati dalla Conferenza dei Presidenti

delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, dall'ANCI e dall'UPI.

Nel corso del primo anno, il 2012, la Regione Siciliana, con L.R. 10 agosto 2012, n. 45 ha deciso di

sospendere la sperimentazione, anche se, successivamente si è adeguata con due leggi regionali

intervenute nel 2014: la prima, di stabilità regionale, L.R. n. 5/2014 (per introdurre il Titolo II della

riforma dal 1° gennaio 2014), la seconda, di assestamento, L.R. n. 21/2014 (per recepire i Titoli I e

III dal 1° gennaio 2015). Nello stesso anno, 6 comuni sono stati esclusi dalla sperimentazione con

D.M. 13 luglio 2012, per non aver rispettato il primo adempimento richiesto agli enti locali annessi

alla sperimentazione, consistente nell'invio della delibera della Giunta concernente la partecipazione

al progetto e la designazione del proprio referente (art. 5, co. 1 del citato D.P.C.M. 28 dicembre

2011)158

.

Il 2013, secondo anno di sperimentazione, ha visto l'ingresso di un nuovo Comune159

e la

contestuale rinuncia da parte di 14 amministrazioni comunali. Entro il 30 settembre 2013 - ai sensi

dell'art. 9, comma 4 del citato D.L. n. 102/2013 - gli enti interessati potevano presentare domanda di

partecipazione al terzo anno di sperimentazione (2014) e porre in essere tutte le attività necessarie

per provvedere, ai sensi della predetta norma, al riaccertamento dei residui con riferimento alla data

del 1° gennaio 2014, contestualmente al rendiconto 2013 - inviando la delibera di Giunta - ed

applicare così i nuovi principi fin dal primo giorno del 2014. Dai dati diffusi dal MEF, hanno

presentato domanda di partecipazione circa 400 enti, probabilmente anche incoraggiati dagli

incentivi previsti per i nuovi partecipanti. Tali enti sono stati oggetto di un attento esame da parte

del Gruppo di lavoro Arconet - di cui si dirà più avanti - unitamente all'analisi delle delibere di

Giunta, per verificarne l'effettiva volontà di adesione al percorso e la corretta interpretazione della

disciplina applicabile dal terzo anno, anche perché, divenendo direttamente operativa poteva

risultare particolarmente impegnativa. Con D.M. del 15 novembre 2013 sono state incluse nel

percorso di sperimentazione 12 province, oltre a 373 Comuni e 5 Unioni di comuni.

156

Dal 12 settembre 2014, per effetto dell'entrata in vigore delle disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. n.

118/2011, recate dal D.Lgs. n. 126/2014, l'articolo relativo alla sperimentazione è il n. 78. 157

Cfr. D.P.C.M. 25 maggio 2012. 158

Cfr. sito internet Arconet, in particolar modo le relazioni semestrali MEF e l'elenco enti in sperimentazione nel

2012/2013/2014. 159

Comune di Bossolasco.

LEGGI D

'ITALIA

Page 185: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

185 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

Nel 2014, terzo anno di sperimentazione, oltre all'esclusione della Regione Campania, con Decreto

MEF del 6 novembre 2014, vi è stata la rinuncia di una Provincia e di 51 Comuni160

. Così, hanno

concluso la sperimentazione, al 31 dicembre 2014: 3 Regioni, 23 province; 372 Comuni e 5 Unioni

di Comuni, comprensivi dei loro enti ed organismi strumentali.

Gli enti partecipanti alla sperimentazione - come già anticipato - hanno potuto beneficiare, nel corso

del triennio, di un sistema premiante161,

in forma di riduzione degli obiettivi di patto di stabilità

interno.

La sperimentazione, secondo l'approccio bottom-up, ha permesso di verificare le opportunità

presentate dal nuovo impianto normativo e le eventuali difficoltà riscontrate, soprattutto legate

all'attuazione dei principi contabili applicati. Questo ha permesso di adeguare con gradualità le

norme inizialmente previste nel D.P.C.M. 28 dicembre 2011 ed ha rappresentato un innovativo

metodo di definizione ed adeguamento di una disciplina provvisoria che, per i partecipanti, è stata

applicata in via esclusiva, in sostituzione delle norme previste per tutti gli enti.

Grazie alla sperimentazione si è riscontrato che le esigenze gestionali e conoscitive della finanza

pubblica possono essere effettivamente assicurate dal nuovo assetto contabile; con l'entrata in

vigore del D.Lgs. n. 126/2014, correttivo ed integrativo del D.Lgs. n. 118/2011, è iniziata la fase

della sua piena operatività.

Il Ministero dell'economia e delle finanze, nel sito internet dedicato all'armonizzazione contabile162

-

oltre a raccogliere tutto il 'patrimonio' conoscitivo che è stato prodotto nel triennio di

sperimentazione, dedica ampio spazio alle domande (FAQ - frequently asked questions - suddivise

per argomento) che gli enti hanno posto al Gruppo di lavoro (operante presso la Ragioneria

Generale dello Stato). Il gruppo Arconet è costituito da rappresentanti del Ministero dell'economia e

delle finanze - RGS, del Ministero dell'interno, del Ministero della salute, dell'Istat, della

Conferenza dei Presidenti delle Regioni, dell'UPI, dell'ANCI, dell'ABI e dell'Ordine dei

commercialisti, come articolazione del "gruppo bilanci" costituito nell'ambito della Commissione

tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale (COPAFF). Tale gruppo di lavoro ha

160

Dai dati desunti dalle relazioni semestrali del Ministro dell'economia e delle finanze sui risultati della

sperimentazione. 161

Cfr. art. 30, co. 2, Legge n. 183/2011 "È ulteriormente ridotto, per un importo di 20 milioni di euro, l'obiettivo degli

enti che partecipano alla sperimentazione di cui all'articolo 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118. Le

predette riduzioni sono attribuite ai singoli enti con il decreto di cui al comma 2 del presente articolo".

Decreti MEF: premialità 2012 con il Decreto del 21 settembre 2012; premialità 2013 con il Decreto del 17 dicembre

2013.

"In considerazione dell'impegno richiesto dalla sperimentazione, per l'esercizio 2014, l'articolo 9 del D.L. 102 del 2009

ha, tra l'altro, significativamente ampliato il sistema premiale, rispetto a quello applicato nel 2012 e nel 2013.

In particolare, con riferimento all'esercizio 2014, per gli enti locali in sperimentazione, l'articolo 9, commi 6, 7 e 8, del

D.L. 102/2013 prevede: a) una riduzione significativa del saldo obiettivo del patto di stabilità interno, non oltre un

saldo pari a zero. In considerazione dell'ingente livello delle risorse destinate agli enti locali in sperimentazione, si

auspica di definire un obiettivo pari a 0 (in attesa della definizione dell'elenco degli enti in sperimentazione nel 2014,

non è possibile garantire tale risultato). b) l'incremento al 50% del limite alla spesa di personale prevista dall'articolo

76, comma 7, del D.L. 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133/2008; c) l'incremento al 60% del

limite alla spesa di personale prevista dall'articolo 76, comma 7, del D.L. 112/2008, convertito, con modificazioni,

dalla legge n. 133/2008; Per le Regioni che partecipano alla sperimentazione, a decorrere dall'esercizio 2013, è

soppresso il tetto di competenza finanziaria previsto dalla disciplina del patto di stabilità interno" cfr. "Indicazioni per

partecipare alla sperimentazione nel 2014" dal sito RGS-Arconet. 162

http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/e-GOVERNME1/ARCONET.

LEGGI D

'ITALIA

Page 186: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

186 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

supportato l'intensa attività di avvio e consolidamento dei nuovi schemi di bilancio ed il sito ha

costituito una fonte informativa importante e di primo livello per tutte le figure professionali

operanti negli enti in sperimentazione.

Con le modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 126/2014, secondo l'art. 3-bis del novellato D.Lgs. n.

118/2011 viene istituita, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, Dipartimento della

Ragioneria Generale dello Stato - in sostituzione del già detto Gruppo di lavoro - la Commissione

per l'armonizzazione degli enti territoriali. Quest'ultima, che si è costituita con Decreto MEF n.

83647 del 16 dicembre 2014163

, ha il principale compito di promuoverne l'attuazione presso gli enti

- ad eccezione di quelli coinvolti nella gestione della spesa sanitaria finanziata con risorse destinate

al Servizio sanitario nazionale - e di aggiornare gli allegati previsti dal decreto in relazione

all'evoluzione delle fonti normative, sempre nell'ottica del monitoraggio e consolidamento dei conti

pubblici e della loro raccordabilità con il Sistema europeo dei conti nazionali. Nella norma si

ribadisce, inoltre, che la Commissione agisce in 'reciproco' raccordo con l'Osservatorio sulla finanza

e la contabilità degli enti locali istituito presso il Ministero dell'interno, di cui all'art. 154 del decreto

legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

Gli enti che hanno partecipato alla sperimentazione costituiscono oggi un patrimonio comune di

esperienze a disposizione di tutte le altre amministrazioni interessate alla riforma. I numerosi quesiti

che hanno posto - ed ai quali è stata data risposta o sul sito internet dedicato o tramite circolari

ministeriali ed interventi legislativi - possono servire da base per sciogliere gli inevitabili dubbi che

possono sorgere agli enti nelle prime fasi di attuazione della riforma.

L'impegnativo periodo di applicazione dei nuovi principi, ed in particolar modo l'ultimo anno che,

come abbiamo visto, è stato caratterizzato da un incremento della numerosità degli enti che vi

hanno preso parte, alcuni dei quali usciti dal percorso per varie problematiche/difficoltà

organizzative, può essere considerato come riferimento di quello che significherà l'avvio della

riforma per tutti.

Sarà un percorso a tappe il cui sviluppo, come per gli enti in sperimentazione, richiederà un grande

impegno, soprattutto nell'attività di formazione continua, in modo da prepararsi adeguatamente ad

applicare le novità.

A tal proposito, sullo stesso sito Arconet sono indicati i primi adempimenti, necessari per l'avvio

della riforma, che le Regioni, gli Enti locali ed i loro organismi ed enti strumentali, che avviano il

percorso dal 1° gennaio 2015 sono tenuti a porre in essere164

.

Dalle relazioni del Ministero risulta che la maggior parte degli enti ha partecipato alla

sperimentazione con la consapevolezza di contribuire ad una riforma fondamentale per il futuro del

Paese. Allo stesso tempo, gli enti hanno compiuto un grande sforzo organizzativo (in termini di

formazione del personale, adeguamento delle procedure informatiche, aggiornamento del sistema

163

Composta da 23 membri, ripartiti tra: MEF (5, di cui uno con funzioni di Presidente); Presidenza Consiglio dei

Ministri (1); Ministero dell'Interno (3); Corte dei conti (1); Istat (2); Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle

Province autonome di TN e BZ (3, di cui uno per le autonomie speciali); Città metropolitane e province designato

dall'UPI (1); ANCI (2); OIC (1); Consiglio nazionale dottori commercialisti/esperti contabili (2); ABI (1); Assosoftware

(1). 164

Per i necessari approfondimenti cfr. il documento "Primi adempimenti per l'avvio della riforma contabile prevista dal

decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118" dal sito internet di Arconet.

LEGGI D

'ITALIA

Page 187: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

187 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

informativo-contabile) compensato dalla condivisione degli obiettivi della riforma. Gli enti hanno

anche affermato di aver migliorato la conoscenza delle obbligazioni attive e passive. Il che ha

permesso loro di adottare più facilmente il principio della competenza 'a scadenza' nel far fronte alle

esigenze contabili. Questo è realizzato con la programmabilità degli stanziamenti, l'avvicinamento

sostanziale dei momenti di competenza e di cassa e la valorizzazione complessiva della

programmazione, della gestione e della rendicontazione.

Tra gli elementi che gli enti partecipanti al progetto hanno considerato critico e di ostacolo alla

piena applicazione dei nuovi principi è stato il rinvio dei termini per l'approvazione dei bilanci al 31

ottobre 2012, al 30 novembre 2013 ed al 30 settembre 2014, rispettivamente per i bilanci 2012,

2013 e 2014. Ciò ha comportato significativi ritardi nella loro piena applicazione. Giova ricordare, a

proposito, che la Corte dei conti, Sezione delle autonomie, con le deliberazioni n. 23/2013 e n.

18/2014, ha criticamente evidenziato tale prassi che ha portato gli enti a gestire in esercizio

provvisorio quasi la totalità delle loro risorse, tanto che, venendo meno un vincolo autorizzatorio

alle entrate e alle spese, il controllo sul Bilancio annuale perde di significato. Di conseguenza, la

Corte, per la prima volta dall'entrata in vigore della Legge 23 dicembre 2005, n. 266"Disposizioni

per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)", nella

giusta applicazione dell'art. 1, commi 166 e ss., ha deciso di "soprassedere all'adozione dei

questionari annessi alle Linee Guida EE.LL. al Bilancio di Previsione 2013", collegandoli ad un

successivo momento, ossia alla raccolta dei dati relativa al Rendiconto 2013.

In quella sede, la Corte dei conti ha colto l'occasione per dare agli organi di revisione economico-

finanziaria degli enti locali utili indicazioni per effettuare verifiche in vigenza dell'esercizio

provvisorio del bilancio. Così la Corte ha approvato un documento riguardante "prime indicazioni"

da fornire agli enti relativamente alle particolari precauzioni "ispirate ai principi di prudenza ed

atte a salvaguardare la permanenza in corso d'esercizio degli equilibri di bilancio", che gli Enti

sono tenuti ad adottare, durante la gestione in esercizio provvisorio. Tali indicazioni hanno formato

oggetto di un documento, che costituisce parte integrante della deliberazione n. 23/2013 e,

successivamente, sono state oggetto dell'Appendice A alle linee guida al rendiconto 2013165

, in cui

si mira ad acquisire precisi elementi relativamente ad ogni potenziale profilo critico, posto

all'attenzione dell'ente, per poter verificare se, ed in quale misura, le indicazioni fornite con tale

deliberazione abbiano trovato attuazione.

Anche nel corso dell'esercizio 2014, a seguito del reiterarsi della situazione di differimento del

termine per la deliberazione del bilancio di previsione degli enti locali, la Sezione delle autonomie

con la deliberazione n. 18/2014/INPR ha emanato ulteriori indirizzi166

, in aggiunta a quelli già

formulati con la già citata deliberazione n. 23/2013, non procedendo, neanche per il 2014, ad

adottare questionari annessi alle Linee Guida EE.LL. sul bilancio di previsione 2014. Obiettivo

165

Appendice A alla deliberazione n. 11/2014/INPR della Sezione delle autonomie. Oltre a richiedere la durata

dell'esercizio provvisorio, seguendo la stessa elencazione delle indicazioni fornite nella deliberazione n.

23/2013/SEZAUT, l'allegato interroga l'organo di revisione dell'ente sull'andamento della gestione stessa e su eventuali

criticità riscontrate (tra le quali gli impegni di spesa di maggiore importo che l'ente ha escluso dal limite; le azioni di

indirizzo e di gestione poste in essere per scongiurare il pericolo di finanziare le spese pubbliche in disavanzo

tendenziale di gestione e/o di amministrazione; il controllo sugli equilibri finanziari della gestione 2013; sugli

stanziamenti al fondo svalutazione crediti per il controllo degli equilibri di cassa; sul rispetto del patto di stabilità

interno; sul ripiano di eventuali situazioni di disavanzo di amministrazione e/o di gestione; sulla gestione delle

situazioni debitorie fuori bilancio in assenza di approvazione del bilancio 2013). 166

Sulla tenuta degli equilibri di bilancio e sul rispetto del patto di stabilità; sugli equilibri di cassa; sulla gestione delle

entrate; sui vincoli alla spesa; sui debiti fuori bilancio e passività potenziali.

LEGGI D

'ITALIA

Page 188: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

188 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

della decisione è quello di analizzare i dati167

in "un'ottica di valutazione complessiva del ciclo di

bilancio e degli andamenti della gestione"168

.

Da segnalare il nuovo differimento del termine per la deliberazione del bilancio di previsione 2015

degli enti locali di cui al Decreto del Ministero dell'interno del 24 dicembre 2014169

,che ha già visto

slittare il termine di approvazione dal 31 dicembre 2014 al 31 marzo 2015. Tale rinvio è

probabilmente dovuto a problematiche legate alle incertezze che circondano la finanza locale che,

oggi, riguardano anche i rendiconti degli enti locali. Un rinvio dell'approvazione di bilanci e

rendiconti potrebbe rendere più difficoltosa ed impegnativa, per gli enti, l'applicazione dei nuovi

principi contabili.

La Corte dei conti nelle audizioni parlamentari sulla riforma

Nel percorso legislativo che, specificamente, ha portato all'armonizzazione contabile degli enti

territoriali, la Corte dei conti, Sezione delle autonomie, è stata audita - presso la Commissione

parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale - sia prima dell'emanazione del relativo

decreto, nel mese di maggio 2011 sull'impianto del provvedimento, la sua portata e le sue finalità170

,

sia nel 2014, nel corso del terzo anno di sperimentazione. Il 29 maggio sullo schema di decreto

legislativo recante "disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.

118, in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,

degli Enti locali e dei loro organismi"; il 27 novembre su "armonizzazione dei bilanci degli enti

territoriali e sistema contabile delle Regioni".

Nell'audizione del 29 maggio 2014 la Corte ha considerato la riforma quale "snodo essenziale per il

concreto avvio ed il consolidamento del federalismo fiscale" ed anche come "presupposto

indefettibile per la completa attuazione del principio del pareggio di bilancio di cui al novellato

art. 81 Cost. e alla legge n. 243/2012, con particolare riferimento alla determinazione e al

monitoraggio degli equilibri finanziari dei vari livelli di governo". Inoltre ha sottolineato

positivamente la disposizione che, dal 2014 - per effetto della Legge costituzionale n. 1/2012 - ha

fatto entrare nella competenza esclusiva dello Stato la materia dell'armonizzazione dei bilanci

pubblici, in quanto, già "la Sezione delle autonomie, nella ... attività di referto, ha avuto modo di

sperimentare quanto sia complesso ed arduo ricostruire i conti regionali, sia pure per

macroaggregati, attesa la disomogeneità dei bilanci"171

.

In tale occasione sono state analizzate, ed hanno formato oggetto di particolare attenzione, le misure

tendenti a verificare i "veri" debiti degli enti territoriali ed i due temi sui quali, a parere della

magistratura contabile, si fonda l'avvio della riforma, ossia l'operazione di riaccertamento

straordinario dei residui e la corretta modalità di accantonamento al fondo crediti di dubbia

167

Di bilancio e di rendiconto 2014. 168

Cfr. deliberazione n. 18/2014 già citata. 169

Vista la richiesta dell'ANCI, acquisito il parere favorevole della Conferenza Stato-città ed autonomie locali.

Pubblicato in G.U. n. 301 del 30 dicembre 2014. 170

Cfr. www.corteconti.it - Audizione delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti - Maggio 2011

sullo schema di decreto legislativo in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle

regioni, degli enti locali e dei loro enti ed organismi. 171

Cfr. la "Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni - Esercizi 2011-2012" - Deliberazione n.

20/SEZAUT/2013/FRG (parte II, cap. 1 - pagg. 136 e ss.).

LEGGI D

'ITALIA

Page 189: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

189 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

esigibilità. Entrambi gli strumenti avrebbero il ruolo di preparare l'ente alla corretta partenza della

riforma.

Nel documento si è posto in risalto che il nuovo principio di competenza finanziaria potenziata

accresce il grado di trasparenza già nella fase di programmazione e previsione e successivamente

nel momento della gestione. L'operazione di riaccertamento straordinario dei residui - attività

propedeutica all'introduzione del nuovo principio - assume il significato di "operazione verità",

volta a rivelare l'effettiva situazione finanziaria degli enti territoriali.

E' stata inoltre evidenziata la possibilità di un'emersione di disavanzi di amministrazione, per i quali

si prospettava, peraltro, l'esigenza di "appropriate azioni di accompagnamento". Si è rimarcato

altresì come "il principio della competenza finanziaria potenziata implica che l'ente proceda ad una

programmazione dei propri flussi monetari anche nel rispetto dei vincoli che caratterizzano le

entrate; eventuali cancellazioni di residui passivi - a cui non corrispondono obbligazioni giuridiche

perfezionate - correlate ad entrate vincolate a specifica destinazione, possono creare pesanti

conseguenze per i futuri equilibri di bilancio degli enti se non accompagnate da opportuni

accantonamenti all'avanzo vincolato".

La Corte dei conti ha rilevato, inoltre, come la riforma richieda un diverso approccio culturale ed il

pieno coinvolgimento sia delle figure tecnico-professionali che della classe dirigente locale,

presupponendo adeguati investimenti formativi, "che dovrebbero essere favoriti anche con

temperamenti della normativa vincolistica in vigore". Tale raccomandazione va letta anche in

rapporto alle verifiche che le Sezioni regionali di controllo della Corte effettuano sulle relazioni

presentate dagli organi di revisione ai sensi dell'art. 1, commi 166 e ss. della Legge n. 266/2005 su

bilanci e rendiconti degli enti locali. In particolar modo, per effetto della disposizione contenuta nel

D.L. n. 78/2010, le spese di formazione del personale devono essere contenute entro determinati

importi, che non possono superare il cinquanta per cento dell'importo rendicontato nell'esercizio

2009172

. Dall'introduzione di tale norma ad oggi, i controlli della Corte sui bilanci e sui rendiconti,

fin dall'esercizio 2011, sono stati orientati a verificare anche il rispetto di tale limite. In un momento

in cui è necessario un maggior ricorso alla "leva formativa" per far maturare, all'interno dell'Ente,

una diversa cultura di bilancio, il protrarsi di tale limite - tuttora esistente - mal si concilia con le

finalità contenute nel progetto di armonizzazione.

Uno degli obiettivi della riforma, scrive ancora la Corte, è quello di "pervenire alla conoscenza

puntuale degli effetti delle manovre di finanza pubblica sugli enti territoriali e loro organismi

gestionali". Questo anche per "comparare l'effettivo concorso al risanamento della finanza

pubblica da parte dei vari livelli di governo e consentire, in prospettiva, di calibrare le manovre in

base alla reale situazione economico - finanziaria degli enti". La riforma trova corrispondenza nella

172

Cfr. Sul contenimento delle spese le Deliberazioni Corte dei conti - Sezione delle autonomie - Questionari allegati

alle LL.GG. EE.LL ai sensi art. 1, co. 166 e ss. L. n. 266/2005: n. 2/2011/INPR - Bilancio 2011 - Punto 1.7 per le

Province e punto 1.9 per tutti i Comuni. n. 10/SEZAUT/2012/INPR - Bilancio 2012 - Punto 1.9 per le Province e punto

1.10 per tutti i Comuni. Rendiconto 2011: punto 1.13 per le Province e per i Comuni sopra i 5.000 abitanti e punto 1.12

per Comuni fino a 5.000 abitanti. n. 18/SEZAUT/2013/INPR - Rendiconto 2012 - punto 1.14 per le Province e per tutti

i Comuni. n. 11/SEZAUT/2014 - Rendiconto 2011: punto 1.14 per le Province e punto 1.15 per tutti i Comuni - I limiti

oggetto di analisi in tali punti sono disposti dall'art. 6, commi da 7 a 10 e da 12 a 14 del d.l. n. 78/2010 - Cfr. anche i

principi espressi dalla Corte costituzionale con le sentenze n. 182/2011 e n. 139/2012.

LEGGI D

'ITALIA

Page 190: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

190 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

normativa comunitaria di cui alla direttiva n. 2011/85/UE173

, recepita con decreto legislativo 4

marzo 2014, n. 54. Si sottolinea, inoltre, che nell'art. 42 della Legge n. 196/2009 si prevede che la

disciplina dell'accertamento delle entrate e dell'impegno delle spese, oltre a quella relativa alla

formazione ed al regime contabile dei residui attivi e passivi, debbano essere razionalizzate in una

ottica di maggiore trasparenza, semplificazione ed omogeneità di trattamento di analoghe situazioni

contabili. Stessa attenzione dovrebbe essere posta al potenziamento dei sistemi informativi

automatizzati da ricondurre alla banca dati unitaria della pubblica amministrazione prevista dalla

stessa norma.

Nel documento si ribadisce più volte la necessità - nel momento in cui si effettua l'operazione di

riaccertamento straordinario dei residui - di una corretta determinazione dell'avanzo di

amministrazione che eviti "confusione, al suo interno tra risorse vincolate e risorse libere".

Analogo discorso riguarda l'esatta imputazione dei residui agli esercizi in cui diventano esigibili

crediti e debiti. Così, in uno dei tre allegati al documento è trattata la tematica del disavanzo tecnico

e disavanzo reale che può avere compiuta evidenza dalla corretta applicazione dei nuovi principi

contabili, che "renderanno più veritieri i risultati di amministrazione e più leggibile l'azione dei

governi locali". A tal proposito, in relazione all'analisi dei residui degli enti locali, anch'essa

contenuta in allegato, la relazione indica che "il disallineamento della cassa rispetto alla

competenza fa riflettere sull'effettiva consistenza delle poste positive non tradottesi in riscossioni,

nonché sulla necessità di monitorare adeguatamente la costituzione e la gestione del fondo crediti

di dubbia esigibilità". Ulteriori approfondimenti su questa tematica si possono trarre dalla relazione

al Parlamento, ai sensi della Legge 5 giugno 2003, n. 131, sul Patto di stabilità interno degli enti

territoriali per l'esercizio 2013, oggetto della deliberazione n. 17/2014/FRG della Sezione delle

autonomie in cui, per la prima volta, è dedicato uno specifico referto alle problematiche comuni

all'intero comparto delle autonomie territoriali, concentrandosi sui risultati raggiunti e sulle

tendenze in atto nel settore. Due ulteriori allegati all'audizione riportano le tabelle sui residui degli

Enti locali e sui residui perenti delle Regioni per gli esercizi 2009-2012.

Per quanto riguarda l'armonizzazione nel settore sanitario, che incide per circa il 75% sulla spesa

corrente delle Regioni e rappresenta un punto critico sotto il profilo dell'armonizzazione e del

consolidamento dei conti, si ribadisce la favorevole valutazione già espressa in precedenza (maggio

2011), con una puntualizzazione sul rispetto del principio di competenza finanziaria potenziata - che

in questo caso presenta una eccezione - ed il suo contemperamento con il principio della

salvaguardia della finalizzazione delle risorse destinate alla tutela della salute.

Ultime considerazioni sono state espresse sui rendiconti generali delle Regioni e conti consolidati

della sanità e sul tema del bilancio consolidato tra enti territoriali e loro organismi

partecipati/controllati.

"L'armonizzazione dei bilanci degli enti territoriali e sistema contabile delle Regioni" è l'argomento

che ha formato oggetto, nel mese di novembre 2014, dell'audizione della Corte in Parlamento,

seguita all'entrata in vigore del D.Lgs. n. 126/2014, modificativo ed integrativo del D.Lgs. n.

118/2011, che per gli enti locali introduce rilevanti modifiche nel TUEL, mentre per le Regioni dà

avvio al nuovo ordinamento contabile, a sostituzione del D.Lgs. n. 76/2000. Sono stati posti in

173

Art. 3 "gli Stati membri si dotano di sistemi di contabilità pubblica che coprono in modo completo e uniforme tutti i

sotto-settori dell'amministrazione pubblica e contengono le informazioni necessarie per generare dati fondati sul

principio di competenza".

LEGGI D

'ITALIA

Page 191: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

191 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

evidenza i nodi problematici e le potenzialità legate all'avvio della riforma e, allo stesso tempo, è

stato fornito un quadro delle più rilevanti criticità emerse nei giudizi di parificazione sui rendiconti

generali delle Regioni nel biennio 2012/2013. Quest'ultima analisi, come rileva la Corte stessa,

ancora risente delle attuali differenze nei sistemi contabili regionali "con evidenti riflessi sulla

confrontabilità degli andamenti finanziari e gestionali del comparto e, pertanto, sull'effettività dei

controlli previsti dalla legge", difficoltà che dovrebbero essere superate con l'effettiva attuazione

dell'armonizzazione contabile.

La Corte osserva che, nel contesto delle disposizioni comunitarie tendenti a migliorare il

monitoraggio sull'osservanza delle regole di bilancio degli Stati membri, la legge 30 ottobre 2014,

n. 161 "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia

all'Unione europea - Legge europea 2013-bis",seguendo i principi della direttiva 2011/85/UE del

Consiglio dell'Unione europea in materia di quadri di bilancio (D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 54) - con

l'articolo 30 attribuisce rilevanza comunitaria ai controlli della Corte dei conti sui bilanci di tutte le

pubbliche amministrazioni.

L'analisi si sofferma, inoltre, sulle operazioni legate al riaccertamento straordinario dei residui attivi

e passivi e sulla quantificazione del fondo crediti di dubbia esigibilità ed il conseguente

accantonamento nel risultato di amministrazione. Tali operazioni, rammenta la Corte, sono alla base

di una "operazione verità" che impegna ogni ente - coinvolgendo sia la classe politica e dirigenziale

che le competenti strutture tecniche - fin dall'avvio della riforma, per fare in modo che la contabilità

permetta una lettura più trasparente174

sul suo "stato di salute"ed una successiva attendibile

aggregazione di dati territoriali175

. Questo anche nell'ottica di cogliere l'occasione per una verifica

dei rapporti finanziari esistenti tra i diversi livelli di Governo, che spesso presentano

contabilizzazioni di residui attivi e passivi reciproci tra loro non coincidenti. Questo nella

prospettiva che l'applicazione del principio della competenza finanziaria potenziata, ed i

corrispondenti accantonamenti al fondo pluriennale vincolato, abbiano l'effetto di un tendenziale

ridimensionamento delle poste iscritte in conto residui, che devono corrispondere ai veri crediti e

debiti della pubblica amministrazione176

.

La Corte ha espresso, soprattutto, l'esigenza che vi sia una presa di coscienza, a livello politico, in

ogni Ente, che porti a rappresentare la reale situazione dei conti ed i veri rischi che possano

compromettere gli equilibri di bilancio. La Sezione delle autonomie non sottovaluta le resistenze

174

Cfr. Appendice n. 1 "Focus sui tempi di attuazione della riforma per Regioni ed Enti locali" che analizza, in

particolar modo, l'applicazione graduale dell'armonizzazione - per gli enti che non hanno partecipato alla

sperimentazione - soffermandosi sulla redazione del bilancio consolidato tra enti territoriali e loro organismi

partecipati/controllati (art. 11-bis) e sull'obbligo di adottare, a fini conoscitivi, un sistema di contabilità economico-

patrimoniale da affiancare alla contabilità finanziaria. 175

Ai fini dell'effettivo coordinamento della finanza pubblica la Corte sollecita l'applicazione della riforma alle

autonomie speciali, alcune delle quali stanno già recependo le norme. 176

Cfr. Appendice n. 2 - Il nuovo trattamento dei residui degli enti territoriali - Oltre alle considerazioni generali, il

documento si concentra su quella che è una operazione legata all'avvio delle nuove disposizioni, ossia la revisione

straordinaria dei residui, che concentra l'attenzione sulla cancellazione di quelle poste non supportate da un valido titolo

giuridico e sulla reimputazione di quelle che, sulla base del criterio della scadenza e relativa esigibilità, devono essere

riferite ad altri esercizi. Si sottolinea come "un eventuale ritardo nel riaccertamento dei residui comprometterebbe sia

l'approvazione tempestiva del rendiconto 2014, con conseguente impossibilità di applicare al bilancio di previsione

2015 l'eventuale avanzo di amministrazione, sia il regolare avvio della riforma, giacché minerebbe in radice la veridicità

e la coerenza delle previsioni di bilancio, precludendo, altresì, il corretto monitoraggio e l'appropriato consolidamento

dei conti pubblici da parte delle istituzioni preposte al coordinamento e controllo della finanza pubblica". La stessa

appendice analizza, altresì, la situazione dei residui attivi e passivi distinti per Regioni, Province e Comuni.

LEGGI D

'ITALIA

Page 192: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

192 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

che potrebbero manifestarsi, relativamente sia alla trasformazione del sistema informativo contabile

- che si auspica riscontri generalità di applicazione per permettere il reale coordinamento della

finanza pubblica - che alla riorganizzazione degli uffici, da accompagnare con una adeguata

formazione.

In questo momento, anche in relazione al controllo collaborativo che la Corte svolge sui bilanci e

rendiconti, ai sensi dell'art. 1, commi 166 e ss. della Legge n. 266/2005, vengono richiamati gli

organi di revisione, i direttori delle ragionerie regionali ed i responsabili dei servizi finanziari degli

Enti locali, a prestare la massima attenzione al corretto svolgimento delle prime fasi di attuazione

della riforma. La Corte stessa procederà ad un sistematico monitoraggio sull'attuazione della

riforma, essenziale perché gli enti territoriali operino in condizioni di sana gestione finanziaria.

La Corte rileva che, poiché la riforma investe sia la contabilità finanziaria che quella economico-

patrimoniale, una valutazione sullo stato reale dei conti di ciascun Ente sarà possibile solo con la

giusta combinazione tra i diversi moduli contabili. Nel nuovo modello di Conto del Patrimonio,

rispetto al precedente, si fornisce una rappresentazione più analitica dei debiti fondata sulla

classificazione per natura e soggetto beneficiario, il tutto nell'ottica dell'esigibilità degli stessi;

concetto sul quale la riforma insiste in particolar modo. Tra le altre cose, è da considerare che il

principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria - principio guida del nuovo

sistema - crea un legame ancora più stretto, ai fini del mantenimento dell'equilibrio patrimoniale, tra

la vita utile di un bene ed il periodo di ammortamento di un eventuale ricorso ad indebitamento.

La fase della sperimentazione dei nuovi principi ha fatto emergere difficoltà ed incertezze,

soprattutto legate all'esigenza di fare chiarezza sui debiti degli enti, sui residui attivi, sulla corretta

contabilizzazione del fondo crediti di dubbia esigibilità sulla gestione dell'anticipazione di tesoreria

e sull'impiego dei fondi vincolati177

.

Per quanto riguarda l'armonizzazione, la Corte nota che, per gli enti regionali, il titolo III del

novellato D.Lgs. n. 118/2011 ha codificato uno specifico ed unitario ordinamento contabile e

sottolinea che le nuove disposizioni vanno lette in combinato con il rafforzamento dei controlli sulle

Regioni da parte della Corte, introdotti dal decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla

legge n. 213 del 7 dicembre 2012. Sempre nel titolo III si valorizza l'istituto del giudizio di

parificazione del rendiconto generale della Regione. L'effettivo rispetto delle tempistiche indicate

nelle nuove norme permetterà di rendere più effettivi i controlli, con l'auspicio che migliori anche la

confrontabilità dei dati e degli andamenti finanziari e gestionali dell'intero comparto regionale.

Nell'analisi sull'armonizzazione dei conti sanitari si riprende il discorso già sviluppato nel corso

delle due prime audizioni. La diretta applicazione del titolo II - fin dall'entrata in vigore, nel 2011,

del decreto sull'armonizzazione degli enti territoriali - è legata all'esigenza di giungere rapidamente

ad un coordinamento dei conti della sanità.

177

Cfr. Appendice n. 3 -Primi esiti della sperimentazione - Oltre a fare il punto sulla situazione attuale degli enti in

sperimentazione - in base agli ultimi dati pubblicati dal MEF - si fa il punto sulle ultime novità introdotte dal d.l. n.

102/2013 che, oltre a posticipare di un anno l'avvio dell'armonizzazione contabile, estende il periodo di sperimentazione

di un ulteriore anno, aprendo la possibilità di ingresso ad altri enti su base volontaria. Vengono rappresentati i primi

esiti sia nelle Regioni che negli Enti locali.

LEGGI D

'ITALIA

Page 193: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

193 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

Il documento prosegue con un'analisi sui giudizi di parificazione dei rendiconti generali delle

Regioni per gli esercizi 2012 e 2013178

, uniti alle nuove forme di controllo introdotte dal D.L. n.

174/2012. L'armonizzazione, soprattutto per le Regioni, letta in un contesto generale di divieto di

legiferare autonomamente in materia di regole di bilancio e con una intensificazione dei controlli ai

sensi del citato decreto-legge, è finalizzata ad assicurare il monitoraggio e la salvaguardia degli

equilibri di bilancio e della sostenibilità del debito del comparto.

Potremmo considerare, a chiusura delle relazioni, un problema - spesso riportato anche tra le righe -

di coerenza, nell'ambito dell'applicazione della competenza finanziaria "a scadenza", tra il sistema

contabile dello Stato e quello degli enti territoriali. Poiché la competenza "rinforzata" è prevista nel

D.Lgs. n. 91/2011 relativo agli altri enti pubblici: la Corte auspica che trovi applicazione anche per

lo Stato, nell'ottica di armonizzazione dell'intero comparto pubblico.

Considerazioni conclusive

La riforma risulta molto impegnativa per gli enti, a tutti i livelli di governo. Agli amministratori, ai

responsabili dei servizi ed a tutte le figure professionali è richiesto un significativo sforzo

organizzativo e culturale nel recepire i nuovi principi e nell'applicarli, ragionando in una modalità

che veda la programmazione al centro del proprio modo di lavorare e di tradurre le azioni in un

bilancio che rispecchi quella che è la realtà dei fatti. Se in dato momento chi amministra un ente

vuole capire quali sono le entrate sulle quali può effettivamente contare per dare servizi ai suoi

cittadini, deve essere in grado di fare affidamento su risorse certe ed esigibili179

. Il noto cash-flow,

sulla base del quale le imprese private prendono le loro decisioni di investimento in progetti futuri,

deve pian piano divenire concetto utile anche per le amministrazioni pubbliche, rispettando tuttavia

le relative peculiarità. L'equilibrio tra risorse a breve, medio e lungo termine, con i rispettivi

impieghi a breve, medio e lungo termine, conciliato con i già noti principi di efficienza (minimo

mezzo per ottenere un massimo risultato); efficacia (capacità di raggiungere gli obiettivi) ed

economicità (in modo economicamente vantaggioso), che genera la possibilità di sopravvivenza e

crescita anche della più piccola azienda privata, diventa il "faro" anche delle pubbliche

amministrazioni, senza più dover ricorrere ad interventi di sostegno straordinari. Non potrà più

accettarsi una gestione basata su previsioni di entrate che poi, già si sa, non potranno essere

realizzate. L'attendibilità180

del bilancio, come principio generale o postulato, unito al principio

178

Cfr. Appendice n. 4 - Il punto sui giudizi di parificazione dei rendiconti regionali esercizi 2012 e 2013 - ed

Appendice n. 5 - Schede di sintesi sui giudizi di parificazione dell'esercizio 2013 - In questa ultima appendice sono

esposti i risultati delle parifiche regionali approvate nel 2014, con riferimento al rendiconto 2013, nonché i dati del

referto della Regione Valle d'Aosta. Le Regioni Basilicata e Lombardia hanno predisposto ed approvato il rendiconto

secondo le regole ed i principi applicabili agli enti partecipanti alla sperimentazione contabile prevista dal d.lgs. 23

giugno 2011, n. 118. Per la Regione Lazio, anch'essa in sperimentazione il rendiconto 2013 è stato oggetto di

parificazione il 27 novembre 2014, nello stesso giorno dell'audizione. Il rendiconto 2013 della Regione Molise è stato

parificato il 19 dicembre 2014. Le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto hanno effettuato le verifiche di legittimità e

regolarità contabile del rendiconto nell'ambito dei controlli propedeutici alla dichiarazione di affidabilità del rendiconto

stesso (DAS), con la quale la Corte dei conti esprime un giudizio sull'affidabilità dei conti e sulla legittimità e sulla

regolarità delle operazioni sottostanti. 179

Cfr. principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria: "consolidata giurisprudenza della Corte di

cassazione definisce come esigibile un credito per il quale non vi siano ostacoli alla sua riscossione ed è consentito,

quindi, pretendere l'adempimento"Allegato 4/2 al D.Lgs n. 118/2011. 180

I 18 principi generali o postulati sono: annualità; unità; universalità; integrità; veridicità, attendibilità, correttezza e

comprensibilità; significatività e rilevanza; flessibilità; congruità; prudenza; coerenza; continuità e costanza;

comparabilità e verificabilità; neutralità; pubblicità; equilibrio di bilancio; competenza finanziaria; competenza

economica;prevalenza della sostanza sulla forma.

LEGGI D

'ITALIA

Page 194: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

194 10. L’armonizzazione contabile: dalla

sperimentazione alla realtà

della prudenza e dell'equilibrio tra entrate e spese, diventa un elemento imprescindibile sulla base

del quale devono basarsi le previsioni. Non a caso si fa esplicito riferimento all'ammontare

dell'accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità - che viene determinato in base alla

sommatoria dei crediti che si prevede si formeranno nell'esercizio, della loro natura e

dell'andamento delle riscossioni nell'ultimo quinquennio181

e stanziato nel bilancio di previsione - il

quale non può essere oggetto di impegno e, viceversa, genera un'economia di bilancio che

confluisce nel risultato di amministrazione come quota accantonata.

Se le previsioni di bilancio seguiranno correttamente il principio della competenza finanziaria

potenziata, presto vedremo i risultati dell'armonizzazione. Se il riaccertamento straordinario dei

residui sarà, fin da subito, correttamente eseguito e l'accantonamento al fondo crediti di dubbia

esigibilità seguirà le regole già dettate - giustificando l'eventuale scostamento dalla norma nella nota

integrativa al rendiconto - bilancio e rendiconto mostreranno solo le poste certe ed attendibili ed il

fondo crediti di dubbia esigibilità dovrebbe tendere verso un ridimensionamento.

Ci si augura che i nuovi strumenti verranno coscientemente e correttamente applicati da tutte le

figure interne all'ente - amministratori, dirigenti, funzionari ed impiegati - nell'intero ciclo di

bilancio: programmazione e previsione, gestione e rendicontazione. Gli organi di revisione degli

enti sono chiamati allo stesso importante compito, nel momento in cui effettuano i controlli cui sono

tenuti per legge. A tal fine è necessaria l'implementazione di accurate e tempestive attività

formative all'interno degli enti che dovranno applicare le regole dell'armonizzazione.

La Corte dei conti - come già indicato nell'ambito delle audizioni sull'armonizzazione degli enti

territoriali - oltre ad aver sostenuto la necessità di generalizzate attività formative, prospetta il

rischio che, nelle prime fasi di accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità, sulla base di

ipotesi probabilistiche positive di riscossione, si deroghi sostanzialmente ai valori specificamente

indicati dal legislatore: di ciò va dato conto nella nota integrativa. Su questi ed altri aspetti, la Corte

effettuerà le necessarie e puntuali verifiche - su bilanci e rendiconti - della corretta attuazione delle

nuove regole dettate dall'armonizzazione, anche nel contesto attuale caratterizzato da una

intensificazione dei controlli, introdotti dal D.L. n. 174/2012, sotto svariate forme182

, per il

complesso degli enti territoriali.

Fonte: Azienditalia, 2015, 1, 14

181

Media del rapporto tra incassi e accertamenti per ciascuna tipologia di entrata. 182

Cfr. ad esempio, tra gli altri: la relazione annuale del Presidente della Regione; il referto annuale del Sindaco per i

Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti e del Presidente della Provincia sulla regolarità dei controlli

interni, ecc.

LEGGI D

'ITALIA

Page 195: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

195 11. La trasparenza come obbiettivo dell’armonizzazione?

11. La trasparenza come obbiettivo dell’armonizzazione?

di Iacopo Cavallini

Si è soliti affermare che una buona riforma è quella che scontenta tutti. Meno prosaicamente, la

bontà di un processo riformatore si può misurare con la sua capacità di trovare il punto di equilibrio

nel contemperamento dei diversi interessi in gioco. Medesime considerazioni si possono applicare

al processo di armonizzazione contabile, definitivamente entrato in vigore per quanto ancora in

corso, e in particolare al suo dichiarato obiettivo di garantire la trasparenza dei conti pubblici.

Questo lavoro, pertanto, non intende descrivere le principali novità introdotte dalla riforma

contabile, rinviando ai numerosi contributi in materia, quanto piuttosto analizzarle rispetto alla loro

capacità di soddisfare le esigenze informative dell'ampia platea di stakeholder che ruotano

nell'orbita degli Enti locali (amministratori, tecnici, organi di controllo, collettività, ecc.).

La riforma entra in vigore, ed è già tempo di riflessioni: l'armonizzazione "serve"?

La riforma è in vigore: da alcuni giorni siamo ufficialmente entrati - "doppio binario" a parte,

disavanzi da riaccertamento, "da spalmare" nel tempo, a parte - nella "nuova era" della contabilità

armonizzata.

Il suo funzionamento tecnico, disciplinato in via sperimentale già dal 2011, è dunque

sostanzialmente noto, per quanto solo la sua entrata in vigore definitiva ed erga omnes permetterà di

comprenderne appieno ogni singolo risvolto. Con la maggiore conoscenza di tutto ciò che la riforma

comporta, aumenterà anche la consapevolezza dei tanti benefici attesi ma anche delle altrettanto

numerose criticità che si porta appresso: quelle "luci e ombre" dell'armonizzazione, già tanto

esaminate in questi anni e lucidamente esposte in questo stesso fascicolo della rivista.

I prossimi mesi, in particolare quelli del doppio binario e dunque dell'adeguamento graduale

all'insieme delle disposizioni ex D.Lgs. n. 118/2011, saranno di fondamentale importanza per

consentire alle migliaia di amministrazioni locali un efficace e pieno recepimento del nuovo sistema

contabile e di bilancio. Nessuno, tra gli addetti ai lavori, potrebbe negare in questo momento le

difficoltà - tecniche, organizzative, politiche - che derivano dall'applicazione delle nuove regole: il

triennio 2012/2014 ha assolto egregiamente al proprio dovere di evidenziare l'importanza della

riforma, e l'esperienza accumulata in questo triennio dai (pochi) enti sperimentatori è conoscenza

ormai consolidata, a disposizione di chiunque voglia comprendere appieno il significato del termine

"armonizzazione".

Nessuno, altresì, potrebbe negare che esista una connessione diretta, in termini finanziari, tra

"nuove" regole e "vecchi" comportamenti: quanto più distanti dal concetto di sana gestione

finanziaria essi si riveleranno, tanto più complicata risulterà l'applicazione delle prime, e soprattutto

tanto più foriera di rischi per la stabilità dei bilanci. La questione, caso mai, si pone in termini di

quantum (il "quanto") e di non an (il "se"), vale a dire rispetto all'esatta determinazione di quel

"maggiore disavanzo" da riaccertamento straordinario, che ci si attende a livello aggregato

LEGGI D

'ITALIA

Page 196: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

196 11. La trasparenza come obbiettivo dell’armonizzazione?

nazionale ma del quale al momento si hanno solo delle stime peraltro piuttosto divergenti tra loro: al

punto che la stessa recentissima Legge di Stabilità, dopo aver di fatto "preso il posto" del D.P.C.M.

(ora D.M.) ex art. 3 comma 15 D.Lgs. n. 118/2011, ha sì determinato il numero di quote costanti

annuali per il ripiano del suddetto disavanzo (oltre che le percentuali minime di accantonamento

annuo al FCDE), ma rinviando al contempo a un successivo decreto la definizione dei criteri per

l'utilizzo di quote accantonate o destinate del risultato di amministrazione e le tipologie di entrate

utilizzabili per il ripiano medesimo.

Anni di attesa, difficoltà tecniche di applicazione, contraccolpi finanziari e di conseguenza

istituzionali: legittimamente sorge - e a più riprese è sorta, in questo percorso di avvicinamento

graduale - la domanda su quali benefici possa apportare l'armonizzazione, ma anche a chi, ossia

quali sono le categorie interessate dalla riforma che possano effettivamente, concretamente trarne

"vantaggio". Cui prodest?

Armonizzazione contabile e interessi particolari

La risposta a tale interrogativo è particolarmente complessa, perché deve tenere conto, gioco forza,

di alcuni elementi di complessità che riguardano l'armonizzazione stessa. In particolare: la riforma è

ampia, riguarda più aspetti non solo di matrice prettamente contabile, e anche rimanendo in

quest'ultimo ambito comunque ne interessa le sue tante "sfaccettature" (pianificazione strategica,

programmazione operativa, struttura e gestione di bilancio, rendicontazione, e molto altro ancora).

Questo approccio a più dimensioni si va ad incrociare con la complessità che riguarda gli

stakeholder del sistema di bilancio, vale a dire tutte le diverse categorie di soggetti istituzionali che,

in quanto interessati dal (e nel) processo di programmazione, gestione e rendicontazione degli enti,

sono inevitabilmente coinvolti anche dal (e nel) processo di armonizzazione contabile. Ognuna di

queste categorie mostra e porta avanti specifici interessi "di parte", che solo in pare si

sovrappongono e talvolta confliggono, e che di conseguenza sono influenzati in misura differente

dalle tante sfaccettature in cui si articola la riforma.

Ecco dunque spiegata - o almeno presumiamo che lo sia - la complessità nel rispondere

all'interrogativo circa la presunta utilità dell'armonizzazione. Per talune categorie di stakeholder la

riforma potrebbe accrescere significativamente il grado di tutela delle proprie esigenze; per altre

invece l'effetto dell'armonizzazione potrebbe risultare ininfluente, prescindendo ovviamente dai

propositi a carattere generale, dai "benefici di sistema" che ci si attende dalla riforma stessa

(controllo della spesa, coordinamento della finanza pubblica, consolidamento dei conti a livello

nazionale); e non è affatto da escludere, a livello quanto meno di ipotesi di ricerca, che per altri

stakeholder ancora il risultato non abbia affatto segno positivo.

E la questione non muta nel momento in cui si introduca un terzo elemento di complessità: quali

sono gli obiettivi dell'armonizzazione? Cosa ci si attende dalla riforma, salvo poi misurare, una

volta trascorso un congruo periodo di tempo, l'eventuale grado di scostamento tra risultati attesi e

risultati effettivi, tra obiettivi perseguiti e obiettivi raggiunti?

Lo scenario in cui esponiamo le nostre riflessioni, è dunque il seguente: l'armonizzazione è un

processo ampio e complesso, che interessa numerosi ambiti; più elementi di quest'unica organica

riforma possono produrre i medesimi effetti (in senso incrementativo, diminutivo o neutro) sulle

esigenze conoscitive e sulle necessità informative delle varie categorie di stakeholder; viceversa,

LEGGI D

'ITALIA

Page 197: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

197 11. La trasparenza come obbiettivo dell’armonizzazione?

uno stesso aspetto potrebbe anche determinare conseguenze completamente differenti a seconda

degli interessi specifici, "particolari", di cui alcuni (o, al limite, tutti i) soggetti coinvolti si fanno

portatori.

La metodologia di ricerca impone che, pur non tralasciando alcuno degli oggetti di studio, la

complessità di scenario venga contenuta, al fine di tentare una risposta motivata all'interrogativo

iniziale. In particolare, sono tre le direzioni da intraprendere per giungere a una semplificazione

dell'analisi, e cioè:

a) quale sia esattamente la ratio del D.Lgs. n. 118/2011, e quali dunque gli scopi precipui che la

riforma si prefigge;

b) quali siano le categorie di stakeholder le cui esigenze conoscitive meritano particolare attenzione

in questa particolare fase di cambiamento;

c) quali, infine, le specifiche disposizioni tecnico-contabili del citato decreto - e, soprattutto, del suo

corposo framework di principi e schemi allegati - potenzialmente in grado di generare una

correlazione tra armonizzazione e interessi particolari.

La trasparenza come scopo dell'armonizzazione contabile

Affermando che i quattro principi contabili applicati "garantiscono il consolidamento e la

trasparenza dei conti pubblici secondo le direttive dell'Unione europea e l'adozione di sistemi

informativi omogenei e interoperabili", il D.Lgs. n. 118/2011 sottolinea al contempo due concetti di

estrema importanza:

a) la trasparenza dei bilanci nelle APL costituisce un meta-obiettivo, di rilevanza pari alla tutela

della finanza pubblica;

b) entrambi i meta-obiettivi possono essere ottenuti con gli strumenti tecnici e le modalità operative

definite per l'armonizzazione contabile nelle APL.

La stessa UE, a cui il processo di armonizzazione consentirà di allinearci quanto a metodologie di

rilevazione contabile (Eurostat) e quindi di controllo sui disavanzi (art. 104 del Trattato istitutivo

CE), non sembra interessarsi esclusivamente di "regole dettagliate per i bilanci degli Stati membri",

predisposizione di dati basati sulle norme SEC95, e "informazioni pertinenti le passività

potenziali"183

. Equiparando la trasparenza alla tempestività e alla completezza delle informazioni

rese disponibili agli stakeholder (art. 3), ne potremmo concludere che quanto affermato dal D.Lgs.

n. 118/2011 trovi piena corrispondenza nella direttiva europea al cui recepimento il decreto stesso è

di fatto destinato: anche dunque la trasparenza, al pari del consolidamento dei conti pubblici,

rappresenterebbe in questo senso una "imposizione" comunitaria184

, in quanto fondamentale per il

monitoraggio dei parametri e degli obiettivi stabiliti in quell'ambito185

.

183

Rispettivamente art. 1, art. 3 e art. 14 Direttiva del Consiglio UE 8 novembre 2011 n. 85. 184

Mazzotta D., Comuni alla prova della sperimentazione della nuova contabilità nel 2014, in Azienditalia, n. 3/2014. 185

Mazzotta D., Armonizzazione dei bilanci, sperimentazione, crisi finanziarie degli enti locali: principali criticità e

alcune proposte di soluzione, Azienditalia, n. 10/2012.

LEGGI D

'ITALIA

Page 198: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

198 11. La trasparenza come obbiettivo dell’armonizzazione?

Anche a voler prescindere dagli intenti dichiarati a livello normativo, è oggettivo che la riforma

vada a modificare radicalmente uno dei sotto-sistemi di maggiore importanza per la gestione degli

enti locali186

: importanza determinata in particolare dalla molteplicità di funzioni a cui il sistema

contabile e di bilancio assolve, e tra le quali vi rientra a pieno titolo la trasparenza, soprattutto se

declinata in termini di illustrazione delle politiche programmate e di rendicontazione dei risultati

ottenuti verso i portatori di interesse.

Tornando comunque all'impostazione del decreto del 2011, se rispetto a coordinamento della

finanza pubblica ed equilibri di bilancio (a livello di sistema, ossia nazionale) non riteniamo di poter

mettere in discussione l'impatto prodotto dall'armonizzazione, dubbi sembrano invece sussistere in

materia di trasparenza, anche a seguito di una lettura critica degli esiti della sperimentazione

2012/2014.

Secondo ad esempio Delfino187

, la trasparenza, al pari di motivazione, rendicontazione e

responsabilizzazione, rappresenterebbe il naturale bilanciamento della maggiore autonomia

riconosciuta dal livello centrale di governo a favore delle autonomie locali . Non a caso, il processo

di armonizzazione contabile è frutto dell'esercizio della delega contenuta nella legge sul federalismo

fiscale188

.

Secondo i due autori citati, però, al di là delle dichiarazioni politiche che hanno accompagnato i

provvedimenti in materia di contabilità armonizzata come altre recenti innovazioni normative,

l'attuale fase istituzionale sarebbe caratterizzata piuttosto da una controtendenza rispetto al

riconoscimento dell'autonomia periferica. L'esigenza di perseguire e garantire gli equilibri di

bilancio, nel quadro delle stringenti regole europee, avrebbe generato un insieme di vincoli sempre

più complessi e analitici, di cui farebbero parte le "sofisticate soluzioni contabili" emerse con

evidenza durante la sperimentazione. L'armonizzazione così disegnata, in definitiva, non

accrescerebbe affatto e anzi ridurrebbe la trasparenza dei bilanci degli enti locali.

Di diverso avviso sono invece altri autori189

, secondo cui i principi contabili armonizzati, sia pur

mantenendo alcuni dei limiti che già caratterizzavano l'Ordinamento precedente, garantiscono un

significativo incremento della qualità della disclosure e del grado di veridicità e trasparenza dei

bilanci pubblici: le difficoltà tecnico-operative, pertanto, sarebbero di gran lunga inferiori ai

vantaggi in termini di trasparenza, di consolidamento dei conti pubblici e di coordinamento della

finanza pubblica190

.

In un settore coevo a quello delle amministrazioni territoriali, anzi ad esso strettamente connesso - il

sistema delle partecipate - la trasparenza è considerata conseguente a tre obiettivi: semplificazione

della normativa in materia; incremento quali/quantitativo delle informazioni disponibili; facilità

interpretativa delle informazioni stesse. Il loro perseguimento congiunto, e quindi l'ottenimento di

186

Ranucci S., Il processo di armonizzazione contabile degli enti territoriali: il D.Lgs. 118 del 23 giugno 2011 e l'avvio

della sperimentazione, Azienditalia, n. 1/2012. 187

Delfino F., Coordinamento della finanza pubblica e armonizzazione dei sistemi contabili, Azienditalia, n. 4/2010. 188

Cavallini I. (a cura di), Manuale di contabilità armonizzata, Wolters Kluwer Italia, Milano, 2014. 189

Nigro M. - Benini N., I contratti derivati nel sistema di contabilità pubblico-privata. Armonizzazione e trasparenza,

Azienditalia, n. 5/2013. 190

Mazzotta D., Armonizzazione dei bilanci, sperimentazione, crisi finanziarie degli enti locali: principali criticità e

alcune proposte di soluzione, Azienditalia, n. 10/2012 e Beltrami A., Le modalità applicative dell'armonizzazione dei

bilanci: la nuova competenza finanziaria, Azienditalia, n. 3/2012.

LEGGI D

'ITALIA

Page 199: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

199 11. La trasparenza come obbiettivo dell’armonizzazione?

una maggiore trasparenza avrebbe ricadute positive sull'efficientamento del settore191

: appaiono

evidenti, però, i limiti di questa analisi allorché la si trasli dall'ambito aziendalistico dei processi di

produzione a quello istituzionale dell'erogazione.

La diversità delle posizioni dottrinali si spiega, presumibilmente, con la diversa prospettiva da cui

viene osservato il fenomeno dell'armonizzazione contabile e comunque in funzione dello specifico

oggetto o ambito della riforma analizzato.

Si fa, infatti, notare192

che armonizzazione significa essenzialmente internazionalizzazione, vale a

dire che trova la propria ragion d'essere e la propria genesi costitutiva in un ambito sovranazionale

(comunitario, nel caso specifico della contabilità pubblica). L'uniformità dei sistemi nazionali di

rilevazione contabile e di bilancio può essere perseguita tramite due vie, che non necessariamente si

escludono vicendevolmente: la convergenza tra pubblico e privato, o a voler essere onesti

l'adozione acritica da parte delle PP.AA. di strumenti contabili tipici delle aziende di produzione;

l'imposizione di regole uniformi la cui maggiore rigidità assicuri un maggior controllo sul rispetto

dei parametri-obiettivo e sulla spesa dei Paesi membri.

L'impianto contabile definito dal D.Lgs. n. 118/2011 sembra andare nella direzione di perseguire

anche l'ulteriore fine della trasparenza solo nel primo caso, ossia laddove preveda - come nel caso

della contabilità economico-patrimoniale e del bilancio consolidato - un linguaggio contabile

uniforme tra enti pubblici e aziende di produzione. Minore appare invece l'efficacia del processo

armonizzante in termini di trasparenza, quando introduce regole tecnico-contabili rispettose

dell'impostazione e dei dettami comunitari.

Il presente contributo intende dare avvio a un dibattito professionale e accademico, circa l'ipotesi

che l'armonizzazione ex D.Lgs. n. 118/2011 possa effettivamente - a prescindere cioè dagli intenti

dichiarati dal legislatore - incrementare il grado di trasparenza (per come definita in precedenza) dei

bilanci pubblici (degli Enti Locali nello specifico).

Per quanto concerne gli elementi di novità di maggior rilievo introdotti nell'Ordinamento (novità in

senso assoluto o pressoché tali, come il Fondo Pluriennale Vincolato o il Piano dei Conti Integrato;

oppure "nuove" interpretazioni di concetti e strumenti già noti: quota vincolata del risultato di

amministrazione; impegno ed esigibilità della spesa; accantonamenti prudenziali), ciascuno di essi

si presta a una misurazione dell'impatto della citata riforma sul grado di trasparenza della contabilità

pubblica:

a) i residui (attivi e passivi), per la novità costituita dalla registrazione al momento del

perfezionamento giuridico eventualmente "separata" dall'imputazione contabile all'esercizio di

esigibilità. Bilancio di previsione e rendiconto dovrebbero presentare, di conseguenza, i soli valori

di cui si possa già esigere, rispettivamente, la riscossione o la liquidazione e dunque prossimi alla

trasformazione nell'unico valore contabile "certo" rappresentato dalla cassa;

191

Commissario Straordinario per la revisione della spesa, Programma di razionalizzazione delle partecipate locali, 7

agosto 2014. 192

Nigro M. - Benini N., I contratti derivati nel sistema di contabilità pubblico-privata. Armonizzazione e trasparenza,

Azienditalia, n. 5/2013.

LEGGI D

'ITALIA

Page 200: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

200 11. La trasparenza come obbiettivo dell’armonizzazione?

b) il risultato di amministrazione, perché formato in maniera più chiara e "trasparente" dalla

sommatoria algebrica tra la cassa (valore contabile "certo"), i residui attivi e i residui passivi

qualificabili esclusivamente come crediti/debiti non ancora riscossi/liquidati benché "scaduti";

c) il Fondo Pluriennale Vincolato, come saldo che evidenzi in maniera chiara e "trasparente" l'entità

di risorse già acquisite in forma di fonti di finanziamento, ma non utilizzabili se non per scopi che a

livello contabile non si sono ancora tradotti in debiti esigibili.

Con tali aspetti concorda sostanzialmente Beltrami193

, che specifica come il contributo alla

trasparenza dei bilanci, determinato dal FPV, concerna in particolare il monitoraggio sugli stati di

avanzamento di opere e lavori pubblici e sulla compatibilità con i vincoli di finanza pubblica; ne

propone inoltre di più specifici, ossia:

d) la doppia contabilizzazione dei debiti contratti con CdP (o altro istituto), poiché evidenzia il

deposito delle somme presso un apposito conto intestato all'Ente anziché in tesoreria unica;

e) le modalità di registrazione contabile del leasing, ritenute più adatte a evidenziarne l'impatto su

indebitamento e patrimonio.

A tutti questi andrebbe aggiunto, a parere di chi scrive, il metodo di calcolo e di alimentazione del

Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, per la sua valenza segnaletica della capacità/incapacità dell'ente

di tradurre in moneta i propri crediti certi, liquidi ed esigibili. Anche in questo caso, gli obiettivi

informativi da raggiungere superano per importanza non solo le difficoltà tecnico-applicative, ma

anche i presumibili impatti finanziari dovuti a situazioni patologiche latenti194

.

Inoltre, le modifiche apportate a forma, contenuto e iter del bilancio (preventivo o consuntivo)

sembrano a loro volta destinate a impattare positivamente sul tasso di trasparenza del bilancio

stesso195

. Oltre al consolidamento delle risultanze contabili all'interno del Gruppo Pubblico Locale

(a cui si accenna anche più sotto), è la logica di ripartizione della spesa per Missioni e Programmi -

prima ancora della variazione terminologica che la esprime - ad assumere particolare rilievo, e

proprio per la sua capacità di soddisfare entrambi gli scopi della riforma: l'aggregazione della spesa

tra i diversi livelli di governo (la struttura del bilancio dello Stato già rispecchia la suddetta

articolazione), e una maggiore trasparenza in relazione alla possibilità di visualizzare

immediatamente l'entità delle risorse destinate a ogni obiettivo strategico (Missioni) e operativo

(Programmi).

Anche la contabilità economico-patrimoniale è considerata un elemento di novità in grado di

accrescere la capacità informativa del bilancio armonizzato. Peraltro, è proprio in questo maggior

tasso d'informazione, che sta il significato dei "fini conoscitivi" di cui parla la normativa: i quali

vanno intesi dunque non come un depotenziamento rispetto alla contabilità finanziaria, ma come

l'integrazione e il completamento - "affiancamento", per garantire "la rilevazione unitaria dei fatti di

gestione" - di un sistema contabile che mantiene la propria centralità.

193

Beltrami A., Le modalità applicative dell'armonizzazione dei bilanci: la nuova competenza finanziaria, Azienditalia,

n. 3/2012. 194

Mazzotta D., Armonizzazione dei bilanci, sperimentazione, crisi finanziarie degli enti locali: principali criticità e

alcune proposte di soluzione, Azienditalia, n. 10/2012. 195

Ranucci S., Le caratteristiche del sistema di contabilità economico patrimoniale previsto dal D.Lgs. n. 118/2011,

Azienditalia, n. 3/2012.

LEGGI D

'ITALIA

Page 201: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

201 11. La trasparenza come obbiettivo dell’armonizzazione?

Del resto, l'uniformità dei metodi di rilevazione contabile tra i diversi livelli istituzionali sembra

essere garantita non solo dalla definizione di regole uniformi: anche l'aumento del contenuto

informativo del sistema contabile degli enti locali, ottenuto con l'introduzione della contabilità

economico-patrimoniale e con l'obbligo di predisporre il bilancio consolidato, adempie al medesimo

scopo. Se pertanto il concetto di trasparenza si può declinare anche in quello di maggiore

disponibilità e più ampia varietà di tipologie informative, l'armonizzazione impatta sulla trasparenza

stessa perché consente di monitorare e riportare all'esterno la dinamica economica della gestione e

le variazioni di valore negli stock patrimoniali196

.

La discontinuità rispetto alle rilevazioni economico-patrimoniali già richieste dal TUEL, e dunque

la maggiore efficacia informativa della contabilità armonizzata sarebbero garantite da più elementi:

l'ampliamento dei soggetti interessati dalle nuove disposizioni (gruppo pubblico locale); chiarezza

dei nuovi principi contabili; sistema integrato di rilevazione mediante il Piano dei conti.

Sono dunque diversi, o pressoché tutti, gli elementi di novità contenuti nel processo di

armonizzazione potenzialmente tali da generare un impatto sul grado di trasparenza dei sistemi

contabili pubblici.

Certamente, la misurazione di tale impatto richiederebbe uno sforzo ulteriore, teso a definire

correttamente il concetto di trasparenza dei bilanci di un Ente Locale. Approfondimento, peraltro di

stampo prettamente dottrinale e metodologico, che ragioni di sintesi ci impongono di tralasciare

almeno per il momento.

Sempre per le medesime ragioni, affidiamo a un elemento grafico, anziché ad un insieme di

considerazioni e ragionamenti, la nostra interpretazione del rapporto tra i diversi elementi di novità

introdotti dall'armonizzazione e le diverse categorie di stakeholder:

196

Ranucci S., Le caratteristiche del sistema di contabilità economico patrimoniale previsto dal D.Lgs. n. 118/2011,

Azienditalia, n. 3/2012.

LEGGI D

'ITALIA

Page 202: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

202 11. La trasparenza come obbiettivo dell’armonizzazione?

Armonizzazione e trasparenza: un bilancio armonizzato è "una casa di vetro"?

Diversi recenti contributi hanno lucidamente evidenziato, e motivato, le differenze di tipo

concettuale e giuridico che intercorrono tra "diritto di accesso" e "accesso civico". Ciononostante -

pur condividendo, cioè, tali analisi sia nel metodo sia nel merito - ci pare innegabile il filo

conduttore che lega la Legge n. 241/1990 al D.Lgs. n. 33/2013 (per concentrare l'attenzione solo sui

provvedimenti normativi maggiormente rilevanti).

Che poi il legislatore abbia effettivamente raggiunto lo scopo, nobile ed elevato al punto da

rasentare l'irrealizzabilità, di fare della Pubblica Amministrazione una casa di vetro (Turati dixit), è

altro argomento di discussione che non costituisce oggetto di questo lavoro, e che pertanto evitiamo

di trattare.

La riforma contabile appena entrata in vigore, a propria volta, si prefigge lo scopo di garantire la

trasparenza, e non solo il consolidamento, il coordinamento e la tutela, dei conti pubblici. Esprimere

un giudizio, compiuto e motivato, sull'effettiva capacità di raggiungere tale obiettivo, avrebbe al

momento scarsa significatività: occorre un congruo periodo di osservazione, per analizzare come le

problematiche e le potenzialità dell'armonizzazione, messe in mostra dagli enti sperimentatori, si

manifestino su un campione statisticamente ben più significativo.

Il giudizio è reso ancora più difficile, dalla complessità che deriva dal sovrapporsi e dal confliggere

tra i molteplici interessi, soprattutto di natura informativa e conoscitiva, a cui i sistemi contabili e i

bilanci pubblici devono assicurare adeguata soddisfazione. Gli stakeholder, o meglio qualunque

categoria di stakeholder segue un proprio percorso decisionale e compie scelte economiche che si

riveleranno razionali ed efficaci, anche in funzione della qualità, ampiezza e attendibilità delle

LEGGI D

'ITALIA

Page 203: D'ITALIApa.leggiditalia.it/pdf/Armonizzazione_contabile.pdf · 2015-04-10 · 4 1. Riferimenti normativi D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 1. Riferimenti normativi . D.Lgs. 23 giugno

203 11. La trasparenza come obbiettivo dell’armonizzazione?

informazioni in loro possesso. L'armonizzazione contabile, indubbiamente, modifica il set di dati e

informazioni acquisibili dai bilanci pubblici (sia in termini di volume complessivo, che di natura

specifica), e di conseguenza la riforma comporterà un periodo di transizione durante il quale i

portatori di interesse dovranno adattare i propri processi decisionali alle nuove logiche e alle nuove

regole.

In via del tutto presuntiva, si può già affermare che per alcune tipologie di stakeholder (organi di

controllo interno ed esterno) armonizzazione e trasparenza sembrano effettivamente correlate,

quanto meno rispetto ad alcuni ambiti della riforma. Altri ambiti appaiono invece "neutrali", nei

confronti della stragrande maggioranza dei portatori di interesse. Per taluni soggetti, infine, la

complessità che deriva dal gestire la mole di informazioni generata dagli allegati al D.Lgs. n.

118/2011 potrebbe comportare un costo, in termini di impegno e di ridondanza, tale da

compromettere ogni beneficio in termini di maggiore ampiezza e maggiore analiticità delle

informazioni stesse.

Giudizio "sospeso", dunque, in attesa di disporre di tutti gli elementi necessari, e nell'auspicio che

non prevalga l'opinione, lucidamente espressa da alcuni addetti ai lavori, per cui la riforma di fatto

sostituirebbe una contabilità "aziendale", prevalentemente ad uso degli stakeholder che gravitano

nell'orbita delle amministrazioni locali, con una contabilità "statistica", chiaramente ad uso delle

riclassificazioni di finanza pubblica nazionale (e, per tale via, comunitaria). È bene, infatti,

rammentare come il D.Lgs. n. 118/2011 si riferisca alla "trasparenza dei conti pubblici", con ciò

facendo esplicito riferimento ai valori e ai saldi aggregati.

Fonte: Azienditalia, 2015, 1, 25

LEGGI D

'ITALIA