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1 · de- 'Olu-, ceva 1 ri- olu- role esta vi è tua- !ell a one, 7he- gr a- ole- che e al dei 1 al a la di- che · one ppo mo. ! di bbe iag- di fini isa- imo in di so- dei )no gna 'er- iati - l D Fe- 1iti de- me di or- ma .io- ire di uti on- aa- tlO, ere at- - va 50, De lia 25, ssi 50, JO, li- 'u- 1t- )0, )0, A: 10; 8- V: '5, 0- lo io lil io a- z- ,Q, [1- Ln 5, e- ü- el 0, 0, te Il". a- ); ): 1- 0, 1- ~ ' )- É - ------- ------ --- --· OISTINGOf IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx, a Lenin, a livomo 1921, alla lutta della sinislra contra la degenerazione di Mosca, al riliuto dei blocchi partigiani, la dura opera del restaura ~alla dottrina e dell' organo rivoluzionario, a contatto con la cime oparaia, luari dal politicantismo personale ed elettoralesco. organo del partito comunista internazionalista 26 agosto - 8 sett. 1955 - Anno IV - N. 15 IL PROGRAMMA COMUNif;TA - Cas. Post. 962 MI LANO Una copia L. 25 Sped. in Abbonamento postale Gruppu Il Si accorda no 1 1 · di benzina interi villaggi del Ma. rocco e dell'Algeria, all'Inghilter- ra massacratrice di Mau-Mau, agli Stati Uniti ohe avvolgono nella rete del dollaro l'intero pia- neta, i classici paesi della repres- sione sanguinosa della rivolta proletaria. Leggiamo sulla Stam: pa del 24 agosto: "La repressio- ne (della rivolta marocchina) ... avrebbe assunto toni apocalittici. Interi "Douars» (i villaggi ber- beri), che si opponevano alle for- ze di ".)Olizia incaricate di perqui- sizioni, sarebbero stati cosparsi di benzina e incendiati, ed una cifra enorme di marocchini sareb- bero morti tra le fiamme. Notizie da fonte ùfficiosa confermano cho da sabato ad oggi le perdite ma- rocchine si aggirano sui seimila fra uomini, donne e bambini, ma si ha ragione di ritenere che que. sta cifra sia inferiore alla real- tà ». Fanno eco le fucilate di Nantes. I Grandi si « confrontano » preannunciando che dal loro ac. cordo avrà inizio un'èra di pro- gresso e di pace, fissione dell'ato. mo aiutando. Sotto le loro gran- di ali. i diseredati assaggiano gli ultimi ritrovati della scienza, grandi p1ccoli La cosiddetta fine del colonialismo perrseano 1 Fino a qualche tempo addie, tro, il proletario accodato in buo- , na fede ai oartiti che nascondono dietro le tradiztonali insegne del marxismo I'abiura totale dei pr in. cip ii poteva ancora illudersi che la parola d'ordine della pace e della coesistenza pacifica fosse soltanto ur i -soediente tattico per coprire la marcia offensiva della rivoluzione avanzante. Era una illusione, beninteso, non solo per- chè gli strumenti tattici non so no arrni che si possano usare a pia. cere come il prestigiatore cambia di volta in volta giochetto ma, mettendo in moto forze sociali, assumono un'invariabile forma oggettiva, ma perchè tutto, nella analrs] della sottostruttura russa, doveva avvertire che, dietro gli slogans pacifisti. si nascondeva la realtà dell'avvenuta piena iden- tificazione del regime russo coi regimi sociali e politici dell'Occi- dente borghese. Oggi, la maschera è di giorno in giorno strappata, e gli operai che ner anni sono stati chiamati ad al lrnearst in schieramenti di guerra cosiddetta ideologica e hanno pagato di persona in una battaglia che si voleva avesse per protagonisti da un lato la Che cosa si sia deciso alla Confc- Russia e il socialismo e dall'altro, renza di Ginevra, non durante le avversari irriducibili, l'Occidente coreografiche sedute pubbliche, ma e le sue borghesie variopinte ma nei non relazionati convegni orga- saldamente unite, assistono stu- nizzati dietro lo schermo delle ma- pefatti allo spettacolo della << pa- nifestazioni mondane, comincia a tria socialista » che distribuisce trapelare, grazie a dichiarazioni e diplomi <li volontà pacifica alla ammiasioni d..gli s~ i parœcipa.nl, conroparte borghese, di Bulganin al convegno. Pare, a giudicare dalle e Kruscev che invitano a gai pic- , affermazioni fatte da Bug anin e nie i rappresentanti de~ p~ù bieco Kruscev, retour de Gènèvè, a Ber- e sperrmentato impertalismo e, lino Est, e dal rapporto letto da corteggiando di volta in volta il I Bulganin al Soviet Supremo, corne « rinnegato » Tito e i « briganti pure a giudicare dalle prese di po- guerrafondai " al di qua e al di sizione di Eisenhower e Eden, in là dell'Atlantico, elevano a «prin. varie occasioni pontificanti, pare, cipio leninista " la teoria della... dunque, che la « questione tedesca » pacifica emulazione fra sociali- rimarrà questione. Eppure ci è sta- smo e capitalismo. Non più, dun- to ripetuto in tutti i toni, in questi que, scontro di forze sociali sul- dieci anni di « guerra fredda », che l'arena del mondo, non più duel- la riunificazione della Germania era lo storico fra classi, ma un tran- la condizione indispensabile della -quillo spettacolo sportivo, in cui « conquista della pace ». Invece no, avrerno la pace, cioè la distensione di lor signori, ma la Germania ri- marrà divisa. Delle intenzioni dei « Grandi », non est disputandum, Pare, invece, che un'altra non meno sospirata unificazione si far-à, anzi è già in attuazione. Vogliamo alludere alla ripresa delle relazioni commerciali tra i settori del mer- cato mondiale - l'area del dol laro e della sterlina da una parte e la area del rublo dall'altra parte - che la propaganda delle opposte coalizioni aveva, negli anni scorsi, dichiarato irrimediabilmente sepa- r ati. Non avrete certamente dirnen- ticato il clamore fatto dallo stati- nismo internazionale alla tesi che prevedeva la progressiva asfissia del capitaltsmo occidentale per la enucleazione del mercato mondiale di quello che, con una mostruosa contraddizione in termini, lo stali- ' --- ·---·--- -· nismo denominô « merc.ato socialt- sta ». Oggi, dopo Ginevra, la stam- pa socialcomunista si guarda bene dal fare una benchè mmima al lu- sione alla bastarda teoria dei· due La Thailandia, ovvero Siam, ë « semi-mercati mondiali », e concede un'immagine anticipata dell a de- ampio risalto aile notizie concer- mocrazia universale came gli U.S.A. nenti la ripresa dei traffici Est- vorre,.l>be che fosse. Ovest. « lmprovvisamente, l'occhio è at- In un prossimo articolo tornere- tirato da una vasta casa di vetro Po ,.i il secondo annuncio: il Jan- mo sulla questione del commercio che racchiude una catena di mac- cio del satellite è il primo passa Est-Ovest da noi già toccata in una chine di un bel rosso vi1}0. Degli verso i viaggi interplanetari. Adesso serie di articoli, pubblicati I'anno uomini vestiti di bianco come dei il diversivo si allarga: abbiate pa- chimici, si danno da [are. E' la zienza, milioni di affamati e sotte- fabbrica locale dell a _ Coca Cola.' -occupati di una terra divenuta pic- paura dell'asfissia per esaurimento Un po' più oltre una fabbrica si- -cina: aspettate un 1>0' e i Grandi vi delle fonti classiche di energia è mile, ma verde, è consacrata al spediranno sulla luna. Il regime svanita »; tutti insieme - per « il Pepsi Cola. Non è solo una banale -ehe, con la sua disamministrazione, bene dell'umanità » - Oriente ed impressione di turista. E' una spe- ha reso « piccola » la terra dove si Occidente ci stanno preparando una cie di simbo!o del Siam moderno: potrebbe tranquillamente vivere nuova età dell'abbondanza. Occhi al il p11odotto.e le macchine sono ame- tutti e « andare e moltiplicarci », cielo: il regime borghese ci ha ricane, gli stabilimenti sono stati ora ci offre Marte e gli altri pia- , schiuso il suo paradiso scientifico. costruiti grazie ai . doll ari di W a- neti! Non dite che rovinerà anche Sotto al lavoro, uniti (ladroni e 1hington. Coca-Cola appartiene al- ·quelli, oh, no! la morale è: si è operai: non asfissieranno più. Non la famiglia del maresciall o Pibul .aperta una nuova età dell'oro; la- dite che gli sperperatori delle ener- Songgram, capo del governo; Pep6i .aciate fare ai Grandi, curvate la gie classiche sperpereranno in euer- Cola, alla famiglia del gen. Phao .aciena sul lavoro, la domenica guar- ra e in pace anche le nuove: no, i Srgianond, capo dell' onnipotente po- odate il cielo, e presto saremo tutti lupi si sono fatti agnelli. li zia. Questi due uomini 1i divido- feHci. L'atomo è la nuova valvola della no la realtà del poteN! con l'appoa- Inftne, manco a dirlo, a Ginevra società,eapitalistica, la sua ultimis-1 gio aenza ri,erve degli Stati Ùni- ,c'è stàta la conferenza dell'atomo. sima bombola d'ossigeno: e Ginevra ti (Le Monde, 11 agoato). Morale: eome- dice Le Monde, « la è il suo tempio. Chis,à che fra qualche anno 8-ul- Una delle p iù disgustose manife- stazioni dell'ipocrisia moraleggian- te dietro cui si nasconde la vor a- cità imperialistica è la parola d'or- dine americana, cara a Roosevelt e non meno ai suai successori, del- la « fine del colonialismo » - pa- rola d'ordine lanciata dagli U.S.A. in faccia aile vecchie nazioni irn- periali europee e grazie alla quale la Repubblica stellata ha - Ir-a l'altro - dato una « giustificazione morale » al suo insediamento quasi monopolistico ne! Pacifico a spese del tramontato ... colonialismo altrui. Sull'esempio delle concessioni pe- trolifere ne! Medio Oriente, della azione svolta in Guatemala o in Bolivia o in Argentina, abbiamo più volte illustrato corne quella parola d'ordine fosse l'equivalente del classico : « Togliti, che mi ci metto io ». E' vero che g li U.S.A. proletar i e borghesi sono .invitati j I Grandi non soltanto si " con. non già a misurarsi sull'arena in frontano », ma si accordano. I una lotta per la vita o per la proletari che sono morti o finiti morte, ma ad assistere da spetta- in prigione in scontri la cui po- tori all'incontro e a « scegliere ,, sta sembrava la vittoria del socia. fra il regime che loro più con- lismo o la Vittoria del capital'i- viene: meglio ancora, ad accetta. smo, non saranno ricevuti riel la re la scelta che giudici impar , principesca villa di Bulganin: la ziali faranno per loro in nome altalena gliel'ha già fatta . fare della storia. L' abbiamo già det- per anni, non soltanto al week- to: si confrontano soltanto regi- end, lo stalinismo. Si accordano mi della stessa natura; non c'è i Grandi: periscano i piccoli. Sa- possibilità di « dialogo ,, nè di rà pace e commercio fra i bloc- " emulazione » fra regimi dia- chi; sarà miseria e morte per gli letticamente opposti. La teoria sfruttati della nuova e antica della « convivenza pacifica », di- Santa Alleanza. La << patria del venuta prassi in manifestazioni socialismo » darà la mano alla sempre più ricorrenti. è I'aper . Francia che, dopo aver provocato ta confessione che dalla Russia con un secolare sfruttamento la mercantile, dalla Russia borghe- rivolta di arabi e berberi, passa se l'ultima maschera socialista è ora a difendere la civiltà occi- caduta. dentale e cristiana cospargendo non hanno (salvo qualche caso "clamoroso e troppo presto dimen- ticato) seguito il sistema dei vec- chi colonialisti che, per mettere le mani sul le ricchezze naturali di un territorio, lo occupavano mil it ar- mente. Saggi amministratori dei propri quattrini, g li imperialisti americani non spendono più del neccssario: il loro colonialismo non ha bisogno che di invisibili truppe - i dollari -, e puo occu- pare e dominare un « paese Iibe- ro ». diciamo cosi. per telefono. a colpi di pacchetti di azioni nego- ziate al momento giusto. E' un colo- nialismo sottile, intelligente, non chiassoso: se poi occorre la vio- lenza fisica, il fatto d'arme, esso ne dà l'incarico alla carne di can- none locale, anche qui mobilitata per telefono e acquistata o finan- ziata in dollari. E', per noi, u' n giochetto chiaro e scontato. Ma piace sentirlo dire da quella stampa che pure è sern- pre pronta a tener bordone alla - sin- fonia dell'anticolonialismo. Ecco qui un brano di stampa « indipen- dente », di chiare simpatie atlanti- che, a proposito del Cile (sottol i- neiamo noi i punt i salienti )~ <( Oggi quasi tutta la grande ric- chezza mineraria è in mano al ca- pit ale estero, specie statunitense. Nordamericane sono I'Anacond h e la Braden, società proprietarie del- la grande massa di miniere di ra- me, nordamericana è la Lautaro Nitrate, massi mo consorzio del sal- nitro e nordamericane sono le mag- gwri mi lli ei,e_ di.. ferro.: il commer - eio di mirrerah cileni è diretto esclu,ivamente da grandi compa- gnie statunitensi. In Cile le la- mentele per l'« invadenza >t degti U.S.A. nel -paese sono continue e ogni momento si additano i « so- prusi » dei nordamericani; in ef- fetti la preminenza degli U.S.A. è schiacci ante e non molto garbata; gli statunitensi salvano q,ppena le forme e fanno capire che in Cile i padroni sono loro e che questa nazione potrà fare 1ola la politica che piacerà a Washington». (La Stampa, 20-8). Questo non è « colonialismo » ne! senso antico, ma è coloniali- smo in senso ben più sostanziale. Aggrungtamo che, nell'America del Sud - corne in buona parte del Medio Oriente -, gridando alla « fine del colonialismo », gli U.S.A. hanno allegramente soffiato a na- ziorn alleate, specie all'Inghilterra, le migliori posizioni economiche e finanziarie, assicurandosi cosi an- che il controllo politico dei rtspet- tivi paesi di sfruttamento indu- striale e commerciale. Riportiamo da una rivista brasiliana i seguenti dati sugli investimenti esteri nei Paesi dell'America Latina. Investimenti nord-americani nell a America Latina (in milioni di dol- laci): Il condominio russo-americano sui mondo re provocato lo scoppio del conflit- to, E mentre la Russia rinfacciava alla Francia e all'Inghilterra il corn- promesso di Monaco del settembre 1938, che praticamente consegnô la Cecoslovacchia ad Hitler, i servizi propagandistici delle Potenze occi- <tt!niab s.i -hl>tt.a.itoao sw.l PQU.o russe- tedesco dell'agosto 1939 , soste=ndo che la acquisita certezza di avere le spalle coperte avrebbe fugato ogni esitazione del governo del Ter- za Reich e dato il segnale dell'aper- tura del conflitto. La polemica sul- le responsabilità della guerra scop- piô, in effetti, fin ne! corso della guerra, ma non impedi ag1i anglo- americani ' e ai russi, nel frattem- po divenuti alleati, di sedersi at.. esisteva in parte ancora allo stato torno al tavolo d1 Potsdam e spar- potenziale; cioè la polarizzazion~ tirsi l'Europa. della politica mondiale attorno a1 Negli anni passati, quando 1 governi di Washington, Mosca e «Grandi» riempivano il mondo del Londra. Contrapponendosi e sfidan- , fragore delle loro contese, molto è dosi reciprocamente_ nella « guerra stato detto su! « superamento » ~ fredda » i Grandi d1 Potsdam sono addirittura sul « tradimento » degh pervenuti ad un comune traguardo. accordi di Potsdam. In realtà, !a Non è un paradosso, si tratta d~lla Europa, e il mondo, che abbiamo realtà effettiva. Ginevra conhua oggi sotto gli occhi, prOfJengono in Potsdam? Vuol dire Che. qualcosa linea diretta da Potsdam. Certa!. è comune ai blocchi .imperia!istici mente la NATO il patto pan-orien- rivali: la Ioro natura capitalistica: tale di Varsavi~, la SEATO, ecc., L'antefàtto della Conferenza di sembrano prodotti di una epoca Potsdam fu la seconda guerra mon- storica diversa dal luglio 1945. Cer- diale. A varie riprese, nel corso tamente ne! trattato di Potsdam si della polemica postbellica, gli Stati cercher~bbe invano una sola parola vincitori si sono abband~n~μ s~ac~ che potesse essere interpretata co- ciatamente a vio_lente recrimin~ziom me un preventivo implicito assenso accusandosi rec1procaJ11ente d1 ave- dato da Stati Uniti e Inghilterra alla estensione dell'influenza russa sulla Cecoslovacchia o la Polonia. Ma è altrettanto certo che tutti questi fenomeni della politica in- ternazionale postbellica non si sa- rebbero attuati in condizioni sto- riche diverse da quelle create dalla guerra e solennemente sancite dai Grandi a Potsdam. scorso, nei quali sostenemmo con I sviluppo della potenza dell'uno è -dati di fatto la nostra ipotesi - strettamente condizionato dallo svi- risultante oggi esattà - che la « di- luppo - anche se antagonistico - stensione » obbedisse a imprescin- degli altri. Se la guerra guerreg- dibili necessità economiche, manife- giata segnô l'avvento· irrevocabile stantisi nella coincidenza di una delle Potenze - relativamente gio- crisi di sovraproduzione negli Stati vani - degli Stati Uniti e della Uniti e di una crisi di sottoproduzio- Russia all'alto livello di potenze ne in Russia. ln questa nota inten- mondiali, la cosiddetta guerra fred- diamo riesumare il trahato firmato da doveva tradurre in atto ciô che dagli· stessi · Grandi di Ginevra, me- no la Francia, alla Conferenza di Potsdam del luglio 1945, mostrando corne, guerra fredda e coesistenza pacifica di turno, esiste una inne- gabile continuità che lega, ad onta det voltafaccia della politica e della propaganda in determinate contin- genze, lo sviluppo storico deH.e coa- lizioni uscite vittoriose dalla secon- da guerra mondiale. I Grandi, cioè le grandi Potenze imperialistiche di Ginevra, sono gli stessi di Potsdam. La conferen- za di Ginevra dell'anno 1955 con- tinua . con logica lineare la Confe- renza di Potsdam dell'anno 1945. La conservazione degli Stati imperiali- stici è assicurata dalla legge storica, finora mai violata dai fatti, che lo La valvola alo1nica A vevamo visto bene presagendo .che l'incontro dei 4 a Ginevra avrebbe dato il via a fiumane di re- - . torica i'noraleggiante e umanitaria. .Si erano appena lasciati i Grandi, Che venne l 'annuncio del progetto americano di lancio di un primo .satellite artificiale della terra; poi lo seguirono analoghi annunci rus- .si. inglesi, olandesi. Un primo diver- _sivo era creato. I pro!etari che si preparano ad assistere per qual- Che anno ai giri di valzer fra il vecchio mondo capitalista e quello ,che falsamente si battezza sociali- [.' Hlll\ll\10 DETTO LORD 1936 1952 Brasile 194 1.013 Venezuela 186 l.f 84 Cuba 666 686 Cile 484 623 Messico 479 490 Argentina 348 393 Tutti i paesi 2.803 5.758 .sta, potranno Sfogarsi a seguire, na- so in sù, la corsa a chi creerà il più efficiente satellite, lo spettacolo sportivo dei « due » regimi in caval- 1eresca gara a chi riuscirà meglio a ,distrarre gli occhi dei comuni mor- tali dalle miserie della terra, e vol- gerli al cielo e aile sue nuove beà~ titudini. Prelndlo alla democrazia nnlversale. ganin e Kruscev non possano dis- setare il popolo sovietico all o stes- so modo ... Montagne di carta stampata sono state sperperate, nel recente pas- sato, dagli occidentali, per « denun- ciare » l'espansionismo russo e il restringimento del << mondo libero », ma, ad onta delle contorsioni della propaganda, lo. spostamento dei li- miti delle s(ere di influenza in Eu- ropa, rispetto alla carta geo-politica dell'Europa 1939, non fu un « frut- to » della guerra fredda. Le origini del movimento vanno più lontano. Nè potrebbe essere diversamente: la guerra di prop~ganda, la pole- mica politica, non hanno mai fatto avanzare di un pelo le Potenze in espansione. Allorchè i partigiani di Mosca ro- vesciarono con la violenza û gover- no di Praga, liquidando la ipocrita retorica di una Cecoslovacchia in- dip41ndente Qel mare delle divisioni russe che la attorniavano, l'intero Occidente gridô al tradimento, al calpestamento dei patti, alla 'crimi- nalità di Mosca. Quando la monar- chia rumena fu detronizzata si ebbe uguale reazione. E lo stesso avven- ne tutte le volte che i pretoriani di (continua in 2.a-,r ,ag.) Peggto del soclaldemocratlcl « Noi voteremo contra il bilan- ci o della difesa non certo per una dichiarazi one di principio, quale esprimevano in altri tempi i soci a- listi: « Nè un uomo nè un soldo per la guerra ». Noi comunisti vo- gliamo un paese 'forte, sicuro e in- dipendente, e ci distinguiamo da altri settori in questo campo pro- prio perchè abbiamo fi duci a nell a possibilità di assicurare l'indipen- denza all'ltalia 11 (Giancarlo Pajet- ta all a Camera, Unità del 28-7 ). I socialdemocratici all a Turati votavano contra i bilanci militari per principio: senza convinzi one, restavano perà ancora pudicamente atk: cati all'ultimo filo di internazi o- nali8mo e di opposi?.ione al regime. Gli ,tali niani ,ono pronti a votare i bilanci militari; se non votafto, è 'perchè il bilancio governa tivo non garantisce abbastanza la forza, la ,icurezza e l'indipendenza dell a na- zione ! La Patria li guarda com- piaciuta ... Investimenti inglesi idem (in mi- lioni di sterline): Brasile 68 Messico 43 Argentina 298 Cuba 26 Tutti i paesi 537 (Pestiti governativi 99 .31 36 36 24 201 43) I dati · sono relativi soltanto al 1952; da allora, è notorio che gli investimenti americani, soprattutto ne! Venezuela, nel Brasile e nel Cile e moderatamente nella stessa Argentine sono enormemente au- mentatl. Ma anche allora era evi - dente che gli investimenti statuni- tensi si erano raddoppiati nel com- plesso (per alcuni Paesi, decuplicati) nella stessa misura in cui Ili investimenti inelesi si dimezzavano. Vada anche questo a documentzione della storia del colonialismo o, corne è più proprio 1'lire, dello imper.ialismo capitalistico, alla cùi testa sono og1i - come ieri l' Inghilterra - 1li Stati Uniti .

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organo del partito comunista internazionalista

26 agosto - 8 sett. 1955 - Anno IV - N. 15 IL PROGRAMMA COMUNif;TA - Cas. Post. 962

MI LANO Una copia L. 25

Sped. in Abbonamento postale Gruppu Il

Si accorda no • 1 1 · di benzina interi villaggi del Ma. rocco e dell'Algeria, all'Inghilter­ ra massacratrice di Mau-Mau, agli Stati Uniti ohe avvolgono nella rete del dollaro l'intero pia­ neta, i classici paesi della repres­ sione sanguinosa della rivolta proletaria. Leggiamo sulla Stam: pa del 24 agosto: "La repressio­ ne (della rivolta marocchina) ... avrebbe assunto toni apocalittici. Interi "Douars» (i villaggi ber­ beri), che si opponevano alle for­ ze di ".)Olizia incaricate di perqui­ sizioni, sarebbero stati cosparsi di benzina e incendiati, ed una cifra enorme di marocchini sareb­ bero morti tra le fiamme. Notizie da fonte ùfficiosa confermano cho da sabato ad oggi le perdite ma­ rocchine si aggirano sui seimila fra uomini, donne e bambini, ma si ha ragione di ritenere che que. sta cifra sia inferiore alla real­ tà ». Fanno eco le fucilate di Nantes. I Grandi si « confrontano »

preannunciando che dal loro ac. cordo avrà inizio un'èra di pro­ gresso e di pace, fissione dell'ato. mo aiutando. Sotto le loro gran­ di ali. i diseredati assaggiano gli ultimi ritrovati della scienza,

grandi • p1ccoli

La cosiddetta fine del colonialismo • perrseano • 1

Fino a qualche tempo addie, tro, il proletario accodato in buo- , na fede ai oartiti che nascondono dietro le tradiztonali insegne del marxismo I'abiura totale dei pr in. cip ii poteva ancora illudersi che la parola d'ordine della pace e della coesistenza pacifica fosse soltanto uri -soediente tattico per coprire la marcia offensiva della rivoluzione avanzante. Era una illusione, beninteso, non solo per­ chè gli strumenti tattici non sono arrni che si possano usare a pia. cere come il prestigiatore cambia di volta in volta giochetto ma, mettendo in moto forze sociali, assumono un'invariabile forma oggettiva, ma perchè tutto, nella analrs] della sottostruttura russa, doveva avvertire che, dietro gli slogans pacifisti. si nascondeva la realtà dell'avvenuta piena iden­ tificazione del regime russo coi regimi sociali e politici dell'Occi­ dente borghese. Oggi, la maschera è di giorno

in giorno strappata, e gli operai che ner anni sono stati chiamati ad allrnearst in schieramenti di guerra cosiddetta ideologica e hanno pagato di persona in una battaglia che si voleva avesse per protagonisti da un lato la Che cosa si sia deciso alla Confc­ Russia e il socialismo e dall'altro, renza di Ginevra, non durante le avversari irriducibili, l'Occidente coreografiche sedute pubbliche, ma e le sue borghesie variopinte ma nei non relazionati convegni orga­ saldamente unite, assistono stu- nizzati dietro lo schermo delle ma­ pefatti allo spettacolo della << pa- nifestazioni mondane, comincia a tria socialista » che distribuisce trapelare, grazie a dichiarazioni e diplomi <li volontà pacifica alla ammiasioni d..gli s~i parœcipa.nl, conroparte borghese, di Bulganin al convegno. Pare, a giudicare dalle e Kruscev che invitano a gai pic- , affermazioni fatte da Bug anin e nie i rappresentanti de~ p~ù bieco Kruscev, retour de Gènèvè, a Ber­ e sperrmentato impertalismo e, lino Est, e dal rapporto letto da corteggiando di volta in volta il I Bulganin al Soviet Supremo, corne « rinnegato » Tito e i « briganti pure a giudicare dalle prese di po­ guerrafondai " al di qua e al di sizione di Eisenhower e Eden, in là dell' Atlantico, elevano a «prin. varie occasioni pontificanti, pare, cipio leninista " la teoria della... dunque, che la « questione tedesca » pacifica emulazione fra sociali- rimarrà questione. Eppure ci è sta­ smo e capitalismo. Non più, dun- to ripetuto in tutti i toni, in questi que, scontro di forze sociali sul- dieci anni di « guerra fredda », che l'arena del mondo, non più duel- la riunificazione della Germania era lo storico fra classi, ma un tran- la condizione indispensabile della -quillo spettacolo sportivo, in cui « conquista della pace ». Invece no,

avrerno la pace, cioè la distensione di lor signori, ma la Germania ri­ marrà divisa. Delle intenzioni dei « Grandi », non est disputandum, Pare, invece, che un'altra non

meno sospirata unificazione si far-à, anzi è già in attuazione. Vogliamo alludere alla ripresa delle relazioni commerciali tra i settori del mer­ cato mondiale - l'area del dol laro e della sterlina da una parte e la area del rublo dall'altra parte - che la propaganda delle opposte coalizioni aveva, negli anni scorsi, dichiarato irrimediabilmente sepa­ r ati. Non avrete certamente dirnen­ ticato il clamore fatto dallo stati­ nismo internazionale alla tesi che prevedeva la progressiva asfissia del capitaltsmo occidentale per la enucleazione del mercato mondiale di quello che, con una mostruosa contraddizione in termini, lo stali- ' --- ·---·--- -· nismo denominô « merc.ato socialt­ sta ». Oggi, dopo Ginevra, la stam­ pa socialcomunista si guarda bene dal fare una benchè mmima al lu­ sione alla bastarda teoria dei· due La Thailandia, ovvero Siam, ë

« semi-mercati mondiali », e concede un'immagine anticipata della de­ ampio risalto aile notizie concer- mocrazia universale came gli U.S.A. nenti la ripresa dei traffici Est- vorre,.l>be che fosse. Ovest. « lmprovvisamente, l'occhio è at- In un prossimo articolo tornere- tirato da una vasta casa di vetro

Po,.i il secondo annuncio: il Jan- mo sulla questione del commercio che racchiude una catena di mac- cio del satellite è il primo passa Est-Ovest da noi già toccata in una chine di un bel rosso vi1}0. Degli verso i viaggi interplanetari. Adesso serie di articoli, pubblicati I'anno uomini vestiti di bianco come dei il diversivo si allarga: abbiate pa- chimici, si danno da [are. E' la zienza, milioni di affamati e sotte- fabbrica locale della _ Coca Cola.' -occupati di una terra divenuta pic- paura dell'asfissia per esaurimento Un po' più oltre una fabbrica si- -cina: aspettate un 1>0' e i Grandi vi delle fonti classiche di energia è mile, ma verde, è consacrata al spediranno sulla luna. Il regime svanita »; tutti insieme - per « il Pepsi Cola. Non è solo una banale

-ehe, con la sua disamministrazione, bene dell'umanità » - Oriente ed impressione di turista. E' una spe­ ha reso « piccola » la terra dove si Occidente ci stanno preparando una cie di simbo!o del Siam moderno: potrebbe tranquillamente vivere nuova età dell'abbondanza. Occhi al il p11odotto.e le macchine sono ame­ tutti e « andare e moltiplicarci », cielo: il regime borghese ci ha ricane, gli stabilimenti sono stati ora ci offre Marte e gli altri pia- , schiuso il suo paradiso scientifico. costruiti grazie ai . dollari di W a­ neti! Non dite che rovinerà anche Sotto al lavoro, uniti (ladroni e 1hington. Coca-Cola appartiene al­

·quelli, oh, no! la morale è: si è operai: non asfissieranno più. Non la famiglia del maresciallo Pibul .aperta una nuova età dell'oro; la- dite che gli sperperatori delle ener- Songgram, capo del governo; Pep6i .aciate fare ai Grandi, curvate la gie classiche sperpereranno in euer- Cola, alla famiglia del gen. Phao .aciena sul lavoro, la domenica guar- ra e in pace anche le nuove: no, i Srgianond, capo dell'onnipotente po­ odate il cielo, e presto saremo tutti lupi si sono fatti agnelli. lizia. Questi due uomini 1i divido­ feHci. L'atomo è la nuova valvola della no la realtà del poteN! con l'appoa-

Inftne, manco a dirlo, a Ginevra società,eapitalistica, la sua ultimis-1 gio aenza ri,erve degli Stati Ùni­ ,c'è stàta la conferenza dell'atomo. sima bombola d'ossigeno: e Ginevra ti • (Le Monde, 11 agoato). Morale: eome- dice Le Monde, « la è il suo tempio. Chis,à che fra qualche anno 8-ul-

Una delle p iù disgustose manife­ stazioni dell'ipocrisia moraleggian­ te dietro cui si nasconde la vor a­ cità imperialistica è la parola d'or­ dine americana, cara a Roosevelt e non meno ai suai successori, del­ la « fine del colonialismo » - pa­ rola d'ordine lanciata dagli U.S.A. in faccia aile vecchie nazioni irn­ periali europee e grazie alla quale la Repubblica stellata ha - Ir-a l'altro - dato una « giustificazione morale » al suo insediamento quasi monopolistico ne! Pacifico a spese del tramontato ... colonialismo altrui. Sull'esempio delle concessioni pe­

trolifere ne! Medio Oriente, della azione svolta in Guatemala o in Bolivia o in Argentina, abbiamo più volte illustrato corne quella parola d'ordine fosse l'equivalente del classico : « Togliti, che mi ci metto io ». E' vero che g li U.S.A.

proletar i e borghesi sono .invitati j I Grandi non soltanto si " con. non già a misurarsi sull'arena in frontano », ma si accordano. I una lotta per la vita o per la proletari che sono morti o finiti morte, ma ad assistere da spetta- in prigione in scontri la cui po­ tori all'incontro e a « scegliere ,, sta sembrava la vittoria del socia. fra il regime che loro più con- lismo o la Vittoria del capital'i­ viene: meglio ancora, ad accetta. smo, non saranno ricevuti riel la re la scelta che giudici impar , principesca villa di Bulganin: la ziali faranno per loro in nome altalena gliel'ha già fatta . fare della storia. L'abbiamo già det- per anni, non soltanto al week­ to: si confrontano soltanto regi- end, lo stalinismo. Si accordano mi della stessa natura; non c'è i Grandi: periscano i piccoli. Sa­ possibilità di « dialogo ,, nè di rà pace e commercio fra i bloc­ " emulazione » fra regimi dia- chi; sarà miseria e morte per gli letticamente opposti. La teoria sfruttati della nuova e antica della « convivenza pacifica », di- Santa Alleanza. La << patria del venuta prassi in manifestazioni socialismo » darà la mano alla sempre più ricorrenti. è I'aper . Francia che, dopo aver provocato ta confessione che dalla Russia con un secolare sfruttamento la mercantile, dalla Russia borghe- rivolta di arabi e berberi, passa se l'ultima maschera socialista è ora a difendere la civiltà occi­ caduta. dentale e cristiana cospargendo

non hanno (salvo qualche caso "clamoroso e troppo presto dimen­ ticato) seguito il sistema dei vec­ chi colonialisti che, per mettere le mani sul le ricchezze naturali di un territorio, lo occupavano mil it ar­ mente. Saggi amministratori dei propri quattrini, g li imperialisti americani non spendono più del neccssario: il loro colonialismo non ha bisogno che di invisibili truppe - i dollari -, e puo occu­ pare e dominare un « paese Iibe­ ro ». diciamo cosi. per telefono. a colpi di pacchetti di azioni nego­ ziate al momento giusto. E' un colo­ nialismo sottile, intelligente, non chiassoso: se poi occorre la vio­ lenza fisica, il fatto d'arme, esso ne dà l'incarico alla carne di can­ none locale, anche qui mobilitata per telefono e acquistata o finan­ ziata in dollari. E', per noi, u'n giochetto chiaro e

scontato. Ma piace sentirlo dire da quella stampa che pure è sern­ pre pronta a tener bordone alla - sin­ fonia dell'anticolonialismo. Ecco qui un brano di stampa « indipen­ dente », di chiare simpatie atlanti­ che, a proposito del Cile (sottol i­ neiamo noi i punt i salienti )~

<( Oggi quasi tutta la grande ric­ chezza mineraria è in mano al ca­ pit ale estero, specie statunitense. Nordamericane sono I'Anacondh e la Braden, società proprietarie del­ la grande massa di miniere di ra­ me, nordamericana è la Lautaro Nitrate, massimo consorzio del sal­ nitro e nordamericane sono le mag­ gwri milliei,e_ di.. ferro.: il commer­ eio di mirrerah cileni è diretto esclu,ivamente da grandi compa­ gnie statunitensi. In Cile le la­ mentele per l'« invadenza >t degti U.S.A. nel -paese sono continue e ogni momento si additano i « so­ prusi » dei nordamericani; in ef­ fetti la preminenza degli U.S.A. è

schiacciante e non molto garbata; gli statunitensi salvano q,ppena le forme e fanno capire che in Cile i padroni sono loro e che questa nazione potrà fare 1ola la politica che piacerà a Washington». (La Stampa, 20-8). Questo non è « colonialismo »

ne! senso antico, ma è coloniali­ smo in senso ben più sostanziale. Aggrungtamo che, nell'America del Sud - corne in buona parte del Medio Oriente -, gridando alla « fine del colonialismo », gli U.S.A. hanno allegramente soffiato a na­ ziorn alleate, specie all'Inghilterra, le migliori posizioni economiche e finanziarie, assicurandosi cosi an­ che il controllo politico dei rtspet­ tivi paesi di sfruttamento indu­ striale e commerciale. Riportiamo da una rivista brasiliana i seguenti dati sugli investimenti esteri nei Paesi dell'America Latina. Investimenti nord-americani nella America Latina (in milioni di dol­ laci):

Il condominio russo-americano sui mondo re provocato lo scoppio del conflit­

to, E mentre la Russia rinfacciava alla Francia e all'Inghilterra il corn­ promesso di Monaco del settembre 1938, che praticamente consegnô la Cecoslovacchia ad Hitler, i servizi propagandistici delle Potenze occi­ <tt!niab s.i -hl>tt.a.itoao sw.l PQU.o russe­ tedesco dell'agosto 1939, soste=ndo che la acquisita certezza di avere le spalle coperte avrebbe fugato ogni esitazione del governo del Ter­ za Reich e dato il segnale dell'aper­ tura del conflitto. La polemica sul­ le responsabilità della guerra scop­ piô, in effetti, fin ne! corso della guerra, ma non impedi ag1i anglo­ americani 'e ai russi, nel frattem­ po divenuti alleati, di sedersi at..

esisteva in parte ancora allo stato torno al tavolo d1 Potsdam e spar- potenziale; cioè la polarizzazion~ tirsi l'Europa. della politica mondiale attorno a1 Negli anni passati, quando 1 governi di Washington, Mosca e «Grandi» riempivano il mondo del Londra. Contrapponendosi e sfidan- , fragore delle loro contese, molto è dosi reciprocamente_ nella « guerra stato detto su! « superamento » ~ fredda » i Grandi d1 Potsdam sono addirittura sul « tradimento » degh pervenuti ad un comune traguardo. accordi di Potsdam. In realtà, !a Non è un paradosso, si tratta d~lla Europa, e il mondo, che abbiamo realtà effettiva. Ginevra conhua oggi sotto gli occhi, prOfJengono in Potsdam? Vuol dire Che. qualcosa linea diretta da Potsdam. Certa!. è comune ai blocchi .imperia!istici mente la NATO il patto pan-orien­ rivali: la Ioro natura capitalistica: tale di Varsavi~, la SEATO, ecc., L'antefàtto della Conferenza di sembrano prodotti di una epoca

Potsdam fu la seconda guerra mon- storica diversa dal luglio 1945. Cer­ diale. A varie riprese, nel corso tamente ne! trattato di Potsdam si della polemica postbellica, gli Stati cercher~bbe invano una sola parola vincitori si sono abband~n~µ s~ac~ che potesse essere interpretata co­ ciatamente a vio_lente recrimin~ziom me un preventivo implicito assenso accusandosi rec1procaJ11ente d1 ave- dato da Stati Uniti e Inghilterra

alla estensione dell'influenza russa sulla Cecoslovacchia o la Polonia. Ma è altrettanto certo che tutti questi fenomeni della politica in­ ternazionale postbellica non si sa­ rebbero attuati in condizioni sto­ riche diverse da quelle create dalla guerra e solennemente sancite dai Grandi a Potsdam.

scorso, nei quali sostenemmo con I sviluppo della potenza dell'uno è -dati di fatto la nostra ipotesi - strettamente condizionato dallo svi­ risultante oggi esattà - che la « di- luppo - anche se antagonistico - stensione » obbedisse a imprescin- degli altri. Se la guerra guerreg­ dibili necessità economiche, manife- giata segnô l'avvento· irrevocabile stantisi nella coincidenza di una delle Potenze - relativamente gio­ crisi di sovraproduzione negli Stati vani - degli Stati Uniti e della Uniti e di una crisi di sottoproduzio- Russia all'alto livello di potenze ne in Russia. ln questa nota inten- mondiali, la cosiddetta guerra fred­ diamo riesumare il trahato firmato da doveva tradurre in atto ciô che dagli· stessi · Grandi di Ginevra, me­ no la Francia, alla Conferenza di Potsdam del luglio 1945, mostrando corne, guerra fredda e coesistenza pacifica di turno, esiste una inne­ gabile continuità che lega, ad onta det voltafaccia della politica e della propaganda in determinate contin­ genze, lo sviluppo storico deH.e coa­ lizioni uscite vittoriose dalla secon­ da guerra mondiale.

I Grandi, cioè le grandi Potenze imperialistiche di Ginevra, sono gli stessi di Potsdam. La conferen­ za di Ginevra dell'anno 1955 con­ tinua . con logica lineare la Confe­ renza di Potsdam dell'anno 1945. La conservazione degli Stati imperiali­ stici è assicurata dalla legge storica, finora mai violata dai fatti, che lo

La valvola alo1nica

A vevamo visto bene presagendo .che l'incontro dei 4 a Ginevra avrebbe dato il via a fiumane di re­ -.torica i'noraleggiante e umanitaria. .Si erano appena lasciati i Grandi, •Che venne l 'annuncio del progetto americano di lancio di un primo .satellite artificiale della terra; poi lo seguirono analoghi annunci rus­ .si. inglesi, olandesi. Un primo diver­ _sivo era creato. I pro!etari che si preparano ad assistere per qual­

•Che anno ai giri di valzer fra il vecchio mondo capitalista e quello ,che falsamente si battezza sociali-

[.' Hlll\ll\10 DETTO LORD 1936 1952

Brasile 194 1.013 Venezuela 186 l.f84 Cuba 666 686 Cile 484 623 Messico 479 490 Argentina 348 393 Tutti i paesi 2.803 5.758

.sta, potranno Sfogarsi a seguire, na­ so in sù, la corsa a chi creerà il più efficiente satellite, lo spettacolo sportivo dei « due » regimi in caval- 1eresca gara a chi riuscirà meglio a ,distrarre gli occhi dei comuni mor­ tali dalle miserie della terra, e vol­ gerli al cielo e aile sue nuove beà~ titudini.

Prelndlo alla democrazia nnlversale.

ganin e Kruscev non possano dis­ setare il popolo sovietico allo stes­ so modo ... Montagne di carta stampata sono

state sperperate, nel recente pas­ sato, dagli occidentali, per « denun­ ciare » l'espansionismo russo e il restringimento del << mondo libero », ma, ad onta delle contorsioni della propaganda, lo. spostamento dei li­ miti delle s(ere di influenza in Eu­ ropa, rispetto alla carta geo-politica dell'Europa 1939, non fu un « frut­ to » della guerra fredda. Le origini del movimento vanno più lontano. Nè potrebbe essere diversamente: la guerra di prop~ganda, la pole­ mica politica, non hanno mai fatto avanzare di un pelo le Potenze in espansione. Allorchè i partigiani di Mosca ro­

vesciarono con la violenza û gover­ no di Praga, liquidando la ipocrita retorica di una Cecoslovacchia in­ dip41ndente Qel mare delle divisioni russe che la attorniavano, l'intero Occidente gridô al tradimento, al calpestamento dei patti, alla 'crimi­ nalità di Mosca. Quando la monar­ chia rumena fu detronizzata si ebbe uguale reazione. E lo stesso avven­ ne tutte le volte che i pretoriani di

(continua in 2.a-,r,ag.) •

Peggto del soclaldemocratlcl « Noi voteremo contra il bilan­

cio della difesa non certo per una dichiarazione di principio, quale esprimevano in altri tempi i socia­ listi: « Nè un uomo nè un soldo per la guerra ». Noi comunisti vo­ gliamo un paese 'forte, sicuro e in­ dipendente, e ci distinguiamo da altri settori in questo campo pro­ prio perchè abbiamo fiducia nella possibilità di assicurare l'indipen­ denza all'ltalia 11 (Giancarlo Pajet­ ta alla Camera, Unità del 28-7 ). I socialdemocratici alla Turati

votavano contra i bilanci militari per principio: senza convinzione, restavano perà ancora pudicamente atk:cati all'ultimo filo di internazio­ nali8mo e di opposi?.ione al regime. Gli ,taliniani ,ono pronti a votare i bilanci militari; se non votafto, è 'perchè il bilancio governativo non garantisce abbastanza la forza, la ,icurezza e l'indipendenza della na­ zione ! La Patria li guarda com­ piaciuta ...

Investimenti inglesi idem · (in mi­ lioni di sterline): Brasile 68 Messico 43 Argentina 298 Cuba 26 Tutti i paesi 537 (Pestiti governativi 99

.31 36 36 24

201 43)

I dati · sono relativi soltanto al 1952; da allora, è notorio che gli investimenti americani, soprattutto ne! Venezuela, nel Brasile e nel Cile e moderatamente nella stessa Argentine sono enormemente au­ mentatl. Ma anche allora era evi­ dente che gli investimenti statuni­ tensi si erano raddoppiati nel com­ plesso (per alcuni Paesi, decupli• cati) nella stessa misura in cui Ili investimenti inelesi si dimezzavano. Vada anche questo a document•

zione della storia del colonialismo o, corne è più proprio 1'lire, dello imper.ialismo capitalistico, alla cùi testa sono og1i - come ieri l'In• ghilterra - 1li Stati Uniti .

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Il candaminia rossa 1continuaz. dalla 1.a pag. J

Mosca, in veste di comunisti, depo­ sero i governi degli Stati dell 'Eu­ ropa orientale che non garbavano a Stalin, allorché inviarono Pet kov sulla forca, Maniu in carcere e som­ ministrarono sanguinose purghe al­ le frazioni dei partiti comunisti di Polonia, Ungheria, Bulg aria, Roma­ nia, Cecoslovacchia che risultarono infette di « titoismo ». E nacque il mito della « cortina. di ferro ». Il grande accusato, il nuovo fomenta­ tore di conflitti, divenne, nella pro­ paganda occidentale, il governo di Mosca ed il cornunismo internazio­ nale. Mettendone in ombra le origini

lontane, fu posto sotto processo Jo espansionismo russo. Ma Mosca non effettuava le sue conquiste sulla lu­ na, ma in Europa, nell 'Europa usci­ ta dalla seconda guerra mondiale che era stata vinba non dalla Rus­ sia soltanto, ma anche dagü Stati Uniti e dall'Inghilterra. Vogliamo ripercorrerlo rapidamente il capi­ tolo del'espansionismo russo? Ve­ dremo come sia il tacito · o apert o assenso sia l'opposizrone dichiarata, e forse più l'opposizione che l'as­ senso, delle Potenze occidentali ab­ bia favorito la politica di sopraffa­ zione della Russia. Perché è un fat­ to che le conquiste territoriali e 11 dilatarsi della sfera di influenza rno­ scovita abbiano giovato, non solo a Mosca, ma allo stesso titolo e cer­ tamente in misura molto maggiore al gioco ipocrita dell'imperialismo americano. Non esisterebbero oggi la NATO e la SEATO, i patti con la Spagna ed il Pakistan, i trattati che suggellano il predominio ecorïo­ mico e politico degli Stati Uniti nel- 1' America Latina, nel Pacifico, nel Medio Oriente, la cintura di basi aeronavali americane attorno al mondo, insomma non si parlerebbe og~i della supremazia mondiale de­ gli Stati Uniti, se questi non aves­ se ro approfittato della politica im­ perialistica di Mosca per mandare avanti i loro piani egemonici, ipo­ critamente riparandosi dietro lo schermo ideologico del contenimen­ to della « aggressione russa ». Già il fatto che l'espansionismo

russo prese il via nel corso della seconda guerra mondiale, sta a di­ mostrare che il fenomeno trasse la sua ragione di essere; non già, come pretende la stampa atlantica. dai principi del comunismo marxista, che del resto già prima del 1939 aveva cessato di ispirare la poli­ tica di Mosca, ma, al contrario, dal quadro storico dello sviluppo del­ l'imperialismo. La guerra mondiale, nel corso della quale la Russia do­ veva qper are la conquista di enor­ mi te_rritori, parte annettendoli e parte assoggettandoli ad un regime di occupazione truccato, fu un pro­ dotto delle çontraddizioni del modo di produzione capitalista. La politica di annessione russa

inizià con uno strumento diploma­ tico: il patto di non aggressione russo tedesco dell'agosto 1939, e con una serie di operazioni militari con­ dotte in parallelo con le offensive di Hitler contro l'Europa. Prima, in ordine di tempo e di importanza, fu la occupazione della Polonia. Co­ me é noto, la Polonia, invasa e distrutta militarmente dalla Ger-

. mania in una campagna durata meno di un mese, fu spartita tra la Germania e la Russia, che aveva proceduto all'occupazione della par­ te orientale, col trattato di Mosca del 28 settembre 1939. Alla Iiqui­ dazione della Polonia subentrà una fase di tregua non dichiarata che durè dall'ottobre 1939 all'aprile 1940. Nel frattempo si svolse la guerra di Finlandia. Nell'inverno, la Rus­ sia mosse all'attacco del piccolo Stato confinante e, dopo qualche insuccesso iniziale, mise· alle corde l'impari avversario. La . Finlanélia fu càstretta a cedere l'istmo di Ca­ relia e alcuni importanti territori del settore centrale della frontiera con la Russia, nonchè dovette con­ cedere l'uso della penisola di Hango. Gli alleati occidentali protestarono violentemente, coprendo di infa­ mia il colosso russo imperversante sull'« inerme popolo finnico », ma a tutt'oggi la Carelia e gli altri ter­ ritori finlandesi occupati dai russi nel 1939-40 continuano a far parte dell'U.R.S.S., ad onta della Confe­ renza di Potsdam e della conteren­ za di Ginevra. Gli avvenimenti della pr imavera

1940 sono noti. La guerra scoppiata ad Est si avventè>, dopo la stasi inverna:le, sull'Ovest. La Germania, in aprile, con fulminee campagne - rimaste modelli insuperati di guerra-lampo - conquistô la Da­ nimarca e la Norvegia. In maggio prese · fuoco il fronte occidentale: l'Olnada fu sgominata, il Belgio co­ stretto alla resa. Poi si scatenè> la èampagna di Francia; nel giugno gH inglesi !li imbarcarono, sconfitti, a Dunkerque.' Prima che · il mese fln_isse, il 22; la Fr~ncia rappresen­ iata dal c,vei'f!o Petain · firmo I'ar­ mistizio ' dettato dalla Germania. Ricacciati gli iriglesi nelle 'loro

isole metropolitâne, ftaccata là po­ tenza francese, ' la· Germanta nazi-

sui sta e la Russia staliniana rimasero le padrone .del continente. Mentre le armate di Hitler menavano di­ struttori colpi di mag lio sui fronte occidentale, i generali di Stalin non stettero certamente fermi. Il 27 giu­ gno le armate russe invasero la Bessarabia, togliendola alla Roma­ nia. In agosto i conquistati territori della Bessarabia e della Bucoviria settentrionale furono incorporati dalla Russia, ne! cui ambito st atale vennero a costituire la Repubbl ic-i di Moldavia. Nello stesso mese su­ birono eguale sorte le repubbliche baltiche (Lituania. Estonia, Letto­ nia) che erano state occupate rni li­ tarmente fin dal luglio. Mettendo nel conto gli acquisti fatti da M0- sca in Polonia e in Finlandia, corne abbiamo visto, risulta che la Rus­ sia pervenne - nell'estate del 1940 - a riprendere in pugno la mag­ gior parte dei territori che er ano appartenuti all'impero zarista fino al 1914. La contabilità politica aper­ ta con la stipulazione del patto Sta­ l in-Hit ler segnava un grosso attivo per ambo i sottoscrittori. L'Europa

americana VITA del pa1·tito

monda era divisa, in pratica, nelle sfere di influenza russa e tedesca. La parte del leone spetto, natu­

ralmente, alla Germariia. Il Terzo Reich hitleriano annesse l 'Alsazia­ Lorena e il Lussemburgo, impose uno spietato domiriio militare sul la Polonia, sui Protettorato di Boemia e Moravia (ex Cecoslovacchia), sul­ la Norvegia, la Danimarca. I'Olan­ da, il Belgio, la Francia occupata. Se si considera che le conquiste dell'Italia fascista. entrata in guer­ ra al collasso della Francia, si ri­ dussero a pochi chilometri della ri­ viera francese e al tratto della di­ stesa desertica compr esa fra il con­ fine cirenaico e la località egiz ianu di Sidi-el-Barrani (conquistata nel settembre 1940), si conclude che il primo anno di guerra vide il con­ dominio russo-tedesco, nazista-stali­ nista. sull'Europa. Cinque anni do­ po la Russia doveva sedere a Pots­ dam sul banco dei giudici della Ger­ mania, accanto agli Stati Uniti e l'Inghilterra ! L'equilibrio tra le due massime

potenze del continente ebbe breve

fascista. E se non convinsero St a l i n ad apporre la propria firma alla Carta atlantica (quella delle quat­ tro libertà) partorita da Roosevelt e Churchill, riuscirono perà ad ot- tenere lo scioglimento del Korn in­

durata. La Germania che, momen- I tern. che per volontà del governo taneamente aveva invertito le di- r usso fu sacrificato, il 22 maggio rettrici della sua marcia conquist a- 1943, sull'altare della sorgente ami­ trice, si rivolse all'Oriente, passando ciz ia tra Stati Uniti ed Inghilterra per i Balcani. Nella primavera 1941, da una parte e Russia dall'altrn. le armate tedesche strariparono in Quando i governi di Washington e Jugoslavia, in Grecia, in Bulgaria Londra fomentavano la campagna (prima, in ottobre, la Rornani a era denigratoria contro I'esp ansioni smo stata occupata con l'assenso del!.1 moscovita, nel corso della « guer ra monarchia). La eccessiva spropor- fredda », fingevano di dimenticare zione di forze venuta a crearsi do- che in cambio del riconoscimento veva provocare fatalmente la guer- della politica annessionistica di Mo­ ra tra gH ex alleati. sca, essi avevano ottenuto dal go- L'attacco tedesco alla Russia, ini- verno di Mosca il definitivo - an­

ziato il 22 giugno 1941, sorti un che se ormai formale - affossamen­ bizzarro effetto nella prop ag and a to del movimento comunista inter­ di guerra. La Germania nazista si nazionale. rimangiava in fretta le giustificazio- Le Conferenze di guerra di Te­ ni ideologiche dell'alleanza col heran (novembre 1943), di Yalta Cremlino e risfoderava gli slogans (febbraio 1945) e di Potsdam con­ della « crociata anticomunista » che sacr ar ono il fatto storico veramente dall'agosto 1939 teneva gelosamente nuovo dal punto di vista de llim­ in serbo. Da parte loro gli alleaii per ia lismo: l'amicizia tra Stati Uni­ occidentali, cui vennero ad aggiun- ti e Russia. L'ulteriore corso della gersi alla fine dell'anno gli Stati storia mondiale ne doveva subi re Uniti, operarono un rovesciamento le influenze. Infatti, l'arretramento di fronte nella guerra di propagan- delle potenze colonialiste dell'Eu­ da. tendente a portare la Russia rop a, sulle ·quali si era imperniato nel campo della democrazia anti- tradizionalmente I'equi iibr-io non so.

lo del continente, ma dell'intero

A PROPOSITO DI·

I peccali socialislici dello Slalo di Roma Nella terza ed ultima puntata I E con cià? Il mondo sordido del .ca­

dell'articolo « I peccati social istici pitalismo non si comprende desu­ dello Stato di Roma » siamo incorsi mendolo dalle notizie di stampa in una inesattezza: abbiamo scritto, che, novantanove volte su cento, discorrendo della costituzione del- sono, ad onta della parvenza di rea­ l'Ente Nazionale Idrocarburi, che lismo, interpretazioni interessate de­ la legge che istituiva !'Ente passô gli avvenimenti. A vederci chiaro, in Parlamento « con voti conver- occorr e sapere maneggiare il me­ genti dei partiti governativi e con todo marxista di interpretazione, 11 quelli dell'opposizione socialcomu- quale non viene certamente scalfito nista ». Sta di fatto, invece. che i da qualche nostra inesatta nozione parlamentari comunisti votarono sul numero dei componenti onore­ contro il progetto di legge presen- voli di Montecitorio o sui reumati- tato dalla maggioranza. smi del Santo Padre ... Obiettività vuole che ripariamo Del resto il comportamento odier-

all'involontario errore dovuto a de- no del P.C.I. nei riguardi dell'E.N.I. flcienza di informazione. Essendo la smentisce e sconfessa appieno U notizia una merce, come sono merci voto contrario dato dai parlamen­ egualmente le attrezzature occor- tari stalinisti in sede di approva­ renti a registrare ed archiviare le zione della legge che istituiva Io notizie, non deve sorprendere se un Ente. Oggi, infatti, l'E.N.I. gode del­ movimento privo di mezzi - qua- l'incondizionato appoggio del P.C.I. l'è il nostro - stampi un foglio che Si guardi alla questione del petro­ deve « informarsi » invece che « in- lio. Alle manovre del cartello in­ formare » come fanno i colossi della ternazionale del petrolio che mira stampa. Chi « informa » vende no- a por re le mani sugli idrocarburi tizie e ne intasca un utile: noi le· non compresi nella zona (Pianura notizie dobbiamo comprarle, si spie- padana) assegnata in esclusiva al­ ga pertanto come succeda che, con l'E.N.I.-, il P.C.I. non sa opporre g!i scarsi soldare!li di cui disponia- altro che una politica protezionisti­ mo, siamo a volte male informati. ca ispirata a un furioso sciovinismo,

che la richiesta di nazionalizzazione del petrolio italiano a mala pena riesce a mascherare. In base alle vigenti leggi mine­

rarie lo Stato italiano è proprieta­ rio dei prodotti del sottosuolo. Per­ tanto, la nazionalizzazione chiesta dal P.C.!. verte sulla gestione dei pozzi petroliferi, essendo già nazio­

. nalizzata la proprietà degli stessi, come avviene negli altri rami della produzione mineraria. Ad esempio, la Montecatini non è proprietaria delle miniere che sfrutta, ma sol­ tanto del capitale necessario allo sfruttamento capitalistico dei giaci­ menti. Gli uomini del P.C.!. sosten­ gono a spada tratta la tesi della na­ zionalizzazione dello sfruttamento degli idrocarburi e sognano la pro­ mozione dell'E.N.I., che a tutt'oggi é un gruppo finanziar io con parte­ cipazioni del demanio e del capi­ tale privato,, ad azienda monopoli­ stica di Stato. Cosi mostrando i denti al capitale privato, credono di lottare contro il capitalismo. Per giustiflcare sul piano pratico la loro linea politica statalistica, essi ripe­ tono ad ogni istante che la nazio­ nalizzazione degli idrocarburi :i­

vrebbe l'effetto di abbassare i costi di produzione del petrolio. E poi? A parte il fatto che il petrolio e la benzina italiana sono un capitolo dell'economia nazionale ancora da scrivere, è chiaro fin da ora che se si verificassero le previsioni della sinistra socialcomunista, ad avvan­ taggiarsi dei bassi costi di produ­ zione del petrolio nazionalizzato sa­ rebbero le grandi industrie consu­ matrici di idrocarburi (industrie automobilistiche, trasporti, ecc.) che

z ·t, d , . sono, guarda caso, proprio esse in i a e ell ordme. Nel Marocco, una mano di privati èapitalisti fiammata di uomini di colore le cui . . · . condizioni sono ben simboleggiate Approfithamo d1_ questa mvero dal nome del quartiere di Casablan- l~nghett~ « errata corn~e » _per ag: ca in cui 50.000 arabi si stipano in· gm~gere qualche precisaz10n_e •u catapecchie di lamiera residuata di dah. che, ~el sop=a citato artwolo, guerra. Bidonville! E, anche qui, f~rmmmo, m merrto alle partectpa­ tutti a econteesaru, gli stessi partiti z~om dell ,IRI, questo fra~ello mag­ del cosiddetto nazionalismo estre- gw~e _dell E._N.I:, nelle aziende can­ mo pronti ad occupare un posticino tier ist iche italiane. Recentemente caldo alla tavola [rancese; tutti a l'Agenzia TV - ecco un'impresa versare postume lacrime ;ulle vit- ben_e fornita della merce notizia - time, quasi che la storia della CO· ha mformato che lo Stato controlla, lonizzazione dell'Algeria e del Ma- ~ra~ute l'IRI, i maggiori cantieri rocco non fosse disseminata di ca- I~aham, possedendo: la quasi -tota­ daveri « di colore », di fronte ai qua- htà del capitale azionario della li le 300 e 400 vittime di un mas- « Ansaldo », la totalità del capitale sacra occasionale sono çocce in un della · « Navalmeccanica », della oceano. Vampate di rivolta incon- « 0.T.0. », del!'« Arsenale Triestino » sapevoli e confuse, ma intrise di e delle « Officine allestimento e ri­ tutte le lacrime di un secolare sfrut- parazioni navi ». Possiede, inoltre, tamento. la maggioranza delle azioni della Gli operai industriali di Nantes « Società Cantieri Riuniti Adriatici».

e le plebi del Marocco ricadranno, Tali dati vengonô' a portare ap- 1o sappiamo, sotto le arida di [orze PTOfondite documentazioni alle tesi che, col pretesto di difenderli, li ri- centrali dell'articolo, di cui stiamo condurranno al riapetto della legae discorr.endo. Si dimostrava in esso, e della madrepatria: ma, intanto la corne i lettori ricorderarlno, che lo loro spontanea rivolta è una de- . Stato italiano figura - per le par­ nuncia aperta, un guanto di sfidà tecipazioni azionarie nelle società lanciato all'ipocrisia ed al c;i111smo industriali e per le aziende che della « civiltà » borghese con tutti possiede e gestisce in proprio _:_ i suoi paludamenti democratici. I corne il massimo capitalista impren­ rivoluzionari non possono essere ditore operante ne! mercato nazio­ c~e con loro, contra « ali altri », lo · nale. L'esasperato interventismo arcobaleno dei partiti della conser- dello Stato italiano - secondo per vazione, si chiamano destre e sini- ampiezza solo all'industrialismo di sfre, levino Zo stendardo degli eter- Stato presente in Russia - adduce ni principii o quello di un falso e prove alla nostra posizione fonda­ ca!pestato comunismo. mentale che la lotta di classe vi-

Da Nantes a Bidon ville

1 fatti sanguinoai di Nantes e gli scontri violenti al Marocco , e in Algeria sono due aspetti conver­ genti del volto bieco del capitali­ smo francese. A Nantes, la tradi­ zionale pirateria e codardia della classe padronale che firma un ac­ corda per l'aumento dei salari, poi chiude le fabbriche e proclama di averlo sottoscritto sotto la ptessione della violenza, sicura che l'incarico di prendere a bastonate e schiop­ pettate ali operai sarà armai sca­ ricato dalle proprie spalle vigliac­ che su quelle delle forze dell'ordine; nel Marocco, la stessa classe padro­ nale che da anni, pér conservare i suoi privilegi, aizza una tribù con­ tro l'altra e gli arabi contra i ber­ beri, e d.estituisce sultani e ne crea altri per poi riversare su questi le co!pe della propria pirateria impe­ rialistica, e grida allo scandalo per gli scoppi di violenza che essa stes­ sa ha fomentato. A Nantes, una fiammata di ribel­

lione proletaria, tanto spontanea e incontrollata che la C.G.T. stalinia­ na è corsa a aconfessarla attri­ buendola a « provocatori trotzki­ sti » e il sindacato socialdemocratico F.O. ha scisso la sue responsabilità dal movimento scaricandolo sulle malefatte della polizia. Tutti, dun­ que, contra gli operai scesi in piaz­ za pcr liberare i loro compagni im­ pTigionati; · tutti a denunciat"e il loro « economismo b,ruto » ( ! ) ; tutti a richiamarli al rispetto della lega-

pianeta. e vogliamo alludere alla lnghilterra. alla Francia, all'Olanda, provocà i grandiosi rivolgimenti in Asia e in Africa, che sfociarono nella costituzione dei grandi Stati indipendenti dell'India, del Paki­ stan, dell'Indonesia e precostituiro­ no le condizioni obiettive della se­ conda rivoluzione nazionale della Cina. Ne è un mistero che la so­ luzione dei conflitti locali scoppiati m Corea e in Indocina scaturirà da eventuali accordi tra Washington e Mosca. ammesso che non convenga ad entrambi perpetuare le ·situa­ zioni esistenti. Fu nel quadro di questa amicizia

che si svolse la Conferenza di .Pots­ dam. Nella sopravvenuta fase di tensione internazionale molto spes­ so ricorse, nella polemica antirussa, 11 motivo della eccessiva arrende­ volezza ( !) di Roosevelt verso le richieste di Stalin. Al momento del­ la ascesa elettorale del partita re­ pubblicano, che attualmente regge 11 governo di Washington, si delineà neg!i U.S.A. un timido moviment•1 revisionista che parve propugnare !'abrogazione degli accordi di Yal­ ta e Potsdam. L'attuale ministro de­ gli Esteri americano Foster Dulles che sembrà esserne a capo, giunse a lanciare la teoria della « libera­ zione » dei satelliti di Mosca. Recen­ temente, il Dipartimento di Stato ha pubblicato i verbali di Yalta, sollevando le proteste inglesi per­ ché dai verbali risultava crudamen­ te la parte secondaria svolta da Churchill nel negoziato. Ma nulla è seguito alle mere dichiarazioni di principii e alle schermaglie po­ lemiche. ,E si comprende bene il perchè: gli Stati Uniti non possono volere seriamente la revisione di Yalta e Potsdam, perché se è v~ro che da essi la Russia trasse il rico­ noscimento internazionale alla pro­ pria politica espansionistica, é al­ 'trettanto vero che Yalta e Potsdam sono due tappe importanti n.ella marcia degli Stati Uniti verso la supremazia mondiale. ,

(continua).

SOTTOSCRIVtTt a

1

l 'il programma i'comunisla, gente non si svolge nelle forme del duello privatismo-statalismo, corne pretendono solidalmente pseudo­ marxisti e bQrghesi. Se i fatti pro,. vano quotidianamente che lo Stato borghese si comporta in certi casi da accanito statalista, nulla puè> autorizzare a credere che statalismo e privatismo, gestione statale e ge­ $tÏone privata, siano qualcosa di di· verso da due modi di essere del ca­ pitalismo.

--•••-- COHRIHRE GEl\10\IESE

Le simpaticbe cerimonie « Semplice e simpatica cerimo­

nia » scrive l'Unità genovese del 2-8. Immaginate di che si tratta? Della premiazione di trentanove operai dello Stabilimento Piaggio di Sestri Ponente, che hanno raggiun­ to i 25 anni di servizio ! Il « giorna­ le dei lavoratori » celebra. dunque, la s'tomachevole « generosità » del padrone verso chi ha resistito per un terz0 della normale vita uma­ na alla quotidiana estorsione di plusvalore o. che è lo stesso. di sopralavoro. Gli operai della Piag­ gio hanno condotto terribili lotte contro la brutalità della direzione, moiti sono stati licenziati, altri « selezionati »: non importa; per il « giornale dei lavoratori », il pre­ mio agli... stakhanovisti per forza rappresenta una « simpatica ceri­ monia ». Figuriamoci come sarà gradita ai

senza-lavoro, a quelli che dalla di­ rezione hanno ricevuto, per tutta ricompensa del quotidiano lavo,o - della quotidiana produzione di profitto - il classico c;:,'eio nel se­ dere ! In verità. merii.'I: un premio della direzione anche il « giornale dei lavoratori ».

Le loro vittorie Squilli di tromba alla FILC-CGIL:

dopo 70 giorni di lotta. la vertenza della Bocciardo si i> « vittoriosa­ mente » conclusa con un accordo fir­ mato il 2 agosto. E invero. vittoria é stata - per

i dirigenti sindacali. La direzione voleva licenziare 90 operai: l'ac- · cordo prevede che ne siano licen­ ziati... 78. meno 5 da riassumere entro trenta giorni. Diciassette sal­ vati su novanta: c'é di che squillare le trombe, dopo settanta giorni di agitazione! Gli altri se ne vanno con un prernio extra-contrattuale di 75.000 lire, un premio ai ... vincitori della battaglia: pace all'anima loro. Gli operai della Bocciardo hanno

strenuamente lottato; ma non sono stati loro a firmare l'accordo. L"ac­ cordo l'hanno firmato quelli che lot­ tavano seduti nei cadreghini sin­ dacali. Il giorno che rifiammeggerà la lotta di classe. gli operai licen­ zieranno senza premio questi falsi difensori del popolo, e avranno ra­ gione.

Perchè la nostra stampa viva PIOVENE ROCCHET~: il grup­

po dopo la visita del compagno Sal­ vador 850, a Schio fra compagni 400, Domenico salutando Riccardo e Antonio 250; GRAVIN A: Di Mat­ tia 2500, simpatizzante socialista 150; TORINO: Gambino saluta i compagni italiani 1000; NAPOLI: Ing. V. P. 100, Salomone 25, sim­ patizzante 175, Eduardo 200; ASTI: Compagni 250, Bianca 150. Caio 500,

,1 cinque 200; GENOVA: raccolte alla riunione: A. C. 1500, D. M. 1000, Otello 500, N.N. 500, Mario 1000, Corrado 1000, Danubio 500, Scarpa 250, Pino 200, Lisipa Bruno 200, Comune 200, Jaris 500, Cando!i 200, Celia 500, avanzo bevuta 300, Amo­ deo 1000, Mariglia 2000, Formenti 1000, Illegg. 500, La Camera 1000, Favero 500. Asti 600, Ledrini 300, Wenisto 1000, Valentino lOQO, Ma­ riotto 500, Vittorio 1000, Billi 1000, Neri 100, Bruno 500, Manoni 500, Sperduto 500, Como 1500, Mangia­ gal!i 500, Covone 5000, Otto 1000, Guanzini 100, Loriga Arenzano 150, Papaci 1000, Giulio ricordando il suo Spartaco 500; CASALE: Cap­ pa Mario 50, Sandro 25. Felice 40, Miglietta Terranova 200, Fermo 25, Capè 25, Ordazzo 100, Zavattaro 100, Coppa Giuseppe 50. Baia del Re fra compagni 400. salutando i compagni di Milano 35, sottoscrizio­ ne coi compagni di Asti alla riu­ nione in memoria di Mario Acqua­ viva 1350; ANTRODOC0: Mario 250, Raimondo ricordando Ortensia 250; PARMA: Pin 300, Corradi 500. TOTALE: 41.550; TOTALE PRE:

CEDENTE: 387.430; TOTALE GE­ NERALE: 428.980.

Versamenti N APOLI 5000 + 5200; GRAVIN A

2650; COMO 3500; ROMA 3000; ASTI 7600; CARRARA 5000; GE­ NOV A 3000 + 31.100 + 70.000; CASALE 1100; PIOVENE 1500; CA­ STELLAMMARE 2080; COSENZA 10.000; ANTRODOCO 600; PARMA 5200; .SCORCETOLI 2500; PORTO­ FERRAIO 300.

D1Bll0TICH!INA - Bucharin e Preobrajenski, ABC

del comunismo . . . . L. 350 - Prometeo, I seriE! . L. 400 - Prometeo, I serie e nr. 1-4 della

II . . .... L. 600 - Bollettino interno, nr. 1 ediz.

francese . . . . . . . L. 100 - Il dialogato con Stalin, . L. _20:l - Sul fila del tempo (1) • L .. 100 I prezzi indica.ti .non. sono c~~

prensivi delle spese post.ali.

Page 3: D Il condominio russo-americano sui mondo e p ov ca to l s ...archivesautonomies.org/IMG/pdf/gauchecommuniste/gauchescommunistes... · !ella one, 7he- gra- ·o le- che e al dei 1

IL PROGRAMMA CGMUNISTA

l[ GRANDI IJU[STIONI STORICH[ nu RIYOlUZION[ IN RUSSIA l ~o E LA RIUNIONE ·imo- del

atta? nove io di giun­ irna­ igue, del per

uma­ e di >. di ~iag­ lotte ione, altri er il pre­ 'orza ceri-

Il convegno organizzato dal nostro Partito, susseguente colla solita veriodicità a quello di Na­ poli dell'aprile, e previsto in primo tempo nella sede di Piom­ bino o di Portoferraio, venne spostato oer motivi di pratica e logistica converiienza a Geno­ va, assumendosene la prepara­ zione l'attivo gruppo locale che aveva già l'esperienza della ben "iuscita riunione dell' Aprile 1953 ben ricordata da tutti i compa­ gni, e che ebbe oer tema lo "Sbocco storico del capitalismo occidentale ». Di essa è finora da­ to solo un riassunto in tesine. (Fascicolo-rivista « Sul Filo del Tempo»). L'accoglienza ai convenuti e

la loro ospitalità riuscirono as­ sai bene predisposte sotto ogni riguardo, e le riunioni si svoL sero in locale attiguo a quello ove si consumavano i pasti, con grande affluenza di ascoltatori. A parte minori incontri per esc­ minare questioni organizzative di Varie zone, fu.rono dedicate alla laboriosa relazione ben tre se­ dute di oltre tre ore ognuna, po; meridiana il sabato, antimeridia­ na- e pomeridiana la domenica. Erano rappresentate da com­

J)agni le seguenti località: Tori­ na, 2 inviati, Asti 5, Casale 1, Milano 8, Corno 1, Udine 1, Trie­ ste 1, Parma 1, Ravenna e Cervia 3, Forli 1, Firenze 1, Carrara 1, Portoferraio t, Roma 1, Ntipoli :2, Cosenza I, Messina J, Gravina J, Gruppi esteri 4 (Belgio l , Sviz­ ~era 1, Francia 2). Inoltre tutti 1 compagni del gruppo di Geno­ va, e con essi vari qiovani iscrit­ ti di recente o simpatizzanti pro­ Vati. Tutti gli altri gruppi ave­ Vano giustificato i motivi della mancata partecipazione. Come al solito neqli intervalli

del convegno fu svolto buon la­ Varo di ordinamento organizza­ tivo e di regolarizzazione ammi­ nistrativa, con contributo di ver­ samenti e sottoscrizioni da tutte le zone, e con opportune intese di Zavoro tra l'Esecutivo centrale e i gruppi periferici delle varie provincie.

ta ai a di­ :utta vor o e di 1 se­ emio nale

}IL: enza rosa­ > fir-

per ione !"ac-· cen­ nere sal- Iare i di mrio e di itori lo ro. mno sorio ,·ac- lot­ sin­ gerà cen­ falsi ra-

- • nva L' ESPOSIZIOIE DEL RBLATORE

rup­ Sal­ agni ardo vlat­ lista .a i )LI: sirn­ STI: 500,

·olte 000, 000, rrpa 200, 200, mo­ enti 000, 300, Ma- 000, 500, gia- 000, 150, ) il ~ap- 40, 25,

taro del

lo i zio­ riu­ [ua­ ario nsia 500. RE: GE-

Il relatore come di norma ri­ Collegà la trattazione da ~vol­ gere alle precedenti esposizioni Verbali di altre riunioni e alla P'Ubblicaziane in questo giornale dei diffusi regolari resoconti. Ri­ COrdè, come dono una serie di 8tUdi organici sulle que•stioni del movimento e della sua teoria, sotto i profili economici, storici, 8ociali e politici, nei quali tut­ tavia erano stati più volte posti in tutta la loro estensione i pro­ blemi legati alla situazione e allo 8Viluppo della Russia, ed a se­ !1Uito della pubblicazione di una 8erie di « Fili del Tempo » ap­ Parsi nel 1953 su queste pagîne sotto il titolo " Dialogato con Stalin » si erano volute dedica­ re siste~aticamente una se-rie di r!unioni interregionali alla Rus­ sia. A Bologna il 31-10 e 1-11- 1954 il tema [u: « Russia e rivo­ lu.zione nella teoria marxista ", ed il resoconto in esteso ( che P<>i come più volte avvertito è u!'a nuova elaborazione, succes, siva alla esposiziane verbale e '71.a.turata dopo l'incontro con gli a~coltatôri, le loro impressioni . e 1'ichieste di sviluppi) fu dato tn '' Programma Comunista ,, in 11 P'Untate tra il n. 21 del 1954 e il n. 8 del 1955. Storicamente tale ~attazione giunge fi.no alla data ella prima guerra mondiale. A f apoli, 23-24 aprile 1955, il tema 1_ " Struttura · economica e so­

Cr,qle della Russia d'oggi » e com­ Prese una esposizione delle vi­ c~e della rivoluzione in Rus-· sia nezze fasi del 1917, in sintesi, e QU.indi un esame della struttu­ ;~ sociale della Russia presente, i,;tn.ostrando la nostra tesi ce~- ale, che ivi vige una economsc

capitalista nella sua ormai bene t'Viata edificazione in tutto il e1'rit0rio. . Il relatore dichiarà che netla riunione di Genova avre.bbe ri­ pet~to. quanta esposto a Napoli, in UJ)ècie a varttre dal livello raQgiunto nel- diffuso rendiconto ~bbticato in sei puntate di « rog,..amma » tra il n. 10 e \~ n. 15 dell'arino in corso. Per tii.l ~ il resoconto sarà unico, ~ . sua COntinuazione, per le

ciiun~i di Napoli e Genova, an- e in quanto la prima ebbe lar­ !!?_ con.corso di compagni · nel

.. ...,~<>t1Ï<>rn:9, mentre a questa so­ f.°din PTE!Valenza convenuti quel- i el Settentrione. An1iunzio crui1tdi, [eâele al me-

:NA 000; GE- 000; CA­ fZA MA TO- - l LBC 350 400 ella 600

idiz, 100 20:l 100 ~~

Nella nos!ra riunione in!erre~ionale Oi Genova Oel 6 e î a~os!o 1955 todo delle ripetizioni dei temi di: L'uditorio segui, malgrado .la base, che avrebbe premesso una i fatica e la staoione, con estremo ricapitolazione breve delle tesi interesse e in qualche punto con svolte a Bologna e di quelle svol- · vera tensione il seguirsi delle de­ te a Navoli e nelle sei puntate : duzioni nella loro continuità de­ di resoconto sopraddette, svolgen- ' cisa poichz il tema non era dei do poi in tutta l'ampiezza quanto più agevoli, e le prospettive che a Napoli già detto sulla storia ne furono tratte potevano sem­ della rivoluzione sovietica ( a brare talvolta temerarie; poichè partire dalle tesi di Aprile 1917 non pochi compagni di antica mi­ da Lenin date al suo. rentrare in lizia e salda preparazione ( an­ Russia) e sullo svolgimento del- che davanti al continuo apparto le forme economiche, muovendo di testi e documenti sorreggenti quindi dall' Aprile, trattando lo l'altra notissima nostra tesi che Ottobre e la vittoria Politica bol- non arrechiamo mai illazioni scevica, il lungo pÙiodo della nuove o originali, o che abbiano guerra civile; ed infine il con- a sorprendere, o sconvolgere il tenuto dell'opera di governo nei ; teorico patrimonio del partite, si suoi vari periodi, dal " Comuni- mostrarono chiaramente interes­ smo di querra» alla « Nep » ed sati e colpiti dai punti di arrivo al terza periodo âefinito, con be- ormai ben visibili del coniptesso stemmia dottrinale, di costruzio- e meditato sviluppo, sicchè al ne del socialismo, e che noi de- lavoro dell'espositore per rag­ finiamo periodo di. formazione giungere organicità e completez­ della totale economia e struttura zain cosi vasto arco di trapassi sociale capitalista, sulle rovine d'i rispose un non comune impegno quelle feudali e asiatiche. dell'attenzione dei presenti, ri-

teniamo utile svolgere il rendi­ conto nel modo che subito di­ ciamo. In un prossimo numero del

g-iornale il resaconto completo, che potrà ben prendere nome da Napoli-Genova 1~55, riprenderà ad essere elaborato in dettaglio muovendo dalle Tesi di Aprile. In ,queso numero diamo la pri­ ma oorte di una sintesi succinta di tiitto il corso di trattazioni sul tema russo, da Bologna a Napoli e Genova. che crediamo possa essere utile al buon orientamen­ to di quanti seguono con impe­ gno massimo il lavoro in pro_ fondità che tutto il partitù nel suo insieme ha tenaceme'nte pre­ so a sostenere. Siamo cosi sicuri di risponde­

re alla attesa di tutti i compagni, e soprattutto di quelli che non hanno potuto essere presenti, ed alla soddisfazione mostrata da tutto il folto e impegnatissimo

uditorio per la maniera sistema­ tica e solida dî porre sul tappeto e condu,rre a soluzione tutte le grandi e vitali questioni proprie del tema, senzli il minimo riguar­ do sia per i pregiudizi che anche agli ottimi marxisti la società ambiente sempre ·getta di nuovo

15 tra i piedi e davanti agli sguar- , di, sia e soprattutto per le misere demagogiche speculazioni delle bande avversarie, e anche -Teast not least - per le pietose sban­ date di piccoli gruppetti che, pur colpiti nel subcosciente dal dila­ gante fetore dell'opportunismo trionfante, reagiscono in inodo insufficiente e deteriore, incap­ pando traverso elucubrazioni in­ tellettuali di pers91te o di dubbi cenacoli e circoli di « libera di­ scussione n, in slittate teoretiche certamente viù verniciose del crasso diguazzare - nel vile com­ mercia di principii, che distin­ gue il " comunismo » ufficiale di questi amari tempi.

La Bassia nella storia mondiale, nella 8rande Rivolnzione e nella società contemporanea

Sintesi relazioni Napoli delle di Bologna,

1. Marxismo ed enigma russo

2. Hivoluzione europea horahese e praletaria

1

maturo per una rivaluzione in­ terna anche borghese liberale, e defi~ito c?me « riser'-'.a ~e~la con­

. tranvoluz10ne "· Pregmd1zialmen­ te allo studia delle sue forze in-

. . . . terne, è tesi marxista sicura quel- Sorto 11 s1stema umtano mar- la di favorirne la sconfitta mili­

xista. nel doppio inseparabile tare in agni urto con potenze aspetto di scienza ~ella ec~na~ia eur~pee, come quella dell'alleato moderna mercantile cap1tahsta sistematico della reazione sia (Inghilterra, E_urop~ occidentale quando una capitale europea si e centrale) e d1 teona della svol- leva cantro l'assolutismo feuda­ gimento storico che fa .d~pendere le, sia ed ancor più quando la le forme e le lotte pohbch~ dal- classe operaia, come forza nuova la sattostruttura econom1ca e e diversa scende sulla barricata . dallo ~vvice~d~r.si dei m<_>di d~ Quindi' con rigorasa caerenza produz10ne tip1c1, anche 1 su01 teorica la Prima Internazionale e seguaci, davanti ad una Russia il suo Maestro Carlo Marx sono in cui la rivoluzi~ne liberale tar- per la vittoria contro la Russia, dava, e con essa Il gran trapassa tanto degli insorti di Polonia che I j dal mo~o feudal~ a _quello bor- degli eserciti europei alleati coi 't ghese d1 economia, s1 fermarono turchi che della Turchia sola 1 • d~vanti al quesjto_: vale la_ dot- (sebb~ne più che feudale), come tri.na del matenahsmo st~nco a nella futura :prevista grande sp1egare ~NCHE lo svo~g1mento guerra della Germania contro de.Il~ storia ru_ssa? 0 e quest<? slavi e latini. Di qui tutte le ongmale, pecuhare, estraneo agh menzogne sulla posizione anti- schemi di classe e :11 modello slavista di Marx per pretese ra- Scritti dei grandi marxisti eu- delle successioni stonche fond~- giani nazionali e razziali. ropei e russi ci :;ono valsi, ai fini to _da M_ar~ su~ dat~ della stana Dal 1871 in poi. caduto Napo- del giudî:2io ~ul~e pi~_rece~ti for­ dei I?aes1 gmnti nell. ott9ce~to al- leone III alleato della Russia, e n:ie e fas1 sociah pohhche m ~us­ la p1ena f~rma cap1tahsta: levatosi eroicamente il proleta- s1a, a combattE;re la affermaz1on_e ~o~tra nspasta: l_a teona ma: riato di Parigi, il marxismo è per cJ:ie. nella ~ton~ russa dalle on­

tenahsta_ della stona 1: le legg1 l la vittoria del proletariato con- gm1. cada m d1fetto la J?Ossente della sc1enza econ_om1ca s~no, 1 tro tutti gli eserciti europei, corn- teo:1cl'.'- Marx-Engels-Lenm sulla p~r: la scuola_ marx1~ta, apphc.a- l preso il russo, contro di lui con- 1 soc1eta e lo. Stato: L_o Stat~ non b1h alla Russ1a e all Euro:m. Es- federati, pur plaudendo ancora I appare che m soc1eta orm~1 s~­ se hanno valore per tutti i luo- nel 1877 alla disfatta 8 Plewna b1lmente :1ssate su un ter:1tor10. ghi e tutti i tempi del divenire delle truppe zariste. Ma no~ vi app~re necessanamen: sociale umano per tutti i tra- te subito. bens1 solo quando tah passi da uno ~d altro modo di prime società, in ragione soprat- produzione, per i popoli più svi- 3 Cose sociali di Hussia ~utto della poca terra disponib_ile luppati came per quelli più arre- • m rappor:to alla forza n_umenc~ trati. · . . umana, si scompongono 1n class1

Dall'mterno del1'1mmenso pae- e in cozzi interni ed esterni. Den­ se giungono ormai insopprimibili sità umana, natura del suolo gli echi di una latta rivoluziona- quanto a possibilità di movimen­ ria delle classi, e della ribe)lione to a clima e a fertilità hanno al ~egime dello zar e dei !euda- q~indi dato luogo a div~rsi tipi tari. Come questo corso s1 svol- di sviluppo; nei quali lo Stato si ·gerà? Darà esso luogo ad una è presentato a stadi ben diversi.

~ll'inizio del movimenta ope- rivoluzione liberale, al p_otere Una parallela applicazione del- ra10 moderno, dopo le grandi ri- parlam«:ntare della bo_rghesia. ed la teoria del materialismo storico, voluzioni borghesi di Inghilterra a_llo svilupp? economico capita- svalta nel nostro studio, ci fa as­ (sec. XVII) e Francia (secalo hsta cht: fara nascere un potente sistere al nascere della Stato nei ~VIII)_, e. al te~po _del graride I praletar;ato, al pa~so _can q~ello vari grandi campi. In quello asia­ mcend10 nvoluz1onar10 del mez- e~ropeo · l.!na teon:1 nvoluziona- tico rado lo Stato sorge quando zo secolo XIX, che deve esten- n_a amarxista so_stiene una ben in lotte tra libere gentes comu­ dere la rivoluzione liberale alla dlver:sa _prospettiva, che vuo~e niste troppo vicine un popolo mi­ Eurapa ~onti~E;ntale, e in cui un pogg!arsi sui . s~p~avvivere m litare assoggetta altri e forma pr~letana~o g~a. dotato ?~ <:onno- R_ussia _della _pnmitiva f~rma del classi di schiavi « personali ,i, tah orgamzza1v1 e teor1c1 e pre- villaggi_o agricolo comun~st~, sog- masse di forza lavoro rurale e sente, non<:hè per tutto il susse- getto, sia pure, a~la nobilta ~ al- urbana al servizio di capitani, guente_ ~enodo fino alla Comu~e 1~ st~to autocrati<;:0, e traccia ~a monarchi e famiglie signorili. di Pang1 (guerra franco-pruss1a- via d1 .un passaggio ad economia Nel camoo asiatico fitto Io Stato na 1970- 71), corne il nascente mo- coll~tti:va col " salto " della fase centrale - si fondà sul tributo e vimento intel"D:azionalis~a operaio capitalista. Come Ma~x ed Engels soggezione collettiva di villaggi e la ~ua, dottrma marx1~ta valu- vedono un~ tale te~i, chi: ele~a agricoli stabili, in cui lavoro e tano 11 g1oco della Russ1a? ~l rango_ ~1 classe nvolu~ionari~ consumo sono comuni e colletti- La risposta è che in una tale 1 con~a~!m al posto degh operai visti; forma specialmente statica

fase storica e in tale campo geo- salaria~1. . , per millenni. Nel campo greco grafico (area) i marxisti, pure La. r1spo~ta d1 Marx E: che un romano cl~sico Io .Stato è dl!fllo­ avendo il chiaro fine di far scop- P?gg1ars! d1 l_lna_ econom1a c~mu- cratico per una classe di liberi, piare la rivoluzione socialista e m~ta. ~Ul res1du1 df;l comumsmo diversamente padroni di terra e sradicare la forma capitalista ove P!1m1tiyo è pensab1Ie ,solo se la di schiavi, posseduti non come essa è matura, appoggiano .ogni rivoluz1one ,Tuss9: sa1:a co!ltem- collettività ma come singoli pos­ moto per la sistemazione liberale P!)ranea ad una v1ttoriosa riv?lu- sessi (uomini e suolo) di indivi­ e nazionale-indipendentista di z1one europea . ~el prole~anato dui della classe libera. Stato tar­ Europa, corne inseparabile con- moderno, ?he _si 1~padro~1s.ca su divo, ma avanzato e di sviluppato dizio.ne della Iiquidazione della scal!l totahtl'.lna. d71 mezz1 di pro- diritto. Questo Stato divenuto reazfone feudale, e quindi difen- duzione cap1tahs!1. Impero si dissolverà nel fèudale­ dono le guerre di liberazione na- Ben presto egli dichiara che simo, con. la liberazione del trop­ zionale di tedeschi, italiani, un- una tale occasione storica è per- po costoso sehiavo, la fine della gherei.i, "polacchi ·e' c:.osi via. Lo duta per la Russia: lo zarismo grande produzione e del corn~ Stato Russo è considerato non stesso vi introduce l'industtia ur- mercio generale, e la molecola-

al « BOLOGNA bana, la riforma agraria nel 1861 in realtà 9iù che liberare i servi ha trasformata gli antichi colti­ vatori in comune in minimi agri­ coltori praprietari o aspiranti a tale condizione. che ne fa non dei rivoluzionari ma dei codini. L'analisi russa interna è poi

c~dotta da Engels con studi del 11875 e del 1894. Essa conduce ad escludere la congiunzione storica tra l'antico mir comunistico e il sccialismo, la capacità rivoluzio­ naria del contadino, se nan ai fini di una rivaluzione puramente borghese di cui ancora non sona in campo i protagonisti, e con-

e Genova

stata l'affermarsi potente di for­ me di pieno capitalismo in una industria delle città, in una rete ferroviaria moderna, e in stabi­ limenti meccanici per fini guer­ reschi di prima ordine. Assegna quindi alla Russia lo stesso svol­ gimento delle nazioni di Europa più avanzate, e ribadisce la tesi centrale del marxismo: la Russia puo acceleraer la corsa verso il socialismo, cogliere le occasioni che le rivoluzioni antifeudali danno storicamente al proletaria­ ta, su una sala base: l'appoggio di una trionfante rivoluzione so­ ciale in Europa.

Nomadismo e società f issa nell' area "grande-slava,,

rizzazione periferica dei poteri. Nel campo Germanico il popolo nomade si fisserà sulle terre del caduto o cadente impero e lo Stato non sorgerà che come po­ tere feudale disperso. Ricompari­ rà lo Stato in questa Europa, dei due campi mediterraneo e nord­ centrale, quando le nazioni bor­ ghesi, soppressa come fu la schia­ vitù anche la servitù alla gleba, sostituiranno il potere della no­ biltà, già menomato dallo Stato centrale monarchico nazionale.

Che di diverso. nel campo rus­ so? Vagliati gli elementi fisici di clima, distanze, comunicazioni, articolazioni tra mari. piani e manti, gli elementi storici della fissazione di diversissime razze in turbinose vicende di invasioni e sterminii di popoli non nutriti dal terreno sterile, ne sorge la precoce premessa al sorgere della macchina-Stato, che la leggenda dice chiesto da genti senza pace non duecento ma mille anni fa al conquistatore ed esplaratore vichingo Riurik. Qùesto Stato po­ litico e militare non si dissplve nel feudali.smo; esso governa sui liberi mir che rende tributari; i nobili autoctoni o di importazione non asserviranno i vill~ggi che in parallelo e su per giù in parità statistica (fino al 1861) con lo Stato (la Corona) e in parte coi monasteri. La conclusione dello schema,

qui richiamato in modo scarno, è che per tagioni tratte .da soli elementi materiali e deterministi ben si vede che in Russia il feu­ dalii;mo non fu mai antistatale, e fu -ùn vero feudalismo di Stato; il che senza ·sorpresa ci fa vedere un capitalismo che nasce statale e vince nella forma statale, « di­ rettamente ,i, senza la apparente forma privat~ singola. Questa co­ stituisce, in dottrina nosra, una variante giuridico-politica, non sociale, perchè l'avvento primo del capitalismo è avvento della produzione sociale; che contro la Società produttriœ e consumatri­ ce ai opponga, corne nella dialet­ tica teoria di Engels, la classe

dominante, a lo Stato, non è che espressione con parole diverse del medesimo fattore storico. Ogni comunismo delle genti

primigenie da quanda sorsero le classi e con esse uno Stato estra­ neo e centrale alla comunità di produttari, cesso di essere comu­ nismo. e fini nella schiavitù, nel­ la servitù della gleba, a nella classica piccola p:r:nprietà dei li­ beri, a seconda dei campi, ma nella lettura di una stessa scien-­ za della umana storia.

Il marxismo russo Dal 1800 la formazione dall'al­

to di un'industria in Russia, ini ziata storicamente da lontano da­ gli zar guerrieri, uscendo di for­ za dalle Primissime forme di in­ dustria ëon servi, genera nella città il proletariato salariato, nel­ le cui file la dis~trosa riforma servile, creatrice solo di pauperi, ravescia nuave armate di lavoro_ Sorge il marxismo teorico con garndi nomi, e gra:ndissimo Gior­ gia Plechanoff maestro di Lenin. e fa sua la teoria della rivoluzio­ ne o;ieraia, e canduce la critica inesorabile del populismo conta­ dino. La nostra esposizione ha mostrata che in un lungo corso il marxismo russo si libera delle stesse forme deteriori che per lo Occidente denunzia il capitalo fi_ nale del, Manifesto del 1848. Il " marxismo legale » di Struve, lo Economismo, le cento scuole con­ tapine, populiste, libertarie. han­ no la portata del socialismo feu­ dale, reazianario, borghese, pic­ colo-borghese, che in lunghe bat­ taglie per sempre Carlo Marx aveva sgaminato. I marxisti rus­ si si raccolgono infine nel Partito Socialdemocratico, che ha per sua base la dichiarazione di fal­ sità della tesi: la rivoluzione rus­ sa ha una sua via speciale, non avrà protagonista la borghesia nè gli operai, ma solamente i contadini. Ed infatti una rivolu­ ziane contadina puo darsi nella storia, ma unicamente come con­ trofigura della più bassa rivolu­ zione borghese. Ma sulle praspettive di questa

rivoluzione antifeudale, che i contadini non faranno da soli, e che tanto meno - se la facessero - diventerebbe percio non capi­ talista ma socialista, nasce ben presto nel partita marxista una fondamentatle divergenza. La storia del movimento ci dice

che il vecchio Engels, come per­ sona e capo politico, si adopero a sanare una tale divE!i'genza e· perfino quella verso i « socialisti rivoluzionari "• scuola derivata dal populismo agrario. Ne sono. ovvi i motivi. Tuttavia la versione di Lenin

della prospettiva storica, abb.ia­ mo il diritto di dire. ed abbiamo dimostrato nella seconda parte di Bologna ( « Partita proletario di classe ed attesa della duplice ri­ voluzione »), è figlia primogenita della classica posizione Marx-en­ gelsiana, e va data ad essa ade­ sione al mille per mille.

6. Bolscevichi a menscevichi Appariva chiaro, nell'epoca del­

la grande polemjça 1903-1912, e· a cavallo del grandioso periodo rivoluzionario del 1905, che la Russia del principio del 1900 non era ancora all'altezza della Ger­ mania 1850 in cui Marx ed En­ gels avevano affermata la salda­ tura tra rivoluzione borghese ed' operaia, ove lo stato reazionario· tedesco prussiano avesse vacil• lato. Se vile fu allora definita la borghesia tedesca come forza classista e nazionale, non erano certo nulle le sue tradizioni, dal­ la Riforma e prima, urbane, co.. munali, civili, culturali; e non era sottovalutabile la eredità di preparazione storica trasmessa al nascente proletariato, anche pri­ ma che la diffusione dell'indu­ stria prendesse il ritmo travol­ gente della seconda metà del se­ colo, scontata dalla immediata vi­ cinanza ed influenza di Francia e Ingh.Uterra. In Russia, se fu quasi solo

Trotzky a innamorarsi della teo­ ria della Rivoluzione permanen­ te, fondata - non disprez?abile eredità teorica e politica - ai tempi gloriosi della lega comuni­ sta europea, i due opposti punti di vista furono questi. Per i men-. scevichi la Rivoluzione che avreb, be rovesciato lo zar avrebbe fon .. dato una repubblica parlamenta-, re e borghes~ e. dato il potente avvio al capitalismo. Pµr batten., dosi per un~ tale rivoluzione, il partito proletario in questa ,rQ- . l)ubblica aVJ:ebbe lasciato gover­ narè la· bo:rgpesia divenendo un partito di opposizione, ,èvidentè- · · (Continua in 4.a pag.)

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4 IL PROGRAMMA COMUNISTA

La Russia nella storia mondiale, nella Grande Rivoluzione e nella società contemporanea mente « legale ». Sarebbe seguita una fase storica borghese, di ti­ po europeo. Ben diversa la visione di Le­

. nin. In due parole, e rimandando : alle innumeri documentazioni fornite, la tesi è che la borghesia russa non puô da sola reggere il potere, e nemmeno la borghesia alleata ai partiti contadini, senza soggiacere alla controrivoluzione feudale (e ridare vita alla riser- 1,1a reazionaria europea di cui an­ siosamente da decenni si invoca. va la fine). Non basta dunque ro­ vesciare il potere zarista; con­ tribuire a rovesciarlo: occorre che il cartito proletario prenda il potere. Non diverrà un partito di opposizione, e nemineno di go­ verno parlamentare, ma nella ri­ voluzione porrà il traguardo: al potere, senza i partiti borghesi e contra di essi! Al potere r ivclu­ zionario, avendo per alleati i partiti contadini e anche il men­ scevico, SE sul piano della esclu. sione borghese! Questa dittatura della alleanza di overai e conta­ dini si chiama democratica per­ chè non servirà a fabbricare so­ cialismo (farneticamento populi­ sta) ma a scongiurare la contro-

b)

rivoluzione dispotica e feudale/ si chiama dittatura perchè il po~ tere sarà nreso nella lotta rivolu zionario ê denegato ai parti borghesi: il suo contenuto, in cen to dichiarazioni di Lenin, è 1 guardia. ai contadini per il mo mento inevitabile in cui passe ranno alla conservazione bor ghe , se e alla resistenza al socialismo. Questa dittatura governerà per

accelerare la trasformazione ca­ pitalista del paëse, e democrati­ ca, in stretto senso, dei suoi tar­ lati ordinamenti, per ATTENDE­ RE la rivoluzione socialista di occidente. libera armai dallo spettro che arrivino a Varsavia, a Vienna e Berlino, e magari a Parigi, i cosacchi. Questa tesi è stata valida per

Lenin in tutta, la sua vita, è va­ lidissima per la storia oggi an­ cora, dialetticamente vera, seb­ bene siano capovolte le vicende per cui si attendeva l'insorgere del proletariato di Europa, e ca­ povolta la teoria e la politica del potere dominante in Russia.

= NAPOLl•GENOVA

7. Due tappe della rivoluzione rossa, La uuerra

Il nostro svolgimento è diretto a distruggere questa tesi: che la prima rivoluzione russa nel feb­ braio 1917 sia stata la rivoluzione borghese .vinta dai socialisti; e che nella seconda di ûttobre sia stata superata la vecchia formula bolscevica di andare al potere, al solo scopo di « fare la guardia alla democrazia e al capitalismo » fino alla rivoluzione occidentale, per passare senz'altro ad una ri­ voluzione socialista integrale, del livello che avrebbe potuto avere, poniamo, la rivoluzione tedesca, se non fosse stata schiacciata. Noi dimostrammo che la rîvolu­

zione di febbraio rappresentè la formula menscevica, con ulterio­ re caduta di populisti e social­ democratici nell' opportunismo, _per l'entrata nel governo prov­ visorio borghese e per I'asservi­ mento a questo dei Soviet operai,

.sorti come nel 1905 alla testa , \della lotta rivoluzionaria. La ri­ iioluzione di ûttobre r.iportô alla

11 ormula bolscevica; alleanza coi ontadini. espulsione della ber­ hesia dal potere, rinvio del so-

J / ialismo in Russia alla rtvoluzio. 1" 1 e europea, sradic~~ento dei mil-

. le residui feudah 11 che, anche ·r i marxisti che denegano alla

:< democrazia " ogni valore asso­ uto, si fa percorrendo rapida­ mente le fasi della democrazia .spinta a fondo: solo dopo si but- ta sul serio via. .. Nella parte già sviluppata in

resoconto della riunione di Na­ poli abbiamo voluto ribadire per­ ché neghiamo che sia giusto dire che l'Ottobre fu rivoluzione bor­ ghese. Rivoluzione borghese è quella in cui la borghesia gover­ na, ben vero corne classe nazie­ nale e anche extra-nazionale e mondiale. Abbiamo dato tre caratteri ra­

-dicali della rivoluzione bolsce­ vica che la separano in principio da ogni rivoluzione borghese: li ricordiarno in sunto. Primo: condanna della guerra

imperialista fin dal 1914, condan, na dei socialisti traditori che vi aderirono, consegna del disfatti­ .smo in ogni paese anche singo, larmente, come sola via per il crollo del capitalismo. Ogni ri­ voluzione borghese fu invece na­ zionale patriottica e guerresca, come gli opportunisti russi ten­ tarono fare dopo il febbraio. Secondo: Iiquidazione spietata

~d extra-legale nella lotta inter­ na in Russia di tutti i partiti

1opportunisti anche contadini ed opérai, e loro messa fuori legge. Ciè segui ( con dialettica propria a quella stcrica fase) allo scon­ tato, nella teoria leniniana, r'iflu­ to di quelle forze a governare in forma dittatoriale senza e con­ tro la borghesia; sicchè anche in .quadro sociale in cui il socialismo .mancava delle sue basi econo­ :miche, si affermo il governo rlvo­ luzionario e totalitario del solo partita del proletariato: lezione di portata e di forza mondiale, colpo all'opportunismo non mino­ re di quello assestato al social­ patriottismo dei rinnegati. Terzo. Restaurazione della teo-

ria dello Stato e della rivoluzio. ne seconda Marx, e della ditta­ tura del proletariato come tran­ sizione alla sparizione delle classi e delle Stato stesso; re, staurazione della teoria del par­ tito di classe come stabilita in Marx e Lenin, contro la dévia­ zione operaista, e tradeunionista, o anche « demoproletaria "• per cui è solo il partito che, senza consultazioni a tipo di truffa bor­ ghese, rappresenta la classe e conduce la rivoluzione, lo Stato, l'abolizione successiva dello Sta .. to. Risultati di portata mondiale cui negli anni gloriosi che segui­ rono ûttobre si affiancô la co­ struzione della nuova Internazio­ nale e la sua denominazione di Comunista.

8. Guerra, pace e rivoluzione

(Continuazione della terza pagina)

narie tra paesi avanzati oltre il capitalismo e paesi rimasti nel capitalismo o più indietro. Av­ versiamo questa maledetta guer­ ra del periodo imperialista e tutte le simili future.

9. Rivoluzione in un solo paese

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Questo basilare insegnamento è vergognosamente falsato pro­ prio da quel li che lo hanno · di­ menticato, nelle più basse cam­ pagne d'oggi sulla possibilità del­ la pace universale, affermata da Marx e Lenin impossibile tra Stati capitalistiei, e sulla possi­ bile convivenza ed alleanza per­ petua tra Stati borghesi e socia­ listi! Con questo largo riferimento

di fatti e di dati documentati abbiamo potuto chiarificare le varie formule tra le quali si crea la voluta orribile confusione. La prima confusione è tra la

formula « socialismo in un solo paese » e « socialismo in un pae, se non capitalista » e quindi « so, cialismo nella sola Russia ».

La formula marxista è che il socialismo è storicamente possi- bile sulla base di due condizioni, necessarie entrambe. La prima è che la oroduzione e la distr ibu. zione si svolgano generalmente in forme capitalistica e mercanti­ le. ossia che vi sia largo svilup. po industriale, anche di aziende agricole, e mercato nazionale ge­ nerale. La seconda è che il pro­ letariato e il suo partito perven. gano a rovesciare il potere bor­ ghese e ad assumere la dittatura. Date queste due condizioni,

non si deve dire che è possibile cominciare a costruire il socia­ lismo, ma che le sue basi eco. nomiche risultano già costruite, e si puô e deve iniziare immedia­ tamente a distruggere i rapporti borghesi di produzione e di pro­ prietà, pena la controrivoluzione. Ove la condizione tecnico-eco.

nomica del primo tipo sicuramen, te esiste, nessun marxista ha mai affermato che la conquista del potere politico da parte del par­ tito proletario sia condizionata alla simultaneità in tutti « i pae .. si civili », come scioccamente dice la formula stalinista, o in un gruppo di essi. In date condi­ zioni storiche di forza del pro­ letariato è ammissibile la con­ quista del potere politico in un solo paese. E se la condizione di primo tipo esiste, come detto, ciô

Il richiamo di tutta la lotta dei I vuol dire che comincia subito la marxisti radicali allo scoppio trasformazione socialista, fatto della guerra non era solo indi- distruttivo più che costruttivo, spensabile per la comprensione e per cui nella avanzata Europa delle fasi della rivoluzione in (e America) da molto tempo le Russia, ma anche per stabilire forze produttive sono bastevoli, l'esatto valore della posizione di anzi in eccesso. Lenin. Il dominante opportuni- Se invece parliamo di un pae­ smo stalinista di oggi, infattf, al se in cui manca la condizione fine di attribuire a Lenin la falsa prima di sviluppo produttivo e paternità della della ipocrita for- mercantile, allora la trasforma­ mula: si puô e deve costruire il zione socialista non sarà possibi­ socialismo in un solo paese, ha le. Ciô non vuol dire che in date speculato sulla formula lenini- condizioni storiche e rapport! di sta del disfattismo della guerra forza, non sia possibile tentare imperialista, che aveva ben altra ed attuare la conquistâ proleta­ portata. ria del potere politico (ûttobre Tale formula non era nuova e rosso) senza programma di tra­

lo abbiamo provato colle· ste~se sformazione. socialista fino a citazioni che Lenin usa negli quando la ~1vol~z1one. non gua­ scritti, cui si è fatto ricorso, per dagni alcu!)~ altrt I?aes1 che ha~­ poggiarsi sulla autorità di Marx no la cond1z101;1e prrma, dello svr- ed Engels. luppo economico. Gli t · · di . .1 Inoltre, nella situazione di una

.1 op~or. unisu 1s,sero. 1 guerra imperialista( che tale era partito socialista non puo non so-1 per l'Europa e la Russia) ogni stener,e la ~er_ra del s~o paese, partito proletario deve condurre perche se si rîûuta puo provo- , · di f · t · care l'invasione da parte di un l azrone is attis a m,terna, an­ paese meno avanzato. in eui il che d~ solo,_ e se puo fino alla veto socialista non potesse fun- conqu1sta. del potere, zionare Malgrado u t di La tesi marxtstïcamenta con- . q es o, 1sse d t , d . h · Lenin, bisogna sabotare anche da anna a non e, unque: anc e m soli e unilateralmente: mentre un. solo paese ~ possibile la con­ l'esercito nemico avanza il prole. quista proletar ia del potere.-: e tariato disfattista tenderà a pren- - ancl_ie 1!1 un fOlo P:1~se di pie­ dere il potere ed attuerà misure no capitalismo e .~ss1b1le la tra: rivoluzionarie. Ne seguirà O la sfcrmaziona , social~sta. La tesi rivoluzione anche nell'altro pae- condann:3ta. e ch.e in S?l? paese se, o una nuova guerra che sarà, non caPttaltsta sia possibile, con quella si, guerra socialista e ri- voluzionaria. Questo punto diffi­ cile fu sviluppato da Lenin per reagire alla forma pacifista di av­ versione alla guerra, basata sulle parole piccolo-borghesi di disar­ mo universale e pace generale, sul « siamo contro tutte le guer­ re perchè si sparge sangue », sulla predicazione del rifiuto in­ dividuale al servizio militare, e cosi via. Il Pacifismo, stabili sul­ le orme fedeli di Marx nelle sue tesi Lenin, è non meno controri­ voluzionario del nazionalismo: noi marxisti siamo stati per mol­ te guerre e saremo quasi eerta, mente per future guerre: appog. giammo le guerre di liberazione e sistemazionê nazionale, dovre­ mo sostenere le guerre rivoluzio-

la sola conquista del poiere po­ litico, la trasformazione socialista. La falsa tesi stalinista si scr i­

ve: è nossibile la costruzione del social isrno (mala espressione per: trasformazione socialista) anche in paese solo, arretrato e feudale corne la Russia, senza l'appoggio della trasformazione socialista di alcuni paesi capitalisti già svi­ luppati. Lenin ha correttamente e da

marxista ortodosso enunciate le tesi: del disfattismo e del potere in un solo paese; delle misure che « liberano ,, la trasformazione socialista del paese capitalista avanzato, anche se ciô conduce ad una guerra, che sarà guerra di classe.

10.

Con questo non si è mai so­ gnato di dire o scrivere: si puô nella sola Russia dare corso, con il disfattismo della guerra e la conquista del potere senza la borghesia, alla trasformazione della econornia in socialista. All'opposto, in quelle tesi del

1915, corroborate nei famosi due articoli contra le ideologie de-gli Stati Uniti e del rifiuto di ogni guerra, è scritto ancora una volta che cosa succedeva in Russia, dopo il disfattismo e la liquida­ zione della guerra, e dopo la conquista del potere: la fonda­ zione di una repubblica democra. tica. in tutte lettere. Questo falso colossale verrà

più oltre meglio in Iuce.

L' arrivo di Len in in Russia A pochi mesi dalla caduta del

governo zarista in Russia vi era un governo provvisorio di cadet­ ti e socialisti rivoluzionari e menscevichi, e il Soviet dei de­ putati operai e contadini aveva riconosciuto che un tale governo dovesse serbare il potere fino alla convocazione di una assemblea costrtuente, Questo governo simpatizzava

apertamente per quelli che erano stati gli alleati delle zar nella guerra mondiale, era influenzato dall'appoggio delle borghesie oc­ cidentali, che sole avevano dato a quella russa la forza di salire al governo, si orientava per la continuazione della guerra arrti­ tedesca " democratica e naziona. le » e perfino non aveva levata la parola repubblicana, tendendo ad una monarchia costituzionale con un fratello della zar! Il partito bolscevico non aveva

partecipato, è vero, a un tale go­ verno, ma non gli aveva mosso nemmeno fiera opposizione, gli concedeva una benevola attesa, solo invitandolo a fare opera per trattative di pace generale, e tan­ to meno aveva svergognato gli opportunisti per il loro aggioga, mento alla borghesia nazionale ed estera e la loro svalutazione e esautorazione dei Soviet. L'arrivo di Lenin segna una

fiera rampogna a queste posizioni del partito bolscevico e dei suoi capi russi, tra cui Stalin e Ka­ meneff in prima linea. Con arnpi riferimenti che sono

recenti e non riassumiamo, ab­ biamo provato, che la spietata messa in stato di accusa insita nelle tesi di Aprile non ha la portata: avete mancato di passa­ re dalla rivoluzione democratica alla rivoluiione comunista. ·che oggi la guerra mette all'ordine del giorno. Il contenuto della rampogna è

ben altro: non è cosi es.i;eso,. e so­ lo ai poveri di spirito sembrè temerario e pazzesco: si Iimitè al­ la rovente censura: dove la teo. ria dei partito vi segnava chia­ ramente la strada, avete esitato e deviato. Invece di applicare la giusta delle « due tattiche socia­ liste nella rivoluzione democra, tica » avete seguita quella men­ scevica o almeno ve ne siete fatti suggestionare. credendo nel fa­ moso « valore assoluto » della de­ mocrazia, che per noi è solo un obbligato ma contingente pas­ saggio, un ponte che alle nostre spalle dobbiamo bruciare. Avete violato l'insegnamento sulla guerra: laddove questo stabili che era imperialista e da sabo­ tare da tutte le parti, francese, tedesca, russa, ecc.; avete -fatto concessioni alla politica che la caduta dello zar e la salita al potere dei borghesi ne abbiamo fatta una guerra giusta, e state per passare al « difesismo ». Le tesi di Lenin, se abbaglia­

rono, ricostruirono tutta la poli­ tica rivoluzionaria .del partito: potenza non insita nell'uomo, per eccezionale che fosse la macchina del suo cervello, ma nella pre­ venti va teoria internazionale e russa del partito, passata al va­ glio di tremendi passi storici. Contro la guerra e disfattismo,

tuttora. 'Contre il governo prov­ visorio, denunziandolo subito co­ me agente del capitale. Contro i suoi alleati populisti-contadini e contro i menscevichi che avevano nei congressi condannata non so­ lo la presa 4el potere, ma la par­ tecpazione ad esso. Per il passag­ gio ai Soviet di tutto il potere. Non lotta contro il Soviet, mag­ gioritariamente destro, ma pene­ trazione e conquista fino a sma­ scherare i menscevichi e soci. Non traguardo della Assemblea

parlamentare, ma dittatura del Soviet ,ossia del proletariato e dei contadini. Non la baggianata di proporre la instaurazione del socialismo, ma la preconizzazione del socialismo, che sarà data alla Russia solo dalla rivoluzione eu­ ropea. Azione legale oggi, Ille­ gale ed insurreziocale in domani non lontano. Immediata naziona, lizzazione della terra, controllo industriale, nuova Internaziona­ le, e nome di Comunista al par­ tito, per distruggere internazio. nalmente la guerra e il capitale.

(E' a questo punto che è giunto il resoconto diffusa, cui il letto: re è rinviato per i maggiori det­ tagli e soprattutto per il materia­ le storico e documentario predi­ sposto e riportato).

Il. Teoria e storia. Da Aprile a Luglio 1911

Pochi esempi esistono di un più preciso combaciamento degli avvenimenti con un tracciato che chiese la sua guida ad un pos­ sente indefesso lavoro di decen­ ni, in cui trova le sue. fondamen­ ta. Fu forse Lenin che piego gli eventi al suo piano geniale, o per i nemici diabolico, o non piuttosto il debito immenso del movimento verso di lui sta nella affermazone che la dottrina di parte deve guidarci le mosse, e non le opportunità e le conve­ nienze della speciale situazione che si va determinando e in cui guardando bene si potrebbero, a credere dei gonzi e giusta il mil­ lantare di ogni capo politicante, scorgere sottili fessure in cui in­ sinuare la pallida leva dell'azio­ ne? Tutti levarono contro Lenin l'incanata, gli rinfacciarono il fresco arrivo e l'omesso studio dei fatti nuovi e di una Russia originale ed imprevista. Ma Le­ nin scese ·dal treno, entrè> nella riunione, e parlè> « ad occhi chiu­ si », secondo una inflessibile li­ nea: dopo gli ascoltatori seppero che i ciechi erano, nella quasi totalità, proprio loro. Poche settimane dopo, alla

conferenza di Aprile, Lenin ri­ pete i suoi concetti e riscrive più diffuse le sue formule lapidarie, precisando il compito futuro: i lavoratori, il partito si sentono

" il programma comunista,,

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messi sulla via sicura e avanza­ no in fronte compatto. Presto gli eventi mostrarono

quale rovina avrebbe ingoiata la rivoluzione senza quel colpo de­ ciso di barra. Si celebra in tutta la Russia

Zibera il Primo maggio, e in quel­ la data il Miliukoff ministro de­ gli esteri impegna il popolo rus­ sa nella promessa agli alleati di continuare la guerra. Il 3 maggio i bolscevichi con

dimostrazioni armate protestano contra la nota Miliukoff. Il 14 maggio il Soviet vota ancora per il governo di coalizione. Il 15 si dimette Miliukoff. Il 16 arriva Trotzky e avanti al Soviet fa con un discorso adesione totale alla politica di Lenin, che il 17 in una lettera aperta al Con­ gresso Contadini incita alla guer­ ra spietata contro la borghesia imperialista e i « socialcompro­ messisti " che la affiancano. Vie­ ne formato il governo di coali­ zione, col socialrivoluzionario di destra Kerensky ministro della guerra. Questi il 20 giugno or­ dina l'offensiva al fronte: gli op­ portunisti inscenano dimostrazio­ ni contro Kerensky e la guerra. Mentre il 19 luglio l'offensiva al fronte fallisce e i germanici ir­ rompono da Tarnopol. scoppia a Pietrogrado la insurrezione arma­ ta, sebbene i bolscevichi tentino rinviarla. Lenin e Zinovief sono braccati dalla polizia di Keren­ sky, divenuto primo ministro, co­ me agenti tedeschi. Molti capi bolscevichi, tra cui Trotzky, ar­ restati: il partita ad opera di Sta­ lin nasconde Lenin.

12. ·na luglio ad Ottobre. La rivoluzione prorompe

In agosto il Sesto congresso del partito bolscevico, in assenza di molti compagni in posizione ille­ gale, elegge il nuovo comitato centrale (i 32 di ûttobre) e con­ ferma totalmente la linea delle Tesi di Aprile. Il 31 agosto il fronte si spezza

e cade Riga. Korniloff che aveva sostituito Brussilov alla testa del­ l'esercito viene silurato da Ke­ rensky che teme di avere susci­ tato le forze reazionarie: Korni­ loff muove su Pietrogrado. Rea­ zione delle masse di tutti i par­ titi operai, predominio nella lot­ ta delle forze bolsceviche che hanno offerto tempestiavmente il fronte unico. Kornilov è arresta­ to al quartier generale, i capi bolscevichi scarcerati. Il 18 set­ tembre al Soviet (il piano pro­ cede matematicamente) passa la prima risoluzione· della frazione bolscevica: il presidium mensce­ vico - esserre si dimette.

24 settembre: per la presidenza del Soviet della Capitale, Trotz­ ky butta giù di scanno il famige­ rato menscevico Tscheidze. Men­ tre il Soviet invoca il Congresso Panrusso dei Soviet una confe­ renza democratica, diffidata dai bolscevichi, elegge. un Consiglio della Repubblica o preparlamen: to. Ne escono subito bolscevich1 e socialrivoluzionari di sinistra, che stringono un patto di azione. Il 22 ottobre il Soviet elegge

un comitato militare, presieduto da Trotzky. Il 23 ottobre il Co­ mitato Centrale del partito bol­ scevico vota la insurrezione. Pro­ pone Lenin. votano contro Zino­ vieff e Kameneff. Il 29 ottobre il Comitato deplora i due che ri­ spondono sulla stampa. I mensce­ vichi fanno posporre dal 2 al 7 novembre il Congresso. PanrussO· dei Soviet. Al Soviet di Pietro­ grado aderiscono le forze della fortezza di San Pietro e Paolo, II 7 novembre ,i} governo di

Kerensky, che si vede perduto, ordina l'arresto del Comitato Mi­ litare del Soviet: è la fine; cadrii dopo due giorni di battaglia nelle vie. Lenin appate · al Congresso Panrussç. Il governo è arrestato. Nella seconda tappa la RivolU­

zione ha vinto, per la strada che la potenza della dottrina rivolu­ zionaria aveva segnato.

(Questo riassunto avrà fine al prossimo numero. Indi riprende­ rà lo sviluppo diffuso, partend0 dalla conferenza di Aprile). "'

Responsabile -Î BRUNO MAFFI ri

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