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Daddi & Polvani. La Mitologia Ittita

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P a id eia E d itr ic e

L a mitologia

ittita

a c u ra d i F ra n c a P e c c h i o li D a d d ie A n n a M a l i a P o l v an i

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Paideia

L a m ito log ia itt itaesri del Vicino Oriente aruico

4

Letterature dell ' Asia Minore

a cura di Fiorella lrnparari

a cura di

Franca Pecchioli Daddi

I

La mito/agia iuit a

Anna Maria Polvani

Paideia

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IIi id ir in i s ono r is c ru a ti

Paideia Edirrice, Brescia 1990 ISBN88.394.0454.6

Introduzione

Gli scavi dell'antica Hattusa,' iniziati da H. Winckler nel 1906 etutrora in corso, hanno riportato alla luce uno dei siti pi" ricchi

di materia le epigrafico' di tutta I'Asia Anteriore. Gli archivi e Ie

biblioteche annesse agli edifici palatini e ad alcuni dei principali

templi della citra han no infatti restituito, e continuano a restitui-

re,' molte migliaia di tavolettc' relative ai vari aspetti della vita

dello state ittira' che, fra il XVII/XVI e il XIII secolo, fu una delle

grandi potenze del Vicino Oriente antico.

I.Prcsso i l vi llaggio d i Boghazkoy (ogg i Boghazkalcl , a ci rca 130 km a nord-est

di Ankara.

2. Costituito da tavolcue d'argilla in grafia cuneiforme, da iscrizioni geroglifichea carnuerc monurncntalc e da sigilli di sovrani c dignitari.

3. Di purticolarc interesse una tavolctta di bronze, l 'unica del gcnere, comenentc

il t ranato fra il sovrano itt ita Tuthaliya IV c Kururua di Tarhunmssa, pubblicara

ora da H. Otten in StBoT. Bcihcf I(1988); una bilinguc hurrita-irtira a carattere

mitologico, di cui ha date norizic denagliate H. Oncn, Jahrbuch der Akademic

dcr Wissenschaftcn in Goningen, 1980, 50-60; una iscr izione gcrogl ifica nel la

rornba di uno degl i ul timi sovrani ini ti , scoperta nc l corso delle uhime campagne

di scavo. Qucsti cd ahri documenti aprono indubbiamcntc nuovc prospenivc di

riccrca.

+ Lc tavolcnc d i Boghazkoy sono acccssib il i in copie pubbl icate in co llane spe-

c ia liz za te : K B o, K U B, H T, V B oT , IB o T, A B oT , H FA C .

5. Mancano purtroppo docurncnti a caratterc private (ccccno una tavoleua rro-

veta ad Ugari t) da l memento che gl i scavi hanno resti tui to solo archivi pubblici . I

dccument i pr ivat i probabi lrncntc crane l imi ta ti nel numero e reda tri su materiale

scri ttorio dcpcribi le (legno?). Anche Ie ravo lenc r rcvate fuori da Boghazkoy, a

lnandik, a Masat, a Tarso, ad Ugarir, sono a caranere pubblico. Questo fane po -

ne indubbiamcntc dci l imiri al la complctezza della r icostruzione storica: quel la

che emerge c solo la vi ta pubbl ica , dominata da lla c lassc dirigente ini ta, emana-

z ione d irct ta del la famiglia rcale. La vi ta de lla genre comune, l 'organizzazionc

delle comunita conradinc e pastoral i, a rr iva a l ivel lo di documcnraa ione scri tta

solo quando cnr ra in contano con i l potere centra le. in occasione di celebrazioni

religiose, [eve militari, pagnmentc di rcsse ecc. Una ricostruzionc di questa reahad i base, [a cui cul rura doveva csscrc piut tosro af fidara a lia t radiaione ora le, puc

csscrc tentata solo anravcrso indiai chc fi lrrano dallc magl ie de i rnessaggi di rert i

in gcncrc ai grandi de l regno.

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I Gli srudi , numerosi c irnporranti , ehe sono srati eondotti su

questa marcriale e che hanna impasto l 'iuirologia come discipli-

na scienrifica autonorna, non posson a aneora considerarsi esau-

stivi della cornplessira e varieta dei problerni posti dalla dacu-

rnentazione." Vari settori di rieerca sana i n fa rt i s u sc e rr ib i li di ap-

profondimemo e, i n a lc un i casi, approcci diversi consentiranno

prababilmente di proporre ipotesi e saluziani piu convincenti.

Ulreriori indagini possono rivelarsi particolarrnente proficue in

ambito culrurale, dal mamento che molre delle ricerche fatte 6-

nora, condizionate spesso da una impostazione di tipo linguisti-

co, hanna tesa piu alia individuaziane e valorizzazione delle

campanenti della cultura ittita che alia valutazione e definiziane

di questa realra nel suo cornplesso.

Nell'archivio di Boghazkoy infatti erano canservati testi redat-

ti nelle varie lingue parlate in Anatolia e in quelle della tradiziane

scribale; e stato cosi passibile individuare neUa lingua ittita l'ap-

porro del ceppo anatolico indeurapea' e distinguerne Ie varianti

dialettali (irtira/nesita, luvia e palaico); si sana riconosciuti i pre-

sriri hanici e hurriri" e valutata I'influenza mesoporarnica, sia su-

merica che accadica; ma non possiarno affermare che, nella fase

storica in cui si colloca la docurnenrazione di Hattusa, a queste

lingue e dialetti carrispandessera ancora realta culturali autono-

me. Non esisteva una cultura anatolica indeuropea disrinta da

6. In particolare Ie : in da gi ni su i testi a carar tcre piu propr iamente s torico (0 pe r

m cg lio d ir e, po lit ic o), pe r e sem pio , ha nn o permcsso di ricostruirc u n q ua d ro gc-

ncrale di r i f er imento , anche se l'csiguita de l l a docurnentazione relative a c er ti pc-

riodi (sopratturto a l pe rio do d ella fo rm azio ne d ella state) e n uo vi r itr ova m en ti

lsi ve da pe r es. j sigi l l i del sovrani d el M ed io Re gn o T ahurwai l i c M uw ata ll i , a s-

senti dal le l is te sacri fi cali c de l c ui r eg no i documcnti u ff ic ia li n o n rccano men -

eione) po ng ono spc sso pro blem i d i n on fa cile soluzionc.

7. A cu i risale la struttura mor f o l o g i c a c sinrattica d e ll a l in g ua .

~.Tal i prestiti sono norevoli soprauutro ne l lessico. II hattico c il h ur ri ta s on o

due lingue a carattere agglutinante e di ceppo sc on osc iu to , n on imparentatc fr a

o r o , parlate rispettivarnente da i Haui - p op o la zi on e i ns ed i at a nel tcrrirorio de l i -

nitaro dall'ansa de l Iiume Kizil Irmak (= Marassam( iy)a inita =Halys clessico)

arima de l l a conquista ittita - e dai Hurriri - popolazione de l nord mesopotami-

:0 diffusasi nell'Anatolia o r ie n ta le e s ud -o r ie n ta le e nel la Siria setrcntrionalc, chc

ta date vita a varie c ompag i n i statali. No n S0l10 srati per il memento rirrovari

locumenti provenienti d ai t er ri tor i pos ti sono il dirctto conrrollo d i qucste po-

sclazioni.

8

una cultura hauica e da una hurrita; esisreva un'unica cultura it -

tita in cui Ie varie cornponenti si crane amalgamate da tempo,

danda vita ad un prodotto nuovo ed originale.

In questa prospettiva riteniama si debba collocare 1 0 studio

della religiane degli Ittiti e del lora patrimonio mitico.

Si deve infatti rilevare che le ricerche in questa ambito si sana

rivolte saprattutto alla classificaziane tipalogica dei testi a carat-rere narrat ive e al l'at tribuzione a determinate culture anatoliche

o vicino-orientali degli elementi costiturivi delle narrazioni, sot-

tovalutandone talvolta il contesto stor ico.

Ne sana cosi risultate trattaziani' che presentana la rnitologia

ittita nettamente distinta in due settori: da una parte la cost detta

«rnitologia anatolica», costituira da composizioni in prosa, tra-

mandate solo come parte di rituali magici 0 di descriziani di fe-

ste, e riconducibile per luaghi e protagonisti al patrimonia ideo-

lagica e cul turale della precedente papalazione hatt ica; dal l'alt ra

la «rnirologia di origine straniera», costituita da composizioni

poeriche a caratrere realmente letterario, che gli Itriti avrebbero

ripreso diretramente dai Hurrit i 0, can la mediaziane di questi,

dalla Mesopotamia e dana Siria settentrionale.

L'apporto irti ta in ambito mirolagico apparirebbe cosl limitato

ad una funziane di rnera giustapposizione di motivi e di idee

create da papalaziani r itenute culturalmenre e ideolagicamente

piu avanzate.

Un'analisi di questa tipo, con la sua impostaziane schernariea,

come e stato giustamente rilevato in lavori recenti," no n e pero

9. Si ved ano i lavori, o rm ai c la ssic i, d i H.G. Coterbock, Hiuue Mythology, in

S.N. Kr am e r (cd.), Mytbologies of the A nc ie nt \ '( Io rl d, N(.,\\, York 1961, 141-179;

I d em , Hetbidscbe Literarur, in \ X l . Rollig (ed.), Altorienteliscbe Literaturen, \ ' ( T i e s -

bad en 1978, 211-253 (in particolare pp. 232-253); H. Ott en, S ch rz / t, S p r ach e und

Lueratur der He/hiler, in G _ \ '(falser (ed.}, Neuere Hetbiterforschung, Hisroria,

Einaels. 7, \ 'V'iesbaden 1$)64, lI-22 (in par ti co lare Pp- 20'22); E. v on S ch ul er ,

Kleinasicn, D i e M y lh o lo g ie der Hetbiter und Hurriter, \X/dM 14r-'21tj(passim); i

rcsri trascrini da E. La ro ch e , Tex te s mytho logiques b i tt it e s en t r an s c ri p ti o n: My·

tbologie anatolienne: RHA 7 7 (1 $) 65 ) 6 0-1 78 ; Mylhologie d'origine elrangi:re: RH A

82 (r9<>8) 5-84. .

10. Cfr. C . Oronanelli, O bs er va tio ns s ur I 'histoire d'Appou: RHA XX·XVI (1978) 49-

57; P. Xclla. Rcmoroues c omp a ra ti ve s s ti r I e « Roma n d e Keiii»: ivi, 215-22.4. Sivedano a nc he a lc un i acccnni in H .A . H o ffn er , Hittite Mythological Texts. A S ur-

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sufficienre a chiarire [a complcssa problcmatica relat iva al parri-

monic mitologico tramanduro dall'archivio ittita.

Va infarri osservaro che, nella koine cuhurale instauratasi nel

secondo millennio fra Ie corti e Ie scuole scribali del Vicino

Oriente di cui gli Ittiri erano partecipi e proragonisti, la possibili-

ta d i operare distinzioni di carartere puramente etnico e limirata

e i risultati che se ne etten go no hanno spesso una validita rnolto

relative. In un mondo cosi complesso e per certi aspetti cosmo-

polita l'originalita delle singole culture non puo essere misurata

sulla base della individuazione di elemenri tipici di un ethnos

originario; deve essere invece valutata la capacita che ogni civilra

dimostra di assumere e di rielaborare elernenti culturali di diver-

sa provenienza, rna gia assimilari in una vasta area del Vicino

Oriente.

E da questo punto di vista l'originalita degli Ittiti non puo cer-

ro essere messa in discussione nei vari settori della loro produ-

zione culrurale, dalla scrittura al culto, dall'arte figurativa alia re-

l igione, dalla cul tura mater iale al l'ideologia regia ecc.

Tale originalita e particolarmente evidente in ambito mitologi-

co ogni volta che e possibile istituire un confronto fra supposti

modelli ed elaborazioni ittite; rna questo awiene molto rararnen-

te, perche della maggior parte dei miti conosciamo solo la reda-

zione i tti ta: eventuali modelli 0 sono andati perduti 0 ci sono

pervenuti in condizioni talmente Frarnmentarie che l'analisi ne ri-

sulta spesso impossibile."

Esemplare della cornplessita e variers del patrimonio cul turale

ittita e iI recente ritrovamento, nella citta alta di Boghazkoy, di

una piccola biblioreca, annessa ad un santuario, di cui hanno da-

to notizia P. Neve" e H. Otten."

La costituzione della biblioteca, di proprieta del tempio 0di

vey, in H . Goedicke an d J . J .M . Robert s (edd.), Unity a nd Diversity, Bal t imore

1 9 7.5 , 1 36 .1 4 5; E . v on S ch ul er , RlA, s . v . Literarur bei de n Hcthitem (in partico-

lare § ,).

IJ. Si vedano soprattuuo i fr am m enti hur rit i d el c ic io d i Kumarbi.

12:.A rc ha ol og is ch er A n zc ig er 1984.329 SS.

13. Ibidem, 372:-37;); Jahrbuch der Akad cm i c dcr W issc nsc ha fte n in Goniogcn,

1984, ,0·60 (cit.).

10

un saccrdote, risale secondo H. Otten" alia seconda meta del XtII

sec. - momenta in cui si colloca la ben nota riorganizzazione del

culro promossa dal sovrano Tuthaliya IV - ed e limitata a tre soli

tcsti, a carattere mitologico:

1. un frammento del mito tipicamente anatolico di un «dio

scomparso», eopia del XIII sec. di una composizione gi a nota (Bo

t780) r isalente al xv sec.;

2. otto frammenti accadici del rnito antico-babilonese di GiI-

games, di redazione pre-imperiale;

3. circa 200 frammenti di cinque tavolette di un teste mitolo-

gico bilingue hurrita-ittita redatto nel xv sec., iI cui contenuto

risale, secondo H. Otten," direttamente alia cultura siriana del

XVII sec. per la menzione della citra di Ebla, distrutta da Hartusi-

li I 0da Mursili I.

Si tratta quindi di tre composizioni che mostrano chiaramente

Ie diverse matrici culturali che, fino dagli inizi della formazione

statale irtita, hanno operato all'interno della scuola scribale dove

sono state elaborate nella forma letteraria giunta fino a noi.'

In particolare, la testimonianza offerta dal la bilingue autorizza

a supporre che gli scribi itriti al seguito di Hattusili Ie di Mursili

Iabbiano riportato a Hattusa direttamente dai grandi centri della

Siria del nord (Ebla e Aleppo, per es.) e della Mesopotamia (Ba-

bilonia) testi letterari e motivi narrativi, divenuti poi oggetto di

composizioni pervenuteci in redazioni pili tarde (soprauutto del

XIII sec.); e vale infine a ridimensionare, almeno parzialmente, la

portata della mediazione che i Hurriti di Kizzuwatna' avrebbero

14 · Ibidem, 59 .

l5. Ibidem.

16 . Si vcdano pe r c s. l'assenza deg l i cpisodi reletivi ad Uruk ncl mito ittita d i G il -

games c 10 spazio riservato alle COSI dene «impresc occidentali» dcll'eroe.

17 . P r o vi n ci a s ud - or i en t al e anatolica, corrispondente alla Cilicia classics in cu i

erano a contatro du e lingue e d u e c ul tu re : i Luvi n el la z on a o c ci de nt al e e iHur-

riti in quella or i enta l e intomo ai du e santuari d i K um m a nn i (= Comana) e L a-

wazantiya. Kizzuwama ha csercnaro un a notevclc in flu en za i n ambito religiose su

Hatti, soprarrurto durant e il per iodo Imperiale, in particolarc p er l a p ro ve ni en za

da esse di alcune reginc ittitc (basti r iccrdare Puduhepa , moglie d i Hartusili III e

m ad re d i T uthaliva I V) : v . in u lt im o H .M _ Ktlmmel , RIA, s, v. Kizzuwama ( con

bibliograf ia).

II

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operate fra Ie culture siriana e mesoporarnica da una parte e

quella irtita dall'altra.'

Presentiarno qui in rraduzione quei rest i a carattere narrativo

che la letterarura corrente definiscc tradizionalmente come «rni-

ri», '9 con l'intento di fornire anche ai lettori iraliani corretri ele-

rnenti di valutazione ~ con l'avverrenza che essi non esaurisconotuttO il patrimonio mitico ittita, ma ne sono semplicemente la

parte piu esplicita.

Si deve ricordare infatti che molti testi religiosi di Boghaz-

koy," sia a carattere magico (SISKUR) sia a carattere cer imoniale

(EZEN), presentano locuzioni e descrivono azioni riruali inter-

pretabili solo in chiave mitologica;" in altri ancora sono inseriti

brani narrarivi, di maggiore 0 minore ampiezza," che forniscono

la base ideologica per 1 0 svolgimento del rituale.

18. Mediaaione sosrenuta soprarruno d a A . Kammcnhuber: v. i l su o lavoro d i

sintesi in Oriemalia 45 (1976) 130-146 (in particolare pp. 133 s.).

19.Tali test! sono stati catalogati d a E. La ro ch e , CTH 321'37°.

20. Che cosrituiscono la srragrande ruaggioranza dci testi ritrovnri a Boghazkoy .

21. Si ved a pe r cs. l a fr as e «un ragazzo e una ragazza lasciano il mcssaggic pe r

Inara» ne i testi d i CTH 649 (teste c el eb ra te d a Ua saccrdotcssa NIN.DINGIRl,

co n nferimento ella r ic er ca d eU a dee scomparsa: F . P c c c hi o li Daddi, in F. Impa-

rati (ed.), Studt d i S to na e F il ol og ia anatolica dedicati a G . Pugliese Carrotel l i , Fi-

renze 1988, 193-206; E ad em . OA 26 (I987) 37-57; la m enzio ne d ella « fi gl ia d i u nu om o povero» nei te st i d i crn 738 (fcsta per la dea hattica Tcresbapi) che r io

chiama la spo sa d el d io d ella tempcsta ne l mire d i I ll u ya n k a: v, E a d em . Hethitica

8 (1987) 368. P er quanto riguarda i SISK UR si possono citarc c om e escmpi iI ri-tuale studiato d a H . O tten e ]. Sicgclova, A fO 23 (1970) 32-38 (CTH 470), cbc

allude a li a d iv isi on e d el le sfere d i i n fl u en z a fra gl i del: i rituali di nascita d i C TH430: K UB xxx 29 (Ro 9 ss.), in c ui c mcnzionata l'asscgnazione di scdi a varie di-

vinita (v . G .M. Beckm an , StBoT 29. 1983. 22-3Il. e KUB xx x 30, moh o fram-menta no (v. G .M . B ec km a n. op . cit., 200'203). in c ui la dea Hannahanna e invi-rata a disrribuire il su o favcre ai bam bin i appena na ti (per un com men to a qucsti

testi s i v ed a anche G . K e ll er m a n, Hcthitica 7. 1987, 128).

22_ Si vedano pe r es. il r irualc d i fo nd azio ne d i u n pa la zzo realc CTH 414 (per

c ui. in u lt im o . M .F . C ar in i. A th en ae um 60,1982.483-520); il r it ua le d i s co n gi ur o

pe r iI die della tempesra d i Ne r ik KUB XXXVI 89 - Cl'H 671 (V . H a as. B er K ult

von Nerik. Rom a I9.Z0, 140'174), ccllcgato co l rituale di cvocazione pe r la stcssa

divinira KW B XX-XVI 90 - CTH 386 (V . H a as , op . cit., 175'183); 10 sc ong iur o d el

Je g am em o C liH 390 (cfr. i n u lt im o il c om mem o d i G . Kelle rm an , op . cit., 126-

128); 10 scongiurc d e l fuo c o KUB XVII 8 " '"C TH 457 (studiato d a G . K elle rm a n,

Hcthir ica 8,1987,215-235).

I2

Inoltre narrazioni a carattcrc mirico sono spesso inserite in do-

cumenti «politici» e nc costituiscono talvolta l'antefatto, come

per es. la storia dei figli della regina di Kanis nel testo di Zalpa (=

CTH 3) e Ie imprese riguardanti il toro divino nel racconto del-

l'artraversamento del Tauro (= CTH 16a), per citare gli esempi

piu noti. Si pub affermare che molti testi politici presentano una

rivisitazione rnit ica del passato piu0

meno lontano, al quale vie-ne cosi attribuito un valore paradigmatico e celebrativo del pre-

serite."

II mito costituiva quindi un elemento importance della culcura

ittita e permeava di seemolti aspetti della vita pubblica e privata:

da qui la presenza diffusa nei testi di motivi mitici il cui esatto si-

gnif icato a noi spesso sfugge.

Da quanto abbiamo detto e evidente che il pamimonio mitico

tramandato dagli scribi di Boghazkoy e estrernamente ampio e

articolato e che di esso fanno parte opere diverse per. funzione ed

origine, per struttura e tipologia.

Per questo .rnotivo, piuttosto che ricorrere ad una classifica-

zione dei testi rnitologici basara sulle definizioni attual i dei gene-

ri letterari (rniro, epos, saga, leggenda, raceonto, favola, roman-

zo), a cui illettore moderno e cento abituato, ma che e estraneaalia cultura vicino-orientale e non esaurisce la complessira delle

opere narrative in questione, abbiamo preferito atrenerei aIle in-

dicazioni forni te dagli scribi sressi in margine ai le tavolerte.

Gli scribi ittiti infatti erano soliti porre net colofone ilnumero

di serie della tavoletta, con l'indicazione se l'opera era 0no corn-

pleta, il titolo della composizione, il nome delle scriba che aveva

materialmente scritto il teste e, in qualche Faro caso, ilnome del-

I'autore della composizione.

Dall'esame complessivo dei colofoni risulta die per Ie opere

narrative a carattere mitologico venivano impiegate tre diverse

definizioni:

q. mugawarimugeSsar, che significa propriamente «invocazio-

23 . Ind ica t iva a questo pr opo sito la presenza nell'archivio itt ita d i cop ie d d Jo

S AR T AM H >1 /1 d (CFH 3'0) c della Icggenda di Nerem-Sin (crill 3"): i re init i

infani si id~ntificavano c on g li a nt ic hi sovrani d i A kk ad , visn c om e m od e lli d i re-

ga l i t a croica.

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ne; evocazione» e sirmli," per 1 0 piu rivolra ad una divinita per

invirarla ad avvicinarsi;

2. addar, lett. «parola, racconto; far to», rcrmine impiegaro di

soiiro per narrazioni in prosa;

3. SIR (= itt. iibamai-) «canto», usaro per composizioni poe·

tiche, Forse in versi,' con accornpagnamento musicale.

Si deve perc ricordare che, mentre l'uso di mugatoar, uddar e

s m come termini tecnici e Iimirato ai colofoni dei testi mitolo-gici, essi ricorrono spesso in altre composizioni con un' am pia

gamma di connotazioni,

E interessante notare che, a parte quei testi in cui il colofone eandato perduto 0 e troppo frammentario per consentirc integra-

zioni, almeno due tavolette non recano nel colofone aleuna indio

cazione: si tratta della cosi detta Storia di Appu e della Storia del-

la uacca, del dio Sole e del pescatore' Questo puc Forse costituire

un indizio della diversa valutazione da parte degli scribi ittiri del-

Ie due opere in questione rispetro aile altre composizioni. Tale

diversita trova in effetti conferma nell' analisi della strutrura deidue racconti, che presentano terni e motivi non assimilabili al reo

stante patrimonio mitico,

r. La definizione mugawarl mugeiiar' e riservata dagl i scribi i t-

titi ai miti del «dio scornparso», di cui sono protagoniste divinira

diverse: in primo luogo il dio Telipinu, protagonista del mito piu

ampio e meglio conservato; il dio della ternpesta, sia in quanto

24. V. C HD 324 SS.: n om e vcrba le, deriva te da l verbo mugai-, ch e oltrc ad «in-

vocazione / evocaaionc ritualc» ind i ca talvolta i] mareriale usaro p er t al i azioni.

25· V. H .G . G i it cr boc k ,JCS 5 (1951) r ar .

26 . CT H 360 : K UB XXIV 8 + XXXVI 60 IV 3 4 « Pr im a [tavoletjta d i [A p)pu: non

finita »; C TH 363: K UB XXIV 7 IV 5 9 ' « Sc c o n da I T er z a ' [tavoletjta d i A [. .. ]; no n

finita».

2 7· T a le definizionc c presente in KUB XXXlll 68 II 3' (mire d ella sco mpa rsa d el

dlo de l l a tempesta] c in VBor 58 IV 13 ' (mire de l l a scomparsa del S ole ); n eg li al-

tr i miri de l die sc om pa rso n on c om pa re a causa della frammentariera 0 assenza

d e i c o lo fon i, rna la tavolena di catalogo KUB xxx 60 + KB o XIV 70 I 2 3, 24 , 27

anesta l 'es is tenza di mugawaT pe r le divinita GUL-/e/, per Te lipinu e pe r il dio -

Sole (v. E . La ro ch e , CTH, p. 1 54 ). C o m u nq ue la strunura del resti no n lascia

dubbi su l fane che t a l c definizione possa estendcrsi anche ag li ahri miti analo-

ghi: AnziJ i e Zukki , Hannahanna, Inara.

principale divinira di Hatti, sia in quanta dio locale e personale;

la dea madre Hannahanna (= "MAlj = 'NIN.TU); Ie dee An:

zili e Zukki e la dea Inara (= 'LAMAlKAL). Caratterist iche par .

ticolari presenta il mugauiar per il dio Sole (tavoletta di Yozgar).

Esistono infine una serie di frammenti non chiaramenre and-

buibili ad una specifics divinita, rna riconducibili a questo mo-

del lo tipologico di mito.'

Non ci soffermiamo qui sui rniti di Telipinu (CTH 324; cfr,anche CTH 322), del dio della ternpesra (CTH 325'332) e del

dio Sole (CTH 323), per i quali rimandiamo aile singole tratta-

zioni.

Gli altri rniti, che sono conservati in condizioni troppo frarn-

mentarie per poterne dare una traduzione continua, presentano

tuttavia alcuni elementi interessanti.

LLa scomparsa della dea Hannahanna (CTH 334), per quanto

risulta dall' analisi dei frammenti pervenutici, si configura €ome

un morivo rnitico inserito in un rituale magi co, piut tosto che co-

me un testa narrative: infatti il rnito e qui ridot to ai suoi elernen-ti essenziali (scomparsa - conseguenze negative - ritorno}, pre-

ceduti e scguiri dalle formule magiche inrese a pacificare e far

tornare la divinita. Manca il tern a centrale della ricerca e la de-

scrizione dell'ira divina."

Difficile stabilire con certezza inquesto caso la funzional ira sia

del mito che del rituale, vista l'arnpiezza della sfera d'influenza

della dea, che riguarda la fertilita nel suo cornplesso.

2. La struttura del mito delle dee Anzili e Zukki (CTN 333) r i-

produce quella del modello classico di Telipinu.

La menzione della levatrice ( " " " " ' S A . z u : resto A I 21'), come of-ficiante del rituale, dimostra che esso veniva recitato durante un

parto per creare alia partorienre condizioni favorevol i alia nascira

del bambino."I 28 . Si vcdano i frammcnti catalogari da E . Laroche sono CTH 335. a cui si pos-

sene agg iungerc KBo X XV I 1 30 , 1 34 (p er cui cfr. CTH 3 35 , 6 ) e 1 35 . A CfH 335,

4 a gg i ung c r c "C. KUB XlVI 52 : R o I' 55. = B U I' 55.

2? G. Kellerman, Hcthitica 7 (1987) 1I6-118, in pa nic ola re p . Il7 . ritienc che dO .

sta do.vuto al fauo chc in qucsto caso s c ompa r e la dea stessa, ch e shrove e la pro·

t agonls t a della riccrca.

30 . Si vcdano or a 13 trnscrizione, traduzicrie e commemo di < G . Beckman . op .

1 5

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II passe relative all'ira delle dee introduce la descrizione di

elemenri deU'abbigliamento femminilc da ccrimonia: olrre aile

scarpe s cambia t e e alJa veste indossara al conrrario, s i m e n zi on a -

no il perrorale e il velo, anch'essi rovesciati."

3. II mito della scomparsa della dea Inara e costituito, secondo

la c1assilicazione delle tavolette di E. Laroche (CTH 336), da set

episodi tutti molto frammentari. Dopo una recente analisi con:

dotta su di essi da G. Kellerman," possiamo dire che solo uno di

tali episodi costituisce effettivamente un memento del mito della

scomparsa di Inara (KUB XXXIll 57 = CTH 336,3), dal momen-

to che in esso Hannahanna, su richiesta del dio della tempesta,

padre di Inara, invia l'ape alla ricerca della dea, Gli altri episodi

sono di diflicile interpretazione per la loro frammentariera e per

l'introduzione di personaggi per i qua li non si hanno chiari ele-

menti di riferimento in altri racconti mitologici."

I!. La definizione uddar e limitata al mito diIlluyanka (CTH

321). II testo viene in questo modo caratterizzato come la narra-

zione che fornisce Ie motivazioni per la celebrazione della festa

dt., 72-83; a p. 79 Beckman osscrva che una prove ~ltcriorc pcr.un'a~sociazionc

delle due dee con Ie naselle c costir uito da i tcsu di CTH 484. In CUI esse sono

placate insieme aile dee MAt I e GUL-fei.31. KUB XXXlU 67126' -32' ; «Anzi li s i adiro: (Zukki si adiro.] [Si mise ] a dcstra

la scarpa sinistra e si m ise a sinistra [la sc ar pa .d est ra .] L a veste [ . .,J Appumo sui

dietro della (sua) veste divine" i due pcttorali . Fcce scendere davant! (Ia parte)

posteriorc (d el su o) vclo, m ent re fe ce sccodere di e tro quella anter icre ' .Si .a lzo c

se ne endo del la c ame r a lntema ...», - a: C O S ! secondo la lertura segurta de G .

B e ckman , o p . 0'/., 74 e 80 , .TOG.DINGIR·LlM-wa-af-za.kt i l l invece de l l a lcnu-

ra TOG-ol1- l i -wa-,za·kt i l l d i E . L aroc he , RHA 77 (19<'5) 136.

3 ' 2 . Op . cit., u8-I26.

33 . S ec on do la K elle rm a n, o p . c it ., 120'122, gli cpisodi ~ 336, I, ~ e 6, sono

parti d i u no st esso mite, detto MilO de lla s por i1 . io l 1ede l ~eslla~lIe,~cur t r~ma puo

cosl esscrc ricostruira: un perscnaggio chiamaro «Nutricc» (1 1 CU I nome e scntto

c on i l sum e ro gr am m a -U MM ED A), c on l'aiuto d e l d i o Z A .B A • .B A ., nasconde

g li a ni m al i e gli uomini su una roccia. Dopa che g li d e i , avvisati da Hannahan~a

pe r il rramite d i Inara, Ii hanno cercari inutilmente, Hannahanna li tro~a grazte ~

alla mag i a c punisce iolpcvol i . Nell'episodio, estrcmamente framrncnrario, 0H336, 2, Hannahanna ritrova con l 'aiuto dell'apc, su a messsggera. .u.n'.«~g,da»

(-""kudo!) scomparsa. Da norare in quesro tcsto la mcnzione de l l a divinita de l l a

crescita M.iya tanzipa (KUB XXXIII 59 III 12'). - lnf ine il frammcnto KU B XXXIII

58 - CTH 336, 4 appartienc proba bilm ente ad una vcrsione de l m ito d e lla

scomparsa d el d io d el la tempests.

16

del purulli," appare evidente che in questa composizione I'intento

narrativo-esplicar ivo prevale su quello magico-ri tuale carat tcr i.srico de i mugatoar.

Ill. II termine SIR «canto» e presente nei colofoni del la Teogo-

Ilia," del C an to d i U llik ummi," dei resti relativi a Gilgarnes" e a

Kessi. " E tutravia ragionevole ritenere che tale delinizione possaessere estes a anche ad alt ri testi analoghi , il cui colofone e andatoperduto (Hedarnmu, Can to d iA r ge n to " Arramhasi) 0e lacunoso(Gurparanzah," R e ga li ti i d i 'K A L ). "

1. Alcune di queste composizioni sono incentrate suUa ligura

del dio hurrita Kumarbi e la ternatica comune della lotta per il

potere fra gli dei fa di esse episodi diversi di un unico grande ci-

cio mitologico.

Attualmenre i testi narrarivi che riguardano il dio Kumarbi so-

no i seguenti (per maggiori detragli sui testi a , b, c rimandiamoaile singole trattazioni):

0) la COSI detta Teogonia 0 Reg a li ti i c e le s te (CDR 344), one

narra la lotta fra gli dei per il potere in cielo e la nascita del dio

della ternpesta;

b) il Ca nt o d i U ll tk umm i (CTH 345), in cui Kumarbi genera un

liglio mostruoso centro ildio della ternpesra;

c) il mito del drago Hedammu (CTH 348), anch'esso nato da

Kumarbi in funzione di avversario del dio della ternpesta;

d) la R e ga li ti i d e l d io KAL (CTH 343):' di cui e protagonista un

3 4· P e r q ue st a arnica Fes ta anarollca s i v ed a n. 1 al Miro di lI/uyallka.

35· KU B XXXUl120 IV19'.

36 . KUB XXX.l1I 9 5 B d. s in. I.

37· K B o XlX 116 Va 2'.

38. KUB XLVlI 2 Bd. parte destra f. :2. (versicne hurr i ta ) .

39 · C om e ha notate H .A . Ho ffner , in F es t. H . Dllell', 143 n. r, [a presenza de l

verba iIhomibbi «io c an to » a ll 'i ni zi o de l mi t o (MFAC 12 r 7) mostra d ie anehe

qucsto mi t o dovcva essere definite come s 1 &

40. KU B XVII 9 IV I ': «Second a tavolct ta [ . .. J G ur pa ra [n za b ... J » .

41. Kl!JB xxxnr 114 IV 24': [ . .. ]Io~.

~2. A i tcsri citari da E . Laroche si possono ora aggiungcre KB o XXII 83 ~ 86, che

In:egra l'inizic de l l a 111 e d ell a IV colonna, e forse KBo XIII 83 che E . Laroche ca-

fa ega SOUo e rn 35 1 Ifram. ch e nominano Ea) .

17

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dio, indicaro sempre con il sumcrograrnrna KAL,~' che vicnc can-

trapposro da Ea e Kumarbi al clio della ternpesta.

La pane conscrvara di questo rnito si apre con un combauimento

sui carro (?) Ira il dio KAL e il dio della tempest a affianca to cia

ISTAR. II dio della ternpesra sconfitto c privato delle redini [0della

sferza], per le quali viene istituito un culro, e del regno celeste che,

per riconoscimento di Ea, passa a "KAL . E probabile che anche1STAR accetti la nuova sovranira celeste, se il Irammcnto KUJ3

XXXVI 6 si inserisce nel la lacuna fra Ia lela 11 colonna, come propo-ne P. Meriggi." II dio KAL regna per alcuni anni, durante i quali si

instaura una sorta di edt. d ell'oro; rna a un certo punto rifiura di ren-

dere omaggio agli dei antichi, suoi nonni, ed Ea e Kumarbi decide-

no di punirlo, perche la ribellione di "KAL ha private gli dei delle

offerte dovute. II dio della tempest a e il suo vizir (e Iratello)NIN.URTA (~ Tasmisu) mutilano il ribelle, che parla al dio della

ternpesta riconoscendone la superiorita, La replica del dio della

rempesta e in gran parte perduta.

e) II Canto di Argento (CTH 364), altro Iiglio generate da Ku-

marbi in funzione della sua lotta centro Tesub (?).

I1lavoro condotto da H.A. Hoffner" sui testi relat ivi perrnetre ora di

ricostruire, almeno parzialrnente, Ia trama di questo rnito, di cui e

protagonisra un personaggio, Argento (seritto sempre con il sume-rogramma KO.BABBAR, privo di determinative), che non trova pa-

ralleli nella mitologia vicino-orientale."

43. Per l'uso e la leuura di questc sumerogramma in Anarolia v. E. Laroche,

RIA, s. v. LammaiLamassu. C. La divinita protagonista di questo mite, di cui si •

ignore il nome i tt i ta , va tcnuta net tamentc dis tinra dal le var ie d iv ini ta pro tert ri ci

indicate con it sumerogramma dKAULAMA - fra cui anchc la dca Inara - note'

in ambito anatolico: per questa motive si c prefe rita qui la r rascr ia ionc KAL (a

Boghazkoy equivalentc all'accedico dandnu, donnu «fone») alia lenura LAMA =

accadico lamassu «(dio) pro tenorc». Esi stc perc la possibil ita chc anchc inquesto

caso s i t ra tt idi un mira eziologico, pa ragonabilc in qualchc modo a que llo della

scompar sa de l besriarnc (v. n. 33) in cui agiscc un pcrsonaggio chiama tc «Nutri-.

ce», all'inizio nemico dell'umanita e poi trasformato della dea Hannahanna in

una vera nutricc. 11 die KAL del mite in questionc potrebbc quindi esser c all'inid

z io una divinita rnalvagia che, dopo la sua deposizione c punizione da parte dcgJi

dc i che 10 avevano e levate alla rcgalita celeste, divema una divinita prorcrtrice r

de ll'umanita . Punroppo la Ir ammcntaric ta de lle tavolc rrc rela tive a questa mit~

non pcrmene di vcr if icarc la val id it a d i una talc ipotcsi .

44· Athenaeum 31 (1953) 135 e '37. 45. Op. cit., 143 .166 .

46. M. Salvin i, SMEA 18 (r977) 90 e H.G. Gurerbock, RJA, s. v. Kumarbi, riten-

~a composizione inixia Con un roerni I . .CUI l 'auiore," del quale non cono~ia~~ll:. rna ~o,frarnmemano, III

del protagonista. II primo episodic cons~rv~~~~~lt~,vdn~a Ie q':Ialit~Argento da una donna mortale (P) I g ar a a nascrta diprobabilmente perche c stara abb· 'd a qual~ 1 0

1'0 u parto piange,In seguito Argento avendo a and onata a padre del bambino.

di essere anche lui 'orfano, ra~~~~~~ ~a~neC;;J~nlj chc ha ba,stonato,to. La donna, costretra Con Ie mi p gr. a a madre I accadu.

Kumarbi, s ignore di Urkis, suo fra' :: ,J~~ J di~ld:ta che suo padre i:

cielo e della terra, e sua sorell a e ISTAR . d. tf-mpesta, re delsi reca al lora ad Urkis alla ricerca del d regina t N;ntve. Argentoni che seguono sono estremamente fr~a re, rna. n~n o.trova. Ibra-

che Argento, schieratosi dalla parte del;'dltart

: Sl ca~tsce sol tantopotere e minaccia i grandi dei del . I are, cderca I prendere ilSole e Ia Luna. CIC 0, rruscen 0 a terrorizzare il

/) Una serie di frammenti contenenri il nom di K birual t . ibili e I umar I, at-

men e non aSCflVI I I con sieurezza all 'uno 0 all' J t dei ..sopra citati." a co er nun

Tradizionalmente" quesro cicio viene ritenuto di origine hurr i-

ta sra per ~ nome della dlvmlta principale, scritto anche Kumar.

we, m CUIe stato nconosciun, il suffisso del genitivo hurrira -we

e quindi Inteso come «(quello) di Kumar» (una Iocalira con que-sto nome no - - . Ii

1 n e pero conosciura nora in territorio hurrira):" sia

per a menzione di toponimi come Kumml·ya e Urkis.' . ' I. IS; Sl3pen a

gono chc il r esro h . KUBdamrnu) cr la rcsu;rna. X;VI.I 3~ allude a quesro mire (e a quello di He-

J / _ 1 i d l 1 f l 1 e~emetsegu~:i~nl~,v2~~ dd

UUSbll11~ewedn~eK«Arge~t~ re» (e in IV 20' di

ora V. Haas e I \VIc a a menzrone .1 umarbi {KumorwenefJ. Madi un sovrano h . gner, Ch S 0 5 , P: 26 , hanno nconosciuto in Uihune i1 nome

Bida cant urma dd~1IIImille.nnlo (e in /jidolll iJ nome di un ;e de lJ'EJam, emporanco 1 Naram -Sin). '

47· Chc iJ testo abbi _..larc del verba ,p h l a , ~ ~ a~tore e cvidenziato dal l'uso della prima persona singe-

rna p~rsona .ml~ ::::~~ ~~~')~canto/camercm (HFAC 12 I 7) e dal pronomc di pri-

..f8.AI framment" I . dno Ora aggiun e~c~~~g~t.l aE. Laroche, CTI-J 346' (RHA xxx, 1972), si devo-

XXXIII 117) K ta XXVI XXII 84 Iapparr enente for s~ alla stessa tavc leua di KUBxxv, 100{~ b bil . 88·90 .(che conservano pam deJlo stesso raccomo) KB o

49. e rr I b~ra I ment.e copra di h'UB XXXIII 105). KBo XXVI 105, lOO. 108.113so. V H a 11.~grafia cuara alia n. 9. .

I . .G. GUlerbock R IA K bi~abilonia con " s. v. umar I, p. 325: e noro solo un quenlere di

'I . Kummiva eqUCStonO~l,e. . .. una Iocalna non idenrificam, da colloca rsi nella Mesopotamia Set-

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prcsenza di frammenti hurriti dcl mito di Ullikummi:" i resti ittiri

sarebbero quindi traduzioni di madelli hurriti.

Abbiamo gi a osservaro come sia difficile accettare oggi, scnza

le necessarie distinz ioni, un'afferrnazione cosi decisa.

Inolrre bisagna tenere canto del fatto che i miti del ciclo di

Kumarbi presentano rnotivi narrativi e divinira provenienti dalmondo mesopotamico: sono mesopotarnici infatti il concerto

della successione delle generaziani divine; il motivo del l'annien-

tarnento dell'umanita, presente nel mito di Hedammu e in quello

di 'KAL, da connettersi probabilrnente al motivo mesopotamico

del diluvio; gli dei che precedono Kumarbi sui rrono, Alalu e

Anu, cosi come Enlil, signore della citra di Nippur, ed Ea, dio

della saggezza.

Alrri rnotivi ancora sembrano elaborazioni tipicarnente anato-

liche: ilcarattere stesso sia degli avversari chc degli alleati del dio

della rempesta presenta tratti comuni al mito anatolico della lottacol drago: si vedano Hedammu e Illuyanka, 1 ST AR e Inara.

La presenza in questo cicio di elernenri riferibili a culture di-

verse (hurrita, mesoporamica, anatolica) rende quindi esrrerna-

mente problematico def inirne la tradiz ione.

Alla state attuale della ricerca emergono pero alcuni dati:

questo cicio mitico e conosciuto unicarnente dall'archivio di

Hattusa;

la figura centrale di tali miti, il dio Kumarbi, non sembra avere

un ruolo r ilevanre nelle zone di espansione hurri ta (Mesopotamia

e Siria sertenrrionali) e non compare fra le divinita di Mitanni

nei tratra ti di Suppiluliuma e Sattiwaza;"

rcntr ionale, sed e d el d io d e lla tcrnpesta nc l mite d i H edam mu (KUB XXXIII 103

II 6'), ne l ra cc om o d i A ppu (KUB XXIV 8 IV 15) c in un frammcruo hurt-ita d el

mite d i Gilgemes (KUB VIII6t + IV 13); il «rc di Kummiya» e m e nzio na to a nc hc l'

in un f r a mm emo del ciclo d i Kumarbi: KU B XXXIII 105 I 3'. Per questa cina v, ,

H . Otten , R I A , s. v. Kummi ya . Urkis e iI nom e d i un'importantc cina rcale hurr i -

ta (e infatti a n es ta ta l 'e si sr cn z a d i un re d i nom e Tisaral su un d o cum em o d i Ion-

da zio nc - una statuctta ra ffigura me un leone - rirenuto il piu amico t esta in l in -

gua hurr ita ) sed e d el d io Kum arbi nc l mite d i U llikum m i e in que llo d i A rgen to .

52. M . Salvini, op . ClI., 75 ha scgualaro KU B X L V 6 2 (Jo in per K Bo XI I 8 0 ), KU B

XLV 61, KU B XLVII '4, KU B XLV 63.

53. C f.H 51 c 52 . Samwaaa, f iglio d el rc d i M it an ni Tusratta , dopo av~re par ted- .pate ella congiura in cu i fu ucciso suo pad re , sa il a l t rona , r na fu cacciato de Sut- ..

,20

Kumarbi e assente finora dall'onomastica hurrita.

In tali condizioni scrnbra azzardato ipotizzarc l'esistenza di

una ~eda~ione scritta dei miti , opera di scribi hurriti, in territorio

hurrita, giunta po i a Hattusa c qui copiara e tradotta in ittita."

Se poi teniamo conto del fatto che alcune delle opere ehe fan-

no parte del ciclo di Kumarbi, giunteci in redazioni del XlII sec.risalgona in realta ad originali cornposri in epoca pre-imperiale"

- mornento in cui dalla scuola scribale ittita uscivano molri testi

religiosi scritti in hurrita" - non possiarno escludere che anehe la

versione hurrira del cicio sia opera della cancelleria ittita. Cost ,

pur non sottovalutando gli apporti extra-anatolici, e hurriti in

particolare, alia composizione del testo, riteniamo che attual-

mente non ci siano elernenri sufficienti a negare che Ie narrazioni

appartenenti al cicio di Kumarbi siano aurenriehe elaborazioniittite.

2. La definiz ione SIR e eonservata anehe nel colofone del la XIVtavoletta del teste di KeSsi (CTH 36r)." Si tratra 'di un'ampia

composizione - doveva comprendere infatti almeno r5 tavolette

- di cui sono rirnasti frammemi di una versione ittita e di una

hurrira, rinvenuri a Boghazkoy, e, Eorse, un frammento di una

versione aeeadiea, trovato a El-Amarna.' L'incertezza sulla reale

appartenenza al rnito di Kessi del frammento amarniano rende

dubbia I'afEermazione che si tratri di un testo ampiamente diffuso

nel l'ambito del Vic ino Oriente."

t ~rn a f ig li o d .i Anat~rna. S i rifugio allora a Bebilonia c po i a lla co r te d i Suppilu-Ilum~, ch e gi l dctrc 10 sposa un a figlia c 10 aiuto a rornare su J trono de l l a capitale

h ur ru a W a ss uk ka nn i. S up pi lu li um a stipulo quindi co n lu i u n tranatc d i c ui so no

conscrva t i sin il teste emanate da Suppi Ju li uma ch e quel lo crnanato da Sa tt iwaza .

5-\. Cfr. G. W'i lhe lm, Gnmdzlige der Gescbich/e und Kultur der Hurruer, Da rm-s tadt 1982,81.

5 ' / C fr . C . Kuhne , in W . B cy er li n (cd.], Rellgionrgeschichlliches Textbuch ZUni

A t el l T e .s to f ll cl 1I , Gott ingen 1975, 175 , per la T eogo ni a , e H.A. Hof fner , o p . d t. ,162, per i l Canto di Argento.

5 6. V . i r ituali d i Tasmiserr i e Ta tuhcpa , ChS [ I I ; la bilingue h ur ri ra -i ni ta (c ir a-ta l ecc,

5 7· V . sopra, n. 38 .

58 . V. P . Xclla, o p . c it ., 21 8 n. 2 1; M . Salvini, XE NlA 1988, tor .59 · eft. P. Xel l a , o p . ClI., 218.

2T

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La trama del mila di Kessi puc essere ricostruita parzialmcme dai

cinque fra rnm cnti irriri (di cui due sana duplicaii): Kessi e un cac-

ciarorcdi professione, che, dopa il matrimonio can la bella Sima)i-rneni (Senraminn: nella vcrsione hurrita)," soreUa di Udubgnrri ," tra-

scuta Ie offerle di pane e di vino dovute agli dei e la sua atrivira, per

trascorrere tutro il suo tempo accanro alla moglie, La madre 1 0 rim-

provcra e 1 0 incita ad andare a caccia. Kessi allora prende fasua lan-

cia e i suoi cani e si avvia verso la montagna Natara per cacciare.Tuttavia gli dei, adirati per le mancate offerte, gli nascondono la seI-

vaggina. Kessi, non volendo tornare a casa a mani vuote, vaga per

tre rnesi su i monr i ; soffre la fame e fa sere e cade amrnalato. A que-

sta punta il testa diviene molto frammentario e, dopo una lunga la -

cuna, si incontra la descrizione d i sette sogni," che Kessi al risveglio

raccoma aIlamadre perche Iiinterpreti. II resto del racconto e anda-to perduto.

Per un'analisi del racconto e una sua interpretazione come una

rielaborazione di un antichissirno mito di caccia, si veda illavoro

di P. Xella, citato (n. ro).

I numerosi frammenti hurriti," che per il mom en to non sana

traducibili, sembrano presentare 0un rni to diverse 0episodi di-

versi dello stesso mito: manca infatti il rnorivo della caccia, della

malattia e dei sogni interpretati dalla madre; sono invece presen-

ri norni di persone e di divinita asscnri nella redazione ittira. In

particolare va segnalara la menzione del dio Kumarbi e di Tap-

suwarri, che compare anche nella versione hurrita del mito di

Ullikummi, indizi probabilmente di una «contaminauo con ciel i

mitici diversi»."

60 . In questo nom e M . Salvini, o p. cit., 103. r ic on osc e la parole hurr i t a iinta «set -

tc»; rhiene quind i chc possa esscrc in rclazionc co l numcro d ei sogni fani d a

KeSsi.

6 1 - . II n om e n ella versione hurrita si prescnta c om e Udltileplarra/i.

62 . II pr im o so gn o c andaro pc rdu t o . N e l se c ond o si parla d i u na pone; nc l terzo

Kcis i porta qualcosa d al m o nt e Natara a S i pp a r; nc l quarto un bloccc d i d io r it e

cede da l cielo e colpisce i s cr vi c l 'uomo del la divinita: ncl quin to i pa dr i d iv ini

d i K c S s i comincianc ad accendere il fuoco; ne l sesro K c S s i ha un a collana al co l l o

c su d i lu i viene posto un braccialertc f cmm in i l e da caviglia; nel scnimo Kcis i va

a caccia del leone c appcna fu or i d el la porta trove le divinira Damnassaras e dei

serpenti.

63· M . Salvini, o p. cit., 101, n c h a i nd iv i du a ri 18 .

6+ V. M. Salvini, SMEA IS (1977) So.

22

3· Pur non essendo definito esplicitamente come SlR," possia-

mo inserire fra questo tipo di composizioni anche il mito che ha

come protagonista l'eroe Gurparanzah (CTH 362), che doveva

comprendere almeno due tavolet te."

La rrarna di quesro racconro, nota attraverso quattro fram-

menti," purtroppo malta danneggiati, non puo essere ricostruita

per intero; anche l'ordine di successione degli episodi e incerto.L'episodio noto come Proua dell'arco permette di affermare

che il mito di Gurparanzah, analogamente a quanto e avvenutoper il mito di Kessi, si e sviluppato sulla base di un antichissimo

mite di caccia:" vi si parla infatti dell'uccisione da parte di Gur-

paranzah di un animale feroce, forse un orso;" l'episodio e poiseguito da una gara di tiro con l'arco, in cui l'eroe risulta vinci to-

reo Da rilevare che la scena si svolge nella citra di Akkad, il cui

ruolo nell 'ideologia della regalira antico-ittira e estremamente r i-

levante."

In un altro episodio si svolge un dialogo fra Gurparanzah e il

fiume Aranzah (~ Tigri), che, volendo aiutare l'eroe, lascia la sua

sede e si reca in volo, simile ad un'aquila, ad Akkad.

Anche nel caso di questo mito i nomi dei protagonisti (Gunpa-

ranzah - cornposto sulla base del nome hurrita del Tigri -, la

moglie Tatizuli,' ilfiume Aranzah) sono hurriti; la mancanza pe-

ro finora di una versione hurrita del miro stesso, la menzione

della citra di Akkad e delle dee MAH e GUL-fef, la sirnilitu-

dine dell 'aquila, introducono elernent i che impediscono <Iiconsi-

derate autornaticamente il rniro come risalente «alla arnica rradi-

zione hurrita»."

65 · V . sopra, n. 40.

66. V. sopra, n . 40.

67 · A i tcsti catalogati da E . L ar o che . C TH 362 si aggiungono o ra KB o XXII 98 ,

duplicate d i K UB XXXVI 67 I I lA' ss., c KB o XXVI 98 .

6 S . C f r. G . W i lh elm , op . d t ., 8 7; B . d e V ri es , Tb e Stylecf H iu ue E pio and Mythol-

ogy, Diss., A n n A r bo r 1 5) 67 , 47 -4 9.

6 9· KUB XXXVI 67 II 10' ·II': «Gorparanzah uc cise r ap id am em e un hor/agga ...

70.Cfr_ n. 23 .

71. Se c ond o V . H a a s - H .j. Thie l, AOA T 31, 1 97 8, 3 5. questo n om e si gn ifi es

«anla t o e il volro».

72 . G. \X/ i lhc lm, loc. cit.

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Ancora una volta si deve pcnsarc piur tosto ad una tradizionc

letteraria composira, in cui conAuiscono morivi provenienti da

culture diverse, che sono stati elaborati in modo originalc in am-

bito anatolico.

+ Fra i SIR una posizione particolare spetra ai due rniti di si-

cura origine mesoporamica: Gilgarnes e Atrarnhasi,

0) Del mito di Gilgamcs (CTH 341) sana stati trovari a Boghaz-key , oltre a testi appartenenti alla versione ittita, frammenti di

una versione hurrita" e di una versione accadica." E difficile dcfi-

nire il rapporto fra le varie versioni del mito, soprattutto perche

i frammenti hurriti sana quasi del tutro incomprensibili; ruttavia

iI recente ritrovamento a Boghazkoy di otto frammenti di una

versione accadica risalenti al 1400 a.C., sicuramente redatti in

, Anatolia e non importati dalla Mesopotamia (v. n. 74), rende ne-

cessario riesaminare l'opinione corrente che vede nei Hurriti i

media tori della cultura mesopotarnica in Anatolia, Se infatti gli

scribi initi redigono in accadico nel '400 a.c. una versione delrnito di Gilgames, e probabi le che la conoscenza dell'originale

mesopotamico risalga ad un'epoca anreriore," quando so no atte-

stati contatti diretti fra l'Anatolia da una parte e la Mesopotamia

e la Siria del nord dall' alrra (si veda no per questo le guerre siria-

ne di Hattusili Ie Mursili lela famosa spedizione a Babilonia di

quest'ultirno sovrano).

Un possibile indizio dell'importazione in Anatolia del mito di :

GilgameS direttamente dalla Mesopotamia sembra costituito dal

fatto che l'unica altra attestazione del nome di Gilgarnes a Bo-

ghazkoy e conservata in una tavoletta contenente un presagio re-lativo alla nascita di un bambino," tipo di testo che sappiamo di

diretta derivazione mesopotarnica." In tal caso la redazione hur- ;"

73· V. M. Salvini, op. cit., 7j, c XENIA (cit.}, 99.

7 4. V . G . W ilh elm , Z A 78 (19881 103.

75. Seco nd o A . K am m enhubcr (v. n. 18 ) [a costiruzione de l l a srato di MitanOl

avrebbe impedito ccntani dircni [ra Anatolie e Mesopotamia fino a ca. 1350 ; rUt·

ravia C . B eckm an, JC S 35 (1983) 112, ha dimostrato che ta li conrarti esistevanO:~

anche durante qucsro pcriodo.

7 6. K Bo XIII 34111 r r ' 5S., c i ta to de H. Oucn , RJA, s. v. Gi lgames C .

77. V . G . Be ckman , op . cit., 101.

24

rita del rniro, pili recente, potrebbe essere stara reaLizzata a Hat-

(usa, come quelle di altri miti mesoporarnici."

La presenza poi nella versione irrita del dio Kumarbi assente

nei resri mcsoporarnici e idenrificaro da H.G. Guterb;ck" con

Enlil, e indice del lunge lavoro di rielaborazione a cui il testo

mesopotarnico fu sottoposto presso la scuola scribale itt ita.

b) Del mito babilonese del diluvio, di cui e protagonista l'eroeArra-ljasis" (~ itt. Atramhasis), sono stati identificati a Boghaz-

koy (CTH 347) due frammenri di una versione ir tita" e un fram-

men to in accadico," tuttora inediro,

La sosriruzione in questo mite di Enlil con Kumarbi, come dio

nemico dell'umanira, e un alrro esempio del continuo processo

di contaminatio a cui quesri terni erano sottoposti.

IV. Olrre a queste composizioni di derivazione extra-anaroli.

ca, esiste a Boghazkoy un nucleo di testi definiti comunemente

«rniti cananei»."0) Tale definizione risale allo studio condotro da H. Otten nel

1953'" sui testi di CTH 342, che contengono il mito del dio Elku-

nirsa e della dea Asertu, sua moglie.

N.onost~me Ia framrnentarierg del tesro, e possibile ricosrnuire gli

clcmerui essenzial i della t rama: Aserru cerca di sedurre ildio della

tempests (scrit ro qui con I 'ideogramma 'U), che respinge Ie sue

profferre e, su consiglio dello stesso Elkunirsa, la umil ia dicendole

di avere ucciso i suoi figli. La dea alia notizia dell'uccisione disperata

svrcne. Dopo uri'ampia lacuna vediamo che Asertu persuade ilmari-

to a punire il dio della tempesta. Alla scena assiste, sorto forma di

ucccllo, 1STAR, che, quando marito e moglie si corica no, vola ad

8vvcnire il dio della rempesta. A questa punta la narrazione si inter-

7 ft V . G . \ 'X Ii lh el m , Gnmd1.t~ge (cir.), So-St.

79 · RlA, s. v, Kumarbi, 329.

::. E roc d el ~ito sumcrc-accadicc d el diluvio, che il d io E nlil m and a su lla te r ra

po la crcazione dell'umanita: cfr . D.O. Edz a r d , \'(IdM, 44-45.

~ "UB VIII 63; K UB XXXVI 74 (Iorse pane d i una bilinguc: j. Siegelovs, A r.. 3 H, 1 97 0, 13 5 ss.l.

: 1 . ~/z:j, Siegelova , Ioc. 0 ' 1 .]. Clr. sopra, n. 9. .

... Mia 1 (,953ll2j-ljO.

25

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Ancora una volta si dcvc pcnsarc piunosro ad una rradizionc

lcrteraria composita, in cui confluiscono rnotivi provcnienri c ia

culture diverse, che sono stati elaborari in modo originale in am -

biro anarolico,

4. Fra i SiR una posizione particolare spetra ai due miti di si-

cura origine mesopotamica: GiIgames e Atramhasi,

0) Del mito di Gilgarnes (CTH 341) sono stati trovati a Boghaz-

koy, oltre a resri appartenenti alia vcrsione ittita, frammenti di

una versione hurr ita" e di una versione accadica." E difficile defi-

nire il rapporto fra Ie varie versioni del mito, soprattutto perche

i frammenti hurriti sono quasi del tutro incomprensibili; tuttavia

il recenre ritrovarnento a Boghazkoy di otto frammenti di una

versione accadica risalenti al 1400 a.C., sicurarnente redatti in

• Anarolia e non imporrati dalla Mesopotamia (v. n. 74), rende ne-

cessario riesarninare l'opinione correme che vede nei Hurriti i

media tori della culrura mesopotamica in Anatolia, Se infatti gli

scribi ittiti redigono in accadico nel '400 a.c. una versione del

mito di Gilgames, e probabi le che la conoscenza dell 'originale

mesopotamico risalga ad un'epoca anteriore," quando sono atte-

stati contatti diretti fra l'Anatolia da una parte e la Mesopotamia

e la Siria del nord dall'altra (si vedano per questo le guerre siria-

ne di Hatrusili Ie Mursili lela famosa spedizione a Babilonia di

quest'ultimo sovrano).

Un possibile indizio dell'importazione in Anatolia del mito di _

Gilgarnes direttarnente dalla Mesopotamia sembra costituiro dal

fatto che l'unica altra attestazione del nome di Gilgarnes a Bo-

ghazkoy e conservata in una tavoletta conrenente un presagio re-

lativo alIa nascita di un bambino," tipo di testo che sappiamo di

direrra derivazione mesopotamica." In tal caso la redazione hur-

73· V. M . Salvini, op . cit., 75 , c XENIA (cir.), 99 .

74· V . G . W ilhe lm , ZA 78 (1988) 10J.

n·Secondo A. Kammenhubcr (v. n. I8) la costiruzlonc de l lo St:HO di Mitanni

evrebbe impedi to com ani d irct ti fr a Anatol ia e Mesopotamia fino a c a. 1350; rut-

ravia G. Beckman , ]C S 35 (1 98 3) 1 12 , ha dimostrato c hc ta li conratti csistevano

anche durant e questo periodo.

76 . K Bo X III 34 III r r ' SS., citato da J - 1 . Orten, RIA, r. u. Gilgames C.

7 7. V. G . B ec km an , op . cit., 101.

rita de l rniro, piu reccntc, potrebbc esserc srara realizzara a Hat-

rusa, come quelle di altri miti mesopotarnici."

La prescnza poi nella versione inita del dio Kumarbi, assente

nci resti mesopotamici e idenrificato da H.G. Guterbock" con

Enlil, e indice del lunge lavoro di rielaborazione a cui il testo

mesopotamico fu sottoposto presso la scuola scribale itt ita.

b) Del mito babilonese del diluvio, di cui e protagonista l 'eroe

Atra-hasis" (= itt. Atramhasis) , sono stati identif icati a Boghaz-

koy (CTH 347) due frammenti di una versione ittita" e un fram-

men to in accadico," tuttora inedito.

La sostituzione in questo mito di Enlil con Kumarbi, come dio

nemico dell'urnanita, e un a!tro esempio del continuo processo

di contaminatio a cui questi terni era no sottoposti.

IV. Oltre a queste composizioni di derivazione extra-anatoli-

ca, esiste a Boghazkoy un nucleo di testi definiti comunemente

«rniti cananei»."

a ) Tale definizione risale allo studio condotto da H. Otten nel

1953~ sui tesri di CTH 342, che contengono il rnito del dio Elku-

nirsa e della dea Asertu, sua moglie.

Nonosrante la frammentarieta de l teste, e possibile ricostruire gli

clernenti essenziali del la trama: Asertu cerca di sedurre il dio della

ternpesta (scritto qui con I'ideogramma 'U), che respinge Ie sue

profferte e, su consigl io dello stesso Elkunirsa, la umilia dicendole

di avcre ucciso isuoi figli. La dea alla norizia dell'uccisione disperata

sviene. Dopo un'ampia lacuna vediamo che Asertu persuade iJ rnari-10 a punire il dio della ternpesta. Alla scena assiste, SOtto forma di

uccello, lITAR, che, quando marito e moglie si coricano, vola ad

avvertire ildio della ternpesra. A questa punta la narrazione si inter-

7 8. V . G . W il he lm , Grtmdziige (cit.), 80-81.

79- RIA , r. v. Kumarbi , 329.

80 . Eroc de l mire sumero-accadico de l diluvio, che ildie Enli l m a nd a su ll a terra

dope la crcazione dell'umanita: cfr. D.O. Edzerd, WdM , 4 4- 45 ·

81 . KU B VIII 63; K UB XXXVI 74 (Iorse parte d i un a b il i ng u e : J . S iege lovd; A r.

O r. 38, 1970, 135 ss.).

82 . 809 iz :J. Sicgelova , loe. cit.

83 · Cfr, soprn, n. 9.

84·MIO I (19jJ) 12)-150.

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Per quanto riguarda poi i frammenti di CItH 350, il rnito di

[STAR e il monte Pisaisa e srato ritenuto di origine «cananea- in

quanto la montagna e stata collocata in Sir ia per 1asua presenza

in trattari siriani accanto al Libano e all'Herrnon" e per la men-

zione di un combattimento del dio della tempesta col mare ehe

ha fatto pensare alia lotta di Ba'i con Jam."

Ancora una volta non si puo parlare di elementi decisivi, in

quanto la sostanza del mito, per que! poco che conosciamo, ov-

vero il connubio fra montagne e divinita, ripropone situazioni

note dalla rnitologia del ciclo di Kumarbi, anche se in questa ca-

so la montagna ha un ruolo maschile e non femminile come nel

Canto di Ullikummi e nell'episodio di Kumarbi e la montagna

Wasitta.

Il motive della latta del dio della ternpesta col Mare, come enoto, e presente nella mitologia mesopotamica" ed e diffieile sta-

bilire per quale via sia giunto a Boghazkey, dove peraltro il mare

e spesso associato all' awersario del dio della tempesta."

Ancora pill inconsistente appare la definizione di miti «cana-

nei» per gli altri due frammenti di em 350, i cui personaggi e

situazioni sembrano riportare di nuovo al ciclo < Ii Kumarbi."

rompe, rna possiarno presumere da due arnpi [ramrnenri d i ritualc,

apparrcnenii allo sresso resto, che Asertu riesca nel suo intenro, d a r

memento ch e il d io d ella rempesta deve essere purilicato d al m a leche Asertu gli ha inferto.

Secondo H. Otten (p. '39) i nomi delle divinita Elkunirsa e

Asertu sono sernirici nord-occidentalilcananei: infatti Elkunirsa

puo essere inrerpretato come .if qone ' 'eres «E l creatore della

terra», mentre Asertu equivale al teonimo Asirtu, presente nei

nomi propri delle lettere di EI-Amarna, e alia dea ugaritica

Atirat = '1ft.

lnoltre la situazione e i motivi mitici mostrerebbero forti cor-

rispondenze col patrimonio narrativo di Ugarit, anche se gli epi-

sodi tramandati dai testi di Boghazkoy non sana identici a quelli

ugaritici. Su questa base si e ritenuto che anche Ie altre divinita

presenti nel mito fossero da identificare can Ie corrispondenti di-

vinita cananee e cioe - u ~ Ba'l e [STAR = 'Anat.

b) Come miti «cananei» sono stati riconosciuti anche i testi di

CTH 349 e 350," rispettivamente frammenti di un cicIo di com-

battimenti del dio della tempest a (identificaro in questo caso con

Ba'l) e di un miro del monte Pisaisa che tenta di violentare la dea

[STAR (assimilata qui alia dea ugaritica 'Anat).

Tuttavia un esame dei testi appartenenti a CTH 349 non evi-

denzia aleun elemento che possa farli interpretare come risalenti -

ad una mitologia di or igine «cananea»: i nomi delle divinita sono

sempre scritri in forma ideografica, senza complementazioni fo-

netiche che ne permettano una sicura identificazione; si tratta di

testi estremamente frammentari in cui solo la presenza in aleu-

ni" del verbo tarb- «vincere» puc fare allusione ad una battaglia

fra divinita; il motivo della lotta fra gli dei appartiene comunque

al patrimonio comune di molte mitologie del Vicino Oriente an-

rico e non si caratterizza come elemento precipuo di quella uga-

ritica; infine la presenza del dio 'Tasmi(su) in ~UB XXXIII 97 I

IO' e la menzione di «piedi» e «pietra- in KUB XXXVI 26 n/rn

6' awicinano piuttosro questi testi al ciclo di Kumarbi.

85· V. i n u lt im o E. v on S ch ul er . RJA, s. tJ. Litcrarur (cil.l,]5.

8 6. K UB J0CXIII 90 III 12"~; KhlB X~XVI 24 II 4', cfr. onche l a ( ra semellohnolldazabbain p a [ i i J «dav am i derjtc] barrag lia» dl ~UB XXXIII 97 I 12.

2 6

I miti, di cui abbiamo parlato, costituiscono senz'altro la pane

pill importante del patrimonio mitologieo degli Ittiti; tuttavia il

ritrovarnento di vari frammenti," il cui contenuto non e facilmen-te ascrivibile ad alcun mito conoseiute e non €onsente la rico-

87 · V.). Fricdnch,JI<;f 2 (1 952 ) 1 48 .

88 . Cfr. M .H . Pop - W . R dllig , W dM 258-260.

89· C fr. D .O . Edzard, W dM , 129, s. v. Tiamat .

90 · Si vcdano per cs . i m id d el ciclc d i Kum~rbi. in par t ico lare tJUikummi e He -d am mu, in cu i il Mar e e alleato d i Kumarb i , c i m id anarolic i d i ll luya nka - II

versions, T e li pi nu e la [iglia d el M ar e, 13 ravolctta d i Yo zg a t.

91. I. Kl!JB XXXIU 89 :t ~I :21: aceanto a I d io del la tempesta e schierata

ISrARt com e ne l m ito delle Regl1lila del d io KA l. ; si veda anche la m enzione d i

Impaluri , vizif d el M ar e in un fr am m en to d el eiclo d i Kum a r bi , KUB XXXVI 25 IV

!. - 2. K W B XXXVI33. m olto fr am m em ar io , m en zio na I I T A R , r eg in a d i N in iv e,

I I mOn te Hazz i e le «membr a nudes, che r ima nda n o al0znlo Ji Ullikummi.

92. CTH 337 e 3 3 8; 3 5 1- J5 4 . 365. 370. - Si posso no ora ag g iunger e KBo XXII ,I,

70,72,87; J . i l l o X).VI 1I4-123.IJ7·I45.

27

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struzione di. un a rrama, confcrma lampiezza e la variers del la

mirologia irrita.

G li a r ch ivi d i Boghazkoy c i ha nn a restituiro an ch e morivi mi-

tici espress i in l ingue div ers e dall ' iuira, c he t est im o n ia n o 1 3 r i c -

chezza e la vital ira delle component i cultural i che contr ibuirono

alla fo rr na zio ne d ella civilta irt ita : so no sra ri infarri ritro va ri un

mira hartico, ca n rraduzione it ti ra, noro c om e la luna che cade

dalaelo (CTH 727).;" un mito palaico inserito in conresto innico

e r ir ua le (CTH 752); vari frarnmenri di miti in lingua luvia (CTH

764 e 768) e hurrira (CTH 775 e 776).

Le difficolta di inrerpretazione di queste lingue e l'esiguira del

rnareriale a d ispo sizion e im ped isc ono a tur t 'o gg i una p ie na va lu-

razione dell'importanza e del ruolo svolro dalle relative culture

(hattica, palaica, luvia, hurrira), in particolare da quelle che si so-

no sviluppare in t e r r i t or i o anatolico,

Un ultimo problema, che oggi alla luce di recenti ricerche" de-

ve essere impostato su basi nuove, riguarda i rapporti fra il rnito

e il rituale: la netta disrinzione fra una mirologia di importazione

propriamente letteraria e una mitologia anatolica funzionale al

riruale religiose" non sernbra pi" sostenibile: basri pensare al ri-

ruale di purificazione che segue il mito di Asertu; al rituale e inno

ad ISTAR, che precede Ia Storia della ua cca , del dio Sa le e de l p e-

scatore; alla dedica innica della Storia di Appu, che doveva segui-re un inno alla divinira soIare ..

Ad uno stretto rapporto della sfera mitologica con quella reli-

giosa riporta anche la corrispondenza riscontrata fra la versione

hurrita del rnito di KeSsi e ilrituale di Tasrnisarri;" probabilmen-te anche per i rniri del ciclo di Kumarbi e possibile rintracciare

indizi di una Ioro util izzazione riruale."

93· Si veda [a singola tratrazionc.

94· efr. H.A. Hoffner, Unity and Diuersity (cit.), 142.

95· V . SOpl'3, n. 9.

9 ' S . V . M . Salvini,XEN IA I ci t. ), 104.

9 7· S ; vedano le introduzioni a H a T co go ni a c a l Canto di Ullikummi.

28

Avvertenza

Si p ubb lic an o in questo v o l ume le tr ad uzio ni d ei testi mi to l og i c i itti-

ti pi u cornpleti e d i qu e l li che , pur fra mm enta r i, so no tr oppo impor-tanti 0 fa m osi p er peter esse re e sc lusi d a una trattazione sul la rnito-

logia irtita (Regalita celeste, per es.); degl i alt ri si danno not izie der-t ag l i a t e nell'inrroduzione,

No n si e ritenuto opportuno fo rn ir e la r ra du zio ne d ella versione

iuira del miro di Gilgarnes, dal mom ento che I 'analisi di questo resro

non pU G prescindere dallo studio dell'originale mesopotamico.P e r correttezza filo lo gic a si so no riportate integralmenre Ie varie

versioni del mito di Tel ipinu e di quello del dio della tempests.

P er 1a r esa d ei siila bo gr am m i, su cu i si fo nd a la scrittura ittita, si

s ono seguiri i c r it e ri comunemente adottati d a g li s tu d io si modemi:

I. i s eg n i fonerici, im p ie ga ri pe r i r er m in i ittiti e p er q ue lli d e lle a l-tre lin gu e a na to lic he , so no r esi in m inu sco la co rsiva ;

2. i l o g o g r amm i risalenti a l su m er ic o e a ll'a cc ad ic o, che ha nno la

fu nzio ne d i so st itu ir e u n te rm in e itr ir a, sono r esi r ispe tt iva m em e c on

Ia m a iu sc ola c api ta le (su m er og ra m m i) e c o n l a m a iu sc ola c or siva

(accadogrammi). Ivalori fonetici dei sil labogrammi che Ii cornpon-g ono so no que lli n or ma lm em e usati i n sum e r ic o e in a cc ad ic o. D a

norare c he i silla bo g ra mm i costiruenti un lo go gra m m a sum er ic o 50-

no collegari da un pumo (per es. MUNUS.LUGAL «regina») , quell i

costituenti un logogramma accadico da una lineerra (per es. IS-TrJ«da»). Si r icorda inol tre che gl i scribi ittiti erano soliti aggiungere ai

logogrammi dei segni fonetici (i cosl detti complementi fonetici) che

permetrono di definire Ia classe ternatica e Ia desinenza del termineinita corrispondente (p er e s. DINGIR-na-as =tt . si·u-na-ai «dio»);

3· ideterrninativi, che so no su m er og r amm i posti pr ima 0 d opa un

{e rm in e p er spe ci fic ar ne la sfe ra se m an tic a, so no scritti in minusro l a

sopra il rigo, pe r sortolineare il fa uo c he no n ve niva no pronunciati,

G li omofoni, l a r g amen t e irnpiegati nel la scrittura cuneiforme, so -

no cosi distinti: n essun c ontr asseg no per iL se gno piu usaro, un ac-

cento acute pe r il se c ond o in ordine di frequenza, un accento g r av e

pe r il terzo, un nu me ro in d epo ne nte dal quarto in p oi.

P er qua nta r ig ua rd a i n om i divini, presenti ovviarnente in g ra n

num ero in un lavoro su i testi mitologici, si e pre fer i t o estendere il

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pill possibile 1 :1 resa in rninuscola - e qucsro criteria estate adouatosopratruno per i termini che individuano divinita assuntc nel pan-

theon irrira col nome originale - ind ipendemcmcmc clallam ambito

d i appanenenza (per es. Anu , Ea, Marduk ecc.).

N e ll a t ra d u zi on e dei testi i nu mer i d elle r ig he sono indican d i re-gola ogni cinque (piu frequenrernente solo quando richiesto dal pas-

saggio ad ahra tavoletta 0 dalla lacunosita del testo). Si ricorda che

l'a pic e in dic a c he l'inizio de l l a ravoletra e andato perduto.Inoltre per rendere pil i agevole la lettura non sono stati segnalati

gli inserimenti di termini spesso sottintesi in itti ta (per es. il verba«essere», soggetti e pronomi, congiunzioni ecc.),

Infine ne lla re sa d ei no m i antichi si sono usati i t s imbolo f (i n itti-

ta equivalenre a l i a s ib i lan t e sorda), c he r ip ro d uc e [a g r ana cunei for-

me (fricativa palaro-alveare), e b (cuneiforme & fricativa uvulare), .-!

che per 10pil i in irrita ha valore di una sernplice aspirazione (soffio I, "laringale), •

S e g ni d i a c ri ti c i:

[J integrazione di lacune nella tavoletta

[,.,J lacuna di ampiezza non definibile ~

() integrazioni di parti omesse dallo scriba() term ini inseriti n ella tr ad uzio ne pe r c hia rir ne il sense.

Sono a cura di Franca Pecchioli Daddi la parte IIIdell'introduzione,

il Mito di Illuyanka, il Mito della Scomparsa del Sole, il Mito del dio '

della Tempesta, La Luna che cade dal cielo, la Regalita celeste, la

Storia di Appu e la Storia della vacca, del dio Sole e del Pescatore, ,

Sono a cura di Anna Maria Polvani le parti r, II e IV dell' introdu- ,"

zione, il Mito di Telipinu, il Mito di Telipinu e della figlia del Mare,

il Mito di Hedammu e il Mito di Ullikumrni.

Le altre parti sono cornuni.

Tavola cronologica'

XVI s ec .

ANTICO REGNO

HattusililMursili r (1531 distruzione di Babilonia)

Hantili IZidanta I

Ammu n a

Huzziya I

MEDIO REGNO'

Telipinu

Tahurwaili

Alluwamna

Hantili II

Zidant/za II

Huzziya II

Muw ar al li rTuthaliya I(rnarito di Nikalmati)'Arnuwanda I(marito di Asmunikal)

Hattusili II(padre di Suppiluliuma)

T uthaliya II(figlio di Arnuwanda)

xv sec.

XIV s ec .

IMPERO

Suppiluliuma I

Arnuwanda II

Mursili II

I.La darazione c in a c c o rd o c on i crircri seguiri da i sostenirori de l l a cosl de l t a

«cronologin ccrta».

2. La pcriodizzazionc e molto incerta, pcrche mancano c h ia r i d e m e nt i d i divisio-n co Qui si pro pone c om e iniziatorc d e l M ed ia Regno Telipinu, poiche c l'autored i u na p ro fo nd a ristrutrurazicne amminisrrativa.

3· La successionc e iI num cro d ei so vr ani che precedono Suppiluliuma e ancoraoggcno di ampic discussioni Ira gl i studiosi. L a ricostruzionc qu i pr~posta, a r i-

1010 puramente ind i ca t iva , si basa s ui d at i erncrsi recenrementc d al ntrovamenrc

di un sigillo a crocc de l sovrano Suppiluliurna II, pe r cui v. H . Onen, Innsbruk-

kcr Beitrdgc zur Sp ra chw is s cns ch a ft 42 (1989) 25 ss.

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XIII sec Mow.uall i II tel. 1275 b;lIt;lglia di QaddlMursili III (Urlu-Tcsub)Hattusi li I II

Tuthaliya III/IV

Arnuwandu 11 1

Suppiluliuma II

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Bo

Bo anno/ ...EO

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ChS

CTH

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33

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H\\(/

J-l \XI'

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1M

JANES

JCS

JHSJKF

KBoKleinasicn'

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KZ

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MVAeG

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NS

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schaft, Wiesbaden f'

Sono state infine usate Ie seguenti abbreviazioni: accad. = accaeli;_

co; aecus. = accusativo; col. = colonna; d. = destro/a; fram. d

frammento; i d g . = ideogramma; i tt. = ittita; sin. = sinistro/a; sost.i,

= sostantivo; sum. =sumerico; tav. = tavoletta. ~,

RGTC6

RHA

R lARo

SMEAStBoTTdHTel Aviv

Thes.

UF

VBoT

Vo

WdM

XENIA

ZA

ZDMG

La mitologia ittita

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Milo e li II luya nka

L Testo: CTH 32I: A. KBo Itt 7; B. KUB XVlI5; C. KUB XVlI6 ; D.

KUB xu 66; E. KUB XXXVI54; F. KED xu 83; G. KBo xu 84 (+)KBo Xltt 84; E. KBo XXlI99; 'J KUB XXXVI53 (da CTH 370).2. Bibliografia essenziale. a) Trascrizioni: E. Laroche, Textes my-

tbologjques bittites en transcription: RHA 77 (1965) 65-72; G_ B ec k-man, Tbe Anatolian Myth o/Wuyanka: JANES '4 (1982) 12-18(con bibliografia prccedenre). - b) Traduzioni: A. Goetze, Klein-

asicn', 1395.; Idem, ANET', 125 5_;C. Kuhne, in W. Beverlin (ed.),Rcligjonsgcschidnliches Textbncb 211m Alte» Testament, Gorringen

1975, 179-,81; G. Beckman, o p. c it ., 18-20. - c) Commenti: H.G.Guterbock, in S.N. Kramer (ed.), Mythologies 0/ the Ancient World,

New York 1961, '50-'52; Idem, in W. Rollig (ed.), AltorientaliscbeLitemturen, Wiesbaden 1978, 246-248; H.A. Hoffner, in H_ Goedic-

kc and ] .J.M. Roberts (edd.), Unity and Diversity, Baltimore '975,'37 s.; C. Kuhne, op . cit., '77-179; C. Mora, in O. Carruba (ed.),Studia Mediterranea P. Meriggi dicata, Pavia '979, 380-382; G. Kel-

lerman, Slavica Hierosolyrnirana 5-6 (198,) 35-46; G. Beckman, op .cit, 24 5.; H. Gonnet, Anatolica 14 (1987) 89-100; R. Stefanini, in F.

Imparari (ed.), Studi di Storia e di Filologia Analoliea dedicati a G.

Pugliese Carratelli, Eothen, Firenze 1988, 255 s.

II racconro rnitologico, noto come Lotta contro ii drago 0 M ito d illluyanlea, e state finora oggeno di numerose trattazioni,' che hanno

evidenziaro prob l em i e aspetr i par ticolari , senza tut tav ia esaurire

1( 'cornplesse va l enze che il testa presenta su i p ia no contenutistico

s : forma Ie.1 1 miro e conservato in nove esernplari, redatti nel periodo irnpe-

riale' sulla ba se d i un modello antico, c om e dimosrra la pr esenza n el

icsto d i elemcnti linguistici' e conrenutistici' arca i c i . E sraro osserva-

I. Pe r lc pili significat ive v. scheda bibliografica.

2. Si vcdano per qucsto i nomi d eg l i scribi. Se c ond o G. Beckman , op : at., 20 n.

6 3 , s ol o l'csemplarc E = KU B XXXVI 54 puc esscrc piu entice.

3· Si VCd: lOO per questa soprauuno il pronome enclitico nom . ! a c c . pl. n. -e (fle-

e" : B 1 12', 13 ' ); la particclla enclitica -(a)pa ion-de-ma-pa: A I 13; am-mu-ug-ga-za-

pa : A III 29' ); l'uso de l caso allarivo (gi . im-ro: B 113' = € 118').

4- Si ve-dano in pnrticolarc i] ruolo svelte dalla d t ta di Nerik: l'uso dell'isrituro

39

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to' che quesro modcllo antico, ;1 cui si sarcbbc rifuuo il saccrdoteKells , chc sccondo il proemio e l 'auiore del raccoruo, potcva csscre

scritro 0 orale. Senza voler negure l'esisrenza di una uadizione mit i-ca orale," due ordini di considerazioni inducono a ritcnerc che il tc-sro de l racconto di Kella sia srato hSS;HO in forma scriua moho pre-

sto, gill in epoca aruico-ittita:

1. gli arcaisrni linguisuci del testo sono di ripe grammaticale, nonlessicale; e difficile quindi supporre che abbiano reno ad una tra-

smissione orale, non condizionara da scansioni metriche 0ritmiche.

2. Kella e un antroponimo anatolico rnolro antico,' documentatosolo per il periodo pre-imperiale; e probabile quindi che proprio a

KeUa risalga l 'archetipo letrerario a cui hanna attinto i copisti di eta

imperiale, in un momento cioe di recupero e di rivalurazione poli ti -ca della t radizione culturale nord e cenrro-anatol ica, comc e quelloinaugurate dal sovrano Hartusili III.

n resro si apre con un proernio in cui sono indicati il nome del-

l'autore e l'occasione del rnito. Sappiamo cosi che il racconto di

KeIJa cra eonncsso con l'antica festa del purulli,~ che veniva celebrata

probabilmenre in prirnavera, all 'iniaio dell'anno agricolo, per assicu-rare prosperira e benessere al paese.

Segue poi ilmito vero e proprio. in due diverse versioni -la pri-

ma ritenuta generalmenre" piu semplice e ingenua, a caratrere favoli-sr ico; la seconda piu sofist ieata e complessa, a carattcrc lerterario=-

accompagnare entrambe da una parte r iruale,

La tavoletta si chiude con il colofone che riporta il ritolo della

composizione e iInome degli scribi.Tutte e due le versioni iniziano ex abrupto" con la sconfit ta del dio

della tempesta del eielo, principale divinira del pantheon ittira, da

parte del drago, designate col solo nome comune i lLuyanka , che si-'"gnif ica appunto «drago, serpente»." I motivi dello scontro non sono

matrimonialc ddl,l. lal11iyanza; i l f ane chc iImite fornisca l 'cziologia della fcsta an- f- -

r ico-mira del purulli, la mcnaione nella scconda vcrsione dcll'cunto» Tahpurili ,"

nero da resti in ductus antico; inomi degli dei. ~5. V. G. KeUerman, op . c i t. , 36. ~

6. Supposta de H.G. Gotcrbock. in W. Rollig, op . cit., 232-233, 246. Si vcdano, II '1 "questc proposito, anche Ie osservazioni di C . Mora, o p . c it ., 374'376. .~

7 . G ia presente nelle ravclcnc di Kultcpc/Kanis. Ol tre al l'autore del mite, por ta-

no questo nome un digni tar io ci tato nell 'cdi rto di Telipinu (KBo III I II 23) e un

proprietario terriero menzionatc in un documcnto di donaalone (KBo VIII 27 Vo~

2): v. M. Orten, RIA, s. v .

8. V. nota [ alla traduzionc.

9· Si veda per es . H.G. Gurcrbock, op . c i t. , 247.

10. L'inizio della seconda vcrsionc c in parte pcrduto.

V. in ul timo]. Puhvcl, HED, 3:58-3 '9: «autochtonous term».

esplicit<lti, rna, date lc caratteristiche dei proragonisti, e cvidenre (hesono legat i alla lorra per il conrrollo delle acque, cosl necessarie

aU'agricohura: il dio della rernpesra e infatti il signore dell'acquapiovana e ildrago e ilcusrode delle acque sotterranee.In seguito 10svolgirncnto si diversifiea.

A_Nella prima versione ildio della ternpesta, sconfino dal drago

e abbandonato dagli dei, puo contare solo sulla fedeira della figliaInara. La dca, con ]' aiuto di Hupasiya, un uomo a cui ha concesso il

suo arnore, r iesce a renderc irnpotente il drago che, tradito propriodalla sua voracita e srupidita, viene ucciso insieme ai figli dal diodella rernpesta. IIrni to prosegue narrando le vicende di Hupasiya,

per il quale la dea costruisce una easa sul la roccia in modo da isolar-

1 0 dagli alt ri uomini e soprat tutto dalla moglie e dai figli ;ma avendodisubbidito agli ordini della dea, che gli ha proibito di guardare

fuori dalla finestra. Hupasiya viene ucciso e la casa distrutta. A que-

sr o punto lnara affida al re ittita Ia custodia della sua casa e il con-

trollo delle acque sotterranee sortratte al drago: in ricordo di taleavvenimenro viene istiruita la prima festa del purulli.

La versione si conclude con l 'esal tazione del monte Zali(ya)nu,

che concede Ia pioggia alla citra di Nerik e ne riceve in cambio of-

Icrte di pane.Prima di passare all 'esarne del la seconda versione del rrii to, sono

nccessarie alcune osservazioni.I.IItesto presents frequenti riferimenti geografici," che permetto-

no di ambientare Ia vicenda nella regione di Nerik."Tale local izzazione, insieme ai nomi dei protagonist i e al rituale

che segue, ha fatto ritenere ilrnito stesso di origine hattica.

2. II drago presente in questa prima versione, che vive in una

grotta, ha Ie caratteristiche di un essere terrestre e sorterraneo, di-

verso da quello della seconda versione che sembra piuttosto un es-

sere marino.

La golosi ta e la stupid ita, che 1 0 cararrerizzano, 1 0 rendono simile

agli esseri mostruosi del1a mirologia «di origine hurrita»: Hedammue Ullikurnmi. Non e quindi ragionevole usare questi elernent i per

parlare di «ingenuira» del racconto rnitieo di Illuyanka. Si puc se

mai osservare che, rispetto aile composizioni cosl derre «burrire» la

12. Sono infaui menzionaie [e l o ca li ta d i KiIkilufIa I luogo del combarrimento, in

cu ~ I na ra to rn n alia fine per consegnare a] re la sua casa e ilcontrollo delle acque

ahlssali), Ziggaralla ( ci na d ov e vive Hupa~iya a l momento de l suo incomro con la

dca Inarn] c: Tarukka (cina dove Inara cosrruisce la casa sul la rocc ia per Hupa-iiyal.

I~.Citra situata a nord di Hatrusa in direzione del Mar Nero: v. n. 6 alla rradu-lione.

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vicenda ha una imposrazionc pill schemarica, in quanto inserita in

un conresto cul tualc,' rna non meno erudi ta: anche Illuyanku intaui

risponde al model lo comune nel Vicino Oriente per l 'avversario del

dio della tempests (mosuuoso, goloso, stupido).

3. Di particolare interesse e il ruolo svolro dalla dea [nara, che ap-pare come la reale protagonisra di questa prima vcrsione. IIQui infat-

ti Inara," oltre alle sue caratterisriche ben note attraverso i testi r~li-

giosi antico-it ti ti di dea proretn-ice della regali ra, presenta tratti e

romportamenti simil i a quel li che conosciamo per la deaISTAR"

nci

ruit i «hurr it i» della regalita del dio KAL," di Hedammu" c di Ulli-

kummi. >< > Inara, come [ 'STAR, ricorre alle sue arti fernminili per averela meglio sul l'avversario e per ot tenere l 'aiuto desiderate; rimane fe-

dele al dio del la rempesta sconfit ro, mentre gli al tr i dei la abbando-

nano.Non conoscendo le cararter istiche di Inara nella religione hat tica

e non possedendo lorigina]e amico-ittita del rniro, non possiamo

sapere se questa assimilazione di farro fra Inara e ISTAR sia una in-

novazione della scriba che ha copiato iltesta in epoca imperiale (che

avrebbe att ribui to ad Inara lo sresso comportarnento di I"STAR nellesue avventure con esseri mostruosi) oppure un prodotto della koine

culturale esistente nel Vicino Oriente durante il secondo millennio(che aveva probabilmente elaborate un madelia unico per la divini ta >

fernminile legata al dio della ternpesta da rapporti di parentela" -

rna nan maglie - un madelia imperniato sui valari della fedelta e .

della seduzione) ."In ogni caso possiamo affermare che it comportamento di Inara C ..

un indizio ulteriore del carattere erudito della composizione. ;.

4. SuI destino e sulla morte di Hupasiya si e malta discusso, m~ .

nessuna delle interpretazioni proposte e riuscita a spiegare imotlvll

della scelta di Hupasiya da parte di Inara e del cornportamento della ~

dea nei suoi confronti." .:)

14 . Cfr. 10schernatismo compositivo dei resoconti ittiti di celebraaioni di fesre.

15. Cfr. V. Haas, OLZ 77 (1982) col. 358.

16. Per questa dee v. n. II alia traduzionc.

17. La somiglianza e gia srata no ta ta da H.A. Hoffner . op. cit., 140.

18. [STAR combattc al I ianco del [rarello Tesub.

19 . 1STAR rcnra di sedurrc Hedammu.

20. [STAR tenra di scdurre Ullikummi. :'

z r . [STAR e la sorel la de l dio della tcmpesta hur ri ta Tcsub, rncntrc Inara e [a 6: .

glia del dio della tempesta hattico Taru (v. KUB XXXIII 57 II [0: «il dio d~'

tempesra ccrco sua figl ia» : Mito di Inara v. E. Laroche , op . c it ., 151). -~

22. Tralasciando I'intcrprct~zione i~ chiavc di confl ino cmico . .~ol~tic? di . r r : : tGonnet, op.cit, 94 , accenruamo qUI ad alcunc del le propostc ptu slgOificau~~

Th. Gaster, Thespis, New York 1950, 327-328, c O.R. Gurney, Gli Initi, Fi~'.··

Se paniamo dallc caraucristiche fondamentali di Inara - la dea

che protegge la regal ita - e consideriamo il fano non banalc che lacasa costruita per Hupasiya e fondata suUa roccia, come 10 e nellaicleologia della rcgalira ittita il palazzo reale, e infine teniamo COnto

delle valcnze peli tiche e strumentali che ogni teste della letterarura

vicino-orientale comiene, possiamo inrravedere una soluzione plau-sibile.

La vicenda mitica, che si apre con la scelta di Hupasiya e si chiu-

de con I'att ribuzione del controllo delle acque al sovrano it ti ta, puo,

a mio avviso, essere lena come rappresentazione simbolica dell' isti-

tuzione della regal ira i tt ita. Hupasiya viene scelto da Inara per le sue

dati di coraggio (lega il draga) e di intraprendenza (ama la deal e

col locate in una posizione di preminenza rispetto agli altr i uornini, a

coma no direuo can la divinita (deve abbandonare la sua vita prece-

dente e custodire i doni della deal - possiede quindi Ie prerogative

che nella ideologia della regalita ittita sana artribuite al sovrano:

eroicira e sacral ita; rna viene meno ai suoi compiti , cornrnettendo un

peccaro e divenrando impure, quindi indegno della preminenza ac-

cordatagli. A questo punto Inara consegna la sua casa e ilcontrollodelle acque sotterranee all 'unico uomo legittirnato alIa regalira, ilso-vrano ittita appumo.

A sostcgno dell'iporesi che la concessione del favorc di Inara a

Hupasiya sia indizio del la sua elevazione al di sopra degl i alt ri uomi-

ni, si puo citare il precedente letterario della scelta di Sargon da

parte di 1STAR, che, came abbiarno osservato, ha molti trat ti cornu-

ni can la Inara del nostro testa. n precedente e irnportante, dal mo-

'15)62,235 , r itcngono che Inara proibisca a Hupasiya di vedere la mogl ie per im-

pcdirgli di indebolirsi c di rrasmcttcrc ad a lt ri esscri umani l 'cssenza d ivina r ice-

vura. II ricorso all'agentc umano, che csegue l' aaione per como della divinira c

(he i: condone all 'esrrema rovina, vicne considerate come elcmcnto ripicamentc

folkloristico. C. Mora, op. cit., 380'382, pcnsa piurtosto che tale proiOizione de -r iv idel la p reoccupazione , nota in ambito i tt i ta . d i maruenere 10sta te d .i pUrCZ7_1.

ncccssario per chi abbia contatr i inrimi con 1 3 divinira e che l 'uccisionc di Hopa-

~iya sia la conseguenza della conmminazionc che la sola vista della moglie poteva

Provocarc. G. Beckman, op . ClI., 24'25, proponc invece una inrerpretazione Iche

~tc~,dc anchc a lia sor tc del f ig lio del d io della tempesta ne lla seconds versione)

ti l Pill arnpio respiro, partcndo dall'osservazionc che l 'imervento umano c comu-ne nci miri anatolici (v. il ritualc umano nei miti del «die scomparsc»), data la

fncezione che gli Ittiti hanno del cosmo: uomini e dei concorrono, ognuno per

Iproprio campo, all 'andamcnro ordinate dell'universo: rna gli uomini non devo-

~ trava licare il loro pian.o e si st en zi a le . H u pa s iy a muore in con.~uen~ della hy-id e che 1 0 ha p orr ato a g ra ce rc con la d ea t H .A :. Hoffner, op.at., 1 3 8, m f in e con-

Sl .era I 'cpisodio di Hupasiya marginale e gli anribuisce un significato puramente

t ' l lo logICO: sarebbe srato inserito solo per spiegare i l rnrovanrento delle rovine di

una casa su un col le ne lla regione di Tarukka.

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mente che nella ideologia della regal ita aruico-iunn i! modello sar-

gonico i~partic?}are e accadico in genera le e . contmuamente pre-

serite e rilevante.

B. Nella seconds versione del mite la diminuzione di autorit a del

dio della rernpesta in seguiro alia sconfitta da pane del drago eesplicitata dalla perdita del cuore edegli occhi, che gh vengono sot- ,

tratti dal vincitore. In questa situazione 1 1 dio, abbandonaro .evlden-remente da tutti, metre in opera un piano a lunge terrmne, ncorren-

do ancora una volta (rna in prima persona e non artraverso la me-diazione di un'alt ra divinita come nella prima versione) all'aiuro de-

gli uomini. Sposa la figlia di un uomo povero e genera da lei un n -glio; quando questi e divenraro grande,_ gli ~a sposare la figlia del

drago. II f igl io del dio della tempest a puc COSIrecui>erare IIcuore e

gli occhi del padre e il dio, reintegrate nella sua prl1n1t1~apotenza,riesce a sconfiggere ildrago in un nuovo scontro che avvrene stavol-

[a sulIa riva del mare.H.A. Hoffner" ha messo in ri lievo che iJmatrimonio del f iglio del

dio della ternpesta con la figlia del drago corrisponde alia procedura

matr imoniale, nota dalle leggi it tite," del cosi d~[[o IUaJ1tt1anz~ l~tt.«colui che entra dentro (la casa del suocero)». S I t ratta di un isntu-

to, prohabilmente comune presso la popol.azio~e hattica," se~ond?

il quale un capofami~l ia, generalmentepnvo di er?dl n:aschl , PU ?

assicurare la sopravvivenza della propna casata e I umta del pat.rl-

monio familiare pagando ilkusala «prezzo della sposa». per un gio-

vane, ehe entra cosi a far parte della easa del. suocero, dtv~nr~ndoneillegittimo erede. Questo tipo di matrimonio n.on ha quindi come

eonseguenza la costituzione di una nuova farniglia 0 IIpot~n~lamen- :;;

to della casa dello sposo, rna la sopravvivenza della faml~"a dell~; ,donna. Usando una terminologia modern a, potremmo dire che i i ,genero assume il cognome del suocero e che i figli nati da questa _

unione saranno gli eredi legittimi del non no materno. '.-.

In ambito it tita ilmatrimonio del tipo "antiyanza" e documentat~t.

23 . V . per questo il r ifcr imento a Sargon nel rcsoconto del le imprcse del sovranq

antico-in ita Hattusili I; il racccnto leggendario dell 'anraversamento de! Tauroj

Ie copic rinvenute a Boghazkoy del R e d el la b a tt ag li a e della L e gg enda d i N or a ," ;;

Sill ecc.

24. Op. cit., 137-'38, riprcndendc un suggeriruento di H.G. Guterbcck, in S . .i

Kramer, op. cit., rja. _

25. Par. 36: «S e un servo paga il kuiato ( - prezzo del la sposa) per un giovane Ii~hero c 1 0 prcndc nella sua casa come "antiyanza, ncssuno potra farlo uscirc». "

26. Cosi H.A . Hoffncr,loc. cit. ';..

27. Per quesro ripe di matrimonio si veda anche F.

1984>'2,112-'14.

44

preval~ll(cmcl1tc in tcsti de l periodo pre-imperiale (ravoletra diInandik' e par. 36 delle Leggi") ed e previsto come possibilita nell'e-di tto di Telipinu, nel la parte che codif ica le norme di successione altrono. ,0 Secondo H.A. Hoffner" r icorrerebbe anche nel M i lO d i T e/i -p inu e de ~/a I!glia de l M are , dove sarebbe usato come mezzo per re-cuperare il dio Sole rapiro dal Mare.

Sideve nOlare che nella seconda versione del M ilo di llluyanha il

matrnnomo del dio della tempest a con la figlia di un uomo povero

COs:ItU1s~ea premessa per l'applicazione dell'istituto deU""antiyan .z .a : e logl~o suppo~re che solo .un giovane privo di patrimonio fami-hare abbia converuenza a lasciare la propria famiglia di origine perentrare in quella della moglie.

AI momemo dell' ingresso nella nuova famiglia il figtio del dio del-Ia rernpesta, obbedendo al padre naturale, si fa consegnare come

lsu ia to" il cuo~e e gli occhi sottratti dal drago; rna in questo modo

provoca la rovma del nuovo padre legale, macchiandosi di una colpa

gr~vIsslll~a, per la q.uale non c'e possibil ita di riscatto; per questochiede < I I essere UCCISO.

II ~radim~mo! che il fi !;lio del dio della ternpesta ha perpetrate,non e quindi net confront) del padre naturale, come rit iene H. Gon-net," rna del padre legale.

Su questo episodio e intervenura anche C . Mo ra ," ponendo l'ac-cento suI diverso esito del la vicenda nei due episodi mitici in cui rio

correrebbe la pratica dell""ant(yanza: nel nostro rnito infatti iltradi-n~em~n.eiconfron~i del suocero viene espiato con la motte, in queUodi Telipinu e la f igl ia del Mare con un risarcimemo di beni. Secondo

la Mora questa diversita puo essere spiegata con il murarnento dei

costumi all'interno deUa societa ittira, che porto ad una attenuazione

28. Caso pil i anticc a noi concsciuto.

2 9· V . n. 25.

30. ~ar. .28: «Divcnga rc un fig lio, principe di primo rango. Se non c 'e un princi-

pc di pnmo range, diven!? re un figlio di secondo ra ng e. S e non c'e un principe

Come ercdc, Sl prcnda un 011Ii),0111.0 per la Iiglia di primo rango e queUo divenga

f( :I ): - Secondo R.H. Beal, )CS 35 (1983) 115-119, questa poss ib ili ta t rove appli-

canonc »el caso del sovrano del medic regno hri ra Arnuwanda I.

31 . L o c . ClI.; v. anchc C . Mora, op. 0'/., 382-383.

}2.C os l H .A . Hoffner, lac. 0'/., c H.G. Goterbock. in \Yl . Rcllig, op. 0'1., 247'2,8.

3 3· G p. cit., 93-95. La Conner propone una inre rpre taziohe del mito comple te-

~~~[e divc~: in ~o vcde in.fa tti ra~presentata in mod_osimOo~co ~a l one degliu COntro IKaskei e nel f ig lio del di e del la tempesra nconoscc i l-dio del la tern-

~ta della CiU3 di Nerik. ilcui cuho sarebbe sta to soppresso (- uccisione) , pe r-

c t: sarcbbc passaro dal la par te dei nemici Kaskei t= drago].

}4·VJc. cit.

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delle pene per reati in un prime tempo ritcnuti moho gravi:" la se-conda versione d e l Mito di ll/uyollko rifleucrebbe cosi una mentalira

piu arcaica r ispeno al Milo di Tehpinu e /0 fig/ia del Mare.Si tratta di una spiegazione teoricamenre pluusibilc, rna che non

tiene conto della differenza sostanziale esistenre, < 1 mio avviso, [ra i

due miti: una lertura arrenra del Milo di Telipinu e /0 j ig/ lo del Mare

mostra infatti che la consegna (della figlia e) del Sole a Telipinu da

parte del Marc non puo essere interpretata come il pagamcnto del

kusata per un matrimonio di tipo l~al1liyal1za (come rite neva H.A.

Hoffner), bensl come il risultato di una intimidazione. In realta sia-rno in presenza della consueta procedura matrimoniale per compe-

ra: ilMare, irnpauri to, da la figlia in sposa a Telipinu e gl i consegna

il Sole come dote; in un secondo momento chiede al padre dello

sposo il pagamento del «prezzo della sposa», il kusata appumo, che

dara valore legale al matrimonio.Su questa base quindi la vicenda di Telipinu e quella del f igl io del

dio della ternpesta non possono pili esscre messe in relazione, ne I;

puc costituire un problema la diversita della loro sorte, dal momen-

ta che sana diversi illoro comportamento sul piano sociale e la loro .

natura: il figlio del dio della tempesta e il nipote di un uomo pove-

ro, strurnento della volonta del padre divino, che fa sentire la sua

voce solo per chiedere la morte alia quale gli usi della sua sociera 10condannano; Telipinu e un dio potente, che intimorisce con la sua

sola presenza e che non ha infranto Ie regole del vivere civile.,6

Aneora da osservare in questa seconda versione del mito di Il-

luyanka la mancanza di qualsiasi riferimento geograf ico rispet to alia .

prima versione - il ehe eonferisce aIracconto una valenza non con-

tingente.

Si e discusso suI fatto che il secondo scontro fra i due avversari

avvcnga sulla riva del mare. H.G. Guterbock," riprendendo prece-'

denti inrerpretazioni del Porzig e di altri - che avevano notaro delle _

analogie fra la lotra del dio della tempest a centro Illuyanka e quella

di Zeus contro Tifone, considera questa seconda versione del mito .'

di or igine meridionale (da Kizzuwatna probabi lmente) e r itiene che

3.5.At tcnuazione chc trova riscontro i n m o lt i paragrafi del le Lcggi itritc.

36. Anche se l'analisi di H.A. Hoffner fosse corrcua, ditficilmenre potremmo~?

porre j due giovani sullo steese piano: it f ig lio del dio della tempests, essendo

egli stesso privo di bcni, non avrcbbc potuto risarcire il suocero, anchc se fosse

Slaw lec i to - r na c im pro ba bilc - sanarc co si i l suo tradimento. Pe r quanto r ioguards Telipinu, poi, non c cerro pcnsabile che un mito, in cui si riccrca ildioS ole p er risistemarc Ie cosc s ul Ja t e rr a , poressc c onc lud er si c on [a morte d i un di o

ahrenamo potcnte!

37. Op. cit., 248.

1 0 scomro Hw~nga .sul MarMediterraneo. Ahri" pensano invece al

Mar ~e~'o c, VISlO 1 1 Cont~Sl.Omilic~ e rituale, l 'iporesi appare piusostcI11bJie. E anche possibile che II cornpositore ittita del testequando ha usaro l 'espressione «a~do al mare per la battaglia», abbia

f~tto .ncorso ad un topos lea erano ben ~oto in ~mbito mimiogico:

~abbl.namemo del .mare con un avversano del dio della tempesra einfaui frequente (si vedano Hcdammu, Ullikummi e il serpente ma-

rino di KUB XXXVI 55 II 28'), come 10sono gl i sconrri sulla riva delmare. In.questa caso avremmo ancora un esempio della erudizione e

della/aaes culturale operante nella mitologia anatolica.

~nche la seeonda versione del rnito si ehiude con una parte ritua-

Ie.plU~t~stO~om~lessa .e di difficile interpretazione: un sorreggio fra

gl i del, II CUI ordine di imporranza e stato rimeseolato da cui esce

vincitrice Zashapuna, moglie di Zalinu. A l dio Zalinu, alia moglie

Zashapuna e.all~aconcubine Tazzuwassi viene asscgnata da parte delre una propnera annessa al ternpio nella citra di Tanibiya.

L'esame, fin.qui condone s~lle due' versioni del miro di Illuyan-ka, ha messo In rilievo Imolt! element! eruditi presenri sui piano

formale, che valgono a srnentire una presunta «ingenuira» della pri-

ma versione rispetro alIa seconda e un loro eomune «scarso valore

letter.ario» risp~(to aile composizioni rnitologiche rirenure di originestramera (hurrita, mesoporamica 0 siriana).

Dal punto di vista contenutistico tre rnotivi sono comuni ad en-trambe Ieversioni:

1. la perdita di porenza e di prestigio da parte del dio della tern-

pesta, ehe 10 rende inca pace di operare, perrnette di ricondurre an-

che questo mito al rnorivo, comune nei miti anarolici, del «dioscornparso» (v. imroduzione);

2.. il ricorso da parte degli dei all 'aiuto degl i uomini arriechisce ditcnsrone la narrazione;

3·Ie parri rituali, che ehiudono Ie due versioni sono ineenrratesull'esaltazione del monte Zal ilyajnu e non del dio della rernpesra

protagonlSta del rnito, come sarebbe state piu logico aspettarsi. Taleapparente ineoerenza puo pero essere spiegara se eolleghiamo il ri-

tuale Con la parte iniziale del rniro - sconfitra del dio della rempesta

d e non con quella finale - vittoria sui drago. Il dio della tempesta,

.mmulto nella sua potenza dalla sconfina per opera del drago -51mbolo delle forze sotterranee (prima versione) 0marine (seconda

~e~~one), comunque negative, e signore delle aeque profonde - non

° 1 ) . ' U .10 grade di dispensare al paese la pioggia benefiea, necessariaa attlvlta agricola e al la pasrorizia. La sua funzione viene allora as-

}8. H. Gonncr, op. cit., 9~, pe r esempio.

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scha dal morue Zalityajnu, chc forniscc l 'acqua necessar ia souo for-

ma di pioggia (prima versione) 0 di acquc sorgivc (seconda vcrsio-ne). Nel memento di debolezza del dio della tempest» l'ordinc diiruportanza degli dei viene modificaro e la Festa del purulli viene ce-

lebrata proprio per assicurare che il paese di Hatti prosper! anchesenza la momentanea prorezione della sua divinira principale, dal

momenta che altre divinira (Zalinu, Zashapuna e Tazzuwassi) e il

sovrano (a cui lnara ha affidaro il controllo delle acque sotterrance"- prima versione - e che costituisce una donazione per Zalinu e la

sua famigl ia - seconda versione) provvcderanno al suo benessere,

La rivincita del dio della tempesta appare COS1 come una append ice,certo necessaria alIa felice conclusione del mito e al ristabil imenro

dell 'ordine di priorira Ira gli dei, rna non indispensabile nell'econo-

mia particolare del testa.

L'esisrenza di due versioni del rnito" - una piu Iegata al nord ana-

tol ico, l'alr ra meno contingente, mu sempre srrettamente connessa

ad usi anatolici (matr imonio di tipo lL 'a nliy an za ) - dipende, a mio av-

visa, dall' inserimento e dalla utilizzazione del rnito stesso nella prati-

ca rituale, analogamente a quanta avvenuro per iI mito del «dio .

scornparso»: iJ racconto del la lot ta del dio della tempest a col drago

ha subito e1aborazioni diverse a seconda dei luoghi di celebrazione

(Nerik e Kasrarna/Tanibiya) e dei momenti di composizione (I e II

purulhl.

(A 1 r) (Questo e ) il racconto (della festal del purulli' [per] il'''

39. Allusionc forse alia scavo di pozzi .

40. Su quesro problema e tornara recentementc 13Kellerman, op. cit ., 3,5-37 (in

par ti co lare), r iproponcndo l' in terpretazione di A. Goetze, op , c i t " (1957), 139 n..

4, basata sulla lenura na-ma-a-an «non pil l» all a r iga A I 3, ora non pi li accct tabi - .7

Ie [v. n. 7 alia traduzionc).

I.L a fcsta del purulli C [a pill importan tc Fes ta ant ico- in im del la primavera , pro- 7

babilmente or igina ria de l re rritorio di Ncrik, chc, dopo Inperdita di Nerik (v. n ..

6), fu ce leb rata in altre localhs inirc (per cs. Hakmis e Utruna). I I signif icate del

termine, di origine hattica, e sconosciu tc; possiamo solo osscrvarc che c un deri-vato della parola hatrica w/pur «(paC5C». :""

2. La traduzionc dl A I 2 i: resa problcmat ica dal l'abrasionc del la tavolena. La"

collazione di H. Otten, citata da H.G. Geterbock, Oricntalia NS 20 (1951) 331

n. I, esclude lc precedcnti lcnurc di J. Friedrich, He th . E I. II, 51, e di A. Gocrze ;

ANET' , 125, rna non propone intcgraaioni: Otten Iofani lcgge IIc-pi-la·afJIM[-x- 1;

x]-x-[II]a; in modo ana logo G. Beckman, o p . c it ., 12: nc·p/-fa-af dieM-at 0]

x-[n]a. 11 ductus est remamente ampio del la tavolet ra rende a mio·avviso possibile

Mehe la lenura ne-p/-Ia.o!dI(M.u]n.[II]a oppuredHM-b]u·[II]a, cioc i1 caso alia· ,

liyo del nome de l dio della tcmpcsta del c ic io, il d io inita Tarlum(l)a (il cui nome· .

dio della tempesta del cielo, narrate da Kell]a,' il sacerdote «un-

lO»r del dio della tempesta' della citra di Nerik.'

Quando si dice cos!' (5): «il paese cresca nella prosperira e nel-

in qucsto tes ta e scmprc .scr!Ho CO~l il sumcrogramma .IIM, accompagnaro due

vohc ~all~ comp:l~m.c?taz'oOi. fonctichc -/0 c -IIi, chc nc rcndono sicura la lcnu-

raj, principnlc dlvJnIt~ ~aschde del pantheon e protagonisra della lor ta col dr a-

go. S~.~a lcnura c qu~n~~ la traduz i? llc prop~ste sono corrcne, non c'e piu con-

t f: lddlzlon.e fra Ia ~Ivml t~ protagorusm del rnuo c quells a cui i: dedicate la [cstad: ' ~lIrlillt, ~omc risu lta l Ilv~ce dal la traduzionc data da H.G. Gilrerbock, in \VI.

Rollig, op . CI/., 24~: «So sp ri ch t K ell a: Die \ '( fofte fur da s purulli-Fest des Wet .

rcrgoncs von Nerik , de~ (Sohn.cs] des Wett~rgottcs des Hirnrncls , s ind wic folet :

:..». G. Beckman, o p . a /: _ 18, .mvece prcferi scc non tcntare imcgrazioni : «(This

IS) t~e text ? f the pundli (fest ival) for the f . .. J of the Storm-god of Heaven, ac-

cording to Kcl la , [ the «anoi ted pries t» J of the Storm-god of Nerik: . ..».

3·Ki/ella e l'autcr c de l teste, ncl sense chc c colui che per prime ha date forma

lcncraria aI racco~tO Icggendar io del la lena fra i Idrago e it dio della tempesta.

4· L'(IUmO» Iidg. IYGUDU..l C un tipo d i s a ce r do re particolarmemededito al cuho

~cl lc d ivini ta del pantheon hatt ico- in ira dcl l'Anatol ia cenrro-sctrenrr ionale . De

riccrdare che, sccondo i l t es te i rt it a d i i sr ruzione per icomandanri delle province

paste. a i confin i. se. tl cn tr ionali del l' impero , i l personalc di cul to di ogni terupio

dcvc csscrc COStltUIIOalmena da un «Unto», da un «saccrdore» (idg. ~ANGA) edauna saccrdotcssa «madre del d io» ( idg. -AMA.DINGIR-LIM 03in. -fiw(111-ZiJllI1(1J.

5· Esscndo ildio della tempests di Ncrik, dcvrcbbe trauarsi del dio hanico TISo-

~II, anchc sc il suo: nome in qucsto teste c scmprc se rine can ilsurncrogramma~, scnza alcuna complemcntazionc fonc tica. In questo te sta sono quindi men-

llonar~ due diver~e di~inita della tempcsta: Torti, il die di Nerik, pr esentc nella

part.c ritualc, ~on ISUOI«unri» Kcl la c Tahpuri li ; e Tarhrm(/)o, i1 dio irrita. prota-gomsta del muo e del purulli.

6. L~c itta di Ncrik, principalc centro di cuho del dio della tempcsra in tcrr ir orio

haulCo, e ra situa te a nord di Hanusa, sui corso inferiore del Kizil Irmak (_ ln.

!'1arassant( iy)a , c lass ico Halys) , non lontano dal Mar Nero. La sua local izzazicne

I~questa zona Coggi sicura, anche se non i: ancora possibile.srabilime ilshe pre-

CISO: f~~e Hilgdk Tepe presso Oymaaga, a pochi chilometri dal flume? Iv. M.FO,rlallln,SMEA 18, '977. 200-201). La cina cadde moho presto, probsbi lmeme

a~lepoca del sovrano del medio regno Hamill II, in mana ai Kaske i, una pcpola -

llone del nord-est anatolico, Iorse erede dell'amico popolo harrico, che creo

~~pre norevoli problem! alia star e inita, c r irornc sotto controlIo iu it a sohanto

a . 1epoca del sovrano de l periodo Imperiale Hettuf ili LlI. Le fcsre e i cuhi di Ne-

~k, ~a. ta la loro import~nza per gl i Inid, continuarono ad essere celebrate in alt re

~Il ta .dclnord anatcli co e talvolta iKaskei consentironc anehc l 'invio di offeree

( ' l r~butl a ll 'anr ico santuar io da pane del sovmni ini tio Su questa ciua e ilsuo cuJ.10SI veda il lavoro complcss ivo di V. Haas, D~r Kult VOll Nerik, Roma 1970.

7 . . I i . : ! SCOperta di nuovi duplicati del testo r cnde ora sicura guesta rraduzione,

~-: udc~do quella .proposta da .A. Goetze, K/~illasie!1,' 139 n. 4: _Die {Geschichtep.·Fcstcs ve rkundet man mcht mehr folgendcrmassen., basa ta suUa sua le t-

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la sicurezza», (proprio) perche" crcsca nella prospcrita, si celebra ,"

la Festa del p"rulli,

Quando ild io del la rernpesra e i l drago Il luyanka" combattero-

no (10) nella citra di Kiskilussa,' il drago IlIuyanka sconfisse il dio "

della ternpesta. , , ,. ' ' ,~II dio della ternpesta supplico tutti gli del (dicendo): «Ac-!S

clor[rere ( in mio aiuto)!».

AIIora la dea Inara" organizzo una Festa ('5) e prepare tutto in,~abbondanza: (prepare) un vaso di vino, uno di (bevanda) mar- :

nutoan uno di (bevanda) [wa]lhi" e li ri[empl] fino all'orlo, :~

Poi [Inara] ando [nella citra di Z[iggaratta' (20) e incontro un --

uomo, Hupasiya,;f

Ina~a (parlo) a Hupasiya in questo modo: «Guarda: 10 com pi; ~

ro un'irnpresa; umscin a rne!». ~' lt

Cost (replica) Hupasiya ad Inara: (25) «Se potro giacere con!'

te allora verro ed esaudiro il tuo desiderio!», '

, [Ed egli] giacque con lei.

rura di A I3 come nu.ma.a-an «non piu» invccc di I1U "'0-0-011 «elor~ quand~».

a lia qua le si rich iarna a nchc G . K ellerm an, op. cit., 3 5-3 7. S ul lo b as e d i q ues ta In-

rerpretazionc 1 0 studioso tedesco sosrcneva l 'csistenza di due diverse, rcdazioni

del mite: una p iu a rn ic a, cad u ta in disuso, c una piu rcccmc,. che vcmva an~o .

recitara al memento della redazionc del nostro teste. Chc csistano due vc

del mire risul ta evidente delle [e ttura del le tavclet te a noi pervenutc, rna da que:

s to non si pub inferi rc che la pr ima di esse non Iosse pi ll ur il izza ta. c

8. Ho qui accolto la proposta di R . Stcfanini, op , cit., 255, di attribuire in quest9'

contesto alia congiunzione ittira man valorc f inale, invcce del consucto

temporale ° ipote tico, da l momenro che e pill logico che 13.festa. s.icclcbri

ponare benesscre al paesc, piuttosto che solo nel memento 10 CUI il paese p

spera. Anche la situaz ione mitica , che cosri tuiscc l 'ez io lo?i~ del .la fcsta , sem

portare in questa direzione eben si adana ad un fine proplzlatOn~. .' ..9. Aderendo ad una tradizione ormai consol idate, ho manrenuto it te~n:'IO~,Jttl~ ' .

illuyanlea per indicare l 'avversar io del dio del la tcmpcsta; rna, come ~I e .gla del-

[0 iIIuyonko non e un nome proprio, bcnsl un nome com~ne~ che s ig ni fi ca ~

punro «serpente» e chc di rego la e preceduto dal de terminat ive MUS «drag?! f

scrpente». )

10L o ca li ta h at ri ca non alrrimenti ancstara. .'

II. Per questa dea , proter trice della rega li ra, gis. p rcsente nell'onomastica di K~-.

repe/Kanif all'inizio del 11 millennio a.c., si veda A . Kammenhuber, ZA

('976) 68-88, . 1,

1'2.MOTIJuwall e walhi sono varicta di birra, usate frequcntcmente durante'

svo lg imen to di rhua li fcstiv i e m agici. .

13. L o ca li ta h at ti ca non altrimenti attcstata.

Poi Inara porto Hupjasiya] (con se) (B I4') e 10nascose.

Inara si adorno e chiarno iI drago IIIuyank[a] su dalla grotta

(dove viveva, dicendogli): «Guarda! Faro una Iesta; vieni a man-

giare e a bere!».

Allora il drago Illuyanka e [i suoi figli] (10') vennero su e

mangiarono e bevvero; bevvero (fino in fondo) tutti i vasi e si

ubriacarono, cosicche non furono piu in grado di scendere nella

loro grotta.

Arrive Hupasiya ('5') e lego con una corda iIdrago Illuyanka.

Venne iIdio della tempesta e uccise ildrago Illuyanka e gli dei

furono con lui,"

(C I 14') La dea Inara si costrui una casa su una roccia nella

citra di Tarukka' e dentro la casa colloco Hupasiya, Poi Inara

cerco di ammonirlo: «Quando andre nella campagna, tu non do-

vrai (20') guardare fuori dalla finestra! Se guarderai fuori, vedrai

tua moglie e i tuoi f igli!».

Ma quando furono passati venti giorni, egli getto uno sguardo

fuori [dalla] finestra e [vide] sua moglie e i [suoi] figli,

(25') Quando Inara ritorno dalla campagna, egli cornincio a

lamcntarsi: «Lasciarni tornare a casa!»,

(A II9') Inar]a (parlo) a Hupasiya in questo] modo: [«Perche

hai guardato] fuori [dalla finestra? ...

Segue un brano rnolto lacunoso (A ITII' - '4') , che doveva conre-

nere la descrizione dell'ira di lnara, la distruzione della casa - sulle

cui rovine sernbra che ildio della tempesta semini erba (r. 13') - el'uccisione di Hupasiya.

(15') Inara [ritorno'] nella citra di Kiskiljussa] per" porre [nel-

14· ~Ii del, chc 10hanno abbandcnato a 1 momenro della sccnfina (con la sola ec -ccaone in lnara), ri ro rnanc a l f iance del d io del le tempesta solo dope l 'uccisione

de l drago, rico no scendo ne [a supremazia: in questa s en se l eg g er ei la fra se « e gli

dei furcno con lui» e non rome H. Gonnet, op. cit., 90 e 98 n. r r, che gli dei

danno iI loro conscnso al l'uccisione di Il luyanka, vista che tale consenso non Co

rna i s ta re chicsto e non era ccno ncccssario.

Jj. Questa localita da it nome ad un distreno situate a nord-ovest di Nerik, fra it

Kiz i l [rmak e Zalpa, antichissima cina sui M ar N ero .

16 . H o e sr cs o al rna-a-an di A II Ii i l v a lo r e 6nale, proPOSIO dallo Stefanini per Is

congiunzione di A I6 (v. sopra n. 8), che rende, a mio awiso, piiJ comprensibile

questa (ra se c os l complcssa. D iv erse lc rr ad uz io ni di G . B ec km an , op. cit., 19

P I

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la] mano del re la sua casa [e il Iiume l delle acque abissali' - ,

motive per cui celebriarno la prima (Iesta del) purulli" - e la mao

no [del re terra la casal (20') di Inara e il fil umc] delle acque

abissali.

I l monte Zali(ya)nu" e il prjirno] fra tutti (gli dei).' Dopo che

avra distribuito la pioggia nella citra di Nerik, l'araldo gli portera

da Nerik una pagnotta.(25') A Za[li(ya)nlu e srara richiesta la pioggia ed egli la porta I

[in cambio dell pane ...'f

Seguono alcune righe (27' -30') molto frammenrarie e poi una la- '}

(una di circa 40 righe.

11verso della tavolerta conticne una versione diversa della stesso

rnito, ilcui inizio e purtroppo perduto.

(D III3 ') Ill luyanka] sconfisse [il dio della tempesta] e gli pre- 1

se [il cuore e gli occhi): allora il dio della ternpesra [cerco di '

vendicarsil su di lui.

(A III4') Prese in moglie la figlia di un povero e genero un fi·

glio maschio, Quando questi Eu diventato grande, prese in mo-

glie la figlia di Illuyanka.

Il dio della ternpesra istrui ilfiglio (dicendogli): (10') «Quando,

entrerai nella cas a di tua moglie, chiedi (che ti diano) il (mio)

cuore e i (miei) occhi!».

(elnara [went] to (t~c.town of) Kiskil[ussa] (~nd) set herl ho~se and [the river'] (

of the watery abyss' [Into] the hand of the king - because (in commemoranog

thereof) we arc (re-)Rcrforming the f irst pu ru l li .f cs ti va l - the hand [of the king

will hold' the house] of the Inara and the rivjcr'] of the watery abyss'»), che.~

omcne di tradurrc rna - a - an , e di R. Stcfanini, op . cit., 256 (eAnd s ince (kuit) ,we

are (re-Iperforming the f irst p u ru ll i - ( that is ) how (mall) Inara . .. in Kisk ilussa

set her house and the river of the watery abyss into the hands of the king - the

hand of the king [will hold) the house of Inara and the wa tery abyss»).

17. n termine irt ita hUllhu(II)eIIaf «acquc abissali 0abisso acquarico» indica § 'l

acque dolei sot terranee, cos l neccssaric in Anatol ia per la produzione agr icola . ~

e usato anche come equivalentc dell'accad. apsu , sum. ab.zu, cioe del regno addlo Ee, signore del le acquc dolei sctterranee: v. G. Beckman, op. cit., 22-23. ( 1 1 - '

18.Questa frase sembra forni rci l 'eziologia del primo purulli: sfrurramento

acque di un pozzo 0 di una sorgcntc sortcr ranca nel territorio dl Kiskil

trapreso dal rc iuira a f avore dci suoi sudditi, e conscguente istiruzionc

santuario per la dea Inara, chc, nella qualita di divinita protett ri cc del la r i,

ha promosso l'imprcsa. , 1 0 - 1

19. Zalilya)nu c una delle montagne di Ncrik , d ivinizzara come tutt i imonti, 6i imi e scrgemi di Haul. 9.1

52

Quando egli entro (nella casa della moglie), chiese il cuore

(del padre) e ~h fu daro, (15') Dopo chiese.gli occhi (del padre) e

gh furono dati. L. conscgno a suo padre, iI dio della tempesta, e

d dio della tempesta recupero il suo eucre e i suoi occhi

(20') Quand? il suo corpo fu di nuovo integro com~ (10era)

prima, egli ando sul(la riva del) mare" per (dare) battaglia. Quan-

do dette battaglia, fu In grado di sconfiggere Illuyanka.(25') II nglio del dio della tempesta era con illuyanka e grido

su In cielo a suo padre: «Prendi (anche) me! (30') Non mi riosparrniare! ».

Cosl ildio della ternpesra uccise llluya[nkal e ilsuo proprio n-glio,

In questo modo il dio della ternpesra [sconfisse Illuyanka] .

. C o s i pari a ~ell[a, il sacerdote «unto» del dio della rernpesta

d. Nerik]: (35 ) «Quando gli de[i ...

. Segue ~na lacuna di ci;c~ 15 righe, nella quale si inserisce proba-

bdme~te, il tesro ] , anch esso purtroppo gravernente danneggiato;b~~lera"ricordare che VI sono menzionate la citra di Nerik e le divi-nua Zashapuna, Zali(ya}nu e il dio della tempesra di Nerik.

(D IV I :) [Allora pe]r" il sacerdote «unto» Eecero [ul rjimi gli

de. [principjali e fecero principali gli [ultijrni dei.

..Le oEfe~teper Zali(ya)nu sono abbondanri e Zashapuna," mo-

glie di Zali(ya)nu, e pit. grande del dio della tempesta di Nerik.

(A IV 4 ') Proprio cos l (dissero) gli de i al sacerdote «unto» 'Fah-

purili:' «Quando andremo dal dio della tempesta di Nerik, dove

(Imetteremo a sedere?»,

20., ~ s! dcv c pcnsarc ad un marc renle, e piu probabiJe che ilm are di cui si parla

q~1 i ,l a II ~ar Nero, del memento che il cos tume matr imoniale useto e il rituale

c c : c. r_atonportano all'ambi ro senenrrionale hatuco- it rit a p iunosro che a queUomcndlonale kizzuwameo: \I. sopra.

2r. lntcgrazionc e t raduzionc scccndc G. Beckman, op . cit., 16e 20.

22. Zashapuna e una fonrc divinizzata, probebilmente [a fonre pil i importante si-tuala sui monte Zali(ya)nu.

23· Tahpurili c ccnosciuto anche rome «uomo (- sacerdote) del dio della tern-

r t a ~n~1culto di Nerik c come «amminist ra tcre» della ciua di Kastama in li sre

d 't azlont per Ia fcsta KI.LAM: tunc funzioni che competono bene el Tahpuri li

(:nz~~~~o testa: In. alcune tavclerte po i it nome e preceduto dal determinative di. maschilc mvcce che da quello di nome proprio' errore 0persona desi-

I ' :: O a ia COn la SUfi professione? .

53

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E il sacerdote «unto» Tahpurili rispose: «Quando (andrete

dal dio della rernpesta di Nerik), dovrete sedere sul trono di dio-

rite!»."

(10') Quando poi si tira a sorre, il sacerdote «unto: che

Zalityalnu," proprio lui, siede (sul) trono di pietra diorite (che)

sta sulla fonte."

Arriva;'o tutti gli dei (15') e si tira a sorte e fra tutti gli dei

Kastarna" Zashapuna e la piu grande. E poiche e la sposa dili(ya)nu e Tazzuwassi' ne e la concubina, (20') queste tre

(lerr .: persone) ' restano nel la citra di Tanibiya.'

In futuro nella citra di Tanibiya sara assegnato loro un

coltivato (preso dalla proprieta del) re, (costituito da) sei 1Il1,ulrqa.

24. Nel tempio de l die della tempesta di Nerik esistcvano probabilmente dci

dill 0dei basamenti di diorit e su cui venivano col locate ' le eff ig le del le

della cerchia di Nerik .

25- Cioe l'emblema 0 l 'effigie di Zalinu.

26. L a traduzione di questa passe e moho problematica , soprartu tto perche

volerte A e C da una parte e D dall'altra presentano numerose variant]

G. Beckman infatti ritienc che si tratti di un unico discorso dirctto .

risposra di Tahpurili alle divinira : «When you sit on a diorite stool, and when

'anoited priests' cast the lot, then the 'anoited priest' who holds (the

Zaliyanu - a diorite stool shall be set above the spring, and he shall

there» (op. cit., 20). Diversa la traduzione di G. Kellerman, op . cit.,rili answers: 'When you were sitting on a stone throne ...' They cast

'anoited' one. The 'anoited' who holds Zalinu sits on a stone

the spring». - Fra I epossibili traduz ioni que lla proposta appa re la piu

ca, da 1 memento che non richiede interventi pesanti sui te sto ne da l punto

sta sintattico D e dal punto di vis ta interpr etative: agli del, che non

sedere, l' unto risponde di mer te rsi a sedere sui sedili di pietra (c fr. n. 24),

sistere al sorteggio, me stabilir a il nuevo ordine di pr ior ie s fr a Ie divinita

v isto che l'crdine precedenre e state annullato'{D IVI' ·4'). Il sorteggio eduro da ll' unto che tiene .I' immagine de l dlo Zalinu, che , e sc1uso dal

siede in pos izione d 'onorc sul sedi le pos to presso la fonte , da identi fi cars i

con la moglie Zashapuna.

27. Chts. de l nord anatolico, vicina a Nerik, caduta anch' essa per un cer ro

do in mane ai Kaskei.

28. Tazzuwassi e probabilmente un'al tra fonte 0 corso d'acqua divinizzato

scendc dal monte Zali(ya)nu. .

29· Ne lle tavolette si trova qui it sumerogramma LO-i let t. «uomini ,

evidenremente in T anibiya erano collocate effigie a carattere antropomorfc

tre divinita.

30. Local ita v icina a Ket tama, mcnzionata solo in questo teste.

54

kapuflu di campo, (da) una misura kapunu di vigna, (25') (da)

una casa (con annessa) aia per la trebbiatura (e da) tre case per la

setvitu."

(Tutto questo) e (registrato) [su] una tavoletta.

Ho raccontato [queste] cose (in modo veritiero), rispettando

Ie vi[celnde. .

E fini[ tal la prima tavoletta (30') del [rajcconto di Kella, ilsa-

cerdote «unlto]».Pihaziti,' [1 0 scribal, davanti a Walwazi ti," capo degli scrjibi] ,

l'ha seritta.

31.Anche i n questa seconda vers ione del mite si parla della ist imzionc 0del po-

t enziamento di un santuar io , a tt raversc una donazione regia .

32. .Qucs to scr ibe e conosciu to anche da un s ig il lo del l'eta imperia le .

33. Capo sc ribe ben conosciuto da documenti risalenti a ll'epoca di Herrusili IIIe

Turhaliya IV. P er la correzione del nome proprio v. G . B e ckm an , op . cit., 23-24.

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Mito del dio scornparso

1. S comp a rs a d el S ole

I.Testi: CTH 323:' a) I.KUB XXXVI 44; 2. A. VBoT 58; *B. !CUBWI 20 ~ A IV 26' ss .; *c . KBoxxv 107:' ~ A I Il'-I4'.-b) I.KBo

XllI 85 (mito); 2. A. KUB XXXllJ 71 (r ituale); B. KUB XXX III 70: II9' ss. ~ A IV I' ss.; *c . KUB XLVI 52 ~ B II I' ss.

2. Bibliografia essenziale. a) Trascrizioni: E. Laroche, Textes my-

thologiques biuitcs en transcription: RHA 77 (1965) 81-88 (test i a.r . e2. A.), 160-162 (testi b.2.A e B); E. Neu, Althethitische Ritualreae in

Umscbrift: StBoT 25 (1980) 181-182 (testo a.2.C.). - b) Traduzioni:T.H. Gaster, Tbespis, New York 1961, 283-292 (testo a.2.A); O.R.

Gurney, Gli lttiti, Firenze "962, 240-242 (testo a.2.A. parziale)

[tr. da The Hittites, London 1952]; B. De Vries, The Style 0/ Hittite

Epic and Mythology, Diss., Ann Arbor 1~7, 8-15 (testia.I

e 2.A).-c) Commenti: T.H. Gaster, op . at., 270-294; A. Goetze, ]CS 6

. (1952) 101 (rec. alia prima edizione di Tbespis t; E. Laroche, OLZ

1956,421 (recensione a KUB XXXVI 44); E. von Schuler, WdM, 214-

215;G. Kellerman, Hethitica 7 (1987) 112-113 (parziale).

Dal l'analisi del le tavolene relative alia scomparsa del Sole, di cui

presentiamo qui una nuova dassificazione, risulta che gli scribi ittiti

hanna tratto da tale rnotivo argomento per due composizioni mito-logiche diverse.

A . II primo rnito (testa a) ci e pervenuto in d ue versioni, d i cu i

una (la tavoletta KUB XXXVI 44) rnol to frammentaria. La seconda

versione (ravolerta VBoT 58): piu cornpleta, e conservata in una co-

J. L a classificazione del le tavolcttc r el at iv e a li a divinita s ol a re p re se nt at a qu i e di -versa da quells data de L aro che , C TH 323 (Disparirion et r eto ur d u So le i]: 1.

KU B XXXVI 44 . 2. VB6T 58, 3. KBo XIII 85), il qua le ev idcntem ente ritiene ch e le

lavolcHe mcnzionate r ip or ti no v er si on i di un o sresso miro. Pe r quanto r iguarda

poi i tcsti qu i se gn ala ti c om e ritualc de l secondo mite (b.2.A e B ), E. La ro ch e lica t a loga a p ar te s or to C TH 33.5 .4 (Divinites perdues e r r et r ou v e es : fr ag men ts d e

",ugower).

a. Tcsrc originale antico-irri ta, trascriuc d a E . Neu, loc. cit., rroppo Breve pe r

s t a b i l i r c sc si tratta d i un mire 0 d i un rirualc.

3·Ques t a tavolctta Co : megl io nota c om e «tavoletra di Yozgar», d al n om e della 10 ·

57

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pia redatta nel XlIl sec. sulla base di un origjnalc ant ico-iuha,' comerisulru dall'analisi della scritrura e della lingua del teste ricche dit rat ri dialet tal i ed arcaici .' Purt roppo le moire difficolta Iilologiche

rendono spesso difficilmcmc comprensibile il raccomo.II mire, inseriro nel rituale di invocazione (mugawar) per il dio

Sole e i l dio Tel ipinu" e reciraro dal la «vecchia» (= rnaga) Annan-na," appartiene al ciclo, tipicamerue anatolico, del «dio scornpar-

so»." In quesro mito infat ti l'allontanamento della divinira - nel caso

specifico i l dio Sale - provoca gravi conseguenze sulla terra e fra gli

dei; e, pur essendo perduta la parte finale del racconto, si puc sup- ,porre che solo il r itorno del dio riesea a ristabili re l 'ordine naturale

delle case.Si deve notare pero che la vicenda non rispecchia il modulo nar- '.

rativo tradizionale del ciclo del «dio scornparso» (ira, allontanamen-

to, rovina, ricerca, magia, placamento, ri torno, benessere) rispettoal quale appare malta pi" complessa ed articolata, malgrado l'opi-

nione del Gurney," che ritiene la tavoletta di Yozgat «particolarrnen.

te infantile» dal punto di vista Ietterario. .(

Per quanto si puc capire dal l'inizio estremamente frammentariodella prima versione," la scomparsa del Sole non e causata da un'ira

improvvisa, rna sembra piuttosto la conseguenza di una disputa fra

gli dei per srabilire chi di lora e pi" porente. !? possibile che tale di- 'sputa riguardi il dio della ternpesta, che e poi il reale protagonista

del rnito, e il dio Sale, che ritiene se stesso" a e ritenuto da altri" piu ,

potente del padre. Di questa contrasto sembra approfi ttare i lMare,'

cal ira v icina a Boghazkoy dove fu acquisrara nel 1905 da l Sayee . Attualmente ~

conservata al Museo del Louvre. '1

4-V. A. Kammenhuber, HW,' 44 (a propos ito di VBoT 58: testa originariamente

enr ico, poi molto modernizzato) e E . Neu, lo c . c i t. I

5· V . E . L a ro ch e, O lZ 1956,421, e E . Masson, Melanges M. Rodinson, 245-2,52:.

6. Come indicate del titolo della tavole tta conserve ro in VBoT 58 IV 13'.

7. V. VBoT ~8 iv 3'.

8 . V . per questo l a bibl iog r a fia cita ta cd anchc H.G. Gcre rbock, in S.N . Kraf l1.~

(ed.), Mythologies 0 / th e Ancien! \Vorld, Ne w York 1961, 148.

9· t». cit., 242. . ; w r10 Ho qui seguir c la ricostruzione del te sto proposta da E . Laroche, Texles niithologiques (CiL), 81, sccondc cui il recto e il verso del la tavolct ta KUB xXXVI'"

devono esser c invcrtiti, dal memento che il verso di Kl:JB XXXV I 44 sembra pit!

cedere I 'inizio di VBoT 58.

I I. Si vcdano per questc le parole che it die Sole dice a1Marc (KtJB xXXVI + 414'), a meno che non siano consegucnza dell'incantesimo. . ~-."

1.2, Si vedano Ie pa role pronunciate da un intcr locutor c ignore in KUB xxxvr;:tIf 2"3'. " _ , , . 1 :

ilqualc, rnesso sull'avviso dalla figlia, riesce grazie ad un incantesimoad att irare nel la sua casa i lSole. Qui si svolge un dialogo fra il Maree iISale, iIcui esarto significato ci sfugge. .Poi la figlia del Mare, se elei 10 «bella donna» di KUB xxxv i 44 " 16', si rivolge al dio del latempest a e 1 0 provoca chiedendogli di most rare la potenza dei suoi

figli.A quesro punto la prima versione del mito si interrornpe, rna la

narrazione, secondo l'opinione di E. Laroche,'} sembra proseguire

nel la seconda versione, dopo una lacuna nella quale doveva essece

menzionata per la prima volta l'apparizione di un'entita definita colrermine hahhima, che paralizzera ogni forma di vita sulla terra e siporra come antagonisra del dio deUa rernpesta.

II dio deUa tempesta, dopa aver parlato can la rnoglie, invia ilvenro," suo frarel lo, a dare soll ievo alia natura assali ta da bahbima.

Ma ilvento non riesce a bloccarlo e pub solo ri fer ire la situazione al

dio deUa tempesta, che cerca il Sale, probabilmente per usarlo con-tra hahhima. Apprende cost che il dio Sale e scomparso e invia varie

divinita a cercaria: il dio deUa guerra ZA.BA .BA ,Ia divinira U\MA

della campagna, ildio Telipinu, rna tutti fallisco~o e vengono cattu-

rati da hahhima. Alia fine ricorre ad una deUe dec GI!JL-seJ e aUadea Hannahanna, scortate da al tre giovani divinira che dovranno

impedire a hahhima di paralizzarle.'Dopa uno scontro verbale fra il dio deUa ternpesta e hahhima il

testo si interrompe, Possiamo solo supporre che ildio della tempe-sra riesca a sopraffare ilsuo anragonista; che Ie dee inviate per ulti-

me a cercare il Sale port ino a compimenro la loro missione ed infine

che la divinira scornparsa, placata dal rituale magico che segue il

racconto rnitico, ritorni insieme alle altre divinira paralizzare da bab»

hima: infatti il rituale magico, recitato dalla maga Annanna suUa

traccia di quello istituito da Hannahanna," e rivol to non solo al dio

Sole, rna anche a Telipinu.

I}. V. n. 10

14 · Se , come scmbra probabile, hahhima e il «gclo», ilvente va qui inteso comeu na b rc zz a c al da .

I , . Come ha giustamente osservato la Kel lerman, op . dt., 11:2, l a sequcnza del le

divinita. aile quali i] dio della tempesta r icorre , presenra norevol i mot iv i d i inte-

r~: prima ZA.BA ._BA • • un dio guerr ic ro, che poteva urilizza re per 13 sua mis-

iKlne solo Iearmi; poi Ie due div in it a rcsponsgbil i del la pro tezione e della fen il it a

della natura, lAMA del la . campagne e Tel ipinu; infinc GUl·Ia e Hannabanna ,

~Uc dec che prcsiedono alla nasci ra c I issano il dest ine dei nconari . Quindi, dopa

il falJimcmo inizialc, i l dio deUa tempests ricorre alle ferae vital i delliuniverso per

coml)attcrc babbima , che rapprescnra la morte s tessa.

~ ~ B o 'A questo si riferisce probebllineme I'esprcssione «Ic parole degli dei» diT ,8)v)' e s'.

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L'analisi del rniro rende nccessarie alcune osservazioni. .

1. L'interpretaaicne dcl tcrmine babbima, privo di qll~lsia:i ,de~er.minativo e per il quale non e . possibile individuate un etimo,' e PIU(:

tosto cornplessa, visro che la parola compare solo nel la tavoleua diYozgat e nel [r-am meruo K UB XX III 121 R o Col. d. 5',7' ,(he E . L a- ,

roche cataloga era i{rammenti irtiti di natura sconosciuta (CTH ,,'

83~~neralmente'~ si ritiene che serva a designare la personificazione

di una qualche forza naturale negativa, .diun irri*idimento che blo~.

ea la vegetazione, provocato 0 dal gelo inveruale o.dalla calura estl:va '0 Se teniamo conro del fauo che la comparsa di questo essere e :

pr~vocata dalla spa~izione ~elSole, I:!nterp.retazion.e d~hahhima co - i'

me «gelo» appare piu sodd,sfacente;. possla~no qutnd~ ~uppore. che-"ilmito e il rituale ad esso connesso siano stau cornposn Inoccasione .di un inverno particolarmente rigido e nel timore di un ritardo nel-

l'arrivo della primavera." . ..;2. J ? evidenre dall'esposizione della trama che que~t.o nll~o Sldi-

scosta dagli altri relativi a divinita scornparse, Solo qUIinfatti la spa-

rizione di una divinita provoca il sorgere di un'enti ra, non ~neg~~ I

definibile, che sconvolge l'ordine naturale delle cose e metre m ensl:

il potere del dio supremo del pantheon rttrta. . .

S i ha I'impressione di trovarsi di fronte ad un~ ~On:p.o~lZiOnen:~l.to complessa, nella quale si intrecciano du~ m onv i rm nci ben non in.

ambito anatolico: quello della lotta del dio della ternpesta con un

avversario che, dopa i successi iniziali, viene imma~cablln:ente

sconfit to' e quello del dio che scornpare portando con.se tutto ilbe:·ne della terra e che ritorna solo dopo la celebrazione di un rituale d !pacificazione;" si puo anzi dire che ilmotivo?el «di~ sc~mp~rso» ~inserisce in quello della lotta per la supremazia fra gli del ed e usato

come strurnento di tale lotra. ~ .

17. Si tratta probabilmente di un derivate in -ma- da un vcrbo sconosciutO

"hahb-tbahbdi-: cfr. H. Kronesser, EHS § 102. , .

18. Cfr. O.R Gurney, op . cit., 240: «torporc»; H.G. Gcterbock, loc. cit.: «~gor.or Paralysis»; H.A. Hoffner, A l im ent a He tbo eor um, ~e w Hav~n 1974, 86, nuenc .

che questo rermine possa designate anche una malania delle piantc. :,

19. COS!per primo T. Gaster, o p . c it ., 273: «Jack Frost». .~

20 Cfr.}. Tischler, HEG, 123: «(Damon dcr sommerlichen?) Erstarrung {?)>>.'

21. Si veda anchc la [rase pronunciata dal die della tempests in VBor 58 I ~ ~

«... le mie membra sono calde!». •

22. Quesro pu c csserc it motivo per cui il rirualc magico di invocaaione e rjvo't~sia al dio Sole che a Tclipinu. .~1.

23. Cfr. il MilO di JI ll/yanko.

24. C fr. il MilO di Tolipinu c simili.

60

Se ~'11~mpr:ssi?ne e . corrctta , possiamo affermare che ireali an.tagomsu sono il dio della tei llpesta e ilMare, il quale non lotra inprima pesona, rna attrav~rso un ~lemento, hahhima appunto, da luicreato con [a collaborazione - difficiie dire quale e se volontar ia 0

involontaria" - del clio Sole.

I! rirorn:> del Sole servira ceno a debellare hahbima, se qucsti e ilgelo, rna I attacco, ~h c hahhl!!/a sferra, e . riv o lto contro il dio dellatempesta, al qual~ S ! vuol togll<..:rea supremazia.

C'l! forse traccia Inqu~sto l<..:stoi un antichissimo rnito anatolico

riguarclante la supremazia fra gli dei e la divisione delle sfere di in.fluenza fra il dio della tempesta, signore delle acque dolei piovane,

da.una parte, e, I I Mare, stg~or~ delle acque sabre, dannose per l ' a -gncoltura, dall alt ra, che Sl ~'Vduppaa ttraverso i due rnotivi della«lotta col rnostro» e del «die ~omparso».

Cer.w e ?ifficile ~ire se siamo in presenza di una composizione

p~radlgmatIca" a CUI Ie alrre hanno attinto privilegiando un motivopiuttosto che 1 altro, 0 del n~'Jha[Q di una comaminazione lertera-

ria~possiamo solo, o~servare ~he gli arcaismi e Ie difficolta interpre-l~tlV~ ~el testo e 1 esrstenza d i un trammento in ductus origin ale an.

uco-nnra (KBo xx v 107) dep<mgono a favore di una composizionedel mito molto arnica.

3·Poiche Ie divinita protag'.A1isledella ravolerra di Yozgat sono Iestcsse che aglsc0':l0 nel MIlO G: Id ip il1 u e la jiglia d el M a re , si 1 : rite.

nuro che Idue rm n facessero ;: '3ne di uno sresso c ic lo d i r ac co nr i" e

ch e ~~lsiem~.cos.tituissero I~ prt:n~~sa del Milo di Telipinu:;L ipotesi e cerro suggesnva -d c mdubbio che im i ti c it at i facciano

parte di uno sresso ciclo na::ativo, rna Ie condizioni di estrernaframmenrariera delle tavolette KU B XII 60 e VBoT 58 non perrner-

reno di sta~ili.r: fra le narraz rm i in esse comenure un rapporto diconsequenzialita.

Si pUG solo osservare che iraccomo della scomparsa del Sole

se~lbra. coll?c.arsl Inun m0'!l~:to narrativo successivo a quello delMIlo d r T ei ip in u e d el la j ig lr a :. ,1M a re , visto che la figlia del Mare

chiama il padre ~<dalcielo» (D:B XXXVI 44 I' 7') - quindi si trovagrapresso la [amigjia del marn-, Tel ipinu _ e parla al dio della tern.pesta, suo suocero (P).

Segmemi poi di quesro cick :niwlogico incentrato sulle figure del

~are e del dio della ternpesta. :' '1t: siscontrano e si riconciliano a piunprese, usando come strumen. della loro Iotta i figli (dio Sole, Teli-

2~. V o lo lH ar ia , s e c gelose de l p ad re -n vo lo ma ri a, sc e s rr cg a to d a ll 'i nc a m es im oddMarc.

26 . E. Vo n Schuler , op . cit., 2 14 , p an :inarrazioni aff ini.

27. V . E . L aroche , O lZ 1956.421.

61

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pinu, f iglia del Marc) 0 loro ernanazioni {bflbbimaL sarebbero statiinser it i e util izzar i in vari ri tuali magici, volt i a risolvere situazioni di ,

par ticolare gravira, per Iequali il patrimonio di conoscenze tecniche .'e scientifiche degli Ittiri poteva trovare solo una causa mitica, ~

A questa ipotetico ciclo rnit ico originario sembra perc diff icile r i..condurre i lMilo di Teiipinu, dal momento che in esso la scomparsa"

del dio non e frurto di un incanresirno 0 di una ribellione, ne di una.

lana per la supremazia, rna solo dell 'ira improvvisa della divinita. IIAtfrio di Telipinu e gli altri miti simili sembrano piuttosto arnplia ."

mend e sviluppi di un nucleo narrative gia presente, rna poco espli.citato, nel ciclo originario.

4· Che iltema narrativo urilizzato nella tavoletta di Yozgat sia uno;dei pili antichi fra quelli anatolici a noi pervenuti (indipendente-·

mente dal momenta del la redazione della tavoletta stessa e della f is-

sazione dei moduli compositivi) trova, a mio avviso, conferma nel~~confronto fra le Iocuzioni usate nel nostro testo per descrivere gl i ef-

fett i devasrant i del la presenza di hahhima e quelle irnpiegare negli '

al tr i mit i di divinira scornparse: le prime infatti sembrano rif lerreres

una realta culturale tipicarnenre agricolo-pastorale, il cui referente.

immediate e il mondo della natura (l'acqua, iboschi, Ie montagne, iprati, Ie coltivazioni, gli animalil; nelle altre invece questo mondo

agricolo-pastorale appare inserito in una realta socio-econornica piucornplessa e strutturata, che ha il suo refereme non solo nella cam-

pagna, rna anche in una societa umana organizzata (gli uomini e le~

lora case, gli altari degli dei, i recinti degli anirnali). .~_

B. U secondo rni to ci e arrivato i~condizioni troppo frammemarie

perche ne possa essere data una traduzione e una inrerpretazione

co.ntinua. Rimangono infatti solo dieci righe incomplete del raccontoif

mirologico (KEo XIlI 85) di una divinita scornparsa (si veda la r. 7 ' '«il fumo lascio» con la menzione del dio Sole (r, 5'). '

Pi li arnpio il ri tuale di pacificazione, che, a mio avviso, puo essere

connesso col frammento mitologico:" :~~

«(b.2.B II3') [ ... J . . . e present a aUa divinita dolce (fatto con) gras-_.'so di montone, liba 'birra-vino' e dice: '(5') 0 dio Sale, mangia

(questa cibo) gradevole, caldo, ialanoant- e olioso, cosicche il tudanimo possa diventare gradevole! Bevi ilvino [ ... J . . . ponit i suI sen:

tiero superiore e innalza il re, Ia regina e i principi!', . \ . < .

Si mangia ildolce (Iarro can) grasso di montone e si beve Ire volte

ildio Sole. (10') [...J sposra iltavolo e 10volge can i suoi occhi [ .. .1agita delle palline (di pasta?) (e dice): 'Ecco, il dio Sole e rivoltc

28. La prima parte de l r itua le magico (b.2.A Col. III), moho lacunosa, c simile I ".

Telipinu, prima versione II 15' ss.

verso il re, la regina c i prineipi! Ecco, 0dio Sole, souo i tuoi piediho [spjarso lc palline (di pasta P)! Ora come la pecora riconosce ilsuo agnello, (15') [cal me [la mucca] r iconosce il suo vitel lo, [come]ilpadre e la madre riconoscono i loro figli, cosl tu, 0 dio Sole, (Ill I)

riconosci i l re, [ la regi lna e i pr incipi! ' ...».

Comunque, malgrado la Frammentar ieta di questo secondo mito,possiamo notare che esso risponde al modello del «mito del dio

scomparso» quale conosciamo dal testa per Telipinu e simili, mentrenon trova nessuna corrispondenza nella tavoletta di Yozgat.

I due mit i relativi aUa scomparsa della divinita solare presemano

quindi caratterist iche molto diverse: i l primo, pil i cornplesso ed ar-

caico, fu.probabilmente composto in occasione di condizioni mete-reologiche particolarrnente sfavorevoli; l 'a ltro, piu recenre e «classi-

CO), non sernbra legato a elementi stagionali, rna connesso col solitorituale per ilbenessere della famiglia reale. ~

La prima parte del mito si presenta purtroppo in condizioni

cstremamente frammentarie e finora non ha dato luogo a interpreta-zioni plausibili. E rnia impressione che vi si svolga una discussione

per stabilire quale dio e ilpiu irnportante (cfr, sopra).

(a.1 I? r') «[ ...] di me [ ... ]». [ ... dilscute/Idi lce: «Se [r isperto

all dio deUa tempesra [ ... ] ildio Sole, suo figl io,' (e piu) [pojten-

tc e se te[ssel te[ssono le proprie lodi (???)," ... ] la tua essenza

divina' si mostri presso di me!»,

29. Si veda per questo anche la menzione in b.2.A II I 9' de lla divinita solare di

Arinna (??).

I.II dio Sole appare qui come fi gl io d el dio della rem pcsta. II nome del dio in

qucsto teste C sempre serine ideograficamente; rna la complementazione fonerica

·US, -U I I , -u- toa-a i (pass,; ,, ) rcndc sicura [a letrura I l tanu, nome, derivate dal hat-

rico Estan, col quale viene normalmente designate in ambito in i ta il dio SOle:

mcntrc infani il luvio e i l palaico hanno conservaro la rad ice indeuropea *djeu .

pet le divinita maschile della luce, r ispertivamente Tiwaz e Tiyaz, l 'inira ha adot-

tate i lnome hart ico lasciando la rad ice indeuropea ad indicare «dio» in genera le

W,,·/Iiu·na-) e «giomo» (Iiwatt-): v. E. Neu, StBoT 18 (974) 119 s s. (in parti-

colare 127-(28), secondo ilquale perc) nel tes te ant ico·iui la di Anina il termineJiu(,sUTnTntl sarebbe ancora impiegato per la divini ta solare.

2. L'imcgrazione , moho ipoterica, di una forma del verbo wallu- «elogiare, esal-

tare, lodare, celebrate» c per analogia con [a r. 6' (da notare nelle due: frasi la

Prescnza del riflessivo -zs). - A mio avviso, un interlocutore, di cui non rona-

s.ciamo il nome tforse ilMare?), vuol d irnosrrare a]d io del la rempesta che non elui i lp iu poterue degl i dei , bensi suo f iglio ildio Sole, lacui sromparsa mcttcra in

nisi iJ regno del padre.

3· warS t /l a . c un [ermine moho complcsso da tradurre, pciche indica cio che

(5') « I . .. l prendero: il [dio Sole] e 10 n ascondero! Chc cosa fa-:. sui prari, cosicche il gelo non possa paralizzatli! Parali[7JLera]"le

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ra al lora i l dio del la tempest"? F aro [ ... I ». i~

E quando essi cominciarono a tessere le proprie lodi, la Iigli';_'"

del Mare' chiamo dal [cielo] e il Mare la udi. " .

11Mare si pose una giara [ ... l sulla testa m ' (c pronuncio uno~

scongiuro): «Dovunque il dio Sole cada - cada su [ ... l 0 su una

Iiamma 0 su un albero '0 su un cespuglio - (ro') [tutto] rimarra:

paralizzaro'! ».

[llMar]e disse al dio Sole: «Questo e cia che rho fissato] per"tel» '~J

·[.:.l II dio Sole si reco dal Mare, nella sua camera, e ricoprt:~-

[di] cera la giajra] e vi mise un coperchio di rarne. [Poi di]sse;;\

«Che tessa pure Ie proprie lodi! Finch" [ ... l (15') [ ... l Sigilla!», ~'"

E il Mare [ ... l ... di sua figlia [ ... La bejlla (?) donna [disse] a! ;dio della tempests: «[ ... quajle segno falranno] i tuoi figli?f'

~.J~ K

(a.2.A I 2') [ ... l i tuoi figli .. ." [ ... l . II dio della ternpesta [disse],

a sua moglie: ' «I ... l mi ha detto questo!" [Ha detto: (5') 'I miei]!!';

figli, se un uomo

eucciso, [10 fanno rivivere; se un b] ue 0 una"

pecora e uccisa, la fa[nnol rivivere! Quale segno faranno i tuoi

figli? II gjelo] ha paralizzato tutto il paese, ha prosciugato I'ac!f-

qua! IIgelo e potente}'». .:~

(II dio della tempesta) dice a suo fratello, il vento: (ro') «La:

tua essenza divina spiri sulle acque delle montagne, sui frutteti~

emana dalla divinita e gli effeni chc ne deriveno: «emanaaione, essenza, frag,,;i~'za, odore, grazia, favore, rinfresco, placamento, rassicurazione ecc.». . .f~

4 . N on sappiamo il nom e d i chi- parla: Forse c a nc or a il M ar e? . m . '5. L a figlia d el M ar e c stata portata in ciclo da Telipinu: v. il Mito di Tclipinu eii "

f ig li a d el Ma re . Si trarta probabilmentc de l l a dea d i o r ig in e hanica Harepinu, e n e ,secondo il teste KU B IX 3 I 19 e la spo sa d i Telipinu. t~,

6. Il termine inita baiboldeni- designa una parte del c o rp o « te st a» 0 «spallas:

< D . Car ruba , Die satzemleitenden Paruketn in d en indogermaniscben Sp

Anatol iens, Roma 1 96 9, 7 1 n. 51 .

7 · P er q ue sto significate d el hapax iHa i- v.]. Puhvcl, J -IED, 354-355.

8 . Rim ane so lo la pr im a sillaba d i un verbo la[r-: «dicono- 0 «Iasclano»? '-;::

9. Cosl secondo E . L a r o ch e, Tex tc s mytho logiqucs (cit.], 82, che ha coUaziona~1

l'originale al museo d e l L ouvre , e non NIN «sorclla». M

10Diversamente da A. Goetze, lo c . c i t. : «tel l me about i t!» . t:

64

piantc, Ie terre, i buoi, le pecorc, i cani e i rnaiali, rna [no]n para-

lizzera dcnrro il cuore anche i (loro) piccoli e i semi!" Se a[ v esse

intenzione di paralizzarl il , il grasso (sost .) animale Ii difendera"

(15') e non riuscira a paralizzarli, anche se [ha gia paralizzato]

rutto quanto!».

II vente ando; (rna quando ritorno) disse al dio della tempe-

sta: «Ecco che cosa e accaduto: il famigerato gelo dice a suo pa-

dre e a sua madre: 'Mangiate e bevete tranquillamente! mon da-tevi pensiero dei pastori delle pecore e dei guardiani dei buoi!"

(20') Quello ha paralizzato il paese e il dio della ternpesta non 1 0

sa!».

11 dio della tempesta rnando a (chiamare) il dio Sole: «Andate,

rroval te] i l dio Sole! ».

[Anldarono, cercarono il dio Sole, rna non 10 trova[rono].

Allora il dio della tempesta disse: «(Mi dite) che non 10 Uave-

tel t rovato; rna, [guajrdate, le mie membra sono calde! (25') <::0-

me e possibi le che [quel]lo sia peri to?».

Allora invio il dio ZA .BA • .BA ;· (dicendogli): «[Vja', trova ildio Sole!».

Ma il gelo catturo ZA.BA • .BA • .

(Allora il dio della tempesta disse:) «[Anda]te a chiamare Ia

divinira LAMA!" Riuscira Forse a paralizzada? [Nlo! Essa e figliadella campagna! ».

Ma il gelo Ia.catturo.'

II. Traduzione in a c co rd o con E . Neu, StBoT 25 (cir.) 182 , che integ r a c on la

f o rma prescnre d e l verbo e non con il preterite.come E . L a r oc he . OR . 0"/., 83 .

12. Cloe i c ucc io li d eg li a ni ma li pr ima elencari, j sem i d e lle p iante e i f ru tt i d e ll at erra .

I}. Lett. «i t grasso Ii rerra/occupcra dent ro» .

I~. ,?io sumerico d e ll a g u er r a, corrispondente.el hat t i co \V/urunkau~ il c ui n om e

s lgmfiea «R c de l paese». Il n om e irriia e scoiiosciuro. C fr . in u hi m o G .K el1 er m an .

op. 0/.,134 n. 19 .

" '. L A M A c un sumerogremma al qua le in irtita corr i spondano piiJ leuure (fra

~I. Inara, dea proretrrice de l le r ega li t a] , che in dic a g en er ic am e nt e q ua lsi as i divi-

nIta prot en rice. I n q ue sta case, c om e appa r c d a l testa , si tratta della divinita

prot c t t r i cc dcll'aperra campagne, conrrappostg alia citra: v. E . L ar oche , RIA , J.

v. L amma l L amma s s u C. Si ve da a nc he I ll uy an ka C 1 18' e 2 5'. d ov e Inara va e

l or na d a ll a campagne.

1 6 . II teste ittita presenta encbe pe r questa fr ase la parricella d e l d is co r so diretto.

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(Allora il dio della rempesta disse:) «[Anjdate a chiarnare Te-

lipinu! Que! Olio figl io e [pojtcnte: (30') dissoda, ara, irriga e se-

mina il grano! [Egli] e (saldo come) una roccia!».

Ma iIgelo 1 0 catturo.

(Allora il dio della tempesta disse.) «[Andare] a ehiamare Ia

dea del faro' e Hannahanna!».' (Ma intanto rifletteva fra se.) «Se

i primi (dei che ho mandata) sana rnorti [el (se) dovessero mori-·

re anche [quejste e it gelo [arrivare] aile lora porte,'? il gelo po-;

trebbe dire al dio della ternpesta: '(Sei tu che) uccidi e spreehi! .:

(35') [ ... l Sana tutti morti! [Non] terrai [pili! questa eoppa!'.~';'

;.

A mio avviso, si tratta di un errore della scriba, (che del resro usa molt~ libcra~

mente 1 3 particella own) sia per 13posizionc che occupa (non dopo 13prima, rna

dopo laseconda parola della [ rase}, s ia per it confronto con [a f.31. ;'

17. E. von Schuler, op . c i t. , 215. e G . K e ll er m an , op . cit., 112 C 134 n. 18, in rc rp re - .

(3nO 13 sequenza dGUL-oI·jo-ol1 JMAlj come due accusativi singolari legati per .

esindeto. - L c dee GUL·sei, spcsso citate nci testi mitologici, ressonc jJ destine !t

dcll'umanira e assisrono aile nascite: v. H. Ouen, RlA, s. v. (anchc per il preble- ~

rna della le trura del nom e). ~".

18 . Hannahanna e [a lenura irtita del sumerograrnma JMAlj. (altra forma

dNIN.TU), il cui nome e probabilmcnre costituito dollraddopp~amenl<:, del tenni:

ne inita hanna- «nonna»: e la dee della saggezza e della magra, a CU I spesso gl ial tri dei s i r ivolgono per a iuto e consigl io: v. H. Ot ten, o p. c it., s . v . c G. Kel ler -~

man, o p . c it . • 109-147.

J9. Diverse la t raduzione di G. Kelle rman, op. cit., 1I2: «Allez, appcllez Guts:1

(etl H annahanna! S i ceux-Ia perircnt, cellcs-ci perircm-ellcs egalcment er H aH - .

hima vint -i l jusqu'a leur por re?», che i: forse pili aderentc al teste di quella pIO'

posta qui, rna non da moho senso e scprattutro n~n tiene co~to di cio. che segue ..

Infatti, se 10 scriba ha useto corrctramente le particella del discorso diretto - ~ .

sa che come abbiamo notate non semprc accede - ci troviamo qui di fronre a~.

un lu~go periodo in discors~ diretto (rr. 32'-37'), ec~euo la Frase ~e.lla ' : 34.~

pronunciato dal dio della tempesta. 10 credo che Ie prime rre proposlzlO.OI ~~-

tuiscano la protasi del periodo iporerico (vista la presenza del l'avverbio 1 m , , ! ,nella seconda e l' uso della doppia congiunzione in questa e nella tcrza, qUa51,~

rafforzare illegame con [aprima proposizionc e ad indica~c u~a progressione Iigica), la cui apodosi i: costiruita dalle parole che, sccondo ildie della tcmpestal

gelo potrcbbe pronunciare. Questa ipotesi mi sernbra trov~ conferma n~ factO

che le frasi contcnure nellc righc 36' -37' fanno parte del discorso del die delli.

tempestg; nel case infani dovessero essere atrribuite al gclo, dovremmo trad~ .

come interrogative rctoriche, cosa che pare esclusa dalla posizione della neg3Zl~

M~~ ~

20 L a coppa e qui, probabilmcnte, il~imf:jolo del potcre esercitato da~ di? d!:

tempesta ; s i err. I 'uso del scgno gcrog!Jfieo raffigurante una coppa per m dlca ~~

cicio.

66

Ora (ch,: eipenso), i fratelli di Hasarnili" (sana) figli della stesso

[padre] ell gelo non It ha eerto presi! ».

[Allora il_dio della rernpesta] li chiarno e [dissje al gelo: «La

mra mano (e) attaccajta] alia coppa! (40') [Le mie rnani] (e) i

mier Ipiedil sana ben stretti! Se anche tu [riuseissi ad afferrarel

queste rnaru (e) questi piedi, non riusciresti mai ad afferrare i

miei occhi!»."

[II gelo] disse al dio della tempesta: «Vedi i vostri figli? [ ...J10

andra in cielo!» [. .. l (Cost dieendo) fece rinvigorire [Ie mani] e i

piedi [del dio della rernpesta, (45'), che diss]e [al gelo: ...

Quando aU'inizi<;>della IV eolonna il testa riprende, dopa una la-

c~.na di un cenrmaro di righe, la vicenda del gelo e orrnai conclusa,evidenternente con la sua sconfit ta, e ci t roviarno in pieno ritualemagico,

(a.2.A IV I' ) [··.l ... si valse e colpl la luna" [ ... l abbasso [il bat-

21. Qccsre giovani divinita sono menaionate solo ncl nosrro resto. Hesamil i e una

divinita di ?r ig ine hauica, p resente spcsso nei ri tual i, fo rse un dio protenore : v.

E . vo.n\\7elh~r, .RIA.:. v.~~eco~do O.R. ,?urncy, op. cit., 2 .p, e E. von Schuler,( ) t . C :1., 215, II die H asam ili ha II p or er e d i p ro re gg er e i v ia nda nti e renderli inv i-

~;~I~::dal memento chc svolgc questa funzione in un passe degli Annal i di Mur-

22. P~r questa interprerazione del termine [pappa]nmkl1ef, v. H.A. Hoffner in

E . L eichty, M . de]. Ellis, P. Girardi (edd.) , A Sc ie n ti fi c Human is t, Philadel~hia1988,19.5-197.

23·Come abbiamo vistc la t raduzionc di questo paragrafo C : molto complessa:

q u el ls p ro p os ta i! una interprct~zione personale, che iI t cs ro i rt it a c o ns en t e, pur

non.~scludendone nlrre. In particolarc non e chiara la funzione dei fratclli di Ha -

lam" ' ':A me sembra chc si possa intcndere nel modo seguente: il dio della tern-

p cs ta r if le nc sui fa uo ch e, se tutti gli dei da lui inviari sono stati carrurari dal ge e

1 0 , C p.ossibile c he e nc he la dca del fa ro e Hannahanna falliscano; in q ue stc c es o

per lu ~ sara Ia fine e iIgelc 1 0 minaccera da v icino . G li viene p e r c in mente ehe i

~:tdh del d~ ~ Ha~.ar:nilisoo<:,a~cora vi~i.e ~he. es se nd c fi gl i delle stesso padre,

Ie nn e pote,:, .Id~ntlct a quelli di H asam ili; II manda .cos1.a ch iamare per scortare

. dee da lui mvrate alIa nccrca del Sole. Sentendosi aI SICUro dope questa deci-

~lOne,affroma il gelo e 10 sf ida dicendogli die non riuscira rrtai a sopraffarlo. Se

~vccc anribuiamo a I gelo [a frase sui fra te lli di H asam ili, la traduzlonc risultera

'versa: «(Sei tu che) uccidi e sprechi ... Sono tutti morti! Non avrai piiJ questa

; ; ' f pa! Ecco, i I ra te ll i di Hasamil i (=gli de i che hai inv ia tc finora) eran o 6 gli

c I~lesso padre. rna ilgelo (parlerebbe di se in lena persona) non liha forse

prcst?». V. perc quanro osservato aUa n . 19 .

~. La frase. di signi ficato oscruro, ricorre anehe in un brano moho lacunoso del

milo della scomparsa de l dio della tempesta (KUB XXXIII 22+ 23 I 21').

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renjre della porta. Ivecchi e Ie vecchie [ ..l. «1 0 sono Annan'"

na!" [Cia che a sini]stra e stato trattato magicarncnte, non I'hQ

preso; (5') [quello che] invece e state t rattato magicamcnte a de.··.

stra, l'ho pjrejso!' [Nessuna] parola degli dei ho versato (come),

paglia nel fuoco!" La mia bocca e la mia parte:' I'ho Iissata (??)T

[collegno dell chiavistello e l'ho posta in alto [sopra Ia] testa!

Nessuna parola degli [deil ho disrrutto: quando TeJipinu diven.

rera molesto per qualcuno, io [projnuncero la pajrola] degli dei

(10') e 1 0 evochero e il dio Sole did: 'Che la parola degli dei '

va[dal" (Questa e ) la mia [parjte!" Quando" Hannahanna (par".

25- Annanna e In maga che cclcbra il ntua lc magico. 1I suo nome c un ipocoristi-co gi a presente ncl le tavolcrte cappadociche: cfr . E . Laroche, Los 1I0ms d es H it ti -. '

tes, Pari s 1966. 31, nr. 62. Una maga Annanna , or iginaria della cina (de l nome

hanicoi') di Zigazhur, e . nota da ravole ttc di caralogo come eutrice di invocaz ioni \

per varie divinira e di r ituali : KUB XXXIII42 I 3'. IV6' S.; 51 Ii, 22'; 58 rr. 7' s.:'e [a stessa persona? .f

26. Questa interprcrazionc c in acccrdo con E. Ncu, SlBoT 5 (1968) 3; diverse-

mente E. Laroche, Textes Mylhologiques (cit.) 85 eA. Kammcnhubcr, HW', 46:L a mega sembra qui fa re distinz ione fra la magia lecita (destra) e quc lla illecita

(sinisrra), dichiara doe di csscrsi componata ccrrettamentc. ~

27. Secondo un suggerimento di B. De Vrics, op. cit., x84 n. 57, si lcggc qui IZI

ez-1.a·an invece di ne-cz-za-an (E. Laroche, loc. citi . - La maga continua cioea

prodamarc la sua correuczza: cssa non ha distruno gl i insegnamenti degli dei (,,:

« le parole degli dei: la Kellerman, op. cit., 135 n. 21, r iprcndendo T. Gas ter, op:

cit., 292-293, r ir iene invece che questa espress ione s i r ifer isca al mi to appena re-1citato), rna Iiha custoditi come era suo compito. ....

28.l:J.A.LA-ai-mi-il «la mia parte/quotalrazionclassegnazione) OjA.LA .;;,.

taman- = ZITfU) e non ba-la-ai-mi-ii (E. Laroche, loc. a/.), che non da sen~~'

La maga sta doc dicendo che la sua bocce c l a sua «parte) , propr io perche ilsuocompito consiste nel pronunc ia re formule magiche, cosl come le ha imparate da~

gli dei e custodite gelosamenre. ..:29 . l igaraqqa l c un hapax di non chiaro s ig n if ic a te , f or se una forma verba le da un ~

tema *l1gar<a)q-?:v. per questo B. De Vries, op . cit., 184-185 n. 58. La traduzio-ne e congcrturale. J

30. Qui e usato il (ermine inira tematt-: v. n. 27.

31. Nel teste me-usa-a = mdn=uia «quando/so/come» + particella del discorso

diretto. La Kellerman, op. cit., 135 n. 22, corregge in ku!-wa-a, un avverbio e rcai' r

co, non a ltrimenr i attestato, che dovrebbe significate «dove- (dirc ttivo e locati-

vo) e traduce le rr. 8' 'I2 nel modo segucnte: «je n'ai en rien abtme lcs paroles

divines. Si Tilibinou pese sur (la conscience de ) quclqu'un, [e rec ite les paroles .

divines etle (= Telibinou) poussc a agir favorablement. Or le Solei! dit: 'Que le s

paroles divines aillent (ver s leur destina tion)! Ma is ou est rna ra tion?'. Ainsi < l i t

Hannahanna: '0 Soleil, si ru as une bonne approche envcrs.quelqu'un, qu'il te

68

la) cosi" e quando tu, dio Sole, [va]i [verso] qualcuno in modo

favorevole, al lora (costui) ti deve dare nove (pecore); chi invece epovero, ti deve dare una pecora!»,

La tavoletta dell'invocazione al [dio Sole] e a Telipinu (e) fi-

nita.

Dopo il titolo della composizione segue I'elenco del ' ;Ialeriale ne-

cessario per eseguire il riruale e la descrizione delle cenrnorue com-piute dall'officiante all'interno del tempio.

[La provvijgione e questa:" una giara di bronze, col coperchio

di bronze (15') [e ... l di bronzo posti sui coperchio, un battente

di bronzo, un (recipiente) [';'arimpla~ di bronze, due finestre di

bronzo, un piolo di bronzo, una vanga di bronzo, [un martelle]

di bronzo, un ramo di vire, un ramo di [ l, un piccolo tavolo/

piedistallo dilegno di pino, cera, incenlso, ] ... tre vasi, ognuno

con acqua di tre fonti, (20') [...l ... e tre tavoli da mesena.

[Una pagnorlra grande, un vaso di vino, un vaso di (bevanda)

marnuuian un vaso di «bjrra-rniele»," un vaso di «vino-rniele»,"[una coppa di olio nine, una coppa di miele, una coppa di grasso

di pecora, lana bianca, lana azzurra, lana rossa, lana gialla, (la·

na nera], lacci di lana di prima qualita assornu, canne di legn~

iabi e di [legno parnullli:" (tutte queste cose) sono cosparse di

olio fine.

(25') [ ... Inojltre all'interno del tempio (l'officiante) [fa] in

questo modo: polnel due tavoli davanti alla finestra e [ ... l su

donne neuf (moutons). Cc lui qui est pauvrc , qu'il te donne un ~outon!' ». Anch~

rirencndc chc lc parole t ar -n a -a z -m i- ia m a -s ua - a della r . II' fuccI.ano pane del ~I'

scorso del Sole, l a correzionc proposta non rni sem~ra necess9 .n,a~ ~u; .mmo rn-[ani tradurrc : «Che la pa rcla degli de i vada ! E la rma pa rte com (c) . "1>. 1:. comun-

que prefcribile, vista it contesto generalc , aur ibui re queste paro le ella maga.

~2.E da Hannahanna infani che [a maga ha imparato lc fonnule che deve pro·

nunciarc.

33. Iniaia qui la l ist a del le forni rure necessaric alJ 'csp lctamento del r ituale . .

34 . Si tratta di un recip iente usato frequenternente ~ei riruali magici e ne~ r~so·c om i di fe ste , i n originc di lcgno (vis to ildetermmatlvo per l egno e oggem di le-

gno GIS) .

35. B e v an d a f cr m en t ar a dolce: eft. E. Neu, StBoT 26 (1983) 247·

36. Un vine dolcificato.

37· fahi e pamulli sono tipi di legnarne prcgiato.

ognuno pone una pagnotta e i seguerui urensili: una giara d i petto, testa e piedi; ma (quella) del caprone: petto, spalla, testa e

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[bronjzo con coperchio, un battenre di brlonzo], un (recipiente)

"nrimpa di bronzo, due linestre di bronzo; (tutto cio) pone sui

ravo lo per ildio Sole.

Un martello di bronzo, una vanga di bronzo, un piolo di~'

bronzo, Ii pone su un ravolo per il dio Sole. (30') Ma su due ta- .. ~

voli, nel mezzo, pojne] nove pagnotte grandi in una cesta; e so-;~

pra vi pone caglio e formaggio e sotto (dei fili di) lana. E tre vasi ~

di vino, di (bevanda) marnutoan e di «birra-rniele», tre brocche f 1 .d'acqua con una coppa di olio line, una coppa di miele, una"

coppa di grasso di pecora di prima qualita: tutt]c]' queste cos~~

assortite. ~~:

Pone un tavolo coperto per il dio Sole e un tavolo copertq ~

(35') per Telipinu. Quando ildio siede, l inisce ( il pasto) , 4 ' •Ma la sera pone davanti al dio il fuoco (preso) dal braciere;

(che) ernette un fumo di buona qualita, e la «vecchia» (che svol-

ge la funzione di) «signore del dios" pronuncia scongiuri, fa ilgi: }

ro (delle offerte) tre volte, chiude il tempio; poi esce e per quel..,

giorno non fa piu nierite. . . l . .

(40') Quando il giorno seguente (la «vecchia» che svolge IJ

funzione di) «signore del dio» va davanti al dio, fa (alzare) fumd » .

di buona qualita, pronuncia scongiuri, fa tre volre il giro (delle '

offerte), spezza una pagnotta dolce per il dio Sole e la pone sui n

tavolo del dio Sole e liba per il dio Sole (bevanda) marnuuian •. 1 '«birra-rniele» e vino. - 'I?!;~'

Spezza una pagnotta dolce per Telipinu e la pone sul tavolo i : ! i ' .Telipinu, liba (bevanda) marnuuian, «birra-miele» e vino. (45'1 ..

(Infine) sacrilica un caprone e una pecora insieme al dio Sole e iI.,

Telipinu, .,_.

Pone flper il dio Sole] la [carn]e cruda della pecora: spalla,'

38 . Cost secondo il duplicate KU B LlII 20 f. 8' e no n com e E . L ar o che , op . cil'l "

86: hu-u-pa- t lz -z I1 «raccoglie». "."

39. A mio awiso qui -SU.GI c BE-EL DINGIR·UM non designano due diver :

si o f fi cl am i, [ a m aga e I l sacerdore, le ga ti p er a si nd et o, benet «s ignore de l d io» ~

opposizione pe r «la vecchi a»; cioe e la m aga che in questc p ar tic ola ri c ir co st aD Ze .

accudisce la divinita, svo lg end o fun zio ni d i no rm ale c om pe tcn za d el sa cer do te :

si ved a per qucsto l'uso costanrc d el la fo rm a singclarc ne i vcrbi.

piedi, Ii pone per Telipinu nello stesso modo.

Le inlterioral le cuociono a fiamma viva.

Spezza una pagnotta [ ... l (a.2.B r. 23') [ ... l di pecora prende e

10 pone sui tavolo del dio Sole [ ... sul] suo tavolo pone e liba

[per Telj ipinu (bevanda) marnuuian, «birra-miele» e vi[no).

Dopo tre [ ... l.(a. I IV' 4') [ ... l tengono nel terzo giorno.

Nel [prijrno giorno una vescica e [ ... l del caprone [ ... ).

(5') ... Quando e il rnomento di mangiare, (la «vecchia» che

svolge la funzione di) «signore del dio» [va] davanti [al dio], fa

(alzare) fumo di buona qualita, pronuncia scongiuri, fa tre volte

ilgiro (delle offerte), [ ... l ... spezza un pane d ole e e un pane iilu-

ba " e li [pone] sui tavolo del dio Sole. Pone per il dio Sole una

vescica di pecora.

E per [Tjelipinu ugualmente spezza (i pani) [e lil pone [suI]

suo [tavolo]. E ugualmente pone la vescica del caprone. Infine

liba (bevanda) marnutoan, (10') [«birra-miele» e vino] per ildio

Sole e per Telipinu. [ . ..

La tavoletta continua per altre died riglie, molto frammentarie,

enumerando le offerte previste per ildio Sole e per Telipinu nei vari

giorni e momenti del rituale.

2.Mi lo d i T el ip in u

I.Tesro: CTH 324. - Prima versione: A. KlJB XV[l 10; B. KUB

XXXIII 2 = A I 16 ss.; C. KT:JB lOeCIII I = A III 28 55.; ID . RUB

XXXIII 3 = A IV I-L ss.; E . "KBo X:XVI 132 = C III 8 ss. - Secondavers ione: A . KUB XXXIII 4 + ISo]" 141; B. KUB XXXIIl 5; II A =1'4<

ss.; C. KUB XXXIII 6 (+) 7; III = B rrr; ID . KUB XXXIIl 8; III = A IV

6 S5.- Terza versione: A. KUB xxxnr 9; B. KUB XXXIII TO = A II 7

55. - Frammenti: 1. KlJB xxxm 12; 2. KtJB XXXlU 11; 3. K lJB

XXXIII 14; 4. KBo XXVI 127.

Il f rammento KUB XXIV 84, ritenuto da H.Otten che ne ha datoI'edizione un duplicato di KUB XVII 10 I I ss., in realra, come ha

5uggerito G. Kellerman, op . cit., in bibliograf ia, p. II7, non appar-

40. Varie t a di pa ne per e ui efr . H .A . Hoffner, Alimenlo Hetbaeorum, 183-184.

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tiene a quesio rniro, rna Iorse a qualchc mugmoar simile, anche se

non definibi!e con sicurczza. Lo sresso [rammento qui citato KBo

X:l\'VI 127, per quanto si rifcrisca allira di Tclipinu, conricne una ver-

sione diversa da quelle conservate. .

2. Bibliografia essenziale. a) Trascrizioni: H. Otten, Die Oberlie/e-rrmgell des Telipillu-Myl}ms (MVAeG 46, 1) Leipzig 1942; E. Laro-

che, Textes myibologiqucs butitcs ell transcription: Rl-lA 77 (1965)89-100. - b) Traduzioni: A. Goetze, ANET', I26-I28; Idem, Klein-

asien, 143-144; T.H. Gaster , Tbespis, New York 1961, 302-315;

H.G. Gurerbock, in S.N. Kramer (ed.), Mythologies 0/ the AncientWorld, New York 1961, 143-146; O.R. Gurney, Cli luit i, Firenze'1962,237-240 (parziale); C . Kuhne, in W. Beyerlin (ed.), Religions.

geschichtliches Textbucb ZUlli Alien Testament, Gottingen 1975, 182'183. - c) Commenti: H. Otten, op. cit.; H.G. Guterbock, InFest-

scbrif: J . Friedrich ZUI11 65· Geburtstag gewidmet, Heidelberg 1959,

207-2U; Idem, in Kramer, op. cit ., 143-r50; Idem, in W. Rollig(ed.), Altorientaliscbe Literature», Wiesbaden 1978, 243-246; O.R.

Gurney, op. cit., 237-240; B. De Vries, The Style 0 / Hittite Epic and

Mythology, Ann Arbor 1967, 5-7, passim; C. Kuhne, op. ci t. , 18,-186; H.A. Hoffner, in H. Goedicke and ].].M. Roberts (edd.), Unity

and Diversity, Baltimore 1975, 136-137; C . Mora, in Studio Mediter- .

ranea P. Meriggi dicata, Pavia '979, 373-385; G. Kellerman, in H.A.Hoffner - G.M. Beckman (edd.), Kaniiiuioar, Chicago '986, "5-

123.

II rni to di Telipinu e state tramandato in tre versioni differenti ,

purtroppo incomplete, scrirte in una grana risalente ai periodi medi~-itrita' e irnperiale, copie di un origin ale molto pill antico, come di-

mostrano alcune peculiarita linguistiche e grammaticali. ' j

A causa della frarnmenrarieta delle tre redazioni gli s tudiosi hanno

cercato di ricostruire un unico testo, togliendo alcune parti 0 spo-

standole, nel tentative di eli rninare alcune presunte incongruenze di

esso.' Tuttavia nel la presente edizione sieprefer ito riporrare Ie tre ..

1. V. la l is ta de lle tavolcne in graf ia mcdio- inha da N. Oett inger , D ie 5 tammb il -'

dung des hetbuisches Verbums (= Erlanger Bcitrage zur Sprach- und Kunst;

wissenschaft 64), Nurnbcrg 1979. 576'579·

2. V. Ph. Houwink ten Care, Th e R e c ord s 0/ Ea r ly H i tt it e Emp i re , Istanbul 19781

32 e G. Kellerman, op . cit., 115-116. Lo srudioso rir iene chc imohi crrori della ~

scr iba dimcstrano che egl i aveva dlfficoha a copiare da un modello antico, oon~~,

pi u compreso in tcgra lmcnre. Tunav ia [a sua ipotcsi chc [a par te r itua lc sia un'ag-

giunta posteriorc e giusramcnte conrestata da G. Kellerman, op . ClI., 117, [a quale,fa norare come qucsti errori siano contcnuri anchc in qucstc pnni riruali. •

3. V. A Goetze, ANET' , 127-128; K. Kuhne , op. cit., 18r-186. La ricostruzione

d el C ce tz e cc llo ca d op o K U B XVII 10 I 39, KUB XXXIII 5 11'15'16 (testa apparte'

versioni scpararameme come ci sono slate trarnandare, poiche, allostato at tuale della documentazione, non si puo ricostruire un'unica

redazione soddisfaccme del mito e non sernbra neppure metodolo-gicameme correuo e necessario fare una simile ricostruzione testua-

le, dal memento che lc tre versioni , nel la loro diversi ra, attestano larielaborazione che i1 mito ha sub ito in arnbiente it tira.

Nella prima versione, la pill lunga, il racconto inizia in modoframmentario presentando Telipinu che, infuriate per una qualche

Ierita 0 violazione' non ben chiara, si meue la scarpa destra al piedesinistro e viceversa. A causa della sua ira, una specie di caligine, di

[umo, si diffonde negli edifici, fra gli uomini, gli animali e fra glisressi dei sugli altari (evidenternente le loro statue), soffocandoli.

II dio allora scompare, portandosi via la ferrilira, sia quella dei

campi che quella degli uomini e delle bestie, e si nasconde nella pa-

lude. La carestia invade il paese e tut ti , cornpresi gli dei, muoiono di

fame; allora II grande dio Sole fa una festa, invitando «i mille dei-(espressione che indica la totalita degl i dei it ti ti) che mangiano e be-

vono, rna non sono soddisfarri. Tutti gli dei cominciano a cercare

Telipinu, rna invano, e ugualmeme non ha successo il tentat ive fatto

dall'aquila veloce inviata dal dio Sole. A questo punro ildio della

tempesra, padre di Telipinu, si rivolge per consiglio alla dea Hanna-hanna che 10invi ta ad andare lui stesso al la r icerca del figlio, rna an-

che egli non riesce nella sua impresa. Infine 1adea Hannahanna in-

via l'ape, nonostanre i dubbi espressi dal dio della ternpesta sui fatto

che una creatura cosi piccola possa avere successo 13dove gli alrrihanno fallito ..

A questo punto si inrerrompe il testo, rnancano circa 15 righe aliafine della prima colonna ed anche l'inizio del la seconda colonna elacunoso nelle prime 8 righe.

ncntc alia scconda vcrsione), KUB XXXIII 9 II 3-6 c KUB XXXIII 10 II 1-16 (testi

appancnenti alIa rerza vcrsione): quindi, dopo una lacuna, il testa grincipale

KUB XVII JO II-IV. La ricostruaione della Kellerman, op . cit., 1J9,basata su quella

di V.V. Ivanov, L u na , I Ip a vs ba j o s n e ba , 1977, 55-61, 263-266, pone dopo KUB

XVII10 I 39. KUB XXXIII 5 II 15-16, KUB XXX!Il 9 II 3-6, KUB XXXIII 10 II 116

ossia lastessa sequenza che ri troviamo ncllavoro di Cccree: quindi KUB XVII 10

II-)V 19, KU B XVlI 10 II 9-32 c KU B XVII 10 IV 20-35. Le differenze principal! fra

lcdue ricostruzioni consistono nel mancatc inscrimemo dell'episodic del dwale

del rnortale (KUB XXXIII 8 II r3'17 e il testa paral le lo KUB XX:\'l1l 10 II 17-20)

nella pr ima versione e 10spostamento del la formula rnagica conrenura nel la se-

conda cclonna di k 'UB xvu to II9'32 a lla quarts colonna del le s tesso teste,

4· Punroppo il verba usato, krmkurI) 'o- e d i significate non chiaro e la t ra~uzi~.

ne qui proposm e solo ipotcrica. Cfr. E. Neu, StBoT 5 (r968) 103; da ultimo II

\ 'c rbo CSlaw studiato da H.G . Gu i er b cc k , Fest. H. Otten', tf.5-1I9. che propane

due possjbi li rraduzicni per questa ar tcsraaione nel mira di Tel jpinu: .Lass dich

nicht einschuchtcrn!» 0 «Meche (uns) nicht Angst?».

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Quando il testa diverua cornprensibile t roviamo la descrizione diun tituale intense a placare l 'ira del dio, aff inche quest! possa rivo], L

gersi con benevolenza verso il re, pr incipale garante del benessere

di turto iIpaese.Tuttavia anche quesro rituale non ha esiro positive, ildio Telipinu

e ancora infuriate, luana e lampeggia e metre tutto a soqquadro. In-terviene a quesro punto la dea Kamrusepa can un altro rituale magi.co (in cui ut ilizza anche un'ala d'aquila) che si svolge davant i al l'as, .

semblea degli dei riunira souo un biancospino; rna Telipinu, desi.gnato in questa caso come «dio del la ternpesta», e ancora infuriate, .si esegue allora un al tro rituale, quello «dcll 'uomo del dio della tern-

pesta», cioe del sacerdote parricolare di questa divinita e finalmente

Telipinu fa ritorno nella sua casa, ossia il tcmpio, cosicche anche lafertilita ritorna nel paese e il benessere e assicuraro per la stessa cop-

pia reale.Inf ine davant i al dio si innalza un albero eya, ' al quale si appende

un vello di pecora colmo di tutti i simboli della ricchezza e della

prosperira, quasi fosse una cornucopia.La seconda versione, piu breve e molto frammentaria, che masua

all 'inizio le catastrofiche conseguenze della sparizione del dio, con-

t iene i l motivo della fesra degli dei , della ricerca van a di Telipinu daparte del le alt redivinita, del l' aqui la e dell ' ape. Manca, rispetto aUa

prima versione, ilraccomo del tentative compiuto dal dio del la tern-

pesta.Dopo un'arnpia lacuna iniziale ilresto D II, estremamente Iacuno-

so, riporta la descrizione di un rituale, eseguito per mezzo di un'ala

d'aquila, probabilmente da un mort ale, a cui si sono rivolti gli dei.

Da notare che l'ala dell' aquila era stata impiegata anche dalla dea

Karnrusepa. Segue la narrazione di un lungo rituale magico inteso a ,

!llacare l'ira del dio, simile rna non uguale a quello della prima ver;.

Slone.Della terza versione e rirnasto solameme ilracconto della missione

dell' ape, narrate con maggiore abbondanza di particolari; infatti 1 ' . :pe, dopa un Jungo vagare, ormai al lo strerno del le forze, trovato nel-

la citra di Lihzina' il dio Telipinu addorrnenraro, 10 punge; il dio S iadira ancora di pill , devastando tutto e distruggendo addirittura l'u-rnanita. Gli dei, impauriti, pensano di chiamare un uomo per placa-

re il dio. A questo punto il testa si imerrompe. /J

L'interpretazione di questa mito deve necessar iarnente part ire da -a

un'analisi che non sia condizionata da schematizzazioni 0 generaliz'

zazioni basate su una presunra semplici ta, quasi pueril ita del cont~

5· V. n. 2.5 della traduzione.

6. V. n. 26 della traduzicne.

74

nuto e del la st runura narrativa di questo r ipe di miti, funzionali soloai riruali ai qual: sono connessi. '

Nel1'ambito della mitologia ittita, ancora poco conosciuta, la co -

stante souovalurazione di questi miti deui impropriamente di oeigi-ne anawliea, relativi alla divinita scomparsa, ha impedito un esame

attento ed oggettivo, teso ad individuarne, da un lato, l'original ita e,daU'altro, la molreplicita delle temariche in essi contenure.t. chiaro, naturalmente, che ogni considerazione non deve dirnen-

ticare 10 sfondo storico in cui questi testi s i collocana, cioe I' Anatoliadel IImillennio.

Si deve ancora una volta sortolineare come non sia del tutto vera1 3 presunta «poverta» di quest i rni ti, ne sui piano concettuale ne su

quello formale. Basta considerare i molteplici riferimenti aile conce-zioni religiose degli Iuiri: dal rnorivo dell'eumana- debolezza degli

dei che si sgornentano di frame alia prospettiva di morire di fame,

del dio della tempesta che va a cercare il figlio e, stance, si siede ariposare, fino alla poetica e dolorante irnrnagine del mondo sotterra-

neo, custodito da un portiere che apre sene pone, quell'imrnagineehe rappresenta l 'oltrerornba come un luogo dove stan no grandi cal-

deroni di bronzo con coperchi di piombo e ehiusura di ferro, dove

tutro cio che vi entra non torna piu indietro, rna muore dentro.Dall 'alt ro laro, sui piano formale, non e neppure vero che man-

chino metafore, similitudini e peri frasi ; si veda ad esempio la meta-

fora dello scarnbio del le scarpe per indicare l 'i ra,' la var ieta delle si-

mili tudini di tipo descrit rivo, trat te dal mondo naturale (il fico, 1'0'lio, ilrnalto)" 0 da una pessirnistica visione del mondo (l'uomo ango-sciato che si rasserena ubriacandosi)."

Si dira che alcuni di questi rnotivi si ritrovano in realra nella de-

scrizione del rituale magico e non nella narrazione vera e propria e

che appartengono al repertorio della magia analogica e, in particola-

re, come e stato dimostrato, a quella di origine luvia-kizzuwatnea."

Turtavia in nessun al tro genere di testi le simili rudini hanno questa

caries espressiva, tanto che, rovesciando l'usuale prospert iva checonsidera il rnito funzionale al rito, possiamo in realra considerarequest 'ultimo come parte integrante del raccomo mitico,

7·Gia C. Mora, op. cit., 373-374 aveva csorrato a superare quesri pregiudizi.

8. KUBxvlI lOT J'-4'.

9 ·KUB XVIT 10 I I 9 ' - 27 '.

10. KUB XXXTII 6 (+) 7 III 10'-1.5'.

It. V . V . H aa s _ G . \ \fi lh el nlj

AOATS 3 (1974) H 5S. Si dcve notate runavia che

L a prcsunm originc luvia delle sc riba di KUB XVII 10, proposra da Ph. Houwink

len Care, op. dt., 55',56 e n. 39, non i: ef fauo provata. rome ha rilevaro G. Kel-

ICnnan,loc. C l I .

75

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Per quello clie r iguarda la definizionc del caruncrc del dio Telipi .nu, dopo l'iniaiale interprerazione che ne [aceva un c l io della vegeta-

zione, con tuni i possibili accostarnenti alia figura del dio morcnte(Durnuzi, Auis, Adone)," Ie ipotesi attual i osci llano fra chi vi vede lecaratteristiche di un dio della vegerazione e di un dio della tempe-sta" e chi vi vede un dio connesso alia ferti lita."

In realta gia H.G. Guterbock aveva osservato la sostanziale sorni .

glianza fra i primi due tipi di divinira." Non a case Telipinu e Ja sua

sposa Hatipuna in un testa contenenre una lista di divinira" fannoparte del gruppo degli dei della ternpesta ed e significativo che esista

un mito simile al nostro sulla scornparsa del dio della tempesta, ilquale ha evidenremenre in se att riburi e connotazioni di duplice va-

lenza, sia posit iva che negativa, di divinira del la pioggia benefica edella ternpesta.

Nel mite vediamo che i l dio, piu che scornparire, si nasconde, in

luoghi deterrninati, su questa terra (la palude, la citra di Lihzina) enon nell 'olrreromba. Le conseguenze della sua scomparsa investono

la fer til ira globalmenre intesa e sono piu catastrofiche di quelle che

possiamo immaginare per un rnito a carattere stagionale (sia nella

prima che nella terza versione si parla di distruzione dell 'urnanita).

La condizione descr itta si adatta bene a si tuazioni di emergenzacome siccita, epidemic, terremoti, rna anche a disordini di caratrere

sociale e politico; in quell'accenno alle rnadri che non curano piu i

propri figli , alle mucche e alie pecore che fanno al tretranto, vi si puo

scorgere l'allusione ad un ordine soeiale sovvertito, negate, ad unmondo che va «alla rovescia»,

In conclusione, a mio avviso, Telipinu presenta nel rnito i carat te-

ri di una divinira complessa, riassumendo in se la funzione di dio

della ferti lita, di dio della tempesta e di protet tore del la famiglia rea-le, in definitiva, di tutto ilpaese.Altri due pumi si sono imposti all'attenzione degli studiosi, uno

riguardanre l 'cpisodio dell'ape e l 'a ltro iI fatto che nella prima ver-

sione del mira Tel ipinu sia pacificato due vol te" e che non si conoscaiJ motive per cui il dio si ad i ra una seeonda volta.

12. V. T.H. Gas ter, Tbesp ts, p a ss im; R . Gusmani, Le religioni dell 'Asia Mil10re .

lief primo m i ll e nn i a a . c. , in Tacchi-Vemur i ( a cura di), Storia delle religioni. To- .

rino 1970, 321; E . vo n Schuler, WdM, 201-202.

13· V. H.G. Gtherbock, Fcsr. ], Fr ied r ich , 209; B. De Vries, o p. c it ., 1 67 .

14· V . G . Kellerman, op . cit., 123.

I:;. Fest, J . Friedrich, 209.1 6. K U B xxv 23.

[7· KUB XVII 10 III 1-27; IV :;'-20'. In renlta v i c a nc hc i l ri ru nl c co nte nu to inKU B XVII 1011 12' -32', di cui n o n c o no s ci am o i lcelcbrantc. che pu c csserc rite-

nuto un terzo tcruativo di pacificazione.

La missionc dell'ape, presente in tune e tre Ie versioni, e stataconsiderata un episodic centrale del racconro cd e parso poco credi-bile che iIsuo tcntativo fallisea, visti anchc i suoi presunti Iegami con

la dca madre;" si e quindi pensato che la prima versione del mito siconcludesse con il felice esito della missione dell 'ape e che la sue-cessiva descrizione della furia di Telipinu fosse la prova dell'esisren-za di due motivi mitici, originariarnente distinti, uno riguardante un

dio della vegetazione e l'alrro un dio del la tempesta, conflui ti nello

stesso mite gia in epoca ittita. '9Inoltre la presunzione, nata soprattutto dal tentative di ricostruire

un 'unica versione del mito, - realizzata usando ad incastro le tre re-dazioni~ - che Telipinu debba essere pacificato una sola volta (dalla

dea Karnrusepa nella prima versione e da un mortale nel la seconda e

terza)"ha fatto ritenere che ilprimo rituale fosse un'aggiunta paste-

nore.Tutte queste ipotesi, tese a giustificare delle supposre incongruen-

ze del testo, possono essere valid e) tuttavia non e strettamente ne-cessario ritenere che la missione dell'ape abbia avuto successo, cost

come si e generalmeme accet tato, perche in ta l modo narra il testo,che anche I'aquila mandata dal grande dio Sole fallisce; del resto,

fall iscono gl i stessi dei, grandi e piccoli , e addir ittura 10 stesso diodella tempesta, padre di Telipinu.

In questa prospettiva fallisce anche iI rituale della dea Kamrusepae solo il rituale magico eseguito dall' «uorno del dio della tempesta»

si rivelera ilmezzo adeguato per raggiungere la diviniia, l 'unico tra-

mite possibile.

Rimane infine i lproblema della mancata conoscenza da parte no-

stra, a causa della lacunosira e [ramrnentarieta di tune Ie tre versio-

ni, del motivo iniziale del l'ira di Telipinu e del la sua conseguente

scornparsa. Nonostante le considerazioni esposte dalla collega F.Pecchioli in margine al mito della scomparsa del dio della tempe-

sra," nel nostro caso potrebbe trat tarsi di una eolpa eommessa dal re

e in tal modo si potrebbe intendere l'allusione a qualcuno che ha fe-rito (?) / violate (?) la divinita e vedere nel motivo della benevolenza

verso il re e la regina, preseme nell' ultima parte, non il semplice,

usuale augurio di prosperira verso la coppia reale, rna la r ipresa del

tema iniziale.

La colpa del re ha determinate la scornparsa del dio, con effetti

18.V. C . Mora, op . cit., 378 e n. 22.

1 9 · V . B. D e V ri es , op . cit., 16 9 e C. Mora , o p . c i t. , 3 77.

20. e fr . n . 3.

2.1. V . G . Kellerman, op . c ir. , 119.

22. v. p.93.

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disasrrosi per gli uornini e per gli dei: il racconro rni tico vede impe.gnari nella ricerca dapprima gli dei e quindi gli ucmini mediante

l 'impiego del rituale magico perche entrarnbi eoinvolti nelle conse!guenze della sparizione. •

Con l'esito positivo del riruale, e il ritorno della divinita, si ha la 'ricostituzione di quell'ordine, di quell'equilibrio, di quel benessereche era state sovverti to. Infatt i se la colpa e stara eommessa dal re,

ben si comprende la gravi ta della situazione, in quanto il re rappre. !

senta da una pane l'intero paese e dall'ahra la divinita stessa sullaterra. .{iQualunque fosse I'origine della collera di Telipinu e quindi Ia re-

lat iva «hmzional ita» di questo mito, va tenuta presente la possibi liu ~

che il racconto conrenesse anche un rnotivo eziologico di eui po-

trebbe essere testimonianza il frammento KEo XXVI 132, fino ad og:.gi non preso in considerazione. Infarti in esso si menziona Ia fonda.

zione di un «rituale perenne» da celebrarsi durante una fesra, Forse.di pr imavera, in una determinata citra, Forse Lihzina, se la viene ri- f

trovato il dio come si apprende daUa terza versione" del mito, L a .

supposizione che la Festa si svolgesse in primavera si basa sulla rnen-.

zione del «f iore di prirnavera» (KBo XXVI '32, 6') probabile allusio-

ne al bianeospino ehe ha un ruolo importante neI mito, dal momen-to che sotto tale arbusto si riuniscono gli dei in assembles." ..

A questa proposito si puo inolt re ricordare ehe, in epoea imperia-

le, fra le rnolte feste che si celebravano in onore di Telipinu, vi era

anche quella di pr imavera, come e testi rnoniato dalla preghiera del - ;

re Mursili IIa questa clio. ') C (i "J

" ) i > ; "

lj.l"

(A I I') Telipinu lsi adiro e grido]: «Non avresti dovuto f e ~rir[mi (?)' e nell'agitazione] si mise a correre con [la scarpa d~'I:

stra al piede] sinistro e con la (scarpa) sinistra [al piede destro.v(5') La nebbia invase le finestre, il fumo [invasej la casa e ri~

focolare i ceppi erano spenlri, sull'altare] gli dei erano soffoc~:

23· KUB XXXJII 9. 4'. No no st an tc s ia communis opinio c he T cl ip in u v e ng a rit~

vato in quesro luogo, il nome di questa citra C : integrate da l La roche , RHA tz(19<'5) 105. quasi intcramente pcrche r imangono solo scarse t racce del dcte~~

native UR U t= citta) c iscgni Ji-l1i. " ' . , ; " ! .

24. KUB XVII 10 III 28-29. I Ib iancospino e -menzionatc anchc in un resto de l m ! - _to de lla scomparsa de lla dca Hannahanna, KUB XXXIII 54 + 47 II 1555. v. p. 8~"

25· KU B XXIV I + II 3.6 . ~~

Prima uersione

I. v. p. 73 n. 4 a ll' imroduz ionc del mho di TcJipinu

(dal fumo), nel recinto Ie pecore erano soffocate, nella stall a i

buoi erano soffocati, la pecora trascuro il suo agnello, la mucca

tfaScuro il suo vitello.

(10') Telipinu scomparve, porto via nelle paludi il grano, la

fert i!i ta' la cresci ta, 10sviluppo' e il rigoglio ( tolri ) ai campi colri -

vati, ai pascoli; Telipinu se ne ando e si nascose nella palude e

sopra di lui crebbe l'erba della palude e quindi grano e spelta

non crescono piu; buoi, pecore, uornini (15') non rimangono piupregni (e) quelli che sono pregni non partoriscono pili [e Ie

monltagne inaridirono, gli alberi seccarono e i germogli non

spuntarono (pili), i pascoli inaridirono, Ie fonti seccarono e ne!

paese venne la carestia e gli uomini e gli dei morirono di fame:

II grande dio Sole Ieee una festa e invito i mille dei; mangiaro-

no e (20') non si saziarono, bewero e non si dissetarono e allora

il dio della ternpesta cerco Telipinu, suo figlio, e d i sse : «Te lip i-

nu, mio figlio non c' e, egli si e adiraro e ha preso con se tutto il

bene).

I grandi dei e i piccoli dei' cominciarono a cercare Telipinu, ildio Sole invio la veloce aquila (dicendo): <<Va'ed esplora (25') Ie

ahe montagne! Esplora Ie profonde valli, perlustra Ie limp ide ac-

que!».

-L'aquila ando, rna non 10 trove, allora torno ad informare il

dio Sole; «Non 1']'0 trovato, Telipinu, il valente dio!».

II dio della Tempesta parlo ad Hannahanna;' «Come faremo?

(30') Stiarno morendo di fame!». La dea Hannahanna disse al

2. Nel teste i tt ita compare il nome d el la d iv in it a I mm am i , p er so n if ic aa io ne d eJ

concerto di f er ti li ta . V . H . O rr en , R I A , s. v. Immarni.

3· J termini ittiti Ialbiasui «crescira» e mannitti «sviluppo» sono ritcnuti di origi-ne luvia c compaiono spcsso nei rituali kizzuwatnei. V. Haas . G. Wilhelm,

AOA TS 3 (1974) 31; A . A rchi, OA 16 (1977) 300.

4· l-'csprcssione e particolarrucnte significative per capiro 13 concezione irrira de lrnondo divino ed umano, intimameme connessi e iri terdipendenri.

~..L'cspressione indica 1 3 roral ita degli dei del pantheon i tt it a, d iv is i in Que grup-

pi zererclucememe disrinti pe r importanza.

6. L a dea Hannahanna e una div in ita anatcli ca col legata all a fer ti lit a umana ed

agricola, il cui nome puo essere scr it tO anchc idcograf icamente "NfN.TU e DIN·

GlR.MAI j. Ne lla vcr sionc irtita del mite di {;ilgame~ questa dee e responsabi-le della nascita di Enkidu. V. G. Beckman, StBoT 29 (1983) 239.241; E. von

Schuler , \ ' (fdM, 170 c 1 - 1 . Otten, RiA, r. v. Hannahanna.

79

dio della rernpcsta: «Fa' qualcosa, 0 dio della rempesta, va' e cer.

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ca tu stesso Telipinu!».

Allora il dio della rempesta comincio a cercare Telipinu; va al-

la porta della sua citra, rna (Telipinu) non apre la serratura; allo.

ra (il dio della tempesta) spezzo con un martelle la spranga.

[Non 10 t rove], (allora) il dio della tempest a si fermo a riposaree

si sederte,

Hannahanna (35') [invjio [l'ape] (dicendo): «Va', cerca tu :Tel ipinu!», [II dio del la ternpesta parj lo [alia dea Hannahanna].

«Igrandi dei e i piccoli dei hanna cercato e non 10 [hanna trova.

to], ora (e mai possibile che) vada questa [ape e 10 trovi?). Le

sue [al]i sana picco le, i! : piccola essa stessa, Sana essi forse diver .

si?».

La col. 11 manca di circa 16 righe iniziali e molto frammentario el'inizio della tavolerra fino alia riga 8. II testo che segue (It 9' '32')

contiene l'invocazione a Telipinu e il riruale magico inteso a pacifi-care ildio irato.

(It 9') Eccovi il linirnento per Ie contusioni! [ ... l ora, a Telipi-nu Ia tua anima [sia lenita ... l e poi [volgiti] can favorje] verso il

re [ ... ). Ecco qui il ristoro [ ... l ora, [0 Telipinu, la tua animal

(13') sia ristorata, ecco qui par[huenol,' iJ euore abbando[ni (l'i-

raj ... l. Ecco qui il sesarno, [ora, 0 Telipinu, Ia tua animal sia

confortata, ecco qui il fico e come [il fico] (e) dolce (cost) [l'ani-

mol di Tlelipinu] (18') sia dolce; e come l'olivo [tiene] dentro

di se il suo olio e [come Ia vite] tiene dentro di se iI vino, tu 0

Telipinu [ . .. l dentro il tuo animo rieni Ia benevolenza. Ecco qui

il/iti' e [l'animo] di Tel ipinu (23') unga; come il malta e illievito

di birra si sana cornbinati sponranearnente, (cosi) l'anirno [di

Telipinu] sia in armonia can le vicende dell'urnanita; [come hi

spelra] e pura, cosi l'animo di Telipinu sia pura; [come] il micle

e dolce> come il burro i! : morbido, cost l'animo di Telipinu sia

dolce e morbido.

7· 1 1 [ e rmine inira porbuena c di incerto significate. Forse indica una sostanza ve -getale . !

8 . " ' -' I il i e ilnome di un a pianta da cu i si ricnva u n o li o, c om e dimostra anchc que'

StO teste. V. CHD 3i1, 72-73. ."

80

(28') Ecco, 0 Telipinu, ho spruzzaro con olio fine Ie tue stra-

de' e tu, a Telipinu avanza sopra le strade cosparse di olio fine; il

legno iabi" e iIIegno bappuriya" siano a portata di mana. Come Ia

canna (?) e il giuneo (?) per la lora natura (sono) flessibili, cost

tu, Telipinu, sii disponibile.

(33') Telipinu, infuriate, venne tuonando e lampeggiando; gill

1 3 nera terra e a soqquadro; Karnrusepa" 1 0 vide. prese con se l'a-

la del l'aquiIa e tenne (Telipinu) sot to controllo,(m I) L'ira -la tenne sotto conrrollo, la rabbia -Ia tenne sot-

to controllo, il rancore - 1 0 tenne sotro cant rollo, Ia furia - Ia

rerme sotto controllo.

(Allora) Karnrusepa dice agli dei: «Andate, a dei, eeeo Ha-

panrali' pascollal le pecore del dio Sole; scegliete dodici monte-

ni e io i chicchi di grano" di Telipinu trattero (magicamente); (5)

ho preso un seraccio (con) mille fori e ho sparso i suoi chicchi di

grana e i montoni di Karnrusepa Ii ho bruciati da tutte Ie parri

per Telipinu; poi ho preso a Telipinu, (,0) daI suo corpo, il suo

male, ho preso il suo ran core, ho preso Ia sua ira, ho preso Ia suarabbia, ho preso la sua collera, ho preso la sua furia.

Telipinu (e) adirato, e il suo cuojre] e il suo animo" sana pres-

sati (come) paglia e (15) come si e bruciata questa paglia, cosi

9.' Spcsso ne i rituali i tt iri si preparanc de l l e «srradc» (KASKAL ) in senso mate-

rialc c on o li o, miele e alrri ingrcdicmi, sullc qu ali Ie divinira sono invitatc a cam-

minare per csscre «atrirate» in dererminari luoghi.

roIllcgno Job i e un tipo d i l cgno chc puc esscrc bruciato (com e ne l rituale pe r

propiaiarc lc d ee A nzil i e Zuk ki , KUB XXXII 67). Nc I mire d i H cd am m u (KllB

XXX lit 84 + IV 6') iI drago bcve un a bevanda in cu i c sciolto anche del legnc

fohi. cvidentcmcntc ridotro in polverc.

II. Si tratta di un legno no n identificeto. Cfr. J . Tischler, HEG, 167·

12. Kamrusepa e il n om e i tt it a del la dee di origine har ti ca Katahziwuri , v. n. '3

d e l rnito «L a Luna che csde dal cielo».

I}. Hapantali i: un a div in it a pro tcnr icc di cu i no n e nero il se sso . ~ presente in

rcsri di feste e ne i rrartari imernaz i ona l i . V . H . O tt en, R IA . r. v.

'4. I I t e rm i n e inita karasrur. qu i inrcrpretato c ome «chicchi di ~rano~ C i.O\~e

tradctto da V. Haas . G. \Vilhe lm . A OA TS} (1974) 25 com e «g il scelii», nferno

c io e a i montoni.

I , . L a fo rm u la ZI.SU karaz-liI «il suo an im o (c ) il su o eucre» c de intendersiC Om e u na e nd ia di pe r indicate l'assenza d i o go i essere. Infarri la troviamo rif~rita

n an so lo a gli dei, r n a a n ch e allievitc di Birra e a l m alta (cfr. la seconda versrone

de l mite di Te lipinu , B III 10').

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bruci l'ira, la rabbia, il rancore, la Furia di Telipinu e come e ste.rile [il malto] (cosicchc) non 1 0 porjrano] nel campo c non 10 .

usano come seme e non ne fan[no] pane (e) 1 0 mettono in mao

gazzino, cosl l'ira, [la rabbia] (20) il rancore, la furia di Telipinu

diventino srerili.

Telipinu (e) adirato, il suo animo [e il suo] c[uore] sono fuoco

ardente, (allora) come questo fuoco [si spenge], cojsl] l'ira, la

rabbis, la furia lsi spengano].Abbandona, a Telipinu, l'ira, [abbandonal la rabblia] (25)

abbandona la furia; e come l'acqua nella conduttura non [scorre

all'indietro], cosi l'ira, la rabbia, la furia di Telipinu non vclnga-

no] piu,

Gli dei sotto il biancospino [nel postal del'asl semblea], a lun-

go [ ... l (30) e tutti gli dei siedono: [Papaya], Isrustaya,' Ie idee

del faro,' Halki,' Miyaranzipa,' LAMA," Hapantali. Per gli dei

lunghi anni [ ... l fissai e purifica i.

(C 9') [ ... ho preso] il male [dal suo corpo], a Telipinu, ho

preso [l'ir]a, ho preso la [rab]bia, rho preso] il ran[core], [h~preso] la furia, ho preso [la cattiva] lingua, il cattivo malleolo

[ ... l, ho preso il fiore della primavera, [ ... l ho fondato un peren-

ne sacri ficio [ ... J, la finestra d'oro [ ... 1 » .

Segue una lacuna di circa 15 righe che puo essere parzialrnente

inregrata secondo KUB XXXIII 54 + I I 1555. ) testo apparrenente al

mito della scomparsa della dea Hannahanna: .

16 . Papaya ed Istustaya sono divinira stonie initc, prescnri anchc in tcsti hartici;che presicdono al destine umano. V. G. Frantz-Szabo, RIA, s. v.

17 . L e «d e e d e l faro. sono divinita d i carancre ctonio, spcsso collcgatc alle divi-n i t a P apa ya c d Istustaya. L a lo ro funaionc c cspressa d al lo ro stesso nom e che cserine ideograficamcnte c o m e GUL.s; infatti qucsto i dc og ra m m a si gn ific a «scri-

verc, incidcre, stabilirc». Sono percic le de c che fissano i limiti de l destine urns"

no , simili alle Parche. V. H . Otten, RIA , s. v. ~

18 . Divinita maschile, pcrsonificazionc de l grano. V. E. von \ '< l c ihc rn , R IA, s . o.

19· Miyatanaipa e un a divinira del la vegetazione, il c ui n om e e connesso a l l ' agge t ·

rive miyant- che si rifcrisce all 'abbondanza dci c amp i , dei raccolti ccc. v . CHD

312,1l3·I17·

20. V. n. 43 dell'imroduzicnc.

«Tu, 0 biancospino, in primavera sci rivestito di bianco e (nel-

la stagione del) raccolto sei rivesrito di rosso! (Quando) il bue

passa sotto di te, tu gli tiri il ciuffo (A IV I) e quando la pecora

cerca di allontanarsi da te, tu le tiri il vello, cost tira via , 0Telipi-

nu, l'ira, la r ab bia , i l rancore, la fu r ia .

(Quando) il dio della tempesta viene infuriato, (5) l'uomo del

dio della tempest a" 1 0 ferma; (quando) la pentola bolle, il cue-

chiaio (?) la ferrna," allora le mie parole, (quelle) dell'umanita,

fermino cosi a Telipinu l'ira.Ia rabbia,la furia.

Scompaia l'ira di Telipinu, la rabbia, il rancore, la furia! La

casa le lasci andar via , (10) I 'onnosnonzo" centrale Ie lasc i andar

via, la finestra le lasci andar via, il cortile interne, attraverso il

cardine (della porta) le lasci andar via , it portale Ie lasci andar

via, la strada del re le lasci andar via; non vadano nel campo che

da frutti, nella vigna, nel bosco, rna queste cose vadano per la

strada della dea Sale della terra. ~

II portiere ha aperto i sette battenti, ha tirato i sette chiavistel-

li, (I5) giu nella nera terra stanno i calderoni di bronzo e i lorocoperchi (sono) di piombo, la loro chiusura e di ferro, cio che vi

cntra no n torn a piu su , m a vi m uo r e dentro. C he e ssi a ffe r r ino la

rabbia, il rancore, la furia di Telipinu, cosicche non possano piu

torn ate ind ie tr o .

(20) Telipinu torno a casa sua e si prese cura del suo paese; la

nebbia usci dalla finestra, il fumo abbandono la casa, furono al-

lestiti gli altar i degli dei, nel focolare i ceppi bruciarono, nell'ovi-

Ie l e pecore furono liberate (dal fumo), nella sralla i buoi furono

liberi (dal fumo) e la madre accudi it suo figlio, la pecora accudt

ilsuo agnello, (25) la mucca accudi il suo vitello e Telipinu (ac-cudi) il re e la regina e Ii provvide di vita e di forza per l'avve-

nire.

21. Si trana di un saccrdote parricclarc , anivo nel culto di Ncrik, ch e in quesec

C ' a s o agisce c om e esorcista.

22. Evidentememe 1 3 similitudinc allude a l cucchiaio (?) che, Immerse nel l iquido

bollcnte, ne arrests l'ebolliaicne.

23· U [ e rmine costituisce un hapax, indicarne una pa r te d i un edifice. J . Puhvel,HED p. 64 . pensa a d una colonna 0 ad un pilasrro.

24. L'cspressione equivalc a «mcndc sonerraneo».

Tclipinu si PI'CSC cu m d el rc c dnv aru i II Tclipinu si innalzo un gr"ndi (e) gli dei piccoli 10 h anno ccrcaro, rna non l'hanno tiro.

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nlbero eya.' un vello di pccoru c appcso sull'albcro " Y " c dentro(i l vel lo) c'e grasso eli pecora c dcntro (30) c'e il dio GIR del gra-

no e de l vi no c poi dcnrro c'c il bcsriarnc c poi ci sono lunghi an-

ni (dell'avvenirc) e la progenic e poi dcntro c'e il dolce rnessaggio

dclJ'agnello, c'e ascolto cd csaudimenro e poi dentro c'e il dio

[ ... 1 u gualmcnte, poi denrro co la coscia desrra (35) c poi dentro

c'e I. crescira, 10 sviluppo e il rigoglio,

Secondo uersione

(A I 2') [I buoi, Ie pecore, gli uojmini [non si accoppiano pill'

e] quelli rimasri gravidi non partoriscono pill. "

Nel [paese] c'e la carestia c [il grande dio Sole fece una festal

e [invito] gli dei grandi [c piccoli]; [mangiarono e non (6') furo-

no s lazi , bevvero c [non si disserarono],

[II dio della tempests] parlo agli dei e (disse): «[Telipinu non

c'e], si e adirato e [ha preso con s6 rutro il bene] e nel paese [c'ela cajrestia».

Allora gli dei gra[ndil e piccoli [cominciarono a cercare] Tell;

pinu e (II') non 10 [trovarono],

II dio [Solie invio [l'aquijla veloce (dicendo): «[Va', cerjca

[Telcjpijnu]!». L'aquila an [dol ed esploro [le montagne] ed

[esploro] i fiumi, rna non 10 trove e riporto [la norizia al dio So;

le] (r6'): «Non l'ho rrovato!»,

(B II4') La dea Hannahanna invio l 'ape dicendo: <<Va' [ ...1 .

cerca ru Telipinu e gua[ndo 10 trojvi pungilo sulle mani e su i

piedi c fallo alzare. Poi prendi della cera e puliscilo, puriticalo econsacralo (9') e portalo da mel».

II dio della tempesta parlo alia dea Hannahanna: «Gli dei

2 , . L'idcmificazione d i q ue st a pinnm ha costituito u n p ro bl em a di n on fa cile so '

Iuzionc per mold s tudiosi . Si trnttn di un albcro-sirnbolo. probabilrnentc un

scmprc verde , col legato sin nl concerto d i percnniu che a qucllo d i c sc n zi o nc

dallc tassc, c om e sappiamc dalla rnccoha d e ll e l eg g i. V . F . Impnrati, Le /eggiilli!

te, Roma 1 964 , 2 39 . Trn Ie intcrprcmzioni pi u convinccnti si collocano quelle e li

V. 1'10", UF 7 (1975) 227'233 e AOF 5 (1977) 70, ehc vcdc ncll'albcro ". II

querela . c q ue ll a d i J . Puhvc l , HED, 2,6 c he p cn sa a l r us so . D n ul t imo v . HW'I1,

22·27· J

v"lto. Ora va questa ape e forsc 10 r rovcjras] Le sue [al]] (sono)

piccolc c lei srcssa (14') c piccola. Sono forse essi diversi?».

La de" Hannahanna parlo al dio della ternpesta: «Lascia fare!

[Quell a anldra (c) 1 0 rrovera»,

L'apc [ando], comincio [a cerclarc [Telipinu] [ ... cerlco e i

numi [ . .. ccr lco.Jc fonti [ ... 1 .

L a c ol. II del teste D, moho [rarnmeruaria, contiene l'episodiodell'ape che, trovato Telipinu, 10punge facendolo infuriare. G~ dei

[mpauriri chiedono ad un mortalc di pacificarlo, probabilmente per

mezzo di un'ala di aquila. Segue il resto Cliche conriene un rituale

rivolto a Telipinu perche abbandoni la sua collera,

(C " r') [Ecco per te ugualrnente] c'e [ristoro], co [ ... sial no

placajri .. .J . [Rivolgiri] benevolmenre [verso iI re, la regina, i f igli

del re]. [Ecco per re ugualrnentc] c'e [parhuenal e l'anirno [ ... 1

(5') per il re, per la regina, [per i figli del re si]i [invocate]. [Ecco

per re ugualrnenre] c'e [la coscia destra] [ ... 1 c il paese di Hatri

[...1 quando [ ...1 (10') [ecco per re uguajlrnente [c'e il filco e co-

m e [ . .. J .

La sirnil itudinc del fico puo essere rurtavia cornpletata sccondo

KUB XXXIII 68 " 6·8 e KUB XXXIII 75, 13'18, tesri relativi risperti-varncnre al rnito della scornparsa de l dio della rernpesta e del la dea

Hannahanna: «come illico (e) dolce, cosl il tuO animo e il tuo cuo-

rc siano dolci, come iI f ico ha dentro di se mille semi, cost abbi den-tro (di te) rnolto caro iI re, la regina, i l paese di Haui».

(B III r') [ ... 1 cacci via [ ... 1 [ecco per te ugualrnenre] c'e [cejra

c [...1[di Telipinu

l'ilra,la collera, [il rancore

cla furia con tel

cac[cil via.

(C lJI 5') [Ecc]o per re ugualmente c'e spelra e come la spelra

/! [purla, [cosl] di Telipinu [il suo cuore e la sua animal divenga-

no puri.

[Ecco] per te ugjualmenre] c'e lievito di birra e malto e [eo.

mel il lievito di birra e il rnalto si congiungono nell'inrerno e il

101'0animo (e) illoro (10') cuore diviene uno solo ( ... 1 con la bir

ra (c) fan no ubriacare [l'uomlo adiraro (cosicche) da lui poi l'ira

[scomplare, (e) fanno ubriacare l'uorno angosciaro e l'angoscia

gli [sparijsce, [cOSI il lieviro el i birru c il malro] tacciano ubriacs.

re IC, [Tc1ipinu) [. .. J .

egli si allzo}, e [cosl] (disse) Telipinu: "[0 mi so no adirato! [ ... JPerche voi [avete fatto alzarc] me che dormivo e perche avete

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(A IV I ') [Come il fuoco si spcgne, a Telilpinu la car[riva ir~,

la col lera il rancore, la furi]a si [spenga].

Abbandona, [0 Telipijnu, l 'ira, [abbandonaj la coller]a], a b obandana [il rancore], la furia e [come) (le acque) (5) [non scor-

rona all'indierro) (nelle) condutture, (cosi) [Ia cattiva ira) di Te-

lilpinu], la collera, il rajncore], Ia fu[ria), non to[rni indietro].

(D III3) [Vad)a Ia cattiva ira, Ia collera, il [rancor]e, Ia furia,c ia non vad]a] in un c am po fiorito, in un bosco, in una vigna e

valda] (invece) su un senriero della nera terra; vasi palb i di ferro

(sana post i) sul la nera terra, (8') illoro coperchio (e) di piornbo,

ci a ch e entra no n puo risalire, rn a dentro va in r ovin a. L a c att iva

ira di Telipinu,Ia (sua) collera,Ia furia (13') il rancore, Ie cattive

lingue, i cattivi malleoli (?) vadano dentro e poi non risalgano

(piu), rna dentro si deteriorino. .J

Mangia dolcemente e bevi dolcemente, ecco l'olio fine di Teli~

pinu, il sentiero sia cosparso con olio fine' (18') Allora va', il tuo

Ietto (sia) di Iegno Jahi e di legno happ[uriya), e quindi dormi;

come il giunco (?) si dispone, cosi tu sii disponibile verso Ia regi~

na e il re (e) nei confronti del paese di Hatti.

Terza uersione

(A ][ 3') [... Tu cerjca [Telipinu], quando 10 hai trojvato],

[pujngijlo sulle mani e su i piedi] e Halla alzare, allora prendi

della cera), [pulisci] i suoi occhi (e) le sue mani, [purifilcalo e .

conducilo da me.

(B II I) [Ando] l'ape, [esploro] Ie alte montagne, esploro I t[profjonde [valli esploro Ie lirnpide] acque, nel (suo) [interjno ~

miele fini [ ... l, [ia cera] fi[nil e 10 [trove] su un prato nel bosce

del pajese di Lihzijna' e (5) (10) punse sulle mani e su i piedi e 4~t~

: 1 . -

26. Ci tt? ! : d i origine hattica, sede di un cuho del dio della tcmpesta dctto appuotO

«d i Linzina» spcsso prescntc nei trattat intemazionali. La sua lo ca liz za zi on e e d lporrc ne l Nord dcll'Anatolia. V. G. Del Monte, RGTe, 247'248; G. Frana· '

Szabo, RIA, s . v . L a c in a c om p ar e anchc nel tes to ser ine in palaico KUB xxxn 18

"4' e nel duplicate KUB xxxv 168. 2' che comiene un racconto mitologico ess

86

.. 3arn.

fattOparlare me [che ero adil rato? [Tel ipinu] divenne [inlfur iato

e poi la Ionte [ ... ) fermo [ J (to) delvio] i fiumi scorrenti [ ... l li

tr.sforma in letti rocciosi [ J rovescio [. .. ) le cijtta], rovejscio]

le case.

Egli fece morire [l'urnanilta, fece perij re] i buoi e le pecore

[ . . . J gli dei dissero (15): «]... e Telipinu si adiro; come farerno,

come faremo?». [ ... l e un [uo lrno chiamalte] ...

3. Telipinu e la f iglia del Mare

I.Tesro: CTH 260. I.A. KUB XII60; B. KUB XXXIlt8,; I ~ A 4'

10; 2. *KBo XXVI 128.

2. Bibliografia essenziale. a) Trascrizioni: E. Laroche, Textes my-

tbologiques bittites en transcription: RHA 77 ('965) 79.80; R. Stefa-nini, AGI 54 (1969) ,61'162. - b) Traduzioni: R . Stefanini, op. cit.,,62·,64; B. De Vries, The Style 0/ Hittite Epic and Mythology, Ann

Arbor 1967, '5'16. - c) Commenri: B. De Vries, 01'. cit., 15'16, pas-sim, R. Srefanini, 01'. cit., ,6,'164; H.A. Hoffner in Goedicke and

J.].M. Roberts (edd.), Unity and Diversity, Baltimore 1975,137'138.II verso de l testa B contiene par t e di un rituale di cui no n possia-

rn o a ff er m a r e c o n s ic u re zz a ch e appartenga al mito in quesrione .

Questo b re ve e piso d io m i to lo g ic o e c on se rva to in d ue fr am m e nti

di tavoleue, copie diverse dello stesso testo. Artualmente possiamo

d is po r re a n ch e di un terzo frammento, KB o XXVI 128, pur t roppo

mo l t o lacunoso, apparrenente quas i sicurarnenre a qu esta m ir a.'

Quello che r im ane d i qu esta mito e incentrato su l rapirnento d el

dio Sole del cielo da parte del dio Mare. Poiche in seguito a questa

sparizione ne l pa ese Ie co se com io c iano a d a nd a r e m ale , il d io d ella

ternpesta ordina al figlio Telipinu di cercare ildio Sole del cielo e di

r iponarlo nel cielo, Telipinu, dopa essersi recato dal Mare che, im-paurito, gli rende il dio Sale e gli da anche sua figlia, torn a in cielo

dal dio della ternpesra.

gui lo da un inno 31 die Zapa rwa, principale die de l pantheon palaico, prcbebil-

m em e un die del la tempcsta.

I. a.G. G ur ne y, in Fest. H.G . G i i le rbock ' , 61 ha pubblicato in trascrizione u n a l·

tro frammenro, provenieme da una collezionc privata e anribuiro a qucstc ~it .o

anchc se ilductus c m oho pili amico . P er it suo riferirnento a q u al cu n o c be « m vr a

k Pecore» (2'). vicnc collocate delle studioso dopo KUB XII 60.

A quesro punro i lMare pretende di avcrc qualcosa in cambio del.'1<1lglia c il clio della tempesta si rivolge a Hannahanna per cons],

Telipinu ando al Mare e [il Mare] ebbe paura c gli [deue sua]

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glio. La risposra della dea non c chiara, met i l senso del discors~'

sembra indicare che il dio della tempests debba aderire alia riehiestedel Mare. II miro si intcrrompe a questo punro, '

II f rammento KUB XXVI 128 non offre mold elernenti ulrcriori allosvolgimento del racconto e non e possibi le dire in quale punto della

narrazione si inser isca. Infani sembra che Telipinu si rechi dal Mare

e gli diea che giacera con sua figlia. Non si puo cscludere che faccia

parte di una versione piu lunga e articolata della stesso miro. ". Data la pieeolezz~ dei frammemi rimasti di questo mite non pos-

siamo sapere con sicurezza se questa raeconto si colleghi a quellodel la «Scomparsa del dio Sole», anehe se vi ri troviarno gli stessi per-

sonaggi (il Mare, la figlia del Mare, Telipinu, ildio Sole del cielo).

L o svolgirnento della narrazione segue ilmodelio ben conosciutodei J?iti della scomparsa di un dio, con ieonseguenti effetti negativi

per il paese e la suecessiva ricerca della divini ta; tuttavia e interes-sante notare, da un Iato, la collocazione temporale di questo episo-dio che si svolge ai primordi della storia e, dall'altro, l'allusione ad

una bauaglia fra gli dei, anche se non e possibilc stabilire se si tratti

di una Iorta per la supremazia 0 per una diversa disrribuzione delle

rispet tive sfere di inf luenza (si veda alla r . Ila menzione del cielo, larerra.J'urnanita).

Per l 'analisi del le ist ituzioni matrimonial i a cui al lude i l rnito si ve-

da ilcomrnento al mito della «Scomparsa del dio Sole».

(A I I) Un tempo il grande M[are)' [ ... J, il cielo, la terra, l'u-

manijta ...J; egli (ilMare) deue battaglia e porto gill [il dio Sole

del cielo] e 1 0 [nascose (?)J.

(5) Nel paese Ie eose comineiarono ad andare ma[le ...J. (il

paese) perisce (?)' e ilMar[e . ..J ness uno puo contrajstarlo].

I!dio della tempesta chiarno Telipinu, il [suo] valente pri[mo

figlioJ (e gli disse): «Orsu Telipinu, tu [ ... J vai al Mare e (10) ri-porta dal Mare ildio Sole del cielo».

J. In realre in KWB XII 60 I 1ilsegnc iniaiale non c una 0, come ci aspeuerem:

mo, inizio della parola ini ta anota «mare, rna una e. Forse si tratta di un erro~

del le scriba, da ta [a somighanza dei due scgni .

2. E. Laroche, ap. cit., 79 leggc lI)o·lIa-an-ku.us-zi, probabilmente suUa base diKtlB XXIJI 81 I 3. dove i scgni sono moho ravvicinan, rna questa lcuura r iswtl

intraducibi le . Nel tes ta pr incipalc A si puc leggcrc ]X - 1 10 - 011 I I I o- u I -1 . i «...cade-.

Dare t lcontcsto, a mio avviso, e prcferibile quesr'uhima lctnira, inrerprcrando i1

verba «cadere» nel sense rnerafcrico di «rovinare, pc tire», come e documentstOin CHD 312 ( '983) 212. .

88

figl ia e gli derre (anehe) iI dio Sole; allora Telipinu riporto dal

Mare [il dio Sole] e la figlia del Mare e (15) Ii pojrro] presso iJ

dio della rempesta.

II Mare rnando (a dire) al dio della tempesta [ ... J : «Telipinu,

rue figlio, [ha preso] in sposa mia figlia e se lIe portata via. [Che

cosaJ mi darai? [ ... J II dio della ternpesta disse a Hannahanna:

«[EccoJ (20) un fiume (?)' venne dal Mare' e pretese til prezzodeUa sposa]; ' dovro dargli cia 0 non dovro darglietlo)?» .

Cosi disse Hannahanna al dio deUa tempesta: «Tu gli devi da-

re cia [ ... J egli ha preso in fidanzamento qui [ ... J e qui e mille

che gli derre [ ... J mille buoi, mille pecore detre e [ ...J .

4. M i to d el d io d ella te mp e sta

J. Testi, 0) Scomparsa del dio della ternpesta del cielo.' CTH 325,

~.E. Laroche, op. cit., 80, legge ill-as «il f lume», precisando che e srato scfino

eapres une raturc». A questa lenura si at tienc anchc R Srefanini , op . cit.,102,

rnain rcal ta, a giudicare dal l'edizionc del teste, s i t rar ta di due segni roni seguin da

)·mo-a5. Cosl intende anche B. De Vries , op , cit., 16. che non legge isegni c a in-

tegra «messenger ( ? ) > > . Stefanini, loc. cit., traduce COS! il passo: «Ecce (ora) 3V-

v cn nc ch e il f iume esige (/prercsc) da l m arc ... », e im end e la F ra se co me «m eta fo s

faprovcrb ia lc» con le qualc i ld io della tempesta esempl if ica l 'assurdi ta de lle ri o

chicsta de l Marc, cost come c assurdo c conrro natura che un f lume pre tenda ac-

qua dal marc. L'intcrpreraaione risuha difficile perche presupponc che in questa

«mcrefora» il dio dclla tcmpcsta si idcntif ichi can ilmarc e ilMare (diviniral canil Iiume. Tuuavia S I porrebbe anche integrare EGlR-pa -ma-a i e intendere «poi

da l Mare egli vcnne», ossia 1 0 stcssc pcrso na gg ic a cui ilMare ha fane riehiedere

qualcosa in cambia (ovvero it prczzo della sposa, r. 16).

4 . R . S t c fe n in i , t o e . cit, inrende ilmare, in questa caso non come la divinita, rna

C O m e mare in sensa fisico, conrrapposto al fiume. A mio parere invecc si tratta

SCmprcdel dio presso i l quale cv identemente si rcce un f iume (fcrse in veste ill

mcssaggero?) oppure un altro personaggio.

t ~o accoho l'integrazione kuIolo «prczzo della sposa», proposta da B. IDe

ncs,op. cir., 1 6.

I.Ho riuni to in questo primo gruppo iesri chc hanna come proragonisra il~i~

della tempcsta del ciclo, l 'irtita Tarhunttto, e il dio della tempests senza uheJ?o~

specificazioni. La presenza di Tarhtllz(/)a e rcsa sicura dalle complemenrazioni

fOnetichc: JIM-flo-aICTH 325, A I 37', }8', 3,9', J117', 10'; CFH HI, I 1111; J r M _

lIa·i(o) Cfll-l 3'25, A 1119'; JIM_lIo_!{a_ot) €T H HI, I III 15,; J IM_niCTH ' 325 .A

III}', IV16'; €T H }}2. I A 115'; <lU_lIiC11=1325. A 1114'; J IM_to Cl iH }25. AIII I}'; o r. a nc he CTH 332, 1A I 2' IIcpi.rlar'L\1'OIl (?). - N cl fra mmemo C TH

v ersione princ ipa le: A . K U13 XXXII I 24 + *KBo XXVI 124 (+?) KUB

XXXIIIis; B. KUB XXXIII22 + 23; C. KUB XXXIII25 + 26 + 27 +ravoletta: I.KBo xv 32; 2. KBo XV31; II tavolena: KBo XtV86 +

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29 + *KBo XXVI133 + KUB XXXIII30' + XXXVI71. CTH 331, ildi~della tempest a a Lihzina:' I. "KBo XXIlI4 + KUB XXXIlI66; 2. KUB

XXXIV91. CTH 332, frarnmenti:" LA. KUB XXXIlI33 (rnissione del-l'ape) ; B. KUB XXXIII79; 2. KUB XXXIII34 (scoperta c ri torno del

dio); 3·A. KUB XXXIII68 (rituale ruagico); B. *KBo XXVt 125; 4.IBoT 11114 (colofone).' - b) Scornparsa del dio della rcmpesta «dellapersona». CTH 326, il dio della regina Asrnunikal: A. KUB XXXIll

15 (+) 21; B. KUB XXXIII 16; C. KUB XXXIIt18. CTH 327, il c l i odel la regina Harapsi li:" A. KUB XXXIII19; B. KUB XXXIIt 20; C!

KUB XXXtll31; D. KBo VlIt 69; E. KBo XXI27. CTH 328, ildio del-10scriba Pirwa: I.KEo XIIt 86; 2. KUB xxxru 32; "3. KBo XXVI129

(?). - c) Scornparsa del dio della tempests di Kuliwisna, CTH 329:.!

332, r A, crea problcmi la prcscnzn dcl tcrminc MUNUS.LUGAL- l1s in I 2': PUQ

tranarsi infani 0 del soggeno del la frase, forse appos izionc di un nome di d ivini ti

([«La dea ...J r egina [man do a cc rca rc il die della te rnpcsta de l] cie lo»), oppure

di un genit ive (<<[(qualcuno) mando a ccrcare i ld ie del la rcmpcsta del] ciclo del -

la rcgina»). I n quesr'uhimo caso il testa por rcbbc appa rrcncrc al gruppo del dio

della rcmpesta «della pe rsona»; si dcvc rcnc r come pcro del fane che in tali testi

il nome del d io del la tempcsra e semprc ser ine in forma complcramcnte idcogra-fica, senza complementazioni fonctichc. '

2. Questa ravoler ta v iene ralvol ra cit ata col numcro di inventario 65r ic (v. peres.

H. Otten - C. Rtistcr , ZA 63, 1973,87), il che puo ave rc indottc G . Kelle rman;

op. cit ., 136 n. 28, ad affermarc chc i l f ranuncnto 65r1C devc csserc aggiunro ai

resri trascrini da E. Laroche. .'.

3· Questa versionc de l mite del dio de lla tcmpcsta prescnta uno strano episodic,

che non t rova r iscontro alt rove: i] dio della rcmpcsta, dopo aver com pima un!

qualche impresa nel la citra d i Lihzina, inconrra otto giovani dei , suoi f ig li (?) , c h e "10 spingono a fare un'azione per la quale essi sono inadeguati. L a menzione invc!.

ce de lla c ine nord-anatolica di Liha ina , probabilmentc di originc hattica, flOU

come sede di un die dcUa tcmpesta , c f requerue ncl mite del d ie scomparso (Y !

anche Telipinu). r

4: Nci Frammenri qui caralogati (a parte il teste LA, per cui v. n. 1) il nome de ldie della rcmpcsta appere privo di spec if icaa ioni c di complcmcmaaioni foneti-

che , che pe rmenano di identifica rlo. - G. Kellerman, op. cit ., 125'126, ritienCI

c~c encbe i l f rammento KUB XXXIII 58, catalogato dal Laroche fra iresti del mitO

di Inara (= CTH 336, 4), appartenga ad una qualche vcrsionc del mite del &0

della tempesta, dal momenta che l'ape , invia ra da Hannahanna a lIa r icerca di W 1 !

divinit~ scomparsa, ritrova il carro di talc divinita. Sappiaruo infatti che il carroc

un att rlbu to t ipico del d io della rempcsta.

5· «La prima tavolet ta del l' invocazione del d ie del la rempcsta (c) Iinita». ~

6. QUCStO teste C mcnzionato anchc in una tavolena di cara logo, KUB xxx 65:1i \

IJ 13~per cui v . E. Laroche, CTH, p . 170): «[Un:1] tavolcua _ Dcll 'in[vocazioneJ

de l die della tempests di H a ra ps il i - [Finc]». !i~,

90

KUB xxxrn 17 + KBo IX 109.' ...2, I3ibliograna essenziale. a) Trascrizicni: E. Laroche, Textes my-

I ho lo g/q u" .s b in itc s e n transcription: RHA 77 (t965) 111-134; H. Ot-ten D i e U b er li e/ er ul 1g el 1 d e s T e li pi l1 u -MY lh us (MVAeG 46,11. Leip-zig'1942, 47-69 (parziale). - b) Traduzioni: H.G. Guterbock, tn

5 N. Kramer (ed.), M ythologie s of tbe Ancient World , New York

19<;"144-148 (traduzione parziale di CTH 325); Idem, in W. Rollig(cd.), Altoricntaliscbe Literatureu, Wtesbaden t978, 243-Z46 (tradu-

zione parziale di CTH 325 e 329)·.~ c) Cornmenti: H.G. Guter-bock, locc cill.; G. Kellerman, Herhitica 7 ('987) 114-116.

La scomparsa del dio del la tempesta e oggetto di varie composi-

zioni mitologiche, tune inserite in rituali magici.' .La piu ampia e meglio conservata e q~e~a relativa aUa sco.mparsa

del la principale divinita del pantheon tt ttta,. Tarhuntt )a, dio della

tempesta del cielo, che ci e pervenuta in vane tavolette, [(~da~t~ne!periodo imperiale 0 durante ilmedio regno, sulla base di originali

arnico-ittiti (gruppo a).9 .. . . " ..

Di queslO mito, come di quello di Telipinu, eststono piu verslo~I:

I.una versione principale (CTH 325), che corre parallel a al rmto

di Telipinu; .. .2. una versione nella quale e inseri to uno strano episodic che SI

svolge presso la citta nord-anatolica di Lihzina (CTH 331); .3. frammenti di altre versio.ni (?), :lg~ardantI episodi 0 rnomenn

rituali che mancano nella versione principale (CTH 332).Altre composizioni (gruppi be c):" purtroppo in cattivo srato di

conservazione, hanno come protagonista if dio della ternpesta perso-

7, Rimangono anchc numerosi f rammenti di ritualc per iI dio della tempests di

Kuliwisna: v. crn 330.

8. La vcrsionc principale de l mire della scomparsa de l dio della tem~ta de l cic-

Io (= CTH 325) , che e moho simile al mite di Telipinu, pr esenra puma del r ec-

como mirico una parte a carancrc ritualc, purtroppo '_Tloh~~~mmen.tana. L e a].Ire vcrsioni, in cui la parte mitologica sembra. abbreviate, uuzrano dl regola con

Ia dcscrizionc della preparazionc del ritualc: Sl veda per questo sopranunc CTM

329(il dio della tcmpesta di Kuliwisna).

9. Si sono scguite qui Ie indicazioni di H.C. Giircrbock - H.A. Hoffner, f:HD

pass im: copic rcccnti sono KUB xxxrn 24 e 22 (- CTH 325), ~UB XXXIV 9~(-

CTH 331), KU B XXXIII 33 e 34 (=CTH 332); copie de l medio regno sono KUB

XXXIII 26 e 27 t= CTI-I )25), KUB XXXUI 66 (- CTH 331), KUB XXlttII 68 (-

CTH 332).

10. Copie recenti: KUB XXXIII ar (= CfH 326), KUB XXXIJ( 19 (= CTH 327),

KUB XXXIII 32 (_ CTH 328); copie del medic regno: KB o xv 32 (- CTH '32-9);

inccrto KB o X IV 86 (= CTH 329).

nale delle regine Asmunikal" e Harapsili ' e del lo scribu Pirwa' e U'

dio del la rempesta della cina di Kuliwisnn." Da noiare che in quCsteE bene ricordare che il miro della scomparsa del dio del la tempe-

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ravolerte il nome del dio i: sempre scritto in forma idcografica d IMoppure JU , senza complementazioni foneriche che permettano di

conoscerne la leuura- ~

'I

I L A sm unikal c u na r eg in a de l m edic regno in ita, no ta dn n um e ro si t es ti a carat!

[ere: pol iti co-amrnimstrat ivo c a caranere rel ig iose, d i cui c stat a promotricc 0ic:prim a persona a insiem e al rc Arnuwanda (I) e all'crcde a] trona Tuthaliya. La'

relaaionc fra iJ rc Arnuwanda e [a regina Asrnunikal c state oggctto di varie t ra t ~ "razioni. del memento che entram bi i sovrani si prcscntano c om e f lg li d el la prece,

dentc coppia rcalc cosr itui ra da Turhaliya lt} c Nikalmati: puc quindi rrattarsi d. i

un a coppia di sovrani cosntuira da un frarcllo c un a sorcl la - lcgati a m eno darappo rtc m atrim onia le; rna c an che po ssibilc che so lo A sm unik al-fo sse fig lia dci

sovrani preccdcmi e c hc A rn uw an da fossc un "antiyanza, c io e u n g en era cntrato

nella case de l suocero. In o gni caso mi sembra csrrcmarucntc irnprobabile colle-

gare la redazione de l mite de l die scom parso di A srnunika l can il presunto ince,

sto che esse a vrebbe co mm esso spo snndo il f ra rc ll o: l 'i nc es ro i nf au i c considcretd

dag li Initi una co lpa grav issim a e una reg ina che sc ne fosse m acchiata sarebbe

stata ritcnuta indegna della sua funzione. ~

12. Si conoscono due reg ine can questa nome: la m oglie del sovrano dell'anticc

regno ittira Hanrili, s orel la d i Mursili It e la figlia di Telipinu, sposata a l s o vr an o

de l medic r eg n o A I lu w am n a, che artraverso questo m atrim onio fu lcgirtimato ~

rrono: c quindi difficilc saperc a qua lc delle due il m ire si rifcrisca . S c perc iesti

che ci sana pervenuti sono di tradiaione antico-itt i ta , c om e indicate in C HD ,

307, c pill probabilc ch e si trani d el la p il l arnica Harapsili, tanto pill ehe la v cr!

sione accadica dell'edino d i T c li pi nu (KUB III 89) a llude ad una malattia (e po i

alIa motte, insieme a i f ig lD della regina Harapsili, m oglie di Hantili. Anche A :.

Kammenhube r , Die Arier ril l vorderen Orient, Heidelberg 1968, 38 s. n . 90, p ro-

pende per la m oglie di H anrili, rna con d iv ersa m otiv azione: il dio della tem pestg

sarebbc ira to contro H arapsili co lpev cle di av er rradito ilp ri mo m ari to M ursi li 1

per leg arsi a Hanti l i . L a K amm cn hu be r riricne infatti ch e i l s eg n o c un ei fo r me ch enell'edit to di T el ip in u i nd ica la relazione d i p a re nt el a [ra Mursili Ie Harap~ili

debba esserc lctro D AM «rnoglic. c non N IN «sorclla. (i due seg ni so no infa rti

moho simili); la vicenda quindi di qucsti antichi sovrani initi sarebbe simile I

quella di Agamcnnone, Egisro e Clitemnestra. Questa chiave di intcrprctazione e

perc or a superata, da l mornento ch e vicnc generalmente accct rara la [et tura NIN«sorella». L'incertezza nella scrinura dell'ul tima sil laba dcll'antroponimc { H I Z '

TapJililkillr) denuncia probabilmentc u na o ri gi ne hanica del nom e, ~:.

13. Questo personaggio, d i r an go molto elevate (1 0 «scribe su tavolerte di legno.

e infa ui il respo nsabile della cancelleria reate), no n c a ltr im cn ti n ero . P oss ia mo

so lo suppo rrc che fa cesse pa rte dell'a mm inisrra zio nc dcll'am lco reg no inita, d a lmemento ch e Ilm ite del suo dio personale ris ale a d u n o ri gi na le anrico (v . n. 10)

e c he I 'a nt ro po ni m o Piler(u)wa c t ip ic o d cll 'o no ma sti ca d i K lih ep e/K an is (XIX·

XVIII sec. a.c .), p recedente a lla costiruzione dello sta to iH ita. . .~

14. P er questa locaIita anato lica , m enzionata in testi rc iig iosi soprauutto com e

centro d i cuho di un dio della tem pesta (rna vi e v enera ta :m che una deal, v . H -Ouen, R IA , s. v. .

sta nelle diverse cornposizioni, come del resto gli altri miti analoghi,e state tramandato come parte inregrante di un rituale magico tesoad esorcizzare un evento nefasto, del quale i] rnito stesso forniscel'eziologia.'l La composizione di questi racconti mitologici e legataaUaconcezione cosmologica degli Ittiti, per cui ogni evento rientrainuna catena di causa ed effeno, indipendente spesso daUa volonra

degli attori: se una persona si ammala 0 un raccolto va perduto, lacausa di questo va ricercata nell'ira della divinita a cui compete

queUa deterrninata sfera di influenza. II rapporto di causa ed effetto

viene cosi stabil ito fra l'ira della divini ta e i l male che si vuole esor-cizzare, quindi fra mite e r iruale. L'i ra ha certo un rnot ivo, rna non enecessar io individuarlo, perche questo riguarda una sfera diversa enon ha influenza sulla condizione che si vuole modificare.

A me sernbra che una consapevole esposizione di questa conce-zione cosmologica sia individuabile proprio nellaversione principale

del mito del dio della ternpesta del cielo (ern 325) e precisarnente

nello strano episodio che riferisce dell 'incontro fra ilpadre e ilnon-no del dio scomparso (A I 30 ss.). II padre del dio deUa tempesta,

recatosi dal nonno per sapere a chi debba essere attribuira la re=

sponsabilita dell' ira e della conseguente sparizione del figlio, si serite

rispondere che il colpevole e proprio lui e che per questo dovra rno-ri re. II dio padre, sconvolto, chiede aiuto aUa dea Hannahanna, che

si impegna a risolvere 1asi tuazione e dice chiarameme che non Ie in-

tcressa appurare Ie responsabilira.Con il suo inrervenro, come altre volte nel miro.f la dea del la sag-

gczza indica la ·soluzione che gli dei, in primo luogo, e, sui rnodello

di questi, gli uomini dovranno seguire. Ed e una soluzione che ri-sponde appunto alla meruali ra pragmatica e non speculat iva degl i

Ittiri: non e necessaria conoscere la causa dell ' ira che ha provocato

15.Cfr. anche n. 8. La v ersio ne principale del mho del d io d el la tempesta de l

cielo (eTH 325) sem bra appartenere, co me il mite di Telipinu, ad un rirua lc per

il bcncssere della fam ig lia rea lc. II rnito del dio della rcm pesra a L ihzina (C TH

331) c , a m io avviso, inserito in un rituale co ntro una malanie deg!i occhi: sia nel-

l a p a ne ritualc che in quclla rnitica sono infatti usati termini rccnici c he a l lu do n o

a d u na q ua lc he in fez io ne d el l'a pp ara to v is iv o: F orse u na c on gi un ri vi te ~ uru le nl a:

L e invocazioni a I dio della tcm pcsta «della persons» hanno 10 s cope d i placare II

di o protettore degli i llustri personaggi menzicnati, caduri prdbabilmenre amma-

t a ti . I n fi n c iI ritua le per il dio della tem pesta di K uliw isna v iene eelebrat~ d~ un

Proprictario tcrricro pe r ouenere it [avore de l die: in q ues tO e aso l a re cn alJ on e

de l m ito scm bra av ere un v alo rc pura mente pro piziato rio e apotropaico.

16 . P er a ltri interv em i d i H annahanna si v edano la tav oletta di Yozga t, Telip inu e

la f ig li a d el M a rc , il m i to d i T cl ip in u, il m ito d i lnara ccc. (dr. G . Kellerman, op.

0/.,109-1.;7).

93

la sc?mparsa della divinita, dal memento che l'ira stcssa puc csser-consl?erata la causa della scomparsa e quindi del male, per esorciz .

L'episodio del mito del dio della ternpesta del c ielo, di cui abbia-

m o parlato, prcsema notevoli motivi di in teresse anehe dal punto di

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~are. II ~l1ale la magia fornisee gli strumenri necessari c sufficienti .Inutile indagare oltre. :'

Se.c ~ero quindi che i motivi dell'ira sono indifferent i, ne l cas~del d~o rraro delle regine Asmunikal e Harapsili e delIo scriba Pirwa

non e neccssarro ~e.nsare a~ una eolpa volontaria 0 involontaria

comm~ssa da ques~l II1fl~entlp.ersonaggi, rna semplieemente ad una

n~alattla 0 a una dIsW'azI~ cal?lta~a 1010, provocare dall ' ira del Ioro

d . 1 O personale, ~ome riferisce 1 1 mI(Oconnesso col r i r u a l e magieo re -cItato per esorcizzarle, '..

Non e plausibile infani che questi miti alludano ad una grave coi-pa delle regrne 0 dello scriba, che Iiavrebbe resi evidenternente irn-

pun e quindi, almeno nel caso delle regine indegne della loro fun,zione . Non c'e traceia nella documentazione itt ita di accuse rivolte a

queste r~gine( anzi la lora presenza nei document: ufficiali e nelle.liste sacrificali sernbra escludere una tale possibilita, -.;

Gli Irtiri quin~i, pur essendo consapevoli del farro che ogni even-

to ~h: infrange Io rdine naturale delle cose (~ scomparsa della divi-

nita) e provocato da un errore 0 da un peccato commesso dall'uo.

m~, . sa~n? che la magia fornisce loro gli s trumenti per restaurare I'e-

quilibrio infranto quale che ne sia la causa; e questo e per loro suffi-ciente.

n rapporto puo essere cosi espresso:

(errore 0 peccato: teorico e inutile da individuare)

U)ira ~ causa prima

tcausa seconda

teffetto

tscomparsa

tmale

e viceversa:

rnagia

tplacamento

tritorno della divinita ~ scomparsa del male.

17 · Anche la morte di Harapsili, moglie di Hanrili, per quanto si pub capire da ,

KUB JII 89 (v. n . 12) , sembra piurtosto conscguenza di lone in terne alia d inastd

che non di una punizionc divina.

94

vista ieologico.Come ha rilcvato infatti G. Kellerman," esso mosrra che gia all 'e-

poea a.ntico-itti!a Ie divinira ~el.panthe~n erano organizzate in fa-rniglie. In particolare la Famiglia del dio della tempesta contava

quattro generazioni: un nonno e un padre," di cui perc' non e ripor-rato il nome; una moglie" e dei figli: Telipinu," Inara" e il dio Sole."Possiamo aggiungere che questa farniglia e organizzata sulla base

delmodelJo umano con un nonno burbero e irragionevole , un padrein ansia per i figli e una madre a cui ci si rivolge per consiglio.

a ) S comp a rsa d el d io d ella te mp esta d el c ie lo

CTH 325 versione principale

La prima parte del testo (B I) e t roppo fr~mmentaria per poter es:

sere tradotta e anche per avanzare ipotesi interpretauve: H. Ottenritiene che vi siano descrine le condizioni precedenti la carestia.

Possiamo solo osservare che vi si svolge un dialogo' fra inrerlocutori

sconoseiuti e che alcune locuzioni' ricordano ilrituale della tavoletta

di Yozgat.

18 . Op. cit., 136 n. 3I.

19.Mcnzionati ncl nos tro tes te . - La Kel lerman, op . 0'/., 1I7'1I8, osserva che i l

teste KBo XXI 22 Ro 43menziona anchc una «madre del dio della tempesta» e

propene di identi fi carla con la dca Hannahanna; sarebbe questo quindi ilmotiveper cui ildio della tempes ts s i r ivolgc spcsso a lei per cons igl i.o c pc.rcui Hann~.

hanna prendc Ic parti del padre del dio della tempests t= II manto) conrro il

nonno.

20.Tavoletta di Yozgat I3'·

21.Tavoletta di Yoagat I 29'; Telipinu 1versione A 121"22'; Tel ipinu e la 6gl ia

de l Marc A 18', 16'-1]'.

22.Mite di Inara KU B XXXIII 57 1110'.

23.Mite della scomparsa del Sole KUB XXXVI 44 r' 3. - Altri Iigli sono gli otto

giovani dci della versionc del dio della tempes ts a Lihzina e it 6glio che ildio ge·ncra da una donna mcrtalc nella seconda ve rsione del mite di Illuyanka , ilqua-le, turtavia, non e una divinita . - La tavolerta di Yozgat 19' menaiona anche un

h-atello, il vente.

I.MWAeG 46 (ci t. I, 68.

2. Si vedano per questa l'impiego della particella de l discorso direr to -soa (B I

8',11,14',15',16',18',19',20,24',25') e dei pronomie~cijti~idisecondaper-

sona -to (B 18', 14', 25') e di prima persona -mu (B 19', 15,16 ).

3.V . B I21 «colpl la luna» c B I23 «i t vecchio e la vccchie».

95

Anche l'inizio de l racconio m it olo g ic o c o n la descrizione deU'ira

de l d io e andato perduro.' 11 iesro divema comprcnsibile al momen.

,nche Ie profonde valli, tho csplorat]o le limpide onde, rna non

l 'ho trovato, i l dio del la tempest a del cielo!».

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10 in cui si parla delle consegucnze dell'ira stessa.

(A I3') [La nebbia invase le finestre, il fumo] invas]c la casa.

i ceppi nel focolare] si spenjsero]. I'

(5') [Gli dei sugli altari soffocarono, le pecore nell'Iovile lsof-

focarono, i buoi nella stalla soffocarono.

La pecora trascuro il suo agnello e la mucca] trascuro il suovirellino,

[II dio della ternpesta del cie!o scomparve portandosi via nelle

paludi crescira, svilupjpo e [rigoglio (rolti) ai campi colrivati e ai

pajscoli.'

(10') [II dio della rernpesra se ne e andato]: grano [e spelta

non cresco no pill ; buoi, pecore e uo]mini non [rimangono p i l l

pregni e] quelli che [sono pregni non partoriscono pili].

[le montagne] si inaridiro[no, gli alberi si secjcarono e i ger-

mogli (15') [non spuntarono; i pascojli inaridirojno], Ie fonti si

seccarono.II grande dio Sole fece [una festa el invito i mille dei (di Hat-

til: mangiarono e [non si saziarojno, bevvero e non si disseta-

rolno],

[II pajdre [del dio della tempesta] disse agli dei: «Mio fig lio

[non c'el] Egli si e adirato (e se ne e andato) (20') prendendo

con se tutto il berne, (cioe) il gralno, la fertilita, la crescita, [1 0

sviljuppo e il rigoglio! ». .

[Tutti gli dei] si misero a cercl are] il dio della tempesra. '

[II dio Sole invi]o la veloce aquila (dicendo): «Va'! Esplorale

[alt]e montl agne, esploraj le profonde valli, (25') esplora le lim-pide (?) onde!».

[L'aquila ando], rna non riusci a trovarlo; la veloce aquila ri o

porto la notizia [al dio Sole]: «Ho esplorato Ie alre montagne e j!

+ P er qu est a p ar te s i vedano invccc CTH 32 6 A Ro 6 ' ' 10 ', CTH 328 1 Ro .(o'

e CTH 329. II tavolerta 1 9-12.

5 - H .G . Ginerbock, in W . Rollig, op. cit., 245, integra un teste p il l b re ve : «[Da

Wel l e rgOtl g in g fo rr und nahm auf Fcld und] W ie se [\'< fa ch st um u nd G cd ei)h cn

[ m it s ic h .] Da wachscn Gerstc u nd ... ».

(30') II padre [del dio della rernpesta] ando dal non no (del dio

della rempesta) e gli disse: [«Padr le,' chi mai ha cornmesso una

colpa COSI grave che il seme e andato in rovina e ogni cosa e sec-cata?».

II nonno rispose: «Nessuno ha peccato! Proprio [rlu hai pee-

c ato ... !».'

II padre del dio della tempesta (replico): <<10 non ho pecca-

ro!».

Ma il nonno (35') disse: «Appurero questo e (se r isulrerai col-

pevole) ti uccidero: Ora va' a cereare il dio della ternpesra!».

II padre del [dio della ternpesta] seese dalla dea del faro e da

Hannahanna.' La dea del faro e Hannahanna (parlarono) cosi:

«Perche sei venuto, a padre del dio della ternpesta?».

II padre del dio della ternpesta (r ispose): «II dio della tempesta

6. Questa integraaionc, che r isalc :1 H.G. Gcterbock, lac. cir., e ptcferibile aqu clla p ro po sta d a E . Laroche , op . c it . . 11 4 [nu -wo -m)u ( < < C h i m ai b a c orn mc sso

verso/contro di me un a colpa cos l grave che... »]: no n ci sono elcmcmi infeui pe r

ritcncrc chc u pad re d el d io d e lla rempcsra p en s! c he l 'eventuale cclpa s ia snua

co rnmcssa nci suoi confrorui.

7 . z ik - pd J l J Ii lt u toaitatta; pe r minu, avvcrbic d i non chiaro significate. v. (HD,

2\>0'291, dove s i conrcstano le proposre d i H. Otten , MWAeG 46 (cit.I, 68 , «al-

lcin» (scguito de G . N eu m an n, KZ 75, 1958, 90 n. 3; da H.G. Gthcrbock, in

S.N. Krame r . op . cit., 145, e in \ V J . Rdl l ig , op . cit., 245) , da l momenrc c hc q uc st c

signif icate e gia irnplicito in -pat, e di H . E ic hne r, D ie Spracbe 2 1 (1 97 5) 1 65 ,

MINU (accadico) = i tt. leui t «pcrche». dal memento ch e un a domanda, anchc se

retorica, no n darebbe sense ; anchc una rraduzione « m il dl y» ( nc ut ro dell'aggeni-

\'0 mi{eJl1u- « m ild , g en tle , p le asa nt . fr ie nd ly » usato c ome avverbic) viene esclusa

[X ' rchc non ad ana a l contesto (3 m eno d i non pcnsarc a qualcosa c ome «gemil-m e nt e. i n m o do bencvolo» ncl sense di «scnza rendersene como»?) . In o gn i c aso

F ob ic zi on e e va nz ata a lla pr ima proposta d i O tten non m i s em b ra d e te rr ni n an re ,

ro i chc -pdt puc csscre usaro q ui p ro pr io c on valore rafforzativo: «Propr i o (·oal)

ru (e) soltanto (mif1u) (tu) ha i PCCCltO!~.

~ . S cg uendo G . K elle rm a n, op . cit., 13 4 n . r8, ho c on sid era te la sequ cn za

X;UL-Ia_ai dNIN.TU com e due g en it iv i s in go la ri l eg at i pe r asindeto e r et ti d el la

J'IOsposiz ione leatton, Divcrsarncnte H.G. Gtaerbock, t o e . cit.: «zur MunergoninU rl le r d en Gulscs (-Gouinnen)>>, rraduaionc corretta grammaricalmenrc, rn a se-

condo 1 3 Kel l e rman inspiegabilc i n t er m in i religiosi. P er il ne sso in a mb it o mite-

Iogico v. anchc VBoT 58 I 32 ' c norc r ela ti ve . In te re ssa nt e il [arto "he la dee de l

r a t o e la d es m ad re risiedano « in b asso ...

97

si e adiraro, ogni cosa e seccata (40') e il sernc" e andaro in rovi.

na! Ora Olio padre dice: 'Tua e la colpa! Appurero la cosa eiii

alleviareevidentemente il dolore provocaro dalla puntura dell'ape, edel conseguente ritorno del dio nella casa di suo padre, episodio

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uccidero! Che cosa devo fare? Che cos. 0 accaduto?».

Hannahanna (gli disse): «Non remere!" (Se c'e) colpa da pane

tua, rirnediero io; se non (c'e) colpa da parte tua, (45') rimedietO

(10 stesso)! Va', cerca il dio della ternpesra, [finche] il nonno non

sa ancora (nulla)! » .

E il padre del dio della tempesta: «E dove andre a ce[r,

car]lo?».

E Hannahanna: «Te 10 restituiro io! Va', portarni [l'ape.] ioIa

istruiro (50') e lei 10 cerchera!».

(B II 16') II padre del dio della ternpesta (replico): «Gli de4

[grandi e piccoli,] 10 [hanna] cercato eel non [l'hanno] trovato;

(e mai possibile che) ora vada [quest' ape el lo trovi? [Le sue 3 l isana] piccole, lei stessa [e piccola! ... .. !

II seguito di questa versione del rnito e andaro perduto. Vista perl>

la somiglianza con gli altri mid analoghi, possiamo supporre che

Hannahanna rassicuri il padre del dio della ternpesra sulla idoneits

dell'ape alia ricerca del figlio perduto e che, dopa che l 'ape e stataportata alla sua presenza, Iedia le istruzioni necessarie: v. per questo

il frarnrnento KUB XXXIIl 33 ~ CTH 332, la cui collocazione all'iIi:terno del rnito della scomparsa del dio della tempesta rimane incer-

tao L'ape quindi trova il dio della tempesta addorrnentato (cfr. Mquesto anche ilframmento KUB XXXIIl 34 ~ CTH 332) in un basal

presso la ciua di Lihzina. "In questa versione del mito manca l'episodio della nuova ira d e l

dio provocata dalla puntura dell'ape, ma non sappiamo se cio s ia

dovuto al catt ivo state di conservazione della second a colonna del

testo, di cui rimangono solo 22 righe, oppure ad una composizione

diversa del mito. A me sembra pi" probabile questa seconda ipote'

si, vista che nella seconda colonna si pari a di «I inimento per Ie con-tusioni», che viene spalmaro sul le mani del dio del la ternpesta, P j{

.,9· La correaione proposta da G. Kellerman, op . dt., 137n. 35, d l lei-ne-e in ud!·nti.

e «le pays perit» non e necessaria, del memento cbe la Crase qui pronunciata d J lpadre de l dio della tempests alia dca Hannahanna c una perfcna ripetizione ct i

quanro ha gia detto al nonno: v. A I30"31', dove al posto del lei-ne-e del la ~

stra frase c'e ilsumerogramma NUMUN!·an (ncl duplicate C r. 9': NUMqt#!~

dl1) , che significa appumo «semc».

10Da nota te qui l'insolita cosr ruzione di Ie + imperative, invcce del p~

indicative, per cui si conoscono solo cscmpi antico.iuhi: v. CHD, 56.

questo che non trova corrispondenza negli altri miti di divinitascomparse (cfr . ancora il frammento KUB XXXIII 34 Ro 5', dovevengono spaimati ipiedi del dio col «linirnenro per Ie conrusioni»),

(A II 2') II dio della rcmpesta (disse) cosi: «Andatje ... ] e il dio

Sole a me [it linimento per le] contusioni [ ... ] non porti .. [ ... ]

(5') porti», Chi deve essere purificato [ . .. ] prese un [ ... ] disador-

no/vuoto.

Allora il dio Sole il linimento per Ie contusioni [ ... ] nella sua

mana verso ed egJi alvanzo (?)] e torno davanti a suo padre [e

porto grano, fertili ta.] ( ro') crescita, sviluppo [e r igoglio].

Egli ando nel cortile [ ... ] .

Allora gli dei, che erano [nella] casa di suo padre, [rnangiaro-

no] e si saziarono, [bevvero e si dissetarono.]

«Mio liglio e tomato e [ ... ] (15') ha riportato iIgrano e la [fer·

nlita, la cresci ta, 10sviluppo] e iI rigoglio ... [ ... ]».

La terza colonna, conservata nella tavoletra KUB XXXllI 28, riper-

tail riruale magico di Kamrusepa (cfr. Telipinu 1versione, Col. III 3

ss.).

[Karnrusepa dice agli dei: « ... ] (A III 1') rho preso un setaccio

con mille fori e ho sparso i suoi (chicchi di) grano e i montoni

d]i Kamjrusepa.] E per il dio della tempesta [Ii ho bruciati da

una parte e dall'altra.] Poi al dio della rernpesra rho preso ilmale

dal corpo.] (5') ho [preso] il rancore, rho preso I'ira e la rabbia.]

ho lpresoj la collera, rho preso la furia.]

[II dio] della ternpesta e adirato; [il suo animo e il sue cuore]

sono pressat i [come la paglia.] Ora, [come e srata bruciata] que-

sta lpaglia .] cosi bruci I 'ira , la rabbia, [il rancore, la furia] del dio

della tempesta.

(10') II dio della rernpesta e adirato, [il suo animo e il sue GUO·

tel sono fuoco ardente. Ora, come [viene spento] questo fuoco,

lcosi si spengaj l'ira, la rabbia, la furia.

o dio della tempesta, abbandona l'ira, [abbandona]la rajb-

bia,] abbando[na] la furia! [E comle I'acqua nella conduttura

[non] scorre all'indietro, [cosi l'ira, (15') la ra]bb[ia, la furia del

dio della rernpesra non torni indietro!].

99

'" ~[Scompaiano l'ira, Ia rabbia, il ran core, Ia furia del dio deI!;i

tempestal] (A IV I') La cas] a le Iasci andar via, Ia OlJllaSnanw"

CTH 331: il dio della tempest a a Lihzina"

(I II 3') I calcagni [dettero] cio" [alle] dit]a], le dira [dettero]

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interna le] Iasci, Ia fine[stra Ie Iasci, iI cortilc] intern]o Ie IaSq

(passare) attraverso il cardine,) e COSt Ia porta [e il portaIe le k\'sci), Ia strada del re [le lasci ' Nel campo ricco di Irutti.] nella v i;gna, nel basco [non vadano, rna va dana per Ia strada della dia

Sale della terra I). • 'i'

(5') II [portiere) ha aperto [i serte batrenti, ha tirato indiet:o\jsene chiavistelli;l gill nella nera [terra stanno i caIderoni di

bronzo - il Ioro) coper[chio e ) di ferro e la lora serratura e ldi

piombo] - cio che [vi entra.] non tor [na pill) su, [rna muorel"h

dentro; [che essi afferrino l'ira del dio deUa tempesta,) Ia rabb~

il rancore, [la furia.] COSt che non possano [rornare] pill indiel

tro!», · ' : t i l

(ro') II dio della tempesta to[rnoi alIa sua casa e si prese cura

del suo paese: la nebbia usci [dalle finestre,) il fumo [abband)6!

no Ia casa, [gli altari degli dei) furono allestiti, nel focoIare i cep.

pi bruciarono, [nell' ovilej le pecore furono liberate dalla nebbifnelle stalle [i buoi) furono Iiberati dalla nebbia; [Ia madre ac)eu;

di [suo figlio,) Ia pecora accudi iI suo agnello, Ia mucca [aceudl

iJ suo vitelline, il dio della tempesta] accudl [il re e la regina)

(15') eli provvide [per l'avvenire] di vita e forza. iII dio della tempesta si prese cura del re. , d 'Davant! al dio della tempesta lsi innalzo un albero eya;) a l i ' "

bero eya e appeso un vella di pecora e [dentro iJ vella) sana P ! ! 1

sri [grasso di pecora, 1 0 spirito del grana e del vino.] buoi e p~core, [lunghi anni, viril ita (20') e di)scendenza [ascolto e esa'l;

dir:>ento,} l[om,bo (?)] I c[oscia (?)] demo/a, [c~esci ta, svi]luppge rijgoglio.] E il dio della ternpesta 1 0 (= iJ veUo) fece prend.ere

al re Eel gli dette [tutti i beni, .. ]. ,,'

L a ta vo le t ta qui si interrompe,

rca. V. MilO di Tehpinu, p. 83 n. 23 .

IOO

ci b allc unghie, le unghie dettero cio alIa nera tjerra.l la nera ter-

ra [porto) cio aI Sale, il Sale porto cio al mare.

Nel mare ci sana calderoni di bronzo (10') - il lora coperchio

e di piombo; vi mise dentro [ogni cosa:) vi mise tarp i ." vi mise

par[ · . . . ] , '~vi mise sangue, vi rnlise] bapanz i , vi mise arrossamen-

to, vi mise lacrime, vi mise occhi, vi mise pus (?),'6 [vi mise] an-

nebbiamento, (15') vi mise bianco, vi mi[se] rnalatt ia.'

Divenne luminoso in [tutto] il suo corpo mortaIe: nella testa,

negli occhi, nelle ioalula" nel bianco degli occhi, nella fronte,

nelle cig[lia.] (20') nelle sopraccigl ia. Divento com'era prima.

(m I) II dio della ternpesta ando a [ .. .] abbarte e 1 0 [ . . . ] ucci-

se. Egl i nel la citta di Zihzi]- ... J " [ . .. ) celebro/cornpl e Ia libelro].

(5) Pose il basco e [ ... ) e dalla citta di Lihzina rilrorno].

E otto giovani dei lsi rnisero] sulla strada del dio della tempe-

sta, si inchinarono a lui (e dissero): «0 dio della tempests, [ ... )

dov'eri?».

(E iIdio della ternpesta rispose:) «A Lihzina [ ... J, (10) cia ho

liberara, ho posto iJ b[osco] e l'ho [ . .. I».

II. N el la p rim a colonna de l l a tavolena I e nella tavolena 2 r im an go no d elle pa ni

rituali ana loghc all'inizio de l l a seconds colonna de l l a tavolerta I.

11. G;>n «c io» (in. -a/) c i si rifcriscc probabi lment e al m ale che il r i rua l e vuo leesorcuaarc.

13 . P e r tarpi , [e rm in e c ol quale vicne qu i indicate un a entita negariva, v. H.Onen

. W. von Soden, S,BoT 7 (,~8) 27-,2,

'4. Per questa terminc, d i cui r im ane so lo la pr im a sil la ba , n on sono state evan-

late prcpostc di integrazione.

I , . P er bapami, sostantivc ncutro prcsente solo nel n os tr o r it ua le (v. anobe KBo

XXIII 4 I 6' e KUB XXXlV 91 1 3'), cfr. E . Laroche, Fest. H. Dilen' (973) 183 n.12, secondo iJ qua le e possibilc collegarlo co n la radice anatclica hap- «fiume,

acqua correnrc».

16. Pe r lipan = «pus ( ? ) > > , v. C. Burde, StBoT 19 (1974) 34·

1 7. C o m e a bb ia m o giit osservato, i t e rm i n i usati in questo paragrafo e in quellc

s uc c e ss iv o s ug g e ri sc o n o che it mite d el d io delle rempesta a L ih zin a s is insefito in

IJn rituale recitato pe r u na malattia degli ocell i .

1 8 . P e r uialula- «pupilla, i ride» v. M. Pocno, Heth . u. Mg., 206-2°7, cbe ha svi-

lu pp ato u n suggcrimemo d i N . O e tt in g er , StBoT 22 (1976) 47 ·

19 . Si t ratta forse di veriante grafica pe r tihzina? P er questa cina v. G . F ra n tz -

S lab< i , R IA , s , v .

IOJ

(E i giovani dei dissero:) «Basta' 11 [ ... ] delle parole [ ... ] e de~"bole. noi siarno piccoli, noi siarno [ ... ]. il paese noi [ ... [!». -'"

pura. [ ... ] ... non attinsero ... r . . . ] celebrarono, raccolse iI sesa-

mo.

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(15) II dio della ternpesra, loro padre. [ascolro cia (che essi di~'

cevano)] e vinse (?) il paese. 'j.Allora giu nella fossa [ ... ] e radunarono un bue, delle pecore e

gli uomini. '

[.]

CTH 332: Frammenti

Mi s si on e d e /t a p e"

(A r. 2') I . . . ] l a/ de ll a regina" [il dio della tempesta del] cieI~'

[...I: «{Va': Esplora le] alte [montagne. esplora le profonde val-

li, esplora le] lim[pide onlde!». '.'

(5') La veloc[e aquilla lando. esploro le alre montagne. espl",;

ro le]lim[pide onjde, [esploro Ie profande valli, rna] non 1 0 tro-

vo [".J.[Invio la] veloce ape (dicendole.) [<<Va'!Esplor]a [ ... ] . tu (che'

sei) l'aple ... cerca] il dio della ternpesra!».[La veloce ape ando.] esploro [Ie alte rnonragjne [, ..J. Finl [il

miele dentro di se ... ] ... [Lo trove nell basco a Lihzina [".J. .

[Spljendore" d'oro [".J.

Scoperta e ritorno d e / d io

~Ro? r) [Cosl (disse) il dio delia] tempesta: [«Perch,,] mi [sv;.-

gli] rnentre darmo? [Perche] cerchi di farjmi] parlare [ment~

sana adirato?] Vada (? )" [ ... ]» [ ... ] con la bocca gli p[renda (?)]

le polveri, [ .. .] ilmanin e tubuanda' [ ... ].

(5) [ ... ] arrivero fe splamero] i tuoi piedi [con ill li[niment91

per le contusioni [". Le velloci [aquilej l'hanno attinta, [I·acq.;al

20. L a se co nd a c olo nn a d ell a tavolcrta KU B XXXIII 79 c duplicate d i K UB x x x : a : g

33; In prim a c 1 3quarta c o lo n n a c on te n g ono invccc l a p a rt e rim a Ie. "'"

21. V. n. I a pp. 89-90.

22. Per questo significate di a lpuemar v. J . P u hv el , HED 40. ~;

23 · pa-a-du=usa: errore scribale pe r pa-a-an-du=toa «vadano» 0 f o rm a i nc r on s udi

di tCr7.3 persona s ingolarc dell ' impcrarivo 31 peste di pa- id-du?

-24· Si tratra probabilmente d i ing re dienti r ituali no n a hr im cm i ancstati.

102

[, ..] sopra di lui il cielo (e) di ferro! A te i tuoi piedi [".] (10)

[ .. ,] valgi ti! [Ecco] i l ga/aklar . ecco il parbuena e tu sii invocate!

[,. .] s ia [. .. ]. iabi sia il tuo corpo! [ ... ] il dia della ternpesra; allo ra

I. nebbia lascio Ie finestre, [ ... dentro la e]asa i servi e Ie serve ri-

presero la loro attivita, [nel] focollare i ceppi ripresero a brucia-

re.l ( '5) nella stal l a gli animali r ipresero le loro funzioni.

II dio della ternpesta ritorno, [..; bevvero e si] dissetarono; la

madre [acc]ud[l] il fi[glio .... il dia della tempesta si prese c u r a ]

d e l re e della regina [".].

Del verso della ravoletra rimangono solo sene righe esrrernamenre

fr am m e nta rie , c he a ppa rte ng on o a l r itu ale m a gic o.

Rl iua / e mag i co

(A IIr) E come eresce il fiore sankus," cresea il 60re" del tua

animo, dio della ternpesta, e queste parole di invocazione siano

seese su di te! Volgi il tuo orecchio e (5) ascolra cia che il re [e la

regina] ti diconol

Ecco il fico! Non essere piu afflitto! E come il fico ha dentro

mille semi. fra Ie parole (scegli e) tieni nel cuore quelle buone;

come ilsesamo si rompe e si gettano (10) i gusci, esse (= le paro-

le) porteranno soll ievo al tuo cuore!

T u, a dio della tempests, gena la cattiva parola e prendi la pa-

rol. buena!

Come 10 zibibbo ha dentro ilvino, "orne I'olivo ha dernro l'o-

·lio. cosi, 0dio della rempesta, abbi dentro il bene. (15) la vita. la

forza, i lunghi anni, la gioia del reo della regina, dei loro figli:

E chi dice cattiverie al buon dio della tempesta eontro il re e la

25. P e r q ue st a hapax (aggenivo-attriburo di aliI «fiore», forse evariopinto» [v.

E . Nell. S tB oT : ;. 1 96 8, 1 38 ], oppure sosrant ivo - nome d i un a pianta - apposi-

zionc 0 geni tive d ipendcnre da 0111) v, ].].S. \'Qeitenbcrg, Die betbitiscben U·

SfOIllIl1t!. Amsterdam 1 98 4, 4 .5 .

16. Dive rse la tra duzione d i E . Neu, I De . 01 . : «wie cine bunte (?) Blum e sich er-

ho l>c n ha l (in die Hohe gcwacbsen ist}, soli auch dein, des Wcncrgoncs Sinn

(\\'ie ) c in e B lu m e si ch erhcbcn!» (oppure, n . .: r «eu einer Blumen wachsen»). a

c ui s i rifenno j.j.S. \Xlcitcnbcrg, t o e . a t. , c C HD 329·

103

. ~ , .regina, qucllo 10si ... sulla tavolctra di lcgno; chi dice a te parol;'

rerrib ili, [ ... ) (20) il melo .di montagna da c chi al dio den;:

[c'C (i l simbolo dcl)) mijre messaggio (= belaro)] dell'agnello:"

[cosi) pcr il rc e la regina davanri al dio della tempests della

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no.

ternpesra [ ) acido [ ... I, a lUI il dio della rcmpcsta da mele ad!-

de; e chi a[1 dio della tempesta] dice [carrive paro]le, a lui il d i d 'della ternpesta [da) ... [ ... J . ,t o

II ritualc magico continua nella terza colonna della ravoleua, che"~pero rroppo frammentaria per peter esserc rradotra. -f t

d -b) Scomparsa del dio della tempesta della persona,~

CTH 326: il dio della regina Asmunikal ,~

L'inizio del testo, a caratrerc rituale, e estremameme [rammem~1

~ ~. ,(A Ro 5') [(L'officiante)) si pone davanti alia divinita [ ... ) e

parla cosi:

[II dio della ternpesta di) Asrnunikal e adirato, lsi e messo il

... ) davanti [di dierro, si e infilato) a sinisrra la scarpa [destraj]

(10') si e volrato e se ne [e andato.) La nebbia ha invaso la fine'srra, [il fumo ha invaso] le rravi, gli altari sono oppressi [ ... ) :..

[..). ;(B Ro 7 ' ) [ . . .) sopra [il focolare) i ceppi [sono spenti.] ne l f e 1 l

cinto Ie pecc[re sono soffocate.] nella stalla i buoi [sono soffocas

ti ... ) (ro') mangiano e neon si saziano, bevono e non si) dissera;

[ . . . J

La rerza colonna si apre col ritorno del dio.' ~..(A III 2') [ ...

Jsi sedette [sui ... ) del farpa/sui

iarpa' [.. .Jgli

al ·tari [furono allestiti e sopra di essi] gli dei furono siste[mati,]

(5') nel focolare i ceplpi bruciarono, nell'ovile] le pecore furono'

sistemate, [nella] stalla [i buoi furono sisternari.] mangiano e lsi

saziano.] bevono [e si dissetano], '

Davanti all'alrare [e appeso un vello] d'agnelllo] (ro') e dentql

27· Cfr. e nc he H a ra p si li A III r C Pirwa I III r ' -2'.

28 . Si tratta probabilmente d i se dil i im bo tt it i: v. in ultim o S.

uentory texts (TdH 10), H ei de lb er g 1 98 2,4 7-

per [sana) ci sia [un dolce) messaggio; e poi [demro) c'e [la co-

scia destra c il gJalaklar (placamento) e il parbuena: <Nadal

[...J". (15') Davanti al dio della tempesta della persona [c'eJ la

coscia destra: (come la coscia e salda) davanti a lei (= alia regi-

na) sia saldo!' [Per te] c'e il gala letar: sii placate can lei! [Per te

c'e] il parbuenia: sii)" invocato per lei! [AI re (20') e ad Asm]u-

nikal da' Iigli e figl[ie, discendenza] e lunghi [anni! ... J.

L a quarta co l onna contiene il r itu ale d i magia analogica, molto la -

cunoso: efr. IV 7 ' 55. «[a collera, [il furore, l 'Iira, la cattiva parola

[sia] tagliata via [e] sia bruciata come la paglia e [ ... ) con la regina

sii [ . .. [»: IV 14' 55. «]...] tre volte dice cosl: [, .. J il male viene alla nu-

vola, [...J l'uorno del dio della ternpesta si pone [ ... J e la nuvola vavia [...J e la nuvola viene; la pentola [bolle el il cucchiaio [ la] ferma:

cosi I'ira, [la collera, ilJ furore [del dio della tempesta della perjsona

". [... siano] [ermare!».

CTH 327' il dio della regina Harapsili

Questa versione e del tutto simile a queUa per la regina Asmuni-

kal; diverge sohanto il testo E = KBo XXI 27, che contiene I'inizio

de l rituale, purrro,ppo frammentario: da norare ilnome della regina,

che c scritto qui [JHa·ra-ap·fi-li (Ro I), e la menzione di 'GUL·.i'a·af

(R04)·

Interessante nella tavoletra D = KBo VItI 69 la presenza di termi-

ni luv i (nu-u-ti lu-u-ma-an[-ti-)10 r. II'), pe r iq ua li v . T el ip in u 1 ver-

s i one IV 33 55.

(A III I) [ ...J si sedette [sul...] del iarpa/ sui [a rp a [ ... J e la neb-bia lascio [la finesrra, il fumo lalscio [ la casa;JI' altare fu al lest ito

2 9. P e r questa azionc simbolica v, Tclipinu I vcrsionc, IV 32 ; Harapsili A III r r-

13; KU B XXXIII 38 IV 10 (sparizionc della dee Hannahanna) .

30. Pe r questa traduaione di ar!ip(a) v. J . Puhvel, op . c i t " 151, che 10 rhiene ev-

\ 'crbio 0 complcmento prcdicerivo. - Diversamenrc A. Kammcnhuber. li{W' ;13

Isostantivo ncutro): «Vo r dcm \X fc nc rg o lt ' d es Kopfes [l ie gl?] c in rechter

Scblenkel (x)]. V or ih m Ixl si c (= c o s [ o dc r e r/ si c o dc r F e hl er f Ur nfl-III?]) ar -

lip's rx]».

31. Cost sccondo E . L a r oc he , Textes ITIYlb%gi'ques (cit.I, 121. H. Ouen, MVAeG

46 (cit.), 59. c H.G. Guterbcck . H.A. H offn er . C HD jao. imegrano invece e-ei-

Ju (imp. III pers.]: «galale tar is pl aced ( for you) . Be soothed for her! parhuenai

(is p la ce d (fo r yo u). L et him be ] invo ke d fo r her!» .

[e sopra di esso gli dei] furono sistemati; (5) [nel focolare] i cep~

pi [bruciarojno, nell'ovile le pecore furono sistemate, [nenI

staljla i buoi furono sistemati; [rnangiajno e sana sazi, [bevoln~

(2 tl 2') [ ... J verso 10 scriba Pirwa [ ... J volse [ ... J il dio della

tempesta nella casa della [scribal Pl irwa ... J guardo: la nebbllia

lasciolla finestra, (5') [ il fumol lascio [la casa] ,

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CTH 328: il dio della scriba Pirwa

e sono dissetati.i~

(ro) Davanti [all'altare] e appejso] un vella d'agnello eel denl

tro [c'eJ il mite messaggio (= belate) dell'agnello: [cost per ilr~

ella regina davanti al dio della tempest a di Harapsili ci sia [ u t i ' "

mijte messaggio! [E poi dentro 1 c'e la coscia [destra e il gaiakla , '(placarnento) e il p la rh ue na [ ... l (C r. I) [Per te c'e il plarhuen[a

e] per lei [sii invocato! E] a lei fda' figli e figlie.] disc[endenza ~

lunghi] (5) anni! ..

[...

",.

I.:;t·

" _ - : /' 0

(I Ro 3') Can 10 scri[ba su tavolette di legno Pjirwa [il di;)

della tempesta si adiro e (nella sua agitazione)J si mise a correre

can la scarpa destra [ al p ie de sinist ro e can l a s ca rp a ] sinistra Cal

piede destro] elcon la veste] davanti [di dietro]. .

[II dial della tempesta [della scribal Pirwa [se ne ando eJ"iinebbia [invase] la finestra, [il fume] invase [la casa;] il focolare e

spenro [eJ (ro') i ceppi [sopra di esso] sana spenti; [gli altari noh'

sana allestiti eJ i mille dei [sopra di essi] sana soffocati. ",~

n dio Sale fece una festa [ ... J. Allora ildio Sale valse gli ocJu '.

[(alla ricerca del dio della tempestaj.] ma non 10 trove. Mangia·

rona, [rna non si saziarono.] (15') bevvero, ma non si dissetarorio

[ ... J. "

[li dio Sale invio] la veloce aquila [(dicendole:) <<Va'! Esp~

ra] Ie alte montagne, [esplora] Ie limp ide [on de, esplora le prQi

fonde] valli!» ¢l.. I[... \.

',\

Del verso della tavoletta rimangono solo poche righe del ritu~ '.

dov~ sono menzionati un ponte (Vo 2'). evidentemente un pOI}.~:.

magrco preparato per far tornare il dio scornparso; il dio Sale ( 1 \ 00') e illegno happuriyaf (per il quale v. Tel ipinu 1versione II 30') .•

Interessante notare che il rituale d i invo c a zione d ura tr e g io tm i

Vo 5' 55. «Per tre giorni invoca, [.. .J tre volre pronuncia scongiUI1

'[-l~ k. ,~.

>.106

[ ... J nella casa di Pirwa [ ... e sopra i cleppi brucia[rono, nella

stalla i buoi furono sisremalti, nell'ovile [le pecore furono siste-

mate, sul l'altare] gli dei furono sistelrnar i ... J.

Nella t er za c o lo n na il rituale c ont inua co n la d escr izio ne d el ritor-nodel dio: III I' ss. «[II dio del la tempests] venne [nella casa del la

sclriba su tavolette di legno [Pirwa e] sedette sull". sgabel lo [ ... J esana ammucchiate nove gallette [.. . la nebbiaj lascio [le finestre,l ilf umo [lascio] la casa; [mangiarono] e si saziarono, be vve ro [e si d is-

s e t arono ",]»,

L a tavolerta 3 = KBo XXVI 129. la c ui a ppa rte ne nza a que sto te sta

e ~roposta per la menzione del la «scriba su tavolet te di legno» (' '10

Ill' 2'), e troppo la cu no sa pe r tentarne un a traduzione.

c) S compa rs a d el d io d el la tempe sta d i K u lito iin a

CTH 329

I tavolerra

(I Ro I r) Quando iI padrone della casa celebra il dio della

tempesta di Kuliwisna nel corso [dell' anno.] in qual un que sta-

gione il pa[drone della casal si impegni (nella celebrazione), sia

in prirnavera, sia in e sta te , sia [",J in inverno," per pr im a <ro sa il

padrone della casa lsi dedica] ad invocate iIdio della rempesta

di Kuliwisna. -

, D op o l'inresrazione se gu on o o tto righe p it 1t to s to f ramm e n r aI ii .e , i n

c ui veng ono e le nca ri g li o gg ett i nec essa ri a ll' espleta~en~o ?~l rl ,ru.a-

lc , fra cu i sro ffe e vest i d i v ario tip o, c alz an i e sonteruton el l l iquidi,

Della quarta colonna, prima del colofone (IV ;5 - 6 ' : «~a prima, ta-volens dell 'invocazione del dio della tempesta di Kuliwtsna non e fi-nita»), rimangono solo quatrre rigl\e identiehe aile Fighe iniziali della

se cond a tavo le t ta che d escr ivo no una sto ffa kuressar, u sa ta c om e

se n ti er o m a g ic o per favori te il ritorno d e l dio,

32. P e r l a d iv is io n e dell'anno irrira in sragiohi v. I1 .A . Hoffner, A hme n ta H e tb a e -

o rum , New Haven 1 97 .h 1 '3 S S ., c in particolgre 1 3' 14 p ¢,_ rla discussicne di questo

Passe, d ove m an ea la m e nzio ne dell'autunno (= irt. un;·).

IItavolcua

(I I) E sulla srrada lsi srendc] una sroffa kureiiar can gallette.

[e si dice.] «0 dio della ternpesia di Kuliwisna, avanza sul sen.!

La Luna che cade dal cielo

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ticro [di kuressar'] Spine (? [e ciotroli non] feriscano piu i tuo]

picdi! (5) Che [sia liscio] sotto i tuoi piedi!». ."

II biancospino che nelle valli [ . .. ], il signore dell'invoeazione'l

1 0 prende e [ ... ] sra in piedi e pj arla] cosi: .

il dio della ternpesra di Kuiiwisna si [alzo e] (10) se ne ando

[Indosso] dietro [il davanri del suo abito.] si infilo a sinistra [la

scarpa desrra.] La nebbia invase [Ie finestre,] il f[umo invase]1a

casa; i ceppi si spensejro, i buoi] (15) furono soffocati, le pecor~

[furono soffocare.] sull'altare i mil]le dei furono soffocati]. -",

II dio Sole fece una fesra [e invito i mille dci.] mangiarono e

non si [saziarono, bevvero e non si] dissetarono [... J . ;,r

Nelle righe seguenti, estremameme frammentarie e descritta laricerca del dio della tempests di Kuliwisna da parte dell'aquila. .

Nella quarta colonna e conservato it colofone dena tavoletta. .:

(IV 13') Seconds tavoletta [dell 'invocazione] del dio del la tern-

pesta di Kuliwisna: Sippaziti" l 'ha rinnovara; 1 0 scriba Ziti," figlio'di NU."'KIRI." l'ba scritra. .

3 3· I n . W>",uk linaf i fhos, i: la pe rso na che commissicna il r itua]c di invocazione. {

34· Scr ib i anivi durante il r e gno del sovmno Tuthaliya IV.

35 · A nc he q ue st a personaggic c no to pe r la sua anivita di scribe.

1.Teste: CTH 727. A. KUB XXVlll 4; B. KUB XXVlll 3; C. KUBX XV ttI 5 (+) VBoT 73·

2. Bibl iografia essenziale. a) T ra sc riz io ni: E . L a r oc he , Textes my-Ihologiques hiuites el l transcription: RHA 77 (1965) 73'78 (teste itti-tal; H. Th. Bossert, Asia, Istanbul 1947, 164-168 (parziale); A. Kam-menhube r , D ie protohauiscb-betbitiscbe B i li l1 gu is v om Mond~ de r V0111

H im me l ge/a llen ist: ZA 51 NF 17 (1955) !O6-111 (rnito). - b} Tra-duzioni: H. Th. Bossert, op. cit. (parziale): A. Goetze, ANET', 120

(mire); A. Kammenhuber, o p. c it., "3-ll4 (rnito); B. De Vries, Th e

SI)'le 0/ b illile E pic and Mylhology, Ann Arbor 1967 (diss.), '9-23;

G. Del Monte, in O. Carruba (ed.) S tu d io M e d il er ra l le a P. Mertgg i

dicato, Pavia '979, !O9-110 (rn iro ). - c) Commenti : A. Karnmenhu-

bcr, op. cit, !O2-123; B. De Vries, op. 0'/.; G. Del Monte, op. cit.,

109'120 (passim).

II mito della L una che code dol cie lo e una breve composizione bi-l i ngue hanico-iuira, inserita ne l rituale' che veniva celebrate d al sa -

cerdore del dio della tempests in occasione di ternporali particolar-

mente violenti, per placare I'ira del dio.'Il resto, conservato in tr e ta vo le tte , la c ui r ed azio ne r isa le al per i o-

do imperiale,' e costituito da tre parti:'a) l'introduzione,' c he sp ie ga l'occasione d ella c er im o nia , e le nc a il

rnateriale neces sar i o all'espletarnento d e l riiuale e terrnina c on l'invi-

to all'«uorno (= sacerdote) del dio della tempesta» a recitare ilmitoin hartico;

b) il racconto rnirologico biJingue, praticamentc idenrico nelle rre

lavalet te ; la co l onna sinistra (I) riporta il testa origin ale in hauico elacolonna destra (rr) la traduzione ittita;

c) la descrizione del rituale e il colofone.

I. SISKUK v. V Bo T 73 1 38',

2. S i v c da n o pe r q uc st o l 'i nt ro d uz io n c t: il colofonc.

3 · A . Kammenhube r , op . c i t. , 11 4 (emu d er Zeit de s jungcren Hethirerreiches») e

CHD 212 C 3 39 (N S = « Ne w H it tit e Scripts].

-t, V. E. La ro ch e , op . at., 73 ," , I I teste A . pili rccente scccndo A. Kammenhubcr. da un a pane, e i testi 8 e C.pIll antichi, dall'alrra, prcscntano du e vcrsioni d iverse .

. II,mito, di cui e traducibile compiuramente solo la versione i tt it . I

SI sviluppa seco.ndC? uno schema rigido," srrunurato come segue: 3J

. 1. antefarro: l~ dio ~una cede d a l ciclo, in ca lza to d ag li sc ro sc i df ~

m od o a lia COSt de l t a «poesia» hauica, t r amanda t a all'Intemo d i nu-mero s i testi d i celebrazioni d i Ieste ittite .Si pUGquindi affermare che il mite della Luna che cade dal cielo

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P~O~I~ scatenan ~al dio della tempests, c viene preso dal terrore; ladivinita Hapantali cerca di aiutarlo;

T 2. fo:mul~: la dea ~eila ma~ia, Karnrusepn nella versione ittitaJ

Karahaiwuri nella versione hattica, guarda dal cielo; . \'

3· racconro dell'antefatro: Kamrusepa iKatahz iwur i ricapitola I'ac..caduro;

4· ~zione «salutifera»: K am r use pa /K ata hziw ur i in te rv ie ne in a iu t 1·

d el ~ho L~na con uno scongiuro, purtroppo non c hia ro , c he dov~'

servire a l iberarlo dal terrore, che 1 0 ha colto di fronte alia manife-stazione ~fira del ?io della ternpesra. - i l .

Poiche il testa e a questa punto fcammemario in tutte e tre le ta-volene, non ~ date conosc~re ~a so Iuzio ne d eU a vice nd a, r na possia'~'~

mo supporre che alia fine il dID della ternpesta si plachi e permerfsal dio Luna di tornare in cielo (v. A II 30-31). .

~a trarna d e l rruto e la su a c ollo ca zio ne a U'in te rn o d el rituale con-

tr o r J ternporale so no p ro ve evidenri < : l e I c ar at te re e zio lo gic o d el rnito

stes .so, Ieg~to proba bilm ente ad un violento t empor a l e scatenatosi in

periodo di Iuna nuova 0 dur an t e un'eclissi luna r e . .

In o gn i. c aso I'esistenza d i u na fe sta , celeb rata congiunramenre per

la luna ~ il tuono (CTH 630), testimonia dello stretto legame c he Iepopolazioni anaroliche dovevano sentire fr a Ie fa si Iu na ri e le man i -

fesrazioni violente dell'ira del dio della tempesta. ;'

A ! 'lio a vvis? e importante t ener conro d el fa tto c he que sta e ils~:~o.mI to anato~co t ran:andaro .si~n e ll a v e rs io n e hattica che i n q ue ll a

ittrta, L a versione h~ttlca COS~It~ISCe,om e ha giusramente oss erva to

A. Karnmenhuber, il testo originale (Urlexl), mentre la versione itti-

ta ne e sernplicemente la tr.a~u.zione) forni ta all'officianre d e l r it ua le ,

pe r motIv~pu~amente pratici, 10 un m?m~n~o in c ui la ling ua ha tt ie a

non era pru di uso comune ed era quindi diventata di difficile com-

prenslO~e: Questo risulta chiara mente d a ll'a na lisi d el la ve rsio ne it ri-.'t

t?, la CUI sintassr anomala r ivela la dipendenza da un modello non i t- .

t1t~. Inoltre la struttura estremaC?ente.schematica del testo e la ripe-

~lZ1?~e f !1 ne m oO lc a _di formule, 10 CUi e fo rse p ossib ile r in tr ac ci ar e

indizi di una scansione rumrca, r en do no qu esta tesro d el tutto d i-verso dagli alrri rniti anato l i c i conosciuri e 10 a vvic in an o in qu alc he

6 . V . G . Del Mo~te, op . a _ · t . , II~ .(in particolarej: strutrurezione idcnrica prcsen-

ta~o almeno.altn du e test! hanici. Lo stesso autorc rilcva che rnitologemi anaJo-

ghi so.no non c on n itr e divinita sempre in rcsti hauici (C TH 732) e in ambito i t t i -

ta-Iuvio con la dee Kamruscpa (- han. Katahziwurl). op . cir., 117-lIS.

7 · A 1 r iguardo v. A . Kammcnhubcr , o p . cit.• J I4, c E. vo n Schuler , W dM , IS8.

IIO

. t

mi to l og i a hauica, che g li Iuiti b en c on osc eva no e utilizzavano,qua nd o er a ne ce ssa rio , per sc opi pur am em e ri tuali , COSI c om e util iz -

za va no i canti h at ti ci p er motivi cer imonia l i .

I n t al i c o nd iz io n i e n ec e ssa r io t en e re distinto il M ilO della L un a d a

resti come il Milo di Tel ipinu e s imili , di I/Iuyal1ka, del Sale ecc., di

c ui p ur e so no protagoniste divinita hauiche e che si svo lg ono in am -

bito hattico: i l mito del la Luna e un semplice esempio di letteraturadi traduzicne che offre la mera e schematics riproduzione dellastr uttu ra d i u n rnito; g li altri testi si pr esem ano inve ce co me cornpo-

s izioni cornplesse, letterariarneme e labo r a te e ad atta te ad una realtache e quella della sociera ittita, nella quale i mitologemi hattici sono

ancora individuabili, rna solo a livello di fonti,

La testimonianza che ilmito della Luna ci ollie e quindi impor-tante e va le d i per SI ! a confutare l'ipotesi, d a pili parti a va nza ta , se -

condo la quale la rnitologia ittira di ambito anatolico sarebbe un

prodot to del la precedente cultura hanica (cost come la mitologia

COSI dena «di origine straniera. 10 sa re bbe d ella c ultu ra hu rr ita ): in -

d iv iduare le fo nt i d i una c om po sizio ne le t te r ar ia no n e quiva le infa tt i

a d attribuire la c om po sizio ne a gli autori d ella fo nt e stessa.

a) Introduzione

Versione A

(Ro col. sin. I I) [Quando ildio della tempesta] tuona in rna-

niera terrificante,' [(si) prepa'[ra' quanrocsegue: due tori, due

[ ], [un ... ]. di rarne, un pugnale di rarne, un'as[ria] di rame,

[ J . un lacjcio di lana rosjsa, uno di lana bianca, uno di lana ne-

ra [ ... l.

(5) [Quan]do tutto questo e stato preparato, si celebra ... [ ]e l'uorno del dio della ternpesta prende cinquanta pagnotte, [ ]

di pioli,' [alcuni]' pioli d'argento e di bronzo, un piolo d'alloro e

[ . . . J .

I. L e t t . «forte».

2. L e t t . «prende».

3. O ppur e, d ata [a somig l i anza dei segni, da correggere qu i P KA K in I ' l l «d'clio»:CI;[(qualcosa)) d'olic?».

4. Nella lacuna un numero imprecisero: v. E. Laroche , o p . dt., 74 n. 6; « pi ol i . .

sono spesso usat i nci rituali magic i .

III

Vcrsionc B ~ C .~~

(Ro col. sin. I I) [Quando il) dio della rcrnpesta tuo[na) ~,.

maniera terrificante,' [ ... ) ... [ ... ) ... l'uomo del dio della tern pesta

(A Ro col. d. II '5) Ma Karnrusepa' guard" giu dal cielo (e vi-

de) chc cosa [era caduro ed esclamo]" cosi: «II dio Luna e cadutodal cielo ed e caduto sui portale! II dio della tempests 10ha visto

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[ ... ), (si) prepara' quanto segue: un bue, cinque pccore, l. .. u nvaso "a)l1isa' di bevanda la w a i, ' [ . .. ) di due misure SOTU,' no~~

pagnoue di mezza misura UPNU/ mezzo [, . .J di misura haztl"

due pani caldi [ ), (5) un formaggio acido di una misur~'

UPNU,' frutta, [ ) un vaso di miele, un pUlis' di sale [ ... J. .}

L'uorno del dio della tempesta pone ogni giorno davanti al di~

della ternpesta [ ... ) e una pagnotta, una brocca di vino, [ ... ) uni

brocca di larte dolce; e quando il dio della ternpesra tuona [ .. . J ;l'uorno del dio della tempesta spezza una pagnotta, versa latte

dolce e [recita] in hattico come segue. "~

b) Mito (versione itt ita)

(C Ro col. d. II 10) [II dio Luna)' cad de dal [cie]lo e cadd~·

[sui pjorrale," [rna) nessuno (10) vide e dietro di lui il dio deU~

rempesta' [lascio cadere] la pioggia, dierro a lui lascio caderescrosci di pioggia; [10) afferro [la pjaura, 10 afferro l'anjgoscia].

(I5) Ando [Hajpantali," si pose [accanto a lui) e si mise ad

esorcizzarlo.

5· Un vaso per aningcre: v. E. Ncu, StBoT 26 (1983) 48 n. 242.

6. Un ripe di b ir ra usara frequentemente ncl cul to.

7. Su questc unita di misura v. G. Del Monte, OA 19 (1980) 219-226:

una suddivisione del s O r u , maggiore deIl'UPNU.

8. Una misura per il sale. .. r9. La Luna l: una divinita maschile. NeUa vcrsionc iuita del mite iInome e scr it to

coIl'ideogramma d30.af (dcsignazionc della luna in base a]suo numcro astrologi-co), merure ncl tes te ha tt ico e prescnte appunto i lnome hat tico di questa divini f·

ra , Katleu, dal quale derive probabi lmeme i l nome de l dio hurrita Kuiub: v . ~

Laroche, Recherches, 28, 53. 108. l-

to. Per KI .LAM = in. bi l ammar «edfficio della porta» v. I. Singer, ZA 6} (19"'

69 ss. :.;

II. Nc l testa irtira il nome del dio della Tempesta c sempre serine nella fofJDI

ideografica 4U, a cui corrisponde nella versione hanica Tom.

12. Su questa divinita protcnrice di or igine hanica, appancncntc a lia cerch~iSl

Inara, v. A. Kammcnhubcr, ZA 66 (1976) 75 (che 1 3 cousidcra una divinita f d l l . "

minilc) e H. Otten. RIA, s. V., che prcferiscc non pronunciarsi sui scsso. ~.

rr2

e dietro di lui ha lasciaro caderc Ia pioggia, dierro di lui (20) ha

Iasciato cadcre scrosci di pioggia e dietro di lui ha scarenato i

venti' Lo ha afferrato Ia paura, 10 ha afferrato I'angoscia! E an-

data la divini ta Hapantali , si e posta accanto a lui e si e messa ad

esorcizzarlo! ».

(25) « Ch e c os a hai inrenzione di fare?»." _E Karnrusepa Iascia cad ere dierro a lui: «Andre sulla rnonra-

gna' a lasciar cadere [ ... ) dalla roccia.

Che abbai e ... , che vadano paure e angosce, [ ... ) .. .' che ri-

mangano la!»,

Le righe 30-33 sono troppo lacunose per consentire una tradu-

zione che dia senso; sono menzionati il cielo (r, 30), i1dio della tern-

pesta (r. 3I) e «Labarna, i1 re» (rr . 32-33) .

Con la r. 34, sia nella col. sin. che nel la col. destra, inizia il rituale(<<Maquando flnisce di parlare, ... l, che prosegue in condizioni

estremarnenre frammentarie fino alia fine della colonna.

1 3 . Kamruscpa C lag rande des anarol ica del la magia, designa ta con nomi divers!

odic diverse regioni anatolichc: Kalahzip/wuri ncl nord hattico c palaico, che

significa «Regina (kotoh) sui paese (zi- morfema ablativale per movirnento dal-

l'alto verso ilbasso + p/wur «pacse»), e Kamrutepo nellc zone ittite e luvie, che

non c una traduaionc-del nome hat tico. rna una nuova formazione , i cui compo-

oerui non sono ancora del tunc chiar i t leamru, ta lvolta kamnmru, mcsso in con-

n es si on c d a A . GOCtZC,Language 29. 1953. 266, can l'inira l eommara «nebbia, C3-

liginc, nu\,013», + .te /ipa: «Genic della nebbia», anche sc it passaggio a - 11 pone

de i problcmi: v . A . Kammcnhuber, KZ n. 1 9 61 , 1 8 3- 18 4 ). Per questa d iv in ita s i

v ,G. F ran tz -S z ab o, R IA , s. v . •

14· L'inregrazionc c di H. Th. Bossert, op . cit., 167.

I , . Non & ch iaro a chi debbano cssere arr ribui te queste parole. B. De Vr ies . op .ai., 21 , riricnc ch e si tratti di un unico discorso dircrto e traduce: «Wha t are

yo u going to do now [hat Kamruscpa has left him behind? I am going to drive

(something) out of the rock {of] the mountain».

.6. II scgno sulla tavolcna dopa IjURSAG, che E. Laroche non legge, puo es-

sac - 1 1 ; Icaso locative).

']. E. Laroche, T e st es m yt bo lo gj qu es {cir.I, 76, legge qui ka-x-u-na-an-te-ei; si

ttal ta fcrsc di un errore del la scribe per ka-IIi!!! -na-an-te-ei «piegati?».

Il3

c) Rituale

(C Vo col. d. III 3') [E dopo bevc]' rre volrc [i due] buoi dcl

carro, [Ia lancia, (chc 0) 1 0 strumenro] di battaglia del dio della

Cicio di Kumarbi

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rernpesra, e spezza [tre palgnorre.

[E dopo] beve [tre] volre [stando in piedi i tujoni, [i fulm]u;;,

Ie nuvole, la pioggia [del dio della tcmpesta] e spezza [trepa.

gnotte.] .

(ro') [E dopo] beve nove volte Ie paure e le angosce del dio

della rempesta' e spezza [nove] pagnotte.

Mentre l'uomo del dio della tempest a beve questa coppa, (A

Vo col. d. tit 14') nessuno fa parola" - non (e) perrnesso;" (chiio

fa), viene messo per conto suo alia porta. . ..

E dopa beve una volta stando in piedi le Pleiadi" del dio dell !

rernpesra e spezza undic i pagnotre.

(20') Dopa l'uorno del dio della tempesta va nel suo tempi~~'

liba davanti al dio della rempesta del cielo. '.

(C Va col. sin. tV I) La prima tavoletta (e) finita. :.!

Quando til dio della ternpesta] tuona in rnaniera terr ificanre;'

I'uomo del dio della ternpesra si cornporra cosi.

18. S u q ue st a azionc rituale si c moho discusso, soprartu tto sc ind i ch i «bcre la d i-

vinita» 0 «berc in onorc della divinita»: cfr. h i bibliografia raccolta d a G. Frantz.Szab o, R lA , s. v. L iba tion. . )

19·Cfr. CHD, 345: «[Afrcrwards] he drinks nine times to the Stormgod's fea~

m e and terrifying qu alitie s (o r pe rh ap s: the fe ar a nd te rr or c au se d b y t he S to r m -

god)». ,f,.

20. Questa traduzionc de l verba bo-lu-ga-na-iz-zi, cbc c un hapax ncl quale c r i C O !noscibile il termine inira haluga- «messaggio, notiaia», C in eccordo can A. K a 1 P . ,menhuber, HW', 220, chc a proposito de ll a [ ra se di KUB XXVIII -1 - III 15 parladi«Rcdevcrbot (?) wahrcnd kuhischcn Trinkcns».

21. Ill . O-UL a -o -r a . .. lar. lie/as: v. J . Puhvcl , HED , 118.

22. Pe r questc divinira, il c ui no mc inita sarcbbc Seppilta- , v. E .

chercbes, 108.

[ . R e ga lil ii c el es te (Teogonia)

I Teste: CTH 344. A. KUB XXXltl 120 + "9 + XXXVt31 +"XL~71I1 97; B . K UB XXXVI I = A III 26' SS.

2. Bibliografia essenziale. a ) Trascrizioni: E. Laroche, Te xte s m y·

thologiqlles biuitcs en t ranscript ion: RHA 82 (1968) 39·47; H.G. Gu-«rbock. Kumarbi . MYlben uo»r cburruiscben Kronos, I~st~nbul~r.Schri ft en n . 16, Zurich· New York 1946, *1-*6; P . Meriggi, 1 mitt

d i Kumarb i , if K ro no s c ur ric o: Athenaeum 31 (1953) 1I0-128i E.

Forrer, Eine Gescbicbte de r Gonerleonigtums atts dem Haui Reiches,

Melanges F. Cumont, Brussels 1936, 693-694 (col. I); H. Otten, M y·

then vom Goue Kumorbi: Neue Fragments, Berlin 19 50 , 5 -9 (frarn-

mcnti aggiuntivi); H. Otten - Ch. Ruster, ZA 63 (1973) 88 (colofo-ne); L.Mascheroni, SMEA 24 (1984) 154 (colofone). - b) Traduzio-

ni: H.G. Guterbock, op . cit., 6-9; Id., in S.N. Kramer (ed.), Myth ·ologies oj tbe A ncient \'(/orld, New York t961! 156.159; Idem, In

W. Rollig (ed.), Altorientaliscbe Literaturen, Wlesbaden [978, 235·

236 (r 7·39); A. Goetze, ANET', 120·121; P. Meriggi, o p. C It., H·

128;B. De Vries, T he S ty le 0/ Hittite Epic a n d My th ol og y, Ann ':r-

her 1967 (diss.), 23.27; E. Forrer, op . cit., 690-693 (col. I); C. Kuh-ne, in \YJ . Beyerlin (ed.), Religionsgeschichtliches Textbncb zum Alien

Testament, Goningen 1975, 175-'77 (t 7-39); M. VIeyra, InAa.Vv.,

Die Schop /ungsmythen, Darmstadt 1980, 160-162 (parziale); G. WiI·helm G riindm g« der G escb icbte lin d K ultur de r Ru mle r, Darmstadt

1982:8z-83 (I 7.36); V. Haas, V o.r ze itm ythe ll u nd G ou erb erg e ill a li-

o ri el lt a li sc he r u n d g ri ec hi sc he r Uberlieferung, Konsranz '983, 10·"

Iparziale). - c) Commenti: E . Forrer, op . C It., 688)13 (passrm);H.G. Gurerbock, Kumarb i (cit.), 34.41, 86-1l5 tpassim): Idem, 10

S.N. Kramer, o p . c it ., 155.161; Idem, in W. Rollig, o p . a it ., 234.236;

P. Meriggi, o p. c it. , IOl-l57 (passim); B. De Vries, op . at., 23'31; C.

Kuhne, l oc . c it .; M. Vieyra, o p. c it. , 155.160 (passun); V. Haas, op .

<i t . ,passim; H.A. Hoffner, in H. Goedicke and].]. Roberts (edd.),

U llity a nd D ive rs ity, Balt imore I9i15,. 138.139; E. V0n Schuler,

WdM, [82.183; O.R. Gurney, Gli lttiti, Firenze '1962, 243-246.Rapporti col mondo greco in parricolare: R.D. Barnett, The Ep IC 0/K um arbi a nd the Tbeogony 0/ Hesiod: ]HS 25 (1945) !II s. ; M.G.

Gurerbock, The Hittite s/crsion of tbc Hnrrian Kunrarbi Myths;Ortellial Forerunners o/I-Iesiod: AJA )2 (1948) 123-134; H. Ottenvorderasinnscbe My/ben als \lor/lill/er griecbiscbcn My/benbi ldungl

FuF 1949, 145 ss.: A. Lesky, Hetbinscbe Texlc IIl1d griechischer M;'

la vcridici ta della narraxionc che segue. A differenza infatti degli al-t ri procmi di testi mitologici conosciur i ....questa non introduce nemot iv i celebrativi di d iv i ni ra ," n c r if er ir ne nr i all'autore:" l 'autore del

«Canto [di . .. J » mamienc l'anonimaro pili cornpleto e, in ossequio

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tbos: Anzciger dcr Osterreichischen Akademie del' Wissenschaften,Phil. hist . Klasse 9 (1950) 137 ss.; A. Heubeck, lviytbologjscbe V a T _

s/ellullg des Alien Orients ill arcbaiscbcn Griecbentmn: GymnaSiUlll

62 (1955) 5£2 ss. •

II testo, now anche ai non specialisti come Regalita celeste 0 Te~gonia, rna definite dagli It tit i come «Canto [di ... [»,' e probabilrnen,re il piu famoso fra imiri provenicnt i da Hattusa per le analogie che

con esso presenta la Teogonia di Esiodo, relative soprattutto a l l a

successione del le generazioni divine e alia latta fra gl i dei per ilpo-tere nel cielo.' .II mite it t ita. pervenutoci in una copia redatra alla fine del xnr

sec.' dal lo scriba Ashapa' sul la base di un tesro piu antico,' che si e r arovinato," e purtroppo moho incompleto: circa meta della ravolettajinfatri andata perduta e la parte conservata, fatta eccezione per Uprima colonna, presenta una superficie for ternente abrasa. Lo statd

di conservazione del testa limita quindi malta lacomprensione dell."vicende narrate e la valutazione dei rapport i che legano questa mite

alla precedente tradizione mesopotarnica e alia success iva letteraturagreca. ,.

I I testa it tita si apre con un proemio che non contiene riferirnential mito, rna un invito agl i «dei ant ichi» ad ascoltare, La formula usa-

ta, particolarmente solenne e simile a quelia impiegata nei trattan

internazionali per introdurre l 'elenco degli dei testirnoni, ' garantis~

1. V. eolofone, IV 28'. .t.i

2. Nel mite greco manea lagenerazionc pili arn ica. corrispondente ad Alalu , pre:

seme invece nelle storie degli dei f eniei di Filone Biblio risalcnti a Sanchunii;'

then: e fr. E. von Schuler, WdM, 167-168, s . u . Gcttcrgcncrationcn, e M.H. Pope

- W. Rcl lig. ibidem, 28,-286, s. v. Gortcrgcnerat ionen, e 307-308, 5 . v. Sanchu-

niathon . Non e possibilc stabilirc in che modo iI mito anato lico s ia g iunto tia

Grec ia , se direttamente da ll'Ana tolie (pe r I a provcnienza da Kymc del padre.~

Esiodo) 0 piuttosto aura verso gli empori commcrciali della costa siro-senenrrjx

nale. ,,'..i'

3· Per questa darazione v. H. Otten - C. Raster, ZA 63 (1973) 88. jj A

-l- Per questc scriba v. L. Mascheroni, SMEA 24 (1984) 153-154. :'

5· Secondo C. Kuhne, op . cit., 17,5, i l t es te r isalc, n lp iu tardi, a li a p ri ma m c rl ac J

- = ~ .. L'indicazione e contenuta nello SICSSO colofone, IV 32' -33 '.

7· Si veda pe r es. il t ranatc [ra Tuthaliya IV c Kurunta di Tarhuntassa eonserVifO

n6

alleconcezioni teologiche del suo tempo, invoca gli «dei antichi»,

perchc ~ssi. so~i (e ~on certo un uomo), nel la loro qualita di esseriprimord,all esistenu ab aeterno, conoscono tunc quanto e accadutofragli dei e sono in grado di testimoniarlo.

Segue poi i l raccomo minco, cornposto in uno sti le let terario ela-boralO e ricco di riprese e di apposizioni, in cui si narra che ~lalu. ilprimo re degl i dei , spodestato dopa nove anni di regno dal suo cop-

piere Anu, si rifugio sotto terra - evidentemente fra «gli dei anti-chi,>,insieme ai quali e menzionato nei testi initio Anu fu a sua volta

sconfino dopa nove anni dal suo coppiere Kumarbi, discendente diAlalu.In questa caso ilconflitto appare pi u cruento: Kumarbi eviracon un morso Anu rnentre questi cerca di fuggire verso it cielo e ne

inghione 10 sperma. L a stesso Anu, prima di ri fugiarsi in cielo, an-nuncia a Kumarbi di averlo reso pregno di alcune poremi divinita,

eracui ildio della tcmpesra. Kumarbi cerca di liberarsi del seme iiiAnu sputando:" rna il suo tentative Co vano, vista che poi si reca a

Nippur e Ii trascorre i mesi della sua straordinaria gravidanza.La prima colonna qui si interrompe."

sella ravclcna di bronze Be 861.299 I II 7 8 - 81 : «Ora, pe r quanto r iguarda questa

tavolcrrn di trattato che io ho Iauo per re, ccco imille d ei s on o chiamati in as -

scmblea (proprio) per qucl fa rto . C he essi guardino c ascclrino e s ia n o r es tim o-

o i ». S e g ue po i l 'elcnco dcgJi dei.

8 . S l veda per questi]. Siegc lova , StBoT 1 4 ( 19 71 ) 2 8. 3° , che non esamina perc

il p reemie del mite di Illuyanka c non conosceva ancora quello de l Can to diA,·Flnlo.

9·Nci proemi di alcuni mit i e esplici tamcnre dichiarata I'intenzione di voler can-

rare 0 cclebrarc un a particolare d iv in it a: K um a rb i nel Canto di Ullikummi, Ar-

g en to n cl Canto di Argento, Gilgamcs neI m ite di GiIgameS, il dio S ol e n el t est e

diAppu. i ld ie del le rerupcs ta nel mi te d i I lluyanka.

10. Kclla nel mite di I lluyanka : anonimo in UUikummi, Argento e GilgameS, rna

c vi dcn zi atc d al l'u sc d ell a p rim a persona del verbo «cantare».

II. II cauivo state di conservazionc del teste non permette di sapere sc anche

dallo spcrma sputa to da Kumarbi nasccr anno delle divinita ( si c fr. 13nascita di

Afrodilc nel mito greco); in questo caso 13madre porrebbc essere ilmonte Gan-

lUra, citato poco dopo; rna vedi lc note ana traduaione.

12. P. Meriggi, op . 0'1. , 114 n. 20, r ir iene possibi le che il f rammento KUB XXXIII

1 1 8 , g i a studia to da ]. Friedrich, ]KF 2 (1952) t,0-1.52, si inserisca aU a f ine di

q~CSt3 prima colonna, per il rcn tarivo di Kumarbi d i r rasfer ire su alt ri l a sua gra-

\'l.danza(in altcmativa, egli a ff cn na , W a si ll a porrebbe essere la montagna madre

di Ullikummij: «.•. [...J I I primo mese passe, iIsecondo mese arr ive, [ il rerao me-

$(", i lquar to mcse arr ive, i l] quin to [mese.] il scs ro mese , iJ senirno mese.J'ouavo

II]

Nella seconda colonna, dove vengono menziouruc varic divinita ilui ruolo nel rnito non scmpre e chiaro, si parla del la nascira dei fi-li ~iKumarbi, che cosri tuisce per il dio motive di grande prcoccu..aztone.

m;lrbi un lungo discorso (II 4.22) relative al dio della tempesta:«Marduk (?) plres]e a dire parole di [rome a Kumarbi, alle/nelle"sue viscere: 'Salute ate, s[igno]re del la fonte del la sapienza! [ . .. ] ...

[ ... ] La terra mi dara la sua forza, il cielo mi dlaral la [sua] eroicita,

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1'0 discorsi pronunciati, rispettivamente, da un dio di cui si e per.luto il nome, da Marduk (?), da Anu e da Ea." Poiche in questi di-corsi ricorre SpCS50 la formula «vieni fuori!»: rivoha agli dei posti.elle viscere di Kumarbi con l'indicazione delle possibili uscite (una

Idle quali e definita «i] posto giusto»)," P. Meriggi" ritiene che le di,

mira che qui intervengono recitino del le formule magichc per aiu-are Kumarbi nel suo difficile parto.'

La sequenza della narrazione puo essere cosi ricostruita: un dieenza nome, forse Anu," si rivolge ad una delle divinita poste neUe

-iscere di Kumarbi invirandola ad uscire: «]... '" per il suo [cranialal] cjorpo] vieni fuori! Oppure vi[eni]gli fuori dal l'animo!' Oppu-e vienigl i fuori [dal] posto giusto!» (n 1-3).

Parla poi una divinita indicata alia r. 4 con uno dei nomi sumerici

'A.GILlM) del dio nazionale babi lonese Marduk, che rivolge a Ku-

nesc arrivjc, ilnono mese, i1 dccirno mcsc arrivc.] e comincio ad avcrc lc doglic.

La montajgna Wasina cbbe Ic dogl ie ,le dogl ie [ .. . ne lla sua citra] Kumarbi udl.

Xlasitta avcva lc doglie e tune Ie montagne nndarono da lei per vcderla. Tune le

nontagnc prescro a dire a Wasina: '0Wasitta, pcrchc ansimi? Non conosci leloglic che vcngono dalla progcnie? Le GUL-se! non te 10hanna indicnto? Tua

nadre non tc 10ha testimoniato (oppurc: rua madre non ti ha partorito)?'. La

nontagna Wasina prcse a risponderc a tutte Ie montagne: 'Non conosco Ie do-

jlie che vengono dalla progenie; Ie GUL·sef non me l'hanno indicate, mia ma-

Ire non me l'ha tesrimoniaro (oppure: mia madre non mi ha parrorito)! [. .. ven-

te] fra lc montagne come uno straniero e mi fece dormire con lui e proprio in

joel tempo [ ... J ho cominciato ad avere lc doglle [ ... ] .. "» ( rr . 9' ·25'). I I [ ram-

nento apparticne sicuramcntc al ciclo di Kumarbi rna allo state anualc della ri o

ccrca non e possibiJe attribuirlo ad una dererminata composizionc.

:3· L'esame dcll'cdiaione cuneiforme del tcsto conferma la lettura dE·A alla r . 29 ,

10n a cc olr a d a E . Laroche, op . cit., 42.

[4· II 2, 3, 25], 26, 27, 28]: i tt . p a ra e b u.

[5· JJ 3, 28{, 34, 75], 76, 84: i tt . aiiutuaz pedal «dal posto giusto».

16. Op. cit., 104.

17·L'interprerazione del passe data da H.G. Gorerbock, in S.N. Kramer, op .

-it., 157-158 (cfr. anchc A. Goetze, op . c it ., 121), secondo i lqua le sarcbbe qui ri o

portata una discussione fra Kumarbi c i igli ancora dcmro di lui rclativa all 'oriti-

eio pili idonco alla nascita, non scmbra pili sostcnibile.

[8. Si veda la somigl ianaa co l tcrzo discorso della colonna pronunciaro sicura-

mente de Anu, menzionaro a lia r. 23 : cf r. anche A. Goetze, foc. cit.

19 · Si allude qui probabilmeme alia bocca, scdc dell' anima, come ad una delle

uscite prese in ccnsiderazione.

lI8

Anu mi dara la sua viri l ira, Kumarbi mi dara la sua [sagge]zza, Nara[mil dara [la sua ], Napsara [mil dara [la sua ... ], Enlli]l mi [da-

ra]la sua forza, [ mil dara la sua potenza e la sua saggezza, [ ... ] a

ruui [ . ..] ...'. (n 4-12).

Che il discorso di Marduk (?) riguardi il dio della tempesta risul-

ta, a mio avviso, evidente dal confronto con quanta il «re di Kum-

mil'a» t= dio dena ternpesta) dice di se stesso parlando con Anu nelframmento KUB XXXIII 105 I 10' -13' (per cui v. piu avanti) , dove ri-corrono locuzioni analoghe, e dalia rnenzione, nella seconda panedel discorso di Marduk (?), del toro Ser: (II 18) e del carro (II 19),

attributi entrarnbi del dio della ternpesta.Si deve pero norare che la presenza di Marduk, accamo ad Anu e

Ea, Fragli dei che esorcizzano Kurnarbi" presenta notevoli problemidal punto di vista teologico: in questo caso infatri un dio della se-

conda generazione come Marduk sarebbe stato posto dagli I tt iti sul-lo stesso piano di divinita primordiali come Anu ed Ea. Non essen-

doci allo stato attuale dementi che consentano di mertere in dubbio

I'equazione 'A.GILlM ~ Marduk," si pub forse supporre che 10

scriba itt ira, che copiava da un origin ale molto danneggiato," abbiaIrainteso il nome della divinita; in questo caso, a livello puramenteipotetico, si potrebbe correggere "A.GILlM in 'A.A ~ Ea, visto che

questo dio pronuncia poi (v. piir avanri) un discorso strutrurato inmodo analogo a quelio qui attribuito a Marduk. L'esorcismo nei

confronti di Kumarbi sarebbe cosi eseguito in due riprese da Anu e

20. II teste c qui arnbiguo: SA·Ii PUD avere infani vclcre si a dl dative che di 10·

ca t ivo .

21. Le sue parole sono quindi rivcl tc a Kumarbi e a ld ie de lla rempesta dentro di

lui, «aile sue visccre». L'lporcsi di H.G. Gurerbock, op . cit., 158,coerente con la

sua imcrprctazicnc del passo (Y. n. (7), che Marduk sia uno del figli scnza nome

annunciati da Anu a Kumarbi, c quclla di A. Goetze, foe.cit.,

che Marduk Si3 in

re3ha i ld io della tempesta, non trovano riscontro nel la docurnentaz ione i tti ra 0

vic ino-oriemale in genere: Marduk c infatti figlio di EN .K I = Ea (v . D .O .Edzard, WdM, 96'97) e non csisrono esernpi di una sua ideruificazicne col dio

della rcmpesta.

22. Per questa idemificaaione v, H.G. Guterbock. Krmtarbi Icit.), 36'37. Si PUD

forsc pensarc anche che qui l 'ideogramma, formate da i termini sumerici A «3C'

qua» e GlUM «corona», sia usato rome appellative per una divinit3 e non com~

teon imo: in qucsto case potrebbe bene adauarsi ad Ea. signore delle acque dole!

soucrranee.

23 . Come anesta il colofonc.

da Ea, ognuno con un ruolo spccitico: Anu invitercbbc il dio della

rerupesta ad uscire dalle viscere di Kumarbi ripetendo ritmieamentela formula magics «vieni fuori!», Ea risponderebbe assumendo la

parte del dio della tempests e dando voce ai suoi pensieri e ai suo;dubbi.

La seen a successive si svolgc davami ad Ea: «Quando egii" fu in

grado di camminare, si presento davami ad Ea; K[umarbi si p]iego ecaddo a terra. Kumarbi si riscosse dal [deliquio] e cerjco (??)] dinuovo la divinita NAM.HE" [... ) ... e davanti ad Ea [prese] a di '[re]:'Dammi [il barnjbino, voglio divorarlo! . ..?» (n 39-43)·

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I l terzo discorso, molto simile al primo, e rivolto da Anu al diodeUa rempesta della citta [ ... J (II 26): «Anu prese a [parljare.' '[. . .J

vieni [ ... J ... [ ... J ... [ ... J vieni ... lui come una donna [ ... J ... fuori .:vieni, 0dio deUa ternpesta della citra [ ... J .. [ ... J vieni fuori, per laboeea vieni, [. .. J vieni: se poi ti pare bene, allora [vieni fuori dal po-

stol giustot'» (II 23-28).L'intervento di Ea. come quello precedente di Marduk' (rna v,

quanto osservato prima), sernbra riponare in forma diretra pensieri

e parole del dio della ternpesta non ancora nato (II 29-38): «A Ku-rnarbi, al le/nel le' sue viscere, Ea prese a dire: '[. .. J ... illuogo, se poi

[ ... J ... [ ... J spezzetta come una canna; se [poi veng]o fuori fda ... J,anche per questo mi conrarnino; [seJ a lui [ ... ) ... , per l'orecchio mi

contarnino; se poi vengo fuori dal posro giusro, [ ... ) una donna [ ..:)... ha Ie doglie (?).~ E ..." dove/quando" ildio della ternpesta (accus.)

demro [ ... [ , fiSS(Y9 una finestra (= un'apertura?). Spezzo" come (si

spezza) una pietra il cranio di Kurnarbi e a lui su per il cranio venneil dio KA.ZAL, l'eroe, il re'», Quesr'ultima frase del discorso di E o

sernbra alludere alla nascita del primo figlio di Kumarbi, il dioKA.ZAL , come ad un evento gia verificatosi. I'

.24. P. Meriggi, op. at., 1l6, ri ticne chc Ie tracce dci segni s iadanino piuttosto ad

una letrure hu ·kJ i -i I ·k i ! . u .an da -a - ii «.prcse ad esorcizzarc»: purtroppo l'edizione

cuneiforme non consente una verifica. .

25. V. n. 20.

26 . Penso qui ad una forma iterative del verbo luh'i)iii- «averc Ie doglic» date ilconresto. L'accosramento deUa nascita «dal posto giusto» con il par to natura le

delle donne, it fane che ad essa assistano Ie divini ta de l parte (GUL-Ies II76 ) elasua ccntrapposizionc a lla nascira di KA.ZAL «su per ilcranio» fa r itencrc cbe

«il posto giusto» sia da cercarsi nelle parti bassc di Kumarbi: fcrsc l'ano? .

27· La [cttura Ilk «io» del Meriggi, loc. 0'/., sembra qui molto irnprobabilc.

28 . Secondo la [cttura del Meriggi, loc. cit., non accolta del Laroche nella sua r ra-

scrizione del testo, itt . kllwapi.

29· Itt. tetbauo, preterite del vcrbc ieiba(/)-. Meriggi, loc. cit. , 10inrerpreta come

prcscnte della diatesi passive.

30 . Itt. parianut, preterite del vcrbo parianu-; P. Meriggi, lac. C I I . , 10 ririenc im-

perativc e traduce: «Ora io (per) dove (ti) [posi] demro il dio IM una fincstra (?) .

dentro e fissata; (a) lui come una pietra (ace.!) dividi la gola (? a) Kumarpi!»-

Una [rase di questo ripe perc sarebbe piu adarra ad Anu che ad Ea. <

31 . P. Meriggi, op . dt., 117 . r itiene che la nascita di KA.ZAL sia una conscguenze

dcll'inviro di Ea; inqucsto case la [ rase non Iarebbe parte del discorso preccden-

120

11 brano che segue (II 43-50) e estremameme mutilo: si capiscepero che, aUa presenza del dio Sole del cielo (r. 50), Ea (r. 47) con-segna a Kurnarbi" una pietra:" «... Kumarbi comincio a rnangiare,rna [la diorit]e gli [urto] i denri nella bocca; quando gli [urjto i

dent i dentro [ la bocca, ... cominci]o a gridare» (n 51-54)·

Kumarbi continua a larnentarsi e sputa la pietra, per Ia quaie Eaist ituisce un culto f issando Ie offer te che gli uomini dovranno fare,ognuno secondo le proprie possibil ita (n 58-70): «[ ... ) ... e a te [gliuomini riclchi, gli eroi, i signori [offJrano buoi [e pecore.] 1poven

ti offrano [cibo) ...» (n 62-65).Le offer te degli uomini aiurano la nascita del dio del la tempesta

che esce «dal posto giusto- e non dal cranio di Kumarbi comeKA.ZAL (II 71-75): « . .• [ . • • dal po'[sto [giusto] ildio della rempesta,

l 'eroe, uscl» (r. 75).Al parto assistono le dee GUL-ses (II 76) e la nascira sembra av-

venire in modo indolore (II 76-80).Kumarbi si reca poi presso la montagna Ganzura e qui, alIa pre-

senza del dio Anu, nasce «dal posto giusto» una terza divini ta, moltoprobabilrnente Suwaliyas" (II 80·87)·A questo punto la seconda colonna si interrompe .

P. Meriggi" ha ri levato che c'e discrepanza fra i f igli annunciati da

Anu a Kumarbi nella prima colonna e gli dei nat i nella seconda: Anu

tc c [a ripetizione della particella ·wa{-) sarebbe impurabi lc ad un errore dello

scribe.

32 . Kumarbi s i reca da Ee per per fez ionare l 'esorcismo (i l pronome .en~li tico . .af

«cgli» e proleuico del nome propr io successive). - Secondo P. MenUI, op. 0/.:

11 8 n. 33 , invccc il pronome -ai sarebbe riferitc a KA.ZAL, che appena nato SI

rifugcrebbe da Ea.

33. Secondo P. Meriggi, op. 0'/., 149,divinita d~U'3bbondanza, a~l:ata di ~~a~-

hi anche in 1lI 5'. E. Forrer, op. 0'/., 695 n. 3. r icorda chc nam.he c ~ B3.?i1oOla i1

tcmpio del dio della tempesta Adad nel quart iere di Kumar , da cur der iverebbe

il nomc del dio Kumarbi (cf r. E. Laroche, Redrercbes, 123) '

34 . Nel suo discorso it dio esprimc anche la volonrs di mangiare ildio della rem-

pcsta (r. 44).

35. Da norarc che [ ... ..zwkzllJu:a] i ( II 52 ) «pietra diorite» c anche l 'appellarivc di

Ullikummi nel canto ornonirno.

36. Del nome di questo dio rimangono nel tCSIOsolo le ul rime due sil labe . .J-ya·

of (r. 83). 37.Op. dt.. 105 e 149·

121

annuncia infaui la nascita del dio della tcmpcsta. del f iume AranZah

e di T: .lsmi(su); nel la seconda colonna si p.u- la invccc del la nascita

del dio Ki\.ZAL, «l'eroc. il re». che escc dal cranio di Kumarbi (II

38); di quells del dio della. tempesta, «l'croe». che csce dal posto

giusto al ia presenza del le GUL-sd (II 75-76); e del la nasci ta, sem,

ls seconda colonna rcndono plausibi le che la descr izione di alcunenascile sia andata perduta.

Nella lacuna era [a fine della seconda e I'inizio deUa terza colonna

si inserisce probabilmeme" il colloquio fra il dio della ternpesta e

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pre dal posto giusto, del dio ... ]-yas (probabilmerue 5I1wa(iyaf) «l'e.

roe» (u 83), presso il monte Ganzura. Secondo R. \X/erner" infine a i-le rr. 77-79 sarebbe descri ttn la nasci ta di un alrro dio, che egl i r ir ie.ne il nume Aranzah (e pil l probabile invece che i l passo si r ifer iscaalia precedente nascita del dio della tcrnpesta).

I problemi sono stati in parte risoi ti con lidenrificazione, propo-sta da H.G. Guterbock," NIN.URTA ~ Tasmitsu) ~ Suwaliya e

quindi l'integrazione 5uwaliyas in II83.

Rimane Ia questione dell' identificaaione della divinita KA.ZAL:

nessuna delle proposte f inora avanzate'" appare risolutiva e non cisono elementi nella let teratura vicino-orientale che consentano di

veri ficare I 'ipotesi , che sembrerebbe pi" Iogica, che KA.zAL sia unappellative del fiume Aranzah."

Una soIuzione possibile e quella prospettara dalla traduzione datadal Guterbock" - e qui accolra - del discorso di Anu: Kumarbi

partorirebbe non solo i tre dei menzionati per nome, rna anche due

altre terrib ili divinita senza nome, una delle quali porrebbe essere

appunto KA.ZAL;~j del resto le condizioni estremamenre mutile del-)8. BO IS (1961) 292.

39. RHA xrx.sg (1961) r·I8.

40. A. Goetze, lococit . , sembra pcnsare a l die del la tcmpesta . P. Meriggi , op . cit.,

149, r itiene invecc che KA.ZAL possa csscrc un appellat ive di f STAR , d ca d el l' s-

more e della guerra, dal momenta ehe la leuura accadica dell'ideogramma eTA·S I L T U «piacere» c: la nascita di questa divinita su per i] crania ( rna Mcriggi in-

tcndc «gola») di Kumarbi rieorda quells di Arena ncl mite grcco. Anchc H.A.

Hoffner, op. cit., 138, s em br a a dc ri re a ll 'i po re si di Meriggi e aggiunge l a n o ta z io -

ne che in sumcrico KA.ZAL (altra lcnura KIR1,.ZAL) significa «naso, voho

splendcntc», appellative che riechcggia iI g /aukop i s A thena della lcneratura gre·

ca. La proposta e molto suggest iva, rna si dcvc norarc chc gli appcllativi di questa

divinita - «l'croe, il re» - si adancrcbbero meglio ad una divinira di sesso ma-

schile.

41. La possibile obiezione che KA.ZAL e un rnaschio «<ilre»), merurc i iumi sc-

no per gl i Ini ti divini ra femmini li, non mi sernbra moho ri levante, dal momentv

che ncl ciclo di Kumarbi j caraneri sessuali degli elcmcnti narurali divinizzati non

sana r ispet ta ti : lc montagne infani , considera te nor rna lmente dagl i In ir i divinid

masehili,benne in qucsti tcsri carartcrisrichcfemminili (si veda per es. i1caSOdella montagne Wasina).

42. V. n. 15 alla traduzione.

43 . L'altra, sccondo il <Gliterback, in S.N. Kramer. op. cit., 158, sarcbbc Marduk:

rna vedi quanta sopra osscrvato.

r22

Anu conservato nel frammento KUB XXXIII roj:" il «re di Kum-

miya) r icorda ad Anu di esscre state partori ro da Kumarbi, seppure

maschio; di essere state SOtlOPOSW dal padre a prove difficili e dipossedere quindi i requisiti necessari per essere re degli dei (I

3'-[5'):

«II re di Kummiya [parla] ad Anu: '[Kumarbi], il padre degli dei,(pur essen do) uomo mi ha generato e allelvato ... ]. Sene volte mi[ha mandata] contro la nera terra ed io 'ho tiraro'" la terra; per sette

vohe [mi ha mandaro centro iI cielo] ed io 'bo tirato' il cielo; persetre volre mi [ha mandato contro le montagne e iiumi] e per set te

volre ['ho tirato'Lle montagne e i fiu[mi]. Le nere terre mi [hanno

datoj l'eroijcira ... ] mi hanno dato Ia saggezza di Nara [ ...]1. sag-gezza [mil hanno dato e ora ce l'ho [l'eroicira ... ] e Ia saggezza, di

Anu ho Ia virilira, di [ ] ho l'eroicita e Ia saggezza.] ... ] Ce l'ho l'e-

roicita e la saggezza [di J legato sotto imonti e i6umi [. . .]».

La tcrza colonna e cosi danneggiara che H.G. Gurerbock (in Ku -

marbi, cir.) rinuncio a qualsiasi tentative di inrerpretazione.

Seguendo P. Meriggi, possiamo dire che essa si apre eon un di-

scorso del dio della tempests, che sembra intenzionato ad uccidere

Kumarbi (HI 2'). Anu, orrnai pacificato, gli oppone consigl i di mo-

derazione, forse spinto dal timore che, una volta ucciso Kumarbi,

qualche alt ro, e non ildio della rernpesra, possa diventare re (I ll 2'-

18'). A queste obiezioni il dio della tempesta si adira e, par lando col

toro Seri, maledice gli dei che si opporranno a lui ([[1 [9' -29'). An-

che Seri invita il dio alla moderazione e a non rnaledire gli dei, in

particolare Ea, che ha udito Ie sue parole (nr 30' -39'). Dopo una la-

cuna di ca. 20 righe segue un discorso di Ea, rivolto alla divinira

t..-uri, in cui si laments per le maledizioni direne contro di lu.i

(dal dio della tempesta?), affermando che Ia misuraecolma (HI 67'-

72'): «Quando Ea [udi] le parole, si adiro con lui in cuor suo. E<l Ea

4 4· V . P . Meriggi, op . cit, 128, seguiro da H .G. Gc re rb o ck , t o e . cit,

4 5· CTH 3 46 . Simi le a questa il framrnento KB o XXVI 100.

46 .SUD-nUl l = itt. buiuiyonun. Il verba buittiya- signifies len.. «rirare, tende-

teO);e usato anchc nei rituali col significate di «atrirare» Ie.divinita su sernieri

magici e in tesri «stor ici - ralvol ta con quellb di «schicrare» deito del le t ruppe .

Quale sia il valorc eS;1t[O del termine in gUCStO conresto non e clriaro: forse

«snendere» nel sensa di «vinccre, sconfiggcre» 0 «(arhirare» bel sensa di «per-

lare dalla propria parte»?

pr,eS~,;:lrispo!~~erc, al di.o [:.. ]-uri con le (scgue~ti) parole: 'Non dir~Ill! plu.mal~dl~lonl! Chi 1 1 1 1 h;1l11al~de~to, conn~ua.a maledirmi C . . •le ru rm [hall di nuevo [ ... l , I II Cont l11UIa maledirmi. [Sc poni il fu _co] souo a una penrola di bin-a, quella penrola porrera ( il suo contO~

craordinaria nasci ta del dio della tempest a da Kumarbi ; rna non e~onserva[a in essa menzio~e della vittoria de l ?io .della tempesta su

Kumarbi ~ ?ella s.uaelevazione 3. s?vrano de~h dCI, t:resuppos~a da-glialtri mit! del Cicio e dalla POSIZlonepr~mtnente d.l que~to dt? nelpantheon iuira. Quellc che rimane del rr:ltO rnostra infatti che il de-

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nuto) a cbollizionc [P}'». e

Dopo una lu_ngalacuna, alia ripresa del teste nella quarta colonn~non 51 parla pru di Kumarbi, rna di un nuovo pcrsonaggio, ilcarroidenti ficaro da H. Otten" con l'omonima costel lazione (!L che for:se" genera con la terra due figli. Ea si compiace di queste nascite

che lui sresso ha prornosso, visto che l'unione della terra e del ca~avviene nella citra di Abzuwa (IV II'), residenza di Ea.~9

La tavolet ta si chiude con i l colofone (IV 28' -35'): "La prima ta-voletta del canto [di ... l .. .' 0 Mano di Ashapa, [figlio di Hanltitassu

nipote di Kuruntalaman e (bis)nipote di Warsiya, aUievo di Ziti:

questa ravoletta era stata rovinata ed io, Ashapa, I'ho copiata davan-ti a Ziti»,

Prima di passare alia traduzione deUa prima colonna -Ia sola chepresenta un tesro continuo, m i sembrano necessarie alcune conside-

razioni.

I.Abbiamo visto che ilmiro della Rega l it . c e le s te fa parte di uncicio di almeno cinque «canti», che narrano momemi diversi della

lotta fra gli dei per il pot ere supremo nel pantheon. Purtroppo la

maggior parte di quest i testi e giunta a noi in condizioni cosi ham-mentarie che non e state possibile stabi lire fra loro un ordine si sue-

cessione logico-temporale.

La Rega l it a c e le s te e concordernente ritenuta la prima cornposi-

zione del cicio, dal momento che in essa si narra del passaggio delpotere da Alalu ad Anu a Kumarbi, «padre degli dei», e della

47. My t he n v om G all e K um ar bi [cit.}, 8.

48. CoS! H. Otten, lac. dr., segui to da P. Meriggi , op . cit., 127 e 150. Per H.G.

Guterbock, op . cit., 159,Ia qucstionc di chi s ia ilpadre dci due figli partoriti dallaterra rimane apcrta: potrcbbe anche essere Ea, che conta i mcsi (IV 12' -13') e

che riceve la notizia della nascira (IV 22); oppure la terra porrcbbc cssere rimesta

ingravidata dal seme sputaro da Kumarbi alia fine della prima colonna.

t9. Da identificare con l'accadico APSO . I 'occano sottcrranco rcsidcnza di Ea .

)0. In KU B X1.VIII 97 r. I' rimane traccia di due scgni, ch e H.G. Guterbock,

~, s. v. Kumarbi 4a , legge N{).T~L «non finite»: in qucsrc caso la narn-

uone proseguirebbc su un'al rra tavolct ta, di cui per ora non sono star i t rova ti , 0

-iconosciori. fremmend. Lo stcsso studioso propene anchc di imegrarc nel la la-

runa prcccdenre [JKu.mor·bI1, per cui iI tirolo origin al e dell'opcra sarebbe ~Can-o [di Kumarbi]».

124

siderio di porere del dio della rernpesra e fo~emente os:acolato da-

g l i a lr ri dei: Anu stesso 1 0 invita aUa mO?eraZlOne; Ea, slg~ore dellasaggezza, gli diventa nemico e, per punirlo della sua bybns, prendemomentaneamente lui stesso il potere celeste (?V' La lunga lacuna

fra la rerza e la quarra colonna impedisce d~valu.l~re in mod~ cor-

reno la conclusione della vicenda: essendo infarti IIcarro attrlou.tospecifico del dio della tempesta, la sua uruone con la terra, favonta

da Ea, e la conseguente nasci ta di due nuove div~ni[a puc ~egnare 1.afine del contrasto fra Ea e ildio della rernpesta (II favore di Ea tesu-

monierebbe in questo caso la sua volonta. di riconcil iazione); rna ~anche possibi le che Ea prornuova le nascue per sl!scl~are contr~ il

dio della rempesta dei nemici che ne siano emanazl<:>m,~eppure I l l :direrre (come Anu si vendica di Kumarbi attraverso Ifigh che quesn

generera, cosi Ea intende punire latracotanza del ?io della tempest~attraverso i figli del «suo» carro) . .Infine non sappramo nepp~re se II

racconto mitico fosse contenuto In una sola tavoletta 0 se 51 esten-

desse per piu tavolette." .

E rnia impressione che ilmite narrate nel noscro testo abbia c?-rauerisr iche di companezza e uni tarieta che 10 rendono prIo~It~norisperto aile alt re composizioni del ciclo non solo dal pu;.'to dl VIS!'

del la successione degli event i, rna anche da queUo dell mvenzrone

narrativa: esso presenta gia infatt i a livello potenziale ,I mouvi chesono stati poi sviluppati dagli altri «cann»; la Regalt ta . ce les te non

presuppone quindi l'esistenza di altre narrazioru, da CUi seml5ra 1Il-

veC;;e%~~b~~f~~;i che nel frammento KUB XXXILl [05 il dio della

tempesra parla di prove eroiche a cui il padre 10 ha _S0ttoposto e

vanta i suoi meriti che 10 rendono degno della regalita; neUa terza

colonna poi Anu 10 irwita alla moderazione nel timore che qual.-

cun'al tro sia [auo re degli dei , proprio a causa del la su~ arroganza- ~possibile che sulla base diquesti accenni siano srati sviluppatl smgo-

Ii terni narrat ivi e siano state cornposre le alrre opere, che ora consi-

deriamo parte del cicio. n Can to d i U l li kummi, _i l mite di Me?m-mu, il Canto d i A rgen to esemphficherebbero cosi le prove a out Ku-

5 1. C o s t P . M c ri gg i, op . dt., 125 c on n. 5 8; H.G. Giiterbock. in S.N. Kramer, op .

cir. , 158-160.52. Cfr. n. 50. In questo sccondo case lav it tor i~ fina le de l.dio della tempesta sa,

rcbbc stara ancora pill contr:lstata di quanto qU I non appata.

125

nmrbi : -;OIlOP0:\C il suo figlio pill potcntc (sono tutti inlut t i csscri

creati (~<\ KlIl1lal~b~); :.lltre l?rOvC:lncor;~ p(~tr~bbcro esse.rcstate og~gena di composixroru, oggr perdure, ell CUI rtmnnc rraccra nei fram_mcnri de l ciclo di Kumarbi clie non trovano sistemnzione il mito

della Regalild tli KAL narrerebbc un tentarivo compiuro da Ea, an-cora nemico del clio della tcmpesta, el iconferi rc can l 'niuto di Ku-

3. Sulla originc «hun-ira» di qllCSIO mito C sui suoi rapponi can ln

Teogonia di Esiodo c can la mitologia fcnicia tramandata da FiloneBiblio c state serine moho." Pnrticolarc rilicvo i: state dato al ia cor-rispondcnza della succcssionc (Alalu-)Anu-Kumarbi-dio della tern-

pesta del miro iui ta con quel la Uranos-Kronos-Zeus del rnito gre-co; al motive dell'evirazione del dio del ciclo (Anu/Uranos) spode-

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marbi [a regali ta celeste ad un'alrrn diviruta. II dio della tempestache - e bene ricordarlo - non lou a mai dircuamernc contro Ku -marbi, rna solo cont ro sue emanaxioni , supera tune Ie prove e dimo-su-adi essere I'unieo degno della regalita.

La specificita della Regalild celeste rispeuo aile altrc composizioni

del cicio e sortolineara anche dalla diversira dei proemi: nel nostrotesro, come abbiamo visro, non si evidenzia nc un motive narrativone un autore come avviene invece negli a lr ri ( ne l C an to di U lItku m-

mi l'autore dichiara di voler caruare eli Kumarbi «il padre di tutti g lidei» e delle sue dccisioni, nel mite di Argento di voler cantare di

questo dio porente)," in cui l'argornento del canto e delimirato e

precisato. Nella R eg alita c ele st e non c'e nessuna dichiarazione de lgenere, perche quello di cui si traua ha una portara cosmica, in nes-sun modo deli rnitabi le, e Ie vicende narrate non sono l 'invenzionedi un singolo autore, rna quanto realmente accaduto fra gli dei .

2_ L~ lona Ira gli dei per il potcre, descritta in questa mito, rifler-

re, a nuo avviso, pili ie concezioni ieologiche che quel le cosmologi-

che degli Irtiri: argornento del camo e infaui la sisternazione delpantheon, non queUa del cosmo.

Il passaggio del potere da Alalu ad Anu a Kumarbi c il presuppo-sto della success iva virroria del dio della ternpesta e dell'affcrmazio-

ne del suo diritto al regno - su questo argomenro verrono ben tre

del le quat tro colonne del la ravolerta - e [a contrapposizione fonda-

mentale nel rnito sernbra quel ls fra gli dei primordiali , privi di un'o-rigine, relegari in epoca «storica» nel mondo sotterraneo, e gli dei

della «seconds generazione», che hanno avuto un'origine: da una

parte quindi Ie divinita rnesoporamiche, ilcui ruolo neI culto ir tita eestrernamenre marginale (Alalu, primo re degli dei; il dio del cielo

~nu, su~ successore; Ea, dio della saggezza, ora allearo, ora avversa-

no del dio della ternpesra); dall 'al rra gl i dei nati da Kumarbi, deren-ton del porere celeste al memento del la composizione del mito.

In questa logica di schieramento Kumarbi, pur essendo stato spo-destato, occupa una posizione intermedia, dal momenta che anch'e-

gli ha avuto un'origine (e «rarnpollo» di Alalu): per questo e il solodegli «dei antichi» oggetto ancora di particolare venerazione da par-

te degl i Itt it i neUa sua qual ita di «padre degl i dei»."

5.3· J procmi de l milO di Hedammu e della Rega l ilo d i K AL sono andati pcrduti.

5 4· S i v ed a per queslo H ..G . GU lcrbock, R IA , s. v. K um arb i. K um arb i c prcsente

126

stare e a quello della pietra inghtottit a e sputata da Kumarbi /Kro-nos, che diverua poi oggeuo di culto. Si deve pero tenere preserucche questi rnotivi comuni, inseriti in contesti culturali ed ideologicicosi disparar i, sono stat i rielaborat i cd hanno assunto delle valenze

dcllutto diverse. Notare l e a n al o g ie e utile per ricostruire Ie fonti di

Esiodo, rna non accresce di rnolro la cornprensione del resro ittita.In questa sede prerne soprauuuo sortolineare il fauo che la Rega-

lila ce leste costituisce una testirnonianza esernplare della koine cul-

rurale operantc nel Vicino Oriente del" millennio a.c., a cui gli It-titi indubbia rnenre parrec ipav ano . II rn iro infant ci e note solo nellaredazione di Boghazkoy, scriua in inira c1assico; sempre e solo a Bo-

ghazkoy sono s ta ti tr ov at i f ra rn rn en ri in h ur rir a d i n ar ra zio ni appar-tenenti al cicio mitologico imperniato sulla figura del dio Kumarbi.

Inoltre lediviniia proragonisie del rniro porta no nomi rnesoporami-ei (Alalu, Anu, EalEnki sono divinita sumeriche; Marduk c il dionaziona!c babilonese) e hurr iri (Kurnarbi, Aranzah, Tasmi(su)),merure il nome del dio della iempesra e serupre scriuo in forma

ideograf ica (JU in n 26, per i l resto JIM), con complementazioni fo-neriche arnbigue" 0che alludono al nome del dio ittita Tarhunula">

anche se, vista il conresro, ci saremrno asperrari il nome de l dio dellatempesta hurrita Tesub; altre diviniia aneora sono menzionare conforme idcografiche di difficile interprerazione ('NAM.HE, JKA.

ZAL). L'arnbientazione geografica, per quanta vaga, sernbra ripor-

tare all'ambiro hurrira (le montagne Tasa e Ganzura; la citra di

Kummiya) e mesopotamico (Nippur e I ' APSO) . Ancora rnesopota-

mici infine sono i l lopos letterario del coppiere che si ribella al suo

sovrano - ben attesraro pero anche in ambito itrita" - e la concezio-nc della successione delle generazioni divine e degli «dei anrichi».

anchc Ira lc divinira del santuario rupcstrc di Yazilikaya (E. Laroche, RHA84"85, 1969, p. 70, [0ha riconosciu tc nc l dio nr. 40), dove e raffigurato come di-

vinita del grana (idg. JNISABA). H.A. Hoffner, op . cit., 139, ha rilcvarc (he que-

sta carat tcr izzaaionc di Kumarbi nc accenrua 13 cor rispondcnza col dio greco

Krenos, chc cvira con un Iakcnc Uranos.

55. Si veda per qucsro l 'introduzione gcncrale e la b ib li og ra fi a c il al a a U 'jn iz io .

56. -of (II 75, III 19'), -all (II 44, III II ').

5 7 - - 1 1 1 / ( 1 3 1 1 .

58. V. per questo in ultimo S_Dc Martino, SeQ 32 (1982) 305 ss.

(A 1 r) [ ... J gli dei antichi' chc [ ... J . gli dei potenri ascoltino!'

Na[ra, Napsara, Minkji, Ammunki ascolti(no)! Ammezzadu

[ . . . J . padre e madre ascoltino! (5) [Anu, Ant]u, padre e madre

di Ishara' ascolrino! Enlil, [Ninlil.] che in [cie llo e [in terra]' (so.

sui trona c il porcnre Anu, il primo dcgli dei, stava davanri a lui;

(10) si inchinava ai suoi piedi e gli porgeva nella mana Ie coppe

per bere. Per nove anni contati Alalu fu re nel cielo, rna nel nona

anna Anu porto bauaglia davanti ad Alalu e sconfisse lui, Alalu.

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no) dei potenri (ed) ererni, [ ... J e [gli dei del kJulkulima' ascoh].no!'

Un tempo, in anni remori, Alalu era re nel cielo." Alalu sedev.

1. Gli dc i an tichi (in. learuileifillllefIDINGIR ......= sum. JA.NUN.NA.GE), pre-

sent i anche nel le l is le dcgl i de! tcst imoni al ia fine dci t rat tat iinternazionali e inriruali magici di ambito hurrira, sono lc divinira priruordiali sostituitc poi dagli

dci della nueva generazione e relegate da qucst i ncgl i Infcr i, sotto la guida d e l l a

dca Sole della terra. Per qucsti dci c i lora vari nomi si vedano in par ticolarc H.

Orten, ZA 54 NF 20 (1961) 114 55. (sopranutto 11 5 C 145-147), c E. Laroche, F e s t .

Giiterbock', 175-185.

2. Goetze, ANET', 120 integra: «[Lct there listen the gods who are in heaven]

and those who are in the dark earth ! le t there listen the m ighty [ ... J . . . g od s, N a-

ras, [Napseras, M in kJi s (a nd ) Ammunkis!», scguito in questc da M. Vieyra,op.

cit., 160.

3. Qucsto pr imo gruppo di dei, a i qua li si puc Corse aggiungcrc in la cuna T uhu -

sit frcqucnrementc abbinaro nellc Iiste a Ammczzadu, porta n om i diffic ili da a na -

lizzare; si v eda per questo, in ultim o, O .R . G urn ey, Some Aspects 0/ Hittite R~-

ligion, Oxford 1977. I5. Visre Ie coppie di divinita de l secondo gruppo (v. n.7), ep ro ba bi le c he anchc qucsrc pr ime divinita siano mcnaionatc in coppic d i m a sc hi o -

femmina . A. Goetze, loc. cit., in tegra : «L et there listen A mm ezzadus [and t h e :

gods of the o lder days, the god]s' fa thers (and) morhcrs!», scguito d al V i ey ra ,

loc. cit, D a notarc chc la m en zio ne di «pa dre e m ad re di ... ) ) rientra nella rradizio-

nc delle liste d iv ine sumeriche.

4· L a traduzionc «padre e m adre di Isbara. i: d i ] . Sicgelova , S tBoT 14 (1971) 29.

5. Lett . «giu (e) SUI).

6. Hapax di non chiaro sign ifica te; si tra tra di un nomen actionis deriv ate da un

verbo *kulkulilyo., formate a sua v olta dalla reduplicaaicne dell'aggettivo hul;·

«calmo, rranquillo»: V. H. Kronasser, EHS , 178; H . Otten, S tB oT 7 (1968) 23-

24· J']'S. Weitenberg, D ie b e tb i ti sc b e n U - St iimmc , Amste rdam 19841 Il7, ritiene

che co n quesro termine p os sa e ss en ! indicata un a personificazionc mirologica co-

m e nel caso d i habbima (v . m ite della scom parsa del So le). L a tradua io ne «gli deide l kulkulimo» (forse q ua lc osa c om e «pacificazionc») C di E . Forrer. o p , d t. , 6 91 .

7· Q ocsto seco ndo g ru ppo c costiru iro da d iv in ira no te in am bito sum erico : A nu,

abbinato alla su a paredra Antu , e infani it g ra nde dio sumerico d el « C ic io » ; En -

lil, a bbin atc a lia sua pa redra N in lil, c il signo re della cirta di N ippur, co l quale , in

am bito ana to lico , v iene ta lv oha Idem ificaro K um arbi; anche Ishara, div in ira dd

g iu ram ento e della m edicine, associate in am bito ittitn con g li dei an tichi, c dic ri g in e m e so p or am i ca : V. R IA _ _S. vv. No n i: chiaro se «padre: e m adre di IShara .

sia a ppo sizio ne d ella co pp ia div ina precedente (A nu cA ntu) 0 s i ri fe ri sca a d s lt re

d iv in ita non m en zion a te per nom e.

8. AN·Ii euel cielo » m anca nella tra scriz icnc di E . L aro che, op. ci t., 39 .

128

E quest! fuggl davanti a lui e lantana da lui ando gil! nella nera

terra; (15) ando gil! nella nera terra e sui trona sedene Anu.

Anu sedeva sui trona e il potente Kumarbi gli dava da bere;' si

inchinava ai suoi piedi e gli porgeva nella mana Ie coppe per be.

reoPer nove anni contati Anu fu re nel cielo; ne l nono anno Anuporto battaglia davanti a Kumarbi; Kumarbi, rampollo di Ala.

lu," (20) porto battaglia davanti ad Anu. E Anu non sostenne gli

occhi di Kumarbi e sfuggl a Kumarbi dalla sua mana; ed egli,

Anu, se ne ando e cerco di andare in cielo.

Kumarbi si precipito dietro a lui e afferro lui, Anu, per i piedi

e 10 t iro gil! dal cielo. (25) Addento i suoi lombi;" la sua (= di

Anu) virilira si unl aile viscere di Kumarbi come (rame e stagno

siuniseono a formare) il bronzo.

Quando Kumarbi ebbe inghiottito la virilita di Anu si mise a

ridere per la gioia." Anu si valse indietro verso di lui e prese a di-

9· Ho scguito qu i [a lcnura NAG-llo ed a bere» di H.G . Guterbock, in S .N . K ra -

m er op. cit., 156, c in WI . Roll ig , op . cit, 235. accclta enche da V . H aas, voneit.fll)'/hen (CiL) , 10, che ben si adana a ll o st il e d el teste, ricco d i r i pe t iz i o ni e di rio

p rc se . E . F orr er . op. cit., 6 92 '6 5) 3, l eg g e i nv ec e K(J·no (ora GU.-lIo) «da m an-

glares (scguito in questo da A. Goetze, op . cit . • rae; P. Meriggi, o p . cit., HI n. 8;

E. Laroche , op . cit., 40; M. Vieyra, op . c i t. , 160; C . Kuhne . op . 0'/., (76): i d ue se-

gni sono m oho sim ili e l'edizio nc non conscnte di distinguerli (G . Wilhe lm . op .

cit., 83. risolve traduccndo «dcr st ark e K um arb i b ed ie nt lhm»).

10. L a lettura NUMUN «ram polio » risa le a H . Onen , 'My/hell vam Gotte Ku-

'florbi (ch.), 6 n. 2. B .A . H o ff ne r, op. cit., 138-139. rileva c he , d ata l a fi li az io ne

di K um arbi da A la lu , la rega lita celeste non si e rra srnessa di p adre in fig lio . rn a epassa ta fra due lince contenderui di dei: da una pane A la lu-K um arb i (·I!JU ikum -

m il, da ll'a lrra A nu-d io d ella tem pcsra . P ossia mo a gg iu ng erc chc la na scira p arri-

co lare del dio deUa tem pests Ida A nu e da Kum arb i) fa 5 1 c he l e d ue d in asri e ri -

"a li si fondano , dando luo go ad una rega lita univ oca .

IT. L a l ct ru ra porIil luI-IuI C c on fo rm c a ll 'e di zi on c. L a c orrc zi on c gi!.I1U-U/·Iu-us

..suoi ginocchi» - un eufernism o per indicare igeni tal i - proposta da H.G.

Ourcrbcck, Kumarb i { cit.I, 7 c ~2 (rna v .T i n. 5) e acco lra da A . Goetze ,loc . 0'/., ed a P . M eri gg i, op . cit., 112, no n appare necessaria. P ee la discussionedel passo e

l a d i st i nz i on e fra u n t er mi nc p ariina ... accad. lelu «g ua ncie .. e uno parIlla· «03·

tica,lombo», V. KK . Riemschncidcr, SlBoT 9 (1970) 36 S.

12. Let t . esi rnllegro e rise».

129

rc a Kumarbi: «Tu gioisci in rclazione aile rue viscere, perche

hai inghiot tito la mia viril ita. (30) Non gioirc per Ie tuc viscere!

Nelle rue viscere ho posro un peso' Guarda: ti ho ingravidato

del potcnte dio della tempesra;' in secondo luogo ti ho ingravi_

[Kurnajrbi, riavutosi,' [a] Nippur" [ J ando e in posizione

premlnente [ ... J sedetrc. Kumarbi non [ J (45) [. .. J continua a

contare. II settimo (?) mese ven[ne ... J [ J nelle sue viscere ...

[ . . . J .

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daro del hume Aranzah,' irresistibile; in terzo luogo ti ho ingra_

vidaro del potente dio Tasrni tsu);" due (alrre)' terribil i divinitaho

posro come pesi nelle rue viscere! Andra (35) a finire che batte-

rai la testa contro Ie rocce del monte Tassa!»."

Quando Anu ebbe finite di parlare, sail in cielo e si nascose.'

Kumarbi, il saggio re, spuro fuori dana bocca; dana bocca

spuro salijva' e sperrna] (40) rnescolat i insieme. Cia che Kumar-

bi [aveva] spujrato.] [ ... J il monte Ganzura" [...J terrore" nel cie.

I".

J3. La complcrncnrazionc fonetica dIM_lti·jl indica che 10scriba inita si r ifcrisce

in questa case a1 nome ini ta del die de lla tcmpcsta, Tarhunf t)a, C non 31nome

hun-ira Tdub, come 13situazione mitica richicdcrebbc.

14. Aranzah c il nome hun-ita del Tigri (da tenere prcscmc cbc per gli Initi lc di-vinita fluviali sono fcmminili). II fiume A ra nz ah d iv in iz aa to c prcscnte anche in

altri rcsti mirologici: v. KUB XXXVI 55 III 22' (= CTH 351), tCSlO chc ricorda il

mite della Regaiita celeste, poiche si parla di «ingravidarc» (III 22',25',27',29')Cdi «sputare» (III 24'), rna troppo frammenmrio per capirc di chc cosa rrani: si

capisce soltanto chc qualcuno, non identif icato, diventa gravido del Tigri, del dio

della guerra Z A.B A • .B A. c di altre due divinita il cui nome e pcrduto (v. per que-

510J . P uh v cl , H E D , 156); KUB XXXVI 64 III 2' (~CTH 354); KUB XVII 9'14',

19',24',26',34',39',40' (= CTH 362) , mite di Gurparanzah, dove il f iumc egi-

see come protagonista.

15. Nome hurrita del fratcllo c aiutantc del dio della tcmpcsta Tesub, ccrrispon-de nt e a l l' it t. S uw a li y a. idg. ( NI N. )U R TA : v . introduzione.

16.Segue qui la t raduzione d l H.G. Gcrerbock, in S.N. Kramer , op . cit., J57, e inW. Rollig, op . cit., 235, risalente a E. Forrer, op . c i t. , 692, che concorda col testa

inita dove i: chiaramcntc lcggibi le i l numcro duc e con quanta riportatc nel la se-

conda colonna del tCStO dove sono mcnzionarc divinita diverse dallc tre qui citate

(v. anchc G. Wilhelm, op . cit., 33). La correaionc «(rc)), con ri fe rimemo ai t rc deidi cui i: state annuncia ta la nascita, proposta dal lo stesso Gutcrbock, KtJlnarb~

(cit.), 7)e scguita dal Goetze, loc .c i t . , dal Meriggi, op . c i t. , 113. c da ahri, non nusembra necessaria.

1]. Per questa montagna divinizzata, posta in tcrri torio hur ri ta, v. G. Del Monte.

RGTC 6, 4"9.

18.H.G. Gurerbock, in S.N. Kramer, op . cit., 157, e in W. Rollig, op . cit. , 236, ri o

feriscc questa vcrbo non ad Anu rna a Kumarbi.

19· L'irucgraaione KAxU(·al-li (?)1 = in. iSalli· «saliva» e di B. De Vries, op .cit., 24 e 191 n. 10.5.

130

2. Milo di Hedammu

1. Teste: CTH 348. - I episodio: A. KUB XLI! 65; B. KUB XXXII!1O? + 94 + "KBo XXVI 70. - I! episodio: KUB VIII 67 VA IV. _ III

episodic: KUB VIII 64· - IV episodio: A. *KBo.xxVl 72 Ro I' B.KUB VI!! 65 Ro I. - V episodio: A. KBo XIX 1I2 Vo (?); B. Klioxrx112 A. - VI episodio: A. KUB XXXI!! 100 + KUB XXXVI 16 Vo I!!;

20. P e t . . .. . .. . .. a nmra = to-·>Of'Kaluntur(n)av. G. Del Mont e , op . cit., 171. I momi Kan-durna r icorrono anche nel Canto di Ullikummi (III rav. , A II 13-14): su di cssi

pcnsano di ririrarsi iJ dio della tempesta e Tasmi(Su). Secondo E. Laroche , RA 45

(J951) 97,Ia montagna c da por re in rclaa ionc con l'cdificic <ktmt .arro (UU. I tav.,A IV 32), residcnza dcgli dei (prcstito dal hurrita kundarn, ed entrambi col nomed el la c it ra di Kuntara.

21. Per l 'intcrprctazione del tcrminc nabtarantan come accusarivo del nome co.rnune nabiaranJnablarant- v. CHD, 343.

22. Questa t raduzione presupponc una lenora degl i uhimi scgni del la r .41AN an -

d o . Altri (per cs. A. Goetze, l oc .d t . , chc traduce «an awesome gode) inrerpreta-

no ilscgno AN come DINGIR e nahtarantan come un aggcuivc con valore anri-

burivo. La comprcnsione di qucsto passo r imane comunque problemarica : co.

muncmcnte si ri tiene che i lmonte Ganzura accolga i lsemc sputato da Kumarbi e~c .da questa nascano al tre divinira (si veda per esernpio la proposta di P. Me.

nggl, op . cit., I q n. 20, di inserire alla fine della prima colonna il Irammento

KUB XXXIII 118 : v. int roduzione) . Se perc teniamo canto de ll e c a ra t rc r is ti c he

della montagne Ganzura come rcsidcnza e r ifugio degl i dci (v. n. 20), c pili pro-babilc che Kumarbi s i ri fugi II Iper riprendersi de cio che gl i c accaduto; porrcm-

rno allora tradurre (rr . 40-41): «Dope chc (kui t ) Kumarbi ebbe sputato, ilmonte

Canzura accolsc (anda[ddli (?)Jl i ld io (- Kumarbi) anerr ito».23·La rraduaicnc e in accordo con J. Puhvcl, op . cit., 353 e 387, che segue la let-

lura di E. For rer , op . dt., 694, i -ya-u-iaa-ni-ya-u-an-ra invecc di queUa di ·M.G.

Oarcrbock, Kumarbi (cir.), *3 (accolra dal Meriggi e dal Laroche) fa'-u-wa.ni.yo.

U-an·l .a «acmig» (7).

~ . C it ta mesopotamica sede de l dio Enlil . col quale talvoha Kumarbi viene iden-

tificaro. .E possibile cbe Kumarbi si rechi a Nippur pe r rrascorrcre in una sua reo

sidcnza imcsi de lla gravidanza (a questo si ri fe risce i l ccnrare imesi) , da l mo-

memo che in qucsto conresto, come ha osservato H.G. Guterbock, RiA , s. 1I.

KUmarbi, una sua visita ad Enlil appere improbabile. Si dcve perc riccrdare che

la scde di Kumarbi c l'antica Ci1l3 hurrita di Urkis.

131

B. KUB XXXIII lO3 Ro II; C. KUB XXXIII 116 Ro II. - VII episodio:KUB XXXIII 110 Ro II. - VIII episodic: A KUI3 XXXIII 112 Ro II-

Vo Ill; B. KUB XI1 65 + "KBo XXVI 71; C. KUB XXXII1 116 Vo Ill'

D. *KBo XXVI 72 Ro 11; E. "KBo XXVI 73. - IX episodic: A. KUBXXXII1 88 Vo; B . !BoT II '35 Ro I. - x episodic: A. KU13XXXIII 86Ro

vicnc collocate per primo qucllo che contienc l 'episodio del dialogo

era il Jio Kumarbi c il Marc, ch e si svolge nella dimora di Kumarbi;durante qucsto colloquio viene stabi li rc che di ll a sette giorni Ku-marbi si rechera a casa del Mare e che quest 'ulrimo gli consegnera

sua figlia Senapsurubi, della quale si esalta la bellezza descrivendone

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II; 13.KU13 XXXVI 56 Vo III. - XI episodic: KU13XXXIII 85 Ro. - xn

episodio: KU13XXXIII 83 + 13069/202 + 691202 II. - XIII episodio:KUB XXXIII 86 + VIII 66 Vo III. - XIV episodic: A. KU13 XXXII! 84 +1306404 + K130XIX 109 + 190a Vo IV; 13.KBo XIX Ro. - Alrri [ram.

memi: KUB XXXIII 109 + 94 + 1549/u Vo IV; KUB XXXVI 56 Ro n:

KUBXXXA'VI

57 Ro (?)II;

Vo (?)Ill;

KU13XXXVI

58; KBoXIX

110;KBo XIX 112;130691207; 13069/974 col. sin.; 13069/849; 130[941.2. Bibliografia essenziale. a) Trascrizioni:]. Friedrich, Ar. Or. 17

([949) z30,z5z; E. Laroche, RHA 82 (1968) ss.; J . Siegelova, St130T14 (197[) 38-71. - b) Traduzioni: ]. Friedrich, op. cit .. 242-245;]_Siegelova, op. cit ., 38-71. - c) Cornrnenti: ]. Friedrich, op. cit.; 13.

De Vries, The Sryle 0/ Hittite Epic and Mylhology, Ann Arbor 1967(diss.), 49-51; passim; H.G. Gii terbock in W. Roll ig (ed.) , Altorien-

taliscbe Literaturen, Wiesbaden [978, 240 ss.

I1 mito di Hedammu, un drago che vivc nell 'acqua, dorato di una

straordinaria vorac ira e capacita di distruzione, e giunto a noi in nu-

merose copie, almeno sei , purtroppo ruue malta frammentarie. Equindi irnpossibile r icostruire una narrazione continua, tut tavia laserie di episodi che ci rimangono forniscono un'idea abbastanza

chiara di questo rnito,

Seguendo la disposizione degl i episodi che ne ha data la Siegelo-

va, op. cit., riteniamo utile riassurnere brevemenre il contenuto del

rnito, anche se la lacunosira dei testi non consente di affermare can

sicurezza che la vicenda si svolgesse in questo ordine. 'Non si conosce l'inizio del racconto," rna fra iframmenti rimasti

1. L a su cc cs si on c d cg li e pi so di e diffcrcn tc da quclla da ta da lla S ieg clo va po icht

no n so no stat i t radoni alcuni tes ti troppo frarmnentar i. Qucsri tcs ti tut tav ia sene

stati indicaticome

appartenenrialmito

diHedammu, rna

no n so noascrini a nes-su n episodic particolare.

r a. S e co n do H.G . C urerbock, K Bo XXVI, I nh al tsi ib ers ic ht p . VI, a ll 'i ni zi o s i c o l -

loca il fram mcnro K Bo XXVI 79 in cui, dopo una parte in ia ia le lacunosa , si descri-

vc u n c ol lo qu io [ra Kumarb i e il dio della rcmpcsta d i K um m iy a. IIdie della

tem pests chicde a K um arb i dov e c stare cd eg li risponde che v ienc da lla m enta-

gn a Hursana ed ha fauo cresccrc un serpcm c. S eco ndo la Sicgc lova , op . dt., 82.U

n om e d el la m o nt ag na derive dall'appcllarivo eccadico ljuriol1l1 «monragna», OSS13

il m on te per ecccllenza . G ererbo ck tra duce infa tti «Ia montagna Mom», Si rratta

forsc del m onte H azzi? 0 della stcssa roccia m adre di U llikum mi? Se cO SI f osse.

moho pio co mplessc porrebbc csscre il rappo rto [ra id ue m it i.

le misure del corpo e il candore delle membra. Durante la notre ilMarc c r iaccompagnato al ia sua casa al suono di tamburi e crorali .

Proprio da questa episodio si e dedouo che Hedammu sia figliodi Kumarbi e del la figl ia del Mare.Nel secondo episodio Hedammu sembra gia essere nato ed e assi-

st ito da qualcuno che 1 0 lava con olio e acqua e 1 0 nutre con quam i-(a smisurare di cibo (buoi, cavalli, capreui, agnelli, salarnandre, ra-

ne). Nella parte iniziale di questo frammento sono menzionate lecius di Kummiya' e Duddul' e sembra che qualcuno si trovi a mezza

su-ada era queste due citra,

II terzo episodio e rnolto lacunoso; Forse Hedammu, paragonato

ad una macina, distrugge alcuni paesi. Si pari a ancora della sua

straordinaria voracita.Nel quarto episodic, dopo alcune righe di significate non chiaro,

cornpaiono il Cielo e la Terra, i ld io Enlil e l 'umanita, I STAR si recaal mare e vede le cine vuote, certo per colpa di Hedammu, poi scor-

ge 1 0 stesso Hedammu e ne ha paura.Ne l quinto episodio una divinita di cui non conosciamo il nome

da ordini per accogliere la dea I STAR che sta arrivando; rut tavia la

dea, evidenternente ancora impauri ta, non si siede ne beve. La divi-nita ospite Ie chiede ilmotive di questa r if iuto, rna a questo puntO il

resto divema frammcntario e sembra solo di capire che la divinira,

inforrnata della nascita di Hedammu, piange.

II sesto episodio, quando il testa divenra camprensibile , presenra

un'assemblea degli dei. Un dio, di cui ignariamo il name, si chiedeperche distruggere l'urnanira. dal momento che, in ral caso, gli dei

non verrebbero piu nutri ti , anzi sarebbero addir inura costrerti a la-

vorare. Inizia poi a parlare ildio Ea che, r ivolgendosi a Kumarbi, gli

domanda ilmotivo per cui vuole distruggere ilgenere urnano, se per

2. Nom e di una citta della Mesopotamia sencntrionale, no ta co me dim ora del die

della rcmpesta (cfr. anche ilMi lO d i U l li kum ,m ) . L a citta c ! cita ta com e luogo di

abiraaionc de l di o della tempests anchc ne l racccnto d i A pp u; e . artestata anchc

in testi hurric i, fra iquali un fram mento del mite d i G i lg am ci . e in ritual] initio

V. H. Otten, RIA, r. V. c l a b ib li og ra fi a i vi ci ta ta .

3. Q uesta dua d i cui non conosciam o [a l oc al iz za zi on c c om p ar e anche n el t es te

KU B XXXIII 112 + 1I4 + KU B XXXVJ 2 III 2021, appartcncnte a] mite della reo

galil3 di KAL . in cu i si dice che «E a andc ad Absuwa memrc Kumarb i ando a

Duddul».

133

caso gli uomini non si siano rcsi colpevoli di omissione di ani sacr],hcali nei suoi confronti.

U settimo episodic vede Kumarbi che riflette sulle parole pronun.ciate da Ea a difesa dell 'umanita. Ncl suo discorso accenna ad un ri-

bel le che lui sresso ha susci tate conrro il dio della rernpesta. La riga

II mito c particolarmeme interessante, sia sul piano del contenutoche sul piano formale, tuttavia e poco conosciuto. 'La definizione del protagonista come «drago» deriva dal fauo che

il nome reca il determinative sumerico MUS che design a propria-mente il serpente e che Hedammu, in grado di ingurgitare sproposi-

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I8' suggerisce che si t ratti di Hedammu, poiche si par la di qualcunoche «divora».

Nell'ottavo episodic si narra di un altro incontro fra il Mare eKumarbi, preparato dal vizir di quest'ultimo Mukiganu, che di na-scosto, per vie sot terranee, si e recato dal Mare per non essere visto

dagli avversar i. Giunto dal Mare, Mukisanu ha riferito il messaggio:h Kumarbi, invitandolo a venire in frena, di nascosto, perche sitratta di motive urgente. II Mare ubbidisce e si reca da Kumarbi che

;li ofEreuna sedia e gli fa apparecchiare un ravolo, quindi i due dei:nangiano e bevono, Inf ine Kumarbi si rivolge di nuovo al suo vizir ,:na purtroppo rnanca il contenuto del discorso.

Nel nono episodio Ie prime righe [rammentar ie contengono pro-oabilmente il discorso di una divinira di cui ignoriamo il nome sui

areparativi contro Hedammu, i quali , se avranno successo, rende-

.anno innocuo il drago, in caso contrar io i l dio si addossera la colpalei fall imento. A questo punto 1STAR si reca nel bagno, dove si la-

/a, si unge e si adorn a e «tutti gli incanti le corrono dietro come ca-

molini». La dea si rivolge poi aile ierodule Ninatta e Kuli tra perche-adano suUa riva del mare a suonare i crotali , affinche Hedammu siautirato daUa musica.

. II decimo episodio, dopa un inizio frammentario, contiene la see-

ra della seduzione di Hedammu da parte di 1STAR che si mostraruda.

L'undicesimo e il dodicesimo episodio sono estremarnente fram-nentari; in uno Hedammu parla di se e di sua madre Sertapsuruhi,

.ell'alrro pensa di divorare 1STAR. Proprio la menzione di Serra-,suruhi come madre di Hedammu ha perrnesso di col locare all 'ini -

io del mito, come abbiamo visto, l'episodio del dialogo fra Kumar-·i e ilMare.

II tredicesimo episodio contiene il racconto di un al tro tentativojseduzione da parte di 1STAR laquale, alia domanda di Hedarnmu

!J chi essa sia in realra, r isponde di essere una fanc iulla adirata e in-into 10eccita con Ie sue parole.

Nel quattordicesimo episodio [STAR versa nell'acqua in cui He-

ammu vive alcune sostanze soporifere cosicche il mostro diventa

ierre, «sonnacchioso come un bue 0 un asino», La dea aUora 10 in -

ita ad alzarsi e , mostrandoglis i nuda, 10seduce. II resto prosegue in

iodo frammentario; vediarno che Hedammu abbandona ilsuo tro-

0, si rivolge ad [STAR e Ie chiede di andare da lui nel mare.

134

tate quantita di cibo, deve di conseguenza avere delle grandi dirnen-

sioni.Il problema principale e costi tuito dal rap porto fra questa mito e

quello di Ullikummi, poiche e indubbio che esistono fra Ie due com-

posizioni fort i legami. Infatt i vi sono alcuni motivi comuni , come

ralleanza del dio Kumarbi con il Mare, la parziale concordanza delpantheon presente nei due rniti,' la funzione della de~ 1STAR checon le sue grazie deve ammaliare, III entrambi 1 poerm, 1mostn (He-dammu e ilmostro di pietra Ullikummi), ilmotivo dell'eccitamemosessuale, e sopratturto e 1 0 stesso il terna centrale di entrarnbi imiti,

doe la creazione da pane di Kumarbi di un ribelle, un nemico, can-

tro ildio della tempests.'Proprio per queste rassomigl ianze con il mire di Ullikummi, H.

G. Guterbock' propone di integrare ilcolophon contenuto in KUB

XXXll I I09 + IV come [Canto di Hejdarnmu.La Siegelova, a cui dobbiamo l'edizione piu com plera di 'luesto

testo, ha esarninato il problema del rap porto fra 1 due rrun; se 51

tratti di due versioni di ternat ica simile, forse una pi ii antica e l 'alr rapili recente, 0 se invece appanengano entrambe al grande. cicIo diKumarbi. Ovviamente la studiosa non pub rispondere can sicurezzaa causa delJa estrerna frammentarieta di entrambi imiti, tuttavia ri-

tiene che in base all ' episodio della seduzione da parte di [STAR del

drago Hedamrnu, questo poema debba precedere quello di Ulli-kummi, perche nel primo caso il tentative riesce, mentre nel secon-

4. Non vi e elcun cenno al mite di Hedammu in opere come quelle di M.K.

Wakeman, God's Boule with tbe Monslcr, Leiden 19730 J. Day, God 's Co n fi ilw it h t he D ra go l1 a nd tb e S ea , Cambridge 1985. II mite e poco r rana ro anche dal

Dc Vries, Q P . at.5. Kumarbi, Ea, lIT AR, Enlil; nel mite di Hedammu compaiono ancbe il dioLuna c gli dei de lla te rra (KUB XXXIII 122 Ro 112'·8') che invece non son~ pe t:

semi in quello di Ullikummi, rna non si puc esdudere roe fosserc menzronan

nelle parti mancanti.

6. Si deve notare che sia Hedammu che Ullikummi sono definiti con 10 s tessc

(ermine Intra, intcso appumo da l Giiterbock,]CS (1.95r) (4? co~e ribelle. h giu-

5tO tutravia nota te che il fane che Hedemmu debba opporsr a t die della Tempesta

e una supposizione der ivanre propr io da un' analogia ~on il mit~.di UUikummi

pcrche in nessun frammcnto r imasrc s i fa esplici ro r ifcr imentc a CIO.

7. \Y/. Rollig (00.), A l to ri en ta l is ch e L i te ra t ur en , \Yliesbaden 1978, 237:

f35

do C~lSO il mostro di pietra, sordo e cieco, c insensibilc alle graziedella dca.

Questa iporesi puo appat-ire verosimile, tuttavia si deve not are chenoi non conosciamo [aconclusione del mite e quanto ri rnane del l'e.

pisodio sopra ciraro, a rnio avviso, lascia apcrto il problema. lnfatt i

con quclla di Ullikummi, tuttavia si deve ricordare, che il rnotivodel la visi tu di Kumarbi al Mare non e sufficieme a permenere l'auri-buzione di questo teste, perche non e effano esclusivo del mito dij-ledarnmu, rua e preseme anche nel mite di Ullikummi. Inoltre il

[rarnmento fa riferimento ad una «corona» di cui non vi e traccia

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i J tentative di seduzione della dea riesce e parc concludersi con un

atto sessuale che rende gravida [STAR di serpenri, se e giusta l 'Inte.grazione M[US'" (KUB XXXllI 84 + Vo IV 16). Le ultimo righe fram.

mentarie che sono rimasre non ci rnostrano Hedammu sconfit to, co-me ci aspetreremmo, rna un colloquia can la dea aUa quale chiededi andare con lui nel mare.

Quindi, aUo stato attuale del le nostrc conoscenze, possiamo solodire che il rnito di Hedammu fa parte di que! grande ciclo, scritto in

irrita, la cui figura centrale e Kumarbi, padre degli dei, e che allostesso ciclo appartiene anche il mite di Ullikummi.

Proprio per queste somiglianze can il mite di Ullikummi, tradi-zionalmeme il racconto di Hedammu vicne considerato parte della

rnitologia di origine straniera, e pill precisamente hurt-ita. Tuttaviava sot tolineato che non esistono frammcnti hurr iti di questo testo' e

che la stessa figura del drago ha caratreristiche particolari, in primoluogo Ia sua straordinaria voracita, che non puo essere collegata ad

altre figure mosrruose analoghe della letreratura del Vicino Oriente,

rna 10 rende simile ad un altro drago anatolico, Illuyanka, che sarafat to prigioniero per la sua ingordigia (anche se in quel caso si trat tapit t di bevande che di cibolo

In realta si tratta di episodi di un grande ciclo teogonico, in cui sisono fusi e strat ificari rnotivi di diversa origine, hurri ta, mesopora-mica, anatolica. .

Un indizio deUa molreplicita delle versioni del cosidetto ciclo diKumarbi e del la contaminatio dei diversi motivi mitici, puo essere

offerto dall 'anal isi del frammento KBo XXVI 80 attribuito daUa Sie-

gelova" e da Guterbock" al miro di Hedammu; infat ti il r iferimentoin esso contenuto ad una visira di Kumarbi al Marc, can l'intervento

anche di un messaggero puc far pensare al rnito di Hedammu (v. ilprimo episodio). II tesro perc contiene anche il motive del figl io po-sro sulle ginocchia di Kurnarbi , come e restimoniato nel rnito di VI-likummi.

La Siegelova" ririene che quesro frammemo possa contenere la

descr izione della nascita di Hedammu, evidentemente per analogia

8. V. M. Salvini , SMEA 18 (1977) 90.

9 · O p. dt., 81. L'anribuzicne non c perc considemta sicura.

10. KB o XXVI, Inaltsubcrsicht p. VI.

II.L o o . cit.

nei due mit i, almeno nei test i a noi pervenuti.

Particolarrnerue interessante i: i l f rammento KBo XXVI 82, dallaSiegelova at tr ibuito al miro di Hedammu. NeUa parte iniziale qual-cuno, il cui nome e in lacuna," si rivolge a Mukisanu con I'usualeformula «presta attenzione al le parole che ri dire». Nel discorso che

segue dopo una lacuna si nomina no sessanta giovani uomini dellacitra di Duddul ai quali vengono date delle armi «con un serpen-te»" e sessanta ragazze, sempre del la citra di Duddul , con brocche

di lapislazzuli piene di vino. Scmbra quindi di capire che chi parlada istruzioni perche si svolga una cerimonia rituale a cui parrecipanodue gruppi, numericamenre uguali , di giovani, maschi e fernmine,

gl i uni con armi decorate con la raffigurazione di un serpente (forseal lusione allo stesso Hedammu), le alt re con vasi preziosi. Nel le r i-

ghe successive, estrernarnenre mutile, sembra che idue gruppi digiovani debbano fare «qualcosa» (purtroppo il verbo e in lacuna) e

viene rnenzionato anche il mare. Se Fosse giusta questa inrerpreta-zione si avrebbe un indizio che anche ilmiro in quesrione, lungi dal-

l'esscre opera di sola «[etteratura» era connesso ad una cerirnoniaculturale, forse legata alla citra di Duddul.Infine, un altro problema che e state affrontaro dalla Siegelova e

cosrituiro dai rapporti fra il mito di Hedammu e la pitt tarda tradi-

zione greca."All'interno della problernatica posta dal Gurerbock' da un lato

sui collegamenro fra il miro di Ullikummi e la tradizione greca su

Tifeo, rn a dall'altro suUa obbiettiva differenza fra la morfologia dei

due proragonisti , uno mostro dalle teste serpenriforrni, Paino ciecoe sordo gigante di pierra, la Siegelova pensa che proprio la figura di

Hedammu possa cosrituire ilmodelio inrermedio verso la raffigura-

zione greca.

L'osservazione e senz'altro giusra ed e un fauo indiscuribile €he larnitologia del Vicino Oriente e quella in ita in particolare possan~

avere influenzato la mirologia greca, rna poiche siamo ben lontani

dal conoscere con sufficieme chiarezza imodi. irempi e iuoghi in

12. La Sicgclova, op . cit., 72 integra it nome di Kumarbi.

13 . NcI teste ini ra si leggc IS· T V -(. Si potrebbe quindi integrate sia ilnome Cli

Hcdamrnu sia il [ermine irtita illuyankas.

'4.Gp. dt., 88.

15 . Kumarbi . op . cit., 100.

137

cui e avvenura questa trasmissione, in questa sedc si e prcferito evi.tare un semplice elenco di motivi comuni, e li presume analogie con

la tradizione greca, estremamerue pill cornplessa e li quanto non ap.paia d a certi meccanici accostamenti." ,

retti e gli agnelli che (gli) [danJno (sono) innumcrevoli.[ ...

~uJoi e cavalli divora a rnigliaia, [ ... J salam andre [cattijve, rane

[ . . . J .

II tesro continua in modo frammentario alludendo aUavoracita di

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Iepisodio

(B I8') E in mano al Mare si pose un rhyton. II gral nde Mare

cornincio a parlajre a Kumarbi: «[ ...J a Kumarbi, padre degli

dei , il fatto (e) vero! Vieni [da me] nel settimo giorno, nella rnia

casa e ti dare lei, [SeJrtapsuruhi, mia figlia, (che rnisura) [ ... J el i

lunghezza (13') (e) un miglio di larghezza e lei, Sertapsuruhi, co-

me latte dolce [ ... J».

Quando Kumarbi udi [cio] si rallegro dentro di se, Venne la

notte [ ... J e si scorto il grande Mare fuori dalla casa di Kumarbi

can [ ... J, can il tamburo, can i crotali' di bronzo e con i rhyta e li

bronzo (18') e 1 0 si riporto nella sua casa.

Egli si sederre su [ ... J comoda sedia e ilMare aspet to [Kumar-

b]; (f ino) al settimo giorno.

Kumarbi [cornincic] a rivolgere na parola] al suo vizir: «Mu-

kisan]u, mio vizir, la parojla che ti diro [ ... J.

IIepisodic

L'inizio e frammentario, vi sono menzionate le citra di Kumrniya'

e di Duddul.' Hedammu sembra essere gia nato ed e assistito daqualcuno che 1 0 lava con olio e acqua.

(9') [ ... 1 0 proteggonoJ come un melo di fr[onteJ al freddo

[ . .. J gli [dajnno da mangjiare] duemila buoi e [cavalli], e i ca-

16 . Si ved a ad esempio la rrattazione d i V . V ia n, L e mytbe de Typbee et Ieprob/;'me de ses origines orientales, in Elements orientaux dam 10 religion grccque anc ien-

lie, Paris 1960, cbc ha i l mcrito di csaminarc lc moltcplici e spessc contrastenti

fonti greche su questo mite, anche se non in m odo puntua le . Sui mite di Tifeo e

s ul lc su e o ri gi ni oriental! si v ed a anchc C . Bonnet , Studio Pboenicia v (Proceed-

ing s o f the C onfe rence he ld in Lcuven f rom th e rath the 16th o f No vem be r

1985), Leuven 1987, 101-143.

I. Per l'inrcrpretaaionc d e i t er m in i ittiti arko",m; e golgal/uri rispcnivaruente co -

m e «ramburo» e «crotali» v. A.M. Polvani , OA 27 (1988) 211-219.

2. v . n. 2 de l l ' int roduz ione di qucsto mite.

3· V. n. 3 dcll'introduzicnc di qucsto mite.

I-Iedammu che divora cani e pesci a migliaia e Ii inghiotte come se

fossero micle.

1I e IV episodic

Data 1 3 frammentarieta dei testi, si veda il riassunto nell'introdu-zione.

vepisodio

(A Vo? 2') [... viejne 1STAR,' [la regina di] Ni[nive. Si ponga

pcr lei una sedia per sedersi], [si prepari] per lei un tavolo per

[manjgiare!».

[Mentre dicevano cosi] arrive da loro 1STAR e [appena] ~ssa

[entre] si pose per lei una sedia per sedersi, rna essa non SI se~

derte; (6') Ie si prepare [un tavolo per mangiare], rna essa non si

avvicino, [per Ici si porse una coppa], rna lei non VI polse] iI.lab-bro [la regina diJ Nilnive], la divinita [ ... J incomincio a [dilre:

«Perche non man[gi? Perche] non bevi, mia signora? [ ... J » .

1 1 teste continua in modo framrnemario e sembr~ che 1 3 ~ivini(aospite di 1STAR, di cui non conosciamo il nome, pianga, evidente-mente preoccupata per Ianascita di Hedarnmu, definiro un nbeUe.

VI episodio

(A III8') [EaJ,' il re della saggezza parlo fra gli dei [ ... J. La di-

4. La dea d i originc mesopctamica 1SrAR c anesrata in Anat~lia 6n dai t emp id e ll e c o lo n ic assire i n C a p pa d o c ia e corrispondc an a dea hu.mta S~uSka. II su o

n om e c om p ar e nelle liste de i trauati di Suppil~lium3 I e n~gh annali de l l a sresso

sovrano, scrini d al successorc Mursili II. Proprio ques t uh~~o ~ S r a n o~rofios~il cultc di questa dea, specialmcnte de l l a 1STAR de l l a cnta dl , amu 3, n~ I

Hanusili III ne fece 1ap rop r i a divinita rutelare. Co~e 1a de a a~cadlca, ISrA~ a

de a dell'amore e d ella g ue rr a, ha due ie~ule Ninaua e Kul~tta. ~ dea rlV~t~

un ruolo di pr im o pia no n ei t es ti m i to l og i ci e . ohr e che nc l mnc di H~amn:a !

prcsente in quelli di Ul l ikummi , . de~ moruegna Pisaisa e n ella redaaicne rttrta

de l rnito di Gilgamcs e nella stone di Appu. . ki

5, Divinira de l l e acque dolci e de l l a saggczza. corrispondcnte 31 sumenco E n .

139

vinita [ ... l cornincio a [parjlare: «Perche distruggete [gli uo-

minji? Non danno (forsc) sacrifici agli dei 0 non bruciano pei .

loro legno di cedro? Disrruggercsrc l'umanira e (gli uomini) non

festeggerebbero pill gli dei e nessuno vi offrirebbe pill [panle e

bevande. ('3') Allam accadra che ildio della ternpesta, il potern-

bito e [percorse] la strada sorto il liume e Ia terra. Egli copri it

percorso in un sol baiza ed egli sall da Kumarbi, da sotto iI iar-

hilla,' dalla terra, presso il [suo] sedile. Si pose per lui, il Mare,

una sedia per sedere e il grande [Mare] si sedcne sulla sua sedia;

si pone per lui un tavolo apparecchiato per mangiare e ilcoppie-

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re di Kurnrniya, prendera egli stesso l'ararro e accadra che [STAR

e Hebat" macineranno esse stesse (can) la macina».

[Ea], re della saggezza, incornincio a dire a Kumarbi: «Porche

proprio tu, Kumarbi, cerchi di fare in modo che l'umanita sia in

cattive condizioni? [L'umanijta non pone (a disposizione) ilgra-

naio e non si liba subito ate, Kumarbi? (,8') E nel tempio non si

liba in letizia subito a te, padre degli dei? Non si liba al dio della

ternpesta, baluardo dell'umanira, e [non si pronuncia it nome]

(di) me, Ea, il re?».

Seguono due righe mutile.

VII episodio

Vedi il riassunto nella parte introduttiva.

VIII episodio

(A II 2') «[ ... , sotro il humel, sotto la terra, [percorri la strada

e ildio Luna], il dio Sole e [gli dei] della terra [non ti vedranno]

e (andando) sotto iIliume e sotto I'-terra sail da Kumarbi».

[Mukisanu] udl [le parolle ad egli (6') [subito si alzo] e per-

corse Ia strada sotto iIliume e sotto la terra; il dio Luna, iI dio

Sale e gli dei della terra non 10 vi[deroJ ed egli ando gill al mare.,

(B III ro') Mukisanu cornincio a riferire la parola di Kumarbi

al Mare: «Vieni, ti chiama Kumarbi, il padre degli dei, il motivo

per cui ri chiama e un motivo urgente. Vieni su b ito, rna vieni

sotto iIliume e sorto la terra e (cost) iI dio Luna, il dio Sale e!ili

dei della terra non t i vedranno!». .~;

Quando iI grande Mare ebbe udito il motivo, (r5') si alzo sri':if'.

Appartiene al piu a m ic o p an the on sumerico-accadico ed c un a divinita c r e a m · 'ce, signore d e l J ' A P S O , doe delle aequo dolci paste sono rerra. Nel mito di U l l i ·kummi Ea c il s ig no re d e ll a d t t a d i A p zuw a, cvidentemenre un teonimo d e ri Va t? .

dall'accadico apsu, Cfr. E . von S chu le r , WdM, 162. :;!J

6 . V. n. 22 de l teste de l mire di UU ikummi. '

re gli da da bere vino dolee. (20') Kumarbi, iI padre degli dei e il

grande Mar] e siedjono, mangiano e bevono.

Kurnarbi prese a dire il fatto al [suo vizjir: «Mukisanu, mio vi-

zir, volgi iI tuo orecchio aile parole che ti diro! Chiudi iIb attente

[.. .J abbassa i chiavistelli [. .. l».

IX episodio

(A Va 7' ) [Appena la divinita ... l linl di [parlajre, essa [an dol

via [ ... J [ISTARl entre nell'edificio del lavacro [ ... J, entre a

[lav[arsi e si lava [ ... J . lsi deter [se e si unse can olio line; si ador-

no e (tutti) gl i incanti' le corsero dietro come "cagnclini.

(12') [ISTARJ incornincio a parlare [a Ninarta e Kjulina [ ... l:

«Prendcte i crotali e sulla riva del mare and ate [ ... l e da sinistra

suonare i crotali [ ...J .ed egli ode in qualehe modo iI richiamo

[ . .. J . . .

X episodio

L'inizio e frammentario, si parla di «acque profonde» e della pau-

ra di ISTAR «che trerno».

(A II8') Dall'onda (Hedarnmu) [sollevo] la testa [ ... J e vide

ISTAR e [STAR rivelo le sue membra nude di fronte a Hedam-

mu.

Hedammu [incornincio a dijre a [STAR (queste) parole: «Che

divinita (sei) tu? Non [ ... l, perche hai paura? Ora al mare [ ... J .

7 . P e r questo termine v. H . Otten, IM Ic;J'20 ( 19 69 -7 1 ) 8 :; -9 1 iI qua le ririene ch e

poSS3 indicarc qualchc pa rte d i u na costruzione.

8. II tcnnine itt ita aHiyo/ar designa «I'smorc.Je grazia» (v. HW', 404 e ]. Puhvel,

HED, 190); ncl XIV episodic (KUB XXXIIl 84 + Vo IV 6' -8') . invece semb~ esse-

rc Una sostanza matcrialc poiche vicnc seiche nell'acqua. Evidcnrerneme In que-

sto case il termine i: usato metaforicarnentc,

xi C XII episodic

Vedi i riassunti neil'mtroduzione.

XIII episodic

(Ill 2') Hedammu [comincio a parlajre ad ISTAl{: «Che don,

KUB XXXIII 98 + KUB XXXVI 8; C. 1. KUB XXXIII 102 + 104 +KUB XXXVI 9; 2. *KBo XXVI 61 ~ C. 1. III 4 ss.; D. KUB XXXIII 92 +KUB XXXVI IO + *KBo XXVI 5 9; E . '~KBo XXVI I I - 2 ' tavoletta: B .

KUB XXXIII 87 + II3 + KUB XXXVI 12 + '4 + *KEo XXVI 62 + 63+ 64; B,. KUB XXXVI '3; D. KUB XXXIII 92 IV. - 3' ravoletta: A. 1.KUB XXXIII 106 + KBo *KBo XXVI 65; 2. *KBo XXVI 67 ~ A. 1. III

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na (sei) tu?». ISTAl{ cornincio a rispondere a Hedj ammu} «Io

sono una fanciulla adirata e rni (invade) I'ira come il fogliame

(invade) Ie montagne».

(Menrre) dice cia ISTAR si chi[na ... J, davanti a Hedammus

10eccita con la parola [ ... J .

XIV episodic

(A IV 5') ... Quando rSTAR, la regina di Ninive , fu d'accordo,

verso aisia tor,' iabi, [pornu/Jl i" nelle forti acque e appena He-

dammu inghiottl una sola [gocjcia di birra, (lSTAR) prese al for-

re Hedammu il suo animo, i [dolei] sonni ed egli, sonnacchioso

come un bue (e) un asino [ ... J non distinse (pili) niente e divoro

rane e salam andre.

(II') [ISTARJ cornincio a parlare [a Hedammu]: «Tjoma] suie dalle impetuose [acqu]e, con forza vieni nel mezzo! novanta-

mila [... J».'

[ ... J sul posto tira dalla terra, ISTAR presenta [davanti a He-

dammu le nude membra], Hedammu [ ... Jla virilita balza fuori e

la virilita [ ... J (16') [di serpenjti' Ia ingravida [ . .. ].

I l resto prosegue in modo molro frammentar io e di difficile inter-pretazione; a lia r ig a 24' Hedarnrnu lascia il su o tr on o e sa le d al m a-

re, parIa ad ISTAR e Ie chiede di andare con lui nel mare. La rispo-sta della dea e completamente perduta.

3 . C a nto d i U llile umm i

1. Tesro: CTH 345. - r tavoletta: A. 1. KUB XVI! 7 + KUB

XXXIll 93 + 95 *KBo XXVI 58; 2. "KBo XXVI 60 ~ A. 1. III II-I7; B.

9. V. n. 8.

10. V. n. to al mite di Telipinu.

I . Probabilmcntc si trarta di un a sostanaa vcgetalc 0 di un t ipo di legno.

5' 55.; 3· *KBo XXVI 68 ~ A. r. IV 21-23; E. KUB XXXVI '5; E, KWB

XXXIII 10'; F. KUB XXXIII 107 + KUB XXXVI 17; G. *KEo XXVI 66.2. Bibliografia essenziale. a) Trascrizioni: H.G. Guterbock, Ku-

marbi. Mythen vom ehurritisehen Kronos, Zurich - New York, 1946,

*7-*32; H. Otten, My/ben uom Got/e Kumarbi: Neue Fragmente,

Berlin 1950, 13-29; H.G. Giiterbock, The Song 0 / Ullihummi, Re-

vised Text of Hiuite Versioll 0/ a Hurrian Myth: JCS 5 (1951) 146-61;6 (s95Z) 8-33· - b) Traduzioni: H.G. Gurerbock, Kumarbi (cir.), 13-

28; Idem, inJeS 5 (1951) 146-161 (cir .); 6 (1952) 8-33 (ci t.); Idem, inW. Rollig (ed.), Altorientalische Literature», Wiesbaden 1978, 237-

240; Idem, in S.N. Kramer (ed.), Mythologies a/ the Ancient World,

New York 1961, ,64-'71; H. Otten, My then (cir.),"3-29; A. €ioer-

ze, ANET', 121-1Z5; C. Kuhne, in W. Beyerlin (ed.), Religiollsge-

scbicbtlicbes Textbueh zum Alien Testament, Gottingen '975, '74-r75 (parziale): LJ. Rosr, Das Lied Vall Ull ikummi. Dicbtung von He-

tbiter, Leipzig 1977, 43"58; M. Vieyra, in Aa.V"., Die Sehop/rmgs-

mythen, Darmstadr 1980, 163-171. - e) Commenti : H.G. Gure r -

bock, Kumarbi (cit.), 44-81, passim; Idem, in JCS 5 (cit.), 135-145;6 (cit .) , 34-42; Id., in Ral lig (cir.) , 237-241, passim; Id. , in Kramer,

(cir.), 164-'71; B. De Vries, The Style 0 / Hittite Epic and MytB-

ology, Ann Arbor 1967 (diss.), 3'-37, 52-'47 (passim), 168-'78(passim); H. Orren, My then, (cir.), 24-34; L.]. Rost, loe. cit., passim;

M. Vieyra, op. cit., 150-'55; V. Haas, Vorgeitmythen und Gotterber-

ge ill altorientaliscber und griecbiscber Oberlie/erung, Konsranz 1983,

passim; O.R. Gurney, Gli lttiti, Firenze '1962, 244-249; H.Pi. Hoff-

ner, in H. Goedicke and JIM. Roberts (edd.), Unity and l!!ive"i/)"

Balrimore r975, 138-139; E. von Schuler, 204-206. Rapporti con iI

mondo greco: R.D. Barnett, The Epie 0/ Kumarbi and tbe Tbeogony0/ Hesiod: JHS 45 ('945) 100 ss.; RG. (i;urerbock, Tne Hit tI te Verr

sion of/he Hurrian Kumarb! Myths: Orienta! Forerunners o/.Hesiod:

AJA 5z (1948) 123- '34; H. Orren, Vorderosia/ische Mytnen ats Vor-

liiu/er griecbiscben Mylhenbildlmg, FuF '949, '4.J ss.; A-.Lesky, He-tbitiscbe Texte lind grieehiseher My/has: Anzeiger de" Osterreichi-

schen Akademie der Wissenschaften, Philosophissh-historische

Klasse 9 (1850) 137 ss.; A. Lesky, Griechiseher. My/has lind YordereiOriellt: Saeculum 6 (1955) 35-52; A. Heubeek, MYlhologische Vor-

"el lung des Alten Orient i ll arcbaiscben Griechentum: Gymnasium

62 (1955) 5IZ ss.; F. Vian, Le mytbe de Typhee et.le probleme de ses

'43.

o~'I:~illeJ ori~lllales, in Elenrenrs orientaux dam; fa rei(e,iu)/ grecque an,

aenne, Pans 1960 27-37· '1

~lmi~o~i U llikutm ui si syolge 3Ilem~)o in eu ! il di o della tClllpe~~

Tesub e diveutaro re del cielo e nan-a J ! rcmauvo corupiuto dal dioKumarbi di detronizzarlo.

e pC ll sa che si a i l [ rune del malvagio discgno di Kumarbi coruro ildio della tcmpcsta.

II bambino crcsce sul la spal la di Upel luri in modo sproposiraro,immerso nel mare che gli arriva all 'al iezza della cintura rnentre con

la testa raggiunge i lc ielo. II dio Sole a quesro punto scorge ilmostrodi pietra e subi to si reca dal dio delia tempest a per portagl i la brut ta

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II tcsto, giunto a noi in varie cop ic, tune purtroppo framment~~rie, e state ricostruiro e studiato da H.G. Gurerbock. '

U rnito si apre con un proemio in cui 1 0 scr iba ann uncia che can.

tera del dio Kumarbi, padre di tutti gli dei. Infatti Kumarbi un brut-to giorno concepisce il piano di creare un antagonista, un ribellecontro il dio della rem pesra, Lascia la sua citra, Urkig,' e trovata unaroccia di grandi dimensioni, preso dal desiderio, si unisce a lei, in-gravidandola.

Dopo una lacuna segue un paragrafo in cui il Mare invira a ban-

chetto Kurnarbi e appare chiaro che il Mare e dal la parte di Kumar-bi, insieme al suo vizir Mukisanu.

La roccia partorisce un bambino che le dee del faro e le dee rna-dri soilevano e depongono sulle ginocchia di Kumarbi, il quale con

quesro auo 1 0 riconosce come figlio.' II dio accarezza il bambino e

~Ii da' il nome di Ull ikummi, e gl i assegna il cornpi to di distruggereil dio del la tempesra Tesub, la sua ci tra Kummiya,' suo frarello Tal-

misu e tut ti gli dei, ossia quell i schierat i con Tegub che dovranno es-

sere dispersi «come uccelli e spezzati come piatti vuoti». 'Quindi Kumarbi, preoccupato che Ullikummi, f inch" e piccolo,

non sra visto dal dio Sole 0 dal dio Luna e che non venga ucciso da!dio della tempesta 0 da I STAR, da ordine al suo vizir Impaluri di

andare a chiamare Ie divinita Irsirra, le quali dovranno prendere in

custodia il bambino e nasconderlo, sulJa «nera terra», ponendolo

sulla spalla destra del gi~ante Upel lur i, Le divinira Irsirra pero, pr i-

ma d : eseguire iI compuo, mettono il bambino sulle ginocchia diEnl il, che st meraviglia constarando che e fane di pietra, di diorite, '

1. Op. cit., in bibliografia.

2. Chra deldie

K urnarbi, nora da fo nti cpigrafiche, rna non ancora idcnrifica ta

co n certezza. La sua ubicazione c srara cercata nc l Tigri orienta le nella zona del

Kabur e u lt im am en re n el la zona d ella fro ntiera rurco -siria na a T d u A muda . C fr.

\ '(f.G. Wilhe lm , G rm ld :z .i ig e de y G e sc hi cb te u nd K u lt ur d er H u rr it cr , Darmstadt1982,12 ss. C fr . a nc he n. 51 dcll'imroduzione.

3· Su qucsto topos relative alia nascita nci tcsti iuiu v. H . H offner JNES 27(19<)8) 198 ss.e G. Beckman,StBoT 29 (1983) ss.

4· V . n. 1 a l tcsro del m ito d i H ed am mu.

,5. KU B XVII 7 + III 24'-25'

6. EnJiJ e la principaledivinitadel pantheon sumcricoc apparticnc aliaanricage-

144

notizia. Invitato ad un banchcuo, i] dio Sole dapprima rif iuta e, solodopo aver dato l 'annuncio dell 'esisienza di Ull ikummi, acceua il c i-bo e le bevande.

Dope la partenza del dio Sole, il dio della ternpesta e iI dio Ta-

smisu, suo frateUo, presisi per rnano, escono dal tempio e vengono

taggiunti dalla loro sorella ISTAR; insieme si recano sui monte Haz-zida dove possono scorgere il terribile mostro di pietra, Piangendo,

Tdub si chiede chi mai potra resistere alia violenza e alia forza di

(lllikummi e anche I ST AR insisre sulla potenza di questa, pur souo-lineandone l'ouusita (enon conosce neppure·la pill piccola cosa»).'

La dea decide inf ine di ricorrere al le ani femmini li per sconfigge-reUllikummi e per arruare ilsuo piano si adorna di gioielli , prende

gJi s t rumemi musical i e v a suila riva del mare a cant a re; rna una

grande onda si solleva e Ie fa notare come ogni sforzo sia inutile dal

memento che ilmostro e cieco e sordo, insensibile aile lusinghe. La

esorta invcce a cercare il frarello prima che sia troppo tardio A que-

st c parole [STAR interrompe ilcanto, getta \ 'ia gl i s tr ur ne nt i r nu si ca -

Ii e se ne va piangendo.Dopo una lacuna vediamo che qualcuno ordina a Tasmisu di pre-

pararsi aila banaglia , di allesrire il suo carro, tiraro dai tori Serr-i e

Tel la e di susci tare le piogge e iventi.

Segue una parte frammentaria in cui si narra l 'inizio di una bana-

glia Ira senanta dei , guidati dal dio del la guerra Astaoi, e Ullikurn-

mi , durante la quale ilmostro di pietra ha ilsopravvento e raggiunge

lacitra di Kummiya. Hebar, moglie di Tesub, irnpaurita , non avendo

noriziedel rnar ito e del fratello, manda la sua serva Takit i a cerear li .

Takiti esegue l'ordine e torna da Hebat, rna ilresto e rotroe non £0-

nosciamo il contenuto del suo racconro.Quando iltesto riprende troviamo Tasrnisu che appare alla sorella

sulle alte torri e Ie annuncia la sconfitta. A queste parole Hebar, sa-rebbe caduta, se le donne del seguito non l'avessero sorretta; Tasrni-

su, sceso dalle torri , si reca dal dio del la tempesra e gli rivolge un di-

scorso in cui, pur nella sua oscurira e incomplerezza, semora di ca-

nera lio l1 e deg li dei. T a lv olra E nlil v iene co nsidera te co me eq uiv alehte ,I K um ar-

hi . n111 cv id enrcm cnte nel m ite di U lliku mm i e da co nsid efa rsi co me u na d iv initii

distinta.

7 . K U B XXXVI 12 '1l1f'-I2'.

145

pire che e in gioco b rcgalit» celeste (<<Sunel ciclo non ci sara unre! »).~

Tasmisu a questa punto suggerisce a Tesub di rivolgersi ad Eadio del la saggezza, per aiuro; dopa una lacuna moho grande il teste

prosegue con un colloquia fra Ea ed Enlil, il cui questultimo parenon essere a conoscenza del rnostro create da Kumarbi; quindi E a

dipendcnza di questa miro dall'ambito magico e religioso, della suadesti~..,azioneai soli archivi reali 0al massimo alla recitazione nelle

cortiOvviamente, in presenza di un raeconto cost rnutilo, di cui non

conoseiamo ne l'inizio, ne la fine, n e larghe parti cenrrali, e difficileformulare un giudizio; tuttavia, secondo me, non mancano indizi

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si reca dal gigante Upelluri che ignora di avere un mostro di pietra

sulla spalla destra e ricorda che anche quando fu create il cielo e laterra sopra di lui, egl i non ne sapeva nulla e cosi pure era all'oscurodi tutto quando separarono il cielo dalla terra con un colrello,Ea decide di rivolgersi agli «antichi dei», gli dei primigenii, affin.

che riaprano i magazzini e porcino fuori l'ant ico col tcllo con cui fu -rono separati il cielo e la terra, cosi da fare un taglio sono ipiedi diUllikummi e staccarlo dal gigante su cui poggia.

U resto a questo punro diventa lacunoso, turtavia si puo capireche Ea, dopo aver dato un primo colpo al mostro, invita gli dei a

combatterlo. Tasmisu va centro Ullikummi, gli dei odono Ie grid.del la bartaglia e si r iuniscono per un arracco. II dio della tempesta,

salito sopra il suo carro, si reca al mare, dove awiene il combatti-mento , durante il quale il mostro si rivolge a1 dio con parole sprez-

zanti, con l'invito a colpirlo: i1 testa si interrompe a questa punto epercio non conosciamo il finale di questa combattimento, anche se

dobbiamo presumere che ildio della ternpesta sia uscito vinci tore.

Per quanto il racconto sia incentrato sul la figura del mostro U l l i -kummi, abbiamo gia visto che 1 0 scriba nel proemio ann uncia

espressamente che egl i canters i l dio Kumarbi , padre degli dei. Nonvi sono quindi dubbi che il mira si inserisca nella serie dei racconti

mitologici riguardanti questa divinita e che i fatti narrari siano d~

collocarsi dopo la cosi detta «Teogonia». Infatti le parole di Enlil

«<Come Kumarbi ha cresciuto il dio della tempesta, cosi per lui -ossia per il dio della tem pesra - ha cresciuto questa d io rite »)' so no

un espl ici to r iferimento al fat to che Kumarbi ha generate il dio <[ella

ternpesra.II miro , nonostante le lacune, ha una sua organicita e cost ituisce

indubbiamente uno dei resti «letterari» pili importanti di tuna la

mitologia it tira, per la ricchezza e la varieta delle si t~azioni, perlarappresentazione dei personaggi, per l 'atmosfera «epica» che sprra

in tutta I'uhima parte. . .Questa evidenre «letterarieta» del mito, comunernente attflb~lt.a

al la matrice hurrita del testo, al suo essere stato rradotto da un ongi -

nale hurrira, e intesa come un'ul teriore conferma deUa completa in-

8. KUB XXXIII 10611 12'·.6',

9· KUB XVII + IV I;' '19'.

che fanno pensare che anche questa rnito Fosse collegaro ad una fe-sta religiosa e quindi ad un rituale. Si pensi al frammento KBo VII 86

(CTH 785), dove e menzionata una festa in onore del monte Hazzi,r icordata anche in KBo XIV 129 Vo 2 (CTH 500) e ne! colofone di

KUB XLIV 7; si puo infatti iporizzare che durante tale festa fosse re-citato questa mito in cui il monte Hazzi costi tuisce uno dei luoghi

fondamentali poiche da esso Tesub, Tesrnisu ed 1STAR scorgono I i-nalmeme Ullikummi. In conclusione non si puo escludere che si siarratrato di un mito, 0meglio di una parte del cicIo mirico su Kumar-

bi, con intenti eziologici."La testirnonianza di KUB XLIV 7J sopra citato, e particolarmente

importante perche in Ro I II' ss. si legge «un canto del Mare (12')

canta [. .. J vince»." Infani se ilframmento si rifer isce ad una festa inonore del monte Hazzi e se durante questa festa si recitava questornito, la menzione di un «canto del Mare», ovvero di una sezione

narrative specifics dedicara a questa personaggio puo offri re unagiustificazione per que! colloquio iniziale fra Kumarbi e ilMare (A

II14' ss.) , f ino ad oggi considerate come esrraneo e poco plausibile

all'interno della narrazione."Inoltre, dal memento che la presenza del Mare e confermata an-

che dal Frammenro in l ingua hurri ta KUB XLV 63, relarivo a questo

mito, dove leggiamo nel colofone «Prima .tavoletta del ca!,to delMajre] non finita», si puo pensare che il rmto di Ullikurnrni conte-

nesse anche episodi relativi a questo personaggio che aveva un suo

ruolo nel rnito oggi non individuato.

II fatto poi che ilbanchetto e il colloquio fra Kumarbi e ilMarericordino quelli narrati ne! rniro di Hedammu (v. VIII episodic) av-

valera l 'ipotesi che tutti questi episodi costiruissero un unico grand.e

cielo mitologico di cui erano note versioni diverse. Del resro Pest-

srenza di molteplici versioni e confermara daUo stesso resro B dellaseconds ravoletra che rappresenta una redazione abbreviata della

stesso mito di Ullikummi."

10. C fr . B . D e V ri es, op . 0"/., 122.

IT. Cfr. tunavia n. 25 31 teste.

12 . V . H . O tten - C . R aster, Z A 6 l (197.5) 48 (rec. a KW B XL.IV).

I). V . H .G . G o re -b oc k, jC S 5 (1951) 1 3 8: B . D e V r ie s. op. cit., ~2.

1+ Per la ricostruaione del lCS10v. H.G. Giiterbock, op. ai., 135-138.

147

Di grande import anzn, <I11<..'hei {ini di una correu.i valutazionedel prcsunto modello hun-ita, c stare la pubblicaaionc di alcuni[ramment idi questo mite proprio in lingua hurt-ira. .

Uno di essi, KUB XLV 61, presema nell'analisi di M. Salvini '' unacorrispondenza can i l passe dove e narrara la nascira del mostro'runavia Ie differenze [ra le due versioni sono molte, basta pensar~

quenti ripctizioni, un modesto usa del paralleiismus membrorum,danno l'impressionc di una specie di modello poerico a cui si sareb-be attenuto 10scriba.

Questa struttura poctica, secondo Guterbock," e comune anchealb introduzione in forma di inno della cosiddeua «Storia della vac-ca», un testo che secondo 1 0 studioso «appartiene aUo stesso gruppo

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alla I;resenza del teonimo Allani (II' 12) e a quella del dio Tapsuwar_ri (11 8), entrambi estranei alla versione ittita. In particolare la men-

zione di Tapsuwarri, che e conosciuto dalla versione hurrita del mitedi Kessi, ha [atto rirenere, come e stato giustarnenre tilevato," che si

fosse in presenza di una «contamtnatio can cieli mitici diversi»,L 'ipotesi della dipendenza di quesro rni to da un originale hurritaporrebbe indubbiamente essere rafforzata dall 'interpretazione delnome di Ullikumrni proposta da Salvini." Questi trova infatti una

conferma alla spiegazione avanzata a suo tempo da Gurerbock," ilquale, rilevando nella second a parte del nome il toponimo Kum-

miya, pensava a qualcosa di simile a «dist rut tore di Kummiya», an-che se non gli era nota l'esistenza di un verbo hurrieo ullilu-. Salvi-ni infatti identifica una radice verbale hurrica ull- appunro con ilsi-gnificaro di «distruggere» e in tal modo ilnome sarebbe interamenrehurrita. Tuttavia 10sresso studioso avverte che si tratta di un indizio

piu che di una prova, anche perche il significato del verbo hurrita ederivate da un confromo can un verba urarreo, della cui traduzionenon siamo sicuri. Inoltre va tenure presente che la stessa proposta

di Gurerbock di fare del nome di Ullikummi un nome «programma-

rico» e purarnente ipoterica e non esclude alrrc spiegazioni possibili.In questa situazione e molro arduo disringuere iJ grado di origina-

lira della versione itt ita rispetto al presunto modello hurrita.

Ancora una volta, senza negare l'apporto della cultura dei Hurd-ti, I'ipotesi piu probabile e quella di un inrerscambio fra cul ture vi -

cino-orientali Ie cui modalita e i cui tempi di svolgirnento sono an-

cora oggi da approfondire: nella consapevolezza tutravia che, anchenell'ipotesi di riuscire a vcrificarc l 'origine di questi miti, gli arnplia-

menti, le aggiunte, Ie rielaborazioni , Ie diverse versioni che si sono

integrate, hanno cosrituito un insierne difficilmente scindibile.

Per quello che riguarda l 'aspetto formale, il testo e stato conside-rate da Guterbock come scritro secondo una strutrura rnolto vicina

ai la poesia, anche se e difficile rintracciarvi una vera e propria versi -

ficazione. Indubbiarnenre la diversa lunghezza delle righe, le fre-

'5· S ME A 18 ('9771 81 ss.

J6. Loc. dt, So.

'7· Loc. cit., 84,85.

18. Kumarbi (cir.}, 95.

di testi let terari hurriti tradoui come il mite di Ullikummi» e nonsarebbe possibile arrribuir ia agli I ttir i che per i loro miti (Telipinu,IIIuyanka) adoperano una forma prosastica.

Abbiamo gia visto come questa schematica divisione fra mitologia

autoctona e mitologia di irnporrazione non possa piu essere accetra-ta. A parte ilfauo che un' analisi puntuale di alcuni miti ritenuti ittiti

(ad esernpio Telipinu) puo mostrare una maggiore «poericita» di

quanto non si pensi (rna non e questa la sede per un'analisi simile),Ie differenze riscontrare [ra i due ripi di composizione sana dovute,come abbiamo gilt visro, alia loro diversa tipologia.

Sappiamo che il rniro di Ullikummi e state definite dagli Itriti co-me SIR «canto» e questa sua definizionc ne giust ifica, nella stessa

l ingua e cul tura it tita, la diversa strut tura strofica, dal momenro chela sua lerrura 0 recitazlone doveva essere accompagnata dal suono

deUa musica.Non sono quindi d 'accordo nel rirenere che l 'imperferta versi6ca-

zione sia dovuta alle difficolra deUo scriba ittira nel tradurre dall'ori-

ginale hurrita, perche in tal modo si attribuisce al modello una

srruttura metrica sicura che in realta non e dimostrabile.AlIo srato attuale, della documenrazione pervenutaci il rnito di

Ullikummi e parricolarmente interessante anche per la ricchezza delsuo contenuto narrative; innanzitutto per la raffigurazione dei carat-

teri di a!cune divinitit, come il fascino femminile di I STAR , abilenel l'ar te della seduzione, una certa codardia del dio deUa tempesta

che ricorda l'at teggiamcmo dello sresso dio nel mito di Telipinu, la

rnalvagi ta di Kurnarbi espressa dal le parole di Enli l, che ritiene cheun piano cosl cattivo non possa essere di nessun alrro se non di Ku-

marbi," e nello sresso tempo il tenere afferro da questi mostrato neiriguardi del figlio. Infarri, nonostanre che queste siano caratreristi-

che in parte stereotipe, si puo rilevare un rentat ivo di t rar teggiaredei veri personaggi.Significativa e anche l'anribuzione di tratti umani ad alcune figu-

re, prima fra tune quelJa delle stesso Ull ikummi, mostruoso, gigan-

tesco bambino di pietra, partecipc di una duplice natura divina e

morrale. II nome di Ull ikummi, infatti, reca generalrnerue il derer-

19· Op. cit, 144.

20. I ravolcna, A IV16' 5S.

rninativo di divinira, tuttavia nell'cpisodio della scduzione da parte

di [ STAR" l'onda 1 0 definiscc come «uorno (LU) sordo». Ritengo .che Inquesto caso I'appcllativo veda interprer aro come un'allusioneal suo essere una crearura mortale, destinata aUa sconfirra, all 'ucci~

Slone, piuttosto che come un riferimento alla sua «mascolinita».

Vi e poi la stessa roccia, madre del rnosrro, capuce di suscitarefernrninilmenre ildesiderio di Kurnarbi, il cui aspetto esteriore e de.

K u rn ar bi r if le tt e dentro di so e infila i saggi pensieri come gra-

ni di collana. Non appena Kumarbi ebbe rifletlruto saggiamen-

tel, si alzo subito dal suo trono, (13') prese in mano 1 0 scettro e

mise [ai suoi piedi, come scarpe] veloci venjti],' uscl dalla citta

di Urkis ' e arrive allago ghiacciato. '

(B 13') [...) n[ella)go ghiacciato c'e una grande roccia; la sua

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scritto con un procedimento analogo a quello della descrizione dellabella Serrapsuruhi, tiglia del Mare nel rnito di Hedammu; in tine ia

grande onda che parla ad [ STAR dissuadendola dal l'usare le suegrazie femminili, data la cecita e sordita di Ullikummi.

Ancora pill importante appare la visione cosmogonica che fa dasfondo al mito. U mondo nel la sua fase primigenia, caot ica, e costi-:tui to dal cielo e dalla terra uniti , post i sulle spal le del gigante Upel-lun (e per questo la sua figura e srata assimilara ad Adante) che staimmerso neI mare .

. Evid~ntemente l'opposizione e fra l'acqua e l'insieme terra-cielo,In seguito con un coltello/sega S 1 e provveduro alla separazione delcielo e della terra, ossia si e creato ilmondo, e quell' antico coltello

sacro e state cusrodito nel magazzino degli «antichi dei», posto sottosigillo.

n rnito menziona anche le «tavoletre delle parole ant iche» di cui edepositario Ea, dio della saggezza, ossia Ie tavolette che contengono

le sacre norme che hanno presieduto alla formazione del mondo, alsuo ordinamento. La creazione da parte di Kumarbi di un ribelle

che deve detronizzare ildio della ternpesra, legittimo derentore della

sovranita celeste, costiruisce un sovvertimento dell 'ordine stabilito e

giu~tifica per~i~ il ricorso a quelle antiche tavolette, una specie di .

annca Iegge divina, e alla riapertura dei magazzini in cui furono de-positati gli strumenti della creazione. .

La stor ia di Ullikumrni e quelia di Tel ipinu, in defini tiva, ci offro-no la raff igurazione in chiave mitologica e poetica delle concezioni '

degli Itriri relative agJi inizi del mondo e al destine ultimo di tutte lecose .

Prima tavoletta

(A 13') [ ... ) canrero Kumarbi, padre di tutti gli dei.

Kumarbi riflette fra se; un brutto giorno egli crea un essere

malvagio e fa piani osti li contro il dio deUa tempesta e (8') contro

il dio della tempesta alleva un ribelle.

a r. II ta vo lena , B II 5' 55.

150

lunghezza e di tre leghe, la sua larghezza [di ... leghe] e rnezza le-

gaoLa sua parte inferiore' allora [ ... ] gl i ecci ta ildesiderio (di gia-

cere con lei) ed egli giacque con la roclcia]; (,6') la viri li ta flul

dentro di lui e cinque volre la prese e dieci volte [ancora] la pre-

se .

II testo si interrornpe e mancano circa 30'34 righe. Le prime 13righe della IIcol. sono frammentarie e contengono un discorso diImpaluri, vizir del Mare, al suo signore.

(A IIr4') [Appena il Mare] udl le parole di [Irnpajlur i,' il Ma-

re cornincio a rispondere ad Irnpaluri: «0 Impaiuri, [rnio vizir, lc

parole] che [ti dico: a queste rnie parole porgi] l'orecchiol [Va' e

queste] forti [parole a Kurnarbi] di'!

(C 7 ') Ora va' e parla a Kumarbi: 'Perche sei venuto adirato

contro la mia casa, COSt che il tremito occupo la casa e la paura

prese i servi? Davanti a te il cedro e spezzato da tempo e (12') le

vivande [davanti] a te sono cotte da tempo e i musici tengono

pronte davanti a te Ie cetre, giorno e notte. Alzati e vieni nella

m i a c as al '» ,

I.La rnctafora indica cvidcntemenre delle «scarpe alate». Per l 'aggertivc ntita li-

/iWI1I1(' «vclocc» v. CHD 31t, 61-62.

2. V . n. 2 a l c omm cn to .

3 .Per questa t reduzione v. CHD Vt, So . II tcrmine ikunta con ilsegnc di glossapotrcbbc csserc , secondo H.G. Geterbock, 1CS (1952) 34, la fo rma luvia della

p ar ol e i tt it a ehuna «frcddc». V . anche M . S alv ini, S ME A 14 (1971) 174'180 pe r

l'affinita f ra q u es to (ermine e qucllo hurrira ekiliki.

4 . Chia ra aJiusione al sesso della roccia.

5 . Im pa lu ri , v ia ir d el Marc nei m iri del cicio d i Kumarbi, com pare anche nel m ire

di Gilgamcl (KBo XIX 120 III I). Appan iene a quel la schiera di div in ita che ne i

tcsri iuiti compaiono a t servizio di ahr i de i. Rircngo che proprio a questa catego-

ria si r iferisca [a qualifies «del piccoli» contenuta nell'esprcssicne «dei grandi e

picco li». Cfr . n. 5 al mi te di Tdipinu.

151

(Ii)Allora egli, Kumarbi, si alzo e davanti a lui. p~ocedeva

Impaluri. Kumarbi [ando fuori della sua] cas a cd cgli, Kumarbl,

avanzo cando nella casa del Mare.

(22') IIMare parlo: «Per Kumarbi si pong~ unasedia per. se-

dere e davanti a lui si prescnti un tavolo e gli Sl porn da manglare

non 10uccida! Non 1 0 veda ISTAR, regina di Ninive, la L.. ] don.

na, (35') e non 10 spezzi come una canna sottile!». Kumarbi co-

mincio a dire ad lm[paluri]: «0 Impaluri, presta orecchio alle

parole che [til diro, aile mie parole! (40') Prendi in mano ilba-

stone, poni [ai tuoi piedi] i veloci venti come scarpe e va' gilt da-

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e da bere e gli si porti da bere della birra!». .

(2i) I cuochi portarono i piatti e i coppieri portarono vino

dolce da bere; bevvero una volta, bevvero due volte, bevvero tre

volte, bevvero quattro volte, bevvero cinque volt:, ~:wer~ sei

volre, bevvero sette volte, Allora Kumarbi incornincio a dire a

Mukisanu, suo vizir: (32'): «0 Mjukisanu, mio vizirj.jaer quam?

riguarda quello che ti dico prestarni orecchio! Prendi In mana il

bastone, metti le scarpe [ai piedi] e va'!».

n testa a questo punta diventa molto frammenrario: si parIa d i

«acque. (A b;,) davanti alle.quali forse. Mukisanu deve parlare. Della

ITI col. mancano circa 20 righe e Ie pnrne 9 conservate sono rnutile,

(A III ro') [Le levarricil lo fecero nascere [ ... ] e Ie dee del fata

e [Ie dee madri] sollevarono il bambino e 10 posero sulle ginoc-

chia di Kumar[bi] e Kumarbi cornincio a rallegrarsi di quel barn-

bino e prese ad accarezzarla e inizio a dar[gli] un dolce nome.

(15') Kumarbi cornincio [a di]re fra se: «Quale nome gli [da-

ro] al figlio che Ie dee del fato e Ie dee madri mi hanno p~esen.

tat~? Come una lama (?) e balzato tuori dal corpo; ors~ il suo

nome sia Ullikummi' ed egli salga alia regalita e calpesII Kum-

miya,' (20') la dolce ci tra, e colpisca il dio della tempe~ta e 1 0 .pt.

sti come [pajglia, 10 schiacci col piede come una formica: e s.pez~

zi Tasrnisu' come una [cann]a sottl ile] e disperda giu dal [e'~l

tutti gli dei, come uccelli, (2.5') e Ii ~pezzi [come] pia~:i vu?~~:

Quando Kumarbi ebbe f[InI]to di parjlare] cormncio a tI[.j

tere] fra se: «[A ch]i 10 daro, questo figlio? Chi 10 [prendera e

10 trattera come un dono e [ ... J ? (30') Chi 10 portera sulla ne;

terra? N[on] 1 0 veda[no] il dio Sole del ci[elo] ne [la L~ .

Non 10 verda] il dio della ternpesta, l'eroico re di Kum[mlya e

6. P er la spicgaaionc di qucsto n om e v. l 'inrroduzionc a] mi te .

7. Pe r ques ta cnra v. n. 2 del comrucnto c n. 51 dcll'introduaione generale.

8 . T a sm i su e il Irarcllo d e l d i o della rcrnpcsta. Cfr. n. 23.

152

gli dei Irsirra" e di' agli dei Irsirra queste forti parole, 'Venite, vi

chiama Kumarbi, il padre degli dei, alia casa degli dei, rna il

rnjorijvo per cui vi chiama (45') non 10 sapete [ ... ]. Ora venire

subito!'. [Gli dei Irsirra] prenderanno il bambino e quelli 10[porteranno sulla nejra terra; rna gli dei Irsirra [ ... ], gli eroi (P),

egli ai grandi dei non [sara visibi le]».

(C III 4') [...] e quando Impaluri [udi le parole, prese] in mano

il bastone, mise [le scarpe ai suoi piedi] e usci, Impaluri, e arrive

dagli [Irsijrra. (9') [Irnpaluri] cornincio [a parlare] agli Irsirra:

«Venire, [vi chiama] Kumarbi, il padre degli dei, rna il rnotivo

per cui vi [chiama] non 1 0 sapete. Ora affrettatevi, venite!».

(14') Quando [gli Irjsirra udirono Ie parole [allora si affrerra-

rono e fejcero presto, lsi alza]rono [dalle sedie] e in un rnornen-

to coprirono il percorso e si incontrarono con Kumarbi. Kumar-bi (19') comincio a parlare agli Irsirra: «Prendete questo [bam.

bino] e trattatelo come un dono, porrarelo sulla nera terra. Af.

fretratevi, fate presto, e (23') ponetelo sulla spalla destra di

Upelluri come una lama sottile! In un giorno egli cresca un me-

tro, in un mese egli cresca trecento rnerri! (2i) La pietra che

sulla sua testa (B III 18') viene continuamente bartuta, essa sia

coperra ai suoi occhi»."

(A IV 6') Quando gli Irsijrra] udirono queste [pal role, presero

[il bambino] dalle ginoeehie di Kumarbi; gli dei Irsirra solleva-

rono il bambino e se 1 0 strinsero al petto come un abito e comevenro 1 0 sollevarono e 1 0 posero sulle ginocchia di Enlil" ed EnW

9 · C o n questo nome collertivc si ind ica un g ruppo d i divinita no n ahrimenri ca .

taucriaaero.

10. L'espressione C oscura, rn a probabilmcnte a llu de a lia cccna d el m osrro che

no n si accorge di nienrc. Infatri nella seconda ravolena, col . II 12'. Ull ikummi edefinito cicco e sordo.

I!. II die mesopotamico Enlil, appartcneme. c om e K um ar bi, all'emica g ene r a -

210ne dcgli dci, c talvoha idenrificaro co n Kumarbi stesso. In questo case appare

C Om e u na divinita diverse; cfr. E. vo n S ch ule r, \'(fd M, s. v.

153

sollevo gli occhi e (r i')vide il bambino; (il bambino) sra in piedi

davanti al dio, ilsuo corpo e fatto di pietra , di dijorir]e."

Enlil comincia a parlare fr[a se]: «Chi e costui? Forse il bam-

bino che le dee del fato e Ie dee madri hanno allevato? E lui che

vedra Ie forti battaglie (r6') dei grandi dei? Di nessun (altro), se

montagne" e usc1 verso il mare c quando il dio Sole fu arrivato al

mare, ildio Sole tenne Ie mani sulla sua fronte [ ... l e per l'ira il

volto gli s i altere.

(41 ') Quando il dio Sole del cielo vide la divinita, ildio Sole di

nuevo, per la seconda volta si volse verso Ie montagne" e [ ... l

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non di Kumarbi e questo [piano maljvagio, Come Kumarbi ha

fatto crescere (come avversario) il dio della ternpesta, cosl per lui

(= i l dio del la ternpesta) ha cresciuto questa diori te!».

Quando Enlil [smise di parj lare, (2I') posero ilbambino sul la

spalla destra di Upelluri come [una lama?].

Egli, la diorite, cresce di continuo e Ie forti (acque) 1 0 fanno

crescere e in un giorno cresce un metro, in un mese cresce di tre-

cento rnetri e la pietra che sulla testa viene continuamente battu-

ta, essa [e copejrta ai suoi occhi.

(26') Quando arrive il quindicesimo giorno la pietra era ere-

sciuta e lsi ergejva nel mare sulle ginocchia come una lama (?),Ia

pietra era venuta fuori dall'acqua ed era di alrezza come [ ... l e il

mare, come una veste, la raggiungeva all'alrczza deUa cintura,

(31') Come un fungo (?)'> la pietra si alzava e su nel cielo rag-

giungeva i templi e la camera."

Il dio Sole guardo gil! dal cielo e vide Ullikummi, Ullikummi

vide ildio Sole del cielo e il dio Sole [fra se] prese a dire: «Quale

veloce" dio [sta ritto] nel mare? (36') II suo corpo [ ... l non e di-verso da quello degli dei! II dio Sole del cielo lsi vollse (verso) Ie

12. I I { e rm ine ittita ""kunkrlnu:ai , qu i tradcttc co me «d ior ite», ind ica una pietra

da costruzione, pe r la qu alc v. A .M . P o lv an i, La terminologja de i mineral i ne t te-sti ittiti, Eothen 3. Firenze 1 98 8, 38 S5. Da notare chc la stessa pictra e menz iona-

ta ncl mito d i K cS si (v. n. 62 dell'imroduaione generalc) c moho dubitativamenre

nella Tcogonia (II 5 1-5 4) . I n c nt ra m bi questi cas i [a pietra svolge u n r uo lo nega-

tivo, infani ne l mite di Kessi, cadcndo dal c iclo colpiscc i scrvi e i l saccrdotc deldie, nella Teogonia (se l'integrazicne e giusra) spczza i denri d i Kum a r bi . Nel

nostro resto e usata semplicementc c ome alternativa a] n om e U ll ik umm i .

13 . Il significate de l terrnine maltani, prccedutc da l scgno di glossa, c incerto-

Puc . riferirsi a l l a rapidita de l l a crescita e percic e stare proposta l'interprcrazionc

«fungo», ma pu c alludere anchc all'altczza r ag gi un ta . C fr . C H D 312 , 1}5.

14. U [ermine ittita e kuntarra designs un cdificio 0 una part e di csso. Cfr . n. 20

alia traduzionc del la Teogonia. V. anchc M.P. Popko, Kultobje lae ill der he /hi l i-

siben Religion, W ar sa w 1978, 31-

1.5.Evidente a lJ us io n c a li a ve loc i ra d i crescira.

154

svanzo e ando gil! dal dio della tempests e quando egli si vide

davanti il dio Sole, Tasrnisu comincio [a dire]: «Perch" viene il

dio Sole del cielo, re del paese? II motivo per cui viene (46') e unmotive irnlporrante] , non e cerro da gerrare via! Aspro e il com-batrirnento, aspra e la battaglia! E il tumulto del cielo, e la care-sria e la r ovin a d ella terra!».

II dio della tempesta prese a dire a T as rn isu : « Si ponga per lui

una sedia per sedere e si apparecchi per lui un tavolo per man-

giare!».

(51') Mentre parlavano cosl, ildio Sole arrive da loro ed essi

gli posero una sedia per sedere, rna lui non sedette, prepararono

per lui un tavolo per mangiare, ma lui non rnangio, gli dettero

una coppa, rna non vi pose Ie labbra; ed egli, ildio della tempe-

sta, prese a dire a sua volta al dio Sole: < < E [catrijvo il ciambella-

no che ha messo [la sedia], visto che non ti sei seduto> E cartivo

l'adderto al tavolo [che] ha messo [il tavolo], visto che non hai

mangiato? E catti[vol il coppiere che ri ha daro [la coppa], visto

che non hai bevuto?».

Colofone: Prima tavoletta del canto di Ullikummi, [non fini-

tal.

Seconda tavoletta

(B, [ 2') II dio della ternpesra [prese a dire al dio Sole]: "Per-

che non man[gi]? [ ... l it dio Sole [prese] a rispondjdere] al dio

della tempests»: (6') [ ... l io ri6[utol [ ... J.

Questo testo, la cui collocazione in questa puma del mito e incer-ta, si interrornpe. Si continua co n il teste B , varianti in D co l. [V, ilc u i i ni zi o e frammenrario e mancano circa 6 r ig he .

16. L a p ubb li c a zi o ne d i KB o XXVI .58 permette d i leggere e intcgrare ella r . 37 '

kal-ma-ru-us toa-ab-nu-uit e alla r..p' [wa-ah·] l1u-ul . Ho inteso kalmanls come

ace. di dirczione.

1 7 . V . n. 16 .

155

(B 2') [Quando) il dio della tempest a udi [qucsrc parole), il

suo volto si altere per I'ira c it dio della tcmpesra prcse a rispon:..

dere [al dio Sale del cielo]: «[II pane sui ravolo] divcnga grade,

vole! Ora mangialo: [II dolce vino nella coppa] divcnga piacevo_

Ie! Ora (i) [bevilo!). [Mangia e saziati], bevi c sii soddisfattol

[Ora alzati] e vai su nel cielo». .

I'edizionc del Giuerbock, op. cir., ,+ l frarnrnenti KBo XXVt62 e 63

possono riferirsi a quesio passe, rna non sono integrabili con sicu-

rezza.

(B II 5') «Ed ISTAR si vesti [ ... ) ed essa dalla citra di Ninive

[venne (?)) (davanti al mare), [prese] in rna[no) il tamburino e i

erotali e se ne ando, [STAR [ ... ) e brucio cedro, (10') suono il

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[Quando) udi [queste parole), il dio Sale del cielo si raUegr?;

dentro [di se]. [II pane sui tavolo] gli divento grad ito e (10) man-

gio, (12 ') [il vino dentro la coppa] gli divento gradito e (10) bev,

ve [e il dio Sole) si alzo e [sali] al cielo. .' JDopa la partenza del [dio Sole) del cielo, il dio della tempesta

ritlette dentro di se. II dio della ternpesta c Tasmisu si presero

[per m)ano e (ti) uscirono dal ternpio, fuori della camera. [La

loro sorella) [STAR baldanzosamente venne dal cielo, [STAR fra

se disse: «Dove corrono i (miei) Irarelli?». Ed essa velocemenre

prese posizione e si innalzo davanti ai suoi [fratelli]: (Z2') si pre-

sere per mano, salirono sulla montagna Hazzi ' l l e it re di Kum-

miya valse gli occhi sulla terribile diorite e (26') vide la terribile

diorite e per l'ira il suo [volto] si altero.

II dio deUa ternpesta si sedette per terra e (30') le lacrime gli. scorrono come torrenti e il dio della tempesta [can Ie lalcrime

agli occhi dice queste parole: «Chi resisted aUa violenza di co-

stui? E chi 1 0 combatted e chi resister. alia paura (che incute)

costui?».

[STAR parla al dio deUa tempests: «0 mio fratello! (Ullikum-

mil non conosce neppure la piu piccola cosa, rna il coraggio gli esrato dato dieci volte!»,

Seguono alcune righe framrnentar ie; la col. 1I del testa oggi puc

essere integrata can i l f rarnmento KEo XXVI64 in modo diverso dal-

18 . Hazai c il nome di un a montagne sacra che c om pa re sp csso associate a quello

~c~la montagna N ,a m ni . S i r iriene chc entrambc le mont a gne siano raffigurare nel

rilievc rupestrc dl Yaailikaya, com e ba se su cui sta it d io d ell a tcmpcsra TeSub;

sene collegatc a i t or i sacri de l die de l l a tempest a Sem c H ur ri. 11 m o nte H azzi

vicne gcncralmeme idcmificato co n il m onte C asio de lla tradizionc classica. V.

W. Rollig, RlA, r. v.; H. Gonner RHA 26 ('968) '46"47; G. Del Monte,

RGTC, 106'107; V. Haas , H ct bi us ch e B e rg go tte r lind Hurntnchc Sleilld3moMn,

Main~ am Rhein 1 9 8 2, " .5 '1 2 .5 ; C . Bonnet in E. Lipinsky (cd.), Studio P h o e m C i 4

v (Grientalia Lovaniensia Analects 22), Leuven 1987, 109-112.

tamburino c i crorali, sollevo gli ornamenti di oro e prese (a can-

tare) un canto' e lei il cielo e 1 3 terra irnplorano».

Ed essa, [STAR canta e si adorna can la conchiglia e il ciottolo

di mare e (15') dal mare la grande onda, la grande onda parlo ad[STAR: «Davanti a chi canti? Davanti a chi riempi la bocca di

dolci canti? L'uomo e sordo e non ode! E cieco e non (20') ve-

de I Non ha gentilezza d' animo, Va' via, a 1STAR, e trova tuo

f ra r el l o f inche Ull ikummi non si a diventato coraggioso e f inch" il

suo cervello (25') non sia diventato terribile {e=carrivo}!».

Quando [STAR udl questo discorso spense il suo canto, getto

via il tamburino e i crotali, depose gli ornamenti di oro e gemen-

do [ ... ) se ne ando.

Mancano una 0due righe. Nella col. IIImancano circa otto righe

iniziali e delle prime due sana conservate solo alcune tracce .

(B III3') «[ ... ) mescolino il foraggio e [portijno olio profurna-

to! Ungano Ie corna di Serisu e ricoprano d'oro la coda di Tel-

la!" Cirino l'asse (?) e nella parte intern a 1 0 rafforzino e (i) nella

parte . estern a inseriscano forti pietre come [ ... ) e chiamino il

temporale' (Le piogge e i venti) che per novanta miglia rornpono

lc rocce e (le) ricoprono per ottocento rniglia, Ie piogge e i venti

chiamino! E il bagliore che can forza (rz") abbaglia 1 0 porcino

fuori daUa stanza interna e i carri portino fuoril Preparali, muo-

v i i i e riferiscirni!».

Quando Tasmisu udl le parole, si affretro, fece presto. [Porro]Serisu dal pascolo, (17') [porto Tella] dal monte Imgarra" e ~li

sisterno] nel porrico esterno; [ ... ) porto olio profumato e unse i

19. T e ll a c Ser i(su) sono , nd m ito d i Ullikummi, i no mi dei t or i sacri 31 d io d el la

tcrnpcsta de l quale rirano iI cerro. U nom e Tella c om pa re so lo in questo mite al

posto dcll'usualc Hurri.

20. Per questa montagne, prescnte solo nel m ito d i U lli ku m mi . v, G. Del Monte,

op . 0'/., 140.

157

corni di Serisu c [ricopr]] [d'oro] la coda di Tclla, (22') [gir]"

[Pas s e e la rafforzo nel la parte interna, r na n ella pa rte estcrna c o -

me ... ] inser i [fort i] pierre, [chiamo i tcrnporal i] c [chiamo quell-

piogge e venti] che per novanra miglia [rornpono le rocce e Ie ri-

coprono per otrocento miglia] [ ... ].

udi il rnessaggio dcgli dei e non vide con i suoi occhi il dio della

tcmpesta e Suwaliyas.'

Hebar cornincio a dire a Takiti:" «(Non vedo) Ie membra del

dio della rernpesta, mio signore, non ne odo Ie irnportanti paro-

le, (27') non odo il rnessaggio di Sur waliyas] e di tutti gli dei. UI·

likummi, la diorite di cui pariano, Forse in qualche modo 1 0 ha

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. So~o.a!1d.ate perdure CirC<119 r ig h e. N e ll a IV c ol. m an ca no circa 7nghe iniziali e nitre 7 sono molto frammentnrie.

(B IV 8') [...] Mille rnetri [ ... ] si accinse a combattere, prese

I'equipaggiamento per la battaglia e prese il carro e porto gill da lcielo Ie nubi.

(I2') II dio della tempests pose gli occ[hi sulla diorijre e la vi.

de; la sua altezza era [ ... ] e poi per lui [ ... [ l'altezza centottanta

(?) [ ... ] era volta [ ... ] .

Seguono alcu~e righe frammentarie e ne sono and ate complera.mente perdute Circa 20. Tutravia sul bordo sinistro della tavoletta econservaro il colofone che ci dirnostra che In IV col. era scritta inte-ramente.

Colofone: seconda tavoletta, non finita del canjro di Ull ikum-

mil.

Terza tavoletta

. L a c o l I, pre sen te so lo in A , m anca d i c ir c a 30 r ighe e le pr ime 17

ngh c . con~eIV.a[e co~1tengono la d e sc rizio ne d e lla bartaglia fr a settan-ta del, .guidati dal dio della guerra Asrabi," e Ull ikimmi, in cui il rno-stro di pierra ha il sopravvento e ra gg iung e 1a citra d i Kum miya se -

de del dio della rernpesta Tesub. '

(A I I8') [...] [E la diorite] sra gill sulla nera terra e come un

f[ungo] si solleva, la diorite e raggiunge la camera e il tempio; la

sua altezza e novemila leghe, la diorite [ ... ] Ia sua larghezza e dinovemila [ ... I .

Ed egli si pose davanti alia grande porta a Kummiya (22') co-

me un [ ... ] e la diorite sovrasto Hebat" e il tempio. Hebat non

21. ASlab i e il d io hu rr ie o della guerra , corrispondcntc 3 1 d io mesopctamiccZA.BA,.BA,.

~ ~. H e be r e la grande d ea p re ss o gli Initi c j H ur ri u, sp osa de l di e della l C . : m p c s t a

J club, madre del die Sarruma. Questa de e e a ss ir ui la t n d a ll a regina Puduhcpa , in

sconfitto, il mio irnporrante marito [ ... J » .

Hebat [di nuovo prese a di [re a Takiti : «(3") Ascolra Ie mie

parole' Prendi in mario il ba[stone], me[ni ail piedi i vel loci]

(venti) come scarpe! Va'! Se la diorite in qual[che modo] ha uc-ciso lui, [mio marito], il dio della tempesta, il re polrente, torna]

a dirrncllo]!».

Quando Takiti udi le parole, essa si affreno ecorse [ ... ] trasse

fuori [ ... ] va e la strada non c'e, [ ... ] Takiti ritorno [ ... ] e ando da

Hebat. Takiti prese a dire: «Mia signora a me [ ... I» .

M an ca no c ir ca 22 r i ghe .

(A II I) [Quanjdo Tasmisu u[dl]Ie parole del dio della tern-

pesta, si alzo subito e [prese] nella sua mano il bastone, mise ai

piedi i veloci [venti] come scarpe e sail su Ie alre rorri e (5) prese[il suo posto] davanti a Hebat (dicendo): «[II dio della tempests

mi ha detto di anda]re in un pOStOpiccolo fino a che non avesse

compiuto gli anni che erano srari stabiliti per lui» .

Quando Hebat vide T asrnisu per poco non cadde dal tetto;

sarebbe salira e sarebbe cad uta da! retto, rna Ie ierodule (IO) la

afferrarono e non la lasciarono e quando Tasrnisu finl di parlare,

seese dalla torre e ando gill dal dio della rernpesra (e gli disse):

«Dove ci sederemo sui monte Kandurna? Se ci sedercmo sui

u na pr eg hi er a, a lia d ea s ol ar c d i A rin na d i o ri gi ne hanica. S ec on do a lc un i st ud io -si il su o echo sa rcbb c sta re iru ro do rto da lla regione di AJeppo , anraverso il paesc

di Kiazuwatna , in Annrolia. V.]. Danrnanville, RIA, s . u . co n [a b ib li og ra fi a i vi c i-

rata .

23 . Suwaliyas e il nome inita d el d io sumerico NIN.URTA. ccrrispondente a J

nome hurrita Tasm isu che, come abbiamo g ia visto, c il frarello del dio della

tempests Tcsub. Secondo H.G. Goterbock. RHA 68 ( 15 )> 1) 1 6, forse proprio Suo

waliyas c it di o gucrricro rappresentatc sulla Porta de l Re ad Hauusa.

2+ Takiti e un a dea appartcncntc ella cerchia della dee Hebat. Ne l mite d i UUi·

k um rn i s vo lg c un ruolo d i serv e. C fr. n . 5·

159

m o nte K an du rn a, (15) un altro si sicdcra sul monrc La l ap aduwa

[ . . . J dov e porrererno? Su ncl ciclo no n ci sara un rc!»."

[Tasmis]u cornincio a parlare al dio della tcmpesta: ,,0 dio

della ternpesta, mio signore, [odi]Ie mie parole' Lc parole che ti

dim, aile mie parole porgi [l'orecchio}' Orsu andiamo davanr]

ad Ea," nella citra di Apzuwa [ ... ], (20) chiederemo Ie lavolette

(13') Ea [prese] a dire [di nuovo] a Tasmisu [ ... ] «Nella mon-

ragna Kandurna [ ... ] . Nella montagna Lalapaduwa ...»."

Nella III col. , do po una la cuna d i c ir ca 35 r ig he , nelle pr ime 10ri-g he [ramrnentarie si allude a q ua lc un o c he a bb an d on a un'assembleae che si larncnta. Quando il tesro e d i n uo vo im e lle gg ibile tr ovia m o

Ea che parla con Enli! .

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delle parole anriche [e quando] arriveremo alia porta della casa

di Ea, davanri ai bartenri (della porta di casal di Ea, (ci inchine-

rerno) [cinque volre] e qui alia porta interna (della casal di Ea ci

inchineremo cinque volte e [quando] arriveremo [davanti ad] Eac i in chin er em o q uin dic i volte ad Ea e fo rse com muover em o E a :

forse Ea (25) (ci) [ascoltera], ci prendera a ben volere e ci asse-

gner" l'antico [regno]".

Quando il dio della ternpesta udl le parole di [Tasrnilsu, si af-

fret to, [fece presto]; si alzo subiro dal sedi le. [Il dio della tempe-

sta a Tasmijsu si presero per mano e in una sola volta copri[rono

il percorso e giunsero ad Apzuwa; (30) [e il dio del la ternpesta]

ando [nella] casa di Ea e ai primi [batrenti s'inchino per cinque

volre], davanti alia porta intern a si inchino per cinque volte, [e

quando arrivarono davanjti ad Ea, [allora egli davanti ad Ea perquindici] vol te s'inchl ino] .

Se gu on o 7 r ig he fr am m e m ar ie e mancano completamente altre 50

righe c ir c a. In questa la cuna si inserisce ogg i ilFrammento KE o XXVI

65 II. In questo testa [e pr im e 5 righe, fr am m e n ta rie , c on te ng on o

parti di un dialogo. Quindi si legge:

(u 7') e quando Tasmisu [udi] la parola [ ... ] corse fuori e 1 0

afferro (?) [ ... ] alle ginocchia tre volre e 1 0 bacio quattro volre

sulle caviglie [ ... ] combattc e per lui [ ... ] per lui mentre dentro

[ ... ]la diorite la morte a sinistra [ ... ].

2.5. Secondo V. Haas, SMEA 22 (1980) 100 ss., il m ont e K and ur na c iJ I .uogo

principalc de l rnito di Ul l ikummi pcichc dallc paro l e rivcltc del die T asmlsu a l

die de l l a tcmpcsta esso apparc c ome il l uogo della rcgalira celeste insie~e alia

monragna Lalapaduwa. II m ont e Ka nd urna c om pa re anchc nel la Teogonia (v. n.

21 a l teste). V . H aa s colloca qucsto mon t e nei prcss i del lago d i Van , su i confine

turco-armeno.

26 . P e r q u es ta divinira v. n. I al teste della Teogonia ,

r60

(A III II') Ea [cornincio a dire] ad Enli!: «[Non sai niente, En-

Iii>Nessuno] ti [ha riferito]la notizia? [Non conoscil quel ribel-

Ie [che Kumarbi ha create] contro ildio della tempesta, [la dio-

rite che] e cresciuta [nell 'acqua?] La sua al tez[za e di novemilalcghe]e come [un fungo (?)] si e sollevata [... ]».

Scguono sene r i ghe molto l a cunose .

(23') Quando Ea lebbe finiro di pronunciare'[ le parole, [an-

do] da Upelluri [ ... ] e Upelluri [sollevo] i suoi occhi Ie vide Ea];

Upelluri [cornincio a dire] ad Ea (27'): «Possa tu vivere, 0 Ea!»,

[Ed egli si alzo ed Ea prese a sua volta ad augurare] la vita ad

Upelluri: «Possa egli vivere, Upelluri, sulla nera terra, egli sui

quale [i l cielo e la terr]a so no star i costruiti !».

(31 ' ) Ea di nuovo cornincio a parlare ad Upelluri: «Non sainulla, Upelluri? Nessuno ti ha riferito la notizia? Non conosci

quel veloce dio che Kumarbi ha create contro gli dei? E il fatto

che Kumarbi con molta forza progetra la rnorte contra ildio del-

la rernpesta e centro di lui crea un ribelle? Quella diorite (36')

che e cresciuta nell'aequa non la conosei? Quells si e alzata come

un fungo (?) e ha sovrastato il ciclo, i saeri templi e Hebat! Forse

perche, 0 Upelluri, se i lontano d aUa ner a ter ra , non c ono sc i ta le

v e lo c e d io>».

Upelluri prese a rispondere [ad E]a: «Quando costruirono il

cielo e la terra sopra di me, non seppi nulla; (42') e quando ac-cadde che tagliarono il eielo e la terra con il col tello, neppure al-

lora seppi nulla, rna ora qualcosa mi ferisce la spalla destra e non

so chi sia tale dio»,

Quando Ea udi le parole, giro la spalla [destr]a di Upelluri e la

diorite (47') si ergeva sulla spalla [desltra come una lama (?).

: : 1 . ] . La mcnzionc delle m ontagne Kandurna e Lalapaduwa anchc in questo fram-

memo e un'uhcr iorc con (erma dcl l' ipotes i sos tcnuta da V.l-b3S (v. n. 2.5J.

r6r

Ea presc a parlare agii antichi dci: «Ascoharc Ie mic parole, 0

antichi dei , che (esisrete) fin dal l'anrichira e che conoscete i fatt i!

Riaprire i magazzini della madre, del padre, dcgli antenati! Si

porti il sigillo degli antichi padri e (52') con esso di nuovo i rna-

gazzini siano sigillari e si porti fUOI·j l'antica sega can la quale si

separarono il cielo e la terra e si tagli sot to i piedi di Ullikummi,la

Storia eli Appu

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diorite, che Kumarbi fece crescere come un ribclle centro gli

dei!».

La IV col. e mancante di circa 23 righe iniziali e le prime 8 sono

moira Iacunose.

(A IV 9') Poi Ea cornincio a dire a Tasmisu: «Va' avanti insie-

me a mio figlio, non alzar ti di fronte a me! La mia mente, dentro

di me, si e arrabbiata! I morti che sulla nera terra ho vista con i

miei occhi sono polvere, come [ .. -J stan no in piedi.

(13') [EaJ di nuovo prese a parlare [a Tasrnisu]: «Dapprirna 10

percorsi [ J Ullikummi, la diorite, ora andate e combattetelo

ancora! [ J come una porta di ferro, una lama (?), non stara pi"

a Iungo!».

Tasmisu [ ... J comincio a respingere e per tre volre grido can-

do su nel cielo e gli dei udirono cia. Per due volte il dio della

tempesta (18') l'eroico re di Kummiya 10 udi.

Vennero nel posto del l'assernblea e tut ti gl i de.i cominciarono

a muggire come buoi centro Ullikummi, la diorite. II dio della

ternpesta salta sopra il suo carro come un gagasli" e con il tuono

si reco al mare e 10 cornbatte, il dio della tempesta combatte la

diorite.

(23') La diorite [cornijncio a dire al dio [della tempesta]:

«Che cosa ti diro? 0 dio della ternpesra col pi sci IE della sua

mente [ ... J il re [ ... J sta dentro. Che cosa ti diro? 0dio del la

ternpesra colpisci! Kumarbi in[filaJ nella sua mente Ia saggezza

come un grano di collana e io prendero Kummiya, la citta sacra,

il tempio e Ia camera (P)," rna io disperdero gli dei [gill dal cilelo

come Iarina!»,

Seguono '7 righe estremarnente mutile prima del la f ine della ta-

voletta. II colofone e andaro perduto.

2 8 . Forse qucsto termine in dic a u n animalc 1 3 cu i caranerisrice e . l 'agil i l3 ncl s a l -

[0, c om e uno stnmbccco 0 sirnili. V. J . T is ch le r, H E D, .;62. 29. C fr . n. 14·

r62

r.Storia di Appu

r. Testo: CTH 360'. - r.A. KUB XXIV 8 + XXXVI 60; B. KBo VII

18 (+?) KUB XXXVI 59 (+?) KBo XIX 101; C. KBo XXVI 84 (+?)

KBo XIX 108; D. KBo XIX ,06; E_KUB XLIII 70a; F. KUB XLIII 70b

(+) KBo XIX 107; G. KBo XIX 102 + XXVI 85 (+) ABoT 48. _ 2.

KBo XIX 104 (+) r05· - 3· KBo XXVI 86. - 4. KBo XIX lIO. - 5*.KBo XXII 95: non segnalato nell'edizione della Siegelovj; da inserir-si probabilmente nella pane lacunosa fra la fine della IIcolonna eI'inizio della IIIper la menzione del dio del la ternpesta (r, 9').

2. Bibliografia essenziale. a) Trascrizioni e traduzioni: ] . Fr ied-

rich, ZA 49 (1950) 2'4-225; J. Siegelova, StBoT '4 ('971) 1-'7_ - b)

Commenti: ]. Friedrich, op . 0'1., 242-246, J. Siegelova, op . 0 '1 ., 1 8-

34; H.G. Guterbock, Kumarb i . My then vo m churntischen Kronos ,

Zurich - New York 1946, "9-I20; Idem, in S.N. Kramer (ed.), Mylh-ologies 01 the Ancient \ '(Iorld, New York '961, '54-'55; Idem, inWI. Rollig (ed.), Altorientalische Literaturen, \XIiesbaden '978, 240-

24'; B. De Vries, The Style 01Hiuite Epic and Mythology, Ann Ar-

bor '967 (diss.), 37-4'; H.A. Hoffner, in H. Goedicke and J.] .M.

Roberts (edd.), Unily and Diversity, Baltimore '975, '39-f40; C.

Groltanelli, RHA XXXVI (1978) 49-57; E. von Schuler , \XIdM, '58;Idem, RIA, s. u. Literatur bei den Hethitern inc.

La Staria di Appu e una composizione piunosro ampia, ' pervenu-

taci. su _pi~e~ef!1pJariredani nel XIn sec., rnarisalenti alla rradizioneanuco-nnra

II testo si apre con un breve proemio a carartere innico, che anti-cipa in forma reorica if terna del racconto: vi si esalta il Sole' che nel-

I.II c olo fo ne d ella p rim a ravoleua c i info rm a che il teste continuava su ahre.

2.V. J . Siegc lova , op . cit., 26-27, che d a un clenco del l e f o rme a rc ai ch e p re se m i

ncl tcsto: c f r . anche C HD , ,58 , IJ6 : pre.NH/1\ 'S.

3 · I I n om e d ella divinita C andere perduro n el la p ri m a r i g a f r ammcmar i a d el [c .sto; rna la cararrcrizzazione chc sc ne (a nel proemio come protenricc della giu-

suzia e 10 svo lg imenro del la viccnda rendono s i cura l 'i nt cg ra ai on e d el nom e d e l

die Sole .

b sua qualira di diviniia protett ricc della giustixia premia i buoni eannierua i rnalvagi.'

La parte narrativa racconra la storiu di Appu, uorno molto rieeorn a privo di figli, c he v iv ev a nella citta e li Sudul. II d io Sole, proba:bilmente con l'aiuto del dio della tempcsta,' 10 soccorrc e ad Appu

nascono due figli, a i quali vengono dati i nomi di Cattivo e Buono.Quando Appu muore, i figli si dividono senaa problemi la parte del.

marito di coricarsi con Ie scarpc, e, possiarno aggiu . dellana di andare a lcno vest i ta di tutto punto; Ie scen~gche, don:

rapport] fra gli dei, in particolare I 'incont~o fra il dio & : l 0 " i j n c l i Idella tem'pes~a. id~ntico a .quello di Ullikummi, I tav., IV e,~ 0'. 0

besternmie di Cauivo che inducono il dio Sole a rinuncia 43al ' . ' l ezio. Per quanto riguarda p~ro. ~uest i due ultimi e1ement{~i d~~ ~~

cordare .~he .la ~oro ~ecul~a~lta non vale nei confronri delle al tre

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spartire ilbestiame Cattivo cerca di ingannare il fratello prendendoper se l'animale migliore -; un bue da aratro - e lase i an do a Buono

una vacca sterile. IIdio Sole interviene per ristabi lire la giust izia e la

vacca di Buono diventa feconda.II racconto sul la prima tavoletta si interrompe a quesro punto, rna

da frammenti appartenenti ad altre tavolerte sappiamo che la con-

trovers ia fra i due fratelli continua e che essi si rivolgono agli dei per

dirimerla.La fine della storia e perduta; si puo perc supporre che, in accor-

do col proernio, essa prevedesse la vittoria di Buono e la punizione

di Cattivo.La trama del racconto e stata ampiamente analizzata dal Grona-

nelli,' che vi ha riconosciuto, accanro ad alcuni elcmenti specifici, te-

mi e motivi narrat ivi present i spesso in alt re opere del Vicino Orien-

te anrico e nei racconti di popolazioni lontane nel tempo e nello

spazio.' in particolare, il tema della cop pia r icca senza figli , del la r i-chiesta di discendenza agli dei; del nome e del destine dei bambinistabilito per loro al memento della nascita in seguito alle modalira

de l concepimento;" e infine iltema esrrernamerue ampio de i due fra-

rell i nemici e rivali , che si sviluppa, a sua vol ta, secondo una serie di

quattro motivi: idue frarelli hanno nomi e personalira opposte; si

separano e vivono per proprio conto; si dividono un'eredita di tipopastorale; ilgiudizio divino finale ristabilisce la giustizia.

Si t ratta evidentementc di morivi ampiamente diffusi: per ilVici-no Oriente, basta pensarc aIla Bibbia 0 ai racconti egiziani 0 ai miti

mesopotamici.

Come tratt i specif ici Gronanel li ha individuate invece il terna del-

Ia sterilita della moglie di Appu, dovuto alla strana abitudine del

4. Questa concerto c poi sviluppato nella narraaionc, dove alla conrrapposizions

uomini buoni-uomini rnalvagi del procmio corrisponde 1 3 ccntrapposizicne [ra-

rello B uo no - frate llo C aulv o.

,. II co lloqu io f ra idue dei sull'argomemo c purtroppc andato pcrduto.

6 . O p. cit,

7. V. C. Grcttanclli, op. cit., spec. p. 56 dove parla di «lc folklore univcrscl».

8. V. III8'·,,', 14'-17',

~omp.osIZIOnI ~1~OI~glCh~m~te: le bestemmie di Cattivo ricordanoinfatti Ie maledizioni che IIdio della ternpesta rivolge ad E a e a tutt ig~1del, che s?no di .ostacol_oalle sue a~bizioni, nel mito della Rega -

I rt a c e le s te ; I accoglienza nservata a1dio Sole, ol tre a trovare il suoparallelo nel mito di Ullikummi, puo essere considerata un esempiotipico dell'ospitalita palatina.'

Se quindi nella trama della Storia di Appu possono ancora essere

individuate tracce di una tradizione orale mol to arcaica, sona in am-bi to pastorale" e adat tata poi ad una sccieta di r ipe agricolo," la for-ma erudira in cui essa ci e pervenuta presenta I'opera come prodonodell 'a lta cultura scribale." Nel nostro testo sono infatti impiegati frc-

quentememe mezzi stilisrici" e topoi letterari," che permettono di av-vicinarlo, dal punro di vista formale, al le opere del cic lo di Kurnar-

bi" e al R acconto de lla Va cca , de l dio Sole e de l p esca tore . Questi ele-

menti sono stat i r irenuti sufficient i dal Guterbock' per classi ficare

anche la SIOTIa di Appu come «lenerarura di or igine hurri ta», pur in

assenza di una versione hurrira del rnito." Gli studi pili recenti, inparticolare quel lo del la Siegelova,' hanno messo in dubbio tale af-

9·Slveda per cs. l 'ospitalita riscrvata ncllc cosiddcnc Cronac be d i p a l a z zo ai « E r a -rclli del rc»: K Bo 11134 III 17'-19',21 -22' ,24' -25'.

10. V. C . Gronanclli, op . dt., 56: la ricchczza di Appu e Iormeta da besriame e

metalli; iJ dlo Sole ha qui le caraneristiche di Essen! Supremo.

II. Ibidem: il hue da aratro c l 'anirnalc miglicrc: il dio Sole Caffiancato da altrc

divinita.

12. Siveda per es. lag iusti ficaz ione addona da Cat tivo per la divisionc del fratcl-

10sull'cscmpio dci grandi dei del pantheon mcsopotamicc.

13 . Uso del parallclismo; ripetizione di frasi e cpisodi; epircri: v. J. Sicge l ovd, op .

cit., 3°-31.

q. L'accogl icnza del die Sole da parte del dio della tempests; il como dei mesi

per il pane; [a dcscrizionc della nascira dei bambini:) . Siegelcva, op. dl., }1-33.

15 . In part icolare , [a Rega l it o ce l e st e , il C a n to d i U ll ik umm i. i l mire di Hedam-

mu, it Monte \'Xlasitta, il mire di Argento.

16.In \v'i. Rollig, op. dt., 24°-241. Cfr. anche H.A. Hoffner. Unil)' {cit.I, l39 s.,

ehe classif ies qucstc mite fra i miti hurriti rninori, e E_'VonSchuler, WdM, 1,8.

17-Asscrita da E. Forrer, ZDMG NF I (1922) 188, rna mai individuate.

1 8 .Op. cit . • 33*34 .

lermazione, perchc basata su dati poco significarivi," e hanno posto

piuuosto l 'accento sui t ratt i chc possono far pcnsare ad una elabo-razio~e propriarncntc anarolica di dementi insicrnc mesopotamici eittiti

Le varie analisi condotte sulla Storia tli Appu hanno cost eviden-ziato, ognuna per la propria parte, qunnto quest'opcra sia comples-sa, sia per la diffusione dei temi narrativi incssa contenuri, sia per la

La dcflnizi~nc, che m~.hi studiosi moderni' hanna dato di questaol~era .Iclt~rana co~n: lv!arc!){!11 (fiaba), ,no.n sembra in ogni caso ap-plicabilc si a perche e difficile, come Sl e vrsto, operare distinzioni di

ge~~r~ letlcra~io all'interno delle .composizi?~i a carattere mitologi~co, . sm perche ma!lc.ano e1emc~tJ n~l teste It.uta: non si puc dire 10-

fall! che protagonist! della srona di Appu siano uomini e non deidal memento che i l proemio dichiara esplicitameme il suo intent~

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molteplicita degli elementi eruditi sviluppati, sia, in ultima analis i,per il cosmopolinsmo della tradizione cui cssa auinge,

Possiamo quindi affermare di essere ancora una volta in presenza

di un'autentica espressione di quella cultura composita che caratte-

rizzava la scuola scribale di Hattusa.

Va infine osservato che il colofone della Storia di Appu, come

queUo del Racconlo della Vacca, del dio Sole e del pescatore, non ri-

porta alcuna indicazione che permetta di inseri re questo testo in unodei t re gruppi in cui possono essere divisi i testi mitologici it ri ti:" 1 0

scriba annota scmplicemente «Prima tavoletta di Appu. Non fin i-[a». Quesro significa evidenremente che 1 0 scriba ittira che ha copia-

to 0 cornposro i1 testo 1 0 considerava diverse rispetto agli altri: cer-

tamente non e un mugawar 0 un uddar, rna neppure un «canto»

(SiR) delle imprese di una divinira 0di un eroe. II mito costituisce in

quesro caso una esemplif icazione di quanto enunciato nel proemio

in forma elogiativa: la divini ta solare garant isce dal cielo l 'applica-zione della giusrizia fra gli uomini, analogamente, possiamo aggiun-

gere, a quello che fa ilsovrano sulla terra. La narrazione assume co-

5 1 una connotazione etica, che non trova riscontro negli altri mid eche giusti fica la diversa valutazione da parte deUo scriba di questo

racconto, in qualche modo assimilabile aUe raccolte di esernpi di in-

terventi regi di ristabilimemo della giustizia."

19·Come cven tual i elemcnt i chc potrebbcro r isnli rc a i Hurri ti la Sicgclovd indi-

vidua solo la menzione di ISTAR di Ninive e del dio della tempests, signore di

Kummiya, come Irercllo e sorel la, e [a mcnzicnc degl i dci pa tcrni , i l cui impiego

pcro nci rituali hurriti e conccuualmente divcrso.

20. L e caraucristiche della divinita solare, 13rcsidcnza di qucsto dio e degl i ahr ir iportcrcbbcro al tcrritorio mcsopotamico; nella [ctteratura accadica non ci sono

para llc li per la s toria di Appu, che t rove invecc nnalogic con ahrc sto ric anatol i-

chc. Anche H.A. Hoffner, in M. Eliade (cd.). Th e Encyclopedia 0/ Religion 6

( '987) 409·4'0, r iconosce che Ire icost deni mit i hurriti minori solo il mire di

Kcisi ha rcalmente un retrotcrra hurrita: in Appu nc inomi degli dei ne quelli

degl i uomini sono hurr it i e iuoghi citati non sono identificabili.

21. Si veda I'introduzione.

22".Si vedano per cs. gli episodi narrati nolle cronachc di palazzo, nelle istruzioni

regie, ecc.

r66

di esaltarc ildio Sole, che pub quindi essere considerato il reale pro-ragonista del la vicenda; cornunque, manca troppo dell'opera Com-pleta per valutare correuamente la portata della presenza divina.

(I.A Ir) [: .. l ... [ ... l egli' che premia gli uomini [gli[uslti' e ab-

barre gli uomini malvagi' come alberi, (5) egli che colpisce sui

cranio gli uomini malvagi come fakfakilur annienrandoli.'

(Cera una volta) una citra - Sudul' il suo nome - nel paese

di Lulluwa,' che e posto sulla riva del mare. E la c'era un uomo

- (10) Appu e iI suo nome - che era il piu ricco all'interno del

paese.

I suoi b[uoil e Ie sue pecore erano numerose. Per quanro ri-

guarda ajrgenjro, oro e I[apislazluli ne aveva raggranellati un in-

tero mucchio,

2.3· Si \ 'edano'j lavori, citat inella bibliografie, del Friedrich, del Giiterhock, del

De Vries, della Sicgclovd.

24· Si veda quanto osserva a questa proposito C . Grortanclli, op . cit. 49 .

l.Cioe il dio Sole: v. n, 3 all'introduzione.

2. Vienc qui usato it te rmine it t. bandant-, corrispondcnte nl surncrogramrna

pIolN1G.SI.SA,col quale c indicate il nome del fratdlo «Buono».

3· Si rrova qui il rcrminc itt ita bmoappa- , chc e una del le lenore del surncro-

gramma I.lI:fULusato per il nome del frercllc «Canivo».

4· Termine i tt ira non inrcrprctato. Ho scguiro per questo passe [a rraduzionc di

H.A. Hoffner, o p . c it ., 139. La Siegclova, op . dt., 19, in accotdo con S. Alp, Ana-

tolia 2 (1957) 8, rir ienc possibile cbe Iakiakilo- indichi una parte de l cran io , [orse

13 nuca: in qucsto case la rraduzionc sarebbe: «... che colpisce sui cranio, alia nu-

ca, gli uomini malvagi annientandoli».5·Nd preemie e usara rcgolnrmcnrc [a forma iterariva del verbc (Iarliikiui, Ii·

/a kk i, h am il w) e durariva (wa/hannal) per sonol incare che l 'interven to del dio

Sole c costante e non sporadico.

6 . C i tt it ahrimemi sconosciuta.

7·Secondo]. Friedrich, op . cit.• 2.42'243. iJ pacsc d i Lul luwa por rebbe esscre

idcmificato con i l pacsc abira tc da i Lul lu, popolaz ione ben no ta da lle iscr i.z ioni

nssire, urarrcc c dai tcsti di Nuzi, nd territcrio dello Zagros. E pero improbabile

che qucstc popo lazioni s i s iano csrcse f ino al mare (Mar Caspio 0Golfo Persico)

come indicate nel nostro teste: V. J. Siegelova. o p. 0 1. , 1920.

(15) Non gli mancava nienre eccctto una cosa:' non avcva n eun figlio ne una figlia.

Quando i capofarnigl ia" di Sudul sed eva no a mangiare davan.

ri a lui, uno dava a suo figlio plane] c carne, (20) [un altr]o dava

a suo figlio da bere, ma [A]ppu non aveva nessuno a cui dare

pane.

tua moglic ncl leuo rifatto! Allora gli dei ti daranno un figlio rna-

schio»,

(ro) Appu, dopo averc udito cio, torno nella sua casa, mentre

il dio Sale ritorno nel cielo.

II dio della rempesra' vide il dio Sale dalla distanza di tre mi-

glia e prese a dire al suo vizir: A : : Ia prima volta che ('5) viene il

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[II tav]oIo, coperto dalla [rovagjlia, veniva posro davanti al-

l'altare.

App [u] si [alz]ava e [a]ndava nella sua casa. (25) Nclletto r[i-

fa]rro si coricava con le scarpe.[La moglie] di Appu prendeva ad interrogate i famigli: «Non

(mi) ha mai presa! Mi prendera forse ora?»."

La donna andava (30) a coricarsi vestita accanto ad Appu,

(Una volta) [Ajppu si desto dal sonno [e) sua rnoglie prese ad

interrogarlo: «Non rni hai mai presa! Mi prenderai ora?».

(35) [Ajppu ascolto e prese a dirle: «Tu sei una [donn]a e co-

me tale non sai niente! ».

Appu si alzo dal letto, prese un agnello bianco (40) e ando dal

dio Sole."

II dio Sale gjuardo] gil! dal cielo; si tramujro] in un giovane,an do da Appu e prese ad interrogarlo: (45) «Qual e la tua man-

canza?" (10) te ne [l iberero (?)]!».

(n r) [Appu) as colto e prese a ri[spond)ergli: «Mi e stata data

ricchezza, mi sana stari dati [buoi e pecore].' Una sola cosa rni

manca: non ho ne un figlio ne una figlia!».

II dio Sale ascolto (5) e prese a rispondergli: «Va" Bevi, bevi

fino all'ebrezza' Va' nella tua casa e coricati come si deve' can

8. Leu .: «non gl i mancava nientc, g li mnncava una cess».

9 . L c tt .: « gl i a nz ia ni » ( LOM£SU .G I) .

10, t qui usato il verbo itt . kotto ep- «prcndcrc g iu», ncl sense di «posscdcre

sessua lmente». Vuo! fo rse indicate questa Frase chc Appu non avcva mai avuto

rapporti completi con sua moglie?

J 1. Quando indicate. [a complcmcntaz ionc foncrica a llude al nome ini ra de l dio

Sole, Istanu: -ul i 41, I I4 , rr , 15.1V 13, 22, 30; .nn II 12.

12. II rc rminc i tt ita usato c was/II/lell. «co lpa, pccca to, dl fcuo, mancenza», col

q ua le s i d ef in is cc (uno cia ehe v icn c a d infra ng crc l'o rd in c na turale delle ro se.

13 . Leu.: «bene». - Scrnbra chc l'cbrczza aiut iAppu a supcrnrc isuoi problcmi

d i r ap p or to (on [a moglic.

r68

dio Sale, il pasrore del paese!' FOlse che il paese e stare per caso

distrutto? Forse che Ie citra sono state per caso abbattute? Forse

che Ie truppe sono state per caso sconfitte?" Date disposizioni al

cuoco e al coppiere (20) per off lire a lui da mangiare e da be-re!»,

Egli venne . ..

La fine della colonna e molto lacunosa e non esistono dupl icat iche permeuano inregrazioni. Si capisce solo che ildio della ternpesta

chiede informazioni al dio Sole (rr . 23-24: «il dio della ternpesta aVil dio Sole [ ... ] e [prese a] inlrerrogarlo ... »}, il quale 10 ragguagliasui suo operate (r . 2]: «[prese a] ri[spondere . ..»}.

Anche l'inizio della lit colonna e andaro perduto (mancano se-condo l'edizione ca. 30 righe, parzialmente imegrabi li con il teste1.0).

II testo 5*, in cui sono menzionati «discendcnza» (r. 4'), Appu(rr. 5'], 6', 8']) e ildio del la rempesta (r . 9'), puo inseri rsi qui 0aliafine della IIcolonna.

(III r ' ) La moglie di Appu rimase incinta; passe il primo mese,

il secondo mese, il terzo rnese, il quarto mese, il quinto mese, il

sesto rnese, il sertimo rnese, l'ouavo mese, il no n o mcse; venne il

decimo mese e la moglie di Appu partori un figlio maschio.

La [Ievarr]ice prese il bambino e 10 pose (5') sulle ginocchia

di Appu. Appu prese a rallegrarsi del figlio, cornincio a cullarlo e

gli derte il dolce nome di «Cattivo»" (clicendo): «Poiche i miei

14. Indicate qui can I 'ideogramma "U c la complcmcntazicne fooenca ambigua

-a i ( co st a nc hc in II 23 e IV 15).

15. Per questa epitcto di originc mcsopotamica v. J. Sicgelova. op . cu., 22'23.

16. QUCS(C frasi csprimono la m erav ig lia del clio della tem pesra per fa insolita vi-

sit a del d io So le.

17 . Idg. '~'J::iUL. a l qualc cor rispondono lc lct ture i tti tc bmoo p p a- c idalu-, Coe-

re nrc rn cm c c ol p ro em io (\I. n . 3 ) il nome el i questo fig lio di Appu d ov re bb e e ss e-

rc Hmoap p a , r na , f or sc per errore, 10 scriba usa t a lv o l ta l a c om pl em cm a zi o ne (0'

neuca -ln, iruendcndo cvidcntcmcnrc ldelu,

dci parerni" neon hanna preso] la strada buena, ma han no tenuto

la strada catriva, (10') il suo nome sia ['Cattivo']!». '"

Per la seconda volta [la moglie di Ajppu rirnasc incinta.

[Venjne il [decimo rncsc] c la donna parrori un figlio maschio.

La levatricc [prejse [il bambino c Appu gli dctte il nome

«Buenos" (dicendo): «Orsu ' Lo si chiarni col nome «Buono»!"

Allora «Cauivo» c «Buono» cominciarono a dividere i loro

averi, mentre il dio Sole guardava gliul dal cielo.

[E meta degli averi) la prese il fratello «Cattivo» e [l'altra

melta (25) la dette a suo fratello «Buono».

Essi [possedevano anche degli animali (?)):" uno era un bove

da aratro [e I'altro] una vacca. [Allora] «C~ttivo» prese [per s)"

il bove da aj ratro] - cioe il bove buono - m[a la va)cca - cioe

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non hanna renuto quella cattiva], orsu, il suo nome sia «Buo-

no»!».

[I figli di Appu crebb lero; divennero giovani uomini [el rag·giunsero iI [ternjpo [della virilita].

(IV I) [Quando] i figli di A[ppu, crejsciuti e [divenuti giovani

uornini.] ebbero raggiunto il tempo della virilita, Appu [mori e i

suoi beni) furono [divisi] e anche la casa [fu divisa (,ll.

II fratello ["Carri)vo» [prese a) dilre] al fratello «Buono»: (5)

«[Noi) ci divideremo e vivremo sjeparar i]!».

II fratello «Buono» prese a [d)ire [al fratello «Cartivo»]: «Chi

mai [si comporta in questo modo>]»,

II fratello «Canivo- [pjrese [a dir)e al fratello «Buono»: «Co-

me Ie montagne [st liano [separate), (ro) come i fiumi [scjorranosjeparati] e come gli dei [vi)vano scparj ati], io te 10 narrjero]!

[II dio Sol]e abijta] a Sippar, rna [il dio] Luna abilta] a Kuzina;

(15) [il dio) della ternpesta abilta] a Kumrniya, ma [STAR abi-

[tal a Ninive; Nanaya [abita) a Kissina, ma Marduk a[bita) a Ba -

bilonia." E come gli dei abilrano] separati, (20) cosl noi [abi-

tejrerno separati! ».

rS . Per q ue st c d iv i ni ta , mcnzionatc i n am b it o rnitologico enchc ncl testa d i K cl Si

(KUB XVII I II 7), come divinira persona Ii v.]. Siegclova, op. C l I. , 2 3 - 24 ,

r9. Si allude qui probabilrucnrc aile difficclra di conccpimento che hanno prccc·duro questa nascita.

20 v. n. 2. La nascita di questo sccondo figl io evidentemente non ha create pro-

blemi.

21. La narraaione c qu i abbrevia te. I I tes ta 1.B.9' ss. r iporta [a vcrsione piu am-

pia: ( ,E l a m o g li c di App[u partor l un Iigl io maschio. La lcva trice presc i lbambi-

no] e 10(depose sul lc ginocchia di Appu. Appu prcsc a ra llcgrars i] de l f igl io , co -

mincio [a cullarlo e gli denc il nome 'Buono' (diccndol]: 'Orslu! L o si chiami

col nome 'Buono"] ... 11

22. Come ha rilcvato J. Sicgclova, op. dt.. 24.25, i] racconto del fratello «Gtti·

170

il [bov]e cattivo - (30) [10 dette a) suo [fratel)lo «Buono».

II dio Sole [guarjdo [giu dal] cielo (e disse): «Orsu! [ ... ) ... la

vacca diventi buona [e) partorisca [ ... )1».Prima [tavolet lra (della storia) di [Apjpu. Non e finita.

Lc alrrc tavolette sono troppo [rammenrarie per consent ire unatraduzione continua. Si capisce soltanto che il conflirto era idue Ira-

relli per la divisione dei beni del padre prosegue fino ache essi si ri-

volgono agli dei.

(r.G 4') [Quando essi] giunsero a [Sippjar, si presentarono in

giudizio di fronte al dio Sole (5') [e il dio Sole) favorl [iJ frarello]

«Buono»,

vo» serve a g iusr ificare [a sua r ichicsra di divisionc dei bcn i c i1suo dcsidcr io di

vivcrc dn solo, lontano dal [ratcllo «Buono». Ci si aspcna quindi chc lc divinira

qui mcnzionatc come cscmpio siano costiruite da coppic di fratelli: e in effcni lesci divini ta possono esscrc divisc in Ire coppic: iJ dio Sole c : il die Luna, i l diede lla tcmpcsta c [STAR, Nanaya e Marduk. Per quantc riguarda [a prima coppia

possiamo osscrvare chc qui i l dio Sole (malgrado la complcmcntaaionc fonet ica

ittita] c presemc nella vcrsionc mcsoporamica Iaccadico Samas), dal memento

cbc gli c aur ibuita come scdc [ac ina babi loncsc di Slppar (anunlc Abu Habba];

10stcsso vale probabi lmen tc anchc per i ld ie Luna (mesopotamico Sin), anche se

non conosciamo l'ubicazione della citra di Kuaina. In ambito babiloncse Samas cdi sol ito rucnzionato come figl io di Sin ; rna in a lcun i casi sene cntrambi ci ta ri co-

me figli di Anu 0 di Enlil c quindi considerati fratclli: evidcntcmcntc 10scriba it·

ri ta s i ri fa a questa scconda trad iz ionc. La scconda coppia e cosri tu ira da due di-

vinita ben conosciute da l ciclo di Kurnarbi: Tesub. signore della cina nord-me-

sopotamica di Kurnmiya e pr incipa le die del pantheon hurri ta , e IITAR, sua so-rclla, vencrata con particolarc dcvozione nella cina di Ninive, situate sull'alto Ti-

gri (anuale Kuyungik), conosciuta in ambito hurrita col nome di Sausga. La teraa

coppia i: for rna ta dal dio nazionale babi loncse, protagonisra de l poema della

crcaxionc enuma clii, c dalla dca sumcro-accadica Nanaya, attcstata gia all'cpocadi U r III can anriburi che la rendcno simile a Inanna c [STAR, i de nt if ic at a t al -

vol ta con Sarpani tu, sposa di Marduk.. II suo lucgo di cuhc , Kisf ina , no~ c cono-SCiUIO, a meno di non supporrc ron J. Friedrich, op . ClI., 24', una vaname del

nome della cina sud-mcsopotamica di Ki s (anualc TeUOkheimir}.

23 . L'integrazione c a sense.

I I I

[Allora «Carrivo» 1 cornincio a [bes ltemmiare. II dio Sole udt

Ie bcsrcmmie e disse [cosj i: <<10 non [deciderjo il processo per

voi! Orsu, ISTAR, la regina di Ninive, vc 1 0 dccida!».

(I9') [«CanivQ» e «Buono» si incammina]rono e, quando

giunsero a Ninive si presentarono ad ISTAR [in processo] e

USTAR favorl il fratello «Buono»] ... [...l.

H.G. Guterbock,' oppure se si trat ti di due composizioni let terarie

diverse copiate poi da uno scriba sulla siessa tavoletta.' .II mito narra la scoria di un bambino nato daUa passionc del di o

Sale per una vacca eccezionalmente bella. AI momenta del parto, lavacca, sconvolta per aver dare aUa luce un essere umano e non unvitello, cerca di uccidere il figlio. U dio Sole interviene dal cielo esalva ilbambino dalla madre; 1 0 aff ida ad un altro dio perche 1 0 na-

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La fine della storia non e conservara.Per la possibil ita che essarrovi un seguiro nel ra cc on to d ella u ac ca ,

de l dio S ole e de l p esca tore , net quale intervicne aneora una volta co-me principale at tore divino il dio Sole, v. piu avanti.

2. S toria de lla ua cca , de l d io Sa le e de l p esca tore

I.Testo: CTH 363' KUB XXIV7 II 45 ss.2. Bibliografia essenziale: a) Trascrizione e traduzione: ]. Fried-

rich, ZA 49 (1950) 224-233. - b) Commenti:]. Friedrich, op. cit., 247-253; H.G. Gurerbock, Kumarbi. My/hen uom churritischen Kronos,

Zurich - New York 1946, 121-122; Idem, in \ ' 1 / . Rollig (ed.), Alt-o ri en ta l is cb e L i te r at ur e n, \ 'I/iebaden 1978, 24'; B. De Vries, T be S ty le

0/ Hittite Epic and Mytbology, Ann Arbor 1967 (diss.), 4'-45; H.A.Hoffner, in H. Goedicke and ].].M. Roberts (edd.), Unity and Di-

versity , Baltimore '975, '41; Idem, in Fest. E . Lacbeman ; 189-194;

E. von Schuler , \ 'I/dM, 163-164; Idem, RIA, s. v. Literatur bei den

Hethitern md; A. Unal, in H. Hecker und \ ' 1 / . Sommerfeld (edd.),

Kc il sc b ri ft li cb e L i te ra t ur e n (xxxn RAI), Berl in 1986, '32.

II racconto e conservato in un unico esernplare, redatto neI XIIIsecolo' rnolto danneggiato e difficilmente integrabile.

La prima parte della ravoletta contiene un inno ad [STAR e alle

sue ierodule, per ilcui trarnite la dea dirnostra agli uomini il suo fa-vore 0 la sua inimicizia.'

I l rapporto del l'inno col racconro successivo non e affauo chiaroa causa della lacunosita della seconda colonna della tavoletta: l 'innoinfat ti si interrompe aUa r. 26127 e, quando il testo riprende dopo

una lacuna di ca. 17 righe, e g ia iniziato il raccomo mitico, che non eperc intellegibile fino alla r. 51'. In tali condizioni non sappiarno,quindi se l 'inno costituisca il prologo del racconto, come suggerisce

I.V. B.A. Hoffner, Fest, f. Lachcman, 194.

2. Pcr I ' inno v. A. Archi, OA 16(1977) 305'311.

sconda fra Ie montagne sotto la protezione di uccel li e serpent i. Qui

il bambino vicne trovato da un pescatore, pr ivo di figl i. che 1 0 portaa casa sua e, con la complicirs della moglie, fa credere agl i abitanti

del viUaggio dove vive che il bambino sia suo. . _.II seguito' del racconto e andaro perduto e non sappiamo quindi

che cosa sia accaduto del bambino, anche se possiamo presumere

p~r l~i un dest ino fuori dal comune data l 'ecceaionali ra della sua na-

scita.Come risulta dal colofone che riporta il numero di serie della ta-

volet ta,' questo mito appartiene ad una composizi~:me piu ampi~.H.G. Guterbock" ritiene che si trarti della continuazione della StOTlO

di Appu per la presenza all'inizio della storia del dio Sole e dellavacca, che egli idenrif ica con la vacca steri le as~egnata dal fratel lo

«Cattivo» al frateUo «Buono» proprio nel testo di Appu. H.A. Hoff-ner"esclude questa interpretazicne che e basara, a suo avviso, s~ el~-

mend inconsisterui; altri s tudiosi" preferiscono non pronunciarsi.A mio awiso e possibile che la Storia di Appu, da una parte, e laStoria della Vacca, del dio Sole e del pescatore, dall'alrra, facciano

parte di uno stesso cicio di apologhi composri per dirnostrare che ~e

divini ta - nel caso part icolare i ld io Sole (a cui e dedicato il p~oem'odella Storia di Appu e che inrerviene in entrarnbe le narrazioni) e[STAR (a cui e r ivol to l 'inno nella prima parte della ravolerta KUB

XXIV 7 e che esprirne il giuciizio favorevole al frarello «Buono» nella

3.JCS 5 (1951) 144; v. anche H.A. Hoffner , in Unity (cit.I, [42.

4. Cfr.}. Friedrich, o p . c i t. , 224-225.

5. Che i l racccnto proscgua risul ta dal colofcne, dove sid ice che i l tes te ..no n (e)

Iinito».6. Cf r. A. Unal, lac. 0'/., suUa base del conf rcnro con gl ia l~~ test i ~lt it i (~testo di

Zalpa = CTH 3; il testa su Anum-ljirbi - CTH 2) C V1cmo:.{)fI~ntah(~pra~.

tunc [aleggcnda di Sargon, chc ne cosriruisce l 'archeripo) che impiegano IImou-

vo dell'csposizione di un bambino.

7. E inccrto sc si t rat ti de l numero due 0 del numero rrc.

8. Kumorbi (CiL), J2J-I22. L'ipotcsi sembra accoha anche da B. De Vries. op .

0'/., '41, CE. von Schuler , \ '( fdM. 158.

9. Ultil)' (cit.). 140"41.

10._f.Friedrich, op . 0'/., 247; j. Sicgclovd, StBoT 14(1971) 3·

173

Storie di Appu)" - intcrvcngono sernpre per aiutarc gli uomini giustie restaurare l'ordinc naturale dell'universo: Appu e il pescatoreavranno ifigli tanto desiderati, [avacca del fratello «Buono» diverra

feconda, il frarello «Cattivo» sara pun ito ecc.In questa quadro e anche plausibile che la Storia della uacca, del

dio Sale e del pescatorc costiruisca il seguito della Staria di Appu, vi-

sto che entrarnbe le composizioni prevedono un intervento del dio

uorno.] (55') scesc giu dal cielo e [ ... ) si mise a [par)lare con la

vacca: "Chi ... [ ... l sei tu che continui a pascere la [nostr]a erba,

che [mangi) i teneri germogli [app)ena sp[untatil e che stai rovi-

nando l'erba del prato?».' (60') [La vacca) prese a [dilre in ri-

sposta: «...[

Segue un brano malta frammentario, nel quale si svolge una ani-

mat a conversazione fra il dio Sale e la vacca; dopa di che la vacca

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Sole per far sl che la vacca partorisca.A sosregno dell 'ipotesi che idue testi risalgano almeno ad una

ruatrice cornune, e bene ricordare che essi prcsentano molti tratti

comuni sia suI piano conrenuris tico che su quelio Formalc.Per quanto riguarda il contenuto basta pensare al ruolo svolto dal

dio Sole in entrambi i racconti; alia presenza in tutti e due di una

cop pia senza figli; alia indeterminatezza dell'ambientazione geogra-

fica. Dal punto di vista formale possiamo osservare che i due testiimpiegano topoi lerterari analoghi" e motivi della tradizione mesopo-

tarnica;" simile e incltre il tono sentenzioso con cui Appu e ilpesca-tore parlano ai le mogli, t ipico di una lerterarura di tipo sapienziale;

in nessuno dei due colofoni e presente un termine che valga a defi-nire il resto." Si tenga infine presenre che iIcolofone di KUB XXIV 7

rnenziona un uomo il cui nome inizia can la sil laba mA[ -, che fa pen-

safe ad Appu, anche se il nome di questa personaggio e semprescritto nella forma mAp-pu. 'S

(II 51') [ ... ) e [rejnera ejrb]a. E [la vacca mangia)va canne.' La

vacca era eclcezionalmenrle' prosperasa [e) diventava (sempre

piu) [be)lla. Il dio Sole gulardo] giu dal cielo e 10 travolse il de-

siderio per la vacca prosperosa.' (Allora) lsi rnuto] in gio[vane

II. In questa ottica si puc ipotizzarc chc la prima tavolcrta del ciclo sia quclla

della Storia di Appu, la seconda, in gran parte perdura, r iguardi [a l ire di «Cat ti -

vc» e «Buono» davami agli dci con ll giudizio finale di [STAR chc premia «Buo-

no» c punisce «Canivo»; la terza sia KUB XXIV 7, chc inizia con l 'csal raz ionc di

[STAR e del suo giudizio e proscgue riprcndendo 13 storia del rapporto fra ildio

Sole e la vacca interrono alla fine della prima tavolerta.12. Si veda il como del mesi e la descr izione del riconoscimcnto dci bambini ;

questi topoi r icorrono anche nci tcsti del ciclo di Kumarbi.

I).Per ilnostro teste si veda i l motivo dcll 'csposiz ione del bambino; per Appu

v. n. 20 all'introduaione.

14. Cfr. introduzionc ad Appu. I5. V. J. Siege lova , op . cit., 3.

r. CoS! H.A. Hoffner, Fest. E. Lacbcman, 190 (GI·t1I1 e non 21 '(111) .

2. Per questa traduaione della locuaionc lIIekki marri, v. CBU, 185.

3. Cost sccondo l'inrcgrazionc proposta da I-LA. Hoffner, l ac . c i t. , per [a r. 54':[SIG,?-ol l?11? . .I.

174

diventa gravida per opera evidentcmente del dio Sale.

(III Ii) ...[Passe il primo mese.] iI secondo mese, il terzo

mj ese, il quarto mese, il quinto mese, il sesto mese, il settirno

mese, l'ottavo mese.] il nono rnesc; venlne] il decimo mese Ie la

vacca parrori un figlio J_ (20') La vacca [grido su] verso il ciello

e) guardo infuriata [il dio Sole.] Prcse a di[re al dio Sole:) «Io

g[rido) misericordia' I piedi [di un vitello] sono quattro; allora

pj ercjhe io ho partorito questo che ne ha due?". La vacca spa-

lance la bocca come un leone (25') e cerco di avvicinarsi al f iglio

per mangiarlo: la vacca mosse [Ia sua testa) come un'onda per

dar[gli addosso) ed avanzo [per uccidere) iIHigli)o.'

Allora il dio Sole guardo] giu dal cielo [ ... ) e si prejsenro] alla

vacca [ ... ) .

II testa prosegue in condizioni molto .fram~lentarie. Si capisce ch:iIdio Sole salva iIbambino dalla vacca infuriara e 10 conduce con se

in cielo, Qui 10 aff ida ad un dio, ilnome del quale e andato perduto!affinch.; 10 nasconda {ra Ie montagne, aff idandone la cura a uceel li

e serpenti. .' .'Anche I'inizio della IV colonna e murilo. Quando iI testo diventa

intellegibilc, troviamo un pescatore che sta vagando per quelle mon-

tagne e ehe, avendo scorto qualcosa da lontano su una roccra, va a

controllare.

(IV 22') _.. [Il pescatore] prese a [dire fra se.] «Andre a vede-

4. Divcrsarnente J. Friedrich, op . cit., 227.: «[Welnn .frisc~es Grun (?) Lis t (?)

und (?) du (?) cs (?) abf rissr (?)] [x, s lo r ichtcst du die Wiest' dauemd zugrun-

de».

5. Divc rsa Ia t raduzionc e l 'inrcrpre taz ionc del passo d~ H.~ ..Hoffner : op . 0"1.,

192'193, scco ndo il qua lc la v acca mangia 13 ~laccnta e SIavvrcma a~figho per el-lanarlo: «The cow opened her mouth like a lion and goes to th~ child to cat (the

at tached fe tal membranes]. L ike a ware she released her aft [erhmh, ] and went to

t he c hi ld [to s uc kl e i r] ».

rei". [ J . . . [ . . . J arrive davanti al bambino; [ullora gl i uccclli ] Za·

rl )'o /lo [ l (25') e Ie tadorne si alzarono in volo, [ ... l si alzarono

semprc piu in alto [finche non arrivarono in ciclo.

[ ... l i serpenti indietreggiarono [ IIpescatore] struscia il cor-

po e la testa [del bambino] (30') [ l gli struscia gl i occhi. Allora

il pcscarore [prejse a dire fra se: «In qualche modo io ho [irnpie.

tosiro (?)l gli dei ed essi hanno t[oltlo il pane impuro dalla pie-

Repertorio dei nomi divini

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rra. Sono apparso al dio Sole ed egli mi ha guidato qui a causa

(35') [del bambino]. Tu sai bene, 0 dio Sole, che io non ho figli e

proprio per il bambino mi hai guidato fin qui! Per colui che gli ecaro il dio Sole depone pane pjurol}»."

II pescarore sollevo il bambino [dal terra, cornincio a cullarlo

e (40') si rallegro [di lui;llo prese in collo [e lo l porto vlila.

U pescarore, arrivato nella citra di Urrna,' entre nella sua casa e

si sedette su una seggiola. Poi prese a dire a [sula moglie: «Fa'

attenzione a cio che ti dico! (45') Prendi questo bambino, va' in

camera, sdraiati sul letto e comincia a gridare! Tutti in citra ti

sentiranno e diranno: 'La moglie del pescarore ha parrorito un

figlio! E ci porreranno chi pane, chi birra, chi carne. La mente

di una donna e ragionevole, (50') rna essa e esclusa dal cornan-do: essa dipende dall'aurorita degli dei; la donna vive in condi-

zione subordinata e non disubbidisce alia [parojla del l'uomo!»,

[Ed] essa ascolto la parola dell'uomo; enrro [in carnera.] si

sdraio sulletto [e si mise a gridare].

(55') [E quajndo gli abitanti della citra senti[rono, presero a

dilre: «Guarda! La moglie del [pescatore ha partorito un fi·

gliol]».

Gli abi tanti del la ci tta [dissero proprio] cost Eel cominciarono

a [porjtarjle] (doni): [alcuni le porjtarono [pane.] altri Ie [por].

tarono [car jne [(e) birra] .TerzaiSeconda (?) [tavoletjta (della storia) di A[· ...lNon e

finita.

6. L e c sp rc ss io n i « pa n e impure» c «pa ne pu re» so no impicgate in modo sirnboli-

co per rapprescnrarc rispenivamcnrc l a i n im i c i zi a c il favore dcg l i dci.

7. La c ina di U rm a non e altrimemi auestata.

176

Ideogramma di incerta inrerprerazione, con cui viene

designate nella Teogonia uno degli dei che esorcizza

Kumarbi.JA.NUN.NA.GE Ideogramma che design a i cost detti «dei anti-

chi» (in itt i ta kanalei siuneIIDINGIR""') confinatidagli dei della gcnerazione successiva negli Inferi.

Dio sumerico, primo re degli dei e padre di Kumar-

bi nella Teogonia.

Ammezzadu Uno degli dei antichi, invocate nel preemio della

Teogonia, il cui nome non e analizzabile.

Uno degli dei antichi, invocate nel proemio della

Teogonia in coppia con Minki.

Dea mesopotarnica, paredra di Anu.

Grande dio sumerico del cielo, secondo re degli dei

nella Teogonia, spodestaro ed evirate da Kumarbi,che ne inghiotte il seme, da cui nascera il dio dellaTempesta.Dea irtita che presiede aile nascire insieme alla dea

Zukki.Nome hurrita del Tigri, divinizzarc come tutti i tiu-

mi e le montagne in ambito inita, figlio di Kumarbi.

Personificazione divina del Mare, personaggio irn-

portanre nei miti di Ullikummi, di Hedammu e in

quel lo di Tel ipinu e Ja figl ia del Mare. Spesso e defi-nito «grande».Dio hurrieo della guerra, corrispondenre al dio su-

me rico ZA.BA,.BA,.Nome accadico del dio della saggezza e delle acque

dolci, signore del l 'APSO, corr ispondente al dio suo

merico Enki.

v. Ea.Principale dio del pantheon sumerico, signore dellacitra di Nippur, talvolta idenrificaro nei tesri itriti con

Kumarbi.Nome hat tico del dio Sole: v. 'UTU.

·'A.GlUM

Alalu

Ammunki

Anru

Anu

Anzili

Aranzah

Aruna

Astabi

Ea

Enki

Enlil

Estan

177

JG1R

JGUL-seS

Halki

Hannahanna

ldeogr.unma indicante una divinita de l grano,Dee del fate, spCSSO collegate aile divinitit Papaya c

Istusraya, fissano i [imit i de l desrino utuano, simili a i-le Parche.Divinita ittita personificazionc d el grano.Dea anatolica della saggezza e della magia che pre-

siede aU a fertilita umaria ed agr ico la , a cui g li dei si

rivolgono spesso per consiglio ed aiuto. II nome, co-

Nome itt ita del dio Sole: v. 'UTU.

Divinita ittita di caranere ctonio che presiede, insie-me 3 Papaya, al destino degli uomini.

Div in i ta non identificata figlia di Kumarbi.

Dio proragonista del mito omonimo, di cui si ignorail nome itrita, elevate da Ea e Kumarbi alIa regalitaceleste pe r contrapposizione a Tesub.

Nome che designa in ambito i tt ita e luvio la grande

Istanu

lsrustaya

·'KA.ZAL

"KAL

Karnrusepa

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Hapantali

Hasarnili

Hatepi/una

Hebal

~..JHurri

'IM

Imma rn i

Impaluri

Inanna

Inara

Irsirra

Ishara

' [STAR

stituito probabilmente da! raddoppiamento del (er-

mine iuira hanna- «nonna», puo essere scritto anche

in forma ideografica 'NIN.TU e'MAI::!.

Divinita prorettrice di origine hattica, appartcnentealla cerchia di Inara. .

Dio protetrore d i origine ha tt ica , che ha il po tere d i

nascondere iviandanti. Sono rnenzionati dei «Iratclli

di Hasarnil i» nel mite del la scomparsa del Sole.

Dea di origine hattica nola come sposa del dio Teli-pinu, da identi ficarsi probabi lmente con la figlia del

Mare.Dea hun-ita, sposa del dio della tempesra Tesub e

madre del dio Sarruma.

Uno dei tor i del dio del la ternpesta, v. '·"Tella.

Ideogramma che individua il dio della ternpesta,

principale divinita del pantheon ittita e signore deglidei, protagonista di molti miti, indicato anche conI'ideogramma 'U. E venerato dagli Itriti col nome

Tarhuntr)a, dai Hatri col nome Taru c dai Hurriti

col nome Tdub.

Personificazione divina del concetto di fertilira.Vizir del Mare nei miti del ciclo di Kumarbi .Dea sumerica dell' arnore e della guerra, corrispon-

dente alla dea accadica [STAR .Antica dea anatolica protettrice della regalira, pre-

sente gia nei testi di Kanis/Kiiltepe, figlia del dio

della tempesta, IIsuo nome e una delle possibili let-

lure dell'ideograrnma 'LAMA.Designazione collettiva di divinita presenti solo nel

rniro di Ullikummi.Dea di origine rnesopotarnica, che presiede al giura:

memo e a lia medicina, associata in ambito ittita a gh

dei antichi.Dea accadica dell'amore e della guerra, signora di

Ninive, identi6cata con la dea hurrita Sausga, sorella

e alleata di Tesub,

dea anatolica della m ag i a , nota nel nord hattico e pa-

laico col nome di Katahzip/wuri.Izaruilei iiunei u. 'A.NUN.NA.Gt._

Kasku Nome hatrico del dio Luna, protagonista del mitodella Luna che cade dal cielo; v. 'SIN.

Katahzip/wuri Nome hattico di Kemrusepa: v. s.v.

Kulitta Ierodula, insieme a Ninatta, della dea [STAR .Kumarbi Dio hurrita, «padre degli dei», figlio di Alalu e terzo

re degli dei. La sua lotta col figlio Tesub, da cui estato spodestato, e argornenro d i varie composizionimitologiche.

Nome hurrira del dio Luna: v. 'SIN.ldeogramma, al quale corrispondono in ittita varie

le~ture, fra cui lnara, che designa la divinita proter-rnce.

Ideogramma, al quale corrisponde in ittita la lertu-ra Hannahanna: v. S.v.

Dio nazionale babilonese, protagon ista del poem a

della creazione enuma elii.

Divinira inita della vegetazione.

Uno degli dei antichi, invccaro nel proemio della

Teogonia in coppia con Ammunki.

Vizir del dio Kumarbi.

Ideogramma che individua una divinira alleata di

Kumarbi nella Teogonia.

Dea sumero-accadica simile per attributi a Inanna e[STAR .

Uno degli dei anrichi, invocate nel proernio dellaTeogonia in coppia con Nara.

Uno degli dei antichi, invocate nel proemio della

Teogonia in coppia con Napsara.

Ideogramma, al quale corrisponde in iuita la lertu-

ra Hannahanna: v. S.v.

u. Suwaliya.

v. Kulina.Paredra di Anlil.

Kuguh

'LAMA

'M A 1 : : 1

Marduk

Miyatanzipa

Minki

Mukisanu

'NAM.Ht

Nanaya

Napsara

Nara

'NIN.TU

'NIN.URTA

Ninatta

Ninlil

I79

dNISABA

Papaya

SamasSa r r uma

Sausga' Se r tapsuruhi

Divinira sumcr ic a de l grano, del la 'scrittura, dell'ar-

chitettura e dell'astronomia.v. Istustaya.Nome accadico del dio Sole: v. dUTU.Dio di origine hurr ita, figlio del dio del la tcrnpesta

Tesub e della dea Hebat.Dea hun-ita corrispondente a d [STAR: v. s.v.Figlia del Mare, sposa di Kumarbi e madre di He-

Upelluri

'UTU

'/

Nome delgigante sulla cui sp~ destni _kummi. Vive immerso nelle aeque del ~ UIl i- .

Id~ogran:'~a ~ol quale viene spesso indicata De i testiIttItl la divinita solare, Le pi" imPOrtanti divinitala;i iuite so no il dio Sole masehile (lStanu i t t i ' :Estan hattico, TIYaz palaico, Tiwaz luvio)· '

del cielo e protettore. ~ella giustizia, e la d";' ~~Arinna, prInc 'pale divinita femminile del pantheonIttlt~ In e po ca lr r:p cn ale , ta lvo lt a d esig na ta c ol n om e

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Seppitra

....Seri

'SIN

Suwaliya

TakitiTarhun(t)a

T/Saru

Tasmi fsu)Tazzuwassi

Telipinu

""'Tella

TesubTiyaz

TiwazTuhusi

'U

Ullikummi

dammu.

Nome irtita delle divinira indicate pili frequcnternen-te con l'ideogramma d7.7.BI: v. s.v.

Nom e d i uno d ei d ue tori sa cr i a l d io d ella tempesta,del quale tirano il carro.Nome accadico del dio Luna, indicato spesso anche

come .130 in base al suo numero astrologico. Ad essocor r i sponde ild io L una hartico Kasku, protagonista

del mito della Luna che cade dal cielo.Nome irtita del dio sumerico NIN.URTA, corri-spondente al dio hurrita Tasmifsu), fratello del dio

della rernpesta Tesub.Ierodula della dea Hebat.

Nome ittita del dio della tempesta: v. 'IM.Nome hattico del dio della rernpesra: v. dIM.

v. Suwaliya,Dea di Kastarna/T anibiya nel territorio di Nerik,

concubina del monte Zali(ya)nu; si tratta probabi l-mente d i una fonte 0 corso d'acqua divinizzato.

Dio di origine hattica, figlio del dio della tempestahattico Tarn e della dea hattica Wuru(n)semu, ha ca- ,

ratteristiche di divinira della vegetazione e della ferti-

lita e di dio della ternpesta. E protagonista del mito

del dio scomparso.Nom e con cui ne l rnito d i U ll ik umm i e indicate uno "

dei due tori del dio della tempesta al posto del nome

usuale Hurri.Nome hurrita del dio della ternpesta: v. dIM. :"Nome palaico del dio Sole: u. 'UTU_Nome luvio del dio Sole: v. dUTU_

Uno degli dei antichi, frequentemente abbinato nellelisre a Amm e z za d u. !~. '-.

Ideogramma per indicare il dio della tempesta: u.'IM. ..:

Mostruoso figl io di pietra diori te del dio Kumarbi ,

protagonista del mito che da lui prende nome. '

180

Wurunka t te

'ZA.BA,.BA,

Zali(ya)nu

Zashapuna

Zukki

'7.7·BI

hartico Wuru(n)semu. .

N?me hattico del dio ZA.BA,_BA,: v _ s.v.

Dio sumenco d e ll a g u er ra corrispondenre a l ha t t i c oWurunkatte.

Montagna divinizzata situata nel territorio di Nerik.F on te d iv in izza ta s it ua ta nel t e r r i to r io di Ner ik mo-glie del monte Zali(ya)nu. 'v _ Anzili.

Ideogramma a cui corrisponde l'ittita Seppirta, cheindica probabilmente le Pleiadi.Ideogramma con cui si indica ildio Luna: v. 'SIN.

lndice dei termini commentati

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Termini itriti kammarulkamm,lf3 !.~:lkuf, 103haninantei, 113 larbula, 141

alpncmar, 102 karafiuf,81 iarpo, 104tl1wasnollza,8} kine, 98 -.J.filuha,71

!.loll/iyon,zo,44 ss. kulkulimo,128 - te/ ipa . II3

am (in UL ara), 1'4 - k1 I1 1 kI lI lU 1 .2 .I , 1 54 l ipan, 101~'!arimpa, 69 kUl1kuriyo-.73 ie/ha(il-, 120

'l~' orlsommi, 13 8 'lzuntarro, 131, 154 iiwatl-,63

arlip(a), 10 5 kureiiar. 107 s. lomatt·,68

aiiiyatar, 14' kurala, 44 ss. tarpi.vcn

aliteooz pedaz, 118 *kUWd,68 lawal,II2

'''C'yo,84 hlnoont-, 15' IlIhhai-.120

eRl lnd , I .51 , , 0 1 . ' / ; 1 ; , 8 0 tuhuando, 102

ezZt1f1,68 ",a-wo-d,68 t lddar,14

cp- (in Ra ila cp- ), 168 ma/loni,54 walhi,50

bohbima, 59 5S . mall,50 wol/u·.63

halhaldol1i. ,64 mannitti (luvio), 79 uialula, 101

bolugainiui, Iq marl1uu')oll,5° warsulo.,63

haniia, 112 mOlls;,i,88 umitul, 16 8

bandant- , 16 7 mekki m arr i, 17 4

bapami,lol minll,97 Termini hauici'tr i 'boppuriyo(fo), SI mogoworlmugefsor, 13 s.

kalob,II3bazr1,112 ' ' ''muk ii l 101 i1ba1 , loS

bi l ammar (v. Kl.LAMl, nabiarau-tnabtarant-, p/usur, "3

112 '3'u-, 113

buil l iya·/SUD,123 *nttnol1kus'1.i,88Termini burriribunIJll(n)d1ar,52 l1umoll,-l8ss.

bupaiai, 70 papponikllef,67 kundari, 131buuiappa- (v. J ,) HU L l, 1 67 , p ara c bu , nS u l/ i/ u. , 1 48

,69 porbnena.Bo Uigune, 19,'kunIa (luvio/). 151 I I; "p am ul li . 6 9

-il /uyanka, 40 50 parianu-, 120Sumcrograrnmi

i lmal1il t ,102 p ariin a-, 1 29

i ibamai- , 14 pa du=ux, 102 1\,119

i lg ar aq qa l, 6 8 purulli, 48 e p a ss im AB.ZU,52

idalu- (v. "HULl, ,69 puJIS, 112 GlUM, "9

g ag os /i , 1 62 II;"1ahi, 69, 81 "GUDU",49

galgalturi, '38 fa kla kila ·, 1 67 HA.LA (v. tamau-), 68

kannnara. 113 iolbianti (luviol, 79 "'H UL , 167, 169

r83

lZl,6S

KAxU-ollt- . 130

KA.zAL!KIRl .zAL. r z z

KI.LAM, 112 •

KU'110 (ora GU,1I01, 12 9

NAG-ml ' .129

'''''NfG.Sl.SA (V, bandant- l.

,67

NU.TIL.124

Nur·. ' \UN, 9~L12~

SiR. '4

~A-il. 119

LU- SU.GI. ,6S

--SU.GI, 70

Termini accadici

APSO, 52 . 14 0

IlH DINGm.uM. 70

IIUR..V1NU. 1 p

M I N U . < ) 7

SOTU, 112

" ("Ai /LTU, 122

UPNU, 112

ZI1TU (v./fJr1Iaff·). 68

lndice del volume

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Imroduzionc

29 Avvertenza

3I Tavola cronologica

33 Abbreviazioni e sigle

39 Mito di IIIuyanka

57 Mite del dio scomparso

57 I.Scomparsa del Sole

71 2. Mito di Telipinu

87 3. Telipinu e la figlia del Mare

89 + Mite del dio della tempests95 a) Scomparsa del dio della ternpesta del cielo

104 b) Scomparsa del dio della tempesta della persona

10 7 c) Scomparsa del dio della tempest a di Kuliwisna

109 La Luna che cade dal cielo

II5 Cicio di Kumarbi

1'5 I.Regalita celeste (Teogonia)

'3 ' 2. Mito di Hedammu

142 3. Canto di Ullikummi

163 Storia di Appu

163 I.Sroria di Appu

172 2. Storia del la vacca, del dio Sole e del pescarore

17 7 Repcnorio dei nomi divini18 3 Ind ic e d ei t erm ini commentati

Biblioteca di storia e sroriograhadei tempi biblici

Giovanni Garbini, Slana e i de o log ia n c ll 't sr a e le ancico

Testi delVicino Oriente antico

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pp. 256 [3)

Robert M. Grant, Cristianesimo primitiuo e societe

pp. , ,6 [5)

Emil Schiirer, S to ria d el p op olo g iu da ic o

a /tempo diGesu Cristo (175 a .C . - '35 d .C) [pp. 740[I)

Emil Schurer, S to ria d e/ p ap a/a giu da ico

a /tem po di Gesu Cristo (175 a .C . - '35 d.C) 2

pp. 728 [6)

Albert Schweitzer, Storia della ricerca sulfa vita di Gesupp. 784 [4)

Paul Wendland, La cu l tura e l le n i s ti co- romann

nei s uo i r a pp o rt i con giudaismo e c r is t iane s imapp. 424 [2)

d i p ro ss ima pubbl ic a z io n e :

Volkmar F ritz ,ln tr od uz io ne a ll'a rc he % gia biblica

Martin Hengel, G iu da ism o e d e lle nis mo

Eduard Meyer, La g en es t d e/ g iu da ls mo

Emil Schurer, S to ria d el p op olo g iu da ic o

a ltempo di G esa Cristo (175 a .C. - 135 d.C) 3.[, 3.2

Raccont i di viaggio e di a t ru e nt ur a d el l' an ti co E gi tt oa cura d i M ar ia C a rm e la Betrcpp.9'5 [LI)

F ormu le d i m a lc dia on e

d ella M e so po ta m ia p re cla ss ic aa cura di Francesco Pomponio

pp. 12 8 [a.r ]

La milo/agio ittitaa cura di Franca Pccchicli Daddi

c A nn a M ar ia P olva ni

pp. 192 [4·r)

R oto lo d el T em pioa cura di A n ge lo V iv ia n

pp. 304 le .i l

La testrmonianra veritiera

a cura di Claudio Gianonopp. 208 [8.1)

Studi sul

Vicino Oriente antico

Wolfram von Soden, lntroduzione all'orientalistica ant ica

pp. 288 (I)

.uigi Castiglioni, Lezioni intorno aile Georgiche

resti classici

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d i V ir gilio e a ltr i st u d i3 cure d i A lb er to G ril li

pp. 384 (7)

l Aa r co T u ll io C i ce ro ne , Ad famil iares 11,27 e 28.

Cicerone e Mazioteste, inrrod., vcrsionc c commento d i M ar ia Bcllincioni

pp. I22 (3)

vlarco Tullio Cicerone, Tuscolane. L ibra IItesro, introd., vcrsionc c comrncnto d i A l be r to Grilli

pp. 39' (9)

)uinto Orazio FIacco, Sat ira settima d e l l ib r a secondoteste, inrrod., vcrsione e commento di Giuseppe Scarper

pp. I12 (2]

i!arco Celio Rufo, Let tere (Cic.fam. I. VIII)teste, introd., vcrsionc c c om m ent o d i A lbe rt o Cavarzcrc

pp. 512 (6)

.ucio Anneo Seneca, D e otio (dia l. V III)teste, introd., vcrsione e commcnto d i Iv an o D io ni gi

pp. 288 (8)

.ucio Anneo Seneca, Del la tranquillit« dcll'anima.

D ella b re vi/a d ella vi/ateste, inrroduzione c ve rsio ne d i L uig i Cestiglioni

pp. ,60 [I)

.ucio Anneo Seneca, L e L ette re a L ucilio

L ibra p rim o (e pp . 1-12)

teste, introd., versionc e comrncnro d i G i us ep p e Scarper

pp. 320 (4)

.ucio Anneo Seneca, L e L e tte re 94 e 95teste, introd., versionc c commcnto d i M a r ia B e ll in c io n i

pp. 368 (5)

III q uosto v olum e S UIIU pubhlical«. per la prim a m ila

u e l lom c omp l exs o , Ie t raduz ioni de ll e p ri li c ip a Ji narraz ioni

m ilo h)b~c hc illilo , c onndntc da 1 1 1 1 ampi o c ou uu en to

sloricu C Il lologico, C ordinate SCCOIl< iO criteri

di c l n s s if lc n z i o u c r is n l en ti agl i l ll il i s tc s s i.

II pulrim onio nrilo lo gie o c he ne e me rg e, im po rta nte

pe rI n e omp ren si on e de i r u it i g re c i c del m ilo il l gcncrnle ,

presonta una notcvole va ri e l! 1 d i mo ti vi c di funzioni

c una form a esprcss iva a cui gl i s cri hi i ll .i li h an no s ap ul o

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confcrire dignitaleltcmria, nonoslanle la rigidita

dci m oduli com posiliv i. I m iti qui raccolti conscntononnc he di c og lie re la c om ple ssita c onc cllua ie

c ideo log iea ch e caratterizza la eultura ittita

come prodotto originale,

nalo dal la elahorazione di clem enli div ersi

Ie c ui m alric i po sso no essere i nd iv id ua te m e di an te

if COIII'I'OIII.O con Ie altro c ulture de l V ic ino Oriente antico.

Franca Pccchiol i D addi C p ro fe ss ore ss a di Ittitologia

al l 'Umvers l ta di Fuenze ,

A nna M aria P olv ani c r ie e rca tr ic c p re s s o

ilD ipartim ento di Storia del l 'Universi ta di Firenze.