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Comportamento meccanico dei materiali Dai provini ai componenti, fatica uniassiale
© 2006 Politecnico di Torino 1
Fatica dei materiali
2
Dai provini ai componenti, fatica uniassiale
IntroduzioneEffetto dimensioni e finitura superficialeEffetto delle condizioni di esercizioEffetto trattamenti superficialiEffetto degli intagliStima di diagrammi di fatica e SN di componentiEffetto degli intagli: teoria di Siebel e StielerCoefficienti di sicurezza per fatica uniassiale
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Dai provini ai componenti, fatica uniassiale
4
Introduzione I (1/2)
La resistenza a fatica di un componente non dipende solo dal materiale ma anche da altri fattori
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5
Introduzione I (2/2)
La resistenza a fatica di un componente non dipende solo dal materiale ma anche da altri fattoriFattori principali che dipendono dal componente:
DimensioniPresenza di intagliFinitura superficialeTrattamenti superficiali (meccanici, termici, diffusivi, rivestimenti)
6
Introduzione II (1/2)
Fattori principali che dipendono dalle condizioni di utilizzo:
Tipo di caricoTemperatura di esercizioAmbiente (corrosivo)
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Introduzione II (2/2)
Fattori principali che dipendono dalle condizioni di utilizzo:
Tipo di caricoTemperatura di esercizioAmbiente (corrosivo)
Limite di fatica del componente:
standard condizioni in fatica di limite
KKC
*1D
i
*1D
f
i*1D1D
=σ
σ=⋅σ=σ
−
−−− ∏
∏
8
Thum, che per primo introdusse il Kf, lo definì:
“una stampella con la quale zoppicando si può andare dal provinoal componente intagliato”
e analogo discorso vale anche per gli altri coefficienti
Considerazione
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Dai provini ai componenti, fatica uniassiale
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Effetto dimensioni
Le dimensioni di un componente influiscono sul comportamento a fatica solo se vi è un gradiente delle sollecitazioni (flessione e torsione)Nel caso di trazione compressione (assenza di gradiente) il limite di fatica è indipendente dalle dimensioni, ma risulta:
*1D
*1DL
tc1D 7.0C −−− σ⋅≈σ⋅=σ
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Effetto dimensioni e tipo di carico CS
0.600.650.700.750.800.850.900.951.00
10 30 50 70 90 110 130 150 170 190d (mm)
Flessione e torsione (CL = 1)
Trazione-compressione (CL = 0.7)
CS
12
Spiegazione effetto gradiente (1/3)
σa,eff (zp)σf
Flessione
Zona di processo (zp)
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Spiegazione effetto gradiente (2/3)
σa,eff (zp)σf
σa,eff (zp)= σtc
Trazione compressione.
Flessione
Zona di processo (zp)
14
Spiegazione effetto gradiente (3/3)
σa,eff (zp)σf
σa,eff (zp)= σtc
Trazione compressione.
Flessione
Zona di processo (zp)
σa,eff (zp)σf
Flessione
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Rapporti τD-1/σD-1 sperimentali e teorici
Materiale Valori sper. Def . max Tresca Von Mises Acciai al C e da bonifica 0.6 0.77 0.50 0.58* Ghise grigie 0.85 0.76÷0.82* 0.50 0.58 Ghise malleabili 0.84 0.79* 0.50 0.58 Leghe leggere (Al) 0.57 0.73 0.50 0.58* Rame 0.53 0.80 0.50* 0.58 Ottone 0.57 0.70÷0.76 0.50 0.58* Bronzo 0.57 0.84 0.50 0.58* Lega TiAl6V4 0.62 0.71 0.50 0.58*
* Miglior approssimazione
Limiti di fatica in torsione alternata
16
Effetto finitura superficiale CF
0.81.63.26.3
10
40
160
200 400 600 800 1000 1200 1400
0.8
0.6
0.4
0.9
0.7
0.5
rugositàR
a(m
m)
CF
1.0
Rm (MPa)
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Dai provini ai componenti, fatica uniassiale
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Effetto temperature basse (1/2)
Le prove vengono normalmente eseguite a temperatura ambiente (RT: da 18 a 20 °C)a bassa temperatura
I fenomeni plastici sono ostacolati, la fase di nucleazione è ostacolata e il limite di snervamento si innalza
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Effetto temperature basse (2/2)
Le prove vengono normalmente eseguite a temperatura ambiente (RT: da 18 a 20 °C)a bassa temperatura:
I fenomeni plastici sono ostacolati, la fase di nucleazione è ostacolata e il limite di snervamento si innalzaDiminuiscono la resilienza e la tenacità alla frattura e l’eventuale fase di propagazione si accorcia
20
Effetto temperature elevate (1/2)
Ad alta temperatura:I fenomeni plastici sono facilitati e il limite di fatica può anche scomparire, aumenta la tenacità alla frattura e l’eventuale fase di propagazione si allunga
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Effetto temperature elevate (2/2)
Ad alta temperatura:I fenomeni plastici sono facilitati e il limite di fatica può anche scomparire, aumenta la tenacità alla frattura e l’eventuale fase di propagazione si allungaA temperature superiori al 60÷70% della temperatura (assoluta) di fusione diventano importanti fenomeni quali lo scorrimento plastico (creep), l’approccio classico basato sulle tensioni non è più applicabile
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Effetto ambiente corrosivo I
Un ambiente corrosivo riduce drasticamente la durata di un componente
La temperatura gioca un ruolo notevole per l’influenza sulla velocità delle reazioni elettrochimiche
I materiali più altoresistenti sono più sensibili alla corrosione, mentre i materiali più duttili ne risentono in misura minore
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Effetto ambiente corrosivo II
Gli acciai con alto contenuto di cromo risentono in misura minore dell’ambiente corrosivo
Si adottano trattamenti di cromatura, nichelatura, cadmiatura e zincatura che possono ridurre la resistenza a fatica in ambiente non corrosivo, ma la aumentano in ambiente corrosivo
Dai provini ai componenti, fatica uniassiale
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Introduzione I (1/2)
I trattamenti superficiali sono importanti perchél’innesco del processo di fatica avviene, di norma, sulla superficie
26
Introduzione I (2/2)
I trattamenti superficiali sono importanti perchél’innesco del processo di fatica avviene, di norma, sulla superficieLe maggiori variazioni della resistenza a fatica si verificano nei casi con gradiente di tensione. Le varizione nel caso di sollecitazione uniforme nella sezione sono molto più limitate
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Introduzione II (1/2)
I principali trattamenti si dividono in:Trattamenti meccanici (TM)Trattamenti di rivestimento (TR)Trattamenti termici (e diffusivi) (TT)
28
Introduzione II (2/2)
I principali trattamenti si dividono in:Trattamenti meccanici (TM)Trattamenti di rivestimento (TR)Trattamenti termici (e diffusivi) (TT)
Tutti i trattamenti che inducono uno stato di tensione residua di compressione in superficie hanno effetto benefico in termini di resistenza a fatica (la tensione residua si somma algebricamentealla sollecitazione esterna) ... e viceversa
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Trattamenti meccanici (1/4)
FSi applica un carico locale
30
Trattamenti meccanici (2/4)
Si applica un carico localeIl carico provoca snervamento in compressione
F
Snervamento in compressione
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31
Trattamenti meccanici (3/4)
Si applica un carico localeIl carico provoca snervamento in compressioneIl materiale si espande lateralmente
F
Snervamento in compressione
Espansione
32
Trattamenti meccanici (4/4)
Si applica un carico localeIl carico provoca snervamento in compressioneIl materiale si espande lateralmenteIl cuore rimasto elastico impedisce l’espansione e mantiene il materiale in superficie in compressione
F
Materiale in compressione
Snervamento in compressione
Espansione
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TM: Pallinatura I
Bombardamento della superficie con sferette di acciaio proiettate (forza centrifuga o aria compressa)
Processo brevettato da Föppl (Germania) nel 1929 ed introdotto in ambito industriale da Almen (GM) negli anni ‘30 per aumentare la resistenza a fatica delle molle a balestra delle autovetture
Profondità della zona interessata da σres ≈ 1 mm
34
TM: Pallinatura II
Maggior efficacia con acciai di media durezza e ghise; efficacia minore con acciai duri e leghe leggere
La misura dell’intensità si ottiene misurando la distorsione di strisce campione (Almen streep)
f
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35
TM: Rullatura a freddo
F F
F
Stesso effetto della pallinaturaProfondità della zona interessata da σres ≈ 10 mmMaggior dispendio energeticoApplicazioni:
FilettatureAlberi di trasmissioneRaccordo perno-maschettanegli alberi a gomiti
36
TM: Rullatura e formatura a caldo
I trattamenti a caldo sono dannosi perché sono accompagnati da decarburazione superficiale:
Diminuisce la resistenza dello strato superficialeDiminuisce il volume dello strato superficiale la cui contrazione viene impedita dal materiale sottostante
Si creano pericolose tensioni residue di trazione
C + O2→CO2
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37
TM: piegatura a freddo lamiere
Fibre interne in trazione
Fibre esterne in compressione
Dopo la formatura
Si genera uno stato di tensione residuo di compressione da un lato, di trazione dall’altro
38
Trattamenti di rivestimento
Sono applicati per risolvere problemi di corrosione e/o di usura e per ragioni estetiche
I trattamenti di elettrodeposizione, nel caso di materiali metallici possono, se non controllati accuratamente, causare:
Infragilimento da idrogeno
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TR: cromatura e nichelatura
Inducono uno stato di tensioni residue di trazione: diminuiscono sensibilmente la resistenza a faticaL’effetto è tanto maggiore quanto più:
È altoresistente il materialeSi considerano durate più lungheAumenta lo spessore del rivestimento
Si può ovviare con pallinatura o rullatura a freddo preventiva
40
TR: cadmiatura e zincatura
Si utilizzano per evitare problemi di corrosione ma non hanno una buona resistenza all’usura
Non hanno effetti sulla resistenza a fatica
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41
TR: anodizzazione
È il trattamento tipico delle leghe leggere
Si crea una pellicola fragile che può romperersisotto carichi ciclici, innescando il processo di fatica, in azione sinergica con la corrosione
Riduzione della resistenza a fatica del 20÷30%
42
Trattamenti termici e diffusivi (1/3)
Tensioni residue possono essere causate daCambiamenti di fase localizzatiProcessi diffusiviGradienti termici e differenti espansioni/contrazioni (raffredamento differenziale)
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Trattamenti termici e diffusivi (2/3)
Tensioni residue possono essere causate daCambiamenti di fase localizzatiProcessi diffusiviGradienti termici e differenti espansioni/ contrazioni (raffredamento differenziale)
Regola empirica: rimangono in tensione le parti che si raffreddano per ultime
44
Trattamenti termici e diffusivi (3/3)
Tensioni residue possono essere causate dacambiamenti di fase localizzatiprocessi diffusivigradienti termici e differenti espansioni/ contrazioni (raffredamento differenziale)
Regola empirica: rimangono in tensione le parti che si raffreddano per ultimeTensioni residue nascono quindi nei processi di saldatura, di taglio alla fiamma, ma anche delle lavorazioni (ad es. rettifica)
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45
TT: tempra
La tempra dei materiali ferrosi (riscaldamento alla temperatura di austenizzazione - vedi diag. FeC - e rapido raffreddamento) provoca una trasformazione martensitica, con una espansione lineare di circa il 0.5%
Se la tempra è superficiale il materiale non temprato impedisce l’espansione, generando uno strato di tensione residua di compressione
Particolarmente efficace la tempra ad induzione
46
TT: cementazione e nitrurazione
Sono processi diffusivi ottenuti riscaldando il materiale in ambienti saturi di carbonio o azoto, con effetto benefico sulla resistenza a faticaGenerano un indurimento superficiale del materiale
Fanno aumentare di volume lo strato interessato dal processo che, a fine trattamento, si trova in uno stato di tensione residua di compressioneLo strato interessato è dell’ordine di 1 mm
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Considerazioni I (1/2)
Quando si applicano dei trattamenti superficiali spesso la nucleazione delle cricche avviene non sulla superficie ma all’interfaccia fra la zona che ha subito variazioni e quella inalterata
48
Considerazioni I (2/2)
Quando si applicano dei trattamenti superficiali spesso la nucleazione delle cricche avviene non sulla superficie ma all’interfaccia fra la zona che ha subito variazioni e quella inalterata
Se vi sono tensioni residue di compressione sulla superficie all’interno vi saranno tensioni residue di trazione e inoltre vi possono essere discontinuitàdel materiale
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Considerazioni II (1/3)
Temperature di esercizio elevate possono provocare il rilassamento delle tensioni residue
50
Considerazioni II (2/3)
Temperature di esercizio elevate possono provocare il rilassamento delle tensioni residue
Per eliminare le tensioni residue si utilizza il processo di distensione: riscaldamento a temperature elevate (ma inferiori alla temperatura di trasformazione perlite-astenite) e lento raffreddamento
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Considerazioni II (3/3)
pesternares σ>σ+σ
Temperature di esercizio elevate possono provocare il rilassamento delle tensioni residue
Per eliminare le tensioni residue si utilizza il processo di distensione: riscaldamento a temperature elevate (ma inferiori alla temperatura di trasformazione perlite-astenite) e lento raffreddamento
Le tensioni residue vengono alterate se:
52
Esempio (1/5)
σ
ε
σp=320
σp=-320σres’=-160
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Esempio (2/5)
σ
ε
σp=320
σres’=-160σp=-320
σa=280
54
Esempio (3/5)
σ
ε
σp=320
σres’=-160σp=-320
σres”=-320+280=-40
σa=280
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55
Esempio (4/5)
σ
ε
σp=320
σres’=-160σp=-320
σa=280
56
Esempio (5/5)
σ
ε
σp=320
σres’=-160σp=-320
σres”=-320+280=-40
σa=280
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Fattore di riduzione della vita a fatica (1/3)
tintaglio con provino1D
liscio provino1D K1 <σ
σ<
−
−
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Fattore di riduzione della vita a fatica (2/3)
tintaglio con provino1D
liscio provino1D K1 <σ
σ<
−
−
intagliato provinoN
liscio provinoNfK
σ
σ= UNI 3964
60
Fattore di riduzione della vita a fatica (3/3)
tintaglio con provino1D
liscio provino1D K1 <σ
σ<
−
−
intagliato provinoN
liscio provinoNfK
σ
σ= UNI 3964
intagliato provino1D
liscio provino1DfK
−
−
σ
σ=
… rispetto alla condizione ‘standard’
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61
Kt
Kf
KtKf
Gravosità dell’intaglio (Kt)
Da cosa dipende Kf? I
Kt basso Kt alto
62
Kt
Kf
Dimensioni dell’intaglio (effetto scala)
Da cosa dipende Kf? II
Kt
Kf
Intaglio grande Intaglio piccolo
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Kt
Kf
Microstruttura (→resistenza statica)
Da cosa dipende Kf? III
Kt
Kf
Rm bassa Rm alta
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Sensibilità all’intaglio -q- (1/2)
)1K(q1K tf −⋅+=
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Sensibilità all’intaglio -q- (2/2)
1 2 3 4 5 6 7 8 9 r (mm)000.10.20.30.40.50.60.70.80.91.0
qAcciai tempratiAcciai rinvenuti o normalizzatiLeghe di alluminio
(valori approssimati)
Non verificato con intagli profondi
)1K(q1K tf −⋅+=
r = raggio di fondo intaglio
66
Stima della sensibilità all’intaglio
Teoria NKS
0
0.2
0.4
0.6
A (mm1/2)
0.8
0 1000 2000Reh, Rp0.2 (MPa)
rA11q
+=
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68
Metodo delle tensioni medie nominali
σmRp0.2 RmRp0.2
Rp,0.2R=-∞
σa
R=0
Provino*
1D−σ
Stima diagramma di Haigh (1/5)
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69
σmRp0.2 RmRp0.2
Rp,0.2R=-∞
σa
R=0
Componente
ProvinoσD-1
*1D−σ
f
i*1D1D K
C∏⋅σ=σ −−
Stima diagramma di Haigh (2/5)
Metodo delle tensioni medie nominali
70
σmRp0.2 RmRp0.2
Rp,0.2R=-∞
σa
R=0
Componente
ProvinoσD-1
*1D−σ
f
i*1D1D K
C∏⋅σ=σ −−
Stima diagramma di Haigh (3/5)
Metodo delle tensioni medie nominali
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71
σmRp0.2 RmRp0.2
Rp,0.2R=-∞
σa
R=0
Componente
ProvinoσD-1
*1D−σ
f
i*1D1D K
C∏⋅σ=σ −−
Kf indipendente da σm
Stima diagramma di Haigh (4/5)
Metodo delle tensioni medie nominali
72
σmRp0.2 RmRp0.2
Rp,0.2R=-∞
σa
R=0
Componente
ProvinoσD-1
P
),(:P nom anomm σσ
*1D−σ
f
i*1D1D K
C∏⋅σ=σ −−
Kf indipendente da σm
Stima diagramma di Haigh (5/5)
Metodo delle tensioni medie nominali
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73
Stima diagramma SN (1/2)
102 103 104 105 106
200
400
600
800
1000
N
σa
0.9(Rm-σm)σm =_____
σD provetta
σD componente
74
Stima diagramma SN (2/2)
102 103 104 105 106
200
400
600
800
1000
N
σa
0.9(Rm-σm)σm =_____
σD provetta
σD componente
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75
Stima diagramma di Haigh per N ≠ ∞ (1/2)
N102 103 104 106105
σa σm =0
σD-1
σa
N∞
R=0
σmRp0.2 Rm
76
Stima diagramma di Haigh per N ≠ ∞ (2/2)
N102
N1
103 104 106105
σa
σ1
σ2
σm =0
σD-1
σa
σ1
σ2
N1
N∞
R=0
σmRp0.2 Rm
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78
Gradiente relativo (1/4)
y tcaσ
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79
Gradiente relativo (2/4)
y faσtc
aσ
80
Gradiente relativo (3/4)
y maxaσf
aσtcaσ
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81
Gradiente relativo (1/4)
dyd1
maxσ
σ=χ
y maxaσf
aσtcaσ
82
Coefficiente d’intaglio β (1/5)
py
maxaσ
eff,aσ
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83
Coefficiente d’intaglio β (2/5)
py
maxaσ
eff,aσ
δσ
=χ+
σ=σmaxa
bmaxaeff,a
A11
84
Coefficiente d’intaglio β (3/5)
py
maxaσ
eff,aσ
δσ
=χ+
σ=σmaxa
bmaxaeff,a
A11
aat
maxa
eff,aK
βσ=σδ
=δ
σ=σ
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85
Coefficiente d’intaglio β (4/5)
py
maxaσ
eff,aσ
δσ
=χ+
σ=σmaxa
bmaxaeff,a
A11
aat
maxa
eff,aK
βσ=σδ
=δ
σ=σ
β da applicareSia alla componente alternataSia alla componente media
86
Coefficiente d’intaglio β (5/5)
py
maxaσ
eff,aσ
δσ
=χ+
σ=σmaxa
bmaxaeff,a
A11
aat
maxa
eff,aK
βσ=σδ
=δ
σ=σ
tc1Daa
tmaxa
eff,aK
−σ<βσ=σδ
=δ
σ=σcon σm = 0...
β da applicareSia alla componente alternataSia alla componente media
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87
Diagramma di Haigh (1/2)
σmRp0.2 RmRp0.2
Rp,0.2R=-∞
σa
R=0
Componente
Provino*
1D−σ
A( )tc1DFC,0:A −σ⋅
88
Diagramma di Haigh (2/2)
σmRp0.2 RmRp0.2
Rp,0.2R=-∞
σa
R=0
Componente
Provino
P
*1D−σ
A
( )am,:P σ⋅βσ⋅β
( )tc1DFC,0:A −σ⋅
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89
Stima di δ
δ
Reh , R
p0.2 (MPa)
1.0
1.1
1.2
1.3
1.4
1.5
1.6
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
700
400
250300350
600500
800
χ (mm−1)
Acciai al C o basso legati
χ >0 ⇒ χ =10
90
Valori di χ flessione (1/2)
tr
Mf D d MfD dMf Mf
r
r2
d2
+=χ
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91
Valori di χ flessione (2/2)
tr
Mf D d Mf
r2
d2
+=χD dMf Mf
r
D d
r
Mf Mf
t
D d MfMf
r
r2
dD4
++
=χ
92
Valori di χ trazione-compressione (1/2)
tr
D dD d
r
P P P P
r2
=χ
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93
Valori di χ trazione-compressione (2/2)
tr
D dr2
=χD d
r
D d
r
t
D d
r
P P P P
P P P P
r2
=χ
94
Valori di χ torsione
D dMt Mt
r
D d
r
MtMt
r1
dD4
++
=χ
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Dai provini ai componenti, fatica uniassiale
96
Generalità (1/4)
Il coefficiente di sicurezza (CS) è definito in generale come rapporto fra la sollecitazione ammissibile (o limite) e la sollecitazione applicata
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97
Generalità (2/4)
Il coefficiente di sicurezza (CS) è definito in generale come rapporto fra la sollecitazione ammissibile (o limite) e la sollecitazione applicataNel caso della fatica (N= ∞) la sollecitazione limite dipende da come i due parametri che individuano il ciclo variano al variare delle prestazioni richieste
98
Generalità (3/4)
Il coefficiente di sicurezza (CS) è definito in generale come rapporto fra la sollecitazione ammissibile (o limite) e la sollecitazione applicataNel caso della fatica (N= ∞) la sollecitazione limite dipende da come i due parametri che individuano il ciclo variano al variare delle prestazioni richiesteIl valore limite viene ricavato da un diagramma di fatica in cui viene tracciata una “curva di funzionamento”
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99
Generalità (4/4)
Il coefficiente di sicurezza (CS) è definito in generale come rapporto fra la sollecitazione ammissibile (o limite) e la sollecitazione applicataNel caso della fatica (N= ∞) la sollecitazione limite dipende da come i due parametri che individuano il ciclo variano al variare delle prestazioni richiesteIl valore limite viene ricavato da un diagramma di fatica in cui viene tracciata una “curva di funzionamento”A causa delle notevoli incertezze in fatica il CS minimo ammissibile in generale è 3!
100
Particolarità del calcolo degli alberi (1/3)
Gli alberi sono organi di macchina soggetti a momento torcente (solitamente costante), flessione rotante ed eventuale tensione normale
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101
Particolarità del calcolo degli alberi (2/3)
Gli alberi sono organi di macchina soggetti a momento torcente (solitamente costante), flessione rotante ed eventuale tensione normaleLo stato di sollecitazione nel punto di progetto èquindi di tipo multiassiale (vi sono almeno due tensioni principali non nulle istante per istante)
102
Particolarità del calcolo degli alberi (3/3)
Gli alberi sono organi di macchina soggetti a momento torcente (solitamente costante), flessione rotante ed eventuale tensione normaleLo stato di sollecitazione nel punto di progetto èquindi di tipo multiassiale (vi sono almeno due tensioni principali non nulle istante per istante)L’esperienza ha però dimostrato che l’applicazione di un momento torcente costante non comporta variazioni della resistenza a fatica: questo caso si tratta quindi come un caso di fatica uniassiale
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103
σm costante, σa proporzionale (1/2)
Rp0.2Rp0.2
P
aσ
1D−σ
limDσPaσ
Pmσ mσ
Curva di funzionamento
104
σm costante, σa proporzionale (2/2)
Rp0.2Rp0.2
P
aσ
1D−σ
limDσPaσ
Pmσ mσ
Curva di funzionamento
Pa
limDCS
σ
σ=
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105
σm e σa proporzionali (1/2)
Rp0.2Rp0.2
P
aσ
1D−σ
limDσPaσ
Pmσ mσlim
mσ
NB: R=costante
106
σm e σa proporzionali (2/2)
Rp0.2Rp0.2
P
aσ
1D−σ
limDσPaσ
Pmσ mσlim
mσ
Pmin
limmin
Pmax
limmax
Pm
limm
Pa
limDCS
σ
σ=
σ
σ=
σ
σ=
σ
σ=
NB: R=costante
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107
σa proporzionale, σm = σmc + σmp (1/2)
Rp0.2Rp0.2
P
aσ
1D−σ
limDσ
Paσ
Pmpσ mσ
Pmcσ
108
σa proporzionale, σm = σmc + σmp (2/2)
Rp0.2Rp0.2
P
aσ
1D−σ
limDσ
Paσ
Pmpσ mσ
Pmcσ P
a
limDCS
σ
σ=
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109
Rp0.2Rp0.2
P
aσ
1D−σ
limmσ
Paσ
Pmσ mσ
Pm
limmCS
σ
σ=
σa costante, σm proporzionale
110
σmin costante, σmax proporzionale I
Pmax
limmaxCS
σ
σ=
Rp0.2
Paσ mσ
maxσ
minσPminσ
Pmaxσ
limmaxσ
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111
σmin costante, σmax proporzionale II
Rp0.2Rp0.2
P
aσ
1D−σ
limmσ
Paσ
Pmσ mσ
Pmax
limmaxCS
σ
σ=
45°
limD
limm
limmax σ+σ=σ
P PP max minm
P Pmax min
a
2
2
σ + σσ =
σ − σσ =
limDσ
112
Limitazione Rp0.2
Rp0.2
P
aσ
1D−σ
limDσ
Paσ
Pmσ
mσlimmσ
Pmax
2.0p2.0p
limD
limm
limmax
RCSRse
σ=⇒>σ+σ=σ
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113
CS per vita limitata I (1/2)
102 103 104 105 106 N
200
400
600
800
1000σa σm =_____
σa
No NL
σNoo
LN N
NCS =
114
CS per vita limitata I (2/2)
102 103 104 105 106 N
200
400
600
800
1000σa σm =_____
σa
No NL
σNo
a
oNCSσ
σ=σ
o
LN N
NCS =
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115
CS per vita limitata II (1/4)
a
oNCSσ
σ=σ
o
LN N
NCS =
116
CS per vita limitata II (2/4)
a
oNCSσ
σ=σ
o
LN N
NCS =
.. se il diagramma è log-log...
koNo
kaL NN σ⋅=σ⋅
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117
CS per vita limitata II (3/4)
a
oNCSσ
σ=σ
o
LN N
NCS =
.. se il diagramma è log-log...
k
a
oN
o
L
koNo
kaL
NN
NN
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛σ
σ=
σ⋅=σ⋅
118
CS per vita limitata II (4/4)
a
oNCSσ
σ=σ
o
LN N
NCS =
.. se il diagramma è log-log...
k
a
oN
o
L
koNo
kaL
NN
NN
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛σ
σ=
σ⋅=σ⋅
kN CSCS σ=